XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

N. 54

__________

 

SEDUTA Di mercoledì 25 giugno 2025

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

 

Inizio lavori h. 12.35

Fine  lavori h. 18.18

 

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 12.35

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

TAVERNISE Davide, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Come sa, abbiamo chiesto l’inserimento all'ordine del giorno di un’informativa da parte del Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, in merito alla vicenda personale che lo riguarda, da lui stesso annunciata con una diretta Facebook e dibattuta nel corso di una trasmissione televisiva su Rete 4, per la quale abbiamo ritenuto opportuno che questo organismo – organismo da lei presieduto e che ha la funzione anche di garantire trasparenza e di rendere edotto chi oggi ha subito tale provvedimento - ne possa discutere per illustrarne le ragioni, con la consapevolezza che non possiamo entrare nel merito del processo. Ci mancherebbe altro; questa non è un'aula di Tribunale, ma un organismo politico-istituzionale che ha non solo il dovere, ma anche l'esigenza di essere messo a conoscenza di vicende personali, anche diverse dagli impegni istituzionali.

Pertanto, saremo lieti se oggi il presidente Roberto Occhiuto riferisse all'Aula.

Naturalmente, saremo molto attenti e responsabili a evitare riflessioni che vadano al di là dei ruoli e delle competenze.

Saranno i fatti a dire e a spiegare le ragioni per le quali si è giunti a questo provvedimento, però, a mio avviso, sarebbe stato preferibile che il presidente Occhiuto, che ha annunciato la notifica di un avviso di garanzia attraverso una diretta Facebook, fosse venuto in quest'Aula, prima che nei salotti televisivi, a spiegare le poche motivazioni che sono a sua conoscenza, nel rispetto del ruolo di quest'Aula e di ciò che essa rappresenta per i calabresi.

PRESIDENTE

Invito il presidente Occhiuto a prendere la parola prima di un eventuale inserimento all'ordine il giorno, per capire se ci sono le condizioni. Prego, Presidente.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Come sa, presidente Mancuso, avevo annunciato che oggi avrei preso congedo dal Consiglio regionale perché dovevo incontrare il Presidente della Repubblica albanese e partecipare alla Festa della Guardia di finanza.

Nel momento in cui sono stato informato della legittima richiesta pervenuta dall’opposizione, ho ritenuto di essere partecipare, seppur per qualche ora, ai lavori di quest’Aula, poiché, come sanno i consiglieri di maggioranza e di minoranza, non mi sono mai sottratto ad alcun confronto, ad alcuna discussione in Consiglio regionale, e non voglio farlo nemmeno in questa occasione; anche se ritengo che un'informativa su fatti, che allo stato non sono noti nemmeno a me, sarebbe in qualche modo irrituale, spiegherò comunque quanto accaduto, per il livello di conoscenza, appunto, che ne ho.

Il 6 giugno ho ricevuto una telefonata dal Comandante provinciale della Guardia di finanza che mi informava della notifica di un atto. Gli ho dato appuntamento alle 09:30 nel mio ufficio e mi ha notifica sostanzialmente due pagine che costituivano la richiesta di proroga di indagini.

In quell'occasione, ho scoperto di essere stato iscritto nel registro degli indagati da un anno e che quella era la richiesta di proroga per altri sei mesi, ma da questa notifica non mi era dato di capire quali fossero gli atti contestati perché non era indicato un fatto preciso.

Ho ricevuto questa notifica con lo stato d'animo che potete immaginare, di chi è arrivato a 56 anni senza aver mai ricevuto una comunicazione giudiziaria, quindi, sono rimasto basito e, per questa ragione, ho deciso di comunicarlo aggiungendo che non sono sereno, perché non vedo come possa esserlo una persona che a 56 anni riceve per la prima volta nella vita un atto, per altro riferito a reati che nemmeno lontanamente ritiene di aver compiuto nell'esercizio delle proprie funzioni.

Ho cercato di capire di cosa si trattasse, ma non ci sono riuscito; ho evitato di darne subito notizia, in verità, anche perché ciascuno di noi svolge una funzione pubblica, ma ha anche una dimensione privata.

Dopo qualche giorno, però, ho deciso di dare la notizia e di rappresentare anche quello che era il mio stato d'animo, chiedendo di essere sentito il prima possibile dai magistrati, perché chi, come me o come chiunque, nella sua attività ritiene di non aver nulla da temere, perché si è sempre comportato nella maniera trasparente, vuole che si accerti al più presto la verità.

Il consigliere Bevacqua fa riferimento al fatto che ho partecipato a una trasmissione su un’emittente nazionale per raccontare ciò che è successo, però da quel momento ho detto che non avrei più parlato con la stampa; anzi, mi è capitato di dover chiedere scusa a una giornalista, che stimo perché ha lavorato con me quando facevo l'editore televisivo, Antonella Grippo, perché c'era una iniziativa già concordata con lei e ho deciso di non andarci perché i miei avvocati hanno consigliato di evitare queste partecipazioni prima di essere sentito dalle Autorità competenti.

Poi, però, ho letto sulla stampa locale e su quella nazionale una serie di fatti che ho pensato potessero essere i fatti contestati e che riguardavano sostanzialmente i miei rapporti societari con un ex socio col quale avevo creato delle società nel 2016; fatti che ritengo assolutamente ordinari, tipici dei rapporti societari, come in mille società italiane fra mille soci; però, a fronte di uno tsunami di notizie anche a livello nazionale, mi sono visto sulle prime pagine di giornali nazionali che indicavano queste vicende come fatti che avrebbero potuto dar luogo a ipotesi di corruzione; quindi, ho deciso di dire la mia pubblicamente, ma non sarei intervenuto se non ci fosse stata questa circostanza.

Ora aspetto di essere sentito dai magistrati.

La notizia che posso darvi è che i miei avvocati hanno sentito l'ufficio di Procura, e sono molto contento di questo; sono grato all'ufficio di Procura di avere aderito a questa mia richiesta e di aver concordato con i miei avvocati un incontro entro la pausa estiva, anche se sarebbe auspicabile che si facesse entro la prima decade di luglio; però, il fatto che gli uffici di Procura abbiamo scelto di sentirmi – potevano anche non farlo, perché è un diritto mio quello di chiedere di essere sentito, ma è una facoltà della Procura quella di accedere a questa possibilità – mi fa pensare che anche da parte della Procura della Repubblica ci sia la volontà di accertare la verità nel più breve tempo possibile, ed è quello che mi auguro.

Per il resto, se sarà necessario, non avrò difficoltà, come mai ho avuto, a confrontarmi con il Consiglio regionale, ma gli elementi sui quali posso intervenire sono quelli che vi ho rappresentato e sono gli identici elementi che ho rappresentato alla stampa.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Brevemente, intervengo solo per ribadire alcuni concetti, perché in questi casi bisogna misurare le parole, dire quelle giuste, non una in meno e non una in più.

Come diceva il consigliere Bevacqua, questa non è un'aula di Tribunale, noi non siamo giudici, non dobbiamo e non possiamo entrare nel merito di vicende, non solo di cui non conosciamo i fatti e gli elementi, ma che prescindono da quello che è il nostro ruolo istituzionale.

Abbiamo ritenuto di portare la discussione in quest'Aula solo perché il Presidente ha deciso di rendere pubblica una sua vicenda personale, l’ha resa pubblica con i mezzi che  ha ritenuto, e noi abbiamo voluto colmare o ribadire questo vulnus istituzionale chiedendo che anche in quest'Aula si potesse fare un passaggio politico nel rispetto delle istituzioni che rappresentiamo.

Devo dire che, anche dal tono molto pacato ed equilibrato del Presidente, ritengo che questa discussione debba finire in questi termini; non compete a noi andare oltre.

Mi piace, però, ribadire in quest'Aula alcuni concetti fondamentali.

Intanto, il garantismo non è a intermittenza, ma funziona solo se vale anche nei confronti dell'altra parte politica.

Se il garantismo è solo nei confronti dei propri amici non è più garantismo; il garantismo vale per tutti, vale per il presidente Occhiuto, valeva in precedenza per il presidente Mario Oliverio, e sbagliò anche una certa impostazione di sinistra che non andò fino in fondo nel difendere questo principio di civiltà che serve a rispettare la persona prima che il politico, ed è un principio che io intendo ribadire in ogni forma e in ogni aspetto.

Il presidente Occhiuto sarà chiamato, come lui stesso diceva, di fronte agli elettori, portando avanti i risultati politici della sua azione; noi potremmo dire altro.

Potremmo parlare del rapporto Banca d'Italia, dei dati Istat, della crescita della Calabria e ognuno di noi farà la sua valutazione, ma questo è un profilo politico che si farà dopo, in altri termini e in altri luoghi.

In quest'Aula serviva ribadire un concetto: il concetto delle istituzioni, che oggi è stato ribadito.

Do anche un'ulteriore esortazione al presidente Occhiuto e cioè di non rendere mediatica o estremamente pubblica in termini divisivi questa vicenda in cui non servono i toni alti, a mio avviso ovviamente; non serve parlare direttamente con i cittadini senza filtri, perché poi là si incastona una contrapposizione anche di parole senza filtri, di contrapposizione e di incattivimento di un clima che la Calabria necessita di avere sereno.

Abbiamo un altro anno davanti a noi e l’azione che questa istituzione deve portare avanti deve essere libera, serena e deve prescindere da qualunque tipo di condizionamento o, anche indirettamente, di coinvolgimento in vicende che non riguardano invece la finalità istituzionale e politica che noi ci siamo prefissati.

Siamo chiamati a legiferare, a fare l'opposizione, voi a governare, e il dibattito si deve continuare a concentrare su questi temi.

Si sbaglia se si vuole occupare o spostare il dibattito su altri terreni; non è questo il nostro caso, non è questa la nostra cultura istituzionale e, da questo punto di vista, si sbagliava prima.

C'è stato solo un passaggio negli scorsi mesi che, a mio avviso, ha segnato una frattura anche un po’ nei rapporti tra maggioranza e opposizione, ovvero quando lei – non ricordo se in un'intervista pubblica o in un canale social – usò una parola molto forte e disse “Io non sono come voi”.

Come ho ritenuto che fosse sbagliata questa forma di attacco, così sarebbe sbagliata anche da parte nostra qualunque tipo di replica facile su questi argomenti.

Non possiamo scivolare e portare il dibattito su questi contenuti, ma dobbiamo concentrarci sui risultati dell'azione politica e su tutto il mondo che ruota sulle società partecipate, sulle nomine, su quello che rimisureremo, sui fatti, se sono stati scelti i migliori, se sono stati prodotti i risultati; si tratta di analisi politiche, ognuno faccia il suo lavoro.

A noi compete il ruolo istituzionale di riaffermazione di ruolo dei rappresentanti dei calabresi e questo, oggi, mi sembra che in quest'Aula fosse necessario richiamarlo.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, presidente Mancuso.

Anch’io voglio ringraziare il presidente Occhiuto per averci informato nello specifico, sin dal primo momento in cui ha ricevuto l'avviso di garanzia.

In qualità di consigliere di opposizione ritengo che, sia oggi sia nei giorni precedenti, tutti quanti noi abbiamo dimostrato un atteggiamento maturo, responsabile, rispettoso di questa Istituzione e rispettoso anche della sua persona, presidente Occhiuto.

Su questo sono stato molto attento insieme a esponenti del mio movimento che, come sa, ha una storia diametralmente opposta al suo partito di appartenenza; però, su questo, abbiamo dato un'immagine di serietà e di maturità, perché – glielo dico col cuore in mano, così come feci quando è stato male e ha avuto problemi di salute – il mio obiettivo è quello di un futuro prossimo, da dibattere sul campo, politicamente e senza ricorrere ad alcuna scorciatoia né in un'aula di Tribunale.

Mi auguro sinceramente che lei esca pulito da questa vicenda perché c'è anche un dato, presidente Mancuso: non è possibile che gli ultimi cinque Presidenti di Regione siano stati tutti indagati, quattro sono stati assolti, uno è stato condannato, ma per vicende che riguardavano il ruolo, non da Presidente della Giunta regionale, bensì quello di Sindaco di Reggio Calabria, mi riferisco al presidente Scopelliti.

Presidente Occhiuto, mi auguro che lei ne esca bene perché non viene lesa solo la sua immagine, ma ne uscirebbe distrutta l'immagine della Calabria che, invece, deve dimostrare, al di là delle appartenenze e delle differenze politiche, di essere governata da una classe dirigente di persone oneste. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente.

Come è noto, parte delle forze di minoranza hanno ritenuto opportuno presentare una mozione per chiedere al Presidente di riferire in quest'Aula sulle vicende giudiziarie di cui si parla, soprattutto sulla stampa.

In qualità di rappresentante dell'autonoma area civica non ho sottoscritto quella mozione e voglio dire il perché.

La vicenda è ancora troppo poco chiara e del tutto indistinta.

Abbiamo bisogno di fatti concreti, non di ipotesi o di ricostruzioni giornalistiche.

Le aule di giustizia hanno i loro tempi e i loro percorsi che vanno rispettati. Come è stato detto, non è questo Consiglio il posto in cui celebrare i processi. Il nostro compito è un altro. La mia decisione nasce dalla mia ferma adesione ai principi del garantismo che nel tempo, tuttavia, è addivenuto - lasciatemelo dire - un concetto e una parola fin troppo abusata e troppo spesso evocata a convenienza a corrente alternata, a seconda di chi sia l'indagato e solo quando fa comodo e, anche, dalla considerazione che il nostro compito, a mio parere - quello per cui siamo stati eletti dai calabresi, che ci hanno dato la loro fiducia e per cui siamo pagati - è quello di concentrarci sull'attività legislativa del Consiglio regionale per il comune focus rappresentato dal benessere dei cittadini della nostra regione.

Rispetto a questo dibattito ancora acerbo, mi interessa di più - lo dico con assoluta schiettezza - contribuire a garantire il miglior funzionamento possibile della nostra Istituzione, ad esempio cercando di capire i motivi che tengono bloccata da un anno e mezzo la proposta di legge della Riserva naturale pedemontana di Castrovillari, malgrado sia stata approvata all'unanimità nella Commissione di merito, privando così le popolazioni dell'area del Pollino di una risorsa fondamentale non solo per l'ambito naturalistico, ma, anche, o addirittura, soprattutto per lo sviluppo economico e occupazionale e, certo non da ultimo, di tutela della salute da rischi gravissimi, da troppi anni presenti proprio in quell'area. Questo accade soggiacendo nel frattempo alla “spada di Damocle” di asfissianti tentativi in corso, già, purtroppo, in parte concretizzatesi, di distruttive iniziative speculative sul territorio dove dovrebbe essere istituita la Riserva.

Tante sono le sfide da affrontare, dalla sanità al lavoro, dai trasporti allo sviluppo economico e occupazionale, alla tutela dell'ambiente, e sono questi i temi su cui dobbiamo misurarci, su cui dobbiamo trovare convergenze, su cui dobbiamo legiferare con la massima efficacia e tempestività.

Quando i tempi saranno maturi, quando la vicenda di cui si parla sarà definita con chiarezza, allora potremmo tornare in Consiglio, come è giusto che sia, per dibatterne e, non dubito, con chiarimenti che lo stesso presidente Occhiuto vorrà dare, come, peraltro, ha già anticipato. Fino ad allora, dobbiamo tutti insieme attivamente operare perché il Consiglio regionale della Calabria, ancor più in quest'ultimo anno di legislatura, sia motore di sviluppo e non teatro di scontro per problemi che non collimino con i reali bisogni delle popolazioni calabresi. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà. 

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Credo che questo dibattito o, meglio, questa informativa, che poi è sfociata in brevi interventi da parte dei Capigruppo, confermi la serietà di questa opposizione, l’equilibrio, la saggezza e anche la responsabilità e il rispetto verso i calabresi. Nel momento in cui abbiamo pensato di proporre all'Aula, al presidente Mancuso, di mettere all'ordine del giorno questo punto, l'abbiamo fatto con uno spirito di responsabilità verso quest'Aula che non può rimanere esclusa nel momento in cui c'è un atto formale preannunciato dal Presidente.

Il nostro compito era quello di portare in quest'Aula, non il dibattito, ma il senso di responsabilità e di rispetto verso di essa e, quindi,  noi che rappresentiamo tutti i calabresi. Abbiamo apprezzato anche la pacatezza, anche la poca serenità del presidente Occhiuto. È naturale, è logico, come lei diceva poco fa, chiunque sarebbe turbato al proprio interno ricevendo un atto di questo genere se fino a 56 anni non ha mai ricevuto un avviso di garanzia; quindi, comprendiamo anche il suo stato d'animo, la sua poca serenità in questo momento che emerge chiaramente anche dal modo in cui si rapporta a quest'Aula e dai toni. Comprendiamo. Però, credo che sia stato nostro dovere far diventare quest'Aula il luogo in cui il presidente Occhiuto riferisse le cose che già sapevamo. Ripeto: è un atto di responsabilità anche verso di lei, presidente Mancuso, e verso i calabresi.

Oggi, abbiamo adempiuto a questo compito, prendiamo atto delle parole del presidente Occhiuto e credo che interventi dei colleghi Lo Schiavo, Laghi e Tavernise dimostrino che c'è un'opposizione seria che non vuole strumentalizzare vicende personali, anche diverse dalla politica. Così in Calabria si crea senso di responsabilità verso il ruolo che si ricopre, un ruolo che non si esaurisce semplicemente nel dire “Tutto va bene, Madama la Marchesa”, ma un ruolo che ci porta a porre al centro del dibattito una discussione che, magari, ha poco a che fare con la politica, ma riceve quella attenzione mediatica che richiede anche da quest'Aula un giusto equilibrio. Noi oggi abbiamo dimostrato equilibrio, responsabilità e rispetto verso i calabresi.

PRESIDENTE

Grazie.

In occasione della visita ufficiale in Calabria del Presidente della Repubblica di Albania, S.E. Gen. Bajram Begaj

PRESIDENTE

Prima di avviare la disamina dei punti all'ordine del giorno, consentitemi di rivolgere i saluti del Consiglio regionale al Presidente della Repubblica di Albania, sua Eccellenza il Generale Bajram Begaj, in visita ufficiale in Calabria. Rinnoviamo la disponibilità a proseguire nelle relazioni di amicizia con il popolo albanese. Le Comunità arbëreshë presenti in tantissimi Comuni per rilevanza numerica ma soprattutto per importanza storico-culturale, rendono la Calabria la Regione italiana più rappresentativa della minoranza arbëreshë. Queste comunità, originarie dell'Albania e della Grecia, che giunsero in Calabria a seguito di diverse ondate migratorie tra il XV e il XVIII secolo per sfuggire all'invasione Ottomana, oggi rappresentano un felice esempio di integrazione, proprio grazie al rapporto dialettico tra identità e alterità che i discendenti hanno saputo tramandare.

Proposta di legge numero 340/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, P. Caputo, recante: “Disposizioni per l'attuazione di un sistema di gestione dei dati in blockchain per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare della Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo adesso al primo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 340/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Caputo, recante: “Disposizioni per l'attuazione di un sistema di gestione dei dati in blockchain per la tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare della Calabria”.

Cedo la parola collega Caputo per illustrare il provvedimento. 

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge che stiamo esaminando ci aiuterà, probabilmente, a proteggere i nostri prodotti della filiera agroalimentare.

Come noto, il settore agroalimentare rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell'economia globale e si caratterizza per la complessità delle sue filiere produttive che coinvolgono numerosi attori: produttori, trasformatori, distributori, rivenditori e consumatori finali.

In questo contesto, la tecnologia blockchain emerge come una soluzione innovativa capace di rivoluzionare e soprattutto facilitare la gestione e la trasparenza dell'intera filiera alimentare.

La blockchain che, sotto il profilo prettamente tecnico è un registro distribuito e immutabile di transazioni digitali, offre infatti al settore agroalimentare strumenti idonei per garantire la tracciabilità e la sicurezza dei prodotti in tutta la filiera produttiva, contribuendo ad accrescere e garantire la fiducia di tutti gli attori rispetto alla filiera medesima.

Il settore agroalimentare calabrese si conferma un settore strategico per l'economia regionale, con performance superiori alla media nazionale. La combinazione di prodotti tradizionali di qualità, mercati internazionali in espansione e crescente riconoscimento del brand “Made in Calabria” offre grandi prospettive di crescita.

In particolare, tale settore ha registrato nell'anno 2024 una grande performance, confermandosi quale motore trainante dell'economia regionale.

Nel 2024 la Calabria si è posizionata tra le regioni italiane più dinamiche sul fronte delle esportazioni, con una crescita significativa dei dati relativi all'export (+20,9 per cento in accordo con i dati Istat) nei primi nove mesi dell'anno, ben più della media nazionale.

In particolare, il settore agroalimentare ha rappresentato il 60 per cento delle esportazioni regionali e nel 2023, registrando un valore economico di 261 milioni di euro.

Alcuni esempi sulle maggiori produzioni agroalimentari regionali riguardano:

- la ‘nduja di Spilinga, con circa il 25 per cento della produzione annuale destinata all'export nei mercati principali di Canada, Stati Uniti e Giappone; settore in forte crescita nel quale, essendo la domanda superiore all'offerta, il problema della contraffazione è di primaria importanza (spesso e volentieri, infatti, rispetto a tale prodotto abbiamo assistito ad attività di contraffazione dello stesso perpetrato all'estero, ricorderete nel 2019 il caso della ‘nduja di Yorkshire nel Regno Unito ma, purtroppo, nel corso degli anni esempi di contraffazione si sono avuti dagli Stati Uniti all'Australia);

- altri prodotti riguardano il vino;

- e altri settori rilevanti riguardano: bergamotto, peperoncino, olio d'oliva e il settore caseario. Il vantaggio più significativo dell'implementazione di una blockchain nel settore agroalimentare risiede nella capacità di fornire una tracciabilità completa e trasparente di ciascun prodotto oggetto di tracciamento; ciascuna fase della produzione viene infatti registrata in modo immutabile dal primo atto relativo alla produzione dello specifico prodotto, ad esempio la semina, fino a quando lo stesso arriva sulla tavola dei consumatori. Ogni prodotto viene dotato di una sorta di identità digitale unica che accompagna il suo percorso lungo tutta la filiera e ad ogni passaggio vengono inserite tutte le informazioni rilevanti che, proprio per le caratteristiche tecniche della blockchain, sono immutabili e non modificabili; i produttori possono, infatti, registrare tutte le informazioni riguardanti la produzione: metodi di coltivazione utilizzati, fertilizzanti, pesticidi impiegati, condizioni climatiche durante la crescita, pratiche di raccolta. Queste informazioni vengono poi integrate con i dati relativi alla trasformazione, al confezionamento, al trasporto e la distribuzione del prodotto medesimo, creando un registro di informazioni che permettono al consumatore finale di avere tutte le necessarie garanzie di informazione al momento dell'acquisto/consumo del prodotto.

Nel caso pratico, ad esempio, prendendo in considerazione prodotti quali il vino e l'olio extravergine di oliva, di cui la Regione Calabria è tra l'altro uno dei principali produttori nazionali, la tecnologia blockchain può fungere da certificato digitale di autenticità, permettendo l'accesso ad informazioni complete sul vigneto o sull'uliveto di origine, l'annata, le tecniche di produzione utilizzate e tutti i vari passaggi della filiera distributiva. In tal modo si ottiene un duplice risultato sotto il profilo della lotta alla contraffazione: lato produttori si combatte l'immissione sul mercato di prodotti contraffatti da parte di terzi e, lato consumatori, si dà a quest'ultimo uno strumento idoneo a garantire l'origine del prodotto e facilitare un acquisto consapevole.

La possibilità di accedere a informazioni complete e verificabili sui prodotti alimentari attraverso semplici applicazioni mobili rappresenta una rivoluzione nel rapporto tra produttori e consumatori.

Un tracciamento quindi basato su blockchain dà inoltre la possibilità di prevenire frodi alimentari e garantire standard elevati di sicurezza dei prodotti. È possibile creare un vero e proprio meccanismo di controllo che può prevenire in maniera particolarmente efficace eventuali frodi.

L'implementazione della tecnologia blockchain nella filiera agroalimentare determina inoltre vantaggi in termini di efficienza operativa e ottimizzazione dei processi.

La visibilità in tempo reale dell'intera catena di approvvigionamento consente una pianificazione più accurata della produzione e della distribuzione.

La blockchain rappresenta anche uno strumento prezioso per promuovere e certificare pratiche agricole sostenibili: attraverso la registrazione dettagliata delle metodologie produttive è possibile documentare e verificare l'adozione di tecniche rispettose dell'ambiente.

La gestione delle certificazioni di qualità rappresenta un altro ambito in cui la blockchain dimostra il suo valore aggiunto.

Permette un monitoraggio continuo e la registrazione in tempo reale del rispetto degli standard qualitativi.

Certificazioni relative alle indicazioni di origine, quali DOP, IGP e altre denominazioni di origine possono essere integrate nella blockchain, creando un sistema di verifica automatica e continua.

L'adozione della tecnologia blockchain nel settore agroalimentare rappresenta un'opportunità straordinaria per trasformare un'industria tradizionale in un ecosistema digitale avanzato, trasparente ed efficiente.

La blockchain non è da intendersi solo come un semplice strumento tecnologico ma, tutt'al più, come un catalizzatore per un nuovo modello di business basato su fiducia, trasparenza e sostenibilità.

È un dato di fatto che il futuro del settore agroalimentare sarà sempre più caratterizzato dall'integrazione con le nuove tecnologie e, pertanto, questa sfida non può che essere colta al fine di favorire lo sviluppo di filiere alimentari più sicure, efficienti e sostenibili.

Ringrazio l'assessore Gallo e il Dipartimento agricoltura per la sensibilità che hanno avuto nel promuovere questa proposta di legge che, sicuramente, dopo l'approvazione passerà in Giunta per l'approvazione del regolamento finale. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Caputo. Ha chiesto di intervenire l'assessore Gallo. Ne ha facoltà. 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri, colleghi della Giunta. Volevo, innanzitutto, ringraziare il collega Caputo per aver voluto pensare - lui è primo firmatario - a questa norma, della quale io sono co-firmatario, e che è stata poi affinata in un lungo percorso anche concertato col Dipartimento agricoltura.

Il 31 marzo noi abbiamo chiuso il tredicesimo trimestre consecutivo di crescita dell'export del settore agroalimentare, per il quale stiamo tentando di modificare anche il racconto a livello nazionale ed internazionale.

Ho la delega alla promozione dal marzo 2022 e, in questi anni, abbiamo lavorato tanto per modificare anche il racconto in questo senso, con la certezza, però, che ci sono aziende in Calabria, sia nel settore primario sia nel settore agroalimentare, che fanno bene i compiti a casa, vale a dire che producono prodotti di qualità con i quali noi ci confrontiamo a testa alta, anche le spalle larghe, a livello nazionale e internazionale. Dico agli egregi colleghi consiglieri che nessuna Regione ha la varietà di produzioni, sia pure sempre di nicchia, che ha la nostra Regione.

In questi anni, dicevo, c'è stato un apprezzamento al di fuori dei confini regionali, con una crescita significativa anche della credibilità e della considerazione dei nostri prodotti. Come dicevo, il 31 marzo abbiamo chiuso il tredicesimo trimestre consecutivo, in termini di crescita dell'export a doppia cifra. Spero che il Presidente in questi giorni voglia annunciare - credo che sia giusto - anche i risultati dell'ultimo trimestre, che vedono la nostra Regione assolutamente a livello verticistico nel Paese in termini di percentuale di export, segno evidente che ci sono ampi margini di ulteriore crescita. Dico spesso ai nostri produttori che bisogna avere come prima ambizione la qualità e avere orgoglio e consapevolezza di appartenere ad una regione che ha il primato assoluto in termini di biodiversità, conferendo al nostro Paese il primato mondiale sulla biodiversità: la nostra regione, questa nostra regione straordinaria, questa Calabria straordinaria.

Peraltro, abbiamo anche altri primati. Siamo regione leader nel settore biologico: abbiamo il 36 per cento di superficie agricola utilizzata biologica, siamo i primi in Italia e i terzi in Europa; abbiamo anche una menzione da parte della Commissione europea perché siamo considerati Regione esemplare sul benessere animale, per come trattiamo gli animali dei nostri allevamenti, perché gli investimenti sono importanti e investiamo su 1400 aziende.

Credo che nell'ambito della ambizione della qualità ci sia anche questo, vale a dire la tracciabilità dei nostri prodotti con il racconto del percorso della loro produzione. Spero che le nostre aziende, a seguito di questa legge, abbiano l'ambizione di uniformarsi a questo percorso, raccontare ogni passaggio della produzione e anche lo straordinario territorio dal quale proviene ogni nostro prodotto.

Per cui, ottima questa iniziativa del collega Caputo, che alza l'asticella anche della qualità per una regione che, ripeto, essendo nicchia deve sempre alzare di più l'asticella della qualità e, attraverso questi prodotti, anche vendere il prodotto territorio. Credo che questa sia la finalità.

Per cui, questa proposta di legge è importante e lo sarà anche un emendamento che, di qui a poco, andremo ad approvare e che alzerà ancora di più l'asticella per volontà mia e del collega Caputo. 

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente.

Colleghi consiglieri, prendo la parola oggi per esprimere a nome del gruppo Lega Salvini Calabria un convinto e pieno apprezzamento per la proposta di legge in discussione, che mira ad applicare la tecnologia blockchain al settore agroalimentare regionale, con particolare attenzione ai nostri prodotti tipici certificati, dalle DOP alle IGP, dalle DOC alle IGT, veri ambasciatori del nostro territorio nel mondo.

Si tratta, a nostro avviso, di una proposta lungimirante, concreta, al passo con le sfide del presente e orientata al futuro, che si inserisce perfettamente nel solco delle strategie europee sulla transizione digitale e nella cornice della nuova PAC 2023-2027, che punta sulla modernizzazione dell'agricoltura attraverso conoscenza, innovazione e digitalizzazione.

Come Lega crediamo fermamente che la vera valorizzazione della Calabria passi dalla qualità, dalla trasparenza e dalla capacità di difendere i nostri prodotti d'eccellenza, contro ogni forma di concorrenza sleale e contraffazione. Ebbene, l'utilizzo della blockchain in questo senso rappresenta uno strumento formidabile, garantisce tracciabilità, sicurezza, trasparenza e integrità dei dati lungo tutta la filiera della produzione al consumatore finale. Non si tratta solo di tecnologia, si tratta di fiducia, quella che dobbiamo costruire giorno dopo giorno tra produttori, consumatori e Istituzioni. Una filiera intelligente, sicura e certificata è anche più competitiva sui mercati, non solo italiani ma soprattutto internazionali. E in questo contesto che la nostra Regione può e deve ambire ad essere un modello di innovazione agricola nel Mezzogiorno e in Italia.

Accogliamo, inoltre, con favore l'integrazione di strumenti di intelligenza artificiale generativa che renderanno l'analisi dei dati più efficienti, l'interazione con gli utenti più immediata e l'intero sistema ancora più orientato alla trasparenza, al rispetto della privacy e alla sostenibilità.

La Lega sostiene con convinzione ogni misura che vada nella direzione della semplificazione, digitalizzazione e protezione del nostro sistema agroalimentare.

Riteniamo che l'adozione di questa piattaforma regionale blockchain, con l'integrazione di tecnologie come QR Code, Tag, NFC e RFID, sia risposta concreta alle esigenze dei nostri agricoltori e imprenditori locali, oggi sempre più impegnati non solo a produrre qualità, ma a dimostrarlo, tracciarlo e comunicarlo.

Questa è la Calabria che vogliamo: una Regione che non ha paura del futuro ma lo guida.

Per questi motivi, Presidenti, colleghi, annunciando ovviamente il voto favorevole del gruppo Lega, auspico una rapida approvazione e implementazione di questa proposta che ci pone all'avanguardia nel panorama nazionale. Grazie, Presidente. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Gelardi. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà. 

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Intervengo per ribadire il mio voto favorevole a questa iniziativa legislativa e anche per fare un plauso ai proponenti, all’assessore Gallo.

Reputo che ci ponga tra le Regioni virtuose e sia un meccanismo importante che consente la tracciabilità, ma soprattutto la tutela dei consumatori, la riconoscibilità della storia e della qualità dei nostri prodotti.

Quando ci sono leggi che incidono sul miglioramento della filiera produttiva, della tutela dei consumatori, della qualità di vita anche dei cittadini, non si può avere logiche di parte.

E, quindi, annuncio il mio voto favorevole. Un plauso all'assessore Gallo e a chi ha ideato o voluto questa norma. 

PRESIDENTE

Non ci sono altre richieste di intervento.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12923, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego. 

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

La presente proposta emendativa estende la collaborazione già prevista per l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno anche alle Università calabresi, al fine di ottenere una più ampia valida validità scientifica dei previsti processi attraverso il coinvolgimento degli atenei presenti in Calabria.

L'emendamento è il seguente: <<All'articolo 1, comma 4, dopo le parole “della collaborazione” sono inserite le parole “delle Università calabresi e”.>> Grazie. 

PRESIDENTE

Parere della Giunta sull'emendamento, assessore Gallo? 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole. 

PRESIDENTE

Parere del relatore?

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Favorevole. 

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 1. L'articolo 1 è approvato così come emendato.

Articolo 1

(È approvato così come emendato)

Dopo l'articolo 1 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12925, aggiuntivo dell'articolo 1-bis a firma dei consiglieri Gallo e Caputo. Cedo la parola al consigliere Caputo per l'illustrazione.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente.

Il presente emendamento mira a inserire l'articolo 1-bis al progetto di legge. La previsione normativa garantisce l'avvio di un regime di qualità per i prodotti della filiera agroalimentare e le produzioni locali attraverso l'eventuale creazione di marchi di certificazione e protocolli di controllo. È prevista inoltre l'adozione di un Regolamento regionale che definisce i criteri, le modalità e le procedure per l'istruzione e il funzionamento del regime di qualità.

PRESIDENTE

Parere della Giunta? 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole. Presidente, volevo anche, se possibile, intervenire.

PRESIDENTE

Prego. Ne ha facoltà. 

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Presidente, avevo annunciato nel mio intervento precedente che questo emendamento avrebbe aggiunto, alla già pregevole legge sulla blockchain, un altro elemento importante nel percorso che la nostra Regione sta conducendo verso la qualità.

Peraltro, voglio dare atto a questo Consiglio regionale che, nel corso di questa Legislatura, ha approvato a più riprese una serie di normative che hanno regolamentato il settore, dalla legge sulle piante officinali ad altre norme - la legge sulle DECO - che in questi anni hanno aggiunto un pezzettino ad un percorso molto lungo, ma importante che sta creando anche numeri e risultati.

Questo è un emendamento che istituendo, attraverso la Piattaforma prevista in questa legge, un regime di qualità, eleverà ancora di più il livello qualitativo e l'ambizione della qualità delle nostre aziende che dovranno, naturalmente, a seguito di un Regolamento che sarà approvato in una seconda fase, uniformarsi ai regimi di qualità. Avere regimi di qualità ferrei, avere anche delle risorse importanti investite in questo settore, significa ancora una volta certificare un percorso di una Regione che è nicchia anche nel settore olivicolo e che solo attraverso la qualità può, individuando mercati che possano avere la capacità di pagare questa qualità, dare ai nostri produttori primari e ai nostri trasformatori quei valori di produzione che essi realmente meritano.

Per cui chiedo a tutto il Consiglio regionale l'approvazione anche di questo emendamento, ringraziando i colleghi consiglieri di minoranza per il sostegno dato a questa norma. 

PRESIDENTE

Grazie.

Pongo in votazione, quindi, l'emendamento. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito l’articolo 1-bis.

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12945/A02, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego. 

MOLINARO Pietro Santo (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

Il presente emendamento mira a garantire che l'accesso alla Piattaforma regionale sia il più semplificato possibile al fine di permettere alla più ampia platea di cittadini-utenti. Il comma 3 dell'articolo 3 è sostituito dal seguente: “3. Al fine di consentire la più ampia diffusione e l'uso della piattaforma informatica tra i consumatori, e favorire a tal proposito la tracciabilità del prodotto e la garanzia circa la provenienza e l'autenticità del medesimo, l'accesso alla piattaforma medesima per i consumatori deve essere gratuito, intuitivo e di facile utilizzo.”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta, assessore Gallo?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 3. È approvato, così come emendato.

Articolo 3

(È approvato, così come emendato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto.

Qui ci sono un aspetto tecnico e uno organizzativo. Sono assolutamente favorevole, il problema della blockchain, che, come tutti sanno, nasce nell'ambito dei bitcoin e ha avuto un ampliamento direi esponenziale, è una metodologia davvero all'avanguardia, dal punto di vista sia tecnico sia digitale, ed è in linea poi con la con la legge che noi abbiamo approvato a livello della digitalizzazione della nostra regione. Quindi l'aspetto tecnico è assolutamente blindato, per quanto mi riguarda, e si tratta di una legge innovativa per la quale io esprimo assolutamente il convincimento che sia un'ottima legge e che dia una un'ottima prospettiva di sviluppo alla nostra regione. C'è, però, un problema che ricorrentemente però si presenta in quest'Aula, cioè - lo dirò più avanti anche per una proposta di legge che ho sottoscritto - è difficile immaginare a costo zero una organizzazione che non è banalissima. Questo è il problema! Secondo me, bisogna identificare complessivamente, come movimento, come azione politica, le leggi che sono fondamentali - per esempio, quelle relative allo sviluppo e alla sanità - e che non è ragionevole immaginare possano avere un prosieguo con invarianza di bilancio e cercando di recuperare dei cespiti all'interno del bilancio del Consiglio regionale, senza dei quali il rischio qual è? Il rischio è che rimangano teoriche con difficoltà ad essere concretizzate nella pratica, proprio per la mancanza di risorse economiche. Grazie.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale, così come emendata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Presidente, chiedo una gentilezza, se possibile: l'inversione dei punti all'ordine del giorno, cioè, discutere prima il punto numero 5 e invertirlo col punto numero 2. Grazie.

PRESIDENTE

Votiamo per l'inversione dell'ordine del giorno. L'inversione è approvata.

ESAME ABBINATO:
proposta di legge numero 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”;
proposta di legge numero 345/12^ di iniziativa della consigliera Amalia Bruni, recante: “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”

PRESIDENTE

Passiamo quindi al punto 5 dell'ordine del giorno, l’esame abbinato delle proposte di legge numero 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, e numero 345/12^ di iniziativa della consigliera Bruni, recante “Norme per il contrasto del fenomeno della violenza di genere”. Cedo la parola alla collega Straface per illustrare il provvedimento. Prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente e colleghi consiglieri. Ho il dovere di introdurre il punto all'ordine del giorno, rivolgendo un sentito ringraziamento all'assessore Capponi, a tutti i componenti della terza Commissione e anche alla consigliere Amalia Bruni, che ha voluto presentare un testo di legge discusso in terza Commissione dove poi la Commissione ha proceduto alla scelta e alla votazione del testo di legge prodotto dalla Giunta regionale.

Per andare a introdurre il punto all'ordine del giorno, mi preme sottolineare che il fenomeno della violenza di genere diventa sempre di più una vera e propria emergenza sociale. In Italia, così come anche nel resto d’Europa, si assiste ad una escalation di violenza che vede coinvolti sempre di più minori. La violenza contro le donne è riconosciuta oggi dalla comunità internazionale come una violazione fondamentale dei diritti umani. Ed è proprio in quest’ottica che la Regione Calabria interviene sul problema, introducendo misure di prevenzione atte a promuovere una cultura a favore dei diritti della persona e del rispetto della donna, nonché misure di assistenza a sostegno delle donne vittime di violenza e dei figli minori anche attraverso un sistema di reti territoriali che erogano servizi dedicati. L’impegno attivo della Regione nella lotta ad ogni forma di violenza contro le donne passa attraverso la prevenzione, il contrasto e il sostegno allo scopo di diffondere una cultura a favore dei diritti della persona e della donna e a fornire protezione e tutela alle donne vittime di violenza. Dalla necessità di contrastare il fenomeno della violenza di genere nasce il disegno di legge regionale che si espone con la presente proposta. In Calabria, secondo i dati più recenti contenuti nella Relazione dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere (facciamo riferimento fino all’anno 2025), quasi il 14% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della vita violenza fisica o sessuale da partner o ex partner. Le chiamate al numero 1522, il servizio pubblico nazionale antiviolenza, nel solo 2023 sono state 1.355, con un incremento costante rispetto agli anni precedenti. Il 91% delle vittime sono donne, il 76% ha figli e nel 65% dei casi ha denunciato episodi di violenza ripetuta.

La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 49 anni e circa un terzo delle segnalazioni proviene da donne disoccupate o senza reddito. Dati questi che disegnano un’emergenza strutturale, non episodica, e che richiedono interventi stabili e integrati.

Tuttavia, sul nostro territorio, al 2024, operano 14 Centri Antiviolenza (CAV), 7 Case Rifugio e 3 CUAV (Centri per uomini autori di violenza): numeri ancora insufficienti rispetto al fabbisogno, con ampie aree della Calabria ancora sprovviste di strutture residenziali. Questo squilibrio territoriale, unito all'acuirsi del fenomeno, che ha assunto veramente tratti drammatici, ha reso necessaria una riforma organica e strutturale del sistema regionale antiviolenza.

La proposta di legge che oggi arriva in Aula non è soltanto un atto legislativo: è la risposta necessaria ad un fenomeno che ha assunto tratti drammatici anche nella nostra regione.

Parlano i numeri, e sono i numeri che fanno male, che interrogano la politica, che chiedono alle istituzioni un’assunzione di piena responsabilità.

La Calabria ha già conosciuto un’importante stagione normativa con l’approvazione della legge regionale n. 20/2007, che ha avuto il merito di dotare il territorio di strumenti fino ad allora inesistenti. Una legge efficace a suo tempo, che ha rappresentato un primo passo fondamentale, ma oggi inadeguata, sotto due profili: innanzitutto richiede un adeguamento alla normativa nazionale – parliamo dell’introduzione della legge n. 77/2013 che è la ratifica della Convenzione di Istanbul, della legge n. 93/2013 (sul femminicidio) e del “Codice Rosso” (Legge n. 69/2019) - e impone alle Regioni un adeguamento concreto e tempestivo; poi, la stessa legge 20 del 2007 non risponde più alle istanze civili che muovono dal territorio e che denunciano uno stato di emergenza e impongono una risposta strutturata ed efficace nella governance e nella dotazione strutturale e finanziaria dei servizi, oltre che nel coordinamento tra le istituzioni e nel supporto alle vittime.

Questa proposta di legge - ci tengo a precisare - è frutto di un percorso condiviso e partecipato ad iniziare dall’incontro promosso in Cittadella dall’assessore regionale Capponi che ha visto la partecipazione di tutti gli attori sociali coinvolti nel contrasto alla violenza di genere.

Durante i lavori in Commissione abbiamo audito trenta soggetti qualificati: Centri antiviolenza, Case rifugio, CUAV, rappresentanti del Terzo settore, la consigliera regionale di Parità, dott.ssa Stumpo, la coordinatrice dell’Osservatorio regionale sulla violenza di genere, avv. Giuseppina Pino, e la Presidente della Commissione pari opportunità, dott.ssa De Gaio.

La proposta di legge numero 362/12^ introduce una vera riforma di sistema, con misure innovative che agiscono su quattro pilastri fondamentali: governance integrata, consolidamento dei servizi, autonomia delle vittime e prevenzione culturale.

Sul piano della governance si istituisce - è questa una novità - la rete regionale antiviolenza, in cui la Regione avrà il compito  di indirizzo e coordinamento che coinvolgerà enti locali, aziende sanitarie, forze dell'ordine, organi giudiziari, centri antiviolenza, case rifugio, scuole e Università. È una rete che offrirà accoglienza, ascolto, consulenza, assistenza legale, supporto psicologico e specialistico al fine di consentire quei percorsi di uscita dalla violenza, l'inserimento e il reinserimento socio lavorativo e, inoltre, sarà collegata alla rete nazionale del Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri. In ogni ambito territoriale sarà attivata una rete antiviolenza territoriale, che avrà dei compiti precisi di gestione dei casi, presa in carico e attivazione dei protocolli operativi e dei protocolli di intesa; questo al fine di garantire l'erogazione dei servizi alle donne vittime di violenza. Delle reti territoriali faranno parte: le ASP, i centri antiviolenza, le case rifugio, gli organi giudiziari, i centri per l'impiego, le università, le forze dell'ordine. Tra le funzioni delle reti territoriali si va a favorire il coordinamento tra tutti i servizi territoriali che operano nel campo della prevenzione e della violenza di genere e il contrasto alla violenza maschile contro le donne, si definiscono le linee guida, i protocolli operativi, si programmano attività di prevenzione e di sensibilizzazione, nonché eventi formativi sul tema. Questa rete non sarà solo una formalità burocratica: sarà il luogo operativo in cui tutti i soggetti pubblici e privati andranno a cooperare per offrire alle vittime una risposta concreta, immediata e coordinata. È la forma più avanzata di integrazione istituzionale e territoriale.

La proposta di legge, inoltre, prevede interventi a supporto dei minori vittime di violenza assistita. I centri antiviolenza, le case rifugio, in raccordo con i servizi socio assistenziali e in collaborazione con le reti territoriali, andranno ad assicurare degli interventi a sostegno dei minori vittime di violenza all'interno delle famiglie, affinché sia garantito loro il diritto alla sicurezza fisica e psicologica e a tutelare l'interesse del minore che prevale rispetto a quello di chi esercita una responsabilità genitoriale, in ordine naturalmente all’affidamento, alle visite, agli incontri tra genitori e figli.

L'articolo 14 prevede un protocollo d'intesa con le forze dell'ordine e con gli uffici giudiziari, al fine di realizzare dei percorsi di tutela che vanno soprattutto ad assicurare degli spazi protetti alle vittime di violenza, per evitare che la vittima possa trovarsi nello stesso luogo con il carnefice.

La proposta di legge prevede ancora - questa è un'altra novità - tramite un emendamento che porta anche la mia firma, il riutilizzo dei beni confiscati per finalità sociali e protezione alle vittime di violenza. Un altro aspetto ancora importante: la proposta di legge dispone il potenziamento e la formazione di tutti quegli operatori del settore che interagiscono con le vittime. Particolare attenzione viene dedicata alle disabilità o a figli disabili.

La proposta di legge prevede una novità di rilievo assoluto: la costituzione della Regione Calabria come parte civile nei processi penali per femminicidio e atti di violenza nei confronti di donne e minori; ad integrazione delle previsioni finanziarie, la destinazione di donazioni e lasciti, avendo il fine specifico di garantire il funzionamento dei centri antiviolenza, andranno a confluire in un fondo unico dedicato. Si tratta di un gesto forte, di presenza regionale nei processi più gravi di femminicidio, che rinnova il senso della comunità al fianco delle vittime ed è una novità che ritengo simbolicamente e politicamente dirompente.

La Regione Calabria decide di non essere più solo spettatrice durante i processi di femminicidio, ma diventa parte attiva nei processi penali, a fianco delle vittime.

Cuore della riforma è l'introduzione del Piano triennale regionale degli interventi per il contrasto alla violenza di genere, previsto all'articolo 16; uno strumento questo indispensabile di programmazione strategica e operativa della Giunta regionale, che è chiamata ad adottarlo entro il mese di aprile di ogni anno, sentito naturalmente il tavolo di coordinamento regionale e la Commissione consiliare competente. Il Piano definisce obiettivi prioritari, azioni da intraprendere, interventi da finanziare su scala triennale, prevedendo l'impiego integrato e programmato di risorse regionali, statali e comunitarie. A tal fine, la proposta di legge individua specifici oneri finanziari a carico del bilancio regionale, destinati a garantire l'operatività delle reti antiviolenza, il rafforzamento dei centri e delle cose rifugio, la formazione del personale, la stipula di protocolli e convenzioni, l'attuazione di percorsi per l'autonomia e il funzionamento del fondo dedicato. Questo strumento non è importante solo in un'ottica di programmazione, ma permette anche il monitoraggio pluriennale degli esiti delle politiche pubbliche antiviolenza, consentendo così di garantire continuità, sostenibilità alle politiche regionali di contrasto alla violenza di genere.

Naturalmente, per dare piena attuazione a quanto previsto dal piano triennale e per garantire la sostenibilità dei servizi, è fondamentale assicurare la stabilità delle risorse economiche. La proposta di legge affronta anche questo nodo cruciale, promuovendo l'integrazione delle diverse forme di finanziamento disponibili, statali, regionali e comunitarie, in una cornice di programmazione unitaria. Si intende perciò mettere a sistema un piano di azione con un disegno unico che prevede la complementarità dei fondi e soprattutto un approccio interdisciplinare. Con l'adozione del Piano triennale regionale, la proposta di legge fornisce una cornice di programmazione stabile che viene rafforzata da un coordinamento efficace delle risorse, anche finanziarie.

Nella norma finanziaria troviamo un importo massimo di 350.000 euro per ciascuna annualità, dal 2025 al 2027. Sono previste ulteriori forme di finanziamento - quelle previste dal DPCM o altre - e anche questo fondo dedicato assume una certa rilevanza; a esso saranno destinate tutte le somme derivanti dalla riscossione dei contributi da parte di soggetti pubblici e privati, inclusi naturalmente i lasciti e le donazioni che vengono effettuati a favore della Regione Calabria, con lo specifico fine di garantire il finanziamento di tutte le azioni che sono previste all'interno di questo disegno di legge, nonché i risarcimenti che provengono dalla costituzione della Regione come parte civile. Tali risorse sono destinate dalla Giunta regionale al finanziamento, così come dicevo, di tutte le attività previste all'interno della proposta di legge.

La proposta che noi oggi presentiamo rappresenta un'opportunità per la Regione Calabria; rappresenta soprattutto una rivoluzione del sistema culturale, profondamente ancorato a retaggi culturali del passato. Il suo obiettivo è quello di promuovere un nuovo equilibrio sociale in cui chi subisce violenza può finalmente contare sul pieno sostegno delle istituzioni. L'attuazione di questa proposta mira a contrastare la violenza di genere, offrire sostegno alle vittime e soprattutto una prevenzione efficace.

Un esempio concreto dell'importanza dell'intervento istituzionale è rappresentato dalla vicenda della giovane quattordicenne stuprata a Seminara, in Calabria. Dopo la denuncia delle violenze, la ragazza e la sua famiglia si sono trovate isolate dal contesto sociale del paese. In quel momento difficile sono state proprio le istituzioni, è stato il Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, ad offrire la vicinanza, non soltanto la solidarietà umana, ma un supporto decisivo, permettendo alla famiglia di ricostruire una nuova quotidianità e di uscire da un ambiente ostile. Questo dimostra come sia fondamentale che lo Stato e le istituzioni locali si schierino senza esitazione dalla parte delle vittime.

Educare e formare partendo dalle scuole, promuovere norme a tutela di chi subisce violenza significa costruire una cultura fondata sul rispetto dei diritti delle persone, in particolare della donna. Solo così possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia e speranza.

In conclusione, voglio rivolgere un sentito ringraziamento, così come ho detto all'inizio, a tutti i componenti della terza Commissione, che hanno contribuito con i loro suggerimenti alla stesura di questa proposta di legge, all'assessore Capponi, al Dipartimento, in particolar modo nella persona della dottoressa Saveria Cristiano, a tutte le associazioni, a tutti i rappresentanti che hanno offerto il loro contributo, per poter far sentire finalmente alle donne calabresi che subiscono violenza che non sono sole, ma che le Istituzioni ci sono e sono loro vicine. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di tenere il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie Presidente, intervengo solo per esprimere apprezzamento nei confronti della Presidente della Commissione, di tutta la Commissione e quindi del Consiglio regionale per aver esaminato questo disegno di legge proposto all'assessore Capponi e dalla Giunta. Ringrazio anche l'assessore Capponi, i consiglieri e le consigliere di maggioranza e di minoranza che hanno lavorato a questo tema perché approvare una legge del genere, secondo me, significa realizzare un atto di grande civiltà nella nostra regione. C'è però un tema che io chiederei al Consiglio di approfondire sulla base di una mia esperienza recente: è chiaro che la rete delle associazioni, la rete dei centri antiviolenza, la rete di tutti quegli organismi che svolgono un'azione di supporto nei confronti delle donne vittime di violenza, è una rete di straordinaria importanza che va incentivata in ogni modo; ci sono però casi, lo abbiamo sperimentato in Calabria negli ultimi mesi, dove le donne che denunciano subiscono l'ostracismo delle comunità. Mi riferisco per esempio a quello che è successo a Seminara. In quel caso - non l'ho mai detto pubblicamente - andai a trovare questa famiglia che mi raccontava di aver subito l'ostracismo da parte di tutta la comunità e che i fratelli di questa ragazza che aveva denunciato non potevano uscire da casa; così, solo grazie al contributo del Prefetto di Reggio e della Commissaria dell'Aterp, che ringrazio, siamo riusciti a fare in modo che questa famiglia potesse spostarsi da quella comunità e potesse avere un alloggio dell'Aterp in un'altra comunità; la stessa cosa abbiamo fatto recentemente per un'altra ragazza che aveva denunciato e per questo ha subito persino l'ostracismo dei propri familiari e che viveva da sola con la mamma. Siamo riusciti a farla andare, andrà da qui a qualche giorno nella città di Reggio Calabria, anche qui grazie a un rapporto molto collaborativo con le Istituzioni. Però, questi casi andrebbero codificati nella legge, cioè nel senso che dovremmo individuare dei percorsi. Ora mi rendo conto, forse non è oggi la sede per farlo – però, dopo l'approvazione di questa legge, il Consiglio regionale potrebbe ragionare sulla possibilità, per esempio, di prevedere che l'Aterp, l'Istituto che si occupa dell'edilizia residenziale e popolare, fornisca degli alloggi, delle abitazioni alle famiglie delle vittime che denunciano, se il fatto che abbiamo denunciato li pone in una condizione di ostracismo. Questo potrebbe essere un modo per dare una risposta concreta.

Lo dico sulla base dell'esperienza di questi mesi, perché è stato molto faticoso arrivare a questa soluzione per queste due ragazze, ma bisognerebbe che ci si potesse arrivare per le vie ordinarie,  non perché c'è un intervento straordinario di chi prende a cuore una situazione.  Per cui, in una regione come la nostra, secondo me, ogni volta che si fanno delle leggi, che vanno nella direzione di tutelare le vittime, bisogna sempre avere contezza del fatto che bisogna fare delle norme che poi vanno nella direzione di tutelare chi denuncia di essere vittima. Un po’ come abbiamo fatto con la legge De Masi, ma andrebbe fatto in ogni contesto.

Mi permetto sommessamente di dare questa indicazione al Consiglio regionale perché possa valutarla, magari non in questa sede ma successivamente, e intanto vi ringrazio per aver svolto questa discussione; ringrazio anche il Presidente del Consiglio e il consigliere Montuoro, perché tra poco dovrò andar via e avevo chiesto che ci fosse un'inversione dei punti all'ordine del giorno, perché volevo votare una legge del genere, che onora la Calabria.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie Presidente, grazie presidente Straface per i richiami al lavoro che abbiamo svolto in Commissione. Consentitemi, però, prima di addentrarmi nelle questioni più squisitamente tecniche che afferiscono a questa proposta, di fare un passo indietro giusto di qualche giorno, perché il 16 giugno scorso, a Roma, il movimento femminista pacifista “Bruciamo tutto” - il nome, sapete bene, è una chiara dedica alla vittima di femminicidio, Giulia Cecchettin, e allo slogan a firma della sorella, apparso pochi giorni dalla sua uccisione per mano dell'ex fidanzato - ha messo insieme un atto di resistenza civile non violenta di fronte al Dipartimento per gli affari regionali per denunciare la grave carenza dei centri antiviolenza in Italia, rispetto agli standard previsti dalla Convenzione di Istanbul. Le attiviste in questa azione pacifica hanno provato ad affiggere una mappa; un'affissione che è stata bloccata dalle forze dell'ordine e che mostra come nel nostro Paese manchino almeno 200 CAV, Centri antiviolenza. Questa gravissima assenza impedisce l'accesso poi al reddito di libertà, che è una misura economica fondamentale per chi cerca di uscire da situazioni di violenza. Questo è, quindi, il perimetro all'interno del quale noi stiamo operando e il contesto di riferimento in Italia: un assoluto numero deficitario di CAV che non riescono assolutamente a rispondere alle esigenze vittime di violenza.

Cosa ci dicono i dati Istat? Che in Italia i CAV nell'ultimo anno di rilevazione hanno raccolto richiesta d'aiuto di 61.514 donne e che in media ogni CAV è stato contattato da almeno 169 donne. 'Istat afferma che per ogni donna che ha contattato un centro a livello nazionale i CAV hanno mediamente a disposizione 464 euro derivanti dai vari finanziamenti. Poco, pochissimo.

In questo contesto si innesca il nostro agire. In Calabria la legge 20 del 2007 - una legge che ha rappresentato un punto di partenza, un primo passo sicuramente importante - oggi non è assolutamente in grado - siamo qui per questo - di rispondere alle necessità attuali. Dall'altro lato, però, abbiamo avuto anche un aumento della violenza dilagante, un fenomeno epidemiologico in crescita che è diventato sempre peggio e i numeri sono allarmanti. Sempre Istat - questo è riferito al 2024 - registra un aumento significativo delle richieste di aiuto da parte delle donne vittime di violenza, ma continua a rimanere carente nel numero e nella distribuzione delle case rifugio e dei centri antiviolenza e la nostra regione si piazza, eternamente, in coda allo scacchiere nazionale.

Questa è, quindi, la base di partenza del mio ragionamento: un'analisi asettica dello stato dell'arte. Ciò premesso, va evidenziato che, ovviamente, rimanere ancorati alla legge regionale 20 del 2007, ormai obsoleta, equivale a non riconoscere la gravità del fenomeno, a trascurare le esigenze di migliaia di donne. È inaccettabile che, dopo oltre 18 anni, la Calabria non abbia ancora colmato il divario normativo e strutturale dei centri antiviolenza e delle case di rifugio che hanno e continuano ad avere risorse incerte e una programmazione insufficiente. Ed è per questo motivo che avevo presentato la proposta di legge numero 345 che è nata da un lunghissimo percorso di ascolto e confronto con il territorio, con i CAV, le case rifugio, le associazioni, gli operatori che sono in prima linea contro la violenza di genere e che, presidente Occhiuto, ogni giorno vedono anche negata la loro dignità lavorativa, perché la precarietà che riguarda il loro lavoro è estremamente complicata e difficile.

La loro voce mi ha permesso di comprendere come sia urgente intervenire per superare questa condizione di precarietà che - come dicevo - penalizza fortemente questa realtà: non possono continuare ad operare su progetti che sono frammentati e temporanei, con risorse incerte e una mancanza di stabilità che rende assolutamente impossibile una programmazione adeguata.

Avevo presentato questa proposta con l'ottica di rappresentare quindi un cambio di passo, passare dalla precarietà alla programmazione, con la volontà di garantire a queste strutture risorse adeguate, continuità all'interno di un quadro normativo solido.

C'era subito apparso necessario disciplinare le case rifugio, rafforzare i servizi su tutto il territorio regionale e garantire un'armonizzazione che oggi purtroppo manca. E, infatti, province come Vibo e Crotone sono depotenziate; da questo punto di vista e dovrebbero essere decisamente molto più supportate per offrire servizi adeguati alle donne che ne hanno bisogno.

L'altro aspetto fondamentale della mia proposta era l'istituzione di un fondo unico regionale sulla violenza che mettesse insieme i fabbisogni dei centri e delle case rifugio.

Sulla legge regionale 20 del 2007 sono previsti 350.000 euro; invero, dal 2007, quindi sono sempre gli stessi, non sono stati mai aumentati e sono tra l'altro parziali, perché la legge nacque ad agosto e la copertura finanziaria era  prevista fino a dicembre. Dopodiché sono rimasti eternamente 350.000 euro. Ci sono, però, risorse nazionali con un fondo di 1.600.000 euro e ci sono ancora le rette delle case rifugio che vengono pagate sul fondo sociale regionale. Noi avevamo previsto un fondo di 3,2 milioni di euro che potesse essere quindi sufficiente per crescere e mantenere. Una tale organizzazione ci avrebbe permesso sicuramente di sostenere le attività dei centri e di garantire le rette adeguate per le case rifugio e di rispondere, quindi, in modo concreto e continuativo alle esigenze di chi si rivolge a questi servizi.

L'obiettivo del nostro lavoro non era e non è quello di approvare un aggiornamento di facciata, ma di affrontare in modo serio e deciso le problematiche irrisolte di questa legge 20 che, appunto, dimostra tutti i suoi limiti. Quindi, in terza Commissione si sono affrontate queste due proposte in discussione, la 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, e la 345/12^, che ho personalmente presentato; con il voto a maggioranza – io sono stata ovviamente contraria - si è deciso di adottare la proposta 362/12^ come testo base ed è quello di cui oggi noi stiamo discutendo. Ma, signori, in questa proposta di legge che oggi dobbiamo votare, sono ancora presenti e riportate tutte quelle lacune e fragilità strutturali che la legge pensa di volere soppiantare e che non risolve. La più evidente riguarda la storia della precarietà dei servizi che continuano ad essere finanziati con progetti parcellizzati, senza la necessaria continuità e programmazione. Questo non è accettabile. La violenza sulle donne è un'emergenza che non può essere trattata con soluzioni provvisorie. Servono certezze sia per le donne sia per gli operatori e il problema principale è il finanziamento. Come pensa, presidente commissario Occhiuto, di affrontare anche queste tematiche complesse e difficili, se noi non mettiamo e monetizziamo in maniera concreta e continuativa, questi servizi?! Certo, il tema è culturale, perché noi viviamo e continuiamo a vivere in una società assolutamente patriarcale in cui c'è uno stigma contro le donne che tentano di ribellarsi a delle soluzioni e delle situazioni sociali difficilissime. Però, la risposta che deve arrivare da noi in questa legge non è contenuta, non c'è il superamento di quelle che sono le criticità della legge regionale 20 del 2007. E io penso che una legge, soprattutto in questo campo - sempre, ma soprattutto in questo campo - soprattutto per le donne, per le popolazioni fragili, debba essere un atto di responsabilità, un impegno concreto per costruire un sistema efficace, in questo caso di prevenzione e protezione contro la violenza di genere.

La nostra regione ha certamente il dovere di allinearsi a standard nazionali, ma l'adeguamento normativo è un atto dovuto e noi oggi attraverso questa legge non abbiamo  la capacità di affrontare quelle due principali criticità: la precarietà e la mancanza di programmazione. Tutto questo in questa legge non c'è.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri. Intanto desidero esprimere il mio convinto apprezzamento per questa iniziativa legislativa. Intervenire oggi su questa proposta di legge così importante significa affrontare un tema drammaticamente attuale che non chiama in causa solo noi come istituzioni, ma chiama in causa l'intera società.

La violenza contro le donne, in particolare il femminicidio, è un fenomeno in crescita che ci interpella ogni giorno come legislatori, come cittadini e, per quanto mi riguarda, come madre, prima ancora che come rappresentante delle istituzioni; e lo dico pensando ai nostri figli, alle nuove generazioni che abbiamo il dovere di educare al rispetto e alla responsabilità. I numeri parlano chiaro: purtroppo si continua a morire per mano di chi avrebbe dovuto amare, proteggere, custodire. E non è una statistica, ma è un bollettino quotidiano ed è un fallimento culturale prima ancora che giudiziario. Per questo non bastano le commemorazioni o l'indignazione a scadenza, ma serve una risposta politica forte, chiara e strutturata. Ed è importante sottolineare che su questo fronte il Governo nazionale, guidato da Giorgia Meloni, ha già dimostrato un impegno concreto, intervenendo con norme incisive per rafforzare la tutela delle vittime, inasprire le pene, accelerare i procedimenti giudiziari e prevenire efficacemente i reati di violenza domestica e di genere. Penso ad esempio al pacchetto di misure approvato con il cosiddetto Codice rosso e alle successive integrazioni normative che mirano a garantire protezione immediata alle donne in pericolo.

Questa proposta di legge rappresenta finalmente un passo in questa direzione: una legge che non si limita ad aggiornare norme o ad armonizzare il quadro giuridico con le fonti internazionali, ma che punta a costruire un vero e proprio sistema integrato fatto di prevenzione e di assistenza, di protezione e anche di formazione. Perché il femminicidio non è mai un gesto isolato e improvviso, ma è quasi sempre l'atto finale di una lunga escalation di sopraffazione, di controllo, di isolamento, di violenza psicologica ed economica. Per questo serve intervenire prima e non solo dopo. Servono quegli strumenti per cogliere i segnali, per proteggere in tempo, per agire con tempestività. E qui il disegno colma un vuoto con determinazione e realismo; lo fa rafforzando il presidio territoriale attraverso la costruzione di reti antiviolenza stabili e coordinate, capaci di agire in sinergia con i servizi sociali, sanitari, le forze dell'ordine e la magistratura; lo fa investendo nei centri antiviolenza e nelle case rifugio che rappresentano il punto di salvezza per tante donne che troppo spesso sono lasciate senza risorse o riconoscimenti adeguati; lo fa riconoscendo l'importanza di tutelare anche i figli minori che vivono in casa la violenza e ne portano addosso i segni visibili o invisibili e lo fa intervenendo anche sul fronte degli autori di violenza, prevedendo percorsi di responsabilizzazione, perché prevenire significa anche impedire che la violenza si ripeta.

Infine, con coraggio istituzionale, si afferma un principio fondamentale: la Regione potrà costituirsi parte civile nei processi per femminicidio. È un segnale forte che dice da che parte sta l'ente pubblico. Questo è un atto politico, colleghi, e come tale va riconosciuto perché per troppi anni la violenza sulle donne è stata trattata come una questione privata marginale, da relegare al sociale; oggi invece diventa, come giusto che sia, un tema centrale della agenda istituzionale.

 Non c'è giustizia, non c'è uguaglianza, non c'è libertà senza la piena sicurezza e il pieno rispetto della donna nella vita quotidiana, dentro e fuori le mura di casa.

Dobbiamo dirlo con chiarezza: la violenza di genere è una ferita culturale. Il femminicidio è un crimine contro la civiltà, contro la democrazia, contro l'identità stessa di uno Stato che si fonda sul rispetto della persona.

E allora ben venga una legge che non si limita a prendere atto, ma che si assume la responsabilità di proteggere, di prevenire e di intervenire. Una legge che può fare, a mio avviso, la differenza! Non risolverà tutto, certo, ma può essere un punto di partenza concreto e utile, un segnale forte che le istituzioni ci sono, non si girano dall'altra parte e scelgono di agire. Perché, quando una donna viene aiutata in tempo, quanto un figlio viene messo in salvo, quando un percorso di protezione si attiva davvero, non stiamo solo applicando una legge, ma stiamo salvando vite e stiamo restituendo dignità.

Credo che sia questo in fondo il senso più alto del nostro ruolo, non solo approvare provvedimenti, ma costruire speranza, far sentire che lo Stato, le Regioni, le Istituzioni sono presenti, sono vicine e sono affidabili.

Con questa legge, quindi, la Calabria compie un passo importante ed io sono orgogliosa di farlo insieme a voi, con la consapevolezza che la politica, se vuole essere davvero utile, deve anche saper proteggere. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. Intervengo per fare alcune puntualizzazioni rispetto all'intervento della consigliera Bruni. Già conoscevo benissimo il suo intervento e soprattutto i punti che lei avrebbe toccato perché c'è stata un'ampia discussione all'interno della Commissione.

È strano sentire parlare lei, consigliera Bruni, su una proposta di legge dicendo che non c'è alla base una programmazione stabile e strutturata.  Ho detto nel mio intervento che il cuore di questa legge è rappresentato proprio dal piano triennale, dove ogni anno si faranno delle previsioni rispetto a quelle che sono le azioni e tutte le attività previste all'interno della legge. Lei, consigliera Bruni, parla del fondo unico dedicato, ma è stato spiegato più volte che da un punto di vista tecnico contabile non è possibile; intanto, una parte delle risorse sono previste dalla legge regionale numero 20/2007 in cui ci sono fondi regionali per i centri antiviolenza da cui abbiamo la certezza dei 350.000 euro.

Anche su questo mi preme fare, ma non in vena assolutamente polemica, alcune puntualizzazioni, anche da un punto di vista politico: vorrei ricordare alla consigliera Bruni che quegli 800.000 euro prima previsti furono dimezzati proprio dal governo regionale di centrosinistra - parlo degli anni 2018, 2019, 2000 – dall’insediamento della Giunta regionale Occhiuto, questo fondo di 350.000 euro non è stato mai ridotto.

Ancora un'altra puntualizzazione, legata alle risorse che derivano dal Dipartimento per le pari opportunità, parliamo del DPCM: qui siamo di fronte ad un importo storicizzato per il sostegno e il potenziamento dei servizi, quelli già autorizzati. Parliamo di un importo storicizzato che può essere variabile in quanto dipende dal numero dei centri antiviolenza e delle case rifugio che vengono autorizzate ogni anno - quindi, può anche cambiare - e da tutte le tabelle che ci vengono richieste dal Ministero, in cui ogni tabella riporta un'azione che il Ministero ci richiede di realizzare. A questo aggiungiamo anche un altro fondo straordinario, previsto sempre nel DPCM, che riguarda sempre quegli interventi che possono essere realizzati. Tutto, però, dipende, naturalmente, dal numero dei centri antiviolenza e dalle case rifugio.

Perché non ci può essere un fondo unico? Perché intanto bisogna lavorare su dei capitoli di spesa specifici che sono stati già istituiti e ogni fondo ha un capitolo di spesa dedicato. Noi, ad esempio, abbiamo pubblicato l'avviso “Donne libere” che riguarda, anche questo, un progetto molto ambizioso e che viene espletato attraverso dei fondi comunitari.

Quindi, consigliera Bruni, non posso assolutamente accettare questo suo intervento, soprattutto se teso a sminuire una legge che per la prima volta si presenta con una programmazione strutturata e integrata. Infatti, un altro aspetto importante di questa legge è che ha un approccio interdisciplinare, coinvolgendo diversi Dipartimenti. Qui non parliamo soltanto del Dipartimento delle pari opportunità, parliamo del coinvolgimento del Dipartimento dello sviluppo economico, del Dipartimento lavoro e formazione. Ecco perché quel discorso del Fondo unico non può essere assolutamente accettato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Non c'è alcun dubbio che si tratti di una legge di particolare importanza e rilevanza, che dà comunque alla nostra regione anche una immagine di attenzione a un problema che è multiforme e che è difficile inquadrare definitivamente una volta per tutti. È un problema che ha vari aspetti e, certamente, quello economico è uno dei principali. Ma, come gli esempi che ha portato il presidente Occhiuto dimostrano e come credo che sia nel vissuto di ciascuno di noi, è anche un problema culturale se addirittura le vittime di violenza vengono in qualche modo ripudiate, fra virgolette, dagli stessi familiari. Per cui, una legge che riguardi questo ambito, a mio modo di vedere, è una legge destinata a rimanere in progress lungo gli anni successivi alla sua approvazione e si deve adeguare alle necessità e ai cambiamenti anche culturali e sociali che si verificano nella società in cui opera.

Come dicevo, ho avuto delle interlocuzioni con qualcuna delle esponenti dei centri antiviolenza, segnatamente il centro antiviolenza Roberta Lanzino di Cosenza da cui ho appreso momenti di criticità; parliamo di centri antiviolenza che sono fortemente radicati sul territorio e che da decenni lavorano sul territorio in questo ambito che è assolutamente nodale per le cose che sono state dette. Come è stato ben descritto, il problema della rete territoriale dei centri antiviolenza è uno dei nodi fondamentali della costruzione di questo sistema sociale e culturale affinché si opponga a questi odiosi avvenimenti ed è quindi interesse, credo, del legislatore, della società, potenziarli, supportarli e sostenerli nel loro percorso assistenziale alle persone che ne hanno bisogno. È del tutto evidente, quindi, che - mi permetto di segnalare proprio per le cose che ho detto prima, per l'interlocuzione che ho avuto - mi lascia perplesso la possibilità che centri così fortemente radicati sui territori e che tanto bene hanno fatto possano essere messi in discussione per necessità oggettive ed economiche che in qualche modo bisogna mettere in agenda di soddisfare.

Ho avuto il piacere di far parte, onorevole Straface, della Commissione che ha deliberato questa che io continuo a ritenere una legge di civiltà e che, come tale, proprio per il dinamismo dell'aspetto sociale e culturale a cui facevo riferimento prima, è una legge che deve essere supportata, accompagnata, migliorata con iniziative del caso che, di volta in volta, le operatrici, che giornalmente svolgono il lavoro di supporto alle vittime di violenza, certamente sapranno bene indicare. Grazie.

Ovviamente vale anche come delegazione di voto, che naturalmente è del tutto favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire l'assessore Capponi. Ne ha facoltà.

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Ringrazio il Presidente della Giunta, i colleghi assessori e la Presidente, l'onorevole Straface per i lavori di oggi. La collega Bruni ha effettuato delle precisazioni sulla nostra proposta di legge, la 362, su cui, sinceramente, da tutto quello che è stato il lavoro, sia prima che dopo anche in Commissione, non trovo differenze nell'impianto strutturale. Indubbiamente, ci sono delle novità, ma sono delle novità adeguate a quello che è il periodo storico che stiamo vivendo sulla problematica in essere.

La relazione è stata oggi declinata abbondantemente dall'onorevole Straface e ringrazio anche l'onorevole De Francesco per aver riconosciuto questo lavoro che abbiamo svolto perché è un momento importante per la Regione Calabria: questa legge, dal 2007, oggi vede la luce in questo Consiglio regionale.

Onorevole Bruni, non riesco a cogliere quando in maniera così candida, sommessa, nel suo discorso dice che è un un'occasione persa. Non si riesce a capire quali siano i punti di divergenza, perché lei conosce meglio di me le regole di contabilità pubblica. E le regole di contabilità pubblica impongono dei fondi diversi, non un fondo unico.

Prima ha citato i fondi POR. Il fondo POR non è assimilabile o quello del DPCM, che è un fondo storicizzato ma non è fisso.

Stamattina ho, poi, preso atto di alcuni emendamenti che ci ha inoltrato. Ho letto questi emendamenti, alcuni li ho trovati tecnicamente impossibili, su altri ci possiamo ragionare. Poi, magari, con la Presidente della Commissione che ha seguito i lavori, l'onorevole Straface, ci confronteremo su qualche emendamento che ho trovato interessante perché si rifà alla parte in cui si parlava di rete regionale, rete provinciale, quella rete che deve supportare. Sarebbe l'articolo 14-bis quello che può subentrare dove si parla di un albo regionale. Poi, peraltro, condivido pienamente quello che il presidente Occhiuto oggi ha ribadito perché ha vissuto questa realtà e questa esperienza di recente: sicuramente bisogna insistere sulla cultura, su quello stigma che spesso va ad additare la persona che ha subito la violenza e come politica regionale dobbiamo sicuramente creare maggiormente dei contesti che non solo preservano la donna, la figura che è stata maltrattata, ma cercare di mettere in atto tutte quelle misure compensative che consentono alla donna di ritornare alla vita normale di tutti i giorni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Prima di passare all'esame e votazione del provvedimento volevo ricordare all'Aula, a tutti i presenti e alla stampa che questo Consiglio regionale ha istituito con legge l'Osservatorio sulla violenza di genere e che lo stesso Osservatorio, che è quasi un unicum in Italia, ha stipulato una Convenzione con l'Aterp in modo che venissero messi a disposizione delle donne colpite da violenza tre alloggi per ogni provincia; quindi, su questo riteniamo di essere avanti, considerato che questo protocollo rappresenta quasi un unicum sul territorio nazionale. È stato anche istituito l'Osservatorio sulle discriminazioni sui luoghi di lavoro che molto spesso vedono protagoniste le donne, nel senso che sono vittime; abbiamo istituito questo Osservatorio che anch’esso rappresenta una particolarità in Italia; è stata più volte ribadita anche in riunione pubblica e anche al Senato l'importanza di questo Osservatorio.

Volevo testimoniare che questo Consiglio regionale sulla problematica c'è ed è molto attento.

Passiamo quindi all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

All’articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A01, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per illustrare l'emendamento. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo emendamento si integra con la previsione relativa alla rete territoriale antiviolenza con l'introduzione dei comuni dell'ambito sociale territoriale. Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Alla fine del comma 2 dell'articolo 4 (Rete territoriale) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” dopo le parole “e le forze dell'ordine” sono aggiunte le parole “e i Comuni dell'ambito sociale e territoriale”; l'articolo 4, comma 2 è così riformulato: “Fanno parte della rete territoriale antiviolenza dell'ambito sociale, previa intesa, l'azienda sanitaria provinciale, i CAV e le case rifugio con sede operativa nell'ambito sociale, la Prefettura territorialmente competente, le Università e gli istituti AFAM, l'ambito scolastico provinciale, i centri per l'impiego, il Tribunale e la Procura competenti per territorio, le forze d'ordine e i comuni dell'ambito sociale territoriale.”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 4. L'articolo 4 è approvato, così come emendato.

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

All’articolo 12 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A02 a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo è un emendamento soppressivo. La presente proposta, infatti, mira a sopprimere la disposizione che prevede la definizione dei criteri di erogazione dei contributi straordinari mediante atto del Dipartimento regionale competente. Tale previsione, infatti, attribuisce all'Amministrazione un margine eccessivamente ampio di discrezionalità, senza fissare alcun parametro di riferimento né principi guida per l'individuazione dei destinatari e delle modalità di intervento. In assenza di criteri legislativamente determinati, si rischia di compromettere la trasparenza, l'uniformità, l'imparzialità dell'azione amministrativa, elementi fondamentali per garantire equità nell'accesso alle risorse pubbliche.

Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, avendo carattere all'ordinamentale.

<<Il comma 2 dell'articolo 12 (Accesso ai fondi pubblici) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, che recita: “Possono essere previsti contributi nei casi di particolare gravità che richiedono interventi urgenti. I criteri di erogazione dei contributi sono disciplinati con atto del Dipartimento regionale competente in materia”, viene soppresso.>>.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Dopo l'articolo 14 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A03, aggiuntivo dell'articolo 14-bis, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Con il presente emendamento viene creato un albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, necessario per accedere ai finanziamenti. Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale.

<<Dopo l'articolo 14 (Protocolli di intesa con le Forze dell'Ordine e gli Uffici giudiziari) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto il seguente articolo: “Articolo 14-bis (Istituzione dell'albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio). 1. Al fine di garantire un’adeguata ed aggiornata conoscenza dei servizi attivi sul territorio regionale e rispondenti ai principi di cui alla presente legge, è istituito l’albo regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio, suddiviso nelle due rispettive sezioni. 2. Per l'iscrizione nell’albo regionale, i centri antiviolenza sono tenuti, in modo cumulativo:

a. ad avere sede in Calabria;

b. ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

3. Per l'iscrizione nell’albo regionale, le case rifugio sono tenute, in modo cumulativo:

a. ad avere sede in Calabria;

b. ad essere in possesso di autorizzazione al funzionamento rilasciata da parte dei competenti organismi.

4. La perdita di uno solo dei requisiti di cui ai commi 2 e 3 comporta la cancellazione dall’albo regionale.

5. Nell’albo regionale devono risultare l’associazione titolare del CAV e/o della Casa Rifugio, la sede (solo per il CAV), l'ambito territoriale di attività. Nell’albo sono, altresì, iscritti i trasferimenti della sede (solo per il CAV).

6. Onde salvaguardare la necessaria riservatezza in merito alla collocazione delle case rifugio, nell’albo regionale deve risultare esclusivamente l’associazione titolare di ciascuna casa.

7. L'iscrizione nell’albo regionale è condizione per accedere, da parte dei centri antiviolenza e delle case rifugio, all'assegnazione dei contributi regionali e statali previsti dalle vigenti normative di settore.

8. L’albo regionale è pubblicato a cadenza annuale sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

9. La Regione Calabria, attraverso il Tavolo di lavoro regionale dei centri antiviolenza e delle case rifugio ha obbligo di vigilare su possesso e mantenimento dei requisiti per l'iscrizione e la permanenza nell'Albo regionale anche attraverso ispezioni dirette nelle sedi dei Centri antiviolenza e delle Case Rifugio iscritte all'Albo.

10. La Regione trasmette al Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri entro il 1° febbraio di ogni anno i dati aggiornati sul numero dei CAV e delle Case rifugio operanti sul territorio in possesso dei requisiti minimi di cui all’accordo Stato Regione relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio. Tali dati devono essere coerenti con i dati forniti dalla stessa Regione ai fini del riparto delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti ed alle pari opportunità di cui agli articoli 5 e 5-bis del decreto-legge 15 agosto 2013, n. 93, convertito con modificazioni nella legge 15 ottobre 2013, n. 119.

11. La Regione si impegna a:

a) predisporre adeguate coperture finanziarie e ad assegnarle con continuità e tempestività affinché i CAV e le Case rifugio siano in condizione di operare sulla base dei requisiti e criteri previsti dalla presente legge;

b) garantire il rispetto dei requisiti previsti dall’intesa Stato-Regione relativa ai requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio nei loro atti e nella ripartizione delle risorse.”>>

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che inserisce l'articolo 14-bis. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito l’articolo 14-bis.

Articolo 15

(È approvato)

All’articolo 16 è pervenuto l'emendamento protocollo 12883/A04 a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo emendamento introduce un piano triennale per pianificare e monitorare gli interventi regionali in relazione agli obiettivi da perseguire, alle azioni necessarie, ai criteri per la loro realizzazione, con particolare attenzione all'istituzione dei nuovi servizi, che devono inderogabilmente prevedere risorse finanziarie aggiuntive, prevedendo altresì l'assegnazione ad ogni servizio regolarmente autorizzato una soglia di finanziamento destinato al riconoscimento dei costi fissi. Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Il comma due dell'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta di legge 362/12^, di iniziativa della Giunta, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, viene così modificato e riformulato:  2. Il Piano triennale, nel contesto della programmazione regionale, definisce gli obiettivi da perseguire, le azioni necessarie, i criteri per la loro realizzazione, con particolare attenzione alla istituzione di nuovi servizi, che devono inderogabilmente prevedere risorse finanziarie aggiuntive.

Il piano triennale, in modo organico, programma l’utilizzo dell’insieme delle risorse regionali, nazionali e comunitarie.

Al fine di superare la precarietà dei servizi esistenti il Piano triennale assegna ad ogni servizio regolarmente autorizzato una soglia di finanziamento destinato al riconoscimento dei costi fissi.”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Questo emendamento non si può approvare. L’ho letto e la Regione Calabria può promuovere, ma non può finanziare; quindi, il parere è contrario.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 16

(È approvato)

Dopo l'articolo 16, sono pervenuti alcuni emendamenti: protocollo numero 12883/A05, 12883/A06, 12883/A07. Alla collega Bruni cedo la parola per relazionarli tutti e tre. Prego.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questi emendamenti sono motivati in maniera diversa. Ovviamente l'articolo 16-bis è motivato dalla necessità di promuovere la formazione degli operatori coinvolti nei servizi antiviolenza, garantendo però degli standard omogenei. La norma è a carattere programmatico e consente di reperire le risorse per l'attività di promozione nell'ambito delle risorse europee e nazionali, senza gravare sulle risorse autonome del bilancio regionale. Dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere”, viene aggiunto il seguente articolo: “Art. 16-bis (Formazione delle operatrici e operatori e standard formativi) 1. La Regione nell’ambito della programmazione comunitaria prevede misure destinate a corsi di formazione promossi dai centri antiviolenza e case rifugio rivolti al: personale operante nei servizi antiviolenza e negli altri servizi pubblici che intervengono in tale ambito, quali operatori sociali, sanitari, scolastici, volontari, tutor e forze dell’ordine in modo da assicurare competenze specifiche sul fenomeno della violenza di genere e favorire una efficace presa in carico dei casi dal primo contatto, all’accoglienza e all’accompagnamento in ogni fase del percorso di uscita dalla situazione di violenza. La formazione ha caratteristiche di multidisciplinarietà, competenza, coerenza e capillarità, nonché di certificazione delle competenze acquisite dai partecipanti ai corsi.

2. La Regione valorizza le pratiche di accoglienza basate sulle relazioni fra donne e riconosce le operatrici di accoglienza in possesso di comprovata e riconosciuta esperienza in materia un ruolo preferenziale nell’azione di sostegno alle donne vittime di violenza.

3. La Regione finanzia, nell’ambito dell’offerta formativa, specifici profili e percorsi formativi standard sia in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e sia per l’operatività nei servizi antiviolenza con la finalità di garantire una formazione ed un aggiornamento degli operatori omogeneo su tutto il territorio e la certificazione delle competenze secondo la normativa vigente.

4. La Regione finanzia i corsi di formazione e l'aggiornamento attraverso personale qualificato e di comprovata esperienza nel settore, per gli operatori sociali, sanitari e forze dell’ordine che si trovano a contatto con gli autori di violenza.

5. La Regione finanzia attività di formazione ed aggiornamento sulle tematiche oggetto della presente legge rivolte al personale dei servizi dedicati al lavoro ed alla formazione professionale, coinvolgendo le organizzazioni datoriali e sindacali e le agenzie formative e gli ordini professionali.”.

Il successivo emendamento 16-ter obbliga la Giunta regionale a presentare periodiche relazioni al Consiglio regionale sull'attuazione della legge. Da questa disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, poiché a carattere ordinamentale. Quindi, dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto la seguente articolo: “Art. 16-ter (Clausola valutativa)

1. La Giunta regionale rende conto periodicamente al Consiglio regionale delle modalità di attuazione della presente legge e dei risultati ottenuti in termini di contributo alla prevenzione, all'informazione e al supporto alle vittime di violenza ed ai loro figli.

2. Per la finalità di cui al comma 1 la Giunta regionale, decorsi due anni dall'entrata in vigore della presente legge e successivamente almeno centoventi giorni prima dell'adozione del piano triennale regionale degli interventi di cui all'articolo 18, presenta alla Commissione consiliare competente e al Comitato per la qualità della normazione e la valutazione delle politiche, una relazione che fornisce in particolare le seguenti informazioni:

a) un quadro dell'andamento del fenomeno della violenza di genere e delle principali attività e iniziative realizzate sul territorio regionale per la prevenzione, l'informazione, il contrasto e l'assistenza alle vittime di violenza di genere e ai loro figli;

b) una descrizione sintetica del fenomeno della violenza sulle donne, fondata sui dati dei CAV, delle case rifugio, dei CUAV e dei servizi attivi sul territorio regionale;

c) le attività svolte dalle Reti Antiviolenza Territoriali;

d) le modalità di finanziamento degli interventi oggetto della presente legge e la distribuzione dei finanziamenti sul territorio;

e) le attività ed azioni di cui al capo III e le iniziative formative realizzate in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli;

f) una descrizione dello stato di attuazione della presente legge, in particolare degli interventi previsti dal capo IV, e delle eventuali criticità.

3. Le relazioni successive alla prima documentano inoltre gli effetti delle politiche di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere e per il sostegno delle donne vittime di violenza e dei loro figli, fornendo, in particolare, le seguenti informazioni:

a) il contributo dato dagli strumenti, dalle attività, dalle azioni e dagli interventi al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1;

b) l'evoluzione del fenomeno della violenza di genere sul territorio regionale nelle sue varie manifestazioni, anche in confronto alla situazione nazionale, attribuibile al complesso delle iniziative previste dalla presente legge;

c) una sintesi delle opinioni prevalenti tra gli operatori della rete locale, attiva nel settore.

4. Le relazioni sono rese pubbliche unitamente agli eventuali documenti del Consiglio regionale che ne concludono l'esame.

5. I soggetti coinvolti nell'attuazione della presente legge, pubblici e privati, forniscono le informazioni necessarie all'espletamento delle attività previste dai commi precedenti.”.

L’emendamento successivo inserisce l’articolo 16-quater: <<Con il presente emendamento vengono fatti salvi i provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione. Da questa nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, poiché a carattere ordinamentale. Dopo l'articolo 16 (Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere) della proposta legislativa 362 di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” viene aggiunto il seguente articolo: “Art. 16-quater (Clausola di salvaguardia)

1. Le previsioni della presente legge, ove difformi, sono adeguate a quanto disposto dai provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 4 del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159 (Interventi urgenti in materia economica finanziaria, per lo sviluppo e l’equità sociale), convertito dalla legge 29 novembre 2007, n. 222.

2. I provvedimenti assunti dal Commissario ad acta per l’attuazione del Piano, di cui al comma 1, si applicano in luogo delle disposizioni regionali in contrasto, sino alla data di entrata in vigore della norma regionale di adeguamento.”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A05 aggiuntivo dell’articolo 16-bis?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A06 aggiuntivo dell'articolo 16-ter?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Continuiamo col parere della Giunta sull'emendamento protocollo numero 12883/A07 aggiuntivo dell'articolo 16-quater.

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Contraria.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Contraria.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è respinto.

Articolo 17

(È approvato)

Articolo 18

(È approvato)

Dopo l'articolo 18 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 12883/A08, aggiuntivo dell'articolo 18-bis, a firma della consigliera Bruni, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Con tale emendamento, introduttivo dell’articolo 18-bis, si introduce una norma a carattere programmatico che consente di reperire le risorse nell'ambito delle risorse statali e regionali. Da questa nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale. Dopo l'articolo 18 (Norma finanziaria) della proposta di legge 362/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante “Norme per il contrasto alla violenza di genere” è aggiunto l'articolo 18-bis (Istituzione e fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere): “Art. 18 bis (Istituzione Fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere)

1. È istituito il Fondo regionale per il contrasto alla violenza di genere, finalizzato al finanziamento degli interventi di cui alla presente legge.

2. Al finanziamento degli interventi concorrono anche le risorse statali assegnate alla Regione, ai sensi dell’articolo 5 bis del decreto-legge 93/2013 o di altre previsioni normative specifiche.

3. Per gli anni ricompresi nel periodo 2025-2027, alla copertura degli oneri derivanti dalla presente legge si provvede in tre milioni e duecento mila euro e trova copertura come segue:

• un milione e 200.000,000 mila euro dal fondo regionale delle politiche sociali, capitolo di base U04331109 missione di programma U.12.07;

• euro 350.000,00 nella legge regionale 20/2007, U62010520 missione di programma U.12.04, euro 1.665.889,62 a valere sui capitoli U9120400601, U6201056002; U9120400602, U9120400603.

4. I finanziamenti concessi ai sensi della presente legge sono cumulabili con quelli previsti da altre normative statali, regionali o comunitarie, purché da queste non diversamente stabilito, secondo le procedure e le modalità previste dalle norme medesime.

5. La Giunta regionale, successivamente all’entrata in vigore della legge, è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale del 4 febbraio 2002 n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria).

6. Per gli anni successivi, la corrispondente spesa sarà determinata, in ciascun esercizio finanziario, con la legge di approvazione del bilancio e con la collegata legge finanziaria inerente allo stesso esercizio.”

Il Quadro di riepilogo analisi economico finanziaria: la tabella 1 è utilizzata individuare e classificare le spese indotte dall'attuazione del provvedimento.

Nella colonna 1 viene indicato l'articolo del testo che produce l'impatto finanziario in termini di spesa o una minore entrata.

Nella colonna 2 si descrive con precisione la spesa.

Nella colonna 3 si specifica la natura economica della spesa: “C” è la spesa corrente, “I” è la spesa di investimento.

Nella colonna 4 si individua il carattere temporale della spesa: “A” annuale, “P” pluriennale.

Gli oneri finanziari della tabella 1 vengono, quindi, così descritti: “norma finanziaria” norma a carattere programmatico che consente di reperire le risorse nell'ambito delle risorse statali e regionali (tipologia C, carattere temporale P, importo 3.215.889,62 milioni).

Per i criteri di quantificazione degli oneri finanziari, vengono esplicitati i criteri utilizzati per la quantificazione della spesa corrente.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, si indicano possibili criteri da specificare:

- esatta determinazione: indennità Garante fissata al 30% dell’indennità percepita dal Consigliere regionale;

- stima parametrica;

- tetto di spesa;

- mancata indicazione.

Tabella 2 Copertura finanziaria: indicare nella tabella 2 programma e/o capitolo di copertura degli oneri finanziari indicati nella tabella 1.

A titolo esemplificativo e non esaustivo, si individuano le possibili coperture, per un totale di 3.215.889,62 di euro:

- 1.200.000 euro dal Fondo regionale delle politiche sociali, capitolo di base U04331109, missione di programma U.12.07, per le annualità 2025 - 2026 - 2027;

- 350.000 euro nella legge regionale 20/2007 - U62010520, missione di programma U.12.04;

- 1.665.889,62 euro a valere sui capitoli U9120400601, U6201056002, U9120400602, U9120400603.

Queste sono le risorse finanziarie attualmente esistenti sui vari capitoli; vengono semplicemente assemblate affinché si possa realizzare una programmazione triennale e risolvere le criticità, come fanno altre Regioni d'Italia.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità 

Parere contrario.

PRESIDENTE

Parere della relatrice?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice 

Contrario.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che è respinto.

Articolo 19

(È approvato)

Articolo 20

(È approvato)

Articolo 21

(È approvato)

Articolo 22

(È approvato)

Articolo 23

(È approvato)

Articolo 24

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale-

La proposta di legge è approvata, così come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Intervengo per dichiarazione di voto perché ritengo che quello a cui abbiamo assistito oggi - nonostante, ribadisco, le parole contrarie della presidente Straface – sia stata veramente un'occasione persa.

Tra l'altro, ci sono alcuni emendamenti che riguardano la posizione del presidente Occhiuto come Presidente-Commissario e mi stupisce veramente anche la vostra contrarietà ad un emendamento che lo riconosce come Commissario ad acta, in considerazione della possibile interferenza di questa proposta legislativa con una serie di DCA che potrebbe emanare. In ogni caso, vorrei ribadire, che al momento abbiamo dei fondi e li ho indicati negli emendamenti che ho letto e che si riferiscono a fondi normalmente esistenti, poi erogati ai CAV a seguito di progettazioni e di una macchina amministrativa e burocratica, che è estremamente difficile e complessa da seguire.

Presidente Occhiuto, i problemi di queste famiglie disperate, con gli esempi che lei ci ha fatto stamane, si affrontano realmente, rimboccandosi le maniche e mettendo mano alla tasca, non dico chissà come, ma già utilizzando i fondi disponibili; dopodiché, se altre Regioni lo fanno e altri Dipartimenti di questa Regione riescono a mettere insieme fondi diversificati che, però, hanno poi una ratio, una finalità e un obiettivo comune, continuo a rimanere stupita, perché ritengo che, appunto, questa potesse essere la strada per superare la precarietà che costringe ad una macelleria sociale. Questa legge adesso favorirà - come è giusto e come tutti vorremmo - l'aumento dei CAV e delle case rifugio, ma se i soldi sono sempre gli stessi, mia cara assessora Capponi, dove andiamo a finire?

Si faranno la guerra tra di loro e ci sarà una macelleria sociale.

È per questo che era indispensabile normare e non farsi prendere dall'angoscia della tanta voglia di lavorare, che è assolutamente giusta, ma bisogna essere molto seri nella programmazione e molto precisi anche nelle normative dei CAV e delle case rifugio.

Questo è il motivo per cui avevamo voluto dare delle regole che fossero scritte e non interpretabili.

Tra l'altro, nella nuova relazione introduttiva della proposta legislativa, avete anche citato i vari fondi individuati, ma non li avete riportati nella tabella economica, che è quella che conta. Quindi, qual è questa dichiarazione di intenti che poi non viene eseguita nell'atto, nella banalità - tra virgolette banalità - che è quella della tabella economica?! Vuol dire, allora, che le cose serie non vogliono essere realmente fatte e questa è una Regione che continuerà non a vivere, ma a vivacchiare. 

Con questo mio intervento, chiaramente esprimo, anche a nome del Partito Democratico, il voto contrario a questa proposta legislativa, non per il tema, che brucia a chiunque di noi, ma perché non abbiamo voluto in questa maniera superare le criticità importanti.

Tanto valeva fare un atto amministrativo che riprendesse la normativa nazionale e internazionale di adeguamento: non c'era bisogno di fare tutta questa pubblicità su una nuova legge che non cambia la storia né dei CAV, né delle case rifugio e, purtroppo, neanche delle donne violentate.

PRESIDENTE

Grazie. Ripetiamo la votazione che è stata fatta prima del suo intervento.

La proposta di legge è approvata, così come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 389/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui all'art. 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, n. 213”

PRESIDENTE

Passiamo adesso al secondo punto dell’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge 389/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Concorso agli obiettivi di finanza pubblica di cui all'articolo 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, numero 213”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge, d'iniziativa della Giunta regionale, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata approvata dalla seconda Commissione nella seduta del 13 giugno scorso.

Col presente disegno di legge si dà attuazione all'articolo 1, comma 527, della legge numero 213 del 2023 che prevede che, ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa pubblica e nel rispetto dei principi di coordinamento della finanza pubblica, nelle more della definizione delle nuove regole della governance economica europea, le Regioni a Statuto ordinario assicurano per l'anno 2024 un contributo alla finanza pubblica pari a euro 350 milioni. Le Regioni a Statuto ordinario sono tenute a versare gli importi del concorso alla finanza pubblica entro il 30 giugno di ciascuno degli anni dal 2025 al 2028. Successivamente, per il solo anno 2024, l’Amministrazione regionale, anziché procedere al versamento delle somme de quo al bilancio dello Stato, è stata autorizzata ai sensi dell'articolo 19 del decreto-legge 113/2024, commi dal 527-bis al 527-quinquies, ad accantonare la minore cifra di euro 13.604.765,79, affinché la stessa, dovendo costituire economia di spesa, potesse concorrere integralmente al ripiano del disavanzo di amministrazione per l'anno 2024. La riduzione della cifra e il suddetto meccanismo di utilizzo della stessa non sono stati riproposti anche per gli anni dal 2025 al 2028, in relazione ai quali permane, dunque, l'obbligo previsto dal comma 527 del versamento allo Stato del contributo di finanza pubblica. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 25 marzo del 2025, il sopra menzionato contributo posto a carico della Regione Calabria è stato determinato in euro 15.610.000.

Il provvedimento è corredato di relazione illustrativa e di relazione tecnico-finanziaria. Il disegno di legge si compone di 2 articoli: il comma 1 dell'articolo 1 rubricato “Contributo di finanza pubblica” autorizza la spesa del suddetto contributo a valere sulle risorse allocate alla Missione 01, Programma 03, per ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025 – 2027; il comma 2 individua la copertura finanziaria che è assicurata con le risorse stanziate al capitolo U9200304501 allocate alla Missione 20, Programma 03, di ciascuna delle annualità del bilancio di previsione 2025 – 2027; il comma 3 autorizza la Giunta regionale ad apportare le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2025 – 2027; l'articolo 2 prevede l'entrata in vigore del provvedimento il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. In merito a questo provvedimento, vorrei sottolineare due aspetti che mi sembrano molto importanti e anche abbastanza essenziali per le ricadute negative che la Regione avrà su tutta una serie di aspetti importanti della vita.

Il primo aspetto è che il Governo centrale continua a fare cassa sulle Regioni e questo, naturalmente per la cifra che è stata indicata, oltre 15 milioni di euro, comporterà, inevitabilmente, un irrigidimento della spesa corrente che, come diciamo spesso durante l'approvazione dei bilanci, è già abbastanza assottigliata ed esigua per poter fare fronte, comunque, a servizi importanti che quella cifra di bilancio consente di finanziare.

Vorrei, poi, sottolineare un altro aspetto politico: secondo me, sarebbe stato giusto attivare nella Conferenza Stato-Regioni una sottolineatura e un dissenso rispetto a questa decisione, ma, purtroppo, ciò non è avvenuto da parte della Calabria.

Naturalmente, mentre per le Regioni più forti del Centro Nord, che hanno una maggiore disponibilità, questi tagli lineari di risorse possono non comportare grandi ricadute, purtroppo, per una Regione come la Calabria, si avranno - ahimè - delle conseguenze; tra l'altro per una regione fragile come la nostra, come ha ribadito recentemente - lo vorrei ricordare - il rapporto della Banca d'Italia, che descrive un quadro economico rallentato, una situazione occupazionale stagnante, il calo demografico e, quindi, una condizione già di per sé molto fragile.

Per esempio - lo dico senza nessuna nota polemica - soltanto relativamente ai provvedimenti che si stanno discutendo e approvando oggi, questi 15 milioni di euro avrebbero garantito la possibilità di sostenere più adeguatamente una serie di proposte di legge, a partire da quella appena approvata per il contrasto alla violenza di genere.

La collega Bruni diceva di aver presentato delle proposte anche dal punto di vista della consistenza economica per milioni di euro, quindi, senza il taglio di questi 15 milioni, avremmo potuto finanziare alcuni importanti provvedimenti come quello che approveremo dopo sulle opere di Mattia Preti e sul Museo Civico di Taverna o quello sulle politiche di prevenzione dello sfruttamento degli abusi a danno dei minori.

Per queste ragioni e con queste motivazioni, come abbiamo già sostenuto e ribadito in Commissione bilancio, ci asterremo su questo provvedimento obbligatorio, proprio per dissentire dalla scelta e dalla responsabilità che hanno portato a questa inevitabile decisione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. Intervengo velocemente per fare due precisazioni rispetto alle riflessioni del collega Mammoliti, che avevo già espresso anche durante la discussione in Commissione bilancio.

Per quanto riguarda, collega Mammoliti, le ripercussioni finanziarie, abbiamo detto, anche in fase di approvazione del bilancio di previsione, che abbiamo portato avanti una manovra di conservazione e non di taglio e questo è facilmente riscontrabile, leggendo gli allegati al bilancio di previsione, dai quali emerge che non siamo andati né a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, quindi ad aumentare la pressione fiscale, né tanto meno a tagliare i servizi essenziali, ma siamo riusciti, grazie al prezioso lavoro fatto in sinergia tra gli uffici, tra la Giunta e il Consiglio regionale, a portare avanti una manovra che non ha destabilizzato né messo a repentaglio la salvaguardia degli equilibri di bilancio. Pertanto, da questo punto di vista non è stato fatto nessuno stravolgimento.

Per quanto riguarda la riflessione sul Governo che continua a fare cassa sulle Regioni, su questo volevo fare una riflessione e condividerla con lei, perché, forse, c'è la necessità di ridurre la spesa pubblica proprio per le scelte scellerate che i Governi precedenti del suo colore politico hanno portato avanti nei 10 anni e oltre nei quali hanno governato il nostro Paese. Quindi, c'è la volontà da parte del Governo di risanare le casse pubbliche, cercando di fare una riflessione complessiva.

Per quanto riguarda la riflessione sulla Conferenza Stato-Regioni, relativamente anche all'interlocuzione con il Governo, la Calabria è stata una delle Regioni che ha fatto presente, anche con dati alla mano, che, comunque, la scelta andava in qualche modo a mettere in difficoltà le Regioni che, come diceva lei poc'anzi, magari, non hanno la disponibilità di tante risorse libere, ma, al netto di ciò, siamo, comunque, riusciti a portare avanti un bilancio senza aumentare la pressione fiscale. Quattro Regioni hanno aumentato le tasse proprio per far fronte a questo contributo di finanza pubblica che lo Stato ha richiesto. Quello che dovevamo mettere in risalto e all'attenzione del Governo l'abbiamo fatto e continueremo a farlo nell'ottica della leale collaborazione che deve esserci tra lo Stato e le Regioni; d'altro canto, abbiamo dimostrato più e più volte, anche durante la fase dell'approvazione dei bilanci regionali, che, comunque, abbiamo sempre agito in maniera tale da salvaguardare, prima di tutto, l'equilibrio di bilancio e soprattutto per non far venir meno la nostra azione nel garantire i servizi pubblici essenziali. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo brevemente per dichiarazione di voto e per spiegare più specificatamente la nostra posizione.

Intanto, prendo atto che plaudite a questi tagli che il Governo nazionale impone alle Regioni e a una regione fragile come la nostra. La mia è chiaramente una riflessione di natura eminentemente politica, però, vorrei leggere, non quello che dicono l'opposizione e il Partito democratico, ma ciò che riferisce il Dipartimento bilancio – quindi, un settore di pertinenza, mi pare, e anche di merito - rispetto a questo taglio: “L'ulteriore cifra di oltre 15 milioni di euro rischia un irrigidimento della spesa corrente con prevedibile taglio dei servizi finanziati con le risorse autonome di bilancio, non avendo la possibilità di contrarre debito, se non per gli investimenti, un aumento della pressione fiscale” che vorrei, tra l'altro, ricordare, come sappiamo, che in Calabria è già tra le più alte d'Italia.

Quindi, per queste ragioni siamo contrari a questa concezione del Governo nazionale di fare cassa a danno delle Regioni e in questo caso di quelle più fragili e deboli come la Calabria e, poi, naturalmente, siamo preoccupati - noi sì, invece, siamo preoccupati  - di questi tagli perché assottigliano le risorse disponibili del bilancio e inevitabilmente si hanno minori disponibilità per poter finanziare, come ho già detto poc'anzi, una serie di provvedimenti e di misure che sono state anche approvate.

Per queste ragioni – ripeto - il Gruppo del Partito Democratico si astiene. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mammoliti.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento:

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

La proposta di legge è approvata con l'autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 237/12^ di iniziativa dei consiglieri Luciana De Francesco, S. Cirillo, A. Montuoro, recante: “Politiche di prevenzione dello sfruttamento e degli abusi in danno di minori”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 3 dell'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 237/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Luciana De Francesco, Cirillo e Montuoro, recante: “Politiche di prevenzione dello sfruttamento e degli abusi in danno di minori”.

Cedo la parola alla consigliera De Francesco per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatrice

Grazie, signor Presidente.

Colleghi consiglieri, è con grande senso di responsabilità che oggi vi presento una proposta di legge che tocca un tema delicatissimo, ma fondamentale quale, appunto, la tutela e l'assistenza ai minori, vittime di violenze, di abusi e di sfruttamento.

Proprio in questi giorni, ricorre un anniversario doloroso, infatti, esattamente sei anni fa a Caivano la piccola Fortuna Loffredo, di appena sei anni, veniva abusata e uccisa: un episodio che ha scosso l'intera coscienza nazionale e che ci richiama, ancora una volta, a quel dovere istituzionale e morale di intervenire con responsabilità e determinazione.

Il testo normativo oggi in discussione è stato esaminato e licenziato dalla terza Commissione consiliare, presieduta dalla collega Pasqualina Straface, che ringrazio unitamente a tutti i componenti della Commissione per il lavoro svolto con impegno, con accuratezza e con profondo senso di collaborazione. Un lavoro che ha visto la partecipazione e il contributo prezioso del Garante regionale per l'infanzia e l'adolescenza, il dottor Marziale, e del Garante per le vittime di reato, avvocato Lo Monaco, auditi nel corso dell'istruttoria e che con le loro competenze hanno arricchito il testo e orientato le scelte legislative in modo concreto ed efficace. Poi, un ringraziamento doveroso lo rivolgo all'assessore alle politiche sociali, Caterina Capponi, per l'attenzione istituzionale, il sostegno convinto a questa iniziativa; ringrazio anche il Dipartimento politiche sociali, nella persona della dottoressa Saveria Cristiano, per il costante supporto tecnico e per il qualificato contributo offerto durante tutto il percorso di approfondimento.

Infine, il testo è stato licenziato favorevolmente dalla Commissione bilancio, presieduta dal collega Montuoro, che ringrazio per il lavoro condotto valutandone la sostenibilità economica.

La proposta di legge, come già detto, nasce dall'esigenza di rafforzare il sistema di protezione per i minori vittime di violenze e di abusi, anche a sfondo sessuale. Viviamo in un'epoca in cui i drammi legati agli abusi sui minori emergono sempre più frequentemente nelle cronache, ma dobbiamo essere consapevoli che ciò che vediamo e leggiamo è solo la punta dell'iceberg. Il fenomeno ha un censimento parziale, poiché solo una minima parte delle violenze viene denunciata. Le vittime portano addosso ferite che non sempre si vedono, ma che compromettono in modo profondo il loro sviluppo, il loro equilibrio psicologico e in molti casi il loro futuro e, se da un lato, le norme nazionali hanno fatto passi in avanti nella repressione della pedofilia e della pedopornografia, dall'altro esistono margini di intervento per rafforzare la protezione e il sostegno ai minori abusati. Ed è qui che si inserisce questa iniziativa legislativa che mira a colmare un vuoto, quello della prevenzione e del coordinamento fra le Istituzioni chiave (scuola, famiglia, sistema sanitario e giuridico), affinché il minore non sia lasciato solo nel suo dolore.

La legge pone al centro la tutela della vittima, il suo recupero e la costruzione di un ambiente sociale più sicuro. In questa direzione si colloca anche un'importante scelta politica compiuta dalla Regione Calabria: l'istituzione dello psicologo scolastico, una figura fondamentale per intercettare precocemente situazioni di disaggio, accompagnare i percorsi di crescita degli studenti e sostenere il lavoro educativo delle famiglie e degli insegnanti. Una presenza capillare di prossimità che potrà operare in sinergia con quanto previsto da questa legge, rafforzandone l'efficacia preventiva.

In piena coerenza con questa impostazione, si inserisce un'altra significativa iniziativa della Regione Calabria: l'approvazione delle Linee guida regionali per il sistema integrato di prevenzione e tutela delle bambine e dei bambini dal rischio di maltrattamenti e di abusi nei servizi educativi e di istruzione. Un atto di indirizzo strategico che sancisce la volontà di rendere i luoghi dell'educazione ambienti sicuri, capaci non solo di istruire, ma anche di proteggere e prendersi cura. Per questo, intendo ringraziare l'assessore regionale alla pubblica istruzione, Maria Stefania Caracciolo, per il lavoro portato avanti in modo sinergico ed integrato con gli altri rami dell'Amministrazione e per aver contribuito a creare un quadro coerente di politiche di prevenzione e protezione che mette al centro il benessere del minore in una logica sistemica e non emergenziale.

La proposta di legge che oggi presentiamo in Aula si muove in linea con una strategia regionale dunque più ampia, dando concretezza normativa e operativa a quel principio di responsabilità collettiva che deve guidare ogni azione pubblica rivolta all'infanzia.

Passo ora ad illustrare la struttura della proposta normativa che si compone di 9 articoli. L'articolo 1 stabilisce i principi generali e le finalità della legge, ponendo come priorità la tutela dell'integrità psicofisica, morale e relazionale del minore. Si fonda sul principio della centralità del minore, sul diritto alla protezione e alla prevenzione, in linea con le Convenzioni internazionali e con la Costituzione.

L'articolo 2 definisce gli obiettivi specifici: prevenire situazioni di rischio, promuovere il benessere psicologico e sociale del minore, rafforzare la rete dei servizi territoriali e sviluppare una cultura della prevenzione attraverso la formazione e la sensibilizzazione.

L'articolo 3 individua le azioni concrete da realizzare: campagne di sensibilizzazione rivolte ai minori, programmi educativi nelle scuole, formazione specifica per operatori socio sanitari, educatori, insegnanti, attivazione di sportelli di ascolto e supporto psicologico.

Particolare attenzione è riservata alla tutela digitale. La legge promuove infatti azioni di educazione al corretto utilizzo di Internet e dei social media, con l'obiettivo di prevenire i rischi di adescamento, di cyberbullismo e di diffusione di materiale pedopornografico. Saranno sviluppati materiali informativi e strumenti digitali per aiutare i minori a riconoscere situazioni di rischio online e per supportare le famiglie nel ruolo di vigilanza educativa.

L'articolo 4 elenca i soggetti che concorrono all'attuazione degli interventi previsti: Regioni, enti locali, regioni, enti locali, scuole, Aziende sanitarie, forze dell'ordine, categorie professionali e associazioni del Terzo settore, il coinvolgimento diretto del Garante per l'infanzia e dell'Osservatorio regionale per i minori e valorizzato come elemento centrale.

L'articolo 5 prevede l'elaborazione di un programma regionale per la prevenzione ed il contrasto degli abusi con funzioni di indirizzo strategico e di coordinamento delle politiche locali. Questo programma diventa un riferimento per gli interventi integrati sul territorio.

L'articolo 6 assegna alla Giunta regionale il compito di definire con regolamento i criteri per la presentazione, la selezione e il finanziamento dei progetti attuativi. Si introduce, quindi, una governance chiara e trasparente del sistema di intervento.

L'articolo 7 introduce una clausola valutativa. La Regione, anche tramite l'Osservatorio, dovrà monitorare l'efficacia della legge raccogliendo dati e segnalazioni utili per migliorare progressivamente gli strumenti adottati.

L'articolo 8 rafforza e amplia i compiti dell'Osservatorio regionale per i minori, prevedendo il suo coinvolgimento attivo nel monitoraggio delle politiche, nella raccolta dei dati, nella diffusione di buone pratiche, nel supporto alla programmazione.

L'articolo 9, infine, reca la nuova norma finanziaria ed è previsto uno stanziamento iniziale di 100.000 euro per l'attuazione delle attività previste.

Questa proposta intende intervenire, anche in maniera indiretta, sul fenomeno dei minori violenti; molti comportamenti devianti nascono, infatti, da esperienze pregresse di trascuratezza, abuso o violenze non elaborate. Prevenire e proteggere significa anche rompere il ciclo del trauma, dell'isolamento e dell'aggressività. Per questo, la proposta ha un valore non solo sociale, ma anche educativo e civile.

Voglio, colleghi, concludere con un appello semplice ma profondo, che è anche una dichiarazione di responsabilità: ogni bambino che riusciamo a proteggere oggi è un adulto sereno domani e non c'è investimento più prezioso né missione più alta. E, proprio con questa consapevolezza, confido nel sostegno dell'Aula e auspico che questo provvedimento possa essere approvato con il contributo di tutti e con la condivisione più ampia possibile, perché su questi temi non possono esserci divisioni, ma solo responsabilità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Io parto dall'assunto che qualsiasi proposta legislativa che vada a favorire l'infanzia e la sua tutela è una buona proposta legislativa. Questo lo voglio sottolineare, perché la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, soprattutto in questo periodo storico, in questo momento difficile, terribile, forse dovrebbe ritornare ad essere davvero un tema centrale nel dibattito politico. L'età dei diritti che prefigurava Bobbio sembra quasi una visione onirica più che una realtà, soprattutto per i minori.

Oggi sembriamo vivere una sorta di Medioevo dei diritti, soprattutto dell'infanzia e dell'adolescenza. Ce lo dicono tante decisioni legislative, come il decreto Caivano, le problematiche legate al bullismo, le sofferenze legate all'uso dei social, gli effetti devastanti della società, di questa tecno-società che rende sempre più soli, che sembra farci tornare indietro più che andare avanti nella tutela dei fragili.

Quindi, sottolineo, ancora una volta, che qualsiasi iniziativa volta alla tutela dei minori deve essere salutata con un profondo rispetto e deve essere sostenuta. Però una cosa la devo dire, perché altrimenti non sarei onesta fino in fondo: reputo che un fondo di 100.000 euro annuali, per quanto possano essere ben indirizzati, possano fare poca cosa. L'ho detto già in Commissione, l'ho ripetuto e lo ripeterò qui, lo ripeto e lo dirò sempre: noi dobbiamo assolutamente aumentare il portato economico delle nostre proposte se vogliamo che siano davvero efficaci, che non siano solamente leggi scritte sulla carta, ma che non riescano a realizzarsi su nulla e, quindi, che non rappresentino solo una facciata, ma una sostanza.

Noi non abbiamo bisogno di facciate, abbiamo bisogno di dare ai nostri concittadini una sostanza.

Vorrei ricordare che in terza Commissione fu audito anche il dottore Marziale, il nostro Garante regionale per l'infanzia e l’adolescenza, il quale colse l'occasione per ricordare come moltissimi di questi bambini abusati richiedano, a volte - io direi molto frequentemente -, un'assistenza approfondita e che avrebbero bisogno di quello che in Calabria non trovano e cioè – cosa che rivendichiamo da decenni - la realizzazione dei posti in neuropsichiatria infantile. Mi dispiace che il presidente Occhiuto sia andato via, mi dispiace perché ha promesso tante volte, sin dall'inizio di questa Legislatura, che avrebbe istituito gli hub e avrebbe migliorato la situazione della neuropsichiatria infantile che esiste da un punto di vista territoriale anche se in maniera scarsamente rappresentata, ma nella parte ospedaliera è assolutamente inesistente.

Quindi, vorrei ricordarlo al Presidente e vorrei che voi, che fate parte della maggioranza di questa consiliatura, gli ricordaste che ha promesso di realizzare 28 posti letto presso la Dulbecco di Catanzaro. Io sono qui a sollecitarli, perché i bambini che subiscono violenza spesso diventano autolesionisti, violenti e lesivi nei confronti di bambini della loro età e quindi possono presentare un pericolo per loro stessi e per gli altri, a causa della sofferenza interiore profonda.

Vanno accompagnati.

Questa è una problematica che deve essere gestita in maniera seria.

I bambini hanno diritto di essere curati e tutelati, quindi urge l'attivazione dei reparti di neuropsichiatria infantile. Sono stati già previsti, tra l'altro, negli atti aziendali. Cosa aspettiamo? Quindi, chiedo al Presidente - anche se si è allontanato - celerità dell'agire perché penso che non possiamo più perdere tempo, il disagio è veramente enorme. Non basta lo psicologo scolastico, serve qualcosa di più, forse molto di più. Il tema è profondo e incisivo, i bambini rimangono fortemente segnati. Quindi, abbiamo necessità delle strutture di neuropsichiatria infantile, non solo dislocate sui territori, ma soprattutto ben riqualificate e con dei punti di riferimento ospedalieri.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

All’articolo 3 sono pervenuti alcuni emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo numero 12776/A01 a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per l'illustrazione, prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. L’emendamento inserisce tra i soggetti convolti nelle politiche a supporto delle azioni regionali mirate al raggiungimento degli obiettivi della proposta anche il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, in ragione delle peculiari competenze di tale organo di garanzia regionale.

Quindi, nel comma 1 dell’articolo 3 della proposta di legge 237/12^, dopo le parole “Garante per l’infanzia e l’adolescenza” sono aggiunte le seguenti: “e del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, di cui alla legge regionale 15 marzo 2023, n. 10”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento 12776/A04 a firma sempre dalla collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarla.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

L'emendamento inserisce tra i soggetti convolti nelle politiche a supporto delle azioni regionali indicate nella proposta, l’Osservatorio Media e minori considerate le competenze specifiche di quest’ultimo. Nel comma 1 dell’articolo 3, dopo le parole: “(Garante per l'infanzia e l'adolescenza)” il periodo da: “e del supporto…” fino a “…le seguenti azioni:”, viene sostituito dal seguente: “, del supporto tecnico dell'Osservatorio regionale per i minori, di cui alla legge regionale 1° febbraio 2017, n. 2 (Istituzione dell'Osservatorio Regionale per i Minori) e del supporto dell'Osservatorio media e minori, di cui alla legge regionale 22 gennaio 2001 n. 2 art. 3-bis, promuove le seguenti azioni:"

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Grazie. Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 3, per come emendato. L’articolo 3 è approvato, come emendato.

Articolo 3

(È approvato così come emendato)

All'articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 12776/A02 a firma sempre della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrare il provvedimento, prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 3 dell’articolo 4 della proposta di legge 237/12^, è aggiunta la seguente lettera: “c-bis) il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato;”

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 4, per come emendato. L’articolo 4 è approvato, come emendato. 

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

Articolo 5 sono pervenuti alcuni emendamenti. Il primo è l'emendamento protocollo numero 1276/A03, a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarlo. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 1 dell’articolo 5 della proposta di legge 237/12^, dopo le parole “Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria” sono aggiunte le seguenti: “, del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato”.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato. Passiamo all'emendamento protocollo numero 12776/A05, a firma della collega De Francesco, a cui cedo la parola per illustrarlo.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Nel comma 1 dell’articolo 5 della proposta di legge 237/12^ recante “Politiche di prevenzione allo sfruttamento e agli abusi in danno di minori”, dopo le parole: “Garante per l'infanzia e l'adolescenza” il periodo: “e dell'Osservatorio regionale sui minori, promuove azioni specifiche volte a:” viene sostituito dal seguente: “, dell'Osservatorio regionale sui minori e dell'Osservatorio Media e minori, promuove azioni specifiche volte a:"

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

VARÌ Rosario, Assessore allo sviluppo economico, internazionalizzazione, innovazione e sistema universitario, ricerca, sviluppo del porto di Gioia Tauro e ZES.

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 5, come emendato. L’articolo 5 è approvato, per come emendato.

Articolo 5

(È approvato così come emendato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con l'autorizzazione al coordinamento formale, così come emendata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 352/12^ di iniziativa dei consiglieri Pasqualina Straface, Sabrina Mannarino, P. Raso, F. Laghi, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale”

PRESIDENTE

Passiamo adesso alla proposta di legge numero 352/12^ di iniziativa dei consiglieri Pasqualina Straface, Sabrina Mannarino, P. Raso, F. Laghi, recante: “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale”. Cedo la parola alla collega Straface per illustrare il provvedimento.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie Presidente. Prima di introdurre la proposta di legge oggetto dell'intervento, mi preme sottolineare che vi sono aspetti quotidiani, dalla semplice apertura della porta a tenere in braccio un bambino, che possono diventare una sfida insormontabile per chi soffre di malattie reumatiche. Queste sono patologie silenziose, spesso sottostimate, che colpiscono migliaia di persone, minando la capacità di vivere una vita normale, si parla di dolore cronico, infiammazioni debilitanti, limitazioni motorie e sono solo alcuni degli ostacoli che i malati reumatici affrontano ogni giorno.

Onorevole Presidente, colleghi consiglieri, la proposta di legge n. 352/12^, recante "Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale", che oggi sottoponiamo all’approvazione definitiva di quest’Aula, rappresenta un passaggio di grande rilievo per il nostro sistema sanitario regionale ma soprattutto per le migliaia di pazienti calabresi.

Questa proposta nasce da una precisa esigenza: colmare un vuoto normativo.

Le malattie reumatologiche rappresentano un insieme di patologie croniche che richiedono cure costanti, competenze specialistiche, percorsi integrati e un approccio multidimensionale, che tenga conto della persona e non solo della patologia.

La Calabria non partiva da zero. L’istituzione della Rete Reumatologica regionale, già avvenuta con il DCA n. 119 del 2017 e successivamente aggiornata con il DCA n. 53 del 2024, ha rappresentato un primo, importante passo; tuttavia, presentava delle lacune normative che oggi vengono colmate attraverso questa proposta di legge e che vanno soprattutto nella direzione del rafforzamento per la piena attuazione della Rete reumatologica regionale che in Calabria non è stata mai attuata.

Con questa proposta di legge, dunque, si conferisce alla Rete Reumatologica una cornice normativa stabile, di livello legislativo, rendendola parte integrante delle politiche sanitarie regionali, in un quadro coerente con i LEA, il Piano nazionale delle malattie rare e la programmazione sanitaria regionale. Il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatologiche, fissato già nell’articolo 1, costituisce un atto di responsabilità e di giustizia verso migliaia di pazienti calabresi che chiedono attenzione, dignità e percorsi assistenziali certi e accessibili.

L’intero impianto normativo muove con coerenza su più livelli.

L’articolo 2 prevede l’istituzione degli ambulatori multidisciplinari con un approccio integrato a garantire la presa in carico del paziente ed eventualmente i follow up successivi e, nel caso si presenti una situazione acuta, si procede ad un ricovero presso gli HUB, che sono il livello apicale della rete reumatologica. Perché serve un ambulatorio multidisciplinare? Perché le patologie reumatiche non riguardano solo l’apparato muscolo-scheletrico, ma interessano altri organi quali il rene, il cuore ed il polmone, quindi, è necessaria una valutazione multidisciplinare del paziente affetto da tali patologie.

Un altro obiettivo che si pone il disegno di legge è quello di intercettare la patologia nelle fasi iniziali, attraverso una diagnosi precoce che è fondamentale affinché la malattia non vada avanti. Se si diagnostica precocemente, allora si evitano disagi per il paziente così che non vi sia alcun impatto sociale per l’allontanamento del malato dal posto di lavoro e soprattutto si evita un aggravio di costi di un’eventuale ospedalizzazione.

Per questo gli ambulatori devono interagire con i medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta, figure protagoniste della rete perché intercettano prima i sintomi della malattia; sono queste le figure che meglio conoscono il paziente e quindi possono interagire con gli specialisti.

Gli ambulatori multidisciplinari sono l’anello di congiunzione tra il livello 1, rappresentato dai medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, e il livello 3, che sono gli HUB chiamati a gestire la fase acuta. Per tale motivo all’interno della proposta, all’articolo 7, prevediamo la promozione della formazione specifica. Nell’ambito della formazione è importante far recepire ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta il modello Rao, che è il raggruppamento attesa omogeneo previsto dal PNGLA (Piano nazionale di Governo delle liste d’attesa) attraverso il quale si possono ridurre sensibilmente le liste d’attesa nell’ambito della reumatologia. Questo perché oggi, proprio nelle prime visite mediche e nella prescrizione, viene inserito un codice quasi sempre errato, generando liste d’attesa inutili che potrebbero essere evitate centrando il tempo-diagnosi giusto.

L’articolo 3 prevede l’attuazione della Rete Reumatologica regionale, la stessa istituita con DCA numero 53 del 2023, che ad oggi non risulta recepita e attuata dalle Aziende sanitarie regionali; la proposta di legge promuove l’attuazione della Rete, una rete che si pone l’obiettivo d’integrare e coordinare le strutture ospedaliere e territoriali esistenti, sviluppare ed attuare percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali assicurando il coinvolgimento di figure specialistiche adeguatamente distribuite sul territorio regionale.

La rete interessa tre livelli:

-        Livello 1: medico di base e pediatra di libera scelta;

-        Livello 2: Distretto sanitario e spoke;

-        Livello 3: gli hub.

A breve si avranno anche le case di comunità dove è auspicabile avere oltre che gli specialisti anche i medici di medicina generale.

L’articolo 4 promuove la digitalizzazione che assicurerà maggiore efficienza dei processi di prescrizione e distribuzione dei farmaci per i pazienti reumatologici e l’attuazione del Piano Terapeutico Informatizzato per la gestione delle relative terapie farmacologiche.

Viene così data la possibilità agli specialisti reumatologici di poter prescrivere i farmaci biologici per le patologie reumatiche, evitando che i pazienti possano emigrare fuori dalla Calabria per una semplice prescrizione.

Lo stato di fragilità del paziente necessita, quindi, di una presa in carico che garantisca il più possibile la continuità di cura e un accesso costante alle prestazioni sanitarie. Per tale motivo, lo scopo della proposta di legge regionale non si limita solo all’attuazione della Rete Reumatologica, così come previsto dal DCA numero 53, ma è soprattutto la verifica dell’istituzione di attuazione del PDTA (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) delle singole patologie che definiscono esattamente, per ogni patologia, il percorso che ciascun paziente affetto da quella malattia dovrà seguire.

Nella proposta di legge, si prevedono, inoltre, aspetti dedicati al potenziamento e alla territorializzazione dell’offerta specialistica, con la promozione dell’adozione di soluzioni di telemedicina per garantire consulti specialistici a distanza, facilitare il monitoraggio dei pazienti più fragili e migliorare l’accessibilità alle cure nei territori delle aree meno servite. È stata, inoltre, introdotta una previsione specifica per la reumatologia pediatrica e per la promozione di percorsi strutturati di transizione verso il reumatologo dell’adulto: questa è una risposta concreta alle famiglie che, troppo spesso, si trovano a gestire questi passaggi delicatissimi in completa solitudine o affidandosi a reti informali.

L’articolo 5 prevede l’integrazione tra i servizi esistenti e il Terzo settore, con il riconoscimento e la valorizzazione del contributo degli ETS che si avvalgono di volontari per le persone affette da malattie reumatologiche.

All’ articolo 6  viene istituito il Registro regionale delle patologie reumatologiche, che favorirà l’integrazione dei dati clinici con informazioni relative agli esiti a lungo termine delle cure, rendendo possibile realizzare e promuovere studi clinici e farmacologici, monitorare l’incidenza e la prevalenza delle malattie reumatologiche nella popolazione regionale, supportare non solo la ricerca scientifica ma anche lo sviluppo di terapie innovative e contribuire nel valutare l’efficacia sia dei PDTA sia delle politiche sanitarie regionali specifiche: si tratta di una misura strategica che si integra con gli obblighi di rendicontazione successivamente fissati dalla clausola valutativa.

La proposta prevede, inoltre, misure di prevenzione e sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza: si istituisce la giornata regionale per la lotta alle malattie reumatologiche, da celebrarsi, annualmente, il 12 ottobre, in concomitanza della giornata mondiale delle malattie reumatologiche, e si promuovono iniziative di sensibilizzazione e informazione alla cittadinanza, anche attraverso canali digitali, più vicini ai giovani, e promuovendo una cultura della consapevolezza anche attraverso eventi e collaborazioni con le scuole, le università e gli ETS (artt. 8 e 9).

Con l’articolo 11, infine, è stata introdotta la clausola valutativa, una delle innovazioni più rilevanti del testo: la Giunta sarà tenuta, annualmente, a trasmettere una relazione dettagliata sull’attuazione della legge alla competente Commissione consiliare. La redazione del rapporto dovrà avvenire in collaborazione con le associazioni dei pazienti, gli operatori sanitari e i caregiver, valorizzando l’esperienza dei territori e la voce di chi vive ogni giorno la complessità della patologia.

In Commissione abbiamo ritenuto necessario audire l’associazione APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare – che, con grande competenza e spirito propositivo, ha offerto un contributo prezioso alla discussione e al miglioramento del testo. Dall’audizione con APMARR sono emerse indicazioni puntuali, tutte mirate a rendere più efficace e realmente attuabile l’intervento normativo. Il recepimento di queste indicazioni è avvenuto attraverso un pacchetto di emendamenti, presentati, discussi e approvati in seno alla terza Commissione e sono parte integrante del testo oggi sottoposto all’Aula, rappresentando non solo un rafforzamento tecnico della proposta di legge, ma anche un segno tangibile della volontà politica di accogliere i contributi del territorio e di fare di questa norma uno strumento realmente partecipato e condiviso.

Questa proposta di legge è stata concepita, sin dall’inizio, per essere realistica e attuabile. Non introduce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale e si fonda su un utilizzo più efficiente e mirato delle risorse umane, strumentali e finanziarie già disponibili a legislazione vigente.

Il dibattito che si va aprendo a livello nazionale introduce l’aspetto di una sottovalutazione di tali malattie invalidanti, sottostimate, e che difatti sono patologie con una forte incidenza sia nel quotidiano sia nel sociale. Il dibattito muove dal fatto che è stata una patologia sempre trattata dalla medicina interna, non avendo trovato una dimensione medica coerente, dedicata e soprattutto specialistica.

La Regione Calabria dimostra, ancora una volta, di anticipare i tempi, di essere sensibile all'ascolto delle associazioni di categoria che rappresentano i malati e che, nell'ambito della reumatologia, svolgono un ruolo efficace e fondamentale.

Questa proposta di legge è frutto di un lavoro partecipato e condiviso. Ho il dovere di ringraziare tutti i componenti della terza Commissione e colgo soprattutto l'occasione per ringraziare il Dipartimento che ha contribuito alla stesura di questa legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni.  Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Ritorniamo a parlare di un tema centrale per la sanità pubblica, che incide sulla qualità di vita anche in questa nostra terra, e che, oggi, con questa proposta legislativa, è circoscritto alle malattie reumatologiche.

La proposta legislativa in esame vuole, fondamentalmente, migliorare l'assistenza a chi ne soffre: stiamo parlando, ovviamente, di un calderone, di un gruppo molto eterogeneo di patologie, soprattutto croniche, che colpiscono articolazioni, ma anche muscoli e tessuti connettivi.

La disabilità e l'impatto sul quotidiano sono veramente particolarmente alte perché sono accompagnate dal dolore; forse, qualsiasi tipo di patologia può essere sopportabile tranne quelle che generano dolore e disabilità, per le quali l'impatto sulla quotidianità diventa enorme e spesso sottovalutato. Poi, ovviamente, le ricadute sociali ed economiche sono assolutamente enormi, come dimostrano anche i dati nazionali: in Italia si spendono circa 2 miliardi di euro l'anno per le malattie reumatologiche e il 45 per cento dei costi è imputabile a spese sanitarie, mentre il restante è suddiviso, come accade solitamente nelle patologie croniche, tra costi diretti e indiretti e soprattutto in perdita di produttività.

Se allarghiamo lo sguardo a queste malattie reumatologiche, più in generale, ci rendiamo conto che i costi stimati superano i 3 miliardi l'anno e il costo complessivo, come dicevo, diretto e indiretto, addirittura raggiunge i 21 miliardi. Ogni anno, per ogni paziente con malattie reumatologiche spendiamo circa 14 mila euro e, se consideriamo i quasi 260 mila pazienti oggi noti, arriviamo a oltre 3 miliardi e mezzo complessivi.

Il tema è quello del ritardo diagnostico che aggrava la situazione e, spesso e volentieri, i pazienti arrivano a una diagnosi dopo 6 o 7 anni dai primi sintomi, proprio perché non sono ben intercettati, perché le patologie sono vaghe, sfumate e difficili da identificare; questi ritardi generano, chiaramente, ulteriori sofferenze, ma soprattutto si traducono in peggioramenti clinici che non hanno, poi, la possibilità di recedere: solamente una quota parte dei pazienti affetti da artrite reumatoide riesce a raggiungere una remissione stabile, nonostante esistano farmaci innovativi anche molto importanti. Questo ritardo diagnostico - come dicevo - ha un peso importante perché moltissimi pazienti restano in lista d’attesa per anni – siamo, tristemente, nel tempo, delle liste d'attesa – e per loro ciò diviene ancora peggiore.

Il dato - oggi mi trovo nel mio a parlare di queste patologie, nonostante non si tratti di una mia specialità, ma ovviamente, come medico, conosco bene questo argomento - non è solo clinico, ma incide su vite sospese ed è su questo che ci si deve interrogare in questa Assise: vite sospese, peggioramenti di vita, costi aggiuntivi da non sottovalutare, pazienti che hanno atteso anni e anni per una diagnosi, soprattutto in questa nostra terra dove stimiamo circa 30 mila persone che convivono con queste patologie e con un impatto che sfiora i 400 milioni di euro.

Su questa proposta di legge abbiamo lavorato in Commissione e anch'io voglio assolutamente ringraziare APMARR per quello che hanno fatto, per il contributo importante che hanno sviluppato e perché ritengo che, quando Istituzioni, sanità e, soprattutto, le associazioni dei cittadini si mettono insieme, sicuramente, si riesce ad ottenere un risultato utile per una ricaduta sui pazienti.

La proposta è già stata illustrata dalla Presidente, ma, in sintesi, cerca di integrare l'aspetto ospedaliero con quello territoriale; certamente sono interessanti gli ambulatori specialistici diffusi e la presenza strutturata dei reumatologi nelle varie Aziende sanitarie provinciali. Ovviamente, anche questo è un obiettivo da raggiungere e speriamo di riuscire a raggiungerlo, vista la carenza dei medici a tutto spiano in Calabria, però è chiaro che è un obiettivo che va, assolutamente, perseguito.

Anche questo modello di integrazione multidisciplinare andrebbe esteso alle forme pediatriche e alle malattie rare, perché diagnosticare ed entrare tempestivamente nel merito è quello che mette nelle condizioni i pazienti di riuscire ad avere una buona qualità di vita e, a volte, anche la remissione delle patologie.

Mi avete sentito più volte parlare di come la Calabria sia, purtroppo, la patria delle malattie rare, a causa di tutta una serie di fenomeni genetici, che non sottolineo in questa sede, ma che, a maggior ragione, come politici, ci devono interrogare, perché nei confronti di queste persone e di queste comunità molto ampie occorre sviluppare un intervento politico che possa incidere sulla qualità di vita.

Su questa rete, sulla tematica della patologia reumatologica sensu lato abbiamo già dei DCA, del 2017 e del 2024, e ci sono state anche delle buone prassi come, ad esempio, la distribuzione e la diffusione di opuscoli da parte della Società italiana di reumatologia, che ha tentato anche di sensibilizzare, perché è ovvio che le società scientifiche – e non solo le associazioni dei familiari - sono pezzi estremamente importanti.

È ovvio che dovremmo considerare e consolidare questo lavoro con Piattaforme di telemedicina che possano essere dedicate agli specialisti, con formazioni super specialistiche e, soprattutto, l'implementazione territoriale dei PDTA, perché è lì il tema e il cuore del problema: il percorso diagnostico terapeutico assistenziale va calato nei territori perché, oggi, di tutte leggi o i DCA, più o meno magnifici, che si possono approvare, la stragrande maggioranza resta carta, non si cala nella carne viva dei nostri conterranei calabresi e di questo ci dobbiamo interrogare.

È per questo che dobbiamo anche inserire nelle proposte legislative le clausole valutative, per capire esattamente che cosa succede a valle: abbiamo fatto un’operazione utile o solamente un’operazione di facciata? Ritorno sul tema di prima.

In ogni caso, su questa proposta legislativa, noi del Partito Democratico siamo assolutamente d'accordo, perché il percorso è stato condotto in una maniera corretta, abbiamo potuto partecipare e, soprattutto, oggi, con questo provvedimento speriamo veramente di potere contribuire a un miglioramento della qualità di vita e a una riduzione di questo divario che ci vede sempre ultimi.

Concludo il mio intervento, esprimendo un parere positivo, anche se annuncio la presentazione di un emendamento che illustrerò successivamente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Ho qualche maggiore esperienza sul problema delle malattie reumatiche in quanto per circa vent'anni ho diretto un reparto di medicina interna e avevo fra i collaboratori un reumatologo. Nella nostra regione, i centri di reumatologia sono assai rari, per cui il reparto di medicina interna si propone come l'approdo naturale dei pazienti reumatologici e, nel caso specifico, avere uno specialista del ramo era un plus che, quindi, aumentava l'afflusso di questi pazienti.

Per questo mi sento di ringraziare la presidente Straface per aver portato in Commissione questa legge, che ho volentieri sottoscritto, anche perché tratta e parla di una categoria di pazienti, come è stato ricordato, abbastanza misconosciuti che, quindi, debbono, fra l'altro, vivere spesso dei momenti e dei periodi frustrazione.

Nel linguaggio quotidiano, dire di avere una malattia reumatica e avere dolore alle articolazioni viene troppo frequentemente utilizzato come elemento per accreditarsi di una malattia reumatologica che è di ben diversa natura e significato e, purtroppo, anche di diversa ricaduta, arrivando, come è stato ricordato, anche a situazioni di assoluta invalidità strutturale, accompagnata da una sintomatologia dolorosa non di basso grado.

A questo proposito, come dicevo inizialmente, in quest'Aula, noi tutti appartenenti a un'unica Istituzione, dovremmo lavorare insieme con lealtà, trasparenza e collaborazione, laddove possibile, per migliorare la situazione, in questo caso sanitaria, ma complessiva della nostra Regione.

Per esempio, mi permetto di far rilevare che la Calabria, incidentalmente su mia proposta, ha approvato, ormai da più di due anni, una legge regionale sulla cannabis terapeutica, che è una medicina e non un qualcosa che possa servire anche lontanamente allo sballo. La grave mancanza, debbo dirlo con grande franchezza, di un Regolamento operativo – per quello che mi consta, è già stato da tempo approntato, ma manca soltanto di una firma per essere licenziato – costringe i pazienti reumatologici o a subire dei dolori, spesso ottenebranti, o a comprare, per chi può con proprie risorse economiche, – inserendo fra i pazienti una odiosa divisione per censo – i preparati, legalissimi, contenenti la cannabis terapeutica come antidolorifico, o, nel peggiore dei casi, purtroppo, - vi assicuro non infrequente - a foraggiare, di fatto, la criminalità organizzata acquistando “in nero” le sostanze che, in questo caso, hanno un'azione terapeutica, che non è, come dire, mutuabile da parte di altri farmaci. Per cui o stanno male e hanno dolore oppure devono utilizzare la cannabis.

Fra l'altro, anche parlando di iniziative connesse, ricordo bene che, quando in Commissione ci sono state le audizioni dei pazienti reumatologici, qualcuno non è potuto venire proprio a causa del suo stato di salute.

A questo proposito, voglio informare l'Aula – riprendendo il discorso che ho fatto inizialmente – che nella Commissione riforme, presieduta dal consigliere Mattiani, stiamo discutendo una proposta che a nostro parere, a mio parere sicuramente, credo si farà strada come iniziativa commendevole r che prevede la possibilità per gli auditi, che non possano partecipare, esclusivamente, alle audizioni della Commissione, ad esempio, per motivi sanitari, giudiziari o altro, previ tutti i controlli del caso, in alternativa, di offrire da remoto il contributo alla conoscenza dell'argomento di cui si tratta.

Quindi, ecco, come questo insieme di leggi va a comporre un quadro che è finalizzato unicamente al miglioramento del livello assistenziale, in questo caso, ma di servizi che la politica può dare ai cittadini calabresi.

Un'ultima cosa mi preme dire per quanto riguarda questa legge sui pazienti reumatologici: con ogni evidenza, presidente Straface, è una legge ambiziosa, giustamente ambiziosa, perché le necessità e i problemi di questi pazienti sono molto marcati e importanti. Quindi, anche questa legge, come in precedenti discussioni di stamane, richiede un supporto; la definirei la pietra angolare su cui costruire l'edificio del servizio che la politica può dare in questo caso ai pazienti reumatologici.

Per esempio, fra le varie patologie reumatologiche di cui ci siamo occupati anche in Commissione e in Consiglio,  la fibromialgia, che è una malattia - lo sa bene chi ne soffre - veramente grave e invalidante, ma ambigua per la mancanza di un marker che ne determini, con certezza, la possibilità diagnostica, è fuori dai LEA.

Quindi, da una parte, c'è la necessità assoluta che si parta, e credo che questa legge che oggi certamente approveremo sia un ottimo punto di partenza, dall'altro, proprio per l'ambizione degli obiettivi che questa legge propone, dobbiamo prevedere in un futuro, il più breve possibile, un incremento della dotazione economico-finanziaria. Per fare questo, naturalmente, da una parte, è necessario che, come è stato annunciato anche dal presidente Occhiuto, si esca dal regime di commissariamento alla sanità, ma, dall'altra, la cosa fondamentale è che si esca dal Piano di rientro che ci impedisce di spendere una lira che non abbia determinate caratteristiche.

Questo è in ambito sanitario e non ho dubbi, per esperienza personale e per le cose che ci siamo detti in tutti questi anni, che proprio il settore sanitario avrà un grandissimo beneficio dal ritorno a un regime normale di gestione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

All’articolo 2 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 12773/A01, a firma della consigliera Bruni, alla quale cedo la parola per l’illustrazione.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente.

Con questo emendamento viene meglio precisato dal punto di vista letterale-interpretativo che la Rete reumatologica regionale, per quanto attiene alle malattie reumatologiche rare, ai sensi del DCA 28 del 30 gennaio 2024 (Approvazione “Piano regionale delle malattie rare 2024-2026 e riordino della Rete regionale delle malattie rare” -  elaborato in attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2023), favorisce la realizzazione del Centro di coordinamento regionale delle malattie rare prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore operanti nell'ambito delle patologie reumatologiche.

Dalla nuova disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica avendo carattere ordinamentale.

Il testo è il seguente: <<Il comma 2, dell'articolo 3 (Ambulatori multidisciplinari) della proposta legislativa 352 “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale delle malattie reumatiche e per l'attuazione della Rete reumatologica regionale” è modificato come segue:

- Le parole “integra i dettami previsti dal…” nel primo capoverso sono sostituite da “ai sensi del…”;

- la parola “supportando” è sostituita da “favorisce”:

- la lettera “e” dopo le parole “Centro di coordinamento regionale delle malattie rare” è soppressa.

Il comma 2, dell'articolo 3 (Ambulatori multidisciplinari) della proposta legislativa 352 è così riformulato:

“La Rete reumatologica regionale, per quanto attiene alle malattie reumatologiche rare, ai sensi del DCA numero 28 del 30 gennaio 2024 (Approvazione “Piano regionale delle malattie rare 2024-2026 e riordino della Rete regionale delle malattie rare” - elaborato in attuazione dell'Accordo Stato-Regioni del 24 maggio 2023), favorisce la realizzazione del Centro di coordinamento regionale delle malattie rare prevedendo anche il coinvolgimento delle associazioni del Terzo settore operanti nell'ambito delle patologie reumatologiche.”>>

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

CAPPONI Caterina, Assessore alle politiche sociali, cultura, politiche giovanili e dello sport, infrastrutture sportive, pari opportunità

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento, che è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 2 così come emendato. L’articolo 2 è approvato per come emendato.

Articolo 2

(È approvato così come emendato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata così come emendata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 374/12^ di iniziativa del consigliere A. Montuoro, recante: “Conservazione, valorizzazione e promozione dell’opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo Civico di Taverna, quali patrimoni artistico-culturale della Calabria”

PRESIDENTE

Passiamo, adesso, al punto sei dell'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge 374/12^ di iniziativa del consigliere regionale Montuoro, recante: “Conservazione, valorizzazione e promozione dell'opera di Mattia e Gregorio Preti e del Museo civico di Taverna, quale patrimonio artistico-culturale della Calabria”.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente.

La presente proposta di legge ha come obiettivo la conservazione, la valorizzazione e la promozione del cospicuo patrimonio artistico-culturale legato all'opera di Mattia Preti e del Museo civico di Taverna. Pittore considerato tra i maggiori esponenti dell'arte italiana del XVII secolo, Mattia Preti figura tra gli esponenti del tardo barocco italiano, in particolare del cosiddetto “caravaggismo”, cioè una pittura ispirata al Caravaggio, e della pittura napoletana del Seicento. Soprannominato il “Cavaliere calabrese”, non dimenticò le sue origini, lasciando traccia di sé nel luogo natale e in tutta la Calabria. Nel piccolo centro presilano di Taverna, Mattia Preti fu affidato dal padre a un precettore, il parroco della Chiesa di Santa Barbara, che istruì lui e il fratello Gregorio, già predisposti al disegno prima di vederli partire alla volta di Roma, dove lui stesso facilitò i contatti.

Oggi, nella stessa Chiesa, è possibile ammirare diverse opere del grande artista locale: il patrocinio di Santa Barbara, la Madonna di Loreto e la presentazione di Gesù al Tempio.

Un'altra importantissima tappa che figura tra i luoghi di Mattia Preti a Taverna è la Chiesa monumentale di San Domenico, dove le opere del pittore rappresentano veri e propri gioielli in un gioiello più ampio, che è l'edificio stesso. Adiacente all'omonimo convento, l'edificio, in stile barocco, offre la cornice perfetta all'inestimabile patrimonio di affreschi. Le opere del “Cavaliere calabrese” lì sono ben 11: nella parte alta dell'altare padronale è incastonato il suo autoritratto, omaggio diretto alla terra natale; gli stemmi delle navate laterali, stilisticamente simili a quelli da lui realizzati nella Chiesa di San Giovanni a La Valletta, Malta; il ciclo di affreschi che raffigura le storie della vita di San Domenico. Infine, nella navata laterale di sinistra, tra fregi e dorature, troviamo altre quattro preziose tele: la Madonna del Rosario, la Crocifissione, la predica di San Giovanni Battista e il famoso autoritratto con le insegne di Cavaliere. Altra tappa saliente dell’itinerario a Taverna sulle tracce di Mattia Preti è il Museo civico, ospitato nell'ex convento dei Domenicani.

Prolifico come pochi, il “Cavaliere calabrese” compie un percorso articolato, che lascia traccia delle sue opere a Roma, al Museo di Palazzo Rosso e di Palazzo Spinola a Genova, a Napoli, agli Uffizi di Firenze, alla Pinacoteca nazionale di Bologna, alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis a Palermo, al Museo regionale di Messina, al Museo nazionale d'Abruzzo all'Aquila e al Museo civico di Carpi.

Si tratta di custodire, studiare e gestire uno dei più cospicui patrimoni culturali presenti in Calabria, ancora oggi in massima parte poco conosciuto. Il Museo civico di Taverna ad oggi sta già attuando azioni di valorizzazione e tutela del bene e tutto ciò richiede l'impegno di risorse, che l'Istituto attualmente non possiede, anche per far riemergere capolavori sconosciuti o dispersi.

L'iniziativa si può inserire in un più ampio progetto di promozione culturale del patrimonio artistico, un modo di fruizione culturale, alternativo ed originale, che ha come scopo quello di far conoscere ed apprezzare i beni culturali quali frutto di realtà identitarie.

La proposta è finalizzata proprio alla sensibilizzazione per la conoscenza del proprio territorio, tramite una consapevolezza pubblica e partecipata, rivolta alla comunità cittadina e territoriale.

Oggi risulta rilevante e incessante ampliare le attività legate alla diffusione, alla comunicazione dell'arte per rivolgersi ad un pubblico sempre più ampio al quale veicolare i risultati di ricerca, studio, tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico-culturale della città di Taverna, per questo è sempre più necessario e crescente il bisogno di realizzare progetti editoriali, divulgative, di studio, per fare del patrimonio culturale una vera e propria azienda.

La proposta di legge prevede un contributo economico pari ad euro 20 mila per ciascuna annualità destinata al Comune di Taverna che insieme al Museo civico stabiliranno come impiegarle per le finalità di:

- conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio artistico di Taverna con particolare riferimento a Mattia e Gregorio Preti;

- realizzazione di progetti di studio, restauro, miglioramento fruitivo, editoriali didattici e divulgativi;

- reperimento e valorizzazione espositiva di nuove opere d'arte e documenti originali, attribuite e pertinenti ai due maestri calabresi;

- aggiornamento dell'inventario e del catalogo dei beni culturali della città di Taverna e della Calabria;

- instaurazione di Protocolli d'intesa per attività didattiche e scientifiche con le scuole, le Università, gli istituti e le associazioni culturali di rilevanza regionale, nazionale ed internazionale; promozione e sostegno alla crescita e all'aggiornamento professionale del personale del Museo, anche attraverso progetti di scambio e di studio e tanto altro, per fare in modo che un patrimonio così importante non venga mai disperso. Ringrazio il Comune di Taverna, in particolar modo il consigliere comunale Andrea Borello, e il Museo Civico, il suo Presidente, e tutti coloro i quali hanno contribuito a insieme a me a redigere questa importantissima proposta di legge.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Vorrei fare due brevi considerazioni, prima di entrare nel merito di questo importante provvedimento. Voglio rilevare, innanzitutto, che senza la nostra presenza non ci sarebbe il numero legale neanche per approvare questo provvedimento e forse neanche quelli precedenti; quindi, vorrei sottolineare la responsabilità politica dei consiglieri del gruppo del Partito Democratico - vedo anche il collega consigliere Laghi - senza i quali non sarebbe possibile approvare provvedimenti importantissimi, che hanno trovato anche una convergenza positiva. Questo va salutato appropriatamente.

Poi, mi fa piacere che la collega Straface consideri la clausola valutativa, che è presente in quella legge che è stata approvata, come un momento di novità e di straordinaria importanza, quasi rivoluzionaria. Vorrei ricordare per l'ennesima volta, al presidente Mancuso e al Presidente della Commissione competente, che esiste sulla clausola valutativa una mia apposita proposta di legge, che prevede diventi obbligatoria in tutte le leggi; cioè, quando si approva una legge, è importante prevedere la clausola valutativa perché mette nelle condizioni i consiglieri, il Consiglio, la collettività calabrese di valutare effettivamente l'impatto dell'azione del provvedimento che si mette in campo. Quindi mi fa piacere, collega Straface, e sollecito il Presidente - non vorrei sbagliare – Mattiani - mi pare che la proposta sia assegnata a quella Commissione - di voler calendarizzare la discussione di questa proposta.

Sul provvedimento in discussione ho avuto già modo di dire al Presidente. Abbiamo svolto una articolata e positiva discussione nella Commissione competente, almeno per quanto riguarda la valutazione economico finanziaria perché il merito è stato discusso da un'altra Commissione. Ho annunciato in Commissione bilancio che questo è un provvedimento meritevole di condivisione e di apprezzamento perché non può che salutarsi con grande favore, quando si portano in discussione e all'approvazione provvedimenti di questa portata che, come veniva anche appropriatamente riferito, valorizzano il patrimonio artistico e culturale di enorme pregio non solo per quella comunità, ma, immagino, per l'intero territorio e per l’intera regione.

Cosa dicevo al presidente Montuoro nella valutazione del parere economico finanziario? Proprio per l'importanza della tutela di questo grande patrimonio artistico culturale, per le riflessioni che sono state fatte, per consentire, appunto, non solo di garantire la tutela e la conoscenza ad un pubblico più ampio possibile di questo patrimonio, ma anche di promuovere una diffusa azione di promozione, con iniziative più importanti e più incisive, dicevo che, molto probabilmente, le risorse destinate, forse, non sono sufficientemente in grado di garantire questo progetto, questo obiettivo ambizioso; per cui avevo sollecitato la possibilità di fare una valutazione più appropriata.

Per questa ragione, pur annunciando il voto favorevole al provvedimento, noi abbiamo presentato un emendamento per valutare se c'è e se ci possa essere la possibilità di avere una quantità di risorse destinate a questo provvedimento maggiore di quelle attualmente assegnate. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie Presidente. Intanto faccio una premessa: accolgo positivamente l'approccio che il collega Mammoliti ha avuto anche durante la discussione in Commissione bilancio. Ha condiviso i contenuti della proposta ed è stato propositivo anche in merito alle azioni future da portare avanti per la tutela e la valorizzazione di un importante patrimonio che, come lei ben diceva, non è solo ed esclusivamente riferito al Comune di Taverna, ma diventa una prospettiva importante per l'intero territorio del catanzarese e per la Regione Calabria tutta, per l'elevata caratura dei fratelli Mattia e Gregorio Preti che conosciamo tutti quanti. Relativamente all'assegnazione delle risorse, collega Mammoliti, visto che comunque si tratta di 60.000 euro da finanziare in tre annualità - il contributo è stato inserito ovviamente nel bilancio triennale, quindi i 20.000 euro stanziati vengono assicurati per gli anni 2025, 2026 2027 - considerato che nell’anno corrente, il 2025, siamo arrivati ad oltre metà anno, vorrei proporle questo, anche alla luce del suo emendamento che ho letto: cerchiamo intanto di partire con le attività, confrontandoci periodicamente, sia con l'amministrazione comunale sia con il Museo civico che porta avanti delle importanti attività su questa tematica, e valutiamo insieme, poi, strada facendo, l'eventualità di reperire ulteriori risorse; anche perché, una volta che si partirà dal punto di vista operativo e inizieranno le attività, solo lì saremo in grado di dire se occorrono ulteriori risorse o meno.

Tra le altre cose, con l'approvazione di questa legge si dà anche la possibilità, ovviamente, di partecipare ai bandi che saranno emanati dalla Regione stessa ma anche dal Ministero e, sicuramente, di entrare in una prospettiva molto più ampia, sfruttando anche le risorse extra bilancio regionale; ciò sarebbe molto importante, anche perché può aprire un mondo molto più ampio rispetto a quelle che sono le attività di natura culturale che si possono portare avanti; infatti abbiamo inserito nella proposta di legge anche la possibilità di interloquire con le Università, con gli istituti scolastici, per partorire insieme dei progetti con una visione molto più ampia rispetto a quelle che sono le attività che poi potranno essere portate avanti.

Se lei è d'accordo, proporrei di evitare di discutere l'emendamento, perché in questo momento abbiamo fatto il massimo che potevamo fare, e di valutare poi, strada facendo, anche con il Comune di Taverna e con il Museo Civico stesso, l'eventualità, qualora ce ne fosse bisogno, di reperire ulteriori risorse a sostegno di questa iniziativa.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Colgo e apprezzo il segnale di attenzione del collega Montuoro, però è chiaro che il nostro emendamento, il mio, condiviso anche con il Gruppo, non è stato presentato per dire “invece di 20.000 diamo una maggiore risorsa”, ma proprio perché conveniamo sull'importanza del contenuto del provvedimento, volevamo destinare, se ci fossero le condizioni, maggiori risorse; tuttavia, capisco che, per come è stata incardinata, se io oggi forzassi nel richiedere che si voti, l’emendamento sarebbe sicuramente bocciato. Colgo, quindi, questo segnale di attenzione e auspico che ci saranno tutti quei passaggi, Presidente, in maniera tale che si possa verificare, con il coinvolgimento dei diversi attori, a partire dalla disponibilità della Regione, effettivamente l’individuazione di maggiori risorse per poter garantire la realizzazione dell’obiettivo strategico che questo provvedimento legislativo comporta.

Grazie. Ritiro l’emendamento. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. L’emendamento del consigliere Mammoliti è ritirato. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Svolgimento delle interrogazioni ex articoli 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale

PRESIDENTE

Passiamo al punto 7, lo svolgimento delle interrogazioni ex articoli 121 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

In relazione alle interrogazioni ex articolo 121 del Regolamento interno, ricordo all'Aula che, ascoltata la risposta della Giunta, l'interrogante ha diritto di replicare per non più di tre minuti, al fine di dichiarare se si ritenga o meno soddisfatto; per le interrogazioni ex articolo 122 del Regolamento interno, ricordo all’Aula che l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre minuti per la risposta, l'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto. In caso di assenza del preponente l'interrogazione decade. In caso di assenza della Giunta l'interrogazione è rinviata.

Interrogazioni a risposta immediata

Interrogazione a risposta immediata numero 321/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”

PRESIDENTE

Iniziamo con le interrogazioni a risposta immediata ex articolo 122 del Regolamento interno. La prima è l'interrogazione numero 321/12^, a firma del consigliere Muraca: “Provvedimento urgente sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”. Il consigliere Muraca è assente, quindi l'interrogazione decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 323/12^ di iniziativa dei consiglieri R. Mammoliti, A. Lo Schiavo: “Sulla mancanza di posti letto e di barelle nell’Ospedale di Vibo Valentia”

PRESIDENTE

L’interrogazione numero 323/12^, di iniziativa del consigliere Mammoliti, la 323/12^, è rinviata per assenza del presidente Occhiuto.

 

(Il Consiglio rinvia)

Interrogazione a risposta immediata numero 345/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione numero 345/12^, sempre di iniziativa del consigliere Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”. Il collega Muraca è assente, quindi, l'interrogazione decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 347/12^ di iniziativa del consigliere D. Tavernise: “Crisi dell'azienda pubblica AMACO S.p.A.”

PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione numero 347/12^ a firma dal consigliere Tavernise: “Crisi dell'azienda pubblica AMACO S.p.A.”. Cedo la parola all'interrogante per l'illustrazione.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente.

Premetto che questa interrogazione è stata depositata prima dell'inchiesta che ha riguardato il presidente Occhiuto, pertanto, il deposito di questa interrogazione non è collegato con quello che abbiamo letto sui giornali e che riguarda anche alcuni soggetti che hanno amministrato AMACO.

Premesso che: l'AMACO SPA, azienda per la mobilità nell'area cosentina, interamente partecipata dal Comune di Cosenza, è l'azienda pubblica che ha gestito per decenni e sta gestendo il trasporto pubblico locale nell'area urbana cosentina, nonché consorziata della società COMETRA, consorzio meridionale Trasporti; al 31 dicembre 2024 il numero di dipendenti di AMACO è pari a 120 unità; Ferrovie della Calabria detiene una partecipazione del consorzio pari al 35,71% del capitale sociale.

Considerato che: la Procura di Cosenza, all'esito di un lungo approfondimento investigativo, ha chiesto al Tribunale di Cosenza il fallimento di AMACO, nello specifico il 30 novembre 2022; a causa di un'insolvenza del Piano industriale incompleto e dell'aggravamento della situazione economica, tutto ciò ha portato l'azienda, già da tempo in crisi, alla liquidazione giudiziale dal Tribunale di Cosenza il 16 novembre del 2023, dopo aver accumulato oltre 16 milioni di euro di debiti, azzerando completamente il proprio capitale sociale. Tant'è che, al 31 dicembre 2022, il patrimonio netto ha registrato un valore negativo di oltre 10 milioni di euro; la sentenza è stata confermata in via definitiva della Corte d'appello; la Procura di Cosenza ha anche contestato al precedente amministratore unico gravi responsabilità nella gestione, ipotizzando reati che vanno dalla bancarotta al falso in bilancio, parlando apertamente di un dissesto irreversibile causato da operazioni dolose; il curatore della liquidazione giudiziaria ha tentato più volte, senza esito, di vendere prima e poi affittare il ramo TPR dell'azienda; l’ultima asta per la vendita del ramo di azienda relativa all'esercizio del trasporto pubblico locale di AMACO è andata deserta ad Aprile 2025; il prezzo per la vendita era stato fissato a 4.275.000 €, ma non è pervenuta alcuna offerta; il programma di liquidazione, inoltre, ha suscitato forti perplessità da parte delle organizzazioni sindacali; la gestione temporanea ha comportato sacrifici significativi per i dipendenti, tra cui anche delle rinunce economiche e, oggi, a fronte di 22 mezzi nuovi, ibridi e diesel, acquistati e destinati a servire il trasporto pubblico locale dell'area urbana cosentina, questi nuovi mezzi restano fermi nei depositi AMACO per problemi burocratici e questo comporta agli autisti di continuare a svolgere il servizio su mezzi vecchi e insicuri; la crisi dell'AMACO rischia di produrre ricadute gravi sui 120 lavoratori con il pericolo concreto di una perdita occupazionale.

Per tutti questi motivi, la gestione della transizione, l'assenza di scelte chiare da parte della Regione stanno alimentando incertezze, sfiducia e attenzione sociale nell’area urbana cosentina. Se non emergeranno soluzioni nell'immediato, si ridurrà al lumicino la speranza di salvaguardare almeno in parte il patrimonio aziendale e i livelli occupazionali, vista la scadenza dell'esercizio delle attività dell'impresa fissata al 30 settembre 25.

Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Presidente della Giunta regionale e, in questo caso, l'assessore regionale trasporti, Gianluca Gallo, per sapere quali necessarie ed urgenti iniziative intendano adottare al fine di garantire i livelli occupazionali e la qualità e il regolare esercizio del servizio di trasporto pubblico locale svolte da AMACO nell'area cosentina. Grazie.

PRESIDENTE

Risponde l’assessore Gallo. Prego.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e Trasporto pubblico locale

Signor Presidente, colleghi consiglieri. Credo che in maniera opportuna il collega Tavernise abbia posto questa problematica. Condivido anche la sua preoccupazione sullo stato di un'azienda della quale ha descritto bene le condizioni a seguito di difficoltà di carattere economico e finanziario che si sono determinate.

Ho ricevuto la delega ai trasporti da qualche mese. Come lei sa, io ho letto la sua interrogazione e al suo interno c'è una valutazione anche sulla condizione della Regione. Non sono d'accordo sulla sua valutazione circa la responsabilità della Regione. La Regione è il committente, la Regione è colei la quale attribuisce alle società che sono concessionarie i chilometri in base anche a una determinazione che proviene, credo, da molto lontano. Nel 2026 ci sarà la scadenza di queste concessioni e si procederà naturalmente ad una nuova gara, rispetto alla quale ci stiamo anche preparando come governo regionale.

La Regione, quindi, conferisce alle società, tra cui AMACO, i chilometri e paga anche l'esercizio. E, quindi, in questa vicenda credo che sia danneggiata tanto quanto lo sono i lavoratori.

Insieme al presidente Occhiuto abbiamo stabilito un principio, rispetto al quale non si può fare un passo indietro, vale a dire la totale salvaguardia dei livelli occupazionali dei 120 dipendenti che sono occupati da AMACO. Questo è il limite invalicabile oltre il quale non si può andare, ed è quello che io ho comunicato, sia al curatore sia ai sindacati, nelle riunioni che ho svolto presso la Cittadella regionale negli scorsi mesi, ad ottobre, poi nel mese di dicembre e infine lo scorso mese di maggio, mi pare il 19 di maggio, riunione nella quale, a seguito anche di una discussione avvenuta alla presenza del sindaco di Cosenza - naturalmente, come lei sa, AMACO è società del Comune di Cosenza che esercita il servizio all'interno del Comune di Cosenza - c'è stata una generale schiarita.

Naturalmente si tratta di situazioni anche delicate perché, come lei sa, c'è una procedura giudiziaria in corso che prevede delle aste - lei puntualmente ha elencato anche le scadenze delle aste all'interno della sua interrogazione - e noi non possiamo intrometterci in questo percorso. Però, il curatore fallimentare ci ha dichiarato che chiaramente si aprirebbe una nuova fase, se non ci dovessero essere privati o altri soggetti interessati e dovesse andare deserta la seconda asta di vendita, con scadenza del prossimo 28 di luglio, 29 di luglio, che mi pare lei citasse mutualmente ad un prezzo di 3.400.000 euro; peraltro, come lei sottolineava in una parte della sua interrogazione, è da discutere e ragionare se in questi 3.400.000 euro rientri anche la concessione sui chilometri che la Regione ha attribuito. Per cui, attraverso il Presidente di COMETRA, che è anche il direttore di Ferrovie della Calabria e che era presente alla riunione, c'è stato da parte di COMETRA un impegno ad assorbire eventualmente sia i chilometri sia i dipendenti per fare in modo che si possa, in quella fase, arrivare ad una gestione che possa essere in equilibrio finanziario, ma che possa essere anche società subentrante che, come lei sa, è una società che congloba più società partecipanti ed esercenti questa attività.

C'è stata anche una novità, nei giorni passati. Lei faceva riferimento ai mezzi che da un paio d'anni erano stati immatricolati o, comunque, erano depositati presso la sede di COMETRA perché appartenenti a COMETRA, rispetto ai quali ci doveva essere un cofinanziamento da parte di AMACO del 10%, con il 90% delle somme che sono messe a disposizione dalla Regione nel programma regionale di ricambio del parco circolante; noi abbiamo investito svariate centinaia di milioni di euro, anche attraverso finanziamenti nazionali ed europei, per rinnovare il parco circolante della nostra regione; per cui in tutti i Comuni - questo lo dico anche a beneficio dei colleghi consiglieri regionali - in tutte le città capoluogo di provincia nelle quali si esercita questo servizio, noi abbiamo di fatto provveduto ad acquistare mezzi elettrici, rinnovando totalmente il parco circolante.

Comunico anche, non c'entra nulla con il provvedimento in discussione, l'arrivo di due nuovi treni Blues in questa settimana, per cui arriviamo ad 11 treni Blues su 12. Nei prossimi giorni provvederemo a presentare alla stampa questi nuovi treni, nell'ambito del rinnovo del materiale rotabile, 37 nuovi treni che porteranno l'età media dei nostri treni in questo quinquennio da 30 a 5 anni. Stiamo tentando di reperire altre risorse per acquistarne altri 3 e portare a 40 i nuovi treni. Questa è stata una digressione, chiedo scusa, per un'informativa al Consiglio regionale.

In questa settimana, negli ultimi giorni, credo mi pare una decina di giorni fa, abbiamo ricevuto una comunicazione da parte di AMACO che è stata autorizzata dal giudice a provvedere a versare il cofinanziamento, per consentire la definizione della pratica relativa a questi nuovi bus, per cui 16 nuovi bus saranno messi a disposizione di AMACO nelle prossime settimane da parte di COMETRA e si procederà anche a metterli su strada, per fare in modo che il servizio, oggi esercitato con mezzi obsoleti e per i quali nutrono ritrosia i cittadini e coloro i quali sono nell'area urbana e utilizzano i mezzi pubblici per il trasporto pubblico locale, sia reso con bus adeguati. Potrebbe essere anche in questo caso una svolta. C’è qualche schiarita all'orizzonte.

Condivido le preoccupazioni. La Regione, comunque, ha il percorso ben chiaro e ritengo che COMETRA farà la sua parte se, come abbiamo detto, il 28 luglio scadrà il termine previsto per la partecipazione a questa nuova asta, senza che ci siano soggetti interessati, naturalmente, a parteciparvi.

Siamo naturalmente in attesa delle evoluzioni. In ogni caso penso che, di qui a qualche settimana, riusciremo a mettere su strada questi nuovi 16 mezzi: questo è già un segnale positivo. Ribadisco: limite invalicabile è il mantenimento dei livelli occupazionali per volontà del Presidente e per volontà mia, come delegato del Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Consigliere Tavernise ha un minuto per la replica.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Ringrazio l'assessore Gallo, quindi ritengo ancor di più importante aver depositato questa interrogazione che ci ha fornito alcuni elementi importantissimi perché, a fine mese, quindi, se la seconda gara andrà deserta, ci sarà praticamente l'assorbimento in Ferrovie della Calabria, prima un tavolo e poi un ipotetico assorbimento.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e Trasporto pubblico locale

Sì, c’è una differenza sostanziale: non sarà Ferrovie della Calabria, che è un socio di COMETRA, ma COMETRA come subentrante al posto di AMACO, sia nei chilometri sia per quanto attiene al personale. Questa è quanto emerso al tavolo che abbiamo tenuto lo scorso 19 maggio, ma naturalmente ribadisco la delicatezza del momento perché sono in corso delle procedure giudiziarie, per cui è un momento delicato e rimaniamo naturalmente in attesa. La differenza è sostanziale: non Ferrovie della Calabria, ma COMETRA.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Va bene, grazie. Ovviamente monitori anche la questione dei 16 bus, perché non è una bella immagine per la città di Cosenza che quei mezzi obsoleti camminino per le strade di un capoluogo di provincia. Grazie.

Interrogazione a risposta immediata numero 321/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”

PRESIDENTE

Rimettiamo “in bonis” il collega Muraca, a cui cedo la parola per illustrare l'interrogazione 321/12^ “Provvedimenti urgenti sullo stato di calamità naturale del Comune di Scilla”. Giusto? Prego, a lei la parola.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Premesso che Scilla, così come tutto il litorale della Costa Viola, è uno dei principali attrattori turistici della Regione Calabria, meta balneare d'eccellenza e presenta uno straordinario patrimonio storico, naturale e paesaggistico, ambito da turisti provenienti dall'Italia e da tutto il mondo, le eccezionali condizioni meteorologiche e le mareggiate che hanno colpito il territorio dal 21 al 24 dicembre 2024 hanno devastato il lungomare, creando ingenti danneggiamenti anche provocando dei problemi sull'attraversamento pedonale e veicolare.

La commissione straordinaria ha chiesto alla Regione Calabria delle risorse, visto che l'ente non riesce a intervenire con risorse proprie. Quello che noi chiediamo, vista l'importanza e che questa Giunta regionale ha sempre dichiarato di mirare in primis sul turismo, cosa potrà fare la Regione Calabria per intervenire sul problema ed eventualmente finanziare le opere di ripristino della costa, importantissima, di Scilla. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore Caracciolo, a lei la risposta.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

In merito al quesito posto, si rappresenta che, in relazione agli eventi meteo marini e ai fenomeni meteorologici intensi verificatisi nel Comune di Scilla dal 19 al 24 dicembre 2024, i tecnici dei Dipartimenti protezione civile, infrastrutture e lavori pubblici regionali hanno eseguito dei sopralluoghi per l'accertamento dello stato dei luoghi, sulla scorta delle segnalazioni pervenute dalla Commissione prefettizia che all'epoca gestiva il Comune. All'esito dei disposti sopralluoghi, l'intervento di mitigazione del rischio idrogeologico del costone roccioso sottostante il castello Ruffo e del tratto di lungomare Monacena, per un importo pari a 333.241 euro, è stato inserito tra quelli del programma di mitigazione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza in aree di pregio paesaggistico, ambientale e storico culturale archeologico e finanziati con decreto del Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici numero 8351 del 10 giugno 2025. Lo scorso 17 giugno, quindi, è stata stipulata la convenzione con il Comune e disposto l'avvio delle attività ai fini dell'esecuzione dei lavori. Relativamente agli interventi di protezione civile, si rileva che l'evento emergenziale di che trattasi è da inquadrare comunque nella tipologia di quelli da fronteggiare dai singoli enti, ai sensi della lettera a), comma 1, del decreto legislativo 1/2018 del Codice di procedura civile.

PRESIDENTE

Grazie. Consigliere Muraca, vuole replicare? Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Chiaramente, questo è quello che è avvenuto e di cui noi eravamo già a conoscenza. Quello che chiediamo è differente.

Proprio la Commissione prefettizia - giustamente, la dottoressa l’ha citata - ha chiesto un intervento estremamente più incisivo perché c'è un'erosione anche all'interno del lungomare e c'è la possibilità di caduta di massi dal castello Ruffo. Chiaramente, quello che noi chiediamo alla Regione Calabria, e che chiede il Comune di Scilla, è un intervento molto più importante. Mi pare che ci sia una stima di 4.000.000/4.500.000 di euro che, all'epoca, la Commissione prefettizia ha chiesto alla Regione Calabria. Perciò, per quanto mi riguarda, la risposta non è quella che mi aspettavo oggi. Spero che si possano trovare le risorse e investire su un Comune così importante per la Calabria e per la provincia di Reggio.

PRESIDENTE

Grazie. Assessore, vuole intervenire sul punto precedente? Ne ha facoltà.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Intervengo solo per dire che il sopralluogo è stato eseguito direttamente dall'ingegnere Moroni che ha condiviso con la Commissione straordinaria gli interventi da fare per mettere in sicurezza l'area.

Interrogazione a risposta immediata numero 345/12^ di iniziativa del consigliere G. Muraca: “Interventi urgenti necessari per rimettere in sicurezza, ripristinare la viabilità e per ovviare al rischio di isolamento del Comune di Delianuova”

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Quindi, a lei la parola per la successiva interrogazione, collega Muraca.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Velocemente, Presidente. Sempre rispetto alle frane avvenute pochi mesi fa: l'SP2 è totalmente chiusa al transito, nell'SP2 bis, invece, la frana ha chiuso una carreggiata della strada per poter arrivare a Delianuova e Cosoleto e c'è il rischio che anche questa possa essere chiusa totalmente.  Capirete bene che c’è il rischio di isolamento di un intero territorio che non potrà raggiungere il centro abitato, gli ospedali, l'autostrada, eventualità gravissima per la collettività.

Tra l'altro, la Città metropolitana ha già finanziato un intervento dall’APQ chiedendo alla Regione Calabria un ulteriore finanziamento di quattro milioni e mezzo, perché con il passare del tempo e l'aumento del prezziario regionale – cosa che sicuramente l'Assessore saprà - non si riuscirà a definire l'opera.

Perciò, chiedo alla Regione Calabria, non solo se c'è la possibilità di intervenire immediatamente per ripristinare l'area e dare modo ai cittadini di poter raggiungere sia l'autostrada sia l'Ospedale, senza rimane isolati, ma anche se ci sia la volontà e la possibilità di finanziare gli ulteriori quattro milioni e mezzo - se non ricordo male - per definire l'opera già “cantierizzata” dalla Città metropolitana. Grazie.

PRESIDENTE

Assessore, prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Occorre preliminarmente distinguere tra gli interventi di opere stradali infrastrutturali e gli interventi di mitigazione dei fenomeni franosi che interessano i tracciati stradali.

Per quanto attiene al finanziamento delle opere stradali infrastrutturali, l'intervento di adeguamento strada provinciale Delianuova A3, svincolo Gioia Tauro, è inserito nell'Accordo di programma per il sistema delle infrastrutture di trasporto, sottoscritto nel 2002, con copertura a valere su delibere CIPE. I lavori, per quanto desumibile in atti, sono realizzati per circa il 95% e sono fermi da tempo per contenziosi insorti con l'appaltatore.

La somma richiesta, sempre per quanto emerge dagli atti disponibili, risulta necessaria per procedere all'aggiornamento/revisione progettuale al fine di attualizzare l'elenco prezzi per il successivo riappalto, conseguenza del lungo tempo intercorso dal finanziamento concesso. Allo stato attuale le risorse finanziate, destinate alla realizzazione di interventi analoghi, sono vincolate a opere già programmate, tuttavia, trattandosi di lavori di completamento, è in corso l'interlocuzione con il Dipartimento programmazione affinché si riesca a dare copertura economica all'intervento, al fine di valorizzare quanto già realizzato. In ogni caso, nell'ambito delle costanti interazioni con la Città metropolitana, si terrà conto della richiesta avanzata nei futuri programmi di finanziamento, ferme restando le regole di sostenibilità che le diverse fonti di finanziamento pongono alla base dell'ammissibilità.

In relazione al finanziamento degli interventi in materia di difesa del suolo, a fronte di appositi stanziamenti ministeriali che periodicamente provvedono a dare copertura finanziaria, il riferimento è dato dal DPCM 27 settembre 2021, avente ad oggetto “Aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell'entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione rischio idrogeologico” e dal DPCM 14 luglio 2016 “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico”, ai quali, per legge, tutti gli enti territoriali devono attenersi per l'accesso ai relativi finanziamenti, presentando la necessaria documentazione all'Ufficio addetto, all'Assessorato, al Dipartimento lavori pubblici.

Per quanto sopra, il Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, al fine di supportare i Comuni nella presentazione delle istanze, ha anche redatto delle specifiche istruzioni operative che sono appositamente pubblicate sul sito istituzionale della Regione Calabria, indicando tutta la documentazione necessaria per la presentazione delle istanze. Tale iniziativa è stata resa nota già dal 13 novembre 2023 e inviata mediante PEC a tutti i Comuni, Province e Città metropolitana.

In passato, peraltro, la Città metropolitana di Reggio Calabria è stata più volte invitata, da ultimo con nota numero 269190 del 16/04/2024, nelle proprie articolazioni competenti, cioè Settore difesa del suolo e Settore viabilità, a produrre proposte progettuali da sottoporre a richiesta di finanziamento per la risoluzione di problematiche di dissesto idrogeologico, in generale, e, in particolare, quelle afferenti alle infrastrutture di trasporto.

A fronte di ciò, ad oggi, per quanto agli atti, non risultano pervenute richieste di finanziamento per la messa in sicurezza della strada provinciale 2 e della strada provinciale 2 bis.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Ha chiesto di intervenire per replica il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Chiaramente non ho la documentazione, ma non mi risulta questa situazione.

La Città metropolitana ha richiesto formalmente alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture, alla Regione Calabria, le risorse per l'intervento di cui prima.

Non ho portati i documenti, la richiesta ufficiale che ha fatto la Città metropolitana in quanto titolare della strada di cui abbiamo parlato, l’SP2. La richiesta è stata fatta, non so se fossero risorse del dissesto, ma sono state chieste direttamente sia alla Regione sia che al Ministero. Suppongo che sia stato sbagliato l’indirizzo, ma chi ha ricevuto la PEC avrebbe potuto girarla a chi di competenza. Non penso che la burocrazia possa permettere che un territorio resti isolato o che un'ambulanza o i vigili del fuoco non possano arrivare a Delianuova. Io penso che la vita dei Calabresi venga prima della burocrazia. L'istanza c'è e io sono pronto a depositarla, se dovesse servire. Se poi è un aspetto burocratico, un problema rispetto a chi è stata indirizzata l'istanza tra un ufficio e un altro, penso e spero che sia superabile.

PRESIDENTE

Assessore, vuole rispondere? Prego.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Dottore, non si tratta di burocrazia, si tratta di un sistema che è stato previsto da una legge nazionale a cui tutti gli enti si devono attenere. È un sistema che regolamenta l'accesso a questi fondi, è proprio un sistema, quindi, la PEC che gli Enti mandano al Ministero, a Roma, alla Regione non va bene, bisogna adeguarsi a questo sistema. Lo sanno, ne abbiamo parlato, abbiamo anche programmato una riunione - la terrò a breve - per spiegarlo ancora meglio. Questo è il metodo corretto per accedere a queste risorse. Purtroppo, lo prevedono una legge nazionale e un decreto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Muraca. Ne ha facoltà.

MURACA Giovanni (Partito Democratico)

Assessore, mi perdoni, ma sono passati 6/8 mesi dalla frana sull’SP2, non possono essere questi i tempi perché non è una situazione ordinaria, è una situazione straordinaria. Perciò la prego di favorire il dialogo per far sì che la Città metropolitana non sbagli, anche se mi sembra assurdo che, pur nell’eventualità che ci sia stato un errore, essendoci un rischio concreto per la collettività, siano passati otto mesi. Spero, a questo punto, che si possa accelerare.

Interrogazione a risposta immediata numero 364/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Tavernise, D. Bevacqua, A. Lo schiavo: “Mancato finanziamento del Bonus Affitti e iniziative della Regione Calabria a tutela dei nuclei familiari in disagio abitativo”

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo alla prossima interrogazione, alla 364/12^ a firma dei consiglieri Tavernise, Bevacqua, Lo Schiavo: “Mancato finanziamento del bonus affitti e iniziativa della Regione Calabria e tutela del nuclei familiari con disagio abitativo”.

Consigliere Tavernise, a lei la parola.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Grazie, presidente Mancuso.

Assessore Caracciolo, questo argomento è molto sentito da centinaia se non, addirittura, migliaia di famiglie calabresi, perché, nonostante esista un fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione - nel 2022 era stato finanziato per 330 milioni di euro - la legge di bilancio per il 2023 del Governo Meloni non ha confermato le cifre precedenti.  Questo ha causato a una drammatica interruzione di un sostegno essenziale per migliaia di famiglie in Calabria. Se a questo aggiungiamo il fatto che in Calabria molti Comuni hanno comunque proceduto alla pubblicazione dei bandi per il sostegno ai canoni di locazione, sia nel 2023 sia nel 2024, oggi ci troviamo nella situazione in cui quasi tutti i Comuni calabresi hanno realizzato delle graduatorie, con tanto di nomi e cognomi, con centinaia di famiglie che stanno aspettando un supporto economico, così come è successo in tutti gli anni, però purtroppo questo supporto economico ad oggi non è arrivato per scelta del Governo nazionale; purtroppo, devo assolutamente dire che l’attuale Governo nazionale sta completamente tralasciando e abbandonando il ceto sociale più povero, il ceto sociale più debole. Posso capire - mi riferisco ai colleghi di Fratelli d'Italia - una battaglia ideologica nei confronti del reddito di cittadinanza - va bene -, però addirittura non rifinanziare il sostegno al bonus affitti per le Regioni italiane penso che sia un'assoluta vergogna. Ora, alcune Regioni, come l’Emilia-Romagna, assessore Caracciolo, si stanno muovendo con la sottoscrizione di un protocollo per la riduzione del disagio abitativo 2025 - 2026. Come consiglieri di opposizione, io insieme ai colleghi Bevacqua e Lo Schiavo, dopo diverse segnalazioni da parte di famiglie, abbiamo quindi deciso di depositare queste interrogazioni per capire se la responsabilità sociale e politica di questa emergenza possa essere in qualche modo assorbita o presa in considerazione da parte della Regione Calabria e della sua Giunta, per cercare in qualche modo di prevedere lo stanziamento di risorse regionali per finanziare il bonus affitti. Grazie.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Intanto voglio precisare una cosa: il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso delle abitazioni in locazione, ex legge 431 del 1998, non è stato sempre finanziato; è stato sicuramente finanziato e anche con risorse importanti nel periodo Covid, ma ho controllato gli ultimi 10 anni e ho visto che nel 2015, 2016, 2017 e 2018, per esempio, non ha ricevuto alcun finanziamento e nel 2019 è stato finanziato con fondi veramente irrisori. Durante il periodo Covid, negli anni 2020, 2021 e 2022 è stato finanziato con fondi abbastanza sostenuti, tant'è che i fondi del 2022 sono stati sufficienti anche per erogare il 2023. Ho controllato, poi, il protocollo che voi avete citato ed è riferito a un altro fondo, quello per la morosità incolpevole, e dai dati che siamo andati a vedere nel 2023 - sono gli ultimi dati utili diramati dal Ministero dell'Interno - in Calabria sono soltanto 153 i provvedimenti di sfratto per morosità. Perché glielo dico? Perché poi il fondo viene tarato dalle Regioni, erogato in base ai provvedimenti di sfratto.

Adesso invece noi parliamo di quest'altro fondo. Con l'articolo 11 della legge 9 dicembre 1998 numero 431, è stato istituito il Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione. Col successivo decreto del Ministero dei lavori pubblici, 7 giugno 1999, sono stati fissati i requisiti minimi necessari per beneficiare del contributo e i criteri per la determinazione dell'entità dei contributi stessi in relazione al reddito familiare e all'incidenza sul reddito medesimo del canone di locazione. Ai sensi del comma 1 del citato articolo 11, la dotazione annua è determinata dalla legge finanziaria che, avendo riguardo all'ultimo decennio, ad eccezione del periodo Covid in cui sono state erogate risorse che hanno consentito di far fronte alle necessità del 2023, non sempre le ha previste, come nel caso del triennio 2016 – 2018 o le ha previste in modo insufficiente. Per l'anno in corso sono state avviate, peraltro, varie iniziative, come quella a cui si è fatto cenno in relazione alla risposta all'interrogazione numero 333/12 (Fondo per la morosità incolpevole in misure di contrasto agli sfratti in Calabria). Nell'occasione è stato evidenziato che nel corso dell'iter finalizzato all'adozione del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto col Ministro dell'economia e delle finanze è stata chiesta, in sede di riunione tecnica di coordinamento, la possibilità già in passato concessa, di far confluire le eventuali risorse non spese nel Fondo nazionale per il sostegno all'accesso alle abitazioni in locazione, tenuto conto che le richieste di accesso al fondo per la morosità incolpevole, che prevedono di norma requisiti stringenti oltre al basso reddito ISEE, (contratto di locazione regolarmente registrato, sussistenza, stato di bisogno, assenza da parte del nucleo familiare di diritto di proprietà, usufrutto, uso, abitazione nella provincia di residenza di altro immobile) si rivelano spesso esigue; quindi, queste richieste sono talmente poche per cui questi fondi noi abbiamo chiesto che venissero dati per implementare l'altra norma. Inoltre, è in corso da parte del Dipartimento programmazione regionale una interlocuzione con i servizi della Commissione Europea per l'attivazione nell'ambito delle misure volte a promuovere l'integrazione sociale delle persone a rischio di povertà o di esclusione sociale, compresi gli indigenti e i bambini del PR Calabria 2021 - 2027 di interventi diretti a favorire l'integrazione sociale delle persone in condizioni di maggiore vulnerabilità socio-economica, tra cui gli indigenti o persone molto lontane dal mercato del lavoro, anche attraverso azioni finalizzate alla gestione delle insolvenze e delle morosità dei canoni di locazione, mediante l'erogazione dei contributi a fondo perduto, nonché per il sostegno a servizi abitativi e socio assistenziali.

Quindi diciamo che stiamo provvedendo e, probabilmente, a breve faremo un bando per l'anno in corso.

Infine, si ritiene utile evidenziare che la Regione Calabria, oltre alle politiche della casa, porta avanti svariate azioni finalizzate a supportare le famiglie in condizioni di disagio non solo sociale ma anche economico, con più fondi dedicati ed afferenti ad altri Dipartimenti.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Ha facoltà di intervenire per replica il consigliere Tavernise.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Assessore, la ringrazio, è stata molto esaustiva. Volevo sapere se lei già adesso è in grado di dirmi, più o meno, di che cifra stiamo parlando e, se comparata rispetto alle cifre che sono state stanziate dal Governo negli anni passati, si riesce ad ottenere una copertura più o meno totale delle domande presentate negli anni passati. Grazie.

PRESIDENTE

Prego, Assessore.

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Non so se sono in corso interlocuzioni, ma noi riteniamo di sì, che ci siano le risorse o comunque che riusciremo a far fronte efficacemente a questa necessità.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 

Ovviamente, sempre in riferimento alla chiusura di quest'anno, nel senso, bando del 2025 per il 2024?!

CARACCIOLO Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria, fenomeni migratori, urbanistica 

Per il 2025, per l'anno in corso. Per il prossimo anno, da quello che so io, il Governo dovrebbe provvedere.

Interrogazione a risposta scritta numero 313/12^ di iniziativa dei consiglieri R. Mammoliti, A. Lo Schiavo: “In merito alla liquidazione degli undici Consorzi di Bonifica ed alla mancata erogazione del TFR ai lavoratori collocati in quiescenza”

PRESIDENTE

Proseguiamo con le interrogazioni a risposta scritta, ex articolo 121 del Regolamento interno. La prima è l'interrogazione 313/12^ a firma dei consiglieri Mammoliti e Lo Schiavo: “In merito alla liquidazione degli 11 consorzi di bonifica e alla mancata erogazione del TFR ai lavoratori collocati in quiescenza”.

Nelle more dell'avvio della seduta consiliare, è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale.

Vuole intervenire e cedo la parola all'interrogante. Prego.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie Presidente. Intervengo molto brevemente.

La risposta l'ho letta e ritengo, lo dico con grande senso di responsabilità, che in questi 12 mesi, purtroppo, non ci sia stata un'azione adeguata, congrua per garantire ai Consorzi l'effettiva liquidazione del trattamento di fine rapporto dei lavoratori, ad eccezione di alcuni (il consorzio Ionio Crotonese e l'altro Jonio regino). Ora, i Commissari insistono sul fatto che con la riscossione dei ruoli scaduti si possa procedere al pagamento, altrimenti si rischia - questa è la preoccupazione che volevo offrire all'Assessore e mi auguro che si attivi coerentemente per evitarla - questa ipotesi che sarebbe veramente  ingenerosa e non in grado poi di garantire la liquidazione del trattamento di fine rapporto lavoro; ciò significherebbe affidare una liquidazione al Consorzio unico che porterebbe ad una gestione separata che non metterebbe nelle condizioni il Consorzio di poterli effettivamente liquidare. Quindi, auspico e sollecito l'assessore ad intervenire politicamente per verificare la possibilità di individuare delle risorse congrue e necessarie per consentire ai lavoratori che hanno lavorato per 30/40 anni di ricevere la giusta e adeguata liquidazione del trattamento di fine rapporto lavoro. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Cedo la parola all’assessore. Prego, ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale 

Grazie, Presidente. È un tema, questo del TFR, degli ex lavoratori del consorzio di bonifica che ci occupa tanto tempo. È opportuno - lo voglio ribadire senza ipocrisie - anche che il Consiglio regionale se ne occupi e che ci siano dei consiglieri che sollevino la vicenda, perché questo dà modo anche di chiarire alcuni aspetti.

Nel corso degli anni, la Regione ha versato ai consorzi ingenti risorse nel settore della forestazione. Si è creato un vulnus perché la Regione ha fornito ai Consorzi il personale, lo ha pagato e poi ci sono stati anche dei contenziosi che, peraltro, nella fase finale di vita dei consorzi, sono stati chiusi con delle transazioni; infatti, a seguito dei lavori di una Commissione che è stata istituita presso il Dipartimento agricoltura, è venuto fuori che comunque la Regione ai Consorzi aveva versato delle somme e i Commissari o i Presidenti dei Consorzi in quella fase hanno sottoscritto delle transazioni.

Quindi la Regione, nel corso degli anni, ha versato ai Consorzi le risorse che avrebbero dovuto essere accantonate per i TFR.

Questi TFR, in alcuni casi, non sono arrivati ai lavoratori. Si tratta di circa 200 lavoratori che hanno avuto in parte degli acconti, quasi tutti nell’area nord della Calabria, perché quasi tutti o in gran parte sono in quell'area.

Con un provvedimento che la maggioranza di questo Consiglio regionale ha assunto il 28 novembre 2023, la Regione rimetteva ai Consorzi le risorse del settore forestazione.

In molti casi i Consorzi erano schiacciati dai pignoramenti presso terzi per cui le somme non giungevano ai lavoratori, cito ad esempio: la mensilità di gennaio 2023 e di settembre 2023 per il consorzio di bonifica di Trebisacce; il consorzio di bonifica dei bacini meridionali del Cosentino, quindi il Consorzio di bonifica di Cosenza, in cui anche ci furono dei pignoramenti che impedirono il trasferimento delle somme o, comunque, nel momento in cui le somme furono trasferite, furono pignorate da parte di terzi creditori.

Ci fu, quindi, un'assunzione forte di responsabilità da parte del presidente Occhiuto e del sottoscritto, che proponemmo al Consiglio regionale una norma che il Consiglio regionale, questa maggioranza, votò, assumendosi una grande responsabilità, sul trasferimento alla Regione, in particolare a Calabria Verde, dei lavoratori dei Consorzi di bonifica del Settore forestale. Questo cosa ha comportato? Ne abbiamo parlato più volte in Aula col consigliere Mammoliti, al di là delle valutazioni se poi un giorno i consorzi di bonifica riusciranno a trasferire alla Regione queste risorse. Mi spiego meglio, perché credo che sia necessario spiegare ai colleghi consiglieri, che magari non sono tecnici della materia: poiché la legge prevede che l'ultimo datore di lavoro paghi per intero il trattamento di fine rapporto ai lavoratori, salvo poi rivalersi nei confronti degli altri datori di lavoro. Chiaramente la Regione accetta un grande rischio: finanzia Calabria Verde, che provvede a pagare il TFR come sta facendo. Nelle prossime settimane, voglio annunciare, saranno pagati TFR almeno fino a maggio 2024, quindi recupereremo un altro anno - questa è una notizia che devo ai colleghi consiglieri - con una rimessa di 15 milioni che è stata fatta nei giorni passati da parte della UOA Forestazione a Calabria Verde. È chiaro che Calabria Verde non riuscirà a recuperare queste risorse dai Consorzi di bonifica, perché solo un consorzio di bonifica ha trasferito a Calabria Verde le somme accantonate per il TFR (500.000 euro, mezzo milione di euro da parte del consorzio di bonifica dei bacini dello Ionio meridionale, Consorzio di bonifica di Crotone).

Tutti gli altri non hanno trasferito accantonamenti di somme o di risorse. Si tratta di circa 1100 lavoratori, una media di 40/45 mila euro a TFR, per un totale di circa 50 milioni di euro ai quali stiamo facendo fronte. Rimane una parte, vale a dire i lavoratori che sono andati in pensione prima di quel 30 novembre 2023, rispetto ai quali alcuni consorzi non hanno fatto fronte al dovere del pagamento del TFR.

E, allora, primo: la Regione ha versato queste risorse; secondo: i Commissari liquidatori continuano a riscuotere i tributi consortili fino al 31 dicembre 2023, quindi tutti i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2023; alcuni consorzi, quindi, in particolare quelli del sud della Calabria, quelli del reggino, stanno facendo fronte alle loro obbligazioni nei confronti dei lavoratori. Pertanto, questa emergenza nel reggino, consigliere Giannetta, non c'è come nell'area nord della Calabria. Chiaramente nell'area nord della Calabria - è agli atti anche la relazione del Commissario liquidatore Zuppo - c'è una situazione debitoria molto più ampia, circa 250-300 milioni di euro da parte di quei consorzi di bonifica, ma i lavoratori che devono percepire il TFR sono creditori privilegiati essendo lavoratori, per cui avranno una corsia privilegiata. In ogni caso, voglio dire al consigliere Mammoliti, ma anche a questi lavoratori che la Regione si è accollata 50 milioni di euro di TFR che probabilmente mai recupererà dai consorzi di bonifica, anzi quasi sicuramente mai recupererà.

Questi lavoratori assommano circa 13 milioni di euro di crediti, quindi una inezia rispetto a quello che ci siamo assunti come responsabilità se, come riferito qualche minuto fa, noi abbiamo rimesso a Calabria Verde 15 milioni di euro in questi giorni per pagare quei TFR; quindi non è una questione di cifre o di somme alle quali noi faremmo fronte facilmente, è una questione di procedimento in una procedura di liquidazione, perché c'è il tema della par condicio creditorum, cioè noi non possiamo trasferire queste risorse ai Commissari liquidatori affinché i Commissari liquidatori paghino quei lavoratori e non altri creditori. È un problema giuridico, non è un problema di somme di necessità per sfuggire alle responsabilità. È chiaro che è un problema articolato, non di facile comprensione, ma rispetto al quale noi cercheremo di trovare tutte le soluzioni possibili, perché capiamo benissimo che questi lavoratori hanno diritto ad essere pagati.

Per cui, consigliere Mammoliti, è stato opportuno che lei abbia illustrato questa interrogazione anche se ha ricevuto risposta scritta. La ringrazio per aver fatto in modo che mi trattenessi perché così c'è stato un chiarimento, come ha visto, senza polemiche, in maniera molto molto chiara.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.

Ha chiesto di intervenire per replica il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Ringrazio veramente l'Assessore per essersi fermato, perché è una problematica per me molto seria e molto sentita, come penso sicuramente anche per l'assessore, per il Governo e per tutti i consiglieri, sicuramente. Capisco anche la discussione e la terminologia utilizzata in merito alla problematica, Assessore, però per un lavoratore che ha lavorato per quarant'anni non “è un'inezia” come la definisce lei; un lavoratore che ha lavorato per 35, 40 anni e non percepisce il TFR, al di là dell'inezia, al di là della difficoltà tecnica, vuole sapere quando gli sarà riconosciuta la liquidazione del trattamento di fine del rapporto lavoro.

Caro assessore, le chiedo un impegno adeguato e appropriato perché, ripeto, questi lavoratori, che hanno lavorato per 30, 40 anni, non percepiscono la liquidazione del loro trattamento di fine rapporto e vi posso garantire che, poiché li conosco come li conosce sicuramente lei, ci sono persone che avanzano 70-80 mila euro.

Non sono delle inezie per queste famiglie e per questi lavoratori, sono cifre considerevole. È molto importante, assessore, non sottovaluti questo aspetto.

Poi, naturalmente, le debbo dare atto di stare diventando il maggiore interprete della narrativa di questo governo regionale, perché ho visto che anche sull'autobus si prende il merito del loro finanziamento quando la Regione non ha messo un euro, ma sono stati finanziati dal Ministero. Quindi prendo atto di questo. Però, assessore, le chiedo gentilmente un impegno adeguato e straordinario per vedere come fare fronte a questa liquidazione che rappresenta un aspetto essenziale, importante e di rispetto per coloro i quali hanno prestato attività lavorative per quarant'anni e hanno consentito alla Regione di avere un immenso patrimonio boschivo. Grazie.

Interrogazione a risposta scritta numero 349/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, F. Iacucci: “Crisi idrica e comparto agricolo di Rocca Imperiale/Trebisacce”

PRESIDENTE

Proseguiamo con l'interrogazione numero 349/12^, a firma dei consiglieri Bevacqua e Iacucci: “Crisi idrica e comparto agricolo di Rocca Imperiale/Trebisacce”. Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale. Il consigliere Bevacqua ha chiesto di illustrarla. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Intervengo perché questo è un argomento molto sentito da quella parte del territorio della provincia di Cosenza, perché parliamo di un territorio che ha una produzione importante di agricoltura, se pensiamo al limone IGP di Rocca imperiale e a tutta la produzione agricola che esiste in quel territorio. La risposta che mi è prevenuta e che ho letto poco fa non mi lascia per nulla soddisfatto, perché mi sembra una risposta predisposta dal consorzio di bonifica, dal dottor Giovinazzo, ma non mi sembra che ci sia la consapevolezza delle difficoltà che ci sono in quel territorio in questi giorni.

Ho avuto modo di incontrare, insieme ai colleghi Mammoliti e Muraca, prima dell’inizio della seduta, alcuni operatori agricoli interessati al problema che sono fortemente preoccupati dalla mancanza di acqua in quel territorio. Credo che il lavoro svolto dall’assessore Gallo e dal presidente Occhiuto non sia per nulla stato sufficiente in questi in questi mesi per tentare di risolvere un problema che non nasce oggi su quel territorio, ma che è presente da diversi anni. Quindi un problema, quando permane e persiste, richiede un'azione politica forte, incisiva, capace di trovare soluzioni adeguate, che non siano sempre parziali o temporanee, ma che siano definitive o che siano quantomeno sufficienti a dare risposte a quei territori, agli operatori agricoli, soprattutto, che oggi vivono un momento di grande difficoltà, di grande emergenza dovuta alla siccità e, appunto, al problema di carenza idrica. L’assessore Gallo e il presidente Occhiuto avrebbero dovuto in questi mesi, più che affidare al dottor Giovinazzo il governo dei processi, aprire una interlocuzione istituzionale forte con le Regioni confinanti come la Puglia e la Basilicata, chiamando in causa Acque del Sud che gestisce appunto la diga del Monte Cutugno, per tentare di aumentare i metri cubi oggi non sufficienti. Caro assessore Gallo, so che anche lei ha tenuto degli incontri in quelle zone, ma vuol dire che o non vi siete capiti o c'è una difficoltà oggettiva nel trovare una soluzione o, ancora, c'è una mancanza di interlocuzione e di relazione con le due Regioni che possono dare un contributo per risolvere questo problema. Da quello che mi risulta, in quel territorio ci sono oggi disponibili e ci dovrebbero essere 4 milioni di metri cubi d'acqua e c'è la necessità invece di averne 7 milioni.

Volevo evidenziare questo all'assessore Gallo al presidente Occhiuto, perché ho notato, dopo aver avuto anche incontri con tante Istituzioni di quei territori, questa assenza di capacità di relazionarsi con chi poteva darci una mano. Siamo Regioni solidali, Calabria, Puglia, Basilicata, e spesso abbiamo fatto così insieme; in questo caso, ho notato questa mancanza di capacità di relazioni tali da poter trovare una soluzione al problema. Poi, il problema non si affronta, caro assessore Gallo, quando nasce l'emergenza! La programmazione si fa durante l'anno e si deve capire che oggi quel territorio, per quello che rappresenta in termini di qualità, di potenzialità, ha bisogno di una assistenza maggiore, di una capacità, da parte di chi governa i processi, di avere una programmazione adeguata durante l'anno perché ci sono periodi bassi e periodi di grande richiesta; questo lavoro, caro assessore Gallo, non lo abbiamo notato. Ho letto tutti i passaggi, la delibera che ha mandato il direttore del Consorzio, Commissario o direttore, - il dottore Giovinazzo adesso è commissario o è direttore? non ricordo adesso – in cui ha spiegato tutti i passaggi che ha fatto, ma non ho trovato una risposta delle Istituzioni calabresi, tale da poter dire che abbiamo in questi mesi svolto anche un ruolo di mediazione, di interlocuzione con le Regioni vicine. Questo è mancato. Non l'ho riscontrato e io chiedo all’assessore Gallo di partecipare con me ad un convegno regionale del mio Gruppo consiliare che organizzeremo nei prossimi giorni a Rocca Imperiale. Vorremmo che lei partecipasse insieme a noi a questa iniziativa per tentare di governare i processi non per strumentalizzare. Noi non siamo abituati a strumentalizzare i problemi, però abbiamo colto questo grido d'allarme che proviene da quella parte del territorio della provincia di Cosenza, parte estrema della Calabria. Quindi, io vorrei che lei insieme a noi, insieme al presidente Occhiuto, si facesse carico di questa problematica perché, anche grazie alle nostre relazioni, se necessario, con la Puglia e con la Basilicata, si riesca a dare ossigeno, speranza e risposte a chi oggi vive momenti di grande difficoltà.

Stamattina un imprenditore agricolo ci diceva che da una settimana non riesce ad avere acqua per poter annaffiare la sua proprietà; quindi, questo è un tema importante. Pregherei, appunto, l’assessore Gallo di farsene carico e insieme a noi partecipare ad un prossimo incontro che organizzeremo come Gruppo regionale in quella realtà.

PRESIDENTE

Grazie. Assessore Gallo, a lei la parola.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, aree interne e minoranze linguistiche, servizi di mobilità sostenibile e trasporto pubblico locale

Ringrazio il collega Bevacqua. Sono consigliere regionale, non sono stato sempre assessore, e credo molto nel protagonismo dei consigli regionali e anche nel sindacato ispettivo. Il consigliere Bevacqua pone un tema sul quale, naturalmente, chi è consigliere regionale o è stato consigliere regionale non può avere le informative giuste anche perché - ha ragione ed è opportuno che mi sia fermato - nella informativa e nella risposta elaborata dal consorzio di bonifica non traspaiono alcuni aspetti.

È una risposta giustamente tecnica e poco politica. Senza polemiche, perché lei non è stato polemico e quindi colgo anche soprattutto al 100 per cento il dato positivo della sua richiesta, le voglio però narrare che qualche anno addietro, nel 2017, ci fu un Accordo di Programma - il collega Molinaro, all'epoca Presidente dei Coldiretti, lo ricorderà - che fu sottoscritto da alcune Regioni del Sud, Puglia, Basilicata e anche Molise, e a questo Accordo di Programma non partecipò la Calabria; quindi, c'è già un tavolo nel sud, anche per la società Acque del Sud, che vede esclusa la nostra Regione anche come interessata, sia pure per questo aspetto che riguarda l'alto ionio cosentino. Ci siamo trovati, un mesetto e mezzo fa, con una riduzione della quantità di acqua che proveniva dalla Basilicata verso quell'area dell'alto jonio cosentino, ridotta da 7 milioni di metri cubi di dotazione annua a zero, per cui non avrebbero dovuto darci acqua.

Il Commissario Giovinazzo ci ha immediatamente informato. Io vengo dalla sua stessa scuola, onorevole Bevacqua; prima il Presidente del Consiglio regionale mi chiedeva da quanti anni la conosco e se noi ci capiamo. La conosco da 36 anni, da quando abbiamo iniziato a fare politica, e siccome la conosco da 36 anni, noi ci capiamo bene e io ho capito, come ha capito lei, che l'interlocuzione era di natura politica.

Per cui sono immediatamente salito dal Presidente, era sera tardi e il Presidente ha ipso facto telefonato al collega Bardi, Presidente della Regione Basilicata. Questa telefonata ha comportato, da parte del Consorzio di bonifica unico della Basilicata, immediatamente uno sblocco della situazione con una erogazione di 4 milioni di metri cubi d'acqua; quindi, poco più del 50% dell'erogazione dello scorso anno, tanto per cominciare. Questo ha, inoltre, comportato un'erogazione di circa 330 litri d'acqua al secondo in una prima fase, di cui 70 destinati all'idropotabile e 260 destinati invece alla somministrazione idrica a fini irrigui.

Abbiamo monitorato quotidianamente questi flussi. C'è un contatore in uscita dalla Regione Basilicata e un contatore in entrata da noi. Abbiamo verificato che in alcuni giorni i flussi erano in netta diminuzione rispetto ai 330 litri al secondo, per cui ci siamo attivati - in questo caso io con il mio collega assessore regionale agricoltura della Basilicata, Cicala - sollevando la questione e dicendo che qualcosa non ci quadrava se dai previsti 330 litri al secondo ci trovavamo in ingresso 170-180 litri al secondo. Abbiamo avuto una crisi in quel momento nell'area di Rocca imperiale. Abbiamo comunicato, abbiamo protestato, ci siamo interfacciati dal punto di vista politico con il collega Cicala e anche col presidente di Acque del Sud e hanno compreso che probabilmente era necessario aumentare l'erogazione; per cui da qualche giorno l'erogazione è passata da 330 litri al secondo a 430 litri al secondo. In questa fase, in questo momento storico, al di là delle preoccupazioni, in questi giorni, stiamo monitorando quotidianamente con i dipendenti del Consorzio di bonifica: ci sono due o tre dipendenti del Consorzio di bonifica che sono destinati a controllare quotidianamente proprio quell'area e a verificare, istante per istante, minuto per minuto, qual è il flusso d'acqua verso l'area settentrionale della nostra regione, quindi per i Comuni di Rocca imperiale, Montegiordano e Amendolara, fino a Trebisacce, per essere chiari; in questi ultimi giorni l'erogazione è stata di 430 litri d'acqua al secondo.

Quindi, in questa fase, c'è una maggiore tranquillità. Dovremo passare a una seconda fase, nella quale peraltro chiederemo ulteriori erogazioni perché riteniamo, in base ai conteggi fatti dal consorzio di bonifica, che i 4 milioni di metri cubi ci consentano di arrivare fino alla fine di agosto e noi invece avremo un'esigenza di irrigazione anche per i mesi di settembre-ottobre, come è stato negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Ecco perché la situazione è monitorata quotidianamente e c'è un altissimo livello di attenzione anche da parte del Presidente della Regione perché, chiaramente, capiamo che chi ha fatto per anni sacrifici, investendo nel settore agricolo e, magari, è riuscito ad avere una piccola proprietà di limoneto, negli anni ha dato benessere - il riconoscimento dell'IGP per il limone di Rocca Imperiale ha significato tanto per quell'area, anche in termini di economia - e non può rischiare di perdere queste produzione; quindi, vigileremo quotidianamente perché noi sul problema abbiamo sensibilità e mi dispiace, collega Bevacqua, - lei mi conosce bene e sa bene il livello di attenzione elevato anche su queste problematiche, venendo da molto lontano come lei - che le sia stato trasmesso da qualche Istituzione del territorio che c'è un basso livello di attenzione.

Mi dispiace questo perché sono problematiche che non hanno colore politico e credo che la colorazione politica, in questo momento, non aiuti; credo che non ci sia bisogno di questo, ma può darsi che sia una mia percezione e non una situazione reale. Per cui le volevo dire che c'è un livello di attenzione adeguato e noi continueremo a monitorare la vicenda, perché naturalmente non potremo rischiare di perdere un patrimonio e di farlo perdere a chi in quell'area ha investito tanto, per una banale - devo dire banale - mancanza d'acqua, rispetto alla quale naturalmente continueremo col presidente Occhiuto a fare i passi giusti e adeguati sia verso Acque del Sud, sia verso il consorzio unico di bonifica della Basilicata, sia naturalmente verso l'assessore Cicala, assessore regionale agricoltura della Basilicata, sia verso il presidente Bardi.

PRESIDENTE

Grazie.

Interrogazione a risposta scritta numero 353/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Bevacqua, E. Alecci, Amalia Bruni, F. Iacucci, R. Mammoliti, G. Muraca: “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle Regioni dell'obiettivo europeo ‘Convergenza’”

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione, la numero 353/12^, a firma dei consiglieri Bevacqua, Alecci, Amalia Bruni, Iacucci, Mammoliti e Muraca “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell'istruzione nelle Regioni dell'obiettivo europeo ‘Convergenza’”. Nelle more dell'avvio della seduta consiliare è pervenuta risposta scritta da parte della Giunta regionale. Se vuole, può intervenire uno degli interroganti, però non è più presente l’assessore che possa replicare

Ha chiesto di intervenire, brevemente, il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie Presidente. Intervengo soltanto per evidenziare un aspetto: il responsabile del Dipartimento ci riferisce che la Regione non avrebbe nessuna competenza perché sarebbe una competenza esclusiva dello Stato. Questo noi lo sapevamo. Noi avevamo chiesto un intervento di natura politica da parte del governo regionale. Prendiamo atto che questo intervento di natura politica non è stato realizzato e, quindi, ci dichiariamo assolutamente insoddisfatti di una risposta esclusivamente burocratica. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Avendo concluso i punti all'ordine del giorno, la seduta è tolta, non prima di ringraziare tutti i consiglieri che coraggiosamente sono rimasti in Aula fino alla fine e tutti gli assessori che ci hanno consentito di portare a termine l'ordine del giorno. Grazie.

 

La seduta termina alle 18,18