XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

N. 54

__________

 

SEDUTA Di mercoledì 25 giugno 2025

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

 

Inizio lavori h. 12.35

Fine lavori h. 18.18

 

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 12.35

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

TAVERNISE Davide, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Come sa, abbiamo chiesto l’inserimento all'ordine del giorno di un’informativa da parte del Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, in merito alla vicenda personale che lo riguarda, da lui stesso annunciata con una diretta Facebook e dibattuta nel corso di una trasmissione televisiva su Rete 4, per la quale abbiamo ritenuto opportuno che questo organismo – organismo da lei presieduto e che ha la funzione anche di garantire trasparenza e di rendere edotto chi oggi ha subito tale provvedimento - ne possa discutere per illustrarne le ragioni, con la consapevolezza che non possiamo entrare nel merito del processo. Ci mancherebbe altro; questa non è un'aula di Tribunale, ma un organismo politico-istituzionale che ha non solo il dovere, ma anche l'esigenza di essere messo a conoscenza di vicende personali, anche diverse dagli impegni istituzionali.

Pertanto, saremo lieti se oggi il presidente Roberto Occhiuto riferisse all'Aula.

Naturalmente, saremo molto attenti e responsabili a evitare riflessioni che vadano al di là dei ruoli e delle competenze.

Saranno i fatti a dire e a spiegare le ragioni per le quali si è giunti a questo provvedimento, però, a mio avviso, sarebbe stato preferibile che il presidente Occhiuto, che ha annunciato la notifica di un avviso di garanzia attraverso una diretta Facebook, fosse venuto in quest'Aula, prima che nei salotti televisivi, a spiegare le poche motivazioni che sono a sua conoscenza, nel rispetto del ruolo di quest'Aula e di ciò che essa rappresenta per i calabresi.

PRESIDENTE

Invito il presidente Occhiuto a prendere la parola prima di un eventuale inserimento all'ordine il giorno, per capire se ci sono le condizioni. Prego, Presidente.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Come sa, presidente Mancuso, avevo annunciato che oggi avrei preso congedo dal Consiglio regionale perché dovevo incontrare il Presidente della Repubblica albanese e partecipare alla Festa della Guardia di finanza.

Nel momento in cui sono stato informato della legittima richiesta pervenuta dall’opposizione, ho ritenuto di essere partecipare, seppur per qualche ora, ai lavori di quest’Aula, poiché, come sanno i consiglieri di maggioranza e di minoranza, non mi sono mai sottratto ad alcun confronto, ad alcuna discussione in Consiglio regionale, e non voglio farlo nemmeno in questa occasione; anche se ritengo che un'informativa su fatti, che allo stato non sono noti nemmeno a me, sarebbe in qualche modo irrituale, spiegherò comunque quanto accaduto, per il livello di conoscenza, appunto, che ne ho.

Il 6 giugno ho ricevuto una telefonata dal Comandante provinciale della Guardia di finanza che mi informava della notifica di un atto. Gli ho dato appuntamento alle 09:30 nel mio ufficio e mi ha notifica sostanzialmente due pagine che costituivano la richiesta di proroga di indagini.

In quell'occasione, ho scoperto di essere stato iscritto nel registro degli indagati da un anno e che quella era la richiesta di proroga per altri sei mesi, ma da questa notifica non mi era dato di capire quali fossero gli atti contestati perché non era indicato un fatto preciso.

Ho ricevuto questa notifica con lo stato d'animo che potete immaginare, di chi è arrivato a 56 anni senza aver mai ricevuto una comunicazione giudiziaria, quindi, sono rimasto basito e, per questa ragione, ho deciso di comunicarlo aggiungendo che non sono sereno, perché non vedo come possa esserlo una persona che a 56 anni riceve per la prima volta nella vita un atto, per altro riferito a reati che nemmeno lontanamente ritiene di aver compiuto nell'esercizio delle proprie funzioni.

Ho cercato di capire di cosa si trattasse, ma non ci sono riuscito; ho evitato di darne subito notizia, in verità, anche perché ciascuno di noi svolge una funzione pubblica, ma ha anche una dimensione privata.

Dopo qualche giorno, però, ho deciso di dare la notizia e di rappresentare anche quello che era il mio stato d'animo, chiedendo di essere sentito il prima possibile dai magistrati, perché chi, come me o come chiunque, nella sua attività ritiene di non aver nulla da temere, perché si è sempre comportato nella maniera trasparente, vuole che si accerti al più presto la verità.

Il consigliere Bevacqua fa riferimento al fatto che ho partecipato a una trasmissione su un’emittente nazionale per raccontare ciò che è successo, però da quel momento ho detto che non avrei più parlato con la stampa; anzi, mi è capitato di dover chiedere scusa a una giornalista, che stimo perché ha lavorato con me quando facevo l'editore televisivo, Antonella Grippo, perché c'era una iniziativa già concordata con lei e ho deciso di non andarci perché i miei avvocati hanno consigliato di evitare queste partecipazioni prima di essere sentito dalle Autorità competenti.

Poi, però, ho letto sulla stampa locale e su quella nazionale una serie di fatti che ho pensato potessero essere i fatti contestati e che riguardavano sostanzialmente i miei rapporti societari con un ex socio col quale avevo creato delle società nel 2016; fatti che ritengo assolutamente ordinari, tipici dei rapporti societari, come in mille società italiane fra mille soci; però, a fronte di uno tsunami di notizie anche a livello nazionale, mi sono visto sulle prime pagine di giornali nazionali che indicavano queste vicende come fatti che avrebbero potuto dar luogo a ipotesi di corruzione; quindi, ho deciso di dire la mia pubblicamente, ma non sarei intervenuto se non ci fosse stata questa circostanza.

Ora aspetto di essere sentito dai magistrati.

La notizia che posso darvi è che i miei avvocati hanno sentito l'ufficio di Procura, e sono molto contento di questo; sono grato all'ufficio di Procura di avere aderito a questa mia richiesta e di aver concordato con i miei avvocati un incontro entro la pausa estiva, anche se sarebbe auspicabile che si facesse entro la prima decade di luglio; però, il fatto che gli uffici di Procura abbiamo scelto di sentirmi – potevano anche non farlo, perché è un diritto mio quello di chiedere di essere sentito, ma è una facoltà della Procura quella di accedere a questa possibilità – mi fa pensare che anche da parte della Procura della Repubblica ci sia la volontà di accertare la verità nel più breve tempo possibile, ed è quello che mi auguro.

Per il resto, se sarà necessario, non avrò difficoltà, come mai ho avuto, a confrontarmi con il Consiglio regionale, ma gli elementi sui quali posso intervenire sono quelli che vi ho rappresentato e sono gli identici elementi che ho rappresentato alla stampa.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Brevemente, intervengo solo per ribadire alcuni concetti, perché in questi casi bisogna misurare le parole, dire quelle giuste, non una in meno e non una in più.

Come diceva il consigliere Bevacqua, questa non è un'aula di Tribunale, noi non siamo giudici, non dobbiamo e non possiamo entrare nel merito di vicende, non solo di cui non conosciamo i fatti e gli elementi, ma che prescindono da quello che è il nostro ruolo istituzionale.

Abbiamo ritenuto di portare la discussione in quest'Aula solo perché il Presidente ha deciso di rendere pubblica una sua vicenda personale, l’ha resa pubblica con i mezzi che ha ritenuto, e noi abbiamo voluto colmare o ribadire questo vulnus istituzionale chiedendo che anche in quest'Aula si potesse fare un passaggio politico nel rispetto delle istituzioni che rappresentiamo.

Devo dire che, anche dal tono molto pacato ed equilibrato del Presidente, ritengo che questa discussione debba finire in questi termini; non compete a noi andare oltre.

Mi piace, però, ribadire in quest'Aula alcuni concetti fondamentali.

Intanto, il garantismo non è a intermittenza, ma funziona solo se vale anche nei confronti dell'altra parte politica.

Se il garantismo è solo nei confronti dei propri amici non è più garantismo; il garantismo vale per tutti, vale per il presidente Occhiuto, valeva in precedenza per il presidente Mario Oliverio, e sbagliò anche una certa impostazione di sinistra che non andò fino in fondo nel difendere questo principio di civiltà che serve a rispettare la persona prima che il politico, ed è un principio che io intendo ribadire in ogni forma e in ogni aspetto.

Il presidente Occhiuto sarà chiamato, come lui stesso diceva, di fronte agli elettori, portando avanti i risultati politici della sua azione; noi potremmo dire altro.

Potremmo parlare del rapporto Banca d'Italia, dei dati Istat, della crescita della Calabria e ognuno di noi farà la sua valutazione, ma questo è un profilo politico che si farà dopo, in altri termini e in altri luoghi.

In quest'Aula serviva ribadire un concetto: il concetto delle istituzioni, che oggi è stato ribadito.

Do anche un'ulteriore esortazione al presidente Occhiuto e cioè di non rendere mediatica o estremamente pubblica in termini divisivi questa vicenda in cui non servono i toni alti, a mio avviso ovviamente; non serve parlare direttamente con i cittadini senza filtri, perché poi là si incastona una contrapposizione anche di parole senza filtri, di contrapposizione e di incattivimento di un clima che la Calabria necessita di avere sereno.

Abbiamo un altro anno davanti a noi e l’azione che questa istituzione deve portare avanti deve essere libera, serena e deve prescindere da qualunque tipo di condizionamento o, anche indirettamente, di coinvolgimento in vicende che non riguardano invece la finalità istituzionale e politica che noi ci siamo prefissati.

Siamo chiamati a legiferare, a fare l'opposizione, voi a governare, e il dibattito si deve continuare a concentrare su questi temi.

Si sbaglia se si vuole occupare o spostare il dibattito su altri terreni; non è questo il nostro caso, non è questa la nostra cultura istituzionale e, da questo punto di vista, si sbagliava prima.

C'è stato solo un passaggio negli scorsi mesi che, a mio avviso, ha segnato una frattura anche un po’ nei rapporti tra maggioranza e opposizione, ovvero quando lei – non ricordo se in un'intervista pubblica o in un canale social – usò una parola molto forte e disse “Io non sono come voi”.

Come ho ritenuto che fosse sbagliata questa forma di attacco, così sarebbe sbagliata anche da parte nostra qualunque tipo di replica facile su questi argomenti.

Non possiamo scivolare e portare il dibattito su questi contenuti, ma dobbiamo concentrarci sui risultati dell'azione politica e su tutto il mondo che ruota sulle società partecipate, sulle nomine, su quello che rimisureremo, sui fatti, se sono stati scelti i migliori, se sono stati prodotti i risultati; si tratta di analisi politiche, ognuno faccia il suo lavoro.

A noi compete il ruolo istituzionale di riaffermazione di ruolo dei rappresentanti dei calabresi e questo, oggi, mi sembra che in quest'Aula fosse necessario richiamarlo.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, presidente Mancuso.

Anch’io voglio ringraziare il presidente Occhiuto per averci informato nello specifico, sin dal primo momento in cui ha ricevuto l'avviso di garanzia.

In qualità di consigliere di opposizione ritengo che, sia oggi sia nei giorni precedenti, tutti quanti noi abbiamo dimostrato un atteggiamento maturo, responsabile, rispettoso di questa Istituzione e rispettoso anche della sua persona, presidente Occhiuto.

Su questo sono stato molto attento insieme a esponenti del mio movimento che, come sa, ha una storia diametralmente opposta al suo partito di appartenenza; però, su questo, abbiamo dato un'immagine di serietà e di maturità, perché – glielo dico col cuore in mano, così come feci quando è stato male e ha avuto problemi di salute – il mio obiettivo è quello di un futuro prossimo, da dibattere sul campo, politicamente e senza ricorrere ad alcuna scorciatoia né in un'aula di Tribunale.

Mi auguro sinceramente che lei esca pulito da questa vicenda perché c'è anche un dato, presidente Mancuso: non è possibile che gli ultimi cinque Presidenti di Regione siano stati tutti indagati, quattro sono stati assolti, uno è stato condannato, ma per vicende che riguardavano il ruolo, non da Presidente della Giunta regionale, bensì quello di Sindaco di Reggio Calabria, mi riferisco al presidente Scopelliti.

Presidente Occhiuto, mi auguro che lei ne esca bene perché non viene lesa solo la sua immagine, ma ne uscirebbe distrutta l'immagine della Calabria che, invece, deve dimostrare, al di là delle appartenenze e delle differenze politiche, di essere governata da una classe dirigente di persone oneste. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente.

Come è noto, parte delle forze di minoranza hanno ritenuto opportuno presentare una mozione per chiedere al Presidente di riferire in quest'Aula sulle vicende giudiziarie di cui si parla, soprattutto sulla stampa.

In qualità di rappresentante dell'autonoma area civica non ho sottoscritto quella mozione e voglio dire il perché.

La vicenda è ancora troppo poco chiara e del tutto indistinta.

Abbiamo bisogno di fatti concreti, non di ipotesi o di ricostruzioni giornalistiche.

Le aule di giustizia hanno i loro tempi e i loro percorsi che vanno rispettati. Come è stato detto, non è questo Consiglio il posto in cui celebrare i processi. Il nostro compito è un altro. La mia decisione nasce dalla mia ferma adesione ai principi del garantismo che nel tempo, tuttavia, è addivenuto - lasciatemelo dire - un concetto e una parola fin troppo abusata e troppo spesso evocata a convenienza a corrente alternata, a seconda di chi sia l'indagato e solo quando fa comodo e, anche, dalla considerazione che il nostro compito, a mio parere - quello per cui siamo stati eletti dai calabresi, che ci hanno dato la loro fiducia e per cui siamo pagati - è quello di concentrarci sull'attività legislativa del Consiglio regionale per il comune focus rappresentato dal benessere dei cittadini della nostra regione.

Rispetto a questo dibattito ancora acerbo, mi interessa di più - lo dico con assoluta schiettezza - contribuire a garantire il miglior funzionamento possibile della nostra Istituzione, ad esempio cercando di capire i motivi che tengono bloccata da un anno e mezzo la proposta di legge della Riserva naturale pedemontana di Castrovillari, malgrado sia stata approvata all'unanimità nella Commissione di merito, privando così le popolazioni dell'area del Pollino di una risorsa fondamentale non solo per l'ambito naturalistico, ma, anche, o addirittura, soprattutto per lo sviluppo economico e occupazionale e, certo non da ultimo, di tutela della salute da rischi gravissimi, da troppi anni presenti proprio in quell'area. Questo accade soggiacendo nel frattempo alla “spada di Damocle” di asfissianti tentativi in corso, già, purtroppo, in parte concretizzatesi, di distruttive iniziative speculative sul territorio dove dovrebbe essere istituita la Riserva.

Tante sono le sfide da affrontare, dalla sanità al lavoro, dai trasporti allo sviluppo economico e occupazionale, alla tutela dell'ambiente, e sono questi i temi su cui dobbiamo misurarci, su cui dobbiamo trovare convergenze, su cui dobbiamo legiferare con la massima efficacia e tempestività.

Quando i tempi saranno maturi, quando la vicenda di cui si parla sarà definita con chiarezza, allora potremmo tornare in Consiglio, come è giusto che sia, per dibatterne e, non dubito, con chiarimenti che lo stesso presidente Occhiuto vorrà dare, come, peraltro, ha già anticipato. Fino ad allora, dobbiamo tutti insieme attivamente operare perché il Consiglio regionale della Calabria, ancor più in quest'ultimo anno di legislatura, sia motore di sviluppo e non teatro di scontro per problemi che non collimino con i reali bisogni delle popolazioni calabresi. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà. 

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Credo che questo dibattito o, meglio, questa informativa, che poi è sfociata in brevi interventi da parte dei Capigruppo, confermi la serietà di questa opposizione, l’equilibrio, la saggezza e anche la responsabilità e il rispetto verso i calabresi. Nel momento in cui abbiamo pensato di proporre all'Aula, al presidente Mancuso, di mettere all'ordine del giorno questo punto, l'abbiamo fatto con uno spirito di responsabilità verso quest'Aula che non può rimanere esclusa nel momento in cui c'è un atto formale preannunciato dal Presidente.

Il nostro compito era quello di portare in quest'Aula, non il dibattito, ma il senso di responsabilità e di rispetto verso di essa e, quindi, noi che rappresentiamo tutti i calabresi. Abbiamo apprezzato anche la pacatezza, anche la poca serenità del presidente Occhiuto. È naturale, è logico, come lei diceva poco fa, chiunque sarebbe turbato al proprio interno ricevendo un atto di questo genere se fino a 56 anni non ha mai ricevuto un avviso di garanzia; quindi, comprendiamo anche il suo stato d'animo, la sua poca serenità in questo momento che emerge chiaramente anche dal modo in cui si rapporta a quest'Aula e dai toni. Comprendiamo. Però, credo che sia stato nostro dovere far diventare quest'Aula il luogo in cui il presidente Occhiuto riferisse le cose che già sapevamo. Ripeto: è un atto di responsabilità anche verso di lei, presidente Mancuso, e verso i calabresi.

Oggi, abbiamo adempiuto a questo compito, prendiamo atto delle parole del presidente Occhiuto e credo che interventi dei colleghi Lo Schiavo, Laghi e Tavernise dimostrino che c'è un'opposizione seria che non vuole strumentalizzare vicende personali, anche diverse dalla politica. Così in Calabria si crea senso di responsabilità verso il ruolo che si ricopre, un ruolo che non si esaurisce semplicemente nel dire “Tutto va bene, Madama la Marchesa”, ma un ruolo che ci porta a porre al centro del dibattito una discussione che, magari, ha poco a che fare con la politica, ma riceve quella attenzione mediatica che richiede anche da quest'Aula un giusto equilibrio. Noi oggi abbiamo dimostrato equilibrio, responsabilità e rispetto verso i calabresi.

PRESIDENTE

Grazie.

In occasione della visita ufficiale in Calabria del Presidente della Repubblica di Albania, S.E. Gen. Bajram Begaj

PRESIDENTE

Prima di avviare la disamina dei punti all'ordine del giorno, consentitemi di rivolgere i saluti del Consiglio regionale al Presidente della Repubblica di Albania, sua Eccellenza il Generale Bajram Begaj, in visita ufficiale in Calabria. Rinnoviamo la disponibilità a proseguire nelle relazioni di amicizia con il popolo albanese. Le Comunità arbëreshë presenti in tantissimi Comuni per rilevanza numerica ma soprattutto per importanza storico-culturale, rendono la Calabria la Regione italiana più rappresentativa della minoranza arbëreshë. Queste comunità, originarie dell'Albania e della Grecia, che giunsero in Calabria a seguito di diverse ondate migratorie tra il XV e il XVIII secolo per sfuggire all'invasione Ottomana, oggi rappresentano un felice esempio di integrazione, proprio grazie al rapporto dialettico tra identità e alterità che i discendenti hanno saputo tramandare.

Proposta di legge numero 340/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, P. Caputo, recante: “Disposizioni per l'attuazione di un sistema di gestione dei dati in blockchain per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare della Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo adesso al primo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 340/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Caputo, recante: “Disposizioni per l'attuazione di un sistema di gestione dei dati in blockchain per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare della Calabria”.

Cedo la parola collega Caputo per illustrare il provvedimento. 

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge che stiamo esaminando ci aiuterà, probabilmente, a proteggere i nostri prodotti della filiera agroalimentare.

Come noto, il settore agroalimentare rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell'economia globale e si caratterizza per la complessità delle sue filiere produttive che coinvolgono numerosi attori: produttori, trasformatori, distributori, rivenditori e consumatori finali.

In questo contesto, la tecnologia blockchain emerge come una soluzione innovativa capace di rivoluzionare e soprattutto facilitare la gestione e la trasparenza dell'intera filiera alimentare.

La blockchain che, sotto il profilo prettamente tecnico è un registro distribuito e immutabile di transazioni digitali, offre infatti al settore agroalimentare strumenti idonei per garantire la tracciabilità e la sicurezza dei prodotti in tutta la filiera produttiva, contribuendo ad accrescere e garantire la fiducia di tutti gli attori rispetto alla filiera medesima.

Il settore agroalimentare calabrese si conferma un settore strategico per l'economia regionale, con performance superiori alla media nazionale. La combinazione di prodotti tradizionali di qualità, mercati internazionali in espansione e crescente riconoscimento del brand “Made in Calabria” offre grandi prospettive di crescita.

In particolare, tale settore ha registrato nell'anno 2024 una grande performance, confermandosi quale motore trainante dell'economia regionale.

Nel 2024 la Calabria si è posizionata tra le regioni italiane più dinamiche sul fronte delle esportazioni, con una crescita significativa dei dati relativi all'export (+20,9 per cento in accordo con i dati Istat) nei primi nove mesi dell'anno, ben più della media nazionale.

In particolare, il settore agroalimentare ha rappresentato il 60 per cento delle esportazioni regionali e nel 2023, registrando un valore economico di 261 milioni di euro.

Alcuni esempi sulle maggiori produzioni agroalimentari regionali riguardano:

- la ‘nduja di Spilinga, con circa il 25 per cento della produzione annuale destinata all'export nei mercati principali di Canada, Stati Uniti e Giappone; settore in forte crescita nel quale, essendo la domanda superiore all'offerta, il problema della contraffazione è di primaria importanza (spesso e volentieri, infatti, rispetto a tale prodotto abbiamo assistito ad attività di contraffazione dello stesso perpetrato all'estero, ricorderete nel 2019 il caso della ‘nduja di Yorkshire nel Regno Unito ma, purtroppo, nel corso degli anni esempi di contraffazione si sono avuti dagli Stati Uniti all'Australia);

- altri prodotti riguardano il vino;

- e altri settori rilevanti riguardano: bergamotto, peperoncino, olio d'oliva e il settore caseario. Il vantaggio più significativo dell'implementazione di una blockchain nel settore agroalimentare risiede nella capacità di fornire una tracciabilità completa e trasparente di ciascun prodotto oggetto di tracciamento; ciascuna fase della produzione viene infatti registrata in modo immutabile dal primo atto relativo alla produzione dello specifico prodotto, ad esempio la semina, fino a quando lo stesso arriva sulla tavola dei consumatori. Ogni prodotto viene dotato di una sorta di identità digitale unica che accompagna il suo percorso lungo tutta la filiera e ad ogni passaggio vengono inserite tutte le informazioni rilevanti che, proprio per le caratteristiche tecniche della blockchain, sono immutabili e non modificabili; i produttori possono, infatti, registrare tutte le informazioni riguardanti la produzione: metodi di coltivazione utilizzati, fertilizzanti, pesticidi impiegati, condizioni climatiche durante la crescita, pratiche di raccolta. Queste informazioni vengono poi integrate con i dati relativi alla trasformazione, al confezionamento, al trasporto e la distribuzione del prodotto medesimo, creando un registro di informazioni che permettono al consumatore finale di avere tutte le necessarie garanzie di informazione al momento dell'acquisto/consumo del prodotto.

Nel caso pratico, ad esempio, prendendo in considerazione prodotti quali il vino e l'olio extravergine di oliva, di cui la Regione Calabria è tra l'altro uno dei principali produttori nazionali, la tecnologia blockchain può fungere da certificato digitale di autenticità, permettendo l'accesso ad informazioni complete sul vigneto o sull'uliveto di origine, l'annata, le tecniche di produzione utilizzate e tutti i vari passaggi della filiera distributiva. In tal modo si ottiene un duplice risultato sotto il profilo della lotta alla contraffazione: lato produttori si combatte l'immissione sul mercato di prodotti contraffatti da parte di terzi e, lato consumatori, si dà a quest'ultimo uno strumento idoneo a garantire l'origine del prodotto e facilitare un acquisto consapevole.

La possibilità di accedere a informazioni complete e verificabili sui prodotti alimentari attraverso semplici applicazioni mobili rappresenta una rivoluzione nel rapporto tra produttori e consumatori.

Un tracciamento quindi basato su blockchain dà inoltre la possibilità di prevenire frodi alimentari e garantire standard elevati di sicurezza dei prodotti. È possibile creare un vero e proprio meccanismo di controllo che può prevenire in maniera particolarmente efficace eventuali frodi.

L'implementazione della tecnologia blockchain nella filiera agroalimentare determina inoltre vantaggi in termini di efficienza operativa e ottimizzazione dei processi.

La visibilità in tempo reale dell'intera catena di approvvigionamento consente una pianificazione più accurata della produzione e della distribuzione.

La blockchain rappresenta anche uno strumento prezioso per promuovere e certificare pratiche agricole sostenibili: attraverso la registrazione dettagliata delle metodologie produttive è possibile documentare e verificare l'adozione di tecniche rispettose dell'ambiente.

La gestione delle certificazioni di qualità rappresenta un altro ambito in cui la blockchain dimostra il suo valore aggiunto.

Permette un monitoraggio continuo e la registrazione in tempo reale del rispetto degli standard qualitativi.

Certificazioni relative alle indicazioni di origine, quali DOP, IGP e altre denominazioni di origine possono essere integrate nella blockchain, creando un sistema di verifica automatica e continua.

L'adozione della tecnologia blockchain nel settore agroalimentare rappresenta un'opportunità straordinaria per trasformare un'industria tradizionale in un ecosistema digitale avanzato, trasparente ed efficiente.

La blockchain non è da intendersi solo come un semplice strumento tecnologico ma, tutt'al più, come un catalizzatore per un nuovo modello di business basato su fiducia, trasparenza e sostenibilità.

È un dato di fatto che il futuro del settore agroalimentare sarà sempre più caratterizzato dall'integrazione con le nuove tecnologie e, pertanto, questa sfida non può che essere colta al fine di favorire lo sviluppo di filiere alimentari più sicure, efficienti e sostenibili.

Ringrazio l'assessore Gallo e il Dipartimento agricoltura per la sensibilità che hanno avuto nel promuovere questa proposta di legge che, sicuramente, dopo l'approvazione passerà in Giunta per l'approvazione del regolamento finale. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo. Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo. Ne ha facoltà. 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri, colleghi della Giunta. Volevo, innanzitutto, ringraziare il collega Caputo per aver voluto pensare - lui è primo firmatario - a questa norma, della quale io sono co-firmatario, e che è stata poi affinata in un lungo percorso anche concertato col Dipartimento agricoltura.

Il 31 marzo noi abbiamo chiuso il tredicesimo trimestre consecutivo di crescita dell'export del settore agroalimentare, per il quale stiamo tentando di modificare anche il racconto a livello nazionale ed internazionale.

Ho la delega alla promozione dal marzo 2022 e, in questi anni, abbiamo lavorato tanto per modificare anche il racconto in questo senso, con la certezza, però, che ci sono aziende in Calabria, sia nel settore primario sia nel settore agroalimentare, che fanno bene i compiti a casa, vale a dire che producono prodotti di qualità con i quali noi ci confrontiamo a testa alta, anche le spalle larghe, a livello nazionale e internazionale. Dico agli egregi colleghi consiglieri che nessuna Regione ha la varietà di produzioni, sia pure sempre di nicchia, che ha la nostra Regione.

In questi anni, dicevo, c'è stato un apprezzamento al di fuori dei confini regionali, con una crescita significativa anche della credibilità e della considerazione dei nostri prodotti. Come dicevo, il 31 marzo abbiamo chiuso il tredicesimo trimestre consecutivo, in termini di crescita dell'export a doppia cifra. Spero che il Presidente in questi giorni voglia annunciare - credo che sia giusto - anche i risultati dell'ultimo trimestre, che vedono la nostra Regione assolutamente a livello verticistico nel Paese in termini di percentuale di export, segno evidente che ci sono ampi margini di ulteriore crescita. Dico spesso ai nostri produttori che bisogna avere come prima ambizione la qualità e avere orgoglio e consapevolezza di appartenere ad una regione che ha il primato assoluto in termini di biodiversità, conferendo al nostro Paese il primato mondiale sulla biodiversità: la nostra regione, questa nostra regione straordinaria, questa Calabria straordinaria.

Peraltro, abbiamo anche altri primati. Siamo regione leader nel settore biologico: abbiamo il 36 per cento di superficie agricola utilizzata biologica, siamo i primi in Italia e i terzi in Europa; abbiamo anche una menzione da parte della Commissione europea perché siamo considerati Regione esemplare sul benessere animale, per come trattiamo gli animali dei nostri allevamenti, perché gli investimenti sono importanti e investiamo su 1400 aziende.

Credo che nell'ambito della ambizione della qualità ci sia anche questo, vale a dire la tracciabilità dei nostri prodotti con il racconto del percorso della loro produzione. Spero che le nostre aziende, a seguito di questa legge, abbiano l'ambizione di uniformarsi a questo percorso, raccontare ogni passaggio della produzione e anche lo straordinario territorio dal quale proviene ogni nostro prodotto.

Per cui, ottima questa iniziativa del collega Caputo, che alza l'asticella anche della qualità per una regione che, ripeto, essendo nicchia deve sempre alzare di più l'asticella della qualità e, attraverso questi prodotti, anche vendere il prodotto territorio. Credo che questa sia la finalità.

Per cui, questa proposta di legge è importante e lo sarà anche un emendamento che, di qui a poco, andremo ad approvare e che alzerà ancora di più l'asticella per volontà mia e del collega Caputo. 

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente.

Colleghi consiglieri, prendo la parola oggi per esprimere a nome del gruppo Lega Salvini Calabria un convinto e pieno apprezzamento per la proposta di legge in discussione, che mira ad applicare la tecnologia blockchain al settore agroalimentare regionale, con particolare attenzione ai nostri prodotti tipici certificati, dalle DOP alle IGP, dalle DOC alle IGT, veri ambasciatori del nostro territorio nel mondo.

Si tratta, a nostro avviso, di una proposta lungimirante, concreta, al passo con le sfide del presente e orientata al futuro, che si inserisce perfettamente nel solco delle strategie europee sulla transizione digitale e nella cornice della nuova PAC 2023-2027, che punta sulla modernizzazione dell'agricoltura attraverso conoscenza, innovazione e digitalizzazione.

Come Lega crediamo fermamente che la vera valorizzazione della Calabria passi dalla qualità, dalla trasparenza e dalla capacità di difendere i nostri prodotti d'eccellenza, contro ogni forma di concorrenza sleale e contraffazione. Ebbene, l'utilizzo della blockchain in questo senso rappresenta uno strumento formidabile, garantisce tracciabilità, sicurezza, trasparenza e integrità dei dati lungo tutta la filiera della produzione al consumatore finale. Non si tratta solo di tecnologia, si tratta di fiducia, quella che dobbiamo costruire giorno dopo giorno tra produttori, consumatori e Istituzioni. Una filiera intelligente, sicura e certificata è anche più competitiva sui mercati, non solo italiani ma soprattutto internazionali. È in questo contesto che la nostra Regione può e deve ambire ad essere un modello di innovazione agricola nel Mezzogiorno e in Italia.

Accogliamo, inoltre, con favore l'integrazione di strumenti di intelligenza artificiale generativa che renderanno l'analisi dei dati più efficienti, l'interazione con gli utenti più immediata e l'intero sistema ancora più orientato alla trasparenza, al rispetto della privacy e alla sostenibilità.

La Lega sostiene con convinzione ogni misura che vada nella direzione della semplificazione, digitalizzazione e protezione del nostro sistema agroalimentare.

Riteniamo che l'adozione di questa piattaforma regionale blockchain, con l'integrazione di tecnologie come QR Code, Tag, NFC e RFID, sia risposta concreta alle esigenze dei nostri agricoltori e imprenditori locali, oggi sempre più impegnati non solo a produrre qualità, ma a dimostrarlo, tracciarlo e comunicarlo.

Questa è la Calabria che vogliamo: una Regione che non ha paura del futuro ma lo guida.

Per questi motivi, Presidenti, colleghi, annunciando ovviamente il voto favorevole del gruppo Lega, auspico una rapida approvazione e implementazione di questa proposta che ci pone all'avanguardia nel panorama nazionale. Grazie, Presidente. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Gelardi. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà. 

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Intervengo per ribadire il mio voto favorevole a questa iniziativa legislativa e anche per fare un plauso ai proponenti, all’assessore Gallo.

Reputo che ci ponga tra le Regioni virtuose e sia un meccanismo importante che consente la tracciabilità, ma soprattutto la tutela dei consumatori, la riconoscibilità della storia e della qualità dei nostri prodotti.

Quando ci sono leggi che incidono sul miglioramento della filiera produttiva, della tutela dei consumatori, della qualità di vita anche dei cittadini, non si può avere logiche di parte.

E, quindi, annuncio il mio voto favorevole. Un plauso all'assessore Gallo e a chi ha ideato o voluto questa norma. 

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12923, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego. 

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

La presente proposta emendativa estende la collaborazione già prevista per l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno anche alle Università calabresi, al fine di ottenere una più ampia valida validità scientifica dei previsti processi attraverso il coinvolgimento degli atenei presenti in Calabria.

L'emendamento è il seguente: <<All'articolo 1, comma 4, dopo le parole “della collaborazione” sono inserite le parole “delle Università calabresi e”.>> Grazie. 

PRESIDENTE

Parere della Giunta sull'emendamento, assessore Gallo? 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole. 

PRESIDENTE

Parere del relatore?

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Favorevole. 

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 1. L'articolo 1 è approvato così come emendato.

Articolo 1

(È approvato così come emendato)

Dopo l'articolo 1 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12925, aggiuntivo dell'articolo 1-bis a firma dei consiglieri Gallo e Caputo. Cedo la parola al consigliere Caputo per l'illustrazione.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente.

Il presente emendamento mira a inserire l'articolo 1-bis al progetto di legge. La previsione normativa garantisce l'avvio di un regime di qualità per i prodotti della filiera agroalimentare e le produzioni locali attraverso l'eventuale creazione di marchi di certificazione e protocolli di controllo. È prevista inoltre l'adozione di un Regolamento regionale che definisce i criteri, le modalità e le procedure per l'istruzione e il funzionamento del regime di qualità.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole. Presidente, volevo anche, se possibile, intervenire.

PRESIDENTE

Prego. Ne ha facoltà. 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Presidente, avevo annunciato nel mio intervento precedente che questo emendamento avrebbe aggiunto, alla già pregevole legge sulla blockchain, un altro elemento importante nel percorso che la nostra Regione sta conducendo verso la qualità.

Peraltro, voglio dare atto a questo Consiglio regionale che, nel corso di questa Legislatura, ha approvato a più riprese una serie di normative che hanno regolamentato il settore, dalla legge sulle piante officinali ad altre norme - la legge sulle DECO - che in questi anni hanno aggiunto un pezzettino ad un percorso molto lungo, ma importante che sta creando anche numeri e risultati.

Questo è un emendamento che istituendo, attraverso la Piattaforma prevista in questa legge, un regime di qualità, eleverà ancora di più il livello qualitativo e l'ambizione della qualità delle nostre aziende che dovranno, naturalmente, a seguito di un Regolamento che sarà approvato in una seconda fase, uniformarsi ai regimi di qualità. Avere regimi di qualità ferrei, avere anche delle risorse importanti investite in questo settore, significa ancora una volta certificare un percorso di una Regione che è nicchia anche nel settore olivicolo e che solo attraverso la qualità può, individuando mercati che possano avere la capacità di pagare questa qualità, dare ai nostri produttori primari e ai nostri trasformatori quei valori di produzione che essi realmente meritano.

Per cui chiedo a tutto il Consiglio regionale l'approvazione anche di questo emendamento, ringraziando i colleghi consiglieri di minoranza per il sostegno dato a questa norma. 

PRESIDENTE

Grazie.

Pongo in votazione, quindi, l'emendamento. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito l’articolo 1-bis.

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12945/A02, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego. 

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

Il presente emendamento mira a garantire che l'accesso alla Piattaforma regionale sia il più semplificato possibile al fine di permettere alla più ampia platea di cittadini-utenti. Il comma 3 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente: “3. Al fine di consentire la più ampia diffusione e l'uso della piattaforma informatica tra i consumatori, e favorire a tal proposito la tracciabilità del prodotto e la garanzia circa la provenienza e l'autenticità del medesimo, l'accesso alla piattaforma medesima per i consumatori deve essere gratuito, intuitivo e di facile utilizzo.”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta, assessore Gallo?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 3. È approvato, così come emendato.

Articolo 3

(È approvato, così come emendato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.

Qui ci sono un aspetto tecnico e uno organizzativo. Sono assolutamente favorevole, il problema della blockchain, che, come tutti sanno, nasce nell'ambito dei bitcoin e ha avuto un ampliamento direi esponenziale, è una metodologia davvero all'avanguardia, dal punto di vista sia tecnico sia digitale, ed è in linea poi con la con la legge che noi abbiamo approvato a livello della digitalizzazione della nostra regione. Quindi l'aspetto tecnico è assolutamente blindato, per quanto mi riguarda, e si tratta di una legge innovativa per la quale io esprimo assolutamente il convincimento che sia un'ottima legge e che dia una un'ottima prospettiva di sviluppo alla nostra regione. C'è, però, un problema che ricorrentemente però si presenta in quest'Aula, cioè - lo dirò più avanti anche per una proposta di legge che ho sottoscritto - è difficile immaginare a costo zero una organizzazione che non è banalissima. Questo è il problema! Secondo me, bisogna identificare complessivamente, come movimento, come azione politica, le leggi che sono fondamentali - per esempio, quelle relative allo sviluppo e alla sanità - e che non è ragionevole immaginare possano avere un prosieguo con invarianza di bilancio e cercando di recuperare dei cespiti all'interno del bilancio del Consiglio regionale, senza dei quali il rischio qual è? Il rischio è che rimangano teoriche con difficoltà ad essere concretizzate nella pratica, proprio per la mancanza di risorse economiche. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale, così come emendata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Presidente, chiedo una gentilezza, se possibile: l'inversione dei punti all'ordine del giorno, cioè, discutere prima il punto numero 5 e invertirlo col punto numero 2. Grazie.

PRESIDENTE

Votiamo per l'inversione dell'ordine del giorno. L'inversione è approvata.

ESAME ABBINATO:
proposta di legge numero 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”;
proposta di legge numero 345/12^ di iniziativa della consigliera Amalia Bruni, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”

PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 5 dell'ordine del giorno, l’esame abbinato delle proposte di legge numero 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, e numero 345/12^ di iniziativa della consigliera Bruni, recante “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”. Cedo la parola alla collega Straface per illustrare il provvedimento. Prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente e colleghi consiglieri. Ho il dovere di introdurre il punto all'ordine del giorno, rivolgendo un sentito ringraziamento all'assessore Capponi, a tutti i componenti della terza Commissione e anche alla consigliere Amalia Bruni, che ha voluto presentare un testo di legge discusso in terza Commissione dove poi la Commissione ha proceduto alla scelta e alla votazione del testo di legge prodotto dalla Giunta regionale.

Per andare a introdurre il punto all'ordine del giorno, mi preme sottolineare che il fenomeno della violenza di genere diventa sempre di più una vera e propria emergenza sociale. In Italia, così come anche nel resto d’Europa, si assiste ad una escalation di violenza che vede coinvolti sempre di più minori. La violenza contro le donne è riconosciuta oggi dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani. Ed è proprio in quest’ottica che la Regione Calabria interviene sul problema, introducendo misure di prevenzione atte a promuovere una cultura a favore dei diritti della persona e del rispetto della donna, nonché misure di assistenza a sostegno delle donne vittime di violenza e dei figli minori anche attraverso un sistema di reti territoriali che erogano servizi dedicati. L’impegno attivo della Regione nella lotta ad ogni forma di violenza contro le donne passa attraverso la prevenzione, il contrasto e il sostegno allo scopo di diffondere una cultura a favore dei diritti della persona e della donna e a fornire protezione e tutela alle donne vittime di violenza. Dalla necessità di contrastare il fenomeno della violenza di genere nasce il disegno di legge regionale che si espone con la presente proposta. In Calabria, secondo i dati più recenti contenuti nella Relazione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere (facciamo riferimento fino all’anno 2025), quasi il 14% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della vita violenza fisica o sessuale da partner o ex partner. Le chiamate al numero 1522, il servizio pubblico nazionale antiviolenza, nel solo 2023 sono state 1.355, con un incremento costante rispetto agli anni precedenti. Il 91% delle vittime sono donne, il 76% ha figli e nel 65% dei casi ha denunciato episodi di violenza ripetuta.

La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 49 anni e circa un terzo delle segnalazioni proviene da donne disoccupate o senza reddito. Dati questi che disegnano un’emergenza strutturale, non episodica, e che richiedono interventi stabili e integrati.

Tuttavia, sul nostro territorio, al 2024, operano 14 Centri Antiviolenza (CAV), 7 Case Rifugio e 3 CUAV (Centri per uomini autori di violenza): numeri ancora insufficienti rispetto al fabbisogno, con ampie aree della Calabria ancora sprovviste di strutture residenziali. Questo squilibrio territoriale, unito all'acuirsi del fenomeno, che ha assunto veramente tratti drammatici, ha reso necessaria una riforma organica e strutturale del sistema regionale antiviolenza.

La proposta di legge che oggi arriva in Aula non è soltanto un atto legislativo: è la risposta necessaria ad un fenomeno che ha assunto tratti drammatici anche nella nostra regione.

Parlano i numeri, e sono i numeri che fanno male, che interrogano la politica, che chiedono alle istituzioni un’assunzione di piena responsabilità.

La Calabria ha già conosciuto un’importante stagione normativa con l’approvazione della legge regionale n. 20/2007, che ha avuto il merito di dotare il territorio di strumenti fino ad allora inesistenti. Una legge efficace a suo tempo, che ha rappresentato un primo passo fondamentale, ma oggi inadeguata, sotto due profili: innanzitutto richiede un adeguamento alla normativa nazionale – parliamo dell’introduzione della legge n. 77/2013 che è la ratifica della Convenzione di Istanbul, della legge n. 93/2013 (sul femminicidio) e del “Codice Rosso” (Legge n. 69/2019) - e impone alle Regioni un adeguamento concreto e tempestivo; poi, la stessa legge 20 del 2007 non risponde più alle istanze civili che muovono dal territorio e che denunciano uno stato di emergenza e impongono una risposta strutturata ed efficace nella governance e nella dotazione strutturale e finanziaria dei servizi, oltre che nel coordinamento tra le istituzioni e nel supporto alle vittime.

Questa proposta di legge - ci tengo a precisare - è frutto di un percorso condiviso e partecipato ad iniziare dall’incontro promosso in Cittadella dall’assessore regionale Capponi che ha visto la partecipazione di tutti gli attori sociali coinvolti nel contrasto alla violenza di genere.

Durante i lavori in Commissione abbiamo audito trenta soggetti qualificati: Centri antiviolenza, Case rifugio, CUAV, rappresentanti del Terzo settore, la consigliera regionale di Parità, dott.ssa Stumpo, la coordinatrice dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, avv. Giuseppina Pino, e la Presidente della Commissione pari opportunità, dott.ssa De Gaio.

La proposta di legge numero 362/12^ introduce una vera riforma di sistema, con misure innovative che agiscono su quattro pilastri fondamentali: governance integrata, consolidamento dei servizi, autonomia delle vittime e prevenzione culturale.

Sul piano della governance si istituisce - è questa una novità - la rete regionale antiviolenza, in cui la Regione avrà il compito di indirizzo e coordinamento che coinvolgerà enti locali, aziende sanitarie, forze dell'ordine, organi giudiziari, centri antiviolenza, case rifugio, scuole e Università. È una rete che offrirà accoglienza, ascolto, consulenza, assistenza legale, supporto psicologico e specialistico al fine di consentire quei percorsi di uscita dalla violenza, l'inserimento e il reinserimento socio lavorativo e, inoltre, sarà collegata alla rete nazionale del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. In ogni ambito territoriale sarà attivata una rete antiviolenza territoriale, che avrà dei compiti precisi di gestione dei casi, presa in carico e attivazione dei protocolli operativi e dei protocolli di intesa; questo al fine di garantire l'erogazione dei servizi alle donne vittime di violenza. Delle reti territoriali faranno parte: le ASP, i centri antiviolenza, le case rifugio, gli organi giudiziari, i centri per l'impiego, le università, le forze dell'ordine. Tra le funzioni delle reti territoriali si va a favorire il coordinamento tra tutti i servizi territoriali che operano nel campo della prevenzione e della violenza di genere e il contrasto alla violenza maschile contro le donne, si definiscono le linee guida, i protocolli operativi, si programmano attività di prevenzione e di sensibilizzazione, nonché eventi formativi sul tema. Questa rete non sarà solo una formalità burocratica: sarà il luogo operativo in cui tutti i soggetti pubblici e privati andranno a cooperare per offrire alle vittime una risposta concreta, immediata e coordinata. È la forma più avanzata di integrazione istituzionale e territoriale.

La proposta di legge, inoltre, prevede interventi a supporto dei minori vittime di violenza assistita. I centri antiviolenza, le case rifugio, in raccordo con i servizi socio assistenziali e in collaborazione con le reti territoriali, andranno ad assicurare degli interventi a sostegno dei minori vittime di violenza all'interno delle famiglie, affinché sia garantito loro il diritto alla sicurezza fisica e psicologica e a tutelare l'interesse del minore che prevale rispetto a quello di chi esercita una responsabilità genitoriale, in ordine naturalmente all’affidamento, alle visite, agli incontri tra genitori e figli.

L'articolo 14 prevede un protocollo d'intesa con le forze dell'ordine e con gli uffici giudiziari, al fine di realizzare dei percorsi di tutela che vanno soprattutto ad assicurare degli spazi protetti alle vittime di violenza, per evitare che la vittima possa trovarsi nello stesso luogo con il carnefice.

La proposta di legge prevede ancora - questa è un'altra novità - tramite un emendamento che porta anche la mia firma, il riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali e protezione alle vittime di violenza. Un altro aspetto ancora importante: la proposta di legge dispone il potenziamento e la formazione di tutti quegli operatori del settore che interagiscono con le vittime. Particolare attenzione viene dedicata alle disabilità o a figli disabili.

La proposta di legge prevede una novità di rilievo assoluto: la costituzione della Regione Calabria come parte civile nei processi penali per femminicidio e atti di violenza nei confronti di donne e minori; ad integrazione delle previsioni finanziarie, la destinazione di donazioni e lasciti, avendo il fine specifico di garantire il funzionamento dei centri antiviolenza, andranno a confluire in un fondo unico dedicato. Si tratta di un gesto forte, di presenza regionale nei processi più gravi di femminicidio, che rinnova il senso della comunità al fianco delle vittime ed è una novità che ritengo simbolicamente e politicamente dirompente.

La Regione Calabria decide di non essere più solo spettatrice durante i processi di femminicidio, ma diventa parte attiva nei processi penali, a fianco delle vittime.

Cuore della riforma è l'introduzione del Piano triennale regionale degli interventi per il contrasto alla violenza di genere, previsto all'articolo 16; uno strumento questo indispensabile di programmazione strategica e operativa della Giunta regionale, che è chiamata ad adottarlo entro il mese di aprile di ogni anno, sentito naturalmente il tavolo di coordinamento regionale e la Commissione consiliare competente. Il Piano definisce obiettivi prioritari, azioni da intraprendere, interventi da finanziare su scala triennale, prevedendo l'impiego integrato e programmato di risorse regionali, statali e comunitarie. A tal fine, la proposta di legge individua specifici oneri finanziari a carico del bilancio regionale, destinati a garantire l'operatività delle reti antiviolenza, il rafforzamento dei centri e delle cose rifugio, la formazione del personale, la stipula di protocolli e convenzioni, l'attuazione di percorsi per l'autonomia e il funzionamento del fondo dedicato. Questo strumento non è importante solo in un'ottica di programmazione, ma permette anche il monitoraggio pluriennale degli esiti delle politiche pubbliche antiviolenza, consentendo così di garantire continuità, sostenibilità alle politiche regionali di contrasto alla violenza di genere.

Naturalmente, per dare piena attuazione a quanto previsto dal piano triennale e per garantire la sostenibilità dei servizi, è fondamentale assicurare la stabilità delle risorse economiche. La proposta di legge affronta anche questo nodo cruciale, promuovendo l'integrazione delle diverse forme di finanziamento disponibili, statali, regionali e comunitarie, in una cornice di programmazione unitaria. Si intende perciò mettere a sistema un piano di azione con un disegno unico che prevede la complementarità dei fondi e soprattutto un approccio interdisciplinare. Con l'adozione del Piano triennale regionale, la proposta di legge fornisce una cornice di programmazione stabile che viene rafforzata da un coordinamento efficace delle risorse, anche finanziarie.

Nella norma finanziaria troviamo un importo massimo di 350.000 euro per ciascuna annualità, dal 2025 al 2027. Sono previste ulteriori forme di finanziamento - quelle previste dal DPCM o altre - e anche questo fondo dedicato assume una certa rilevanza; a esso saranno destinate tutte le somme derivanti dalla riscossione dei contributi da parte di soggetti pubblici e privati, inclusi naturalmente i lasciti e le donazioni che vengono effettuati a favore della Regione Calabria, con lo specifico fine di garantire il finanziamento di tutte le azioni che sono previste all'interno di questo disegno di legge, nonché i risarcimenti che provengono dalla costituzione della Regione come parte civile. Tali risorse sono destinate dalla Giunta regionale al finanziamento, così come dicevo, di tutte le attività previste all'interno della proposta di legge.

La proposta che noi oggi presentiamo rappresenta un'opportunità per la Regione Calabria; rappresenta soprattutto una rivoluzione del sistema culturale, profondamente ancorato a retaggi culturali del passato. Il suo obiettivo è quello di promuovere un nuovo equilibrio sociale in cui chi subisce violenza può finalmente contare sul pieno sostegno delle istituzioni. L'attuazione di questa proposta mira a contrastare la violenza di genere, offrire sostegno alle vittime e soprattutto una prevenzione efficace.

Un esempio concreto dell'importanza dell'intervento istituzionale è rappresentato dalla vicenda della giovane quattordicenne stuprata a Seminara, in Calabria. Dopo la denuncia delle violenze, la ragazza e la sua famiglia si sono trovate isolate dal contesto sociale del paese. In quel momento difficile sono state proprio le istituzioni, è stato il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, ad offrire la vicinanza, non soltanto la solidarietà umana, ma un supporto decisivo, permettendo alla famiglia di ricostruire una nuova quotidianità e di uscire da un ambiente ostile. Questo dimostra come sia fondamentale che lo Stato e le istituzioni locali si schierino senza esitazione dalla parte delle vittime.

Educare e formare partendo dalle scuole, promuovere norme a tutela di chi subisce violenza significa costruire una cultura fondata sul rispetto dei diritti delle persone, in particolare della donna. Solo così possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia e speranza.

In conclusione, voglio rivolgere un sentito ringraziamento, così come ho detto all'inizio, a tutti i componenti della terza Commissione, che hanno contribuito con i loro suggerimenti alla stesura di questa proposta di legge, all'assessore Capponi, al Dipartimento, in particolar modo nella persona della dottoressa Saveria Cristiano, a tutte le associazioni, a tutti i rappresentanti che hanno offerto il loro contributo, per poter far sentire finalmente alle donne calabresi che subiscono violenza che non sono sole, ma che le Istituzioni ci sono e sono loro vicine. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di tenere il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie Presidente, intervengo solo per esprimere apprezzamento nei confronti della Presidente della Commissione, di tutta la Commissione e quindi del Consiglio regionale per aver esaminato questo disegno di legge proposto all'assessore Capponi e dalla Giunta. Ringrazio anche l'assessore Capponi, i consiglieri e le consigliere di maggioranza e di minoranza che hanno lavorato a questo tema perché approvare una legge del genere, secondo me, significa realizzare un atto di grande civiltà nella nostra regione. C'è però un tema che io chiederei al Consiglio di approfondire sulla base di una mia esperienza recente: è chiaro che la rete delle associazioni, la rete dei centri antiviolenza, la rete di tutti quegli organismi che svolgono un'azione di supporto nei confronti delle donne vittime di violenza, è una rete di straordinaria importanza che va incentivata in ogni modo; ci sono però casi, lo abbiamo sperimentato in Calabria negli ultimi mesi, dove le donne che denunciano subiscono l'ostracismo delle comunità. Mi riferisco per esempio a quello che è successo a Seminara. In quel caso - non l'ho mai detto pubblicamente - andai a trovare questa famiglia che mi raccontava di aver subito l'ostracismo da parte di tutta la comunità e che i fratelli di questa ragazza che aveva denunciato non potevano uscire da casa; così, solo grazie al contributo del Prefetto di Reggio e della Commissaria dell'Aterp, che ringrazio, siamo riusciti a fare in modo che questa famiglia potesse spostarsi da quella comunità e potesse avere un alloggio dell'Aterp in un'altra comunità; la stessa cosa abbiamo fatto recentemente per un'altra ragazza che aveva denunciato e per questo ha subito persino l'ostracismo dei propri familiari e che viveva da sola con la mamma. Siamo riusciti a farla andare, andrà da qui a qualche giorno nella città di Reggio Calabria, anche qui grazie a un rapporto molto collaborativo con le Istituzioni. Però, questi casi andrebbero codificati nella legge, cioè nel senso che dovremmo individuare dei percorsi. Ora mi rendo conto, forse non è oggi la sede per farlo – però, dopo l'approvazione di questa legge, il Consiglio regionale potrebbe ragionare sulla possibilità, per esempio, di prevedere che l'Aterp, l'Istituto che si occupa dell'edilizia residenziale e popolare, fornisca degli alloggi, delle abitazioni alle famiglie delle vittime che denunciano, se il fatto che abbiamo denunciato li pone in una condizione di ostracismo. Questo potrebbe essere un modo per dare una risposta concreta.

Lo dico sulla base dell'esperienza di questi mesi, perché è stato molto faticoso arrivare a questa soluzione per queste due ragazze, ma bisognerebbe che ci si potesse arrivare per le vie ordinarie, non perché c'è un intervento straordinario di chi prende a cuore una situazione. Per cui, in una regione come la nostra, secondo me, ogni volta che si fanno delle leggi, che vanno nella direzione di tutelare le vittime, bisogna sempre avere contezza del fatto che bisogna fare delle norme che poi vanno nella direzione di tutelare chi denuncia di essere vittima. Un po’ come abbiamo fatto con la legge De Masi, ma andrebbe fatto in ogni contesto.

Mi permetto sommessamente di dare questa indicazione al Consiglio regionale perché possa valutarla, magari non in questa sede ma successivamente, e intanto vi ringrazio per aver svolto questa discussione; ringrazio anche il Presidente del Consiglio e il consigliere Montuoro, perché tra poco dovrò andar via e avevo chiesto che ci fosse un'inversione dei punti all'ordine del giorno, perché volevo votare una legge del genere, che onora la Calabria.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie Presidente, grazie presidente Straface per i richiami al lavoro che abbiamo svolto in Commissione. Consentitemi, però, prima di addentrarmi nelle questioni più squisitamente tecniche che afferiscono a questa proposta, di fare un passo indietro giusto di qualche giorno, perché il 16 giugno scorso, a Roma, il movimento femminista pacifista “Bruciamo tutto” - il nome, sapete bene, è una chiara dedica alla vittima di femminicidio, Giulia Cecchettin, e allo slogan a firma della sorella, apparso pochi giorni dalla sua uccisione per mano dell'ex fidanzato - ha messo insieme un atto di resistenza civile non violenta di fronte al Dipartimento per gli affari regionali per denunciare la grave carenza dei centri antiviolenza in Italia, rispetto agli standard previsti dalla Convenzione di Istanbul. Le attiviste in questa azione pacifica hanno provato ad affiggere una mappa; un'affissione che è stata bloccata dalle forze dell'ordine e che mostra come nel nostro Paese manchino almeno 200 CAV, Centri antiviolenza. Questa gravissima assenza impedisce l'accesso poi al reddito di libertà, che è una misura economica fondamentale per chi cerca di uscire da situazioni di violenza. Questo è, quindi, il perimetro all'interno del quale noi stiamo operando e il contesto di riferimento in Italia: un assoluto numero deficitario di CAV che non riescono assolutamente a rispondere alle esigenze vittime di violenza.

Cosa ci dicono i dati Istat? Che in Italia i CAV nell'ultimo anno di rilevazione hanno raccolto richiesta d'aiuto di 61.514 donne e che in media ogni CAV è stato contattato da almeno 169 donne. 'Istat afferma che per ogni donna che ha contattato un centro a livello nazionale i CAV hanno mediamente a disposizione 464 euro derivanti dai vari finanziamenti. Poco, pochissimo.

In questo contesto si innesca il nostro agire. In Calabria la legge 20 del 2007 - una legge che ha rappresentato un punto di partenza, un primo passo sicuramente importante - oggi non è assolutamente in grado - siamo qui per questo - di rispondere alle necessità attuali. Dall'altro lato, però, abbiamo avuto anche un aumento della violenza dilagante, un fenomeno epidemiologico in crescita che è diventato sempre peggio e i numeri sono allarmanti. Sempre Istat - questo è riferito al 2024 - registra un aumento significativo delle richieste di aiuto da parte delle donne vittime di violenza, ma continua a rimanere carente nel numero e nella distribuzione delle case rifugio e dei centri antiviolenza e la nostra regione si piazza, eternamente, in coda allo scacchiere nazionale.

Questa è, quindi, la base di partenza del mio ragionamento: un'analisi asettica dello stato dell'arte. Ciò premesso, va evidenziato che, ovviamente, rimanere ancorati alla legge regionale 20 del 2007, ormai obsoleta, equivale a non riconoscere la gravità del fenomeno, a trascurare le esigenze di migliaia di donne. È inaccettabile che, dopo oltre 18 anni, la Calabria non abbia ancora colmato il divario normativo e strutturale dei centri antiviolenza e delle case di rifugio che hanno e continuano ad avere risorse incerte e una programmazione insufficiente. Ed è per questo motivo che avevo presentato la proposta di legge numero 345 che è nata da un lunghissimo percorso di ascolto e confronto con il territorio, con i CAV, le case rifugio, le associazioni, gli operatori che sono in prima linea contro la violenza di genere e che, presidente Occhiuto, ogni giorno vedono anche negata la loro dignità lavorativa, perché la precarietà che riguarda il loro lavoro è estremamente complicata e difficile.

La loro voce mi ha permesso di comprendere come sia urgente intervenire per superare questa condizione di precarietà che - come dicevo - penalizza fortemente questa realtà: non possono continuare ad operare su progetti che sono frammentati e temporanei, con risorse incerte e una mancanza di stabilità che rende assolutamente impossibile una programmazione adeguata.

Avevo presentato questa proposta con l'ottica di rappresentare quindi un cambio di passo, passare dalla precarietà alla programmazione, con la volontà di garantire a queste strutture risorse adeguate, continuità all'interno di un quadro normativo solido.

C'era subito apparso necessario disciplinare le case rifugio, rafforzare i servizi su tutto il territorio regionale e garantire un'armonizzazione che oggi purtroppo manca. E, infatti, province come Vibo e Crotone sono depotenziate; da questo punto di vista e dovrebbero essere decisamente molto più supportate per offrire servizi adeguati alle donne che ne hanno bisogno.

L'altro aspetto fondamentale della mia proposta era l'istituzione di un fondo unico regionale sulla violenza che mettesse insieme i fabbisogni dei centri e delle case rifugio.

Sulla legge regionale 20 del 2007 sono previsti 350.000 euro; invero, dal 2007, quindi sono sempre gli stessi, non sono stati mai aumentati e sono tra l'altro parziali, perché la legge nacque ad agosto e la copertura finanziaria era prevista fino a dicembre. Dopodiché sono rimasti eternamente 350.000 euro. Ci sono, però, risorse nazionali con un fondo di 1.600.000 euro e ci sono ancora le rette delle case rifugio che vengono pagate sul fondo sociale regionale. Noi avevamo previsto un fondo di 3,2 milioni di euro che potesse essere quindi sufficiente per crescere e mantenere. Una tale organizzazione ci avrebbe permesso sicuramente di sostenere le attività dei centri e di garantire le rette adeguate per le case rifugio e di rispondere, quindi, in modo concreto e continuativo alle esigenze di chi si rivolge a questi servizi.

L'obiettivo del nostro lavoro non era e non è quello di approvare un aggiornamento di facciata, ma di affrontare in modo serio e deciso le problematiche irrisolte di questa legge 20 che, appunto, dimostra tutti i suoi limiti. Quindi, in terza Commissione si sono affrontate queste due proposte in discussione, la 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, e la 345/12^, che ho personalmente presentato; con il voto a maggioranza – io sono stata ovviamente contraria - si è deciso di adottare la proposta 362/12^ come testo base ed è quello di cui oggi noi stiamo discutendo. Ma, signori, in questa proposta di legge che oggi dobbiamo votare, sono ancora presenti e riportate tutte quelle lacune e fragilità strutturali che la legge pensa di volere soppiantare e che non risolve. La più evidente riguarda la storia della precarietà dei servizi che continuano ad essere finanziati con progetti parcellizzati, senza la necessaria continuità e programmazione. Questo non è accettabile. La violenza sulle donne è un'emergenza che non può essere trattata con soluzioni provvisorie. Servono certezze sia per le donne sia per gli operatori e il problema principale è il finanziamento. Come pensa, presidente commissario Occhiuto, di affrontare anche queste tematiche complesse e difficili, se noi non mettiamo e monetizziamo in maniera concreta e continuativa, questi servizi?! Certo, il tema è culturale, perché noi viviamo e continuiamo a vivere in una società assolutamente patriarcale in cui c'è uno stigma contro le donne che tentano di ribellarsi a delle soluzioni e delle situazioni sociali difficilissime. Però, la risposta che deve arrivare da noi in questa legge non è contenuta, non c'è il superamento di quelle che sono le criticità della legge regionale 20 del 2007. E io penso che una legge, soprattutto in questo campo - sempre, ma soprattutto in questo campo - soprattutto per le donne, per le popolazioni fragili, debba essere un atto di responsabilità, un impegno concreto per costruire un sistema efficace, in questo caso di prevenzione e protezione contro la violenza di genere.

La nostra regione ha certamente il dovere di allinearsi a standard nazionali, ma l'adeguamento normativo è un atto dovuto e noi oggi attraverso questa legge non abbiamo la capacità di affrontare quelle due principali criticità: la precarietà e la mancanza di programmazione. Tutto questo in questa legge non c'è.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri. Intanto desidero esprimere il mio convinto apprezzamento per questa iniziativa legislativa. Intervenire oggi su questa proposta di legge così importante significa affrontare un tema drammaticamente attuale che non chiama in causa solo noi come istituzioni, ma chiama in causa l'intera società.

La violenza contro le donne, in particolare il femminicidio, è un fenomeno in crescita che ci interpella ogni giorno come legislatori, come cittadini e, per quanto mi riguarda, come madre, prima ancora che come rappresentante delle istituzioni; e lo dico pensando ai nostri figli, alle nuove generazioni che abbiamo il dovere di educare al rispetto e alla responsabilità. I numeri parlano chiaro: purtroppo si continua a morire per mano di chi avrebbe dovuto amare, proteggere, custodire. E non è una statistica, ma è un bollettino quotidiano ed è un fallimento culturale prima ancora che giudiziario. Per questo non bastano le commemorazioni o l'indignazione a scadenza, ma serve una risposta politica forte, chiara e strutturata. Ed è importante sottolineare che su questo fronte il Governo nazionale, guidato da Giorgia Meloni, ha già dimostrato un impegno concreto, intervenendo con norme incisive per rafforzare la tutela delle vittime, inasprire le pene, accelerare i procedimenti giudiziari e prevenire efficacemente i reati di violenza domestica e di genere. Penso ad esempio al pacchetto di misure approvato con il cosiddetto Codice rosso e alle successive integrazioni normative che mirano a garantire protezione immediata alle donne in pericolo.

Questa proposta di legge rappresenta finalmente un passo in questa direzione: una legge che non si limita ad aggiornare norme o ad armonizzare il quadro giuridico con le fonti internazionali, ma che punta a costruire un vero e proprio sistema integrato fatto di prevenzione e di assistenza, di protezione e anche di formazione. Perché il femminicidio non è mai un gesto isolato e improvviso, ma è quasi sempre l'atto finale di una lunga escalation di sopraffazione, di controllo, di isolamento, di violenza psicologica ed economica. Per questo serve intervenire prima e non solo dopo. Servono quegli strumenti per cogliere i segnali, per proteggere in tempo, per agire con tempestività. E qui il disegno colma un vuoto con determinazione e realismo; lo fa rafforzando il presidio territoriale attraverso la costruzione di reti antiviolenza stabili e coordinate, capaci di agire in sinergia con i servizi sociali, sanitari, le forze dell'ordine e la magistratura; lo fa investendo nei centri antiviolenza e nelle case rifugio che rappresentano il punto di salvezza per tante donne che troppo spesso sono lasciate senza risorse o riconoscimenti adeguati; lo fa riconoscendo l'importanza di tutelare anche i figli minori che vivono in casa la violenza e ne portano addosso i segni visibili o invisibili e lo fa intervenendo anche sul fronte degli autori di violenza, prevedendo percorsi di responsabilizzazione, perché prevenire significa anche impedire che la violenza si ripeta.

Infine, con coraggio istituzionale, si afferma un principio fondamentale: la Regione potrà costituirsi parte civile nei processi per femminicidio. È un segnale forte che dice da che parte sta l'ente pubblico. Questo è un atto politico, colleghi, e come tale va riconosciuto perché per troppi anni la violenza sulle donne è stata trattata come una questione privata marginale, da relegare al sociale; oggi invece diventa, come giusto che sia, un tema centrale della agenda istituzionale.

 Non c'è giustizia, non c'è uguaglianza, non c'è libertà senza la piena sicurezza e il pieno rispetto della donna nella vita quotidiana, dentro e fuori le mura di casa.

Dobbiamo dirlo con chiarezza: la violenza di genere è una ferita culturale. Il femminicidio è un crimine contro la civiltà, contro la democrazia, contro l'identità stessa di uno Stato che si fonda sul rispetto della persona.

E allora ben venga una legge che non si limita a prendere atto, ma che si assume la responsabilità di proteggere, di prevenire e di intervenire. Una legge che può fare, a mio avviso, la differenza! Non risolverà tutto, certo, ma può essere un punto di partenza concreto e utile, un segnale forte che le istituzioni ci sono, non si girano dall'altra parte e scelgono di agire. Perché, quando una donna viene aiutata in tempo, quanto un figlio viene messo in salvo, quando un percorso di protezione si attiva davvero, non stiamo solo applicando una legge, ma stiamo salvando vite e stiamo restituendo dignità.

Credo che sia questo in fondo il senso più alto del nostro ruolo, non solo approvare provvedimenti, ma costruire speranza, far sentire che lo Stato, le Regioni, le Istituzioni sono presenti, sono vicine e sono affidabili.

Con questa legge, quindi, la Calabria compie un passo importante ed io sono orgogliosa di farlo insieme a voi, con la consapevolezza che la politica, se vuole essere davvero utile, deve anche saper proteggere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. Intervengo per fare alcune puntualizzazioni rispetto all'intervento della consigliera Bruni. Già conoscevo benissimo il suo intervento e soprattutto i punti che lei avrebbe toccato perché c'è stata un'ampia discussione all'interno della Commissione.

È strano sentire parlare lei, consigliera Bruni, su una proposta di legge dicendo che non c'è alla base una programmazione stabile e strutturata. Ho detto nel mio intervento che il cuore di questa legge è rappresentato proprio dal piano triennale, dove ogni anno si faranno delle previsioni rispetto a quelle che sono le azioni e tutte le attività previste all'interno della legge. Lei, consigliera Bruni, parla del fondo unico dedicato, ma è stato spiegato più volte che da un punto di vista tecnico contabile non è possibile; intanto, una parte delle risorse sono previste dalla legge regionale numero 20/2007 in cui ci sono fondi regionali per i centri antiviolenza da cui abbiamo la certezza dei 350.000 euro.

Anche su questo mi preme fare, ma non in vena assolutamente polemica, alcune puntualizzazioni, anche da un punto di vista politico: vorrei ricordare alla consigliera Bruni che quegli 800.000 euro prima previsti furono dimezzati proprio dal governo regionale di centrosinistra - parlo degli anni 2018, 2019, 2000 – dall’insediamento della Giunta regionale Occhiuto, questo fondo di 350.000 euro non è stato mai ridotto.

Ancora un'altra puntualizzazione, legata alle risorse che derivano dal Dipartimento per le pari opportunità, parliamo del DPCM: qui siamo di fronte ad un importo storicizzato per il sostegno e il potenziamento dei servizi, quelli già autorizzati. Parliamo di un importo storicizzato che può essere variabile in quanto dipende dal numero dei centri antiviolenza e delle case rifugio che vengono autorizzate ogni anno - quindi, può anche cambiare - e da tutte le tabelle che ci vengono richieste dal Ministero, in cui ogni tabella riporta un'azione che il Ministero ci richiede di realizzare. A questo aggiungiamo anche un altro fondo straordinario, previsto sempre nel DPCM, che riguarda sempre quegli interventi che possono essere realizzati. Tutto, però, dipende, naturalmente, dal numero dei centri antiviolenza e dalle case rifugio.

Perché non ci può essere un fondo unico? Perché intanto bisogna lavorare su dei capitoli di spesa specifici che sono stati già istituiti e ogni fondo ha un capitolo di spesa dedicato. Noi, ad esempio, abbiamo pubblicato l'avviso “Donne libere” che riguarda, anche questo, un progetto molto ambizioso e che viene espletato attraverso dei fondi comunitari.

Quindi, consigliera Bruni, non posso assolutamente accettare questo suo intervento, soprattutto se teso a sminuire una legge che per la prima volta si presenta con una programmazione strutturata e integrata. Infatti, un altro aspetto importante di questa legge è che ha un approccio interdisciplinare, coinvolgendo diversi Dipartimenti. Qui non parliamo soltanto del Dipartimento delle pari opportunità, parliamo del coinvolgimento del Dipartimento dello sviluppo economico, del Dipartimento lavoro e formazione. Ecco perché quel discorso del Fondo unico non può essere assolutamente accettato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Non c'è alcun dubbio che si tratti di una legge di particolare importanza e rilevanza, che dà comunque alla nostra regione anche una immagine di attenzione a un problema che è multiforme e che è difficile inquadrare definitivamente una volta per tutti. È un problema che ha vari aspetti e, certamente, quello economico è uno dei principali. Ma, come gli esempi che ha portato il presidente Occhiuto dimostrano e come credo che sia nel vissuto di ciascuno di noi, è anche un problema culturale se addirittura le vittime di violenza vengono in qualche modo ripudiate, fra virgolette, dagli stessi familiari. Per cui, una legge che riguardi questo ambito, a mio modo di vedere, è una legge destinata a rimanere in progress lungo gli anni successivi alla sua approvazione e si deve adeguare alle necessità e ai cambiamenti anche culturali e sociali che si verificano nella società in cui opera.

Come dicevo, ho avuto delle interlocuzioni con qualcuna delle esponenti dei centri antiviolenza, segnatamente il centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza da cui ho appreso momenti di criticità; parliamo di centri antiviolenza che sono fortemente radicati sul territorio e che da decenni lavorano sul territorio in questo ambito che è assolutamente nodale per le cose che sono state dette. Come è stato ben descritto, il problema della rete territoriale dei centri antiviolenza è uno dei nodi fondamentali della costruzione di questo sistema sociale e culturale affinché si opponga a questi odiosi avvenimenti ed è quindi interesse, credo, del legislatore, della società, potenziarli, supportarli e sostenerli nel loro percorso assistenziale alle persone che ne hanno bisogno. È del tutto evidente, quindi, che - mi permetto di segnalare proprio per le cose che ho detto prima, per l'interlocuzione che ho avuto - mi lascia perplesso la possibilità che centri così fortemente radicati sui territori e che tanto bene hanno fatto possano essere messi in discussione per necessità oggettive ed economiche che in qualche modo bisogna mettere in agenda di soddisfare.

Ho avuto il piacere di far parte, onorevole Straface, della Commissione che ha deliberato questa che io continuo a ritenere una legge di civiltà e che, come tale, proprio per il dinamismo dell'aspetto sociale e culturale a cui facevo riferimento prima, è una legge che deve essere supportata, accompagnata, migliorata con iniziative del caso che, di volta in volta, le operatrici, che giornalmente svolgono il lavoro di supporto alle vittime di violenza, certamente sapranno bene indicare. Grazie.

Ovviamente vale anche come delegazione di voto, che naturalmente è del tutto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire l'assessore Capponi. Ne ha facoltà.

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Ringrazio il Presidente della Giunta, i colleghi assessori e la Presidente, l'onorevole Straface per i lavori di oggi. La collega Bruni ha effettuato delle precisazioni sulla nostra proposta di legge, la 362, su cui, sinceramente, da tutto quello che è stato il lavoro, sia prima che dopo anche in Commissione, non trovo differenze nell'impianto strutturale. Indubbiamente, ci sono delle novità, ma sono delle novità adeguate a quello che è il periodo storico che stiamo vivendo sulla problematica in essere.

La relazione è stata oggi declinata abbondantemente dall'onorevole Straface e ringrazio anche l'onorevole De Francesco per aver riconosciuto questo lavoro che abbiamo svolto perché è un momento importante per la Regione Calabria: questa legge, dal 2007, oggi vede la luce in questo Consiglio regionale.

Onorevole Bruni, non riesco a cogliere quando in maniera così candida, sommessa, nel suo discorso dice che è un un'occasione persa. Non si riesce a capire quali siano i punti di divergenza, perché lei conosce meglio di me le regole di contabilità pubblica. E le regole di contabilità pubblica impongono dei fondi diversi, non un fondo unico.

Prima ha citato i fondi POR. Il fondo POR non è assimilabile o quello del DPCM, che è un fondo storicizzato ma non è fisso.

Stamattina ho, poi, preso atto di alcuni emendamenti che ci ha inoltrato. Ho letto questi emendamenti, alcuni li ho trovati tecnicamente impossibili, su altri ci possiamo ragionare. Poi, magari, con la Presidente della Commissione che ha seguito i lavori, l'onorevole Straface, ci confronteremo su qualche emendamento che ho trovato interessante perché si rifà alla parte in cui si parlava di rete regionale, rete provinciale, quella rete che deve supportare. Sarebbe l'articolo 14-bis quello che può subentrare dove si parla di un albo regionale. Poi, peraltro, condivido pienamente quello che il presidente Occhiuto oggi ha ribadito perché ha vissuto questa realtà e questa esperienza di recente: sicuramente bisogna insistere sulla cultura, su quello stigma che spesso va ad additare la persona che ha subito la violenza e come politica regionale dobbiamo sicuramente creare maggiormente dei contesti che non solo preservano la donna, la figura che è stata maltrattata, ma cercare di mettere in atto tutte quelle misure compensative che consentono alla donna di ritornare alla vita normale di tutti i giorni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Prima di passare all'esame e votazione del provvedimento volevo ricordare all'Aula, a tutti i presenti e alla stampa che questo Consiglio regionale ha istituito con legge l'Osservatorio sulla violenza di genere e che lo stesso Osservatorio, che è quasi un unicum in Italia, ha stipulato una Convenzione con l'Aterp in modo che venissero messi a disposizione delle donne colpite da violenza tre alloggi per ogni provincia; quindi, su questo riteniamo di essere avanti, considerato che questo protocollo rappresenta quasi un unicum sul territorio nazionale. È stato anche istituito l'Osservatorio sulle discriminazioni sui luoghi di lavoro che molto spesso vedono protagoniste le donne, nel senso che sono vittime; abbiamo istituito questo Osservatorio che anch’esso rappresenta una particolarità in Italia; è stata più volte ribadita anche in riunione pubblica e anche al Senato l'importanza di questo Osservatorio.

Volevo testimoniare che questo Consiglio regionale sulla problematica c'è ed è molto attento.

Passiamo quindi all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

All’articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A01, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per illustrare l'emendamento. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo emendamento si integra con la previsione relativa alla rete territoriale antiviolenza con l'introduzione dei comuni dell'ambito sociale territoriale. Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Alla fine del comma 2 dell'articolo 4 (Rete territoriale) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” dopo le parole “e le forze dell'ordine” sono aggiunte le parole “e i Comuni dell'ambito sociale e territoriale”; l'articolo 4, comma 2 è così riformulato: “Fanno parte della rete territoriale antiviolenza dell'ambito sociale, previa intesa, l'azienda sanitaria provinciale, i CAV e le case rifugio con sede operativa nell'ambito sociale, la Prefettura territorialmente competente, le Università e gli istituti AFAM, l'ambito scolastico provinciale, i centri per l'impiego, il Tribunale e la Procura competenti per territorio, le forze d'ordine e i comuni dell'ambito sociale territoriale.”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 4. L'articolo 4 è approvato, così come emendato.

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

All’articolo 12 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A02 a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo è un emendamento soppressivo. La presente proposta, infatti, mira a sopprimere la disposizione che prevede la definizione dei criteri di erogazione dei contributi straordinari mediante atto del Dipartimento regionale competente. Tale previsione, infatti, attribuisce all'Amministrazione un margine eccessivamente ampio di discrezionalità, senza fissare alcun parametro di riferimento né principi guida per l'individuazione dei destinatari e delle modalità di intervento. In assenza di criteri legislativamente determinati, si rischia di compromettere la trasparenza, l'uniformità, l'imparzialità dell'azione amministrativa, elementi fondamentali per garantire equità nell'accesso alle risorse pubbliche.

Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, avendo carattere all'ordinamentale.

<<Il comma 2 dell'articolo 12 (Accesso ai fondi pubblici) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, che recita: “Possono essere previsti contributi nei casi di particolare gravità che richiedono interventi urgenti. I criteri di erogazione dei contributi sono disciplinati con atto del Dipartimento regionale competente in materia”, viene soppresso.>>.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Dopo l'articolo 14 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A03, aggiuntivo dell'articolo 14-bis, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Con il presente emendamento viene creato un albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, necessario per accedere ai finanziamenti. Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale.

<<Dopo l'articolo 14 (Protocolli di intesa con le Forze dell'Ordine e gli Uffici giudiziari) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto il seguente articolo: “Articolo 14-bis (Istituzione dell'albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio). 1. Al fine di garantire un’adeguata ed aggiornata conoscenza dei servizi attivi sul territorio regionale e rispondenti ai principi di cui alla presente legge, è istituito l’albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, suddiviso nelle due rispettive sezioni. 2. Per l'iscrizione nell’albo regionale, i centri antiviolenza sono tenuti, in modo cumulativo:

a. ad avere sede in Calabria;

b. ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

3. Per l'iscrizione nell’albo regionale, le case rifugio sono tenute, in modo cumulativo:

a. ad avere sede in Calabria;

b. ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

4. La perdita di uno solo dei requisiti di cui ai commi 2 e 3 comporta la cancellazione dall’albo regionale.

5. Nell’albo regionale devono risultare l’associazione titolare del CAV e/o della Casa Rifugio, la sede (solo per il CAV), l'ambito territoriale di attività. Nell’albo sono, altresì, iscritti i trasferimenti della sede (solo per il CAV).

6. Onde salvaguardare la necessaria riservatezza in merito alla collocazione delle case rifugio, nell’albo regionale deve risultare esclusivamente l’associazione titolare di ciascuna casa.

7. L'iscrizione nell’albo regionale è condizione per accedere, da parte dei centri antiviolenza e delle case rifugio, all'assegnazione dei contributi regionali e statali previsti dalle vigenti normative di settore.

8. L’albo regionale è pubblicato a cadenza annuale sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

9. La Regione Calabria, attraverso il Tavolo di lavoro regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio ha obbligo di vigilare su possesso e mantenimento dei requisiti per l'iscrizione e la permanenza nell'Albo regionale anche attraverso ispezioni dirette nelle sedi dei Centri antiviolenza e delle Case Rifugio iscritte all'Albo.

10. La Regione trasmette al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri entro il 1° febbraio di ogni anno i dati aggiornati sul numero dei CAV e delle Case rifugio operanti sul territorio in possesso dei requisiti minimi di cui all’accordo Stato Regione relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. Tali dati devono essere coerenti con i dati forniti dalla stessa Regione ai fini del riparto delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità di cui agli articoli 5 e 5-bis del decreto-legge 15 agosto 2013, n. 93, convertito con modificazioni nella legge 15 ottobre 2013, n. 119.

11. La Regione si impegna a:

a) predisporre adeguate coperture finanziarie e ad assegnarle con continuità e tempestività affinché i CAV e le Case rifugio siano in condizione di operare sulla base dei requisiti e criteri previsti dalla presente legge;

b) garantire il rispetto dei requisiti previsti dall’intesa Stato-Regione relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio nei loro atti e nella ripartizione delle risorse.”>>

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che inserisce l'articolo 14-bis. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito l’articolo 14-bis.

Articolo 15

(È approvato)

All’articolo 16 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A04 a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo emendamento introduce un piano triennale per pianificare e monitorare gli interventi regionali in relazione agli obiettivi da perseguire, alle azioni necessarie, ai criteri per la loro realizzazione, con particolare attenzione all'istituzione dei nuovi servizi, che devono inderogabilmente prevedere risorse finanziarie aggiuntive, prevedendo altresì l'assegnazione ad ogni servizio regolarmente autorizzato una soglia di finanziamento destinato al riconoscimento dei costi fissi. Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Il comma due dell'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, viene così modificato e riformulato: “2. Il Piano triennale, nel contesto della programmazione regionale, definisce gli obiettivi da perseguire, le azioni necessarie, i criteri per la loro realizzazione, con particolare attenzione alla istituzione di nuovi servizi, che devono inderogabilmente prevedere risorse finanziarie aggiuntive.

Il piano triennale, in modo organico, programma l’utilizzo dell’insieme delle risorse regionali, nazionali e comunitarie.

Al fine di superare la precarietà dei servizi esistenti il Piano triennale assegna ad ogni servizio regolarmente autorizzato una soglia di finanziamento destinato al riconoscimento dei costi fissi.”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Questo emendamento non si può approvare. L’ho letto e la Regione Calabria può promuovere, ma non può finanziare; quindi, il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 16

(È approvato)

Dopo l'articolo 16, sono pervenuti alcuni emendamenti: protocollo numero 12883/A05, 12883/A06, 12883/A07. Alla collega Bruni cedo la parola per relazionarli tutti e tre. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questi emendamenti sono motivati in maniera diversa. Ovviamente l'articolo 16-bis è motivato dalla necessità di promuovere la formazione degli operatori coinvolti nei servizi antiviolenza, garantendo però degli standard omogenei. La norma è a carattere programmatico e consente di reperire le risorse per l'attività di promozione nell'ambito delle risorse europee e nazionali, senza gravare sulle risorse autonome del bilancio regionale. Dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, viene aggiunto il seguente articolo: “Art. 16-bis (Formazione delle operatrici e operatori e standard formativi) 1. La Regione nell’ambito della programmazione comunitaria prevede misure destinate a corsi di formazione promossi dai centri antiviolenza e case rifugio rivolti al: personale operante nei servizi antiviolenza e negli altri servizi pubblici che intervengono in tale ambito, quali operatori sociali, sanitari, scolastici, volontari, tutor e forze dell’ordine in modo da assicurare competenze specifiche sul fenomeno della violenza di genere e favorire una efficace presa in carico dei casi dal primo contatto, all’accoglienza e all’accompagnamento in ogni fase del percorso di uscita dalla situazione di violenza. La formazione ha caratteristiche di multidisciplinarietà, competenza, coerenza e capillarità, nonché di certificazione delle competenze acquisite dai partecipanti ai corsi.

2. La Regione valorizza le pratiche di accoglienza basate sulle relazioni fra donne e riconosce le operatrici di accoglienza in possesso di comprovata e riconosciuta esperienza in materia un ruolo preferenziale nell’azione di sostegno alle donne vittime di violenza.

3. La Regione finanzia, nell’ambito dell’offerta formativa, specifici profili e percorsi formativi standard sia in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e sia per l’operatività nei servizi antiviolenza con la finalità di garantire una formazione ed un aggiornamento degli operatori omogeneo su tutto il territorio e la certificazione delle competenze secondo la normativa vigente.

4. La Regione finanzia i corsi di formazione e l'aggiornamento attraverso personale qualificato e di comprovata esperienza nel settore, per gli operatori sociali, sanitari e forze dell’ordine che si trovano a contatto con gli autori di violenza.

5. La Regione finanzia attività di formazione ed aggiornamento sulle tematiche oggetto della presente legge rivolte al personale dei servizi dedicati al lavoro ed alla formazione professionale, coinvolgendo le organizzazioni datoriali e sindacali e le agenzie formative e gli ordini professionali.”.

Il successivo emendamento 16-ter obbliga la Giunta regionale a presentare periodiche relazioni al Consiglio regionale sull'attuazione della legge. Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, poiché a carattere ordinamentale. Quindi, dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto la seguente articolo: “Art. 16-ter (Clausola valutativa)

1. La Giunta regionale rende conto periodicamente al Consiglio regionale delle modalità di attuazione della presente legge e dei risultati ottenuti in termini di contributo alla prevenzione, all'informazione e al supporto alle vittime di violenza ed ai loro figli.

2. Per la finalità di cui al comma 1 la Giunta regionale, decorsi due anni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente almeno centoventi giorni prima dell'adozione del piano triennale regionale degli interventi di cui all'articolo 18, presenta alla Commissione consiliare competente e al Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, una relazione che fornisce in particolare le seguenti informazioni:

a) un quadro dell'andamento del fenomeno della violenza di genere e delle principali attività e iniziative realizzate sul territorio regionale per la prevenzione, l'informazione, il contrasto e l'assistenza alle vittime di violenza di genere e ai loro figli;

b) una descrizione sintetica del fenomeno della violenza sulle donne, fondata sui dati dei CAV, delle case rifugio, dei CUAV e dei servizi attivi sul territorio regionale;

c) le attività svolte dalle Reti Antiviolenza Territoriali;

d) le modalità di finanziamento degli interventi oggetto della presente legge e la distribuzione dei finanziamenti sul territorio;

e) le attività ed azioni di cui al capo III e le iniziative formative realizzate in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli;

f) una descrizione dello stato di attuazione della presente legge, in particolare degli interventi previsti dal capo IV, e delle eventuali criticità.

3. Le relazioni successive alla prima documentano inoltre gli effetti delle politiche di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e per il sostegno delle donne vittime di violenza e dei loro figli, fornendo, in particolare, le seguenti informazioni:

a) il contributo dato dagli strumenti, dalle attività, dalle azioni e dagli interventi al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1;

b) l'evoluzione del fenomeno della violenza di genere sul territorio regionale nelle sue varie manifestazioni, anche in confronto alla situazione nazionale, attribuibile al complesso delle iniziative previste dalla presente legge;

c) una sintesi delle opinioni prevalenti tra gli operatori della rete locale, attiva nel settore.

4. Le relazioni sono rese pubbliche unitamente agli eventuali documenti del Consiglio regionale che ne concludono l'esame.

5. I soggetti coinvolti nell'attuazione della presente legge, pubblici e privati, forniscono le informazioni necessarie all'espletamento delle attività previste dai commi precedenti.”.

L’emendamento successivo inserisce l’articolo 16-quater: <<Con il presente emendamento vengono fatti salvi i provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione. Da questa nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, poiché a carattere ordinamentale. Dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362 di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto il seguente articolo:

“Art. 16-quater (Clausola di salvaguardia)

1. Le previsioni della presente legge, ove difformi, sono adeguate a quanto disposto dai provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 4 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 (Interventi urgenti in materia economica finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale), convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222.

2. I provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano, di cui al comma 1, si applicano in luogo delle disposizioni regionali in contrasto, sino alla data di entrata in vigore della norma regionale di adeguamento.”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A05 aggiuntivo dell’articolo 16-bis?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A06 aggiuntivo dell'articolo 16-ter?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Continuiamo col parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A07 aggiuntivo dell'articolo 16-quater.

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 17

(È approvato)

Articolo 18

(È approvato)

Dopo l'articolo 18 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 12883/A08, aggiuntivo dell'articolo 18-bis, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Con tale emendamento, introduttivo dell’articolo 18-bis, si introduce una norma a carattere programmatico che consente di reperire le risorse nell'ambito delle risorse statali e regionali. Da questa nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Dopo l'articolo 18 (Norma finanziaria) della proposta di legge 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” è aggiunto l'articolo 18-bis (Istituzione e fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere): “Art. 18 bis (Istituzione Fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere)

1. È istituito il Fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere, finalizzato al finanziamento degli interventi di cui alla presente legge.

2. Al finanziamento degli interventi concorrono anche le risorse statali assegnate alla Regione, ai sensi dell’articolo 5 bis del decreto-legge 93/2013 o di altre previsioni normative specifiche.

3. Per gli anni ricompresi nel periodo 2025-2027, alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si provvede in tre milioni e duecento mila euro e trova copertura come segue:

• un milione e 200.000,000 mila euro dal fondo regionale delle politiche sociali, capitolo di base U04331109 missione di programma U.12.07;

• euro 350.000,00 nella legge regionale 20/2007, U62010520 missione di programma U.12.04, euro 1.665.889,62 a valere sui capitoli U9120400601, U6201056002; U9120400602, U9120400603.

4. I finanziamenti concessi ai sensi della presente legge sono cumulabili con quelli previsti da altre normative statali, regionali o comunitarie, purché da queste non diversamente stabilito, secondo le procedure e le modalità previste dalle norme medesime.

5. La Giunta regionale, successivamente all’entrata in vigore della legge, è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale del 4 febbraio 2002 n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

6. Per gli anni successivi, la corrispondente spesa sarà determinata, in ciascun esercizio finanziario, con la legge di approvazione del bilancio e con la collegata legge finanziaria inerente allo stesso esercizio.”

Il Quadro di riepilogo analisi economico finanziaria: la tabella 1 è utilizzata individuare e classificare le spese indotte dall'attuazione del provvedimento.

Nella colonna 1 viene indicato l'articolo del testo che produce l'impatto finanziario in termini di spesa o una minore entrata.

Nella colonna 2 si descrive con precisione la spesa.

Nella colonna 3 si specifica la natura economica della spesa: “C” è la spesa corrente, “I” è la spesa di investimento.

Nella colonna 4 si individua il carattere temporale della spesa: “A” annuale, “P” pluriennale.

Gli oneri finanziari della tabella 1 vengono, quindi, così descritti: “norma finanziaria” norma a carattere programmatico che consente di reperire le risorse nell'ambito delle risorse statali e regionali (tipologia C, carattere temporale P, importo 3.215.889,62 milioni).

Per i criteri di quantificazione degli oneri finanziari, vengono esplicitati i criteri utilizzati per la quantificazione della spesa corrente.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, si indicano possibili criteri da specificare:

- esatta determinazione: indennità Garante fissata al 30% dell’indennità percepita dal Consigliere regionale;

- stima parametrica;

- tetto di spesa;

- mancata indicazione.

Tabella 2 Copertura finanziaria: indicare nella tabella 2 programma e/o capitolo di copertura degli oneri finanziari indicati nella tabella 1.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, si individuano le possibili coperture, per un totale di 3.215.889,62 di euro:

- 1.200.000 euro dal Fondo regionale delle politiche sociali, capitolo di base U04331109, missione di programma U.12.07, per le annualità 2025 - 2026 - 2027;

- 350.000 euro nella legge regionale 20/2007 - U62010520, missione di programma U.12.04;

- 1.665.889,62 euro a valere sui capitoli U9120400601, U6201056002, U9120400602, U9120400603.

Queste sono le risorse finanziarie attualmente esistenti sui vari capitoli; vengono semplicemente assemblate affinché si possa realizzare una programmazione triennale e risolvere le criticità, come fanno altre Regioni d'Italia.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità 

Parere contrario.

PRESIDENTE

Parere della relatrice?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice 

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che è respinto.

Articolo 19

(È approvato)

Articolo 20

(È approvato)

Articolo 21

(È approvato)

Articolo 22

(È approvato)

Articolo 23

(È approvato)

Articolo 24

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale-

La proposta di legge è approvata, così come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Intervengo per dichiarazione di voto perché ritengo che quello a cui abbiamo assistito oggi - nonostante, ribadisco, le parole contrarie della presidente Straface – sia stata veramente un'occasione persa.

Tra l'altro, ci sono alcuni emendamenti che riguardano la posizione del presidente Occhiuto come Presidente-Commissario e mi stupisce veramente anche la vostra contrarietà ad un emendamento che lo riconosce come Commissario ad acta, in considerazione della possibile interferenza di questa proposta legislativa con una serie di DCA che potrebbe emanare. In ogni caso, vorrei ribadire, che al momento abbiamo dei fondi e li ho indicati negli emendamenti che ho letto e che si riferiscono a fondi normalmente esistenti, poi erogati ai CAV a seguito di progettazioni e di una macchina amministrativa e burocratica, che è estremamente difficile e complessa da seguire.

Presidente Occhiuto, i problemi di queste famiglie disperate, con gli esempi che lei ci ha fatto stamane, si affrontano realmente, rimboccandosi le maniche e mettendo mano alla tasca, non dico chissà come, ma già utilizzando i fondi disponibili; dopodiché, se altre Regioni lo fanno e altri Dipartimenti di questa Regione riescono a mettere insieme fondi diversificati che, però, hanno poi una ratio, una finalità e un obiettivo comune, continuo a rimanere stupita, perché ritengo che, appunto, questa potesse essere la strada per superare la precarietà che costringe ad una macelleria sociale. Questa legge adesso favorirà - come è giusto e come tutti vorremmo - l'aumento dei CAV e delle case rifugio, ma se i soldi sono sempre gli stessi, mia cara assessora Capponi, dove andiamo a finire?

Si faranno la guerra tra di loro e ci sarà una macelleria sociale.

È per questo che era indispensabile normare e non farsi prendere dall'angoscia della tanta voglia di lavorare, che è assolutamente giusta, ma bisogna essere molto seri nella programmazione e molto precisi anche nelle normative dei CAV e delle case rifugio.

Questo è il motivo per cui avevamo voluto dare delle regole che fossero scritte e non interpretabili.

Tra l'altro, nella nuova relazione introduttiva della proposta legislativa, avete anche citato i vari fondi individuati, ma non li avete riportati nella tabella economica, che è quella che conta. Quindi, qual è questa dichiarazione di intenti che poi non viene eseguita nell'atto, nella banalità - tra virgolette banalità - che è quella della tabella economica?! Vuol dire, allora, che le cose serie non vogliono essere realmente fatte e questa è una Regione che continuerà non a vivere, ma a vivacchiare.

Con questo mio intervento, chiaramente esprimo, anche a nome del Partito Democratico, il voto contrario a questa proposta legislativa, non per il tema, che brucia a chiunque di noi, ma perché non abbiamo voluto in questa maniera superare le criticità importanti.

Tanto valeva fare un atto amministrativo che riprendesse la normativa nazionale e internazionale di adeguamento: non c'era bisogno di fare tutta questa pubblicità su una nuova legge che non cambia la storia né dei CAV, né delle case rifugio e, purtroppo, neanche delle donne violentate.

PRESIDENTE

Grazie. Ripetiamo la votazione che è stata fatta prima del suo intervento.

La proposta di legge è approvata, così come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 389/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui all'art. 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, n. 213”

PRESIDENTE

Passiamo adesso al secondo punto dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge 389/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui all'articolo 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, numero 213”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge, d'iniziativa della Giunta regionale, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata approvata dalla seconda Commissione nella seduta del 13 giugno scorso.

Col presente disegno di legge si dà attuazione all'articolo 1, comma 527, della legge numero 213 del 2023 che prevede che, ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa pubblica e nel rispetto dei principi di coordinamento della finanza pubblica, nelle more della definizione delle nuove regole della governance economica europea, le Regioni a Statuto ordinario assicurano per l'anno 2024 un contributo alla finanza pubblica pari a euro 350 milioni. Le Regioni a Statuto ordinario sono tenute a versare gli importi del concorso alla finanza pubblica entro il 30 giugno di ciascuno degli anni dal 2025 al 2028. Successivamente, per il solo anno 2024, l’Amministrazione regionale, anziché procedere al versamento delle somme de quo al bilancio dello Stato, è stata autorizzata ai sensi dell'articolo 19 del decreto-legge 113/2024, commi dal 527-bis al 527-quinquies, ad accantonare la minore cifra di euro 13.604.765,79, affinché la stessa, dovendo costituire economia di spesa, potesse concorrere integralmente al ripiano del disavanzo di amministrazione per l'anno 2024. La riduzione della cifra e il suddetto meccanismo di utilizzo della stessa non sono stati riproposti anche per gli anni dal 2025 al 2028, in relazione ai quali permane, dunque, l'obbligo previsto dal comma 527 del versamento allo Stato del contributo di finanza pubblica. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 marzo del 2025, il sopra menzionato contributo posto a carico della Regione Calabria è stato determinato in euro 15.610.000.

Il provvedimento è corredato di relazione illustrativa e di relazione tecnico-finanziaria. Il disegno di legge si compone di 2 articoli: il comma 1 dell'articolo 1 rubricato “Contributo di finanza pubblica” autorizza la spesa del suddetto contributo a valere sulle risorse allocate alla Missione 01, Programma 03, per ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025 – 2027; il comma 2 individua la copertura finanziaria che è assicurata con le risorse stanziate al capitolo U9200304501 allocate alla Missione 20, Programma 03, di ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025 – 2027; il comma 3 autorizza la Giunta regionale ad apportare le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2025 – 2027; l'articolo 2 prevede l'entrata in vigore del provvedimento il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. In merito a questo provvedimento, vorrei sottolineare due aspetti che mi sembrano molto importanti e anche abbastanza essenziali per le ricadute negative che la Regione avrà su tutta una serie di aspetti importanti della vita.

Il primo aspetto è che il Governo centrale continua a fare cassa sulle Regioni e questo, naturalmente per la cifra che è stata indicata, oltre 15 milioni di euro, comporterà, inevitabilmente, un irrigidimento della spesa corrente che, come diciamo spesso durante l'approvazione dei bilanci, è già abbastanza assottigliata ed esigua per poter fare fronte, comunque, a servizi importanti che quella cifra di bilancio consente di finanziare.

Vorrei, poi, sottolineare un altro aspetto politico: secondo me, sarebbe stato giusto attivare nella Conferenza Stato-Regioni una sottolineatura e un dissenso rispetto a questa decisione, ma, purtroppo, ciò non è avvenuto da parte della Calabria.

Naturalmente, mentre per le Regioni più forti del Centro Nord, che hanno una maggiore disponibilità, questi tagli lineari di risorse possono non comportare grandi ricadute, purtroppo, per una Regione come la Calabria, si avranno - ahimè - delle conseguenze; tra l'altro per una regione fragile come la nostra, come ha ribadito recentemente - lo vorrei ricordare - il rapporto della Banca d'Italia, che descrive un quadro economico rallentato, una situazione occupazionale stagnante, il calo demografico e, quindi, una condizione già di per sé molto fragile.

Per esempio - lo dico senza nessuna nota polemica - soltanto relativamente ai provvedimenti che si stanno discutendo e approvando oggi, questi 15 milioni di euro avrebbero garantito la possibilità di sostenere più adeguatamente una serie di proposte di legge, a partire da quella appena approvata per il contrasto alla violenza di genere.

La collega Bruni diceva di aver presentato delle proposte anche dal punto di vista della consistenza economica per milioni di euro, quindi, senza il taglio di questi 15 milioni, avremmo potuto finanziare alcuni importanti provvedimenti come quello che approveremo dopo sulle opere di Mattia Preti e sul Museo Civico di Taverna o quello sulle politiche di prevenzione dello sfruttamento degli abusi a danno dei minori.

Per queste ragioni e con queste motivazioni, come abbiamo già sostenuto e ribadito in Commissione bilancio, ci asterremo su questo provvedimento obbligatorio, proprio per dissentire dalla scelta e dalla responsabilità che hanno portato a questa inevitabile decisione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. Intervengo velocemente per fare due precisazioni rispetto alle riflessioni del collega Mammoliti, che avevo già espresso anche durante la discussione in Commissione bilancio.

Per quanto riguarda, collega Mammoliti, le ripercussioni finanziarie, abbiamo detto, anche in fase di approvazione del bilancio di previsione, che abbiamo portato avanti una manovra di conservazione e non di taglio e questo è facilmente riscontrabile, leggendo gli allegati al bilancio di previsione, dai quali emerge che non siamo andati né a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, quindi ad aumentare la pressione fiscale, né tanto meno a tagliare i servizi essenziali, ma siamo riusciti, grazie al prezioso lavoro fatto in sinergia tra gli uffici, tra la Giunta e il Consiglio regionale, a portare avanti una manovra che non ha destabilizzato né messo a repentaglio la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Pertanto, da questo punto di vista non è stato fatto nessuno stravolgimento.

Per quanto riguarda la riflessione sul Governo che continua a fare cassa sulle Regioni, su questo volevo fare una riflessione e condividerla con lei, perché, forse, c'è la necessità di ridurre la spesa pubblica proprio per le scelte scellerate che i Governi precedenti del suo colore politico hanno portato avanti nei dieci anni e oltre nei quali hanno governato il nostro Paese. Quindi, c'è la volontà da parte del Governo di risanare le casse pubbliche, cercando di fare una riflessione complessiva.

Per quanto riguarda la riflessione sulla Conferenza Stato-Regioni, relativamente anche all'interlocuzione con il Governo, la Calabria è stata una delle Regioni che ha fatto presente, anche con dati alla mano, che, comunque, la scelta andava in qualche modo a mettere in difficoltà le Regioni che, come diceva lei poc'anzi, magari, non hanno la disponibilità di tante risorse libere, ma, al netto di ciò, siamo, comunque, riusciti a portare avanti un bilancio senza aumentare la pressione fiscale. Quattro Regioni hanno aumentato le tasse proprio per far fronte a questo contributo di finanza pubblica che lo Stato ha richiesto. Quello che dovevamo mettere in risalto e all'attenzione del Governo l'abbiamo fatto e continueremo a farlo nell'ottica della leale collaborazione che deve esserci tra lo Stato e le Regioni; d'altro canto, abbiamo dimostrato più e più volte, anche durante la fase dell'approvazione dei bilanci regionali, che, comunque, abbiamo sempre agito in maniera tale da salvaguardare, prima di tutto, l'equilibrio di bilancio e soprattutto per non far venir meno la nostra azione nel garantire i servizi pubblici essenziali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per dichiarazione di voto e per spiegare più specificatamente la nostra posizione.

Intanto, prendo atto che plaudite a questi tagli che il Governo nazionale impone alle Regioni e a una regione fragile come la nostra. La mia è chiaramente una riflessione di natura eminentemente politica, però, vorrei leggere, non quello che dicono l'opposizione e il Partito democratico, ma ciò che riferisce il Dipartimento bilancio – quindi, un settore di pertinenza, mi pare, e anche di merito - rispetto a questo taglio: “L'ulteriore cifra di oltre 15 milioni di euro rischia un irrigidimento della spesa corrente con prevedibile taglio dei servizi finanziati con le risorse autonome di bilancio, non avendo la possibilità di contrarre debito, se non per gli investimenti, un aumento della pressione fiscale” che vorrei, tra l'altro, ricordare, come sappiamo, che in Calabria è già tra le più alte d'Italia.

Quindi, per queste ragioni siamo contrari a questa concezione del Governo nazionale di fare cassa a danno delle Regioni e in questo caso di quelle più fragili e deboli come la Calabria e, poi, naturalmente, siamo preoccupati - noi sì, invece, siamo preoccupati - di questi tagli perché assottigliano le risorse disponibili del bilancio e inevitabilmente si hanno minori disponibilità per poter finanziare, come ho già detto poc'anzi, una serie di provvedimenti e di misure che sono state anche approvate.

Per queste ragioni – ripeto - il Gruppo del Partito Democratico si astiene. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mammoliti.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento:

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

La proposta di legge è approvata con l'autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 237/12^ di iniziativa dei consiglieri Luciana De Francesco, S. Cirillo, A. Montuoro, recante: “Politiche di prevenzione dello sfruttamento e degli abusi in danno di minori”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 3 dell'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 237/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Luciana De Francesco, Cirillo e Montuoro, recante: “Politiche di prevenzione dello sfruttamento e degli abusi in danno di minori”.

Cedo la parola alla consigliera De Francesco per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatrice

Grazie, signor Presidente.

Colleghi consiglieri, è con grande senso di responsabilità che oggi vi presento una proposta di legge che tocca un tema delicatissimo, ma fondamentale quale, appunto, la tutela e l'assistenza ai minori, vittime di violenze, di abusi e di sfruttamento.

Proprio in questi giorni, ricorre un anniversario doloroso, infatti, esattamente sei anni fa a Caivano la piccola Fortuna Loffredo, di appena sei anni, veniva abusata e uccisa: un episodio che ha scosso l'intera coscienza nazionale e che ci richiama, ancora una volta, a quel dovere istituzionale e morale di intervenire con responsabilità e determinazione.

Il testo normativo oggi in discussione è stato esaminato e licenziato dalla terza Commissione consiliare, presieduta dalla collega Pasqualina Straface, che ringrazio unitamente a tutti i componenti della Commissione per il lavoro svolto con impegno, con accuratezza e con profondo senso di collaborazione. Un lavoro che ha visto la partecipazione e il contributo prezioso del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, il dottor Marziale, e del Garante per le vittime di reato, avvocato Lo Monaco, auditi nel corso dell'istruttoria e che con le loro competenze hanno arricchito il testo e orientato le scelte legislative in modo concreto ed efficace. Poi, un ringraziamento doveroso lo rivolgo all'assessore alle politiche sociali, Caterina Capponi, per l'attenzione istituzionale, il sostegno convinto a questa iniziativa; ringrazio anche il Dipartimento politiche sociali, nella persona della dottoressa Saveria Cristiano, per il costante supporto tecnico e per il qualificato contributo offerto durante tutto il percorso di approfondimento.

Infine, il testo è stato licenziato favorevolmente dalla Commissione bilancio, presieduta dal collega Montuoro, che ringrazio per il lavoro condotto valutandone la sostenibilità economica.

La proposta di legge, come già detto, nasce dall'esigenza di rafforzare il sistema di protezione per i minori vittime di violenze e di abusi, anche a sfondo sessuale. Viviamo in un'epoca in cui i drammi legati agli abusi sui minori emergono sempre più frequentemente nelle cronache, ma dobbiamo essere consapevoli che ciò che vediamo e leggiamo è solo la punta dell'iceberg. Il fenomeno ha un censimento parziale, poiché solo una minima parte delle violenze viene denunciata. Le vittime portano addosso ferite che non sempre si vedono, ma che compromettono in modo profondo il loro sviluppo, il loro equilibrio psicologico e in molti casi il loro futuro e, se da un lato, le norme nazionali hanno fatto passi in avanti nella repressione della pedofilia e della pedopornografia, dall'altro esistono margini di intervento per rafforzare la protezione e il sostegno ai minori abusati. Ed è qui che si inserisce questa iniziativa legislativa che mira a colmare un vuoto, quello della prevenzione e del coordinamento fra le Istituzioni chiave (scuola, famiglia, sistema sanitario e giuridico), affinché il minore non sia lasciato solo nel suo dolore.

La legge pone al centro la tutela della vittima, il suo recupero e la costruzione di un ambiente sociale più sicuro. In questa direzione si colloca anche un'importante scelta politica compiuta dalla Regione Calabria: l'istituzione dello psicologo scolastico, una figura fondamentale per intercettare precocemente situazioni di disaggio, accompagnare i percorsi di crescita degli studenti e sostenere il lavoro educativo delle famiglie e degli insegnanti. Una presenza capillare di prossimità che potrà operare in sinergia con quanto previsto da questa legge, rafforzandone l'efficacia preventiva.

In piena coerenza con questa impostazione, si inserisce un'altra significativa iniziativa della Regione Calabria: l'approvazione delle Linee guida regionali per il sistema integrato di prevenzione e tutela delle bambine e dei bambini dal rischio di maltrattamenti e di abusi nei servizi educativi e di istruzione. Un atto di indirizzo strategico che sancisce la volontà di rendere i luoghi dell'educazione ambienti sicuri, capaci non solo di istruire, ma anche di proteggere e prendersi cura. Per questo, intendo ringraziare l'assessore regionale alla pubblica istruzione, Maria Stefania Caracciolo, per il lavoro portato avanti in modo sinergico ed integrato con gli altri rami dell'Amministrazione e per aver contribuito a creare un quadro coerente di politiche di prevenzione e protezione che mette al centro il benessere del minore in una logica sistemica e non emergenziale.

La proposta di legge che oggi presentiamo in Aula si muove in linea con una strategia regionale dunque più ampia, dando concretezza normativa e operativa a quel principio di responsabilità collettiva che deve guidare ogni azione pubblica rivolta all'infanzia.

Passo ora ad illustrare la struttura della proposta normativa che si compone di 9 articoli. L'articolo 1 stabilisce i principi generali e le finalità della legge, ponendo come priorità la tutela dell'integrità psicofisica, morale e relazionale del minore. Si fonda sul principio della centralità del minore, sul diritto alla protezione e alla prevenzione, in linea con le Convenzioni internazionali e con la Costituzione.

L'articolo 2 definisce gli obiettivi specifici: prevenire situazioni di rischio, promuovere il benessere psicologico e sociale del minore, rafforzare la rete dei servizi territoriali e sviluppare una cultura della prevenzione attraverso la formazione e la sensibilizzazione.

L'articolo 3 individua le azioni concrete da realizzare: campagne di sensibilizzazione rivolte ai minori, programmi educativi nelle scuole, formazione specifica per operatori socio sanitari, educatori, insegnanti, attivazione di sportelli di ascolto e supporto psicologico.

Particolare attenzione è riservata alla tutela digitale. La legge promuove infatti azioni di educazione al corretto utilizzo di Internet e dei social media, con l'obiettivo di prevenire i rischi di adescamento, di cyberbullismo e di diffusione di materiale pedopornografico. Saranno sviluppati materiali informativi e strumenti digitali per aiutare i minori a riconoscere situazioni di rischio online e per supportare le famiglie nel ruolo di vigilanza educativa.

L'articolo 4 elenca i soggetti che concorrono all'attuazione degli interventi previsti: Regioni, enti locali, regioni, enti locali, scuole, Aziende sanitarie, forze dell'ordine, categorie professionali e associazioni del Terzo settore, il coinvolgimento diretto del Garante per l'infanzia e dell'Osservatorio regionale per i minori e valorizzato come elemento centrale.

L'articolo 5 prevede l'elaborazione di un programma regionale per la prevenzione ed il contrasto degli abusi con funzioni di indirizzo strategico e di coordinamento delle politiche locali. Questo programma diventa un riferimento per gli interventi integrati sul territorio.

L'articolo 6 assegna alla Giunta regionale il compito di definire con regolamento i criteri per la presentazione, la selezione e il finanziamento dei progetti attuativi. Si introduce, quindi, una governance chiara e trasparente del sistema di intervento.

L'articolo 7 introduce una clausola valutativa. La Regione, anche tramite l'Osservatorio, dovrà monitorare l'efficacia della legge raccogliendo dati e segnalazioni utili per migliorare progressivamente gli strumenti adottati.

L'articolo 8 rafforza e amplia i compiti dell'Osservatorio regionale per i minori, prevedendo il suo coinvolgimento attivo nel monitoraggio delle politiche, nella raccolta dei dati, nella diffusione di buone pratiche, nel supporto alla programmazione.

L'articolo 9, infine, reca la nuova norma finanziaria ed è previsto uno stanziamento iniziale di 100.000 euro per l'attuazione delle attività previste.

Questa proposta intende intervenire, anche in maniera indiretta, sul fenomeno dei minori violenti; molti comportamenti devianti nascono, infatti, da esperienze pregresse di trascuratezza, abuso o violenze non elaborate. Prevenire e proteggere significa anche rompere il ciclo del trauma, dell'isolamento e dell'aggressività. Per questo, la proposta ha un valore non solo sociale, ma anche educativo e civile.

Voglio, colleghi, concludere con un appello semplice ma profondo, che è anche una dichiarazione di responsabilità: ogni bambino che riusciamo a proteggere oggi è un adulto sereno domani e non c'è investimento più prezioso né missione più alta. E, proprio con questa consapevolezza, confido nel sostegno dell'Aula e auspico che questo provvedimento possa essere approvato con il contributo di tutti e con la condivisione più ampia possibile, perché su questi temi non possono esserci divisioni, ma solo responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Io parto dall'assunto che qualsiasi proposta legislativa che vada a favorire l'infanzia e la sua tutela è una buona proposta legislativa. Questo lo voglio sottolineare, perché la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, soprattutto in questo periodo storico, in questo momento difficile, terribile, forse dovrebbe ritornare ad essere davvero un tema centrale nel dibattito politico. L'età dei diritti che prefigurava Bobbio sembra quasi una visione onirica più che una realtà, soprattutto per i minori.

Oggi sembriamo vivere una sorta di Medioevo dei diritti, soprattutto dell'infanzia e dell'adolescenza. Ce lo dicono tante decisioni legislative, come il decreto Caivano, le problematiche legate al bullismo, le sofferenze legate all'uso dei social, gli effetti devastanti della società, di questa tecno-società che rende sempre più soli, che sembra farci tornare indietro più che andare avanti nella tutela dei fragili.

Quindi, sottolineo, ancora una volta, che qualsiasi iniziativa volta alla tutela dei minori deve essere salutata con un profondo rispetto e deve essere sostenuta. Però una cosa la devo dire, perché altrimenti non sarei onesta fino in fondo: reputo che un fondo di 100.000 euro annuali, per quanto possano essere ben indirizzati, possano fare poca cosa. L'ho detto già in Commissione, l'ho ripetuto e lo ripeterò qui, lo ripeto e lo dirò sempre: noi dobbiamo assolutamente aumentare il portato economico delle nostre proposte se vogliamo che siano davvero efficaci, che non siano solamente leggi scritte sulla carta, ma che non riescano a realizzarsi su nulla e, quindi, che non rappresentino solo una facciata, ma una sostanza.

Noi non abbiamo bisogno di facciate, abbiamo bisogno di dare ai nostri concittadini una sostanza.

Vorrei ricordare che in terza Commissione fu audito anche il dottore Marziale, il nostro Garante regionale per l'infanzia e l’adolescenza, il quale colse l'occasione per ricordare come moltissimi di questi bambini abusati richiedano, a volte - io direi molto frequentemente -, un'assistenza approfondita e che avrebbero bisogno di quello che in Calabria non trovano e cioè – cosa che rivendichiamo da decenni - la realizzazione dei posti in neuropsichiatria infantile. Mi dispiace che il presidente Occhiuto sia andato via, mi dispiace perché ha promesso tante volte, sin dall'inizio di questa Legislatura, che avrebbe istituito gli hub e avrebbe migliorato la situazione della neuropsichiatria infantile che esiste da un punto di vista territoriale anche se in maniera scarsamente rappresentata, ma nella parte ospedaliera è assolutamente inesistente.

Quindi, vorrei ricordarlo al Presidente e vorrei che voi, che fate parte della maggioranza di questa consiliatura, gli ricordaste che ha promesso di realizzare 28 posti letto presso la Dulbecco di Catanzaro. Io sono qui a sollecitarli, perché i bambini che subiscono violenza spesso diventano autolesionisti, violenti e lesivi nei confronti di bambini della loro età e quindi possono presentare un pericolo per loro stessi e per gli altri, a causa della sofferenza interiore profonda.

Vanno accompagnati.

Questa è una problematica che deve essere gestita in maniera seria.

I bambini hanno diritto di essere curati e tutelati, quindi urge l'attivazione dei reparti di neuropsichiatria infantile. Sono stati già previsti, tra l'altro, negli atti aziendali. Cosa aspettiamo? Quindi, chiedo al Presidente - anche se si è allontanato - celerità dell'agire perché penso che non possiamo più perdere tempo, il disagio è veramente enorme. Non basta lo psicologo scolastico, serve qualcosa di più, forse molto di più. Il tema è profondo e incisivo, i bambini rimangono fortemente segnati. Quindi, abbiamo necessità delle strutture di neuropsichiatria infantile, non solo dislocate sui territori, ma soprattutto ben riqualificate e con dei punti di riferimento ospedalieri.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 sono pervenuti alcuni emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 12776/A01 a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. L’emendamento inserisce tra i soggetti convolti nelle politiche a supporto delle azioni regionali mirate al raggiungimento degli obiettivi della proposta anche il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, in ragione delle peculiari competenze di tale organo di garanzia regionale.

Quindi, nel comma 1 dell’articolo 3 della proposta di legge 237/12^, dopo le parole “Garante per l’infanzia e l’adolescenza” sono aggiunte le seguenti: “e del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, di cui alla legge regionale 15 marzo 2023, n. 10”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento 12776/A04 a firma sempre dalla collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarla.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

L'emendamento inserisce tra i soggetti convolti nelle politiche a supporto delle azioni regionali indicate nella proposta, l’Osservatorio Media e minori considerate le competenze specifiche di quest’ultimo. Nel comma 1 dell’articolo 3, dopo le parole: “(Garante per l'infanzia e l'adolescenza)” il periodo da: “e del supporto…” fino a “…le seguenti azioni:”, viene sostituito dal seguente: “, del supporto tecnico dell'Osservatorio regionale per i minori, di cui alla legge regionale 1° febbraio 2017, n. 2 (Istituzione dell'Osservatorio Regionale per i Minori) e del supporto dell'Osservatorio media e minori, di cui alla legge regionale 22 gennaio 2001 n. 2 art. 3-bis, promuove le seguenti azioni:"

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 3, per come emendato. L’articolo 3 è approvato, come emendato.

Articolo 3

(È approvato così come emendato)

All'articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 12776/A02 a firma sempre della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrare il provvedimento, prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 3 dell’articolo 4 della proposta di legge 237/12^, è aggiunta la seguente lettera: “c-bis) il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato;”

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 4, per come emendato. L’articolo 4 è approvato, come emendato.

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

Articolo 5 sono pervenuti alcuni emendamenti. Il primo è l'emendamento protocollo numero 1276/A03, a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarlo. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 1 dell’articolo 5 della proposta di legge 237/12^, dopo le parole “Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria” sono aggiunte le seguenti: “, del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Passiamo all'emendamento protocollo numero 12776/A05, a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarlo.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 1 dell’articolo 5 della proposta di legge 237/12^ recante “Politiche di prevenzione allo sfruttamento e agli abusi in danno di minori”, dopo le parole: “Garante per l'infanzia e l'adolescenza” il periodo: “e dell'Osservatorio regionale sui minori, promuove azioni specifiche volte a:” viene sostituito dal seguente: “, dell'Osservatorio regionale sui minori e dell'Osservatorio Media e minori, promuove azioni specifiche volte a:"

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 5, come emendato. L’articolo 5 è approvato, per come emendato.

Articolo 5

(È approvato così come emendato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con l'autorizzazione al coordinamento formale, così come emendata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 352/12^ di iniziativa dei consiglieri Pasqualina Straface, Sabrina Mannarino, P. Raso, F. Laghi, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale”

PRESIDENTE

Passiamo adesso alla proposta di legge numero 352/12^ di iniziativa dei consiglieri Pasqualina Straface, Sabrina Mannarino, P. Raso, F. Laghi, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale”. Cedo la parola alla collega Straface per illustrare il provvedimento.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie Presidente. Prima di introdurre la proposta di legge oggetto dell'intervento, mi preme sottolineare che vi sono aspetti quotidiani, dalla semplice apertura della porta a tenere in braccio un bambino, che possono diventare una sfida insormontabile per chi soffre di malattie reumatiche. Queste sono patologie silenziose, spesso sottostimate, che colpiscono migliaia di persone, minando la capacità di vivere una vita normale, si parla di dolore cronico, infiammazioni debilitanti, limitazioni motorie e sono solo alcuni degli ostacoli che i malati reumatici affrontano ogni giorno.

Onorevole Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge n. 352/12^, recante "Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale", che oggi sottoponiamo all’approvazione definitiva di quest’Aula, rappresenta un passaggio di grande rilievo per il nostro sistema sanitario regionale ma soprattutto per le migliaia di pazienti calabresi.

Questa proposta nasce da una precisa esigenza: colmare un vuoto normativo.

Le malattie reumatologiche rappresentano un insieme di patologie croniche che richiedono cure costanti, competenze specialistiche, percorsi integrati e un approccio multidimensionale, che tenga conto della persona e non solo della patologia.

La Calabria non partiva da zero. L’istituzione della Rete Reumatologica regionale, già avvenuta con il DCA n. 119 del 2017 e successivamente aggiornata con il DCA n. 53 del 2024, ha rappresentato un primo, importante passo; tuttavia, presentava delle lacune normative che oggi vengono colmate attraverso questa proposta di legge e che vanno soprattutto nella direzione del rafforzamento per la piena attuazione della Rete reumatologica regionale che in Calabria non è stata mai attuata.

Con questa proposta di legge, dunque, si conferisce alla Rete Reumatologica una cornice normativa stabile, di livello legislativo, rendendola parte integrante delle politiche sanitarie regionali, in un quadro coerente con i LEA, il Piano nazionale delle malattie rare e la programmazione sanitaria regionale. Il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche, fissato già nell’articolo 1, costituisce un atto di responsabilità e di giustizia verso migliaia di pazienti calabresi che chiedono attenzione, dignità e percorsi assistenziali certi e accessibili.

L’intero impianto normativo muove con coerenza su più livelli.

L’articolo 2 prevede l’istituzione degli ambulatori multidisciplinari con un approccio integrato a garantire la presa in carico del paziente ed eventualmente i follow up successivi e, nel caso si presenti una situazione acuta, si procede ad un ricovero presso gli HUB, che sono il livello apicale della rete reumatologica. Perché serve un ambulatorio multidisciplinare? Perché le patologie reumatiche non riguardano solo l’apparato muscolo-scheletrico, ma interessano altri organi quali il rene, il cuore ed il polmone, quindi, è necessaria una valutazione multidisciplinare del paziente affetto da tali patologie.

Un altro obiettivo che si pone il disegno di legge è quello di intercettare la patologia nelle fasi iniziali, attraverso una diagnosi precoce che è fondamentale affinché la malattia non vada avanti. Se si diagnostica precocemente, allora si evitano disagi per il paziente così che non vi sia alcun impatto sociale per l’allontanamento del malato dal posto di lavoro e soprattutto si evita un aggravio di costi di un’eventuale ospedalizzazione.

Per questo gli ambulatori devono interagire con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta, figure protagoniste della rete perché intercettano prima i sintomi della malattia; sono queste le figure che meglio conoscono il paziente e quindi possono interagire con gli specialisti.

Gli ambulatori multidisciplinari sono l’anello di congiunzione tra il livello 1, rappresentato dai medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, e il livello 3, che sono gli HUB chiamati a gestire la fase acuta. Per tale motivo all’interno della proposta, all’articolo 7, prevediamo la promozione della formazione specifica. Nell’ambito della formazione è importante far recepire ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta il modello Rao, che è il raggruppamento attesa omogeneo previsto dal PNGLA (Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa) attraverso il quale si possono ridurre sensibilmente le liste d’attesa nell’ambito della reumatologia. Questo perché oggi, proprio nelle prime visite mediche e nella prescrizione, viene inserito un codice quasi sempre errato, generando liste d’attesa inutili che potrebbero essere evitate centrando il tempo-diagnosi giusto.

L’articolo 3 prevede l’attuazione della Rete Reumatologica regionale, la stessa istituita con DCA numero 53 del 2023, che ad oggi non risulta recepita e attuata dalle Aziende sanitarie regionali; la proposta di legge promuove l’attuazione della Rete, una rete che si pone l’obiettivo d’integrare e coordinare le strutture ospedaliere e territoriali esistenti, sviluppare ed attuare percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali assicurando il coinvolgimento di figure specialistiche adeguatamente distribuite sul territorio regionale.

La rete interessa tre livelli:

-       Livello 1: medico di base e pediatra di libera scelta;

-       Livello 2: Distretto sanitario e spoke;

-       Livello 3: gli hub.

A breve si avranno anche le case di comunità dove è auspicabile avere oltre che gli specialisti anche i medici di medicina generale.

L’articolo 4 promuove la digitalizzazione che assicurerà maggiore efficienza dei processi di prescrizione e distribuzione dei farmaci per i pazienti reumatologici e l’attuazione del Piano Terapeutico Informatizzato per la gestione delle relative terapie farmacologiche.

Viene così data la possibilità agli specialisti reumatologici di poter prescrivere i farmaci biologici per le patologie reumatiche, evitando che i pazienti possano emigrare fuori dalla Calabria per una semplice prescrizione.

Lo stato di fragilità del paziente necessita, quindi, di una presa in carico che garantisca il più possibile la continuità di cura e un accesso costante alle prestazioni sanitarie. Per tale motivo, lo scopo della proposta di legge regionale non si limita solo all’attuazione della Rete Reumatologica, così come previsto dal DCA numero 53, ma è soprattutto la verifica dell’istituzione di attuazione del PDTA (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) delle singole patologie che definiscono esattamente, per ogni patologia, il percorso che ciascun paziente affetto da quella malattia dovrà seguire.

Nella proposta di legge, si prevedono, inoltre, aspetti dedicati al potenziamento e alla territorializzazione dell’offerta specialistica, con la promozione dell’adozione di soluzioni di telemedicina per garantire consulti specialistici a distanza, facilitare il monitoraggio dei pazienti più fragili e migliorare l’accessibilità alle cure nei territori delle aree meno servite. È stata, inoltre, introdotta una previsione specifica per la reumatologia pediatrica e per la promozione di percorsi strutturati di transizione verso il reumatologo dell’adulto: questa è una risposta concreta alle famiglie che, troppo spesso, si trovano a gestire questi passaggi delicatissimi in completa solitudine o affidandosi a reti informali.

L’articolo 5 prevede l’integrazione tra i servizi esistenti e il Terzo settore, con il riconoscimento e la valorizzazione del contributo degli ETS che si avvalgono di volontari per le persone affette da malattie reumatologiche.

All’ articolo 6 viene istituito il Registro regionale delle patologie reumatologiche, che favorirà l’integrazione dei dati clinici con informazioni relative agli esiti a lungo termine delle cure, rendendo possibile realizzare e promuovere studi clinici e farmacologici, monitorare l’incidenza e la prevalenza delle malattie reumatologiche nella popolazione regionale, supportare non solo la ricerca scientifica ma anche lo sviluppo di terapie innovative e contribuire nel valutare l’efficacia sia dei PDTA sia delle politiche sanitarie regionali specifiche: si tratta di una misura strategica che si integra con gli obblighi di rendicontazione successivamente fissati dalla clausola valutativa.

La proposta prevede, inoltre, misure di prevenzione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza: si istituisce la giornata regionale per la lotta alle malattie reumatologiche, da celebrarsi, annualmente, il 12 ottobre, in concomitanza della giornata mondiale delle malattie reumatologiche, e si promuovono iniziative di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza, anche attraverso canali digitali, più vicini ai giovani, e promuovendo una cultura della consapevolezza anche attraverso eventi e collaborazioni con le scuole, le università e gli ETS (artt. 8 e 9).

Con l’articolo 11, infine, è stata introdotta la clausola valutativa, una delle innovazioni più rilevanti del testo: la Giunta sarà tenuta, annualmente, a trasmettere una relazione dettagliata sull’attuazione della legge alla competente Commissione consiliare. La redazione del rapporto dovrà avvenire in collaborazione con le associazioni dei pazienti, gli operatori sanitari e i caregiver, valorizzando l’esperienza dei territori e la voce di chi vive ogni giorno la complessità della patologia.

In Commissione abbiamo ritenuto necessario audire l’associazione APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare – che, con grande competenza e spirito propositivo, ha offerto un contributo prezioso alla discussione e al miglioramento del testo. Dall’audizione con APMARR sono emerse indicazioni puntuali, tutte mirate a rendere più efficace e realmente attuabile l’intervento normativo. Il recepimento di queste indicazioni è avvenuto attraverso un pacchetto di emendamenti, presentati, discussi e approvati in seno alla terza Commissione e sono parte integrante del testo oggi sottoposto all’Aula, rappresentando non solo un rafforzamento tecnico della proposta di legge, ma anche un segno tangibile della volontà politica di accogliere i contributi del territorio e di fare di questa norma uno strumento realmente partecipato e condiviso.

Questa proposta di legge è stata concepita, sin dall’inizio, per essere realistica e attuabile. Non introduce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale e si fonda su un utilizzo più efficiente e mirato delle risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili a legislazione vigente.

Il dibattito che si va aprendo a livello nazionale introduce l’aspetto di una sottovalutazione di tali malattie invalidanti, sottostimate, e che difatti sono patologie con una forte incidenza sia nel quotidiano sia nel sociale. Il dibattito muove dal fatto che è stata una patologia sempre trattata dalla medicina interna, non avendo trovato una dimensione medica coerente, dedicata e soprattutto specialistica.

La Regione Calabria dimostra, ancora una volta, di anticipare i tempi, di essere sensibile all'ascolto delle associazioni di categoria che rappresentano i malati e che, nell'ambito della reumatologia, svolgono un ruolo efficace e fondamentale.

Questa proposta di legge è frutto di un lavoro partecipato e condiviso. Ho il dovere di ringraziare tutti i componenti della terza Commissione e colgo soprattutto l'occasione per ringraziare il Dipartimento che ha contribuito alla stesura di questa legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Ritorniamo a parlare di un tema centrale per la sanità pubblica, che incide sulla qualità di vita anche in questa nostra terra, e che, oggi, con questa proposta legislativa, è circoscritto alle malattie reumatologiche.

La proposta legislativa in esame vuole, fondamentalmente, migliorare l'assistenza a chi ne soffre: stiamo parlando, ovviamente, di un calderone, di un gruppo molto eterogeneo di patologie, soprattutto croniche, che colpiscono articolazioni, ma anche muscoli e tessuti connettivi.

La disabilità e l'impatto sul quotidiano sono veramente particolarmente alte perché sono accompagnate dal dolore; forse, qualsiasi tipo di patologia può essere sopportabile tranne quelle che generano dolore e disabilità, per le quali l'impatto sulla quotidianità diventa enorme e spesso sottovalutato. Poi, ovviamente, le ricadute sociali ed economiche sono assolutamente enormi, come dimostrano anche i dati nazionali: in Italia si spendono circa 2 miliardi di euro l'anno per le malattie reumatologiche e il 45 per cento dei costi è imputabile a spese sanitarie, mentre il restante è suddiviso, come accade solitamente nelle patologie croniche, tra costi diretti e indiretti e soprattutto in perdita di produttività.

Se allarghiamo lo sguardo a queste malattie reumatologiche, più in generale, ci rendiamo conto che i costi stimati superano i 3 miliardi l'anno e il costo complessivo, come dicevo, diretto e indiretto, addirittura raggiunge i 21 miliardi. Ogni anno, per ogni paziente con malattie reumatologiche spendiamo circa 14 mila euro e, se consideriamo i quasi 260 mila pazienti oggi noti, arriviamo a oltre 3 miliardi e mezzo complessivi.

Il tema è quello del ritardo diagnostico che aggrava la situazione e, spesso e volentieri, i pazienti arrivano a una diagnosi dopo 6 o 7 anni dai primi sintomi, proprio perché non sono ben intercettati, perché le patologie sono vaghe, sfumate e difficili da identificare; questi ritardi generano, chiaramente, ulteriori sofferenze, ma soprattutto si traducono in peggioramenti clinici che non hanno, poi, la possibilità di recedere: solamente una quota parte dei pazienti affetti da artrite reumatoide riesce a raggiungere una remissione stabile, nonostante esistano farmaci innovativi anche molto importanti. Questo ritardo diagnostico - come dicevo - ha un peso importante perché moltissimi pazienti restano in lista d’attesa per anni – siamo, tristemente, nel tempo, delle liste d'attesa – e per loro ciò diviene ancora peggiore.

Il dato - oggi mi trovo nel mio a parlare di queste patologie, nonostante non si tratti di una mia specialità, ma ovviamente, come medico, conosco bene questo argomento - non è solo clinico, ma incide su vite sospese ed è su questo che ci si deve interrogare in questa Assise: vite sospese, peggioramenti di vita, costi aggiuntivi da non sottovalutare, pazienti che hanno atteso anni e anni per una diagnosi, soprattutto in questa nostra terra dove stimiamo circa 30 mila persone che convivono con queste patologie e con un impatto che sfiora i 400 milioni di euro.

Su questa proposta di legge abbiamo lavorato in Commissione e anch'io voglio assolutamente ringraziare APMARR per quello che hanno fatto, per il contributo importante che hanno sviluppato e perché ritengo che, quando Istituzioni, sanità e, soprattutto, le associazioni dei cittadini si mettono insieme, sicuramente, si riesce ad ottenere un risultato utile per una ricaduta sui pazienti.

La proposta è già stata illustrata dalla Presidente, ma, in sintesi, cerca di integrare l'aspetto ospedaliero con quello territoriale; certamente sono interessanti gli ambulatori specialistici diffusi e la presenza strutturata dei reumatologi nelle varie Aziende sanitarie provinciali. Ovviamente, anche questo è un obiettivo da raggiungere e speriamo di riuscire a raggiungerlo, vista la carenza dei medici a tutto spiano in Calabria, però è chiaro che è un obiettivo che va, assolutamente, perseguito.

Anche questo modello di integrazione multidisciplinare andrebbe esteso alle forme pediatriche e alle malattie rare, perché diagnosticare ed entrare tempestivamente nel merito è quello che mette nelle condizioni i pazienti di riuscire ad avere una buona qualità di vita e, a volte, anche la remissione delle patologie.

Mi avete sentito più volte parlare di come la Calabria sia, purtroppo, la patria delle malattie rare, a causa di tutta una serie di fenomeni genetici, che non sottolineo in questa sede, ma che, a maggior ragione, come politici, ci devono interrogare, perché nei confronti di queste persone e di queste comunità molto ampie occorre sviluppare un intervento politico che possa incidere sulla qualità di vita.

Su questa rete, sulla tematica della patologia reumatologica sensu lato abbiamo già dei DCA, del 2017 e del 2024, e ci sono state anche delle buone prassi come, ad esempio, la distribuzione e la diffusione di opuscoli da parte della Società italiana di reumatologia, che ha tentato anche di sensibilizzare, perché è ovvio che le società scientifiche – e non solo le associazioni dei familiari - sono pezzi estremamente importanti.

È ovvio che dovremmo considerare e consolidare questo lavoro con Piattaforme di telemedicina che possano essere dedicate agli specialisti, con formazioni super specialistiche e, soprattutto, l'implementazione territoriale dei PDTA, perché è lì il tema e il cuore del problema: il percorso diagnostico terapeutico assistenziale va calato nei territori perché, oggi, di tutte leggi o i DCA, più o meno magnifici, che si possono approvare, la stragrande maggioranza resta carta, non si cala nella carne viva dei nostri conterranei calabresi e di questo ci dobbiamo interrogare.

È per questo che dobbiamo anche inserire nelle proposte legislative le clausole valutative, per capire esattamente che cosa succede a valle: abbiamo fatto un’operazione utile o solamente un’operazione di facciata? Ritorno sul tema di prima.

In ogni caso, su questa proposta legislativa, noi del Partito Democratico siamo assolutamente d'accordo, perché il percorso è stato condotto in una maniera corretta, abbiamo potuto partecipare e, soprattutto, oggi, con questo provvedimento speriamo veramente di potere contribuire a un miglioramento della qualità di vita e a una riduzione di questo divario che ci vede sempre ultimi.

Concludo il mio intervento, esprimendo un parere positivo, anche se annuncio la presentazione di un emendamento che illustrerò successivamente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Ho qualche maggiore esperienza sul problema delle malattie reumatiche in quanto per circa vent'anni ho diretto un reparto di medicina interna e avevo fra i collaboratori un reumatologo. Nella nostra regione, i centri di reumatologia sono assai rari, per cui il reparto di medicina interna si propone come l'approdo naturale dei pazienti reumatologici e, nel caso specifico, avere uno specialista del ramo era un plus che, quindi, aumentava l'afflusso di questi pazienti.

Per questo mi sento di ringraziare la presidente Straface per aver portato in Commissione questa legge, che ho volentieri sottoscritto, anche perché tratta e parla di una categoria di pazienti, come è stato ricordato, abbastanza misconosciuti che, quindi, debbono, fra l'altro, vivere spesso dei momenti e dei periodi frustrazione.

Nel linguaggio quotidiano, dire di avere una malattia reumatica e avere dolore alle articolazioni viene troppo frequentemente utilizzato come elemento per accreditarsi di una malattia reumatologica che è di ben diversa natura e significato e, purtroppo, anche di diversa ricaduta, arrivando, come è stato ricordato, anche a situazioni di assoluta invalidità strutturale, accompagnata da una sintomatologia dolorosa non di basso grado.

A questo proposito, come dicevo inizialmente, in quest'Aula, noi tutti appartenenti a un'unica Istituzione, dovremmo lavorare insieme con lealtà, trasparenza e collaborazione, laddove possibile, per migliorare la situazione, in questo caso sanitaria, ma complessiva della nostra Regione.

Per esempio, mi permetto di far rilevare che la Calabria, incidentalmente su mia proposta, ha approvato, ormai da più di due anni, una legge regionale sulla cannabis terapeutica, che è una medicina e non un qualcosa che possa servire anche lontanamente allo sballo. La grave mancanza, debbo dirlo con grande franchezza, di un Regolamento operativo – per quello che mi consta, è già stato da tempo approntato, ma manca soltanto di una firma per essere licenziato – costringe i pazienti reumatologici o a subire dei dolori, spesso ottenebranti, o a comprare, per chi può con proprie risorse economiche, – inserendo fra i pazienti una odiosa divisione per censo – i preparati, legalissimi, contenenti la cannabis terapeutica come antidolorifico, o, nel peggiore dei casi, purtroppo, - vi assicuro non infrequente - a foraggiare, di fatto, la criminalità organizzata acquistando “in nero” le sostanze che, in questo caso, hanno un'azione terapeutica, che non è, come dire, mutuabile da parte di altri farmaci. Per cui o stanno male e hanno dolore oppure devono utilizzare la cannabis.

Fra l'altro, anche parlando di iniziative connesse, ricordo bene che, quando in Commissione ci sono state le audizioni dei pazienti reumatologici, qualcuno non è potuto venire proprio a causa del suo stato di salute.

A questo proposito, voglio informare l'Aula – riprendendo il discorso che ho fatto inizialmente – che nella Commissione riforme, presieduta dal consigliere Mattiani, stiamo discutendo una proposta che a nostro parere, a mio parere sicuramente, credo si farà strada come iniziativa commendevole r che prevede la possibilità per gli auditi, che non possano partecipare, esclusivamente, alle audizioni della Commissione, ad esempio, per motivi sanitari, giudiziari o altro, previ tutti i controlli del caso, in alternativa, di offrire da remoto il contributo alla conoscenza dell'argomento di cui si tratta.

Quindi, ecco, come questo insieme di leggi va a comporre un quadro che è finalizzato unicamente al miglioramento del livello assistenziale, in questo caso, ma di servizi che la politica può dare ai cittadini calabresi.

Un'ultima cosa mi preme dire per quanto riguarda questa legge sui pazienti reumatologici: con ogni evidenza, presidente Straface, è una legge ambiziosa, giustamente ambiziosa, perché le necessità e i problemi di questi pazienti sono molto marcati e importanti. Quindi, anche questa legge, come in precedenti discussioni di stamane, richiede un supporto; la definirei la pietra angolare su cui costruire l'edificio del servizio che la politica può dare in questo caso ai pazienti reumatologici.

Per esempio, fra le varie patologie reumatologiche di cui ci siamo occupati anche in Commissione e in Consiglio, la fibromialgia, che è una malattia - lo sa bene chi ne soffre - veramente grave e invalidante, ma ambigua per la mancanza di un marker che ne determini, con certezza, la possibilità diagnostica, è fuori dai LEA.

Quindi, da una parte, c'è la necessità assoluta che si parta, e credo che questa legge che oggi certamente approveremo sia un ottimo punto di partenza, dall'altro, proprio per l'ambizione degli obiettivi che questa legge propone, dobbiamo prevedere in un futuro, il più breve possibile, un incremento della dotazione economico-finanziaria. Per fare questo, naturalmente, da una parte, è necessario che, come è stato annunciato anche dal presidente Occhiuto, si esca dal regime di commissariamento alla sanità, ma, dall'altra, la cosa fondamentale è che si esca dal Piano di rientro che ci impedisce di spendere una lira che non abbia determinate caratteristiche.

Questo è in ambito sanitario e non ho dubbi, per esperienza personale e per le cose che ci siamo detti in tutti questi anni, che proprio il settore sanitario avrà un grandissimo beneficio dal ritorno a un regime normale di gestione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

All’articolo 2 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12773/A01, a firma della consigliera Bruni, alla quale cedo la parola per l’illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Con questo emendamento viene meglio precisato dal punto di vista letterale-interpretativo che la Rete reumatologica regionale, per quanto attiene alle malattie reumatologiche rare, ai sensi del DCA 28 del 30 gennaio 2024 (Approvazione “Piano regionale delle malattie rare 2024-2026 e riordino della Rete regionale delle malattie rare” - elaborato in attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2023), favorisce la realizzazione del Centro di coordinamento regionale delle malattie rare prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore operanti nell'ambito delle patologie reumatologiche.

Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale.

Il testo è il seguente: <<Il comma 2, dell'articolo 3 (Ambulatori multidisciplinari) della proposta legislativa 352 “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale” è modificato come segue:

- Le parole “integra i dettami previsti dal…” nel primo capoverso sono sostituite da “ai sensi del…”;

- la parola “supportando” è sostituita da “favorisce”:

- la lettera “e” dopo le parole “Centro di coordinamento regionale delle malattie rare” è soppressa.

Il comma 2, dell'articolo 3 (Ambulatori multidisciplinari) della proposta legislativa 352 è così riformulato:

“La Rete reumatologica regionale, per quanto attiene alle malattie reumatologiche rare, ai sensi del DCA numero 28 del 30 gennaio 2024 (Approvazione “Piano regionale delle malattie rare 2024-2026 e riordino della Rete regionale delle malattie rare” - elaborato in attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2023), favorisce la realizzazione del Centro di coordinamento regionale delle malattie rare prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore operanti nell'ambito delle patologie reumatologiche.”>>

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 2 così come emendato. L’articolo 2 è approvato per come emendato.

Articolo 2

(È approvato così come emendato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata così come emendata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 374/12^ di iniziativa del consigliere A. Montuoro, recante: “Conservazione, valorizzazione e promozione dell’opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo Civico di Taverna, quali patrimoni artistico-culturale della Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo, adesso, al punto sei dell'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge 374/12^ di iniziativa del consigliere regionale Montuoro, recante: “Conservazione, valorizzazione e promozione dell'opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo civico di Taverna, quale patrimonio artistico-culturale della Calabria”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente.

La presente proposta di legge ha come obiettivo la conservazione, la valorizzazione e la promozione del cospicuo patrimonio artistico-culturale legato all'opera di Mattia Preti e del Museo civico di Taverna. Pittore considerato tra i maggiori esponenti dell'arte italiana del XVII secolo, Mattia Preti figura tra gli esponenti del tardo barocco italiano, in particolare del cosiddetto “caravaggismo”, cioè una pittura ispirata al Caravaggio, e della pittura napoletana del Seicento. Soprannominato il “Cavaliere calabrese”, non dimenticò le sue origini, lasciando traccia di sé nel luogo natale e in tutta la Calabria. Nel piccolo centro presilano di Taverna, Mattia Preti fu affidato dal padre a un precettore, il parroco della Chiesa di Santa Barbara, che istruì lui e il fratello Gregorio, già predisposti al disegno prima di vederli partire alla volta di Roma, dove lui stesso facilitò i contatti.

Oggi, nella stessa Chiesa, è possibile ammirare diverse opere del grande artista locale: il patrocinio di Santa Barbara, la Madonna di Loreto e la presentazione di Gesù al Tempio.

Un'altra importantissima tappa che figura tra i luoghi di Mattia Preti a Taverna è la Chiesa monumentale di San Domenico, dove le opere del pittore rappresentano veri e propri gioielli in un gioiello più ampio, che è l'edificio stesso. Adiacente all'omonimo convento, l'edificio, in stile barocco, offre la cornice perfetta all'inestimabile patrimonio di affreschi. Le opere del “Cavaliere calabrese” lì sono ben 11: nella parte alta dell'altare padronale è incastonato il suo autoritratto, omaggio diretto alla terra natale; gli stemmi delle navate laterali, stilisticamente simili a quelli da lui realizzati nella Chiesa di San Giovanni a La Valletta, Malta; il ciclo di affreschi che raffigura le storie della vita di San Domenico. Infine, nella navata laterale di sinistra, tra fregi e dorature, troviamo altre quattro preziose tele: la Madonna del Rosario, la Crocifissione, la predica di San Giovanni Battista e il famoso autoritratto con le insegne di Cavaliere. Altra tappa saliente dell’itinerario a Taverna sulle tracce di Mattia Preti è il Museo civico, ospitato nell'ex convento dei Domenicani.

Prolifico come pochi, il “Cavaliere calabrese” compie un percorso articolato, che lascia traccia delle sue opere a Roma, al Museo di Palazzo Rosso e di Palazzo Spinola a Genova, a Napoli, agli Uffizi di Firenze, alla Pinacoteca nazionale di Bologna, alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo, al Museo regionale di Messina, al Museo nazionale d'Abruzzo all'Aquila e al Museo civico di Carpi.

Si tratta di custodire, studiare e gestire uno dei più cospicui patrimoni culturali presenti in Calabria, ancora oggi in massima parte poco conosciuto. Il Museo civico di Taverna ad oggi sta già attuando azioni di valorizzazione e tutela del bene e tutto ciò richiede l'impegno di risorse, che l'Istituto attualmente non possiede, anche per far riemergere capolavori sconosciuti o dispersi.

L'iniziativa si può inserire in un più ampio progetto di promozione culturale del patrimonio artistico, un modo di fruizione culturale, alternativo ed originale, che ha come scopo quello di far conoscere ed apprezzare i beni culturali quali frutto di realtà identitarie.

La proposta è finalizzata proprio alla sensibilizzazione per la conoscenza del proprio territorio, tramite una consapevolezza pubblica e partecipata, rivolta alla comunità cittadina e territoriale.

Oggi risulta rilevante e incessante ampliare le attività legate alla diffusione, alla comunicazione dell'arte per rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio al quale veicolare i risultati di ricerca, studio, tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico-culturale della città di Taverna, per questo è sempre più necessario e crescente il bisogno di realizzare progetti editoriali, divulgative, di studio, per fare del patrimonio culturale una vera e propria azienda.

La proposta di legge prevede un contributo economico pari ad euro 20 mila per ciascuna annualità destinata al Comune di Taverna che insieme al Museo civico stabiliranno come impiegarle per le finalità di:

- conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico di Taverna con particolare riferimento a Mattia e Gregorio Preti;

- realizzazione di progetti di studio, restauro, miglioramento fruitivo, editoriali didattici e divulgativi;

- reperimento e valorizzazione espositiva di nuove opere d'arte e documenti originali, attribuite e pertinenti ai due maestri calabresi;

- aggiornamento dell'inventario e del catalogo dei beni culturali della città di Taverna e della Calabria;

- instaurazione di Protocolli d'intesa per attività didattiche e scientifiche con le scuole, le Università, gli istituti e le associazioni culturali di rilevanza regionale, nazionale ed internazionale; promozione e sostegno alla crescita e all'aggiornamento professionale del personale del Museo, anche attraverso progetti di scambio e di studio e tanto altro, per fare in modo che un patrimonio così importante non venga mai disperso. Ringrazio il Comune di Taverna, in particolar modo il consigliere comunale Andrea Borello, e il Museo Civico, il suo Presidente, e tutti coloro i quali hanno contribuito a insieme a me a redigere questa importantissima proposta di legge.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Vorrei fare due brevi considerazioni, prima di entrare nel merito di questo importante provvedimento. Voglio rilevare, innanzitutto, che senza la nostra presenza non ci sarebbe il numero legale neanche per approvare questo provvedimento e forse neanche quelli precedenti; quindi, vorrei sottolineare la responsabilità politica dei consiglieri del gruppo del Partito Democratico - vedo anche il collega consigliere Laghi - senza i quali non sarebbe possibile approvare provvedimenti importantissimi, che hanno trovato anche una convergenza positiva. Questo va salutato appropriatamente.

Poi, mi fa piacere che la collega Straface consideri la clausola valutativa, che è presente in quella legge che è stata approvata, come un momento di novità e di straordinaria importanza, quasi rivoluzionaria. Vorrei ricordare per l'ennesima volta, al presidente Mancuso e al Presidente della Commissione competente, che esiste sulla clausola valutativa una mia apposita proposta di legge, che prevede diventi obbligatoria in tutte le leggi; cioè, quando si approva una legge, è importante prevedere la clausola valutativa perché mette nelle condizioni i consiglieri, il Consiglio, la collettività calabrese di valutare effettivamente l'impatto dell'azione del provvedimento che si mette in campo. Quindi mi fa piacere, collega Straface, e sollecito il Presidente - non vorrei sbagliare – Mattiani - mi pare che la proposta sia assegnata a quella Commissione - di voler calendarizzare la discussione di questa proposta.

Sul provvedimento in discussione ho avuto già modo di dire al Presidente. Abbiamo svolto una articolata e positiva discussione nella Commissione competente, almeno per quanto riguarda la valutazione economico finanziaria perché il merito è stato discusso da un'altra Commissione. Ho annunciato in Commissione bilancio che questo è un provvedimento meritevole di condivisione e di apprezzamento perché non può che salutarsi con grande favore, quando si portano in discussione e all'approvazione provvedimenti di questa portata che, come veniva anche appropriatamente riferito, valorizzano il patrimonio artistico e culturale di enorme pregio non solo per quella comunità, ma, immagino, per l'intero territorio e per l’intera regione.

Cosa dicevo al presidente Montuoro nella valutazione del parere economico finanziario? Proprio per l'importanza della tutela di questo grande patrimonio artistico culturale, per le riflessioni che sono state fatte, per consentire, appunto, non solo di garantire la tutela e la conoscenza ad un pubblico più ampio possibile di questo patrimonio, ma anche di promuovere una diffusa azione di promozione, con iniziative più importanti e più incisive, dicevo che, molto probabilmente, le risorse destinate, forse, non sono sufficientemente in grado di garantire questo progetto, questo obiettivo ambizioso; per cui avevo sollecitato la possibilità di fare una valutazione più appropriata.

Per questa ragione, pur annunciando il voto favorevole al provvedimento, noi abbiamo presentato un emendamento per valutare se c'è e se ci possa essere la possibilità di avere una quantità di risorse destinate a questo provvedimento maggiore di quelle attualmente assegnate. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie Presidente. Intanto faccio una premessa: accolgo positivamente l'approccio che il collega Mammoliti ha avuto anche durante la discussione in Commissione bilancio. Ha condiviso i contenuti della proposta ed è stato propositivo anche in merito alle azioni future da portare avanti per la tutela e la valorizzazione di un importante patrimonio che, come lei ben diceva, non è solo ed esclusivamente riferito al Comune di Taverna, ma diventa una prospettiva importante per l'intero territorio del catanzarese e per la Regione Calabria tutta, per l'elevata caratura dei fratelli Mattia e Gregorio Preti che conosciamo tutti quanti. Relativamente all'assegnazione delle risorse, collega Mammoliti, visto che comunque si tratta di 60.000 euro da finanziare in tre annualità - il contributo è stato inserito ovviamente nel bilancio triennale, quindi i 20.000 euro stanziati vengono assicurati per gli anni 2025, 2026 2027 - considerato che nell’anno corrente, il 2025, siamo arrivati ad oltre metà anno, vorrei proporle questo, anche alla luce del suo emendamento che ho letto: cerchiamo intanto di partire con le attività, confrontandoci periodicamente, sia con l'amministrazione comunale sia con il Museo civico che porta avanti delle importanti attività su questa tematica, e valutiamo insieme, poi, strada facendo, l'eventualità di reperire ulteriori risorse; anche perché, una volta che si partirà dal punto di vista operativo e inizieranno le attività, solo lì saremo in grado di dire se occorrono ulteriori risorse o meno.

Tra le altre cose, con l'approvazione di questa legge si dà anche la possibilità, ovviamente, di partecipare ai bandi che saranno emanati dalla Regione stessa ma anche dal Ministero e, sicuramente, di entrare in una prospettiva molto più ampia, sfruttando anche le risorse extra bilancio regionale; ciò sarebbe molto importante, anche perché può aprire un mondo molto più ampio rispetto a quelle che sono le attività di natura culturale che si possono portare avanti; infatti abbiamo inserito nella proposta di legge anche la possibilità di interloquire con le Università, con gli istituti scolastici, per partorire insieme dei progetti con una visione molto più ampia rispetto a quelle che sono le attività che poi potranno essere portate avanti.

Se lei è d'accordo, proporrei di evitare di discutere l'emendamento, perché in questo momento abbiamo fatto il massimo che potevamo fare, e di valutare poi, strada facendo, anche con il Comune di Taverna e con il Museo Civico stesso, l'eventualità, qualora ce ne fosse bisogno, di reperire ulteriori risorse a sostegno di questa iniziativa.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Colgo e apprezzo il segnale di attenzione del collega Montuoro, però è chiaro che il nostro emendamento, il mio, condiviso anche con il Gruppo, non è stato presentato per dire “invece di 20.000 diamo una maggiore risorsa”, ma proprio perché conveniamo sull'importanza del contenuto del provvedimento, volevamo destinare, se ci fossero le condizioni, maggiori risorse; tuttavia, capisco che, per come è stata incardinata, se io oggi forzassi nel richiedere che si voti, l’emendamento sarebbe sicuramente bocciato. Colgo, quindi, questo segnale di attenzione e auspico che ci saranno tutti quei passaggi, Presidente, in maniera tale che si possa verificare, con il coinvolgimento dei diversi attori, a partire dalla disponibilità della Regione, effettivamente l’individuazione di maggiori risorse per poter garantire la realizzazione dell’obiettivo strategico che questo provvedimento legislativo comporta.

Grazie. Ritiro l’emendamento. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. L’emendamento del consigliere Mammoliti è ritirato. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Svolgimento delle interrogazioni ex articoli 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Passiamo al punto 7, lo svolgimento delle interrogazioni ex articoli 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

In relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti, al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto; per le interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto. In caso di assenza del preponente l'interrogazione decade. In caso di assenza della Giunta l'interrogazione è rinviata.

Interrogazioni a risposta immediata

Interrogazione a risposta immediata numero 321/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata ex articolo 122 del Regolamento interno. La prima è l'interrogazione numero 321/12^, a firma del consigliere Muraca: “Provvedimento urgente sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”. Il consigliere Muraca è assente, quindi l'interrogazione decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 323/12^ di iniziativa dei consiglieri R. Mammoliti, A. Lo Schiavo: “Sulla mancanza di posti letto e di barelle nell’Ospedale di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 323/12^, di iniziativa del consigliere Mammoliti, la 323/12^, è rinviata per assenza del presidente Occhiuto.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta immediata numero 345/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione numero 345/12^, sempre di iniziativa del consigliere Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”. Il collega Muraca è assente, quindi, l'interrogazione decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 347/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Crisi dell'azienda pubblica AMACO S.p.A.”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione numero 347/12^ a firma dal consigliere Tavernise: “Crisi dell'azienda pubblica AMACO S.p.A.”. Cedo la parola all'interrogante per l'illustrazione.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente.

Premetto che questa interrogazione è stata depositata prima dell'inchiesta che ha riguardato il presidente Occhiuto, pertanto, il deposito di questa interrogazione non è collegato con quello che abbiamo letto sui giornali e che riguarda anche alcuni soggetti che hanno amministrato AMACO.

Premesso che: l'AMACO SPA, azienda per la mobilità nell'area cosentina, interamente partecipata dal Comune di Cosenza, è l'azienda pubblica che ha gestito per decenni e sta gestendo il trasporto pubblico locale nell'area urbana cosentina, nonché consorziata della società COMETRA, consorzio meridionale Trasporti; al 31 dicembre 2024 il numero di dipendenti di AMACO è pari a 120 unità; Ferrovie della Calabria detiene una partecipazione del consorzio pari al 35,71% del capitale sociale.

Considerato che: la Procura di Cosenza, all'esito di un lungo approfondimento investigativo, ha chiesto al Tribunale di Cosenza il fallimento di AMACO, nello specifico il 30 novembre 2022; a causa di un'insolvenza del Piano industriale incompleto e dell'aggravamento della situazione economica, tutto ciò ha portato l'azienda, già da tempo in crisi, alla liquidazione giudiziale dal Tribunale di Cosenza il 16 novembre del 2023, dopo aver accumulato oltre 16 milioni di euro di debiti, azzerando completamente il proprio capitale sociale. Tant'è che, al 31 dicembre 2022, il patrimonio netto ha registrato un valore negativo di oltre 10 milioni di euro; la sentenza è stata confermata in via definitiva della Corte d'appello; la Procura di Cosenza ha anche contestato al precedente amministratore unico gravi responsabilità nella gestione, ipotizzando reati che vanno dalla bancarotta al falso in bilancio, parlando apertamente di un dissesto irreversibile causato da operazioni dolose; il curatore della liquidazione giudiziaria ha tentato più volte, senza esito, di vendere prima e poi affittare il ramo TPR dell'azienda; l’ultima asta per la vendita del ramo di azienda relativa all'esercizio del trasporto pubblico locale di AMACO è andata deserta ad Aprile 2025; il prezzo per la vendita era stato fissato a 4.275.000 €, ma non è pervenuta alcuna offerta; il programma di liquidazione, inoltre, ha suscitato forti perplessità da parte delle organizzazioni sindacali; la gestione temporanea ha comportato sacrifici significativi per i dipendenti, tra cui anche delle rinunce economiche e, oggi, a fronte di 22 mezzi nuovi, ibridi e diesel, acquistati e destinati a servire il trasporto pubblico locale dell'area urbana cosentina, questi nuovi mezzi restano fermi nei depositi AMACO per problemi burocratici e questo comporta agli autisti di continuare a svolgere il servizio su mezzi vecchi e insicuri; la crisi dell'AMACO rischia di produrre ricadute gravi sui 120 lavoratori con il pericolo concreto di una perdita occupazionale.

Per tutti questi motivi, la gestione della transizione, l'assenza di scelte chiare da parte della Regione stanno alimentando incertezze, sfiducia e attenzione sociale nell’area urbana cosentina. Se non emergeranno soluzioni nell'immediato, si ridurrà al lumicino la speranza di salvaguardare almeno in parte il patrimonio aziendale e i livelli occupazionali, vista la scadenza dell'esercizio delle attività dell'impresa fissata al 30 settembre 25.

Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Presidente della Giunta regionale e, in questo caso, l'assessore regionale trasporti, Gianluca Gallo, per sapere quali necessarie ed urgenti iniziative intendano adottare al fine di garantire i livelli occupazionali e la qualità e il regolare esercizio del servizio di trasporto pubblico locale svolte da AMACO nell'area cosentina. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gallo. Prego.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e Trasporto pubblico locale

Signor Presidente, colleghi consiglieri. Credo che in maniera opportuna il collega Tavernise abbia posto questa problematica. Condivido anche la sua preoccupazione sullo stato di un'azienda della quale ha descritto bene le condizioni a seguito di difficoltà di carattere economico e finanziario che si sono determinate.

Ho ricevuto la delega ai trasporti da qualche mese. Come lei sa, io ho letto la sua interrogazione e al suo interno c'è una valutazione anche sulla condizione della Regione. Non sono d'accordo sulla sua valutazione circa la responsabilità della Regione. La Regione è il committente, la Regione è colei la quale attribuisce alle società che sono concessionarie i chilometri in base anche a una determinazione che proviene, credo, da molto lontano. Nel 2026 ci sarà la scadenza di queste concessioni e si procederà naturalmente ad una nuova gara, rispetto alla quale ci stiamo anche preparando come governo regionale.

La Regione, quindi, conferisce alle società, tra cui AMACO, i chilometri e paga anche l'esercizio. E, quindi, in questa vicenda credo che sia danneggiata tanto quanto lo sono i lavoratori.

Insieme al presidente Occhiuto abbiamo stabilito un principio, rispetto al quale non si può fare un passo indietro, vale a dire la totale salvaguardia dei livelli occupazionali dei 120 dipendenti che sono occupati da AMACO. Questo è il limite invalicabile oltre il quale non si può andare, ed è quello che io ho comunicato, sia al curatore sia ai sindacati, nelle riunioni che ho svolto presso la Cittadella regionale negli scorsi mesi, ad ottobre, poi nel mese di dicembre e infine lo scorso mese di maggio, mi pare il 19 di maggio, riunione nella quale, a seguito anche di una discussione avvenuta alla presenza del sindaco di Cosenza - naturalmente, come lei sa, AMACO è società del Comune di Cosenza che esercita il servizio all'interno del Comune di Cosenza - c'è stata una generale schiarita.

Naturalmente si tratta di situazioni anche delicate perché, come lei sa, c'è una procedura giudiziaria in corso che prevede delle aste - lei puntualmente ha elencato anche le scadenze delle aste all'interno della sua interrogazione - e noi non possiamo intrometterci in questo percorso. Però, il curatore fallimentare ci ha dichiarato che chiaramente si aprirebbe una nuova fase, se non ci dovessero essere privati o altri soggetti interessati e dovesse andare deserta la seconda asta di vendita, con scadenza del prossimo 28 di luglio, 29 di luglio, che mi pare lei citasse mutualmente ad un prezzo di 3.400.000 euro; peraltro, come lei sottolineava in una parte della sua interrogazione, è da discutere e ragionare se in questi 3.400.000 euro rientri anche la concessione sui chilometri che la Regione ha attribuito. Per cui, attraverso il Presidente di COMETRA, che è anche il direttore di Ferrovie della Calabria e che era presente alla riunione, c'è stato da parte di COMETRA un impegno ad assorbire eventualmente sia i chilometri sia i dipendenti per fare in modo che si possa, in quella fase, arrivare ad una gestione che possa essere in equilibrio finanziario, ma che possa essere anche società subentrante che, come lei sa, è una società che congloba più società partecipanti ed esercenti questa attività.

C'è stata anche una novità, nei giorni passati. Lei faceva riferimento ai mezzi che da un paio d'anni erano stati immatricolati o, comunque, erano depositati presso la sede di COMETRA perché appartenenti a COMETRA, rispetto ai quali ci doveva essere un cofinanziamento da parte di AMACO del 10%, con il 90% delle somme che sono messe a disposizione dalla Regione nel programma regionale di ricambio del parco circolante; noi abbiamo investito svariate centinaia di milioni di euro, anche attraverso finanziamenti nazionali ed europei, per rinnovare il parco circolante della nostra regione; per cui in tutti i Comuni - questo lo dico anche a beneficio dei colleghi consiglieri regionali - in tutte le città capoluogo di provincia nelle quali si esercita questo servizio, noi abbiamo di fatto provveduto ad acquistare mezzi elettrici, rinnovando totalmente il parco circolante.

Comunico anche, non c'entra nulla con il provvedimento in discussione, l'arrivo di due nuovi treni Blues in questa settimana, per cui arriviamo ad 11 treni Blues su 12. Nei prossimi giorni provvederemo a presentare alla stampa questi nuovi treni, nell'ambito del rinnovo del materiale rotabile, 37 nuovi treni che porteranno l'età media dei nostri treni in questo quinquennio da 30 a 5 anni. Stiamo tentando di reperire altre risorse per acquistarne altri 3 e portare a 40 i nuovi treni. Questa è stata una digressione, chiedo scusa, per un'informativa al Consiglio regionale.

In questa settimana, negli ultimi giorni, credo mi pare una decina di giorni fa, abbiamo ricevuto una comunicazione da parte di AMACO che è stata autorizzata dal giudice a provvedere a versare il cofinanziamento, per consentire la definizione della pratica relativa a questi nuovi bus, per cui 16 nuovi bus saranno messi a disposizione di AMACO nelle prossime settimane da parte di COMETRA e si procederà anche a metterli su strada, per fare in modo che il servizio, oggi esercitato con mezzi obsoleti e per i quali nutrono ritrosia i cittadini e coloro i quali sono nell'area urbana e utilizzano i mezzi pubblici per il trasporto pubblico locale, sia reso con bus adeguati. Potrebbe essere anche in questo caso una svolta. C’è qualche schiarita all'orizzonte.

Condivido le preoccupazioni. La Regione, comunque, ha il percorso ben chiaro e ritengo che COMETRA farà la sua parte se, come abbiamo detto, il 28 luglio scadrà il termine previsto per la partecipazione a questa nuova asta, senza che ci siano soggetti interessati, naturalmente, a parteciparvi.

Siamo naturalmente in attesa delle evoluzioni. In ogni caso penso che, di qui a qualche settimana, riusciremo a mettere su strada questi nuovi 16 mezzi: questo è già un segnale positivo. Ribadisco: limite invalicabile è il mantenimento dei livelli occupazionali per volontà del Presidente e per volontà mia, come delegato del Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Consigliere Tavernise ha un minuto per la replica.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Ringrazio l'assessore Gallo, quindi ritengo ancor di più importante aver depositato questa interrogazione che ci ha fornito alcuni elementi importantissimi perché, a fine mese, quindi, se la seconda gara andrà deserta, ci sarà praticamente l'assorbimento in Ferrovie della Calabria, prima un tavolo e poi un ipotetico assorbimento.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e Trasporto pubblico locale

Sì, c’è una differenza sostanziale: non sarà Ferrovie della Calabria, che è un socio di COMETRA, ma COMETRA come subentrante al posto di AMACO, sia nei chilometri sia per quanto attiene al personale. Questa è quanto emerso al tavolo che abbiamo tenuto lo scorso 19 maggio, ma naturalmente ribadisco la delicatezza del momento perché sono in corso delle procedure giudiziarie, per cui è un momento delicato e rimaniamo naturalmente in attesa. La differenza è sostanziale: non Ferrovie della Calabria, ma COMETRA.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Va bene, grazie. Ovviamente monitori anche la questione dei 16 bus, perché non è una bella immagine per la città di Cosenza che quei mezzi obsoleti camminino per le strade di un capoluogo di provincia. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 321/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”

PRESIDENTE

Rimettiamo “in bonis” il collega Muraca, a cui cedo la parola per illustrare l'interrogazione 321/12^ “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”. Giusto? Prego, a lei la parola.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Premesso che Scilla, così come tutto il litorale della Costa Viola, è uno dei principali attrattori turistici della Regione Calabria, meta balneare d'eccellenza e presenta uno straordinario patrimonio storico, naturale e paesaggistico, ambito da turisti provenienti dall'Italia e da tutto il mondo, le eccezionali condizioni meteorologiche e le mareggiate che hanno colpito il territorio dal 21 al 24 dicembre 2024 hanno devastato il lungomare, creando ingenti danneggiamenti anche provocando dei problemi sull'attraversamento pedonale e veicolare.

La commissione straordinaria ha chiesto alla Regione Calabria delle risorse, visto che l'ente non riesce a intervenire con risorse proprie. Quello che noi chiediamo, vista l'importanza e che questa Giunta regionale ha sempre dichiarato di mirare in primis sul turismo, cosa potrà fare la Regione Calabria per intervenire sul problema ed eventualmente finanziare le opere di ripristino della costa, importantissima, di Scilla. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Caracciolo, a lei la risposta.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

In merito al quesito posto, si rappresenta che, in relazione agli eventi meteo marini e ai fenomeni meteorologici intensi verificatisi nel Comune di Scilla dal 19 al 24 dicembre 2024, i tecnici dei Dipartimenti protezione civile, infrastrutture e lavori pubblici regionali hanno eseguito dei sopralluoghi per l'accertamento dello stato dei luoghi, sulla scorta delle segnalazioni pervenute dalla Commissione prefettizia che all'epoca gestiva il Comune. All'esito dei disposti sopralluoghi, l'intervento di mitigazione del rischio idrogeologico del costone roccioso sottostante il castello Ruffo e del tratto di lungomare Monacena, per un importo pari a 333.241 euro, è stato inserito tra quelli del programma di mitigazione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza in aree di pregio paesaggistico, ambientale e storico culturale archeologico e finanziati con decreto del Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici numero 8351 del 10 giugno 2025. Lo scorso 17 giugno, quindi, è stata stipulata la convenzione con il Comune e disposto l'avvio delle attività ai fini dell'esecuzione dei lavori. Relativamente agli interventi di protezione civile, si rileva che l'evento emergenziale di che trattasi è da inquadrare comunque nella tipologia di quelli da fronteggiare dai singoli enti, ai sensi della lettera a), comma 1, del decreto legislativo 1/2018 del Codice di procedura civile.

PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Muraca, vuole replicare? Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Chiaramente, questo è quello che è avvenuto e di cui noi eravamo già a conoscenza. Quello che chiediamo è differente.

Proprio la Commissione prefettizia - giustamente, la dottoressa l’ha citata - ha chiesto un intervento estremamente più incisivo perché c'è un'erosione anche all'interno del lungomare e c'è la possibilità di caduta di massi dal castello Ruffo. Chiaramente, quello che noi chiediamo alla Regione Calabria, e che chiede il Comune di Scilla, è un intervento molto più importante. Mi pare che ci sia una stima di 4.000.000/4.500.000 di euro che, all'epoca, la Commissione prefettizia ha chiesto alla Regione Calabria. Perciò, per quanto mi riguarda, la risposta non è quella che mi aspettavo oggi. Spero che si possano trovare le risorse e investire su un Comune così importante per la Calabria e per la provincia di Reggio.

PRESIDENTE

Grazie. Assessore, vuole intervenire sul punto precedente? Ne ha facoltà.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Intervengo solo per dire che il sopralluogo è stato eseguito direttamente dall'ingegnere Moroni che ha condiviso con la Commissione straordinaria gli interventi da fare per mettere in sicurezza l'area.

Interrogazione a risposta immediata numero 345/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Quindi, a lei la parola per la successiva interrogazione, collega Muraca.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Velocemente, Presidente. Sempre rispetto alle frane avvenute pochi mesi fa: l'SP2 è totalmente chiusa al transito, nell'SP2 bis, invece, la frana ha chiuso una carreggiata della strada per poter arrivare a Delianuova e Cosoleto e c'è il rischio che anche questa possa essere chiusa totalmente. Capirete bene che c’è il rischio di isolamento di un intero territorio che non potrà raggiungere il centro abitato, gli ospedali, l'autostrada, eventualità gravissima per la collettività.

Tra l'altro, la Città metropolitana ha già finanziato un intervento dall’APQ chiedendo alla Regione Calabria un ulteriore finanziamento di quattro milioni e mezzo, perché con il passare del tempo e l'aumento del prezziario regionale – cosa che sicuramente l'Assessore saprà - non si riuscirà a definire l'opera.

Perciò, chiedo alla Regione Calabria, non solo se c'è la possibilità di intervenire immediatamente per ripristinare l'area e dare modo ai cittadini di poter raggiungere sia l'autostrada sia l'Ospedale, senza rimane isolati, ma anche se ci sia la volontà e la possibilità di finanziare gli ulteriori quattro milioni e mezzo - se non ricordo male - per definire l'opera già “cantierizzata” dalla Città metropolitana. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore, prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Occorre preliminarmente distinguere tra gli interventi di opere stradali infrastrutturali e gli interventi di mitigazione dei fenomeni franosi che interessano i tracciati stradali.

Per quanto attiene al finanziamento delle opere stradali infrastrutturali, l'intervento di adeguamento strada provinciale Delianuova A3, svincolo Gioia Tauro, è inserito nell'Accordo di programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto, sottoscritto nel 2002, con copertura a valere su delibere CIPE. I lavori, per quanto desumibile in atti, sono realizzati per circa il 95% e sono fermi da tempo per contenziosi insorti con l'appaltatore.

La somma richiesta, sempre per quanto emerge dagli atti disponibili, risulta necessaria per procedere all'aggiornamento/revisione progettuale al fine di attualizzare l'elenco prezzi per il successivo riappalto, conseguenza del lungo tempo intercorso dal finanziamento concesso. Allo stato attuale le risorse finanziate, destinate alla realizzazione di interventi analoghi, sono vincolate a opere già programmate, tuttavia, trattandosi di lavori di completamento, è in corso l'interlocuzione con il Dipartimento programmazione affinché si riesca a dare copertura economica all'intervento, al fine di valorizzare quanto già realizzato. In ogni caso, nell'ambito delle costanti interazioni con la Città metropolitana, si terrà conto della richiesta avanzata nei futuri programmi di finanziamento, ferme restando le regole di sostenibilità che le diverse fonti di finanziamento pongono alla base dell'ammissibilità.

In relazione al finanziamento degli interventi in materia di difesa del suolo, a fronte di appositi stanziamenti ministeriali che periodicamente provvedono a dare copertura finanziaria, il riferimento è dato dal DPCM 27 settembre 2021, avente ad oggetto “Aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell'entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione rischio idrogeologico” e dal DPCM 14 luglio 2016 “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico”, ai quali, per legge, tutti gli enti territoriali devono attenersi per l'accesso ai relativi finanziamenti, presentando la necessaria documentazione all'Ufficio addetto, all'Assessorato, al Dipartimento lavori pubblici.

Per quanto sopra, il Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, al fine di supportare i Comuni nella presentazione delle istanze, ha anche redatto delle specifiche istruzioni operative che sono appositamente pubblicate sul sito istituzionale della Regione Calabria, indicando tutta la documentazione necessaria per la presentazione delle istanze. Tale iniziativa è stata resa nota già dal 13 novembre 2023 e inviata mediante PEC a tutti i Comuni, Province e Città metropolitana.

In passato, peraltro, la Città metropolitana di Reggio Calabria è stata più volte invitata, da ultimo con nota numero 269190 del 16/04/2024, nelle proprie articolazioni competenti, cioè Settore difesa del suolo e Settore viabilità, a produrre proposte progettuali da sottoporre a richiesta di finanziamento per la risoluzione di problematiche di dissesto idrogeologico, in generale, e, in particolare, quelle afferenti alle infrastrutture di trasporto.

A fronte di ciò, ad oggi, per quanto agli atti, non risultano pervenute richieste di finanziamento per la messa in sicurezza della strada provinciale 2 e della strada provinciale 2 bis.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire per replica il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Chiaramente non ho la documentazione, ma non mi risulta questa situazione.

La Città metropolitana ha richiesto formalmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, alla Regione Calabria, le risorse per l'intervento di cui prima.

Non ho portati i documenti, la richiesta ufficiale che ha fatto la Città metropolitana in quanto titolare della strada di cui abbiamo parlato, l’SP2. La richiesta è stata fatta, non so se fossero risorse del dissesto, ma sono state chieste direttamente sia alla Regione sia che al Ministero. Suppongo che sia stato sbagliato l’indirizzo, ma chi ha ricevuto la PEC avrebbe potuto girarla a chi di competenza. Non penso che la burocrazia possa permettere che un territorio resti isolato o che un'ambulanza o i vigili del fuoco non possano arrivare a Delianuova. Io penso che la vita dei Calabresi venga prima della burocrazia. L'istanza c'è e io sono pronto a depositarla, se dovesse servire. Se poi è un aspetto burocratico, un problema rispetto a chi è stata indirizzata l'istanza tra un ufficio e un altro, penso e spero che sia superabile.

PRESIDENTE

Assessore, vuole rispondere? Prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Dottore, non si tratta di burocrazia, si tratta di un sistema che è stato previsto da una legge nazionale a cui tutti gli enti si devono attenere. È un sistema che regolamenta l'accesso a questi fondi, è proprio un sistema, quindi, la PEC che gli Enti mandano al Ministero, a Roma, alla Regione non va bene, bisogna adeguarsi a questo sistema. Lo sanno, ne abbiamo parlato, abbiamo anche programmato una riunione - la terrò a breve - per spiegarlo ancora meglio. Questo è il metodo corretto per accedere a queste risorse. Purtroppo, lo prevedono una legge nazionale e un decreto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Assessore, mi perdoni, ma sono passati 6/8 mesi dalla frana sull’SP2, non possono essere questi i tempi perché non è una situazione ordinaria, è una situazione straordinaria. Perciò la prego di favorire il dialogo per far sì che la Città metropolitana non sbagli, anche se mi sembra assurdo che, pur nell’eventualità che ci sia stato un errore, essendoci un rischio concreto per la collettività, siano passati otto mesi. Spero, a questo punto, che si possa accelerare.

Interrogazione a risposta immediata numero 364/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Tavernise, D. Bevacqua, A. Lo schiavo: “Mancato finanziamento del Bonus Affitti e iniziative della Regione Calabria a tutela dei nuclei familiari in disagio abitativo”

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla prossima interrogazione, alla 364/12^ a firma dei consiglieri Tavernise, Bevacqua, Lo Schiavo: “Mancato finanziamento del bonus affitti e iniziativa della Regione Calabria e tutela del nuclei familiari con disagio abitativo”.

Consigliere Tavernise, a lei la parola.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Grazie, presidente Mancuso.

Assessore Caracciolo, questo argomento è molto sentito da centinaia se non, addirittura, migliaia di famiglie calabresi, perché, nonostante esista un fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione - nel 2022 era stato finanziato per 330 milioni di euro - la legge di bilancio per il 2023 del Governo Meloni non ha confermato le cifre precedenti. Questo ha causato a una drammatica interruzione di un sostegno essenziale per migliaia di famiglie in Calabria. Se a questo aggiungiamo il fatto che in Calabria molti Comuni hanno comunque proceduto alla pubblicazione dei bandi per il sostegno ai canoni di locazione, sia nel 2023 sia nel 2024, oggi ci troviamo nella situazione in cui quasi tutti i Comuni calabresi hanno realizzato delle graduatorie, con tanto di nomi e cognomi, con centinaia di famiglie che stanno aspettando un supporto economico, così come è successo in tutti gli anni, però purtroppo questo supporto economico ad oggi non è arrivato per scelta del Governo nazionale; purtroppo, devo assolutamente dire che l’attuale Governo nazionale sta completamente tralasciando e abbandonando il ceto sociale più povero, il ceto sociale più debole. Posso capire - mi riferisco ai colleghi di Fratelli d'Italia - una battaglia ideologica nei confronti del reddito di cittadinanza - va bene -, però addirittura non rifinanziare il sostegno al bonus affitti per le Regioni italiane penso che sia un'assoluta vergogna. Ora, alcune Regioni, come l’Emilia-Romagna, assessore Caracciolo, si stanno muovendo con la sottoscrizione di un protocollo per la riduzione del disagio abitativo 2025 - 2026. Come consiglieri di opposizione, io insieme ai colleghi Bevacqua e Lo Schiavo, dopo diverse segnalazioni da parte di famiglie, abbiamo quindi deciso di depositare queste interrogazioni per capire se la responsabilità sociale e politica di questa emergenza possa essere in qualche modo assorbita o presa in considerazione da parte della Regione Calabria e della sua Giunta, per cercare in qualche modo di prevedere lo stanziamento di risorse regionali per finanziare il bonus affitti. Grazie.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Intanto voglio precisare una cosa: il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso delle abitazioni in locazione, ex legge 431 del 1998, non è stato sempre finanziato; è stato sicuramente finanziato e anche con risorse importanti nel periodo Covid, ma ho controllato gli ultimi 10 anni e ho visto che nel 2015, 2016, 2017 e 2018, per esempio, non ha ricevuto alcun finanziamento e nel 2019 è stato finanziato con fondi veramente irrisori. Durante il periodo Covid, negli anni 2020, 2021 e 2022 è stato finanziato con fondi abbastanza sostenuti, tant'è che i fondi del 2022 sono stati sufficienti anche per erogare il 2023. Ho controllato, poi, il protocollo che voi avete citato ed è riferito a un altro fondo, quello per la morosità incolpevole, e dai dati che siamo andati a vedere nel 2023 - sono gli ultimi dati utili diramati dal Ministero dell'Interno - in Calabria sono soltanto 153 i provvedimenti di sfratto per morosità. Perché glielo dico? Perché poi il fondo viene tarato dalle Regioni, erogato in base ai provvedimenti di sfratto.

Adesso invece noi parliamo di quest'altro fondo. Con l'articolo 11 della legge 9 dicembre 1998 numero 431, è stato istituito il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Col successivo decreto del Ministero dei lavori pubblici, 7 giugno 1999, sono stati fissati i requisiti minimi necessari per beneficiare del contributo e i criteri per la determinazione dell'entità dei contributi stessi in relazione al reddito familiare e all'incidenza sul reddito medesimo del canone di locazione. Ai sensi del comma 1 del citato articolo 11, la dotazione annua è determinata dalla legge finanziaria che, avendo riguardo all'ultimo decennio, ad eccezione del periodo Covid in cui sono state erogate risorse che hanno consentito di far fronte alle necessità del 2023, non sempre le ha previste, come nel caso del triennio 2016 – 2018 o le ha previste in modo insufficiente. Per l'anno in corso sono state avviate, peraltro, varie iniziative, come quella a cui si è fatto cenno in relazione alla risposta all'interrogazione numero 333/12 (Fondo per la morosità incolpevole in misure di contrasto agli sfratti in Calabria). Nell'occasione è stato evidenziato che nel corso dell'iter finalizzato all'adozione del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto col Ministro dell'economia e delle finanze è stata chiesta, in sede di riunione tecnica di coordinamento, la possibilità già in passato concessa, di far confluire le eventuali risorse non spese nel Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, tenuto conto che le richieste di accesso al fondo per la morosità incolpevole, che prevedono di norma requisiti stringenti oltre al basso reddito ISEE, (contratto di locazione regolarmente registrato, sussistenza, stato di bisogno, assenza da parte del nucleo familiare di diritto di proprietà, usufrutto, uso, abitazione nella provincia di residenza di altro immobile) si rivelano spesso esigue; quindi, queste richieste sono talmente poche per cui questi fondi noi abbiamo chiesto che venissero dati per implementare l'altra norma. Inoltre, è in corso da parte del Dipartimento programmazione regionale una interlocuzione con i servizi della Commissione Europea per l'attivazione nell'ambito delle misure volte a promuovere l'integrazione sociale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, compresi gli indigenti e i bambini del PR Calabria 2021 - 2027 di interventi diretti a favorire l'integrazione sociale delle persone in condizioni di maggiore vulnerabilità socio-economica, tra cui gli indigenti o persone molto lontane dal mercato del lavoro, anche attraverso azioni finalizzate alla gestione delle insolvenze e delle morosità dei canoni di locazione, mediante l'erogazione dei contributi a fondo perduto, nonché per il sostegno a servizi abitativi e socio assistenziali.

Quindi diciamo che stiamo provvedendo e, probabilmente, a breve faremo un bando per l'anno in corso.

Infine, si ritiene utile evidenziare che la Regione Calabria, oltre alle politiche della casa, porta avanti svariate azioni finalizzate a supportare le famiglie in condizioni di disagio non solo sociale ma anche economico, con più fondi dedicati ed afferenti ad altri Dipartimenti.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Ha facoltà di intervenire per replica il consigliere Tavernise.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Assessore, la ringrazio, è stata molto esaustiva. Volevo sapere se lei già adesso è in grado di dirmi, più o meno, di che cifra stiamo parlando e, se comparata rispetto alle cifre che sono state stanziate dal Governo negli anni passati, si riesce ad ottenere una copertura più o meno totale delle domande presentate negli anni passati. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, Assessore.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Non so se sono in corso interlocuzioni, ma noi riteniamo di sì, che ci siano le risorse o comunque che riusciremo a far fronte efficacemente a questa necessità.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Ovviamente, sempre in riferimento alla chiusura di quest'anno, nel senso, bando del 2025 per il 2024?!

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Per il 2025, per l'anno in corso. Per il prossimo anno, da quello che so io, il Governo dovrebbe provvedere.

Interrogazione a risposta scritta numero 313/12^ di iniziativa dei consiglieri R. Mammoliti, A. Lo Schiavo: “In merito alla liquidazione degli undici Consorzi di Bonifica ed alla mancata erogazione del TFR ai lavoratori collocati in quiescenza”

PRESIDENTE

Proseguiamo con le interrogazioni a risposta scritta, ex articolo 121 del Regolamento interno. La prima è l'interrogazione 313/12^ a firma dei consiglieri Mammoliti e Lo Schiavo: “In merito alla liquidazione degli 11 consorzi di bonifica e alla mancata erogazione del TFR ai lavoratori collocati in quiescenza”.

Nelle more dell'avvio della seduta consiliare, è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.

Vuole intervenire e cedo la parola all'interrogante. Prego.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie Presidente. Intervengo molto brevemente.

La risposta l'ho letta e ritengo, lo dico con grande senso di responsabilità, che in questi 12 mesi, purtroppo, non ci sia stata un'azione adeguata, congrua per garantire ai Consorzi l'effettiva liquidazione del trattamento di fine rapporto dei lavoratori, ad eccezione di alcuni (il consorzio Ionio Crotonese e l'altro Jonio regino). Ora, i Commissari insistono sul fatto che con la riscossione dei ruoli scaduti si possa procedere al pagamento, altrimenti si rischia - questa è la preoccupazione che volevo offrire all'Assessore e mi auguro che si attivi coerentemente per evitarla - questa ipotesi che sarebbe veramente ingenerosa e non in grado poi di garantire la liquidazione del trattamento di fine rapporto lavoro; ciò significherebbe affidare una liquidazione al Consorzio unico che porterebbe ad una gestione separata che non metterebbe nelle condizioni il Consorzio di poterli effettivamente liquidare. Quindi, auspico e sollecito l'assessore ad intervenire politicamente per verificare la possibilità di individuare delle risorse congrue e necessarie per consentire ai lavoratori che hanno lavorato per 30/40 anni di ricevere la giusta e adeguata liquidazione del trattamento di fine rapporto lavoro. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Cedo la parola all’assessore. Prego, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale 

Grazie, Presidente. È un tema, questo del TFR, degli ex lavoratori del consorzio di bonifica che ci occupa tanto tempo. È opportuno - lo voglio ribadire senza ipocrisie - anche che il Consiglio regionale se ne occupi e che ci siano dei consiglieri che sollevino la vicenda, perché questo dà modo anche di chiarire alcuni aspetti.

Nel corso degli anni, la Regione ha versato ai consorzi ingenti risorse nel settore della forestazione. Si è creato un vulnus perché la Regione ha fornito ai Consorzi il personale, lo ha pagato e poi ci sono stati anche dei contenziosi che, peraltro, nella fase finale di vita dei consorzi, sono stati chiusi con delle transazioni; infatti, a seguito dei lavori di una Commissione che è stata istituita presso il Dipartimento agricoltura, è venuto fuori che comunque la Regione ai Consorzi aveva versato delle somme e i Commissari o i Presidenti dei Consorzi in quella fase hanno sottoscritto delle transazioni.

Quindi la Regione, nel corso degli anni, ha versato ai Consorzi le risorse che avrebbero dovuto essere accantonate per i TFR.

Questi TFR, in alcuni casi, non sono arrivati ai lavoratori. Si tratta di circa 200 lavoratori che hanno avuto in parte degli acconti, quasi tutti nell’area nord della Calabria, perché quasi tutti o in gran parte sono in quell'area.

Con un provvedimento che la maggioranza di questo Consiglio regionale ha assunto il 28 novembre 2023, la Regione rimetteva ai Consorzi le risorse del settore forestazione.

In molti casi i Consorzi erano schiacciati dai pignoramenti presso terzi per cui le somme non giungevano ai lavoratori, cito ad esempio: la mensilità di gennaio 2023 e di settembre 2023 per il consorzio di bonifica di Trebisacce; il consorzio di bonifica dei bacini meridionali del Cosentino, quindi il Consorzio di bonifica di Cosenza, in cui anche ci furono dei pignoramenti che impedirono il trasferimento delle somme o, comunque, nel momento in cui le somme furono trasferite, furono pignorate da parte di terzi creditori.

Ci fu, quindi, un'assunzione forte di responsabilità da parte del presidente Occhiuto e del sottoscritto, che proponemmo al Consiglio regionale una norma che il Consiglio regionale, questa maggioranza, votò, assumendosi una grande responsabilità, sul trasferimento alla Regione, in particolare a Calabria Verde, dei lavoratori dei Consorzi di bonifica del Settore forestale. Questo cosa ha comportato? Ne abbiamo parlato più volte in Aula col consigliere Mammoliti, al di là delle valutazioni se poi un giorno i consorzi di bonifica riusciranno a trasferire alla Regione queste risorse. Mi spiego meglio, perché credo che sia necessario spiegare ai colleghi consiglieri, che magari non sono tecnici della materia: poiché la legge prevede che l'ultimo datore di lavoro paghi per intero il trattamento di fine rapporto ai lavoratori, salvo poi rivalersi nei confronti degli altri datori di lavoro. Chiaramente la Regione accetta un grande rischio: finanzia Calabria Verde, che provvede a pagare il TFR come sta facendo. Nelle prossime settimane, voglio annunciare, saranno pagati TFR almeno fino a maggio 2024, quindi recupereremo un altro anno - questa è una notizia che devo ai colleghi consiglieri - con una rimessa di 15 milioni che è stata fatta nei giorni passati da parte della UOA Forestazione a Calabria Verde. È chiaro che Calabria Verde non riuscirà a recuperare queste risorse dai Consorzi di bonifica, perché solo un consorzio di bonifica ha trasferito a Calabria Verde le somme accantonate per il TFR (500.000 euro, mezzo milione di euro da parte del consorzio di bonifica dei bacini dello Ionio meridionale, Consorzio di bonifica di Crotone).

Tutti gli altri non hanno trasferito accantonamenti di somme o di risorse. Si tratta di circa 1100 lavoratori, una media di 40/45 mila euro a TFR, per un totale di circa 50 milioni di euro ai quali stiamo facendo fronte. Rimane una parte, vale a dire i lavoratori che sono andati in pensione prima di quel 30 novembre 2023, rispetto ai quali alcuni consorzi non hanno fatto fronte al dovere del pagamento del TFR.

E, allora, primo: la Regione ha versato queste risorse; secondo: i Commissari liquidatori continuano a riscuotere i tributi consortili fino al 31 dicembre 2023, quindi tutti i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2023; alcuni consorzi, quindi, in particolare quelli del sud della Calabria, quelli del reggino, stanno facendo fronte alle loro obbligazioni nei confronti dei lavoratori. Pertanto, questa emergenza nel reggino, consigliere Giannetta, non c'è come nell'area nord della Calabria. Chiaramente nell'area nord della Calabria - è agli atti anche la relazione del Commissario liquidatore Zuppo - c'è una situazione debitoria molto più ampia, circa 250-300 milioni di euro da parte di quei consorzi di bonifica, ma i lavoratori che devono percepire il TFR sono creditori privilegiati essendo lavoratori, per cui avranno una corsia privilegiata. In ogni caso, voglio dire al consigliere Mammoliti, ma anche a questi lavoratori che la Regione si è accollata 50 milioni di euro di TFR che probabilmente mai recupererà dai consorzi di bonifica, anzi quasi sicuramente mai recupererà.

Questi lavoratori assommano circa 13 milioni di euro di crediti, quindi una inezia rispetto a quello che ci siamo assunti come responsabilità se, come riferito qualche minuto fa, noi abbiamo rimesso a Calabria Verde 15 milioni di euro in questi giorni per pagare quei TFR; quindi non è una questione di cifre o di somme alle quali noi faremmo fronte facilmente, è una questione di procedimento in una procedura di liquidazione, perché c'è il tema della par condicio creditorum, cioè noi non possiamo trasferire queste risorse ai Commissari liquidatori affinché i Commissari liquidatori paghino quei lavoratori e non altri creditori. È un problema giuridico, non è un problema di somme di necessità per sfuggire alle responsabilità. È chiaro che è un problema articolato, non di facile comprensione, ma rispetto al quale noi cercheremo di trovare tutte le soluzioni possibili, perché capiamo benissimo che questi lavoratori hanno diritto ad essere pagati.

Per cui, consigliere Mammoliti, è stato opportuno che lei abbia illustrato questa interrogazione anche se ha ricevuto risposta scritta. La ringrazio per aver fatto in modo che mi trattenessi perché così c'è stato un chiarimento, come ha visto, senza polemiche, in maniera molto molto chiara.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.

Ha chiesto di intervenire per replica il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Ringrazio veramente l'Assessore per essersi fermato, perché è una problematica per me molto seria e molto sentita, come penso sicuramente anche per l'assessore, per il Governo e per tutti i consiglieri, sicuramente. Capisco anche la discussione e la terminologia utilizzata in merito alla problematica, Assessore, però per un lavoratore che ha lavorato per quarant'anni non “è un'inezia” come la definisce lei; un lavoratore che ha lavorato per 35, 40 anni e non percepisce il TFR, al di là dell'inezia, al di là della difficoltà tecnica, vuole sapere quando gli sarà riconosciuta la liquidazione del trattamento di fine del rapporto lavoro.

Caro assessore, le chiedo un impegno adeguato e appropriato perché, ripeto, questi lavoratori, che hanno lavorato per 30, 40 anni, non percepiscono la liquidazione del loro trattamento di fine rapporto e vi posso garantire che, poiché li conosco come li conosce sicuramente lei, ci sono persone che avanzano 70-80 mila euro.

Non sono delle inezie per queste famiglie e per questi lavoratori, sono cifre considerevole. È molto importante, assessore, non sottovaluti questo aspetto.

Poi, naturalmente, le debbo dare atto di stare diventando il maggiore interprete della narrativa di questo governo regionale, perché ho visto che anche sull'autobus si prende il merito del loro finanziamento quando la Regione non ha messo un euro, ma sono stati finanziati dal Ministero. Quindi prendo atto di questo. Però, assessore, le chiedo gentilmente un impegno adeguato e straordinario per vedere come fare fronte a questa liquidazione che rappresenta un aspetto essenziale, importante e di rispetto per coloro i quali hanno prestato attività lavorative per quarant'anni e hanno consentito alla Regione di avere un immenso patrimonio boschivo. Grazie.

Interrogazione a risposta scritta numero 349/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, F. Iacucci: “Crisi idrica e comparto agricolo di Rocca Imperiale/Trebisacce”

PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione numero 349/12^, a firma dei consiglieri Bevacqua e Iacucci: “Crisi idrica e comparto agricolo di Rocca Imperiale/Trebisacce”. Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale. Il consigliere Bevacqua ha chiesto di illustrarla. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Intervengo perché questo è un argomento molto sentito da quella parte del territorio della provincia di Cosenza, perché parliamo di un territorio che ha una produzione importante di agricoltura, se pensiamo al limone IGP di Rocca imperiale e a tutta la produzione agricola che esiste in quel territorio. La risposta che mi è prevenuta e che ho letto poco fa non mi lascia per nulla soddisfatto, perché mi sembra una risposta predisposta dal consorzio di bonifica, dal dottor Giovinazzo, ma non mi sembra che ci sia la consapevolezza delle difficoltà che ci sono in quel territorio in questi giorni.

Ho avuto modo di incontrare, insieme ai colleghi Mammoliti e Muraca, prima dell’inizio della seduta, alcuni operatori agricoli interessati al problema che sono fortemente preoccupati dalla mancanza di acqua in quel territorio. Credo che il lavoro svolto dall’assessore Gallo e dal presidente Occhiuto non sia per nulla stato sufficiente in questi in questi mesi per tentare di risolvere un problema che non nasce oggi su quel territorio, ma che è presente da diversi anni. Quindi un problema, quando permane e persiste, richiede un'azione politica forte, incisiva, capace di trovare soluzioni adeguate, che non siano sempre parziali o temporanee, ma che siano definitive o che siano quantomeno sufficienti a dare risposte a quei territori, agli operatori agricoli, soprattutto, che oggi vivono un momento di grande difficoltà, di grande emergenza dovuta alla siccità e, appunto, al problema di carenza idrica. L’assessore Gallo e il presidente Occhiuto avrebbero dovuto in questi mesi, più che affidare al dottor Giovinazzo il governo dei processi, aprire una interlocuzione istituzionale forte con le Regioni confinanti come la Puglia e la Basilicata, chiamando in causa Acque del Sud che gestisce appunto la diga del Monte Cutugno, per tentare di aumentare i metri cubi oggi non sufficienti. Caro assessore Gallo, so che anche lei ha tenuto degli incontri in quelle zone, ma vuol dire che o non vi siete capiti o c'è una difficoltà oggettiva nel trovare una soluzione o, ancora, c'è una mancanza di interlocuzione e di relazione con le due Regioni che possono dare un contributo per risolvere questo problema. Da quello che mi risulta, in quel territorio ci sono oggi disponibili e ci dovrebbero essere 4 milioni di metri cubi d'acqua e c'è la necessità invece di averne 7 milioni.

Volevo evidenziare questo all'assessore Gallo al presidente Occhiuto, perché ho notato, dopo aver avuto anche incontri con tante Istituzioni di quei territori, questa assenza di capacità di relazionarsi con chi poteva darci una mano. Siamo Regioni solidali, Calabria, Puglia, Basilicata, e spesso abbiamo fatto così insieme; in questo caso, ho notato questa mancanza di capacità di relazioni tali da poter trovare una soluzione al problema. Poi, il problema non si affronta, caro assessore Gallo, quando nasce l'emergenza! La programmazione si fa durante l'anno e si deve capire che oggi quel territorio, per quello che rappresenta in termini di qualità, di potenzialità, ha bisogno di una assistenza maggiore, di una capacità, da parte di chi governa i processi, di avere una programmazione adeguata durante l'anno perché ci sono periodi bassi e periodi di grande richiesta; questo lavoro, caro assessore Gallo, non lo abbiamo notato. Ho letto tutti i passaggi, la delibera che ha mandato il direttore del Consorzio, Commissario o direttore, - il dottore Giovinazzo adesso è commissario o è direttore? non ricordo adesso – in cui ha spiegato tutti i passaggi che ha fatto, ma non ho trovato una risposta delle Istituzioni calabresi, tale da poter dire che abbiamo in questi mesi svolto anche un ruolo di mediazione, di interlocuzione con le Regioni vicine. Questo è mancato. Non l'ho riscontrato e io chiedo all’assessore Gallo di partecipare con me ad un convegno regionale del mio Gruppo consiliare che organizzeremo nei prossimi giorni a Rocca Imperiale. Vorremmo che lei partecipasse insieme a noi a questa iniziativa per tentare di governare i processi non per strumentalizzare. Noi non siamo abituati a strumentalizzare i problemi, però abbiamo colto questo grido d'allarme che proviene da quella parte del territorio della provincia di Cosenza, parte estrema della Calabria. Quindi, io vorrei che lei insieme a noi, insieme al presidente Occhiuto, si facesse carico di questa problematica perché, anche grazie alle nostre relazioni, se necessario, con la Puglia e con la Basilicata, si riesca a dare ossigeno, speranza e risposte a chi oggi vive momenti di grande difficoltà.

Stamattina un imprenditore agricolo ci diceva che da una settimana non riesce ad avere acqua per poter annaffiare la sua proprietà; quindi, questo è un tema importante. Pregherei, appunto, l’assessore Gallo di farsene carico e insieme a noi partecipare ad un prossimo incontro che organizzeremo come Gruppo regionale in quella realtà.

PRESIDENTE

Grazie. Assessore Gallo, a lei la parola.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Ringrazio il collega Bevacqua. Sono consigliere regionale, non sono stato sempre assessore, e credo molto nel protagonismo dei consigli regionali e anche nel sindacato ispettivo. Il consigliere Bevacqua pone un tema sul quale, naturalmente, chi è consigliere regionale o è stato consigliere regionale non può avere le informative giuste anche perché - ha ragione ed è opportuno che mi sia fermato - nella informativa e nella risposta elaborata dal consorzio di bonifica non traspaiono alcuni aspetti.

È una risposta giustamente tecnica e poco politica. Senza polemiche, perché lei non è stato polemico e quindi colgo anche soprattutto al 100 per cento il dato positivo della sua richiesta, le voglio però narrare che qualche anno addietro, nel 2017, ci fu un Accordo di Programma - il collega Molinaro, all'epoca Presidente dei Coldiretti, lo ricorderà - che fu sottoscritto da alcune Regioni del Sud, Puglia, Basilicata e anche Molise, e a questo Accordo di Programma non partecipò la Calabria; quindi, c'è già un tavolo nel sud, anche per la società Acque del Sud, che vede esclusa la nostra Regione anche come interessata, sia pure per questo aspetto che riguarda l'alto ionio cosentino. Ci siamo trovati, un mesetto e mezzo fa, con una riduzione della quantità di acqua che proveniva dalla Basilicata verso quell'area dell'alto jonio cosentino, ridotta da 7 milioni di metri cubi di dotazione annua a zero, per cui non avrebbero dovuto darci acqua.

Il Commissario Giovinazzo ci ha immediatamente informato. Io vengo dalla sua stessa scuola, onorevole Bevacqua; prima il Presidente del Consiglio regionale mi chiedeva da quanti anni la conosco e se noi ci capiamo. La conosco da 36 anni, da quando abbiamo iniziato a fare politica, e siccome la conosco da 36 anni, noi ci capiamo bene e io ho capito, come ha capito lei, che l'interlocuzione era di natura politica.

Per cui sono immediatamente salito dal Presidente, era sera tardi e il Presidente ha ipso facto telefonato al collega Bardi, Presidente della Regione Basilicata. Questa telefonata ha comportato, da parte del Consorzio di bonifica unico della Basilicata, immediatamente uno sblocco della situazione con una erogazione di 4 milioni di metri cubi d'acqua; quindi, poco più del 50% dell'erogazione dello scorso anno, tanto per cominciare. Questo ha, inoltre, comportato un'erogazione di circa 330 litri d'acqua al secondo in una prima fase, di cui 70 destinati all'idropotabile e 260 destinati invece alla somministrazione idrica a fini irrigui.

Abbiamo monitorato quotidianamente questi flussi. C'è un contatore in uscita dalla Regione Basilicata e un contatore in entrata da noi. Abbiamo verificato che in alcuni giorni i flussi erano in netta diminuzione rispetto ai 330 litri al secondo, per cui ci siamo attivati - in questo caso io con il mio collega assessore regionale agricoltura della Basilicata, Cicala - sollevando la questione e dicendo che qualcosa non ci quadrava se dai previsti 330 litri al secondo ci trovavamo in ingresso 170-180 litri al secondo. Abbiamo avuto una crisi in quel momento nell'area di Rocca imperiale. Abbiamo comunicato, abbiamo protestato, ci siamo interfacciati dal punto di vista politico con il collega Cicala e anche col presidente di Acque del Sud e hanno compreso che probabilmente era necessario aumentare l'erogazione; per cui da qualche giorno l'erogazione è passata da 330 litri al secondo a 430 litri al secondo. In questa fase, in questo momento storico, al di là delle preoccupazioni, in questi giorni, stiamo monitorando quotidianamente con i dipendenti del Consorzio di bonifica: ci sono due o tre dipendenti del Consorzio di bonifica che sono destinati a controllare quotidianamente proprio quell'area e a verificare, istante per istante, minuto per minuto, qual è il flusso d'acqua verso l'area settentrionale della nostra regione, quindi per i Comuni di Rocca imperiale, Montegiordano e Amendolara, fino a Trebisacce, per essere chiari; in questi ultimi giorni l'erogazione è stata di 430 litri d'acqua al secondo.

Quindi, in questa fase, c'è una maggiore tranquillità. Dovremo passare a una seconda fase, nella quale peraltro chiederemo ulteriori erogazioni perché riteniamo, in base ai conteggi fatti dal consorzio di bonifica, che i 4 milioni di metri cubi ci consentano di arrivare fino alla fine di agosto e noi invece avremo un'esigenza di irrigazione anche per i mesi di settembre-ottobre, come è stato negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Ecco perché la situazione è monitorata quotidianamente e c'è un altissimo livello di attenzione anche da parte del Presidente della Regione perché, chiaramente, capiamo che chi ha fatto per anni sacrifici, investendo nel settore agricolo e, magari, è riuscito ad avere una piccola proprietà di limoneto, negli anni ha dato benessere - il riconoscimento dell'IGP per il limone di Rocca Imperiale ha significato tanto per quell'area, anche in termini di economia - e non può rischiare di perdere queste produzione; quindi, vigileremo quotidianamente perché noi sul problema abbiamo sensibilità e mi dispiace, collega Bevacqua, - lei mi conosce bene e sa bene il livello di attenzione elevato anche su queste problematiche, venendo da molto lontano come lei - che le sia stato trasmesso da qualche Istituzione del territorio che c'è un basso livello di attenzione.

Mi dispiace questo perché sono problematiche che non hanno colore politico e credo che la colorazione politica, in questo momento, non aiuti; credo che non ci sia bisogno di questo, ma può darsi che sia una mia percezione e non una situazione reale. Per cui le volevo dire che c'è un livello di attenzione adeguato e noi continueremo a monitorare la vicenda, perché naturalmente non potremo rischiare di perdere un patrimonio e di farlo perdere a chi in quell'area ha investito tanto, per una banale - devo dire banale - mancanza d'acqua, rispetto alla quale naturalmente continueremo col presidente Occhiuto a fare i passi giusti e adeguati sia verso Acque del Sud, sia verso il consorzio unico di bonifica della Basilicata, sia naturalmente verso l'assessore Cicala, assessore regionale agricoltura della Basilicata, sia verso il presidente Bardi.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta scritta numero 353/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, E. Alecci, Amalia Bruni, F. Iacucci, R. Mammoliti, G. Muraca: “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle Regioni dell'obiettivo europeo ‘Convergenza’”

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione, la numero 353/12^, a firma dei consiglieri Bevacqua, Alecci, Amalia Bruni, Iacucci, Mammoliti e Muraca “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle Regioni dell'obiettivo europeo ‘Convergenza’”. Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale. Se vuole, può intervenire uno degli interroganti, però non è più presente l’assessore che possa replicare

Ha chiesto di intervenire, brevemente, il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie Presidente. Intervengo soltanto per evidenziare un aspetto: il responsabile del Dipartimento ci riferisce che la Regione non avrebbe nessuna competenza perché sarebbe una competenza esclusiva dello Stato. Questo noi lo sapevamo. Noi avevamo chiesto un intervento di natura politica da parte del governo regionale. Prendiamo atto che questo intervento di natura politica non è stato realizzato e, quindi, ci dichiariamo assolutamente insoddisfatti di una risposta esclusivamente burocratica. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Avendo concluso i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta, non prima di ringraziare tutti i consiglieri che coraggiosamente sono rimasti in Aula fino alla fine e tutti gli assessori che ci hanno consentito di portare a termine l'ordine del giorno. Grazie.

 

La seduta termina alle 18,18

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Afflitto, Alecci, Calabrese, Cirillo, De Nisi, Gentile, Iacucci, Neri, Raso.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

De Francesco e Gentile “Disposizioni regionali per il turismo equestre e la valorizzazione delle attività con gli equidi” (PL n. 390/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Montuoro “Modifica dell’articolo 9 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo)” (PL n. 391/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente e alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Mancuso e Caputo “Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 22 del 24 maggio 2023 (Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità)” (PL n. 392/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

De Francesco e Gelardi “Modifica della legge regionale 7 giugno 2018 n. 15 recante “Disciplina regionale di servizi di polizia locale” (PL n. 393/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Gentile “Piano comunale delle aree inibite alla caccia” (PL n. 394/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Talerico “Integrazione delle disposizioni transitorie della legge regionale 18 marzo 2025, n. 14 (Disciplina dei complessi turistico ricettivi all’aria aperta)” (PL n. 395/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Molinaro, De Francesco, Mannarino, Montuoro “Il turismo delle radici” (PL n. 396/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito, alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 Raso, Straface e De Francesco “Norme in materia di tutela e manutenzione del territorio” (PL n. 397/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Caputo “Integrazioni alla legge regionale 16 dicembre 2021, n. 33 (Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale)” (PL n. 398/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Montuoro “Modificazioni alla Legge Regionale n. 25 del 28 giugno 2023 - Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente” (PL n. 399/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito, alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 Alecci “Disposizioni per la promozione dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità nei servizi turistici stagionali - Progetto “Lavorando includendo” (PL n. 400/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito, alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per il parere di cui all’articolo n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2024, della relazione sulla gestione 2024 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi - (Deliberazione U.P. n. 31 del 9 giugno 2025)” (PPA n. 219/12^).

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei consiglieri regionali:

Molinaro, De Francesco, Mannarino, Montuoro “Integrazione del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 e ss.mm.ii.)” (PPA n. 220/12^).

È stata assegnata alla quinta Commissione - Riforme per l’esame di merito.

Richiesta parere della Commissione consiliare competente

Il Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, il decreto del direttore generale dell’EPMR n. 138/2025, per gli adempimenti di cui all’art. 15 della l.r. 24/2013.

(Parere numero 49/12^).

È stato assegnato alla quarta e alla seconda Commissione consiliare permanente.

(L’Ente stesso, con provvedimento n. 195 del 12 giugno 2025, ha proceduto all’annullamento in autotutela del decreto n. 138/2025).

 

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 258 del 7 giugno 2025, recante: 'L.R. 18 maggio 2017 n. 19 - Norme per la programmazione e lo sviluppo dell'attività teatrale. Adozione proposta piano triennale degli interventi per il triennio 2025 - 2027'.

(PARERE N. 50)

È stata assegnata alla terza Commissione

 

Il Dipartimento Ambiente, Paesaggio e Qualità Urbana della Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, il Decreto del Direttore Generale EPMR N. 199 del 13/06/2025 'Adempimenti di cui all'art. 15 lettera f) della L.R. n. 24/2013. Approvazione dotazione organica e sue variazioni. Richiesta parere obbligatorio'

(PARERE N. 51)

È stata assegnata alla 4^ e 2^ Commissione.

Parere favorevole della Commissione consiliare competente

La quarta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 3 giugno 2025, ha preso in esame il parere n. 49/12^ “Adempimenti di cui all’art. 15 della l.r. 24/2013” e ha espresso parere favorevole.

Parere favorevole su deliberazione

La terza Commissione consiliare permanente, nella seduta del 19 giugno 2025, ha preso in esame la deliberazione n. 258 del 7 giugno 2025, recante:

“L.R. 18 maggio 2017 n. 19 - Norme per la programmazione e lo sviluppo dell'attività teatrale. Adozione proposta piano triennale degli interventi per il triennio 2025 - 2027” e ha espresso parere positivo.

Promulgazione di legge regionale

In data 30 maggio 2025, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 106 del 30 maggio 2025:

1) Legge regionale n. 22 del 30 maggio 2025 recante: “Istituzione della rete dei borghi della Calabria”;

2) Legge regionale n. 23 del 30 maggio 2025 recante: “Promozione e valorizzazione dei percorsi formativi per le attività del soccorritore, dell'autista soccorritore e del tecnico della centrale operativa della rete di emergenza urgenza preospedaliera”;

3) Legge regionale n. 24 del 30 maggio 2025 recante: “Istituzione del registro regionale dei pazienti diabetici in Calabria”;

4) Legge regionale n. 25 del 30 maggio 2025 recante: “Unità di pedagogia scolastica per lo sviluppo della comunità educante e per la promozione del diritto all'educazione e all'istruzione nella regione Calabria”;

5) Legge regionale n. 26 del 30 maggio 2025 recante: “Istituzione della riserva naturale regionale del fiume Vitravo e delle grotte rupestri di Verzino”;

6) Legge regionale n. 27 del 30 maggio 2025 recante: “Istituzione della riserva naturale regionale di Trinchise”;

7) Legge regionale n. 28 del 30 maggio 2025 recante: “Istituzione della riserva naturale regionale “le Dune di Giovino”;

8) Legge regionale n. 29 del 30 maggio 2025 recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (norme in materia di usi civici)”.

Sottoscrizione proposte di legge regionale

La proposta di legge n. 376/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Tavernise e Gentile, recante: “Disposizioni per la valorizzazione delle strade dell'olio extravergine di oliva e dei prodotti agricoli e agroalimentari di qualità” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Muraca.

La proposta di legge n. 387/12^, di iniziativa del consigliere regionale Montuoro, recante: “Disposizioni in materia di iscrizione e trasferimento dei beni immobili delle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Calabria” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Caputo.

La proposta di legge n. 386/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Comito, Gallo, Gentile, Graziano, De Francesco, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 30 ottobre 2012, n. 48 recante “Tutela e valorizzazione del patrimonio olivicolo della Regione Calabria” è stata sottoscritta anche dal consigliere regionale Caputo.

La proposta di legge n. 382/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Straface, Raso, recante: “Disposizioni per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione (DNA)” è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali Mannarino, De Francesco e Laghi.

La proposta di legge n. 398/12^, di iniziativa del consigliere regionale Caputo, recante: “Integrazioni alla legge regionale 16 dicembre 2021, n. 33 (Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale)” è stata sottoscritta anche dai consiglieri regionali Graziano, De Francesco e Straface.

Sottoscrizione interrogazione a risposta immediata

L’interrogazione n. 346, a firma del consigliere regionale Alecci, recante: “Ospedale di comunità di Tropea” è stata sottoscritta anche dalla consigliera regionale Bruni.

Approvazione Piano Speciale Legalità, Antiracket e Antiusura 2025 della Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa

La Commissione consiliare contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, nella seduta del 19 giugno 2025 ha approvato il Piano Speciale Legalità, Antiracket e Antiusura - anno 2025, ai sensi dell’articolo 4 della legge regionale n. 8 del 2019 “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza”.

Emanazione di Regolamento regionale

In data 11 giugno 2025, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 113 dell’11 giugno 2025:

-Regolamento regionale n. 2 dell’11 giugno 2025, concernente: “Regolamento di attuazione dell’articolo 6 della l.r. 23 dicembre 2024, n. 41 (Indennizzi per sinistri stradali causati da cinghiali)”.

In data 23 giugno 2025, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 122 del 24 giugno 2025:

- Regolamento regionale n. 3 del 23 giugno 2025 concernente: “Regolamento per la disciplina della tecnica di pesca denominata “carpfishing”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2025-2027:

Deliberazioni della Giunta regionale:

1.) dalla numero 245 alla numero 253 del 28 maggio 2025;

2.) dalla numero 263 alla numero 276 del 7 giugno 2025;

3.) numero 278 e dalla numero 280 alla numero 299 del 20 giugno 2025.

Interrogazione a risposta immediata

Tavernise, Bevacqua e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale, sancito dall’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e riconosciuto dalla Costituzione italiana all’art. 2 e, in forma indiretta, all’art. 3 e all’art. 47, in quanto condizione essenziale per l’esercizio di altri diritti fondamentali, quali la salute, l’istruzione, il lavoro e l’inclusione sociale;

l’art. 11 della legge 9 dicembre 1998, n. 431, ha istituito il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, finalizzato alla concessione di contributi integrativi per il pagamento dei canoni da parte di nuclei familiari in condizione di disagio economico;

tale Fondo, che nel 2022 era stato finanziato per 330 milioni di euro, non è stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio per il 2023 e neppure per l’anno successivo, determinando una drammatica interruzione di un sostegno essenziale per migliaia di famiglie italiane, e in particolare calabresi. Considerato che: la Calabria è tra le regioni italiane con i più bassi redditi medi, un alto tasso di disoccupazione e povertà abitativa strutturale;

l’azzeramento dei fondi nazionali ha colpito in modo sproporzionato proprio i territori con più fragilità, lasciando i Comuni calabresi senza strumenti finanziari per dare seguito ai bandi pubblicati per l’accesso al Bonus Affitti;

nonostante l’assenza di fondi statali, molti enti locali in Calabria hanno proseguito nella pubblicazione di bandi nel 2023 e 2024, raccogliendo domande, stilando graduatorie, ma senza la possibilità di erogare contributi, generando disillusione, tensione sociale e ulteriore sofferenza tra le famiglie coinvolte. Tenuto conto che: alcune Regioni italiane hanno dimostrato senso di responsabilità istituzionale di fronte al venir meno del sostegno statale, intervenendo con fondi propri per garantire la continuità del contributo affitto, riconosciuto come strumento fondamentale di contrasto alla povertà abitativa e di tutela della coesione sociale;

in particolare, l’Emilia-Romagna ha sottoscritto un Protocollo per la riduzione del disagio abitativo 2025–2026, che coinvolge istituzioni, enti locali, tribunali, associazioni degli inquilini e dei proprietari, sindacati e professionisti, offrendo un modello virtuoso di governance multilivello da cui trarre ispirazione. Preso atto che: i dati del Ministero dell’Interno indicano che in Calabria i provvedimenti di sfratto restano elevati, con la quasi totalità motivata da morosità incolpevole, e centinaia di esecuzioni coatte effettuate dagli ufficiali giudiziari, spesso nei confronti di famiglie senza alternative abitative;

i bandi per il Bonus Affitti emanati dai comuni calabresi sono fondamentali per prevenire sfratti e situazioni di grave disagio abitativo, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione. La sofferenza abitativa crescente è lo specchio di una più ampia sofferenza sociale;

l’assenza di politiche pubbliche strutturate in materia di casa ha reso la Calabria dipendente dal mercato privato, che non offre soluzioni accessibili ai ceti popolari e alle famiglie in difficoltà;

la mancanza di una casa stabile e dignitosa ostacola gravemente l’accesso all’istruzione, alla formazione professionale e a un’occupazione stabile, contribuendo alla riproduzione delle disuguaglianze e all’emigrazione forzata dei giovani calabresi. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se intenda assumersi la responsabilità sociale e politica di questa emergenza, disponendo con urgenza un adeguato stanziamento di risorse regionali per finanziare il Bonus Affitti a favore dei nuclei familiari calabresi in condizioni di disagio abitativo e promuovendo un Piano regionale per il diritto alla casa che coinvolga Comuni, Prefetture, parti sociali e mondo del terzo settore.

(364; 03/06/2025).

(Discussa nella seduta consiliare numero 54/12^ del 25 giugno 2025)

Interrogazioni a risposta scritta

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- notizie di stampa riportano della denuncia del Sindaco di Falerna circa il decesso di un cittadino nel proprio comune occorso in data 23 maggio u.s.;

- parrebbe che il cittadino, accusando un malessere, si fosse recato presso la locale postazione di guardia medica non trovando il medico addetto e, successivamente, perdeva la vita accasciandosi nella pubblica piazza;

- sembrerebbe che lo stesso Sindaco avesse più volte segnalato all’Asp di Catanzaro il malfunzionamento del servizio, come la stessa Azienda spesso avesse avvisato la cittadinanza circa la sospensione parziale del locale Servizio di Continuità Assistenziale con la comunicazione dell’utilizzo dei servizi limitrofi. Considerato che: - la salute è un diritto primario che va tutelato secondo l’art. 32 della Costituzione;

- il Servizio di Continuità Assistenziale è fondamentale per assicurare diagnosi e cure tempestive infatti, secondo l’OMS, la continuità assistenziale è un indicatore chiave della qualità del sistema sanitario. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad Acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria

per sapere:

- quali azioni intenda intraprendere al fine di tutelare i servizi di guardia medica e il diritto alla salute dei cittadini al fine di scongiurare il ripetersi di casi simili.

(359; 27/05/2025)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- Il Presidente Occhiuto è commissario alla sanità dal 4 novembre 2021;

- che in questi anni la sanità calabrese è stata oggetto di tagli al proprio budget indiscriminati che hanno ridotto notevolmente la sua funzionalità;

- le poche strutture pubbliche che hanno resistito ai tagli si trovano a fronteggiare un numero di pazienti di ben tre volte superiore alla loro capacità recettiva;

- a causa del sovraffollamento delle strutture pubbliche, i medici di medicina generale si ritrovano come ultimo baluardo della sanità pubblica a disposizione dei cittadini;

- le ASP della regione Calabria versano in situazioni critiche sia sotto l’aspetto dell’organigramma dirigenziale che sotto l’aspetto economico gestionale;

- nonostante tali problematiche siano perduranti nel tempo i medici di medicina generale continuano a svolgere il proprio ruolo con dedizione e professionalità;

- nell’ultimo triennio il commissario alla sanità coincide con la figura del presidente della regione Calabria;

- a partire dal mese di gennaio del corrente anno, i medici di medicina generale di tutte le Asp che compongo il territorio calabrese si sono visti recapitare degli “accertamenti e rilievi” per “prescrizioni improprie”;

- tali “accertamenti e rilievi” trovano la loro base giuridica all’interno di una scelta politica di riduzione della spesa sanitaria;

- tale “calcolo di riduzione della spesa sanitaria” viene inquadrato attraverso delle medie nazionali per le prescrizioni di taluni farmaci. Considerato che: - la prescrizione dei farmaci è una scelta che è discrezionale del medico che visita il paziente;

- il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione così come scritto nell’articolo 32;

- il parametro della spesa pubblica non può fungere come limite per la salute del cittadino;

- la scelta di prescrivere un farmaco rispetto a una determinata analisi fatta dal medico di medicina generale non può essere collegata alla spesa che il SSN dovrà affrontare per tale farmaco;

- tali “accertamenti” ricoprono periodi di tempo molto lunghi di contestazione e soprattutto su un numero di prescrizioni a volte nell’ottica delle migliaia di unità. Tenuto conto che: - sono state erogati addebiti di elevato valore per i medici di base che hanno prescritto tali farmaci sulla base di medie nazionali e non per valutazioni medico/scientifiche;

-nonostante le risposte precise e scientifiche trasmesse dai diretti interessati all’ Asp di riferimento, quest’ultime hanno inteso sanzionare i medici per ridurre lo scostamento della media nazionale e garantire l’appropriatezza del trattamento sanitario;

- l’importo verrà prelevato direttamente dall’Asp nella prima retribuzione utile del medico di medicina generale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali rimedi intende adottare per la tutela dei medici calabresi;

2. se intende valutare la sospensione di tali addebiti per un approfondimento tecnico scientifico;

3. quali atti formali e/o iniziative concrete intenderà adottare per la risoluzione di tale problema.

(360; 30/05/2025)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la nostra regione è interessata da molteplici richieste di autorizzazione, da parte di varie multinazionali, per la realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica;

- è in atto una vera e propria colonizzazione selvaggia e devastante dei paesaggi calabresi, causata dall’installazione di enormi impianti eolici e solari;

- la Calabria, regione esportatrice di energia elettrica, ha già ampiamente favorito la realizzazione sul suolo regionale di impianti di produzione di energia ben oltre le reali esigenze di consumo interno da tali fonti energetiche;

- la regione ha già raggiunto un considerevole surplus di produzione di energia che ha generato anche una perdita di efficienza nell’esportazione dovuta all’obsolescenza delle reti di trasporto;

- oltre allo scempio paesaggistico e naturalistico, dovuto all’abbattimento di consistenti aree boschive e forestali, adesso rischiano di essere compromesse anche importanti e fiorenti produzioni in vaste aree votate all’agricoltura. Rilevato che: - la Regione, pur avendo dettato da tempo le linee di indirizzo, non ha ancora approvato il PRIEC (Piano Regionale Integrato per l’Energia e il Clima);

- sono giacenti in Consiglio regionale proposte di legge sull’individuazione delle aree idonee ed inidonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale, l’Assessore con delega all’Ambiente e l’Assessore con delega all’Agricoltura

per sapere:

- quali iniziative intendono assumere ai fini dell’aggiornamento della normativa autorizzativa degli impianti di produzione di energia;

- come intendono tutelare l’ambiente e le produzioni agricole che rischiano di essere compromessi dall’installazione degli impianti.

(361; 30/05/2025)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’articolo 9 della Legge 194/1978 garantisce il diritto del personale sanitario all’obiezione di coscienza rispetto all’interruzione volontaria di gravidanza, ma al contempo obbliga le strutture sanitarie pubbliche ad assicurare comunque il servizio, anche tramite personale non obiettore;

- in Calabria, come in molte altre regioni italiane, si registra una diffusissima adesione all’obiezione di coscienza con una percentuale molto elevata di personale medico e sanitario obiettore, con punte che in alcune aziende ospedaliere superano l’80%, rendendo di fatto difficile e/o impossibile l’accesso al servizio IVG nei tempi previsti dalla legge;

- la Regione Sicilia ha recentemente approvato una norma che prevede l’assunzione di personale dedicato per garantire il diritto all’IVG, nel rispetto del bilanciamento costituzionale tra libertà di coscienza e diritto alla salute. Considerato che - il Servizio IVG è attivo in pochissimi presidi ospedalieri con gravi carenze di personale medico non obiettore che comportano un eccessivo carico di lavoro per i pochi professionisti disponibili, interruzioni del servizio non programmate e tempi d’attesa incompatibili con i limiti previsti dalla legge. - Questa situazione crea una grave disuguaglianza geografica e sociale in quanto manca una rete territoriale strutturata e omogenea che garantisca una reale equità nell’accesso al servizio su tutto il territorio regionale ulteriormente penalizzando le donne in condizioni economiche svantaggiate, o impossibilitate a spostarsi. Tenuto conto che - l’elevato numero di obiettori nella Regione Calabria costringe spesso le donne calabresi a spostarsi fuori regione per accedere a un diritto sancito dalla legge italiana;

- ciò configura una chiara violazione dei princìpi di uguaglianza nell’accesso alle cure, oltre che un possibile aggravamento di condizioni di disagio economico e sociale per le donne più vulnerabili;

- la normativa vigente attribuisce alle Regioni il compito di organizzare e garantire l’erogazione dei servizi sanitari, nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza (LEA), tra cui rientra anche l’IVG. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. se risulta a conoscenza della reale situazione nei singoli presidi ospedalieri calabresi in merito alla percentuale di obiettori di coscienza e alla conseguente accessibilità effettiva al servizio di IVG;

2. di conoscere una mappatura dettagliata delle strutture sanitarie pubbliche in cui è attualmente possibile praticare l’interruzione volontaria di gravidanza, indicando per ciascuna sede: o la presenza effettiva di personale non obiettore o la continuità del servizio di IVG (indicando giorni/orari/limitazioni);

3. quali iniziative concrete intende attuare nel breve e medio termine per superare le attuali difficoltà nell’accesso all’IVG nella nostra regione e garantire il rispetto dei diritti sanciti dalla Legge 194/78;

4. quali strumenti intende mettere in campo per attrarre personale medico non obiettore presso le strutture sanitarie calabresi quali la possibilità di prevedere incentivi economici e professionali e/o di riservare nei bandi di concorso una quota specifica di posti per personale non obiettore.

(362; 30/05/2025)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-la stabilità e l'unicità delle funzioni dirigenziali sono fondamentali per la efficiente gestione dei dipartimenti e dei settori della Giunta regionale;

-nell'ambito della organizzazione della Regione il Dipartimento salute e welfare rappresenta uno dei punti strategici dell'intera regione;

- per le condizioni, ormai più che decennali, Piano di rientro, commissariamenti, PNRR, il Dipartimento salute e welfare è sottoposto a volumi di attività considerevoli, con scadenze sempre più stringenti e con rischi sempre maggiori di inadempienze;

- da oltre un anno il Dipartimento salute e welfare è senza un direttore generale autonomo essendo gestito ad interim da un direttore generale di altro dipartimento;

-il Dipartimento Salute e Welfare è composto da: nove settori e due U.A.O. (unità organizzative autonome);

- attualmente dei nove settori solo tre hanno una dirigenza autonoma, mentre ben sei hanno una dirigenza ad interim, di cui ben cinque sono diretti dal Direttore generale, che a sua volta svolge la funzione ad interim;

- il direttore generale ad interim del Dipartimento salute, svolge le funzioni di direttore generale di altro dipartimento e nello stesso dipartimento svolge le funzioni di dirigente di altri due settori. Considerato che - quanto premesso è assolutamente inaccettabile ed espone l'attività del Dipartimento salute e welfare ad una vera e propria ingestibilità quotidiana. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

a) entro quando intende nominare il Direttore Generale del Dipartimento Salute e Welfare;

b) entro quando intende nominare i dirigenti di settori mancanti ( 6 ) del Dipartimento sopra citato.

(363; 30/05/2025)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con l’Ordinanza n. 1133 del 13 marzo 2025 – Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza della grave condizione di criticità relativa allo stato del sistema ospedaliero della Regione Calabria – pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2025, il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario Straordinario per l'attuazione delle misure urgenti di protezione civile finalizzate alla gestione e al superamento della situazione emergenziale derivante dallo stato di grave rischio idrogeologico e infrastrutturale in varie aree della Regione;

- la suddetta ordinanza attribuisce al Commissario Straordinario poteri straordinari, ivi compresa la possibilità di operare in deroga alla vigente normativa statale e regionale, nel rispetto comunque dei principi generali dell'ordinamento giuridico e delle direttive europee applicabili. Considerato che: - l’art. 3 della suddetta Ordinanza, denominata “INAIL” prevede anticipazioni di cassa da parte dell’Istituto nei confronti della Regione Calabria;

- l’art. 6 dell’Ordinanza, denominato “Copertura finanziaria”, disciplina le risorse finanziarie disponibili per la realizzazione degli interventi previsti dal piano commissariale, specificando che tali risorse sono attinte da:

a) Legge 11 marzo 1988, n. 67, art. 20 – Disposizioni per il finanziamento pluriennale di programmi straordinari in materia di edilizia sanitaria;

b) Legge 5 giugno 1990, n. 135 – Programma straordinario per la prevenzione e lotta contro l'AIDS;

c) Decreto-Legge 29 settembre 2023, n. 132, convertito con modificazioni dalla Legge 27 novembre 2023, n. 170 – Disposizioni urgenti in materia di proroga di termini normativi e versamenti fiscali;

d) Legge 23 dicembre 1998, n. 448 Art. 71 – Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo;

e) Legge 30 dicembre 2018, n. 145 (Legge di Bilancio 2019), art. 1, comma 95 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021.

f) Eventuali ulteriori risorse finanziarie di competenza regionale, di Amministrazioni statali, di Enti pubblici e di fondi comunitari e nazionali finalizzate alla gestione ed al superamento del contesto emergenziale. Ritenuto che: - la corretta informazione circa la quantità effettiva delle risorse disponibili e la loro destinazione specifica è elemento essenziale per garantire trasparenza, efficacia e controllo istituzionale sulle attività commissariali;

- i componenti del Consiglio regionale e i cittadini calabresi hanno il diritto di conoscere nel dettaglio i flussi finanziari e le modalità operative con cui il Commissario Straordinario intende gestire le risorse pubbliche assegnate. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale e Commissario straordinario

per sapere:

- quali siano e a quanto ammontano, ad oggi, le somme effettivamente stanziate e rese disponibili ai sensi dell’art. 6 dell’Ordinanza n. 1133/2025, con indicazione della fonte di provenienza;

- come si intenda procedere alla programmazione e all’utilizzo di tali risorse, con indicazione dei principali interventi previsti, dei territori interessati, dei criteri di priorità adottati e dei soggetti attuatori eventualmente già individuati;

- il contenuto degli accordi con l’INAIL per l’anticipazione di cassa, nello specifico il ruolo dell’Istituto, la quantità delle risorse anticipate e, soprattutto, in che modo la Regione Calabria restituirà tali somme.

(365; 16/06/2025)

 

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- in data 12.09 2014 è stato sottoscritto il contratto di concessione, registrato in pari data al rep. n. 2 dell’Asp di Vibo Valentia, tra la Regione Calabria, l’Asp di Vibo Valentia e la società “Vibo Hospital Service Spa” avente ad oggetto la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia e la gestione, per l’intera durata della concessione, dei servizi di supporto non sanitari nonché dei servizi commerciali compatibili con l’attività sanitaria;

- con decreto n. 7411 del 6.07.2022 è stato approvato il progetto definitivo del nuovo ospedale di Vibo Valentia nonché il cronoprogramma di sviluppo del progetto esecutivo dell’opera;

- con verbale del 4.07.2022 la Regione ha concordato con il Concessionario di redigere un progetto esecutivo stralcio dei lavori prioritari, limitatamente alle attività di cantierizzazione, recinzione area ospedaliera, opere di sostegno delle terre, sistema drenante dei parcheggi, raccolta ed immagazzinamento acque zenitali, movimentazione delle terre e miglioramento delle proprietà meccaniche del terreno di riporto, edificio tecnologico ed operazioni propedeutiche all’avvio dei lavori strutturali;

- con decreto n. 2718 del 27.02.2023 è stato approvato il progetto esecutivo stralcio prioritario del nuovo ospedale di Vibo Valentia, per il quale l’importo dei suddetti lavori e delle relative spese tecniche esplicitati nel relativo quadro economico ammontano a 14.947.801,81euro, oltre Iva al 10 per cento;

- in data 17.05.2023 è stata eseguita la consegna parziale dei lavori stralcio al Concessionario Vibo Hospital Service Spa, a seguito dell’autorizzazione del RUP con nota prot. 217314 del 15.05.2023;

- con ordinanza n. 1133 del 13 marzo 2025, il capo del Dipartimento della Protezione civile, ha emanato un’ordinanza che dichiara lo stato di emergenza per il sistema ospedaliero calabrese (durata 12 mesi) ed ha nominato l’on. Roberto Occhiuto commissario delegato, con poteri di Protezione civile per l’accelerazione delle nuove infrastrutture ospedaliere, incluso il nuovo ospedale di Vibo Valentia;

- detta ordinanza concede poteri straordinari, come procedure semplificate e deroga alla normativa standard sugli appalti, per velocizzare l’attuazione del progetto;

- con nota del 13 maggio 2025, la Regione ha annunciato che il RUP per i lavori di costruzione del nuovo ospedale aveva firmato un pacchetto “omnibus” che racchiudeva in un unico atto la “validazione del progetto esecutivo”, l’approvazione del piano economico-finanziario aggiornato e il secondo atto integrativo al contratto di concessione. - secondo la suddetta nota il costo complessivo dell’opera è stimato in 239 milioni di euro (rispetto ai 174 milioni 365mila euro risultanti dal progetto definitivo) e si è dato avvio alle lavorazioni della platea di fondazione dell’edificio. considerato che: - il cronoprogramma allegato al progetto definitivo prevedeva l’approvazione dell’intero progetto esecutivo, comprese varianti, verifica e autorizzazione antisismica, entro il 17.1.2023;

- ad oggi, 16 giugno 2025, contrariamente a quando appreso dalla suddetta nota del 13 maggio u.s., non risulta che sia stato approvato il progetto esecutivo del nuovo ospedale di Vibo Valentia;

- pertanto, dall’approvazione del progetto definitivo sono trascorsi quasi tre anni, il che costituisce un’assoluta anomalia nella prassi degli appalti pubblici;

inoltre, considerato che: - tra la somma prevista nel progetto definitivo e in quella prevista nel piano economico finanziario c’è una differenza di circa 65 milioni di euro. Tutto ciò premesso e considerato, si interroga la Giunta regionale

per sapere:

- entro quando si prevede di approvare il progetto esecutivo completo del nuovo ospedale di Vibo Valentia;

- cosa ancora impedisca di approvare il progetto esecutivo completo del nuovo ospedale di Vibo Valentia, una volta che la suddetta ordinanza n. 1133/2025 di Protezione civile ha attribuito al commissario delegato on. Roberto Occhiuto, competente per l’approvazione dei progetti a norma dell’art. 5 ord. n. 1133/25 amplissimi poteri derogatori alla normativa vigente (v. art. 2 ord. N. 1133/25);

- se allo stato esista copertura finanziaria totale rispetto alla somma complessiva per la realizzazione dell’opera aggiornata dal PEF (239 milioni di euro);

- se il commissario delegato non ritenga di dover variare ulteriormente il PSC della Regione Calabria al fine trovare ulteriori somme per la realizzazione dell’opera;

- se la Regione Calabria, per senso di lealtà nei confronti dei cittadini vibonesi e calabresi, non ritenga di dover redigere un nuovo cronoprogramma, indicando tempi certi e plausibili in ordine alla realizzazione dell’opera.

(366; 17/06/2025)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con Delibera n. 96 del 05.03.2025 la Commissione Straordinaria della Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia ha indetto un Avviso Pubblico per il conferimento dell’incarico di Direttore Sanitario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia;

-l’articolo 1 del richiamato Avviso Pubblico ha individuato i requisiti di partecipazione per la nomina di Direttore Sanitario e l’articolo 2 ha definito i criteri di scelta prevedendo che, fermo restando i requisiti di cui all’articolo 1, la Commissione avrebbe effettuato la scelta secondo il curriculum vitae che il candidato era tenuto a presentare in formato europeo e alla luce dei seguenti criteri: * qualificata attività di direzione tecnico-sanitaria svolta per almeno cinque anni, in enti o strutture sanitarie, pubbliche o private, di media o grande dimensione, con autonomia gestionale e diretta responsabilità di risorse umane, tecniche e finanziarie;

* non aver compiuto il sessantacinquesimo anno di età all’atto del conferimento dell’incarico;

* aggiornamento formativo sia in qualità di docente/relatore che di discente/partecipante in materie di organizzazione e gestione di aziende sanitarie;

* pubblicazioni su riviste di settore;

* possesso dell’attestato di formazione manageriale ai sensi del DPR n. 484/1997 e smi;

- la Commissione, inoltre, si riservava di effettuare eventuale colloquio;

- l’Avviso Pubblico prevedeva infine che la scelta da parte della Commissione sarebbe stata effettuata nel rispetto dei principi di trasparenza di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, come modificato dal decreto legislativo 25 maggio 2016, n. 97, e di cui all’articolo 1, comma 522, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, per come previsto dall’ art. 3 comma l della L. 171/2016;

- con delibera n. 175 del 19.05.2025, la Commissione Straordinaria della Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia conferiva, ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. N. 171/2016, al Dott. ------- l’incarico di Direttore Sanitario dell’Asp di Vibo Valentia con decorrenza dalla data di sottoscrizione del contratto individuale di lavoro. Considerato che dalla lettura della delibera 175/2025 si rileva quanto segue: - entro il termine di scadenza dell’avviso, pubblicato sul sito aziendale in data 10 marzo 2025 con riportato l’integrazione relativa all’innalzamento del limite di età a 68 anni, erano pervenute n. 9 domande di partecipazione;

- l’Unità Operativa Gestione e Sviluppo Risorse Umane e Formazione, sulla base di quanto dichiarato da parte di ciascun candidato ai sensi del DPR n. 445 del 28.12.2000, espletava i preventivi controlli di ordine procedurale in ordine al possesso dei requisiti richiesti dall’Avviso di cui in premessa;

- all’esito dei suddetti controlli veniva esclusa solo una istanza tra le 9 pervenute in quanto non rispondente ai requisiti di partecipazione previsti dall’Avviso pubblico di cui in premessa;

- le altre otto istanze, risultate ammissibili, venivano trasmesse alla Commissione Straordinaria per le superiori valutazioni;

- in data 2 aprile 2025 veniva espletato un colloquio con i candidati che avevano dichiarato la loro disponibilità;

- con verbale del 02.04.2025 prot. n. 22103, la Commissione Straordinaria esprimeva, con giudizi sintetici, una prima valutazione degli aspiranti all’incarico, tenendo conto solo dell’esito dei colloqui, svolti attraverso quesiti specifici attinenti capacità di leadership e capacità tecnico manageriale e sanitaria di operare per obiettivi;

- sulla base di questa prima valutazione, il Dott. -------, iscritto negli elenchi regionali degli aspiranti idonei alla nomina di Direttore Sanitario nelle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Liguria, veniva individuato come il candidato in possesso delle professionalità maggiormente corrispondenti allo svolgimento del ruolo di Direttore Sanitario Aziendale;

- nelle more del conferimento interveniva la formale rinuncia all’attribuzione dell’incarico in oggetto sia da parte del Dr. -------- che da parte del Dr. ----;

- la Commissione Straordinaria riteneva, comunque, necessario procedere alla nomina del Direttore Sanitario Aziendale utilizzando al suddetto fine la procedura indetta il 10.03.2025;

- la Commissione Straordinaria rilevava che nel verbale prot . n. 22103 / 2025 non era stata formalizzata una graduatoria dei candidati sulla base dei criteri indicati all’art. 2 dell’Avviso pubblico di cui in premessa, né era stata stilata una graduatoria finale che tenesse conto della disamina curriculare e dell’esito dei colloqui;

- la Commissione Straordinaria, pertanto, alla luce di un giudizio comparato tra valutazione dei curricula dei candidati ed esito dei colloqui con i medesimi svolti – preso atto delle rinunce medio tempore intervenute – individuava il Dr. --------- (iscritto nell’elenco regionale degli aspiranti idonei alla nomina di Direttore Sanitario nelle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Calabria ) quale candidato in possesso delle competenze e capacità trasversali necessarie allo svolgimento del ruolo di Direttore Sanitario Aziendale, nonché quale candidato con le caratteristiche professionali più conformi alle specifiche necessità dell’ASP di Vibo Valentia. Tenuto conto - che dalla ricostruzione fatta sulla base dei documenti richiamati si ricavano alcune incongruenze tra quanto stabilito dall’Avviso Pubblico e l’iter procedurale seguito dalla Commissione Straordinaria e, nello specifico, non si evince come si siano svolti i colloqui, chi vi abbia preso parte e che li abbia condotti, quale griglia di valutazione sia stata utilizzata e chi abbia proceduto alla materiale stesura dei giudizi sintetici;

- che non si comprende la ragione della mancata stesura di una graduatoria di merito alla luce dei colloqui svolti e della valutazione dei curricula. Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale anche nella qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria

per sapere:

- come si sono svolti i colloqui, chi vi ha preso parte e chi li ha condotti;

- quale griglia di valutazione è stata utilizzata e chi ha proceduto alla materiale stesura dei giudizi sintetici;

- per quale ragione la valutazione comparata curricula/colloqui è stata posta in essere solo dopo l’intervenuta rinuncia dei candidati ---- e ------;

- quali criteri sono stati adottati per la valutazione comparata curricula/colloqui e quale griglia di valutazione;

- per quale ragione il verbale prot . n. 22103 / 2025 non è allegato alla delibera.

(367; 24/06/2025).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- il conflitto in Medio Oriente ha causato una grave crisi umanitaria, con un elevato numero di vittime civili, in particolare nella Striscia di Gaza;

- secondo dati delle Nazioni Unite, il numero di vittime palestinesi ha superato le 50.000 unità, con una percentuale significativa di donne e bambini;

- la comunità internazionale, attraverso diverse risoluzioni, ha espresso la necessità di un immediato cessate il fuoco e del riconoscimento del diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione;

- numerose Istituzioni italiane, tra cui la Regione Puglia, hanno recentemente adottato posizioni ferme di condanna nei confronti delle azioni del Governo israeliano, sospendendo rapporti istituzionali e commerciali fino al ripristino del rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale;

considerato che: - la Regione Calabria, in quanto Ente promotore dei valori di pace, giustizia e solidarietà, ha il dovere morale di esprimere la propria posizione su questioni di rilevanza internazionale che coinvolgono i diritti umani;

- la sospensione delle collaborazioni commerciali con entità governative coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani rappresenta un segnale concreto di dissociazione da tali pratiche;

tutto ciò premesso e considerato impegna il presidente della Giunta e la Giunta regionale:

impegna la Giunta regionale

1. a condannare fermamente le azioni militari del Governo israeliano nella Striscia di Gaza che hanno causato la morte di civili innocenti e la distruzione di infrastrutture essenziali;

2. a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina come Stato libero, indipendente e sovrano, in linea con le risoluzioni del Parlamento europeo e del Parlamento italiano;

3. a sostenere ogni iniziativa volta a promuovere un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e a garantire l'accesso sicuro e senza restrizioni agli aiuti umanitari per la popolazione civile;

4. a sospendere, fino a nuova deliberazione, ogni forma di collaborazione istituzionale, commerciale o promozionale tra la Regione Calabria, le sue agenzie e società partecipate, e il Governo israeliano o entità ad esso riconducibili, che non siano apertamente impegnate in iniziative per la cessazione delle ostilità e la promozione della pace. 5. a trasmettere la presente mozione al Governo italiano, al Parlamento europeo, all'Ambasciata di Palestina in Italia e ad altre Istituzioni competenti, affinché siano informate della posizione della Regione Calabria.

(118; 03/06/2025) Lo Schiavo

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la storia normativa riguardante i lavoratori socialmente utili (LSU) e di pubblica utilità (LPU) ha subito notevoli cambiamenti, culminando in una serie di interventi legislativi che hanno disciplinato tali figure, fondamentali per il funzionamento degli enti pubblici;

- nonostante i contributi significativi di questi lavoratori in anni di blocco delle procedure concorsuali, essi hanno subito un vulnus normativo che ha compromesso il riconoscimento dei loro diritti previdenziali, generando un gap significativo nella loro anzianità contributiva;

- la legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4 (Misure di politiche attive dell’impiego in Calabria) e ss.mm.ii. ha tentato di stabilizzare i lavoratori LSU/LPU, ma la mancata previsione di versamenti previdenziali ha comportato privazioni di diritti contrattuali fondamentali;

- il disegno di legge n. 539/2023, depositato in Senato il 3 febbraio 2023, mira a riconoscere il diritto a una pensione dignitosa per i lavoratori LSU/LPU, integrando il periodo di permanenza nei progetti socialmente utili e di pubblica utilità con il versamento dei relativi contributi previdenziali. Rilevato che: - negli anni alcuni lavoratori hanno chiamato in causa gli enti utilizzatori per il riconoscimento dei diritti reali e il giudice del lavoro ha accolto e condannato gli enti stessi al pagamento dei contributi reali per il periodo in cui è intercorso il rapporto lavorativo precario, con aggravio delle spese di giudizio. Considerato che: - è essenziale garantire che i lavoratori LSU/LPU abbiano accesso a diritti pensionistici equi, considerando il loro contributo indispensabile all’operato degli enti pubblici negli anni in cui vigeva il blocco delle assunzioni nella P.A.;

- il mancato riconoscimento dei contributi previdenziali nel corso degli anni ha causato non solo gravi conseguenze economiche per questi lavoratori, minando la loro sicurezza finanziaria ma anche una disparità di trattamento con gli altri dipendenti.

Impegna la Giunta regionale

- ad intraprendere ogni iniziativa utile ad affrontare la questione del riconoscimento dei diritti previdenziali per i lavoratori LSU/LPU, integrando e riscattando il periodo di permanenza nei progetti socialmente utili attraverso il versamento dei contributi previdenziali mancanti per i lavoratori stabilizzati, garantendo il pieno riconoscimento dei loro diritti;

- a promuovere presso la Conferenza Stato-Regioni ogni utile iniziativa affinché sia sollecitata l’approvazione di una normativa statale che consenta di garantire ai lavoratori LSU/LPU il diritto a una pensione dignitosa.

(119; 03/06/2025) Alecci, Bevacqua, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- vi è una chiara, netta, condivisa e reiterata condanna ad Hamas per l'orribile atto terroristico compiuto il 7 ottobre 2023. - ad oggi, però, le susseguenti operazioni militari israeliane, che hanno colpito la popolazione civile palestinese in Cisgiordania e in particolare nella Striscia di Gaza, hanno comportato, a causa dell’incessante e indiscriminato bombardamento, l’uccisione di circa 60 mila persone, tra questi 16 mila bambini, il disumano sfollamento forzato della popolazione, il blocco totale degli aiuti umanitari che sta portando alla fame la popolazione della Striscia di Gaza, tutto ciò in totale violazione del diritto internazionale. - le forze estremiste che sostengono il Governo Netanyahu sollecitano il rafforzamento delle operazioni militari, spingendo per un'intensificazione degli attacchi contro la Striscia di Gaza, in totale contrasto con i principi internazionali afferenti il diritto umanitario. - il Ministero della Difesa israeliano ha confermato che i ministri del governo Netanyahu hanno approvato la creazione di 22 nuovi insediamenti in Cisgiordania, formalizzando che includeranno una serie di nuove comunità e la legalizzazione di diversi avamposti non autorizzati. - il 24 maggio 2025, 9 dei 10 figli di una dottoressa palestinese, ..., pediatra del Nasser Hospital, sono stati uccisi nel bombardamento israeliano che ha preso di mira la sua abitazione a Khan Younis e che alcuni giorni dopo è venuto a mancare anche il marito rimasto gravemente ferito in quel raid. Ritenuto che: - la drammatica situazione nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania impone all'Unione Europea e di concerto all’Italia, se vogliono credibilmente rappresentare un presidio nel mondo a difesa del diritto internazionale e dei pilastri del multilateralismo, di non permettere che le sofferenze del popolo palestinese continui;

- il 9 maggio 2024, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione intitolata «Admission of new Members to the United Nations» che riconosce la Palestina come «qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite», raccomandando al Consiglio di Sicurezza di «riconsiderare favorevolmente la questione»: il testo è stato adottato con 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astenuti, tra cui l'Italia;

il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente, lo Stato di Palestina, e anche il Presidente francese Macron ha recentemente dichiarato che a giugno 2025 la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina;

- il riconoscimento dello Stato di Palestina, oggi, rappresenta il presupposto necessario per preservare la prospettiva politica dei «due popoli, due Stati» e, dunque, per garantire la convivenza in pace e sicurezza degli israeliani e dei palestinesi, soprattutto di fronte all'esplicita negazione di questa prospettiva da parte delle leadership politiche al momento al Governo in Israele e agli obiettivi di Hamas;

Ricordato che: - già il 27 febbraio del 2015 il Parlamento italiano ha impegnato il Governo italiano a promuovere il riconoscimento della Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 ed anche il Parlamento europeo con la risoluzione del 17 dicembre 2014 ha chiesto il riconoscimento dello Stato palestinese;

- è in corso presso la Corte internazionale di giustizia – principale organo giudiziario delle Nazioni Unite – un procedimento su iniziativa del Sudafrica nei confronti dello Stato di Israele per la violazione della Convenzione sul genocidio del 1948;

la Corte penale internazionale (Cpi) ha emesso mandati di arresto per il Primo ministro israeliano ... e il suo ex Ministro della difesa ... e il leader di Hamas ..., nel frattempo ucciso dall’esercito israeliano – per crimini di guerra e crimini contro l'umanità per la guerra a Gaza e gli attacchi dell'ottobre 2023;

- la Presidente del Consiglio, ..., ha sollevato in Parlamento dubbi di carattere politico sui provvedimenti della Corte penale internazionale e il Ministro degli esteri ha dichiarato che «la richiesta di arresto di Netanyahu è irrealizzabile» e che «è tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate», mentre le pronunce della stessa Corte penale internazionale hanno escluso una prevalenza delle norme internazionali sull'immunità rispetto alle sue pronunce per crimini di guerra e crimini contro l'umanità;

Considerato che - queste dichiarazioni del Governo comportano l'ennesima palese forma di delegittimazione della Corte penale internazionale, a cui è seguito l'aperto conflitto sul caso del generale libico ..., in un momento in cui sta subendo un forte attacco e l'Europa, e in particolare l'Italia, dovrebbero difenderne ruolo e funzione, perché la Corte rappresenta un'acquisizione fondamentale del diritto e della giustizia internazionale;

impegna la Giunta regionale

a richiedere al Governo: 1) di impegnarsi per riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano entro i confini del 1967 e con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell'ambito del rilancio del processo di pace la prospettiva dei «due popoli, due Stati»;

2) a promuovere – forte dell'impegno assunto nel 2014 dal Parlamento europeo – il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'Unione europea, nel rispetto del diritto alla sicurezza dello Stato di Israele;

3) a sostenere, in tutte le sedi internazionali e multilaterali, ogni iniziativa volta a esigere il rispetto immediato del cessate il fuoco, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all'interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario;

4) a sostenere il cosiddetto «Piano arabo» per la ricostruzione e la futura amministrazione di Gaza anche alla luce del favore di larga parte della comunità internazionale, assicurando il pieno coinvolgimento delle forze democratiche e della società civile palestinese, respingendo e condannando qualsiasi piano di espulsione dei palestinesi dalla Striscia di Gaza e Cisgiordania;

5) a sospendere urgentemente, ove in essere, le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell'8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune (2008/944/ PESC) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi (Att) dell'Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

6) a provvedere all'immediata sospensione dell'importazione degli armamenti dallo Stato di Israele, anche in considerazione dei dati emersi dalla relazione dell'anno 2025, trasmessa alle Camere (di cui all'articolo 5, comma 1, della legge 9 luglio 1990, n. 185);

7) a sostenere in sede europea l'adozione di sanzioni nei confronti del Governo israeliano per la sistematica violazione del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e nei confronti dei coloni responsabili delle violenze in Cisgiordania;

8) a esigere la tutela dell'incolumità della popolazione civile della Cisgiordania, richiedendo che lo Stato di Israele cessi ogni operazione militare, l'occupazione militare illegale di tali territori e l'illegale creazione e sostegno di insediamenti israeliani;

9) a proporre azioni efficaci contro le violazioni del diritto internazionale e umanitario da parte del Governo di Israele, inclusa la sospensione dell'accordo di associazione Unione europea-Israele, per le ripetute violazioni dell'articolo 2 del suddetto accordo da parte del Governo israeliano e la violazione delle fondamentali regole dello Stato di diritto in atto, come denunciato dalle forze di opposizione israeliane;

10) a dare piena attuazione ai mandati di arresto emessi dalla Corte penale internazionale, in linea con la normativa italiana di adeguamento allo Statuto di Roma e in virtù del previsto obbligo di cooperazione da parte degli Stati membri, senza improprie considerazioni politiche che minerebbero il principio fondante per cui la legge, anche internazionale, è uguale per tutti;

11) a sostenere, in tutti i consessi europei ed internazionali, la legittimità della Corte penale internazionale, mettere in atto ogni iniziativa politica e diplomatica per scongiurare attacchi alla sua operatività e ribadire la necessità della Corte come strumento cardine della giustizia internazionale.

(120; 03/06/2025) Bevacqua, Tavernise, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- il nuovo Piano nazionale di gestione delle liste d’attesa 2025-2027, che va ad aggiornare il precedente Piano 2019-2021, approvato lo scorso anno con la Legge n. 107 del 29 luglio 2024 e strettamente collegato alle liste d’attesa, si pone come obiettivo principale quello di ridurre i tempi di attesa per visite specialistiche e ricoveri programmati, garantendo maggiore trasparenza e accessibilità ai servizi sanitari;

- il PNGLA 2025-2027 prevede anche che, nel caso in cui la prestazione di primo accesso non sia garantita nei tempi massimi di attesa, secondo la classe di priorità indicata, l’Azienda sanitaria di appartenenza del paziente deve attivare un percorso di presa in carico per soddisfare la richiesta del cittadino. Le Regioni nei propri Piani regionali dovranno declinare i cosiddetti percorsi di tutela ossia modalità alternative di accesso alle prestazioni nel caso in cui al cittadino non possa essere assicurata la prestazione al momento di contatto con il CUP;

- pertanto, per il cittadino è esigibile il diritto di avere la prestazione nei tempi massimi e l’Azienda sanitaria di appartenenza del paziente è tenuta a garantire tale diritto attivando i percorsi di tutela senza che la ricerca di soluzioni alternative debba ricadere sul cittadino. Considerato che: - il Decreto Legislativo n. 124 del 29 aprile 1998 prevede, in caso di impossibilità del Servizio Sanitario pubblico di rispettare i tempi di priorità delle impegnative, la possibilità, per il cittadino, di richiedere all’Azienda Sanitaria di appartenenza di usufruire di prestazioni in attività libero professionale pagando solo il Ticket (se dovuto) con il restante costo a carico del Sistema Sanitario Regionale;

- in breve la normativa nazionale prevede che se le attese per una prestazione sanitaria superano i termini di attesa massima previsti dai relativi codici attribuiti in base all’urgenza della prestazione, il paziente può chiedere “che la prestazione venga resa nell'ambito dell'attività libero-professionale intramuraria, ponendo a carico dell'azienda unità sanitaria locale di appartenenza e dell'azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione, in misura eguale, la differenza tra la somma versata a titolo di partecipazione al costo della prestazione e l'effettivo costo di quest'ultima, sulla scorta delle tariffe vigenti.” Nel caso invece “l’assistito sia esente dalla predetta partecipazione l'azienda unità sanitaria locale di appartenenza e l'azienda unità sanitaria locale nel cui ambito è richiesta la prestazione corrispondono, in misura eguale, l'intero costo della prestazione” (art. 3 comma 13);

- pertanto, da oltre 30 anni vige una norma che “difende” i pazienti costretti ad attendere oltre ai tempi massimi previsti e che consente a chi aspetta troppo per una visita o un esame di chiedere all’Azienda Sanitaria di pagare la prestazione in intramoenia;

- tuttavia, la procedura non è automatica e i pazienti in molti casi sono costretti a scontrarsi con la ritrosia dei CUP che oltre a non informare i cittadini di questa possibilità spesso glissano di fronte alle richieste specifiche dei cittadini di ricorrere all’intramoenia. Per questo alcune regioni più virtuose, come il Piemonte, hanno emanato, dopo le rimostranze di diversi pazienti, specifiche linee guida per ricordare la possibilità per le Aziende Sanitarie di applicare il D. Lgs 124/1998, chiarendo come garantire prestazioni in intramoenia quando non si possono rispettare le tempistiche stabilite nelle ricette. In particolare, si specifica che, se un paziente non può ottenere un appuntamento entro i tempi previsti dal CUP, può rivolgersi all’Urp dell’Asl per organizzare la visita o l’esame a pagamento, coperti dal Servizio sanitario;

-viene segnalato ancora che mentre in Regioni come Toscana, Lombardia, Lazio, Veneto, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Sardegna, Provincia Autonoma di Bolzano, Valle d'Aosta ed Emilia-Romagna le informazioni sono più accessibili, nel Centro-Sud, specialmente in Calabria e Sicilia, si trovano solo riferimenti generici senza indicazioni precise sui percorsi di tutela. La mancanza di automatismi rende complicato per il cittadino accedere all'intramoenia con il solo pagamento del ticket, costringendolo a confrontarsi con procedure lunghe e complesse. Tenuto conto che: - il Decreto del Commissario ad Acta della Regione Calabria n. 345 del 7 novembre 2024, con il quale sono stati ripartiti i fondi per la riduzione delle liste di attesa, riporta: “il governo delle liste di attesa è uno degli obiettivi principali del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale, in relazione al potenziale effetto sullo stato di salute di attese prolungate e l’incremento dei costi a carico dei cittadini che, a causa delle attese, spesso decidono di ricorrere all’erogazione di prestazioni a pagamento”;

- negli scorsi mesi il Governo ha accusato le Regioni di non aver utilizzato i fondi per il Piano di riduzione delle liste di attesa, cercando di scaricare su di esse il fallimento dello stesso Piano. Secondo i dati del Ministero della Salute, consegnati alla conferenza delle Regioni ad aprile 2025, la Calabria continua a tenere in cassa quasi il 90% dei finanziamenti ricevuti dal 2022 al 2024;

- la difficoltà di garantire una adeguata e tempestiva accessibilità alle prestazioni di diagnosi e cura, resta uno degli aspetti più critici e insoluti del sistema sanitario calabrese in cui il fenomeno delle liste di attesa è lontano dall'essere risolto e comporta per il cittadino l'impossibilità di affidarsi alla sanità pubblica e la necessità di rivolgersi a strutture private, con l'aumento dei costi della spesa sanitaria pro-capite delle famiglie e l'insorgenza di situazioni di disuguaglianza fra i cittadini nell'accesso alle cure. Sono continue le segnalazioni, nella nostra regione, per prestazioni con calendario bloccato perché non pervenuto, assenza di disponibilità o differimenti di mesi e mesi. Le alternative restano quella di dover ricorrere ad una spesa privata per effettuare visite o esami oppure rinunciare alle cure. Il fenomeno della rinuncia a prestazioni sanitarie contribuisce a riconoscere il livello di equità nell’accesso ai servizi sanitari;

- la cattiva gestione delle liste di attesa colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione, ovvero i cittadini a basso reddito e scolarità, arrivando a negare troppo spesso l’accesso tempestivo alle cure. La salute dei cittadini calabresi non può essere compromessa a causa di carenze strutturali e organizzative. Preso atto che: - in Calabria i percorsi di tutela, ovvero i meccanismi che le Aziende Sanitarie dovrebbero attivare per garantire l'accesso alle prestazioni nei tempi previsti, non solo rimangono spesso solo sulla carta ma richiedono altresì un'insostenibile mole di pratiche burocratiche a carico del cittadino, che arriva persino al paradosso di dover dimostrare autonomamente che l'ASP non ha rispettato i tempi di attesa, circostanza difficilissima da dimostrare, poiché il CUP non rilascia un'attestazione formale dell'impossibilità di prenotazione;

- la L. n. 107 del 29 luglio 2024, che ha convertito con modificazioni, il D.L. 7 giugno 2024, n. 73, ha introdotto misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa. Tuttavia, la concreta attuazione delle nuove norme non appare semplice e ripropone in buona parte meccanismi e problemi già noti. L’impianto complessivo delle disposizioni recentemente entrate in vigore sconta la frammentazione delle competenze amministrative in ambito sanitario, la necessità di un complesso confronto tra Stato e Regioni, il rinvio ad una serie di misure attuative e la temporaneità dei finanziamenti. A quasi un anno dall’approvazione, la legge è infatti ancora in stallo, a causa dei decreti attuativi mancanti, del tetto di spesa per le assunzioni irrisolto e dei fondi limitati. Gli esperti hanno additato l’eccesso di decreti come il tallone d’Achille della legge, come evidenziato fin da subito dalla fondazione Gimbe tramite il suo presidente. Perché la legge possa definitivamente espletare la sua funzione (e quindi per verificarne gli effettivi risultati sulla riduzione dei tempi d’attesa) restano ancora da approvare le linee di indirizzo nazionale per gestire le disdette e ottimizzare le agende e soprattutto le modalità con cui l’Organismo di verifica e controllo sull’attività sanitaria possa esercitare i poteri sostitutivi sulle singole Aziende sanitarie.

Impegna la Giunta regionale

1. a garantire l'effettiva, efficace ed efficiente applicazione in Calabria dei percorsi di tutela previsti dal D.Lgs. n. 124/1998, anche vincolando parte delle risorse trasferite alle Aziende Sanitarie alla creazione di un’adeguata campagna informativa in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private e all’istituzione di appositi sportelli informativi gestiti dalle Associazioni dei Consumatori o dalle Organizzazioni di cittadini;

2. a permettere all’utente di accedere ai benefici previsti dalla legge in modo semplice e non gravoso, prevendendo anche un fondo regionale che sollevi il cittadino dall’onere di richiedere all’Azienda Sanitaria di appartenenza il rimborso per l’accesso alla prestazione in libera professione, e prevedendo che siano direttamente le strutture private convenzionate, accreditate o in intramoenia, a chiedere i rimborsi alle Aziende;

3. a sollecitare il Ministero della Salute, anche tramite la Conferenza Stato-Regioni e i canali di coordinamento interistituzionale, all’attuazione completa e uniforme delle disposizioni contenute nella Legge n. 107 del 29 luglio 2024, in particolare dell’articolo 2, comma 10, che recita: “Nel caso in cui i tempi previsti dalle classi di priorità individuate nel Piano Nazionale di Governo delle Liste d’attesa non possano essere rispettati, le direzioni generali aziendali garantiscono l’erogazione delle prestazioni richieste nei limiti delle risorse previste, attraverso l’utilizzo dell’attività libero-professionale intramuraria o del sistema privato accreditato, sulla base della tariffa nazionale vigente”.

(121; 16/06/2025) Tavernise.

Risposta scritta a interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il diritto all'abitazione è un diritto fondamentale, riconosciuto da numerosi trattati internazionali, tra cui l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani e questo diritto garantisce che ogni individuo abbia accesso a un’abitazione sicura, accessibile e dignitosa;

- l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (Aterp Calabria), istituita con L.R. n. 24/2013, cura la realizzazione di specifici programmi di edilizia residenziale pubblica per rispondere alle esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni economiche svantaggiate, attua interventi di edilizia residenziale diretti alla costruzione di nuove abitazioni e all’acquisto e al recupero di abitazioni e immobili degradati destinati alla locazione permanente alle fasce sociali più deboli, gestisce il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica, effettua la manutenzione, gli interventi di recupero e la riqualificazione degli immobili. L'Aterp è commissariata dalla Regione sin dal 2016, è priva, quindi, di un Direttore Generale e ha forti carenze nella pianta organica. I dati regionali relativi al 2021 riportano che l’Aterp, in quell’anno, gestiva 34.416 alloggi di edilizia residenziale pubblica;

- nel mese di marzo 2021 sono state avviate le attività dell'Osservatorio Regionale sulle Politiche Abitative, come previsto dalla Legge 431/98, dal D.lgs. 112/1998 e dalla L.R. 32/1996 per il monitoraggio della condizione abitativa nel territorio regionale e la ridefinizione delle priorità regionali nel settore delle politiche abitative. Considerato che: - la Regione Calabria ha pubblicato nel 2022 il “Primo Rapporto sul Disagio Abitativo nella Regione Calabria”, rapporto curato dal Dipartimento Lavori Pubblici e Politiche di edilizia abitativa e riferito al 2021. Il rapporto evidenzia che numerose famiglie, nella nostra regione, non dispongono di abitazioni adeguate, vivono in condizioni di degrado e si recano spesso presso gli Enti comunali per avere risposte concrete attraverso l’attuazione di giuste politiche sociali. Solo il 46% dei comuni calabresi hanno risposto al monitoraggio e gli alloggi di edilizia sociale calcolati su questo campione risultano essere più di 15.000, ma solo il 39% di questi risultano idonei, mentre il resto sono inagibili o privi dei requisiti minimi di sicurezza. Oltre il 60% sono stati costruiti prima degli anni Ottanta e sono carenti sotto il profilo energetico e strutturale. Necessitano di interventi di manutenzione straordinaria e di efficientamento energetico, attraverso la realizzazione di isolamento termico delle pareti perimetrali e dei tetti, la sostituzione degli infissi e la realizzazione di nuovi impianti (termici, idrici, elettrici). Il 15% degli alloggi popolari monitorati versa in pessimo stato di conservazione e il 60% in stato mediocre. Diversi Comuni hanno segnalato la necessità di ricevere finanziamenti pubblici per poter effettuare lavori di manutenzione straordinaria, non più rinviabili, al fine di poter garantire l’incolumità e la sicurezza degli assegnatari. Il rapporto denuncia anche una distribuzione geografica inadeguata degli alloggi pubblici, con molte aree rurali completamente prive di edilizia residenziale pubblica. Gli alloggi disponibili sono spesso concentrati in zone urbane degradate, privi di accesso a servizi essenziali come trasporti, scuole e strutture sanitarie. In Calabria le famiglie vulnerabili, incluse quelle con minori, anziani e persone con disabilità, sono particolarmente esposte a condizioni abitative precarie. Esiste una richiesta consistente di alloggi di edilizia sociale, ma il numero di assegnazioni effettuate, rispetto al totale richiedenti, è decisamente basso. Viceversa, si rileva un numero di esclusi e/o un numero di domande insoddisfatte molto alto. - a dicembre 2024 Uil Calabria e Uniat Calabria hanno pubblicato un report sul disagio abitativo nella nostra regione, secondo il quale oltre 11.000 domande per l'assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica risultano inevase, evidenziando una carenza strutturale di alloggi disponibili, non adeguata a rispondere al fabbisogno abitativo della popolazione più vulnerabile, e un disagio crescente tra le famiglie calabresi. Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica è in gran parte obsoleto, con edifici costruiti prima del 1980, e necessita di urgenti interventi di manutenzione e riqualificazione energetica. I costi dell’affitto privato continuano a rappresentare una grave problematica per i nuclei familiari a basso reddito e solo una piccola percentuale delle famiglie calabresi riesce ad accedere ad alloggi a canone calmierato, a causa di una disponibilità limitata. Questo a fronte di 450 mila appartamenti vuoti o inutilizzati (circa il 40% del totale degli immobili). Il problema è particolarmente grave nel contesto della povertà diffusa nella regione. I dati emersi da una recente relazione della Corte dei conti, poi, raccolti e analizzati nel report, e i risultati sull’attuazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza mostrano una situazione drammatica: migliaia di famiglie calabresi continuano a vivere in condizioni di disagio abitativo senza una prospettiva concreta di miglioramento. La stessa fonte riporta che dei 57 progetti finanziati con il Programma PINQuA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), la spesa effettiva è ferma all’8% e non si riescono a superare le lentezze amministrative e operative nella realizzazione degli interventi previsti anche per il Programma “Sicuro, verde e sociale: riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, approvato nell’ambito del Fondo complementare al PNRR. Tenuto conto che: - a dicembre 2024 un’operazione coordinata dalla Procura di Catanzaro e condotta dalla Digos e dai carabinieri del Comando provinciale ha portato alla luce, nella città di Catanzaro, irregolarità nell'assegnazione delle case popolari, in genere localizzate nell’area sud della città capoluogo, a maggiore disagio abitativo. L’inchiesta, partita nel 2022, ha evidenziato come da anni fosse attivo un sistema parallelo che inquinava l’assegnazione delle case popolari e che aveva trasformato l’Aterp in una sorta di agenzia immobiliare. Soggetti che non avevano titolo riuscivano comunque ad ottenere alloggi popolari pagando somme di denaro o altre utilità a funzionari compiacenti dell'Azienda. Secondo gli inquirenti anche l’ufficio Patrimonio, messo al corrente delle irregolarità effettuate nell’assegnare gli alloggi popolari, si girava dall’altra parte. Nonostante l’Ente vantasse crediti per circa 11milioni di euro, per via delle tante e decennali morosità, nessuno attivava i procedimenti di riscossione o aveva mai aggiornato gli elenchi dei morosi. Di 400 alloggi Aterp presenti su Catanzaro, solo 150 sono regolarizzati, mentre degli altri 250, occupati abusivamente, non hanno mai chiesto la regolarizzazione. L’Aterp catanzarese gestisce in totale 2.500 alloggi, ed in cinque anni, da giugno 2019 (periodo di pubblicazione della graduatoria vigente) gli uffici hanno assegnato solo quattro alloggi ed hanno proceduto alla riacquisizione solo di dieci alloggi. - nell’inchiesta denominata “Case popolari“, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ed eseguita dai Carabinieri a febbraio 2024, è emerso il controllo da parte della criminalità organizzata sul settore delle assegnazioni delle abitazioni amministrate dall’ Aterp e dell’Ente Patrimonio Edilizio del Comune di Reggio Calabria, “un vero e proprio mercimonio del patrimonio edilizio sociale”. Per gli inquirenti, ci sarebbe stata la ‘ndrangheta dietro il mercato illegale degli alloggi popolari, che venivano assegnati a persone non aventi diritto;

Preso atto che: - appaiono evidenti le gravi inefficienze dell'Aterp nella gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, che, associate allo stato di conservazione degli stessi, con edifici vetusti e obsoleti e una scarsa o nulla manutenzione, non solo impediscono l’utilizzo del patrimonio esistente, ma aumentano anche il rischio di occupazioni abusive, alimentando tensioni sociali. Le famiglie calabresi in condizioni di disagio abitativo vivono spesso in alloggi sovraffollati, insalubri e privi dei requisiti minimi di sicurezza;

-le irregolarità emerse nell'assegnazione degli alloggi popolari minano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e compromettono il diritto fondamentale all'abitazione. È necessario un intervento tempestivo per riformare le procedure di assegnazione degli alloggi, garantire trasparenza e legalità, e assicurare che le risorse destinate all'edilizia residenziale pubblica siano utilizzate in modo efficace, equo e con tempi decisamente più rapidi. Le occupazioni abusive degli alloggi popolari sono in crescita, compromettendo il diritto di accesso per chi è regolarmente in graduatoria. In Calabria vi è, poi, un elevato numero di sfratti, soprattutto per morosità incolpevole, che rappresentano circa il 90% dei casi totali di sfratto registrati negli ultimi anni. L’incidenza degli affitti sul reddito familiare è insostenibile per molte famiglie della nostra regione: circa il 35% delle famiglie in affitto spende più del 40% del proprio reddito per la casa, rendendo difficoltoso sostenere altre spese essenziali;

- l’abitazione rappresenta una condizione indispensabile per l’accesso all’istruzione, alla formazione e a una buona occupazione e solo l’edilizia residenziale pubblica e quella sociale possono attutire il problema della tensione abitativa. Il rilancio e la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico appaiono ancora più importanti in una regione che sta invecchiando, in un territorio, il più povero dell’Europa, dove gli stipendi sono sempre più bassi e dove la questione casa potrebbe diventare un vero e proprio rischio sociale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali strategie intenda adottare per incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, anche attraverso la costruzione di nuovi alloggi e coinvolgendo gli enti locali e il settore privato in questo processo, al fine di rispondere adeguatamente al crescente disagio abitativo in Calabria, con particolare riferimento alle famiglie in condizioni di vulnerabilità sociale ed economica;

2. quali misure siano state predisposte per garantire il rispetto delle graduatorie di assegnazione al fine di velocizzare le procedure di assegnazione degli alloggi popolari e contrastare occupazioni abusive e favoritismi;

3. se siano stati stanziati fondi per interventi di manutenzione straordinaria, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli alloggi esistenti e quali siano i tempi previsti per la realizzazione di tali interventi;

4. se siano previsti programmi specifici per la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio pubblico non utilizzato, con tempi certi per la loro attuazione;

5. quali iniziative si intendono assumere per affrontare le gravi inefficienze dell'Aterp Calabria nell'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, garantendo la trasparenza e la legalità nelle procedure di assegnazione degli alloggi, prevenendo future irregolarità e abusi;

6. quali azioni siano previste per prevenire gli sfratti, in particolare per le famiglie colpite da morosità incolpevole, e se sia stato attivato un fondo regionale, in aggiunta ai fondi statali, per il sostegno al pagamento degli affitti.

(306; 20/01/2025).

(Risposta)

 

Mammoliti e Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con Legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 recante “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale” è stato istituito il Consorzio di bonifica della Calabria, quale ente pubblico economico a struttura associativa, ai sensi dell'articolo 862 del Codice civile, con sede in Catanzaro;

- l’Art. 36 rubricato “Liquidazione dei consorzi di bonifica” della richiamata legge, con riferimento agli undici consorzi di bonifica allora esistenti, dispone ai commi 1, 2, 3 e 4 che 1. gli undici consorzi di bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della legge sono soppressi e posti in liquidazione a far data dall'approvazione dello statuto del Consorzio di bonifica della Calabria, fatta salva la sottoposizione a liquidazione coatta amministrativa laddove ricorrano i presupposti previsti dalla vigente normativa;

da tale momento, senza soluzione di continuità nell'esercizio della funzione consortile, il Consorzio di bonifica della Calabria assume i compiti di servizio pubblico di bonifica già affidati ai consorzi soppressi, in tutti i comprensori di bonifica, secondo le disposizioni di seguito indicate 2. Al verificarsi della condizione di cui sopra, il Presidente della Giunta regionale, su proposta dell'Assessore competente in materia di agricoltura, nomina un commissario liquidatore per ogni consorzio di bonifica, determinando la durata degli incarichi, non superiore a dodici mesi, prorogabili per motivate ragioni massimo per altri dodici mesi, nonché il compenso a carico dei rispettivi consorzi, che non può comunque superare quello annualmente previsto per il Presidente dei consorzi stessi, salvo quanto previsto al comma 4. Le procedure di liquidazione non concluse anche all'esito della disposta proroga sono definite dal Consorzio di bonifica della Calabria con gestione separata. Gli oneri delle liquidazioni dei consorzi soppressi con la presente legge rimangono esclusivamente a totale carico delle stesse. 3. Ciascun commissario liquidatore espleta la procedura liquidatoria del consorzio di bonifica di competenza. In particolare: a) entro sessanta giorni dalla nomina, rileva lo stato patrimoniale, provvedendo, con riferimento ai beni immobili, ad aggiornarne la valutazione, previa acquisizione di apposita relazione di stima effettuata dall'Agenzia del demanio;

b) entro centoventi giorni dalla nomina, individua le attività e le passività, compresi i contenziosi in corso, rinegoziando eventualmente i rapporti con i creditori;

c) entro duecentosettanta giorni dalla nomina, approva un piano di liquidazione, trasmettendolo all’articolazione amministrativa competente in materia di forestazione, e rende noto l'avvio del relativo procedimento di definizione concordata dell'esposizione debitoria, con riferimento ai crediti certi ed esigibili dei quali sia stata preventivamente verificata la regolarità amministrativa e contabile, con mezzi idonei e comunque con un avviso sul BURC, indicando un termine a decorrere dal quale è possibile inoltrare le relative istanze da parte dei creditori;

d) entro trecentosessanta giorni dalla nomina, redige il bilancio finale e la relazione conclusiva, che trasmette all’articolazione amministrativa competente in materia di forestazione per la relativa approvazione. 4. Le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 non trovano applicazione laddove ricorrano i presupposti di legge per la sottoposizione dei consorzi di bonifica di cui al comma 1 al regime della liquidazione coatta amministrativa;

- la Giunta regionale con Deliberazione n. 803 del 29 dicembre 202 recante “Legge Regionale n. 39 del 10 agosto 2023 ‘Disciplina in materia di ordinamento dei consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale’. Liquidazione dei Consorzi di Bonifica” su proposta congiunta del Presidente della Giunta Regionale e dell’Assessore all’Agricoltura, Risorse Agroalimentari Forestazione a voti unanimi, ha deliberato - di disporre la soppressione e la conseguente liquidazione degli undici Consorzi di bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della legge regionale n. 39/2023 a far data dall’approvazione dello statuto del Consorzio di Bonifica della Calabria secondo quanto previsto dall’art. 36, comma 1, della stessa legge regionale;

- di demandare al Presidente della Giunta regionale la nomina di un commissario liquidatore per ciascuno dei Consorzi di Bonifica di cui al punto 1. secondo le previsioni di cui all’art. 36, comma 2 della L.R. n. 39/2023;

- il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 5 del 23/01/2024 recante “Nomina Commissari Liquidatori per i Consorzi di Bonifica soppressi e posti in liquidazione, ai sensi dell’art. 36, della Legge regionale n. 39 del 10 agosto 2023”, su proposta dell’Assessore competente in materia di agricoltura e forestazione, ha nominato i Commissari Liquidatori degli undici consorzi di bonifica posti in liquidazione con la richiamata D.G.R. n. 803 del 29.12.2023, per le finalità di cui all’art. 36 della Legge Regionale n. 39 del 10 agosto 2023. - l’affidamento degli incarichi che precedono decorre dalla notifica dell’atto di nomina con una durata di dodici mesi, prorogabili per motivate ragioni massimo per altri dodici mesi. Considerato: - che il termine di dodici mesi assegnato ai Commissari Liquidatori è scaduto lo scorso 23 gennaio e che, da quanto è dato conoscere, la situazione finanziaria dei disciolti Consorzi di Bonifica presenterebbe molteplici criticità;

- che, le richiamate criticità stanno determinando notevoli e gravi ritardi nell’erogazione del Trattamento di fine rapporto dei lavoratori posti in quiescenza. Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti consiglieri regionali interrogano l’Assessore competente in materia di agricoltura e forestazione

per sapere:

con riferimento a ciascuna gestione liquidatoria degli 11 Consorzi di Bonifica, - se è stato definito lo stato patrimoniale e se, con riferimento ai beni immobili, sia stata aggiornata la valutazione con la preventiva acquisizione di apposita relazione di stima effettuata dall'Agenzia del demanio;

- se sono state individuate le attività e le passività, compresi i contenziosi in corso e, se nel caso, siano stati rinegoziati i rapporti con i creditori;

- se è stato approvato un piano di liquidazione;

- se sono stati redatti i bilanci finali e le relazioni conclusive;

- se ricorrano i presupposti di legge per la sottoposizione dei consorzi di bonifica al regime della liquidazione coatta amministrativa. - se e quali provvedimenti si intendano adottare per consentire agli undici Consorzi di Bonifica in liquidazione di erogare in tempi rapidi il TFR ai lavoratori collocati in quiescenza.

(313; 05/02/2025).

(Risposta)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con DCA n. 84 del 5.4.2024, il Commissario ad Acta al ‘Piano di rientro dal debito sanitario’ ha definito con atto di indirizzo la programmazione delle risorse residue di cui all'art.20 della legge n.67/1988 destinandole ai nuovi fabbisogni finanziari per i nuovi ospedali di Vibo Valenzia e della Piana di Gioia Tauro;

- le somme residue sono state quantificate in euro 171.518.700,77;

- il nuovo fabbisogno finanziario necessario per le varianti progettuali agli interventi per la realizzazione dei Nuovi Ospedali di Vibo Valentia e della Piana di Gioia Tauro sono stati quantificati in euro 30.000.000 per l'approvazione del progetto esecutivo del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia ed in euro 141.518.700,77 per l'approvazione del progetto definitivo del Nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro;

Considerato che: - le risorse rinvenienti all'art 20 legge 67/1988 per la loro effettiva utilizzazione sono soggette ad Accordo di Programma Quadro (APQ);

- a distanza di ormai circa un anno dalla approvazione dell'atto di indirizzo (DCA 84/2024) non sono stati approvati né il progetto esecutivo del Nuovo Ospedale di Vibo Valentia né il progetto definitivo del Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- a che punto è l’approvazione dell'Accordo di programma quadro per l'utilizzo dei fondi di cui all'art.20 della legge 67/1988 per l'importo di euro 171.518.700,77, destinati alla approvazione del progetto esecutivo del Nuovo ospedale di Vibo Valentia e per l'approvazione del progetto definitivo del Nuovo Ospedale della Piana di Gioia Tauro?

(318; 11/02/2025).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con la legge regionale 12 aprile 1990, n. 21 “Norme in materia di edilizia di culto e disciplina urbanistica dei servizi religiosi” si prevede la concessione di contributi a favore degli edifici di culto;

- con la D.G.R. n. 83 del 4 marzo 2024 si è preso atto dell’Accordo per lo sviluppo e coesione della Regione Calabria;

- con la D.G.R. n. 494 del 13 settembre 2024 è stato emanato un atto di indirizzo relativo agli interventi di manutenzione e/o restauro di edifici di culto che prevedeva l’esame delle istanze presentate tra il 22 dicembre 2021 (data della delibera CIPESS n. 79/2021) e il 14 marzo 2024 (data della pubblicazione della D.G.R. n. 83/2024) e le priorità secondo la tipologia di progettazione allegata;

- con D.D.G. n. 844 del 23 gennaio 2025 il Dipartimento Infrastrutture e Lavori pubblici ha approvato l’elenco delle istanze ammesse, suddivise in 3 tipologie: dotate di progettazione esecutiva, dotate di progettazione definitiva e dotate di progettazione preliminare, stabilendo che le immediatamente finanziate siano quelle accompagnate da progettazione esecutiva. Considerato che: - i criteri di concessione sono stati emanati dalla Giunta regionale in prossimità della scadenza del procedimento e non a monte dello stesso, non consentendo così ai richiedenti di conoscere se e quale tipologia di elaborati progettuali allegare alle istanze. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore con delega alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici

per sapere:

per conoscere i motivi per cui i criteri di assegnazione dei finanziamenti per la manutenzione straordinaria degli edifici di culto non siano stati predeterminati bensì emanati in prossimità della scadenza del procedimento.

(322; 20/02/2025).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-l’articolo 3, co. 1, DPCM del 17 dicembre 2020 ha introdotto un contributo denominato “Reddito di Libertà”, destinato alle donne vittime di violenza, senza figli o con figli minori, seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza, al fine di contribuire a sostenerne l’autonomia. La misura consiste in un contributo economico concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi, finalizzato a sostenere prioritariamente le spese per assicurare l’autonomia abitativa e la riacquisizione dell’autonomia personale, nonché il percorso scolastico e formativo dei figli o delle figlie minori. Per il suddetto contributo, Il Governo ha previsto un Fondo che viene distribuito tra le Regioni;

mentre l’INPS è l’ente responsabile della gestione e dell’erogazione dei contributi, che con la circolare n. 166 dell’8 novembre 2021 ha definito i criteri di ripartizione dello stesso. Considerato che: L’art. 1 co. 187 della L. 30/12/2023 n. 213 (legge di Bilancio 2024) ha incrementato la misura del Reddito di Libertà in 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 e di 6 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027. In questo modo la misura è stata elevata da 400 a 500 euro pro capite mensili, per un massimo di 12 mensilità, così per un totale annuo per ciascuna donna da euro 4.800,00 ad euro 6.000,00. La somma erogata dal Governo è stata ripartita tra le Regioni sulla scorta del numero di donne, comprese tra i 18 anni e 67 anni, presenti in ciascun territorio. In Calabria su un numero di 595.614 donne, è stata disposta l’erogazione della somma annuale di euro 319.963,00, che risulta insufficiente per soddisfare tutte le richieste avanzate dalle donne vittime di violenza. Il motivo dell’incremento operato dal Governo è stato determinato dal numero considerevole di domande che non sono state accolte per assenza di budget. Basti pensare che nel 2023 e 2024 il (solo) Comune di Reggio Calabria ha presentato 19 domande che sono state tutte respinte per insufficienza di budget. In virtù di ciò, con decreto n. 52 del 04/03/2025 è stata data la facoltà di ripresentare le domande a tutte coloro le cui domande erano state rigettate per incapienza, a partire dal 5 marzo 2025 fino al 18 aprile 2025. Ciò, tuttavia, non risolve il problema dell’insufficienza delle risorse economiche necessarie a garantire a tutte le donne vittime di violenza il beneficio del “Reddito di Libertà”. Tenuto conto che: ai sensi dell’art. 2 commi 2 e 3 del decreto n. 52 del 4 marzo 2025 è stato ribadito che le risorse attribuite a ciascuna delle regioni o province autonome possono essere incrementate dalle regioni/province autonome stesse con ulteriori risorse proprie, trasferite direttamente all’INPS, previa presentazione di richiesta di incremento del budget. Lo scopo è quello di consentire all’INPS di utilizzare queste ulteriori risorse per la gestione delle domande presentate nella stessa regione/provincia autonoma e non accolte per insufficienza della quota statale assegnata. Preso atto che molte regioni tra le quali l’Emilia-Romagna, il Molise e il Lazio hanno contribuito con proprie risorse (contabilità regionale) ad incrementare tale contributo statale al fine di prevenire e contrastare ogni forma e grado di violenza morale, fisica, piscologica, psichica, sessuale, sociale ed economica nei confronti delle donne, sia nella vita pubblica sia in quella privata. In particolare, la Regione Emilia-Romagna ha confermato il proprio impegno a sostegno del Reddito di Libertà, stanziando nel 2022 e nel 2023, 1,3 milioni di euro per ciascun anno, con risorse del bilancio regionale che permettono di integrare in modo significativo quelle nazionali e dare una risposta alle domande non accolte per mancanza di fondi. La regione Lazio con Determinazione n. G17989 del 26/12/2024 ha assegnato la somma di euro 1.000.000,00 per il “Reddito di Libertà”;

il Molise ha avanzato una proposta di legge, volta a stipulare un accordo tra la Regione e la donna vittima di violenza, con o senza figli, che si impegna a partecipare a un progetto personalizzato finalizzato all’acquisizione o riacquisizione della propria autonomia e indipendenza personale, sociale ed economica. Tutto ciò premesso e considerato, non essendo a conoscenza di iniziative della Regione Calabria volte a sostenere tale beneficio si interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

se la Regione Calabria ha intenzione di contribuire ad aumentare il budget messo a disposizione dal Governo a sostegno del Reddito di Libertà per le donne vittime di violenza per gli anni 2025-2026 e 2027.

(330; 10/03/2025)

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale, riconosciuto da numerosi trattati internazionali, tra cui l’articolo 25 della Dichiarazione universale dei diritti umani e questo diritto garantisce che ogni individuo abbia accesso a un’abitazione sicura, accessibile e dignitosa;

- il fenomeno della morosità incolpevole rappresenta una delle principali cause di disagio abitativo in Italia e in Calabria, con migliaia di famiglie a rischio sfratto per cause indipendenti dalla loro volontà. Il Fondo per la morosità incolpevole è stato istituito per mitigare questo problema, fornendo un aiuto economico agli inquilini impossibilitati a pagare l’affitto a causa di eventi imprevisti e gravi difficoltà economiche. Tuttavia, la ristrettezza dei finanziamenti e l’assenza di un’efficace gestione delle risorse ne hanno spesso limitato l'efficacia;

- l’assenza di misure adeguate, infatti, può ulteriormente aumentare gli sfratti per morosità incolpevole. Secondo i dati del Ministero dell’Interno nel 2023 sono stati emessi circa 40.000 provvedimenti di rilascio di immobili, di cui l’80% per morosità incolpevole, con 74.000 richieste di esecuzione forzata, aggravando l’attuale emergenza abitativa. I dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate ci dicono che prendere casa in affitto diventa sempre più costoso, quasi proibitivo. I proprietari, infatti, guardano al mercato degli affitti brevi, che per il 2025 sarà decisamente più redditizio rispetto alle locazioni residenziali. Questo fenomeno dimostra l’effetto espulsivo degli affitti turistici sulle città e il taglio di misure fondamentali di welfare come il Fondo per la morosità incolpevole;

- in Calabria si registra un elevato numero di sfratti, circa il 90% dei quali è dovuto a morosità incolpevole, ossia l’impossibilità di pagare l’affitto a causa della perdita o consistente riduzione del reddito familiare. Circa il 35% delle famiglie in affitto spende più del 40% del proprio reddito per la casa, rendendo estremamente difficile sostenere altre spese essenziali, aggravando il disagio economico e sociale. Considerato che: - il Fondo per la morosità incolpevole è stato istituito dall’art. 6 comma 5 del Decreto-legge n. 102 del 2013, convertito nella Legge 124/2013, ed è destinato agli inquilini morosi incolpevoli. I Comuni calabresi individuati come ad alta tensione abitativa nella Delibera CIPE n. 87/2003, principali beneficiari del Fondo, sono: Acri, Cassano allo Jonio, Castrovillari, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Gioia Tauro, Lamezia Terme, Montalto Uffugo, Palmi, Reggio Calabria, Rende, Corigliano Rossano, San Giovanni in Fiore e Vibo Valentia;

- Il Fondo è finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e le risorse sono ripartite tra le Regioni, che a loro volta le distribuiscono ai Comuni per l’erogazione di contributi agli inquilini morosi incolpevoli. Le principali cause di morosità incolpevole includono: la perdita del lavoro per licenziamento o mancato rinnovo di contratti a termine;

la riduzione dell’orario di lavoro a seguito di accordi aziendali o sindacali, cassa integrazione ordinaria o straordinaria;

la cessazione di attività libero-professionali o di impresa per cause di forza maggiore;

malattie gravi, infortuni o decessi che determinano una riduzione rilevante del reddito o spese mediche ingenti;

- il Fondo è stato rifinanziato dalla Legge di Bilancio 2025, con 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per il 2026, anche se queste risorse risultano insufficienti. In ogni caso, manca ancora il decreto attuativo che stabilisce i criteri di utilizzo del Fondo, bloccando l’operatività degli Enti Locali nell’erogazione dei contributi agli inquilini morosi incolpevoli. Tenuto conto che: - un esempio di buona pratica è rappresentato dalla Regione Emilia Romagna, che ha sottoscritto un Protocollo per la riduzione del disagio abitativo 2025-2026, coinvolgendo Comuni, Tribunale, Prefettura, associazioni degli inquilini e dei proprietari, sindacati e ordini professionali;

- tale Protocollo prevede: un utilizzo coordinato e integrato delle risorse nazionali, regionali e comunali, garantendo un accesso più ampio ai contributi per la morosità incolpevole;

procedure omogenee e snelle per l’erogazione dei contributi, evitando ritardi e frammentazione nell’attuazione delle misure di sostegno;

l’introduzione di un contributo massimo fino a 8.000 euro nei Comuni ad Alta Tensione Abitativa (ATA) e fino a 4.000 euro negli altri Comuni;

l’ampliamento delle risorse disponibili, includendo anche fondi di edilizia pubblica e sociale gestiti dagli Enti Locali;

l’inserimento di una clausola di compatibilità con l’Assegno di Inclusione, permettendo ai beneficiari di cumulare il sostegno all’affitto con altre misure di welfare;

la previsione di misure di accompagnamento sociale per i nuclei familiari in difficoltà, attraverso il coinvolgimento dei servizi sociali e delle associazioni territoriali. Preso atto che: - la riattivazione del Fondo per la morosità incolpevole è fondamentale per prevenire sfratti e situazioni di grave disagio abitativo, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione;

- la Regione Calabria, attraverso i Comuni, ha il compito di gestire e distribuire le risorse assegnate dal Fondo, garantendo trasparenza e tempestività nell’accesso ai contributi;

- l’assenza di un Fondo regionale integrativo potrebbe rendere insufficienti le risorse nazionali disponibili rispetto all’elevata domanda di sostegno in Calabria;

- l’abitazione rappresenta una condizione indispensabile per l’accesso all’istruzione, alla formazione e a un’occupazione dignitosa. Questo è ancora più importante in una regione dove gli stipendi sono da sempre molto bassi, in un territorio tra i più poveri d’Europa dove la questione abitativa rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale. Tutto ci premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. se la Regione Calabria abbia già predisposto le procedure necessarie per la gestione del Fondo per la morosità incolpevole e quali siano i tempi previsti per dare risposta ai cittadini attraverso i bandi comunali.

2. Quali azioni la Regione intenda adottare per sollecitare il Governo a emanare il decreto attuativo necessario all’erogazione delle risorse del Fondo.

3. Se la Regione Calabria intenda stanziare risorse aggiuntive per un proprio Fondo regionale per la morosità incolpevole, al fine di integrare le risorse nazionali e ampliare la platea dei beneficiari.

4. Quali misure siano previste per supportare le famiglie in difficoltà economica e prevenire gli sfratti, promuovendo un coordinamento efficace tra Comuni, Prefetture e associazioni di categoria.

5. Se sia prevista una campagna informativa per garantire che i cittadini aventi diritto siano adeguatamente informati sulle modalità di accesso ai contributi e sui requisiti richiesti.

(333; 24/03/2025).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la Tubercolosi Bovina per definizione è una “Malattia infettiva e contagiosa, sostenuta dal Mycobacterium Bovis, ad andamento cronico, che colpisce numerose specie selvatiche, domestiche ed anche l’uomo”, ci troviamo difronte ad una zoonosi molto pericolosa per la salute umana per la cui eradicazione la normativa DM 02.05.2024, prevede l’individuazione di tutti i capi infetti e la loro macellazione;

- i capi macellati, a seguito di Ordinanza di abbattimento da parte del Responsabile del Servizio veterinario, su delega del Commissario, vengono rimborsati dall’ASP all’allevatore. La regione Calabria ha adottato il Decreto per la ricostituzione del patrimonio;

- dall’anno 2023 l’infezione si è manifestata ai controlli ufficiali con la prova IDT (inoculazione della Tubercolina) in maniera molto diffusa negli allevamenti, in particolare del Crotonese;

- il 21 novembre 2023, nel corso di una giornata di studio promossa dall’ARA (Associazione regionale allevatori) si sottolineava la necessità immediata di attuare un Piano straordinario di eradicazione;

- il 15.05.2024 la Direzione sanitaria dell’Asp di Crotone istituiva una task force TBC per la gestione dei focolai, la cui nomina veniva ratificata dal Commissario Straordinario con Delibera n. 474 del 10.06.2024. Considerato che:

- l’allevamento bovino costituisce un comparto importante nell’ambito del settore zootecnico della nostra regione;

- la comprensibile esasperazione degli allevatori, sfociata in contestazioni e proteste, rende imprescindibile una collaborazione tra gli stessi e l’autorità sanitaria;

- medio tempore ha avuto luogo l’avvicendamento del Commissario aziendale di Crotone;

- il D.M. 02.05.2024 sulle malattie infettive animali, quali la tubercolosi bovina, ne prevede l’eradicazione entro il 2030, dopo di che si potrebbe avere la sospensione degli aiuti comunitari per gli allevatori. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria,

per sapere:

- se intende convocare tempestivamente un tavolo tecnico presso l’Asp di Crotone, coinvolgendo anche i veterinari e gli allevatori, al fine di tracciare le linee, nel rispetto della norma, per l’elaborazione di un Piano straordinario di eradicazione.

(334; 24/03/2025).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l'autorizzazione all’esercizio di attività sanitarie è un provvedimento amministrativo rilasciato dal Dipartimento regionale "Tutela della Salute e Politiche Sanitarie", che consente alle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private di operare;

- l’istruttoria amministrativa delle istanze di autorizzazione e accreditamento si avvale delle Commissioni Aziendali per l’Autorizzazione e l’Accreditamento (CAAA), che verificano i requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi delle strutture richiedenti;

- le attività di verifica e controllo dovrebbero essere svolte con regolarità per garantire il rispetto dei requisiti minimi e degli standard di sicurezza per i pazienti. Considerato che: - risulta che attualmente le strutture possano ottenere l’autorizzazione basandosi anche su autodichiarazioni, senza un’adeguata verifica preventiva e posteriore dei requisiti dichiarati;

- sono emerse criticità relative all’assenza di controlli successivi all’autorizzazione, anche a campione, sulle strutture sanitarie, con particolare riferimento ai requisiti di personale, igienicosanitari e di isolamento per i reparti critici come le terapie intensive;

- la Regione Calabria ha il compito di vigilare sulle strutture accreditate e di attivare un sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità dell’assistenza e l’appropriatezza delle prestazioni erogate, ai sensi dell’art. 8 octies del D.lgs. 502/1992;

- la giurisprudenza (Cons. Stato, Sez. III, 9/12/2020, n. 7820) ha stabilito che i controlli di appropriatezza non si esauriscono nella verifica dell’adempimento contrattuale, ma sono volti a garantire la qualità dell’assistenza e l’uso efficiente delle risorse pubbliche;

- esiste il Nucleo Aziendale Controlli Esterni (NACE), istituito con atto del Direttore Sanitario Aziendale, con il compito di effettuare verifiche sulle strutture private accreditate, compilare report annuali e proporre elementi migliorativi;

-non risultano, nelle sottosezioni Amministrazione Trasparenza delle ASP, pubblicazioni esaustive sui controlli effettuati dal NACE e dalle Commissioni Aziendali. Tutto ci premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale nella sua qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria, 1. se il Dipartimento "Tutela della Salute e Politiche Sanitarie" abbia adottato un piano dei controlli sulle strutture sanitarie, e se sì , quale sia la sua cadenza e metodologia di attuazione;

2. quali verifiche vengano effettuate dall’ufficio preposto presso il Dipartimento sulle attività delle Commissioni Aziendali per l’Autorizzazione e l’Accreditamento;

3. se siano previsti controlli a campione successivi al rilascio delle autorizzazioni e, in caso affermativo, con quale frequenza e modalità vengano svolti;

4. se il Nucleo Aziendale Controlli Esterni (NACE) svolga regolarmente l’attività di monitoraggio e se i relativi report vengano trasmessi al competente Settore Regionale nei tempi previsti;

5. per quale motivo nelle sottosezioni Amministrazione Trasparenza delle ASP non risultino pubblicate informazioni dettagliate sulle attività di controllo effettuate dal NACE e dalle Commissioni Aziendali, e se si intenda provvedere alla loro pubblicazione per garantire la massima trasparenza;

6. quali misure si intendano adottare per garantire che tutte le strutture sanitarie, sia pubbliche che private, rispettino i requisiti tecnologici, organizzativi e strutturali obbligatori richiesti dalla normativa vigente, ivi compresi i turni di servizio e riposo delle figure in servizio appartenenti al comparto Sanità, e per evitare che le strutture sanitarie, pubbliche e private, operino in assenza o carenza dei medesimi requisiti, rappresentando, nel caso, un pericolo per la sicurezza delle cure, la salute dei pazienti e del personale impiegato.

(340; 16/04/2025).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- recenti notizie di stampa riportano di allarmanti preoccupazioni rispetto all’incertezza sulle risorse effettivamente disponibili per la costruzione del nuovo Ospedale di Catanzaro;

- tali balletti di cifre, che si rincorrono da una parte e dall’altra, risultano decisamente imbarazzanti. Considerato che: - il Presidente della Giunta regionale, oltre a ricoprire la funzione di Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal disavanza sanitario, è stato recentemente nominato dal governo Commissario con i poteri di protezione civile per la realizzazione delle strutture ospedaliere;

- è necessario fare urgentemente chiarezza e sgombrare ufficialmente il campo dalla confusione che alimenta incertezza nell’intera cittadinanza. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Regione Calabria, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria e di Commissario per l’emergenza ospedaliera

per sapere:

- l’esatto ammontare dei fondi effettivamente disponibili per la realizzazione del nuovo Ospedale di Catanzaro e la relativa provenienza.

(341; 17/04/2025).

(Risposta)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- in Italia circa l’8% della popolazione è affetto da malattie renali, un tasso che aumenta gradualmente con l’età, arrivando al 17% nella fascia oltre i 70 anni e, attualmente, le malattie renali rappresentano l’ottava causa di morte e, se non adeguatamente affrontate, si prevede che entro il 2040 diventeranno la quinta causa principale di riduzione dell’aspettativa di vita;

- alla Malattia Renale Cronica (MRC) è anche associata un aumento del rischio di mortalità e un maggior rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari. In Italia, circa 70.000 persone richiedono trattamenti vitali come la dialisi e il trapianto di rene, i quali hanno un impatto significativo non solo sulla qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie, ma anche sulle risorse del Sistema Sanitario Nazionale. Gli ultimi dati dal registro europeo per la dialisi e il trapianto mostrano un aumento del 43% nell’incidenza della dialisi negli ultimi tre decenni;

- in occasione della Giornata Mondiale del Rene, è stata sottolineata l’urgenza di aumentare la consapevolezza sulla salute dei reni e affrontare la Malattia Renale Cronica attraverso un approccio globale. È, infatti, cruciale investire in prevenzione e diagnosi precoce affinché le terapie, tradizionali e innovative oggi a disposizione, siano efficaci e funzionali;

- in questo quadro, il Sistema sanitario regionale deve impegnarsi con maggiore forza e convinzione a promuovere azioni concrete per sensibilizzare la popolazione riguardo a questa condizione che negli stadi più avanzati e gravi (dialisi e trapianto) ha, come detto, importanti ripercussioni personali e sociali, oltre che un impatto significativo sulle risorse del Sistema Sanitario del nostro Paese. Considerato - che il Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR calabrese, con DCA n. 103 del 31/03/2023, ha approvato la Rete nefrologica e dialitica della Regione Calabria - aggiornamento e riorganizzazione disponendo l’aggiornamento e la sostituzione del DCA n.123 del 17 settembre 2020;

- che la sopra richiamata Rete definisce il modello organizzativo ed il funzionamento delle Rete Nefrologica e Dialitica Calabrese (RNDC), al fine di qualificare e soddisfare il bisogno assistenziale espresso dai pazienti nefrologici. Rilevato - che, da quanto si evince da una nota stampa del responsabile Aned Calabria, la RNDC sta subendo dei tagli inspiegabili e, nello specifico: - in relazione alla recente approvazione dell’atto aziendale dell’azienda ospedaliera universitaria Dulbecco, si è registrata, presso il presidio ‘Pugliese’, una riduzione dei posti letto di nefrologia, che passano da sedici a quattordici, mentre in dialisi i posti tecnici sono rimasti quindici non subendo variazioni, nonostante nella realtà, riferisce la nota stampa, i pazienti trattati sono diciotto per turno più gli acuti, gestiti con lo stesso personale e in spazi più compressi;

- che anche al presidio “Mater Domini”, prosegue la nota, la situazione non è migliore in quanto risulta il permanere di una grave carenza d’organico;

- che, inoltre, da quanto è dato apprendere dalla stessa Aned, in alcune Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione sarebbero in corso procedure per l’avvio della esternalizzazione del servizio di dialisi ed emodialisi che, se confermate, sarebbero del tutto incomprensibili in quanto la RNDC regionale è in grado, se fatta funzionare a dovere, di soddisfare il bisogno assistenziale espresso dai pazienti nefrologici. Tutto quanto sopra premesso, considerato e rilevato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale anche nella funzione di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del SSR

per sapere:

- se e quali utili interventi intenda adottare per scongiurare il taglio dei posti letto nel reparto di Nefrologia del Presidio ospedaliero Pugliese-Ciaccio disposto con l’atto aziendale della Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Dulbecco’;

- se e quali utili interventi si intendano adottare per evitare le esternalizzazioni dei servizi di dialisi ed emodialisi.

(344; 28/04/2025).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-l’Intesa tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 28 aprile 2022 “Linee di indirizzo per la realizzazione dei progetti regionali volti al rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale regionali” obbliga le Regioni a definire specifiche azioni programmatiche per la tutela della Salute Mentale, il diritto alla cura e l’inclusione sociale. Ai sensi delle vigenti normative, le attività territoriali per la salute mentale, ovvero quelle afferenti ai Centri di Salute Mentali (CSM) vengono definite individuando la presenza di almeno 1 (uno) CSM per unità territoriale di non più di 80 -100.000 abitanti (corrisponde al bacino di utenza di due Case di Comunità) ed in particolari contesti territoriali è possibile prevedere 1 (uno) CSM per 40 -50.000 abitanti (bacino di utenza di una sola Casa di Comunità). Secondo l’ultima rilevazione del Ministero della Salute relativa al 2021 i posti disponibili per strutture psichiatriche residenziali per 100.000 abitanti in Calabria ammontano a 2,5, a fronte dei 5,2 della media nazionale. Analogo scostamento si rileva per i posti disponibili per strutture psichiatriche semiresidenziali, la media nazionale registrata è di 2,8 per 100.000 abitanti rispetto allo 0,5 in Calabria. Si ricorda che il CSM è la struttura territoriale ad accesso diretto che accoglie, valuta e risponde ai bisogni di salute mentale dei cittadini, in età maggiore dei 18 anni, residenti nel bacino di utenza. Il CSM garantisce la continuità del percorso di cura e di assistenza degli utenti presi in carico;

effettua, attraverso interventi multidisciplinari prevalentemente strutturati in equipe, visite specialistiche, trattamenti psicoterapeutici, interventi infermieristici, interventi sociali e di rete, programmi riabilitativi, trattamenti farmacologici, interventi di ascolto e di supporto ai familiari;

garantisce inoltre il collegamento con gli altri servizi territoriali per il percorso di cura dell’utente. Le attività del CSM sono svolte nel presidio, a livello domiciliare e/o nel contesto di vita dell’utente in accordo con la riorganizzazione dell’assistenza territoriale disegnata dal Decreto Ministeriale 77/22 e dall’Intesa Stato- Regioni del 21 dicembre 2022 che danno maggiore risalto all’assistenza ed ai Servizi territoriali dei CSM. Considerato che il DM 77 ha posto le basi per una gestione più articolata dei disturbi psichiatrici, ponendo particolare attenzione sull’assistenza territoriale e sui CSM rafforzando il loro ruolo, promuovendo un approccio più integrato e meno ospedalocentrico. Questi centri operano a livello locale, fornendo servizi di prevenzione, diagnosi, trattamento e riabilitazione per persone con disturbi mentali. Essi rappresentano il centro di primo riferimento per i cittadini con disagio psichico e coordinano nell’ambito territoriale tutti gli interventi di prevenzione, cura, riabilitazione della popolazione bisognosa. Tenuto conto che l’equipe multiprofessionale dei CSM, costituita da psichiatri, psicologi, infermieri, assistenti sociali ed altre figure professionali è coordinata da un Direttore che indirizza ed organizza le attività sul territorio di competenza secondo il dettato della Legge 104. La Direzione dei CSM in rapporto alla popolazione residente è di prassi una Unità Operativa Complessa (UOC) a carattere territoriale preposta alla promozione della salute mentale, alla prevenzione, diagnosi, cura dei disturbi ed a cui possono afferire, in relazione alle diverse esigenze organizzative, una o più Unità Operative Semplici. Il personale sanitario operante dei Dipartimenti di Salute Mentale in Calabria ammonta a 34,4 per 100.000 abitanti rispetto alla media nazionale di 60,4 con uno scostamento di 25,90 unità per 100.000 abitanti. Le maggiori criticità si osservano a livello della assistenza territoriale e tra gli indicatori di accessibilità erogati dai Dipartimenti di Salute Mentale rientra il numero di Centri di Salute Mentali (CSM). Preso atto che alle carenze del personale evidenziate dai numeri appena esposti si riscontra un’ulteriore criticità derivante dalla gestione degli avvisi pubblici per il reclutamento del personale. Un caso esemplare che rappresenta l’attuale condizione di disservizio riguarda il conferimento degli incarichi quinquennali di Direttore di Struttura Complessa del servizio psichiatrico, di diagnosi e cura presso il PO Bianchi Melacrino Morelli (GOM) e dello Spoke di Polistena. A marzo 2022 l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria indice due avvisi pubblici di selezione delle figure apicali e a giugno 2022 vengono pubblicati gli elenchi degli ammessi (sette per il GOM, quattro per Polistena). Dopo lungo tempo di vacanza, l’ASP di Reggio Calabria non ha ancora provveduto alla copertura dei posti ancora vacanti territoriali di Direzione di Struttura Complessa dei CSM privi di Direttore. Con le delibere n. 266 e 267 del 11/03/2025 l’ASP di Reggio Calabria ha riaperto i termini concorsuali di avviso pubblico per il conferimento degli incarichi per entrambe le figure di Direttore delle strutture complesse. Nelle more dell’interminabile procedimento la titolare del UOC CSM di Palmi, unico direttore titolare tra le strutture complesse afferenti al Dipartimento, sta assolvendo gli incarichi di facente funzioni per la copertura delle UOC. Regime che, di proroga in proroga, da strumento eccezionale e temporaneo è destinato a garantire la continuità dell’incarico alla stessa figura ben oltre l’attuale scadenza fissata a dicembre 2025. La gestione organizzativa della Salute Mentale del territorio, aggravata della carenza di dotazione di psicologi, infermieri, assistenti sociali ed altre figure professionali, dalle informazioni in nostro possesso, presenta ulteriori problematiche che comportano innegabili disservizi per i cittadini. L’UOS SSM di Scilla è disattivo ed è stato accorpato all’UOC CSM Area Reggio, il cui presidio Sud è operativo solo la mattina. L’UOC CSM Area Jonica, l’UOS SSM di Melito Porto Salvo, l’UOC PO di Locri e l’UOSD Prevenzione e Dipendenze sono anch’esse sguarnite di personale medico dirigente. L’UOS SSM di Melito Porto Salvo, a servizio di una vasta area che comprende tutti i comuni dell’area grecanica, si è visto sottrarre la piena autonomia, inoltre è sprovvisto di psicologo, e non ha sufficiente personale sanitario, infermieristico e medico. L’UOSD Psicologia clinica- Prevenzione Disagio giovanile non è stato ancora attivato. L’UOS SSM di Gioiosa Ionica e l’UOS SSM di Cinquefrondi vede la presenza di un solo medico per presidio. Per l’UOC SERD Area Jonio/Tirreno Siderno e l’UOC SERD Area Reggio/Melito è stato bandito il concorso per il personale dirigente ma ancora non è ancora espletato. Si evidenzia inoltre che l’Azienda Sanitaria di Messina, con delibera n. 1434 del 20/03/2025, ha indetto un concorso pubblico per la copertura di 6 posti di Dirigente Medico di Psichiatria che potrebbe sottrarre ulteriori professionalità al territorio reggino. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali provvedimenti intende adottare per ampliare il numero dei posti letto disponibili nelle strutture psichiatriche residenziali e semiresidenziali al fine di adeguarli alla media nazionale di 5,2 per 100.000 abitanti;

2. quali azioni urgenti intende intraprendere per sopperire alla acclarata carenza di personale medico, infermieristico e delle altre figure professionali operante dei Dipartimenti di Salute Mentale calabresi e reggini in particolare;

3. quali provvedimenti intende adottare per ristabilire una normale e stabile governance della gestione organizzativa delle Unità Operative Complesse e delle Unità Operative Semplici dei Dipartimenti di Salute Mentale dell’ASP di Reggio Calabria;

4. quali azioni urgenti intende promuovere per potenziare i Centri di Salute Mentale assicurando presidi operativi articolati sul territorio della provincia di Reggio Calabria, aperti 12 ore al giorno, per 6 giorni alla settimana.

(348; 06/05/2025).

(Risposta)

 

Bevacqua e Iacucci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- anche quest’anno si prospetta un’estate decisamente siccitosa che affliggerà tutte le zone della nostra regione, in particolare quelle più vocate all’agricoltura;

- è il caso del comparto agricolo di Rocca Imperiale/Trebisacce;

- le regioni meridionali, più colpite delle altre, da settimane stanno correndo ai ripari assumendo iniziative atte a fronteggiare la prevista carenza idrica;

- nello scorso mese di marzo è stato sottoscritto l’"Accordo di Programma per il governo delle risorse idriche" tra le regioni Basilicata e Puglia, con la proposta allegata di non erogare acqua al Consorzio di bonifica dei Bacini dello Jonio Cosentino per garantire la portata della diga di Monte Cutugno. Considerato che: - tale comparto agricolo ha bisogno di una portata di almeno 300l/s per i mesi di maggio/giugno e di circa 550l/s per i mesi di luglio/agosto;

- appare evidente che, se dovesse essere confermata la portata di 120l/s per i mesi di maggio/giugno e di 400l/s per i mesi di luglio/agosto, la produzione dell’intero comprensorio, con una estensione di aree irrigabili di circa 1.200 ettari, di cui 600 ricadenti nel solo comune di Rocca Imperiale, risulterebbe seriamente compromessa. Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore con delega all’Agricoltura

per sapere:

- quali urgenti iniziative hanno assunto o intendano prendere per fronteggiare la carenza idrica a scopo irriguo che si prospetta nei prossimi mesi per l’intera regione e con particolare riferimento all’area di Rocca Imperiale/Trebisacce.

(349; 06/05/2025).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-in data 14 marzo 2022, la Regione Calabria ha sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali un Accordo Quadro volto a migliorare il trattamento economico del personale ex Lsu ed Lpu stabilizzato ex legge 147/2013, prevedendo l'utilizzo delle economie derivanti da pensionamenti o altre fuoriuscite per incrementare l'orario di lavoro dei dipendenti ancora in servizio;

per come riportato nell’Accordo Quadro, le risorse trasferite agli enti utilizzatori sono da intendersi aggiuntive a quelle già trasferite per ogni singolo lavoratore e sono finalizzate all’effettivo aumento dei livelli retributivi e, quindi, all’incremento dell’attuale orario lavorativo di ogni lavoratore, sulla base del contributo pro-capite. Il fondo regionale, una volta storicizzato, avendo natura dinamica, a partire dal 2022, a ragione del pensionamento di molti lavoratori, avrebbe dovuto produrre delle economie che, secondo l’Accordo Quadro, andavano rendicontate e redistribuite sulla platea residua dei lavoratori per incrementare l’orario lavorativo fino a raggiungere il tetto massimo previsto dalle vigenti disposizioni di legge. Considerato che: nonostante la stabilizzazione a tempo indeterminato, molti lavoratori continuano a essere impiegati con contratti part-time (spesso inferiori alle 24 ore settimanali), con stipendi insufficienti a garantire una vita dignitosa e una pensione adeguata. I comuni più grandi e con proprie risorse di bilancio sono riusciti a stabilizzare a condizioni dignitose i propri LSU ed LPU. Non ce l’hanno fatta, invece, tanti piccoli comuni che, nonostante la sensibilità dei propri amministratori, non hanno potuto assegnare le ore lavorative necessarie per ottenere un salario dignitoso ai propri dipendenti;

la Regione Calabria ha ridotto significativamente i fondi: oltre un milione di euro in meno per il 2024 e più di quattro milioni di euro in meno per ciascuno degli anni 2025 e 2026 - per effetto delle fuoriuscite dal bacino dovute a pensionamenti, decessi o altro - in piena contraddizione con l’impegno di redistribuire le economie sulla platea residua del bacino, in ragione della dichiarata natura dinamica delle stesse, da finalizzare all’incremento dell’orario lavorativo, per come previsto dall’Accordo Quadro;

le Organizzazioni Sindacali hanno denunciato la disdetta unilaterale dell'accordo da parte della Regione e l'assenza di confronto sindacale su tali decisioni. Le proposte avanzate, come l'attivazione della mobilità intercomunale per redistribuire il personale nei piccoli centri, sono rimaste inascoltate;

molti sono i comuni in Calabria che, anche a seguito dei tagli già operati dalle leggi finanziarie, si troveranno impossibilitati ad incrementare l’orario di questi lavoratori che da anni aspettano di trovare stabilità lavorativa ed una retribuzione dignitosa, già sacrificata per molti di loro da inquadramenti sottodimensionati per semplificare i percorsi di stabilizzazione e contenere le spese. In questi comuni, in particolare in quelli delle aree interne della Calabria, viene compromessa la capacità di garantire servizi essenziali alla cittadinanza. Tenuto conto che: a distanza di tre anni dalla firma dell'accordo, nulla di quanto concordato è stato effettivamente realizzato, lasciando migliaia di lavoratori in condizioni di precarietà economica;

la situazione attuale compromette non solo la dignità e i diritti dei lavoratori coinvolti, perché un contratto di lavoro part-time non regge più rispetto all’aumento del costo della vita, ma anche l'efficienza e l'efficacia dei servizi pubblici locali, in particolare nei comuni più fragili dal punto di vista economico. È necessario, pertanto, ristabilire le risorse previste, attivare strumenti di mobilità intercomunale e sostenere i comuni affinché possano garantire condizioni lavorative dignitose ai propri dipendenti. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali siano le motivazioni che hanno portato alla riduzione dei fondi destinati al personale ex LSU/LPU, in contrasto con gli impegni assunti nell'Accordo Quadro del 14 marzo 2022;

2. se la Giunta regionale intenda rivedere tale decisione e ripristinare le risorse previste per garantire l'incremento dell'orario di lavoro dei dipendenti ancora in servizio;

3. quali misure intenda adottare per assicurare una retribuzione dignitosa e una pensione adeguata ai lavoratori ex LSU/LPU, considerando anche il riconoscimento dei contributi previdenziali per gli anni di servizio prestati;

4. se la Regione intenda attivare strumenti di mobilità intercomunale per una più equa distribuzione del personale, in particolare nei comuni in difficoltà economica e con carenza di organico;

5. quali siano le tempistiche previste per l'avvio di un confronto con le organizzazioni sindacali e gli enti locali al fine di trovare soluzioni strutturali e sostenibili alla problematica in oggetto.

(350; 07/05/2025).

(Risposta)

 

Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il decreto-legge 25 maggio 2021, n.73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, 106, recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, e i giovani, la salute e i servizi territoriali” e, in particolare, l’articolo 50-ter, di seguito integralmente riportato, prevede: Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle regioni dell'obiettivo europeo "Convergenza".

1. Al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell'obiettivo europeo "Convergenza" (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano, il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri è autorizzato a bandire, nel limite massimo di spesa di cui al comma 6, procedure selettive per l'accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali, della durata di diciotto mesi, alle quali sono prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell'ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione.

2. Con decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, previa intesa in sede di Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, sono individuate le unità di personale da assegnare a ciascuno dei Ministeri di cui al comma 1 nonché l'area di inquadramento economico. Per i contratti di cui al presente articolo si provvede in deroga ai limiti di spesa di cui all'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

3. Per l'ammissione alle procedure di cui al comma 1 è richiesto il possesso di titolo di studio pari o superiore a quello della scuola dell'obbligo e dei requisiti previsti per l'accesso al pubblico impiego.

4. Le procedure di cui al comma 1 sono organizzate, per figure professionali omogenee, dal Dipartimento della funzione pubblica tramite l'Associazione Formez PA.

5. Le graduatorie approvate all'esito delle procedure di cui al comma 1 sono utilizzabili, secondo l'ordine di merito, per le assunzioni a tempo determinato anche da parte di altre amministrazioni pubbliche.

6. Per la realizzazione degli interventi previsti dal presente articolo è autorizzata la spesa complessiva di 60 milioni di euro, di cui 20 milioni di euro per l'anno 2021 e 40 milioni di euro per l'anno 2022. Ai relativi oneri si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dall'articolo 77, comma 7, del presente decreto. - il 27 dicembre 2021 è stato emanato il decreto del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per il Sud e la coesione territoriale, per l'individuazione delle unità di personale e della relativa area di inquadramento economico, da assegnare ai Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione, pubblicato nella G.U. n. 25 del 31 gennaio 2022;

- successivamente è stato emesso il “Bando di selezione pubblica per il reclutamento di 1956 unità di personale non dirigenziale a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali, della durata di diciotto mesi, di cui 271 unità di Area III - F1, 84 unità Area II - F2 e 208 unità di Area II - F1 nel Ministero della cultura, 1000 unità di Area II - F1 nel Ministero della giustizia e 393 unità di collaboratore scolastico di Categoria A-1 nel Ministero dell’istruzione (G.U. 4ª Serie Speciale, Concorsi ed Esami, n. 28 dell’ 8 aprile 2022);

- in seguito, è stato varato il decreto di Approvazione della graduatoria profilo di Collaboratore Scolastico ATA (Codice ATA/TI) Ministero dell’Istruzione - Categoria A-1, emesso in data 27/04/2023 (Rif. 45946521 del 27/04/2023) dal Capo del Dipartimento della Funzione Pubblica, della Presidenza del Consiglio dei ministri, Cons. ...;

- circa 350 unità di personale di cui alla graduatoria ut supra hanno svolto regolare servizio con inizio nel mese di novembre dell’anno 2023 e che gli stessi hanno terminato la loro attività lavorativa nei primi giorni del mese di maggio del corrente anno;

- la Legge 30 dicembre 2024, n. 207 - “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027”. (GU Serie Generale n.305 del 31-12-2024 - Suppl. Ordinario n. 43) e, in particolare, l’articolo 1, comma 134, testualmente recita: “Al fine di rafforzare la capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni, assicurando le esigenze di funzionamento e garantendo i servizi ai cittadini, i contratti di lavoro a tempo determinato del personale impiegato presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell'istruzione e del merito, di cui all'articolo 50-ter, comma 1, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, possono essere rinnovati per un periodo non superiore a dodici mesi oltre il termine previsto, nei limiti finanziari di cui all'articolo 9, comma 28, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 per l'anno 2025”. Considerato che: - a tutt’oggi, a differenza degli altri due profili, Ministeri della cultura e della giustizia, dello stesso bando di selezione pubblica, i vincitori di concorso del “Ministero dell’Istruzione” non hanno ancora preso servizio, né sottoscritto alcun contratto di rinnovo così come previsto dalla legge 207/2024. Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- quali iniziative intende intraprendere verso il Governo nazionale ovvero Ministero dell'Istruzione e del Merito per richiamare la necessaria attenzione e sollecitare le adeguate risposte al fine di un immediato avvio al lavoro del personale specificato in premessa.

(353; 14/05/2025).

(Risposta)

 

Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

• con sentenza del 26 ottobre 2023, causa C-307/22, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) ha stabilito che il diritto di accesso ai dati personali, sancito dall’articolo 15 del Regolamento (UE) 2016/679 (GDPR), comporta per il titolare del trattamento l’obbligo di rilasciare una copia gratuita dei dati personali trattati, anche quando contenuti in cartelle cliniche;

• la Corte ha chiarito che tale diritto è autonomo rispetto a quello di accesso ai documenti amministrativi e non può essere subordinato al pagamento di alcun importo, salvo che per copie ulteriori richieste dallo stesso interessato;

• il principio stabilito dalla CGUE è immediatamente vincolante per gli Stati membri;

• nelle strutture sanitarie pubbliche e private della Regione Calabria (incluse Residenze Sanitarie Assistenziali) sono ancora in vigore specifici ed autonomi tariffari per l’accesso ed il rilascio di cartelle cliniche, inclusi i casi in cui essa venga fornita in formato digitale o senza costi documentabili;

• si è constatato che strutture afferenti all’ASP di Cosenza richiedono il pagamento di spese di spedizione anche per cartelle cliniche inviate in formato elettronico;

• l’art. 4 della L. 24/2017 stabilisce che la direzione sanitaria della struttura pubblica o privata, entro sette giorni dalla presentazione della richiesta da parte degli interessati aventi diritto, fornisce la documentazione sanitaria disponibile relativa al paziente, preferibilmente in formato elettronico;

tutto ciò premesso, si chiede di sapere:

per sapere:

• se e con quali tempi la Regione Calabria intenda adeguarsi alla sentenza della Corte di Giustizia UE nella causa C-307/22, assicurando la gratuità del rilascio delle cartelle cliniche, referti clinici e verbali di Pronto Soccorso da parte delle strutture sanitarie pubbliche e private presenti sul territorio regionale;

• quali indirizzi operativi saranno emanati nei confronti delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere, nonché delle strutture sanitarie private operanti sul territorio regionale per garantire l’uniforme applicazione della normativa europea e prevenire eventuali comportamenti lesivi dei diritti degli interessati;

• se e come si intenda vigilare per assicurare il rilascio delle cartelle cliniche nelle tempistiche e modalità previste nell’Art. 4 della L. 24/2017.

(356; 21/05/2025).

(Risposta)

 

Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- Il presidente Occhiuto è commissario alla sanità dal 4 novembre 2021;

- che in questi anni la sanità calabrese è stata oggetto di tagli al proprio budget indiscriminati che hanno ridotto notevolmente la sua funzionalità;

- le poche strutture pubbliche che hanno resistito ai tagli si trovano a fronteggiare un numero di pazienti di ben tre volte superiore alla loro capacità recettiva;

- a causa del sovraffollamento delle strutture pubbliche, i medici di medicina generale si ritrovano come ultimo baluardo della sanità pubblica a disposizione dei cittadini;

- le ASP della Regione Calabria versano in situazioni critiche sia sotto l’aspetto dell’organigramma dirigenziale che sotto l’aspetto economico gestionale;

- nonostante tali problematiche siano perduranti nel tempo i medici di medicina generale continuano a svolgere il proprio ruolo con dedizione e professionalità;

- nell’ultimo triennio il commissario alla sanità coincide con la figura del Presidente della Regione Calabria;

- a partire dal mese di gennaio del corrente anno, i medici di medicina generale di tutte le Asp che compongo il territorio calabrese si sono visti recapitare degli “accertamenti e rilievi” per “prescrizioni improprie”;

- tali “accertamenti e rilievi” trovano la loro base giuridica all’interno di una scelta politica di riduzione della spesa sanitaria;

- tale “calcolo di riduzione della spesa sanitaria” viene inquadrato attraverso delle medie nazionali per le prescrizioni di taluni farmaci. Considerato che: - la prescrizione dei farmaci è una scelta che è discrezionale del medico che visita il paziente;

- il diritto alla salute è garantito dalla Costituzione così come scritto nell’articolo 32;

- il parametro della spesa pubblica non può fungere come limite per la salute del cittadino;

- la scelta di prescrivere un farmaco rispetto a una determinata analisi fatta dal medico di medicina generale non può essere collegata alla spesa che il SSN dovrà affrontare per tale farmaco;

- tali “accertamenti” ricoprono periodi di tempo molto lunghi di contestazione e soprattutto su un numero di prescrizioni a volte nell’ottica delle migliaia di unità. Tenuto conto che: - sono state erogati addebiti di elevato valore per i medici di base che hanno prescritto tali farmaci sulla base di medie nazionali e non per valutazioni medico/scientifiche;

-nonostante le risposte precise e scientifiche trasmesse dai diretti interessati all’ Asp di riferimento, quest’ultime hanno inteso sanzionare i medici per ridurre lo scostamento della media nazionale e garantire l’appropriatezza del trattamento sanitario;

- l’importo verrà prelevato direttamente dall’Asp nella prima retribuzione utile del medico di medicina generale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali rimedi intende adottare per la tutela dei medici calabresi;

2. se intende valutare la sospensione di tali addebiti per un approfondimento tecnico scientifico;

3. quali atti formali e/o iniziative concrete intenderà adottare per la risoluzione di tale problema.

(360; 30/05/2025).

(Risposta)

Proposta di legge n. 340/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo e Caputo, recante: “Disposizioni per l'attuazione di un sistema di gestione dei dati in blockchain per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare della Calabria” (deliberazione consiliare n. 386)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria promuove la creazione, lo sviluppo e l'applicazione di un sistema di tracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare e ittica, attraverso un sistema di gestione di dati in blockchain pubblica che, confluendo in una piattaforma informatica multimediale avente la funzione di registro pubblico aperto, condiviso, trasparente, sicuro e immutabile, sia in grado di garantire la sicurezza e il controllo dei prodotti alimentari e di accrescere la fiducia dei consumatori finali.

2. Nell'ambito dei possibili utilizzi della piattaforma di cui al comma 1, la Regione Calabria sostiene l'applicazione del servizio di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari e ittici al fine di favorire l'accesso da parte dei consumatori alle informazioni in ordine all'origine, alla natura, alla composizione e alla qualità dei prodotti, nonché di valorizzare le produzioni locali, attraverso l'accesso alle informazioni circa l'intera filiera produttiva, di certificare la qualità, l'origine e il percorso nella filiera distributiva del prodotto, assicurando la massima trasparenza a garanzia del consumatore finale e valorizzando il lavoro agroalimentare di qualità.

3. Al fine di migliorare l'analisi dei dati, la generazione di report e l'interazione con gli utenti, nel rispetto dei principi di trasparenza, equità e privacy, la Regione Calabria promuove l'utilizzo di tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa (GenAI) all'interno della piattaforma di cui al comma 1.

4. Per le finalità di cui alla presente legge, e per testare la validazione scientifica dei conseguenti processi da attuare, la Regione, nei limiti delle risorse previste dall’articolo 8, si avvale della collaborazione delle università calabresi e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM), in relazione alla sua funzione di laboratorio ufficiale ai sensi dell’articolo 9, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 2 febbraio 2021, n.27 (Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/625).

Art. 2

(Promozione di un regime di qualità regionale)

1. La Regione promuove l'istituzione di un regime di qualità regionale per i prodotti della filiera agroalimentare, finalizzato a valorizzare le produzioni locali, garantire la sostenibilità ambientale e migliorare la competitività delle imprese del settore.

2. Il regime di qualità, nel rispetto delle normative europee e nazionali vigenti, può prevedere l'adozione di marchi di certificazione, disciplinari di produzione, protocolli di controllo e sistemi di etichettatura chiara e trasparente per i consumatori.

3. La Regione favorisce l'adesione degli operatori delle varie filiere al regime di qualità attraverso incentivi, misure di supporto tecnico e campagne di sensibilizzazione sui benefici derivanti dall'adesione al sistema.

4. La Regione provvede all'integrazione del regime di qualità all'interno della piattaforma informatica multifunzionale di cui all'articolo 1, garantendo la tracciabilità dei prodotti certificati e facilitando l'accesso alle informazioni per i consumatori.

5. Le risorse economiche derivanti dall’applicazione del regime di qualità, comprese eventuali entrate da contributi, certificazioni o sanzioni per il mancato rispetto degli standard previsti, sono destinate al miglioramento e allo sviluppo del sistema di certificazione, alla promozione del marchio e al rafforzamento dei controlli di qualità.

6. La Giunta Regionale, entro centoventi giorni dall'entrata in vigore della presente legge, adotta un regolamento attuativo che definisce i criteri, le modalità e le procedure per l’istituzione e il funzionamento del regime di qualità.

Art. 3

(Sviluppo e realizzazione della piattaforma)

1. Ai fini del perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1, la Regione Calabria adotta e sviluppa una tecnologia basata su un registro crittografico non modificabile basato su tecnologia blockchain e sull'utilizzo di tecnologie di GenAI.

2. La Giunta regionale adotta, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge, un atto che definisce i requisiti tecnici generali, le caratteristiche e le specifiche della piattaforma di cui all'articolo 1, dovrà presentare, nonché i principi, le finalità, le regole e i termini di utilizzo della piattaforma medesima da parte dei soggetti utilizzatori.

3. L'affidamento della realizzazione e della gestione della infrastruttura tecnologica e software basato su blockchain e GenAI, di cui all’articolo 1, avviene nel rispetto e con le modalità previste dalla normativa vigente in materia di appalti pubblici.

Art. 4

(Adesione e accesso alla piattaforma informatica multifunzionale)

1. Ai fini dell'inserimento e dell'aggiornamento delle informazioni relative ai servizi di tracciabilità e di rintracciabilità dei prodotti agroalimentari e ittici, possono aderire alla piattaforma tutti gli operatori economici della filiera agroalimentare e ittica coinvolti, a qualsiasi titolo, nella produzione, trasformazione e distribuzione dei prodotti, previa verifica del possesso dei necessari requisiti tecnici e purché aventi sede nel territorio regionale.

2. L'adesione alla piattaforma informatica, di cui all'articolo 1, da parte dei soggetti partecipanti alla filiera agroalimentare e ittica è libera, gratuita e avviene su base volontaria.

3. Al fine di consentire la più ampia diffusione e l'uso della piattaforma informatica tra i consumatori e favorire, a tal proposito, la tracciabilità del prodotto e la garanzia circa la provenienza e l'autenticità del medesimo, l'accesso alla piattaforma medesima per i consumatori è gratuito, intuitivo e di facile utilizzo.

Art. 5

(Uso della piattaforma informatica multifunzionale per i servizi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari)

1. I partecipanti alla filiera, interessati a utilizzare la piattaforma informatica, forniscono tutte le informazioni di competenza relativamente ai propri prodotti da inserire nella piattaforma, tenendo in considerazione l’intera filiera di produzione, dal luogo d'origine delle materie prime, alla coltivazione, all'allevamento, dalla lavorazione nelle aziende agricole, fino alla distribuzione e allo stoccaggio del prodotto nei punti vendita. La piattaforma informatica utilizza tecnologie di GenAI per elaborare le informazioni fornite dai partecipanti alla filiera, generando report dettagliati e facilmente comprensibili per i vari stakeholder, nonché per implementare un'interfaccia conversazionale che faciliti l'accesso alle informazioni da parte dei consumatori.

Art. 6

(Contributi)

1. La Regione promuove l'adesione ai servizi di tracciabilità e rintracciabilità, mediante la piattaforma informatica, attraverso l'erogazione, ai soggetti della filiera interessati a partecipare alla piattaforma informatica, di contributi finalizzati a consentire agli aderenti di acquisire la dotazione tecnica necessaria per l'utilizzo della piattaforma informatica.

2. Con apposito atto da adottare entro quarantacinque giorni dall'adozione dell'atto di cui all'articolo 2, comma 2, il dipartimento regionale competente in materia di agricoltura, stabilisce:

a) la dotazione tecnica ammessa al contributo;

b) i criteri, le modalità, le procedure e l'importo massimo del contributo erogabile tenendo conto delle risorse finanziarie che annualmente sono previste in bilancio;

c) gli eventuali casi di decadenza e revoca.

3. Il contributo erogato è cumulabile con altre tipologie di contributo previste da norme comunitarie, statali e regionali, nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato.

Art. 7

(Attività di promozione, divulgazione e informazione)

1. La Regione Calabria favorisce la conoscenza della piattaforma informatica multifunzionale relativa a servizi di tracciabilità e rintracciabilità agroalimentare, nonché la partecipazione alla stessa e il suo utilizzo attraverso specifiche attività di promozione, informazione, formazione e sensibilizzazione, al fine di favorirne e stimolarne l'adesione.

2. Nell'ambito delle attività di cui al comma 1, la Regione Calabria promuove l'utilizzo di interfacce conversazionali basate su tecnologia blockchain ed Intelligenza Artificiale Generativa come possibile strumento complementare per agevolare l'accesso dei consumatori alle informazioni sulla tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari, nel rispetto dei principi di trasparenza e accuratezza delle informazioni fornite.

Art. 8

(Disposizioni finanziarie)

1. Dalle disposizioni della presente legge non discendono oneri a carico del bilancio regionale.

2. Alla copertura degli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 3 e dell’articolo 6 quantificati, una tantum, nel limite massimo di 150.000,00 euro per l’anno 2025 e nel limite massimo di 50.000,00 euro nell’anno 2026, si provvede con le risorse della programmazione comunitaria previste all'interno del “CSR 2023/2027 SRG08”.

(Allegato)

ESAME ABBINATO:
proposta di legge numero 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”;
proposta di legge numero 345/12^ di iniziativa della consigliera Amalia Bruni, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere” (deliberazione consiliare n. 387)

Art. 1

(Principi)

1. La Regione Calabria, in coerenza con lo Statuto, i principi costituzionali, le risoluzioni dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), le direttive e i programmi dell'Unione europea, in applicazione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, definita a Istanbul l'11 maggio 2011 e ratificata ai sensi della legge 27 giugno 2013, n. 77, riconosce che ogni forma e grado di violenza psicologica, fisica, sessuale ed economica, compresa la minaccia di tali atti contro le donne basata sul genere, nonché ogni forma di violenza nei confronti di persone in ragione del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere, costituiscono violazione dei diritti umani, della dignità della persona, della libertà e sicurezza individuale, lesione dell'integrità e della salute fisica e psichica della persona e limitazione del diritto alla cittadinanza libera e piena.

Art. 2

(Azioni e interventi)

1. La Regione, nell'esercizio delle proprie funzioni, condanna e contrasta ogni forma di violenza fisica e psicologica, diretta o assistita, contro la donna e i minori, esercitata in ambito domestico, extrafamiliare, sociale e lavorativo e per tali finalità:

a) promuove la costituzione della Rete regionale antiviolenza di cui all'articolo 3;

b) favorisce iniziative di prevenzione della violenza di genere, anche attraverso la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, la diffusione della cultura della legalità e del rispetto dei diritti nella relazione tra i sessi, anche in collaborazione con gli istituti scolastici e altre istituzioni pubbliche;

c) sostiene misure e azioni idonee a garantire accoglienza, protezione, solidarietà, sostegno e soccorso, nonché volte a consentire alle vittime di violenza di sviluppare il proprio potenziale, recuperando e rafforzando l’autonomia materiale e psicologica, l’integrità fisica e la dignità;

d) sostiene interventi rivolti agli autori di violenza di genere, al fine di incoraggiarli ad adottare modelli comportamentali non violenti nelle relazioni interpersonali e a modificare i comportamenti violenti per prevenire la recidiva;

e) promuove e sostiene l'attività dei Centri antiviolenza (CAV), delle Case rifugio, e dei Centri uomini autori di violenza (CUAV);

f) sostiene la creazione di sportelli di supporto psicologico, legale e sociale dedicati alle vittime di violenza di genere, presso i CAV, nel rispetto dei requisiti dell'Intesa vigente in materia, ai sensi dell'articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano e gli enti locali e nel regolamento di attuazione della legge regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria);

g) contrasta, nella comunicazione istituzionale e non, l'utilizzo di terminologie, immagini e atteggiamenti lesivi della dignità della donna;

h) assicura il funzionamento del sistema di rilevazione e monitoraggio dei dati e delle informazioni attraverso le attività svolte dall'Osservatorio di cui alla legge regionale 23 novembre 2016, n. 38 (Istituzione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere);

i) promuove l'accoglienza e il sostegno delle donne disabili vittime di violenza e dei loro figli, anche in situazioni di disabilità;

j) promuove percorsi di autonomia abitativa e inserimento lavorativo;

k) promuove percorsi di tutela dei figli minori di donne vittime di violenza;

l) promuove e coordina, in collaborazione con gli enti locali e con i soggetti del privato sociale iscritti nella seconda sezione del registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore degli immigrati, di cui all'articolo 52, comma 1, lettera b), del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 (Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), la partecipazione alle azioni per la prevenzione, il contrasto e l'assistenza alle vittime di violenza motivata da tratta e sfruttamento promosse dal Governo nell'ambito del Piano nazionale antitratta.

2. Le azioni previste dalla presente legge a sostegno delle vittime di violenza di genere sono realizzate nel rispetto dei tempi individuali e della libera adesione ai percorsi proposti, indipendentemente da età, etnia, provenienza, cittadinanza, religione, classe sociale, livello di istruzione, livello di reddito, abilità o altre discriminazioni.

Art. 3

(Rete regionale antiviolenza)

1. La Regione promuove, previa intesa, la costituzione della Rete regionale antiviolenza tra i Comuni, le Province, la Città metropolitana di Reggio Calabria, le Aziende sanitarie provinciali (ASP), l'Ufficio scolastico regionale, le Università e gli istituti dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM), le Forze dell'ordine, le Prefetture - Uffici territoriali del Governo, la Magistratura, i CAV, le Case Rifugio, i CUAV presenti sul territorio, nonché le associazioni e le organizzazioni che hanno tra i propri fini istituzionali la lotta alla violenza di genere, allo scopo di favorire l'omogeneità e il coordinamento degli interventi e delle azioni di cui all'articolo 2 su tutto il territorio regionale.

2. La Regione svolge funzioni di indirizzo e coordinamento della Rete regionale antiviolenza e promuove, senza nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale, la sottoscrizione di accordi operativi e protocolli di intesa.

3. L'assistenza e la protezione fornite dalla Rete sono attivate su richiesta della vittima. La richiesta può essere rivolta anche a un singolo soggetto della Rete.

4. I soggetti della Rete svolgono, anche in modo disgiunto, interventi destinati a:

a) offrire ascolto, accoglienza, consulenza e assistenza legale, supporto psicologico e specialistico, al fine di consentire percorsi di uscita dalla violenza, inserimento o reinserimento sociale e lavorativo;

b) garantire protezione e anonimato alle donne vittime di violenza e ai loro figli;

c) riabilitare, con percorsi psico-educativi, gli uomini autori di violenza;

d) formulare progetti personalizzati che offrono alla vittima e ai suoi familiari un percorso di uscita dalla violenza, compreso il reinserimento sociale, lavorativo e abitativo.

5. La Regione assicura gli opportuni collegamenti con la Rete nazionale antiviolenza del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri.

Art. 4

(Rete territoriale antiviolenza)

1. Per le finalità di cui all'articolo 2 e per favorire l'erogazione dei servizi alle donne vittime di violenza, in ogni Ambito sociale territoriale, è istituita la Rete territoriale antiviolenza.

2. Fanno parte della Rete territoriale antiviolenza dell'Ambito sociale, previa intesa, l'Azienda sanitaria provinciale, i CAV e le Case rifugio con sede operativa nell'Ambito sociale, la Prefettura territorialmente competente, le Università e gli istituti AFAM, l'Ambito scolastico provinciale, i Centri per l'impiego, il Tribunale e la Procura competenti per territorio, le Forze dell'ordine e i comuni dell’Ambito sociale territoriale.

3. La Rete territoriale antiviolenza è presieduta dall'assessore competente per materia. L'Ufficio di Piano dell'Ambito sociale territoriale assicura supporto per il funzionamento della Rete.

4. La Rete territoriale antiviolenza ha il compito di:

a) favorire il coordinamento tra tutti i servizi territoriali che operano nel campo della prevenzione della violenza di genere e del contrasto alla violenza maschile contro le donne e che svolgono attività di accompagnamento delle donne nei percorsi di uscita dalla violenza;

b) definire linee guida e protocolli operativi di presa in carico, protezione e tutela delle donne vittime di violenza e dei loro figli minori;

c) programmare attività di prevenzione e sensibilizzazione comuni per avviare il cambiamento culturale rispettoso delle differenze e della non violenza;

d) programmare eventi formativi rivolti ai soggetti coinvolti, a vario titolo, nella realizzazione di interventi a sostegno delle donne vittime di violenza e dei minori vittime di violenza assistita e di abusi.

Art. 5

(Iniziative di prevenzione e sensibilizzazione)

1. La Regione, nei limiti delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, anche in collaborazione con i soggetti della Rete di cui all'articolo 3, comma 1, promuove:

a) iniziative e interventi che prevengono la violenza di genere, diffondono la cultura della legalità ed educano al rispetto dei diritti della persona, anche attraverso la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e il coinvolgimento di enti e organismi istituzionali e di altri soggetti che operano per le finalità della presente legge, nonché dei mezzi di informazione;

b) azioni tese a migliorare la comprensione del fenomeno della violenza, per concorrere alla formazione della cultura del rispetto del genere;

c) iniziative di sensibilizzazione volte a tutelare l'immagine della donna e combattere gli stereotipi legati alla sua figura, in particolare, nell'ambito della comunicazione mediatica e pubblicitaria.

2. La Regione, nei limiti delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, promuove il rafforzamento del ruolo strategico del sistema di istruzione e formazione, scolastico ed extrascolastico nella promozione della cultura fondata sulle pari opportunità, basando le azioni di sensibilizzazione sull'importanza del riconoscimento tempestivo dei segnali di rischio, anche da parte di tutti i soggetti che hanno un compito educativo nei confronti della popolazione studentesca.

3. Le iniziative di cui al comma 2 sono dedicate ai temi dell'affettività, del rafforzamento dell'autostima, delle relazioni interpersonali fondate sulla reciprocità del rispetto, della lotta agli stereotipi di genere e del contrasto della violenza, con particolare attenzione a quella familiare, mediante programmi di sensibilizzazione e informazione rivolti ai minori e alle famiglie, prevedendo il coinvolgimento di attori sociali impegnati nella lotta alla violenza di genere.

Art. 6

(Tavolo di lavoro regionale per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza sulle donne)

1. Per le finalità della presente legge è istituito, presso la Giunta regionale, il Tavolo di lavoro regionale, per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza sulle donne, di seguito denominato Tavolo, presieduto dall'assessore competente e, previa intesa con le amministrazioni di appartenenza, composto da:

a) i dirigenti dei settori regionali competenti in materia di politiche sociali e di pari opportunità o loro delegati;

b) un rappresentante della Commissione regionale pari opportunità;

c) la Consigliera regionale di parità;

d) due rappresentanti del Coordinamento dei Centri antiviolenza della Calabria (CADIC);

e) un rappresentante dei CAV, delle Case rifugio pubblici e pubblico - privati non aderenti al CADIC;

f) un rappresentante dei CUAV;

g) il coordinatore dell'Osservatorio regionale sulla violenza di genere;

h) un rappresentante dell'ANCI regionale;

i) un rappresentante dell'Ufficio scolastico regionale;

j) un rappresentante di istituzioni pubbliche e private la cui presenza è utile o necessaria in relazione all'argomento trattato, in qualità di uditore.

2. Il Tavolo ha funzioni consultive e propositive in materia di prevenzione e contrasto del fenomeno della violenza di genere e formula proposte per la redazione del Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere di cui all'articolo 16.

3. Il Settore regionale competente in tema di interventi per il contrasto del fenomeno della violenza di genere fornisce supporto tecnico al Tavolo di cui al comma 1, anche per la verbalizzazione delle sedute, ne garantisce il coordinamento interno e favorisce il coinvolgimento delle altre articolazioni regionali.

4. Il Tavolo si riunisce con cadenza semestrale; la partecipazione è a titolo gratuito e non dà luogo a rimborso spese.

Art. 7

(Centri Antiviolenza (CAV))

1. I Centri antiviolenza (CAV), quali strutture che offrono accoglienza, a titolo gratuito e nel rispetto della riservatezza e dell'anonimato, alle donne che hanno subito ogni forma di violenza o che si trovano esposte alla minaccia della stessa, nonché ai loro figli minori, indipendentemente dal luogo di residenza, sono autorizzati dalla Regione e iscritti in apposito Registro o Albo, nel rispetto dei requisiti minimi indicati nell'Intesa, vigente in materia, di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f).

2. I CAV:

a) sostengono percorsi personalizzati di fuoriuscita dalla violenza, utilizzando la metodologia di accoglienza basata sulla relazione tra donne, senza praticare discriminazioni;

b) intervengono sulla prevenzione mediante azioni mirate a sensibilizzare il territorio regionale;

c) contribuiscono alla formazione rivolta agli operatori dei servizi generali;

d) partecipano alla strutturazione e al potenziamento della Rete regionale antiviolenza.

3. I CAV intrattengono, nel rispetto della libertà delle donne, costanti e funzionali rapporti con le Case rifugio e le altre strutture di accoglienza della Regione e con realtà simili delle altre Regioni, con le strutture pubbliche cui compete l'assistenza socio-sanitaria, la prevenzione e la repressione dei reati, nonché con i servizi pubblici di alloggio, con le istituzioni scolastiche e i Centri per l'impiego operanti sul territorio.

4. Il raccordo con gli enti del territorio e con gli attori sociali della Rete regionale antiviolenza, nonché con associazioni esperte di violenza di genere nelle culture straniere e di mutilazioni genitali femminili, è assicurato mediante la sottoscrizione di protocolli di intesa e accordi operativi.

5. La Regione assicura il monitoraggio dei protocolli e degli accordi territoriali.

6. I soggetti gestori dei CAV devono avere sede legale in Calabria.

Art. 8

(Case rifugio)

1. Le Case rifugio, di seguito denominate Case, sono strutture residenziali che ospitano, a titolo gratuito, le donne e i loro figli minori, nonché le donne vittime di tratta, che si trovano in situazioni di violenza e che necessitano di allontanarsi, per motivi di sicurezza, dalla loro abitazione usuale, garantendo loro protezione indipendentemente dal luogo di residenza e dalla cittadinanza, o dal fatto di avere o meno denunciato i maltrattamenti alle autorità preposte, in condizioni di sicurezza, anonimato e segretezza.

2. Le Case si raccordano con i CAV di riferimento territoriale attraverso protocolli o accordi con gli altri servizi territoriali socio-assistenziali, per fornire alle donne supporto sanitario, psicologico, legale, sociale e abitativo, nonché sostegno educativo e di socializzazione per i figli minori.

3. Le Case operano in maniera integrata con le Forze dell’ordine e la rete dei servizi socio-sanitari e assistenziali territoriali, e forniscono, ai figli minori delle donne ospiti, servizi di sostegno per il superamento della violenza subita o assistita, servizi educativi e servizi di supporto scolastico, avvalendosi della Rete territoriale e in stretto raccordo con i servizi sociali degli Enti locali.

4. Le Case rifugio sono tenute al rispetto dei requisiti minimi indicati nell'Intesa vigente in materia di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f).

5. I soggetti gestori delle Case rifugio devono avere sede legale in Calabria.

Art. 9

(Interventi rivolti agli autori di violenza di genere)

1. La Regione, nei limiti delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, con il coinvolgimento di organismi istituzionali, delle Reti antiviolenza territoriali, dei CAV e di altri soggetti del privato sociale che operano per le finalità della presente legge, promuove e sostiene, sul territorio regionale, la realizzazione di interventi di recupero e accompagnamento rivolti agli autori di violenza domestica, sessuale e di genere, al fine di limitare la recidiva, favorendo l'adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali e la gestione emotiva dei conflitti personali e interpersonali.

2. I CUAV sono autorizzati dalla Regione e iscritti in apposito Registro o Albo, nel rispetto dei requisiti minimi indicati nell'Intesa vigente in materia di cui all’articolo 2, comma 1, lettera f).

Art. 10

(Interventi a supporto dei minori vittime di violenza assistita)

1. I CAV e le Case rifugio, in raccordo con i servizi socio-assistenziali e in collaborazione con le Reti territoriali, anche attraverso la sottoscrizione di protocolli operativi, assicurano gli interventi di sostegno di minori vittime di violenza all'interno della famiglia.

2. Gli interventi di cui al comma 1, in particolare:

a) sono volti a garantire il diritto del minore alla sicurezza fisica e psicologica e a tutelare il suo interesse rispetto alle richieste di chi esercita la responsabilità genitoriale in ordine all'affidamento, alle visite e agli incontri tra genitori e figli;

b) individuano specifiche soluzioni finalizzate, anche attraverso il coinvolgimento della madre, al sostegno del minore e alla riparazione del trauma subito;

c) prevedono azioni di cura nei confronti della madre, favorendo, ove possibile, nell'ambito delle famiglie allargate, il rafforzamento della relazione tra madre e figli;

d) assicurano idonei percorsi di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli, sia al termine del percorso personalizzato svolto nella Casa sia nella fase di rientro nel proprio ambiente familiare e sociale;

e) favoriscono l'inserimento o il reinserimento del minore in un ambiente sicuro e protetto.

3. I Comuni garantiscono, gratuitamente, ai minori vittime di violenza assistita, posti nido, pasti scolastici e servizi di centro vacanza. Tale finanziamento avviene secondo i relativi ordinamenti e nei limiti delle risorse finanziarie dei rispettivi bilanci.

Art. 11

(Ulteriori attività dei CAV, delle Case rifugio e dei CUAV)

1. Fermo restando quanto previsto dagli articoli 7, 8 e 9, i CAV, le Case Rifugio e i CUAV svolgono, altresì, le seguenti attività:

a) raccolta, monitoraggio e analisi dei dati relativi all'accoglienza e all'ospitalità degli utenti;

b) invio alla Regione, ai fini del monitoraggio di cui all'articolo 22, dei dati relativi alla presa in carico dell'utenza;

c) coinvolgimento nella formazione e nell'aggiornamento degli operatori sociali;

d) realizzazione di iniziative culturali di prevenzione, pubblicizzazione, sensibilizzazione e denuncia, anche in collaborazione con altri enti, istituzioni ed enti del Terzo settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore).

Art. 12

(Accesso a fondi pubblici)

1. Possono accedere ai finanziamenti pubblici solo i CAV, i CUAV e le Case rifugio in possesso di autorizzazione al funzionamento.

2. Possono essere previsti contributi nei casi di particolare gravità che richiedono interventi urgenti. I criteri di erogazione dei contributi sono disciplinati con atto del dipartimento regionale competente in materia.

Art. 13

(Interventi del Sistema sanitario regionale)

1. Le ASP, le Aziende ospedaliere, i Presidi ospedalieri e i Servizi territoriali sanitari garantiscono, alle donne vittime di violenza e ai loro figli minori, percorsi dedicati di accoglienza e cura nei limiti delle risorse disponibili.

2. Le ASP e le Aziende ospedaliere garantiscono l'applicazione delle Linee guida nazionali per le Aziende sanitarie e ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne che subiscono violenza.

Art. 14

(Protocolli d'intesa con le Forze dell'ordine e gli Uffici giudiziari)

1. La Regione promuove la sottoscrizione di Protocolli d'Intesa con le Forze dell'ordine e gli Uffici giudiziari presenti sul territorio regionale, al fine di realizzare percorsi di tutela che assicurano anche spazi protetti per l'ascolto di vittime di situazioni di violenza di genere o domestica, nel rispetto della loro riservatezza.

Art. 15

(Istituzione dell’Albo regionale dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio)

1. Al fine di garantire un’adeguata ed aggiornata conoscenza dei servizi attivi sul territorio regionale e rispondenti ai principi di cui alla presente legge, è istituito l’Albo regionale dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, suddiviso nelle due rispettive sezioni.

2. Per l'iscrizione nell’Albo regionale, i Centri antiviolenza sono tenuti, in modo cumulativo:

a) ad avere sede in Calabria;

b) ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

3. Per l'iscrizione nell’Albo regionale, le Case rifugio sono tenute, in modo cumulativo:

a) ad avere sede in Calabria;

b) ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

4. La perdita di uno solo dei requisiti di cui ai commi 2 e 3 comporta la cancellazione dall’Albo regionale.

5. Nell’Albo regionale devono risultare l’associazione titolare del CAV o della Casa rifugio, la sede (solo per il CAV), l'ambito territoriale di attività. Nell’Albo sono, altresì, iscritti i trasferimenti della sede (solo per il CAV).

6. Per salvaguardare la necessaria riservatezza in merito alla collocazione delle Case rifugio, nell’Albo regionale deve risultare esclusivamente l’associazione titolare di ciascuna casa.

7. L'iscrizione nell’Albo regionale è condizione per accedere, da parte dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio, all'assegnazione dei contributi regionali e statali previsti dalle vigenti normative di settore.

8. L’Albo regionale è pubblicato a cadenza annuale sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

9. La Regione Calabria, attraverso il Tavolo di lavoro regionale dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio vigila sul possesso e sul mantenimento dei requisiti per l'iscrizione e la permanenza nell'Albo regionale anche attraverso ispezioni dirette nelle sedi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio iscritte all'Albo.

10. La Regione trasmette al Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri entro il 1° febbraio di ogni anno i dati aggiornati sul numero dei CAV e delle Case rifugio operanti sul territorio in possesso dei requisiti minimi di cui all’accordo Stato Regioni relativo ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. Tali dati devono essere coerenti con i dati forniti dalla stessa Regione ai fini del riparto delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità di cui agli articoli 5 e 5 bis del decreto-legge 15 agosto 2013, n. 93 (Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province), convertito con modificazioni dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119.

11. La Regione si impegna a:

a) predisporre adeguate coperture finanziarie e ad assegnarle con continuità e tempestività affinché i CAV e le Case rifugio siano in condizione di operare sulla base dei requisiti e criteri previsti dalla presente legge;

b) garantire il rispetto dei requisiti previsti dall’intesa Stato-Regione relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio nei loro atti e nella ripartizione delle risorse.

Art. 16

(Contrasto del fenomeno della tratta e della riduzione in schiavitù)

1. La Regione, fermo restando quanto disposto dalla normativa nazionale relativa alla prevenzione e alla repressione del fenomeno della tratta di esseri umani e alla protezione delle vittime, nei limiti delle risorse regionali, nazionali e comunitarie disponibili:

a) promuove, in collaborazione con gli enti locali e con gli enti privati iscritti nella seconda sezione del registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore degli immigrati, di cui all'articolo 52, comma 1, lettera b), del d.p.r. 394/1999, la realizzazione di programmi di protezione, assistenza e integrazione sociale rivolti alle vittime di violenza motivata da sfruttamento;

b) promuove, con gli enti di cui alla lettera a), programmi individuali di prima assistenza, di protezione e integrazione sociale, secondo quanto previsto dall'articolo 13 della legge 11 agosto 2003, n. 228 (Misure contro la tratta di persone) e dall'articolo 18 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), nonché la realizzazione di azioni di prevenzione socio-sanitaria per la tutela della salute individuale e pubblica, anche diretti alla conoscenza e al monitoraggio del fenomeno.

2. La Regione, nell'ambito delle attività di cui al comma 1 e nei limiti ivi indicati, promuove la collaborazione e il coinvolgimento, previa intesa, delle Forze dell'ordine, delle Questure, dei Tribunali e degli altri soggetti interessati, secondo le rispettive e specifiche competenze.

Art. 17

(Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere)

1. La Giunta regionale, in coerenza con i principi e le finalità della presente legge, nonché con la programmazione sociosanitaria regionale e le direttive nazionali in materia, adotta, entro il mese di aprile di ogni anno, il Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere, sentiti il Tavolo di coordinamento regionale di cui all'articolo 6 e la competente commissione consiliare.

2. Il Piano, nei limiti delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, definisce, prioritariamente, nel contesto della programmazione regionale complessiva, gli obiettivi da perseguire, le azioni necessarie e le priorità, con particolare attenzione alle attività delle Case rifugio e all'istituzione dei CAV e dei CUAV, alla loro promozione e al loro riequilibrio sul territorio regionale e individua gli interventi da realizzare nelle annualità di riferimento a valere sulle risorse di cui all'articolo 18.

3. Il Piano, aggiornato annualmente, prevede un raccordo con il Piano di intervento per le politiche di genere di cui all'articolo 11 della legge regionale 15 marzo 2022, n. 7 (Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per l’occupazione femminile).

Art. 18

(Riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali e di protezione delle vittime di violenza)

1. La Regione, in attuazione dell’articolo 17 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza) e nel rispetto della normativa nazionale sul riutilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata, mafiosa e corruttiva, promuove azioni finalizzate alla loro destinazione a CAV, Case rifugio e CUAV, per il potenziamento della Rete di prevenzione e protezione contro la violenza di genere e per il perseguimento delle finalità sociali previste dalla presente legge.

Art. 19

(Norma finanziaria)

1. Alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge, quantificati nel limite massimo di 350.000,00 euro per ciascuna delle annualità 2025/2027, si fa fronte con le risorse allocate alla missione 12, programma 04 (U.12.04) dello stato di previsione della spesa del bilancio regionale 2025/2027.

2. Ulteriori risorse finanziarie statali e comunitarie destinate annualmente all’attuazione delle attività e al raggiungimento di scopi analoghi a quelli della presente legge, possono essere previste all'interno del Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere di cui all'articolo 16 e dei suoi aggiornamenti annuali.

Art. 20

(Cumulabilità dei finanziamenti)

1. I finanziamenti concessi ai sensi della presente legge sono cumulabili con quelli previsti da altre normative comunitarie, statali o regionali, sempre se non diversamente stabilito dalle stesse, secondo le procedure e le modalità previste dalle norme medesime, e comunque non riferibili alle stesse spese ammissibili.

Art. 21

(Costituzione di parte civile)

1. La Regione, nei casi di violenza di genere di particolare impatto e rilevanza sociale nella vita della comunità regionale, valuta l'opportunità di costituirsi parte civile nei processi penali per femminicidio e atti di violenza nei confronti delle donne e dei minori commessi nel territorio della Regione Calabria.

Art. 22

(Ulteriori finanziamenti)

l. Le somme derivanti dalla riscossione di contributi di soggetti pubblici e privati, inclusi lasciti o donazioni, effettuati a favore della Regione Calabria con il fine specifico di garantire il funzionamento dei CAV, nonché i risarcimenti conseguenti alla costituzione di parte civile di cui all'articolo 20, sono destinate dalla Giunta regionale al finanziamento delle attività incluse nella presente legge.

Art. 23

(Monitoraggio e analisi dati)

1. Il monitoraggio e l'analisi degli indicatori di violenza di genere sono demandati all'Osservatorio regionale sulla violenza di genere, al quale sono attribuiti compiti di raccolta ed elaborazione dei dati in materia.

Art. 24

(Abrogazione della l.r. 20/2007)

1. È abrogata la legge regionale 21 agosto 2007, n. 20 (Disposizioni per la promozione ed il sostegno dei centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in difficoltà).

Art. 25

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC).

(Allegato)

Proposta di legge n. 389/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui all'art. 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, n. 213” (deliberazione consiliare n. 388)

Art. 1

(Contributo di finanza pubblica)

1. AI fine di garantire il versamento all'entrata del bilancio dello Stato del contributo alla finanza pubblica per gli anni 2025-2027, di cui all'articolo 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, n. 213 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026), quantificato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 25 marzo 2025 (Riparto del contributo alla finanza pubblica per gli anni dal 2025 al 2028 da parte delle regioni a statuto ordinario), è autorizzata la spesa di 15.610.000,00 euro a valere delle somme allocate sulla Missione 01, Programma 03 (U.01.03), di ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025-2027.

2. Alla copertura finanziaria della spesa di cui al comma 1 si provvede con le risorse appositamente stanziate con l'articolo 4 della legge regionale 27 dicembre 2023, n. 56 (Legge di stabilità regionale 2024) e con la legge regionale 23 dicembre 2024, n. 42 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 205-2027) al capitolo U9200304501 allocato alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03), di ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025-2027.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2025-2027.

Articolo 2

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 237/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali De Francesco, Cirillo e Montuoro, recante: “Politiche di prevenzione e di contrasto allo sfruttamento e agli abusi in danno di minori” (deliberazione consiliare n. 389)

Art. 1

(Principi e finalità)

1. La Regione Calabria riconosce i minori quali soggetti titolari di diritti, nonché quali risorse fondamentali ed essenziali della comunità. A tal fine ribadisce il principio prioritario della salvaguardia dei valori, della dignità e dei diritti dei minori contro ogni forma di violenza o molestia sessuale e contro ogni situazione o contesto di degrado ambientale, sanitario e culturale che possa compromettere un sano sviluppo psicofisico e una regolare crescita sociale.

2. La Regione persegue il benessere e il pieno sviluppo dei minori che vivono sul suo territorio, senza alcuna distinzione di provenienza familiare o geografica, come condizioni necessarie allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società regionale con conseguente pari trattamento di minori italiani e stranieri.

3. La Regione promuove e sostiene iniziative a favore dei minori, volte a salvaguardare l'integrità psicofisica e il corretto e completo sviluppo della loro personalità, l'inserimento nella realtà sociale, economica e istituzionale e una integrazione coordinata di ogni strumento disponibile per la prevenzione degli abusi sessuali in loro danno attraverso:

a) il coinvolgimento delle famiglie, dei singoli e delle comunità locali, comprese le rappresentanze delle categorie sociali, in applicazione del principio di sussidiarietà e in base alle previsioni di cui all'articolo 1, commi 4 e 5, della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali);

b) il coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, degli enti locali e del mondo del volontariato nella promozione della cultura di prevenzione degli abusi sessuali in danno dei minori;

c) l'individuazione di strumenti e strategie interistituzionali idonei a garantire le necessarie sinergie fra i vari enti pubblici e fra questi e gli organismi sociali espressione delle comunità locali;

d) l’individuazione di strumenti e strategie, al fine di garantire il pieno coinvolgimento dei minori con una attenzione particolare alla dimensione della partecipazione e dell’ascolto che ne costituiscono un presupposto.

Art. 2

(Obiettivi)

1. La Regione favorisce e promuove la cultura della valorizzazione dei minori e la prevenzione degli abusi sessuali in loro danno attraverso i seguenti strumenti:

a) promozione umana e tutela sociale dei minori senza alcuna distinzione di sesso, razza, lingua, religione, condizione economica, diversa abilità del minore o dei suoi genitori o rappresentanti legali;

b) diffusione di una informazione specialistica sul fenomeno degli abusi sessuali sui minori, al fine di promuovere interventi di prevenzione della violenza in genere, con il coinvolgimento dell'ordine regionale degli psicologi della Calabria e del mondo della scuola;

c) diffusione di modelli di convivenza sociale e culturale, tesa a promuovere il benessere psicofisico dei minori;

d) istituzione, previa intesa, di un tavolo concertativo con i rappresentanti di enti pubblici e locali del territorio che coinvolga istituzioni, associazioni che si occupano di tali tematiche, distretti sanitari e socioassistenziali nelle politiche di prevenzione degli abusi sessuali in danno dei minori;

e) sensibilizzazione degli enti locali affinché mettano a punto strategie per la protezione del minore dagli abusi sessuali e da ogni forma di sfruttamento o violenza anche attraverso il coinvolgimento dei servizi sociali professionali;

f) protezione dei minori rispetto al dilagante fenomeno degli abusi pedopornografici su internet;

g) realizzazione di studi e ricerche che indaghino i tipi di abusi, le condizioni sociali ed economiche in cui e da cui sono scaturiti gli abusi, le tendenze demografiche e le azioni da compiere anche rispetto alla vulnerabilità sociale;

h) promozione della conoscenza del fenomeno della violenza sessuale in danno dei minori durante la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita con la legge 4 maggio 2009, n. 41 (Istituzione della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia).

Art. 3

(Azioni)

1. La Regione, per le finalità e gli obiettivi della presente legge, avvalendosi del supporto del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, di cui alla legge regionale 12 novembre 2004, n. 28 (Garante per l'infanzia e l'adolescenza) e del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, di cui alla legge regionale 15 marzo 2023, n. 10 (Istituzione del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato), del supporto tecnico dell’Osservatorio regionale per i minori, di cui alla legge regionale 1° febbraio 2017, n. 2 (Istituzione dell’Osservatorio regionale per i Minori) e del supporto dell’Osservatorio Media e minori, di cui all’articolo 3-bis della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2 (Istituzione e funzionamento del Comitato regionale per le Comunicazioni – CORECOM), promuove le seguenti azioni:

a) seminari di studio, conferenze, campagne, opuscoli, note informative;

b) attività di informazione, ricerca e formazione;

c) produzione di strumenti multimediali a fini formativi e informativi;

d) servizi di segretariato sociale e di azione proattiva;

e) servizi per la tutela legale delle famiglie in ossequio a quanto previsto dalla normativa nazionale;

f) consulenza psicologica individuale e di gruppo per i soggetti minori e le famiglie delle vittime attraverso i consultori e i servizi di salute mentale;

g) tutela dei minori in situazioni di rischio e la loro accoglienza in strutture residenziali o semiresidenziali in caso di necessità;

h) sostegno all'associazionismo che opera a favore dei minori attraverso ogni forma culturale;

i) specifici programmi di formazione e informazione a carattere preventivo per gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado e per tutti i soggetti che hanno regolari contatti con i minori per motivi familiari, scolastici, ricreativi, professionali, sanitari, religiosi e altri;

j) inserimento nei programmi scolastici e didattici di specifici progetti educativi in materia di violenza e di parità di genere;

k) specifici programmi di formazione e informazione riservati al personale dei servizi sociali degli enti locali.

Art. 4

(Soggetti istituzionali)

1. Previa intesa con gli enti locali e istituzionali, concorrono alla realizzazione delle azioni di cui all’articolo 3, nel rispetto di quanto previsto nella l. 328/2000, i seguenti soggetti:

a) enti locali singoli o associati;

b) organismi regionali con funzioni istituzionali;

c) aziende sanitarie;

d) organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, delle famiglie, altri enti del terzo settore, in base al principio della sussidiarietà orizzontale;

e) ordini professionali;

f) uffici giudiziari.

2. I soggetti indicati al comma 1 realizzano le azioni previste dall’articolo 3 coinvolgendo i soggetti sociali, con priorità le famiglie, attraverso la realizzazione di progetti - obiettivo, azioni programmate, piani di settore, accordi di programma fra le istituzioni pubbliche e protocolli d'intesa con gli uffici giudiziari e le istituzioni private.

3. Al fine di coordinare e monitorare le attività afferenti ai progetti, è costituito presso il dipartimento regionale competente in materia di politiche sociali, senza oneri a carico del bilancio regionale, un coordinamento del quale fanno parte i seguenti soggetti:

a) un componente indicato dall’assessore regionale competente in materia di politiche sociali, con il compito di coordinatore;

b) un componente designato dal Presidente del Consiglio regionale della Calabria;

c) il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria;

d) il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato;

e) un componente indicato dall’Osservatorio regionale sui minori della Regione Calabria;

f) un componente indicato dal dipartimento competente in materia di tutela della salute e servizi-sociosanitari della Regione Calabria;

g) un componente indicato dall’Ufficio scolastico regionale della Calabria;

h) un componente designato dal Co.re.com Calabria.

Art. 5

(Programmazione regionale)

1. La Regione, anche avvalendosi del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Calabria, del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, dell'Osservatorio regionale sui minori e dell’Osservatorio Media e minori, promuove azioni specifiche volte a:

a) coordinare a livello regionale l'informazione e le azioni sulle misure di contrasto e prevenzione per quanto riguarda la violenza nei confronti dei minori e, in particolare, la promozione della cooperazione tra le organizzazioni di volontariato e le autorità pubbliche impegnate nei medesimi settori;

b) sostenere la protezione dei minori contro la pedofilia, migliorando la comprensione del fenomeno, favorendo studi e ricerche, promuovendo assistenza a livello medico e psicologico alle vittime di tali abusi;

c) valutare progetti obiettivo volti a realizzare azioni di informazione e di sensibilizzazione rivolti ai minori e ai genitori con lo scopo di favorirne la capacità di autotutela e la difesa da ogni possibile abuso;

d) definire interventi volti a prevenire le forme di violenza e sfruttamento sessuale, la pornografia infantile, le iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione in collaborazione, previa intesa, con la polizia postale e gli uffici giudiziari;

e) garantire l'assistenza e la cura dei minori, che siano stati vittime di abusi e la cura anche delle loro famiglie, presso le strutture competenti, individuando a livello provinciale comunità educative o familiari in grado di accogliere i minori e i loro familiari al fine, anche, di recuperare l'equilibrio e la serenità psichica compromessi dalla violenza subita;

f) creare una rete multidisciplinare e territoriale che coinvolga, previa intesa, anche le Forze dell’Ordine;

g) garantire il superamento del carattere frammentario e disarticolato degli interventi, nonché la loro diversità negli ambiti territoriali, mediante la realizzazione di un sistema integrato di servizi, nel quale si realizzino interventi coordinati e omogenei a livello regionale, che assicurino ovunque ai minori una adeguata tutela e livelli minimi di assistenza;

h) implementare la capacità di presa in carico dei minori vittime o autori di reati sessuali mediante cooperazione, coordinamento e uniformità degli interventi sul territorio;

i) sviluppare la capacità di accoglienza, messa in sicurezza, assistenza e supporto dei minorenni vittime nella fase di emersione dei reati e nel percorso giudiziario, anche attraverso il potenziamento dei consultori;

j) accrescere la competenza specialistica degli operatori e favorire l’integrazione delle professionalità;

k) migliorare la reattività dei sistemi sanitari nel rispondere alle esigenze dei minori in situazione di vulnerabilità;

l) individuare i livelli essenziali per la rete di protezione e inclusione sociale.

Art. 6

(Regolamento di attuazione)

1. Gli indirizzi e le modalità di presentazione e di elaborazione dei progetti e i criteri di finanziamento di cui agli articoli 2, 3, 4 e 5 sono indicati con regolamento della Giunta regionale da approvare entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.

Art. 7

(Clausola valutativa)

1. Il Consiglio regionale esercita il controllo sullo stato di attuazione della presente legge.

2. Il coordinamento di cui all’articolo 4, comma 3, illustra alla Commissione consiliare competente, entro il 31 dicembre di ogni anno, una relazione dettagliata contenente le azioni svolte e i dati acquisiti e presenta la relazione programmatica delle attività per l'anno successivo.

Art. 8

(Integrazione dell’articolo 4 della l. r. 2/2017)

1. Dopo la lettera k) del comma 2 dell'articolo 4 della l.r. 2/2017, sono aggiunte le seguenti:

“l) analisi e monitoraggio dei fenomeni connessi all'abuso sessuale, allo sfruttamento della prostituzione minorile, alla pedopornografia, alla pedofilia e al turismo sessuale in danno dei minori, al fine di fornire alla Regione idonei strumenti per l'adozione di scelte strategiche;

m) acquisizioni di dati e informazioni sull'attività svolta a livello regionale per la prevenzione degli abusi sui minori e sulle strategie di contrasto programmate e realizzate dalle altre regioni”.

Art. 9

(Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, determinati nel limite massimo di 100.000,00 euro per ciascun esercizio 2025, 2026 e 2027, si provvede con le risorse del PR Calabria 2021-2027, Azione 4.h.1.

2. Per gli esercizi successivi all'anno 2027, la copertura degli oneri di cui al comma 1 è prevista nel limite delle risorse disponibili sulla programmazione nazionale e comunitaria, per come individuata dalla presente legge.

(Allegato)

Proposta di legge n. 354/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Straface, Mannarino, Raso, Laghi, Talerico, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale” (deliberazione consiliare n. 390)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria, conformemente a quanto stabilito dai Decreti del Commissario ad Acta numero 119 del 14 giugno 2017 (Rete Reumatologica Integrata Ospedale Territorio Hub/Spoke) e n. 53 del 23 febbraio 2024 (Rete Reumatologica Integrata Territorio-Ospedale – Aggiornamento), riconosce la rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e promuove l'attuazione della Rete reumatologica regionale al fine di garantire una diagnosi precoce, un trattamento adeguato e un supporto continuo ai pazienti affetti da tali patologie.

Art. 2

(Ambulatori multidisciplinari)

1. La Regione promuove l'istituzione, a livello ospedaliero e territoriale, di ambulatori multidisciplinari dedicati alle malattie reumatologiche, inserite nei Livelli essenziali di assistenza (LEA), con la collaborazione di figure specialistiche per il trattamento e la gestione integrata dei pazienti, comprese le persone affette da patologie reumatologiche in età pediatrica. La Regione, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale e avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, promuove, altresì, l’adozione di percorsi definiti per la transizione del paziente pediatrico dal reumatologo pediatrico al reumatologo dell’adulto, al fine di assicurare la continuità assistenziale e una presa in carico adeguata nelle diverse fasi della malattia.

2. Gli ambulatori multidisciplinari di cui al comma 1 possono essere supportati dall’attività di enti del Terzo settore (ETS), di cui all’articolo 4 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo settore), operanti nell’ambito delle malattie reumatologiche e che, avvalendosi di volontari di cui all’articolo 17 del medesimo Codice del Terzo settore, possono fornire supporto e informazioni ai pazienti e alle loro famiglie.

3. La Rete reumatologica regionale, per quanto attiene alle malattie reumatologiche rare, ai sensi del DCA del 30 gennaio 2024, n. 28 (Approvazione “Piano regionale delle malattie rare 2024-2026 e riordino della rete regionale delle malattie rare” – Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2023), favorisce la realizzazione del Centro di Coordinamento regionale delle malattie rare, prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore operanti nell’ambito delle patologie reumatologiche.

Art. 3

(Rete reumatologica regionale)

1. La Regione, al fine di garantire equità di accesso alle prestazioni sanitarie, migliorare la qualità della vita e prevenire le disabilità ai pazienti affetti da malattie reumatologiche, promuove la distribuzione omogenea sul territorio regionale dei relativi servizi specialistici.

2. Al fine di perseguire le finalità di cui al comma 1, la Regione, avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, promuove l’attuazione della Rete reumatologica regionale. La Rete reumatologica regionale si pone l’obiettivo di integrare e coordinare le strutture ospedaliere e territoriali esistenti, sviluppare e attuare percorsi diagnostico- terapeutici assistenziali (PDTA), assicurando il coinvolgimento di figure specialistiche adeguatamente distribuite sul territorio regionale. La progettazione dei PDTA è garantita attraverso il supporto tecnico del Dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria, in prosecuzione con quanto già avviato dai Decreti del Commissario ad Acta in vigore e prevedendo oltre al completamento dei PDTA relativi ad artrite reumatoide, sclerosi sistemica, osteoporosi, spondiloartriti, anche l’inserimento di quello afferente al LES. I PDTA prevedono una parte dedicata alla gestione delle comorbilità, non solo legate agli effetti delle patologie reumatologiche, ma anche alla possibile concomitante insorgenza di altre patologie, come quelle oncologiche, con metodiche organizzative che prevedano il consulto multidisciplinare dei vari specialisti di settore. I PDTA prevedono anche chiari riferimenti alla medicina di genere. Nei PDTA sono previsti metodi efficienti nella gestione dei farmaci biotecnologici anche nell’eventuale necessità di ritorno all’originator.

3. La Regione promuove l'adozione di soluzioni di telemedicina per garantire consulti specialistici a distanza, facilitare il monitoraggio dei pazienti e migliorare l'accessibilità alle cure nei territori meno serviti.

4. La Giunta regionale, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge, adotta un regolamento attuativo per disciplinare la composizione, la modalità di funzionamento e il coordinamento della Rete reumatologica regionale, garantendo l’integrazione tra le strutture ospedaliere, territoriali e gli ETS.

Art. 4

(Integrazione del Piano terapeutico informatizzato nella Rete reumatologica regionale)

1. La Regione, nell’ambito delle proprie competenze e senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, promuove l’utilizzo del Piano terapeutico informatizzato (PTI) per la gestione delle terapie farmacologiche dei pazienti affetti da patologie reumatologiche.

2. La Regione favorisce l’interoperabilità tra il PTI e la Rete reumatologica regionale, al fine di migliorare il monitoraggio terapeutico, la continuità assistenziale e l’accesso ai trattamenti.

3. La Giunta regionale promuove, nell’ambito degli strumenti già disponibili, iniziative volte a favorire la digitalizzazione e l’efficienza dei processi di prescrizione e distribuzione dei farmaci per i pazienti reumatologici.

Art. 5

(Riconoscimento degli ETS che si avvalgono di volontari per i pazienti affetti da malattie reumatologiche)

1. La Regione riconosce e valorizza il contributo degli ETS di cui all’articolo 2, comma 2, che si avvalgono dell’apporto di volontari per le persone affette da malattie reumatologiche, promuovendo la diffusione delle loro attività finalizzate al supporto dei pazienti e delle loro famiglie.

Art. 6

(Monitoraggio e ricerca sulle malattie reumatologiche)

1. La Regione istituisce il Registro regionale delle patologie reumatologiche, favorendo l'integrazione dei dati clinici con informazioni relative agli esiti a lungo termine delle cure.

2. I dati raccolti nel registro di cui al comma 1 sono utilizzati per:

a) realizzare e promuovere studi clinici e farmacologici;

b) monitorare l’incidenza e la prevalenza delle malattie reumatologiche nella popolazione a livello regionale;

c) supportare la ricerca scientifica e lo sviluppo di terapie innovative;

d) valutare l'efficacia del percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA) e delle politiche sanitarie regionali specifiche;

e) aggiornare le linee guida relative ai trattamenti medico-sanitari più efficaci.

Art. 7

(Promozione della formazione specialistica)

1. La Regione promuove il potenziamento dei programmi di formazione e aggiornamento specialistico del personale medico e sanitario al fine di migliorare le competenze nella diagnosi precoce e nel trattamento delle malattie reumatologiche avvalendosi delle risorse formative già esistenti nell’ambito del Servizio sanitario regionale.

2. La formazione specialistica di cui al comma 1 è demandata ai centri di formazione strutturati nel contesto del Servizio sanitario regionale al fine di assicurare un livello uniforme e qualificato di competenze.

Art. 8

(Giornata regionale per la lotta alle malattie reumatologiche)

1. La Regione istituisce, senza nuovi o maggiori oneri a carico del proprio bilancio e con la collaborazione degli ETS di cui all’articolo 5, la Giornata regionale per la lotta alle malattie reumatologiche, da celebrarsi annualmente il 12 ottobre, in concomitanza della Giornata Mondiale delle Malattie Reumatologiche (World Arthritis Day - WAD), con l'obiettivo di sensibilizzare la popolazione e le istituzioni sulla prevenzione, diagnosi precoce e trattamento di tali patologie.

Art. 9

(Campagne di sensibilizzazione e prevenzione)

1. La Regione promuove, senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale e avvalendosi delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, iniziative di sensibilizzazione e informazione rivolte alla cittadinanza sulle malattie reumatologiche.

2. Le campagne di sensibilizzazione, da realizzarsi a livello regionale, riguardano, in particolare:

a) l'importanza della diagnosi precoce delle malattie reumatologiche;

b) la promozione di stili di vita sani e preventivi in grado di ridurre il rischio di insorgenza di tali patologie;

c) la corretta gestione delle malattie reumatologiche, per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

3. Le azioni informative, veicolate, senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale, attraverso i canali di comunicazione digitali istituzionali, tra cui siti web, social media e applicazioni, sono rivolte a educare il pubblico sulla varietà di malattie reumatologiche, incluse quelle rare, con particolare attenzione ai segni e sintomi precoci.

4. La Regione promuove, nell’ambito dei programmi di prevenzione, altresì, eventi pubblici e collaborazioni con scuole, università e ETS per favorire una cultura di consapevolezza e supporto verso le persone affette da patologie reumatologiche.

5. Le iniziative di sensibilizzazione e informazione sono attuate con il coinvolgimento degli ETS di cui all’articolo 2 e di pazienti e la collaborazione di esperti del settore, e sono monitorate annualmente per valutarne l’efficacia e adattarne le attività.

Art. 10

(Coordinamento con altre disposizioni regionali)

1. La Giunta regionale, nell’ambito delle proprie competenze, assicura il coordinamento tra le disposizioni della presente legge, la legge regionale 7 febbraio 2024, n. 6 (Norme per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiare), la legge regionale 14 marzo 2024, n. 8 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della fibromialgia e della elettrosensibilità e istituzione dei relativi registri regionali), nonché con le altre normative regionali in materia di reumatologia e patologie croniche.

2. Per le finalità di cui al comma 1, la Rete reumatologica regionale di cui all’articolo 3, comma 2, si avvale dei dati e delle informazioni contenute nel registro regionale per la fibromialgia di cui alla l.r. 8/2024 al fine di favorire l’integrazione dell’assistenza ai pazienti affetti da fibromialgia all’interno della Rete e facilitare l’accesso ai servizi diagnostici e terapeutici disponibili.

3. La Giunta regionale promuove un approccio coordinato e integrato nella gestione delle malattie reumatologiche, assicurando il raccordo tra la presa in carico dei pazienti reumatologici e le misure di sostegno ai caregiver previste dalla l.r. 6/2024.

Art. 11

(Clausola valutativa)

1. La Giunta regionale, avvalendosi anche dei dati clinici e delle informazioni di cui all’articolo 6, trasmette alla Commissione consiliare competente, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione sull’attuazione della presente legge. La relazione fornisce, in particolare, informazioni su:

a) lo stato di attuazione delle misure previste;

b) i risultati conseguiti in termini di miglioramento dell’assistenza ai pazienti reumatologici;

c) l’efficacia delle misure adottate, con particolare riferimento all’impatto delle politiche regionali sulle condizioni di vita dei pazienti e dei loro caregiver;

d) le criticità riscontrate nell’applicazione della presente legge ed eventuali proposte di miglioramento.

2. Ai fini della predisposizione della relazione di cui al comma 1, la Giunta regionale assicura il coinvolgimento delle associazioni di pazienti, dei caregiver e degli operatori sanitari, al fine di raccogliere contributi e osservazioni.

3. La relazione di cui al comma 1 è pubblicata sul portale istituzionale della Regione Calabria.

Art. 12

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

2. Agli adempimenti disposti dalla presente legge si provvede con le risorse umane, finanziarie e strumentali già previste e disponibili a legislazione vigente, anche attraverso il coinvolgimento attivo degli ETS di cui all’articolo 5.

Art. 13

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 374/12^ di iniziativa del consigliere regionale Montuoro, recante: “Conservazione, valorizzazione e promozione dell'opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo Civico di Taverna quale patrimoni artistico-culturale della Calabria” (deliberazione consiliare n. 391)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria, al fine di favorire la diffusione della cultura e ogni altra iniziativa volta a inserire la Calabria nei circuiti nazionali e internazionali, riconosce l’alta rilevanza del cospicuo patrimonio artistico-culturale legato all’opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo civico di Taverna.

2. Ai sensi dell’articolo 112 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), e dell'articolo 2, comma 2, lettera s) dello Statuto della Regione Calabria, la Regione considera tale impegno parte integrante dell'azione di valorizzazione della storia e della cultura regionale, considerando i patrimoni presenti nella città di Taverna degli illustri pittori Mattia Preti e Gregorio Preti, una ricchezza artistica da conservare, promuovere e valorizzare, nonché di notevole importanza per elevare il livello culturale e la crescita civile e sociale dell’intera comunità regionale.

Art. 2

(Obiettivi)

1. La Regione Calabria per la realizzazione delle finalità di cui all’articolo 1, sostiene il Comune di Taverna nelle iniziative che perseguono statutariamente e istituzionalmente la programmazione di interventi mirati alla conservazione, valorizzazione e promozione delle opere di Mattia e Gregorio Preti attraverso le seguenti attività e obiettivi:

a) realizzazione di progetti di studio, restauro, miglioramento fruitivo, editoriali, didattici e divulgativi;

b) reperimento e valorizzazione espositiva di nuove opere d’arte e documenti originali, attribuite e pertinenti ai due maestri calabresi;

c) organizzazione di studi scientifici, mostre, convegni, manifestazioni e pubblicazioni editoriali sulla storia dell’arte pretiana e del territorio;

d) aggiornamento dell'inventario e del catalogo dell’opera omnia pretiana, mediante anche la comparazione con la catalogazione dei beni culturali della città di Taverna e della Calabria;

e) realizzazione di un nuovo sistema di offerta culturale, comprensivo di tutto ciò che contribuisce a qualificare l'esperienza della visita nelle sedi pretiane di Taverna, al fine di arricchire il valore percepito dal pubblico, promuovendo, in particolare, la funzione educativa;

f) instaurazione di protocolli d’intesa per attività didattiche e scientifiche con le scuole, le università, gli istituti e le associazioni culturali di rilevanza regionale, nazionale e internazionale;

g) promozione e sostegno della crescita qualitativa dell'offerta museale tramite l'innovazione gestionale dei servizi al pubblico, l'abbattimento delle barriere fisiche e culturali alla fruizione delle collezioni, l'innovazione nei sistemi di comunicazione con i visitatori di ogni fascia d’età e l'adozione di pertinenti linguaggi mirati a favorire l'accessibilità culturale;

h) promozioni di azioni e di collaborazioni al fine di favorire la fruizione, anche temporanea, del patrimonio artistico museale conservato nei depositi del museo, garantendone altresì la sicurezza mediante la progettazione di idonei spazi oltre che di idonei sistemi di conservazione e movimentazione;

i) promozione e sostegno alla crescita e all'aggiornamento professionale del personale del museo, anche attraverso progetti di scambio e di studio e partnership con soggetti, enti e realtà di rilevanza nazionale e internazionale;

j) promozione e sostegno di moduli didattici per l’aggiornamento professionale riguardante la catalogazione digitale e multimediale dei beni culturali posseduti dal museo;

k) promozione di azioni per il potenziamento delle attività in rete, siano esse culturali o di valorizzazione del territorio, nonché coordinamento tra le attività del museo e le iniziative degli altri istituti culturali regionali, nazionali e internazionali;

l) promozione e sostegno di interventi di costruzione, ristrutturazione, risanamento, restauro, manutenzione straordinaria di sedi destinate a ospitare le opere d’arte pertinenti al museo, nonché di interventi di allestimento e innovazione tecnologica delle stesse.

2. Gli interventi di cui al comma 1 sono proposti ed effettuati direttamente dal Comune di Taverna.

Art. 3

(Rendicontazione e programmazione)

1. Per il raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 2, viene corrisposto il contributo al Comune di Taverna, previa rendicontazione corredata da una dettagliata relazione comprovante la spesa sostenuta e gli obiettivi raggiunti.

2. Entro il 31 gennaio di ogni anno, il Comune di Taverna presenta la programmazione degli eventi e delle attività da svolgere nell’anno in corso con relativo bilancio preventivo di spesa.

Art. 4

(Norma Finanziaria)

1. Gli oneri derivanti dalla presente legge sono a carico del Comune di Taverna.

2. La Regione Calabria sostiene gli interventi e le attività previste annualmente ai sensi dell’articolo 2, unicamente attraverso l’erogazione di un contributo annuale a favore del Comune di Taverna, compatibilmente alle risorse disponibili nel bilancio regionale.

3. Per ciascuna delle annualità 2025, 2026 e 2027, il contributo di cui al comma 2, determinato nel limite massimo di 20.000,00 euro annui, trova copertura con la riduzione dello stanziamento del Fondo speciale per le leggi di parte corrente disponibile al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2025 - 2027, che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.

4. Le somme indicate nel comma 3 sono contestualmente allocate alla Missione 09, Programma 05 (U.09.05), dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2025-2027.

5. Per gli esercizi successivi all’anno 2027, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti delle risorse disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.

6. La Giunta è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche allo stato di previsione della spesa di bilancio di previsione 2025-2027.

(Allegato)