XII^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
N. 47
SEDUTA Di mercoledì 20 novembre 2024
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio
lavori h. 11,48
Fine lavori
h. 16,30
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 11,48
Dà avvio ai
lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della
seduta precedente.
Dà lettura
del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Sono pervenute le ordinanze
cautelari TAR Catanzaro reiettive delle istanze
cautelari referendum fusione Cosenza, Rende, Castrolibero, numero 3606/2024
Federazione riforma Rende, numero 3838/2024 Comune di Castrolibero, numero
3872/2024 Comune di Cosenza.
A tal proposito, preso atto
della presentazione, in data 2 ottobre 2024, dell'emendamento numero 19457,
alla proposta di legge 177/12^ avente ad oggetto: “L'istituzione del nuovo
Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero”,
considerando che l'ordinamento giuridico della Regione Calabria, in ossequio ai
principi costituzionali di partecipazione e autodeterminazione delle comunità
locali, prevede l'obbligatorietà di una consultazione referendaria quale
strumento di espressione diretta della volontà popolare, da svolgersi
previamente alla definitiva approvazione della fusione; rilevato che tale
referendum consultivo è stato fissato per il giorno 1° dicembre 2024 e che la
sua celebrazione è condizione necessaria per procedere con l'adozione di un
provvedimento legislativo che risponda alla fusione dei Comuni senza incorrere
in vizi di legittimità procedurale; considerato, inoltre, che un eventuale
esito favorevole della fusione, espresso mediante referendum, richiede tempi
congrui per l'adeguamento delle strutture amministrative e degli enti
territoriali coinvolti, al fine di garantire la transizione organizzativa
ordinaria e il rispetto dei diritti dei cittadini interessati; tenuto conto,
infine, alla necessità di assicurare che il nuovo Comune possa entrare in
funzione con le opportune misure di supporto normativo, logistico e
finanziario, preservando la continuità dei servizi erogati ai cittadini e
garantendo al contempo un'adeguata organizzazione dei nuovi assetti
territoriali; rilevato il parere favorevole del Presidente della Giunta
regionale, onorevole Roberto Occhiuto, che ha condiviso l'opportunità di
consentire un periodo di transizione più lungo, si evidenzia la necessità che
la Commissione consiliare competente proceda all'approvazione dell'emendamento
che differisce la data di entrata in vigore della legge di istituzione del
nuovo Comune dal 1° febbraio 2025 al 1° febbraio 2027.
Tale esigenza risponde
all'intento di garantire che il processo di fusione avvenga in maniera conforme
ai principi di trasparenza, partecipazione e sostenibilità organizzativa,
rispettando la volontà popolare espressa in sede referendaria e ponendo le basi
per un governo locale efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini.
La presente dichiarazione
viene formulata nell'interesse delle comunità locali coinvolte, al fine di
promuovere un modello di amministrazione territoriale che sia innovativo,
efficiente e pienamente conforme alla volontà espressa dai cittadini.
(Così resta stabilito)
Dà
lettura di un seguito di comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il
collega Iacucci. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, presidente
Occhiuto e colleghi.
Ringrazio il Presidente del
Consiglio per aver letto questo documento che rafforza ancora una volta
l'impegno che questo Consiglio regionale e quasi tutti i capigruppo, con due
astensioni, hanno ribadito anche nella precedente seduta di Consiglio, per consolidare
e arrivare con più consapevolezza alla data di entrata in vigore della fusione,
tenuto conto sicuramente dell'esito del referendum che si terrà il primo
dicembre. Credo che sia importante oggi, anche per sgomberare il campo da tutta
una serie di interpretazioni non corrette che avvengono fatte sul territorio,
questo documento letto dal Presidente del Consiglio in cui si impegna la
Commissione in riferimento all'emendamento che il gruppo del Partito
Democratico ha presentato.
Tenete conto che l'emendamento
è stato firmato anche dagli altri capigruppo, anche dai capigruppo di
maggioranza; è importante ribadirlo perché nel percorso di attuazione della
legge sulla fusione dei tre Comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero, credo che
sia importante ribadire che i gruppi consiliari di questa Assise sono giunti a
una determinazione unitaria per arrivare alla proposta di fusione e allo
svolgimento del referendum che – lo ribadisco – si terrà il 1° dicembre. Siamo
arrivati alla consapevolezza che c'è bisogno di un lasso di tempo per poi
procedere a lavorare su tutta una serie di problemi che ci consentiranno, poi,
nel 2027 con più consapevolezza, con più organizzazione, di arrivare alla
fusione dei tre Comuni.
Credo che questo sia un fatto
importante, e su questo noi del gruppo del PD siamo convinti di aver fatto una
scelta giusta, la scelta anche di aver cercato di trovare all'interno del
Consiglio regionale una consapevolezza e uno sforzo unitario che fa onore a
tutti.
Di questo ringrazio il
Presidente del Consiglio, ringrazio i colleghi e ringrazio il Presidente della
Giunta che si è fatto anche lui carico di questo impegno.
Credo che adesso sia stato
definitivamente sgomberato il campo da interpretazioni che non sono esatte. Il
documento è chiaro, il documento è netto.
E, quindi, ringrazio il
Presidente e i colleghi.
Grazie, collega Iacucci.
Ha
chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Chiedo l'inserimento all'ordine dei lavori di un ordine del giorno
che ho presentato, relativo ad una campagna informativa sul parto in anonimato
e al potenziamento dei consultori. Grazie, Presidente.
Votiamo per l'inserimento di
quest'ordine del giorno. L'ordine del giorno è inserito.
Ha chiesto di intervenire il
collega Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della mozione numero
104/12^ avente ad oggetto: “Regolamento regionale dell'attività di tassidermia
e di imbalsamazione e della detenzione e possesso di preparazioni tassidermiche
e di trofei”. Grazie.
Votiamo
per l'inserimento della mozione del collega Giannetta. La mozione è inserita.
Ha
chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
per chiedere che l'Aula osservi un minuto di silenzio e raccoglimento per la
perdita di un ex collega consigliere regionale nonché assessore regionale della
Calabria, mi riferisco al decesso di Pino Iacino, che
è venuto a mancare pochi giorni fa; Sindaco della Città di Cosenza,
giovanissimo, a quarant'anni, uomo che ha tracciato una prima identità
urbanistica della città di Cosenza, un uomo adamantino per come da tutti è
stato riconosciuto nella sua lunga vita politica; un brillante ingegnere che è
stato la guida di molti professionisti del territorio Cosentino e calabrese.
Mi sembrava giusto ricordarlo
oggi in quest'Aula dove ha svolto il suo ruolo di consigliere regionale e di
uomo delle istituzioni con grande onestà intellettuale, propensione e
dinamicità nel portare avanti i temi calabresi, soprattutto quelli riguardanti
la difesa del territorio, tra cui un progetto urbanistico di sviluppo della
Calabria e della Provincia di Cosenza.
Mi sembrava giusto ricordare
in quest'Aula quest'uomo che è venuto a mancare, questo collega che è venuto a
mancare e che da assessore aveva la delega al bilancio e alla programmazione,
tanti anni fa.
Ci sembrava corretto, come
gruppo consiliare del PD, ricordarlo e farlo ricordare a quest'Aula.
Osserviamo
un minuto di silenzio.
(I
consiglieri e i presenti in Aula si levano in piedi e osservano un minuto di
silenzio)
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il collega Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto
lei, i colleghi, il Presidente della Giunta e gli assessori.
Presidente, volevo chiederle
di mettere ai voti il rinvio dei primi due punti: il primo che riguarda
l'istituzione di ‘ReDigit’ e il secondo che riguarda
l'istituzione dell'Agenzia per l'energia, perché, per motivi contingenti, la
maggioranza non ha il numero dei due terzi per approvarli.
Le chiedo, quindi, se è
possibile di rinviarli e, poi, se lo ritiene di inserirli all'ordine del giorno
della prossima seduta di Consiglio. Grazie, Presidente.
Votiamo per il rinvio del
primo punto all'ordine del giorno, la proposta di legge 286/12^ di iniziativa
dei consiglieri regionali Neri, De Francesco, Montuoro, Mannarino, recante:
“Istituzione del Sistema Informativo Integrato Regionale della Calabria e costituzione
della società ‘ReDigit S.p.A’”.
Il primo punto è rinviato.
Votiamo anche per il rinvio
della proposta di legge numero 275/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali
Mancuso, De Nisi, Graziano, Lo Schiavo, recante: “Agenzia regionale per
l'energia della Calabria”. Il secondo punto è rinviato.
Ha chiesto di intervenire il
collega Graziano. Ne ha facoltà.
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
Presidente,
le chiedo scusa, ho da sottoporre alla sua attenzione un'altra richiesta:
vorrei proporle, dato che poi ci sono le interrogazioni - richiedono una
maggiore attenzione, anche in termini di tempo - se fosse possibile anticipare
al primo punto all'ordine del giorno il decimo punto, che è la proposta di
legge cosiddetta omnibus.
Grazie. Votiamo per anticipare
al primo punto dell'ordine del giorno il punto dieci e cioè la proposta di
legge 320/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Graziano, De Nisi, Crinò,
Comito, De Francesco, Gelardi, recante: “Modifiche ed integrazioni alle leggi
regionali 29/2002, 24/2008, 8/2010, 24/2013, 32/2021, 10/2022, 62/2023 e
disposizioni normative”.
Votiamo per l'inserimento al
primo punto. La proposta è inserita al primo punto.
Cedo la parola alla collega De
Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, signor Presidente,
Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, pubblico presente,
signori della stampa.
La proposta di legge, oggi
all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata dalla prima
Commissione consiliare a maggioranza dei presenti nella seduta del 16 ottobre
2024. La legge mira a semplificare e modernizzare le strutture amministrative
regionali, aumentando l'efficienza e la trasparenza. Armonizzando la
legislazione regionale con quella nazionale, mira inoltre a migliorare la
qualità dei servizi pubblici e a rafforzare la fiducia dei cittadini nel
sistema.
La proposta emendativa
contenuta nell'articolo 1 trova la sua motivazione nell'esigenza di garantire
un graduale ritorno all'ordinarietà per le aziende sciolte ai sensi
dell'articolo 146 del decreto legislativo del 18 agosto 2000. Questa esigenza
scaturisce dalla necessità di recuperare la reputazione dell'ente sciolto, che
può essere soddisfatta attraverso la nomina di un Commissario straordinario di
elevata professionalità, il cui percorso professionale possa ristabilire il
senso di fiducia nelle istituzioni, da parte della collettività.
L'articolo 2 della proposta
fissa al 31 dicembre 2024 il termine per il completamento della procedura di
rinnovo dell'accreditamento istituzionale, sotto forma di deroga alle
disposizioni della legge regionale 31/2024. Lo scopo di questa modifica è quello
di armonizzare la legge regionale con le disposizioni del decreto 502 del 1992
e di attuare gli impegni del Consiglio regionale.
La finalità principale
dell'articolo 3 del progetto di legge è quello di armonizzare la legge
regionale con le nuove disposizioni del Codice civile. In particolare,
l'articolo 33 della legge regionale numero 8 del 2010 viene abrogato per
garantire l'armonizzazione della legge regionale con le disposizioni nazionali
in materia di diritto civile.
L'articolo 4 del disegno di
legge mira a promuovere politiche di inclusione sociale a livello locale e
autorizza le imprese ad acquisire beni immobili e a realizzare interventi di housing sociale, soprattutto nelle aree
a rischio di marginalità. Questi interventi mirano a promuovere l'inclusione
sociale e a fornire soluzioni abitative a chi ne ha bisogno.
L'articolo 5 si concentra
sulla semplificazione del processo di assunzione del personale per “Azienda
Zero”. In particolare, consente l'assunzione di personale da altre
organizzazioni del Servizio sanitario nazionale e da organizzazioni del
Servizio sanitario comunitario. È possibile avviare una procedura concorsuale
diretta senza dover passare per una fase di trasferimento interno. Tutte le
assunzioni devono essere effettuate nel rispetto dei limiti di spesa previsti
per il Sistema sanitario regionale.
L'articolo 6 riguarda la
riorganizzazione del personale a seguito della chiusura dell'ente pubblico
CORAP e del trasferimento delle sue attività nel settore del Servizio Idrico
Integrato a SO.RI.CAL. S.p.A. Questa misura mira a garantire la continuità del
servizio e a ottimizzare l'utilizzo delle risorse umane.
L'articolo 6-bis “Modifiche degli articoli 15 e 17
della legge regionale numero 22 del 2023” riguarda anche la composizione del
Consiglio direttivo dei Parchi e le competenze del Presidente. Queste modifiche
mirano a rafforzare la governance dei
Parchi e a garantire una gestione più efficiente delle aree protette.
L'articolo 7 mira a definire i
criteri per la spesa dei costi del personale dell'ATERP. La legge regionale
numero 62 del 2023 viene integrata stabilendo che le spese per il personale
dell'ATERP non possono superare l'importo corrispondente alla spesa sostenuta
nell'anno di riferimento.
L'articolo 8 mira ad
armonizzare la legge regionale sull'accreditamento delle strutture sanitarie
con le nuove disposizioni nazionali contenute nel decreto 502 del 1992. Il
Commissario ad acta è incaricato di emanare i nuovi regolamenti
necessari per attuare tale armonizzazione entro i termini stabiliti dalla legge
nazionale.
L'articolo 8-bis porta come oggetto “Interventi
urgenti a seguito degli eventi alluvionali dell'ottobre 2024 nel comprensorio
di Lamezia Terme”. Con deliberazione del 14 novembre 2024, il Consiglio
regionale della Calabria ha approvato l'inserimento nel bilancio 2025/2027 di
una spesa complessiva di euro 4 milioni finalizzata alla ricostruzione del
ponte sulla strada provinciale 167/3 sul fiume Cottola, come previsto dalla
proposta di legge numero 304/12^. La copertura finanziaria è assicurata
dall'assegnazione di risorse Fondo Sviluppo Coesione 2021/2027, come deliberato
dal CIPESS.
L'articolo 9 è relativo alle
modifiche apportate alla presente legge che non devono comportare un aumento
della spesa pubblica locale. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Sul provvedimento intendo
fare, innanzitutto, una prima riflessione di natura squisitamente politica:
questa maggioranza continua ad utilizzare questo metodo, nonostante il
pronunciamento della Corte dei conti che, in riferimento a questi tipi di
provvedimento, ne ha ricordato, in maniera molto esplicita e anche abbastanza,
a mio avviso, efficace, la portata negativa in termini di organicità e di
chiarezza. Pur tuttavia, la maggioranza reitera e continua con questi
provvedimenti omnibus. Siamo
arrivati, credo - non vorrei sbagliare -, a otto, nove provvedimenti.
Entriamo anche nel merito dei
provvedimenti di cui a volte non si colgono alcune sfumature che, per quanto mi
riguarda, hanno dei risvolti di carattere democratico e anche di carattere
molto più pregnante di quelli che potrebbero apparire o che potrebbero
sembrare.
Prendiamo, ad esempio,
l'articolo 1 che sembrerebbe contenere un passaggio quasi burocratico e banale:
per le ASP sciolte si prevede la possibilità, per il quinquennio successivo
alla cessazione del commissariamento, di poter nominare un Commissario straordinario
- attenzione! - anche scelto nell'ambito dell'elenco nazionale. Si dice “anche”
quando, secondo me, dovrebbe essere quello l'elenco di riferimento. Poi si
aggiunge che “il Commissario potrebbe essere anche in quiescenza”. Secondo me,
manca solo il nome e il cognome della persona che è stata già a mio avviso
individuata.
C'è, poi, un altro aspetto di
natura democratica importante: dopo il commissariamento di un'ASP sciolta,
questa maggioranza di governo intende continuare ad imprimere il controllo del
governo sull'ASP nominando un altro Commissario o intende ripristinare la
democrazia ordinaria, nominando un direttore generale che ha quindi dei
compiti, degli obiettivi e delle funzioni e che non può essere rimosso nel caso
non accetti i desiderata di chi l'ha nominato? Mi sembra strano questo
passaggio, cioè, questa maggioranza dopo il commissariamento di un’ASP decide
di nominare un altro Commissario e non di aiutare e di favorire il ripristino
della democrazia ordinaria che dovrebbe essere, invece, l'obiettivo principale
che chi governa, a mio avviso, dovrebbe garantire.
Andiamo avanti anche con gli
altri articoli. Parliamo dell'accreditamento istituzionale.
Era stata indicata una data di
proroga per questo adempimento e il Governo regionale dice
che non potete continuare a fare delle proroghe, anche se so che c'è una
discussione aperta - questo lo vedremo dopo – ma che dovete fare il tutto entro
il 31 dicembre 2024; il Governo dice un'altra cosa che si collega anche qui
all'articolo 8, se non vado errato, e cioè sostanzialmente che le Regioni
debbono elaborare le linee guida per l'accreditamento delle strutture. Ho letto
io male i provvedimenti o al Commissario ad acta in questa norma si dava
mandato di redigere queste linee guida? Quindi noi stiamo approvando una norma
per demandare al Commissario la possibilità di poter fare le linee guida. Ma,
consiglieri cari, il Commissario le ha già fatte le linee guida. Quindi che
cosa stiamo approvando noi? Stiamo approvando una norma per demandare al
Commissario l'approvazione e l'emanazione delle linee guida, quando il
Commissario ha già approvato le linee guida con il DCA numero 326 del 28
ottobre 2024. Siccome il presidente Occhiuto è sempre attento e partecipe a
queste discussioni, vorrei sapere se questo DCA poteva essere approvato senza
questa norma del Consiglio regionale che demandava al Commissario. Se lo poteva
fare qual è il senso allora di prevederlo nell'omnibus?
Ho
perplessità anche su altri punti, ad esempio il potenziamento dell'attività di
competenza dell'ATERP, su cui in via di principio noi non siamo contrari, ma un
po’ preoccupati. Ho incontrato anche il Commissario dell'ATERP e mi auguro che
questa nuova funzione possa essere assolta nel migliore dei modi, così come mi
auguro che la Regione possa intervenire per facilitare la possibilità di
adempiere a questo compito. Però, siccome l'azienda ha delle difficoltà per
carenza di organico, assegnare ulteriori competenze e funzioni così rilevanti e
così importanti, personalmente mi solleva qualche perplessità.
Poi
vorrei ricordare a quest'Aula che da quando è stata realizzata Azienda Zero, la
legge istitutiva ha subito diverse manutenzioni: 1° marzo 2022, numero 1; 2
marzo 2022, numero 4; 7 luglio 2022, numero 21; 21 ottobre 2022, numero 35.
Ora, si dice all'articolo 5 che prima verrà esperita, così come prevede la
legge, la procedura di mobilità e poi, eventualmente, - attenzione - si
procederà all'avvio di procedure concorsuali, indipendentemente dal previo
negativo esperimento della procedura di mobilità; quindi, si vogliono fare i
concorsi anche in presenza del fatto che la mobilità si può dimostrare positiva
e si può reclutare il personale. La trovo sinceramente una forzatura rispetto
all'obbligo legislativo che sarebbe quello di procedere prima con la mobilità e
poi, in caso negativo, a fare i concorsi.
E
poi, Presidente, voi avete fatto una cosa positiva che io ho riconosciuto:
avete espletato dei concorsi in Calabria che forse per la prima volta non sono
stati oggetto di polemiche pubbliche in questa Regione. Di questo bisogna darne
atto.
Perché
allora non utilizzate quelle graduatorie già esistenti per i profili analoghi
per i quali potete attingere? Qual è il problema che impone di fare ulteriori
concorsi e ulteriori procedure, aggravando tempi e costi?
Voglio
sottolineare questi passaggi che sono importanti.
Sull'articolo
6, che cosa dovrei dire?! Vedo l'Assessore, abbiamo avuto una discussione anche
aspra; se vi ricordate, io presentai un apposito emendamento in maniera
specifica su quello che state facendo oggi. Noi l'abbiamo detto
all'approvazione che bisognava arrivare a questo. Voi avete detto - quella è
stata la risposta - che l'emendamento era superfluo ed inutile. Sinceramente
non mi pare fosse superfluo e inutile, se oggi voi dovete ripristinare questo
passaggio con un articolo nella legge dell'omnibus. Piuttosto è la maggioranza
che continua a ragionare con una logica numerica, senza valutare il merito, per
nulla, anche delle proposte utili, collaborative che vengono avanzate dalla
minoranza. Questo è forse l'aspetto politico più essenziale che non si vuole
cogliere: la minoranza fa proposte appropriate di merito, valide, che
consentirebbero di non incorrere in questi ritardi se la maggioranza si
fermasse un po’ di più a valutarle con attenzione, senza poi ricorrere ad
aggiustamenti successivi. Per testardaggine, per la logica dei numeri si vuole
bocciare qualsiasi cosa viene proposta dalla minoranza, poi però si è costretti
a ritornare sui propri passi e ad assumere questi provvedimenti.
Prendo
atto dell'unico articolo degno di attenzione, dovuto anche alle sollecitazioni
che noi abbiamo fatto per quanto riguarda gli eventi alluvionali: ci sono
risorse che vengono assegnate, segnali importanti, positivi che vanno
incoraggiati. Però, nell'insieme, per quanto mi riguarda credo che non ci siamo
proprio nella reiterazione di questi provvedimenti né in riferimento al merito
né in riferimento al metodo.
Grazie,
Presidente.
Grazie
a lei. Ha chiesto di intervenire il collega Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Rimango sempre esterrefatto da questi interventi, però apprezzo che
l'onorevole Mammoliti chiaramente rimanga sulla stessa posizione di governi
regionali passati che invece di fare si perdevano nelle parole. Anche oggi ha
dimostrato che volete ancora perdervi nelle parole.
È
vero che facciamo un altro provvedimento “omnibus”, ma ce ne vantiamo
perché noi vogliamo fare le cose. Fare le cose vuol dire intervenire, alcune
volte, anche con celerità, e alcune cose non si possono fare, ogni articolo di
questo non è proponibile singolarmente. Faccio un inciso a proposito della
Corte dei conti: noi abbiamo raccolto le osservazioni della Corte dei conti;
non a caso questi provvedimenti hanno avuto un iter legislativo normale, non
sono calati in Consiglio oggi per caso; questi provvedimenti sono passati nelle
Commissioni competenti dove voi potete anche intervenire con emendamenti, con
osservazioni, con modificazioni. Non c'è giunta voce di tali osservazioni da
parte vostra.
È
vero che alcune ASP sono state commissariate per infiltrazione e mi pare un
tema molto delicato, collega Mammoliti, e le ricordo che siamo commissariati
nella sanità. È vero che il Commissario coincide con la persona del Presidente
della Giunta regionale. E meno male che coincide perché una volta c'erano
Presidenti che si andavano ad incatenare a Palazzo Chigi. Non c'è stato bisogno
di incatenarsi. Il Commissario potrebbe ritenere che ci sia bisogno ancora di
personalità con particolari competenze che non sono solo quelle dell'albo -
quelle dell'albo sono personalità, manager che hanno competenza solamente
esclusivamente in materia sanitaria - ma diverse perché, come per i Comuni,
quando c'è un'infiltrazione mafiosa, bisogna portare quell'azienda alla totale
trasparenza e al totale muro rispetto alla mafia. Ecco perché approviamo questo
emendamento noi oggi e credo che sia giusto approvarlo e lei di questo dovrebbe
farsene vanto.
Quando
parla dell'articolo 8 lei sa benissimo che c'è una scadenza di termini
nazionali a cui bisogna adempiere. La maggior parte di questi articoli, come
anche dei precedenti omnibus, riguardano osservazioni del Governo su leggi che
questo Consiglio ha approvato. Se non recepissimo queste osservazioni, il
Governo potrebbe impugnare. Siccome ci ha dato delle prescrizioni onde evitare
l'impugnativa delle leggi; la maggior parte di queste norme riguardano questo:
prescrizioni e adeguamenti che il Governo ci chiede per evitare che queste
norme possano essere soggette ad impugnativa presso la Corte costituzionale.
Ebbene, che facciamo noi, non lo facciamo? Non lo facciamo perché aspettiamo 1
anno e 8 mesi, così facciamo impugnare le leggi e rendiamo vano tutto il lavoro
che abbiamo fatto in quest'Aula? Ecco cosa vuol dire fare.
Lei
ha citato anche in ultimo “una cosa superflua” - lo dica ad alta voce – e cioè
che noi mettiamo oggi con l'omnibus 4 milioni di euro
per gli eventi alluvionali nel territorio di Lamezia Terme. Caro consigliere
Mammoliti, non aspettiamo, non aspettiamo come è stato fatto in passato che
provveda il Governo dichiarando lo stato di emergenza. Intanto noi andiamo
avanti, perché queste popolazioni, la comunità, gli insediamenti civili,
industriali hanno necessità di ricostruire. Ci sono strade, ponti nella sua
Provincia che sono stati abbattuti dal maltempo e hanno necessità di essere
ripristinati. Questo stiamo facendo. Allora diciamolo ad alta voce cosa stiamo
facendo. Noi non ci perdiamo nelle manfrine e nelle liturgie classiche
dell'opposizione, nelle chiacchiere e nelle litanie, come ho sentito questa
mattina.
Diciamo
chiaramente in quest'Aula cosa stiamo facendo: stiamo lavorando per la comunità
calabrese. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Graziano. Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Pensavo
che l'intervento del collega Mammoliti fosse stato recepito da quest'Aula. Che
fosse stata recepita la chiarezza con la quale ha cercato di esporre le ragioni
per le quali noi manifestiamo perplessità, dubbi e contrarietà a questo modus
operandi che avete messo in campo tre anni fa e
che oggi vede arrivare in Aula l'ennesimo provvedimento omnibus, con una
differenza questa volta - ne do atto al presidente Mancuso - che quantomeno il
provvedimento è stato esaminato dalle Commissioni preposte. Le do atto di
questo perché è stata una richiesta fortemente avanzata dal sottoscritto in
Conferenza dei capigruppo e lei ha tenuto fede all'impegno che prese in quella
seduta. Diamo atto di questa sua sensibilità nei confronti della minoranza.
Cosa
contestiamo noi di questo provvedimento omnibus quando il collega
Graziano dice “noi siamo per fare le cose”? Bene, ma l'omnibus è un
provvedimento minestrone dove si mette di tutto e di più, senza avere la
possibilità di capire le ragioni, le cause, le condizioni che spingono a questo
minestrone a cui ci avete abituato in quest'Aula. Magari, possiamo anche
mangiarlo insieme il minestrone, è una bella pietanza, le verdure fanno bene,
però è un modus operandi che noi contestiamo nel metodo e nel merito.
Nel metodo e nel merito contestiamo questo tipo di legge minestrone che
proponete sempre in quest'Aula con la solita manina che rimarca le cose.
Non
entro nel merito dei provvedimenti perché sono tante cose - il collega
Mammoliti ne ha citata qualcuna: ATERP, CORAP - e vorrei fare un ragionamento
politico, perché oggi - lo dico al presidente Montuoro – assistiamo, con questo
provvedimento che arriva in Aula, a una violazione palese delle regole previste
sul funzionamento delle Commissioni. Dico questo perché noi, caro collega
Graziano, siamo stati i primi a chiedere un intervento della Giunta regionale
sui gravi danni subiti da quei territori di Catanzaro; siamo stati i primi ad
uscire, chiedendo al Presidente della Giunta regionale e al Consiglio regionale
di intervenire con urgenza per togliere dall’isolamento quei Comuni
interessati, esprimendo solidarietà e vicinanza ai sindaci, per come deve essere
fatto da chi ha responsabilità di Governo, ma, caro presidente Montuoro, avete
violentato il Regolamento con l'approvazione dell'articolo 6-bis. La
Commissione bilancio, che lei guida, non deve fare altro che prendere atto dei
provvedimenti deliberati dall'altra Commissione e non incidere sulle decisioni,
perché parliamo di altro.
Parlerò
dal punto di vista regolamentare e mi meraviglia che la burocrazia così attenta
in quest'Aula non abbia fatto rilevare l’anomalia che si è verificata in questo
provvedimento. Chiedo, quindi, al presidente Mancuso di verificare questo
aspetto che sembra banale ma, se parliamo di rispetto delle regole e di
procedure, è un atto anomalo che si è verificato con questo provvedimento.
Questa è la prima cosa che vorrei far notare. Poi, caro presidente Mancuso,
caro collega Graziano, cara collega De Francesco che ha relazionato, quando si
modifica in 3 anni per la quinta, sesta, settima volta, ottava volta una legge,
vuol dire che c'è un limite in quella legge deliberata 3 anni fa; vuol dire che
c'è una approssimazione in quel tipo di ragionamento; vuol dire che c'è una
superficialità nel tipo di ragionamento; vuol dire che c'è forse una voglia di
prestazione da mettere in campo che, però, ci costringe a ridurre la produzione
normativa. Non è pensabile che la legge istitutiva di Azienda Zero per
l’ottava, nona volta sia modificata in quest'Aula. Allora lì c'è un limite. O
chi ha pensato quella legge non è stato così bravo, intelligente, capace di
produrre un atto normativo valido, credibile, forte, autorevole oppure c'è
qualcosa che non funziona.
Ecco,
io inviterei la maggioranza a ragionare su questi temi e ad evitare che questa
Aula diventi una continua corsa a mettere mano a leggi, pensate magari
correttamente. Dopo 3 anni a me sembra che Azienda Zero sia diventato più che
un'azienda uno stipendificio perché, dopo 3 anni che non svolge un ruolo
importante e ancora oggi pensiamo di recuperare personale dal servizio
sanitario nazionale e non più da quello regionale. Vuol dire che c'è un limite
in quella in quella legge e mi dovete spiegare cosa ha fatto in questi tre anni
Azienda Zero per meritare questa grande attenzione da parte del Governo
regionale.
Questi
sono i temi che noi cerchiamo di portare al centro del dibattito politico di
merito, nel rispetto dei ruoli della maggioranza e minoranza, perché, come
spesso ripeto, “a gatta presciarola fa i figli
ciecati” e noi spesso vediamo e notiamo questo limite nella produzione
legislativa di quest'Aula e abbiamo deciso di denunciarlo, perché il nostro
compito è quello di essere attenti, scrupolosi, dare il nostro contributo, se
viene accettato e viene condiviso, dare le nostre proposte ai problemi che la
Calabria vive. Noi svolgiamo con scienza e coscienza il nostro compito, con
grande responsabilità, prima verso i cittadini che rappresentiamo e poi verso
quest’Aula in cui noi siamo presenti.
Ecco
perché dico oggi alla collega De Francesco, che ha relazionato: comprendo il
suo ruolo, ma noi non denunciamo oggi le deficienze del Presidente della
Commissione o del consigliere regionale, noi denunciamo il pressapochismo con
cui si arriva all'approvazione in quest'Aula di leggi che poi devono essere
sempre modificate.
L'ultimo
esempio: i consorzi di bonifica. Avete imposto una legge e di recente abbiamo
dovuto mettere altri 2 milioni di euro sul tema dei
consorzi, altro che risparmi o soluzione dei problemi!
Ecco,
perché l'invito che rivolgiamo alla maggioranza è quello di ponderare bene i
provvedimenti amministrativi perché, altrimenti, come Consiglio regionale,
diventiamo una barzelletta, nel senso che siamo sempre costretti, poi, a
rivedere provvedimenti che ritornano all’esame dell’Aula e subiscono continue
modifiche.
Questo
è l'appello che rivolgiamo e mi sembra che sia un appello legittimo, che deriva
dal nostro ruolo di opposizione propositiva e non puntando il dito verso
qualcuno.
Non
ho avuto problemi a riconoscere al presidente Mancuso l'impegno che ha
mantenuto, così come per la Città unica. Quando c'è una collaborazione tra
maggioranza e minoranza nel rispetto dei ruoli, perché dovremmo aggredire o
abbaiare?
Abbaiare
alla luna è una cosa, abbaiare o strumentalizzare in quest'Aula diventa un
doppio errore: per noi stessi e, poi, per quello che rappresentiamo.
Quindi,
non siamo qui per abbaiare alla luna, ma per rivendicare diritti e prerogative
di quest'Aula. Anche questa volta, dobbiamo dire che su questa legge omnibus
o, meglio, legge minestrone, non possiamo essere d'accordo per le ragioni che
diceva prima il collega Mammoliti e che ho cercato di ribadire nel mio
intervento con maggiore forza.
Grazie,
collega Bevacqua, sono stato chiamato in causa, in quanto Presidente del
Consiglio che inserisce i provvedimenti all'ordine del giorno e, quindi, anche
il provvedimento omnibus, però, mi sembra di capire che pronunciate la
parola omnibus come se portassimo in Aula qualcosa di vietato.
Che
cos'è una legge omnibus? È un insieme di modifiche a disposizioni
normative che, invece, di costituire ognuna una proposta di legge, sono
inserite in un articolato più ampio, perché, molte volte, si tratta di
modifiche di poca rilevanza.
Penso
che inserirle tutte in un unico provvedimento non precluda alcun diritto ai
consiglieri, come abbiamo potuto vedere, collega Mammoliti, considerato che ha
esaminato, uno per uno, tutto l'articolato. Ha avuto la facoltà e la bravura di
analizzare tutto quello che conteneva e così possiamo fare tutti.
Poi,
avevate accusato questo Consiglio e questo Presidente di portare i
provvedimenti in Aula senza la preventiva trattazione in Commissione e li
stiamo trattando nelle Commissioni competenti. Avete detto che le proposte non
venivano esaminate nella Commissione bilancio e le abbiamo trattate pure nella
Commissione bilancio.
Penso
che sia una grande dimostrazione di democrazia, di correttezza e di rispetto
verso tutto il Consiglio regionale.
Altro
che un omnibus è qualcosa di negativo! Un omnibus contiene delle
norme articolate – ripeto – che possono assolutamente essere passate al
setaccio e al vaglio da ogni consigliere. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, colleghi consiglieri, assessori, Presidente della Giunta, pubblico
presente.
Ritengo
che gli interventi provenienti dai banchi della minoranza ci portino ad una
riflessione, consigliere Mammoliti: è difficile fare il consigliere regionale
in quanto significa soprattutto studiare, non soltanto le norme regionali, ma,
in particolar modo, la normativa nazionale.
Su
alcuni aspetti mi ha già preceduto il consigliere Graziano e ho apprezzato
anche molto l'intervento del presidente Mancuso che ha spiegato nei dettagli
cosa significa presentare in un Consiglio regionale un provvedimento omnibus.
Tra
l'altro, visto che ci chiamate alla trasparenza e alla partecipazione, la
proposta di legge omnibus è stata esaminata nella Commissione consiliare
e relazionata dalla presidente Luciana De Francesco.
Faccio
riferimento alla disposizione relativa alle ASP sciolte per infiltrazione
mafiosa, volendo ricordare al consigliere Mammoliti la città di sua provenienza
rispetto a fatti, atti, documenti ed interventi che hanno portato una delle ASP
della Regione Calabria ad essere sciolta per infiltrazioni mafiose e dove
l'accesso della Commissione ha messo in risalto, nero su bianco, che ciò è
riferito a fatti accaduti in passato.
Ora,
c’è l'intervento del presidente Occhiuto – gli riconosciamo autorevolezza,
dovuta in particolar modo al suo collegamento con il Governo centrale – che sta
cercando di portare il Sistema sanitario calabrese verso la normalità. Mi preme
ricordare al consigliere Mammoliti che, se oggi il Commissario ad acta
della sanità della Regione Calabria, può nominare direttamente i direttori
generali, è grazie ad una norma inserita nel decreto Calabria, che consente di
poter procedere alla nomina del direttore generale.
Anche
riguardo alle norme relative all'accreditamento, invito il consigliere
Mammoliti ad andare a rivedere la normativa nazionale, in quanto queste sono
norme che dipendono solo ed esclusivamente da norme nazionali.
Pertanto,
riteniamo che la legge omnibus sia un provvedimento che sicuramente non
va nella direzione di tutelare posizioni personali, così come, magari, accadeva
in passato, quando – bisogna ricordare – la programmazione delle reti
ospedaliere e territoriali veniva fatta solo ed esclusivamente con l'intento di
andare a salvaguardare postazioni di primari o di personale.
Tutto
ciò non ci appartiene. Tutto ciò non ci appartiene perché, oggi, lo sforzo da
parte del Commissario regionale ad acta della sanità calabrese, il
presidente Occhiuto, grazie – ripeto – alla sua grande autorevolezza, va nella
direzione di cercare di garantire quel diritto alla salute che per troppo tempo
è stato compromesso. Grazie.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie,
consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha
facoltà.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Grazie,
Presidente. Il confronto in quest'Aula è impari per due ordini di ragioni.
Mi
scusi, consigliere Mammoliti, interviene per dichiarazione di voto?
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Sì,
per dichiarazione di voto. Devo spiegare perché votiamo contro, se me lo fa
spiegare, oppure fa come il suo Presidente, che mi concede di intervenire quasi
come se fosse una concessione?!
Volevo
soltanto sapere se intervenisse per dichiarazione di voto. Nessuna polemica,
consigliere Mammoliti, prego.
Dovete
dirlo! Mi auguro che stiano ascoltando. Il Presidente del Consiglio ha detto
che ci ha e mi ha concesso di intervenire articolo per articolo, come se questa
fosse una concessione. Ma di che cosa stiamo parlando? Per favore!
Dicevo
che la discussione è impari per due ordini di ragioni: la prima, perché voi non
riuscite ad andare oltre i numeri, non riuscite a compiere uno sforzo minimo di
elaborazione e di confronto democratico perché non è nelle vostre corde, e,
poi, perché al merito voi rispondete con il nulla, addirittura con una
caratteristica che non pensavo che i Generali avessero, che è quella di perdere
anche l’aplomb. Di solito, i Generali sono persone che non perdono mai
l’aplomb, eppure, il generale Graziano, invece, nella veste di politico,
qualche volta lo perde.
Noi
parliamo di merito, abbiamo parlato di fatti e contestato il merito.
Leggeteli
i provvedimenti, guardateli, non state dietro la logica della vostra
maggioranza, Discutere la legge omnibus in Commissione non è una
concessione che ci fa il presidente Occhiuto o questa maggioranza! Ma di che
cosa parliamo? Della democrazia e della libertà che abbiamo conquistato con
anni di battaglia e di sacrifici!
È
una concessione che l'omnibus si discuta in Commissione? Ma, per favore,
abbiate pazienza! Discutete del merito, dei rilievi che abbiamo fatto poiché
stiamo approvando un provvedimento per dare mandato al Commissario di fare le
Linee guida, che il Commissario ha già fatto. Su queste cose dovete rispondere!
Un’ASP
sciolta per mafia: ma chi vuole la trasparenza? La volete voi che dopo cinque
anni pensate ancora a nominare un altro Commissario, anche non scelto
dall'elenco nazionale e, addirittura, in quiescenza? Sapete già chi è in
quiescenza! Ma la volete voi o, piuttosto, noi che vogliamo il Direttore
generale che non potete cacciare quando volete o quando non risponde ai vostri
desiderata? Ma di che cosa state parlando? Se non volete questi rilievi, dovete
soltanto fare una cosa: fare le leggi e farle bene.
Per
questa ragione, votiamo contro questo provvedimento.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
GRAZIANO Giuseppe (Unione
di Centro)
A
me dispiace che il consigliere Mammoliti abbia perso così la pazienza e si sia
così accalorato che, poi, alla fine, non ho ben compreso il suo intervento
perché le parole si accavallavano. Magari, se avesse mantenuto di più la calma
rispetto a quando faceva il sindacalista, forse, l'avremmo compresa meglio in
quest'ultimo intervento.
Ho
cercato, però, di capire qualche parola e le confermo quello che le ho detto
prima. Ora, purtroppo, si è messo lei a gridare. Mi dispiace, però, lei,
purtroppo, non bada ai fatti concreti che sono quelli che sono stati detti: nel
suo territorio c’è stata un'alluvione. Evidentemente, non gliene frega niente.
A
me dispiace che oggi sia assente il collega De Nisi che teneva molto ad
intervenire su questo punto, anche perché è stato fra coloro che hanno chiesto
un intervento nel territorio del vibonese che è anche il territorio della sua
Provincia.
A
lei, purtroppo, non interessano le cose concrete, ma le questioni di lana
caprina. Capisco che ai Tavoli sindacali si andava avanti per ore e ore, magari
senza arrivare nemmeno a una conclusione, perché, poi, bisognava, comunque,
dire e spiegare qualcosa come organizzazioni. Forse, l’esperienza di questi
Tavoli l'ha portata ad essere così prolisso anche in quest'Aula, intervenendo
due o tre volte su ogni punto, ma, poi, l’inutilità dell'intervento. Io le
chiedo d'ora in poi di essere un po' più concreto negli interventi, come lo
siamo noi nell'attività di gestione di questa Regione e come lo è il
Commissario alla sanità.
Le
ho spiegato a cosa serve quella norma. Ora, se a lei non interessa, pazienza,
noi l'abbiamo proposta e voteremo a favore perché crediamo che in alcuni casi
sia necessario – glielo rammento di nuovo – che la mafia sia tenuta lontana da
tutti i settori, ma, soprattutto, dalla sanità e i manager dell'Albo nazionale
hanno un profilo sanitario che, alcune volte, non è sufficiente. Ecco, qual è
la ratio della norma.
Mi
dispiace che lei non lo comprenda. Ora, gli interventi sono finiti e,
purtroppo, non può più intervenire rimarcando cose inutili. Grazie.
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
Grazie.
Non ci sono più interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Dopo
l'articolo 3 è pervenuto l'emendamento aggiuntivo dell'articolo 3-bis, protocollo
numero 22768, a firma dei consiglieri Mancuso, Caputo, Raso e De Nisi.
Cedo
la parola al consigliere Caputo per l'illustrazione dell’emendamento. Prego.
Grazie,
Presidente. La presente proposta emendativa mira a modificare l'articolo 39
della legge regionale numero 47 del 2011 (Provvedimento generale recante norme
di tipo ordinamentale e procedurale, Collegato alla manovra di finanza
regionale l’anno 2012). Articolo 3, comma 4, della legge regionale numero 8 del
2002, al fine di sostituire il comma 4 e prevedere l'inserimento del comma 4-bis.
L’intervento
integrativo si rende necessario per permettere a coloro i quali, alla data del
31 dicembre 2024, abbiano raggiunto un livello di avanzamento lavori pari al 35
per cento, di prestare adeguata garanzia solo alla richiesta di nuova
erogazione.
Infine,
con l'inserimento del comma 4-bis, si specifica che gli alloggi non
soggetti a contributo regionale non concorrono ai fini del calcolo
dell'avanzamento lavori e, di conseguenza, sono svincolati dalla data di
termine di fine lavori prevista per gli alloggi finanziati, ovvero quella del 31
agosto 2026.
La
presente proposta emendativa ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Vorrei
capire qual è stata la procedura seguita e se l'emendamento oggi letto in Aula
dal collega Caputo sia stato oggetto di una riflessione in Commissione o viene
presentato in questo momento, perché, se viene presentato in questo momento,
abbiamo bisogno di leggerlo, capirlo, per esprimere la nostra opinione sia in
negativo sia in positivo.
Questo
volevo chiedere. Faccio una domanda banale, ma credo che sia fondamentale e
sostanziale.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha facoltà.
CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri)
Grazie,
Presidente, intervengo per rispondere al collega Bevacqua che, ultimamente, è
distratto. La proposta è stata esaminata nella Commissione competente e in
Commissione bilancio, ma abbiamo dovuto apporre un'ulteriore modifica, non
sostanziale, ma soltanto di carattere ordinamentale. Quindi, è ritornata in
Aula con un emendamento volto a rendere il testo più armonico. Tutto qui.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Reputo
opportuno spiegare anche qual è la ratio delle proposte emendative che
si presentano. Prendo questa, ad esempio, ma potrei parlare anche delle altre
proposte a cui si riferiva il consigliere Mammoliti, poi, magari, se lui vorrà,
poiché non sono intervenuto prima in occasione della risposta alle
interrogazioni, posso dargli qualche chiarimento su tutto il resto.
Questa
proposta emendativa, in particolare, serve a realizzare una soluzione che
potrebbe rappresentare una soluzione storica nell'area di Lamezia Terme.
Mi
riferisco allo sgombero del campo rom di Scordovillo.
La Regione ha fatto una manifestazione di interesse alla quale hanno aderito
Associazioni del Terzo settore – come, per esempio, quella di don Panizza – per
la ricollocazione in una modalità diffusa sul territorio di questi nuclei rom.
La Regione ha investito risorse importanti per favorire percorsi di inclusione
dei rom ed evitare questo agglomerato incivile dove ci sono bambini rom che
vivono in condizioni igieniche che sono inumane.
Con
questa norma, cerchiamo di avere al nostro arco un’altra freccia, perché, se
l'ATERP dovesse decidere di acquisire, per esempio, alcuni immobili nell'area
di Lamezia Terme o nei Comuni vicini per destinarli a percorsi di inclusione
sociale, favorendone l'utilizzo da parte delle associazioni nel progetto che è
stato realizzato, va fatto, impedendo all'ATERP di incorrere in vincoli che
attualmente ci sarebbero.
Ora,
voi parlate a volte di quello che è contenuto in queste norme come se fossero
soltanto delle frasi scritte su carta, invece quello che è contenuto in queste
norme serve a realizzare buone pratiche di governo regionale. Certo, a volte si
è costretti a mettere più norme in uno stesso articolato anche perché alcune di
esse sono necessarie, come diceva il consigliere Graziano, a recepire rilievi
del Governo. Rilevo sommessamente, con grande rispetto per il Consiglio
regionale, che, se l'opposizione chiedesse al Presidente del Consiglio
regionale di convocare una seduta di Consiglio regionale in Calabria ogni
settimana, come avviene in altre Regioni d'Italia, forse non ci sarebbe
necessità di leggi omnibus, perché alcune di queste norme si potrebbero
discutere più diffusamente in sedute di Consiglio regionale che si fanno ogni
settimana e non ogni due mesi.
Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire il
collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Rispetto
sempre le posizioni espresse, ma, naturalmente, adesso, non sapevo che noi
fossimo anche responsabili della convocazione delle sedute di Consiglio
regionale. Le sedute di Consiglio le convoca il Presidente con i capigruppo e
quindi con la maggioranza. Adesso, avere noi la responsabilità che non vengono
convocate sedute ogni settimana sembra un po’ esagerato, però cogliamo anche
questa sollecitazione che ci viene dal presidente Occhiuto, che non è mai
banale; quindi, magari, il capogruppo si farà carico di questo e chiederemo più
convocazioni e vedremo se il Presidente e gli altri sono disponibili.
In
merito alla presentazione di questo emendamento valgono le riflessioni che
esprimeva il capogruppo e, in merito a quello che diceva il Presidente, noi non
ci sottraiamo all'idea di valutazioni di inclusione e di integrazione sociale
per far fronte ad una problematica atavica, molto importante. Però, su
quell'aspetto specifico, siamo anche intervenuti con un confronto che abbiamo
fatto nella Commissione: non vogliamo realizzare delle aree ghetto dove
confinare le persone, vogliamo ragionare, invece, di un'accoglienza e di
un’integrazione diffusa nel paese e non in determinate aree. Grazie,
Presidente.
Grazie. Torniamo alla votazione. Parere della
Giunta?
Favorevole
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è
approvato pertanto è inserito l’articolo 3-bis. Attesa l'approvazione
dell'articolo aggiuntivo, è autorizzato il coordinamento formale per
l'adeguamento del titolo della proposta di legge.
Articolo 4
(È approvato)
Dopo l'articolo 4 è pervenuto l'emendamento
aggiuntivo dell'articolo 4-bis, protocollo numero 23010, a firma del
consigliere Giannetta, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie, Presidente. Preliminarmente propongo un sub
emendamento orale alla lettera b) dell'emendamento protocollo numero 23010 del
18/11/2024, per cui le parole “di entrata in vigore delle presenti
disposizioni” sono sostituite con le parole “del 3 maggio 2018”; l’emendamento
poi prevede che siano apportate le seguenti modifiche: alla lettera a), quindi
al titolo, dopo le parole “n. 24/2013” sono inserite le parole “n. 9/2018”; la
lettera b) prevede che dopo l'articolo 4 sia aggiunto l’articolo 4-bis,
di modifica dell'articolo 16 della legge regionale numero 9/2018, che recita:
<<1. Al comma 13 dell'articolo 16 della legge regionale n. 9/2018, dopo
il primo periodo, è aggiunto il seguente periodo: “Non rientrano nei casi
previsti dai commi 3 e 4 del presente articolo, per gli esercizi già esistenti
alla data di entrata in vigore della presente disposizione, le ipotesi di
subingresso nell'attività di variazione della titolarità dell'esercizio di
variazione del concessionario o della nomina di nuovo rappresentante
legale”>>. Grazie.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della
Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento come subemendato
oralmente. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito l’articolo 4-bis.
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 6-bis
(È approvato)
All’ articolo 7 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 22213, a firma del consigliere Crinò, a cui cedo la parola
per l'illustrazione.
Grazie, Presidente. La proposta emendativa mira a
sostituire l'articolo 7 della proposta di legge numero 324/12^. Nello specifico
con il primo comma del sostituendo articolo 7 si integra la legge regionale 22
dicembre 2023 numero 62 (Norme in materia di spending review), prevedendo quale
debba essere il parametro di riferimento per la spesa del personale di Ferrovie
della Calabria SRL e di ATERP. Per quanto riguarda la norma prevista al secondo
comma dell'articolo 7, il legislatore regionale con l'introduzione
dell'articolo 12, comma 1-ter della legge regionale numero 24/2002, così
come modificato dalla legge regionale numero 20/2014, dopo aver richiamato le
funzioni svolte da ARCEA ed in ragione delle stesse ha introdotto una deroga in
favore dell'organismo pagatore esonerandolo dalle disposizioni regionali sul
contenimento della spesa. Poiché l'articolo 1, comma 10, della legge regionale
numero 62 del 2023 ha disposto dalla data della sua entrata in vigore
l'abrogazione delle disposizioni di leggi regionali in contrasto, al fine di
continuare a garantire l'applicazione della norma derogatoria sopracitata, si
vuole chiarire in maniera espressa l'ultrattività della deroga già prevista per
ARCEA al rispetto delle norme sul contenimento della spesa. La presente
proposta emendativa ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è
approvato. Pongo in votazione l'articolo 7, per come emendato, che è approvato.
Articolo 7
(È approvato così come emendato)
Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua.
Sull'emendamento? Però stiamo votando, successivamente, magari, per
dichiarazione di voto.
Ho capito, ma altrimenti ce ne andiamo dall'Aula.
Presidente, prima ho posto un problema al collega Caputo, al collega Giannetta,
al collega Crinò, ora lo pongo a lei: siamo in quest'Aula dove stiamo
discutendo di un provvedimento omnibus e, finalmente, avevate avuto
almeno il buon senso di portarlo in Commissione. Oggi state modificando quel
lavoro fatto persino in Commissione. Ma di cosa parliamo? Quale rispetto delle
regole e delle procedure!? Non discuto che il presidente Occhiuto dica che
dobbiamo approfondire i temi, parlo dell’iter legislativo del provvedimento non
parlo dei contenuti. Perché offendete questo Consiglio regionale? Presidente
Mancuso, per favore…
Pongo in votazione l’articolo 8.
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 8-bis
(È approvato)
Dopo
l'articolo 8-bis sono pervenuti alcuni emendamenti aggiuntivi di nuovi
articoli. Iniziamo con l'emendamento aggiuntivo dell'articolo 8-ter,
protocollo numero 23014, a firma dei consiglieri Talerico e Mancuso, su cui
relaziono io per l'assenza del collega Talerico. Si tratta dell’interpretazione
autentica dell'articolo 1 della legge regionale n. 34/2024 che recita: “Al
comma 1 dell'articolo 1 della legge regionale 22 ottobre 24, numero 34
(Disposizioni per la proroga di graduatorie vigenti e concorsi pubblici di enti
e aziende del servizio sanitario regionale), l'espressione “graduatorie
approvate nell'anno 2022” si interpreta nel senso che si riferisce a tutte le
graduatorie vigenti con scadenza prevista nell'anno 2024.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è
approvato, pertanto è inserito un nuovo articolo. Proseguiamo con
l'emendamento, protocollo numero 23083/A01, aggiuntivo anch’esso di un
ulteriore articolo, a firma del consigliere Laghi, a cui cedo la parola per
l'illustrazione. Prego, collega Laghi.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta si
intende inserire nell'ordinamento regionale una norma in materia di
salvaguardia ambientale. L'emendamento non reca disposizioni che comportano
nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale. Dopo
l'articolo 8-bis della proposta di legge 324/12^ è aggiunto l'articolo 8-ter
(Interventi in materia di salvaguardia ambientale). Al primo comma è vietata la
realizzazione, nei parchi nazionali e regionali, di impianti di produzione
energetica alimentati da biomasse con sede ricadente nel territorio calabrese e
con potenza eccedente 10 megawatt termici. Il comma 2
prevede che, entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, gli
impianti di potenza eccedente i 10 megawatt termici, di cui al precedente
comma, sono tenuti a ridurre la potenza uniformandola alla presente disposizione,
a pena di decadenza della relativa autorizzazione.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è
approvato, pertanto è inserito un articolo aggiuntivo.
Proseguiamo
con l'emendamento aggiuntivo di un altro articolo, protocollo numero 23113/
A02, a firma del consigliere Crinò, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Prego.
Grazie, Presidente. Preciso che il presente
emendamento si rende necessario al fine di dare seguito ad impegni
istituzionalmente assunti nei confronti del Governo e in ossequio al principio
di leale collaborazione. Il testo recita: <<Dopo l'articolo 8-bis
della proposta di legge 324/12^ è aggiunto il seguente:
<<Articolo 8-ter (Modifica
dell'articolo 3 della legge regionale 6 del 2024).
1.
Il comma 4 dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: “4. Fermo restando quanto
previsto dall'articolo 1, commi 162, 163 e 164, della legge 30 dicembre 2021,
n. 234, il PAI esplicita il contributo di cura e le attività del caregiver
familiare nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i
supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire, nei limiti
delle risorse nazionali disponibili, al fine di permettere al beneficiario del
PAI di affrontare al meglio possibili difficoltà o urgenze e di ricevere le
normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata e senza rischi
per sé medesimo e per il caregiver. I Comuni capofila degli Ambiti territoriali
sociali - di cui all'articolo 8, comma 3, lettera a), della legge 8 novembre
2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali), per come richiamata dall'articolo 9 della legge
regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali nella Regione Calabria) - preposti alla
pianificazione dei servizi socioassistenziali, istituiscono l'elenco dei
caregiver familiari”. >>
Preciso che la proposta emendativa non comporta
oneri a carico del bilancio regionale in quanto trattasi di modifica di natura
squisitamente ordinamentale. Grazie.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato, pertanto è inserito un
ulteriore articolo.
Proseguiamo
con l'emendamento protocollo numero 23113/A01, che modifica il titolo della
proposta di legge, a firma del consigliere Crinò.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto.
Ne ha facoltà.
Inviterei gli uffici e la Presidenza a considerare
quello che sta dicendo l'onorevole Tavernise, perché, per la verità, anche a me
è sfuggito un emendamento che è stato approvato e sul quale sarei voluto
intervenire per esprimere il mio apprezzamento; mi riferisco, per esempio,
all'emendamento proposto dal consigliere Laghi che scrive una norma che ci dà
la possibilità, al di là di quelle che saranno le decisioni della Regione
Basilicata, di fare in modo che nel Parco del Pollino non ci sia la centrale a
biomasse.
Quindi,
volevo segnalare questa decisione del Consiglio regionale come una buona
decisione ed esprimere anch'io apprezzamento per la votazione di questo
emendamento che, però, anche a me è sfuggito.
È
vero che la Presidenza del Consiglio, in maniera molto illuminata, ci ha messo
a disposizione i tablet per seguire tutti gli emendamenti, ma a volte non
riusciamo a farlo, quindi se ci fosse anche la possibilità di avere, qualche
volta, almeno sugli emendamenti, il cartaceo ci aiuterebbe ad intervenire,
anche perché - e concludo - voglio chiedere scusa al Consiglio regionale,
soprattutto ai consiglieri di opposizione, perché prima sono intervenuto su un
emendamento, anche quello non l'avevo davanti, e ho detto che quell'emendamento
serviva ad una finalità. Ora voi siete stati o così generosi o così distratti
da non esservene accorti, ma quell'emendamento non serviva a quella finalità,
non era un emendamento del Governo regionale, lo condivido perché quella
finalità che io ho descritto era già contenuta in una norma già approvata, che
non era oggetto di emendamento all'articolo 4 dell'omnibus, e cioè la
finalità di consentire, appunto, all'ATERP di acquisire degli immobili per
l'accoglienza diffusa. Quando il Presidente della Regione sbaglia, ammette gli
errori ed è riconoscente a voi che non glieli fate notare anche quando sbaglia.
Grazie.
Grazie, Presidente. Torniamo all'emendamento
protocollo numero 23113 che modifica il titolo della proposta di legge, ed è a
firma del consigliere Crinò a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Grazie, Presidente. Il presente emendamento si è
reso necessario al fine di meglio coordinare il testo della proposta con il suo
contenuto. Il testo è questo: “Nel titolo della proposta di legge 324/12^ dopo
le parole “n. 62/2023” sono aggiunte le parole “n. 6/2024”. La proposta
emendativa non comporta oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento al
titolo è approvato. Passiamo all'emendamento aggiuntivo di un ulteriore
articolo, protocollo numero 23157/A01, a firma del consigliere Montuoro a cui
cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Dopo l'articolo 8 della
proposta di legge 324/12^ è inserito il seguente, articolo 8-ter che modifica
l'articolo 16 della legge regionale 24 febbraio 2023, numero 9. Nella lettera b-bis)
del comma 2 dopo la parola “Comuni” sono inserite le parole “dalle Province e
dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria”. L'emendamento tende a integrare
la lettera b-bis del comma 2 dell'articolo 13 della legge regionale 24
febbraio 2023, numero 9 (Disciplina del sistema di protezione civile della Regione
Calabria), al fine di consentire il sostegno alle spese sostenute dagli Enti
Locali, di cui alla proposta di modifica, in presenza delle emergenze
disciplinate dal medesimo comma 2, lettera b-bis). La norma non comporta
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, per cui non ha effetti
sull’articolo 9 della proposta di legge. Grazie, Presidente.
Parere della Giunta?
PIETROPAOLO Filippo, Vicepresidente della Giunta regionale
Favorevole.
Parere del relatore?
DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia),
relatrice
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato, pertanto è aggiunto un
ulteriore articolo. Attesa l'approvazione dell'articolo aggiuntivo,
è autorizzato il coordinamento formale per l'adeguamento del titolo della
proposta di legge.
Ha
chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo, potrà intervenire per
dichiarazione di voto, collega, quindi prima della votazione finale. Vuole
intervenire su questo? Prego, ne ha facoltà.
Presidente, devo confermare quello che ha detto
poc'anzi il Presidente della Giunta regionale: ho una grande difficoltà a
seguire l'iter logico-normativo dei provvedimenti che stiamo votando e ci sto
mettendo tutta l'attenzione possibile. Parliamo di una legge “omnibus” -
non entro nel merito della discussione che è già stata fatta - che abbiamo già
discusso nelle Commissioni dove ho espresso alcune valutazioni.
Oggi,
il Presidente è tornato nuovamente su questo argomento ma, in quella sede, ho
espresso alcune perplessità. Lui ha citato la norma sulle ATERP, sulla
possibilità di acquisire alloggi con funzione sociale per determinati casi di
crisi che abbiamo nella regione Calabria. Io ho espresso alcune preoccupazioni
nel merito anche di questa norma. Ritengo, ad esempio, che inserire come
oggetto sociale per le ATERP la possibilità di andare sul mercato e comprare
immobili, sia quantomeno rischioso in merito alla competenza e alle funzioni
che questi enti hanno.
Però,
non è di questo che voglio parlare. Voglio sottolineare come questa legge “omnibus”,
di cui comunque avevamo sviscerato i contenuti, è sostanzialmente cambiata nel
corso di questi emendamenti, tra l'altro alcuni di notevole rilevanza, e quando
io non riesco a seguire il dibattito e il significato anche normativo delle
proposte che vengono fatte, ovviamente, il mio atteggiamento non può che essere
di non partecipare alla discussione, nonostante, ripeto, non ci sia alcun
atteggiamento ostruzionistico in merito. Quindi, vi chiedo, davvero, di
rispettare anche la posizione dell'opposizione.
Non
è detto che sia un'opposizione che deve per forza di cose essere strumentale.
Però, se non si riesce a comprendere, con emendamenti che vengono discussi
seduta stante, in una discussione che tra l'altro non può essere neanche
approfondita sul significato di quello che andiamo a fare, qual è la funzione
che, come consiglieri regionali possiamo esercitare? È una funzione
assolutamente dii ratifica di scelte già prese. Onestamente, ratificare a
scatola chiusa e alzare la mano o astenerci o essere contrari a scatola chiusa,
non penso sia né il mio compito né il compito dell'opposizione. Grazie,
Presidente.
Grazie, collega Lo Schiavo. Pongo in votazione gli articoli:
(È approvato)
Articolo 10
(È
approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo
complesso, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale. La
proposta di legge è approvata con autorizzazione al coordinamento formale, così
come emendata.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Come gruppo del PD e come Gruppo misto - penso che
anche gli altri gruppi di minoranza faranno una dichiarazione – comunico che
abbandoneremo l'Aula perché non vogliamo partecipare a un voto che legittima un
lavoro di questa maggioranza che mortifica, davvero, il ruolo e la funzione di
ogni consigliere regionale, di maggioranza e di minoranza.
Collega Bevacqua, mi ascolti un attimo. Sono stato
ad ascoltarla. Gli emendamenti di cui lei parla sono sulla piattaforma da ieri,
se volevate prenderne visione. Giacché, come può presentare lei emendamenti, li
possono presentare anche gli altri, ha avuto 24 ore per studiarli. Non ha avuto
tempo? E non ha avuto tempo! Se non partecipa è colpa sua. Non è colpa nostra.
Andiamo
avanti. Passiamo al punto tre…
Il
punto è finito, si doveva prenotare per dichiarazione di voto, se voleva,
comunque le concedo di intervenire per dichiarazione di voto, prego.
Grazie, Presidente. Io provo a fare il consigliere
di opposizione e fare un'opposizione costruttiva. Devo dire che, con voi, è
veramente difficile, anche quando non voglio parlare c'è sempre qualcuno che mi
spinge a dover dire qualcosa.
Presidente
Mancuso, giorni fa, abbiamo fatto una Conferenza dei capigruppo dove abbiamo
deciso, in maniera congiunta, di agire in maniera un po’ diversa rispetto a
quello che lei ha appena detto. Perché? Vanno bene le “omnibus”, nel
merito non ho detto una parola perché non vedo nulla di sbagliato sottoposto
all’approvazione dell’Aula, però, secondo me - poi il mio parere può valere
poco o nulla, ma lo esprimo comunque – dopo la presentazione dell'“omnibus”,
dopo le modifiche in Commissione - sono stati presentati, ho controllato, solo
2 emendamenti in Commissione, mentre ora venite in Aula e ne portate 13 -
modificarla in seduta di Consiglio con l'aggiunta di 11 emendamenti, è poco
corretto anche rispetto a quello che ci siamo detti in Conferenza dei capigruppo.
Quindi,
la mia posizione: se vogliamo cambiare atteggiamento su degli emendamenti, su
dei provvedimenti o delle norme che - lo ha detto il collega Graziano - vanno
in favore della comunità calabrese, secondo me, Presidente, lei ha l'onere e
l'onore di migliorare, se possibile, il metodo. Anche perché io sto provando ad
entrare in Concilium, ho il tablet scarico, e non
riesco; non abbiamo gli emendamenti cartacei, non so nemmeno che cosa stiamo
andando a votare e non posso votarlo. Quindi, è un invito, sempre in maniera
costruttiva e pacata, dalle prossime “omnibus” o dalle prossime leggi,
quantomeno a informarci o inviarci le modifiche tramite e-mail. Grazie.
Per
questo, anche io, non posso partecipare alla votazione nel suo complesso.
La ringrazio per il consiglio. Le ripeto, perché
l'ho già detto al consigliere Bevacqua, che tutti gli emendamenti sono sulla
piattaforma, depositati regolarmente perché la norma a cui lei si riferisce
dice che entro le 24 ore precedenti alla seduta di Consiglio possiamo
presentare gli emendamenti, come lo ha presentato il collega Laghi - non è
certo maggioranza - e l'abbiamo discusso e anche approvato. Lei poteva prendere
visione degli emendamenti e quindi istruirsi sulla pratica e non lo ha fatto.
Non addebiti colpe a questa Presidenza che, ogni tanto, non ne ha.
Passiamo al terzo punto dell'ordine del giorno.
Svolgimento delle interrogazioni, articolo 122 del Regolamento interno del
Consiglio. Ricordo all’Aula che, ai sensi dell'articolo 122 del Regolamento
interno per le interrogazioni a risposta immediata, l'interrogante dispone di
due minuti per illustrare l'interrogazione, la Giunta regionale dispone di tre
minuti per la risposta e l’'interrogante ha diritto di replica per non più di
un minuto.
Iniziamo con l'interrogazione, a firma il
consigliere Mammoliti: “In merito alla decisione del Ministero dell’Ambiente e
della Sovranità energetica per la bonifica del SIN
Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara”. È assente l'Assessore competente e quindi
è rinviata.
(Così
resta stabilito)
Passiamo all'interrogazione 271/12^ a firma,
sempre, del consigliere Mammoliti: “Malfunzionamento della Farmacia
territoriale dell'ASP di Vibo Valentia”. Cedo la parola all'interrogante per
l'illustrazione. Prego, collega Mammoliti.
Grazie, Presidente. Con questa interrogazione, che
è l'ennesima sulla farmacia territoriale dell'ASP di Vibo Valentia, ho preso
spunto da una vicenda molto seria che andrebbe valutata con attenzione da parte
del Commissario e da parte di chi possiede ruoli di responsabilità e che
riguarda una donna residente nel vibonese, affetta da grave patologia, che per
avere il farmaco salvavita ha dovuto minacciare di incatenarsi ai cancelli
dell'ASP di Vibo Valentia.
Ancora
una volta do atto al presidente Occhiuto che risponde alle interrogazioni, è
presente, a differenza di altri, anche se devo dire, in questo caso, che
l'Assessore mi ha detto che sarebbe dovuto andare a Torino, ma ritorneremo su
quei temi. Penso, però, che sia arrivato il tempo, lo dico soprattutto al
commissario Occhiuto, – in cui non possiamo accettare, almeno io non posso più
accettare, l’ennesima situazione di risposta burocratica mentre le persone che
si recano alla farmacia territoriale - vorrei ricordare che ci vanno persone
affette da patologie croniche gravissime, malati di leucemia, di cancro, di
sclerosi multipla. Non è che vanno a prendere la tachipirina, per capirci – si
trovano in condizioni pietose: devono stare fuori con la pioggia, con il vento,
esposti al sole e, dopo ore in fila, a volte, magari non trovano i farmaci e il
personale è in difficoltà. Questa donna, per avere un farmaco salvavita, ha
dovuto minacciare di incatenarsi davanti all'ASP. Questa situazione ormai è
disumana, inaccettabile.
La
invito, Presidente, ad assumere provvedimenti nell'immediatezza per rendere
efficiente il funzionamento della Farmacia territoriale, perché non è più
sopportabile.
Per
quanto mi riguarda, naturalmente, ascolterò con attenzione - lo faccio sempre -
la sua risposta, ma su questa questione ne farò oggetto di battaglia a livello
nazionale, perché è disumano vedere delle persone affette da patologie
gravissime che fanno la fila con la pioggia, file chilometriche, per poi non
trovare il farmaco.
Noi
avevamo già presentato delle interrogazioni in passato, una anche con il
consigliere Lo Schiavo, e questa è l'ennesima.
Per
quanto mi riguarda, ascolterò con attenzione la risposta. Le chiedo cosa
intenda fare, quali sono le azioni che, nell'immediatezza, ritiene di assumere
e di valutare se non sia il caso anche di visitare quel luogo per vedere in
quali condizioni obbrobriose, fatiscenti, si trova e chiedere a chi di
competenza di intervenire. Abbiamo avuto Generali, Comandanti, e via dicendo,
che non hanno assunto nessun provvedimento e le condizioni continuano a essere
indegne e fatiscenti. Questo non lo possiamo più accettare.
Grazie, la parola al presidente Occhiuto.
Grazie. Come ha detto il consigliere Mammoliti,
cerco sempre di rispondere alle interrogazioni che mi vengono rivolte dai
consiglieri regionali. A questa avrei anche potuto evitare di rispondere per la
circostanza che, da qualche mese, l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo non è
più, di fatto, sotto la mia dipendenza, perché è sotto la dipendenza della
Ministero dell’Interno per via del commissariamento, ma non mi sottraggo.
Consigliere Mammoliti, anche io leggo delle esperienze molto negative da parte
di molti calabresi sulla stampa. Lei ne ricava una legittima ragione di
indignazione, io, oltre a questo sentimento, ho anche il sentimento di chi vive
con responsabilità il ruolo che sta cercando di svolgere, probabilmente nel
contesto più complicato degli ultimi anni per quanto riguarda il tema della
sanità. Basta osservare quello che avviene, quello che viene riportato nelle
trasmissioni televisive nazionali e anche i contenuti del dibattito politico in
tutte le Regioni, per rendersi conto che, forse, negli ultimi anni la qualità -
anzi senza forse - del Sistema sanitario nazionale sta peggiorando anche nelle
regioni dove prima si evidenziava la presenza di un Sistema sanitario
performante. Cioè, si lamentano della sanità in Italia, oggi, anche i cittadini
del Veneto, della Lombardia, della Toscana, dell’Emilia; c'è una progressiva
riduzione della qualità dei servizi sanitari in tutte le regioni, anche in
quelle che avevano sistemi sanitari definiti eccellenti.
Da
noi le cose vanno ancora peggio, ne ho perfetta coscienza - poi entro nel
merito dell'interrogazione -, perché noi siamo partiti, in questo contesto di
grave difficoltà della sanità nazionale, da meno 100, meno 1000, perché 15 anni
di commissariamento, soprattutto i 12 anni prima del mio insediamento, hanno
immobilizzato il sistema sanitario calabrese e nessun investimento di natura
organizzativa, gestionale, infrastrutturale, sanitaria e sul personale ha
interessato il sistema sanitario calabrese. Quindi, noi siamo partiti da meno
1000.
Ora,
il sistema sanitario calabrese è ancora un sistema con gravissime criticità,
con criticità superiori a quelle di moltissime regioni d'Italia, la cosa che,
però, io vorrei si segnalasse è che - non deve esserci di conforto, ma anzi di
stimolo -, mentre c'è un peggioramento dei sistemi sanitari nelle regioni che
prima avevano Sistemi sanitari eccellenti, mentre in tutta Italia c'è un
peggioramento del Sistema sanitario, qui faticosamente - poi lo spiegherò
magari nella prossima interrogazione - si sta cercando di ricostruire almeno un
ordine nella sanità e, peraltro, qualche progresso ci è riconosciuto, non dalla
maggioranza, né dall'opposizione, né dal Commissario, ma da Age.Na.S. su molti
livelli essenziali di assistenza, dal Governo sul dominio dei conti.
Finalmente, quindi, c'è un movimento in controtendenza che non deve essere
motivo di soddisfazione, perché abbiamo contezza del fatto che il sistema
sanitario calabrese ha bisogno ancora di tantissime cure, quindi, c'è bisogno
di molto lavoro ancora.
Nel
Sistema sanitario calabrese, poi, non tutte le Aziende sanitarie sono
identiche. Ci sono Aziende sanitarie come quella oggetto della sua
interrogazione, dell'interrogazione del consigliere Lo Schiavo, che sono state
commissariate recentemente e questa Azienda è stata commissariata recentemente.
Non è stata commissariata perché è stata estratta a sorte: “Sciogliamo
l'azienda, in Italia si commissaria”. È stata commissariata per fatti di mafia,
evidentemente risalenti ad anni precedenti a questa gestione commissariale. Ma
il danno che queste logiche mafiose hanno prodotto, è stato quello di
consolidare nel sistema amministrativo dell'Azienda, a volte, delle posizioni
di potere autoreferenziale, altre volte, un disordine, un’inefficienza che era
poi la precondizione affinché si potessero sviluppare fenomeni non legali e non
legittimi.
Quindi,
l'Azienda sanitaria provinciale di Vibo è in assoluto - per quello che è
successo, forse l'Azienda sanitaria provinciale di Reggio era nella stessa
condizione e, però, proprio la nomina del direttore generale sta determinando
l'inversione di tendenza - quella che con più fatica riesce a centrare gli
obiettivi di riorganizzazione, di efficientamento. Lo dico perché, per qualche
tempo, il Generale a cui lei faceva riferimento ha avuto la responsabilità sia
dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro che dell'Azienda sanitaria
provinciale di Vibo. Ora, le stesse attività che venivano disposte dal centro
nell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro magari si realizzavano - certo
non con i tempi che io avrei desiderato, ma quelli purtroppo non li riscontro
quasi in nessuna Azienda sanitaria - con tempi meno patologici; nell'Azienda
sanitaria provinciale di Vibo, le stesse attività, pur avendo lo stesso apice
gestionale, erano molto più rallentate, perché voi sapete bene che, per
realizzare delle attività amministrative, c'è bisogno di personale
amministrativo, a volte anche di personale sanitario, che abbia una propensione
alla ricerca e alla
realizzazione delle soluzioni. Lei sa che l'organizzazione della farmacia
purtroppo - non posso dire purtroppo perché altrimenti poi dite che voglio
accentrare tutto - è demandata alle aziende sanitarie, che sono delle
personalità giuridiche autonome proprie e, quindi, si devono occupare di questa
attività. Sto cercando, in qualche modo, anche di svolgere una funzione di
vicariato perché stiamo lavorando da più mesi con Poste, per esempio, che ha
sviluppato un progetto molto interessante, POLIS, che prevede di utilizzare
tutti i vecchi uffici postali - in Calabria sono tantissimi, la Calabria è
quella più interessata da questo progetto di Poste - come punti di interfaccia
tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino. Per intenderci: saranno gli
uffici dove verranno rilasciati i passaporti. Ho incontrato il direttore
generale dei Poste e gli ho detto: “Ma perché questi uffici non li utilizziamo
anche per la distribuzione dei farmaci, per esempio? Per la distribuzione dei
pannoloni? Per la distribuzione dei kit sulla prevenzione dato che abbiamo un
ritardo stratosferico sulla prevenzione in Calabria, accumulato per anni? I
portalettere, secondo il progetto POLIS, vanno a casa del cittadino e
potrebbero consegnare il pannolone, il farmaco, il kit di prevenzione e poi
tornare a ritirarlo dopo aver svolto attività di prevenzione o ritornare per
dare di nuovo il farmaco. Anche questa è un'attività sulla quale si sta
lavorando da mesi. Poste è una delle aziende partecipate dallo Stato più
performanti, però ha i suoi tempi.
Dicevo della capacità
amministrativa, perché questo problema che lei segnala è un problema che si può
risolvere solo attraverso una riorganizzazione del servizio di farmacia a Vibo.
Ho chiesto a suo tempo, all'allora commissario Battistini, di accelerare in
questa direzione. E l'azienda sanitaria provinciale di Vibo, con delibera del
luglio del 2023, ha bandito uno specifico avviso pubblico per il conferimento
di un posto di dirigente farmacista di durata quinquennale; infatti, se non c'è
chi ha la responsabilità di riorganizzare il servizio, è ben difficile che si
possa riorganizzare. Attenzione: dicevo dei ritardi amministrativi perché la
delibera è del luglio del 2023 e solo il 19 settembre del 2024 la Commissione
di valutazione, nominata con l'ultima delibera del 17 Aprile
del 2024, ha ultimato le procedure di selezione del dirigente di struttura
complessa di farmacia territoriale. Proprio l'individuazione del nuovo
direttore deve portare appunto a questa riorganizzazione delle procedure e dei
processi e anche dei luoghi dove viene distribuito il farmaco; per cui, fate
attenzione alle date: la delibera è del 10 luglio del 2023, la Commissione di
valutazione finisce il suo lavoro più di un anno dopo, nel 2024. Come sanno
molti che si occupano di sanità, anche su questo tema sarebbe necessaria una
riforma di carattere nazionale perché in molte procedure di selezione del
personale basta, a volte, che si dimetta un componente della Commissione perché
si resetti tutto e si debba per legge ricominciare. Nel caso di specie, credo
però che questo sia stato dovuto proprio a questo deficit di capacità
organizzativa che ora nel breve periodo le aziende sanitarie provinciali devono
colmare.
Mi auguro che la Commissione
nominata dal Ministro dell'Interno possa lavorare alacremente alla
ricostruzione dell'organizzazione. Anche Azienda zero l’ho sempre comunicata
come utile a fare in modo che chi governa le aziende sanitarie e ospedaliere si
occupi solo dei livelli essenziali di assistenza e di garantire il diritto alla
salute dei cittadini e non delle procedure amministrative; spesso chi governa
le aziende sanitarie e ospedaliere, infatti, non ha uffici così performanti
perché si possano realizzare le procedure amministrative. Accentrando le
procedure amministrative si può sgravare di questo gravame chi governa le
aziende sanitarie e si possono rendere più efficienti anche i servizi. Su
Azienda zero non è vero quello che si diceva nel dibattito. Su Azienda zero il
commissario Miserendino sta facendo un lavoro straordinario: tutta la parte
legata al digitale, ai flussi, è stata già acquisita da Azienda zero che, entro
tre o quattro mesi, acquisirà anche la gestione dei concorsi per tutte le aziende
sanitarie e ospedaliere della Calabria proprio per realizzare questo disegno
che, vorrei ricordare, si è interrotto anche per fatti indipendenti dalla
nostra volontà e dalla volontà di ogni uomo. Il disegno si è interrotto anche
perché c'è stata la dipartita di Profiti che era colui che aveva lavorato
insieme a me a questo disegno di Azienda zero. Dopo Profiti, abbiamo
ricominciato e non ho difficoltà a definire straordinari i progressi che ci
sono stati nell‘implementazione di Azienda zero negli ultimi mesi. Però, per
ritornare all'interrogazione, condivido le preoccupazioni del consigliere
Mammoliti e del consigliere Lo Schiavo. Vi ho risposto in ordine alle attività
che io ho svolto, perché io ho sollecitato Battistini a riorganizzare queste
attività. Vi ho fornito le date degli atti amministrativi che sono stati posti in essere e ho evidenziato, con la responsabilità che
deve appartenere a chi governa un sistema complesso come quello della sanità
calabrese, anche i deficit di capacità amministrativa con i quali i calabresi
ogni giorno, ma anche io nella mia funzione di Commissario, dobbiamo
confrontarci e scontrarci.
Grazie,
Presidente. La parola al collega Mammoliti, prego.
Grazie, Presidente. Mi fa
naturalmente piacere se il Commissario condivide le preoccupazioni, però è
chiaro, caro Presidente-Commissario, che dobbiamo andare oltre l'importante
condivisione delle preoccupazioni, ma lei cita alcune problematiche che sono collegate
soltanto indirettamente. Ci può pure stare un po’ il ritardo burocratico per
l'assolvimento di alcuni bandi della riorganizzazione per individuare la figura
della struttura complessa, però cosa c'entrano i luoghi sgangherati, la
mancanza di sedie per far sedere gli anziani, le persone che fanno le file per
ore e poi non trovano i farmaci? Non c'è un servizio igienico! Noi stiamo
parlando di persone che sono affette da patologie gravissime, quindi capisce
molto bene che, pur apprezzando la sua condivisione alle preoccupazioni, vorrei
che lei, in qualità di Commissario regionale, interagisse anche con la terna
commissariale. È vero che è nominata dal Ministro, però lei è il Commissario
regionale. Noi siamo consiglieri regionali, possiamo anche aprirla un'interlocuzione,
non credo che siano del tutto insensibili a queste rivendicazioni e a queste
richieste che mi sembrano molto ragionevoli e sensate. Tra l'altro, mi permetto
di dire, senza fare nome, che una delle tre figure nominata commissario corrisponde
ad un dirigente che, invece, ha nominato lei. Quindi, vorrei che lei si
assumesse una responsabilità maggiore, oltre alla condivisione e alla
preoccupazione, perché, caro Presidente, su questa cosa non mi fermerò perché
questo supplizio deve finire, perché è disumano vedere anziani, persone provate
da patologie gravissime che fanno la fila per ore e poi non trovano i farmaci,
che fanno la fila senza avere delle sedie dove potersi appoggiare, che fanno la
fila senza avere dei servizi igienici, che fanno la fila sotto la pioggia,
sotto il sole e via dicendo. Questo supplizio deve finire e io su questo farò
una campagna coinvolgendo tutti gli attori, compreso il Ministro e il Tribunale
del diritto dell'ammalato - non so se esiste a Vibo, se esiste a livello
regionale - perché è una situazione, caro Presidente, veramente vergognosa.
Le girerò un video per farle
vedere qual è la reale situazione che si vive presso la farmacia territoriale
di Vibo, convinto che, vedendolo, lei, al di là della comprensione, si attiverà
per cercare di affrontare e risolvere questa problematica. Grazie, Presidente.
Grazie.
Passiamo
all'interrogazione 279/12^ a firma del consigliere Mammoliti in merito alla
vertenza Abramo Customer Care S.p.A. È rinviata per assenza dell'assessore.
Però, presidente Occhiuto, magari facciamo illustrare lo stesso
l'interrogazione al collega Mammoliti se può rispondere lei.
La
vicenda la sta seguendo l'assessore Calabrese insieme a me ed al vicepresidente
Pietropaolo. Se vogliamo aspettare l'assessore Calabrese facciamo, altrimenti
qualche elemento di risposta glielo posso dare anch'io.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Siccome
so che il 27 ci sarà un incontro a Roma, possiamo svolgere l’interrogazione
quando avremo un quadro più completo o no?
Perfetto.
Va bene.
MAMMOLITI Raffaele (Partito
Democratico)
Grazie.
Va
bene.
Passiamo
all'interrogazione numero 283/12^ a firma dei consiglieri Bevacqua, E. Alecci,
Amalia Bruni, F.A. Iacucci, R. Mammoliti, G. Muraca “Transazioni ASP calabresi
– BFF Bank SpA”. Cedo la parola all'interrogante per
l'illustrazione.
Prego,
collega Bevacqua.
Grazie, Presidente. Come lei
ben saprà, questo è un tema che è oggetto di discussione politica da molti mesi
in Calabria e che è diventato ancora più centrale dopo che una nota testata
nazionale, L'espresso, l'ha rilanciato due domeniche fa. Il tema era stato già
oggetto di una interrogazione parlamentare rivolta ai Ministri dell'economia e
della salute da parte del senatore Nicola Irto, relativamente alla transazione
da 39 milioni effettuata dall'ASP di Cosenza in favore di BFF Bank. Quel che è
emerso in questi giorni, anche dopo l’approfondimento dell'Espresso, è che
oltre alla transazione dell'ASP di Cosenza anche l’ASP di Reggio ha effettuato
una transazione di 37,8 milioni e sembrerebbe che ci sia in fase preliminare un
accordo dell’istituto di credito anche con l'ASP di Crotone di ben 77 milioni
di euro vergati alla BFF banking nel giro di due settimane, nonostante la
Regione - così pare - avesse vinto delle cause ed i rischi fossero valutati
come modesti.
Noi avevamo chiesto in
Commissione anche le audizioni dei manager interessati perché sarebbe stato più
proficuo e funzionale ascoltare loro. Avevamo chiesto anche un'audizione del
Commissario straordinario di Azienda Zero, Miserendino, perché il luogo per
capire meglio e approfondire meglio era proprio la Commissione. So che la
Commissione a causa di un incidente è saltata, ma riguardava solo ed
esclusivamente l'ASP di Reggio Calabria. Perché siamo preoccupati? Presidente
Occhiuto, commissario Occhiuto, noi non vogliamo fare gli inquisitori, vogliamo
solo svolgere il nostro ruolo, garantendo trasparenza sugli atti che vengono
prodotti da un manager, dal Presidente della giunta, dal Consiglio regionale,
perché è nostro dovere rendere conto ai cittadini calabresi del nostro operato.
Siamo preoccupati perché, come affermato anche dal collegio sindacale dell'ASP
di Cosenza nel suo parere al bilancio preventivo 2023, si avanza il dubbio che
nella transazione siano entrati crediti già pagati.
E questi dubbi e perplessità,
caro commissario Occhiuto, vengono alimentati dal fatto che l'allora Presidente
della Giunta regionale, Scopelliti, aveva contratto un mutuo per pagare tutte
le somme dovute da ASP e aziende ospedaliere fino al 2005, ma negli accordi con
BFF Bank, però, risultano fatture risalenti agli anni ‘90 e agli inizi del
2000. Allora viene semplice da chiederci se quelle fatture siano state pagate
due volte oppure quei soldi sono andati a finire in altri posti, in altri
luoghi.
Questa la prima richiesta che
mi sento di rivolgere al presidente-commissario Occhiuto. E poi lei, caro
presidente Occhiuto, ai primi di gennaio del 2023 ha convocato una conferenza
stampa per annunciare, con enfasi, giustamente, che finalmente era riuscito a
contabilizzare il debito pregresso della sanità calabrese e che lo stesso
risultava inferiore a quello stimato, se ricordo bene. Ricordiamo bene. Le
transazioni di cui ci occupiamo risalgono al mese di dicembre scorso perché,
ripeto, sono state oggetto di più mesi di dibattito, rilanciato da L’Espresso;
quindi, dopo circa un anno dalla quantificazione del debito, in questo arco
temporale, le direzioni strategiche dell’ASP di Cosenza e Reggio Calabria, con
i rispettivi uffici ragionerie, che verifiche hanno fatto sulle fatture che la
Banca faceva rientrare nelle transazioni? Questa è un'altra domanda.
Sono passati quasi due anni e,
rispetto a quella ricognizione, ci si chiede quanti debiti sono stati
effettivamente saldati, quanti ancora sono da pagare e se quelli regolarizzati
lo sono stati con criterio. Le migliaia di piccoli creditori, perché sono migliaia,
che avanzano un credito certo su cui continuano a maturare gli interessi, sono
stati pagati o si privilegiano i grossi importi e si si rincorrono le
transazioni per le quali, ad esempio, l’ASP di Reggio Calabria ne ha affidato
la cura a studi legali di fuori regione compensati a percentuale? Esattamente
un anno fa, caro Presidente, avvalendoci delle nostre prerogative di
consiglieri regionali, avevamo rivolto, anche incontrando i direttori generali
delle ASP e dele aziende ospedaliere, a tutte le aziende sanitarie calabresi un
riscontro ai nostri quesiti, che si stanno rilanciando in quest'Aula, ma non
abbiamo avuto risposte in merito.
E poi, caro
commissario-presidente Occhiuto, come lei ben sa, quando si tratta di atti
straordinari questi devono essere autorizzati dalla struttura commissariale ed
essere vagliati dal Dipartimento salute.
Anche su questo non abbiamo
ricevuto nessuna risposta, tranne che una sua nota. Subito dopo facemmo questa
nostra considerazione e ci rispose: “Il Pd parla di sanità dopo 5 anni di fallimento”. Quando noi poniamo un tema, non lo
poniamo in termini di responsabilità riferite agli ultimi 15 anni perché, se
dovessimo parlare di responsabilità negli ultimi 15 anni, il centrosinistra è stato all'opposizione per 10 anni e solo 5 anni
maggioranza.
Quindi, quello che volevo
chiedere al presidente Occhiuto è di fare chiarezza su questi temi che noi
poniamo, in maniera da trasmettere ai cittadini calabresi la trasparenza e
l'onestà degli atti che compiamo, perché credo che in questo modo facciamo il nostro
dovere.
Poi, volevo, per ultimo,
riprendere un concetto espresso dal presidente Occhiuto per quanto riguarda
Azienda Zero: Azienda Zero deve essere, caro Presidente, l'ente che governa i
processi - l'ha detto lei – e che ha la responsabilità amministrativa. Azienda
Zero in questa vicenda è stata coinvolta? È stata responsabilizzata? Ha
espresso un giudizio su questa vicenda? Se parliamo di responsabilità Azienda
Zero dovrebbe essere l'ente di governo dei processi.
Allora, anche su questo
chiediamo a lei notizie di merito che tolgano ogni dubbio su questa vicenda,
che ha molto alimentato il dibattito politico, e che soprattutto fughino
sospetti di operazioni che noi riteniamo, forse, giuste fare. Non so. Però,
vorremmo che questo Consiglio oggi uscisse con una posizione chiara e netta da
parte del presidente Occhiuto, che tranquillizzi i cittadini, che dia risposta
su questi temi importanti anche a chi oggi alimenta questo dibattito e,
soprattutto, che dia certezza a noi nel ruolo e nella funzione che svolgiamo.
Presidenza del vicepresidente
Pierluigi Caputo
Grazie, consigliere Bevacqua.
Cedo la parola al presidente
Occhiuto per la risposta. Prego.
Poi, risponderò puntualmente
anche citando atti, azioni svolte sia dalla struttura commissariale che dal
Dipartimento.
Vorrei fare solo una
brevissima premessa, perché ho ascoltato con piacere che non vuole fare
l'inquisitore e le posso dire che fa bene a non farlo, perché se c'è un tratto
caratteristico della gestione della sanità di questi tre anni è proprio quello
di aver cercato di svolgere ogni azione utile a “bonificare” in qualche modo la
sanità da logiche che l’hanno portata al punto in cui è, e anche perché mi
avete sentito spesso rivolgere critiche ai Governi precedenti per la scelta dei
Commissari e per aver lasciato da soli quei Commissari a fronteggiare problemi
giganteschi. La decisione di commissariare la sanità, però, anche qui, come
quella di commissariare l'Azienda Sanitaria di Vibo per mafia, non è che è
stata presa a caso perché è stata sorteggiata una Regione, è stata presa perché
negli anni precedenti al commissariamento, evidentemente la politica regionale,
di tutti gli schieramenti, non aveva dato grande prova di efficienza nella
gestione della sanità.
Quindi, per carità, ci sono
responsabilità che sono assolutamente trasversali, però è un dato ineludibile
che in questi tre anni si è cercato di recidere vecchie logiche che hanno
determinato la situazione che ha generato prima il commissariamento e poi la
gestione del commissariamento.
Ricevo la rassegna stampa ogni
mattina, sono abituato a svegliarmi alle 6:00 e leggo la rassegna stampa, a
volte anche quella di altre Regioni, e nelle altre Regioni vedo che litigano
continuamente oltre che sui direttori generali da nominare…a proposito,
consigliere Mammoliti, la possibilità di nominare i direttori generali in
Calabria a commissariamento vigente è una possibilità, come ha detto la
consigliera Straface, che si deve ad una mia scelta, perché sono stato io a
chiedere al Parlamento e al Governo di dare la possibilità al Commissario di
nominare i direttori generali invece dei Commissari - prima poteva nominare
solo Commissari - per stabilizzare il sistema, perché altrimenti è complicato
governare un'Azienda quando chi la governa sa che ha un mandato vincolato al
tempo.
Dicevo, leggo la rassegna
stampa anche in riferimento a quello che succede nelle altre Regioni ed è vero
che litigano su tutto: litigano sui direttori generali, sui direttori
amministrativi, sui direttori sanitari.
È vero o non è vero che si
faceva anche in Calabria? E che si faceva in Calabria anche durante gli anni
dei commissariamenti da parte del Governo? È vero o non è vero che si litigava
persino sui capi distretto? È vero o non è vero che a volte abbiamo registrato
concorsi per primari dove il merito era solo un elemento secondario da
considerare e si considerava di più l'appartenenza a questa o a quella parte
politica?
Allora, vorrei che voi aveste
almeno l’onestà intellettuale di ammettere che c'è stato un grande segnale di
rottura in questi tre anni, perché queste cose, per esempio, non succedono più;
quindi, quando fate gli inquisitori, fatelo anche guardando ai cambiamenti che
sono stati prodotti e riconoscete meriti che vanno riconosciuti non a me, ma a
questa maggioranza, che ha capito che sulla sanità bisognava fare scelte che
non dovevano semplicemente ricondursi a ragioni di appartenenza politica.
Poi il sistema è stato così
compromesso da tanti anni di immobilismo che a volte il lavoro dei direttori
generali è complicato, perché è un lavoro - lo dicevamo prima, in occasione
dell'altra interrogazione - che si svolge attraverso una serie di step amministrativi propedeutici, che
non sempre sono realizzati con la perizia che si richiederebbe; questo rende
complicata la gestione della sanità in assoluto, ma complicata soprattutto in
Calabria.
Però, questo cambio di passo
c'è stato anche rispetto ad alcune questioni che hanno determinato il
commissariamento: abbiamo chiuso tutti i conti del 2022, abbiamo fatto il
bilancio di tutte le aziende, il bilancio della GSA, che è la gestione
sanitaria accentrata, quindi il bilancio consolidato della sanità, e lo abbiamo
fatto certificare da società fra le prime che certificano per Consob i bilanci
di aziende nazionali e multinazionali perché era odioso questo racconto della
sanità calabrese, come di una sanità che aveva una contabilità orale. Siamo
riusciti a farlo per il 2022, siamo riusciti a farlo per il 2023, chiuderemo
entro il 31 dicembre del 2024 anche i bilanci, risalenti negli anni, anche al
2013, delle aziende che non li avevano chiusi.
Abbiamo dimostrato che c'è il
governo dei conti della Regione, cosa mai accaduta negli anni passati. Cosa mai
accaduta perché si parlava della Calabria come di una Regione dove la
contabilità era omerica, in cui c'era una contabilità orale.
E credo che questa sia
un'altra cosa che vada riconosciuta.
Si parlava del debito come di
un debito gigantesco. Abbiamo invece chiesto - anche qui con un emendamento che
io ho proposto al Governo e al Parlamento - di poter fare l'accertamento delle
pretese creditorie insieme alla Guardia di Finanza. Alla fine di questo
accertamento abbiamo riscontrato che c'erano al 2020 - poi vi fornirò i dati
precisi - circa 800 milioni di pretese creditorie comprensive di queste oggetto
delle transazioni.
A proposito di transazioni con
la BFF Bank, nel dettaglio vi dirò tutto quello che la struttura commissariale
del Dipartimento ha fatto. Sono molto contento che ci sia questo interesse da
parte del Consiglio regionale, mi stupisce però che questo stesso interesse non
sia stato espresso negli anni passati, anche da parte di chi ha avuto ruoli in
questo Consiglio regionale e mi riferisco a chi l’ha presieduto.
Quando sono andato a
verificare le carte, ho appreso che la transazione che ha fatto l'Azienda
Sanitaria Provinciale di Cosenza con BFF Bank è la quarta, perché ci sono state
altre tre transazioni fatte con BFF Bank, due nel 2016 e una nel 2017.
Non una parola su quelle
transazioni. Non una polemica su quelle transazioni.
Allora, l'atteggiamento non
può essere diverso in ragione del fatto che si sta in maggioranza o
all'opposizione.
Oggi io sono qui perché,
appena ho letto che volevate proporre un’interrogazione su questo argomento, ho
chiamato il presidente del Consiglio regionale, Mancuso, pochi minuti prima
della Conferenza dei capigruppo, anzi lui mi ha chiamato per dire che c'era la
Conferenza dei capigruppo ed io gli ho detto: “C'è Conferenza dei capigruppo,
mi piacerebbe che si mettesse all'ordine del giorno della seduta di Consiglio
quell'interrogazione, perché voglio rispondere”. Sono dell'idea, infatti, che,
quando fai le cose per bene e in coscienza e quando non insegui altri obiettivi
o altri fini, non devi avere nessun timore di quello che succede.
E devono saperlo anche i miei
direttori generali delle aziende verso i quali ho grande fiducia. Per esempio,
è stata molto dibattuta questa transazione dell'Azienda Sanitaria Provinciale
di Cosenza e ho detto al direttore generale Graziano che ho fiducia nella sua
correttezza perché, se avessi qualche dubbio, l'avrei già sostituito. Gli ho
anche detto che, se agli esiti degli approfondimenti già fatti, e che
continueremo a fare noi come struttura commissariale e come Dipartimento, o
agli esiti dell'indagine che, per quello che dice “L'Espresso”, è stata aperta
dalla procura di Milano su questa attività si dovessero riscontrare delle
responsabilità da parte di dirigenti infedeli, è giusto che vengano perseguiti
perché, se io mi faccio a pezzi per tentare di ricostruire questo sistema e per
determinare un cambio di passo, pretendo che tutti quanti lavorino nella stessa
direzione.
Quindi ho chiesto io che ci
fosse il contributo della Guardia di finanza sull'accertamento delle pretese
creditorie. Ho chiesto io alla Direzione Investigativa Antimafia di accedere
alle banche dati della Regione e da gennaio, con un lavoro che è stato svolto
in questi mesi con la Direzione Investigativa Antimafia - abbiamo acquisito un
software, in uso alla Regione Friuli-Venezia Giulia già un anno fa, ci stiamo
lavorando da tempo - accedere alle banche dati delle Aziende Sanitarie e delle
aziende ospedaliere della Calabria.
L’ho chiesto io, perché tutte
le parti dello Stato, la Magistratura, le Forze di Polizia che si impegnano
alla “bonifica” di un sistema, che ancora va bonificato, mi aiutano. Non li
vedo come l'altra parte, ma come coloro che possono aiutarmi negli sforzi che
io sto cercando di svolgere.
Siccome, però,
dall'interrogazione e anche da quello che diceva il consigliere Bevacqua
sembrerebbe che ci sia stato un difetto di approfondimento o anche una
insufficienza in termini di impegno da parte della struttura commissariale,
questa volta anche per compiacere il presidente Mancuso che mi rimprovera
sempre di prendere troppo tempo nelle risposte alle interrogazioni, evito di
svolgere altre riflessioni politiche e vorrei darvi, invece, contezza di quello
che è stato fatto.
Nel periodo tra marzo 2022 e
settembre 2022, è stata condotta una complessa attività atta alla ricostruzione
dell’anagrafiche dei fornitori, in ragione delle norme che avevamo fatto
approvare sull'accertamento del debito attraverso la Guardia di finanza. Vi
ricordate? Avevamo chiesto al Parlamento che scrivesse la norma che diceva che
chi aveva pretese creditorie doveva eccepirle entro una certa data perché
fossero, poi, valutate da personale della Regione, del sistema sanitario, ma
anche dalla Guardia Finanza. Questa norma ha prodotto questi risultati, perché
abbiamo ricondotto il numero dei potenziali creditori da circa 54.000 a 21.318,
c'erano 54.000 presunti creditori del sistema sanitario e noi, attraverso
quest'opera di circolarizzazione, abbiamo accertato che i presunti creditori
erano 21.318.
Secondo me, la circostanza che
ci fosse la Guardia di finanza impegnata a verificare i titoli di credito ha
scoraggiato molti dal fare quello che per anni hanno fatto in Calabria:
chiedere doppi e tripli pagamenti.
Attenzione! È così grave il
problema che non bisogna mai abbassare la soglia dell'attenzione, perché prima,
quando parlava il consigliere Bevacqua, mi veniva da riflettere perché diceva
che l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio si è avvalsa dell’apporto di
studi professionali fuori Reggio. Non è vero! L’Azienda Sanitaria Provinciale
di Reggio Calabria utilizza anche gli avvocati di Reggio. Però, il direttore
dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio mi ha detto che ha dovuto
segnalare alle Autorità competenti persino tre o quattro avvocati che avevano
chiesto il ripetuto pagamento della stessa parcella. Cioè, i doppi pagamenti,
in alcune realtà, si sono talmente consolidati che a volte qualche strascico lo
lasciano ancora. Sono stato, però, felice quando mi hanno detto di aver
segnalato queste persone - poi saranno le Autorità competenti a verificare se
c’è stato un errore o meno - sono stato felice di questa circostanza. Così,
quando viene un direttore generale e mi dice che ha fatto un esposto per segnalare
questioni che meritano di essere considerate da altre Autorità, son felice che
lo si faccia, perché tutti, come dicevamo, dobbiamo lavorare verso quest’opera
di “bonifica” della sanità regionale.
Grazie, quindi, all'apporto
della Guardia di finanza, le pretese creditorie si sono notevolmente ridotte. E
come le abbiamo accertate le pretese creditorie? Abbiamo mandato circa 14.000
PEC per chiedere ai fornitori le relative spettanze creditorie, abbiamo fatto
la pubblicità sulla Gazzetta Ufficiale, sui quotidiani nazionali, come
disponeva la legge, è stato costituito un partitario consolidato per consentire
alle aziende sanitarie la restituzione delle proprie partite debitorie e, per
facilitare la partecipazione dei fornitori al processo di circolarizzazione, è
stata creata una piattaforma dedicata dove i fornitori potevano caricare le
proprie richieste di pagamento. L'accesso alle piattaforme è stato aperto dai
legali rappresentanti dei fornitori registrati e il termine era quello del 31
dicembre del 2022. Gli esiti di questa attività hanno permesso di quantificare
il presunto debito al 31/07/2022 che ammontava, dalle scritture che erano a
nostra disposizione, in 1 miliardo e 200 milioni, stabilendo, attraverso questa
ricognizione delle partite creditorie, che il debito al 31/12/2020 - a noi
veniva richiesto di accertare il debito al 31/12/2020 - era non di 3 o 4
miliardi, come si vagheggiava in passato, ma era di 768 milioni. Attenzione!
Anche qui, si tratta di pretese creditorie, poi vi elencherò quelle che sono
state pagate e quelle che ancora, volutamente, non sono state pagate. Poi,
c'erano 441 milioni relativi al debito degli anni 2021 e 2022, che, in qualche
modo, fa parte dell'attivo circolante, per cui ogni azienda – anche aziende
private – negli ultimi due anni ha posizioni di debito e di credito.
In particolare, alla data di
scadenza, i 1268 fornitori hanno aderito alla procedura, caricando oltre
400.000 posizioni, per una presunta massa creditoria che al 31/12/2020 era di
872 milioni di euro. Le aziende, già dalle prime settimane del 2023, hanno
avviato la verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato dai presunti
creditori e quanto risultava dai sistemi contabili delle Aziende sanitarie
regionali, anche grazie al supporto offerto da KPMG, che è il nostro advisor, e
dal coordinamento del competente Ufficio regionale. Nei primi mesi del 2023, il
lavoro si è concentrato sulla verifica dettagliata delle informazioni e di
tutta la documentazione probante; tutte informazioni caricate, appunto, sulla
piattaforma dai fornitori. Questo ha portato alla creazione di due database
separati, uno per le richieste di credito dei fornitori e uno per i cessionari
dei crediti, perché, in alcuni casi, abbiamo visto che c'erano aziende che, in
passato, avevano richiesto il pagamento di una loro fattura, però quel credito
l'avevano ceduto a cessionari, ad aziende che lo avevano acquisito.
Sempre nei primi mesi del
2023, è stato avviato un ciclo di incontri tra le aziende del Servizio
sanitario regionale per discutere le criticità emergenti e monitorare lo stato
di avanzamento delle verifiche delle informazioni e documentazioni caricate dai
fornitori. Le criticità emerse dagli incontri con le Aziende sono state
rappresentate alla Guardia di Finanza e hanno consentito di definire una
procedura condivisa per facilitare l'istruttoria sull'esigibilità delle partite
creditorie che erano state richieste. Nell'ambito del processo di
circolarizzazione, diverse Aziende sanitarie e ospedaliere hanno provveduto,
secondo i principi di autonomia che sono propri di ciascuna di esse, a
stipulare specifici accordi transattivi con fornitori sia cessionari, al fine
di ottenere un quantificabile vantaggio nella riduzione degli interessi
moratori, sia con società che avevano acquisito questi crediti.
Tra i competenti organi
regionali, consigliere Bevacqua, Azienda Zero, il 6 ottobre, – peraltro,
proprio nel periodo del passaggio, cioè dopo la morte di Profiti, quando il
commissario era De Salazar – scrive alle aziende dicendo: “A seguito della
riunione intercorsa con i direttori generali e i Commissari il 5 di ottobre” –
stiamo parlando del 2023, quindi, prima che si facessero le transazioni –, “–
dove, tra le altre cose, è stato trattato l'argomento della circolarizzazione
del debito e condivisa la necessità di raggiungere l'obiettivo al 31/12/2023,
si è stabilito il supporto della scrivente Azienda Zero unitamente al
Dipartimento tutela della salute, intensificando detta attività anche con un
supporto tecnico, legale, amministrativo, in continuità alle attività già in
essere”.
Cioè Azienda Zero dice: “Voi
siete personalità giuridiche con propri uffici legali, però, se volete, vi
diamo il supporto per svolgere questa attività” e dà un termine per richiedere
questo supporto. Nessuna azienda chiede il supporto ad Azienda Zero perché
ritiene di essere già avanti nella definizione delle procedure amministrative.
Quindi, Azienda Zero ha chiesto alle aziende se questo supporto fosse
necessario e le aziende hanno risposto di no.
Tra gli accordi transattivi
posti in essere, risulta di particolare rilievo quello condotto in completa
autonomia dall'ASP di Cosenza con il cessionario BFF Bank Spa, completato lo
scorso dicembre 2023 e oggetto di una specifica delibera. La Regione ha esaminato
nell'immediato tale accordo e, su richiesta della struttura commissariale, con
una lettera inviata dalla Regione il 30 gennaio, la struttura commerciale dice
al dirigente generale del Dipartimento: “Con riferimento alla richiesta
avanzata dai Ministeri affiancanti, che ad ogni buon fine si allega, si chiede
alla Signoria Vostra di relazionare in merito alla verifica dei controlli
effettuati relativamente all'accordo transattivo stipulato dall'ASP di Cosenza
di cui all'oggetto; in particolare, è opportuno evidenziare se vi è congruità
tra l'atto di cui sopra e le indicazioni a suo tempo impartite alle aziende da
parte del Dipartimento”.
Questo perché, come sapete, la
struttura commissariale non ha dipendenti e si serve del Dipartimento. Quindi,
la struttura commissariale dice al Dipartimento: “Verificate tutti gli atti che
sono stati prodotti dall'azienda sanitaria provinciale di Cosenza”; il
Dipartimento, poi, risponde con una nota – se volete, ve la facciamo pervenire
– dicendo che l'accertamento della verità e dell'esigibilità delle partite
contabili inserite all'interno del tracciato record…”, praticamente, risponde
che, da quanto affermato dall'Azienda sanitaria provinciale, la transazione era
stata inviata alla Corte dei conti e alla Guardia di Finanza e, quindi, avevano
seguito le indicazioni che abbiamo dato alle Aziende sanitarie e fa anche
un'esplorazione piuttosto puntuale della transazione, che, poi, magari, vi
faccio avere.
Per esempio, ho letto sulla
stampa che sarebbero state oggetto della transazione anche alcune somme per le
quali l'Azienda aveva vinto in primo grado, per esempio, quelle di ALTEA;
abbiamo chiesto se questo fosse vero e, invece, dice: “Le parti hanno, altresì,
convenuto la rinuncia ad ogni procedura esecutiva pendente”, con l'esclusione
di queste di ALTEA; poi, l'Azienda ci ha ci ha scritto dicendo che anche queste
di ALTEA erano state escluse dalla transazione, quindi, ce ne siamo occupati
subito, su input della struttura commissariale, ma se ne è occupato anche il
competente Dipartimento regionale.
Al di là delle notizie di
stampa, ce ne siamo occupati, come è nostro dovere fare, perché c'è sempre la
difficoltà a imporre qualcosa a delle aziende che sono dotate di una propria
personalità giuridica, però diamo le direttive e facciamo in modo e pretendiamo
che vengano rispettate.
Poi, il 5 marzo del 2024, si è
tenuto presso la sede della medesima Azienda un incontro alla presenza dei
referenti aziendali, della Direzione generale e degli ufficiali della Guardia
di finanza; a quest’ultima abbiamo chiesto di svolgere, anche al di fuori della
circolarizzazione, attività costante in rapporto con le Aziende sanitarie. La
prima che è stata oggetto di questo focus è stata proprio l'Azienda sanitaria
provinciale di Cosenza in merito a problematiche emerse – questo era l'oggetto
della riunione – su alcune partite azionate dai creditori, tra cui, in termini
generali, anche quell'oggetto dell'atto transattivo stipulato con la società
BFF Bank.
In detta occasione, l'ASP di
Cosenza si è impegnata a trasmettere alla Guardia di finanza tutte le partite,
quindi, tutte le fatture e le posizioni sulle quali era opportuno e necessario
un ulteriore supporto da parte della stessa e questo è a verbale dell'incontro
che si è tenuto il 5 marzo del 2024 – quindi, prima di tutte queste polemiche e
degli articoli – su input del Dipartimento, sulla base di quello che aveva
scritto la struttura commissariale che chiedeva, appunto, l'attivazione anche
della Guardia di finanza.
Quindi, si fa il verbale di
questa riunione alla quale parteciparono: per il Dipartimento, il dottore
Sestito, per l'Azienda sanitaria provinciale, il direttore amministrativo, per
la Guardia di finanza, l'allora responsabile del nucleo provinciale di Cosenza
che era il colonnello Tino.
Ho chiesto al Presidente del
Consiglio regionale di poter intervenire, perché a leggere alcune dichiarazioni
sembrava che avessimo appreso questa vicenda dai giornali o da L’Espresso; è,
invece, una vicenda sulla quale c'è stata sempre un'attenzione puntuale da
parte della struttura commissariale.
A seguito di questo incontro,
l'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza, con nota del 24 aprile del 2024, ha
rappresentato di aver comunicato a BFF Bank la compensazione di alcuni
pagamenti effettuati a seguito della transazione di cui alla delibera del
21/12/2023 che risultavano oggetto di partite già pagate. Inoltre, l'Azienda
sanitaria provinciale di Cosenza, con PEC del 19/11/2024, ha rappresentato che,
in sede di pagamento degli importi complessivi oggetto della transazione di cui
alla delibera del 21/12/2023, sono stati scorporati importi per circa 390.000
euro, dovuti a fatture non liquidate, quindi, non certificate dai responsabili
dei servizi o a fatture con sentenze favorevoli all'Azienda o a pagate
antecedentemente alla transazione.
Vi leggo quello che scrive
l'Azienda il 24 aprile rivolgendosi a BFF Bank: “In relazione alla
circolarizzazione in oggetto, definita dalla deliberazione del 21 dicembre 2023
e dell'11 gennaio 24, si trasmette, in allegato, la nota del Servizio uffici
finanziari con la quale, in seguito alla verifica delle partite debitorie, sono
state effettuate le dovute compensazioni in relazione agli importi non dovuti,
riservandosi questa ASP ogni ulteriore verifica anche attraverso l'utilizzo
della convenzione tra Regione Calabria e il nucleo di polizia economica
finanziaria della Guardia di Finanza”. Quindi, abbiamo anche stimolato
l'Azienda ad avere un atteggiamento che le facesse coinvolgere in questa
attività anche la Guardia di Finanza.
La Regione Calabria, poi, ha
chiesto anche all’Advisor, a KPMG, un'ulteriore attività di verifica
dettagliata della transazione posta in essere,
focalizzando il perimetro di analisi. Abbiamo dato mandato anche all’Advisor,
il 29 luglio, di verificare tutte le singole partite e fatture e di incrociarle
con i conti del tesoriere per verificare, effettivamente, la correttezza delle
pretese di BFF, che hanno, poi, dato oggetto alla transazione.
Questa attività di KPMG, di
cui è stata investita il 29 luglio del 2024, è ancora in corso e aspettiamo di
avere le risultanze anche di queste verifiche che gli abbiamo commissionato.
Vorrei segnalarvi anche che la Regione Calabria, con DCA del 9 settembre,
quindi, il Commissario, ha disposto di avviare una procedura di gara per
affidare ad un certificatore indipendente l'analisi di attività e la
certificazione del fondo rischi dell'ASP di Cosenza, anche su suggerimento del
Collegio sindacale dell'azienda.
Ho letto che alcuni hanno
scritto che il Collegio sindacale avrebbe espresso delle riserve su questa
attività, ma il Collegio sindacale testualmente disse: “Tenuto conto
dell'abbondante documentazione allegata alla citata transazione, nonché quella
pervenuta a questo organo, il Collegio si riserva di effettuare un approfondito
esame, considerando che, da un sommario riscontro effettuato, risultano
pagamenti antecedenti alla data di stipula della transazione” e, poi, ci chiede
anche di verificare la consistenza del Fondo rischi e, quindi, procediamo ad
una gara per individuare un soggetto che possa fare queste verifiche.
Devo dire per completezza che,
dopo aver letto questo passaggio sulla stampa, il Collegio dei revisori scrive
al Dipartimento e dice: “In riferimento ad un articolo pubblicato su un
giornale locale, il Collegio sindacale dell’ASP di Cosenza precisa che la
presenza di taluni pagamenti effettuati prima della transazione ha determinato
esclusivamente l'esigenza di un maggiore approfondimento istruttorio da parte
del Collegio medesimo. In un contesto caratterizzato da un significativo
contenzioso e indifferenziati gradi di giudizio, ad esempio, i pagamenti
potrebbero essere stati effettuati all'esito di sentenze di primo grado
sfavorevoli e, seppure appellati dall'Azienda, provvisoriamente esecutivi,
ovvero costituire adempimento della sola parte capitale a fronte della
richiesta di controparte di interessi e spese legali. Il Collegio precisa,
altresì, che l'esame della riserva è tuttora in corso e che, allo stato
attuale, – scrive il 19/11/2024, quindi ieri – da questo esame non risultano
duplicazioni di pagamenti.”
Questo è un elemento, che,
insomma, ci conforta, ma, comunque, andiamo avanti e chiediamo a tutte le
Autorità che sono competenti ad approfondire quello che succede non solo in
un’ASP, ma in tutte le Aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria, di fare
tutti gli accertamenti del caso, perché ci aiutano a verificare la qualità
degli atti amministrativi posti in essere dal Sistema sanitario regionale e,
soprattutto, perché – come vedete, sto parlando anche con un po’ di stanchezza
che sto avvertendo in maniera particolare nelle ultime settimane – non ci sto a
farmi a pezzi per tentare di risollevare questo sistema e, poi, dover dare dei
chiarimenti su questioni che vengono additate come di dubbia legittimità.
Ho piena fiducia nelle persone
che ho scelto, perché, altrimenti, le sostituirei, ma sono pronto in ogni
momento a riconoscere la responsabilità di chi – non mi riferisco a queste
persone, evidentemente, a questa situazione in particolare, ma al complesso
delle attività amministrative che si svolgono nella Regione – dovesse rivelarsi
come un funzionario o un dirigente infedele.
Per questo ho voluto aprire le
porte della sanità anche alla Direzione investigativa antimafia. Stiamo
ragionando su un sistema che non consenta di caricare decreti di pagamento se
prima non vanno alla Direzione Investigativa antimafia – lo sa bene il consigliere
Montuoro che mi ha dato una mano in questa direzione – affinché chi carica il
decreto possa sapere che lo può fare in tranquillità perché è una persona per
bene e perché questo decreto viene visionato anche da chi ha titolo a
verificare che dietro non si consumino fatti illegittimi, sottraendo ai
calabresi risorse delle quali hanno bisogno perché gli venga restituito il
diritto alla cura che per tanti anni gli è stato negato.
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
Grazie, Presidente. Cedo la
parola per la replica all'interrogante, che dispone di un minuto.
Spero che l’interrogante
almeno abbia due o tre minuti per esprimere alcuni concetti.
Intanto, ringrazio il
presidente Occhiuto per averci fornito alcuni elementi che chiedevamo da tempo
alle Aziende ospedaliere e sanitarie provinciali, che erano, appunto, relativi
alla tracciabilità dei flussi finanziari e a come si era arrivati a questo
risultato, a questo obiettivo e a questa meta tanto auspicata dal presidente
Occhiuto che aveva già annunciato nel 2023 la certificazione dei debiti, con un
ammontare inferiore a quello che si paventava.
Quindi, lo ringraziamo per
questo, però, credo che il presidente Occhiuto non abbia risposto a nessuna
delle osservazioni fatte e che ribadisco ancora una volta.
Il presidente Occhiuto non può
parlare di supporto, se era richiesto o meno dalle ASP interessate, ma c'è
il Tavolo Massicci che su questa materia ha assegnato al commissario alla
sanità Occhiuto e ad Azienda Zero alcune responsabilità che sono
“autorizzazione e controllo” e mi pare di non aver sentito dal Presidente una
parola chiara e netta sul fatto che lui abbia autorizzato questa operazione.
Questa è la prima domanda
che rimane e che, quindi, non fuga i nostri dubbi, che rimangono. Funzioni di
autorizzazione e controllo: il Tavolo Massicci le ha assegnate chiaramente al
Commissario e all'Azienda Zero, perché, come dice il presidente Occhiuto, il
ruolo di Azienda Zero è quello di centralizzare la spesa sanitaria e, quindi,
anche da questo punto di vista c'è un'anomalia rispetto a quanto affermato.
Il presidente Occhiuto si
deve porre, poi, un'altra domanda: ha detto che nel 2015 e nel 2016 ci sono
state altre operazioni in merito – anzi, quattro operazioni in merito – per
cui, se oggi si è creato un problema, se lo deve chiedere chi ha permesso che
si creasse!
Vuol dire che le operazioni
fatte negli anni precedenti forse non hanno creato questo problema, questi
interrogativi e dubbi che oggi avete creato voi con questa operazione e che non
avete fugato nel dibattito politico calabrese e anche a livello nazionale.
Quindi, non è che noi facciamo gli inquisitori.
Così come non ha risposto
alla domanda se i piccoli creditori sono stati pagati o vengono privilegiate
altre cose?! Non ha risposto sui crediti già maturati e neanche se risponda al
vero che studi legali di fuori Calabria lavorano su percentuale. Queste sono le
domande a cui rispondere per fugare i dubbi, se vogliamo essere onesti fino in
fondo e trasparenti nelle azioni che portiamo avanti.
Quindi, presidente Occhiuto,
non siamo qui per accusarla, ma per fare, ripeto, trasparenza perché fa onore a
quest'Aula se facciamo e creiamo trasparenza e verità verso i calabresi; fa
onore anche a lei, perché nessuno mette in dubbio lo sforzo che ha fatto in
questi anni sulla sanità. Ha fatto alcune cose intelligenti – ci mancherebbe
altro – lei ha ricordato il GSA, anche i medici cubani. Non contestiamo le
cose, cioè, apprezziamo le cose positive che vengono fatte come la Facoltà di
medicina a Cosenza, ma, poi, il sistema si mantiene se funziona tutto e se c'è
trasparenza nelle cose che facciamo.
Per questo dico che dobbiamo
essere bravi e fugare ogni dubbio perché fa onore a quest'Aula, al presidente e
commissario Occhiuto e a tutti noi che oggi dobbiamo garantire ai calabresi
trasparenza, onestà e risultati obiettivi e visibili nelle questioni che
portiamo avanti.
Grazie, collega Bevacqua.
Passiamo adesso al quarto
punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento
amministrativo numero 197/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Approvazione dell'organigramma del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la
Pesca e l'Acquacoltura 2021/27. Presa d'atto degli strumenti di programmazione
e delle disposizioni attuative adottate dall’AdG”.
Cedo la parola al
consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. La
proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all'approvazione di questa
Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione nella seduta dell'8
novembre ultimo scorso.
Il provvedimento, approvato
dall'Esecutivo regionale con deliberazione numero 542 del 19/10/2024, riguarda
l'approvazione dell'organigramma del Fondo europeo per gli affari marittimi, la
pesca e l'acquacoltura (FEAMPA) 2021/2027, nonché la presa d'atto degli
strumenti di programmazione e delle disposizioni attuative adottate
dall'Autorità di gestione. Dal punto di vista procedurale, la proposta di
provvedimento amministrativo è stata assegnata alla seconda Commissione per
l'esame nel merito e l'iter si conclude, appunto, oggi con la discussione in
Consiglio regionale.
I documenti in oggetto sono
esaminati ai sensi dell'articolo 14 della legge regionale numero 30 del 2016
che disciplina la partecipazione della Regione Calabria al processo normativo
europeo e all'attuazione delle politiche euro-unitarie.
Nella deliberazione in
oggetto viene espressamente specificato che, al fine di garantire la migliore
efficacia delle azioni poste in essere per l'avvio del Programma 2021/2027,
nonché un'efficiente e corretta gestione del Programma regionale attuativo del
programma nazionale FEAMPA 2021/2027, per l'intera durata del ciclo di
programmazione, è necessario approvare un apposito organigramma delle strutture
amministrative del Programma, declinato in centri di responsabilità di elevata
qualificazione, che è allegata al provvedimento come allegato A.
Nel corpo della delibera
allo stesso tempo si prende atto di una serie di atti predisposti e adottati
dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste,
nella qualità di Autorità di gestione del Programma nazionale FEAMPA 2021/2027.
Nello specifico i documenti
di cui si prende atto sono:
- il Programma nazionale
FEAMPA 2021/2027 approvato dalla Commissione Europea con decisione di
esecuzione numero C2022 8023 del 3 novembre 2022, per come modificata dalla
decisione di esecuzione numero C2024 3582 del 24 maggio 2024;
- le linee guida per
l'ammissibilità delle spese del Programma nazionale FEAMPA 2021/2027;
- le linee guida per
l'ammissibilità delle spese di assistenza tecnica FEAMPA 2021/2027;
- le linee guida sui costi
ammissibili per informazione e comunicazione per determinate operazioni a
valere sul Programma nazionale FEAMPA 2021/2027;
- le linee guida per
l'ammissibilità delle spese di viaggio a valere sullo stesso Programma;
- le linee guida per la
selezione e schema di convenzione e strategia di sviluppo locale di tipo
partecipativo;
- il manuale sulle procedure
dei controlli;
- i criteri di selezione;
- i criteri di selezione
delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo;
- le disposizioni attuative,
obiettivo strategico 1.1, 1.2, 1.6, 2.1 e 2.2.
Infine, nel provvedimento
vengono dettagliati gli oneri nascenti dalla delibera in questione e viene
indicata la relativa copertura.
Come risulta dalla delibera
di Giunta regionale, il dirigente generale del Dipartimento competente, nonché
referente dell'organismo intermedio della Regione Calabria per l'attuazione del
Programma operativo FEAMP 2014/2020 e del Programma nazionale FEAMPA 2021/2027
ha attestato che l'istruttoria è completa e che sono stati acquisiti tutti gli
atti e i documenti previsti dalle disposizioni di legge e di regolamento che
disciplinano la materia e ha individuato la copertura finanziaria dello stesso
provvedimento.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Presidente, ha chiesto di
intervenire prima la consigliera Straface.
Prego, consigliere
Mammoliti, decido io chi deve intervenire.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Presidente, però, era
iscritta prima lei.
C'è una regola scritta che …
Allora, adesso, se si cancella, resta la sua prenotazione e poi si riprenota.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Come vuole lei, Presidente,
però non è così, era iscritta prima lei ed è giusto che parli prima.
Io le voglio bene, però
penso che questo lo debba decidere io, almeno questo.
Prego, consigliere
Mammoliti.
Scusi, Presidente, non credo
che l'ordine cronologico di iscrizione possa essere diventato una valutazione
discrezionale, ma non è questo il problema.
Voglio intervenire soltanto
per puntualizzare nuovamente alcune osservazioni fatte nella seduta apposita
della Commissione e ribadite all'atto dell'approvazione del documento, ma
soprattutto rivolgere delle raccomandazioni con l’auspicio che la presa d'atto
di questa documentazione consenta realmente l'avvio effettivo e concreto della
programmazione e dell'utilizzo delle cospicue risorse previste.
Quali sono l'auspicio, le
raccomandazioni e le riflessioni che mi sento di fare? La nostra regione, come
sappiamo, è la quarta per sviluppo costiero e conta il 6% della flotta
nazionale, ma, purtroppo, abbiamo il 65% del cosiddetto armamento povero. Nel
corso di questi anni, poi, ci sono state delle limitazioni perché – diciamocelo
chiaramente – al di là dei Governi che si sono avvicendati, questi Regolamenti
comunitari sono studiati di più per la pesca delle zone nordiche e, a volte,
penalizzano le nostre marinerie e i nostri pescatori, per una serie di ragioni
che andrebbero riconsiderate e accompagnate anche verso un'azione.
Questo è l'auspicio che mi
sento di fare all'insieme dei consiglieri, al governo regionale e a chi dovrà
attivare, poi, concretamente le azioni, cioè, dovremmo provare con l'utilizzo
di queste risorse ad ammodernare la situazione esistente di piccole e medie
imprese di pescatori e, soprattutto, difendere la storia antica delle marinaie
calabresi che, nel corso degli anni, ha consentito di avere un prodotto anche
di livello e di qualità, ma anche di aiutare l'economia calabrese ad avere una
buona affermazione in questo settore.
Quindi, l'auspicio che ho
sollecitato al dottore Pagano, che è intervenuto nella seduta della
Commissione, lo riformulo alla maggioranza affinché il Programma, l'atto
iniziale che contiene delle macroaree di riferimento, dei macro
contenitori, possa essere, poi, concretamente declinato con azioni più
mirate e specifiche per provare a difendere questa storia, questa identità e le
marinerie della nostra regione che ancora oggi svolgono un ruolo e una funzione
molto importante. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ritengo
che il punto all'ordine del giorno sia di fondamentale importanza per
l'economia calabrese. Intanto, sento il dovere di intervenire proprio perché
provengo da una città di mare, dove esiste la flotta peschereccia più importante
della regione Calabria, seconda nel Sud Italia.
Ho il dovere di ringraziare
l'assessore Gianluca Gallo per l'ottimo lavoro che sta svolgendo nel comparto
ittico calabrese che – ripeto – com’è stato sottolineato dal consigliere
Mammoliti, oggi rappresenta uno dei settori trainanti della nostra economia,
che occupa – è giusto ricordarlo – 2.500 addetti che lavorano intorno al
settore pesca.
Oggi, andare a programmare e
a organizzare un organigramma – a capo del quale c’è l'ottimo dirigente, il
dottore Pagano, che sta facendo un ottimo lavoro – rappresenta, così come è
stato rappresentato, proprio il punto di partenza della nuova programmazione;
quindi, parliamo di funzionamento, di disposizioni e di progetti legati ai
fondi FEAMPA ed è anche giusto ricordare come in questa nuova programmazione
della pesca 2021/2027 troviamo lo stanziamento di 34 milioni di euro, con
l’aumento dell’intensità di aiuto per i pescatori, che è stata aumentata dal
60% e oggi copre l’80% e il 100%.
La nuova programmazione
prevede, anche, l'istituzione di 2 GAL pesca, uno sullo Ionio e l'altro sul
Tirreno con una dotazione di 6 milioni di euro, rispettivamente tre milioni di
euro per ogni GAL.
Parliamo di azioni locali,
di promozione legata all'identità marinara e, soprattutto, di un ponte tra
Istituzione e territorio. Vengono confermate le misure sui porti e sulla
trasformazione dei prodotti ittici, rispetto alla quale è opportuno ricordare quanto
si sta facendo nel settore dell'agroalimentare, che sta rappresentando la vera
rivoluzione dell'immagine calabrese; sono raddoppiate anche le risorse
destinate alla promozione e un altro elemento fondamentale è rappresentato
dalle misure ambientali con lo stanziamento di 7
milioni di euro destinati per tutelare l'ambiente marino.
Ritengo, quindi, che oggi
siamo veramente nelle condizioni di esprimere grande soddisfazione per il punto
posto all'ordine del giorno, ma soprattutto per l'ottimo lavoro che sta
portando avanti l'assessore Gianluca Gallo nel settore ittico calabrese. Grazie.
Grazie. Pongo in votazione
il provvedimento nel suo complesso, unitamente ai relativi allegati. Il
provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 220/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Lo Schiavo,
Gentile, recante: “Norme per il riconoscimento e la certificazione dei borghi
marinari calabresi, la salvaguardia culturale delle identità marinare e la promozione
dell'economia del mare”.
Cedo la parola al
consigliere Lo Schiavo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Questa
proposta di legge si inserisce in un filone che, come Consiglio regionale,
abbiamo sostenuto dall'avvio di questa legislatura, ossia quello della
valorizzazione di un turismo sostenibile e diverso, che possa far conoscere
questa regione nel mondo per la sua vera identità.
Sono contento che questa
legge arrivi oggi in Consiglio regionale, perché, fra poco, discuteremo di
un'altra legge, quella sulle cooperative di comunità, e penso che le due
proposte di legge siano molto più legate di come possa sembrare a prima vista.
Sono legate – dicevo – perché andiamo a intervenire non soltanto sulla
valorizzazione dei nostri borghi marinari, sull'economia del mare e su tutto
quello che vi è dietro, ma, nello stesso tempo, con la legge sulle cooperative
di comunità interverremo sulle altre aree interne della regione che sono a
rischio di spopolamento.
La Regione Calabria ha dei
Comuni che hanno caratteristiche diverse tra loro e dobbiamo valorizzare le
differenze e le potenzialità della rete degli Enti locali e le bellezze dei
nostri luoghi.
Abbiamo, quindi, pensato a
questa legge, che, in realtà, nasce da una condivisione ampia di maggioranza e
di opposizione. Ringrazio la consigliera Gentile, con la quale abbiamo
collaborato per addivenire all’approvazione unanime della proposta nella Commissione
da lei presieduta, ma ci siamo sentiti e abbiamo condiviso il ragionamento
anche con la consigliera Straface, pure sull'elenco dei Comuni che, poi,
dovranno essere inseriti nell'identità dei borghi marinari, rispetto al quale
riferirà dopo la consigliera.
Abbiamo mutuato
un'esperienza, in realtà, ancora non molto diffusa che c'è nella Regione
Sicilia e vogliamo introdurre nella Regione Calabria, cioè creare un registro
nel quale possono iscriversi i borghi marinari che hanno, ovviamente,
determinate caratteristiche e identità, per essere oggetto non soltanto di un brand
comunicativo di marketing che li faccia conoscere in un percorso turistico
regionale, nazionale e non solo, ma, nello stesso tempo, li possa rendere
destinatari di finanziamenti, anche comunitari.
Ho visto che, nella Regione
Sicilia, la prima legge del 2024 stanzia, appunto, dei finanziamenti per la valorizzazione dei borghi
marinari che possono essere difesi anche in relazione alla conservazione del
proprio patrimonio edile, la conservazione dei borghi nella loro conformazione
materiale.
Le potenzialità sono enormi e
noi non pensiamo solo ad un’attività promozionale, ma anche alla possibilità di
incentivare il pescaturismo, di osservare le nostre coste, con l’incentivazione
dell'attività di pesca professionale, della ristorazione a bordo, della pesca
sportiva, cioè dei filoni di turismo che sono considerati da alcuni di nicchia,
ma che, in realtà, possono davvero valorizzare e qualificare la nostra offerta
nell'ambito regionale e nazionale.
Ovviamente, la costituzione di
questo registro “RE.BO.MAR Calabria” dovrà portare come effetto quello di
ottenere la certificazione di borgo marinaro e, quindi, di rappresentare
un'area culturalmente protetta.
Penso che questa legge possa,
attraverso una programmazione di percorsi turistici regionali, incidere su un
indotto produttivo ed economico e, ovviamente, raggiungere poi l'obiettivo di
ogni nostra legge.
Mi riservo di intervenire
sulle Cooperative di comunità, il ragionamento è comune perché la
valorizzazione dei nostri borghi o l'incentivazione delle forme di cooperazione
hanno un'unica finalità e cioè aggredire la vera piaga di questa regione: la
piaga economica. Noi abbiamo un'emergenza economica e sociale regionale e
dobbiamo cercare di mettere a terra strumenti che possano non solo attrarre
risorse comunitarie e finanziamenti nazionali e regionali, ma che siano
moltiplicatori di ricchezza, attraendo finanziamenti che abbiano delle ricadute
sociali ed economiche che, per contro, ancora stentano ad avvedersi.
Quindi, la finalità è questa,
e penso che si sia creato un clima comune e condiviso per l'istituzione e la
valorizzazione di questi borghi. Grazie, Presidente.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
su questo punto all'ordine del giorno, ritenendolo un'iniziativa legislativa
che merita particolare attenzione – come è stato preannunciato dal consigliere
Lo Schiavo – rispetto ad una modifica della relazione illustrativa in cui
vengono elencati gli straordinari borghi marinari della nostra regione,
prevedendo l'introduzione del borgo marinaro di Schiavonea. È un borgo che ha
una sua identità marinara, vissuto ancora oggi da tanti pescatori e legato
soprattutto ad una memoria storica, con il suo straordinario patrimonio di beni
culturali quali il Palazzo delle Fiere e l'edificio Taverna. Un’iniziativa
legislativa, ripeto, che merita attenzione, perché, attraverso la rete
costituita tra i borghi marinari si crea, quindi, il collegamento tra Regione e
Comuni che puntano in particolar modo a identificare le caratteristiche di
questi borghi.
Consigliere Lo Schiavo, oltre
ad indicare le caratteristiche, aggiungo anche un invito agli Enti locali a
mantenere le caratteristiche che i nostri borghi oggi presentano, così come ad
avere riguardo alla formazione e alla comunicazione.
Lo ritengo uno strumento
importante perché può consentire di attivare il turismo enogastronomico; ad
esempio, nel borgo di Schiavonea le case dei pescatori si aprono
all'accoglienza, alla degustazione del pescato e diventa, oltre che turismo
enogastronomico, anche turismo esperienziale, proprio per le grandi emozioni,
per i colori, per i sapori che queste identità marinare presentano in Calabria.
Ringrazio il consigliere Lo
Schiavo e la consigliera Katya Gentile per aver accolto l’introduzione anche
del borgo marinaro di Schiavonea, dell'area urbana di Corigliano-Rossano.
Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la collega Gentile. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Voglio
ringraziare, intanto, la Commissione che mi onoro di presiedere, per il grande
lavoro svolto su questa e su altre proposte in materia sia di turismo sia di
agricoltura e su tutte le competenze della Commissione. Voglio apprezzare
pubblicamente il lavoro che stanno svolgendo tutte le Commissioni di questo
Consiglio regionale, perché consentono al Consiglio regionale questo dinamismo
dal punto di vista legislativo.
Ho stabilito, insieme al
collega Lo Schiavo, di sottoscrivere - l'ho voluto fare convintamente - questa
proposta di legge, relativa alla valorizzazione dei borghi marinari calabresi,
perché credo che rappresenti una svolta anche per il futuro delle nostre
comunità costiere, che sono già, comunque, patrimonio ricchissimo di storia,
identità e cultura e che, attraverso anche le maestranze del mare, custodiscono
l'identità marinaresca calabrese.
Per cui, secondo me, era
importante, visto e considerato che c'era una condivisione di intenti,
sottoscrivere questa proposta di legge.
Voglio fare una
sottolineatura: abbiamo sottoscritto insieme anche la proposta di legge del
Marina Resort che mi pare ancora manchi del Regolamento attuativo. Caro
Presidente, cari signori della Giunta, volevo –mi spiace che non ci sia
l'Assessore al turismo, ma vedo l'Assessore all'agricoltura, che saluto sempre
con favore – sottolineare la necessità di approvare in tempi brevi i
regolamenti attuativi che riguardano sia la legge dei Marina Resort che questa,
proprio perché si possa dare poi piena attuazione a questa attività legislativa
che, diversamente, rimarrebbe inefficace.
Abbiamo la fortuna in Calabria
di avere tanti borghi bellissimi, tra cui quello di Schiavonea che si è
aggiunto per ultimo, ma non da ultimo, quello di Fuscaldo, quello di Diamante,
ma anche quello di Pizzo. Siamo partiti da lì per tracciare una mappatura di
quelli che sono i borghi marinari e consentire, come giustamente diceva il
consigliere Lo Schiavo, anche delle nuove opportunità da integrare con le
attività di pesca tradizionale come il pescaturismo o la pesca sportiva o
legate anche ai settori dell'accoglienza e dell’enogastronomia, quindi alla
ricettività e alla ristorazione.
Ritengo, – penso sia questo
l'esempio più lampante - che quando si fanno delle cose per il bene della
collettività, quando ci si focalizza sulla necessità e sulle esigenze della
Calabria, lasciando da parte anche le proprie posizioni partitiche o politiche,
si possa fare soltanto del bene per tutta la collettività. Grazie.
Grazie. Non ci sono richieste
di intervento.
Passiamo all'esame e votazione
del provvedimento.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
All’articolo 4, è pervenuto
l'emendamento, protocollo numero 23108, a firma del consigliere Lo Schiavo, a
cui cedo la parola per l’illustrazione.
Abbiamo
seguito le indicazioni che ci sono pervenute anche nell'iter della legge in
Commissioni e abbiamo precisato all'articolo 4, comma 3, che “le attività
possono essere ovviamente effettuate nei limiti delle risorse nazionali e
comunitarie individuate negli strumenti di programmazione regionale”.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo
4 che è approvato così come emendato.
Articolo
4
(È
approvato)
Articolo
5
(È
approvato)
Articolo
6
(È
approvato)
Articolo
7
(È
approvato)
Articolo
8
(È
approvato)
È pervenuto un emendamento a
firma della consigliera Straface, protocollo numero 23186, di modifica della
relazione illustrativa. Cedo la parola alla consigliera per l'illustrazione.
Prego.
“Norme per il riconoscimento e
la certificazione dei ‘Borghi marinari calabresi’, la salvaguardia culturale
delle identità marinare e la promozione dell'economia del mare”.
Il presente emendamento si
propone di modificare la relazione illustrativa della proposta di legge,
integrandola, alla fine della sequenza descrittiva che ha inizio con le parole
“A titolo esemplificativo” e termina con le parole “sul territorio regionale
calabrese” con la seguente relazione: “Fra i Borghi marinari, particolare
menzione merita Schiavonea Marina di Corigliano, che fa parte della città di
Corigliano-Rossano.
Il suo borgo marinaro storico
presenta non solo una tradizione e una identità marinara in quanto il borgo è
stato abitato esclusivamente da pescatori e oggi rappresenta la flotta
peschereccia più consistente della Calabria e seconda del Meridione d'Italia.
Il suo centro storico presenta
monumenti architettonici notevoli, tra i quali la Taverna, la Chiesa di Santa
Maria di Nives, il Quadrato Compagna e la Torre del Cupo, di fatto molto
apprezzati dal turismo che ogni anno, numeroso, confluisce nella località”.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore
favorevole.
Passiamo alla votazione del
provvedimento nel suo complesso, come modificato, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato
con autorizzazione al coordinamento formale, così come emendato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto sei, l’esame
abbinato delle proposte di legge numero 52/12^, 274/12^ e numero 310/^,
recante: “Riconoscimento e disciplina delle cooperative di comunità”.
Cedo la parola al consigliere
Molinaro per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Il
progetto di legge si inserisce nel quadro dell'iniziativa per lo sviluppo
economico, la coesione e la solidarietà sociale indicate nell'articolo 55 dello
Statuto regionale, in cui è previsto l'obiettivo della Regione di promuovere e
favorire la cooperazione a carattere di mutualità e senza fini speculativi,
evidenziando implicitamente il ruolo attivo dei cittadini, ciò che possono fare
e l'importanza del loro reale coinvolgimento nel contesto sociale di
riferimento.
Il progetto di legge tiene
conto che nell'ambito della programmazione regionale, così come evidenziava il
collega Lo Schiavo, nel FESR e nel FSE Plus 2021-2027, è già previsto il
sostegno all'attività di cooperative di comunità. Ciò rende necessario disporre
di una normativa regionale che definisca i requisiti delle competenti
cooperative di comunità e istituisca il Registro delle stesse.
Le prime cooperative di
comunità nascono in Italia negli anni ’80, ‘90 del secolo scorso e riguardano
soprattutto le aree fragili e le aree dei territori montani, aree interne, più
avanti nel tempo le periferie di alcune città; quindi, in qualche modo riguarda
tutto il territorio regionale, considerando che abbiamo 327 Comuni al di sotto
dei 5 mila abitanti.
L'ispirazione originale è il
protagonismo dei cittadini che, nei luoghi dove minori sono i servizi alla
persona e le occasioni occupazionali e, conseguentemente, alto il rischio dello
spopolamento, diventa lo strumento per dare risposta alla collettività e
“immaginare” soluzioni ai bisogni comuni, affiancandosi all'intervento
pubblico.
In Calabria già esistono forme
embrionali di cooperative di comunità che necessitano di essere sostenute, per
come emerso nell'ambito del progetto della Rete delle Comunità Ospitali di
Calabria, che ha coinvolto alcuni Comuni delle Province di Catanzaro, Crotone e
Cosenza, sostenuto dalla Regione Calabria ed attuato, questo progetto,
dall'Associazione dei Borghi Autentici d'Italia.
Per queste motivazioni, appare
necessario introdurre nella Regione Calabria una legge che definisca e promuova
le cooperative di comunità, con l'obiettivo di essere uno strumento utile a
rigenerare i territori e a favorire la partecipazione delle persone nella
costruzione del futuro delle proprie comunità.
Il progetto di legge non
genera nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Il testo base è il progetto di
legge 310/12^, che è, ovviamente, un testo coordinato con i due precedenti
testi; in proposito, ringrazio non solo l'intera terza Commissione per il
lavoro svolto e per aver facilitato la predisposizione di questo testo, ma
ringrazio anche i sottoscrittori dei due testi precedenti che, ovviamente,
hanno consentito l'approdo in Aula.
Chiedo, ovviamente,
all'Assemblea uno sforzo in positivo su questo testo, anche per quello che
abbiamo già dichiarato in Commissione e per quello che ha voluto ricordare il
collega Lo Schiavo. Grazie.
Grazie,
collega Molinaro. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
su questo punto all'ordine del giorno, intanto per esprimere grande
soddisfazione, ma anche per sottolineare che nella Commissione che presiedo
erano pervenuti due testi di proposte di legge: la numero 52/12^ e la numero 274/12^.
La numero 52/12^ di iniziativa del collega Lo Schiavo, anche sottoscritta da
me, e la numero 274/12^, il cui primo firmatario è il consigliere Molinaro, ma
sottoscritta anche da lei, presidente Mancuso, e dagli altri consiglieri della
Lega.
Abbiamo avviato un dialogo e,
soprattutto, siamo giunti ad un abbinamento delle due proposte di legge,
dimostrando, consigliere Lo Schiavo, grande sensibilità, ma, soprattutto,
maturità politica verso uno strumento che può rappresentare un modello di sviluppo
socioeconomico delle nostre comunità.
È uno strumento prezioso
perché i veri protagonisti di queste cooperative di comunità sono i cittadini
e, soprattutto, si va nella direzione di offrire risposte alle aree interne,
che sono le più fragili e delle quali, oggi, si assiste allo spopolamento.
Colgo l'occasione anche per
sottolineare due importanti interventi predisposti dalla Giunta Occhiuto, due
bandi: il primo, “Abito in montagna”, riguarda uno stanziamento di 5 milioni di
euro per il trasferimento della residenzialità di tutte quelle persone che si
sono allontanate dalle aree interne; il secondo, invece, legato ad alcuni
interventi relativi a delle infrastrutture che dovranno essere realizzate nelle
aree interne, con uno stanziamento di 6 milioni di euro.
Particolare attenzione è stata
data dal Governo, con l'approvazione di un DDL, alla promozione e alla
valorizzazione delle aree montane e soprattutto ai professionisti ma
anche ai servizi sanitari che dovranno nascere in queste aree. È uno strumento
importante che ci permette di realizzare investimenti e di garantire servizi di
prossimità; tutte le persone, i cittadini, le Associazioni, gli Enti locali
possono far crescere, investire in progetti che vanno nella direzione di
migliorare la qualità della vita delle aree interne.
Ha chiesto di intervenire il
collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Ritengo
che questa proposta di legge che stiamo andando ad approvare sia più importante
di quello che forse può apparire tramite la discussione veloce che stiamo
affrontando in quest'Aula. È un testo di legge davvero importante, intanto
perché nasce dall'esigenza fortemente sentita nelle aree interne della
Calabria; la Calabria ha 327 Comuni con meno di 5 mila abitanti che perdono
ogni giorno cittadini - sono veramente a rischio estinzione - ed è
un'iniziativa che nasce da lontano. La prima è stata la proposta di legge a mia
firma e sono grato al fatto che il consigliere Molinaro ha presentato una
proposta di legge sullo stesso argomento e che, insieme, abbiamo potuto, con
anche l'aiuto della consigliera Straface, unificarlo nel testo base. Sono
contento del risultato che portiamo a casa perché oggi noi non ci inventiamo
una cooperativa o un nuovo modello sociale - la cooperativa è disciplinata dal
Codice civile – e, ovviamente, non stiamo introducendo nessuno strumento nuovo,
però ci sono un dibattito una discussione nazionale, anzi proprio in questi
giorni si sta discutendo se la legislazione nazionale possa intervenire con una
legge sulla materia. In assenza del legislatore nazionale già altre Regioni
hanno legiferato in materia. La dottrina e i testi sulle cooperative di
comunità sono tanti e gli esempi di cooperative di comunità che hanno portato
una vera innovazione sociale, un vero contrasto alle disuguaglianze e alle
povertà sono tanti, soprattutto in Emilia-Romagna, in Toscana, che è la culla
della cooperazione, ma non solo, esempi di questo genere ci sono anche nelle
periferie di Napoli e nelle grandi città.
Noi
oggi portiamo avanti la legislazione calabrese, ci inseriamo nel solco delle
Regioni che hanno voluto affrontare questo tema e che hanno voluto
disciplinare, nell'ambito della cooperazione più generale, uno strumento che in
realtà è differente rispetto a una normale cooperativa.
Qual
è la differenza tra la cooperativa di comunità e una cooperativa sociale che
ciascun cittadino può andare a costituire da qualunque notaio? La differenza si
chiama territorio, la differenza si chiama legame che questo strumento ha con
la comunità; infatti, nella nostra legge uno dei requisiti è che ci sia un
numero minimo di soci, diverso da quello che prevede il Codice civile per la
cooperativa di comunità; noi abbiamo stabilito un parametro di requisito minimo
di soci rispetto alla popolazione, ma abbiamo voluto fare capire che queste
cooperative servono a essere legate al territorio, a determinati territori che
più di altri subiscono la vulnerabilità in termini economici e in termini
demografici. Faccio alcuni esempi: ci sono alcuni servizi economici che il
privato non ha più interesse a erogare perché, da un punto di vista
remunerativo, hanno poca redditività, ma nello stesso tempo anche il pubblico
ha cessato di erogare determinati servizi; qui interviene il Terzo settore, qui
intervengono degli strumenti come le cooperative di comunità che possono nello
stesso tempo coniugare l'interesse economico del singolo, che ha occasioni di
lavoro. Penso, ad esempio, alle cooperative di lavoro, che possono offrire
occasioni di lavoro, ma penso anche alla finalità sociale, di servizio, di
utilità a una comunità. Il benessere collettivo e anche il profitto vengono
legati allo sviluppo della comunità e allo sviluppo sociale di un territorio.
Convivono interessi particolari dei soci lavoratori e questi interessi convergono
in un benessere comunitario. Questa è la grande forza delle cooperative di
comunità!
Per parlare di cooperative di comunità basta
enucleare tre concetti: il territorio, la cittadinanza attiva e i beni comuni.
Le cooperative di comunità nascono dal basso, nascono per organizzare nuovi
servizi per soddisfare alcuni bisogni socioeconomici di alcune comunità,
attraverso reti di collaborazione dei cittadini e delle istituzioni; nascono
dal basso e nascono per valorizzare il terzo concetto di cooperative di
comunità che si chiama beni comuni. I beni comuni sono le risorse locali e sono
le risorse degli Enti pubblici che possono essere valorizzate. Pensiamo, ad
esempio, alla possibilità di utilizzo di alcuni immobili pubblici che non sono
adeguatamente sfruttati dagli Enti locali; penso a beni comuni come le risorse
naturali o al patrimonio culturale; penso anche ad infrastrutture per servizi
ai cittadini in un'ottica di economia sostenibile. Le cooperative di comunità
vanno di pari passo alle comunità energetiche e le cooperative di comunità
possono avere come oggetto quello di realizzare una comunità energetica in cui
la produzione di energia viene erogata al servizio di un territorio e dei
singoli cittadini e non delle imprese e del profitto.
Apro
una breve parentesi, lo diceva bene prima la consigliera Gentile: tutte le
leggi possono essere scritte bene, possono rappresentare degli ottimi
strumenti, poi serve sempre l'attuazione, servono i regolamenti attuativi. Da
ciò si capisce anche quanto vuole investire su quelle leggi la politica.
Noi
possiamo creare delle scatole che rimangono vuote o possiamo creare degli
strumenti e riempirli di contenuti. Queste cooperative di comunità possono
essere oggetto di una forte canalizzazione di risorse comunitarie e di progetti
comunitari e sono già previsti nel FESR come destinatari di programmazione e di
finanziamenti comunitari. Sta a noi valorizzare questa legge, sta a noi e sta
alla Calabria per una volta essere all'avanguardia rispetto alla legislazione
nazionale nel rendere questo strumento davvero utile.
Ci
sono stati alcuni casi di cooperative di comunità, i casi più banali sono il
servizio scuolabus o la gestione della biblioteca comunale o la gestione,
alcune volte, anche di alcune attività economiche come lo spaccio alimentare,
che in determinati Comuni nessuno voleva più erogare, c'erano casi in
Emilia-Romagna e non solo. Possono apparire banali, può sembrare un'economia
povera, ma voi non sapete quanto può essere utile in alcuni Comuni
dell'entroterra calabrese mettere assieme giovani, territorio, comunità nel
valorizzare le proprie identità, i propri beni e le proprie risorse per cercare
di essere comunità e nello stesso tempo dare occasioni di lavoro alla troppa
povertà che esiste in Calabria. Grazie, Presidente.
Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
All’articolo
1, è pervenuto l'emendamento protocollo numero 19446/A02 a firma della
consigliera Straface, cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Con
la presente proposta emendativa si intende modificare l'articolo 1 della
proposta di legge numero 310/12^ al fine di meglio specificare le finalità
dell'iniziativa legislativa. Dalla presente proposta emendativa non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. L’emendamento recita:
<<All'articolo 1 della proposta di legge regionale “Riconoscimento e
disciplina delle cooperative di comunità”: al comma 1, le parole “e la
coprogettazione dello sviluppo locale tra cittadini e amministrazioni
pubbliche” sono sostituite dalle parole “e contribuire allo sviluppo
sostenibile e alla solidarietà sociale delle comunità locali”; al comma 1, le
parole “dell'economia civile, per” sono sostituite dalle parole “sociale ed
economico della collettività, il tutto al fine di promuovere”; al comma 1, dopo
la parola “basata su” si inserisce la parola “condivisione”; al comma 2, le
parole “dei quali” sono sostituite dalle parole “atte a favorire lo sviluppo
della comunità territoriale alla quale i soci promotori appartengono il cui
fine è”; alla fine del comma 2, dopo le parole “diritti di cittadinanza”, si
inseriscono le parole “valorizzare le risorse, le tradizioni delle comunità
locali nonché incentivare la creazione di offerte di lavoro”.
Grazie.
Parere della Giunta sull'emendamento?
Parere favorevole.
Parere
del relatore?
MOLINARO
Pietro Santo (Fratelli d’Italia), relatore
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 1. L'articolo 1 è approvato così come emendato.
Articolo 1
(È approvato così come emendato)
All’articolo
2, sono pervenuti alcuni emendamenti. Iniziamo con l'emendamento protocollo
numero 23109/A01 a firma dei consiglieri Molinaro e Lo Schiavo. Cedo la parola
al proponente per l'illustrazione. Prego, collega Molinaro.
Grazie,
Presidente. Premetto che questo, come altri emendamenti, in tutto sono 6 a firma mia e del collega Lo Schiavo, sostanzialmente
recepiscono l'indicazione del Settore assistenza giuridica al fine di
migliorare la norma, visto che in Commissione non siamo riusciti a farlo.
Quindi
passo all'illustrazione dell'emendamento: <<All'articolo 2, l’alinea del
comma 1, della proposta di legge numero 310/12^ è sostituita dalla seguente:
“Ai fini della presente legge la qualificazione di cooperativa di comunità e
l'iscrizione al registro di cui all'articolo 3 è riservata dalla Regione
Calabria alle cooperative che soddisfano i seguenti requisiti:”>>.
Grazie.
Do
lettura anche degli altri emendamenti.
Emendamento
protocollo numero 23109/A02: <<All'articolo 2, comma 1, lettera a.7,
della proposta di legge numero 310/12^ sono eliminate le seguenti parole: “il
quale impone che la maggioranza degli amministratori delle cooperative sia
scelto tra i soci cooperatori, ovvero tra le persone indicate dai soci
cooperatori persone giuridiche.”
Emendamento
protocollo numero 23109/A05: <<L’articolo 2, comma 1, lettera 3), punto
3.3 della proposta di legge numero 310/12^ è soppresso>>. Emendamento
protocollo numero 23109/A04: <<L'articolo 2, comma 1, lettera 3), punto
3.1 della proposta di legge 310/12^ è sostituito dal seguente: “3.1 La
valorizzazione dei beni comuni, culturali e ambientali”>>. Emendamento
protocollo numero 23109/A06: <<Le lettere b) e c) del comma 1
dell’all'articolo 4 sono sostituite dalle seguenti: “b) favorisce, d'intesa con
le pubbliche amministrazioni, la partecipazione della cooperazione di comunità
all'esercizio della funzione pubblica, mediante il coinvolgimento delle
cooperative di comunità nel sistema di produzione di beni e servizi; c) su
richiesta della cooperativa di comunità interessata, individua d’intesa con la
pubblica amministrazione di riferimento i criteri e le modalità di affidamento,
di convenzionamento e di conferimento, alle stesse, di lavori o
servizi;”>>.
L’ultimo
emendamento, protocollo numero 23109/A03, riguarda l'articolo 5: <<Il
comma 1 dell'articolo 5 della proposta di legge numero 310/12^ è sostituito dal
seguente: “1. Tutte le misure di agevolazione e sostegno contenute negli atti
di programmazione regionale, destinate alle “cooperative di comunità”, sono
riservate alle cooperative iscritte nel Registro regionale delle cooperative di
comunità, di cui all'articolo 3 della presente legge. Le misure di agevolazione
e sostegno sono concesse nel rispetto delle normative dell'Unione europea
relativa agli aiuti di Stato.”>>. Grazie.
Grazie.
Parere della Giunta sull'emendamento all'articolo 2.
Parere
favorevole
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Passiamo
all'emendamento della collega Straface, sempre all'articolo 2, protocollo
numero 19446/A04. A lei la parola.
L’emendamento
è modificativo dell'articolo 2 della proposta di legge regionale
“Riconoscimento e disciplina delle cooperative di comunità” e recita:
<<Al comma 1, lettera a) dopo le parole “l'articolo 2512 del Codice
civile” si inseriscono le seguenti “e all'articolo 223-sexiesdecies
delle disposizioni per l'attuazione del Codice civile”; al comma 1, lettera a),
n. 3.II, dopo le parole “dei servizi sociali”, si inseriscono le seguenti
“sanitari e socio sanitari”; al comma 1, dopo la lettera d), si inserisce la
seguente: “e) relazionare, almeno annualmente, per informare la comunità di
riferimento sugli obiettivi programmati e sulle attività da intraprendere per
la realizzazione dello scopo comunitario e per dare conto dei risultati delle
attività svolte nell'anno precedente”; al comma 2, dopo le parole “del terzo
settore”, la parola “associazioni” è soppressa.>>
Collega
Straface, ha l'emendamento all'articolo 5 anche?
Relazioni
anche quello.
Grazie.
Parere della Giunta sull'emendamento all'articolo 2 numero 19446/A04-1 a firma
della consigliera Straface?
Favorevole.
Parere
del relatore?
Favorevole.
Parere
della Giunta sull'emendamento protocollo numero 19446/A04-2 a firma della
consigliera Straface?
CARACCIOLO
Maria Stefania, Assessore ai lavori pubblici, istruzione, edilizia
scolastica, area dello Stretto e Città Metropolitana di Reggio Calabria,
fenomeni migratori, urbanistica
Favorevole.
Favorevole.
Continuiamo
con l'emendamento protocollo numero 23109/A04, a firma dei consiglieri Molinaro e Lo Schiavo.
Parere della Giunta?
Parere
favorevole.
Pongo, quindi, in votazione
l'emendamento protocollo numero 19446/A04-1 che è approvato.
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 19446/A04-2 che è
approvato.
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 23109/A04 che è approvato.
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 19446/A04-3 che è approvato e l'emendamento
protocollo numero 23109/A05 che è approvato.
Passiamo al parere
sull'emendamento protocollo numero 23109/A02, sempre a firma dei consiglieri
Molinaro e Lo Schiavo.
Parere della Giunta? Prego,
assessore Gallo.
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 23109/A02 che è approvato.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 19446/A04-4 che è approvato.
Pongo in votazione l'articolo
2 nel suo complesso così come emendato che è approvato.
Articolo
2
(È
approvato così come emendato)
Passiamo adesso
all’emendamento all'articolo 3, protocollo numero 19446/A06.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Pongo in votazione l'articolo
3 così come emendato. È approvato.
Articolo
3
(È
approvato così come emendato)
Passiamo ora al parere
sull'emendamento, protocollo numero 23109/A06, a firma dei consiglieri Molinaro
e Lo Schiavo. Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Proseguiamo con l'emendamento
protocollo numero 19446/A08.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Pongo in votazione l'articolo
4 nel suo complesso, così come emendato. È approvato.
Articolo
4
(È
approvato così come emendato)
Passiamo agli emendamenti
dell'articolo 5.
Parere della Giunta
sull'emendamento 23109/A03?
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Passiamo all'emendamento
protocollo numero 19446/A10.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Pongo in votazione l’articolo
5 così come emendato.
Articolo
5
(È
approvato così come emendato)
Articolo
6
(È
approvato)
Passiamo alla votazione del
provvedimento nel suo complesso così come emendato con autorizzazione al
coordinamento formale.
Il
provvedimento nel suo complesso è approvato, così come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge 238/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mannarino, Straface,
recante: “La Castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant'Agata d’Esaro e di San
Donato di Ninea quale patrimonio culturale regionale”.
Cedo la parola alla collega
Mannarino per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente.
L'obiettivo della presente
proposta di legge è quello di concorrere alla salvaguardia, promozione e
valorizzazione della Castanicoltura di Fagnano Castello, Sant'Agata d’Esaro e
San Donato di Ninea quale patrimonio culturale regionale della Calabria.
La proposta di legge,
licenziata favorevolmente in terza Commissione da tutti i componenti, si
compone di 5 articoli.
L'articolo 1 recita: “La
Regione Calabria promuove misure di sostegno, valorizzazione e salvaguardia in
favore del patrimonio culturale regionale, in armonia con gli obblighi
internazionali, con la Costituzione e con i principi dell'ordinamento giuridico
della Repubblica, con l'osservanza delle disposizioni dello Statuto regionale e
delle relative norme di attuazione”.
L’articolo 2 recita: “La
Regione Calabria, nell'ambito delle politiche di cui all'articolo 1, riconosce
la Castanicoltura di Fagnano Castello, Sant’Agata d’Esaro e San Donato di
Ninea, celebrata annualmente nei Comuni di riferimento, quale patrimonio culturale
regionale da sostenere e promuovere, valorizzare e salvaguardare”.
L'articolo 3 recita: “La
Regione Calabria, nei limiti delle disponibilità esistenti, può concorrere alla
promozione e valorizzazione e salvaguardia della Castanicoltura, attraverso: a)
il sostegno di iniziative di studio e di ricerca sulla salvaguardia; b)
progetti specifici di salvaguardia, tutela e valorizzazione; c) iniziative di
carattere culturale, quali conferenze, mostre e convegni”.
L'articolo 4 istituisce un
“Comitato scientifico per la salvaguardia e la sua valorizzazione”.
L'articolo 5 prevede la norma
finanziaria con un sostegno economico ai tre Comuni.
Presidente, è una legge che si
inserisce nella valorizzazione delle popolazioni, in passato completamente
dimenticate dalle precedenti legislature.
Io e la consigliera Straface
abbiamo, nel mese di novembre, partecipato a questi eventi, abbiamo registrato
grande entusiasmo da parte di queste popolazioni; chiaramente, si inserisce
anche nella destagionalizzazione del turismo, nella promozione delle aree
interne e del turismo delle radici. Grazie.
Grazie, collega Mannarino.
Passiamo all'esame e votazione
del provvedimento.
È stato presentato
l'emendamento, protocollo numero 22975/A04, a firma della consigliera Straface,
all'intero articolato della proposta di legge.
Cedo la parola al proponente
per l’illustrazione.
Grazie, Presidente.
Con la presente proposta
emendativa, protocollo numero 22975/A04, si intende modificare l'articolato
della proposta di legge numero 238/12^ al fine di aggiungere ai Comuni di
Fagnano Castello, Sant'Agata d’Esaro e San Donato di Ninea, ove ricorrente in tutto
il testo il riferimento ai medesimi, il Comune di Casali del Manco.
Ai maggiori oneri derivanti
dall'attuazione della presente proposta emendativa, quantificati nel limite
massimo di 5.000,00 euro per ciascuna delle annualità 2024, 2025 e 2026, si
provvede con le risorse di cui alla nuova norma finanziaria. L’emendamento
recita: <<Ove ricorrenti nel testo della proposta di legge, le parole:
“di Fagnano Castello, di Sant'Agata d’Esaro e di San Donato di Ninea” sono
sostituite dalle seguenti: “di Fagnano Castello, di Sant'Agata d’Esaro, di San
Donato di Ninea e di Casali del Manco”>>.
Presidente, leggo anche gli
altri emendamenti.
Con la proposta emendativa,
protocollo numero 22975/A02, si intende sostituire il titolo della proposta di
legge 238/12^ per uniformità terminologica con l'articolato e da essa derivano
oneri a carico del bilancio regionale per come esplicitato nella nuova norma
finanziaria. Ne do lettura: <<Il titolo della proposta di legge numero
238/12^ è sostituito dal seguente: “La Castanicoltura di Fagnano Castello, di
Sant'Agata d’Esaro, di San Donato di Ninea e Casali del Manco quale patrimonio
culturale regionale”>>.
Con la proposta emendativa,
protocollo numero 22975/A06, si intende modificare l'articolo 5 della proposta
di legge numero 238/12^ al fine di riformulare la norma finanziaria,
attualizzandola rispetto agli emendamenti che mirano ad aggiungere, ai Comuni di
Fagnano Castello, di Sant'Agata d’Esaro, di San Donato di Ninea, il Comune di
Casali del Manco.
Ai maggiori oneri derivanti
dall'attuazione della presente proposta emendativa, quantificati nel limite
massimo di 5.000,00 euro per ciascuna delle annualità 2024, 2025 e 2026, si
provvede con la riduzione dello stanziamento del Fondo speciale per le leggi di
parte corrente allocato alla Missione 20, Programma 03 del bilancio di
previsione 2024-2026.
Le somme anzi indicate sono
contestualmente allocate alla Missione 16, Programma 01 dello stato di
previsione della spesa del bilancio di previsione 2024-2026.
Per gli esercizi successivi
all'anno 2026, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti delle risorse
disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.
L’emendamento recita:
<<Al comma 1, dell'articolo 5 le parole: “di 15.000,00 euro sono
sostituite dalle seguenti: “di 20.000,00 euro”>>. Grazie.
Partiamo dall'emendamento
protocollo numero 22975/A04.
Parere della Giunta? Assessore
Caracciolo, prego.
Parere
favorevole.
Parere
del relatore?
MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia), relatrice
Parere
favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Emendamento protocollo numero
22975/A02. Parere della Giunta?
Parere
favorevole.
Parere
del relatore?
MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia), relatrice
Parere
favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Votiamo adesso per l'articolo
1.
Articolo
1
(È
approvato)
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
Articolo
4
(È
approvato)
Votiamo,
adesso, per l'emendamento protocollo numero 22975/A06. Parere della Giunta?
Parere
favorevole.
Parere
del relatore?
MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia), relatrice
Parere
favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento all'articolo 5 che è approvato e l'articolo 5 così come emendato
che è approvato.
Articolo
5
(È
approvato così come emendato)
Prendiamo atto
dell'integrazione della relazione illustrativa presentata dalla consigliera
Straface, acquisita al protocollo numero 22975/A08.
Passiamo alla votazione del
provvedimento nel suo complesso, come modificata, con autorizzazione al
coordinamento formale.
Prima di passare alla
votazione del provvedimento, per dichiarazione di voto, ha chiesto di
intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
intanto per annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico a
dimostrazione, come abbiamo fatto per i provvedimenti precedenti, che guardiamo
sempre il merito e la concretezza dei provvedimenti.
Tuttavia ci preme sottolineare
un aspetto e, anche, fare una raccomandazione: è importante tale provvedimento
per la salvaguardia, la promozione e la valorizzazione della Castanicoltura di
Fagnano Castello, di Sant'Agata d’Esaro e di San Donato, però, poiché questo
prodotto è il frutto più amato, forse, dai calabresi e in autunno viene
festeggiato e valorizzato in moltissimi altri Comuni della Calabria, per noi
sarebbe utile e importante valutare, insieme all'assessore competente, come
anche altre realtà potrebbero utilizzare e usufruire di possibili contributi.
Quindi, il nostro voto è favorevole.
Grazie. Passiamo alla
votazione del provvedimento nel suo complesso così come emendata con
autorizzazione al coordinamento formale.
La proposta di legge è
approvata con autorizzazione coordinamento formale così come emendata.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla proposta di legge numero 228/12^ di iniziativa del consigliere Mattiani,
recante: “Interventi a favore degli operatori dello spettacolo viaggiante”.
Cedo la parola al collega Mattiani per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Un saluto
agli assessori e ai colleghi consiglieri.
Oggi giunge a termine il lungo
iter che ha interessato una proposta di legge che reputo giusta e necessaria,
ovvero quella recante “Interventi a favore degli operatori dello spettacolo
viaggiante”.
Si è trattato di un iter
legislativo caratterizzato da un ampio ed esteso confronto sia in Commissione
cultura sia in Commissione bilancio. A tal proposito, ringrazio tutti i
colleghi consiglieri e i Dipartimenti regionali con i quali abbiamo intrapreso importanti
momenti di confronto, ma anche le rappresentanze sindacali con le quali abbiamo
interagito sin dall’inizio. Questo ci ha consentito di andare al cuore delle
problematiche della categoria degli operatori degli spettacoli viaggianti che
con questa legge vogliamo superare.
Un'iniziativa legislativa,
quindi, che nella sua ratio intende
riconoscere il ruolo importante degli operatori economici del comparto dello
spettacolo viaggiante, particolarmente impattante nel tessuto economico
calabrese, ma, anche, dal punto di vista sociale, culturale e storico, e che
introduce specifiche e concrete azioni di supporto ad una categoria forse per
molto, troppo tempo trascurata e che il periodo del Covid ha letteralmente
messo in ginocchio.
Eppure, chi di noi, nel
periodo dell'infanzia, non ha fatto i salti di gioia allorquando nelle nostre
città, nei nostri paesi, arrivavano il circo, le giostre, il teatro viaggiante,
gli artisti di strada, le auto e le moto acrobatiche? Lo facciamo ancora oggi
per il tramite degli occhi dei nostri figli che ci fanno tornare letteralmente
bambini.
Ebbene, dietro quelle
attrazioni, più o meno grandi, vi sono storie di famiglie che per motivi di
lavoro sono costantemente in giro per i nostri territori e lo fanno sempre con
un sorriso e con rinnovata passione e amore per il prossimo.
Un settore, quello degli
spettacoli viaggianti, composto da esercenti del circo e del luna park
costituito in Italia da ben 7.500 imprese, aventi in genere carattere
familiare, che tramandano nel tempo passioni per questo lavoro dalle radici
antichissime.
Una professione che ha
attraversato la storia e che, tra mille difficoltà, si è evoluta nell'offerta,
nella professionalità e anche nella tutela della sicurezza del pubblico e degli
operatori.
Un'attività tramandata da
generazioni e caratterizzata da passione, sacrificio, storicità e un
radicamento territorio, meritevole, senza alcun dubbio, di un'apposita tutela
normativa regionale.
La Regione Calabria, pertanto,
con la presente proposta, intende promuovere la tutela degli operatori dello
spettacolo viaggiante e il rilancio economico del comparto. Ciò al fine di
salvaguardare e tramandare la tradizione delle feste popolari quali momenti di
aggregazione sociale e assicurando alla categoria adeguate misure di
sostentamento per la loro attività imprenditoriale.
Infatti, costituisce obiettivo
principale di questa iniziativa legislativa proprio quello di promuovere e
proteggere la valenza imprenditoriale, sociale e culturale del settore,
mettendo in rilievo l'importanza di una adeguata tutela del lavoro, oltreché
delineare uno scenario compatibile col quadro esistente di programmazione
locale, incentivando le amministrazioni locali a sviluppare le strategie di
collaborazione e sinergia con tale categoria.
Per tali ragioni, l’odierna
proposta legislativa mira a riconoscere la valenza delle attività di spettacolo
viaggiante e il ruolo di espressione della cultura popolare e di aggregazione
sociale ed a promuoverne lo sviluppo.
All'uopo, si propone
l'istituzione di un apposito elenco degli operatori del settore e si promuovono
una serie di azioni di sostegno, quali: a) il sostegno ai titolari di attività
di spettacolo viaggiante per attività innovative, di ricerca e sperimentazione
delle nuove tecniche di intrattenimento; b) il sostegno ai giovani operatori
dello spettacolo viaggiante; c) iniziative di carattere culturale come
conferenze, mostre, convegni e interventi coordinati col mondo della scuola; d)
il sostegno per l'acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari,
attrezzature e beni strumentali appartenenti all'elenco di cui all'articolo 4,
della Legge numero 337 del 1968, e per l'adeguamento delle attrazioni
ai criteri di sicurezza previsti dalla normativa vigente per le attività dello
spettacolo viaggiante. Ma non solo. Proprio a supporto delle azioni di
promozione e per la definizione delle politiche regionali riguardanti le
attività di spettacolo viaggiante, la proposta di legge regionale istituisce
l'osservatorio sulle attività dello spettacolo viaggiante, chiamato a svolgere
le seguenti funzioni: a) promuovere la sensibilizzazione della popolazione
regionale sulle attività previste dalla presente legge; b) analizzare
problematiche specifiche inerenti le attività di spettacolo viaggiante; c)
promuovere progetti volti ad uniformare le procedure di rilascio delle
concessioni di occupazioni del suolo; d) effettuare il monitoraggio di
esperienze significative nel territorio regionale; e) promuovere studi per
prevenire il fenomeno dell'abbandono di tali attività; f) promuovere iniziative
per il riconoscimento di forme di effettività del diritto-dovere allo studio
per i figli degli attrazionisti viaggianti.
Un
organismo, quindi, composto da risorse di altissimo livello e fortemente
rappresentative, quali dirigenti regionali responsabili delle strutture
regionali competenti in materia di attività produttiva, cultura e spettacolo, e
dal rappresentante segretario regionale della maggiore associazione di
categoria.
Colleghi,
ho voluto incentrare questo mio breve intervento per sottolineare quanto reputo
importante questa proposta di legge regionale perché, finalmente, ci consente
di dare voce a chi per anni voce non ha avuto, sebbene rivesta un ruolo
importante all'interno del nostro contesto regionale e imprenditoriale. Abbiamo
un'occasione, cioè quella di far sentire concretamente supporto a tutte quelle
imprese del settore degli spettacoli viaggianti che quotidianamente affrontano
grandi difficoltà. Quelle stesse difficoltà, spesso anche semplicemente
burocratiche, che con grande determinazione e dignità intendono superare ancora
una volta, attraverso le uniche modalità che conoscono: il lavoro e il
sacrificio.
Per
questo chiedo il vostro supporto espresso con un voto favorevole. Grazie.
Grazie,
collega Mattiani.
Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
All’articolo
2, è pervenuto l'emendamento protocollo numero 23023/A02 a firma del
consigliere Mattiani, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. L'emendamento, al fine di accogliere le osservazioni evidenziate
dalla dirigente del Dipartimento istruzione, formazione e pari opportunità, audita nella seduta della terza Commissione numero 52 di
lunedì 7 ottobre 2024, considerate meritevoli di accoglimento, intende
modificare l'articolo 2, comma 1, in tal senso <<le parole “titolari
della licenza” al comma 1 dell'articolo 2 della proposta di legge regionale,
numero 228/12^, recante “Interventi a favore degli operatori dello spettacolo
viaggiante” sono soppresse>>.
Grazie.
Parere della Giunta?
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l’emendamento che è approvato.
Pongo
in votazione l’articolo 2 per come emendato.
Articolo 2
(È approvato per come emendato)
All’articolo
3, è pervenuto l'emendamento protocollo numero 23023/A03 a firma del
consigliere Mattiani, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Presidente,
l'emendamento numero 2 è sostitutivo dell'articolo 3, sempre in osservanza
delle proposte che sono state fatte in Commissione dal Dipartimento istruzione,
formazione e pari opportunità.
L’emendamento
recita: <<L'articolo 3 è sostituito dal seguente articolo:
“Art. 3
(Interventi di sostegno)
1.
La Regione Calabria, ai fini della presente legge, nell'ambito degli strumenti
e delle attività inserite nella programmazione turismo e cultura e nei limiti
massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle
disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e
sussidiarietà, può sostenere gli esercenti le attività dello spettacolo
viaggiante inserite nell'elenco di cui all'articolo 2 attraverso: a) il
sostegno per attività innovative, di ricerca e sperimentazione delle nuove
tecniche di intrattenimento; b) il sostegno ai giovani operatori dello
spettacolo viaggiante; c) iniziative di carattere culturale, come conferenze,
mostre, convegni e interventi coordinati col mondo della scuola; d) il sostegno
per l'acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari e attrezzature e beni
strumentali appartenenti all'elenco di cui all'articolo 4 della legge numero
337 del 1968 e per l'adeguamento delle attrazioni ai criteri di sicurezza
previsti dalla normativa vigente per le attività dello spettacolo viaggiante.
2.
La Regione individua, con riferimento agli interventi di cui al comma 1, le
tipologie di spese ammissibili a contributo, i criteri per la assegnazione, le
modalità e i termini di presentazione delle domande di rendicontazione delle
spese sostenute”>>.
Grazie.
Parere della Giunta?
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento che è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 3 per come emendato.
Articolo 3
(È approvato per come emendato)
All'articolo
4, sono stati presentati alcuni emendamenti. Iniziamo dall'emendamento
protocollo numero 23023/A05 a firma del consigliere Mattiani, a cui cedo la
parola per illustrarlo.
Presidente,
l'emendamento numero 3 è modificativo dei commi 2 e 5 dell'articolo 4. Anche
questo emendamento è stato fatto per seguire i suggerimenti indicati dal
Dipartimento. L’emendamento recita: “All'articolo 4, comma 2, dopo le parole “a
titolo gratuito” sono aggiunte le parole “e non comporta rimborso spese”;
all'articolo 4, comma 5, dopo le parole “dell'Osservatorio” sono aggiunte le
parole: “che parteciperanno a titolo gratuito senza diritto a rimborso spese.””
Poi,
c'è l'emendamento, protocollo numero 23023/A04-1 che riguarda sempre l'articolo
4, comma 2, con cui si modifica la competenza in relazione alla nomina
dell’Osservatorio sulle attività dello spettacolo viaggiante di cui
all'articolo 4: <<Le parole “della Giunta regionale” al comma 2
dell'articolo 4 della proposta di legge regionale numero 228/12^ recante
“Interventi a favore degli operatori dello spettacolo viaggiante” sono
sostituite dalle seguenti: “del Presidente del Consiglio regionale della
Calabria”>>.
Parere
della Giunta sull'emendamento 23023/A05 all’articolo 4?
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento che è approvato.
Parere
della Giunta sull'emendamento 23023/A04-1, sempre dell'articolo 4?
Parere
favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento che è approvato.
Pongo
in votazione l'articolo 4 per come emendato.
Articolo 4
(È approvato per come emendato)
Articolo 5
(È approvato)
Passiamo
alla votazione del provvedimento nel suo complesso, come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con
autorizzazione al coordinamento formale, così come emendato.
(Il
Consiglio approva)
Passiamo
alla proposta di provvedimento amministrativo numero 176/12^ di iniziativa del
consigliere regionale Mancuso, recante: “Proposta di legge al Parlamento,
recante ‘Proroga del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre
2012, numero 224’”.
Cedo
la parola al relatore, collega De Francesco, per illustrare il provvedimento.
Prego.
Grazie,
Presidente. La proposta di legge al Parlamento recante “Proroga del termine di
cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, numero 224” è stata licenziata
dalla prima Commissione consiliare all'unanimità dei presenti nella seduta del
16 ottobre 2024.
La
legge del 1992 che regolamenta l'attività di autoriparazione ha stabilito
requisiti specifici per i tecnici responsabili delle officine, in particolare è
richiesto un corso di formazione e un'esperienza lavorativa nel settore. Nel
2012 la legge è stata modificata unificando le figure del meccanico e
dell'elettrauto in quella del meccatronico. Le imprese già esistenti hanno
avuto tempo fino al gennaio 2024 per adeguarsi ai nuovi requisiti; tuttavia,
molte officine, soprattutto quelle di piccole dimensioni, stanno riscontrando
difficoltà nell'aggiornare le proprie competenze entro la scadenza.
La
presente proposta di legge al Parlamento recante “Proroga del termine di
quell'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012”, mira a prorogare di un anno il
termine per l'adeguamento ai requisiti professionali previsti dalla legge 11
dicembre 2012, numero 224, in materia di attività di meccatronica. Questa
richiesta si rende necessaria alla luce delle oggettive difficoltà incontrate
dalle imprese del settore, in particolare quelle di piccole dimensioni,
nell'adeguarsi alle nuove normative entro i termini attualmente stabiliti.
Le
ragioni a sostegno di questa proroga sono molteplici e impellenti. Le nuove
norme hanno introdotto requisiti tecnici e formativi particolarmente complessi,
richiedendo alle imprese un notevole sforzo di adeguamento. La disponibilità di
corsi di formazione specifici è risultata insufficiente a soddisfare la domanda
proveniente da tutto il territorio nazionale, in particolare per Regioni come
la Calabria. L'impossibilità di adeguarsi ai nuovi requisiti entro i termini
previsti rischia di provocare la chiusura di numerose imprese con gravi
conseguenze sull'occupazione e sul tessuto economico locale. Una contrazione
del settore dell'autoriparazione comporterebbe una riduzione del numero di
officine autorizzate con inevitabili ripercussioni sulla qualità dei servizi
offerti ai consumatori.
Nel
fornire un adeguamento graduale, le imprese avrebbero più tempo per
organizzarsi e partecipare ai corsi di formazione necessari, evitando così
situazioni di emergenza e stress. Una maggiore disponibilità di tempo
permetterebbe di organizzare corsi di formazione più efficaci e mirati alle
specifiche esigenze delle imprese, prevenendo la chiusura delle piccole
imprese, si contribuirebbe a preservare i posti di lavoro e a sostenere
l'economia locale assicurando un numero adeguato di officine autorizzate si
garantirebbe ai consumatori una maggiore scelta e una migliore qualità dei
servizi.
In
conclusione, la proroga richiesta rappresenta uno strumento indispensabile per
affrontare la criticità del settore dell'autoriparazione per garantire un
futuro sostenibile alle imprese e ai lavoratori del settore. Per questo motivo
è fondamentale che il Parlamento recepisca questa esigenza e approvi la
presente proposta di provvedimento amministrativo. Grazie.
Grazie,
collega De Francesco. Non ci sono consiglieri iscritti a parlare, pertanto,
pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso che è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
all’ordine del giorno a firma dei consiglieri regionali, Molinaro, De
Francesco, Mannarino e Montuoro, recante: “Culle per la vita: un'opportunità
per le donne a tutela della vita”. Mi sembra di aver ammesso, anche, l’ordine
del giorno del collega Mammoliti, che è simile. Li esaminiamo assieme nella
loro diversità? O volete che… Li esaminiamo entrambi a seguire. Va bene,
collega Mammoliti, sono stato democratico.
Cedo
la parola al proponente per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. Le “Culle per la vita” permettono alle madri in difficoltà di
lasciare il proprio neonato in completo anonimato e nella certezza di ricevere
cure e affetto; devono essere collocate in luoghi facilmente raggiungibili e
dotate di riscaldamento e sistema di chiusura di sicurezza; devono essere
collegate con il servizio di pronto soccorso neonatale per beneficiare di un
presidio di controllo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7; possono essere utilizzate
con facilità.
Rilevato
che attualmente la Calabria è una delle cinque Regioni in cui non sono attive
le “Culle per la vita”, tenuto conto che nonostante la normativa offra la
possibilità di partorire in ospedale senza lasciare le proprie generalità,
affidando il neonato alla cura dei sanitari e aprendo la strada all'adozione,
occorre, pertanto, farsi carico delle difficoltà delle donne. Considerato che
non sempre una donna che non desidera riconoscere il proprio neonato valuta la
via dell'adozione, spesso per timore di veder violato il proprio diritto
all'anonimato; la “Culla per la vita” rappresenta un'alternativa a gesti
estremi di disperazione, offrendo alla madre l'opportunità di lasciare il
neonato con la certezza che in breve tempo incontrerà persone e sanitari pronti
a prendersene cura; la “Culla per la vita” è una possibilità di accoglienza e
di vita non sempre nota alle donne, si può anche stabilire, come accade in
altre Regioni, una sinergia tra strutture pubbliche e associazioni e questo può
contribuire a ridurre il costo umano e sociale; la “Culla per la vita” è un
prezioso presidio di testimonianza di quale valore ha ogni singola vita per la
società, poiché i bambini non si possono buttare via e nel caso in cui la madre
si trovi in difficoltà tale da non poter accogliere il figlio, la società
intera deve aprire le braccia per accogliere e farlo crescere.
Tutto
quanto sopra premesso e considerato, il Consiglio regionale impegna il
Presidente della Giunta regionale ad assumere ogni iniziativa utile
all'istituzione del servizio di una Culla per la vita in ogni struttura
sanitaria calabrese dove sia presente un reparto di Neonatologia e Pediatria,
affinché a tutte le mamme e ai loro bambini siano assicurati le stesse
possibilità di accoglienza e vita; a programmare sul territorio calabrese una
capillare campagna d'informazione, che coinvolga anche i Comuni, sulle Culle
per la vita, affinché la conoscenza delle possibilità di garantire da questo
servizio abbia la massima diffusione.
Ne
approfitto per esplicitare che l’ordine del giorno del collega Mammoliti si
integra con questo e, quindi, è opportuno dare seguito a questo ordine del
giorno e mi auguro che anche l’ordine del giorno che illustrerà il collega
Mammoliti sia approvato.
Grazie.
Pongo
in votazione l'ordine del giorno del collega Molinaro che è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
adesso all'ordine del giorno di iniziativa del collega Mammoliti sulla
“Campagna informativa sul parto in anonimato e potenziamento dei consultori”.
Magari
vuole illustrare solo le differenze. Come vuole, ovviamente.
Ne
ha facoltà, a lei la parola. Prego.
Grazie,
Presidente. Ho interloquito con il collega Molinaro e come ho avuto modo di
dire anche a lei, Presidente, il nostro ordine del giorno non è in
contraddizione con il contenuto che è stato pocanzi approvato perché la
realizzazione della “Culla per la vita” rappresenta un segno di civiltà sia,
naturalmente, per il bambino o la bambina sia per la mamma.
Ora
è chiaro che con questo impegno, si interviene quasi esclusivamente solo a
valle, cioè nella parte finale della maternità, quando, invece, a nostro avviso
bisogna agire a partire dalla prevenzione di questo fenomeno e, quindi, avere
un approccio multidisciplinare per capire le ragioni del perché una donna
compie questi gesti. Quindi, questo approccio a nostro avviso va rafforzato,
tenendo conto di quelli che sono i cardini delle politiche pubbliche che per
noi sono i consultori e sono i parti in anonimato. Quindi, attraverso il
potenziamento di questi servizi, si può per davvero garantire la libertà di
scelta alla donna, perché a volte queste scelte sono delle scelte dolorose,
sofferte e sono dovute ad una serie di condizioni, che possono essere sociali,
economiche o di altra natura.
Per
questa ragione il nostro ordine del giorno prevede dei passaggi più
rafforzativi che si pongono come obiettivo, anche, il potenziamento dei
consultori familiari a cui, come sappiamo, si può accedere con facilità; nei
consultori familiari dovrebbero operare: infermiere, ostetriche, assistenti
sanitarie, ginecologhe, assistenti sociali, educatrici, psicologhe e via via
dicendo.
Poiché
oggi questo strumento si è progressivamente indebolito, sia in termini di
strutture sia in termini di personale, il Consiglio regionale, con questo
ordine del giorno, impegna il Presidente alla Giunta regionale a programmare su
tutto il territorio calabrese una capillare campagna informativa sul parto in
anonimato e sui servizi di accoglienza, accompagnamento, prevenzione e
informazione rispetto alla genitorialità e alla salute riproduttiva delle
donne.
Quindi,
chiediamo un potenziamento della rete dei consultori territoriali in termini di
risorse, personale, strutture e orari di accesso. Grazie.
Grazie,
collega Mammoliti.
Pongo
in votazione l'ordine del giorno del collega Mammoli che è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 104/12^ di iniziativa del consigliere Giannetta “Sul
regolamento regionale dell'attività di tassidermia e di imbalsamazione e della
detenzione e possesso di preparazioni tassidermiche e di trofei”.
Cedo
la parola al collega Giannetta per illustrare la mozione. Prego.
Grazie,
Presidente. Ho presentato questa mozione sul regolamento regionale
dell'attività di tassidermia e di imbalsamazione e della detenzione e possesso
di preparazioni tassidermiche e di trofei, perché stimolato, qualche giorno fa,
dalla inaugurazione di un museo per la fauna dell'Aspromonte. Ho avuto modo di
vedere, effettivamente, in questa occasione quanto fosse utile e necessario,
anche dal punto di vista di conoscenza per il nostro territorio e soprattutto
per le giovani generazioni e per le scuole, far conoscere qual è la fauna del
nostro territorio.
Stimolato
da questo, sono andato a rivedere quelle che sono le normative vigenti in
Calabria e ho notato che la legge 11 febbraio del 1992, la numero 157, che cito
testualmente “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il
prelievo venatorio”, dispone all'articolo 6, comma 1, che: “Le Regioni, sulla
base di apposito regolamento, disciplinano l'attività di tassidermia e di
imbalsamazione e la detenzione o il possesso dei preparazioni tassidermiche e
trofei”; al comma 4, che: “Le Regioni provvedono ad emanare, non oltre un anno
dalla data di entrata in vigore della presente legge, un regolamento atto
disciplinare l'attività di tassidermia ed imbalsamazione di cui al comma 1”.
Quindi, considerato che a distanza di 32 anni tale regolamento non è stato
emanato dalla Regione Calabria, quindi si è creato un vulnus normativo, ho
immaginato di stimolare la sensibilità della Giunta proprio per dare
un'opportunità agli artigiani del settore di essere normati da questo punto di
vista, con l'auspicata regolamentazione, per evitare anche l'esercizio della
professione “in nero” e, soprattutto, per andare a regimentare e regolamentare
alcune violazioni che possono essere di natura igienico sanitaria.
La
mancata emanazione di questo regolamento crea, anche, disagi per la categoria,
i cui aderenti spesso si vedono costretti ad andare fuori regione per
esercitare la professione. È vero che è un mercato di nicchia, ma perché
dobbiamo consentire ai nostri professionisti del settore di andare fuori e
quindi arricchire altre regioni?!
Non
solo. Con l'inaugurazione del museo della fauna dell'Aspromonte, come vi
dicevo, ho potuto notare quanto sia importante ricreare delle fedeli
riproduzioni naturalistiche, anche, per un settore importante come può essere
quello del mondo scolastico; per esempio, mi viene da pensare e immaginare per
viste guidate e quant'altro.
Quindi,
tale strumento, che deve andare a regolamentare e a consentire ai tassidermisti
abilitati di poter svolgere l'attività nella massima sicurezza e nel rispetto
delle regole, ci porta a definire alcune norme per sostenere questo percorso in
materia di vigilanza e controllo che la Regione stessa deve esercitare.
Avviandomi
alle conclusioni, chiedo di impegnare la Giunta a provvedere ad emanare il
regolamento dell'attività di tassidermia e di imbalsamazione della detenzione e
possesso di preparazioni tassidermiche e di trofei, in attuazione dell'articolo
6 della legge numero 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna
selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, nonché all'articolo 4 della
stessa legge regionale 9 maggio 1996, numero 70, “Norme per la tutela e la
gestione della fauna selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini della
disciplina programmata dell'esercizio venatorio”.
Confidando
nella sensibilità della Giunta e soprattutto nel lavoro svolto dall'ottimo
assessore Gallo, sono sicuro che questa mozione stimolerà la stessa Giunta ad adeguarsi alla normativa e non lasciare ancora di più un
vuoto normativo che dura già da ben 32 anni. Grazie.
Grazie,
consigliere Giannetta.
Pongo
in votazione la mozione che è approvata.
(Il Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Esauriti i punti all'ordine del giorno, dichiaro chiusa la seduta.
La seduta
termina alle 16,30
Hanno
chiesto congedo: Alecci, Bruni, De Nisi, Muraca, Raso, Talerico,
Calabrese.
(È
concesso)
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri
regionali:
Straface, Raso e Mannarino
“Strategie di intervento educativo e inclusione scolastica degli alunni con
bisogni educativi speciali (BES) e con alto potenziale cognitivo (APC)” (PL n.
326/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Mammoliti “Interpretazione
autentica della legge regionale 22 ottobre 2024, n. 34 “Disposizioni per la
proroga di graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del
servizio sanitario regionale”” (PL n. 327/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Montuoro e Mancuso
“Istituzione della riserva naturale regionale denominata “Le Dune di Giovino””
(PL n. 328/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mancuso “Norme per la
conoscenza, il recupero e la valorizzazione della toponomastica in Calabria.
Indirizzi per la toponomastica di genere” (PL n. 329/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Talerico
“Interpretazione autentica dell’articolo 1 della legge regionale 22 ottobre
2024, n. 34 (Disposizioni per la proroga di graduatorie vigenti dei concorsi
pubblici di enti e aziende del servizio sanitario regionale)” (PL n. 330/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Mancuso, De Nisi e Graziano
“Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee in
attuazione dell’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 8 novembre 2021,
n. 199, del decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica 21
giugno 2024 e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la
semplificazione dei procedimenti autorizzativi” (PL n. 331/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Mannarino e Straface
“Promozione e valorizzazione dei percorsi formativi per le attività del
Soccorritore, dell’Autista Soccorritore e del tecnico della centrale operativa
della rete di emergenza urgenza preospedaliera” (PL
n. 332/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
È stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Approvazione
dell’organigramma del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e
l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021/2027. Presa d’atto degli strumenti di
programmazione e delle disposizioni attuative adottate dalla AdG - (Deliberazione G.R. n. 542 del 19.10.2024)” (PPA n.
196/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
È stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
della consigliera regionale De Francesco:
“Interpretazione autentica
della deliberazione del Consiglio regionale della Calabria n. 308 del 26 luglio
2024 «Effettuazione del referendum consultivo obbligatorio sulla proposta di
legge n. 177/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Gentile, De
Francesco, Mannarino, Molinaro, Straface, Graziano e Gallo, recante:
“Istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Cosenza,
Rende e Castrolibero» (PPA n. 197/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha
trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la
deliberazione n. 589 dell’11 novembre 2024, recante:
“Approvazione del
Regolamento di Attuazione della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 (Norme in
materia di usi civici)”.
(Parere numero 43/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione consiliare permanente.
In data 5 novembre 2024, il
consigliere regionale Pietro Santo Molinaro ha aderito al Gruppo consiliare
“Fratelli d’Italia”.
In data 22 ottobre 2024, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sottoindicata legge
regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 219 del 22 ottobre 2024:
1) legge regionale n. 34
del 22 ottobre 2024, recante: “Disposizioni per la proroga di graduatorie
vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del Servizio Sanitario
Regionale”.
Comunico che, in data 25
ottobre 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 223 del 25
ottobre 2024:
1) legge regionale n. 35
del 25 ottobre 2024, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della
Regione Calabria per gli anni 2024-2026”.
È pervenuto il ricorso in
appello ex articolo 62 c.p.a. con richiesta di misura
cautelare monocratica ex articolo 56 c.p.a. avverso
l’ordinanza del TAR Calabria Catanzaro, sez. i n. 684/2024.
In data 24 ottobre 2024, il
Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 222 del 24 ottobre 2024:
- Regolamento regionale n.
11 del 24 ottobre 2024, concernente: “Modifica del regolamento di
organizzazione delle strutture della Giunta regionale n. 12/2022 e s.m.i.”.
In data 13 novembre 2024,
il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento
regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 235 del 13 novembre 2024:
- Regolamento regionale n.
12 del 13 novembre 2024, concernente: “Modifica del regolamento 25 novembre
2019, n. 22 - Procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle
strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziali, nonché
dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità”.
La Giunta regionale ha
trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di
previsione finanziario 2024-2026:
1.) Deliberazioni
della Giunta regionale dalla numero 546 alla numero 566 e numero 570 del 22
ottobre 2024;
2.) Deliberazioni della Giunta regionale dalla
numero 575 alla numero 579 del 24 ottobre 2024;
3.) deliberazione
della Giunta regionale numero 584 del 29 ottobre 2024;
4.) deliberazioni
della Giunta regionale dalla numero 590 alla numero 612 dell'11 novembre 2024.
Sono pervenute le ordinanze
cautelari TAR CZ reiettive delle istanze cautelari
(Referendum fusione Cosenza-Rende-Castrolibero), Ct
3606/24 Federaz. riform.
Rende - 2) Ct 3838/24 Comune Castrolibero - 3) Ct 3872/24 Comune Cosenza - 4) Ct
3900/24 Assoc. Dossetti - Tar Cz,
imp. del. CR 308\24 e altro.
Tavernise. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Fondazione Calabria
Film Commission è stata istituita con L. R. n. 1 dell’11 gennaio 2006 allo
scopo di supportare lo sviluppo del sistema turistico regionale e del settore
Cinematografico - Audiovisivo e Multimedialità e dell’economia cinematografica
nella nostra regione. Socio unico è la Regione Calabria;
- la Fondazione Calabria
Film Commission è un organismo di diritto pubblico, ai sensi e per gli effetti
di cui all’art. 3, co. 1, lett. d) del Codice dei contratti pubblici di cui al
D. Lgs. 18 aprile 2016, n. 50. La fondazione deve perseguire quelle finalità di
pubblico interesse nel comparto dell'industria del cinema e dell'audiovisivo di
cui all‘art. 2, co. 1, lett. v) della L. 220/2016. Calabria Film Commission,
pur formalmente di natura privatistica, rientra nella disciplina prevista per
le amministrazioni aggiudicatrici dal D. Lgs. 50/2016 e a queste viene quindi
equiparata ai fini della soggezione alle procedure ad evidenza pubblica
previste per i contratti pubblici in materia di appalti e concessioni per
lavori, servizi e forniture. La totalità delle attività della fondazione,
infatti, concerne lo svolgimento dei compiti ad essa affidati
dall‘amministrazione regionale e non vi è alcuna partecipazione diretta di
capitali privati. Considerato che: - tutte le film commission regionali, compresa quella calabrese, sono
soggette alla disciplina prevista dalla L. 241/90 in materia di procedimenti
amministrativi e di accesso agli atti. Qualora esse rivestano forme
privatistiche (come quella della fondazione), nel momento in cui vengono loro
attribuite – dallo stesso legislatore regionale – funzioni pubbliche, si può
ritenere appieno applicabile la clausola di estensione di cui all‘art. 1, co.
1-bis, della stessa L. 241/90, per cui i “soggetti privati preposti
all'esercizio di attività amministrative assicurano il rispetto dei criteri e
dei principi”, di economicità, di efficacia, di imparzialità, di pubblicità e
di trasparenza secondo le modalità previste dalla stessa L. 241/90, nonché
dalle altre disposizioni che disciplinano singoli procedimenti e dai principi
dell‘ordinamento comunitario, “con un livello di garanzia non inferiore a
quello cui sono tenute le pubbliche amministrazioni in forza delle disposizioni
di cui alla presente legge”. Come rammentato dalla Corte costituzionale nella sent. 9 novembre 2011, n. 299 (intervenuta sulle
disposizioni relative al personale della film commission marchigiana), tutte le film commission
regionali saranno assoggettate, in virtù degli artt. 3 e 97 Cost., anche alla
disciplina in materia di procedure concorsuali pubbliche per il reclutamento
del personale (art. 35 e ss. D. Lgs. 30 marzo 2001, n. 165). Tenuto conto che:
- a partire dall’art.11 del D. Lgs. n. 150/2009 e negli anni seguenti, il
principio dell’accessibilità totale agli atti, per la trasparenza e la
diffusione di informazioni della Pubblica Amministrazione, è stato inserito in
numerosi provvedimenti normativi. Il D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale n. 80 del 5 aprile 2013 ha completato e riordinato la
numerosa e complessa normativa riguardante gli obblighi di pubblicità,
trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche
amministrazioni, trasmettendo una maggiore chiarezza sul contenuto degli
obblighi di pubblicazione. Alla base del provvedimento c’è la considerazione che
la trasparenza sia uno strumento per assicurare i valori costituzionali
dell’imparzialità e del buon andamento delle PA, così come sanciti dall’art.97
Cost., per favorire il controllo sociale o diffuso sull’azione pubblica, per
migliorare la qualità dell’attività amministrativa, per promuovere la cultura
della legalità e per prevenire i fenomeni corruttivi. Tra gli altri punti,
viene data una definizione del principio generale di trasparenza: accessibilità
totale delle informazioni che riguardano l'organizzazione e l'attività delle
PA, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo democratico sul
perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse
pubblicazione dei dati sui siti istituzionali. Per consentire un'effettiva
conoscenza dell'azione delle PA e per sollecitare e agevolare la partecipazione
dei cittadini, dati e documenti pubblici devono essere diffusi e direttamente
accessibili sui siti istituzionali. Si disciplina, poi, la qualità delle
informazioni diffuse dalle PA attraverso i siti istituzionali. Tutti i dati
formati o trattati da una PA devono essere integri, e cioè pubblicati in
modalità tali da garantire che il documento venga conservato senza
manipolazioni o contraffazioni;
devono inoltre essere
aggiornati e completi, di semplice consultazione, devono indicare la
provenienza ed essere riutilizzabili;
- il principale strumento
attraverso cui il legislatore intende conseguire maggiori livelli di
trasparenza rispetto all’azione della Pubblica Amministrazione è, quindi, la
pubblicazione sui siti istituzionali e ciò costituisce un vincolo obbligatorio
anche per le regioni e gli enti sub-regionali, gli Istituti, le Agenzie, le
Aziende, le Fondazioni, come nel caso di Calabria Film Commission, e gli altri
enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione: siamo infatti in presenza
di disposizioni relative al livello minimo essenziale delle prestazioni
relative ai diritti civili e sociali. D’altronde a tutte le
film commission regionali, compresa quella
calabrese, è applicabile il D. Lgs. 33/2013, concernente gli stringenti
obblighi di trasparenza e di pubblicazione delle informazioni e dei dati
dell‘ente, ivi compresi quelli organizzativi, gli incarichi, nonché i bilanci e
il patrimonio. Preso atto che: - la Fondazione Calabria Film Commission ha
registrato un numero impressionante di atti deliberativi, con oltre 600
deliberazioni solo nel 2023 e 167 già nel primo trimestre del 2024;
- nonostante la
produttività della Fondazione, il portale web presenta informazioni scarne e
non trasparenti, limitandosi a pubblicare solo i titoli degli atti
deliberativi. Questa mancanza di trasparenza riguarda varie tipologie di
deliberazioni, incluse liquidazioni per beni e servizi, incarichi a consulenti
e project manager, spese di soggiorno, partecipazioni a fiere e premi
cinematografici, commissioni valutatrici, incarichi per la comunicazione e
finanziamenti di vario genere;
- è necessario, al
contrario, assicurare che i cittadini possano accedere a informazioni complete
e dettagliate sull'utilizzo delle risorse pubbliche nella Fondazione Calabria
Film Commission, in linea con i dettami della trasparenza amministrativa.
Bisogna garantire la pubblicazione dettagliata dei contenuti delle
deliberazioni e l'identificazione dei consulenti e dei fornitori coinvolti, con
particolare riguardo alle informazioni relative agli atti di spesa, per
prevenire eventuali irregolarità nella gestione delle risorse pubbliche della
Fondazione e assicurare la conformità alle leggi e ai regolamenti vigenti.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative urgenti
intende adottare la Regione Calabria per garantire una maggiore trasparenza
nella gestione della Fondazione Calabria Film Commission.
(276; 28/10/2024)
Tavernise. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
la ferrovia ionica
calabrese è una delle poche tratte ferroviarie italiane, con posizione
strategica per lo sviluppo dell'intera regione, a non essere ancora
elettrificata. I lavori di elettrificazione della tratta ferroviaria
Sibari-Crotone hanno avuto inizio il 30 agosto 2018 con la posa dei primi pali
tipo LS, la realizzazione dei plinti e la posa in opera dei tralicci per la
trazione elettrica. Il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità
Sostenibile ha commissariato i lavori su questo tratto, dopo che gli stessi
avevano subito un forte rallentamento piuttosto che il blocco;
nel mese di aprile 2024
Rete Ferroviaria Italiana (RFI) ha aggiudicato l’appalto per i lavori per
l'elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone, per un valore di
circa 37,5 milioni di euro, parte dei quali derivanti dai fondi del Piano Nazionale
di Ripresa e Resilienza (PNRR), al raggruppamento temporaneo di imprese
composto da GCF Generale Costruzioni Ferroviarie SpA
e Fadep Srl, assegnando i
lavori nel mese di giugno 2024. Con questo appalto si sono concluse le
procedure per dare avvio alla fase esecutiva del progetto di potenziamento del
collegamento Lamezia Terme - Catanzaro Lido - Dorsale Jonica, il cui Progetto
Definitivo è stato approvato con Ordinanza n. 4 del 25 settembre 2023 del
Commissario Straordinario di Governo. L’investimento totale previsto è di
438,19 milioni di euro, di cui 128,99 milioni di euro di risorse PNRR.
Considerato che: i lavori sulla tratta ferroviaria Sibari-Crotone prevedono la
realizzazione di circa 112 km di elettrificazione mediante la realizzazione di
8 sottostazioni elettriche in media tensione e la posa del sistema per la
trazione elettrica ferroviaria, completando in tal modo i lavori propedeutici
di allestimento dei pali già in corso di esecuzione lungo la linea a partire
dal 2018. I lavori però risultano essere fermi a causa di lungaggini
burocratiche e perché non si è ancora decisa l’allocazione delle 8 sottostazioni. Tenuto conto che: il 13 marzo 2024, il
Dirigente del Settore “Coordinamento delle Attività Dipartimentali, Usi Civici,
Biodiversità” del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari della
Regione Calabria ha inviato la nota Prot. N. 188945 contenente l’avvio della
procedura di esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti di 10 dei 13 Comuni
interessati dal progetto di elettrificazione relativo ai lavori di
“Potenziamento collegamento Lamezia Terme - Catanzaro Lido - Dorsale Jonica”
per la mancata nomina di un perito incaricato dell’accertamento demaniale sui
terreni attraversati dal progetto di elettrificazione. La nota si è resa necessaria
visto che l’intervento è compreso nel PNRR, quale opera pubblica di particolare
complessità o di rilevante impatto. La Regione ha intimato, così, di procedere
all’accertamento della sussistenza del vincolo dell’uso civico sulle aree
interessate dall’intervento, avviando il procedimento di nomina del perito
istruttore demaniale entro 60 giorni. “Trascorso inutilmente il predetto
termine, la Giunta regionale disporrà l'intervento sostitutivo con un
Commissario ad Acta, nominato secondo quanto previsto dalla legislazione
vigente, che provvederà entro sessanta giorni, con oneri finanziari a carico
dell'ente inadempiente” conclude la nota. Risulta, ad oggi, ancora un netto
ritardo in merito alla conclusione delle operazioni peritali, considerando che
proprio nella nota stessa è stato indicato l’avvio dei lavori entro il terzo
trimestre del 2024 e per questo sarebbe stato necessario “porre in essere tutte
le consentite azioni volte ad assicurare la tempestiva conclusione del
procedimento in oggetto e comunque in anticipo rispetto all’attuale previsione
di avvio lavori”. Preso atto che: dal 16 settembre 2024 e presumibilmente fino
al 19 gennaio 2025, data prevista di fine lavori, è stata sospesa la
circolazione ferroviaria sulla tratta tra Sibari e Crotone. I lavori riguardano
interventi di upgrade tecnologico e di potenziamento infrastrutturale,
propedeutici all’attivazione della tecnologia ERTMS (European
Rail Transport Management
System). Inspiegabilmente non si sta approfittando della sospensione della
circolazione ferroviaria per accelerare sui lavori di elettrificazione della
tratta, che, al contrario, risultano fermi;
la Calabria attende
l’elettrificazione della linea jonica da decenni e il commissariamento
dell’opera avrebbe dovuto impedire le lungaggini che stanno causando il blocco
dei lavori;
il progetto è finanziato in
parte con fondi del PNRR, che impone tempistiche stringenti per la
realizzazione e il completamento delle opere;
l'elettrificazione della
tratta Sibari-Crotone porterà numerosi benefici, tra cui l'uniformità delle
prestazioni della rete ferroviaria calabrese, l'introduzione di moderni treni
elettrici e una significativa riduzione dell'inquinamento ambientale, con la
riduzione delle emissioni inquinanti e il loro impatto sul clima. L’importanza
di tale opera risulta fondamentale, oltre che per assicurare il diritto alla
mobilità dei residenti, per le positive ricadute che potrà avere nel settore
socioeconomico e produttivo oltre che nel settore turistico. Tutto ciò premesso
e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative urgenti stia
assumendo la Regione Calabria per fermare i continui ritardi dei lavori di
elettrificazione della tratta ferroviaria Sibari-Crotone.
(278; 30/10/2024)
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
la Abramo Customer Care,
società per azioni attiva nel settore call center ed assistenza clienti con
sedi operative importanti in molte realtà calabresi, dopo la dichiarazione
dello stato di insolvenza e l’apertura della procedura di amministrazione straordinaria,
è stata affidata dal Tribunale di Roma alla gestione di commissari
straordinari, impegnati ad individuare una soluzione occupazionale che
valorizzi le competenze dei dipendenti;
che la società Konecta, altra azienda che fornisce servizi di customer experience, aveva informato le Segreterie Nazionali e
Territoriali di Slc Cgil Fistel Cisl, UilcomUil e Ugl
Telecomunicazioni della nascita di una newco, partecipata al 100% dalla stessa Konecta, che avrebbe rilevato le lavoratrici ed i
lavoratori operanti sulla commessa Fibercop in forza
alla Abramo CC in AS;
nella giornata del 25
ottobre u.s. la Konecta ha comunicato alle
organizzazioni sindacali, che l’operazione di salvaguardia delle lavoratrici e
dei lavoratori Abramo CC è fortemente a rischio a causa di ostacoli tecnici e
burocratici legati al bando regionale utile alla stessa Konecta
per la formazione e riqualificazione dei lavoratori in questione. Considerato
che appare evidente come il nostro territorio non possa permettersi di perdere
ulteriori posti di lavoro e che, dunque, devono essere esperiti tutti i
tentativi volti alla salvaguardia dei livelli occupazionali;
che i tempi sono ormai
ridottissimi mancando 2 giorni al termine delle commesse e 9 giorni al termine
dell'amministrazione straordinaria;
che le Segreterie Regionali
di SLC CGIL Calabria, FISTel CISL Calabria e UILCOM
UIL Calabria chiedono con urgenza la convocazione di un tavolo di confronto tra
tutte le parti coinvolte e nello specifico: Regione Calabria, Konecta e Fibercop. Richiamata
l’interrogazione, anch’essa a risposta immediata e rimasta senza riscontro,
presentata il 20 dicembre 2023 con la quale, sempre con riferimento alla
vertenza Abramo CC in AS, si interrogava la Giunta regionale per sapere quali
iniziative si intendessero adottare per scongiurare la drammatica perdita di
posti di lavoro. Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto
consigliere regionale interroga il competente Assessore regionale
per sapere:
se e quali utili e
tempestivi interventi si intendano porre in essere al
fine di garantire una transizione lavorativa stabile e sicura per i lavoratori
della commessa Fibercop oggi in Abramo CC in AS verso
Konecta.
(279; 30/10/2024)
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
da notizie di stampa, si
apprende che, a Tropea, il SERT non è in funzione, da molto tempo, per mancanza
di medici. E ciò accade nonostante, da circa sei mesi, sia stata esperita una
selezione e, conseguentemente, siano stati conferiti incarichi
libero-professionali a tre medici che, ad oggi, di fatto, non avrebbero
prestato regolare servizio presso il SERT di Tropea. Come è noto, il SERT
(Servizio per le Tossicodipendenze) è un servizio pubblico del Sistema
Sanitario Nazionale dedicato alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione
delle persone che hanno problemi derivanti dall’abuso di sostanze psicoattive,
come ad esempio droghe e alcool, in grado di generare dipendenza. All’interno
del SERT operano diversi professionisti qualificati e specializzati nella
dipendenza da sostanze psicoattive come medici, infermieri professionali,
educatori professionali, sociologi, assistenti sociali e psicologi. L’obiettivo
comune è quello di fornire il sostegno e l’orientamento ai tossicodipendenti ed
alle loro famiglie dal punto di vista medico-infermieristico anche grazie alle
campagne di informazione e di prevenzione. In particolare, il SERT svolge,
anzitutto, un'attività di accertamento dello stato di salute psicofisica del
soggetto affetto da tossicodipendenza, dopodiché predispone appositi programmi
terapeutici individuali che possono essere effettuati o nel SERT stesso o in
altre strutture convenzionate come, ad esempio, i centri di recupero.
All'interno dei piani terapeutici si inserisce, anche, una continua attività di
monitoraggio dello stato di salute del soggetto, attraverso il susseguirsi, per
periodi prestabiliti, di analisi psico-fisiche. Alla luce di quanto, finora,
detto è del tutto evidente la fondamentale funzione sociosanitaria che i SERT
svolgono nell'ambito di una Comunità. A Tropea, il SERT serve un bacino di
utenza che si estende ben oltre i confini cittadini ed include numerose persone
che si trovano in condizioni di fragilità e di rischio. Il suo mancato
funzionamento crea un vuoto assistenziale che colpisce duramente gli utenti e
le loro famiglie. Molti di questi utenti sono costretti a recarsi presso il
SERT di Pizzo, con notevoli disagi sia logistici che economici, affrontando
viaggi lunghi e faticosi che vanno a pesare, ulteriormente, sul loro percorso
di cura e sui bilanci familiari. Ma vi è di più. Infatti, in mancanza di un
facile accesso ai trattamenti farmacologici essenziali, gli utenti che stanno
attraversando un percorso di recupero delicato vengono lasciati in una
situazione di estrema vulnerabilità che li espone, seriamente e concretamente,
al rischio di rivolgersi a mercati alternativi e illegali per procurarsi le
sostanze di cui hanno bisogno, con tutte le prevedibili devastanti conseguenze
che ciò potrebbe comportare per la loro salute e per la sicurezza della
Comunità in cui vivono.
Tutto ciò premesso, si
interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
quali utili ed urgenti
iniziative si intende adottare, nell'immediatezza, al fine di garantire il
regolare e corretto funzionamento del SERT (Servizio per le Tossicodipendenze)
di Tropea.
(280; 04/11/2024)
Bevacqua, Alecci, Bruni,
Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- recenti reportage
giornalistici hanno dato conto di transazioni milionarie tra alcune ASP
calabresi e la società di factoring BFF Bank SpA,
sulle quali sarebbero in corso anche indagini giudiziarie;
- si tratta di due accordi:
il primo da 39 milioni di euro per l’Asp di Cosenza e l’altro da 37,8 milioni
di euro per quella di Reggio Calabria;
- viene riferito, inoltre,
del coinvolgimento di soggetti e strutture esterne che avrebbero collaborato
all’accertamento e alla valutazione dei crediti;
- la vicenda cosentina era
stata anche oggetto di una interrogazione parlamentare;
- ulteriore procedura
transattiva sarebbe in fase preliminare tra l’istituto di credito e l’Asp di
Crotone. Considerato che: - entrambe le circostanze rientrano nell’ambito della
procedura di circolarizzazione dei debiti sanitari pregressi nei confronti della
quale, nell’ambito del nostro diritto di informazione e di accesso, avevamo
richiesto nei mesi scorsi informazioni a tutte le aziende sanitarie calabresi
senza ottenere risposte;
- emerge confusione e
scarsa trasparenza in capo alle strutture preposte alla trattazione dei
procedimenti. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della
Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del
Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- se la struttura
commissariale e Azienda Zero siano stati a conoscenza e abbiano avallato tali
procedure transattive.
(283; 08/11/2024)
Tavernise. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
la Strada Statale 106
Jonica collega Reggio Calabria a Taranto, attraverso un percorso di 491 km
lungo la fascia litoranea ionica di Calabria, Basilicata e Puglia. La costa
ionica calabrese è attraversata da tale unica infrastruttura stradale,
costruita negli anni ’30, costituita in gran parte da una carreggiata a doppio
senso di marcia. Per la sua conformazione, presenta un grado del livello di
sicurezza notevolmente inferiore rispetto a quello esistente sulle strade delle
altre regioni italiane, tanto da essere definita da anni la “Strada della
morte”, data la sua pericolosità per l’elevato numero di incidenti che ogni
anno si verificano;
lungo la S.S.106 Jonica,
l’Anas ha già completato l’ampliamento a quattro corsie, con spartitraffico
centrale, di tutto il tratto ricadente in Puglia (39 km) e in Basilicata (37
km), mentre in Calabria sono stati ampliati a quattro corsie circa 67 km e sono
in corso di realizzazione i lavori del 3° Megalotto, tra Roseto Capo Spulico e Sibari, per una
lunghezza di 38 km. Il piano di completamento della riqualificazione
dell’arteria sul tracciato calabrese è stato affidato al Commissario
Straordinario individuato con il DPCM del 16 aprile 2021;
i commi 511 e 512 della
Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Legge di Bilancio 2023) hanno autorizzato la
spesa complessiva di 3 miliardi di euro per il periodo 2023-2037, per la
realizzazione di lotti funzionali del nuovo asse viario Sibari-Catanzaro della
S.S. 106 Jonica. Considerato che: nel quadro degli interventi commissariati, a
cui dovrebbe essere garantita una corsia preferenziale, c’è il tratto, di circa
29 Km di lunghezza e con un investimento previsto di 975 milioni di euro, tra
lo svincolo di Sibari (Svincolo SS534 Firmo-Sibari, che realizza il raccordo
con l’autostrada A2) nel territorio di Cassano allo Ionio e il Viadotto Coserie, nel territorio di Corigliano-Rossano. Anche questo
tratto, con DGR n. 31 del 01/02/2023, è stato identificato, ai sensi dell’art.
8 comma 6-bis del DL 76/2020 e in forza delle sue caratteristiche, quale grande
opera infrastrutturale di rilevanza sociale, avente impatto sull’ambiente e
sull’assetto del territorio di particolare interesse pubblico e rilevanza
sociale. Con Deliberazione n. 166/2023, poi, la Regione Calabria ha concesso la
deroga al Dibattito Pubblico. Con Decreto Dirigenziale n. 7408 del 29/05/2024 è
stato espresso giudizio positivo di compatibilità ambientale con parere
favorevole di Valutazione di Incidenza Ambientale;
nonostante la Conferenza di
Servizi decisoria sia stata chiusa a giugno 2024, una riunione che ha segnato
una tappa importante nel lungo percorso verso la realizzazione dell'opera,
ottenendo il consenso unanime di tutti gli enti coinvolti, si è ancora in
attesa della firma ufficiale dell'Intesa Istituzionale ex art. 4 D.L. 32/19 tra
il Presidente della Giunta Regionale e l'Anas. A ottobre 2024 i due sindaci di
Corigliano-Rossano e di Cassano allo Ionio si sono rivolti al Commissario
Straordinario e al Presidente della Regione Calabria chiedendo di procedere il
prima possibile alla sottoscrizione dell'Intesa istituzionale tra Anas e
Regione Calabria e la possibilità di un incontro istituzionale finalizzato
all'aggiornamento rispetto all'iter progettuale e relativo all'affidamento dei
lavori del tratto Sibari-Coserie.
Tenuto conto che: un
confronto con un'altra tratta ad alta priorità della S.S. 106 può dare la
misura del ritardo nella prosecuzione dell’iter per la realizzazione del tratto
Sibari-Coserie. Per il tratto tra Crotone e
Catanzaro, infatti, la firma dell'Intesa Istituzionale è arrivata a giugno
2024, ad appena due settimane dalla Conferenza dei Servizi decisoria,
permettendo, così, un rapido avvio dei lavori. Sul tratto Sibari-Coserie, al contrario, sono trascorsi quasi cinque mesi e,
malgrado il sostegno trasversale delle forze politiche e l'approvazione unanime
espressa anche durante le discussioni nella Commissione competente in Consiglio
regionale, la situazione sembra essere ancora in una fase di stallo. Preso atto
che: l’intera arteria, ma in particolare il tratto Sibari-Coserie,
è palesemente insufficiente a gestire gli attuali volumi di traffico. Sulla
Strada Statale 106 confluisce il traffico dell’intera costa ionica calabrese,
facendo registrare rallentamenti elevatissimi e manifestando la sua estrema
pericolosità soprattutto nel tratto tra Sibari e Corigliano-Rossano. Solo nel
2024 sono già 28 le vittime di incidenti stradali sulla S.S.106. Il bollettino
di guerra della famigerata “Strada della Morte” riporta una vittima ogni 11 giorni. Il 2024, non ancora concluso, si attesta di
diritto tra i peggiori negli ultimi dieci anni in materia di mortalità stradale
e vede, ad oggi, un incremento di 6 vittime rispetto al 2023;
la presenza di una strada
statale di collegamento ad alto scorrimento può produrre, per il territorio
della Sibaritide, un grande impulso allo sviluppo ed alla crescita economica,
aspetto più che mai importante per le aree della costa ionica calabrese, che
già sopportano e hanno sopportato per lunghi anni troppi disagi a riguardo del
diritto alla mobilità degli abitanti di questa zona. L’attuale stato della
S.S.106 priva una parte dei cittadini calabresi della possibilità di poter
usufruire di diritti fondamentali ed imprescindibili, soffocando così le
molteplici potenzialità ed opportunità di crescita dell’intero territorio
regionale e accentuando ancora di più il divario fra la regione Calabria e il
resto del Paese. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della
Giunta regionale
per sapere:
che iniziative urgenti stia
assumendo la Regione Calabria per accelerare i tempi per la sottoscrizione
dell'Intesa Istituzionale per il tratto Sibari-Coserie
della S.S.106 e dare, così, avvio ai lavori.
(284; 11/11/2024)
Tavernise e Bevacqua. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
la vecchia Strada Statale
177 che va da Mirto Crosia a Longobucco, nota anche come strada Sila Mare, è
un’infrastruttura strategica per i cittadini residenti nelle zone dello Ionio
cosentino e per i comuni dei medesimi territori in quanto, una volta ultimata,
consentirà di collegare in sicurezza e in tempi brevi le aree interne
dell’altopiano silano con la fascia costiera ionica cosentina;
l’idea di disegnare una via
alternativa alla vecchia Strada Statale 177 che da Rossano si inerpica in Sila
nasce a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, nell’ambito di un
ragionamento sviluppato attorno alla bonifica del Trionto.
Un ventennio più tardi la bonifica del fiume – a valle – viene appena
accennata, sperperando 50 miliardi di lire in quello che doveva essere il
progetto della diga sul torrente Laurenzano, affluente del Trionto,
per placare la sete degli abitanti e delle produzioni agricole, in tubazioni,
scavi, condotte idriche abbandonate a sé stesse ed ancora oggi ben visibili;
la costruzione dell’opera,
con una spesa complessiva che supera gli 80 milioni di euro, è stata avviata
negli anni ‘90 con l’esecuzione di un primo lotto di lavori a valle
dell’abitato di Longobucco. Sono stati poi realizzati il secondo lotto e il
terzo lotto e, successivamente, con l’Accordo di Programma 2002-2006: “Sistema
delle infrastrutture di trasporto”, il primo stralcio dell’originario progetto
del IV lotto, garantendo la viabilità fino al ponte sul Trionto
posto in località Destro. La prima parte della strada, per un tratto di 11
chilometri, viene inaugurata nel 2015. Il IV lotto è stato finanziato con le
risorse FSC 2007/2013 di cui alla delibera CIPE numero 62 del 03 agosto 2011
(“Individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale
ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per l'attuazione del
piano nazionale per il sud”), con un finanziamento complessivo di 22,4 milioni
di euro. Di questi, 5 milioni e 400 mila euro destinati al “completamento dei
lavori per il collegamento IV lotto I stralcio” e 17 milioni di euro per il
“collegamento IV lotto II stralcio”. Quest’ultimo tratto è lungo circa sei
chilometri, dalla località Destro giunge al ponte di Caloveto e i lavori
avrebbero dovuto completarsi nei primi mesi del 2024. L’ultimo tratto è il V
lotto, quello finale, per arrivare a Mirto Crosia e ricongiungersi alla Strada
Statale 106 Jonica. Il progetto è stato affidato ad Anas, individuato come
soggetto attuatore e il costo è di 21,8 milioni di euro. Considerato che: il 3
maggio 2023, a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato la piena
del fiume Trionto, è crollata la terza campata del
Viadotto Ortiano II, ubicato al chilometro 6,532 della Strada Statale 177.
Questo ponte, realizzato con fondi regionali dalla Comunità montana Destra
Crati – Sila Greca, ora in liquidazione, era stato terminato nel 2014 e
inaugurato solo nel 2016, poi trasferito, nel 2019, alla gestione Anas che,
poche ore prima del crollo, aveva chiuso la strada. L'incidente ha portato la
Procura della Repubblica di Castrovillari ad aprire un'indagine per accertare
le cause e le eventuali responsabilità. Le immagini del ponte crollato sulla
Sila Mare, con il cedimento del pilone, evidentemente realizzato su fondazioni
superficiali, hanno fatto il giro del mondo;
il successivo 4 maggio il
viadotto è stato sottoposto al sequestro dall'Arma dei Carabinieri di
Longobucco unitamente al tratto dal chilometro 6,615 al chilometro 8,820 della
suddetta strada, misura convalidata il giorno successivo dall'Autorità giudiziaria.
Gli accertamenti condotti hanno evidenziato una vulnerabilità su alcune pile di
altri viadotti del tratto interdetto al transito da Anas, a monte del segmento
interrotto dal crollo, e una problematicità che si estende anche al
mantenimento in esercizio e alla ricostruzione dei rilevati a valle, in
particolare quello distrutto;
il 6 luglio 2023 il
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha dato via libera per
l'utilizzo di 9 milioni di euro per la messa in sicurezza e la riapertura della
Sila Mare. Questi fondi sono stati inseriti nel Contratto di Programma, quindi
prontamente esigibili;
dopo il crollo del
viadotto, con la conseguente chiusura al traffico viario, il paese di
Longobucco e le aree circostanti sono rimaste pressoché isolate dal resto della
provincia;
ad aprile 2024, a quasi un
anno esatto dal crollo, sono stati consegnati i lavori per dare inizio alla
demolizione del Viadotto Ortiano II, lavori necessari per riavviarne la
ricostruzione. A giugno 2024 il ponte crollato il 3 maggio 2023 è stato demolito
dall'Anas attraverso un'esplosione controllata. Tenuto conto che: in merito
alla riapertura del tratto della Sila Mare compreso tra il ponte Manco/Destro,
nel territorio di Longobucco, e il ponte di Caloveto, nonostante le
rassicurazioni sulla riapertura entro l’estate 2024, si è registrato un forte
rallentamento dei lavori, determinato, a quanto hanno riportato note di stampa,
dalle difficoltà nel reperimento dei materiali per la messa in sicurezza dei
versanti. A marzo 2024 in un incontro tenutosi presso il Dipartimento Lavori
Pubblici della Regione Calabria, Anas prometteva la riapertura di questo tratto
di strada di circa 6 chilometri per la festività di San Domenico del 4 agosto
2024. In quello stesso incontro si assicurava la consegna del tratto interessato
ai lavori entro i 24 mesi di tempo previsti dal cronoprogramma. Entro settembre
2025 sia il lotto mediano che quello a monte dovrebbero essere conclusi, con
l’opera di ricostruzione del viadotto Ortiano II e la messa in sicurezza
dell’intero tratto fino a Longobucco. Resta, poi, la questione del tratto a
valle, quello che dal ponte Caloveto dovrebbe collegare l’arteria alla Strada
Statale 106, per il quale dovrebbe partire la valutazione d’impatto e di
fattibilità e poi la gara d’appalto;
poco meno della metà dei 9 milioni di euro stanziati dal MIT si stanno, così,
spendendo per la messa in sicurezza del tratto a monte (Longobucco/Ortiano) per
consolidare i piloni dei viadotti che fondano nel letto del torrente Trionto. Si passerà, poi, alla ricostruzione del Viadotto
Ortiano II e delle opere accessorie per un importo totale di circa 4,5 milioni
di euro. Preso atto che: ad oggi, il tratto di 6 chilometri tra il ponte
Manco/Destro e il ponte di Caloveto non è stato ancora riaperto, nonostante il
cronoprogramma annunciato da Anas e Regione. I cittadini di Longobucco e delle
aree circostanti attendono con impazienza la conclusione di questi lavori, che
potrebbero restituire, almeno in parte, un'infrastruttura fondamentale per la
viabilità e la sicurezza del territorio;
la strada Sila Mare è
fondamentale per l’ammodernamento e la sicurezza dei collegamenti delle aree
interne con le zone costiere. Il completamento dell’intero asse Mirto
Crosia-Longobucco riuscirebbe a collegare le sponde dello Ionio di
Corigliano-Rossano con il Parco nazionale della Sila in meno di 30 minuti e ne
aumenterebbe l’attrattività e la competitività anche e non solo sotto il
profilo turistico: accorciare le distanze significa abbattere tempi di
percorrenza e costi di trasporto. Una leva fondamentale per il progresso
dell’intera regione. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative urgenti stia
assumendo la Regione Calabria per accelerare i tempi di riapertura, già in
ritardo, del tratto tra il ponte Manco/Destro e il ponte di Caloveto della Sila
Mare e per far rispettare il cronoprogramma dell’intera opera.
(285; 15/11/2024)
Tavernise. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
da uno studio condotto da
Federconsumatori Calabria APS, i cui esiti sono recentemente comparsi sulla
stampa, si evince che, in Calabria, non viene reso pubblico lo stato dei tempi
di attesa che, realmente, occorrono per poter fruire delle prestazioni sanitarie.
Rendere note le cosiddette “liste di attesa” corrisponde ad uno specifico
dovere che incombe su chi governa la Sanità regionale. Infatti, il Piano
Nazionale di Governo delle Liste di Attesa (PNGLA) 2019-2021 disciplina, da
anni, le modalità per gestire e mettere in trasparenza il fenomeno dei tempi di
attesa per fruire delle prestazioni sanitarie, stabilendo che ogni Azienda
sanitaria, Regione e Provincia Autonoma debba garantire le anzidette
prestazioni entro i tempi massimi definiti per ogni classe di priorità,
assicurare percorsi di tutela in caso di sforamento dei tempi e, soprattutto,
rendere accessibile ai cittadini i report di monitoraggio delle liste di
attesa. La mancanza di trasparenza sui tempi entro i quali il cittadino vede,
concretamente, soddisfatta la sua richiesta di assistenza non può che incidere
negativamente sulla efficienza del sistema sanitario, e ciò in quanto non
consente, mancando il dato fattuale reale, né una corretta valutazione degli
effetti di pregressi interventi normativi messi in campo
per abbattere le liste di attesa né una appropriata programmazione di eventuali
future strategie per risolvere il problema. Non a caso, in Calabria, nonostante
i ripetuti interventi e le ingenti somme spese per ridurre le liste di attesa,
ovunque, nelle Aziende Sanitarie Provinciali, l'erogazione delle prestazioni
sanitarie avviene in tempi “biblici”. Emblematico è il caso dell'ASP di Vibo
Valentia dove, solo per fare qualche esempio, per una ecografia alla mammella
occorre attendere circa 640 giorni, per una mammografia bilaterale circa 390
giorni, per una colonscopia circa 570 giorni e per una ecografia all'addome
circa 190 giorni. Vi è, infine, la necessità di conoscere, su scala regionale,
i risultati del Piano Operativo adottato per l'abbattimento dei tempi di attesa
delle prestazioni che sono state differite durante la pandemia da covid-19. In
particolare, la pandemia da covid-19, a fine 2022, ha differito, in Calabria,
5322 ricoveri, 746934 prestazioni ambulatoriali ed ha ritardato le campagne di
screening oncologici per circa 142000 inviti. Nel frattempo, molti di quei
cittadini hanno subito incalcolabili danni sanitari ed economici: molti hanno
rinunciato alle cure, altri non sappiamo se sono ancora in vita, altri avranno
subito un aggravamento della loro condizione di salute, ed altri ancora, con
rilevanti sacrifici economici, si saranno rivolti al privato.
Tutto ciò premesso, si
interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
per quali validi motivi non
è stato, ancora, realizzato e reso pubblico un monitoraggio regionale dei tempi
di attesa che, basandosi su criteri di uniformità e omogeneità dei dati,
fornisca, ex ante ed ex post, le “performance” di ogni Azienda Sanitaria Provinciale
per prestazioni e ricoveri, per classi di priorità, per prestazioni rese dal
pubblico, dal privato convenzionato e in regime di intra moenia.
(286; 18/11/2024)
Alecci. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- l’art. 32 della
Costituzione garantisce il diritto alla salute;
- l’art. 11 della legge 26
luglio 1975, n. 354 “Norme sull’ordinamento penitenziario e sull’esecuzione
delle misure privative e limitative della libertà” attribuisce alla competenza
del Servizio sanitario nazionale il compito di garantire cure e prestazioni
sanitarie nei luoghi di pena;
- l’art. 1 del d.lgs. 22
giugno 1999, n. 230 “Riordino della medicina penitenziaria, a norma dell’art. 5
della legge 30 novembre 1998, n. 419” stabilisce che i detenuti e gli internati
godono dello stesso diritto alla salute delle persone in stato di libertà.
Rilevato che: - l’Asp di Vibo Valentia, al fine di sopperire all’insufficienza
cronica di operatori sanitari presso il locale Nuovo complesso penitenziario,
vi ha destinato n. 6 infermieri, a tempo pieno e determinato, con decorrenza 16
agosto 2024 e scadenza di contratto il 15 novembre 2024. Considerato che: - a
fronte della grave carenza di personale, il contributo di tali unità è riuscito
a garantire una più adeguata assistenza ai detenuti;
- la mancata proroga dei
contratti in scadenza comporterà ripercussioni inevitabili sulla qualità del
livello assistenziale. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione
del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
se è a conoscenza di quanto
esposto e quali urgenti iniziative intende assumere per garantire l’assistenza
sanitaria penitenziaria a Vibo Valentia.
(274; 25/10/2024)
Muraca. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la peculiarità del
sistema di erogazione delle prestazioni assistenziali in ambito psichiatrico
nel distretto sanitario della provincia di Reggio Calabria rende necessario un
piccolo excursus storico/giuridico. La materia è regolata dal D.Lgs. n. 502/1992, i cui artt. 8bis, 8ter, 8quater e 8
quinquies regolano la disciplina dell’esercizio di attività sanitarie e
sociosanitarie per conto e a carico del Servizio Sanitario Nazionale,
subordinandolo al rilascio delle autorizzazioni alla realizzazione e all’esercizio
e all’accreditamento istituzionale, nonché alla stipula di accordi
contrattuali. In base all’art. 8 ter, sopra richiamato, il rilascio
dell’autorizzazione alla realizzazione costituisce il momento finale di un iter
procedimentale composto da due fasi:
1) la verifica della
compatibilità del progetto rispetto alle linee programmatiche regionali, che è
atto endo-procedimentale di competenza regionale,
avente natura obbligatoria e vincolante per l’amministrazione comunale;
2) la trasmissione al
Comune del suddetto parere di verifica, ai fini dell’assunzione delle
determinazioni di propria competenza in ordine al rilascio dell’autorizzazione
alla realizzazione. Tali previsioni hanno trovato attuazione a livello
regionale con la L.R. n. 24/2008 (e con il connesso regolamento attuativo),
nell’ambito delle prestazioni sociosanitarie. Va specificato che tale legge
regionale non ha esaminato né considerato l’esistenza delle strutture
residenziali psichiatriche, sorte nel 1990 a seguito della chiusura
dell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, nel territorio attualmente di
competenza dell’ASP 5. Altresì la normativa della Regione Calabria ha anche
previsto che le strutture pubbliche siano considerate “provvisoriamente
accreditate” (art. 65 legge finanziaria Regione Calabria 2009). Occorre
pertanto evidenziare come le strutture sorte nel distretto provinciale di
Reggio Calabria, a seguito della chiusura dell’ospedale psichiatrico, in
ossequio alle linee guida della Regione Calabria allora vigenti che
regolamentavano il settore, erano (e sono rimaste ancora ad oggi) strutture
“pubbliche”. Infatti, le prestazioni sanitarie sono state ed ancora oggi sono
erogate direttamente dal competente Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda
sanitaria, che ha la Direzione della struttura, con utilizzo di proprio
personale medico ed infermieristico;
per la logistica (edifici)
ed i servizi alberghieri, di riabilitazione e di assistenza alla persona, l’ASP
si è avvalsa negli anni, in forza di specifici accordi contrattuali, di
cooperative sociali. In tale configurazione, che, ripetiamo ancora persiste, le
strutture sono “provvisoriamente accreditate”, in forza del citato art. 65.
Tale sistema organizzativo ha trovato applicazione nel solo distretto sanitario
della provincia di Reggio Calabria nelle altre province della Calabria le due
strutture manicomiali esistenti sono state chiuse solo nel 2009 (in notevole
ritardo rispetto le previsioni della legge 180/78). Contestualmente alla
chiusura dei manicomi di Serra D’Aiello e Girifalco, nel mese di marzo 2009
sono state approvate con la delibera di G.R, 141/2009 le nuove linee guida per
le strutture residenziali psichiatriche. Tale delibera ha previsto la gestione
in via esclusiva e l’accreditamento delle strutture da parte di soggetti
privati (in questo caso sia cooperative che privato imprenditoriale);
circostanza, questa, che si
è verificata per tutte le strutture sorte in seguito alla chiusura dei due
manicomi in questione.
Considerato che: nel 2015 è
stato istituito un apposito Tavolo Tecnico dalla regione Calabria nell’ambito
del quale, d’intesa con l’ASP 5 e con tutti i soggetti coinvolti nella gestione
delle strutture, si è giunti alla determinazione di dover porre fine al sistema
che prevedeva (nella provincia di Reggio) il solo affidamento dei servizi
“domestico- alberghieri e socio riabilitativi” alle cooperative, dovendosi
invece optare per “la riconduzione della gestione, caso per caso, o interamente
al pubblico ovvero ad una gestione interamente privata delle strutture
sociosanitarie”. Non avendo l’ente pubblico avuto la possibilità di prendere
completamente in carico alcuna delle strutture preesistenti, è stato posto a
carico delle cooperative il diritto e l’onere di accreditare in proprio
ciascuna unità residenziale, presentando ai Comuni competenti per territorio
un’istanza di autorizzazione alla realizzazione ai sensi dell’art. 8-ter. Con
riferimento alla tempistica procedimentale, nella parte finale del Verbale conclusivo
del Tavolo Tecnico le amministrazioni hanno dichiarato di concordare che “il
termine ultimo per il completamento del percorso di riqualificazione e di
acquisizione dei provvedimenti abilitanti alla continuazione delle attività
fissato al 31/12/2016” Tali termini, ribaditi con delibera n. 598/2015 dall’ASP
di Reggio Calabria, non sono stati rispettati dalla Regione Calabria e
dall’azienda sanitaria, che contravvenendo ai vincoli che esse stesse si erano
date, non hanno dato seguito alcuno alle istanze presentate dalle cooperative
(che si erano fatte carico degli ingenti investimenti prescritti), prorogando
invece l’efficacia dei contratti-ponte in essere con le strutture de quibus . Con DCA n. 221 del 20/11/2018, avente propriamente
ad oggetto la “Riorganizzazione della Rete psichiatrica territoriale ASP di
Reggio Calabria – gestione fase transitoria”, il Commissario ad acta, dato
preliminarmente atto dell’operatività nell’ambito della residenzialità
psichiatrica delle strutture istituite fin dalla chiusura dell’ospedale
psichiatrico di Reggio Calabria e, allo stato, regolate da un ‘contratto-ponte’
in attesa del perfezionamento delle procedure dell’accreditamento istituzionale
in capo alle cooperative, ha istituito un tavolo di monitoraggio, prevedendo la
chiusura dei lavori entro il 30/06/2019, approvando un cronoprogramma per la
definizione del percorso di accreditamento delle strutture de quibus in capo alle cooperative, già previsto dal “Tavolo
Tecnico”. Nella stessa direzione si è mosso il successivo DCA n. 91 del
10/6/2019 (“Assistenza residenziale per la salute mentale nell'ASP di Reggio
Calabria, di cui al DCA 166/2017”), con il quale il Commissario ad acta ha
raccomandato “per la realizzazione di quanto programmato, l’utilizzo
prioritario delle strutture nate dal superamento dell’ospedale psichiatrico di
Reggio Calabria… vincolando le stesse ad attivare l’iter finalizzato ad
ottenere l’autorizzazione”. Conformemente, con delibera n. 321 del 26/06/2019,
l’ASP di Reggio Calabria, richiamata la raccomandazione circa “l’utilizzo
prioritario delle strutture attualmente individuate quali strutture miste”, ha
invitato le cooperative interessate, “al conseguimento esclusivo
dell’accreditamento, a presentare formale istanza di avvio dell’iter istituzionale
dell’accreditamento ai competenti comuni di residenza entro e non oltre il 15
luglio 2019”. Con successivo D.C.A n. 65 del 10/03/2020 la Regione Calabria ha
provveduto alla ridefinizione del fabbisogno relativo alle prestazioni di
“residenzialità” nell’ambito del settore della “salute mentale”, stabilendo per
l’ASP di Reggio Calabria in relazione alla categoria SRP2 (‘Strutture
Residenziali Psichiatriche per trattamenti terapeutico riabilitativi a
carattere estensivo’) – pur a fronte dell’esistenza di liste di attesa
lunghissime e del ricorso sempre più sostenuto a ricoveri fuori regione per
questa tipologia di pazienti – un fabbisogno di soli 73 p.l.
(di cui 10 già assegnati) contro i 114 della programmazione precedente. Con
Delibera del Commissario straordinario dell’ASP di Reggio Calabria n. 392/2021,
approvata con Decreto del Commissario ad acta n. 81/2021, il fabbisogno
territoriale delle prestazioni di cui si discute è stato ridotto a 43 posti
letto, anche alla luce dell’assegnazione di n. 20 posti letto alla Cooperativa
“Libero Nocera”. Alla fine, il procedimento amministrativo volto alla
definitiva riconversione delle c.d. strutture miste si è concluso con
l’assegnazione di 42 posti letto, attraverso l’utilizzo del criterio di
selezione cronologico di presentazione delle istanze da parte delle
cooperative;
criterio mai
precedentemente contemplato né menzionato, introdotto del tutto arbitrariamente
(e solo dopo la presentazione delle istanze da parte delle cooperative!) dal
Dipartimento Tutela Salute per istanze che non avrebbero dovuto essere
sottoposte a selezione alcuna, bensì alla sola verifica del possesso dei
requisiti minimi per l’ammissione all’accreditamento, come più volte
esplicitato nei provvedimenti adottati dall’ente pubblico medesimo. Giammai le
cooperative avrebbero potuto immaginare che la Regione Calabria avrebbe potuto
operare una selezione di istanze presentate per la riconversione di strutture
operative da oltre 30 anni!! E tanto meno avrebbero potuto immaginare che la
Regione avrebbe utilizzato tale criterio di selezione!! Tale iniqua ed
inadeguata ripartizione dei posti è stata stabilita come segue: - 10 posti
letto al “Consorzio Sociale GOEL” - struttura non preesistente - in forza
dell’istanza trasmessa dal Comune di Siderno ed acquisita al protocollo
regionale il 19/11/2018;
si noti che essendo il
percorso di accreditamento riservato alle strutture preesistenti, l'istanza
della cooperativa in questione non avrebbe dovuto essere in alcun modo ammessa,
stanti i vincoli che l’amministrazione stessa si era data;
- 12 p.l.
all’Associazione “Piccola Opera Papa Giovanni Onlus”. struttura preesistente -
in forza dell’istanza trasmessa dal Comune di Villa San Giovanni il 22/2/2019;
- 20 p.l.
alla “Humanitas Cooperativa Sociale” - struttura preesistente - giusta istanza
trasmessa alla Regione dal Comune di Scido il 10/7/2019. All’esaurimento dei
posti che la Regione aveva in siffatto modo stabilito, l’ufficio competente del
Dipartimento “Tutela Salute” ha adottato pareri negativi di compatibilità
sanitaria nei confronti delle istanze trasmesse successivamente a quella
inoltrata dalla cooperativa “Humanitas”. Sono così state escluse le istanze
benché trasmesse entro il termine prefissato del 15/07/2019, dalle cooperative:
“Città del Sole” (1 struttura, 20 pl);
“Futura” (1 struttura, 20 p.l.);
“Rinascita” (2 strutture 40
p.l. complessivi);
“Skinner” (1 struttura, 20 p.l.) e consequenzialmente i Comuni competenti hanno emesso
provvedimenti di diniego all’autorizzazione alla realizzazione.
È da rilevare come tali
atti - severamente censurati dal Tribunale Amministrativo Regionale - appaiano
del tutto incongrui sotto diversi profili. Innanzitutto
è da sottolineare che i posti letto esistenti nelle strutture psichiatriche
della Provincia di Reggio erano (e ancor più sono ad oggi) del tutto
insufficienti a rispondere all’effettivo fabbisogno espresso nel territorio;
prova inconfutabile ne sia
quanto esplicitato nella delibera ASP 5 n.1074 del 4/12/23 (approvazione della
Rete Territoriale Aziendale), ove a pag. 30 punto 4.6.1 si legge testualmente
“Attesa la situazione aziendale circa le strutture miste, che attualmente danno
assistenza di tipo residenziale a circa 154 pazienti, e la enorme carenza di
risposte in sede che determina elevata mobilità passiva l’Azienda si riserva
eventuali precisazioni ed integrazioni a seguito di indicazioni regionali” ;
non di meno è da tenere in
considerazione che nel documento di programmazione della Regione Calabria (Rete
Territoriale , approvata con DCA 197 del 12/07/2023),
al paragrafo 3.5.1 residenzialità psichiatrica, pag. 85 si legge “Si evidenzia
che in molte strutture esistono liste di attesa significative, mentre il
ricorso a ricoveri fuori regione risulta con riferimento all’anno 2019 pari a
circa 900 pazienti psichiatrici di cui circa 200 all'anno su disposizione
dell'autorità̀
giudiziaria”. Ecco che
così, paradossalmente, mentre la Rete Territoriale dei servizi della Regione e
la Rete Territoriale dei servizi dell'ASP 5 rilevano una gravissima ed
inaccettabile carenza di posti letto, la programmazione dei posti letto della
Regione Calabria prevede sostanzialmente una ulteriore sforbiciata di ben 100
posti letto (escludendo 5 strutture da 20 posti preesistenti!), che, nella
malaugurata (e preannunciata!) ipotesi di attuazione, andrebbe ad aumentare il
già enorme numero dei pazienti curati fuori dal territorio ed il numero dei
pazienti rimasti senza cure! Non si può inoltre fare a meno di rilevare come,
attraverso un evidente vizio logico, nell’ASP 5 è stato introdotto, già dal
2015, il blocco dei ricoveri nelle strutture residenziali psichiatriche
esistenti! Tale blocco, inaccettabile in un territorio appartenente ad un paese
civile, che perdura da 9 anni, sarebbe,
paradossalmente, “giustificato” dall’ASP in relazione alla circostanza che le
strutture in esame non erano e non sono state ancora accreditate in capo alle
cooperative! Tralasciando il fatto che il mancato accreditamento delle
strutture in capo alle cooperative è stato cagionato dall’inerzia dell’ente
pubblico, resterebbero da comprendere gli oscuri motivi che nel 2015, in
concomitanza alla decisione di far transitare le strutture de quo verso la
configurazione di accreditamento in capo alle cooperative, hanno determinato il
blocco dei ricoveri. Che bisogno c’era (e ci sarebbe!) di bloccare i ricoveri
in strutture che erano (e sono ancora ad oggi!) “pubbliche”, pertanto come tali
provvisoriamente accreditate, in procinto di transitare verso un nuovo regime
di accreditamento in capo alle cooperative? Tali incomprensibili ed iniqui
provvedimenti oltre a creare gravissime conseguenze sul piano sociale, ledendo
il diritto alla cura per una categoria di pazienti particolarmente fragili ,
creano danni alle casse dell’ASP 5 e della Regione: mentre da un lato l’ASP 5
continua a retribuire il personale sanitario e direttivo operante nelle
strutture residenziali del territorio, l’ente medesimo impedisce che in esse si
effettuino nuovi ricoveri, preferendo spendere cifre molto più consistenti per
i ricoveri effettuati fuori provincia e fuori Regione;
in altre parole, l’ASP
retribuisce i propri dipendenti per le prestazioni sanitarie, ma corrisponde la
retta per intero (comprensive anche delle stesse prestazioni sanitarie), a
soggetti privati operanti fuori provincia! Tenuto conto che: Nei confronti delle
Cooperative Sociali “Città del Sole”, “Futura”, “Skinner” e “Rinascita” (per
due strutture), è stato emesso dalla Regione Calabria parere di compatibilità
negativa nel mese di giugno e consequenzialmente i Comuni hanno emesso nei
confronti delle stesse, provvedimento di diniego sulle istanze di
autorizzazione prodotte ai sensi dell’art. 8-ter D.lgs. n. 502/1992. I suddetti
provvedimenti sono stati impugnati dalle rispettive Cooperative Sociali davanti
al TAR – Sezione Staccata di Reggio Calabria. Preso atto che: Il TAR – Sezione
Staccata di Reggio Calabria, con sentenza n. … REG.PROV.COLL., ha accolto il
ricorso introdotto dalla Cooperativa Sociale “Città del Sole” nel procedimento
iscritto al n. … REG.RIC, in particolar modo: - ha annullato per l’effetto il
parere regionale negativo di compatibilità con la programmazione sanitaria
impugnato;
- ha accolto il primo atto
di motivi aggiunti, annullando per l’effetto il conseguenziale provvedimento
negativo espresso dal comune competente relativamente alla richiesta di
autorizzazione ai sensi dell’art. 8 ter;
- ha accolto il secondo
atto di motivi aggiunti annullando per l’effetto i pareri di compatibilità con
la programmazione sanitaria regionale adottati dalla Regione Calabria in favore
del Consorzio Sociale GOEL, dell’Associazione Piccola Opera Papa Giovanni e
della Cooperativa Sociale Humanitas, nonché i conseguenziali provvedimenti
autorizzativi emessi dai Comuni competenti.
Preso atto altresì che il
TAR, nella parte motiva della sentenza evidenzia come tutte le strutture
preesistenti (e solo le strutture preesistenti) hanno acquisito il diritto
all’accreditamento, dichiarando altresì illegittimo il criterio cronologico
adottato dalla Regione Calabria nell’assegnazione dei posti letto. I giudici
infatti così si esprimono: “Pur ritenendosi, dunque, che l’amministrazione non
avrebbe dovuto procedere ad una preliminare attività comparativa ai sensi
dell’art. 6 del Regolamento approvato con DCA n. 81/2016 – in quanto nei fatti
surrogata dalla reiterazione delle convezioni temporanee stipulate negli anni,
evidentemente, sul presupposto della persistenza delle condizioni per
l’erogazione del servizio, e, ad ogni modo, in considerazione dell’eccentricità
della situazione rispetto a quella ‘ordinaria’ oggetto di regolamentazione
normativa –, il criterio cronologico impiegato per l’assegnazione dei posti
letto disponibili risulta indiscutibilmente illegittimo.” Ed ancora: “Sicché,
la reiterata raccomandazione per l’utilizzo prioritario” delle strutture
‘miste’ in questione era incontrovertibilmente da intendere quale obbligo di
soddisfare per tramite delle stesse l’intero fabbisogno territoriale di
riferimento, aprendo all’accreditamento di terzi operatori soltanto in caso di
restante capienza. Dal richiamo alla ‘normativa vigente’ contenuto negli atti
di cui si è detto – da intendersi quale ‘limite’ del fabbisogno complessivo di
prestazioni stabilito nell’atto di programmazione della rete territoriale di
assistenza –, per converso, diversamente da quanto opinato dalla Regione
Calabria, non avrebbe potuto desumersi un elemento ostativo alla favorevole
definizione del procedimento di conversione nei confronti di una o più delle
strutture istanti, non essendo stato in alcun modo previsto nei DCA
regolamentanti tale inedita procedura il ricorso ad un criterio selettivo di
natura temporale”. Inoltre, il TAR, esplicita la strada che la Regione Calabria
avrebbe dovuto/dovrebbe adottare: “anziché ricorrere al criterio cronologico,
ledendo per le ragioni esposte le aspettative legittimamente coltivate da
alcune delle cooperative interessate all’avviato procedimento di riconversione,
la Regione Calabria avrebbe potuto, molto più plausibilmente, rimodulare
l’assegnazione dei posti letto in modo da garantire l’accreditamento pro quota,
in ragione del numero richiesto, di tutte i soggetti istanti. Per tal via
questi ultimi, dopo oltre un ventennio di attività prestata in favore dell’ASP,
avrebbero potuto ottenere l’agognato formale riconoscimento del loro status
giuridico di ‘strutture accreditate’, ambendo successivamente, nell’evenienza
di una rimodulazione in aumento del fabbisogno territoriale della
residenzialità della salute mentale, ad un incremento del numero di posti letto
assegnati”. Rimodulazione che, ai giudici del Tribunale Amministrativo appare
sicuramente necessaria, in ragione della grave dimensione della migrazione
sanitaria e delle lunghe liste di attesa sussistenti nel settore ammesse ed esplicitate
nella Rete dei Servizi della Regione Calabria e della ASP 5, di cui si è già
detto. Sul punto il TAR richiama la nota prot. 40876 del 07/08/2023 trasmessa
dall'ASP di Reggio Calabria al Commissario ad acta ed al Dipartimento regionale
‘Tutela della Salute’, attraverso cui il Direttore Generale segnalava la
gravissima situazione derivante dal mancato perfezionamento delle procedure di
autorizzazione e quindi di accreditamento di ognuna delle cooperative
ricorrenti “nonostante le strutture siano esistenti ed operanti sul territorio
da anni. Con la conseguenza del “blocco dei ricoveri”, con l’impossibilità di
inserire nuova utenza, e il permanere in stato di cronicità, di quella già
inserita da anni. Diretto effetto, nonostante l’ingente spesa affrontata, è
l’impossibilità a soddisfare in loco la continua domanda per cui si è giunti,
malgrado tutto, al punto in cui l’invio fuori regione, con il carico di spesa
che esso comporta, rimane l’unica possibilità di non essere inadempienti
rispetto al proprio obbligo di cura”.
Alla luce di quanto emerso
e stabilito con la sentenza n. … REG.PROV.COLL del TAR
– Sezione staccata di Reggio Calabria, nonché alla gravità della situazione
attestata anche nei documenti di programmazione sanitaria (Rete Territoriale)
della Regione e dell’ASP 5, nonché nella nota a firma del Direttore Generale
dell’ASP 5, prot. 40876 del 07/08/2023, a Lei trasmessa in cui tra l’altro si
legge “si ribadisce la necessità di identificare strategie sollecite e rapide,
definendo un percorso di accreditamento destinato alla peculiarità delle
strutture già esistenti evitando che le stesse vengano considerate come nuove
strutture, superando la necessità che esse procedano alla richiesta di essere
autorizzate alla realizzazione, ergo ritenendo già acquisiti i requisiti
previsti dall’art. 8.ter, L. 502/1992” Posto altresì che, nel corso di un
incontro tenutosi il 16/10/2024 presso la Prefettura di Reggio Calabria, la
Regione (nella persona del sub commissario …..) e l’ASP 5 (nella persona del
Direttore Generale dr.ssa …….) hanno rappresentato al Prefetto una situazione
del tutto distorta della vigente situazione qui ricostruita. In particolare,
hanno evidenziato che a seguito della citata sentenza del TAR sarebbe emersa la
necessità della chiusura delle strutture operanti sul territorio reggino, sia
quelle a cui era stato dato parere positivo sia quelle a cui era stato parere
negativo, con il conseguente trasferimento di tutti i pazienti fuori dalla
provincia. In realtà, la sentenza sopra citata non annulla l’iter procedurale
adottato per il riconoscimento e l’accreditamento delle cooperative sociali ma
si limita ad annullare quei provvedimenti regionali e comunali che hanno
assegnato o rigettato le istanze sulla base del criterio cronologico, ritenuto
illegittimo. Anzi, il Tar dando per assodato il riconoscimento delle suddette
strutture ha suggerito una modalità di assegnazione differente dando la
possibilità a tutte le strutture di essere assegnatarie pro-quota dei posti
letti a disposizione. A conclusione della riunione, i suddetti rappresentanti
hanno poi preannunciato ricorso al Consiglio di Stato. interroga il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
1. quali provvedimenti
vorrà adottare per autorizzare il tempestivo accreditamento e
contrattualizzazione delle Cooperative sociali di cui sopra, previa verifica
dei requisiti minimi di funzionamento;
2. se provvederà,
nell’ambito delle strutture di cui sopra e di concerto con l’ASP 5,
all’immediato sblocco dei ricoveri;
3. se vorrà adottare
provvedimenti, di concerto con l’ASP 5, volti a ampliare il numero dei posti
letto da destinare alle Strutture Residenziali Psichiatriche nell’ambito
dell’ASP 5, anche mediante rimodulazione interna in ambito aziendale dei posti
letto destinati alle diverse tipologie di Residenze Sanitarie, traslando, ove
ridondanti, i posti letto previsti nella programmazione sanitaria verso le
residenze psichiatriche, SRP 2 in particolare, quanto meno fino a poter
garantire la contrattualizzazione a pieno regime dei posti letto così come
inizialmente e contrattualmente previsti negli accordi sottoscritti;
4. quali sono i ricoveri
attuali a carico dell’ASP di Reggio Calabria e quali quelli fuori Regione;
quanti sono i pazienti reggini ricoverati presso le altre provincie, in
particolare presso la struttura “Borgo dei Mastri” sita in Paternò Calabro
(CS), e quali sono stati i criteri per la loro collocazione;
5. quali sono i costi annui
sostenuti dall’ASP 5 per l’assistenza residenziale psichiatrica resa ai
pazienti fuori dal territorio, in particolare nelle province di Cosenza e
Catanzaro;
6. quali provvedimenti la
Giunta della Regione Calabria ed il Commissario alla Sanità intendano attuare
per consentire il diritto, a tutti i pazienti della Provincia di Reggio
Calabria, di essere curati nel proprio territorio di residenza, evitando lo sradicamento
e/o l’assenza di cure;
7. quali sono i
provvedimenti che la Giunta della Regione Calabria ed il Commissario
Straordinario intende attuare per contenere, per il futuro, le necessità di
ricovero nelle strutture residenziali psichiatriche, atteso che l’abnorme
numero di ricoveri fuori provincia e fuori Regione attesta in maniera
inequivocabile quanto si riscontra nel territorio, riguardo l’assenza di quei
servizi (centri diurni, assistenza domiciliare, ecc.) che dovrebbero,
attraverso azioni di prevenzione, riuscire a ridurre l’incidenza dei ricoveri
in strutture residenziali;
8. quali sono le
determinazioni che la Giunta della Regione Calabria ed il Commissario alla
Sanità intendono attuare per ridefinire le “linee guida per la Tutela della
Salute Mentale” atteso che quelle in vigore, che derivano dalla Delibera G.R.
141/2009, non appaiono in linea con le previsioni della normativa nazionale
(legge 180/78), sia in quanto non prevedono gli standard dei servizi diversi
dalle strutture residenziali, sia in quanto, per queste ultime, sono previsti
parametri inadeguati e standard di personale del tutto insufficienti a
garantire la buona qualità del servizio, in particolare riguardo la
fondamentale funzione riabilitativa del tutto dimenticata, essendo previsto un
solo educatore ogni dieci pazienti.
(275; 25/10/2024)
Bevacqua, Alecci, Bruni,
Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la notte tra il 16 e 17
giugno scorso, al largo del Mar Jonio, un’imbarcazione partita dal porto di
Bodrum in Turchia con circa 76 persone a bordo (di cui 26 minori) è naufragata
a circa 120 miglia dalle coste della Calabria;
- la barca era rimasta alla
deriva per diversi giorni, con uno scafo semi affondato, probabilmente a
seguito dell’esplosione di un motore e, secondo le persone sopravvissute,
diverse imbarcazioni sarebbero passate in quell’arco di tempo senza intervenire;
- la barca è stata soccorsa
solo il 17 giugno dopo il lancio del “mayday” da parte di una nave francese che
aveva intercettato il veliero affondato e sono state tratte in salvo e portate
a Roccella Jonica 12 persone, tra cui una donna poi deceduta prima di arrivare
a terra. Considerato che: - il naufragio del 17 giugno, al contrario di quello
occorso a Cutro mesi fa, è stato completamente ignorato: nessuna camera
mortuaria con file di bare ha occupato la televisione pubblica, nessun
cordoglio delle istituzioni, nessun commento delle cariche di governo e dello
Stato;
- appare evidente, per come
evidenziato tra gli altri dal sito meltinpot.org, il tentativo del Governo
italiano di frammentare il racconto di quanto accaduto (i sopravvissuti
sparpagliati in diversi reparti di ospedali, i corpi distribuiti in diversi obitori
di tutta la regione, i familiari disorientati dall’assenza di informazioni
certe e i giornalisti allontanati dai luoghi dell’accaduto) al fine di evitare
l’incontro e la coesione tra i familiari e la costruzione di un luogo unico di
ritrovo collettivo, di condivisione e di preghiera, come era accaduto per Cutro
dove il palazzetto dello Sport di Crotone aveva avuto la funzione non solo di
camera mortuaria per le vittime, ma anche di luogo per famiglie e società
civile di riconoscimento reciproco, di condivisione, di rivendicazione di
diritti, di memoria collettiva;
- a Roccella Jonica quella
che viene da molti definita la strategia della dispersione rappresenta la
evidente volontà del Governo, posta in essere attraverso l’agire della
Prefettura, di affermare una gestione dell’evento, della morte e dei corpi che
eviti il piano pubblico, che impedisca la circolazione di notizie ufficiali, la
visibilità mediatica e politica del naufragio;
- nonostante questo
silenzio assordante, la sera del 22 giugno scorso una cerimonia interreligiosa
organizzata dalla Chiesa locale ha attraversato il lungomare di Roccella Ionica
fino a raggiungere il porto: centinaia di cittadini calabresi e diversi familiari
delle persone decedute o scomparse nel naufragio hanno marciato con delle
candele in mano fino al luogo di primo approdo dei corpi;
- esiste il timore fondato
che l’attenzione su queste morti e su questi eventi cali rapidamente, complice
l’occultamento politico e la mancanza di una presa di posizione e di una
mobilitazione pubblica e che il silenzio più preoccupante non appaia più quello
delle istituzioni, su cui si fonda la gestione migratoria di questi eventi,
percepiti e raccontati come fatti di cronaca, ma quello dell’opinione pubblica
sempre più abituata alla morte per mano delle frontiere. Tenuto conto che: - la
trasmissione “Report”, alla quale va riconosciuto il merito di aver ricostruito
le fasi di un naufragio che sembrava essere stato dimenticato, ha, tra l’altro,
posto in evidenza il fatto che a gestire lo sbarco a Roccella Jonica fosse
stata l’allora viceprefetto vicario della Prefettura di Reggio Calabria
dott.ssa Maria Stefania Caracciolo e che la stessa dott.ssa Caracciolo a
distanza di un mese viene nominata assessore regionale con deleghe importanti.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto consigliere regionale
interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se e, nel caso, come la
Regione è intervenuta nella gestione del naufragio di Roccella Jonica;
- se le vicende sopra
evidenziate hanno contribuito a determinare la nomina ad Assessore della
dott.ssa Maria Stefania Caracciolo.
(277; 29/10/2024)
Muraca. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
• con deliberazione n°816
del 23/10/2020 è stato indetto avviso pubblico finalizzato al conferimento
dell’incarico di Direttore della SC di Cardiologia del P.O Spoke
Polistena, cui ha fatto seguito la deliberazione n° 1051 del 11/11/2021 di
riapertura termini;
• con successiva
deliberazione n°1005 del 15/12/2022, preso atto dei punteggi conseguiti dai
candidati partecipanti alla selezione, l’incarico de quo è stato affidato al
candidato che ha conseguito il maggior punteggio, nella persona del Dr. ... ;
• stante il collocamento a
riposo del prefato direttore, disposto con determina dirigenziale n. 2190 del
10/09/2024 e decorrenza 01/10/2024, con deliberazione n. 734 del 24/09/2024 è
stato indetto, ai sensi del D.lgs. 502/92 e ss.mm.ii.,
l’Avviso Pubblico, per titoli e colloquio, per il conferimento dell’incarico
quinquennale di Direttore della Struttura Complessa nella disciplina di
Cardiologia- Presidio Ospedaliero di Polistena. Considerato che: il Direttore
Generale dell’Asp di Reggio Calabria, Dr.ssa ... con propria deliberazione,
numero 807 del 11/10/2024, ha disposto: il conferimento dell’incarico di
Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia del Presidio Ospedaliero di
Polistena al candidato classificatosi in II° posizione
nella procedura di selezione di cui alla deliberazione n. 1005 del 15/12/2022,
e la revoca dell’avviso indetto con deliberazione 734/2024.
Tenuto conto che
nell’avviso pubblico indetto con deliberazione n°816 del 23/10/2020, per il
corretto svolgersi dell'incarico, erano richieste:
- esperienza e competenza
nell'organizzazione e gestione del personale in ambito sanitario, anche in
ambito extraospedaliero, finalizzato alla gestione delle condizioni di
emergenza ed urgenza clinica.
- Esperienza e competenza
nella valutazione clinico-diagnostica e nella gestione clinica delle principali
patologie cardiovascolari, con particolare riferimento alle sindromi
coronariche acute, allo scompenso cardiaco ed alle aritmie cardiache, anche in rapporto
a terapie interventistiche sul substrato aritmico.
- Documentata esperienza
nel campo della cardiostimolazione e capacità di
formazione sul campo nel settore per i Dirigenti Medici del reparto si dà
implementare il numero di operatori di cardiostimolazione,
attraverso un training dedicato.
- Documentata esperienza
organizzativa, con particolare riferimento, nella gestione dei pazienti con
sindromi coronariche acute, nell'ambito della rete dell'infarto acuto del
miocardio.
Che le competenze
specifiche nel settore della cardiostimolazione sono
indispensabili per la garanzia delle prestazioni richieste e per poter
esercitare una funzione formativa nei confronti dei giovani professionisti che
si approcciano verso questa branca della cardiologia. Preso atto che come
previsto dal bando, all’Asp di Reggio Calabria è riservato il potere di
effettuare controlli, in esito ai quali, potrà essere predisposta, con
provvedimento motivato, l’esclusione dalla procedura in parola, in qualsiasi
momento, qualora dovesse essere accertato il difetto dei requisiti. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se il nuovo incaricato
quale Direttore della Struttura Complessa di Cardiologia del Presidio
Ospedaliero di Polistena, possedesse le competenze, così come riportate nel
profilo soggettivo dell’Avviso Pubblico, nella cardio stimolazione, impianti di
pacemaker e defibrillatori nonché una comprovata capacità di esercitare la
formazione specifica nei confronti dei giovani professionisti che si
approcciano verso questa branca della cardiologia;
2. se ritenga che
l’incaricato possa assolvere in modo idoneo alle relative funzioni sotto il
profilo soggettivo, sulla base delle competenze professionali e manageriali,
delle conoscenze scientifiche;
3. le motivazioni alla base
della scelta di indire un nuovo Avviso Pubblico in data 24/09/2024 per
revocarlo il 11/10/2024.
(281; 05/11/2024)
Tavernise. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
la legge regionale 12
novembre 2004, n. 28, ha istituito, nella nostra regione, il Garante per
l’Infanzia e l’Adolescenza, che ha il compito, tra gli altri, di vigilare, con
la collaborazione di operatori preposti, sull’applicazione su tutto il
territorio regionale della Convenzione Internazionale di tutela dei soggetti in
età evolutiva e sull’applicazione e attuazione delle disposizioni normative
nazionali, affidate alla competenza della Regione e degli Enti locali;
di vigilare sull’assistenza
prestata ai Minori ricoverati in Istituti educativi-assistenziali, in strutture
residenziali o comunque in ambienti esterni alla propria famiglia, anche in
ordine allo svolgimento dei poteri di vigilanza e controllo di cui all’art. 2
della legge n. 698/1975 che vengono delegati ai Comuni che possono esercitarli
tramite le Unità locali sociosanitarie;
di collaborare all’attività
di raccolta ed elaborazione di tutti i dati relativi alla condizione
dell’Infanzia e dell’Adolescenza in ambito regionale, ai sensi dell’articolo 4,
comma 3, della legge 451/1997. Considerato che: la Corte di Cassazione, con l’ordinanza
n. 9691/2022 (c.d. Caso Massaro), ha posto un punto fermo sulla cosiddetta
sindrome da alienazione parentale (nota anche con l’acronimo PAS), un concetto
elaborato negli anni ottanta dallo psichiatra forense statunitense Richard
Gardner e descritto come una dinamica psicologica disfunzionale che si attiva
nei figli minori coinvolti nelle separazioni conflittuali dei genitori, e ha
dato ragione ad una madre, relegando la teoria della alienazione parentale in
un campo “esterno” rispetto ai principi del nostro ordinamento. La Suprema
Corte ha pesantemente definito il concetto di sindrome da alienazione
genitoriale come un “fondamento pseudoscientifico” di provvedimenti gravemente
incisivi sulla vita dei minori. La signora Massaro, dopo una difficile separazione
dal marito con una denuncia per maltrattamenti, si era vista togliere la
potestà genitoriale a seguito di una consulenza tecnica d’ufficio. Suo figlio
aveva manifestato paura nei confronti del padre e si rifiutava anche di
incontrarlo. Il giudice che seguiva il caso aveva disposto una CTU per indagare
il motivo per cui il figlio non volesse più vedere il padre. La psicologa
nominata aveva concluso che il bambino soffriva di PAS, sindrome di alienazione
parentale, e la sentenza della Corte d’Appello aveva fatto decadere dalla
responsabilità genitoriale la madre del minore, sulla base dell’assunto che
l’astio del figlio minore nei confronti del padre fosse stato “costruito” dalla
manipolazione da parte della madre, anche se il minore non era mai stato
ascoltato, disponendo l’allontanamento del bambino e l’interruzione dei
rapporti tra madre e figlio. La Suprema Corte ha deciso, ribaltando quanto
statuito in II grado e accogliendo integralmente il ricorso contro la sentenza
della Corte d’Appello di Roma, sulla base di tre principi cardine:
l’illegittimità dell’alienazione parentale, la superiorità dell’interesse del
minore rispetto al diritto alla bigenitorialità e la condanna dell’uso della
forza nei confronti dei minori. I Giudici di legittimità, ancora, hanno
criticato lo spostamento forzoso del figlio, il quale era stato prelevato dal
luogo nel quale risiedeva con la madre, per essere trasferito in una
casa-famiglia. La Corte Suprema ha rilevato che l’autorità giudiziaria ha
omesso di considerare quali potrebbero essere le ripercussioni sulla vita e
sulla salute del minore di una brusca e definitiva sottrazione dello stesso
dalla relazione familiare con la madre, con la lacerazione di ogni consuetudine
di vita, ignorando che la bigenitorialità è, anzitutto, un diritto del minore.
I risultati di quei percorsi di reset che vengono imposti nei collocamenti in
casa-famiglia ai bambini strappati dalle mamme risultano, così, contrari allo
Stato di Diritto, come statuito dalla Cassazione con la sentenza Massaro. Con
questa fondamentale pronuncia, oltre a frenare l’utilizzo della PAS come
argomento di difesa, si dà maggiore importanza alle esigenze del minore, anche
a scapito del principio della bigenitorialità, rendendo l’adozione di un
provvedimento di prelevamento coatto di minore strettamente funzionale alla sua
incolumità;
d’altronde fin da subito la
teoria della sindrome da alienazione parentale è stata molto contestata nel
mondo scientifico-accademico poiché priva di solide dimostrazioni. Per lo
stesso motivo non è nominata nel Diagnostic and statistical manual of mental desorder (DSM-5), che è la
principale fonte per i disturbi psichiatrici ufficialmente riconosciuta in
tutto il mondo, e non è considerata nemmeno dall’APA (American Psychological Association), mentre molti sono gli studi
scientifici che provano la scarsa solidità di quanto proposto. L’ International
classification of diseases
(ICD-11), il sistema di classificazione nosografico dell’OMS ha confermato,
nella release del settembre del 2020, una definitiva esclusione della sindrome
di alienazione parentale, facendo seguito all’analoga presa di posizione del
DSM-5. L’Associazione Nazionale D.i.Re “Donne in Rete
contro la violenza”, che riunisce decine di Centri Antiviolenza attivi in
Italia, ha criticato spesso l’utilizzo della PAS nei tribunali: nelle
situazioni di maltrattamento, infatti, l’alienazione genitoriale viene
utilizzata in maniera strumentale “dai padri maltrattanti nelle aule
giudiziarie per screditare le donne che in sede di separazione richiedono
protezione a favore dei figli che si rifiutano di incontrare il padre
perché́ traumatizzati dai suoi comportamenti violenti”.
In sostanza, si finisce
spesso per non riconoscere il trauma dei bambini e delle bambine e per
colpevolizzare invece la madre (già vittima di violenza) ritenendola
responsabile di comportamenti che vengono definiti come atti di alienazione
parentale. Un richiamo all’Italia in questo senso era stato presentato nel 2011
dal Comitato CEDAW delle Nazioni Unite. Tenuto conto che: con nota del 29
maggio 2020, relativa all’interrogazione Parlamentare n. 4-02405, il Ministero
della Salute ha evidenziato che le teorie di Gardner sono state sviluppate “in
diversi lavori auto-pubblicati e, pertanto, privi di verifica da parte della
letteratura scientifica” e che “detta ‘sindrome’ non risulta inserita in alcuna
delle classificazioni in uso, come l’ICD 11 o il DSM 5, in ragione della sua
evidente ‘ascientificità’ dovuta alla mancanza di dati a sostegno”. Con la
medesima nota, il Ministero ha evidenziato altresì il “rischio di un utilizzo
strumentale di una definizione priva di validità diagnostica nelle controversie
che coinvolgono minori” ed ha avvertito che, in caso di segnalazione di
diagnosi di PAS da parte di medici o psicologi, il Ministero della salute “ha
cura di sollecitare gli Ordini professionali di appartenenza, per gli
accertamenti sulle eventuali violazioni di norme deontologiche”.
Preso atto che: la
Cassazione, con ordinanza n. 3576/2024 pubblicata il giorno 8 febbraio 2024,
sottolinea con forza il principio giuridico secondo il quale l'ascolto del
minore è un elemento fondamentale nei procedimenti che lo riguardano
direttamente e ciò soprattutto quando vi siano richieste che incidono
profondamente sulla sua vita come quella di un collocamento extrafamiliare. La
decisione sull’affidamento di un minore, prosegue la Corte di cassazione, deve
essere adottata facendo riferimento esclusivo al suo interesse morale e
materiale, interesse che non va individuato in astratto ma in concreto, tenendo
conto anche della realizzazione della miglior cura della persona minore di età.
L’individuazione di tale interesse è un procedimento che rifugge da automatismi
e che deve tenere conto dei desideri, delle aspirazioni e delle opinioni del
minore che sia capace di discernimento. Capacità che aumenta con la sua
crescita. D’altra parte, l’ascolto, prosegue la Cassazione, è designato proprio
dall’art. 315 bis c.c. non come un atto istruttorio ma come un diritto. Un
altro aspetto significativo viene delineato dalla Suprema Corte nell’enunciare
il principio secondo il quale il Giudice, allorquando viene chiamato a decidere
della vita di un minore non può e non deve ritenere una consulenza tecnica
d’ufficio equivalente all’ascolto del minore. Invero, la regola impone al
Magistrato di ascoltare il minore e non limitarsi a richiamare le indagini del
consulente circa il miglior regime di affidamento e collocamento. Riferendosi
al concetto di “sindrome di alienazione genitoriale” della quale il ricorrente
accusava la moglie, la Corte di cassazione afferma che non è mai ammissibile,
in queste procedure, far discendere dalla diagnosi di una patologia, anche se
scientificamente indiscussa, ma a maggior ragione se dubbia, una presunzione di
colpevolezza o di inadeguatezza al ruolo di genitore, completamente avulsa
dalla valutazione in fatto dei comportamenti. L’eventuale diagnosi di una
patologia, invece, potrà aiutare a comprendere le ragioni dei comportamenti ma
non può da sola giustificare un giudizio - o pregiudizio - di non idoneità
parentale a carico del genitore. La Corte avverte anche che qualora un CTU
abbia compiuto una diagnosi scientificamente valida e suggerito una terapia
fondata il Giudice non deve limitarsi a recepirle acriticamente ma deve tenere
conto delle esigenze concrete del minore e del contesto nel quale egli vive
nonché del suo diritto a non vedere adottate misure coercitive quale
l’allontanamento forzato dal genitore con il quale convive, soprattutto quando
sia possibile ricorrere a misure alternative che coinvolgano attivamente tutti
i soggetti interessati. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se e come intende assumere
ogni utile e necessaria iniziativa, anche nei riguardi del Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, per sapere: 1.
quanti casi di prelevamenti coatti di minori a causa di alienazione parentale
sono stati registrati in Calabria negli ultimi dieci anni;
2. quante e quali strutture
che accolgono i minori prelevati in modo coatto dalla famiglia si trovano sul
territorio calabrese e se le medesime risultano idonee allo scopo per dotazione
economiche e di personale;
3. se è in programma
esporre il tema dell’illegittimità di tali prelevamenti coatti, alla luce della
normativa elencata in premessa e della recente giurisprudenza di legittimità,
tra tutte la n.9691/2022 relativa al caso Massaro;
4. se è in programma
l’istituzione di un Osservatorio Regionale che vigili sui programmi
psico-pedagogici e sui risultati di quest’ultimi relativamente ai bambini
oggetto di prelevamento coatto.
(282; 05/11/2024)
Alecci, Bevacqua, Bruni,
Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- notizie di stampa
riportano la mancanza di linearità su talune procedure messe in atto dall'ASP
di Cosenza, analizzando la gara per l'affidamento del servizio di pulizia per
tutti i presidi sanitari ed ospedalieri ricadenti sul territorio di competenza
della stessa;
- in particolare, sullo
stesso oggetto, l'ASP ha emanato prima un bando che prevedeva una "gara
ponte" nelle more dell'espletamento della stessa sulla piattaforma
nazionale CONSIP e, successivamente, un altro che non faceva più riferimento
alla procedura CONSIP. Considerato che: - in riferimento alla trasparenza, per
tali procedure sussiste l’obbligo di ricorrere al mercato elettronico. Tutto
ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale
anche nella qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di
rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- le motivazioni che hanno
indotto l'ASP di Cosenza alla pubblicazione di una duplice versione del bando;
- se la struttura
commissariale ha dato direttive agli enti sanitari sulla procedura da seguire
al fine di unificare il procedimento;
- se Azienda Zero, ente di
governo della sanità calabrese, sia stata coinvolta e resa partecipe nel
processo al fine di ottimizzare al massimo la spesa attraverso un procedimento
unico per tutte le Aziende sanitarie calabresi.
(287; 18/11/2024)
Il Consiglio regionale,
premesso che:
che il decreto legge
25.05.2021, n. 73 recante “Misure urgenti connesse all'emergenza da COVID-19,
per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali”
all’art. 50 ter “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura,
della giustizia e dell'istruzione nelle regioni dell'obiettivo europeo
‘Convergenza’”, al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni
comprese nell'obiettivo europeo «Convergenza» (Calabria, Campania, Puglia e
Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano,
autorizzava il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del
Consiglio dei Ministri a bandire procedure selettive per l'accesso a forme
contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali,
della durata di diciotto mesi, alle quali erano prioritariamente ammessi i
soggetti già inquadrati come tirocinanti nell'ambito dei percorsi di formazione
e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il
Ministero dell'istruzione;
che, sulla scorta della
richiamata normativa, veniva indetta procedura selettiva pubblica per il
reclutamento di 1.956 unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato
varie aree, per il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero
dell'istruzione;
che la procedura selettiva
di cui sopra ha portato all’assunzione di 350 unità di personale, delle quali
280 solo in Calabria, presso le sedi periferiche del Ministero della Cultura;
di 427 unità di personale,
delle quali 407 solo in Calabria, presso le sedi periferiche del Ministero
della Giustizia;
di 393 presso il Ministero
dell’Istruzione;
considerato che il settore
pubblico spesso ricorre a contratti di lavoro precario per mitigare gli effetti
del blocco delle assunzioni e altre carenze di personale;
che, tuttavia, l’assunzione
di lavoratori precari nella pubblica amministrazione costituisce una pratica di
reclutamento che la Corte di Giustizia Europea ha ripetutamente giudicato
abusiva;
che, dal punto di vista
socioeconomico, un lavoro precario mina la stabilità personale e crea numerosi
danni ai lavoratori e alle loro famiglie;
che la precarietà impatta
negativamente non solo sui singoli lavoratori, ma crea anche conseguenze
negative per l’intera società, perpetuando un ciclo di instabilità e incertezza
che ostacola il benessere collettivo;
che i lavoratori
attualmente impegnati nelle regioni ad obiettivo “Convergenza” risultano oggi
indispensabili al fine di assicurare il buon andamento della Pubblica
Amministrazione in ragione dell’enorme mole di doveri cui i Ministeri sono
sottoposti anche all’esito di tutti i progetti PNRR attivi sul territorio e
alla forte carenza d’organico che solo in parte si sta colmando;
che, soprattutto in
Calabria stante la forte crisi occupazionale ed il conseguente e progressivo
spopolamento, la mancata stabilizzazione dei lavoratori in questione
rappresenterebbe un danno non solo alle amministrazioni interessate, ma anche
alla già precaria economia regionale. Tutto quanto sopra premesso e
considerato, alla luce dell’esperienza acquisita e maturata in questi anni,
tenuto conto della mancata proroga a legislazione vigente delle disposizioni in
materia di stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo
indeterminato, al fine di non disperdere l’esperienza acquisita che genererebbe
un danno in termini di qualità del servizio pubblico, il Consiglio regionale
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi, anche presso
la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, al fine di
sollecitare al Governo e/o al Parlamento l’adozione di provvedimenti utili ad
avviare le procedure necessarie per la stabilizzazione e la contestuale
trasformazione del rapporto di lavoro da part time a full time o, in subordine,
alla proroga dei contratti in scadenza.
(102; 15/11/2024) Mammoliti
e Alecci
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- si definisce “Carbonaio”
il lavoratore che provvede all’accatastamento nella carbonaia, del legname
proveniente dai tagli nei boschi, attende alle operazioni di combustione e
raccoglie il carbone avviandolo ai suoi vari usi commerciali;
- il Carbonaio è un
mestiere il cui lavoro e prodotto erano parte integrante della vita quotidiana
della comunità calabrese di Serra San Bruno;
- i carbonai sono specchio
di una tradizione che ha radici nel passato, divenendo un’arte tramandata di
generazione in generazione;
- la tradizione dei
Carbonai di Serra San Bruno risale a secoli fa, quando la necessità di ottenere
carbone per il riscaldamento e la lavorazione dei metalli portò allo sviluppo
di questa attività;
- nella “Nuova rivista
forestale” del 1886, pubblicata a cura dell’Istituto forestale di Vallombrosa,
si affermava che la popolazione di Serra San Bruno fondasse il proprio
sostentamento sul lavoro nei boschi e sulla produzione di carbone vegetale da
vendere ed esportare;
- il lavoro veniva portato
avanti seguendo tecniche tradizionali. Il carbonaio riceveva in consegna un
pezzo di bosco da un appaltatore e si obbligava a consegnare un dato
quantitativo di carbone a un determinato prezzo e in un tempo stabilito. Si
procedeva a tirare su il “pagliaio”, che per molti giorni sarebbe diventata
l’abitazione del carbonaio e della sua famiglia. La legna raccolta veniva
sistemata in forma circolare per realizzare la “carbonaia”, mettendo in basso i
ceppi grossi e man mano la legna più piccola in alto. Al centro si lasciava una
bocca circolare che serviva per accendere il fuoco e per far fuoriuscire il
fumo. Il tutto veniva ricoperto di terra. La combustione all’interno degli “scarazzi”, somiglianti a piccoli vulcani, doveva avvenire
senza fiamma, altrimenti la legna si sarebbe trasformata in cenere. Il piccolo
vulcano nascente andava controllato e “civàto”,
cibato, inserendo dal buco in alto nuova legna per mantenere il fuoco. Nella
fase di “scarico” si buttava acqua sulla carbonaia e, rompendo il guscio di
terra compattata, si estraeva il carbone. Considerato che: - oggi nelle
contrade di Serra San Bruno l’attività di produzione del carbone secondo il
metodo tradizionale è ancora praticata da alcune famiglie, come attestato da un
reportage del quotidiano “la Repubblica” nel novembre 2015;
- numerose pubblicazioni,
tra cui il libro di Antonio Dario Cozza intitolato “Carbonaie e Carbonai in
Calabria. La Sila, il Vallo, Serra San Bruno” edito da Pubblisfera
nel 2018, documentano che il mestiere di “carbonaio” costituisce una tradizione
radicata all’interno dei territori calabresi, soprattutto nella località di
Serra San Bruno;
- nell’ottobre 2023 andava
in onda, all’interno della trasmissione televisiva “Striscia la notizia”, un
servizio sull’arte millenaria dei “Carbonai” di Serra San Bruno, a riprova del
fatto che quella dei carbonai oltre ad essere un’arte secolare, viene praticata
ancora ai giorni nostri;
- a Serra San Bruno è in
funzione la più grande carbonaia in pianta stabile, che consta di sei cantieri
e trenta carbonai;
impegna la Giunta regionale
- ad attivarsi per
promuovere ogni azione utile al fine del riconoscimento dell’arte dei
“Carbonai” di Serra San Bruno quale Patrimonio culturale immateriale
dell’UNESCO, finalizzato alla tutela e alla valorizzazione delle pratiche
tramandate di generazione in generazione, che fornisce un senso di appartenenza
sociale e culturale alla collettività, trattandosi di un mestiere ricreato
dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante
e la sua storia.
(203; 15/11/2024) Alecci
Il Consiglio regionale,
premesso che:
premesso che la legge 11 Febbraio 1992, n°157 “Norme per la protezione della fauna
selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” dispone all’art. 6 comma 1,
che: "Le Regioni, sulla base di apposito regolamento, disciplinano
l’attività di tassidermia ed imbalsamazione e la detenzione o il possesso dei
preparazioni tassidermiche e trofei”;
al comma 4 che: “Le Regioni
provvedono ad emanare, non oltre un anno alla data di entrata in vigore della
presente legge, un regolamento atto a disciplinare l’attività di tassidermia ed
imbalsamazione di cui al comma 1”. Considerato che a distanza di 32 anni tale
regolamento non è stato ancora emanato e ciò rappresenta un vuoto normativo che
ha comportato l’impossibilità da parte di artigiani regolarmente abilitati
all’esercizio della tassidermia, di operare legalmente nel territorio
calabrese, costringendo gli stessi ad operare in altre regioni dove detta
attività è regolamentata;
al tutto si aggiunga pure
che l’auspicata regolamentazione eviterebbe l’esercizio “in nero” e la
violazione di nome igienico-sanitarie. Tenuto conto che la mancata emanazione
del regolamento regionale di attuazione della legge ha comportato, unitamente ai
disagi per la categoria, un mancato introito economico, seppur per un mercato
di nicchia, a vantaggio delle altre regioni. Tenuto altresì conto che la
sapiente attività della tassidermia consente di riprodurre fedeli ricreazioni
naturalistiche dei più importanti ambienti della Calabria, dalla costa fino
all’alta montagna, all’interno di esposizioni museali che consentono ai
visitatori di osservare da vicino decine di specie animali che popolano gli
straordinari ambienti della regione Calabria immersi in un concentrato di
natura e biodiversità. E che tale attività museale si presta a visite guidate,
attività didattiche e percorsi escursionistici, offrendo una preziosa occasione
per conoscere e riscoprire la bellezza e la biodiversità di uno dei luoghi più
affascinanti del Mediterraneo. Preso atto che lo strumento regolamentare sia
necessario per la disciplina organica della materia onde consentire ai
tassidermisti abilitati di richiedere ed ottenere regolare autorizzazione
all’esercizio della propria impresa artigiana, per la definizione dell’attività
di tassidermia, per la disciplina di requisiti per l’esercizio dell’attività,
in ordine alle procedure per l’autorizzazione e agli esami di idoneità, nella
definizione degli esemplari di cui è consentita la tassidermia e
l’imbalsamazione, in ordine agli obblighi di documentazione registrazione e
conservazione, in ordine alla segnalazione, alla detenzione, alla disciplina
particolare dei musei, alle norme in materia di vigilanza, controlli e in
ordine alle sanzioni, e per ogni ulteriore aspetto procedurale utile e
necessaria alla regolamentazione dell’attività. Preso inoltre atto che le altre
regioni italiane hanno da tempo provveduto a dare esecuzione alla Legge 11
febbraio 1992, n 157 con apposite Delibere di Giunta per l’emanazione del
regolamento regionale di cui all’art.6 comma 4 sopra richiamato.
Impegna la Giunta regionale
a provvedere a emanare il
“Regolamento dell’attività di tassidermia e di imbalsamazione della detenzione
e possesso di preparazioni tassidermiche e di trofei” in attuazione dell’art.6
della legge n. 157 del 1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio” nonché dell’art. 4 della Legge regionale
9 Maggio 1996, n° 70 “Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e
l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata
dell’esercizio venatorio”.
(204; 18/11/2024) Giannetta
È
pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- il D.lgs. n.502/1992
prevede l'obbligo della specializzazione per l'accesso alla Dirigenza
Sanitaria;
- con la legge 266/2005
l'Italia si è adeguata alla specifica direttiva europea, prevedendo un compenso
per i tirocini di specializzazione per la sola area medica;
- alla dirigenza dell'area
sanitaria concorrono altre specialità quali: biologi, chimici, farmacisti,
psicologi, veterinari;
- la norma giusta e
necessaria ha prodotto una vera e propria discriminazione nel variegato mondo
delle specializzazioni sanitarie;
- gli specializzandi ‘non
medici’ non solo non percepiscono alcun compenso, ma sono costretti al
pagamento di oneri aggiuntivi, oltre a tutti i costi derivanti dalla frequenza
e dalla stessa logistica, determinando di fatto una vera e propria esclusione all'accesso.
Considerato che: - da diversi anni e con diversi governi è in atto una
pressante interlocuzione per porre fine a questa assurda discriminazione;
- insistono diversi DDL in
entrambi i rami del Parlamento tesi a sanare tale situazione;
- nelle more di una
soluzione, diverse regioni hanno assunto autonome iniziative tese a garantire
una indennità anche alle specializzazioni ‘non mediche’, utilizzando eventuali
residui per finanziamenti di borse non utilizzati;
- per l’annualità 2024 su
15.256 borse di studio, statali e regionali di specializzazioni mediche ne sono
state assegnate 11.392 (75%) e che tale esito rende ancora più insopportabile
l’esclusione dalle borse di tutta la dirigenza non medica. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
a) quanti sono i residui
accumulati negli anni da borse di specializzazioni finanziati dalla regione;
b) se intende destinare
tali residui e ulteriori risorse finanziarie a borse di specializzazioni di
area ‘non medica’;
c) quali iniziative intende
assumere, a partire dalla Conferenza Stato-Regioni, tese a superare questa
insopportabile discriminazione a danno della dirigenza sanitaria non medica.
(265; 02/10/2024)
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- il Consiglio regionale ha
approvato la Legge regionale 15 maggio 2024, n. 25 recante “Interventi per il
trasferimento dei crediti fiscali derivanti dall’efficientamento energetico del
patrimonio edilizio”;
- all’art. 1 comma 1 della
richiamata Legge, la Regione Calabria riconosce il rilevante contributo
derivante dalla riqualificazione energetica del patrimonio edilizio e il
carattere strategico del settore edilizio e dell'impiantistica civile
promuovendo la massima diffusione degli strumenti previsti, in ambito nazionale
o regionale, per il relativo sostegno;
- la legge di cui sopra
intende far assumere alla Regione Calabria, attraverso gli enti pubblici
economici regionali e/o le società partecipate da essa controllate, un ruolo
attivo nella gestione dei crediti fiscali derivanti da interventi di cui
all'art. 119 del Decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34, come specificati
all’articolo 121, comma 2, lettere da a) ad f);
- l’agevolazione fiscale
disciplinata dall’articolo 119 del decreto legge n. 34/2020 (decreto Rilancio),
consiste in una detrazione del 110% (cd superbonus 110%) delle spese sostenute
a partire dal 1 luglio 2020 per la realizzazione di specifici interventi
finalizzati all’efficienza energetica e al consolidamento statico o alla
riduzione del rischio sismico degli edifici, nonché all’installazione di
impianti fotovoltaici e delle infrastrutture per la ricarica di veicoli
elettrici negli edifici. - nello specifico, l’articolo 3 della L.R.
25/2024cprevede che, entro trenta giorni dall'entrata in vigore della legge, la
Regione Calabria disciplini con proprio atto le modalità di attuazione;
considerato - che, negli
ultimi anni, il superbonus 110% ha rappresentato un'opportunità straordinaria
sicuramente per il settore edile, promettendo un significativo rilancio
attraverso la riqualificazione energetica degli edifici, ma anche per la rigenerazione
del patrimonio edilizio nazionale;
- che, nonostante le buone
intenzioni, moltissime aziende si trovano oggi in una situazione critica con
milioni di euro di crediti nel cassetto, ma senza liquidità immediata;
- che quanto sopra non solo
mette a rischio la sopravvivenza di numerose imprese, ma ha anche ripercussioni
dirette sulla vita di proprietari e, soprattutto, di lavoratori che rischiano
di pagare, incolpevolmente, un prezzo altissimo.
Tenuto conto - che,
nonostante l’urgenza dei provvedimenti previsti, il dettato della legge
regionale in questione, a distanza di 5 mesi dalla sua
pubblicazione, è rimasto del tutto inattuato;
- che sulla questione
numerose sono state le sollecitazioni di associazioni di categoria ed
organizzazioni sindacali, non ultima quella della FILLEA CGIL la quale, a più
riprese, ha chiesto l’adozione delle linee guida al fine di ridurre, nei limiti
del possibile, le tante difficoltà di migliaia di lavoratori con retribuzioni
arretrate, e delle numerose aziende calabresi in difficoltà. Tutto quanto sopra
premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
le ragioni del ritardo
accumulato e quali siano i tempi per l’emanazione dei provvedimenti atti a
rendere operativa il dettato della Legge regionale 15 maggio 2024, n. 25.
(267; 03/10/2024)
Bevacqua, Alecci, Bruni,
Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la notte tra il 16 e 17
giugno scorso, al largo del Mar Jonio, un’imbarcazione partita dal porto di
Bodrum in Turchia con circa 76 persone a bordo (di cui 26 minori) è naufragata
a circa 120 miglia dalle coste della Calabria;
- la barca era rimasta alla
deriva per diversi giorni, con uno scafo semi affondato, probabilmente a
seguito dell’esplosione di un motore e, secondo le persone sopravvissute,
diverse imbarcazioni sarebbero passate in quell’arco di tempo senza intervenire;
- la barca è stata soccorsa
solo il 17 giugno dopo il lancio del “mayday” da parte di una nave francese che
aveva intercettato il veliero affondato e sono state tratte in salvo e portate
a Roccella Jonica 12 persone, tra cui una donna poi deceduta prima di arrivare
a terra. Considerato che: - il naufragio del 17 giugno, al contrario di quello
occorso a Cutro mesi fa, è stato completamente ignorato: nessuna camera
mortuaria con file di bare ha occupato la televisione pubblica, nessun
cordoglio delle istituzioni, nessun commento delle cariche di governo e dello
Stato;
- appare evidente, per come
evidenziato tra gli altri dal sito meltinpot.org, il tentativo del Governo
italiano di frammentare il racconto di quanto accaduto (i sopravvissuti
sparpagliati in diversi reparti di ospedali, i corpi distribuiti in diversi obitori
di tutta la regione, i familiari disorientati dall’assenza di informazioni
certe e i giornalisti allontanati dai luoghi dell’accaduto) al fine di evitare
l’incontro e la coesione tra i familiari e la costruzione di un luogo unico di
ritrovo collettivo, di condivisione e di preghiera, come era accaduto per Cutro
dove il palazzetto dello Sport di Crotone aveva avuto la funzione non solo di
camera mortuaria per le vittime, ma anche di luogo per famiglie e società
civile di riconoscimento reciproco, di condivisione, di rivendicazione di
diritti, di memoria collettiva;
- a Roccella Jonica quella
che viene da molti definita la strategia della dispersione rappresenta la
evidente volontà del Governo, posta in essere attraverso l’agire della
Prefettura, di affermare una gestione dell’evento, della morte e dei corpi che
eviti il piano pubblico, che impedisca la circolazione di notizie ufficiali, la
visibilità mediatica e politica del naufragio;
- nonostante questo
silenzio assordante, la sera del 22 giugno scorso una cerimonia interreligiosa
organizzata dalla Chiesa locale ha attraversato il lungomare di Roccella Ionica
fino a raggiungere il porto: centinaia di cittadini calabresi e diversi familiari
delle persone decedute o scomparse nel naufragio hanno marciato con delle
candele in mano fino al luogo di primo approdo dei corpi;
- esiste il timore fondato
che l’attenzione su queste morti e su questi eventi cali rapidamente, complice
l’occultamento politico e la mancanza di una presa di posizione e di una
mobilitazione pubblica e che il silenzio più preoccupante non appaia più quello
delle istituzioni, su cui si fonda la gestione migratoria di questi eventi,
percepiti e raccontati come fatti di cronaca, ma quello dell’opinione pubblica
sempre più abituata alla morte per mano delle frontiere. Tenuto conto che: - la
trasmissione “Report”, alla quale va riconosciuto il merito di aver ricostruito
le fasi di un naufragio che sembrava essere stato dimenticato, ha, tra l’altro,
posto in evidenza il fatto che a gestire lo sbarco a Roccella Jonica fosse
stata l’allora viceprefetto vicario della Prefettura di Reggio Calabria
dott.ssa Maria Stefania Caracciolo e che la stessa dott.ssa Caracciolo a
distanza di un mese viene nominata assessore regionale con deleghe importanti.
Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale
interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se e, nel caso, come la
Regione è intervenuta nella gestione del naufragio di Roccella Jonica;
- se le vicende sopra
evidenziate hanno contribuito a determinare la nomina ad Assessore della
dott.ssa Maria Stefania Caracciolo.
(277; 29/10/2024)
Art.
1
(Modifiche dell’articolo 20 della l.r.
29/2002)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 20 della legge regionale 7 agosto 2002,
n. 29 (Approvazione disposizioni normative collegate alla legge finanziaria
regionale relative al Settore Sanità), è inserito il seguente:
“3-bis.
Al fine di garantire il graduale passaggio alla gestione ordinaria delle
aziende sanitarie sciolte ai sensi dell'articolo 146 del decreto legislativo 18
agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti
locali), per il quinquennio successivo alla cessazione del commissariamento,
può essere nominato un Commissario straordinario scelto, anche nell'ambito
dell'elenco nazionale di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 4 agosto
2016, n. 171 (Attuazione della delega di cui all'articolo 11, comma 1, lettera
p), della legge 7 agosto 2015, n. 124, in materia di dirigenza sanitaria), fra
soggetti di comprovata competenza ed esperienza, in particolare in materia di
organizzazione sanitaria o di gestione aziendale, anche in quiescenza.”
Art.
2
(Modifiche dell’articolo 14-bis della l.r.
24/2008)
1.
Nel comma 1 dell’articolo 14-bis della legge regionale 18 luglio 2008, n. 24
(Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e
controlli delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private), le
parole: “marzo 2025” sono sostituite dalle seguenti: “dicembre 2024”.
Art.
3
(Modifiche della l.r. 8/2010)
1. L’articolo 33 della legge regionale 26
febbraio 2010, n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale
e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2010,
art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002) è abrogato.
Art. 4
(Modifiche e integrazioni dell’articolo 39 della l.r.
47/2011)
1. Nell’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 –
Calabria (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e
procedurale (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012).
Articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002) sono apportate le
seguenti modifiche:
a) il comma 4 è sostituito dal seguente: “4. I soggetti attuatori degli
interventi, afferenti al programma di cui alla legge regionale 16 ottobre 2008,
n. 36 (Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale) e degli interventi
di cui al punto 3.3 del Programma operativo scaturito dall’attuazione delle
deliberazioni della Giunta regionale n. 347 del 30 luglio 2012 e n. 452 del 30
ottobre 2014, che hanno raggiunto, entro il 31 dicembre 2024, uno stato di
avanzamento lavori del trentacinque per cento, calcolato secondo le modalità
previste, devono prestare adeguata garanzia (atto ipotecario, polizza
fideiussoria, garanzie di cui all’articolo 4, comma 13, della legge regionale 7
luglio 2022, n. 25 (Norme per la rigenerazione urbana e territoriale, la riqualificazione
e il riuso) solo alla richiesta di nuova erogazione. La Regione, in assenza di
adeguata garanzia, provvede all’erogazione delle ulteriori somme solo al
completamento dell’intervento finanziato.”;
b)
dopo il comma 4 è aggiunto il seguente: “4-bis. Gli alloggi non soggetti a
contributo regionale, così come previsto dalla rimodulazione contemplata
all'articolo 1 della legge regionale n. 42 del 2023, non concorrono ai fini del
calcolo dell'avanzamento lavori e, di conseguenza, sono svincolati dalla data
di termine di fine lavori prevista per gli alloggi finanziati.”.
Art.
5
(Modifiche dell’articolo 7 della l.r. 24/2013)
1. Dopo il comma 4 dell’articolo 7 della legge regionale 16 maggio 2013,
n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società
e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità) è inserito
il seguente:
“4-bis.
L’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica regionale provvede,
inoltre, all’acquisizione a qualsiasi titolo di immobili di enti pubblici o di
privati, per finalità di edilizia residenziale pubblica, nonché per la
realizzazione di interventi sperimentali di housing sociale, rivolti a
categorie svantaggiate, anche in coordinamento con soggetti del terzo
settore.”.
Art.
6
(Modifica dell’art. 16 della l.r. 9/2018)
1.
Nel comma 13 dell’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9
(Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della
‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e
della trasparenza), dopo il primo periodo è aggiunto il seguente: “Non
rientrano nei casi previsi dai commi 3 e 4 del presente articolo, per gli
esercizi già esistenti alla data del 3 maggio 2018 le ipotesi di subingresso
nell’attività, di variazioni della titolarità dell’esercizio, di variazioni del
concessionario o della nomina di nuovo rappresentante legale.”.
Art.
7
(Modifiche dell’articolo 8 della l.r. 32/2021)
1.
Il comma 1 dell’articolo 8 della legge regionale 15 dicembre 2021, n. 32
(Istituzione dell’ente di governance della sanità regionale calabrese
denominato “Azienda per il Governo della Sanità della Regione Calabria –
Azienda Zero”) è così modificato: nel primo periodo la parola: “regionale” è
sostituita dalla seguente: “nazionale” e le parole: “qualora la professionalità
richiesta non sia reperibile presso gli enti suindicati” sono sostituite dalle
seguenti: “nel rispetto della spesa complessivamente prevista per le aziende
del servizio sanitario regionale”.
Art.
8
(Modifiche della l.r. 10/2022)
1. Dopo il comma 3 dell’articolo 18-bis della legge regionale 20 aprile
2022, n. 10 (Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente) è
aggiunto il seguente:
“3-bis.
A seguito del subentro di So.Ri.Cal. S.p.A. nelle
funzioni inerenti al servizio idrico integrato già esercitate dal CORAP, il
personale dipendente a tempo indeterminato del CORAP connesso alle predette funzioni è trasferito alla società So.Ri.Cal. S.p.A., mantenendo il trattamento giuridico ed
economico fondamentale e accessorio, limitatamente alle voci fisse e
continuative, corrisposto al momento del trasferimento, nonché l'inquadramento
previdenziale.”.
Art.
9
(Modifiche degli articoli 15 e 17 della l.r.
22/2023)
1. La legge regionale 24 maggio
2023, n. 22 (Norme in materia di aree protette e sistema regionale della
biodiversità) è così modificata:
a) al comma 1 dell’articolo 15, le parole “sulla base di un elenco di
almeno quattro nominativi, indicati dalla comunità del parco, dotati di
comprovata esperienza e competenze in materia di aree protette e biodiversità e
di” sono sostituite dalle seguenti: “tra soggetti dotati di comprovata
esperienza e competenze pluriennali nella”;
b)
alla lettera b) del comma 2 dell’articolo 17, le parole “del presidente del
parco e i” sono sostituite dalla seguente: “dei”.
Art.
10
(Integrazioni della l.r. 62/2023)
1. Nel comma 2-bis dell’articolo 1 della legge regionale 27 dicembre
2023, n. 62 (Norme in materia di spending review), dopo la parola: “ARPACAL”
sono inserite le seguenti: “, della società Ferrovie della Calabria S.r.l. e di
ATERP”.
2.
Dopo il comma 2-bis dell’articolo 1 della l.r.
62/2023 è inserito il seguente: “2-ter. In riferimento all’Organismo pagatore
ARCEA continuano a trovare applicazione le disposizioni dell’articolo 12, comma
1-ter, della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24 (Interventi a favore del
settore agricolo e agroalimentare. (Disegno di legge collegato alla Legge
Finanziaria regionale 2002).
Art.
11
(Norme in materia di accreditamento e accordi contrattuali
con le strutture sanitarie)
1.
Con decreto del Commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dal
disavanzo del sistema sanitario regionale è disposto l’adeguamento
dell’ordinamento regionale alle disposizioni di cui all'articolo 8-quater,
comma 7 e all'articolo 8-quinquies, comma 1-bis del decreto legislativo n. 502
del 1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell'articolo
1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421), nel rispetto del termine fissato dal
Decreto del Ministero della Salute del 19 dicembre 2022 (Valutazione in termini
di qualità, sicurezza ed appropriatezza delle attività erogate per
l’accreditamento e per gli accordi contrattuali con le strutture sanitarie),
per come prorogato dal Decreto del Ministero della Salute del 26 settembre 2023
e, da ultimo dall’articolo 4, comma 7-bis del decreto legge 30 dicembre 2023 n.
215 (Disposizioni urgenti in materia di termini normativi), convertito con
modificazioni dalla legge 23 febbraio 2024, n. 18 (Conversione in legge, con
modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2023, n. 215, recante disposizioni
urgenti in materia di termini normativi).
(Interventi
urgenti a seguito degli eventi alluvionali dell’ottobre 2024 nel comprensorio
di Lamezia Terme)
1. Al fine di garantire la
ricostruzione del ponte della SP 167/3 sul Fiume Cottola
e il ripristino della viabilità nella zona, è autorizzata nel bilancio
2025/2027 la spesa complessiva di 4.000.000,00 euro. La copertura finanziaria
dell’intervento di cui sopra è da imputare sulle somme di cui alla specifica
Scheda Intervento n. FSCRI_RI_1565 “Opere per la messa in sicurezza di strade,
ponti e viadotti di competenza delle province” di cui all’allegato A1
dell’Accordo di Coesione – FSC 21_27, sottoscritto tra il Presidente del
Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Calabria il 16 febbraio
2024 e di cui è stata disposta l’assegnazione delle risorse FSC 2021-2027 con
Delibera CIPESS n. 17/2024 del 23 aprile 2024.
Art.
13
(Interpretazione autentica dell’articolo 1 della l.r.
34/2024)
1. Al comma 1 dell’articolo 1 della legge
regionale 22 ottobre 2024, n. 34 (Disposizioni per la proroga di graduatorie
vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del servizio sanitario
regionale), l’espressione “graduatorie approvate nell’anno 2022” si interpreta
nel senso che si riferisce a tutte le graduatorie vigenti con scadenza prevista
nell’anno 2024.
Art. 14
(Interventi in materia di salvaguardia ambientale)
1. È vietata la realizzazione nei parchi nazionali e regionali di
impianti di produzione energetica alimentati da biomasse, con sede ricadente
nel territorio calabrese, con potenza eccedente 10MWatt termici.
2.
Entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge, gli impianti di
potenza eccedente i 10MWatt termici, di cui al comma 1, sono tenuti a ridurre
la potenza, uniformandola alla presente disposizione, a pena di decadenza della
relativa autorizzazione.
Art.
15
(Modifiche dell’articolo 3 della l.r. 6/2024)
1.
Il comma 4 dell’articolo 3 è sostituito dal seguente: “4. Fermo restando quanto
previsto dall'articolo 1, commi 162, 163 e 164, della legge 30 dicembre 2021,
n. 234, il PAI esplicita il contributo di cura e le attività del caregiver
familiare nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari e i
supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire, nei limiti
delle risorse nazionali disponibili, al fine di permettere al beneficiario del
PAI di affrontare al meglio possibili difficoltà o urgenze e di ricevere le
normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata e senza rischi
per sé medesimo e per il caregiver. I Comuni capofila degli Ambiti territoriali
sociali - di cui all'articolo 8, comma 3, lettera a), della legge 8 novembre
2000, n. 328 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali), per come richiamata dall'articolo 9 della legge
regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali nella Regione Calabria) - preposti alla
pianificazione dei servizi socioassistenziali, istituiscono l'elenco dei
caregiver familiari”.
Art.
16
(Modifiche dell’articolo 16 della l.r. 9/2023)
1. Nella lettera b-bis) del comma 2 dell’articolo 16 della legge
regionale 24 febbraio 2023, n. 9 (Disciplina del Sistema di protezione civile
della Regione Calabria) dopo la parola: “Comuni” sono inserite le seguenti: “,
dalle Province e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria”.
Art.
17
(Clausola di invarianza finanziaria)
1.
La presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art.
18
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta
regionale n. 542 del
19 ottobre 2024, recante: “Approvazione dell’organigramma del Fondo Europeo per
gli Affari Marittimi, la Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027. Presa
d’atto degli strumenti di programmazione e delle disposizioni attuative
adottate dalla AdG”, rubricata come proposta di
provvedimento amministrativo n. 196/12^;
vista la legge regionale 12
ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), e in particolare l’articolo 14;
visti:
·
il
Regolamento (UE) n. 2021/1060 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 24
giugno 2021, recante le disposizioni comuni applicabili al Fondo europeo di
sviluppo regionale, al Fondo sociale europeo Plus, al Fondo di coesione, al
Fondo per una transizione giusta, al Fondo europeo per gli affari marittimi, la
pesca e l'acquacoltura, e le regole finanziarie applicabili a tali fondi e al
Fondo Asilo, migrazione e integrazione, al Fondo Sicurezza interna e allo
Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica
dei visti;
·
il Reg.
(UE) n. 2021/1139 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021,
che istituisce il Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e
l'acquacoltura e che modifica il regolamento (UE) 2017/1004;
·
l'Accordo
di Partenariato 2021-2027 approvato il 15/07/2022 con Decisione di Esecuzione C
(2022) 4787;
·
il
Programma Nazionale FEAMPA 21-27, approvato con Decisione della Commissione
(2022) 8023 final del 3 novembre 2022;
·
la
convenzione del 2 agosto 2023 regolante i rapporti tra l'Organismo Intermedio
Regione Calabria e l'Autorità di Gestione del FEAMPA 2021/2027;
richiamata:
·
la
deliberazione del Consiglio regionale n. 254 del 31 gennaio 2024 con la quale è
stata approvata la proposta di provvedimento amministrativo n. 147/12^ recante
“Reg. (UE) n. 2021/1060 e Reg. (UE) n. 2021/1139. Programma Nazionale
finanziato dal Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la Pesca e
l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027. Estensione validità Organigramma FEAMP e
approvazione del Piano Finanziario FEAMPA” di cui alla delibera di giunta
regionale n. 789 del 29 dicembre 2023, con la quale la Giunta regionale ha, tra
l'altro, preso atto dell'approvazione del Piano Finanziario FEAMPA;
considerato che:
·
è
indispensabile garantire la migliore efficacia delle azioni poste
in essere per l'avvio della programmazione 2021/2027;
·
è,
altresì, indispensabile, garantire una efficiente e corretta gestione del
programma regionale attuativo del P.N. FEAMPA 2021/2027 per l'intera durata del
ciclo di programmazione;
preso atto
che, al fine di assicurare l’effettivo svolgimento delle funzioni delegate
all’Organismo Intermedio Regione Calabria dall’Autorità di Gestione del P.N.
FEAMPA 2021/2027 con le modalità più efficaci per il raggiungimento dei
risultati attesi, risulta necessario:
- approvare un apposito organigramma delle
strutture amministrative che garantisca la migliore efficacia delle azioni poste in essere per l'avvio della programmazione 2021/2027
nonché una efficiente e corretta gestione del programma regionale attuativo del
P.N. FEAMPA 2021/2027 per l'intera durata del ciclo di programmazione;
- approvare, per gli effetti, l'organigramma
del PN FEAMPA 2021/2027 declinato in Centri di Responsabilità di Elevata
Qualificazione (Allegato A alla D.G.R.
n. 542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte
integrante e sostanziale);
considerato
che con la deliberazione n. 542/2024, la Giunta regionale ha preso atto degli
atti predisposti e adottati dal MIPAAF nella qualità di Autorità di Gestione
del P.N. FEAMPA 2021/2027, per come di seguito elencati:
-
il
Programma Nazionale FEAMP 2014/2020, elaborato in conformità al disposto
dell'art. 17 del Regolamento (UE) n. 508/2014 e approvato dalla Commissione
Europea con decisione di esecuzione n. C(2015) 8452
del 25 novembre 2015 (Allegato B alla D.G.R.
n. 542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte
integrante e sostanziale);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese del programma nazionale FEAMPA
2021/2027 (Allegato C alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese Assistenza Tecnica P.N. FEAMPA
2021/2027 (Allegato D alla D.G.R. n.
542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte integrante e
sostanziale);
-
le
Linee guida sui costi ammissibili per informazione e comunicazione per
determinate operazioni a valere sul P.N. FEAMPA 2021/2027 (Allegato E alla
D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla
presente deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese di viaggio a valere sul P.N. FEAMPA
2021/2027 (Allegato F alla D.G.R. n.
542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte integrante e
sostanziale);
-
le
linee guida per la selezione e schema convenzione (CLLD) (Allegato G alla
D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla
presente deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
Il
Manuale delle procedure e dei controlli (Allegato H alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
i
Criteri di Selezione (Allegato I alla D.G.R.
n. 542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte
integrante e sostanziale);
-
Criteri
di Selezione delle CLLD (Allegato L alla D.G.R.
n. 542/2024 e allegato alla presente deliberazione per formarne parte
integrante e sostanziale);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.1 (Allegato M alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.2 (Allegato N alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.6 (Allegato O alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Disposizioni attuative OS 2.1 (Allegato P alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
-
le
Disposizioni attuative OS 2.2 (Allegato Q alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla presente
deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale);
tenuto conto
che nel corpo della D.G.R. n. 542/2024 si prende atto che il Dirigente
Generale/Referente dell'Organismo Intermedio Regione Calabria per l'attuazione
del Programma Operativo FEAMP 2014/2020 e del Programma Nazionale FEAMPA
2021/2027 del Dipartimento regionale proponente, attestano che gli oneri
derivanti da tale deliberazione, dal 29 ottobre 2024 al 31 dicembre 2027,
trovano copertura finanziaria ai sensi dell’art. 56 del D.lgs. n. 118/2011, a
valere su risorse dei Capitoli vincolati FEAMPA: U9160302001, U9160302002,
U9160302003;
ritenuto di
dover approvare:
- un apposito organigramma delle strutture
amministrative che garantisca la migliore efficacia delle azioni poste in essere per l'avvio della programmazione 2021/2027
nonché una efficiente e corretta gestione del programma regionale attuativo del
P.N. FEAMPA 2021/2027 per l'intera durata del ciclo di programmazione;
-
per gli
effetti, l'organigramma del P.N. FEAMPA 2021/2027 declinato in Centri di
Responsabilità di Elevata Qualificazione;
-
gli
atti predisposti e adottati dal MIPAAF nella qualità di Autorità di Gestione
del P.N. FEAMPA 2021/2027,
di cui alla
DGR n. 542/2024, insieme ai relativi allegati, che formano parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione;
preso atto
che la seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta dell’8 novembre
2024, si è determinata favorevolmente sul provvedimento in oggetto comprensivo
dei relativi allegati sopra richiamati;
udito il
relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le
considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono
integralmente riportate:
1.
di
approvare la proposta di provvedimento amministrativo n. 196/12^, recante:
“Approvazione dell’organigramma del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi, la
Pesca e l’Acquacoltura (FEAMPA) 2021-2027. Presa d’atto degli strumenti di
programmazione e delle disposizioni attuative adottate dalla AdG”;
2. di approvare un apposito organigramma delle
strutture amministrative che garantisca la migliore efficacia delle azioni poste in essere per l'avvio della programmazione 2021/2027
nonché una efficiente e corretta gestione del programma regionale attuativo del
P.N. FEAMPA 2021/2027 per l'intera durata del ciclo di programmazione;
3.
di
approvare, per gli effetti, l'organigramma del P.N. FEAMPA 2021/2027 declinato
in Centri di Responsabilità di Elevata Qualificazione di cui all’Allegato A
alla D.G.R. n. 542/2024 e allegato alla
presente deliberazione per formarne parte integrante e sostanziale;
4.
di
prendere atto degli atti predisposti e adottati dal MIPAAF nella qualità di
Autorità di Gestione del P.N. FEAMPA 2021/2027, per come di seguito elencati e
tutti allegati alla presente deliberazione di cui costituiscono parte
integrante e sostanziale:
-
il
Programma Nazionale FEAMP 2021/2027, elaborato in conformità al disposto
dell'art. 17 del Regolamento (UE) n. 508/2014 e approvato dalla Commissione
Europea con decisione di esecuzione n. C(2015) 8452
del 25 novembre 2015 (Allegato B alla DGR n. 542/2024);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese del programma nazionale FEAMPA
2021/2027 (Allegato C alla DGR n. 542/2024);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese Assistenza Tecnica P.N. FEAMPA
2021/2027 (Allegato D alla DGR n. 542/2024);
-
le
Linee guida sui costi ammissibili per informazione e comunicazione per
determinate operazioni a valere sul P.N. FEAMPA 2021/2027 (Allegato E alla DGR
n. 542/2024);
-
le
Linee guida per l'ammissibilità delle spese di viaggio a valere sul P.N. FEAMPA
2021/2027 (Allegato F alla DGR n. 542/2024);
-
le
linee guida per la selezione e schema convenzione (CLLD) (Allegato G alla DGR
n. 542/2024);
-
Il
Manuale delle procedure e dei controlli (Allegato H alla DGR n. 542/2024);
-
i
Criteri di Selezione (Allegato I alla DGR n. 542/2024);
-
Criteri
di Selezione delle CLLD (Allegato L alla DGR n. 542/2024);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.1 (Allegato M alla DGR n. 542/2024);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.2 (Allegato N alla DGR n. 542/2024);
-
le
Disposizioni attuative OS 1.6 (Allegato O alla DGR n. 542/2024);
-
le
Disposizioni attuative OS 2.1 (Allegato P alla DGR n. 542/2024);
- le Disposizioni attuative OS 2.2 (Allegato Q
alla DGR n. 542/2024);
5. di dare atto, inoltre, che gli oneri
derivanti dalla deliberazione di Giunta regionale n. 542 del 19 ottobre 2024,
rubricata come proposta di provvedimento amministrativo n. 196/12^, dal 29
ottobre 2024 al 31 dicembre 2027, trovano copertura finanziaria, ai sensi
dell’art. 56 del D.lgs. n. 118/2011, a valere su risorse dei Capitoli vincolati
FEAMPA: U9160302001, U9160302002, U9160302003.
Art.
1
(Oggetto, principi e finalità)
1. La presente legge disciplina le attività di promozione della Regione
Calabria volte alla tutela delle identità marinare, alla valorizzazione della
storia e della cultura dei borghi marinari, della pesca e dei prodotti ittici,
mediante la creazione di una rete sinergica per il riconoscimento delle
potenzialità economiche e produttive dei paesi con culture marinare, al fine di
ottimizzare la conoscenza della cultura del mare a fini formativi e di
incentivare nuove forme di turismo gastronomico basate sulla promozione del
pescaturismo, nonché la salvaguardia della biodiversità marina autoctona e la
promozione della cultura delle antiche maestranze del mare.
2. Al fine di cui al comma 1 la Regione persegue i seguenti obiettivi:
a) definire e tutelare le culture marinare e le identità territoriali,
promuovere la specificità della pesca mediterranea, coniugando sostenibilità
economica, sociale, culturale e ambientale;
b) tutelare le tradizioni culturali del mondo della pesca e il loro
valore antropologico e pedagogico;
c) preservare il patrimonio culturale dei borghi marinari, delle tonnare
fisse, delle barche da pesca tradizionali, quali le feluche, e delle altre
tipologie di pesca storica;
d) valorizzare i prodotti ittici calabresi attraverso l'informazione dei
consumatori, la tutela e la trasparenza del mercato;
e) modernizzare, innovare e valorizzare le attività dei borghi marinari
e promuovere il turismo ittico, o pescaturismo, e le attività didattiche che
valorizzano la cultura del mare;
f) istituire un registro per la catalogazione e certificazioni dei
borghi marinari.
3. La Regione promuove l'aggregazione culturale e produttiva
riconoscendo ai soggetti economici, alle organizzazioni sociali e agli enti
locali un ruolo specifico per la modernizzazione e lo sviluppo del settore
marinaro e ittico.
Art. 2
(Definizione
di borgo marinaro)
1. Ai fini della presente legge, si definisce borgo marinaro il Comune
che ha alcune delle seguenti caratteristiche:
a) tessuto urbano in prossimità del mare o di un corpo d’acqua
navigabile, come un canale o un fiume;
b) patrimonio architettonico e paesaggistico con i segni tipici delle
tradizioni marinare;
c) accessibilità e viabilità terrestre e marina;
d) presenza di un porto o di un molo per l’attracco delle imbarcazioni
da pesca e turistiche con una tradizione legata alla pesca storicamente
documentata;
e) presenza di itinerari costieri e di attività legate alle tradizioni
marinare;
f) presenza di eventi della tradizione legati al mare e alla pesca;
g) ulteriori requisiti previsti dal regolamento di cui all’articolo 5.
2.
Il borgo marinaro, riconosciuto e iscritto al registro di cui all’articolo 3, è
contraddistinto da un logo iconografico ai sensi del regolamento di cui
all’articolo 5.
Art.
3
(Istituzione del RE.BO.MAR Calabria)
1. È istituito il Registro delle identità dei borghi marinari calabresi
(RE.BO.MAR. Calabria), per la tutela delle tradizioni culturali della pesca e
delle realtà marinare e la valorizzazione dei borghi ivi inseriti a fini
turistici e culturali.
2. Il RE.BO.MAR. Calabria, tenuto in modalità telematica e consultabile
per finalità didattiche e divulgative, è disciplinato dal regolamento regionale
di cui all’articolo 5 ed è gestito dal dipartimento regionale competente.
3. Il RE.BO.MAR. Calabria è redatto in conformità alle indicazioni della
Commissione intergovernativa per la salvaguardia del patrimonio culturale
immateriale dell'UNESCO, anche al fine di contribuire a implementare la lista
rappresentativa del patrimonio culturale immateriale e la lista del patrimonio
immateriale che necessita di urgente tutela.
4. Il RE.BO.MAR. Calabria contiene:
a) l'identificazione, la documentazione e la classificazione dei saperi
e delle conoscenze marinare e delle tradizioni orali;
b) l'indicazione delle misure tecniche degli attrezzi da pesca
tradizionale al fine di ampliare la conoscenza per l’individuazione di
tecnologie innovative;
c) apposite sezioni che riportano:
1) il censimento dei borghi marinari;
2) il censimento dei siti di interesse turistico che esprimono la
cultura del mare con i dati delle relative attività;
3) il censimento dei dati sugli opifici dediti alla trasformazione e
alla conservazione dei prodotti ittici;
4) la descrizione degli attrezzi utilizzati e dei metodi di cattura per
la pesca nel Mar Mediterraneo;
5) la documentazione relativa alle tipologie e alle modalità di
trasformazione e conservazione del pescato;
6) l'individuazione di fonti storiche e bibliotecarie contenenti nozioni
riguardanti la pesca nel Mar Mediterraneo;
7) il censimento dei maestri d'ascia nel Mar Mediterraneo;
8) il censimento delle tonnare fisse.
5.
In apposita sezione del RE.BO.MAR. Calabria sono indicate inoltre le azioni da
intraprendere per la salvaguardia del patrimonio culturale marinaro e per la
promozione della libera ittica mediterranea.
Art.
4
(Istituzione della Rete di coordinamento dei borghi marinari calabresi)
1. È istituita, presso il dipartimento regionale competente in materia
di turismo, con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a
legislazione vigente, la Rete di coordinamento dei borghi marinari calabresi,
riconosciuti come tali.
2. La Giunta regionale, con il regolamento di cui all’articolo 5,
definisce requisiti e modalità di adesione.
3. La Rete di cui al comma 1 concorre alla definizione, programmazione e
attuazione di politiche regionali di sviluppo della cultura marinara, ittica e
gastronomica per migliorare la conoscenza delle identità marinare, con
particolare riferimento a:
a) formazione professionale, apprendimento permanente, diffusione delle
conoscenze di carattere sociale, economico, giuridico, scientifico e
acquisizione di nuove competenze professionali connesse alla gestione dei
borghi marinari e delle culture del mare nonché alla valorizzazione degli
ecosistemi marini e alla implementazione di forme di pescaturismo per
tramandare la conoscenza delle antiche tecniche marinare a fini formativi;
b)
collegamenti in rete e scambi di esperienze e buone pratiche. Le relative
attività sono effettuate nei limiti di risorse nazionali e comunitarie
individuate negli strumenti di programmazione regionale.
Art.
5
(Regolamento)
1. La Giunta regionale, entro centoventi giorni dalla data di entrata in
vigore della presente legge, con propria deliberazione e previo parere della
competente commissione consiliare, emana il regolamento attuativo delle
disposizioni di cui agli articoli 3 e 4.
2. Il regolamento disciplina la tenuta del RE.BO.MAR Calabria, la sua
articolazione, i requisiti necessari per la relativa iscrizione da cui
scaturisce la certificazione dei borghi marinari di cui all’articolo 2, nonché
i criteri per la redazione e il deposito del logo iconografico quale distintivo
territoriale.
3.
Dopo l’approvazione del regolamento di cui al presente articolo, i Sindaci dei
Comuni interessati possono chiedere, previa deliberazione della Giunta
comunale, l'inserimento dei borghi marinari e delle tonnare fisse presenti nel
proprio territorio nelle sezioni del RE.BO.MAR. Calabria di cui all’articolo 3,
al fine di ottenere il riconoscimento di borgo marinaro.
Art.
6
(Valorizzazione dei borghi iscritti nel RE.BO.MAR. Calabria)
1. La Regione, nel perseguire le finalità della presente legge,
considera i borghi marinari iscritti nel RE.BO.MAR. Calabria di cui
all’articolo 3 quale testimonianza del territorio calabrese da valorizzare
attraverso la promozione di indicazioni geografiche tipiche, attività
artigianali marinare e produzioni locali e l’organizzazione di manifestazioni.
2.
Il dipartimento regionale competente assicura, attraverso la sua programmazione
strategica, ai Comuni iscritti nel RE.BO.MAR. Calabria, sostegno e visibilità
con azioni di marketing e politiche di valorizzazione, nonché con attività di
divulgazione mirate mediante strumenti informativi e digitali e
rappresentazioni tridimensionali dei luoghi per consentirne l’attrattività
turistica.
Art.
7
(Norma finanziaria)
2. Agli oneri derivanti
dall’attuazione della presente legge, determinati per gli esercizi 2025 e 2026
nel limite massimo di 20.109,00 euro si provvede con la riduzione dello
stanziamento del Fondo speciale per le leggi di parte corrente, allocato alla Missione
20, Programma 03 del bilancio di previsione 2024-2026.
3. Per gli esercizi
successivi, la copertura degli oneri di cui al comma 1 è consentita nei limiti
delle risorse autonome, per come stabilito dalla legge di approvazione del
bilancio di previsione della Regione.
4. La Giunta regionale è
autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione
2024-2026 con prelievo dal Fondo speciale di cui ai commi 1 e 2 ed
all’allocazione ad un capitolo di nuova istituzione all’interno della Missione
7, Programma 01 (U.07.01) dello stato di previsione delle spese del bilancio
medesimo.
Art.
8
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Finalità)
1. La Regione Calabria, nel rispetto degli articoli 45, 117 e 118,
quarto comma, della Costituzione e della normativa statale di settore, ed in
attuazione degli articoli 2 e 55 dello Statuto, al fine di promuovere e
valorizzare il protagonismo dei cittadini e contribuire allo sviluppo
sostenibile e alla solidarietà sociale delle comunità locali, riconosce il
ruolo e la funzione delle cooperative di comunità quale strumento di sviluppo
sociale ed economico della collettività, per l'utilizzo ottimale delle risorse
territoriali, basato su condivisione, crescita, innovazione e qualità, in
particolare per le comunità calabresi a rischio di impoverimento sociale e
spopolamento.
2.
Il perseguimento delle finalità della cooperativa di comunità avviene
promuovendo forme di coinvolgimento dei cittadini, atte a favorire lo sviluppo
della comunità territoriale alla quale i soci promotori appartengono, allo
scopo di valorizzare le competenze, rafforzare la dimensione comunitaria e di
mutuo aiuto e migliorare la qualità sociale ed economica della vita, attraverso
la produzione di beni o servizi, la gestione di beni comuni e servizi di
pubblica utilità rivolti prioritariamente alla fruizione piena dei diritti di
cittadinanza, valorizzare le risorse e le tradizioni delle comunità locali,
nonché incentivare la creazione di offerte di lavoro.
Art.
2
(Definizione)
1. Ai fini della presente legge la qualificazione di cooperativa di
comunità e l’iscrizione nel registro di cui all’articolo 3 è riservata dalla
Regione Calabria alle cooperative che soddisfano i seguenti requisiti:
a) essere società cooperative costituite ai sensi degli articoli 2511 e
seguenti del codice civile ed iscritte all’Albo delle
cooperative di cui all’articolo 2512 del codice civile e all’articolo
223-sexiesdecies delle disposizioni per l’attuazione del codice civile, che nel
perseguire gli scopi mutualistici definiti ai sensi della normativa statale di
settore, nello statuto sociale prevedano:
1) la volontà di assumere la qualificazione di cooperativa di comunità
ai sensi della presente legge e l’ambito territoriale di operatività;
2) la volontà di perseguire, oltre allo scopo mutualistico tipico, anche
una o più delle seguenti finalità:
2.1 contrastare i fenomeni di spopolamento, declino economico, degrado
sociale urbanistico, promuovendo la partecipazione dei cittadini alla gestione
di beni o servizi collettivi, nonché alla valorizzazione, gestione o
all'acquisto collettivo di beni o servizi di interesse generale;
2.2 soddisfare in maniera sostenibile i bisogni di una comunità locale
di riferimento;
2.3 rafforzare il tessuto sociale ed economico della comunità locale di
riferimento con l’accrescimento delle occasioni di lavoro, delle nuove
opportunità di reddito e, in particolare, con la produzione e la gestione di
beni e servizi rivolti prioritariamente alla fruizione piena dei diritti di
cittadinanza e al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini che vi
appartengono.
3) l’oggetto sociale che comprenda lo svolgimento di una o più delle
seguenti attività tipiche delle cooperative di comunità:
3.1 la valorizzazione dei beni comuni culturali e ambientali;
3.2 la gestione dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, mediante
autorizzazione o accreditamento;
3.3 la difesa e valorizzazione delle tradizioni tipiche territoriali;
3.4 la formazione e la valorizzazione delle risorse umane;
3.5 la produzione e gestione e vendita di servizi finalizzati
all’utilizzo dei beni comuni da parte degli appartenenti alla comunità;
3.6 la promozione e produzione delle peculiarità locali tipiche;
3.7 la promozione e lo sviluppo di attività produttive ed economiche;
3.8 la promozione di nuova occupazione;
3.9 la realizzazione di attività culturali e ricreative con finalità di
promozione della comunità;
3.10 il recupero e la gestione di beni ambientali per una migliore
fruizione dell’ecosistema comunitario;
3.11 la riqualificazione delle infrastrutture e del patrimonio
immobiliare pubblico e privato;
3.12 la valorizzazione delle risorse e delle vocazioni del territorio,
anche ai fini turistici;
3.13 l’erogazione di servizi di prossimità promuovendo, in particolare,
l'integrazione e la valorizzazione dei soggetti più fragili;
3.14 il mantenimento o il ripristino di luoghi ad alto valore
aggregativo per i cittadini;
3.15 l’autoproduzione e l’autoconsumo, anche energetico;
3.16 la promozione e la diffusione dei servizi tecnologici e digitali;
3.17 le altre attività che consentono di soddisfare in maniera
sostenibile i bisogni della comunità locale di riferimento.
4) la determinazione della comunità locale di riferimento ed il relativo
specifico territorio ai sensi della presente legge;
5) l’ubicazione della sede sociale all’interno dello specifico
territorio della comunità locale di riferimento;
6) adeguate forme di coinvolgimento dei soggetti non soci, appartenenti
alla comunità locale di riferimento interessati alle attività della
cooperativa;
7) la possibilità di nominare nel Consiglio di amministrazione soggetti
non soci appartenenti alla comunità locale di riferimento interessati alle
attività della cooperativa, nel rispetto dell’articolo 2542 del codice civile.
b) una compagine sociale costituita per almeno l’80 per cento da
soggetti che appartengono alla comunità locale di riferimento;
c) un numero di soci persone fisiche, che sia non inferiore allo 0,3 per
cento rispetto al totale della popolazione residente nello specifico territorio
risultante dall’ultimo censimento ufficiale. Nel caso in cui il numero dei soci
scenda al di sotto del suddetto limite, esso deve essere integrato entro un
anno, pena la cancellazione dal registro di cui all’articolo 3;
d) dimostrare e documentare, anche nel bilancio d’esercizio, l’effettivo
rispetto e le modalità di applicazione delle previsioni statutarie;
e) relazionare, almeno annualmente, per informare la comunità di
riferimento sugli obiettivi programmati e sulla attività da intraprendere per
la realizzazione dello scopo comunitario e per dare conto dei risultati delle
attività svolte nell’anno precedente.
2. La comunità locale di riferimento delle cooperative di comunità è
costituita dalla comunità di persone fisiche, persone giuridiche, enti
pubblici, imprese, professionisti, enti del Terzo settore, enti e
organizzazioni che sono residenti, o hanno sede, o esercitano le proprie
attività in maniera non occasionale, o fruiscono dei servizi in uno specifico
territorio individuato in uno dei seguenti ambiti compresi nel territorio della
Regione Calabria:
a) nelle aree montane, nelle aree interne o a rischio di spopolamento,
ovvero in zone caratterizzate da condizioni di difficoltà socioeconomica e di
criticità ambientale;
b) in particolari contesti, quali aree metropolitane o periferie urbane,
caratterizzati da minore accessibilità sociale, economica e di mercato che si
traduca in rarefazione dei servizi e marginalità sociali;
c) in particolari contesti sia urbani che rurali interessati da fenomeni
di transizione economica, sociale e ambientale in cui è possibile cogliere
opportunità inespresse e apportare un contenuto di innovazione capace di dare
risposta a bisogni comunitari relativi alla qualità della vita, non ancora o
non pienamente soddisfatti.
3.
Lo specifico territorio della comunità locale di riferimento può comprendere un
intero territorio comunale o una parte di esso o avere natura intercomunale,
all’interno del territorio della Regione Calabria.
Art.
3
(Registro regionale)
1. Presso il dipartimento della Regione Calabria competente in materia
di cooperazione è istituito il Registro regionale delle cooperative di
comunità, a cui sono iscritte, su istanza, le cooperative in possesso dei
requisiti previsti dalla presente legge. Nel Registro sono annotati gli
elementi essenziali delle cooperative di comunità, la descrizione sintetica
dell’oggetto sociale, la sede, l’anno di costituzione, i nominativi di chi
ricopre cariche di rappresentanza o direttive, le modifiche intervenute, gli
estremi del provvedimento di iscrizione e di cancellazione. L’iscrizione ha
validità biennale e si rinnova, su richiesta dell’interessato, a seguito di
verifica della sussistenza dei requisiti.
2.
La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della
presente legge, stabilisce con deliberazione le procedure per l’iscrizione e la
cancellazione dal Registro regionale delle cooperative di comunità, nonché le
modalità di tenuta e aggiornamento dello stesso.
Art.
4
(Modalità di raccordo con gli enti pubblici e cause di esclusione)
1. In attuazione dell'articolo 1, riconoscendo il rilevante valore
sociale e la finalità pubblica della cooperazione in generale e delle
cooperative di comunità in particolare, la Regione Calabria:
a) può disciplinare le modalità di raccordo delle attività delle
cooperative di comunità con quelle delle pubbliche amministrazioni, convocando
apposite conferenze di servizi;
b) favorisce, d'intesa con le pubbliche amministrazioni, la
partecipazione della cooperazione di comunità all'esercizio della funzione
pubblica, mediante il coinvolgimento delle cooperative di comunità nel sistema
di produzione di beni e servizi;
c) su richiesta della cooperativa di comunità interessata, individua,
d'intesa con le pubbliche amministrazioni di riferimento, i criteri e le
modalità di affidamento, di convenzionamento e di conferimento, alle stesse, di
lavori o servizi;
d) può mettere a disposizione edifici o aree non utilizzate di
pertinenza regionale per il raggiungimento degli scopi sociali, conformemente
alle procedure previste dalla normativa statale e regionale;
e) favorisce l’attuazione della co-programmazione, della
co-progettazione e dell’accreditamento previste dall’articolo 55 del decreto
legislativo 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del terzo settore), nonché le forme
di coinvolgimento delle cooperative di comunità, la disciplina dei rapporti tra
i soggetti interessati conformemente a quanto statuito dal Codice civile e
dalla legislazione di riferimento vigente.
2. La cooperativa di comunità il cui
componente del Consiglio di amministrazione o suo coniuge, convivente, parente
o affine entro il primo grado sia amministratore di una pubblica
amministrazione o abbia incarichi di qualsivoglia natura con una pubblica
amministrazione, non può intrattenere i rapporti di cui al comma 1 con tale
pubblica amministrazione.
Art. 5
(Misure di sostegno)
1. Tutte le misure di agevolazione e sostegno contenute negli atti di
programmazione regionale, destinate alle cooperative di comunità, sono
riservate alle cooperative iscritte nel Registro di cui all’articolo 3. Le
misure di agevolazione e sostegno sono concesse nel rispetto della normativa
dell’Unione europea relativa agli aiuti di Stato.
2.
Le cooperative aventi sede in Calabria, già costituite alla data di entrata in
vigore della presente legge e che si siano già auto qualificate cooperative di
comunità, per continuare ad utilizzare tale qualificazione devono adeguare il
proprio statuto, le proprie attività e le proprie caratteristiche alla presente
legge, entro sei mesi dalla sua entrata in vigore, richiedendo l’iscrizione
presso il Registro regionale.
Art.
6
(Norma finanziaria)
1. La presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Art.
1
(Finalità e oggetto)
1.
La Regione Calabria promuove misure di sostegno, valorizzazione e salvaguardia
in favore del patrimonio culturale regionale calabrese, in armonia con gli
obblighi internazionali e i vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario, con
la Costituzione e con i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica,
nel rispetto del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni
culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002,
n. 137) nonché in osservanza delle disposizioni dello Statuto regionale e delle
relative norme di attuazione.
Art.2
(La
Castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro, di San Donato di
Ninea e di Casali del Manco quale patrimonio culturale regionale)
1.
La Regione Calabria, nell’ambito delle politiche di cui all’articolo 1,
riconosce la Castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro, di San
Donato di Ninea e di Casali del Manco, celebrata annualmente nel Comune di
Fagnano Castello, nel Comune di Sant’Agata d’Esaro, nel Comune di San Donato di
Ninea e nel Comune di Casali del Manco, quale patrimonio culturale regionale da
sostenere, promuovere, valorizzare e salvaguardare.
Art.3
(Misure di salvaguardia, promozione e valorizzazione della
Castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro, di San Donato di
Ninea e di Casali del Manco)
1. La Regione Calabria, nei limiti delle disponibilità esistenti, può
concorrere alla promozione, valorizzazione e salvaguardia della Castanicoltura
di Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro, di San Donato di Ninea e di Casali
del Manco quale patrimonio culturale regionale, attraverso:
a) il sostegno a iniziative di studio e di ricerca sulla salvaguardia,
tutela e valorizzazione, concordate con la comunità di riferimento;
b) progetti specifici di salvaguardia, tutela e valorizzazione;
c) iniziative di carattere culturale, quali conferenze, mostre, convegni
e interventi coordinati con il mondo della scuola;
d)
la divulgazione dei caratteri e delle qualità che la connotano, mediante
attività di promozione televisiva, partecipazione a fiere ed eventi di
promozione culturale e turistica nazionali e internazionali, realizzazione di
documentari e filmati attinenti alla scoperta del territorio, degli usi e
costumi, delle tradizioni popolari e culturali legate all’evento.
Art.
4
(Comitato scientifico per la salvaguardia, la valorizzazione e la
promozione della Castanicoltura di Fagnano Castello, di Sant’Agata d’Esaro, di
San Donato di Ninea e di Casali del Manco quale patrimonio culturale regionale)
1. È istituito il Comitato scientifico per la salvaguardia, la
valorizzazione e la promozione della Castanicoltura di Fagnano Castello, di
Sant’Agata d’Esaro, di San Donato di Ninea e di Casali del Manco, che, per
l'espletamento dei propri compiti, si avvale delle strutture e delle risorse
umane dei dipartimenti competenti in materia di turismo, marketing territoriale
e cultura della Regione Calabria.
2. Il Comitato scientifico è composto da cinque membri scelti tra
personalità di indiscussa competenza e professionalità nelle materie oggetto
della presente legge, di cui tre sono designati dai Comuni di Fagnano Castello,
di Sant’Agata d’Esaro, di San Donato di Ninea e di Casali del Manco. La
partecipazione al Comitato scientifico è a titolo gratuito e senza rimborso
spese.
3. Il Comitato scientifico è costituito, entro sessanta giorni
dall’entrata in vigore della presente legge, con decreto del Presidente della
Giunta regionale e dura in carica cinque anni dalla nomina. Nella prima seduta
il Comitato scientifico nomina il presidente, scelto tra i suoi componenti.
4. Al Comitato scientifico è attribuito il
compito di dare attuazione agli interventi di cui all’articolo 3, nonché di
elaborare proposte di ulteriori attività non inserite tra quelle già
concordate.
Art. 5
(Norma
finanziaria)
1. Alla copertura degli oneri derivanti dall’attuazione della
disposizione di cui all’articolo 3, quantificati nel limite massimo di
20.000,00 euro per ciascuna annualità 2024, 2025 e 2026, si provvede con la
riduzione dello stanziamento del Fondo speciale per le leggi di parte corrente
disponibile alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) del bilancio di previsione
2024-2026.
2. Le somme indicate nel comma 1 sono contestualmente allocate alla
Missione 16, Programma 01 (U 16.01) dello stato di previsione della spesa del
bilancio di previsione 2024-2026.
3. Per gli esercizi successivi all’anno 2026, alla copertura degli oneri
si provvede, nei limiti delle risorse disponibili, in sede di approvazione del
bilancio di previsione.
4.
La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche allo
stato di previsione della spesa di bilancio di previsione 2024-2026.
Art.
1
(Finalità e oggetto)
1. La Regione Calabria riconosce la valenza delle attività di spettacolo
viaggiante, ne riconosce il ruolo di espressione della cultura popolare e di
aggregazione sociale e ne promuove lo sviluppo.
2. Ai fini di cui alla presente legge, sono considerate attività di
spettacolo viaggiante le attività spettacolari e i trattenimenti allestiti
mediante attrezzature mobili, all'aperto o al chiuso, individuate ai sensi
dell’articolo 4 della legge 18 marzo 1968, n. 337 (Disposizioni sui circhi
equestri e sullo spettacolo viaggiante).
3.
La Regione riconosce le attività di spettacolo viaggiante.
Art.
2
(Elenco regionale degli esercenti le attività di spettacolo viaggiante)
1. È istituito, presso la struttura regionale competente in materia di
spettacolo, che provvede alla sua tenuta secondo le modalità stabilite dalla
Giunta regionale, l’elenco regionale degli operatori di cui all’articolo 69 del
regio decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi
di pubblica sicurezza) che esercitano nel territorio regionale le attività di
spettacolo viaggiante.
2.
L’elenco è aggiornato annualmente e le sue risultanze sono pubblicate sul
Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
3
(Interventi di sostegno)
1. La Regione Calabria, ai fini della presente legge, nell’ambito degli
strumenti delle attività inserite nella programmazione turismo e cultura e nei
limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza
delle disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e
sussidiarietà, può sostenere gli esercenti le attività dello spettacolo
viaggiante inseriti nell’elenco di cui all’articolo 2 attraverso:
a) il sostegno per attività innovative, di ricerca e sperimentazione
delle nuove tecniche di intrattenimento;
b) il sostegno ai giovani operatori dello spettacolo viaggiante;
c) iniziative di carattere culturale, come conferenze, mostre, convegni
e interventi coordinati col mondo della scuola;
d) il sostegno per l’acquisto di nuove attrazioni, impianti, macchinari,
attrezzature e beni strumentali appartenenti all’elenco di cui all’articolo 4
della l. n. 337/1968 e per l’adeguamento delle attrazioni ai criteri di
sicurezza previsti dalla normativa vigente per le attività dello spettacolo
viaggiante.
2.
La Regione individua, con riferimento agli interventi di cui al comma 1, le
tipologie di spese ammissibili a contributo, i criteri per la assegnazione, le
modalità e i termini di presentazione delle domande e di rendicontazione delle
spese sostenute.
Art.
4
(Osservatorio sulle attività dello spettacolo viaggiante)
1. È istituito l’Osservatorio sulle attività di spettacolo viaggiante,
di seguito denominato Osservatorio, quale organismo di supporto per la
promozione e la definizione delle politiche regionali riguardanti le attività
di spettacolo viaggiante.
2. L’Osservatorio è costituito con provvedimento del Presidente del
Consiglio regionale della Calabria e rimane in carica per tre anni; la
partecipazione all’Osservatorio è a titolo gratuito e non comporta rimborso
spese.
3. L’Osservatorio svolge le seguenti funzioni:
a) promuove la sensibilizzazione della popolazione regionale sulle
attività previste dalla presente legge;
b) analizza le problematiche specifiche inerenti alle attività di
spettacolo viaggiante;
c) promuove progetti volti a uniformare le procedure di rilascio delle
concessioni di occupazione del suolo;
d) effettua il monitoraggio di esperienze significative nel territorio
regionale;
e) promuove studi per prevenire il fenomeno dell’abbandono di tali
attività;
f) promuove iniziative per il riconoscimento di forme di effettività del
diritto-dovere allo studio per i figli degli attrazionisti
viaggianti.
4. L’Osservatorio è composto:
a) dai dirigenti responsabili delle strutture regionali competenti in
materia di attività produttive, cultura e spettacolo, che assicurano le
funzioni di presidenza;
b) dal rappresentante segretario regionale della maggiore associazione
di categoria, individuabile attraverso la presentazione delle iscrizioni.
5. Alle riunioni dell’Osservatorio possono essere invitati, in relazione
alle tematiche trattate, esperti nelle materie all’esame dell’Osservatorio, che
partecipano a titolo gratuito e senza diritto a rimborso spese.
6. Le funzioni di segreteria sono svolte da un funzionario della
struttura regionale competente in materia di spettacolo.
7.
In fase di prima attuazione, l’Osservatorio è costituito entro novanta giorni
dall'entrata in vigore della presente legge.
Art.
5
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico della finanza regionale.
Il
Consiglio regionale
visto
l’articolo 121, comma 2, della Costituzione italiana, che prevede la
possibilità per i Consigli regionali di presentare proposte di legge alle
Camere;
visto
l’articolo 16, comma 2, lettera t) della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25
(Statuto della Regione Calabria);
visto
il proprio Regolamento interno;
vista
la proposta di provvedimento amministrativo n. 176/12^ di iniziativa del
consigliere regionale Mancuso, recante «Proposta di legge al Parlamento recante
"Proroga del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012,
n. 224”»;
preso
atto che la prima Commissione consiliare, nella seduta del 16 ottobre 2024, si
è determinata favorevolmente sul provvedimento in oggetto;
udito
il relatore, Consigliere De Francesco, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per
le considerazioni, motivazioni e finalità esposte in premessa, che qui si
intendono integralmente riportate:
- di
approvare la proposta di legge al Parlamento, recante: "Proroga del
termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224”», allegata
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
- di
dare mandato al Presidente del Consiglio regionale di inoltrare al Parlamento
la proposta di legge approvata.
Allegato alla deliberazione n. 335 del 20 novembre 2024
RELAZIONE DESCRITTIVA
La legge 5 febbraio 1992,
n. 122 recante "Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione
stradale e disciplina dell'attività di autoriparazione" e, in particolare
l'articolo 7, comma 2, lett. b), prevede che il responsabile tecnico deve aver
frequentato, con esito positivo, un apposito corso regionale teorico- pratico
di qualificazione, seguito da almeno un anno di esercizio dell'attività di
autoriparazione, come operaio qualificato, alle dipendenze di imprese operanti
nel settore nell'arco degli ultimi cinque anni.
La legge 11 dicembre 2012,
n. 224, entrata in vigore il 5 gennaio 2013, recante "Modifica
all'articolo 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina
dell'attività di autoriparazione", prevede, all'articolo 2, che le Regioni
e le Province autonome di Trento e di Bolzano adeguano i programmi e le
modalità di svolgimento dei corsi regionali, previa definizione di livelli
minimi comuni, mediante accordo in sede di Conferenza Stato-Regioni, sentite le
organizzazioni sindacali di categoria maggiormente rappresentative. In
particolare, con la legge 11 dicembre 2012, n. 224 sono stati modificati i
requisiti tecnici professionali concernenti l'attività di autoriparazione; in
particolare sono state accorpate le sezioni "meccanica e motoristica"
ed "elettrauto" nella nuova sezione della "meccatronica". A
seguito di tale modifica: le imprese che, alla data del 5 gennaio 2013, erano
già iscritte al Registro delle imprese sia per l'attività di meccanica -
motoristica che per l'attività di elettrauto sono state abilitate d'ufficio
alla nuova attività di "meccatronica"; mentre le imprese che, alla
data di entrata in vigore della legge, erano già iscritte nel Registro delle
imprese e abilitate alla sola attività di meccanica - motoristica o alla sola
attività di elettrauto potevano continuare a svolgere l'attività sino al 4
gennaio 2023. Successivamente, l'art. 22-ter del cd. Decreto milleproroghe
(D.L. 198/2022), convertito in legge n.14 il 24/2/23, ha prorogato di un anno
il termine per la regolarizzazione, pertanto, la data entro cui le imprese
avrebbero dovuto regolarizzarsi e quella del 5 gennaio 2024. Entro tale termine
le persone preposte alla gestione tecnica delle imprese sopra indicate
avrebbero dovuto estendere l'abilitazione all'intero settore della
Meccatronica, in via alternativa, tramite:
a) la
frequenza del preposto alla gestione tecnica agli appositi corsi integrativi di
formazione regionale limitatamente alle discipline relative all'abilitazione
professionale non posseduta (percorso di formazione ridotto a 40 ore);
b) la
rivalutazione del titolo di studio in possesso del preposto alla gestione
tecnica, riconosciuto come titolo culturale abilitante per la sola sezione di
meccanica-motoristica o elettrauto, ai fini dell'abilitazione alla nuova
sezione della Meccatronica.
Il Ministero dello Sviluppo
Economico, relativamente al passaggio tra la vecchia Legge n. 122/1992 e la
nuova disciplina, con Circolare n. 3703/C del 9 gennaio 2018 ha ribadito che il
legislatore statale attraverso tale normativa, ha inteso venire incontro alle
reiterate istanze giunte dalle associazioni di categoria miranti a consentire
una maggiore libertà di intraprendere iniziative imprenditoriali nel settore
della autoriparazione, specificando inoltre che tale spazio di operatività è
tuttavia limitato nel tempo (10 anni), ed e a favore esclusivamente delle
imprese già operanti nel settore - seppur limitatamente ad una o più sezioni di
cui all'art. 1, comma 3 della legge n. 122/1992 - alla data di entrata in
vigore della legge n. 224/2012, ed è condizionato al sostenimento di corsi di
qualificazione entro il termine suindicato di 10 anni.
Allo stato attuale, essendo
decorso il termine decennale, poi prorogato di un anno, sono tante le imprese,
non solo in Calabria ma in tutta Italia, a non essere riuscite, nel suddetto
arco temporale, prorogato al 5 gennaio 2024, ad adeguarsi alla norma statale;
ne deriva che il Responsabile tecnico, anche nella persona del titolare, socio
o amministratore, non potrà più abilitare l'impresa all'esercizio dell'attività
di meccanica-motoristica o elettrauto con la conseguenza che l'Ufficio del
Registro delle imprese ha già avviato il procedimento di divieto di
prosecuzione dell'attività di meccanica-motoristica o elettrauto esercitata.
La formazione del
responsabile Tecnico meccatronico delle autoriparazioni è, infatti, di
competenza delle Regioni e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, che
provvedono alla definizione degli standard dei percorsi formativi, nonché alla
programmazione e organizzazione dei corsi sulla base dei fabbisogni localmente
rilevati e nel rispetto degli elementi minimi comuni definiti dall'Accordo del
12 giugno 2014 approvato dalla Conferenza. Occorre, pertanto, venire incontro
alle esigenze lavorative e formative provenienti dai territori di riferimento,
al fine di consentire, non solo alla Calabria ma a tutte le Regioni e alle
Province Autonome di Trento e di Bolzano, di procedere alla riorganizzazione e,
quindi, all'implementazione delle specifiche attività formative già avviate per
la meccatronica delle autoriparazioni.
Tutto ciò premesso e
considerato, la presente proposta al Parlamento, propone di prorogare di un
ulteriore anno la scadenza del termine del 5 gennaio 2024, per venire incontro
alle esigenze provenienti dalle imprese già iscritte al Registro delle imprese
e operanti in tutto il territorio statale, al fine di consentire, in Calabria e
in tutta Italia, l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio
dell'attività di meccatronica. La proroga è, infatti, indispensabile per
consentire di sanare i ritardi nella organizzazione dei corsi regionali di
qualificazione e creare le condizioni idonee per l'adeguamento della
qualificazione degli autoriparatori. Nel frattempo, tutte le Regioni e le
Province Autonome di Trento e di Bolzano provvederanno a adottare l'immediata
adozione di indirizzi operativi omogenei per implementare su tutto il
territorio di riferimento la formazione professionale necessaria a coprire
tutte le richieste formative e rendere efficace l'ulteriore proroga del termine
per l'adeguamento dei requisiti richiesti per l'esercizio dell'attività di
meccatronica.
La
proposta si compone di un articolo volto a prorogare il termine di cui
all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224.
Relazione
tecnico - finanziaria
Dal
presente intervento di novellazione, avente carattere ordinamentale, non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio statale.
Proposta di provvedimento
amministrativo recante: «Proposta di legge al Parlamento recante "Proroga
del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224"»
Art.1
(Proroga
del termine di cui all'articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224)
1.
Al comma 2 dell’articolo 3 della legge 11 dicembre 2012, n. 224 (Modifica
all'articolo 1 della legge 5 febbraio 1992, n. 122, concernente la disciplina
dell'attività di autoriparazione), le parole: “per gli undici anni”, sono
sostituite dalle seguenti: “per i dodici anni”.
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso
che le “Culle per la vita”
permettono alle madri in difficoltà di lasciare il proprio neonato in completo
anonimato e nella certezza che riceverà cure e affetto;
devono essere collocate in
luoghi facilmente raggiungibili e dotate di riscaldamento e sistema di chiusura
di sicurezza;
devono essere collegate con
il servizio di pronto soccorso neonatale per beneficiare di un presidio di
controllo 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;
possono essere utilizzate
con facilità.
Rilevato
che attualmente la Calabria
è una delle cinque Regioni in cui non sono attive le “Culle per la vita”;
tenuto conto
che nonostante la normativa
offra la possibilità di partorire in ospedale senza lasciare le proprie
generalità, affidando il neonato alla cura dei sanitari e aprendo la strada
all’adozione, sono diversi i casi di neonati, di cui si ha notizia, che vengono
abbandonati nei cassonetti o in altri luoghi e che vengono ritrovati vivi o
morti, in condizioni igieniche e sanitarie, e questo vale anche per la madre,
tali da metterne seriamente a repentaglio la salute se non, addirittura la
vita;
questi episodi suscitano
commozione e pietà per le tante vite scartate e per le loro madri, anch’esse
vittime di una società che sempre più spesso le lascia sole ed indifese;
occorre pertanto farsi carico delle difficoltà delle donne.
Considerato
che non sempre una donna
che non desidera riconoscere il proprio neonato valuta la via dell'adozione,
spesso per timore di veder violato il proprio diritto all’anonimato; la “Culla
per la vita” rappresenta un’alternativa a gesti estremi di disperazione, offrendo
alla madre l’opportunità di lasciare il neonato con la certezza che in breve
tempo incontrerà persone e sanitari pronti a prendersene cura;
la “Culla per la vita” è
una possibilità di accoglienza e di vita non sempre nota alle donne, in
particolar modo alle donne in difficoltà per le condizioni economiche o di
emarginazione sociale;
si può anche stabilire,
come accade in altre Regioni, una sinergia tra strutture pubbliche e
associazioni e questo può contribuire a ridurre il costo umano e sociale;
la “Culla per la Vita” è un
prezioso presidio, a testimonianza di quale valore ha ogni singola vita per la
società, poiché i bambini non si possono “buttare via” e nel caso in cui la
madre si trovi in difficoltà tale da non poter accogliere il figlio, la società
intera deve aprire le braccia per accoglierlo e farlo crescere.
Tutto quanto sopra premesso
e considerato, il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta
regionale
ad assumere ogni iniziativa
utile all’istituzione del servizio di una “Culla per la vita” in ogni Struttura
Sanitaria calabrese dove sia presente un Reparto di Neonatologia e Pediatria,
affinché a tutte le mamme ed ai loro bambini siano assicurate le stesse
possibilità di accoglienza e vita;
a programmare sul
territorio calabrese una capillare campagna di informazione, che coinvolga
anche i Comuni, sulle “Culle per la vita”, affinché la conoscenza delle
possibilità garantite da questo servizio abbia la massima diffusione.
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che
l’ordinamento giuridico
vigente garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile e la
tutela della maternità;
nello specifico, la legge
consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’ospedale
in cui è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata
l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre
segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non
consente di essere nominata”.
Rilevato che
la donna all’interno
dell’ospedale pubblico viene accompagnata nella decisione di riconoscere o meno
il figlio nascituro, con l'opportunità di aderire a un progetto su misura.
Questo può prevedere la sua accoglienza in una struttura o in un contesto di affidamento
familiare, con il figlio neonato, nel caso in cui richieda del tempo per
decidere rispetto al riconoscimento. In tali casi alla donna deve essere
garantita un’assistenza adeguata con personale specializzato, per questo è
molto importante che tale accoglienza avvenga in una struttura ospedaliera
pubblica.
Considerato che
si stanno affermando in
quasi tutte le regioni italiane punti denominati “culle per la vita”, che
rappresentano dei “luoghi sicuri” dove depositare, in culle riscaldate e
monitorate elettronicamente, il neonato, ma senza alcun riscontro sulla salute
psicofisica della donna e, nel quadro sopra descritto, il parto in anonimato in
ospedale resta, dunque, lo strumento concreto per tutelare la salute della
madre e del bambino, nel pieno rispetto delle scelte della donna.
Tenuto conto che
diverse regioni e città
italiane, per prevenire il fenomeno dell'abbandono traumatico del neonato,
hanno promosso campagne informative sul parto in anonimato, potenziando i
servizi a tutela della donna in difficoltà e orientando gli ospedali più
specializzati a seguire il parto in anonimato;
per affrontare il fenomeno,
seppur sporadico, dell’abbandono del neonato è dunque necessario potenziare
l’informazione rispetto ai diritti e alle opzioni a cui la donna può accedere,
anche attraverso campagne informative.
Verificato che
il primo approccio alla
genitorialità consapevole, alla tutela della salute della donna e del bambino,
all’autodeterminazione responsabile delle donne, alla prevenzione rispetto alle
gravidanze indesiderate, è garantito nel nostro sistema sanitario nazionale dai
consultori;
che la legge 405 del 1975
ha istituito i consultori su tutto il territorio nazionale come servizio
d'assistenza alla famiglia e alla maternità, con accesso libero, diretto e
gratuito per tutte le cittadine e i cittadini, italiani o stranieri, residenti
o domiciliati sul territorio con particolare attenzione agli adolescenti;
che nei consultori
familiari operano (o dovrebbero operare) infermiere, ostetriche, assistenti
sanitarie, ginecologhe, assistenti sociali, educatrici, psicologhe e mediatrici
socioculturali in equipe multidisciplinare e in stretta collaborazione con i vari
servizi sociosanitari, socioassistenziali e del terzo settore presenti sul
territorio;
che prerogative essenziali
richieste all’operatore del consultorio sono la capacità di ascolto e la
capacità di sospensione del giudizio per permettere alle persone che si
incontrano di sentirsi accolte ed accompagnate in percorsi di scelta non sempre
facili;
che sono, dunque, i
consultori il luogo deputato per l’accoglienza delle donne che si trovino a
dover affrontare una gravidanza in situazioni complicate.
Appurato che
ad oggi si è
progressivamente disinvestito sui consultori, sia in termini di strutture, sia
di personale e di risorse, tanto da non poter più garantire il libero accesso,
fondamentale per un servizio a bassa soglia.
Tutto quanto sopra premesso
e considerato, il Consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta
regionale
a programmare sul
territorio calabrese una capillare campagna informativa sul parto in anonimato
e sui servizi di accoglienza, accompagnamento, prevenzione e informazione
rispetto alla genitorialità e alla salute riproduttiva delle donne. A
potenziare la rete dei consultori territoriali, in termini di risorse,
personale, strutture e orari di accesso.
Il Consiglio regionale
della Calabria
premesso che la legge 11
febbraio 1992, n. 157 "Norme per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio" dispone all'art. 6 comma 1, che:
“Le Regioni, sulla base di apposito regolamento, disciplinano l'attività di
tassidermia ed imbalsamazione e la detenzione o il possesso di preparazioni
tassidermiche e di trofei”; al comma 4 che: "Le Regioni provvedono ad
emanare, non oltre un anno alla data di entrata in vigore della presente legge,
un regolamento atto a disciplinare l'attività di tassidermia ed imbalsamazione
di cui al comma 1”.
Considerato che a distanza
di 32 anni tale regolamento non è stato ancora emanato e ciò rappresenta un
vuoto normativo che ha comportato l'impossibilità da parte di artigiani
regolarmente abilitati all'esercizio della tassidermia, di operare legalmente nel
territorio calabrese, costringendo gli stessi ad operare in altre regioni dove
detta attività è regolamentata; al tutto si aggiunga pure che l'auspicata
regolamentazione eviterebbe l'esercizio "in nero" e la violazione di
nome igienico-sanitarie.
Tenuto conto che la mancata
emanazione del regolamento regionale di attuazione della legge ha comportato,
unitamente ai disagi per la categoria, un mancato introito economico, seppur
per un mercato di nicchia, a vantaggio delle altre regioni.
Tenuto altresì conto che la
sapiente attività della tassidermia consente di riprodurre fedeli ricreazioni
naturalistiche dei più importanti ambienti della Calabria, dalla costa fino
all'alta montagna, all'interno di esposizioni museali che consentono ai visitatori
di osservare da vicino decine di specie animali che popolano gli straordinari
ambienti della regione Calabria immersi in un concentrato di natura e
biodiversità. E che tale attività museale si presta a visite guidate, attività
didattiche e percorsi escursionistici, offrendo una preziosa occasione per
conoscere e riscoprire la bellezza e la biodiversità di uno dei luoghi più
affascinanti del Mediterraneo.
Preso atto che lo strumento
regolamentare sia necessario per la disciplina organica della materia onde
consentire ai tassidermisti abilitati di richiedere ed ottenere regolare
autorizzazione all'esercizio della propria impresa artigiana, per la definizione
dell'attività di tassidermia, per la disciplina di requisiti per l'esercizio
dell'attività, in ordine alle procedure per l'autorizzazione e agli esami di
idoneità, nella definizione degli esemplari di cui è consentita la tassidermia
e l'imbalsamazione, in ordine agli obblighi di documentazione, registrazione e
conservazione, in ordine alla segnalazione, alla detenzione, alla disciplina
particolare dei musei, alle norme in materia di vigilanza, controlli e in
ordine alle sanzioni, e per ogni ulteriore aspetto procedurale utile e
necessaria alla regolamentazione dell'attività.
Preso inoltre atto che le
altre regioni italiane hanno da tempo provveduto a dare esecuzione alla Legge
11 febbraio 1992, n.157 con apposite Delibere di Giunta per l'emanazione del
regolamento regionale di cui all'art.6 comma 4 sopra richiamato.
Impegna la Giunta regionale
a provvedere a emanare il
"Regolamento dell'attività di tassidermia e di imbalsamazione della
detenzione e possesso di preparazioni tassidermiche e di trofei" in
attuazione dell'art.6 della legge n.157 del 1992 "Norme per la protezione
della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio" nonché
dell'art.4 della Legge regionale 9 maggio 1996, n. 70 "Norme per la tutela
e la gestione della fauna selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini
della disciplina programmata dell'esercizio venatorio".