XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 40
__________
SEDUTA Di giovedì 18 aprile
2024
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 12,14
Fine lavori h. 16,27
Presidenza del presidente Filippo
Mancuso
La seduta inizia alle 12,14
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Avviamo i lavori. Ha chiesto la parola la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo di inserire nei punti all'ordine del giorno la proposta di legge numero 192/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Straface e Graziano, recante: “Istituzioni del Parco naturale regionale Valle del Coriglianeto”.
Votiamo per l'inserimento della proposta della collega Straface.
Grazie, Presidente. Intervengo in merito alla richiesta di inserimento avanzata dalla collega Straface: credo che sia opportuno svolgere una riflessione perché si tratta di un provvedimento che riguarda una comunità interessata al voto, che è quella di Corigliano-Rossano, dove la candidata a Sindaco è la collega, consigliere Straface. Andrei cauto in questi due mesi per evitare strumentalizzazioni o polemiche di ogni genere. Se poi volete inserire questo provvedimento, votiamo, ma mancano i due terzi (2/3) dei consiglieri per poterlo richiamare in Aula.
Non ho capito.
Votiamo per inserire all'ordine del giorno la proposta a firma della collega Straface.
(Interruzione fuori microfono)
Perché il voto per appello nominale? Voto palese, forza! Perché appello nominale?
(Interruzione fuori microfono)
Lo dice lei: appello nominale! Non abbiamo mai votato per appello nominale per inserire un provvedimento all'ordine del giorno.
Contiamo se ci sono i 18 voti.
(Interruzione fuori microfono)
No, ci vogliono 18 voti dell'Aula, collega, mi dispiace.
Favorevoli all'inserimento ci sono 18 voti: 17 della maggioranza e uno del consigliere Laghi. La proposta è iscritta all'ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il collega Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto lei, i colleghi, il Presidente della Giunta e gli assessori.
Le volevo chiedere, Presidente, per l'economicità dei lavori, in modo da discutere poi con calma gli altri punti all'ordine del giorno, se fosse possibile mettere ai voti dell'Aula l'anticipazione del dibattito sull'autonomia differenziata e discuterlo ora come primo punto dell'ordine del giorno. Quindi chiedo un’inversione dell’ordine del giorno. Grazie, Presidente.
Votiamo per l'inversione dell'ordine del giorno, quindi per mettere al
primo punto il dibattito sull'autonomia differenziata. Pongo ai voti la
richiesta di inversione dell’ordine del giorno. È approvata.
Partiamo con il dibattito sull'autonomia differenziata. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Iacucci. Ne ha facoltà.
Ci tengo a dire che i tempi sono contingentati; quindi, rimaniamo nei dieci
minuti di intervento. Il collega Iacucci avrà, su mia autorizzazione, cinque
minuti in più, perché interviene a nome del gruppo più importante
dell'opposizione. A lei la parola.
Grazie, Presidente.
Per prima cosa vogliamo ringraziare il presidente Mancuso per aver inserito
all'ordine del giorno, su nostra richiesta, la discussione che, oggi, facciamo
in Aula.
Caro presidente Occhiuto, oggi le tocca accettare, come dicono quelli
che ci sanno usare le parole in forma evocativa, che quest'Aula deve prendere
atto, definitivamente, che il ministro Calderoli è stato più coerente di lei
sulla vicenda dell'autonomia differenziata, il più coerente di tutti, il più
lineare, il più saggio, il più furbo, il più politico e infine anche il più
cinico. Non nutriamo presunzione tale da dire, oggi, che lei ci è cascato per
colpa o per dolo, se c'è il dolo dietro, cioè se lei lo ha fatto appositamente
a finire nella trappola di Calderoli non ha certo reso un bel servizio ai
calabresi e ai meridionali in genere. Se invece c'è cascato - che dire?! -
allora il giudizio ai calabresi, con la responsabilità di scegliere
diversamente la prossima volta, la prima volta possibile in cui saranno
chiamati alle urne. Perché, presidente Occhiuto, per noi scegliere tra un
governatore che si fa gioco dei calabresi al tavolo del Nord e uno che, invece,
rischia di passare per ingenuo non è facile per niente, perché una ipotesi è
peggio dell'altra per i calabresi. Lontani, lontanissimi i tempi in cui era lei
a schernire cinicamente la minoranza e a deridere, sostanzialmente, questa
Assemblea; della serie: “Io sono io e voi non siete…”. Ci ha fatto credere o
avrebbe voluto farci credere - non ci abbiamo mai creduto - che sarebbe stato lei a dirigere le operazioni politiche nazionali,
facendo saltare o comunque ballare, a suo piacimento, il tavolo dell'autonomia
differenziata. Con la complicità anche nazionale del suo partito e di certa
stampa locale e nazionale, a lei mai ostile, ci ha fatto raccontare che era in
campo persino una contromossa di Forza Italia a difesa del Sud e della
Calabria.
Tutto inutile, tutto finto, tutto, in ogni caso, politicamente senza
alcun senso, perché la Lega e il ministro Calderoli andranno all'incasso
sull'autonomia differenziata e ci andranno consentendo a Salvini di esibire, in
campagna elettorale europea, lo scalpo del Sud al tavolo del grande Nord. Lei
questo lo sa benissimo, caro presidente Occhiuto, lo sa molto bene, perché ad
ognuna delle forze politiche di maggioranza di Governo nazionale deve essere
consentito di esibire un trionfo al proprio elettorato di riferimento: la Lega
deve esibire la divisione egoistica del Paese, deve riconquistare il Nord;
Fratelli d'Italia il premierato tanto caro a Giorgia Meloni e il partito del presidente
Occhiuto, Forza Italia, la riforma della giustizia. Uno scalpo a testa, caro presidente
Occhiuto, a danno dei cittadini italiani.
Solo quello che avete permesso di esibire alla Lega di Salvini e
Calderoli, l'autonomia differenziata, è davvero troppo, ma troppo pesante per
le conseguenze economiche, sociali e civili del Sud e della Calabria, per
l'Italia tutta. Una riforma destinata a distruggere il tessuto democratico del
Paese che consegnerà il Mezzogiorno alla disperazione sociale.
Di questo, anche di questo, dovrà dar conto ai calabresi.
Lei continua, anche adesso, con il suo ormai inutile tentativo di
emendamento che alla fine è diventato un fantasma, a illudersi che qui abbiamo
tutti l'anello al naso. Volevate presentare un emendamento predefinito, che
definiamo coda di paglia, che spinto da tattiche elettorali doveva tendere non
a cambiare la sostanza della legge, ma a rinviare il voto finale della legge
stessa a dopo le elezioni, cercando di appiccicarvi addosso una verginità che,
assolutamente, non potete permettervi.
Il vostro scopo, il suo unico scopo, caro presidente Occhiuto, è
illudere e ingannare i calabresi.
La verità invece, l’unica verità, è che lei e la sua forza politica siete
totalmente complici della svendita della Calabria e del Mezzogiorno alla
politica egoistica, miope e antistorica del Nord, perché ormai lo studiano pure
nelle scuole secondarie che senza lo sviluppo del Sud anche il Nord soffrirà.
Un Nord a trazione leghista, razzista, accarezzato dalla forza politica che da
quarant'anni lavora per raggiungere principalmente questo risultato.
Di che grave colpa vi state macchiando, presidente Occhiuto, lei e la
sua forza politica, responsabili perché complici di una coesione sociale del
Paese che andrà in frantumi?! Neanche due mesi fa sulla stampa nazionale lei ha
dichiarato che l'autonomia differenziata, questa autonomia differenziata,
porterà vantaggio alla Calabria.
Oggi lo possiamo dire con forza, caro Presidente, c'è di che vergognarsi
per queste affermazioni e a poco serve, oggi, mostrare lacrime di coccodrillo
con quel fallito tentativo di emendamento elettorale, minacciato, sbandierato
sulla stampa nazionale e locale, ma mai presentato e, anche in questo caso,
molto probabilmente, fatto saltare dalla Lega e dagli altri partiti di Governo
succubi della Lega e che avrebbe rappresentato solo l'ennesima presa in giro
per quest'Aula, per i calabresi e per i meridionali tutti. Perché i LEP, i
livelli essenziali di prestazione sono nelle mani del Governo e del ministro Calderoli.
Inutile prendere ancora in giro tutti noi, caro Presidente. Vedere cammello,
firmare la riforma - lei, divertito, ama ripeterlo spesso - non regge più. Lei
il totale dei LEP finanziati alla Calabria non lo avrà mai in mano prima
dell'applicazione della riforma, per la semplice ragione che non ci sono i
soldi assegnati alla legge e alla Calabria. È esattamente il contrario, caro
presidente Occhiuto: prima la firma della riforma e poi vi diciamo se e quanti
soldi toccheranno alla Calabria sotto forma di LEP. L'assegnazione del
finanziamento non c'è, non può esserci, non c'è calcolo del gettito, al momento
la riforma è a spesa invariata.
Lei e la sua forza politica state firmando una cambiale mortale, al buio,
per la Calabria e di questo ne dovrà dar conto prima o poi. La Lega non
accetterà mai di modificare o ritirare questo testo di legge, altrimenti andrà
via dal Governo e tornerete, prima del previsto, tutti a casa.
Questa è la verità! Siete sotto ricatto e sotto umiliazione politica e
anche i LEP sono e resteranno sotto schiaffo, addirittura secretati.
Del lavoro della Commissione Cassese nulla è dato sapere tranne la
notizia di dimissioni di illustri giuristi. Una vera e propria vergogna, caro Presidente.
Davvero a poco serve minacciare emendamenti, i giochi sono ormai fatti, inutile
è l'appello disperato dei vescovi, caro Presidente Occhiuto, un grido di dolore
per la tenuta sociale e civile della Calabria e del Mezzogiorno. per un
allargamento delle differenze che possono far cadere in un particolarismo
istituzionale.
Come ha ricordato monsignor Giuseppe Baturi, Arcivescovo
di Cagliari e Segretario generale della CEA e ancora, con grande forza, i
vescovi calabresi, darà forma istituzionale agli egoismi territoriali della
parte più ricca del Paese, amplificando e cristallizzando i divari territoriali
già esistenti con gravissimo danno per le persone più vulnerabili e indifese.
Mi appello ai cattolici, non solo in questa Assise ma anche al Governo,
perché ascoltino il grido di allarme lanciato dalla Chiesa e non cadano nella
peggiore ipocrisia che si drammatizza anche nelle parole di Papa Francesco:
essere dalla parte dei più deboli solo a parole.
Per non dire dell’ANCI, a proposito delle ricadute sulla sanità,
soprattutto della nostra disgraziata sanità, si legge, testualmente, dall’ANCI,
che “l'autonomia differenziata si abbatterà sulla realtà, rubando soldi alla
Calabria per il 40%, alla Campania per il 38%, alla Puglia per il 37%” e tutto
questo entro il 2027. Un disastro che costringerebbe i cittadini del Sud a lasciare
la propria casa per potersi assicurare delle cure.
Ma come è stato possibile accettare una cosa del genere, presidente Occhiuto?
Come ha fatto a rendersi responsabile, responsabile e complice dell'omicidio
del Mezzogiorno e della Calabria?
Noi, al suo posto, non l'avremmo mai consentito, anche a costo di
rompere, per davvero e non per finta, con un Governo nazionale da cui dipende e
a cui probabilmente aspira. Certo, il regionalismo, così come l'abbiamo
conosciuto fin qui, ha fatto il suo tempo, lo abbiamo già detto in più occasioni;
certo, la riforma del Titolo V della Costituzione - c'era anche il mio partito
- non è stata il massimo, perfettibile era e rimane, ma occorreva più prudenza.
Diciamolo francamente: è stata fatta male la riforma, ma la vera analisi
è quella della riforma del Titolo V. Per passare all'autonomia differenziata di
Calderoli, violando la Costituzione di fatto e di diritto, ce ne vuole, ci
passa la civiltà di mezzo. Perché Calderoli è stato il più furbo, il più
coerente, caro Presidente, certamente più di lei e del suo partito. In nome del
dio Po ha seguito da quarant'anni una linea e oggi incassa, non più sbattendo contro
un muro, una riforma costituzionale che, infatti, non è mai passata, ma
gettando in pista una legge ordinaria che riforma, di fatto, la Costituzione,
minando alla base la tenuta sociale e democratica del Paese. Ha girato dalla
porta di servizio Calderoli e lo ha potuto fare proprio perché accompagnato da
alleati disattenti e, come minimo, non in linea con le aspettative o
addirittura complici, come complici sono stati i parlamentari di centro destra
del Mezzogiorno che hanno supinamente, con codardia, votato a favore.
È il programma di sempre della Lega: revisione in chiave economica delle
macroregioni dell'ideologo professor Miglio. Calderoli e la Lega hanno cambiato
mille spartiti per suonare sempre la stessa musica, quella dell'autonomia del
Nord: definire i LEP senza finanziarli, intese singole regione per regione. La
Legge permette ad invarianza di spese le pre-intese senza finanziarle, utilizzando
il famoso residuo fiscale che per le Regioni ricche è sufficiente. Questo è quello
che dice, senza ombra di dubbio, l'articolo 4 del disegno di legge Calderoli. L'autonomia
differenziata taglierà, ancora di più, le risorse per la sanità in Calabria,
già in pesante affanno, con contratti per il personale, anche per la pubblica
istruzione, differenziati, ripristinando le gabbie salariali, che con la
conquista del contratto nazionale erano state eliminate.
Una disgrazia, presidente Occhiuto.
Non finiremo mai di chiederglielo: ma come ha fatto a rendersi
protagonista e complice?
Per citare una sua intervista di un paio di mesi fa, su la Verità,
immagini lei quel treno a tre vagoni, certo che si rischia che il primo vagone,
quello dell'autonomia differenziata, arrivi puntuale alla stazione e gli altri
due vagoni, quello con il finanziamento dei LEP e quello del fondo perequativo
- voglio ricordare che il Governo Conte due e il governo Draghi avevano
inserito in finanziaria il Fondo perequativo per 4,6 miliardi all'anno, il
governo Meloni lo ha cancellato - finiscono in un binario morto.
Eppure, le avevamo proposto di discutere in Aula fin dall'inizio, lei,
invece, è andato diritto e sordo per la sua strada e ha dato parere favorevole
all'autonomia differenziata in Conferenza delle Regioni, senza coinvolgere
nessuno, senza ascoltare nessuno, senza chiedersi se fosse necessario mettere
assieme le forze politiche della sua regione. Oggi si è accorto - fa finta -
del grave danno e l'allarme dei vescovi deve averla svegliata, troppo tardi però,
la frittata è fatta.
La sua linea è persino controproducente! Presidente Occhiuto, esca da
questa ambiguità che fa solo perdere prestigio alle istituzioni. Il suo
atteggiamento rischia di essere politicamente pilatesco, opportunistico e
bipolare, le sue prese di posizione arrivano tardi, non sortiscono nessun
effetto e rischiano solo di essere uno sfogo e di indebolirla. È chiaro che la
sua posizione è fortemente minoritaria e isolata. È dell'undici aprile scorso
la chiara presa di posizione del gruppo regionale di Forza Italia del Veneto e
del coordinatore Tosi che dicono: “L'autonomia la vogliamo più della Lega”.
Occorrerebbe un segnale di vera e propria guerra nei confronti del
Governo nazionale, ma capiamo bene, anzi non capiamo affatto, che, forse, lei
non lo farà mai, perché troppo attratto da tatticismi e da personali ambizioni
di potere. Non si metterà mai per davvero contro il Governo nazionale a trazione
settentrionale. Se invece è sinceramente preoccupato, come lo siamo tutti noi,
è arrivato il momento di unirci in una battaglia comune per difendere la
Calabria e i calabresi che vi hanno votato.
Noi siamo a disposizione, come sempre, se decidesse di fare la cosa
giusta con iniziative forti e unitarie. Noi faremo e continueremo a fare la
nostra battaglia fino in fondo.
Lei, presidente Occhiuto, sicuramente, parlerà per ultimo e parlerà di
più, la prego, ci risparmi la sua ennesima lezione di populismo e supponenza, non
ne sentiamo il bisogno. Scenda dal piedistallo, venga tra i comuni mortali,
risponda alle nostre domande, alle domande dei preoccupati cittadini calabresi,
delle forze sociali, di tante associazioni, della Chiesa; lei, che è un fervente
cattolico come il mio capogruppo, faccia il suo dovere che è quello di
difendere gli interessi della Calabria e dei calabresi. Se lo fa, come dicevo,
noi ci saremo, altrimenti dovrà darne conto ai calabresi, ai figli di questa
terra, di questa terra tradita per l'ennesima volta. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Crinò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. A distanza di un anno si torna sul tema, ed ora come
allora vi è la positività del contraddittorio che, finalmente, ha fatto
evaporare la prima accusa mossa dalle opposizioni, quella di voler far passare
la legge sotto silenzio. Purtroppo, ancora resiste la posizione, evidentemente
ideologica e pertanto non condivisibile, di una parte dell'opposizione. C'è chi
dice che l'autonomia serva soltanto al Nord, escludendo a priori, anche solo in
astratto, l'utilità per il Sud in relazione alla riduzione del gap territoriale.
C'è chi dice che la riforma spaccherà in due l'Italia, come se non fosse già
divisa da divari territoriali, sempre più difficili da colmare e sempre più
insostenibili, e come se le riforme del PNRR non dovessero servire, in primo
luogo, per ridurre le diseguaglianze tra il Sud e il Nord, tra il centro e le
periferie.
Per riportare il dibattito ad un principio di realtà, è giusto ricordare
che il processo di autonomia era stato già avviato dal Governo Gentiloni nel
febbraio 2018, in una versione che conteneva disposizioni per il Mezzogiorno
non molto dissimili da quelle attuali ed oggi migliorate grazie al lavoro
svolto anche dalle opposizioni in sede di Commissioni. Noi diciamo che delegare
alcune funzioni alle Regioni è giusto ed ha un senso, perché l'autonomia può
essere una opportunità di crescita anche per il Sud; dipende dalla capacità di
governare, dipende dalla fame di riscatto, dipende dalla voglia di correre,
come ci ricordano diversi giuristi illuminati. Ciononostante, non nascondiamo
che la proposta del Governo, proprio per la sua rilevanza, meriti una
discussione più approfondita e funzionale all'equilibrio territoriale, senza
che la stessa possa risolversi a danno di una parte rispetto all'altra.
Grazie al lavoro dei nostri riferimenti politici nazionali ed anche alla
responsabilità dell'opposizione, la versione del 2018, che includeva vincoli
pregiudizievoli per il Mezzogiorno, è stata affinata. Ciò significa che
l'approfondimento, il confronto politico consente e consentirà di raggiungere
il giusto equilibrio, nonché di evitare cortocircuiti, istituzionali e delle
disposizioni.
L'urgenza, soltanto presunta, di definire le cose non può e non deve
oscurare il confronto democratico su un tema condivisibile ma altrettanto
delicato. L'identificazione, ma soprattutto il valore, la garanzia uniforme dei
LEP merita l'approfondimento parlamentare anche alla luce dell'enunciato di
invarianza della spesa pubblica. Ciò vuol dire che devono essere le Regioni
titolari delle intese a dover individuare le risorse per garantire i LEP
attraverso il gettito di uno o più tributi locali che verranno trattenuti nei
territori. Serve un dibattito approfondito per evitare che le regioni che hanno
un tessuto economico e sociale più avanzato e producono un maggior gettito
tributario possano avere maggiori possibilità di garantire i LEP utilizzando i
propri tributi, mentre quelle con un'economia arretrata, dove l'economia locale
non ha grandi gruppi industriali o insediamenti produttivi e il gettito
tributario è composto dalle imposte pagate dalle famiglie e dalle piccole
imprese possano avere a disposizione risorse ridotte per garantire i LEP. Serve
un dibattito approfondito anche in relazione alle materie non menzionate
nell'articolo 3, comma 3, del disegno di legge, per evitare che solo le regioni
settentrionali possano avere ulteriori chance di crescita, col rischio
di frustrare le aspettative di quelle meridionali.
Ed allora è doveroso raccogliere la sfida, perché uno Stato a due
velocità già esiste, pur senza autonomia differenziata. La via d'uscita può
essere trovata trasformando ciò che appare un problema in una virtù, ma è
chiaro che l'approdo al progetto autonomista non può non passare da quel
doveroso approfondimento che consentirà, nel rispetto dell'unità nazionale, di rimuovere,
effettivamente, le discriminazioni e le disparità di accesso ai servizi
essenziali. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso. Nel mio intervento non voglio ripetere, più
o meno, le stesse cose che ci raccontiamo da diversi mesi sui LEP e sul
criterio della spesa storica. Vorrei rivolgermi ai miei colleghi, sia di
maggioranza sia di opposizione, e al presidente Occhiuto che da diversi mesi
sta ripetendo l'affermazione “no money, no party” e vorrei parlare col presidente
Occhiuto, oggi, nel mio intervento, proprio dei money, cioè dei soldi. Reputo i
componenti di quest'Aula delle persone serie e vorrei, appunto, parlare un po’
dei money, dei fondi, dei soldi a disposizione nel bilancio dello Stato
e di quanti soldi ci vogliono per realizzare i livelli essenziali delle
prestazioni. Presidente Mancuso, ho fatto un po’ di ricerche e, negli ultimi 5
anni, i finanziamenti nelle manovre di bilancio di tutti i Governi, compresi
quelli che non fanno parte di questa maggioranza di Governo attuale a livello
nazionale e regionale, hanno stanziato: nel 2019, 32 miliardi il Governo Conte
uno; nel 2020, 30 miliardi il Governo Conte due; nel 2021, 40 miliardi il Governo
Conte due; nel 2022, 32 miliardi il Governo Draghi; nel 2023, 35 miliardi il Governo
Meloni; nel 2024, 24 miliardi il Governo Meloni. Secondo i calcoli il
finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni, dati Svimez non di Davide
Tavernise, costerebbe almeno 82 miliardi di euro, cioè l’equivalente dei fondi
stanziati nelle ultime quattro manovre di bilancio. Se pensiamo che questo Governo,
a livello nazionale, sta avendo delle difficoltà per il rinnovo del taglio al
cuneo fiscale, presidente Mancuso, che costa solo 15 miliardi di euro, penso
che, oggi, parlare di LEP sia soltanto una forma di distrazione nei confronti
dell'opinione pubblica, perché tutti quanti sappiamo, compreso il presidente Occhiuto
- mi sembra l'abbia detto in una dichiarazione - che i fondi per l'attuazione
dei livelli essenziali delle prestazioni non ci sono. Quindi se non ci sono i
fondi per l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni tutti siamo
d'accordo sul fatto che l'autonomia, soprattutto alle regioni del Sud e quindi
alla Calabria non conviene e, poiché non ci sono i soldi, non conviene attuare
questa autonomia differenziata.
Penso che, oggi, in Consiglio regionale, maggioranza e opposizione -
siamo tutti rappresentanti di diversi territori ma della stessa regione - unite
debbano, sì, richiedere i LEP, anche perché sono inseriti, dopo un emendamento
di Fratelli d'Italia, nel disegno di legge, ma uniti - mi auguro che lo faccia
soprattutto il presidente Occhiuto nella sua dichiarazione finale - dobbiamo
dire no all'autonomia differenziata.
Dobbiamo dire no all'autonomia differenziata anche perché, presidente
Occhiuto, sono anche molto preoccupato anche se si dovessero trovare i soldi;
già ho detto che, secondo me, è impossibile, alla luce dei dati che abbiamo rispetto
alle ultime manovre di bilancio. Anche quando sono stati definiti LEA in campo
sanitario non abbiamo visto, comunque, presidente Occhiuto, delle migliorie.
Sono molto preoccupato perché è vero che Forza Italia ha un'identità e
una storia politica diversa rispetto a quella della Lega, sicuramente anche
differente rispetto ai miei colleghi di maggioranza della Lega, perché sono
convinto che amiate molto di più la vostra regione che il vostro partito di
appartenenza, però, presidente Occhiuto, lei insieme al governatore Schifani,
insieme al prossimo governatore della Basilicata, insieme al governatore della
Campania, insieme al governatore della Puglia, senza guardare le bandiere di
partito, vi dovete unire e far capire alla Lega, soprattutto perché la Lega ha
una storia politica avviata con la parola secessione, poi trasformata in federalismo
e ora chiamata autonomia differenziata.
Quindi, presidente Occhiuto, confido in lei, al di là della frase “no
money, no party” perché i money non ci sono e quindi non ci sarà neanche
il party. Mi auguro davvero da parte sua che a livello nazionale si
difenda e difenda, realmente, la nostra regione, poiché non possiamo più
permetterci un'Italia a due velocità o, addirittura, due Italie.
Utilizzate, presidente Occhiuto, così come ha detto tempo fa sul ponte,
quelle che sono le urgenze e le necessità della nostra regione. Non va bene il
ponte se non ci finanziano la Strada Statale 106, se ricordo sono dichiarazioni
sue. Va bene questo tipo di impostazione, poi lasciamo stare che per la Strada
Statale 106 vengono finanziati tre miliardi per 300 km, ce ne vogliono più di
10, e per 3 km ne vogliono stanziare 15 o addirittura qualcuno dice 20, però,
questo, secondo me, è il metro di giudizio che lei, presidente Occhiuto, se mi
posso permettere, deve utilizzare e, dopodiché, se, invece, si trovano, presidente
Mancuso, questi 80 miliardi di euro per i LEP - ripeto che non si troveranno -
dobbiamo, poi, far sì che, una volta definiti i livelli essenziali delle
prestazioni, questi siano realmente distribuiti, ben distribuiti,
nell'interesse della nostra regione e nell'interesse dei cittadini calabresi
che rappresentiamo. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Cari
colleghi, oggi, ci apprestiamo a sostenere un dibattito su un tema, l'autonomia
differenziata, che – è inutile negarlo – determinerà le sorti del nostro
contesto regionale in maniera significativa.
La seduta di oggi è, dunque,
estremamente importante. Ritengo che il disegno di legge Calderoli sia una
grande opportunità di cambiamento per il sud Italia e, dunque, anche per la
nostra Calabria.
Il disegno di legge
stabilisce che gli accordi tra lo Stato e le Regioni possono avere una durata
massima di dieci anni. Al termine, l'Intesa si rinnova autonomamente, a meno
che la Regione faccia una diversa richiesta. Ciò significa che questa
Amministrazione per stabilire l’Intesa con lo Stato giocherà un ruolo
determinante e unico, scriverà la storia e il futuro della Calabria e
determinerà i modi, i mezzi e gli strumenti per il traghettamento verso
l'eliminazione del gap territoriale e la fine dell'Italia a due velocità.
I tempi
dell'assistenzialismo sono, dunque, ormai definitivamente conclusi: non
ritorneranno e non possiamo in alcun modo rimpiangerli! Non sarebbe né utile né
dignitoso. Non possiamo bussare alle porte romane con il cappello in mano e, poi,
chiedere dignità per la nostra amata terra.
Occorre dimostrare a tutti
che noi calabresi siamo in grado di essere positivi artefici del nostro destino,
sempre nel rispetto dei princìpi costituzionali di solidarietà e sussidiarietà,
ma senza subalternità o, peggio ancora, complessi di inferiorità.
Ovviamente, occorre
ragionare con lucidità e approfondire bene le varie sfaccettature di un
percorso che sarebbe veramente innovativo per il sistema Paese. Occorre analizzare
bene ogni punto di vista e ogni possibile conseguenza al fine di elaborare il
miglior strumento possibile. I calabresi non hanno e non devono avere complessi
di inferiorità verso nessuno. Noi vantiamo tantissime risorse che potrebbero
essere ancora più convenienti e vantaggiose per la Calabria se fossero oggetto
di Intesa: dal porto di Gioia Tauro all'energia rinnovabile, allo Stretto di
Messina, ai 789 km di coste e alle bellezze artistiche e naturali che ci invidiano
in tutto il mondo.
Riuscendo a considerare
anche queste materie oggetto d'Intesa, la Calabria ci guadagnerebbe sempre, non
dimenticando mai che prima dobbiamo mettere i nostri cittadini, dal primo
all'ultimo, in condizione di godere degli stessi diritti degli altri italiani.
Del resto, le funzioni
statali, con relative risorse umane, strumentali e finanziarie, concernenti
materie o ambiti di materie riferibili ai LEP, possono essere trasferite
secondo le modalità e le procedure di quantificazione individuate dalle singole
Intese Stato-Regioni, soltanto dopo la determinazione dei medesimi LEP e dei
relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese disponibili
nella legge di bilancio.
Qualora dalla
determinazione dei redditi derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
pubblica, si potrà procedere al trasferimento delle funzioni solo
successivamente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento
delle risorse finanziarie volte ad assicurare i medesimi livelli essenziali
delle prestazioni sull'intero territorio nazionale, comprese, quindi, le Regioni
che non hanno sottoscritto le Intese. Ciò al fine di scongiurare disparità di
trattamento tra Regioni, coerentemente con gli obiettivi programmati di finanza
pubblica e con gli equilibri di bilancio, nel rispetto di quanto previsto in
tema di perequazione infrastrutturale (articolo 9 del DDL) e della legge di
bilancio per il 2023, a proposito del calcolo del fabbisogno standard.
Consideriamo, inoltre, che
l'esperienza di altri ordinamenti dimostra che l'autonomia differenziata può
produrre effetti benefici nella riduzione dei divari; basti esaminare l'esempio
della Spagna, in cui sono presenti forme di regionalismo asimmetrico o
differenziato tra le Comunità autonome, da cui è derivata una significativa
riduzione delle sperequazioni in precedenza esistenti.
Anche il Consiglio d'Europa,
del resto, attraverso il proprio Congresso dei poteri locali e regionali, ha,
di recente, manifestato apprezzamento per il processo di autonomia
differenziata e ricordato che “l'introduzione del concetto di autonomia
differenziata per le Regioni ordinarie dà diritto a misure di perequazione e
può ridurre lo scarto di bilancio tra le regioni ordinarie e speciali” e che “il
sistema di perequazione è stato migliorato sulla base della stima dei propri
bisogni standard e della capacità di bilancio” (vedi monitoraggio
dell'applicazione della Carta europea dell'autonomia locale in Italia, Raccomandazione
503 (2024), approvata il 26 marzo 2024).
Come si può ben vedere, dunque,
esistono già alcune forme di garanzia per le Regioni storicamente più deboli,
ma, a scanso di equivoci, lo voglio ribadire ancora una volta: l'autonomia
senza aver garantito i LEP non può e non deve partire. Del resto, questa
posizione è stata espressa con grande nettezza dal presidente Occhiuto già da
diverso tempo ed è giusto che di questo tutti gliene rendano merito.
Per quanto riguarda il Gruppo
Lega, ribadisco ancora una volta che nessuno sarebbe mai disposto a spendere o
sacrificare gli interessi della Calabria e delle Regioni del Sud. Per il resto,
però, dobbiamo essere noi artefici del nostro destino. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Affrontare
il dibattito sul tema dell'autonomia differenziata è particolarmente complesso
perché vi sono delle questioni di merito molto tecniche che richiedono,
ovviamente, una discussione particolarmente attenta ed equilibrata che
coinvolge diversi profili, innanzitutto, giuridici.
Oggi, però, stiamo facendo
una discussione politica sull'autonomia differenziata ed è ovvio che le prime
domande che mi pongo sono perché questo tema arrivi in Aula in questo momento, quali
siano, poi, le conseguenze del dibattito odierno e a cosa serva questa
discussione, visto e considerato che le posizioni di maggioranza e di
opposizione sono, ovviamente, diverse.
Ritengo che sia un tema
centrale di questa consiliatura – lo ebbi ad esprimere nel mio primo intervento
in questa Assise – e penso che oggi il presidente Occhiuto abbia una difficoltà
grande ed evidente perché ha la consapevolezza di quello di cui stiamo
distinguendo e, ovviamente, di essere, nello stesso tempo, il Presidente della
Regione Calabria ma anche uno dei principali leader di un Partito di governo,
che governa assieme alle forze che in questo momento stanno portando avanti
questa legge e questa prospettiva di riforma.
Credo che vivano
intimamente questa contraddizione e questa difficoltà. Non posso fare una
interpretazione dei suoi sentimenti, però mi sembra che, dal dibattito di
questi giorni, ma anche dei mesi precedenti, abbia sempre voluto rivendicare
una sorta di terza posizione tra chi è a favore, chi è contro e chi, invece, cerca
di aprire dei distinguo.
Penso che questa sia una
posizione difficilmente sostenibile – lo dico con molta chiarezza, Presidente, –
perché qui non si tratta di avere un'opportunità, come lei ha più volte detto.
L’autonomia differenziata è un danno per le Regioni meridionali, è una partita
truccata in partenza, è una legge truffa da cui non può derivare nulla di buono
per i territori che sono rimasti indietro e che sono indietro in questo Paese.
Di questo più o meno è
consapevole tutta la classe politica meridionale, solo che anche qui ci sono
delle divaricazioni di pensiero: c’è chi pensa che agitando lo spauracchio dei
LEP questa riforma non possa mai venire alla luce – e sono tanti anche esponenti
del centrodestra che pensano che questa sia una manovra spot, ma che,
poi, mettendo dei paletti così stringenti, di fatto, non si arriverà mai al
dunque di una riforma in tal senso – ma ci sono anche quelli come me che
ritengono che questa proposta di legge vada contrastata senza se e senza ma, senza
terze posizioni.
Qui c'è solo una posizione
da sostenere che è quella di netta contrarietà rispetto a un processo
riformatore che cristallizzerà le differenze e i ritardi di alcune parti del
Paese rispetto ad altre.
Chiamiamola “secessione”
delle Regioni ricche, “cristallizzazione” o “disuguaglianza”; possiamo
chiamarla come vogliamo, ma è ovvio che quando ventitré funzioni vengono
assegnate alle Regioni e quando quasi il 30% del bilancio statale viene
sottratto per darlo alle Autonomie locali, stiamo cambiando radicalmente il
sistema istituzionale di questo Paese e stiamo anche dicendo che chi ha più
risorse può pagare meglio i medici, gli insegnanti, può garantire servizi e
diritti migliori per i propri cittadini, ma, mentre prima questo non lo
potevamo dire o, comunque, lo dovevamo nascondere, oggi, lo stiamo rendendo
pubblico e costituzionalmente garantito.
Qualcuno potrebbe dire che è
stata la sinistra ad avere cambiato nel 2001 il Titolo V della Costituzione! È
vero, è stata la sinistra che, in un certo momento, ha pensato di contrastare
la Lega, che, in quegli anni, era particolarmente forte in alcune regioni
aprendo una breccia nella nostra Carta costituzionale e anche ai danni che oggi
rischiamo di ripercorrere.
Ritorno al punto di
partenza, Presidente. Oggi l'autonomia finanziaria non può essere
un'opportunità, intanto, perché non regge nel merito.
Lei davvero può credere che
venti Regioni possano trattare ciascuna per sé il commercio con l'estero? È da
ridere! Pensiamo, davvero, che venti Regioni possano avere una fiscalità
autonoma in merito alle attività produttive? Pensiamo davvero che venti regioni
possano avere venti sistemi di istruzione differenti?
Tutto questo fa ridere, ma
la cosa grave è che si pensa di dare queste nuove funzioni finanziandole con i
residui fiscali, con i gettiti fiscali che ogni Regione produce. È ancora più
grave cristallizzare e accettare il principio che questa non è una Nazione
unitaria, in cui c'è un principio solidale per cui le Regioni più forti aiutano
quelle più deboli, ma per cui ognuno trattiene il residuo fiscale prodotto da
quei territori.
Occorre fare attenzione,
perché, come è stato giustamente detto, i residui fiscali non sono a vantaggio
delle Regioni, ma delle persone e, quindi, ripartirei dal merito.
Pensate di rompere l'unità
nazionale in un momento in cui le unità nazionali non bastano di fronte a un
capitalismo globale finanziario, dematerializzato, che è più forte degli Stati
nazionali e che veramente richiederebbe un intervento di natura superiore?
Tra qualche tempo, voteremo
per eleggere i rappresentanti al Parlamento europeo ed è in atto una
discussione su un'Europa troppo debole nella politica estera e nella difesa
comune proprio perché non ha un bilancio comune. E noi cosa facciamo? Tendiamo
a frammentare e a rendere ancora più debole lo Stato unitario?
Penso che siamo contro i
tempi, lo ha dimostrato la pandemia, e, quando ci sono gravi emergenze –
abbiamo vissuto quelle sanitarie ed economiche – è sempre più forte, in
un'economia di scala, degli Enti nazionali e sovranazionali che possono
affrontare le grandi questioni che siamo, purtroppo, chiamati molte volte a
dovere risolvere e fronteggiare.
Pensate che possiamo
ritornare agli Stati preunitari, agli Stati prima dell'unità nazionale?
Ritorniamo a tanti piccoli Stati che possono disciplinare, ciascuno da sé, le
funzioni e i diritti dei propri cittadini soltanto perché c'è un principio, non
verificato, che l'efficienza migliora dando più funzioni agli Enti locali
territoriali più prossimi ai cittadini?!
Questo è tutto da
dimostrare, poiché oggi non ragioniamo con dogmi, ma con la realtà concreta. Lei,
Presidente, ha avuto la possibilità di verificarlo. Da quando è Commissario
alla sanità, il processo di cambiamento della sanità è facile o richiede,
invece, tempo, risorse, energie e si scontra, poi, con degli ostacoli evidenti
che, molte volte, noi stessi e le nostre Regioni non sono in grado da
fronteggiare da sole?
È giusto ancora di più
ratificare e cristallizzare questo stato di cose? A mio avviso, no, Presidente,
a mio avviso è giusto, invece, richiedere che su alcune questioni essenziali ci
sia uno Stato unitario solidale e nazionale che possa affrontare le questioni
di questo Paese. Arrivano segnali di emergenza dal mondo della Chiesa, ma non
solo; arrivano dall'associazionismo, dai sindacati, dai lavoratori, in ordine
alla preoccupazione e ai rischi che questa riforma può avere su una Regione
come la Calabria. Allora, Presidente, io le chiedo di assumere la posizione più
netta possibile di totale contrarietà rispetto a questa prospettiva di riforma.
Qui non si tratta di
finanziare i LEP; questa è come dire la foglia di fico che si vuole utilizzare
per cercare di evitare il merito della questione.
Lei ha detto più volte che
l’autonomia differenziata è un’opportunità. Pensiamo all’energia, ad esempio, la
Calabria produce più energia di quanta ne consuma, ma anche in questo senso,
Presidente, lei pensa che in un'economia globalizzata possiamo competere in
materia energetica?
Concluda, consigliere Lo
Schiavo.
Presidente, mi attengo ai
tempi anche se qualcuno è andato oltre, ma concludo il mio ragionamento anche
perché è abbastanza chiaro.
Lei può pensare,
Presidente, che la Regione Calabria, anche avendo un surplus di energia,
riesca a competere nell'economia globalizzata? Non dobbiamo, invece,
rivendicare quella che è la vera questione ossia la questione meridionale mai
affrontata?! Non, come qualcuno vuole dire, in termini di richiesta di
assistenzialismo. Non c’è nessuna richiesta di assistenzialismo, ma soltanto la
riproposizione di una questione che è stata abbandonata nel dibattito politico
nazionale.
Dopo la chiusura della
Cassa del Mezzogiorno, infatti, non vi è stata nessuna idea vera di politica di
recupero del gap e dei ritardi strutturali e infrastrutturali delle
Regioni meridionali rispetto alle atre Regioni del Paese, perché c’è stato un
federalismo dell’abbandono e perché, piano piano, lo Stato è ritornato ad
avere, in un’ottica di politica liberale, un ruolo sempre minore, lasciando
all’economia, che ha i capitali, la possibilità di decidere dove andare e dove
investire e, sicuramente, non hanno scelto di investire in Calabria.
Presidente, decida! Non può
essere, allo stesso tempo, un Presidente di lotta e di governo; non può, allo
stesso tempo, assumere di fronte ai cittadini calabresi una posizione di
governo e, allo stesso tempo, voler rappresentare anche quei cittadini che, in
questo momento, hanno grandi preoccupazioni e sono contrari a questa riforma.
A lei la scelta,
Presidente! Se deciderà di stare con i calabresi anche a costo di creare delle
fratture con le stesse forze politiche che la sostengono, sarò dalla sua parte,
nonostante io sia stato eletto dall’opposizione, perché di fronte agli
interessi dei calabresi non vi è colore politico. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Capisco
che l'argomento è molto importante e desta una serie di dubbi e tanta responsabilità
in ognuno di noi. Probabilmente, spaventa anche qualcuno di noi, però,
consigliere Iacucci, lei ha utilizzato anche parole un po’ livorose perché
forse già si sente in campagna elettorale e, quindi, fa sempre l’errore che
fate voi del Partito Democratico e cioè di andare contro e mai a favore dei
contenuti veri e reali.
In questi anni, abbiamo
recepito un concetto fondamentale, grazie alla determinazione e al decisionismo
della Giunta presieduta dal presidente Occhiuto, e cioè che stare fermi era diventato
veramente pericoloso e, ad ogni passo che abbiamo fatto in avanti, ci siamo
resi conto che era necessario affrontare il cambiamento.
È con questo spirito che
vogliamo affrontare anche questa sfida, quindi, anelare al cambiamento perché,
evidentemente, finora, il nostro Stato che è stato sempre a gestione centralista,
ha dimostrato di avere cittadini di serie A e di serie B, con differenti
diritti civili e socioeconomici nello stesso territorio nazionale.
Quindi, in una Regione che,
finora, con le dovute eccezioni, non è stata assolutamente di tipo autonomista
o federalista, ma è stata sempre a gestione centralista, c'è necessità di
cambiare. L'abbiamo detto anche altre volte e su questo ci siamo adoperati.
Lei, consigliere Lo Schiavo,
ha detto che il presidente Occhiuto ha una difficoltà enorme.
Il Presidente, invece, ha
dimostrato una posizione netta e precisa e ricordatevi che, grazie ad essa, è
stato sconvolto un disegno di legge che partiva con la spesa storica; oggi,
invece, abbiamo acquisito il vantaggio di affrontare economicamente i LEP e
siamo arrivati ad un secondo step cioè di affrontare e di cercare di
considerare anche le materia in cui i LEP oggi vengono esclusi quali: i
rapporti internazionali con l’Unione europea, il commercio con l’estero, le
professioni, la protezione civile, la previdenza complementare integrativa, il
coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, le casse di
risparmio, casse rurali, le aziende di credito a carattere regionale, gli Enti
di credito fondiario e agrari a carattere regionale.
Quindi, oggi lotteremo anche
su questo e il presidente Occhiuto ha più volte dimostrato di combattere perché
venga attuato non soltanto l’articolo 116, appunto, sull'autonomia
differenziata, ma anche gli articoli 117 e 119 che regolano i diritti sociali e
civili che vanno garantiti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
Lotteremo anche per
quest'altro step, convinti che, oggi, è necessario ancora una volta il
cambiamento. Su questo siamo fortemente indirizzati anche come deputazione di
Forza Italia che ha combattuto per modificare il disegno di legge.
Mi fermo qui e vorrei sentire
anche il parere del Presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, considerato che
l'abbiamo espresso anche come Conferenza dei capigruppo di maggioranza. Grazie
ancora, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non c'è
dubbio che il dibattito sull’autonomia differenziata, che teniamo oggi in Aula
e che, in realtà, coinvolge tutto il Paese, può essere considerato l’onda lunga
della sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione del 2001.
È stato ricordato, ma è un
fatto e, personalmente, vorrei sottolineare la mia ferma contrarietà all’autonomia
differenziata che ritengo non possa non avere un'azione divisiva e
secessionista sul nostro Paese.
Si parla di secessione dei ricchi
e forse non è casuale che, in realtà, ad averla già richiesta siano proprio le
Regioni ricche, peraltro, governate dal centro-destra e dal centro-sinistra
Sarebbe lungo e impossibile
valutare le ricadute sulle trentatré materie, che riguardano e possono
riguardare quest’autonomia e voglio ricordare soltanto quella dell'istruzione
che, secondo me, è un cardine fondamentale di uno Stato unitario e deve essere,
quindi, uguale e paritaria in tutto il Paese.
Ce ne sono altre due, sulle
quali ho una qualche esperienza: intanto, quella sanitaria ed è sotto gli occhi
di tutti che nel nostro Paese, in Italia, esistono delle sanità di diverso
livello e a scartamento diverso e dobbiamo lavorare per renderle omogenee.
L’autonomia differenziata
renderebbe strutturali e non più reversibili, a mio modo di vedere, queste
diversità e forse non è un caso che la Federazione nazionale degli Ordini dei
medici –un Ente che è terzo rispetto ai problemi di cui trattiamo, ma che è
focalizzato sui bisogni e sui diritti di salute – si sia schierata e sia mobilitata
contro l’autonomia differenziata.
Un altro aspetto che vorrei
sottoporre alla vostra attenzione è quello ambientale: l'ambiente in un Paese,
in una Nazione necessita di essere omogeneamente difeso e, comunque, gestito;
quindi, vincolare la gestione ambientale ai singoli territori significa fare
una sorta di patchwork che avrebbe una negativissima ricaduta sulla
qualità dell'ambiente stesso e, dato che sono tutt’uno, ancora una volta, sulla
salute dei cittadini che abitano quei territori.
Anche in questo caso, non può
sembrare strano che l'Associazione alla quale aderisco, ISDE Italia - Medici per
l'ambiente, sia fortemente contraria all'autonomia differenziata.
Si è parlato molto dei Livelli
essenziali delle prestazioni, il raggiungimento dei quali non è soltanto
commendevole, ma assolutamente necessario e bisogna lavorare affinché questi vengano
definiti, finanziati e ottenuti, anche perché i LEP sono previsti come
obbligatori all'interno della nostra Costituzione, cosa che, peraltro, non si
può dire per l'autonomia differenziata che è prevista, ma, diversamente dai
LEP, non è obbligata o obbligatoria.
Quindi, dico sì ai LEP e no
all'autonomia differenziata.
Segnalo anche un aspetto che
viene spesso indicato eventualmente come una sorta di paracadute di questa
legge ossia l’effettuazione del referendum.
È ben noto, in realtà, che
la consultazione referendaria avrebbe la possibilità dell'abrogazione della
legge e, come è stato ricordato, non degli effetti irreversibili che essa avrebbe,
cioè, perché vengano rimesse in discussione le autonomie differenziante, ci
vorrebbe l’adesione di quelle Regioni che l’autonomia differenziata hanno
richiesto e, eventualmente, ottenuto; cosa – va da sé – del tutto irrealistica.
Infine, un altro elemento, che
credo debba essere valutato approfonditamente per il senso etico che contiene,
è il fatto che, rispetto all'autonomia differenziata, ci sia stata e ci sia una
mobilitazione forte e a viso scoperto anche della Chiesa che, non certo per
motivi politici, ma per la difesa degli ultimi e delle fasce deboli di
popolazione, intravede anch’essa nell’autonomia differenziata la disgregazione
non soltanto dello Stato italiano, ma anche dello Stato sociale.
Per questo motivo, credo
che occorra lavorare per raggiungere i LEP, invece, l’autonomia differenziata è
un altro capitolo che, a mio modo di vedere, deve essere assolutamente messo da
parte. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intanto vorrei focalizzare il punto della discussione e capire dal
punto di vista politico qual è la questione che stiamo affrontando oggi. Perché,
da quello che ho sentito da parte delle minoranze, mi sorge un dubbio sulla
loro reale posizione: c'è chi dice che questa autonomia differenziata, così per
come è stata costruita, non si può fare e c'è chi invece sostiene che
l'autonomia differenziata in ogni caso, comunque sia costruita, non va fatta.
Quindi,
intanto, bisogna fare chiarezza, a mio avviso, e capire qual è la reale
posizione delle minoranze. E capire anche se le due ipotesi che sono venute
fuori dalla discussione siano in effetti, da un punto di vista del dibattito,
valutabili in questa sede. Se, infatti, oggi qualcuno mi dice che l'autonomia
differenziata non va fatta tout court, in ogni caso, allora, a mio
avviso, non si può avviare una discussione politica sul punto; se mi si dice
che, in ogni caso, comunque sia costruita, comunque sia fatta, comunque sia
ordinata, l'autonomia differenziata non va bene, allora mettiamo da parte ogni
tipo di confronto, mettiamo da parte ogni tipo di discussione politica, perché è
ovvio che sul punto non si troverà mai un equilibrio, né tantomeno si potrà
spiegare ai calabresi perché questa cosa va bene o, al contrario, perché questa
cosa non va bene.
Quindi,
escluderei quella parte di minoranza che dice che l'autonomia differenziata in
ogni caso non si può fare e mi concentrerei di più su chi dice, invece, - fa
sostanzialmente un'eccezione di principio - che l'autonomia differenziata non
si potrà fare per “n” motivi. Allora, lì, mi sento di aprire una discussione,
al netto di quegli interventi che hanno solamente attaccato il presidente
Occhiuto, perché oggi siamo qui per discutere dell'autonomia differenziata; quindi,
distinguiamo anche questo aspetto.
La
cosa che devo far notare in premessa è che, mentre da parte delle opposizioni,
da parte del centrosinistra in generale, ho notato fin da subito queste due
posizioni che tra di loro sono sostanzialmente incompatibili, si registra oggi
la maturità da parte del centrodestra.
Non
è vero, come sostiene qualcuno, che noi siamo stati favorevoli all'autonomia
differenziata solo per il fatto che è stata proposta da un alleato, da un
componente del centrodestra. Noi sull’autonomia differenziata, tutti, siamo
stati molto critici e i correttivi applicati oggi al disegno di legge Calderoli
sono frutto anche del lavoro svolto dalle forze politiche di Fratelli d'Italia
e di Forza Italia, che hanno applicato quei correttivi che, a mio avviso, oggi
consentono di aprire una discussione sull'autonomia differenziata.
Attenzione:
tutti abbiamo dei dubbi!
Concordo
con quello, per esempio, che dice il consigliere Ferdinando Laghi, perché,
fossi stato io - qui mi permetto di dare un suggerimento agli amici della Lega
- avrei previsto magari una cosa diversa: avrei fatto prima una legge
strutturata bene che definisce, individua e finanzia LEP; dopodiché, sarei
andato addirittura oltre, avrei previsto il federalismo. Perché, una volta
raggiunto quell'obiettivo in maniera chiara, in maniera netta, poi, puoi fare
qualsiasi cosa.
È
ovvio che, poi, queste sono scelte politiche. Il disegno di legge, così come
impostato, è a due ambiti: il primo è quello di garantire e di costituire, di
individuare i LEP, il secondo è quello poi di procedere con l'autonomia
differenziata.
Non
è neanche vero quello che è stato detto e cioè che il Comitato dei LEP non ha
prodotto nessun risultato. Sono andato a guardare quello che ha prodotto il
Comitato dei LEP: ha prodotto circa 130 - 140 pagine dove affronta la
situazione. Non è una situazione facile, ovviamente! Se andate a leggere quel
documento - sinceramente non l'ho letto tutto, ma a grandi linee ho dato
un'occhiata - è complicato definire, quantificare, individuare, in alcune
materie, i Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). Però, quello sicuramente
è un lavoro importante, che è stato già depositato, tra l'altro, e che
sicuramente va implementato.
Ritornando
al discorso della maggioranza, noi abbiamo avuto la maturità, a mio avviso, di
dire: “Sì, l’autonomia differenziata può essere una risorsa, ma può essere una
risorsa sottoposta a condizioni”. La prima condizione posta è quella che i LEP devono
essere finanziati e, fino a quando non saranno finanziati i LEP, quelle materie
a essi sottoposte non possono essere devolute alle Regioni.
Siamo
andati oltre perché abbiamo ragionato anche sulle materie che non sono
sottoposte ai LEP - qui mi riferisco a quello che ha detto giustamente il
consigliere Lo Schiavo - per esempio il commercio con l'estero. In proposito la
Banca d'Italia ha fatto dei rilievi proprio dicendo che, se questa materia non
viene valutata, sperimentata e verificata in concreto, può sicuramente creare
dei problemi. Se lo dice Banca d'Italia, evidentemente un ragionamento alla
base c’è.
Quindi,
siamo d'accordo anche su questo, nel senso che anche le materie che non sono
sottoposte ai LEP, quindi, in via teorica sono devolvibili immediatamente,
devono essere soggetto e oggetto di verifica da parte degli organi competenti e
sostanzialmente sperimentate prima di essere trasferite alle Regioni. Ritengo,
pertanto, che, da parte nostra, ci sia stata una salvaguardia di quelli che
sono i cosiddetti diritti e i livelli essenziali delle prestazioni. E lo
abbiamo fatto in maniera intelligente, a mio avviso, senza creare traumi o
allarmismi, ma facendo capire anche alle persone che l'autonomia differenziata
benché sia prevista e sia una norma costituzionale, sia facoltativa per certi
aspetti, è anche vero che, una volta messa in campo, dobbiamo cercare di
sfruttare al meglio le possibilità che può offrire.
Dopodiché,
ripeto, i nostri punti fermi sono il finanziamento dei LEP, prima che partano
le Intese. Da questo punto di vista, riteniamo che o si trovano i finanziamenti
o, fino a quando i LEP non sono definiti e finanziati, non si può andare avanti
sull'autonomia differenziata.
Tra
l'altro questo lo dice anche il disegno di legge. Da questo punto di vista
possiamo aprire tutte le discussioni che volete.
È
ovvio che ci sono dei dubbi sul punto: “Si riescono a trovare i soldi, non si
riescono a trovare i soldi”, ma è un cane che si morde la coda perché, se non
si riescono a trovare i soldi e non si riescono a finanziare e individuare i LEP,
l'autonomia differenziata non si fa. Su questo non c'è dubbio, non è possibile
eliminare questa condizione sospensiva, posta all'interno di una legge.
Altra
questione, ripeto, è valutare la possibilità di Intese tra Regioni e Stato per
quanto riguarda quelle materie non sottoposte ai LEP. Anche questo può creare
un problema, però con i correttivi che indica Banca d'Italia questo problema
può essere superato.
Per
concludere, la nostra posizione, perlomeno la posizione dei Fratelli d'Italia,
è una: l'autonomia differenziata deve rappresentare una ripartenza.
Attenzione:
noi non abbiamo neanche modelli di riferimento perché è la prima volta che
viene fatto questo. Il consigliere Lo schiavo diceva anche un’altra cosa: “C'è
un principio che vige sia nel nostro ordinamento sia negli ordinamenti
stranieri e cioè non esiste un dato scientifico che dica che nel momento in cui
tu fai una devoluzione, un decentramento, quella cosa è migliore rispetto
all'apparato statale”. Questo è vero. Quello che dice il consigliere Lo Schiavo
è un principio ormai consolidato, però è anche la sfida che noi abbiamo come Amministrazione
e cioè quella di dimostrare la capacità di governare.
Concludo,
Presidente. Noi diciamo che, nel caso specifico, l’autonomia differenziata va
bene se sono finanziati i LEP e se, anche per le materie che non sono
sottoposte ai LEP, sarà effettuata quella verifica e quella validazione così
come nella relazione di Bankitalia depositata già presso il Parlamento. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire, ma per tre minuti, il collega Alecci. Prego, ne ha
facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Subito chiarisco al collega Neri, che se lo chiedeva, che
posizione abbia la minoranza. La minoranza ha una posizione chiara su questo
disegno di legge del ministro Calderoli: lo consideriamo una schifezza; una
porcheria. Quindi, mi sembra che più chiaro di così non si possa essere,
soprattutto in questo momento storico in cui si lavora a livello europeo
all'unità per provare a contrapporsi rispetto ai conflitti che ci sono e,
soprattutto, dopo due anni di Covid che hanno dimostrato quanto è stato
importante essere tutti sotto una stessa bandiera.
E
vorrei ricordare che, purtroppo, in quella tragedia tantissime persone dal Nord
Italia, nelle prime settimane, sono state accolte nei nostri Ospedali per
essere curate, quando ancora il Covid risiedeva solo nel Nord Italia, e che
tanti medici e tanti infermieri deceduti nelle regioni del Nord Italia per
Covid erano originari delle regioni del Mezzogiorno.
Quella
che noi immaginiamo è un'Italia solidale, in cui gli uni sappiano stare vicini
agli altri.
Questa
proposta di legge non è altro che un semplicissimo accordo politico tra le
forze di Governo: l'autonomia differenziata per la Lega, la riforma della
giustizia per Forza Italia, il premierato per Fratelli d'Italia. È chiaro, è
palese, quindi è inutile girarci attorno.
Però,
vorrei offrire, Presidente, in due minuti uno spunto differente, mettendo da
parte gli altri esempi a livello tedesco, spagnolo - collega Gelardi, è proprio
tutta un'altra storia - in cui le materie gestite a livello locale sono
differenti e sono una minima parte rispetto a quelle che discutiamo: non c'è
l'istruzione, non c'è la sanità, non c'è la protezione civile, non c'è la
cultura. Quindi, è un'altra storia, un altro Paese che ha iniziato prima dalle spinte
del territorio.
Voglio
fare un semplice esempio per provare ad essere pragmatico: anche se si
decidesse di finanziare tutti i LEP dal 1° gennaio 2025 e il Governo trovasse
le risorse per finanziare tutti i LEP, in quanti anni pensate voi che la
Calabria riesca a raggiungerli in tutte le materie? Ci vorranno 10, 15 anni
almeno, se mai ci dovesse riuscire.
Le
altre Regioni, che potranno trattenere la fiscalità residua, staranno ferme ad
aspettarci o continueranno ad andare avanti nei servizi che potranno erogare ai
loro cittadini? E, in quegli anni che passeranno, la Calabria si svuoterà, le
regioni del Mezzogiorno si svuoteranno, andando verso quelle dove gli stipendi
e i servizi sono più alti e più garantiti, o i cittadini rimarranno in una
regione che faticherà a raggiungere i LEP?
Abbiamo
degli esempi eclatanti, ad esempio quello sugli asili. Da alcuni anni il
Governo sta finanziando l'apertura degli asili nido nelle regioni più
svantaggiate, dove il numero in proporzione è più basso. Voi pensate che,
nonostante le ingenti risorse, oggi in Calabria ci siano gli asili nido come al
Nord? Tra di noi ci sono tanti amministratori. Ci vorranno anni affinché
possano ricevere le risorse, bandire le gare, completare gli asili e assumere
il personale. Stiamo parlando di una cosa che pesa lo 0,1 per cento rispetto al
totale; quindi, anche se ci fossero i soldi per i LEP, fin quando la Calabria
proverà a raggiungere quei LEP, le altre regioni saranno già avanti.
Chiudo,
presidente Mancuso, dimostrando che noi calabresi, nonostante - ringrazio chi
era sotto la pioggia a protestare - interveniamo duramente, sappiamo anche
dimostrare la nostra generosità, anche verso il ministro Calderoli - mi rivolgo
o al collega Gelardi o al Presidente del Consiglio, Mancuso - e abbiamo pensato,
presidente Mancuso, di donare un piccolo regalo al ministro Calderoli, proprio
per dimostrare la generosità del popolo calabrese. Visto che lui pensa di
trasferirci pochi spiccioli per andare avanti nel nostro futuro, io gli vorrei
regalare un salvadanaio a porcellino, così gli spiccioli che vuole mandare ai calabresi
li mette nel salvadanaio e se li tiene sulla scrivania. Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Giannetta. Ne ha facoltà.
Cari
colleghi, immaginando che nessuno di noi sia un fan del disegno di legge
Calderoli, forse in quest'Aula nemmeno chi è del gruppo Lega stesso,
immaginando, quindi, che vogliamo tutti la stessa cosa e che, ovviamente, le
disuguaglianze ci toccano e ci preoccupano, dobbiamo, però, dare un senso a
quello che è il nostro scopo, il nostro legittimo mandato. E, allora, guardo
anche a quello che può derivare dall'autonomia differenziata, da qualcosa che
possa essere a cascata e a vantaggio eventualmente anche dei cittadini
calabresi e cioè se il disegno di legge porta soldi e comporta la possibilità
di avere i LEP. In questo dobbiamo essere onesti e non perché il presidente
Occhiuto abbia necessità di essere difeso, ma è stato colui che ha mantenuto la
posizione, colui che ha fatto una guerra a difesa dei LEP. Ha detto: “Prima superiamo
il criterio della spesa storica e dei LEP e poi potremmo parlare di autonomia
differenziata”.
Quindi,
secondo me, il punto dolente è, appunto, questo. Se un atteggiamento moderato
anche di Forza Italia a livello nazionale deve essere scambiato per un
atteggiamento per cui anelare il cambiamento vuol dire essere succubi, allora,
cari colleghi, siamo sulla strada sbagliata perché credo che in ambito
nazionale, così come in ambito locale, essere moderati non significhi essere
succubi. Anche perché, gettare con un colpo di spugna via tutte le questioni, i
sentimenti, le considerazioni o i partiti che della moderazione fanno la loro
forza, vuol dire gettare via, con un colpo di spugna, la democrazia e quindi
ammettere che necessariamente vi debbano essere solo gli estremismi, sia a
destra sia a sinistra.
Il
nostro atteggiamento, come dicevo, di Forza Italia, anche in ambito nazionale,
è un atteggiamento di difesa, come ha detto anche il nostro presidente Tajani,
di attesa e di salvaguardia degli interessi.
Noi
non abbiamo presentato, almeno fino ad ora, in ambito nazionale, nessun
emendamento, ma non abbiamo escluso nemmeno di andare a ragionare sugli
emendamenti presentati anche da altri partiti, laddove questi emendamenti sono
a difesa delle Regioni e soprattutto delle Regioni del Sud.
E
allora, in considerazione di questo, il nostro compito non è avversare la
possibilità di un cambiamento concreto che renda e che dia dei vantaggi, che
renda necessario un adeguamento anche della Nazione e che renda dei vantaggi
alle Regioni, ma quello sicuramente di ragionare sul fabbisogno delle regioni,
soprattutto di quelle del Sud, affinché - l'abbiamo detto tutti e sono convinto
che lo pensiamo ancora- l’Italia non possa essere un'Italia a due velocità. L'Italia
deve essere un'Italia a una velocità che possa consentire le stesse opportunità
ai cittadini del Sud come a quelli del Nord.
Quindi,
per questo, penso che sia fondamentale discutere e ragionare, anche in
quest'Aula, di questi atteggiamenti e valutare anche le nostre posizioni nei
confronti dell’autonomia differenziata, senza trattarla con pregiudizio. Fermo
restando che quest'Aula deve necessariamente dare man forte al nostro
Presidente che ha dimostrato in tutte le occasioni - e lo dimostrerà ancora una
volta - di non essere il Presidente componente e numero due del partito a
livello nazionale e lo ha detto in più occasioni: “Sono di Forza Italia,
appartengo a un partito di maggioranza, ma nello stesso tempo non sono disposto
a sacrificare gli interessi dei cittadini, ancor prima di quelli del partito”.
E questo è l'atteggiamento che noi dobbiamo apprezzare e che anche le minoranze
e l'opposizione devono fare in questa occasione, senza demagogia e falsa
ipocrisia, senza immaginare, come ha detto qualcuno dei miei colleghi, di fare
campagna elettorale sull'autonomia differenziata, a due mesi dalle elezioni
europee.
Questo
è un atteggiamento che va bene se si fa politica, ma anche se si lancia un
messaggio di costruzione e di costruttività nel pensiero, altrimenti, cari
colleghi, ci limitiamo ad essere considerati, ancora una volta, senza la
maturità e l'intelletto necessario, come la Calabria che ragiona in funzione di
beghe interne e non riesce a guardare lontano, immaginando che l’autonomia
differenziata, laddove può garantire un vantaggio, non possa essere sicuramente
vantaggiosa per i calabresi.
L'interesse
dei cittadini calabresi deve essere sopra ogni cosa, guardando al cambiamento in
un'ottica di prospettiva e di opportunità, laddove i paletti sono stati già
fissati e - ripeto e concludo - sono quelli dei LEP.
Nel
momento in cui abbiamo avuto la possibilità di avere il superamento dei LEP e
quindi, successivamente, di fare un ragionamento dell'autonomia differenziata,
lo si deve, come onore al merito, al presidente Occhiuto che di questo ha fatto
un principio fondante su quelle che poi saranno le possibilità di dialogo e di
discussione col Governo, una volta superati i livelli essenziali di
prestazione.
Grazie,
abbiamo concluso la discussione. Prima di dare la parola al presidente Occhiuto,
sono stato invitato anche dal collega Comito a esprimere la mia opinione.
Non
posso che dire che dell'autonomia differenziata condivido le prerogative di
ampliamento delle autonomie locali che potrebbero essere positive e anche la
determinazione di finanziamento dei LEP, che potrebbero essere una grande
opportunità per le regioni meridionali. Di certo, queste differenze tra Nord e
Sud non sono state create da un'autonomia differenziata che fino ad oggi non
c'è, quindi non possiamo dare colpa all'autonomia differenziata. Il
finanziamento dei LEP potrebbe essere una grande opportunità. Ovvio, che in un’innovazione
ci possano essere delle difficoltà e degli aspetti da valutare, come sono da
valutare anche le materie che non sono oggetto di LEP e che possono essere
avocate dalla Regione senza determinazione e finanziamento; quindi, su questo
bisogna fare una riflessione importante.
Ritengo
sia giusto che ci sia e che si apra una discussione prima dell'approvazione del
disegno di legge alla Camera, che ci sia una discussione per valutare quali
possano essere le ricadute sul nostro territorio nel caso in cui queste materie
fossero avocate dalle singole Regioni.
Quindi,
in linea di massima: sì all'autonomia differenziata, ma grande attenzione delle
Regioni meridionali, grande attenzione della nostra Regione.
È
ovvio: ognuno di noi ha una maglietta politica con cui fa la propria attività,
però questo, ovviamente, non deve determinare l'assoggettamento ai nostri
leader in ogni caso; noi siamo calabresi, rappresentiamo questa Regione e mai
saremo d'accordo a qualsiasi provvedimento che vada contro il territorio e i
nostri cittadini.
Conclude
la discussione il presidente Occhiuto, a lei la parola, Presidente.
Grazie,
Presidente. Quando il Presidente del Consiglio regionale, l'onorevole Mancuso,
mi ha chiesto quale fosse la mia opinione in ordine alla possibilità di
svolgere un dibattito, qui in Consiglio, sull'autonomia differenziata,
evidentemente su impulso dei gruppi di minoranza, io gli ho detto che trovavo
giusto che si facesse. E l'ho detto pur sapendo che un dibattito, una
discussione, in questo Consiglio regionale, così come in ogni luogo della
Calabria e del Mezzogiorno, su questo tema, è un dibattito complesso da
svolgere. Un dibattito complesso da svolgere soprattutto per i consiglieri del
centrodestra.
Vi
spiego perché è un dibattito complesso da svolgere: questo tema è diventato
ideologico, al di là del contenuto del disegno di legge di cui si discute. A
volte registro delle obiezioni, alcune in questo Consiglio regionale, ma
moltissime nel dibattito pubblico che c'è al Sud, che danno evidenza del fatto
che molti hanno una contrarietà, per l'appunto, ideologica, senza nemmeno aver
letto il testo del disegno di legge, senza averlo approfondito e senza
conoscere la sua evoluzione nel corso dei mesi.
Per
essere chiari, io ho perfetta contezza che su un argomento del genere è ancora
più complesso dibattere in campagna elettorale e - lo dico con grande chiarezza
- ho l'esatta percezione del fatto che questo sarà un tema di campagna
elettorale, così come ho l'esatta percezione che questo tema - per un attimo
non parlo da Presidente della Regione, ma parlo in qualità di dirigente
politico - farà perdere voti, al Sud, al centrodestra e farà guadagnare qualche
voto al centrosinistra perché ha, per l'appunto, un tema ideologico. Nonostante
questo, io ho detto che non ci saremmo dovuti sottrarre ad una discussione in
Consiglio regionale perché è giusto svolgerla; anzi, sarei felice se, al
termine di questo dibattito, si potesse approvare un documento conclusivo da
parte del Consiglio regionale sui contenuti del dibattito stesso.
Ho
apprezzato anche molti interventi, quelli della maggioranza chiaramente, ma
anche alcuni interventi dell'opposizione, evidentemente, soprattutto quelli di
chi ha posto questioni nel merito. Poi c'è stato qualche intervento, come
quello del consigliere Iacucci, che mi pare che abbia avuto ad oggetto più un
attacco personale al Presidente della Regione che una discussione sull’autonomia
differenziata. Può fare anche così, consigliere Iacucci, probabilmente è quello
che faceva quando era a Capo di gabinetto del presidente Oliverio e glielo
spiegherò nel corso del mio intervento che cosa vuol dire.
Ho
apprezzato molti contributi che, nel dibattito, ho ascoltato perché in qualche
modo interpretano una preoccupazione che è avvertita, evidentemente, nella
comunità calabrese, a volte alimentata anche pretestuosamente perché, come vi
dicevo, se si leggesse il testo del provvedimento ci si renderebbe conto che
alcune di queste preoccupazioni sono assolutamente fuori luogo.
Però,
poiché mi è stato rimproverato, proprio dal consigliere Iacucci, di avere avuto
un atteggiamento ambiguo su questo argomento, vorrei ricordare a tutti che io
ho sempre detto le stesse cose e cioè di non avere pregiudizi di sorta verso la
possibilità di affidare più funzioni alle Regioni; ho sempre detto che, in
alcuni ambiti, queste funzioni, anche per le Regioni del Sud potrebbero rappresentare
un’opportunità. Sì, è vero, consigliere Lo Schiavo, l'ho detto. L'ho detto non
solo riferendomi all'energia, l'ho detto per esempio riferendomi alla
portualità. Noi abbiamo, come sapete, il primo Porto d'Italia, ha fatto +7%
anche quest'anno. Pensate che il Porto di Rotterdam ha fatto -5%. È un porto
che dà alla fiscalità generale, all'Erario dello Stato, 7 miliardi di euro
all'anno. Non resta un centesimo in Calabria perché per noi è un porto solo di
transhipment e non crea sviluppo, non dà risorse alla Calabria. L'ho detto come
provocazione, quasi per dire: “Attenzione, anche le Regioni del Sud…”, per rappresentarci
come un gruppo dirigente che non ha un approccio solo rivendicativo. Che
risultati ha dato la rivendicazione? La mera rivendicazione negli anni passati,
nel Mezzogiorno, anche in Calabria, che risultati ha dato? È aumentata
semplicemente la sperequazione. Se vogliamo rappresentarci, invece, a livello
nazionale come un gruppo dirigente che non ha un approccio solo rivendicativo,
ma in qualche modo vuole rilanciare su certi temi, forse renderemo più
presentabile anche il gruppo dirigente politico del Mezzogiorno.
Sono
molto orgoglioso di quanto realizzato in questi due anni, al netto di tutte le
cose che ancora andrebbero fatte. Ho perfetta coscienza della circostanza che
tutto quello che è stato fatto in questi due anni, probabilmente, è molto più
di quello che è stato fatto nei vent'anni precedenti, ma è pochissimo rispetto
a quello che bisogna fare ancora per la Calabria. In questi due anni, però, mi
pare che della Calabria, a livello nazionale, siamo riusciti quasi sempre a
dare l'immagine di una regione dignitosa, orgogliosa, che ha gruppi dirigenti
che non hanno il complesso di doversi rappresentare come minus
rispetto ai gruppi dirigenti del resto del Paese. Probabilmente abbiamo dato
l'impressione anche di avere un governo regionale che non ha complessi verso i
governi regionali delle altre Regioni. Per far questo bisogna avere la capacità
di avere un approccio che non è solo quello dei “Masaniello” che si mettono a
carico di chi si fa muovere solo dalle pulsioni e va dove va il vento. No! Bisogna
avere l’approccio di chi discute le cose nel merito per tentare anche di
migliorarle.
Sono
molto d'accordo col consigliere Lo Schiavo quando ha fatto una
rappresentazione, certo per lui insufficiente, di quello che è stato il
dibattito politico nazionale sull'autonomia differenziata in questi mesi,
quando ha detto che ci sono stati i pasdaran dell'autonomia differenziata,
quelli che erano contro l’autonomia differenziata e il Presidente della Regione
Calabria che ha cercato di strutturare una posizione terza. Capisco, per il
consigliere Lo Schiavo, non è sufficiente, ma è proprio quello che ho
cercato di fare.
La differenza tra me e voi è questa: voi potete assumere soltanto delle posizioni di principio, potete dire quello che volete dire, magari interpretando anche il consenso dei vostri elettori o dei potenziali elettori, io, invece, ho un dovere differente, consigliere Lo Schiavo; io governo una Regione, sono un leader, un dirigente nazionale di un partito del centrodestra e ho il dovere di spendere il mio ruolo non solo per avere qualche applauso. Su questo tema - sono certo - riceverò applausi. Ma non cerco gli applausi! Il mio dovere è quello di lavorare per tentare di migliorare un testo che, nel suo testo iniziale, – mi riferisco a voi, perché suppongo l'abbiate letto, l'avete detto dall'inizio – non prevedeva, per esempio, la possibilità di fare intese solo dopo aver definito i LEP e averli finanziati.
Il primo testo di Calderoli prevedeva che le intese si potessero fare all'approvazione della legge senza dover quantificare e definire LEP. È vero o non è vero che questa modifica è stata fatta perché l’ho chiesta io e perché, grazie a Dio, i Ministri del mio partito l’hanno imposta in Consiglio dei ministri, che ha licenziato questo testo insieme agli altri Ministri del governo, anche quelli di Fratelli d'Italia? Se io avessi assunto la posizione che voi mi chiedete di assumere, oggi ci sarebbe quel testo e oggi, se si dovesse approvare, il disegno di legge di Calderoli prevederebbe che le intese si possono stipulare subito dopo l'approvazione della legge su tutte le materie, anche su quelle per le quali non c'è ancora il finanziamento dei diritti sociali e civili.
Questa è la differenza fra me e voi: io ho un lavoro più duro del vostro, nel senso che non posso semplicemente interpretare quello che ragioni di opportunità politica mi indurrebbero a interpretare. Io, invece, ho il dovere di utilizzare il mio ruolo per migliorare quello che posso soltanto migliorare, perché poi ciascuno deve avere anche contezza di sé stesso e dei propri limiti.
Stia sicuro, consigliere Iacucci, che io ce l'ho per primo! Non mi reputo capace di poter orientare la politica nazionale, però mi reputo capace di poter migliorare alcune cose che la politica nazionale partorisce e questo credo, in tutta onestà, di averlo fatto.
Nessuna ambiguità perché ho sempre detto che non ho un pregiudizio di sorta.
Consentitemi soltanto un altro accenno sulla ragione per cui non ho pregiudizi e riguarda la mia esperienza di questi due anni di Presidente della Regione.
Nei confronti dei Governi degli ultimi due anni, entrambi governi amici per me - considero il Governo attuale un governo amico perché è del mio colore politico, ma onestamente anche il governo Draghi ha dimostrato grande amicizia nei confronti del governo regionale - ho sempre dovuto, mio malgrado, avere un atteggiamento a volte abbastanza duro, abbastanza complicato. L'accentramento di alcune funzioni non sempre genera politiche migliori. Alcune cose in Calabria sono state realizzate confliggendo col Governo e con le istituzioni nazionali.
Anche la storia dei medici cubani. Vi ricordate? Era una roba che non si poteva fare, nel senso che gli ordini dei medici, gli ispettorati del lavoro, il Ministro del lavoro… nessuno lo sa, ma ho dovuto litigare con due o tre Ministri, che questa roba qui riteneva non si dovesse fare. Così come su tante altre questioni.
Sulla sanità, ad esempio. Se c'è un ambito nel quale noi calabresi avremmo dovuto già avere imparato che la centralizzazione non sempre produce servizi migliori, questo ambito è proprio la sanità commissariata. Oggi sono io il Commissario, ma ci sono stati Commissari per 12 anni prima di me. Con i Commissari significa che è il Governo nazionale che gestisce la sanità. E che cosa è successo? Che cosa è successo in Calabria? Qualcuno, mi pare sempre il consigliere Iacucci, diceva: “Con questa riforma si uccide la sanità”. In Calabria la sanità è stata uccisa col commissariamento, che è una forma di centralizzazione della sanità. Quindi, attenzione, perché nella mia esperienza di questi due anni, non è che io abbia ravvisato nella centralizzazione dei poteri delle funzioni a volte un aiuto per far bene le cose della Calabria, a volte la centralizzazione determina un'impossibilità anche ad interpretare le questioni che andrebbero interpretate attraverso la conoscenza dei soggetti più prossimi ai problemi, come quella che hanno gli amministratori.
È vero, ho sempre detto che questa legge, attenzione, non è una legge di riforma, ma di attuazione di una riforma. C'è molta ipocrisia nel Paese su questo tema: anche quelli che cavalcano oggi l'opposizione a questo disegno di legge di attuazione della riforma dimenticano che questa riforma l'hanno fatta loro nel 2001. C'è molta ipocrisia perché anche quelli che cavalcano oggi l'opposizione a questa legge di attuazione, dimenticano che persino i Ministri di governi di centrosinistra, anche del Governo formato dal centrosinistra col Movimento 5 Stelle, avevano proposto disegni di legge di attuazione dell'articolo 116 della Costituzione. E vi invito ad andarli a leggere, perché erano, in quanto a conseguenze, molto peggiori di questo.
C'è molta ipocrisia perché pochi ricordano che ci sono Regioni di centro sinistra del Nord, ma anche del Sud, come la Campania, che hanno chiesto negli anni passati di poter fare intese di autonomia differenziata ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione. Quindi c'è una grande ipocrisia su questo tema nel Paese.
Per quanto mi riguarda, ambiguità e ipocrisia non ce ne sono mai state, anzi, anche questa posizione terza, che in qualche modo mi rimproverava il consigliere Lo Schiavo, ma che invece orgogliosamente rivendico, è una posizione che, se ci fate caso, ho tenuto sempre in maniera opposta a quelle che erano le opportunità, nel senso che ho detto sempre in questo Consiglio regionale, così come sto dicendo oggi, che non ho pregiudizi sull'autonomia differenziata. Dov'era più difficile dirlo, ho detto sempre in Calabria di non avere pregiudizi sull'autonomia differenziata. Dov'era più difficile dirlo, perché in Calabria la gente non mi fa l’applauso perché dico che non ho pregiudizi verso l'autonomia differenziata. Dove, invece, avrei dovuto dire che non avevo pregiudizi, dove probabilmente qualche applauso l'avrei avuto, cioè nella comunità nazionale, ho sempre detto che avevo delle preoccupazioni, perché il mio scopo era quello di migliorare il testo. Le dichiarazioni che voi avete riportato, le ho sempre rilasciate alla stampa nazionale che mi avrebbe osannato se io avessi detto: “No, sono per l'autonomia differenziata”. È vero, io ho detto: “No money, no party!”. Vuol dire che, se non ci sono risorse – consigliere Tavernise, ha ragione –, non ci sono le intese e, grazie a Dio, così è nel testo in cui è scritto che, se non ci sono le risorse, non si possono fare le intese sulle materie per le quali vanno definiti i LEP.
Ho sempre detto che questo disegno di legge d’attuazione era un provvedimento con tre vagoni: quello dell'autonomia differenziata, quello del superamento della spesa storica… A proposito, consigliere Alecci, ha ragione: se anche noi avessimo dal Governo nazionale le risorse per i servizi, per i diritti civili e sociali ai cittadini secondo i fabbisogni e non secondo l'ingiusto criterio della spesa storica, probabilmente non riusciremmo a metterle tutte a terra nell'immediato, per le difficoltà che hanno i Comuni, per il tessuto amministrativo che c'è nella Regione. E, però, anche le risorse per gli asili nido – ha fatto bene a citarli perché sono il primo esempio di un LEP definito -, oggi vengono assegnate non più secondo il criterio ingiusto della spesa storica, ma secondo i fabbisogni. Prima che cosa accadeva? Accadeva che se il Comune di Soverato spendeva 10 mila euro per gli asili nido, perché non poteva spendere di più, e un Comune simile a Soverato, nel Nord del Paese, spendeva 10 milioni di euro perché aveva risorse per farlo, quando si faceva il riparto l'anno successivo, anche se c'era un incremento di un milione di euro, poiché si faceva secondo il criterio della spesa storica, il Comune di Soverato aveva, invece di 10 mila euro, 11 mila euro, un aumento del 10 percento, e quel Comune del Nord aveva, invece di 10 milioni, 11 milioni, quindi la sperequazione aumentava ancora di più.
Oggi non è più così! È vero, non abbiamo ancora un tessuto amministrativo capace di mettere a terra queste risorse, ma io sono felice che sia stata superata la spesa storica perché la Calabria ha potuto avere, grazie al superamento della spesa storica, previsto nel disegno di legge di attuazione del federalismo fiscale e già realizzato per gli asili nido, 62 milioni di euro in più. Significa che i Comuni avranno la possibilità di avere 62 milioni di euro in più. Magari questi asili nido li faranno meno velocemente dei Comuni del Nord, però hanno le risorse per farlo. Se non ci fosse stato il superamento della spesa storica, queste risorse alla Calabria e ai Comuni calabresi non sarebbero mai arrivate.
E, allora, se il disegno di legge di attuazione del Titolo V della Costituzione, per merito nostro, ha oggi una disposizione che dice che non si possono fare intese se prima non c'è il finanziamento dei LEP, così come è già avvenuto per gli asili nido, secondo me è un grandissimo risultato, è un risultato enorme. Certo, anche io, come voi e come lo Svimez, sono convinto che queste risorse nel bilancio dello Stato sarà difficile trovarle. Sono convinto che sarà impossibile trovarle. Allora, con buona pace delle Regioni del Nord, queste intese non si faranno mai, perché nella legge è scritto che non si possono fare se non ci sono le risorse. Questo è un buon risultato.
Anche sulla scuola, giustamente mi faceva notare la Vicepresidente, che è dirigente scolastico e ha esperienza di scuola, oltre a essere assessore alla pubblica istruzione, alcuni elementi di autonomia sono stati già inseriti da anni.
L'aspetto più problematico, quello per cui io ho detto che non vedevo di buon occhio che la scuola fosse fra le materie oggetto di intesa ai sensi dell'autonomia differenziata, era quello riferito ai programmi che, secondo me, devono essere identici, o quasi, dappertutto. “Quasi” perché, come sapete, c'è un margine di modifica dei programmi già oggi a legislazione vigente. Mi preoccupava l'aspetto legato al fatto che le Intese sulla scuola potessero dar luogo a una contrattazione regionale degli stipendi dei professori. Questa è una cosa che mi preoccupa anche per la sanità. È l'unico aspetto che mi preoccupa per la sanità.
Ebbene, se si leggesse a fondo il disegno di legge, così come è stato approvato dal Senato, ci si renderebbe conto che in corso di discussione è stato approvato un emendamento, questa volta non di Forza Italia ma di Fratelli d'Italia, che dice sostanzialmente che, se per esempio una Regione sulla base delle intese che sottoscrive su una materia – stiamo parlando delle materie sottoposte ai LEP, poi andrò a parlare di quelle non sottoposte ai LEP – ad esempio la scuola, spende più risorse per gestire quelle materie, il Governo è impegnato ad assegnare quello stesso incremento di risorse a tutte le Regioni, anche a quelle che non fanno le intese. Pertanto, se in ragione di qualche Intesa una Regione dà di più a una categoria, per esempio, i docenti, nel disegno di legge è previsto che il Governo debba garantire questo “delta”, queste risorse in più, a tutte le categorie.
Adesso, stiamo parlando di queste cose come se fossero cose nuove, mai sapute, ma sono scritte nel disegno di legge! Sono scritte da quando il disegno di legge è stato approvato al Senato. Però, se voi andate in qualsiasi convegno in cui si parla di autonomia differenziata, queste cose non si dicono ed ho la sensazione che, probabilmente, non si dicono perché molti non lo hanno ben letto. Per questo che dico che è diventato un argomento ideologico.
La mia posizione è sempre stata la stessa ed ha prodotto dei miglioramenti nel testo. Basta?
Secondo me, non basta ancora e lo sto dicendo anche al mio partito a livello nazionale. Poi è vero, come diceva qualcuno, che ci sono differenze fra Nord e Sud. Attenzione: ci sono in tutti i partiti perché ci sono molti del centro sinistra che al Nord tifano affinché si faccia l'autonomia differenziata, ci sono in tutti i partiti.
Sto dicendo che il tema che rimane ancora da affrontare è quello a cui faceva riferimento il consigliere Neri nel suo intervento e cioè le materie non sottoposte ai LEP. Il disegno di legge oggi dice che, per le materie per cui si devono quantificare e finanziare i LEP, le Intese si potranno fare solo quando questa attività si farà. Quindi adesso non si possono fare Intese su quelle materie; si possono invece fare Intese sulle materie sulle quali i LEP non devono essere quantificati, come, per esempio - non mi ricordo chi abbia fatto un riferimento del genere - il commercio estero, i rapporti internazionali. Su queste si possono fare delle Intese anche prima della definizione dei LEP, si potrebbero fare delle Intese all'approvazione della legge. Ho chiesto, quindi, al mio partito di chiedere una modifica al disegno di legge nella direzione di prevedere che anche per queste materie si faccia prima una valutazione di impatto. Che vuol dire? Facciamo un esempio pratico: se alcune Regioni scelgono di fare un’Intesa sul commercio estero, io voglio capire che cosa succede agli agricoltori calabresi, siciliani, campani che esportano i loro prodotti all'estero per effetto di queste intese che alcune Regioni hanno fatto e che danno loro autonomia nel commercio estero. Ho spiegato che le valutazioni di impatto sono tipiche di ogni legge perché, quando fai una legge a livello nazionale, dovresti prevedere qual è il suo impatto. Questo sto cercando di fare nel mio partito. Ci riuscirò? Non so se ci riuscirò, ma ci provo e ci provo con tutta le mie forze.
Vorrei che ci fosse anche un documento del Consiglio regionale che registri la condivisione dei partiti del centrodestra in Calabria, perché, secondo me, è giusto che ci sia una valutazione dell'impatto in termini di risultati concreti anche nelle materie che possono essere oggetto di intesa subito, benché non sottoposte alla definizione dei LEP. Poi, ho anche spiegato al mio partito che credo sia giusto dare al Parlamento il tempo necessario per approvare questa legge; mi pare di aver capito che ci sono più di 2600 emendamenti giacenti in Commissione e che si vorrebbero esaminare e approvare in due giorni.
Chi è uomo delle istituzioni sa che c’è una regola non scritta, che però è aurea e va praticata, e cioè che non bisogna mai parlare delle più alte istituzioni dello Stato. Però, credo che un atteggiamento che non desse al Parlamento i tempi giusti, congrui, per fare gli approfondimenti del caso sarebbe un atteggiamento che nemmeno le più alte istituzioni dello Stato, mi riferisco alla Presidenza della Repubblica, valuterebbero come rispettoso della libertà e dell'autorevolezza delle Assemblee elettive. Quindi ho suggerito sostanzialmente che ci sia, come peraltro chiede l'opposizione a livello nazionale, un'analisi, la più approfondita possibile. C'è un po’ di preoccupazione in ordine alla proposta, che io spero faccia tutto il Consiglio regionale oggi, di prevedere questa valutazione di impatto sulle materie oggetto di intesa, anche prima della definizione dei LEP, perché sarebbe una proposta che evidentemente rinvierebbe l'esame di nuovo al Senato, non farebbe approvare il disegno di legge sull'autonomia differenziata.
Sto cercando di fare il lavoro di chi ha coscienza che una cosa è fare il capopopolo, consigliere Iacucci, una cosa è utilizzare il proprio ruolo per cambiare le cose. Io sto cercando di utilizzare il mio ruolo in Calabria per cercare di cambiare le cose. Non ho mai la tentazione di svolgere il mio ruolo per ragioni di personale ascesa politica. L'ho detto più volte, ma poi voi frequentate anche i vostri leader nazionali di partito e anche loro sanno che se io avessi voluto pensare ad una proiezione politica nazionale sarei rimasto a fare quello che facevo prima, non avevo bisogno di fare il Presidente della Regione. Mi sono seduto su una pentola a pressione, mi sono seduto su una polveriera e l'ho fatto perché credo sia molto più gratificante cercare di lasciare il segno nella propria comunità che avere qualche gallone nella politica nazionale, che io forse avrei potuto avere se non avessi fatto quello che ho deciso di fare. Per inciso, quando parlava il consigliere Iacucci, l'assessore Gallo, che mi conosce bene da quando eravamo ragazzi, mi ha detto: “Mi raccomando, replica con calma, fai in modo che non ti parta l'embolo, perché poi…”. L'ho tranquillizzato. Ho replicato con calma.
Vi dicevo che la mia ambizione è quella di dimostrare che questa Regione è governabile, che questa Regione non è condannata al disastro, come per anni si è pensato, ma è una Regione che si può governare e lo faccio sempre con grande determinazione. Credo anche di aver dimostrato che non ho complessi nemmeno quando devo confliggere col Governo. Ricordate quelle due leggi sul trasporto pubblico, sugli NCC? Il ministro Salvini le ha impugnate tutte e due. Mi sono costituito innanzi alla Corte costituzionale contro il ministro Salvini e abbiamo vinto, la Calabria ha vinto in Corte costituzionale, prima Regione in Italia, unica Regione in Italia, e ora, grazie a Dio, in Calabria tra qualche mese ci sarà Uber; quindi, quando devo confliggere col Governo, non ho difficoltà a farlo perché so che la mia bussola non è quella di sembrare amico di un Governo del quale sono già amico, poiché composto da persone che sono amiche, la mia bussola è quella di utilizzare questo ruolo e anche questi rapporti per tentare di lasciare il segno in Calabria.
Tutte le cose che volevo dire sull'intervento di Iacucci, ex capo di gabinetto di Oliverio, me le risparmio. È vero quello che dice il consigliere Tavernise: non ci sono, non ci sono ancora le risorse e nella legge è scritto che senza risorse le intese non si fanno; quindi, il “no money, no party” in qualche modo è realizzato.
Dobbiamo vigilare perché sia così. Anzi, ci deve essere, anche rispetto a questo, una pronuncia della maggioranza, del centrodestra calabrese, che cristallizzi questa cosa, perché dobbiamo dire che nessuna intesa deve essere possibile se non si trovano le risorse per finanziare tutti i LEP, nella misura in cui sarà necessario. Se sono 70-80-90 miliardi, come dice lo SVIMEZ, con buona pace di quelli che vogliono le intese, questa legge diventerà soltanto una legge bandiera, ma su questo noi non dobbiamo cedere in alcun modo.
Un'ultima cosa, consigliere Lo Schiavo: dov'è scritto in questo disegno di legge che c'è la possibilità per le Regioni di trattenere il residuo fiscale? Non è scritto in nessuna parte, anzi l'emendamento a cui facevo riferimento, a firma Fratelli d'Italia, ora inserito nel testo, garantisce che non ci saranno sperequazioni.
Attenzione, però, perché dobbiamo avere sempre contezza - e concludo - che più importante delle leggi, delle norme, è il modo in cui si governano i Comuni e le Regioni al Sud perché, anche a legislazione vigente, senza l'attuazione del Titolo V della Costituzione, negli ultimi anni, si è generata soltanto sperequazione, si sono generate soltanto differenze e non solo per la distrazione della comunità nazionale e dei governi nazionali, che pure c'è stata nei confronti del Sud e in Calabria c'è stata nei confronti della sanità.
Oggi è facile vedere nelle trasmissioni nazionali le incompiute, i servizi negli ospedali che non funzionano, però per tanti anni che cosa hanno fatto i Governi nazionali per assicurare il diritto alla cura ai cittadini calabresi? Mi sono trovato con tre Ospedali che rischiavano di diventare un sogno mai realizzato. E che cosa hanno fatto in tanti anni? C'è stata, però, anche per un'incapacità dei governi locali, nei Comuni, nelle Regioni. Ora discutiamo, consigliere Lo Schiavo, di fiscalità generale, di residuo fiscale, ma quando mi sono insediato ho trovato due miliardi di euro di risorse che in passato avrebbero dovuto essere spese per i calabresi e che non sono state spese; ho trovato 350 milioni di risorse che si sarebbero potute spendere per l'edilizia sanitaria della Calabria e non sono state spese; ho trovato una Regione a cui da anni non venivano assegnate risorse per le infrastrutture. È vero o non è vero che non venivano assegnate risorse per le infrastrutture? Però, in due anni, insieme - le richieste sulla Strada Statale106, per esempio, le ha fatte il Presidente della Regione, il governo regionale, la maggioranza, ma le hanno fatte anche i sindacati della Calabria - siamo riusciti a ottenere tre miliardi e mezzo per la Strada Statale 106 - non bastano perché vanno ottenuti anche gli altri - e 900 milioni per il tratto dell'autostrada Cosenza-Altilia e le risorse per la trasversale delle Serre. Ma tutte queste risorse negli anni passati perché non si ottenevano? Eppure, l'autonomia differenziata non c'era, quindi forse una responsabilità di chi ha governato le Regioni del Sud in passato c'è.
Io mi assumo tutte le mie responsabilità, ma se voi volete un Presidente della Regione che abbia il coraggio di confrontarsi sul piano delle capacità, delle possibilità e che offre la sua Regione in termini di sviluppo con gli altri Presidenti di Regione. Io cerco di essere questo.
Se
voi volete un Presidente di Regione che si mette a fare il “Masaniello”, questo
Presidente non sono io.
Fra
qualche anno qualcuno si candiderà contro di me e i calabresi sceglieranno se
votare il “Masaniello” o chi, invece, ha cercato con ogni sforzo di far
crescere questa Regione; magari, non sarà possibile fare miracoli in pochi
anni, però ritengo che quello che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo sia
già un miracolo, rispetto a ciò che non è stato fatto negli ultimi vent'anni.
Grazie,
Presidente. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente.
Pur
reputando inusuale prendere la parola dopo le conclusioni esaustive e complete
del presidente Occhiuto, accolgo l’invito che lo stesso Presidente ha voluto
rivolgere, di partecipazione attraverso un dibattito in Aula, che possa
scaturire anche in un eventuale documento, frutto dell’opinione di tutta
l’Assise regionale.
La
politica deve essere anche realpolitik!
L’attuale
governo regionale vede: una maggioranza – che qualcuno accusa di essere a trazione
leghista – che punta all'autonomia differenziata; una parte, che probabilmente
è anche la forza politica che fa riferimento al Presidente della Regione, ma anche
altre forze che abbiamo ascoltato in Aula oggi, che ha una posizione differente
rispetto al testo approvato dalla maggioranza di Governo nazionale in prima
lettura al Senato.
Se
vogliamo davvero fare gli interessi della Calabria, dobbiamo farlo cercando di
portare il Governo e il Parlamento a una soluzione che non sia dannosa né per
il Mezzogiorno né per la Regione.
In
alcune parti, effettivamente, il disegno di legge Calderoli sembra – e dirò
anche perché – il “Calderoli-Bossi” della secessione; in altre parti, no.
Su
questo dobbiamo cercare di inserirci, e ringrazio il presidente Occhiuto che si
è dimostrato disponibile a farsi parte autorevole, non solo come Presidente
della Regione, ma anche come Vicecoordinatore del suo Partito, che è Forza
Italia, per intervenire anche all'interno del Parlamento come forza di Governo,
lanciando anche da quest'Aula un appello costruttivo sul testo in seconda
lettura.
Non
mi preoccupa tanto la questione dei LEP (Livelli essenziali delle prestazioni)
perché è proprio qui il trucco del disegno di legge Calderoli; vale a dire che
ci vogliono due anni; infatti, i circa 100 milioni di euro che occorrono non ci
sono e, quindi, in questo caso – la dico alla Calenda, che è il segretario del
mio Partito – è più fuffa elettorale che altro.
Ringrazio
il Presidente per aver ribadito che questo non dovrebbe essere argomento da
campagna elettorale.
Condivido
appieno quanto dichiarato sia dal presidente Occhiuto sia dal segretario
Calenda, ma il trucco è proprio qui, ed è stato ben evidenziato in quest'Aula:
sono le materie non soggette ai LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) che,
invece, entrano in vigore subito, anche senza l'intesa fra le Regioni.
È
evidente, poi, che questa intesa debba avvenire contemporaneamente in tutte le Regioni
e, in tal senso, accolgo anche ciò che è stato sottolineato dall'opposizione.
Le
intese devono avvenire in tutte le Regioni dopo aver stabilito i LEP!
La
Costituzione parla chiaro!
Non
dobbiamo leggere solo l’articolo 116, ma anche gli articoli 117 e 119, senza fare
riferimento, come è stato rimarcato, al fabbisogno e all’iniquità dei criteri della
spesa storica, bensì al fabbisogno standard.
Ci
sono materie, come le strade, le autostrade, la protezione civile, gli
aeroporti, il commercio internazionale, le banche regionali, le banche rurali,
le banche agrarie, il credito fondiario che passano tout court di
competenza regionale, non c'è bisogno di fare l’intesa poiché non c'è bisogno
di andare a stabilire i livelli essenziali delle prestazioni.
Questo
è il trucco della riforma Calderoli, se esiste ancora – e, secondo me, esiste!
– perché la questione meridionale, purtroppo, non è terminata, ed è nata
proprio perché ci sono delle differenze, scaturite dopo l'Unità d'Italia, fra il
Meridione, il Settentrione e anche il Centro.
A
mio avviso, dobbiamo evitare l’accentuarsi di tale situazione che, comunque,
non può essere cristallizzata allo stato attuale, con le materie al di fuori dei
livelli essenziali delle prestazioni.
Altresì,
non bisogna puntare tanto alla solidarietà, di cui ho sentito parlare molto, bensì
all’equità di un Paese che, diversamente, non avrebbe futuro!
Equità
intesa come equità sociale, del lavoro, dell'ambiente. Un cittadino italiano deve
avere gli stessi diritti ovunque si trovi. Al momento, non è così!
Si
può ancora intervenire in Parlamento, ed è questo che stamattina chiedo a
quest'Aula: chiediamo al Governo, alla forza di maggioranza di Governo
nazionale, al Presidente della Regione di intervenire nuovamente in questa
fase.
Ritengo
che possa fare molto di più il buon governo del presidente Occhiuto in questa Regione,
come ha dimostrato in questi due anni e mezzo, che non l'autonomia
differenziata di Calderoli.
Pertanto,
pongo all'attenzione dell'Aula un documento di sintesi tra questi due punti, le
materie soggette ai LEP e quelle non soggette ai LEP, per chiedere al Parlamento
di riflettere e tornare indietro sul testo ancora in discussione. Dobbiamo
chiedere al Governo di evitare che si accentuino le differenze in Italia;
perciò, vi chiedo oggi di fare uno sforzo e una richiesta comune, dando fiducia
al Presidente della Regione nell'intervento che farà verso il Governo nazionale
e le forze parlamentari di maggioranza che potrebbero approvare il testo in
seconda lettura.
È
su questo che dobbiamo incidere oggi! Ce lo chiedono i calabresi e i nostri
figli.
Presidente,
se mi consente, do lettura del testo che voglio porre all'attenzione di
quest'Aula a conclusione del dibattito:
“Il
Consiglio regionale, a conclusione del dibattito su autonomia differenziata,
ritiene che sia necessario:
-
attivarsi per quanto di competenza e vigilare con estrema attenzione affinché i
diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il
territorio nazionale, assicurando la possibilità di fare intese, ai sensi
dell'articolo 116 della Costituzione, solo a seguito del finanziamento
integrale di tutti i Livelli essenziali delle prestazioni in tutte le Regioni;
-
impegnarsi per proporre i passaggi necessari con Governo e Parlamento, affinché
l'attribuzione di funzioni relative a ulteriori forme e condizioni particolari
di autonomia sulle materie escluse dalla determinazione dei LEP sia consentita
solo a seguito della discussione e dell'approvazione di un'analisi di impatto dell'ipotesi
di intervento normativo e regolamentare regionale ricadente sull'attività dei
cittadini, delle imprese, sull'organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche
amministrazioni, per assicurare anche in questi ulteriori ambiti fuori LEP il
corretto funzionamento concorrenziale del mercato, la tutela delle libertà
individuali e la tenuta dei principi generali dell'ordinamento”.
Con
l’approvazione di questo testo, chiediamo al Parlamento e al Governo di tornare
indietro dal decreto in discussione.
Questo
è il testo che sottopongo all’approvazione di quest'Aula.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente,
in Conferenza dei capigruppo si era deciso – se dico qualche fesseria, vi prego
di correggermi – di non arrivare in Aula con la votazione o, meglio, con il
richiamo della vostra mozione, già nota da un mese e che oggi ripresentate in
quest'Aula. Mi dispiace che l'abbia richiamata un componente di Azione che, a
livello nazionale, condivide la nostra posizione, ovvero un “No” netto al disegno
di legge Calderoli.
Diversamente,
richiameremo anche noi in Aula la mozione presentata tempo fa.
Collega
Bevacqua, non è una mozione, bensì un documento della maggioranza, quindi, lei
può anche astenersi.
Lei
rappresenta l'unità del Consiglio regionale, il Presidente dell'Aula non deve
essere di parte in questo momento; quindi, la prego di farmi esprimere il
parere rispetto a ciò che ci siamo detti in Conferenza dei capigruppo.
Credo
che una discussione sull'autonomia differenziata in un Consiglio regionale del
meridione sia stata fatta solo in Calabria e lei sostiene che sono di parte.
Io
non sono di parte e ritengo che ci sia stata la massima dimostrazione di
democrazia. Questa è la sua opinione.
Chiedo
scusa, Presidente. Il consigliere Iacucci ha iniziato il suo intervento
ringraziandola per aver accolto il nostro invito di discutere in Aula il tema
dell’autonomia differenziata; quindi, c'è un riconoscimento della sua funzione e
del suo ruolo, ci mancherebbe altro.
La
Conferenza dei capigruppo prevedeva un dibattito, per come è stato in Aula,
vivace, partecipato, sentito, appassionato, ma l'intervento del presidente
Occhiuto è identico a quello svolto un anno fa in quest'Aula!
Ciò
significa che per lui non è cambiato niente in quest'anno, né le nostre
posizioni sono state accolte. Pertanto, oggi non si può trovare una sintesi tra
visioni diverse dalla vostra.
È
un documento della maggioranza, non è una mozione.
Se
voi presentate questo documento, anche noi lo faremo! In questo modo, le
posizioni saranno chiare, nette e limpide.
Altrimenti,
vi chiedo di ritirare questo documento perché il presidente Occhiuto si è
assunto una responsabilità oggi, che è quella di dire: “Io lavoro per questa
Regione, di cui sono figlio”.
Va
bene, ha tempo fino al termine della seduta. Lo prepari e lo votiamo. Ha
chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Voterò
contro questo documento, anche perché mi sembra che il presidente Occhiuto, che
chiede il consenso di tutto il Consiglio regionale, in realtà, sia
particolarmente indirizzato alla sua maggioranza; almeno, questo leggo tra le
righe del suo intervento politico.
Ovviamente,
non possiamo votare perché abbiamo espresso già una posizione di netta
contrarietà che ha confermato alcune obiezioni, una diversità di posizione che
rimane in piedi totalmente.
In
merito alle preoccupazioni, capisco che il Presidente della Regione abbia una
funzione diversa di chi fa opposizione, capisco che le responsabilità
istituzionali siano diverse, però capisco anche che alcune questioni di fondo o
di merito si tentano di superare quasi con l'auspicio che questa riforma non
vedrà mai la luce, proprio perché non ci sono le risorse finanziarie.
Ritengo
che l'errore sia a monte, nel credere che questa sia un'opposizione ideologica,
di pregiudizio e puramente di parte. In realtà, qui non c'è nulla di ideologico;
è una discussione di merito.
Presidente,
chiedeva dove ho letto dei residui fiscali. In effetti, non c'è scritto da
nessuna parte, ovviamente; io, però, brevemente vorrei leggere che l'articolo 5
del disegno di legge stabilisce che: “Le intese determinano l'individuazione
dei beni e delle risorse finanziarie sulla base di una proposta di una Commissione
paritetica Stato-Regioni-Autonomia”.
Poi,
all'articolo 8, nel monitoraggio, questa Commissione paritetica “…procede
annualmente alla valutazione degli oneri finanziari per ciascuna Regione
interessata all'esercizio delle funzioni e dell'erogazione dei servizi. La Commissione
paritetica provvede annualmente alla ricognizione dell'allineamento tra i
fabbisogni di spesa già definiti e l'andamento del gettito dei tributi
compartecipati per il finanziamento delle medesime funzioni; qualora la
suddetta ricognizione evidenzi uno scostamento dovuto alla variazione dei
fabbisogni e all'andamento del gettito dei medesimi tributi, anche alla
variazione del ciclo economico, il Ministro, di concerto col Ministero affari regionali,
previa intesa alla Conferenza unificata, su proposta della Commissione, adotta
le necessarie variazioni delle aliquote di compartecipazione. Sulla base dei
dati del gettito effettivo dei tributi compartecipati e rilevati a consuntivo,
si procede di anno in anno alle conseguenti regolazioni finanziarie relative
alle annualità decorse, sempre nei limiti delle risorse disponibili”.
Rimangono,
quindi, le mie perplessità in merito alla natura della riforma e alla
valutazione complessiva di bilancio di fiscalità generale. Queste funzioni, 23
funzioni, 500 aree di competenza, da chi saranno finanziate? Dove troveranno le
risorse? Come il bilancio dello Stato potrà garantire queste funzioni sui
territori?
Rimane
in piedi l'obiezione che le risorse si troveranno proprio con la
compartecipazione dei tributi delle Regioni più ricche. Grazie.
Grazie,
consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha
facoltà.
Chiedo
la sospensione della seduta per cinque minuti.
Perché
dobbiamo sospendere?
Per
valutare con attenzione.
Consigliere
Gelardi, non c'è niente da valutare. Scelga di votare o meno. Pongo in
votazione il documento di sintesi.
(Il documento di sintesi del dibattito è condiviso da 17
consiglieri su 27 presenti)
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Chiedo
un’inversione dei punti all’ordine del giorno e la trattazione immediata del
punto relativo all’istituzione del Parco regionale Valle Del Coriglianeto.
Votiamo
per l'inversione dei punti all’ordine del giorno. L’inversione è approvata.
Passiamo
al secondo punto, la proposta di legge numero 192/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Straface e Graziano, recante:
“Istituzione del Parco naturale regionale ‘Valle del Coriglianeto’”.
Cedo la parola alla consigliera Straface per
l’illustrazione del provvedimento. Prego, consigliera Straface.
Grazie,
Presidente. La finalità della legge è quella di conservare più a lungo e al
meglio possibile le caratteristiche del paesaggio, le risorse naturali e la
biodiversità presenti nell'aria, consegnandole alle future generazioni.
Nel
caso di specie, si tratta di un'ampia area naturale e paesaggistica che vede
interessati gran parte del bacino idrografico del torrente Coriglianeto e i Giganti
del Cozzo del Pesco.
La
proposta è volta a valorizzare il patrimonio della biodiversità e della storia
calabrese, in particolar modo della Sibaritide e, soprattutto, va a
salvaguardare un’ampia area naturalistica.
L'area
protetta in questione si estende per oltre due mila ettari di superficie interessando
i due Comuni.
Di
fatto, l'istituzione del Parco regionale naturale Valle del Coriglianeto è una
straordinaria opportunità, oltre che naturalistica, di occupazione per i tanti
giovani che vogliono rendersi protagonisti di un cambiamento di passo che vede
sempre più l'ambiente al centro di politiche culturali, sociali, sostenibili.
Vorrei
ringraziare anche tutta la Commissione per avere espresso un voto unanime
sull'istituzione del Parco Valle del Coriglianeto. Grazie.
Grazie,
consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
All’inizio
della seduta avevo posto un tema legato al richiamo in Aula di una proposta di
legge, e chiedo scusa per aver commesso un errore perché occorrevano i due
terzi (2/3) dei consiglieri presenti.
Oggi
si tratta di approvare una proposta di legge. Per approvare una proposta di
legge, ci vogliono i due terzi (2/3) dei consiglieri regionali.
Collega
Bevacqua, è inutile che continui a fare il professore. Nel momento in cui andremo
a votare, verificheremo se ci sarà la maggioranza.
Ho
posto il problema prima di procedere alla votazione.
Quando
andremo alla votazione finale, verificheremo la presenza del numero necessario
ad approvare la proposta.
Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
Articolo
2
(È
approvato)
Articolo
3
(È
approvato)
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4
(È
approvato)
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5
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approvato)
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6
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approvato)
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(È
approvato)
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approvato)
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approvato)
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12
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approvato)
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13
(È
approvato)
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14
(È
approvato)
Articolo
15
(È
approvato)
Articolo
16
(È
approvato)
Passiamo
alla votazione della proposta della legge nel suo complesso per appello
nominale.
Collega Bevacqua, senza disporre la chiama è evidente che non c’è la maggioranza qualificata richiesta per l'approvazione del provvedimento che, pertanto, rinviamo alla prossima seduta di Consiglio.
(Il Consiglio rinvia)
Dispongo la sospensione dei lavori.
La seduta sospesa alle 15.58 riprende alle
15.18
Riprendiamo i lavori.
Passiamo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 156/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2024”.
La consigliera Gentile doveva illustrare il provvedimento, non essendo presente ai lavori odierni, relaziona l'assessore Gallo. Prego.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, l'approvazione del Programma di forestazione 2024 con le attività connesse al Piano di forestazione prevede finora un impegno di 156 milioni di euro, che saranno insufficienti per far fronte alle spese generali necessarie. Si tratta di 100 milioni di euro che gravano sul Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) e 56 milioni di euro che gravano su fondi di bilancio. In tutto, quindi, 156 milioni di euro, rispetto ad una previsione che necessita di circa 185 milioni di euro. Far fronte alle spese della forestazione in Calabria, con circa 4 mila addetti, è infatti un impegno di questa portata.
Peraltro, come a voi noto, negli ultimi mesi noi abbiamo accresciuto il bacino di lavoratori della forestazione con altre unità provenienti dal bacino della legge numero 15 del 2008; ne abbiamo assunti oltre 300 e quindi abbiamo rimpinguato il numero degli addetti in tale settore.
Abbiamo tra l'altro, anche, salvaguardato i dipendenti del settore forestazione che erano in capo ai Consorzi di bonifica perché, con una norma approvata nel novembre dello scorso anno, li abbiamo trasferiti ipso facto a Calabria Verde salvaguardando loro sia il TFR sia l'indennità che, negli ultimi mesi, non era stato possibile corrispondere loro.
Mancano ancora circa 30 milioni di euro per far fronte al fabbisogno 2024, ma, come è stato per gli altri anni, non mancherà l'impegno del presidente Occhiuto, del sottoscritto e del Consiglio regionale nella sua totalità, e vi si farà fronte. Dovrebbe essere l'ultimo anno di reale sofferenza, perché nel prossimo anno noi avremo una somma che, allo stato, è sufficiente, sempre con l'impegno di risorse FSC. Voglio chiarire che, attraverso una norma, ci siamo fatti anticipare dal Governo centrale risorse, destinate ad investimenti per la prevenzione del dissesto idro-geologico e altro, che noi impegniamo in progetti di forestazione a questo scopo finalizzati.
Nel provvedimento in esame trovate una serie di attività idraulico-forestali, di rimboschimento, di prevenzione incendi, che nel corso del 2022-2023, utilizzando anche tecnologie innovative ma anche, e soprattutto, utilizzando i nostri lavoratori forestali, hanno visto diminuire in maniera importante il numero degli incendi, con i nostri forestali impegnati in un progetto obiettivo per la riduzione degli incendi nelle aree loro affidate.
Per l'anno 2023, peraltro, abbiamo avuto incendi concentrati in due giornate, il 20 e il 25 luglio, per il 33 per cento, e nel mese di settembre, che è un mese inusuale per l'aumento degli incendi, nella misura del 30 per cento. Quindi, in tutto il mese di settembre si sono registrati il 30 per cento degli incendi e in due sole giornate il 33 per cento, in un'estate nella quale, tutto sommato, il territorio ha avuto un buon controllo anche per l'impegno dei nostri forestali.
Ci sono altre attività rispetto alle quali nel provvedimento stiamo un po’ modificando la mission di Calabria Verde; infatti, molte attività di prevenzione e di mitigazione del rischio idraulico si stanno svolgendo con interventi, attraverso mezzi di Calabria Verde, all'interno delle aste fluviali per fare in modo che nel momento in cui, dopo lunghi periodi di siccità, dovessero esserci grosse precipitazioni, si possa gestire queste fasi in sicurezza evitando esondazioni degli stessi corsi d'acqua.
Queste attività, che si vanno moltiplicando e che stanno toccando tutto il territorio regionale, stanno dando importanti risultati, per cui credo che nei prossimi anni ci sarà un impegno in tal senso, proprio per aumentare la forza lavoro e anche gli operai specializzati, per migliorare da questo punto di vista la capacità e i tempi di intervento.
Altre azioni, probabilmente, saranno sulla ripresa della vivaistica, attività importante per Calabria Verde negli anni - negli anni passati per l’AFOR - e che va sicuramente ripresa alla luce di quanto stabilito da convenzioni fra i Paesi più importanti del Pianeta che dovranno impiantare 1.000 miliardi di alberi nei prossimi 50 anni e noi vogliamo, anche in questo caso, fare la nostra parte.
C'è un altro tema: l’anzianità di servizio dei nostri forestali. Circa duemila hanno superato i 42 anni e 10 mesi di servizio e, attraverso anche intese con i sindacati, probabilmente, nei prossimi mesi potranno avere delle forme incentivanti o, attraverso norme specifiche, delle azioni per un collocamento in quiescenza. D’altro canto, è giusto anche per loro che, dopo oltre 42 anni di servizio, possa esserci il momento del pensionamento. Capite, quindi, come possiamo rilanciare, attraverso uno svecchiamento importante, la forestazione, impegnando dei giovani all'interno di queste attività, naturalmente con impiego a tempo parziale perché attualmente, nelle condizioni in cui è il sistema forestale, non si ritiene sostenibile assumere lavoratori a tempo pieno. Ogni forestale costa 42 – 43 mila euro pro capite, quindi, 4.000 forestali portano la spesa a 185 milioni, compreso il TFR, mentre la vicina Basilicata, che ha tra i 1.200 - 1.300 forestali, ha un impegno di spesa nel limite di 60 milioni di euro.
Chiaramente, in queste condizioni è difficile continuare a tenere questo trend, ma noi riusciremo a onorare gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei lavoratori di questo comparto e, anche quest'anno, vi faremo fronte, come è stato per gli anni passati, e poi procederemo in ulteriori attività di rilievo per un rilancio serio di una forestazione che vogliamo sia produttiva.
Do notizia al Consiglio che il presente provvedimento è stato approvato in Commissione.
Grazie, assessore Gallo. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei segnalare come, in realtà, la visione universale e condivisa sulla gestione di boschi e foreste dal punto di vista ambientale non sia assolutamente unanime. Nel senso che, soprattutto adesso, in questa fase storica in cui i cambiamenti climatici rappresentano un problema reale e universale che minaccia la stessa sopravvivenza della nostra specie sulla terra, contrastare la crisi climatica attraverso i migliori alleati dell'uomo, cioè gli alberi, è una cosa che diventa fondamentale.
D'altra parte, quindi, importanti studi e importanti studiosi che supportano queste tesi, oltre che esperti qualificatissimi, individuano in una politica di conservazione di boschi e foreste uno strumento non suscettibile di essere vicariato: non ci sono mezzi ulteriori e più efficaci per controbattere la crisi climatica. Ne deriva che, ovviamente, i prelievi dei boschi e delle foreste devono essere limitati a pratiche che utilizzino il legname per scopi utili, cioè, inerenti alla lavorazione del legno e non certamente quella a fini energetici che, non soltanto depauperano il nostro patrimonio boschivo e forestale, ma incrementano i rischi legati alla crisi climatica.
Ho letto il documento che ci accingiamo a votare e debbo dire che ci sono degli spunti di assoluto interesse e rilevanti. Cito alcuni punti a favore, per esempio: l'inventario forestale regionale; le misure di contrasto ai processi di desertificazione che, ancora una volta, rimandano all'aumento del patrimonio verde calabrese; il recupero di aree degradate; la lotta alla processionaria e al cinipide galligeno, al punteruolo rosso, privilegiando metodi meccanici o biologici piuttosto che chimici; la difesa del suolo e di contrasto al dissesto idrogeologico e, ancora, la tutela e la valorizzazione del paesaggio agrario e forestale.
Viceversa, sempre nello stesso documento, sono contenuti degli aspetti che, francamente, non mi sento di condividere. Due fra tutti: il ricorso sistematico alla ceduazione, cioè al taglio raso di ampie aree boschive, che, quindi, poi richiede lunghi tempi per il ripristino; ancora più importante, la tecnica cosiddetta del fuoco prescritto che è una tecnica assolutamente, anche questa, che non è condivisa da tutti gli esperti del settore e da importanti anche accademici e che, di fatto, crea più problemi di quanto in realtà non ne voglia risolvere.
Questi soltanto alcuni degli aspetti, fra quelli più salienti, di questo documento che, ripeto, è un documento importante che però contiene luci e ombre che vanno conosciute nel dettaglio. Grazie.
Presidenza
del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto la parola il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Voglio fare alcune riflessioni che, secondo me, sono quasi dovute. Questo è un programma ponte, come lo è stato quello che abbiamo approvato l'anno precedente. Dunque, dov'è la novità? Personalmente, non riesco a cogliere nemmeno una novità in questo programma ponte.
Questo approccio, esclusivamente di natura burocratica, parla di un programma ponte in attesa dell'elaborazione del nuovo Piano forestale regionale che ha, invece, un'azione strategica di pianificazione e programmazione triennale.
Vorrei ricordare a quest'Aula che l'ultimo Piano risale al 2020 e, a fronte di cambiamenti climatici-ambientali così radicali e profondi, tre-quattro anni sono un tempo notevolissimo. Sarebbe utile che l'assessore Gallo, che di solito è molto puntuale e ci offre, anche in maniera appropriata, le argomentazioni e i punti contenuti, ci dicesse a che punto è la redazione di questo Piano triennale perché, se ogni anno riprendiamo lo stesso documento… Ho preso il documento approvato l'anno scorso e ho preso quello di quest'anno: c’è stata una razionalizzazione, l'anno scorso era di 148 pagine, quest'anno è di 146, ma dice le stesse cose dell'anno scorso. Assessore, dato che il Piano dell'anno scorso conteneva gli stessi punti, le stesse idee strategiche, le stesse attività, sarebbe utile che lei ci desse una valutazione su che cosa ha effettivamente prodotto nell'anno precedente.
Ancora, vi è un altro aspetto che dobbiamo valutare: l'importo di 156 milioni di euro. Assessore, lei deve saperlo meglio di me, ormai si ripete da anni: come mai abbiamo avuto 156 milioni quando gli operai forestali erano 10.000 e oggi, che gli operai si sono ridotti di un terzo (1/3), abbiamo difficoltà a coprire tutte le attività svolte?
Per quanto mi riguarda - lo dico molto francamente -, è chiaro, Assessore: state continuando, in maniera imperterrita, un’azione rivolta allo spegnimento dell'incendio, all'intervento dopo l'alluvione, la frana - è tutto quello che si è verificato nel corso di questi anni -, quando, invece, sarebbe necessario e opportuno intervenire ante, cioè, fare prevenzione. Invece, questo purtroppo non avviene.
Caro Assessore, lei dice: “Stiamo cambiando mission”. Sì, ma come? Sostituendo la forza lavoro con i droni, con le convenzioni che fate con le associazioni di Protezione civile comunali, con i canadair. Quindi, le risorse si spendono per intervenire dopo che l'incendio è partito, dopo che il disastro ambientale, il dissesto idrogeologico si è verificato. È questa la concezione strategica sbagliata che vi è in questo documento.
Sinceramente, mi sono sforzato di vedere qualche spunto di novità, di cambiamento in questo Piano che, invece, ripropone le stesse identiche cose.
Eppure, lei sa meglio di me che la storia della forestazione calabrese è una storia importante, fatta di lavoro, di fatica e, anche, di un'azione di rimboschimento imponente che va preservata, altrimenti si andrà verso il deterioramento progressivo di questo patrimonio.
È su questo, invece, che bisognerebbe intervenire, Assessore - lei lo sa bene - e bisognerebbe anche intervenire su altre problematiche e altre dinamiche come, per esempio, lo spopolamento delle zone interne; spopolamento che provoca, a volte, l'abbandono di molte aree montane e di molte aree collinari. Su questo, caro Assessore, noi, come gruppo PD, abbiamo presentato un'interrogazione che ha avuto una risposta formale che scaricava - questo mi dispiace sinceramente - sui Comuni la responsabilità, quando, invece - lei lo sa meglio di me -, la delibera CIPESS dà la governance delle risorse dedicate alla SNAI (Strategia nazionale per le aree interne) alla Regione.
Quindi, la possibilità di frenare lo spopolamento delle aree interne è un'azione di sistema che richiede uno sforzo impegnativo di programmazione triennale.
Ecco perché, Assessore, non capisco perché continuiate a presentare un Piano annuale. Tra l'altro, ho saputo che questo Piano l'avete fatto senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, nelle more dell'approvazione del Piano triennale. Allora, fateci sapere a che punto è questo Piano triennale.
E ancora, Assessore caro, io cerco di ricambiare la cortesia che ha utilizzato nel suggerire al presidente Occhiuto di essere molto responsabile nel rispondere al consigliere Iacucci e quindi anche io cercherò di offrire le mie considerazioni restituendo la cortesia: l'attività vivaistica, l'attività faunistica, la manutenzione, benissimo, sono cose eccezionali, ma non viene indicato quali interventi concreti si dovranno realizzare. Sono solo delle affermazioni generiche, senza nessuna declinazione pratica.
Anche la redazione dell’inventario forestale - scusatemi un attimo - c'è? Dov'è? Com'è? Di che cosa parliamo?
Non riesco ad esprimere - lo dico francamente, Assessore -, sebbene ci provi, un giudizio di apprezzamento allo sforzo di redazione di questo Piano; mi sembra la reiterazione di un Piano annuale fotocopia di quello dell'anno scorso e degli anni precedenti.
Ancora, Assessore, lei ha citato anche le operazioni che sono state fatte per il passaggio di alcuni lavoratori con i Consorzi di bonifica, ma lei sa meglio di me che ci sono aree in cui non si sa chi interviene, considerato che il Consorzio unico non ha più competenza in materia forestale. Chi interviene se scoppia un incendio in quell’area? Ci sono tutta una serie di criticità che voi, secondo me - lo dico veramente con grande senso di responsabilità, Assessore -, non affrontate. Anzi, nella precedente seduta di Consiglio regionale avete approvato un provvedimento per quanto riguarda la prevenzione degli incendi, sottraendo ulteriori due milioni e mezzo per tre annualità a queste operazioni.
Ora, Assessore, non è un'esagerazione, mi creda, perché ho cercato di leggere, di approfondire, di capire quale fosse lo sforzo, ma, di fatto, purtroppo, devo dire che non c’è una programmazione.
Non capisco se la copertura finanziaria che aveva offerto il Dipartimento bilancio è ancora valida, considerato che inizialmente l'aveva data sui 156 milioni e oggi a quei 156 milioni vengono sottratti i 2.500.000 euro, ogni anno, in funzione di quella legge che è stata approvata.
Per quanto mi riguarda, lo considero un Piano piuttosto posticcio, senza una visione strategica, senza una visione programmatica pluriennale; vi adagiate, Assessore, sull'ordinario quando bisognerebbe, invece, prevedere delle operazioni di novità, investendo sicuramente nell'innovazione tecnologica, Assessore, e - nessuno dice di no - sui droni, ma rafforzando, potenziando, puntando alla formazione di giovani, di risorse umane per presidiare il territorio. Il rischio serio - e chiudo - è che l'importante lavoro di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuata, l'importante lavoro di rimboschimento possa essere depauperato e quindi avere delle conseguenze molto nefaste e abbastanza negative.
Quindi, caro Assessore, cerchi anche lei di essere più coraggioso, perché io ho sentito più volte su questo il presidente Occhiuto e ha le sue convinzioni; il presidente Occhiuto ha dimostrato in questi due anni - può piacere o no - che quando si convince di una cosa difficilmente gli si fa cambiare idea e questo non è un fatto positivo però, attenzione.
Allora lei, Assessore, se propone un piano di riforma vero del settore con l'implementazione delle risorse umane, le posso garantire che noi, anche come forze del Partito Democratico, saremo a sostegno di questa operazione e credo anche le organizzazioni sociali e sindacali riconosceranno questo impegno notevolissimo che dobbiamo profondere per preservare il grande patrimonio che abbiamo in Calabria; anche per l'assetto idrogeologico e per garantire una manutenzione ordinaria e straordinaria di questo territorio che è una delle prime opere infrastrutturali fondamentali per lo sviluppo sostenibile della nostra regione. Grazie, Presidente.
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
Grazie. Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Intervengo per una veloce replica all’ultimo intervento del collega Mammoliti che propone delle soluzioni, ma non propone delle visioni. La sua visione è - lo voglio dire, consigliere Mammoliti - non ha proposte, è una visione un po’ antica che ci ha portato in queste condizioni; è una visione da ex sindacalista.
Oggi noi abbiamo un problema: in questo momento, in Calabria, ogni forestale costa 42 - 43 mila euro al lordo, il che porta le spese della forestazione calabrese a 190 milioni di euro; è una visione antica di come la forestazione dovrebbe essere, perché in alcuni mesi i nostri forestali di fatto non vengono utilizzati e credo che questo abbia delle precise responsabilità nel passato, anche in precedenti governi di centrodestra. Oggi questo trend non può essere sostenuto. Noi siamo stati, con questo governo regionale, gli unici ad aver introdotto nella forestazione, insieme all'impegno del collega Calabrese e del presidente Occhiuto, nuovi addetti, circa 300, naturalmente a tempo parziale. Noi faremo fronte agli impegni che sono necessari, in aumento rispetto allo stanziamento, per fare in modo che questi lavoratori possano andare al lavoro velocemente e possano anche ottenere la disoccupazione che è una provvidenza della quale tener conto.
In questi anni, abbiamo trovato una condizione molto, molto difficile di Calabria Verde: lo sa che Calabria Verde non approvava i suoi bilanci dal 2017, quindi dalla precedente amministrazione regionale? Finalmente quest'anno arriveremo all'approvazione del bilancio di Calabria Verde, che abbiamo reso, non un covo di situazioni varie, ma un sommergibile. Al momento non c'è alcuna gestione in Calabria Verde, c’è una rivisitazione dell'ordinario, perché di fatto non c’è stato in Calabria Verde, in tutto il mondo della forestazione, un tentativo di rilancio. Credo che questo tentativo di rilancio passi attraverso l'impegno anche di lavoratori nelle aree interne. Lo abbiamo dimostrato con i lavoratori della legge 15, lo dimostreremo con altre attività e lo abbiamo dimostrato con le attività di prevenzione. Lei diceva che noi ci impegniamo nell'antincendio e nella lotta attiva, ma noi in questi anni abbiamo anche svolto azioni di prevenzione, soprattutto, attraverso i progetti obiettivo per i nostri forestali, attraverso l'impegno anche delle associazioni, attraverso l'utilizzazione di tecnologie, per fare in modo che ci sia la diminuzione degli incendi, fermo restando che l'altro obiettivo è l'implementazione della forestazione con nuove regole, andando a coprire le aree interne nelle quali in questa fase non c'è copertura; questo naturalmente dopo aver superato - gliel'ho detto nella prima fase dell'intervento - l'anno difficile, ancora una volta il 2024, nel quale, rispetto all'impegno che comporta la forestazione calabrese c'è una obiettiva difficoltà.
Il prossimo anno probabilmente sarà l'anno nel quale noi riusciremo a fare anche altro, con risorse a disposizione che non siano soltanto sufficienti per pagare gli stipendi. Peraltro, le voglio rassegnare che questo è il Programma ponte, seguirà a breve - è già stato approvato in Giunta – il Piano di forestazione che l’UOA forestazione deve rimettere al Consiglio regionale.
Grazie, Assessore. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Una semplice dichiarazione molto veloce, Presidente, grazie.
A nome del mio gruppo credo che sia giusto, anche per le cose su cui abbiamo riflettuto e su cui abbiamo ragionato, dichiarare la nostra astensione.
Ci asterremo dall'approvazione di questo provvedimento, perché non vediamo, Assessore, un'azione strutturale e di sistema in grado di aggredire tutti gli aspetti che interagiscono dentro questa problematica. Poi, quando si parla di rafforzare, di formare giovani, di risorse umane, non per forza le risorse umane debbono essere formate e assunte a tempo indeterminato. Avevamo dichiarato anche la disponibilità a ragionare sulla possibilità di approcci contrattuali di stagionalità, che può anche aiutare, e la presenza del presidio del territorio è assolutamente formidabile per il traguardo e la realizzazione di questo obiettivo.
Come lei ha detto, finalmente c'è una notizia: il Piano triennale di forestazione è stato approvato dalla Giunta. Se dimostrerà più coraggio, anche il nostro gruppo sarà a sostegno di queste operazioni che non potranno che fare bene al territorio, all'ambiente e ai lavoratori della nostra regione. Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, naturalmente volevo annunciare il voto favorevole della maggioranza, prendere atto di questa apertura di credito del gruppo PD e, tra l'altro, anche far notare con piacere che il gruppo PD in Consiglio regionale nei confronti del settore forestazione mostra apertura, al contrario del gruppo PD al Parlamento.
Come voi sapete, il contributo nazionale sulla forestazione calabrese è stato eliminato in presenza di un Governo a guida Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Credo che questo lei lo rammenti e credo che, nel momento in cui il presidente Occhiuto, da capogruppo di Forza Italia al Parlamento, ha fatto approvare degli emendamenti - lo dicevo in maniera velata in altre circostanze, ma questa cosa credo che debba essere notata -, c'è stata una forte opposizione del gruppo PD per lo stanziamento di quelle somme. Mi fa piacere che invece il PD in Consiglio regionale abbia a cuore le sorti e la forestazione calabrese.
Grazie, Assessore. Pongo in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Come detto in precedenza, abbiamo distribuito in Aula, grazie agli addetti, il documento che vado a leggere e che chiedo sia poi messo in votazione: “Il Consiglio regionale, a conclusione del dibattito sull’autonomia differenziata, ritiene che sia necessario: manifestare in maniera formale e inequivocabile biasimo e disapprovazione netti per le recenti inaccettabili dichiarazioni del ministro Calderoli che ledono l'onorabilità di tutti i meridionali; attivare i passaggi necessari per dare impulso a un’iniziativa legislativa, da presentare direttamente alle Camere sulla base del disposto dell'articolo 121, secondo comma, della Costituzione, finalizzata alla revisione del Titolo V, Parte seconda, della Carta in direzione di un regionalismo solidale; diffidare il Governo nazionale dal proseguire nell'impulso alla prosecuzione dell'iter di approvazione del disegno di legge Calderoli.” Grazie.
Pongo ai voti il documento per registrane la condivisione.
(Il documento è condiviso da 10 consiglieri su
26 presenti)
Passiamo alle proposte di provvedimento amministrativo 158/12^, 159/12^ e 160/12^.
Se siete d'accordo, prego il collega Montuoro di relazionare le tre pratiche di bilancio di sua competenza, poi procedere con un'unica discussione e infine votarle separatamente.
Prego, collega Montuoro.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti.
La proposta di provvedimento amministrativo 158/12^, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata approvata dalla seconda Commissione nella seduta del 10 aprile scorso.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici, del Dipartimento di economia e finanza e del parere del revisore unico dei conti dell'Azienda.
Il revisore unico dei conti, con verbale numero 3 del 13 luglio 2024, ha verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge dello statuto dell'ente, del regolamento di contabilità e delle norme del decreto legislativo numero 118 del 2011 e dei principi contabili applicati, numero 4/1 e 4/2, allegati al predetto decreto legislativo. Altresì, ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l'attendibilità contabile dei dati di bilancio.
Tuttavia, l'Organo di controllo ha espresso alcune osservazioni:
- al fine di valutare la reale capacità di riscossione diretta dei crediti da parte dell'Ente chiede una dettagliata relazione, con cadenza semestrale, dalla quale si possa evincere l'ammontare complessivo dei crediti, distinto per anno di formazione, l'attività di recupero e di interruzione dei termini prescrizionali dei crediti vetusti ed eventuali motivi di rinuncia alla riscossione. Il Revisore prende atto che l'Ente ha adeguato il regolamento aziendale per la gestione delle morosità alle intervenute modifiche normative;
- relativamente al contenzioso, al fine sia di evitare una puntuale ricognizione dello stato dei contenziosi sia di acquisire dati utili per valutare la congruità del Fondo accantonamenti, rispetto alla copertura delle relative potenziali soccombenze alla quale è stato esposto l'Ente, richiede dettagliate informazioni con cadenza semestrale;
- con riguardo alle previsioni di cassa, il Revisore unico dei conti suggerisce un attento monitoraggio dei crediti, provvedendo ad una tempestiva interruzione dei termini prescrizionali e una efficace ed efficiente attività di recupero degli stessi.
Inoltre, l’organo di controllo, con apposito verbale numero 12 del 18/09/2023, ha asseverato il provvedimento adottato dall' Ente che quantifica il limite di spesa per il personale per l'anno 2024, in attuazione delle disposizioni normative contenute all'articolo 6 della legge regionale numero 43 del 2016.
Conclusivamente, il Revisore unico dei conti attesta che il progetto di bilancio, nel suo complesso, è redatto con chiarezza e rappresenta in modo corretto la situazione finanziaria in conformità alle norme e ai principi contabili adottati per la formazione dello stesso, ed esprime parere favorevole all'approvazione della proposta di bilancio di previsione 2024-2026.
Il Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici nell'istruttoria di competenza rileva il rispetto dei limiti di spesa previsti all'articolo 6, comma 1, lettere a) e b), della legge regionale numero 43 del 2016 in materia di spese del personale e di spese per il funzionamento; la contabilizzazione del Fondo pluriennale vincolato dovrà tener conto, invece, delle novità introdotte con il decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero dell'Interno e della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 1° marzo 2019, con cui sono stati aggiornati gli allegati al decreto legislativo numero 118 del 2011, al fine di disciplinare la contabilizzazione delle spese di progettazione e le modifiche alla disciplina del Fondo pluriennale vincolato per le opere pubbliche.
A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento vigilante ritiene che sussistano le condizioni di legge in ordine alla congruità e attendibilità delle previsioni di bilancio ed esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2024-2026 e sui documenti allegati.
Il Dipartimento economia e finanze, a seguito dei controlli eseguiti, rileva come il Fondo crediti di dubbia esigibilità da accantonare, per come è stanziato nella proposta di bilancio, è congruo e in linea rispetto ai principi di bilancio.
Tuttavia, il Dipartimento raccomanda all'Ente di verificare, durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità dello stesso Fondo, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.
Il Dipartimento, altresì, ha rilevato che l'Ente ha provveduto ad effettuare l'accantonamento al Fondo di garanzia debiti commerciali per un importo di euro 243.210,00.
Per quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando, se necessario, i conseguenti correttivi al Fondo pluriennale vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.
Il Dipartimento, altresì, ha verificato il recupero del disavanzo pregresso: dal prospetto del risultato di amministrazione presunto 2023 risulta un avanzo di euro 115.389.759,32 e una parte disponibile pari a euro 5.253.031,55 che risulta in diminuzione rispetto alla parte disponibile del rendiconto 2022 approvato, pari a euro 16.465.460,65; talché, il Dipartimento evidenzia come l'Ente avrebbe correttamente previsto quale disavanzo da ripianare in conto degli esercizi 2024, 2025 e 2026 soltanto le quote di cui al Piano di rientro del disavanzo scaturente da riaccertamento straordinario pari ad euro 2.354.291,27.
A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica regionale al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2022, numero 8.
La proposta di provvedimento amministrativo numero 159/12^ recante “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC)”, posta, oggi, all'approvazione di questa Assemblea è stata approvata dalla seconda Commissione nella seduta del 10 aprile scorso.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti.
L'Organo di controllo evidenzia che il bilancio di previsione proposto rispetta il pareggio finanziario complessivo di competenze.
Il Revisore unico dei conti ha verificato che il bilancio è stato redatto nell'osservanza delle norme di legge, dello Statuto dell'Ente, del regolamento di contabilità, dei principi previsti dall'articolo 162 del TUEL e dalle norme del Decreto Legislativo numero 118 del 2011 e dai principi contabili applicati numero 4/1 e 4/2, allegati al predetto decreto legislativo; ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l'attendibilità contabile delle previsioni di bilancio.
L'Organo di revisione, con verbale numero 51 del 22/01/2024, esprime parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2024-2026 e sui documenti allegati.
Il Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari nell’istruttoria di competenza ha provveduto a verificare il rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 1, comma 1, lettera a), della legge regionale numero 62 del 2023 in materia di spending review, rilevando che il contenimento della spesa può considerarsi complessivamente conseguito.
Lo stesso Dipartimento conclusivamente esprime parere favorevole al bilancio di previsione 2024-2026.
Il Dipartimento economia e finanze evidenzia che, sulla base dei dati, risulta che, con riferimento alle previsioni di entrata e di spesa, sono garantiti sia gli equilibri contabili, tra cui la quadratura delle cosiddette partite di giro, sia la presenza di un saldo finale di cassa non negativo; con riferimento al Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento rileva che lo stesso sembrerebbe essere congruo. Tuttavia, raccomanda all'Ente di verificare durante l'intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo in esame, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessario, apposite misure atte salvaguardare gli equilibri di bilancio; relativamente alla previsione del Fondo pluriennale vincolato, il Dipartimento raccomanda all'Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l'esercizio 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata.
A conclusione dell'istruttoria di competenza, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni evidenziati nel corpo della predetta istruttoria, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell'ARSAC al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Passiamo al successivo punto, la proposta di provvedimento amministrativo numero 160/12^, recante “Rendiconto esercizio 2021 Azienda Calabria Lavoro”, posta, oggi, all'approvazione di questa Assemblea e approvata dalla seconda Commissione nella seduta del 10 aprile scorso.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento lavoro, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti dell'Azienda.
Il Revisore unico dei conti evidenzia che il ritardo nell'approvazione del Rendiconto consuntivo 2021 è stato determinato dal passaggio dell'Ente al Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici ed al conseguente sistema di tesoreria; per l'esercizio 2021, l'Organo di controllo ha verificato il rispetto da parte dell'Ente sia dei limiti di contenimento della spesa pubblica, imposti dalla normativa regionale vigente, sia del pareggio di bilancio; relativamente alla voce “Altri accantonamenti”, atteso che per problemi tecnici non è stata attivata la piattaforma dei crediti commerciali, prudenzialmente l'Ente ha accantonato la quota pari al 10 per cento dell'importo del debito per servizi, depurato dalle spese vincolate alle entrate finanziarie da specifici progetti.
Il Revisore dà atto che l'Ente ha rispettato quanto previsto dal Decreto Legislativo numero 118 del 2011, introducendo i nuovi schemi di bilancio della contabilità economico-patrimoniale e, con verbale del 5 marzo 2024, esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto dell'esercizio finanziario 2021 di Azienda Calabria Lavoro.
Il Dipartimento lavoro evidenzia che l'Ente ha proceduto a riapprovare il consuntivo 2021, avendo ravvisato la necessità di integrare il rendiconto, prevedendo l'accantonamento per il Fondo di garanzia debiti commerciali, di cui alla legge 145 del 2018.
Il Dipartimento vigilante rileva che, per come comunicato più volte dall'Ente, il ritardo nell'approvazione del rendiconto è stato determinato dal passaggio dell'Ente al Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici.
Il Dipartimento evidenzia che il rendiconto risulta predisposto in conformità al regolamento di contabilità dell'Ente e alla normativa vigente di cui al Decreto Legislativo numero 118 del 2011.
Il Dipartimento, inoltre, ha verificato il rispetto dei vincoli di spesa di cui alla vigente normativa in materia di contenimento della spesa da parte dell'Azienda.
Conclusivamente, il Dipartimento, nel rilevare che l’Ente strumentale si è adeguato al sistema “SIOPE+” con conseguente avvio di un conto unico di tesoreria a decorrere dal mese di ottobre 2021, esprime parere favorevole all'approvazione del rendiconto generale dell'esercizio 2021 dell'Azienda Calabria lavoro.
Il Dipartimento economia e finanze, con riferimento alla gestione di cassa, rileva che l’Ente è riuscito ad uniformarsi alla procedura definita “SIOPE+” ed è riuscito a dotarsi di un conto unico di tesoreria a decorrere dal giorno 18 ottobre 2021.
Sulla base delle verifiche eseguite sembrerebbe sussistere la formale correttezza della procedura di riaccertamento dei residui e, a seguito di ciò, della determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione dell'esercizio 2021.
Con riferimento alla quota disponibile del risultato di amministrazione calcolato dall'Ente, pari euro 325.320,17, il Dipartimento economia e finanze precisa che la stessa potrà essere utilizzata solo a seguito dell'approvazione in via definitiva del rendiconto di gestione, esclusivamente per le finalità indicate dal comma 6, dell'articolo 42 del Decreto Legislativo numero 118 del 2011.
A conclusione dell'istruttoria di competenza, il Dipartimento economia e finanze rileva che: sussiste la piena corrispondenza tra il saldo di cassa al 31/12/2021, per come risultante dal conto del bilancio, e il corrispondente importo del conto del Tesoriere; sussiste la continuità tra i residui finali dell'esercizio 2020 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio 2021; sussiste la quadratura delle poste contabili iscritte nelle cosiddette partite di giro; sussiste corrispondenza tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e ricavi, al netto delle differenze di cui alla gestione degli importi in perenzione; sussiste la quadratura tra il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide” dell'attivo dello Stato Patrimoniale; risulta formalmente corretta la determinazione del Fondo pluriennale vincolato e del risultato di amministrazione al 31/12/2021.
Il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile, pertanto, procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del Rendiconto relativo all'esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Lavoro al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 7, della legge regionale 8 del 2002.
Ho concluso. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo velocemente visto che abbiamo affrontato i provvedimenti degli Enti in un'unica discussione, molto speditamente.
Sull'ATERP abbiamo la seguente situazione: da una parte c'è una relazione illustrativa - l'ho registrato, anche, nella discussione in sede di Commissione - molto dinamica e positiva, che cerca, naturalmente, di affrontare delle criticità storiche che esistono, sia per quanto riguarda la carenza di personale sia per quanto riguarda una serie di altri aspetti sul contrasto della morosità, aspetti che se non vengano affrontati adeguatamente, in merito al pagamento dell'IMU, provocheranno un'ulteriore contenzioso.
Però, purtroppo, dobbiamo dire - ho avuto modo di sottolinearlo – che, di fronte a questa attività che va, anche, in direzione di un'accelerazione della capacità di affrontare queste criticità, c'è una descrizione da parte del Revisore unico che non offre un quadro roseo e proporzionalmente positivo rispetto, invece, al dinamismo impresso nella relazione illustrata.
Ci sono delle criticità molto serie che sono sottolineate in particolare sul versante dei crediti vantati dall'Ente, indicati in qualche modo come potenzialmente capaci, se non si interviene adeguatamente, di falsare la rappresentazione economica-finanziaria; quindi, c'è il rischio che l'aumento della spesa di contenzioso, il non recupero adeguato, possa in qualche modo mettere, anche, in difficoltà gli equilibri di bilancio.
Questo credo sia un problema serio da affrontare con la dovuta determinazione; per questa ragione - lo ribadisco in maniera propositiva, proprio per dare un maggiore senso alla necessità di programmazione e di pianificazione più puntuale per assolvere a questa missione strategica importante -, a nostro avviso, sarebbe utile il superamento del commissariamento e procedere alla nomina di un direttore, la cui durata triennale consentirà di effettuare una pianificazione e una programmazione molto più puntuale ed efficace per consentire all'ATERP di assolvere a questa missione importante nella nostra regione.
Per quanto riguarda l'ARSAC, anche qui qualche considerazione: parliamoci chiaramente, come abbiamo avuto modo di dire anche negli anni precedenti, siamo in presenza di un bilancio di previsione 2024-2026 che di fatto è un bilancio ingessato; è ingessato perché sostanzialmente le risorse disponibili servono, esclusivamente, per pagare il personale e le spese fisse, e non c'è nessuna quantità di spesa utile per aiutare l'ARSAC ad assolvere e a svolgere una sua funzione importante che è, vorrei ricordarlo, l'ammodernamento e lo sviluppo dell'agricoltura.
Sulla sottolineatura della dottoressa Caligiuri in Commissione, sinceramente, vorrei sapere a che punto sia la redazione dell'atto aziendale, perché la dottoressa ci ha detto che, purtroppo, l'atto aziendale ancora non è stato redatto, ma potrebbe aiutare per una pianificazione e una programmazione più puntuali.
A tale proposito - siccome poi voglio studiare i documenti, voglio approfondire gli argomenti che vengono affrontati e discussi nelle Commissioni - vorrei ricordare alla maggioranza che c'è un ritardo dell'atto aziendale che è stato anche richiamato dalla Commissione speciale di vigilanza del Consiglio regionale; la Commissione speciale di vigilanza del Consiglio regionale espressamente dichiara: “Risulta però grave il fatto che ad oggi l'atto aziendale, questo documento fondamentale per il corretto svolgimento delle attività, non sia stato ancora approvato”.
La domanda sul piano politico è la seguente: ha senso un atto aziendale che viene definito dopo l'approvazione di un bilancio triennale? Non sono due atti scollegati sul piano burocratico-formale, ma debbono avere e contenere una strategia convergente e una strategia condivisa.
Infine, poi, per chiudere, anche su Calabria Lavoro, l’ho detto, siamo con tre anni di ritardo, parliamoci chiaramente, cioè, stiamo approvando questo bilancio con tre anni di ritardo.
Ho detto che, secondo me, anche le motivazioni che vengono addotte forse non giustificavano questo ritardo, però ne prendiamo atto: Calabria Lavoro oggi non esiste, esiste un altro Ente.
Per tutte queste ragioni e riflessioni - più volte abbiamo avanzato nel dibattito del confronto democratico di questo Consiglio, che però la maggioranza non vuole ascoltare perché non ha interesse, evidentemente, ad affrontare un ragionamento di sistema su tutti gli Enti - noi ci asteniamo anche come atto di responsabilità.
Non vorrei sbagliare, Presidente, e non vorrei nemmeno avviare polemiche, però senza di noi forse non avreste nemmeno i numeri per approvare questi bilanci, invece noi come atto di responsabilità ci asteniamo.
Grazie, collega Mammoliti.
Passiamo adesso, in modo separato all'esame e votazione dei provvedimenti.
Proposta di provvedimento amministrativo numero 158/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 159/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Proposta di provvedimento amministrativo numero 160/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rendiconto esercizio 2021 dell'Azienda Calabria Lavoro”.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il collega Caputo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 289/12^, recante: “Modifiche alla legge regionale numero 48/2019”. Grazie.
Votiamo per la richiesta d’inserimento del collega Caputo. La proposta di legge è inserita.
Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Il collega Mammoliti ha appena finito il suo intervento con una riflessione giusta e condivisibile dal gruppo del Partito Democratico e, mi auguro, dalla minoranza…
Chiedo scusa, ma è in riferimento al provvedimento?
Certo, al provvedimento.
Al provvedimento di prima?
Alla richiesta del collega Caputo di inserire all’ordine dei lavori il progetto di legge.
Stavo dicendo che, per senso di responsabilità, siamo rimasti in Aula pur sapendo o rischiando che non ci sia il numero legale per poter andare avanti…
Si sta sbagliando, collega.
Mi faccia finire di parlare, mi faccia finire di parlare…
Siamo presenti in 16 consiglieri di maggioranza e lei dice che non abbiamo il numero legale, ma non è affatto vero…
Scusi, ci vogliono 18 voti per richiamare…
Ma cosa sta dicendo? Ci vogliono i due terzi (2/3) dei presenti.
Lo inserisca che poi ritorniamo al punto di prima.
(Interruzione fuori microfono)
Ha ragione, chiedo scusa, mi confondo sempre sui numeri. Avete il numero per approvare la legge? No!
Non ho capito.
Avete i numeri per approvare la legge dopo?
Certo che ci sono i numeri.
Avete i due terzi (2/3)?
Non ci vogliono i voti dei due terzi (2/3) dei consiglieri. Lei deve controllare i provvedimenti.
Passiamo, quindi, al sesto punto, proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifica schema-tipo di convenzione tra la Regione Calabria e i Gruppi appartamento per l’erogazione di servizi socio-assistenziali”.
Il provvedimento è rinviato per assenza dell'Assessore competente.
(Il Consiglio rinvia)
Anche il settimo punto, la proposta di legge numero 273/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: "Disposizioni per il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni", è rinviato alla prossima seduta.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo alla proposta di legge numero 289/12^ di iniziativa del consigliere Neri: “Modifiche ed integrazione alla legge regionale 29/11/2019, numero 48, “Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria””. Cedo la parola al consigliere Neri per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Si tratta di una serie di modifiche volte a razionalizzare e chiarire alcuni aspetti relativi alla legge numero 48 del 2019.
Presidente, procedo articolo per articolo oppure, se vuole, illustro i singoli emendamenti.
Dunque, rapidamente, modifichiamo l'articolo 1 che si riferiva alle definizioni e precisiamo che cosa si intende per “centro servizi” e “società consortile”; poi continuiamo con un'altra modifica che è sempre all'articolo 1, al comma 8-bis, che definisce quella che è la cosiddetta “sala del commiato”. Queste modifiche nascono dall’esigenza di distinguere le sale del commiato dalle case funerarie, perché nella legge precedente - ci tengo a precisarlo - le definizioni erano state cassate dalla Corte costituzionale, quindi, sostanzialmente, prima di questa legge ci trovavamo ad avere una legge dove nulla era definito; con la nuova legge l’abbiamo definito e oggi, però, andiamo a precisare alcune specifiche.
Poi, all'articolo 3 modifichiamo l'articolo 8, comma 2, disciplinando, sostanzialmente, i passaggi che devono essere fatti prima alla Camera di Commercio e poi all'Agenzia delle entrate; sopprimiamo il comma 1 dell'articolo 8-bis; precisiamo chi sono i soggetti interdetti e quindi le condanne che hanno riportato dal punto di vista penale.
All'articolo 12, chiariamo ancora e modifichiamo come deve essere fatta la registrazione della salma e le incombenze burocratiche.
All'articolo 13 delimitiamo i limiti temporali delle case funerarie e quindi dei terreni che sono già edificabili alle strutture edilizie, già acquisite alla data del 30/03/2024, e le case funerarie in corso d’opera autorizzate alla data - qui devo fare una correzione non al 30/03/2024, ma al 30/04/2024; successivamente vediamo anche gli aspetti logistici delle sale del commiato.
Abroghiamo integralmente l'articolo 13-bis.
Sostanzialmente, per quanto riguarda i requisiti strutturali delle case funerarie, lasciamo che siano le ASP e i regolamenti in materia sanitaria a regolarli. Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
All’articolo 7, è pervenuto un emendamento protocollo numero 85020, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, collega.
Grazie, Presidente. Do lettura dell’emendamento: << La lettera a) del comma 1, dell'articolo 7 della presente proposta di legge 289/12^ è sostituita dal seguente: a) il comma 7 dell'articolo 13 è sostituito col presente comma: “Fatti salvi i terreni già edificabili e le strutture edilizie già acquistate alla data del 30/06/2024 per la realizzazione di case funerarie, e fatte salve le case funerarie già esistenti o in corso d'opera e autorizzate alla data del 30/06/2024, o per le quali è stata depositata istanza di realizzazione alla data del 30/06/2024, le case funerarie non possono trovarsi a distanza inferiore a 250 m (in linea d’aria) dal perimetro di ospedali pubblici e hospice, e a distanza inferiore a 250 m (in linea d'aria) dalla fascia di rispetto dei cimiteri, fatta salva la facoltà dei Comuni di stabilire una distanza maggiore in relazione alle specificità territoriali”>>. Ovviamente, il presente emendamento è a invarianza finanziaria. Grazie.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Parere del relatore?
Parere favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 7.
Articolo 7
(È approvato così come emendato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. La proposta di legge è approvata, così come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Grazie. La seduta è tolta.
La seduta termina alle 16,27
Hanno chiesto congedo: Cirillo, Gentile, Raso, Talerico, Staine.
(È concesso).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
Montuoro “Istituzione della riserva naturale regionale del fiume Vitravo e delle grotte rupestri di Verzino” (PL n. 283/12^).
È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Neri “Modifiche alla legge regionale 3 ottobre 2023, n. 45 (Promozione del benessere degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo)” (PL n. 284/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Molinaro, Gelardi, Mancuso, Mattiani, Raso “Modifica dell’articolo 22 della legge regionale 17 maggio 1996, n.9 (Norme per la tutela e gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio)” (PL n. 285/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Neri, De Francesco, Montuoro, Mannarino “Istituzione del Sistema Informativo Integrato Regionale della Calabria e costituzione della società “ReDigit S.p.A.””
(PL n. 286/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Afflitto “Modifiche alle leggi regionali 13/2002 e 8/1996. Misure di efficientamento e riduzione delle spese dei gruppi consiliari del Consiglio regionale della Calabria” (PL n. 287/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Laghi, Neri e Straface “Modifiche e integrazioni alla Legge Regionale 14/3/2024, n. 8 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della fibromialgia e della elettrosensibilità e istituzione dei relativi registri regionali)” (PL n. 288/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Neri “Modifiche ed integrazione alla legge regionale 29/11/2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria)” (PL n. 289/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto esercizio 2022 dell'Azienda Calabria Lavoro - (Deliberazione G.R. N. 175 del 15.04.2024)” (PPA n. 164/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda Calabria Lavoro - (Deliberazione G.R. N. 176 del 15.04.2024)” (PPA n. 165/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 152 del 10 aprile 2024, recante:
“Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2020 della Regione Calabria. Approvazione rimodulazione interna del Programma a norma del punto della Delibera CIPESS 10/2015”.
(Parere numero 36/12^).
È stata assegnata alla seconda Commissione consiliare permanente.
Sono pervenute la Relazione sulle attività svolte dal Co.Re.Com. Calabria e la Relazione sul Sistema delle Comunicazioni in Calabria - anno 2023.
In data 29 marzo 2024, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 69 del 29 marzo 2024:
1) legge regionale n. 15 del 29 marzo 2024, recante:
“Misure per la prevenzione degli incendi boschivi e la tutela del territorio”;
2) legge regionale n. 16 del 29 marzo 2024, recante:
“Istituzione dell’Agenzia regionale di sviluppo delle aree industriali e per l’attrazione di investimenti produttivi”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2024-2026:
1) deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 121 alla numero 129 del 27 marzo 2024;
2) deliberazioni della Giunta regionale numeri 136, 137 e 138 del 4 aprile 2024;
3) deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 153 alla numero 157 del 10 aprile 2024;
4) deliberazioni della Giunta regionale dalla numero 163 alla numero 167 del 15 aprile 2024.
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il Consiglio regionale della Calabria, nella seduta del 22.06.2023, ha discusso ed approvato all’unanimità la mozione n. 58 recante “Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara” sottoscritta da tutti i Capigruppo;
- in relazione alle operazioni di bonifica del Sin Calabria Crotone-Cassano-Cerchiara e, nello specifico, al Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2 che prevedeva, da parte di ENI, l'asporto ed il trasferimento, fuori dalla Regione Calabria, di tutti i rifiuti della bonifica pericolosi per la salute pubblica, la richiamata mozione impegnava la Giunta regionale e, per essa, il Presidente a:
1) a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’ENI di stravolgere il deliberato della conferenza di Servizi;
2) a sostenere in sede governativa e nello specifico tramite il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute e il Ministero dello Sviluppo Economico le ragioni delle istituzioni calabresi;
3) a sollecitare il Governo alla nomina del Commissario del Sin Calabria: Considerato che - con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, a firma del sottosegretario Alfredo Mantovano, su proposta del ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il ministro dell’economia e delle finanze, il professore ---------è stato nominato commissario straordinario col compito di “accelerare promuovere e realizzare la bonifica e riparazione del danno ambientale nel sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano e Cerchiara”;
- in data 09.02.2024, la Società ENI Rewind S.p.A. ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica la rimozione, dal Decreto Ministeriale n. 7 del 03 marzo 2020, del vincolo imposto dal PAUR, rilasciato dalla Regione Calabria con D.D. n. 9539 del 2 agosto 2019, per le attività di deposito preliminare D15 e trattamento D9 connesse al POB, ivi recepito ovvero, laddove possa occorrere, la revoca (ai sensi dell’art. 21 quinquies della legge n. 241/1990) di tale decreto ministeriale esclusivamente nella parte in cui impone lo smaltimento dei rifiuti oggetto delle attività di cui al POB Fase 2 al di fuori della Regione Calabria anche mediante, qualora lo ritenga opportuno, la convocazione di una conferenza di servizi dedicata;
-in data 26.02.2024, la Società ENI Rewind S.p.A., in riscontro alla nota della Regione Calabria del19 febbraio 2024, ha rinnovato al MASE la richiesta di revoca parziale del vincolo già formulata con la richiamata nota del 9 febbraio 2024;
- in data del 29.02.2024, il MASE ha chiesto alla Società ENI Rewind S.p.A. di aggiornare il ‘Piano di gestione rifiuti’ allegato al Progetto di Bonifica, approvato con Decreto Direttoriale prot. n. 7 del 3 marzo 2020;
Tenuto conto che Sulla base della trasmissione da parte della Società ENI Rewind S.p.A. del documento “Progetto Operativo di Bonifica. Fase 2 per PAUR. Aggiornamento Allegato 3 - Piano di Gestione Rifiuti”, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha indetto per il prossimo 3 marzo la prima riunione della Conferenza di Servizi istruttoria sincrona avente ad oggetto il documento: −
“Progetto Operativo di Bonifica. Fase 2 per PAUR. Aggiornamento Allegato 3 - Piano di Gestione Rifiuti” e relativi allegati, trasmessi dalla Società ENI Rewind S.p.A. con nota del 15.03.2024. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
quale posizione la Giunta regionale intenda assumere alla conferenza dei servizi di cui in narrativa.
(227; 10/04/2024).
Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- da notizie comparse sulla stampa nella giornata del 13 aprile u.s., si apprende che, per garantire un soccorso in emergenza ad un ciclista caduto accidentalmente lungo una strada di Vibo Marina, ci sono voluti oltre cinquanta minuti. Tanto, infatti, sarebbe stato il tempo impiegato dalla prima ambulanza disponibile, proveniente da Lamezia Terme, per giungere sul luogo dell'incidente a seguito di segnalazione alla Centrale Operativa 118. Il malcapitato, al quale è stato diagnosticato un trauma cranico, una volta prestata la prima assistenza è stato trasportato al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Catanzaro dopo una triangolazione” che ha visto coinvolte ben tre distinte aree geografiche (Lamezia Terme, Vibo Marina e Catanzaro) e due Province (Vibo Valentia e Catanzaro). Quanto accaduto evidenzia l'inappropriatezza, rispetto alla peculiare geografia fisica ed umana della Regione Calabria, del nuovo sistema di funzionamento del Dipartimento Emergenza-Urgenza “varato” dal Presidente Occhiuto e basato su una Centrale Operativa Emergenza Urgenza (COEUR) che prevede un coordinamento regionale degli interventi di emergenza-urgenza sul territorio calabrese. L'anzidetto coordinamento regionale mal si addice al territorio calabrese e, in modo particolare, a quello della Provincia di Vibo Valentia dove sono ben note le difficili condizioni dell'assetto viario che rendono complessi i trasporti e le comunicazioni sia all'interno del medesimo territorio provinciale sia verso i più vicini presidi ospedalieri di Lamezia Terme e di Catanzaro. Per assicurare il rispetto dei “tempi tecnici” degli interventi di emergenza-urgenza (il 118 dovrebbe intervenire in 8 minuti in area urbana e in 20 minuti in area extra-urbana) anche in quei territori che presentano peculiari caratteristiche geografiche, urbane e socio-economiche (ed è il caso di Vibo Marina, cittadina marittima, portuale, industriale e turistica con circa diecimila abitanti, importante snodo stradale e ferroviario ed unica area provinciale che possiede due piani di emergenza per la presenza di considerevoli depositi costieri di idrocarburi), è necessario creare, in detti territori, apposite postazioni fisse di 118, così da consentire una immediata fruizione del servizio di assistenza sanitaria urgente. Tutto ciò premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria,
per sapere:
quali utili ed urgenti iniziative si intende adottare, nell'immediatezza, al fine di scongiurare il ripetersi del grave disservizio di assistenza sanitaria descritto in premessa.
(229; 17/04/2024)
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Regione Calabria, nel corso degli ultimi anni, ha prestato particolare attenzione al tema dei beni confiscati, dotandosi di una normativa all’avanguardia, la legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 “Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza.
- con delibera della Giunta regionale n. 682 del 29/11/2023 è stato approvato l’atto di indirizzo per la strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata attraverso le politiche di coesione, con una dotazione finanziaria complessiva, tra Pr 2021 – 27 e Fondo di sviluppo e coesione, di circa 40 milioni di euro;
- la Calabria è la terza regione a livello nazionale per numero di beni confiscati: 5.104 al 30 novembre 2023;
considerato che: - recentemente, ha riscosso vasto eco mediatico il raid vandalico che ha devastato un immobile confiscato nel comune di Isola di Capo Rizzuto, assegnato in gestione all’Associazione “Valentia” e destinato ad ospitare un centro di diffusione della cultura della legalità e di lotta alla criminalità organizzata, intitolato a Piersanti Mattarella Presidente della regione Sicilia trucidato dalla mafia;
riproponendo le difficoltà degli amministratori locali e del volontariato nel doversi misurare con contesti territoriali ostili;
- sono diverse centinaia gli immobili, in particolare di proprietà dei comuni, che necessitano di urgenti interventi per la rifunzionalizzazione del bene. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Regione Calabria e l’Assessore con delega alla valorizzazione ai fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata per conoscere:
per sapere:
- se in attesa della pubblicazione degli avvisi di evidenza pubblica per l’erogazione di contributi finanziari agli enti locali, previsti dalla Strategia regionale per la valorizzazione dei beni confiscati, si intende intervenire straordinariamente nei confronti della struttura di Isola Capo Rizzuto per quanto essa rappresenta simbolicamente anche in relazione all’impatto mediatico della vicenda.
(225; 02/04/2024).
Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- con la Legge regionale 10 agosto 2023, n. 39 “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale” è stato istituito il Consorzio di Bonifica della Calabria. Con la stessa Legge regionale sono stati soppressi gli undici consorzi di bonifica allora esistenti e nominati i Commissari Straordinari con il compito, tra gli altri, di rilevare “la dotazione di personale, con l'individuazione per ciascun dipendente, della natura giuridica del rapporto, decorrenza ed eventuale termine se previsto, della qualifica e livello retributivo, trattamento giuridico, economico, previdenziale e assistenziale”.
A far data dall'approvazione dello Statuto del Consorzio di Bonifica della Calabria, avvenuta il 31 dicembre 2023, gli undici consorzi di bonifica soppressi sono stati posti in liquidazione e si è proceduto alla nomina dei rispettivi Commissari Liquidatori.
Considerato che:
a più riprese i sindacati e i dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi hanno posto negli anni e stanno ponendo il problema dell’eccessivo ritardo nell’erogazione del trattamento di fine rapporto per i lavoratori già in pensione;
ad aprile 2022, nella risoluzione n. 1 “Azioni per il risanamento dei Consorzi di Bonifica Calabresi”, la Sesta Commissione consiliare “Agricoltura e Foreste, Consorzi di Bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili” ha evidenziato che da una indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di Bonifica calabresi e dalle diverse audizioni tenute sul tema sono emerse una serie di criticità, tra cui quella che “i Consorzi non hanno accantonato i fondi TFR per i lavoratori e non hanno versato i contributi INPS previsti”. Nella risoluzione si sollecitano i Dipartimenti Regionali ad “istituire un tavolo tecnico con INPS per un accordo transattivo per i debiti maturati da parte dei Consorzi in relazione ai contributi non versati verso l’ente previdenziale” e si impegna la Giunta Regionale “perché vengano reperite le risorse finanziarie da destinare in un fondo vincolato per il pagamento dei TFR e per la contribuzione INPS”;
ad agosto 2022 l'Assessore all’Agricoltura, durante il suo intervento nei lavori della Sesta Commissione consiliare, ha espresso la volontà politica di intervenire con un contributo di 3 milioni di euro per far fronte al pagamento delle spettanze arretrate e dei TFR maturati dai lavoratori dei Consorzi di bonifica andati in pensione e non pagati dagli enti. Tenuto conto che: diversi articoli di stampa hanno rimarcato le difficoltà dei dipendenti dei Consorzi di bonifica soppressi andati in pensione, a causa del forte ritardo del pagamento del TFR. A dicembre 2023 uno di questi dipendenti ha segnalato alla stampa che il “Consorzio di bonifica integrale dello jonio cosentino di Trebisacce non ha mai accantonato la quota spettante del mio Tfr mensile per almeno 10 anni” e che “questa mia posizione è uguale ad altri 300 lavoratori che si trovano nelle stesse condizioni da oltre 5 anni”. A gennaio 2024 una nuova segnalazione: la figlia di un ex operaio ormai in pensione ha raccontato che “mio padre è andato in pensione nel 2020 dopo 40 anni di lavoro. Da allora non ha ancora ricevuto il contributo del Tfr. Si tratta di una cifra che il nostro legale ha stimato essere pari a 65.000 euro. A quel punto, visti i continui ritardi, abbiamo deciso di sporgere denuncia alla Guardia di Finanza e intraprendere un’azione legale. Il giudice ha confermato che dovrà essere il Consorzio di Bonifica a liquidare il contributo. Per questo motivo ci siamo rivolti all’ente consortile che ha però scaricato il problema sulla Regione, la quale non avrebbe pagato il consorzio. La Regione, dal canto suo, rigetta le accuse. Si fa spazio così l’ipotesi che l’ente abbia dirottato le somme corrisposte altrove. Avevamo provato a riscattare la cifra tramite l’Inps ma ci è stato detto che il Consorzio è ancora attivo e non risulta in fallimento, pertanto è tenuto a corrisponderlo secondo le modalità previste”. A febbraio 2024 un altro articolo ha rimarcato come l’azzeramento dei Consorzi e la nomina dei Commissari Liquidatori non ha risolto la questione del TFR non liquidato dal 2018 per gli oltre 100 dipendenti dell’ex Consorzio di bonifica di Trebisacce andati in pensione. Preso atto che: il TFR è un credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel corso del suo svolgimento, diventa esigibile alla cessazione e deve essere erogato dalla data di messa in quiescenza, nei tempi tecnici necessari che mai possono diventare anni e anni;
i lavoratori degli ex Consorzi di bonifica andati in pensione e le loro famiglie vivono uno stato di disagio, non potendo fare affidamento su somme che ritenevano sicure, pur avendo versato negli anni i contributi dovuti, con inevitabili ripercussioni, quali le difficoltà incontrate nel sostenere spese mediche urgenti, legate anche all'età avanzata, o nel garantire il prosieguo del percorso di studi dei propri figli;
tutto ciò premesso e considerato, interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali iniziative si intendono assumere per garantire i diritti dei dipendenti degli undici Consorzi di bonifica soppressi andati in pensione, assicurando che da parte del Consorzio di Bonifica della Calabria o dalle gestioni liquidatorie degli undici ex Consorzi di bonifica ci sia nei confronti dei medesimi lavoratori posti in quiescenza la corresponsione del trattamento di fine rapporto in tempi ragionevoli e giusti, per come la legge prevede.
(226; 03/04/2024).
Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti, Muraca. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’art. 32 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 “(Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)” ha trasformato il “Centro servizi avanzati ricerca, formazione e sviluppo agroalimentare della Calabria SPA” in “Fondazione mediterranea Terina onlus”, centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agroindustriale ed ambientale;
- la suddetta Fondazione, con sede in Lamezia Terme, è organismo in house della Regione Calabria, la cui Giunta ne approva il bilancio, esercita su di essa il controllo strategico, adotta gli atti di indirizzo e delibera la revoca degli organi nei casi previsti dallo Statuto;
- l’art. 13 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati con esclusione del settore sanità” ha previsto la riorganizzazione della Fondazione, chiamata a “perseguire unicamente scopi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute, nonché compiti di certificazione delle produzioni tipiche e di qualità, da sviluppare coerentemente con la vigente normativa in materia;
- con deliberazione della Giunta regionale n. 367 del 02 dicembre 2022, è stato sciolto l’organo amministrativo e da allora la Regione ha nominato commissari straordinari, l’ultimo dei quali l’attuale dirigente generale del dipartimento Turismo;
- recenti approfondimenti giornalistici hanno evidenziato che costosissime attrezzature, acquistate tra l’altro per il progetto Food@Life e per le quali la Fondazione aveva ricevuto ingenti contributi ministeriali, non siano mai stati utilizzati e rischiano ormai di diventare obsolete;
considerato che:
- il Ministero finanziante “potrebbe adesso chiedere conto degli investimenti mai valorizzati” Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore con delega all’Agricoltura
per sapere:
-se quanto riportato dalla stampa corrisponde al vero;
- qual è l’attuale situazione della Fondazione Mediterranea Terina onlus, alla luce anche dei sempre presenti problemi di stabilità finanziaria;
- quali urgenti provvedimenti si intendano assumere per evitare la dispersione del patrimonio umano e materiale della Fondazione.
(228; 10/04/2024).
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il complesso fenomeno della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili sta generando diffusi e frequenti motivi di preoccupazione alle popolazioni di buona parte del Pianeta, che sono costrette a scontrarsi con le politiche energetiche di alcuni Stati, le cui legislazioni di favore verso i gruppi industriali produttori da FER impongono, di fatto, modelli di sviluppo basati sulla proliferazione indiscriminata di impianti colici di grandi dimensioni;
- gli impianti che sono consumatori di grandi superfici di suolo e, pertanto, in grado di modificare i panorami e gli ecosistemi delle nostre città e dei territori agrari a causa dell'ingente numero degli aerogeneratori installati e delle loro ciclopiche dimensioni, con altezze tra i 150 e i 250 metri;
la lotta maggiore, di conseguenza, si combatte sul fronte della produzione da energia colica, classificata fra quelle rinnovabili ma, senza alcun dubbio, colpevole di far pagare un caro prezzo a causa della cospicua erosione di territorio e della negativa incidenza sull'ecosistema, modificando sensibilmente l'ambiente e i paesaggi, compromettendo l'economia agraria, quella turistica e quella storica e archeologica;
- dai dati diffusi da Terna nel 2019 e nel 2020, risulta che gli impianti di generazione elettrica sul territorio regionale hanno raggiunto, nel 2022, una potenza efficiente lorda complessiva di circa 6284,6 MW (di cui, 2729,1 MW da fonti rinnovabili e 3752,3 MW da fonte termoelettrica), corrispondente a circa il 5.1% dei 120.057,82 MW (di cui, 56.585,8 MW da fonti rinnovabili e 63.471,4 MW da fonte termoelettrica) di cui si compone il sistema impiantistico nazionale. Circa il 58,8% della potenza installata in Calabria è costituita da centrali termoelettriche, alimentate prevalentemente a gas natural;
- la produzione lorda di energia elettrica nel 2020 in Calabria è stata di 16.597,5 GWh, pari al 5,7/ della produzione elettrica lorda nazionale che risulta pari a 260.196,0 GWh. Dai dati diffusi dall'ANEV (Associazione nazionale energia del vento) nella sua brochure 2023 risulta che in Calabria vi è un numero complessivo di 628 aerogeneratori che generano una potenza energetica di 1.147 MW;
- vi è una peculiarità della Calabria, per quanto attiene la sua interconnessione con il sistema elettrico italiano ed europeo. La regione è, infatti, caratterizzata da costanti superi annuali di energia elettrica prodotta rispetto a quella richiesta sul territorio: il supero rilevato nell'anno 2021 ammonta a +9.00,8 GWh, rispetto ai 6.227,7 GWh richiesti in Calabria, concorrendo al dispacciamento, ovvero al soddisfacimento della richiesta di energia delle utenze elettriche dell'intero territorio nazionale. Questo surplus o supero di produzione avviene ad opera delle centrali termoelettriche a gas, che, nell'anno 2021, hanno contribuito alla produzione di 11.369.8 GWh;
- in merito alla produzione di energia da FER, l'analisi dei dati evidenzia il forte impulso dovuto alla fonte colica (2,2 TWh MWh nel 2021), che ha visto realizzare sul territorio regionale, dal 2005 ad oggi, numerosi impianti di grande taglia. La Calabria ha già ampiamente favorito la realizzazione sul suolo regionale di impianti eolici ben oltre le reali esigenze di consumo interno da tale fonte energetica. Preso atto che: - la Regione non ha ancora approvato lo strumento amministrativo per l’individuazione dei siti idonei ed inidonei all’installazione di specifici impianti fonti rinnovabili;
considerato che:
- sono pendenti decine di istanze, proposte da multinazionali per il rilascio di permessi di installazione di nuovi impianti, che prevedono, tra l’altro, pale eoliche con altezza di circa 200 metri in alcune delle zone più belle della regione, la cui posa potrebbe portare a conseguenze irreparabili per l’ambiente e il paesaggio.
Impegna la Giunta regionale
a sospendere l’autorizzazione di nuove installazioni e progetti di repowering e revamping di produzione di energia rinnovabile di ogni tipologia, inclusi quelli ad edilizia libera e ad approvare senza indugio il PRIEC (Piano Regionale Integrato Energia e Clima della Regione Calabria).
(85; 04/04/2024) Alecci
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- il DPGR n. 18 del 22/10/2010, con il quale, tra l’altro, è stata approvata la riorganizzazione della Rete Ospedaliera della Regione Calabria, ha previsto la riconversione di alcuni Presidi Ospedalieri in Ospedali Distrettuali, successivamente denominati Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) ed infine Case della Salute;
- con il DPGR n. 135 del 21/12/2011 sono stati individuati i siti delle Case della salute da finanziare ai fini della riconversione, tra cui quella di Scilla;
- il progetto “Rete Regionale delle Case della Salute”, inizialmente finanziato con le risorse del POR Calabria FESR 2007/2013 e poi con i fondi del Piano di Azione e Coesione – PAC 2007-2013, a seguito del parere di coerenza programmatica rilasciato dall’autorità di Gestione del POR Calabria FESR FSE 2014/2020 con nota n. 359017 del 13/08/2021, con decreto dirigenziale del Dipartimento Tutela della Salute n. 8630 del 20/08/2021, è stato ammesso nell’ambito del POR Calabria FES FSE 2014/2020 per un importo complessivo di 48.952.332,43 euro, finanziando la somma di € 8.270.00 per la realizzazione delle Case della salute di Scilla;
- per le suddette Case della Salute, in data 20/11/2017 sono state stipulate specifiche convenzioni regolanti il finanziamento tra la Regione Calabria e le Aziende Sanitarie Provinciali competenti, con scadenza al 31/12/2020;
- il DCA n. 65 del 10/03/2020 ha riorganizzato della rete di assistenza territoriale riconfermando la Casa della salute di Scilla;
- con il DCA n. 77 del 14/04/2020 veniva approvato lo schema di convenzione quadro tra il Commissario ad acta per il piano di rientro e INVITALIA, attraverso la quale le Aziende del SSR potevano avvalersi del supporto di INVITALIA, che assume le funzioni di Centrale di Committenza sia per le procedure relative alla progettazione degli interventi che per quelle relative all’affidamento dei lavori. Alla suddetta convenzione hanno aderito tutte le Aziende del SSR. - la Delibera di Giunta regionale n. 216 del 28/07/2020 ha differito al 31/12/2021 il termine di conclusione degli interventi del Programma PAC 2007/2013, al fine di consentire il completamento degli interventi relativi alla realizzazione delle Case della Salute;
- con il DCA n. 35 del 24/02/2021 è stata prorogata al 31/12/2021 la scadenza delle convenzioni tra la Regione Calabria e le ASP;
- successivamente, il termine di chiusura del PAC è stato fissato al 31/12/2022;
- all’esito della ricognizione effettuata sullo stato delle attività, dalla quale è emerso che i cronoprogrammi di tutti gli interventi vanno oltre il termine di chiusura del PAC 2007/2013, il Progetto “Case della Salute”, è stato ammesso nell’ambito del POR Calabria FESR FSE 2014/2020;
- il Programma operativo per la sanità 2022/2025, redatto nel novembre 2022, in riferimento alla Casa della salute di Scilla riporta come stato di attuazione: Aggiudicazione dei servizi tecnici di indagine e progettazione con provvedimento n. 241930 del 04/10/2021 di INVITALIA S.p.A., nella qualità di Centrale di Committenza;
- Progettazione in fase di avvio e come data presunta ultimazione interventi: Dicembre 2024. Considerato che:
- dal 23 settembre del 2022, a seguito di rilievi tecnici da parte di Invitalia, la parte nuova dell’”Ospedale Scillesi d’America” è stata dichiarata dall’Asp di Reggio Calabria inagibile per carenze strutturali e vulnerabilità sismica e le poche attività residue sono state trasferite nei vecchi locali;
- si continuano a chiudere dei servizi, in ultimo il Centro di salute mentale e l’Allergologia che erogavano circa 23 mila prestazioni annue;
- per Scilla è prevista una Casa di comunità che sorgerà dopo la demolizione della struttura. Il progetto prevede l’abbattimento del vecchio edificio e la ricostruzione che avverrà in 3 anni, entro il 30 giugno del 2026;
- come riportato da notizie di stampa, il commissario dell’Asp di Reggio Calabria, dott.ssa Di Furia, ha comunicato, nel corso di un incontro con il comitato pro-ospedale dello scorso anno, che la cifra necessaria alla realizzazione dell’intervento si aggira intorno a 15 milioni di euro. Fondi che in parte saranno chiesti alla Regione e in parte perverranno dal PNRR;
- l’Ospedale di Scilla è stato, fin dalla sua fondazione, un punto di riferimento per i servizi sanitari in un comprensorio di circa 80.000 abitanti e la sua lenta decadenza ha compromesso il diritto alla salute dei residenti;
tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- il cronoprogramma e la data di conclusione dei lavori per la Casa di comunità di Scilla;
- le eventuali azioni che si intendono intraprendere per garantire medio tempore il diritto alla salute dei residenti.
(223; 21/03/2024).
Il
Consiglio regionale,
vista la legge regionale 19 ottobre 1992, n. 20
(Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria), e in
particolare l’articolo 5, che:
prevede l’elaborazione da parte della Regione Calabria di un programma regionale per l’attività di forestazione e la gestione delle foreste regionali (comma 1) e la relativa approvazione da parte del Consiglio regionale (comma 3);
dispone che il programma ha durata non superiore a cinque anni, si aggiorna per scorrimento e si attua con piani annuali, attraverso progetti esecutivi (comma 4);
viste:
la legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale);
la legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna – Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna);
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 53 del 27 febbraio 2024, recante:
“Approvazione Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore
della Forestazione e per la gestione delle Foreste Regionali anno 2024”;
preso atto che, nelle more dell'approvazione del Piano Forestale Regionale di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto legislativo del 3 aprile 2018, n. 34 (Testo unico in materia di foreste e filiere forestali), in fase di approvazione da parte della Giunta regionale e, nelle more dell’approvazione del Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste Anno 2024/2026, in fase di redazione, il presente provvedimento si configura come strumento di programmazione ponte necessario per la realizzazione degli interventi di manutenzione ordinaria di forestazione che si eseguono senza soluzione di continuità da parte degli enti attuatori di Forestazione (Azienda Calabria Verde e Parco Naturale Regionale delle Serre) al fine di consentire gli interventi volti alla tutela del patrimonio boschivo a rischio di incendio e alla mitigazione del dissesto idrogeologico.
Considerato
che:
il
Programma in oggetto fa riferimento a quanto previsto dalle leggi regionali n.
20/1992, n. 25/2013, n. 45/2012, dalle Prescrizioni di Massima e di Polizia
Forestale, approvate con deliberazione della Giunta regionale n. 218 del 20
maggio 2011, nonché ai contenuti del Piano Regionale per la Prevenzione e Lotta
Attiva agli Incendi Boschivi per l’anno 2022 e del Piano Stralcio di Assetto
Idrogeologico (PAI) della Regione Calabria;
tenuto
conto che, come riportato nella deliberazione della Giunta regionale n. 53 del
27 febbraio 2024, nelle more dell’approvazione del Programma Regionale per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
foreste regionali per gli anni 2024 – 2026, al fine di garantire la
realizzazione degli interventi relativi al Settore Foreste e Forestazione, è
indispensabile procedere all’approvazione del Programma Regionale ponte per le
attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle
foreste regionali per l’anno 2024;
dato
atto che il Programma previsto all'articolo 5 della legge regionale n.20/1992 è
propedeutico all'approvazione del Piano Annuale di Forestazione e che gli
interventi previsti nel Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo
nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per
l'anno 2024 sono realizzati in economia con il sistema dell'amministrazione
diretta, così come previsto dalla l.r. 20/1992 e
dalla l.r. 8/2005 e senza soluzione di continuità;
visto
il Programma regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2024, allegato alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
rilevato
che, come riportato nella sopra citata deliberazione della Giunta regionale
n.53/2024, le disponibilità finanziarie previste nel bilancio regionale per il
Programma ammontano a 156 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro a valere
sul capitolo U9090102301 (fondi statali) e 56 milioni di euro a valere sul
capitolo U0223321101 (risorse autonome);
preso
atto che il dirigente generale del dipartimento regionale proponente ha
attestato la copertura finanziaria della deliberazione della Giunta regionale
n.53/2024 e che il dirigente generale del dipartimento “Economia e Finanze”,
con nota prot. n. 129847 del 20 febbraio 2024, ha confermato la compatibilità
finanziaria del già menzionato provvedimento;
considerato che la Sesta Commissione consiliare, nella
seduta del 4 aprile 2024, si è determinata favorevolmente sull’approvazione del
Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore della
Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2024;
udito
l’assessore Gallo, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente richiamate:
- di approvare il Programma Regionale ponte per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anno 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale.
Il Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci di previsione degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;
visti:
- l’articolo 7 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), che ha istituito l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale (ATERP Calabria), quale ente ausiliario della Regione in materia di edilizia residenziale pubblica;
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 86 del 14 marzo 2024, recante: "Bilancio di previsione
2024-2026 dell'Azienda Territoriale Residenziale Pubblica Regionale (ATERP
Calabria). Trasmissione proposta al Consiglio Regionale
per gli atti di competenza”;
vista
la deliberazione n. 31 del 15 febbraio 2024, con cui il Commissario
straordinario dell’ATERP Calabria ha approvato il bilancio di previsione e il
piano degli indicatori per gli esercizi 2024-2026, allegati alla presente
deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
rilevato
che il Revisore unico dei conti dell'Ente, con verbale n. 3 del 13
febbraio 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale,
ha verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’ente, del regolamento di contabilità e dalle norme del decreto legislativo n. 118/2011 e dai principi contabili applicati n. 4/1 e 4/2 allegati al predetto decreto legislativo;
ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;
con riferimento ai crediti e al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, ha invitato l’ATERP a verificare le ragioni del mantenimento dei propri crediti, in particolare di quelli risalenti, in base ad una loro effettiva esigibilità, chiedendo altresì di redigere una dettagliata relazione, con cadenza semestrale, dalla quale si possa evincere con estrema chiarezza l’ammontare complessivo dei crediti, distinti per anno di formazione, l’attività di recupero e di interruzione dei termini prescrizionali dei crediti vetusti ed eventuali motivi di rinuncia alla riscossione;
con riferimento ad alcuni contenziosi in corso e all’adeguatezza del Fondo, al fine di effettuare una puntuale ricognizione e di rilevare una serie di informazioni che permettono sia di verificare la rappresentazione completa dello stato dei contenziosi, incluso quello tributario, sia di acquisire dati utili per valutare la congruità del Fondo accantonamenti rispetto alla copertura delle relative potenziali soccombenze alla quale è esposto l'Ente, ha richiesto dettagliate informazioni con cadenza semestrale;
in ordine alle previsioni di cassa, ha suggerito all’Ente un attento monitoraggio dei crediti, provvedendo ad una tempestiva interruzione dei termini prescrizionali ed una efficace ed efficiente attività di recupero degli stessi;
ha espresso parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 dell’ATERP Calabria;
tenuto
conto che il Dipartimento regionale “Infrastrutture e Lavori Pubblici”, che
esercita la vigilanza sulle attività dell'Ente, nell’ambito
dell’istruttoria di propria competenza (prot. n. 159935 del 1° marzo 2024),
allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
- ha rilevato il rispetto dei limiti di spesa previsti dall’articolo 6, comma 1, lettere a) e b), della legge regionale n. 43/2016 in materia di spese del personale e spese per il funzionamento;
- ha sollecitato la quantificazione del Fondo Pluriennale Vincolato in sede di riaccertamento parziale dei residui, in relazione all’aggiornamento del cronoprogramma di spesa che determinerà una variazione al bilancio di previsione 2024 - 2026;
- ha espresso parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2024-2026 e sui documenti allegati;
rilevato
che il dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’ambito
dell'istruttoria di propria competenza, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale,
- ha verificato la sussistenza degli equilibri di bilancio, per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;
- ha raccomandato all’Ente:
1. di verificare, durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio;
2. a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata;
- fermo restando quanto prescritto e raccomandato dal dipartimento regionale “Infrastrutture e Lavori Pubblici”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’ATERP, e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, preso atto del parere favorevole del Revisore Unico dei conti dell’Ente e del parere favorevole del dipartimento vigilante, ha ritenuto possibile “procedere alla trasmissione, da parte della Giunta regionale, della proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell’ATERP Calabria al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 10 aprile 2024, si
è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione
2024-2026 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica della
Regione Calabria e dei documenti ad esso allegati;
udito
il consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per
le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si
intendono integralmente riportate:
- di approvare, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria), unitamente ai relativi allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci di previsione degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto regionale;
visti:
- la legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66 (Istituzione dell'Azienda regionale per lo sviluppo dell'agricoltura e disposizioni in materia di sviluppo dell'agricoltura);
- la legge regionale n. 8/2002;
- l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);
- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 85 del 14 marzo 2024, recante:
"Bilancio di previsione 2024-2026 dell'Azienda regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - Trasmissione proposta al Consiglio
Regionale per gli atti di competenza";
vista
la deliberazione n. 2 del 17 gennaio 2024, con la quale il Direttore Generale
dell’ARSAC ha approvato il bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda,
allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;
atteso che il Revisore unico dei conti dell’ARSAC, con
verbale n. 51 del 22 gennaio 2024, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale,
- con riferimento alle previsioni di parte corrente, ha considerato congrue le previsioni di spesa e attendibili le entrate previste, sulla base delle previsioni definitive 2025-2026, della salvaguardia degli equilibri ex art. 193 del TUEL, delle modalità di quantificazione e aggiornamento del fondo pluriennale vincolato e della quantificazione del fondo crediti di dubbia esigibilità;
- con riferimento alle previsioni di investimenti, ha considerato coerente la previsione di spesa per investimenti con il programma amministrativo e il piano di sviluppo dell’Azienda;
- ha riscontrato che le previsioni di cassa sono attendibili in relazione all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza, e congrue in relazione al rispetto dei termini di pagamento con riferimento ai cronoprogrammi e alle scadenze di legge e agli accantonamenti al fondo crediti di dubbia esigibilità;
- ha verificato che il bilancio è stato redatto in osservanza delle norme di legge, dello statuto e del regolamento di contabilità dell’Ente, nonché dei principi previsti dall’articolo 162 del TUEL, dalle norme del d.lgs. 118/2011 e dai principi contabili applicati 4/1 e 4/2 allegati allo stesso decreto legislativo;
- ha rilevato la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio e ha espresso “parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2024-2026 e sui documenti allegati”;
considerato che il dipartimento regionale “Agricoltura,
Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle
attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. n. 160190
del 1° marzo 2024), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante
e sostanziale,
- ha riscontrato che l’ARSAC ha imputato correttamente le somme stanziate negli anni 2024, 2025, 2026 a titolo di contributo ex l.r. 66/2012 trasferite dal dipartimento “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”;
- ha verificato il rispetto della normativa vigente in tema di spending review ai sensi della legge regionale n. 43/2016, evidenziando che il contenimento della spesa è stato complessivamente garantito;
- ha espresso “parere favorevole al bilancio di previsione 2024-2025-2026 (…) con la raccomandazione di contenere gli impegni per le spese di funzionamento nell’importo complessivo di 147.730,85 euro”;
tenuto conto che il dipartimento regionale “Economia e
Finanze”, nell’istruttoria di competenza, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale,
- ha verificato la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118;
- ha raccomandato all’Ente di verificare, durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio;
- con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, ha raccomandato all’Ente, a seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza finanziaria potenziata;
- preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Azienda e del dipartimento regionale “Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Forestazione”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse nelle rispettive istruttorie dal dipartimento vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 10 aprile 2024, si
è determinata favorevolmente sull’approvazione del bilancio di previsione
2023-2025 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese
(ARSAC) e dei documenti ad esso allegati;
udito il consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,
- di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002, il bilancio di previsione 2024-2026 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese (ARSAC) e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- l’articolo 57, comma 7 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i rendiconti degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
- la Giunta regionale trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione;
visti:
- la legge regionale 19 agosto 2001, n. 5 che ha istituito l’Azienda Calabria Lavoro con la finalità di supportare la Giunta regionale nell’ambito delle scelte sulle politiche del lavoro;
- la legge regionale n. 8/2002;
- l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione Calabria);
- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 87 del 14 marzo 2024, recante:
"Rendiconto esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Lavoro-Trasmissione al
Consiglio regionale per gli atti di competenza";
visto
il decreto n. 19 del 6 marzo 2024, con cui il Commissario straordinario
dell’Azienda Calabria Lavoro ha approvato il rendiconto di gestione per
l’esercizio 2021;
considerato che il Revisore unico dell’Azienda, nella
relazione al rendiconto sul conto consuntivo dell’esercizio 2021, allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,
- ha dato atto che l’Ente ha rispettato quanto previsto dal decreto legislativo n.118/2011, introducendo i nuovi schemi di bilancio della contabilità economico patrimoniale;
- ha evidenziato che il ritardo nell’approvazione del rendiconto consuntivo 2021 è stato determinato dal passaggio dell’Ente al Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici (SIOPE+) e al conseguente sistema di Tesoreria;
- ha riscontrato il rispetto del pareggio di bilancio ai sensi della normativa vigente da parte dell’Ente e che quest’ultimo, nella gestione dell’esercizio 2020, si è attenuto alle disposizioni diramate dalla Regione Calabria in merito al contenimento della spesa pubblica per l’anno 2021;
- ha espresso parere favorevole all’approvazione del rendiconto per l’esercizio finanziario 2021 dell’Azienda Calabria Lavoro;
rilevato che il dipartimento regionale “Lavoro”, che
esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’istruttoria di competenza
(prot. n. 174750 del 7 marzo 2024), allegata alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale,
- ha evidenziato che l’Ente ha proceduto a riapprovare il consuntivo 2021, avendo ravvisato la necessità di integrare il rendiconto, prevedendo l’accantonamento per il Fondo di garanzia debiti commerciali, di cui alla legge n. 145/2018;
- ha verificato il rispetto dei vincoli di spesa, di cui alla vigente normativa in materia di contenimento della spesa pubblica da parte dell’Azienda;
- ha evidenziato che il rendiconto risulta predisposto in conformità al regolamento di contabilità dell’Ente e alla normativa vigente di cui al d.lgs. n.118/2011;
- relativamente all’inosservanza nell’anno 2018 dei limiti di spesa, ha rilevato che sono state adottate, ai sensi della legge regionale 27 dicembre 2016, n.43, le misure conseguenti alle violazioni riscontrate con deliberazione della Giunta regionale n. 170 del 3 maggio 2021, che ha disposto la riduzione dei trasferimenti a carico del bilancio regionale (per un importo di 28.639,54 euro) operati a favore di Azienda Calabria Lavoro per l’esercizio 2021 e che sta procedendo al recupero forzoso del credito;
- ha rilevato che l’Ente strumentale si è adeguato al sistema “SIOPE +” con conseguente avvio di un conto unico di tesoreria a decorrere dal mese di ottobre 2021;
ha espresso parere favorevole all’approvazione del rendiconto generale dell’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Lavoro;
considerato che il dipartimento regionale “Economia e
Finanze”, nell'istruttoria di competenza, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale,
- ha rilevato che:
1. sussiste la piena
corrispondenza tra il saldo di cassa al 31.12.2021, per come risultante dal
conto del bilancio, e il corrispondente importo dei conti correnti intestati
all’Ente;
2. sussiste continuità tra i
residui finali dell'esercizio 2020 rispetto a quelli iniziali dell'esercizio
2021;
3. sussiste la quadratura delle
poste contabili iscritte nelle cosiddette "partite di giro";
4. sussiste (a seguito delle
scritture di rettifica e di giroconto effettuate dall’Ente) la corrispondenza
tra i valori a residuo e quelli riportati nel conto del patrimonio, posto che è
stata verificata la piena coincidenza tra residui attivi finali e crediti e tra
residui passivi finali e debiti, nonché, con riferimento al conto economico, la
corrispondenza tra impegni in conto competenza e costi e tra accertamenti e
ricavi, al netto delle differenze di cui alla gestione degli importi in
perenzione;
5. sussiste la quadratura tra
il saldo di tesoreria e il valore registrato alla voce “Disponibilità liquide”
dell’attivo dello Stato Patrimoniale;
6. risulta formalmente corretta
la determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del risultato di
amministrazione al 31.12.2021;
-
con
riferimento alla gestione di cassa, ha evidenziato che l’Ente è riuscito ad
uniformarsi alla procedura definita SIOPE+ e a dotarsi di un conto unico di
Tesoreria a decorrere dal 18 ottobre 2021;
-
ha
ritenuto che sembri sussistere la formale correttezza della procedura di
riaccertamento dei residui e, a seguito di ciò, della determinazione del Fondo
Pluriennale Vincolato e del risultato di amministrazione dell’esercizio 2021;
-
ha
precisato che, con riferimento alla quota disponibile del risultato di
amministrazione, pari a 325.320,17 euro, la stessa potrà essere utilizzata solo
a seguito dell’approvazione in via definitiva del rendiconto di gestione,
esclusivamente per le finalità indicate dal comma 6 dell’articolo 42 del d.lgs.
118/2011;
-
preso
atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei Conti dell’Ente e del
dipartimento “Lavoro”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente,
fermi restando i rilievi e le raccomandazioni espresse dal dipartimento
vigilante e dallo stesso dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto
possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione del
rendiconto relativo all’esercizio 2021 dell’Azienda Calabria Lavoro al
Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 10 aprile 2024, si
è determinata favorevolmente sull’approvazione del rendiconto per l’esercizio
2021 dell’Azienda Calabria Lavoro e dei documenti ad esso allegati;
udito
il consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e
finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
- di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 7, della
legge regionale n.8/2002, il rendiconto per l’esercizio 2021 dell’Azienda
Calabria Lavoro, unitamente ai relativi allegati richiamati in premessa, che
costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Art.
1
(Modifiche dell’articolo
1-bis della l.r. n. 48/2019)
1. L’articolo 1-bis della l.r. n. 48/2019 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria) è così modificato:
a) il punto 2 della lettera g) del comma 1 è così sostituito: «2) per “sala del commiato” si intende la sala, adibita all’esposizione a fini cerimoniali del defunto posto in un feretro chiuso, collocata all’interno della casa funeraria eventualmente, anche nel cimitero, nel crematorio o all’esterno di queste strutture»;
b) dopo la lettera h) è aggiunta la seguente lettera: «i) per “centro servizi” e “società consortile e consorzio” si intende l’impresa funebre che, essendo in possesso diretto di tutti i requisiti di cui alla presente legge, ha come fine di mettere a disposizione di altri soggetti esercenti le attività funebri la propria struttura aziendale».
Art.
2
(Modifiche dell’articolo
6 della l.r. n. 48/2019)
1. Al comma 8 dell’articolo 6 della l.r. n. 48/2019, le parole “della nuova certificazione annuale entro sessanta giorni dalla presentazione” sono sostituite con le seguenti: “della validazione della certificazione esistente entro sessanta giorni dalla presentazione e in questo periodo, tra la presentazione e il rilascio della validazione, l’impresa funebre, il centro servizi, i consorzi e le società consortili potranno operare autocertificando di aver presentato documentazione necessaria alla validazione della certificazione annuale ed essere in attesa che la stessa venga rilasciata.”.
Art.
3
(Modifiche dell’articolo
8 della l.r. n.48/2019)
1. Al comma 2 dell’articolo 8 della l.r. n. 48/2019, le parole “e registrati presso la Camera di Commercio” sono sostituite con le seguenti: “e vanno registrati all’Agenzia dell’Entrate e, successivamente, trascritti alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.”.
Art. 4
(Modifiche dell’articolo
8-bis della l.r. n. 48/2019)
1. Il comma 1 dell’articolo 8-bis della l.r. n. 48/2019 è abrogato.
Art. 5
(Modifiche dell’articolo 9 della l.r. n.48/2019)
1. La lettera c) del comma 3 dell’articolo 9 della l.r. n. 48/2019 è così sostituita: “c) hanno riportato sentenza di condanna definitiva, anche a seguito di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del codice procedura penale, per reati contro la fede pubblica, la pubblica amministrazione, il patrimonio, il commercio, o per qualsiasi altro reato non colposo per il quale la legge preveda la pena della reclusione non inferiore, nel minimo, a tre anni, salvo che sia intervenuta sentenza definitiva di riabilitazione.”.
Art.
6
(Modifiche dell’articolo
12 della l.r. n. 48/2019)
1. Il comma 12 dell’articolo 12 della l.r. n. 48/2019 è sostituito dal seguente: “12. Il responsabile della struttura ricevente, o un suo delegato, registra l’accettazione della salma. Qualora l’accertamento di morte non sia stato effettuato nel luogo del decesso, il Comune di destinazione della salma o l’impresa funebre delegata danno notizia al medico necroscopo per effettuare l’accertamento di morte; tale accertamento potrà essere inviato dall’impresa funebre, delegata al servizio, anche tramite posta certificata, insieme alla documentazione prevista, al Comune ove è avvenuto il decesso per il rilascio della relativa documentazione necessaria. Nel caso di trasporto presso l'abitazione del defunto o di un suo familiare, l'impresa incaricata trasmette quanto previsto nel presente comma e svolge le comunicazioni e gli atti obbligatori.”.
Art.
7
(Modifiche dell’articolo
13 della l.r. n. 48/2019)
1. L’articolo 13 della l.r. n. 48/2019 è così modificato:
a) il comma 7 è sostituito dal seguente: “7. Fatti salvi i terreni già edificabili e le strutture edilizie già acquistate alla data del 30 giugno 2024 per la realizzazione di case funerarie, e fatte salve le case funerarie, già esistenti, o in corso d’opera, e autorizzate alla data del 30 giugno 2024, o per le quali è stata depositata istanza di realizzazione alla data del 30 giugno 2024 le case funerarie non possono trovarsi a distanza inferiore a 250 metri (in linea d’aria) dal perimetro di ospedali pubblici e hospice e a distanza inferiore a 250 metri (in linea d’aria) dalla fascia di rispetto dei cimiteri, fatta salva la facoltà dei comuni di stabilire una distanza maggiore in relazione alle specificità territoriali.”;
b) al comma 10 le parole: “la camera di commercio” sono sostituite dalle seguenti: “l’Agenzia delle Entrate e trascritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura.”.
Art.
8
(Abrogazione
dell’articolo 13-bis l.r. n.48/2019)
1. L’articolo 13-bis della l.r. n. 48/2019 è abrogato.
Art.
9
(Inserimento
dell’articolo 13-ter della l.r.
n.48/2019)
1. Dopo l’articolo 13 della l.r. n.48/2019 è inserito il seguente:
“Art.
13-ter
(Aspetti logistici e
requisiti tecnico- strutturali delle sale del commiato esterne ai cimiteri e ai
crematori)
1. La realizzazione e l’esercizio di una sala del commiato esterna ai cimiteri e ai forni crematori, ove è permessa esclusivamente la celebrazione dei riti e la sosta dei feretri chiusi, è consentita ai soggetti esercenti l'attività funebre previa SCIA.
2. La sala del commiato dispone di spazi per la celebrazione dei riti dei defunti posti in feretri chiusi.
3. È previsto un ampio parcheggio privato per i partecipanti.
4. Le sale del commiato possiedono i seguenti requisiti strutturali minimi:
a) servizi igienici per il personale dipendente della sala con annesso spogliatoio;
b) servizi igienici per i dolenti e i partecipanti ai riti con almeno un servizio igienico attrezzato per le persone disabili;
c) sala per le celebrazioni dei riti con superficie minima non inferiore a 40 metri quadrati;
d) sala o spogliatoio per chi celebra la funzione;
e) in tutti i locali in cui è prevista la permanenza di persone sono garantiti regolari rapporti aeroilluminanti naturali o idonee condizioni microclimatiche mediante impianti tecnologici aventi caratteristiche previste dalla normativa nazionale vigente, nonché dalle norme tecniche con riferimento alla destinazione d’uso commerciale. Gli impianti di condizionamento al servizio dei locali della sala del commiato devono prevedere il ricircolo dell’aria.
5. Le sale del commiato private non possono trovarsi a distanza inferiore a 250 metri (in linea d’aria) dal perimetro di ospedali pubblici e hospice, e a distanza inferiore a 250 metri (in linea d’aria) dalla fascia di rispetto dei cimiteri, fatta salva la facoltà dei comuni di stabilire una distanza maggiore in relazione alle specificità territoriali.”.
Art.
10
(Modifiche dell’articolo
17 della l.r. n. 48/2019)
1. Al comma 3 dell’articolo 17 della l.r. n. 48/2019 le parole “Certificato A.1: Certificazione medica per il trasporto salma” sono sostituite dalle seguenti: “Modello A1 Bis”.