XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 28
__________
SEDUTA Di GIOVEDì 22 GIUGNO
2023
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 13,55
Fine lavori h. 17,54
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 13,55
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale della
seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il
Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente.
Ho chiesto la parola perché credo sia doveroso informare il Consiglio regionale,
quindi i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, che stamattina
ho provveduto ad assumere direttamente le deleghe del professor Minenna, perché
- gli organi di informazione ne hanno dato notizia - stamattina il professore Minenna
è stato interessato, su disposizione la Procura di Forlì, da un provvedimento
di custodia cautelare domiciliare per fatti risalenti al periodo nel quale era direttore
generale dell'Agenzia delle Dogane.. Opera per legge, quindi, la sospensione
dell'Assessore e, per evitare ritardi all'attività amministrativa, ho
provveduto ad assumere direttamente le deleghe a suo tempo conferite all'assessore
Minenna. Chiaramente la giustizia farà il suo corso
Ho piena fiducia nell’operato
della magistratura e confermo, però, anche la fiducia nei confronti del
professor Minenna. Sono dispiaciuto perché stava facendo un ottimo lavoro, soprattutto
nell'ambito della programmazione comunitaria, e confido che possa dimostrare la
sua completa estraneità ai fatti contestati. Il Decreto (DPGR) arriverà in
giornata al Consiglio regionale – credo -, ma poiché oggi siamo in Consiglio a
discutere di altre questioni e io sono qui tra di voi, ho ritenuto doveroso
informarvi formalmente, ma anche per le vie brevi prima dell'arrivo del DPGR, della
decisione che ho assunto stamattina.
Grazie, Presidente.
Onorevole Presidente della
Giunta, assessori, colleghi consiglieri, abbiamo punti di grande rilievo
all’esame dell’odierna seduta del Consiglio regionale, ma prima consentitemi di
fare, in quest’Aula di democrazia e pluralismo politico, un doveroso
riferimento alla scomparsa dell’ex premier Silvio Berlusconi: una delle figure
centrali della politica italiana ed europea degli ultimi decenni, fondatore e
federatore del centrodestra, protagonista di primo piano in politica come nel
sistema della comunicazione, dell’editoria e dello sport; imprenditore di
valore, politico appassionato, capace di innovare rompendo gli schemi e dotato
di una profonda sensibilità umana.
Questo Consiglio regionale
lo ricorda, in particolare, quando fu chiamato ad inaugurare, a marzo 2005,
nella funzione di Presidente del Consiglio dei ministri, l’Auditorium Nicola
Calipari di Palazzo Campanella.
L’infrastruttura, che gli
piacque moltissimo e per la quale ebbe parole di apprezzamento, come tutti
sapete, ha subito il crollo della copertura il 31 luglio del 2020.
Mi piace riferire,
brevemente, che il Consiglio regionale, dopo che l’Ufficio di Presidenza ha
stanziato complessivamente 12 milioni di euro per la ricostruzione
dell’Auditorium, è prossimo all’individuazione della migliore proposta
progettuale, a seguito del concorso internazionale d’idee già espletato e
finalizzato a realizzare un’opera ispirata ai più avanzati criteri
architettonici, tecnologici e di sostenibilità.
Mentre rivolgiamo sentimenti
di cordoglio alla famiglia di Silvio Berlusconi, ai suoi effetti più cari e
alle innumerevoli personalità che, dentro Forza Italia e Mediaset, con lui
hanno condiviso uno straordinario percorso politico, vi invito ad osservare un
minuto di silenzio.
(I consiglieri e i presenti in Aula si levano in piedi
e osservano un minuto di silenzio)
Ha chiesto di intervenire la
consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Presidente, vorrei chiedere
l'inserimento della mozione relativa alla SIN Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara,
che è stata condivisa con tutti i capigruppo di maggioranza e di minoranza.
Votiamo per l’inserimento
della mozione della collega Bruni. La mozione è inserita.
Ha chiesto di intervenire la
consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Mi scusi, Presidente, io
invece vorrei chiedere notizia a lei, in qualità di garante di questo Consiglio
regionale, in riferimento all'attuazione della legge regionale numero 6 del 24 febbraio
2023, che entrava in vigore il 31 di marzo, non essendoci stati, ad oggi, atti
dai quali si evinca che si è avviato un procedimento amministrativo. Grazie.
Collega Gentile, si
riferisce ai lavoratori dell'ex legge 12?
Sì, esattamente.
Io so che ci sono state
delle riunioni - questo è risaputo - però ci sono state delle difficoltà per
individuare il percorso. Penso che vada redatto un progetto al quale stanno già
lavorando. Assessore Calabrese, se lei ci vuole dare qualche riferimento.
Grazie, Presidente. Buongiorno
a tutti: Presidente della Giunta, consiglieri, colleghi assessori.
In merito alla legge 24
febbraio 2023, è stata avviato l’iter istruttorio per la contrattualizzazione
delle persone interessate, appunto, come supporto ai Dipartimenti, agli enti
locali sui fondi del PNRR. In data 20 aprile il Dipartimento lavoro ha
richiesto al Dipartimento programmazione i relativi capitoli di spesa con dato
ufficiale e in data 12 maggio 2023 il Dipartimento programmazione ha risposto
con la richiesta dei progetti necessari per l'attuazione di quanto disposto dalla
legge 24 febbraio 2023, la numero 6. Il progetto è stato trasmesso dal relativo
Dipartimento lavoro in data 8 giugno 2023. In data 9 giugno, proprio su mio
impulso, si è tenuta presso l’Assessorato al lavoro una riunione partecipata
dalle forze sindacali, dalla parte politica e dalla parte eccezionali – erano
presenti anche il dottore Cosentino e il dottore Giovinazzo per quanto riguarda
il Dipartimento agricoltura e il Dipartimento al lavoro – e si è convenuto
circa l'iter da portare avanti. In data di ieri, il Dipartimento programmazione
ha convocato il Dipartimento lavoro per dare seguito appunto all’iter. Siamo in
attesa dei progetti per poter dare definitiva applicazione del dispositivo
normativo.
Grazie, assessore Calabrese.
Collega Gentile, penso che ci siamo, si sta dando seguito alla legge da noi
approvata.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intanto, abbiamo preso atto
di una comunicazione del presidente Occhiuto in merito a un problema che si è
verificato un'ora fa, che riguarda un provvedimento restrittivo nei confronti
di un Assessore della Giunta regionale.
Prendiamo atto di questa
comunicazione del Presidente, ma sicuramente nelle prossime ore, nei prossimi
giorni come Partito Democratico promuoveremo iniziative in merito a questa
vicenda, che riteniamo preoccupante per questo Consiglio regionale, anche per le
ricadute che potrebbe avere sulla sua immagine e sulla Giunta regionale. Abbiamo
preso atto oggi della comunicazione, ci fermiamo qua, non vogliamo
strumentalizzare nulla, però mi sembra giusto dire e affermare la posizione del
Partito Democratico in questa Aula.
Detto ciò, propongo un inserimento
all'ordine del giorno di questo Consiglio regionale che riguarda la problematica
relativa al sequestro dei traghetti da parte delle autorità che rischia di compromettere
non solo la navigabilità, ma anche di far perdere a tante persone interessate,
che lavorano in questo mondo, il posto di lavoro.
Quindi, chiediamo al Presidente
della Giunta regionale che si attivi in maniera fattiva verso le autorità nazionali
e regionali.
Presidente, non conosce il
problema? Presidente, conosce il problema? No.
Allora, per mancanza di
alcuni servizi relativi ai disabili e alle donne partorienti sono stati sequestrati
dei traghetti della Caronte da quindici giorni a questa parte. Mi dicono che anche
durante il trasporto della sua persona e del Ministro Salvini si è verificato
questo fenomeno - mi dicono - però non ho elementi per confermare questo dato.
Quindi noi chiediamo,
insieme anche alla minoranza tutta penso, al Presidente della Giunta regionale
che si attivi per risolvere questa problematica, per garantire non solo la
navigabilità, ma anche per dare sicurezza e tranquillità ai lavoratori
interessati a questo problema.
Chiedo scusa, sono stati
sequestrati per quale motivo? Per il mancato rispetto di norme?
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Esattamente.
Quindi lei in questa mozione
cosa chiede? Di disattendere queste norme?
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Assolutamente no!
Allora cosa chiede?
Chiedo che il Presidente
della Giunta regionale e del Consiglio regionale si attivino per capire e
comprendere la problematica, per aiutare a risolvere, se c'è, questo
disservizio. Questo chiediamo!
Di questo lei non ha parlato
prima con tutti i capigruppo. Poteva venire e ne avremmo discusso. Mi sembra un
po' improvvisato.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Presidente, abbiamo avuto un
incontro.
Sì, ma se non ci dà
l'opportunità di approfondire. Non possiamo approvare una mozione contro i
provvedimenti dell'autorità giudiziaria o degli uffici del lavoro, mi sembra
fuori luogo!
Magari dopo l’esame dei
primi punti all'ordine del giorno, chieda una sospensione, ci riuniamo cinque
minuti per vedere se sia il caso…
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Questo stavo proponendo!
Va bene. Ha chiesto di
intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Presidente, se la Giunta è
d'accordo, se il Consiglio regionale è d'accordo, sono anche disponibile a
delegare, a nome della Giunta, il consigliere Bevacqua presso l'autorità
giudiziaria, presso il Governo per rappresentare tutto il Consiglio regionale e
il governo regionale, per capire se questo provvedimento dell'autorità
giudiziaria possa essere revocato o meno nell'interesse delle partorienti. Grazie,
Presidente.
Avviamo i lavori con il
primo punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge 176/12^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Norme per il mercato del lavoro,
le politiche attive e l'apprendimento permanente”.
Ricordo all'Aula che, ai
sensi dell'articolo 54, comma 3, dello Statuto regionale, con legge approvata a
maggioranza di due terzi dei componenti del Consiglio regionale, la Regione può
istituire enti, aziende, società regionali anche a carattere consortile con enti
locali e con altre Regioni, nonché partecipare o promuovere intese anche di
natura finanziaria. Cedo la parola al relatore, consigliere Straface, per
illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente, Presidente
della Giunta, assessori, colleghi consiglieri.
La presente proposta di
legge rappresenta la concretizzazione di una ambiziosa linea di indirizzo
politico del presidente Occhiuto e della sua Giunta. Sin dal suo insediamento,
il Governatore ha infatti preso atto dell’esigenza di una radicale riforma del
sistema legislativo che regola il mercato del lavoro in Calabria, ancorato ad
una normativa molto datata, la legge regionale numero 5 del 2001, che
richiedeva un intervento di ampio respiro per metterla al passo dei profondi
cambiamenti che questo settore ha registrato nell’ultimo quarto di secolo.
Il prodotto è un disegno di
legge moderno, al quale ha lavorato con impegno e attenzione il Dipartimento
guidato dal direttore Roberto Cosentino e guidato dall’assessore Giovanni
Calabrese, che ha – lo voglio sottolineare – una prima certificazione di
qualità nella metodologia attraverso la quale questo disegno di legge viene
elaborato.
Una metodologia ispirata al
dialogo con le organizzazioni sindacali e aperta al contributo delle parti
sociali, per come riconosciuto dalle stesse organizzazioni sindacali. Vorrei
anche ringraziare i componenti della terza Commissione. Proprio in occasione
delle audizioni delle organizzazioni sindacali, veniva riconosciuta un’inversione
di tendenza rispetto a quello che è il coinvolgimento delle parti sociali e
delle organizzazioni. Naturalmente parliamo di quel mondo che conosce quelle
che sono le vere problematiche del lavoro, le sue criticità e le sue potenzialità
La proposta di legge vuole
dunque rappresentare un unico contenitore ed evidenzia le diverse articolazioni
delle competenze nazionali e regionali, frutto naturalmente di un percorso
condiviso tra l'Assessorato al lavoro e le organizzazioni sindacali, tenendo
conto di quanto emerso durante gli anni relativamente alle esigenze e al
percorso di cambiamento del sistema regionale del lavoro.
Venendo ai contenuti, la
proposta di legge vuole dotare la Regione Calabria di una regolamentazione del
mercato del lavoro e delle politiche attive che sia in linea con le recenti
disposizioni legislative nazionali, le quali, a partire dal decreto legislativo
numero 150 del 2015, hanno riordinato il sistema del lavoro, prevedendo anche
un preciso ruolo delle Regioni per quanto riguarda la materia di riferimento.
L’obiettivo principale del
nuovo progetto normativo è quello di disciplinare e riformare compiutamente il
sistema delle politiche del lavoro, della formazione, dell’apprendimento
permanente e del sostegno all’autoimpiego.
Ma non solo: tale riforma
viene integrata con il quadro degli strumenti di programmazione e di attuazione.
Da questo punto di vista, la
disciplina del mercato del lavoro viene inserita in una dimensione nuova,
attraverso l’individuazione di soggetti aventi il compito di dare un indirizzo
dinamico alla materia.
Quali sono le novità di questa
proposta di legge?
La proposta ha introdotto
degli aspetti innovativi nella gestione del mercato del lavoro e delle politiche
attive, prevedendo: la costituzione di una rete regionale dei servizi e delle
politiche del lavoro; il Tavolo regionale per i servizi e per le politiche del
lavoro; un’unità di intervento e di gestione delle crisi aziendali; un ruolo
più centrale dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro; un più incisivo presidio
del Sistema Informativo del lavoro (SIL).
Al Titolo IV, la proposta di
legge ha previsto, inoltre, un Sistema regionale delle politiche attive del lavoro,
riordinando in un unico testo i maggiori istituti funzionali ad un’applicazione
uniforme delle politiche attive su tutto il territorio regionale. Tra questi
troviamo: il modello di profilazione degli utenti; la gestione del sistema
regionale integrato di certificazione delle competenze; lo strumento del tirocinio
formativo e di orientamento; l’apprendistato; il sostegno all’autoimpiego e la
promozione del lavoro autonomo.
Un altro aspetto importante
è la promozione di un sistema regionale di inclusione attiva e di integrazione.
Questo è un aspetto importante perché va a coordinare e a integrare i servizi
sociali e del lavoro, quale punto di incontro tra il lavoro e il welfare,
prevedendo la possibilità di ampliare le categorie dei partecipanti alle misure
di sostegno al reddito e di inclusione.
Al Titolo V ha previsto interventi
per l’apprendimento permanente e la formazione, la cui rete costituisce uno
strumento attuativo della programmazione regionale, operando in maniera
integrata con le politiche in materia di istruzione, formazione, lavoro,
welfare ed inclusione sociale e collegata, naturalmente, alle strategie per la
crescita economica.
Punto centrale della proposta
di legge è la trasformazione dell’Azienda Calabria Lavoro in Agenzia del Lavoro,
ARPAL, la cui dotazione organica è costituita dal personale con contratto a
tempo indeterminato e determinato di Azienda Calabria Lavoro, dando, così,
maggiore stabilità a circa 370 dipendenti provenienti dal precariato storico
regionale.
Tale passaggio è parte di un
percorso incentrato sulla lotta al precariato cui si è fatto portavoce il
presidente Occhiuto, mettendo in campo tutte le
procedure amministrative e normative per raggiungere tale risultato.
Qual è l’obiettivo primario?
Siamo consapevoli e coscienti delle grosse sacche di precariato che vive la
Regione Calabria e l’obiettivo primario è quello di ridurre, in modo graduale,
il precariato storico fino al suo completo assorbimento.
La proposta di legge risponde,
inoltre, ad una esigenza di cambiamento del sistema regionale del lavoro, individuando
nel potenziamento dei centri per l’impiego – questa rappresenta l’altra forte
novità di questa riforma - il nodo nevralgico dell’intero sistema regionale.
La riforma che si intende
attuare guarda i Centri per l’impiego quale infrastruttura di base necessaria
per l’erogazione dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro,
sulla base dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) da assicurare
sull’intero territorio regionale e definiti, naturalmente, dall’ordinamento.
Accanto ai Centri per
l’impiego è previsto il coinvolgimento di soggetti accreditati privati, i quali
concorrono all’attuazione delle politiche del lavoro e all’erogazione dei
medesimi servizi.
La proposta di legge
rappresenta un ulteriore passo in avanti nell’ambito di un percorso di riforma
delle politiche attive già avviato lo scorso anno dall’amministrazione
regionale, attraverso la messa a bando di numerosi posti di lavoro al fine di
potenziare, in termini di risorse umane, i centri per l’impiego. All’esito
delle procedure selettive ad evidenza pubblica, la Regione Calabria ha
contrattualizzato 177 unità di categoria C, circa 50 unità di categoria D, ai
quali seguirà a breve la contrattualizzazione di altre 279 unità.
Per quanto concerne
l’aspetto di riqualificazione infrastrutturale, la Regione sta provvedendo,
attraverso un dialogo continuo con gli enti locali e con le amministrazioni
comunali, al potenziamento sia delle strutture che ospitano i dipendenti
regionali e che costituiscono naturalmente l’interfaccia della Regione con
l’utenza esterna sia dei sistemi informativi ed informatici, al fine di
migliorare in termini qualificati l’erogazione di servizi e delle misure di
politica attiva.
L’attuale testo normativo si
prefigge, quindi, di soddisfare le esigenze presenti, evidenziando le
specificità attuali ed in modo ancor più incisivo attraverso il Programma GOL
del PNRR e della programmazione europea 2021-2027, coniugando le misure della
politica attiva a quelle della politica inclusiva, quindi politiche del lavoro e
del welfare, che integreranno anche gli aspetti sociosanitari.
Il fondamento
dell’intervento normativo, su cui è necessario ritornare proprio per via della
sua portata, è senza dubbio rappresentato dall’istituzione dell’Agenzia
regionale per le politiche attive e i servizi per l’impiego (ARPAL). Si tratta
di un ente tecnico-operativo strumentale della Regione che diventerà uno
strumento utile per governare tutti i processi inerenti alle politiche attive
del lavoro, svolgendo una fondamentale funzione di supporto alla Regione e
all’attività dei Centri per l’impiego.
Oltre alle funzioni
ereditate da Azienda Calabria Lavoro, ARPAL acquisisce anche altre funzioni,
rendendo l’Agenzia ancora più centrale rispetto all’attuazione delle politiche
attive del lavoro. Tra queste, alcune funzioni risultano del tutto innovative,
come la funzione di formare e selezionare il personale della Giunta regionale e
degli enti sub-regionali.
In questa fase, mi corre
l’obbligo di fare alcune puntualizzazioni e precisazioni che sono emerse anche
durante i lavori della terza Commissione. Si vuole precisare che Azienda
Calabria Lavoro non sarà posta in liquidazione, proprio in virtù della trasformazione
in atto, questo per garantire un percorso evolutivo e rispondente alle esigenze
della Regione, attraverso la transizione di personale e funzioni.
L’Agenzia, di fatto,
opererà, in piena continuità rispetto ad Azienda Calabria Lavoro, con la
dotazione organica e strumentale di detta azienda, che è necessaria per
esercitare tutte quelle funzioni che vengono attribuite alla medesima proposta
di legge.
Sostanzialmente è stata
compiuta la scelta di mantenere all’interno del perimetro regionale la rete dei
centri per l’impiego e quindi del personale, questo per garantire equilibrio
tra l’assetto organizzativo che ha incorporato gli stessi centri per l’impiego
a partire dal 2018, così da poter affiancare un’agenzia che sia più operativa e
snella.
Fondamentale in questo
percorso è stato, inoltre, il confronto ed il supporto dato dal Dipartimento
del Segretariato generale, dal Dipartimento economia e finanze, ciò a
dimostrazione di una base solida su cui si erge la stessa proposta di legge dal
punto di vista sia tecnico-giuridico sia legato agli equilibri di bilancio
relativamente alla ricognizione delle risorse che sono attualmente a disposizione
di Azienda Calabria Lavoro e che transiteranno in ARPAL.
Per ciò che attiene la
composizione di ARPAL, la proposta di legge ha previsto due organi che restano
in carica tre anni: il direttore generale ed il revisore unico.
Quanto al personale, la
dotazione organica iniziale dell’ARPAL si comporrà da personale con contratto a
tempo indeterminato e determinato di Azienda Calabria lavoro così come
richiamato all’articolo 20, comma 3.
In questa sede si vuole
evidenziare l’impegno nel reperimento, anche graduale, di risorse economiche da
garantire sul bilancio regionale, al fine di assicurare quella copertura finanziaria
necessaria per la stabilizzazione e per la trasformazione dei rapporti di
lavoro da tempo parziale a tempo pieno dei dipendenti che confluiranno in
ARPAL, coerentemente con le finalità che sono proprie della stessa proposta di
legge e con l’obiettivo soprattutto di garantire stabilità agli stessi
dipendenti.
La proposta di legge è un
testo innovativo, anche nelle scelte che sta compiendo rispetto al passaggio da
un ente pubblico ad un ente pubblico non economico. Già in passato è stata
superata la regola generale dell’assunzione di personale tramite pubblico
concorso, laddove ci si sia trovati in presenza di disposizioni normative speciali
che espressamente prevedevano il trasferimento di risorse umane e strumentali
da un ente ad un altro, in virtù di un dislocamento di funzioni.
Ho voluto fare questa
puntualizzazione perché è stata oggetto di dibattito durante i lavori della
Commissione. Ciò è esattamente quello che avviene nel caso di specie, difatti,
dalla trasformazione di Azienda Calabria Lavoro in ARPAL Calabria, fondata sul
trasferimento di funzioni e servizi erogabili dalla nuova Agenzia, deriverebbe,
quindi, il trasferimento della dotazione organica e strumentale in forza ad
Azienda, consentendo con ciò una piena continuità nella gestione e nell’espletamento
delle attività istituzionali. Pertanto, sarebbe improprio ragionare di costituzione
di un nuovo rapporto di impiego, trattandosi di trasformazione di un già
esistente rapporto di lavoro in essere, come acclarato anche dalle sentenze
della Corte costituzionale numero 209 del 2015 e numero 55 del 2017.
La governance sarà affidata,
pertanto, esclusivamente ad organi di natura tecnica, di alta qualificazione,
che opereranno sulla base dell’indirizzo politico dell’Assessorato al lavoro.
Ciò rappresenta una conferma
dell’attenzione della Giunta Occhiuto alle politiche occupazionali, visto che
la transizione del personale assicura stabilità ai rapporti di lavoro in
essere, oltre ad assicurare piena continuità nella gestione e nell’espletamento
delle attività istituzionali, senza la costituzione di un nuovo rapporto di
impiego, ma attraverso la trasformazione di un rapporto di lavoro già in essere.
Il governatore Occhiuto,
l’assessore Calabrese, in sinergia con il Dipartimento e le rappresentanze sindacali,
hanno intrapreso la strada giusta per assicurare migliori condizioni di
occupabilità, per porre un argine deciso al precariato ed all’emigrazione
lavorativa.
Da ciò ne deriva che, se è
vero che nella pubblica amministrazione si entra per concorso, è altrettanto
vero che vi sono moltissimi esempi legittimi di accesso alla pubblica
amministrazione come stabilizzazioni e trasformazioni. Quindi, non sarebbe la
prima volta che viene avviato un percorso del genere, oltretutto in maniera
legittima.
In conclusione, abbiamo
avuto la riforma per quanto riguarda il sistema idrico e dei rifiuti, abbiamo
avuto la riforma del sistema sanitario e adesso, dopo ben 22 anni, abbiamo
finalmente anche la riforma del mercato del lavoro.
La sfida è entusiasmante e sono
certa che lo saranno anche i risultati. Grazie.
Grazie, collega Straface. Ha
chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Ho
accolto l'invito del presidente Occhiuto di studiare un po' di più. Lui qualche
giorno fa ha detto a questa opposizione, quella del PD, che dobbiamo studiare
un po' di più. Io l'ho fatto, Presidente; mi auguro, poi, a fine anno di
ricevere la pagella e di essere promosso, perché già ai miei ho dato tante
preoccupazioni durante il liceo, non ne vorrei dare altre ormai a 46 anni.
Riguardo questa riforma -
poi lascerò la parola al collega Mammoliti che probabilmente sicuramente ha
argomentazioni anche più puntuali rispetto alle mie - non entro nel merito,
collega Straface, dell'ottimo intento di iniziare a segnare un percorso per
l'utilizzo di quei tanti lavoratori che da anni danno un contributo a questa regione
e che con questa riforma avrebbero una casa un po’ più accogliente dove poter
continuare a offrire il loro contributo.
Mi sembra, però, che questa
proposta di legge in alcuni punti sia abbastanza confusa, contraddittoria. Ad
esempio, vorrei evidenziare una nota di colore – immagino che voi lo sappiate, però
mi aspettavo un emendamento, ma non l'ho trovato – che in vari articoli si
trova citata l’ANPAL, in altri casi l’ANPAL servizi, ma sapete che qualche giorno fa è stata sospesa; non esiste
più, possiamo anche depennarla da questa proposta di legge. C'è stato un Consiglio
dei ministri qualche giorno fa e l'ANPAL non esiste più, le funzioni
e il personale verranno ritrasferiti all'interno del Ministero quando il DPCM sarà
pubblicato. Quindi, per evitare di fare una gaffe, sarebbe opportuno, quanto
meno, sostituire la dizione ANPAL e inserire invece il
Ministero per il lavoro.
Questo fa capire, però, che
forse c'è stata poca attenzione nella predisposizione di questa proposta di
legge che è un unicum a livello nazionale. Le Regioni che hanno attivato
l'Agenzia per il lavoro - sono circa una decina sul territorio nazionale -
hanno previsto di inserire anche la gestione dei centri per l'impiego, perché,
come sapete, il mercato del lavoro ultimamente ha delle evoluzioni molto rapide
e quindi bisogna essere subito pronti e reattivi. In questo momento, invece,
abbiamo spesso una sovrapposizione di quelli che sono i compiti e le funzioni. In
alcuni casi, infatti, l'Agenzia regionale per il lavoro trasferisce le proposte
alla Regione, in altri casi invece si parla di attuazione e, quindi, non si
capisce se l'ARPAL è un'agenzia di supporto oppure un'Agenzia operativa; in
alcuni articoli l'ANPAL promuove i tirocini, però i
tirocini poi sono di competenza, invece, dei centri per l'impiego; c’è, quindi,
anche una duplicazione delle attività da parte di questi enti che si
sovrappongono tra loro. Bisogna anche capire i privati con debbano poi interfacciarsi:
se con il Dipartimento del lavoro regionale o con i responsabili dei centri per
l'impiego o con i funzionari dell'ARPAL. Questo ancora non è chiaro.
Si mischiano anche i livelli
regionali con i livelli nazionali; ad esempio, si tirano in campo i fondi
professionali per la formazione continua. Questo Ente nazionale non può sedersi
a Tavoli regionali. Immagino voi sappiate che i fondi interprofessionali hanno
l'interlocuzione esclusivamente con il Governo nazionale e non può avere
interlocuzione con il livello regionale. Quindi suggerisco che anche questo venga
eliminato nell'articolo 6, alla lettera i). Dopodiché, mentre sul revisore
si dice che avrà una durata di 3 anni e non potrà
essere rinnovato, sul direttore non si dice nulla; si dice che è un incarico
fiduciario da parte del Presidente della Giunta regionale. Bene, giusto, ma
dopo i tre anni che succede? Può essere rinnovato? Decade con termine del
mandato della Giunta regionale o rimane in carica?
Poi:
può essere rinnovato per quante volte? Quindi, ci potremmo trovare, unico caso
in Italia, un direttore dell'Agenzia per il lavoro regionale che rimane in
carica vita natural durante? Ci sono, insomma, alcuni
punti che, secondo me, meritavano un maggiore approfondimento e di essere
discussi in maniera differente.
E,
poi, – chiudo perché non la voglio fare lunga – anche sul dispiegamento del
personale: ho provato a guardare Agenzie per il lavoro regionali che stanno
ottenendo negli anni ottimi risultati, quella, ad esempio, della Regione
Toscana e quella dell'Emilia-Romagna; hanno un organico di circa 900 dipendenti,
di cui circa una cinquantina all'interno degli uffici centrali, tutti gli altri
sono dispiegati sui territori perché il vero lavoro che si fa è quello a
contatto con le persone, con i Comuni, con i territori. In Calabria, unico caso
in Italia, avremmo la metà di questi dipendenti, circa 400-500 dipendenti, all'interno
di una sede a fare che cosa?
Non
sarebbe più opportuno, magari, utilizzarli sui territori come fanno altre Regioni
che hanno 900 dipendenti per 4-5 milioni di abitanti e di questi dipendenti la
maggior parte è sui territori e non negli uffici?!
Quindi,
insomma, ci sono un po' di cose che andrebbero chiarite.
È
apprezzabile lo sforzo da parte di questo Consiglio regionale e della Giunta,
su una riforma che in Calabria bisognava fare, che la Calabria e i calabresi
aspettano da tanti anni, ma credo che la montagna abbia partorito un topolino e
uno sforzo in più sicuramente si sarebbe potuto fare. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Ha chiesto intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Certamente, è fondamentale questo avanzamento legislativo con la
creazione di un’Agenzia, anche se sembra quasi uno spostamento di etichetta. Il
problema del lavoro nella nostra regione è certamente enorme assieme alla
sanità. Noi siamo quasi al 30 per cento del tasso di disoccupazione, se ci
mettiamo dentro i Neet e ci mettiamo dentro anche il lavoro che manca, soprattutto
per le donne, abbiamo certamente un problema.
Questo
per dire che è lecito, onesto e fondamentale il passaggio nella creazione e
nella strutturazione di un'Agenzia che si occupa di lavoro, che dà lavoro e che,
soprattutto, crea il lavoro.
Ebbene,
è su questo che forse non abbiamo letto un grande futuro di visione all'interno
di questa proposta legislativa che pure abbiamo discusso in Commissione e alla
quale abbiamo presentato, tra l'altro, molti emendamenti.
Qual
è il percorso? Il percorso è quello di trasformare un Ente pubblico non
economico in un Ente pubblico economico e, dunque, in questo modo, sanare, tra
virgolette, le persone che sono a contratto e che sono precarie; quindi,
sicuramente un tema importante perché per noi il lavoro, il lavoro stabile
soprattutto, è certamente fondamentale, irrinunciabile direi, soprattutto per
noi della sinistra, per noi che abbiamo da sempre a cuore un lavoro qualificato.
Però,
francamente, non mi tranquillizzano le rassicurazioni sia della consigliera Straface
sia del direttore Cosentino sulla possibilità straordinaria dell’accesso al
pubblico impiego – così come sembra che non abbiano neanche tranquillizzato il Settore
assistenza giuridica di questo nostro Consiglio regionale – perché lo sappiamo
perfettamente che nella Pubblica Amministrazione le assunzioni devono essere fatte
attraverso concorsi; questa possibilità straordinaria, a questo punto, potrei
invocarla per tante altre situazioni che esistono in Calabria e la cosa mi
farebbe molto piacere. Onestamente, invece, temo che questo possa essere fonte
di impugnativa e, quindi, francamente, mi dispiacerebbe.
L'altro
elemento di criticità che trovo e troviamo è il fatto che non sono stati previsti
fondi sufficienti perché questa possa essere una costruzione importante. Sempre
il direttore generale Cosentino definiva il testo dinamico, l'assessore Calabrese
ci ha tranquillizzato sulla possibilità che in futuro ci possano essere, via
via, una serie di fondi e di emendamenti. Noi avevamo presentato un emendamento
che ritenevamo importante perché ci aiutava a pianificare i fondi anche per il futuro
e soprattutto a comprendere, via via, come le persone con contratto part-time
potessero, nel tempo, ulteriormente passare a full-time o, ancora, con un
ricambio generazionale che, verosimilmente, arriverà perché tanti di questi lavoratori
sono sull'orlo della pensione.
Questo
emendamento non è stato approvato, noi lo abbiamo registrato con dispiacere, tuttavia,
insomma, la nostra attenzione a questo mondo del lavoro è assolutamente totale
per cui accoglieremo, certamente, positivamente questo aspetto che adesso il
collega Mammoliti si appresterà, da par suo, a dettagliare meglio in quelli che
sono gli aspetti positivi e nelle criticità.
Grazie,
collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intanto, preliminarmente, nel prendere in atto delle comunicazioni
del Presidente e sperando che l'Assessore possa dimostrare, naturalmente, la sua
piena estraneità, auspico che la giustizia naturalmente faccia il suo corso. Apprezzo
la disponibilità del Presidente a voler delegare il capogruppo del Partito democratico
di interessarsi in merito a quella problematica che lo stesso consigliere Bevacqua
aveva sottoposto all'attenzione di questa seduta. Non so se sia una
provocazione o una volontà del Presidente per dimostrare una proficua collaborazione
con l'opposizione.
Tuttavia,
io dico, Presidente, nell'uno e nell'altro caso, per il ruolo che rivestiamo, a
partire da lei che naturalmente è il Presidente della Regione, non ci possiamo
sottrarre dall'affrontare, comunque, alcune criticità e alcune problematiche
che afferiscono al problema della mobilità, al problema dei servizi, al
problema dell'impatto che si potrebbe avere anche nelle conseguenze in merito
ad alcune lavoratrici e lavoratori e anche nell’esigibilità di alcuni servizi
per categorie fragili.
Quindi,
l'auspicio lo colgo in maniera favorevole e in maniera positiva.
Per
quanto riguarda il testo del provvedimento che stiamo discutendo, i colleghi hanno
giustamente, in maniera appropriata, fatto delle osservazioni molto puntuali
che io auspico che la maggioranza possa cogliere con lo spirito costruttivo e
collaborativo anche con cui sono state poste e, naturalmente, l'approccio non
può che essere di questa natura. Parliamoci chiaramente: non siamo di fronte ad
una radicale riforma, siamo di fronte ad un adeguamento normativo che è una
cosa sostanzialmente, culturalmente e politicamente diversa. Tuttavia,
l'adeguamento normativo, che noi naturalmente apprezziamo – ci mancherebbe
altro – doveva essere fatto già dal 2015; è un impianto normativo che risale a
tantissimi anni fa e l'adeguamento normativo avvenuto nel 2015 imponeva questo
aggiustamento; però, l'approccio doveva essere questo e, quindi, per fare
diventare la riforma tale c’è tutta una sfida che va riempita di contenuti, tenendo
conto delle osservazioni puntuali ed appropriate che, secondo me, sia Ernesto
Alecci sia Amalia Bruni hanno puntualmente, in maniera appropriata, avanzato.
La
riforma va, quindi, riempita di contenuti, va costruita; dobbiamo realizzare l'azione
riformatrice; al momento, c'è un approccio di adeguamento normativo ed io
vorrei sottolineare anche un aspetto politico, non secondario da questo punto
di vista, e cioè vorrei che venisse anche qui valutato molto responsabilmente
l'atteggiamento propositivo e costruttivo del Partito democratico. È evidente a
tutti: siamo uomini che facciamo politica da tanti anni, è chiaro che forse
senza il nostro senso di responsabilità oggi questo provvedimento non
riuscirebbe a vedere la luce.
Quindi,
non mi pare che ci stiamo ponendo come una forza politica che, a prescindere, in
maniera pregiudiziale sui provvedimenti assume delle posizioni di divergenza, come,
a volte, veniamo additati o tacciati. Mi sembra che in questa situazione,
invece, dimostriamo con grande responsabilità - anche in presenza del fatto che
la maggioranza non avrebbe i numeri per farla passare, oggi - che il Partito
democratico, responsabilmente, dialoga e ragiona sul tentativo di voler
costruire un vero impianto di riforma di questo provvedimento. Questo credo sia
l’obiettivo finale a cui dobbiamo tutti quanti insieme traguardare, maggioranza
che governa e penso anche, in maniera positiva e costruttiva, l’opposizione.
Tuttavia,
anche qui - al di là del numero legale che è un aspetto non banale - noi
potevamo approcciare questo testo di legge in tantissimi modi, con tantissimi
rilievi, alcuni sono stati fatti, altri li potevamo anche accentuare, ribadire e
affrontare.
Invece,
noi abbiamo voluto questo approccio di responsabilità, di collaborazione
positiva perché se, in Calabria, su queste problematiche, a partire dal lavoro,
si può attivare realmente un percorso nel quale finalmente anche la nostra Regione
non solo si adegua dal punto di vista normativo, ma comincia a praticare
realmente quelle politiche attive che sono necessarie per dare risposte
occupazionali, noi riteniamo che sia un elemento strategico, culturale,
economico e sociale molto positivo. Purtroppo, nel corso di questi anni, per
una serie di ragioni, che sono sotto gli occhi di tutti, abbiamo, per la
stragrande maggioranza dei casi, attivato esclusivamente solo, quasi sempre,
politiche passive.
Quindi,
l'approccio è di questa natura e, naturalmente, però, approcciando con queste
modalità, noi auspichiamo che questo provvedimento non si riduca meramente ad
un adeguamento normativo, ma che assuma, per davvero, l'impianto dell’azione di
riforma sulle politiche attive e, quindi, in materia di servizi per il lavoro.
Parliamoci
chiaramente: ci sono diverse modalità di soluzione che interessano le Regioni del
nostro Paese. La Toscana, per esempio, incorpora anche il sistema del Centro
per l'impiego dentro questa operazione di Agenzia, ma ci sono altre Regioni,
come l’Emila Romagna, la Lombardia, l'Umbria, che hanno, invece, un impianto
analogo. Anche qui io ho trovato molto efficace e anche paradigmatico il
pensiero che abbiamo avuto nel corso delle interlocuzioni positive che si sono
aperte anche con l'Assessore - ho partecipato, insieme alla vicepresidente,
nella terza Commissione, che è la Commissione competente, e debbo dare atto anche
all'Assessore che ha partecipato anche alla Commissione bilancio - anche audendo le organizzazioni sindacali in merito ad alcune
problematiche. Ed ho trovato molto efficace e paradigmatica l'espressione del
dirigente Roberto Cosentino che, giustamente, lo definisce un testo dinamico
che accompagna un percorso. Da questo punto di vista, credo che sia molto
esemplificativo e rappresentativo dello stato dell’evoluzione che questo
provvedimento deve avere: un testo dinamico, quindi, che adegua l'impianto normativo,
ma che, poi, accompagna un percorso.
Il
percorso deve essere quello della riforma, dell’attivazione delle risorse necessarie
sia umane sia finanziarie per mettere nelle condizioni anche la nostra Regione di
assolvere a questa funzione e a questa missione fondamentale che è, appunto, quella
soprattutto delle politiche attive del lavoro.
Abbiamo,
così come sono state anche dette, tre questioni che io trovo centrali e fondamentali,
oltre alle osservazioni anche critiche e costruttive che sono state avanzate.
Abbiamo,
innanzitutto, la questione delle risorse umane: abbiamo una quantità di risorse
notevole dal punto di vista delle risorse umane, che da anni si occupano di
Calabria lavoro e, nel corso di questi anni, a mio avviso, hanno maturato una
professionalità, un know how, una capacità e
un'esperienza che andrebbero adeguatamente valorizzate. Degli impegni anche sul
piano politico sono stati in qualche modo assunti durante la discussione in Commissione
bilancio con il presidente Montuoro, alla presenza dell'Assessore; cioè è vero
che oggi non esistono maggiori risorse rispetto a quelle già dedicate e a quelle
già autorizzate per l'utilizzo di questi lavoratori però, così come diceva la
consigliera Bruni, noi avevamo presentato un provvedimento anche per impegnare
il governo nei tre anni successivi a reperire le risorse necessarie affinché
queste risorse umane potessero essere, appunto, passate a tempo indeterminato, full-time,
con l'utilizzo degli istituti che prevede lo status della nuova condizione,
compresa tutta la contrattazione integrativa, il salario accessorio e tutto
quanto è necessario.
Da
questo versante, noi prestiamo un’attenzione vigile, continuativa, particolare
al fatto che tutte le risorse umane debbono essere utilizzate nel migliore dei
modi anche perché i compiti e le funzioni a cui verranno assegnati sono importanti
e noi siamo fiduciosi che, sia nella ricerca delle pieghe del bilancio degli
anni successivi sia nell'utilizzo di Fondi comunitari, così come è avvenuto per
altre fattispecie anche negli anni precedenti, sicuramente si riusciranno a
trovare quelle risorse necessarie per valorizzare al meglio intanto le risorse
umane; le risorse umane sono un aspetto non secondario, ma le risorse
finanziarie – parliamoci chiaramente –, Assessore, le risorse aggiuntive che
servirebbero per fare questa operazione di passaggio di full-time e, quindi, dei
maggiori costi che servirebbero per questo nuovo compito e questa nuova
funzione non sono sufficienti, non servono solo per le risorse umane, ma servono
anche per offrire all'Agenzia e a tutto l'intero sistema quella necessaria
condizione per poter assolvere a questo compito e a questa funzione.
Quindi,
attraverso le risorse disponibili è giusto ricercare ulteriori finanziamenti
per aiutare il processo reale che è, appunto, il processo di riforma.
E,
poi, non per ultima, la missione che riteniamo, appunto, strategica.
La
missione per noi è l'aspetto politico preponderante e fondamentale, che deve
essere il riferimento a cui traguardare con ogni azione utile e con ogni azione
positiva anche perché, nella gestione operativa, il Piano degli interventi, che
dovrà essere redatto a cura della Regione, dovrà avere queste capacità di
coordinamento di tutte le risorse disponibili che interagiscono su queste
materie su cui noi sappiamo che ci sono diverse risorse.
Da
questo punto di vista, abbiamo apprezzato, la vicepresidente Bruni ed io, che
in Commissione un nostro emendamento sia stato approvato, quello per il quale
questo Piano verrà predisposto dalla Giunta regionale, previo coinvolgimento
delle organizzazioni sindacali. Quindi, anche un nostro emendamento è stato approvato
e va nella direzione di una collaborazione positiva con una parte importante
che interagisce in questa problematica e che sono le organizzazioni sindacali.
L'approccio
di sistema integrato ci deve mettere nelle condizioni - questo è un appello alla
responsabilità dell'Assessore e della Regione - di mettere a sistema e a fuoco
le risorse che sono disponibili; Assessore, abbiamo già parlato, noi abbiamo la
Missione 5 del PNRR con la garanzia “Occupabilità lavoro” che destina alla
Calabria qualcosa come quasi 50 milioni di euro, non sono risorse marginali o poche
risorse; sono risorse cospicue che, se utilizzate proficuamente possono
intervenire nella drammatica situazione del nostro mercato del lavoro a dare
qualche risposta di politica attiva, facendo interagire anche con un elemento
di coerenza le cospicue risorse dei fondi comunitari della nuova programmazione
2021/2027; sulle politiche giovanili sono oltre 100 milioni di euro; quindi,
sull'inclusione sociale, se noi mettiamo insieme la quantità delle risorse
degli strumenti che sono disponibili, sono molto fiducioso che saremo nelle
condizioni di poter dare anche in Calabria sul versante delle risposte
occupazionali, delle politiche attive del lavoro, dei primi segnali importanti
ai tantissimi giovani e, soprattutto, ai tanti inoccupati.
Anche
su questo, Assessore, mi permetto di sollecitare nell'ambito sia della sua
competenza e della sua funzione sia del governo regionale, richiamando anche la
relazione programmatica che, all'epoca, all'insediamento il Governatore ha
fatto. Noi dobbiamo sicuramente traguardare e puntare al superamento del
precariato, che è un aspetto fondamentale, però, noi, oltre al precariato,
dobbiamo guardare anche ai disoccupati, agli inoccupati cioè a coloro i quali non
hanno mai lavorato, ai giovani diplomati e laureati che, purtroppo, sono
costretti ad andare via, impoverendo culturalmente, economicamente e
socialmente la nostra regione; abbiamo bisogno, quindi, di un Piano del lavoro
che abbia la visione di affrontare e superare il precariato e di dare risposte
anche ai giovani disoccupati e agli inoccupati, a quelli che non hanno mai lavorato.
Con
questo auspicio, Assessore, come è stato detto, con grande senso di
responsabilità voteremo a favore di questo provvedimento.
Abbiamo
presentato alcuni emendamenti in merito ad alcune problematiche - la vecchia Commissione
tripartita che non si capiva bene che competesse avesse, che funzione svolgesse
– e vi invitiamo a valutare quegli emendamenti in maniera positiva perché ciò
darebbe maggiore forza alla disponibilità positiva, proficua e collaborativa
del nostro gruppo a sostenere e votare queste riforme.
Infine,
come diceva il dottore Roberto Cosentino, è un testo dinamico che accompagna un
percorso. Assessore, avete fatto questa scelta dell'Agenzia dei Centri per
l'impiego, in altre Regioni hanno fatto altre scelte.
Nessuno ci impedisce, qualora poi ci dovessimo accorgere che questa scelta non è rispondente alle esigenze o agli obiettivi che si intendono realizzare, di effettuare gli aggiustamenti necessari, utilizzando le valutazioni delle criticità che sono state offerte per valutare, eventualmente, altre opzioni che possono stabilire di mettere dentro una visione di sistema anche l'Agenzia con i Centri per l'impiego per rispondere meglio agli obiettivi e a quella che è la missione principale. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, buon pomeriggio a tutti.
Intervengo a nome del gruppo Fratelli d'Italia per sottolineare il prezioso lavoro che è stato svolto nella redazione di questa legge. Un disegno di legge che rappresenta una svolta importante nella tematica del lavoro in Calabria, già approvata alla Giunta regionale e dalla terza e seconda Commissione consiliare.
La normativa regionale attualmente vigente risale al 2001, legge regionale numero 5, e si fonda su disposizioni legislative ormai superate da tempo, per questo, dopo più di vent'anni, si propone una riforma che rappresenta una nuova e importante prospettiva per le politiche attive del lavoro in Calabria. Una legge quadro che rivisita le norme per il mercato del lavoro, le politiche attive, l'apprendimento permanente e le misure per la formazione dei disoccupati, tra cui l'autoimpiego.
In particolare, lo scopo principale del progetto normativo è quello di disciplinare compiutamente il sistema delle politiche del lavoro, della formazione, dell'apprendimento permanente attraverso il suo perno principale: l'istituzione dell'Agenzia regionale per le politiche attive e i Centri per l'impiego, l'ARPAL-Calabria - tramite la trasformazione di Azienda Calabria Lavoro -, chiamata a operare quale organismo tecnico della Regione dotato di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale e contabile.
ARPAL-Calabria diventerà così un Ente strumentale della Regione dotato di personalità giuridica di diritto pubblico con autonomia organizzativa, contabile e gestionale e subentrerà in tutti i rapporti attivi e passivi di Azienda Calabria Lavoro, conservandone tutti i compiti istituzionali. Ad ARPAL spetterà, poi, il compito di supportare i Centri per l'impiego nell'erogazione di servizi per il lavoro e delle misure di politica attiva connesse con funzioni e compiti della Regione, oltre alla gestione del sistema informativo del lavoro in accordo con ANPAL.
Un disegno di legge che ridisegnando l'intero assetto del sistema del lavoro in Calabria, atteso per anni, darà un forte impulso all'attività di programmazione sulle politiche del lavoro, mantenendo uno sguardo attento e vigile alle problematiche del precariato consolidato.
Sotto il profilo finanziario, la proposta di legge è stata analizzata dalla seconda Commissione che ho l'onore di presiedere; si deve evidenziare che, dal punto di vista tecnico, la relazione finanziaria è molto dettagliata e indica articolo per articolo le ragioni dell'invarianza finanziaria o la quantificazione degli oneri che le disposizioni stesse generano.
Inoltre, hanno contribuito a rendere completo il percorso della legge in seconda Commissione le organizzazioni sindacali: Fp-CGIL Calabria, CISL-Fp Calabria e UIL-Fpl Calabria, che ringrazio per il prezioso contributo, per l'approccio costruttivo e per i suggerimenti che hanno fornito.
Concludo facendo, a nome del gruppo consigliare Fratelli d'Italia, un grande plauso all'assessore Calabrese che, anche se da pochi mesi in questo ruolo, si è già distinto per l'impegno, l'attenzione e la preparazione che riserva nello svolgimento delle deleghe che gli sono state assegnate. Quindi, caro Assessore, il nostro plauso e l’orgoglio del gruppo Fratelli d'Italia rispetto al lavoro prezioso che ha portato avanti e che sicuramente darà i suoi frutti.
Prendo atto anche della relazione del consigliere Mammoliti, Vicepresidente della Commissione bilancio - lo ringrazio per la proficua collaborazione durante lo svolgimento dei lavori della Commissione e insieme al quale abbiamo concordato l'audizione delle organizzazioni sindacali - e penso che, quando si tratta di provvedimenti così importanti che possono dare risposte concrete a una tematica molto delicata per la nostra regione, la sinergia istituzionale sia sempre vincente. Sono sicuro che questo sia solo l'inizio di un cammino che percorreremo insieme. Grazie anche e soprattutto alla sinergia molto intensa nei lavori di Giunta e di Consiglio regionale. Ringrazio nuovamente l'Assessore anche per aver voluto partecipare personalmente ai lavori della seconda Commissione per testimoniare la grande importanza e l’attenzione ai lavori della stessa. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei fare una piccola premessa prima di replicare al consigliere Domenico Bevacqua, probabilmente il suo intervento è stato ascoltato dato che, con celerità e immediatezza, è arrivata la decisione del GIP che - notizia ANSA - concede la facoltà d'uso per i sei traghetti sequestrati. Quindi, è riuscito veramente a intervenire rispetto a quello che ha messo in risalto.
Detto questo, ho ascoltato gli interventi, in particolar modo quello del consigliere Alecci, il quale dice che non si tratta di una vera e propria riforma - l'ha detto anche il consigliere Mammoliti -, ma di un semplice adeguamento normativo. Sinceramente, ho letto la relazione tecnica perché mi corre l'obbligo, da relatrice, di leggerla - sinceramente non è che le apprezzi tanto, preferisco più fare degli interventi politici – e una riforma del genere, consigliere Alecci, non può essere considerata, in maniera così riduttiva, un semplice adeguamento normativo.
Vorrei ricordare che intanto ci sono voluti 22 anni per arrivare a una riforma e mi chiedo come mai questa riforma non sia stata fatta prima. Quindi, onestà intellettuale e politica soprattutto vogliono che questa minoranza almeno riconosca alla maggioranza, alla Giunta, di aver messo mano finalmente a una riforma così importante che non è soltanto un adeguamento normativo. Evidentemente, quello che ho illustrato rispetto alle novità contenute nella proposta di legge, non è stato ascoltato abbastanza bene. Giusto per citarne qualcuna: parliamo di Osservatorio sul lavoro, parliamo dell'Unità di crisi, parliamo del Tavolo regionale, parliamo delle certificazioni di competenze, parliamo di politiche di inclusione, parliamo di coordinamento delle politiche del lavoro con quelle sociali e delle politiche del lavoro con il welfare, parliamo del potenziamento dei Centri per l'impiego, parliamo di una nuova Agenzia che, finalmente, va a eliminare un carrozzone politico che è stato fatto negli anni passati, parliamo di un'Agenzia che, finalmente, dà certezza di stabilità a 370 persone, parliamo di una Giunta e di un Presidente che finalmente stanno mettendo mano a quelle sacche di precariato che probabilmente non abbiamo realizzato noi, ma che abbiamo ereditato, stiamo mettendo mano a provvedimenti amministrativi, normativi che sicuramente porteranno all’assorbimento totale di questo precariato.
Poi, lei, assessore Calabrese, ha fatto riferimento all’ANPAL che è stata inserita come riferimento nella proposta di legge; innanzitutto vorrei dire che il decreto sulle politiche del lavoro, che modifica tutto l'assetto, ancora non è stato ancora convertito in legge e, oltretutto, questo è l'ultimo problema perché basta fare un semplice emendamento e inserire al posto dell'ANPAL il Ministero del lavoro.
Abbiate l'onestà intellettuale e politica di riconoscere a questa Giunta che finalmente sta mettendo mano a delle riforme serie che guardano a delle politiche del lavoro legate a una crescita economica del territorio, al vero ruolo dei Centri per l'impiego. Altro che doppioni! E abbiate anche l’onestà di votare questa riforma all’unanimità perché è questo che si aspettano i tanti cittadini e, soprattutto, i tanti disoccupati calabresi. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, sarò più sintetico del solito. La proposta di legge che stiamo discutendo, a mio modo di vedere, è tanto doverosa quanto lodevole, in quanto si inserisce su una vecchia normativa che era obsoleta e non più praticabile. Trattandosi poi di mercato del lavoro, quindi di un aspetto di particolare delicatezza, è certamente meritorio essersi occupati dell'argomento.
Tuttavia, questa iniziativa lodevole nelle intenzioni, a mio parere, nell'architettura dell'articolato di legge presenta qualche sbavatura. Per cui, anticipo il mio voto di astensione perché certamente si tratta di un argomento di grande rilevanza e di grande delicatezza - fra l'altro devo dire, facendo parte della Commissione, ho anche apprezzato gli emendamenti, di maggioranza e minoranza, che hanno modificato in parte questa legge anche opportunamente, per esempio evidenziando il ruolo importante delle persone con disabilità -, però rimangono, a mio parere, tre elementi che, comunque, lasciano tutt'oggi delle perplessità. Il primo è la copertura finanziaria che non sembra completamente garantita, anche prospetticamente. Il secondo è l’inquadramento normativo di figure professionali che transitano - da quello che è stato, per me, possibile leggere e capire - da contratti privati a contratti pubblici - non tutti, ma una quota parte - che però dovrebbero prevedere dei concorsi pubblici.
Infine, ma non da ultimo, anche la semplificazione normativa avrebbe, secondo me, suggerito una riduzione, una semplificazione dei tanti organismi che sono previsti dalla legge e che rischiano di innescare dei ritardi burocratico-amministrativi di cui certamente non si sente il bisogno. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Laghi. Ha chiesto d’intervenire l’assessore Calabrese. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione la discussione svoltasi in Aula su questo importante provvedimento. Ringrazio la presidente Straface per l'esposizione dell’impianto normativo proposto dalla Giunta regionale.
Sinceramente, ritengo che siamo davanti a una vera riforma del mercato del lavoro e delle politiche attive del lavoro. Riforma necessaria, a mio avviso, in Calabria.
Come ha detto prima il consigliere Montuoro, mi sono insediato solamente da qualche mese in Regione Calabria - il mio incarico risale al primo dicembre, se non ricordo male - e tra le prime questioni che mi sono posto e di cui ho chiesto al direttore generale del Dipartimento, dottore Cosentino, vi è lo stato della normativa del lavoro in Calabria e la situazione del precariato consolidato a carico della Regione.
Quello che è stato riportato è sconcertante - ringrazio il dottore Cosentino per la collaborazione fattiva, quotidiana, nella direzione del Dipartimento -: vi è una legge, consigliere Mammoliti, datata, 19 febbraio 2001, ma soprattutto nulla è stato fatto rispetto alla modifica normativa del 2015 a seguito della quale sarebbe stato, a mio avviso, necessario un intervento del Consiglio regionale.
Da qui abbiamo cercato di rimboccarci le maniche per cercare di arrivare ad avere una norma di riferimento importante per la Regione Calabria, considerato che il lavoro lo troviamo al primo punto della Costituzione Italiana e rientra nell'agenda politica di tutti i partiti nazionali, di ogni ordine e grado. Non sentiamo parlare di altro che, consigliera Bruni, delle problematiche del lavoro, indipendentemente dall’appartenenza alla maggioranza o all’opposizione. Il problema che si è posto il mio partito, Fratelli d'Italia, se lo è posto l’intera maggioranza consiliare ed è l'obiettivo che mi ha dato il presidente Occhiuto: arrivare al più presto a formulare il testo di una proposta di riforma del lavoro in Calabria.
Siamo partiti da una vecchia proposta - l'unica che abbiamo rinvenuto, quella fatta nella precedente legislatura dall’allora consigliere Filippo Pietropaolo, oggi Assessore regionale - e su quel testo abbiamo lavorato confrontandoci con le forze sindacali, con i consiglieri di maggioranza e di opposizione, con il Dipartimento, con il Ministero del lavoro, per cercare di arrivare a una proposta adeguata che consenta di poter iniziare a pianificare misure importanti per il lavoro in Calabria.
Non vi dico quello che abbiamo trovato, consigliera Straface, nel settore del precariato a carico della Regione Calabria: dalla legge numero 31 del 2016, alla legge numero 40 del 2013, alla legge numero 28 del 2008, che riguarda dei lavoratori che in parte possiamo definire precari - non lo sono esattamente - e che fanno riferimento all'Azienda Calabria Lavoro; il bacino in cui ci sono tante anomalie , i TIS (Tirocinanti di inclusione sociale) che costituiscono un’altra anomalia che riscontriamo quotidianamente e che porta tantissimi problemi al Dipartimento e all’Assessorato al lavoro, e tanti altri.
Ci siamo impegnati sin dal primo momento sulla legge numero 15 del 2008 che riguarda un bacino importante; infatti, la Giunta ha approvato la dotazione organica di Azienda Calabria Lavoro e questo provvedimento ha consentito la stabilizzazione di 67 persone all’inizio dell'anno 2023. Persone che, insieme all'altro contingente di Azienda Calabria Lavoro, oggi transiteranno, grazie anche a una norma che abbiamo condiviso con la Funzione pubblica, nella nuova Agenzia regionale che dovrà occuparsi di lavoro. Abbiamo cercato di trovare una soluzione che potesse portare a una soluzione, cercando non di dare stabilità, perché sono persone che hanno già un contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma di dare tranquillità, essendo un contratto di lavoro stabile.
Poi, sicuramente si accede alla pubblica amministrazione attraverso un pubblico concorso, ma non dimentichiamo che questi lavoratori hanno superato una selezione pubblica.
Consigliere Alecci, non è un testo confuso, c'è tanta confusione sul mondo del lavoro in Calabria, dato che è un comparto che è stato completamente trascurato per vent'anni.
I dati, purtroppo, rendono evidente quello che è successo nella nostra Regione, indipendentemente dal colore politico di chi ha governato la Regione negli ultimi 20 anni. Oggi stiamo cercando di mettere ordine, consigliere Mammoliti, tramite una riforma che è il punto di partenza per il futuro, per l'utilizzo di quelle importanti risorse economiche e finanziarie che abbiamo a disposizione e che già abbiamo iniziato a utilizzare: ieri è stato pubblicato un importante bando in pre-informazione per l'assunzione a tempo determinato/indeterminato nel comparto del turismo. Serve ordine, serviva ordine, è quello che abbiamo cercato di fare.
Per quanto riguarda ANPAL è in corso una riforma, parte dell’ANPAL verrà assorbita dal Ministero del lavoro, ma ci sarà, probabilmente, una nuova Agenzia. Quando sarà definita andremo a sostituire la dicitura all'interno del testo con un emendamento, ma è una fase successiva non possiamo assolutamente farlo adesso.
Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla stesura di questa riforma.
Per quanto riguarda i Centri per l'impiego: alcune Regioni prevedono i Centri per l'impiego all'interno dell'Agenzia, altre non lo fanno. C'è un problema, però: in Calabria abbiamo avviato un piano di potenziamento dei Centri per l'impiego che non è solo strutturale e infrastrutturale, ma che comprende anche delle assunzioni. Sono già stati espletati, grazie all'impegno del presidente Occhiuto e dell'assessore Pietropaolo, diversi concorsi, alcuni sono in itinere, a regime avremo 700, 800 dipendenti nei Centri per l’impiego.
Però, attenzione, questa riforma va fatta in modo graduale. Nessuno esclude, consigliere Mammoliti, che un domani, quando saremo a regime, quando avremo tutti questi dipendenti, potremo passare, in modo graduale, i Centri per l'impiego, quando saremo in una fase operativa, all'interno della nuova Agenzia.
È un problema che ci siamo posti, un problema politico, ma questa scelta l'abbiamo condivisa anche con i sindacati che hanno capito il perché, la ratio, di questa scelta.
Ma nulla è definitivo, intanto si è partiti, dopo che per vent'anni non si era fatto nulla, e questo lo ritengo fondamentale.
Non penso che la montagna abbia partorito il topolino, assolutamente no. Questa riforma era necessaria, fondamentale per poter oggi avviare un percorso assolutamente importante nel mondo del lavoro in Calabria. Ritengo che, grazie a queste nuove norme che mancavano da 20 anni, andremo a riformare il mercato del lavoro e, attraverso il Piano per il lavoro, andremo a gettare le basi per un nuovo patto con i cittadini calabresi.
Concludo dicendo che il lavoro è fondamentale in Calabria, è quello che è mancato ai calabresi. Oggi assistiamo a una continua “emorragia” di calabresi costretti a spostarsi al nord Italia e anche all'estero per mancanza di lavoro, quello che intendiamo fare, come governo regionale, è creare le condizioni affinché i calabresi possano rimanere in Calabria e non si creino delle situazioni di precariato umiliante. Tenete conto che il 30 per cento dei bacini di precariato ha lavoratori con oltre 55 anni di età, nei TIS, su 4.067 persone, 800 hanno più di 61 anni di età.
Noi, con questa miopia politica - avendo creato queste situazioni -, stiamo creando i poveri del futuro. Questo è quello che dobbiamo impedire. Dobbiamo intervenire oggi per rimediare a questa situazione veramente assurda e imbarazzante.
E poi, il lavoro - l'abbiamo sempre detto, lo sostengono tutti - è un deterrente nei confronti della criminalità organizzata ed è questo l'impegno – ritengo - di tutte le forze oggi sono presenti in questo Consiglio ed è l’obiettivo anche della Giunta del presidente Occhiuto.
Rinnovo un ringraziamento al mio partito, Fratelli d'Italia, per la fiducia e per l'apprezzamento dichiarato tramite il consigliere Montuoro. Grazie.
Grazie, assessore Calabrese. Invito i colleghi a prendere
posto per le procedure di voto.
Scusi, Presidente, sugli emendamenti presentati dal
consigliere Mammoliti, dichiaro il parere favorevole da parte dell'Esecutivo.
Lo dichiarerà per singolo emendamento. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
(È approvato)
All’articolo 5 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero
12332, a firma del consigliere Mammoliti a cui cedo la parola per
l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Leggo sinteticamente il testo
dell'emendamento: “Dalla presente proposta emendativa non derivano nuovi o
maggiori oneri a carico del bilancio regionale. All'articolo 5 (Competenze
della Regione e livelli essenziali delle prestazioni e degli standard di servizio)
dopo la lettera g) del comma 1 è inserita la lettera h) servizi di informazione,
orientamento, consulenza, recruitment e placement a livello comunitario attraverso
la rete EURES - Servizi europei per l'impiego, attraverso l'apposito settore
istituito nell'ambito del Dipartimento competente”.
Grazie. Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 5.
Articolo 5
(È approvato così come emendato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
All’articolo 8 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero
12333, a firma del consigliere Mammoliti a cui cedo la parola per l’illustrazione.
Prego.
Grazie, Presidente. Anche
dalla presente proposta emendativa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico
del bilancio regionale. Il testo recita: <<Il comma 3 dell'articolo 8
(Tavolo regionale per i servizi e le politiche del lavoro) viene così sostituito:
“Il Tavolo di cui al comma 1 è presieduto dall'Assessore regionale con delega
in materia di lavoro o da un suo delegato e si avvale, per le funzioni di
segreteria e assistenza tecnica del personale, dell'apposito Settore istituito
nell'ambito del Dipartimento competente”>>.
Grazie, Presidente.
Grazie. Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento.
L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 8.
Articolo 8
(È approvato così come emendato)
All’articolo 9 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero12334,
a firma del consigliere Mammoliti a cui cedo la parola per l'illustrazione.
Prego.
Grazie, Presidente. Anche dalla presente proposta emendativa
non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Il testo prevede
che il comma 2 dell'articolo 9 (Unità di intervento e di gestione delle crisi
aziendali) viene così sostituito: “L'Unità è presieduta dal dirigente generale
del Dipartimento competente per la materia del lavoro o suo delegato e si avvale,
per le funzioni di segreteria ed assistenza tecnica del personale,
dell'apposito Settore istituito nell'ambito del Dipartimento competente”.
Grazie, Presidente.
Grazie. Parere del relatore?
Favorevole.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo in votazione l’articolo
9.
Articolo 9
(È approvato così come emendato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Articolo 21
(È approvato)
Articolo 22
(È approvato)
Articolo 23
(È approvato)
Articolo 24
(È approvato)
Articolo 25
(È approvato)
Articolo 26
(È approvato)
Articolo 27
(È approvato)
Articolo 28
(È approvato)
Articolo 29
(È approvato)
Articolo 30
(È approvato)
Articolo 31
(È approvato)
Articolo 32
(È approvato)
Articolo 33
(È approvato)
Articolo 34
(È approvato)
Prima di votare alla legge nel suo complesso, ha
chiesto di intervenire il collega Alecci per dichiarazione di voto. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente. Devo dire la verità, ho
apprezzato molto l'intervento dell'assessore Calabrese e mi ha tranquillizzato sul
percorso, dico però che bisogna anche accettare le sottolineature fatte da
un'opposizione costruttiva. Quando la collega Straface parla di un voto
coraggioso, io direi piuttosto un voto necessario. Difatti lei dovrebbe sapere
che questa proposta di legge può essere approvata solo con 21 voti favorevoli
che oggi la maggioranza non ha. Mi sembra che questo sia un dato politicamente importante:
la proposta passa grazie a una minoranza responsabile che è qui in Aula e che
riconosce gli sforzi fatti in materia di lavoro.
Mi sembra anche - lo ha sottolineato l'Assessore - che
la necessità che ci sia una cinghia di trasmissione rapida, veloce, tra la
testa e le braccia sia il punto di caduta, assessore Calabrese, perché la
scelta che prevede che i Centri per l'impiego siano slegati dall'Agenzia comporta
che si debba passare per il Dipartimento per poter mettere a terra delle azioni
e questo potrebbe far perdere tempo.
In tutte le altre Regioni - l'ho verificato – in cui è
presente l'Agenzia - sono dieci - i Centri per l'impiego sono sempre coordinati
dall'Agenzia per poter mettere a terra le misure in maniera veloce e non dover
passare verso altre procedure un po’ più lunghe.
Quella confusione di cui parlavo in maniera
propositiva si trova nell'articolo 5 del testo, nel quale l'Agenzia per il
lavoro in alcuni punti supporta i Centri per l'impiego, in altri propone alla Regione,
in altri ancora dà attuazione a progetti, in altri ancora attua anche interventi
per la formazione, per i tirocini, interventi che, invece, sono in capo ai Centri
per l'impiego.
Quindi, va benissimo come punto di partenza, però,
nelle prossime settimane, sarebbe meglio incontrarsi per lavorare per rendere
questa proposta sempre migliore. Quindi - lo ha già anticipato il consigliere
Mammoliti - il voto del gruppo PD è favorevole.
Grazie, collega Alecci. Passiamo alla votazione della
proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, per come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Prima di passare al secondo punto, vorrei ringraziare la minoranza per l'onestà intellettuale dimostrata, votando favorevolmente il provvedimento. Una bella dimostrazione che, quando si parla di interessi comuni, ci siete. Va bene così e non come nella precedente seduta in cui avete abbandonato l’Aula senza affrontare la discussione.
Passiamo al punto 2 all'ordine del giorno, relativo
alla proposta di provvedimento amministrativo numero 124/12^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Legge regionale 5 aprile 2008 numero 8
'Riordino dell'organizzazione turistica regionale' - Approvazione proposta di
Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio
2023/2025 '”. Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il
provvedimento. Prego.
Grazie. signor Presidente, signor Presidente della Giunta,
signori Assessori, colleghi consiglieri, gentile pubblico e gentili signori
della stampa.
Il presente provvedimento amministrativo, in
attuazione dell’articolo 3 della legge regionale numero 8 del 2008, recante
“Riordino dell'organizzazione turistica regionale", riguarda la proposta
di Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio
2023/2025, approvata dalla Giunta con delibera 190 del 28 aprile 2023 a cui è
stato data parere favorevole all’unanimità dei presenti in sesta Commissione, il
29 maggio scorso.
Con l'occasione consentitemi di fare un ringraziamento
a tutti i componenti della Commissione che ho l'onore di presiedere per il
grande spirito di collaborazione.
L’elaborazione della proposta, frutto di un lavoro sinergico
tra il presidente Occhiuto, che ha la delega al turismo, e il Dipartimento competente
a guida della dottoressa Cauteruccio, che con l’occasione ringraziamo per il
lavoro svolto, ha fatto tesoro delle sollecitazioni pervenute da tutti gli stakeholders
durante gli Stati Generali del Turismo, tenuti lo scorso anno - fortemente
voluti dall’ex assessore Orsomarso -, con i quali si era inteso dar vita ad un
nuovo approccio di programmazione turistica che parta dal basso.
In sintesi, attraverso il PRSTS, partendo dall’analisi
dello stato, delle dinamiche e della competitività dell’offerta turista
calabrese, si identificano e si definiscono: la strategia capace di valorizzare
e integrare in un’ottica turistica il patrimonio culturale, naturale, paesaggistico
e territoriale della Calabria, garantendo una fruizione sostenibile,
accessibile e responsabile; la creazione
di marchi per aree turistiche da veicolare attraverso il brand “Calabria
Straordinaria”; il potenziamento delle infrastrutture complementari al turismo;
la promozione di nuove forme di ospitalità e l’innalzamento del livello
qualitativo della ricettività calabrese; un percorso che preveda la formazione
e riqualificazione professionale del comparto turistico; le azioni di marketing
che contribuiscono a posizionare adeguatamente l’offerta turistica regionale e
a veicolare sui mercati di riferimento i suoi fattori distintivi di bellezza e
attrattività; le azioni di sostegno alla domanda turistica; gli interventi
operativi attraverso cui dare attuazione annualmente a tale visione strategica,
tenendo conto delle risorse finanziare regionali, statali e comunitarie; il
potenziamento dell’Osservatorio regionale sul turismo, attraverso cui
garantirsi una funzione di monitoraggio della qualità dell’offerta turistica.
Attraverso questo documento di pianificazione
triennale si intende offrire una nuova narrazione turistica della Calabria,
anche con l’utilizzo di forme di turismo innovative.
Nel Piano si fa strada l’idea di turismo esperienziale
e di turismo green e di turismo lento, molto richiesti post-pandemia,
attraverso cui veicolare il nostro patrimonio storico-culturale, di tradizioni
e di bellezze ambientali e paesaggistiche, in un’ottica sostenibile,
accessibile e responsabile.
In questa direzione è bene ricordare che concreti
strumenti di supporto allo sviluppo turistico calabrese sono stati forniti
anche da questo organo legislativo e recepiti dal Piano.
Il Consiglio regionale, infatti, è intervenuto
recentemente fornendo alcuni dispositivi normativi necessari, quali, ad esempio,
la legge regionale numero 12 del 15 marzo 2023 recante “Disposizioni per la
realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini
di Calabria.” e la disciplina dei Marina Resort, annoverata tra le forme di
turismo “innovativo”.
In un’ottica di fattiva collaborazione tra colleghi di
maggioranza e opposizione, sono stata tra i firmatari e i promotori di questi
ed altri progetti di legge mirati allo sviluppo turistico calabrese. Disegni di
legge, mi piace ricordarlo, che sono stati approvati in quest’Aula
all’unanimità.
Questo dato oggettivo deve ricordare a tutti noi che
rappresentiamo il popolo calabrese che si possono raggiungere importanti
traguardi su temi strategici e fondamentali, a patto che si lavori con uno spirto
costruttivo che accomuni maggioranza ed opposizione, sempre nel rispetto delle
diverse visioni politiche.
L’ auspicio è che questo esempio, empiricamente
provato, possa servire a stemperare i toni e venga emulato anche su altre tematiche,
altrettanto strategiche per la nostra regione.
Le diverse azioni previste dal Piano saranno
supportate da un’attività di marketing tramite un progetto di
comunicazione strategica per il riposizionamento dell'immagine complessiva
della regione e per una progressiva riscrittura dello storytelling
basato sul metodo dei Marcatori Identitari Distintivi (MID), ovvero quegli
elementi caratterizzanti l'eredità naturalistica, storica, artistica, culturale
ed enogastronomica di una Calabria che vuole farsi conoscere ed apprezzare.
Tra gli elementi caratterizzanti dell’intero
territorio calabrese, un’attenzione particolare va certamente dedicata
all’eccellenza storico, artistica e culturale rappresentata dai Bronzi di
Riace.
Per dare continuità e storicità alla promozione degli
eventi, celebrati magistralmente lo scorso anno dalla Vicepresidente della
Giunta regionale, Giusy Princi, e dal Presidente del Consiglio regionale,
Filippo Mancuso, in occasione del 50° anniversario del ritrovamento delle
statue, e per capitalizzare gli ottimi risultati ottenuti in termini di
visitatori e di presenze turistiche, è stata licenziata da quest’Assise
all’unanimità la proposta di legge recante: “Istituzione del mese dei Bronzi di
Riace”, proposta bipartisan sottoscritta dal consigliere Tavernise e dalla sottoscritta,
attraverso cui si è istituzionalizzato un progetto continuativo di conoscenza e
promozione della cultura della Magna Grecia, rappresentata dai due guerrieri,
sull’intero territorio regionale che si svolgerà a cavallo tra il mese di luglio
e quello di agosto.
Coinvolgere l’intero territorio regionale sulle attività
turistiche significa creare maggiore consapevolezza e le giuste sinergie con le
Istituzioni che operano e conoscono i territori.
Parola chiave, quindi, non può che essere sussidiarietà,
attraverso il coinvolgimento e la valorizzazione delle Istituzioni e delle
associazioni del territorio, partendo dalle Proloco che già svolgono un ruolo
importante in ambito turistico e che possono svolgere un ruolo ancor più
decisivo se organizzate in rete nell’accoglienza turistica.
Ed è solo lavorando in sinergia che si può realizzare
anche una destagionalizzazione dell’offerta turistica, attraverso, ad esempio,
la valorizzazione del “turismo delle radici”.
Ritengo sia importante sottolineare questo aspetto
strategico – a mio avviso fondamentale- previsto all’interno del Piano, ossia
l’investimento per la crescita della qualità delle strutture ricettive, che
consentirà alla Calabria di offrire un livello di servizi adeguato alla domanda
turistica.
Correlato a questo obiettivo si prevede, inoltre, lo
sviluppo di azioni in ambito di formazione e riqualificazione del personale
dello stesso comparto. È indispensabile formare e specializzare figure
professionali qualificate di cui si avverte la carenza all’interno del mercato
del lavoro turistico calabrese. Penso, ad esempio, alle figure dei bagnini,
delle guide turistiche, dei governanti di Piano, di strutture ricettive di
livello elevato e via dicendo.
In tale ottica si sta lavorando con l’assessore Calabrese
- colgo anche l'occasione per ringraziarlo anche per tutto l'impegno che sta
dimostrando nel suo ruolo, anche rispetto alla richiesta che ho fatto prima
rispetto alla legge regionale numero 6 del 2023 - che ha la delega alle
politiche del lavoro e alla formazione e con il direttore del Dipartimento, Cosentino,
affinché la Regione possa dotarsi di percorsi formativi adeguati al fine
supportare tale pianificazione. Non di meno, è fondamentale creare forme di collaborazione,
attraverso la realizzazione di accordi e convenzioni con le Università calabresi
che offrono tra i propri corsi di laurea una formazione di tipo turistico.
Per concludere, è indubbio che un concreto incremento
turistico di una regione come la Calabria, che ha uno sviluppo costiero pari a
800 chilometri ed è fonte inesauribile di ricchezze naturali, passi attraverso
una seria politica di salvaguardia ambientale.
In tale direzione, il presidente Occhiuto ha posto
come prioritario, sin dal suo insediamento, nell’agenda di governo, il massimo
impegno per la tutela dell’ambiente e sono tangibili gli interventi che sta
portando avanti nelle diverse forme per la lotta alla mala depurazione, agli
incendi e all’abusivismo.
Questo, ovviamente, deve essere supportato da un cambio
di mentalità e dal raggiungimento della consapevolezza che ogni cittadino
calabrese rappresenta il primo baluardo a difesa e a promozione del proprio
territorio.
I presupposti per fare bene credo che ci siano tutti,
per questo motivo chiedo al presidente Occhiuto di continuare a lavorare bene come
sta facendo e di condurci a fare l’agognato salto di qualità, andando a
concretizzare tutte le azioni che sono state messe in cantiere in questo
scorcio di legislatura.
Non possiamo avere più alibi, per cui tutti dobbiamo
lavorare nella stessa direzione e ognuno dovrà assumersi le proprie
responsabilità, partendo dalla struttura burocratica della Regione, che in
alcune occasioni e su determinate tematiche, per come appare evidente, stenta a
seguire il passo e gli indirizzi politici espressi dal Presidente e da questa
maggioranza, per cui, nonostante tutti gli sforzi, si rischia a volte di non
centrare gli obiettivi.
Dobbiamo avere il coraggio di rimuovere gli ostacoli,
anche con la sostituzione dei dirigenti, se necessario.
Per quanto mi riguarda, sono sempre disponibile ad
assumermi la responsabilità dei miei errori, ma non quella dovuta ad
inadempienze e negligenze altrui.
Chiariamo ai dirigenti, che pretendono di sterilizzare
leggi del Consiglio, ritardandone e stravolgendone l’attuazione, mortificando
di fatto il ruolo dei consiglieri e del Consiglio regionale stesso -
ricordiamolo tutti bene, è sovrano – che, se vogliono dettare l'indirizzo
politico, devono candidarsi e farsi eleggere.
Nel complimentarmi sinceramente con te, Presidente,
per il grande lavoro che stai portando avanti con impegno, dedizione e
passione, tra mille difficoltà, vecchie incrostazioni, cattive abitudini della
burocrazia regionale, voglio rinnovarti la fiducia e la totale disponibilità a
ogni tipo di collaborazione.
Il presidente Berlusconi ci ha insegnato che dobbiamo
porci traguardi ambiziosi e tu, caro Presidente, rappresenti la Calabria
ambiziosa, orgogliosa, coraggiosa, accogliente, produttiva che non si arrende,
che vuole dimostrare al mondo che ha tutte le carte in regola per raggiungere
quegli ambiziosi obiettivi ed io, questa maggioranza e tanti altri calabresi ci
rivediamo in questa Calabria.
Andiamo avanti, Presidente. Non molliamo. Grazie.
Grazie, consigliera Gentile.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie. Presidente Mancuso,
sarebbe bello e corretto che, magari, adesso che interveniamo noi
dell'opposizione, anche il presidente Occhiuto potesse ascoltare gli interventi
che facciamo, in modo tale che, a fine dibattito, possa, poi, dare un
contributo, riflettendo su quali siano le nostre idee.
In questo caso voglio fare
un intervento propositivo e costruttivo, perché criticare un’azione sul turismo
penso che non faccia il bene della Calabria; quindi, penso che sul turismo ci
sia bisogno di prendere un po’ quelle che sono le idee da parte di tutti, anche
dell’opposizione. Mi auguro che il Presidente rientri in Aula e ascolti il mio
intervento.
Vorrei, presidente Mancuso,
iniziare il mio intervento da una frase che il Presidente ha pubblicato pochi
giorni fa sui suoi canali social. È una frase che ha ripreso da Russell Crowe “Tutto
il mondo dovrebbe vedere la Calabria”, aggiungendo il commento “Noi è da un po’
di tempo che lo diciamo”. È una frase che ci rende orgogliosi in particolare se
detta da un attore, da un premio Oscar come Russell Crowe, che afferma che
tutto il mondo dovrebbe vedere la Calabria e apprezzare la sua bellezza. Presidente
Occhiuto, tutti quanti noi ci auguriamo che i turisti, non solo dalle altre
regioni, ma anche quelli esteri, possano venire nella nostra terra e apprezzare
le immense qualità che la Calabria possiede. Però vorrei, con lei, fare un'analisi
di quanto sia difficile, presidente Occhiuto, arrivare in Calabria.
Ho fatto un po’ di giri sui
motori di ricerca per verificare i prezzi dei voli nei nostri aeroporti, soprattutto
nei due aeroporti minori che abbiamo in Calabria, Crotone e Reggio Calabria: Crotone
oggi ha due voli andata e ritorno dalle altre regioni, Bologna e Bergamo,
aeroporto Orio al Serio; Reggio Calabria, anche qui due voli, Roma e Milano.
Sono andato a vedere, presidente Occhiuto, i prezzi, da Milano Linate per
Reggio Calabria alla data di oggi, con la compagnia aerea Airways, costa 279 euro;
presidente Mancuso, solo andata e per una sola persona, alla data di oggi, 22
giugno. Per quanto riguarda Crotone, un volo da Bergamo Orio al Serio verso
Crotone, sempre alla data di oggi, partenza alle 15,50, quindi sta partendo in
questo momento da Milano verso Crotone, costa a persona 335 euro, solo andata.
Sempre riguardo a Reggio Calabria, Fiumicino - Reggio Calabria, stasera alle 21,35,
un volo, solo per una persona, solo andata, costa 272 euro. Presidente Occhiuto,
si rende conto che per quattro persone venire in Calabria, solo con voli di
andata, per Crotone o per Reggio Calabria, verrebbe a costare almeno 1.000 euro
a famiglia, solo andata?! Se ci aggiungiamo anche il ritorno, solo per raggiungere
tramite gli aeroporti la nostra terra, ci vogliono 2000 euro. Capisce che, così,
la frase di Russell Crowe, “Tutto il mondo dovrebbe vedere la Calabria”,
risulta, poi, essere soltanto uno slogan?! Mi auguro, Presidente, lo spero vivamente
con tutto il cuore, che lei faccia sentire la sua voce con le compagnie aeree affinché
investano di più nella nostra terra. È inaccettabile che questi prezzi possano
ancora essere in commercio nel 2023, perché 2.000 euro solo di voli rendono la
nostra terra inaccessibile.
Ma non possiamo parlare, presidente
Mancuso, di turismo senza mobilità. Penso sia stato un errore quello di
spacchettare l'assessorato al turismo da quello alla mobilità e ai trasporti,
perché mobilità e trasporti camminano a braccetto. Oggi questa Giunta ha come Assessore
ai trasporti e alla mobilità l'assessore Staine - mi
dispiace che non sia presente oggi perché volevo che, anche lei, desse il suo
contributo - e la delega al turismo è in capo al presidente Occhiuto. Anche qui,
Presidente, un suo omologo, il Presidente della Regione Lombardia, Fontana,
pochi giorni fa, sui social, pubblica: “111 nuovi treni regionali in servizio
nel 2023 per la Lombardia”. Sono i famosi Blues e i famosi POP. Sapete, colleghi,
quanti nuovi treni sono arrivati in Calabria nel 2023? Sono arrivati 7 POP su
14, che percorreranno la linea tirrenica, e un solo Blues su 13 che dovrebbero
percorrere la linea ionica. Tra l'altro, il secondo Blues era previsto per
giugno ma, ad oggi, siamo al 22 di giugno, purtroppo se ne sono perse le tracce.
Anche qui, Presidente, penso che, al di là della sua idea e della sua proposta
di legge - ieri ho seguito la sua diretta Instagram, ho sentito che,
probabilmente, il Governo impugnerà la legge sulla liberalizzazione dei 200 nuovi
NCC - la cosa più importante che dobbiamo far emergere come Consiglio regionale
e che deve far emergere oggi il Governatore, Assessore al turismo, è quale sia
l'idea di turismo nel momento in cui si arriva in Calabria, che tipo di turisti
vogliamo portare qui. Purtroppo, tolta la Costa degli Dei, presidente Mancuso,
riusciamo a far venire in questa regione soltanto turisti dalla Campania e dal
Lazio che arrivano in Calabria con un solo mezzo: la macchina.
Penso che, se vogliamo dare
un'immagine diversa della nostra terra, Presidente, dobbiamo investire solo ed
esclusivamente sui trasporti e sulle infrastrutture, sui treni e sugli
aeroporti. So che sto dicendo qualcosa che risulta essere scontato, però, ad
oggi, purtroppo, questo tipo di azione non è stata fatta.
Le mie critiche a questo Piano
del turismo prescindono - lo ribadisco pubblicamente – dall’apprezzabile lavoro
svolto dalla sesta Commissione, con a capo la collega Gentile; una Commissione
che ha dimostrato in questi due anni di lavorare bene, senza fare distinzione
tra maggioranza e opposizione. Le poche leggi approvate, per quanto riguarda il
turismo, sono partite da iniziative dei consiglieri della sesta Commissione; mi
riferisco alla istituzione del mese dei Bronzi di Riace, all'istituzione dei
cammini regionali, ai Marina resort, che ha citato prima la collega Gentile.
Però, Presidente, abbiamo un problema serio con le infrastrutture - lei è
venuto qui da Catanzaro - e non è accettabile che nel 2023 ad Altilia Grimaldi
e a Pizzo ci sia un'autostrada ad una corsia. Presidente, mi auguro che lei
faccia sentire ancor di più la sua voce con ANAS perché la Calabria è stanca di
ricevere contentini da ANAS e da RFI. Ecco perché, poi, tra virgolette, mi incazzo
quando si parla di Ponte sullo Stretto: non perché sono contro a priori, ma
perché le strade e le ferrovie in questa regione ancora, ad oggi, non sono
moderne.
Mi auguro che su questo
spinga sempre di più e poi, Presidente, un po’ più di partecipazione, almeno
sul turismo, è quello che chiedono gli stakeholder, è quello che chiedono gli
addetti al settore, è quello che chiedono i sindacati. Purtroppo, gli Stati
generali dello scorso anno, che sono stati un evento importante realizzato dall'assessore
Orsomarso, mi sarei augurato venissero replicati anche quest'anno. Purtroppo, quest'anno
non sono stati organizzati gli Stati generali, non c'è stato alcun incontro di
concertazione con gli addetti al settore.
Penso, Presidente, che
questo sia stato un errore e poi, secondo me, bisognava continuare, a livello
comunicativo, sulla strada percorsa - lo dico senza problemi - dall'ex Assessore
al turismo, Fausto Orsomarso. L’anno scorso di questi periodi le stazioni
ferroviarie, gli aerei avevano delle gigantografie con il nome della nostra
terra, “Calabria straordinaria”, presente nei punti di incontro più importanti
della nostra nazione. Quest'anno, purtroppo, non li abbiamo.
Quest'anno, purtroppo, il
tanto decantato e annunciato spot della Gregoraci, che mi sembra sia costato -
lo leggevo su un editoriale di LaC News 24 - 75.000 euro,
purtroppo, presidente Mancuso, non è ancora stato pubblicato. Sugli Studios:
anche qui, si vuole puntare sul cinema per far innamorare, ancor di più, della
nostra terra, per far conoscere ancor di più la nostra terra a chi abita fuori
regione, ma non si hanno novità, è rimasto un progetto ancorato che aveva
annunciato la compianta Jole Santelli.
Presidente Mancuso, sempre LaC News 24 ci fa una fotografia della percentuale di
incremento del turismo in Calabria e non possiamo accettare, girandoci dall'altra
parte, che il dato dell'incremento di turisti in Calabria, nel 2022, rispetto
al 2021, sia solo del 3,6 per cento, quando, invece, in una regione confinante
alla nostra che è la Lucania l’aumento del flusso turistico è stato del 22 per
cento.
Bisogna assolutamente
lavorare di più, ascoltando quelle che sono le proposte e ve lo dico da
operatore del settore. Oggi mi sono pervenute, così come agli altri colleghi
dell'opposizione, delle proposte da parte della CGIL Calabria. Mi auguro che la
CGIL abbia fatto pervenire queste proposte anche all'Assessore al ramo e Presidente
della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, perché la modifica alla legge
regionale numero 8 del 2018 e gli interventi sul Testo unico sul turismo rappresentano
delle idee importanti che possono portare delle migliorie.
Presidente Occhiuto, è
vero, abbiamo 800 km di costa e siamo, come dice Russell Crowe, una regione che
tutto il mondo dovrebbe visitare e dovrebbe conoscere, ma se non diamo la
possibilità a chi vuol venire in Calabria di raggiungerla, purtroppo, ancora
una volta, saremo gli ultimi e fanalino di coda anche nel turismo.
Io che lavoro tutti i
giorni nel settore del turismo e – penso - tutti quanti voi che amate questa
terra non possiamo accettare una situazione del genere. Il mio voto sul Piano
del turismo, quindi, non sarà favorevole, perché è un testo da migliorare, ma
non sarà nemmeno contrario. Annuncio, concludendo il mio intervento, un voto di
astensione e mi auguro che, soprattutto sui trasporti, si possa fare di più, perché
si deve fare di più. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Come
ricorderà, in Aula più volte sono intervenuto in tema di turismo perché lo considero
l'unica vera industria che può portare sviluppo e occupazione in Calabria, la più
importante, quella che, sicuramente, può incidere sul PIL regionale in maniera
significativa come in tante altre regioni meridionali. La Calabria, purtroppo,
anche dal punto di vista turistico, è il fanalino di coda, ma tanti sforzi si
stanno facendo e, quindi, era importante avere un piano regionale aggiornato,
moderno.
Credo che quello di oggi
sia un voto importante, ma credo che il turismo, però, abbia la necessità di
maggiore attenzione. Il presidente Occhiuto, oggi, oltre a svolgere il ruolo di
Presidente della Giunta regionale è anche Commissario alla sanità, da oggi
assume anche le deleghe di assessore all'ambiente e alla programmazione,
svolgeva le deleghe anche di assessore ai lavori pubblici e, in ultimo, come
quinta delega, come quinta attività, tratteneva per sé anche le deleghe al turismo.
Insomma, una sola persona si deve occupare, pur riconoscendone capacità e competenze,
di tutti questi temi. Ricordo solo un altro che era uno e trino. Capisco le
ambizioni del Presidente, ma spingersi a tanto mi sembra un po’ eccessivo.
Presidente, vediamo di
trovare qualche assessore in gamba per ricoprire dei ruoli importanti come
quello del turismo.
Devo dire la verità: ho
letto con attenzione tutto quanto il testo, ci sono tanti spunti interessanti,
mi sembra, però, - anche qui, spero di non urtare la permalosità della collega Gentile,
credo che sia differente da quella della collega Straface con la quale, ogni tanto,
simpaticamente, ci scambiamo delle idee – che manchino dei settori cruciali che
ho evidenziato, più volte, anche all'interno delle Commissioni. Ad esempio,
quello del turismo che si svolge tramite i camper, del quale non se ne parla
proprio e che in Calabria ha già, da qualche anno, una certa vivacità e che in
Italia vede muoversi sui camper circa 3 milioni di italiani e 2,5 milioni di
turisti stranieri, per un giro d'affari di oltre due miliardi di euro. Tutte le
Regioni, nessuna esclusa, stanno puntando su questo tipo di turismo che, dal
punto di vista ambientale, è sostenibile e, quindi, questo potrebbe essere un
modo per non consumare territorio con delle strutture ricettive e creare delle
aree all'aperto attrezzate per chi ha voglia di venire in Calabria con i camper.
Ho presentato una proposta
di legge, collega Gentile, sul mototurismo. Il mototurismo registra 12 milioni
all'anno di presenze in Italia, circa un milione e mezzo di italiani ogni anno
effettuano il mototurismo, la maggior parte sono stranieri che arrivano in
Italia. Nell'elenco delle regioni che più riescono ad intercettare il
mototurismo - il 22 per cento va in Toscana, il 10 per cento nelle Dolomiti,
poi la Sardegna, la Sicilia, la costiera amalfitana per il 5 per cento - la
Calabria proprio non si trova perché, probabilmente, su questo ha investito
troppo poco.
Riguardo al turismo da
diporto - lo diceva prima il collega Tavernise e lo sa bene il presidente
Occhiuto che gira le coste con i droni, sugli elicotteri - abbiamo 800 km di
coste ma pochissimi porti, pochi attracchi e, quindi, quello che potrebbe
essere un turismo importante, che è citato, in questo caso, all'interno di
questo Piano, ma credo abbia una dotazione finanziaria troppo bassa.
Allora il mio augurio è che
nella prossima programmazione - ahimè, non la farà il l'assessore Minenna, il
quale, mi auguro, possa tornare nelle sue funzioni al più presto - si investa un
po’ di più nel turismo da diporto perché questi 800 km di costa debbono essere
occupati, per quanto possibile, da darsene di medie dimensioni per favorire
quello che potrebbe essere uno sviluppo interessante dal punto di vista
economico.
Sulla destagionalizzazione,
ricordo che l'assessore Orsomarso puntava tantissimo sulle attività al di fuori
della stagione estiva, come quella del Natale, invece, adesso vedo poche cose al
di fuori dalla stagione balneare, di quella turistica principale, dell'alta
stagione. Si parlava di grandi concerti, di grandi eventi che potessero dare
risalto a livello nazionale ed internazionale alla nostra regione anche nel
periodo invernale, però, poi, all'interno del Piano c'è molto poco.
Chiudo con due chicche che,
immagino, sposerà l'assessore Gallo, visto che, per quanto riguarda il PSR, la
spesa è stata fatta in maniera importante, anche lì avevo presentato due
proposte di legge che poi ho ritirato proprio per spirito di collaborazione con
la maggioranza, una sull'olio turismo e una sull’enoturismo, ma nel Piano non
se ne parla in maniera chiara, c'è solo un solo piccolo riferimento alle vie
dell'olio turismo e poi non si parla d’altro. Mi sembra che poter legare il
turismo al settore agroalimentare, scommettendo come stanno scommettendo in
altri territori, sia importante per l'identità regionale e per attrarre turisti
stranieri interessati al turismo esperienziale. Quindi, bene il Piano come
punto di partenza, ma mancano cose che reputo importanti e che potranno essere
integrate.
Il mio augurio è che la
Regione Calabria voglia veramente scommettere sul turismo, perché credo che questo
settore possa dare grande soddisfazione non solo dal punto di vista della
crescita economica, ma anche delle risorse umane che, così, potranno restare o
tornare a vivere nella nostra regione. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Preliminarmente vorrei dire alla collega Straface che il presidente
Schifani ha chiesto il dissequestro di due navi di proprietà della Caronte, ma
che non vengono in Calabria, vanno alle Eolie. Quindi, è stato il presidente
Schifani a determinare questo miglioramento apparente della situazione della
Caronte, ma solo negli interessi corretti e giusti della Sicilia. Quindi, il discorso
che poneva il collega Bevacqua ovviamente non è risolto, perché il rischio è,
comunque, di rimanere realmente imbottigliati. Di questo ne parleremo dopo.
Il turismo
è innegabile che per noi sia una fonte o, in questo momento, ancor più una speranza;
è vero che sono programmati 68 milioni di arrivi in Italia e anche sui flussi
la Calabria sembrerebbe essere piuttosto ben messa, perché si parla di 1.200.000
arrivi e 1.500.000 presenze, passando, per valore percentuale, dal 2,5 al 3,6
percento quest'anno, rispetto al 2022.
Però, questo
Piano per il turismo - lo abbiamo studiato - secondo noi presenta delle
criticità, una tra tutte quella di non essere stato concordato e discusso con
le parti sociali. È un provvedimento adottato senza assolutamente averle
ascoltate e noi come Partito Democratico ci chiediamo come mai voi non
riteniate, spesso e volentieri, di dover ascoltare le parti sociali: non è
stato fatto in Commissione, non è stato fatto per nulla. Noi che riteniamo che
le parti sociali siano stakeholder all'interno di questo documento, di questa
prospettiva di cammino, di sviluppo per la Regione Calabria, non possiamo non
segnalarvi questa lacuna. Perdiamo un'occasione in questa maniera, perdiamo
l'occasione, soprattutto, di sentire le persone, la collettività che in questo
settore lavora, che ha delle idee che possono essere ascoltate, messe in piedi,
soprattutto nella prospettiva di un maggiore coinvolgimento democratico per questa
nostra terra.
Siete
sicuramente attenti a quello che è il mondo delle imprese e delle loro
rappresentanze, un po’ meno, anzi per nulla, alle lavoratrici e ai lavoratori.
L'altro
elemento di critica che ritroviamo è che, nonostante sia un bellissimo testo, ci
sembra un tema, perché all'interno di questo Piano del turismo noi ci raccontiamo
sempre che la Calabria è straordinaria, che la Calabria è bellissima, che abbiamo
800 km di costa, che tutti la devono venire a vedere; dopodiché, però, non è
dato conoscere un'analisi dei dati che riporti quanti ambienti sono stati visitati,
come sono stati visitati, quante e quali sono le strutture, la loro tipologia
e, ancora, per esempio, se si tratta di turismo culturale o di turismo di
montagna, cioè quali sono, area per area, le caratteristiche, le strutturazioni,
il personale che ci lavora, quali sono le linee di indirizzo che possono essere
seguite per creare ulteriore ricchezza o, anzi, partire col crearla.
Quindi,
questo cosiddetto Piano ci sembra particolarmente lacunoso, in assenza di linee
di indirizzo precise che ci dicano come questo turismo deve camminare, in quali
parti si deve sviluppare.
Faccio
un esempio per tutti: il sistema termale. L'anno scorso il presidente Occhiuto
ha salvato le Terme Luigiane. Io vivo in una città
che si chiama Lamezia Terme, le Terme di Lamezia sono bellissime, straordinarie,
come tutte le altre Terme della Calabria, ma l'attività di queste Terme è
assolutamente infinitesimale e parcellare. Se noi non creiamo anche in questa
direzione un aiuto sostanziale, con uno sviluppo e anche risorse che immesse in
questa direzione, è chiaro che non andiamo da nessuna parte e, come dicevo, rimaniamo
al livello del tema.
Quando
parliamo poi di turismo sostenibile e responsabile, dobbiamo pensare
chiaramente ad uno sviluppo turistico che non danneggi la nostra realtà.
È sotto
gli occhi di tutti, basta andare a Napoli. Napoli è quotidianamente, così come
altre grandi, bellissime città d’Italia, invasa da milioni di turisti, è
diventata un unico grande ristorante all'aperto in cui tutto si disfa e anche
la vita quotidiana dei cittadini è messa in discussione.
Io non
vorrei un turismo di questo tipo, vorrei un turismo sostenibile, che fosse
incanalato, incastrato all'interno della nostra terra, rispettando le tre dimensioni
che lo caratterizzano: l'equo accesso alle risorse da parte di tutti i gruppi
sociali; l’equa redistribuzione di un reddito turistico per la comunità locale;
il controllo dell'aumento dei prezzi nelle località turistiche, per esempio
affitti, parcheggi, beni di prima necessità.
Ho ascoltato
l'altra sera un rappresentante dell'amministrazione comunale di Tropea che
faceva riferimento all'innalzamento dei prezzi per il parcheggio, salutando
questo con grande contentezza, perché “così arrivano finalmente i ricchi e se
ne vanno i poveri”. Personalmente non ritengo che questa sia una soluzione
socialmente accettabile.
Dunque,
vi chiedo: quali sono le azioni che voi intendereste intraprendere per
rafforzare anche la qualità delle imprese, considerata per esempio
l'elevatissima irregolarità che noi abbiamo nel settore alberghiero? Quali sono
le azioni che volete mettere in piedi nella transizione ambientale e nella
transizione digitale che riguarda evidentemente anche il turismo? La
Commissione europea ha definito ben 27 aree che bisogna rispettare perché
questo accada. E dunque, un altro elemento di criticità è quello della visione
internazionale che manca: non possiamo riferirci a una serie di villaggi
turistici che hanno la cosiddetta targhetta internazionale e che sono pure in
odore di mafia e sono stati anche oggetto di attenzione da parte della
magistratura.
Vi consiglierei
e ci consiglierei, come politica calabrese, sicuramente di cominciare a sognare
- il sogno è quello che ci caratterizza e che deve caratterizzare la politica -
ma una politica attenta deve mettere gli strumenti perché questo avvenga e, dunque,
deve indirizzare verso un turismo che sia in grado di fornire un valore
aggiunto al territorio, assicurando, soprattutto, una sostenibilità di natura
economica, ambientale, culturale e sociale per il futuro, in coerenza con una
strategia europea e, soprattutto, con una sostenibilità economica per tutti i territori
calabresi.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Dopo gli interventi che hanno articolato posizioni molto puntuali
in merito ai contenuti di questo provvedimento, mi limiterò a fare esclusivamente
delle considerazioni di carattere più squisitamente politico.
Tra
l'altro, così come diceva appropriatamente la consigliere la consigliera Bruni,
Presidente, quello che è avvenuto con lo sblocco dei servizi di linea, grazie
all'intervento del suo collega, Schifani, dimostra che i contenuti di
quell'ordine del giorno che noi avevamo indicato sono validi perché è giusto
interessarsi e preoccuparsi, così come ha positivamente fatto in altre
occasioni lambite da vicende giudiziarie. Mi riferisco, per esempio, alla
positiva conclusione dell’avvio dei cantieri dell'ospedale di Vibo, anche quelli
interessati da vicende giudiziarie.
Non è
vero, quindi, che un Presidente o un governo o chi possiede ruoli di
rappresentanza politica e istituzionale non si debba interessare anche in presenza
di vicende delicate e di vicende giudiziarie che, naturalmente, attengono al
lavoro della magistratura, nella piena fiducia. È chiaro, però, che le
conseguenze comunque comportano di farsi carico di alcune problematiche che ne
possono derivare.
Lo
dico, Presidente, perché nella mia storia, nel mio impegno sia sociale sia politico,
personalmente, ho sempre aborrito un’idea, una visione, un approccio della
Calabria alla Lombroso: noi calabresi, noi meridionali siamo geneticamente
fatti così. L'ho sempre aborrita questa convinzione, che pure è molto diffusa
nel nostro Paese, e per questa ragione richiederebbe molta oculatezza nelle scelte
che vengono operate. Se noi in Calabria non assumiamo questa dimensione dell'affermazione
della legalità come caratteristica imprescindibile per la tenuta democratica, la
crescita civile e lo sviluppo produttivo, secondo il mio modesto punto di vista,
possiamo fare tutti i piani del mondo, ma probabilmente non produrranno gli
effetti positivi, concreti, operativi che invece produrrebbero se prestassimo questa
l'attenzione necessaria a questa problematica.
Questo
lo dico, collegandomi anche alla discussione che stiamo facendo, perché il
settore del turismo, che è, come è stato detto, uno dei settori nevralgici dell'economia
calabrese, è stato lambito da vicende giudiziarie e anche i contenuti di questo
Piano, Presidente, si ispirano alla enfatizzazione e alla valorizzazione di
alcuni brand. Noi dovremmo, quindi, prestare molta
attenzione e molta cautela nella ispirazione ad alcuni brand
che pure, come è stato detto dalla consigliere Bruni, sono stati e sono oggetto
di indagine giudiziaria.
Mi
permetto, pertanto, di offrire questo approccio di natura squisitamente
politica perché, oltre a quelle problematiche che sono state riferite, c'è anche
un approccio politico di governo e di sistema.
Parliamoci
chiaramente, è sotto gli occhi di tutti, alcuni dati sono incontrovertibili,
non possiamo non tenerne conto: alcune verifiche ispettive svolte in questo
settore dimostrano che addirittura il 100 per cento delle imprese controllate è
irregolare. Non sono dati inventati dall’osservatorio di un'organizzazione sindacale,
sono dati ufficiali che possiamo attingere dagli istituti che sono per questa
finalità demandati.
Presidente,
è chiaro: in questo anno abbiamo assunto, avete assunto, con un provvedimento
legislativo, la proroga del passaggio del Piano definito prima della pandemia.
Era inevitabile, l'avevamo anche detto in quelle occasioni che stavamo
prorogando un Piano e stavamo utilizzando le risorse di un Piano che era stato
definito in una condizione, in un contesto economico, sociale e sanitario diverso
da quello attuale, che era appunto quello antecedente al Covid. Quindi, l'adeguamento
del Piano è un obiettivo strategico importante, è un obiettivo strategico
positivo che aiuta a rendere più congeniale alla situazione attuale uno dei
settori nevralgici della vita economica della nostra Regione.
Tra
l'altro, basta anche guardare l'ultima relazione della Banca d'Italia per capire
la strategica importanza di questo segmento dell'economia calabrese. I servizi
e il turismo sono un aspetto preponderante, un aspetto fondamentale e, anche da
questo versante, pur nella convinzione che anche il settore primario e il
settore manifatturiero svolgono una funzione importantissima, sono dell'avviso
che il sistema di sviluppo sostenibile o è integrato o non lo è.
Non ho
mai creduto ad un'idea dello sviluppo calabrese che possa essere solo turistica
o che possa essere solo manifatturiera o possa essere solo dell'agricoltura,
c'è bisogno di una visione integrata, di una visione di sistema per mettere a
fuoco le grandi potenzialità economiche e produttive che ci sono.
Eppure,
Presidente, come lei sa, ho potuto anche apprezzare, a volte con sincerità, il
suo attivo dinamismo che ha messo in campo su una
serie di settori nevralgici, introducendo elementi anche di riforma; sui risultati
valuteremo e vedremo. Però, anche qui - lo diceva il collega Ernesto Alecci -
Presidente, alcuni suoi predecessori hanno ingolfato l'azione amministrativa
della Regione perché hanno trattenuto una serie di deleghe e di competenze
importantissime nella Regione; ciò sarebbe potuto andare bene per un piccolo
ente, ma per una dimensione come quella regionale trattenere a sé una serie di
deleghe importantissime rischia naturalmente di determinare un effettivo e
reale ingolfamento nell'azione amministrativa e nei risultati positivi che,
invece, noi auspichiamo si debbano produrre per affrontare il deficit di sviluppo
produttivo e il deficit dei diritti di cittadinanza in cui versa la nostra regione.
Quindi,
per questa ragione, noi riteniamo che anche i contenuti delle azioni che sono
previste nel Piano, con una serie di valutazioni che possono piacere o meno,
debbano avere una caratteristica di approccio di sistema, di visione integrata;
dobbiamo capire, però, e vogliamo conoscere come effettivamente poi si
declinano quelle azioni, quei contenuti sui quali - debbo dire la verità - ho registrato,
in maniera responsabile, alcune posizioni di una categoria importante del mondo
sindacale, della Filcams CGIL, che, comunque, riconosce anche in questo Piano degli
aspetti che potrebbero, se governati e attrezzati bene, offrire momenti
significativi di rilancio di questo settore. Penso all'Osservatorio regionale,
penso alla definizione del testo unico, per esempio.
Quindi
non è vero che ci sono approcci di natura esclusivamente pregiudiziale o
posizioni precostituite sul merito. No! Ci sono tantissime criticità, che sono
quelle che abbiamo detto, e ulteriori criticità che si potrebbero semplicemente
evitare, Presidente. Lo dico perché in alcune occasioni ha dimostrato anche da
questo versante disponibilità ad un dialogo, ad un confronto con le parti sociali
di questa regione, anzi, proprio in questo Consiglio, a volte ha enfatizzato,
scavalcandoci quasi a sinistra, un rapporto e un dialogo con le organizzazioni
sindacali. A volte, però, si determinano situazioni nelle quali non si capisce
perché le organizzazioni sindacali di categoria, nella definizione di questo Piano,
in un settore importante come quello appunto dei servizi, in questo caso del turismo, invece non potrebbero offrire e dare un contributo.
Presidente, è questa la sollecitazione che mi permetto di offrirle, di
sollecitarle più che offrirle.
L'approccio
ai contenuti, Presidente, - parliamoci chiaramente - per uno che viene da una
certa formazione, benché possano anche essere nel merito in qualche modo
condivisibili, è chiaro che sono curvati esclusivamente o principalmente verso
il settore produttivo e le imprese; si presta poca o non adeguata attenzione al
mondo del lavoro. In questo settore, invece, viene occupata una forza lavoro
significativa, seppur stagionale, anche con gli strumenti positivi che si
stanno mettendo in campo, penso per esempio ai bandi
per incentivare l'assunzione. Ma anche qui, qual è il rilievo che viene fatto,
Presidente? Noi non possiamo dare degli incentivi a pioggia a prescindere
perché, se noi lo facciamo, il sistema della garanzia dell'affermazione dei
diritti, della sicurezza e della legalità in questa regione non lo affermeremo
mai. Se un'impresa sa che, a prescindere dal proprio comportamento, comunque
nel bando avrà diritto ad ottenere i finanziamenti pubblici è chiaro che poi avremo
quei dati secondo cui a seguito dei controlli il 100 per cento delle imprese in
alcuni settori risulta addirittura irregolare.
Allora
io penso che sia giusto - concludo, Presidente - prestare un'attenzione
dedicata, precipua, specifica a questa problematica dei lavoratori del mondo
del lavoro, perché - su questo convengo - noi e voi, come responsabilità di
governo, insieme dobbiamo valutare l'approccio della declinazione di queste
azioni, le ricadute operative e concrete che si hanno sia sul sistema delle
imprese e quindi sulla condizione economica e produttiva ma, soprattutto, anche
sul sistema e sulla condizione della crescita occupazionale.
Per cui, Presidente, mi permetto nel concludere di fare appello alla sua responsabilità che, quando vuole, sa mettere in campo con grande approccio politico e istituzionale.
Siccome il Piano è triennale e voi avete la disponibilità di definire poi i Piani annuali, vi pregherei, nella definizione e nell'attuazione di questi ultimi, di recuperare queste criticità e queste difficoltà che sono state osservate, in maniera tale che si possa aprire anche in questo settore una stagione positiva e propositiva per assumere provvedimenti e decisioni che possano migliorare concretamente le condizioni di vita e di lavoro non solo di chi lavora, ma anche del sistema produttivo complessivamente. Grazie, Presidente.
Grazie. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 131/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ratifica dell'intesa tra le regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia in materia di governance del fenomeno migratorio e promozione di politiche di inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera”.
Cedo la parola alla consigliera De Francesco per illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, signor Presidente, colleghi consiglieri, Assessori, Presidente della Giunta, signori del pubblico e della stampa.
La proposta di legge 131/12^ che sto per esporvi è stata ampiamente discussa ed esaminata in Commissione affari istituzionali ed infine licenziata lo scorso 4 maggio dalla stessa Commissione. Colgo l'occasione per ringraziare tutti i componenti della Commissione consiliare affari istituzionali, che mi onoro di presiedere, per la sempre fattiva e solerte collaborazione.
Mi avvio, quindi, all'illustrazione della proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Intesa fra le Regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia in materia di governance del fenomeno migratorio e promozione di politiche di inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera”.
La proposta di legge costa di quattro articoli e prevede la ratifica del suddetto accordo che è allegato alla proposta di legge.
Come si evince dalla deliberazione di Giunta regionale, l’Agenda europea ha posto la migrazione come una priorità politica dell’UE che interessa i Paesi europei sulla migrazione, presentata dalla Commissione al Parlamento e al Consiglio europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle Regioni il 13 maggio del 2015, e ha affermato che le nuove questioni sociali devono essere affrontate in modo globale e che, quantomeno, occorre evitare azioni a compartimenti in gruppi separati che non comunicano fra loro, in modo da sviluppare una politica condivisa che integri e abbracci contemporaneamente le molteplici sfaccettature del fenomeno.
Quindi, una cooperazione interistituzionale e interregionale, una governance multilivello, con caratteristiche peculiari che determinano e individuano un’importante espressione dell'azione democratica e della partecipazione sociale, attraverso catene decisionali per realizzare forme concrete di “democrazia partecipativa” a favore dell'integrazione dei migranti, coniugando accoglienza e sicurezza e concentrandosi su cinque Assi principali: istruzione e apprendimento; lavoro; accesso ai servizi essenziali; alloggio e governo del territorio.
Le regioni meridionali, in particolare, hanno visto una notevole espansione degli stranieri nell'ultimo decennio. Nella nostra regione sta diventando sempre più eterogenea, sia per quanto riguarda gli aspetti sociodemografici occupazionali sia per quanto riguarda le richieste inerenti alle politiche di integrazione.
Tale situazione determina una mobilità interprovinciale e interregionale di tipo rotatorio, in particolare in relazione alla forza lavoro impiegata in occupazioni stagionali e basate su diversi periodi di coltivazione e produzione; per queste ragioni, a difesa di generare problemi comuni alle diverse aree regionali, bisogna rafforzare la cooperazione interregionale sull'inclusione sociale e lavorativa degli stranieri tra le Regioni.
L'immigrazione è un tema molto caldo ed è sempre stato al primo posto dell’agenda politica in una situazione in cui le conseguenze sociali ed economiche hanno avuto un forte impatto. Un problema dove c'è uno sforzo costante per fare dell'immigrazione italiana dove si richiama un'attenzione maggiore da parte dell'Europa, perché si ritiene che siano necessarie risposte comuni dall’UE per affrontare il fenomeno migratorio.
Negli ultimi giorni desta grande preoccupazione la gestione dei flussi migratori in arrivo sulle coste meridionali e questo è un tema particolarmente importante anche perché si estende al campo della politica estera e interna. È tempo che l'immigrazione sia presentata come una questione globale, che comprenda un'azione nel quadro internazionale e nell'Unione europea.
Con specifico riferimento al Protocollo d'intesa oggetto di ratifica, le Regioni firmatarie convengono di costituire un coordinamento interregionale in materia di governance del fenomeno migratorio al fine di migliorare e rafforzare la capacità di ciascuna Amministrazione e di rispondere sempre più adeguatamente alle sfide che la presenza di persone straniere pone sui propri territori.
L'accordo persegue le seguenti finalità: programmare e realizzare in modo coordinato e condiviso interventi innovativi per l'incremento delle rispettive capacità di azione istituzionale e di coinvolgimento di tutti gli stakeholders territoriali e l'expertises necessarie; rafforzare il sistema di lavoro a rete, sviluppato nel periodo di programmazione 2014-2020, attraverso iniziative congiunte di rafforzamento della capacità amministrativa ai diversi livelli interregionale e transnazionale, regionale e locale; migliorare il sistema degli interventi di inclusione socio-lavorativa e alloggiativa delle persone straniere presenti, in riferimento alle politiche ed agli interventi previsti dal nuovo ciclo di programmazione 2021-2027 nelle sue diverse articolazioni; accrescere i livelli di diffusione delle conoscenze e delle pratiche significative di intervento maturate negli ultimi anni attinenti alle tematiche concernenti la presenza di persone straniere regolarmente presenti, favorendo approcci di valorizzazioni in termini di benefici, attuali e potenziali, che esse possano apportare alle economie locali, regionali e nazionale, nonché a livello UE ed extra UE.
Tra le misure da intraprendere vi sono: la co-progettazione verticale (istanze nazionali e transnazionali) e orizzontale (tra le Regioni firmatarie) di politiche e di interventi da attivare nei corrispettivi territori; la costituzione e il consolidamento di strumenti comuni per il monitoraggio del fenomeno migratorio; la realizzazione di studi e ricerche, in forma singola o congiunta, nonché di seminari, scambi di esperienze e buone prassi interregionali e transnazionali, visite di studio nei territori a maggiore problematicità e criticità sociale.
Nel Protocollo vengono poi dettagliati la governance operativa, la durata, la validità e l'assenza di oneri finanziari.
La proposta di legge, invece, si compone di 4 articoli.
L'articolo 1 prevede la ratifica dell'accordo fra la Regione Calabria e le Regioni Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia in materia di governance del fenomeno migratorio e promozione di politiche di inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera.
L'articolo 2 concerne l'ordine di esecuzione.
Gli articoli 3 e 4 riguardano, rispettivamente, la copertura finanziaria e l'entrata in vigore. La proposta non comporta oneri finanziari a carico del bilancio regionale. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Voterò volentieri questa proposta di legge su cui mi permetto di fare qualche rapida considerazione. Riguarda il fenomeno migratorio, cioè, riguarda persone che io immagino vorrebbero stare bene a casa loro - ognuno di noi credo abbia in animo di stare individualmente bene a casa propria - ma che sono costrette spesso a migrazioni per eventi per loro incontrollabili, che possono essere guerre, siccità, problemi collegati alla crisi climatica.
Ed è una cosa assolutamente opportuna e lodevole, a mio modo di vedere, che delle Regioni si consorzino per avere una politica comune nei confronti dei migranti, anche se, come è noto, è una materia concorrente. Però se da una parte lo Stato in maniera abbastanza asettica ci dice come e quanto tempo debbono stare i migranti, allora nel momento in cui queste persone, questi ospiti, vengono sui nostri territori si accendono delle altre problematiche che sono certamente di pertinenza regionale.
Penso all'assistenza sociale, all'assistenza sanitaria, penso all'istruzione, penso all'abitazione, in una parola penso a politiche di inclusione che rendano queste persone, che hanno sostanzialmente l'unico difetto di essere state più o meno costrette ad andare in un Paese straniero, a entrare, se lo vogliono, in un tessuto connettivo che li accolga e che dalla loro energia e dalla loro iniziativa si nutra e con loro collabori; non è una visione fantasiosa o irrealistica perché basti pensare a quanti piccoli borghi non sono diventati delle “Ghost Town”, delle città fantasma, proprio perché sono state abitate dai migranti; basti pensare come i migranti alzino il tasso di natalità nelle nostre Regioni e nella nostra Nazione che ha raggiunto ormai livelli disastrosi.
Potrei dilungarmi ancora molto, però, per amor di sintesi - credo di avere già detto le cose principali - plaudo e voto favorevolmente questa proposta di legge. Grazie.
Grazie. Non ci sono richieste di intervento. Passiamo all’esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, unitamente al relativo allegato, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento, unitamente all'allegato, è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo al punto 4, proposta di legge numero 150/12^ di iniziativa dei consiglieri Mancuso e Fedele, recante: “Riconoscimento e sostegno del progetto ‘Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere’”.
Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, Presidente. Ho il dovere di ringraziare i proponenti che sono il Presidente del Consiglio, Mancuso, e Valeria Fedele.
È una proposta di legge che merita particolare attenzione e con la quale si vuole dare un segnale forte, caratterizzata dal principio della legalità, ma soprattutto da un principio fondamentale che è quello legato all'inclusione da parte dei tanti giovani, ragazzi che sono vittime del fenomeno della ‘ndrangheta.
La proposta di legge in oggetto, composta da 5 articoli, mira a consolidare nel tempo la promozione ed il sostegno economico da parte della Regione Calabria verso le iniziative socio-culturali del progetto “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere”, promosso in ambito nazionale dall’Associazione culturale no profit per il bene sociale “BiEsse” al fine di sensibilizzare e coinvolgere i giovani studenti di tutti gli istituti di ordine e grado regionali sui contenuti ai principi della legalità, attraverso l'attivazione di un percorso educativo condiviso.
Colgo l'occasione anche per salutare la presidente dell'Associazione che è qui presente in Aula, la dottoressa Bruna Siviglia.
La progettualità non tende soltanto alla sensibilizzazione degli studenti ai temi fondamentali del vivere civile, dell'etica pubblica e della legalità, ma mira al coinvolgimento attivo di quei giovani che, loro malgrado, vivono in quei contesti che noi condanniamo fortemente e dai quali, però, possono uscire, comprendendo di avere una possibilità di cambiamento.
Sempre nella seduta della terza Commissione del 17 maggio è stata audita la presidente dell'Associazione BiEsse, la dottoressa Bruna Siviglia, e devo dire che ci ha trasmesso emozioni forti, facendoci vivere intensamente la battaglia di un giudice minorile per liberare i minori dalla 'ndrangheta.
La Regione Calabria con questa proposta di legge si impegna a sostenere la progettualità, ravvedendola come differente ed incisiva. Vi sono molti percorsi di educazione alla legalità, ma lo strumento concreto che è la progettualità può fornire ai ragazzi, che, purtroppo, vivono loro malgrado in contesti in cui la 'ndrangheta è presente, è quello di capire che si può cambiare, che lo Stato c'è, che essere liberi da quel sistema è possibile, che un'alternativa c'è sempre.
A questo progetto hanno aderito le scuole nazionali che durante le ore di educazione civica leggono il libro “Liberi di Scegliere”, un progetto che è un percorso continuo tra associazioni, scuole e giovani di cui hanno parlato tutte le televisioni del mondo.
Inoltre, attraverso il libro e l'omonimo film “Liberi di Scegliere”, che verranno letti e proiettati nelle scuole, i ragazzi si approcciano ai temi trattati con un maggiore coinvolgimento anche grazie a testimonial di eccezione, come l'attore Alessandro Preziosi, che interpreta proprio il giudice Di Bella. Attraverso le storie lette nel libro, storie vere raccontate dal magistrato in 25 anni di lavoro nei Tribunali minorili, si apre un nuovo mondo, un nuovo mondo per loro e potranno raccontarlo attraverso un testo scritto o la realizzazione di un cortometraggio. Sentire raccontare dai protagonisti veri, reali che sono riusciti a venire fuori dai contesti estremamente pericolosi, apre ai ragazzi un mondo nuovo di prospettive oltre che sensibilizzarli fortemente al tema della legalità e toccarli profondamente perché sono storie forti di riscatto che non si ascoltano tutti i giorni e sono raccontate dai loro coetanei.
Va infatti sottolineato il carattere culturale molto forte dell'iniziativa, che coinvolge i ragazzi che escono da esperienze negative, ed evidenzia come il progetto di legge, con il coinvolgimento delle scuole, possa avere ricadute positive sul territorio.
Anche per questo è importante che la Regione sostenga il lavoro dell'associazione BiEsse che, attraverso il lavoro che svolge, crea spesso un legame forte con gli studenti; sono stati molti quelli che hanno trovato il coraggio di confidarsi con i dirigenti scolastici, cercando il rapporto con l'Associazione, con il giudice Di Bella, per avere un consiglio, un ascolto, un aiuto, un percorso da seguire su come poter uscire da contesti delicati.
La legge è composta da 5 articoli e comporta oneri, per come si desume dall'articolato della stessa.
Abbiamo l'articolo 1 che valorizza e sostiene il progetto culturale “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere”; al comma 2, per l'impegno a sostenere un premio culturale “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere”, verranno assegnate annualmente cinque borse di studio nel limite massimo delle risorse destinate dal testo normativo, da intitolare a vittime delle mafie ed assegnare ai migliori studenti o istituti scolastici.
È un testo di legge che merita particolare attenzione e che ha mosso la sensibilità del Presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, quale primo firmatario, e dalla consigliera regionale Valeria Fedele.
È un testo di legge che va nella direzione di salvare quei tanti giovani, quei tanti ragazzi che vivono in dei contesti criminali; è un testo di legge che può dare l'opportunità di dire: “Potrà esserci una vita migliore”. Grazie.
Grazie. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Vorrei dire due parole per ratificare – vale anche come espressione di voto - la nostra positività nei confronti di questa proposta legislativa, come del resto già fatto in Commissione; è evidente che questo è un tema fondamentale sul quale bisogna spendersi, aiutare i nostri ragazzi e, soprattutto, rendere la collettività più consapevole che il problema della 'ndrangheta e delle mafie è chiaramente è un problema per tutta la collettività e il cammino iniziato da quest'associazione è egregio, va rispettato, va certamente aiutato.
Ma vorrei rendere edotti i colleghi consiglieri, il Presidente del Consiglio, il Presidente della Giunta, che il progetto nazionale “Liberi di Scegliere”, che è presentato in questo momento in Parlamento, rischia persino di non essere finanziato. Quindi, penso che noi possiamo, vista l'unanimità di intenti rispetto a questa situazione, presentare, se voi sarete d'accordo, assieme a me, una mozione in cui cerchiamo di esercitare una pressione positiva nei confronti del Governo perché il progetto “Liberi di Scegliere” possa continuare ad essere finanziato a livello nazionale. Sarebbe nefasto se un progetto del genere non continuasse e si darebbe ulteriormente merito alla Regione Calabria se intervenisse perché il progetto nazionale ha bisogno assolutamente di andare avanti.
Chiudo con dichiarazione di voto positiva e favorevole nei confronti di questa proposta legislativa da parte di tutto il PD.
Grazie, collega Bruni. Passiamo alla votazione.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo al punto cinque, la proposta di legge numero 162/12^ di iniziativa dei consiglieri Straface, Gentile, Gallo, recante: “Riconoscimento del Carnevale di Castrovillari”.
Cedo la parola alla consigliera Straface per illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per ringraziare per la presenza il presidente della Pro Loco della città di Castrovillari che saluto, Iannelli Eugenio.
Questa proposta di legge porta la firma della sottoscritta, della collega Katya Gentile e dell'assessore Gianluca Gallo.
È una proposta di legge con la quale si intende promuovere il Carnevale di Castrovillari con l'obiettivo di riconoscerlo tra le attività culturali, quale evento a carattere e d’interesse regionale.
Premesso che nell'iter legislativo e durante la trattazione in Commissione - saluto anche e ringrazio i componenti della Commissione, il consigliere Ferdinando Laghi, che hanno partecipato alla stesura e al dibattito di questa proposta di legge - è stata appurata la valenza storica del Carnevale di Castrovillari che diventa una manifestazione importante, ma che rappresenta, soprattutto, uno degli eventi folkloristici più forti e più sentiti della regione e non solo della regione Calabria.
La più antica notizia di eventi pubblici, a Castrovillari, realizzati in occasione del carnevale, risale al 1635; negli anni venti del novecento fu costituito a Castrovillari, a cura del professore Aldo Schettini, il gruppo denominato Canterini di Castrovillari, abbigliato con il costume tradizionale “pacchiana”; la prima manifestazione progettata dalla Pro Loco di Castrovillari è datata 1959, quando viene organizzata la prima edizione del Carnevale del Pollino e Festival Internazionale del Folklore. Da allora, e grazie ad un lavoro importante, si sono svolte 65 edizioni, che hanno registrato quest'anno - cara consigliera Katya Gentile, vi abbiamo partecipato personalmente - oltre 100.000 presenze di spettatori nell'arco di 10 giorni di manifestazione. Questo rappresenta anche quel turismo culturale, identitario ed ecco perché è considerato, a giusta ragione, uno degli appuntamenti italiani carnascialeschi tradizionali più interessanti.
Nell'anno 2017, è stato inserito dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nell'elenco dei Carnevali storicizzati italiani, un vanto per l'intera città ma un vanto anche per la Regione Calabria.
Anche per questo, visto il grande lavoro di promozione della Calabria a livello internazionale che il Dipartimento cultura sta compiendo, valorizzandone l'immagine anche da un punto di vista culturale, è importante la storicizzazione e il sostegno di questa manifestazione.
A volte, assessore Princi, nella cultura in passato si è investito pochissimo; questa Amministrazione regionale, grazie all'ottimo lavoro che sta portando avanti l'assessore Princi con delega alla cultura,-vuole realizzare un'inversione di tendenza, attraverso quella programmazione di cui necessita finalmente un settore così importante che è rappresentato, appunto, dalla cultura: valorizzare le aree interne, promuovere il turismo attraverso la cultura e, soprattutto, tutelare quelle che sono le identità del territorio.
E il Carnevale di Castrovillari è anche cultura e lo conferma il lavoro che la Pro Loco di Castrovillari ha fatto in tutti questi anni e che continua a fare in modo encomiabile, perché sono davvero tante le manifestazioni che vanno a riempire un arco temporale di 10 giorni e che fanno del Carnevale di Castrovillari un “unicum” nel panorama culturale dell'intera Calabria, nonché un vero attrattore turistico che, in un periodo tipicamente destagionalizzato, richiama numerosi turisti provenienti non soltanto dalla Calabria, ma anche dalle regioni limitrofe.
Un grande evento che incide positivamente sull'intero indotto economico del territorio, che contribuisce alla crescita sociale e culturale dell'intero comprensorio e che diffonde l'immagine di Castrovillari su tutto il territorio nazionale.
Nei 10 giorni di kermesse hanno luogo molteplici attività che vanno dalle sfilate dei gruppi mascherati, i carri allegorici, eventi culturali, il coinvolgimento delle scuole, la gastronomia. Ma la cosa importante di questo Carnevale, oltre a rappresentare una forma di turismo culturale, gastronomico, storico-artistico, è che sta diventando un vero attrattore turistico e di sviluppo territoriale, una risorsa per il marketing e per gli operatori del settore.
Il Carnevale di Castrovillari è da sempre proiettato verso l'internazionalizzazione dell'evento, interessando ospiti e turisti sulle tradizioni del folklore del mondo intero; quest'anno hanno partecipato gruppi folkloristici che provenivano da tutta Europa, tra cui il gruppo folkloristico dell’Ucraina.
È una proposta di legge che merita particolare attenzione ed è formata da 4 articoli.
Con l’articolo 1 abbiamo il riconoscimento, quale evento a carattere regionale storicizzato, del Carnevale di Castrovillari.
L'articolo 2, invece, prevede la promozione del Carnevale da parte della Giunta e del Consiglio regionale, attraverso i siti istituzionali e altri strumenti divulgativi, senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Abbiamo presentato naturalmente un emendamento, di cui darò lettura successivamente, ma che preferisco illustrare in questo contesto e che inserisce la previsione secondo cui la Regione, nell'ambito degli strumenti di programmazione dell'attività di promozione culturale regionale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, possa prevedere bandi, progetti, misure e iniziative per promuovere il Carnevale di Castrovillari.
Merita particolare attenzione, ma merita soprattutto il voto unanime dell'intero Consiglio perché, quando parliamo di eventi culturali, di eventi culturali storicizzati, non facciamo altro che parlare della crescita culturale della nostra regione Calabria. Grazie.
Presidenza del vicepresidente
Pierluigi Caputo
Grazie, consigliera Straface. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Annuncio preliminarmente, ad ogni buon conto, il mio voto favorevole, ma per pura appartenenza territoriale.
I prodromi del Carnevale di Castrovillari, sulla cui rilevanza non mi dilungo perché l’ha brillantemente descritta la collega Straface, risalgono addirittura al 1.600 per arrivare alle ultime 65 ininterrotte edizioni e al riconoscimento nazionale, esattamente nel 2017, da parte del Ministero dei beni e attività culturali che lo ha incluso tra i Carnevali storicizzati italiani.
Di che cosa aveva e ha bisogno questo evento? Ha bisogno di poter programmare con la dovuta anticipazione temporale le attività da mettere in atto, proprio perché si tratta di avere un collegamento internazionale o addirittura planetario, allora bisogna sapere per tempo, all'indomani del termine dell'evento, come cominciare il successivo e la pietra angolare, con ogni evidenza, per cominciare il successivo sono le risorse economiche.
Da unico castrovillarese eletto in Consiglio regionale, ho cercato di supportare e migliorare questa proposta. Inizialmente non ce n'era bisogno, Presidente, perché la proposta originaria prevedeva 60.000 euro all’anno da utilizzare come finanziamento delle attività del Carnevale di Castrovillari ed era una cosa fondamentale per quanto ho prima detto. Purtroppo, questo aspetto economico è stato falcidiato in Commissione e lì ho cercato di reintrodurlo con apposito emendamento che, purtroppo, è stato bocciato. Francamente, non pensavo - ripeto che voterò favorevole, voterò positivamente, è la mia città e il Carnevale è un evento che mi rappresenta - che sarebbe stato portato all’esame del Consiglio perché, in realtà, svuotato dal certo elemento di finanziamento, questa legge non ha tanto significato, non comporta nessun reale vantaggio.
Fra l'altro, se posso permettermi, anche l'emendamento che ci informa che “la Regione può…” in questo anno e mezzo di legislatura, ho imparato che le proposte di legge e le leggi non sono potenziali sono prescrittive.
Quindi, un eventuale finanziamento o viene individuato o non viene individuato, in questo caso non viene individuato. La ricaduta pratica della legge, rispetto a una possibilità di programmazione del Carnevale di Castrovillari, è, purtroppo, dico, sostanzialmente nulla.
A questo - e vado a concludere - si accompagnano altre iniziative, più d'una, che successivamente alla proposta di legge sul Carnevale di Castrovillari, sono state presentate, per eventi assolutamente illustri e importanti della nostra regione, che hanno trovato altro trattamento; per altro trattamento intendo trattamento economico. Quindi, a mio parere, in realtà, si sono utilizzati per eventi culturali di preminente importanza due pesi e due misure nei riguardi del Carnevale e della città di Castrovillari che, a mio parere, non avrebbero meritato, né l’uno né l’altra, questo trattamento. Ribadisco il mio voto favorevole.
Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie. Preannuncio già nell'immediato il voto favorevole a questo provvedimento. Conoscevo questo Carnevale per un caro amico che me ne parlava, ma non ho mai potuto parteciparvi; magari la collega Straface ci inviterà, non so che mascherina utilizzerà per l'evento, però ci andrò volentieri. Sicuramente il voto è favorevole.
Quando si dà visibilità ad eventi così importanti è bene sostenerli. Vorrei, però, fare insieme a tutti quanti voi una riflessione per capire se la condividete: eventi di questo tipo, o anche di tipo differente, sono diversi sul territorio calabrese - non tantissimi a dire la verità con numeri così importanti, però ce ne sono diversi - molto spesso però, Presidente, rischiano di non avere rappresentanza all'interno dell'Aula del Consiglio regionale, ad esempio, non ci sono consiglieri regionali eletti della provincia di Crotone; quindi, molto spesso, eventi-spot come questi sono portati avanti da consiglieri di alcuni territori che, dico giustamente, difendono quelle che sono le attività all'interno di quei territori - potrei farlo io per il mio territorio - e si rischia di fare una corsa a quelle che sono le dotazioni finanziarie nei pochi capitoli liberi di bilancio regionale nei quali chi prima arriva meglio alloggia, rischiando poi -lo sottolineava anche il collega Laghi - di non lasciare risorse per chi arriva successivamente.
Allora, probabilmente, da questo punto di vista, per ogni settore si potrebbe provare a programmare e a fare una ricognizione degli eventi, delle manifestazioni e dei temi su tutto il territorio regionale e decidere assieme, all'interno del Consiglio regionale, in maniera chiara, come distribuire le risorse finanziarie, senza rischiare di dare rappresentatività e voce solo chi ha la possibilità di essere rappresentato in quel territorio, togliendo la possibilità di accedere ai finanziamenti a chi arriva un po’ dopo. Credo che in quel modo veramente noi da consiglieri regionali riusciremo a rappresentare tutto il territorio regionale, non solo una porzione.
Detto ciò, però, sicuramente, l'iniziativa è meritevole quindi preannuncio da parte del Partito Democratico il voto favorevole.
Grazie, consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo per rimarcare anche io il voto positivo all’iniziativa del Carnevale di Castrovillari. Mi dispiace solamente che, appunto, non ci siano i fondi.
A proposito di questo, anche ultimamente in Commissione abbiamo varato quest'altra proposta legislativa sulla Varia di Palmi e io ho riproposto, per l'ennesima volta, - lo riproporrò fino a stremarvi - che penso sia assolutamente indispensabile fare una legge quadro per queste manifestazioni, soprattutto queste così importanti. Mettere tutto lì, trovare dei finanziamenti e fare in modo che questo ulteriore volano di sviluppo turistico abbia un sostegno importante e che, quindi, non sia lasciato, anno dopo anno, appunto, alla capacità solamente dei luoghi e delle persone che si immolano realmente, ormai da decenni, per portare avanti queste iniziative.
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Mattiani. Ne ha facoltà.
Buonasera, Presidente. Intervengo soltanto per complimentarmi con la consigliera Straface per il grande lavoro che ha portato avanti, perché oggi non è solo la questione economica e del riconoscimento delle somme economiche per una festa che dà valenza e importanza all'evento. Chiaro è che sicuramente è importante avere delle somme economiche, ma quando si è discusso - in una delle sedute di Commissione sono stato anche presente - si ragionava, oltre che sul riconoscimento della festività e di quello già previsto a livello nazionale dal Ministero, di dare un riconoscimento regionale anche al Carnevale di Castrovillari; oggi, però, sarebbe stato forse troppo limitante prevedere 60 mila euro per il Carnevale quando invece si può pensare che, attraverso dei bandi regionali, quale ad esempio quello dei Grandi Eventi, oppure attraverso dei bandi europei, si riuscirebbe e si riuscirà - sono convinto - ad ottenere delle somme ben superiori a quelle delle 60 mila euro.
Vorrei ancora una volta complimentarmi con la consigliera Straface per questa grande iniziativa e il riconoscimento e perché, il fatto stesso che questo evento sia riconosciuto come regionale, può entrare a pieno diritto tra gli eventi che poi potranno partecipare al bando per i Grandi Eventi regionali e, quindi, vedersi riconoscere somme superiori ai 60 mila euro che erano preventivati nella fase iniziale. Grazie.
Grazie, collega Mattiani. Ha chiesto di intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Sarò velocissima perché la collega Straface – lo hanno detto anche i colleghi della minoranza – è stata brillante, chiara ed esaustiva in tutto, ma ci tengo particolarmente a fare un brevissimo intervento su questo argomento - come ha detto giustamente il collega Laghi - per vicinanza territoriale a quel territorio, ma soprattutto per l'importanza di questo Carnevale.
Vorrei ringraziare, intanto, la collega Straface per aver voluto coinvolgere, conoscendo la nostra vicinanza a quel territorio, sia me sia l'assessore Gallo su questa proposta di legge. È importante, soprattutto su questi argomenti che diventano effettivamente attrattori culturali, come la manifestazione di Castrovillari, a prescindere dal discorso delle risorse economico - finanziarie che possono essere appostate nella legge, che ci sia una storicizzazione dell'evento, così come avvenuto per il riconoscimento da parte del Ministero, proprio per quello che rappresenta l'evento in sé.
Tra le altre cose, ha un ruolo fondamentale e importante anche il Festival del folklore e per questo voglio ringraziare ancora una volta la vicepresidente Princi per aver accolto anche questa proposta, quindi essere stata sensibile e, come al solito, impegnata e determinata nel portare avanti anche questo Protocollo d'intesa che esiste finalmente anche in Regione Calabria, come in altre Regioni d'Italia, proprio per riconoscere l'importanza di tutto il materiale etnografico che abbiamo in Calabria.
Da ultimo, voglio salutare il presidente Iannelli - lo vedo presente qui - immagino che sarà emozionato – conoscendolo - per questo grande riconoscimento. Ma questo è un riconoscimento che va soprattutto al grande lavoro che ha fatto la Pro Loco di Castrovillari in tutti questi anni, sotto la guida del presidente Iannelli in particolare, sotto la direzione artistica dell'amico Gerardo Bonifati. Per cui, il grande plauso va a voi che anche quest'anno, nella sessantacinquesima edizione, ci rendete orgogliosi di queste cento mila presenze nella regione Calabria. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Vorrei ringraziare tutti i consiglieri regionali che sono intervenuti esprimendo già un voto favorevole.
Vorrei, però, intervenire per replicare al consigliere Laghi, ma in maniera sempre bonaria, sottolineando che quello che stiamo facendo questa sera, in questa Assise regionale, con il riconoscimento regionale di un evento storicizzato, ritengo che sia un fatto storico per la città di Castrovillari. Limitare il capitolo di spesa a 50 mila euro ritengo che sia fortemente riduttivo nei confronti di un evento così importante.
Il riconoscimento regionale del Carnevale di Castrovillari lo proietta verso quella che è la programmazione dei fondi comunitari e anche dei fondi nazionali. Ritengo che non sia una cosa di poco conto potersi inserire nella programmazione dei bandi del POR rispetto agli eventi culturali riconosciuti attraverso apposita legge.
Considerate che, anche quest'anno, il Carnevale di Castrovillari, attraverso il bando cultura, ha ricevuto un contributo di 100 mila euro, proprio perché questa manifestazione è stata riconosciuta come un evento storicizzato e importante. È in questa direzione che va questa proposta di legge, che, ripeto, non può essere ridotta a un capitolo di bilancio di 50 mila euro. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire la Vicepresidente. Ne ha facoltà.
Buonasera a tutti. Intanto mi complimento con la Presidente della Commissione cultura, la consigliera Straface, perché questa è un'opportunità che viene data al territorio di Castrovillari nello specifico, ma a tutta quanta la Calabria, perché noi vogliamo fortemente legare il turismo alla cultura. Per cui saluto anche e ringrazio la presidente Gentile, con la quale stiamo collaborando per far sì che la nostra regione veda, attraverso la cultura e il turismo, un'occasione per dare ossigeno all'economia. Non dimentichiamo che usciamo da due anni di Covid!
Condivido quello che ha detto il consigliere Alecci, perché ci sono tanti eventi che possiamo considerare storicizzati che danno lustro ai territori. Ne riparleremo, perché la Calabria è ricca di specificità. Nello specifico, stiamo parlando di Castrovillari. Sono veramente migliaia le persone che sono presenti, annualmente, nel territorio e, quindi, hanno la possibilità di apprezzare un evento che dà lustro, in termini identitari, a questa realtà.
Rappresentando il Settore istruzione, nello specifico cultura, e avendo anche la delega al bilancio, avrei voluto intervenire anche economicamente, ma purtroppo non è possibile con il nostro bilancio regionale, perché tutti sappiamo come sia ingessato. Dal 2012 sono state definanziate parecchie leggi, perché non c'è stata la possibilità di garantirne la copertura.
Stiamo cercando di sbloccare gli avvisi – avete visto gli stanziamenti importanti che abbiamo finalizzato in tal senso –, ben tre sono prossimi: uno è legato ai piccoli eventi culturali; l'altro agli eventi storicizzati - tra cui il Carnevale di Castrovillari e sarà inserito anche il folklore, perché - lo richiamato prima la consigliera Gentile - abbiamo da poco sottoscritto un Protocollo e daremo anche a questa categoria, che è fortemente identitaria di una parte della Calabria che ha delle radici in tal senso, la possibilità di partecipare ai bandi; un altro avviso che sarà pubblicato - in questo caso interverremo attraverso la Film Commission - riguarderà i Grandi Eventi.
Per cui, sono prossimi tre avvisi pubblici relativi alla cultura, attraverso cui possiamo sostenere queste importanti iniziative che al momento - lo ripeto - non avremmo avuto la possibilità di finanziare attraverso il nostro bilancio, perché - è stato giustamente detto - sarebbero stati insufficienti anche 50 mila euro vista la portata del Carnevale e i costi.
Recentemente, attraverso il bando - è già stato finanziato - abbiamo stanziato – mi sembra - 100 mila euro, come ha detto già la consigliera Straface.
Stiamo provvedendo con degli stanziamenti importanti, così come ha fortemente puntualizzato il presidente Occhiuto sin da quando ci siamo insediati: vogliamo dare specificità ai nostri territori, valorizzando quello che è identitario e richiamando un turismo che diventa non solo intraregionale, ma anche extraregionale. Quindi, grazie, ne approfitto per salutare anche la comunità di Castrovillari che sostiene l'evento. Grazie.
Grazie. Non ci sono interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento
Presidente, vorrei intervenire per dichiarazione di voto.
Ne ha facoltà.
Grazie. Ribadisco il mio voto favorevole, ma ho fatto una proposta… questa proposta di legge nasce con una dotazione non di 50, ma di 60 mila euro. Quindi, i proponenti hanno proposto questa dotazione economica che non sarà enorme, ma era ed è fondamentale perché all'indomani della chiusura dell'evento, già il giorno dopo, si può programmare con una cifra di partenza cosa fare l'anno successivo.
L'altra cosa evidente è che, se il “drenaggio” dei fondi deve essere fatto attraverso bandi, ci si chiede perché fare una legge; si partecipa direttamente al bando. Visto che il Carnevale di Castrovillari è riconosciuto a livello nazionale, ha tutto quel “pedigree” di cui ha parlato la collega Straface, non si capisce perché fare la legge.
Infine, concordo con la vicepresidente Princi e con il collega Alecci, questa è stata una delle motivazioni del taglio dei 60 mila euro in Commissione - ribadito, poi, con il voto contrario al mio emendamento che prevedeva la reintroduzione - cioè: facciamo un inquadramento complessivo, a cui poi faranno riferimento i singoli eventi, per spalmare su tutto il territorio regionale uguali possibilità. Senonché – questo è il problema dei due pesi e due misure –, dopo questa proposta di legge ne sono venute altre che, invece, non hanno seguito questo andamento e questa attesa di una legge quadro, ma sono state - ci mancherebbe, eventi estremamente importanti, come il Carnevale di Castrovillari - invece diversamente valutate.
Quindi, voto favorevole per appartenenza territoriale come unico rappresentante eletto di Castrovillari nel Consiglio regionale. Grazie.
Grazie. Va bene così. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
All’articolo 2 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 12290 a firma della consigliera Straface, a cui cedo la parola per l’illustrazione, prego.
Lo do per letto, Presidente, perché l'ho illustrato durante la presentazione della proposta di legge.
Va bene. Non c'è bisogno del parere del relatore. Il parere della Giunta?
Favorevole.
Grazie. Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.
Pongo in votazione l'articolo 2.
Articolo 2
(È approvato
così come emendato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato così come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo ora al punto 6: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 123/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria”.
Cedo la parola al collega Montuoro per illustrare il provvedimento, prego.
Grazie, Presidente. La proposta di provvedimento posta oggi all’ordine del giorno di questa Assemblea è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione nella seduta del 31 maggio ultimo scorso. La proposta è relativa al bilancio di previsione 2023/2025 dell'ARPACAL Calabria.
Durante i lavori della Commissione abbiamo audito il Commissario straordinario dell'Ente, il generale Emilio Errigo - che ringrazio per la puntuale relazione in cui ha esposto il prezioso lavoro che sta svolgendo alla guida dell'Ente e ha illustrato il provvedimento e fornito i chiarimenti richiesti -, e il dirigente del Servizio contabilità e bilancio dell'ARPACAL, il dottor Luca Buccafurri. Alla seduta di Commissione ha partecipato anche la dirigente di settore del Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente, avvocato Elvira Costantino, la quale ha confermato l'istruttoria di competenza del Dipartimento.
Sul provvedimento, inoltre, è pervenuta la nota del Dipartimento economia e finanze con la quale il direttore generale, nel confermare i rilievi, le riserve, le raccomandazioni illustrate nell’istruttoria di competenza, ritiene che non sussistano motivi ostativi all'approvazione della proposta di bilancio di previsione del 2023-2025 dell’ARPACAL da parte del Consiglio regionale.
Il Revisore unico dell’Ente, con verbale numero 3 del 10 marzo 2023, attesta la corrispondenza delle previsioni di bilancio 2023-2025 alle norme di legge nazionali e regionali vigenti in materia; rileva la coerenza interna, la congruità, l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio ed esprimere parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione dell'ARPACAL, riferito al triennio 2023-2025, e dei relativi allegati.
Il Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente evidenzia che, con delibera numero 93 dell’8 marzo 2023 è stato assunto il provvedimento di cui all’articolo 6, comma 6, della legge regionale numero 43 del 2016 relativa alle misure di contenimento delle spese ai sensi l'articolo 6, comma 1, lettera a) e b) della legge regionale numero 43 del 2016, asseverate da parte dell'Organo di revisione.
A conclusione delle istruttorie effettuate, il Dipartimento esprimere favorevole al bilancio di previsione 2023/2025 dell’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Regione Calabria.
Il Comitato di indirizzo, con verbale del 22 marzo 2023, ha espresso parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione finanziario 2023/2025 e del Piano delle attività 2023.
Il Dipartimento economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che il raggiungimento degli equilibri di bilancio viene ottenuto attraverso l'applicazione della parte vincolata del risultato di amministrazione presunto, per un totale di euro 777.736,40 suddiviso in euro 683.736,40, di cui 556.256,40 per il finanziamento di spesa corrente ed euro 127.480,00 per spese in conto capitale nell’annualità 2023 e in euro 47.000,00 rispettivamente per le annualità 2024 e 2025, in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità finanziaria, punto 9 e punto 2 dell’allegato 4/2 del decreto legislativo 118 del 2011.
Il Dipartimento ha, dunque, verificato con esito positivo la corretta applicazione del suddetto principio da parte dell'Ente, analizzando la quota vincolata dell’avanzo di amministrazione presunto applicato, cioè la stessa è andata a finanziare le sole spese di quegli specifici progetti di investimento in ragione dei corrispondenti vincoli determinati dall'Ente.
Con riferimento all'avvenuta applicazione della parte vincolata dell’avanzo di amministrazione presunto, il Dipartimento ha provveduto a un ulteriore controllo al fine di verificare se il totale dell'avanzo vincolato rientri nei limiti di quelle disposizioni introdotte all'articolo 1, comma 897, della legge numero 145 del 2018, ritenendo che i suddetti limiti sono stati pienamente rispettati.
Per quanto riguarda il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento raccomanda all'Ente, nel corso dell'esercizio 2023, di aggiornare le previsioni di spesa di cui al Fondo crediti di dubbia esigibilità verificandone, a seguito dell'attività di gestione, la congruità; provvedendo a una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento all'effettivo andamento degli incassi.
Per quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, il Dipartimento evidenza che lo stesso risulta correttamente appostato, tuttavia, il Dipartimento economia e finanze raccomanda all'Agenzia, a seguito dell'approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio, apportando i seguenti correttivi al Fondo pluriennale vincolato per la parte corrente e capitale di cui alla proposta di bilancio di previsione 2023-2025, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata.
A conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPACAL) al Consiglio regionale ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002 numero 8. Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà
Intervengo molto velocemente, signor Presidente, solo per una riflessione sul fatto che, come ha sottolineato anche il commissario Errigo, anche questa volta i fondi che verranno trasferiti per la gestione dell'ARPACAL non raggiungeranno l'1 per cento che sarebbe previsto.
Come tutti noi possiamo osservare ogni giorno, dopo la battaglia per la sanità che porta avanti il presidente Occhiuto, c'è quella sulla tutela dell'ambiente, del mare. Eppure, l'Agenzia regionale calabrese per la tutela dell'ambiente non ha le risorse finanziarie, non le ha da sempre.
Quindi, attenzione, non è una responsabilità che si dà a questo governo regionale, ma purtroppo tutto ciò ci consegna oggi un’Agenzia svuotata delle proprie funzioni: molte attività di controllo, di monitoraggio, vengono affidate all'esterno; un'Agenzia che non è stata capace – l’ho già ribadito in quest'Aula - di utilizzare i 2 milioni di euro del finanziamento ministeriale per la tutela delle acque che, ahimè, purtroppo è stato perso.
Quindi quella che è una delle agenzie più importanti presenti nella nostra regione, che dovrebbe tutelare l'ambiente e quindi la salute di noi i calabresi, purtroppo non riesce a mettere in campo quelle che sono e sarebbero le sue funzioni, demotivando anche il personale. In questi anni tanto personale ha chiesto il trasferimento in altri uffici regionali. Molto spesso le professionalità non riescono a esprimersi perché tante attività non vengono portate avanti. Quindi, credo che bisognerebbe fare una riflessione su questo.
Mi auguro che le risorse si stiano trovando, vengano messe in campo e soprattutto che l'ARPACAL possa tornare ad avere quel ruolo centrale che ha in altre regioni, ma che purtroppo, ad oggi, nella nostra regione va avanti a singhiozzo. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Naturalmente voglio ribadire le riflessioni fatte nella Commissione bilancio, nella quale – devo dire la verità – ho molto apprezzato l'intervento del generale Errigo che ha dimostrato un approccio di grande sensibilità istituzionale alla Commissione per i modi e per quello che ha riferito in merito anche agli obiettivi principali che questo Ente dovrebbe realizzare - è stato detto - relativamente al diritto ambientale e ad alcuni diritti costituzionali.
Mi sono astenuto dal voto della proposta in Commissione e credo che, come PD, ci asterremo anche in Aula, perché le riflessioni reiterate che facciamo non mi pare vengano tenute in considerazione anche nei passaggi successivi. Queste riflessioni sono anche, secondo me, elementi di criticità che dovrebbero, invece, essere valutati con grande attenzione e con interesse se vogliamo mettere questi Enti strumentali nelle condizioni di poter assolvere alla loro funzione e alla loro missione istituzionale.
Intanto – non lo dico io, lo dice
il revisore – c'è una tardiva predisposizione del bilancio dopo
il termine dell'esercizio precedente, che è il 31 dicembre.
Poi vi
è una consistenza rilevante anche del fondo di cassa, a dimostrazione che, nonostante
la strategicità della missione e degli interventi, una quantità di risorse non è
tempestivamente ed efficacemente spesa.
Per
quanto concerne l'1 per cento ricordato poc'anzi, c'è da evidenziare un ulteriore
peggioramento in questo bilancio dove, per mantenere la stessa quantità di
risorse, addirittura si è ulteriormente abbassata l'aliquota; quindi, non solo
non si realizza l'aliquota del finanziamento previsto del sistema sanitario
regionale, che sarebbe dell'1 per cento, ma lo 0,46 per cento previsto in
questa situazion non è garantito e, addirittura, per mantenere lo stesso
importo l’aliquota per il 2022 passa da 0,46 a 0,42 per cento.
Altro
che riallineamento verso l'1 per cento: c'è un ulteriore abbassamento
dell’aliquota destinata per la funzione e la missione principale.
Anche
se, da questo punto di vista, il Generale ha fatto sapere che si sarebbe
attivato per le nuove risorse – un milione e 500.000 euro per nuove risorse
umane per quanto riguarda il personale - nel mio intervento ho posto il
problema della stabilizzazione di alcuni lavoratori precari e soprattutto
l'esigenza e la necessità che anche questo ente strumentale, così come previsto
dalla legge numero 68 del 1999, si impegni a garantire il rispetto delle
categorie fragili.
Per
questa ragione, annuncio il voto di astensione del Partito democratico. Grazie,
Presidente.
Grazie
a lei, consigliere Mammoliti. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto sette all’ordine del giorno relativo alla proposta di provvedimento amministrativo
125/12^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022, ai sensi
dell’'articolo 3, comma 4, decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118 e conseguenti
variazioni al bilancio di previsione 2022-2024 e al bilancio di previsione 2023-2025
del Consiglio regionale della Calabria”.
Cedo
la parola al consigliere Cirillo per illustrare il provvedimento. Prego,
consigliere Cirillo.
Grazie,
Presidente. Con il presente provvedimento, il Consiglio regionale della
Calabria è chiamato ad approvare il riaccertamento dei residui attivi e passivi
al 31 dicembre 2022 e le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2022-2024
e al bilancio di previsione 2023-2025, così come stabilito dall'Ufficio di Presidenza
con deliberazione numero 24 del 14 giugno 2023.
L'approvazione
del riaccertamento dei residui è propedeutica all'approvazione del rendiconto
dell'esercizio 2022 del Consiglio regionale.
Dalle
attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi effettuati dagli uffici
competenti del Consiglio regionale è risultato che, al termine dell'esercizio
2022: l'ammontare dei residui attivi, è pari a euro 31.088.000; l’ammontare dei
residui passivi, è pari a euro 6.669.000; la consistenza finale del fondo
pluriennale vincolato da iscrivere all'entrata del bilancio dell'esercizio 2023,
è pari a euro 8.862.000, di cui euro 5.891.000 per spese correnti ed euro 2.971.000
per spese in conto capitale; le risultanze del presente provvedimento saranno
inserite nel rendiconto del Consiglio regionale relativo all'esercizio 2022.
Con il
presente provvedimento sono, infine, approvate le variazioni, sia al bilancio
di previsione 2022-2024 sia al bilancio di previsione 2023-2025, necessarie per
l'adeguamento delle previsioni di competenze e di cassa delle risultanze del
riaccertamento dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022.
Sul
presente provvedimento, il Collegio dei revisori dei conti, con verbale numero
35 del 5 giugno 2023, ha espresso parere favorevole.
Grazie.
Grazie,
consigliere Cirillo. Prendiamo atto del parere favorevole del Collegio dei
revisori dei conti. Pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla mozione numero 58/12^ di iniziativa dei consiglieri Bruni, Bevacqua,
Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo Schiavo, Neri, Tavernise,
recante: “Sin Calabria-Crotone-Cassano-Cerchiara”.
Cedo
la parola alla proponente per l'illustrazione. Prego, consigliera Bruni.
Grazie,
Presidente. Ringrazio ovviamente tutti i Capigruppo che hanno voluto sottoscrivere
questa mozione e tutti i colleghi del Partito Democratico.
La
mozione nasce dal fatto che i Sin, ovvero i Siti di interesse nazionale, altro
non sono che delle aree contaminate molto estese, chiaramente molto pericolose,
che lo Stato ha voluto mettere sotto osservazione per eventuali interventi di
bonifica del suolo, del sottosuolo o delle acque.
In
Italia vi sono 46 Siti e in Calabria esiste il sito Crotone-Cassano-Cerchiara.
Questo
sito di Crotone, che tutti conosciamo molto bene, è stato identificato
addirittura nel 2001 dal Ministero e, a seguito, appunto, dell’eliminazione
delle industrie e il rilascio, purtroppo, sul suolo di tutta questa serie di
sostanze radioattive e di metalli pesanti estremamente pericolosi per la salute
dell'uomo, è stata comunque prevista una bonifica di quest'area industriale.
Ci fu
la sentenza del Tribunale di Milano passata in giudicato, che condannò Eni a
pagare 72 milioni di euro e a procedere nella bonifica.
Nel
2019 venne stipulato un progetto di bonifica che prevedeva esattamente
l'asporto e il trasferimento di tutti questi materiali; dopodiché, praticamente,
Eni ha invece proposto, a distanza di anni, di tombare questo materiale.
Nel
febbraio 2023 c 'è stata una Conferenza dei servizi, dove la Regione, il Comune,
la Provincia di Crotone e gli enti tecnici, si sono opposti decidendo che,
comunque, questi rifiuti fossero trasportati fuori dalla regione.
Eni ha
contestato il verbale di diniego alla modifica di questo intervento già
deliberato; quindi, situazione particolarmente grave! Perché?
Vengo
all'aspetto medico.
Lo
studio Sentieri, che è uno studio coordinato tra il Ministero della salute e il
Ministero dell'ambiente ed è sviluppato dall'Istituto Superiore di Sanità, dal
2006 attenziona tutti i Sin in Italia e ovviamente anche il sito di Crotone-Cassano-Cerchiara.
Come lo attenziona? Lo attenziona sui dati di mortalità, sui ricoveri ospedalieri
e, più recentemente, anche sulle malformazioni alla nascita.
Poiché
il dato puntuale di un unico anno evidentemente è molto poco rappresentativo e
significativo, da quando questo studio è nato, quindi sui diversi risultati che
ci sono stati negli anni, è sempre stato osservato un eccesso di rischio in
entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori maligni
esattamente nell'area di Crotone.
In
particolare, un eccesso di tumore epatico per entrambi i generi: nei soli
maschi, un eccesso di tumori allo stomaco, di linfomi, di tumore della vescica,
e nelle femmine di tumori della mammella.
Dopodiché,
questo eccesso di rischio per la mortalità generale e anche per le malattie del
sistema cardiocircolatorio sono state osservate altrettanto in Cassano e Cerchiara
e, soprattutto, in questi due paesi è riportata una mortalità con forte
evidenza di associazione proprio per queste fonti, esattamente anche per il
tumore epatico.
Ora,
queste patologie provocano un ulteriore eccesso di ricoveri e, dunque, questa
mortalità tumorale è particolarmente alta nell'area.
Voi
sapete che noi come calabresi moriamo già due anni prima del resto della
popolazione italiana e, nell'area di Crotone-Cassano-Cerchiara, c'è una
mortalità prematura che è soprattutto maggiorata del 6, 7 per cento nei maschi
e del 10,8 per cento nelle femmine; quindi, coloro che vivono in quell'area muoiono
ancora prima di noi calabresi che già moriamo prima degli italiani.
La
gravità della situazione è peggiorata dal fatto che l'area è ad alto rischio;
anzi, ha un alto indice di deprivazione socioeconomica.
Vi chiederete
cosa c'entra la deprivazione socioeconomica con i tumori.
È
tristemente dimostrato che le aree più povere e più deprivate da un punto di
vista socioeconomico sono quelle che, purtroppo, peggio fanno la prevenzione, peggio
utilizzano i servizi sanitari.
Ebbene,
il 61 per cento degli abitanti con deprivazione socioeconomica risiedono nelle
aree maggiormente inquinate.
Dunque,
oggi dobbiamo prendere atto che: il problema del Sin
di Crotone non è mai stato risolto; numerosissimi Commissari si sono succeduti
senza trovare una soluzione; lo stato delle cose, secondo numerosi studi,
comporta ovviamente dei gravissimi rischi per la salute e l'ambiente dei cittadini
dei Comuni di Crotone, Cassano e Cerchiara; l’interesse ambientale è un
interesse sensibile, tutelato dalla Costituzione e dalla legislazione
comunitaria.
Tutto
ciò premesso e considerato, vogliamo impegnare il Presidente della Giunta
regionale: a coordinare l'insieme delle Istituzioni calabresi tese a contrastare
anche in sede giudiziaria il tentativo dell'Eni di stravolgere il deliberato
della Conferenza dei servizi; a sostenere in sede governativa e, nello
specifico, tramite il Ministero dell'ambiente, il Ministero della salute e il Ministero
dello sviluppo economico, le ragioni delle Istituzioni calabresi; a sollecitare
soprattutto il Governo alla nomina del Commissario del Sin
Calabria. Vi ringrazio.
Grazie,
consigliera Bruni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha
facoltà.
Grazie,
Presidente. Ho sottoscritto volentieri questa
mozione perché da oltre 10 anni mi occupo anche dei Sin
e, in particolare, del Sin calabrese.
Ha detto
bene la consigliera Bruni: lo Stato italiano e i vari Governi si limitano a
osservare in maniera abbastanza censurabile il fatto che un decimo della
popolazione italiana, sei milioni di persone, abita nelle aree italiane che
sono state individuate come Sin; ciò comporta, per questi sei milioni di
persone, un rischio maggiore e una durata di vita, per alcuni di essi,
inferiore.
Tra
l'altro, lo studio Sentieri, che è uscito a febbraio nella sua sesta edizione,
non ha la forza di uno studio epidemiologico vero e proprio, poiché è uno
studio ecologico; però, spalmato su tutto il territorio nazionale, con queste
caratteristiche, è evidente che è rappresentativo di quello che succede.
Inoltre,
il Sin di Crotone non casualmente viene chiamato
Crotone-Cassano-Cerchiara, infatti Crotone è collegata
con due paesi che sono a 100 chilometri di distanza proprio per il criminale
smaltimento che ha portato queste sostanze tossiche e cancerogene ad essere utilizzate
come ammendante agricolo nella nostra terra anziché andare in Sardegna in
apposite discariche.
Questa
roba deve essere portata via e non essere tombata per continuare ad avvelenare
i cittadini calabresi. Grazie.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Intanto,
complimenti alla collega Amalia Bruni, ma anche a tutti i Capigruppo per aver
sottoscritto questa mozione.
La
cosa che ci dovrebbe far riflettere è che, in questo momento, la stessa Eni che
conferisce rifiuti altamente tossici infischiandosene della Calabria, dei
calabresi e dei governi regionali che nelle Conferenze dei servizi dicono “No”
a questo tipo di atteggiamento, produce invece utili abnormi, propone dei
parchi offshore, installa nuove pale eoliche e in Calabria fa business.
Dunque,
la stessa Eni che viene in Calabria, alla quale la Regione Calabria autorizza
l'installazione di pale eoliche – probabilmente, il numero più alto rispetto ad
altre regioni italiane –, che si sta preparando per fare investimenti miliardari
di fronte le coste calabresi – condivisibili o meno dal punto di vista
ambientale o della sua utilità –, poi produce un danno in termini di salute e
di benessere dei calabresi stessi.
Noi non
possiamo e non dobbiamo essere terra di conquista; ciò che però mi meraviglia è
la rassegnazione di tutti quanti noi di fronte a questi atteggiamenti.
Ci
sarebbe veramente da scendere per le strade e fare una rivoluzione.
Eppure,
nonostante Eni continui a inquinare e ad avvelenare i calabresi, i calabresi
che fanno? Continuano a dare autorizzazioni per far sì che Eni produca utili e
vantaggi paragonabili a una finanziaria di uno Stato come l'Italia.
Andate
a vedere che utili e che giro d'affari ha ogni anno in Calabria questa società,
che poi ci lascia i suoi veleni e le scorie all'interno dei terreni calabresi.
Mi
auguro che il futuro Assessore all'ambiente della Regione Calabria affronti
questo tema con autorevolezza e decisione per andare sui tavoli romani e far
sentire forte la voce che arriva dalla Calabria. Grazie.
Grazie,
consigliere Alecci. Pongo in votazione la mozione.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 17,54
Hanno
chiesto congedo: Billari, Lo Schiavo, Neri, Talerico, Pietropaolo.
(È
concesso)
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione Rendiconto Generale
relativo all'esercizio finanziario 2022 - (deliberazione G.R. n. 282 del
12.6.2023)” (PL n. 195/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito e
alla Commissione - speciale di vigilanza per il parere di propria competenza.
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:
Bevacqua, Alecci, Billari, Bruni, Iacucci,
Mammoliti “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11
(Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento
dei Consorzi di Bonifica)” (PL n. 183/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere
finanziario.
Gelardi, Mancuso, Raso, Molinaro “Istituzione
delle palestre della salute” (PL n. 184/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere
finanziario.
Mancuso e Gallo “Disciplina
dell’agricoltura sociale” (PL n. 185/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere
finanziario.
Mancuso e Gallo “Norme in materia
di unione di comuni montani” (PL n. 186/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni
con l'estero per il parere finanziario.
Lo Schiavo “Semplificazioni delle
certificazioni sanitarie in ambito scolastico. Integrazioni e modifiche alla
legge regionale n. 19 del 4 settembre 2001 (Norme sul procedimento amministrativo,
la pubblicità degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della
Pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria)” (PL n. 187/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Montuoro, Raso e Mancuso “Modifiche
e integrazioni alla legge regionale 7 dicembre 2009, n. 47, recante (Tutela e
valorizzazione degli alberi monumentali e della flora spontanea autoctona della
Calabria)” (PL n. 188/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito, alla seconda Commissione Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario e alla sesta Commissione -
Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse
naturali, Sport e Politiche giovanili per il parere di cui all’Articolo
numero 66, comma 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale della
Calabria.
Molinaro, Gelardi, Raso, Mancuso “Unità
di Pedagogia Scolastica per lo sviluppo della comunità educante e per la
promozione del diritto all'educazione e all'istruzione nella Regione Calabria” (PL
n. 189/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Comito “Disposizioni di
semplificazione delle certificazioni sanitarie in ambito scolastico” (PL n.
190/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa
elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Alecci “Norme sulla disostruzione
pediatrica” (PL n. 191/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Straface e Graziano “Istituzione
del Parco naturale regionale “Valle del Coriglianeto”
(PL n. 192/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Straface, Caputo, Mannarino, Crinò “Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza
sociale della fibromialgia e istituzione del Registro regionale” (PL n. 193/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
De Nisi e Graziano “Modifica dei
confini territoriali dei Comuni di Filadelfia, Francavilla Angitola e Polia
della provincia di Vibo Valentia” (PL n. 194/12^).
È stata assegnata alla
prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale
per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero per il parere finanziario.
Tavernise
“Educazione in natura e disciplina degli agri-nido e agri-asilo” (PL n. 196/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Tavernise
“Disposizioni per il contrasto dei fenomeni di delocalizzazione delle attività
produttive e la salvaguardia dei livelli occupazionali” (PL n. 197/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
Tavernise
“Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale della dismenorrea e
il contrasto di effetti discriminatori da essa derivanti” (PL n. 198/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Alecci ““Istituzione Riserva
Naturale Regionale “Dune di Giovino”” (PL n. 199/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
È stata presentata alla Presidenza
la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre
2022, ai sensi dell’art. 3, comma 4, del Decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118 e conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2022-2024 e al bilancio
di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale della Calabria - (deliberazione
U.P. n. 24 del 14.6.2023)” (PPA n. 125/12^).
La sesta
Commissione consiliare permanente, nella seduta del 29 maggio 2023, ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 207 dell’11
maggio 2023, recante: “Adozione del Piano Esecutivo Annuale di Promozione
Turistica 2023”.
(Parere numero
25/12^).
La seconda
Commissione consiliare permanente, nella seduta del 31 maggio 2023, ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 218 dell’11
maggio 2023, recante: ““Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007/2013.
Riprogrammazione economie accertate e somme in competenza su Linee di azione
afferenti al Pilastro I “Misure anticicliche”. Approvazione proposta di
rimodulazione schede intervento III.5 “Programma di efficientamento e
rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di
sollevamento dei reflui urbani dei Comuni costieri della Regione Calabria” e
II. 8 “Avviso Pubblico per la realizzazione dei Contratti Locali di Sicurezza”.
Approvazione proposta di rimodulazione del Piano finanziario””.
(Parere numero
24/12^).
La
seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 31 maggio 2023, ha
espresso parere favorevole al Decreto Dirigenziale n. 4635 del 31 marzo 2023,
concernente: “Apertura di una nuova cava per l’estrazione di tout-venant di
origine calcarea sita nella frazione Scaliti in località Castellara nel Comune
di Filandari (VV). Azienda S. Moviter di Corso
Salvatore, via Catanzaro 12 – 89900 Vibo Valentia”.
(Parere
numero 22/12^).
In data 31
maggio 2023, il consigliere regionale Ferdinando Laghi è stato eletto Vicepresidente
della quarta Commissione consiliare.
Comunico che,
in data 20 giugno 2023, il Consigliere regionale Pierluigi Caputo è stato
eletto Vicepresidente della Commissione Speciale di Vigilanza.
In data 19 maggio 2023, il Presidente della
Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse
sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 114 del 22 maggio 2023:
1) Legge
regionale n. 20 del 19 maggio 2023, recante: “Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 19 novembre 2020, n. 25 (Promozione dell’istituzione delle
Comunità energetiche da fonti rinnovabili)”;
2) Legge
regionale n. 21 del 19 maggio 2023, recante: “Modifiche e integrazioni alla
legge regionale 3 agosto 2018, n. 28 (Disposizioni per il riconoscimento della
rilevanza sociale dell’endometriosi e istituzione del Registro regionale)”.
In data 24
maggio 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 116 del 24
maggio 2023:
-
Legge regionale n. 22 del 24 maggio 2023, recante: “Norme in materia di Aree
protette e sistema regionale della biodiversità”.
In data 26
maggio 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate
leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 118 del 26 maggio 2023:
1)
Legge regionale n. 23 del 26 maggio 2023, recante: “Modifiche alla legge
regionale 18 giugno 1984, n.14 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi
civili e del lavoro)”;
2) Legge
regionale n. 24 del 26 maggio 2023, recante: “Interventi normativi sulle leggi
regionali n. 19/1986, n. 28/1986, n. 7/1996, n.19/2002, n. 15/2006, n. 22/2010,
n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 8/2023,
n. 9/2023 e disposizioni normative”.
La Giunta
regionale ha trasmesso la deliberazione n. 236 del 29 maggio 2023 recante: “Chiusura
dei conti all'esercizio finanziario 2022. riaccertamento ordinario dei residui
attivi, passivi e determinazione delle economie di spesa (art. 3, comma 4, del
d. lgs. 23 giugno 2011 n. 118) e ricognizione dei residui attivi e passivi non
rientranti nel riaccertamento ordinario dei residui (titolo ii del d.
lgs.118/2011)”;
La Giunta
regionale ha trasmesso la deliberazione n. 258 del 9 giugno 2023, recante: “Adempimenti
conseguenti alla chiusura dei conti relativi all'esercizio finanziario 2022”;
La Giunta
regionale ha trasmesso la deliberazione n. 259 del 9 giugno 2023, recante: “Approvazione
Conto Giudiziale del Tesoriere. Esercizio finanziario 2022”;
La Giunta
regionale ha trasmesso la deliberazione n. 281 del 12 giugno 2023, recante: “Parifica
Conti Giudiziali degli agenti della riscossione - Esercizio finanziario 2022”.
È pervenuta
una petizione popolare per chiedere la realizzazione della strada che collega
il territorio del Comune di Bocchigliero (CS) e la frazione Ortiano del Comune
di Longobucco (CS) alla strada “Sila-Mare”.
La Corte
costituzionale, con sentenza n. 125/2023, ha dichiarato inammissibili le
questioni di legittimità costituzionale dell'art. 2, commi 3, secondo periodo,
4, 5 e 6, della legge della Regione Calabria 7 luglio 2022, n. 22 (Misure per
fronteggiare la situazione emergenziale sanitaria), promosse, in riferimento
agli artt. 3 e 117, commi secondo, lettera l), e terzo, della Costituzione, dal
Presidente del Consiglio dei ministri.
La Giunta
regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al
bilancio di previsione finanziario 2023-2025:
1. deliberazione
della Giunta regionale numero 221 dell’11 maggio 2023;
2. deliberazioni della Giunta regionale numeri
223, 226, 227, 228, 229, 230, 231, 232, 233, 234, 237, 238, 239, 240 e 241 del
29 maggio 2023;
3. deliberazioni
della Giunta regionale numeri 262, 263, 264, 265, 266, 267, 268, 269, 270, 271,
272, 273, 274 e 275 del 9 giugno 2023;
4. deliberazione
della Giunta regionale numero 286 del 14 giugno 2023.
Mammoliti. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- con Legge regionale 20 aprile
2022, n. 10 - “Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente”, la
Regione Calabria ha inteso dettare norme sulla regolazione dei servizi pubblici
locali a rete di rilevanza economica relativi al settore dei rifiuti urbani e
al servizio idrico integrato;
- per l'esercizio associato delle
funzioni pubbliche relative al servizio idrico integrato e al servizio di
gestione dei rifiuti urbani, previste dal decreto legislativo n. 152 del 2006 e
già esercitate, rispettivamente, dall’Autorità Idrica della Calabria (AIC) di
cui alla legge regionale n. 18/17 (Disposizioni per l’organizzazione del
servizio idrico integrato) e dalla Comunità d’ambito territoriale ottimale di
cui alla legge regionale n. 14/14 (Riordino del servizio di gestione dei
rifiuti urbani in Calabria), la citata legge, all’art. 4, ha istituito
l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria (Arrical)
cui partecipano obbligatoriamente tutti i Comuni della Calabria e la Città
metropolitana di Reggio Calabria;
- lo stesso art. 4 prevede che
l'Autorità eserciti le proprie funzioni per l'intero ambito territoriale
ottimale costituito, ai sensi dell’art. 3, sulla base dei principi di
sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza di cui al comma 1 dell'art. 118
della Costituzione, dall'intero territorio regionale;
- con riferimento al Servizio
idrico integrato, l’art. 18-bis (Disposizioni transitorie in merito) prevede,
al comma 2, che l’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria definisce,
entro sessanta giorni dall’individuazione del gestore unico, l’elenco delle
società degli enti locali e degli altri organismi pubblici che possono essere
conferiti nella società SORICAL S.p.A., gestore unico del Servizio idrico
integrato, per la necessaria integrazione;
- pertanto, lavoratori e
competenze oggi in capo agli enti locali e/o a consorzi e società partecipate
dagli stessi dovranno essere trasferite all’Arrical
per lo svolgimento dei compiti assegnati;
- il Regolamento di organizzazione
dell’Arrical, n. 2 del 2 marzo 2023, approvato con
Deliberazione del Commissario straordinario, con i poteri del Consiglio
direttivo d’ambito, stabilisce: - all’art. 6, comma 2, rubricato “Principi di
organizzazione”, che, tra le funzioni del Direttore generale, vi è quella della
definizione della macro-organizzazione, costituita dalle strutture
organizzative di massima dimensione ai sensi dall’art. 2 comma 1, del D. Lgs.
n. 165/2001;
- all’art. 7, comma 1, che “La
struttura organizzativa dell'amministrazione si articola in unità organizzative,
di diversa entità e complessità, ordinate, di norma, per funzioni omogenee e
finalizzate allo svolgimento di attività finali, strumentali e di supporto,
ovvero al conseguimento di obiettivi determinati o alla realizzazione di
programmi specifici”;
- all’art. 7, comma 2, che “La
determinazione delle unità organizzative di massima dimensione,
convenzionalmente definite "Aree", è operata dalla Direzione
generale, nell’ambito dell’esercizio della facoltà di macro-organizzazione, ed
è finalizzata alla costituzione di aggregati di competenze omogenee tra loro
combinate in funzione del migliore conseguimento degli obiettivi propri del
programma di governo dell'ente, in funzione della duttilità gestionale interna
delle strutture e della loro integrazione”;
- all’art. 13, comma 1, che “Il
Direttore generale è competente all'adozione dell'atto di definizione della macro-organizzazione
ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 2, comma 1, del D. Lgs. n.
165/2001”;
- con Decreto del Commissario
straordinario n. 54 del 29/12/2022, sono stati affidati ad un professionista
esterno i Servizi di supporto e assistenza specialistica in materia di
organizzazione e gestione del personale, nei quali rientra anche la definizione
dell’assetto organizzativo dell’Autorità;
- in data 27.03.2023, sulla base
della relazione del professionista incaricato, il Commissario straordinario con
proprio provvedimento ha approvato la macro organizzazione
dell’Autorità, costituita dalle strutture organizzative di massima dimensione;
- in data 23.05.2023, Filctem CGIl, Femca
CISL e Uiltec UIL, hanno chiesto, in relazione al
quadro normativo di riferimento per la riforma del settore e alla luce del
cronoprogramma di subentro di Arrical aggiornato il
22 febbraio 2023, la riattivazione del “Tavolo Istituzionale Servizio Idrico
Integrato, condiviso il 9 dicembre 2022 alla presenza del Presidente della
Giunta regionale” al fine di tutelare i lavoratori presenti nelle gestioni
esistenti e all’interno dell’indotto storico di Sorical;
- la richiamata richiesta appare
del tutto condivisibile alla luce non solo della necessità di tutelare i
livelli occupazionali e, con essi, esperienze e professionalità maturate, ma
anche di assicurare che il complesso trasferimento delle competenze avvenga in
maniera tempestiva e, soprattutto, ordinata. Tutto quanto sopra premesso, interroga
il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se e quali tempestive iniziative
intenda adottare al fine di dare seguito alla descritta richiesta delle OO.SS.
(143; 30/05/2023).
Mammoliti. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
il 14 giugno scorso, da quanto si
apprende da notizie di stampa, un ottantatreenne è stato aggredito e ferito
gravemente da un cinghiale nella frazione Piani di Acquaro, nell’entroterra vibonese,
il fatto è accaduto poco prima delle 7.00 nei pressi dell’abitazione dell’uomo
che affaccia su un terreno agricolo di sua proprietà e solo l’intervento di un
figlio dell’aggredito ha evitato il peggio;
detto episodio non è altro che la
manifestazione più immediata ed evidente di un problema più profondo che trova
la propria radice nella proliferazione dei cinghiali su tutto il territorio
italiano dovuta soprattutto all’azione dell’uomo;
negli scorsi decenni, infatti,
questi ungulati sono stati introdotti in gran numero, a volte anche
illegalmente, in diverse località a scopo venatorio, un reintegro così intenso,
e spesso fuori dai rigidi confini stabiliti dalle normative, tanto che per
lungo tempo si è ritenuto che questi cinghiali non avessero nemmeno un’origine
italiana, bensì ungherese;
il sovrannumero di cinghiali,
dovuto alla loro reintroduzione e alla capacità di riprodursi abbastanza
rapidamente, ha determinato e determina una serie di gravi conseguenze:
incidenti stradali, danneggiamento dei campi coltivati e dei raccolti e,
naturalmente, forti disagi ai cittadini con conseguenze anche di tipo
sanitario;
in particolare
la presenza così numerosa di cinghiali ha reso, soprattutto nei piccoli centri
interni della regione con un’economia sostanzialmente agricola, assai
difficoltosa la coltivazione di orti e capi, devastati costantemente
dall’azione degli ungulati;
dette circostanze stanno
costringendo numerosi agricoltori, disperati, a fermare le proprie attività con
un impoverimento della già precaria economia calabrese e con un progressivo
abbandono di terreni che, incolti, rimangono esposti al rischio incendi e
soggetti ad eventi alluvionali;
appare di tutta evidenza come sia
necessaria un’azione di sistema che nel breve periodo riduca al minimo i disagi
e assicuri adeguati ristori agli agricoltori, ma che nel lungo periodo porti ad
una soluzione definitiva;
nel breve periodo sarebbe utile
rendere più efficiente il sistema dei ristori, attuare una corretta gestione
dei rifiuti, e incentivare, attraverso specifici bandi, la realizzazione di
recinzioni per proteggere le colture, come fatto in altre regioni con evidenti
riscontri positivi;
nel medio-lungo periodo sarebbe
utile, introdurre le catture dei cinghiali con i c.d. chiusini che si sono
dimostrate efficaci riuscendo a essere più selettive rispetto al prelievo
venatorio e realizzare misure di prevenzione con la costruzione di recinti
elettrificati dei boschi;
in ultimo, come extrema ratio e come sollecitato anche da importanti
associazioni di agricoltori, si potrebbe valutare di chiedere al Governo
nazionale e/o al Commissario straordinario alla Peste suina africana di porre in essere, utilizzando le cautele del caso, un
eventuale piano straordinario di abbattimento dei cinghiali, infatti, oggi si
stima che in Italia ci siano 1.5 milioni di esemplari, una cifra raddoppiata in
pochi decenni;
le iniziative poste
in essere dal Governo nazionale di ampliare le modalità di caccia,
affinché si possa ridurre il numero di esemplari in circolazione non appare,
infatti, una soluzione risolutiva in quanto la caccia venatoria colpisce una
porzione relativamente ridotta della popolazione e, come facilmente intuibile,
quelli rimasti non fanno altro che ritornare nei boschi e continuare a
proliferare. Tutto quanto sopra premesso, il sottoscritto consigliere regionale
interroga l’Assessore regionale competente
per sapere:
se e quali tempestive iniziative
si intenda adottare per affrontare la questione descritta.
(146; 16/06/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
sono note le criticità del sistema
dei trasporti calabrese e, in particolare, dell'area della Sibaritide che versa
in una situazione di drammatico isolamento;
il territorio della Calabria del
nord-est è direttamente collegato con Roma e il resto del Paese, via ferro, con
un unico treno veloce a lunga percorrenza: il Frecciarossa Sibari-Bolzano;
per favorire i passeggeri e
pendolari della costa ionica nell’utilizzo del Frecciarossa (ex Frecciargento)
Sibari-Roma-Bolzano, con un accordo stipulato nell’aprile 2021 tra l’Autorità
Regionale dei Trasporti della Calabria e Trenitalia, la Regione Calabria ha
istituito un servizio treno-navetta da e per Sibari per garantire le
coincidenze. Considerato che: la coppia di treni regionali, come anche le
navette sostitutive, che raccolgono i viaggiatori dal crotonese e dal basso
ionio da Crotone verso Sibari e sulla tratta inversa, in coincidenza con le
partenze e gli arrivi della suddetta Freccia, sono spesso in ritardo al
mattino, facendo perdere la coincidenza, e non attendono l’arrivo della Freccia
in stazione alla sera, in caso di ritardo del treno veloce, partendo puntuali e
assolutamente vuoti e creando ovviamente disagi e disservizi enormi per quei
cittadini che viaggiano per questioni di salute, lavoro e studio;
l’ultimo grave caso si è
verificato sabato 17 giugno, quando il Frecciarossa FR8519 è arrivato nella
stazione di Sibari con 38 minuti di ritardo, alle 23:09. I 50 viaggiatori che
avrebbero dovuto proseguire verso Sud non hanno trovato, però, nessuna
coincidenza né servizi sostitutivi. Il treno regionale REG12979 delle 22:41 era
infatti già partito, in perfetto orario ma vuoto, da Sibari e anche il bus
sostitutivo fuori dalla stazione aveva preso la strada verso Crotone. Ma sono
tante anche le segnalazioni dell’arrivo in ritardo, la mattina, dell’altro
treno regionale REG5646 che non riesce sempre a giungere a Sibari prima della
partenza del Frecciarossa. Tenuto conto che: non è accettabile che dei viaggiatori
possano perdere la coincidenza con il Frecciarossa la mattina per andare a
Salerno, Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Verona, Rovereto e Trento oppure
rimanere ferme nello spiazzale della stazione di Sibari fino a tarda notte
cercando di capire come tornare a casa quando la Regione finanzia una coppia di
treni con l’unico e dichiarato scopo di garantire la coincidenza con il solo
treno veloce che può assicurare un collegamento con il resto dell’Italia;
è indispensabile cercare di
limitare i disservizi sulla tratta ionica sia per supportare il sistema
economico e turistico di territori troppo spesso abbandonati e non considerati
sia per non far perdere ai viaggiatori e pendolari della costa ionica la
fiducia in un treno come il Frecciarossa che, essendo un servizio a mercato, ha
bisogno di continuare ad avere una folta utenza, come quella che ha avuto
finora, per continuare a garantire il servizio. Tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
che iniziative urgenti intende
assumere la Regione Calabria nei riguardi di Trenitalia per rimodulare le
coincidenze e gli orari dei treni-navetta al servizio del Frecciarossa
Sibari-Bolzano, per evitare i continui disagi patiti dai viaggiatori e
pendolari della costa ionica e per favorire lo sviluppo sociale, turistico ed
economico di una zona così vasta e fondamentale della Calabria.
(147; 20/06/2023).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Regione Calabria è da più
tempo interessata ad un piano di rientro sanitario che rende necessaria la
riorganizzazione della rete ospedaliera al fine del raggiungimento degli
obiettivi di risanamento della medesima da disservizi e sprechi e per garantire
i minimi Livelli Essenziali di Assistenza, con la nostra regione ultima in
Italia in termini di offerta sanitaria;
- l’iter relativo alla
realizzazione degli ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana
di Gioia Tauro prende le mosse da un accordo di programma risalente,
addirittura, al 2007. Nel marzo del 2010 sono stati approvati i tre progetti
preliminari elaborati dalle tre Aziende Sanitarie Provinciali di Reggio
Calabria, Vibo Valentia e Cosenza riguardo ai tre nuovi ospedali da realizzare;
- successivamente, dando
attuazione alle indicazioni del Ministero della Salute, si sono modificate le
procedure da porre in campo per la realizzazione degli ospedali, passando da
appalti di lavori a concessioni di lavori pubblici. Gli importi degli
interventi sono così passati da circa 100 milioni di euro mediamente per ognuno
dei tre ospedali a 140 milioni di euro per quelli di Vibo Valentia e della
Sibaritide e circa 150 milioni di euro per l'ospedale della piana di Gioia
Tauro. Nel 2011 il Commissario delegato per la gestione dell’emergenza
sanitaria in Calabria ha approvato i progetti preliminari per la gara di
concessione di lavori pubblici. L’espletamento delle procedure di gara è stato
avviato nel 2013 e, dopo i controlli previsti dalle norme, sono stati
sottoscritti i contratti di concessione nel 2014 per l'ospedale della
Sibaritide e quello di Vibo Valentia e nel 2015 per l'ospedale della piana di
Gioia Tauro. Considerato che: - le tre strutture nosocomiali si trovano in fasi
di avanzamento differenti, ma in tutti e tre i casi le vicende che si sono
susseguite negli anni, caratterizzate da difficoltà di natura tecnica,
burocratica e progettuale, hanno causato rallentamenti sia nella fase
progettuale sia nell’avvio della fase esecutiva;
- l’ospedale della Sibaritide è un
ospedale spoke da 376 posti letto, 330 ordinari day
hospital e day surgery e 46 posti letto tecnici. Il quadro economico del
progetto posto a base di gara ammonta a quasi 144 milioni di euro. Il contratto
di concessione, che prevede lo sviluppo della progettazione definitiva ed
esecutiva a cura del concessionario e la realizzazione dell’opera, è stato
stipulato il 9 settembre del 2014 tra la Regione Calabria, l'ASP di Cosenza e
la Società “Ospedale della Sibaritide”, società consortile per azioni. Il progetto
definitivo è stato consegnato nel settembre 2016 e il 27 luglio 2017, con
decreto regionale, ne è stata disposta l'approvazione. In seguito, si è deciso
di avviare ed approvare uno stralcio per la realizzazione di attività di
cantierizzazione, movimentazione della terra e bonifica degli ordigni bellici,
per consentire di dare avvio ai lavori nelle more dello sviluppo del progetto
esecutivo dell'opera principale. Nel settembre 2017 il concessionario ha
trasmesso il progetto esecutivo stralcio dei lavori prioritari a cui è stata
data attuazione. Il progetto esecutivo completo dell'opera, invece, è stato
approvato nel maggio 2019 e il 4 novembre del 2020 è avvenuta la formale
consegna dei lavori. Al 31 marzo 2023 sono state completate le strutture di
fondazione, i solai a livello -1, 0, +1 e +2, sono stati gettati i 398 pilastri
in acciaio della struttura ospedaliera, è stato armato il solaio del livello
+3. La struttura principale dell’ospedale è pressoché conclusa ma adesso i
lavori si sono sostanzialmente fermati, ad esclusione di pochissimi operai che
si starebbero dedicando a lavori di second’ordine. Per quanto riguarda
l'avanzamento contabile si è giunti al SAL numero 27 per le prestazioni rese
fino al 31 marzo 2023, per un importo complessivo di 21 milioni di euro, pari
al 24,06% dell’importo contrattuale. Complessivamente erano stati emessi già
stati di avanzamento lavori per lo stralcio delle opere prioritarie per 5
milioni e mezzo di euro, per cui, complessivamente, sono stati eseguiti i
lavori per 26 milioni e 902 mila euro;
- l’ospedale di Vibo Valentia ha
una dotazione di 339 posti letto di cui 287 ordinari e 52 posti letto tecnici.
Pur partendo dall'importo di 143 milioni di euro, ad oggi il quadro economico
del progetto definitivo approvato porta un impegno di spesa di 190 milioni 784
mila euro. Il contratto di concessione è stato sottoscritto il 12 settembre
2014 tra la Regione Calabria, l’ASP di Vibo Valentia e la Società “Vibo
Hospital Service S.p.A.”. Nel mese di giugno 2015 il concessionario ha
trasmesso alla Regione un aggiornamento del progetto preliminare posto a base
di gara, al fine di adeguare la progettazione a nuove esigenze sanitarie e
funzionali. L'area individuata ha evidenziato delle problematiche di natura
ambientale e si sono rese necessarie opere complementari e idrogeologiche,
idrauliche e stradali. Sono intervenuti anche dei provvedimenti di sequestro di
alcune aree da parte dell'Autorità giudiziaria. Tutto ciò ha comportato un
prolungamento dei tempi. Il 19 aprile 2022 è stato ordinato al concessionario
l'avvio della progettazione esecutiva e, così come fatto per l'ospedale della
Sibaritide, anche per quello di Vibo Valentia è stata prevista la realizzazione
di uno stralcio esecutivo urgente delle opere esterne che comprendono la
cantierizzazione, i movimenti terra, le opere idrauliche per la messa in
sicurezza dell'area. Il progetto definitivo, dopo avere espletato la fase di
riequilibrio del Piano Economico Finanziario, è stato approvato il 6 luglio
2022. Il 17 maggio 2023 è stato sottoscritto il verbale di consegna dei lavori
relativamente al progetto stralcio delle opere esterne. Il progetto esecutivo
dell'edificio ospedaliero, invece, è ancora in fase di sviluppo e risulta in
fase di verifica a cura della Società RINA Check S.r.l.;
- l'ospedale della piana di Gioia
Tauro ha una dotazione di 339 posti letto, di cui 297 ordinari e 42 posti letto
tecnici. Il quadro economico del progetto ad oggi ammonta a complessivi 158
milioni di euro. Il contratto di concessione è stato sottoscritto il 20 aprile
2015 tra la Regione Calabria, l’ASP di Reggio Calabria e la Società “Ospedale
della piana di Gioia Tauro”, società consortile a responsabilità limitata.
Nell'ottobre del 2016 è stato sottoscritto il protocollo d'intesa tra la
Regione Calabria e la Prefettura e subito dopo è stato emanato l'ordine di
servizio per l'avvio della progettazione definitiva. Durante lo sviluppo del
progetto definitivo sono emerse rilevanti problematiche di carattere geologico
e geotecnico dell'area di sedime del nuovo ospedale e, per escludere la
presenza di faglie attive, sono state effettuate due successive campagne di
approfondimento geognostico. Si è dovuto comunque rivedere il progetto del
nuovo ospedale e nel mese di marzo 2018 è stata riavviata la progettazione
definitiva. Così come per Vibo, anche per l'area dell'ospedale della piana di
Gioia Tauro sono state necessarie ulteriori campagne di indagini ambientali,
ultimate nel mese di settembre 2022 e con la conclusione che il sito non è
affetto da contaminazione e che i superamenti dei valori di soglia sono
attribuibili a valori di fondo di origine naturale. Il 27 febbraio 2023 è stato
disposto al concessionario di presentare entro 90 giorni il progetto definitivo
del nuovo ospedale. Tenuto conto che: - il 5 aprile 2023, in sede di audizione
presso la Terza Commissione Sanità, Attività sociali, culturali e formative del
Dirigente del Settore edilizia sanitaria ed investimenti tecnologici della
Regione Calabria, è emerso che per la struttura della Sibaritide vi sono
criticità legate agli incrementi dei costi delle materie prime, rispetto al
prezziario del 2013, usato come riferimento, che, secondo alcune stime,
determineranno, a detta del Dirigente, un aumento per circa 42 milioni di euro
del costo dell’opera con conseguenti problematiche legate al reperimento degli
ulteriori fondi e all’approvazione del nuovo Piano Economico Finanziario. È
stato poi emanato un ordine di servizio per una variante al progetto esecutivo
in fase di realizzazione al fine di conformare il progetto alle previsioni
normative obbligatorie del Decreto-legge del 19/05/2020 n. 34, quindi per
adeguare, in seguito all’emergenza pandemica, l'assetto ospedaliero alle
previsioni di separazione dei percorsi del Pronto Soccorso e potenziamento dei
reparti di terapia intensiva e sub-intensiva. La consegna del progetto di
variante è prevista per il 29 maggio 2023 ma prima dell’approvazione del
progetto è necessario effettuare un'operazione di riequilibrio del Piano
Economico Finanziario. Alcuni organi di stampa riferiscono che tra la variante
in fase di progettazione per adeguare una struttura partorita nel 2012-13 – e
con essa il Piano Economico Finanziario – al 2023 necessitino circa 80-90
milioni di euro. L’obiettivo, secondo il Dirigente del Settore edilizia
sanitaria ed investimenti tecnologici, è quello di completare l'opera entro la
fine del 2025. Dopo due anni di lavoro incessante, i cantieri ad oggi sono
sostanzialmente inattivi in attesa dell’aggiornamento del Piano Economico
Finanziario e conseguentemente si prevedono ulteriori ritardi;
- sempre nella stessa seduta di
Commissione del 5 aprile il Dirigente regionale audito ha riferito che per la
struttura di Vibo Valentia, ai fini della consegna dei lavori del progetto
stralcio, è stato chiesto alla Procura della Repubblica di adottare un
provvedimento autorizzativo per poter procedere al collegamento idraulico tra
le opere previste nel progetto e il fosso Calzone, sotto sequestro al momento
dell’audizione, che è il ricettore finale individuato dal progetto esecutivo
stralcio quale luogo per lo scarico delle acque. Ottenuto questo dissequestro
da parte della Procura di Vibo Valentia, il 17 maggio sono stati consegnati i
lavori ma solo per le opere esterne. Si resta in attesa del progetto esecutivo.
La previsione di ultimazione dell'opera, secondo il Dirigente, è la primavera
dell'anno 2026;
- per la struttura della Piana di
Gioia Tauro il Dirigente regionale ha riferito nell’audizione che anche in
questo caso è necessario adeguare il progetto alla normativa del Decreto-legge
del 19/05/2020 n. 34, con le modifiche per il Pronto Soccorso e i reparti di
terapia intensiva e sub intensiva. Entro il 29 maggio 2023, quindi, il
concessionario dovrà consegnare il progetto definitivo del nuovo ospedale ed entro
il 12 giugno dovranno essere presentati i fascicoli delle varianti, che
consentiranno anche per questa struttura di valutare il maggiore impatto
economico rispetto al progetto posto a base di gara. Nel frattempo, è in fase
di sviluppo il piano per l'interramento dell'elettrodotto di Terna, il cui
progetto esecutivo è stato trasmesso il 14 marzo 2023 ed è stato demandato a Sorical Spa lo sviluppo di un progetto di adduzione idrica
del nuovo ospedale, per un importo di 1 milione e 200mila euro. Il Dirigente ha
riferito che il completamento dell'opera dovrebbe avvenire tra la fine del 2026
e la primavera del 2027. Preso atto che: - nella stessa audizione del 5 aprile
2023 il dirigente del Settore edilizia sanitaria ed investimenti tecnologici
della Regione Calabria ha rassicurato i componenti della Terza Commissione
sulla disponibilità di risorse per ovviare agli aumenti dei costi, riferendo di
circa 400 milioni di euro da programmare, previa sottoscrizione di un accordo
di programma con il Ministero della Salute e della possibilità di usufruire
delle risorse del Decreto Aiuti;
- i contratti di concessione dei
nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo valentia e della Piana di Gioia Tauro
non prevedono la possibilità di riconoscere premi di accelerazione agli
esecutori in caso di ultimazione e consegna delle opere in tempi inferiori a
quelli contrattuali;
- dalle notizie assunte a mezzo
stampa emerge preoccupazione in merito al rispetto della tempistica sopra
indicata, ai fondi effettivamente disponibili, all’aumento dei costi che ha
portato al fermo dei lavori per l’ospedale della Sibaritide e alle continue
problematicità, cavilli, ritardi di varia natura che, come successo in tutti
questi anni, possono mettere un freno alla realizzazione di presidi sanitari così
fondamentali per garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se e come intende assumere ogni
utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria per quanto riguarda il reperimento dei fondi necessari al
riavvio dei lavori, al momento fermi, per l’ospedale della Sibaritide e per
avere contezza in merito al rispetto della tempistica indicata per i tre
ospedali in sede di Commissione dal dirigente del Settore edilizia sanitaria ed
investimenti tecnologici e ai motivi di eventuali ritardi;
2. il cronoprogramma per ognuno
dei nuovi ospedali, con un dettagliato piano dei lavori dei prossimi mesi e
fino all’ultimazione e messa in esercizio e dei fondi disponibili per il
completamento o l’avvio delle opere;
3. quale sia la situazione attuale
in merito alla sottoscrizione dell’accordo di programma con il Ministero della
Salute e se siano risolte o come risolvere le problematiche relative al nuovo
Piano Economico Finanziario, al progetto di variante, alle criticità legate all’aumento del costo dell’opera e al reperimento
dei fondi per poter riiniziare in tempi brevissimi i lavori di completamento
dell’ospedale della Sibaritide e non accumulare altri ritardi rispetto alla
messa in esercizio prevista;
le problematiche relative alla
acquisizione della piena disponibilità dell’area e al progetto esecutivo per
l’ospedale di Vibo Valentia;
le problematiche relative al
progetto definitivo, ai fascicoli delle varianti, al nuovo Piano Economico
Finanziario, al piano per l'interramento dell'elettrodotto e al progetto di
adduzione idrica per l’ospedale della Piana di Gioia Tauro.
(142; 29/05/2023).
Lo Schiavo. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la “Cipolla rossa di Tropea
Calabria Igp” è un’eccellenza nel campo gastronomico calabrese, ed è stata
iscritta all’elenco europeo delle “Denominazioni di origine e indicazioni
geografiche protette” il 28 marzo 2008 con Reg. CE n. 284/2008 della
Commissione;
- la “Cipolla rossa di Tropea
Calabria Igp”, grazie al lavoro di valorizzazione e tutela del medesimo
Consorzio, ormai in essere da diversi anni, rappresenta con successo in Italia
e all’estero il meglio dell’agroalimentare calabrese;
- le principali zone di
coltivazione sono riferibili ai comuni del Vibonese e che il territorio di
Briatico rappresenta una delle principali aree produttive;
- tale area, per
l’approvvigionamento idrico, ha fatto riferimento nel corso degli anni al
bacino idrico del torrente Murria;
• l’acqua del torrente Murria negli ultimi tempi è stata compromessa da residui
fognari che ne hanno inficiato l’uso per l’irrigazione dei campi;
- da diversi mesi, i produttori
hanno lanciato l’allarme rispetto all’approvvigionamento idrico dei campi
dettato dall’impossibilità di accedere al suddetto bacino irriguo;
- per sopperire a dette carenze
idriche, anche grazie all’intervento della Regione, sono stati eseguiti
interventi sul torrente Murria allo scopo di
realizzare una serie di bypass utili a rimettere in funzione il bacino irriguo
con acqua non contaminata;
- che lo stesso bacino necessita
di interventi di bonifica;
considerato che:
- gli agricoltori, riuniti nel
Comitato Murrìa, avevano lanciato l’allarme circa la
modalità dei lavori in essere sul torrente, a loro giudizio approntati in modo
tecnicamente discutibile;
- le recenti e violente piogge
hanno divelto e danneggiato i tubi necessari alla realizzazione dei by-pass e
quindi ripristino della vasca irrigua;
- secondo il “Comitato Murria” la stagione di produzione della Cipolla rossa di
Tropea Calabria Igp nella zona di Briatico risulta già compromessa ed è a
rischio anche quella dei prossimi anni;
- bisogna dunque intervenire, e
con una certa urgenza, a porre rimedio ai notevoli danni economici causati ai
produttori dall’alluvione verificatasi nei giorni scorsi;
- non è concepibile che nella
esecuzione di lavori così urgenti e delicati non si sia tenuta in
considerazione una probabile piena del torrente e non siano state messe in atto
azioni a tutela delle infrastrutture in corso di realizzazione;
preso atto che: risulta urgente e
improcrastinabile un intervento istituzionale a sostegno degli agricoltori e
per la salvaguardia della salute pubblica nell’agro di Briatico;
si interroga la Giunta regionale
per sapere:
1) quali iniziative urgenti
intenda assumere per il ripristino delle opere realizzate sul torrente Murria al fine di scongiurare la grave carenza idrica per
le coltivazioni della “Cipolla rossa di Tropea Calabria Igp”;
2) quali interventi di bonifica
sono previsti sul bacino idrico per rendere l’acqua conforme e salubre per
l’irrigazione e riportare all’effettiva operatività il bacino stesso;
3) quali interventi di sostegno
economico si intendono attivare a tutela delle imprese agricole ed
ortofrutticole della zona, danneggiate dagli eventi su esposti, onde evitarne
il fallimento.
(144; 13/06/2023).
Mammoliti. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- con la DGR n. 478 del
12.11.2021, la Giunta regionale, a fronte delle numerose procedure di
esecuzione in atto nonché al fine di tutelare i diritti dei dipendenti a tempo
indeterminato dell’Ente e la par condicio creditorum, ha disposto, ai sensi
dell’art. 15, commi 1 e 5 bis, del D.L. 98/2011, convertito con modificazioni
dalla L. 15 luglio 2011, n. 111, la liquidazione coatta amministrativa (LCA)
per il CORAP, e ricorrendo a tale procedura indifferibile ed urgente per
scongiurare il depauperamento del patrimonio consortile posto che il CoRAP, ente pubblico economico e strumentale della Regione
Calabria ai sensi e per gli effetti delle ll.rr. n.
38/2001 e n. 24/2013, dell’art. 36, c. 4 e 5 della L. n. 317/1991 e delle
ancora vigenti disposizioni di cui agli artt. 50-54 del DPR n. 218/1978 è
titolare di funzioni pubbliche e di pubblico interesse in materia di sostegno
allo sviluppo industriale dei territori. In particolare, l’Ente consortile
promuove, sotto la vigilanza, il controllo e l’indirizzo regionale, nell’ambito
degli agglomerati industriali attrezzati ed infrastrutturali dallo stesso
consorzio, le condizioni necessarie per la creazione, l’insediamento e lo
sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi;
- tale condizione di LCA è stata
confermata con la DGR n. .. del 13.03.2023, per
effetto della quale l’attuale Commissario Liquidatore CoRAP,
dott. ... ..., è stato prorogato nell’incarico “per un periodo di ventiquattro
mesi, termine massimo di proroga dell’incarico” e pertanto sino al 13.03.2025,
come confermato dal DPGR n. .. del 15.03.2023, salvo
ulteriori interventi regionali;
- il fondamento giuridico
dell’attuale condizione di vigenza ed esecuzione della procedura di LCA,
disposta dalle DGR sopra richiamate, è contenuta nei commi 1 e 5 bis dell’art.
15 del D.L. 98/2011, convertito e modificato dalla L. 15 luglio 2011, n. 111;
- il comma 5 bis stabilisce che:
“Le disposizioni di cui al comma 1 possono essere applicate anche agli enti
sottoposti alla vigilanza delle regioni e delle province autonome di Trento e
di Bolzano. La liquidazione coatta amministrativa è disposta con deliberazione
della rispettiva giunta, che provvede altresì alla nomina del commissario e
agli ulteriori adempimenti previsti dal comma 1”;
- il c. 5 bis ha costituito
l’autorizzazione giuridica per porre il CoRAP,
annoverato tra gli “… enti sottoposti alla vigilanza delle regioni” (l.r. n. 38/2001 e art. 36, c. 4, L. n. 317/1991), nella
condizione di LCA con “deliberazione della rispettiva giunta …” e conseguente
“… nomina del commissario”. Ma il c. 5 bis sancisce anche che “Le disposizioni
di cui al comma 1 possono essere applicate anche agli enti sottoposti alla
vigilanza delle regioni” e la “ ... deliberazione
della rispettiva giunta … provvede … agli ulteriori adempimenti previsti dal
comma 1”.
- gli “ulteriori adempimenti
previsti dal comma 1” a cui deve imperativamente provvedere la delibera
regionale riguardano:
“1. Fatta salva la disciplina
speciale vigente per determinate categorie di enti pubblici, quando la
situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un ente sottoposto alla
vigilanza dello Stato raggiunga un livello di criticità tale da non potere
assicurare la sostenibilità e l'assolvimento delle funzioni indispensabili,
ovvero l'ente stesso non possa fare fronte ai debiti liquidi ed esigibili nei
confronti dei terzi, con decreto del Ministro vigilante, di concerto con il
Ministro dell'economia e delle finanze, l'ente è posto in liquidazione coatta
amministrativa;
-i relativi organi decadono ed è
nominato un commissario.
Il commissario provvede alla
liquidazione dell'ente, non procede a nuove assunzioni, neanche per la
sostituzione di personale in posti che si rendono vacanti e provvede
all'estinzione dei debiti esclusivamente nei limiti delle risorse disponibili
alla data della liquidazione ovvero di quelle che si ricavano dalla
liquidazione del patrimonio dell'ente;
ogni atto adottato o contratto
sottoscritto in deroga a quanto previsto nel presente periodo è nullo.
L'incarico del commissario non può eccedere la durata di tre anni e può essere
prorogato, per motivate esigenze, una sola volta per un periodo massimo di due
anni. Decorso tale periodo, le residue attività liquidatorie continuano ad
essere svolte dal ministero vigilante ai sensi della normativa vigente.
Le funzioni, i compiti ed il
personale a tempo indeterminato dell'ente sono allocati con decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro vigilante, di
concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, nel Ministero
vigilante, in altra pubblica amministrazione, ovvero in una agenzia costituita
ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 300 del 1999, con la
conseguente attribuzione di risorse finanziarie comunque non superiori alla
misura del contributo statale già erogato in favore dell'ente. Il personale
trasferito mantiene il trattamento economico fondamentale ed accessorio,
limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto al momento del
trasferimento nonché l'inquadramento previdenziale. Nel caso in cui il predetto trattamento economico risulti più elevato rispetto
a quello previsto è attribuito per la differenza un assegno ad personam
riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo
conseguiti. Con lo stesso decreto è stabilita un'apposita tabella di
corrispondenza tra le qualifiche e le posizioni economiche del personale
assegnato. Le disposizioni del presente comma non si applicano agli enti
territoriali ed agli enti del servizio sanitario nazionale.”
il sopra citato comma 1, in specie
il terzo periodo relativo all’allocazione delle “funzioni, i compiti ed il
personale a tempo indeterminato dell'ente” deve essere adattato al quadro
normativo ed amministrativo regionale;
- il combinato disposto del c.1 e
del c. 5 dell’art. 15 del D.L. n. 98/2011 richiede espressamente già nell’atto
deliberativo regionale di messa in LCA dell’Ente una previsione esecutiva
regionale dovendo risolvere le due questioni previste dal c. 1: l’allocazione delle
“funzioni, dei compiti e del personale a tempo indeterminato” e la
individuazione di una entità giuridica al fine di garantire la continuità delle
funzioni pubbliche assegnate dallo Stato e dalla Regione al CoRAP.
Dato atto che:
la scelta del percorso allocativo
e/o della forma costitutiva del nuovo ente costituisce una criticità ancora
incerta da parte della Regione e lungamente sollecitata dalle OO.SS. al fine di
tutelare i dipendenti consortili e dichiarando, in ultimo, lo stato di
agitazione e l’ennesimo confronto con la Regione anche attraverso l’istituzione
di un Tavolo istituzione di negoziazione;
- la condizione di stato di
agitazione sindacale e la richiesta di un Tavolo di negoziazione appare del
tutto legittima e condivisibile alla luce dei termini di applicazione combinata
del c. 1 e del c. 5 bis dell’art. 15 del D.L. n. 98/2011, non solo della
necessità di tutelare i livelli occupazionali e, con essi, esperienze e
professionalità maturate, ma anche di assicurare che il complesso trasferimento
delle competenze avvenga in maniera tempestiva e, soprattutto, ordinata a
termini di legge. Tutto quanto sopra premesso, interroga il Presidente della
Giunta regionale
per sapere:
- se e quali tempestive e formali
iniziative sono state individuate ed assegnate al Dipartimento competente, alla
UO_5.1 Attività legislativa su proposta della Giunta regionale del Settore
Legislativo del Dipartimento 1 – Segretariato Generale e/o alla Avvocatura
regionale per l’attività di supporto e consultazione al Presidente per le
modalità di esecuzione del combinato disposto di cui ai c. 1 e 5 bis dell’art.
15 del D.L. n. 98/2011;
tenuto anche conto che dalla DGR
96/2023 si è desunto che “con nota/PEC acquisita al protocollo del Dipartimento
n. 110821 del 09.03.2023, il Commissario Liquidatore ha trasmesso una relazione
tecnico-giuridica sullo stato della procedura di liquidazione, evidenziando la
necessità, ai sensi dell’art.15, comma 1, della Legge 15 luglio 2011, n.111, di
allocare al più presto le funzioni, i compiti ed il personale a tempo
indeterminato nell’Amministrazione vigilante, in altra pubblica
amministrazione, ovvero in un’agenzia costituita ai sensi dell’art.8 del
decreto legislativo n.300 del 1999 “;
- se e quali iniziative sono state
assunte dal Presidente, nella qualità. di Autorità di vigilanza ai sensi e per
gli effetti delle norme del R.D. n. 267/1942 applicabili e compatibili con i
poteri del “giudice delegato”, posto che il Commissario liquidatore, nella
qualità di pubblico ufficiale come riportato nelle premesse della DGR n.
96/2023, in data 31.10.2022 ha provveduto a depositare lo stato passivo presso
il Tribunale di Catanzaro e lo stesso Commissario Liquidatore ha effettuato,
altresì, la ricognizione patrimoniale del CORAP ed ha trasmesso alla Regione
Calabria i relativi elenchi con nota del 6.03.2023, prot. n. 1858.
(145; 15/06/2023)
Billari,
Bevacqua, Iacucci, Alecci, Bruni, Mammoliti. Al
Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- nel
territorio della provincia di Reggio Calabria, in seguito alla chiusura negli
anni ’90 dell’Ospedale Psichiatrico della città, sono sorte delle strutture
residenziali con gestione mista pubblico-privata in accordo alle disposizioni
normative regionali allora vigenti;
- nel
2008 la regione Calabria si è dotata di una legge, la n. 24, che disciplina
l’autorizzazione all’esercizio e l’accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private;
- le
strutture residenziali psichiatriche operanti sul territorio dell’ASP di Reggio
Calabria sono rimaste escluse dal processo di accreditamento, in attesa del
quale la stessa Azienda Sanitaria aveva sottoscritto con le strutture un
cosiddetto “contratto ponte” per permettere loro di continuare ad operare;
- il
Dipartimento tutela della Salute della Regione Calabria, analizzando la
situazione esistente nell’ASP di Reggio Calabria, anche con l’istituzione di
Tavoli tecnici, aveva individuato un percorso specifico per far transitare le
strutture residenziali psichiatriche preesistenti verso il nuovo regime di
accreditamento in tempi brevi;
- successivamente,
il Dipartimento Salute della Regione Calabria, disattendendo in toto il
percorso che esso stesso aveva stabilito, anziché procedere alla “conversione”
delle sole strutture preesistenti, ha disposto che gli accreditamenti
avvenissero attraverso una graduatoria delle istanze pervenute, stilata in
ordine cronologico, con il risultato che nella graduatoria sono state inserite
strutture nuove e sono state escluse alcune strutture preesistenti;
- l’ASP
di Reggio Calabria ha deciso, qualche tempo dopo, di bloccare i ricoveri
causando un ulteriore penalizzazione a queste strutture a gestione mista, dove
peraltro opera anche il proprio personale, in attesa che si completi il
processo di accreditamento;
- l’ultima
azione intrapresa dalla Regione Calabria risale al mese di marzo di quest’anno,
quando, alle cooperative coinvolte nella gestione delle residenze psichiatriche
dell’ASP suddetta viene comunicato che nel giro di pochi mesi si sarebbe
proceduto all’ampliamento dei posti letto, all’accreditamento di tutte le
strutture preesistenti e allo sblocco dei ricoveri. Considerato che:
- ad oggi il processo di
accreditamento in capo alle cooperative impegnate nel servizio delle strutture
residenziali psichiatriche dell’ASP di Reggio Calabria non si è ancora
completato e le cause sono tutte da ricondurre all’inerzia dell’ASP stessa e
della Regione Calabria alla quale si aggiungono le pastoie burocratiche
sussistenti fra la Regione Calabria e il governo in merito al “Tavolo Adduce”;
- il
blocco dei ricoveri, tuttora in vigore, ha prodotto e produce gravissime conseguenza sulle famiglie e sugli utenti,
costretti ad “emigrare” per fruire altrove dell’assistenza, senza contare gli
effetti finanziari negativi per l’ASP 5, che oltre a continuare a corrispondere
gli stipendi al proprio personale impiegato nella gestione delle strutture
miste, deve anche rimborsare ad altre aziende sanitarie la retta per i pazienti
residenti nel territorio di competenza;
- le
strutture residenziali psichiatriche sorte nel territorio della città di Reggio
Calabria, in seguito alla chiusura dell’Ospedale Psichiatrico, oltre a
rappresentare sin da subito un’esperienza all’avanguardia sul territorio
nazionale, sono riuscite, negli anni, a costituire un piccolo patrimonio
sociale che purtroppo in gran parte si sta perdendo, con gravissime conseguenze
sul piano sociale per pazienti, familiari e lavoratori;
- i
lavoratori e gli operatori del settore ancora attivi rischiano di perdere il
posto di lavoro, come è già avvenuto per diversi di loro assieme alle
cooperative costrette a rinunciare al servizio a causa del protrarsi di queste
condizioni insostenibili. Rilevato che:
- la
Regione Calabria ha espresso inequivocabilmente la volontà di risolvere
l’annosa vicenda della situazione drammatica in cui versa l’assistenza
residenziale psichiatrica nella provincia di Reggio Calabria;
- le
strutture psichiatriche a gestione mista dell’ASP di Reggio Calabria, in quanto
strutture sanitarie pubbliche, sono da considerarsi accreditate secondo le
disposizioni della LR n. 19/2009, cosiddetta legge Loiero, che all’art. 65
comma 3 primo periodo recita “L’accreditamento definitivo di singoli reparti e
servizi di strutture delle aziende sanitarie o di singoli reparti o servizi
delle aziende ospedaliere già attivi, riconvertiti o ristrutturati nonché delle
sperimentazioni gestionali di cui all'articolo 9 bis del decreto legislativo n.
502/19923, è differito alla ultimazione degli adeguamenti complessivi delle
strutture dove gli stessi sono collocati. Pertanto
dalla loro attivazione le stesse strutture devono essere considerate
provvisoriamente accreditate.” Tanto premesso e considerato interrogano il
Presidente della Regione Calabria, anche in qualità di Commissario ad acta
della sanità regionale,
per sapere:
- le
motivazioni del permanere del blocco dei ricoveri presso le strutture
psichiatriche dell’ASP di Reggio Calabria e quali azioni si intendono operare
per procedere all’ immediato sblocco dei ricoveri al fine di garantire ai
pazienti psichiatrici, ai loro familiari e ai cittadini tutti un’adeguata
assistenza sanitaria, per tutelare il diritto alla salute in quanto diritto
imprescindibile sia come diritto individuale, che come diritto collettivo;
- le
ragioni che hanno ritardato l’accreditamento delle strutture psichiatriche
afferenti all’ ASP di Reggio Calabria, pur sapendo, attraverso dichiarazioni
ufficiali, che è volontà della Regione Calabria di ampliare la rete
territoriale per la psichiatria, permettendo così di riprendere il percorso degli
accreditamenti;
- le
intenzioni della Regione Calabria a voler emanare ogni atto necessario affinché
si individui il percorso migliore per porre fine a questa preoccupante
situazione e pervenire immediatamente al doveroso e definitivo accreditamento
delle strutture psichiatriche preesistenti sul territorio e ancora attive.
(148; 21/06/2023).
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- un corpo estraneo può provocare
una ostruzione parziale o completa delle vie aere con insufficiente passaggio d’aria
e la necessità di un rapido intervento soccorritore;
- per le Linee guida del Ministero
della Salute il soffocamento rappresenta “un problema rilevante di salute
pubblica”, in quanto a esso sono da attribuirsi le principali cause di morte
nei bambini di età inferiore ai 3 anni, anche se la quota di incidenti
afferenti a tale fattispecie rimane elevata fino al 14°
anno di età”, tale problematica, tuttavia, non esclude la popolazione adulta,
con particolare riferimento agli anziani;
- si stima che in Europa, ogni
anno, 500 bambini muoiano a causa del soffocamento, di cui 50 in Italia;
- le richiamate linee guida hanno
evidenziato che in relazione alla quota degli incidenti per soffocamento in
Italia negli ultimi anni è stato rilevato un “trend stabile
(…) con circa 1.000 ospedalizzazioni all’anno, con conseguenti costi elevati
associati alla diagnosi, al trattamento e alle eventuali sequele. Le stime più
recenti, calcolate includendo i “quasi eventi” e gli episodi di minore gravità
(che si sono risolti grazie all’intervento della famiglia, senza necessità di
rivolgersi ai sanitari) mostrano come l’incidenza reale del fenomeno sia 50 –
80 volte superiore rispetto a quella dei ricoveri (circa 80.000 episodi stimati
per anno in Italia), mentre tra il 60% e l’80% degli episodi di soffocamento
risulta imputabile al cibo”. Preso atto che: - gli episodi di soffocamento
oltre che dal cibo possono essere causati da corpi estranei;
al riguardo il Progetto “Susy
Safe” ha reso possibile l’attivazione di un registro di controllo per le
lesioni causate da indigestione, aspirazione, inalazione o inserimento di corpi
estranei nel quale vengono raccolti i dati provenienti da tutti i paesi, al
fine di fornire un profilo di analisi di rischio per tutti i prodotti causanti il
soffocamento, nella prospettiva di creare un sistema di controllo riguardo i
casi di soffocamento nei giovani consumatori causati da prodotti mal progettati
o mal confezionati;
- nel corso degli ultimi anni a
livello internazionale molti giovani e associazioni professionali hanno profuso
un forte impegno sul fronte della prevenzione del soffocamento causato da
alimenti, elaborando specifiche linee di indirizzo rivolte alle famiglie e agli
adulti responsabili della cura dei bambini (es. educatori), con particolare
riferimento a coloro i quali prestano servizio presso mense (scolastiche,
centri estivi, ecc.) frequentate da bambini;
- le Linee guida ERC 2021 su Basic
Life Support and Defribillation basate sul Consenso
Scientifico Internazionale sulla Rianimazione Cardiopolmonare (ILCOR) con
Raccomandazioni sul Trattamento (CoSTER) del 2020,
comprendono: il riconoscimento dell’arresto cardiaco;
l’allertamento dei servizi di
emergenza;
le compressioni toraciche;
le ventilazioni;
la defibrillazione semiautomatica esterna
con DAE;
la misurazione della qualità della
RCP;
le nuove tecnologie;
la sicurezza;
l’ostruzione delle vie aeree del
corpo estraneo. Considerato che: - la manovra di Heimlich
è una tecnica di primo soccorso finalizzata a rimuovere un’ostruzione delle vie
aeree, particolarmente indicata per risolvere in modo rapido i casi di
soffocamento;
una manovra efficace ma non
abbastanza conosciuta e diffusa nei risvolti operativi;
- alla luce dei dati
epidemiologici sopra richiamati che vedono in particolare nei bambini i più
colpiti dell’ostruzione delle vie aeree con conseguente perdita della o
insorgenza dei danni anossici, si rende necessario rendere sempre più diffusa
la conoscenza e la preparazione all’esecuzione delle giuste manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di Heimlich.
Impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per promuovere e
implementare, reperendo le indispensabili risorse finanziarie, le attività
finalizzate a divulgare, mediante specifiche campagne informative e protocolli
d’intesa con le istituzioni scolastiche, la pratica delle manovre di
disostruzione, con particolare riferimento alla manovra di Heimlich,
presso quanti operano a stretto contatto con i bambini, sia nel mondo della
scuola che del tempo libero.
(57; 06/06/2023) Alecci.
Il Consiglio regionale, premesso
che:
- i siti di interesse nazionale
(SIN) sono aree contaminate molto estese classificate come pericolose dallo
Stato e necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle
acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari;
- i SIN sono stati definiti dal
decreto legislativo n. 22 del 1997 e dal decreto ministeriale n. 471 del 1999,
ripresi poi dal decreto legislativo n. 152 del 2006, art. 252, che stabilisce
che essi sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alla
quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto
sull'ambiente circostante in termini sanitari ed ecologici, nonché di
pregiudizio per i beni culturali e ambientali;
- il sito di interesse nazionale
"Crotone-Cassano-Cerchiara" è stato incluso nell'elenco dei siti di
bonifica di interesse nazionale dal DM numero 468/2001 e con DM 26 novembre
2002 è stata individuata la perimetrazione ai sensi dell'articolo 1 comma 4
della legge 426/1998;
- il 29 settembre 2017, presso il
Ministero dell’Ambiente, si è svolta la conferenza dei servizi al fine di
esaminare la proposta della Regione Calabria sulla ridefinizione del perimetro
del sito di bonifica;
- con decreto 9 novembre 2017 del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato
ridefinito il perimetro;
- l’area perimetrata a terra
ricadente all'interno del Comune di Crotone è pari a circa 834 Ha e quella
perimetrata a mare è pari a circa 1448 Ha;
- è stata prevista la bonifica
dell'area industriale in questione riconosciuta anche da una sentenza del
Tribunale di Milano passata in giudicato che ha condannato ENI al pagamento
della somma di 72 milioni di euro, già versata al Ministero dell'Ambiente e
della sicurezza energetica, per il danno ambientale provocato al sopracitato
Sin;
- nel 2019 venne stipulato il
Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2 che prevedeva, da parte di ENI,
l'asporto ed il trasferimento, fuori dalla Regione Calabria, di tutti i rifiuti
della bonifica pericolosi per la salute pubblica;
- nonostante tale accordo, ENI
proponeva, invece, in un secondo momento, di «tombare» parte del sito
industriale trasferendo il resto a distanza di pochi chilometri, ovvero in una
discarica privata detta Columbra, adiacente tre zone
abitate: il centro della Città di Crotone, il quartiere conosciuto come
Papanice, il Comune di Cutro;
- il Ministero interrogato ha
convocato una Conferenza dei servizi per il 9 febbraio 2023 avente ad oggetto
«Variante al POB fase 2 -realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti
TENORM con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec "Farina-Trappeto" all'interno del sito
ENI Rewind di Crotone»;
- a questa conferenza le
istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e gli enti tecnici
hanno confermato il deliberato preso con la conferenza dei servizi decisoria e
cioè che i rifiuti debbano essere trasportati fuori dal territorio regionale;
- ENI ha contestato il verbale di
diniego alla modifica dell'intervento già deliberato. Considerato che: -
l’obiettivo dello studio Sentieri (promosso dall’Istituto Superiore di Sanità
di concerto con il Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente) è la
rilevazione sistematica e longitudinale dei dati di mortalità e
ospedalizzazione, e più’ recentemente anche delle anomalie congenite (AC) delle
popolazioni residenti nei siti di interesse per le bonifiche;
- le principali contaminazioni
rilevate nell’ambito del Sin calabrese di Crotone
Cassano e Cerchiara sono da metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio,
piombo, zinco e non, composti inorganici, composti
organici dei vari natura, ivi inclusi gli alifatici clorati, materie prime di
natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione ad elevato contenuto di
radioattività;
- sono stati osservati eccessi di
rischio in entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori
maligni in Crotone;
- in particolare
su Crotone la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le
fonti di esposizione ambientale risulta in eccesso per il tumore epatico e nei
soli maschi un eccesso di tumori allo stomaco, linfomi e tumore della vescica e
nelle femmine tumore della mammella;
- eccessi di rischio per la
mortalità in generale e per le malattie del sistema cardiocircolatorio e per
tumori nei soli maschi, sono stati osservati in Cassano e Cerchiara;
- in Cassano e Cerchiara è
riportata la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le
fonti di esposizione ambientale in eccesso per il tumore epatico in entrambi i
generi;
- tutti i tumori in età giovanile
dai 0 ai 29 anni nei due comuni di Cerchiara e Cassano provocano un eccesso di
ricoveri;
- l’eccesso di mortalità tumorale
si osserva da un lungo periodo (Sentieri 2011 e studi ivi citati) ed i valori
di mortalità e ospedalizzazione mostrano un rischio superiore all’atteso per
tumori epatici in entrambi i generi, tumore mammario femminile e neoplasia
vescicale e linfomi non Hodgkin nei maschi;
- gli eccessi dei tumori procedono
di pari passo alle ospedalizzazioni - nell’ambito del wp5 epidemiologia
molecolare del progetto CISAS al fine di valutare fra inquinanti ambientali e
salute umana, lo studio sui bambini appena nati ha stabilito che i fattori
inquinanti influenzano la crescita, ma anche lo sviluppo del feto;
Tenuto conto che: - i Comuni di
Cassano allo Ionio e Cerchiara hanno un alto livello dell’indice di
deprivazione socio-economica (fonte Sentieri, 2023)
mentre il Comune di Crotone ha un livello di deprivazione intermedio;
- il 61,1% degli abitanti del sito
risiede nelle sezioni di censimento ad alto livello di deprivazione - il tasso
standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al
riferimento regionale un aumento pari al +6.7% nei maschi e +10.8% nelle
femmine. Preso atto che: - in Calabria, ad oggi, il problema del Sin di Crotone non è mai stato risolto;
- numerosi Commissari si sono
succeduti senza trovare una soluzione;
- lo stato delle cose secondo
numerosi studi comporta gravi rischi per la salute e per l’ambiente dei
cittadini dei Comuni di Crotone – Cassano - Cerchiara;
- l’interesse ambientale è interesse
sensibile tutelato dalla costituzione e della legislazione comunitaria. Tutto
ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale
il Presidente della Giunta
regionale 1) a coordinare l’insieme delle istituzioni calabresi tese a
contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo dell’ENI di stravolgere il
deliberato della conferenza di Servizi;
2) a sostenere in sede governativa
e nello specifico tramite il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute
e il Ministero dello Sviluppo Economico le ragioni delle istituzioni calabresi;
3) a sollecitare il Governo alla
nomina del Commissario del Sin Calabria.
(58; 19/06/2023) Bevacqua, Bruni,
Comito, Crinò, De Nisi, Gelardi, Graziano, Laghi, Lo
Schiavo, Neri, Tavernise.
È pervenuta risposta scritta all’interrogazione:
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Regione Calabria è da più
tempo interessata ad un piano di rientro sanitario che rende necessaria la
riorganizzazione della rete ospedaliera al fine del raggiungimento degli
obiettivi di risanamento della medesima da disservizi e sprechi e per garantire
i minimi Livelli Essenziali di Assistenza, con la nostra regione ultima in
Italia in termini di offerta sanitaria;
- l’iter relativo alla
realizzazione degli ospedali della Sibaritide, di Vibo Valentia e della Piana
di Gioia Tauro prende le mosse da un accordo di programma risalente,
addirittura, al 2007. Nel marzo del 2010 sono stati approvati i tre progetti
preliminari elaborati dalle tre Aziende Sanitarie Provinciali di Reggio
Calabria, Vibo Valentia e Cosenza riguardo ai tre nuovi ospedali da realizzare;
- successivamente, dando
attuazione alle indicazioni del Ministero della Salute, si sono modificate le
procedure da porre in campo per la realizzazione degli ospedali, passando da
appalti di lavori a concessioni di lavori pubblici. Gli importi degli
interventi sono così passati da circa 100 milioni di euro mediamente per ognuno
dei tre ospedali a 140 milioni di euro per quelli di Vibo Valentia e della
Sibaritide e circa 150 milioni di euro per l'ospedale della piana di Gioia
Tauro. Nel 2011 il Commissario delegato per la gestione dell’emergenza
sanitaria in Calabria ha approvato i progetti preliminari per la gara di
concessione di lavori pubblici. L’espletamento delle procedure di gara è stato
avviato nel 2013 e, dopo i controlli previsti dalle norme, sono stati
sottoscritti i contratti di concessione nel 2014 per l'ospedale della
Sibaritide e quello di Vibo Valentia e nel 2015 per l'ospedale della piana di
Gioia Tauro. Considerato che: - le tre strutture nosocomiali si trovano in fasi
di avanzamento differenti, ma in tutti e tre i casi le vicende che si sono
susseguite negli anni, caratterizzate da difficoltà di natura tecnica,
burocratica e progettuale, hanno causato rallentamenti sia nella fase
progettuale sia nell’avvio della fase esecutiva;
- l’ospedale della Sibaritide è un
ospedale spoke da 376 posti letto, 330 ordinari day
hospital e day surgery e 46 posti letto tecnici. Il quadro economico del
progetto posto a base di gara ammonta a quasi 144 milioni di euro. Il contratto
di concessione, che prevede lo sviluppo della progettazione definitiva ed
esecutiva a cura del concessionario e la realizzazione dell’opera, è stato stipulato
il 9 settembre del 2014 tra la Regione Calabria, l'ASP di Cosenza e la Società
“Ospedale della Sibaritide”, società consortile per azioni. Il progetto
definitivo è stato consegnato nel settembre 2016 e il 27 luglio 2017, con
decreto regionale, ne è stata disposta l'approvazione. In seguito, si è deciso
di avviare ed approvare uno stralcio per la realizzazione di attività di
cantierizzazione, movimentazione della terra e bonifica degli ordigni bellici,
per consentire di dare avvio ai lavori nelle more dello sviluppo del progetto
esecutivo dell'opera principale. Nel settembre 2017 il concessionario ha
trasmesso il progetto esecutivo stralcio dei lavori prioritari a cui è stata
data attuazione. Il progetto esecutivo completo dell'opera, invece, è stato approvato
nel maggio 2019 e il 4 novembre del 2020 è avvenuta la formale consegna dei
lavori. Al 31 marzo 2023 sono state completate le strutture di fondazione, i
solai a livello -1, 0, +1 e +2, sono stati gettati i 398 pilastri in acciaio
della struttura ospedaliera, è stato armato il solaio del livello +3. La
struttura principale dell’ospedale è pressoché conclusa ma adesso i lavori si
sono sostanzialmente fermati, ad esclusione di pochissimi operai che si
starebbero dedicando a lavori di second’ordine. Per quanto riguarda
l'avanzamento contabile si è giunti al SAL numero 27 per le prestazioni rese
fino al 31 marzo 2023, per un importo complessivo di 21 milioni di euro, pari
al 24,06% dell’importo contrattuale. Complessivamente erano stati emessi già
stati di avanzamento lavori per lo stralcio delle opere prioritarie per 5
milioni e mezzo di euro, per cui, complessivamente, sono stati eseguiti i
lavori per 26 milioni e 902 mila euro;
- l’ospedale di Vibo Valentia ha
una dotazione di 339 posti letto di cui 287 ordinari e 52 posti letto tecnici.
Pur partendo dall'importo di 143 milioni di euro, ad oggi il quadro economico
del progetto definitivo approvato porta un impegno di spesa di 190 milioni 784
mila euro. Il contratto di concessione è stato sottoscritto il 12 settembre
2014 tra la Regione Calabria, l’ASP di Vibo Valentia e la Società “Vibo
Hospital Service S.p.A.”. Nel mese di giugno 2015 il concessionario ha
trasmesso alla Regione un aggiornamento del progetto preliminare posto a base
di gara, al fine di adeguare la progettazione a nuove esigenze sanitarie e
funzionali. L'area individuata ha evidenziato delle problematiche di natura
ambientale e si sono rese necessarie opere complementari e idrogeologiche,
idrauliche e stradali. Sono intervenuti anche dei provvedimenti di sequestro di
alcune aree da parte dell'Autorità giudiziaria. Tutto ciò ha comportato un
prolungamento dei tempi. Il 19 aprile 2022 è stato ordinato al concessionario
l'avvio della progettazione esecutiva e, così come fatto per l'ospedale della
Sibaritide, anche per quello di Vibo Valentia è stata prevista la realizzazione
di uno stralcio esecutivo urgente delle opere esterne che comprendono la
cantierizzazione, i movimenti terra, le opere idrauliche per la messa in
sicurezza dell'area. Il progetto definitivo, dopo avere espletato la fase di
riequilibrio del Piano Economico Finanziario, è stato approvato il 6 luglio
2022. Il 17 maggio 2023 è stato sottoscritto il verbale di consegna dei lavori
relativamente al progetto stralcio delle opere esterne. Il progetto esecutivo
dell'edificio ospedaliero, invece, è ancora in fase di sviluppo e risulta in
fase di verifica a cura della Società RINA Check S.r.l.;
- l'ospedale della piana di Gioia
Tauro ha una dotazione di 339 posti letto, di cui 297 ordinari e 42 posti letto
tecnici. Il quadro economico del progetto ad oggi ammonta a complessivi 158
milioni di euro. Il contratto di concessione è stato sottoscritto il 20 aprile
2015 tra la Regione Calabria, l’ASP di Reggio Calabria e la Società “Ospedale della
piana di Gioia Tauro”, società consortile a responsabilità limitata.
Nell'ottobre del 2016 è stato sottoscritto il protocollo d'intesa tra la
Regione Calabria e la Prefettura e subito dopo è stato emanato l'ordine di
servizio per l'avvio della progettazione definitiva. Durante lo sviluppo del
progetto definitivo sono emerse rilevanti problematiche di carattere geologico
e geotecnico dell'area di sedime del nuovo ospedale e, per escludere la
presenza di faglie attive, sono state effettuate due successive campagne di
approfondimento geognostico. Si è dovuto comunque rivedere il progetto del
nuovo ospedale e nel mese di marzo 2018 è stata riavviata la progettazione
definitiva. Così come per Vibo, anche per l'area dell'ospedale della piana di
Gioia Tauro sono state necessarie ulteriori campagne di indagini ambientali,
ultimate nel mese di settembre 2022 e con la conclusione che il sito non è
affetto da contaminazione e che i superamenti dei valori di soglia sono
attribuibili a valori di fondo di origine naturale. Il 27 febbraio 2023 è stato
disposto al concessionario di presentare entro 90 giorni il progetto definitivo
del nuovo ospedale.
Tenuto conto che: - il 5 aprile
2023, in sede di audizione presso la terza Commissione Sanità, Attività
sociali, culturali e formative del Dirigente del Settore edilizia sanitaria ed
investimenti tecnologici della Regione Calabria, è emerso che per la struttura
della Sibaritide vi sono criticità legate agli incrementi dei costi delle
materie prime, rispetto al prezziario del 2013, usato come riferimento, che,
secondo alcune stime, determineranno, a detta del Dirigente, un aumento per
circa 42 milioni di euro del costo dell’opera con conseguenti problematiche
legate al reperimento degli ulteriori fondi e all’approvazione del nuovo Piano
Economico Finanziario. È stato poi emanato un ordine di servizio per una
variante al progetto esecutivo in fase di realizzazione al fine di conformare
il progetto alle previsioni normative obbligatorie del Decreto-legge del
19/05/2020 n. 34, quindi per adeguare, in seguito all’emergenza pandemica,
l'assetto ospedaliero alle previsioni di separazione dei percorsi del Pronto
Soccorso e potenziamento dei reparti di terapia intensiva e sub-intensiva. La
consegna del progetto di variante è prevista per il 29 maggio 2023 ma prima
dell’approvazione del progetto è necessario effettuare un'operazione di
riequilibrio del Piano Economico Finanziario. Alcuni organi di stampa
riferiscono che tra la variante in fase di progettazione per adeguare una
struttura partorita nel 2012-13 – e con essa il Piano Economico Finanziario –
al 2023 necessitino circa 80-90 milioni di euro. L’obiettivo, secondo il
Dirigente del Settore edilizia sanitaria ed investimenti tecnologici, è quello
di completare l'opera entro la fine del 2025. Dopo due anni di lavoro
incessante, i cantieri ad oggi sono sostanzialmente inattivi in attesa
dell’aggiornamento del Piano Economico Finanziario e conseguentemente si
prevedono ulteriori ritardi;
- sempre nella stessa seduta di
Commissione del 5 aprile il Dirigente regionale audito ha riferito che per la
struttura di Vibo Valentia, ai fini della consegna dei lavori del progetto
stralcio, è stato chiesto alla Procura della Repubblica di adottare un
provvedimento autorizzativo per poter procedere al collegamento idraulico tra
le opere previste nel progetto e il fosso Calzone, sotto sequestro al momento
dell’audizione, che è il ricettore finale individuato dal progetto esecutivo
stralcio quale luogo per lo scarico delle acque. Ottenuto questo dissequestro
da parte della Procura di Vibo Valentia, il 17 maggio sono stati consegnati i
lavori ma solo per le opere esterne. Si resta in attesa del progetto esecutivo.
La previsione di ultimazione dell'opera, secondo il Dirigente, è la primavera
dell'anno 2026;
- per la struttura della Piana di
Gioia Tauro il Dirigente regionale ha riferito nell’audizione che anche in
questo caso è necessario adeguare il progetto alla normativa del Decreto-legge
del 19/05/2020 n. 34, con le modifiche per il Pronto Soccorso e i reparti di
terapia intensiva e sub intensiva. Entro il 29 maggio 2023, quindi, il
concessionario dovrà consegnare il progetto definitivo del nuovo ospedale ed
entro il 12 giugno dovranno essere presentati i fascicoli delle varianti, che
consentiranno anche per questa struttura di valutare il maggiore impatto
economico rispetto al progetto posto a base di gara. Nel frattempo, è in fase
di sviluppo il piano per l'interramento dell'elettrodotto di Terna, il cui
progetto esecutivo è stato trasmesso il 14 marzo 2023 ed è stato demandato a Sorical Spa lo sviluppo di un progetto di adduzione idrica
del nuovo ospedale, per un importo di 1 milione e 200mila euro. Il Dirigente ha
riferito che il completamento dell'opera dovrebbe avvenire tra la fine del 2026
e la primavera del 2027.
Preso atto che: - nella stessa
audizione del 5 aprile 2023 il dirigente del Settore edilizia sanitaria ed
investimenti tecnologici della Regione Calabria ha rassicurato i componenti
della Terza Commissione sulla disponibilità di risorse per ovviare agli aumenti
dei costi, riferendo di circa 400 milioni di euro da programmare, previa
sottoscrizione di un accordo di programma con il Ministero della Salute e della
possibilità di usufruire delle risorse del Decreto Aiuti;
- i contratti di concessione dei
nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo valentia e della Piana di Gioia Tauro
non prevedono la possibilità di riconoscere premi di accelerazione agli
esecutori in caso di ultimazione e consegna delle opere in tempi inferiori a
quelli contrattuali;
- dalle notizie assunte a mezzo
stampa emerge preoccupazione in merito al rispetto della tempistica sopra
indicata, ai fondi effettivamente disponibili, all’aumento dei costi che ha
portato al fermo dei lavori per l’ospedale della Sibaritide e alle continue
problematicità, cavilli, ritardi di varia natura che, come successo in tutti
questi anni, possono mettere un freno alla realizzazione di presidi sanitari
così fondamentali per garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi.
Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se e come intende assumere ogni
utile e necessaria iniziativa nei riguardi del Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della
Regione Calabria per quanto riguarda il reperimento dei fondi necessari al
riavvio dei lavori, al momento fermi, per l’ospedale della Sibaritide e per
avere contezza in merito al rispetto della tempistica indicata per i tre
ospedali in sede di Commissione dal dirigente del Settore edilizia sanitaria ed
investimenti tecnologici e ai motivi di eventuali ritardi;
2. il cronoprogramma per ognuno
dei nuovi ospedali, con un dettagliato piano dei lavori dei prossimi mesi e
fino all’ultimazione e messa in esercizio e dei fondi disponibili per il
completamento o l’avvio delle opere;
3. quale sia la situazione attuale
in merito alla sottoscrizione dell’accordo di programma con il Ministero della
Salute e se siano risolte o come risolvere le problematiche relative al nuovo
Piano Economico Finanziario, al progetto di variante, alle criticità legate all’aumento del costo dell’opera e al reperimento
dei fondi per poter riiniziare in tempi brevissimi i lavori di completamento
dell’ospedale della Sibaritide e non accumulare altri ritardi rispetto alla
messa in esercizio prevista;
le problematiche relative alla
acquisizione della piena disponibilità dell’area e al progetto esecutivo per
l’ospedale di Vibo Valentia;
le problematiche relative al
progetto definitivo, ai fascicoli delle varianti, al nuovo Piano Economico
Finanziario, al piano per l'interramento dell'elettrodotto e al progetto di
adduzione idrica per l’ospedale della Piana di Gioia Tauro.
(142; 29/05/2023).
Finalità della legge e principi
Art.
1
(Finalità)
1. La presente legge, nel rispetto
dei principi generali dell’ordinamento dell’Unione europea, del quadro delle
competenze istituzionali definito dalla Costituzione della Repubblica Italiana
e della normativa nazionale, disciplina il sistema del mercato del lavoro,
delle politiche attive del lavoro e dell’apprendimento permanente nella Regione
Calabria e il relativo quadro degli interventi e degli strumenti di
programmazione e attuazione.
2. La Regione riconosce e tutela
il lavoro come strumento di inclusione e autonomia della persona e opera
attraverso le disposizioni di cui alla presente legge per affermare le
condizioni per renderlo effettivo, regolare e dignitoso attraverso un efficace
sistema di politiche attive, di servizi per l’impiego, di formazione per il
lavoro.
3. In attuazione dell’articolo 27
della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo
opzionale, firmata a New York il 13 dicembre 2006, ratificata ai sensi della
legge 3 marzo 2009, n. 18, che istituisce l’Osservatorio nazionale sulla
condizione delle persone con disabilità, la Regione promuove l’inclusione
lavorativa quale componente irrinunciabile del percorso individuale di ogni
persona disabile verso la vita indipendente nonché elemento qualificante di
progresso economico e sociale della comunità di appartenenza.
4. La Regione promuove e sostiene,
quale parte dei diritti individuali, l’apprendimento permanente, inteso come
qualsiasi attività intrapresa dalle persone, nelle varie fasi della vita, al
fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze.
5. La Regione interviene per
garantire l’integrazione tra le politiche volte a sostenere la capacità d’agire
delle persone, nel rapporto tra interventi di inclusione sociale, formazione e
attivazione al lavoro e favorendo il superamento delle politiche assistenziali
in un sistema di promozione sociale e del lavoro.
6. La Regione riconosce la
centralità della persona nell’accesso alle politiche per il lavoro e valorizza
il ruolo dei soggetti pubblici, degli operatori pubblici e privati autorizzati
e accreditati e persegue l’integrazione tra i servizi dell’istruzione, della
formazione e del lavoro, in coerenza con la Strategia europea per
l’occupazione.
7.
La Regione Calabria, con la presente legge, trasforma Azienda Calabria Lavoro,
nell’“Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro - ARPAL Calabria”,
ente pubblico non economico strumentale, dotato di personalità giuridica di
diritto pubblico e avente autonomia amministrativa, organizzativa, contabile e
gestionale.
Art. 2
(Principi delle politiche del
lavoro)
1. Le politiche regionali in materia
di lavoro e apprendimento permanente sono rivolte:
a) alla promozione
dell’eguaglianza in termini di opportunità, tenuto conto delle potenzialità e
delle aspirazioni degli individui;
b) allo sviluppo delle capacità
individuali e della possibilità di effettuare ed esercitare le proprie scelte
lungo il corso della vita, attraverso i servizi informativi, l’orientamento e
la partecipazione alle misure di formazione ed attivazione;
c) alla prevenzione della
disoccupazione attraverso l’aggiornamento, la riqualificazione e il
rafforzamento delle competenze dei lavoratori, nell’ambito del sistema
dell’apprendimento permanente e della formazione continua, e attraverso la
predisposizione, nell’ambito delle politiche attive, di percorsi di
aggiornamento e riqualificazione delle competenze dei disoccupati;
d) all’affermazione della parità
delle donne e degli uomini nella vita sociale, culturale ed economica;
e) al contrasto a ogni forma di
discriminazione basata su condizioni fisiche, etniche e di nazionalità, lingua,
religione, opinioni politiche, caratteristiche personali, economiche e sociali;
f) a promuovere l’occupazione,
l’attivazione al lavoro e l’occupabilità e potenziare il sistema di incontro
fra domanda e offerta di lavoro;
g) ad assicurare i livelli essenziali
delle prestazioni dei servizi per il lavoro a tutti i cittadini, previsti dalla
legge statale, garantendo altresì standard minimi e condivisi delle prestazioni
e un adeguato grado di copertura territoriale dei servizi;
h) ad assicurare i livelli essenziali
delle prestazioni dei servizi rivolti al riconoscimento e alla certificazione
delle competenze, anche ai fini dell’accesso a ulteriori opportunità di
apprendimento;
i) a realizzare un sistema
integrato dei servizi per il lavoro costituito dai soggetti pubblici e privati
autorizzati e/o accreditati e assicurare agli utenti la facoltà di scelta per
l’accesso alle relative prestazioni;
j) a garantire la presa in carico
dei lavoratori e dei disoccupati e prevedere misure specifiche per il loro inserimento
lavorativo attraverso l’utilizzo del patto di servizio personalizzato;
k) a prevedere strumenti e servizi
rivolti alla rilevazione dei fabbisogni professionali delle imprese e alla
conseguente gestione del rapporto tra domanda e offerta, per ridurre il rischio
di disallineamento;
l) a promuovere e sostenere
l’autoimpiego e l’avvio di nuove attività di lavoro autonomo come misure
ordinarie e disponibili di attivazione al lavoro e di reimpiego per i
disoccupati, anche a integrazione delle misure rivolte all’innovazione del
sistema economico - produttivo;
m) ad affiancare gli strumenti
nazionali di sostegno al reddito con misure regionali di politica attiva che
favoriscono l’effettiva ricollocazione dei lavoratori tramite percorsi
personalizzati di reimpiego e utili all’acquisizione di nuove competenze;
n) a garantire la condizionalità,
ossia l’obbligo di tutti i soggetti beneficiari di strumenti di sostegno al
reddito alla partecipazione attiva alla ricerca del lavoro;
o) a prevedere azioni idonee a
garantire l’inserimento e la permanenza nel mercato del lavoro delle persone
con disabilità, dei soggetti maggiormente vulnerabili e a rischio di esclusione
sociale e dei lavoratori immigrati;
p) a prevedere e ad assicurare il
raccordo con il sistema dell’istruzione e della formazione tecnica e
professionale per la formazione delle competenze richieste dal mercato del
lavoro e la conseguente pianificazione dell’offerta formativa e scolastica;
q) a collaborare alla attivazione
e promozione del sistema della formazione tecnica superiore ITS e dell’offerta
formativa e universitaria idonea alla promozione di competenze in grado di
rispondere alla domanda del mercato del lavoro;
r) a prevedere la massima
semplificazione amministrativa e la completa digitalizzazione dei processi di
erogazione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive per un accesso
diretto dei lavoratori;
s) a rafforzare il sistema di
monitoraggio e valutazione degli effetti delle politiche attive, dei servizi
del lavoro, e delle misure rivolte alla formazione per il lavoro.
2. Le politiche regionali in
materia di lavoro sono coordinate con le politiche per lo sviluppo economico,
l’istruzione, la formazione professionale, il diritto allo studio, la ricerca e
le politiche sociali, attraverso l’esercizio della programmazione, attuato nel
rispetto e in applicazione del dialogo sociale.
3.
Le politiche attive regionali sono erogate assicurando il rispetto dei livelli
essenziali delle prestazioni, definiti a livello nazionale.
Capo II
Strumenti e governance del sistema
dei servizi per il lavoro
Art. 3
(Piano degli interventi di
politica del lavoro. Strumenti di programmazione)
1. In attuazione dei programmi di
sviluppo della Regione, la Giunta regionale, previo confronto con le parti
sociali, adotta il Piano degli interventi di politica del lavoro, teso a
favorire la programmazione integrata delle misure di politica attiva del lavoro
e a coordinare l’impiego di tutte le risorse finanziarie ad esse destinate,
rinvenienti da ciascuna delle fonti di finanziamento previste.
2. Il Piano ha durata triennale da
aggiornare in correlazione con l’approvazione del bilancio annuale di
previsione o del suo assestamento.
3. Il Piano delinea il quadro di
contesto con riferimento alle dimensioni e condizioni, ai cambiamenti e alle
prospettive del mercato del lavoro, indica gli obiettivi, le sfide e le
priorità degli interventi in relazione ai programmi di sviluppo, le
disposizioni di attuazione e i requisiti di accesso, i documenti attuativi dei
singoli interventi e progetti.
4. Il Piano è predisposto dal
dipartimento competente per la materia del lavoro e approvato dalla Giunta
regionale.
5. I piani operativi regionali e
territoriali della Regione in attuazione di programmi o accordi di carattere
nazionale o sovranazionale sono adottati in coerenza con il Piano degli
interventi.
6. Il Piano degli interventi
comprende una sezione metodologica sul monitoraggio e la valutazione
nell’ambito della quale sono presentati, per l’insieme degli obiettivi, sfide e
priorità e per i singoli interventi previsti gli indicatori di realizzazione,
copertura, risultato immediato e di lungo periodo, nonché gli indicatori di
performance e finanziari.
7.
Il Piano degli interventi è corredato da un piano di comunicazione che cura l’informazione
e la comunicazione sugli interventi programmati con specifiche iniziative volte
ad accompagnare l’avvio e l’attuazione degli stessi, promuovendone e
supportandone il buon esito e assicurando la corretta pubblicizzazione degli
strumenti e delle opportunità prodotte e dei risultati raggiunti.
Art. 4
(Funzioni e compiti della
Regione)
1. La Regione, nel rispetto dei
principi costituzionali e della normativa vigente, esercita il ruolo di
indirizzo, programmazione e pianificazione in materia di politiche per il
lavoro e governa il sistema regionale dei servizi per il lavoro e delle
politiche attive, attuando gli interventi volti a favorire l’inserimento
lavorativo delle persone e, in particolare:
a) definisce la strategia
regionale per l’occupazione in materia di servizi per il lavoro e di politiche
attive;
b) assicura l’esistenza e la
funzionalità dei propri uffici territoriali denominati centri per l’impiego,
garantendone la diffusa ed equilibrata presenza sul territorio;
c) adotta criteri generali e
modelli di intervento per favorire l’omogeneità e l’efficacia dei servizi e
delle prestazioni;
d) individua le tecnologie
digitali e le infrastrutture regionali dedicate quali strumenti essenziali per
garantire l’accesso ai servizi ed alle politiche per il lavoro;
e) svolge le funzioni di
monitoraggio e di valutazione dei risultati e degli effetti delle politiche del
lavoro e delle prestazioni erogate;
f) definisce, sulla base della
normativa vigente, il regime di accreditamento dei soggetti che operano nel
territorio regionale;
g) garantisce la presenza e la
funzionalità di un nodo di coordinamento regionale del sistema informativo
unitario delle politiche del lavoro di cui all’articolo 13 del decreto
legislativo 14 settembre 2015, n. 150 (Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive), con
tecniche di interoperabilità e scambio di dati e secondo un’ottica di massima
integrazione anche con gli altri sistemi informativi regionali e nazionali,
avvalendosi dell’ARPAL Calabria;
h)
esercita i compiti di indirizzo, vigilanza e controllo sull’Agenzia regionale
per le politiche attive del lavoro e ne approva gli atti fondamentali ai sensi
delle disposizioni contenute nella presente legge.
Art. 5
(Competenze della Regione e
livelli essenziali delle prestazioni e degli standard di servizio)
1. La Regione garantisce nel
proprio territorio, nei limiti delle risorse nazionali e comunitarie
disponibili, i livelli essenziali delle prestazioni dei servizi e delle
politiche attive del lavoro, per come definiti dall’articolo 28 del d.lgs.
150/2015, attraverso il sistema regionale dei servizi per l’impiego di cui
all’articolo 7 della presente legge, a favore di disoccupati, lavoratori e
imprese, assicurando:
a) lo svolgimento delle funzioni e
dei compiti in materia di lavoro che garantiscono la presenza e la funzionalità
dei centri per l’impiego e la disponibilità di servizi e misure di politica
attiva del lavoro;
b) adeguati percorsi per
l’inserimento e il reinserimento nel mercato del lavoro, anche attraverso
interventi di aggiornamento, formazione, riqualificazione e rafforzamento delle
competenze;
c) misure di attivazione al lavoro
dei disoccupati, dei beneficiari di ammortizzatori sociali e degli interventi
di integrazione al reddito attraverso meccanismi che incentivano la ricerca
attiva di una nuova occupazione nel rispetto del principio di condizionalità;
d) l’adempimento dei compiti
connessi ai servizi per il collocamento mirato delle persone con disabilità di
cui alla legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei
disabili), effettuando uno specifico monitoraggio degli effetti ottenuti con le
procedure di assunzione previsti dalla legge medesima;
e) l’avviamento a selezione presso
la pubblica amministrazione, ai sensi dell’articolo 16 della legge 28 febbraio
1987, n. 56 (Norme sull’organizzazione del mercato del lavoro);
f) l’erogazione dei servizi del
lavoro ai sensi dell’articolo 18 del d.lgs. 150/2015 e del decreto-legge 28
gennaio 2019, n. 4 (Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza
e di pensioni) convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26,
a partire dalla profilazione degli utenti e la stipula del patto di servizio
personalizzato di cui all’ articolo 20 del d.lgs. 150/2015;
g) i servizi di assistenza alla
ricollocazione, in riferimento alle relative misure nazionali e regionali, al
fine di ottenere un servizio di assistenza intensiva nella ricerca di lavoro
presso i servizi competenti.
h) i servizi di informazione,
orientamento, consulenza, preselezione, recruitment e placement a livello
comunitario attraverso la rete EURES – servizi europei per l’impiego, di cui al
Regolamento (CE) n. 2016/589 del Parlamento Europeo del 13 aprile 2016,
attraverso l’apposito settore istituito nell’ambito del dipartimento
competente.
2.
La Regione favorisce la definizione e l’aggiornamento costante degli standard
di servizio e dell’unità di costo standard in relazione all’erogazione dei LEP
definiti dalla normativa statale, al fine di costruire un sistema regionale
trasparente di gestione delle risorse dedicate ai servizi e alle politiche
attive del lavoro.
Art. 6
(Rete regionale dei servizi e
delle politiche del lavoro)
1. La Regione, per le finalità di
cui alla presente legge, promuove, coerentemente con quanto previsto
dall’articolo 1 del d.lgs. 150/2015, la rete regionale dei servizi e delle
politiche per il lavoro, costituita dai seguenti soggetti, individuati in
relazione alle funzioni ad essi attribuite dalla normativa vigente:
a) centri per l’impiego regionali;
b) Agenzia regionale per le
politiche attive del lavoro – ARPAL Calabria;
c) agenzie per il lavoro e altri
soggetti autorizzati o accreditati per i servizi per il lavoro, ai sensi
dell’articolo 12 del d.lgs. 150/2015 e delle disposizioni regionali in materia;
d) ANPAL Servizi SpA;
e) INPS regionale Calabria;
f) INAIL regionale Calabria;
g) Ispettorato territoriale del
lavoro;
h) Fondazione Consulenti per il
Lavoro;
i) fondi interprofessionali per la
formazione continua di cui all' articolo 118 della legge 23 dicembre 2000, n.
388 (Legge finanziaria 2001) promossi dalle associazioni datoriali e dalle
organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale
e regionale;
j) enti bilaterali e patronati
costituiti dalle associazioni datoriali e dalle organizzazioni sindacali
comparativamente più rappresentative a livello nazionale e regionale;
k) università;
l) camere di commercio, industria,
artigianato e agricoltura;
m) Comuni;
n) organismi formativi accreditati
ai sensi delle disposizioni regionali in materia.
2. La rete regionale dei servizi e
delle politiche per il lavoro ha il compito di garantire il diritto al lavoro e
alla formazione attraverso interventi destinati a migliorare l’efficienza del
mercato del lavoro e ad assicurare, attraverso l’attività posta
in essere dai servizi competenti, alle imprese il soddisfacimento dei
fabbisogni di competenze e ai lavoratori il sostegno all’inserimento al lavoro,
anche attraverso la promozione dell’occupabilità.
3.
La rete di cui al presente articolo si coordina, per il tramite dell’ARPAL
Calabria, con le reti per l’apprendimento permanente di cui all’articolo 29.
Art. 7
(Sistema regionale dei servizi
per l’impiego)
1. Il sistema regionale dei
servizi per l’impiego è costituito dalle strutture organizzate per l’esercizio
integrato delle funzioni e delle azioni attuative.
2. Fanno parte del sistema
regionale dei servizi per l’impiego:
a) il dipartimento regionale
competente per la materia del lavoro;
b) il Tavolo regionale per i
servizi e le politiche attive del lavoro;
c) l’Unità di intervento e di
gestione delle crisi aziendali;
d) l’Osservatorio sul mercato del
Lavoro;
e) i centri per l’impiego regionali;
f)
l’ARPAL Calabria.
Art.
8
(Tavolo regionale per i servizi
e le politiche del lavoro)
1. Al fine di assicurare il
confronto con le parti sociali nella proposta, verifica e valutazione delle
linee programmatiche dei servizi e delle politiche del lavoro, è istituito il
Tavolo regionale per i servizi e le politiche per il lavoro.
2. Il Tavolo regionale svolge la
funzione permanente di osservazione e sintesi delle dinamiche del mercato del
lavoro regionale sulla base delle quali individua le linee di indirizzo
strategico in materia di politiche del lavoro, gli obiettivi e le priorità di
intervento che confluiscono nel Piano di cui all’articolo 3 e propone i
relativi aggiornamenti annuali. Per lo svolgimento delle funzioni di
osservazione e proposta il Tavolo si avvale delle analisi e documentazioni
prodotte dall’Osservatorio di cui all’articolo 10.
3. Il Tavolo regionale è
presieduto dall’Assessore regionale con delega in materia di lavoro o da un suo
delegato e si avvale, per le funzioni di segreteria ed assistenza tecnica del
personale, dell’apposito settore istituito nell’ambito del dipartimento
competente.
4. Il Tavolo regionale è composto,
oltre che dagli assessori regionali competenti per materia, dai seguenti
soggetti: i responsabili regionali dell’Inps, dell’Inail, di ANPAL Servizi Spa,
della Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, dell’Ufficio
scolastico regionale, dell’Ordine dei consulenti del lavoro, dalla consigliera
regionale di parità, nonché da ulteriori esperti di comprovata qualificazione e
competenza.
5. La Giunta regionale con propria
deliberazione istituisce il Tavolo, stabilendone modalità di funzionamento e
durata.
6. I componenti del Tavolo
regionale vi partecipano a titolo gratuito, senza alcun onere a carico del
bilancio regionale.
7.
Il confronto con le parti sociali previsto dalle disposizioni del presente
articolo si svolge esclusivamente con le parti sociali comparativamente più
rappresentative dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle professioni, nell’ambito
del Tavolo regionale.
Art. 9
(Unità di intervento e di
gestione delle crisi aziendali)
1. Al fine di assicurare il
confronto con le parti sociali in relazione alla individuazione di strumenti
utili all’intervento e alla gestione di crisi settoriali o aziendali e
conflitti di lavoro è istituita l’Unità di intervento regionale per le politiche
del lavoro a favore dei lavoratori delle aziende in crisi.
2. L’Unità è presieduta dal
dirigente generale del dipartimento competente per la materia del lavoro o suo
delegato e si avvale, per le funzioni di segreteria ed assistenza tecnica del
personale, dell’apposito settore istituito nell’ambito del dipartimento
competente.
3. La Giunta regionale con propria
deliberazione stabilisce la composizione, le modalità di funzionamento e la
durata dell’Unità, i cui componenti partecipano a titolo gratuito.
4. Il confronto con le parti
sociali previsto dalle disposizioni del presente articolo si svolge
esclusivamente con le parti sociali comparativamente più rappresentative dei
datori di lavoro, dei lavoratori, nell’ambito dell’Unità.
5. L’Unità opera nel rispetto
della normativa statale in materia di rilancio delle attività industriali,
salvaguardia dei livelli occupazionali, sostegno dei programmi di investimento
e sviluppo imprenditoriale delle aree colpite da crisi industriale e di settore
di cui al decreto-legge 1° aprile 1989, n. 120 (Misure di sostegno e di
reindustrializzazione in attuazione del piano di risanamento della siderurgia)
convertito, con modificazioni, dalla legge 15 maggio 1989, n. 181.
6. Nella gestione delle crisi
aziendali, l’Unità coordina le proprie attività con l’ARPAL Calabria, cui è
affidata l’attuazione delle politiche attive e la ricollocazione collettiva dei
lavoratori in contesti di crisi industriale e di area territoriale di crisi,
nonché in raccordo con l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro
(ANPAL), coerentemente con quanto disposto dall’articolo 9, comma 1, lettere o)
e p) del d.lgs. 150/2015, e con il dipartimento regionale competente in materia
di attività produttive, attraverso gli strumenti contemplati dalla normativa in
materia.
7. L’Unità, sulla base della
normativa vigente, svolge i seguenti compiti:
a) effettua la mappatura, il
monitoraggio e la ricognizione preventiva dei casi di crisi aziendali
occupazionali e territoriali;
b) predispone la selezione delle situazioni
prioritarie di possibile tensione;
c) svolge attività di raccolta di
dati e informazioni presso enti, istituzioni e associazioni, in materia di
andamento dell’occupazione, con particolare attenzione alle aree a maggiore
rischio demografico e socioeconomico;
d) propone le opportune strategie
di utilizzazione intersettoriale delle risorse disponibili;
e) formula le proposte strategiche
idonee a prevenire le fasi acute di eventuali crisi, mediante l’utilizzazione
degli strumenti programmatori di medio e lungo periodo;
f) funge da prima interfaccia
operativa con gli interlocutori sociali, economici e sindacali in tutti i casi
di manifestazioni, proteste e situazioni di tensione sociale e occupazionale;
g) effettua un’attività di
confronto e concertazione di primo impatto;
h) mette in
campo in via d’urgenza tutti gli strumenti istituzionali e operativi per
la risoluzione di breve periodo delle situazioni di tensione;
i) espleta attività di mediazione
nei conflitti di lavoro collettivi e sulle crisi aziendali;
j) sigla accordi e protocolli;
k) svolge l’esame congiunto
previsto nelle procedure relative agli interventi di integrazione salariale
straordinaria e quello previsto nelle procedure di licenziamento collettivo su
base regionale;
l) favorisce la composizione dei
conflitti e la migliore gestione delle relazioni industriali e sindacali;
m)
esamina gli accordi di transizione occupazionale previsti dal decreto
legislativo 14 settembre 2015, n. 148 (Disposizioni per il riordino della
normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di
lavoro), volti al recupero occupazionale dei lavoratori in esubero e
all’utilizzo di politiche attive dirette alla rioccupazione dei lavoratori.
Art. 10
(Osservatorio sul mercato del
Lavoro)
1. La Regione realizza il sistema
regionale di analisi del mercato del lavoro e di monitoraggio e valutazione
dell’efficacia delle politiche del lavoro, in raccordo con l’Osservatorio sul
mercato del lavoro e avvalendosi del Sistema informativo di cui all’articolo
11, allo scopo di fornire un supporto alla programmazione regionale e alle
attività dell’ARPAL Calabria.
2. L’Osservatorio è istituito
presso l’ARPAL Calabria e sviluppa le proprie linee di azione secondo gli
indirizzi dettati dal dipartimento competente per la materia del lavoro e dalla
programmazione regionale.
3. L’Osservatorio opera
perseguendo le seguenti finalità:
a) disporre di analisi ed
elaborazione dei dati di tipo strutturale e congiunturale, delle tendenze e dei
fenomeni relativi al mercato del lavoro;
b) fornire la base statistica per
le attività di programmazione regionale delle politiche del lavoro e per la
pianificazione operativa degli interventi e delle misure di politica attiva
promosse tramite ARPAL Calabria;
c) monitorare l’attuazione degli
interventi di politiche del lavoro e dei servizi erogati;
d) acquisire le informazioni sui
fabbisogni professionali e formativi delle imprese, anche mediante il
coinvolgimento delle parti sociali, per la promozione delle politiche attive e
dell’offerta di apprendimento anche ai fini dell’aggiornamento dei repertori
regionali degli standard professionali, di percorso formativo e di
certificazione;
e) rilevare i dati utili alla
verifica del raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni dei
servizi e delle politiche attive del lavoro regionali;
f) elaborare le analisi e i
rapporti sulla valutazione e l’impatto degli incentivi, delle misure, delle
politiche attive del lavoro e dell’apprendimento;
g) effettuare il monitoraggio dei
servizi erogati anche al fine di verificare l’efficacia, l’efficienza e il
rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni, garantendo una adeguata
diffusione dei risultati;
h) raccordarsi con i sistemi
nazionali di analisi del mercato del lavoro, e di monitoraggio e valutazione
delle politiche e dei servizi per il lavoro.
4. I soggetti pubblici e privati
accreditati ai sensi dell’articolo 13, nonché gli altri soggetti appartenenti
alla rete di cui all’articolo 6, mettono a disposizione del sistema regionale
di analisi e monitoraggio di cui al presente articolo, anche mediante apposite
convenzioni, le informazioni necessarie per l’esercizio delle funzioni di
monitoraggio regionale del mercato del lavoro, incluse quelle utili alla
misurazione dei livelli di efficacia e di efficienza dei servizi erogati.
5. L’Osservatorio opera anche in
collaborazione con l’Ufficio statistico regionale e con il dipartimento
regionale competente in materia di attività produttive e sviluppo economico,
svolgendo la funzione di collettore ed elaboratore dei dati rilevati dal
sistema di cui al presente articolo, per il tramite del dipartimento competente
in materia di lavoro e formazione professionale.
6. L’Osservatorio realizza report
di monitoraggio e analisi della domanda delle imprese e dei fabbisogni
professionali, distinti in ragione delle specifiche settoriali e territoriali,
attraverso l’attività dei servizi alle imprese dei centri per l’impiego.
7. I dati relativi ai fabbisogni
professionali rilevati ed elaborati trimestralmente dall’Osservatorio
costituiscono la base informativa per la promozione e pianificazione
dell’offerta formativa finanziata, anche in ragione dei programmi di politica
attiva e di accompagnamento al lavoro, gestiti dall’ARPAL Calabria attraverso i
centri per l’impiego e dalla rete dei soggetti accreditati.
8.
L’Osservatorio assicura la fruibilità dei dati relativi al mercato del lavoro
di cui dispone, nel formato open data, ed elabora rapporti trimestrali sulla
propria attività, dei quali garantisce la massima diffusione.
Art. 11
(Sistema informativo regionale
del lavoro)
1. La Regione promuove la
digitalizzazione dei servizi per il lavoro e delle misure di politica attiva
del lavoro e dell’offerta formativa e favorisce l’accesso diretto degli utenti
a tali servizi.
2. In vista dell’implementazione
del sistema informativo unico nazionale, ai sensi dell’articolo 13 del d.lgs.
150/2015 e dell’articolo 6 del decreto-legge 4/2019 convertito dalla legge
26/2019, il sistema informativo in uso alla Regione, deve garantire
l’omogeneità, l’interconnessione e la fruibilità dei dati con il SIL, anche
attraverso la valorizzazione e il riutilizzo delle componenti informatizzate
esistenti.
3. Le attività di sviluppo e
gestione operativa del sistema informativo del lavoro sono attribuite all’ARPAL
Calabria per le parti di competenza regionale, in coordinamento con l’ANPAL, in
attuazione di apposito atto di indirizzo del dipartimento competente in materia
di lavoro e formazione professionale, al fine di supportare la programmazione
regionale, il coordinamento e il funzionamento della rete regionale di servizi
per il lavoro, la cooperazione tra operatori pubblici e privati autorizzati e
accreditati e garantire la fruibilità dei servizi online da parte dei cittadini
e delle imprese.
4. Il Sistema informativo
regionale rappresenta lo strumento di erogazione e di accesso ai servizi
previsti dalla presente legge, costituisce la base informativa per la
formazione del fascicolo elettronico del lavoratore, persegue finalità statistiche
e di monitoraggio delle politiche del lavoro e opera anche come sistema di
supporto alla rilevazione e promozione dei fabbisogni formativi e professionali
delle imprese.
5.
Il Sistema informativo regionale è realizzato con tecniche di interoperabilità e
in un’ottica di condivisione di informazioni nonché di scambio di dati e di
integrazione con altri sistemi informativi regionali, statali e unionali, al fine di costituire un patrimonio informativo
comune in materia di lavoro, di istruzione e sociale.
Art. 12
(Centri per l’impiego regionali)
1. I centri per l’impiego sono
uffici territoriali della Regione costituiti ai sensi dell’articolo 18 del
d.lgs. 150/2015 per lo svolgimento delle funzioni e compiti ivi previsti.
2. L’istituzione o la modifica dei
centri per l’impiego avviene con deliberazione della Giunta regionale, che ne
determina il bacino di competenza territoriale nel rispetto della vigente
normativa statale e regionale.
3. I centri per l’impiego
assicurano, nei confronti dei disoccupati e dei lavoratori beneficiari di
strumenti di sostegno al reddito in costanza di rapporto di lavoro e a rischio
di disoccupazione, l’erogazione dei servizi e delle misure di politica attiva
del lavoro di cui all’articolo 18, comma 1, del d.lgs. 150/2015.
4. I centri per l’impiego svolgono
altresì i compiti e le funzioni previste dalla legge 68/1999, garantendo i
servizi per il collocamento mirato delle persone con disabilità e provvedono,
ai sensi dell’articolo 16 della legge 56/1987, all’avviamento a selezione presso
le amministrazioni pubbliche del personale in possesso di qualifiche per le
quali è richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo.
5. I centri per l’impiego
assicurano i servizi alle imprese in relazione alla domanda di lavoro, con
particolare riferimento a:
a) incontro tra domanda e offerta,
ricerca di personale, con pubblicazione on line delle offerte di lavoro e
preselezione dei candidati sulla base dei requisiti richiesti;
b) informazioni e consulenza su
incentivi, agevolazioni contributive e fiscali per le assunzioni di personale;
c) procedure amministrative
(comunicazioni obbligatorie, collocamento mirato, ecc.);
d) misure di politica attiva di
interesse delle imprese;
e) forme contrattuali e
dispositivi utili all’inserimento (apprendistato, tirocini, ecc.);
f) informazioni su
contrattualistica e normativa in materia di lavoro;
g) promozione dei profili, delle
competenze e della professionalità delle persone registrate nelle banche dati.
6.
I centri per l’impiego regionali sono chiamati ad erogare la gamma dei servizi
e delle prestazioni previste in base ai livelli essenziali delle prestazioni
definiti dall’ordinamento.
Art. 13
(Soggetti e funzioni degli
operatori accreditati)
1. La Regione eroga i servizi per
il lavoro direttamente, attraverso i centri per l’impiego regionali, o mediante
il coinvolgimento dei soggetti accreditati ai sensi del presente articolo, nel
rispetto dell’articolo 7 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276
(Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro) e
dell’articolo 12 del d.lgs. 150/2015, i quali concorrono, come stabilito
dall’articolo 18, comma 2, del medesimo d.lgs. 150/2015, all’attuazione delle
politiche del lavoro e all’erogazione dei servizi.
2. Il regime di accreditamento dei
servizi per il lavoro nel rispetto delle disposizioni di cui all’articolo 7 del
d.lgs. 276/2003, secondo i criteri definiti con decreto del Ministro del lavoro
e delle politiche sociali ai sensi dell’articolo 12, comma 1, del d.lgs. 150/2015,
è definito dalla Giunta regionale, sulla base dei seguenti principi:
a) rendere trasparente ed
efficiente il mercato del lavoro;
b) promuovere la rete dei soggetti
che intervengono sul mercato del lavoro;
c) sostenere le iniziative volte a
incrementare l’occupazione;
d) garantire la presenza del
sistema integrato di servizi per il lavoro;
e) favorire l’accesso alle misure
di attivazione al lavoro;
f) garantire i livelli essenziali
delle prestazioni di cui al d.lgs. 150/2015 nel rispetto degli standard di
servizi previsti a livello statale e regionale.
3. L’accreditamento degli
operatori di cui all’articolo 12, comma 3, del d.lgs. 150/2015 è riconosciuto
ai soggetti privati autorizzati ope legis ai sensi
dell’articolo 6 del d.lgs. 276/2003.
4. I soggetti accreditati operano
nel sistema dei servizi per il lavoro a integrazione dei centri per l’impiego,
anche al fine di sviluppare e ampliare sul territorio il sistema dei servizi e
fornire misure anche specialistiche per l’inclusione lavorativa delle persone disabili
e per altre determinate categorie di utenti.
5.
La Regione promuove la semplificazione delle procedure di accreditamento delle
agenzie per il lavoro e altri operatori che erogano servizi per il lavoro.
Capo III
Agenzia regionale per le politiche
attive – ARPAL Calabria
Art. 14
(Agenzia regionale per le
politiche attive del lavoro)
1. Azienda Calabria Lavoro,
istituita dall’articolo 19 della legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 (Norme
in materia di politiche del lavoro e di servizi per l'impiego), è trasformata,
entro il termine di novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge,
in “Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro – ARPAL Calabria”.
2. L’ARPAL Calabria è ente
strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico
con autonomia organizzativa, contabile e gestionale e subentra in tutti i
rapporti attivi e passivi di Azienda Calabria Lavoro, conservandone tutti i
compiti istituzionali.
3. L’organizzazione e il
funzionamento dell’ARPAL Calabria sono disciplinati dalla presente legge e
dallo Statuto adottato dal direttore generale e approvato con deliberazione
della Giunta regionale.
4.
Le attività di gestione amministrativa, patrimoniale, contabile e di erogazione
dei servizi sono disciplinate con appositi regolamenti adottati dal direttore
generale in conformità alla presente legge e allo Statuto e sottoposti
all’approvazione della Giunta regionale.
Art. 15
(Funzioni dell’ARPAL Calabria)
1. L’ARPAL Calabria è ente
tecnico-operativo e strumentale della Regione e provvede a:
a) supportare i centri per
l’impiego nell’erogazione dei servizi per il lavoro e delle misure di politica
attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione disciplinati dalla
presente legge, nonché tutti gli altri compiti in materia di lavoro, formazione
e apprendimento permanente ad essa affidati dalla Regione;
b) garantire il raccordo con
l’ANPAL di cui all’articolo 4 del d.lgs. 150/2015;
c) gestire il sistema informativo
regionale del lavoro di cui all’articolo 11, in raccordo con l’ANPAL, nonché il
nodo di coordinamento regionale con il sistema nazionale e, in ogni caso, le
attività di competenza della Regione nell’ambito del sistema informativo unico
del lavoro;
d) proporre alla Regione standard
qualitativi aggiuntivi ai livelli essenziali delle prestazioni, di cui
all’articolo 2, comma 1, del d.lgs. 150/2015;
e) proporre alla Regione standard
qualitativi aggiuntivi per l’accreditamento e le autorizzazioni regionali dei
soggetti pubblici e privati e gestire il sistema regionale di accreditamento e
autorizzazione ivi compresa la tenuta dell’albo dei soggetti accreditati e
autorizzati, monitorando il mantenimento degli standard e dei requisiti
definiti dalla disciplina di riferimento;
f) supportare la Regione
nell’attuazione degli standard qualitativi regionali di cui alla lettera d),
monitorarne gli scostamenti e intervenire al fine di garantire il
raggiungimento dei risultati qualitativi attesi nei tempi previsti;
g) proporre alla Regione gli
ambiti territoriali ottimali per l’organizzazione dei servizi pubblici per il
lavoro;
h) supportare la programmazione
regionale tramite proposte per l’attuazione delle politiche del lavoro;
i) dare attuazione a progetti
attribuiti dalla Regione nell’ambito delle politiche attive per il lavoro;
j) promuovere misure di politiche
attive del lavoro, anche attraverso la realizzazione di progetti d’inserimento
lavorativo, utilizzando l’istituto del tirocinio formativo e di orientamento;
k) promuovere interventi che aumentano
il numero di imprese disponibili a ospitare i giovani assunti con i contratti
di apprendistato e tesi a favorire la diffusione dell’istituto;
l) promuovere e sostenere
l’autoimpiego come misure ordinarie e disponibili di attivazione al lavoro e di
reimpiego per i disoccupati, anche in integrazione con le misure rivolte
all’innovazione del sistema economico- produttivo;
m) favorire il ricorso al sistema
di formazione duale in raccordo con le imprese e la promozione del duale
nell’ambito dei percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP) e di istruzione e formazione tecnica superiore
(IFTS), coerentemente con quanto disposto dal decreto del Ministro del lavoro e
delle politiche sociali 2 agosto 2022, n. 139 (Linee guida per la programmazione
e attuazione dei percorsi di istruzione e formazione professionale (leFP) e di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS)
in modalità duale);
n) attuare interventi integrati
rivolti alle persone con disabilità e con fragilità e vulnerabilità in integrazione
con i servizi sociali dei Comuni e i dipartimenti di salute mentale delle
aziende sanitarie locali;
o) collaborare con l’Unità di
intervento e di gestione delle crisi aziendali di cui all’articolo 9, al fine
di fornire assistenza e consulenza nella gestione delle crisi aziendali;
p) supportare la Regione nella
gestione e realizzazione delle misure per l’attuazione di politiche attive per
la ricollocazione collettiva dei lavoratori in contesti di crisi industriale e
di area territoriale di crisi, coerentemente con quanto disposto dall’articolo
26;
q) coordinare l’Osservatorio sul
mercato del lavoro di cui all’articolo 10, per le diverse funzioni integrate
previste e per l’attività di rilevazione, elaborazione, analisi e monitoraggio
delle dinamiche occupazionali e della domanda delle imprese;
r) curare il monitoraggio e la
valutazione delle prestazioni dei servizi per il lavoro;
s) supportare la programmazione
dell’offerta formativa con riferimento alle dinamiche del mercato del lavoro;
t) svolgere supporto tecnico ai
dipartimenti regionali in coerenza con lo Statuto dell’Agenzia;
u) supportare la Regione nelle
attività di reclutamento, aggiornamento, formazione e sviluppo professionale
del personale della Giunta regionale e degli enti sub-regionali strumentali;
v) svolgere tutte le altre
funzioni di gestione assegnate con la presente legge.
2. L’ARPAL, in attuazione del
decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13 (Definizione delle norme generali e
dei livelli essenziali delle prestazioni per l'individuazione e validazione
degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio
del sistema nazionale di certificazione delle competenze), è l’ente titolato a
erogare, sulla base di specifiche disposizioni regionali, i servizi di
individuazione, validazione e certificazione delle competenze.
3. L’ARPAL è individuata quale
organismo per l’esecuzione delle operazioni e dei programmi regionali
cofinanziati da risorse dello Stato e dell’Unione europea.
4.
Con deliberazione della Giunta regionale, all’ARPAL possono essere attribuite
ulteriori attività gestionali rispetto a quelle conferite dalla presente legge,
di natura tecnica e strumentali alle politiche per il lavoro.
Art. 16
(Organi dell’ARPAL)
1. Sono organi dell’ARPAL Calabria
e restano in carica per tre anni:
a) il direttore generale;
b)
il revisore unico.
Art. 17
(Direttore generale dell’ARPAL)
1. Il direttore generale
dell’ARPAL Calabria è nominato con decreto del Presidente della Giunta
regionale, previa deliberazione della Giunta stessa, e individuato tra i
soggetti in possesso dei requisiti di cui all’articolo 19, comma 6, del decreto
legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro
alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) sulla base dell’istruttoria
compiuta dal competente dipartimento sull’esame dei curriculum dei candidati.
2. L’incarico del direttore generale
è disciplinato con contratto di diritto privato, ha carattere di esclusività e
durata triennale. Il conferimento dell’incarico è subordinato, per i dipendenti
pubblici, al collocamento in aspettativa senza assegni per tutto il periodo
dell’incarico. Al direttore generale si applica la normativa in materia di inconferibilità e incompatibilità, secondo quanto disposto
dal decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le
pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico).
3. Il trattamento economico del
direttore generale è equiparato a quello riconosciuto ai dirigenti generali
dell’Amministrazione regionale e i relativi oneri sono a carico del bilancio dell’ARPAL
Calabria.
4. Il direttore generale è il
rappresentante legale dell’ARPAL Calabria, adotta tutti gli atti necessari a
garantirne la gestione e il funzionamento, definisce gli obiettivi e i
programmi da attuare, verifica la corretta ed economica gestione delle risorse,
nonché l’imparzialità ed il buon andamento dell’azione amministrativa, in
coerenza con gli indirizzi fissati dalla Giunta regionale ed è responsabile dei
risultati raggiunti in attuazione degli stessi.
5. In particolare, rientrano nella
esclusiva competenza del direttore generale:
a) la responsabilità
dell’organizzazione e della gestione dell’ARPAL Calabria, nel rispetto delle
disposizioni di cui alla presente legge e dello Statuto;
b) l’utilizzo del personale,
l’emanazione di direttive e la verifica del conseguimento dei risultati,
dell’efficienza ed efficacia dei servizi, nonché della funzionalità delle
strutture organizzative;
c) l’adozione dello Statuto
dell’ARPAL Calabria da sottoporre all’approvazione della Giunta regionale ai
sensi dell’articolo 14;
d) l’adozione e attuazione del
Piano annuale e del Piano triennale delle attività dell’ARPAL;
e) l’adozione del bilancio
preventivo pluriennale e annuale dell’ARPAL;
f) l’adozione del bilancio di
esercizio e della relazione annuale sui risultati conseguiti;
g) l’adozione dei regolamenti e
degli atti di organizzazione dell’ARPAL;
h) l’adozione della dotazione
organica e del piano triennale dei fabbisogni del personale;
i) la presentazione alla Giunta
regionale di una relazione annuale sull’attività svolta dall’ARPAL.
6. Il Presidente della Giunta
regionale, previa deliberazione della Giunta stessa, dichiara la decadenza
dall’incarico di direttore nei casi previsti dalla normativa vigente e quando
sussistono i seguenti motivi:
a) sopravvenute cause di
incompatibilità;
b) gravi violazioni di legge;
c) persistenti inadempienze agli
indirizzi regionali;
d)
gravi irregolarità nella gestione.
Art.
18
(Organo di revisione)
1. L’organo di revisione è
costituito dal revisore unico dei conti e da un supplente, i quali, designati
dal Presidente della Giunta regionale, sono scelti mediante sorteggio da un
elenco predisposto a seguito di avviso pubblico, i cui iscritti devono
possedere i requisiti previsti dai principi contabili internazionali, avere la
qualifica di revisori legali di cui al decreto legislativo 27 gennaio 2010, n.
39 (Attuazione della direttiva 2006/43/CE, relativa alle revisioni legali dei
conti annuali e dei conti consolidati), ed essere in possesso di specifica
qualificazione professionale in materia di contabilità pubblica e gestione
economica e finanziaria anche degli enti territoriali, secondo i criteri
individuati dalla Corte dei conti. Il direttore generale dell'ARPAL Calabria
provvede alla nomina del revisore unico dei conti e del revisore supplente con
specifico provvedimento. L’incarico di revisore unico dei conti e del revisore
supplente dura tre anni. L’incarico di revisore unico dei conti e di revisore
supplente può essere conferito al medesimo soggetto per una sola volta.
2. Nel provvedimento di nomina è
determinato il compenso lordo ai sensi della normativa vigente in materia. Il
compenso del componente supplente dell’organo di revisione è consentito
esclusivamente in caso di effettiva sostituzione, in misura corrispondente alla
durata della sostituzione stessa, e previa decurtazione della medesima somma al
titolare.
3. In caso di decadenza, rinuncia
o morte del revisore unico ovvero di impossibilità derivante da qualsivoglia
causa a svolgere l'incarico per un periodo tale da non consentire il regolare
svolgimento dell’attività istituzionale dell’ente, subentra nell’incarico il
revisore supplente fino alla scadenza naturale dell’organo.
4. Il revisore unico dei conti,
nell’esercizio delle funzioni di controllo e verifica sulla regolarità
amministrativa, contabile, finanziaria ed economica della gestione dell’ARPAL
Calabria, provvede:
a) alla redazione, prima
dell’approvazione del bilancio di previsione, di una relazione sullo stesso o
su eventuali variazioni;
b) alla redazione, prima
dell’approvazione del rendiconto generale annuale, di una relazione sulla
gestione e sui risultati economici e finanziari;
c) alla verifica, almeno
trimestrale, della situazione di cassa e dell’andamento finanziario e
patrimoniale;
d) alla vigilanza sull’osservanza
della legge e dello statuto, sul rispetto dei principi di corretta
amministrazione e sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e
contabile adottato dall’ARPAL Calabria e sul suo concreto funzionamento;
e)
a riferire immediatamente al Presidente della Giunta regionale la sussistenza
di gravi irregolarità di gestione.
Art.
19
(Vigilanza e controllo
sull’ARPAL)
1. La Giunta regionale esercita le
funzioni di vigilanza e controllo sull’attività dell’ARPAL Calabria, anche avvalendosi
delle relazioni del revisore unico.
2. Sono sottoposti
all’approvazione della Giunta regionale:
a) lo Statuto;
b) il regolamento di
organizzazione;
c) il piano annuale e triennale
delle attività;
d) la relazione annuale
sull’attività svolta;
e) la dotazione organica e il
piano triennale dei fabbisogni del personale;
f) il bilancio di previsione
annuale e pluriennale;
g)
il conto consuntivo.
Art. 20
(Personale dell’ARPAL Calabria)
1. L’organico complessivo di
personale dell’ARPAL Calabria è definito nella dotazione organica adottata ai
sensi dell’articolo 17 e sottoposta all’approvazione della Giunta regionale.
2. Al personale dell’ARPAL
Calabria si applica il trattamento giuridico ed economico previsto dal
Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto Funzioni locali.
3.
La dotazione organica inziale dell’ARPAL Calabria, compatibilmente con la
dotazione finanziaria dell’Agenzia, è costituita dal personale con contratto a
tempo indeterminato e determinato di Azienda Calabria Lavoro, che sia stato
individuato mediante procedure selettive in attuazione di leggi o provvedimenti
regionali e in servizio alla data di entrata in vigore della presente legge.
Art. 21
(Bilancio e risorse finanziarie
dell’ARPAL Calabria)
1. L’ARPAL Calabria dispone dei
seguenti mezzi finanziari:
a) trasferimenti statali connessi
alle funzioni;
b) trasferimenti regionali, nella
misura determinata con legge di bilancio;
c) finanziamenti regionali
finalizzati agli interventi e ai servizi di cui alla presente legge;
d) contributi o trasferimenti da
parte di soggetti privati e pubblici per la realizzazione degli scopi
istituzionali.
2. I finanziamenti concessi per le
finalità di cui alla presente legge sono cumulabili con quelli previsti da
altre normative comunitarie, statali o regionali, sempre che non sia da queste
diversamente stabilito, secondo le procedure e le modalità previste dalle norme
medesime.
Capo IV
Sistema regionale delle politiche
attive del lavoro
Art. 22
(Profilazione degli utenti e
costi standard)
1. Il sistema regionale delle
politiche attive del lavoro prevede l’adozione del modello di riferimento
europeo basato sulla profilazione delle capacità lavorative degli utenti in
coerenza con gli standard nazionali.
2.
La remunerazione dei soggetti attuatori delle politiche attive avviene su costi
standard delle attività e delle misure di attivazione, sia a processo che a
risultato, per i soggetti accreditati alla formazione e al lavoro.
Art. 23
(Sistema regionale della
certificazione e validazione delle competenze)
1. La Regione gestisce il sistema
regionale integrato di certificazione delle competenze, volto al riconoscimento
a livello nazionale delle qualificazioni regionali e all’attuazione delle
politiche regionali per l’apprendimento.
2. Fanno parte del sistema
regionale integrato di certificazione delle competenze e riconoscimento dei
crediti formativi:
a) il repertorio regionale delle
qualificazioni e degli standard di processo, costituito dai repertori degli
standard professionali, formativi e di certificazione;
b) il sistema informativo di
accesso e gestione, integrato con il sistema informativo di cui all’articolo
11.
3. L’individuazione e la
validazione delle competenze, sulla base dei requisiti stabiliti dalla Giunta
regionale con proprie deliberazioni, nel rispetto della normativa statale
vigente e previo confronto con le parti sociali, compete:
a) alla Regione, attraverso
l’ARPAL Calabria;
b) agli organismi formativi
accreditati in possesso degli specifici requisiti aggiuntivi definiti per i
servizi in oggetto;
c) ai soggetti accreditati per i
servizi per il lavoro in possesso degli specifici requisiti aggiuntivi definiti
per i servizi in oggetto.
4. Le qualificazioni regionali
afferenti al repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle
qualificazioni professionali di cui all’ articolo 8 del d.lgs. 13/2013, nonché
relative a una attività o professione oggetto di regolamentazione, hanno valore
sul territorio nazionale e i relativi attestati costituiscono titolo per
l’ammissione ai pubblici concorsi come disposto dall’ articolo 14 della legge
21 dicembre 1978, n. 845 (Legge-quadro in materia di formazione professionale).
5. Le qualificazioni di cui al
presente articolo sono rilasciate dalla Regione, attraverso ARPAL Calabria, nel
rispetto dei livelli essenziali di prestazione stabiliti dalla normativa
statale vigente:
a) in esito ad apprendimento
formale, attraverso certificazione delle competenze;
b) in esito ad apprendimenti non
formali e informali, a seguito di individuazione e validazione, seguita da
certificazione delle competenze.
6.
La certificazione è rilasciata da specifiche commissioni, sulla base del
rispetto dei principi di terzietà, indipendenza e oggettività del processo
valutativo. La composizione delle commissioni è disciplinata con propria
deliberazione dalla Giunta regionale.
Art. 24
(Tirocinio formativo e di
orientamento)
1. Il tirocinio è riconosciuto
dalla Regione, nell’ambito delle proprie competenze e nel rispetto della
normativa statale, quale strumento atto a favorire l’orientamento delle scelte
professionali, la formazione e l’acquisizione di competenze professionali utili
all’inserimento e al reinserimento lavorativo.
2. Per tirocinio si intende
qualsiasi esperienza di apprendimento in contesto lavorativo, anche se
diversamente denominata, svolta presso datori di lavoro pubblici o privati che
non si configura come rapporto di lavoro.
3.
La regolamentazione dei tirocini extracurriculari, nonché le misure volte a
incentivare la trasformazione dei tirocini in rapporti di lavoro, anche
attraverso l’attribuzione di una premialità per i soggetti promotori, misurata
in considerazione della classe di profilazione e del contratto di assunzione
del tirocinante, sono disciplinate dalla Giunta regionale, nel rispetto della
normativa statale. La Regione può intervenire anche con propri fondi o a valere
sulla programmazione europea per promuovere i tirocini presso le imprese
all’interno di specifici programmi di inserimento lavorativo, anche a
cofinanziamento di oneri a carico del soggetto ospitante.
Art. 25
(Apprendistato)
1. La Regione promuove il
contratto di apprendistato nelle tipologie previste dal decreto legislativo 15
giugno 2015, n. 81 (Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione
della normativa in tema di mansioni), al fine di:
a) favorire l’accesso
all’occupazione da parte dei giovani;
b) facilitare il collegamento tra
la scuola, le istituzioni formative e le imprese;
c) favorire gli apprendimenti.
2. Sono definiti, con deliberazioni
di Giunta regionale, ai sensi del d.lgs. 81/2015, previo confronto con le parti
sociali:
a) la regolamentazione
dell’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale e il certificato
di specializzazione tecnica;
b) gli indirizzi per la
programmazione della formazione finalizzata all’acquisizione delle competenze
di base e trasversali nell’ambito dell’apprendistato professionalizzante e la
disciplina della relativa offerta formativa pubblica;
c) la regolamentazione e la durata
del periodo di apprendistato per attività di ricerca o per percorsi di alta
formazione;
d) la programmazione finanziaria
degli interventi formativi in apprendistato;
e)
la programmazione di eventuali azioni di sistema in materia di apprendistato.
Art. 26
(Interventi di politica attiva
in aree di crisi)
1. La Regione promuove,
compatibilmente con le risorse nazionali e comunitarie disponibili, interventi
specifici di supporto all’attivazione al lavoro e al reimpiego dei lavoratori
in contesti di crisi industriale e di area di crisi di cui all’articolo 9,
definiti ai sensi della normativa vigente, con riferimento agli interventi di
competenza regionale.
2. La Regione sostiene,
compatibilmente con le risorse nazionali e comunitarie disponibili, gli
interventi di formazione, sostegno all’autoimpiego, promozione di nuovo lavoro
autonomo, creazione di cooperative di ex dipendenti e tutte le misure di
sostegno alla promozione delle competenze e del capitale umano in contesti
territoriali di crisi.
3.
L’ARPAL Calabria, sulla base della programmazione europea, nazionale e
regionale e dei programmi e atti di indirizzo della Giunta regionale, realizza
le attività operative di cui al presente articolo, anche in collaborazione con
le strutture regionali competenti, coerentemente con quanto disposto
dall’articolo 15.
Art. 27
(Promozione dell’autoimpiego e
del lavoro autonomo)
1. La Regione promuove
l’autoimpiego e il lavoro autonomo nell’ambito della programmazione regionale e
comunitaria quale strumento di politica attiva per l’accesso al mercato del
lavoro e il reimpiego.
2. La Regione sostiene
l’autoimpiego e l’avvio di attività di lavoro autonomo, anche ai sensi
dell’articolo 12, comma 2, della legge 22 maggio 2017, n. 81 (Misure per la
tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire
l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato), con
particolare riferimento ai settori che offrono maggiori prospettive di crescita
e alle iniziative proposte dalle donne, dai giovani, dai lavoratori espulsi dal
mercato del lavoro o da altre categorie di soggetti svantaggiati o con
disabilità.
3. Alle iniziative di cui al comma
2 è garantito il sostegno attraverso i servizi di orientamento e assistenza
previsti dalla presente legge sia nella fase di progettazione che di avvio
delle attività, anche stipulando convenzioni non onerose ai sensi dell’articolo
10, comma 1 della legge 81/2017.
4. La Regione promuove,
compatibilmente con le risorse nazionali e comunitarie disponibili, l’avvio di attività
di lavoro autonomo nella forma e attraverso lo strumento del microcredito,
anche attraverso specifiche forme di sostegno e garanzia finanziaria, in
coordinamento con le iniziative dell’Ente nazionale per il microcredito.
5.
La Regione sostiene, attraverso gli interventi della programmazione regionale e
comunitaria, la promozione di servizi a supporto della creazione di nuovo
lavoro autonomo e professionale e di sviluppo dell’idea imprenditoriale, anche
nell’ambito della attivazione delle misure finalizzate a supportare l’ingresso
dei giovani nel mercato del lavoro in esito a percorsi di istruzione,
formazione professionale e apprendimento comunque denominati.
Art. 28
(Sistema regionale di
inclusione attiva ed integrazione tra i servizi sociali e del lavoro)
1. La Regione promuove il sistema
regionale di inclusione attiva, in attuazione delle specifiche linee guida
approvate in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e Bolzano e nell’ambito del Fondo
nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.
2. La Giunta regionale,
compatibilmente con le risorse nazionali e comunitarie disponibili, con proprie
deliberazioni e nell’ambito delle misure programmate, può disporre l’ampliamento
delle categorie dei partecipanti alle misure di sostegno al reddito, inclusione
e attivazione sostenute ai sensi della normativa e programmazione nazionale di
riferimento e valutare l’adozione di iniziative specifiche.
3. La Regione promuove e sostiene,
compatibilmente con le risorse nazionali e comunitarie disponibili, la
definizione di intese con le aziende sanitarie, i Comuni, gli ambiti sociali
per la presa in carico, l’affiancamento e l’attivazione di persone svantaggiate
o con disabilità con elevato deficit di occupabilità e prese in carico dai
servizi sociali del territorio, anche in attuazione della legge 22 dicembre
2021, n. 227 (Delega al Governo in materia di disabilità) e dei relativi
decreti attuativi in materia di realizzazione del progetto di vita individuale,
personalizzato e partecipato e delle misure di attivazione previste per i
beneficiari delle misure per l’inclusione attiva previste dalle disposizioni
nazionali e regionali.
4.
Al fine della presa in carico dei cittadini svantaggiati e dell’attuazione
delle misure di attivazione previste per i beneficiari delle misure di
inclusione sociali nazionali e regionali, i centri per l’impiego, i soggetti
della rete del lavoro e i servizi coinvolti nelle misure di attivazione
previste per i beneficiari delle misure di inclusione attiva, nel rispetto
delle disposizioni di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 (Codice
in materia di protezione dei dati personali), e delle disposizioni di cui al
regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 aprile
2016, relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al
trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati,
condividono le informazioni, individuate dalla Giunta regionale con propria
deliberazione, necessarie all’attivazione degli interventi di cui al presente
articolo volte a definire le difficoltà sociosanitarie e lavorative contenute
nei sistemi informativi.
Capo V
Interventi per l’apprendimento
permanente e la formazione
Art. 29
(Rete regionale per
l’apprendimento permanente)
1. In riferimento alle intese tra
Stato e Regioni rispetto al Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle
competenze della popolazione adulta ed alla promozione dell’apprendimento
permanente, come definito ai sensi dall’articolo 4, comma 51, della legge 28
giugno 2012, n. 92 (Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro
in una prospettiva di crescita), la Regione promuove la rete regionale per
l’apprendimento permanente.
2. Le reti territoriali per
l’apprendimento permanente sono forme associative stabili a natura volontaria,
dotate di specifici requisiti di qualità, integrazione e specializzazione.
3. La Giunta regionale, con
propria deliberazione, individua, previo confronto con le parti sociali, gli
organismi di formazione e gli altri soggetti che operano nell’ambito
dell’istruzione, della formazione, del lavoro e dell’inclusione sociale che
costituiscono le reti di cui al presente articolo e ne stabilisce le modalità
di funzionamento.
4. Le reti di cui al presente
articolo costituiscono lo specifico strumento attuativo della programmazione
regionale e operano in maniera integrata con le politiche in materia di
istruzione, formazione, lavoro, welfare e inclusione sociale per garantire la capacità
di azione del sistema regionale dell’offerta di apprendimento, collegata alle
strategie per la crescita economica.
5.
Le reti territoriali per l’apprendimento permanente operano in modo integrato
con la rete regionale dei servizi per le politiche del lavoro di cui
all’articolo 6.
Art. 30
(Accreditamento degli enti
formativi per la qualifica professionale)
1. La Regione provvede
all’accreditamento degli enti formativi, nel rispetto delle linee guida
elaborate in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le
regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ai sensi dell’articolo 3,
comma 4, del d.lgs. 150/2015 e disposizioni successive, al fine di garantire
standard elevati di qualità del sistema dell’offerta formativa regionale.
2. I criteri e le modalità per
l’accreditamento sono definiti dalla Giunta regionale previo confronto con le
parti sociali nell’ambito delle funzioni del Tavolo di cui all’articolo 8,
tenendo conto dell’accesso al finanziamento pubblico, delle diverse tipologie
di attività formativa, differenziandosi per capacità gestionali, logistiche,
economiche, professionali e relazionali richieste.
3.
La Regione, attraverso l’accreditamento, promuove un sistema orientato ai
risultati, anche occupazionali, e alle performance degli enti e sostiene
interventi di formazione orientati al lavoro e al reimpiego, anche attraverso
le modalità della remunerazione a processo degli interventi formativi per
inoccupati e disoccupati, come previsto dall’ordinamento e dalle disposizioni attuative
dei programmi di politica attiva del lavoro.
Capo VI
Sistema di valutazione e
disposizioni finali
Art. 31
(Clausola valutativa)
1. Il Consiglio regionale e la
Giunta regionale, secondo le rispettive competenze, valutano l’impatto, i
risultati e l’efficacia delle politiche attive del lavoro e dell’apprendimento
permanente disciplinati dalla presente legge.
2. La Giunta regionale ogni anno
presenta al Consiglio regionale una relazione che fornisce informazioni sulle
attività svolte, i soggetti coinvolti e gli effetti rispetto alle politiche
attive del lavoro, alla formazione permanente e per il lavoro, al sostegno al
lavoro autonomo e alle diverse misure previste dalla presente legge.
3. La Giunta regionale, per la
predisposizione della relazione di cui al comma 2, si avvale dell’ARPAL
Calabria quale struttura di supporto e, come fonte di rilevazione e di
elaborazione, dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro.
4.
L’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro e l’ARPAL Calabria sono tenuti alla
elaborazione di un documento congiunto di carattere semestrale sull’impatto
delle misure di politica attiva adottate sul territorio regionale.
Art. 32
(Norma finanziaria)
1. Gli oneri finanziari derivanti
dagli articoli 14, 17, 18 e 20, quantificati a regime nel limite massimo di
6.436.196,15 euro, trovano copertura a valere sulle risorse già destinate ad
Azienda Calabria Lavoro e allocate per 807.621,32 euro alla Missione 15,
Programma 01 (U 15.01) e per 5.628.574,83 euro alla Missione 15, Programma 03
(U 15.03), su ciascuna delle annualità di previsione 2023-2025.
2.
Per gli esercizi successivi, la copertura degli oneri di cui al comma 1, è
garantita, in via continuativa, ai sensi dell’articolo 38 del decreto
legislativo 23 giugno 2011, n.118 (Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti
locali e dei loro organismi), in sede di approvazione del bilancio di
previsione.
Art. 33
(Abrogazioni)
1.
A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge è abrogata la
legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5 (Norme in materia di politiche del
lavoro e di servizi per l'impiego in attuazione del decreto legislativo 23
dicembre 1997, n. 469).
Art. 34
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale
premesso
che l’articolo 3 della legge regionale 5 aprile 2008, n. 8 (Riordino
dell’organizzazione turistica regionale):
·
prevede,
al comma 1, che “la Giunta regionale elabora il Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile con l’obiettivo di aumentare in maniera sostenibile la
competitività nazionale e internazionale delle destinazioni turistiche regionali,
migliorando la qualità dell’offerta e l’orientamento al mercato dei pacchetti
turistici territoriali e valorizzando gli specifici vantaggi competitivi
locali, in primo luogo le risorse naturali e culturali”;
·
dispone,
al comma 2, la durata di tre anni del Piano, la possibilità di aggiornamento
annuale nonché l’approvazione dal Consiglio regionale entro il 30 giugno
dell’anno precedente il triennio di riferimento;
·
declina,
al comma 3, i seguenti contenuti del Piano:
- il Piano di Marketing
Turistico Regionale, che definisce la strategia di mercato e le azioni di
marketing per il posizionamento e la promozione dell’offerta turistica
regionale;
- la definizione della
strategia e l’individuazione delle azioni per migliorare la competitività e la
sostenibilità ambientale delle destinazioni e dei prodotti turistici regionali;
- i criteri di ripartizione
delle risorse finanziarie;
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 142 del 11 aprile 2019, con la quale
è stato approvato il Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS)
per il triennio 2019/2021;
tenuto
conto che con legge regionale 28 dicembre 2021, n. 40 è stata prorogata di un
anno la redazione e l’approvazione del nuovo Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile per il triennio 2022 – 2024;
preso
atto che per il 2022 è stato comunque adottato il Piano Esecutivo annuale con
deliberazione della Giunta regionale n. 114 del 21 marzo 2021;
VISTA
la deliberazione della Giunta regionale n. 190 del 28 aprile 2023, recante:
«Legge regionale 5.4.2008 n. 8 "Riordino dell'organizzazione turistica
regionale" - Approvazione proposta di Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023/2025»;
considerato che:
·
il
Piano è incardinato sulla declinazione degli orientamenti espressi dalla Giunta
regionale e condivisi dalle istituzioni e dalle imprese operanti nel turismo
regionale durante lo svolgimento degli Stati Generali del Turismo svolti dal 31
marzo al 2 aprile 2022 a Falerna;
·
il
Piano, a partire dall'analisi dello stato e delle tendenze in atto nell'offerta
turistica regionale, definisce:
- la strategia capace di
valorizzare e integrare in ottica turistica il patrimonio culturale, naturale,
paesaggistico e territoriale della Calabria, garantendone una fruizione
sostenibile, accessibile e responsabile;
- le azioni di marketing volte
a posizionare adeguatamente l'offerta turistica regionale e a veicolare sui
mercati di riferimento i suoi fattori distintivi di bellezza e attrattività;
- gli interventi operativi
attraverso cui dare attuazione annualmente a tale visione strategica, tenendo
conto delle risorse previste dai documenti di programmazione regionali o
nazionali;
ritenuto
pertanto necessario approvare il Piano Regionale di Sviluppo Turistico
Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023-2025 e i relativi allegati, che
costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione,
precisando che lo stesso ha valenza strategica e programmatica e che, come
emerge dalla deliberazione della Giunta regionale n. 190 del 28 aprile 2023,
con successiva deliberazione saranno individuate le risorse a valere sulla
nuova programmazione;
preso atto che:
- il dirigente generale del
dipartimento regionale “Turismo, Marketing Territoriale e Mobilità” ha
attestato la regolarità amministrativa e la legittimità della DGR n. 190/2023 e
la sua conformità alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie,
nazionali e regionali, ai sensi della normativa vigente;
- il dirigente generale e il
dirigente di Settore del dipartimento regionale proponente hanno attestato che
il provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio annuale e/o
pluriennale regionale, trattandosi di atto programmatorio e di indirizzo;
- il dirigente generale del
dipartimento regionale “Economia e Finanze”, con nota prot. n. 191851 del 27
aprile 2023, ha confermato la compatibilità finanziaria del già menzionato
provvedimento;
considerato
che la Sesta Commissione consiliare, nella seduta del 29 maggio 2023, ha
approvato il Piano Regionale di Sviluppo Sostenibile (PRSTS) per il triennio
2023-2025, unitamente ai relativi allegati;
udito
il relatore, consigliere Gentile, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente richiamate:
-
di
approvare, ai sensi dell’articolo 3 della legge regionale n. 8/2008, il Piano
Regionale di Sviluppo Sostenibile (PRSTS) per il triennio 2023-2025, unitamente
ai relativi allegati, che formano parti integranti e sostanziali della presente
deliberazione.
Art. 1
(Ratifica)
1.
Ai sensi dell’articolo 117, ottavo comma, della Costituzione è ratificato l’accordo
tra la Regione Calabria e le Regioni Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia in
materia di governance del fenomeno migratorio e promozione di politiche di
inclusione sociale e lavorativa della popolazione straniera.
2. L’accordo di cui al
comma 1 è stato sottoscritto dai Presidenti, o propri delegati delle Regioni
Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia, nel testo allegato alla
presente legge.
Art.
2
(Ordine
di esecuzione)
1. Piena e intera
esecuzione è data all'accordo di cui all'articolo 1 dall'entrata in vigore
della presente legge regionale di ratifica.
Art.
3
(Copertura
finanziaria)
1. La presente legge non
comporta oneri finanziari.
Art.
4
(Entrata
in vigore)
1.
La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione.
Art.
1
(Riconoscimento del progetto “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere)
1. Il Consiglio regionale
della Calabria, nel rispetto dei principi statutari e al fine di realizzare un
sistema efficace e coerente di strumenti intesi a rafforzare la cultura della
legalità, della solidarietà, dell'etica, della responsabilità, a tutela della
collettività e di ogni singolo individuo, riconosce, valorizza e sostiene il
progetto culturale “Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere” promosso
dall’Associazione culturale no profit per il bene sociale, di seguito Biesse.
2. Per le finalità di cui al comma 1, il Consiglio
regionale della Calabria promuove e sostiene il premio culturale “Giustizia e
Umanità Liberi di Scegliere”.
Art. 2
(Sostegno e promozione regionale)
1. Il sostegno regionale
consiste nel finanziamento del premio culturale di cui all’articolo 1, pari a
cinque borse di studio dell’importo di 2.000,00 euro ciascuna, da assegnare a
studenti o classi di istituti scolastici di ogni ordine e grado a seguito di
partecipazione al concorso bandito annualmente, previa approvazione da parte
dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Calabria,
dall’Associazione Biesse.
2. Il premio è conferito a
coloro i quali si classificano primi, a seguito della valutazione della
commissione giudicatrice individuata nel bando di concorso.
3. Il dipartimento regionale competente in materia di
istruzione, per il tramite dell'Ufficio scolastico regionale, ad inizio di ogni
anno scolastico, trasmette a tutte le scuole di ogni ordine e grado del
territorio regionale una comunicazione finalizzata a diffondere i contenuti del
progetto "Giustizia e Umanità Liberi di Scegliere", promuoverne le
iniziative e favorirne la più ampia adesione.
Art. 3
(Erogazione delle somme)
1. Ai fini dell'erogazione
dei premi, l’Associazione Biesse produce, al competente settore del Consiglio
regionale della Calabria, la documentazione attestante l’individuazione dei
beneficiari e degli importi delle borse di studio da erogare.
2. Il Consiglio regionale provvede all’erogazione degli
importi relativi ai premi direttamente ai beneficiari o, in caso di soggetti
minori, a coloro che ne esercitano la responsabilità genitoriale.
Art. 4
(Norma finanziaria)
1. Alla copertura degli
oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge,
determinati nel limite massimo di 10.000,00 euro per ciascuna delle annualità
del bilancio 2023-2025, si provvede con la riduzione dello stanziamento del
Fondo speciale per le leggi di parte corrente disponibile al Programma U.20.03
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023 - 2025, che presenta la
necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.
2. Le somme indicate nel
comma 1 sono contestualmente allocate al Programma U.04.07 – Diritto allo
studio - dello stato di previsione della spesa del bilancio medesimo.
3. Per gli esercizi
successivi all’anno 2025, alla copertura degli oneri si provvede, nei limiti
delle risorse disponibili, in sede di approvazione del bilancio di previsione.
4. La Giunta è autorizzata ad apportare le necessarie
modifiche allo stato di previsione della spesa di bilancio di previsione
2023-2025.
Art. 5
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Riconoscimento del Carnevale di Castrovillari)
1. La Regione Calabria, al
fine di promuovere le attività culturali del territorio regionale, riconosce,
quale evento a carattere regionale, il Carnevale di Castrovillari, annualmente
organizzato dall’Associazione Pro Loco di Castrovillari, da tenersi ogni anno.
2. La Giunta e il Consiglio regionale concedono il
patrocinio morale all’evento annuale di cui al comma 1.
Art. 2
(Promozione regionale del Carnevale di Castrovillari)
1. La Giunta e il Consiglio
regionale, attraverso i siti istituzionali e altri strumenti divulgativi,
pubblicizzano, senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale, il Carnevale
di Castrovillari al fine di rendere efficace la promozione dell’evento a
carattere regionale, nazionale e internazionale.
2. La Regione, nell’ambito degli strumenti di
programmazione delle attività di promozione culturale regionale, nei limiti massimi
delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle
disposizioni europee e nel rispetto dei principi di concertazione e
sussidiarietà, può prevedere bandi, progetti, misure e iniziative per
promuovere il Carnevale di Castrovillari.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano
nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il
Consiglio regionale
premesso che:
- l’articolo 57, comma 3,
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che “i bilanci degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni
anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia
che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il
successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e
Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio
per la definitiva istruttoria di propria competenza”;
- la Giunta regionale entro il
15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre;
visti:
- la legge regionale 3 agosto
1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.);
- la legge regionale n.
8/2002;
- l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n.25 (Statuto della regione
Calabria);
- il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi
contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei
loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42),
per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;
vista
la deliberazione della Giunta regionale n. 187 del 28 aprile 2023, recante:
“Bilancio di previsione 2023-2025 dell’Agenzia regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Calabria (ARPACAL) – Trasmissione proposta al Consiglio
regionale per gli atti di competenza”;
vista
la deliberazione n. 101 del 15 marzo 2023, con la quale il Commissario
Straordinario dell’ARPACAL ha approvato il bilancio previsionale 2023-2025 e il
Piano annuale delle attività 2023 dell’Ente, allegati alla presente
deliberazione quali parti integranti e sostanziali;
rilevato che il Revisore unico dei conti dell’Agenzia,
con verbale n. 2 dell’8 marzo 2023, allegato alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale, ha asseverato che la previsione di spesa del
personale per l’anno 2023 rientra nel limite previsto dall’articolo 6, comma 1,
lettera a), della legge regionale n. 43/2016, e con verbale n. 3 del 10 marzo
2023, allegato al presente provvedimento quale parte integrante e sostanziale:
- ha attestato la
corrispondenza delle previsioni finanziarie del bilancio 2023-2025 alle norme
di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rilevando altresì la
coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni;
- precisando che le somme
stanziate in entrata, pari a 1.672.469,79 euro per l’anno 2023 e a 260.000,00
euro per l’anno 2024, relative all’ultimazione del progetto di recupero IRAP,
per ciascuna annualità possono essere utilizzate solo in compensazione
verticale, cioè con debito IRAP retributivo, e non può essere utilizzato in
compensazione orizzontale (con altri tributi), ha osservato che l’Agenzia dovrà
stanziare un importo pari al debito IRAP istituzionale maturato in ciascuna
annualità e che lo stanziamento non deve assolutamente generare maggiore spesa;
- ha richiamato l’attenzione
degli organi dell’Agenzia sulla tardiva predisposizione del bilancio dopo il
termine del 31 dicembre dell’esercizio precedente, evidenziando che il suddetto
ritardo non consente all’Ente né un’apprezzabile esecuzione del programma delle
attività, né la produzione dei servizi in misura adeguata alle esigenze del
territorio calabrese;
- ha osservato, altresì, che
l’eccessiva consistenza media di cassa è indice di scarsa capacità di spesa con
implicito rallentamento della realizzazione dei programmi e difficoltà di
realizzare gli obiettivi di grande importanza che la legge istitutiva affida
all’ARPACAL;
- ha espresso parere
favorevole all’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2023-2025
dell’ARPACAL ed ai relativi allegati;
tenuto
conto che il Comitato regionale di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n. 1 del
22 marzo 2023, ha espresso parere favorevole sul bilancio previsionale
triennale 2023 – 2025 e del Piano delle attività per l’anno 2023 dell’Ente;
considerato
che il dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita
la vigilanza sull’Ente, nell’istruttoria di propria competenza (prot. n.184317
del 21 aprile 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, evidenziando preliminarmente il superamento del
limite di spesa complessiva per beni e servizi di cui all’articolo 6, comma 1,
lettera b), della legge regionale n. 43/2016, tenuto conto dei chiarimenti
forniti dall’Agenzia, relativamente al superamento del predetto limite di spesa
quale diretta conseguenza dell’aumento dei prezzi nel settore elettrico e del
gas naturale dovuti alla crisi internazionale, ha espresso parere favorevole al
bilancio di previsione 2023-2025 dell’Agenzia Regionale per la Protezione
dell’Ambiente della Regione Calabria;
preso atto che il dipartimento “Economia e Finanze”,
nell’istruttoria di competenza (prot. n. 188782 del 26 aprile 2023), allegata
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale:
- ha verificato, con esito
positivo, la corretta applicazione da parte dell’Ente della quota vincolata
dell’avanzo di amministrazione presunto, in ossequio al principio contabile
applicato alla contabilità finanziaria punto 9.2 dell’allegato 4/2 del d.lgs.
118/2011, e nel rispetto dei limiti di cui alle disposizioni introdotte dall’articolo
1, comma 897 della Legge n. 145/2018;
- ha formulato all’Ente le
seguenti raccomandazioni:
·
con
riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), nel corso
dell’esercizio 2023, di aggiornare le previsioni di spesa del Fondo,
verificandone, a seguito dell’attività di gestione, la congruità e provvedendo
ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni
apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata,
nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi;
·
con
riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, di provvedere, a seguito
dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2021, alle
dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo
Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di
bilancio di previsione 2023 - 2025, nel rispetto del principio contabile
applicato della competenza finanziaria potenziata;
- fermi restando i rilievi e
le raccomandazioni del dipartimento regionale “Territorio e Tutela
dell’Ambiente” e dello stesso dipartimento, ha ritenuto possibile procedere, da
parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di
previsione 2023 – 2025 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57,
comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 31 maggio 2023, ha
approvato il bilancio di previsione 2023 - 2025 dell’ARPACAL e i documenti ad
esso allegati;
udito
il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in
premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57, comma 3, della legge regionale n.8/2002,
il bilancio di previsione 2023 - 2025 dell’Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati, che
costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione n. 24
del 14 giugno 2023, con la quale l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale
ha proposto all’Assemblea il riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi al 31 dicembre 2022, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto
legislativo n. 118/2011, nonché le conseguenti variazioni al bilancio di
previsione 2022-2024 e al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio
regionale della Calabria;
premesso che:
- il decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118, così come modificato e integrato dal decreto legislativo
del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo
sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle
autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di riferimento
dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali;
- con deliberazione consiliare
n. 11 del 23 dicembre 2021 è stato approvato il bilancio di previsione del
Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2022-2024;
- con deliberazione consiliare
n. 145 del 22 dicembre 2022 è stato approvato il bilancio di previsione del
Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2023-2025;
- con deliberazione
dell’Ufficio di Presidenza n. 8 del 23 febbraio 2023 sono stati approvati il
verbale di chiusura della contabilità dell’esercizio finanziario 2022 e il
prospetto aggiornato del risultato di amministrazione presunto dell’esercizio
2022;
richiamato l’articolo 3,
comma 4, del citato d.lgs.118/2011, che prevede che tutte le pubbliche
amministrazioni effettuano annualmente l’operazione di riaccertamento dei residui
attivi e passivi, consistente nella revisione delle ragioni del loro
mantenimento, ai fini del rendiconto; lo stesso articolo prescrive, inoltre,
che “possono essere conservati tra i residui attivi le entrate accertate
esigibili nell’esercizio di riferimento, ma non incassate. Possono essere
conservate tra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili
nel corso dell’esercizio, ma non pagate. Le entrate e le spese accertate e
impegnate non esigibili nell’esercizio considerato, sono immediatamente reimputate all’esercizio in cui sono esigibili. La reimputazione degli impegni è effettuata incrementando, di
pari importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine di consentire,
nell’entrata degli esercizi successivi, l’iscrizione del fondo pluriennale
vincolato a copertura delle spese reimputate. La
costituzione del fondo pluriennale vincolato non è effettuata in caso di reimputazione contestuale di entrate e di spese. Le
variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato e agli stanziamenti
correlati, dell’esercizio in corso e dell’esercizio precedente, necessarie alla
reimputazione delle entrate e delle spese
riaccertate, sono effettuate con provvedimento amministrativo della giunta
entro i termini previsti per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio
precedente (…). Al termine delle procedure di riaccertamento non sono
conservati residui cui non corrispondono obbligazioni giuridicamente
perfezionate”;
richiamato, altresì, il
principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (allegato
4/2 al d.lgs.118/2011), e in particolare il punto 9.1, inerente il riaccertamento ordinario dei residui;
visto il Regolamento interno
di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale della Calabria,
approvato con deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017,
successivamente modificato dalla deliberazione consiliare n. 342 del 28
settembre 2018;
dato atto che, alla luce
della normativa sopra richiamata, il Consiglio regionale, prima della
predisposizione del rendiconto dell’esercizio 2022, deve approvare il
riaccertamento ordinario dei residui e procedere alla cancellazione dei residui
attivi e passivi non assistiti da obbligazioni giuridicamente perfezionate,
nonché alla reimputazione dei residui attivi e
passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data del 31 dicembre
dell’esercizio cui si riferisce il rendiconto;
considerato che la reimputazione dei residui passivi non esigibili
nell’esercizio 2022 comporta:
- la creazione, sul bilancio
di previsione 2022-2024, esercizio 2022, cui si riferisce il rendiconto, dei
fondi pluriennali vincolati connessi alle spese reimputate
per le quali la copertura è data dal fondo medesimo;
- una variazione del bilancio
di previsione 2023-2025, esercizio 2023, in corso di gestione, al fine di
istituire o incrementare gli stanziamenti di entrate e spese su cui devono
essere imputate le relative obbligazioni;
- il trasferimento all’esercizio
di reimputazione anche della copertura che l’impegno
aveva nello stanziamento dell’esercizio in cui era stato inizialmente imputato,
attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata. La costituzione o
l’incremento di tale fondo è escluso solo in caso di contestuale reimputazione di entrate e spese;
preso atto che:
- in data 14 marzo 2023 il
dirigente del Settore Bilancio e Ragioneria ha trasmesso ai responsabili delle
strutture amministrative competenti l’elenco dei residui attivi e passivi alla
data del 31 dicembre 2022, ai fini del loro riaccertamento;
- i dirigenti responsabili
delle strutture amministrative del Consiglio regionale hanno trasmesso le
risultanze della verifica ordinaria sulla consistenza e l’esigibilità dei
residui di propria competenza, secondo i nuovi principi contabili applicati,
rilevando: gli importi da eliminare definitivamente, in quanto non
corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate, gli importi da
conservare a residuo in quanto corrispondenti ad obbligazioni giuridiche
perfezionate e gli importi da reimputare negli
esercizi successivi rispetto al 31 dicembre 2022, nelle quali l’esigibilità
avrà scadenza;
- sulla scorta delle
comunicazioni di cui sopra, sono stati predisposti i prospetti (Allegati A e B)
relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data del
31 dicembre 2022, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da
eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni
giuridicamente perfezionate, sia gli importi da eliminare e reimputare
agli esercizi successivi nei quali l’esigibilità avrà scadenza;
visti:
- gli elenchi dei residui
attivi e passivi da conservare nel conto del bilancio dell’esercizio 2022, da
trasmettere al tesoriere del Consiglio regionale della Calabria (Allegati C e
D);
- il prospetto relativo agli
impegni da reimputare negli esercizi successivi a
quello a cui si riferisce il rendiconto 2022 (Allegato E);
- il prospetto relativo alle
variazioni intervenute nel Fondo Pluriennale Vincolato a seguito delle
operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31
dicembre 2022 e di reimputazione degli impegni
(Allegato F);
- il prospetto relativo alle
variazioni di competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario
2022-2024, esercizio 2022, a seguito delle operazioni di riaccertamento dei
residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2022 e di reimputazione degli impegni eliminati in quanto non
esigibili al 31 dicembre 2022 e reimputati
nell’esercizio 2023 (Allegato G);
- il prospetto relativo alle
variazioni di competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario
2023-2025, esercizio 2023, al fine di adeguare le previsioni di competenza e di
cassa iscritte in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti
al 31 dicembre 2022, nonché della reimputazione degli
impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2022, e reimputati nell’esercizio 2023 (Allegato H);
preso atto che il Collegio
dei Revisori dei Conti, con verbale n. 35 del 5 giugno 2023, allegato alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato I), ha
espresso parere favorevole sul riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi al 31.12.2022 e sulle conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2022-2024 e al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale della
Calabria;
dato atto che con successivo
provvedimento sarà aggiornato il prospetto del risultato presunto di
amministrazione dell’esercizio 2022, approvato con deliberazione consiliare n.
145 del 22 dicembre 2022;
ritenuto, pertanto, di dover
procedere, in ragione di quanto sopra espresso ed in esecuzione dell’articolo
3, comma 4, del d.lgs. 118/2011, all’approvazione delle risultanze del
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2022,
nonché all’approvazione delle conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2022-2024 e al bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio regionale;
udito il relatore,
consigliere Cirillo, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
- di approvare, ai sensi
dell’articolo 3, comma 4 del decreto legislativo n.118/2011 ed in ossequio al
principio contabile allegato 4/2 al citato decreto, punto 9.1, gli elenchi dei
residui attivi e passivi cancellati, reimputati e
mantenuti alla data del 31 dicembre 2022, risultanti dall’operazione di
riaccertamento ordinario e allegati alla presente deliberazione quali parti
integranti e sostanziali del presente provvedimento (Allegati A e B);
- di dare atto che l’ammontare
dei residui attivi al 31 dicembre 2022 è pari a 31.088.830,14 euro, come
riportato nell’Allegato C), che forma parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
- di dare atto che l’ammontare
dei residui passivi al 31 dicembre 2022 è pari a 6.669.118,20 euro, come
riportato nell’Allegato D), che forma parte integrante e sostanziale della
presente deliberazione;
- di disporre la registrazione
nella contabilità dell’Ente, con imputazione negli esercizi in cui sono
esigibili, degli impegni 2022 elencati nell’Allegato E), che forma parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione;
- di approvare la variazione
del fondo pluriennale vincolato di spesa al termine dell’esercizio 2022,
derivante dalla reimputazione degli impegni di cui
all’Allegato F), che forma parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
- di dare atto che la
consistenza finale al 31 dicembre 2022 del fondo pluriennale vincolato da
iscrivere nell’entrata del bilancio dell’esercizio 2023, è pari a 8.862.708,45
euro, di cui 5.891.552,78 euro per spese correnti e 2.971.155,67 euro per spese
in conto capitale;
- di approvare le variazioni
in conto competenza ed in conto cassa degli stanziamenti del bilancio di
previsione 2022-2024, esercizio 2022, conseguenti all’attività di
riaccertamento dei residui attivi e passivi, come riportato nell’Allegato G),
che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
- di approvare le variazioni
in conto competenza ed in conto cassa degli stanziamenti del bilancio di
previsione 2023-2025, esercizio 2023, a seguito dell’adeguamento dei valori
iscritti in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti al 31
dicembre 2022 dopo le operazioni di riaccertamento ordinario dei residui e di reimputazione degli impegni eliminati in quanto non
esigibili al 31 dicembre 2022, e reimputati
nell’esercizio 2023 come risultanti dall’Allegato H, che costituisce parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento;
- di prendere atto del parere
favorevole del Collegio dei revisori dei Conti, allegato alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato I);
- di rinviare ad un successivo
provvedimento l’aggiornamento del prospetto del risultato presunto di
amministrazione dell’esercizio 2022, approvato con la deliberazione consiliare
n. 145 del 22 dicembre 2022;
- di dare atto che le
risultanze del presente riaccertamento dei residui confluiranno nel rendiconto
dell’esercizio 2022;
- di trasmettere la presente
deliberazione unitamente ai relativi allegati alla Giunta regionale e al
Settore Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale per opportuna conoscenza
e/o per il seguito di rispettiva competenza.
Il Consiglio regionale della
Calabria
premesso che:
- i siti di interesse nazionale
(SIN) sono aree contaminate molto estese classificate come pericolose dallo
Stato e necessitano di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e delle
acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari;
- i SIN sono stati definiti dal
decreto legislativo n. 22 del 1997 e dal decreto ministeriale n. 471 del 1999,
ripresi poi dal decreto legislativo n. 152 del 2006, art. 252, che stabilisce
che essi sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alla
quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell'impatto
sull'ambiente circostante in termini sanitari ed ecologici, nonché di
pregiudizio per i beni culturali e ambientali;
- il sito di interesse nazionale
"Crotone-Cassano-Cerchiara" è stato incluso nell’elenco dei siti di
bonifica di interesse nazionale dal DM numero 468/2001 e con DM 26 novembre
2002 è stata individuata la perimetrazione ai sensi dell'articolo 1 comma 4
della legge 426/1998;
- il 29 settembre 2017, presso il
Ministero dell’Ambiente, si è svolta la conferenza dei servizi al fine di
esaminare la proposta della Regione Calabria sulla ridefinizione del perimetro
del sito di bonifica;
- con decreto 9 novembre 2017 del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare è stato
ridefinito il perimetro;
- l’area perimetrata a terra
ricadente all'interno del Comune di Crotone è pari a circa 834 Ha e quella
perimetrata a mare è pari a circa 1448 Ha;
- è stata prevista la bonifica dell'area
industriale in questione riconosciuta anche da una sentenza del Tribunale di
Milano passata in giudicato che ha condannato ENI al pagamento della somma di
72 milioni di euro, già versata al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza
energetica, per il danno ambientale provocato al sopracitato Sin;
- Nel 2019 venne stipulato il
Progetto operativo di bonifica (POB) Fase 2 che prevedeva, da parte di ENI,
l'asporto ed il trasferimento, fuori dalla Regione Calabria, di tutti i rifiuti
della bonifica pericolosi per la salute pubblica;
- nonostante tale accordo, ENI
proponeva, invece, in un secondo momento, di «tombare» parte del sito
industriale trasferendo il resto a distanza di pochi chilometri, ovvero in una
discarica privata detta Columbra, adiacente tre zone
abitate: il centro della Città di Crotone, il quartiere conosciuto come
Papanice, il Comune di Cutro;
- il Ministero interrogato ha
convocato una Conferenza dei servizi per il 9 febbraio 2023 avente ad oggetto
«Variante al POB fase 2 - realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti
TENORM con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec “Farina-Trappeto” all'interno del sito ENI Rewind
di Crotone»;
- a questa conferenza le
istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e gli enti tecnici
hanno confermato il deliberato preso con la conferenza dei servizi decisoria e
cioè che i rifiuti debbano essere trasportati fuori dal territorio regionale;
- ENI ha contestato il verbale di
diniego alla modifica dell'intervento già deliberato.
Considerato che:
- l’obiettivo dello studio
Sentieri (promosso dall’Istituto Superiore di Sanità di concerto con il
Ministero della Salute e il Ministero dell’Ambiente) è la rilevazione
sistematica e longitudinale dei dati di mortalità e ospedalizzazione, e più’
recentemente anche delle anomalie congenite (AC) delle popolazioni residenti
nei siti di interesse per le bonifiche;
- le principali contaminazioni
rilevate nell’ambito del Sin calabrese di Crotone
Cassano e Cerchiara sono da metalli pesanti come arsenico, cadmio, mercurio,
piombo, zinco e non, composti inorganici, composti
organici dei vari natura, ivi inclusi gli alifatici clorati, materie prime di
natura chimica e metallurgica, residui di lavorazione ad elevato contenuto di
radioattività;
- sono stati osservati eccessi di
rischio in entrambi i generi per la mortalità generale e per tutti i tumori
maligni in Crotone;
- in particolare, su Crotone la
mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le fonti di
esposizione ambientale risulta in eccesso per il tumore epatico e nei soli
maschi un eccesso di tumori allo stomaco, linfomi e tumore della vescica e
nelle femmine tumore della mammella;
- eccessi di rischio per la
mortalità in generale e per le malattie del sistema cardiocircolatorio e per
tumori nei soli maschi, sono stati osservati in Cassano e Cerchiara;
- in Cassano e Cerchiara è
riportata la mortalità per cause con evidenza a priori di associazione con le
fonti di esposizione ambientale in eccesso per il tumore epatico in entrambi i
generi;
- tutti i tumori in età giovanile
dai 0 ai 29 anni nei due comuni di Cerchiara e Cassano provocano un eccesso di
ricoveri;
- l’eccesso di mortalità tumorale
si osserva da un lungo periodo (Sentieri 2011 e studi ivi citati) ed i valori
di mortalità e ospedalizzazione mostrano un rischio superiore all’atteso per
tumori epatici in entrambi i generi, tumore mammario femminile e neoplasia
vescicale e linfomi non Hodgkin nei maschi;
- gli eccessi dei tumori procedono
di pari passo alle ospedalizzazioni;
- nell’ambito del wp5
epidemiologia molecolare del progetto CISAS al fine di valutare fra inquinanti
ambientali e salute umana, lo studio sui bambini appena nati ha stabilito che i
fattori inquinanti influenzano la crescita, ma anche lo sviluppo del feto;
tenuto conto che:
- i Comuni di Cassano allo Ionio e
Cerchiara hanno un alto livello dell’indice di deprivazione socioeconomica
(fonte Sentieri, 2023) mentre il Comune di Crotone ha un livello di
deprivazione intermedio;
- il 61,1% degli abitanti del sito
risiede nelle sezioni di censimento ad alto livello di deprivazione - il tasso
standardizzato di mortalità prematura per malattie croniche mostra, rispetto al
riferimento regionale un aumento pari al +6.7% nei maschi e +10.8% nelle
femmine.
preso atto che:
- in Calabria, ad oggi, il
problema del Sin di Crotone non è mai stato risolto;
- numerosi Commissari si sono
succeduti senza trovare una soluzione;
- lo stato delle cose secondo
numerosi studi comporta gravi rischi per la salute e per l’ambiente dei
cittadini dei Comuni di Crotone – Cassano - Cerchiara;
- l’interesse ambientale è
interesse sensibile tutelato dalla costituzione e della legislazione
comunitaria.
Tutto ciò premesso e considerato
impegna il Presidente della Giunta
regionale
1) a coordinare l’insieme delle
istituzioni calabresi tese a contrastare anche in sede giudiziaria il tentativo
dell’ENI di stravolgere il deliberato della Conferenza di servizi;
2) a sostenere in sede governativa
e nello specifico tramite il Ministero dell’Ambiente, il Ministero della Salute
e il Ministero dello Sviluppo Economico le ragioni delle istituzioni calabresi;
3) a sollecitare il Governo alla
nomina del Commissario del Sin Calabria.