XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 27

 

SEDUTA Di LUNEDì 22 MAGGIO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO E DEL SEGRETARIO QUESTORE SALVATORE CIRILLO

 

Inizio lavori h. 16,23

Fine lavori h. 19,00

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 16,23

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

In memoria delle vittime dell’alluvione in Emilia – Romagna e dell’avv. Giovanni Pellicanò di Reggio Calabria

PRESIDENTE

Prima di occuparci dei punti all'ordine del giorno - interpretando i sentimenti di tutti voi -consentitemi di esprimere la solidarietà del Consiglio regionale alle comunità dell'Emilia Romagna e delle Marche, in sofferenza per i danni causati dalla tragica alluvione dell'altro giorno, e di esprimere, anche a nome della Calabria che noi qui rappresentiamo, le più sincere condoglianze alle famiglie delle 14 vittime di eventi climatici così disastrosi che hanno provocato dolore, distruzione e lutti.

La Calabria conosce, purtroppo, per esperienza diretta, gli effetti di frane, smottamenti e allagamenti che in poche ore cancellano ingenti investimenti pubblici e privati e interi progetti di vita.

È il momento di mettere in atto con determinazione le politiche della prevenzione e del contrasto al dissesto idrogeologico e della pianificazione ambientale che tenga conto della fragile morfologia del Paese, insieme ad una nuova etica dell'ambiente e ad una cultura del territorio ispirata alla tutela, rispetto e mitigazione degli impatti ambientali. Tutto ciò per attivare tempestivamente provvedimenti mirati e mettere al riparo la vita delle persone e l'economia complessiva delle comunità.

Per i morti nell'alluvione dei giorni scorsi e per il calabrese, avvocato Giovanni Pellicanò, tragicamente coinvolto nel crollo di un albero a Reggio Calabria per la furia del maltempo, invito ad osservare un minuto di silenzio.

Grazie.

(I consiglieri e tutti i presenti in Aula si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Intervengo per richiamare in Aula la mozione di cui lei ha dato lettura prima nelle comunicazioni “Sulle misure di contrasto al diffondersi della peste suina africana che ha colpito i cinghiali”, la numero 56/12^.

PRESIDENTE

Sì, grazie. Votiamo per l'inserimento della mozione del collega Giannetta, mozione numero 56/12^. La mozione è inserita.

Stato di attuazione della programmazione europea 2014 – 2020. Dibattito

PRESIDENTE

Avviamo i lavori col primo punto all'ordine del giorno relativo al “Dibattito sullo stato di attuazione della programmazione europea 2014-2020”.

Cedo la parola all’assessore Minenna per la sua relazione, prego.

MINENNA Marcello, assessore alla Programmazione Unitaria, ambiente e tutela del territorio, pianificazione e gestione del ciclo integrato dei rifiuti e delle risorse idriche

Grazie, Presidente.

Per quanto attiene al Piano e allo stato di attuazione del programma POR 2014-2020, innanzitutto, ricordiamo che è un Piano che prevede tre teste dal punto di vista finanziario: l'Europa, lo Stato centrale, la Regione.

È un Piano dedicato ad interventi che riguardano gli enti pubblici, le imprese ma anche la collettività per evidenti motivi; un Piano che ha una dotazione totale di 2 miliardi e 200 milioni, di cui la quota comunitaria all'incirca 1 miliardo e 800 milioni. Andando a vedere in maniera molto brutale la distanza dal target si aggira intorno ai 650 milioni di euro.

Ora, però il tema che, secondo me, è rilevante evidenziare è che su questo tipo di programmazione contano alcune variabili che sono rilevanti anche per identificare le capacità di accelerazione e di raggiungimento degli obiettivi. Innanzitutto ci sono le spese che vengono sostenute e poi ci sono le domande di pagamento, che servono per riequilibrare dal punto di vista finanziario le entrate e le uscite del programma - altrimenti vedremo solo una parte della realtà - e poi c'è anche il tema delle operazioni ex articolo 65, cioè i cosiddetti progetti sponda, in cui andiamo a rendicontare spese che sono state effettuate da soggetti terzi rispetto all'ente Regione e che, ovviamente, possono legittimamente essere rendicontate nell'ambito di questa programmazione, ma non sono una diretta messa a terra di spesa da parte dell'ente Regione.

Ora, su questo punto porto l'attenzione perché questo è uno degli aspetti dove è stato fatto un gran lavoro, nel senso che, quando abbiamo ereditato il programma, si registravano spese in percentuale dell’85 per cento per progetti sponda; sostanzialmente si rendicontava soprattutto su progetti sponda; oggi, grazie ad un grande lavoro, o effettuato dagli uffici e dall'indirizzo dato dalla Giunta e dall’essere presenti in un continuativo follow-up dell’attività operativa, la proporzione è invertita: l’85 per cento della spesa viene messa a terra dall'ente Regione e il 15 per cento è spesa per progetti sponda. Questo è un grande risultato perché vuol dire anche una migliore capacità di governo delle decisioni dell'impatto sul territorio. Poi non v’è dubbio che c'è stata un'importante accelerazione nell'ultimo anno fiscale.

Ricordo che questo non è un Piano che fa gennaio-dicembre ma un Piano che fa luglio-giugno e questo certamente può aver portato a qualche non chiaro allineamento dello stato di avanzamento delle spese.

Questi mi sembrano gli aspetti salienti di questo programma che, ovviamente, per i lavori che sono stati svolti, anche e soprattutto per questa inversione delle spese sostenute tra sponda ed effettivi, ci consente anche di migliorare la nostra capacità nella prossima programmazione. Come sapete, nelle attività che vengono realizzate possono esserci anche degli errori che poi portano a delle difficoltà nelle domande di pagamento e nel riscontro da parte delle Autorità comunitarie oltre che dell'Autorità di gestione e questo meccanismo, quindi, che si inserisce in una logica più generale di trial and error, ovviamente aiuterà la prossima programmazione e ci consentirà di essere ancora più efficaci. Non ravviso - lo ripeto - non ravviso criticità nella realizzazione degli obiettivi del programma. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, Assessore.

Iniziamo la serie di interventi, ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Mi scuso per il tono della voce, ma sono un po' influenzato. Oggi vorrei intervenire sovvertendo un po’ quelle che sono le impressioni di chi è in attesa degli interventi da parte dei banchi della minoranza. Proverei, in qualche modo, a immaginare il bicchiere, anziché mezzo vuoto, mezzo pieno, e quindi guardare a come la Calabria, in questi ultimi vent'anni e più, sia riuscita a spendere parte, gran parte, dei Fondi comunitari. Lo ha fatto nelle varie programmazioni, ma potremmo prendere in esame le ultime due: la 2007-2013 e la 2014-2020, con una spesa di oltre 2 miliardi e mezzo di euro. Ciò però sul quale dovremmo tutti quanti noi interrogarci è l'effetto che questa spesa riesce poi a ripercuotere sui territori. Se noi andiamo a vedere alcuni indicatori rispetto ai primi anni 2000 e li compariamo con quelli attuali, purtroppo, ahimè, possiamo evidenziare come la Calabria non è cresciuta da nessun punto di vista, anzi ha perso terreno nella competitività a livello nazionale, ha aumentato il numero di disoccupati - se noi vediamo i disoccupati dei primi anni 2000, dei metà anni 2010-2011 fino ad arrivare al 2022 vediamo che il tasso di disoccupazione passa dall'11 al 13 per cento fino ad arrivare al 15 per cento dei nostri giorni - l'emigrazione è tornata a essere preponderante. Solo nel 2022,17 mila calabresi hanno deciso di abbandonare la nostra regione e questo, cari colleghi, permette anche di tenere, oggi, in Calabria il tasso disoccupazione intorno al 15 per cento generale e il tasso di disoccupazione giovanile al 40 per cento. Significa che quattro giovani su dieci non lavorano. Se non ci fosse stata questa emigrazione paradossalmente il tasso disoccupazione sarebbe ancora maggiore.

Allora, io credo che, con grande onestà intellettuale, oggi, il dibattito dovrebbe concentrarsi non solo sulla quantità e sulla percentuale di risorse che vengono spese, ma su come vengono spese queste risorse e quali effetti stanno producendo sui territori.

Per sgomberare il campo anche da ideologie politiche, preciso che dall’elezione diretta del Presidente della Regione - è iniziata credo nel 2000, all'epoca col presidente Chiaravalloti - fino ad oggi, in 23 anni, si sono succeduti governi di centrodestra e di centrosinistra più o meno per gli stessi anni, forse un po' di più il centrodestra, eppure nulla è cambiato.

Se compariamo i nostri dati, ad esempio, con quelli della Puglia, che riesce a spendere oltre il 90 per cento dei Fondi comunitari e anche a migliorare quello che è l'andamento degli occupati e della disoccupazione oltre che il PIL regionale, capiamo che in effetti il trend si potrebbe invertire.

Ciò che io chiedo all'Assessore, ciò che io chiedo a questa Giunta regionale, è però di tracciare un percorso e di offrire degli spunti - lo dissi già in qualche seduta di Consiglio regionale precedente - a chi ha deciso di rimanere a investire e a vivere in Calabria perché - lo ribadisco - oggi ai giovani calabresi che spesso decidono di andare via non so e non saprei che suggerimento dare affinché possano rimanere a lavorare nella nostra regione e non riesco neanche a capire quali siano l'indirizzo e le prospettive di questo governo regionale.

Allora la vera sfida, per la quale immagino tutti quanti noi ci siamo candidati, è riuscire a costruire un futuro differente nella nostra regione.

I dati attualmente non lo dimostrano: le startup in Calabria sono in numero di gran lunga inferiore rispetto a quelle delle altre Regioni, anche Regioni piccole se pensiamo alla Basilicata, in cui in questo momento ci sono oltre mille startup in essere, per non parlare anche di altre Regioni meridionali. In Calabria ci sono poco più di 150 startup e questo è sintomatico anche della poca effervescenza che c'è nel mercato del lavoro e in quello dell'impresa. Allora, piuttosto che discutere e litigare su chi sia stato più bravo a spendere in questi 20 anni i Fondi comunitari, cerchiamo di discutere su come costruire prospettive di vita e di lavoro all'interno della nostra regione per gli anni a venire. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci.

Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente.

Presidente Occhiuto, una frase che mi aveva colpito, subito dopo la sua proclamazione 18 mesi fa, era: “Mi auguro di lasciare, fra 5 anni, una Calabria che l'Italia non si aspetta”. Se lo ricorda? L'ha detta più di una volta questa frase. In fondo, Presidente, io sono stato, prima che da consigliere, anche da cittadino e, forse, in cuor mio ancora lo sono tuttora, un tifoso della Calabria anche se dall'opposizione, perché penso che se questa terra cambia, migliora, i risultati poi vengono raccolti da tutti, al di là delle formazioni politiche di appartenenza. Devo dirle la verità: soprattutto sul fronte dei Fondi comunitari, da parte sua - comunque ha detenuto per diversi mesi la delega alla programmazione unitaria - Presidente, mi aspettavo molto di più! Per un semplice motivo: ancora una volta, purtroppo, la Calabria è ultima nella classifica tra le 20 Regioni italiane. È ultima perché siamo al momento ultimi - i dati non sono di Davide Tavernise ma del monitoraggio delle politiche di coesione, programmazione 2014-2020 del Ministero dell'economia e delle finanze, quindi del MEF - e abbiamo il 49,87 per cento dell'avanzamento dei pagamenti, assessore Minenna. Se prendiamo a confronto le altre Regioni del sud Italia, la Campania ha il 10 per cento in più, 60 per cento totale; la Puglia ha il 30 per cento in più, siamo all’89,17 per cento totale; la Sicilia ha l’8 per cento in più, il 57,76 per cento totale; quindi Puglia 89 per cento, Sicilia 57 per cento, Basilicata 69 per cento, quindi il 20 per cento in più; noi siamo l'ultima Regione per capacità di spesa e di pagamento dei Fondi comunitari del POR, nello specifico 2014-2020, rispetto alle altre Regioni del Sud. Non prendo le Regioni del Nord perché rischiamo di fare ancor di più una brutta figura.

Avevo presentato un'interrogazione a tal proposito, il 2 marzo di quest'anno, - mi aveva risposto proprio lei, assessore Minenna, insieme al Direttore generale dell'Assessorato ai Fondi europei, Maurizio Nicolai – nella cui risposta c'è scritto, nello specifico a pagina 14 - confermando quello che ho appena detto - che era stato certificato soltanto il 50 per cento della spesa e “che per il primo semestre del prossimo anno” - cioè da gennaio fino a giugno – “sono stimate nuove spese per oltre 459 milioni di euro circa, di cui 341 milioni di euro circa a valere sugli Assi finanziati dal FESR e 118 milioni a valere sugli Assi cofinanziati dal Fondo sociale europeo; nella seconda metà dell'anno 2023 sono invece previste nuove spese per oltre 500 milioni, di cui 416 del FESR, 85 milioni dell’FSE”.

Ora se io prendo questa dichiarazione del dottore Nicolai – l’ha sottoscritto anche lei, assessore, nella risposta all’interrogazione che mi è stata mandata - e oggi siamo al 22 maggio, quindi siamo nel quinto mese del primo semestre - mancano a conclusione praticamente 38 giorni - vorrei sapere da lei di questi 459 milioni di euro quanti sono stati spesi dal primo gennaio di quest'anno al 30 giugno che ci sarà fra, praticamente, 38 giorni. I dati purtroppo ci delegano ad essere ancora una volta l'ultima Regione d’Italia.

Non lo dico come vanto al presidente Occhiuto per dire che la maggioranza di centrodestra ha fallito, perché se perdiamo dei soldi falliamo tutti, falliscono i nostri giovani, falliscono le imprese, falliscono le comunità.

Presidente Occhiuto, ci sono delle percentuali che sono veramente gravi sulla vecchia programmazione e, francamente, vedere che è stato speso soltanto il 26 per cento sull'Asse 9 dell'inclusione sociale, io penso sia grave; penso sia ancor più grave il 7,9 per cento sempre sull'inclusione per quanto riguarda l’FSE, il 41 per cento sulla tutela della valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale, il 43 per cento sull'efficienza energetica e la mobilità sostenibile, il 37 per cento sulla promozione della ricerca e dell'innovazione. Ora, al di là poi delle chiacchiere, della strumentalizzazione sulle Commissioni di vigilanza per monitorare i Fondi comunitari, così come stanno facendo le altre Regioni, cioè noi qui rischiamo di perdere qualcosa come 777 milioni di euro, se non vengono spesi entro il 31 dicembre del 2023.

Mi auguro - questa cifra è sempre scritta qui dal dottore Nicolai - che noi non perdiamo nemmeno un centesimo, assessore Minenna; ho piena fiducia in lei, visto il suo curriculum, e quindi sarò il suo primo tifoso, però adesso bisogna capire qual è il problema.

Che problema abbiamo noi in Cittadella nel far sì che non vengono pubblicati i bandi?

Lei ha risposto sulla stampa dicendo che il Governo, attraverso il ministro Fitto - mi sembra che anche ieri il presidente Occhiuto abbia fatto una dichiarazione su questo - sta ricollocando i Fondi comunitari.

Oggi abbiamo il governo di centrodestra a Catanzaro, abbiamo un Governo di centrodestra a Roma e a Palazzo Chigi, quindi, oggi dovete spendere i soldi che la Comunità Europea ci manda, li dobbiamo spendere entro il 31 dicembre di quest'anno! Purtroppo, ancora oggi la Calabria è ultima, ma da tifoso della Calabria mi auguro che almeno la Sicilia riusciamo superarla e arrivare, quindi, penultimi entro il 31 dicembre. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Mi corre l'obbligo di ringraziare l'assessore Minenna per la sua puntuale e rapida presentazione con cui sembra quasi dirci “stiamo andando, abbiamo risolto, stiamo risolvendo, stiamo spendendo”.

E allora i - su questo arriverò un po’ dopo - vorrei fare un piccolo passo indietro perché vorrei che comprendessimo tutti che Fondi europei significa sviluppo di una Regione e vorrei che ritornassimo un attimo al 1989, un tempo molto lontano - molti di voi erano giovanissimi o forse neppure nati – in cui fu redatto il Rapporto Delors; questo rapporto fu presentato al Consiglio Europeo e suggeriva che l’integrazione economica, che sarebbe arrivata in un momento successivo, avrebbe potuto avere un impatto molto negativo in alcune aree se non ci fossero state delle politiche equilibrate; ed esattamente avrebbe potuto avere un impatto negativo nelle aree in cui i fattori produttivi specializzati, infrastrutture di qualità e presenza di forza lavoro qualificata venivano a mancare e in cui questa integrazione economica avrebbe giocato probabilmente in termini negativi perché, non essendo presente questi tre fattori su questi territori, si sarebbero potenziate le Regioni più ricche e più capaci. A distanza di trent'anni noi dobbiamo riconoscere che questa è stata definita trappola dello sviluppo.

È così! Ed è così soprattutto e quasi esclusivamente per la nostra regione che ha visto accentuare tutte le disparità, ha visto accentuare la fuga di tanti giovani, la fuga dei cervelli, ha visto accentuare un’ulteriore perdita di mobilità: le nostre infrastrutture continuano a essere quelle degli anni Sessanta, anche peggio.

Dunque, parlare dello stato dell'arte oggi, relativo a questi Fondi POR - io inserirei anche il PNRR perché è un'occasione non da poco - non significa solamente per noi andare a discutere di quanto abbiamo speso e di che cosa stiamo spendendo. Non ci aspettavamo dall'assessore Minenna che riferisse sulla quantità di soldi spesi, visto che li possiamo verificare sui portali di Cohesion Data e abbiamo l'opportunità e la possibilità di vedere, momento dopo momento, che cosa stiamo spendendo. Il problema è cercare di capire perché in tutti questi anni non c'è stata un'inversione di tendenza. Noi non la stiamo vedendo, mi riferisco ai dati di questo ultimo anno e mezzo, da quando questa Giunta si è insediata; infatti se andiamo a vedere già nel 2022 la Calabria era indietro rispetto alla spesa dell’FSE, del Fondo sociale europeo e del Fondo Europeo di sviluppo regionale, e alla fine dello scorso anno la Calabria registrava una spesa di un 1,3 miliardi di euro rispetto ai 2,2, cioè il 58 per cento, quindi rimaneva comunque 1 miliardo da spendere entro questo benedetto 31 dicembre 2023, per evitare di perdere le risorse della programmazione.

Ora, sul portale di Cohesion Data, che sono andata a guardare oggi 22 maggio, i dati sono questi e coprono l'andamento delle allocazioni proprio fino al 31 dicembre 2022: la Calabria ha speso solo il 58 per cento di quello che era possibile e che era previsto nell’FSE e nel Fondo di sviluppo regionale.

Voglio ricordare, tra l'altro, che noi abbiamo questa grande negatività: assommiamo questi dati; FSE e FESR sono messi insieme da un punto di vista di monetizzazione e questo impedisce anche una graduatoria puntuale, rispetto alle spese fatte anche rispetto alle altre Regioni.

Penso che noi non possiamo dire che il Sud abbia genericamente dei problemi, che nel meridione sia difficile spendere le risorse perché - lo hanno detto anche i miei colleghi prima – la Puglia e la Basilicata hanno fatto diversamente: la piccola Basilicata ha il 66 per cento di spesa, ma la Puglia addirittura, rispetto al Fondo sociale europeo, ha spesso il 106 per cento, che vuol dire che ha speso il 100 per cento e, per avere speso il 100 per cento, è stata premiata, ha avuto più fondi che è riuscita ulteriormente a spendere. Allora la domanda è: perché noi non possiamo invertire questa tendenza? Come facciamo a invertire questa tendenza? Perché tra l'altro la pandemia - questa è la considerazione che necessariamente dobbiamo fare - ci ha lasciato sul lastrico ancora di più; noi abbiamo la necessità di ripartire e sfruttare ogni strada possibile.

Ricordo, tra l'altro, le conclusioni a cui giungono, per esempio, i giudici contabili anche sulla documentazione prodotta dalla Sezione regionale di controllo, chiara e tagliente, che più volte ha specificato che la nostra capacità di spesa è purtroppo sempre al di sotto di quelli che sono target soddisfacenti: “Tenendo conto anche” - la Corte sottolinea - “delle tempistiche per l'avvio dei bandi, per la valutazione e l'esecuzione dei progetti si ritiene possibile che il tempo per rispettare la cosiddetta regola di n+3, che è prevista per il 2023, e per evitare soprattutto il disimpegno automatico possa non essere sufficiente”. Penso che anche questi suggerimenti della Corte dovrebbero essere tenuti in considerazione e la Corte ci bacchetta. Ci boccia! Ci boccia!

Ora, il 2023 doveva essere l’anno della riscossa, delle grandi opere che avrebbero dovuto cambiare la faccia di questa nostra terra! Mi sembra, invece, che sia l'anno dei castelli di sabbia che si infrangono e di promesse che, purtroppo, non vengono mantenute.

Le opere finanziate all'interno del POR 2014-2020 dovevano essere tante; alcuni lavori non sono mai stati né completati e altri non sono neanche partiti; voglio ricordare la metropolitana leggera Cosenza-Rende-Unical, emblema delle grandi opere non realizzate con i Fondi europei, i cui lavori sono iniziati ma poi l'opera è stata stralciata.

Voglio ancora ricordare il progetto di collegamento multimodale Aeroporto-Stazione di Lamezia Terme Centrale e Germaneto-Catanzaro lido, che è stato ritirato dal Programma operativo regionale 2014/2020: fino ad allora non era stata certificata alcuna spesa dalla Commissione europea e l'Autorità di gestione ha comunicato che gli investimenti per il progetto saranno coperti dai fondi nazionali.

E cosa dire sul discorso del PNRR? È vero che, apparentemente, non è oggetto della discussione odierna, ma una riflessione va, comunque, fatta.

La risposta era già definita nelle parole pronunciate dal governatore Occhiuto ossia: “Attraverso il PNRR, l'Europa ci ha dato un treno con dei vagoni carichi di denari, noi però non abbiamo costruito la strada ferrata su cui questo treno deve correre”.

Voglio rammentare al presidente Occhiuto che sono lui e il suo governo a dover costruire la strada ferrata su cui questo treno deve correre.

Abbiamo necessità delle risorse del PNRR così come di quelle del POR e la politica, soprattutto, chi governa, deve agire immediatamente, in particolare, sulla base del fatto che andremo a fare una programmazione europea 2021/2027 e, quindi, bisogna lavorare per assumere personale qualificato, che sia in grado di produrre e di sviluppare progettazioni.

Avere personale qualificato significa anche semplificare i procedimenti e garantire un’aderenza tra i progetti finanziati e le ricadute sul territorio perché quello che segnalava il collega Alecci è una realtà. Non si tratta di spendere soldi e dissolvere patrimoni, ma di mettere a frutto dei finanziamenti e di fare in modo che ci siano le ricadute.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Ho ascoltato molto attentamente l’informativa dell'assessore Minenna, che ho trovato in linea con i tempi europei, molto laconica, asciutta e senza fronzoli.

Su questa problematica, secondo me, sarebbe stato più utile se la richiesta della minoranza fosse stata accolta, così come era stata formulata: parlare dei fondi comunitari, dello stato dell'arte e anche dei fondi del PNRR. Non sono aspetti separati e la capacità di programmazione e di visione di una Regione dovrebbe essere tale da riuscire ad avere un approccio di sistema e una visione complessiva sui diversi punti, sui diversi strumenti e sulle diverse quantità di risorse esistenti, per consentirne l'utilizzo proficuo nel migliore dei modi possibili.

Credo, assessore, – lo dico perché in questi anni mi sono dedicato a queste problematiche anche ricoprendo altri ruoli di responsabilità – che uno dei motivi del fallimento dell'utilizzo appropriato e proficuo delle risorse comunitarie, forse, è stato quest’approccio disorganico, asettico, senza una visione di sistema, senza capire gli strumenti o la quantità delle risorse che si utilizzavano in un settore e in una determinata direzione e, anche, senza conoscere quello che accadeva negli altri Fondi.

C’era, tuttavia, in Calabria un approccio plurifondo che avevamo salutato molto positivamente e favorevolmente, perché, come lei sa meglio di me, è un approccio che, nell'utilizzo dei Fondi comunitari, consente di poter impiegare e mettere insieme anche le risorse dei diversi Assi o obiettivi.

Per questa ragione, senza entrare nel merito, perché l'hanno fatto molto bene, in maniera appropriata, anche efficace e offrendo delle riflessioni più approfondite, i colleghi intervenuti prima di me – parlo soprattutto degli esponenti del mio partito, quindi, del consigliere Alecci e della consigliera Bruni,– mi permetto di fare due considerazioni molto sintetiche e veloci, rivolgendo un appello finale anche al presidente Occhiuto, che, secondo me, anche relativamente a questa valutazione e a questo approccio, può assumere un atteggiamento e un impegno per un utilizzo anche inedito delle risorse rispetto a quello che si è verificato negli anni passati.

Le riflessioni che voglio fare sono due, molto veloci: una relativa, appunto, allo stato dell'arte, così come è stato offerto, in modo, come dicevo, asciutto e molto sintetico; l'altra, invece, relativa alla prospettiva, cioè che cosa facciamo dopo questa esposizione e questa discussione? Prendiamo atto dello stato dell'arte così com'è, sic et simpliciter, oppure, come dire, attiviamo un'azione che, in qualche modo, consenta al governo regionale – e anche al Consiglio regionale – di poter offrire dei cambiamenti rilevanti e significativi nell'impostazione e nell'utilizzo proficuo di queste risorse?

Credo, quindi - sarebbe auspicabile dal mio punto di vista - che il presidente Occhiuto, dopo questa discussione, intraprendesse, con questa visione e con questa capacità di governo, la gestione di uno degli aspetti più importanti della vita della nostra Regione.

Quando abbiamo approvato il POR 2021/2027, ho detto che quello era uno degli atti più importanti che questo Consiglio avrebbe licenziato in questa legislatura, eppure, purtroppo, anche lì abbiamo registrato un approccio quasi burocratico, come se si trattasse di un passaggio dovuto, senza un approfondimento appropriato, senza un ragionamento e, soprattutto, senza il coinvolgimento adeguato con il partenariato, senza cioè – per capirci – disegnare quella che è, secondo noi, la Calabria del 2030.

È proprio su questo terreno che, secondo me, abbiamo sbagliato impostazione nel corso degli anni. Questo, Presidente, non è un rilievo critico a voi – sicuramente, sì – ma, purtroppo, in questi anni si sono avvicendati governi di centro-sinistra e governi di centro destra. Nel corso di questi anni, a governare questi processi non ci sono stati solo governi di un determinato colore politico, ma – ripeto – sia governi di centro sinistra sia governi di centro destra.

Andiamo ai dati, al di là dell'approccio tecnico-burocratico della realizzazione dei target di spesa e anche delle valutazioni che si fanno nei diversi luoghi deputati, a partire dalla sede europea, con la valutazione ex post piuttosto che ex ante, e parliamoci chiaramente: quali sono state le ricadute concrete che si sono determinate rispetto alla programmazione che era stata, a suo tempo, pensata e pianificata?

All'epoca, eravamo e siamo in presenza – lo diceva il documento valutato allora – tuttavia, di un gravissimo deficit di sviluppo produttivo e di diritti di cittadinanza in Calabria e credo, quindi, che quelle risorse dovevano essere utilizzate proficuamente per aggredire e cercare di ridimensionare la portata di quel deficit di sviluppo produttivo e di deficit di diritti di cittadinanza.

Lo dicevano, prima, i colleghi: vogliamo prendere i dati della nostra Regione per verificare quali sono state concretamente e realmente le ricadute?!

Vogliamo prendere il dato occupazionale? Abbiamo il dato peggiore delle regioni italiane. Vogliamo prendere il dato della disoccupazione? Abbiamo, purtroppo, la più alta disoccupazione, per non parlare di quella femminile, giovanile o, addirittura, dei NEET.

Vogliamo parlare del reddito prodotto cioè del rapporto tra il PIL pro capite e il reddito prodotto? Abbiamo il PIL pro capite più basso delle 278 Regioni d'Europa, non d'Italia.

Sullo stato dell'arte che lei ci ha offerto, c’è una valutazione che – ripeto – è di questa natura. Purtroppo, abbiamo dei dati impietosi che sono dovuti ad una serie di molteplici fattori.

Se questi dati li abbiamo registrati in presenza di governi di centro sinistra e di centro destra, ci viene in mente l'idea che, poiché questo meccanismo non funziona, prima o poi, forse, è utile cercare di cambiare qualcosa e vedere come impostare una capacità adeguata di utilizzo e di programmazione, in modo tale da modificare questi risultati.

Passando alla riflessione della prospettiva – e concludo – vorrei dire al presidente Occhiuto che le risorse che non sono state ancora spese si dovrebbero spendere diversamente.

L'anno scorso, abbiamo rimodulato risorse per circa 200 milioni di euro e, per quanto mi riguarda e anche nella valutazione politica del gruppo, di fronte ad alcuni passaggi molto combattuti, abbiamo, sì, criticato la rimodulazione, ma abbiamo anche votato favorevolmente ad alcuni provvedimenti, rispetto all’ipotesi di poter eventualmente perdere le risorse.

Attenzione, però, perché non possiamo continuare con questo refrain. Se ci accorgiamo che c'è questa difficoltà, quest’imbuto amministrativo, lo dobbiamo affrontare e risolvere, altrimenti ricadremo nello stesso errore; tra 5 o 6 mesi avremo il problema che si ripresenta e dovremo utilizzare, come lei ha ben detto, i cosiddetti progetti sponda, che ci consentono di realizzare gli obiettivi dei target di spesa, ma non si traducono, poi, concretamente in ricadute materiali di miglioramento dei servizi e delle condizioni di vita dei cittadini calabresi.

È proprio questo nodo che dobbiamo cercare di aggredire e di migliorare.

Presidente Occhiuto, abbiamo in Calabria una quantità di risorse che non ci sono mai state nella storia del meridionalismo del nostro Paese. Bisogna soltanto metterle in fila per realizzare che lei, in qualità di Presidente, ma tutti quanti noi abbiamo un appuntamento storico con una quantità di risorse che non ci sono mai state.

Allora, è giusto o no porsi il problema di come fare interagire queste risorse, di come costruire e creare anche un elemento di coerenza?

Le risorse rimaste e che dovremmo spendere, le spenderemo distribuendo prebenda a destra e a manca o le rimoduliamo attraverso un'impostazione che ci consenta di innestare anche i nuovi POR 2021/2027? E come le facciamo interagire anche con gli eventuali progetti del PNRR e con gli altri strumenti che ci sono?

Per concludere, presidente Occhiuto, poiché la Regione Calabria è stata governata sicuramente da governi di centro destra e da governi di centro sinistra e, purtroppo, ci troviamo oggi in questa condizione con questi dati, se vogliamo anche introdurre un elemento di svolta e di cambiamento, dobbiamo agire su alcuni elementi, in particolare sul rafforzamento amministrativo, che è un punto imprescindibile, secondo me. Tra l'altro, finalmente, con la nuova programmazione si sono riusciti ad ottenere dei risultati encomiabili da questo punto di vista perché, mentre prima il rafforzamento amministrativo era previsto esclusivamente per l’ambito regionale, con il nuovo POR, oggi, si possono potenziare e rafforzare tutti gli Enti che interagiscono nel finanziamento previsto e, quindi, anche gli Enti locali.

Quindi, se puntiamo a tre o quattro obiettivi: rafforzamento amministrativo, allargamento della base produttiva, miglioramento dei servizi e la possibilità di offrire – tra l'altro, interagendo anche con la nuova legge che volete approvare sulle politiche attive del lavoro – un Piano del lavoro di qualità, sono fiducioso e convinto che, per la prima volta in Calabria, si potranno utilizzare, come avviene nella stragrande maggioranza delle Regioni, queste risorse con una capacità di sistema, con una programmazione adeguata e, soprattutto, con una visione strategica che deve far uscire la Calabria anche dalla stessa visione regionalistica.

Le risorse dei Fondi comunitari non devono avere un utilizzo solo nei confini della regione, ma agiamo nel più grande mercato unico del mondo e, quindi, dobbiamo guardare all'Europa e al Mediterraneo.

Mi appello al presidente Occhiuto, a questa sensibilità politica, culturale e istituzionale che è quella di dire di provare ad utilizzare le risorse con questo approccio, in maniera coerente con gli altri strumenti in maniera tale che, per davvero, questa volta la Calabria potrà dire, non soltanto di aver realizzato il target di spesa, ma anche di aver determinato concrete ricadute occupazionali, sociali e produttive che possono realmente migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti quanti i calabresi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Dopo gli interventi che mi hanno preceduto, non intendo appesantire ulteriormente la discussione con dati, numeri e indicazioni sociali: è già stato fatto. Dobbiamo, però, dare un significato politico a questa discussione, altrimenti rischia di ricadere nel gioco delle parti.

Se la minoranza ha chiesto, in maniera unitaria, di discutere della programmazione comunitaria c'è un significato politico e cioè che siamo molto preoccupati che i ritardi della vecchia programmazione –sono dei ritardi evidenti e di cui i numeri oggi parlano chiaramente – possano riguardare anche la nuova e tutto quello che questa Legislatura sta cercando di mettere in campo.

Una delle prime domande che feci – vedo tra il pubblico il dirigente del Dipartimento programmazione comunitaria, Nicolai – quando abbiamo avviato la discussione sulla nuova programmazione, è stata molto precisa è cioè ho chiesto in cosa differisce la nuova programmazione rispetto al passato e dove pensiamo di trovare gli strumenti per colmare tutti i ritardi e le lacune che finora sono emerse.

Questo è il cuore centrale della discussione, altrimenti, rischiamo di ripetere il solito discorso di un dibattito sull'avanzamento della spesa senza capire che, in realtà, la discussione non parla al passato, non parla del 2014-2020, ma parla al futuro, ai fondi del PNRR e alla nuova programmazione.

Oggi, intendo intervenire per esprimere una preoccupazione sulla nuova programmazione comunitaria e sul fatto che abbiamo evidenziato tutti i limiti di quello che la programmazione comunitaria non ha realizzato in questi anni nelle regioni del meridione e, in particolare, in Calabria, perché non basta oggi fare un discorso sull'avanzamento della spesa.

A me non interessa sapere che abbiamo speso il 50 o il 60 per cento delle risorse e fare la gara tra Regioni. A me interesserebbe capire se quell’avanzamento della spesa ha avuto una ricaduta nella qualità degli investimenti, sul moltiplicatore della ricchezza che gli investimenti pubblici devono realizzare. Un dibattito così complesso, che può aprire davvero tanti spunti di riflessione, – così come li hanno aperti gli interventi dei miei colleghi – non può essere però banalizzato in una discussione che finisce qui.

Avevamo chiesto due cose: una era quella di ragionare sull’istituzione di una Commissione apposita che potesse monitorare, essere da stimolo e vigilare sull'andamento della nuova programmazione comunitaria. Perché lo abbiamo chiesto? Perché la politica si deve riappropriare di un ruolo di stimolo, di riflessione, di analisi e anche di controllo.

Questo può fare l'opposizione e, molto probabilmente, gli strumenti oggi a nostra disposizione non sono sufficienti per realizzare questo obiettivo.

Un dibattito oggi non può, pertanto, esaurire la nostra preoccupazione.

Qual è la nostra preoccupazione? Intanto, partiamo dal dato del quale hanno parlato tutti e cioè che la programmazione comunitaria rischia di non avere una visione d'insieme e di prospettiva; è un dibattito che non riguarda soltanto la Calabria, ma tutte le Regioni del Meridione.

Qualche giorno fa, a Sorrento, si è tenuto un forum al quale hanno partecipato i Governatori delle regioni meridionali. Ho seguito con attenzione quel dibattito perché è collegato a quello di cui stiamo discutendo oggi e cioè, se non si ha una visione del Mezzogiorno e del ruolo della Calabria, la programmazione comunitaria non servirà a nulla. Non servirà a nulla perché la parcellizzazione e la frammentazione degli interventi, l'ansia della rendicontazione della spesa, ci porteranno su un'altra strada, su una strada ragionieristica che non ha nulla a che fare con il cambiamento delle condizioni di vita dei calabresi.

Intanto, cominciamo a mettere dei punti fermi e su questo chiederei uno stimolo. Innanzitutto, non è vero che la programmazione comunitaria può bastare alla Calabria perché, accanto alle risorse comunitarie, è mancata l'addizionalità della spesa ordinaria dello Stato.

Centriamo e focalizziamo questo obiettivo: le spese e gli investimenti comunitari devono essere aggiunti ai fondi dello Stato di sviluppo e coesione, che in questi anni sono mancati. A cosa ha portato la complementarità tra risorse europee, politiche ordinarie e interventi dello Stato nel Mezzogiorno d'Italia? Ha portato a sostituire gli interventi delle politiche comunitarie su azioni che dovevano essere colmate dalle politiche ordinarie dello Stato.

Abbiamo usato i fondi comunitari per fare piazze e strade, quando in realtà questi dovevano avere una visione di sviluppo e non possono essere sostitutivi delle risorse che lo Stato deve investire per la coesione e per eliminare le differenze tra le regioni del Paese.

In questi anni, le disuguaglianze sono aumentate. Lo diceva prima la consigliere Bruni che ha citato la trappola dello sviluppo: per più di 15 anni se le Regioni non riescono a cambiare la loro condizione, rimangono intrappolate nella logica dello sviluppo e la Calabria è una di quelle. Non ha cambiato la sua condizione, non ha migliorato il suo prodotto interno lordo, tutti gli indicatori dimostrano che le politiche comunitarie su questo territorio hanno fallito e rischiano di fallire nuovamente, perché, lo dico con molta chiarezza, non basta che il presidente Occhiuto indichi la Calabria come centro e porta sul Mediterraneo. Dobbiamo, però, avere la concretezza che quelle dichiarazioni di intenti abbiano, poi, una ricaduta concreta nella visione strategica che la programmazione comunitaria, e non solo, deve realizzare. Invece, registriamo il mancato intervento dello Stato, la riduzione dell'80 per cento del Fondo Sociale di Coesione da parte del Governo centrale rispetto alle regioni meridionali. Vogliamo, quindi, parlare di come siano state ridotte le risorse al Mezzogiorno del Paese e di come lo Stato, che doveva aggiungersi alle risorse comunitarie, in realtà, si è ritirato e ha lasciato esclusivamente alla programmazione comunitaria, con tutti i suoi limiti, il compito di combattere le disuguaglianze di questo Paese? Questa è la discussione che dobbiamo affrontare! La discussione che dobbiamo affrontare è su come cambiamo la nuova programmazione e su come “il nuovo” che voi volete mettere in campo possa essere diverso dal film già visto.

Ecco, mi sarei aspettato di ascoltare questo nella relazione dell'assessore al ramo. Ovviamente non mi aspetto e non ho il compito di dover dire se è stato speso poco o tanto. Il problema non è di questa amministrazione o limitato a questi anni, sebbene dicesse qualcuno, prima, che i bandi ancora li stiamo aspettando. Però quell'elemento di innovazione e di cambiamento dov'è? La capacità amministrativa dei Comuni, il rafforzamento dei Comuni, degli Enti locali in genere, nella capacità di mettere a terra i progetti comunitari la abbiamo? Individuiamo questa capacità? Siamo in grado di pensare con 200 Comuni in dissesto, come quelli calabresi, di centrare la sfida dello sviluppo con la programmazione del PNRR e del nuovo POR? Non ci credo. Non vedo un cambiamento da questo punto di vista! L'assistenza tecnica ai Comuni dove cambierà? Allora, vorrei intravedere dei segnali di cambiamento, vorrei vedere una visione diversa, non una parcellizzazione della spesa. Vorrei capire che, rispetto al passato, c'è davvero qualcosa di differente.

A mio avviso la pagina rimane la stessa, se non siamo davvero in grado di dare concretezza ad una visione strategica che la Calabria deve avere. Ribadisco che l'idea non era peregrina: se questo Consiglio regionale vuole avere una funzione, certamente non può disegnare la programmazione, saranno altri che la disegneranno, ma se vuole aggiungere qualcosa di originale al dibattito, se vuole dare un contributo, se vuole riuscire davvero a entrare nel merito delle questioni, deve avere gli strumenti per poterlo fare. Si può chiamare Commissione, si può chiamare organismo tecnico, ma la politica non può discutere di programmazione comunitaria solo una volta ogni cinque anni. Non possiamo dimenticare questo tema e pensare che, poiché l'opposizione ha chiesto questo dibattito, di uscire oggi da qui contenti perché abbiamo assolto il nostro compito.

No! Non abbiamo assolto il nostro compito! Il nostro compito sarà veramente realizzato se seguiremo l'iter e il controllo vero della nuova programmazione, se avremo gli strumenti tecnici e normativi per poter eseguire, in maniera pedissequa, quello che questa maggioranza vuole avere, nel rispetto del ruolo e delle diversità, cosa che, ovviamente, la Commissione di vigilanza non è in grado, oggi, di potere fare. Per l'importanza strategica del dibattito sulla programmazione comunitaria e sul PNRR abbiamo bisogno, come opposizione, di strumenti che ci consentano di monitorare, controllare e di essere anche da pungolo a questa maggioranza, perché il nostro compito deve essere questo. Poi i cittadini giudicheranno a tempo debito. Grazie, Presidente.

 

Presidenza del segretario questore Salvatore Cirillo

PRESIDENTE

Grazie, collega Lo Schiavo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Grazie all'assessore Minenna per aver voluto esporre il suo intervento, anche se - mi lasci dire - in maniera molto sintetica e timida. Dal suo intervento viene fuori tutta la difficoltà nel giustificare a quest'Aula i ritardi accumulati nella programmazione di questi fondi e la difficoltà deriva anche dal fatto che lei è da pochi mesi assessore al ramo. Dopo un anno e mezzo abbiamo avuto, su questa delega, prima il Presidente, poi la Vicepresidente e, oggi, l'assessore Minenna; quindi, capiamo le sue difficoltà perché ancora, magari, non ha conosciuto profondamente l'organizzazione e i ritardi accumulati. Si è calato da poco in questa materia e comprendiamo la sua esposizione sintetica, che ha toccato punti importanti ma, credo, poco rilevanti alla soluzione della problematica.

Vorrei dire, innanzitutto che non avremmo mai voluto, come minoranza, chiedere una seduta di Consiglio straordinario sui fondi POR, perché questo significa, ancora una volta, registrare il fallimento della governance sui fondi comunitari, che rappresenta un problema antico, non di oggi. Credo, però, che il ruolo della minoranza, caro presidente Occhiuto, sia quello di stimolare il dibattito, di chiedere un confronto, di evidenziare gli eventuali ritardi, le eventuali responsabilità, perché, poi, su questo si può costruire il futuro di cui parlava, poco fa, il collega Lo Schiavo e a cui facevano riferimento i colleghi del mio gruppo che mi hanno preceduto, Alecci e Bruni.

Se non si ha un quadro d'insieme, se non si ha la capacità di leggere gli errori, credo che diventi difficile pensare ad una programmazione diversa che abbia le giuste ricadute sul tessuto socioeconomico calabrese.

Vorrei ricordare a tutti che i fondi POR non sono fondi dati a caso, ma sono quei fondi che la Comunità europea destina ad ogni Regione in difficoltà, fragile, per migliorare gli indici, gli indicatori fondamentali, per ridare valvola, vigore all'economia e alla società, in questo caso calabrese. Il primo dato, quindi, che dobbiamo evidenziare - lo dico ai colleghi che hanno usato, forse, termini buonisti o poco consoni al dibattito di una opposizione - è il fallimento di questa governance, negli ultimi quattro anni di governo del centrodestra in Calabria. Non siamo a un anno e mezzo del governo Occhiuto, ma siamo a quattro anni di governo del centrodestra in Calabria, ovvero della gran parte, quindi, della gestione avuta in mano dal governo di centrodestra, ieri presieduto dalla compianta Jole Santelli, oggi presieduto dal presidente Occhiuto.

Questa è l'occasione per dire la verità ai calabresi: anche questa volta c'è stato un fallimento! Un fallimento che deriva - diceva bene il collega Mammoliti - anche dalla capacità amministrativa, dalla governance dei processi, perché se abbiamo la stessa governance, caro presidente Occhiuto, che ha fallito la vecchia programmazione e che, oggi, ancora guida questi processi, vuol dire che un limite c'è. Oppure non si ha la capacità, caro presidente Occhiuto, di innovare, di innestare nuove figure, di aiutare, di supportare chi, oggi, magari, da solo, gestisce questo settore. Oppure, ancora, vuol dire che siamo ciechi, che non vediamo le difficoltà che la politica deve risolvere e da dove esse derivino.

Se non partiamo da questi dati, caro collega Lo Schiavo, altro che domani, altro che dopodomani, altro che futuro, saremo sempre punto e a capo.

Non è una discussione che facciamo solo oggi in quest'Aula: è una discussione che ripetiamo come se fosse un rewind. Ogni cinque anni veniamo qua e diciamo: “Abbiamo fallito sui POR. Dove abbiamo sbagliato? Boh.”

Allora qui le responsabilità possono essere due: o è la politica incapace o lo è la burocrazia. Dobbiamo sciogliere questo nodo se vogliamo andare a domani o dopodomani, altrimenti significa che crediamo che ci siano sempre gli uomini validi per tutte le stagioni.

Non credo che sia questo il problema, caro presidente Occhiuto, credo che sia solo il primo dato da evidenziare, così come dico all'assessore Minenna che non serve scaricare le responsabilità sul ministro Fitto dicendo che siamo bloccati perché lui ha bloccato l'iter procedurale e la partenza dei processi. Sarei ancora più preoccupato per il documento che ha firmato ieri il ministro Fitto, caro assessore Minenna, in cui dice che il 36 per cento del POR è stato speso in Italia. Questo è un grido d'allarme che evidenzierei al presidente Occhiuto per i rapporti che ha col Ministro Fitto, non vorrei che questo dato che emerge, che è un dato grave, porti a spostare risorse dalla Calabria o dal Mezzogiorno in altre parti del Paese.

Pongo questo problema in quest'Aula perché vedo questo rischio. Ci sono ritardi, qualcuno oggi ha difficoltà a trovare le risorse per dare risposte al Paese e basta leggere gli appelli fatti in questi mesi dal sindaco Sala del centrosinistra, dal Presidente della Lombardia, Fontana, dal Presidente della Liguria, Toti, per capire il rischio che corriamo anche su questo aspetto. Questo dato lo porrei all'attenzione del presidente Occhiuto che è molto attento alle dinamiche nazionali, alle difficoltà che ci sono a livello nazionale circa il reperimento delle risorse necessarie per coprire eventuali deficit.

Alcuni dati sono stati ricordati anche dai colleghi che mi hanno preceduto. Non basta, caro presidente Occhiuto e caro assessore Minenna, parlare solo della spesa, ma bisogna parlare dei progetti, dei POR nativi. Cosa era previsto nei POR e cosa è stato, poi, tolto nella loro realizzazione? Vorrei ricordare solo due o tre cose fondamentali per capire dove sbagliamo e dove andiamo a parare. Parliamo dei trasporti: abbiamo tolto dai POR la metro leggera di Cosenza, abbiamo tolto dai POR l'intermodalità dall'aeroporto alla stazione ferroviaria di Lamezia Terme, da Germaneto a Catanzaro Lido, abbiamo tolto dai POR altre cose importanti che riguardano il futuro e la crescita economica del Paese, perché, forse, abbiamo commesso errori di valutazione. Non so se sia stata la politica o chi altri a commettere questi errori. La strategia delle aree interne è risultata completamente fallimentare e conosciamo tutti l'importanza che hanno le aree interne, le nostre comunità. Quando succedono alcune disgrazie, alcuni eventi, tutti ci riempiamo la bocca parlando delle aree interne, della loro fragilità, delle loro debolezze, sulla necessità di potenziare gli interventi, gli investimenti e quant'altro. Poi, guarda caso, questa strategia sulle aree interne è completamente fallita. Questo è un interrogativo che dobbiamo porci, non per parlare di ieri, ma per capire come finanziare il nuovo POR 2021/2027, perché è quella la scommessa. Spesso parliamo, in quest’Aula, di collegare bene le aree interne con la banda larga e vorrei ricordare, presidente Occhiuto, che erano degli obiettivi che si era prefissato il POR 2014-2020 che ha, invece, segnato dei passi indietro spaventosi, se è vero, come è vero, che solo in 4 abitazioni su 100 in Calabria è stato raggiunto quello standard oggi previsto dai dati nazionali che è di 300 MB per secondo.

Se mettiamo insieme la mobilità, l'innovazione e la tecnologia capiamo che sono questi i veri fallimenti dell'azione, della concretezza, della fattibilità, del potere che abbiamo, considerato che, oggi, stiamo per dire che, ancora una volta, abbiamo fallito. Abbiamo fallito perché è da trent'anni che ripetiamo questo ritornello, quindi, non è solo colpa di questa Giunta regionale, ma c'è un qualcosa che non funziona nei meccanismi che mettiamo in campo ogni sette anni, per poi piangerci addosso sugli errori commessi, sulla questione dei progetti sponda e altre cose. Sono tutte cose che non portano a nessuna azione fattiva, concreta, effettiva, riguardo la possibilità di migliorare gli indicatori fondamentali per lo sviluppo della nostra regione.

Vorrei anche dire - capisco che, forse, non si può dire, lo possiamo vedere noi, ma non potete dirlo voi - che va sempre così. Sarebbe negativo, per il ruolo che si ricopre, dire “è sempre così”. Possiamo dirlo noi dell'opposizione, ma dirlo voi non è, secondo me, una cosa sensata e giusta.

Non so chi ha visto gli ultimi dati pubblicati dalla Direzione generale delle Politiche regionali della Unione europea dove, nella mappa delle competitività tra le Regioni, viene fuori che, nel triennio di questo Governo regionale di centrodestra, la Calabria è crollata nell'indice di competitività e attrattività. La Calabria, con un indice pari a 58,9, si trova al 220º posto tra le regioni, nella classifica stilata dalla UE.

Questi sono i dati, caro presidente Occhiuto, su cui inviterei a riflettere bene, perché è inutile attivare forme di comunicazioni avanzate o realizzare piste di ghiaccio fatte a Milano per fare diventare attiva la Calabria se i dati degli ultimi tre anni confermano questo crollo dell'indice di competitività, che dipende dalla qualità della spesa dei fondi POR, non dipende da altri elementi, se non da questo principale elemento.

Ecco vorrei sottoporre queste considerazioni a quest'Aula, non voglio parlare del futuro, mi auguro che il presidente Occhiuto e questa Giunta di centrodestra comprenda la nostra disponibilità a discutere, a confrontarci, ad essere partecipi di un processo di crescita della Calabria. Non dobbiamo, però, essere noi ad elemosinare, caro collega Lo Schiavo, deve essere l’attuale maggioranza che deve capire che c'è un'opposizione, una minoranza che vuole essere propositiva nell'aiutare i processi, nel condividere l’idea di una visione della società calabrese, una visione che concentra su pochi obiettivi le risorse che abbiamo a disposizione.

Se non teniamo insieme questo e non teniamo insieme al POR anche il PNRR, rischiamo di drenare altre risorse umane e di altro genere sul raggiungimento degli obiettivi, considerato che sono tante le sfide che abbiamo davanti.

Così come lo studio - caro presidente Occhiuto, lei è molto attento - effettuato dagli uffici del Senato per quanto riguarda i rischi che corriamo sul PNRR sarebbe occasione per confrontarci in quest'Aula, se ce lo concederete. Non ci sono state richieste, ma su vostra iniziativa saremo pronti a confrontarci sul PNRR, anche se qualcuno dice che non è competenza delle Regioni. Il presidente Mancuso mi ha detto: “Non metto all'ordine del giorno il PNRR perché non è di competenza della Regione.” Capiamo, certo, ma davanti ad un Governo nazionale cieco che ha già fallito tanti obbiettivi sul raggiungimento del PNRR, perché non dovremmo occuparcene e capire i ritardi, stimolando il Governo nazionale a dirci cosa non va rispetto a quello che ci aspettiamo? Queste sono le sfide che oggi lanciamo e che siamo pronti ad accettare perché vogliamo che ci sia un Consiglio regionale che si assuma le proprie responsabilità. Come ha detto, poco fa, in una intervista il presidente Occhiuto, “rispetto il ruolo del Consiglio, vorremmo che questo Consiglio venisse rispettato, non step su step perché richiesti dalla minoranza, ma step su step per favorire un processo di crescita”.

Credo che questa sia la vera sfida che dobbiamo condividere e siamo pronti ad accettare, quindi auspichiamo che questo Consiglio regionale – ahimè, fino adesso animato solo dalla maggioranza - possa essere da stimolo, da sprono a tutti per aiutare un processo di crescita e per far capire ai calabresi che c'è un Consiglio regionale che vuole migliorare le condizioni socio economiche, che vuole assumersi la responsabilità di fare, di non parcellizzare le somme, ma di concentrare le risorse su poche scelte strategiche per lo sviluppo della Calabria. Se è questa la visione, ci siamo e siamo pronti ad accettarla.

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

PRESIDENTE

Grazie, collega Bevacqua.

Avendo esaurito la discussione, cedo la parola al presidente Occhiuto. Prego.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Mi limiterò a qualche brevissima riflessione, anche perché l'intervento dell'assessore, il professor Minenna, che è stato sintetico ma esaustivo, ha in qualche modo riassunto la posizione del governo regionale in ordine a questa questione che oggi si discute in Consiglio regionale. Per un dovere, appunto, di rispetto nei confronti del Consiglio stesso, però, volevo concludere questo dibattito, se lei me ne dà la possibilità, raccogliendo anche alcune sollecitazioni che sono venute dagli interventi dei consiglieri regionali.

Intanto, con l'occasione, vorrei ringraziare la mia squadra: il professor Minenna, che sta facendo un lavoro straordinario in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi, insieme al dirigente Nicolai e agli altri dirigenti della Regione; la vicepresidente Princi, che si è occupata di questa materia prima dell'ingresso nel governo regionale del professor Minenna. Vorrei, però, tranquillizzare tutti i consiglieri regionali in ordine alla circostanza che, su questa materia, io mi ascrivo tutta la responsabilità delle scelte, perché è una materia troppo importante, troppo decisiva perché il Presidente della Regione non si riconosca la responsabilità di ciò che funziona, di ciò che poteva funzionare meglio, di ciò che deve funzionare ancor meglio.

Andiamo, però, alla cronaca dei fatti, anche perché sulla stampa ho letto molte cose nelle settimane scorse. Noi, come diceva l'assessore Minenna, a fronte di 2 miliardi e mezzo – questo è il valore del POR 2014-2020 – abbiamo oggi un residuo di spesa o di risorse da monitorare che si aggira intorno a 650 milioni. Anche io, come l’assessore Minenna, sono ottimista in ordine al risultato che conseguiremo alla fine di quest'anno, quando ci saranno i dati definitivi, perché in quest'anno e mezzo c'è stata un’importante progressione della spesa e della spesa monitorata e, in questi ultimi mesi, si è generato un modello organizzativo che – credo - produrrà dei risultati molto apprezzabili, con buona pace di chi sembra augurarsi, a volte, che la Calabria continui ad essere l'ultima Regione.

Già oggi, se ci fosse la fotografia della spesa delle diverse Regioni d'Italia, la Calabria non sarebbe l'ultima Regione; la Calabria non sarà l'ultima regione, ma a fine anno si segnalerà per grande capacità di intervento su questa materia.

Non è soltanto un auspicio, è un ottimismo che mi deriva dal fatto che sto personalmente, insieme all’assessore Minenna e ai dirigenti, monitorando, con gli altri direttori generali, l’andamento della spesa.

Quello che è mancato in questa Regione nel corso degli anni, a proposito della spesa comunitaria, è proprio il monitoraggio. Per la verità è mancato il monitoraggio in moltissime altre attività. Qualche volta io scherzo con i miei collaboratori e dico che la differenza tra il Presidente della Regione Calabria - chiunque faccia il Presidente della Regione Calabria - e il Presidente di un'altra Regione del Nord è che il Presidente della Regione del Nord magari fa un paio di briefing con i direttori generali a settimana, dà gli indirizzi di governo insieme agli assessori ed è tranquillo che poi quello che ha stabilito si faccia. Il Presidente della Regione Calabria deve occuparsi personalmente anche dell'attività di monitoraggio, perché senza di esso, atteso il deficit di capacità amministrativa - più volte è stato richiamato, oltre che dai vostri interventi, dalla Commissione Europea - è difficile che si conseguano dei risultati.

Abbiamo cercato di costruire – lo dicevo prima - un modello che sia virtuoso. Vorrei valorizzare un dato che ha dato l'assessore Minenna nella sua relazione introduttiva: abbiamo visto, valutando la spesa monitorata in Regione nel corso degli anni passati, che fatta 100 la spesa, l'85 per cento era costituita da progetti retrospettivi, progetti sponda per così dire, progetti di attività o opere già realizzate che venivano utilizzati per rendicontare spese. Questa circostanza è in sé il fallimento della programmazione, perché significa che, invece di spendere le risorse nella direzione di realizzare gli obiettivi della programmazione, trovi un espediente contabile per rendicontare senza raggiungere quegli obiettivi.

Ecco, io sono orgoglioso perché posso dire che il nostro governo regionale ha invertito questa proporzione: su 100, il 15 per cento riguarda progetti retrospettivi, l'85 per cento è spesa riferita agli obiettivi del POR. Spero che questo modello possa essere praticato nel corso degli anni, anche quando io non ci sarò più, perché mi stancherò di fare il Presidente della Regione, perché gli elettori sceglieranno un altro Presidente della Regione, perché governare significa costruire anche dei modelli organizzativi.

E perdonatemi, però, ha ragione il consigliere Alecci quando dice: “Il tema, oltre a quello della quantità della spesa, è anche quello della qualità della spesa”. Spesso questa spesa non ha prodotto risultati apprezzabili in termini di sviluppo, in termini di lavoro nella nostra regione e ho sentito citare i dati della disoccupazione, altri dati macroeconomici, il numero delle startup. A proposito, oggi, con il ministro Zangrillo, sono stato in quel bellissimo incubatore virtuale, che è un’eccellenza che abbiamo in Calabria, anche in ordine alla capacità di creare startup. Ogni tanto valorizziamo le cose buone che abbiamo in Calabria! Non l'ho fatto io, l'ha fatto un fondo privato, Azimut, ma sono orgoglioso e ne parlo sempre come un grande esempio di eccellenza. Quindi, qualcosa, anche in ordine alle startup, sta cambiando in Calabria. Certo, abbiamo dati macroeconomici che sono negativi.

Attenzione, però, voi avete una responsabilità importante, perché voi rappresentate il gruppo dirigente della Calabria: sedete in questo Consiglio regionale e quindi rappresentate il gruppo dirigente della Calabria. Allora, da voi mi aspetto una profondità di giudizio, di analisi delle questioni che non può essere quella che ho ascoltato in alcuni interventi. Sì, abbiamo dati macroeconomici che son quelli che abbiamo sotto gli occhi, ma davvero pensate che il tasso disoccupazione, questi dati economici possano essere ascritti al governo regionale che è in carica da un anno e mezzo? No! Io mi assumo tutte le responsabilità! La consigliere Bruni diceva: “Risolvere o cercare di risolvere le questioni”. Sì, io sono qui, ho la responsabilità di governo e ho la responsabilità di affrontare e di risolvere anche problemi che non ho generato io, perché questa programmazione, di cui parliamo, è riferita agli anni 2014-2020. Vi potrei fare vedere i dati sulla progressione della spesa nel 2021 e nel 2022, ma anche nel 2020, per rendere evidente come ci sia stato, negli ultimi anni, un incremento della progressione della spesa che in passato non si è registrato. Non è gettare la croce addosso a chi ha governato prima, perché, per carità, sto facendo esperienza di come sia complicato conseguire dei risultati di governo in un contesto amministrativo problematico e complesso. Ci sono stati evidentemente errori di programmazione, ma fare le cose in una regione come la Calabria, con il deficit amministrativo che c'è, non è la stessa cosa che farle altrove.

Chi ha fallito in passato, ha avuto anche delle criticità oggettive. Qualcuno parlava del PNRR. Non questo governo, ma il precedente governo ha fatto una buona cosa sugli asili nido, per esempio, perché ha fatto in modo che i Comuni del sud avessero maggiori finanziamenti, molti di più, addirittura, di quelli che chiedevano i Comuni del sud. Però io sono preoccupato della progressione della spesa sugli asili nido, perché ho notizia del fatto che molti Comuni possono non conseguire gli obiettivi del PNRR, attese le difficoltà di bilancio che hanno e quelle legate alla mancanza di personale amministrativo adeguato.

È un problema che è riferito a questo e a tante altre attività.

Per esempio, se voi andate a guardare i tassi di progressione della spesa del FESR, che generalmente si riferisce alle imprese, vedrete che hanno un tasso di progressione mediamente molto più alto delle misure che, invece, vedono come protagonisti i Comuni. Se guardate i risultati straordinari che abbiamo conseguito, per esempio, in agricoltura, dove siamo una delle prime Regioni per la spesa delle risorse dell’Unione Europea, vi renderete conto che, forse, è dovuto alla vivacità del tessuto produttivo che c’è nel sistema dell’agricoltura in Calabria e al fatto che c’è un’aggregazione, anche attraverso le organizzazioni datoriali, che rende più facile la spesa di queste risorse.

In Calabria, invece, ci sono purtroppo - ci sono da tanto tempo - questioni che riguardano molti Comuni che sono in dissesto, in predissesto, che non hanno personale adeguato. A questi Comuni qualcuno diceva: “Bisognava dare assistenza tecnica!”. L’abbiamo data l'assistenza tecnica, anzi abbiamo mandato degli ispettori che hanno aiutato i Comuni a fare le domande di pagamento, a monitorare ciò che avevano realizzato, perché, addirittura, in molti Comuni avevano fatto spesa e non l'avevano monitorata. Abbiamo mandato l’assistenza tecnica! Per inciso, dico anche che, a volte, abbiamo mandato anche delle risorse per il potenziamento della capacità amministrativa nei Comuni e non sempre i Comuni le hanno spese in maniera da conseguire gli obiettivi che noi ci prefiggevamo, però abbiamo mandato del personale della Regione a verificare queste cose e ad aiutare i Comuni a fare questo monitoraggio.

A proposito del personale della Regione: le cose si realizzano tessendo col filo che si ha.

Quando mi sono insediato, ho chiesto quanti dipendenti avesse la Regione e mi è stato risposto che aveva più o meno 1800 dipendenti. Ho chiesto quanti fossero i dipendenti che stavano nella Cittadella degli uffici regionali, perché lì si realizzano l’85 per cento delle procedure amministrative, e mi è stato risposto che erano circa il 30 per cento, perché gli altri erano tutti quanti nelle sedi periferiche. Ho fatto una cosa anche impopolare: ho scritto a tutti i direttori generali, bloccando tutti i trasferimenti presso le sedi periferiche.

Ecco qui c’è una responsabilità della politica, perché chi in passato ha fatto in modo che l’apparato burocratico della Regione non fosse orientato allo svolgimento delle procedure amministrative – e noi, l’assessore Pietropaolo lo sa, abbiamo una difficoltà incredibile a trovare dei RUP – ha sbagliato e questi errori noi non li abbiamo riproposti, anzi abbiamo cercato di evitarli. È vero quello che dice il consigliere Lo Schiavo: il tema qui è capire se i vizi del passato, che hanno reso inefficace la programmazione del passato, possono riverberarsi nel futuro. No! Noi abbiamo cercato di costruire un metodo che darà modo, anche a chi verrà dopo di noi, di poter spendere in maniera più efficace le risorse della programmazione europea.

Questo è, secondo me, un importante cambio di passo che abbiamo fatto, guardando a quello che deve essere il fulcro con cui realizzare gli obiettivi amministrativi: la gestione del personale amministrativo della Regione.

Il consigliere Tavernise diceva: “La Calabria che l'Italia non si aspetta”. Ecco, per esempio, la Calabria che l’Italia non si aspetta noi l'abbiamo realizzata su questo. Quando mai i concorsi in Regione sono stati delegati, invece che a funzionari regionali nelle Commissioni, al Formez? Quando mai le Commissioni, nelle prove di esame dei concorsi, sono state costituite dalla Guardia di finanza? Quando mai è stato fatto un concorso in Regione che non ha generato polemiche in ordine a compromissioni clientelari?

Ecco, noi abbiamo fatto più concorsi che in passato e non ho letto una sola polemica. Nessuno ha potuto dire che le procedure dei concorsi erano tali per cui poteva essere scelto qualcuno per rapporti amicali o parentali con qualche potente di turno e non per i meriti.

Questo credo sia un importante cambio di passo che, in qualche modo, dimostra che c'è una Calabria che non ci si aspetta. Poi, certo, c’è chi si sceglie collaboratori secondo altri criteri, ma noi i collaboratori della Regione li abbiamo scelti guardando semplicemente al merito. È importante questo, proprio per conseguire gli obiettivi di governo, anche per spendere bene le risorse della programmazione comunitaria.

Cerco di rispondere a qualche sollecitazione che ho ricevuto durante il dibattito.

Questa sul rafforzamento amministrativo l’ho colta perché, secondo me, è cruciale. Ha fatto bene il consigliere Mammoliti a porre la questione.

Vorrei anche chiarire che non c'è stato nessun intento polemico da parte mia o dell'assessore Minenna nei confronti del ministro Fitto.

Qualcuno diceva – mi pare fosse il consigliere Bevacqua –: “Si è scaricata la responsabilità sul ministro Fitto!”. No. Io non l'ho fatto, ma altri Presidenti delle Regioni del Sud l’hanno fatto, nel senso che altri Presidenti hanno lamentato che ci fosse un blocco delle Regioni, perché il ministro Fitto non aveva ancora riprogrammato queste risorse con le Regioni.

Perché che è successo? È successo che, poiché c’è un problema gigantesco in ordine alla quantità e alla qualità della spesa in questo Paese, il Governo, giustamente, ha voluto concentrare in un unico Ministero tutta l'attività legata a valutare quali potessero essere questi problemi strutturali e l’ha affidata nelle mani di un Ministro esperto come Fitto, che ha fatto anche il Presidente della Regione. È una buona cosa.

È chiaro che c’è sempre il rovescio della medaglia, nel senso che mentre si valuta come affrontare questo nuovo contesto, noi cofinanziamo il nuovo POR - non solo noi in Calabria, ma tutte le regioni - con le risorse dell’FSC e queste risorse dell’FSC per cofinanziare il nuovo POR il Governo non le ha date né a noi né alle altre Regioni. E’, però, un danno collaterale generato da un atteggiamento virtuoso che il Governo ha voluto assumere per evitare contrapposizioni fra più strumenti di programmazione, tra il PNRR, l’FSC, tra questi strumenti e i programmi operativi regionali. Nessuno ha voluto scaricare. Abbiamo semplicemente detto che questa circostanza era presente in tutte le Regioni.

Io vedrò il ministro Fitto nei prossimi giorni, giovedì, e credo che quella possa essere l'occasione anche per mettere a terra delle iniziative per riprogrammare le risorse non spese della vecchia programmazione – mi riferisco all'FSC – ma anche per ragionare su quelle che sono le destinazioni strategiche.

A proposito, appena mi sono insediato, ho denunciato che c'erano un miliardo di euro di risorse FSC non spese negli anni passati. Abbiamo mandato i nostri tecnici nei Comuni a verificare quante domande di pagamento si potessero fare. Vi do una rassicurazione: sono convinto che, alla fine di quest'anno, la Calabria dimostrerà di essere una Regione efficiente sia sulla spesa del FSC sia sulla spesa del Programma operativo regionale.

Eppure, molte delle attività previste dagli strumenti di programmazione del FSC e del POR, non sono attività che abbiamo immaginato noi. Il consigliere Bevacqua ha detto: “Ah, avete tolto dal POR questo e quest’altro…”. Certo, abbiamo tolto dal POR interventi che non sarebbero stati messi a terra e che – questi, sì - avrebbero fatto perdere importanti risorse alla Calabria.

La responsabilità di chi governa è fare delle scelte, anche impopolari. Quando si toglie un intervento atteso da una comunità non è popolare, ma qui c'è un governo regionale che fa le cose giuste anche quando sono impopolari e ce ne assumiamo tutta la responsabilità.

Per cui, attraverso il Consiglio regionale, vorrei tranquillizzare la Calabria, che questo Consiglio regionale rappresenta, sulla circostanza che ho fondate ragioni per essere ottimista e per ritenere che, a fine anno, ci saranno risultati apprezzabili per la Calabria, che non sarà l'ultima e nemmeno fra le ultime Regioni d'Italia sulla rendicontazione delle risorse del POR. Questo benché i problemi dei quali stiamo discutendo siano problemi che questo governo regionale non ha generato, ma ha ereditato.

Mi auguro che il Presidente del Consiglio, i capigruppo, vogliano convocare poi a gennaio, a febbraio, quando avremo i dati, una seduta di Consiglio regionale e mi auguro anche che ci sia qualcuno dell'opposizione che dica: “È vero, questo governo regionale ha affrontato problemi riferiti a una programmazione che non era sua, si è partiti da cifre enormi che giustificavano grande preoccupazione, ma ha risolto i problemi.”

Problemi che ha generato chi ha governato prima e non per responsabilità di chi ha governato - l'ho detto chiaramente -, ma per dati strutturali che, però, bisogna avere il coraggio di aggredire in maniera strutturale: intervenire sulla capacità amministrativa, sulla selezione del personale amministrativo della Regione, sul rapporto con i Comuni senza guardare alle convenienze elettorali, ma guardando, invece, a quello che è giusto.

Questo significa governare e questo significa governare in maniera diversa rispetto al passato. Speriamo di farcela.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.

Proposta di legge numero 154/12^ di iniziativa del consigliere G. Crinò recante: “Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)”

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: proposta di legge numero 154/12^ di iniziativa del consigliere G. Crinò recante: “Modifiche alla legge regionale 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)”. Prego.

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri), relatore

Grazie, Presidente. La presente proposta di legge, strutturata in 3 articoli, ha l'obiettivo di offrire strumenti di semplificazione e chiarezza relativamente al riparto dei contributi finanziari dell'Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili, previsti allo scopo di favorire il potenziamento dell’attività socioassistenziale in favore dei mutilati e invalidi civili e dei mutilati e invalidi del lavoro residenti nell’ambito della Regione Calabria.

Nello specifico all’articolo 2, comma 1, è previsto che la somma annualmente stanziata in bilancio per la concessione dei contributi alle Associazioni, viene ripartita, con provvedimento della Giunta regionale, tra le cinque sedi provinciali calabresi dell'Associazione nazionale dei mutilati e invalidi civili e dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro in funzione:

1) al numero degli invalidi, dei quali, per legge hanno la rappresentanza e la tutela;

2) all’attività socioassistenziale da svolgere, nel corso dell'esercizio finanziario, per il perseguimento dei fini istituzionali;

3) in proporzione al numero dei disabili iscritti alle associazioni di appartenenza sul territorio provinciale di pertinenza.

I parametri di riparto risultano di non chiara applicazione. La norma è stata oggetto di interpretazioni non univoche in fase di attuazione da parte degli uffici della Giunta regionale, deputati all’esecuzione, non essendo indicato il peso specifico di ciascun parametro.

Con il provvedimento normativo, si intende procedere ad una chiara identificazione del peso specifico di ciascun parametro, al fine di uniformare e semplificare la ripartizione dei contributi destinati alle associazioni.

La presente legge contiene, all'articolo 2, la clausola di invarianza finanziaria. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Crinò. Ha chiesto d’intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Questa proposta legislativa del collega Crinò è sicuramente meritoria. L'abbiamo discussa in Commissione in maniera abbastanza piena, anche con tutta una serie di audizioni, e io sono qui a esprimere, anticipandolo anche, il voto favorevole del PD.

Fermo restando che vorrei sottolineare che, secondo noi, ci sono alcuni aspetti di criticità che possono comunque essere corretti nel prosieguo e nell’applicazione della legge, perché questa legge calibra gli emolumenti sulla base della numerosità degli iscritti. Questo, secondo noi, può essere corretto, ma non è tutto, perché bisognerà calibrarla sull’attività che comunque le associazioni fanno. Per controllare queste attività è necessario un regolamento, collega Crinò, che dovrà essere messo assolutamente in piedi, in maniera tale che ci siano delle valutazioni oggettive di quello che poi le associazioni sviluppano.

Dunque, credo che sia fondamentale che il Dipartimento, una volta approvata la legge, crei questa modalità di controllo e chieda la rendicontazione delle spese alle associazioni.

L'altra cosa che vorrei sottolineare e che ritengo fondamentale è l'audizione fatta dal Presidente dell’ANMIL - credo che la ricordiamo tutti - che ha sottolineato come dal 2017 l’ANMIL - è l'associazione con maggiore numerosità di iscritti - non riceve più finanziamenti perché la Regione Calabria ha bloccato l'erogazione in quanto è nata un'altra associazione - è esattamente un patronato - che si chiama nella stessa maniera e, pur essendo completamente diversa rispetto all'associazione ANMIL - ne porta solamente lo stesso nome -, questo ha creato tutta una serie di confusioni incredibili.

Mi auguro che questa situazione possa essere sbloccata, perché la più grossa associazione nazionale di mutilati e invalidi rischia di continuare a non avere più i finanziamenti, pur avendo una legge approvata. Vi ricordo, infatti, che ANMIL si occupa di 45.000 invalidi sul lavoro e ha 28.000 iscritti. Quindi, il mio è un ulteriore appello - del resto l’ho già fatto in Commissione - acché la Regione Calabria chiarisca la posizione nei confronti del contenzioso che è nato e possa affrontare e risolvere definitivamente questa situazione.

In ogni caso, a nome del PD, esprimiamo una votazione favorevole.

PRESIDENTE

Grazie, non ci sono interventi.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 180/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, P. Molinaro, P. Caputo, M. Comito, G. Neri, recante: "Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986, n. 28/1986, n. 7/1996, n.19/2002, n. 15/2006, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 180/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, P. Molinaro, P. Caputo, M. Comito, G. Neri, recante: "Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986, n. 28/1986, n. 7/1996, n.19/2002, n. 15/2006, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative”. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Vorrei annunciare, come minoranza, che abbandoniamo l’Aula, perché non condividiamo questo metodo - ormai è diventata abitudine di questa maggioranza - di portare in Aula, con cadenza quasi mensile, un decreto “omnibus” che contiene di tutto e di più. Riteniamo che alcuni provvedimenti - è stato già così negli “omnibus” precedenti ed è così in quello attuale – richiedano un dibattito serio nelle Commissioni, un coinvolgimento della società civile e una partecipazione democratica, adeguate ai provvedimenti che inserite all’ordine del giorno. Quindi, non condividendo più questo metodo, la minoranza abbandona l'Aula.

PRESIDENTE

Collega Bevacqua, le rispondo. Abbiamo concordato l’ordine del giorno in Conferenza dei capigruppo, l'abbiamo esaminato in prima Commissione, come dice il Regolamento. Quando governavate voi, portavate i provvedimenti direttamente in Aula. Più di questo! Poi, se lei vuole dettare l'ordine dei lavori, me lo dice che le cedo il mio posto, non ci sono problemi. Grazie.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

No, mi sembra che in Commissione…

PRESIDENTE

Ho capito quello che ha detto. Va bene, ce ne faremo una ragione.

 

(I consiglieri di minoranza abbandonano l’Aula)

 

Cedo la parola al collega Molinaro per illustrare il provvedimento. Prego.

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini), relatore

Grazie, Presidente. Buonasera ai colleghi, al Presidente della Giunta, agli Assessori presenti in Aula.

La proposta di legge 180/12^ prevede interventi normativi su diverse leggi regionali e mira a intervenire in modo puntuale su diverse tematiche, al fine di migliorare il sistema legislativo regionale.

L'articolo 1 ha a oggetto il trattamento di fine servizio del personale regionale, previsto dall'articolo 1 della legge regionale numero 19 del 1986, e fornisce l'interpretazione autentica del comma 3 dello stesso articolo 1 che si è resa necessaria per ovviare a una situazione di grave incertezza provocata dalla formulazione. Con l'interpretazione autentica si chiarisce che il trattamento di fine servizio del personale regionale spetta solo al dipendente regionale che, pur avendo svolto attività lavorativa presso altro Ente, si trovi all'atto della pensione nei ruoli della Regione e abbia prestato almeno un anno di servizio presso la stessa.

L'articolo 2 ha a oggetto la redistribuzione interna del budget previsto per il pagamento del trattamento economico dei componenti delle strutture speciali della Giunta entro il limite del trattamento spettante ai dirigenti di Settore della Giunta regionale e non determina ulteriori oneri a carico del bilancio regionale. La norma proposta consente al titolare della struttura speciale di nominare un numero inferiore di componenti della propria struttura speciale e di destinare il trattamento economico relativo ai componenti non nominati al segretario particolare o al responsabile amministrativo, al fine di reperire professionalità di maggior rilievo.

L'articolo 3 ha a oggetto l’autorizzazione paesaggistica prevista all'articolo 146 del decreto legislativo numero 42 del 2004 “Codice dei beni culturali e del paesaggio” necessario per eseguire lavori su immobili ed aree di interesse paesaggistico. Con la norma proposta si modifica il comma 3 dell'articolo 61 dalla legge regionale 19 del 2002, nel senso di estendere la delega al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica oltre che alle Province anche agli Enti parco regionali, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte nel territorio dell'Aree protette. In tal modo si persegue l’obiettivo della semplificazione amministrativa e della velocizzazione dei procedimenti.

L'articolo 4 ha a oggetto il procedimento di fusione di Comuni previsto all'articolo 5 della legge regionale numero 15 del 2006. La nuova norma modifica il comma 3 dell'articolo 5, rimuovendo l'ambiguità connessa all'attuale formulazione e prevedendo lo svolgimento di un referendum consultivo nel procedimento di fusione tra Comuni. Per effetto della nuova norma, proposta con l'articolo 4, la normativa regionale risulta coerente con il dettato della Costituzione che, al comma 2 dell'articolo 133, dispone: “la Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni, modificare le loro circoscrizioni e denominazioni”. Inoltre, la modifica proposta è coerente con l'articolo 15 del Testo unico degli Enti locali che prevede: “A norma degli articoli 117 e 133 della Costituzione, le Regioni possono modificare le circoscrizioni territoriali dei Comuni, sentite le popolazioni interessate nelle forme previste dalla legge regionale”. Infine, con la modifica proposta, il comma 3 dell'articolo 5 diventa coerente con l'articolo 40 della legge regionale numero 13 del 1983 “Norme di attuazione dello Statuto per l'iniziativa legislativa popolare e per il referendum”. Il predetto articolo 40 prevede, infatti, che il Consiglio regionale, prima di procedere all'approvazione di ogni proposta di legge che comporta l’istituzione dei nuovi Comuni ovvero mutamenti delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali, delibera l’effettuazione del referendum consultivo obbligatorio.

L'articolo 5 consente l'uso del Centro polifunzionale dei servizi riabilitativi per persone con dipendenze patologiche denominato “La Città del Sole” gestita dall’associazione “Comunità Regina Pacis” anche per l'accoglienza di persone svantaggiate e appartenenti alle categorie a maggiore rischio di esclusione sociale.

L'articolo 6 ha a oggetto l’assunzione di personale sanitario a tempo determinato per la sostituzione dei dirigenti medici e operatori sanitari assenti dal servizio per gravidanza, malattie di lunga durata per grave patologia. Per effetto dell'approvazione dell'articolo 6, che integra l'articolo 9 della legge regionale numero 22 del 2010, le Aziende sanitarie e ospedaliere del Servizio sanitario regionale potranno procedere in deroga al limite del 50 per cento, previsto dal comma 6 dell'articolo 9 della legge regionale numero 22 del 2010, all'assunzione di personale sanitario a tempo determinato per la sostituzione dei dirigenti medici e operatori sanitari assenti dal servizio per gravidanza o malattie di lunga durata per grave patologia.

L’articolo 7 mira a consentire la reintroduzione di pratiche agricole di valore nelle aree già utilizzate in passato a tale scopo e successivamente abbandonate. L’intervento legislativo è volto a semplificare le procedure di trasformazione di quei terreni che, pur risultando allo stato attuale assimilabili a bosco, rientrano nelle caratteristiche previste dall’articolo 5 nel d.lgs. n. 34/18.

L'articolo 8 apporta modifiche alla legge regionale che disciplina il collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio regionale, ovvero la legge regionale numero 2/2013. Le modifiche che si introducono mirano a migliorare l'efficienza e l'efficacia del collegio dei revisori e comprendono una clausola di salvaguardia dei contratti in corso, rispetto ai quali la nuova norma non può trovare applicazione. L'articolo 9 apporta modifiche all'articolo 9 della legge regionale numero 24/2013 “Riordino Enti e Aziende regionali, fondazioni e Agenzie regionali, Società e Consorzi, comunque denominati, con esclusione del settore sanitario”. La norma stabilisce che la retribuzione spettante al Direttore generale dell'Ente per i parchi marini regionale è commisurata all’80 per cento di quella normalmente prevista per le analoghe figure degli Enti di gestione dei parchi nazionali. Tale retribuzione è soggetta alla riduzione prevista dalla normativa vigente in merito allo spending review.

L'articolo 10 dispone la modifica del comma due dell'articolo 5-bis della legge regionale numero 30/2016, relativa al personale regionale assegnato in servizio all'ufficio di collegamento tra la Regione Calabria e Bruxelles. Con la modifica proposta si prevede l'equiparazione dell'indennità forfettaria omnicomprensiva spettante al personale assegnato all'ufficio di collegamento tra la Regione Calabria e Bruxelles a quella corrisposta pari titoli in favore degli esperti nazionali distaccati presso l'Unione europea. L'articolo 11 integra la legge regionale numero 9/2018 relativa agli interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità. La norma prevede l'introduzione all'articolo 1-bis col quale viene istituita la Consulta regionale per la legalità quale organo di consulenza della Commissione regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e della illegalità diffusa e della Giunta regionale.

L'articolo 12 mira ad integrare la previsione contenuta nella legge regionale numero 5/2021 relativa alle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche. La nuova previsione normativa si rende necessaria al fine di disciplinare la fase transitoria riguardante le domande in corso di istruttoria antecedente alla data del 23 aprile 2021, ovvero la data di approvazione della legge regionale numero 5/2021. Alle suddette domande sarà applicabile la legge regionale numero 9/2021.

L'articolo 13 interviene per apportare alcune modifiche agli articoli 10 ed 11 della legge regionale numero 8/2023. L'approvazione normativa prevista dalla lettera a) dell'articolo 13 è finalizzata a favorire la riqualificazione, il potenziamento e l'ammodernamento degli impianti di risalita di Camigliatello Silano e Lorica, rientranti nel proprio patrimonio della Regione o di Enti strumentali e adibiti al trasporto pubblico di persone, delle piste da sci, dei sistemi di innevamento programmato e delle strutture ad esse connesse. La lettera b) all'articolo 13 autorizza la Giunta regionale a concedere alle forze dell'ordine e agli Enti locali, in comodato d'uso gratuito o in locazione a canone ridotto, beni immobili di proprietà della Regione per garantire il mantenimento di un presidio delle forze dell'ordine a livello territoriale.

L'articolo 14 modifica il comma 2 dell'articolo 22 della legge regionale numero 9/2023 relativo alla disciplina del sistema di protezione civile della Regione Calabria. Con la modifica si adempie ad un impegno istituzionalmente assunto dal Presidente della Giunta regionale, in attuazione dei principi di leale collaborazione, al fine di evitare l'impugnativa della legge regionale numero 9/2023, censurata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. La modifica consiste nell'eliminazione delle parole “associazioni di volontariato e gruppi comunali” indicati in premessa dopo le parole “volontariato organizzato di protezione civile” nell'attuale comma 2 dell'articolo 22 della legge originale numero 9/2023.

L'articolo 15 prevede diposizioni in materia di attività ortoflorovivaistica. Con la nuova norma si consente agli imprenditori vivaisti di vendere alla propria clientela, oltre a piante, bulbi e sementi di loro produzione, anche prodotti di completamento che integrano l'offerta sostenibile di condizioni e i limiti.

L'articolo 16 determina il compenso spettante ai commissari che la Regione nomina in sostituzione degli organi di amministrazione dei Consorzi di bonifica, ponendo gli oneri a carico dei bilanci dei singoli consorzi interessati e si applicherà ai compensi che matureranno a decorrere dall'entrata in vigore della legge, anche rispetto ai consorzi già commissariati e a quelli già posti in liquidazione alla data medesima. Per agevolare la definizione delle procedure di liquidazione è istituito un fondo a copertura delle spese che viene determinato nella misura massima di euro 100.000 senza determinare maggiori oneri per il bilancio regionale, considerato che si provvede all'utilizzo di risorse già assegnate alla Missione 16, Programma 01.

L'articolo 17 ha l'obiettivo di introdurre strumenti di sostegno all'imprenditoria, attraverso l'istituzione, da parte della Giunta regionale, di regimi agevolativi rivolti al sistema produttivo calabrese, ivi comprese le imprese di nuovo insediamento, miranti a favorire semplificazione dei processi di gestione e caratterizzati da effetti moltiplicativi e leve finanziarie.

L'articolo 18 mira a consentire alle amministrazioni degli Enti pubblici, come, ad esempio, gli istituti agrari, che hanno al proprio interno delle vere e proprie aziende agricole con una propria capacità produttiva, di partecipare ai bandi regionali per l'ammodernamento delle strutture e dei mezzi dell'impresa agricola e beneficiare dei contributi pubblici per il rinnovo del parco macchinario. Inoltre, vengono estese a tali aziende le norme urbanistiche regionali concernenti le aree rurali.

Il comma 1 dell'articolo 19 formalmente verrà ritirato perché è stato un errore inserirlo nel progetto di legge.

L'articolo 20 modifica l'articolo 1 della legge regionale numero 28/1986 che disciplina la ricezione turistica all'aria aperta aggiungendo il comma 10-bis. Tale norma consente e disciplina la possibilità di rimessaggi di mezzi mobili di pernottamento non previsti alla data di entrata in vigore della legge, ovvero il 1986, al fine di andare incontro alle esigenze del settore, in analogia a quanto già disciplinato da altre Regioni, ad esempio la Regione Lazio e la Regione Umbria.

L'articolo 21 è la norma finanziaria che indica l'entità e la copertura per i maggiori oneri complessivi derivanti dalla proposta di legge numero 180, che sono connessi solo all'attuazione dell'articolo 10, che prevede modifiche sulla legge regionale numero 30/2016, relative al personale regionale assegnato al servizio dell'ufficio di collegamento della Regione Calabria e Bruxelles.

L'articolo 22 prevede che la proposta di legge entri in vigore il giorno successivo a quello della pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Molinaro. Ha chiesto di intervenire il collega Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo misto)

Grazie, Presidente. Con riferimento all'articolo 4, segnatamente alle modifiche che vengono oggi proposte in ordine alla legge regionale numero 15 del 2006 - il tema della cosiddetta fusione tra i Comuni - ritengo di dover motivare le ragioni per le quali non intendo votare favorevolmente questa proposta di modifica.

Ritengo sostanzialmente, in via del tutto preliminare, che, come metodo, sarebbe stato il caso, trattandosi naturalmente di una legge importante, poterla discutere in Aula senza dovere, purtroppo, esaminare il contenuto in una legge cosiddetta omnibus. Nel merito, la proposta del nuovo testo dell'articolo 5 confligge intrinsecamente con un’altra norma della medesima legge per la quale si chiede la modifica e, segnatamente, confligge con l'articolo 2 della stessa legge, ove al primo comma si evidenzia come l'atto di impulso e l'iniziativa debba essere ad appannaggio dei singoli Comuni. Questo che cosa vuol dire? Una cosa è la competenza a legiferare - è chiaro che sia della Regione Calabria - ma l'atto di impulso è atto tipicamente caratterizzante le prerogative delle autonomie locali com'è per l'appunto il Comune. Questo lo ricaviamo sostanzialmente dalla normativa costituzionale in virtù di un'interpretazione sistematica con le altre norme che conosciamo, sia quelle regionali - poi le illustrerò - sia, naturalmente, quelle cosiddette statali, riviste e aggiornate sulla scorta della “Legge Delrio”, in particolare con riferimento al comma 130 della stessa. Questo per significare cosa? Abbiamo detto che votare favorevolmente rispetto a questa modifica creerebbe, sostanzialmente, un contrasto all'interno della stessa legge, perché allora a quel punto dovremmo intervenire anche sull’articolo 2, rispetto al quale non mi è parso di vedere assolutamente alcun emendamento; da questo punto di vista, quindi, sarebbe anche il caso di valutare un ritiro tecnico per, ovviamente, riproporre, se del caso, la stesura di una proposta di legge che sia assolutamente organica e aggiornata ai sensi del contenuto della “Legge Delrio”; come sappiamo, infatti, la nostra legge regionale non è assolutamente aggiornata e ha una normativa assolutamente anacronistica e la modifica di un unico articolo non può determinare alcunché. A parte questo dato, noi dobbiamo ricavare che rimane il principio insuperabile dell'iniziativa da parte dei Comuni. Punto di riferimento in questo è sicuramente l'articolo 15 del TUEL, il famoso decreto legislativo 267 del 2001, che lo ribadisce, sulla scorta di quelli che sono i pronunciamenti della Corte costituzionale e di altri giudici. Questo per dire cosa? Per fondare il primo aspetto critico del tenore del contenuto della proposta modifica, poiché nel testo che si intende sostanzialmente proporre oggi viene meno il riferimento ai deliberati consiliari; il deliberato consiliare, come sapete, contiene il quesito referendario e tutti i criteri che devono essere seguiti per gli step successivi e la delibera deve essere trasmessa da parte del Consiglio comunale alla Regione che segue un iter; le norme richiamano correttamente che vadano sentite le popolazioni interessate. Il fatto stesso, però, di eliminare l'indicazione di questo deliberato dei Consigli comunali e l'inciso, nell'illustrazione della proposta modifica, che questo referendum è consultivo, mettendo tra parentesi non vincolante - ovviamente è un'affermazione apodittica perché un parere o un referendum consultivo non può mai essere vincolante - fa sì che, sostanzialmente, senza alcuna altra specificazione, laddove non vi fosse neanche un esito favorevole del referendum a seguito della consultazione delle popolazioni interessate, la Regione Calabria potrebbe comunque adottare e procedere alla fusione tra Comuni, così violando quel principio cardine che stava alla base dell'iniziativa e della prospettazione Costituzionale, in combinato disposto con le norme che ho appena adesso richiamato.

Che cosa vuol dire questo? Se compariamo il testo ad altre leggi regionali, vedremo che saremo l'unica Regione che adotta una legge che consente delle interpretazioni e delle applicazioni assolutamente inaccettabili nell'ambito di un sistema che sia costituzionalmente orientato.

Questo che cosa vuol dire? Cito la legge regionale del Piemonte, ad esempio, in cui addirittura si prevede di procedere al referendum e, nel caso di tre Comuni coinvolti, se anche uno solo di questi Comuni non ottiene un esito favorevole - lasciamo stare il profilo della maggioranza dei votanti rispetto agli aventi diritto - non si potrà procedere a fusione.

Se noi dovessimo, invece, approvare questa proposta di legge si potrebbe verificare il caso, ad esempio, che prevedendo la fusione di Catanzaro e un piccolo paesino si avrebbe evidentemente un numero sproporzionato in favore di Catanzaro che farà così, tra virgolette, assorbire il piccolo Comune che non potrà mai superare i numeri sostanziali del capoluogo di Regione. Ed è ovvio che, da questo punto di vista, per ragioni di opportunità politica, ritengo che, da un alto, si verifichi la violazione delle norme che vi ho indicato e, dall’altro, non riusciremmo comunque, con questa articolata modifica, a intervenire, in maniera organica, sistematica e costituzionalmente orientata, su una legge che appare fondamentale.

Mi avvio alla conclusione.

Sono assolutamente favorevole alle fusioni, rappresentano anche una strategia politico amministrativa, ma, come sapranno i tecnici, anche rispetto alle fusioni ci sono alcuni benefici che sono stati previsti dallo Stato, anche di recente, con la normazione del 2022, con la possibilità di ricevere dei fondi, dei finanziamenti che, però, naturalmente, mettono in coda i Comuni: si va prima a favorire le fusioni più vetuste, quelle precedenti, e poi quelle successive. È evidente che non si può procedere ad una fusione se non andiamo a verificare lo stato e l'equilibrio economico, finanziario, patrimoniale dei Comuni per i quali andiamo a proporre la fusione.

Quindi, oltre che violativa, rischierebbe di determinare ulteriori profili di illegittimità, perché, quand'anche si procedesse a una fusione, senza avere prima preordinato quali siano le ulteriori attività che devono essere compiute dal nuovo soggetto politico amministrativo, avremmo creato un grandissimo danno.

La mia preliminare proposta rimane quella del rinvio per una discussione specifica in Aula, diversamente io non posso votare questa legge in questi termini, anche per mia deformazione professionale. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo anch'io relativamente all'articolo 4.

Ritengo che la materia in questione sia molto complessa, Presidente. È vero che la norma di cui discutiamo oggi, prima facie, potrebbe sembrare abbastanza semplice, però va a inserirsi in un costrutto legislativo che, per come è stato pensato e promulgato negli anni precedenti, potrebbe potenzialmente creare dei problemi: oggi parliamo di una norma che riguarda, come appunto diceva il collega Talerico, il procedimento relativo alla fusione dei Comuni. Questa norma è stata costruita sostanzialmente con norme concatenate; quindi, ogni norma segue quello che dice la precedente, anche senza fare un diretto riferimento. Se a questo aggiungiamo che in quest'ambito si inseriscono anche quelli che sono i principi dettati dalla Carta costituzionale, allora ci rendiamo conto che una semplice modifica potrebbe comportare delle problematiche che vanno ben oltre quello che è la volontà del legislatore.

Sicuramente vi è la volontà di snellire e di rendere più fruibile un procedimento, per certi aspetti molto complesso, e ritengo, però, che potenzialmente potrebbero crearsi delle ripercussioni che andrebbero a inficiare l'intero procedimento di fusione. Quindi oggi noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, voteremo favorevolmente per spirito di maggioranza e perché riteniamo che le intenzioni siano positive e volte a snellire un procedimento, però al tempo stesso rileviamo che la norma, così per come è strutturata, potrebbe creare dei problemi. Intenderemmo approfondire e chiediamo a lei, Presidente, un ulteriore incontro con i capigruppo, con la maggioranza, per valutare eventuali problemi che potrebbero sorgere da questa norma e, eventualmente, se queste dovessero venire riscontrate, applicare i correttivi necessari affinché non venga impugnata o non causi dei contenziosi alla Regione. Ribadiamo il nostro voto positivo, però, al tempo stesso, chiediamo un incontro di maggioranza con i capigruppo, a breve, per valutare appunto possibili modifiche. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Saluto lei, il Presidente della Giunta, gli assessori e i colleghi consiglieri. Sono favorevole all'approvazione di questa norma, che riguarda la fusione dei Comuni. Sono favorevole alle fusioni ideologicamente, anche per ciò che mi ha contraddistinto in quest'Aula a proposito di fusioni di Comuni. lo sono favorevole anche al riguardo della fusione di Castrolibero, Cosenza e Rende, anche perché sono, fra l'altro, uno dei firmatari del progetto di legge, ma sono favorevole anche alla modifica che oggi proponiamo, rispetto a questa legge del 2016, che è che necessaria, altrimenti questa norma sarebbe incostituzionale.

Noi oggi la rendiamo costituzionale con questa modifica perché l'articolo 133 della Costituzione è chiaro quanto dice che le Regioni possono procedere alla fusione di Comuni, sentite le popolazioni interessate; sentire non vuol dire che si assume un parere vincolante e, giuridicamente, è molto chiaro. Cosa che è stata ripresa anche dall’articolo 15 del Testo unico degli Enti locali.

Pertanto, è necessario ribadire che è consultivo, ma non lo affermiamo con questa legge, Presidente, perché che il referendum sia consultivo lo dice la Costituzione, lo dice il TUEL, lo dicono le varie leggi regionali e lo dimostrano anche le precedenti fusioni che sono state deliberate all'interno di questo Consiglio regionale nella Regione Calabria.

Difatti, la Regione Calabria ha già effettuato due fusioni, Presidente: una a Corigliano-Rossano, dove il referendum ha avuto esito favorevole in entrambi i Comuni, e l’altra a Casali del Manco, tra cinque Comuni, e il cui proponente era il consigliere Giudiceandrea, il quale in questi giorni si è detto contrario al presente testo.

Ebbene, vorrei ricordare anche al Partito Democratico – mi dispiace che i consiglieri siano andati via – cosa è successo a Casali del Manco; lo voglio ricordare anche parlando bene di chi in quella Legislatura è stato favorevole a queste fusioni, ovvero il presidente Oliverio, lo dico con molta franchezza.

Il presidente Oliverio è stato favorevole alle fusioni dei Comuni; concetto ribadito anche dal presidente Occhiuto che in un'intervista di oggi si dichiara favorevole alle fusioni perché c’è necessità anche di ridurre i Comuni in Calabria, che effettivamente sono troppi, ma anche per ridurre le spese e fare un’economia di scala anche di funzionalità, efficienza ed efficacia delle amministrazioni comunali calabresi.

Vorrei ricordare agli esponenti del Partito Democratico, che hanno rilasciato un comunicato in questi giorni tramite il loro Coordinamento regionale, che nei cinque Comuni di Casali del Manco, uno votò contro, ed era il Comune di Spezzano piccolo.

A Spezzano piccolo prevalse il “no”, Presidente.

Prevalse il “no”, non prevalse il “sì”, e quel referendum fu ritenuto consultivo da quest'Aula!

C’erano anche alcuni amici che ora non sono in questo Consiglio regionale e che oggi fanno delle dichiarazioni un po' controverse su questo articolo, ma quegli amici, ex colleghi del Consiglio regionale, votarono a favore della fusione di Casali del Manco, nonostante il parere contrario del popolo, dei cittadini all’interno di uno dei Comuni che era Spezzano piccolo.

Badate bene: queste fusioni sono state impugnate, non solo al Tar, al Consiglio di Stato, ma più volte; è stato impugnato il deliberato sul referendum, è stata impugnata la legge, e gli esiti sono stati sempre favorevoli, cari colleghi; quindi, il vaglio di costituzionalità sul consultivo c’è già stato ed è stato favorevole.

Poi è evidente, Presidente, che possiamo anche discutere successivamente.

Siamo aperti alla discussione all'interno di quest'Aula e - se c'è una discussione franca all'interno della maggioranza a me fa anche piacere - credo che vada colta questa discussione.

Se c'è da migliorare la normativa che è stata fatta allora, se questo testo va migliorato ulteriormente, io credo che si possa anche fare.

Abbiamo il tempo di farlo, abbiamo una Legislatura, ci possiamo vedere, lavorare e portare anche un risultato di modifica eventualmente, se fosse necessario e se fosse ritenuto necessario dalla maggioranza di questo Consiglio regionale.

Solo una breve parentesi, Presidente, su ciò che è accaduto oggi, ovvero l’abbandono dell’Aula da parte dei consiglieri di opposizione, su cui lei si è già espresso in modo completo e su cui mi trova perfettamente d'accordo: se la proposta “omnibus” fosse stata presentata in Aula, credo che l'opposizione avrebbe avuto tutte le ragioni perché non c’era stato il vaglio degli uffici e delle Commissioni, ma questo iter è stato seguito e, pertanto, reputo inconcepibile che l'opposizione abbia abbandonato i lavori di quest’Aula perché ciò significa annullare la democrazia.

Come riferito dal Presidente, questo testo è stato discusso nelle Commissioni, dove c'è stata anche la possibilità di emendarlo.

Ebbene, Presidente, la minoranza non ha presentato alcun emendamento migliorativo, nessuno è intervenuto!

Dunque, ciò significa che non dovremmo più esercitare il potere democratico che i cittadini ci hanno dato?

Ritengo che noi oggi lo stiamo esercitando nel modo migliore e corretto.

Abbandonare i lavori rappresenta un’azione antidemocratica poiché significa non rispettare il mandato elettorale e non confrontarsi all'interno del Consiglio regionale su una discussione normativa.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Graziano.

Condivido il passaggio che ha svolto sia sul contenuto dell'articolo 4 sia su quanto si è verificato oggi, ovvero l’abbandono dell'Aula da parte dei consiglieri di minoranza.

Non si parla mai degli assenti, però più di questo non possiamo fare.

La proposta è stata discussa in prima Commissione, la minoranza è stata assente e oggi ha addirittura abbandonato i lavori; ciò significa non accettare il confronto e, a mio avviso, è stata solo una scusa.

Mi preme sottolineare che i due interventi che l'hanno preceduta, consigliere Graziano, sia dell'avvocato e collega Neri sia dell'avvocato e collega Talerico, probabilmente siano di natura giuridica più che politica.

Difatti, i consiglieri, che rappresentano due dei cinque o sei avvocati che si annoverano tra le file della maggioranza, hanno sollevato un problema giuridico e mi preme rassicurarli sul fatto che la norma, nello specifico l’articolo 4, è stata ampiamente discussa.

Politicamente, non possiamo far altro che affidarci al Settore assistenza giuridica del Consiglio regionale, che ha espresso il proprio parere favorevole.

Ecco perché ci troviamo oggi in Aula ad approvare questa norma.

Da politici, da rappresentanti del territorio, non possiamo che prenderne atto.

Ovviamente poi, sia io, in qualità di Presidente, sia tutti noi siamo disponibili per ulteriori approfondimenti, ma vi posso assicurare che lo abbiamo già fatto.

Ciò non toglie che potremo ritrovarci e capire se questo testo di legge potrà essere ancora oggetto di modifiche e miglioramenti perché ci teniamo acché la democrazia e i diritti di tutti i cittadini calabresi siano esercitati nel migliore dei modi.

C'è la massima disponibilità, consigliere Neri, a riunirci – sarò io il promotore – per valutare eventuali modifiche.

Ringrazio anche per l'atto di fiducia, considerato che, nonostante qualche discussione all’interno del suo gruppo, voterete favorevolmente anche l'articolo 4.

Invito il consigliere Talerico a fare le giuste valutazioni, visto che le perplessità espresse si riferivano solo all’articolo 4 e non a tutta la legge “omnibus”.

TALERICO Antonello (Gruppo misto)

Ho precisato.

PRESIDENTE

La invito anche a un atto di fiducia verso la Presidenza e i colleghi, magari rivedendo la sua posizione e votando favorevolmente tutto poiché, a breve, riesamineremo la norma e, in quella sede, potrà esprimere la sua posizione.

Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo misto)

Pur ritenendomi organico alla maggioranza, per onestà intellettuale, ovviamente, non posso votare una proposta di legge che, a mio avviso, viola le norme per come da me indicato. In virtù assolutamente di quello che può essere un atto di fiducia e di affidabilità verso la componente di cui faccio parte, annuncio il mio voto di astensione sull'articolo 4 e anticipo il voto favorevole sugli altri articoli.

PRESIDENTE

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Articolo 10

(È approvato)

 

Articolo 11

(È approvato)

 

Articolo 12

(È approvato)

 

Articolo 13

(È approvato)

 

Articolo 14

(È approvato)

 

Articolo 15

(È approvato)

 

All’articolo 16 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 10287/A03 a firma del consigliere Caputo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Caputo.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri)

Grazie, Presidente.

La proposta emendativa mira sopprimere i commi 5 e 6 dell’articolo 16, che determinano il compenso spettante ai Commissari che la Regione nomina in sostituzione degli organi di amministrazione dei Consorzi di bonifica.

L'intervento ha carattere ordinamentale, in quanto il contenuto dei commi da sopprimere viene coordinato nell'articolo che dispone la norma finanziaria.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Caputo.

Parere del relatore?

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giuseppina, vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.

L’emendamento è approvato.

 

Articolo 16

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 17

(È approvato)

 

Articolo 18

(È approvato)

 

All’articolo 19 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 1042, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Molinaro.

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Grazie, Presidente.

L'articolo 19 è soppresso.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giuseppina, vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento

L'emendamento è approvato e, essendo stato approvato l'emendamento del collega Molinaro, l’articolo 19 è soppresso.

 

Articolo 20

(È approvato)

 

All’articolo 21 sono pervenuti alcuni emendamenti.

Iniziamo dall'emendamento protocollo numero 10287/A01 del consigliere Caputo, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Caputo.

CAPUTO Pierluigi (Forza Azzurri)

Grazie, Presidente.

La proposta emendativa mira a sostituire l'articolo 21 della proposta di legge che determina gli oneri finanziari della stessa.

Grazie.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale.

PRINCI Giuseppina, vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.

L'emendamento è approvato.

 

Articolo 21

(È approvato così come emendato)

 

Articolo 22

(È approvato)

 

Prendiamo atto della nuova relazione tecnico-finanziaria presentata dal consigliere Caputo che sostituisce quella a corredo della proposta di legge.

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso.

Il provvedimento è approvato così come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 56/12^ di iniziativa del consigliere D. Giannetta: “Misure di contrasto al diffondersi della peste suina africana (PSA) che ha colpito i cinghiali”

PRESIDENTE

Passiamo alla mozione numero 56/12^ a firma del consigliere Giannetta, recante: “Misure di contrasto al diffondersi della peste suina africana (PSA) che ha colpito i cinghiali”.

Cedo la parola al consigliere Giannetta per l’illustrazione.

GIANNETTA Domenico (Forza Italia)

Grazie, Presidente.

Onorevoli colleghi, Presidente della Giunta regionale, assessori, il primo caso di peste suina in Italia è arrivato il 7 gennaio 2022. Mi verrebbe da dire: “Tanto tuonò, che piovve!”.

Anche in Calabria, purtroppo, in data 25 aprile 2023 è stata rinvenuta nella provincia di Reggio Calabria la prima carcassa che ha avuto un esito positivo su questa vicenda.

Bene ha fatto il presidente Occhiuto a emanare un'ordinanza con cui ha disposto la Zona rossa in 26 Comuni calabresi.

La Calabria aveva già proceduto all’attivazione di procedure per formare i cosiddetti selecontrollori che, nella prima fase, sono stati messi in campo per arginare l'eccessivo aumento della popolazione dei cinghiali nella nostra regione, per tutelare dapprima gli agricoltori, che subivano in maniera costante dei danni all'agricoltura dovuti, appunto, all’eccessivo numero di questi ungulati.

Questi cacciatori, che sono specializzati in questo settore, sono al servizio della collettività e svolgono soprattutto quella che è una funzione di pubblica utilità e di pubblico servizio.

Ciò che oggi chiedo è che l'esperienza acquisita nell'arco del tempo da questi cacciatori, il know-how, possa essere messo a disposizione della Regione, affinché si possa mettere in campo la tempestività dei selettori e, quindi, chiedo e impegno la Giunta affinché vada ad accelerare nei Comuni limitrofi l’attività di selecontrollo, mettendo a disposizione tutti i selecontrollori per ridurre al massimo la possibilità di espansione del virus che tutti sappiamo essere molto veloce nella trasmissione.

Chiedo questo perché appare necessario evitare di mettere in ginocchio l’economia del settore, anche perché all'interno della Calabria ci sono i cosiddetti punti di eccellenza, tra cui la lavorazione, per esempio, del suino nero di Calabria, che è fondamentale per quella fascia di economia, e anche perché non bisogna mettere in ginocchio il settore che riguarda la caccia e tutto il suo indotto.

Per questo motivo, chiedo, e mi avvio alle conclusioni, di adottare specifici protocolli e procedure affinché si possa accelerare – mi rivolgo soprattutto all’assessore all’agricoltura, Gallo – la messa in campo di questi selecontrollori affinché possano aiutare ad arginare il fenomeno della peste suina.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Giannetta.

Pongo in votazione la mozione.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Esauriti gli argomenti all'ordine del giorno, la seduta è tolta.

Grazie.

 

La seduta termina alle 19.00

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: De Nisi, Gentile e Laghi.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri regionali:

Lo Schiavo e Tavernise “Modifiche ed integrazioni alla legge 5 aprile 1983, n. 13” (PL n. 182/12^).

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Promulgazione di Legge regionale

Comunico che, in data 18 maggio 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 112 del 19 maggio 2023:

1) Legge regionale n. 17 del 18 maggio 2023, recante: “Modifiche alla legge regionale 3 agosto 1999, n.20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - ARPACAL)”;

2) Legge regionale n. 18 del 18 maggio 2023, recante: “Modifiche alla legge regionale 14 ottobre 2002, n. 41 «Norme per la salvaguardia della coltura e della qualità della produzione di Bergamotto. Disciplina del Consorzio del Bergamotto»;

3) Legge regionale n. 19 del 18 maggio 2023, recante: “Istituzione del «Mese dei Bronzi di Riace».

Interrogazioni a risposta immediata

Bruni, Bevacqua, Alecci, Billari, Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- tutte le associazioni di rappresentanze delle attività sanitarie territoriali e socio -sanitarie accreditate della Regione, hanno diffidato il Commissario ad Acta per il piano di rientro dal debito sanitario, nonché il Presidente della Giunta regionale, a voler provvedere alla liquidazione dei ristori derivanti dalla pandemia COVID 19;

- tale iniziativa, di per sé preoccupante, viene attivata dopo decine di incontri con i diversi livelli di responsabilità della governance della sanità calabrese, tranne che col commissario/Presidente, con la commissione salute del consiglio regionale, dopo diversi e accorati solleciti pubblici;

- le vicende pandemiche hanno prodotto in modo inedito ricadute drammatiche su tutti i comparti produttivi del sistema Paese;

- i servizi sanitari territoriali e sociosanitari accreditati sono stati tra le attività più esposte, ma anche in prima linea a combattere la stessa pandemia;

- il legislatore nazionale e il Governo sin dalla primavera del 2020, quindi ben tre anni fa, hanno riconosciuto e finanziato interventi di ristoro, sia, per i maggiori costi, sia, per mancata produzione;

- tutte le regioni hanno riconosciuto ristori in applicazione della normativa nazionale;

- lo stesso tavolo di verifica (Adduce) ha più volte chiesto chiarimenti circa l'utilizzo delle risorse trasferite alla Calabria in materia di emergenza e ristori Covid;

Considerato che: - legittimamente le associazioni, nel caso di mancate risposte, hanno preannunciato iniziative giudiziarie;

Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1) quali iniziative intende assumere in merito all’erogazione delle dovute misure di sostegno economico previste a favore delle categorie aventi diritto a seguito della pandemia.

(139; 17/05/2023).

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- da mesi si rincorrono notizie circa le criticità dei servizi sanitari afferenti un vasto territorio del Catanzarese;

- i servizi di emergenza e urgenza di 11 comuni dell’Alto Ionio e della Presila catanzarese sono compromessi a causa della carenza di personale e di strumentazione sanitaria;

- nelle ultime settimane, addirittura, le criticità si sono aggravate, al punto da compromettere seriamente il diritto alla salute di una vasta fetta di popolazione;

Considerato che: • Il servizio di emergenza SUEM del 118 del comprensorio del comune di Sersale è organizzato per intervenire su un vasto territorio che comprende i comuni che vanno da Sersale a Petronà, passando per Andali, Cerva, Belcastro, Marcedusa, Cropani e Zagarise;

- l’ambulanza del presidio di Sersale è da tempo demedicalizzata e non garantisce, pertanto, pienamente il servizio di emergenza;

• nonostante ciò, negli ultimi tempi, la situazione si è aggravata in quanto il personale del presidio SUEM di Sersale viene dirottato in altre sedi quali Taverna e/o Falerna;

- questa circostanza determina un serio pericolo per la popolazione dei comuni interessati che rischiano, in caso di emergenza, di non essere correttamente soccorsi;

Verificato che: • in caso di emergenza contestuale allo spostamento del personale SUEM di Sersale in altri distretti, l’ambulanza più vicina dovrebbe arrivare in questi comuni da Sellia Marina o addirittura da Catanzaro Lido allungando i tempi di percorrenza, che possono arrivare addirittura anche a 60 chilometri, tra i comuni interessati ed il pronto soccorso di Catanzaro;

- Il rischio concreto e niente affatto remoto è che l'ambulanza non arrivi in tempo per prestare soccorso al malcapitato di turno;

Presto atto che • di fronte a questo stato di cose è necessario porre rimedio alle gravi carenze organizzative al fine di garantire il sacrosanto diritto alla salute dei cittadini di questo vasto comprensorio;

Tutto ciò premesso e considerato interroga il presidente della Giunta Regionale in qualità di Commissario ad Acta della sanità calabrese,

Per sapere:

1) quali interventi urgenti intende mettere in atto per garantire un corretto ed efficace servizio del 118 ai cittadini dell’Alto Jonio e della Presila Catanzarese, in particolare quelli afferenti al distretto di Sersale.

(140; 19/05/2023).

Interrogazioni a risposta scritta

Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la Calabria ha un patrimonio ambientale, paesaggistico, naturale e culturale straordinario;

- tale patrimonio, mai adeguatamente valorizzato, potrebbe essere fonte di grande ricchezza per l’intera regione;

- infatti, se tale patrimonio fosse effettivamente valorizzato il settore Turismo potrebbe essere una fonte eccezionale di sviluppo economico, sociale e occupazionale per l’intero territorio regionale;

- la Filcams Cgil Calabria ha reso noto, attraverso una nota stampa, il dato emerso dai controlli effettuati dall’Ispettorato nazionale del lavoro sulle aziende del settore turistico in Italia;

- dall’intervento della Filcams Cgil Calabria si evince che in Calabria vi sono addirittura Province che segnano il 100% di irregolarità rispetto ai controlli effettuati dall’Ispettorato Nazionale;

- nella Nota stampa della Filcams Cgil Calabria si legge che “La politica è sempre alla ricerca del miglior sponsor per promuovere le nostre meraviglie, ma basterebbe partire dalle fondamenta, dal lavoro e dalla sua qualità, dal rispetto della dignità di chi nel turismo vuole lavorarci e costruire la sua professionalità. Lavorare nel settore del turismo calabrese oggi significa fare la fame e massacrarsi, non avere orari e tempo libero nei mesi di alta stagione e rimanere a bocca asciutta già a settembre. Per questo come Filcams Cgil Calabria non abbiamo esitato a criticare i provvedimenti che la Giunta regionale e in particolare l’assessorato al Turismo hanno in questi anni definito per il settore;

a partire dagli incentivi ed i ristori a pioggia, dati senza alcun criterio etico che, dati alla mano, evidentemente e come avevamo previsto, sono andati ad aziende irregolari. Ora è tempo di risposte …occorrono risposte adeguate e norme certe per tutelare l’occupazione … Abbiamo chiesto di limitare l’utilizzo dei fondi a pioggia e gli incentivi alle imprese nel nuovo bando che l’assessorato al Lavoro sta preparando per le assunzioni stagionali nel Turismo e di indirizzarli alle imprese che rispettano i contratti ed i dipendenti … Poi è assolutamente urgente definire un patto che metta regole e dia prospettiva in termini di qualificazione al settore turistico calabrese”;

- la Giunta Regionale con delibera N. 190 del 28/4/2023 ha approvato la proposta di Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile (Prsts);

- è evidente che lo sviluppo turistico è essenziale ed importante per il territorio regionale e che, tuttavia, tale sviluppo deve camminare di pari passo con la tutela dei lavoratori e con il rispetto della loro dignità e che occorre anche dare prospettive future a chi lavora nel settore del turismo;

- tutto ciò vale anche con riferimento ai bandi emanandi dalla Regione Calabria che non possono prevedere distribuzione di fondi a pioggia per l’assunzione di lavoratori stagionali anche in favore di imprese che non rispettano i contratti e i dipendenti;

- in buona sostanza, occorre adottare atti per meglio utilizzare il patrimonio ambientale, paesaggistico e naturalistico della regione e contestualmente azioni mirate a tutelare il lavoro e i lavoratori del settore turistico. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente della Giunta Regionale della Calabria e alla Giunta Regionale

Per sapere:

1)quali atti ed iniziative effettivi, reali e concreti si intendano porre in essere al fine di tutelare l’occupazione e il lavoro del settore Turismo;

2)se si intenda definire un Patto, attraverso il coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali di categoria, che predisponga regole e dia prospettiva in termini di qualificazione al settore turistico calabrese, che miri a prevenire lo sfruttamento, il lavoro nero, la precarietà e quindi l’illegalità;

3)se si ritenga necessario, al fine di tutelare l’occupazione e i lavoratori del settore turistico, emettere i bandi relativi all’erogazione di fondi per le assunzioni stagionali prevedendo l’erogazione in favore delle sole imprese che rispettano i contratti e i dipendenti.

(141; 22/05/2023).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- in data 25 aprile 2023 è stata rinvenuta in provincia di Reggio Calabria una carcassa di cinghiale morto a seguito del primo caso accertato di Peste Suina Africana (PSA), essendo risultato positivo il relativo test al virus effettuato nell’immediatezza del rinvenimento;

- il Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario della sanità calabrese, ha tempestivamente istituito la “zona infetta” in 26 Comuni della provincia di Reggio per contenere la diffusione della peste suina;

- l’ordinanza investe i Comuni di San Procopio, Fiumara, San Roberto, Laganadi, Palmi, Bagnara Calabra, Delianuova, Sinopoli, Santo Stefano in Aspromonte, Sant’Alessio in Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Scilla, Seminara, Melicucco, Cosoleto, Calanna, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Montebello Jonico, Condofuri, Bagaladi, Cardeto, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni, San Lorenzo e Roghudi;

- la “zona infetta è disposta al fine di prevenire l’ulteriore diffusione della malattia, e in considerazione dell’accentuata vicinanza tra i vari casi, con conseguente sovrapposizione dei territori”. In queste aree vengono stabiliti l’uso della segnaletica in ingresso nei comuni sulla quale indicare la presenza di peste suina africana nei cinghiali, il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali, l’obbligo di segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi, il divieto di qualsiasi attività venatoria, di movimentazione al di fuori della zona infetta di suini selvatici se non finalizzata all’abbattimento, il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, prodotti a base di carne, trofei ed ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta e il divieto di utilizzo di fieno e paglia prodotti in zona infetta. La decisione nasce – si legge nell’ordinanza – “a seguito della conferma di peste suina africana (Psa) nelle carcasse di cinghiale rinvenute e dei risultati delle indagini effettuate, i casi comprovati di peste suina nei cinghiali ritrovati nei comuni di Cardeto, Reggio Calabria/S. Domenica, Covala/Bagnara Calabra e Reggio Calabria/Embrisi”. - la pratica della caccia di selezione dell’ungulato della specie cinghiale, scaturita dal diffondersi progressivo, incontenibile ed invadente del suide, su scala nazionale, ha, negli ultimi anni, coinvolto parecchi cacciatori che avevano esperienze e tradizionali competenze, limitate alla caccia in battuta ed in braccata, con l’ausilio di cani. Considerato che: - l’apprendimento delle tecniche della filosofia selettiva, delle sue motivazioni, delle sue liturgie, della sua etica, dei protocolli e delle norme balistiche, vocate all’uso di armi a canne rigate, hanno determinato il completamento di una formazione che ha proiettato molti cacciatori, in un mondo venatorio caratterizzato da un più intimistico rapporto con la flora, con la fauna, con la poesia delle luci e degli albedi della luna, dei suoni e dei silenzi della natura;

- le materie apprese, i docenti con cui i cacciatori hanno fatto il loro esordio in questa nuova dimensione venatoria, li ha proiettati in un rilevante ruolo che li vede protagonisti, nel ruolo di Selecontrollori/Selettori, ovvero Cacciatori specializzati di ungulati con metodi selettivi e preposti anche al controllo numerico del cinghiale, al servizio della collettività, nell’espletamento di un importante pubblico servizio, che garantisce agli organi preposti, una figura ausiliaria, preziosa e determinante, un presidio di esperti, appassionati collaboratori, impegnati, spesso a costo zero per la pubblica amministrazione, in un ruolo di collaborazione, di sorveglianza, di protezione, di contenimento, di salvaguardia, della salute pubblica, del patrimonio boschivo, pubblico e privato e poi nel campo agronomico e della sicurezza stradale;

- questo speciale “know how” ha permesso loro di operare con profitto e competente sagacia per due intere stagioni, nell’intento di contenere le popolazioni del cinghiale e di supportare gli operatori agricoli che avevano fatto richiesta di poter avere un loro utile intervento. Tenuto conto che: - in Calabria, si iniziò a palesare il timore comune del rischio di una possibile espansione della Peste Suina Africana continentale e pertanto molti selettori avvertirono l’urgenza di informarsi e formarsi per la preventiva operatività, nel caso di una infausta, quanto malaugurata possibilità, che questo evento si potesse realizzare. Preso atto che: - la tempestività dell’intervento dei Selettori e la prevenzione possono essere sicuramente utili per ridurre al minimo l'espansione del virus;

- i selettori hanno già frequentato corsi dedicati alla PSA con profitto tanto da potersi rendere già sufficientemente utili a scongiurare il dilagarsi dell’epidemia;

- i selettori e non tutti i cacciatori da braccata, sono a conoscenza delle fondamentali nozioni e dei protocolli necessari.

Impegna la Giunta regionale

-Ad accelerare il selecontrollo nei comuni limitrofi alla zona rossa, per evitare il dilagare della peste suina. Ciò anche in attuazione delle direttive dell’Istituto zooprofilattico in ordine alla delimitazione della zona rossa mediante l’impiego di quanti più selettori possibili, per circoscrivere il virus e per impedire il propagarsi della peste suina in particolare negli allevamenti, onde scongiurare il rischio di minare, ulteriormente, un’economia già fragile, che ha però punti di forza e di eccellenza trainanti per il settore, quali ad esempio, il suino nero di Calabria. - Ad attivarsi per programmare ed istituire un sistema organico, mediante l’adozione di specifici protocolli e procedure, che siano di riferimento per la pubblica segnalazione e la raccolta di dati, per monitorare i sinistri causati dall’impatto col cinghiale o col coinvolgimento di altra fauna selvatica, per far sì che siano evitate conseguenze negative anche in vista della imminente stagione turistica, con possibili gravi danni al settore turistico calabrese, soprattutto nelle attività di qualsiasi tipo che si svolgono nei boschi, nei prati ed all’aria aperta, non escludendo anche l’attività venatoria che verrebbe severamente paralizzata, dal momento che le conseguenze più gravi comporterebbero un periodo che va da 36 fino a 60 mesi di sospensione dell’attività venatoria stessa con conseguente crisi economica di molte attività del settore delle armerie presenti sul territorio.

(56; 22/05/2023) Giannetta.

Risposta scritta ad interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Bruni, Irto e Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- il Dlgs 152/2006 nazionale norma il “Sistema Idrico”;

- la Legge Regionale 18 maggio 2017, n. 18, istituisce l’“AUTORITÀ IDRICA DELLA CALABRIA”;

- L’assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica della Calabria - con deliberazione n. 5/2020 del 30 novembre 2020 – ha ritenuto opportuno procedere nella scelta della forma di gestione in “house” (Società interamente Pubblica);

- L’Assemblea dei Sindaci ha approvato il 28 dicembre 2020 il PIANO D’AMBITO;

- Il direttore Generale dell’Autorità Idrica ha prospettato due scenari, definiti attraverso una relazione tecnica di dettaglio redatta in partenariato con l’Agenzia Governativa Invitalia: - il primo scenario prevedeva la trasformazione di So.Ri.Cal. S.p.A. in società totalmente pubblica, e successiva incorporazione delle gestioni comunali e delle società/soggetti che gestiscono il Servizio Idrico Integrato;

- il secondo scenario prevedeva la costituzione di un nuovo soggetto – partecipato dai Comuni calabresi - per la gestione integrata dei segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”;

- con la deliberazione dell’Assemblea dei Sindaci dell’Autorità Idrica n. 39/2021 si individuava la Società Cosenza Acque S.p.A. (affidataria del servizio idrico integrato nel 2010, per la sola provincia di Cosenza) quale centro aggregatore dei Comuni calabresi, nelle more della ripubblicizzazione di So.Ri.Cal. S.p.A.;

contestualmente, è stato, quindi, revocato lo stato di liquidazione (con atto notarile del 22/12/2021), in cui versava la società Cosenza Acque, e disposta la trasformazione della stessa in Azienda Speciale Consortile;

la nuova Azienda è stata resa disponibile alla partecipazione di tutti i Comuni calabresi;

- all’Azienda Speciale Consortile è stata dato il nome di “ACQUE PUBBLICHE DELLA CALABRIA” (A.P.C.);

- l’Autorità Idrica ha provveduto ad affidare provvisoriamente (decreto DG AIC n. 82 del 23/12/2021) ad Acque Pubbliche della Calabria il servizio idrico integrato per i segmenti “distribuzione idrica interna ai centri abitati, fognatura e depurazione”. Tenuto conto che: - in data 08/11/2021 è stato pubblicato l’“Avviso pubblico di manifestazione di interesse per la formulazione di proposte progettuali nell’ambito dell’Asse IV” del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020, avente ad oggetto “Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua, compresa la digitalizzazione e il monitoraggio delle reti”;

- in data 23/12/2021 le strutture tecniche dell’Autorità Idrica hanno predisposto una proposta progettuale, avanzata al Ministero delle Infrastrutture il 23/12/2021 a valere sui fondi messi a disposizione dal programma React-Eu;

- il 20 dicembre 2021 la Conferenza Stato - Regioni ha approvato lo schema di Decreto contenente l’Avviso per accedere alle risorse destinate dal PNNR al miglioramento delle reti idriche, “Investimento 4.2 – M2C4”, nella consistenza complessiva di 900 Mln di euro. Di queste risorse il 40% sono destinate alle Regioni del Sud, tra cui la Calabria;

- sulla base di quanto sopra detto, le proposte per accedere alle risorse non potranno essere presentate dai singoli Comuni, bensì dai soggetti affidatari del servizio a norma del D.Lgs. 152/2006;

- alle risorse potranno avere accesso solo gli operatori in regola con le disposizioni legislative e con i Deliberati emanati dal Regolatore Nazionale ARERA, nonché gli operatori che non versino in stato di liquidazione societario. Preso atto che: - con deliberazione n. 210 della seduta del 24 maggio 2021, la Regione Calabria ha approvato una Delibera di Giunta avente ad oggetto: “Organizzazione del Servizio Idrico Integrato nell’ambito territoriale ottimale coincidente con l’intero territorio regionale”. Nella delibera vi è un chiaro indirizzo politico demandato agli uffici competenti per pervenire all’uscita del socio privato di So.Ri.Cal. e rendere la società interamente pubblica;

- la So.Ri.Cal è una società in liquidazione e non può accedere alle risorse del PNRR;

- la volontà del Presidente della Giunta Regionale, espressa nelle linee guida di governo, di costituire una Multiutility che inglobi anche la gestione del sistema idrico. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1) in relazione al segmento di captazione, la cui gestione è in capo alla So.Ri.Cal. S.p.A., lo stato attuale delle iniziative volte a ripubblicizzare il soggetto in argomento per come manifestato nella citata DGR 210/2021, in che misura le note criticità finanziarie del gestore stesso impattano sul bilancio regionale e come si intendono risolvere;

2) la strategia, gli obiettivi perseguiti e il piano di investimenti in relazione alla volontà manifestata dal Presidente della Giunta Regionale per la costituzione di una multiutility per i servizi a rete;

3) il piano di azioni che si intende avviare in relazione al percorso organizzativo attivato dall’Azienda Speciale Consortile “Acque Pubbliche della Calabria”;

4) se sia in atto un’adeguata informativa e interlocuzione con l’Ente di Governo d’Ambito (AIC) e se sia stata definita la tempistica relativa al percorso di costituzione dell’istituendo ‘gestore unico integrato’ in ossequio a quanto definito dai dispositivi di legge in vigore;

5) il piano di interventi, gli obiettivi e le risorse che si intendono predisporre e destinare in relazione all’accesso ai fondi resi disponibili dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) stante l’urgenza formulata dal cronoprogramma operativo dello stesso Piano.

(23; 07/02/2022).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- l’acquedotto Abatemarco è il più grande e complesso degli schemi idrici della Calabria. Attraversa per oltre 60 km alcune delle aree geologicamente e morfologicamente più tormentate dell’intero territorio calabrese. Le elevatissime pressioni di esercizio e l’instabilità dei versanti attraversati lo rendono sovente soggetto a rotture con interruzioni dell’esercizio. I due centri di utenza più rilevanti (le Città di Rende e Cosenza) sono posti al termine del suo lungo sviluppo subendo in tal modo ogni perturbazione dell’assetto funzionale dello schema. L'Abatemarco fornisce il 10% di tutte le risorse idriche degli acquedotti regionali. Costruito negli anni ’70, ha una rete di 200 km di condotte ed eroga 25 milioni di metri cubi d'acqua a 25 Comuni: San Donato di Ninea, Altomonte, San Sosti, Mottafollone, S. Agata d'Esaro, Malvito, S. Caterina Albanese, Roggiano Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, Cervicati, Torano Castello, Montalto Uffugo, S. Martino di Finita, Lattarico, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, S. Benedetto Ullano, Bisignano, Carolei, Mendicino, Rende, Castrolibero e Cosenza. Considerato che: - nell'estate del 2017 Regione Calabria, Sorical, Università della Calabria e i Comuni interessati, nel mezzo di una crisi idrica aggravata da un lungo periodo di siccità, definirono una serie di interventi per la messa in sicurezza dello schema idrico dell’acquedotto Abatemarco e per l’ingegnerizzazione delle reti idriche dei comuni serviti dallo stesso acquedotto;

- il 12 settembre 2018 l’assessore regionale alle infrastrutture dell’epoca, Roberto Musmanno, ha illustrato ai sindaci dei Comuni serviti dall’acquedotto Abatemarco il progetto “Cantiere Abatemarco”, oggetto di un protocollo d'intesa approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 447 dell’11 ottobre 2018, che regolava i rapporti fra Regione, Autorità idrica della Calabria (Aic), Sorical e Amministrazioni locali. La stessa delibera stabiliva che i perimetri territoriali potevano essere anche diversi, su richiesta dei singoli Comuni e per manifesta volontà dell’Autorità Idrica Calabrese e della Sorical;

- nell’ambito del “Cantiere Abatemarco” sono stati previsti importanti lavori per un progetto a sistema unico che prevedeva da un lato lavori infrastrutturali per 10 milioni di euro sulla condotta adduttrice e per quasi 13 milioni di euro sulle reti comunali dei 25 Comuni serviti dall'acquedotto, - dall’altro alcuni importanti innovazioni nella gestione amministrativa del servizio idrico. Nello specifico, i lavori infrastrutturali avrebbero dovuto consentire la riduzione delle perdite idriche sulle reti dei Comuni. Da un punto di vista amministrativo invece, era previsto il censimento delle utenze, l’installazione di nuovi contatori e la fatturazione bimestrale e riscossione di crediti con il supporto di Sorical al fine di ridurre gli allacci abusivi e la morosità. Erano previsti inoltre altri interventi per l’ingegnerizzazione delle reti idriche, già avviati per Cosenza, e che avrebbero dovuto essere estesi ai rimanenti Comuni serviti dall'Abatemarco;

- il 24 novembre 2020 la Regione Calabria su proposta dell’Assessore all’Ambiente dell’epoca, .............., ha comunicato alla Sorical la volontà di demandare l’attuazione del protocollo d’intesa “Cantiere Abatemarco” al dipartimento Tutela dell’ambiente. Con la stessa delibera, la Regione ha disposto anche il subentro dello stesso dipartimento nella procedura di progettazione e appalto degli interventi di ingegnerizzazione delle reti idriche di distribuzione cittadine, invitando Sorical ad inviare tutta la documentazione prodotta fino a quel momento;

- il 13 aprile 2021 i sindaci dei Comuni della provincia di Cosenza serviti dall’acquedotto Abatemarco, alla presenza dell’assessore all’Ambiente, ............, hanno firmato l’Accordo di programma per poter avviare le gare d’appalto e i successivi lavori sulle reti idriche comunali. L’assessore, in quell’occasione, riferiva di aver siglato altri cinque accordi, su base provinciale, con i Comuni più grandi, per circa 58 milioni di euro che, sommati ai 12 milioni del progetto “Cantiere Abatemarco”, portavano a 70 milioni gli investimenti complessivi destinati al settore delle reti idriche. Il piano complessivo prevedeva una fase iniziale di studio dei circa 1.200 km di reti idriche cittadine, il rilievo e la mappatura della rete;

la restituzione dati;

la ricerca perdite;

il rilievo contatori di utenza;

l’analisi delle utenze;

la campagna di monitoraggio portate, pressioni e livelli serbatoi e misura del grado di perdita;

la costruzione di un modello matematico per la simulazione del funzionamento della rete;

l’individuazione degli interventi da realizzare;

la distrettualizzazione della rete. Prevista anche una serie di lavori per la realizzazione di nuovi tratti, per riparazioni di perdite, sostituzione di valvole e contatori. Tenuto conto che: - i risultati attesi del progetto riguardavano la razionalizzazione del modello organizzativo, la riduzione delle perdite fisiche e amministrative, la riduzione dei costi della gestione amministrativa, l’agevolazione per gli utenti attraverso la fatturazione bimestrale. Nello specifico le attività del progetto “Cantiere Abatemarco” prevedevano: regolazione del servizio attraverso la redazione di un “regolamento unico di somministrazione di acqua potabile, redazione di un contratto di utenza, verifica della tariffe applicate ed elaborazione della tariffa del servizio idrico integrato”;

ricognizione attraverso l’acquisizione, verifica, integrazione dei dati di utenza;

organizzazione dei percorsi di lettura nell’aree urbane, verifica e lettura dei contatori, bilancio idrico, acquisizione storica dei consumi;

fatturazione attraverso la lettura dei contatori, calcolo degli importi da fatturare, emissione delle fatture intestate al Comune e relazione con l’utenza. Preso atto che: - è necessario fare chiarezza sul progetto “Cantiere Abatemarco” per non andare incontro ad un possibile disimpegno di quelle risorse finanziarie allocate nel Por Calabria 2014/2020 e nel Patto per la Calabria e che, per gli interventi di ingegnerizzazione delle reti idriche, riguardano, oltre ai comuni del cosentino ricadenti nel progetto “Cantiere Abatemarco”, anche i 5 comuni capoluogo di provincia (per oltre 30 milioni di euro), altri 6 comuni della provincia di Catanzaro (Lamezia Terme, Sellia Marina, Soverato, Borgia, Girifalco, Curinga), 11 comuni della provincia di Cosenza (Corigliano-Rossano, Castrovillari, Acri, Cassano allo Ionio, San Giovanni in Fiore, Amantea, Cetraro, Scalea, Paola, Luzzi, Crosia), 7 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria (Siderno, Taurianova, Palmi, Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Rosarno, Locri), 3 comuni della provincia di Crotone (Cirò Marina, Isola di Capo Rizzuto, Cutro), 9 comuni della provincia di Vibo Valentia (Ricadi, Tropea, Pizzo, Nicotera, Mileto, Serra San Bruno, Rombiolo, Filadelfia, Zambrone), per un totale di € 99.605.083,67. Altri 14 milioni di euro, sempre relativi al progetto “Cantiere Abatemarco”, risultavano essere destinati ad interventi di regolamentazione, ricognizione delle utenze e installazione di contatori di ultima generazione, nel complesso funzionali alla successiva fatturazione diretta alle utenze per come richiesto dalla normativa nazionale vigente e dall’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che approva le tariffe da applicare all’utenza;

- la Calabria è l’unica regione d’Italia che non ha adeguato la gestione del servizio idrico alle norme nazionali, con un ritardo che sta compromettendo la qualità del servizio e aumentando il numero dei Comuni in dissesto finanziario. Tutta la Calabria vive una continua emergenza idrica: le strade si allagano, il servizio viene spesso interrotto, non esiste una mappatura, trovare i punti di rottura è spesso un’impresa, stante la gestione frammentata delle reti;

- al momento non risulta essere stato effettuato nessun intervento sull’acquedotto Abatemarco, per perfezionare il servizio e modernizzare un impianto spesso inefficiente, obsoleto e costoso. Gli utenti dei comuni del cosentino lamentano frequenti disservizi e gli Enti sono costretti agli straordinari per mettere una pezza sulle malridotte condotte. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1. che iniziative stia assumendo la Regione Calabria, dopo l’approvazione della legge relativa all’organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente e la pubblicizzazione di So.Ri.Cal., per definire il soggetto attuatore del progetto “Cantiere Abatemarco”, sbloccando le risorse impiegate e iniziando, così, concretamente il risanamento del sistema idrico calabrese, con un migliore utilizzo della rete e il recupero di notevoli volumi d’acqua;

2. se intende attivarsi per conoscere la situazione dei vari interventi previsti nel progetto “Cantiere Abatemarco”, l’attuale effettiva disponibilità delle risorse impegnate negli anni, ottenere precise indicazioni sui tempi e sulle modalità di esecuzione degli stessi, stante l’assoluta emergenza in cui versa il servizio idrico integrato della Calabria.

(65; 15/07/2022).

(Risposta)

 

Laghi. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la risoluzione ONU del 28 luglio 2010 dichiara, per la prima volta nella storia, il diritto all'acqua "un diritto umano universale e fondamentale";

- l’acqua costituisce dunque un bene comune dell’umanità, irrinunciabile, che appartiene a tutti e, quale diritto inalienabile, un bene che deve essere condiviso equamente da tutti;

- nel territorio calabrese gli invasi artificiali rientranti nel Parco Nazionale della Sila, in particolare il lago Arvo e il lago Ampollino, rappresentano dei bacini di importanza vitale per i rilasci di acqua destinati all’irrigazione dei terreni, di competenza dei relativi Consorzi di bonifica, nonché per i prelievi della risorsa idrica da parte dei mezzi antincendio nel periodo di massima allerta per rischio incendio e, certo non da ultimo, per usi idropotabili;

- i sistemi di raccolta e recupero delle acque piovane hanno lo scopo di ridurre il consumo idrico e permettere di trattare e riutilizzare l’acqua raccolta per usi idropotabili, per attività agricole, zootecniche, per l’irrigazione delle aree verdi, per fronteggiare gli incendi e infine, in ambito industriale;

-la “A2A SPA”, multinazionale leader nel settore dei multiservizi, ha la disponibilità degli invasi artificiali silani;

- la predetta società ha abbassato significativamente il livello delle acque dei laghi per utilizzarle a scopo di produzione energetica e che, in ragione di ciò, si è verificata una riduzione della quota utilizzabile per l’irrigazione, per le esigenze sopra richiamate, nonché per i minimi vitali di vari torrenti;

CONSIDERATO CHE: - il 24 ottobre, negli uffici della Regione Calabria, si è svolta una riunione alla presenza del Presidente del Consorzio di bonifica “Ionio Crotonese”, dell’Assessore all’Agricoltura e di due dirigenti di A2A, e in quella occasione si è appreso che, complessivamente, l’acqua disponibile dei due laghi, Arvo e Ampollino, è di 4.700.000 m3;

-solo 1. 500.000 m3 di acqua erano a disposizione per garantire la fornitura idropotabile a Crotone e Rocca di Neto e 3.200.000 m3 di acqua erano a disposizione per possibili blackout energetici;

- l’emergenza siccità in Calabria ha comportato perdite fino al 60% per gli agricoltori, e a ciò si aggiunga l'aumento dei costi di produzione per gli imprenditori agricoli che versano già in grave difficoltà;

- il rischio incendi, per come attestato dal Dipartimento della Protezione Civile, in Calabria è altissimo;

POSTO CHE: - a seguito della scelta operata dalla A2A SpA l’agricoltura dei territori ricadenti nelle zone interessate ha subito e subirà gravi perdite e che, in particolare, le città del crotonese soffriranno certamente per i gravi problemi legati alla fornitura di acqua ad uso potabile;

Per sapere:

con urgenza ed immediato riscontro, quale soluzione si intenda adottare per far pronte ai problemi di enorme portata sopra evidenziati.

(96; 02/11/2022).

(Risposta)

 

Alecci. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la zona costiera alle porte della Città di Crotone, di fronte all’area “ex Pertusola”, di proprietà di Eni Rewind S.p.A. oggi versa in uno stato di totale abbandono;

- nella suddetta area sono evidenti le rovine di quella che più di vent’anni fa era la zona industriale e sono ammassate ingentissime quantità di rifiuti, anche radioattivi, senza dubbio pericolosi per i cittadini dell’intera area urbana;

- lo stato attuale della zona rappresenta un serio pericolo per la salute dell’intera comunità e un freno per lo sviluppo turistico ed economico della Città e della provincia di Crotone;

- in data 24 ottobre 2019 si era tenuta una Conferenza dei Servizi tenutasi presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutele del Territorio e del Mare, a cui avevano partecipato, tra gli altri, i rappresentanti di Syndial S.p.A. (oggi Eni Rewind S.p.A.) e in videoconferenza anche la Regione Calabria e il Comune di Crotone, per l’esame degli interventi di bonifica da effettuare all’interno e nei pressi della zona;

- all’interno della Conferenza si era preso in esame il progetto relativo al sito di bonifica di Interesse Nazionale “Crotone-Cassano-Cerchiara” – Discariche fronte mare e aree industriali – Progetto di Bonifica fase 2 (POB 2) trasmesso in precedenza da Syndial SPA;

- a margine di suddetta Conferenza dei Servizi il verbale redatto riportava che l’Arch. ... durante l’illustrazione ai presenti del provvedimento PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale) relativo al POB 2 comunicava che all’interno del Provvedimento stesso erano state inserite “una serie di prescrizioni, la cui principale è che, in ogni caso, il destino dei rifiuti (TENORM E NON TENORM) deve essere posto fuori dal territorio regionale”;

- ... aggiungeva che “la richiesta di portare i rifiuti all’esterno del territorio regionale nasce, sin dalle fasi iniziali della valutazione del progetto, dalla necessità di non aggravare la situazione già presente localmente mediante la realizzazione di nuove discariche ed è stata condivisa da tutte le amministrazioni locali”;

- il verbale riportava anche che il Dott. Pugliese, in qualità di Sindaco di Crotone e di Presidente della Provincia, esprimeva parere favorevole in particolare sulla certezza che i rifiuti venissero portati al di fuori del territorio del Comune e della Provincia di Crotone;

- in conclusione di riunione, la Conferenza dei Servizi, all’unanimità, sulla base dei pareri e delle determinazioni fornite dalle Amministrazioni interessate e dagli Enti tecnici presenti, esprimeva parere favorevole sul Progetto in esame. Considerato che: -dopo quasi 3 anni, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha convocato una nuova Conferenza dei Servizi istruttoria per il 9 febbraio 2023 con il seguente ordine del giorno: presentazione del Documento “Discariche fronte mare e aree industriali di pertinenza Eni Rewind SpA. Progetto Operativo di Bonifica Fase 2 (…) Variante al POB fase2 “Realizzazione di una discarica di scopo per rifiuti TENORM con amianto derivante dalle operazioni di bonifica della discarica ex Fosfotec Farina – Trappeto all’interno del sito Eni Rewind di Crotone”. -Alla Conferenza dei Servizi sono stati invitati, tra gli altri, la Regione Calabria Dipartimento Territorio e Tutela dell’Ambiente e Dipartimento Urbanistica, la Provincia di Crotone Settore Ambiente, il Comune di Crotone, ARPACAL;

Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche n. q. di assessore all’Ambiente della Regione Calabria,

Per sapere:

-quale sia la reale portata e la pericolosità dei rifiuti presenti nella area in questione;

-da dove nasca la necessità di una nuova Conferenza dei Servizi dopo quella decisoria del 2019;

-per quale motivo si debba richiedere nuovamente un parere alle Amministrazioni laddove già espresso in precedenza sulla medesima situazione;

-quale posizione intenda assumere il Dipartimento Ambiente della Regione sulla questione in essere e nei confronti delle proposte formulate da Eni Rewind SpA.

(116; 30/01/2023).

(Risposta)

 

Mammoliti, Bevacqua, Alecci, Billari, Bruni, Iacucci, Lo Schiavo, Afflitto, Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

 

Premesso che:

Con comunicazione trasmessa a mezzo pec il 15.02.2023, rappresentanti di partiti politici, movimenti ed associazioni del Comune di Lamezia Terme, in riferimento al complesso procedimento amministrativo per l’approvazione del Piano Strutturale Comunale, hanno chiesto alle diverse Amministrazioni interessate e, tra queste, alla Regione Calabria “una attenta valutazione di conformità e coerenza urbanistica e ambientale del PSC di Lamezia Terme rispetto al Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico (art. 22, co. 5;

art. 20, punto 1, lett. c), al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e ai principi, assunti con leggi regionali, ai fini di perseguire la corretta e piena legittimità della pianificazione urbanistica dell’intero territorio calabrese”. Da tale comunicazione emergerebbe la netta non conformità di quel PSC rispetto ai dettami e ai principi della legge regionale 19/2002 e smi, in essa specificatamente indicati, nonché alla L.R. n. 25/2022, che stabilisce l’obbligo di «concorrere al progressivo raggiungimento dell’obiettivo europeo di azzeramento del consumo di suolo netto» (lett. a), c. 2, L.R. 25/2022);

«favorire il riuso edilizio di aree già urbanizzate» (lett. b), c. 2, art. 1);

«tutelare i centri urbani dal degrado causato dai processi di desertificazione delle attività produttive e commerciali» (lett. i), c. 2, art. 1);

«promuovere i programmi di rigenerazione urbana volti alla riqualificazione di parti significative di città e sistemi urbani per favorire il risparmio del territorio, nonché un ammagliamento di tessuto urbano privo di attrattività che soddisfi le esigenze abitative all’interno del perimetro urbano esistente, creando, possibilmente economie di scala e la capacità di resilienza urbana» (lett. l), c. 2, art.1). Si denuncia inoltre in tale comunicazione che, in violazione del dovere di decostruzione di cui all’art. 8, della legge regionale 25/2022, quel PSC prevede il trasferimento da aree urbanizzate ad aree urbanizzabili (ex agricole) di volumetrie derivanti da misure premiali in esso previste. Con tale comunicazione viene denunciato, inoltre, che, essendo stato quel Piano strutturale elaborato prima dell’entrata in vigore del QTRP e facendo perno su “manifestazioni di interesse” (art. 70 del REU) finalizzate soprattutto all’utilizzazione diretta ed immediata delle aree urbanizzabili sulla base di accordi preliminari con i privati, esso sia in netto contrasto col sopravvenuto strumento regionale che, all’art. 20, lett. A, punto 1, delle Disposizioni normative, prevede che i nuovi PSC diventino operativi solo «dopo avere raggiunto gli obiettivi principali di sostenibilità riferiti agli ambiti urbanizzati». Con la stessa comunicazione si denuncia altresì che il Piano, adottato dal Comune di Lamezia Terme sulla base di un Documento preliminare approvato nel 2010, sia ovviamente ispirato da un quadro economico, sociale, culturale, demografico (nello specifico da una assai fuorviante «buona tenuta demografica») e normativo datato e che non rispecchia l’attualità, nel frattempo del tutto cambiata per effetto di “bonus” edilizi, crisi economiche, una pandemia e una guerra che hanno stravolto la realtà e, quel che è più grave, comunque non in linea con le dinamiche demografiche in atto (decremento dell’8% della popolazione) e potenziali (c. 1, art. 3, lr 19/2002 e smi). Con la richiesta, che si allega alla presente, i sottoscrittori infine oltre a rilevare come il PSC e il relativo iter amministrativo siano viziati dal mancato rispetto di tali numerose norme di legge o regolamenti, denunciano anche “come tutte le norme citate siano cogenti e che per di più nella loro attuazione non venga lasciata all’interprete alcuna discrezionalità. E con la sua attuale formulazione l’art. 323 del Codice Penale sanziona come abuso d’ufficio il comportamento del ‘pubblico ufficiale … che, nello svolgimento delle funzioni …, in violazione di specifiche regole di condotta espressamente previste dalla legge o da atti aventi forza di legge e dalle quali non residuino margini di discrezionalità … intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto’”. Tutto quanto sopra premesso, i sottoscritti Consiglieri regionali interrogano il Presidente della Giunta regionale e il competente Assessore,

Per sapere:

- se sono a conoscenza della richiamata richiesta;

- quali iniziative amministrative intendano assumere sulla richiamata richiesta, considerato l’inammissibile e rilevante consumo di suolo che può provocare la definitiva approvazione delle scelte urbanistiche e degli elaborati del PSC varato dal Comune di Lamezia Terme;

- come intendano affrontare con urgenza il tema del doveroso rispetto delle cogenti norme europee, statali, regionali e comunali in essa puntualmente indicate;

- quali ulteriori iniziative intendano in ogni caso adottare per dare riscontro alla denunciata violazione delle norme indicate dai sottoscrittori nella richiesta in questione e per scongiurare i gravi danni ambientali, economici e sociali dagli stessi paventati.

(125; 15/03/2023).

(Risposta)

 

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- i Comitati Etici (CE) sono organismi indipendenti la cui principale funzione è la valutazione degli aspetti etici e scientifici delle sperimentazioni cliniche al fine di tutelare i diritti, la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte;

- i ‘Comitati etici’, in sanità, svolgono una funzione assai delicata e strategica, con un ruolo sempre più determinante;

- l'espressione di pareri su più attività sanitarie è imprescindibile tra cui le sperimentazioni cliniche;

- a tutt'oggi insistono richieste di pareri riferite allo scorso anno, come il test di screening per le immunodeficienze geneticamente determinate;

Considerato che: - da tempo l’attività dei ‘Comitati Etici’, in Calabria, viene sottovalutata se non addirittura interrotta, come di fatto sta avvenendo al comitato di Catanzaro;

- il CE di Catanzaro è coinvolto ad esprimere pareri sulle attività dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater-Domini e quindi sulle attività di sperimentazioni cliniche sempre strategiche in materia di ricerca e cura;

- l’espressione di pareri del CE è imprescindibile per l’attuazione dei programmi di Ricerca del PNRR;

- ad oggi, risultano approvati dal comitato etico i seguenti progetti nell’ambito del PNRR: a) Progetto “Malattie Croniche non trasmissibili con codice PNRR-MR1-2022-12375654, dal titolo Genetic and epigenetic modulAtors in Rare neurodegenerative diseases with Dementia: a National study on autosomal dominant Alzheimer disease and genetic frontotemporal degeneration with dementIA (GARDENIA), PI/ Coordinator, Prof. ... Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli, b) Progetto di ricerca cod. PNRR-MAD-2022-12376110 dal titolo “Precision medicine in neurodegenerative diseases: feasibility study on plasma diagnostic and prognostic markers”, PI/Coordinator Prof. ... - Università di Brescia - i progetti suddetti pur essendo stati analizzati, non hanno ancora ricevuto il verbale relativo;

Tenuto conto che: - con decreto del Ministero della Salute del 26 gennaio 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 febbraio 2023, viene dato corso all’istituzione dei Comitati Etici Territoriali con entrata in vigore il prossimo 7 giugno;

- vengono soppressi tutti i Comitati Etici esistenti sul territorio nazionale ed istituiti 40 (quaranta) Comitati Etici;

- per la Calabria è prevista la soppressione dei CE esistenti e l’istituzione di un Comitato Etico Territoriale. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale

Per sapere:

1) quali iniziative intende assumere per garantire il completamento delle attività dei Comitati Etici in vigore, in particolare in relazione ai progetti summenzionati;

2) quali iniziative sono state, o saranno assunte al fine di garantire l'applicazione del decreto del Ministero della Salute, con l’istituzione del Comitato Etico Unico Regionale, considerato che alla data del 7 giugno p.v., comunque cesseranno le attività dei Comitati Etici esistenti.

(135; 27/04/2023).

(Risposta)

Proposta di legge n. 154/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Crinò, recante: “Modifiche della legge regionale 14/1984 - Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro” (deliberazione consiliare n. 195)

Art. 1

(Modifiche alla l.r. n.14/1984)

1. Il comma 1 dell'articolo 2 della legge regionale 18 giugno 1984, n. 14 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro), è sostituito dal seguente:

“1. La somma annualmente stanziata in bilancio per la concessione dei contributi alle associazioni dei disabili, di cui all’articolo 1, viene ripartita, con provvedimento della Giunta regionale, tra le cinque sedi provinciali calabresi dell'Associazione nazionale dei mutilati e invalidi civili e dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro in rapporto:

a) al numero degli invalidi, dei quali, per legge, hanno la rappresentanza e la tutela in ragione del 50 per cento della dotazione annuale;

b) all’attività socio-assistenziale da svolgere, nel corso dell'esercizio finanziario, per il perseguimento dei fini istituzionali in ragione del 20 per cento della dotazione annuale;

c) in proporzione al numero dei disabili iscritti alle associazioni di appartenenza sul territorio provinciale di pertinenza in ragione del 30 per cento della dotazione annuale.”.

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 3

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 180/12^ di iniziativa dei Consiglieri regionali Gallo, Molinharo, Caputo, Comito, Neri, recante: “Interventi normativi sulle leggi regionali n. 19/1986 n. 7/1996, n. 15/2006, n. 40/2008, n. 22/2010, n. 45/2012, n. 2/2013, n. 24/2013, n. 30/2016, n. 43/2016, n. 9/2018, n. 5/2021, n. 6/2023, n. 8/2023, n. 9/2023 e disposizioni normative” (deliberazione consiliare n. 196)

Art. 1

(Interpretazione autentica dell’articolo 1 della legge regionale n. 19/1986)

1. Il trattamento previdenziale di cui all’articolo 1 della legge regionale 2 maggio 1986, n. 19 (Trattamento di fine servizio del personale regionale) è da intendersi applicabile esclusivamente per gli anni di servizio effettivamente prestati alle dipendenze della Regione dal lavoratore che all’atto del collocamento in pensione sia presente nei ruoli dello stesso Ente regionale; e le parole: “indipendentemente se e presso quale ente maturi il diritto a pensione”, di cui al comma 3 del medesimo articolo 1, sono da intendersi riferite esclusivamente a quei casi in cui il dipendente regionale pur avendo svolto attività lavorativa presso altro Ente, si trovi all’atto della pensione nei ruoli della Regione e abbia prestato almeno un anno di servizio presso la stessa.

Art. 2

(Modifiche alla legge regionale n. 7/1996)

1. Alla fine del comma 3 dell’articolo 8 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7, (Norme sull'ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale) è aggiunto il seguente periodo: “Analogamente, il titolare della struttura speciale ha facoltà di nominare un numero inferiore di componenti della propria struttura e in tal caso il trattamento economico complessivo relativo ai componenti non nominati concorre alla determinazione del trattamento economico mensile spettante, in deroga ai commi 3-bis e 3-ter, al segretario particolare o al responsabile amministrativo, da contenersi, comunque, nei limiti di quello previsto per i dirigenti di settore della Giunta regionale, senza ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.”.

Art. 3

(Modifiche alla legge regionale n. 19/2002)

1. Alla fine del comma 3 dell’articolo 61 della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria) sono aggiunte le seguenti parole: “e agli enti parco regionali, per gli interventi e i progetti localizzati in tutto o in parte nel territorio dell’area protetta.”.

Art. 4

(Modifiche alla legge regionale n. 15/2006)

1. Al comma 3 dell’articolo 5 della legge regionale 24 novembre 2006, n.15 (Riordino territoriale ed incentivazione delle forme associative di Comuni), le parole: “sulle delibere consiliari di fusione” sono sostituite dalla seguente: “consultivo”.

Art. 5

(Centro polifunzionale “La Città del Sole”)

1. La struttura denominata "La Città del Sole", gestita dall’Associazione "Comunità Regina Pacis-OdV", già centro polifunzionale di servizi riabilitativi per persone con dipendenze patologiche, può essere destinata anche per l’accoglienza di soggetti svantaggiati e appartenenti alle categorie a maggiore rischio di esclusione sociale e comunque per finalità sociosanitarie e socioassistenziali.

Art. 6

(Integrazione della legge regionale n. 22/2010)

1. Dopo il comma 6 dell’articolo 9 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 22 (Misure di razionalizzazione e riordino della spesa pubblica regionale) è inserito il seguente:

“6-bis. Al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza, fermo restando il tetto di spesa per il personale previsto dall’articolo 11 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35 (Misure emergenziali per il servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria) convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 2019, n. 60, le aziende sanitarie e ospedaliere del Servizio sanitario regionale possono procedere, in deroga al limite del 50 per cento previsto dal comma 6, all’assunzione di personale sanitario a tempo determinato per la sostituzione dei dirigenti medici e operatori sanitari assenti dal servizio per gravidanza o malattia di lunga durata per grave patologia.”.

Art. 7

(Modifiche alla legge regionale n. 45/2012)

1. Dopo il comma 7 dell’articolo 23 della legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale) è aggiunto il seguente:

“8. È possibile il ripristino delle attività agricole e pastorali preesistenti o il restauro delle precedenti edificazioni nelle aree dove insistono, per come previsto dall'articolo 5, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34 (Testo unico in materia di foreste e filiere forestali), le formazioni di specie arboree, associate o meno a quelle arbustive, ivi comprese le aree con presenza di macchia mediterranea, originate da processi naturali o artificiali e insediate su superfici di qualsiasi natura e destinazione anche a seguito di abbandono colturale o di preesistenti attività agro-silvo-pastorali, riconosciute meritevoli di tutela e ripristino, purché venga preventivamente accertato lo stato di abbandono delle attività agropastorali preesistenti nel rispetto dei criteri e dei limiti fissati dall'articolo 3 del decreto interministeriale 12 agosto 2021 (Disposizioni per la definizione dei criteri minimi nazionali per il riconoscimento dello stato di abbandono delle attività agropastorali).”.

 

Art. 8

(Modifiche alla legge regionale n. 2/2013)

1. Alla legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del collegio dei revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio regionale della Calabria) sono apportate le seguenti modifiche:

a) al comma 2 dell’articolo 3-bis la parola: “venti” è sostituita dalla seguente: “dieci”;

b) dopo il comma 2 dell’articolo 3-bis sono inseriti i seguenti:

“2-bis. Il termine di cui al comma 2 può essere sospeso per una sola volta, per un massimo di dieci giorni, con apposita istanza del collegio dei revisori dei conti, al fine di consentire l’acquisizione di eventuali chiarimenti e documentazione occorrenti al rilascio dei pareri.

2-ter. La violazione del termine di cui al comma 2, reiterata per tre volte, determina la decadenza dei componenti del collegio dei revisori dei conti dall’incarico loro conferito.”.

2. Nel comma 1 dell’articolo 6 della l.r. 2/2013, la parola: “cinque” è sostituita dalla seguente: “tre”.

3. Il comma 1 dell’articolo 8 della l.r. 2/2013 è sostituito dal seguente:

“1. Ai componenti del collegio spetta una indennità pari al 20 per cento dell'indennità di carica e di funzione del Presidente della Giunta regionale, maggiorata del 15 per cento per il presidente del collegio, al netto di IVA e oneri di legge”.

4. Le disposizioni dettate dal presente articolo non trovano applicazione sui contratti in corso alla data della sua entrata in vigore.

Art. 9

(Modifiche alla legge regionale n. 24/2013)

1. Dopo il comma 9 dell’articolo 9 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità) è aggiunto il seguente:

“10. Al direttore generale spetta un’indennità commisurata all’80 per cento di quella spettante all’analoga figura dei Parchi nazionali. Tale indennità è soggetta alla decurtazione prevista dalla normativa nazionale e regionale in materia di spending review.”.

Art. 10

(Modifiche alla legge regionale n. 30/2016)

1. Al comma 2 dell’articolo 5-bis della legge regionale 12 ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione) sono apportate le seguenti modifiche:

a) dopo la parola: “spese”, sono inserite le seguenti: “di viaggio e”

b) le parole: “al 65 per cento di” sono sostituite dalla seguente: “a”.

Art. 11

(Modifiche alla legge regionale n. 9/2018)

1. Dopo l’articolo 1 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza) è inserito il seguente:

“Art. 1-bis

(Consulta regionale per la legalità)

1. È istituita, presso il Consiglio regionale della Calabria, la Consulta regionale per la legalità quale organo di consulenza della Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa e della Giunta regionale.

2. La Consulta regionale per la legalità è composta da:

a) il Presidente della Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa, che la presiede;

b) previa intesa, un rappresentante dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC);

c) un rappresentante istituzionale dell’Anci Calabria;

d) un rappresentante dell’UPI Calabria;

e) un rappresentante della Città Metropolitana di Reggio Calabria;

f) i rappresentanti delle organizzazioni dei datori di lavoro e quelli delle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello regionale;

g) un rappresentante per ogni associazione o fondazione antiracket e antiusura, con sede nella Regione Calabria, di cui all’articolo 15 della legge 7 marzo 1996, n. 108 (Disposizioni in materia di usura) e/o iscritte negli elenchi prefettizi di cui all’articolo 13, comma 2, della legge 23 febbraio 1999, n. 44 (Disposizioni concernenti il Fondo di solidarietà per le vittime delle richieste estorsive e dell'usura), e/o iscritte negli elenchi prefettizi ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Ministro dell’Interno del 24 ottobre 2007, n. 220 (Regolamento recante norme integrative ai regolamenti per l'iscrizione delle associazioni e organizzazioni previste dall'articolo 13, comma 2, della legge 23 febbraio 1999, n. 44 e dall'articolo 15, comma 4, della legge 7 marzo 1996, n. 108, in apposito elenco presso le prefetture);

h) un rappresentante per ogni consorzio o cooperativa di garanzia collettiva Confidi avente sede in Calabria e che disponga del fondo antiusura separato dai fondi rischio ordinari, di cui alla legge n. 108/1996;

i) un rappresentante dell’Unione regionale delle camere di commercio della Calabria (Unioncamere Calabria);

j) cinque esperti di qualificata e comprovata esperienza negli ambiti professionali, accademici o di volontariato, attinenti all'educazione alla legalità e alla cittadinanza responsabile nonché al contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa ed alla corruzione.

3. Ai lavori della Consulta sono invitati l’assessore regionale competente in materia di legalità e i componenti della Commissione regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa.

4. Ai lavori possono essere invitati rappresentanti delle amministrazioni statali competenti nelle materie della giustizia e del contrasto alla criminalità, nonché ulteriori esperti e rappresentanti istituzionali o di altri organismi di volta in volta individuati sulla base delle questioni trattate.

5. La Consulta si riunisce almeno due volte all’anno ed esprime un parere consultivo sul Piano speciale legalità, antiracket e antiusura (PSLA), previsto dall’articolo 4.

6. I componenti della Consulta regionale sono nominati dal Presidente del Consiglio regionale tenendo conto delle designazioni formulate dagli enti indicati nel comma 2, sentito il Presidente della Commissione consiliare regionale contro il fenomeno della ‘ndrangheta, della corruzione e dell’illegalità diffusa.

7. La Consulta resta in carica per tutta la durata della legislatura. La partecipazione ai lavori della Consulta non dà luogo ad alcun compenso o rimborso.

8. L’ufficio di Presidenza assicura, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, le risorse umane e strumentali necessarie per il funzionamento della Consulta.”.

Art. 12

(Integrazioni alla legge regionale n. 5/2021)

1. Dopo il comma 2 dell’articolo 2 della legge regionale 23 aprile 2021, n.5 (Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche della regione Calabria e determinazione del canone in attuazione dell’articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79) è aggiunto il seguente:

“3. Le procedure e le modalità di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni d’acqua a scopo idroelettrico, disciplinate dalla presente legge, non si applicano alle richieste presentate entro la data del 23 aprile 2021. Alle richieste di cui al primo periodo si applicano, in ogni caso, le disposizioni della presente legge relative alla determinazione del canone concessorio.”.

Art. 13

(Modifiche alla legge regionale n. 8/2023)

1. Alla legge regionale 24 febbraio 2023, n. 8 (Modifiche a leggi regionali e disposizioni normative) sono apportate le seguenti modifiche:

a) l’articolo 10 è sostituito dal seguente:

“Art. 10

(Misure per garantire il funzionamento degli impianti di risalita)

1. La Regione Calabria favorisce la riqualificazione, il potenziamento e l'ammodernamento degli impianti di risalita di Camigliatello silano e Lorica, rientranti nel proprio patrimonio della Regione o di enti strumentali, adibiti al trasporto pubblico di persone, delle piste da sci, dei sistemi di innevamento programmato e delle strutture a essi connesse.

2. L'esercizio degli impianti deve svolgersi in ottemperanza alle vigenti norme in materia di sicurezza e regolarità dei servizi di trasporto pubblico con impianti di risalita e in coerenza con la vigente normativa in materia di sicurezza e pratica degli sport della neve.

3. La gestione degli impianti di risalita di cui al comma 1, dei relativi beni immobili e mobili pertinenziali e delle infrastrutture complementari e accessorie agli impianti, è assicurata dalla società Ferrovie della Calabria S.r.l., anche attraverso l'utilizzo di personale in possesso delle abilitazioni valide per lo svolgimento delle funzioni di sicurezza nella conduzione degli impianti di risalita in servizio o esercizio pubblico e dei tappeti mobili in esercizio pubblico.

4. Nella gestione degli impianti di cui al comma 3 è assicurata la funzione di gestore dell’area sciabile che svolge, di norma, la funzione di gestore delle piste alle quali gli impianti sono funzionalmente collegati. L'area sciabile può essere, altresì, impiegata nel periodo estivo anche per la pratica di attività ludico-sportive e ricreative su aree e tracciati esclusivamente destinati a tali attività.

5. Nella gestione deve essere assicurato un apposito servizio di soccorso che può essere svolto dal personale dipendente in servizio presso le piste o presso gli impianti, da enti e associazioni già operanti nel settore dotati di professionalità specifica, da personale specializzato delle forze armate, dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco.

6. Nella gestione degli impianti di risalita di cui al comma 1 deve essere garantita la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti, dei relativi beni immobili e mobili pertinenziali e delle infrastrutture complementari e accessorie agli impianti, delle aree di transito e di sosta per i veicoli dei fruitori degli impianti di risalita e delle aree sciabili.

7. Questi interventi possono essere finanziati nell’ambito dei programmi operativi dei fondi strutturali europei e nazionali individuati negli atti di programmazione, previa verifica della coerenza con le linee di intervento in essi previste, nonché con le eventuali altre risorse conferite da altre istituzioni o enti pubblici e privati.”;

b) dopo il comma 2 dell’articolo 11 è aggiunto il seguente:

“3. Per le finalità di cui al comma 1, la Giunta regionale è autorizzata a concedere alle forze dell'ordine e agli enti locali sul cui territorio insistono presidi territoriali delle forze dell’ordine, in comodato d’uso gratuito o in locazione a canone ridotto, beni immobili o porzioni di essi di proprietà della Regione o di enti strumentali regionali, con la finalità di perseguimento del bene della sicurezza pubblica e per garantire il mantenimento di un presidio delle forze dell’ordine a livello territoriale.”.

Art. 14

(Modifiche alla legge regionale n. 9/2023)

1. Al comma 2, dell’articolo 22 della legge regionale 24 febbraio 2023, n. 9, (Disciplina del Sistema di protezione civile della Regione Calabria) le parole: “associazioni di volontariato e gruppi comunali” sono soppresse.

Art. 15

(Attività complementari alla vendita di prodotti orto-floro-vivaistici)

1. L’imprenditore agricolo, munito della prescritta autorizzazione all’esercizio dell’attività vivaistica, può vendere al dettaglio, oltre ai prodotti dell’azienda orto-floro-vivaistica, anche quelli che completano e integrano quelli provenienti dall’azienda a condizione che:

a) la superficie massima destinata alla vendita dei prodotti di complemento non superi il 10 per cento della superficie totale delle strutture aziendali adibite all’attività orto-floro-vivaistica e comunque non ecceda il limite di 250 metri quadrati;

b) il volume massimo dei ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti di complemento non superi il 35 per cento del totale dei ricavi dell’azienda orto-floro-vivaistica.

2. L’attività di vendita è subordinata alla previa comunicazione al Comune nel cui territorio è svolta l’attività e al possesso e mantenimento delle condizioni di cui al comma 1.

3. Entro tre mesi dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale adotta l’elenco dei prodotti di complemento merceologico orto-floro-vivaistico, che può essere periodicamente aggiornato.

Art. 16

(Disposizioni in materia di agricoltura)

1. Ai commissari nominati dalla Regione Calabria in sostituzione degli organi di amministrazione dei Consorzi di bonifica, o in caso di loro liquidazione ordinaria, è corrisposta, a carico del bilancio dell’ente interessato, un’indennità commisurata a quella spettante al presidente dei Consorzi medesimi.

2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche ai Consorzi già commissariati e a quelli già sottoposti a liquidazione, con decorrenza dall’entrata in vigore della presente legge.

3. Al fine di dare supporto ai commissari di cui al comma 1, il dipartimento competente in materia di agricoltura è autorizzato ad assicurare attività di assistenza e supporto agli stessi commissari in modo da garantire il sollecito adempimento dell’incarico conferito, anche avvalendosi di figure professionali messe a disposizione da società partecipate o da enti subregionali, mediante convenzione.

4. Per le medesime finalità di cui al comma 3, per le annualità 2023-2025, è istituito un fondo destinato alla copertura delle spese della procedura, nella misura massima di € 100.000,00 euro.”.

Art. 17

(Misure agevolative integrate)

1. Al fine di massimizzare l'efficacia delle misure di politica economica regionale volte ad attrarre investimenti sul territorio, accrescere la competitività delle filiere produttive regionali e agevolare l'accesso al credito delle imprese, la Regione promuove l'istituzione di specifici regimi agevolativi che favoriscono la semplificazione dei processi di gestione e generano effetti moltiplicativi e leve finanziarie.

2. I regimi agevolativi di cui al comma 1 istituiti dalla Giunta regionale possono essere attuati con modalità che consentono l'integrazione di forme di sostegno a carattere nazionale e comunitario, ivi incluse quelle di cui all’articolo 1, comma 855, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Legge finanziaria 2007).

Art. 18

(Disposizioni per la partecipazione degli istituti agrari alle misure del PSR)

1. Le aziende di amministrazioni ed enti pubblici che esercitano nel territorio regionale in via esclusiva attività definite agricole dall’articolo 2135 del codice civile e dalle leggi statali speciali, sono equiparate all’imprenditore agricolo professionale (IAP) ai seguenti fini:

a) attribuzione di provvidenze con gli strumenti di programmazione regionale che dispongono interventi finanziari in materia di agricoltura, foreste e sviluppo rurale;

b) applicazione delle disposizioni di cui al titolo VII della legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo e uso del territorio), concernenti le costruzioni sul territorio rurale.

Art. 19

(Modifiche alla legge regionale n. 28/1986)

1. Nell’articolo 1 della legge regionale 11 luglio 1986, n. 28 (Ricezione turistica all'aria aperta), dopo il comma 10 è inserito il seguente:

“10-bis. Nelle strutture ricettive stagionali all’aria aperta, durante il periodo di chiusura delle medesime, è consentita la custodia di mezzi mobili di pernottamento e di strutture destinate all’accoglienza dei turisti, installate a cura della gestione o proprie dei residenti stagionali, purché siano collocate in apposite piazzole che non possono occupare più del 30 per cento della superficie complessiva autorizzata.”.

Art. 20

(Norma finanziaria)

1. Per far fronte agli oneri derivanti dall’attuazione dell’articolo 10, è autorizzata la spesa nel limite massimo di 50.000,00 euro annui, da imputare a carico degli assi di Assistenza Tecnica dei Piani e Programmi regionali, in base alle singole richieste delle Autorità di Gestione di attivazione delle posizioni funzionali presso l’ufficio di collegamento per le loro finalità istituzionali.

2. Agli oneri derivanti dalla istituzione del fondo di cui all’articolo 16, determinato nel limite massimo di 100.000,00 euro, si provvede con le risorse stanziate alla Missione 16, Programma 01, mediante la riduzione dello stanziamento di spesa del capitolo U0223120201 allocato nella medesima Missione (U16.01).

3. Dalle restanti previsioni legislative della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

4. La Giunta regionale è autorizzata a effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023- 2025.

Art. 21

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Mozione numero 56/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Giannetta, recante: “Misure di contrasto al diffondersi della peste suina africana (PSA) che ha colpito i cinghiali”

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA

PREMESSO CHE:

- in data 25 aprile 2023 è stata rinvenuta in provincia di Reggio Calabria una carcassa di cinghiale morto a seguito del primo caso accertato di Peste Suina Africana (PSA), essendo risultato positivo il relativo test al virus effettuato nell’immediatezza del rinvenimento;

- il Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, nella sua qualità di Commissario della sanità calabrese, ha tempestivamente istituito la “zona infetta” in 26 Comuni della provincia di Reggio per contenere la diffusione della peste suina;

- l’ordinanza investe i Comuni di San Procopio, Fiumara, San Roberto, Laganadi, Palmi, Bagnara Calabra, Delianuova, Sinopoli, Santo Stefano in Aspromonte, Sant’Alessio in Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Scilla, Seminara, Melicucco, Cosoleto, Calanna, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Montebello Jonico, Condofuri, Bagaladi, Cardeto, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni, San Lorenzo e Roghudi;

- la “zona infetta è disposta al fine di prevenire l’ulteriore diffusione della malattia, e in considerazione dell’accentuata vicinanza tra i vari casi, con conseguente sovrapposizione dei territori”. In queste aree vengono stabiliti l’uso della segnaletica in ingresso nei comuni sulla quale indicare la presenza di peste suina africana nei cinghiali, il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali, l’obbligo di segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi, il divieto di qualsiasi attività venatoria, di movimentazione al di fuori della zona infetta di suini selvatici se non finalizzata all’abbattimento, il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, prodotti a base di carne, trofei ed ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta e il divieto di utilizzo di fieno e paglia prodotti in zona infetta. La decisione nasce – si legge nell’ordinanza – “a seguito della conferma di peste suina africana (Psa) nelle carcasse di

cinghiale rinvenute e dei risultati delle indagini effettuate, i casi comprovati di peste suina nei cinghiali ritrovati nei comuni di Cardeto, Reggio Calabria/S. Domenica, Covala/Bagnara Calabra e Reggio Calabria/Embrisi”.

- la pratica della caccia di selezione dell’ungulato della specie cinghiale, scaturita dal diffondersi progressivo, incontenibile ed invadente del suide, su scala nazionale, ha, negli ultimi anni, coinvolto parecchi cacciatori che avevano esperienze e tradizionali competenze, limitate alla caccia in battuta ed in braccata, con l’ausilio di cani.

CONSIDERATO CHE:

- l’apprendimento delle tecniche della filosofia selettiva, delle sue motivazioni, delle sue liturgie, della sua etica, dei protocolli e delle norme balistiche, vocate all’uso di armi a canne rigate, hanno determinato il completamento di una formazione che ha proiettato molti cacciatori, in un mondo venatorio caratterizzato da un più intimistico rapporto con la flora, con la fauna, con la poesia delle luci e degli albedi della luna, dei suoni e dei silenzi della natura;

- le materie apprese, i docenti con cui i cacciatori hanno fatto il loro esordio in questa nuova dimensione venatoria, li ha proiettati in un rilevante ruolo che li vede protagonisti, nel ruolo di Selecontrollori/Selettori, ovvero Cacciatori specializzati di ungulati con metodi selettivi e preposti anche al controllo numerico del cinghiale, al servizio della collettività, nell’espletamento di un importante pubblico servizio, che garantisce agli organi preposti, una figura ausiliaria, preziosa e determinante, un presidio di esperti, appassionati collaboratori, impegnati, spesso a costo zero per la pubblica amministrazione, in un ruolo di collaborazione, di sorveglianza, di protezione, di contenimento, di salvaguardia, della salute pubblica, del patrimonio boschivo, pubblico e privato e poi nel campo agronomico e della sicurezza stradale;

- questo speciale “know how” ha permesso loro di operare con profitto e competente sagacia per due intere stagioni, nell’intento di contenere le popolazioni del cinghiale e di supportare gli operatori agricoli che avevano fatto richiesta di poter avere un loro utile intervento. 

TENUTO CONTO CHE:

- in Calabria, si iniziò a palesare il timore comune del rischio di una possibile espansione della Peste Suina Africana continentale e pertanto molti selettori avvertirono l’urgenza di informarsi e formarsi per la preventiva operatività, nel caso di una infausta, quanto malaugurata possibilità, che questo evento si potesse realizzare.

- la tempestività dell’intervento dei Selettori e la prevenzione possono essere sicuramente utili per ridurre al minimo l'espansione del virus;

- i selettori hanno già frequentato corsi dedicati alla PSA con profitto tanto da potersi rendere già sufficientemente utili a scongiurare il dilagarsi dell’epidemia;

- i selettori e non tutti i cacciatori da braccata, sono a conoscenza delle fondamentali nozioni e dei protocolli necessari.

 

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALEDELLA CALABRIA

 Ad accelerare il selecontrollo nei comuni limitrofi alla zona rossa, per evitare il dilagare della peste suina. Ciò anche in attuazione delle direttive dell’Istituto zooprofilattico in ordine alla delimitazione della zona rossa mediante l’impiego di quanti più selettori possibili, per circoscrivere il virus e per impedire il propagarsi della peste suina in particolare negli allevamenti, onde scongiurare il rischio di minare, ulteriormente, un’economia già fragile, che ha però punti di forza e di eccellenza trainanti per il settore, quali ad esempio, il suino nero di Calabria.

Ad attivarsi per programmare ed istituire un sistema organico, mediante l’adozione di specifici protocolli e procedure, che siano di riferimento per la pubblica segnalazione e la raccolta di dati, per monitorare i sinistri causati dall’impatto col cinghiale o col coinvolgimento di altra fauna selvatica, per far sì che siano evitate conseguenze negative anche in vista della imminente stagione turistica, con possibili gravi danni al settore turistico calabrese,

soprattutto nelle attività di qualsiasi tipo che si svolgono nei boschi, nei prati ed all’aria aperta, non escludendo anche l’attività venatoria che verrebbe severamente paralizzata, dal momento che le conseguenze più gravi comporterebbero un periodo che va da 36 fino a 60 mesi di sospensione dell’attività venatoria stessa con conseguente crisi economica di molte attività del settore delle armerie presenti sul territorio.

(Allegato)