XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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N. 30
SEDUTA Di GIOVEDì
3 AGOSTO 2023
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Inizio lavori h. 17,42
Fine lavori h. 23,49
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 17.42
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 210/12^, recante: “Disposizioni per l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea”.
Faccio presente che la proposta è stata approvata dalla Commissione di merito, ma non è stata discussa in Commissione bilancio.
Tuttavia, essendo a invarianza economica, credo che possa essere tranquillamente inserita all'ordine del giorno della seduta odierna. Grazie.
Votiamo per l'inserimento della proposta di legge numero 210/12^ che sarà discussa al secondo punto all’ordine del giorno. La proposta di legge è inserita.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Chiedo l’inserimento della mozione numero 62/12^ che, tra l’altro, è stata condivisa con la vicepresidente Princi.
Votiamo per l'inserimento della mozione numero 62/12^. La mozione è inserita.
Avviamo i lavori con il primo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 215/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale”.
Prima di cedere la parola al relatore, consigliera Gentile, per illustrare il provvedimento, informo l'Aula che il Presidente della Giunta regionale, ai sensi di quanto disposto dagli articoli 34 e 37 dello Statuto regionale, ha comunicato con nota protocollo della Giunta regionale numero 343291 del 27 luglio 2023, l'apposizione della questione di fiducia sulla proposta di legge in oggetto, in considerazione della sua particolare rilevanza per la collettività calabrese, anche tenendo conto di eventuali proposte emendative per le quali la Giunta dovesse esprimere parere favorevole in Consiglio regionale.
A tal fine, ricordo all'Aula che, ai sensi dell'articolo 59, commi 3 e 4 del Regolamento interno del Consiglio regionale, alla discussione sulla questione di fiducia possono prendere la parola il Presidente della Giunta e, per non più di 15 minuti, un relatore per Gruppo, anche per dichiarazione di voto.
Possono intervenire altri consiglieri solo per dichiarare la difformità del loro voto rispetto a quello del gruppo consiliare cui appartengono.
Inoltre, la questione di fiducia è votata per appello nominale e si intende respinta se esprime voto contrario la maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati.
Pertanto, in sede di appello nominale, il “Sì” equivale ad accordare la fiducia, il “No” equivale al rigetto della fiducia.
Il rigetto della fiducia ha luogo nel momento in cui la maggioranza assoluta dei consiglieri, pari a 16, si esprime per il “No”.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo scusa, leggendo il comma 3 dell'articolo 59 dove è prevista, appunto, la fiducia, si dice: “Alla discussione sulla questione di fiducia possono prendere la parola il Presidente della Giunta regionale e, per non più di 15 minuti, un relatore per Gruppo, anche per dichiarazione di voto. Possono intervenire altri consiglieri solo per dichiarare la difformità del loro voto rispetto a quello del Gruppo consiliare cui appartengono”.
Alla luce di ciò, ritengo che debba essere il Presidente della Giunta regionale a relazionare e non il Presidente della Commissione.
Il Presidente della Giunta regionale può intervenire, ma non è scritto che debba relazionare.
Chiedo scusa, Presidente, io ho posto un problema formale rispetto all'articolo 59, comma 3 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Ho capito, però qui si tratta della relazione sulla proposta di legge. Sulla questione di fiducia relazionerà il Presidente, stia tranquillo! Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento. Prego, consigliera Gentile.
Saluto tutti i presenti e i colleghi, naturalmente. Quella che ci apprestiamo a discutere oggi è una proposta il cui intento riformatore assume i caratteri di una vera e propria “rivoluzione” nel settore della bonifica calabrese, ormai non più differibile a causa del completo collasso del sistema, come giustamente asserisce il presidente Occhiuto.
Da sempre oggetto di animato dibattito in ambito giurisprudenziale, dottrinale e politico, a causa della loro natura ibrida e delle peculiarità che li caratterizzano, sia sotto un profilo soggettivo e quindi di qualificazione giuridica, sia in considerazione della loro funzione strategica, i Consorzi di bonifica furono istituiti con regio decreto numero 215 del 1933, quali persone giuridiche pubbliche a struttura associativa, rientranti tra gli enti pubblici economici che operano secondo criteri di efficienza, trasparenza ed economicità con le finalità di aumentare le superfici coltivabili bonificando i terreni improduttivi e malsani.
Alla base di questa norma vi era già all’epoca il concetto di “bonifica integrale”, che prevedeva non solo una mera bonifica dei terreni, quindi dei territori, ma anche una serie di interventi infrastrutturali e di opere idrauliche con lo scopo di realizzare interventi globali, di natura economica e sociale.
Nel territorio calabrese il ruolo e l’ordinamento dei Consorzi di bonifica sono stati definiti principalmente nella legge regionale di riferimento, la numero 11 del 2003, oltre che nella legge regionale numero 26 del 1975 e nella legge numero 20 del 1992, con la quale vengono affidati ai Consorzi anche interventi di forestazione e difesa del suolo.
Con la legge regionale numero 12 del 2006, che ha posto in liquidazione il Consorzio di bonifica della Piana di Sibari e della Media Valle del Crati, si è avviato il processo di riordino dei Consorzi di bonifica della Calabria, proseguito in Consiglio regionale con la riorganizzazione e riperimetrazione dei Consorzi calabresi, che da 17 sono stati ridotti a 11, secondo i principi e i criteri definiti nel Protocollo di intesa Stato–Regioni del 18 settembre 2008.
Nonostante tali interventi, nel corso degli anni non sono stati rilevati significativi miglioramenti nella gestione degli enti e nell'erogazione dei servizi.
La presenza di un sistema consortile efficace ed efficiente, così come riscontrato in altre realtà regionali, costituisce un elemento strategicamente indispensabile per il comparto agricolo, la difesa del suolo, la sicurezza idraulica, la razionalizzazione e la valorizzazione delle risorse idriche, la prevenzione del rischio idrogeologico, la produzione di energia alternativa e, più in generale, per lo sviluppo economico e sociale di un territorio.
Alla luce di tali considerazioni, con la presente proposta di legge si intende avviare il rilancio e la riorganizzazione dell’intero settore della bonifica calabrese, non più procrastinabile considerate le difficoltà economiche, strutturali e gestionali che penalizzano fortemente l’attività di bonifica e la presenza di una legge regionale che, a distanza di 20 anni, si dimostra anacronistica e, pertanto, inadeguata a rispondere alle nuove sfide e, al contempo, alle nuove opportunità che il mondo della bonifica presenta.
La sesta Commissione consiliare, nel 2022, sin dai primi mesi del suo insediamento, ha avviato una attenta e puntigliosa indagine ricognitiva sulla attuale situazione dei Consorzi di bonifica calabresi, tema per troppo tempo posto a margine dalle agende politiche per via della complessità e delicatezza della materia.
Tale indagine, che ha visto la partecipazione attiva e costruttiva della componente politica, amministrativa e di tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel settore della bonifica e ha consentito di acquisire ed esaminare attentamente una corposa documentazione presentata da tutti i soggetti auditi, delineando così un quadro sufficientemente chiaro per la maggior parte dei Consorzi esistenti, con le dovute differenze ed eccezioni, denuncia una situazione di indubbia difficoltà sotto i profili economico, finanziario e gestionale per responsabilità che si è constatato essere condivise tra la Regione e gli stessi Consorzi.
Molteplici sono le criticità rilevate che hanno alimentato pratiche distorte e meccanismi tutt’altro che virtuosi, generando una spaventosa mole di contenziosi con gravi ripercussioni sui già precari bilanci dei Consorzi penalizzati dalla progressiva riduzione dei fondi statali e regionali per la forestazione, dalla trasformazione dei contratti degli Operai Idraulico Forestali da tempo determinato a tempo indeterminato senza adeguata copertura finanziaria.
A ciò si aggiunga il mancato accantonamento dei fondi TFR per i lavoratori, il mancato versamento dei contributi previdenziali, le continue e spesso ingiustificate assunzioni di personale a tempo indeterminato a fronte sempre di risorse finanziarie inadeguate che hanno portato a un esubero di personale amministrativo e a una carenza di personale tecnico e, per concludere, il conferimento di un elevato numero di dispendiosi incarichi esterni per le progettazioni.
La proposta di risoluzione licenziata dalla sesta Commissione a conclusione dell’indagine summenzionata, ha indicato e sollecitato una serie di azioni sia immediate sia di medio e lungo periodo, tra le quali: il reperimento di risorse finanziarie da destinare alle emergenze con un forte impatto sociale, quali, ad esempio, la mancata corresponsione delle spettanze arretrate ai lavoratori e la costituzione di un fondo vincolato per sopperire al mancato accantonamento dei TFR, oltre che l’avvio di un processo di revisione normativa sollecitato a più riprese da tutti i soggetti che gravitano in questo contesto.
Tale processo di revisione ha condotto a un coraggioso disegno di legge perseguito con grande determinazione dal presidente Occhiuto che ha voluto, tramite la costituzione di un unico ente, lanciare un segnale di netta rottura con il passato per consegnare una nuova narrazione della realtà calabrese.
Input immediatamente accolto e condiviso dalla sottoscritta, che in stretta sinergia con l’assessore Gallo e con il Dipartimento agricoltura, ha dato vita a un testo normativo dal quale scaturisce un vero e proprio rinnovamento dell’intero sistema consortile.
L’intervento normativo proposto in esame si conforma alla normativa di cornice nazionale, al Regio Decreto numero 215 del 13 febbraio 1933, a quanto stabilito il 18 settembre 2008 dall’intesa raggiunta in sede di Conferenza Stato-Regioni, in attuazione dell’articolo 27 del decreto-legge 248/2007 convertito nella legge numero 31 del 2008, e alla recente giurisprudenza in materia.
Il modello consortile concepito trae spunto da uno scrupoloso studio avente ad oggetto le buone pratiche adottate in altre Regioni italiane con un doveroso adattamento alle peculiarità e alle specificità del nostro territorio.
La ratio sottostante le principali novità introdotte si rinviene nel perseguimento di obiettivi ritenuti strategici e indispensabili, primo fra tutti creare una gestione trasparente, democratica e partecipativa dell’attività consortile che risponda a principi di efficienza, efficacia ed economicità, cosi come perseguire l’autosufficienza e la sostenibilità economica del Consorzio, in modo da poter reindirizzare l’intervento pubblico verso la realizzazione di nuove opere idrauliche e di bonifica e non verso esclusive sovvenzioni di funzionamento.
Ancora, nell’ottica di una maggiore razionalizzazione, omogeneizzazione degli interventi e di un miglioramento fondiario e dell’irrigazione è stata concepita la costituzione di un unico ente denominato Consorzio di bonifica della Calabria.
L’articolazione di quest’ultimo in comprensori, le cui sedi corrispondono alle sedi dei Consorzi preesistenti, che verranno contestualmente soppressi e messi in liquidazione, consente di mantenere una valida dimensione gestionale e assicura la funzionalità operativa, l’economicità di gestione e l’adeguata partecipazione da parte dei Consorziati, fermo restando il coordinamento unitario delle attività a livello centrale.
Un modello così concepito, attraverso l’accentramento e una visione programmatica d’insieme, consente la redazione di un unico bilancio secondo il Regolamento adottato dalla Giunta regionale e un efficientamento di settori cruciali, quali: gare, progettazioni, missioni e riscossione dei ruoli, affari legali, gestione delle risorse idriche e un migliore utilizzo delle risorse umane.
In questa direzione, il nuovo Consorzio, acquisendo il capitale umano dei disciolti Consorzi, al fine di potenziare le professionalità e le competenze già esistenti, potrà avviare anche processi di formazione e riqualificazione del personale.
Riconoscendo il fondamento dell’autogoverno dell’ente in mano all’agricoltura, è stato ripensato l’intero sistema elettorale, con la previsione di tre Collegi elettorali: nord, centro e sud, che garantisca un’equa rappresentanza dei territori, una rappresentanza di genere e un pluralismo rappresentativo del mondo agricolo nell’ottica di un maggiore coinvolgimento di tutti i Consorziati.
In tal senso, tra le altre cose, è stato introdotto il principio di elettorato attivo e passivo, secondo cui il voto è consentito a tutti i Consorziati, mentre la possibilità di candidarsi è riservata solo a chi è in regola con i contributi consortili.
È stata abolita la possibilità di delegare il diritto di voto e, nel segno della discontinuità, sono state riviste le cause di ineleggibilità e incompatibilità per l’accesso alle cariche elettive.
La partecipazione dei Consorziati passa anche attraverso la definizione di un patto sociale – così dice l’assessore Gallo – che si fonda sulla garanzia dei servizi offerti a fronte di un riconoscimento in termini di contributo consortile.
Tale patto viene garantito anche attraverso la previsione dell’obbligo di essere in regola con la contribuzione consortile per la liquidazione dei contributi regionali legati all’agricoltura.
Ampliati, poi, i compiti e le funzioni dei Consorzi, dando spazio, tra le tante cose e compatibilmente con l’attività di bonifica, anche alla possibilità in capo a questi di progettare, realizzare e gestire impianti di produzione di energia elettrica da fonti alternative.
È stato previsto un sistema di controllo di legittimità da parte della Regione sulla gestione dell’ente consortile, suscettibile, a parere della sottoscritta, di ulteriori aggiustamenti.
È stato, inoltre, specificato il concetto di “contributo consortile” collegandolo direttamente al beneficio “diretto e specifico” tratto dagli immobili situati nel comprensorio per le attività svolte dal Consorzio e conformando il dettame normativo agli orientamenti giurisprudenziali in materia.
Ai fini dell’imposizione del contributo, il Consorzio adotta un proprio Piano di classifica approvato dal Consiglio regionale, affinché possa essere garantita un’azione impositiva, omogenea e corretta su tutto il territorio, e nessuno si trovi a dover pagare un servizio non effettivamente ricevuto.
Per migliorare la qualità dei servizi e soprattutto monitorarne l’andamento è stata prevista, inoltre, l’approvazione di un Piano della qualità della prestazione organizzativa.
Il presidente Occhiuto, fermamente convinto della necessità di questa riforma per l’avvio del nuovo ente, ha inteso poi impegnare a carico del bilancio regionale un corposo stanziamento finanziario di circa 19 milioni di euro solo per il triennio 2023-2025.
L’obiettivo è quello di restituire il giusto riconoscimento e la giusta dignità a questo settore, anche in ragione del rilievo costituzionale riconosciuto all’attività di bonifica dall’articolo 44 della Costituzione, che promuove e impone la bonifica delle terre come uno strumento essenziale, al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali nell’agricoltura.
Il lavoro di questa maggioranza non si
esaurirà oggi con l’approvazione del testo, ma proseguirà attraverso una
costante fase di monitoraggio e valutazione dell’attuazione della legge, a cui
corrisponderanno eventuali interventi correttivi di carattere amministrativo, economico
e finanziario.
In tal senso, abbiamo inteso ritirare tutti gli emendamenti pervenuti dai colleghi consiglieri, compresi quelli della sottoscritta, per vagliarli meglio tutti e riservandoci, quindi, un momento successivo di approfondimento e di rivisitazione della legge, che avverrà tra l'altro, a breve.
A seguito, poi, del confronto che si è tenuto ieri a Catanzaro, voluto dal presidente Occhiuto, a cui abbiamo partecipato anche io e l'assessore Gallo, confronto con le organizzazioni di categoria, siamo riusciti finalmente ad avere il placet delle organizzazioni che partivano da posizioni differenti dalla nostra – erano contrari fondamentalmente all'unico – avendo accolto questo governo regionale dei suggerimenti proposti da loro, che il governo regionale ha inteso fare propri con gli emendamenti.
Al termine di questa significativa fase,
lunga e impegnativa, sento di dover esprimere uno speciale ringraziamento, innanzitutto
a tutti i colleghi della Commissione, agli uffici del Consiglio che sono di stretta
collaborazione della Commissione e alle strutture burocratiche della Giunta regionale;
in particolare, mi riferisco al direttore del Dipartimento, Giacomo Giovinazzo,
e al Segretariato generale della Giunta regionale, l’avvocato Montilla, per la
stretta collaborazione e per il risultato raggiunto.
Grazie.
Grazie,
collega Gentile. Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Grazie soprattutto alla relatrice per la puntuale relazione, che mi
consente di fare un intervento breve per spiegare le ragioni della decisione di
apporre la questione di fiducia e anche perché, in verità, sono febbricitante,
ma mi sembrava singolare che il Consiglio regionale si sciogliesse perché io
non ero presente, non votavo, quindi ho deciso di partecipare, come è mio
dovere, comunque.
Però,
non rinuncio a spiegare le ragioni che mi hanno indotto a porre la questione di
fiducia su una riforma della quale io, per la verità, sto parlando da diversi
mesi, avendo iniziato una interlocuzione anche con le organizzazioni di
categoria, con le organizzazioni professionali agricole, ho chiesto persino
all'ANBI di prepararmi una bozza di legge di riforma. Altre volte in Consiglio
regionale sono intervenuto chiedendo al Consiglio regionale di affrontare
questo tema che per troppi anni non è stato affrontato in Calabria e ha
condotto al collasso del sistema dei Consorzi di bonifica.
Vi
vorrei evidenziare che oggi noi, se anche volessimo sostenere, come Regione,
finanziariamente i Consorzi di bonifica, non potremmo farlo, perché in altre
occasioni c'è capitato - l'assessore Gallo me lo ricordava qualche settimana fa
- di trasferire delle risorse ai Consorzi di bonifica che però poi venivano pignorate,
per la situazione di deficit strutturale che questi Consorzi avevano nella
maggior parte dei casi.
È
un sistema che è collassato non solo per responsabilità di chi ha governato i Consorzi;
anche qui, non ci sono situazioni che meritano di essere trattate tutte allo
stesso modo, ci sono Consorzi di bonifica che versano in una condizione di
deficit strutturale, ci sono altri che versano comunque in una condizione di
deficit, ma probabilmente sono stati meglio amministrati rispetto ad altri. Non
solo, quindi, per responsabilità della governance dei Consorzi, ma anche per
responsabilità della politica regionale degli ultimi anni, di centrodestra e di
centrosinistra.
Le
riforme non hanno un colore, le riforme nascono da un atto di coraggio da parte
delle Assemblee legislative, nascono da un atto di coraggio da parte di chi
governa le Regioni, se si tratta di riforme regionali; non sono nemmeno le
tavole della legge, le tavole di Mosè! Non ho nella mia memoria ricordi di
riforme, anche nazionali, che sono nate perfette: le riforme nascono da un atto
di coraggio che prevede di cancellare quello che non ha funzionato, di
riformarlo e, poi, comunque si confrontano nel corso degli anni anche con le
situazioni concrete sulle quali devono riverberare il loro effetto. Però, la
politica regionale di questa materia non si è mai occupata. In alcuni casi ha
utilizzato i Consorzi per interessi di parte o anche per affrontare, attraverso
i Consorzi, la soluzione di problemi, quali per esempio quelli della forestazione
che hanno caricato di ulteriori debiti i Consorzi stessi.
Voglio
fare anche un'operazione di chiarezza, perché ho letto sulla stampa che molti
di quelli che gestiscono i Consorzi dicono: “Ma noi non siamo stati nella
condizione di esprimere la governance dei Consorzi perché abbiamo accumulato,
nel corso degli anni, 70, 80 milioni di crediti che la Regione non ha pagato”.
Nel 2019, non la Giunta Occhiuto ma il governo Oliverio costituì una Commissione
che doveva procedere ad una ricognizione dei crediti e dei debiti dei Consorzi
e la costituì anche per input delle organizzazioni che governavano i Consorzi. All'esito
di quella ricognizione è stato dimostrato che - altro che 70, 80 milioni di crediti!
- i Consorzi debbono alla Regione 184 milioni di euro.
Ora, questa ricognizione può essere
approfondita e in sede di liquidazione dei Consorzi sarà approfondita, però
capite come questo sistema di 11 Consorzi di bonifica
ha determinato il collasso dell'attività di bonifica che i Consorzi stessi dovevano
gestire, non ha garantito i servizi agli agricoltori, non è intervenuto nella
direzione di manutenere, anche in maniera straordinaria, le reti idriche deputate
all'irrigazione dei beni patrimoniali degli agricoltori. Se, poi, manca l'acqua
si impoverisce l'agricoltura calabrese! Sapete quanto varia il valore di un
terreno in ragione del fatto che ci sia o non ci sia l'acqua?! E molta di questa acqua, purtroppo, si disperde in reti che
non sono state mai manutenute. È un sistema che, quindi, evidentemente non funziona;
è un sistema che tutti, negli anni passati, hanno detto che non funzionava.
Non
lo ha detto una parte politica e l'altra no, tutti hanno detto che è un
sistema, questo, che va riformato; è un sistema che rischia di riverberare sul
bilancio della Regione oneri pesantissimi. Al 31 dicembre 2022, abbiamo 22
vertenze incardinate direttamente dai Consorzi contro la Regione per 13.100.000,00
euro; abbiamo 127 vertenze in cui siamo chiamati come terzi o chiamati in
causa, per le quali si chiede alla Regione di far fronte agli impegni dei Consorzi
per circa 40 milioni di euro; abbiamo solo per il Consorzio Sibari Crati
posizioni debitorie che rischiano di riverberarsi sul bilancio della Regione,
creando un disastro. Addirittura, anni fa fu stipulato un mutuo, e la Regione,
nel 2006, garantì per questo mutuo. I Consorzi non hanno mai pagato e ora la
Banca chiede alla Regione di farsi carico del mutuo al posto dei Consorzi; cioè,
noi rischiamo di far affondare il bilancio della Regione insieme ai Consorzi. Per
cosa, poi? Per Enti che nella maggior parte dei casi - non a giudizio del Presidente
della Regione ma a giudizio degli agricoltori - non hanno svolto o non sono
stati messi nella condizione di svolgere la loro funzione come dovevano
svolgerla.
E, allora, ho deciso di porre la questione di
fiducia su questa riforma e non lo faccio per un atto di scarsa considerazione
nei confronti della maggioranza o del Consiglio stesso, lo faccio esercitando
una mia prerogativa. Ho detto, peraltro, alle organizzazioni di categoria, nel
corso dei mesi passati, che io ponevo pochi vincoli a questa legge di riforma:
a me interessa che ci sia un'unica personalità giuridica, trovando il modo poi
di garantire la rappresentanza per comprensori, ma un'unica personalità
giuridica, quindi un unico bilancio, un unico ruolo del personale, per evitare
anche che si possano svolgere pratiche deteriori come sono state svolte nel
corso degli anni in questa Regione. Ho detto loro:” Mi interessa anche che la
Regione, non i Consorzi, la Regione, per aiutare i Consorzi, stabilisca che gli
agricoltori che hanno accesso alle provvidenze e ai finanziamenti devono, prima
di avere le provvidenze e i finanziamenti, mettersi a posto con i ruoli emessi
dai Consorzi”.
Questo
sistema lo dobbiamo fare stare in equilibrio. Attenzione! Non dico che solo con
i ruoli questo sistema possa stare in equilibrio, ci vuole il contributo della
Regione, e una delle proposte emendative che sono state rivolte al
sottoscritto, al Presidente della Commissione, al governo regionale, all'assessore
Gallo, dalle organizzazioni di categoria riguardava proprio l'impegno a fare in
modo che ci fosse un contributo della Regione, in qualche modo strutturale. Noi
prevediamo che vada a scemare. Abbiamo messo un importante finanziamento, nel
primo e nel secondo anno, e poi abbiamo fatto un emendamento che dice che ci
impegniamo a trasferire ai Consorzi, come contributo della Regione,
un'ulteriore 35 per cento sul riscosso per dare un incentivo alla riscossione;
oggi si riscuote, si e no, il 50 per cento dei ruoli. Con queste iniziative che
abbiamo inserito nella proposta di legge, cioè la possibilità per gli
agricoltori di accedere alle provvidenze dei finanziamenti soltanto a
condizione che si mettano a posto con i pagamenti del Consorzio, come nel
nostro auspicio al 70 – 75 per cento, condizionando il contributo della Regione
ai risultati ottenuti dal punto di vista della riscossione, noi porremo in
equilibrio un sistema che oggi in equilibrio non è e che, soprattutto, non dà
alcun servizio agli agricoltori calabresi.
Perché
un Consorzio unico? Consorzio unico perché chiedevo che gli 11 Consorzi si
trasformassero in un'unica personalità giuridica e ho spiegato anche alle
organizzazioni di categoria, quando le ho viste, che l'agricoltura calabrese è
una agricoltura di eccellenza. Ho partecipato a fiere organizzate dal Dipartimento
dell'agricoltura in giro per l'Italia, tutti ci riconoscono grandi risultati nell'agricoltura
calabrese e non per merito del Governo regionale, ma per merito agli
agricoltori. Abbiamo imprese agricole che sono molto performanti, molto brave,
però, questa reputazione di eccellenza - ho spiegato alle categorie - in
qualche modo è messa in discussione dal fatto che proprio queste organizzazioni
di categoria, negli anni passati nel sistema dei Consorzi, per responsabilità
anche della politica, hanno generato una condizione di assoluto deficit. Per
questo, la scelta del Consorzio unico, salvaguardando la rappresentanza dei
comprensori.
La
fiducia, come vi dicevo, è una prerogativa che mi assegna lo Statuto. Lo Statuto
mi dice che sulle riforme io posso porre la questione di fiducia. Non è un atto
di arroganza, come ho letto da qualche parte, non è nemmeno un atto che possa
rappresentarsi in qualche modo offensivo nei confronti della mia maggioranza,
alla quale sono grato, perché molte cose che abbiamo fatto in questo Consiglio
regionale, anche nel Governo regionale, sono state fatte perché c'è stata una
maggioranza che mi ha sostenuto sempre con grande lealtà, accompagnando in
qualche modo questo cambio di passo che ho cercato di dare.
Attenzione:
l'idea del Consorzio unico - l'ho spiegato anche alle categorie - serve anche
per dimostrare alla comunità nazionale che in Calabria oggi, quando si fanno le
riforme, si ha il coraggio di fare riforme coraggiose, riforme che trasformano 11 Enti in un unico Ente.
Questi
sono messaggi utili anche a consolidare una nuova idea di Calabria.
Solo
l'opposizione nella nostra Regione non ha l'onestà intellettuale, secondo me,
di riconoscere che da un anno e mezzo a questa parte, per il modo in cui
abbiamo deciso di governare, per le riforme che abbiamo fatto, per l'atto di
grande generosità ed intelligenza della maggioranza che ha fatto lavorare il Presidente
in assoluta autonomia, noi abbiamo rappresentato alla comunità nazionale, ai
media nazionali una Calabria della quale non si parla più come si parlava 5,
10, 15 anni fa!
Oggi
della Calabria si parla come di una Regione che sta cercando di risollevarsi
anche facendo cose in controtendenza rispetto al racconto vecchio, negativo di questa
regione, che non merita una politica che dia un racconto vecchio, negativo
delle straordinarie risorse della nostra Calabria.
Ecco,
allora anche il Consorzio unico è utile a dimostrare che quando facciamo le
riforme le facciamo seriamente, le facciamo avendo il coraggio di dire che non
si nomineranno più 11 commissari, ma che si farà un unico Ente, con un'unica
personalità giuridica che eviterà, come è successo spesso in passato invece,
che i singoli commissari siano a volte tentati di dare delle risposte, anche
clientelari, indotte dalla politica nelle assunzioni, nelle trasformazioni dei
contratti di lavoro; quindi, non è un atto di arroganza.
Peraltro,
a me pare di aver dimostrato sempre grande rispetto nei confronti dei
consiglieri regionali che sono venuti a rappresentarmi delle questioni di
carattere generale, senza faziosità, senza faziosità da parte loro, senza
pregiudizi.
In
ultimo, lo dico solo a titolo di esempio, noi abbiamo assunto come Governo
regionale un'altra decisione coraggiosa che è quella che riguarda
l'approvazione del Piano del Parco nazionale, senza deroghe. Comporterà la
chiusura di una centrale nel Parco. Non ho difficoltà a riconoscere che questa
decisione l'abbiamo assunta perché un consigliere regionale, l'onorevole Laghi,
è venuto a rappresentarmi l’assurdo e cioè che in un Parco nazionale di tale
bellezza esistesse un impianto industriale inquinante.
Noi
stiamo facendo milioni e milioni di telespettatori, sulle trasmissioni della
Rai che descrivono la bellezza delle nostre montagne, anche la bellezza del Parco
e dobbiamo puntare su questo. Per cui, se c'è una centrale che sta in un Parco,
questa centrale in questo Parco non ci deve stare. Se non ci fosse stato un
oppositore come il consigliere Laghi, questa decisione probabilmente non
l'avrei assunta.
Non
ho difficoltà a riconoscere che è stata una decisione che è stata rappresentata
da un consigliere di opposizione. Questo perché? Perché io, quando si tratta di
governare la Regione, voglio governarla senza pregiudizi. Vorrei che anche
l'opposizione, la minoranza, avesse la maturità di riconoscere che su alcune
cose, sulle riforme che si considerano necessarie, ad esempio, non ci sono
steccati ideologici che tengano. Ho sentito sempre, anche da parti politiche
distanti dalla mia esperienza, che questa riforma è necessaria. Ora, invece, si
grida allo scandalo perché ho posto la questione di fiducia.
Poi
– attenzione! - il Regolamento interno del Consiglio regionale non è il Regolamento
della Camera o del Senato; alla Camera, al Senato, poiché il sistema è parlamentare,
le maggioranze si formano attraverso il voto di fiducia: la fiducia serve a
descrivere il perimetro della maggioranza.
Nel nostro Regolamento non si dice
questo; nel nostro Regolamento le maggioranze si formano all'atto delle
elezioni, così come nei Comuni, dal momento che detto Regolamento è quello
dello Statuto di una Regione che ha scelto un modello elettorale presidenziale.
Il voto di fiducia non serve, quindi, a delimitare l'ambito della maggioranza -
alla Camera e al Senato, invece, sì –, è uno strumento, una prerogativa che serve
semplicemente a dare la possibilità al Presidente di porre la questione di
fiducia, condizionando la vita della legislatura all'approvazione di riforme,
di leggi di bilancio, di provvedimenti amministrativi, che ritiene siano
strategici per la Regione. Quindi non c'è una delimitazione, la fiducia non
serve a delimitare la maggioranza.
Perché pongo la questione di fiducia? La
pongo perché continuo a fare il Presidente della Regione solo se posso tentare
di cambiare le cose, se posso tentare di riformare questa Regione, altrimenti
non mi interessa fare il Presidente. Altrimenti, è probabile che sia più utile
che riconsegni il mio mandato agli elettori e, magari, se interessa ancora che
mi ricandidi, mi faccio giudicare di nuovo da loro stessi.
Per questa ragione ho chiesto alla mia
maggioranza di esprimere 21 voti favorevoli su questa proposta di legge.
Considero la questione di fiducia un
aspetto formale, ma non sostanziale.
La sostanza della questione è questa:
rimango a fare il Presidente se sono messo nella condizione di tentare di
cambiare questa regione, altrimenti non ho nessuna intenzione di rimanere a
fare il Presidente, posso ritenere più utile dimettermi dal Consiglio regionale
e magari sottopormi di nuovo al giudizio degli elettori.
Quindi, che sia chiaro, è un aspetto
che, per quanto mi riguarda, non è sostanziale.
Per me l'aspetto sostanziale è che si
approvi questa legge, che si approvi la riforma e che la politica regionale
riesca a dare, ancora una volta, dimostrazione del fatto che questa vuole
essere una legislatura riformatrice.
Certo, quando si fanno molte cose non è
detto che tutte siano fatte perfettamente.
Chi fa tanto mette in conto che molte
delle cose che fa, poi, dovranno avere delle correzioni, degli approfondimenti.
Ma io preferisco fare così, anziché non fare nulla, com’è successo per tanti
anni in questa regione.
Quindi, ringrazio moltissimo la mia maggioranza
perché mi ha rappresentato la volontà di votare compattamente questa riforma. Vi
dico che è un atto più importante di quanto si possa ritenere.
Ritengo che questo sia un giorno
importante per il Consiglio regionale. Quando si mette mano a situazioni che la
politica ha colpevolmente trascurato negli anni passati e si mette mano con
grande coraggio, il merito non è di chi inizia questo percorso, il merito è di
chi rende questo percorso possibile attraverso un voto compatto della
maggioranza.
Per la verità, su questa riforma,
avrei auspicato, anche, un voto da parte dell’opposizione perché non mi pare
siano emerse mai questioni di merito contrarie alla necessità di riformare il
sistema. Certo, non si può più rinviare perché noi abbiamo, come sa il consigliere
Mammoliti che si occupa anche di questioni sindacali, dipendenti che salgono sui
tetti perché non vengono pagati.
Ho deciso di porre la questione di
fiducia prima dell'estate perché la mia preoccupazione è che saremmo arrivati a
questo punto dopo l'estate, con una condizione ancora più incancrenita e con
meno possibilità per la Regione di farsi carico di quelle che sono le necessità
degli agricoltori, ma anche di farsi carico di quelle che sono le necessità dei
dipendenti che lavorano nei Consorzi di bonifica.
Quindi, vi ringrazio per il sostegno
che mi darete, vi dico in tutta onestà che il presupposto rimane quello che ho
rappresentato: ho bisogno che questa legge venga approvata con 21 voti.
Per quanto mi riguarda - ho fatto redigere
anche dei pareri all’Avvocatura regionale - questa legge potrebbe essere
approvata anche con meno voti, però, poiché il Consiglio regionale, in un’altra
occasione, sempre per un atto di grande responsabilità di alcuni gruppi
regionali, ha esaminato un'altra legge di riforma, quella di ARRICal, e in quell'occasione non l'ha approvata con 21
voti e il Consiglio regionale ha deciso che quella votazione non fosse idonea a
produrre l'approvazione della legge, io una riforma sulla quale ho messo la
faccia vorrei che venisse approvata con 21 voti. Non mi sottopongo a possibili
ricorsi da parte di chi dovesse dire: “Perché il Consiglio regionale in
un'altra occasione ha considerato necessari 21 voti per l'istituzione di un Consorzio
e oggi no?”.
Quindi, al di là delle questioni formali,
al di là delle questioni legate alla necessità o meno di avere questa o quella
maggioranza, chiedo alla mia maggioranza di esprimersi compattamente su questa
riforma.
Chiedo, anche, a quelli che volessero,
all’interno dell’opposizione, aggiungere il loro consenso di farlo liberandosi
da tare ideologiche che, per quanto mi riguarda, credo di aver dimostrato di non
avere; tare ideologiche che a volte portano a guardare il dito senza accorgersi
che dietro il dito c'è la luna.
Grazie, presidente Occhiuto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Crinò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Presidente del
Consiglio, onorevole Presidente della Giunta, Assessori e colleghi tutti,
intervengo a nome del gruppo Forza Azzurri, che mi onoro di presiedere, per
annunciare un convinto voto favorevole rispetto alla proposta di legge di cui
stiamo discutendo.
Un voto favorevole che prende le mosse
da un doppio quesito che rivolgo, innanzitutto, a me stesso e, successivamente,
alle ulteriori valutazioni dell'Aula.
Primo quesito: è necessario un Ente di
bonifica che eserciti, al meglio, determinate funzioni? Assolutamente sì!
Secondo quesito: il sistema attuale
sta funzionando bene? Assolutamente no!
O, perlomeno, non sta operando secondo
le iniziali aspettative.
Sul punto, i distinguo tra i vari Consorzi,
più o meno virtuosi, tra chi lavora meglio e chi peggio, ritengo sia fatto poco
rilevante, stante la portata della riforma che, in quanto tale, ambisce ad avere
portata generale non potendo snaturarsi rispetto al tratto che le riforme,
invece, conservano in sé, ovvero, - ripeto - quel carattere generale per il
quale il legislatore ridisegna un sistema dalle sue basi, anzitutto normative.
Una riforma che vada bene a tutto e a
tutti non sarebbe una vera riforma.
Sul punto un brevissimo inciso, Presidente:
è notizia di tre giorni fa - leggo sul sito dell'ANSA e di altre testate
nazionali importanti - che la Regione Puglia, a guida centro-sinistra, nella
persona del presidente Emiliano, vara il Consorzio unico di bonifica; ulteriore
notizia che mi ha subito colpito è che in Puglia, prima di questa riforma, c’erano
solo quattro Consorzi, commissariati dal 2017. La Puglia, ad occhio e croce,
sarà due volte la Calabria, noi ne avevamo, ne abbiamo ancora, a dire il vero,
11.
Ad ogni modo le riforme per avere i
caratteri di una buona legge devono prendere le mosse da ciò che fino ad oggi
non è andato bene e immaginare una impalcatura nuova, generale, efficace ed
efficiente.
Noi siamo i “meccanici” delle leggi
regionali. Se la norma attuale non è soddisfacente, abbiamo l'obbligo di
perfezionarla e/o di sostituirla.
Si citi, a titolo meramente
semplificativo, la oggettiva difficoltà nella riscossione delle quote consortili.
Non è questa un'anomalia direttamente riconducibile alla inefficienza del
sistema attuale di bonifica?
Appare ovvio per questo, e tanto altro,
che la legge attuale vada cambiata e la struttura deve essere immaginata ex
novo.
È innegabile che sia la disciplina
corrente sia il funzionamento attuale dei Consorzi di bonifica presentano
molteplici profili di criticità. Sotto questi aspetti la voce è unanime.
Lo diciamo tutti: maggioranza ed
opposizione e, finanche, le sigle sindacali storicamente e ideologicamente
lontane dai nostri colori politici.
La divisione si registra, invece,
sull'efficacia delle iniziative finalizzate al superamento dei problemi: da un
lato, c'è quella parte politica veramente riformatrice che cerca di far
funzionare al meglio il sistema; dall'altro lato, c'è quella parte politica,
solo idealmente riformatrice, ma nei fatti assolutamente accomodata su una più
comoda posizione di conservazione dello status quo che non le fa, a mio
sommesso parere, alcun onore.
Da un lato c'è quella parte politica
che ha deciso di mettere e giocarsi la faccia dove, finora, la politica l'ha
persa; dall'altro lato c'è una parte politica che accusa il presidente Roberto Occhiuto
di prepotenza, arroganza e smarrimento della democrazia anziché stimare l’assunzione
di responsabilità politico-istituzionale.
Sì, perché porre una questione di
fiducia rispetto ad un atto necessario è sintomatico di profonda e nobile
responsabilità oltre che di buon governo e non, come sostenuto, atto di
prepotenza e arroganza.
Presidente Occhiuto, la informo che il
gruppo Forza Azzurri non ha avvertito alcuna mortificazione, né ha percepito
alcuna costrizione. Fiducia o meno, il nostro gruppo avrebbe votato, come farà,
favorevolmente per questa proposta di legge.
Il gruppo Forza Azzurri ha esaminato
la riforma in autonomia: si tratta di un complesso normativo valido, necessario
e, da noi, condiviso.
Non di una impostazione arrogante.
Anzi, ritengo che la riforma in discussione sia necessaria anche per chiarire,
definitivamente, da quale parte stiamo e, ovvero, dalla parte di chi si opera
affinché il Consorzio unico di bonifica possa diventare ente veramente
produttivo, che dia dignità ai propri lavoratori - per inciso, sono al riparo
da problematiche occupazionali di sorta - e che, finalmente, produca progetti a
favore del nostro sistema irriguo e, più in generale, nei confronti del nostro
sistema agricolo.
Rapidamente nel merito.
Sono le risposte ad interrogativi apparentemente
banali a suggerire l'intervento di razionalizzazione e di riforma del Consiglio
indirizzato al buon funzionamento dei Consorzi.
Quali sono le attuali condizioni
economiche dei Consorzi di Bonifica?
Quali sono le attuali condizioni
strutturali dei Consorzi di Bonifica?
Quali sono le attuali condizioni
finanziarie dei Consorzi di Bonifica?
Quali sono le reali capacità di
intervento dei Consorzi di Bonifica?
Infine, i servizi propri dei Consorzi di
Bonifica sono efficientemente erogati?
Le risposte sono agevolmente intuibili
e sono tutte, o quasi, negative.
Eppure, la legge ancora in discussione
non è vigente.
In presenza di uno scenario marcato da
intense difficoltà, di una legge che non è stata in grado di assicurare la
funzionalità dei Consorzi di Bonifica e di una politica che, finalmente, non “bivacca”
né “gioca al rimando sine die”, è legittimo parlare di prepotenza
istituzionale e non di responsabilità politica e di buon governo?
Noi non lo crediamo. L'accentramento
dei servizi, il riequilibrio nella distribuzione del personale di campagna, la
gestione effettivamente unitaria delle risorse idriche, la sfida omogenea alle
emergenze, la programmazione, il controllo e la vigilanza centralizzati e
unitari, la garanzia della rappresentatività territoriale, attraverso la
previsione dei comprensori, sono elementi presupposti per il risanamento e la
piena funzionalizzazione del sistema. Pertanto, presidente Occhiuto, andiamo
avanti.
Il gruppo Forza Azzurri, prima di
esprimere voto favorevole alla proposta di legge in discussione, le rinnova la
fiducia convintamente per quanto fatto e per quanto ancora faremo insieme.
Grazie.
Grazie, collega Crinò. Ha chiesto di
intervenire consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà
Grazie, Presidente. Volevo, innanzitutto,
chiedere scusa alla consigliera Gentile per l’interruzione, perché avendo
approfondito il caso, effettivamente, la relazione della collega Gentile non
rientrava nel voto sulla questione di fiducia. Quindi, chiedo scusa,
consigliera Gentile, perché l’ho interrotta.
Credo che anche questa sia un’onestà intellettuale
che va rispettata.
Consigliere Bevacqua, a me deve
chiedere scusa.
Presidente, non ho interrotto lei. Ho
interrotto la collega Gentile.
Intanto, signor Presidente del
Consiglio e signor Presidente della Giunta regionale, annuncio il voto
contrario del gruppo del Partito Democratico.
Un No, il nostro, convinto nel merito
e nel metodo. Già le parole, l'affermazione, di poco fa, del presidente Occhiuto
che - testuali parole, le ho segnate - dice: “Ringrazio la maggioranza perché
in piena autonomia mi lascia fare le riforme” dimostra di come il presidente
Occhiuto intende instaurare i rapporti con quest'Aula
Ma, poi, vorrei ricordare alla
maggioranza e al presidente Occhiuto che è la prima volta nella storia del
regionalismo calabrese che si pone la questione di fiducia; è un atto che noi
non condividiamo, in quanto tradisce, anche, la storia politica e culturale del
presidente Occhiuto il quale spesso in questa Aula e anche nel suo programma ha
affermato: “Il ruolo centrale e insostituibile del Consiglio regionale è e sarà
un punto fermo della mia azione di governo e di Presidente della Regione
Calabria”.
Porre la questione di fiducia in
quest'Aula e non consentire alle Commissioni di svolgere il proprio ruolo con
l'accettazione o meno degli emendamenti, invece, a nostro avviso, segna il de
profundis di questa Assise regionale. Ma questo lo diciamo noi della
minoranza, naturalmente, la maggioranza può contestare, controbattere, ma
questa è la nostra affermazione che non può essere contestabile.
Per la prima volta nel regionalismo
democratico viene posta la questione di fiducia.
Viene posta la questione di fiducia su
una materia che sicuramente non è di interesse collettivo diffuso, perché di
solito, in base all'articolo 37 dello Statuto regionale, la fiducia si pone su
questione di interesse collettivo diffuso e crediamo che il Consorzio, quindi
tale materia, non sia oggetto di questo istituto e, pertanto, oggetto di
questione di fiducia.
Questo è un elemento che vorrei
evidenziare per dire come, oggi, si mette l'Aula in condizione di non esprimere
un dissenso o di manifestare una propria distinzione perché altrimenti il
presidente Occhiuto ci manda tutti a casa.
Questo è oggi il dato vero da cui ogni
singolo consigliere regionale deve partire ed esprimere l'amarezza profonda,
altro che maggioranza e minoranza.
Questo è un atto, a nostro parere, che
mette in discussione la democrazia e che piega le istituzioni democratiche al
volere di un solo uomo al comando, per come l'altro giorno ha affermato il
collega Mammoliti in una sua intervista rilasciata sul giornale.
E, badate bene, nessuno di noi ha in
mente di limitare né tantomeno condizionare l'attuazione del programma da parte
del governo regionale. Ci mancherebbe altro!
Avete avuto il consenso, il suffragio anzi,
avete stravinto in questa regione due anni fa e, quindi. fate bene a governare,
a fare le riforme, anche con coraggio, come dice il presidente Occhiuto, perché,
è vero, essere riformista significa avere il coraggio, la visione, accettare le
sfide, cambiare il paradigma della Calabria, tutti temi giusti. Quindi, noi non
vogliamo condizionare, oggi, l'attività e l'attuazione del programma della
maggioranza.
Ci mancherebbe altro!
Ma siamo profondamente preoccupati dal
virus che sta caratterizzando questa maggioranza, di questi due anni, e che noi
definiamo “ansia della prestazione”.
Azienda Zero, SACAL, SORICAL, ARRICal, oggi il Consorzio unico:
parliamo di temi che riguardano la sanità, i trasporti, i rifiuti, le risorse
idriche, sistemi vitali per la nostra economia. Fatti tanti, risultati zero,
fino ad oggi.
Fatti tanti, risultati zero! È vero,
presidente Occhiuto, lei ha fatto le riforme: fatti tanti, risultati zero, fino
adesso, per le comunità calabresi.
Tutte queste riforme che lei ha messo in campo, però, sono tutte riforme, operazioni piene
di insidie ed incognite.
Dicevo: tutte azioni, per carità
legittime, ma tutte frutto, cari colleghi della maggioranza, di iniziativa
della Giunta regionale, non opera di questo Consiglio regionale.
Vorrei ricordare che Azienda Zero è
stata inserita in una legge “omnibus”, così la SACAL, così la SORICAL. Altro
che ruolo fondamentale di questo Consiglio regionale! Altro che funzione
determinante e strategica del Consiglio regionale! I fatti sono chiari. Gli atti
sono chiari.
Poi, è bravo il presidente Occhiuto a
vendere il prodotto, a dimostrare che ha il coraggio di fare le riforme. Ci
mancherebbe altro!
Ma i fatti sono questi: il Consiglio
regionale in questi due anni è stato ridotto a una semplice ratifica delle
attività messe in campo dal Governatore e dalla Giunta
regionale. Questi sono i fatti. E non lo dice il capogruppo di minoranza, il consigliere
Bevacqua, ma lo dicono gli atti approvati in quest'Aula. Quindi, c'è oggi un
problema di rispetto dei ruoli di quest'Aula.
Noi lo poniamo questo problema.
Quindi, perché diciamo questo? Perché
con questi atti che voi state compiendo, che avete compiuto nei due anni
precedenti, vengono meno principi fondamentali che sono il cardine della
democrazia: la concertazione e la condivisione, caro presidente Occhiuto.
Per noi che veniamo da una formazione
culturale e politica la mediazione, la concertazione, la condivisione erano
elementi di cui ci nutrivamo per poter, poi, avere una visione, un'idea per non
mortificare il territorio, per coinvolgere i territori, per responsabilizzare i
Sindaci, in questo caso per responsabilizzare gli agricoltori, il mondo
dell’agricoltura.
Questi sono i temi per cui noi diciamo
no alla riforma.
Noi non siamo favorevoli a mantenere
lo stesso tipo di Consorzio. Ci mancherebbe altro!
Noi siamo consapevoli che c'è bisogno
di una riforma profonda, strutturale dei Consorzi di bonifica. Ma vorrei porre
una domanda a questa maggioranza: da quattro anni a questa parte chi guida
questo settore? Non c'è il centrodestra che guida da quattro anni questo
settore? In questi anni cosa avete fatto per regolamentare, aiutare, supportare,
motivare, aggiustare? Nulla.
Oggi, ci troviamo davanti una riforma coraggiosa, quale voi proponete, però vorrei ricordare al presidente Occhiuto che per valutare ogni progetto di riforma ci vogliono anni, e oggi, ad esempio, per sottolineare come siamo onesti intellettualmente, parlando di riforme fatte dal centrosinistra, dico che abbiamo commesso degli errori e ci rendiamo conto che la riforma delle Province, fatta da Delrio, è stata un errore così come la riforma del Titolo V della Costituzione, perché dimostra tanta debolezza e fragilità.
Questo per evidenziare che le riforme si valutano nel tempo e non è con atti superficiali o con l’imposizione che, oggi, si pensa di risolvere i problemi del mondo agricolo.
Torno, però, nel merito della proposta, perché, caro presidente Occhiuto, voglio capire una cosa: ci sono ragioni politiche per le quali lei oggi ha imposto la fiducia o ragioni legate ai bilanci regionali per cui ponete la fiducia per pulirli o per cancellare eventuali debiti?
Se è così, credo che sia un'operazione sbagliata perché è frutto di quella burocrazia regionale che da cinque o sei anni cerca sempre di arrivare al suo risultato, perché poi vanno in pensione senza assumersi le responsabilità.
La responsabilità politica, però, è sua, presidente Occhiuto, è nostra, di quest'Aula e non dei burocrati che spesso indirizzano facendo alcuni processi.
Questo è un altro argomento che vorrei porre alla sua riflessione.
Ritorniamo al merito, come dicevo: tutti in quest'Aula sappiamo che il nucleo della proposta prevede, a fronte di 11 Consorzi di bonifica, la costituzione di un solo Consorzio, articolato in 11 comprensori, corrispondenti ai territori degli attuali Consorzi, che vengono contestualmente soppressi e messi in liquidazione.
Cosa contestiamo, presidente Occhiuto?
Primo: il testo del disegno di legge non contiene alcun richiamo, a nostro avviso giusto, all'Intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008, che definisce i criteri per il riordino dei Consorzi di bonifica né fa alcun riferimento ai comprensori sui territori, definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque; così come è chiaro – rispondo all'amico, consigliere Crinò e anche alla presidente Gentile – che l'estensione all'intero territorio regionale non provocherebbe una vera partecipazione dei consorziati né alla gestione del Consorzio, che diventerebbe un Ente ancor più lontano dagli agricoltori, né alla programmazione del territorio.
In tema di governance del nuovo Ente, come si fa a continuare a chiamare Consiglio dei delegati un organo composto da 42 membri, dei quali solo 27 sono eletti dai consorziati, mentre i restanti sono nominati o designati dalla parte politica? E cosa dire del direttore generale, nominato dal Presidente del Consorzio, previa intesa con il Presidente della Regione?
Poi – lo dico a qualche consigliere della maggioranza – in questa proposta di legge si prevede l'esclusione dai contributi regionali per chi non paga il tributo consortile – se ho letto bene, l'ha detto anche lei, presidente Occhiuto, – per favorire, appunto, l'incremento di risorse per i Consorzi.
In questi mesi, qualche consigliere di maggioranza e anche di minoranza ne ha fatto una bandiera: “No, al pagamento dei tributi per chi non riceve i servizi”!
Oggi, con questi emendamenti rischiamo di privare tanti agricoltori della possibilità di partecipare ai bandi regionali per questa clausola o vincolo che inserite.
Saremmo, però, falsi e ipocriti se dovessimo affermare che tali osservazioni sono il frutto di un ragionamento fatto soltanto nell'ambito del nostro gruppo consiliare, ma sono diventate le nostre convinzioni dopo un serrato e proficuo confronto con le associazioni datoriali, l'ANBI e i sindacati, e ci meravigliamo che, oggi, qualche parte sociale rinneghi le osservazioni che aveva espresso e condiviso con noi in merito al Consorzio unico e non alla riforma; ecco, perché, caro Presidente, ritorniamo al tema, per non essere strumentali.
Qualche mese fa, le dissi che il Partito democratico aveva presentato una proposta di legge sulla riforma dei Consorzi di bonifica, depositata tre mesi fa presso la Segreteria Assemblea, ma mai calendarizzata e discussa nella Commissione preposta, che è quella dell'agricoltura.
Noi siamo convinti più di voi che ci sia bisogno di una riforma strutturale forte dei Consorzi, perché lungi da noi difendere e garantire sacche di parassitismo o cattive gestioni.
Conosciamo bene la situazione in cui versano, in particolar modo, alcuni Consorzi, abbiamo partecipato in questi mesi ad iniziative pubbliche, a scioperi come quello dei lavoratori del Consorzio di Trebisacce – vedo qui la rappresentanza del Consorzio – e conosciamo bene i problemi legati agli stipendi, al TFR e al pagamento dei fornitori.
Conosciamo bene – ripeto – la situazione di collasso che vivono i Consorzi, ma la risposta che date è sbagliata ed è proprio su questo, cari Assessore, Presidente e Presidente della Commissione, che si dovranno togliere i dubbi che pure si registrano nei territori.
Che cosa ne sarà di queste gravi situazioni tuttora pendenti? Riteniamo che per una più efficace razionalizzazione strutturale si debba seguire proprio lo schema dell'Intesa Stato-Regioni e siamo partiti da questa premessa per elaborare la nostra proposta di legge – ripeto – mai discussa.
Non siamo mai stati chiamati a confronto, perché è vero che alcune volte abbiamo soltanto strumentalizzato o, meglio, cavalcato la tigre dall'opposizione – ci sta – ma, questa volta, abbiamo fatto una proposta precisa, puntuale, organica e non siamo stati chiamati, nemmeno in questi giorni, per dire: “Caro Partito democratico, venite da noi, troviamo una sintesi migliore, possibile, che possa essere l’istituzione di uno, due o tre Consorzi”.
Non siamo stati nemmeno consultati! Che cosa pensavate che saremmo venuti a piatire in ginocchio e a dire: “Per favore, sentiteci”!
No, la democrazia non funziona così; se c'è rispetto dei ruoli e delle funzioni, c'è bisogno del reciproco ascolto, della reciproca comprensione, mediazione e sintesi necessarie per dare risposte ai territori.
Consigliere Bevacqua, concluda il suo intervento.
Sì, sto per illustrare la proposta di legge che abbiamo presentato, mi faccia spiegare quello che avevamo previsto.
Dal confronto pluralista avuto con i soggetti a cui facevo riferimento, eravamo arrivati a proporre una fusione degli attuali comprensori, in numero non superiore a 5, su ognuno dei quali istituire un Consorzio, perché questa ci sembrava una decisione di buon senso alla quale arrivare con ragionevolezza.
L’articolazione territoriale dei Consorzi era frutto di studi e attenzione ai territori e non di improvvisazioni ed approssimazioni, come emerge da questa proposta di legge; avevamo proposto di dare priorità all'uso agricolo delle acque – specialmente, nei periodi di siccità e di scarsità della risorsa idrica, sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici – così come avevamo previsto un meccanismo di voto telematico per consentire una più ampia partecipazione all'elezione del Consiglio dei delegati; avevamo previsto anche l'adozione del controllo di gestione – quale processo atto a garantire la realizzazione degli obiettivi programmati – e la cogestione corretta, efficace ed efficiente delle risorse; l'adozione del Piano del fabbisogno del personale.
Questa proposta, invece, snatura completamente l'essenza dei Consorzi di bonifica che, nel centenario della propria istituzione, vedono trasformare la loro natura di Enti esponenziali degli interessi degli utenti, caratterizzati dall'autogoverno, a mere articolazioni dell'Amministrazione regionale.
Quello che più sorprende è il fatto che, anche al di fuori del perimetro della maggioranza, –giocoforza, sarà costretta, in alcuni casi non condividendola, a votare questa proposta di legge – ci siano anche qualificati esponenti delle parti sociali, che non si comprende a qual fine si prestano a confondere – il dottore Giovinazzo, penso che potrà chiarire meglio il concetto – gli Enti strumentali della Regione con gli Enti pubblici vigilati.
Sappiamo che la nostra idea mal si concilia con quelle nettamente più dirigiste e accentratrici del Presidente della Giunta regionale perché, evidentemente, neutralizza quel principio dell'autogoverno dei Consorziati, come sostenuto da molti e da noi condiviso.
Quando detto basterebbe già per sollevare più di un dubbio sulla bontà della proposta sia dal punto di vista della legittimità sia dal punto di vista dell'efficacia ed efficienza.
Caro presidente Occhiuto, ormai abbiamo capito che la sua missione, come lei ha detto poco fa, è quella di governare in piena autonomia i processi della Calabria: ne prendiamo atto, ma lo deve spiegare alla sua maggioranza.
Noi siamo qui ai banchi dell’opposizione e ci teniamo sempre a dare il nostro contributo, come abbiamo fatto e cercato di fare su questa proposta, inascoltati, ma comandare e governare sono due termini completamente diversi e lei conosce bene il significato di entrambi.
Le chiediamo – e concludo: come farà a garantire il funzionamento con solo 18 milioni di euro che la proposta mette a disposizione per il prossimo triennio, insufficienti persino alla copertura degli stipendi del personale?
È fondamentale quindi, Presidente, – questa è una proposta che facciamo – aumentare l'entità del contributo già previsto per i primi due anni, così come allungare la durata temporale dell'accompagnamento finanziario del nuovo Ente.
Le nostre perplessità sono destinate a crescere quando si passa, poi, al capitolo della liquidazione degli 11 Consorzi: mancheranno all'appello consistenti risorse che, allo scadere dei due anni, non potranno poi essere scaricate sul nuovo Consorzio; significherebbe azzopparlo prima della sua partenza.
Non vorrei e non vorremmo essere facili profeti ma, se questi sono il senso e il significato dell'operazione, fra qualche anno - forse non più noi - coloro che siederanno su questi banchi dopo di noi, si ritroveranno a discutere ancora del salvataggio della bonifica calabrese.
È davvero questo – e concludo l'appello – il modo di mettere mano a un settore così delicato? È, davvero, questo che voi consiglieri di maggioranza volete avallare pur sapendo come stanno le cose?
C'è ancora il tempo, caro presidente Occhiuto, di fare un passo indietro, sospendere e avviare una discussione seria e costruttiva in quest'Aula, ma soprattutto produttiva con i territori e con le parti interessate. Per fare questo, voi consiglieri di maggioranza dovete convincere il presidente Occhiuto a recuperare i cardini dei princìpi democratici che sono la concertazione e la condivisione.
Grazie, consigliere Bevacqua. Vi prego di rispettare i tempi degli interventi. Lei, consigliere Bevacqua, che richiama sempre il rispetto delle regole e dei Regolamenti, ha superato di 12 minuti la durata prevista per il suo intervento. Lo dico perché non bisogna essere con una mano lunga e una corta.
Chiedo scusa.
Ha chiesto di intervenire il consigliere De Nisi. Ne ha facoltà.
Grazie. Preannuncio il voto favorevole a questa riforma, ma, a differenza di quanto pensa il consigliere Bevacqua, lo faccio con convinzione.
Se questa sera dovessimo fare un sondaggio tra i cittadini calabresi e chiedere: “Sei favorevole a questa riforma?” Quale sarebbe il voto dei cittadini calabresi? Quanti calabresi sono d'accordo nel vedersi notificare un tributo – che sta aumentando esponenzialmente nel corso degli anni, dal 2016 – senza ricevere nessun servizio?
Il tributo della bonifica è il più odioso che, ad oggi, esiste in Calabria e stanno tutti cercando di evitare di pagarlo. Riescono a farlo riscuotere soltanto i Consorzi che hanno individuato una buona società di riscossione che agisce e perseguita i contribuenti e che cerca di recuperare i fondi.
In cambio di questo tributo, i cittadini calabresi cosa hanno ricevuto?
Io dico nulla, non hanno ricevuto nulla. Quindi, se questa sera proponiamo loro questo sondaggio: “Sei favorevole a mantenere un sistema composto da 11 organismi amministrativi, le cosiddette deputazioni, che gestiscono 11 territori della Calabria, ognuno dei quali percepisce un emolumento, un'indennità, gestisce politiche del personale di assunzione, di appalti, di lavori, senza rispondere a nessuno? Siete d'accordo a mantenere questo sistema o volete che venga accorpato e posto anche al controllo dei cittadini?” Perché uno dei problemi che hanno i Consorzi di bonifica è proprio la mancanza di controllo.
Molte volte pensiamo che questi organismi siano democratici, ma ci rendiamo conto che determinati sistemi non si riescono a scardinare, perché il corpo elettorale di questi Consorzi, per i meccanismi elettorali di scelta della deputazione, è sempre lo stesso: decidono sempre le stesse quote di partecipazione, le stesse quote fondiarie.
Questo è un meccanismo che si perpetua da decenni e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: sperpero di denaro pubblico, spesa incontrollata e assenza totale di servizi.
I cittadini, soprattutto quelli della mia zona – magari, è una zona povera – parlando di bonifica o di altro mi chiedono: “Cosa fate per i cinghiali? Noi paghiamo un tributo per la bonifica, ma non siamo più proprietari dei nostri fondi, non siamo più padroni e liberi di coltivare i terreni perché ormai li dobbiamo abbandonare in quanto sono devastati dai cinghiali.”
Questo per quanto riguarda soprattutto le zone di montagna, ma anche le zone di pianura, le zone agricole più ricche: siete sicuri che le grosse aziende attingano o utilizzino il sistema di irrigazione delle bonifiche, il sistema realizzato dai lavori fatti dalle bonifiche?
Vi posso garantire di no: le grosse aziende attingono a captazioni private o proprie; quelli che restano senza servizi sono i piccoli agricoltori che non riescono più a coltivare i fondi perché non hanno le risorse per migliorare il fondo e la qualità agraria dei terreni.
Dico, quindi, che questa riforma è necessaria ed è necessario che la Regione Calabria e i cittadini individuino l’Ente destinatario del loro tributo per poter individuare chi è il colpevole e il responsabile di questi fenomeni di mala gestione.
Finora, questo non c'è stato, e il presidente Occhiuto stasera sta dicendo: “Dobbiamo cambiare questo sistema e metterci nelle condizioni che questo sia un Ente sì vigilato dalla Regione, ma controllato dai cittadini”.
Penso che questa sia la strada giusta e doverosa da intraprendere perché questo sistema non può continuare e non possiamo pensare di mettere a rischio il bilancio della Regione Calabria e i soldi dei cittadini e non possiamo pensare che i territori possano rimanere abbandonati, così come lo sono per buona parte; le aree interne, infatti, sono completamente abbandonate, in quanto l'attenzione di molti Consorzi è stata rivolta per decenni soltanto verso determinate aree, lasciando abbandonato tutto il resto.
Annuncio, quindi, il voto favorevole del mio gruppo, ma non per una convinzione o per una strategia politica o perché siamo costretti a votare, come viene detto o come si vuol far sembrare oggi. Votiamo perché siamo convinti, perché la situazione non può più andare avanti così e perché questa è la scelta giusta. Anche come consiglieri regionali, da domani, saremo nelle condizioni di individuare le responsabilità di chi gestisce questi Enti, questo Ente unico, per cui la persona – o chi sarà – la deputazione, dovrà essere in grado e nelle condizioni di rendicontare agli agricoltori calabresi, ma anche ai cittadini calabresi quello che verrà fatto e come verranno spesi i fondi.
Quindi, concludo annunciando un voto favorevole e convinto a questa riforma.
Grazie, consigliere De Nisi.Ha chiesto di
intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Presidente Mancuso, presidente Occhiuto, colleghi di
maggioranza e opposizione, ritengo che oggi questo Consiglio regionale abbia
perso l’occasione di scrivere tutti insieme una bella pagina.
Ho ascoltato attentamente le parole del presidente Occhiuto e ritengo che
qui nessuno di noi fosse contrario a una riforma dei Consorzi di bonifica.
Ancor di più io, che – faccio una piccola crono storia – da quando sono stato
eletto in questo Consiglio regionale, ho cercato in tutti i modi di contribuire
in maniera costruttiva ai lavori della sesta Commissione presieduta dalla
collega Katya Gentile.
Presidente Mancuso, la sesta Commissione aveva dato vita a un lavoro
bipartisan, che io reputo una delle pagine più belle di questa legislatura
perché, insieme alla presidente Gentile, al segretario Graziano e ai colleghi
Gelardi e Cirillo – il collega Gelardi ora è sostituito dal collega Molinaro –
avevamo avviato una serie di audizioni, ascoltando i Presidenti degli undici Consorzi,
le sigle sindacali, Coldiretti, Confapi e Confagricoltura, il direttore
generale, Giovinazzo, e l'Assessore al ramo, Gianluca Gallo.
A fronte di questo lavoro costruttivo e bipartisan portato avanti dalla
sesta Commissione, reputo inaccettabile che soltanto pochi giorni prima di
questa seduta di Consiglio regionale, a fine di luglio, noi consiglieri
regionali abbiamo potuto prendere visione del testo per il quale la maggioranza
chiede oggi l'approvazione.
Ancor di più, ritengo che lo scorso lunedì, nel corso della sesta Commissione,
protrattasi per oltre cinque ore, sia stata scritta una brutta pagina, poiché le
sigle sindacali hanno ritenuto di non partecipare ai lavori e vi è stato un
forte attacco da parte di alcuni Presidenti dei Consorzi, nello specifico del Basso
Ionio Reggino e del Tirreno Vibonese nei confronti di alcuni componenti della Commissione,
del Dipartimento e dell'assessore Gallo.
Presidente Occhiuto, credo che lei abbia avuto la possibilità di valorizzare
le qualità di noi consiglieri regionali, partendo dalla sua maggioranza che al
suo interno annovera, a mio parere, persone che hanno dimostrato di avere delle
qualità politiche, e continuo a ripetere che, anche se sono un consigliere di
minoranza, così come ho sempre fatto in questi due anni, nel momento in cui ci
sono le possibilità di poter migliorare una proposta di legge, io sono dalla
parte dei calabresi; però, presidente Occhiuto, se lei non mi dà la possibilità
di presentare degli emendamenti, di visionare una proposta di legge che disciplinerà
il mondo agricolo per i prossimi vent'anni, come posso oggi fattivamente votare
favorevolmente un provvedimento che, nel merito, non mi vede a priori in
maniera contraria? Non posso, però, assolutamente accettare, a nome del Movimento
Cinque Stelle ma, ancor di più, in rappresentanza dei cittadini che mi hanno
votato per stare all'opposizione di questa maggioranza e di questo governo regionale,
ricatti nell’associazione di un voto di fiducia a un testo che riguarda il
futuro del mondo agricolo.
Difatti, non condivido per nulla l’analisi del presidente Occhiuto nel
dissociare la fiducia dal merito di questo provvedimento e reputo un grave
errore la richiesta del voto di fiducia, poiché sono convinto che senza tale
condizione, se ci avesse dato la possibilità di dare il nostro contributo nelle
Commissioni e in quest'Aula, avrebbe tranquillamente superato i 21 voti.
Per tali motivi, ritengo utile dare un segnale di rispetto nei confronti
di questo Consiglio regionale poiché, lo ribadisco, io non sto qui solo perché aspetto
il 27 del mese, ma perché voglio dare un contributo fattivo, nella mia qualità
di consigliere regionale in rappresentanza dei cittadini calabresi.
Entrando nel merito, anche qui, io non sono assolutamente d'accordo sul
fatto che questa sia una proposta di legge rivoluzionaria. A tal proposito,
ricordo le segnalazioni poste all'assessore Gallo e alla presidente Gentile nel
corso della seduta di sesta Commissione di lunedì rispetto alla necessità di apportare
una modifica a questa proposta di legge. Di cosa si tratta? A mio avviso, se
non si modificano i Piani di classifica entro 12 mesi dall’entrata in vigore di
questa legge, noi rischiamo che invece di una montagna si partorisca un
topolino, in quanto il problema principale dei Consorzi di bonifica in Calabria
– io sono tra coloro che pagano il tributo consortile – non riguarda solo gli undici
Presidenti, gli undici direttori generali o se da domani ce ne sarà uno solo,
bensì la scarsa percentuale e il basso tasso di riscossione dei Consorzi di
bonifica che, come ha detto il presidente Occhiuto, oggi oscillano tra
percentuali che vanno dal 40 al 60 per cento. Il che vuol dire che è un cane
che si morde la coda e che, a fronte di – l'ha detto anche la CGIL lunedì in Commissione
–, mi sembra, 21 milioni di euro di spesa, abbiamo la metà in entrata, e i
soldi previsti nella proposta di legge, soprattutto i 7 milioni del 2024,
risultano non essere assolutamente sufficienti; a garanzia del fatto che da
domani partirà una rivoluzione nel mondo agricolo e dei Consorzi di bonifica.
Presidente Occhiuto, sono passati ormai due anni, e mi sembra un film
già sentito nel suo discorso di due anni fa, a novembre del 2021, quando aveva
annunciato Azienda Zero dichiarando che poiché c'era un problema nelle Aziende
sanitarie provinciali, poiché c'erano delle scarse capacità amministrative
nelle Aziende sanitarie provinciali, centralizzando tutto con Azienda Zero, noi
avremmo salvato la sanità in Calabria.
Sono passati due anni e io invito a chiedere a qualsiasi cittadino
calabrese se la sanità negli ultimi due anni sia migliorata oppure no.
Mi auguro che questo percorso non si replichi anche nel settore agricolo
e nel mondo dei Consorzi di bonifica.
Pertanto, annunciando assolutamente il voto contrario del Movimento Cinque
Stelle alla fiducia a questo governo regionale, invito ancora una volta il
presidente Occhiuto, ad avere più rispetto – lo dico senza vena polemica – nei
confronti di questo Consiglio regionale e delle Commissioni poiché sono
convinto che, insieme, maggioranza e opposizione, possano dare un contributo
all'azione che lei sta portando avanti, anche se da diversi colori politici. Non
posso accettare, però, che lei, da solo, si occupi la mattina di agricoltura, a
mezzogiorno di sanità, all'una di turismo, alle due di lavori pubblici, alle tre
di infrastrutture.
Come può pensare che una persona sola possa cambiare le sorti della Regione
più povera non solo d'Italia ma addirittura d'Europa?
Ha ancora tre anni di tempo per dimostrare che è un personaggio politico
aperto ai contributi esterni e che ha come faro la democrazia e il rispetto
della rappresentanza di questo organo, però, per questo motivo, ancora una
volta, sono costretto a dichiarare il mio voto contrario alla fiducia a questo
governo regionale perché questo governo regionale, soprattutto nei confronti
dell'opposizione, sta dimostrando veramente uno scarso rispetto istituzionale.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Tavernise. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Saluto il Presidente della Giunta, gli assessori e i
colleghi consiglieri. Oggi ci troviamo di fronte a una riforma epocale. Non a
caso, l'ultima legge regionale che si è occupata di Consorzi risale al 2003,
ovvero 20 anni fa.
Non trovo giusto dire che abbiamo l'ansia della prestazione, come asserisce
il consigliere Bevacqua. Abbiamo l'ansia di fare le prestazioni e le
prestazioni che stiamo facendo, da oltre un anno e mezzo, questa Legislatura le
ha definite riformatrici.
Sono d’accordo con il consigliere Bevacqua quando dice che abbiamo
riformato l'ambiente; i rifiuti con ARRICal; la
depurazione; la sanità con Azienda Zero; il sistema degli aeroporti con la SACAL
e il sistema del termalismo.
In effetti, dopo cinque anni di inefficienza, tra il 2015 e il 2020, c’è
l’ansia di lavorare, di recuperare il tempo perduto e, effettivamente, abbiamo l'ansia
di fare questo.
L’abbiamo soprattutto in questo settore che riguarda gli agricoltori ed
è un settore trainante di questa Regione, dove ancora l'assessore Gallo sta
cercando di recuperare spesa che non è stata fatta col POR 2014-2020, negli
anni in cui avete governato.
C’è una situazione di sofferenza del settore consortile e irriguo, degli
agricoltori, ai quali - è stato ricordato prima - spesso vengono ingiustamente
recapitate le cartelle da pagare, e dei lavoratori, che protestano per il
mancato pagamento dello stipendio.
Questa legge potrà essere sicuramente perfettibile e perfezionabile e l’apertura
manifestata oggi dal presidente Occhiuto, rispetto a un intervento migliorativo
a partire da settembre, noi la accogliamo in pieno.
Ad esempio, è evidente che andranno recuperate delle risorse da dare al
nuovo Consorzio unico per quanto riguarda i lavoratori, il mancato pagamento
del TFR ai lavoratori consortili e la contrattualizzazione, Presidente. Ci sono
lavoratori in alcuni Consorzi che hanno un contratto che va al di fuori dei Contratti
nazionali, in più e in meno; quindi, ci deve essere un’equiparazione
contrattuale e, anche, secondo me, un incentivo all’esodo poiché ci sono 570
unità che probabilmente sono troppe per questo settore.
Per quanto concerne la forestazione, che oggi non avete potuto affrontare
anche per motivazioni economiche, è evidente che i Consorzi si devono occupare esclusivamente
del settore irriguo, al fine si potersi concentrare meglio su questa attività.
Si è parlato molto della fiducia oggi, Presidente.
Noi la fiducia al presidente Occhiuto, così come i cittadini calabresi,
l'abbiamo data il 3 ottobre del 2021; quindi, questa è una conferma della
fiducia.
Noi ci siamo candidati con il presidente Occhiuto e il presidente
Occhiuto ha voluto che noi ci candidassimo con lui; quindi, è una fiducia che
non ha bisogno di essere sancita in quest'Aula; però, è necessario che questa
riforma sia approvata con tutti i voti della maggioranza che, come ha sempre
fatto in quest’Aula, l'ansia riformatrice di cui parlava il consigliere Bevacqua
ce l'ha insieme al presidente Occhiuto; perciò, non abbiamo problemi a votare.
Non li avremmo avuti anche senza la fiducia, Presidente; nel senso che
noi siamo 21 persone che oggi le confermeranno la fiducia che abbiamo dato il 3
ottobre del 2021, ma lei sta avendo soprattutto il consenso dei calabresi, ed è
quello che è importante, non tanto il consenso di quest’Aula.
Lei ha la Calabria dietro di sé, i cittadini calabresi che apprezzano
quotidianamente le battaglie che sta facendo e questa è una battaglia, ripeto, epocale
perché nell’interesse dei cittadini e del bene collettivo, non delle
consorterie.
Ecco perché noi oggi chiaramente voteremo questa legge.
La votiamo anche perché – lo ricordava bene il collega Tavernise e lo
ringrazio per questo – questa legge non nasce l'altro ieri, bensì dall'inizio
della legislatura.
La Commissione agricoltura, su sua indicazione – ringrazio la Presidente
e i colleghi – ha lavorato dal primo giorno per mesi sulla riforma dei Consorzi.
Ci sono state parecchie sedute con
diverse udizioni, da cui è scaturito un documento. Pertanto, questa legge è anche
frutto del nostro lavoro!
Il Presidente ha saputo fare una sintesi, raccordandosi con l'assessore
all'agricoltura e con la Presidente della Commissione, che ha rappresentato
tutti i suoi componenti.
Tale lavoro è proseguito anche l'altro ieri con una seduta lunghissima e
ricca di audizioni mentre lei, Presidente, ha continuato il lavoro anche presso
la Cittadella regionale, dove ha incontrato in maniera proficua le organizzazioni
degli agricoltori; sono compiaciuto che ci sia stata anche una condivisione e
partecipazione sulla legge perché la riforma dei Consorzi fa parte del nostro
programma elettorale, che oggi andiamo a confermare.
Per questo dico che lei non ha bisogno della nostra fiducia oggi per rimanere
in carica per tutta la Legislatura, poiché ciò è intriso nei fatti che lei sta
portando quotidianamente.
Devo dire che ho apprezzato molto l’intervento del consigliere Tavernise;
e se lo dico io, collega, vuol dire che è così!
Voglio richiamare, anche a beneficio del consigliere Bevacqua, una
notizia Ansa del 3 luglio, in cui il presidente della Regione Puglia, Emiliano,
dichiara: “Via libera al Consorzio di bonifica unico in Puglia da gennaio 2024!”.
Voi siete al governo di questa Regione! Se va bene in Puglia, va bene anche in
Calabria! Forse, in Calabria non va bene
perché siamo noi a governare!?
Dunque, si tratta di un fattore esclusivamente pregiudiziale di cui,
però, prendo la parte positiva: se per il Movimento Cinque Stelle questa legge
va bene in Puglia – ho sentito prima che va bene anche in Calabria – se non ci
fosse stata la questione di fiducia, probabilmente avreste votato favorevolmente
nel merito, se non ho capito male.
Pertanto, Presidente, ritengo che la proposta di legge in quest'Aula non
abbia ricevuto solo i nostri 21 consensi – quelli chiaramente ci sono perché
condividiamo quello che lei fa, a prescindere, perché condividiamo il programma
elettorale e la sua azione – bensì un consenso anche maggiore.
Io sono componente della Commissione agricoltura e ho sentito quanto
detto sia dal consigliere Tavernise, che avrebbe votato questa legge se non
fosse stata posta la questione di fiducia, sia il consigliere Afflitto, che
avrebbe votato questa legge anche con la questione di fiducia.
Il consigliere Laghi, probabilmente, ha detto la stessa cosa.
Quindi, oggi sono veramente soddisfatto di vedere che su questa legge
c’è un consenso in quest’Aula che va al di là del voto di fiducia, fermo
restando che noi voteremo questo provvedimento. Grazie.
Grazie,
consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi.
Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Prima di entrare nel merito della questione non posso non rubare
qualche minuto del mio intervento per riprendere il riferimento che il
presidente Occhiuto ha avuto la cortesia di fare riguardo al Piano per il Parco
nazionale del Pollino.
Dico al presidente
Occhiuto quello che ho scritto sui social e sui comunicati stampa e cioè che
gli va riconosciuta una scelta giusta e coraggiosa che in tanti, in troppi, debbo
dire, prima di lui, non hanno fatto. Certo, sono andato a parlare col presidente
Occhiuto, facendo esattamente quello che sto facendo da 20 anni a questa parte
e di cui noi ci stiamo occupando. Dico noi perché non sono andato a titolo
personale, come Ferdinando Laghi, a chiedere una cortesia, sono andato come
esponente di un movimento ambientalista e di tutela della salute che da 20 anni
sta percorrendo una quantità infinita di strade in Calabria e in Basilicata insieme
con le associazioni “Il riccio”, “In Calabria” e il “Comitato salute ambiente
Pollino in Basilicata”, confluiti poi nel forum. Li voglio nominare perché è
gente che ha combattuto vent'anni nel Forum Stefano Gioia, un attivista che
faceva il rafting e che è morto in Cile durante una discesa dopo aver salvato le
sei persone che erano con lui e che, per questo, ha avuto la medaglia d'oro al
valor civile ed era un nostro attivista. Con Antonietta Lauria abbiamo parlato
con una filiera di Rotonda, una filiera interminabile di istituzioni, di Sindaci,
di Presidenti regionali, avendo sempre, quasi sempre, risposte cortesi, ma un
muro di negazione.
Quindi è
ovvio che io debba, con piacere, ringraziare un rappresentante di un'area
politicamente diversa. Sono esponente di un'area civica, movimentista,
ambientalista, quindi non appartengo ideologicamente ad una parte e sono
focalizzato sui fatti, sulla concretezza, sulle cose che penso essere, in
perfetta buona fede, di aiuto alla popolazione che mi ha dato il mandato di
rappresentarla, la popolazione calabrese.
Ritorno brevemente
sulla centrale del Mercure.
Il
provvedimento non era quello della centrale. Il provvedimento riguardava la
presa in carico del Piano del Parco nazionale del Pollino, un Parco che abbiamo
atteso trent'anni,: bisognava licenziarlo entro sei
mesi, da sei mesi sono passati 30 anni, e anche su questo una pletora di
amministratori, compresi i Presidenti dei Parchi che avrebbero dovuto essere
rimossi dopo sei mesi di non evasione dell'obbligo, non l'hanno fatto. Il Piano
del Parco che, fra l'altro, presenta un percorso di grande complessità ma anche
di grande partecipazione, è stato finalmente approvato e nel Piano del Parco,
la centrale del Mercure ha il privilegio, molto
virgolettato, di avere un paragrafo in cui viene individuata come elemento
detrattore del Parco nazionale del Pollino, cioè di un'area protetta, la più
grande, forse la più bella, secondo me, sì italiana, protetta da leggi europee,
ZPS, zona di protezione speciale, patrimonio
UNESCO. Ecco, c'è chi vuole quel parco industrializzato. Allora cancelliamolo e
facciamoci un'altra cosa! Fino a che rimane Parco quelle persone e quei
territori non possono subire le aggressioni, non le mascheriamo. Sono di Laino Borgo
dove c'è la centrale, non è vicino casa mia, non ho terreni, è lontano 70 km,
non ho interessi, ma, come calabrese, ho vissuto la centrale del Mercure, ancora la vivo, come un'aggressione territoriale e
un colonialismo che ha privato le nostre popolazioni di diritti, di salute e di
sviluppo. Il Parco vuol dire sviluppo economico! La chiusura della centrale prima
avviene meglio è, si coniugherà con uno sviluppo ulteriore del turismo della
filiera enogastronomica, con maggior lavoro delle guide del Parco e così via.
D'altra parte,
abbiamo fatto delle manifestazioni oceaniche per la zona: quattromila persone
hanno manifestato nella valle del Mercure, quattromila
persone è, praticamente, la popolazione di tre comuni, tredici rappresentanti
istituzionali. Allora chi adesso si sveglia ha avuto tutto il tempo di dire la
sua, non va bene intervenire, eventualmente, contro, non contro la centrale,
contro il Parco, perché la centrale del Mercure è 15
volte - questo c'è nel Piano del Parco, che forse è stato letto in ritardo o non
è stato letto affatto - più grande del limite massimo consentito. Uno schiaffo
che avrebbe - è anche un'evidenza dei fatti - indebolito e probabilmente reso
vana l'approvazione del Piano del Parco. Il Piano del Parco che era transitato
attraverso tutti i possibili uffici, attraverso la valutazione dei Sindaci prima
di arrivare nel dipartimento, è stato mandato qualche settimana fa ai Sindaci, nessuno
ha detto niente; quindi, adesso qualcuno si sveglia. E chi è che si sveglia? Non
quelli che hanno difeso – lo riporta il quotidiano della Basilicata di ieri o
avantieri – senza prendere soldi, le popolazioni delle due comunità Viggianello
e Rotonda, che sono le più aggredite dall'impatto della centrale, e quei 456
comuni finanziati e cloroformizzati dai soldi dell'ENEL. Diciamo le cose come
stanno! Per me è stato un gran piacere vedere - si parlava prima dell'immagine
della nostra regione - che il quotidiano della Basilicata scriva in prima
pagina “Parco del Pollino, centrale del Mercure,
sblocco dopo 20 anni, grazie Calabria”. “Grazie Calabria” dice! Però questo è
un ambientalista e responsabile di Italia Nostra, va beh ,
non conta perché per qualche strano motivo gli ambientalisti devono essere
messi da parte. Sotto c'è un altro articolo: “Mercure,
fine di un incubo, il sollievo dei sindaci della Basilicata”. Sono stato
contento di vedere che la nostra Calabria è, adesso, online sui siti nazionali.
Questo è il sito dell'ISDE in cui questa cosa viene vista con gioia e uscirà domani
il comunicato stampa del gruppo unitario delle foreste italiane. In tutti
questi anni ho tediato tanti, tante persone in tutta Italia, e ho il telefonino
stracolmo di messaggi Whatsapp, di comunicazioni, di mail eccetera. C'è una
festa a livello nazionale. La Calabria ha dato, per una volta, l'indicazione di
cosa si fa per proteggere un territorio, la salute degli abitanti e uno
sviluppo vero e progressivamente incrementale. Quindi non posso che compiacermi
di questa cosa e ringrazio ancora per l'invito e chiudo l’argomento Piano del Parco.
Entro rapidamente
nella vicenda di cui stiamo parlando e debbo dire, da utente di un Consorzio di
bonifica a cui continuo a pagare il tributo per motivi misteriosi, perché non
ho mai capito a cosa corrispondesse il pagamento.
Fortunatamente
il livello di contribuzione non è elevatissimo, però, allo stesso corrisponde
il nulla assoluto: arriva questo bollettino, mia moglie mi costringe a pagarlo
per evitare questioni varie e tutto nasce e finisce lì. Ma insieme a questo non
c’è soltanto una banale esperienza di pagamento di un bollettino dietro cui c'è
il nulla, ma c’è la mia partecipazione - sono un movimentista - a delle
mobilitazioni solidarizzando, da sotto, con operai che erano saliti sui tetti
dei Consorzi perché non erano pagati; ho partecipato a marce che hanno visto,
per esempio, anche la partecipazione del mio Vescovo per operai che da mesi non
venivano pagati, che non potevano davvero portare il pane a casa loro. Non
voglio cadere in argomentazioni apparentemente un po’ pietistiche, però è del
tutto evidente che, anche durante queste manifestazioni e nel corso dei giorni
e degli anni, io non abbia, di fatto, mai sentito delle lodi, degli apprezzamenti
favorevoli alla gestione dei Consorzi di bonifica. Questo è un dato di fatto
che a me consta.
Ma dato che
voglio entrare, come sempre, nel merito delle questioni che sono chiamato a
trattare, anche se non sono di mia strettissima pertinenza, ho partecipato
volentieri ad una lunga Commissione, l'altro giorno, proprio sui Consorzi di
bonifica, dopo aver partecipato all'altra Commissione, pure quella un po’
lunghetta, sulla sanità, entrambe estremamente interessanti; devo dire che quella
della sesta Commissione mi ha ulteriormente informato, non ho preso la parola però,
ho ascoltato con grande attenzione tutti gli interventi e mi ha rafforzato nel
convincimento che era l'ipotesi di partenza, corroborata, come dicevo, anche da
questo ascolto. Non dubito, francamente che questi Consorzi, come anche credo
tutti abbiano detto - continuo a parlare del merito - vadano, richiedano,
pretendano una radicale riforma, una profonda riforma, una sostanziale riforma.
Su questo argomento, da parte mia, senza voler essere impositivo con nessuno,
seguo la mia strada, fatta di convincimenti basati su quelli che ritengo fatti
attendibili. Credo che questa riforma sia suscettibile certamente di
miglioramenti che sono usciti fuori durante il dibattito in Commissione: ho
sentito la collega Gentile prospettare già alcuni punti di attacco, di
modifica, di cambiamento. Però, se mi si chiede se i Consorzi debbono essere
modificati o meno, la mia risposta è sicuramente sì e questo è il merito della
questione. Quindi il merito attiene ad una questione tecnica che mi permette,
in piena coscienza e in piena onestà intellettuale, di posizionarmi e dire che i
Consorzi, a mio parere, vanno modificati con una legge che li ristrutturi, che
li semplifichi, che porti, verosimilmente, sostanziali risparmi economici, che
ne consenta una gestione agile e uguale per tutti, senza eventuali baronie
locali.
Quindi la
mia risposta a questa proposta è, o, per meglio dire, sarebbe, sì nel merito. Ovviamente
il metodo che a monte si propone stasera è un metodo collegato ad una questione
di fiducia che, quindi, travalica l'aspetto meramente tecnico e inserisce questa
proposta di provvedimento in un ambito di appartenenza di ambito politico. Giustamente,
a mio modo di vedere, il presidente Occhiuto si è rivolto alla maggioranza che
lo sostiene per avere la conferma, ancorché magari non complessivamente
numericamente necessaria, di un provvedimento che avrebbe potuto o potrebbe
essere licenziato con un minor numero di voti. È un provvedimento, in qualche
modo, simbolo di una unità politica a cui, ovviamente, io non appartengo e,
quindi, come ho già detto in altre occasioni, gli elettori calabresi qua
m'hanno messo e qua rimango. Sono assolutamente, ripeto, favorevole all'aspetto
tecnico propositivo della proposta, non posso, naturalmente, avallare la
fiducia a un governo a cui non appartengo. Grazie.
Grazie
a lei. Ha chiesto di intervenire il collega Talerico.
Ne ha facoltà.
Salve
a tutti, vorrei prima di tutto intervenire su quello che è stato detto dal
consigliere Bevacqua per quanto afferisce alle ipotesi in cui è ammessa la
questione di fiducia. Lei ha richiamato il Regolamento interno del Consiglio
regionale: al di là della sua integrazione quale nuovo legislatore dell'Aula,
dovrebbe leggere con attenzione l'articolo 59 in combinato disposto con gli articoli
34 e 37 dello Statuto, si renderà conto che non ci sono limitazioni rispetto ai
temi per cui è possibile proporre la questione di fiducia; quand’anche
dovessimo accogliere la sua interpretazione secondo la quale, sostanzialmente,
la questione di fiducia dovrebbe rivolgersi verso temi che hanno delle ricadute
su interessi collettivi o diffusi, sa bene che gli interessi collettivi altro
non sono che interessi legittimi di un ente esponenziale, di un gruppo non
occasionale e che gli interessi diffusi altro non sono che gli interessi di una
formazione sociale non individuabile autonomamente e, quindi, anche in queste
due accezioni è evidente che interessi diffusi e collettivi non sono quelli che
si rivolgono a tutti i cittadini calabresi, ma anche ad una categoria di essi, ed
è evidente che una riforma come questa abbia una ricaduta fondamentale e
importante nei confronti di buona parte dei proprietari terrieri, di quelli che
vengono individuati come beneficiari e destinatari degli effetti della riforma.
Questo era il punto di partenza. Incalzo e
vado al contrario: ritengo che la questione della fiducia il Presidente possa ritirarla
perché è chiaro che abbiamo manifestato questa adesione non per paura di
ritornare al voto.
L'atto politico con il quale è stata posta la
questione di fiducia vuole evidenziare l'interesse a coltivare, nell'ambito di
un programma non meramente elettorale, ma in quelli che sono stati i punti
programmatici, la riforma organica anche dei Consorzi di bonifica. Ricordo che
in Commissione il consigliere Afflitto, nella sua onestà intellettuale, aveva
detto che avrebbe votato questa riforma; la vera compromissione delle
prerogative dei consiglieri regionali, avviene da parte dei grillini, da parte
dello stesso movimento che fa pressione sul consigliere Afflitto, paventando la
sua espulsione dal partito laddove non avesse sostanzialmente votato
contrariamente. Allora è evidente che io, ancor più oggi, chiedo al Presidente
della Giunta di non porre la questione di fiducia - i 21 voti ci sono già - per
consentire le prerogative, e quindi il diritto, anche al consigliere Afflitto,
di poter votare questa riforma, poiché il suo partito sostanzialmente glielo ha
vietato, ma non nelle argomentazioni concrete - di argomentazioni concrete io
fin’ adesso ancora non ho sentito alcunché; anzi mi stupisce il consigliere Tavernise
quando parla, anche in concreto, dei contenuti, ma questo concreto ancora non
l'ho colto, non ho colto quali siano le criticità del contenuto del testo
normativo di questa riforma poiché lui stesso ebbe a denunciare gli avvisi, le
intimazioni di pagamento per 19 milioni di euro da parte del Consorzio di
Trebisacce. Quindi il consigliere Tavernise, oggi, di fronte alla possibilità
di scegliere se continuare ad accumulare dei debiti o iniziare a dare un taglio…
Sono tre i punti fondamentali: dobbiamo
cambiare e intervenire sul funzionamento dei Consorzi, dobbiamo ridurre i costi
e dobbiamo intervenire su quelli che sono i benefici fondiari.
Per non parlare dell'annosa questione delle
cartelle di pagamento che è un tema centrale ed è un tema ancor più centrale
oggi alla luce dei provvedimenti adottati dalla Corte costituzionale sia nella
sentenza 160/2018 sia nella sentenza 188/2018 dove si pronuncia un principio
che viene accolto e viene, secondo me, enfatizzato da questa riforma, laddove
abbiamo una centralizzazione decisionale, un'autonomia funzionale, una
disciplina che finalmente viene coordinata da un unico soggetto e che non
potrebbe giammai trovare applicazione concreta, coerente e organica laddove a
decidere fossero 11 cabine di regia. I cittadini calabresi devono sapere che con
questa riforma, al di là di quelle che possono essere le strumentalizzazioni
delle dinamiche o della dialettica politica, si va a incidere sul maggior
funzionamento, sull’ effettivo beneficio fondiario, perché non è possibile
continuare ad ammettere il pagamento di un contributo consortile che prescinda
da quelli che sono i benefici dei proprietari terrieri e anche, laddove - devo correggere un'altra volta il consigliere
Bevacqua, non avrei voluto perché lui è sempre - si è paventata la possibilità,
sulla scorta di questa riforma, di estendere a tutto il territorio della
Calabria quello che potrebbe essere, sostanzialmente, la ricaduta,
l'applicazione di un contributo per il semplice fatto che un bene rientri nel
comprensorio, nel perimetro di competenza di quelli che erano i Consorzi, è errato.
Spiego subito perché! Perché questo si
sgancerà da quello che è un contributo di scopo; l'attuale contributo consortile
è un contributo di scopo. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire che, se noi lo
estendessimo a tutto il territorio calabrese, come è stato detto, la Regione
Calabria violerebbe i limiti di competenza che farebbero sconfinare, farebbero
istituire un nuovo tributo, un nuovo conio in aperta violazione di legge. Non
mi piace ripetere le stesse cose e anche per questo motivo invito il capogruppo
del gruppo misto, il mio amico consigliere Lo Schiavo, a votare questa riforma;
lo invito a votare questa riforma perché, come me, è un tecnico, sa quali
potrebbero essere le ricadute e i benefici e la nostra sintonia politica, anche
se siamo su due fronti diversi, ha sempre dimostrato che c'è una coerenza
argomentativa che va ben oltre le strumentalizzazioni politiche.
È vero o no che abbiamo uno squilibrio
economico, patrimoniale, finanziario? Che abbiamo una gravissima esposizione
debitoria? Dovremmo aprire una commissione d'inchiesta, forse dovremmo anche
segnalare alla Corte dei conti quello che è avvenuto sino a tutt'oggi. Sono
ancora poco chiari i conti e l'esposizione debitoria di questi Consorzi.
Ad aggravare questa situazione ci sono, molto
probabilmente, dei provvedimenti adottati, anche nelle ultime settimane, da
parte di un rappresentante di qualche Consorzio che ha pensato bene di
aumentare le proprie indennità. Questo non è sicuramente un atto significativo
ed importante per cui noi dobbiamo assolutamente adottare una riforma nel più
breve tempo possibile? Certamente sì! Non è, per caso, un atto urgente quello
di tutelare tantissimi lavoratori che non possono conseguire per tempo la
propria retribuzione? Non è un atto urgente quello che interviene sulle
proprietà di tutti coloro che sono costretti e sono obbligati a pagare un
contributo consortile senza ricevere alcun tipo di attività, di beneficio ed
esponendo così anche la propria attività e le proprie proprietà ad un danno?
Io concludo e invito i consiglieri Tavernise,
Afflitto, Lo Schiavo e anche il dottore Laghi a votare questa riforma nella
misura in cui il Presidente ritirerà la questione di fiducia. In proposito formalmente
gli chiedo di ritirare la questione di fiducia poiché non è noi che deve
convincere della bontà di questa riforma, ma è giusto, per come avete detto
voi, che sia condivisa e magari anche perfettibile. Dovremmo anche intervenire
su dei correttivi, ma voi stessi avete confermato che l'idea del Consorzio unico,
già adottata dalle Regioni Basilicata, Puglia ed Emilia-Romagna, è una
soluzione come punto di partenza.
Nessuno di voi ha fatto dei rilievi neanche
nelle modalità relative alle elezioni, perché anche quelle sono corrette:
andiamo a ridurre i costi della burocrazia, dobbiamo enfatizzare anche questo
dato, questo aspetto. Al PD, ovviamente, non mi rivolgo, perché so già che voteranno
contrariamente a prescindere dai contenuti, dalla forma e da quello che può
essere la prospettiva, ma a chi ho citato, invece, chiedo di votare questa
riforma perché credo anche in quello che è stato il loro operato nelle Commissioni,
che non potranno, assolutamente, rinnegare.
Grazie,
collega Talerico.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Dopo l'intervento del collega Talerico - questo è un gruppo misto vero perché abbiamo davvero differenze di posizioni - non posso però non centrare, dopo tanto tanto dibattito, il cuore della questione. Qua la questione è tutta politica. E questa sera noi dobbiamo mandare dei segnali ben precisi.
In primo luogo, il primo segnale è che l'opposizione, nonostante quanto qualcuno possa pensare, è più unita di quello che sembri. Sulle grandi questioni di fondo c'è una coerenza di ciascuno di noi che ci obbliga a rispettare il mandato ricevuto e, quando la pressione viene posta in termini politici, come è stata posta con il voto di fiducia, a quel punto bisogna dare una voce unica alle opposizioni, al di là delle differenze di ciascuno e mi pare di capire che chi sta all'opposizione voti in maniera compatta il no a questa riforma. Poi, però, vorrò entrare nel merito e dare una brutta notizia perché non è vero che gli 11 Consorzi scompaiono, secondo me gli 11 Consorzi non scompaiono con questa legge, poi ne riparleremo quando rientreremo nel merito.
La questione è politica e noi non possiamo negare quello che sta avvenendo in quest'Aula: intanto, si mostrano dei muscoli; i muscoli il presidente Occhiuto non li mostra a Lo Schiavo o all'opposizione, i muscoli li mostra alla sua maggioranza.
Dobbiamo avere l’onestà intellettuale di dire come stanno le cose, altrimenti facciamo l’arte della retorica: il problema non sono i nove e dieci voti dell'opposizione, non c'è stato un ostruzionismo dell'opposizione, non si è posta la questione di fiducia perché c'era da parte dell'opposizione il tentativo di non fare la riforma dei Consorzi; anzi, questa opposizione - qualcuno dice sia debole - figuriamoci se ha la forza per bloccare con i nove o dieci voti - poi vedremo quanti - queste riforme.
Il presidente Occhiuto ha voluto mostrare i muscoli alla sua maggioranza e ha voluto fare quello che fa ormai da due anni a questa parte e che gli conferisce una certa simpatia presso l'opinione pubblica calabrese.
Ma qual è la strategia del voto di fiducia? La strategia è chiara: il presidente Occhiuto si rivolge ormai direttamente ai cittadini calabresi. Questo è il dato di fondo che noi stasera registriamo. Il presidente Occhiuto salta i corpi intermedi, salta la discussione nel Consiglio regionale e si rivolge direttamente ai calabresi, giusto o sbagliato che sia; è una scelta del Presidente che paga, forse, anche in termini di consenso personale, ma non paga, poi, a mio avviso… darò dei consigli sicuramente non accetti, ma che può dire un consigliere di opposizione con un singolo voto? Io darò dei consigli, darò la mia visione delle cose, poi il presidente Occhiuto farà come riterrà; però, il dato è che lui ormai parla direttamente ai calabresi. Parlando direttamente ai calabresi, quindi non mostra i muscoli alla minoranza - la minoranza in questo dibattito c'entra poco o nulla – ma continua su una linea che ha dato dall'inizio della legislatura.
Il presidente Occhiuto dice: “O io o loro! O il vecchio o il nuovo! O le riforme o la conservazione! C'è chi vuole innovare e c'è chi vuole invece conservare i privilegi e le clientele della politica!”. Mi lasci dire, Presidente, io in questo gioco non ci rientro perché non ci sto ad apparire come un conservatore che blocca le riforme e come quello che deve difendere anni di mal governo in questa regione; intanto, perché non ho responsabilità né personali né politiche, ma soprattutto perché a me piace l'inclinazione riformatrice. Non si può esaurire tutto in “O così, o con me o contro di me, o le riforme o la conservazione” perché c'è già stato qualcuno a livello nazionale che aveva il 45 per cento dell’elettorato italiano ed ha personalizzato la politica! Questo paga fino a un certo punto.
A mio avviso, è sbagliato alzare l'asticella delle aspettative anche in Calabria perché questa opposizione ha dimostrato più volte di avere quell’onestà intellettuale di cui parlava il presidente Occhiuto.
Nella precedente seduta di Consiglio ho votato tutti i provvedimenti di questa maggioranza, nonostante molte volte anche le mie proposte, perché vengono dall'opposizione, non siano prese in considerazione. Non mi è interessato, ho votato tutte le proposte della maggioranza la scorsa seduta di Consiglio, perché le ritenevo giuste. Questo però non può comportare che si dica che l'opposizione in questo momento si arrocca su una posizione conservatrice. Non è così! Noi diciamo un'altra cosa: è sbagliato alzare l'asticella delle aspettative perché gli strumenti che noi abbiamo a disposizione sono estremamente ridotti, anche quelli che ha il presidente Occhiuto, nonostante oggi sia il Presidente della Regione; sono strumenti ridotti che non possono portare un cambiamento dall'oggi al domani e, se noi alziamo l'asticella delle aspettative, facciamo un danno ai calabresi, portiamo ancora di più all'allontanamento dalla politica. Come diceva prima con enfasi il consigliere Graziano, noi abbiamo riformato tutto - elencava le sue riforme - però ora si aspettano i risultati, consigliere Graziano, e i risultati sono molto più complicati da realizzare, non per colpa di qualcuno o per colpa del presidente Occhiuto ma perché le dinamiche della politica e le dinamiche in questa regione sono estremamente complesse.
Quindi cosa significa? Non bisogna riformare? No! Bisogna riformare, però bisogna anche farlo tenendo conto delle prerogative dei corpi intermedi, delle posizioni dei consiglieri, dando la giusta rilevanza a ciascuno perché, altrimenti, poi in quest’ansia riformatrice accade quello che dice la Corte dei conti e cioè che, su 13 riforme che noi abbiamo fatto, alcune hanno un'opacità dei testi, una scarsa comprensibilità, tali alcuni da compromettere la certezza del diritto. Qui non è il consigliere Lo Schiavo che parla, è la Corte dei conti che parla.
Quindi dico: bene la volontà di cambiare questa regione, bene mandare un messaggio positivo, bene il contributo delle opposizioni, male però è pensare che ci sia questa contrapposizione tra il bene e il male, tra conservazione e riformismo, tra chi sta da un lato ed ha sempre la posizione giusta e chi invece vuole ostacolare un processo di cambiamento. Noi non vogliamo ostacolare il processo di cambiamento, noi vogliamo fare il nostro lavoro che è quello di essere coerenti, rispettando il mandato degli elettori e non cercando inutili trasversalismi.
Anche questa riforma, che noi oggi diciamo cambi le cose, diciamolo onestamente: è una riforma necessaria perché il buco di bilancio prodotto dai Consorzi di bonifica è spaventoso e non può essere più retto dalla Regione Calabria; diciamo la verità, abbiamo queste difficoltà, ma invertiamo il procedimento perché noi istituiamo un nuovo soggetto di diritto senza sostanzialmente estinguere il precedente. A differenza della Basilicata, nominiamo 11 commissari. È vero, poi, approveremo lo Statuto, cinque mesi, sei mesi, ma ne nominiamo 11, non uno come in Basilicata, 11! Commissariamo anche i Consorzi commissariati. E non solo questo, non solo questo!
Noi sostanzialmente cosa diciamo? Che ciascun Consorzio poi deve provvedere alla liquidazione dei suoi debiti. Molto facile a dirsi, molto complicato a farsi da chi ha un minimo di esperienza tecnico giuridica, perché andrà bene per quelli che sono in bonis, ma se partiremo con le liquidazioni coatte amministrative, con procedimenti giudiziari, noi terremo in vita i commissari liquidatori chissà per quanti anni ancora.
Quindi non è vero che da domani i calabresi avranno un unico Consorzio di Bonifica, non diciamo questo ai calabresi, diciamo loro che stiamo avviando un percorso, che stiamo creando un soggetto di diritto, che stiamo sovrapponendo un soggetto di diritto a una liquidazione necessaria dei vecchi Consorzi, che richiederà anni e sarà difficilissima, e che questo nuovo Consorzio dovrà trovare le risorse per pagare gli stipendi, con le tantissime difficoltà che questo comporta. Mi avvio alla conclusione, presidente Occhiuto, dicendo che Napoleone era il più bravo, il generale più bravo, io tifavo sempre per Napoleone, sempre, però, poi il Duca di Wellington che era anonimo l’ha battuto. Noi non dobbiamo perdere questa sfida. Noi dobbiamo vincere la sfida di una Calabria diversa e quella di cui lei parla è anche la mia Calabria. Quell'idea di Calabria diversa, quel messaggio che le i vuole mandare secondo cui noi combattiamo le clientele della politica mi vede convinto sostenitore di un'idea diversa, meritocratica, di non clientela, di modo diverso di approcciarsi ai problemi; però, se vuole fare questo, presidente Occhiuto, sì, a mio avviso si renderà conto nel suo percorso che avrà bisogno di tanti aiuti, compreso degli aiuti di questa opposizione che lei oggi, in questo momento, sembra non apprezzare molto. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Neri. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi riporto sostanzialmente a quello che è stato detto dai colleghi relativamente all'importanza e alla portata di questa legge, pertanto, non voglio essere ripetitivo. Ci terrei però a sottolineare quello che è percepito oggi: a mio avviso il vero dato che è venuto fuori da questo Consiglio regionale è quello politico. Oggi, finalmente, abbiamo segnato il vero punto politico di questa consiliatura. Il vero punto politico perché? Perché, a mio avviso, oggi si sono cristallizzate le posizioni, abbiamo capito qual è il pensiero politico dell'opposizione e abbiamo anche definito qual è il nostro pensiero politico.
Sommessamente devo dire che quello che ha detto il consigliere Lo Schiavo alla fine, in tempi passati, mi avrebbe trovato sicuramente d'accordo, ma oggi devo dire che dobbiamo renderci conto che le regole di ingaggio e i termini della questione sono profondamente cambiati.
Dall'opposizione non ho sentito vere critiche nel merito di questa legge perché, sostanzialmente, immagino che molti di voi questa legge la condividano. Le uniche critiche che ho sentito sono state sul metodo. Allora, posso dirvi che è vero, avete ragione, ma il metodo è diverso, il metodo è cambiato; il presidente Occhiuto inaugura una nuova stagione, il presidente Occhiuto inaugura la stagione di chi governa, comanda - chiamatelo come volete, per me sono termini simili - di chi governa e governa in uno stato di emergenza e deve governare applicando le regole dell'emergenza. È finito il tempo della concertazione, della condivisione; queste andavano bene, tra virgolette, in tempi di pace, in tempi e in regioni normali, non in una regione come la Calabria che ha bisogno delle riforme. Lo avete detto anche voi nei vostri interventi: sono state fatte tante riforme, la critica a queste riforme qual è? Solo quella di vedere poi il risultato delle riforme. È vero anche questo, è vero perché oggi sono state messe in campo tutta una serie di riforme in tanti settori, ora dobbiamo raccogliere i risultati e questa è la responsabilità che questa maggioranza si prende, in primis il presidente Occhiuto con tutti noi; quindi, sostanzialmente, condivido i vostri interventi, condivido anche quello che non è stato detto dalla minoranza, ossia che questa è una legge che va ad inserirsi in un settore che andava per forza riformato.
Poi, ripeto, sono d'accordo: il metodo è un metodo che alla politica tradizionale non può piacere, ma dobbiamo farcene una ragione.
È cambiato il modo di fare politica, di questo dobbiamo rendercene conto tutti, in primis noi come maggioranza, ma anche voi come minoranza.
La questione di fiducia, oggi posta dal presidente Occhiuto, è stata importante non tanto per la questione di fiducia in sé stessa che passerà - i 21 voti ci saranno - ma perché si è segnata una linea su quella che è la strategia politica della Giunta regionale e del Consiglio regionale a matrice centro-destra. In sostanza: o ci si adegua a questo nuovo modo oppure resterete indietro! Oggi non si possono più sentire critiche e dire: “Dovevamo consultarci, vedremo che cosa succederà” perché qui il rilancio è stato fatto e siamo al rilancio massimo, il resto è stato mandato.
Bisogna capire questo e bisogna mettersi nell'ottica di idee che bisogna ragionare in questi termini. Non mi ricordo chi lo dicesse, anzi lo ha detto il consigliere Lo Schiavo, ed è una cosa che, ripeto, in passato avrei condiviso: “Il presidente Occhiuto non parla ai corpi intermedi, parla direttamente ai calabresi”. Ma il presidente Occhiuto ha questo mandato! Il presidente Occhiuto ha mandato di rispondere ai calabresi e, poi, attraverso l'azione del Consiglio regionale, di produrre risultati per i calabresi.
Ci vuole coraggio per fare questo, non è semplicemente un'azione di arroganza, come qualcuno dice, o il solito discorso dell'uomo solo al comando; qui è l'uomo che sa comandare e – permettetemi - lo dico anche con una punta di invidia perché poche volte mi è capitato di vedere un Presidente che si assume questa responsabilità, con questo piglio. Chiaro?! Poi tutto il resto è ovvio che sia discutibile, tutte le riforme sono perfettibili, ma tutte le riforme devono essere fatte.
Le liturgie della politica a un certo punto devono finire e cedere il passo a quello che è il fatto concreto. Quindi, ripeto: non entro nel merito - ci sono entrati i miei colleghi meglio di me - della portata della riforma del Consorzio di bonifica, anche perché ero già d'accordo, avevo già in mente mesi fa di proporre una modifica come gruppo di Fratelli d'Italia e non l'abbiamo fatto perché, appunto, il presidente Occhiuto ci ha detto che ci stava lavorando e l'abbiamo fatto lavorare. Per quanto ci riguarda, come Fratelli d'Italia, non c'era bisogno che il presidente Occhiuto ponesse la questione di fiducia, la fiducia c'era, c'è e ci sarà. Quindi, noi votiamo tranquillamente per due motivi: condividiamo la riforma, la condividiamo nel merito, e condividiamo anche il metodo con cui è stata portata avanti.
Presidente Mancuso, il gruppo Fratelli d'Italia, quindi, voterà a favore e chiede al presidente Occhiuto di ritirare la questione di fiducia perché la fiducia in questo momento, per quanto ci riguarda, non ha alcun senso. Ripeto: noi la fiducia l'abbiamo data all'inizio, la daremo oggi e la daremo anche dopo e chiediamo che il Presidente continui con questo metodo di approccio. Noi ci adegueremo, è importante anche per noi perché cambiare modo e metodo di fare politica è sempre una sfida. Le riforme sconvolgono sempre chi vuole mantenere lo status quo, più dure sono le riforme più effetti devastanti causano. Noi siamo in grado di reggere il colpo e di andare avanti.
Preannuncio, quindi, il nostro voto favorevole. Grazie.
Grazie, collega Neri. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.
Onorevole Presidente, colleghi, noi consiglieri regionali del gruppo Lega Salvini Calabria, che io rappresento in quest'Aula, abbiamo discusso e approfondito molto in merito a questa proposta di legge riguardante i Consorzi di bonifica; quanto è emerso dal confronto interno è che questo progetto è necessario e utile per il bene della nostra Calabria.
Era indispensabile che questa maggioranza portasse avanti la sua azione riformatrice anche in un settore strategico per la nostra terra come l'agricoltura e, in questo senso, occorre dare merito al presidente Occhiuto di non essersi tirato indietro di fronte ad una riforma difficile e per molti aspetti addirittura scomoda, ma di certo strategica per il futuro della Calabria. Questa evidenza non deve essere intesa, tuttavia, come una bocciatura degli attuali Consorzi, questo sarebbe ingiusto e anche poco veritiero perché all'interno di questo variegato mondo esistono modelli di virtuosismo ed efficienza, seppure affiancati da altre realtà molto meno virtuose; ma il nodo vero della questione non è dare giudizi o voti a questo o quel Consorzio, il nodo essenziale è che i tempi attuali richiedono per tutto il Paese e specialmente per la nostra Calabria riforme efficaci e innovative.
Pur dovendo fare tesoro di alcune esperienze pregresse, è il momento di cambiare passo. È un gesto d'amore verso il comparto e non di sfida, come succede per una giovane madre che, pur sapendo che il momento dello svezzamento del suo bambino sarà doloroso per entrambi, non esita a farlo, consapevole che è proprio il bambino che ne trarrà il maggior beneficio, perché è una nuova fase della sua vita deve iniziare. Così, noi oggi, in quest'Aula, ci accingiamo a rivoluzionare un settore che ha segnato un’epoca, quella dell'agricoltura; settore che non veniva attenzionato da troppi anni e per questo oggi deve essere al centro della nostra azione riformatrice.
Cari colleghi, il punto è solo questo e del resto anche nella Commissione sesta, dove abbiamo affrontato il dibattito di merito, si sono palesati da parte del gruppo Lega una serie di elementi e valutazioni utili alle future zone di riforme e di questo settore – ripeto affinché sia chiaro – il comparto in esame ha dato molto all'agricoltura della nostra regione e noi dobbiamo essere chiari su questo.
Oggi, abbiamo la certezza che il presidente Occhiuto
abbia condiviso con i portatori di interesse le esigenze di riforma che avevamo
auspicato, con la disponibilità in futuro a rivisitare la legge, se sarà
necessario.
Questo progetto di legge non è da intendersi
come una bocciatura nei confronti di nessuno, ma, affinché il settore possa
continuare a renderci orgogliosi dei brillanti successi ottenuti, occorre
affrontare oggi un cambio di passo e porre le basi per i successi di domani.
La riforma in oggetto va in questa direzione
e noi consiglieri del gruppo Lega, dunque, non possiamo che sostenerla
convintamente.
Quindi, sul punto, il nostro voto, presidente
Occhiuto, a prescindere dalla fiducia, sarà un convinto voto favorevole. Grazie.
Grazie, consigliere Gerardi. Ha chiesto di
intervenire l'assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio regionale,
signor Presidente della Giunta, colleghi della Giunta e colleghi consiglieri, è
sicuramente un momento importante – lo avete detto in tanti – perché, in un’agricoltura
che cambia e che cresce come la nostra, i Consorzi di bonifica hanno un ruolo
strategico e il futuro, naturalmente, si giocherà sul buon funzionamento dei
sistemi che somministrano le acque destinate all’irrigazione e bonificano i
territori in maniera tale che d'inverno – non soltanto d'inverno, spesso anche
in altre stagioni – non si verifichi ciò che, purtroppo, spesso accade.
Credo, quindi, che sia fondamentale ancorché
strategico avere Consorzi di bonifica efficienti, che funzionano, somministrano
i servizi e che, comunque, sono al passo con un’agricoltura che è fortemente
cresciuta.
Non mi definisco sicuramente un riformatore,
sono più che altro un conservatore, però, abbiamo verificato, nel corso di
questi anni di esperienza, come, purtroppo, il sistema dei Consorzi di bonifica
– quello venuto fuori dalla riforma del 2003 con 11 Consorzi su 17, avviatosi,
di fatto, nel 2009 con l'elezione diretta da parte degli agricoltori – a questo
punto, per problematiche ereditate dal passato, non sia riuscito, probabilmente,
a dare i messaggi di efficienza che ci si auspicava nel momento in cui quella
riforma fu varata. Si veda, per esempio, la vicenda del Consorzio Sibari-Crati
che ancora oggi costringe la Giunta regionale ad intervenire con una
liquidazione coatta amministrativa, essendo tantissimi i contenziosi rimasti
irrisolti.
Sicuramente, quando le riforme vengono fatte –
lo diceva il presidente Occhiuto – tutti hanno l'auspicio che le cose possano
migliorare, che vadano meglio e, poi, in qualche caso, le riforme non raggiungono
gli obiettivi inizialmente prefissati.
In questi anni, anche come Dipartimento, abbiamo
vissuto mille difficoltà e, certamente, qualche conflitto e giudizio sulle famose
vicende relative alle somme della forestazione, ma è veramente singolare che
una Regione fornisca gli operai, li paghi e, poi, si faccia fare anche causa da
coloro i quali ricevono gli operai e le somme, come in questo caso; probabilmente,
il sistema è stato impostato in maniera errata.
La Regione, nel corso degli anni, non si è
occupata adeguatamente dei Consorzi di bonifica, se è vero come è vero che,
oltre ai contributi della forestazione – questo è stato riferito dai decani
della bonifica, coloro i quali avevano memoria – stanziava nel bilancio regionale
al massimo 4 milioni di euro l'anno per dare risorse ai vari Consorzi di
bonifica, ognuno dei quali era impegnato, naturalmente, anche nella manutenzione
delle opere irrigue e delle dighe, che sono di proprietà della Regione,.
Quindi, probabilmente, è un sistema che è
andato, anno dopo anno, fuori controllo: in particolare, negli anni precedenti il
2020, nel bilancio regionale sono stati appostati soltanto 1 milione e 200 mila
euro per finanziare le leggi regionali numero 11 del 2003 e numero 26 del 1975 e,
probabilmente, c'è stato poco dialogo tra chi governava la Regione e i Consorzi
di bonifica. Spesso è accaduto – lo ricordo in relazione a quando sono stato
consigliere di opposizione – che gli agricoltori andassero presso la Cittadella
regionale per manifestare rispetto a questo disinteresse che si era determinato,
non soltanto in termini di mancanza di ascolto, ma anche di mancata erogazione
di risorse.
Dal 2020 in poi, abbiamo destinato maggiori risorse
ai Consorzi di bonifica. Nel 2020, anche per contrastare la difficoltà relativa
alla mancata emissione di ruoli per il Covid, la Giunta regionale ha stanziato,
oltre al milione e 200 mila euro previsto in bilancio, altri 3 milioni di euro,
arrivando così a 4 milioni e 200 mila euro.
Non è stato possibile farlo nel 2021, ma nel
2022, anche a seguito dell’approvazione di alcuni emendamenti in questo Consiglio
regionale, abbiamo aggiunto al milione e 200 mila euro circa 4 milioni di euro,
arrivando a circa 5 milioni di euro.
Nel frattempo, le difficoltà dei Consorzi
sono aumentate, tant'è vero che, in alcuni casi, abbiamo dovuto procedere anche
a dei commissariamenti per la mancata approvazione di atti fondamentali come il
bilancio di previsione e sarebbe stato alle porte qualche altro
commissariamento perché in altri Consorzi non si era nelle condizioni non soltanto
di pagare gli stipendi o di far fronte ai creditori, ma anche e soprattutto di
approvare gli strumenti contabili fondamentali come il bilancio.
Nelle ultime settimane, le cose sono sicuramente
peggiorate: un pignoramento da parte dell'Agenzia delle Entrate, che ha visto
la Regione come terzo pignorato, – non come debitore, ma, ripeto, come terzo
pignorato – ha, di fatto, bloccato per alcuni Consorzi di bonifica anche l'erogazione
delle risorse destinate al pagamento degli stipendi dei forestali, che in
alcuni casi devono ancora ricevere lo stipendio per il mese di maggio.
Avevo chiesto al presidente Occhiuto, che ha
dimostrato sempre disponibilità in questo senso, – lo ha fatto lo scorso anno e
anche quest'anno – ulteriori risorse per far fronte alle difficoltà che
esistono nei vari Consorzi di bonifica anche per il pagamento degli stipendi
dei lavoratori, però, anche in questo caso, essendo tantissime
le azioni contro i Consorzi – addirittura, con la nomina da parte del TAR di commissari
ad acta per eseguire sentenze già passate in giudicato – avevamo e avremmo la
difficoltà a trasferire le risorse agli stessi Consorzi di bonifica.
Da qui l'esigenza di accelerare
rispetto alla decisione, comunque, di riformare il sistema in un contesto nel
quale poche sono state le notizie positive perché, se anche c’è stata qualche
notizia positiva – bisogna, infatti, dare atto che, in questi anni, i Consorzi di
bonifica hanno progettato e avuto fondi del PNRR – purtroppo, nelle ultime
settimane, il Ministero dell'agricoltura ha comunicato e, di fatto, costretto il
Dipartimento agricoltura ad assumere la responsabilità dell’esecuzione degli
appalti del PNRR di alcuni Consorzi di bonifica.
Quindi, di fatto, una
situazione che, anche nel momento in cui c'erano notizie positive, disegnava un
sistema ormai fuori controllo, nel quale molto spesso si è pensato che tutto potesse
essere anche, probabilmente, al di fuori dei controlli da parte della Regione.
Allora, l'esigenza è
molto chiara: avere un Ente che parta dall’inizio, che possa avere un unico
centro di costi – lo diceva il Presidente
– un unico centro per l'approvazione dei bilanci e anche per quanto attiene le
politiche del personale e che, comunque, lasci, attraverso gli 11 comprensori,
una rappresentatività territoriale, ma soprattutto la possibilità ai territori –sono
i territori di importanti Consorzi di bonifica – anche di intervenire
immediatamente nel caso in cui ci sia una esigenza e una necessità, in modo che
gli agricoltori di quelle aree possano essere le interfacce degli agricoltori
che operano sui territori. Ci sono, infatti, territori, soprattutto quelli
delle vaste aree di pianura, che sono molto importanti per l'agricoltura.
Tutto questo passa, naturalmente, anche
attraverso l'indicazione politica di un unico Consorzio di bonifica che abbia,
comunque, delle articolazioni territoriali e anche un impegno economico
importante perché in pochi hanno sottolineato – o questo aspetto è passato in
secondo piano e io, invece, lo voglio sottolineare come cosa importante mai
avvenuta prima d'ora – che, attraverso questa legge, si stanziano risorse
ingenti per garantire la partenza del nuovo Consorzio di bonifica.
Non è che la Regione non fa la sua parte o
scarica tutto sugli altri o sugli agricoltori! La Regione approva la norma e guiderà
il processo nella prima fase, lasciando, poi, spazio naturalmente
all'autogoverno degli agricoltori sia sui territori sia nell'aria centrale. La
Regione investirà risorse ingenti: per il 2024 ci saranno 7 milioni di euro, ai
quali si aggiungeranno 2 milioni e 375 mila euro – sono già previsti nei
capitoli delle leggi abrogate, la numero
11 del 2003 e la numero 26 del 1975 – quindi, il primo anno saranno 9 milioni
375 mila euro; il secondo anno saranno 5 milioni oltre 2 milioni 375 mila, quindi,
7 milioni 375 mila e, a seguito di una interlocuzione con le OPA, fra gli
emendamenti che sono stati inseriti e che hanno la firma del presidente Occhiuto
e mia, come la proposta di legge in discussione, ce n’è uno che stabilisce un
tetto del 35 per cento delle somme iscritte a ruolo come contribuzione annua da
parte della Regione.
Poiché i ruoli sono di 20 milioni di euro
l'anno e, attualmente, sono riscossi per 10 milioni, c'è un impegno per circa 7
milioni di euro l'anno come tetto massimo.
Quindi, la Regione non fa la riforma per non
pagare e scappare.
Come diceva il consigliere Lo Schiavo, gli attuali
Consorzi di bonifica dovranno andare in liquidazione, ma ricordo anche a noi
stessi che non sono Enti strumentali della Regione, ma Enti autonomi,
autogovernati in questi anni dal sistema agricolo ed è chiaro che, naturalmente,
la Regione interverrà anche nelle liquidazioni, ma non potrà essere, come in
altri casi o in altre liquidazioni di Enti strumentali, colei la quale farà
fronte a tutto questo.
Ci saranno anche delle risorse investite
nelle liquidazioni perché sarà necessario far fronte ai creditori privilegiati
e al pagamento degli stipendi e dei TFR. Anche questo dei TFR è un altro tema:
infatti, in molti Consorzi di bonifica non sono stati pagati né per il
personale delle bonifiche né per quello della forestazione e tutto questo
percorso dovrà essere sicuramente accompagnato.
È una riforma ed è una riforma necessaria – lo
avete detto tutti – perché cerca di ripartire anche dagli errori o dalle cose
che non hanno funzionato nel passato; per esempio, non è sicuramente una legge
che facciamo per noi stessi – noi siamo di passaggio – e, probabilmente,
servirà e sarà applicata da altri governi regionali, ma sarà una legge che
andrà verso gli interessi degli agricoltori che dovranno essere coloro i quali
si autogoverneranno.
In questi anni, gli agricoltori non sono
stati compatti.
Come sapete, esistono delle organizzazioni
agricole e molte di queste, fra le più importanti, non sono state impegnate nel
governo dei Consorzi di bonifica. Questo ha determinato dall'inizio una
spaccatura, il fatto che molte OPA si deresponsabilizzassero, non assumessero
l'onere dell’azione di governo e, probabilmente, anche sulle mancate
contribuzioni, sul pagamento dei contributi, c'era una deresponsabilizzazione e
un allontanamento degli agricoltori.
Allora, abbiamo previsto, oltre quello del Consorzio
unico, altri due capisaldi che ritengo importantissimi.
Il primo: l'assicurare il diritto di voto
anche agli agricoltori morosi perché, prevedendolo soltanto per gli agricoltori
in regola, non si consentiva a tutti di partecipare; quando un cittadino non è
in regola con i tributi comunali o con le tasse nei confronti dello Stato
partecipa lo stesso al voto; questo ha determinato in questi anni che molti agricoltori
si allontanassero, non avendo il diritto di elettorato attivo e nemmeno quello di
elettorato passivo. Certo, se ci si vorrà candidare, si dovrà essere in regola
con l’Ente verso il quale ci si candida, come avviene in tutti i casi.
Questo non per dare una spinta verso la
mancanza di obbedienza fiscale da parte degli agricoltori; anzi, c'è un'altra
norma, che consideriamo un caposaldo e che era già presente nel testo base, ma
è stata chiarita con un emendamento – è contenuto fra quelli che, probabilmente,
vi sono stati consegnati – che prevede che gli agricoltori che non saranno in
regola con i contributi dei Consorzi non potranno accedere o, meglio, non
potranno avere le prime liquidazioni dei contributi erogati dalla Regione.
Questo per creare un sistema virtuoso e per
avere una partecipazione complessiva, perché è vero che il tributo è odioso – lo
diceva qualche collega in precedenza – ma è anche utile al funzionamento di un
sistema che è quello dell’agricoltura calabrese.
In questi ultimi mesi, siamo stati in tante
attività di promozione e il nostro settore ortofrutticolo ormai veleggia verso
i 950 milioni di euro di fatturato e si avvicina, quindi, al miliardo di euro.
Sapete quant'è il fatturato del Paese Italia sul fresco nel settore
ortofrutticolo? 5 miliardi, 15 miliardi anche sul trasformato e, quindi, la
Calabria rappresenta sul fresco una percentuale molto importante in termini di
volume di fatturato, segno evidente che in questa regione ci sono imprenditori
agricoli capaci, bravi e anche coltivazioni di grande interesse.
Quello che è accaduto in altre regioni dal
punto di vista climatico, come sapete, con cambiamenti climatici repentini e,
soprattutto, violenti - probabilmente, l'ambiente non è stato rispettato e,
quindi, si registra una rapida alternanza fra stagioni, una rapidissima
alternanza fra caldo e freddo, lunghe siccità e piogge violentissime. Gli
amici dell’Emilia-Romagna ne sanno qualcosa. Hanno avuto danni importanti,
anche se ci sarà una risposta da parte dello Stato e dell'Europa che ristoreranno
quei produttori, non so se quei produttori avranno di nuovo il coraggio di
procedere a nuove piantumazioni e a riprendere il percorso produttivo che è
stato bruscamente interrotto da quegli eventi climatici.
Noi, invece, abbiamo ancora le condizioni per produrre: una terra fertile, ricchissima in termini di biodiversità, fortemente irrigata - è fortemente ricca d'acqua - e che è quindi nelle condizioni di produrre di tutto in un clima tutto sommato ancora temperato.
Certo, sono accaduti dei danni anche a noi e abbiamo avuto minori produzioni nel sistema ortofrutticolo per le piogge di maggio-giugno; è di queste ore la problematica relativa al bergamotto di Reggio Calabria per il gran caldo delle ultime settimane. Dovremo, naturalmente, anche noi attrezzarci e intervenire, però, tutto sommato, siamo una regione che ancora produce di tutto, dalla frutta a guscio alla frutta tropicale, e che ha grandi capacità in questi termini.
Vi assicuro che la misura di questa ricchezza e di questa potenzialità la danno le organizzazioni di produttori del Nord che vengono a investire in Calabria. Il rischio è la colonizzazione, il fatto che loro, che non possono produrre altrove, vengano a investire in Calabria e quindi costituiscano grossi appezzamenti di terreno massivi per fare produzioni, qui e non altrove, magari associandosi ai nostri imprenditori.
Dobbiamo prepararci a un’agricoltura che sia nelle condizioni di avere questi numeri e anche grosse capacità di crescita e lo dobbiamo fare anche avendo Consorzi di bonifica più efficienti - non possiamo non farlo – grazie a tre regole molto semplici: i Consorzi di bonifica devono assicurare i servizi; i lavoratori devono essere pagati puntualmente e gli agricoltori devono godere dei servizi, ma devono pagare anche i contributi.
Così si diventa un’agricoltura sviluppata anche nella mentalità imprenditoriale, ognuno deve fare la propria parte.
E credo che quel patto sociale al quale faccio spesso riferimento - richiamato dall’ottima relatrice di questa norma, la presidente della Commissione agricoltura, Gentile, che ringrazio per l'impegno profuso e anche per l'approvazione di questa norma - sia necessario per una società calabrese che vuole crescere e vuole camminare con le proprie gambe. Non siamo secondi a nessuno, non siamo secondi a nessuno! Anche la reputazione negativa che ci portiamo appresso - dovuta anche a un'immagine deleteria dei Consorzi di bonifica che magari avranno fatto anche di tutto e si saranno impegnati, magari non sarà stata colpa loro, ma oggi sono in queste condizioni - deve essere stravolta.
Non sono appassionato della querelle su un Consorzio, più Consorzi, sono invece molto più appassionato del fatto che in questa Regione, finalmente, scrollandoci di dosso alcuni retaggi, riusciremo a dimostrare che anche noi riusciamo a costruire dei sistemi che siano virtuosi.
L'altro giorno ho litigato - lo dicevo in una circostanza - con un mio amico - uno di quelli che vota sempre per me, da sempre, da quando ha compiuto 18 anni - il quale mi ha detto che probabilmente attraverso questa legge che dice agli agricoltori che dovranno essere in regola con i contributi, si uccide l'agricoltura. Gli ho chiesto: “Ma tu che stai facendo ultimamente?” – “Beh, io sto facendo kiwi giallo” – “Quanto hai investito nell'ultimo anno?” - “Ho fatto 10 ettari, ho investito 800 mila euro.” – “Quanto paghi al Consorzio di bonifica? - “14 mila euro all'anno”. Non mi pare un dramma, non mi pare che in un sistema in cui anche i Piani di classifica dovranno essere rivisti e in un sistema in cui, in ossequio a quella sentenza della Cassazione, bisognerà naturalmente dare i servizi per essere pagati e non si potrà vessare chi i servizi non li ottiene, si possa pensare che tutto possa essere delegato agli altri.
Questo serve per costruire un sistema virtuoso, efficace, che deve costruire l'agricoltura alla quale stiamo pensando: un'agricoltura moderna, innovativa, un'agricoltura di cooperazione nella quale, probabilmente, tutte le OPA dovranno essere coprotagoniste di questa legge. Ieri, ma anche in tutte le circostanze nelle quali ci siamo incontrati e sicuramente da quando sono Assessore regionale, le OPA erano tutte insieme al Tavolo e, al di là della querelle sul Consorzio unico o meno, hanno condiviso e apprezzato il percorso. Perché la legge non la facciamo per noi stessi, la facciamo per gli agricoltori e per le OPA e la facciamo indicando una strada, un percorso di rinnovamento, riformatore, ma che deve contribuire a quel progetto di miglioramento dell'agricoltura calabrese che stiamo tentando di operare e che credo stia dando risultati apprezzabili.
Al di là delle valutazioni sulla questione di fiducia o meno, è una legge - dico ai colleghi consiglieri della minoranza - della quale si dibatte, di fatto, da un anno.
Si deve prendere una decisione, al di là della questione di fiducia, se pensate che tutto quello che è accaduto finora sia stato giusto, vale a dire che i Consorzi di bonifica attuali abbiano ben funzionato e sia stato un sistema virtuoso, allora si può rimanere indifferenti rispetto a questa norma, si può decidere di astenersi o votare contro; ma non è così se invece si pensa che, probabilmente, questa è una norma necessaria per migliorare l'agricoltura calabrese pur essendo – è stato dichiarato da più parti - ancora perfettibile; lo diceva il Presidente: non sono le Tavole di Mosè. È una norma che è stata scritta, che viene approvata in Consiglio regionale, che potrà essere manutenuta anche fra un mese, se necessario, con il contributo di tutti.
Penso che questo debba essere l'appello. Non possiamo fare appello al patto sociale soltanto quando stiamo a parlare degli altri, ma lo dobbiamo fare anche qui e noi l'abbiamo fatto dicendo, per esempio, che nessun lavoratore andrà a casa, parlando con i sindacati e rispettando anche il lavoro di tutti colore che oggi sono impegnati nei Consorzi di bonifica, dicendo che quello che faremo, lo faremo nell'interesse generale. Noi, in questi anni - al contrario di quanto è accaduto in altre stagioni della politica calabrese -, non li abbiamo utilizzati i Consorzi di bonifica: ai Consorzi di bonifica abbiamo dato tempo e risorse e vogliamo continuare a farlo. Per questo formulo un appello anche ai colleghi di minoranza per fare in modo che questa riforma possa essere condivisa sapendo che, eventualmente, anche di qui a qualche mese o settimana potremmo rivederla insieme.
Grazie, assessore Gallo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito, ha facoltà fi parlare, ma non sono previsti ulteriori interventi di merito.
Non faccio un discorso di merito, perché sarei soltanto ripetitivo. Ho già ascoltato la relatrice, la Presidente della sesta Commissione che è stata fin troppo chiara ed esaustiva; ho ascoltato il discorso del presidente Occhiuto che, da par suo, ha saputo coniugare le necessità politiche e amministrative di questo cambiamento; ho ascoltato anche la relazione tecnica dell'assessore Gallo, si è definito un conservatore ma, ahimè, ha un capo dell'esecutivo che sta dimostrando di essere un'importante riformatore, quindi, dall'alto della sua intelligenza, ha capito quanto è importante riformare, specialmente in questo settore in cui la legge è datata 2003.
Abbiamo fatto una serie di cambiamenti, è vero, consigliere Bevacqua, li ha elencati, ma quanti ne dovrà vedere ancora?! Non siamo nemmeno a metà dell'opera, quindi si rassegni.
Continueremo certamente a fare questo lavoro perché - è stato ben detto dal consigliere Neri - la Calabria ha necessità di un forte decisionista e questo, consigliere Lo Schiavo, non significa mostrare i muscoli o dire “o con me o senza di me”. Non è questo, è condividere degli aspetti che vanno assolutamente cambiati, come abbiamo fatto per l'Azienda Zero, per ARRICal e stiamo facendo per i Consorzi.
Ringrazio anche l'onestà intellettuale, ormai rinomata, del consigliere Laghi, perché ha saputo intanto lodare l'opera del Presidente sul Parco del Pollino, ma ancor di più per aver saputo differenziare il merito della proposta di riforma, rispetto all'aspetto politico. E capisco bene anche la sua posizione e il non poterla votare, visto che rispetta il suo elettorato, quindi la ringrazio anche per questo.
Però, voglio dire: fiducia sì, fiducia no, ha poca importanza per noi. Vi mostriamo ancora oggi, caro consigliere Bevacqua, che non è il giorno del “de profundis”, ma quello in cui dimostrare, ancor di più, come la maggioranza sia coesa, unita e compatta. Per cui, questa sarà la riforma dei 21 consiglieri, perché tutti e 21 la voteremo, tutti insieme. Per questo motivo, presidente Occhiuto, le chiedo, fortemente, di ritirare l’apposizione della questione di fiducia su questa pratica perché tanto la voteremo tutti.
Aggiungo che vorrei che, nel caso qualche capogruppo della coalizione di maggioranza non si sia già espresso in tal senso - mi sembra che la maggior parte l'abbia già fatto -chiedesse al presidente Occhiuto di ritirare la questione di fiducia su questo punto.
Grazie. Presidente Occhiuto, c’è questa richiesta dalla maggioranza, a lei la parola, la decisione.
Signor Presidente, l'ho detto nel mio intervento iniziale: la questione non è formale, è di sostanza, a me interessa che su questa legge ci sia una valida maggioranza. Ho apprezzato gli interventi dei capigruppo della maggioranza che sono intervenuti dimostrando ancora una volta grande sostegno al governo regionale.
Vorrei rispondere al consigliere Lo Schiavo, ho apprezzato molto il suo intervento: non ho alcuna intenzione di mostrare i muscoli. I muscoli li mostra chi ritiene di essere debole e vuole sembrare più forte. Non ho bisogno di mostrare i muscoli, soprattutto non ho bisogno di farlo nei confronti di una maggioranza che è sempre stata leale nei miei confronti.
Non c'è questo atteggiamento, anzi, se la maggioranza mi chiede di ritirare la questione di fiducia, assumendo l'impegno a sostenere, comunque, questo progetto di riforma, io non ho difficoltà a farlo. Vorrei che fosse utile questa circostanza per dimostrare che non c'è un rapporto di sfiducia dal punto di vista sostanziale con la maggioranza che invece mi ha sempre sostenuto con grande lealtà e, quando si danno prove di grande responsabilità politica, è giusto farsene carico e non innamorarsi del metodo che si è proposto.
Peraltro, su questa legge di riforma, non è vero che non è stata fatta la concertazione, consigliere Lo Schiavo. Credo di averlo dimostrato in questi 19 mesi - a volte si parla di questa esperienza del governo regionale, come se fosse l'esperienza di 5 anni, ma sono 19 mesi -, nei quali il rapporto con le organizzazioni sindacali è sempre stato costante; poi, certo, a volte siamo stati d'accordo, a volte non siamo stati d'accordo, ciascuno si assume la responsabilità del proprio ruolo e delle proprie scelte. Io l'ho fatto, ma dimostrando sempre - mi pare - grande interesse verso i corpi intermedi, sia verso le organizzazioni sindacali, sia verso le organizzazioni di categoria. Nel caso di specie, ho avuto un costruttivo confronto con le organizzazioni del mondo agricolo e ho deciso - avendo chiesto, in origine, di porre la fiducia sul testo della riforma eventualmente integrato con delle modifiche - di recepire le modifiche che mi hanno proposto le organizzazioni di categoria.
È vero, consigliere Lo Schiavo, io parlo direttamente ai calabresi, credo non sia sbagliato, credo sia un grande esercizio di democrazia. Sono un uomo delle Istituzioni, quindi capisco quanto sia importante la concertazione, il confronto con le organizzazioni che si occupano di rappresentare gli interessi della società, gli interessi organizzati.
Per la verità, credo di aver dimostrato sempre grande attenzione anche verso le proposte che mi vengono dall'opposizione. Non ho una visione manichea del rapporto tra il governo regionale e il Consiglio regionale. Abbiamo fatto prima l'esempio del “Mercure”, ma ci sono tanti altri esempi.
Certo è che è vero, consigliere Lo Schiavo, parlo direttamente ai calabresi.
La vorrei rassicurare in ordine al fatto che non penso che ci sia una divisione manichea in Calabria: i buoni da una parte, dalla parte della maggioranza e del Governo regionale, i cattivi dall'altra. In tante occasioni ho colto dai contributi che mi sono stati offerti dai consiglieri di maggioranza e anche dai consiglieri di opposizione, delle buone idee su cui, poi, ho cercato di riflettere e anche di trasformare in iniziative politiche.
Però, ho fatto un richiamo all'onestà intellettuale. Vorrei che questo esercizio lo facessimo tutti e lo facesse anche lei. Non le attribuisco responsabilità per il passato - ci mancherebbe altro -, anzi ho sempre grande rispetto degli interventi che provengono da consiglieri di opposizione quando hanno dei contenuti importanti, come quelli ho ascoltato anche oggi in molti interventi, però questo esercizio di responsabilità lo faccia anche lei.
Lei pensa che tutta
l'opposizione abbia questo tipo di sensibilità? C'è una parte dell'opposizione,
secondo me, che interpreta in maniera ideologica il rapporto tra Consiglio
regionale e governo regionale e soprattutto tra Consiglio regionale e problemi
della Calabria. Il suo intervento ha avuto un segno, quello del consigliere
Laghi ha avuto una direzione. Ma lei pensa che questi interventi siano stati
somiglianti, per esempio, a quelli del consigliere Bevacqua che mi diceva: “È
la prima volta che in cinquant'anni si pone una questione di fiducia”? Sì! Sì, consigliere
Bevacqua, le confesso una cosa e cerco di spiegarla ancora più chiaramente perché
oggi sono influenzato e forse ho un deficit di chiarezza nelle cose che
dico: la mia ambizione è proprio quella di fare in Calabria tante cose per la
prima volta e di dimostrare alla Calabria e al Paese che si può governare
questa Regione rompendo col passato. Se lei difende il passato con i suoi riti
è un affare suo, ma io vado avanti per la mia strada e non mi creo il problema
di aver posto la questione di fiducia per la prima volta in cinquant'anni,
perché – ripeto – vorrei fare tante cose in questa Regione che saranno fatte – spero
– per la prima volta in cinquant'anni di vita regionale.
Questa è la mia ambizione,
poi, magari, non sarà semplice, perché conosciamo questa Regione che ha molti
problemi strutturalmente incancreniti e non è facile da riformare, partendo,
appunto, dalle fondamenta, ma è proprio la mia ambizione.
Sono passati 19 mesi e lei
mi diceva: “Presidente Occhiuto, lei ha fatto Sorical”. Ne sono orgoglioso,
perché ho posto la società fuori dalla liquidazione; per vent'anni era stato
tentato questo risultato e nessuno c'era mai riuscito. Ne sono orgoglioso.
Ho fatto ARRICal, riducendo gli ATO da 5 a 1
e ora l’affiderò, come è giusto che sia, ai Comuni, indicendo le elezioni
perché si è costituita la platea. Sono orgoglioso di questo fatto.
Ho istituito Azienda Zero, che
molti contestano anche all'opposizione, ma se non avessi fatto Azienda Zero non
avrei fatto la rete ospedaliera, non avrei chiuso i bilanci delle aziende
sanitarie. Avevo bisogno di un cervello che vicariasse il deficit di
capacità amministrativa che c'era nel sistema delle aziende sanitarie e del Dipartimento.
Sono orgoglioso di averlo fatto.
Il consigliere Graziano
prima ricordava altri interventi, come quello sulla SACAL, sul termalismo:
tutte cose fatte in 19 mesi, che, mi auguro, possano produrre risultati per i
calabresi anche per gli anni che verranno, quando non sarò più Presidente di
questa Regione. Il mio compito è quello di tentare di riformare questa Regione,
però, consigliere Lo Schiavo, l'esercizio di onestà intellettuale, che le richiedevo,
provi a praticarlo ricordando quello che è successo in questi 19 mesi.
Siamo diventati una Regione
modello per le tecniche di deterrenza generate, per esempio, contro gli incendi
e i piromani; ne parla il TG1 e dice: “La Calabria è un modello che le altre Regioni
e anche Paesi d'Europa vogliono imitare,”. È stato tramesso in tutti i media
europei quello che abbiamo fatto, ogni giorno stiamo prendendo piromani. A tal
proposito, domani parlerò ai calabresi e farò vedere molte immagini registrate
dai droni, però, mentre succede questo, ho una parte dell'opposizione che dice:
“Non è stato fatto il Piano antincendi”, mentendo, perché il Piano antincendi
lo abbiamo fatto a marzo, aprile e sta funzionando molto meglio che in altre
regioni.
Se guardate, per esempio,
il numero degli incendi, negli ultimi giorni, proprio in ragione della
deterrenza che abbiamo generato, non siamo nella condizione della Sicilia e
nemmeno nella condizione della Puglia, che ha molto meno montagne di noi; però,
mentre si fanno queste cose e la Calabria diventa un modello a livello nazionale,
c'è, non lei consigliere Lo Schiavo, una parte dell'opposizione che dice: “Non
è stato fatto niente”.
Sul sistema della depurazione,
che dipende dai Comuni, ci ho messo la faccia, ho cercato di svolgere un'azione
a supporto delle Amministrazioni comunali e ho avuto, però, l'opposizione di
chi non si rende conto che la Regione deve svolgere esclusivamente un'azione di
supporto e, magari, solidarizza con i Comuni che non fanno i controlli come
dovrebbero.
C'è una parte
dell'opposizione, consigliere Lo Schiavo, che, quando in quest'Aula ho alzato i
toni, – quella volta stavo meglio, non avevo la febbre e, quindi, ho svolto l'intervento
forse con maggiore veemenza – contro le cooperative a gettone e, a volte, anche
contro l'Ordine dei medici, mi ha detto che ero matto, perché prendevo i medici
cubani e mi arrabbiavo contro l'Ordine dei medici e le cooperative a gettone.
Oggi, tutti vogliono i
medici cubani: li vogliono i Presidenti delle altre Regioni, perché dove sono
andati hanno svolto un lavoro straordinario e i cittadini ne vogliono altri.
A proposito, oggi ne sono
arrivati altri 120, però, mentre questo tema poneva la Calabria in prima linea nel
trovare una soluzione temporanea, emergenziale, forse anche creativa, per
evitare di chiudere gli ospedali, la decisione è stata contestata da una parte
dell'opposizione come se fossi un matto.
Abbiamo assunto, nell'ultimo
anno e mezzo, 2.500 unità di personale sanitario, mentre sono andati in
pensione 1.700 dipendenti del sistema sanitario.
Avessi trovato un
componente dell'opposizione che avesse avuto l'onestà intellettuale di dire – se,
oggi, ci fosse stato un altro Commissario, non il Presidente della Regione –
che, poiché sono andate in pensione 1.700 unità di personale sanitario, oggi
tutti gli ospedali della Calabria sarebbero chiusi, perché abbiamo compensato i
pensionamenti – che abbiamo verificato incrociando la “gobba” pensionistica – con
le nuove assunzioni, a dimostrazione del fatto che i medici cubani non
toglievano il posto di lavoro a nessun italiano.
C’è modo e modo di fare
opposizione. Non voglio insegnare all'opposizione come deve svolgere il suo
ruolo, però, fatemi dire, non ho una concezione manichea della politica, ma ci
sono, anche all'interno dell'opposizione, modi e modi di svolgere questo ruolo.
Abbiamo chiuso i bilanci
delle aziende sanitarie, grazie ad una norma che sono riuscito a ottenere dal
Parlamento nazionale facendo una cosa storica che in 12 anni i Commissari della
sanità non avevano fatto e ho registrato dichiarazioni di una parte
dell'opposizione che diceva: “Chiudono i bilanci e, invece, …”, come se fosse
una cosa sbagliata, addirittura confondendo, a volte, le risorse accantonate per
pagare i debiti, sommandole con i debiti stessi.
C'è modo e modo di fare il consigliere
regionale e – ripeto – c’è modo e modo di essere anche all’opposizione.
Sfido anche l'opposizione –
perché vi ostinate soltanto a criticare? – e dico al capogruppo del Partito
Democratico: “Fate una proposta di riforma, una, fatela!”.
Le assicuro che, se presenta
una proposta che va nella direzione di dimostrare che la Calabria vuole fare
riforme serie, gliela sottoscrivo, ma – ripeto – fate una proposta. Quando uno
sta all'opposizione fa anche delle proposte, non si limita a fare questo lavoro.
Certo, consigliere Lo Schiavo,
ripeto che non ho una visione manichea, però apprezzo chi, come lei e come
altri all'interno dell'opposizione, mi chiede di fare di più e meglio, perché
so bene che tutto quello che abbiamo fatto in questi 19 mesi è poco rispetto a
quello che c’è ancora da fare, ma non posso avere lo stesso atteggiamento nei
confronti di chi, per esempio, prima mi ha chiesto di fare un passo indietro su
questa legge.
Secondo voi la Calabria si
può consentire passi indietro, mentre ci sono tutte queste emergenze? Se stasera
mi dovessi dimettere perché non ci fossero i voti sufficienti per rendere
validamente approvata questa legge, che cosa dovrei fare?
Dovrei presentarmi ai
calabresi parlando, come voglio continuare a fare, e dicendo che mi dimetto
perché una parte del Consiglio regionale non vuole passare dagli 11 Consorzi al
Consorzio unico. A proposito, il Consorzio unico sarà la newco che ci
consente di far erogare i servizi agli agricoltori e di fare in modo che il
sistema delle bonifiche possa svolgere la funzione per cui è pensato: avrà un
unico ruolo del personale, un unico bilancio, un unico centro di costo; questa
è poca cosa, cioè questa è, secondo me, una rivoluzione nel modo di pensare il
rapporto tra il Governo regionale e le articolazioni di rappresentanza del
territorio in una Regione che, certo, è complicata perché ha molte differenze
al suo interno, ma è una regione di 1.800.000 abitanti.
Qualcuno prima faceva l'esempio
della Puglia che - è il doppio della Calabria - ha fatto prima 4 Consorzi – noi
ne avevamo 11 – e ora praticamente istituisce un Consorzio unico.
La Calabria – ripeto – ha 1.800.000
abitanti.
I Consorzi che andranno in
liquidazione vivranno, certamente, per il tempo e per le attività ad essa connesse,
ma, intanto, il pregio di questa riforma è che costituiamo un nuovo organismo
che può lavorare erogando i servizi che oggi non sarebbe possibile erogare.
Quindi, non ho difficoltà, signor Presidente, ad
aderire alla richiesta che, in verità, non mi ha fatto soltanto il consigliere
Comito, perché prima di lui è stata avanzata da tutti i capigruppo di maggioranza,
Talerico, Gelardi, Graziano, Neri e Crinò. Non ho difficoltà
– ripeto – se lei lo ritiene, a ritirare la questione di fiducia, perché a me
interessa la sostanza.
Certo è che, in questo caso,
auspicherei che questa riforma potesse essere approvata, consigliere Lo Schiavo,
anche con un atto di disponibilità da parte di chi, pur stando all'opposizione,
quando ritiene che si faccia una cosa giusta, ha il coraggio di esprimere
questa opinione. Se serve anche a questo, sono disponibile a ritirare l’apposizione
della questione di fiducia e a procedere all'approvazione della legge con gli
emendamenti che io e l’assessore Gallo abbiamo presentato, aderendo alle
richieste delle organizzazioni di categoria.
Lo faccio anche perché
spesso si fanno i programmi e, poi, si dimenticano. Questa riforma l'avevo prevista
nel Programma, così come la riforma dell'idrico e dei rifiuti, e, quando l'ho inserita,
ho scritto che sulle riforme, che avrebbero riguardato il sistema
dell'agricoltura, avrei cercato il più vasto consenso anche fuori dal Consiglio
regionale. Così ho fatto parlando con i sindacati e con le organizzazioni di
categoria; per cui, se serve, sono disponibile a ritirare la questione di
fiducia, avendo acquisito già la disponibilità della maggioranza a esprimere i
21 voti occorrenti, ma chiederei, però, anche ai consiglieri di opposizione di
fare una valutazione in ordine a questo, perché nei loro interventi ho sentito
dire: “Non possiamo votare la riforma perché c'è la questione di fiducia”.
Come ho detto prima, nel Regolamento
del Consiglio regionale la fiducia non rappresenta il perimetro della
maggioranza e, poiché me lo chiede la maggioranza, tolgo la questione di
fiducia, per cui, se volete votarla, questa riforma può diventare non la
riforma del Presidente della Regione o della maggioranza, ma può diventare una
riforma condivisa da tutti coloro che, all'interno del Consiglio regionale,
ritengono che sia una buona cosa fare una riforma dei Consorzi di bonifica,
nella direzione di ridurre i costi, di fare un unico centro di acquisto e,
soprattutto, di far funzionare il sistema della bonifica.
Grazie, Presidente. Procediamo
– lo dico anche alla relatrice – perché avevamo pensato di illustrare gli emendamenti
tutti insieme poiché apportavano modifiche al testo finale, però, in questo
caso, dobbiamo illustrarli uno alla volta, votare articolo per articolo e, poi,
se siete d'accordo, voteremo la proposta di legge nel suo complesso per appello
nominale.
Presidente, chiedo scusa. Poiché
noi dell’opposizione abbiamo la concezione ideologica di contribuire alla
soluzione dei problemi della Calabria, in questo caso degli agricoltori, vorrei
ricordare al presidente Occhiuto che il Partito Democratico, tre mesi fa, ha presentato
una proposta su questo tema e non abbiamo ricevuto nessuna risposta.
Detto questo, credo che
l'appello che oggi giunge dalla maggioranza e dai capigruppo, sia una proposta imbarazzante
per lo stesso Presidente della Giunta regionale, perché nel momento in cui pone
la fiducia, ha presentato questa riforma come la panacea di tutti i mali, come motivo
di grande rivoluzione per il sistema agricolo …
Questo, consigliere
Bevacqua, lo ha già detto prima nel suo intervento, non lo deve ripetere,
altrimenti ripetiamo tutti gli interventi.
Chiedo scusa. Ho parlato
soltanto pochi minuti.
No, consigliere Bevacqua, ha
parlato 12 minuti in più di quelli previsti.
Se pongo la questione di fiducia
sono un arrogante, se accetto la richiesta di chi chiede di ritirarla ….Mi faccia capire…
Consigliere Bevacqua, concluda
il suo intervento.
Parlo a nome della
minoranza e per noi questa proposta arriva fuori tempo massimo, perché, se
l'avessimo ricevuta un giorno prima della seduta di Consiglio, con la
possibilità di sviluppare un dibattito, forse avremmo…, ma oggi, dopo cinque ore
di discussione, dopo una rappresentazione di questa tematica, come ripeto, o
così o così, dopo la fine del dibattito ci viene proposta questa idea di
ritirare la fiducia senza aver avuto possibilità di ragionare, anche in termini
di suggerimenti come abbiamo fatto nel testo di legge che abbiamo presentato, lo riteniamo – ripeto – fuori tempo
massimo.
Invito a mantenere la calma.
Per noi rimane la questione
di fiducia posta del Presidente e chiediamo che la votazione si svolga per appello
nominale.
Consigliere Bevacqua, la
prego di astenersi, questo intervento è pietoso. Glielo dico da amico, è
veramente un intervento indecente.
Chiedo di fare silenzio.
Procediamo con la votazione per appello nominale.
Chiediamo – ripeto – che,
come previsto, la proposta di legge venga votata per appello nominale.
Ho già disposto che si
proceda in tal senso.
Passiamo, quindi, all'esame
e votazione del provvedimento.
Articolo 1.
(È approvato)
Articolo 2.
(È approvato)
Articolo 3.
(È approvato)
All’articolo 4 è pervenuto
l'emendamento protocollo numero 15557/A03, a firma del presidente Occhiuto e dell'assessore
Gallo, al quale cedo la parola per l'illustrazione.
La lettera a) del comma 1
dell'articolo 4 della proposta di legge 215/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di
bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale” è sostituita dalla
seguente: “a) reticolo di gestione: il sottoinsieme del reticolo idrografico di
cui all'articolo 54 del decreto legislativo 3 aprile 2006, numero 152 (Norme in
materia ambientale), rappresentato dai canali di colo consortili e dai tratti
di corsi d'acqua naturali interessati da opere di sistemazione idraulica o di
consolidamento dei versanti, che necessita di manutenzione, sorveglianza e
gestione per garantire il buon regime delle acque, prevenire e mitigare
fenomeni alluvionali”.
Con la presente proposta
emendativa si intende sostituire la definizione di reticolo di gestione al fine
di chiarirne e precisarne più dettagliatamente il suo significato.
L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi e maggiori oneri a
carico del bilancio regionale.
Grazie, assessore Gallo. Parere
della relatrice?
Favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 15557/A03 che è approvato.
Articolo 4
(È approvato così come
emendato)
Articolo 5.
(È approvato)
Articolo 6.
(È approvato)
All’articolo 7 è pervenuto
l'emendamento numero 15547/A05, a firma del presidente Occhiuto e
dell'assessore Gallo, al quale cedo la parola per l'illustrazione.
La lettera a) del comma 1
dell'articolo 7 è sostituita dalla seguente: “a) predisposizione di piani di
classifica e piani di riparto delle spese, articolati per ogni comprensorio di
bonifica. Il piano di riparto delle spese deve essere allegato al bilancio
preventivo economico – budget dell’Ente, in conformità alle linee guida
stabilite dalla Giunta regionale di cui all'articolo 10,”: b) al comma 4
dell'articolo 7, le parole “24 ore” sono sostituite dalle seguenti: “tre giorni”.
Con la presente proposta
emendativa si intende sostituire la lettera a) del comma 1 dell'articolo 7 al
fine di capirne meglio la portata e sostituire il termine indicato al comma 4
del medesimo articolo inizialmente previsto in 24 ore per la pubblicazione
degli atti del Consorzio con quello meno stringente di 3 giorni. Tale modifica
permette agli uffici di poter operare con maggiore diligenza e precisione. L'emendamento
ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio.
Grazie, assessore. Parere
della relatrice?
Favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento che è approvato.
Articolo 7.
(È approvato così come
emendato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
All’articolo 10 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 15547/A07 a firma del presidente Occhiuto e dell’assessore
Gallo. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione. Prego, assessore
Gallo.
“La
Regione Calabria e l'Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura ARCEA,
al fine di assicurare la riscossione dei ruoli ordinari di bonifica e di quelli
irrigui, non possono procedere alla liquidazione dei contributi concessi a
qualunque titolo con risorse finanziarie dell'Unione europea, dello Stato e
della Regione destinate alla politica agricola, a soggetti non in regola col
pagamento dei titoli predetti.” Noi sostituiamo il comma 15 dell'articolo 10 della
proposta di legge. Con la presente proposta emendativa si intende specificare,
in dettaglio, quali sono gli enti preposti ad assicurare la riscossione dei ruoli
ordinari di bonifica e di quelli irrigui. Nello specifico, si evidenzia che
tali enti non possono procedere alla liquidazione dei contributi concessi, a
qualunque titolo, con risorse finanziarie dell'Unione europea, dello Stato e
della Regione destinate alla politica agricola, a soggetti non in regola col
pagamento dei ruoli predetti. L'emendamento ha carattere ordinamentale e non
produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Nella
previsione della norma, per come presentata all'attenzione del Consiglio
regionale, c'era il requisito della ammissibilità alla partecipazione a bandi
anche per contributi a misura per superficie e a misura per investimento. Abbiamo
deciso di modificarla per dare a tutti gli agricoltori la possibilità di partecipare
ai bandi sia per la PAC, primo pilastro, sia per le misure a superficie, sia
per le misure per investimento. Il problema si porrà al momento della
liquidazione delle somme da parte di ARCEA come ente pagatore o da parte
dell'ente del dipartimento Agricoltura.
Grazie,
assessore. Parere del relatore.
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 15547/A07. L’emendamento è
approvato.
Articolo 10
(È approvato così come
emendato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16.
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Articolo 21
(È approvato)
Articolo 22
(È approvato)
Articolo 23
(È approvato)
Articolo 24
(È approvato)
Articolo 25
(È approvato)
Articolo 26
(È approvato)
All’articolo 27 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 15547/ A09 a firma del presidente Occhiuto e dell’assessore
Gallo. Cedo la parola all'assessore per l'illustrazione.
Il
comma 3 dell'articolo 27 della proposta di legge è sostituito dal seguente: “Al
direttore generale si applica il contratto collettivo nazionale di dirigente
dei Consorzi di bonifica e il trattamento economico omnicomprensivo non può superare
quello previsto per i dirigenti della Regione Calabria”. Con la presente
proposta emendativa si intende chiarire che il contratto da applicare alla
figura del direttore generale dell'ente è quello nazionale dirigenti dei Consorzi
di bonifica e che le somme spettanti per sua retribuzione, con carattere
omnicomprensivo, sono quelle oggi applicate alle figure del direttore generale
della Regione. L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Grazie,
assessore. Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 15147/A09. L’emendamento è approvato.
Articolo 27
(È approvato così come
emendato)
Articolo 28
(È approvato)
Articolo 29.
(È approvato)
Articolo 30
(È approvato)
Articolo 31
(È approvato)
Articolo 32
(È approvato)
Articolo 33
(È approvato)
Articolo 34
(È approvato)
Articolo 35
(È approvato)
All’articolo 36 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 15547/A011 a firma del presidente Occhiuto e dell’assessore
Gallo. Cedo la parola all’assessore Gallo per l'illustrazione.
Alla
fine del comma due dell'articolo 36 della proposta di legge numero 215/12^, di
iniziativa della Giunta regionale, recante “Disciplina in materia di
ordinamento dei Consorzi di bonifica ed utile bonifica del territorio rurale”, dopo
la parola “Calabria” sono aggiunte le seguenti: “con gestione separata, gli
oneri delle liquidazioni dei Consorzi soppressi con la presente legge rimangono
esclusivamente a totale carico degli stessi.”. Con la presente proposta
emendativa si intende chiarire che le procedure di liquidazione non completate,
nonostante il periodo di proroghe eventualmente concesso, saranno definite dal Consorzio
di bonifica della Calabria con gestione separata. Infine, si chiarisce che
tutti gli oneri della liquidazione degli enti consortili non sono posti a
carico del Consorzio di bonifica della Calabria, ma restano in capo agli enti
posti in liquidazione. L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce
nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Grazie,
assessore. Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento protocollo numero 15547/A011. L’emendamento è
approvato.
Articolo 36
(È approvato così come
emendato)
All’articolo 37 è stato presentato
l'emendamento protocollo numero 15547/A013 a firma del presidente Occhiuto e
dell’assessore Gallo, a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Alla
fine del comma tre dell'articolo 37 della proposta di legge 215/12^ è aggiunto
il seguente periodo: “Per gli esercizi successivi al 2025, il contributo al
presente comma può essere aumentato di un importo massimo corrispondente al 35%
dell'ammontare dei ruoli di bonifica e di quelli irrigui riscossi sulla
competenza dell'anno precedente.”. Con la presente proposta emendativa si
intende chiarire che, al netto dello stanziamento iniziale previsto all'articolo
37 della presente proposta di legge, per gli anni successivi al 2025, la Regione,
qualora si rendesse necessario, potrà stanziare ulteriori somme pari al 35% in
più di quelle oggi previste per il funzionamento del Consorzio di bonifica
della Calabria. L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Per specificare meglio questo
emendamento, che è un altro emendamento importante considerato l'impegno
iniziale che la Regione Calabria ha deciso di profondere per far partire questo
nuovo Consorzio, ripetiamo: 9.375.000 di euro per il 2024, 7.375.000 di euro per
il 2025, 2.000.000 di euro per l'esercizio corrente, il 2023. Ci sarà un
impegno ulteriore negli anni successivi, fino a un tetto massimo del 35% dei ruoli
emessi e riscossi da parte del Consorzio di bonifica della Calabria.
Grazie,
assessore Gallo. Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo
ai voti l'emendamento protocollo numero 15547/A013. L’emendamento è approvato.
Articolo 37
(È approvato così come
emendato)
Articolo 38
(È approvato)
(È
approvato)
Passiamo ora alla votazione della proposta di
legge nel suo complesso per appello nominale con l’autorizzazione al
coordinamento formale.
Presidente,
chiedo di intervenire per dichiarazione di voto.
Ha
chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Mammoliti. Ne
ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Oggi questa Assemblea segna un cambiamento politico rilevante e
significativo. Intanto, debbo dare atto al Presidente che con questa genialità
ha impedito alla minoranza di proporre emendamenti. Presidente, noi sapevamo
che era stata posta la questione di fiducia e, quindi, in qualche modo siamo
stati sottratti dalla possibilità di richiamare, anche con un emendamento omnicomprensivo,
la nostra proposta di legge. Presidente, lei non può essere così ingeneroso nei
nostri confronti. Noi avevamo regolarmente presentato un'apposita proposta di
legge in merito a questa problematica e, se lei avesse valutato - non saprei
dire se la Presidente della sesta Commissione l'avesse informata della presentazione
della nostra proposta di legge - il merito di quella proposta, si sarebbe
accorto che, su molti punti, le due proposte convergono e dicono cose analoghe.
Quindi, se la volontà reale fosse stata quella di aprire un confronto e una
discussione di merito, quella volontà si sarebbe dovuta esprimere a partire
dalla Commissione, Presidente consigliera Gentile. Abbiate pazienza, c'era una
proposta di legge presentata da noi, da maggio, e, come prevede il Regolamento
interno, si sarebbe dovuto procedere con l'esame abbinato. Ciò non è stato
fatto. Oggi, magistralmente, ponete prima la questione di fiducia e impedite ai
consiglieri di poter intervenire…
Non
è vero, ci è stato dato il termine per gli emendamenti sia in Commissione sia
in Aula, perché dice…
Calma,
calma. Lasciamo stare.
C’era
il termine per gli emendamenti, lei non è stato capace di presentare
emendamenti col suo partito; c'era il termine per gli emendamenti, è stato dato
in Commissione e in Aula. Ha ragione il presidente Occhiuto.
Concluda,
collega Mammoliti, ha un minuto.
Scusi,
consigliere Graziano, è inutile che si arrabbi. Le cose che debbo dire io, gliele
dico, non mi faccio innervosire come altri. Capito?
Non
leggi le carte, le convocazioni. Ha rinunciato in Commissione…
Questo
colpo magistrale ha impedito ai consiglieri regionali di poter intervenire
perché, se non ci fosse stata la questione di fiducia, il dibattito si sarebbe
potuto regolarmente sviluppare. Avete impedito un confronto con il partito che
ha presentato…
(Interruzione fuori microfono)
Però, presidente Mancuso, le chiedo,
gentilmente, di poter fare la dichiarazione, il consigliere Graziano…
Le
do un minuto ulteriore.
Ho
capito, però, se lui mi interrompe, abbiate pazienza, lo conoscete pure voi il
consigliere Graziano, se non fa queste sparate finali, non è lui. Continua
ancora, reitera in ogni seduta di Consiglio. Ma è possibile che ogni seduta di
Consiglio deve fare questa sparata finale altrimenti non è contento?! Ma abbia
pazienza.
Vada
a studiare!
Generale,
ogni volta con queste sparate finali! E la smetta, per favore! Voglio dire al presidente
Occhiuto che non ha voluto un contributo dell’opposizione. Avevamo presentato
un'apposita proposta di legge e, se lui avesse voluto una convergenza e un confronto
di merito, avremmo potuto, con l'esame abbinato, ragionare e su molti punti ci
sarebbe stata anche una convergenza. Oggi, invece, con questa operazione, con
questo espediente di strozzare il dibattito, di rompere con una minoranza che,
invece, si era attestata su una posizione comune, si stravolge anche il
confronto democratico; quindi, per questa ragione, il mio voto continua ad
essere assolutamente contrario.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Afflitto. Ne
ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Buonasera a tutti. Sinteticamente, voglio ribadire il mio voto
favorevole a questa riforma. Come già precedentemente comunicato in Commissione
agricoltura il 31 luglio corrente mese, voglio ancora sottolineare che il mio
voto favorevole è esclusivamente sulla riforma dei Consorzi di bonifica e non è
un voto di fiducia al Governo regionale, come consiglieri del Movimento 5 Stelle.
Onorevole Graziano, lei deve ricordarsi che in Commissione mi sono dichiarato
favorevole alla riforma, ma la fiducia è un problema della maggioranza.
Entrando nel merito, questa riforma è necessaria in quanto degli undici Consorzi
di bonifica presenti in Calabria, la maggior parte versa in condizioni economiche
disastrose, con ricaduta evidente nell'erogazione dei servizi ai Consorziati e
alla collettività, con accumulo di ingenti debiti e con le notorie difficoltà
nel liquidare gli stipendi ai dipendenti.
Dopo aver
esaminato la proposta, posso affermare che il lavoro svolto si è reso
necessario per porre rimedio al fallimento del sistema consortile in essere e
che nel tempo si possono apportare modifiche migliorative. L'accorpamento degli
attuali 11 Consorzi come primo vantaggio consente un
notevole taglio ai cosiddetti costi degli organi sociali, un solo Presidente,
un solo vicepresidente, un solo componente del Consiglio di Presidenza ai quali
attribuire un'indennità, un solo revisore dei conti e un solo direttore
generale. Si potrà, inoltre, sfruttare la professionalità dei dipendenti
tecnici, fino ad ora impiegati a compartimenti stagni all'interno dei singoli
distretti, al fine di costituire un ufficio accentrato ove procedere, ad
esempio, con la progettazione di impianti di produzione di energia elettrica da
fonte rinnovabile e Crotone ne è un esempio virtuoso. Gli onorevoli Talerico e Molinaro sono andati a vedere questi impianti con
una turbina idroelettrica nella zona di Acalusìa per
il quale il Consorzio di bonifica crotonese ha stipulato con l'azienda un accordo
e ha impiantato questa turbina con un investimento di sei milioni di euro che frutterà
al Consorzio di Crotone un milione e mezzo di euro l'anno. Questo dicevo, ecco,
nella successiva gestione degli stessi, più in generale, sarebbe opportuno procedere
ad intercettare opportunità derivanti dalle leggi europee e nazionali
relativamente alla progettazione ed eventuale esecuzione di opere pubbliche di
competenza dello Stato, della Regione, degli Enti locali, mediante convenzioni
con spese ed oneri a totale carico del committente.
Avremo così un solo contratto collettivo di
lavoro per i dipendenti sperando che non si faccia la fine dei contratti che
hanno altri enti. Avremo un bilancio unico che consentirà una gestione efficace
ed efficiente delle risorse e un monitoraggio dei costi dell'attività
consortile nel suo complesso. Infine, detto accorpamento faciliterà la Regione
nell'esercizio delle sue funzioni di vigilanza e di controllo sull'attività
dell'unico Consorzio.
Grazie.
Il suo voto?
Favorevole.
Grazie.
Non ci sono altre dichiarazioni di voto. Segretario questore, prego, faccia la
chiama.
Fa
la chiama.
(Segue la votazione)
Comunico
l’esito della votazione. Presenti e votanti: 31. Hanno risposto sì: 23
consiglieri; hanno risposto no: 8 consiglieri. Il Consiglio approva.
(Hanno risposto sì i consiglieri: Afflitto,
Caputo, Cirillo, Comito, Crinò, De Francesco, De Nisi, Gallo, Gelardi, Gentile,
Giannetta, Graziano, Laghi, Mancuso, Mannarino, Mattiani, Molinaro, Montuoro,
Neri, Occhiuto, Raso, Straface e Talerico.
Hanno risposto no i consiglieri: Alecci,
Bevacqua, Billari, Bruni, Iacucci,
Lo Schiavo, Mammoliti e Tavernise)
Pertanto, il provvedimento è approvato così
come emendato e con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al secondo punto dell'ordine del giorno, la proposta di legge numero 210/12^ d’iniziativa
dei consiglieri regionali Caputo e Cirillo, recante: “Disposizioni per
l'esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo
dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea”. Cedo la parola
al consigliere Caputo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. La presente proposta di legge rientra a pieno regime nell'alveo di
quei provvedimenti legislativi che mirano alla disciplina, completa ed uniforme,
di un settore, quello del trasporto pubblico non di linea e dei conducenti dei
servizi pubblici di trasporto non di linea, che è, ad oggi, privo di regole
chiare ed univoche in ambito regionale. Lo scopo è quello di riordinare
l'intero sistema del trasporto pubblico non di linea, individuando, al contempo,
parametri inequivoci per gli Enti locali.
La proposta
di legge nasce, quindi, dall'esigenza di uniformare una materia sinora trattata
e gestita dai vari Enti locali in maniera del tutto disomogenea, tanto che per
la trattazione delle pratiche amministrative, per il rilascio delle licenze e
per la gestione dei rapporti con gli altri servizi di trasporto ognuno di essi ha
operato e opera in maniera del tutto disarticolata ed autonoma, generando, di
conseguenza, situazioni di diseguaglianza e disparità di trattamento che non
hanno, purtroppo, consentito di garantire, anche, una quantificazione armoniosa
in ambito regionale del fabbisogno reale dei mezzi di trasporto.
Non ci sono interventi.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
All’articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15336/A02, a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende porre un criterio chiaro rispetto alle organizzazioni sindacali chiamate a operare le designazioni del proprio componente all'interno della Commissione consultiva regionale di cui all'articolo 4 e correggere il riferimento al rappresentante del MIT che precedentemente era indicato con un acronimo oggi superato.
L’emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15336/A02.
L’emendamento è approvato.
Articolo 4
(È approvato
così come emendato)
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
All’articolo 8 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15336/A06 a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende prevedere che la prova d'esame prevista dall'articolo 8 abbia luogo su base regionale e non provinciale. L'emendamento ha carattere ordinamentale, non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15336/A06.
L'emendamento è approvato.
Articolo 8
(È
approvato così come emendato)
All’articolo 9 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15336/A08 a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per le illustrazioni. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende sostituire il comma 1 dell'articolo 9 della proposta di legge, sopprimere il secondo periodo del comma 2, attese le modifiche introdotte con la sostituzione del comma 1, e chiarire che le funzioni di segretario della Commissione, di cui all'articolo 9, sono svolte da un dipendente regionale e non da un dipendente degli Enti Camerali.
L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15336/A08.
L'emendamento è approvato.
Articolo 9
(È approvato
così come emendato)
All’articolo 10 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15336/A10 a firma del consigliere Cirillo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende definire con maggiore chiarezza la qualificazione del termine “stazione per il trasporto pubblico di linea” e nel secondo periodo viene aggiunto in riferimento ai nodi di trasporto al fine di completare nelle previsioni normative tutte le realtà esistenti di snodo, di traffico merci e persone. L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15336/A10.
L'emendamento è approvato.
Articolo 10
(È
approvato così come emendato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Articolo 14
(È
approvato)
Articolo 15
(È
approvato)
Articolo 16
(È
approvato)
Prima di passare alla votazione finale, esaminiamo l'emendamento protocollo numero 15336/A04 a firma del consigliere Cirillo che apporta alcune correzioni all'intero articolato.
Cedo la parola al proponente per l'illustrazione.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta emendativa si intende chiarire che il riferimento nel testo della proposta di legge alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura è quella dell'Ente territorialmente competente. Tale specifica che appare lapalissiana è necessaria vista la formulazione attualmente presente nella proposta di legge.
L'emendamento ha carattere ordinamentale e non produce nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Parere del relatore?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15336/A04.
L'emendamento è approvato.
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al terzo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 168/12^ di iniziativa del consigliere Neri, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 novembre 2019, numero 48 (Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria)”.
Cedo la parola al relatore, consigliere Neri, per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente.
La presente proposta di legge è volta a modificare alcuni articoli della legge regionale 29 novembre 2019, numero 48, al fine di renderla maggiormente rispondente alle esigenze degli operatori del settore.
L’intervento di novellazione propone, in particolare, il ripristino delle definizioni e la previsione di un articolato ad hoc dedicato alla disciplina del Centro servizi, del Consorzio e della Società consortile operanti nel settore funebre, recependo le istanze del territorio.
Presidente, nasce dalla necessità di regolamentare il settore perché questa legge è stata falcidiata più volte dalla Corte costituzionale; quindi, interveniamo proponendo tutta una serie di modifiche per rendere la legge più fruibile da parte degli operatori e per consentire a chi è nel settore di fare degli investimenti, certo di avere un supporto normativo stabile e duraturo nel tempo. Grazie.
Ci sono interventi? Non ci sono interventi.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Articolo 4
(È
approvato)
All’articolo 5 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15277/A02 a firma del consigliere Neri, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
All'articolo 5, è eliminato il seguente periodo: “, anche in qualità di soli soci,” e, dopo le parole “associazioni di volontariato.” è aggiunto il seguente periodo: “Le attività in essere devono adeguarsi alle disposizioni previste dal presente articolo entro il 31 dicembre 2023”.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A02.
L'emendamento è approvato.
Articolo 5
(È approvato
così come emendato)
All’articolo 6 sono pervenuti degli emendamenti. Iniziamo dall'esame dell'emendamento protocollo numero 15277/A06 a firma del consigliere Neri, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Presidente, all'articolo 8, comma 9, le parole “31 dicembre 2023” sono sostituite con le seguenti: “28 febbraio 2024”.
Presidente, sottolineo che nel depositare l'emendamento, per errore, è stato scritto 28 febbraio 2023.
Concluso, collega Neri?
Presidente, ripeto, 28 febbraio 2024.
Va bene. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A06.
L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 15277/A04 a firma del consigliere Neri, che apporta modifiche ai numeri 3) e 4) del comma 2 dell’introducendo l’articolo 8-bis, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Presidente, ai numeri 3) e 4) del comma 2 dell’articolo 8-bis, inserito nella legge regionale 48/2019 dall’articolo 6 della proposta di legge numero 168/12^, la parola “tre” è sostituita dalla seguente: “due”. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A04.
L'emendamento è approvato.
Passiamo all'emendamento protocollo numero 15277/A07 a firma del consigliere Neri, che apporta modifiche al comma 4 dell'introducendo articolo 8-bis, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. All'articolo 8-bis, comma 4, le parole “30 settembre 2023” sono sostituite con le parole “30 novembre 2023”.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A07.
L'emendamento è approvato.
Articolo 6
(È approvato così come emendato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È
approvato)
All’articolo 9 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15277/A03 a firma del consigliere Neri, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
All'articolo 9, comma 1, lettera c), volto ad aggiungere il comma 7 all’articolo 13 della legge regionale 48/2019, le parole “30 aprile 2023” sono sostituite con le parole “31 luglio 2023” e le parole “di cui all’articolo 8-bis”, alla fine della lettera a), sono sostituite dalle seguenti: “di cui all’articolo 13-bis”.
Presidente, preciso che per ogni emendamento presentato non esiste e non deriveranno oneri a carico del bilancio regionale.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A03.
L'emendamento è approvato.
Articolo 9
(È approvato così come emendato)
Dopo l'articolo 9 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 15277/A05 a firma del consigliere Neri, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. In questo caso istituiamo un nuovo articolo dopo l'articolo 9. Sostanzialmente indichiamo quali sono i requisiti strutturali delle case funerarie, disciplinandole, descrivendo e indicando quali sono i requisiti strutturali delle case funerarie. Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 15277/A05.
L'emendamento è approvato, pertanto è inserito un nuovo articolo.
Articolo 10
(È
approvato)
Articolo 11
(È
approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo all’esame della proposta di provvedimento amministrativo numero 126/12^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2022, della relazione sulla gestione 2022 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi”. Cedo la parola al consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta di provvedimento amministrativo l’Assemblea è chiamata ad approvare il rendiconto del Consiglio regionale relativo all'esercizio finanziario 2022, la relazione sulla gestione dell'esercizio 2022 ed il Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi.
Al 31 dicembre 2022 risultano iscritti alla contabilità del Consiglio: residui attivi, per euro 31.088.830,14; residui passivi, per euro 6.669.118,20; fondo cassa, per euro 27.982.108,60.
L'avanzo di amministrazione alla data del 31 dicembre 2022 è risultato pari ad euro 43.539.112,09 e risulta essere così ripartito: avanzo vincolato euro 11.213.574,24, tali i vincoli derivanti dall'applicazione di leggi statali; avanzo accantonato euro 6.447.051,76 (per fondo contenzioso, passività potenziali, fondo crediti di dubbia esigibilità, eccetera); avanzo destinato agli investimenti euro 12.134.690,53 (per interventi di riqualificazione di Palazzo Campanella e altre spese destinate ad investimento); avanzo libero euro 13.743.795,56.
La quota libera del risultato di amministrazione potrà essere utilizzata, dopo l'approvazione da parte del Consiglio regionale del rendiconto e contestualmente alle verifiche degli equilibri di bilancio, per la finalità previste dalla legge.
Le risultanze del rendiconto del Consiglio regionale della Calabria confluiranno nel bilancio consolidato della Regione Calabria, in ottemperanza alle disposizioni contenute nell'Allegato del Decreto legislativo numero 118 del 2011.
Sul presente provvedimento la Commissione speciale di vigilanza, nella seduta del 25 luglio 2023, ha approvato la relazione prevista nell'articolo 110, comma 1, lettera c) del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale.
Il Collegio dei Revisori dei conti con verbale numero 40 del 19 luglio 2023 ha espresso parere favorevole.
Grazie, consigliere Cirillo. Non ci sono altri interventi.
Passiamo all’esame e votazione del provvedimento. Prendiamo atto del parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti e della relazione della Commissione speciale di vigilanza.
Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso che è approvato.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in
Allegati)
Passiamo al quinto punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di provvedimento amministrativo numero 127/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione ‘Indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell'offerta formativa - Linee Guida per il triennio 2024/2025 – 2026/2027’”.
Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Il provvedimento giunge in Consiglio dopo un iter molto corposo e non poteva essere altrimenti dato il tema delicato e di vitale importanza che stiamo trattando questa sera: parliamo del mondo della scuola che rappresenta il futuro dei nostri giovani e dei nostri territori.
Si tratta di un'azione amministrativa fortemente voluta dal presidente Occhiuto e portata avanti con grande capacità e caparbietà dal vicepresidente Princi in sinergia, naturalmente, con il Dipartimento istruzione, formazione e pari opportunità, che non esito a definire fondamentale per tre ordini di motivi.
Il primo motivo è la temporalità. Il Governo regionale interviene, finalmente, dopo più di un decennio a mettere ordine nel sistema scolastico regionale, se noi pensiamo che l'ultimo dimensionamento risale al 2012, mentre in provincia di Cosenza risaliamo addirittura al 2008. Questa inazione non ci ha permesso di organizzarci e di metterci soprattutto al passo con i cambiamenti e, infatti, ci ritroviamo con la legge di bilancio la numero 197 del 2022, che sopprime 79 autonomie scolastiche entro l'anno scolastico 2024/2025, di cui 14 in provincia di Catanzaro, 29 in provincia di Cosenza, 8 in provincia di Crotone, 11 in provincia di Vibo Valentia e 17 in provincia di Reggio Calabria.
L'altro elemento è rappresentato dalla concertazione.
Il provvedimento che andiamo ad approvare oggi nasce da un rapporto costante di interlocuzione non soltanto con gli Enti locali ma anche e soprattutto con le sigle sindacali, dalle quali è giunto un plauso bipartisan per un lavoro che è stato enorme – grazie, vicepresidente Giusy Princi - e faticoso, ma che finalmente – dico: finalmente - ci permetterà di riorganizzare la rete scolastica in maniera ottimale e di implementare soprattutto l'offerta formativa guardando quella che è la crescita e lo sviluppo dei territori.
Ci tengo a sottolineare che per questo lavoro abbiamo ricevuto i complimenti anche da altre Regioni, sia di centrodestra sia di centrosinistra, a conferma questo della bontà della direzione intrapresa.
L’altro elemento è rappresentato dalla salvaguardia dei territori, elemento questo di fondamentale importanza.
C'è da fare subito una prima precisazione: i criteri che sono contenuti in questo provvedimento rientrano nelle indicazioni già date dal Governo Draghi per accedere ai Fondi del PNRR. Governo sostenuto anche dal Partito Democratico che, dunque, ha già approvato gli indirizzi riportati oggi nel testo in esame.
Poi, prima di entrare nel merito, c'è da fare una seconda precisazione: quello che stiamo esaminando e approvando oggi in Consiglio non è il Piano di riorganizzazione e su questo non bisogna fare, assolutamente, confusione. Tale provvedimento contiene i criteri per l'ottimizzazione dell'attuale assetto organizzativo della rete scolastica e dell'offerta formativa erogata dalle scuole presenti sul territorio regionale, nonché le modalità procedimentali per perseguirla.
Come abbiamo detto, la Legge di bilancio ha ridisegnato l'assetto regionale, portando da 360 a 281 autonomie scolastiche. Inoltre, dall'anno scolastico 2023/2024, vengono meno le deroghe applicate in periodo di Covid per cui i parametri per calcolare le scuole autonome, con dirigente e direttore amministrativo, sarebbero stati 600 su 400, e avrebbero quindi determinato la soppressione – dico: avrebbero determinato la soppressione - di tutti gli Istituti scolastici con una popolazione sotto i 600 studenti e sotto i 400 nei Comuni in deroga. Per Comuni in deroga, naturalmente, intendiamo i Comuni montani e con minoranze linguistiche. Sulla base di tale criterio, invece, molti Istituti scolastici delle zone di montagna e delle aree interne, che attualmente hanno meno di 400 alunni, sarebbero stati soppressi o destinati alle reggenze. I nuovi criteri che noi stiamo adottando, frutto del lavoro che è stato portato avanti - lo dico con grande senso di orgoglio - dall'assessore Princi e dal Dipartimento, prevedono, invece, come soglie: 1000 come numero massimo di studenti per avere un'autonomia e 600 come numero minimo.
Ma - questo è il dato importante - il provvedimento ci permette di avere la possibilità di derogare ai numeri in base alle analisi del territorio di riferimento e pertanto di salvaguardare quelle aree che si presentano particolarmente svantaggiate che altrimenti sarebbero state a rischio di soppressione.
Le Province e la Città metropolitana, nel formulare alla Regione la propria proposta di riorganizzazione della rete scolastica, fermo restando il numero di autonomie calcolate sulla base del contingente assegnato, potranno adottare le necessarie compensazioni sulla base dei seguenti criteri: nelle aree scarsamente popolate, nelle aree periferiche e che si caratterizzano per condizioni di particolare isolamento si può tendere a costituire/mantenere autonomie scolastiche con un numero di almeno 600 alunni; nelle aree ad alta densità demografica, in particolare nei Comuni capoluogo e nei Comuni superiori ai 15.000 abitanti, si può tendere a costituire/mantenere autonomie scolastiche con un numero di almeno 1.000 alunni.
Sarà possibile, inoltre, sempre in virtù del criterio compensativo, costituire e mantenere autonomie con un numero di alunni differenti rispetto ai parametri numerici sopra esposti nei seguenti casi: inferiore a 600, per tutelare i territori particolarmente fragili da un punto di vista socioeconomico, isolati e inaccessibili; superiori alle 1000 unità nelle aree ad alta densità abitativa o centri urbani.
Vorrei prendere come esempio, un caso recentissimo, quello del Comune di Longobucco. Se ci si fosse basati solo sui meri indicatori numerici, quella comunità avrebbe perso un Istituto scolastico e le famiglie degli studenti avrebbero dovuto sobbarcarsi spostamenti quotidiani in altre città per garantire l'istruzione ai propri figli. Avendo, invece, la possibilità di valutare oggettivamente le casistiche, dato il grosso problema di mobilità che affligge il Comune di Longobucco e il suo circondario si è potuti andare in deroga e mantenere aperto l'Istituto.
Questa è la portata epocale del provvedimento: la salvaguardia delle aree interne, delle aree penalizzate, delle aree che hanno bisogno di sentire, finalmente dopo 12 anni, le Istituzioni vicino. La normativa punta proprio ad armonizzare la distribuzione delle Istituzioni scolastiche a livello territoriale sulla base della densità abitativa, degli sviluppi demografici della popolazione scolastica nel breve periodo e delle caratteristiche del territorio, del disagio socioeconomico e della povertà educativa.
Inoltre, attraverso l'Osservatorio regionale per il diritto all'istruzione e il diritto allo studio, voluto dalla Regione Calabria, Settore istruzione, sarà fruibile una lettura georeferenziata del territorio che permetterà alle Province, alle Città Metropolitane e a ciascun Comune di individuare le aree territoriali e scolastiche con maggior disagio e rischio di dispersione scolastica.
Nelle Linee guida operative, vengono, inoltre, fornite agli Enti locali sia indicatori di contesto, che consentono di individuare le aree maggiormente critiche, sia informazioni aggiornate sulla rete scolastica, sulle singole Istituzioni scolastiche e sui PES - Punti di erogazione dei servizi.
Le Province, le Città Metropolitane, nel formulare alla Regione la propria proposta di riorganizzazione della rete scolastica, dovranno assicurare che il numero complessivo delle autonomie corrisponda al contingente organico assegnato a ciascuna Provincia e Città Metropolitana.
Qual è l'obiettivo che viene perseguito dalla Regione Calabria? È quello di promuovere dei processi di intesa con le Istituzioni scolastiche e territoriali, permettere di realizzare programmi ed interventi che siano volti a contrastare la povertà educativa, l'abbandono scolastico, la dispersione implicita ed esplicita, promuovere ed accompagnare la costituzione di Poli per l'infanzia, ridurre i divari territoriali nel primo e nel secondo ciclo.
Il provvedimento, quindi, ha un duplice scopo: da un lato stabilisce i criteri su cui si dovrà basare la riorganizzazione della rete scolastica, dall'altro mira ambiziosamente a implementare e migliorare qualitativamente l'offerta formativa, che sarà confrontata con l'offerta degli Istituti Tecnici Superiori e dei Poli Tecnici Professionali e programmare, anche, alla luce della riforma che è stata inserita all'interno del PNRR.
La curvatura dell'offerta formativa sarà data soprattutto da che cosa? Dallo studio di quelle che sono le peculiarità e le vocazioni del territorio, questi saranno i punti di forza e di sviluppo che dovranno essere rafforzati attraverso la formazione specializzata. In tal modo avremo degli Istituti che saranno confacenti alle reali esigenze produttive, che saranno capaci di offrire agli studenti un pacchetto di competenze in grado di garantire loro un futuro e ai territori soprattutto una crescita produttiva e costante.
Io vorrei fare l'esempio di un grande Polo Tecnico che potrà nascere proprio nella nostra città, consigliere Graziano, nella città di Corigliano-Rossano, dove attraverso l’accorpamento avremo la possibilità di avere uno dei più grandi Poli Tecnici perché andremo ad accorpare l'Istituto Agrario, Alberghiero, del Turismo, l'Istituto Nautico, il Geometra, gli Istituti professionali; sono quegli Istituti che saranno legati a quelle che sono le vocazioni del territorio, a quelle che sono le peculiarità, perché i nostri studenti dovranno avere delle competenze qualificate, che siano legate a quelle che sono le specificità del territorio.
Il provvedimento, naturalmente, non comporta oneri a carico del bilancio annuale e pluriennale.
La nostra Regione, purtroppo, ha numeri poco positivi riguardo all’abbandono scolastico e una società che non investe nella scuola è una società che non cresce e non migliora.
In questa ottica, le linee guida vogliono tracciare un binario stabile che è mancato per troppo tempo e lo stallo nei settori più importanti genera soltanto delle problematiche che vanno sicuramente nella direzione contraria al cambiamento.
Investire sul mondo della scuola significa investire sul futuro di tutti noi e della nostra terra. Obiettivo di questo Governo regionale, guidato dal presidente Occhiuto, è lavorare a riforme importanti, riforme che producano un cambiamento in ogni Settore e che migliorano la vita dei calabresi, e quello di oggi ne è un esempio.
Oggi, con questo provvedimento, andiamo a gettare le basi del nuovo dimensionamento scolastico che fortificherà il nostro sistema di istruzione, lo renderà più sicuro, lo renderà più attrattivo, più efficiente, più funzionale. Oggi costruiamo un altro pezzo di futuro per i nostri ragazzi, consapevoli del fatto che ad una migliore offerta formativa corrisponde una vita migliore, ed è esattamente per fare questo che la gente ci ha dato la fiducia e noi a questa fiducia non possiamo e non dobbiamo venire meno.
L'istruzione è il grande motore dello sviluppo personale, è l'arma più potente che si può utilizzare per cambiare il mondo. Un bambino, un'insegnante, un libro, una penna, possono e devono cambiare il mondo.
Grazie, consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Presidente, ritengo che questo sia, forse, il punto più importante della seduta odierna, ancora più di quello dei Consorzi.
Devo dire che, onestamente, mi sembra paradossale il ragionamento che ha fatto la consigliera Straface, la quale parte da una premessa: dalla difesa della scuola come motore dello sviluppo e come necessità per questa Regione di uscire dall'isolamento in cui si trova. Poi, però, va a esaltare un Piano di dimensionamento scolastico che, in realtà, va su tutt'altra strada.
Io avrei capito se le argomentazioni fossero state diverse e cioè: “Di fronte a una legge di bilancio che ci mette dei paletti così rigidi, con la pressione dell'Unione Europea, noi abbiamo fatto il possibile”. Avrei capito un intervento di questo genere, ma addirittura esaltare come riforma epocale un Piano che si chiama dimensionamento, ma in realtà effettua tagli sulla scuola pubblica, veramente lo trovo paradossale e surreale. E non lo dico io, lo dice il Sole 24 ore: “Il piano di dimensionamento scolastico con i numeri scelti nella legge di bilancio del Governo colpirà per il 70 per cento le Regioni meridionali”. Questo lo dice il Sole 24 ore.
Quando i tagli colpiscono al 70 per cento le Regioni meridionali - purtroppo la crisi demografica anche dei nostri studenti, fa incidere in questi termini sulle nostre Regioni - non posso che essere preoccupato; anzi, mi sarei aspettato che questo Governo regionale, al pari delle altre Regioni meridionali, al di là di ogni posizione politica di ciascuno, avesse impugnato alla Corte costituzionale il provvedimento stesso, la legge di bilancio in materia di competenza; l'ha fatto De Luca in Campania, lo sta facendo la Puglia, l'ha fatto l'Emilia Romagna, l'ha fatto la Toscana. Noi non abbiamo seguito quella strada, non abbiamo detto che questo è un taglio alla scuola pubblica, un colpo di grazia che diamo alla scuola pubblica. No! Cosa facciamo? Quasi, quasi esaltiamo i numeri che ci vengono dati e diciamo quasi che questa è una cosa buona per la Calabria.
Quando si taglia sulla scuola pubblica non è mai una cosa buona.
E il problema qua non riguarda solo le dirigenze e le Segreterie. Ho visto - tra l'altro sono figlio di insegnanti e conosco la storia - l'Istituto comprensivo, ad esempio, di Vallelonga, che è nella mia Provincia, che attualmente comprende: per la primaria, Brognaturo, Capistrano, Monterosso, Pizzoni, San Nicola da Crissa, Simbario, Spadola, Vallelonga, Vazzano; per la scuola di secondo grado, Capistrano, Monterosso, Pizzoni, San Nicola; cioè 13 sezioni e 30 classi di scuola.
Ma, secondo voi, accorpare le scuole in posti così difficili, anche di accesso, per un Dirigente scolastico è una cosa buona? È una riforma epocale? Secondo me noi avremmo dovuto difendere fino in fondo l'idea che sulla scuola non si può fare risparmio, anche se lo dice l'Europa, anche se lo dice il PNRR. Noi dovevamo sostenere il principio che sulla scuola non si può fare economia. Noi questo abbiamo: la scuola.
E la scuola è l'unica arma per far uscire la Calabria dalla difficoltà, dall'isolamento, dalla povertà culturale e anche dalla povertà economica in cui si trova.
Invece ho apprezzato il lavoro scientifico - si vede che c'è un lavoro scientifico dietro - e non voglio attaccare chi non ha responsabilità; cioè io capisco che l'Assessore ha avuto una serie di difficoltà nel trovare una compensazione a dei criteri numerici, ragionieristici che penalizzano la Calabria; questo lo capisco, però, Assessore, - ho avuto modo di confrontarmi anche con persone del Settore, come lo è lei – benché comprenda l'accorpamento delle Dirigenze - non lo condivido - che è frutto di una logica imposta che non condivido, avrei preferito che la Calabria avesse lo stesso atteggiamento del Meridione, perché questo colpisce la scuola pubblica del Meridione.
Ma anche e, soprattutto, io sono preoccupato, Assessore, perché i parametri per la riorganizzazione dei punti di erogazione del servizio. Qua non parliamo più di Presidi e Segretari delle scuole, parliamo proprio delle scuole vere e proprie, parliamo proprio dei plessi scolastici nei Comuni. Qui noi diamo dei criteri, Assessore, e cioè per i punti di erogazione del servizio noi prevediamo una soglia minima di iscrizione e una soglia minima in deroga. Lei nelle Linee guida cita un DPR del 2009, io sono andato a vedere questo DPR ma non mi pare che esso introduca questi criteri di soglia minima e di soglia minima in deroga; queste sono discrezionalità della politica, è una scelta politica che nelle Linee guida lei ha inserito.
Assessore, secondo me, con le soglie minime in deroga che lei ha stabilito, con questo tipo di criteri, sono convinto che tantissimi Comuni perderanno scuole del primo ciclo di istruzione. Non mi riferisco alle scuole secondarie che ogni Comune può avere, ovviamente, mi riferisco al primo ciclo di istruzione.
Se lei prevede la deroga e stabilisce dei criteri rigidi di deroga relativamente soltanto ai plessi montani o nei plessi ubicati in territori particolarmente isolati oppure il criterio dei tempi di percorrenza, lei non sta introducendo, come deroga, la possibilità che i Comuni, anche se non sono montani, possano salvare la propria scuola. E, se i Comuni, pur avendo un Comune vicino con un plesso scolastico di un ciclo primario, in relazione a questi criteri, vedono scomparire la propria Istituzione scolastica in quel territorio, è un fallimento dello Stato, è un fallimento della politica, è un fallimento di tutti noi.
Senza una scuola un Comune non può esistere, viene meno anche la sua funzione basilare. E poi, Assessore, noi viviamo in una Regione in cui i trasporti sono veramente scarsi, abbiamo difficoltà nell'erogazione del trasporto pubblico. Come pensiamo che i bambini possano essere trasportati da un Comune all'altro?! Parlo di bambini molto piccoli, ovviamente.
Il costo sociale di questa operazione è enorme, così come è alto il costo sociale della dispersione scolastica che la Calabria ha; infatti, è tra le prime Regioni di questo Paese, purtroppo, per dispersione scolastica.
Le chiedo, Assessore, nel rivedere le Linee guida, di prendere in considerazione come soglia in deroga anche i Comuni in cui, in relazione a questi criteri, si perde il Plesso scolastico, indipendentemente se essi siano montani o meno; altrimenti, vedrete quante scuole noi perderemo in Calabria e, quando avremo meno scuole, altro che riforma epocale, altro che riforma di efficientamento del servizio, andatelo poi a spiegare ai cittadini di quei Comuni che si vedranno privati della propria scuola.
Attenzione, quindi, capisco le difficoltà, capisco le maglie rigide in cui ci troviamo, ma ci stiamo muovendo su un terreno molto delicato. Mi affido, pertanto, alla sensibilità politica di chi è ancora in tempo per potere rendere queste Linee guida più elastiche, forse più flessibili, anche in deroga, rispetto a tante situazioni che in Calabria vi sono. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Iacucci. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Colleghi, componenti della Giunta - il presidente Occhiuto è andato via - oggi noi siamo chiamati a votare le Linee guida della Regione Calabria per la riorganizzazione della rete scolastica, alla luce dell'assetto normativo delineato dalla legge di bilancio nazionale.
Il Piano nazionale varato dal governo Meloni, con legge del 29/12/2022, a partire dall'anno scolastico 2024/2025, comporterà forti e drammatici tagli dal mondo della scuola. L'approvazione delle Linee guide è una fase del provvedimento attuativo di un Piano nazionale ingiusto e discriminante verso il Mezzogiorno e la Calabria.
L'accorpamento degli Istituti si configura come un vero e proprio taglio che, ancora una volta, andrà a colpire le Regioni e i territori più deboli, incentivando lo spopolamento dei piccoli centri e finendo per incrementare i divari territoriali. Si tratta di una scelta precisa, in continuità con quanto già realizzato in passato: un accanimento dettato da una visione deformata ed economicistica della scuola.
L'ultima finanziaria produrrà, come ha spiegato il Ministro dell'istruzione, Valditara, risparmi che andranno da 5,4 milioni di euro nel 2024 a 88 milioni di euro nel 2032. Come si può considerare questa una vittoria o un investimento sulla scuola pubblica?
Un dimensionamento così perseguito, attraverso la diminuzione di figure centrali quali quelle del Dirigente scolastico e del Direttore dei servizi generali e amministrativi e per il tramite di numerosi accorpamenti, basato su finalità restrittive e su un'economia di risparmio, rischia di essere fortemente divisivo e comporta inevitabilmente una sensibile riduzione delle Istituzioni scolastiche, con gravi conseguenze sulla vita di studenti e studentesse. Come fu per la riforma Gentile, illo tempore, e al netto della coperta corta, che ha caratterizzato l'ultima legge di bilancio, si tratta comunque dell'ennesima razionalizzazione miope e di corto respiro.
Come ha spiegato il Presidente di ANIEF: “Il dimensionamento scolastico deve essere rivisto perché va contro le stesse Linee guida del PNRR, che intendono superare il vecchio rapporto numero di alunni per classe per giungere a un servizio più legato ai risultati. Per garantire il successo formativo bisogna aumentare le sedi di Presidenza, drasticamente ridotte già di un terzo negli ultimi 10 anni, nonostante rappresentino un presidio dello Stato, e assegnare docenti alle classi in base ai reali fabbisogni e alle sfide educative”.
Le fusioni saranno concentrate per il 70 per cento nel Mezzogiorno a causa del calo demografico, dell'emigrazione e di una situazione preesistente più complessa. La più penalizzata dovrebbe essere la Campania con circa 150 fusioni, segue la Sicilia con 109, la Calabria con 79, la Puglia 66, la Sardegna 45, il Lazio 37. In valori percentuali, però, la più penalizzata è la Basilicata e a seguire è la Calabria.
È vero che il calo demografico è una triste realtà di tutto il Paese, ma proprio il decremento demografico, invocato come causa prima e ragione strutturale nelle esigenze del dimensionamento, poteva e doveva, viceversa, costituire l'occasione per sdoppiare le classi, affrontare finalmente il problema delle classi sovraffollate, cosiddette classi pollaio, riducendo il numero degli alunni per singola classe, e aumentare l'organico docente e ATA, reintegrando l'organico aggiuntivo del periodo Covid.
Il calo demografico non si affronta tagliando i servizi, semmai aumentandoli!
È vero, come ha sottolineato la vicepresidente Princi, che è sicuramente un'autorevole, apprezzata dirigente scolastica, che le Regioni non hanno competenze sul numero delle autonomie regionali che vengono, invece, definite dal Ministero, ma ci saremmo aspettati almeno un tentativo per impedire quanto avverrà dal prossimo anno scolastico.
D'altra parte, non è accettabile che il Governo si giustifichi dicendo: “Ce lo chiede l'Europa” e la Regione si giustifichi dicendo: “Ce lo impone il Governo”.
Nello specifico, nella nostra Regione si perderanno 29 autonomie nella provincia di Cosenza, 14 a Catanzaro, 8 a Crotone, 17 a Reggio Calabria, 11 a Vibo Valentia.
Di fronte a una scure così impietosa ancora una volta i vertici della Regione tacciono.
E mentre Campania, Puglia, Emilia-Romagna, Toscana hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, Sardegna e Abruzzo hanno protestato nella Conferenza Stato-Regioni, la Calabria china la testa dinanzi al diktat del Governo, anche quando a rimetterci sono i cittadini calabresi, i nostri giovani, il nostro sistema educativo.
Questa accettazione supina da parte dell'esecutivo calabrese di provvedimenti che ci danneggiano non ci è nuova, lo abbiamo visto anche con il disegno di legge Calderoli sull'autonomia differenziata, eppure, ogni volta che avviene un così palese appiattimento su posizioni governative e chiaramente antimeridionaliste, mi chiedo se non si stia tradendo il mandato degli elettori calabresi.
Sono gli interessi dei calabresi che dovremmo tutelare, battendoci tutti insieme, maggioranza e opposizione; eppure, quando si tratta di alzare la voce, tutelare gli interessi del Mezzogiorno e della Calabria, si preferisce chinare la testa.
Ci saremmo aspettati che nelle sedi di confronto con il Governo qualcuno avesse provato a sollevare questi argomenti e a difendere la nostra Regione; avevamo chiesto alla Giunta regionale e al suo Presidente - credo che sia importante ribadirlo - come Consiglio regionale - lo ricordiamo - tutti uniti, maggioranza e opposizione, con un ordine del giorno, votato all'unanimità nella venticinquesima seduta del 20 aprile scorso, di impegnarsi in tutte le sedi istituzionali per contrastare le norme nazionali.
In che modo la Giunta ha dato seguito a questa richiesta unanime del Consiglio? Neanche davanti ad una mozione bipartisan ci si è sentiti come Giunta in dovere di attivarsi per come richiesto. Ancora una volta, il Consiglio regionale è rimasto inascoltato e considerato marginale e quell'ordine del giorno è stato totalmente disatteso.
Nell'ultima Conferenza Stato-Regioni sull'argomento, solo 5 Regioni hanno espresso voto contrario e 4, come ho già detto, hanno presentato ricorso per lesione delle competenze regionali in materia di istruzione e autonomia scolastica, denunciando i gravi rischi che le norme introdotte rischiano di produrre sul sistema di istruzione, soprattutto nei territori fragili. Anche in questo caso, la Calabria e il suo Presidente muti e servili.
Tuttavia, non è questa oggi la sede per numerare i danni che questo Governo sta arrecando al Paese e al Mezzogiorno, ma sicuramente la questione del dimensionamento scolastico non è una battaglia di bandiera. Si tratta di fatti concreti che incideranno sulla vita quotidiana dei calabresi e penalizzeranno i territori già più fragili, con una forte riduzione del diritto allo studio: a venire accorpate per prime saranno le piccole scuole dei nostri Comuni montani e dell'entroterra poco collegati. Immaginate il danno che si arreca ad una famiglia che deve mandare i figli nella scuola di un Comune più grande, non raggiungibile dal piccolo centro con mezzi di trasporto pubblici. In questo sarà accompagnato l'accorpamento e la chiusura delle scuole nei piccoli Comuni, con un Piano anche di servizio pubblico degli scuolabus che consentono di raggiungere questi luoghi con più facilità. Ci saranno famiglie che non potranno permettersi di garantire il diritto allo studio ai propri figli e, a un certo punto, si arrenderanno, aumentando la dispersione scolastica, oppure saranno costretti a trasferirsi nei centri più grandi, accentuando lo spopolamento dei piccoli borghi.
In ogni caso una sconfitta per tutti noi.
Ma non solo, l'eventuale perdita di autonomie scolastiche comporterebbe la perdita di tanti posti di lavoro, come giustamente ha fatto rilevare la CGIL, di cui condividiamo totalmente il documento e i rilievi mossi. Si stima che saranno centinaia i posti di lavoro persi tra personale di segreteria e DSGA. Mi chiedo e vi chiedo: possiamo reggere il danno sociale che ne deriverebbe?
Ma non solo, Istituti accorpati significano difficoltà organizzative e gestionali per i Dirigenti scolastici che non riuscirebbero a garantire la necessaria presenza nei vari Istituti. Né tantomeno con simili tagli nei prossimi 3 anni si potranno avere immissioni in ruolo di nuovi dirigenti scolastici. Una dirigente scolastica sarda ha chiesto ironicamente al Ministro Valditara di venire commissariata perché, dal 2024, si troverebbe a dover gestire dislocati plessi in 40 Comuni diversi. Questo già succede anche in Calabria, in provincia di Cosenza: l'autonomia scolastica di Mangone è formata da più di 1000 alunni, dislocati in più di 10 Comuni. Con l'accorpamento previsto, tante saranno le situazioni analoghe a quelle sarde e a quelle di Mangone.
Venendo al provvedimento oggi in esame, è chiaro che qualunque programmazione, anche la migliore, non può non venire inficiata da tagli così significativi come quelli imposti dal Governo.
Bisogna dare atto che, in qualche modo, nelle Linee guida regionali si cerca di aggirare l'ostacolo; infatti, al punto 3.1.1, con l'istituzione di un criterio compensativo, si prevede di mantenere le autonomie scolastiche nelle aree più periferiche fino a 600 alunni “per tutelare” - dicono le Linee guida – “territori particolarmente fragili dal punto di vista socio-economico, isolati e inaccessibili”. Tuttavia, nelle stesse Linee guida si è tenuto a precisare: “fermo restando il numero di autonomie calcolate sulla base del contingente assegnate dal Ministero a livello regionale e ribaltate a livello provinciale”.
Pur volendo dare merito, sia all'assessore Princi sia all'Osservatorio per il diritto allo studio, di aver individuato un'espediente che potrebbe tutelare le aree disagiate, nulla cambia sul fronte delle autonomie che verranno perse e allo stesso tempo si verrebbero a creare Istituti strapieni con poco personale.
Se poi si considera che, su 360 autonomie attuali, 27 sono sottodimensionate e 47 sono in deroga, appare difficile che il criterio compensativo 600 e 1000 possa funzionare nella realtà. Ovviamente, ce lo auguriamo ma temiamo non sarà sufficiente.
Proprio in questa sede, qualche giorno fa, il Corecom presentava un allarmante report sulla povertà educativa. Nella nostra Regione, più del 60 per cento degli studenti non raggiunge il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70 per cento; l'abbandono scolastico si attesta al 14 per cento, ampiamente al di sopra della media nazionale, e su 5 giovani sotto i 30 anni ben 3 non lavorano e non studiano. Questi dati, già preoccupanti, si intrecciano con quelli relativi alla Povertà Educativa Digitale, vero e proprio banco di prova delle generazioni future. Un divario digitale, che rappresenta un'ulteriore dimensione della povertà e che alimenta e acuisce il fenomeno della povertà educativa. La Calabria è la regione con il minor numero di famiglie collegate a Internet, la regione in cui le famiglie non possono garantire ai giovani computer adeguati e connessioni veloci e nelle scuole non è garantita la presenza di PC e tablet.
In Calabria non possiamo permetterci di arretrare ancora di più e non possiamo, in tutta coscienza, votare questo provvedimento.
Concludendo, la vicepresidente Princi ha voluto ribattere ad un comunicato del gruppo consiliare del PD di cui faccio parte, in cui esprimevamo le nostre preoccupazioni, asserendo “che la scuola deve essere tutelata e salvaguardata da tutti perché ha già pagato lo scotto di una politica che non si è mai assunta la responsabilità”. Con assoluto rispetto, questo invito andrebbe rivolto agli esponenti del governo della sua stessa area politica.
Ha, inoltre, sostenuto che dal 2012 non viene varato un Piano di dimensionamento. Ci tengo a precisare che - io sono stato Presidente della provincia di Cosenza - la provincia di Cosenza ha sempre presentato il suo Piano di dimensionamento nei tempi stabiliti dalla norma, recependo le richieste e le esigenze dei territori e degli Istituti scolasti, confrontandosi con tutti gli attori del variegato mondo scolastico, a cominciare proprio dalle sigle sindacali, dagli Enti locali, dai dirigenti scolastici. È singolare che, dopo 4 anni di Governo regionale del centrodestra, ci si possa continuare a nascondere dietro gli errori, che certo sono stati fatti, del passato.
L'assunzione di responsabilità ora tocca a noi, a tutti noi. E siccome
so che l'assessore Princi ha veramente e convintamente a cuore la scuola
calabrese, chiedo a lei e al presidente Occhiuto di fermarsi e di impugnare il provvedimento
del Governo. Adottiamo qualunque atto necessario perché si rivedano i tagli
compiuti nella legge di bilancio 2023, chiedendo di investire in conoscenza e
formazione, in qualità e quantità dell'insegnamento e dell'offerta formativa,
nell'istruzione come ascensore sociale per tutti i giovani. Facciamo questa
battaglia insieme per il futuro della scuola e degli studenti calabresi che un
giorno ci giudicheranno per quanto abbiamo fatto.
Secondo Calamandrei, la scuola è un organo "costituzionale" come
il Governo, il Parlamento e la magistratura e ha il compito non di generare
risparmi per le casse dello Stato, ma di educare i nostri figli e i nostri nipoti
che non sono numeri, ma cittadini del domani. Per questo motivo, per questi
motivi, il gruppo del PD voterà contro il punto all'ordine del giorno. Grazie.
Grazie, collega Iacucci. Ha chiesto di
intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sarò molto breve perché tanti spunti importanti sono
stati già dettagliati negli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto. Quello
che voglio sottolineare è che questo tema del dimensionamento scolastico,
centrato fondamentalmente su aspetti di natura economica e sulla denatalità, è
in realtà un attacco al cuore del futuro della nostra nazione e ancora di più
di queste nostre regioni così deboli e così fragili. La scuola - è stato
ribadito in maniera molto precisa e del resto penso che voi ne siate tutti
consapevoli - è veramente il pilastro fondamentale su cui si costruiscono le
società, si costruisce il tutto, si costruiscono le vite e il destino delle
persone. La scuola ha il compito fondamentale di evitare la desertificazione
culturale e, a seguito di una desertificazione culturale che coglie la nostra
regione in pieno, anche la desertificazione delle popolazioni.
La nostra è una terra che se ne sta andando, nonostante i pochi migranti
che arrivano e tentano di restare. E questa situazione è molto peggiorata dopo
il Covid. Nulla è più uguale dopo il Covid e di questo forse il nostro Governo
- è anche il mio Governo, purtroppo - non se ne sta rendendo conto e taglia. Che
cosa? Taglia dove ci sono situazioni che devono essere protette, taglia
soprattutto nelle regioni del Sud, fragilissime, con dispersione scolastica - l'abbiamo
sentito - percepita al 14 per cento, con i test Invalsi più bassi d'Italia, con
il numero di neet più alto - siamo il 28,3 per cento - con le persone
che si laureano solamente se hanno delle famiglie già di cultura dietro.
Difatti, solamente l’8 per cento dei ragazzi le cui famiglie non abbiano già dei
laureati arrivano a laurearsi.
Quindi, le fragilità si sommano alle fragilità: se c'è una fragilità
scolastica e se c'è una povertà culturale, c'è una povertà economica e, se
questo viene messo insieme, c'è un pessimo utilizzo dei servizi sanitari e
manca la salute, perché le persone povere da un punto di vista culturale non sanno
salvaguardarsi e hanno il peggiore utilizzo dei servizi sanitari.
Quindi, la domanda che mi faccio, ma che vi faccio, è esattamente: c'è
un bisogno fortissimo di scuola - noi abbiamo un bisogno fortissimo di scuola
-, non di dimensionamenti, non di tagli, il Governo invece risponde in questa
maniera, e il governo regionale cosa avrebbe dovuto fare? Impugnare, chiedere
deroghe, perché siamo speciali, tristemente speciali, da questo punto di vista.
Andava richiesta la deroga per la specificità dei nostri territori. Non
viviamo nella Pianura Padana, assessore Princi! Viviamo in una terra - lei lo sa bene - ancora
con strade a dorso di mulo, in cui i trasporti sono quelli che sono, in cui
abbiamo ancora strade degli anni ‘60 - almeno all'epoca erano manutenute,
adesso neanche questo – abbiamo ponti che cadono, abbiamo la SS106 dove contiamo
i morti quotidianamente, abbiamo ancora treni che sembrano carri bestiame e che
impediscono trasferimenti non dico facili, ma almeno umani.
Quindi, questo taglio delle 79 dirigenze a livello scolastico - che
significa accorpamenti di istituti, significa riduzione di personale,
pluriclassi - riteniamo che sia assolutamente dannoso non solo per gli studenti
e per le famiglie, ma per la nostra collettività.
Poi, però, abbiamo assistito alla venuta del ministro Valditara che ci
ha propagandato questa “Agenda Sud”: allora la mano destra non sa che fa la
mano sinistra oppure questo è tutto uno show? Fondamentalmente, è un'operazione
di marketing. Perché questa “Agenda Sud”, quando andiamo a guardare, seleziona 150
scuole nel resto d'Italia, ma per arrivare a che cosa? Per arrivare a definire
quello che già noi conosciamo: esiste un divario profondissimo tra il Nord e il
Sud. Onestamente, una presa per i fondelli!
Ora, l’assessore Princi, - lo hanno già sottolineato i miei colleghi e
l'ho già detto in Commissione – che è persona di cultura, di livello, che
assolutamente ha a cuore la scuola, per la quale ha fatto i salti mortali e sono
convinta che questa situazione sia passata anche contro il suo volere personale,
ci ha presentato i dati che sono una cartografia a bollino rosso. Bollino rosso
dato da tutta una serie incroci di indicatori importanti: indicatori economici,
sociali, di povertà, di lavoro che non c'è, di Comuni commissariati. Quindi, parliamo
di una definizione assolutamente scientifica, metodologicamente corretta,
scientificamente disperata. Rispetto a questo, se questa è la fotografia, noi
cosa facciamo? Tagliamo ancora di più, invece di protestare in maniera vivace.
Questo comporterà anche il mancato rientro di tutta una serie di
dirigenti scolastici calabresi, che abbiamo mandato fuori perché qui non c’era
posto e che avevano fatto domanda di trasferimento. Questo continuerà a
impoverire la nostra terra: noi mandiamo via i cervelli, come non avesse
importanza! Li mandiamo via perché non ne abbiamo bisogno, li mandiamo via
perché evidentemente abbiamo deciso che questa è una terra che deve essere
cancellata.
Ci saranno perdite - lo hanno segnalato i miei colleghi prima - di
personale, riduzione di sedi, ci sarà una complessità gestionale che non
aiuterà questa collettività a crescere.
Quindi, noi continuiamo a esprimere assolutamente voto contrario, ma mi
associo alla richiesta che ha fatto il collega Iacucci
di un ripensamento rispetto a questo Piano di ridimensionamento. Sarebbe un
segnale straordinariamente in avanti, assessore Princi, se, dopo avere
realizzato tutto questo lavoro - è un lavoro importante e che resta fondamentale
per la costruzione e per l'impegno -, la Regione Calabria e questa maggioranza decidessero
realmente di camminare in una maniera diversa e di allinearsi a quelli che sono
i bisogni dei calabresi.
Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Solitamente, quando preparo una relazione, ho
l'abitudine di studiare i dati, i numeri, le date di riferimento e, poi, magari,
fare anche delle riflessioni politiche.
Ho ascoltato degli interventi che sono stati fatti e che denotano che, probabilmente,
non si è letto fino in fondo quello che è stato predisposto da parte di questa Giunta
regionale e, in particolar modo, dall’assessore, vicepresidente, Princi.
Fa bene, consigliere Lo Schiavo, quando parla di “una svolta epocale”. Sì,
è una svolta epocale per le competenze della Regione Calabria. È una svolta
epocale! Mi chiedo pure dove fossero il consigliere Lo Schiavo oppure il PD quando
il governo Draghi ha stabilito i criteri che dovevano essere applicati per la soppressione
di alcune scuole. Questa Giunta regionale non sopprime assolutamente nulla! Nella
mia relazione ho detto: “non facciamo confusione, perché non stiamo parlando di
un Piano di riorganizzazione”. Non compete a noi predisporre il Piano di
riorganizzazione.
È una svolta epocale dal momento che vengono stabiliti dei criteri per
l'ottimizzazione e l'implementazione dell'offerta formativa della rete
scolastica. Nulla è stato soppresso, quindi cerchiamo di non creare confusione
nei cittadini calabresi.
Perché, se qualcuno ha soppresso qualcosa, è quel governo Draghi che il
vostro partito ha appoggiato abbondantemente.
Noi non abbiamo soppresso assolutamente nulla.
Abbiamo parlato delle zone disagiate proprio nelle compensazioni e nei criteri
che sono stati indicati. Ho voluto parlare della scuola di Longobucco che vive
un disagio particolare legato ai collegamenti. Sono stati stabiliti dei criteri
che vanno a tutelare le aree interne, che vanno a tutelare le aree montane.
Come si fa a non considerare - è stato trattato con una superficialità
enorme - il fatto che l'ultimo Piano risale al 2012, consigliere Iacucci? Nella Provincia di Cosenza, l'ultimo piano risale
al 2008! Viviamo in questa provincia e lei lo dovrebbe sapere bene! Ed è
proprio grazie a questa inazione che oggi ci troviamo a dover affrontare alcune
situazioni.
È facile dire: “assessore Princi, impugniamo la legge”, “facciamo questo,
facciamo quell'altro”. Noi siamo consapevoli - lo diciamo veramente con grande
orgoglio – di essere riusciti, attraverso questi criteri - ripeto sono dei
criteri, delle linee guida non è nessun Piano di riorganizzazione -, a tutelare
alcune scuole che vivono un disagio legato, in particolar modo, alla povertà
educativa.
Poi, sicuramente, l'assessore Princi entrerà meglio di me nel merito
tecnico. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Gelardi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Corre l'obbligo di fare un po' di chiarezza. Io
posso parlare in qualità di ex dirigente e di ex presidente dell'Associazione
Nazionale Presidi (ANP). Ho partecipato a diversi Piani di dimensionamento e
devo dire che questa volta, come in passato, - poi dirò perché - l’assessore Princi,
insieme ai suoi collaboratori del Dipartimento, ha fatto un ottimo lavoro.
I numeri non li ha inventati l’assessore Princi: le pluriclassi, gli Istituti
omnicomprensivi che ci sono in Calabria non ci sono in nessun’altra regione. In
tutte le altre regioni d'Italia, del centro-nord, il dimensionamento scolastico
si affronta con cadenze biennali e triennali, nella Provincia di Cosenza - è stato
ricordato poc'anzi dalla collega Straface - il Piano è fermo al 2008, nelle altre
Province l'ultimo piano serio e concreto è stato fatto nel 2012! All'epoca,
l'assessore Calabrese, già assessore della Provincia di Reggio Calabria, ha posto in essere un Piano di dimensionamento lacerante. Io
sono stato uno tra i dirigenti più feriti. Avevo un Istituto omnicomprensivo, sono
andato a parlare con l’assessore Calabrese che mi ha detto: “Preside Gelardi,
so che lei se la cava, che è bravo, però gli Istituti omnicomprensivi sono
contro legge”. A Reggio Calabria ce n’erano due: uno a Gioia Tauro e l’altro a
Oppido Mamertina. L’assessore ha avuto il coraggio di assumersi delle
responsabilità - come sta facendo l'assessore Princi – con il sorriso mi ha
detto: “Cercherò di trovare una soluzione, le darò una possibilità”. Mancavano
80 alunni per avere l'autonomia come Preside, per non perdere un indirizzo, un plesso
di 300 alunni, una scuola media intera, e, quindi, per salvaguardare la scuola,
il sindaco, il DSGA. L’assessore Calabrese mi ha detto: “Ti do una possibilità,
prendi un altro plesso…”. Allora si poteva fare, ora è scorretto nei confronti
delle altre Regioni, nei confronti del Ministero.
In Calabria, l’assessore Princi manda ancora in deroga - non ricordo bene
quante - quattro o cinque scuole omnicomprensive, tra Cosenza e Vibo, con il
sistema della compensazione. I numeri sono ministeriali e sono quelli: se non
ci sono gli alunni, non si possono fare le classi. Sono validi a Udine, a
Sassari o a Palermo.
Il nostro guaio è che non siamo realisti, per fortuna questa Giunta e
questo Consiglio dimostrano coraggio nell’affrontare i problemi e per provare a
risolverli.
Non è che non conosciamo le difficoltà e le problematiche che possono
dare le riforme come quella che abbiamo approvato poc'anzi, però ci assumiamo
la responsabilità, non guardiamo al ritorno politico, cerchiamo di essere
realisti per il bene della nostra regione.
È vero che spesso i dati delle prove Invalsi ci penalizzano, ma non
possiamo fare di tutta l'erba un fascio. Siamo anche attaccati ogni anno per il
cento e lode dei diplomati.
Ieri sera ho avuto il piacere, l’orgoglio e l'onore, di premiare una
grandissima scienziata che è nata a Palmi e ha studiato a Palmi - andate su
internet a vedere il curriculum, è una delle migliori nel mondo -, si chiama
Sandra Misale; mentre ero lì mi ha salutato una mia
ex studentessa che, diplomata a pieni voti, ha frequentato l'Università di
Messina dove è una delle più valenti giovani ricercatrici. Quindi, non dobbiamo
sempre denigrare.
Purtroppo, ben vengano anche i tagli se servono a migliorare la qualità
dei servizi, perché non ha senso fare delle pluriclassi per mantenere un'Istituzione
o un plesso dove 3 alunni di prima elementare vanno a interagire con 7 alunni
della terza classe e con altri 6 di una quinta classe. È meglio spostarsi a 10
chilometri di distanza per frequentare una classe adeguata e con numeri più
rilevanti.
Poi, ricordo che sono arrivati in Commissione contro il fenomeno della ‘ndrangheta,
presieduta dal collega Molinaro, degli appelli dei Sindaci dei Comuni di Platì,
di Africo, di San Luca, di cui il Presidente si è fatto carico interessando l’assessore
Princi che - senza penalizzare i grossi centri da 15.000 abitanti in su – facendo
ricorso al criterio di compensazione ha detto: “Salvaguardiamo l’Istituzione
scolastica in questi centri a rischio di devianza mafiosa,
‘ndranghetista; dunque, si è cercato di tener conto di questi, tant’è vero che
ha fatto una graduatoria con i bollini: bollino rosso, livello 1, livello 2,
livello 3, livello 4 dove lei dice che si vanno a salvaguardare le scuole più a
rischio, oltre ai Comuni dove i Sindaci hanno fatto un accorato appello.
Inoltre, sono previsti - sono in fascia 4 - i Comuni
sciolti per mafia.
Ritengo, quindi, che la Commissione, la
vicepresidente Princi, la consigliera Straface e tutti noi ci siamo prodigati per
trovare la giusta quadra ed elaborare la migliore offerta formativa senza
nascondere la testa sotto la sabbia.
La vicepresidente Princi ha cercato di raschiare
il fondo del barile, ma se poi non c’è più niente, che facciamo, sfondiamo il
barile?
Pazienza!
Io mi sono rimboccato le maniche.
Da 80 alunni che mi mancavano, la mia è
diventata una delle scuole più grandi della Provincia e un centro d'eccellenza
e, nel giro di 4-5 anni sono arrivato a 1.600 alunni.
La mia scuola era diventata la prima nella
classifica delle scuole calabresi.
Ricordo che nel Piano di dimensionamento del
2012 erano rimaste 606 Istituzioni scolastiche.
Purtroppo, nel giro di 13 anni, si sono
dimezzate; anzi, siamo arrivati al di sotto del 50 per cento e, sicuramente, la
colpa non è né della vicepresidente Princi, né della politica, né della maggioranza
né dell'opposizione perché i numeri, come dicevo prima, sono reali e non farlocchi!
Pertanto, bisogna intervenire per cercare di
trovare la soluzione migliore.
Ben venga, quindi, questo dimensionamento!
Mi voglio complimentare ancora con lei e con il
suo gruppo di lavoro, anche perché ha avuto l'accortezza e il garbo di fare un
percorso di concertazione con i sindacati e con l’USR offrendo a tutti la
possibilità del confronto e della condivisione delle decisioni.
Complimenti ancora!
Grazie, consigliere Gelardi. Cedo la parola
alla vicepresidente Princi per le conclusioni. Prego, vicepresidente Princi.
Buonasera. Grazie, Presidente. Mi dispiace
essere rimasti in pochi in Aula perché, come diceva prima il consigliere Lo Schiavo,
è un argomento che richiede massima attenzione, condivisione e, quindi,
sensibilità da parte dei presenti.
Intanto, consentitemi un grande ringraziamento e
un plauso alla Presidente della terza Commissione, la consigliera Straface, e a
tutti quanti i componenti della Commissione; in particolar modo, oltre che al
consigliere Gelardi, che da tecnico ha fatto una disamina puntuale, al consigliare
Laghi che, entrando nel merito proprio in occasione della seduta di Commissione,
ha avuto chiari quelli che erano gli argomenti che sottendono le Linee guida
oggetto di delibera odierna e, quindi, li ha pienamente sostenuti.
Complimenti alla consigliera Straface per la
sua relazione, molto puntuale e dettagliata.
Puntuale anche perché mi fa piacere che lei
abbia chiarito che in questo contesto noi andiamo a deliberare i criteri che
disciplineranno il Piano di dimensionamento scolastico.
Consentitemi, altresì, un grande ringraziamento
anche al Dipartimento istruzione, al direttore generale, Gatto, e al dirigente
del Settore, Perani.
Voglio ricordare che ci hanno lavorato le
persone.
L'Osservatorio per il diritto allo studio è uno
strumento che permette di geo referenziare le aree di maggiore disagio
socioeconomico della Regione.
Trovo inesatto dire che ringraziamo l'Osservatorio
proprio perché è quel portale su cui un lavoro certosino e sapiente delle
risorse umane e professionali ha fatto sì che avessimo una lettura chiara della
situazione in Calabria.
Consigliere Iacucci,
lo dico a lei così come alla consigliera Bruni, io vi ho invitati
esplicitamente, lo dico anche in questo contesto, di lasciare la scuola al di
fuori di ogni strumentalizzazione di carattere politico.
Non creiamo confusione perché, se la scuola sta
pagando lo scotto di una politica irresponsabile è perché c'è stata sempre
demagogia, poca serietà e poca responsabilità.
Ricordo i numeri che voi avete menzionato
attraverso una lettura puntuale e dettagliata.
Ricordo una dispersione scolastica esplicita del
14 per cento e una dispersione scolastica implicita tra il 50 e il 70 per
cento, documentata dall'ultimo rapporto Invalsi, ovvero dispersione implicita
di ragazzi che, pur diplomandosi, non acquisiscono adeguate competenze in Italiano
e Matematica.
Ricordo una povertà educativa a cui voi
brillantemente avete fatto cenno.
Povertà educativa che è impressionante,
l'abbiamo detto durante la scorsa seduta, e che vede i nostri ragazzini con
aspettativa di vita media, inferiore ai ragazzini di altre parti d'Italia.
Pertanto, chiedo a me stessa, ai calabresi e soprattutto
a voi: dove sono finite le risorse del decreto legislativo numero 65 del 2017, le
cosiddette risorse "Buona scuola”, che avrebbero permesso di realizzare
tantissimi servizi per le scuole dell'infanzia, servizi educativi che non sono
stati assolutamente da voi richiesti?
Sono risorse che si sarebbero perse e che questo
governo regionale ha recuperato.
Si tratta di oltre 10
milioni di euro, su cui stiamo intervenendo cercando di azzerare la povertà
educativa d’intesa con le tante amministrazioni comunali virtuose di cui è
testimone anche l’assessore Calabrese che a breve vedrà inaugurata una moderna
struttura di scuola dell'infanzia, di asilo nido, proprio nel Comune di Locri.
Perché vi ho chiesto di non fare confusione e
demagogia?
Perché potremmo sciorinare fino a domani
mattina tutti i dati che riguardano la dispersione scolastica.
Sono dati che rilevo, ne sono scandalizzata e indignata,
anche da donna di scuola, ma appartengono a una politica purtroppo pregressa
che non ha mai avuto a cuore - ce lo possiamo dire - la scuola, in tutte quante
le sue componenti. Richiamando quanto appena riferito dalla consigliera Straface:
l'ultimo dimensionamento risale al 2012 e ha interessato la Provincia di Reggio
Calabria quando vi era l'allora assessore Calabrese.
A Cosenza risale al 2008, ma siccome la matematica
non è un’opinione, l'ho detto la scorsa volta e lo dico in questo contesto, a Cosenza
ci sono 23 reggenze, ovvero Istituzioni sottodimensionate in deroga.
In Regione Calabria, purtroppo, c'è la scure
delle 70 Autonomie che saranno soppresse, e ora vi dirò il perché; ma, con il presidente
Occhiuto, abbiamo detto che ne guadagneremo tre e, quando si dicono le cose, si
parla con contezza.
Io non permetto a nessuno di dire che diamo i
numeri a caso; non per altro, ma perché dietro il lavoro c'è grande serietà e
responsabilità da parte di chi ci opera nella quotidianità!
Perché abbiamo detto questo?
Intanto, in Calabria abbiamo 23 Istituzioni
scolastiche sotto i 300 alunni e 47 tra i 300 e i 500 che, in tutto, fanno 70;
quindi, al momento, abbiamo 70 Istituzioni sottodimensionate, ovvero in deroga.
Perché abbiamo questo quadro? Perché il dimensionamento
in Calabria non si è mai fatto poiché la politica, trasversalmente parlando, non
si è mai assunta la responsabilità.
Non facendo tale dimensionamento, che cosa è
successo?
Che si è sempre intervenuti con la proroga e,
quindi, gli Istituti sottodimensionati sono rimasti in deroga con dei reggenti.
Ritornando, quindi, alla mia espressione “Guadagniamo
3 autonomie”, voi sapete che in periodo di Covid i parametri erano 500-300 e da
quest'anno sarebbero stati ripristinati i criteri ante Covid, ovvero 600-400.
Se avessimo ripristinato i criteri ante Covid,
le autonomie scolastiche che si sarebbero perse sarebbero state 81 perché, lo
ricordo, non si è fatto un dimensionamento scolastico dal 2008 a Cosenza e dal
2012 nelle altre Province.
Entrando nello specifico, come si è intervenuti
sulle nostre linee guida che vanno a definire – lo ripeto ancora una volta per
non creare confusione – i criteri del dimensionamento scolastico?
Qual’ è la prerogativa delle Regioni per cui vi
chiedo, cortesemente, di tenere distanti il Governo nazionale e il governo
regionale?
Noi siamo un’Assise regionale e dobbiamo votare
i criteri; gli stessi criteri, consigliere Lo Schiavo, della Regione Campania,
di cui ho le linee guida.
Trovo inutili quelle che sembrano quasi frasi
fatte, quando dite: “Impugniamo il provvedimento!”
Non è possibile impugnare il provvedimento!
Nel decreto ministeriale viene richiamato il
contingente organico dei DS (Dirigenti scolastici) e
dei DSGA (Direttore dei servizi generali e amministrativi)
e noi come Regione abbiamo l'obbligo di deliberare il Piano di dimensionamento
scolastico entro il 30 novembre prorogabili di ulteriori giorni, ovvero il 30
dicembre.
Qualora non dovessimo deliberarlo, saremo commissariati
e ci saranno altri che lo faranno per noi!
Chiariamolo questo affinché non si crei confusione.
La politica facciamola in altre materie, cortesemente!
A tal proposito, nonostante la Regione Campania
abbia una situazione peggiore della nostra perché perde 106 Autonomie scolastiche,
ha comunque deliberato.
Ecco le linee guida della Regione Campania –vi invito
a consultarle! – tra i cui criteri si prevede che le scuole debbano avere un
tetto che non superi le 1.000 unità e non sia al di sotto delle 900, riportando
quelli che sono i parametri nazionali.
Noi che cosa abbiamo fatto: intanto, non
corrisponde al vero che noi non abbiamo impugnato; piuttosto, non avrebbe avuto
senso fare una seduta di Consiglio regionale o una riunione di Giunta regionale
poiché non avrebbe sortito nessun effetto, considerato che tutte le Regioni ci hanno
provato.
Ho partecipato alla Conferenza Stato-Regioni
dove insieme alle altre Regioni abbiamo cercato di ribellarci al numero delle Autonomie
che, in questo caso, da sempre sono state imposte a livello centrale.
Non è una prerogativa delle Regioni, assolutamente!
La prerogativa della Regione è quella di definire la rete scolastica e
l'offerta formativa, ai sensi del decreto legislativo numero 112 del 1998 e
della legge Bassanini numero 59 del 1997, articolo 21.
Questa è la prerogativa delle Regioni!
Le Regioni non hanno competenza assoluta perché
il numero delle Autonomie, da sempre, è stata una prerogativa del Governo
centrale.
Mentre per il precedente Governo centrale e i
numeri che ho richiamato prima, erano 600-400 dopo il periodo di Covid. Che
cosa è successo con il Governo Draghi?
In coerenza con il PNRR (Piano nazionale di
ripresa e resilienza), quali sono stati i criteri che a livello ministeriale
hanno utilizzato nel definire i numeri delle Autonomie scolastiche delle Regioni?
Hanno utilizzato quale criterio l'andamento
demografico della popolazione scolastica che, in virtù di questo – avallato
questo criterio dal Governo Draghi, quindi, e sostenuto fortemente dal Partito Democratico
–, diventava anche – aggiungo – necessario perché era l'unico modo attraverso
cui avere le risorse del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza); quindi,
un criterio sostenuto, sulla base del quale le Autonomie scolastiche assegnate
alla Regione Calabria sono state 79; in Campania molte di più; Emilia-Romagna,
52, Friuli-Venezia Giulia, 12; Umbria, 61; Molise, 31.
Consigliere Iacucci,
lo chiedo a lei, Poiché è stato Presidente di Provincia, perché queste Regioni,
secondo lei, hanno avuto minori soppressioni di Autonomie? Perché queste Regioni
– ed è storia, potete andare a consultarlo – negli anni, hanno effettuato un Piano
di ridimensionamento; per cui, essendo intervenuti in maniera graduale e
costante negli anni, hanno perso un minor numero di Autonomie.
Questa è storia!
Se noi fossimo stati più attenti e se ci fosse
stata una politica più vigile, certamente avremmo avuto una situazione e un
quadro diversi.
A proposito di minestrone, invito a non farlo
assolutamente perché fuorviamo la gente, e non è giusto fuorviarla proprio
nelle materie che afferiscono all’Istituzione scolastica.
Lei parlava prima di classi-pollaio perché non
è possibile una classe di 30 studenti; sono perfettamente d'accordo su questo
perché il rapporto ideale sarebbe 1-12, un'insegnante ogni 12-15 alunni.
Tuttavia, bisogna essere attenti prima di
pronunciarsi!
Sa qual è il decreto che non c'entra niente col
dimensionamento? Il decreto a cui lei faceva riferimento è il decreto “Mangia
classi” che risale – lo vada a consultare – al 1993.
Sa chi era il Ministro allora? Rosa Russo
Iervolino, un ministro del Partito Democratico! Ad allora risale il famoso
problema delle classi-pollaio che noi ci siamo trascinati!
Se lo vada a trovare il decreto “Mangia classi”,
così parliamo con contezza e storicizziamo quello che diciamo, perché cumulare
tutto quanto si rischia di arrecare un danno a una politica comunicativa
fuorviante che va a ledere gli interessi della scuola.
Tanti sono i messaggi che ho ricevuto dal
personale scolastico, oltre 200, di docenti e dirigenti, che sono indignati
perché dicono: “Sulla scuola, non solo la politica ha fatto tanti danni nel
passato, ma sarebbe opportuno che ora si lavorasse con serietà e responsabilità”.
Questo lo chiedono a me, affinché rivolga questo
appello a voi, e io lo giro a tutta l’Aula, a cui chiedo collaborazione.
A proposito di questo, l'ho fatto in Commissione,
lo faccio oggi pubblicamente a lei, presidente Straface e a tutta quanta la
maggioranza, che avreste voluto rispondere con un comunicato alle falsità che
sono state dette in merito alla scuola, io ho chiesto la cortesia che voi non
interveniste proprio per lasciare la scuola al di fuori, ed è stato così fatto.
Altra cosa che non corrisponde.
Abbiamo, dunque, chiarito che il numero delle Autonomie
viene stabilito a livello centrale e, quindi, non è prerogativa delle Regioni.
Il consigliere Laghi mi chiedeva notizie, che
non ha ritrovato perché non c’entrano niente i PES in quanto la soppressione
delle Autonomie scolastiche va a interessare, lo ricordo, i dirigenti e i dirigenti
dei settori amministrativi, cosiddetti segretari.
Non tocca assolutamente i Plessi.
Quello che lei ha visto sono
le deroghe a che cosa? Si tratta del decreto legislativo numero 81 del 2009. Se
vuole lo possiamo trovare insieme; nello specifico, è il Titolo I, laddove si parla
di riorganizzazione della rete scolastica. Glielo posso anche mandare.
Proprio questo decreto, mi pare che sia
l'articolo 7, non voglio sbagliare, però è il Titolo primo, va a definire i
numeri minimi per conservare l'Autonomia dei Plessi; quindi, è del 2009, e non
c’entra niente con questa operazione.
Che cosa abbiamo definito noi secondo questo
decreto e perché non c'entrano le Regioni?
Perché sulla base di quei parametri poi viene
assegnato il personale docente in quel caso e, quindi, il personale ausiliario,
i collaboratori scolastici.
Cosa abbiamo stabilito? A quei parametri fissi
abbiamo abbassato il tetto con delle deroghe che abbiamo dato a quei parametri,
e le deroghe, così come lei giustamente ha detto, laddove trattasi di Plessi montani,
laddove un Plesso è distante di almeno 15 chilometri dai più vicini centri
abitati, minoranze linguistiche e altre situazioni, noi interveniamo con la deroga.
Più che altro, acquisiremo i Piani dalle Province
e Città metropolitane dopo aver fornito i criteri, che delibereremo quest'oggi.
Abbiamo, dunque, definito le deroghe.
A proposito di trasporti, di cui si è parlato,
io sono d’accordissimo perché noi dobbiamo mettere nelle condizioni, intanto – quindi,
faccio mio, consigliere Iacucci, il suo appello, ma ne
avevamo già discusso anche con la consigliera Mannarino – si sta lavorando
proprio sulla riorganizzazione della rete di trasporti perché si possa definire
non tanto l'offerta formativa curriculare, che comunque viene garantita, ma
l'extra scuola, perché se noi pensiamo che i ragazzini si devono fermare in
orario pomeridiano a frequentare le attività di ampliamento dell'offerta
formativa, al momento non c'è il mezzo di trasporto; per cui, stiamo
intervenendo con l’USR (Ufficio scolastico regionale) affinché venga
riorganizzata anche la rete delle scuole e ci sia un accordo affinché le scuole
definiscano le stesse giornate, lo stesso orario extrascolastico e si riesca così
a garantire la copertura dei servizi di trasporto perché un pulmino deve avere
un determinato numero di studenti affinché possa essere attivata la corsa.
Inoltre, con la nuova programmazione abbiamo
previsto – ve lo dico in anticipo e lo comunico anche al consigliere Alecci che
è molto attento rispetto il diritto allo studio –l'acquisto per tutti i Comuni
della Regione dei pulmini elettrici; lo stiamo prevedendo con la nuova
programmazione perché il trasporto deve essere garantito in sicurezza e i Comuni
devono essere nelle condizioni di poterlo garantire al meglio anche rispetto al
criterio dell’assoluta sostenibilità ambientale.
Altra cosa a cui faceva riferimento la
consigliera Bruni, creando un po' di confusione: il ministro Valditara è venuto
in Calabria e ha lanciato l'Agenda Sud che non c'entra niente con il
dimensionamento.
Ecco perché vi chiedo di tenere distinte le
cose, altrimenti facciamo confusione.
Il ministro Valditara ha lanciato il Programma
di finanziamento di 150 Istituzioni scolastiche non solo della Calabria, ma di
tutto il Sud.
In Calabria saranno una cinquantina gli
Istituti dove maggiori sono i disagi e in cui, quindi, per le lacune in Italiano
e Matematica, si interverrà con percorsi di potenziamento.
Consapevoli che effettivamente si tratta di un
intervento che va a penalizzare il numero delle scuole coinvolte, stiamo
intervenendo con 7 milioni di euro, intanto.
Difatti, andremo a potenziare il numero delle
scuole coinvolte; ne coinvolgeremo altre 70.
Abbiamo calcolato 20 mila euro a Istituto; 200
ore di potenziamento per Italiano e Matematica.
Abbiamo coinvolto anche il mondo accademico
calabrese e l’Università “Bocconi” di Milano come Università terza perché, sul dato
aggregato che forniranno le scuole, attraverso un gruppo di ricercatori, andremo
a monitorare l'effettiva ricaduta dei percorsi formativi per capire quanto il
nostro intervento riesca a migliorare le performance degli studenti.
Se l’intervento, come speriamo, sarà efficace,
allora aumenteremo la platea degli Istituti scolastici.
Tutto questo nasce da una concertazione con l’USR
(Ufficio scolastico regionale).
Concertazione, questo mi piace puntualizzarlo,
che c'è sempre stata per quel che riguarda il nostro insediamento.
Dico “nostro” perché il presidente Occhiuto ci ha
sempre tenuto che fossero coinvolte le parti sindacali.
Tutto quello che voi avete ricevuto e visionato
è stato condiviso con le parti sindacali e con tutte quante le organizzazioni,
l'ho già detto in altre occasioni.
C'è un verbale e ci sono anche le registrazioni
che raccontano.
Si sono fatti i complimenti, ma i complimenti
non sono stati fatti all'Osservatorio che, ripeto, è uno strumento; i
complimenti, comunque, vanno fatti al gruppo, non all'assessore o al dirigente
regionale, al dirigente di Settore, ma è una condivisione perché, nel momento
in cui abbiamo affrontato il tema dei criteri che devono essere deliberati, ci
siamo confrontati con le parti sindacali e l’esigenza che ne è nata, dovendo
comunque ridurre 79 Autonomie scolastiche, era proprio quella, a seguito della
fotografia impressionante che abbiamo nelle aree interne, di salvaguardare le
aree più disagiate.
Partendo da questo tipo di bisogno e di
esigenza che è stata rappresentata, che tipo di criterio è stato individuato?
Ho detto quello della Campania “Campania 1900”.
Si è individuato il criterio della compensazione
poiché a livello centrale dicono: “Noi vi diamo il numero di autonomie, ma non
c'è come prima un vincolo dimensionale”.
Prima si diceva 600-400.
Oggi non c'è vincolo dimensionale; oggi noi
dobbiamo rientrare in quel numero di autonomie. Per cui, l'operazione che è
stata fatta è stata quella di partire dalle 79 autonomie, distribuirle e
ribaltarle su scala provinciale, sulla base proprio dell'andamento demografico
della popolazione scolastica.
Quindi, che tipo di criterio a salvaguardia
delle aree interne? Quello della compensazione: intervenendo nei centri con una
popolazione superiore ai 15.000 abitanti, con Istituzioni scolastiche anche
superiori alle 1.000 unità, così le autonomie recuperate vanno a salvaguardare
le aree interne, e così si evita – mi dispiace che sia andato via il
consigliere Laghi – quello di cui parlava prima il consigliere, ovvero quegli
accorpamenti disordinati di 15-16 Plessi per raggiungere il numero minimo.
Questo si va a evitare perché noi potremmo
riuscire, laddove – ed ecco l'importanza dell'Osservatorio che ci dà una
lettura georeferenziata del bollino rosso – abbiamo queste situazioni critiche,
lasciare Autonomie anche con 100-200 abitanti perché si compensa nelle grandi
aree interne.
Io vengo da una scuola dove eravamo arrivati a
2.200 ragazzi; cioè, accorpare dei grossi centri è meno doloroso che farlo nei
centri interni.
Questa è stata la ratio che ci
permetterà di rientrare nel numero delle autonomie ed effettuare dopo anni un Piano
di dimensionamento importante.
Parallelamente, siamo intervenuti con
un'offerta formativa che anche in questo diventi funzionale perché nel passato
venivano insistentemente dati a tutti quanti indirizzi senza alcuna ricaduta
che, magari, poi non si sarebbero potuti neanche attivare perché non c'era
l'organico da parte dell'USR.
Cosa abbiamo fatto? Abbiamo previsto intanto la
costituzione dei Poli liceali, dei Poli tecnico-professionali e poi degli
indirizzi che siano fortemente coerenti con quelle che sono le vocazioni
produttive dei territori.
In tutto questo – scusate se mi sono dilungata,
ma così chiudo – noi accompagneremo la Città Metropolitana di Reggio e le Province
con cui, intanto, la concertazione c'è già stata, oltre che col mondo sindacale,
e e abbiamo già condiviso i criteri.
Adesso costituiremo un tavolo di lavoro formato
da una componente per ogni organismo (USR, Anci, Province e il nostro rappresentante
coordinato dalla dirigente Perani) e si andrà ad accompagnare le
amministrazioni provinciali nel realizzare dei Piani coerenti con le linee di
indirizzo e a salvaguardia di quelle che sono le aree interne.
Dopodiché, acquisiremo le loro proposte e
interverremo con l'approvazione finale del Piano che sarà comunque sempre
condiviso, perché questo mi è stato chiesto dai sindacati e io l'ho ribaltato
anche ai Presidenti di Provincia affinché ogni Piano provinciale sia condiviso
col mondo sindacale.
Dopodiché, entro novembre, in quest’Aula approveremo
il Piano di dimensionamento.
Vi chiedo scusa se mi sono dilungata, ma erano
dei chiarimenti per me doverosi in quanto rappresento una componente scolastica
ed era giusto chiedere coerenza e rispetto. Questo lo dico anche per il futuro,
cortesemente.
Noi siamo a vostra disposizione per qualsiasi
esigenza di confronto e anche qualsiasi tipo di emendamento, che è quello che
ho chiesto alla consigliera Bruni in Commissione. Dovendoci confrontare sui
criteri, bisogna stabilire se vanno bene o meno. Non c'è stata alcuna proposta
emendativa in Commissione.
Vi prego, confrontiamoci nel merito e interveniamo!
Siamo qui per dare qualsivoglia chiarimento e, soprattutto, per permettere
insieme a voi di salvaguardare la scuola, visto che non è stato mai fatto! Grazie.
Grazie, assessore Princi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Iacucci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Sarò brevissimo. Posso capire tutto, cara Vicepresidente, però, non
capisco perché, se è lei a parlare di scuola non lo fa in modo strumentale mentre
altri, invece, sì.
Non prenda il vizio del presidente Occhiuto che fa i rimproveri, sale in
cattedra e ci fa lezione perché io parlo di scuola con il rispetto dovuto e con
la capacità di chi sa quale sia la sua importanza in Calabria e in Italia.
Lei non ha risposto alle domande che abbiamo fatto!
Qual è la domanda?
Pur avendo dato atto all'Osservatorio e a lei per il lavoro svolto in
riferimento alla situazione data, abbiamo contestato una cosa, ovvero che nel
corso di una seduta di Consiglio regionale in quest’Aula, all'unanimità, si è
dato mandato alla Giunta regionale e al presidente Occhiuto di contestare le
decisioni del Governo centrale, ma dai verbali della Conferenza Stato-Regioni
non si evince nessuna parola di contestazione per quel metodo e per quelle
decisioni.
Su questo l’abbiamo chiamata a rispondere e non sui criteri, che sono positivi;
quindi, non sfugga alle domande.
Poi parla della ministra Iervolino, ma nel 1993 il Partito Democratico
non c'era ancora! C’era la ministra Iervolino, ma col Partito Democratico non
c'entrava niente! Inoltre, cara Vicepresidente, durante il Governo Draghi,
c’era anche Forza Italia e non solo il Partito Democratico!
Lasciamo stare queste cose!
Io sto parlando di un provvedimento contenuto nella Legge finanziaria del
Governo Meloni, che può anche darsi scaturisca da un lavoro preparatorio del
Governo Draghi, ma ora c’è un provvedimento preciso per il quale esprimiamo una
forte critica nei confronti del presidente Occhiuto e del governo calabrese, in
quanto riteniamo che vi fosse il dovere di prendere atto di quanto chiesto dal Consiglio
regionale e di difendere la Calabria a fronte delle decisioni prese dall’attuale
Governo Meloni, che sta dimostrando di essere contro il Mezzogiorno.
Inoltre, vorrei capire una cosa: da dove, lei e la consigliera Straface,
avete evinto che l'ultimo Piano di dimensionamento della Provincia di Cosenza risalga
al 2008! Dove ha preso questa notizia? Le posso mandare la delibera; anzi, l'ho
mandata, ma pare che non ci sia connessione, quindi, non le è ancora arrivata!
La Provincia di Cosenza l’ultimo Piano di dimensionamento lo ha fatto e
lo ha approvato con delibera numero 26 del 10 dicembre 2019, non nel 2008! Poi
non si è potuto più fare perché c’è stata la pandemia Covid-19.Non dia queste
notizie perché non le fanno onore!
Dalla consigliera Straface ne ho sentite tante, ma di lei mi dispiace,
non le dica più queste cose!
Nel suo assessorato può trovare la delibera del Consiglio provinciale di
Cosenza che nel 2019 ha approvato il Piano di dimensionamento, nel quale non si
scopre niente di nuovo quando si dice che ci sono le parti sociali, gli enti
locali e i dirigenti scolastici; questo l'abbiamo sempre fatto in Provincia di
Cosenza con grande fatica, con grande senso di responsabilità e di confronto.
Pertanto, vi invito a visionare questa delibera della Provincia di
Cosenza del 2019. Caro preside Gelardi, anche lei è disinformato! Pertanto,
annuncio il mio voto contrario.
Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Princi. Ne ha facoltà.
Nel precisare che i dati sono stati acquisiti dal Dipartimento, preciso
che il dimensionamento è stato fatto rispetto all'offerta formativa.
Difatti, essendo diversi gli ambiti, parliamo di offerta formativa e di
dimensionamento relativamente alla rete scolastica.
Sicuramente voi l’avrete fatto, come tantissime altre Province, sull'offerta
formativa, quindi, sugli indirizzi.
(Voci fuori microfono)
Appunto!
Non entro nel merito della scuola perché gli ambiti sono diversi.
Non possiamo intervenire creando strumentalizzazioni a livello governativo
e mi fa piacere che lei abbia evidenziato la bontà dei criteri, in quanto noi deliberiamo
proprio rispetto a questo.
Lei pensa che a noi faccia piacere che siano state soppresse 79 Autonomie
scolastiche?
Non ci fa piacere!
Noi avremmo preferito un'Autonomia per ogni Istituzione scolastica: 150 in
più, anziché 79 in meno! Tuttavia, subiamo come tutte le altre Regioni.
Quello che le posso dire è che noi non avremmo potuto fare nulla. Io ho presentato
un emendamento condiviso con i sindacati, però è stato bocciato dal MEF (Ministero
economia e finanze). Le farò avere questo emendamento in cui si chiedeva che
fosse abbassato a 700 il tetto con le deroghe varie delle aree montane e che il
MEF non ci ha fatto presentare poiché non si rientrava nella spesa.
Noi abbiamo fatto il possibile, non è che non l'abbiamo fatto.
Ciò che chiedo, forse mi sarò espressa male, è che, cortesemente, le
competenze del Governo centrale rimangano da un lato. Noi ci dobbiamo
confrontare in ambiti diversi e su prerogative che non ci appartengono perché noi
non interveniamo - lo ripeto per l'ultima volta - sui numeri delle Autonomie
scolastiche; tant’è che, come le ho fatto vedere, la Regione Campania ha
deliberato le linee guida.
L'alternativa sarebbe stata quella di essere commissariati facendo sì
che gli altri facessero per noi.
Detto questo, cortesemente, ritorniamo a quello che deve essere un clima
di serenità e di collaborazione. Noi ci siamo. Venga al Dipartimento a vedere
quelli che sono stati i Piani pregressi.
A maggior ragione lei, che conosce bene il territorio, potrà dare
supporto all’ente provinciale affinché possa essere realizzato e lavorato un Piano
che vada a salvaguardare proprio le aree interne dove maggiore è il disagio. Grazie.
Grazie, assessore. Procediamo alla votazione per appello nominale. Grazie.
Fa
la chiama.
(Segue
la votazione)
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti: 17. Hanno risposto
sì: 14 consiglieri; hanno risposto no: 3 consiglieri. Pertanto, il provvedimento è approvato nel suo complesso.
(Hanno risposto sì i consiglieri:
Caputo, Cirillo, Comito, Crinò, De Francesco, Gallo, Gelardi, Gentile,
Giannetta, Mancuso, Mannarino, Molinaro, Raso e Straface.
Hanno risposto no i consiglieri:
Alecci, Bruni e Iacucci)
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero 61/12^ di iniziativa del consigliere Alecci:
“Anticipo fondi regionali per il diritto allo studio”.
Cedo la parola al proponente per l'illustrazione. Prego, consigliere
Alecci.
Grazie, signor Presidente. Visto l'orario, proverò in due minuti a relazionare.
Intanto, voglio ringraziare la vicepresidente Princi, con la quale
abbiamo condiviso l'opportunità di portare in Aula questo provvedimento su un
tema che ha un impatto importante su circa 15.000 studenti, bambine, bambini e ragazzi
che, purtroppo, hanno una disabilità o una difficoltà nell’apprendimento.
In Regione Calabria quello che succede dopo il 1985 con l'istituzione
della legge numero 27 in qualsiasi altro posto sarebbe inaccettabile; in
Calabria, però, è diventato normale che la Regione, attraverso la Giunta regionale,
approvi il Piano di diritto allo studio che prevede dei fondi per la mensa e per
i trasporti, ma soprattutto una quota importante quasi del 50 per cento per l'assistenza
specialistica che si aggiunge al sostegno già presente nelle scuole.
Piano che viene approvato solitamente nel mese di ottobre o di novembre e
che poi trasferisce le risorse sui Comuni, quindi, sugli Istituti scolastici ad
anno scolastico inoltrato, molto spesso anche nel mese di gennaio.
Gli amministratori comunali o i dirigenti scolastici capiscono bene la
sofferenza delle famiglie che vedono i propri ragazzi in alcune ore della
giornata scolastica soli e senza insegnante di sostegno.
Un tema importante che possiamo quantomeno risolvere in prima istanza con
un provvedimento di una banalità assurda che, purtroppo, non è mai stato preso
in considerazione in quest’Aula dalla Giunta regionale, neppure negli anni in
cui governava il centrosinistra, e l’ho più volte sottolineato.
Non è mai troppo tardi; quindi, in maniera molto semplice, si impegna la
Giunta regionale a dare indirizzo al Dipartimento, di stanziare prima dell’inizio
dell'anno scolastico almeno il 30 per cento dei fondi previsti anche negli anni
precedenti per poi effettuare un conguaglio, magari, anche con risorse
aggiuntive, come la Giunta in maniera opportuna ha fatto anche negli anni
passati, rimodulando quello che è il Piano del diritto allo studio.
Ritengo che tale atto potrà portare sollievo a tanti bambini e anche a
tante famiglie.
Un atto, come dicevo prima, molto semplice nella sua elaborazione, ma
che avrà un impatto importante per le famiglie che vivono situazioni di
fragilità che solo chi non vive in maniera diretta non riesce fino in fondo a
capire.
Mi auguro che all'interno di questa Assise tutti quanti noi di fronte a un
provvedimento di questo tipo voteremo favorevolmente.
Più breve di così non potevo essere.
Vi ringrazio per l'attenzione e ringrazio chi è rimasto fino a tarda ora.
Purtroppo, caro Presidente – anche il presidente Occhiuto febbricitante
è rimasto fino a serata avanzata – dispiace per i colleghi anche di opposizione
che vanno via prima, al netto di chi ha motivazioni personali e familiari, però
credo che sia opportuno rimanere fino alla fine dei lavori anche quando si tratta
di dimensionamento scolastico o di disabilità nelle scuole.
La reputo una mancanza di rispetto verso di noi e soprattutto verso i
calabresi. Grazie.
Grazie, consigliere Alecci. Procediamo alla votazione della mozione per
appello nominale. Grazie.
Fa
la chiama.
(Segue
la votazione)
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti:15 consiglieri.
(Hanno risposto sì i consiglieri: Alecci, Bruni, Caputo, Cirillo,
Comito, De Francesco, Gallo, Gelardi, Gentile, Giannetta, Iacucci,
Mancuso, Mannarino, Molinaro e Raso)
La mozione non può essere approvata per mancanza del numero legale.
Collega Alecci, la sua mozione sarà il primo punto all'ordine del giorno
della prossima seduta di Consiglio regionale anche perché si tratta di una
mozione che reputo importante.
Mi unisco alle sue doglianze per la mancanza del numero legale perché
non ci sono consiglieri di serie A e consiglieri di serie B, chi ha da fare e chi
non ha da fare.
Siamo pagati per rimanere in Aula fino alla fine.
L’unico giustificato è il presidente Occhiuto che stava male e, come
avete visto, ho invertito l'ordine del giorno; però, chi va via prima non è giustificato.
Non è un dispiacere per me, bensì per le famiglie di questi ragazzi
disabili e mi auguro che anche quest'anno non succeda ciò che è successo negli
anni scorsi.
Recupereremo alla prossima seduta di Consiglio regionale. Ha chiesto di
intervenire la vicepresidente Princi. Ne ha facoltà.
Intanto, ovviamente, se avessi potuto votare, avrei votato a favore;
però, le posso garantire, consigliere Alecci, proprio perché ne avevamo già
parlato, che stiamo già lavorando e, sia con il direttore Gatto sia con la
dirigente Perani, istruiremo tutto l’iter.
Bene che poi venga approvata la mozione perché sarà da orientamento per
le annualità successive; però, dal canto nostro, ci muoveremo sin da subito.
Questo glielo posso garantire. Prepareremo la delibera in tal senso.
Esauriti i punti all’odine del giorno la seduta è tolta.
La seduta termina alle 23.49
Hanno chiesto congedo: non ci
sono richieste di congedo.
Annunzio di proposte
di legge e loro assegnazione a Commissioni
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
Mannarino, Caputo, Graziano,
Molinaro “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 aprile 2008, n. 9
(Istituzione del Parco Marino Regionale «Riviera dei Cedri»)” (PL n. 216/12^).
È stata assegnata
alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Comito, Lo Schiavo, Mancuso, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Bevacqua, Laghi, Neri, Tavernise “Integrazioni alla legge regionale 4 settembre
2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità degli atti ed
il diritto di accesso)” (PL n. 217/12^).
È stata assegnata
alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Straface, Raso, Mattiani, Mannarino “Misure per il recupero e
l’abbattimento delle liste d’attesa per l’accesso a prestazioni sanitarie” (PL
n. 218/12^).
È stata assegnata
alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per
l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero per il parere finanziario.
Annunzio di proposte
di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni
È stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione “Indirizzi
regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete
scolastica e dell’offerta formativa - Linee Guida per il triennio 2024/2025 -
2026/2027” - (deliberazione G.R. n. 336 del 21.07.2023)” (PPA n. 127/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito.
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio
di presidenza:
“Approvazione del rendiconto
dell’esercizio finanziario 2022, della relazione sulla gestione 2022 e del
Piano degli indicatori di bilancio e dei risultati attesi - (deliberazione U.P.
n. 29 del 4.7.2023)” (PPA n. 126/12^).
Richiesta parere della Commissione consiliare competente
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere
della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 366 del 27 luglio
2023, recante: “Piano di azione e coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Presa
d'atto della conclusione positiva della procedura scritta attivata dal gruppo
di azione e coesione istituito presso l'agenzia per la coesione territoriale
della presidenza del Consiglio dei Ministri (GAC) per
l'approvazione del nuovo piano finanziario di cui alle delibere di giunta
regionale numeri 179/2023 e 218/2023. Approvazione schede di interventi
rimodulate: I.2, I.3.2 - III.7 - III.16 - I.5 - I.1 - III.11”.
(Parere numero 27/12^).
È stato assegnato alla seconda Commissione
consiliare permanente.
Ritiro mozione da parte del proponente
La mozione n. 61 del 19 luglio 2023, a firma del
Consigliere regionale Alecci “Anticipo fondi regionali per il Diritto allo
Studio”, è stata ritirata dal proponente, con nota protocollo n. 15448 del 2
agosto 2023.
Parere favorevole su deliberazione
La seconda Commissione consiliare permanente, nella
seduta del 1° agosto 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione n.
335 del 21 luglio 2023, recante: “PO FEAMP 2014/2020 - Presa d'atto
approvazione modifica del piano finanziario”.
(Parere numero 26/12^).
Ritiro proposta di legge da parte del proponente
La proposta di legge numero 187/12^, di iniziativa
del consigliere regionale Lo Schiavo, recante: “Semplificazioni delle
certificazioni sanitarie in ambito scolastico. Integrazioni e modifiche alla
legge Regionale n. 19 del 4 settembre 2001 (Norme sul procedimento
amministrativo la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina
della Pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria)”, è stata
ritirata dal proponente, con nota protocollo n. 14702 del 25 luglio 2023.
La proposta di legge n. 190/12^, di iniziativa del
Consigliere regionale Comito, recante: “Disposizioni di semplificazione delle
certificazioni sanitarie in ambito scolastico”, è stata ritirata dal proponente,
con nota protocollo n. 14684 del 25 luglio 2023.
Deliberazione della Giunta regionale
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 375 del 27 luglio 2023, recante: “Modifica DGR n. 109 del 13.03.2023 - PR
Calabria FESR FSE+ 2021 - 2027 - Integrazione della delibera di Giunta
regionale n. 600 del 18 novembre 2022 recante:
“Presa d'atto della conclusione del negoziato per
l'approvazione del Programma Regionale Calabria FESR FSE 2021-2027. Decisione
della Commissione C (2022) 8027 final del 3.11.2022.
Istituzione Comitato di Sorveglianza 2021 - 2027 e ulteriori adempimenti” -
Autorità Funzione Contabile PR Calabria FESR FSE+ 2021-2027. Determinazioni”.
Promulgazione di legge regionale
In data 26 luglio 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è
stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 166 del 26 luglio 2023:
1) Legge regionale n. 29 del 26 luglio 2023,
recante: “Proroga graduatorie Servizio Sanitario Regionale”.
In data 31 luglio 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato la sottoindicata legge regionale e che la stessa è
stata pubblicata telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 169 del 31 luglio 2023:
1) Legge regionale n. 30 del 31 luglio 2023,
recante: “Riconoscimento delle Palestre della salute”.
In data 2 agosto 2023, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono
state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 171 del 2 agosto 2023:
1) Legge regionale n. 31 del 2 agosto 2023,
recante: “Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni
transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture
socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della l.r. 15/2013”;
2) Legge regionale n. 32 del 2 agosto 2023,
recante: “La Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale”;
3) Legge regionale n. 33 del 2 agosto 2023,
recante: “Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le
espropriazioni di cui all’articolo 41 del d.p.r. 327/2001”;
4) Legge regionale n. 34 del 2 agosto 2023,
recante: “Istituzione e disciplina del Registro regionale dei Comuni con
prodotti De.Co.”;
5) Legge regionale n. 35 del 2 agosto 2023,
recante: “Modifiche e integrazioni delle leggi regionali 24/2013 e 32/1996”.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:
1. deliberazione
della Giunta regionale n. 349 del 21 luglio 2023;
2. deliberazioni
della Giunta regionale numeri 367, 368, 369, 370, 371, 373 e 378 del 27 luglio
2023.
Interrogazioni a risposta scritta
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la linea ferroviaria a
scartamento ridotto Cosenza – Catanzaro, sebbene sospesa da più di un decennio
nel tratto compreso tra i comuni di Marzi (Cs) e Soveria Mannelli (Cz), per quasi un secolo ha servito molti Paesi interni
delle due province, svolgendo un ruolo importante per le comunità interessate,
collegandole con i due capoluoghi di provincia e con i diversi servizi svolti
da uffici pubblici, strutture sanitarie, attività ricettive e di ristorazione
ed Istituti di Istruzione Superiore presenti nelle due città e in alcuni comuni
più popolosi situati lungo il percorso;
- tale linea ha anche una
funzione di rilevante richiamo turistico per la bellezza delle aree e dei
paesaggi da essa attraversati, interessando porzioni di territorio della Sila,
del Savuto e del Reventino, particolarmente rilevanti
per il loro patrimonio naturalistico, archeologico, storico, artistico e
culturale;
- attualmente il servizio
viene erogato in maniera insoddisfacente e per tratte separate - atteso che sin
dal 2009, a causa di alcune frane, la linea diretta è stata prima sospesa e poi
interrotta - ed è attivo con convogli che collegano, da un lato, Cosenza a
Marzi e, dall’altro, Catanzaro a Soveria Mannelli, connettendo i comuni posti
tra Marzi e Soveria Mannelli con un inadeguato servizio sostitutivo su gomma;
- il 30 novembre 2022,
Ferrovie della Calabria S.r.l. ha pubblicato un bando pubblico per la
realizzazione di consistenti “Interventi di potenziamento e ammodernamento
delle linee ferroviarie regionali Cosenza - Catanzaro delle Ferrovie della
Calabria s.r.l.”;
- la relazione descrittiva
della procedura di appalto di cui sopra prevede, tra l’altro: - “il
soddisfacimento dei fabbisogni di mobilità della popolazione residente;
- il rilancio e sviluppo del
collegamento ferroviario rapido tra Cosenza e Catanzaro, con la garanzia,
durante i lavori e per tutta la durata degli stessi, della non interruzione del
servizio erogato;
- la realizzazione di
un’infrastruttura tecnologicamente ammodernata... in piena conformità rispetto
alla vigente normativa;
- la razionalizzazione delle
attività di progettazione, fino a quella esecutiva, e delle connesse verifiche
attraverso l’uso degli strumenti BIM;
- l’efficientamento energetico
dell’opera e la riduzione dell’inquinamento in senso lato (acustico,
vibrazionale, ambientale etc.);
- l’oggetto principale della
procedura è il seguente: A. Linea Cosenza – Catanzaro — adeguamento
dell’armamento ferroviario e delle opere infrastrutturali (gallerie, fabbricati
di stazione/fermata, opere d’arte etc.) alle best practices... con lo scopo di
ottenere anche una drastica riduzione del tempo di percorrenza tra le stazioni
terminali di Cosenza Vaglio Lise e Catanzaro Città al valore minimo di 110’;
- negli anni scorsi era stato
abbandonato, di certo per la previsione di costi eccessivi, un precedente e più
ambizioso progetto sul tracciato in premessa, da realizzare sulla base di uno
studio di fattibilità commissionato alla società Sintagma. Tale studio
prevedeva di ridurre i tempi di percorrenza tra i due capoluoghi a soli 50
minuti ed aveva il fine di rendere competitiva la linea ferrata rispetto al
collegamento su gomma, richiedente 70-75 minuti circa;
- l’accantonamento definitivo
dell’idea di competere sui tempi con il trasporto su gomma ha fatto sì che
questa linea ferrata continuasse a svolgere sostanzialmente la sua funzione
storica, ovvero garantire la mobilità collettiva, in una ottica di sostenibilità
e compatibilità ambientali, puntualmente e precipuamente per tutte le comunità
delle aree interne afferenti al percorso. Atteso che: - da più parti
-cittadini, amministratori locali, associazioni- sono state sollevate forti
preoccupazione per il fatto che pare ci si stia orientando verso la scelta di
escludere, dal nuovo percorso, alcuni Comuni, tra cui con insistenza viene
indicato quello di Decollatura, snaturando così la rilevante funzione sociale
svolta nel corso del ‘900 da questa tratta ferroviaria;
- in questi giorni, i dubbi
sollevati dalle parti citate sono rafforzati oltre che dal mancato
coinvolgimento partecipativo degli Enti locali e delle organizzazioni sociali
territoriali alle decisioni definitive da assumere in merito alle modifiche del
tracciato, anche da quanto riferito ad amministratori locali da alcuni
lavoratori FdC, circa la decisione di abbandonare una
precedente indicazione volta ad effettuare delle attività propedeutiche ai
lavori da eseguire proprio nel territorio di Decollatura. Considerato che: - il
comune di Decollatura è uno dei più popolosi del territorio del Reventino ed ha la più ampia superficie territoriale tra
quelli situati nell’area del Savuto-Reventino;
svolge un ruolo importante per
la presenza di diversi servizi pubblici comprensoriali - Ambulatori medici
presenti nella innovativa Uccp (Unità complessa di
cure primarie del Reventino), Ufficio Arsa con
annesso Centro di Divulgazione Agricola, Istituto di Istruzione Superiore
(Liceo scientifico) “Costanzo” - e rappresenta quello con la maggiore capacità
attrattiva dal punto di vista turistico, sia per la rilevanza e consistenza
della attività ricettive ed alberghiere, che per la presenza di associazioni che
promuovono attività di turismo sostenibile.
Per sapere:
- se, alla luce di quanto
sopra esposto, la scelta del tracciato definitivo del percorso ferroviario in
oggetto ed il possibile taglio di alcuni Comuni dal nuovo tracciato siano di
pertinenza esclusivamente dell’appaltatore e di FdC;
- se non si ritenga opportuno
intervenire con urgenza per coinvolgere e far partecipare Enti Locali e
Organizzazioni sociali del territorio alle scelte definitive che si devono
assumere in merito alla mobilità che interessa direttamente le loro comunità;
- se, di conseguenza, non sia
anche il caso di avviare una larga interlocuzione con i cittadini, le
associazioni del territorio ed i comitati di pendolari, per concordare
congiuntamente le problematiche da affrontare e per giungere a soluzioni eque e
condivise tra la Regione Calabria e le comunità territoriali servite da questa
indispensabile tratta di F.d.C..
(156; 31/07/2023).
Bruni. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la Delibera di Giunta
Regionale n.258 del 21/06/2019 reca “Piano di Azione Coesione (PAC) 2014/2020
della Regione Calabria. Rimodulazione del Piano Finanziario”;
- la Delibera di Giunta
Regionale n.488 del 22 dicembre 2020 reca “Programma azione e coesione
(PAC)/Programma operativo complementare (POC) 2014-2020 della Regione Calabria.
Rimodulazione del piano finanziario;
- l’azione 6.8.3 del PAC
Calabria 2014/2023 prevede, tra l’altro, la promozione, qualificazione e
realizzazione di eventi culturali in grado di mobilitare significativi flussi
di turisti;
- il Decreto Dirigenziale N°.
10358 del 20/07/2023 ha approvato l’avviso pubblico “Attività Culturali 2023” -
PAC CALABRIA 2014/2020- AZIONE 6.8.3.;
- il Dipartimento Istruzione,
Formazione e Pari Opportunità – Settore Cultura, Attività Culturali,
Biblioteche, Musei, Teatri, Alta Formazione Artistica Musicale – ha pubblicato
il predetto avviso in data 20/07/2023;
- il predetto
Avviso è orientato alla valorizzazione e alla migliore fruizione del patrimonio
culturale regionale. Specificatamente, con lo stesso si intende sostenere la
promozione, la qualificazione, la realizzazione di eventi culturali in grado di
mobilitare significativi flussi turistici;
- l’Avviso Pubblico “Attività
Culturali 2023” prevede la concessione di un aiuto sotto forma di contributo in
conto capitale, sulla base di una procedura valutativa a graduatoria ex art. 5
comma 2 del D. Lgs. 123/1998 finalizzata alla selezione delle iniziative
ammissibili mediante valutazione comparata, nell'ambito di specifiche
graduatorie, sulla base di idonei parametri oggettivi predeterminati;
Considerato che: - la
dotazione finanziaria prevista dall’Avviso Pubblico è pari a €. 1.200.000,00.
con due linee di intervento di seguito dettagliate: · linea 1 per gli Enti
Pubblici, finanziata con 220.000,00 € del totale complessivo;
· linea 2 per gli altri
beneficiari - Fondazioni e Associazioni, Imprese e loro consorzi, Società
cooperative – finanziata con 980.000,00 €;
- appare evidente l’iniqua
distribuzione di risorse tra le due linee di intervento sopra citate, con
maggiori vantaggi in termini economici e di opportunità per la linea 2
(Fondazioni e Associazioni, Imprese e loro consorzi, Società cooperative) a
discapito degli Enti Pubblici;
- gli Enti Locali svolgono un
ruolo determinante nella realizzazione di eventi e attività culturali in grado
di fungere concretamente da poli di attrazione per i flussi turistici;
- l’austerity degli ultimi
decenni ha fortemente penalizzato gli Enti Locali in termini di risorse;
- i fondi derivanti dal PNRR –
in aggiunta ai fondi strutturali, ai fondi di sviluppo e coesione nonché ad
altre risorse messe a disposizione degli Enti Locali – hanno sanato soltanto in
parte e, nello specifico, solamente in alcune aree di intervento le difficoltà
economiche degli Enti Locali;
- le attività culturali
realizzate dagli Enti Locali sul territorio calabrese meritano una particolare
attenzione da parte delle Regione Calabria che dovrebbe sostenerle
economicamente per favorirne l’implementazione, lo sviluppo e la replicabilità;
- la dotazione finanziaria
prevista nell’Avviso Pubblico “Attività Culturali 2023” è assolutamente
insufficiente per ciò che riguarda la quota assegnata agli Enti Locali e va a
creare una concreta disparità di trattamento tra questi ultimi e gli altri beneficiari
previsti dall’Avviso. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente
della Giunta regionale
Per sapere:
a) quali iniziative intende
assumere per garantire una maggiore partecipazione degli Enti Locali alla
definizione e implementazione di attività culturali sul territorio della
regione Calabria;
b) quali iniziative intende
assumere per individuare ulteriori risorse per le attività culturali da
destinare agli Enti Locali, assicurando una maggiore disponibilità in termini
di investimenti che tenga conto del tessuto socioeconomico di tali Enti e ne
valorizzi le potenzialità culturali.
(157; 03/08/2023).
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- come dettato dalla Legge
Regionale 27/85 ogni anno la Regione Calabria deve erogare ai Comuni i fondi
utili a predisporre, tra le altre cose, all’interno degli istituti scolastici
il servizio di Assistenza Specialistica, riservato a bambini e ragazzi con
disabilità svolto da personale debitamente formato;
- si tratta di figure
professionali che hanno il compito di “sviluppare relazioni efficaci entro il
contesto scolastico e formativo, in un’ottica non assistenzialistica (…) ma
rivolta allo sviluppo di competenze dell’alunno e di tutti coloro che sono implicati
nei processi scolastici per l’integrazione”;
- nelle scuole tali assistenti
operano di concerto con gli educatori e il personale di sostegno e supportano
gli studenti nel superamento degli ostacoli che potrebbero influire
negativamente sull’apprendimento, aiutandoli ad imparare sempre di più e con maggiore
facilità;
- si tratta di un ruolo
importante che può risultare decisivo nella crescita della motivazione di chi
purtroppo ogni giorno si trova a dover “lottare” per ottenere quei risultati
che per altri sono semplici azioni quotidiane;
- questi aiuti risultano
fondamentali per gli alunni e le loro famiglie. Considerato che: - ogni
annualmente i fondi stanziati per il diritto allo studio vengono trasferiti ad
anno scolastico già avviato, creando notevoli disagi per alunni e famiglie, a causa
dei ritardi con cui la Direzione Regionale INPS trasmette i dati relativi al
numero di studenti avente diritto;
- nell’anno scolastico 2022/23
la Regione Calabria ha deliberato, tra fondi ordinari e fondi aggiuntivi, lo
stanziamento di 5,6 milioni di euro da erogare ai comuni e alle province
calabresi per le seguenti attività: assistenza specialistica, ausili didattici
ed attrezzature per l’inserimento degli alunni disabili, contributi sui buoni
pasto relativi al servizio mensa, contributi per le spese per i servizi
residenziali (convitti e semiconvitti), trasporto scolastico attività
scolastiche in ospedale, istruzione domiciliare.
Impegna la Giunta regionale
- ad anticipare ai comuni e
alle provincie, prima dell’avvio dell’anno scolastico 2023/24 almeno il 30% dei
fondi previsti su base proporzionale in base allo storico dell’anno precedente,
in attesa dei dati comunicati della Direzione Regionale INPS con i quali
completare il riparto definitivo dei fondi del Diritto allo Studio, potendo
così assicurare l’Assistenza Specialistica sin dai primi giorni di scuola.
(62; 02/08/2023) Alecci.
Proposta di legge numero 215/12^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disciplina in materia di
ordinamento dei consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio
rurale” (deliberazione consiliare n. 212)
DISPOSIZIONI GENERALI
Art. 1
(Oggetto e finalità)
1. La Regione Calabria, in
osservanza dei principi comunitari e statali di sviluppo sostenibile e gestione
delle risorse naturali, riconosce, promuove e attua la bonifica integrale quale
attività polifunzionale e permanente di rilevanza pubblica finalizzata a garantire
la sicurezza idraulica, la difesa del suolo, la provvista e la razionale
utilizzazione delle risorse idriche a prevalente uso irriguo, il risparmio
idrico, nonché la tutela quantitativa e qualitativa delle acque irrigue e la
valorizzazione del patrimonio idrico e delle risorse naturali.
2. La presente legge
disciplina le modalità dell'intervento pubblico per la bonifica, l'irrigazione,
la difesa e la valorizzazione del territorio rurale calabrese, che si realizza
tenendo conto dei regolamenti e delle direttive dell'Unione europea, delle
linee generali della programmazione economica nazionale e regionale e in
conformità alle previsioni degli atti di pianificazione regionale, in modo da
assicurare il coordinamento dell'attività di bonifica e manutenzione del
territorio con le azioni previste nei piani di bacino e negli altri strumenti
di pianificazione e programmazione della Regione e degli enti locali in materia
di governo del territorio, ambiente, agricoltura, foreste e lavori pubblici.
3. Per quanto non espressamente previsto dalla presente legge si
applicano la normativa nazionale di riferimento e le norme del codice civile.
Art. 2
(Attività di bonifica)
1. Costituisce attività di
bonifica il complesso degli interventi finalizzati ad assicurare il deflusso
delle acque, la salubrità e la difesa idraulica del territorio, la regimazione
dei corsi d'acqua naturali, la stabilità dei terreni declivi finalizzati alla
corretta regimazione del reticolo idrografico, la provvista e la razionale
utilizzazione delle risorse idriche a prevalenti usi agricoli nel rispetto dei
piani di utilizzazione idropotabile e industriale, nonché l'adeguamento, il
completamento e la manutenzione delle opere di bonifica e di irrigazione già
realizzate.
Art. 3
(Opere di bonifica)
1. Nell'ambito dell'attività
di cui all'articolo 2, costituiscono opere di bonifica:
a) la canalizzazione della
rete scolante, le opere di stabilizzazione, di difesa e regimazione dei
reticoli idrografici;
b) gli impianti di
sollevamento e di derivazione delle acque;
c) le opere di captazione,
provvista, adduzione e distribuzione delle acque utilizzate a prevalenti fini
agricoli, ivi compresi i canali demaniali di irrigazione, finalizzate alla
corretta regimazione del reticolo idrografico e alla tutela della qualità delle
acque;
d) le opere per la difesa
idrogeologica e di sistemazione e consolidamento delle pendici e dei versanti
dissestati da fenomeni idrogeologici;
e) le opere di cui
all'articolo 166, comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme
in materia ambientale);
f) le opere per la
sistemazione idraulico-agraria;
g) le opere connesse
all'attività di manutenzione, ripristino e protezione dalle calamità naturali;
h) le infrastrutture di
supporto per la realizzazione e la gestione di tutte le opere predette.
2. Le opere pubbliche di
bonifica e di irrigazione e le opere idrauliche appartengono al demanio
regionale, così come le aree espropriate o acquisite dal Consorzio di bonifica
della Calabria istituito con la presente legge tramite atto di cessione volontaria
per la realizzazione delle predette opere e vengono
affidate in concessione al Consorzio stesso che assume il rischio operativo
della gestione dei beni, dei lavori e dei servizi ad esso affidati.
3. Sono, altresì, affidate in concessione al Consorzio di bonifica della
Calabria istituito con la presente legge le dighe a prevalente scopo irriguo.
Art. 4
(Definizioni)
1. Ai fini della presente
legge valgono le seguenti definizioni:
a) reticolo di gestione: il
sottoinsieme del reticolo idrografico di cui all’articolo 54 del decreto
legislativo n.152/2006, rappresentato dai canali di colo consortili e dai
tratti di corsi d’acqua naturali interessati da opere di sistemazione idraulica
o di consolidamento dei versanti, che necessita di manutenzione, sorveglianza e
gestione per garantire il buon regime delle acque, prevenire e mitigare
fenomeni alluvionali;
b) beneficio: il vantaggio
specifico e diretto che deriva agli immobili agricoli ed extra agricoli,
ricadenti all'interno del comprensorio di bonifica, dalle attività del
Consorzio, consistente nel mantenimento o incremento di valore dei medesimi
immobili. Esso si distingue in:
1) beneficio di presidio
idrogeologico, individuato nel vantaggio che traggono gli immobili situati nel
comprensorio dal complesso degli interventi volti al mantenimento
dell'efficienza e della funzionalità del reticolo di gestione e delle opere;
2) beneficio di natura
idraulica, individuato nel vantaggio che traggono gli immobili situati nel
comprensorio dal complesso degli interventi, volto al mantenimento
dell'efficienza e della funzionalità del reticolo idraulico e delle opere e
finalizzato a preservare il territorio da fenomeni di allagamento e ristagno di
acque, comunque generati, conservando la fruibilità del territorio e la sua
qualità ambientale. Lo stesso è costituito:
2.1) dal beneficio di scolo
delle acque piovane provenienti dagli immobili;
2.2) dal beneficio di difesa
idraulica dalle acque esterne agli immobili medesimi;
3) beneficio di disponibilità
irrigua, individuato nel vantaggio che traggono gli immobili sottesi ad opere
di bonifica e ad opere di accumulo, derivazione, adduzione, circolazione e
distribuzione di acque irrigue;
c) perimetro di contribuenza:
individua, nell'ambito del comprensorio di bonifica, le proprietà immobiliari
che ricevono effettivi benefici dall'attività di bonifica svolta dal Consorzio;
d) manutenzione: il complesso
delle operazioni necessarie a mantenere in buono stato le opere realizzate.
Essa si distingue in:
1) ordinaria: le attività
oggetto di programmazione svolte in modo continuativo finalizzate al
mantenimento delle opere e alla prevenzione del loro eventuale degrado;
2) straordinaria: le attività,
diverse da quelle di cui al numero 1) della presente lettera, di ripristino e
ricostruzione, volte al miglioramento delle opere e del reticolo di gestione;
e) pronto intervento: i primi interventi urgenti per il contrasto e la
prevenzione di eventuali eventi calamitosi, tra i quali la rimozione degli
ostacoli, anche causati da movimenti franosi, smottamenti spondali, accumuli
detritici, che possono impedire il rapido defluire delle acque, la salvaguardia
delle arginature e la messa in sicurezza delle opere idrauliche danneggiate, la
funzionalità delle opere di bonifica e di irrigazione.
CAPO II
ISTITUZIONE E DISCIPLINA DEL CONSORZIO DI BONIFICA
Art. 5
(Consorzio di bonifica della
Calabria)
1. È istituito il Consorzio di
bonifica della Calabria, di seguito nominato Consorzio, quale ente pubblico
economico a struttura associativa, ai sensi dell'articolo 862 del codice civile, la cui azione è informata a principi di
efficienza, efficacia, economicità e trasparenza e al rispetto del principio
dell'equilibrio di bilancio, con sede in Catanzaro.
2. Il territorio regionale è classificato di bonifica, ai sensi e per
gli effetti della legislazione vigente.
Art. 6
(Comprensori di bonifica)
1. Il Consorzio è organizzato
in comprensori corrispondenti, in sede di prima applicazione, ai territori di
competenza degli undici consorzi già esistenti alla data di entrata in vigore
della presente legge.
2. I comprensori di bonifica
costituiscono il presidio amministrativo e operativo della sede centrale del
Consorzio al fine di migliorare e integrare il livello dei servizi.
3. Le eventuali modifiche dei
comprensori che si rendono necessarie sono disposte con deliberazione della
Giunta regionale su proposta dell'Assessore regionale competente in materia di
agricoltura, previo parere della competente commissione consiliare da rendere
entro trenta giorni, decorsi i quali il parere si intende acquisito.
4. La deliberazione della
Giunta regionale è pubblicata sul Bollettino ufficiale telematico della Regione
(BURC) e ha valore di notifica della proposta agli enti locali territorialmente
interessati, nonché ai proprietari degli immobili compresi nei comprensori così
come delimitati.
5. Entro trenta giorni dalla
data di pubblicazione sul BURC i soggetti interessati possono formulare
eventuali osservazioni alla Giunta regionale, la quale, entro trenta giorni da
tale ultimo termine, assume le proprie determinazioni sulle osservazioni pervenute
e trasmette la deliberazione al Consiglio regionale per la definitiva
approvazione.
6. La cartografia relativa alle delimitazioni comprensoriali è
depositata presso il dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura e chiunque può prenderne visione ed estrarne copia.
Art. 7
(Funzioni del Consorzio)
1. AI Consorzio, per la
realizzazione delle finalità di cui all'articolo 1, competono le seguenti
funzioni:
a) predisposizione di piani di
classifica e piani di riparto delle spese, articolati per ogni comprensorio di
bonifica. Il piano di riparto delle spese deve essere allegato al bilancio
preventivo economico–budget dell’ente, in conformità alle linee guida stabilite
dalla Giunta regionale, di cui all’articolo 10;
b) predisposizione, secondo le
direttive contenute nella pianificazione regionale in materia e nel piano delle
attività delle opere di bonifica, entro il 30 settembre di ciascun anno, del
piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione e dell'elenco annuale
dei lavori per le opere di propria competenza, che sono approvati dalla Giunta
regionale entro il 30 novembre di ciascun anno, previo parere della commissione
consiliare competente;
c) istituzione e aggiornamento
annuale del catasto consortile;
d) progettazione,
realizzazione, gestione e manutenzione ordinaria delle opere idrauliche, di
bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario, ivi comprese le opere di
cui all'articolo 166 del decreto legislativo n. 152/2006;
e) progettazione e
realizzazione degli interventi di manutenzione straordinaria delle opere e
degli impianti di competenza del Consorzio;
f) azioni di salvaguardia
ambientale e di risanamento delle acque, con particolare riguardo alle azioni
di monitoraggio di bonifica e di irrigazione, nonché alla tutela delle acque
sotterranee che vengano affidati al Consorzio dallo Stato e dalla Regione;
g) pronto intervento,
esercizio e vigilanza sulle opere di bonifica, ivi compreso il rilascio delle
concessioni, delle licenze e dei permessi di cui agli articoli 134 e 138 del
regio decreto 8 maggio 1904, n. 368 (Regolamento per l'esecuzione del testo
unico della legge 22 marzo 1900, n. 195 e della legge 7 luglio 1902, n. 333
sulle bonificazioni delle paludi e dei terreni paludosi) e l'introito dei
relativi canoni;
h) progettazione,
realizzazione e gestione delle opere di bonifica di competenza privata dietro
formale affidamento dei proprietari interessati;
i) progettazione,
realizzazione e gestione di impianti di produzione di energia elettrica da
fonti rinnovabili nei canali consortili e sulle altre infrastrutture a ciò
idonee, compatibilmente con le attività di bonifica e di irrigazione ad essa
strettamente connesse;
j) estrapolazione dei dati e
delle informazioni utili all'attività di programmazione e pianificazione,
nonché all'attività conoscitiva di cui all'articolo 55 del decreto legislativo
n.152/2006;
k) gestione dell'attività di
comunicazione istituzionale e dei rapporti con i consorziati;
I) promozione di iniziative e
interventi finalizzati all'informazione degli utenti.
2. Il Consorzio può anche
svolgere la progettazione e l'esecuzione delle opere pubbliche di competenza
dello Stato, della Regione e degli enti locali mediante apposita convenzione e
con spese e oneri a totale carico del committente.
3. Ai fini di una migliore
gestione ed economicità del territorio, il Consorzio può affidare i lavori di
manutenzione ordinaria agli imprenditori agricoli, di cui all'articolo 2135 del
codice civile, regolarmente iscritti al Registro delle imprese e che operano
nel territorio del comprensorio di riferimento, sulla base di specifiche
convenzioni in ossequio al disposto di cui all'articolo 15 del decreto
legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Orientamento e modernizzazione del settore
agricolo) e dell'articolo 2, comma 134, della legge 24 dicembre 2007, n. 244
(Legge finanziaria 2008).
4. La pubblicità legale degli atti del Consorzio è garantita attraverso
la pubblicazione sul sito istituzionale dello stesso entro tre giorni dalla
data di adozione e per quindici giorni consecutivi. L'omessa pubblicazione
rende inefficace l'atto.
Art. 8
(Contratti di fiume, di foce e
di costa)
1. Il Consorzio e i Comuni,
d'intesa con la Regione, possono promuovere, ai sensi dell'articolo 40-bis
della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed
uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria), i contratti di fiume,
di foce e di costa mediante il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati
interessati.
2. I contratti di fiume, di foce e di costa concorrono alla definizione
e all'attuazione degli strumenti di pianificazione a livello di bacino
distrettuale quale strumento volontario di programmazione strategica e
negoziale che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche,
la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia del
rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.
Art. 9
(Partecipazione al Consorzio)
1. La partecipazione al
Consorzio è obbligatoria. La qualifica di consorziato si intende acquisita con
l'iscrizione delle proprietà immobiliari, agricole ed extra agricole, nel
perimetro di contribuenza individuato dal Consorzio.
2. I consorziati:
a) sono tenuti al pagamento
del contributo consortile di cui all'articolo 10;
b) eleggono gli organi
consortili, in conformità alle disposizioni della presente legge e dello
statuto del Consorzio;
c) provvedono alla
realizzazione a proprio carico di tutte le opere giudicate, nei comprensori di
bonifica, necessarie ai fini della bonifica stessa, ai sensi del regio decreto
13 febbraio 1933, n. 215 (Nuove norme per la bonifica integrale), nonché alla
loro manutenzione ed esercizio;
d) provvedono alla
realizzazione e manutenzione della rete irrigua che dal contatore ovvero dal
punto di distribuzione si dirama all'interno delle rispettive proprietà;
e) esercitano tutte le
attività e funzioni stabilite dalla presente legge e dall'ordinamento interno
del Consorzio.
3. Le attribuzioni di cui al
comma 2, anziché dal proprietario, sono esercitate dall'affittuario, dal
conduttore o dal titolare di diritti reali di godimento, qualora gli stessi
siano tenuti, per legge o in base al contratto, al pagamento del contributo
consortile.
4. Il proprietario comunica al Consorzio i nominativi dei soggetti di
cui al comma 3 al fine della loro iscrizione nei ruoli di contribuenza e
dell'annotazione nel catasto consortile.
Art. 10
(Piano di classifica e
contributi consortili)
1. La Giunta regionale approva
le linee guida predisposte dal dipartimento competente in materia di
agricoltura, sulla base delle quali il Consorzio elabora il piano di classifica
distinto per comprensori. Le linee guida sono redatte secondo principi di economia
che tengono conto dei seguenti criteri:
a) parametri omogenei per
ambiti territoriali con analoghe caratteristiche geomorfologiche, anche con
riferimento al rischio idraulico e ambientale;
b) potenzialità contributive
per aree e per dimensioni aziendali omogenee;
c) potenzialità di sviluppo e
dell'incremento di valore conseguito e conseguibile dagli immobili;
d) livello di fruizione e
godimento dei beni, con riferimento a valutazioni del valore complessivo,
attuale e futuro, dei comprensori, rapportandolo alla presenza o meno
dell'attività di bonifica e di conservazione del suolo.
2. Il piano di classifica
individua i benefici diretti e specifici derivanti dall'attività del Consorzio,
stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi, determina i
relativi indici di contribuenza e definisce, con cartografia allegata, il perimetro
di contribuenza, con l'individuazione degli immobili soggetti al pagamento dei
contributi consortili.
3. La cartografia di supporto
al piano di classifica e a tutti i suoi aggiornamenti è elaborata sulla base
dell'informazione geografica del sistema informativo territoriale e ambientale,
fornita a titolo gratuito dalle competenti strutture regionali sulla base di
apposita convenzione stipulata con il Consorzio.
4. La proposta di piano di
classifica deliberata dal Consorzio, con relativi perimetri di contribuenza, è
pubblicata mediante deposito presso il dipartimento regionale competente in
materia di agricoltura. Dell'avvenuto deposito è data comunicazione mediante
avviso da pubblicarsi sul BURC e sui siti istituzionali della Regione e del
Consorzio.
5. Entro trenta giorni dalla
data di pubblicazione dell'avviso di deposito gli interessati possono prendere
visione dei piani di classifica e proporre eventuali osservazioni direttamente
al Consorzio mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento o posta
elettronica certificata.
6. Il Consorzio, entro
quindici giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 5, esamina le
osservazioni pervenute e le trasmette al dipartimento competente in materia di
agricoltura, unitamente alle proprie considerazioni o controdeduzioni.
7. La Giunta regionale, entro
trenta giorni dalla scadenza del termine di cui al comma 6, adotta la proposta
di piano di classifica e la trasmette al Consiglio regionale per
l'approvazione. Il piano di classifica diventa esecutivo decorsi sessanta
giorni dall'approvazione del Consiglio regionale.
8. La pubblicazione della
deliberazione del Consiglio regionale di approvazione del piano di classifica
sul BURC produce gli effetti di pubblicità del perimetro di contribuenza nei
confronti di tutti gli interessati.
9. Il contributo consortile è
commisurato e quantificato in relazione al beneficio diretto e specifico
effettivamente ottenuto e il relativo ammontare è determinato con il piano
annuale di riparto delle spese, allegato al bilancio preventivo economico-budget
e contestualmente approvato.
10. In applicazione
dell'articolo 166, comma 3, del decreto legislativo n.152/2006, sono obbligati
a contribuire alle spese consortili, in ragione del beneficio ottenuto, tutti
coloro che utilizzano canali consortili come recapito di scarichi, anche se depurati,
e provenienti da insediamenti di qualsiasi natura. A tal fine, il Consorzio,
contestualmente alla redazione del piano di classifica, provvede al censimento
degli scarichi esistenti e alla loro regolarizzazione, adottando gli atti di
concessione e definendo i canoni dovuti in ragione dei benefici ottenuti nonché
i termini di rivalutazione degli stessi.
11. Le somme riscosse ai sensi
del comma 10 sono poste a sgravio delle spese consortili addebitabili agli
immobili ove insistono gli insediamenti da cui provengono scarichi.
12. I soggetti gestori del
servizio idrico integrato che utilizzano corsi d'acqua naturali o artificiali
affidati in gestione al Consorzio come recapito di acque reflue urbane
depurate, nonché i Comuni per l'eventuale quota riferita alle acque meteoriche
non ricomprese nella definizione di acque reflue urbane, hanno l'obbligo di
contribuire, ai sensi dell'articolo 166 del decreto legislativo n.152/2006,
alle spese consortili di manutenzione ed esercizio dei predetti corsi d'acqua,
in proporzione al beneficio ottenuto. Il contributo per lo scarico è definito
da apposito regolamento consortile per gli scarichi nei canali. A tal fine il
Consorzio provvede al censimento degli scarichi.
13. I contributi consortili di
bonifica costituiscono oneri reali sugli immobili, hanno natura tributaria e
sono riscossi, insieme a tutte le altre entrate di competenza del Consorzio,
secondo le norme vigenti per la esazione dei tributi, ovvero mediante
versamento diretto al Consorzio sulla base di specifico avviso inviato dal
Consorzio o dall'esattore.
14. Fino all'approvazione
definitiva del nuovo piano di classifica restano in vigore a tutti gli effetti
i piani di classifica vigenti alla data di entrata in vigore della presente
legge.
15. La Regione Calabria e l’Agenzia regionale per le erogazioni in
agricoltura (ARCEA), al fine di assicurare la riscossione dei ruoli ordinari di
bonifica e di quelli irrigui, non possono procedere alla liquidazione dei
contributi concessi a qualunque titolo, con risorse finanziarie dell’Unione
europea, dello Stato e della Regione destinate alla politica agricola, a
soggetti non in regola con il pagamento dei ruoli predetti.
Art. 11
(Catasto consortile)
1. Presso il Consorzio è
istituito il catasto unico consortile nel quale sono inseriti, sulla base dei
dati delle Agenzie delle entrate, tutti gli immobili situati nell'ambito del
perimetro di contribuenza.
2. Nel catasto di cui al comma
1 confluiscono i dati in possesso dei catasti dei consorzi di bonifica
soppressi con la presente legge.
3. Nel catasto è individuata
per ciascun immobile la proprietà ovvero l'eventuale titolarità di diritti
reali di godimento e/o di rapporti d'affitto e/o di locazione.
4. Il catasto è aggiornato annualmente, entro il 31 ottobre, ai fini
della elaborazione dei ruoli di contribuenza attraverso la consultazione dei
dati dell'Agenzia delle entrate o di altre banche dati, ovvero attraverso i
dati emergenti dagli atti di compravendita presentati dai singoli consorziati.
Articolo 12
(Elettorato attivo e passivo)
1. Ogni consorziato ha diritto
all'elettorato attivo, purché in godimento dei diritti civili e all'elettorato
passivo purché sia anche in regola con il pagamento del contributo consortile.
2. In caso di comproprietà
degli immobili, l'elettorato attivo e passivo è attribuito al cointestatario
titolare di una quota di proprietà superiore al 50 per cento o, negli altri
casi, al comproprietario individuato dalla maggioranza degli intestatari calcolata
secondo il valore delle quote oppure, in mancanza, al cointestatario titolare
della quota che rappresenta la maggioranza della proprietà indivisa ovvero, in
mancanza, al primo intestatario della proprietà.
3. Per le persone giuridiche,
i minori, gli interdetti e gli inabilitati, il diritto di elettorato attivo e
passivo è esercitato dai rispettivi legali rappresentanti.
4. Il consorziato contribuente
iscritto quale proprietario individuale in più sezioni elettorali di cui
all'articolo 15, comma 6, esercita il diritto nella sezione in cui risulta
maggiore contribuente.
5. Il diritto di voto non è delegabile.
Art. 13
(Organi)
1. Gli organi del Consorzio sono:
a) il Consiglio dei delegati;
b) l'Ufficio di presidenza;
c) il Revisore dei conti.
2. Gli
organi del Consorzio restano in carica tre anni.
Art. 14
(Consiglio dei delegati)
1. Il Consiglio dei delegati è
composto da quarantadue membri, di cui:
a) ventisette eletti dai
consorziati;
b) tre nominati dal Consiglio
regionale in rappresentanza dei tre collegi elettorali di cui all'articolo 15,
comma 5;
c) due nominati dal Presidente
della Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente in materia di
agricoltura;
d) sette Sindaci, nominati dal
Consiglio delle autonomie locali, di cui almeno tre Sindaci dei Comuni montani;
e) tre rappresentanti delegati
dalle sigle sindacali firmatarie del contratto nazionale di riferimento, senza
diritto di voto.
2. I ventisette componenti
elettivi devono essere iscritti nei ruoli di contribuenza. I restanti
componenti possono essere consorziati, e in tal caso devono essere in regola
con il pagamento del contributo consortile, oppure non consorziati.
3. Il Consiglio dei delegati è
validamente costituito al momento dell'insediamento dei membri eletti. Fino
all'integrazione del Consiglio dei delegati con i restanti membri, lo stesso
delibera con la presenza dei tre quarti dei membri di cui al comma 1, lettera
a), e con la maggioranza dei due terzi dei voti espressi.
4. Fatte salve le diverse
maggioranze stabilite dallo statuto e dalla presente legge, il Consiglio dei
delegati delibera validamente in presenza della maggioranza dei suoi membri e
con la maggioranza dei voti espressi.
5. Il Consiglio dei delegati elegge, in due distinte votazioni,
l'Ufficio di presidenza tra i propri membri eletti. Nella prima votazione
vengono eletti il Presidente e il Vicepresidente, che risultano rispettivamente
il primo e il secondo più votati. In caso di parità viene effettuato un turno
di ballottaggio e in caso di ulteriore parità viene eletto il più giovane di
età. Nella seconda votazione viene eletto il componente che risulta essere il
più votato. In caso di parità viene effettuato un turno di ballottaggio e in
caso di ulteriore parità viene eletto il più giovane di età. Il Consiglio dei
delegati delibera validamente con la presenza di almeno tre quarti dei
componenti di cui alla lettera a) del comma 1.
Art. 15
(Svolgimento delle elezioni del
Consiglio dei delegati)
1. L'elezione dei membri del
Consiglio dei delegati di cui all'articolo 14, comma 1, lettera a), è
effettuata a scrutinio segreto. L'elezione può essere effettuata anche mediante
modalità telematiche, che garantiscano la sicurezza, l'anonimato e l'integrità
del voto.
2. Il Presidente del
Consorzio, nel rispetto delle procedure contenute nello statuto, indice le
elezioni sei mesi prima della scadenza degli organi.
3. AI fine di promuovere la
partecipazione alle elezioni consortili, il Presidente del Consorzio, entro il
termine di sessanta giorni antecedenti la data fissata per le elezioni,
comunica agli aventi diritto al voto le modalità di svolgimento delle elezioni,
l'esercizio del diritto di voto e la data di svolgimento delle stesse.
4. Oltre a quanto previsto al
comma 3, il Presidente del Consorzio, entro il termine di quindici giorni
antecedenti la data fissata per le elezioni, provvede a darne avviso su almeno
un quotidiano a rilevanza regionale, specificando la data di svolgimento delle
stesse nonché l'indicazione dei seggi dove si tengono le operazioni elettorali.
5. Ai fini dell'elezione, si
individuano tre collegi elettorali (Nord, Centro, Sud), corrispondenti
rispettivamente alle seguenti aree:
a) Provincia di Cosenza;
b) Province di Catanzaro e
Crotone;
c) Città metropolitana di
Reggio Calabria e Provincia di Vibo Valentia.
6. Per ogni collegio di cui al
comma 5 i consorziati sono suddivisi in tre sezioni elettorali e la
suddivisione è effettuata in modo che ciascuna sezione rappresenti un uguale
carico contributivo. I rappresentanti eletti nel Consiglio dei delegati sono pari
a quattro per ciascuna sezione elettorale del collegio Nord, due per ciascuna
sezione elettorale del collegio Centro e tre per ciascuna sezione elettorale
del collegio Sud.
7. L'elezione dei membri del
Consiglio dei delegati si svolge su presentazione di liste concorrenti di
candidati compresi tra gli iscritti negli elenchi degli aventi diritto al voto
della rispettiva sezione.
8. Ciascuna delle liste dei
candidati per ogni sezione deve prevedere:
a) per il collegio Nord un
numero di candidati non inferiore a sei e non superiore a dodici, considerando
la rappresentanza di genere;
b) per il collegio Centro un
numero di candidati non inferiore a tre e non superiore a sei, considerando la
rappresentanza di genere;
c) per il collegio Sud un
numero di candidati non inferiore a cinque e non superiore a nove, considerando
la rappresentanza di genere.
9. Le liste per ciascuna
sezione elettorale sono presentate dal trentacinquesimo al trentaduesimo giorno
antecedenti la data di svolgimento delle elezioni da un numero di consorziati
che rappresenti almeno il 2 per cento degli iscritti nell'elenco della sezione
cui si riferisce la lista, esclusi i candidati, e comunque ove detto numero sia
inferiore da non meno di cinquanta consorziati.
10. Per ogni sezione
elettorale di ciascun collegio l'assegnazione dei seggi segue il criterio
proporzionale ad esclusione di un seggio, che è assegnato alla lista che ha
ottenuto il maggior numero di voti tra quelle escluse dalla ripartizione
proporzionale o, qualora tutte le liste abbiano ottenuto l'assegnazione di
seggi con il criterio proporzionale, alla lista con i resti maggiori.
11. Qualora in una o più
sezioni non siano presentate liste entro la data di scadenza prevista, gli
elettori di tali sezioni possono votare per ogni avente diritto al voto della
propria sezione di appartenenza.
12. Entro otto giorni dalla
data di svolgimento delle elezioni il Presidente del Consorzio rende noti
sull'albo consortile e sul sito internet i risultati delle elezioni e trasmette
gli atti relativi alle operazioni elettorali in copia autenticata al dipartimento
regionale competente in materia di agricoltura.
13. Avverso i risultati delle
elezioni elettorali è ammesso ricorso al Presidente della Giunta regionale per
il tramite del dipartimento competente in materia di agricoltura entro trenta
giorni dalla pubblicazione dei risultati sull'albo consortile.
14. Le ulteriori modalità per l'elezione degli organi consortili sono
stabilite nello statuto del Consorzio.
Art. 16
(Cause di ineleggibilità)
1. Non possono essere eletti quali membri del Consiglio dei delegati:
a) i minori, anche se
emancipati, gli interdetti e gli inabilitati;
b) i falliti, per un
quinquennio dalla data di dichiarazione del fallimento;
c) coloro che sono stati
interdetti dai pubblici uffici, per la durata dell'interdizione;
d) coloro che hanno riportato
condanne che non consentono l'iscrizione nelle liste elettorali per le elezioni
politiche, nonché coloro che sono stati sottoposti a misure di sicurezza che
non consentono l'iscrizione nelle liste elettorali politiche, fino ad un anno
dopo la cessazione degli effetti del provvedimento;
e) i funzionari e gli
amministratori pubblici cui competono funzioni di vigilanza e tutela
sull'amministrazione del Consorzio;
f) i dipendenti del Consorzio;
g) coloro che hanno assunto
incarico della gestione finanziaria di un consorzio e non hanno reso il conto
della loro gestione;
h) coloro i quali hanno un
contenzioso con il Consorzio e coloro i quali non risultano in regola con il
contributo consortile;
i) coloro che eseguono opere o
rendono servizi per conto del Consorzio;
j) coloro che hanno ricoperto
la carica di componente del Consiglio dei delegati per più di due mandati anche
non consecutivi. A tal fine rileva anche la carica ricoperta negli organi degli
undici consorzi di bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della
presente legge.
2. Non possono essere
contemporaneamente membri del Consiglio dei delegati gli ascendenti e i
discendenti, gli affini in linea retta, i fratelli e i coniugi.
3. Le cause di ineleggibilità
non hanno effetto se l'interessato cessa dalle funzioni per dimissioni,
trasferimento, revoca dall'incarico o dal comando, collocamento in aspettativa
non retribuita non oltre tre giorni antecedenti a quello fissato per la presentazione
delle candidature.
4. La perdita delle condizioni
di eleggibilità di cui al presente articolo comporta la decadenza dalla carica
di membro eletto del Consiglio dei delegati e dalla carica di Presidente,
Vicepresidente o componente dell'Ufficio di presidenza.
5. Le disposizioni del presente articolo trovano applicazione anche per
commissari straordinari e per le gestioni liquidatorie di cui agli articoli 34,
35 e 36.
Art. 17
(Cause di incompatibilità)
1. La carica di membro del
Consiglio dei delegati è incompatibile con le seguenti cariche, funzioni o
condizioni:
a) Parlamentare nazionale o
europeo, Presidente, Consigliere o Assessore regionale, Presidente o
Consigliere provinciale, Sindaco metropolitano o Consigliere della Città
metropolitana, Sindaco o Assessore comunale, Presidente, componente della
Giunta o Consigliere comunale;
b) titolare, legale
rappresentante, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o
coordinamento delle imprese o di enti pubblici che abbia parte, direttamente o
indirettamente, in servizi, esazioni di diritti, somministrazioni, appalti di
lavori e forniture consortili;
c) consulente legale,
amministrativo o tecnico che presta opera in modo continuativo in favore degli
enti o delle imprese di cui alla lettera b);
d) avere un debito certo,
liquido ed esigibile verso il Consorzio;
e) trovarsi, nel corso del
mandato, in una condizione di ineleggibilità.
2. Le cause di
incompatibilità, sia esistenti al momento dell'elezione sia sopravvenute ad
essa, ove non rimosse entro il termine di dieci giorni dalla contestazione,
comportano la decadenza dalla carica di membro eletto del Consiglio dei
delegati e dalla carica di Presidente, Vicepresidente o componente dell'Ufficio
di presidenza.
3. Le disposizioni del presente articolo trovano applicazione anche per
commissari straordinari e per le gestioni liquidatorie di cui agli articoli 34,
35 e 36.
Art. 18
(Decadenza)
1. La decadenza dei componenti
è pronunciata dal Consiglio dei delegati nel rispetto e ai sensi di quanto
previsto dalla vigente normativa quando, successivamente all'elezione:
a) sopravviene una causa di
ineleggibilità o incompatibilità di cui agli articoli 16 e 17;
b) i componenti del Consiglio
dei delegati, senza giustificato motivo, non partecipano per tre volte
consecutive alle riunioni del Consiglio;
c) i componenti del Consiglio
dei delegati si rendono colpevoli di violazioni di legge, di violazioni delle
norme statutarie o inadempienze che ledono gli interessi e i principi generali
cui si ispira il Consorzio e che compromettono il suo regolare funzionamento.
2. Per i componenti eletti la
cessazione della qualità di consorziato comporta automaticamente la perdita di
tutte le cariche consortili.
3. Per le persone giuridiche,
i minori, gli interdetti e gli inabilitati, la cessazione della qualità di
rappresentante legale comporta automaticamente la perdita di tutte le cariche
consortili.
4. Con la cessazione del
mandato di Sindaco o di Sindaco metropolitano, i componenti del Consiglio dei
delegati di cui dell'articolo 14, comma 1, lettera d), cessano dalla carica e
sono sostituiti dai rispettivi successori. Il subentrante resta in carica quale
membro del Consiglio dei delegati per il rimanente periodo di validità del
Consiglio stesso.
5. Le disposizioni di cui al comma 4 si applicano anche al caso di
cessazione dalla carica dei rappresentanti sindacali di cui all'articolo 14,
comma 1, lettera e).
Art. 19
(Funzioni del Consiglio dei
delegati)
1. Il Consiglio dei delegati
provvede:
a) all'elezione dell'Ufficio
di presidenza;
b) all'approvazione dello
statuto del Consorzio;
c) all'adozione del piano di
classifica;
d) all'adozione dei piani di
riparto delle spese dei comprensori;
e) all'approvazione
dell'elenco degli aventi diritto al voto;
f) all'adozione e
all'approvazione della proposta del piano triennale delle opere di bonifica e
di irrigazione e dell'elenco annuale dei lavori;
g) all'approvazione dei
bilanci dell'ente;
h) all'approvazione della
stipula di mutui e di finanziamenti;
i) all'approvazione dei
regolamenti interni di organizzazione e funzionamento dell'ente;
j) all'approvazione del piano
di organizzazione variabile (POV);
k) alla deliberazione in
merito all'applicazione di ammortizzatori sociali o di modifiche contrattuali
dei dipendenti, previa relazione del Direttore generale e sentite le
organizzazioni sindacali;
I) all'assunzione di ogni
altro provvedimento affidato alle competenze del Consiglio dei delegati dalle
norme statutarie;
m) alla vigilanza
sull'attività dell'Ufficio di presidenza.
2. Ogni membro eletto nel
Consiglio dei delegati, che non ricopre ruoli all'interno dell'Ufficio di
presidenza, svolge funzioni di presidio sui comprensori di bonifica
appartenenti al collegio elettorale di provenienza e di raccordo con la
struttura centrale del Consorzio.
3. Ai membri del Consiglio dei delegati, ad eccezione dei componenti
nominati dalle organizzazioni sindacali, può essere riconosciuto il rimborso
delle spese di viaggio documentate per la partecipazione alle sedute del
Consiglio.
Art. 20
(Ufficio di presidenza)
1. L'Ufficio di presidenza è
composto dal Presidente, dal Vicepresidente e da uno dei componenti eletti nel
Consiglio dei delegati ai sensi dell'articolo 14, comma 1, lettera a).
2. In caso di assenza o di
temporaneo impedimento, il Presidente viene sostituito dal Vicepresidente.
3. In caso di dimissioni o
cessazione dalla carica del Presidente, il Vicepresidente indice le elezioni
per il rinnovo dell'Ufficio di Presidenza, da tenersi nei trenta giorni
successivi.
4. In caso di dimissioni o di
cessazione dalla carica del Vicepresidente o del componente, il Presidente
indice le elezioni per il rinnovo della rispettiva carica, da tenersi nei
trenta giorni successivi.
5. La carica di Presidente del
Consorzio non può essere ricoperta per più di due mandati anche non
consecutivi. A tal fine rileva anche la carica ricoperta negli undici consorzi
di bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge.
6. Nel rispetto della vigente
normativa statale e regionale:
a) il Presidente del Consorzio
percepisce un'indennità annua pari al 30 per cento di quella stabilita dalla
legge nazionale per il Sindaco del Comune capoluogo di Regione;
b) Il Vicepresidente del
Consorzio percepisce un'indennità annua pari al 20 per cento di quella
stabilita dalla legge nazionale per il Sindaco del Comune capoluogo di Regione;
c) il componente dell'Ufficio di Presidenza percepisce un'indennità
annua pari al 10 per cento di quella stabilita dalla legge nazionale per il
Sindaco del Comune capoluogo di Regione.
Art. 21
(Funzioni dell'Ufficio di
presidenza)
1. L'Ufficio di presidenza:
a) sovrintende
all'amministrazione consortile e assicura l'osservanza delle norme di legge, di
regolamento e di statuto;
b) detta gli indirizzi per l'organizzazione
e la gestione complessiva del Consorzio in coerenza con gli indirizzi della
Giunta regionale e con il piano delle attività di bonifica;
c) delibera in ordine ai
contenziosi;
d) approva il piano della
qualità della prestazione organizzativa;
e) nomina i componenti dei
seggi elettorali, ad eccezione dei presidenti e dei segretari, che vengono
nominati dal dipartimento competente in materia di agricoltura tra i dirigenti
e i funzionari della Regione Calabria.
2. Il Presidente ha la rappresentanza
legale del Consorzio, presiede e convoca il Consiglio dei delegati e l'Ufficio
di presidenza, indice le elezioni del Consiglio dei delegati e relaziona
semestralmente al Consiglio dei delegati sull'operato dell'Ufficio di
presidenza.
3. L'Ufficio di presidenza può
essere sostituito dal Consiglio dei delegati attraverso una mozione di
sfiducia, approvata dalla maggioranza assoluta, per uno dei seguenti motivi:
a) ripetute e gravi violazioni
di legge;
b) grave perdita del conto
economico;
c) gravi ritardi nell'attuazione del piano delle attività di bonifica e
del piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione, nonché gravi
irregolarità amministrative e contabili.
Art. 22
(Revisore dei conti)
1. Le funzioni di Revisore dei
conti sono svolte da un revisore unico nominato dalla Giunta regionale tra gli
iscritti nel registro ufficiale dei revisori dei conti, di cui al decreto
legislativo 27 gennaio 2010, n. 39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE
relativa alle revisioni legali dei conti annuali e dei conti consolidati).
2. Il Revisore resta in carica
tre anni e può essere confermato una sola volta. Ai fini del conferimento
dell'incarico e dell'eventuale conferma rileva anche la carica ricoperta
nell'organo di revisione degli undici consorzi di bonifica esistenti alla data
di entrata in vigore della presente legge.
3. AI Revisore è riconosciuto
un compenso omnicomprensivo, inclusi eventuali rimborsi spese, determinato ai
sensi dei commi 1 e 3 dell'articolo 10 della legge regionale 11 agosto 2010, n.
22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale).
4. AI Revisore si applicano, in quanto compatibili, le norme del Codice
civile che disciplinano il collegio sindacale delle società per azioni.
Art. 23
(Funzioni del Revisore dei
conti)
1. Il Revisore verifica la
regolarità della gestione e la corretta applicazione delle norme inerenti
all'amministrazione, alla contabilità e a quelle fiscali, anche collaborando
con il Direttore generale, su espressa e formale richiesta dello stesso; inoltre,
il Revisore controlla che la gestione del Consorzio persegua i criteri di
efficienza e di efficacia e la tutela dell'interesse pubblico.
2. Il Revisore ha l'obbligo di
fornire il parere sul bilancio preventivo economico-budget e sul bilancio di
esercizio del Consorzio e di asseverare preventivamente la sostenibilità
finanziaria in relazione ai seguenti atti:
a) bilancio preventivo
economico - budget, relative variazioni o scostamenti e bilancio di esercizio;
b) regolamenti consortili e
relative modifiche;
c) piano di organizzazione
variabile del personale e dei servizi consortili e successive modifiche;
d) assunzioni del personale a
qualsiasi titolo;
e) contratti di acquisto e di
alienazione di immobili;
f) mutui e ogni atto che può vincolare
il patrimonio o il bilancio per più di cinque anni;
g) partecipazione a enti,
società e associazioni;
h) piano triennale del
fabbisogno del personale.
3. Il Revisore trasmette al Presidente del Consorzio i risultati della
sua attività e relaziona annualmente al dipartimento competente in materia di
agricoltura sugli esiti delle verifiche effettuate.
Art. 24
(Scioglimento degli organi del
Consorzio)
1. La Giunta regionale, con
propria deliberazione, scioglie gli organi di amministrazione del Consorzio in
caso di gravi irregolarità amministrative e/o in presenza di gravi violazioni
di leggi, regolamenti, dello statuto o di direttive regionali, qualora venga
accertata l'impossibilità di funzionamento degli organi, qualunque sia la causa
o l'inefficienza nello svolgimento dell'attività consortile, nell'esercizio e
nella manutenzione delle opere o venga meno, per qualsiasi motivo, la
maggioranza dei componenti il Consiglio dei delegati.
2. È, altresì, causa di
scioglimento degli organi la mancata applicazione delle disposizioni di cui ai
commi 5 e 6 dell'articolo 27.
3. Nei casi di cui ai commi 1
e 2, il dipartimento regionale competente in materia di agricoltura provvede
alla contestazione dei rilievi e invita il Consorzio a presentare le proprie
controdeduzioni ovvero ad adottare i provvedimenti di
competenza rispetto ai rilievi sollevati entro un termine non superiore a
trenta giorni.
4. Se il Consorzio non
provvede nei termini ovvero il dipartimento competente in materia di
agricoltura non ritiene adeguate le controdeduzioni presentate, con
provvedimento motivato della Giunta regionale è deliberato lo scioglimento
degli organi ed è individuato un Commissario straordinario, la cui nomina è
rimessa al Presidente della Giunta regionale.
5. Il Commissario
straordinario di cui al comma 4 indice le elezioni entro e non oltre il termine
di centottanta giorni dalla sua nomina. Le operazioni elettorali devono
concludersi entro e non oltre i successivi novanta giorni.
6. Fino alla costituzione del Consiglio dei delegati, il Commissario
straordinario svolge attività di ordinaria amministrazione e adotta gli atti di
straordinaria amministrazione solo se necessari e urgenti e nel caso in cui la
loro mancata adozione determina un pregiudizio per il Consorzio.
Art. 25
(Statuto)
1. Lo statuto detta le
disposizioni per il funzionamento del Consorzio di bonifica.
2. In particolare, lo statuto
definisce:
a) le competenze degli organi
del Consorzio e le modalità del relativo esercizio;
b) le diverse tipologie di
maggioranza per il funzionamento del Consiglio dei delegati;
c) le competenze della
struttura operativa e tecnico amministrativa e le modalità del relativo
esercizio.
3. Lo statuto, redatto sulla
base dello schema predisposto dal dipartimento competente in materia di
agricoltura e approvato dalla Giunta regionale, è deliberato dal Consiglio dei
delegati a maggioranza assoluta dei suoi componenti, o, nel caso di cui all'articolo
14, comma 3, con la maggioranza dei due terzi.
4. Lo statuto è pubblicato sul
BURC ed è reso disponibile sul sito istituzionale del Consorzio.
5. Lo statuto può essere modificato secondo le stesse modalità di cui al
comma 3.
Art. 26
(Esercizio finanziario, bilanci
e controllo di gestione)
1. L'esercizio amministrativo
del Consorzio ha inizio il 1° gennaio e termina il 31 dicembre di ogni anno.
2. Il Consiglio dei delegati
approva:
a) il bilancio preventivo
economico - budget entro il 30 novembre dell'anno precedente a quello di
riferimento;
b) il bilancio di esercizio
redatto secondo i principi desumibili dagli articoli 2423 e seguenti del codice civile entro il 30 aprile dell'anno successivo a
quello di riferimento. Nei casi in cui ricorrano i presupposti, il termine di
approvazione del bilancio di esercizio può essere prorogato eccezionalmente
fino al 30 giugno.
3. I bilanci devono essere
redatti secondo il regolamento di contabilità che è approvato dalla Giunta
regionale.
4. Il Consorzio provvede al
controllo di gestione quale processo interno diretto a garantire:
a) la realizzazione degli
obiettivi programmati attraverso una verifica continua dello stato di
avanzamento del piano delle attività di bonifica, del piano triennale delle
opere di bonifica e di irrigazione e dell'elenco annuale dei lavori;
b) la gestione efficace ed
efficiente delle risorse;
c) il monitoraggio dei costi
dell'attività consortile;
d) l'equilibrio economico attraverso la verifica periodica degli
scostamenti rispetto al budget approvato.
Art. 27
(Direttore generale)
1. La struttura operativa e
tecnico-amministrativa del Consorzio è affidata al Direttore generale, il quale
è nominato dal Presidente del Consorzio, acquisita l'intesa del Presidente
della Giunta regionale, sulla base di una rosa di tre candidati individuati dal
Presidente del Consorzio, previo avviso pubblico.
2. Le procedure di selezione e
le funzioni attribuite al Direttore generale, nonché le cause di cessazione
dall'incarico, sono stabilite nello statuto.
3. Al Direttore generale si
applica il CCNL dei dirigenti dei Consorzi di bonifica. Il trattamento
economico omnicomprensivo non può superare quello previsto per i dirigenti
generali della Regione Calabria.
4. Il Direttore generale, con
cadenza trimestrale, relaziona all'Ufficio di presidenza sulle attività
finalizzate alla riscossione, anche coattiva, dei contributi consortili e delle
altre entrate del Consorzio.
5. Nel caso in cui nella
relazione di cui al comma 4 emergono ritardi o inadempimenti, l'Ufficio di
presidenza, previa formale contestazione, fissa un termine per l'adozione dei
provvedimenti dovuti, decorso inutilmente il quale, dichiara la decadenza dall'incarico
di Direttore generale.
6. L'Ufficio di presidenza dichiara la decadenza dall'incarico di
Direttore generale nel caso di mancato raggiungimento dell'equilibrio
economico.
Art. 28
(Piano della qualità della
prestazione organizzativa)
1. Il piano della qualità
della prestazione organizzativa del Consorzio:
a) definisce annualmente, con
proiezione triennale, gli obiettivi, gli indicatori e i valori attesi su cui si
basa la misurazione, la valutazione e la rendicontazione dei risultati
organizzativi;
b) esplicita gli obiettivi
individuali del Direttore generale del Consorzio, assegnati dal Presidente del
Consorzio;
c) costituisce il riferimento
per la definizione degli obiettivi e per la conseguente misurazione e
valutazione della qualità della prestazione del Direttore generale e dei
dipendenti del Consorzio.
2. Il piano della qualità
della prestazione organizzativa è predisposto dal Direttore generale, in
coerenza con gli indirizzi della Giunta regionale e con il piano delle attività
del Consorzio, che lo invia al dipartimento competente in materia di agricoltura
entro il 31 dicembre dell'anno precedente a quello di riferimento. Il piano è
approvato dall'Ufficio di presidenza del Consorzio entro il 31 gennaio
dell'anno di riferimento, una volta acquisito il parere del dipartimento
competente in materia di agricoltura.
3. Il Direttore generale, a conclusione del ciclo annuale di
programmazione, misurazione e valutazione, predispone una relazione sulla
qualità della prestazione che evidenzia i risultati organizzativi e individuali
raggiunti nell'anno precedente. La relazione è approvata dal Presidente del
Consorzio entro il 30 aprile di ogni anno, ed è inviata al dipartimento
competente in materia di agricoltura.
CAPO III
FUNZIONI REGIONALI
Art. 29
(Vigilanza e controllo)
1. La Regione esercita
funzioni di vigilanza e controllo del Consorzio secondo le modalità e i termini
previsti nel presente articolo.
2. Fatti salvi i controlli su
eventuali altri atti previsti dalla normativa nazionale e comunitaria, sono
sottoposti al controllo successivo di legittimità da parte del dipartimento
competente in materia di agricoltura gli atti concernenti:
a) il bilancio preventivo
economico - budget, le relative variazioni e i relativi scostamenti nonché il
bilancio di esercizio;
b) lo statuto, i regolamenti
consortili e le relative modifiche;
c) il piano di organizzazione
variabile del personale e dei servizi consortili e le successive modifiche;
d) le assunzioni del personale
a qualsiasi titolo;
e) i contratti di acquisto e
di alienazione di immobili;
f) i mutui e ogni atto che può
vincolare il patrimonio o il bilancio per più di cinque anni;
g) la partecipazione a enti,
società e associazioni;
h) il piano triennale del
fabbisogno del personale.
3. Le deliberazioni del
Consorzio sottoposte al controllo di cui al comma 1 sono trasmesse, entro otto
giorni dalla loro adozione, al dipartimento competente in materia di
agricoltura, che conclude il controllo, anche avvalendosi del supporto dei
dipartimenti regionali su atti che involgono specifiche competenze, nei
quarantacinque giorni successivi. Il termine è sospeso, per una sola volta, in
caso di richiesta di chiarimenti o di elementi integrativi che devono pervenire
entro venti giorni.
4. Qualora dal controllo di
cui al comma 3 emergano profili di illegittimità, il dipartimento competente in
materia di agricoltura, entro dieci giorni dalla sua conclusione, ne notifica
l'esito al Consorzio attivando il procedimento di cui all'articolo 24, commi 3
e 4.
5. Il dipartimento regionale competente in materia di agricoltura può
disporre ispezioni volte ad accertare il regolare funzionamento degli organi
consortili e il regolare svolgimento delle attività, con particolare
riferimento ai programmi e progetti da realizzare. A tal fine può chiedere
documenti, informazioni e chiarimenti e disporre perizie.
Art. 30
(Piano triennale delle attività
di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio rurale e piano triennale
delle opere di bonifica e di irrigazione)
1. La Giunta regionale, entro
centoventi giorni dall'entrata in vigore della presente legge, adotta le linee
guida per l'elaborazione del piano triennale delle opere di bonifica e di
irrigazione.
2. Entro un anno dall'entrata
in vigore della presente legge e successivamente entro il 31 luglio di ogni
anno, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, approva il
piano triennale delle attività di bonifica, di irrigazione e di tutela del
territorio rurale. Il piano è sottoposto alle procedure di valutazione
ambientale previste dalla legislazione vigente in materia e dopo l'approvazione
del Consiglio regionale è pubblicato sul BURC.
3. Il piano di cui al comma 2
definisce:
a) lo stato di fatto, le
problematiche e le prospettive della bonifica, dell'irrigazione e del
territorio rurale;
b) l'ipotesi di riordino
irriguo;
c) gli indirizzi generali e le
linee fondamentali dell'azione della Regione;
d) le modalità e i contenuti
di coordinamento con gli strumenti di pianificazione della Regione e degli enti
locali;
e) le attività, le opere e gli
interventi da attuare secondo cronoprogramma e risorse finanziarie necessarie;
f) le linee per le proposte e
le indicazioni di competenza della Regione relative ai piani di bacino di cui
all'articolo 65 del decreto legislativo n.152/2006 e alla disciplina generale
per la tutela delle acque contenuta nello stesso decreto legislativo;
g) le linee e le azioni
principali nel campo della ricerca, della sperimentazione e delle attività
conoscitive, formative e divulgative;
h) le linee e le azioni di
salvaguardia ambientale e difesa del suolo;
i) gli accantonamenti per
eventuali interventi di urgenza e somma urgenza.
4. Sulla base del piano
triennale delle attività di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio
rurale di cui al comma 2, il Consorzio, entro il 30 settembre di ogni anno,
trasmette il piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione, ivi
comprese le opere di competenza privata, unitamente all'elenco annuale dei
lavori, al dipartimento regionale competente in materia di agricoltura, che
provvede alla relativa approvazione entro il 30 novembre di ciascun anno, in
funzione delle disponibilità finanziarie del Consorzio e delle assegnazioni di
fondi regionali, statali e comunitari, anche avvalendosi del supporto dei
dipartimenti della Giunta regionale.
5. Nel caso in cui il
Consorzio ometta di predisporre o aggiornare il piano triennale delle opere di
bonifica e di irrigazione e l'elenco annuale dei lavori, il dipartimento
regionale competente in materia di agricoltura diffida il Consorzio fissando un
termine entro il quale adempiere. Qualora il Consorzio non adempia nel termine
fissato, il Presidente della Giunta regionale, entro trenta giorni, nomina un
commissario ad acta, con oneri a carico del Consorzio, che procede
all'elaborazione del piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione e
dell'elenco annuale dei lavori.
6. Nell'elaborazione e
attuazione delle attività di pianificazione e di programmazione concernente
l'assetto del territorio, la Regione e gli enti locali, nel rispetto delle
competenze stabilite dalla legislazione in materia, tengono conto del piano
triennale delle attività di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio
rurale di cui al comma 2 e prevedono norme di salvaguardia degli impianti di
bonifica irrigua e idraulica esistenti.
7. La Giunta regionale può,
tramite concessione, affidare al Consorzio l'attuazione di progetti speciali
anche in deroga ai piani di cui al presente articolo.
8. Nelle more dell'approvazione del piano triennale delle attività di
bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio rurale, gli interventi di
cui alla presente legge sono approvati dal dipartimento competente in materia
di agricoltura sulla base dei progetti predisposti e presentati dal Consorzio.
Art. 31
(Finanziamento delle attività
del Consorzio di bonifica)
1. I costi relativi alla
progettazione e realizzazione delle nuove opere di bonifica e delle nuove opere
idrauliche di quarta e quinta categoria, individuate nel piano delle attività
di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio rurale sono finanziati
con le risorse pubbliche individuate nello stesso piano.
2. I costi relativi
all'esercizio e alla manutenzione ordinaria del reticolo di gestione, delle
opere di bonifica e delle opere idrauliche di terza, quarta e quinta categoria,
sono finanziati interamente con il contributo consortile e con i proventi delle
concessioni, licenze e permessi, fatta eccezione per le idrovore, gli impianti
di sollevamento e gli impianti a gravità che possono essere finanziati nella
misura massima del 30 per cento e comunque nei limiti delle risorse regionali
disponibili.
3. I costi relativi alla
manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica e del reticolo di
gestione e idrografico sono finanziati con le risorse pubbliche individuate nel
piano delle attività di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio
rurale.
4. Gli enti locali che, per l'esercizio delle loro funzioni, utilizzano
le opere pubbliche di bonifica e le opere idrauliche di competenza del
consorzio, sono chiamati a contribuire alla realizzazione, manutenzione ed
esercizio delle stesse con riferimento al risparmio della spesa che sarebbe
altrimenti a loro carico.
Art. 32
(Realizzazione delle opere di
bonifica)
1. Le opere pubbliche di
bonifica e irrigazione, incluse nel piano triennale delle attività di bonifica,
di irrigazione e di tutela del territorio rurale di cui all'articolo 30, comma
2, sono affidate in concessione al Consorzio, che provvede alla progettazione,
alla realizzazione e alla gestione, secondo la legislazione vigente.
2. AI termine dell’esecuzione
dei lavori il Consorzio trasmette al dipartimento regionale competente la
certificazione relativa al collaudo o di regolare esecuzione delle opere
realizzate a norma delle vigenti disposizioni di legge in materia di lavori pubblici.
3. Qualora il Consorzio operi
in difformità dalla concessione, la Giunta regionale, su proposta motivata
dell'Assessore competente in materia di agricoltura, revoca la concessione e
provvede all'affidamento della realizzazione dei lavori secondo le vigenti
disposizioni normative.
4. Le opere ultimate si
intendono consegnate al Consorzio, previo collaudo definitivo a norma delle
vigenti disposizioni di legge in materia di lavori pubblici, e la loro
manutenzione e gestione decorre dalla data di approvazione del certificato di
collaudo.
5. In esito alle attività di
cui al comma 4, la competente struttura regionale adotta i provvedimenti con i
quali dichiara l'avvenuto completamento del lotto funzionale o l'ultimazione
della bonifica.
6. Alla progettazione ed esecuzione delle opere di competenza privata
previste nel piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione di cui
all'articolo 30, comma 4, provvedono i proprietari degli immobili interessati,
avvalendosi del Consorzio. In caso di inerzia dei proprietari, il dipartimento
regionale competente in materia di agricoltura, su istanza del Consorzio,
dispone l'intervento sostitutivo affidandolo al Consorzio medesimo, nel
rispetto della normativa statale e con spesa a carico dei privati interessati,
suddivisa in ragione dei benefici conseguiti.
Art. 33
(Interventi urgenti)
1. AI verificarsi di una
situazione di particolare emergenza, qualora sia necessario un pronto
intervento per garantire la funzionalità delle opere di bonifica e di
irrigazione, per evitare danni alle medesime e in generale a persone e
immobili, il Consorzio, accertato con apposita perizia tecnica giurata il
livello di rischio, interviene secondo le seguenti modalità:
a) nei casi di somma urgenza,
il responsabile tecnico, recatosi sul posto per l'accertamento di cui sopra,
interviene, con affidamento dei lavori a trattativa diretta, ricorrendo alla
impresa dichiaratasi disponibile a dare immediatamente corso ai lavori e ne
informa tempestivamente il Consorzio, che, a sua volta, ne dà comunicazione
immediata al dipartimento regionale competente in materia di agricoltura.
L'importo in tali ipotesi non può eccedere l'ammontare di 25.000,00 euro;
b) nei casi di calamità
naturali ed eventi imprevedibili per garantire la funzionalità delle opere di
bonifica il Consorzio è autorizzato a eseguire interventi non previsti nel
piano triennale delle opere di bonifica e di irrigazione, per garantire la funzionalità
delle opere di bonifica e di irrigazione, per evitare danni alle medesime e, in
generale, a persone e immobili.
2. Nei casi di cui al comma 1,
il Consorzio provvede alla redazione di apposita perizia, dalla quale devono
dettagliatamente risultare anche i concreti motivi di somma urgenza o urgenza,
supportati da adeguata documentazione anche fotografica. In mancanza di
adeguata e documentata motivazione, le spese sostenute restano a carico del
Consorzio. La perizia, in caso di somma urgenza, va trasmessa al dipartimento
regionale competente in materia di agricoltura entro quindici giorni
dall'inizio dei lavori.
3. Gli interventi di cui al comma 1 sono finanziati prioritariamente con
risorse del Consorzio e solo in via residuale con risorse regionali nel limite
massimo degli stanziamenti per i contributi regionali a favore del Consorzio
previsti nel bilancio regionale per gli interventi da eseguire in attuazione
della presente legge.
CAPO IV
DISPOSIZIONI FINALI E TRANSITORIE
Art. 34
(Avvio del Consorzio di
bonifica della Calabria)
1. Entro dieci giorni
dall'entrata in vigore della presente legge, il Presidente della Giunta
regionale, su proposta dell’Assessore competente, nomina il Commissario
straordinario del Consorzio di bonifica della Calabria, che pone
in essere tutti gli adempimenti amministrativi e contabili necessari
all'avvio del Consorzio di bonifica della Calabria.
2. Il decreto di nomina del
Commissario straordinario stabilisce la durata dell'incarico per un periodo non
superiore a dodici mesi, prorogabili per motivate ragioni per un periodo
massimo di ulteriori dodici mesi.
3. Il Commissario
straordinario assume la funzione di amministratore straordinario del nuovo
consorzio, esercitando le funzioni degli organi consortili fino alla loro
costituzione e coordina l'attività dei commissari straordinari di cui
all'articolo 35, preordinata a garantire la piena funzionalità del Consorzio di
bonifica della Calabria.
4. Il Commissario
straordinario, entro il 31 dicembre 2023:
a) approva lo statuto del
Consorzio, sulla base dello schema adottato con deliberazione della Giunta
regionale;
b) approva il piano del
fabbisogno del personale e definisce la struttura degli uffici centrali e dei
comprensori territoriali;
c) approva il bilancio
preventivo economico - budget per l'esercizio 2024.
5. Il Commissario
straordinario, entro sessanta giorni dall'approvazione dello statuto, indice le
elezioni del Consiglio dei delegati.
6. AI verificarsi delle
condizioni di cui all'articolo 36, comma 1, per l'esercizio delle funzioni
attribuite e per evitare soluzione di continuità nell'espletamento delle
funzioni consortili, il Consorzio di bonifica della Calabria:
a) provvede all'utilizzazione
e alla gestione delle opere pubbliche di cui all'articolo 3, commi 2 e 3;
b) subentra nel diritto d'uso
di tutti i beni appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile ramo
bonifica e ramo idrico già in uso ai consorzi posti in liquidazione, compresi
quelli di cui all'articolo 11-bis della legge regionale 20 dicembre 2012, n. 66
(Istituzione dell’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura e
disposizioni in materia di sviluppo dell’agricoltura);
c) utilizza i beni strumentali
materiali e immateriali appartenenti al patrimonio disponibile dei consorzi
soppressi e subentra nella titolarità dei beni medesimi e dei rapporti
giuridici che dovessero residuare all'esito della loro liquidazione. L'utilizzo
dei beni di cui alla presente lettera deve essere regolato da appositi atti di
concessione del diritto d'uso da parte di ciascun commissario liquidatore;
d) si avvale degli uffici e
del personale dei consorzi per l'espletamento delle funzioni consortili
attraverso convenzioni da stipulare con ciascuno degli undici consorzi
soppressi entro dieci giorni dal verificarsi delle condizioni di cui
all'articolo 36, comma 1. Nella convenzione di utilizzo del personale è
individuato, tra il personale dirigente, un delegato del Commissario per le
attività di gestione tecnica e operativa del comprensorio fino al trasferimento
del personale di cui all'articolo 36, comma 6.
7. Il Commissario
straordinario, sentite le organizzazioni sindacali e previa fissazione dei
criteri, entro sessanta giorni dall'approvazione dello statuto, approva il POV
del Consorzio, previo parere favorevole del dipartimento competente in materia
di agricoltura, e determina il numero dei dipendenti, distinti per qualifica,
necessari per l'assolvimento delle funzioni istituzionali del Consorzio.
8. Per il solo anno 2024, il Consorzio provvede alla riscossione dei
contributi consortili afferenti all'anno medesimo, entro la data del 30 giugno
2024.
Art. 35
(Decadenza degli organi dei
consorzi di bonifica)
1. Gli organi degli undici
consorzi di bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della presente
legge decadono di diritto alla data medesima e la relativa gestione ordinaria è
demandata ai commissari straordinari nominati con decreto del Presidente della
Giunta regionale, fino alla data di approvazione dello statuto del Consorzio di
bonifica della Calabria.
2. A ciascun commissario di
cui al comma 1 è corrisposta un'indennità commisurata a quella spettante al
Presidente del Consorzio, con oneri a carico del bilancio del consorzio
interessato. È consentita l'individuazione del medesimo Commissario straordinario
per la gestione di più consorzi e, in tal caso, allo stesso è corrisposta
un'indennità aggiuntiva pari al 30 per cento di quella indicata al primo
periodo.
3. I commissari straordinari rilevano, altresì, la dotazione di
personale, con l'individuazione per ciascun dipendente, della natura giuridica
del rapporto, decorrenza ed eventuale termine se previsto, della qualifica e
livello retributivo, trattamento giuridico, economico, previdenziale e
assistenziale e predispongono l'inventario dei beni in ragione della relativa
natura e destinazione d'uso.
Art. 36
(Liquidazione dei consorzi di
bonifica)
1. Gli undici consorzi di
bonifica esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge sono
soppressi e posti in liquidazione a far data dall'approvazione dello statuto
del Consorzio di bonifica della Calabria, fatta salva la sottoposizione a liquidazione
coatta amministrativa laddove ricorrano i presupposti previsti dalla vigente
normativa; da tale momento, senza soluzione di continuità nell'esercizio della
funzione consortile, il Consorzio di bonifica della Calabria assume i compiti
di servizio pubblico di bonifica già affidati ai consorzi soppressi, in tutti i
comprensori di bonifica, secondo le disposizioni di seguito indicate.
2. AI verificarsi della
condizione di cui al comma 1, il Presidente della Giunta regionale, su proposta
dell'Assessore competente in materia di agricoltura, nomina un commissario
liquidatore per ogni consorzio di bonifica, determinando la durata degli incarichi,
non superiore a dodici mesi, prorogabili per motivate ragioni massimo per altri
dodici mesi, nonché il compenso a carico dei rispettivi consorzi, che non può
comunque superare quello annualmente previsto per il Presidente dei consorzi
stessi, salvo quanto previsto al comma 4. Le procedure di liquidazione non
concluse anche all'esito della disposta proroga sono definite dal Consorzio di
bonifica della Calabria con gestione separata. Gli oneri delle liquidazioni dei
consorzi soppressi con la presente legge rimangono esclusivamente a totale
carico delle stesse.
3. Ciascun commissario
liquidatore espleta la procedura liquidatoria del consorzio di bonifica di
competenza. In particolare:
a) entro sessanta giorni dalla
nomina, rileva lo stato patrimoniale, provvedendo, con riferimento ai beni
immobili, ad aggiornarne la valutazione, previa acquisizione di apposita
relazione di stima effettuata dall'Agenzia del demanio;
b) entro centoventi giorni
dalla nomina, individua le attività e le passività, compresi i contenziosi in
corso, rinegoziando eventualmente i rapporti con i creditori;
c) entro duecentosettanta
giorni dalla nomina, approva un piano di liquidazione, trasmettendolo al
dipartimento competente in materia di agricoltura, e rende noto l'avvio del
relativo procedimento di definizione concordata dell'esposizione debitoria, con
riferimento ai crediti certi ed esigibili dei quali sia stata preventivamente
verificata la regolarità amministrativa e contabile, con mezzi idonei e
comunque con un avviso sul BURC, indicando un termine a decorrere dal quale è
possibile inoltrare le relative istanze da parte dei creditori;
d) entro trecentosessanta
giorni dalla nomina, redige il bilancio finale e la relazione conclusiva, che
trasmette al dipartimento competente in materia di agricoltura per la relativa
approvazione.
4. Il compenso spettante ai
commissari liquidatori dei consorzi è corrisposto in quattro ratei di pari
importo, ognuno dei quali è liquidato all'esito dell'espletamento di ciascuna
delle attività previste al comma 3. Alla conclusione delle attività di cui al
comma 3, lettera d), purché avvenga nel rispetto dei termini ivi previsti, è
corrisposta una ulteriore indennità, pari al 20 per cento del compenso
complessivo.
5. Le disposizioni di cui ai
commi 2, 3 e 4 non trovano applicazione laddove ricorrano i presupposti di
legge per la sottoposizione dei consorzi di bonifica di cui al comma 1 al
regime della liquidazione coatta amministrativa.
6. Il personale dipendente a
tempo indeterminato dei consorzi soppressi e dell'organismo di cui all'articolo
6 della legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e
la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica), in
servizio alla data del 31 dicembre 2022, è trasferito al Consorzio di bonifica
della Calabria e mantiene l'inquadramento previdenziale e il trattamento
economico fondamentale e accessorio, ed è utilizzato anche a supporto della
gestione liquidatoria.
7. Il Consorzio subentra, altresì, nei contratti di lavoro a tempo
determinato intercorrenti con i consorzi di bonifica di cui al comma 1 alla
data del 31 dicembre 2022. Le selezioni di personale del Consorzio prevedono
criteri tesi a valorizzare le esperienze maturate presso i consorzi alla data
del 31 dicembre 2022.
Art. 37
(Norma finanziaria)
1. Gli oneri di cui agli
articoli 19,20,22 e 27 sono posti a carico del bilancio consortile e trovano
copertura nelle entrate di cui all'articolo 10.
2. Agli oneri derivanti dalle
disposizioni di cui all'articolo 3, comma 3, quantificati nel limite massimo di
100.000,00 euro, si fa fronte, per le annualità 2024 e 2025, con le risorse
allocate alla Missione 16, Programma 01, mediante contestuale riduzione delle
risorse allocate alla Missione 9, Programma 01 (U.09.01) del bilancio di
previsione 2023-2025.
3. Agli oneri derivanti dalle
disposizioni contenute negli articoli 30, 31, 32 e 33, per la sola parte a
carico del bilancio regionale, quantificati nel limite massimo di 2.275.000,00
euro, si fa fronte per ciascuno degli anni 2024 e 2025 con le risorse già
allocate alla Missione 16, Programma 01 (U. 16.01) del bilancio di previsione
2023-2025. Per gli esercizi successivi al 2025 il contributo di cui al presente
comma può essere aumentato di un importo massimo corrispondente al 35 per cento
dell’ammontare dei ruoli di bonifica e di quelli irrigui riscossi sulla
competenza dell’anno precedente.
4. Per l'attuazione delle
attività di cui all'articolo 34, comma 3, e all'articolo 35, comma 1, è
autorizzata per l'esercizio finanziario 2023 l'erogazione di un contributo una
tantum nel limite massimo di 2.000.000,00 euro, allocato alla Missione 16, Programma
01 (U. 16.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025,
annualità 2023.
5. Al solo fine di garantirne
l'avvio, la Regione riconosce al Consorzio di bonifica della Calabria un
contributo omnicomprensivo nel limite massimo di 7.000.000,00 euro per l'anno
2024, di 5.000.000,00 euro nell'anno 2025, con allocazione alla Missione 16,
Programma 01 (U.16.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2023-2025 e all'uopo è appositamente istituito un
capitolo di bilancio regionale a destinazione specifica.
6. Alla copertura degli oneri
di cui ai commi 4 e 5 si provvede con la contestuale riduzione dello
stanziamento allocato alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2023-2025, annualità 2024 e 2025.
7. La Giunta regionale è
autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 2023- 2025 e ad istituire appositi
capitoli a destinazione specifica.
8. Per gli esercizi successivi si provvede nei limiti degli stanziamenti
annualmente autorizzati con la legge di stabilità regionale.
Art. 38
(Norme di rinvio e abrogazioni)
1. Con l'entrata in vigore
della presente legge sono abrogate le seguenti disposizioni:
a) legge regionale 3 giugno
1975, n. 26;
b) legge regionale 23 luglio
2003, n. 11;
c) articolo 16 della legge
regionale 26 maggio 2023, n. 24.
2. Per quanto non disciplinato dalla presente legge si applicano le
norme di cui al regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215, alla legge 12 febbraio
1942, n.183 ed al decreto del Presidente della Repubblica 23 giugno 1962, n.
947 e successive modificazioni e integrazioni.
Art. 39
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità)
1. La presente legge detta
norme in materia di trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di
linea in applicazione della legge 15 gennaio 1992, n. 21 (Legge quadro per il
trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea), quali:
a) il servizio di taxi con
autovettura, motocarrozzetta, natante e veicoli a trazione animale;
b) il servizio di noleggio con
conducente e autovettura, motocarrozzetta, velocipede, natante e veicoli a
trazione animale.
2. Sono esclusi dall'ambito di applicazione della presente legge i
servizi a chiamata di cui all'articolo 3, comma 2, lettera b), della legge
regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico
locale).
Art. 2
(Competenze dei Comuni)
1. Le funzioni amministrative
attuative in materia di trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non
di linea sono esercitate dai Comuni ai sensi dell’articolo 1, comma 4, della
legge regionale n. 35/2015.
2. L’esercizio degli
autoservizi pubblici non di linea è disciplinato nei regolamenti comunali di
cui all’articolo 3.
3. I Comuni istituiscono una
commissione consultiva competente in merito all’esercizio del servizio e
all’applicazione dei regolamenti, assicurando la partecipazione dei
rappresentanti delle organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a
livello provinciale, delle organizzazioni sindacali del comparto dei trasporti
e delle associazioni di utenti.
4. I Comuni, su richiesta dei
titolari di licenza del servizio di taxi o dei soggetti di cui all'articolo 7,
comma 1, lettere b) e c), della legge n. 21/1992, possono prevedere, in via
sperimentale, forme innovative di servizio all'utenza, con obblighi di servizio
e tariffe differenziati, rilasciando a tal fine apposite autorizzazioni.
5. Il termine per la definizione del procedimento di cui al comma 4 è
stabilito in trenta giorni dalla presentazione della domanda.
Art. 3
(Regolamenti comunali)
1. I Comuni, sentita la
Commissione di cui all'articolo 2, comma 3, ove istituita, entro novanta giorni
dell'entrata in vigore della presente legge, approvano i regolamenti comunali
sull'esercizio degli autoservizi pubblici non di linea.
2. Nei regolamenti di cui al
comma 1, i Comuni:
a) definiscono il numero e la
tipologia dei veicoli e dei natanti da adibire ad ogni singolo servizio,
tenendo conto dei seguenti criteri:
1) numero delle licenze e
delle autorizzazioni precedentemente rilasciate a soggetti operanti sul
territorio;
2) entità e distribuzione
territoriale della popolazione residente e presente;
3) estensione territoriale e
relative caratteristiche morfologiche e urbanistiche;
4) domanda di mobilità
effettiva e potenziale per i trasporti non di linea, in generale e per persone
a mobilità ridotta;
5) distanza del Comune e delle
frazioni dalla più vicina stazione ferroviaria, nonché distanze delle frazioni
fra di loro e dal centro urbano del Comune;
6) frequenza, destinazione
nonché capienza dei mezzi di trasporto pubblico di linea;
7) presenza di attività
turistiche e ricreative, di cura e soggiorno, commerciali, industriali,
artigianali, culturali, sportive e sociali nel territorio del Comune e nelle
zone limitrofe;
8) presenza di servizi sociosanitari;
9) movimento passeggeri nei
porti, aeroporti e altri nodi di trasporto;
b) individuano i requisiti e
le condizioni per l'esercizio della professione, nonché i criteri e le modalità
concernenti l'assegnazione delle licenze o autorizzazioni a seguito di
procedura ad evidenza pubblica;
c) stabiliscono la disciplina
dei controlli periodici atti ad accertare la permanenza, in capo al titolare di
licenza o autorizzazione, dei requisiti previsti dalle disposizioni legislative
e regolamentari in materia;
d) definiscono le condizioni e
le modalità relative al trasferimento della licenza o autorizzazione, nonché al
possesso, in capo all'avente causa, dei requisiti allo scopo previsti;
e) determinano le modalità di
svolgimento del servizio, gli ambiti operativi territoriali, le tariffe
applicabili al servizio di taxi, i criteri di adeguamento automatico delle
tariffe su base annuale, nonché gli orari di lavoro e i turni di riposo;
f) disciplinano le condizioni,
i vincoli e gli incentivi per l'effettuazione dei servizi destinati agli utenti
portatori di handicap;
g) determinano le
caratteristiche dei veicoli da destinare a servizio di taxi e a servizio di
noleggio con conducente;
h) definiscono le modalità di
applicazione delle disposizioni vigenti in ordine alle targhe e ai contrassegni
di cui debbono essere dotate le autovetture adibite al servizio di taxi e al
servizio di noleggio con conducente;
i) determinano le regole
comportamentali cui si deve attenere l'esercente, il servizio di taxi o il
servizio di noleggio con conducente, nell'espletamento della prestazione
professionale;
j) regolamentano l'impiego di
veicoli immatricolati per servizio di taxi e per servizio di noleggio con
conducente per l'espletamento di servizi sussidiari o integrati dei servizi di
linee di propria competenza;
k) determinano le tariffe, le
condizioni di trasporto e di svolgimento del servizio di piazza, nonché la
fissazione del numero massimo di licenze che ciascun Comune può rilasciare,
proporzionalmente al bacino di traffico comprensoriale.
3. I Comuni verificano annualmente l'idoneità dei mezzi adibiti al
servizio.
Art. 4
(Commissione consultiva
regionale per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di
linea)
1. Al fine di realizzare una
visione integrata del servizio di trasporto pubblico non di
linea con gli altri modi di trasporto è istituita, presso l’Assessorato
regionale competente in materia di trasporti, la Commissione consultiva
regionale per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di
linea.
2. La Commissione è composta:
a) dall'Assessore regionale ai
trasporti, in qualità di Presidente;
b) dal Presidente
dell’Autorità regionale dei trasporti della Calabria, in qualità di
Vicepresidente;
c) previa intesa, da un
rappresentante degli uffici territoriali della motorizzazione civile del
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
d) da un rappresentante delle
Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura della Calabria,
designato congiuntamente;
e) da un rappresentante della
sezione regionale dell'Associazione nazionale Comuni d'Italia;
f) da un rappresentante della
sezione regionale dell'Unione Province italiane;
g) da un rappresentante
designato dalle tre organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a
livello regionale degli esercenti il servizio di taxi, congiuntamente
designato;
h) da un rappresentante
designato dalle tre organizzazioni di categoria maggiormente rappresentative a
livello regionale degli esercenti il servizio di noleggio con conducente,
congiuntamente designati;
i) da un rappresentante delle
tre associazioni degli utenti maggiormente rappresentative a livello regionale,
congiuntamente designato;
j) da un rappresentante
designato da ciascuna delle tre organizzazioni sindacali dei lavoratori
maggiormente rappresentative a livello nazionale.
3. La Commissione è costituita
con decreto del Presidente della Giunta regionale su proposta dell'Assessore
regionale ai trasporti e dura in carica cinque anni.
4. Le funzioni di segretario
sono svolte da un dipendente del settore regionale competente in materia di
trasporti.
5. La partecipazione ai lavori
della Commissione non dà diritto ad alcun compenso né al rimborso delle spese.
6. La Commissione disciplina le proprie modalità di funzionamento.
Art. 5
(Ruolo dei conducenti di
veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici
non di linea)
1. Il ruolo dei conducenti di
veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea è tenuto dalla
Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura (CCIAA)
territorialmente competente.
2. L'iscrizione al ruolo di
cui al comma 1 costituisce requisito indispensabile per il rilascio della
licenza per l'esercizio del servizio di taxi e dell'autorizzazione per
l'esercizio del servizio di noleggio con conducente.
3. L'iscrizione nel ruolo di
cui al comma 1 è altresì necessaria per prestare attività di conducente di
veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea in qualità di
sostituto del titolare della licenza o dell'autorizzazione per un tempo definito
e/o un viaggio determinato, o in qualità di dipendente di impresa autorizzata
al servizio di noleggio con conducente o di sostituto a tempo determinato del
dipendente medesimo.
4. La CCIAA territorialmente competente rilascia agli aventi titolo
apposito documento attestante l’iscrizione nel ruolo.
Art. 6
(Requisiti per l'iscrizione al
ruolo dei conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non
di linea)
1. I requisiti richiesti per
l’iscrizione nel ruolo di cui all’articolo 5 sono i seguenti:
a) essere residenti o
domiciliati in un Comune compreso all’interno di uno degli ambiti provinciali
della Regione;
b) avere assolto agli obblighi
scolastici. Per i titoli di studio conseguiti all’estero è necessaria la
traduzione in lingua italiana certificata conforme al testo straniero dalla
competente rappresentanza diplomatica o consolare ovvero da un traduttore ufficiale
asseverata in Tribunale;
c) non essere attinti da
misura interdittiva ai sensi degli articoli 67 e 89-bis del decreto legislativo
6 settembre 2011, n. 159 (Codice delle leggi antimafia e delle misure di
prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia);
d) avere compiuto l’età minima
prevista dalle disposizioni per la guida di autovetture e per la conduzione di
natanti;
e) essere in possesso del
certificato di abilitazione professionale previsto per i conducenti di
autoservizi pubblici non di linea dall’articolo 116 del decreto legislativo 30
aprile 1992, n. 285 (Nuovo codice della strada);
f) avere sostenuto, con esito positivo, l’esame per l’accertamento dei
requisiti professionali con la Commissione di cui all’articolo 9.
Art. 7
(Domanda di iscrizione nel
ruolo)
1. Coloro i quali hanno
interesse a essere iscritti nel ruolo di cui all'articolo 5 devono farne
richiesta alla CCIAA territorialmente competente.
2. La domanda di iscrizione
nel ruolo contiene:
a) la dichiarazione, resa e
sottoscritta dagli interessati ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del
Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa),
sottoscritta ai sensi dell’articolo 38 del medesimo d.p.r. n. 445/2000,
attestante il possesso dei requisiti di cui all'articolo 6, comma 1, lettere
a), b), c), d), e);
b) l’istanza di partecipazione
all'esame per l'accertamento dei requisiti professionali.
3. Alla domanda è allegata la ricevuta di pagamento dei diritti di
segreteria dovuti alla CCIAA territorialmente competente, ai sensi della
normativa vigente.
Art. 8
(Modalità per lo svolgimento
dell'esame di idoneità all'esercizio del servizio)
1. La commissione di cui
all'articolo 9 fissa, entro il mese di marzo di ciascun anno, il calendario
degli esami per l’accertamento dei requisiti professionali e stabilisce le
modalità e le sedi per lo svolgimento degli esami stessi.
2. Il calendario prevede, per
ciascun anno, almeno quattro sessioni di esame che, di norma, sono effettuate
nei mesi di marzo, giugno, settembre e dicembre. Il calendario e le indicazioni
sulle modalità e le sedi di esame sono pubblicati sul Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria e sul sito istituzionale della CCIAA
territorialmente competente.
3. Le sessioni di esame hanno
luogo su base regionale.
4. La CCIAA territorialmente
competente provvede a quanto necessario per lo svolgimento delle sessioni
d'esame, e provvede, altresì, a dare comunicazione agli interessati sulla data
e sul luogo stabiliti per lo svolgimento delle sessioni d'esame. Tale comunicazione
è inviata agli interessati almeno quarantacinque giorni prima della citata
data, mediante lettera raccomandata con ricevuta di ritorno con spese a carico
degli interessati oppure attraverso posta elettronica certificata.
5. Sono ammessi all'esame i candidati che hanno prodotto, nei termini,
la domanda di cui all'articolo 7 e hanno effettuato il pagamento dei diritti di
segreteria di cui al medesimo articolo.
Art. 9
(Commissione regionale per
l’accertamento dei requisiti di idoneità all’iscrizione nel ruolo dei
conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea)
1. L’iscrizione nel ruolo dei
conducenti di veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non di linea
avviene previo esame da parte di apposita Commissione regionale, che accerta:
a) elementi di geografia e
toponomastica del territorio nazionale, con particolare riferimento alla
Calabria; tecnologie basilari informatiche e delle telecomunicazioni per la
gestione della mobilità; rete dei trasporti del territorio nazionale, con particolare
riferimento alla Calabria;
b) disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative applicabili alla circolazione, alla sicurezza
della circolazione, alla prevenzione degli incidenti nonché alle misure da
prendersi in caso di incidente; la conoscenza delle norme tecniche di esercizio
e manutenzione dei veicoli ai fini della sicurezza dei mezzi e della tutela
ambientale;
c) elementari cognizioni per
la prestazione di soccorso alle persone trasportate in caso di incidente;
d) la conoscenza delle
espressioni di uso quotidiano e frasi basilari in lingua inglese.
Gli ulteriori requisiti sono
verificati al momento dell’iscrizione al ruolo e periodicamente dalla CCIAA
territorialmente competente.
2. La Commissione è composta
da tre componenti nominati dal dirigente generale del dipartimento regionale
competente per materia, fra i dirigenti o funzionari dello stesso dipartimento
o anche tra i dirigenti e i funzionari degli altri dipartimenti regionali o
degli enti pubblici che hanno competenza in materia previa intesa con gli
stessi.
3. Per ciascun componente
effettivo viene nominato un sostituto, che partecipa alle attività della
Commissione in assenza del titolare.
4. Le funzioni di segretario
sono svolte da un dipendente della Regione.
5. La partecipazione ai lavori della Commissione non dà diritto ad alcun
compenso né al rimborso delle spese.
Art. 10
(Bacino di traffico
comprensoriale di stazioni per il trasporto pubblico di linea, porti e
aeroporti)
1. Nell'ambito delle stazioni
ferroviarie con servizi ferroviari nazionali e nodi del trasporto pubblico
locale di cui all’articolo 8 della legge regionale n.35/2015, dei porti e degli
aeroporti operanti in Calabria aperti al traffico civile sono autorizzati ad
effettuare il servizio di piazza i titolari di licenza di taxi e di
autorizzazione di noleggio con conducente rilasciate dai Comuni nel cui ambito
territoriale le stazioni predette, i porti e gli aeroporti ricadono. Le
stazioni, i nodi, i porti e gli aeroporti operanti in Calabria, aperti al
traffico civile, costituiscono bacino di traffico comprensoriale per
l’esercizio degli autoservizi pubblici non di linea garantiti dai titolari
delle licenze di taxi e delle autorizzazioni di noleggio con conducente con
autovettura (NCC) rilasciate da tutti i Comuni della Calabria.
2. Gli enti gestori delle
stazioni, dei porti e degli aeroporti individuano le aree dedicate agli
autoservizi pubblici non di linea e stabiliscono il canone di utilizzo delle
aree di sosta, degli stalli, degli uffici e delle rimesse da parte degli esercenti
gli autoservizi pubblici non di linea previo accordo con i Comuni di cui al
comma 1.
3. I taxi e le vetture di noleggio con conducente che effettuano il
servizio nell’ambito del bacino di traffico di cui al comma 1 sono resi
riconoscibili con apposita targhetta identificativa.
Art. 11
(Sanzione per inosservanza
dell’obbligo di prestazione del servizio taxi)
1. L’esercente del servizio di
taxi che rifiuta la prestazione del servizio nell’area a cui la licenza si
riferisce è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di
una somma da 500,00 euro a 2.000,00 euro.
2. Qualora l’autore
dell’illecito sia sostituto alla guida o collaboratore familiare secondo quanto
previsto all’articolo 10 della legge n. 21/1992, l’accertamento dell’illecito è
contestato, ai sensi dell’articolo 6 della legge 24 novembre 1981, n. 689 (Modifiche
al sistema penale), anche al titolare della licenza come obbligato in solido al
pagamento della sanzione.
3. All’applicazione della
sanzione di cui al comma 1 si procede ai sensi della legge n. 689/1981.
4. Ai sensi, per gli effetti e
con i poteri previsti dall’articolo 1 della legge n.689/1981 e ferme restando
le funzioni spettanti agli altri ufficiali e agenti di polizia giudiziaria,
l’accertamento e la contestazione delle violazioni compete agli organi di
polizia municipale nei limiti della propria circoscrizione territoriale.
5. Competente all’erogazione
delle sanzioni amministrative stabilite è il Comune nel cui territorio
l’infrazione è stata commessa.
6. I proventi relativi alle sanzioni amministrative di cui al comma 1
spettano al Comune.
Art. 12
(Altre sanzioni amministrative)
1. Chiunque esercita
l’attività di trasporto di terze persone senza avere ottenuto l’iscrizione nel
ruolo dei conducenti dei veicoli o natanti adibiti ad autoservizi pubblici non
di linea di cui all’articolo 5 è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria
del pagamento di una somma da 500,00 euro a 3.000,00 euro.
2. L’accertamento
dell’esercizio abusivo dell’attività di trasporto di terze persone è effettuata
dagli organi competenti ed è comunicato alla CCIAA territorialmente competente,
alla Commissione regionale di cui all’articolo 9, nonché agli uffici provinciali
della Guardia di finanza, all’Ufficio Motorizzazione civile provinciale (UMC),
all’Ufficio territoriale competente dell’Agenzia delle entrate, all’Ispettorato
del Lavoro e all’Istituto nazionale della previdenza sociale.
3. Chiunque esercita il
servizio di piazza in ambito aeroportuale in violazione delle disposizioni
contenute nei regolamenti comunali è soggetto alla sanzione amministrativa
pecuniaria del pagamento di una somma da 50,00 euro a 500,00 euro.
4. Chiunque esercita il
servizio di piazza in ambito aeroportuale in assenza della licenza è soggetto
alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 500,00 euro a
2.000,00 euro.
5. Le violazioni
amministrative dei regolamenti comunali, di cui all'articolo 3, sono sanzionate
ai sensi dell’articolo 7-bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267
(Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali).
6. Fatto salvo quanto previsto
dagli articoli 85 e 86 del decreto legislativo n. 285/1982, l’inosservanza da
parte del titolare della licenza di taxi, ovvero del sostituto alla guida, di
un dipendente o del socio, di quanto previsto dagli articolo 2, comma 2, e 11,
della legge n. 21/1992, l’alterazione del tassametro o l’indebita percezione di
somme in aggiunta alla tariffa stabilita e, da parte del titolare
dell’autorizzazione di noleggio con conducente, ovvero del sostituto alla
guida, di un dipendente, del socio, l’inosservanza di quanto previsto dagli
articoli 3 e 11 della medesima legge n. 21/1992, è punita:
a) con la sanzione
amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 500,00 euro a 1.500,00
euro alla prima inosservanza;
b) con un mese di sospensione
della licenza o dell’autorizzazione alla seconda inosservanza;
c) con due mesi di sospensione
della licenza o dell’autorizzazione alla terza inosservanza;
d) con tre mesi di sospensione
della licenza o dell’autorizzazione alla quarta inosservanza;
e) con la cancellazione dal ruolo di cui all’articolo 5 alla quinta
inosservanza.
Art. 13
(Norma transitoria)
1. Entro novanta giorni
dall’entrata in vigore della presente legge i Comuni provvedono ad adottare i regolamenti comunali o ad adeguare quelli
vigenti.
2. Entro dodici mesi dall’entrata in vigore dei regolamenti comunali le
autorizzazioni e le licenze in essere sono adeguate
ai requisiti previsti nei regolamenti comunali medesimi, pena la decadenza.
Art. 14
(Norma di coordinamento)
1. Per quanto non disciplinato dalla presente legge si applicano le
disposizioni statali vigenti in materia.
Art. 15
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 16
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Inserimento dell’articolo
1-bis nella l.r. n. 48/2019)
1. Dopo l’articolo 1 della legge regionale 29 novembre 2019, n. 48
(Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria) è inserito il seguente:
“Art. 1-bis
(Definizioni)
1. Ai fini della presente
legge valgono le seguenti definizioni:
a) per “salma” si intende il
corpo umano rimasto privo delle funzioni vitali fino a ventiquattro ore dalla
constatazione di decesso indipendentemente dall’avvenuto accertamento di morte;
b) per “cadavere” si intende
la salma, dopo le ventiquattro ore dalla constatazione di decesso o
dall’accertamento della morte ai sensi di quanto previsto dalla legislazione
vigente;
c) per “resto mortale” o
“indecomposto” si definisce il risultato della incompleta mineralizzazione di
un cadavere inumato o tumulato dopo il periodo di custodia cimiteriale disposto
dalle norme;
d) per “attività di polizia
mortuaria” si intendono le attività di autorizzazione, di vigilanza e di
controllo da parte degli enti individuati dalla presente legge;
e) per “servizi funebri” si
intendono le attività imprenditoriali svolte congiuntamente nel rispetto delle
ineludibili esigenze di sanità, di ordine pubblico, di sicurezza e di
ottemperanza a regola d’arte degli obblighi contrattuali assunti con i dolenti,
dai soggetti in possesso dei requisiti stabiliti dalla presente legge, ai fini
delle seguenti prestazioni:
1) disbrigo, in nome e per
conto dei familiari o di altri aventi titolo, di pratiche amministrative
conseguenti al decesso di una persona;
2) preparazione, vendita e
fornitura di casse mortuarie e di eventuali articoli funebri, in occasione del
funerale, nel rispetto delle norme in materia di tutela sanitaria;
3) trasporto, con idoneo mezzo
speciale, del cadavere o della salma dal luogo di rinvenimento, decesso o
deposizione, al cimitero o all’impianto di cremazione;
4) ricomposizione del cadavere
mediante sua vestizione;
5) eventuale gestione di case
funerarie;
f) per “attività
necroscopiche” si intendono le seguenti attività obbligatorie poste in essere:
1) dal comune, in forma
singola o associata, eseguite direttamente ovvero gestite con le modalità
previste per i servizi pubblici locali o affidate con le procedure ad evidenza
pubblica previste dalla vigente normativa statale:
1.1) in caso di indigenza del
defunto o dei suoi familiari ovvero in caso di disinteresse dei familiari e di
assenza di altri soggetti che possano provvedere all’eventuale trasporto o alla
sepoltura nel cimitero. Per “disinteresse” si intende la situazione in cui il
trasporto e la sepoltura di una persona defunta non sono effettuati entro sei
giorni dal suo decesso, fatte salve particolari circostanze, nelle quali il
comune può disporre l’eventuale differimento del termine;
1.2) su disposizione
dell’autorità giudiziaria, o per esigenze igienico-sanitarie, quando si debba
provvedere alla raccolta e al trasporto di una salma o di un cadavere in un
obitorio, in un deposito di osservazione o in un servizio mortuario del servizio
sanitario nazionale;
2) dal servizio sanitario
provinciale, quali il deposito di osservazione, l’obitorio, il servizio
mortuario e le attività di medicina necroscopica. Gli istituti di medicina
legale e delle assicurazioni svolgono funzioni obitoriali
nel territorio della azienda sanitaria provinciale (ASP) di riferimento;
g) per “attività cerimoniale
funebre” si intendono le manifestazioni di cordoglio e di commemorazione di
defunti da parte di chi partecipa alle esequie svolte in ambiti civili o
religiosi. Tali attività possono comportare l’accoglimento e la temporanea permanenza
di feretri sigillati o di urne cinerarie in luoghi predisposti per le cerimonie
per lo svolgimento dei riti del commiato, intendendosi per tali le chiese e gli
altri luoghi di culto, le case funerarie, le sale del commiato e le strutture
di accoglienza nel cimitero o nel crematorio nonché le camere ardenti allestite
presso enti pubblici per defunti ritenuti degni di particolari onoranze. In
particolare:
1) per “casa funeraria” si
intende la struttura privata gestita da soggetti autorizzati allo svolgimento
dell’attività funebre, in possesso diretto dei requisiti stabiliti dalla
presente legge per l’attività funebre, rispondente ai requisiti igienico sanitari
previsti per le camere mortuarie dal decreto del Presidente della Repubblica 14
gennaio 1997 (Approvazione dell’atto d’indirizzo e di coordinamento alle
regioni ed alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di
requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio
delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche) e alle
disposizioni della presente legge ove, a richiesta dei familiari del defunto,
in apposite sale attrezzate, sono ricevute, custodite ed esposte le salme di
persone decedute presso luoghi pubblici, abitazioni private, strutture
sanitarie e ospedaliere, in vista della composizione, della vestizione e
dell’osservazione della salma, della custodia e dell’esposizione del cadavere e
delle attività di commemorazione e di commiato del defunto, tecnicamente
equiparate e strutturate a deposito di osservazione. I feretri sigillati
possono sostare presso la casa funeraria per brevi periodi, in attesa del
trasporto verso il luogo di destinazione finale;
2) per “sala del commiato” si
intende la sala, adibita all’esposizione a fini cerimoniali del defunto posto
in un feretro chiuso, collocata all’interno della casa funeraria o,
eventualmente, anche nel cimitero o nel crematorio;
h) per “trasporto funebre” si intende il trasporto della salma o del
cadavere dal luogo di decesso a ogni altra destinazione prevista dalla presente
legge, eseguito con mezzi e personale idonei dai soggetti abilitati
all’esercizio dell’attività funebre.
Art. 2
(Modifiche all’articolo 3 della
l.r. 48/2019)
1. All’articolo 3 della l.r. 48/2019 sono apportate le seguenti modifiche:
a) l’ultimo periodo del comma
1 è soppresso;
b) al comma 2, dopo la lettera d), è aggiunta la seguente: “e)
elaborazione del Piano regionale di coordinamento di cui all’articolo
16-sexies.”.
Art. 3
(Modifiche all’articolo 4 della
l.r. 48/2019)
1. All’articolo 4 della l.r. 48/2019 sono apportate le seguenti modifiche:
a) la lettera e) del comma 1 è
sostituita dalla seguente: “e) tiene gli elenchi delle attività funebri
autorizzate e degli addetti dotati dei requisiti formativi di legge, li
trasmette alla Regione e ne determina criteri e modalità di consultazione;”.
Art. 4
(Modifiche all’articolo 6 della
l.r. 48/2019)
1. L’articolo 6 della l.r. 48/2019 è così modificato:
a) il comma 4 è abrogato;
b) al comma 6, dopo la lettera
d), è aggiunta la seguente: “e) il servizio dipendente presso qualsiasi
attività sanitaria pubblica o convenzionata, ospedali, cliniche, centri
analisi, strutture sanitarie, case protette, residenze sanitarie assistenziali (RSA)
e postazioni di emergenza sanitaria, in qualsiasi forma contrattuale in
essere.”;
c) dopo il comma 7 è aggiunto il seguente: “8. Il direttore tecnico
dell’attività funebre è obbligato a trasmettere in autocertificazione la
situazione strutturale e gestionale della propria attività al Comune di
appartenenza entro il 28 febbraio di ogni anno e il Comune di competenza
provvede al rilascio della nuova certificazione annuale entro sessanta giorni
dalla presentazione.”.
Art. 5
(Modifiche all’articolo 7 della
l.r. 48/2019)
1. L’articolo 7 della l.r. 48/2019 è così modificato:
a) il comma 4 è sostituito dal
seguente: “4. Le imprese non possono esercitare attività private in mercati
paralleli quali quelli relativi all’ambito cimiteriale. Alle imprese funebri è
vietato l’esercizio, anche tramite proprio personale, del servizio di
ambulanza, di attività di trasporto sanitario semplice, trasporto sanitario e
soccorso sanitario extraospedaliero e di ogni trasporto ad esso assimilabile,
nonché ogni altro servizio parasanitario, socioassistenziale o assimilabile. È
preclusa, altresì, la possibilità di esercitare attività funebre a soggetti che
gestiscono servizio di ambulanza e di ogni trasporto ad esso assimilabile,
nonché l’esercizio di ogni altro servizio parasanitario, socioassistenziale o
assimilabile; è altresì vietato riprodurre nominativi e numeri di telefono
riconducibili ad attività funebri presenti nel territorio, su mezzi sanitari o
in capo ad associazioni di volontariato. Le attività in essere
si adeguano alle disposizioni previste dal presente articolo entro il 31
dicembre 2023.”;
b) alla fine del comma 3 sono aggiunte le seguenti parole: “ed è
obbligata a renderli ben visibili all’utenza”.
Art. 6
(Sostituzione dell’articolo 8
della l.r. 48/2019)
1.
L’articolo 8 della lr. 48/2019 è sostituito dai
seguenti:
“Art. 8
(Requisiti dell’impresa funebre
e dei soggetti a essa collegati)
1. Lo svolgimento
dell’attività funebre è subordinato alla presentazione di SCIA al comune ove
l’impresa ha sede legale, operativa o secondaria, e il suo esercizio è
subordinato alla sussistenza e alla permanenza dei seguenti requisiti:
a) una sede idonea e adeguata
alla trattazione degli affari, comprendente un ufficio e una sala di
esposizione per gli articoli funebri, diversi dalle altre attività svolte con
la stessa partita Iva. Presso ogni sede commerciale delle imprese esercenti l’attività
funebre è esposto il prezziario di tutte le forniture e prestazioni rese e lo
stesso è esibito a chiunque richieda un preventivo per lo svolgimento del
servizio funebre;
b) un’autofunebre, con
relativa idoneità sanitaria, di proprietà o in leasing, adibito al trasporto di
salme e di cadaveri, e un’autorimessa, avente requisiti di idoneità secondo la
normativa nazionale vigente, verificati dalle ASP, e adeguate dotazioni per la
sanificazione del vano di carico del mezzo funebre e delle attrezzature
necessarie allo svolgimento del servizio. Il lavaggio della carrozzeria esterna
e dell’abitacolo può essere effettuato all’esterno dell’impresa presso
autolavaggi autorizzati;
c) un responsabile, o
direttore tecnico, abilitato alla trattazione delle pratiche amministrative e
degli affari, assunto secondo la normativa statale vigente in materia, che può
coincidere con il titolare, legale rappresentante della stessa o socio lavoratore;
d) almeno quattro operatori
funebri o necrofori, con regolare rapporto di lavoro e in possesso dei relativi
requisiti formativi.
2. I requisiti di cui al comma
1, lettere b) e d), si intendono soddisfatti laddove la relativa disponibilità
continuativa venga acquisita congiuntamente attraverso la stipulazione, in via
esclusiva, con un centro servizi, di cui all’articolo 8-bis, di specifici
contratti continuativi e di appalto di servizi, idonei a garantire in via
continuativa e funzionale l’espletamento di tutte le fasi dell’attività
funebre, dichiarati tramite SCIA e registrati presso la camera di commercio.
Tali contratti sono comunicati al Comune dove opera l’impresa, nonché
all’utente finale.
3. I requisiti di cui al comma
1, lettere b) e d), si intendono soddisfatti anche laddove la relativa
disponibilità continuativa venga acquisita congiuntamente attraverso consorzi o
società consortili, i quali garantiscono in via continuativa ai propri associati
la disponibilità di mezzi e personale per lo svolgimento di tutte le fasi del
servizio, in maniera autonoma, ovvero senza il ricorso ad altri soggetti, nel
rispetto dei requisiti di cui all’articolo 8-bis.
4. Il titolare, il socio o
responsabile possono svolgere anche le mansioni di necroforo.
5. Le figure professionali del
personale dell’impresa funebre sono le seguenti:
a) direttore tecnico/addetto
alla trattazione degli affari;
b) necroforo/addetto al
trasporto, col ruolo di svolgere la preparazione del defunto, la sua
sistemazione nel feretro, la sigillatura, oltre la movimentazione dei feretri e
l'organizzazione della cerimonia.
6. Per l’apertura di sedi
secondarie è necessaria la presentazione di specifica SCIA al Comune competente
con l’indicazione dell’addetto alla trattazione degli affari, in persona
diversa da quella utilizzata per la sede principale o le altre sedi, in possesso
dei requisiti formativi di legge e con regolare rapporto di lavoro. Le sedi
secondarie, al pari della sede principale, espongono l’orario di apertura al
pubblico e il tariffario delle prestazioni.
7. Le imprese funebri che
hanno sede in altre regioni o all’estero, e che intendono operare in maniera
continuativa sul territorio regionale calabrese con una propria sede, devono
possedere i requisiti di cui al presente articolo e all’articolo 9, presentando
specifica SCIA nel Comune ove le stesse hanno la sede amministrativa, nella
quale dichiarare i requisiti di cui al presente articolo e agli articoli 8-bis
e 9.
8. Le imprese funebri che
hanno sede nelle altre regioni ma che svolgono attività di trasporto cadavere
verso i comuni della Calabria, con eventuale cerimonia e trasporto al cimitero,
operano con proprio personale ovvero, tramite mandato, nelle forme di legge e
col consenso della famiglia, possono affidare ad impresa funebre locale,
regolarmente autorizzata, l’esecuzione del servizio.
9. Le imprese funebri già esistenti si adeguano alle disposizioni della
presente legge entro il 28 febbraio 2024, ripresentando la SCIA, integrando il
possesso dei requisiti ai sensi del presente articolo e dell’articolo 9. I
comuni, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti necessari per lo
svolgimento dell’attività di impresa funebre, entro i successivi sessanta
giorni, rilasciano la certificazione di validità annuale.
Art. 8-bis
(Centro servizi, consorzio e
società consortile)
1. Il centro servizi è
un’impresa che svolge attività funebre ai sensi dell’articolo 8.
2. Il centro servizi, i
consorzi e le società consortili operanti nel settore funebre debbono essere
titolari di autorizzazione all’attività funebre ai sensi dell’articolo 8 e
devono possedere direttamente in via continuativa, funzionale e autonoma, ovvero
senza il ricorso ad altri soggetti, i seguenti requisiti tecnico organizzativi
minimi da dichiarare in SCIA:
a) entro i primi 15 contratti
per il centro servizi, ovvero entro i primi 15 soci e consorziati per i
consorzi e le società consortili:
1) una sede idonea alle
attività da svolgere;
2) un amministratore/direttore
tecnico con funzione di responsabile amministrativo e gestionale;
3) due autofunebri;
4) due furgoni per il
trasporto funebre;
5) certificazione UNI EN
15017;
6) autorimessa, regolarmente
autorizzata dal sindaco, idonea e funzionale ad evitare la sosta dei carri
funebri sulla pubblica via. È allegata alla SCIA la planimetria
dell’autorimessa con il numero dei posti disponibili e le targhe dei mezzi
rimessi, unitamente al contratto con un lavaggio autorizzato, qualora il locale
lavaggio non sia presente nella rimessa stessa. Tale contratto è registrato
presso l’Agenzia delle Entrate. Gli stessi mezzi, dopo ogni servizio
effettuato, sono rimessi nella sede della rimessa autorizzata e non possono
essere depositati presso pubbliche strade o rimesse non autorizzate e facenti
capo ad altri soggetti;
7) otto operatori funebri o
necrofori, con regolare rapporto di lavoro continuativo, ai sensi del vigente CCNL
di categoria e in possesso dei relativi requisiti formativi, secondo un
criterio di proporzionalità crescente in relazione al numero di contratti
stipulati con imprese funebri o di soci/ consorziati presenti nelle
aggregazioni in essere, quali consorzi e società consortili;
b) oltre il quindicesimo
contratto, socio o consorziato, la dotazione organizzativa e strutturale è
incrementata nel seguente modo:
1) incremento di una unità di
personale per ogni due contratti, socio o consorziato, acquisiti oltre il
quindicesimo;
2) a fronte di ogni quattro
contratti stipulati con imprese funebri, o di soci e consorziati, oltre il
quindicesimo, è previsto l'incremento di un'auto funebre e un furgone funebre.
3. I nominativi del personale,
con le relative funzioni, sono riportati nella SCIA presentata, e ogni
variazione è comunicata al Comune ove ha sede il centro servizi, la società
consortile o il consorzio, oltre che alle imprese servite, le quali hanno l’obbligo
di comunicare, a mezzo posta elettronica certificata, agli uffici competenti la
variazione dei nominativi del personale operante.
4. I centri servizi, consorzi e società consortili già esistenti, si
adeguano alle disposizioni del presente articolo entro il 30 novembre 2023,
ripresentando la SCIA, integrando il possesso dei requisiti ai sensi del
presente articolo e dell’articolo 9. I Comuni, dopo aver verificato la
sussistenza dei requisiti per lo svolgimento dell’attività dei centri servizi,
dei consorzi e delle società consortili, entro i successivi sessanta giorni
rilasciano la certificazione di validità annuale.”.
Art. 7
(Modifiche all’articolo 9 della
l.r. 48/2019)
1. L’articolo 9 della l.r. 48/2019 è così modificato:
a) al comma 1, le parole
“corsi abilitanti la professione” sono sostituite dalle seguenti: “requisiti
professionali”;
b) all’inizio del comma 2 le parole “I responsabili di cui all’articolo
8, comma 4, lettera a)” sono sostituite dalle seguenti: “I direttori
tecnici/addetti alla trattazione degli affari e il personale necroforo di cui
agli articoli 8 e 8-bis”.
Art. 8
(Modifiche all’articolo 10
della l.r. 48/2019)
1. I commi 2, 3, 4 dell’articolo 10 della l.r.
48/2019 sono abrogati.
Art. 9
(Modifica e integrazione
dell’articolo 13 della l.r. 48/2019)
1. L’articolo 13 della l.r. 48/2019 è modificato nel modo seguente:
a) al comma 1, dopo le parole
“previa SCIA”, sono soppresse le parole da “, in piena autonomia” fino alla
fine del comma;
b) al comma 6, le parole
“articolo 2” sono sostituite dalle seguenti: “articolo 1-bis”;
c) dopo il comma 6, sono
aggiunti i seguenti:
“7. Le case funerarie, fatte
salve quelle già esistenti e autorizzate alla data del 31 luglio 2023:
a) dispongono, in relazione ai
volumi delle attività da effettuare, di locali destinati ad ospitare le salme e
i feretri, di locali destinati ad ospitare feretri sigillati per i riti di
commiato, nonché di locali di supporto e di servizio, aventi i requisiti
strutturali di cui all’articolo 13-bis;
b) non possono trovarsi a
distanza inferiore a cinquecento metri dal perimetro di strutture sanitarie,
sociosanitarie, socioassistenziali e hospice, di crematori o a distanza
inferiore a cinquecento metri dalla fascia di rispetto dei cimiteri, fatta salva
la facoltà dei comuni di stabilire una distanza maggiore in relazione alle
specificità territoriali;
c) se collocate in edifici
aventi anche altre funzioni, assicurano un accesso indipendente e dedicato per
tutte le attività connesse alle stesse case funerarie.
8. Presso le case funerarie
possono essere custoditi i feretri sigillati per il tempo strettamente
necessario per procedere al trasporto all’estero, alla tumulazione,
all’inumazione o alla cremazione. In ogni caso sono assicurate idonee
condizioni di conservazione.
9. Il numero di feretri in
custodia di cui al comma 8 non può essere superiore al numero delle sale a
disposizione per l’osservazione delle salme e per la celebrazione dei riti del
commiato.
10. Le sale del commiato e i
locali per l'osservazione delle salme presenti nella casa funeraria possono
essere resi disponibili ad altre imprese funebri, secondo tempi e modalità
definiti da appositi contratti registrati presso la camera di commercio.
11. L'accesso alle case
funerarie per il personale e per i feretri è distinto dall'accesso dei dolenti.
12. L'impresa funebre definisce gli orari di apertura al pubblico della
casa funeraria, le modalità di fruizione dei servizi della medesima e le
relative tariffe.”.
Art. 10
(Integrazione dell’articolo
13-bis della l.r. 48/2019)
1. Dopo
l’articolo 13 della l.r. 48/2019 è inserito il
seguente:
“Art. 13-bis
(Requisiti strutturali delle
case funerarie)
1. Le case funerarie di cui
all’articolo 13 devono possedere i seguenti requisiti strutturali:
a) le sale destinate a
celebrare i riti di commiato, eventualmente differenziate per capienza e
dotazioni, sono dotate di regolare aero illuminazione naturale o artificiale ed
hanno dimensioni, configurazione, arredi, finiture e servizi adeguati ad offrire
condizioni di decoro per l’accoglienza dei partecipanti ai riti. Possiedono
inoltre superficie minima non inferiore a 30 metri quadri, con lato minimo di 5
metri;
b) annesso a ciascuna sala è
presente almeno un locale o spazio per l’attesa dei dolenti;
c) le pareti che separano le
sale destinate ai riti di commiato dai restanti locali possiedono valori
dell’indice del potere fonoisolante apparente Rw,
così come definito nel dpcm 5 dicembre 1997, almeno di 55 dB(A);
d) i percorsi dei feretri
all’interno della casa funeraria sono distinti dai percorsi dei dolenti, senza
alcuna possibilità di interferenza temporale;
e) la casa funeraria è dotata
di uno o più locali ufficio da utilizzare per il disbrigo delle attività
amministrative e per i colloqui con i dolenti. Nei pressi dei locali ufficio è
presente idoneo spazio o locale destinato all’attesa dei dolenti regolarmente aeroilluminato;
f) nelle aree a cui hanno
accesso i dolenti è presente almeno un servizio igienico attrezzato per le
persone disabili. Per le case funerarie con più di tre sale di osservazione è
previsto almeno un servizio igienico aggiuntivo;
g) il personale addetto
usufruisce di servizi igienici ad uso esclusivo, nonché di idoneo locale
spogliatoio adeguatamente attrezzato, destinato alla preparazione del medesimo;
h) nella cella frigorifera o
nell’eventuale locale refrigerato la temperatura è compresa tra 1 e 5 gradi
Celsius (° C);
i) la continuità
dell’alimentazione elettrica della cella frigorifera o nel locale refrigerato è
assicurata da un gruppo di continuità di adeguata capacità o mediante altro
impianto con caratteristiche equivalenti;
j) la capienza massima delle
celle frigorifere o dell’eventuale locale refrigerato deve corrispondere al
numero di feretri che possono essere custoditi presso la casa funeraria. Le
dimensioni del locale refrigerato sono tali da consentire la movimentazione
meccanizzata dei feretri;
k) nel locale per la
preparazione delle salme sono collocati un tavolo in materiale durevole,
impermeabile, facilmente lavabile e disinfettabile ed un lavandino con leva
clinica. Nello stesso locale le pareti e i pavimenti, facilmente lavabili e
disinfettabili, devono essere privi di connessione ad angolo;
l) deve essere previsto uno
spazio o un locale per il deposito di rifiuti e di materiale sporco;
m) in tutti i locali in cui è
prevista la permanenza di persone sono garantiti regolari rapporti
aeroilluminanti naturali o idonee condizioni microclimatiche mediante impianti
tecnologici aventi caratteristiche previste dalla normativa vigente nonché dalle
norme tecniche con riferimento alla destinazione d’uso commerciale. Gli
impianti di condizionamento al servizio dei locali di preparazione ed
osservazione delle salme non devono prevedere il ricircolo dell’aria;
n) tutti i locali sono muniti
di idoneo impianto di illuminazione d’emergenza;
o) in tutte le aree
accessibili ai visitatori è garantito il requisito di visitabilità
per le persone con ridotta capacità motoria.”.
Art. 11
(Modifiche all’articolo 17
della l.r. 48/2019)
1. L’articolo 17 della l.r. 48/2019 è così modificato:
a) la lettera b) del comma 2 è
soppressa;
b) alla lettera d) del comma 2, la parola “certificate” è sostituita
dalla seguente: “autorizzate” e dopo le parole “territorio regionale” sono
aggiunte le seguenti parole: “e degli addetti con le specifiche funzioni”.
Art.12
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori
oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 13
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il consiglio
regionale
vista la deliberazione n. 29 del 4 luglio
2023, con la quale l’Ufficio di Presidenza ha proposto al Consiglio regionale
l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2022 dell’Ente, della
relazione sulla gestione 2022 e del Piano degli indicatori di bilancio e dei
risultati attesi;
premesso
che:
- il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, così come
modificato e integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha
introdotto il nuovo impianto normativo sull'armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a
stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali
per regioni, province autonome ed enti locali;
- con deliberazione consiliare n. 11 del 23 dicembre 2021 è
stato approvato il bilancio di previsione Consiglio regionale della Calabria
per gli esercizi finanziari 2022 - 2024;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 20 del 29
dicembre 2021 è stato approvato il Documento tecnico di accompagnamento al
bilancio di previsione per gli esercizi 2022 - 2024 e sono state assegnate le
risorse al Segretario/Direttore Generale;
- con determinazione del Segretario Generale R.G. n. 1056
del 30 dicembre 2021 è stato approvato il bilancio finanziario gestionale del
Consiglio regionale per gli esercizi 2022 - 2024;
- con deliberazione del Consiglio regionale n. 107 del 30
agosto 2022 sono stati approvati l'assestamento e ulteriori variazioni al
bilancio di previsione 2022 - 2024 del Consiglio regionale;
- con deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 8 del 23
febbraio 2023 è stato approvato il verbale di chiusura della contabilità
dell'esercizio finanziario 2022;
considerato
che:
- l’articolo 18-bis del d.lgs.118/2011, al comma 1 dispone
che «al fine di consentire la comparazione dei bilanci, gli enti adottano un
sistema di indicatori semplici, denominato “Piano degli indicatori e dei
risultati attesi di bilancio” misurabili e riferiti ai programmi e agli altri
aggregati del bilancio, costruiti secondo criteri e metodologie comuni», e al
comma 3 che il Piano di cui al comma 1 è allegato al bilancio di previsione o
del budget di esercizio e del bilancio consuntivo o del bilancio di esercizio;
- l'articolo 67 del d.lgs. 118/2011 dispone che "La
Presidenza del Consiglio regionale sottopone all'Assemblea consiliare (...) il
rendiconto del Consiglio regionale. Le relative risultanze finali confluiscono
nel rendiconto consolidato di cui all'art. 63, comma 3. Al fine di consentire
il predetto consolidato, l'assemblea consiliare
approva il proprio rendiconto entro il 30 giugno dell'anno successivo";
visto il Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale della Calabria, approvato con deliberazione
consiliare n. 19 del 4 maggio 2017 e successivamente modificato con
deliberazione consiliare n. 342 del 28 settembre 2018;
dato
atto che:
-
l'articolo 77 del suddetto Regolamento interno
dispone che "Successivamente all'approvazione del rendiconto, l'assemblea
consiliare approva il bilancio consolidato di gruppo del Consiglio regionale
con le società controllate e partecipate secondo le modalità e gli schemi
previsti dal d.lgs. 118/2011 (...). Il bilancio consolidato è approvato dal
Consiglio regionale entro il 31 agosto dell'anno successivo all'esercizio
finanziario di riferimento ed è trasmesso, dopo l'approvazione consiliare, alla
Regione entro i dieci giorni successivi";
-
il Consiglio regionale detiene la
partecipazione nella società in house providing “Portanova S.p.A.”;
preso
atto che:
-
con determinazione del dirigente dell’Area
Gestione n. 232 del 24 aprile 2023 è stata effettuata la parificazione del
conto del tesoriere e degli agenti contabili interni per l’esercizio 2022;
-
con deliberazione del Consiglio regionale n.
203 del 22 giugno 2023 è stato approvato il riaccertamento ordinario dei
residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022, ai sensi dell'articolo 3, comma
4, del d.lgs.118/2011 e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2022-2024 e al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale della
Calabria;
richiamato l'articolo 7, comma 8, della legge
regionale 15 marzo 2002, n.13, che dispone la pubblicazione dei rendiconti dei
Gruppi consiliari in allegato al conto consuntivo del Consiglio regionale e sul
sito istituzionale dell'Ente;
visti:
-
lo schema di rendiconto dell'esercizio 2022,
redatto ai sensi dell'allegato 10 al d.lgs.118/2011, che costituisce parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-
la relazione sulla gestione dell'esercizio
2022, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del d.lgs. 118/2011, e
allegata al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;
-
il Piano degli indicatori di bilancio e dei
risultati attesi relativi al rendiconto dell’esercizio 2022, allegato al
presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale;
preso atto che il Collegio dei Revisori dei
conti, con verbale n. 40 del 19 luglio 2023 (parere n. 9/2023), allegato alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, ha redatto la
relazione al rendiconto dell’esercizio finanziario 2022 del Consiglio regionale,
esprimendo “complessivamente giudizio positivo per l’approvazione del
Rendiconto finanziario 2022 del Consiglio regionale”;
vista la relazione della Commissione speciale
di Vigilanza, redatta ai sensi dell’articolo 73 del Regolamento interno di
amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, approvata nella seduta
del 25 luglio 2023 e allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale;
udito il relatore, consigliere Cirillo, che
ha illustrato il provvedimento;
delibera
per
le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si
intendono integralmente riportate:
-
di approvare il rendiconto dell’esercizio
finanziario 2022 del Consiglio regionale, allegato alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale, nelle seguenti risultanze finali
riepilogative:
-
di approvare la Relazione sulla gestione
dell'esercizio 2022, redatta ai sensi dell'articolo 11, comma 6, del d.lgs.
118/2011, e allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
-
di approvare il Piano degli indicatori di
bilancio e dei risultati attesi relativi al rendiconto dell’esercizio 2022,
allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
-
di dare atto che l’avanzo di amministrazione
dell’esercizio 2022 è così suddiviso:
-
di rinviare ad un successivo atto la
destinazione dell'avanzo libero dell'esercizio 2022;
- di dare atto che i risultati
della gestione del Consiglio regionale per l'esercizio 2022 confluiranno nel
rendiconto consolidato della Regione Calabria, ai sensi dell'articolo 67 del
d.lgs. 118/2011;
- di dare atto che,
successivamente all'approvazione del rendiconto dell'esercizio 2022, si
procederà all'approvazione del bilancio consolidato di gruppo del Consiglio
regionale con la società partecipata "Portanova S.p.A.";
- di dare atto che i rendiconti
dei Gruppi consiliari anno 2022 saranno pubblicati, in allegato, al rendiconto
del Consiglio regionale sul sito istituzionale dell'Ente;
-
di trasmettere la presente deliberazione,
unitamente ai relativi allegati sopra richiamati, alla Giunta regionale, ai
sensi dell’articolo 73, comma 6 del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale della Calabria.
Il consiglio
regionale
visti:
- la legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di
funzioni e compiti alle Regioni ed agli Enti Locali);
- il decreto legislativo n.112/1998 (Conferimento di funzioni e compiti
amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del
capo I della legge 15 marzo 1997, n.59), e in particolare l’articolo 138, che
attribuisce alle Regione la funzione dell’offerta formativa integrata e
dell’organizzazione della rete scolastica;
- il decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233
(Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni
scolastiche), determinando procedure, tempi di applicazione ed attuazione del
piano regionale di dimensionamento;
- il decreto ministeriale 24 luglio 1998, n. 331 (Disposizioni concernenti
la riorganizzazione della rete scolastica, la formazione delle classi e la
determinazione degli organici del personale della scuola);
- il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275
(Regolamento recante norme in materia di autonomia delle Istituzioni
scolastiche ai sensi dell’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n.59);
- la legge 28 marzo 2003, n. 53 (Delega al Governo per la definizione
delle norme generali sull'istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni
in materia di istruzione e formazione professionale);
- il decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 (Norme generali e livelli
essenziali delle prestazioni relativi al ciclo del sistema educativo di
istruzione e formazione, a norma dell'articolo 2 della legge 28 marzo 2003, n.
53);
- il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 (Norme
per la riorganizzazione della rete scolastica ed il razionale ed efficace
utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’art. 64, comma 4, del
D.L. n.112/2008, convertito con modificazioni dalla legge n.133/2008), che ha
definito criteri e parametri relativi al dimensionamento delle istituzioni
autonome e dettato disposizioni per la definizione degli organici e la
formazione delle classi nelle scuole e istituti di ogni ordine e grado;
- il decreto-legge n. 98/2011, convertito con legge n. 111/2011, e la
legge n.183/2011, che, nel dettare disposizioni per la stabilizzazione
finanziaria, hanno fissato nuovi limiti e previsto una diversa acquisizione
dell’autonomia scolastica per le istituzioni scolastiche di infanzia e primo
ciclo e per quelle del secondo ciclo;
- la legge n. 56/2014, che ha confermato, tra le funzioni fondamentali
delle Province/Città Metropolitane, “la programmazione provinciale della rete
scolastica nel rispetto della programmazione regionale”, oltre che “la gestione
dell’edilizia scolastica”;
- la legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di
istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative
vigenti);
viste:
- la deliberazione della Giunta regionale n.366 del 27 settembre 2016,
recante: “Indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del
dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa della Regione
Calabria per il quinquennio 2017/2018–2022/2023”, approvata con deliberazione
del Consiglio regionale n. 144 del 25 ottobre 2016;
- le deliberazioni della Giunta regionale n. 473 del 29 ottobre 2018 e n.
507 del 6 novembre 2018, approvate con deliberazione del Consiglio regionale
n.346 del 16 novembre 2018, con cui sono stati modificati parzialmente gli
indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento
della rete scolastica e dell’offerta formativa della Regione per il quinquennio
2017/2018 – 2022/2023;
- la deliberazione della Giunta regionale n. 32 del 31 gennaio 2022,
recante: “Programmazione dell’offerta formativa della Regione Calabria anno
scolastico 2022/2023”, con cui è stata programmata l’offerta formativa della
Regione Calabria per l’anno scolastico 2022/2023, con le opportune precisazioni
indicate per ciascuna Provincia;
vista la deliberazione della Giunta regionale n. 366 del 21 luglio 2023,
recante: «Approvazione “Indirizzi regionali per la programmazione e la
definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell’offerta formativa
- Linee Guida per il triennio 2024/2025 – 2026/2027”»;
preso atto che gli indirizzi regionali per il quinquennio 2017/2018 –
2022/2023 non sono più vigenti e che l’assetto normativo delineato dalla legge
n.197/2022, attuativo della riorganizzazione del sistema prevista nel PNRR,
prevede che a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, i parametri per la
definizione del contingente organico dei dirigenti dei servizi generali e
amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni dovranno tenere conto del
parametro della popolazione scolastica regionale e degli sviluppi demografici
nel prossimo triennio, e che la ridefinizione delle autonomie scolastiche dovrà
avvenire nel rispetto del numero assegnato dal Ministero dell’istruzione e del
merito alla Regione Calabria per l’anno scolastico 2024/2025 (281, per come
richiamato nella deliberazione della Giunta regionale n. 366/2023);
considerato
che tra le principali finalità degli indirizzi vi è quella di salvaguardare le
realtà scolastiche delle aree periferiche e interne che insistono in territori,
socialmente, culturalmente ed economicamente svantaggiati, garantendo agli
studenti, di tutte le aree geografiche della Regione, le medesime opportunità
ed il successo formativo;
visti gli
indirizzi regionali per la definizione del dimensionamento della rete
scolastica e per la programmazione dell’offerta formativa - Linee Guida per il
triennio 2024/2025 – 2026/2027, allegati alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale (Allegato A);
tenuto conto che il documento sopra citato si compone di sezioni
tematiche relativamente ai seguenti argomenti:
1. Programmazione della rete scolastica – parametri numerici;
2. Criteri per la riorganizzazione della rete scolastica delle
Istituzioni scolastiche del I ciclo di istruzione;
3. Criteri per la riorganizzazione delle Istituzioni scolastiche del II
ciclo di istruzione;
4. Criteri per la riorganizzazione degli istituti omnicomprensivi;
5. Punti di erogazione del servizio (PES) – Pluriclasse;
6. Programmazione dell’offerta formativa nelle Istituzioni scolastiche
di secondo grado;
7. Istruzione per gli Adulti;
8. Sistemi locali di Educazione e Istruzione (SLEI);
9. Sistema Integrato zero-sei e Poli per l’Infanzia;
10. Cronoprogramma;
visto l’articolo 139 della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34
(Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali), che attribuisce al
Consiglio regionale la competenza in merito all’adozione degli indirizzi per la
predisposizione dei Piani, rimettendo alla Regione la competenza ad approvare
il Piano regionale di dimensionamento, elaborato in coerenza con gli indirizzi
adottati;
ritenuto
pertanto di approvare gli indirizzi regionali per la definizione del
dimensionamento della rete scolastica e per la programmazione dell’offerta
formativa - Linee Guida per il triennio 2024/2025 – 2026/2027, allegati alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato A);
rilevato
che la Terza Commissione consiliare, nella seduta del 31 luglio 2023, ha
approvato gli indirizzi regionali per la definizione del dimensionamento della
rete scolastica e per la programmazione dell’offerta formativa - Linee Guida
per il triennio 2024/2025 – 2026/2027;
udito il
relatore, consigliere Straface, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate:
-
di approvare, ai sensi dell’articolo 139 della legge regionale n. 34/2002,
gli indirizzi regionali per la definizione del dimensionamento della rete
scolastica e per la programmazione dell’offerta formativa - Linee Guida per il
triennio 2024/2025 – 2026/2027, allegati alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale (Allegato A).