XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 29

 

SEDUTA Di MARTEDì 25 LUGLIO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

Inizio lavori h. 13,10

Fine lavori h. 16,33

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 13.10

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

 

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’emergenza incendi

PRESIDENTE

Prima di avviare la discussione sui punti all'ordine del giorno della seduta odierna, mi preme soffermarmi, in particolare, sull'emergenza incendi che in questi giorni sta colpendo quasi tutto il nostro territorio e, in particolare, l'Aspromonte.

La Calabria brucia e interi territori, da Nord a Sud, sono alle prese con decine di roghi che stanno devastando il nostro patrimonio boschivo. Sono oltre 100 gli interventi dei Vigili del fuoco nell’ultimo giorno, con l'ausilio di unità venute in soccorso dalla Campania, dal Lazio e dal Comando di Messina.

Una situazione drammatica che non può essere addebitata soltanto al gran caldo di questi giorni, pur trattandosi di un fenomeno fuori dal normale e frutto senz'altro dei cambiamenti climatici del pianeta, ma soprattutto dalla crudeltà umana e di chi delittuosamente li determina.

Siamo di fronte a una situazione di massima gravità che ci chiede di mettere in atto provvedimenti all'insegna della tolleranza zero nei confronti di chi appicca dolosamente il fuoco a proprietà pubbliche e private.

L'impegno della Regione e del presidente Occhiuto è massimo nell'attivare, con ogni mezzo a disposizione, la prevenzione per stroncare sul nascere questi crimini contro l'ambiente, ma sono dell'avviso che occorra anche la vigilanza e la collaborazione dei cittadini per smascherare i piromani.

La sola indignazione non basta.

Ci vuole la massima attenzione di tutti, perché gli incendi provocati non sono soltanto reati i cui autori devono essere affidati alla giustizia, ma rappresentano una violenza inaudita alla sicurezza delle nostre comunità e dei cittadini.

È, dunque, fondamentale che le centinaia di persone tra Vigili del fuoco, guardie forestali, dipendenti di Calabria verde e volontari, che lottano quotidianamente contro le decine di roghi che stanno interessando il nostro territorio e a cui va il ringraziamento e la nostra stima per l'impegno e la grande professionalità, possano contare sulla vigilanza efficace e il contrasto preventivo e repressivo delle Istituzioni pubbliche a ogni livello.

Mandare in fumo migliaia di ettari di aree boschive e di vegetazione, come è accaduto nell'estate del 2021, significa togliere l'habitat agli animali e restringere gli spazi naturali alle persone e alle loro attività economiche.

Ogni sottovalutazione di questi crimini contribuisce ad acutizzare la ferita profonda di cui soffre la nostra natura, colpendo la biodiversità e depauperando il patrimonio ambientale di una regione come la Calabria, che ha un indice di boschività tra i più elevati d'Italia, che va salvaguardato e messo a valore per creare sviluppo sostenibile e nuova occupazione.

In memoria di Otello Profazio

PRESIDENTE

Come sapete, è venuto meno un vero e proprio monumento della musica popolare italiana, una leggenda vivente dalle enormi capacità artistiche e dalla spiccata sensibilità umana, specie nei confronti dei soggetti più fragili e indifesi, a cui ha dedicato canzoni e ballate straordinarie, ma anche uno dei più grandi cantastorie di tutti i tempi, che ha raccontato l'anima della Calabria e del Mezzogiorno, enfatizzandone i pregi senza mai nasconderne vizi e contraddizioni.

Mi riferisco all'artista Otello Profazio, deceduto agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria.

Come hanno scritto sociologi e scrittori, che hanno indagato in profondità la sua musica e i suoi testi, di lui parleranno per sempre i libri di storia.

Il suo ricordo, nei calabresi che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne l'estro creativo e l'acuto senso dell'umorismo, non verrà mai meno.

Alla famiglia e ai suoi amici più cari, vanno le condoglianze del Consiglio regionale.

Proposta di legge numero 201/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Comito, Cirillo, Crinò, recante: “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n.15.' Proroga del termine di adeguamento'”

PRESIDENTE

Avviamo ora i lavori con il primo punto all'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 201/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Comito, Cirillo, Crinò, recante: “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, numero 15 ‘Proroga del termine di adeguamento’”.

Cedo la parola al relatore, consigliere Crinò, per illustrare il provvedimento. Prego.

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. Con la legge regionale 29 marzo 2013 numero 15, recante “Norme sui servizi educativi per la prima infanzia”, si è provveduto a disciplinare: a) la realizzazione e il funzionamento del sistema dei servizi socioeducativi per la prima infanzia; b) il coordinamento di interventi educativi unitari e globali per garantire e tutelare i diritti dei bambini, la socializzazione dell'infanzia e dell'adolescenza; c) la partecipazione delle parti sociali al processo decisionale pubblico attraverso lo strumento della concertazione; d) la realizzazione con il concorso degli Enti locali e dei soggetti privati, singoli o associati, di un sistema dei servizi socioeducativi di interesse pubblico, finalizzato alla tutela dei diritti soggettivi di benessere pura ed educazione dei minori, nonché a prevenire e rimuovere qualsiasi condizione di svantaggio e di discriminazione.

L'articolo 10 ha demandato alla Giunta regionale di adottare con uno o più atti deliberativi un Regolamento di attuazione per definire i requisiti organizzativi e strutturali di tutti i servizi socioeducativi per la prima infanzia.

L'articolo 23 stabilisce il termine assegnato alle strutture socioeducative, sia pubbliche che private, per adeguare i requisiti strutturali ed organizzativi previsti dalla legge e dal successivo Regolamento.

L’adeguamento comporta tuttavia una serie di modifiche strutturali, nonché misure organizzative complesse, che diverse strutture hanno ancora in corso e non hanno del tutto completate anche per i costi di non poco conto da sostenere.

Pertanto, si rende necessario fissare un nuovo ed ultimo termine in modo che tutti coloro che gestiscono questi servizi possano mettersi in regola ed evitare, in caso di mancato adeguamento, la chiusura e la conseguente interruzione delle attività, con conseguenze anche sui lavoratori e sulle famiglie che verrebbero private di questi importanti servizi.

Il testo si compone di tre articoli: l’articolo 1 provvede ad introdurre la proroga, che sarà fissata al 31 dicembre 2023; l’articolo 2 prevede la clausola di invarianza finanziaria, data la natura ordinamentale dell'intervento di novellazione; l’articolo 3 prevede l'entrata in vigore anticipata della legge rispetto all'ordinario termine di 15 giorni (vacatio legis).

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Intervengo esclusivamente per chiarire quello che, ormai da quasi 10 anni, sta accadendo, purtroppo, nella nostra Regione dove ci sono delle strutture per la prima infanzia storiche, aperte diversi anni prima della legge del 2013, e strutture nate successivamente e che si sono dovute attenere ai requisiti prescritti quali, ad esempio: la realizzazione della mensa in un determinato modo; la previsione di una stanza dove far riposare i bambini nel primo pomeriggio; l’assunzione di personale in possesso di determinati titoli di studio precedentemente non previsti.

Oggi, ci troviamo, soprattutto nelle grandi città, ad avere, anche a distanza di pochi metri, strutture per la prima infanzia che si sono adeguate, sono a norma, e che hanno anche dei costi di gestione elevati e importanti, e strutture che, invece, in assenza di adeguamento, possiedono i requisiti previsti dalla proposta di legge, quindi con un costo di gestione molto più basso e servizi chiaramente di minore qualità, pur riconoscendo – ci mancherebbe altro – la professionalità di chi ci lavora. Si crea, quindi, una situazione quasi, di concorrenza sleale e di diseguaglianza tra i bambini trattati come di serie A e di serie B, perché le strutture che non sono adeguate non hanno gli spazi gioco né quelli per riposare e tanti altri requisiti.

Questa proroga, ormai, va avanti da tantissimi anni, dal 2014-2015, – quindi, non è neanche una responsabilità dei governi di centrodestra o di centrosinistra – e nel testo si inserisce sempre la dicitura “si rende necessario fissare un nuovo ed ultimo termine” che, ormai, ha quasi del ridicolo, perché anche l'accezione di “termine ultimo” non ha nessun significato.

Devo dire la verità che abbiamo l'opportunità di avere una Vicepresidente, tra virgolette, addetta ai lavori, sempre molto attenta e sensibile a questi temi e mi auguro che lei dia, finalmente, l'impulso necessario a superare la situazione di disparità di trattamento da parte dei titolari delle strutture, ma soprattutto nei confronti dei bambini che vi trascorrono intere giornate e che trovano, a distanza di pochi metri, strutture con servizi decisamente differenti.

Quindi, speriamo che questa volta, con il termine “ultimo” si indichi veramente la fine di queste proroghe. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Abbiamo analizzato in Commissione questa proposta legislativa, che mira a inserire questo termine “ultimo”, come diceva il collega Alecci, e ci siamo comportati responsabilmente, considerato che, praticamente, il mese di giugno era già finito, per cui non si tratterà di una proroga di sei mesi, ma di un periodo più limitato.

Penso che forse su questo, nonostante chiaramente la nostra posizione sia assolutamente favorevole, dovremmo fare una riflessione globale, intanto perché gli asili nido, le scuole materne e, comunque, la scuola primaria in generale è così fondamentale e importante per i bambini – i pochi che nascono – che dovrebbe portarci a dare loro, soprattutto, un futuro scolastico dignitoso; cosa che nella nostra scuola già non succede più, nonostante le grandi capacità degli insegnanti.

Sono sotto gli occhi di tutti noi le drammatiche situazioni dei test Invalsi e la Svimez che, comunque, continua a segnalare, anche, le esistenti disparità di livello culturale e scolare.

Vi voglio ricordare che abbiamo il 16,5 per cento di abbandono scolastico, che è il parametro più grave, che condiziona proprio in negativo la nostra terra.

Il mio vuole essere esattamente un appello – concordo con il collega Alecci sulla capacità e, poi, la selettività e la professionalità della vicepresidente Princi – affinché questa situazione possa essere posta all’attenzione in maniera specifica.

Del resto, abbiamo avuto nel passato il problema del PNRR, degli asili nido e mi chiedo, per esempio, se queste risorse del PNRR non potessero essere utilizzate per aiutare queste strutture.

Un'altra cosa, per esempio, che avremmo voluto sapere – in questo devo sottolineare, forse, una mancanza adeguata novellazione anche a questa proposta legislativa – è quanti sono gli asili nido pubblici e quanti quelli privati. Poteva essere anche l'occasione di fare il punto della situazione per meglio approfondire questo aspetto, perché una migliore conoscenza della realtà ci mette nelle condizioni anche di produrre delle idee o di cercare come reperire, insieme a voi, delle risorse sufficienti affinché queste strutture fondamentali possano essere messe a norma e, quindi, rendere un servizio alla nostra collettività.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente, il più è stato detto, quindi, intervengo molto brevemente.

Certamente il fatto che si tratti della quinta proroga in dieci anni non spinge a una valutazione complessivamente positiva, anche perché il problema è che queste strutture rischiano di fornire servizi diseguali a una popolazione omogenea, alla quale, tuttavia, certamente non può essere tolto il supporto.

Mi conforta quanto sentito in Commissione e ribadito oggi in Aula, relativamente al fatto che si tratti dell'ultima proroga e che, quindi, si procederà a una rieditazione della legge che possa ben definire dei criteri omogenei validi per tutti e che miglioreranno, in primo luogo, la qualità della permanenza dei bambini all’interno delle strutture e, dall'altra parte, funzioneranno anche da calmiere di equità fra gli operatori.

Anch'io sono convinto che, in aggiunta alle prese di posizione, anche l'opera della vicepresidente Princi svolgerà sicuramente un ruolo di catalizzatore e di acceleratore per arrivare, quindi, finalmente, a una nuova legge, assolutamente, adatta ai tempi che viviamo.

Motivo per cui – il mio intervento vale anche come dichiarazione di voto – voterò positivamente questa proposta di legge.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Se non ci sono interventi, penso voglia intervenire la vicepresidente Princi. Ne ha facoltà.

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Buongiorno a tutti e grazie, presidente Mancuso. Intanto, ringrazio i firmatari di questa proposta di proroga, ovvero, i consiglieri Michele Comito, Salvatore Cirillo, Giacomo Crinò e ringrazio per i preziosi input offerti il consigliere Alecci, la consigliera Bruni e il consigliere Laghi.

Come diceva lei, consigliere Alecci, è una situazione scandalosa, perché parliamo di una legge che è del 2013 e, quindi, di una politica che, trasversalmente parlando, non si è mai assunta le proprie responsabilità.

Si tratta – dicevo – di una legge e, nello specifico, dell’articolo interessato che contempla i requisiti strutturali dei servizi educativi al quale non è stato mai dato seguito, nonostante una povertà educativa impressionante, una dispersione scolastica che va ad interessare l'intero contesto regionale e, nonostante, come abbiamo visto, le aspettative di vita media per quanto riguarda i nostri piccolini siano nettamente inferiori.

Sappiamo anche che non si è mai dato seguito al decreto legislativo numero 62 del 2017, che ha incardinato questo settore scolare della fascia 0-6, considerata l’importanza della stessa.

Oggi, vi voglio dare una bella notizia, finalmente, perché è una delle prime azioni che abbiamo messo in cantiere con il Dipartimento istruzione e formazione, per cui consentitemi di ringraziare la dirigente di settore, Anna Perani, e, quindi, il direttore generale, Maria Francesca Gatto e tutto il gruppo operativo, il gruppo di lavoro che è già da qualche anno che ci sta lavorando.

Oggi, sono qui per dirvi che – oltre quello che è noto, comunque, alla cronaca, perché è stato pubblicizzato e l’abbiamo condiviso con tutti quanti gli Enti locali – abbiamo recuperato 80 milioni di euro proprio relativi ai servizi educativi per l'infanzia della fascia 0-6. Questo è un lavoro importante, perché, come dicevamo, non si è mai dato seguito al decreto legislativo numero 62 del 2017, che ha istituzionalizzato l'asse 0-6.

Rispetto alla specifica legge sulla quale interveniamo chiedendo la proroga fino al 31 dicembre del corrente anno, vi dicevo che l'abbiamo chiesta fino al 31 dicembre proprio perché è già pronto il disegno di legge, che in anteprima condivido in maniera informale.

Sono 43 articoli e nello specifico nel Capo V, dall'articolo 23 all'articolo 27 del disegno di legge, noi andremo, consigliere Alecci, a contemplare: articolo 23, ubicazione dei servizi educativi; articolo 24, requisiti degli spazi, degli arredi e dei giochi; articolo 25, refezione e tabella dietetica; articolo 26, titoli di studio, a cui faceva riferimento lei; articolo 27, compiti del personale; e, quindi, articolo 28, formazione continua in servizio; articolo 29, requisiti di onorabilità; articolo 30, sistema di prevenzione e tutela dei bambini e delle bambine; articolo 31, progettazione pedagogica e progettazione educativa; articolo 32: Carta dei servizi.

È un disegno di legge che è già stato acquisito dal Segretariato della Giunta regionale, è al vaglio dell'Ufficio legislativo e contiamo nelle prossime settimane di deliberarlo in Giunta e, quindi, trasmetterlo alla relativa Commissione del Consiglio regionale per la relativa approvazione.

Saluto il presidente Occhiuto – è arrivato - che ha fortemente caldeggiato il disegno di legge relativo alla fascia 0-6 e, quindi, condividiamo la bella notizia che, finalmente, dopo 10 anni, tra qualche settimana, ci sarà la legge che porrà fine alla proroga e che, soprattutto, andrà a disciplinare i nuovi requisiti strutturali delle strutture delle scuole dell'infanzia.

Per quanto riguarda, invece, il PNRR, volevo chiarire alla consigliera Bruni che, in questo caso, rispetto alle scuole dell'infanzia, gli Enti attuatori sono i Comuni. Lo scorso anno, su input del presidente Occhiuto, proprio perché eravamo in una fase di stallo in cui i Comuni non stavano partecipando alle selezioni e agli avvisi, abbiamo costituito una task force per sensibilizzare e sollecitare tutti quanti gli Enti locali affinché aderissero ai bandi. La task force li ha accompagnati e, addirittura, avete visto che ci siamo, poi, allineati al resto d'Italia. La fase attuativa rientra nella loro competenza, però, dai dati di riscontro, ci risulta che parte dei Comuni stanno rispondendo bene e, quindi, stanno ultimando i servizi che poi, insieme a tutti quanti voi, andremo ad inaugurare.

Per quanto riguarda l'altro punto, a cui faceva lei riferimento, effettivamente, relativamente alle prove Invalsi, anche in questo caso la Calabria è ultima nell'ultimo rapporto comunicato su scala nazionale dal presidente Ricci; però, come avrete letto, abbiamo istituito un Tavolo di lavoro che vede coinvolti i Rettori del mondo accademico calabrese e il Rettore della Bocconi, abbiamo stanziato oltre 6 milioni di euro, e, già da settembre, andremo ad individuare 70 Istituzioni scolastiche in cui i livelli di apprendimento dei ragazzi sono carenti e interverremo finanziando percorsi di potenziamento in italiano e in matematica e formazione del personale docente.

Qual è il ruolo dell’Università? L’Università costituirà un gruppo di ricerca che, attraverso un apposito portale che è in fase di predisposizione da parte dell'Osservatorio per il diritto allo studio, andrà a censire i dati e, quindi, a campionare, attraverso un apposito gruppo parallelo che andremo a determinare, la ricaduta degli interventi formativi.

Quindi, c'è tanta attenzione. Anche in questo caso stiamo partendo dall'anno zero, perché non si è mai fatto nulla, però c'è tutto il coinvolgimento del mondo scolastico, dell’Ufficio scolastico regionale, dei dirigenti scolastici e del mondo accademico.

Grazie dei preziosi input, grazie anche a lei consigliere Laghi. Noi ci siamo, lavoriamo insieme a voi e per i nostri bambini. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, vicepresidente Princi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Intervengo telegraficamente, solo per prendere atto delle notizie fornite dalla vicepresidente Princi su questa nuova proposta di legge, che vede anche dei nuovi requisiti da inserire, e precisare che quello che era un voto di astensione diventa un voto favorevole, nell'attesa, appunto, di vedere concretizzarsi questa nuova proposta di legge e, finalmente, porre fine a una proroga che va avanti da dieci anni.

Pertanto, annuncio il voto favorevole a nome del gruppo del Partito Democratico.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Alecci.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 61/12^ di iniziativa del consigliere F. De Nisi, recante: “Norme in materia di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di linee ed impianti elettrici con tensione non superiore a 150.000 Volt, e delle linee ad altissima tensione non facenti parte della rete di trasmissione nazionale e delle linee e degli impianti indispensabili per la connessione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 61/12^ di iniziativa del consigliere regionale De Nisi, recante: “Norme in materia di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di linee e impianti elettrici con tensione non superiore a 150.000 Volt, delle linee ad altissima tensione non facenti parte della rete di trasmissione nazionale e delle linee e degli impianti indispensabili per la connessione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.

Cedo la parola al consigliere De Nisi, per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

Grazie, Presidente. Questa proposta di legge era stata presentata inizialmente nel 2022 con la finalità di adeguare la legge regionale numero 17 del 2000, oramai divenuta obsoleta e fuori norma.

Nelle more dell’iter di questa legge, poi, il Governo nazionale, d’accordo con la Conferenza Stato-Regioni, ha predisposto delle linee guida approvate nell’ottobre del 2022 e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre del 2022.

Nel corso di questa legge, quindi, abbiamo adeguato il testo normativo alle linee guida approvate nel dicembre del 2022 e, oggi, stiamo per approvare una norma, che recepisce per legge e per intero le linee guida, integrandola con degli articoli per far sì che la normativa sia più chiara e consenta in alcuni casi di velocizzare questi procedimenti e accelerare ulteriormente l'iter autorizzativo per la costruzione di queste linee elettriche.

Le linee guida, così come la norma che noi andremo ad approvare, di fatto, agevolano il territorio calabrese, in quanto salvaguardano l'ambiente in maniera più incisiva rispetto a quanto avveniva precedentemente, poiché sono notevolmente favorite sia le linee elettriche interrate sia l’ambiente e il paesaggio, per cui si ridurrà sempre di più il numero di cavidotti aerei che siamo costretti a vedere anche nei luoghi più belli e di grande valenza paesaggistica della Calabria.

Si avrà, altresì, una maggiore tutela in campo di inquinamento elettromagnetico, in quanto queste linee dovranno rispettare delle norme e dei requisiti più restrittivi; non da ultima, la semplificazione amministrativa che nell'autorizzazione di queste linee agevola lo sviluppo del territorio calabrese.

Guarda caso, proprio in questi giorni, ci troviamo sempre più frequentemente ad affrontare il problema dell'interruzione dell'energia elettrica; difatti, con l'aumento eccessivo dei consumi e con l'alta temperatura, ci rendiamo conto come la rete elettrica regionale della Calabria sia inadeguata.

Parliamo dei centri più piccoli, dove i problemi si verificano soprattutto nei periodi invernali a causa dell’interruzione dell'erogazione dell’energia elettrica; problemi che, negli ultimi giorni si verificano più frequentemente nei centri più popolosi, tra cui la costa Tirrenica.

Ho vissuto la mia esperienza diretta nella città di Tropea e di tutto il comprensorio turistico della Costa degli Dei di Capo Vaticano dove, nella giornata di domenica, tutti gli operatori e i cittadini sono stati costretti a far fronte alle continue e improvvise interruzioni di energia elettrica che rovinano la vita dei cittadini, ma anche l'economia di un territorio perché, se non si riesce a fornire dei servizi minimi, quantomeno l’erogazione continua di energia elettrica, ovviamente non si può parlare di investimenti e di sviluppo di questa terra.

Ecco che questa norma, composta da dieci articoli che recepiscono con forza e per intero le linee guida, mira a facilitare l'adeguamento di queste infrastrutture e di queste linee.

A questa norma, poi, di intesa con il Dipartimento attività produttive e con l'assessorato competente, abbiamo presentato otto emendamenti che non sono solo di carattere sostanziale, bensì esplicativi di alcuni termini tecnici, conformandosi di più a quelle che sono le norme nazionali in materia di espropri e di costruzione di linee elettriche.

Questo è lo spirito di questa legge che io invito ad approvare unitamente all'emendamento numero 3 composto da 8 articoli che recepisce quelle che sono le indicazioni dell'assessorato e del Dipartimento competente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo per ringraziare il consigliere De Nisi per la proposta in discussione, non soltanto per quanto concerne la riduzione dei cavidotti che vedremo, per la tutela nell’esposizione ai campi elettromagnetici e, ancor di più, per favorire l'energia rinnovabile, ma, come anch’egli ha detto e precisato, per aver dato la possibilità di incrementare l'elettricità nei vari centri, in particolare nelle zone ad alta densità turistica, che in questo periodo si trovano in forte difficoltà a causa degli sbalzi di tensione che creano danni non sono alle strutture alberghiere, ma anche alle strutture comunali.

Io, per esempio, ho assistito al guasto di due pompe di sollevamento delle fogne che si sono bruciate proprio a causa degli sbalzi di tensione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Comito. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio (Gruppo Misto)

Mi associo all’auspicio del consigliere De Nisi rispetto all’ammodernamento della rete elettrica regionale.

Questa estate la Costa degli Dei risente di diversi problemi e disfunzioni legati, tra l’altro, alla qualità delle acque ma, se a ciò si aggiunge anche la continua interruzione dell'energia elettrica, il quadro che emerge è davvero inquietante, anche in considerazione delle presenze turistiche. Il problema è evidente!

Mi auguro che recependo le linee guida si riescano a ottenere i risultati prefissati, consigliere De Nisi.

In realtà, vedo che c'è molta semplificazione anche per quanto concerne le autorizzazioni all'installazione degli impianti.

Non entro nell’aspetto tecnico, ma spero davvero che si riesca, attraverso il recepimento delle linee guida nazionali, a porre un problema ormai diffuso in quasi tutte le città.

Tra l’altro, il problema dell’inquinamento elettromagnetico è davvero preoccupante.

Nella mia città, la città di Vibo Valentia, gli elettrodotti passano praticamente direttamente nel centro della città, a pochi metri dagli edifici.

Ritengo che questo sia un problema che, come Consiglio regionale, dovremmo cominciare a prendere davvero in considerazione, anche per capire le procedure utili alla dismissione di questi elettrodotti e l'interramento delle reti elettriche stesse.

Annunciando il mio voto favorevole a questa proposta di legge, auspico che il Consiglio regionale non si limiti solo a questo, ma faccia scattare ulteriori approfondimenti su quelle che sono state riconosciute da tutti come disfunzioni che hanno colpito i vari centri, ponendo al centro dell’azione politica il problema dell'inquinamento elettromagnetico che in questa regione, purtroppo, incide in maniera rilavante sulle patologie tumorali e su tutti i fenomeni connessi.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Questa proposta legislativa mira fondamentalmente a semplificare e, quindi, a rendere più operativi e più rapidi i passaggi che servono per mettere in piedi una modalità virtuosa.

Ovviamente, con questa proposta ci adeguiamo a quelle che sono le linee guida nazionali in tema di semplificazione.

Certamente, la semplificazione è importante, soprattutto in queste materie ambientali, però, insomma, cerchiamo anche di tenere sempre la barra diritta nel rispetto della normativa e di adottare sempre tutti gli atti previsti dalla legge perché siamo sempre molto bravi come calabresi a deragliare.

Questo tema, comunque, mi fa venire in mente un aspetto fondamentale sul fatto che la terra di Calabria dal 2005, cioè da 18 anni, non adotta il Programma energetico ambientale regionale e, quindi, mi chiedo quale sia la visione della Giunta regionale e del Consiglio, se si sta lavorando e si è intrapresa una programmazione su questo, perché il principale strumento di programmazione energetica è appunto il PEAR (Programma energetico ambientale regionale) e su questo siamo molto indietro.

La Calabria non brilla per programmazione senza la quale, chiaramente, è impossibile costruire il futuro.

Tempo fa, insieme ai consiglieri Irto e Tavernise, abbiamo evidenziato questa necessità di aggiornamento del PEAR, evidentemente non perseguita, e, quindi, ribadiamo la necessità di un ampio ricorso a strumenti che migliorino insieme la sicurezza energetica, la tutela dell'ambiente e l'accessibilità ai costi dell'energia, rafforzando esattamente un impegno per una transizione ecologica ineludibile e per la decarbonizzazione dell'economia.

Colgo l’occasione per chiedere al presidente Occhiuto un programma dettagliato di tutte le iniziative e le azioni che si intendono realizzare per il migliore utilizzo delle fonti rinnovabili, e ritengo che non si possa più attendere.

Come è stato già sottolineato, quando si parla di ambiente, il link con la sanità è immediato, sono due temi che vanno assolutamente di pari passo; altrimenti, l'Organizzazione mondiale della sanità non parlerebbe di “One Health”, cioè un ambiente e una salute.

La Calabria è una terra ricca di risorse, ma se non si persegue una pianificazione energetica in questa direzione, le iniziative di adeguamento a una normativa nazionale, seppur lodevoli, rischiano di non essere completate in maniera adeguata.

Anche sul tema delle Comunità energetiche e sull’autoconsumo ci sono tutta una serie di problematiche sulle quali vorremmo che la Calabria dicesse la sua e si esprimesse.

Pertanto, semplificazione certamente sì, però ricordiamoci, appunto, che l'ambiente è la nostra salute e che la necessità della programmazione va assolutamente riscontrata.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Intervengo sempre rapidamente: in realtà, ci sono due elementi temporali che insistono sulla problematica oggetto della proposta di legge. Questo è quello un po' finale che riguarda la sistematizzazione delle apparecchiature e, quindi, delle postazioni di produzione energetica, ed è ovvio che, una volta che esistono, queste postazioni debbano essere in qualche modo collegate da sistemi di adduzione.

Segnalo che già quei sistemi di adduzione hanno comunque un impatto ambientale, soprattutto paesaggistico, e sanitario per la determinazione di campi elettromagnetici.

Ricordo che già dal 2002, quindi oltre 20 anni fa, gli ELF, cioè i campi elettromagnetici a frequenza estremamente bassa, sono stati categorizzati dalla IARC di Lione come potenzialmente cancerogeni per l'uomo.

Ho particolarmente apprezzato l'illustrazione del collega De Nisi quando ha voluto focalizzare l'attenzione sul problema dell'interramento degli elettrodotti che, ancorché di impegno economico certamente maggiore, rappresenta certamente fuori di ogni dubbio, ove correttamente realizzato, un grosso abbassamento di questi campi elettromagnetici.

Devo dire che anche l’assessore Varì da alcuni mesi ha posto l'attenzione proprio su una mia interrogazione che tendeva a promuovere l'interramento di questi cavi di elettrodotto, brutti a vedersi e più pericolosi per la salute.

Concomitantemente, a monte della rete, ci deve essere un'azione di programmazione, di razionalizzazione, come diceva anche il collega Lo Schiavo, perché ci sono delle situazioni in cui, per esempio, in alcuni ambiti è impossibile – la dico così – farsi una fotografia senza immortalare un traliccio o un cavidotto.

Per cui, questa razionalizzazione dell'elemento finale è opportuna e adeguata, così come la focalizzazione sull’interramento e la necessità di prolungare quanto più possibile i tratti interrati, ma bisogna avere anche un occhio programmatico alla razionalizzazione dell'intero sistema produttivo energetico calabrese. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Ringrazio anch’io il consigliere De Nisi per aver centrato un tema che è sicuramente di vitale importanza per una corretta programmazione e pianificazione.

Ritengo che le carenze che caratterizzano il sistema e gli impianti calabresi nulla hanno a che fare con la produzione.

Noi siamo una delle regioni che produce molto di più rispetto a quello che consuma.

A mio avviso, sarebbe importante anche una previsione non soltanto normativa, ma anche l'adozione di atti che possano consentire sostanzialmente in maniera virtuosa di sfruttare l'energia prodotta in eccesso per poterla vendere a terzi anche fuori regione.

Questo sarebbe sicuramente un salto di qualità che consentirebbe indiscutibilmente, anche sotto il profilo contrattuale, di fare investire chi in Calabria poi vende l'energia elettrica sui nostri impianti, che sono oramai vetusti, sempre nel pieno rispetto di quelle che sono le fonti rinnovabili e dell'ambiente.

Questo, secondo me, potrebbe essere un nuovo impegno da parte dell'intero Consiglio regionale a prescindere dalle appartenenze partitiche, poiché quello che deve guidarci, specialmente su quelle che sono le grandi imprese, credo che abbia naturalmente un senso laddove lo si affronti anche nelle attività e nei lavori delle Commissioni con l’unico obiettivo del raggiungimento del risultato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Talerico. Ha chiesto di intervenire il consigliere De Nisi. Ne ha facoltà.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia)

Intervengo solo per fare una precisazione. In merito all'intervento del consigliere Lo Schiavo, devo dire che, nella lotta all'inquinamento elettromagnetico, l’assessorato regionale – forse uno tra i primi in Italia – ha fatto una manifestazione di interesse per incentivare i gestori della rete – nel caso specifico è Terna la rete nazionale che gestisce – dando un contributo alla Società per interrare i cavi nei centri urbani di maggiore interesse. Mi riferisco a Vibo Valentia, Montalto e altri centri dove c'è più esposizione degli abitanti alle radiazioni elettromagnetiche.

Auspicando che questa manifestazione di interesse vada in porto, c’è da sottolineare che si tratta sicuramente di un’ottima iniziativa perché è la prima che tende proprio a incentivare le società a interrare o spostare i cavi, proprio per venire incontro a queste problematiche che sono ormai ataviche perché parliamo di linee costruite negli anni ‘60 e dove i cittadini stanno passando la vita e stanno manifestando delle patologie importanti proprio a causa della presenza di questi elettrodotti.

In merito a quanto riferito dalla consigliera Bruni, voglio precisare che chi fruisce di questa legge in Calabria è soprattutto la Società nazionale di distribuzione di energia, Enel, che, essendo una società controllata dallo Stato, può certamente garantire il rispetto delle procedure all’insegna della massima legalità e del rispetto della legge. Nel ringraziarvi ancora, vi invito a votare questa norma.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. All’articolo 1 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A01, a firma dei consiglieri De Nisi e Raso.

Cedo la parola al consigliere De Nisi per l'illustrazione. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

L'emendamento protocollo numero 14615/A01 tende a sostituire il termine “Impianti e reti” con il termine “Infrastruttura”. Si tratta di un termine più generale. Tutto qui.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giusy, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A01. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 1

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 2

approvato)

 

All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A02, a firma dei consiglieri De Nisi e Raso.

Cedo la parola al consigliere De Nisi per l'illustrazione. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

L'articolo 3 tende a sostituire il termine “SUAP”, comunemente Sportello unico attività produttive, con “Sportello telematico”; un'indicazione più generica rispetto allo sportello attualmente operante in Calabria.

Invece, il comma b) praticamente precisa quelle che sono le Autorità esproprianti, ai sensi della legge numero 327 del 2001.

Si tratta di una ulteriore specificazione rispetto a quanto proposto dalla legge.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giusy, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A02. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 3

(È approvato così come emendato)

 

All’articolo 4 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A03, a firma dei consiglieri Raso e De Nisi.

Cedo la parola al consigliere De Nisi per l'illustrazione. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

L’emendamento mira a sopprimere l'ultimo periodo del comma 3.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A03. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

 

All’articolo 5 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A04, a firma dei consiglieri De Nisi e Raso.

Cedo la parola al consigliere De Nisi per l'illustrazione. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

Anche in questo articolo, al comma 1 dell'articolo 5, le parole “Impianti e reti” sono sostituite dalle parole “Infrastrutture”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A04. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 5

(È approvato così come emendato)

 

All’articolo 6 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A05, a firma dei consiglieri Raso e De Nisi, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

L’emendamento mira a sopprimere il secondo periodo del comma 1 dell'articolo 6.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A05. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 6

(È approvato così come emendato)

 

All’articolo 7 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14663, a firma dei consiglieri Raso e De Nisi, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

Al comma 2 dell'articolo 7 sono soppresse le parole “con le procedure previste con deliberazione di Giunta regionale”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14663. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 7

(È approvato così come emendato)

 

All’articolo 8 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A07, a firma dei consiglieri Raso e De Nisi, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

L’emendamento all'articolo 8, comma 2, lettera a) mira a sopprimere le parole “anche in via preliminare, ma da rendere definitivo prima dell'avvio dei lavori”.

Al comma 4 è aggiunto “tranne nei casi previsti dalla legge”.

Al comma 5, le parole “di cui al decreto” sono sostituite “di cui al punto 7.2 delle Linee guida nazionali”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A07. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 8

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 9 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14615/A08, a firma dei consiglieri De Nisi e Raso.

Cedo la parola al consigliere De Nisi per l'illustrazione. Prego, consigliere De Nisi.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia), relatore

Al comma 1 sono aggiunte le parole “Sono altresì disciplinate con il regolamento ai soli fini di semplificazione procedurale” e poi “Nel rispetto della normativa nazionale, con regolamento sono disciplinate le seguenti tematiche.

Al comma b) sono aggiunte le seguenti parole “costi istruttori; linee di indirizzo per l'esercizio delle funzioni di competenza dei Comuni”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14615/A08. L'emendamento è approvato.

 

Articolo 9

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 10

approvato)

 

Articolo 11

approvato)

 

Articolo 11-bis

approvato)

 

Articolo 12

approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 173/12^ di iniziativa dei consiglieri D. Giannetta, G. Gallo recante: “Istituzione e disciplina del Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co.”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 173/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Giannetta e Gallo, recante: “Istituzione e disciplina del Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co”.

Cedo la parola al consigliere Giannetta per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere Giannetta

GIANNETTA Domenico (Forza Italia), relatore

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, presidente Occhiuto, assessore Staine presenti in Aula, prima di illustrare la proposta di legge, ci tengo a ringraziare i Presidenti delle Commissione bilancio e agricoltura e i componenti consiglieri che hanno voluto sostenere questa proposta di legge. Un ringraziamento particolare va anche al collega Molinaro per aver contribuito con la sua esperienza attraverso degli emendamenti che hanno integrato e migliorato il testo, così come un ringraziamento va al collega Graziano. Infine, un ringraziamento anche al Settore assistenza giuridica e al Dipartimento agricoltura della Regione Calabria per l'attenzione e la collaborazione.

La proposta mira a dotare la Regione Calabria di uno strumento che dà più forza a quelle che sono le produzioni calabresi con denominazione comunale De.Co.

Con l'istituzione di questo Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co. si va a valorizzare un legame identitario delle produzioni che hanno ottenuto questa denominazione comunale di origine e si va a contribuire alla promozione dei prodotti stessi e delle peculiarità territoriali, in una visione regionale forte e integrata. Questo perché i prodotti De.Co. rappresentano una straordinaria testimonianza del territorio calabrese.

In molti Comuni, infatti, ci sono delle produzioni di eccellenza, dei prodotti tipici che rappresentano un alto valore storico e identitario della Regione Calabria e, attraverso il Registro, si tende a brandizzare questi prodotti per poterli inserire in delle politiche regionali integrate che vanno a stimolare e a promuovere la comunicazione e il marketing degli stessi prodotti.

Ecco perché nell'impianto della proposta di legge si prevede un proprio logo, un regolamento e anche un coordinamento regionale dei Comuni con De.Co. che ci aiuti ad armonizzare e a uniformare la richiesta e, quindi, il rilascio delle De.Co. stesse.

Questo anche per stimolare la collaborazione tra Comuni e tra gli stessi e la Regione, la quale ha un ruolo di vicinanza, pur facendo mantenere ai Comuni l'autonomia in materia.

Abbiamo anche un'altra ambizione: lanciare un segnale culturale forte, di consumo tipico locale di qualità e di tradizione, perché vogliamo soprattutto preservare il nostro patrimonio delle tradizioni e perché vogliamo valorizzarlo con una rinnovata coscienza sociale.

Per questo mi accingo a illustrare, appunto, nella relazione illustrativa, quali sono i punti di forza della proposta di legge.

La proposta di legge mira a salvaguardare e valorizzare la cultura, la storia, le tradizioni, i saperi e la biodiversità delle produzioni dei Comuni calabresi, che hanno ottenuto la denominazione comunale De.Co., e a contribuire alla promozione delle peculiarità territoriali in una visione regionale identitaria.

Con l'istituzione del Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co., istituiti e disciplinati ai sensi del decreto legislativo 18 agosto 2000, numero 267 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, le De.Co. calabresi vengono aggregate, coordinate e valorizzate nell'ambito di politiche regionali strategiche e azioni integrate di promozione, comunicazione e marketing.

La Regione Calabria, nel perseguire le finalità della presente legge, considera i prodotti De.Co. iscritti nel Registro regionale, unitamente alle produzioni locali e tipiche di qualità certificata, testimonianze del territorio calabrese da valorizzare.

A tal fine, la Regione Calabria si impegna in forme di sostegno finalizzate a potenziare la visibilità e il posizionamento dei prodotti con azioni di divulgazione che si avvalgono di strumenti informativi anche digitali e con il supporto alla partecipazione in manifestazioni promozionali.

Inoltre, nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria, contribuisce nelle iniziative di sostegno per le filiere che integrano e promuovono i prodotti De.Co.

La De.Co., denominazione comunale, è deliberata dai Comuni tramite apposita delibera di Giunta contrassegnata dal Sindaco e attesta un legame fortemente identitario di un prodotto con quel territorio comunale, pur non rappresentando un marchio di qualità e di certificazione.

Il prodotto De.Co. è da intendersi come prodotto agroalimentare, gastronomico, artistico o artigianale, ma può essere anche una ricetta, un prodotto ad alto valore storico delle tradizioni locali, come una festa, una fiera, una sagra caratteristica del territorio.

Con questa proposta di legge si intende, dunque, istituire un documento cui iscrivere detti prodotti tipici ad alto valore storico della tradizione locale di ogni singolo Comune, contribuire ad armonizzare e rendere più omogenei i percorsi e le procedure di attribuzione delle De.Co., attivare e stimolare forme di collaborazione tra i Comuni e tra gli stessi e la Regione, attraverso l’istituzione, come dicevamo prima, di un Coordinamento regionale dei Comuni con De.Co., fermo restando l'indipendenza e l'autonomia di ciascuna amministrazione comunale nel proseguimento delle proprie finalità regolamentari.

Il Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co. avrà un proprio logo, di cui la Regione manterrà la titolarità e concederà in uso ai prodotti inseriti nel Registro alle condizioni stabilite nel regolamento di attuazione della presente legge.

Il logo ha un valore fondamentale nella comunicazione identitaria, unitaria e integrata nella proposta regionale calabrese delle proprie De.Co., in ambito nazionale e internazionale, e potrà essere esposto a scopo pubblicitario dai soggetti iscritti al Registro.

In attuazione del regolamento e previa definizione di un sistema di armonizzazione, raccordo e semplificazione con esistenti regolamenti comunali, sarà cura della struttura amministrativa regionale interessata alla tenuta del Registro definire le sezioni, i campi informativi del Registro, le modalità anche elettroniche di tenuta dello stesso, gli adempimenti, le procedure per l'iscrizione, l'aggiornamento, il monitoraggio e ogni altra azione necessaria.

La Regione Calabria, con la presente proposta di legge, contribuisce attivamente alla tutela e alla valorizzazione delle tradizioni locali, non solo offrendo un quadro completo delle denominazioni comunali istituite in Calabria, ma riconducendo a unitarietà le iniziative realizzate nei Comuni del territorio senza per questo intaccare l'autonomia in materia.

La proposta, infatti, riconosce e valorizza le azioni dei Comuni volte alla conservazione dei prodotti che si identificano con gli usi e le tradizioni locali, in una sorta di identificazione collettiva che può essere utilizzata dai singoli produttori che in essa si riconoscono.

La proposta, infine, sostiene l'orientamento al consumo di produzione, espressione di un legame indissolubile con il territorio, la sua storia, le sue tradizioni, attraverso politiche mirate alla tutela della cultura e della salvaguardia di vocazioni locali che sono strettamente legate alla rappresentatività da cui esse traggono origine.

La presente proposta di legge non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale ed è composta da dieci articoli. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. consigliere Giannetta. Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

approvato)

 

Articolo 2

approvato)

 

Articolo 3

approvato)

 

Articolo 4

approvato)

 

Articolo 5

approvato)

 

All’articolo 6 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 14568, a firma del consigliere Giannetta, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Giannetta.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia), relatore

Al comma 2 dell'articolo 6 si sostituiscono le parole “con risorse umane, strumentali e finanziarie previste a legislazione vigente” con le parole “senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

STAINE Emma, Assessore alle politiche sociali e traporti

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 14568. L’emendamento è approvato.

 

Articolo 6

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 7

approvato)

 

Articolo 8

approvato)

 

Articolo 9

approvato)

 

Articolo 10

approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 175/12^ di iniziativa del consigliere G. Mattiani, recante: “La Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 175/12^ di iniziativa del consigliere regionale Mattiani, recante: “La Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale”. Prego, consigliere Mattiani.

MATTIANI Giuseppe (Forza Italia), relatore

Buongiorno, Presidente, buongiorno al presidente Occhiuto e ai consiglieri regionali.

Oggi giunge al termine l'iter legislativo riguardante il riconoscimento della Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale e inserimento all'interno dei grandi eventi regionali.

Un patrimonio inestimabile fuoriuscito dai confini locali già nel 2013 e riconosciuto dal patrimonio culturale immateriale dell'umanità dell'UNESCO.

La Varia di Palmi non è solo una Festa, ma rappresenta molto di più: è un grande evento che fa rivivere le nostre radici, le tradizioni, la storia, l'orgoglio di essere calabresi; un intenso momento di aggregazione sociale in cui forte è il sentimento di una comunità compatta.

Sono, perciò, convinto che questo patrimonio possa diventare un grande punto di forza e un vero simbolo della Regione Calabria tutta. Un patrimonio UNESCO che presenta oggettivi caratteri di unicità.

Infatti, la Varia di Palmi, insieme alla macchina di Santa Rosa di Viterbo, i Gigli di Nola, la Faradda dei candelieri di Sassari, formano la rete delle grandi macchine a spalla italiane che rappresentano il primo elemento tematico seriale al mondo riconosciuto dall'UNESCO in forme di network e indicato dall'UNESCO come modello, esempio e fonte di ispirazione.

Un grande evento che unisce una moltitudine di persone, di uomini, di donne, di associazioni che, come per incanto, spingono tutti dalla stessa parte.

La Varia è anche altro: è un grande evento religioso, simbolo di devozione alla Madonna della Sacra lettera.

L'evento, quindi, può fungere da traino per l'intero settore turistico e culturale della Regione Calabria.

La legge che ho proposto intende perseguire proprio questo obiettivo: una proposta legislativa che mira a tutelare e salvaguardare con azioni ben precise e molto incisive, ma anche di far diventare la Varia un simbolo regionale.

Nello specifico, la Regione Calabria si impegna alla promozione, attraverso misure di sostegno, valorizzazione e salvaguardia in favore del patrimonio culturale regionale calabrese, riconoscendo la Varia di Palmi quale patrimonio culturale e grande evento regionale da sostenere, promuovere, valorizzare e salvaguardare, così da poterle consentire, finalmente, di attingere a quei finanziamenti importanti che le daranno, poi, la possibilità di avere una continuità annuale nel tempo.

Le misure di sostegno previste dalla norma le troviamo all'articolo 3 ove verrà fortemente valorizzato il ruolo della comunità; un ruolo che non sarà assolutamente più eventuale, ma la comunità diverrà protagonista assoluta del percorso di tutela di salvaguardia e di valorizzazione dell'evento. La Regione Calabria, quindi, potrà concordare con la comunità di riferimento (intesa come un insieme di soggetti solidali, in un progetto di salvaguardia di un patrimonio, che in questo caso è la Varia) iniziative di studio e di ricerca sulla salvaguardia, sulla tutela e sulla valorizzazione dell'evento.

L'obiettivo è proprio quello di avviare un percorso di lavoro e coinvolgimento tra le Istituzioni e la comunità, tra la Regione Calabria e la comunità, che non c'è mai stato e che oggi si trova positivizzato in una legge regionale.

Inoltre, sempre all'articolo 3, la Regione Calabria si impegna a promuovere progetti specifici di salvaguardia, tutela, valorizzazione e trasmissione, iniziative di carattere culturale, come conferenze, mostre, convegni, interventi coordinati col mondo della scuola, la divulgazione dei caratteri e della qualità che la connotano, mediante attività di promozione televisiva, partecipazione a fiere ed eventi di promozioni culturali e turistica, nazionali e internazionali, realizzazione di appositi documentari e filmati, progetti di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, rappresentato dalla festa della Varia di Palmi, proposti dal Comune di Palmi; un’autentica rivoluzione nei rapporti tra le comunità e le Istituzioni in quanto si dà piena attuazione alla convenzione UNESCO citata.

Ancora, sul sito della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria sarà istituita una specifica sezione denominata “Festa della Varia” dove verranno indicate tutte le attività di promozione, valorizzazione e salvaguardia dell’evento.

Non di meno importanza è l'articolo 4, dove la norma istituisce il Comitato scientifico di nomina del Presidente della Giunta regionale che avrà il compito di dare attuazione alle misure di salvaguardia, di valorizzazione e promozione della festa della Varia di Palmi. Insomma, un grande, grande lavoro di cui vado orgoglioso e ringrazio i Presidenti della terza Commissione e della seconda Commissione e tutti i membri delle Commissioni che hanno vagliato e che hanno dato un esito positivo per poi giungere oggi al voto finale in Aula.

Sono proprio qui per questo: per chiedere a voi il voto favorevole su questa iniziativa legislativa di grande importanza e valore per l'intero territorio regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Abbiamo già discusso e, ovviamente, approvato in Commissione questa proposta legislativa del collega Mattiani, che riguarda un tema culturale importante, patrimonio dell'umanità; c’è, quindi, poco da sottolineare su questo aspetto, se non una serie di situazioni di natura formale su questa proposta legislativa che, pur vedendoci assolutamente favorevoli, mi corre l'obbligo, comunque, di rimarcare, dopo averlo già fatto in Commissione: questa proposta legislativa non tiene conto dell'esistenza della Fondazione Varia che è nata e, quindi, la sua articolazione rischia di entrare in conflitto con l'operatività della Fondazione Varia. È come se la Giunta dovesse in pratica, ogni volta, decidere se qualcosa funziona o non funziona all'interno di un evento che è, appunto, storicizzato di suo, che ha una sua ratio ed è patrimonio dell'UNESCO. Ribadisco, ancora una volta, - continuo a sensibilizzare i colleghi su questa linea – che, per questi eventi così belli e così importanti per la Regione, che avrei pensato potessero rientrare tutti quanti in una legge quadro, in cui inserire anche il carnevale di Castrovillari, la Varia, prevedendo soprattutto gli si diano, però, dei fondi. È evidente che queste bellissime iniziative hanno bisogno anche della programmazione che, però, si fa quando si può contare su un minimo di economia; altrimenti, stiamo solo a incensare, a dire che è tanto bello, però questo poi non riceve la giusta e assolutamente adeguata economia che iniziative come questa soprattutto, data la cultura di questa terra di Calabria così ricca, avrebbero assolutamente meritato.

La mia dichiarazione vale anche come dichiarazione di voto: siamo favorevoli a questa proposta legislativa, rimarcando però gli aspetti che riteniamo negativi e che non devono ripercuotersi sull’impianto generale, sul senso che questa proposta legislativa ha che è appunto quello della valorizzazione della terra di Calabria.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Approfitto dell'intervento della consigliera Amalia Bruni per dire che concordo in maniera assoluta in ordine alla necessità di ragionare su una proposta di legge che in maniera organica disciplini l'impegno della Regione su iniziative encomiabili come quella che oggi viene rappresentata in questa proposta di legge.

È chiaro che, se il Consiglio regionale vuole stabilire, come sta facendo, che la Varia di Palmi deve essere considerata dal governo regionale, poiché credo che sia un obiettivo assolutamente meritorio, assumo l'impegno anche a provvedere al reperimento di risorse per questa iniziativa. Però, mi piacerebbe molto di più se questo Consiglio regionale promuovesse una legge che sappia, in maniera organica, stabilire come valorizzare l'immenso patrimonio di tradizione che questa regione ha. Quindi, colgo positivamente questo auspicio che, però, mi sento di rivolgere al Consiglio regionale in tutte le sue componenti di maggioranza e di opposizione.

Sono intervenuto anche perché ho visto che nel testo di legge che ho letto prima, all'articolo 4, si prevede che il Comitato scientifico, che poi deve proporre alla Giunta, sulla base delle indicazioni del Comune, le attività da svolgere per dare concretezza gli obiettivi della legge, sia nominato con Decreto del Presidente della Giunta regionale; a me sembrerebbe più opportuno - si tratta auspicabilmente di un Comitato che sia scientifico e che non sia espressione di una sola parte - che la titolarità a nominare questo Comitato sia del Presidente del Consiglio regionale che, nella sua funzione, rappresenta tutti. Mi permetto di proporre, quindi, seppure in forma orale, questo emendamento: all'articolo 4, comma 3, dove si dice “Il comitato scientifico è nominato con Decreto del Presidente della Giunta regionale” sostituire le parole “della Giunta regionale” con le parole “del Consiglio regionale”.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intanto, colgo l'occasione per fare i miei complimenti al consigliere regionale Mattiani che ha voluto presentare questa proposta di legge che è stata ampiamente discussa in terza Commissione e approvata anche all'unanimità.

Parliamo di una proposta di legge dove va nella direzione di promuovere e di valorizzare un patrimonio culturale importante, legato appunto alla Varia di Palmi. Proprio ieri nella conferenza stampa dove c'era anche lei, presidente Mancuso, è intervenuta la responsabile che ha seguito tutta la procedura del riconoscimento come patrimonio UNESCO, la quale ha rimarcato, in maniera forte, che questa forse è la prima Regione che approva una legge in difesa di un patrimonio culturale che ha il riconoscimento UNESCO. Questo a dimostrazione che stiamo lavorando per valorizzare quel patrimonio culturale che, forse, per troppo tempo è rimasto in una situazione che non meritava.

Rispetto a quanto dichiarato dal presidente Occhiuto sull’opportunità di una legge quadro, comunico che noi stiamo lavorando, con l'assessore Princi, proprio per predisporre una legge quadro legata ad un Piano cultura che possa mettere in risalto questi grandi eventi regionali in modo che, allo stesso tempo, possano prevedere una programmazione legata alle risorse finanziarie disponibili, proprio perché crediamo che dietro a queste proposte di legge ci sia una vetrina che vada a valorizzare i nostri borghi e i nostri mari, le nostre montagne, quelle che sono le radici e l’identità di un territorio.

Ieri, guardando il video della Varia di Palmi, è emerso, in maniera forte, questo grande senso di appartenenza ad una comunità che viene fuori proprio con questi grandi eventi regionali. Rimarco, quindi, nuovamente i miei complimenti al consigliere Mattiani che ha voluto promuovere questo disegno di legge. Naturalmente il nostro voto è favorevole.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. È ovvio che il livello culturale e l'importanza di questa manifestazione è fuori discussione: appartiene alla tradizione della nostra terra e ha origini antichissime.

Debbo dire, con grande franchezza, che mi sono astenuto in Commissione perché c'erano due elementi di criticità che spero che in quest'Aula siano stati oggi superati: l'elemento della Commissione tecnico scientifica, ma più sostanzialmente il problema del finanziamento, dato che questo elemento di promozione della Varia prevede un’invarianza finanziaria e praticamente abbiamo chiarito che non potranno essere previsti finanziamenti per sostenere questa iniziativa; questo in linea, Presidente, con la proposta di legge per il carnevale di Castrovillari che era partita con una dotazione economico-finanziaria poi ritirata dai colleghi di maggioranza proprio perché si diceva che non si poteva polverizzare o moltiplicare gli interventi, ma che tutti questi interventi sarebbero stati rinviati a una legge quadro che avrebbe poi attribuito ai singoli interventi una quota parte di quanto stabilito.

La mia preoccupazione - lo dico con grande franchezza - è che ci potessero e ci possano essere figli e figliastri, cioè iniziative supportate con maggiore importanza, con un maggiore afflato di questo consesso, e iniziative un po' orfane che per questo sarebbero state ingiustificatamente penalizzate.

A questo punto, forte anche dell’intervento del presidente Occhiuto, che rimanda quindi a una legge organica, mi sento di rivalutare il mio voto di astensione dato in Commissione e di focalizzarmi semplicemente sull'importanza culturale, tradizionale e sociale della Varia di Palmi, per cui io voterò a favore.

Debbo dire con uguale franchezza che mi permetterò di verificare il percorso successivo: se ci sarà, eventualmente, un supporto economico questo dovrà obiettivamente derivare da una legge quadro che veda tutti dentro, cioè i grandi eventi, mi riferisco alla Varia di Palmi, al Carnevale di Castrovillari e tanti altri; quindi, senza peccare di campanilismo, credo che tutti gli eventi storici, sociali, culturali che fanno bella, attrattiva e importante la nostra regione devono avere un riferimento unico a cui, appunto, partecipare attraverso una legge organica generale che stabilisca fondi e poi dia le linee guida per afferire a questi fondi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Molto brevemente, intanto, come ha fatto lei all'inizio, vorrei anche io esprimere considerazioni molto concrete sulla scomparsa del maestro Otello Profazio, che ha interpretato le inquietudini e i sentimenti della Calabria popolare e, per questa ragione, lei ha fatto molto bene a ricordarlo con un minuto di silenzio e con parole molto appropriate che meritano il riconoscimento che la Calabria gli deve; purtroppo, avendo utilizzato spesso questa concezione di interpretazione tra l'ironia e la veridicità della situazione della criticità calabrese, dobbiamo pure dire, Presidente, come ha ricordato pure lei, che qua non si campa d'aria anche perché è ammorbata anche dal fumo degli incendi, come purtroppo ha ricordato.

Volevo che giungessero alla famiglia il riconoscimento al maestro e soprattutto le condoglianze del gruppo del Partito Democratico regionale.

Per quanto riguarda il punto all'ordine del giorno che ci ha visti anche impegnati con una presenza puntuale di osservazioni, ribadite molto puntualmente dalla consigliera Bruni, vorrei ricordare che è stata presentata una apposita iniziativa al Senato, promossa dal senatore Nicola Irto, alla quale io ho preso parte; ho partecipato, perché credo che questa occasione debba rappresentare il tentativo di proporre anche una narrazione innovativa della Calabria perché questa iniziativa, ricca di tanti elementi, come giustamente il proponente esprimeva, dal punto di vista storico, culturale, religioso, popolare deve esprimere questa effervescenza di grande vitalità, mettendo insieme però tutta la comunità, senza realizzare degli strappi, anche con associazioni o fondazioni appositamente organizzate che hanno le stesse finalità e lo stesso obiettivo di promozione culturale, sociale, artistico, storico di questo evento. Se vogliamo far diventare questo evento un evento popolare della Calabria deve avere questo approccio, deve avere questa dimensione, deve avere questa caratteristica, altrimenti rischiamo di svuotare il senso importante e l'obiettivo ambizioso che, invece, il contenuto di questo provvedimento, consigliere Mattiani, propone.

Per cui il voto del gruppo del PD sarà naturalmente favorevole, con questo appello, cogliendo questa dialettica che il presidente Occhiuto ha introdotto tra chi deve nominare i componenti dell'apposito Comitato scientifico previsto e di una legge quadro in cui, appunto, si possano valorizzare tutti gli eventi religiosi, popolari, culturali, storici che ci sono nella nostra regione, che sono tantissimi e che possono dare la giusta e appropriata dimensione di che cosa significa avere responsabilità anche istituzionale.

Le istituzioni svolgono un ruolo e una funzione importante se riusciamo anche a rappresentare gli elementi di sintonia di un popolo e, poiché questa è una festa popolare e può diventare la festa della Calabria, riconosciuta anche dallo stesso UNESCO, credo che sia giusto non solo dedicare gli investimenti e le risorse necessarie, ma anche farlo con spirito propositivo e collaborativo perché, attraverso la proficua collaborazione, si possono realizzare e rendere molto più efficaci le norme che positivamente sono state espresse dal consigliere Mattiani. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Presidente, grazie. Non mi dilungherò perché è stata già sottolineata l'importanza storico culturale della Varia. Mi complimento con il consigliere Mattiani per aver lavorato con tanta tenacia su questo aspetto. Voglio però rimarcare la sensibilità che hanno dimostrato i consiglieri di Forza Italia nel presentare questa proposta di legge senza attingere al fondo speciale. Quindi, il consigliere Mattiani per quanto riguarda la legge sulla Varia e i consiglieri Straface e Gallo per quanto riguarda la proposta di legge sul Carnevale di Castrovillari. Questa sensibilità è stata premiata anche dal Presidente della Giunta, onorevole Occhiuto, che ha riconosciuto la necessità di fare una legge quadro, in modo da armonizzare tutte le proposte, che faremo nel tempo, relative agli eventi religiosi, storico-culturali di particolare rilevanza per la nostra regione. Grazie, ancora, ai consiglieri di Forza Italia.

PRESIDENTE

Grazie, ha chiesto di intervenire il collega Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Anch'io vorrei complimentarmi con il consigliere Mattiani che ha voluto istituzionalizzare questo importante momento, i festeggiamenti della Varia, che ha una tradizione storica di oltre 300 anni.

Sappiamo che Palmi è gemellata con la città di Messina. Tutto è nato a causa di una pestilenza, in cui i palmesi hanno dato soccorso alla città di Messina in un momento così tragico.

È una festa particolarmente sentita non solo a Palmi o nella Piana, ma nell'intera regione.

Quindi, complimenti al lavoro svolto del consigliere Mattiani: mi congratulo con lui e con tutti coloro che appoggeranno questa grande, bellissima iniziativa.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gelardi. Non ci sono interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

All’articolo 4 votiamo per l'emendamento proposto dal presidente Occhiuto che prevede lo spostamento della nomina del Comitato scientifico in capo al Presidente del Consiglio. Votiamo per l'emendamento. L’emendamento è approvato.

Articolo 4

(È approvato così come emendato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Passiamo alla proposta di legge numero 181/12^ di iniziativa del consigliere P. Raso recante: “Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni di cui all'articolo 41 del d.p.r. 327/2001”

PRESIDENTE

Cedo la parola al collega Raso per illustrare il provvedimento, prego.

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. Con la presente proposta di legge si è voluto adempiere a quanto previsto nel Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità D.P.R. 327/2001. Infatti, con legge la regionale numero 17 del 31 luglio 1988, sono state approvate le norme sul funzionamento delle Commissioni provinciali per la determinazione dell'indennità di esproprio.

Con legge regionale numero 34 del 2002: "Riordino delle funzioni amministrative regionali e locali", all'articolo 65, viene attribuito alle Provincie "la nomina e il funzionamento delle Commissioni provinciali per la determinazione delle indennità di esproprio".

Con la successiva legge regionale numero 14 del 2015: "Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, numero 56", la Regione Calabria riassume, nell'ambito delle proprie competenze amministrative, le funzioni già trasferite alle Provincie sulla base della legge regionale 12 agosto 2002, numero 34, comprese quindi le funzioni amministrative riguardanti le Commissioni provinciali per la determinazione delle indennità di esproprio.

Pertanto, per le finalità derivanti dall'applicazione della normativa in materia di espropriazioni per causa di pubblica utilità, è necessario adeguare, con la presente proposta, la precedente normativa regionale al D.P.R. 8 giugno 2001 n. 327, relativamente all'articolo 41 che istituisce le "Commissione competente alla determinazione dell'indennità definitiva".

Nello specifico la proposta di legge si articola in 10 articoli:

L’articolo 1 è relativo alla composizione della Commissione che viene istituita in ogni provincia ed è composta nel modo seguente:

a) dal Presidente della Provincia o da un suo delegato, che la presiede;

b) dal dirigente della Direzione provinciale dell'Agenzia delle entrate o da un suo delegato;

c) dal dirigente del settore regionale competente in materia di vigilanza normativa tecnica sulle costruzioni e supporto tecnico o da un suo delegato;

d) dal direttore generale dell'Azienda territoriale edilizia residenziale pubblica Calabria {A.T.E.R.P.) o da un suo delegato;

 e) da due esperti in materia urbanistica e edilizia, nominati dalla Regione;

f) da tre esperti in materia di agricoltura e di foreste, nominati dalla Regione su terne proposte dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative;

g) dal dirigente del settore espropri della Regione Calabria o da suo delegato;

h) dal sindaco del comune ove sono situati i beni da stimare o da un suo delegato.

Nell’articolo 2 viene individuata la sede della Commissione, presso la sede provinciale dell'Agenzia delle entrate competente; l’articolo 3 è relativo alla durata in carica dei componenti; nell’articolo 4 vengono previsti i motivi di decadenza e sostituzione dei componenti; nell’articolo 5 sono indicate le funzioni e i compiti della Commissione. In particolare, la Commissione provinciale espropri determina:

a) l'indennità definitiva di espropriazione;

b) i valori agricoli medi dei terreni, considerati non oggetto di contratto agrario, secondo i tipi di coltura effettivamente praticati;

c) il corrispettivo della retrocessione totale o parziale del bene, nel caso in cui lo stesso non sia concordato tra le parti;

d) l'indennità di asservimento;

e) l'indennità per l'occupazione temporanea per aree non soggette ad esproprio.

Nell’articolo 6 viene prevista la composizione dell’Ufficio di segreteria della Commissione; l’articolo 7 è relativo alle spese di istruttoria; l’articolo 8 prevede il trattamento economico dei membri della Commissione; l’articolo 9 abroga alcune norme. In particolare, viene abrogata la legge regionale numero 17 del 1988 che fa riferimento al funzionamento della Commissione prevista dalla legge 10 del 1977; l’articolo 10 è relativo alla clausola di invarianza finanziaria.

Prima di cedere la parola, voglio ringraziare il Dipartimento infrastrutture e lavori pubblici e in particolare il dirigente di Settore, ingegnere Francesco Tarsia, per la fattiva collaborazione alla stesura della presente norma. Grazie

PRESIDENTE

Grazie. Non ci sono richieste di intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

All’articolo 7 è pervenuto l'emendamento protocollo 14566/A02 a firma dei consiglieri Billari, Raso, De Nisi, Graziano, Mattiani. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione. Prego.

BILLARI Antonio (Partito Democratico)

Al comma 2 dell'articolo 7 della proposta di legge numero 181/12^ dopo le parole "alla Provincia" le parole "o alla Città metropolitana" sono soppresse.

PRESIDENTE

Grazie, parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 7.

(È approvato così come emendato)

All’articolo 8 sono pervenuti emendamenti: il primo emendamento protocollo numero 14588 è a firma del consigliere Raso, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

All'articolo 8 della proposta di legge (Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni) sono apportate le seguenti modifiche: a) la rubrica dell'articolo 8 della proposta di legge è sostituita dalla seguente: “Spese di funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni”; b) il comma 1 dell'articolo 8 della proposta di legge è soppresso.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo 14566/A03 a firma dei consiglieri Billari, Raso, De Nisi, Graziano e Mattiani. Cedo la parola al proponente per l’illustrazione. Prego, collega Billari.

BILLARI Antonio (Partito Democratico)

Al comma 2 dell'articolo 8 della proposta di legge numero 181/12^ dopo le parole "dalla Provincia" le parole "o Città metropolitana" sono soppresse.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 8.

(È approvato così come emendato)

Dopo l'articolo 8 è pervenuto l'emendamento protocollo 14566/A01 a firma dei consiglieri Billari, Raso, De Nisi, Graziano, Mattiani a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

BILLARI Antonio (Partito Democratico)

Dopo l'art.8 della proposta di legge numero 181/12^ è inserito il seguente: Art 8-bis (CPE della Città Metropolitana di Reggio Calabria) 1- La CPE della Città metropolitana di Reggio Calabria è presieduta dal sindaco metropolitano che nomina con decreto i suoi componenti.

2- Il funzionamento della CPE della Città metropolitana di Reggio Calabria, le spese di istruttoria e il trattamento economico dei componenti sono definiti con regolamento adottato con deliberazione del Consiglio metropolitano.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta?

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

RASO Pietro (Lega Salvini), relatore

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato. Pongo in votazione l'articolo 9.

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Passiamo alla votazione alla proposta di legge nel suo complesso, così come emendato, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 184/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gelardi, F. Mancuso, P. Raso, P. Molinaro recante: “Riconoscimento delle Palestre della salute”

PRESIDENTE

Passiamo al sesto punto all'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 184/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gelardi, F. Mancuso, P. Raso, P. Molinaro recante: “Riconoscimento delle Palestre della salute”. Cedo la parola al relatore, consigliere Gelardi, per illustrare il provvedimento. Prego.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. Intanto, prima della relazione colgo l'occasione per ringraziare i colleghi proponenti Mancuso, Raso, Molinaro per il loro lavoro e per la loro collaborazione.

La presente proposta di legge intende promuovere il riconoscimento delle “Palestre della salute” quale strumento utile per la promozione del benessere psicofisico e sociale di tutta la popolazione e per il raggiungimento delle finalità previste dalla legge regionale numero 28 del 2010.

Risulta fatto notorio che il benessere psicofisico sia uno dei fattori fondamentali per l'abbassamento del rischio di contrazione di diverse malattie. Uno stato di forma ottimale della popolazione porterebbe a una minor insorgenza di patologie.

Tutto ciò condurrebbe ad un duplice beneficio. Il primo, e più importante, di carattere squisitamente sociale, è garantire una popolazione più sana e, quindi, più attiva e più felice. Il secondo è invece relativo al bilancio. Una minor richiesta di interventi a carico del sistema sanitario regionale, dovuti all'attenuazione dell'insorgenza di determinate patologie, comporterebbe una riduzione delle esigenze di spesa con conseguenti ricadute positive anche su alcuni segmenti del bilancio regionale e nazionale.

 La finalità del progetto di legge è da intendersi, quindi, il rafforzamento della prevenzione sanitaria, con conseguente miglioramento la qualità della vita e risparmio per le casse regionali, in modo da poter implementare servizi sanitari attualmente sottofinanziati per carenza di risorse.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Come prima cosa, mi preme sottolineare che mi lascia molto perplessa che una proposta di legge con questo nome non passi in Commissione sanità, che è il luogo deputato a discutere di prevenzione e di salute.

Questa proposta legislativa, francamente, la trovo senza infamia e senza lode.

Sia chiaro, noi siamo favorevolissimi al discorso della prevenzione che è l'unica arma vera per ridurre i costi della sanità in maniera drastica e, soprattutto e concomitantemente, fornire una buona qualità di vita e salute ai nostri concittadini. Però, la modalità con cui queste “Palestre della salute” o, comunque, questa proposta legislativa viene strutturata francamente lasciano molto a desiderare.

Non c’ è dubbio che la prevenzione sia un'arma importante, lo è, tant'è che abbiamo un Dipartimento della prevenzione ma, purtroppo, l'Italia globalmente - la Calabria ancora meno - non spende i Fondi della prevenzione. Non li spende. Non li spende perché non mette in piedi dei programmi importanti.

Ora, combattere i fattori di rischio - voi stessi lo citate nella proposta legislativa - è diventato un mantra per noi salutisti, soprattutto medici, compresi coloro che si sono occupati e si occupano ancora di demenze. Combattere i fattori di rischio quali obesità, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia, basso livello scolare - di cui parlavamo prima - e, soprattutto, mantenere stili di vita adeguata, camminare - ovvero i diecimila passi al giorno che sono solamente 5 chilometri; basterebbe fare tre volte il giro dell'”Astronave” e li abbiamo completati -, metterebbe i nostri concittadini nelle condizioni di abbattere in maniera drastica tutte le malattie da comorbidità che falcidiano la nostra collettività, soprattutto i nostri anziani, e ridurrebbe, a lungo termine, l'incidenza delle demenze del 50 per cento; cosa che nessun farmaco farà mai.

Quindi, figuratevi se non siamo disponibili su questo concetto. Riteniamo, però, che la proposta sia assolutamente fragile e che non sia corretta la modalità con cui viene presentata. Intanto, avrebbe dovuto essere esaminata in Commissione, magari per farne uno strumento importante da utilizzare per sensibilizzare il Dipartimento di prevenzione e, a seguire, il nostro Commissario, affinché si possa, finalmente, mettere in piedi questo famoso Piano della prevenzione di cui parliamo sempre e che non si concretizza mai.

Quindi, non so se ci saranno altri interventi dei colleghi del gruppo consiliare del PD, ma con questo mio intervento anticipo il voto di astensione, perché, pur essendoci concettualmente, riteniamo questa proposta non adeguata nel metodo e nello stile.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni, ma considerata la stima e il rispetto che abbiamo in Aula, definire una proposta “senza infamia e senza lode” non mi sembra opportuno. Anche perché la stessa proposta di legge, se lei guarda, c'è in altre Regioni, anche presentata dalla sua stessa parte politica. Ha chiesto d’intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. A me preme sottolineare un aspetto politico rispetto alla proposta che è stata illustrata e rispetto alla quale la consigliere Bruni ha appropriatamente e efficacemente avanzato e fatto delle osservazioni di merito.

Beh, debbo dire la verità, l'attività legislativa, Presidente, messa in campo dalla maggioranza e dal Consiglio regionale non mi sembra del tutto coerente e in linea con le priorità della Calabria. Lo dico perché, mentre la Fondazione GIMBE boccia la Calabria in maniera inappellabile in tutte le aree di riferimento della sanità per le cure essenziali, noi presentiamo le palestre della salute che - nulla quaestio, ci mancherebbe pure - sono aspetti importanti, ma sarebbe altrettanto importante un approccio all'educazione alimentare, per esempio, o per evitare il consumo di farmaci, che pesano in maniera considerevole nella spesa farmaceutica calabrese.

Quindi, tutto è utile, tutto è importante, il problema politico però è di capire quali sono le priorità della Calabria. Secondo il mio modesto punto di vista, sinceramente, le attività legislative che si stanno mettendo in campo probabilmente aumenteranno la performance di valutazione della quantità di leggi approvate, ma dal punto di vista della priorità, se mi consentite, non credo siano appropriatamente collegate con i bisogni e le criticità che in questo momento attraversa la nostra regione.

Infine, Presidente, - lo dico giustamente anche a lei - sono stato costretto a scrivere una lettera ai Presidenti di Commissione, perché, mentre si portano in Aula provvedimenti che non passano dalle apposite Commissioni, ci sono proposte di legge che giacciono da oltre un anno e non sono state nemmeno calendarizzate.

Qua c'è un aspetto politico, a prescindere giustamente dal richiamo sulla valutazione di merito dei provvedimenti, di una dinamicità legislativa inadeguata con i bisogni della Calabria. Soprattutto voglio fare un appello ai presidenti di Commissione di calendarizzare in ordine cronologico le proposte di legge che sono state presentate dal sottoscritto da oltre un anno e che non vengono nemmeno portate alla minima discussione, mentre si approvano questi provvedimenti di legge che, per quanto possano essere utili, non credo che abbiano tutta questa emergenza e questa priorità assoluta rispetto invece ai problemi seri che ha la sanità nella nostra regione.

Faccio, quindi, un appello a questa responsabilità e, per quanto mi riguarda, non solo condivido nel merito la dichiarazione di voto che ha fatto la consigliera Bruni , ma credo che sia anche opportunamente giusta e politicamente appropriata. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Farò un breve intervento di merito, un po’ tecnico, su questa proposta di legge che, francamente, a me sembra assolutamente utile.

Mi interessava sottolineare un aspetto che mi ha colpito: secondo me, avere un logo “Palestre della salute” per chi passa, per chi legge è utile come incentivo a fare attività fisica. Secondo me, quindi, questo è un aspetto apparentemente marginale della legge, ma che ha certamente una ricaduta di impatto, visto che siamo nella società dell'immagine, per chi vede.

Mi permetto di dire che sarà anche ugualmente utile la verifica periodica che queste palestre della salute continuino a mantenere quei requisiti che gli hanno consentito di ricevere questa denominazione, perché anche in questo caso essere una palestra della salute porta un benefit economico, perché chi si deve iscrivere a una palestra, magari, a parità di condizione, si iscrive a una palestra della salute.

L'altra cosa che vorrei dire tecnicamente, da medico che si interessa di patologie ambientali, è che, dato che è stato più volte richiamato l'aspetto della prevenzione, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità il 24 per cento delle patologie degli adulti dipende da esposizioni ambientali, non dagli stili di vita, e il 33 per cento dei bambini sotto i 5 anni ha problemi di salute o, ahimè, di exitus, di morte, proprio in rapporto a esposizioni ambientali prevenibili. Cito a memoria ma non credo di sbagliare, il primo articolo uscito sul Lancet, nel 2006, parlando di pandemia silenziosa si riferiva proprio ai danni da sviluppo neurocognitivo dei bambini a livello globale per le sostanze chimiche immesse in ambiente.

Quindi, abbiamo ben presente che la salute deriva da una serie di circostanze: scegliersi buoni genitori; fare un buono stile di vita, evitare rischi inutili aggiuntivi - penso al fumo, all'alcol e quant'altro - e in quest'ottica la prevenzione primaria, per evitare che la gente si ammali, ha una precisa collocazione in ambito ambientale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini), relatore

Intervengo brevemente, Presidente, soltanto per chiarire che è vero che si chiamano palestre della salute, ma non riguardano la salute; riguardano la salute indirettamente, perché è per il benessere e per la ricaduta che si ha sulla salute, per il risparmio poi sanitario. E poi, Presidente, la proposta non doveva essere esaminata dalla terza Commissione, perché come sto spiegando l’impatto sul sistema sanitario è marginale, è indiretto. La proposta ha percorso tutto l'iter, la scheda di analisi tecnico-normativa non ha avuto niente da obiettare o da ridire, e poi tutti noi consiglieri, se abbiamo proposte migliorative da presentare quando le proposte sono assegnate alle Commissioni, siamo liberi di partecipare, partecipare e dare consigli, suggerimenti certamente migliorativi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gelardi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 204/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga graduatorie Servizio Sanitario Regionale”

PRESIDENTE

Passiamo ora al settimo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di legge numero 204/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga graduatorie Servizio Sanitario Regionale”. Cedo la parola alla relatrice, consigliera Straface, per illustrare il provvedimento, prego.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice

Grazie, Presidente. Il disegno di legge recante “Proroga graduatoria servizio sanitario regionale”, già sottoposto in trattazione in terza Commissione per l'esame di merito e in seconda Commissione per il parere, ha ottenuto da entrambe le Commissioni parere favorevole all'unanimità. Oggi si discutono in Aula, su istanza naturalmente formulata dal presidente Roberto Occhiuto, le misure di proroga delle graduatorie in scadenza nel 2023, relative ai profili di operatore sociosanitario e infermiere del servizio sanitario regionale. È un'iniziativa importante che rimarca la volontà del Commissario alla sanità regionale di proseguire il percorso di riordino e riorganizzazione della sanità calabrese.

La proroga si riferisce nello specifico alla graduatoria del 2021 in scadenza alla fine di luglio 2023 - da qui l'urgenza di discuterne oggi in Consiglio regionale -, per gli OSS, e alla fine di dicembre 2023, per gli infermieri.

La proroga che cosa consente? Consente alle Aziende sanitarie regionali di attingere nell'immediato e direttamente alle graduatorie esistenti senza bandire nuovi concorsi. Un risparmio di tempo importante che consente di occupare a tempo indeterminato e nelle immediatezze delle richieste un numero importante di OSS e infermieri. Non è da poco anche la ricaduta economica positiva che si andrebbe a determinare sulle tante famiglie dei futuri dipendenti, oltre naturalmente al miglioramento del servizio sanitario ed assistenziale. È nota a tutti la carenza di personale dipendente delle Aziende del sistema sanitario regionale della Regione Calabria e sono note le esigenze di potenziamento degli organici di ruolo, in relazione alle quali sono intervenuti numerosi provvedimenti, anche normativi, finalizzati a consentire il necessario percorso di rafforzamento.

In questo contesto, lo scorrimento delle graduatorie è lo strumento che consente alle aziende del sistema sanitario regionale che intendono assumere nuovo personale, a seguito di sopravvenute vacanze di poste di organico, di interpellare i soggetti risultati idonei in procedure concorsuali già ultimate.

Le amministrazioni interessate hanno anche la facoltà di avvalersi delle graduatorie di procedure concorsuali espletate da altri Enti, perché la vera ripartenza del nostro sistema sanitario è iniziata solo a novembre 2022 con la ricognizione del debito sanitario da parte del commissario ad acta ed è nella direzione della risoluzione dei problemi che questa amministrazione regionale sta portando avanti. Quindi, rafforzare, assumere e stabilizzare il personale sanitario è per questa Giunta regionale un punto fondamentale del percorso amministrativo che stiamo sviluppando. D'altronde, il quadro normativo nazionale lo permette attraverso strumenti come la legge del 16 gennaio 2003, la numero 3, e in particolare l'articolo 9, comma 1, che stabilisce le modalità attraverso le quali le amministrazioni dello Stato e gli Enti pubblici possono ricoprire i posti disponibili, utilizzando anche le graduatorie approvate da altre amministrazioni nel medesimo comparto di trattazione. Ed è in questa direzione che la Regione Calabria vuole colmare alcuni vuoti di personale. E non è l'unica, perché già in tale direzione hanno assunto analoghe iniziative la Regione Marche, la Regione Toscana, a conferma di come la proroga delle graduatorie di infermieri e di OSS e altre qualifiche sanitarie, rientranti naturalmente nella competenza legislativa residuale delle Regioni, sia consolidata.

La proposta di legge, trattata in terza Commissione nella seduta del 19 luglio ed approvata all'unanimità, ha visto le relazioni sulla scheda di analisi tecnico normativa da parte della dottoressa Annamaria Ferrara e della dottoressa Sabina Scordo, dirigente del Dipartimento tutela della salute e servizi socio sanitari, che hanno evidenziato che l'utilizzo delle graduatorie è il modo più efficiente e veloce per la copertura dei posti vacanti e, quindi, per dare continuità alle attività assistenziali.

Il programma operativo 2022/2025, approvato con DCA numero 162 del 2022, contiene una specifica previsione sul punto, prevedendo in primo luogo l'obbligo per le aziende sanitarie regionali di consentire l'utilizzo da parte delle altre aziende sanitarie delle graduatorie esistenti di concorso pubblico e avviso pubblico, al fine di garantire l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza e assicurare, anche nelle more dell'espletamento di ulteriori procedure concorsuali, il reclutamento, in primis a tempo indeterminato, di tutti i professionisti e operatori necessari; e, ancora, precisa che eventuali rifiuti, comunque eccezionali, dovranno essere motivati in rapporto alla determinazione aziendale di effettuare in tempi brevissimi assunzioni connesse alla programmazione del fabbisogno di personale e al piano pandemico, correlate a vacanze di organico esistenti o all'imminente cessazione del personale in servizio o alle necessità di potenziamento, tenuto conto del numero degli idonei e collocati nelle graduatorie.

Grazie alla spinta data dal commissario alla sanità Roberto Occhiuto è stato, dunque, possibile che le aziende si scambiassero le graduatorie degli idonei, relativamente alle figure di OSS e infermieri; le aziende ospedaliere, rispettivamente di Cosenza e Reggio Calabria, hanno messo a disposizione due importanti graduatorie per il reclutamento a tempo indeterminato, il cui grado di utilizzo può così riassumersi: graduatoria OSS Cosenza, 675 unità, assunte fino a 508 unità, scadenza 30 luglio; graduatorie infermiere GOM, 501 unità, assunte 334 unità, scadenza 21 dicembre. Un'iniziativa, a mio avviso, quanto mai appropriata, che non solo dà speranza e respiro alle tante famiglie dei destinatari del provvedimento normativo, ma ha anche delle ricadute positive sulla delicata situazione dei servizi sanitari e assistenziali del nostro territorio, poiché mette nelle condizioni di poter garantire agli assistiti le prestazioni, i servizi inclusi nei Lea e, dunque, il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della Costituzione.

Si dice che siano i dati a rafforzare le parole e quelle dell'ultimo anno, caro presidente Occhiuto, che riguardano il riordino della sanità regionale, sono accessibili a tutti e possono essere riassunti così: il personale assunto a tempo indeterminato e stabilizzato dall'01/01/2022 al 30/04/2023 è di 2.191 unità; i reclutamenti dall'01/01/2022 al 30/04/2023, 1450 a tempo indeterminato, 1080 a tempo determinato, 741 stabilizzati.

La proposta di legge 204/12^ si compone di 4 articoli e ha neutralità finanziaria.

Come disposto all'articolo 1 tenuto conto dello stato emergenziale in cui versa la sanità calabrese, la proroga riguarda due graduatorie già esistenti per l'assunzione di candidati risultati idonei e comporta l'ulteriore beneficio, come già espresso, di evitare sia lungaggini dovute a turnover sia da aggravio di costi relativi allo svolgimento di nuovi concorsi pubblici, in tal modo conciliando il carattere d'urgenza dell'iniziativa con la necessità di contenimento della spesa pubblica.

Tale misura di proroga, come stabilita dall'articolo 2, avrà validità di un anno al fine di garantire prestazioni qualificate attraverso la formazione degli operatori; sarà subordinata alla frequenza obbligatoria da parte di tutti i soggetti inseriti nelle graduatorie di corsi di aggiornamento organizzati a cura degli Enti e delle Aziende del sistema sanitario regionale e previa verifica, attraverso un colloquio, della perdurante idoneità.

L'articolo 3 definisce che l'intervento normativo non comporta nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale, poiché trova copertura finanziaria sulle risorse disponibili a legislazione vigente nei bilanci dei medesimi Enti e Aziende ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione.

Una proroga, quindi, finalizzata a chiamare sul posto di lavoro, intanto infermieri e operatori sociosanitari, una proroga in attesa dal 2021, ma che non è escluso possa poi attuarsi anche per altre figure professionali necessarie.

Ritengo che si debba procedere con urgenza all'approvazione della proposta presentata, al fine di poter far fronte alla grave carenza di personale, una carenza non risolvibile solo tramite l'emissione da parte delle aziende del sistema sanitario regionale di avvisi a tempo determinato, sia per infermieri che per OSS, che, pur denotando la sensibilità, l'impegno e la volontà di superare la grave criticità legata all'insufficienza di risorse umane, non risolvono sicuramente il problema e vanno a creare ulteriori sacche di precariato.

Invito, pertanto, l'intero Consiglio regionale ad approvare questa proposta di legge per tutto ciò che ho voluto elencare nel mio intervento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise, prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Accetto volentieri l'invito della collega Straface: da parte mia, su questa proposta di legge, ci sarà il voto favorevole. E, collega Straface, devo dirle la verità, ho anche apprezzato i toni con cui l'ha esposta, perché, finalmente, ci ha raccontato la realtà dei fatti, senza raccontare di una regione come l'Australia, ma di una regione come la Calabria, che sta vivendo delle problematiche a livello sanitario che non sono iniziate sicuramente col presidente Occhiuto. Purtroppo, mi duole dirlo, in questi ultimi due anni forse abbiamo avuto delle migliorie dal punto di vista prettamente amministrativo con l'approvazione dei bilanci, ma, poi, fattivamente, quotidianamente, leggiamo sempre di pronto soccorso al collasso, di ambulanze senza medico.

Ora, penso che questo Consiglio regionale debba, insieme, avere un atteggiamento di maturità per quanto riguarda, almeno, la sanità ed è quello che sto chiedendo da due anni. Penso che la sanità non debba avere partiti e non debba avere colori politici.

Ne approfitto, collega Straface, visto che c'è anche il presidente Occhiuto, per dirle che lei ha ben esposto i problemi che ci sono nel reclutamento del personale; abbiamo dovuto, addirittura, - io non sono mai stato contrario - assumere medici di altri continenti e aspettiamo il nuovo contingente di 126 medici cubani; abbiamo apprezzato, personalmente ho apprezzato, andando, addirittura, contro il mio partito, l'arrivo dei 51 medici cubani.

Però, una cosa non riesco a capire: perché, presidente Occhiuto, collega Straface, sulla questione degli imboscati e degli inidonei nella sanità e nel sistema sanitario regionale questa maggioranza non dice una parola. Ho fatto una ricognizione, ho fatto l’accesso agli atti, mi hanno risposto l'Azienda ospedaliera di Cosenza, l'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, il GOM di Reggio Calabria. L'ASP di Reggio e l'ASP di Cosenza non sanno nemmeno, presidente Occhiuto, quanti inidonei e quanti medici, infermieri, OSS, addirittura, hanno avuto un’autorizzazione a svolgere una mansione diversa per problemi di salute, rispetto a quella per cui sono stati assunti. Tra l'Azienda ospedaliera di Cosenza, l'ASP di Crotone, il GOM di Reggio e l'ASP di Catanzaro abbiamo trovato, presidente Mancuso, ben 570 inidonei o persone che sono state spostate a svolgere funzioni amministrative. Solo l'ospedale di Cosenza ne ha quasi 100.

Possiamo accettare che ciò avvenga, in una situazione del genere, in cui non riusciamo ad assumere personale perché i nostri giovani sono andati a studiare nelle università del nord o del Centro Italia e sono rimasti lì? Apprezzo tanto il fatto che dal prossimo anno ci sarà una nuova facoltà di medicina e addirittura si discute di una nuova facoltà a Reggio Calabria.

Quando ci sono dei problemi strutturali così importanti, perché, presidente Occhiuto, non iniziamo a mettere mano sugli inidonei nel sistema sanitario regionale?! È possibile accettare che ci siano dei medici che, poiché sono rimasti vedovi 10 anni fa, hanno avuto delle forme di depressione e da 10 anni non possono svolgere i turni notturni o i turni di reperibilità? Ma s’immagina una roba del genere, Presidente, Presidente della terza commissione Straface, in un'Azienda? Penso che si debba avere coraggio - ce lo assumiamo anche noi dell'opposizione - di andare a vedere realmente chi ha problemi fisici; chi ha problemi fisici è chiaro che non può svolgere, magari, lavori nell'emergenza urgenza, non può fare turni notturni, però penso che, adesso, sia arrivato il momento di avere coraggio perché su 20.000 unità assunte nel sistema sanitario regionale calabrese, quasi 2.000 sono inidonei.

Stiamo parlando di più del 10 per cento, come nell'ASP di Reggio Calabria e di Cosenza, in altre ASP - ha detto questo anche il presidente Occhiuto - si supera il 20 per cento mentre nelle altre regioni siamo sul 6, 7, 8 per cento. Allora penso che, collega Straface, presidente Occhiuto e colleghi di maggioranza, su questo bisogna avere coraggio.

Voto favorevolmente questa proposta di legge perché, da parte mia e penso di tutta l'Aula, qualsiasi soluzione vada a migliorare i livelli assistenziali, la salute e il benessere dei cittadini della nostra regione mi vedrà sempre e comunque favorevole. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie. Su questo provvedimento, sinceramente, non mi sento di esprimere la considerazione politica che ho espresso poc'anzi rispetto all'altro provvedimento, nel senso che questo provvedimento affronta una misura sensata, appropriata, in una fase complicata e difficile della vita sociosanitaria della nostra regione.

Tuttavia, mi preme sottolineare alcuni aspetti che stanno dentro il ragionamento dei contenuti che la proposta di proroga si prefigge di attuare e questi riferimenti che voglio fare sono dovuti, intanto, al ritardo - lo dico, purtroppo, senza voler ricercare capri espiatori, ma sono constatazioni e considerazioni di natura politica - di Azienda zero che doveva rappresentare, da questo punto di vista, il luogo nel quale si consumava la razionalizzazione anche dell'espletamento delle procedure concorsuali e, quindi, di per sé, c’era un obiettivo importante, utile, positivo; però, ancora oggi, non mi pare sia nelle condizioni di assolvere a questa funzione, anche importante, anche utile.

Poi, debbo dire la verità, Presidente, anche a lei sono stato costretto a scrivere una lettera di sollecito su una mia proposta di legge che affronta alcuni aspetti importantissimi della vicenda della sanità calabrese. Ho presentato una proposta, come lei sa, nella quale si chiede che per la nomina di commissari, direttori generali, prefetti, generali - ormai la sanità la diamo in mano ai prefetti e ai generali - si tenga conto di due aspetti che sono delle criticità pesanti per la situazione sanitaria calabrese: le lunghissime liste di attesa e la mobilità passiva per la quale sborsiamo e paghiamo una cifra esosa che sottraiamo dal sistema sanitario regionale.

Quindi, se il presidente Occhiuto, o chi per lui, nomina un commissario, un prefetto, un generale, o lo conferma, deve pure tenere conto del lavoro espletato su questi temi e quindi se su questi obiettivi sono state realizzate delle azioni, degli investimenti e degli interventi per cercare di ridurre la portata di questi due elementi di grandissima criticità del sistema sanitario. Anche a lei ho dovuto inviare questa lettera e mi auguro che possa trovare accoglimento, calendarizzando questa mia proposta di legge nella Commissione apposita, perché, anche in qualche iniziativa pubblica e uscita pubblica, il presidente Occhiuto, il Commissario per la sanità, ha riferito e detto che è giusto valutare i commissari che vengono nominati anche per la eventuale possibilità di abbattere le liste.

Ora questo provvedimento si collega, rispetto a quello precedente, ad una priorità fondamentale della Calabria, però, attenzione, perché i provvedimenti li dobbiamo leggere, li dobbiamo valutare e approfondire e dobbiamo cercare di capire quali sono anche i risvolti in merito al rispetto degli obiettivi che gli stessi provvedimenti si prefiggono.

Parliamoci chiaramente: promuovere la proroga di una graduatoria già in essere di per sé può essere un elemento positivo immediato, quindi, anche su questa vicenda c'è un dibattito nazionale, c'è una normativa, un quadro di riferimento legislativo nazionale che, proprio per evitare questa proroga sine die, aveva stabilito, a livello nazionale, delle norme e che le graduatorie entro due anni fossero esaurite, evase, perché altrimenti si continua, sine die, alla proroga e alla validità delle graduatorie stesse.

Quale dovrebbe essere l'elemento o gli elementi di valutazione in merito alla proroga di una graduatoria in essere, lo diceva la consigliera Straface: l'immediatezza, l'esigibilità immediata della disponibilità del personale. In questo caso stiamo parlando, come è stato detto, dei profili di OSS e infermieri, quindi l’immediatezza e - perché no? - anche la possibilità di un'economia di scala per evitare di espletare un altro concorso. Quindi in sé l'obiettivo è appropriato, condivisibile, perché interviene per dare una possibilità, se le ASP daranno la loro disponibilità; alcune, mi sembra, come è stato detto, l'abbiano data questa disponibilità, ma non è scontato e non è escluso che altre ASP possano, anche, eventualmente, non darla, come spesso è avvenuto nel nostro sistema sanitario regionale. Però, attenzione, perché, poi l'articolo 2 lo considero insidioso perché stravolge i contenuti e gli obiettivi che vengono pensati di realizzare nel contenuto di questo provvedimento: non esiste più l'immediatezza, non è vero che è a costo zero perché, se si introduce la necessità che quelli che sono in graduatoria debbano fare un corso di formazione e ci deve essere anche una valutazione per accertare la perdurante idoneità, se mi consentite, un po’ vengono meno gli elementi caratterizzanti della necessità, sic et simpliciter, di prorogare una graduatoria. Una graduatoria si proroga per renderla immediatamente esigibile, in questo caso non avviene l'immediata esigibilità della proroga della graduatoria.

Questo è il senso della valutazione politica che mi induce e ci induce, come gruppo regionale, a non essere pregiudizialmente contrari, ma a non poter votare a favore perché c'è una insidia che è molto preoccupante. Chi esamina? Chi decide che uno mantiene, accerta la perdurante idoneità? A seconda del posto della graduatoria, la valutazione che si farà come avverrà? Chi li promuove i corsi a costo zero? I corsi chi li farà?

Ci sono tutti questi aspetti, secondo il mio modesto e secondo la nostra valutazione, che ci impongono un approfondimento, una riflessione utile e necessaria perché, se vogliamo realizzare l'esigibilità, che è l'obiettivo principale della proroga, con questo articolo 2, purtroppo, si insidia la priorità e l'esigibilità immediata della disponibilità della graduatoria. Sinceramente i corsi di aggiornamento non credo che saranno dei corsi che si possono fare con la bacchetta magica, non credo. Poi chi li fornirà questi contenuti formativi? Come saranno somministrati? In quanto tempo? Chi li organizza? E, soprattutto, la cosa più preoccupante, come si accerta appunto la perdurante idoneità?

Quindi, da questo punto di vista, sinceramente, pur condividendo e non esprimendo una pregiudiziale rispetto all'obiettivo e al contenuto di questo provvedimento, c'è questo articolo 2 che, sinceramente, ci pone di fronte ad una difficoltà di valutazione positiva perché, di fatto, mina lo spirito e i contenuti dell'obiettivo della legge, che è, appunto, quello di rendere una proroga di graduatoria immediatamente esigibile. O è immediatamente esigibile, altrimenti, sinceramente, non ne capisco la ratio, la ragione. Soprattutto, siamo preoccupati perché questi passaggi e queste fattispecie previste nell'articolo 2, purtroppo, possono insidiare seriamente lo spirito e il contenuto del provvedimento. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Anch'io ritengo che questa proposta legislativa sia assolutamente importante, perché la nostra sanità è sofferente; raccogliamo problemi da una parte all'altra, da nord a sud e la carenza di personale è la carenza reale verso la quale si scontra qualsiasi tipo di impianto normativo, legislativo, che noi vogliamo.

Quindi, certamente, la ratio per questa proposta legislativa c'è tutta, c'è il contenuto, nel senso che è certamente indispensabile che noi si abbia più personale, questo è fuor di discussione; abbiamo dovuto prendere i medici cubani, ma la sanità, appunto, non è fatta solo di medici, anzi la necessità di avere OSS e infermieri è proprio estremamente importante perché nel nuovo DM 77, nella costruzione di tutta quella che è la rete territoriale, è evidente che sono proprio gli infermieri e gli OSS ad avere un ruolo importante. Già in Italia mancano circa 80.000 OSS e circa 63.000 infermieri, facendo le debite proporzioni di infermieri, almeno in Calabria, a dir poco, ne mancano 4.000.

Quindi certo che sì, che vanno prorogate e c'è una normativa nazionale che ci aiuta a prorogare le graduatorie. Però, non posso non esprimere anch'io dubbi su questo problema importante della formazione, su questo articolo 2, inserito all'interno di questa proposta legislativa che ci lascia veramente molto perplessi; perplessi perché non è esigibile, perché va messa in piedi una commissione e non è scritto chi la deve mettere in piedi, chi la deve fare.

Anche sulla valutazione della formazione: seppur nobile, normalmente le Aziende sanitarie dovrebbero perseguirla; ai tempi in cui la sanità sembrava non funzionare, ma funzionava, nell'ASP di Catanzaro, ma in tutte le ASP, esisteva l'Unità di formazione e qualità e questa unità operativa di formazione e qualità formava in maniera continua e costante perché nella sanità se c'è un elemento di cui si ha eterno bisogno è proprio l'aggiornamento; l’Unità operativa di formazione e qualità formava tutto il personale, non solo sulle tematiche legislative nuove, ma su quelli che erano gli avanzamenti. Quindi, di formazione abbiamo sempre necessità, ma questa formazione viene fatta dopo, c'è una graduatoria, questa graduatoria è già stata espletata perché c'è stato un concorso, di conseguenza, mettere dentro questa verifica prima ancora di prendere e di far scorrere la graduatoria rischia di essere particolarmente penalizzante nei confronti dei professionisti che sono inseriti nella stessa, ma rischia di essere - questo è il tema vero - poi, anche estremamente grave per i commissari delle aziende sanitarie che si troveranno a dover fare scorrere questa graduatoria e a dire, rispetto a questo articolo 2: “Adesso che cosa devo fare? Chi è che mi dice come deve essere fatta la commissione? Non c'è scritto! Perché devo fare la commissione se la normativa concorsuale non lo prevedeva?”.

Questo è il tema serio.

Il secondo punto che non posso non sottolinearvi è che mi chiedo e chiedo al Presidente/ commissario Occhiuto, che si è momentaneamente assentato, se questo tema non dovesse essere, invece, oggetto di un DCA perché, se dovesse essere oggetto di un DCA, rischiamo, ancora una volta, un rallentamento invece di andare avanti con la speditezza che lui stesso vorrebbe imprimere a questi cambiamenti della sanità e che ancora non vediamo. Per cui, in accordo con tutto il gruppo PD, esprimiamo la nostra astensione rispetto a questo provvedimento legislativo.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Interverrò brevemente perché i colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto hanno centrato tutti gli aspetti e i rilievi su questa proposta di legge. Ovviamente quando viene presentata una proposta che è a tutela dei lavoratori, che è a tutela della salvaguardia di chi ha un'aspettativa giuridica rispetto a una graduatoria aperta, chi può essere contrario? Ovviamente le responsabilità che ci si assumono sono tante di fronte a questi provvedimenti, però vorrei porre all’attenzione due rilievi. Uno ovviamente è stato già sottolineato e cioè come questi corsi di formazione in realtà siano oggettivamente stridenti con la proposta di legge stessa; stridenti anche perché, poi, la formazione stessa - ne parlavamo prima con il collega - cioè, gli eventuali esiti di questi corsi di formazione professionale quale ricaduta possono avere su una graduatoria già approvata e già cristallizzata? Poi vi è un altro problema che, secondo me, a monte, è ancora più complesso: noi ci troviamo di fronte a queste graduatorie permanenti, cioè allo svuotamento di queste graduatorie perché abbiamo la necessità di prorogare di anno in anno queste eterne graduatorie. Allora poniamoci il problema! Ovviamente se lo devono porre le aziende sanitarie il problema di svuotare questi bacini, di promuovere ulteriori concorsi che sono necessari nel mondo medico e porsi anche il problema che la proroga è, sostanzialmente, solo uno strumento per prendere tempo. Dobbiamo aggredire le cause strutturali che portano al mancato scorrimento e alla mancata immissione nel mondo del lavoro, nel mondo della sanità calabrese di tante figure che, in realtà, in questo momento servirebbero. Quindi, nonostante questi rilievi che, secondo me, sono sostanziali, non sono puramente formali, e considerato il bilanciamento di interessi, voterò in maniera favorevole, pur essendo, però, totalmente consapevole dei limiti di questa proposta.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Intervengo molto brevemente, a chiarimento. Ho ascoltato la questione relativa a quello che sarebbe sostanzialmente un vulnus per il mancato risparmio della spesa; in realtà non è così, residuano in quelle graduatorie numeri talmente esigui - parliamo di meno di 100 soggetti - che rimangono all'interno di quelle graduatorie in ragione del fatto che, medio tempore, le singole Aziende sanitarie hanno continuato comunque a far scorrere queste graduatorie ai fini dell'assunzione a tempo indeterminato, pertanto non è paragonabile il presunto costo che si dovrebbe sostenere per un corso di aggiornamento e per una prova, che non è esplicitata in maniera tanto articolata da implicare chissà quali costi, per un numero esiguo di circa 80-90 operatori, rispetto a quello che sarebbe il più corposo dispendio economico di un nuovo concorso che, come sappiamo, apre l'accesso potenziale anche a centinaia se non migliaia di candidati; quindi, da questo punto di vista nulla quaestio.

 L'esigibilità immediata - l'esigibilità è sicuramente immediata, non è differita - e il condizionamento che viene richiamato nell'articolo è d'obbligo per legge, in virtù dei richiami che fa la Corte costituzionale, in virtù dei richiami che più in generale ispirano i principi di diritto: è ovvio che la durata, la validità biennale, da un punto di vista del termine ordinario, tiene presente sempre la necessità di un aggiornamento per chi entra nel mondo del lavoro dopo i due anni, come avverrebbe nell'ipotesi della detta proroga.

Questo è nell'interesse innanzitutto della sanità pubblica ed è nell'interesse più in generale delle prestazioni sanitarie che questi operatori devono fornire.

Invece, voglio sottolineare l'atto di coraggio della Giunta e di questo Consiglio regionale per avere approvato, da un punto di vista normativo, un provvedimento - come sappiamo è di iniziativa della Giunta e verrà certamente approvato dal Consiglio regionale – e, quand'anche dovessero residuare quei rilievi che sono stati mossi, non vi sarebbe comunque ragione per votare contrariamente rispetto a questa proposta di legge; non vi sono ragioni, poi si possono apportare dei correttivi.

Sotto altro aspetto, il fatto di andare a verificare quanti operatori vengono destinati ad altre prestazioni o attingono in qualche modo o hanno accesso a benefici, quali legge 104 o altri benefici legati ad una presunta parziale inidoneità al lavoro, sono questioni che non credo possano essere afferenti o riguardare il tema oggi oggetto della proposta di legge; al più potrebbero riguardare la Procura della Repubblica, le attività ispettive, che in questa fase, in questo momento nulla rilevano.

Pertanto, ritengo che la proposta di legge debba essere approvata e questo naturalmente a tutela del diritto del lavoro, ma anche a tutela del vulnus per cui è caratterizzato il nostro Sistema Sanitario Regionale, che pecca ancora di un numero eccessivo di operatori che dovranno essere assunti nei prossimi anni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Talerico. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Vorrei fare un commento a questa proposta di legge che deriva - senza cadere nell'autobiografia - direttamente dalla conoscenza e dall'esperienza che ho del mondo sanitario: fino a qualche anno fa ho percorso tutto l'iter, fino a diventare il Primario per una ventina d’anni in un reparto di medicina.

Il mondo della sanità calabrese è un mondo pachidermico che si muove con estrema lentezza e che ha al suo interno dei grumi di potere che lo orientano a secondo i desiderata che non sono quelli delle popolazioni e del diritto alla salute delle popolazioni. Che cosa voglio dire? Voglio dire che, quando lavoravo, già parecchi anni fa, l’ufficio del personale della mia Azienda sanitaria, anno dopo anno, mi scriveva per chiedere - loro a me - chi lavorasse per me e che cosa facesse. Cioè, praticamente chi era responsabile della mobilità del personale chiedeva a me, tecnico, che dovevo pensare a curare le persone, chi lavorava con me, a che titolo e chi ce l'avesse messo.

Sa quante volte, Presidente, ho rosicato si dice tecnicamente, per il fatto che persone che avrebbero dovuto assistere degenti facevano di tutto negli uffici amministrativi, dietro gli sportelli del CUP, eccetera, perché resi inidonei all'attività sul campo di assistenza ai pazienti?!

Quelle sono delle situazioni, però, - ha ragione il collega Talerico - per cui bisognerebbe più che altro investire la Procura della Repubblica perché è difficilissimo che quelle situazioni possano essere scalfite da provvedimenti più o meno rapidi – rapidi non se ne parla proprio - ma da provvedimenti in genere, perché c'è tutta una difesa che sui diritti acquisiti impedisce sostanzialmente di incidere.

Perché io voterò a favore di questo provvedimento, pure evidenziando insieme al collega Lo Schiavo delle perplessità sull'architettura con cui la proposta è stata costruita? Rivendico, francamente, il mio parere favorevole all'iniziativa dei medici cubani, dato dopo 7 giorni dalla proclamazione, perché mi ero fatto l'idea - è la stessa di oggi - che, se noi non presidiamo le Strutture sanitarie di questa Regione, col personale, con tutto il personale disponibile, le Strutture chiudono. Nella mia esperienza in Calabria, Strutture sanitarie che chiudono io ne ho viste tante, non ne ho vista nessuna riaperta ad oggi.

Quindi, nella mia ottica, alle possibili valutazioni e obiezioni della costruzione della legge, fa premio la possibilità di avere persone che vanno a lavorare negli Ospedali, anzi, se posso dire, qui stiamo parlando del comparto, quindi, non dei Dirigenti medici, di cui pure obiettivamente c'è la necessità.

Ancora una volta dico e ridico quello che ho già detto in altre occasioni: secondo me, l'elemento terminale della catena di governo della sanità calabrese, che sta nelle ASP, non fa pienamente quello che gli è stato ufficialmente richiesto, cioè, fare concorsi e concorsi. Perché bisogna recuperare graduatorie non recentissime? Perché non ce ne sono di nuove; perché le Aziende sanitarie, qualcuna più di altre, soprattutto per il Comparto medico, centellina i concorsi per reclutare altro personale.

Per cui, voterò favorevolmente e chiedo anzi che si faccia un'azione di pressione perché i bandi, che non sono soltanto una cosa - e concludo - chiusa in sé, siano espletati; bisogna farli i concorsi e bisogna procedere rapidamente alla nomina dei vincitori, altrimenti, poi succede che, quando questi concorsi vanno avanti, passino 2-3-4 anni prima che queste graduatorie siano utilizzate. Non capisco perché si sia dovuto giungere alla proroga di queste graduatorie. Perché queste persone non sono state chiamate 2 anni e mezzo fa, per esempio? Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

All’articolo 3 è pervenuto un emendamento protocollo numero 14653 a firma del consigliere Graziano, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente, saluto il Presidente, la Giunta e i colleghi consiglieri.

Questo emendamento riguarda il nuovo ospedale della Sibaritide che, come sapete, è un'opera importante, se non l'opera più importante dal punto di vista sanitario. In questo momento è in costruzione all'interno della Regione Calabria. L’emendamento riguarda la Società di progetto dell'ospedale della Sibaritide, che è quindi esecutore dei lavori, ma è anche Concessionario per la durata della concessione per attività che non siano sanitarie e per attività che non siano commerciali, non in contrasto con l'aspetto sanitario.

Come sapete, c'è stato un aumento vertiginoso dei prezzi negli ultimi anni per effetto del rincaro anche dovuto alla guerra in Ucraina e ad altri aspetti che sono stati concomitanti anche al Covid.

Un altro aspetto è anche il ristoro che è stato dato per far sì che durante il periodo pandemico i cantieri si adeguassero alla normativa Covid, per avere una sicurezza sui luoghi di lavoro nei confronti del rischio epidemiologico legato al Covid-19.

Tutti e due questi aspetti hanno creato all'interno della Società di progetto, per l'appunto la Concessionaria, una crisi economica, una crisi di liquidità che può portare ad un parziale fermo dei lavori all'interno del nuovo Ospedale.

Quindi, è necessario da parte nostra far sì che ciò non avvenga, cioè che si scongiuri un fermo dei lavori all'interno del nuovo ospedale della Sibaritide e che i lavori proseguano; come sapete i lavori sono a buon punto, nel senso che tutta la struttura fisica è stata completata ed ora ci sono da completare gli interni, adeguando il progetto alle nuove esigenze rispetto a 10-12 anni fa, quando il progetto è stato approvato.

Ora, con questo emendamento cosa si intende fare? Si intende far sì che questa difficoltà e questo rischio finanziario economico che ha la Società concessionaria - dovuta per l'appunto al fatto che i ristori per l'aumento dei prezzi non vengono elargiti in tempo breve fra gli Enti che li devono elargire e chi ne usufruisce (in questo caso è il concessionario) ed anche perché i soldi derivanti per gli adeguamenti al rischio Covid hanno tardato ad essere elargiti alla Società concessionaria – non causino il fermo dei lavori e, quindi, diamo alla Società queste risorse finanziarie che già ha acquisito come credito, prendendole su analoghi capitoli che si occupano della stessa materia nel bilancio 2023 della Regione Calabria, con l'intento poi di rimpinguare questi capitoli con altre risorse rinvenienti da altri capitoli che poi troveremo in seguito.

Volevo, Presidente, se mi consente, come le avevo chiesto prima, avere anche un minuto in più per capire come mai il Partito Democratico oggi vota contro il provvedimento della proroga delle graduatorie degli infermieri e degli operatori sociosanitari del 2021. Collega Bruni, soprattutto non lo comprendo da lei che ha votato favorevolmente in Commissione; io non so cosa sia accaduto dalla Commissione sanità di cui lei è componente ad oggi, visto anche il tempo passato che è pur breve.

A dire il vero, mi pare cavilloso questo soffermarsi sul corso di formazione perché è stato reso idoneo nel 2021 ed anche su questo colloquio, che vuol dire poi praticamente nulla, perché è evidente che fare un corso di formazione è solamente qualificante per il personale che si appresta a prendere servizio; quindi, non vedo questa negatività nel corso di formazione, ma, come è stato sottolineato anche da parte di tutti voi, questo vuol dire sicuramente una riduzione dei tempi nell'andare ad assumere personale. La carenza di personale è notoria, voi stessi avete sottolineato che si è dovuto ricorrere ai medici cubani in questa fase emergenziale e quindi c'è necessità di accelerare le procedure e questo provvedimento va nel senso dell’accelerazione. Da tener conto, poi, - probabilmente non è stato valutato - che è evidente che queste norme, comunque, hanno sempre un rischio di incostituzionalità, un rischio di impugnativa; questa norma serve anche ad evitare rischi del genere, quindi, va incontro a una evidente esigenza anche di evitare l'incostituzionalità dell'intero provvedimento e, quindi, evitare un’impugnativa del Governo.

Nella valutazione complessiva, vi invito a rivalutare il vostro voto, perché mi pare di aver capito che voterebbe contro solo il Partito Democratico; perciò, volevo sottolineare e fare un invito a voi, al capogruppo e a tutti i componenti, di valutare bene, anche alla luce di ciò che ho detto, il vostro voto, in uno spirito costruttivo, perché su questa materia non esiste maggioranza e non esiste opposizione.

Volevo ringraziare anche il presidente Occhiuto per tutto il lavoro che sta facendo per l'ospedale della Sibaritide da quando è diventato Commissario all'edilizia sanitaria, perché ha dato un impulso notevole ai lavori dell'Ospedale e se siamo a questo punto lo dobbiamo soprattutto al lavoro puntiglioso e quotidiano che il Presidente della Giunta ha fatto.

Volevo dire anche a proposito dell’argomento che i colleghi Laghi e Tavernise hanno toccato, riguardo a chi ha delle patologie acclarate per le quali sono state attribuite altre mansioni, che, se è vero che ci sono degli abusi, sono di competenza della Procura della Repubblica, è evidente, anche se poi l'Azienda Zero in questo senso può essere utilissima perché le assunzioni ed anche il fabbisogno del personale dovrà essere rappresentato da parte della Direzione sanitaria di Aziende Zero che andrà a verificare anche se c'è questa necessità di personale o meno.

Volevo anche dire al collega Tavernise di verificare con più attenzione, nella sua attenta ricerca che ha fatto presso le ASP, anche la posizione di parenti in linea diretta che magari sono stati spostati dall'Emergenza-Urgenza alla Direzione sanitaria allo Spoke di Corigliano- Rossano. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Graziano.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Posso? Posso brevissimamente rispondere all'onorevole Graziano, rassicurandolo.

PRESIDENTE

No, non può, collega.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

La nostra è un'astensione, non un voto contrario.

PRESIDENTE

Va bene, va bene. Pongo in votazione l'emendamento del collega Graziano.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE

Ma non c’è dibattito.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Siccome è stata fatta una allusione; non ho compreso.

PRESIDENTE

Può parlare sull'emendamento, si alzi e parli sull’emendamento. Prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Siccome, il collega Graziano mi ha chiesto di verificare gli spostamenti dall'Emergenza-Urgenza di parenti diretti, non ho capito, parenti diretti di chi? A cosa si riferisce?

 

(Intervento fuori microfono del consigliere Graziano)

 

Miei parenti diretti, che sono stati spostati?

 

(Intervento fuori microfono del consigliere Graziano)

 

Sono stati spostati miei parenti, dove?

 

(Intervento fuori microfono del consigliere Graziano)

 

Sì, sì, assolutamente.

 

(Intervento fuori microfono del consigliere Graziano)

 

Ma si possono fare queste allusioni in un'Aula senza specificare…

PRESIDENTE

Torniamo alla pratica. Collega Tavernise, la prego.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Penso che invece sia un’accusa grave, chiedo scusa. Siccome è già la seconda volta che vengo toccato dal collega Graziano, non toccato, allude facendo riferimenti riconducibili alla mia famiglia…

PRESIDENTE

Ritorniamo alla pratica.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Prego, davanti a tutti, il collega Graziano di fare nomi e cognomi in merito all'accusa che in maniera velata ha fatto, altrimenti, collega Graziano, ancora una volta le ribadisco che il coraggio nella vita o lo si ha o non lo si ha! Lei sta dimostrando…

PRESIDENTE

Per cortesia.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Non ci siamo capiti, collega Tavernise, io le ho chiesto se all'interno della verifica che ha svolto presso le ASP è inclusa anche questa persona. Questa è la mia domanda, è inclusa o non è inclusa?

PRESIDENTE

Chiudete i microfoni, forza.

Collega Graziano, la prego…Pongo in votazione l’emendamento…

 

(Interruzione fuori microfono del consigliere Graziano)

 

Pongo in votazione l’emendamento… Collega Graziano, la prego…

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Scusate il microfono era spento. Le ho chiesto se questa persona, nella ricerca accurata, minuziosa che ha fatto presso tutte le ASP e Aziende ospedaliere della Calabria, è inclusa nell’elenco che lei ha fatto o è esclusa.

PRESIDENTE

Ritorniamo al provvedimento, grazie. Grazie. Pongo in votazione l'emendamento che è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 3.

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 206/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso, Caputo, Raso, recante: 'Modifiche all’articolo 9 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)'

PRESIDENTE

Passiamo al punto 8 all'ordine del giorno relativo alla proposta di legge numero 206/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Caputo, Mancuso, Raso, recante: "Modifica all'articolo 9 della legge regionale 25 novembre 1996, numero 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)”.

Cedo la parola al relatore, consigliere Caputo, per illustrare il provvedimento. Prego.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. La proposta di legge mira a modificare l'articolo 9 della legge regionale numero 32 del 1996 al fine di attualizzare il parametro di riferimento per il calcolo del reddito annuo complessivo del nucleo familiare alla normativa in materia di ISEE e non più al cosiddetto reddito convenzionale, non più applicato da molte regioni italiane. Infatti, prevedere l'ISEE quale documento reddituale principale garantisce una maggiore chiarezza circa la reale situazione reddituale del partecipante al bando e, al contempo, garantisce una maggiore rapidità nei tempi istruttori da parte della Commissione chiamata ad esaminare le domande e stilare la graduatoria finale.

Nella presente proposta normativa, inoltre, si prevede l'abrogazione dei commi 3 e 4 dell'articolo 9 della legge regionale numero 32 del 1996, atteso che già in fase di compilazione dell'ISEE vengono considerati ai fini del calcolo finale del reddito tutte le misure oggi contenute nei commi sopra citati.

Inoltre, si affida al Dipartimento regionale competente in materia di edilizia residenziale pubblica l’onere di aggiornare annualmente il limite massimo di reddito annuo stabilito dalla presenza proposta di legge secondo l'aggiornamento ISTAT.

L'articolo 01 disciplina nel caso di nomina di un Commissario straordinario il compenso spettante per tale figura che sarà pari a quello previsto dall'articolo 25, comma 4, della legge regionale numero 7 del 1996.

Infine, si prevede una norma di salvaguardia che esplicita in maniera chiara che il nuovo criterio di determinazione del reddito del nucleo familiare, attraverso la produzione del documento ISEE, vale solo per quei bandi pubblicati dopo l'entrata in vigore della precedente legge e non per le procedure pubbliche in corso di definizione o ancora pendenti. L'adeguamento normativo non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, attesa la portata meramente ordinamentale delle previsioni.

PRESIDENTE

Grazie. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Al titolo della proposta di legge è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 14509, a firma del consigliere Raso a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Il titolo della proposta di legge recante: “Modifiche all'articolo 9 della legge 25 novembre 1996, numero 32”, è sostituito dal seguente “Modifiche ed integrazioni alle leggi regionali 13 maggio 1996, numero 7 e 25 novembre 1996, numero 32”

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento al titolo della proposta di legge che è approvato.

Articolo 01

(È approvato)

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, come modificata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, così come emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 60/12^ di iniziativa dei consiglieri A. Lo Schiavo, A. Talerico recante: "Sull’autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone ed al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna (Legge 29 luglio 2014, n. 106)"

PRESIDENTE

Passiamo al punto 9 all’ordine del giorno relativo alla mozione numero 60/12^ a firma dei consiglieri regionali Lo Schiavo e Talarico, recante: "Sull'autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone e al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna (Legge 29 luglio 2014, numero 106)”

Cedo la parola al proponente per l’illustrazione. Prego.

LO SCHIAVO Antonio (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. La mozione, che sintetizzerò, nasce da una constatazione e cioè che il Museo e Parco archeologico di Capo Colonna - tra l'altro, a oggi, è secondo solo al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria - si trova in una grave difficoltà di carenze di personale e anche una scarsa valorizzazione del sito stesso. Proprio per questo motivo, nonostante un afflusso enorme di turisti e la necessità di valorizzare questo importante sito, sugli organi di stampa è stata messa in evidenza, sia da turisti sia da operatori, la situazione disastrosa e degradata in cui versa il Parco archeologico di Capo Colonna, caratterizzata principalmente dalla proliferazione invasiva della vegetazione.

La stessa circostanza si riscontra nella area spettacoli, localizzata dietro il Museo e nel Giardino di Hera, all'interno della struttura museale.

Su questo aspetto il Consiglio comunale della città di Crotone, a dire il vero, è già intervenuto, ha manifestato la necessità di rilanciare i Musei e il Parco archeologico pitagorici attraverso un istituto autonomo direttamente rispondente alle esigenze di valorizzazione dei siti.

Vista, anche, la netta presa di posizione del Consiglio comunale per scongiurare un eventuale accorpamento dei Musei e del Parco di Capo Colonna al Parco di Sibari che rappresenta una realtà distante oltre 100 chilometri e, seppur di analoga origine, che si presenta con forme, storie e tradizioni diverse; considerata che tali ipotesi non può essere sostenuta da un'impostazione meramente aziendalistica e che, invece, degli scenari positivi potrebbero realizzarsi con il conferimento dell'autonomia, pienamente crotonese, per il Parco e i Musei e le strutture già annesse come la Fortezza di “Le Castella”, anche in considerazione degli sforzi di natura finanziaria e progettuale che attualmente sono in itinere.

Con il collega Talarico, abbiamo presentato tale mozione in cui chiediamo alla Giunta regionale di rendersi promotore presso la Direzione museale regionale e quindi al Ministero della cultura, della richiesta di assegnazione di un'autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone e anche al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, il tutto ai sensi dell'articolo 14, comma 2, del decreto-legge 2014, numero 83.

Penso che la mozione, che dà un segnale di attenzione verso il territorio crotonese, territorio che attualmente vive uno stato di profonda sofferenza e anche di marginalizzazione, potrebbe, nel suo sistema di trasporti e nel suo sistema turistico, concretamente dare un segnale di attenzione al consiglio comunale di quella città.

E, poi, può fare qualcosa di utile, - lo abbiamo già fatto con le precedenti proposte di legge oggi approvate - può dare forza e valorizzare uno dei siti turistici più importanti della nostra regione che ci caratterizza non solo nei confini nazionali ma in tutto il mondo.

Quindi, io chiedo a tutte le forze politiche di sostenere con forza questa mozione e di impegnare la Giunta regionale a capire se ci siano forme e modi per concretizzare questa autonomia del polo museale. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Intervengo molto brevemente, ad adiuvandum e senza ripetere quello che è stato già correttamente illustrato dal collega Lo Schiavo. Quello che noi abbiamo voluto formulare, valorizzare è l'importanza di un'area che rappresenta sicuramente la Magna Grecia - saluto l'assessore alla cultura del Comune di Crotone, Nicola Corigliano - volendo anche valorizzare quello che è stata l'adozione di un provvedimento, adottato all’unanimità da parte del Consiglio comunale di Crotone rispetto a questa ricercata autonomia speciale del Museo nazionale di Crotone e del museo del Parco archeologico nazionale di Capo Colonna.

Questo si inserisce anche nella più generale cornice relativa al tentativo di soppressione della Soprintendenza dell'area centrale su Crotone.

In virtù anche del riconoscimento della sua autorevolezza, sono certo che il presidente Occhiuto farà ogni tentativo ben oltre la nostra mozione anche rispetto alla presenza della soprintendenza archeologica delle Belle Arti del paesaggio, che rappresentano un presidio importante di tutela e valorizzazione del patrimonio in un'area dove si continua a scavare e si continuano a trovare dei reperti di valore archeologico importante.

L'area di Crotone, per quanto mi riguarda, è un'area che merita particolare attenzione per tutta una serie di vicissitudini; negli anni è stata sempre totalmente abbandonata sotto ogni aspetto e, come avete visto, la particolare attenzione che questo Consiglio regionale sta dando, nella persona del presidente Occhiuto, all'ambiente, sicuramente, vedrà da parte mia e di altri colleghi la presentazione di una mozione per la bonifica ambientale di Crotone. La gente deve sapere che, purtroppo, con materiali di residuo della lavorazione dello zinco e dell'amianto sono state costruite scuole, è stata costruita la Questura e via e via dicendo.

Il problema rimane quello di valorizzare l'unico patrimonio che quel territorio ha: quello culturale, archeologico e della naturalezza.

È una mozione importante che va nella direzione di creare benefici e tutela del patrimonio calabrese. Non dobbiamo più pensare di immaginare che un consigliere regionale possa operare come un semplice consigliere comunale o come un consigliere di quartiere: dobbiamo guardare in grande! Anche la proposta formulata da parte del collega Mattiani va in tale direzione.

Iniziamo a considerare la Calabria come un'unica città e non considerare le città come se fossero ognuna una circoscrizione regionale.

La mozione ha sicuramente un suo fondamento. Anche importanti Presidenti degli Ordini, sia di Catanzaro e provincia sia di Crotone e provincia, si sono opposti, hanno scritto al Ministero per impedire la soppressione della Soprintendenza che rappresenta ancora uno dei pochi presidi dello Stato nei nostri territori, nell'area centrale ma più in generale nella Calabria.

Fare sintesi o nascondersi dietro l’usbergo della cosiddetta riorganizzazione vuol dire dimezzare quelle che sono le risorse finanziarie per contesti territoriali che invece meritano l’investimento.

Per questo chiedo che sia portata avanti dal presidente Occhiuto, presso il Ministero competente, con la sua solita sensibilità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Talerico. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Complimenti al consigliere Talerico, è di origine Crotonese e si è impegnato per questo problema. Intanto, saluto l'assessore alla cultura del Comune di Crotone, dottor Nicola Corigliano: grazie per essere intervenuto in questa sede.

Signori consiglieri, Presidenti, l'accorpamento museo e soppressione dell'ufficio della Soprintendenza è l'ennesimo scippo ai danni della comunità crotonese ad opera di scellerate scelte governative. Accorpare il Parco archeologico di Capo Colonna al Parco archeologico di Sibari umilia e penalizza Crotone.

Sottostare alle dipendenze di un Parco che non ha nulla a che vedere con quello del promontorio di Hera Lacinia svuoterà Crotone non soltanto di autonomia ma anche di prestigio e rilevanza storica. Questa scelta appare un risarcimento postumo a favore, forse, dei sibariti ai danni dei crotoniati.

Quindi, signor Presidente, si renda promotore della richiesta di assegnare di autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone, al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Afflitto. Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 59/12^ di iniziativa del consigliere G. Neri recante: “Età del consenso”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 10 all’ordine del giorno relativo alla mozione numero 59 a firma del consigliere regionale Neri, recante: “Età del consenso”.

Cedo la parola al proponente per l’illustrazione. Prego.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Questa mozione a mio avviso è molto importante per i temi che va a trattare, parliamo, infatti, di età del consenso intesa come consenso informato e capacità di comprendere le azioni che si svolgono.

La mozione prende le mosse da quelli che sono le varie Dichiarazioni di Ginevra sui diritti del Fanciullo, la Convenzione degli Stati Uniti, sempre riguardanti i diritti del fanciullo, gli atti della Commissione della Comunità Europea, tutti volti a tutelare gli abusi sessuali su minori.

Da queste prendono, poi, le mosse anche le iniziative poste in essere dal Garante per la tutela dell'infanzia e dell'adolescenza che, proprio per la sua funzione di garanzia, ha il compito di far vigilare su quelle che sono le attuazioni delle varie Convenzioni e delle varie Dichiarazioni dei Diritti del fanciullo.

C'è da dire che oggi l'Italia è una delle nazioni che ha il livello più basso. Il limite di età è fissato a 14 anni, uno dei più bassi del mondo. Nel mondo si registrarono limiti più bassi come, per esempio, in Angola e nelle Filippine, in cui è fissato a 12 anni; in Giappone era fissato a 13 anni ma non più di una settimana fa, 10 giorni fa, il Parlamento giapponese ha incardinato la legge o l'ha approvata - non lo so, lo devo verificare - in cui il limite viene rialzato a 16 anni. Questo dà la forma, la misura e fa capire che la problematica, in effetti, va affrontata.

È una problematica che sta diventando serissima e i vari Stati si stanno adeguando.

Lo scopo della mozione è quello di sensibilizzare il Governo, sensibilizzare gli altri Governi visto che nel periodo che stiamo vivendo - tutto sta diventando sempre più fluido - vi è anche la tendenza a far credere che un minore è libero di autodeterminarsi indipendentemente dall'età.

Questo, a mio e nostro avviso, è completamente sbagliato perché vi è una netta differenza tra quello che è lo sviluppo fisico e lo sviluppo psichico di un soggetto e sappiamo benissimo che entrambi non camminano mai di pari passo.

In sintesi, Presidente, quello che si chiede è che si impegni la Giunta regionale per quanto di sua competenza a intraprendere presso le competenti sedi nazionali, comunitarie e internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, le opportune interlocuzioni per la predisposizione di un programma di sensibilizzazione che, anche attraverso la pianificazione di studi e ricerche in materia di cultura dell'infanzia, richiami l'attenzione di tutta la comunità nazionale, comunitaria e internazionale sul tema dell’età del consenso sessuale, avendo come fine ultimo dell’azione politica il bene da tutelare non come libertà di autodeterminazione del minore, ma la sua integrità psicofisica e il suo equilibrio, nella prospettiva di un corretto sviluppo della tua personalità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Neri. Ha chiesto di intervenire la collega Mannarino. Prego.

MANNARINO Sabrina (Fratelli d’Italia)

Onorevoli Presidenti, colleghi consiglieri, è un tema molto caro al gruppo di Fratelli d'Italia quello del consenso nei reati sessuali. Come ha riferito il consigliere Neri, è un argomento che si inserisce nelle misure di protezione dei minori, considerato l'interesse per la loro specifica condizione di inferiorità e fragilità e, quindi, sono richiamate tutte le Convenzioni contenute nella mozione degli Stati membri, in particolare la Convenzione di Lanzarote del Consiglio d'Europa del 25 ottobre 2007 che pone l'obiettivo di prevenire e combattere lo sfruttamento dell'abuso sessuale dei minori, proteggendo i loro diritti in quanto persone offese dal reato.

Così come abbiamo detto prima, de iure condendo è chiaro che bisogna intervenire anche sull'articolo 85 del Codice penale che interessa e riguarda anche la capacità di intendere e di volere. La legge italiana, all'articolo 609-quater Codice penale, fissa l'età del consenso a 14 anni e infatti per chi compie atti sessuali con persone che al momento del fatto non hanno compiuto gli anni 14 è prevista una pena della reclusione da 6 a 12 anni; ciò implica che se gli atti sessuali sono compiuti con una persona di 15 anni il soggetto non è punibile.

Quindi, considerato che l'articolo 117 della Costituzione, comma 3, prevede anche per le Regioni la potestà legislativa concorrente e all'articolo 1 dello Statuto della Regione Calabria è fatto proprio l’articolo 3 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea, questo Consiglio ha la possibilità di intervenire nella materia, considerato che anche l'Italia con previsione legislativa ha fissato uno dei limiti più bassi al mondo, che è quella dei 14 anni per compiere atti sessuali consapevoli. Riteniamo, quindi, che questa mozione sia necessaria per impegnare la Giunta regionale, per quanto di competenza: intraprendere presso le sedi nazionali competenti, comunitarie e internazionali, con l'ausilio soprattutto e il supporto del Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria, le opportune interlocuzioni per la predisposizione di un programma di sensibilizzazione attraverso anche studi e ricerche in materia di cultura dell'infanzia che richiami l'attenzione di tutta la comunità nazionale.

Il minore deve essere al centro anche della politica sociale della Regione in vista della sua integrità psicofisica e il suo equilibrio, punti fondamentali per lo sviluppo della sua personalità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mannarino. Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Il Consiglio non andrà ancora in ferie, torneremo a riunirci presumibilmente giorno 3 agosto. Buona serata. La seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 16.33

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Calabrese, Pietropaolo e Varì.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

 

“Proroga graduatorie Servizio Sanitario Regionale - (deliberazione G.R. n. 308 del 28.06.2023)” (PL n. 204/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

“Disciplina in materia di ordinamento dei consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale - (deliberazione G.R. n. 358 del 21.07.2023)” (PL n. 215/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

 

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

 

Montuoro “Disposizioni per il riconoscimento, la tutela e la valorizzazione della Transumanza e dei tratturi, quale patrimonio culturale della regione Calabria” (PL n. 200/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito, alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per il parere di cui all’art. n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Comito, Cirillo e Crinò “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socioeducative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n.15. Proroga del termine di adeguamento” (PL n. 201/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Straface “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 12 febbraio 2016, n. 2 (Istituzione del Registro tumori di popolazione della Regione Calabria)” (PL n. 202/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Laghi e Mancuso “Inserimento della procedura di circoncisione maschile non terapeutica a carico del Servizio Sanitario Regionale” (PL n. 203/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Cirillo “Modifiche alla legge regionale 6 maggio 2022, n. 13 (Strutture residenziali per minori e giovani adulti sottoposti a procedimento penale ovvero in esecuzione di pena)” (PL n. 205/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Mancuso, Caputo e Raso “Modifiche all’articolo 9 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)

(P.L. n. 206/12^)” (PL n. 206/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Molinaro, Gelardi, Mancuso, Raso “Promozione del cicloturismo e riconoscimento della ciclovia dei parchi della Calabria” (PL n. 207/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per il parere di cui all’art. n. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Comito “Modifiche all’articolo 5 della legge regionale 19 novembre 2020, n. 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco)” (PL n. 208/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

 

Comito “Modifiche all’articolo 32 della legge regionale 24 maggio 2023, n. 22 (Norme in materia di aree protette e sistema regionale della biodiversità)” (PL n. 209/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Caputo e Cirillo “Disposizioni per l’esercizio del trasporto pubblico non di linea e norme concernenti il ruolo dei conducenti dei servizi pubblici di trasporto non di linea” (PL n. 210/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Mancuso, Caputo, Raso, De Nisi “Modifiche e integrazioni all’articolo 39 della legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012)” (PL n. 211/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Gentile “Modifiche all’articolo 16 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17 (Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo)” (PL n. 212/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Neri “Modifiche e integrazioni all’articolo 3 della legge regionale 12 novembre 2004, n. 28 (Garante per l’infanzia e l’adolescenza)” (PL n. 213/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 

Molinaro “Tutela e valorizzazione del patrimonio agro-tessile calabrese” (PL n. 214/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

Richiesta parere su deliberazione

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 335 del 21 luglio 2023, recante: “PO FEAMP 2014/2020 - Presa d'atto approvazione modifica del piano finanziario”.

(Parere numero 26/12^).

È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

Decreto del Presidente della Giunta regionale

È pervenuto il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 42 del 22 giugno 2023, avente ad oggetto: “Giunta regionale. Provvedimenti”.

Deliberazione Giunta regionale

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 356 del 21 luglio 2023 recante: “Complemento di programmazione per lo sviluppo rurale del Piano strategico della PAC 2023 - 2027 della Regione Calabria - Complemento Strategico Regionale - (CSR). Linee guida per l'attuazione di interventi del piano strategico della PAC”;

 

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 351 del 21 luglio 2023 recante: “POR CALABRIA FESR FSE 2014/2020 - Presa d'atto della decisione di esecuzione della Commissione C(2023) 3045 FINAL del 04/05/2023 - recante modifica della decisione di esecuzione C(2015) 7227 che approva determinati elementi del programma operativo Calabria per il sostegno a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo nell'ambito dell'obiettivo - investimenti a favore della crescita e dell'occupazione - per la Regione Calabria in Italia CCI 2014IT16M20P006”;

 

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 336 del 21 luglio 2023 recante: “Approvazione indirizzi regionali per la programmazione e la definizione del dimensionamento della rete scolastica e dell'offerta formativa - linee guida per il triennio 2024/2025 - 2026/2027”.

Promulgazione legge regionale

In data 28 giugno 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 141 del 28 giugno 2023:

1) Legge regionale n. 25 del 28 giugno 2023, recante: “Norme per il mercato del lavoro, le politiche attive e l’apprendimento permanente”;

2) Legge regionale n. 26 del 28 giugno 2023, recante: “Ratifica dell’intesa tra le Regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia in materia di governance del fenomeno migratorio e promozione di politiche di inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera”;

3) Legge regionale n. 27 del 28 giugno 2023, recante: “Riconoscimento e sostegno del progetto «Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere»”;

4) Legge regionale n. 28 del 28 giugno 2023, recante: “Riconoscimento del Carnevale di Castrovillari”.

Relazione primo semestre 2023 della Commissione speciale di vigilanza

La Commissione speciale di vigilanza ha trasmesso la relazione sull’attività svolta nel primo semestre 2023.

Ricorso ex art. 127 Cost. per la declaratoria di illegittimità costituzionale

È pervenuto il ricorso ex art. 127 Cost. per la declaratoria di illegittimità costituzionale dell’articolo 1, commi 1 e 2 della legge regionale n. 16 del 20 aprile 2023, recante: “Autorizzazione per l'esercizio del servizio di noleggio con conducente (NCC)”.

Emanazione di regolamento regionale

In data 26 giugno 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 141 del 28 giugno 2023:

- Regolamento regionale n. 7 del 26 giugno 2023 concernente: “Modifiche al Regolamento regionale 9 aprile 2020, n. 2 «Regolamento di attuazione della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 “Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale»”.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:

1. deliberazioni della Giunta regionale numeri 720, 721, 722 e 724 del 28 dicembre 2022;

2. deliberazioni della Giunta regionale numeri 287, 288, 289, 290, 291, 292, 293, 294 e 295 del 23 giugno 2023;

3. deliberazioni della Giunta regionale numeri 300, 301, 302, 303, 304, 305, 306 e 307 del 28 giugno 2023;

4. deliberazioni della Giunta regionale numeri 316, 317, 318, 319, 320, 321, 322, 323, 324 e 332 del 10 luglio 2023;

5. deliberazioni della Giunta regionale numeri 334, 337, 338, 344, 345, 346, 347, 348, 353, 339, 340, 341, 342, 343 del 21 luglio 2023.

Interrogazioni a risposta immediata

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il 22 giugno scorso un enorme quantitativo di percolato, fuoriuscito dalla discarica sita in località Pipino nel comune di Scala Coeli, in provincia di Cosenza, gestita dalla società ... s.r.l., si è riversato nel torrente Patia-Cacciadebiti, affluente del fiume Nicà, con conseguente compromissione dei corsi d'acqua;

che quello che è, da subito, apparso come un vero e proprio disastro ambientale è avvenuto a causa della rottura, per motivi che sono in corso di accertamento, del tubo di aspirazione del percolato che avrebbe dovuto consentirne lo stoccaggio in una apposita vasca in attesa del definitivo smaltimento;

che il corso d'acqua che nella stessa giornata di giovedì 22 u.s. ha portato nel fiume Nicà il percolato fuoriuscito dalla discarica della ... s.r.l. è stato bloccato con dighe di ghiaia per evitare che le migliaia di metri cubi di liquami continuassero a finire in mare come è avvenuto, purtroppo, nelle ore successive alla rottura del tubo di aspirazione;

il blocco del corso dell’acqua ha determinato, però, un accumulo di percolato lungo 6.000 metri del torrente Patia con un’acqua nera e ristagnante dall’odore acre che viene percepita in tutta la valle del Nicà e con il serio ed imminente rischio di inquinare le falde acquifere presenti;

nella giornata di sabato 24, il Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente della Regione, ha potuto verificare come la situazione non sia facile da gestire per via della complessità dell'intervento necessario per evitare che il percolato bloccato nel torrente Patia finisca nella falda acquifera e soprattutto per ridare la possibilità ad agricoltori e allevatori di riprendere ad utilizzare l'acqua per irrigare i terreni e abbeverare gli animali;

la soluzione principale perseguita è quella di rimuovere subito il percolato aspirandolo in autobotti, ma, considerata l'enormità del percolato finito nel torrente, di autobotti ne serviranno centinaia;

nel caso di difficoltà a eseguire l'intervento descritto in pochi giorni si è provveduto ad elaborare un piano alternativo che prevede la creazione di un mini invaso – isolato con speciali teli dal terreno - nei pressi della confluenza tra i fiumi Patia e Nicà, nel quale deviare le acque contaminate in modo da poter dare poi la possibilità al torrente - ricco di acqua sorgiva - di scorrere con acqua pulita verso il Nicà;

il dipartimento regionale ha specificato che l'intervento deve essere a spese dell'azienda e che la Regione Calabria avrebbe agevolato la bonifica autorizzando lo smaltimento del percolato presso la Iam di Gioia Tauro (l'unica in Calabria che può smaltire una tale quantità di materiale) anche fino a 50 autobotti al giorno;

sempre il Dipartimento regionale si è già messo in contatto con il Comune di Gioia Tauro, che sabato e domenica vieta il passaggio di mezzi pesanti nel suo territorio, per avere un permesso speciale per i mezzi che dovranno recarsi all'azienda di smaltimento anche sabato e domenica;

da quanto è dato sapere, però, le attività di bonifica della ... procedono a rilento, sabato, infatti, erano state solo 4 le autobotti impiegate e nella giornata di domenica solo una;

alla luce della complessità degli interventi necessari e considerata la lentezza con i quali la ... ha inteso avviare le attività di bonifica, le istituzioni locali, in accordo con i titolari delle aziende zootecniche ed agricole, hanno chiesto alla Regione Calabria di gestire direttamente le operazioni di bonifica, addebitandone i costi alla stessa...;

considerato che nel corso della stessa giornata del 22 giugno scorso i militari della stazione carabinieri-forestali di Rossano, su disposizione della Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno proceduto al sequestro dell’impianto senza, tuttavia, pregiudicare le operazioni di messa in sicurezza del sito;

che la Regione Calabria, il 24 giugno ha diffidato ... s.r.l., dandone comunicazione anche alla Procura della Repubblica di Castrovillari, affinché intraprenda con la massima urgenza ogni iniziativa possibile, con gli oneri finanziari a proprio carico, per interrompere la fuoriuscita di percolato e per ripulire i corsi d’acqua contaminati dagli sversamenti degli ultimi giorni;

che il Dipartimento regionale Territorio e Tutela dell’Ambiente ha, inoltre, aperto una inchiesta per capire le cause del disastro, eventuali responsabilità e verificare se sono state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie. Tutto quanto sopra premesso e considerato, nelle more dell’accertamento di cause e responsabilità, si interroga il Presidente della Giunta regionale

Per sapere: quali ed urgenti iniziative intenda porre in essere per porre rimedio al disastro ambientale verificatosi.

(150; 26/06/2023).

 

Tavernise e Afflitto. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con il DPG n. 4180 del 29 marzo 2010 è stata rilasciata autorizzazione alla realizzazione di una discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località Pipino del Comune di Scala Coeli alla società privata ... S.r.l. con capacità di abbanco di metri cubi 93.000;

una volta che la volumetria autorizzata si è esaurita, nel dicembre 2016 la ditta ... s.r.l. ha presentato, con nota prot. 58/ord/16 del 23/12/2016 acquisita al prot. n. 385398/SIAR della Regione Calabria, istanza di VIA per il progetto di ampliamento della discarica in oggetto, relativa alla costruzione di un nuovo bacino di discariche in area limitrofa a quello esistente, per un volume complessivo di un milione 172.500 metri cubi, diviso in tre lotti. Il progetto è stato poi rimodulato prevedendo un abbanco di 650.000 metri cubi. Con il Decreto Dirigenziale n. 14284 del 20/11/2019, con il quale il Dirigente ha fatto proprio il Decreto del Commissario ad acta n. 1 del 2019, si è conclusa la Procedura di VIA e AIA, rilasciando il giudizio di compatibilità ambientale e autorizzando il progetto di ampliamento della discarica;

la discarica è stata realizzata nel territorio del comune di Scala Coeli, in un’area a vocazione turistica e agricola e a pochi passi da torrenti affluenti del fiume Nicà che tracciando il confine tra le provincie di Cosenza e Crotone va a sfociare nel mare Ionio fra i comuni di Cariati e Crucoli;

considerato che: con l’interpellanza n. 2 “Ampliamento e utilizzo al servizio del circuito pubblico della discarica di rifiuti speciali non pericolosi in località Pipino nel Comune di Scala Coeli (CS)” del 17 gennaio 2022 gli interroganti hanno chiesto al Presidente della Giunta Regionale, coerentemente con l’indirizzo e il programma di Governo, che prevede l'azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica nell’arco di cinque anni e la completa chiusura dei siti attualmente esistenti in Calabria, il suo intendimento, con riguardo all'ampliamento della discarica di rifiuti di località Pipino, per tutelare la salute dei cittadini, l'importante economia agricola di qualità e la vocazione turistica del territorio di Scala Coeli, messe a rischio dall’eventuale uso della discarica per il circuito pubblico di gestione dei rifiuti;

nel Consiglio regionale del 28 febbraio 2022 è stata data risposta all’interpellanza, evidenziando che “il procedimento di approvazione del progetto di ampliamento e di rilascio della relativa autorizzazione è stato nella titolarità di un commissario ad acta, designato con pronuncia del Tar Calabria, e che questi ha svolto tutte le attività inerenti il suo mandato avvalendosi del supporto tecnico della struttura che ha valutato il progetto presentato, dopo la rimodulazione in negativo effettuata dalla ditta sul progetto originariamente presentato, in definitiva esprimendosi favorevolmente all'approvazione, in quanto superate tutte le criticità riscontrate e i rilievi tecnici in termini di valutazione ambientale, prevedendo in ogni caso specifiche prescrizioni”. Preso atto che: il 22 giugno 2023 la Procura della Repubblica di Castrovillari ha disposto il sequestro dell’impianto della discarica ubicata in località Pipino nel Comune di Scala Coeli a causa di un malfunzionamento che ha provocato lo sversamento di un ingente quantitativo di percolato di discarica nel torrente Patia/Cacciadebiti, affluente del Fiume Nicà, compromettendone le acque. Questo sversamento ha invaso l’intero tratto del fiume Nicà interessando tutta la foce dello stesso fiume;

visto l’altissimo potenziale rischio per la salute causato da questo vero e proprio disastro ambientale sono state emanate ordinanze contingibili e urgenti finalizzate alla tutela ed all’incolumità della salute pubblica da tutti i comuni dell’area. Il Comune di Crucoli con ordinanza n.11 del 22 giugno 2023, il Comune di Cariati con ordinanza n. 45 del 22 giugno 2023, il Comune di Scala Coeli con ordinanza n. 9 del 23 giugno 2023, il Comune di Terravecchia con ordinanza n. 4 del 23 giugno 2023, hanno vietato l’approvvigionamento idrico presso il fiume Nicà e la balneazione e la pesca nel tratto di mare vicino alla foce;

ad oggi, a sei giorni dall’incidente, non risultano ancora iniziate le operazioni di bonifica dei corsi d'acqua dal percolato fuoriuscito giovedì 22 giugno. Si è provveduto a innalzare argini artificiali per bloccare il percolato ma niente si è fatto per evitare che lo stesso possa finire, se non è già successo, nella falda acquifera che alimenta i pozzi usati nelle campagne e nelle aziende zootecniche causando danni irreparabili. Fonti di stampa riferiscono di un piano di bonifica che sarebbe dovuto arrivare dalla ditta proprietaria dell’impianto il 25 giugno, per permettere poi alla Regione di verificarlo ed autorizzare lo smaltimento del percolato, ma le operazioni di prelievo dei liquami inquinanti, che avrebbero dovuto essere attuate urgentemente per superare l'emergenza nel più breve tempo possibile, non sono ancora state avviate;

sembra evidente la necessità di ritirare il provvedimento VIA e AIA per la discarica posta sotto sequestro dalle autorità giudiziarie e, alla luce del disastro ambientale che si è verificato, di condurre un’indagine interna sul procedimento di autorizzazione concesso per capire perché gli uffici regionali non abbiano valutato più attentamente le numerose criticità riscontrate e i rilievi tecnici in termini di valutazione ambientale emersi durante il percorso autorizzativo. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

quali iniziative urgenti e straordinarie intende assumere la Regione Calabria per affrontare in tempi rapidi la bonifica della valle del Nicà.

(151; 28/06/2023).

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- Il DPR n.251/2012 regolamenta la disciplina di accesso agli organi di amministrazione nelle società controllate dalle pubbliche amministrazioni a livello centrale, regionale e locale.

Il suddetto regolamento richiede che le società a controllo pubblico, prevedano nello statuto – se a composizione collegiale – la regola che la nomina degli organi amministrativi e di controllo segua il principio di garantire che il genere meno rappresentato ottenga almeno un terzo dei componenti. Considerato che:

da fonti giornalistiche sembrerebbe che la Società Lameziaeuropa spa, all’interno del suo nuovo consiglio di amministrazione eletto in seconda convocazione in data 15 marzo 2023, nell’ampliare il numero di componenti a 4 e lasciando solo una componente femminile, non abbia rispettato la quota in questione, violando di fatto il DPR 251/2012.

Lo stesso statuto della società Lameziaeuropa spa, all’art. 33 stabilisce che: almeno un terzo dei componenti dovrà appartenere al genere meno rappresentato. La stessa norma è prevista all’art.42 dello stesso Statuto, in riferimento al collegio sindacale: anche in questo caso non sembra essere stata rispettata.

Nel merito della presunta violazione del DPR è intervenuta anche la Consigliera di parità della Regione Calabria, Avv. ... , che in una nota a mezzo stampa ha stigmatizzato il mancato rispetto della presenza di genere nei consigli di amministrazione e collegi sindacali delle società pubbliche, sottolineandone la gravità. Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta

per sapere:

quali iniziative intenda intraprendere qualora la violazione al DPR n. 251/2012 da parte della società Lameziaeuropa, emersa a mezzo stampa, fosse confermata.

(153; 03/07/2023).

Interrogazioni a risposta scritta

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- nell’ambito della rete degli screening delle patologie oncologiche ha particolare rilevanza la Colon Rectal Cancer Unit, unità funzionale clinico-chirurgica inter-divisionale ad alta specializzazione, finalizzata a migliorare le performance aziendali sulla patologia colon rettale, con un aumento dei volumi di attività e della fidelizzazione dei pazienti, oltre ad un miglioramento degli esiti di cura;

- con DDG n. 16370 del 14/12/2022 è stato costituito il gruppo di lavoro Colon Rectal Cancer Unit della Regione Calabria, successivamente integrato con DDG n. 17095 del 23/12/2022;

- uno degli obiettivi sottesi all’istituzione delle Colon Cancer Unit è quello di sviluppare un team di chirurghi, in grado di utilizzare anche l’accesso robotico, oltre a quello laparoscopico, per il trattamento delle patologie dell’apparato digerente, supportato dall’equipe multidisciplinare e consentire standard di cure in linea con le leggi di indirizzo in tema di sanità in modo tale da garantire ai pazienti un'accurata e tempestiva diagnosi e, ove necessario, una terapia internazionalmente condivisa, aderendo a protocolli validati. considerato che:

- con decreto del dirigente generale n. 7028 /2018 è stato istituito Gruppo tecnico di lavoro per l'aggiornamento della Rete Oncologica regionale già istituita con DCA n. 10/2015, per la stesura dei PDTA relativi alle patologie oncologiche più frequenti, alla luce dei nuovi assetti normativi regionali e nel rispetto di una razionalizzazione dei costi e previa ricognizione del personale assegnato nelle AA.OO. del Servizio Sanitario Regionale, nonché per la definizione della Rete Ematologica e Onco-Ematologica Pediatrica;

- con DCA n. 100/2020 è stata aggiornata ed integrata la Rete Oncologica Regionale Hub & Spoke ad Integrazione Territoriale prevedendo una riprogettazione organizzativo-assistenziale finalizzata a soddisfare il fabbisogno delle prestazioni assistenziali;

- con il DCA in questione si prende atto dell’Accordo Stato-Regioni siglato in data 17 aprile 2019 di "Revisione delle linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la rete oncologica che integra l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale";

- tra le azioni previste da detto Accordo è indicata l'approvazione del documento costitutivo delle reti, tra le quali la Rete Oncologica, al fine di prevedere una rigorosa organizzazione tipo Hub e Spoke ad integrazione territoriale con regole di organizzazione chiare, definite in collaborazione con i clinici e rese poi vincolanti con un adeguato livello di formalizzazione;

tenuto conto che:

- con lo stesso DCA N. 100/2020 è stata stabilita, in particolare, l'urgenza di definire l'identificazione e il percorso delle Breast Units, che rappresentano una parte importante nella gestione delle pazienti affette da tumori della mammella e per le quali esiste una notevole mobilità passiva, istituendo 3 Breast Units, con 3 equipe chirurgiche nell'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio Catanzaro, SSD di Senologia, nella Azienda Ospedaliera Universitaria Mater-Domini Catanzaro, SC di Chirurgia Generale-Alta Specializzazione di Senologia e nell'Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza SSD Senologia;

- di quanto raccomandato dall'Agenas che considera non sostenibile e non appropriato l'aumento del numero delle strutture, pubbliche e/o private, che erogano prestazioni di chirurgia del tumore della mammella e del Colon Retto, in quanto, oltre che in contrasto con il principio di buon andamento dell'azione amministrativa e di una qualificazione complessiva della rete, contraddice l'obiettivo di rafforzare le 3 Breast Unit esistenti, anche al fine di assicurare standard adeguati ai volumi, la multidisciplinarità e la presa in carico completa ed integrata dei pazienti;

- è previsto il monitoraggio semestrale del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio-Sanitari sull'attuazione delle azioni a carico delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie Provinciali in merito al potenziamento delle Breast Units;

- del Piano Regionale della Prevenzione (DCA n. 137/2021) nel quale è stato previsto un programma specifico per il rafforzamento degli screening oncologici;

verificato che:

- il DCA n. 84 del 16 agosto 2022 attraverso il PDTA ha specificato l’istituzione di centri specializzati per il carcinoma del colon retto;

- il programma operativo regionale sanità prevede l’adozione di un approccio multidisciplinare per scegliere il trattamento più idoneo per il paziente tra le diverse opzioni terapeutiche possibili, che può essere garantito nella sua migliore efficienza attraverso strutture e reti organizzate che solo gli HUB possono soddisfare, in quanto per le forme oncologiche più frequenti (colon-retto, polmone, prostata, tumori ginecologici) è necessaria l’identificazione nei singoli HUB di specifica branca chirurgica per patologia individuando il centro di eccellenza regionale per la specifica patologia oncologica;

- obiettivo della regione è quello di diminuire la migrazione sanitaria per dare risposte efficienti ed efficaci all’utenza della propria regione;

- i dati delle mobilità regionali per patologie oncologiche prevalenti, in particolare tumore al Colon e tumore alla mammella, sottolineano l’assoluta necessità di una organizzazione di Rete efficiente con percorsi per la malattia oncologica organizzati e che diano risposte concrete;

- allo stato attuale la Rete Oncologica regionale non è pienamente realizzata, per cui i Centri oncologici regionali non costituiscono ancora ad oggi punti di riferimento per molti pazienti, tanto che la mobilità sanitaria per la cura dei tumori continua ad essere tra le più cospicue;

si interroga la Giunta regionale

per sapere:

1) le ragioni del ritardo nell’istituzione delle Colon Cancer Unit, come da DCA n. 84 del 2022;

2) le fasi di attuazione di quanto indicato nel DCA n. 100 del 2020, in particolare per quanto attiene il potenziamento delle Breast Unit;

3) lo stato di attuazione ed il potenziamento presso gli Hub degli screening oncologici collo-utero mammella e colon retto con un programma gestionale unico regionale collegato con l’anagrafica aggiornata al pari delle altre regioni;

4) lo stato di attuazione dei molecolar tumor board specifici in tutti i centri Hub;

5) lo stato di attuazione dei centri con i PDTA (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) per il trattamento delle neoplasie al polmone ed alla prostata;

6) lo stato di attuazione dell’istituzione di un numero verde, sito presso la sede del coordinamento della rete, in contatto con gli HUB usufruibile dai pazienti, da MMG e da strutture sanitarie.

(149; 26/06/2023).

 

Billari. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la diga sul fiume Metramo, fonte di rifornimento idrico importante per i cittadini e gli agricoltori della Piana di Gioia Tauro, non è mai entrata in funzione, nonostante l’opera sia stata collaudata nel 2013;

- per essere pienamente funzionante ed efficiente la diga necessita di opere di completamento che riguarderebbero oltre alla rete di distribuzione delle acque per irrigare i terreni agricoli e fornire acqua potabile al territorio della Piana di Gioia Tauro, anche la realizzazione di due centrali idroelettriche a valle della diga, per la produzione di energia rinnovabile;

- la Regione Calabria, secondo recenti dichiarazioni ufficiali di alcuni dei suoi rappresentanti, ha espresso la volontà di portare l'opera a compimento avendo a disposizione le somme necessarie per finanziare il completamento della rete di distribuzione delle acque e la realizzazione degli impianti di produzione energetica. Considerato che: - la diga è una delle più importanti infrastrutture d’Europa, con un alto valore strategico, il cui pieno funzionamento, con le opere di completamento da realizzare, non solo aiuterebbe a sopperire alle ataviche carenze idriche, ma avrebbe anche delle ricadute eccezionali per il territorio in termini economici con enormi prospettive di sviluppo e quindi di impiego in diversi settori: energetico, industriale, agricolo, ambientale e turistico;

- il completamento di questa importante infrastruttura rappresenta ormai un fatto di civiltà, non è più accettabile, infatti, che nell’attuale contesto politico economico europeo ci siano ancora realtà, come la nostra regione, dove non si riesce a fornire un servizio essenziale come l'approvvigionamento idrico;

- l’inconfutabile emergenza climatico ambientale, con i conseguenti rischi di estrema siccità e di desertificazione, impone come urgenti e pressanti delle soluzioni, così come potrebbe rappresentare questa infrastruttura, almeno per buona parte del territorio calabrese;

- malgrado gli impegni assunti e i proclami fatti dai rappresentanti dell’attuale amministrazione regionale, la diga sul Metramo rischia di diventare l'ennesima promessa non mantenuta e l’ennesimo sperpero di danaro pubblico soprattutto se, come dichiarato, le somme per il completamento dell’infrastruttura sono disponibili e tuttavia non vengono utilizzate. Tanto premesso e considerato il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale per conoscere:

per sapere:

- le cause che ancora oggi impediscono il funzionamento dell’infrastruttura della diga sul fiume del Metramo;

- se, rilevati eventuali impedimenti, sono state avviate le procedure necessarie per superarli e ultimare i lavori di canalizzazione, e di tutte le parti progettate e non realizzate, per rendere pienamente efficiente l’opera una volta messa in funzione e andare così oltre i proclami rispettando i bisogni del territorio e cogliendo tutte le opportunità che questa realtà offre.

(152; 28/06/2023).

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la ferrovia ionica occupa un posto rilevantissimo tra le vergogne ferroviarie italiane: si tratta della linea ferroviaria lunga 472 chilometri che unisce Reggio Calabria a Taranto e che lungo il suo percorso tocca, oltre alle due città capolinea, un altro capoluogo di provincia, Crotone, ed uno di regione, Catanzaro (che si raggiunge da Catanzaro Lido). La linea si presenta per la maggior parte nelle condizioni in cui fu inaugurata nel lontano 1875: a binario unico, non elettrificata. Fanno eccezione il tratto Taranto-Sibari, elettrificato, ed il Reggio Calabria centrale - Melito di Porto Salvo;

l’attivazione dell’elettrificazione sulla tratta da Sibari a Catanzaro Lido e per la trasversale da Catanzaro Lido a Lamezia Terme Centrale era prevista per l’anno attualmente in corso. Le attuali stime del gestore dell’infrastruttura del Gruppo FS Italiane e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, invece, prevedono l’autorizzazione alla messa in servizio della trazione elettrica sulle tratte in questione a dicembre 2026. Mentre sul tratto da Sibari a Catanzaro Lido i lavori sono iniziati, pur costellati da ritardi, commissariamenti e criticità varie che ne hanno minato il corretto svolgimento, i 147,7 chilometri che separano Catanzaro Lido da Melito di Porto Salvo restano, finora, rigorosamente a binario unico e non elettrificati senza neanche un cronoprogramma degli interventi da effettuare. Considerato che: il 1° agosto 2022 il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) ha approvato il contratto di programma di Rfi 2022-2026 e per l’elettrificazione della tratta sud Catanzaro Lido - Melito di Porto Salvo sono state stanziate risorse del Fondo Sviluppo e Coesione programmazione 2021-2027 pari a 180 milioni che assicurano la copertura finanziaria dei costi di progettazione e realizzazione. Preso atto che: nel documento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dell’8 giugno 2023 intitolato “Primo atto integrativo al Contratto di Programma 2022-2026 - parte Investimenti. Informativa ai sensi dell’art.15, comma 2 bis del decreto legislativo 5 luglio 2015, n. 112” il Governo, in maniera unilaterale, ha deciso di spostare oltre 2,5 miliardi di euro già stanziati dal Cipess per opere da realizzare prevalentemente al Sud per finanziare progetti da realizzare prevalentemente al Nord. Con questo provvedimento vengono pertanto ridotti fondi già stanziati per la realizzazione di infrastrutture prioritarie per il Paese. Si tratta di opere che riguardano in particolar modo il meridione d’Italia, progetti attesi da anni dai territori e che rappresentano strumenti fondamentali per la realizzazione di collegamenti moderni e funzionali, necessari per la crescita economica e occupazionale di zone vaste e diversificate. Fra quei fondi ci sono 40 milioni di euro che erano destinati all’elettrificazione della linea ferroviaria Catanzaro Lido – Melito di Porto Salvo;

in una nota del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 12 luglio 2023 si specifica che in occasione del Cipess del 20 luglio il Mit, in accordo con Rfi, proporrà di utilizzare tutti i fondi disponibili e accantonati per impiegarli subito e garantire la giusta liquidità alle imprese. Per il 2024 c’è l’impegno del Mit per finanziare tutte le opere garantendo il rispetto dei cronoprogrammi. Le risorse che saranno spostate a breve verranno riproposte in seguito. In particolare, saranno accelerati alcuni interventi urgenti come: nodo di Genova e Terzo Valico dei Giovi, upgrading infrastrutturale e tecnologico nodo di Firenze, upgrading infrastrutturale e tecnologico nodo di Milano, Porto di Trieste, Linea AV/AC Verona-Padova 2° lotto funzionale e altri, prelevando le risorse da opere quali: ”adeguamento e la velocizzazione linea ferroviaria Jonica”. Tenuto conto che: non esiste certezza che nel 2024 le risorse spostate vengano riproposte, visto che nessun Governo può garantire la sua durata in carica;

il mantenimento della linea ferroviaria ionica nelle attuali condizioni rappresenta un fortissimo handicap per lo sviluppo dei territori che attraversa.

Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

che iniziative intende assumere la Regione Calabria per opporsi a questo taglio di risorse già finanziate e destinate alla linea ferroviaria ionica, considerando che non può esserci nessuna garanzia che detti fondi torneranno al loro posto e nei tempi previsti.

(154; 13/07/2023).

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’amianto, chiamato anche asbesto, è un minerale molto utilizzato nei decenni passati per le sue notevoli qualità di isolamento termico e di materiale resistente alle alte temperature e alla frizione. Fino agli anni ‘80 è stato utilizzato per produrre la miscela cemento-amianto, cioè l’Eternit, usato per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni e come materiale per l’edilizia (tegole, pavimenti, serbatoi per l’acqua, tubazioni, vernici). Secondo la classificazione del Centro Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), l’amianto appartiene agli agenti cancerogeni del Gruppo I, ovvero quelli che provocano sicuramente eventi cancerogeni per l'essere umano, in quanto se i prodotti contenenti tale minerale sono deteriorati, le fibre sottili di amianto possono essere inalate causando, nel tempo, malattie quali il mesotelioma, i tumori al polmone, alla laringe, allo stomaco e al colon, danni respiratori, placche o ispessimenti pleurici, asbestosi e complicanze cardiocircolatorie. Le malattie correlate all'esposizione all’amianto hanno tempi di insorgenza molto lunghi. Si pensi che i sintomi dell'asbestosi possono comparire 10-20 anni dopo l'esposizione, mentre i segni dei tumori correlati all'amianto possono manifestarsi anche dopo 40 anni;

- l’utilizzo dell’amianto è stato vietato in Italia con la legge 27 marzo 1992 n. 257 che ha stabilito i termini e le procedure per interrompere le attività inerenti l’estrazione e la lavorazione dell’asbesto e di prodotti che lo contengono nonché la loro commercializzazione;

- dai dati epidemiologici registrati dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità) emerge il perdurare dell’insorgenza di malattie attribuibili a esposizioni ad amianto. Secondo i dati diffusi dall’ONA, l’Osservatorio Nazionale Amianto, nel 2020 in Calabria si sono verificati 100 decessi per tumore al polmone causato dall’amianto, 150 casi di mesotelioma e 30 casi di malattie correlate all’asbesto. Considerato che: - la Regione Calabria, consapevole della pericolosità derivante all’ambiente e alla salute umana dall’esposizione all’amianto, ha approvato la legge regionale 27 aprile 2011, n. 14 (Interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini: norme relative all'eliminazione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto), che prevede una serie di attività in carico alla Regione e dispone, tra le altre cose, all’articolo 4, l’adozione del Piano regionale amianto per la Calabria (PRAC), di durata quinquennale e soggetto a aggiornamento biennale, e, all’articolo 12, l’onere della Giunta regionale di riferire periodicamente al Consiglio regionale sulle modalità di attuazione della legge e sui risultati ottenuti in merito alla tutela della salute, alla bonifica, al sostegno alla ricerca e alla promozione di iniziative di informazione, e di presentare ogni due anni una relazione alla commissione consiliare competente per riferire in materia di bonifica dei siti, di efficacia delle diverse disposizioni previste dalla legge e di eventuali criticità emerse;

- il P.R.A.C. - Piano Regionale Amianto per la Calabria è stato approvato nel dicembre 2016 e pubblicato sul BUR Calabria n. 42 dell’otto maggio 2017, e ad oggi non risulta aggiornato o modificato. Avendo una durata quinquennale, a maggio 2022 si sarebbe dovuto procedere all’approvazione di un nuovo P.R.A.C.. Ci troviamo, così, in un periodo di vuoto normativo;

- la Giunta, nel corso di questi anni, non ha effettuato le attività previste dall’articolo 12 della L.R. 14/2011 e resta incompleta l’applicazione della stessa legge regionale relativamente agli interventi per la salvaguardia della salute dei cittadini in correlazione alla rimozione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e manufatti contenenti amianto;

- dalla Tabella C della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 50 (Legge di stabilità regionale 2023) la citata L.R. 14/2011 non risulta finanziata e dunque non vi sono le risorse per sostenere le attività che la Regione è tenuta a realizzare;

- la competenza sulla realizzazione della mappatura completa delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto e degli interventi di bonifica di particolare urgenza, prevista dalla legge 23 marzo 2001, n. 93, è attribuita alle Regioni e Province autonome con il decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio 18 marzo 2003, n. 101. Per la raccolta dei dati è stata sviluppata, nel 2018, la Piattaforma web “info amianto PA”. Fonti di stampa riferiscono che solo il 30% dei Comuni calabresi si sono recati in Regione per avere la pen drive con la mappatura in cui le coperture in amianto sono perimetrate in giallo. Con il telerilevamento e il censimento si può vedere l’amianto “mancante”, smaltito illecitamente. Oltre il censimento, sarebbe necessario anche il monitoraggio e la valutazione dei rischi per dare un ordine di priorità agli interventi e stilare una graduatoria di rischio;

- senza il PRAC, i censimenti, le mappature e tutti i passi necessari, i Comuni non hanno diritto a concorrere per i fondi per le bonifiche. Preso atto che: - nel mese di gennaio 2020 l’allora Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato il “Piano di bonifica da amianto”, previsto nel secondo addendum al Piano operativo “ambiente” approvato dal Cipe con delibera n. 55 del 2016 e adottato con provvedimento ministeriale, che ha previsto lo stanziamento di 385 milioni di euro per la bonifica dall'amianto negli edifici pubblici, in particolare per la rimozione e lo smaltimento nelle scuole e negli ospedali, ripartiti secondo i coefficienti di assegnazione regionale utilizzati per le risorse del Fondo sviluppo e coesione. Tali interventi avrebbero dovuti essere realizzati entro il 31 dicembre 2025;

per la nostra regione lo stanziamento assegnato è stato di € 43.276.093,85. Il Governo Nazionale ha però revocato questo finanziamento nel corso del 2022. I fondi, inizialmente destinati ai soli edifici pubblici, erano stati rimodulati per interventi generali di bonifica dall’amianto, ma si sono persi a causa della “mancata comunicazione, nei termini, della volontà di utilizzare tali risorse”, anche per la nuova destinazione, da parte della Regione Calabria;

Tenuto conto che: - in Calabria la presenza di manufatti e tetti in amianto è ancora massiccia e preoccupa per i rischi che potrebbe provocare alla salute dei cittadini;

- emerge preoccupazione circa il mancato aggiornamento del PRAC e una condizione di sostanziale immobilismo regionale rispetto a tale materia. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

- le ragioni del mancato rispetto dei termini e degli adempimenti previsti dalla L.R. 14/2011 e la tempistica per procedere all’aggiornamento del PRAC, decaduto a maggio 2022, e per avviare ogni utile attività diretta a realizzare le finalità della citata legge regionale;

- relativamente alla piattaforma "info amianto PA" e al censimento e monitoraggio del territorio calabrese, a che punto sia l'iter riguardo l’aggiornamento dati riguardante la nostra regione;

- quali iniziative intende assumere la Regione Calabria relativamente al rischio amianto, a tutela della salute dei cittadini, dei lavoratori nelle imprese e per la salvaguardia dell'ambiente, anche tramite la stipula di un protocollo ben delineato che dia indicazioni ai Sindaci su come muoversi e la redazione di un progetto di graduale eliminazione del rischio esposizione incombente sul territorio calabrese nei siti ove l’amianto è presente in varie forme.

(155; 19/07/2023).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- ogni minore ha diritto alle misure di protezione rese necessarie dalla sua condizione di fragilità e che il benessere e l’interesse superiore dei bambini sono valori fondamentali condivisi da tutti gli Stati membri e devono essere promossi senza alcuna discriminazione;

considerato che: - la necessità di concedere una protezione speciale al minore è stata enunciata nella Dichiarazione di Ginevra sui Diritti del Fanciullo del 1924 e nella Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 novembre 1959 per la quale questi, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa un’adeguata protezione giuridica, in modo da essere in grado di crescere in maniera sana e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale, in condizioni di libertà e dignità;

protezione riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e dal Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;

tenuto conto che: - l’articolo 34 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo impegna gli Stati sottoscrittori a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale, attraverso l’adozione di ogni adeguata misura a livello nazionale, bilaterale e multilaterale e l’articolo 24 par. 2 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea prevede che in tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse del minore deve essere considerato preminente;

osservato che: - la Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee del 27 novembre 1996, che tiene conto dei risultati del Congresso di Stoccolma dell’agosto del 1996, fornisce elementi di risposta specifici e concreti in materia di lotta al turismo sessuale che coinvolge l’infanzia, posto che lo sfruttamento sessuale dell’infanzia nel turismo non riguarda solo i pedofili, che costituiscono il “nocciolo duro” degli abusi sessuali sui minori, ma anche chi commette abusi “preferenziali” e “occasionali” e che, quindi, ai fini della risoluzione del problema, è indispensabile elaborare un approccio globale, comprendente sia un maggiore intervento degli Stati e delle organizzazioni internazionali competenti, sia le numerose iniziative della società civile e di organizzazioni non governative aventi una riconosciuta esperienza nel settore;

constatato che: - la Convenzione di Budapest del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica del 23 novembre 2001, entrata in vigore in data 1 luglio 2004, quale strumento internazionale diretto a fronteggiare il problema della negoziazione di materiale pornografico nel cyberspazio, attribuisce ai reati relativi alla pornografia infantile la massima importanza e mira sia a proteggere il minore dallo sfruttamento strumentale alla produzione di materiale pornografico, sia a contrastare comportamenti pericolosi che incoraggerebbero al reclutamento di minori a detti fini, nel quadro di una sottocultura favorevole allo sfruttamento;

rilevato che: - la Convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa, del 25 ottobre 2007, si pone l’obiettivo di prevenire e combattere lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori, proteggere i diritti dei minori vittime di sfruttamento e di abusi sessuali, promuovere la cooperazione nazionale e internazionale al fine di contrastare lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori considerato che questi atti compromettono gravemente la salute e lo sviluppo psicosociale dei bambini;

riconosciuto che: - la direttiva 2011/92/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, considera l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, compresa la pornografia minorile, gravi violazioni dei diritti fondamentali, in particolare di quelli legati alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere;

preso atto che: - la legge italiana, ai sensi dell’art. 609-quater Codice penale, fissa l’età del consenso a 14 anni, annoverando il Paese tra gli Stati con il limite più basso, intendendosi per età del consenso, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge, in particolare per quel che riguarda il compimento di rapporti sessuali;

riscontrato che: - al fine di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone minori di età, in conformità a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, dal diritto dell’Unione Europea e dalle norme costituzionali e legislative nazionali vigenti, l’articolo 2 della legge regionale n. 24 del 2008 prevede che il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza possa formulare proposte ed esprimere rilievi su atti normativi e di indirizzo riguardanti l’infanzia e l’adolescenza e la famiglia, di competenza della Regione e promuovere programmi e azioni di sensibilizzazione circa le problematiche inerenti agli abusi sui minori e alla pedofilia, sviluppando altresì iniziative tese a far emergere la consapevolezza della condotta abusante;

valutato che: - al fine di favorire l’attuazione della Convenzione di New York, l’articolo 3 della legge 12 luglio 2011, n. 112, Istituzione dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, attribuisce al Garante la competenza a collaborare all’attività delle reti internazionali dei Garanti delle persone di minore età e all’attività di organizzazioni e di istituti internazionali di tutela e di promozione dei loro diritti, a segnalare alle regioni o agli enti locali tutte le iniziative opportune per assicurare la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a diffondere la conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza promuovendo iniziative per la sensibilizzazione e diffusione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, a incentivare studi e ricerche sull’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza avvalendosi dei dati e delle informazioni dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza, dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile;

accertato che: - ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, 3° comma, sono materie di legislazione concorrente quelle relative ai rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni e che lo Statuto della Regione Calabria, nel fare propria, nell’articolo 1, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea, prevede nell’articolo 3 che la Regione, nel rispetto delle norme di procedura stabilite con legge dello Stato, concorre alla determinazione delle politiche dell’Unione Europea, partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari, provvede all’attuazione ed esecuzione degli accordi internazionali e comunitari e realizza, altresì, forme di collegamento con gli organi dell’Unione Europea per l’esercizio delle proprie funzioni relative all’applicazione delle normative comunitarie;

considerato che: - nonostante in Italia l’età del consenso è fissata a 14 anni, uno dei limiti più bassi al mondo, esistono, tuttavia, Paesi che annoverano un limite ancora più basso. In Nigeria, ad esempio, il limite è fissato a 11 anni, nelle Filippine e in Angola l’età del consenso si raggiunge a 12 anni mentre in Giappone il limite è fissato a 13 anni. In molti Paesi poi, come l’Italia, si dibatte addirittura dell’opportunità di abolire la legge sull’età del consenso, nel rispetto di una presunta assoluta libertà di autodeterminazione del minore che aprirebbe ancora di più la strada verso possibili abusi, con tutte le gravi ripercussioni che una condotta abusante può avere sulla formazione della personalità e sessualità di questi. - essendo la sfera sessuale, come sede dei valori più intimi della persona, un tema ancor più delicato quando coinvolge una personalità fragile e ancora in fase di evoluzione come quella di un minore è necessario sviluppare un programma di azione che miri a costruire un mondo più a misura di bambino. A tal fine, occorre predisporre una maglia di protezione che tuteli il corretto e non precoce sviluppo psico-fisico del minore, risiedendo tale tutela nella immaturità anche sessuale di esso, nel rispetto dovuto all’infanzia e alla prima adolescenza. tenuto conto che: - anche in presenza di un precoce sviluppo fisico, la maturità del soggetto deve riguardare non solo l’aspetto fisico ma anche e soprattutto quello psichico, posto che un minore difetta di quelle capacità di giudizio che gli consentano di valutare le implicazioni, specialmente di carattere etico, connaturate ai comportamenti sessuali.

Tutto ciò premesso e considerato impegna la Giunta regionale per quanto di competenza - ad intraprendere, presso le competenti sedi nazionali, comunitarie ed internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, le opportune interlocuzioni per la predisposizione di un programma di sensibilizzazione che, anche attraverso la pianificazione di studi e ricerche in materia di cultura dell’infanzia richiami l’attenzione di tutta la comunità nazionale, comunitaria ed internazionale sul tema dell’età del consenso sessuale. Avendo come fine ultimo dell’azione politica il bene da tutelare non come libertà di autodeterminazione del minore ma la sua integrità psico-fisica, il suo equilibrio, nella prospettiva di un corretto sviluppo della sua personalità.

(59; 19/07/2023) Neri.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la Calabria è una delle regioni italiane con il più alto numero di siti archeologici, patrimonio inestimabile per l’intera umanità;

- tra gli innumerevoli siti di interesse archeologico i Musei di Crotone e Capo Colonna, con annesso Parco archeologico, sono tra i più belli e suggestivi della Magna Graecia;

- l’Antica Kroton, tra le più potenti e influenti città della Magna Graecia, giocò un ruolo fondamentale nella storia di Capo Colonna dove fu edificato il Tempio di Hera Lacinia, oggi Area archeologica di Capo Colonna situata nel cuore dell’Area marina protetta di Capo Rizzuto;

- Capo Colonna è simbolo della grecità d'Occidente ed anche uno dei santuari più importanti e meglio conosciuti della Magna Graecia i cui reperti antichi rinvenuti sul luogo - gioielli in oro, vasi di terracotta e tanti altri doni portati dai pellegrini devoti, tra cui il famoso Diadema aureo e la misteriosa Barchetta nuragica - oggi sono custoditi presso il Museo archeologico di Crotone;

considerato che: - le attività di gestione, valorizzazione, comunicazione e promozione del Museo archeologico nazionale di Crotone ed il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna sono fortemente connesse alla programmazione delle attività di competenza della Direzione regionale musei Calabria, organo periferico del ministero della Cultura, che opera sul territorio regionale con l’obiettivo di valorizzare e rendere fruibili i musei, i monumenti e i parchi archeologici statali;

- la mission della Direzione regionale musei Calabria sembrerebbe non trovare riscontro relativamente ai servizi da erogare ai musei pitagorici le cui attività di valorizzazione del patrimonio archeologico sono state garantite, nonostante la grave carenza di personale, grazie al positivo spirito collaborativo tra personale e direzione museale crotonese;

- sulla base dei dati ministeriali, i musei di Crotone, ad oggi, sono secondi solo al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, nonostante la presenza di un inferiore spazio espositivo rispetto ad altre realtà calabresi e di una superficie minore per quanto concerne l’area del parco;

preso atto che: - in più occasioni sugli organi di stampa è stata messa in evidenza da turisti ed operatori la situazione disastrosa e degradata in cui versa il Parco archeologico di Capo Colonna, caratterizzata principalmente dalla proliferazione a dir poco invasiva della vegetazione;

- la stessa circostanza si registra nella cosiddetta area spettacoli (teatro), localizzata dietro il museo, e nel Giardino di Hera, interno alla struttura museale, impraticabili per la presenza di vegetazione esageratamente alta;

- l’inquadramento amministrativo dei musei pitagorici determina una competenza diretta per quanto attiene interventi di manutenzione, anche ordinaria, alla Direzione regionale musei Calabria;

- questo status di dipendenza organizzativa mal si concilia con le esigenze di tutela del patrimonio archeologico di uno dei siti più importanti del meridione ed è pertanto necessario adoperarsi per porre rimedio alle carenze organizzative dei musei e di manutenzione del Parco archeologico;

- dell’atto deliberativo approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale della città di Crotone che manifesta la necessità di rilanciare i musei ed il Parco archeologico pitagorici attraverso un istituto autonomo direttamente rispondente alle esigenze di valorizzazione dei siti;

vista - la netta presa di posizione del Consiglio comunale pitagorico per scongiurare un eventuale accorpamento dei musei e del Parco di Capo Colonna al Parco di Sibari che rappresenta una realtà distante oltre 100 chilometri e, seppur di analoga origine, che si presenta con forme, storia e tradizioni diverse;

considerato che: - tale ipotesi non può essere sostenuta da un’impostazione meramente aziendalistica ponendo in secondo piano criteri oggettivi di natura culturale e storica che non possono essere ignorati;

a ciò si aggiunge il rischio che all'accorpamento del Parco di Capo Colonna a quello di Sibari potrebbe seguire la soppressione della Soprintendenza Abap di Catanzaro e Crotone con sede a Crotone, recentemente istituita;

- scenari positivi, viceversa, potrebbero realizzarsi con il conferimento dell'autonomia, pienamente crotonese, per il Parco e i Musei e le strutture già annesse come la Fortezza di Le Castella, anche in considerazione degli sforzi di natura finanziaria e progettuale che attualmente sono in itinere;

- ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del decreto- legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106 gli istituti e luoghi della cultura statali e gli uffici competenti su complessi di beni distinti da eccezionale valore archeologico, storico, artistico o architettonico, possono essere trasformati in soprintendenze dotate di autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle dotazioni organiche definite in attuazione del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;

- il Museo archeologico nazionale di Crotone ed il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna rientrano senza dubbio tra i luoghi della cultura indicati dalla norma de qua;

tanto premesso impegna la Giunta regionale a rendersi promotore presso la Direzione museale Regionale, e quindi al ministero della Cultura, della richiesta di assegnazione di autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone ed al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del decreto- legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.

(60; 19/07/2023) Lo Schiavo e Talerico.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- come dettato dalla legge regionale 27/85 ogni anno la Regione Calabria deve erogare ai Comuni i fondi utili a predisporre, tra le altre cose, all’interno degli istituti scolastici il servizio di Assistenza Specialistica, riservato a bambini e ragazzi con disabilità svolto da personale debitamente formato;

- si tratta di figure professionali che hanno il compito di “sviluppare relazioni efficaci entro il contesto scolastico e formativo, in un’ottica non assistenzialistica (…) ma rivolta allo sviluppo di competenze dell’alunno e di tutti coloro che sono implicati nei processi scolastici per l’integrazione”;

- nelle scuole tali assistenti operano di concerto con gli educatori e il personale di sostegno e supportano gli studenti nel superamento degli ostacoli che potrebbero influire negativamente sull’apprendimento, aiutandoli ad imparare sempre di più e con maggiore facilità;

- si tratta di un ruolo importante che può risultare decisivo nella crescita della motivazione di chi purtroppo ogni giorno si trova a dover “lottare” per ottenere quei risultati che per altri sono semplici azioni quotidiane;

- questi aiuti risultano fondamentali per gli alunni e le loro famiglie. Considerato che: - in base alla propria delega all’Istruzione, la vicepresidente Giuseppina Princi, aveva dichiarato che i ritardi sono da imputare alle mancate comunicazioni da parte della Direzione Regionale INPS relativamente al numero di studenti avente diritto al servizio suddivisi per province e comuni;

- nell’ottobre del 2022 la Regione Calabria ha deliberato lo stanziamento di 4 milioni di euro da erogare ai comuni delle province di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Vibo valentia e Città Metropolitana di Reggio Calabria per l’anno 2022/2023 destinati alle seguenti attività: assistenza specialistica, ausili didattici ed attrezzature per l’inserimento degli alunni disabili, contributi sui buoni pasto relativi al servizio mensa, contributi per le spese per i servizi residenziali (convitti e semiconvitti), trasporto scolastico attività scolastiche in ospedale, istruzione domiciliare;

Impegna la Giunta regionale- ad anticipare, comunque, ai Comuni entro l’inizio del mese di settembre 2023 almeno il 30% dei fondi previsti su base proporzionale in base allo storico dell’anno precedente, anche in assenza dei dati richiesti alla Direzione Regionale INPS;

- assicurare, di conseguenza, ai Comuni e alle Province la possibilità di cominciare ad erogare agli istituti le somme da utilizzare per l’assistenza specialistica sin dai primi giorni di scuola.

(61; 19/07/2023) Alecci.

Risposta scritta a interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la Calabria ha un patrimonio ambientale, paesaggistico, naturale e culturale straordinario;

- tale patrimonio, mai adeguatamente valorizzato, potrebbe essere fonte di grande ricchezza per l’intera regione;

- infatti, se tale patrimonio fosse effettivamente valorizzato il settore Turismo potrebbe essere una fonte eccezionale di sviluppo economico, sociale e occupazionale per l’intero territorio regionale;

- la Filcams Cgil Calabria ha reso noto, attraverso una nota stampa, il dato emerso dai controlli effettuati dall’Ispettorato nazionale del lavoro sulle aziende del settore turistico in Italia;

- dall’intervento della Filcams Cgil Calabria si evince che in Calabria vi sono addirittura Province che segnano il 100% di irregolarità rispetto ai controlli effettuati dall’Ispettorato Nazionale;

- nella nota stampa della Filcams Cgil Calabria si legge che “La politica è sempre alla ricerca del miglior sponsor per promuovere le nostre meraviglie, ma basterebbe partire dalle fondamenta, dal lavoro e dalla sua qualità, dal rispetto della dignità di chi nel turismo vuole lavorarci e costruire la sua professionalità. Lavorare nel settore del turismo calabrese oggi significa fare la fame e massacrarsi, non avere orari e tempo libero nei mesi di alta stagione e rimanere a bocca asciutta già a settembre. Per questo come Filcams Cgil Calabria non abbiamo esitato a criticare i provvedimenti che la Giunta regionale e in particolare l’Assessorato al Turismo hanno in questi anni definito per il settore;

a partire dagli incentivi ed i ristori a pioggia, dati senza alcun criterio etico che, dati alla mano, evidentemente e come avevamo previsto, sono andati ad aziende irregolari. Ora è tempo di risposte …occorrono risposte adeguate e norme certe per tutelare l’occupazione … Abbiamo chiesto di limitare l’utilizzo dei fondi a pioggia e gli incentivi alle imprese nel nuovo bando che l’assessorato al Lavoro sta preparando per le assunzioni stagionali nel Turismo e di indirizzarli alle imprese che rispettano i contratti ed i dipendenti … Poi è assolutamente urgente definire un patto che metta regole e dia prospettiva in termini di qualificazione al settore turistico calabrese”;

- la Giunta Regionale con delibera n. 190 del 28/4/2023 ha approvato la proposta di Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile (Prsts);

- è evidente che lo sviluppo turistico è essenziale ed importante per il territorio regionale e che, tuttavia, tale sviluppo deve camminare di pari passo con la tutela dei lavoratori e con il rispetto della loro dignità e che occorre anche dare prospettive future a chi lavora nel settore del turismo;

- tutto ciò vale anche con riferimento ai bandi emanandi dalla Regione Calabria che non possono prevedere distribuzione di fondi a pioggia per l’assunzione di lavoratori stagionali anche in favore di imprese che non rispettano i contratti e i dipendenti;

- in buona sostanza, occorre adottare atti per meglio utilizzare il patrimonio ambientale, paesaggistico e naturalistico della regione e contestualmente azioni mirate a tutelare il lavoro e i lavoratori del settore turistico. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale.

per sapere:

1) quali atti ed iniziative effettivi, reali e concreti si intendano porre in essere al fine di tutelare l’occupazione e il lavoro del settore Turismo;

2) se si intenda definire un Patto, attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali di categoria, che predisponga regole e dia prospettiva in termini di qualificazione al settore turistico calabrese, che miri a prevenire lo sfruttamento, il lavoro nero, la precarietà e quindi l’illegalità;

3) se si ritenga necessario, al fine di tutelare l’occupazione e i lavoratori del settore turistico, emettere i bandi relativi all’erogazione di fondi per le assunzioni stagionali prevedendo l’erogazione in favore delle sole imprese che rispettano i contratti e i dipendenti.

(141; 22/05/2023).

(Risposta)

 

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- con la DGR n. 478 del 12.11.2021, la Giunta regionale, a fronte delle numerose procedure di esecuzione in atto nonché al fine di tutelare i diritti dei dipendenti a tempo indeterminato dell’Ente e la par condicio creditorum, ha disposto, ai sensi dell’art. 15, commi 1 e 5 bis, del D.L. 98/2011, convertito con modificazioni dalla L. 15 luglio 2011, n. 111, la liquidazione coatta amministrativa (LCA) per il CORAP, e ricorrendo a tale procedura indifferibile ed urgente per scongiurare il depauperamento del patrimonio consortile posto che il CoRAP, ente pubblico economico e strumentale della Regione Calabria ai sensi e per gli effetti delle ll.rr. n. 38/2001 e n. 24/2013, dell’art. 36, c. 4 e 5 della L. n. 317/1991 e delle ancora vigenti disposizioni di cui agli artt. 50-54 del DPR n. 218/1978 è titolare di funzioni pubbliche e di pubblico interesse in materia di sostegno allo sviluppo industriale dei territori. In particolare, l’Ente consortile promuove, sotto la vigilanza, il controllo e l’indirizzo regionale, nell’ambito degli agglomerati industriali attrezzati ed infrastrutturali dallo stesso consorzio, le condizioni necessarie per la creazione, l’insediamento e lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi;

- tale condizione di LCA è stata confermata con la DGR n. .. del 13.03.2023, per effetto della quale l’attuale Commissario Liquidatore CoRAP, dott. ... ..., è stato prorogato nell’incarico “per un periodo di ventiquattro mesi, termine massimo di proroga dell’incarico” e pertanto sino al 13.03.2025, come confermato dal DPGR n. .. del 15.03.2023, salvo ulteriori interventi regionali;

- il fondamento giuridico dell’attuale condizione di vigenza ed esecuzione della procedura di LCA, disposta dalle DGR sopra richiamate, è contenuta nei commi 1 e 5 bis dell’art. 15 del D.L. 98/2011, convertito e modificato dalla L. 15 luglio 2011, n. 111;

- il comma 5 bis stabilisce che: “Le disposizioni di cui al comma 1 possono essere applicate anche agli enti sottoposti alla vigilanza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano. La liquidazione coatta amministrativa è disposta con deliberazione della rispettiva giunta, che provvede altresì alla nomina del commissario e agli ulteriori adempimenti previsti dal comma 1”;

- il c. 5 bis ha costituito l’autorizzazione giuridica per porre il CoRAP, annoverato tra gli “… enti sottoposti alla vigilanza delle regioni” (l.r. n. 38/2001 e art. 36, c. 4, L. n. 317/1991), nella condizione di LCA con “deliberazione della rispettiva giunta …” e conseguente “… nomina del commissario”. Ma il c. 5 bis sancisce anche che “Le disposizioni di cui al comma 1 possono essere applicate anche agli enti sottoposti alla vigilanza delle regioni” e la “ ... deliberazione della rispettiva giunta … provvede … agli ulteriori adempimenti previsti dal comma 1”.

− gli “ulteriori adempimenti previsti dal comma 1” a cui deve imperativamente provvedere la delibera regionale riguardano:

− “1. Fatta salva la disciplina speciale vigente per determinate categorie di enti pubblici, quando la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un ente sottoposto alla vigilanza dello Stato raggiunga un livello di criticità tale da non potere assicurare la sostenibilità e l'assolvimento delle funzioni indispensabili, ovvero l'ente stesso non possa fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili nei confronti dei terzi, con decreto del Ministro vigilante, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, l'ente è posto in liquidazione coatta amministrativa;

i relativi organi decadono ed è nominato un commissario.

− Il commissario provvede alla liquidazione dell'ente, non procede a nuove assunzioni, neanche per la sostituzione di personale in posti che si rendono vacanti e provvede all'estinzione dei debiti esclusivamente nei limiti delle risorse disponibili alla data della liquidazione ovvero di quelle che si ricavano dalla liquidazione del patrimonio dell'ente;

ogni atto adottato o contratto sottoscritto in deroga a quanto previsto nel presente periodo è nullo. L'incarico del commissario non può eccedere la durata di tre anni e può essere prorogato, per motivate esigenze, una sola volta per un periodo massimo di due anni. Decorso tale periodo, le residue attività liquidatorie continuano ad essere svolte dal ministero vigilante ai sensi della normativa vigente.

− Le funzioni, i compiti ed il personale a tempo indeterminato dell'ente sono allocati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro vigilante, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, nel Ministero vigilante, in altra pubblica amministrazione, ovvero in una agenzia costituita ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 300 del 1999, con la conseguente attribuzione di risorse finanziarie comunque non superiori alla misura del contributo statale già erogato in favore dell'ente. Il personale trasferito mantiene il trattamento economico fondamentale ed accessorio, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto al momento del trasferimento nonché l'inquadramento previdenziale. Nel caso in cui il predetto trattamento economico risulti più elevato rispetto a quello previsto è attribuito per la differenza un assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti. Con lo stesso decreto è stabilita un'apposita tabella di corrispondenza tra le qualifiche e le posizioni economiche del personale assegnato. Le disposizioni del presente comma non si applicano agli enti territoriali ed agli enti del servizio sanitario nazionale.”

− il sopra citato comma 1, in specie il terzo periodo relativo all’allocazione delle “funzioni, i compiti ed il personale a tempo indeterminato dell'ente” deve essere adattato al quadro normativo ed amministrativo regionale;

- il combinato disposto del c.1 e del c. 5 dell’art. 15 del D.L. n. 98/2011 richiede espressamente già nell’atto deliberativo regionale di messa in LCA dell’Ente una previsione esecutiva regionale dovendo risolvere le due questioni previste dal c. 1: l’allocazione delle “funzioni, dei compiti e del personale a tempo indeterminato” e la individuazione di una entità giuridica al fine di garantire la continuità delle funzioni pubbliche assegnate dallo Stato e dalla Regione al CoRAP.

Dato atto che:

− la scelta del percorso allocativo e/o della forma costitutiva del nuovo ente costituisce una criticità ancora incerta da parte della Regione e lungamente sollecitata dalle OO.SS. al fine di tutelare i dipendenti consortili e dichiarando, in ultimo, lo stato di agitazione e l’ennesimo confronto con la Regione anche attraverso l’istituzione di un Tavolo istituzione di negoziazione;

- la condizione di stato di agitazione sindacale e la richiesta di un Tavolo di negoziazione appare del tutto legittima e condivisibile alla luce dei termini di applicazione combinata del c. 1 e del c. 5 bis dell’art. 15 del D.L. n. 98/2011, non solo della necessità di tutelare i livelli occupazionali e, con essi, esperienze e professionalità maturate, ma anche di assicurare che il complesso trasferimento delle competenze avvenga in maniera tempestiva e, soprattutto, ordinata a termini di legge. Tutto quanto sopra premesso, interroga il Presidente della Giunta regionale per sapere:

- se e quali tempestive e formali iniziative sono state individuate ed assegnate al Dipartimento competente, alla UO_5.1 Attività legislativa su proposta della Giunta regionale del Settore Legislativo del Dipartimento 1 – Segretariato Generale e/o alla Avvocatura regionale per l’attività di supporto e consultazione al Presidente per le modalità di esecuzione del combinato disposto di cui ai c. 1 e 5 bis dell’art. 15 del D.L. n. 98/2011;

tenuto anche conto che dalla DGR 96/2023 si è desunto che “con nota/PEC acquisita al protocollo del Dipartimento n. 110821 del 09.03.2023, il Commissario Liquidatore ha trasmesso una relazione tecnico-giuridica sullo stato della procedura di liquidazione, evidenziando la necessità, ai sensi dell’art.15, comma 1, della legge 15 luglio 2011, n.111, di allocare al più presto le funzioni, i compiti ed il personale a tempo indeterminato nell’Amministrazione vigilante, in altra pubblica amministrazione, ovvero in un’agenzia costituita ai sensi dell’art.8 del decreto legislativo n.300 del 1999 “;

- se e quali iniziative sono state assunte dal Presidente, nella qualità. di Autorità di vigilanza ai sensi e per gli effetti delle norme del R.D. n. 267/1942 applicabili e compatibili con i poteri del “giudice delegato”, posto che il Commissario liquidatore, nella qualità di pubblico ufficiale come riportato nelle premesse della DGR n. 96/2023, in data 31.10.2022 ha provveduto a depositare lo stato passivo presso il Tribunale di Catanzaro e lo stesso Commissario Liquidatore ha effettuato, altresì, la ricognizione patrimoniale del CORAP ed ha trasmesso alla Regione Calabria i relativi elenchi con nota del 6.03.2023, prot. n. 1858.

(145; 15/06/2023).

(Risposta)

 

 

Billari, Bevacqua, Alecci, Bruni, Iacucci, Mammoliti.

Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- nel territorio della provincia di Reggio Calabria, in seguito alla chiusura negli anni ’90 dell’Ospedale Psichiatrico della città, sono sorte delle strutture residenziali con gestione mista pubblico-privata in accordo alle disposizioni normative regionali allora vigenti;

- nel 2008 la regione Calabria si è dotata di una legge, la n. 24, che disciplina l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private;

- le strutture residenziali psichiatriche operanti sul territorio dell’ASP di Reggio Calabria sono rimaste escluse dal processo di accreditamento, in attesa del quale la stessa Azienda Sanitaria aveva sottoscritto con le strutture un cosiddetto “contratto ponte” per permettere loro di continuare ad operare;

- il Dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria, analizzando la situazione esistente nell’ASP di Reggio Calabria, anche con l’istituzione di Tavoli tecnici, aveva individuato un percorso specifico per far transitare le strutture residenziali psichiatriche preesistenti verso il nuovo regime di accreditamento in tempi brevi;

- successivamente, il Dipartimento Salute della Regione Calabria, disattendendo in toto il percorso che esso stesso aveva stabilito, anziché procedere alla “conversione” delle sole strutture preesistenti, ha disposto che gli accreditamenti avvenissero attraverso una graduatoria delle istanze pervenute, stilata in ordine cronologico, con il risultato che nella graduatoria sono state inserite strutture nuove e sono state escluse alcune strutture preesistenti;

- l’ASP di Reggio Calabria ha deciso, qualche tempo dopo, di bloccare i ricoveri causando un ulteriore penalizzazione a queste strutture a gestione mista, dove peraltro opera anche il proprio personale, in attesa che si completi il processo di accreditamento;

- l’ultima azione intrapresa dalla Regione Calabria risale al mese di marzo di quest’anno, quando, alle cooperative coinvolte nella gestione delle residenze psichiatriche dell’ASP suddetta viene comunicato che nel giro di pochi mesi si sarebbe proceduto all’ampliamento dei posti letto, all’accreditamento di tutte le strutture preesistenti e allo sblocco dei ricoveri.

Considerato che:

- ad oggi il processo di accreditamento in capo alle cooperative impegnate nel servizio delle strutture residenziali psichiatriche dell’ASP di Reggio Calabria non si è ancora completato e le cause sono tutte da ricondurre all’inerzia dell’ASP stessa e della Regione Calabria alla quale si aggiungono le pastoie burocratiche sussistenti fra la Regione Calabria e il governo in merito al “Tavolo Adduce”;

- il blocco dei ricoveri, tuttora in vigore, ha prodotto e produce gravissime conseguenze sulle famiglie e sugli utenti, costretti ad “emigrare” per fruire altrove dell’assistenza, senza contare gli effetti finanziari negativi per l’ASP 5, che oltre a continuare a corrispondere gli stipendi al proprio personale impiegato nella gestione delle strutture miste, deve anche rimborsare ad altre aziende sanitarie la retta per i pazienti residenti nel territorio di competenza;

- le strutture residenziali psichiatriche sorte nel territorio della città di Reggio Calabria, in seguito alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico, oltre a rappresentare sin da subito un’esperienza all’avanguardia sul territorio nazionale, sono riuscite, negli anni, a costituire un piccolo patrimonio sociale che purtroppo in gran parte si sta perdendo, con gravissime conseguenze sul piano sociale per pazienti, familiari e lavoratori;

- i lavoratori e gli operatori del settore ancora attivi rischiano di perdere il posto di lavoro, come è già avvenuto per diversi di loro assieme alle cooperative costrette a rinunciare al servizio a causa del protrarsi di queste condizioni insostenibili.

Rilevato che:

- la Regione Calabria ha espresso inequivocabilmente la volontà di risolvere l’annosa vicenda della situazione drammatica in cui versa l’assistenza residenziale psichiatrica nella provincia di Reggio Calabria;

- le strutture psichiatriche a gestione mista dell’ASP di Reggio Calabria, in quanto strutture sanitarie pubbliche, sono da considerarsi accreditate secondo le disposizioni della LR n. 19/2009, cosiddetta legge Loiero, che all’art. 65 comma 3 primo periodo recita “L’accreditamento definitivo di singoli reparti e servizi di strutture delle aziende sanitarie o di singoli reparti o servizi delle aziende ospedaliere già attivi, riconvertiti o ristrutturati nonché delle sperimentazioni gestionali di cui all'articolo 9 bis del decreto legislativo n. 502/19923, è differito alla ultimazione degli adeguamenti complessivi delle strutture dove gli stessi sono collocati. Pertanto dalla loro attivazione le stesse strutture devono essere considerate provvisoriamente accreditate.”

Tanto premesso e considerato interrogano il Presidente della Regione Calabria, anche in qualità di Commissario ad acta della sanità regionale,

per sapere:

- le motivazioni del permanere del blocco dei ricoveri presso le strutture psichiatriche dell’ASP di Reggio Calabria e quali azioni si intendono operare per procedere all’ immediato sblocco dei ricoveri al fine di garantire ai pazienti psichiatrici, ai loro familiari e ai cittadini tutti un’adeguata assistenza sanitaria, per tutelare il diritto alla salute in quanto diritto imprescindibile sia come diritto individuale, che come diritto collettivo;

- le ragioni che hanno ritardato l’accreditamento delle strutture psichiatriche afferenti all’ ASP di Reggio Calabria, pur sapendo, attraverso dichiarazioni ufficiali, che è volontà della Regione Calabria di ampliare la rete territoriale per la psichiatria, permettendo così di riprendere il percorso degli accreditamenti;

- le intenzioni della Regione Calabria a voler emanare ogni atto necessario affinché si individui il percorso migliore per porre fine a questa preoccupante situazione e pervenire immediatamente al doveroso e definitivo accreditamento delle strutture psichiatriche preesistenti sul territorio e ancora attive.

(148; 21/06/2023).

(Risposta)

 

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- nell’ambito della rete degli screening delle patologie oncologiche ha particolare rilevanza la Colon Rectal Cancer Unit, unità funzionale clinico-chirurgica inter-divisionale ad alta specializzazione, finalizzata a migliorare le performance aziendali sulla patologia colon rettale, con un aumento dei volumi di attività e della fidelizzazione dei pazienti, oltre ad un miglioramento degli esiti di cura;

- con DDG n. 16370 del 14/12/2022 è stato costituito il gruppo di lavoro Colon Rectal Cancer Unit della Regione Calabria, successivamente integrato con DDG n. 17095 del 23/12/2022;

- uno degli obiettivi sottesi all’istituzione delle Colon Cancer Unit è quello di sviluppare un team di chirurghi, in grado di utilizzare anche l’accesso robotico, oltre a quello laparoscopico, per il trattamento delle patologie dell’apparato digerente, supportato dall’equipe multidisciplinare e consentire standard di cure in linea con le leggi di indirizzo in tema di sanità in modo tale da garantire ai pazienti un'accurata e tempestiva diagnosi e, ove necessario, una terapia internazionalmente condivisa, aderendo a protocolli validati. Considerato che: - con decreto del Dirigente Generale n. 7028 /2018 è stato istituito Gruppo tecnico di lavoro per l'aggiornamento della Rete Oncologica regionale già istituita con DCA n. 10/2015, per la stesura dei PDTA relativi alle patologie oncologiche più frequenti, alla luce dei nuovi assetti normativi regionali e nel rispetto di una razionalizzazione dei costi e previa ricognizione del personale assegnato nelle AA.OO. del Servizio Sanitario Regionale, nonché per la definizione della Rete Ematologica e Onco-Ematologica Pediatrica;

- con DCA n. 100/2020 è stata aggiornata ed integrata la Rete Oncologica Regionale Hub & Spoke ad Integrazione Territoriale prevedendo una riprogettazione organizzativo-assistenziale finalizzata a soddisfare il fabbisogno delle prestazioni assistenziali;

- con il DCA in questione si prende atto dell’Accordo Stato-Regioni siglato in data 17 aprile 2019 di "Revisione delle linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la rete oncologica che integra l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale";

- tra le azioni previste da detto Accordo è indicata l'approvazione del documento costitutivo delle reti, tra le quali la Rete Oncologica, al fine di prevedere una rigorosa organizzazione tipo Hub e Spoke ad integrazione territoriale con regole di organizzazione chiare, definite in collaborazione con i clinici e rese poi vincolanti con un adeguato livello di formalizzazione;

tenuto conto che: - con lo stesso DCA N. 100/2020 è stata stabilita, in particolare, l'urgenza di definire l'identificazione e il percorso delle Breast Units, che rappresentano una parte importante nella gestione delle pazienti affette da tumori della mammella e per le quali esiste una notevole mobilità passiva, istituendo 3 Breast Units, con 3 equipe chirurgiche nell'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio Catanzaro, SSD di Senologia, nella Azienda Ospedaliera Universitaria Mater-Domini Catanzaro, SC di Chirurgia Generale-Alta Specializzazione di Senologia e nell'Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza SSD Senologia;

- di quanto raccomandato dall'Agenas che considera non sostenibile e non appropriato l'aumento del numero delle strutture, pubbliche e/o private, che erogano prestazioni di chirurgia del tumore della mammella e del Colon Retto, in quanto, oltre che in contrasto con il principio di buon andamento dell'azione amministrativa e di una qualificazione complessiva della rete, contraddice l'obiettivo di rafforzare le 3 Breast Unit esistenti, anche al fine di assicurare standard adeguati ai volumi, la multidisciplinarità e la presa in carico completa ed integrata dei pazienti;

- è previsto il monitoraggio semestrale del Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio-Sanitari sull'attuazione delle azioni a carico delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie Provinciali in merito al potenziamento delle Breast Units;

- del Piano Regionale della Prevenzione (DCA n. 137/2021) nel quale è stato previsto un programma specifico per il rafforzamento degli screening oncologici;

verificato che: - il DCA n. 84 del 16 agosto 2022 attraverso il PDTA ha specificato l’istituzione di centri specializzati per il carcinoma del colon retto;

- il programma operativo regionale sanità prevede l’adozione di un approccio multidisciplinare per scegliere il trattamento più idoneo per il paziente tra le diverse opzioni terapeutiche possibili, che può essere garantito nella sua migliore efficienza attraverso strutture e reti organizzate che solo gli HUB possono soddisfare, in quanto per le forme oncologiche più frequenti (colon-retto, polmone, prostata, tumori ginecologici) è necessaria l’identificazione nei singoli HUB di specifica branca chirurgica per patologia individuando il centro di eccellenza regionale per la specifica patologia oncologica;

- obiettivo della regione è quello di diminuire la migrazione sanitaria per dare risposte efficienti ed efficaci all’utenza della propria regione;

- i dati delle mobilità regionali per patologie oncologiche prevalenti, in particolare tumore al Colon e tumore alla mammella, sottolineano l’assoluta necessità di una organizzazione di Rete efficiente con percorsi per la malattia oncologica organizzati e che diano risposte concrete;-• allo stato attuale la Rete Oncologica regionale non è pienamente realizzata, per cui i Centri oncologici regionali non costituiscono ancora ad oggi punti di riferimento per molti pazienti, tanto che la mobilità sanitaria per la cura dei tumori continua ad essere tra le più cospicue;

si interroga la Giunta regionale

per sapere:

1) le ragioni del ritardo nell’istituzione delle Colon Cancer Unit, come da DCA n. 84 del 2022;

2) le fasi di attuazione di quanto indicato nel DCA n. 100 del 2020, in particolare per quanto attiene il potenziamento delle Breast Unit;

3) lo stato di attuazione ed il potenziamento presso gli Hub degli screening oncologici collo-utero mammella e colon retto con un programma gestionale unico regionale collegato con l’anagrafica aggiornata al pari delle altre regioni;

4) lo stato di attuazione dei molecolar tumor board specifici in tutti i centri Hub;

5) lo stato di attuazione dei centri con i PDTA (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) per il trattamento delle neoplasie al polmone ed alla prostata;

6) lo stato di attuazione dell’istituzione di un numero verde, sito presso la sede del coordinamento della rete, in contatto con gli HUB usufruibile dai pazienti, da MMG e da strutture sanitarie.

(149; 26/06/2023).

(Risposta)

Proposta di legge numero 201/12^ di iniziativa dei consiglieri Comito, Cirillo e Crinò, recante: “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socio-educative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n.15. Proroga del termine di adeguamento” (deliberazione consiliare n. 204)

Art. 1

(Modifica del comma 1 dell’articolo 23 della l.r. 15/2013)

1. Al comma 1 dell'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi per la prima infanzia), le parole "entro il 30 giugno 2023" sono sostituite dalle seguenti: "entro il 31 dicembre 2023".

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Proposta di legge numero 61/12^ di iniziativa del consigliere De Nisi, recante: “Norme in materia di autorizzazione alla costruzione ed esercizio di linee ed impianti elettrici con tensione non superiore a 150.000 volt, e delle linee ad altissima tensione non facenti parte della rete di trasmissione nazionale, e delle linee e degli impianti indispensabili per la connessione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili” (deliberazione consiliare n. 205)

Art. 1

(Oggetto e finalità)

1. La presente legge, in attuazione del decreto del Ministero della transizione ecologica del 20 ottobre 2022 (Linee guida nazionali per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi riguardanti la costruzione e l’esercizio delle infrastrutture appartenenti alla rete di distribuzione) (LGN), disciplina l'esercizio di funzioni amministrative in materia di infrastrutture per la distribuzione di energia elettrica, comunque prodotta, che non fanno parte della rete di trasmissione nazionale, al fine di assicurare:

a) la semplificazione delle procedure autorizzative per la costruzione e l’esercizio delle infrastrutture appartenenti alla rete di distribuzione e per il rinnovo, la ricostruzione e il potenziamento di reti e impianti elettrici, comprese le opere di connessione di rete per gli impianti di produzione di energia;

b) il rispetto delle prescrizioni tecniche per la sicurezza della popolazione e la regolarità dell'esercizio.

2. Le funzioni di cui al comma 1 sono esercitate dalla Regione Calabria, mediante gli uffici del Dipartimento Attività produttive, e dai comuni della regione Calabria.

Art. 2

(Disposizioni generali)

1. Dalla data di entrata in vigore della presente legge si applicano le “Linee guida nazionali per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi riguardanti la costruzione e l'esercizio delle infrastrutture appartenenti alla rete di distribuzione, non facenti parte della rete elettrica di trasmissione nazionale” integrate con le disposizioni degli articoli seguenti.

Art. 3

(Procedura autorizzativa ed esproprio)

1. Per la costruzione e l’esercizio delle infrastrutture appartenenti alla rete di distribuzione di energia elettrica si applica la procedura autorizzativa prevista dal decreto e quanto previsto nelle seguenti disposizioni.

2. L’istanza di autorizzazione unica, corredata dai relativi allegati, è presentata, a mezzo sportello telematico, al competente dipartimento regionale che, nel caso in cui siano stati richiesti la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, provvede alle forme di pubblicità nei termini di legge ed in particolare in accordo alle disposizioni di cui all’articolo 52-ter (Procedure di comunicazione, notificazione e pubblicità degli atti del procedimento) del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità).

3. Ai fini della presente legge, l’Autorità espropriante è definita dall’articolo 52-sexies, comma 2, del d.p.r. 327/2001.

Art. 4

(Sospensione, decadenza e revoca)

1. Qualora il titolare non adempia alle prescrizioni e agli obblighi contenuti nella autorizzazione unica, la Regione Calabria provvede a notificare una specifica diffida ad adempiere. L’atto di diffida prescrive:

a) la sospensione cautelativa della costruzione o dell'esercizio della rete e dell’impianto;

b) le modalità e i termini, comunque non superiori a centoventi giorni, per l'adempimento degli obblighi e delle prescrizioni.

2. L’inosservanza delle prescrizioni indicate nella diffida determina la decadenza dell’autorizzazione unica e la demolizione delle opere realizzate.

3. L'autorizzazione unica è revocata per sopravvenute condizioni di pericolo per l'incolumità e la salute pubblica o per altri motivi di interesse pubblico, ostativi alla prosecuzione della costruzione o dell'esercizio della rete e dell’impianto.

Art. 5

(Collaudo)

1. Le infrastrutture oggetto di autorizzazione unica sono sottoposte a collaudo da parte del titolare dell'autorizzazione, dopo un periodo di esercizio della durata di tre anni dalla messa in esercizio, ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici del 21 marzo 1988, n. 449 (Approvazione nelle norme tecniche per la progettazione, l’esecuzione e l’esercizio delle linee elettriche aeree esterne), con il quale sono state approvate, in esecuzione della legge 28 giugno 1986, n. 339 (Nuove norme per la disciplina della costruzione e dell'esercizio di linee elettriche aeree esterne) le norme tecniche per la progettazione, l'esecuzione e l'esercizio delle reti elettriche esterne.

2. Il collaudatore è nominato, su richiesta del titolare dell’autorizzazione da presentare entro il termine di sessanta giorni prima della scadenza del termine di cui al comma 1, dall’ufficio regionale competente in materia di infrastrutture energetiche, scelto tra tecnici qualificati iscritti all’albo regionale dei collaudatori appositamente istituito o, in mancanza, tra esperti in materia di costruzione di impianti elettrici o gasdotti, nel rispetto dei principi di trasparenza e di rotazione degli incarichi. Il professionista è tenuto preliminarmente a dichiarare che non sussistono conflitti di interesse, quali rapporti economici o di parentela con i dipendenti della struttura regionale interessata, con il soggetto autorizzato, con i soggetti che hanno svolto incarichi tecnici di progettazione, direzione ed esecuzione dei lavori, con i soggetti che hanno eseguito i lavori.

3. In sede di collaudo si accertano:

a) l'avvenuta ultimazione dei lavori;

b) la funzionalità delle opere, anche in base alle caratteristiche tecniche dei materiali e dei complessi costruttivi;

c) la conformità delle opere al progetto e la loro rispondenza alle prescrizioni tecniche stabilite dall'autorizzazione unica;

d) il rispetto dei valori limite previsti dalle disposizioni vigenti per i livelli di esposizione ai campi elettrici e magnetici della popolazione residente;

e) l'adempimento di ogni altro specifico obbligo imposto dalla normativa vigente.

4. Il certificato di collaudo è trasmesso alla Regione Calabria, che, in caso di esito negativo, procede ai sensi del comma 1 dell’articolo 4.

5. Ulteriori aspetti di dettaglio sono disciplinati con il regolamento attuativo da adottare con deliberazione di Giunta regionale nell’ambito delle materie di cui all’articolo 9.

Art. 6

(Spostamenti per ragioni di pubblico interesse)

1. L’autorità competente può, per ragioni di pubblico interesse o per sopravvenute esigenze di tutela della salute pubblica, ordinare al titolare della rete o dell’impianto lo spostamento o la modifica di reti e impianti autorizzati.

2. Qualora necessario, il provvedimento costituisce di per sé variante allo strumento urbanistico ai sensi dell'articolo 52-quater del d.p.r. 327/2001.

Art. 7

(Catasto regionale degli elettrodotti e degli impianti di produzione di energia)

1. L'elenco degli elettrodotti e degli impianti realizzati è inviato annualmente alla Regione Calabria al fine dell’aggiornamento del catasto regionale degli elettrodotti e degli impianti di produzione di energia.

2. I gestori delle reti di distribuzione di energia elettrica forniscono alla Regione Calabria la mappa completa dello sviluppo delle reti di distribuzione.

Art. 8

(Misure di semplificazione ulteriori)

1. La denuncia di inizio lavori (DIL) si applica alla sostituzione dei sostegni esistenti, anche con variazione in altezza, ed è consentita laddove ciò sia motivato da ragioni tecniche, nel rispetto delle norme vigenti e fermo restando le eventuali verifiche obbligatoriamente previste da parte degli organismi preposti alla sicurezza del volo, con variazione dell'altezza pari al massimo al trenta per cento dell'altezza dei sostegni esistenti.

2. La DIL è presentata fermo restando l’acquisizione del consenso dei proprietari delle aree interessate. Il proponente dimostra la disponibilità delle aree attraverso un accordo bonario, stipulato con le parti interessate, in forma scritta.

3. La realizzazione delle reti e degli impianti di distribuzione di energia elettrica e delle opere indispensabili alle stesse avviene, in caso di linee interrate, preferibilmente sul sedime delle infrastrutture stradali.

4. Per la realizzazione delle reti, cabine e impianti di distribuzione di energia elettrica di media e bassa tensione non è richiesto il deposito dei calcoli strutturali dei progetti, tranne nei casi previsti dalla legge.

5. La Giunta regionale può introdurre, con propria deliberazione e per le finalità dettate dall’articolo 1, disposizioni e modalità più favorevoli in materia di semplificazione dei procedimenti autorizzativi coerentemente alle disposizioni di cui al punto 7.2. delle LGN.

Art.9

(Disposizioni di dettaglio e di semplificazione procedurale)

1. Nel rispetto della normativa nazionale, con regolamento sono disciplinate le seguenti tematiche:

a) le garanzie per l’accesso ai fondi;

b) le modalità di presentazione delle istanze e delle comunicazioni;

c) la modulistica e le spese istruttorie, anche per i procedimenti in capo ai comuni;

d) i requisiti del progetto allegato all’istanza;

e) le modalità di rilascio dell’autorizzazione;

f) le semplificazioni procedurali, in particolare per gli interventi che non richiedono la dichiarazione di pubblica utilità in aree non vincolate per la realizzazione di elettrodotti interrati;

g) il coordinamento con gli altri procedimenti autorizzativi unici di competenza regionale;

h) le interferenze con i beni demaniali, le infrastrutture pubbliche e le zone vincolate;

i) le opere edilizie accessorie;

j) il rilascio delle attestazioni di conformità urbanistica;

k) le ulteriori disposizioni per piani e strumenti urbanistici;

l) la revoca e la sospensione;

m) l’amovibilità e l’inamovibilità degli elettrodotti; gli spostamenti per ragioni di pubblico interesse;

n) il collaudo e le sanzioni;

o) il catasto regionale degli impianti di produzione di energia elettrica e degli elettrodotti;

p) costi istruttori;

q) linee di indirizzo per l’esercizio delle funzioni di competenza dei Comuni.

Art. 10

(Sanzioni)

1. L'esecuzione delle opere previste dalla presente legge, senza la preventiva autorizzazione, ovvero in difformità dalla stessa, è assoggettata ad una sanzione amministrativa, a carico del gestore dell'impianto, dell'esecutore delle opere e del direttore dei lavori, per un importo da 1.032,00 euro a 5.016,00 euro.

2. In caso di esecuzione abusiva delle opere previste dalla presente legge nonché in caso di decadenza è comunque fatto obbligo ai trasgressori di provvedere al ripristino dello stato dei luoghi.

3. Nell'ipotesi di inerzia da parte dell'obbligato, si provvede d'ufficio a spese dell'inadempiente. Il recupero di tali spese è effettuato con le modalità e gli effetti previsti dal regio decreto 14 aprile 1910, n. 639 (Testo unico delle disposizioni di legge relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello Stato).

Art. 11

(Disposizioni transitorie)

1. Per i procedimenti di autorizzazione e di comunicazione di inizio lavori in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, è facoltà del proponente presentare, entro trenta giorni da tale termine, una nuova istanza di autorizzazione unica o una nuova denuncia di inizio lavori ai sensi delle LGN e della presente legge.

2. La legge regionale 24 novembre 2000, n.17 (Norme in materia di opere di concessione linee elettriche ed impianti elettrici con tensione non superiore a 150.000 volt. Delega alle Amministrazioni provinciali) è abrogata. Sono fatti salvi i procedimenti ancora in corso, ovvero già avviati prima dell’entrata in vigore della presente legge. Sono altresì fatti salvi i procedimenti amministrativi per gli elettrodotti di cui all’articolo 25, comma 2, della l.r. 17/2000, comunicati nei termini dal concessionario nazionale della rete di distribuzione, e per i quali le amministrazioni provinciali non hanno rilasciato la prevista autorizzazione definitiva. Detti procedimenti sono completati a cura del dipartimento regionale competente. Fino all’entrata in vigore del regolamento di cui all’articolo 9 restano valide le seguenti disposizioni della l.r. 17/2000:

- il comma 2 dell’articolo 2;

- i commi 4, 5 e 6 dell’articolo 3;

- l’articolo 14;

- l’articolo 19;

- gli articoli 20, 21, 22;

- l’articolo 25, limitatamente ai soli elettrodotti indicati al comma 2, per i quali non sono stati completati i procedimenti autorizzativi.

Art. 12

(Clausola d’invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 13

(Entrata in vigore)

1.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Proposta di legge numero 173/12^ di iniziativa dei consiglieri Giannetta e Gallo, recante: “Istituzione e disciplina del Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co.”  (deliberazione consiliare n. 206)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione Calabria intende valorizzare l'istituzione delle denominazioni comunali, di seguito denominate De.Co., quale strumento efficace per promuovere la salvaguardia delle produzioni agroalimentari ed enogastronomiche territoriali, della biodiversità, nonché di difesa della storia, delle tradizioni e saperi locali e per contribuire alla promozione delle specificità storico-culturali di un determinato territorio.

2. Nel rispetto della piena tutela delle indicazioni geografiche, come prevista dall'articolo 13 del Regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1151/2012 del 21 novembre 2012, sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari e dall'articolo 103 del Regolamento (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1308/2013 del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n.1234/2007 del Consiglio, la presente legge promuove la conoscenza, mediante il Registro regionale di cui all’articolo 3, dei Comuni con prodotti De.Co. istituiti e disciplinati ai sensi del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali). I metodi di comunicazione di tale conoscenza sono strutturati in modo da non interferire negativamente con gli scopi e con l'ambito di applicazione del sistema comunitario di tutela DOP, IGP e STG.

3. Non possono essere inclusi nel Registro regionale De.Co. i prodotti interessati da indicazioni geografiche (DOP-IGP-STG), salvo che i prodotti ottengano o abbiano già ottenuto il riconoscimento comunale De.Co., nonché i prodotti inseriti nell'elenco di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173 (Disposizioni in materia di contenimento dei costi di produzione e per il rafforzamento strutturale delle imprese agricole, a norma dell'articolo 55, commi 14 e 15, della l. 27 dicembre 1997, n. 449); nel caso di riconoscimento europeo di un prodotto De.Co., nonché in caso di iscrizione nell'elenco di cui all’articolo 8 del d.lgs. 173/1998 questa denominazione decade automaticamente.

Art. 2

(Definizioni)

1. Ai sensi della presente legge si intende per:

a) De.Co.: la Denominazione comunale, deliberata dal Comune, tramite apposita deliberazione di Giunta comunale e contrassegnata dal Sindaco, che attesta il legame fortemente identitario di un prodotto con quel territorio comunale. La De.Co. non è un marchio di qualità o di certificazione, ma una denominazione con funzione ricognitiva ai fini della valorizzazione identitaria di un prodotto tipico espressione delle tradizioni locali di un territorio;

b) Prodotto De.Co.: un prodotto agroalimentare o gastronomico, artistico e artigianale, una ricetta, un prodotto ad alto valore storico della tradizione locale, una festa, una fiera o una sagra caratteristica del territorio;

c) Registro regionale De.Co.: il documento nel quale sono iscritti i prodotti tipici ad alto valore storico della tradizione locale di ogni singolo Comune, nonché i soggetti di diritto pubblico e privato, in forma individuale o collettiva, che effettuano le produzioni tradizionali;

d) Regolamento di iscrizione al Registro regionale De.Co.: il riferimento orientativo per i Comuni, al fine di realizzare percorsi e procedure omogenee nell'attribuzione delle De.Co. nonché una guida per l'iscrizione dei Comuni e delle De.Co. al relativo Registro regionale, sulla base di quanto disposto dall'articolo 3.

Art. 3

(Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co.)

1. È istituito il Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co., di seguito denominato Registro, all'interno del quale sono iscritti i Comuni e i relativi prodotti De.Co. che hanno ottenuto la denominazione, nonché i soggetti di diritto pubblico e privato, in forma individuale o collettiva, che effettuano le produzioni a denominazione comunale, con ogni notizia utile all'individuazione delle speciali caratteristiche dei prodotti, della localizzazione e dell'estensione della zona di produzione, nonché dell'epoca nella quale la stessa risulta avviata, ad opera di chi e da chi è proseguita.

2. Il Registro ha un ambito di operatività strettamente locale e non costituisce restrizione alla libera circolazione delle merci nel mercato comune, ai sensi dell'articolo 28 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea, salvo che non ricorrono i presupposti per l'applicazione dell'articolo 30 del Trattato.

3. Ferma restando la facoltà di riconoscere prodotti De.Co. da parte dei Comuni mediante apposita deliberazione di Giunta comunale, la Regione procede all'istituzione di un logo distintivo del Registro quale strumento di valorizzazione e identificazione e ne mantiene la titolarità dell'uso.

4. I soggetti iscritti al Registro possono esporre il logo distintivo e farne uso nella propria attività pubblicitaria, secondo le modalità stabilite dalla Regione con apposito atto.

5. Il Registro è tenuto dalla Giunta regionale.

6. La Giunta regionale, con il regolamento di cui all'articolo 7, provvede a:

a) individuare la struttura amministrativa regionale interessata alla tenuta del Registro;

b) definire le sezioni e i campi informativi del Registro;

c) individuare le modalità, anche elettroniche, di tenuta del Registro;

d) definire le procedure per l'iscrizione e per l'aggiornamento dello stesso;

e) stabilire la forma grafica al logo del Registro e le regole per la sua concessione;

f) definire le modalità di diffusione informativa del Registro.

Art. 4

(Regolamento di iscrizione)

1. La Regione, al fine di offrire orientamenti per i Comuni che intendono riconoscere prodotti De.Co. sul proprio territorio di competenza, provvede con deliberazione della Giunta regionale e previo parere della competente Commissione consiliare, a emanare apposito regolamento.

2. Previa definizione di un sistema di armonizzazione, di raccordo automatico e di semplificazione con gli esistenti regolamenti comunali di istituzione dei prodotti De.Co., il regolamento di cui all'articolo 7:

a) definisce gli adempimenti formali per l'iscrizione dei prodotti De.Co. nel Registro;

b) definisce i requisiti minimi ai fini dell'iscrizione dei prodotti al Registro;

c) definisce gli ambiti di possibile conflitto con le Produzioni agroalimentari tradizionali (PAT), DOP e IGP nel caso di concomitanza di riconoscimento e le modalità di superamento dello stesso;

d) propone caratteri tecnici e dimensionali standard per i singoli loghi dei prodotti De.Co.;

e) propone i modelli di disciplinari per i prodotti che intendono perseguire il riconoscimento De.Co.

3. Il regolamento contiene le disposizioni per l'iscrizione di prodotti De.Co. già riconosciuti e disciplinati dai singoli Comuni alla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 5

(Coordinamento regionale dei Comuni De.Co.)

1. La Regione, al fine di sostenere orientamenti per i Comuni che hanno riconosciuto prodotti De.Co. sul proprio territorio di competenza, promuove l'istituzione di un Coordinamento regionale dei Comuni De.Co.

2. Nel regolamento di cui all'articolo 7 si definisce anche:

a) la sede del Coordinamento regionale dei Comuni De.Co.;

b) gli adempimenti formali per l'iscrizione dei Comuni al Coordinamento regionale dei Comuni De.Co.;

c) gli obiettivi e le modalità di funzionamento;

d) gli strumenti indispensabili per incentivare la collaborazione tra i Comuni aderenti, nonché la cooperazione tra i Comuni e la Regione.

3. Il Coordinamento è aperto a ogni Comune della Regione Calabria, che può farne parte sottoscrivendo per adesione il regolamento, ferma restando l'indipendenza e l'autonomia di ciascuna amministrazione comunale nel perseguimento delle proprie finalità regolamentari.

Art. 6

(Promozione dei prodotti De.Co.)

1. La Regione, nel perseguire le finalità della presente legge, considera i prodotti De.Co., iscritti nel rispettivo Registro regionale, unitamente alle produzioni tradizionali e tipiche di qualità certificata, testimonianza del territorio calabrese da valorizzare attraverso le manifestazioni promozionali e la comunicazione organizzata della Regione.

2. La Regione, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, assicura alle produzioni De.Co. iscritte nel rispettivo Registro regionale visibilità attraverso un’azione di divulgazione con gli strumenti informativi, anche digitali.

3. Nel pieno rispetto delle normative nazionali e comunitarie, la Regione promuove iniziative di sostegno per le filiere che integrano e promuovono i prodotti De.Co.

Art. 7

(Regolamento)

1. La Regione, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, provvede, con deliberazione della Giunta regionale e previo parere della competente commissione consiliare, a emanare apposito regolamento che disciplina quanto previsto dai commi 3 e 5 dell'articolo 3, dai commi 2 e 3 dell'articolo 4 e dal comma 2 dell'articolo 5.

2. Il regolamento è aperto ai produttori degli Stati membri dell'Unione europea e si basa sul legame storico e l’importanza dei prodotti per la comunità e il territorio. Il regolamento, altresì, opera nel rispetto dell'articolo 117, comma 1, della Costituzione, relativamente alla puntuale applicazione degli articoli 34, 35 e 36 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione europea.

Art. 8

(Monitoraggio e valutazione)

1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato regionale all'agricoltura, trasmette al Consiglio regionale della Calabria, con cadenza annuale, una relazione sullo stato di attuazione e sugli effetti della legge, contenente le seguenti informazioni:

a) le deliberazioni di cui al comma 3 dell'articolo 3;

b) la valutazione sulla coerenza dei predetti provvedimenti rispetto a quanto previsto dalla presente legge e dal regolamento di cui all'articolo 3;

c) gli obiettivi raggiunti e le criticità emerse nell'attuazione della presente legge.

Art. 9

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione. Le competenti strutture regionali provvedono agli adempimenti previsti dalla presente legge con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente.

Art. 10

(Entrata in vigore)

1.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge numero 175/12^ di iniziativa del consigliere Mattiani, recante: “La Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale” (deliberazione consiliare n. 207)

Art. 1

(Finalità e oggetto)

1. La Regione Calabria promuove misure di sostegno, valorizzazione e salvaguardia in favore del patrimonio culturale regionale calabrese, in armonia con gli obblighi internazionali, con la Costituzione e con i principi dell'ordinamento giuridico della Repubblica, con l'osservanza delle disposizioni dello Statuto regionale e delle relative norme di attuazione, nonché nel rispetto del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137).

Art. 2

(La Varia di Palmi quale patrimonio culturale e grande evento regionale)

1. La Regione Calabria, nell’ambito delle politiche di cui all’articolo 1, riconosce la Festa della Varia di Palmi - già inserita nella Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) con la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003, nell’ambito della Rete delle Grandi Macchine a Spalla Italiane, indicata dall’UNESCO come modello, esempio e fonte di ispirazione - quale patrimonio culturale e grande evento regionale da sostenere, promuovere, valorizzare e salvaguardare.

Art. 3

(Misure di salvaguardia, tutela, promozione e valorizzazione)

1. La Regione Calabria, nei limiti delle disponibilità esistenti a valere sulle risorse regionali, nazionali e comunitarie, concorre alla promozione, valorizzazione e salvaguardia della Festa della Varia di Palmi attraverso:

a) iniziative di studio e ricerca sulla salvaguardia, tutela e valorizzazione concordate con la comunità di riferimento;

b) progetti specifici di salvaguardia, tutela, valorizzazione e trasmissione;

c) iniziative di carattere culturale, come conferenze, mostre, convegni, interventi coordinati col mondo della scuola;

d) iniziative di divulgazione dei caratteri e delle qualità che la connotano, mediante attività di promozione televisiva, partecipazione a fiere ed eventi di promozione culturale e turistica nazionali e internazionali, realizzazione di appositi documentari e filmati;

e) progetti di salvaguardia del patrimonio culturale immateriale rappresentato dalla Festa della Varia di Palmi proposti dal Comune di Palmi.

2. Gli interventi di cui alla lettera e) del comma 1 possono essere proposti ed effettuati direttamente dal Comune di Palmi, previa presentazione di una istanza da indirizzare al Presidente della Regione Calabria, entro il 31 marzo di ogni anno, contenente la relazione illustrativa delle iniziative proposte e predisposte secondo un processo caratterizzato dalla più ampia partecipazione di comunità, gruppi e individui che creano, mantengono e trasmettono tale patrimonio culturale, secondo i principi della Convenzione Unesco del 2003 e le sue direttive operative, al fine di coinvolgerli attivamente nell’opera di tutela e salvaguardia.

3. Il programma degli interventi indicati dal comma 1 è approvato dalla Giunta regionale su proposta del Comitato scientifico istituito dall’articolo 4, sulla base delle risorse a disposizione.

4. Sul sito istituzionale della Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria è istituita una specifica sezione, denominata Festa della Varia di Palmi, dove sono indicate le attività di promozione, valorizzazione e salvaguardia e sono pubblicizzate le iniziative promosse e realizzate ai sensi del presente articolo.

Art. 4

(Comitato scientifico per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione della Festa della Varia di Palmi)

1. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è istituito, presso la Direzione generale dell'Assessorato al Turismo e Marketing Territoriale e la Direzione generale dell’Assessorato alla Cultura, il Comitato scientifico per la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione della Festa della Varia di Palmi, che, per l'espletamento dei propri compiti, si avvale delle strutture e delle risorse dei suddetti assessorati.

2. Il Comitato di cui al comma 1 è composto da cinque membri scelti tra personalità di indiscussa competenza e professionalità nelle materie oggetto della presente legge, la cui partecipazione è a titolo gratuito. Un componente è designato dalla Direzione generale dell'Assessorato al Turismo e Marketing Territoriale e uno è designato dalla Direzione generale dell'Assessorato alla Cultura.

3. Il Comitato di cui al comma 1 è nominato con decreto del Presidente del Consiglio regionale e dura in carica tre anni. Nella prima seduta, nell’ambito dei suoi componenti, il Comitato scientifico provvede alla nomina del Presidente.

4. Al Comitato di cui al comma 1 è attribuito il compito di approvare il programma degli interventi di cui all’articolo 3.

5. Rientra, altresì, tra i compiti del Comitato di cui al comma 1 la valutazione della rispondenza delle iniziative proposte dal Comune di Palmi con la relazione illustrativa di cui al comma 2 dell’articolo 3, ai principi della Convenzione Unesco del 2003 e alle sue direttive operative.

6. Il Comitato, inoltre, nell’espletamento dei compiti fissati dalla presente legge, laddove rilevi la non rispondenza di una o più iniziative tra quelle contenute nella relazione illustrativa, invita il Comune di Palmi a rideterminarne i contenuti entro i successivi quindici giorni sulla base dei rilievi sollevati. La mancata ottemperanza è causa di esclusione della singola iniziativa proposta.

Art. 5

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale.

Art. 6

(Entrata in vigore)

1.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Proposta di legge numero 181/12^ di iniziativa del consigliere Raso, recante: “Norme sul funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni di cui all'articolo 41 del d.p.r. 327/2001” (deliberazione consiliare n. 208)

Art. 1

(Composizione della Commissione per le espropriazioni)

1. Ai sensi dell’articolo 41 del decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità) è istituita, in ogni provincia, con decreto del dirigente generale del Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici, la Commissione per le espropriazioni (CPE), composta nel modo seguente:

a) dal Presidente della Provincia o da un suo delegato, che la presiede;

b) dal dirigente della Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate, o da un suo delegato;

c) dal dirigente del settore regionale competente in materia di vigilanza normativa tecnica sulle costruzioni e supporto tecnico, o da un suo delegato;

d) dal direttore generale dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Calabria (A.T.E.R.P.), o da un suo delegato;

e) da due esperti in materia urbanistica ed edilizia, nominati dalla Regione;

f) da tre esperti in materia di agricoltura e di foreste, nominati dalla Regione su terne proposte dalle associazioni sindacali maggiormente rappresentative;

g) dal dirigente del settore espropri della Regione Calabria, o da un suo delegato;

h) dal sindaco del comune ove sono situati i beni da stimare, o da un suo delegato, per la sola determinazione delle indennità di aree edificabili.

Art. 2

(Sede della Commissione)

1. La Commissione ha sede presso l'Agenzia delle entrate, sede provinciale.

Art. 3

(Durata in carica dei componenti)

1. Gli esperti nominati dalla Regione, con decreto del Presidente del Consiglio regionale, durano in carica sino alla scadenza ordinaria o anticipata del Consiglio regionale, e comunque fino alla loro effettiva sostituzione o conferma.

Art. 4

(Decadenza e sostituzione componenti)

1. In caso di assenza ingiustificata per tre sedute consecutive della CPE, i membri esperti di cui all’articolo 1, comma 1, lettere e) e f) possono essere dichiarati decaduti. La segreteria della CPE, in tal caso, provvede a informare il suo presidente, che ne dà comunicazione al dirigente dell’Ufficio espropri della Regione per la relativa sostituzione e nomina con le modalità di cui al presente articolo. Analogamente si procede in caso di dimissioni o di decesso.

2. La comunicazione di cui al comma 1, per gli eventuali provvedimenti di sostituzione, è inviata dal presidente della CPE al direttore generale dell’A.T.E.R.P. e ai dirigenti dell’Agenzia delle entrate e del settore regionale competente in materia di vigilanza normativa tecnica sulle costruzioni e supporto tecnico, qualora i loro delegati non partecipino, senza giustificato motivo, a tre sedute consecutive della CPE.

Art. 5

(Funzionamento e compiti della Commissione)

1.Le sedute della CPE sono valide con la presenza di almeno cinque componenti con voto deliberativo e le deliberazioni sono adottate a maggioranza dei presenti. In caso di parità di voti assume prevalenza il voto del presidente della CPE.

2. La CPE si riunisce, di norma, quattro volte al mese; in caso di necessità di ulteriori sedute, per l'erogazione del trattamento economico previsto dall’articolo 8, deve essere fornita motivata giustificazione da parte del presidente della CPE.

3. Per le determinazioni dei valori agricoli medi e dell'indennità di aree ritenute edificabili occorre anche la partecipazione, rispettivamente, di almeno uno degli esperti in materia di agricoltura e foreste e di almeno uno degli esperti in materia di urbanistica ed edilizia.

4. La CPE determina:

a) l'indennità definitiva di espropriazione, nel caso di cui all'articolo 21, comma 15, del d.p.r. 327/2001;

b) i valori agricoli medi dei terreni, considerati non oggetto di contratto agrario, secondo i tipi di coltura effettivamente praticati, ai sensi dell'articolo 41 del d.p.r. 327/2001;

c) il corrispettivo della retrocessione totale o parziale del bene nel caso in cui lo stesso non sia concordato tra le parti, ai sensi dell'articolo 48 del d.p.r. 327/2001;

d) l’indennità di asservimento, nei casi in cui dalla realizzazione dell'opera derivi la necessità dell'imposizione della servitù di cui all’articolo 44 del d.p.r. 327/2001;

e) l'indennità per l'occupazione temporanea per aree non soggette ad esproprio ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del d.p.r. 327/2001.

5. La CPE, qualora consultata dall'autorità espropriante, esprime anche determinazioni in ordine alla valutazione dell'indennità provvisoria di espropriazione nei casi di cui all'articolo 20, comma 3, del d.p.r. 327/2001.

6. La convocazione della CPE viene disposta dal presidente ed è comunicata dalla segreteria, tramite messaggio di posta elettronica o di posta elettronica certificata, almeno cinque giorni prima della data fissata, con avviso contenente l'ordine del giorno degli argomenti da trattare; nei casi di urgenza o di seconda convocazione per mancanza del numero legale, il presidente può procedere a trasmettere apposito avviso ventiquattro ore prima della seduta.

7. Il presidente della CPE assegna ai componenti della CPE l'istruttoria delle pratiche pervenute in base a un criterio di equa distribuzione e tenendo conto delle professionalità presenti.

8. La CPE adotta le determinazioni e le valutazioni previste dalla normativa vigente entro trenta giorni dalla data di ricevimento della richiesta o dalla data di ricezione di eventuali integrazioni ritenute necessarie. Le determinazioni sono poi inviate all'autorità espropriante e per conoscenza al settore regionale competente in materia di espropri della Regione Calabria. L'autorità espropriante comunica agli interessati l'ufficio presso il quale è depositata la deliberazione della CPE ai sensi dell’articolo 27 del d.p.r. 327/2001.

9. Entro il mese di gennaio di ogni anno la CPE approva le tabelle dei valori agricoli medi, e di eventuali valori di altra natura previsti dalla normativa vigente, e le trasmette al settore regionale competente in materia di espropri della Regione Calabria per la successiva pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico regionale.

10. Per quanto non espressamente indicato, si fa riferimento alle normative vigenti in materia.

Art. 6

(Segreteria della CPE)

1. Ciascuna CPE, al fine di organizzare efficacemente la propria attività, si avvale di una segreteria, costituita a cura del direttore della competente Direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate.

2. La segreteria della CPE:

a) redige i verbali delle riunioni, riportandoli in apposito registro con l'indicazione dei componenti presenti per ogni seduta;

b) cura i rapporti tra la CPE, i soggetti richiedenti le determinazioni e la Regione Calabria, effettuando gli avvisi, comunicazioni, invii o depositi previsti nell'ambito delle materie attribuite dalla normativa vigente alla competenza della CPE;

c) raccoglie la documentazione relativa alle presenze dei componenti ai fini della corresponsione del trattamento economico previsto dall'articolo 8;

d) cura la raccolta e l’archiviazione di tutta la documentazione e dei dati complessivi annuali relativi alle determinazioni effettuate dalla CPE e cura tutti gli adempimenti comunque necessari al funzionamento della stessa.

2. Il verbale di ciascuna seduta della CPE, sottoscritto dal presidente della stessa, è inserito all’ordine del giorno e approvato dalla CPE nella seduta immediatamente successiva.

3. Presso la segreteria sono istituiti il protocollo, il registro delle pratiche e il registro delle determinazioni. Tutte le richieste che pervengono all’ufficio di segreteria e tutte le comunicazioni a firma del presidente vengono registrate al protocollo della CPE. Tutte le deliberazioni e la documentazione relativa all’attività della CPE vengono registrate sul registro delle deliberazioni della segreteria.

Art. 7

(Spese di istruttoria)

1.Il soggetto cui sono attribuiti per legge o per delega poteri espropriativi per la realizzazione di opere pubbliche o private e che intende avvalersi dell’intervento della CPE è tenuto al pagamento delle spese di istruttoria nella seguente misura:

a) fino a cinque ditte catastali, un importo pari a ottocento euro;

b) superiore a cinque ditte catastali, un importo aggiuntivo pari a cinquanta euro per ogni ulteriore ditta catastale.

2. Il contributo è vincolato a sostenere le spese di funzionamento dell’attività della CPE e dell’ufficio di segreteria ed è versato alla Provincia competente territorialmente, nelle forme indicate nell’avviso che verrà inviato dalla segreteria della CPE ai soggetti richiedenti.

Art. 8

(Spese di funzionamento della Commissione provinciale per le espropriazioni)

1. Tutte le spese relative al funzionamento della CPE sono gestite dalla Provincia competente territorialmente, attraverso il contributo versato per spese istruttorie di cui all’articolo 7, ed eventuali altre somme da reperire su appositi capitoli propri.

Art. 9

(CPE della Città metropolitana di Reggio Calabria)

1. La CPE della Città metropolitana di Reggio Calabria è presieduta dal Sindaco metropolitano, che nomina con decreto i suoi componenti.

2. Il funzionamento della CPE della Città metropolitana di Reggio Calabria, le spese di istruttoria e il trattamento economico dei componenti sono definiti con regolamento adottato con deliberazione del Consiglio metropolitano.

Art. 10

(Abrogazione della l.r. 17/1988)

1. È abrogata la legge regionale 31 luglio 1988, n. 17 (Norme sul funzionamento della commissione prevista dall'articolo 14 della legge 28 gennaio 1977, n. 10 e sulle indennità spettanti ai componenti).

Art. 11

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Proposta di legge numero 184/12^ di iniziativa dei consiglieri Gelardi, Mancuso, Raso e Molinaro, recante: “Istituzione delle palestre della salute” (deliberazione consiliare n. 209)

Art. 1

(Finalità)

1. La Regione promuove il benessere psico-fisico e sociale di tutta la popolazione e riconosce e incentiva l'attività motorio-sportiva quale strumento di realizzazione del diritto alla salute, come previsto anche dalla legge regionale 22 novembre 2010, n. 28 (Norme in materia di sport nella Regione Calabria).

Art. 2

(Palestre della salute)

1. La Regione riconosce e promuove le Palestre della salute come luogo privilegiato per il raggiungimento delle finalità di cui all'articolo 1.

Art. 3

(Elenco regionale Palestre della salute)

1. Presso il dipartimento regionale competente in materia di attività sportive è istituito, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale, in forma telematica, l’elenco delle Palestre della salute.

2. Le palestre inserite nell'elenco di cui al comma 1 possono esporre al pubblico la dicitura “Palestre della salute”.

3. La Giunta regionale, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, determina mediante regolamento:

a) la procedura di certificazione delle Palestre della salute, i criteri, le modalità e le tempistiche;

b) i requisiti tecnici delle strutture degli impianti e delle attrezzature sportive delle Palestre della salute;

c) i requisiti per lo svolgimento delle attività motorie finalizzate alla prevenzione e alla terapia in ambito salutista;

d) i requisiti per ottenere l'iscrizione nell’elenco regionale delle Palestre della salute.

Art.4

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Proposta di legge numero 204/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Proroga graduatorie Servizio Sanitario Regionale - Deliberazione di Giunta regionale n. 308 del 28/06/2023” (deliberazione consiliare n. 210)

Art. 1

(Misure di proroga delle graduatorie del SSR)

1. Al fine di consentire l'efficace espletamento delle procedure di reclutamento del personale, in un'ottica di economicità e celerità delle medesime, in considerazione dello stato emergenziale in cui versa la sanità calabrese, è prorogata l'efficacia delle graduatorie approvate nell'anno 2021, limitatamente ai profili professionali di operatore sociosanitario ed infermiere.

Art. 2

(Validità ed attuazione delle misure)

1. Le misure di cui all'articolo 1 hanno validità di un anno e sono subordinate alla previa frequenza obbligatoria, da parte dei soggetti inseriti nelle graduatorie, di corsi di aggiornamento organizzati a cura degli enti ed aziende del servizio sanitario regionale interessate, nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità ed economicità, nonché al previo superamento di un colloquio finale atto ad accertarne la perdurante idoneità.

Art. 3

(Disposizioni finanziarie)

1. Le disposizioni degli articoli 1 e 2 non determinano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, trovando copertura finanziaria sulle risorse disponibili a legislazione vigente, nei bilanci degli enti ed aziende del servizio sanitario regionale.

2. Tenuto conto delle necessità di dare parziale copertura finanziaria al quadro economico dell’intervento di realizzazione del Nuovo Ospedale della Sibaritide, anche al fine di far fronte ai maggiori oneri connessi alle lavorazioni effettuate nel corso della pandemia da Covid-19, nonché per assicurare la continuità dei lavori di realizzazione della struttura ospedaliera, è autorizzata per l’annualità 2023 la spesa di euro 2.723.039,66, con allocazione alla Missione 13, Programma 05 (U.13.05) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023-2025.

3. Alla copertura degli oneri di cui al precedente comma 2, si provvede con la contestuale riduzione degli stanziamenti disposti con l’articolo 3, commi da 1 a 3, della legge regionale 23 dicembre 2022, n. 50, allocati nel medesimo programma di spesa.

4. La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023- 2025.

Art. 4

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

Proposta di legge numero 206/12^ di iniziativa dei consiglieri Mancuso, Caputo e Raso, recante: “Modifiche all'articolo 9 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)” (deliberazione consiliare n. 211)

Art. 1

(Integrazione dell’articolo 7 della l.r. n. 24/2013)

1. All’ultimo periodo del comma 6 dell’articolo 7 della legge regionale 16 maggio 2013, n.24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità) dopo le parole: “del direttore generale,” sono aggiunte le seguenti: “o del Commissario straordinario, ove nominato”.

Art. 2

(Modifica dell’articolo 9 della l.r. 32/1996)

1. La rubrica dell’articolo 9 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica) è sostituita dalla seguente: “(ISEE del nucleo familiare e modalità di accertamento)”.

2. I commi 1 e 2 dell'articolo 9 della l.r. n. 32/1996 sono sostituiti dal seguente:

“1. Il reddito annuo complessivo del nucleo familiare, determinato dall’indicatore di situazione economica equivalente (ISEE) e calcolato con i criteri stabiliti dalla normativa statale di riferimento, non deve superare il limite massimo di 10.500,00 euro per nucleo familiare di due componenti. Tale limite è aggiornato annualmente dal dipartimento regionale competente in materia di edilizia residenziale pubblica, in base all’indice definito dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) verificatasi nell’anno precedente.”.

3. I commi 3 e 4 dell’articolo 9 della l.r. n. 32/1996 sono abrogati.

Art. 3

(Norma di salvaguardia)

1. Le disposizioni normative previste all’articolo 1 trovano applicazione per i bandi pubblicati successivamente all’entrata in vigore della presente legge.

Art. 4

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Mozione numero 60/12^ di iniziativa dei consiglieri Lo Schiavo e Talerico, recante: “Sull’autonomia speciale a Museo archeologico nazionale di Crotone ed al Museo e parco archeologico nazionale di Capo Colonna, (Legge 29 luglio 2014 n. 106)”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- la Calabria è una delle regioni italiane con il più alto numero di siti archeologici, patrimonio inestimabile per l’intera umanità;

- tra gli innumerevoli siti di interesse archeologico i Musei di Crotone e Capo Colonna, con annesso Parco archeologico, sono tra i più belli e suggestivi della Magna Graecia;

- l’Antica Kroton, tra le più potenti e influenti città della Magna Graecia, giocò un ruolo fondamentale nella storia di Capo Colonna dove fu edificato il Tempio di Hera Lacinia, oggi Area archeologica di Capo Colonna situata nel cuore dell’Area marina protetta di Capo Rizzuto;

- Capo Colonna è simbolo della grecità d'Occidente ed anche uno dei santuari più importanti e meglio conosciuti della Magna Graecia i cui reperti antichi rinvenuti sul luogo - gioielli in oro, vasi di terracotta e tanti altri doni portati dai pellegrini devoti, tra cui il famoso Diadema aureo e la misteriosa Barchetta nuragica - oggi sono custoditi presso il Museo archeologico di Crotone;

considerato che:

- le attività di gestione, valorizzazione, comunicazione e promozione del Museo archeologico nazionale di Crotone ed il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna sono fortemente connesse alla programmazione delle attività di competenza della Direzione regionale musei Calabria, organo periferico del ministero della Cultura, che opera sul territorio regionale con l’obiettivo di valorizzare e rendere fruibili i musei, i monumenti e i parchi archeologici statali;

- la mission della Direzione regionale musei Calabria sembrerebbe non trovare riscontro relativamente ai servizi da erogare ai musei pitagorici le cui attività di valorizzazione del patrimonio archeologico sono state garantite, nonostante la grave carenza di personale, grazie al positivo spirito collaborativo tra personale e direzione museale crotonese;

- sulla base dei dati ministeriali, i musei di Crotone, ad oggi, sono secondi solo al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, nonostante la presenza di un inferiore spazio espositivo rispetto ad altre realtà calabresi e di una superficie minore per quanto concerne l’area del parco;

preso atto che:

- in più occasioni sugli organi di stampa è stata messa in evidenza da turisti ed operatori la situazione disastrosa e degradata in cui versa il Parco archeologico di Capo Colonna, caratterizzata principalmente dalla proliferazione a dir poco invasiva della vegetazione;

- la stessa circostanza si registra nella cosiddetta area spettacoli (teatro), localizzata dietro il museo, e nel Giardino di Hera, interno alla struttura museale, impraticabili per la presenza di vegetazione esageratamente alta;

- l’inquadramento amministrativo dei musei pitagorici determina una competenza diretta per quanto attiene interventi di manutenzione, anche ordinaria, alla Direzione regionale musei Calabria;

- questo status di dipendenza organizzativa mal si concilia con le esigenze di tutela del patrimonio archeologico di uno dei siti più importanti del meridione ed è pertanto necessario adoperarsi per porre rimedio alle carenze organizzative dei musei e di manutenzione del Parco archeologico;

- dell’atto deliberativo approvato all’unanimità dal Consiglio comunale della città di Crotone che manifesta la necessità di rilanciare i musei ed il Parco archeologico pitagorici attraverso un istituto autonomo direttamente rispondente alle esigenze di valorizzazione dei siti;

vista

la netta presa di posizione del Consiglio comunale pitagorico per scongiurare un eventuale accorpamento dei musei e del Parco di Capo Colonna al Parco di Sibari che rappresenta una realtà distante oltre 100 chilometri e, seppur di analoga origine, che si presenta con forme, storia e tradizioni diverse;

considerato che:

- tale ipotesi non può essere sostenuta da un’impostazione meramente aziendalistica ponendo in secondo piano criteri oggettivi di natura culturale e storica che non possono essere ignorati; a ciò si aggiunge il rischio che all'accorpamento del Parco di Capo Colonna a quello di Sibari potrebbe seguire la soppressione della Soprintendenza Abap di Catanzaro e Crotone con sede a Crotone, recentemente istituita;

- scenari positivi, viceversa, potrebbero realizzarsi con il conferimento dell'autonomia, pienamente crotonese, per il Parco e i Musei e le strutture già annesse come la Fortezza di Le Castella, anche in considerazione degli sforzi di natura finanziaria e progettuale che attualmente sono in itinere;

- ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del decreto legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 luglio 2014, n. 106 gli istituti e luoghi della cultura statali e gli uffici competenti su complessi di beni distinti da eccezionale valore archeologico, storico, artistico o architettonico, possono essere trasformati in soprintendenze dotate di autonomia scientifica, finanziaria, organizzativa, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica e nel rispetto delle dotazioni organiche definite in attuazione del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135;

- il Museo archeologico nazionale di Crotone ed il Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna rientrano senza dubbio tra i luoghi della cultura indicati dalla norma de qua;

tanto premesso

impegna la giunta regionale

a rendersi promotore presso la Direzione museale Regionale, e quindi al ministero della Cultura, della richiesta di assegnazione di autonomia speciale al Museo archeologico nazionale di Crotone ed al Museo e Parco archeologico nazionale di Capo Colonna, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.

Mozione numero 59/12^ di iniziativa del consigliere Neri, recante: “Età del consenso”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

- ogni minore ha diritto alle misure di protezione rese necessarie dalla sua condizione di fragilità e che il benessere e l’interesse superiore dei bambini sono valori fondamentali condivisi da tutti gli Stati membri e devono essere promossi senza alcuna discriminazione;

considerato che:

- la necessità di concedere una protezione speciale al minore è stata enunciata nella Dichiarazione di Ginevra sui Diritti del Fanciullo del 1924 e nella Dichiarazione Universale dei Diritti del Fanciullo adottata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 20 novembre 1959 per la quale questi, a causa della sua immaturità fisica e intellettuale, ha bisogno di una particolare protezione e di cure speciali, compresa un’adeguata protezione giuridica, in modo da essere in grado di crescere in maniera sana e normale sul piano fisico, intellettuale, morale, spirituale e sociale, in condizioni di libertà e dignità; protezione riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dal Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e dal Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali;

tenuto conto che:

- l’articolo 34 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti del Fanciullo impegna gli Stati sottoscrittori a proteggere il fanciullo contro ogni forma di sfruttamento sessuale e di violenza sessuale, attraverso l’adozione di ogni adeguata misura a livello nazionale, bilaterale e multilaterale e l’articolo 24 par. 2 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea prevede che in tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l’interesse del minore deve essere considerato preminente;

osservato che:

- la Comunicazione della Commissione delle Comunità Europee del 27 novembre 1996, che tiene conto dei risultati del Congresso di Stoccolma dell’agosto del 1996, fornisce elementi di risposta specifici e concreti in materia di lotta al turismo sessuale che coinvolge l’infanzia, posto che lo sfruttamento sessuale dell’infanzia nel turismo non riguarda solo i pedofili, che costituiscono il “nocciolo duro” degli abusi sessuali sui minori, ma anche chi commette abusi “preferenziali” e “occasionali” e che, quindi, ai fini della risoluzione del problema, è indispensabile elaborare un approccio globale, comprendente sia un maggiore intervento degli Stati e delle organizzazioni internazionali competenti, sia le numerose iniziative della società civile e di organizzazioni non governative aventi una riconosciuta esperienza nel settore;

constatato che:

- la Convenzione di Budapest del Consiglio d’Europa sulla criminalità informatica del 23 novembre 2001, entrata in vigore in data 1 luglio 2004, quale strumento internazionale diretto a fronteggiare il problema della negoziazione di materiale pornografico nel cyberspazio, attribuisce ai reati relativi alla pornografia infantile la massima importanza e mira sia a proteggere il minore dallo sfruttamento strumentale alla produzione di materiale pornografico, sia a contrastare comportamenti pericolosi che incoraggerebbero al reclutamento di minori a detti fini, nel quadro di una sottocultura favorevole allo sfruttamento;

rilevato che:

- la Convenzione di Lanzarote del Consiglio d’Europa, del 25 ottobre 2007, si pone l’obiettivo di prevenire e combattere lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori, proteggere i diritti dei minori vittime di sfruttamento e di abusi sessuali, promuovere la cooperazione nazionale e internazionale al fine di contrastare lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori considerato che questi atti compromettono gravemente la salute e lo sviluppo psicosociale dei bambini;

riconosciuto che:

- la direttiva 2011/92/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, considera l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori, compresa la pornografia minorile, gravi violazioni dei diritti fondamentali, in particolare di quelli legati alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere;

preso atto che:

- la legge italiana, ai sensi dell’art. 609-quater codice penale, fissa l’età del consenso a 14 anni, annoverando il Paese tra gli Stati con il limite più basso, intendendosi per età del consenso, nel linguaggio giuridico, l’età a partire dalla quale una persona può essere considerata capace di dare un comportamento informato a condotte disciplinate dalla legge, in particolare per quel che riguarda il compimento di rapporti sessuali;

riscontrato che:

- al fine di assicurare la piena attuazione e la tutela dei diritti e degli interessi delle persone minori di età, in conformità a quanto previsto dalle convenzioni internazionali, dal diritto dell’Unione Europea e dalle norme costituzionali e legislative nazionali vigenti, l’articolo 2 della legge regionale n. 24 del 2008 prevede che il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza possa formulare proposte ed esprimere rilievi su atti normativi e di indirizzo riguardanti l’infanzia e l’adolescenza e la famiglia, di competenza della Regione e promuovere programmi e azioni di sensibilizzazione circa le problematiche inerenti agli abusi sui minori e alla pedofilia, sviluppando altresì iniziative tese a far emergere la consapevolezza della condotta abusante;

valutato che:

- al fine di favorire l’attuazione della Convenzione di New York, l’articolo 3 della legge 12 luglio 2011, n. 112, Istituzione dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, attribuisce al Garante la competenza a collaborare all’attività delle reti internazionali dei Garanti delle persone di minore età e all’attività di organizzazioni e di istituti internazionali di tutela e di promozione dei loro diritti, a segnalare alle regioni o agli enti locali tutte le iniziative opportune per assicurare la tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a diffondere la conoscenza dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza promuovendo iniziative per la sensibilizzazione e diffusione della cultura dell’infanzia e dell’adolescenza, a incentivare studi e ricerche sull’attuazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza avvalendosi dei dati e delle informazioni dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l’infanzia e l’adolescenza, dell’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile;

accertato che:

- ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione, 3° comma, sono materie di legislazione concorrente quelle relative ai rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni e che lo Statuto della Regione Calabria, nel fare propria, nell’articolo 1, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea, prevede nell’articolo 3 che la Regione, nel rispetto delle norme di procedura stabilite con legge dello Stato, concorre alla determinazione delle politiche dell’Unione Europea, partecipa alle decisioni dirette alla formazione degli atti normativi comunitari, provvede all’attuazione ed esecuzione degli accordi internazionali e comunitari e realizza, altresì, forme di collegamento con gli organi dell’Unione Europea per l’esercizio delle proprie funzioni relative all’applicazione delle normative comunitarie;

considerato che:

- nonostante in Italia l’età del consenso è fissata a 14 anni, uno dei limiti più bassi al mondo, esistono, tuttavia, Paesi che annoverano un limite ancora più basso. In Nigeria, ad esempio, il limite è fissato a 11 anni, nelle Filippine e in Angola l’età del consenso si raggiunge a 12 anni mentre in Giappone il limite è fissato a 13 anni. In molti Paesi poi, come l’Italia, si dibatte addirittura dell’opportunità di abolire la legge sull’età del consenso, nel rispetto di una presunta assoluta libertà di autodeterminazione del minore che aprirebbe ancora di più la strada verso possibili abusi, con tutte le gravi ripercussioni che una condotta abusante può avere sulla formazione della personalità e sessualità di questi;

- essendo la sfera sessuale, come sede dei valori più intimi della persona, un tema ancor più delicato quando coinvolge una personalità fragile e ancora in fase di evoluzione come quella di un minore è necessario sviluppare un programma di azione che miri a costruire un mondo più a misura di bambino. A tal fine, occorre predisporre una maglia di protezione che tuteli il corretto e non precoce sviluppo psico-fisico del minore, risiedendo tale tutela nella immaturità anche sessuale di esso, nel rispetto dovuto all’infanzia e alla prima adolescenza.

tenuto conto che:

- anche in presenza di un precoce sviluppo fisico, la maturità del soggetto deve riguardare non solo l’aspetto fisico ma anche e soprattutto quello psichico, posto che un minore difetta di quelle capacità di giudizio che gli consentano di valutare le implicazioni, specialmente di carattere etico, connaturate ai comportamenti sessuali.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la giunta regionale per quanto di competenza ad intraprendere, presso le competenti sedi nazionali, comunitarie ed internazionali, avvalendosi del supporto e delle funzioni istituzionali del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, le opportune interlocuzioni per la predisposizione di un programma di sensibilizzazione che, anche attraverso la pianificazione di studi e ricerche in materia di cultura dell’infanzia richiami l’attenzione di tutta la comunità nazionale, comunitaria ed internazionale sul tema dell’età del consenso sessuale. Avendo come fine ultimo dell’azione politica il bene da tutelare non come libertà di autodeterminazione del minore ma la sua integrità psico-fisica, il suo equilibrio, nella prospettiva di un corretto sviluppo della sua personalità.