XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

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N. 23

 

SEDUTA Di VENERDì 10 MARZO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

Inizio lavori h. 16.54

Fine  lavori h. 21.22

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 16.54

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

ALECCI Ernesto, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

In memoria dei migranti vittime del naufragio avvenuto a Steccato di Cutro

PRESIDENTE

Prima di passare al primo punto all’ordine del giorno, Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri - vi invito a prendere posto - è doveroso aprire la seduta del Consiglio regionale osservando un minuto di raccoglimento in memoria delle vittime del naufragio, tra sabato 25 e domenica 26 febbraio, di un barcone di circa 180 migranti provenienti dalla Turchia e originari di Iran, Afghanistan e Pakistan.

Per il numero dei morti, dei sopravvissuti e dei dispersi, il tragico avvenimento rappresenta una delle stragi di migranti più gravi del Mediterraneo che ha visto infrangersi, a pochi metri dalla costa di Steccato di Cutro, la speranza di una vita migliore, per uomini, donne e minori costretti alla fuga da Paesi devastati da guerre, povertà e dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Una tragedia che, sulla “questione migranti”, speriamo sia uno spartiacque tra il passato e il prossimo futuro. Ma ciò sarà possibile, se l’Unione Europea, i singoli Stati aderenti e la comunità internazionale, decideranno di governare le dinamiche migratorie e si assumeranno la responsabilità di evitare che le morti nel Mediterraneo si ripetano.

Si chiede, come sta facendo il Governo italiano - proprio ieri, a Cutro, ha tenuto un Consiglio dei ministri e varato una serie di provvedimenti - e come ha sollecitato il presidente Mattarella, che l’Europa si doti di una strategia per sostenere la cooperazione allo sviluppo dei Paesi da cui le persone fuggono. Soltanto così si potrà incidere sulle cause di un fenomeno epocale, smantellando, al contempo, la rete dei trafficanti di esseri umani e organizzando l’accoglienza in una logica che coniughi la solidarietà con la necessità di assicurare i diritti primari dei migranti nel rispetto della legalità.

Apprezzo gli sforzi dei numerosi sindaci, impegnati da sbarchi quotidiani con scarsità di mezzi, personale e risorse che consentano loro di garantire i diritti primari dei migranti.

Personalmente, sono più volte intervenuto per richiamare l’attenzione sul flusso incessante di donne, uomini e minori che, in condizioni psicofisiche drammatiche, sbarcano sulle coste calabresi, prevedendo, rispetto ai 18 mila migranti giunti in Calabria nel 2022, un’accentuata tendenza al rialzo degli arrivi per l’anno in corso.

Interpretando i sentimenti del Consiglio regionale, inoltre, vista la grande solidarietà dimostrata, voglio ringraziare tutti i calabresi che volontariamente sono immediatamente accorsi a prestare aiuto ai sopravvissuti. Mi riservo, nei prossimi giorni, di invitare alcuni di loro in Consiglio. Nel contesto di angosce per le vite spezzate e di dolore dei parenti delle vittime, la Calabria ha dimostrato al mondo intero di essere terra di accoglienza e di generosa e fattiva solidarietà.

(I presenti in Aula, levatisi in piedi, osservano un minuto di silenzio)

Grazie. Avviamo i lavori.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Presidente, può darmi la parola?

PRESIDENTE

Consigliere Talerico, ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Facendo seguito a quelle che sono state le argomentazioni in questa fase introduttiva da parte sua, colgo l'occasione per evidenziare, naturalmente, non soltanto quella che è stata l’attività, in questi giorni, di soccorso, di accoglienza nei confronti dei migranti; infatti, è notizia di poco fa che un altro barcone con, addirittura, 500 persone al largo di Crotone, imbarca acqua e altri 800 migranti stanno arrivando in direzione di Roccella ionica.

Sulla scorta di questo dato, ritengo giusto mettere in evidenza come i cittadini di Cutro -adesso, ma in passato anche altri cittadini calabresi appartenenti ad altri Comuni della costa ionica - abbiano messo in evidenza non soltanto la loro particolare sensibilità verso questo mondo “sommerso”, ma un fenomeno, rendendolo eclatante all'intera comunità non soltanto nazionale, ma anche internazionale.

Ciò, naturalmente, oltre a sensibilizzare l'opinione pubblica, ha posto l'accento su un problema che non riguarda soltanto gli eventi criminosi connessi alle condotte degli scafisti, affinché lo Stato italiano non venga lasciato solo dall’Unione Europea per combattere un fenomeno che oramai è a tutti gli effetti un fenomeno umanitario.

Nella tragedia che si è consumata a Cutro si è messa in risalto la grande capacità dei cittadini cutresi di attirare l’attenzione pubblica, secondo me, oltre a far vedere al mondo una Calabria diversa, una Calabria che guarda a questo fenomeno non come un problema da affrontare con indifferenza - come può capitare - a prescindere dai colori politici, perché queste tematiche hanno poco a che vedere con le strumentalizzazioni.

È mio intendimento - ho parlato anche con altri consiglieri che hanno avuto la medesima sensibilità – proporre - casomai anche in occasione della prossima seduta consiliare - una mozione ben strutturata affinché possano essere attivate tutte le procedure presso il Ministero dell'Interno e, successivamente, la Presidenza della Repubblica, per il riconoscimento della medaglia al valore civile a tutte le popolazioni che operano e che hanno avuto comunque un ruolo da protagonista sia nel soccorso sia nell'accoglienza degli immigrati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Talerico.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Vorrei chiedere, presidente Mancuso, l'inversione dei punti all'ordine del giorno, perché abbiamo da trattare un punto molto importante che sta monopolizzando il dibattito sia a livello territoriale sia a livello nazionale, un tema molto sentito dalle nostre comunità, soprattutto in Calabria e nel Mezzogiorno.

Credo che sia opportuno che questo Consiglio dedichi il tempo necessario, data l'importanza al tema, non collocandolo all’ultimo punto dell’ordine del giorno e rendendolo centrale nel dibattito politico in questa seduta.

Quindi, chiedo al presidente Occhiuto anche di favorire l'inversione del punto all’ordine del giorno e di spiegare a quest'Aula le ragioni che lo hanno indotto a votare in maniera favorevole nella Conferenza delle Regioni su questo punto, perché credo che sia anche importante che questo Consiglio regionale…

PRESIDENTE

Lei sta intervenendo sull'Autonomia differenziata o ha chiesto l'inversione dei punti?

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Sto chiedendo l’inversione dei punti all’ordine del giorno della seduta e anche, al presidente Occhiuto, di favorire tale richiesta, perché credo che anche questo sia un atto di responsabilità verso questo Consiglio regionale che forse andava fatto prima del voto favorevole espresso. Il Consiglio regionale deve essere messo al corrente delle ragioni per cui la Calabria ha votato in maniera favorevole un provvedimento che per noi è lesivo e che crea danni enormi al tessuto socioeconomico calabrese.

Quindi, chiedo la sensibilità istituzionale anche al presidente Occhiuto di favorire l'inversione dell’ordine del giorno – non solo a lei – per favorire un dibattito ampio, articolato, leale e democratico in quest’Aula.

PRESIDENTE

Va bene. Mi dispiace, collega Bevacqua, che lei si sia assentato…

 

(Interruzione fuori microfono del Presidente della Giunta regionale)

 

No, presidente Occhiuto, non è possibile invertire l'ordine del giorno, perché il collega Bevacqua si è assentato nell'ultima Conferenza dei capigruppo.

Ho consegnato a tutti i capigruppo l'ordine del giorno così composto e nessuno ha contestato questo, anzi, dato che molti mi hanno detto che probabilmente sarebbero arrivati tardi perché c’erano in Calabria l'onorevole Conte, l'onorevole Fitto e Bonomi di Confindustria, ho posticipato la convocazione alle 16.

Quindi, è stato tutto stabilito nella Conferenza dei capigruppo, nella quale lei ha delegato un suo collega.

Non facciamo un dibattito, non la pongo neanche in votazione perché sarebbe una mancanza di rispetto per i capigruppo presenti alla riunione. Grazie.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 117/12^ d'Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere regionale Giovanni Muraca, in atto sospeso dalla carica, con il sig. Antonio Billari

PRESIDENTE

Avviamo i lavori col primo punto all'ordine del giorno.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 117/12^ d'Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere regionale Giovanni Muraca, in atto sospeso dalla carica, con il signor Antonio Billari”.

Pongo in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato. Il collega Billari può prendere posto nei banchi riservati ai consiglieri.

Prego, collega Billari.

(Il Consiglio approva)

(Il consigliere Billari prende posto nei banchi riservati ai consiglieri)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 91/12^ di iniziativa del consigliere G. Mattiani, recante: “Modifiche e integrazioni agli articoli 12, 13, 15, 18, 21, 37, 57 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005, n. 5)”

PRESIDENTE

Passiamo al punto due, la proposta di provvedimento amministrativo numero 91/12^ di iniziativa del consigliere Mattiani, recante: “Modifiche e integrazioni agli articoli 12, 13, 15, 18, 21, 37, 57 e 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale”. 

Cedo la parola al consigliere Mattiani per illustrare il provvedimento. Prego, collega.

MATTIANI Giuseppe (Forza Italia), relatore

Buon pomeriggio, Presidente. Grazie, Presidente del Consiglio, grazie, presidente Occhiuto, grazie ai membri della Giunta e a tutti i colleghi consiglieri.

La presente proposta mira ad apportare una serie di modifiche al Regolamento al fine di recepire le disposizioni provenienti da consuetudini, convenzioni, prassi precedenti, regole di correttezza e interpretazioni maturate all’interno del Consiglio regionale nel corso di questa e di precedenti legislature, per rendere più agevole, trasparente e funzionale l’autonomia organizzativa dell’organo legislativo regionale.

La proposta si compone di 8 articoli.

Articolo 1 (Modifiche all’articolo 12 del Regolamento interno del Consiglio regionale): tale modifica mira a correggere una disposizione non più applicata e applicabile, in merito alla nomina del segretario dell’Ufficio di Presidenza. La modifica prevede che le funzioni di segretario delle sedute dell’Ufficio di Presidenza sono svolte dal dirigente del settore a cui sono attribuiti i compiti di segreteria dell’Ufficio di Presidenza.

Articolo 2 (Modifica all’articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale): tale modifica consente di recepire il nuovo assetto previsto dalla legge regionale numero 8 del 6 giugno 2014 che ha introdotto i Collegi circoscrizionali in luogo delle Liste provinciali.

Articolo 3 (Modifica all’articolo 15 del Regolamento interno del Consiglio regionale): tale modifica integra la formulazione dell’articolo 15 (Conferenza dei Presidenti di Gruppo) prevedendo che alle riunioni della Conferenza possono partecipare anche i Segretari-questori, recependo prassi già in uso.

Articolo 4 (Modifica all’articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale): la modifica aggiunge la parola “telematico” al comma 5 dell’articolo 18 (Esame delle condizioni di eleggibilità dei consiglieri) per adeguare la denominazione presente nel regolamento alla legge regionale 6 aprile 2011, numero 11 recante: “Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti”.

Articolo 5 (Modifica all’articolo 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale): la modifica vuole eliminare dal Regolamento la figura del sottosegretario, non presente nello Statuto della Regione Calabria così come modificato dalla legge regionale 6 agosto 2012, numero 34.

Articolo 6 (Modifica all’articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale): la modifica interessa i commi 1 e 6 e aggiorna gli strumenti utilizzabili per la convocazione dell’Assemblea.

Articolo 7 (Modifica all’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale): la soppressione del comma 6 dell’articolo 57 (Approvazione del Programma di governo) è un adeguamento alla legge regionale 6 agosto 2012, numero 34, che ha soppresso la figura del Sottosegretario;

Articolo 8 (Modifica all’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale): la modifica vuole eliminare dal Regolamento la figura del sottosegretario, non presente nello Statuto della Regione Calabria così come modificato dalla legge regionale 6 agosto 2012, numero 34.

La proposta in esame si prefigge lo scopo di novellare il Regolamento interno del Consiglio regionale, introducendo alcune modifiche di natura meramente ordinamentale, procedimentali e organizzative che non implicano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio del Consiglio regionale. Trattasi di statuizioni che attengono alle procedure attraverso cui si svolgono le attribuzioni dell’organo consiliare nell’ambito dell’attività legislativa e regolamentare.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mattiani. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Credo che sia un fatto positivo quando un Regolamento viene aggiornato per renderlo più agevole e più coerente a una prassi che di fatto già è in uso.

Naturalmente, nel fare questa considerazione, mi vorrei appellare alla sensibilità istituzionale del Presidente del Consiglio e anche al Presidente della Giunta, affinché, nell’operare questa manutenzione, si faccia un richiamo al rispetto rigoroso del Regolamento.

La manutenzione va bene, però il Regolamento deve essere applicato.

Per esempio, a distanza di un anno e quattro mesi dall'insediamento di questo governo, c'è ancora l'articolo 121 del Regolamento – per citarne uno– che non viene rispettato. Difatti, tale articolo prevede dei tempi per avere le risposte alle interrogazioni, ma, purtroppo, devo constatare - almeno per quanto riguarda le mie interrogazioni - che questo articolo non viene rispettato. Quindi, non viene rispettato il ruolo, la funzione dei consiglieri regionali che presentano le interrogazioni.

Caro Presidente, mi rivolgo a lei, perché so della sua sensibilità e dell’attenzione che presta all'applicazione rigorosa del Regolamento. Lo dico anche al Presidente della Giunta: entro 20 giorni la Giunta deve dare una risposta a chi interroga e la deve trasmettere al Presidente del Consiglio.

Quindi, è giusto prestare attenzione, altrimenti si potrebbe porre un problema di natura politica, potrebbe significare che il governo regionale non vuole rispondere alle interrogazioni che fanno i consiglieri, sottraendosi a un compito democratico e di rispetto del ruolo e della figura istituzionale.

E poi c'è un problema anche di natura istituzionale: stiamo parlando di fare una manutenzione al Regolamento perché ci sono delle prassi consolidate. Attenzione! Non vorrei che questa diventasse una prassi! Oggi, magari, non viene risposta all’interrogazione perché siamo di minoranza, ma la prossima volta capiterà a voi che, sicuramente, sarete di minoranza. No?

Vorrei che prevalesse un atteggiamento di rispetto del Regolamento.

Ritengo giusto, in questo caso, l’aggiornamento – ripeto – finalizzato a dare attuazione a delle prassi positive già in uso, ma colgo l’occasione per chiedere al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta di voler far rispettare, in maniera rigorosa, il Regolamento e in maniera specifica l'articolo 121. Le posso dire che su oltre 40 interrogazioni a più della metà quasi non ho avuto ancora risposta.

Capisco che pongo interrogazioni su temi difficili e delicati, però, dato che c’è un Regolamento, credo sia giusto – mi appello a lei, Presidente – rispettare questi tempi. Se questo non dovesse avvenire, le chiedo, Presidente, di convocare una seduta di Consiglio dedicata, come è stato fatto l'anno scorso – vede come riconosco quando le cose vengono fatte –, e mettere all'ordine del giorno la problematica relativa alle interrogazioni. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. È vero, è stata forse la prima volta, dopo tanti anni, che si è tenuta una seduta di Consiglio ad hoc sul question time. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Giusto un breve intervento perché, come membro della Commissione riforme ho apprezzato l'attività del presidente Mattiani e ribadirò in Aula, per rimanere nel merito della questione, il voto favorevole che ho dato in Commissione. Credo, come è accaduto più volte in questo quasi anno e mezzo di legislatura, che il Regolamento sia uno strumento importante e fondamentale per il corretto funzionamento dell'Aula, per cui debba essere continuamente manutenuto e, poi, efficientato, come peraltro ha detto anche il collega Mammoliti.

Credo che in Commissione quest’opera si stia portando avanti adeguatamente. Per cui, personalmente, annuncio il voto favorevole alla proposta di legge. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi. Non ci sono interventi, quindi pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

ESAME ABBINATO:

Proposta di legge numero 84/12^ di iniziativa dei Consiglieri D. Tavernise, P. Molinaro, K. Gentile, recante: “Turismo eco-sostenibile. Riconoscimento, promozione e valorizzazione di cammini di interesse regionale”;
Proposta di legge numero 94/12^ di iniziativa dei consiglieri A. Montuoro, P. Caputo, D.
Tavernise, P. Molinaro, K. Gentile, recante: “Turismo eco-sostenibile. Riconoscimento, promozione e valorizzazione di cammini di interesse regionale”;
Proposta di legge numero 132/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Gallo, P. Molinaro, K. Gentile, recante: “Turismo eco-sostenibile. Riconoscimento, promozione e valorizzazione di cammini di interesse regionale”

PRESIDENTE

Passiamo al terzo punto.

Testo unificato alla proposta di legge numero 84/12^, 94/12^ e 132/12^ di iniziativa dei consiglieri Caputo, Gallo, Montuoro, Tavernise, Gentile, Molinaro, Mattiani, recante: “Disposizione per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei cammini di Calabria”.

Cedo la parola alla consigliera Gentile per illustrare il provvedimento, prego.

GENTILE Katya (Forza Italia), relatore

Grazie, signor Presidente, signori della Giunta, signori colleghi.

La mia sarà solo un'introduzione, Presidente, perché poi cederò la parola al consigliere Montuoro, che è uno dei proponenti, per l’intervento più tecnico.

Il testo unificato che ci apprestiamo ad approvare è frutto di un grande lavoro svolto dalla Commissione che ho l'onore di presiedere, durante il quale abbiamo inteso prestare grande attenzione all'ascolto, al dibattito, al confronto. Abbiamo ascoltato anche le associazioni, operanti attivamente nel settore che ne hanno fatto richiesta.

Inizialmente vi erano tre le proposte relative all'argomento trattato, quindi sui Cammini, rispettivamente proposte dal consigliere Tavernise, dai consiglieri Montuoro e Caputo e dall'assessore Gallo. Poi sono state portate a sintesi, attraverso il grande lavoro che è stato realizzato in Commissione e anche grazie al lavoro svolto dai collaboratori dei consiglieri proponenti.

La normativa prevede un approccio di tipologia smart tourism, con la possibilità di realizzare un'offerta turistica con servizi innovativi e tecnologici attraverso l'utilizzo di infrastrutture a sostegno della transizione energetica e della mobilità con mezzi a impatto zero e tiene conto anche delle esigenze – mi piace sottolinearlo, abbiamo voluto tenere conto anche di questo – dei non vedenti.

La proposta riconosce, naturalmente, tutti i tipi di Cammini che abbiamo la fortuna di avere in Calabria, quindi gli itinerari storici, culturali, religiosi, naturalistici e ambientali, paesaggistici, enogastronomici e popolari.

La crescente richiesta di turismo green ed esperienziale, che si è rafforzato e consolidato dopo la pandemia, oggi offre alla Calabria un eccezionale viatico attraverso cui lanciare proprio queste eccellenze culturali, storiche, religiose ed enogastronomiche.

I Cammini rappresentano, quindi, un'occasione turistica di promozione, di cultura e di sviluppo locale. Condizioni fondamentali per organizzare, tra l'altro, in modo concreto, l'ospitalità, la ristorazione e i servizi e rispondere a una nuova domanda turistica, sempre più attenta alla salubrità, alla qualità e alla sostenibilità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Gentile.

Cedo la parola al consigliere Montuoro per l’illustrazione del provvedimento.

Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

Un saluto al Presidente della Giunta, agli assessori, ai colleghi consiglieri, alla stampa e agli intervenuti.

Oggi portiamo all'attenzione dell'Aula un testo unificato che nasce – mi preme sottolinearlo – dalla proficua collaborazione con l’assessore Gallo e i consiglieri Caputo, Gentile, Molinaro e Mattiani, che ringrazio, e dall’attenzione verso singole proposte incentrate sull’esperienza dei Cammini calabresi, risultato della buona politica finalizzata alla valorizzazione del territorio calabrese.

Difatti, è da tempo in crescita la capacità attrattiva dei Cammini, intendendo con tale termine i percorsi legati a particolari tematiche di caratteristiche storico-religioso, ambientale, artistico e culturale, nonché esperienziale ed enogastronomico.

I cammini sono definiti nel contesto normativo sovranazionale e sono ricompresi nella dizione degli itinerari culturali disciplinati, in particolare, dal Consiglio d'Europa e dall'Unesco.

Chiedo scusa al consigliere Tavernise per non averlo citato tra i firmatari ma, essendo in tanti, mi è sfuggito. Colgo l’occasione per ringraziarlo per la collaborazione e per il proficuo lavoro che abbiamo svolto insieme.

Dal 1987 il Consiglio d'Europa ha avviato uno specifico programma per il riconoscimento di itinerari culturali di interesse europeo, vedendo nei cammini transnazionali all'interno del Continente uno strumento di cooperazione, dialogo interculturale e promozione dei valori fondanti dell'Europa.

Il fenomeno rappresentato dai Cammini risponde alla domanda sempre esistita e fortemente in crescita negli ultimi decenni di viaggi green associati alla mobilità sostenibile, alla ricerca della cultura storica ed enogastronomica di un territorio.

Nell’ambito dei Cammini, particolare rilevanza e significato assumono i Cammini religiosi, cioè gli itinerari di tipo religioso comunque legati anche indirettamente alla cultura e alla storia della religiosità di un territorio.

Tra le diverse aree di natura incontaminata presenti in Calabria vi sono: il Cammino religioso calabrese di San Francesco di Paola, diviso in sei tappe per una lunghezza complessiva di 112 km; i Cammini della via Francigena, con varianti che dal Sud Italia arrivano fino a Roma, salendo dalla Campania, che nel tratto ricadente nella zona calabrese coincide con il Cammino Basiliano, che parte da Rocca Imperiale e giunge fino a Reggio Calabria; il Trail 1 dei Cammini mariani del Pollino, che parte da Alessandria del Carretto e arriva fino a Civita.

Il presente testo normativo propone il riconoscimento e la promozione dei Cammini con l'obiettivo di valorizzare e sviluppare l’offerta culturale, enogastronomica e di accoglienza turistica calabrese, la promozione della produzione agricola e la valorizzazione degli agriturismi tramite attività di sviluppo sostenibile.

Pertanto, risulta necessario attivare efficaci e innovative strategie di marketing e di comunicazione che non possono prescindere da una strategia normativa regionale che si pone all'interno dell'apparato già strutturato dalla disciplina europea.

La proposta di legge in oggetto punta all'istituzione del Registro dei Cammini calabresi, uno strumento che consente di pianificare, insieme agli enti gestori, una rete di collaborazione che sia in grado di rappresentare un'offerta economico-culturale di attrazione sostenibile nel contesto del territorio calabrese nel rispetto degli obiettivi della presente legge.

L’attività degli enti gestori e delle associazioni contribuisce a mantenere vivo l'itinerario alla sua manutenzione e monitoraggio, offrendo un importante contributo all'assistenza del camminatore, del pellegrino e del viaggiatore.

Il testo risulta invariante sotto il profilo finanziario, in quanto presenta disposizioni a carattere ordinamentale e prevede che siano effettuate dai gestori sia le attività necessarie a rendere accessibili i Cammini sia le attività dirette alla promozione, informazione e comunicazione.

In relazione all’attività di promozione e valorizzazione si prevede che le stesse siano finanziate nell'ambito delle risorse nazionali e comunitarie e nell'ambito dei Programmi operativi dei Fondi strutturali europei e nazionali individuati negli atti di programmazione.

Ne consegue, appunto, l'invarianza finanziaria; pertanto, la proposta non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Montuoro.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Prego, ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, Presidente.

Anch’io ci tengo molto a ringraziare per il lavoro che è stato fatto in sesta Commissione.

Come ha già riferito la presidente Gentile, si tratta di un testo unificato scaturito dall’abbinamento di tre proposte di legge differenti.

Ringrazio i consiglieri Montuoro e Caputo, ma anche l'assessore Gallo, che ha presentato una terza proposta di legge, e i consiglieri cofirmatari, Molinaro e Gentile.

Oggi doniamo ai calabresi una legge che tocca diversi settori della regione, soprattutto in termini di turismo, ma anche di spiritualità perché i Cammini religiosi sono molto sentiti in Calabria, ad esempio, il Cammino di San Francesco di Paola, dando la possibilità al mondo delle associazioni di organizzarsi e alla Conferenza episcopale di individuare quelli che possono essere dei nuovi Cammini religiosi.

Questa per me rappresenta una piccola soddisfazione, Presidente, perché finalmente si realizza qualcosa che chiedo da tanti mesi.

Sicuramente sul tema dell'autonomia differenziata ognuno di noi la penserà in maniera differente, però ci sono leggi come questa che possono mettere insieme maggioranza e minoranza affinché ognuno di noi, alla fine del proprio mandato, possa lasciare a questo Consiglio regionale delle leggi utili ai calabresi.

Provengo dal Comune di Crosia che ha vissuto un evento mariano al quale ha partecipato anche il consigliere Molinaro con il ministro Salvini.

Sin da bambino ho percorso questo Cammino di 7 km e ho sempre sognato di poter dare un giorno la possibilità al mio Comune di istituzionalizzare questo evento di fede.

Oggi approvare questa legge in Aula insieme agli altri consiglieri è una piccola soddisfazione, e sono felice di questo.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Tavernise.

Siamo contenti di aver realizzato un suo sogno. Se non ci sono interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

All’articolo 3 sono pervenuti emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo numero 5329/A01 a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

Prego, consigliere Molinaro.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente.

L'emendamento si rende opportuno al fine di non subordinare gli interventi di ricognizione, individuazione, segnalazione e manutenzione dei sentieri alla disponibilità del titolo di possesso, tenendo conto che quasi sempre i Cammini si sviluppano su viabilità minore e su sentieri.

La disponibilità del titolo di possesso da parte dei gestori dei Cammini costituirebbe un ostacolo insormontabile, i diritti di terzi resterebbero comunque salvaguardati. L'emendamento consiste nell’abrogare la parte dei terreni di cui si dispone titolo.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Molinaro. Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 5147/A01 a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

La modifica dell’articolo 3, comma 2, lettera c) prevede che dopo la parola “enti” vengano aggiunte le parole “e associazioni”.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Montuoro.  Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 3 nel suo complesso, per come emendato.

 

Articolo 3

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 4 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 3739, a firma del consigliere Lo Schiavo, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

Prego, consigliere Lo Schiavo.

LO SCHIAVO Antonio (De Magistris Presidente)

L'emendamento mira a prevedere un sito web nell'istanza di riconoscimento dei Cammini, in modo tale da poter verificare nello stesso le informazioni necessarie contenute nella domanda di ammissione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

In Commissione si era detto che sarebbe stato utilizzato il sito dell'Assessorato al turismo.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Presidente, deve essere specificato meglio se comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale, perché se è gestito direttamente dal Dipartimento turismo è un conto; altrimenti, non può essere accolto per ragioni di carattere finanziario.

PRESIDENTE

Consigliere Lo Schiavo, la invito a specificare meglio.

LO SCHIAVO Antonio (De Magistris Presidente)

L'istanza di riconoscimento dei Cammini deve essere redatta indicando la presenza di un sito web dove si possono verificare l'informazione e i contenuti della domanda di ammissione.

Dalla presente proposta non derivano oneri finanziari.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Consigliere Lo Schiavo, da chi sarebbe gestito il sito web?

PRESIDENTE

Chiedo scusa, collega Montuoro. Il consigliere Lo Schiavo ha precisato che non ci sono oneri; qualora questo sito dovesse comportare oneri, non sarebbe attivato. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio (De Magistris Presidente)

Pensavo fosse di più facile lettura. L’onere del sito web è di chi propone il riconoscimento di un Cammino nella relativa istanza. Non riesco a capire da dove deriverebbero i maggiori oneri.

Se io presento un’istanza per il riconoscimento di un cammino, preciso che la gestione del Cammino ha un sito web; questo sito web non lo fa la Regione, ma è nell’istanza.

Pertanto, è chi gestisce il Cammino che deve avere un sito, in modo tale che da quel sito si riesca a capire se ci sono i requisiti per l'istanza di riconoscimento da parte dell'organismo preposto.

PRESIDENTE

Il sito web è a carico del proponente del riconoscimento del Cammino. Non dovrebbero esserci problemi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

È possibile rileggere l'emendamento?

PRESIDENTE

Prego, collega Lo Schiavo, può rileggere l'emendamento.

LO SCHIAVO Antonio (De Magistris Presidente)

Intanto, do lettura della relazione illustrativa: “Con la con la presente proposta emendativa si intende modificare l'articolo 4 (Riconoscimenti dei Cammini di Calabria) evidenziando che l'istanza di riconoscimento dei Cammini deve essere redatta indicando nella stessa” - e cioè nell’istanza – “la presenza di un sito web dal quale verificare le informazioni contenute nella domanda di ammissione”; quindi, chiedo che ci sia l'indicazione di un sito web del Cammino, al fine di verificare tutte le informazioni contenute nell’istanza di riconoscimento.

Mi sembra molto banale.

PRESIDENTE

Secondo me è specificato chiaramente che il sito web è a carico di chi propone il riconoscimento del Cammino.

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 4 per come emendato.

 

Articolo 4

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 5 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 5147/A02, a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

All'articolo 5, comma 1, dopo la parola “strumentali” vengono eliminate le parole “e finanziarie previste dalla legislazione vigente” e sono inserite le parole “senza oneri a carico del bilancio regionale”.

PRESIDENTE

Grazie.

Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 5 per come emendato.

 

Articolo 5

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 6 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 5147/A03, a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l'illustrazione.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

All’articolo 6, comma 1, dopo le parole “Giunta regionale” sono inserite le parole “senza incidere sulle risorse autonome”.

All’articolo 6, comma 2, il comma 2 viene soppresso.

All’articolo 6 viene inserito il comma 2-bis con la seguente formulazione: “Per le finalità di cui al comma 1, gli atti di programmazione economica e finanziaria regionale nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili in osservanza alle disposizioni dell'Unione Europea e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà possono prevedere programmi, progetti, misure e iniziative sul territorio per la conoscenza, promozione e valorizzazione dei Cammini di cui alla presente legge individuando le risorse da utilizzare”.

All’articolo 6, comma 3, dopo la parola “compatibili” vengono inserite le parole “in osservanza delle disposizioni dell'Unione Europea e nel rispetto dei principi di concentrazione e sussidiarietà”.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 6 nel suo complesso, per come emendato.

 

Articolo 6

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 7 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 5147/A04, a firma del consigliere Montuoro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

Al primo periodo dell'articolo 7, comma 1, il periodo “Al fine di ottimizzare la competitività dell'offerta regionale dei Cammini e consentire la realizzazione di un sistema di rete tra i Cammini, la Regione negli ambiti degli strumenti di programmazione e promozione turistica, culturale, enogastronomica e ambientale finanziati con Fondi comunitari nazionali e regionali, individua misure per…” è sostituito con la seguente formulazione: “Al fine di ottimizzare la competitività dell'offerta regionale dei Cammini e consentire la realizzazione di un sistema di rete tra i Cammini, la Regione negli ambiti degli strumenti di programmazione e promozione turistica, culturale, enogastronomica e ambientale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili in osservanza alle disposizioni dell'Unione Europea e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, può individuare misure”.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Montuoro.

Pongo in votazione l’emendamento all’articolo 7. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 7, per come emendato.

 

Articolo 7

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 8 è pervenuto l'emendamento, protocollo numero 5329/A02, a firma del consigliere Molinaro, a cui cedo la parola per l’illustrazione.

Prego, consigliere Molinaro.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Nel titolo del comma 1 e del comma 2 dell'articolo 8, la parola “pellegrino” è sostituita dalla parola “escursionista”.

Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 8, per come emendato.

 

Articolo 8

(È approvato per come emendato)

 

All’articolo 9 sono pervenuti alcuni emendamenti.

Il primo è l’emendamento protocollo numero 5147/A05, a firma del consigliere Montuoro, modificativo del comma 3.

Cedo la parola al prepotente per l'illustrazione. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

All’articolo 9, comma 3, dopo le parole “ai gestori del Cammino” sono inserite le parole “senza oneri a carico degli enti”.

All’articolo 9, comma 4, dopo le parole “statale e regionale” sono inserite le parole “e nel rispetto delle disposizioni contenute nei regolamenti dei singoli enti”.

All’articolo 9, il comma 5 viene soppresso.

All’articolo 9, comma 6, dopo le parole “urbanistica” sono inserite le parole “a cura dell'ente gestore e senza alcun nuovo o maggiore onere a carico del bilancio regionale”.

Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo numero 5147/A05, a firma del consigliere Montuoro, modificativo del comma 4.

Cedo la parola al proponente per l’illustrazione. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente.

All’articolo 11, comma 4, dopo le parole “a titolo gratuito” sono inserite le parole “senza alcun rimborso spese”.

All’articolo 11, comma 5, dopo le parole “senza alcun onere a carico del bilancio regionale” sono inserite le parole “senza alcun rimborso spese”.

Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta regionale?

PRINCI Giusy, vicepresidente Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento.

L'emendamento è approvato.

Procediamo con l'emendamento protocollo numero 5147/A05, a firma del consigliere Montuoro, soppressivo del comma 5.

Cedo la parola al prepotente per l’illustrazione. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

La modifica dell'articolo 11, comma 5, è finalizzata a chiarire che non vi sono nuovi oneri a carico del bilancio regionale.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento e approvato.

Procediamo con l'emendamento protocollo 5329/A03 del consigliere Molinaro che modifica il comma 5. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. All'articolo 9, comma 5, dopo la parola “proprietà” sono aggiunte le parole “o di proprietà di Enti strumentali”. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento 5329/A03, sempre del consigliere Molinaro, che sostituisce interamente il comma 6 dell'articolo 9. Prego.

MOLINARO Pietro (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. “6. Lungo il tracciato dei Cammini, nella parte extraurbana, in una fascia di ampiezza non superiore ai 300 metri lineari rispetto al tracciato del Cammino, rispettando gli adempimenti prescritti dalla normativa di edilizia urbanistica, possono essere dislocati manufatti in legno ancorati a terra privi di opere di fondazione destinati alla fornitura di servizi agli utenti dell’itinerario, con prevalenza dell'utilizzo della vendita di prodotti agricoli a km 0 e prodotti alimentari legati all'attività agricole ed alla tipicità del territorio, nel rispetto della normativa edilizia urbanistica vigente. I tracciati dei Cammini e l’app della rete dei Cammini di Calabria segnalano la presenza delle aziende agrituristiche e delle fattorie didattiche e sociali iscritte nei relativi elenchi della Regione Calabria e, tramite manifestazioni di interesse da parte del Dipartimento agricoltura, delle imprese agricole che esercitano la vendita diretta dei prodotti agricoli ai sensi dell'articolo 4 del 18 maggio 2001, numero 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo) ovvero che svolgono attività di enoturismo ai sensi del decreto ministeriale 12 marzo 2019, numero 2779 (Linea guida e indirizzo in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica), dei punti di vendita diretti di tali imprese agricole, di mercati riservati alla vendita diretta dei prodotti agricoli, di agricamping.”

Dall'attuazione del presente emendamento non derivano nuovi e maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Passiamo all'emendamento protocollo 5147/A05 del consigliere Montuoro che modificando in parte il comma 6 dell'articolo 9 recepisce le osservazioni del Dipartimento regionale economia e finanza. Cedo la parola al proponente per l'illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Sì. Solo giusto per una precisazione.

Presidente, li ho letti già tutti, però rileggo solo quello specifico del comma 6: dopo le parole ‘urbanistica’ vengono inserite le parole ‘a cura dell'Ente gestore senza alcun nuovo o maggiore onere e carico del bilancio regionale’.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 9 per come emendato.

Articolo 9

(È approvato così come emendato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11: sono pervenuti emendamenti. Il primo è l’emendamento protocollo 3640 del consigliere Lo Schiavo a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Si, Presidente. L’emendamento punta a inserire tra i componenti del coordinamento dei Cammini anche i rappresentanti delle Associazioni promotrici dei Cammini stessi. Mi sembra che possa essere utile una rappresentanza anche in questo organismo.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

L'emendamento successivo è l’emendamento protocollo 5147/A06 del consigliere Montuoro a cui cedo la parola per l'illustrazione.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Articolo 11, comma 4: dopo le parole “a titolo gratuito” sono inserite le parole “e senza alcun rimborso spese”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L’emendamento è approvato.

Pongo in votazione l'articolo 11 per come emendato.

Articolo 11

(È approvato così come emendato)

Articolo 12: è pervenuto un emendamento protocollo 5147/A07 del consigliere Montuoro a cui cedo la parola per l’illustrazione. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Articolo 12, comma 1, lettera k): “la lettera k) viene soppressa”.

PRESIDENTE

Parere della Giunta?

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta regionale

Favorevole.

PRESIDENTE

Parere del relatore?

GENTILE Katya (Forza Italia)

Favorevole.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è approvato.

Pongo in votazione l’articolo 12 per come emendato.

Articolo 12

(È approvato così come emendato)

Articolo 13

(È approvato)

Articolo 14

(È approvato)

Articolo 15

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso.

Ha chiesto di intervenire per dichiarazione di voto l'assessore Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione

Signor Presidente, colleghi della Giunta, colleghi consiglieri, intervengo molto brevemente soltanto per ringraziare tutti i colleghi consiglieri che hanno lavorato alacremente alla stesura di questo testo di legge, sia di maggioranza sia di minoranza, e coloro i quali, al di fuori di quest'Aula, hanno creduto fortemente sempre in questa idea. Un'idea preziosa che regala alla Calabria una possibilità ulteriore di utilizzazione di un territorio salvaguardato, anzi fortemente sostenibile, con grandi superfici boscate, fra le terre più bio d'Europa e sicuramente la più bio d'Italia, un territorio che può avere un modello di sviluppo.

Stamane, Confindustria ha presentato in Cittadella gli esiti di uno studio che ha operato sul nostro territorio regionale e ha individuato delle direttrici di sviluppo: una riguarda il settore enogastronomico, l'altra riguarda il settore turistico.

Noi abbiamo la possibilità di utilizzare un territorio che – ripeto - ha delle caratteristiche diverse rispetto ad altri. La pandemia da Covid ha modificato anche il rapporto che ognuno di noi ha sia con l'ambiente circostante sia con i prodotti agricoli agroalimentari trasformati; quindi, siamo alla ricerca di prodotti biologici, IGP e DOP.

Ecco, credo che tutto questo possa costituire un vantaggio in una regione con un territorio con queste caratteristiche.

Questa legge nasce come legge sui Cammini religiosi, poi stiamo lavorando, con il presidente Mancuso, a una legge sulla sentieristica che è una cosa leggermente diversa, anche se in questo caso c'è stata quasi un’unificazione degli obiettivi.

Questa legge ricorda la storia che ha questa regione anche dal punto di vista delle tradizioni religiose e culturali. È una regione che ha avuto molte invasioni che è nata e che si è formata, nel corso dei secoli, dalla commistione di tanti popoli e anche di tante religioni.

Questa ricchezza è ancora presente sul nostro territorio. Alcuni uomini, forse, sono stati precursori dell’obiettivo che oggi raggiunge il Consiglio regionale, ne voglio ricordare alcuni: Carmine Lupia, per esempio, con il suo Cammino basiliano.

Voglio, anche, ricordare – come Consiglio regionale, dobbiamo essere uniti rispetto a determinate situazioni che, purtroppo, ancora si verificano in Calabria - che in questi giorni c'è stato un atto vandalistico nei confronti del giardino etno-botanico di Monte Crozza in quel di Sersale.

Una regione che ha al suo interno le risorse per la crescita e per far partire qualche figlio in meno deve salvaguardare questa grande ricchezza.

Così come voglio ricordare anche un collega che oggi non è in Consiglio regionale, Mimmo Tallini, che è stato Presidente del Consiglio regionale e ha svolto più mandati e che ha creduto moltissimo in questo obiettivo, e altri amici dislocati sul territorio regionale che per anni hanno lavorato a questo obiettivo; ne voglio citare uno, un mio amico, Mario Martino, che ha creduto nel Cammino mariano Pollino. Tutte persone che oggi trovano un riscontro in questo Consiglio regionale ad anni di esperienza e, anche, di approccio scientifico sul territorio.

Per questo, voglio ringraziare tutti per aver voluto dare una risposta anche a chi è al di fuori di quest'Aula.

PRESIDENTE

Grazie, assessore Gallo. Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso, così come emendata, con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato per come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 110/12^ di iniziativa dei consiglieri F. Mancuso, V. Fedele, recante: “Istituzione del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge 110/12^ di iniziativa dei consiglieri Mancuso e Fedele recante: “Istituzione del Garante regionale per le la tutela delle vittime di reato”.

Cedo la parola alla consigliera De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente. Colleghi consiglieri, assessori della Giunta, prima di entrare nel merito della proposta, ritengo doveroso ringraziare i proponenti di questa iniziativa legislativa: il presidente Mancuso e l'avvocato Valeria Fedele, per la sensibilità dimostrata su un argomento delicato.

La proposta che sto per illustrare ha seguito l'iter regolamentare nelle Commissioni affari istituzionali, che mi onoro di presiedere, e bilancio, presieduta dal collega Antonio Montuoro, ed è stata ben illustrata, in Commissione affari istituzionali, dall'avvocato Valeria Fedele, alla quale desidero rivolgere un caloroso saluto, ma anche un sentito ringraziamento per aver sempre collaborato con alta professionalità e per il grande impegno profuso durante i lavori della prima Commissione. Ringrazio, infine, gli Uffici regionali per la sempre preziosa e puntuale assistenza fornita.

Mi avvio alla lettura della relazione descrittiva.

Un reato non è solo un torto alla società, ma anche una violazione dei diritti individuali delle vittime. Come tali, le vittime di reato dovrebbero essere riconosciute e trattate in maniera rispettosa, sensibile e professionale, senza discriminazioni di sorta fondate su motivi quali razza, colore della pelle, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o convinzioni personali, opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, appartenenza a una minoranza nazionale, patrimonio, nascita, disabilità, genere, espressione di genere, identità di genere, orientamento sociale, status in materia di soggiorno o salute. Questo afferma la direttiva 29/2012/UE “Norma in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime”.

È importante dare una risposta sociale alla sofferenza della vittima, indipendentemente dal reato che l’ha vista coinvolta, riconoscere la rilevanza sociale del proprio dolore e fornire l’adeguato sostegno da parte della società lungo il percorso di elaborazione della propria esperienza di vittimizzazione, ossia di riparazione delle conseguenze negative, perdite, danni, lesioni di natura materiale, fisica o psicologica, che ne rappresentano l'esito.

La vittima necessita di essere protetta.

Oggi diventa prioritaria la necessità di superare i sistemi di attenzione alla vittima prevalentemente delegati all'autorganizzazione delle vittime. L’attenzione alla vittima non può rimanere l'area di nessuno, dove l’unica risposta in essere sia data da più o meno da organizzazioni di tipo “self-help” predisposte da chi ha vissuto la stessa esperienza, direttamente, o come familiare. Deve invece divenire un territorio presidiato dalla Comunità e dalle Istituzioni.

La sensazione di non essere protetti, l'assenza di risposte alle conseguenze personali e sociali derivanti dal reato, generano un allentamento del legame sociale e della fiducia nelle Istituzioni, producono isolamento e spesso degenerano in seri problemi di natura fisica e mentale, con ripercussioni per la qualità della vita della persona e della comunità, oltre i costi economici per l'intervento dei servizi sociosanitari.

Di conseguenza, si rende necessario introdurre una figura istituzionale che si renda interprete delle istanze delle vittime di reato, ponendosi in posizione imparziale affinché alle stesse vengano riconosciute come compiuta tutela, un'assistenza di lungo periodo e una tempestiva valutazione individuale per definire le precipue esigenze di protezione e individuare le misure più idonee. Un organo ad hoc che promuova i loro diritti, che promuova una stretta collaborazione con le agenzie del territorio, con la magistratura, con gli altri organi di garanzia; che sostenga una formazione specifica per le forze dell'ordine e la polizia locale, affinché non si generino effetti di vittimizzazione secondaria; per sensibilizzare i servizi sociali e sanitari del territorio, affinché alle vittime venga riconosciuto il diritto all'ascolto e all'intervento di cura.

Come è noto, il legislatore regionale con la legge numero 1 del 2018 ha istituito il Garante regionale delle persone detenute o private della libertà personale, un organo che tutela i diritti delle persone che commettono reati; si ritiene pertanto ragionevole ed equo proporre una figura a cui possano rivolgersi le vittime di reato, in una logica non antagonista ma complementare, affinché nella nostra regione possa portare a unità il percorso avviato in una prospettiva di protezione e di tutela dei diritti di tutte le parti coinvolte nel reato.

Ciò premesso con la presente proposta di legge si stabiliscono le funzioni del Garante, si introduce la definizione di vittima, si definiscono i compiti del Garante, i criteri di nomina e le cause di incompatibilità, si promuove la collaborazione delle Agenzie già attive nel territorio anche attraverso rete multidisciplinare di supporto e tutela delle vittime di reato. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega De Francesco.

Ha chiesto di intervenire il collega Afflitto. Prego, ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente. Colleghi, buonasera.

Sono rimasto favorevolmente colpito dalla proposta di legge dei colleghi Fedele e Mancuso con la quale si istituirà un Garante regionale per la tutela della vittima del reato.

L’ordinamento italiano tutela tutte le vittime dei reati attraverso gli istituti processuali penali che garantiscono un ruolo nel processo alla persona offesa dal reato e, eventualmente, la sua costituzione come parte civile per chiedere il risarcimento dei danni subiti.

Da questo punto di vista, in Italia, la tutela della vittima è generalizzata. L'istituzione di un organismo regionale, così come pensato e articolato, dovrebbe essere un ulteriore strumento di tutela.

Tale proposta non può che essere una garanzia verso tutti coloro che, subendo le conseguenze negative del reato, hanno da aspettare tempi biblici per vedersi riconosciuto un diritto leso, le cui conseguenze, purtroppo, in alcune vicende gravi, non possono essere colmate da nessun risarcimento. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Afflitto. Credo non ci siano altri interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

 

Articolo 2

(È approvato)

 

Articolo 3

(È approvato)

 

Articolo 4

(È approvato)

 

Articolo 5

(È approvato)

 

Articolo 6

(È approvato)

 

Articolo 7

(È approvato)

 

Articolo 8

(È approvato)

 

Articolo 9

(È approvato)

 

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Proposta di legge numero 152/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ratifica dell'Intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l'istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 152/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ratifica dell'Intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l'istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome”. Cedo la parola alla consigliera De Francesco per illustrare il provvedimento. Prego.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie. Con la presente proposta di legge oggi ratifichiamo un accordo che concede lo status giuridico della Conferenza delle regioni e delle province autonome, 40 anni dopo la sua istituzione.

L'accordo firmato dai Presidenti di tutte le Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano, davanti al Presidente della Repubblica Mattarella, rappresenta un nuovo status istituzionale di collaborazione tra organi statali e di coordinamento e mediazione politica tra interessi territoriali e nazionali che permette di sfruttare al meglio la competitività e le risorse naturali del territorio per lo sviluppo, consolidando una visione integrata dello Stato. Definisce, inoltre, gli obiettivi, il mandato, la composizione, i metodi di lavoro e il funzionamento della Conferenza stessa.

Quindi, una legge che regola le operazioni e ne stabilisce le prerogative, da cui prende forma un rapporto istituzionale che consente a ciascuna area di massimizzare la propria missione di competitività e sviluppo, sostenendo e unendo una visione integrata del nostro Paese.

La Conferenza, nei suoi 40 anni di storia, ha dimostrato di saper svolgere il delicatissimo ruolo di organizzazione e mediazione. Il suo ruolo è quello di aumentare nel tempo il decentramento, l'importanza delle Regioni e delle Province autonome, di salvaguardare l'autonomia speciale prevista nei rispettivi Statuti e di rafforzare la capacità amministrativa e il dialogo con il Governo centrale attraverso il consolidamento dell'autonomia.

Questa fase è ricca di opportunità, non solo sull'architettura del nuovo Piano europeo, ma anche per le discussioni sulle Regioni che potrebbero finalmente creare qualcosa di nuovo dal punto divista istituzionale, riscoprendo la propria centralità, in quanto permette una sintesi che spesso non è avvenuta negli ultimi anni.

Sono certa, sinceramente, che il nuovo Governo darà impulso a questa fase di costruzione di una nuova visione dello Stato. Lo Stato può sostenere pienamente, attraverso la semplificazione e la concatenazione delle Istituzioni, la sfida di un nuovo inizio per l'Italia che ha bisogno di risposte concrete in termini di infrastrutture, società, economia e molti altri aspetti.

Di seguito il contenuto dei singoli articoli che compongono il disegno di legge: l'articolo 1 detta le disposizioni afferenti alla ratifica dell'intesa della quale indica anche la data di sottoscrizione; l’articolo 2 detta la norma di efficacia della predetta intensa; l'articolo 3 detta disposizioni per confermare la corresponsione del contributo annuale, quale quota di partecipazione della Regione Calabria al Centro Interregionale Studi e Documentazione con sede a Roma; l'articolo 4 contiene la norma finanziaria relativa a pagamento della quota associativa annua al CINSEDO, del quale la Regione fa già parte e, pertanto, la relativa copertura è già prevista nel bilancio di previsione; infine, l'articolo 5 dispone l'entrata in vigore della stessa il giorno successivo a quello di pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione. Grazie.

PRESIDENTE

Non ci sono interventi, passiamo all'esame e votazione del provvedimento.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 115/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di numero 115/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)”. Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore

Grazie, Presidente.

La proposta di provvedimento, posta oggi all’approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata a maggioranza dei presenti dalla seconda Commissione bilancio nella seduta del 17 febbraio scorso.

La proposta è relativa al bilancio di previsione 2023/2025 dell’Ente per i Parchi marini regionali.

Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti dell’Ente.

Il Revisore unico dei conti richiede il rispetto dei termini per l’invio dei dati relativi al bilancio di previsione entro trenta giorni dalla sua approvazione alla banca dati delle amministrazioni pubbliche, di cui all’articolo 13 della legge numero 196 del 2009, compresi i dati aggregati per voce del piano dei conti integrato, avvertendo che nel caso di mancato rispetto di tale termine, non sarà possibile procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, come disposto dal comma 1 quinquies dell’articolo 9 del D.L. numero 113 del 2016.

L’organo di controllo ha verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, e dalle norme del d. lgs. numero 118 del 2011 e dai relativi principi contabili applicati numero 4/1 e 4/2 allegati al decreto; altresì ha rilevato la coerenza, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio.

L’organo di revisione, con verbale numero 1 del 09 gennaio 2023, ha dunque espresso parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2023-2025 e sui documenti allegati.

Il Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che ancora non risulta costituito il Comitato regionale di Indirizzo, previsto dalla legge regionale numero 24 del 2013. Relativamente all’applicazione della normativa regionale in materia di contenimento della spesa di cui alla legge regionale numero 43 del 2016, il Dipartimento rileva che per il bilancio 2023-2025 non può ancora trovare applicazione la suddetta normativa, atteso che i parametri di riferimento sono le “spese sostenute nell’anno in cui si è verificata l’assoluta necessità di sostenere la spesa se l’anno di effettiva operatività dell’ente è successivo al 2014”. L'Ente è divenuto operativo a far data dal 1 gennaio 2018 e ad oggi la struttura è priva di risorse umane proprie e, attualmente, per l'espletamento delle attività ad esso demandate, lo stesso si avvale del personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione regionale che svolge la propria attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria, senza oneri a carico dell'Ente.

Con riferimento ai fondi derivanti dall’applicazione della legge regionale numero 5 del 2021 recante: “Disciplina delle modalità e delle procedure di assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche della Regione Calabria e determinazione del canone in attuazione dell'articolo 12 del decreto legislativo 16 marzo 1999, numero 79”, il Dipartimento, nel rilevare la mancata iscrizione nel bilancio di previsione 2023-2025 dei suddetti fondi, prescrive all’Ente di effettuare la variazione al bilancio di previsione 2023-2025 e di procedere con l’iscrizione delle somme dovute.

Il Dipartimento vigilante, a conclusione dell’istruttoria, esprime parere favorevole sul bilancio di previsione 2023-2025.

Il Dipartimento Economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che l’equilibrio complessivo della gestione 2023-2025 è conseguito senza l’applicazione del risultato di amministrazione presunto.

In merito alle risorse finanziarie liquidate nell’esercizio 2022, il Dipartimento economia e finanze prescrive all’Ente di adottare le operazioni contabili necessarie alla corretta iscrizione delle stesse in bilancio approvando apposita variazione al bilancio di previsione 2023-2025 per come richiesto dal Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente.

Riguardo l’accantonamento al Fondo crediti di dubbia esigibilità (FCDE), il Dipartimento evidenzia che non risulta alcun appostamento nel fondo, poiché non sussisterebbero per l’Ente voci di entrata tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso. Conseguentemente, il Dipartimento raccomanda all’Ente di verificare la congruità del Fondo crediti di dubbia esigibilità durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove risorse di dubbia e difficile esazione,  nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio.

Per quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato (FPV), il Dipartimento raccomanda all’Ente, a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata.

Il Dipartimento economia e finanze, a conclusione dell’istruttoria, ritiene possibile procedere, da parte della Giunta Regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Ente per i Parchi marini regionali, al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Sì, Presidente. Purtroppo, anche su questo Ente, così strategico e rilevante, vi è il solito approccio da parte del governo regionale: un approccio molto soft, quasi burocratico.

Posto che questo è un bilancio di previsione, sinceramente, non vedo quale sia la prospettiva che si vuole dare alla missione di questo Ente.

Questo atteggiamento, purtroppo, si reitera. Vengono presentati i bilanci di diversi enti strumentali, ma per quanto mi riguarda non vedo un collegamento tra la valutazione di merito e la prospettiva della missione che gli stessi enti devono avere.

Ora, al netto, naturalmente, della rilevanza strategica di questo Ente dal punto di vista – come dicevo prima - della tutela ambientale e della promozione turistica, è un Ente che ha un deficit di personale considerevole - già è un eufemismo - per capirci: non è stato nominato il direttore generale, che è previsto dal regolamento, l'attuale Commissario - mi sembra sia stato nominato da 6 o 7 anni, non ricordo - a febbraio è stato nominato in un altro ente, il Parco nazionale della Sila.

Come ho avuto modo di dire in altre occasioni, questi enti strumentali sono importantissimi dal punto di vista della realizzazione di missioni fondamentali per l'ambiente, il turismo e l'economia di questa regione. Vogliamo fare una discussione di merito approfondita, seria, organica, come, tra l'altro, ha già chiesto l'opposizione?

Vorrei gentilmente capire qual è la prospettiva di questo Ente, considerato che, oggettivamente, la situazione – purtroppo, lo ha detto anche chi ha relazionato - è quella che ho descritto poc’anzi.

Vogliamo sapere cosa si intende fare di questo Ente dopo 6-7 anni di commissariamento.

È lecito che il Consiglio regionale conosca effettivamente qual è l'obiettivo del governo regionale, dopo 7 anni di commissariamento, riguardo questo Ente? Credo che sia ragionevole, che sia giusto e che sia anche responsabile, dato l’utilizzo di risorse economiche e umane, concretizzare un’azione atta a realizzare e garantire l’esigibilità delle missioni di enti e strumenti importanti che possono favorire momenti di crescita, di sviluppo produttivo e sostenibile nella nostra regione. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mammoliti. Ha chiesto d’intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Vorrei mettere in evidenza alcuni aspetti importanti su questo punto all’ordine del giorno.

Parliamo del bilancio del Parco marino e vorrei ricordare al consigliere Mammoliti che è un bilancio che non tiene conto soltanto di quelle che sono le risorse ordinarie, ma in realtà in campo c'è molto di più di quanto si stia approvando in questo rendiconto. Intanto, stiamo mettendo in atto le procedure amministrative per rendere disponibili le risorse della Programmazione comunitaria 2021/2027.

In fase di predisposizione del bilancio sicuramente non si poteva non tenerne conto di questo elemento, proprio perché siamo nella fase di previsione.

Per rafforzare l'azione dell'Ente Parco marino e le sei aree d’interesse, vorrei ricordare, proprio perché - ripeto - siamo nella fase di previsione, che l'amministrazione regionale sta rendendo disponibili delle risorse molto importanti.

Il Parco avrà, in aggiunta alle risorse già previste, almeno 6 milioni per azioni che riguardano la tutela dell'ecosistema marino. Per quanto riguarda queste azioni di tutela, è prevista la perimetrazione con le boe di tutte di tutti gli habitat dei singoli Parchi, in modo da dare visibilità allo specchio d'acqua che appartiene, appunto, al Parco marino. Ma questa è solo una delle azioni, perché nei prossimi mesi saranno predisposti dei progetti che vengono chiamati “sitospecifici”, come, ad esempio, la rimozione straordinaria dei rifiuti dei fondali oppure il ripristino della Posidonia.

Di volta in volta, verranno definiti dei progetti in funzione anche alle situazioni che si riscontrano all'interno di ciascuno dei Parchi marini.

Molte risorse saranno destinate a questo tipo di progettualità e molte saranno destinate ai Parchi marini soprattutto per quanto riguarda il turismo sostenibile.

Ha fatto bene il presidente Occhiuto che ha voluto portare alla BIT (Borsa internazionale del turismo) - si è tenuta poco tempo fa - proprio i Parchi marini e i Parchi naturali di cui è ricca la nostra regione Calabria per dare risalto all’immagine del turismo calabrese. Ci teniamo a far diventare queste aree marine volano di crescita di un turismo più attento e consapevole all'ambiente.

Ed è proprio in questa direzione che ci stiamo muovendo. Si sta pensando di progettare anche dei percorsi subacquei che rappresentano un segmento importante di un turismo qualificato e importante. Pensiamo di realizzare, per esempio, dei percorsi subacquei per quanto riguarda le immersioni che possano essere visualizzate anche in tempo reale, da chi non fa immersioni, all'interno dei musei del mare già esistenti.

Le azioni che l'Ente Parco marino condurrà in questi anni andranno ben oltre quello che è stato indicato nel bilancio di previsione con il tramite, naturalmente, delle variazioni di bilancio che saranno utili per le nuove progettazioni. Ciò va a testimoniare che la funzione del Parco più rilevante, sicuramente, non emerge dal bilancio di previsione.

È un segnale importante, un impegno forte che la politica vuole lanciare in termini di gestione dell'ambiente e, in questo caso, del mare, destinando risorse a quello che noi definiamo il capitale naturale.

Quanto si sta programmando, sono sicuramente azioni coerenti con le politiche comunitarie e la Calabria - lo possiamo dire con grande senso di orgoglio - è al passo con la strategia europea della biodiversità.

Vorrei ricordare che la Commissione ambiente e territorio ha portato all'attenzione e approvato, anche in questo Consiglio regionale, delle proposte di legge relative alle riserve naturali e anche al Parco marino della secca di Amendolara. Questa è un’ulteriore dimostrazione della politica di programmazione verso un turismo sostenibile e - ripeto -quello che appare in questo bilancio di previsione non tiene conto di quelli che saranno i progetti, gli indirizzi, le strategie, legati alla politica comunitaria. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Straface. Non ci sono interventi. Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. La proposta è approvata con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Dibattito sull’autonomia differenziata

PRESIDENTE

Arriviamo adesso al sesto punto che riguarda il dibattito sull'autonomia differenziata. Ricordo che, così come ci siamo accordati in Conferenza dei capigruppo, dopo la mia introduzione interverranno e sono già iscritti a parlare i colleghi delle minoranze e i capigruppo della maggioranza; ho chiesto al presidente Occhiuto di intervenire alla fine del dibattito, mi sembra cosa giusta, magari per dare risposta a qualche vostro interrogativo.

Onorevole Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, come era stato previsto nella precedente seduta e concordato con il Presidente Occhiuto, oggi il Consiglio regionale dà spazio al dibattito sull'autonomia regionale differenziata, prevista non solo nel programma del Governo che, su input del Ministro per gli affari regionali e l'autonomia, onorevole Roberto Calderoli, ha approvato un testo di legge su cui dovrà pronunciarsi il Parlamento; autonomia differenziata che è prevista non solo nei programmi della Regione Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma anche nell'articolo 116 della Costituzione, terzo comma, in linea con gli articoli 117 e 119 che sottolineano la necessità di garantire ai cittadini, ovunque essi risiedano, i diritti sociali e civili.

È il caso di sottolineare che la previsione costituzionale di cui discutiamo è stata introdotta dalla riforma del Titolo V della Carta costituzionale, adottata a maggioranza dal centrosinistra nel 2001 con il Governo Amato, e ha preso avvio nel 2017 con la richiesta di trasferimento dei poteri, di più materie, da parte delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna e, subito dopo, con gli accordi preliminari delle tre Regioni, con il Governo Gentiloni. Non si tratta, dunque, di un'iniziativa che il centrodestra ha tirato fuori, improvvisamente, dal cilindro, con l'intento, come alcuni imprudentemente sostengono, di spaccare il Paese e di ampliare i divari di sviluppo Nord - Sud.

Oggi il nuovo Governo e la maggioranza di centrodestra, con la condivisione della Conferenza Stato-Regioni, danno avvio all'istituto costituzionale con un disegno di legge perfettibile in Parlamento e aperto a recepire le osservazioni che dai territori saranno avanzate.

Tutto ciò con l'obiettivo di rafforzare le prerogative delle autonomie, ampliandone i poteri e le competenze, per ridare un nuovo protagonismo alle Regioni che, dopo più di mezzo secolo, debbono, da Nord a sud, assumersi, al cospetto dei cittadini, la responsabilità di governare efficientemente la spesa pubblica, rendendola produttiva e utile per le nostre comunità, ben sapendo, naturalmente, che occorrerà garantire, incondizionatamente, i diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale.

L'autonomia differenziata dovrà, infatti, realizzare, come già previsto nella proposta del Governo, il superamento dell'iniquo concetto della spesa storica che penalizza, non da ora ma da decenni, il Mezzogiorno e la Calabria. Si pensi, per esempio, che nei servizi sociali si va dai 246 euro di Bologna, ai 6 euro di Vibo Valentia. Abbiamo una spesa statale, per abitanti, regionalizzata, che per l'Istat nel Centro Nord è superiore dell'11,5 rispetto a quella del Mezzogiorno. Nella sanità, in Calabria, per dirne una, ci sono 7,5 addetti ogni 1000 abitanti; da Roma in su, sono 12, talvolta 15, in alcune regioni 17. Proprio alla luce di tutto questo, occorrerà definire, entro l'anno, i LEP riguardanti i diritti civili e sociali e i fabbisogni standard, stabilendo quanto lo Stato deve garantire a ciascuna Regione, quindi finanziandoli a tutti i cittadini, ovunque risiedano.

Come ha ribadito, di recente, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, bisogna garantire stessi servizi e analoghi diritti. So bene che l'argomento è oggetto di polemiche e di strumentalizzazioni politiche, il più delle volte incentrato su critiche generaliste, quasi come se le sofferenze sociali e civili del Mezzogiorno fossero state provocate dall'autonomia differenziata. Pertanto, auspico, proprio per rendere significativo questo confronto, che il dibattito odierno non ceda alle speculazioni politiche, ma verta, essenzialmente, sul merito delle questioni.

Nello slancio innovativo che deve caratterizzare le istituzioni di ogni livello, anche le classi dirigenti del Sud sono chiamate ad andare oltre gli stereotipati piagnistei sullo Stato patrigno che, spesso, sono serviti a giustificare, nel Mezzogiorno, pratiche politiche e amministrative spendaccione e autoreferenziali. Il Sud e la Calabria affrontino con pragmatismo, responsabilità e serietà la sfida dell'autonomia differenziata, che è una sfida per modernizzare l'architettura istituzionale del Paese in chiave unitaria ed europeista; è un tema che ci riguarda tutti e non rappresenta un vulnus al principio dell'unità e indivisibilità della Repubblica sancito dall'articolo 5 della Costituzione. È una questione con cui dobbiamo misurarci non demonizzandola, ma, semmai, proponendo accorgimenti innovativi e vigilando affinché il Sud e il Paese ne traggano benefici e vantaggi. La Calabria, che oggi ha una classe dirigente dinamica e intraprendente, che si confronta a testa alta nel dibattito nazionale ed europeo recuperando reputazione e autorevolezza, ha tutto ciò che occorre per stare al passo con le accelerate trasformazioni istituzionali, politiche, economiche, tecnologiche di questo nostro tempo.

Passiamo agli interventi programmati.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Presidente, preliminarmente vorrei riprendere…

PRESIDENTE

Lei avrà il suo spazio. Ancora non si è neanche prenotato. Gliel'ho chiesto prima se volesse intervenire, mi ha detto di no. È prenotato il consigliere Alecci.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Per una questione preliminare. Credo che quest'Aula abbia la necessità di ascoltare prima il Presidente della Giunta regionale, Occhiuto, per conoscere le ragioni per le quali nella Conferenza Stato-Regioni ha votato a favore.

PRESIDENTE

Le spiegherà dopo. Lei deve andare via? Deve andare via?

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

No.

PRESIDENTE

E allora non si preoccupi.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Stiamo fino alle due, non si preoccupi, per partecipare ad un dibattito, come dice lei, propositivo, utile, funzionale e responsabile.

PRESIDENTE

Ma lei vuole intervenire? Sta intervenendo, collega Bevacqua? Ci sono delle regole, ha cinque minuti di tempo.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Parlo lentamente altrimenti rischio di non farmi capire. Allora, ho posto un problema preliminare, ho chiesto all'Aula di ascoltare, prima dell'intervento della minoranza e della maggioranza, il presidente Occhiuto sulle ragioni per le quali ha votato in maniera favorevole al decreto Calderoli. Credo che sia utile alla discussione.

PRESIDENTE

Ho capito, grazie. Il Presidente le potrebbe anche spiegare, ma le spiegherà alla fine. Il collega Bevacqua non ha partecipato alla Conferenza dei capigruppo, abbiamo preso degli accordi. È una mancanza di rispetto verso i suoi colleghi capigruppo e verso i nostri colleghi. Il Presidente parlerà alla fine, lei abbia la compiacenza di aspettare fino alla fine.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci, prego. Consigliere Bevacqua, mi dice il Presidente che lei può parlare pure dopo di lui, a lei è concesso.

Prego, consigliere Alecci. Non voglio interromperla, lei conosce gli accordi che abbiamo preso: parlerà tutta la minoranza, cinque minuti ciascuno. La prego di attenersi ai tempi così come anche gli altri colleghi. Grazie. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Allora facciamo così, per accontentare tutti inizierò citando il presidente Occhiuto e le parole che lui, proprio qualche giorno fa, nell'ultima seduta di Consiglio regionale ha pronunciato sulla centralità e sull'importanza di quest’Aula e del Consiglio regionale, facendo i complimenti a tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, su quella che è stata una proposta di legge riguardante il rafforzamento dei gruppi di lavoro per il PNRR, quindi sull'assunzione di tecnici a supporto, appunto, del PNRR, complimentandosi con il Consiglio regionale. Però, signor presidente Occhiuto, lei, qualche giorno fa, si è recato all'interno della Conferenza Stato-Regioni votando non come presidente Occhiuto, ma votando come Regione Calabria senza ascoltare quelle che erano le parole degli stessi consiglieri a cui lei, qualche giorno prima, faceva i complimenti, sottolineando l'importanza dell'ascolto all'interno di quest'Aula. Credo che il Consiglio regionale rappresenti la Calabria tutta e dia quello che è l'indirizzo politico che, poi, la Giunta regionale, che lei egregiamente rappresenta, deve attuare.

Credo che, tra qualche anno, chi andrà a vedere il voto della Calabria in quella Conferenza Stato-Regioni non vedrà la scelta dei calabresi, vedrà la scelta del presidente Occhiuto, vedrà la scelta della Calabria. Non credo che oggi…

(Interruzione fuori microfono)

Non sento Presidente, sto parlando di lei, non parlo di Bonaccini, non facciamo a gara a chi torna più indietro, fino ai governi fascisti o totalitaristi o comunisti, vediamo quello che ha fatto lei qualche giorno fa, quello che ha fatto Bonaccini a me poco interessa. Non ne faccio un discorso di casacca politica, ne faccio un discorso a difesa della regione nella quale vivo e nella quale vorrei che i miei figli potessero vivere con le stesse condizioni, gli stessi diritti e gli stessi servizi di chi nasce in altre regioni. Credo che, forse, il ruolo del Consiglio regionale sia stato, in parte, svilito; mi permetta di dirlo, questa è la mia considerazione, magari lei non è d'accordo, però mi permetta di dirlo, sempre in maniera pacata e nella massima educazione.

È chiaro che dico subito “no” a questa autonomia differenziata che mortifica il Meridione, mortifica la Calabria e mi dispiace quando sento persone, consiglieri regionali, parlamentari, soprattutto della Lega Nord, dire in continuazione: “Noi siamo la locomotiva d'Italia”. Probabilmente è vero, cari colleghi consiglieri, che il Nord è la locomotiva d'Italia, ma se lo è, lo è grazie anche al sacrificio, alle gambe, alle braccia di tanti meridionali, di tanti calabresi che in quel Nord sono andati con sacrificio a lavorare, a renderlo grande, e anche a tante menti. Guarda caso, i migliori primari, i migliori dirigenti aziendali del Nord - magari tanti sono anche nostri familiari - danno un contributo importante a quel Nord che si pone come locomotiva.

E poi parto da un preconcetto iniziale che è il nome del Ministro presentatore di questo disegno di legge.

Non me ne vogliano i colleghi della Lega, non è un fatto personale, però leggere il nome del ministro Calderoli su questo disegno di legge mi fa correre un brivido lungo la schiena. Faceva parte di quella Lega Nord che bruciava i tricolori nelle piazze, inneggiava alla secessione, inneggiava al Vesuvio affinché lavasse Napoli. Queste erano le parole, le canzoni di quella Lega Nord. C’è stato chi ha chiamato orango un Ministro della Repubblica per il colore della pelle.

 Quindi permettetemi di dire che da una mente come questa, di un tale galantuomo, dubito che possa essere partorita, poi, una proposta che possa migliorare le condizioni di vita del sud. Ma questa è una mia riflessione, me ne assumo la responsabilità e vado velocemente a spiegare in maniera un po’ più tecnica, senza chiaramente entrare nello specifico, perché questo disegno di legge non mi convince. Non mi convince per un motivo geopolitico in quanto arriva nel momento peggiore della vita del nostro Paese e non solo del nostro Paese: il Covid, la pandemia.

Tra l'altro, abbiamo visto quella locomotiva d'Italia andare in affanno perché in Lombardia è saltato il sistema delle prenotazioni ed è intervenuto lo Stato, con Poste Italiane gestite e guidate del Ministero delle finanze a gestire le prenotazioni, perché quella locomotiva d’Italia aveva fallito nella sanità e nella gestione della pandemia. Arriva in un momento in cui c'è un conflitto mondiale, in un momento in cui l'inflazione è la più alta degli ultimi trent'anni, in un momento in cui lo Stato è fragile perché ha un debito pubblico pesante che non riesce, purtroppo, a ripagare. E in un momento di fragilità dello Stato, noi vogliamo sottrargli risorse. Non mi piace da un punto di vista normativo e operativo.

Poi, una cabina di regia alla quale viene affidata la relazione e, poi, la stesura di quelli che sono i LEP. Una cabina di regia composta da chi? Immagino lo avrete letto: dai rappresentanti di questo Governo. Ci saranno, sicuramente rappresentanti di buon senso.

PRESIDENTE

Deve concludere.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Sto arrivando alla conclusione, signor Presidente. Rappresentanti che sono, soprattutto, rappresentanti del Centro – Nord, all'interno dei vari Ministeri per maggioranza, e da parte di una Commissione di dodici economisti scelti dallo stesso Governo. Cabina di regia che, se dovesse fallire nell'individuazione e nella stesura di questi LEP, verrebbe commissariata da un commissario nominato sempre dallo stesso Governo.

Entro nel vivo e vado verso la conclusione per dire cosa sono i LEP, se abbiamo capito cosa sono i LEP, perché questi livelli essenziali - e riflettiamo sulla parola essenziali delle prestazioni - altro non sono che un sinonimo di livelli base o livelli elementari delle prestazioni. Che significa? Faccio due esempi velocissimi. Nella scuola si prevede che bisogna avere un'insegnante ogni dieci bambini, una cattedra, un banco, una scuola riscaldata, questi sono livelli essenziali per tutto il Paese, dopodiché le Regioni tratterranno la fiscalità in surplus, una volta garantiti i LEP su tutto il territorio nazionale, e investiranno nelle loro scuole per avere, magari, un'insegnante ogni cinque alunni, una palestra in più, una lavagna multimediale in più. Quindi avremo una differenza di servizi che vengono resi ai bambini delle Regioni più ricche rispetto a quelle che avranno solo i LEP.

La stessa cosa per la sanità, perché quelle Regioni potranno assumere più medici e pagarli di più. Quindi, caro presidente Occhiuto, i medici dove sceglieranno di andare? Nelle regioni del Sud, dove verrà garantito il minimo essenziale o in quelle dove potranno avere una contrattazione - arrivo alla conclusione – differente? E poi un punto di vista sociale perché, Presidente, stiamo parlando di un disegno di legge che…

PRESIDENTE

A lei ricordo che ho preso accordi con il suo capogruppo.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Ma su argomenti di questo tipo, su un argomento così importante che potrebbe segnare il futuro della Calabria si potrebbe rimanere a parlare anche fino a dopodomani.

PRESIDENTE

Si faccia rappresentare meglio la prossima volta.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Potremmo parlare perché è un nostro dovere, una nostra responsabilità, siamo lautamente pagati per farlo. Credo che nessuno abbia fretta su argomenti come questi. Vado alla conclusione e le chiedo scusa.

Un punto di vista sociale, perché il Paese viene diviso in due e la Calabria arrancherà ancora di più. I nostri padri costituenti quando hanno parlato di trasferire delle deleghe alle Regioni lo hanno fatto per esaltare le specificità di quelle regioni e non mi meraviglierei se, un domani, in una Calabria, in un'Italia omogenea, a parità di servizi e infrastrutture, si possa pensare, ad esempio, di dare alla Calabria deleghe in materia di turismo. Non mi sorprenderei se si potesse dare alla Lombardia deleghe in materia industriale e del manufatturiero, perché quella è la specificità a cui hanno pensato i nostri padri costituenti e non quella di trasferire quindici, venti, ventitré materie per sottrarre fiscalità.

Non ci credo, anche se lo dirà non ci crederò, non dal punto di vista politico, ma dal punto di vista umano, che il presidente Occhiuto è d'accordo con questo disegno di legge, lo potrà dire, lo potrà difendere, ma per la passione con cui sta guidando questa Regione non posso credere che voglia, veramente, andare incontro a un disegno di legge che affosserebbe la Calabria! Chi ama il meridione, chi ama la Calabria deve dire “no”, in maniera chiara, a questo disegno di legge che ci vuole privare noi, ma soprattutto i nostri figli, di un futuro degno. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Prego, ne ha facoltà.

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri)

Grazie, Presidente.

L'argomento di cui si dibatte oggi non v'è dubbio alcuno di come sia uno dei temi dell’attualità politico istituzionale più importanti.

Le reazioni contrastanti sono un effetto naturale e oserei dire positivo, quantomeno perché scongiurano l'accusa di voler far passare una legge sotto il silenzio.

Il dibattito, però, dev'essere ricondotto sui binari del pragmatismo: la collocazione politica del Ministro proponente, l'astrattezza con la quale si rappresenta il rischio di implementare il divario fra Nord e Sud, il tentativo di recupero del disegno federalista, già cassato col referendum confermativo del 2006, rappresentano mere suggestioni e non critiche concrete funzionali alla ottimizzazione del provvedimento.

Piaccia o no, l'autonomia differenziata che si intende realizzare si muove nel solco della Costituzione e non va interpretata in chiave separatista o addirittura secessionista, ma quale conferimento alle Regioni di poteri effettivi di autogoverno nella salvaguardia deIl’unità nazionale.

Un regionalismo forte, insomma, con la conseguenza che le amministrazioni potranno gestire le proprie risorse meglio e con maggiore responsabilità. Finalmente, si potrà parlare di responsabilità delle scelte.

Ed allora dico, seguendo il Governatore Occhiuto: “No a un Sud che scappa in ritirata”. L'affermazione ha un significato politico forte. Perché l'effetto dell'autonomia differenziata è la responsabilità politica.

L'autonomia differenziata è una sfida che consentirà di mostrare all’Italia che la Calabria può essere gestita efficientemente e che il buon Governo è possibile anche alle nostre latitudini.

L'autonomia differenziata deve essere il presupposto per la vera assunzione di responsabilità politica.

Un appunto: tutti i programmi elettorali allestiti in occasione dell'ultima tornata hanno affrontato la necessità di una legge quadro in materia di autonomia.

Tutte le forze politiche hanno posto l'accento sulla definizione preliminare dei Livelli Essenziali di Prestazioni concernenti i diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale, sul superamento della spesa storica, sul potenziamento dei fondi di perequazione infrastrutturale.

Si tratta di profili, questi, assolutamente garantiti dal disegno di Iegge: difatti, l'autonomia differenziata viene consentita soltanto dopo la determinazione e il finanziamento dei LEP, è previsto il superamento del criterio della spesa storica in favore di quello standard così come è assicurata l'invarianza finanziaria del fondo perequativo e delle altre iniziative previste dall'articolo 119 della Costituzione per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali e per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona.

Il finanziamento dei LEP sulla base dei relativi costi e fabbisogni standard sarà attuato nel rispetto degli equilibri di bilancio e dell'articolo 17 della Iegge di contabilità e finanza pubblica e, qualora dalla determinazione dei LEP derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si potrà procedere al trasferimento delle funzioni solo  successivamente  ai provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie coerenti con gli obiettivi programmati di finanza pubblica.

Se occorrono molte risorse per finanziare i LEP e perciò si avverte il rischio di non avere la copertura finanziaria, il progetto di autonomia è inattuabile per previsione normativa. Quindi, anche questo, è un allarme ingiustificato!

Per ciò che riguarda il controllo, il Governo o le Regioni potranno, anche congiuntamente, disporre verifiche su specifici profili sul raggiungimento dei Livelli essenziali delle prestazioni.

È vero: il Partito Democratico, ad esempio, ha parlato di autonomia differenziata nel programma elettorale, escludendo l'istruzione dalla differenziazione delle competenze regionali, intravedendo il rischio di un processo separatista in relazione ai programmi, al sistema di reclutamento territoriale ed ai meccanismi di finanziamento.

Mi domando: perché mai i programmi migliori non potrebbero essere quelli calabresi? Quelli nostri? Perché l'ondata migratoria non può svilupparsi dall'esterno all'interno così costituendo un'opportunità, sotto più aspetti, per la Calabria?

L'iter per approdare all'autonomia differenziata è davvero complicato: è un dato, secondo me, normale. Il coinvolgimento di più livelli è anzi necessario in virtù della diversità delle materie. La concertazione su più livelli, oltre ad essere sinonimo del giusto contraddittorio democratico, è indispensabile per una questione competenziale.

Anche la crescita del bilancio regionale, con conseguente ridimensionamento di quello statale, non è un male di per sé!

Ed allora, appare evidente un ragionamento sul rischio soltanto in astratto e per mera ideologia, del tutto sganciato dal reale contenuto del disegno di Iegge.

Pare, piuttosto, si abbia timore di essere mediocri nelle scelte, posto che le decisioni della classe politica impattano sulla vita di ognuno, regolando abitudini e singoli andamenti.

 

Rinunciare è sinonimo di abbandono della responsabilità. La non scelta è essa stessa una scelta. E nel tempo della crisi del ruolo dei partiti politici e della rappresentanza politica, il cui ruolo è sempre messo in discussione, è giusto pensare ad una opportunità mai avuta prima.

È doveroso, allora, raccogliere la sfida.

D'altronde, una Nazione a due velocità già esiste, collega Alecci, e, ancora, l'autonomia differenziata, non c'è.

Forse una via d'uscita può essere trovata trasformando quello che appare un problema in una opportunità.

Concludo il mio breve intervento esprimendo piena fiducia nell’operato del Presidente Occhiuto, il quale, sono certo, anche a nome del Gruppo che mi onoro di rappresentare, saprà condurre la nostra Regione dinanzi a questa nuova sfida avendo come unico ed esclusivo interesse la tutela della Calabria e dei calabresi tutti.

Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, collega Crinò, anche per i tempi contenuti. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Prego, ne facoltà.

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Grazie, signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, colleghi consiglieri, stampa tutta. Voglio sottolineare intanto che noi siamo qui, oggi, dopo avere richiesto questa seduta di Consiglio regionale da novembre e ci saremmo attesi, come ha già sottolineato il collega consigliere Ernesto Alecci, che il Presidente della Giunta, prima di andare in Conferenza delle Regioni, sentisse il nostro Consiglio regionale perché questa è l'Assemblea sovrana dei calabresi, anche in base all’articolo 16 dello Statuto.

Siamo noi a definire l'indirizzo politico anche all'interno di questa Regione e, quindi, ritengo che questa mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio sia particolarmente grave. Non si può decidere da soli quando si tratta di avere a che fare con quello che è il destino di quasi due milioni di calabresi. E poiché, comunque - questo Ernesto Alecci lo ha già sottolineato - il decreto Calderoli è un decreto che viene da una persona di cui - non abbiamo l'Alzheimer, non lo ha il 100 per cento dei calabresi - ricordiamo perfettamente tutte le varie manifestazioni e dichiarazioni. Mi taccio rispetto a questo, il consigliere Alecci ha già sottolineato taluni aspetti, ma sono molte le perplessità che noi abbiamo su questo tema dell'autonomia differenziata, molti punti di dissenso: tale dissenso non si può neanche giustificare rispetto al fatto che ci rinfacciate sempre la modifica del Titolo V della Costituzione. Lo sappiamo: è stato un errore marchiano, fermo restando che lì veniva comunque mantenuta un'autonomia nazionale.

Ora noi non è che non siamo d'accordo sull'autonomia, noi non siamo d'accordo sull'autonomia differenziata perché pensiamo che l'autonomia debba essere unitaria, che è un altro concetto. Vi voglio fare una domanda: ma noi siamo così sicuri che il Paese oggi offra realmente a tutti i cittadini le stesse opportunità? Abbiamo tutti gli stessi servizi, dalle Alpi agli Appennini? Se voi pensate di rispondere affermativamente a questo, signore consiglieri e colleghi, siete veramente fuori dal mondo perché noi non abbiamo le stesse opportunità e non abbiamo neanche gli stessi diritti che hanno al nord. Queste opportunità non sono uguali. Sulle cause di questa mancanza di uguaglianza - è inutile, stendiamo un velo pietoso - ce n'è per tutti e, in realtà, questo decreto, questo sistema - qui non si tratta solo del decreto Calderoli, c'è la legge di bilancio con tutta una serie di specifiche - non fa altro che aumentare la diseguaglianza. Questo non lo diciamo solo noi, lo dicono istituzioni importanti: Banca Italia, tre giorni fa, ha rifatto il documento sul divario nord-sud, sottolineando che la forbice non solo non è diminuita, ma che questo gap è quasi incolmabile; così ha fatto Svimez, così fa CERGAS, così ha fatto la CGIA di Mestre, così hanno fatto l'Università di Napoli e di Bari.

Il pericolo serio è che questo provvedimento, questo nuovo sistema legislativo, che dovrebbe entrare in funzione, frantumi completamente il nostro Paese.

Alcuni punti e alcune riflessioni: la sanità è turbolenta in tutto il Paese, in Italia sulla sanità abbiamo problemi da tutte le parti, ma la nostra continua ad essere sfasciata. Le altre regioni con i punti LEA stanno bene, noi continuiamo a stare a 125 su 160, che è la soglia. Questi servizi che non arrivano ad essere - anche qui si citava prima il discorso della pandemia - hanno dimostrato, proprio grazie alla pandemia, come sia fondamentale la regia unica nazionale. Se noi non avessimo avuto una regia unica nazionale, avremmo avuto il triplo dei morti, nonostante le critiche più o meno corrette che vengono fatte oggi. Possiamo porci, quindi, all'interno di questa situazione con un'ottica miope, guardando semplicemente l'orticello? La domanda è: noi riusciremo a risolvere i nostri problemi o invece ci incanaliamo in un binario morto, defunto sul quale ci mettono la croce da tutti i punti di vista?

La scuola: il diritto all'istruzione è il primo collante del Paese. Noi abbiamo il 20 per cento di dispersione scolastica che significa che, più ignoranti siamo, maggiore è la quantità di malattie, più basso è il livello dell'economia; e questa situazione fa sì che anche la sanità non si possa sviluppare perché c'è un basso livello scolare e un basso livello culturale. E allora noi che cosa faremo sulla scuola? Andremo a fare quello che diceva il collega Alecci.

Tema infrastrutture: noi abbiamo assolute mancanze, una scarsa qualità di infrastrutture. E allora, prima di fare l'autonomia differenziata, mettiamoci nell’ottica, non di avere la promessa del rifacimento della Strada Statale 106 o delle reti infrastrutturali, anche web - siamo accollati da tutti i punti di vista - ma di sviluppare; partiamo prima e andiamo avanti a sviluppare questo! Ma la promessa dei LEP non è sufficiente perché non ci sono i soldi.

L’invarianza finanziaria si ritrova sia nel disegno di legge Calderoli sia nella cabina di regia, disegnata nella legge di bilancio. Ora, questo insieme di provvedimenti che deve avvenire senza aggravio di spesa, proprio perché ce lo dice il comma 793, lettera b) della legge di bilancio, si basa, sì, sulla ricognizione della spesa storica e, dopodiché, prevede l'identificazione anche dei costi standard. Mentre, però, spesa storica e costi standard nelle regioni del Nord sono più o meno lì, è da noi che c'è il divario spaventoso ed è da noi che non verrà colmato; quindi, questi LEP, che vanno determinati - determinati può anche significare essere iscritti su un foglio di carta -, devono essere invece finanziati, sviluppati e controllati da una Regia affinché siano implementati; solo così questa terra, e tutto il Sud, potrà essere assolutamente convinta che questa è la strada da percorrere.

Su questo disegno di legge Calderoli c'è una parola che viene ripetuta continuamente ed è “immediatamente”, “immediatamente”; questa architettura istituzionale deve essere realizzata subito, con degli step talmente rapidi che pare che stiamo andando alle Olimpiadi. E che c'entra questo con il bene della Calabria? Niente! Fa solo male.

Ora noi siamo molto rispettosi di questa aula perché è il primo luogo di rappresentanza e di democrazia, ma l'atteggiamento e il comportamento che questa maggioranza ha avuto e questo assecondare un'impostazione così grave e nefasta per questa terra di Calabria ci spinge a dire che noi assolutamente dobbiamo fare di tutto per scongiurare questa deriva veramente secessionista.

Cosa chiediamo? Chiediamo al presidente Occhiuto un atto di indirizzo in merito alle potenzialità-opportunità del regionalismo differenziato in Calabria da inviare al Presidente del Consiglio regionale a cui chiediamo di dare impulso alle Commissioni affinché tutte le materie possano, concordemente, avviare un percorso di largo confronto e approfondimento con le parti sociali, UPI, ANCI, associazioni e rappresentanze del mondo del lavoro e delle imprese, in modo da costruire un documento di indirizzo che sarà prodotto e potrà essere di supporto nella Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni; quindi chiediamo che questo aspetto dell'autonomia differenziata sia sviscerato e studiato. Questo è il risultato di un metodo che può arrivare a concludere e realmente trovare qual è la posizione di tutta la Calabria, di tutti i calabresi e di tutte le parti sociali, rispetto a questo tema che sembra essere il dibattito della destra contro la sinistra o della sinistra contro la destra, ma che invece impatta sulla vita quotidiana di ognuno di noi e soprattutto sul futuro di quelli che verranno.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il collega Graziano. La prego di attenersi ai tempi concordati.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Saluto il signor Presidente della Giunta, saluto i colleghi e gli assessori. Io credo che noi abbiamo un'opportunità importante oggi dibattendo di questo tema e dobbiamo, Presidente, raccogliere il suo invito a tenere un dibattito sereno e razionale, altrimenti rischiamo di trasformare quest’Aula in un’arena in cui in cui ci sono le opposte fazioni e gli opposti tifosi come nelle curve degli stadi.

Propendo per affrontare questo dibattito con razionalità e per il bene della nostra terra. Non si tratta di discutere se il presidente Occhiuto abbia avuto un mandato da questo Consiglio perché il mandato non mi risulta che l'abbiano avuto il Presidente della Regione Toscana, Giani, o il presidente Bonaccini dell’Emilia-Romagna che, fra l'altro, voi avete sostenuto anche in queste primarie e con cui avete avuto modo di confrontarvi. Bonaccini non ha chiesto un mandato al Consiglio regionale.

Non è questo il punto della questione, collega Bruni e collega Alecci. Il punto della questione – condivido - è quello di verificare qual è la situazione della Calabria e del Meridione in questo momento; noi abbiamo una spesa e, quindi, da questa bisogna partire se occorre cambiare qualcosa o meno di quello che è avvenuto nel regionalismo. Voi siete stati i fautori del regionalismo, l'avete spinto tanto, così come avete spinto tanto - è stato accennato prima - la riforma costituzionale del Titolo V che è stata realizzata da Governi di sinistra.

E allora andiamo a vedere qual è la spesa pro capite, per esempio, nel settore pubblico allargato: per abitante al Sud è - 4000 euro per abitante, secondo la SVIMEZ, -1200 secondo Banca Italia; questo cosa vuol dire? Si traduce chiaramente in minore spesa pubblica quindi minori servizi per i cittadini.

Il sistema idrico: le perdite della rete idrica in Calabria ammontano al 37 per cento dell'acqua immessa in rete; lo stato degli acquedotti in Calabria è vetusto, ha necessità di essere quasi tutto rifatto; per quanto riguarda gli impianti di depurazione solamente la Lombardia ha una capacità di invaso dell'acqua che è un terzo della capacità nazionale; gli impianti di depurazione sono concentrati esclusivamente per la maggior parte al Nord e Centro Italia, poco al sud; pensate che in Calabria abbiamo 51 Comuni che non hanno l'impianto di depurazione, che equivale al 12,5 per cento dei comuni calabresi.

Andiamo all'istruzione: le spese per i servizi di prima infanzia sono più alte in Emilia-Romagna e in Lombardia; il Sud ha numeri molto minori anche per i posti di erogazione per la prima infanzia; in Calabria il 22,8 per cento dei comuni offre questi servizi di prima infanzia. Pensate che in Emilia-Romagna è l’89 per cento dei comuni.

Sconcertante il dato che riguarda l'edilizia scolastica: il 43 per cento delle scuole in Italia si trova su territori ad alto rischio sismico, in Calabria il 90 per cento, 90 per cento.

Il presidente Occhiuto è dovuto ricorrere per la sanità ai medici cubani per evitare che si chiudessero gli ospedali. E per la sanità noi abbiamo: al Nord, 378 posti letto per 100.000 abitanti; al Sud 313 posti letto per 100.000 abitanti, in Calabria 297 posti letto per 100.000 abitanti; 100 posti letto in meno rispetto al nord. Strutture sanitarie: nel Veneto 985 per 100.000 abitanti, in Calabria 185; strutture semi residenziali: al Nord 860 posti per 100.000 abitanti, in Calabria solo 192, cioè il 20 per cento.

Questo cosa comporta? L'emigrazione sanitaria cioè 250-300 milioni di euro che ogni anno vanno dalla Calabria verso altre Regioni.

Ecco perché non dico “no” all'autonomia differenziata. Fra l'altro, è prevista dalla Costituzione. Anche Azione, il partito che rappresento, nel suo programma ha inserito l'autonomia differenziata. Ecco perché bisogna andare a colmare le diseguaglianze fra le varie regioni. E come si colmano le disuguaglianze? Si colmano andando a garantire i livelli essenziali delle prestazioni, i diritti civili e sociali del popolo calabrese, andando a colmare, dopo decenni, il gap infrastrutturale di cui abbiamo parlato prima.

Presidente, sono già passati cinque minuti? Allora, cercherò di accelerare.

Cosa occorre per colmare questo gap? Nella previsione massima si dice che occorrano 100 miliardi di euro. Benissimo! Per il “Bonus 110” sono stati spesi 120 miliardi di euro. Magari, Presidente, li avessimo spesi per fare l'autonomia differenziata, adesso, forse, la Calabria non sarebbe quella che è, ma una Regione delle meraviglie.

Per queste ragioni non siamo contrari. Se questo treno serve a far andare veloce anche la Calabria, ebbene, prendiamolo e facciamo correre anche la nostra Regione per i diritti civili, sociali e per la spesa delle infrastrutture.

Per questo diciamo che il presidente Occhiuto ha fatto bene ad assumere questa posizione, perché è da qui che bisogna partire per far sì che la Calabria finalmente possa essere a livello delle altre Regioni. Siamo rimasti ancora ai trattati sul meridionalismo, la nostra terra non è affatto cambiata.  

È chiaro che non tutte le materie possono essere oggetto di autonomia differenziata, Rispetto a 22 anni fa – lei ricordava il Governo che ha dato vita alla riforma del Titolo V – sono d'accordo con voi che, dopo il Covid, alcune materie non possono essere più oggetto di autonomia differenziata, per esempio il commercio internazionale. Pensate se le Regioni dovessero trattare con la Cina, con l’India, è chiaro che non lo possono fare; anche la materia ambientale, per esempio, direi che deve essere sotto la regia nazionale – è evidente – perché ci deve essere un sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, ma anche per quanto riguarda altri temi il nostro Partito è su questa posizione. Ecco, per esempio, perché è necessario che le normative ambientali non siano diverse? Perché, altrimenti, il mondo imprenditoriale impazzirebbe investendo in Regioni diverse. Per questo è giusto delegare alcune materie ed è giusto superare questo gap che abbiamo.

La Calabria non è, purtroppo, Alice nel paese delle meraviglie. Io spero che lo diventi ed è per questo che dobbiamo affrontare questa realtà a viso aperto, come dice il presidente Occhiuto, e cercare di cogliere se l’autonomia differenziata rappresenta un’opportunità. Se è così, ritengo che non possiamo lasciare scappare questo treno. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. L’esiguità del tempo a disposizione mi induce a condividere con voi qualche osservazione riguardante un argomento che mi interessa e con il quale ho dimestichezza: la sanità.

Certamente, come è già stato ricordato, la cornice in cui si pone il problema del regionalismo differenziato fa riferimento inevitabilmente alle modifiche del Titolo V della Costituzione, risalenti al 2001, durante il governo Amato, su cui si inserisce il decreto del Ministro degli affari regionali, Calderoli. Comunque, già nel 2017, l’autonomia fu chiesta su moltissimi temi importanti da Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna.

Quello che vorrei sottolineare è che si tratta, comunque, di una via di non ritorno. Diversamente da tanti altri aspetti, poi, non ci potrebbe essere un referendum per tornare indietro perché, come ben noto, dovrebbe esserci anche la volontà delle Regioni che hanno chiesto l'autonomia ed è chiaramente un’ipotesi irrealistica.

Sanità: il problema della sanità è particolarmente importante. Già, adesso, senza arrivare all'autonomia differenziata, stiamo vivendo una frammentazione del sistema sanitario regionale nel quale non tutti i cittadini hanno gli stessi diritti a seconda del luogo di residenza, cosa che è stata ben chiarita dalla vicenda della pandemia da Covid-19.

In questa circostanza, i guasti strutturali della sanità nel Meridione e in Calabria, in particolare, sono andati di pari passo alle inefficienze della sanità settentrionale – mi riferisco, in particolare, alla Lombardia – dove, non per motivi strutturali, ma per motivi strategici, è stata sostanzialmente smantellata la sanità territoriale e, quindi, di fatto, la sanità pubblica per spingere verso il privato.

Adesso, anziché, spingere la sanità verso una unificazione – a livello centrale, riporterebbe l'universalità e l'equità del servizio sanitario nazionale – c'è il rischio che si vada, come dicevo, verso una forma di frammentazione non più reversibile e il fatto che, come è stato detto, ci siano due sanità è dimostrato dai LEA. Nell'ultima ricognizione ci siamo classificati, purtroppo, ahimè, all'ultimo posto e con il rischio, attraverso l’autonomia differenziata, di non poter più risalire.   

Perché? Perché, in aggiunta alle centinaia di milioni di euro che, annualmente, versiamo per mobilità passiva, in tutto il territorio nazionale, al Sud soprattutto e, in particolare, in Calabria, abbiamo il problema della desertificazione sanitaria e non è pensabile che un medico - già adesso non vuole venire in Calabria perché ha una situazione ambientale sconfortante e già ora un’importante diversificazione di remunerazione economica rispetto ai colleghi del Nord - possa decidere di venire a lavorare qui, quando queste situazioni peggioreranno.

Vorrei dire qualcosa su questi famosi livelli essenziali delle prestazioni. Personalmente, ho l'orticaria quando sento associare i LEP all'autonomia differenziata.

Sono due cose completamente diverse. I livelli essenziali delle prestazioni cioè i diritti sociali e civili – a parte che devono essere ulteriormente definiti e anche finanziati – devono soprattutto essere raggiunti per obbligo costituzionale, mentre l'autonomia differenziata non è un obbligo costituzionale, ma, anzi, è una cosa che, a mio parere, va assolutamente evitata.

Come medico ISDE, cioè medico per l'ambiente di questa Associazione internazionale, voglio rilevare un altro aspetto che ci penalizzerà sotto il profilo sanitario.

Considerato che una delle materie è quella proprio ambientale, nel momento in cui i finanziamenti alle Regioni meridionali e al Sud, in particolare, saranno chiaramente  insufficienti per garantire un livello di tutela ambientale adeguato e potenziato – rispetto all'attuale che è andato progressivamente riducendosi nei decenni – a quel punto, questo gap sarà ulteriormente rafforzato e la mancanza di tutela ambientale porterà a un aumento dei fattori di rischio per la salute da parte dei determinanti ambientali di salute che, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, rappresentano degli elementi fondamentali per la salute o la malattia delle persone, soprattutto dei piccolissimi.

Non è casuale – e mi avvio a concludere, signor Presidente – che anche la Federazione degli ordini dei medici nazionali, la FNOMCeO, si sia chiaramente espressa contro l'autonomia differenziata, non certo per posizioni politiche, ma perché darebbe il colpo di grazia a una frammentazione del sistema sanitario nazionale già, purtroppo, innescata dal regionalismo sanitario non differenziato.

Alla fine – e ho concluso il mio intervento – credo che, prima di fare questo passo, dovremmo davvero pensarci bene e mi auguro che il decreto Calderoli possa essere stoppato e bocciato per come ritengo meriti. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Vorrei ricollegarmi a quello che ha detto il consigliere Laghi, perché dice una cosa corretta.

Sostanzialmente afferma: “Cosa c'entrano i LEP con l'autonomia differenziata?”

In effetti, i LEP sono previsti dalla Costituzione e sono obbligatori; l'autonomia differenziata, essendo prevista dalla Costituzione, non è obbligatoria perché è facoltativa. Ed è proprio questa, invece, dottore Laghi, secondo me, la forza di questa legge che prende le mosse dall'articolo 116 della Costituzione, legandolo all'articolo 117, ossia una facoltà viene legata a un obbligo di legge.

Questa è la prima garanzia del decreto cioè l'autonomia differenziata si realizza purché si rispetti l'articolo 117 della Costituzione. Quindi, a monte siamo coperti dal dettato costituzionale, in quanto si lega direttamente a due norme costituzionali, anzi a tre, perché c'è anche l'articolo 119. Pertanto, a valle siamo coperti dal fatto che, se queste norme e questi dettami non vengono rispettati, la legge automaticamente diventa incostituzionale.  

Perché faccio questa breve premessa? Perché qualcuno diceva che, in effetti, il punto nodale sono i LEP. È vero.

Questa legge si potrebbe anche chiamare legge sui LEP, perché, sostanzialmente, se non si garantiscono e finanziamo i LEP, automaticamente non si può procedere con l'autonomia differenziata.

Quindi, è una legge sottoposta a una condizione forte, perché non c'è solo un riferimento alla norma costituzionale, ma proprio all'interno della legge. Pertanto, volendo riportare la discussione al punto del nostro dibattito, oggi ci troviamo di fronte a un disegno di legge che applica un principio costituzionale, legandolo ad un altro ancora più forte, che è quello della garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale.

Da questo, poi, ovviamente, prende le mosse il decreto, che si sviluppa in tutta una serie di procedure che potremmo anche definire farraginose – non c'è dubbio – perché ci sono circa otto passaggi prima di arrivare alla definizione dei LEP. Questa è ancora una ulteriore garanzia perché i LEP prima devono essere verificati, poi valutati e finanziati con l'intervento del Governo e delle Regioni. Quindi, tutti gli attori sono messi nelle condizioni migliori per poter dare il loro contributo.

È ovvio che questa norma determinerà un regionalismo più forte – non c'è dubbio – perché, praticamente, con essa si cancella la legislazione sussidiaria e non ci saranno più le materie di legislazione concorrente con lo Stato, in quanto, in relazione alle richieste che farà la Regione Calabria, si deciderà tutto insieme, saranno di legislazione esclusiva della Calabria più altre tre.

È ovvio che aumenterà il peso della Regione dal punto di vista decisionale, della potestà legislativa e anche dal punto di vista amministrativo. Relativamente a quest’ultimo aspetto, mi collego a quello che diceva Giacomo Crinò: la sfida è proprio questa.

Sentivo dire: “Arriviamo prima al livello delle altre Regioni e, poi, facciamo l'autonomia differenziata”. Oggettivamente, è qualcosa che oggi non ha un senso, perché se ora siamo arrivati nelle condizioni in cui siamo, non possiamo immaginare di raggiungere nel prossimo futuro il livello di Regioni come Lombardia e Piemonte.

L'autonomia differenziata ci caricherà di responsabilità perché, poi, a quel punto le competenze, la responsabilità, la decisione spetterà sicuramente a noi come Regione e, allora, lì si vedrà effettivamente il valore della classe politica che governa la Calabria.

È ovvio che, poi, la legge inserisce tutta una serie di paletti, volti appunto a garantire che si arrivi all'autonomia differenziata dopo che i LEP sono stati – ripeto – non solo individuati, ma finanziati e garantiti a quella parte della popolazione.

Qualcuno diceva: “Il presidente Occhiuto avrebbe dovuto confrontarsi prima e, magari, come altre Regioni, dire no all'Intesa”.

Chiariamo un punto: oggi si fa una legge dello Stato perché è la Costituzione che prevede per l'Intesa una legge dello Stato.

Poniamo il caso che il presidente Occhiuto si fosse presentato nella Conferenza Stato-Regioni e avesse detto che la Calabria non vuole firmare nessuna Intesa.

Che cosa succede se una Regione non firma l'Intesa, non accetta l'accordo?

Lo dicono gli articoli 8 e 9 della legge: sostanzialmente è come se si diventasse residuali, perché nella legge si dice: “Alle Regioni che non accettano l'Intesa, in ogni caso, sono garantiti sempre quei diritti costituzionali per quanto riguarda i diritti sociali e quant’altro”.

Sostanzialmente, non si dice nulla.

Qual è il rischio, però? Rimanere fuori da un meccanismo che, alla fine, ci farà diventare veramente residuali e non si avrà più la possibilità di tornare indietro.

È vero anche quello che dice il consigliere Laghi: non si può più tornare indietro, ma un conto è non poter tornare indietro una volta che si è all'interno di una partita, un conto è non poter più tornare indietro quando si è completamente fuori dalla partita e, quindi, lì si diventa residuali.

C'è un aspetto della legge – sinceramente, qui chiedo ai due Presidenti che rappresenteranno la Regione nella Conferenza Stato-Regioni – secondo me importante che va corretto.

Presidente, è il comma 4 dell'articolo 7 che sarebbe, sostanzialmente, il secondo livello di garanzie che abbiamo nella realizzazione dei LEP, perché il primo è previsto nei primi articoli, nell'articolo 3, nell'articolo 2, dove appunto si dice che devono essere garantiti, poi, nell’articolo 7, al comma 4. Lo leggo, recita testualmente: “La Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, il Ministero dell'Economia e delle Finanze o la Regione possono anche congiuntamente disporre verifiche su specifici profili o settori di attività oggetto dell'Intesa con riferimento alla garanzia del raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni”.

A mio avviso, quel “possono” – le parole sono importanti – diventa una facoltà da parte di tutti. Allora, dobbiamo assumerci la responsabilità: va eliminato il termine “possono” e va scritto “devono” oppure non va scritto nulla e, quindi, è la stessa cosa. Quel “possono” va tolto così la verifica dell'effettivo raggiungimento dei LEP diventa qualcosa di obbligatorio.

Questo è, sostanzialmente, il vero punto importante di tutta questa legge, nel senso che si può prevedere tutto, che bisogna raggiungere determinati livelli, che questi devono essere finanziati, ma poi bisogna rendere obbligatoria l’effettuazione della verifica da parte degli organi preposti.

Questa, secondo me, è la proposta che può partire dalla Calabria per garantire quello che sostanzialmente dicevate ossia che si arrivi a giocare ad armi pari. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Neri. Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Ricordo la prima seduta di questo Consiglio regionale nella quale affrontammo una discussione sulle linee programmatiche e, già in quella sede, ebbi modo di dire che la questione dell'autonomia differenziata avrebbe segnato questa Legislatura e lo penso ancora oggi.

Anche per questo, forse, penso che, oggi, un dibattito in questi termini non possa portare a nulla. In cinque minuti cosa possiamo dire?

Certamente, il presidente Occhiuto non cambierà la propria posizione così come non la cambieranno i colleghi e non lo cambieremo noi. Faremo solamente il gioco delle parti, delle appartenenze politiche che è quello che stasera proprio vorrei evitare, perché, secondo me, la discussione deve proprio evitare questo, che ciascuno rientri nel proprio schema di appartenenza e che questo ci impedisca di capire la realtà.

Forse era opportuno – aveva ragione il consigliere Bevacqua – ascoltare il presidente Occhiuto, perché le sue parole sono più importanti delle mie e anche perché, inizialmente, ha avuto una posizione di grande coraggio su questa partita.

Penso che anche qui, purtroppo, anche in quello che è accaduto nella Conferenza Stato-Regioni, abbia voluto rappresentare il rischio che abbiamo davanti a noi cioè Regioni di centro-destra che portano avanti in maniera politica un disegno di legge con Regioni di altro colore politico che fanno resistenza.

Questo è il peggiore rischio che vedo perché – lo dico chiaramente – non credo a quello che dice il presidente Occhiuto. Penso che lui sappia bene che questo disegno di legge non può portare vantaggi alla Calabria. So che lui, nonostante abbia una posizione politica difficile, non possa pensare con realtà e oggettività che questo disegno di legge, per com’è nato, dov’è nato, per le finalità che ha, possa portare alcun vantaggio per questa regione. Non ci credo!

Così come non credo che questo disegno di legge – su questo forse abbiamo diversità di posizione – possa essere migliorato. Io penso che, in buona fede, molti hanno pensato di poter cambiare il binario di questo percorso e cioè che, nel cammino, questo disegno di legge potesse essere depotenziato, migliorato con garanzie di perequazione infrastrutturali, con i LEP. Questo disegno di legge non può essere migliorato, perché questo disegno di legge ha un obiettivo ben preciso: dare più funzioni richieste dalle Regioni forti di questo Paese e creerà un sistema competitivo tra Regioni e Regioni, tra tanti semi-Stati indipendenti, dove chi ha più forza partirà già avvantaggiata. Questa concorrenza è falsata a priori già alla base.

Noi non potremo concorrere col sistema sanitario di Regioni che partono con condizioni migliori e diverse dalle nostre; non potremo concorrere col sistema scolastico di Regioni che hanno strutture, infrastrutture, risorse economiche diverse dalle nostre. Ci vorranno anni, decine di anni, per colmare il gap e dare più funzioni. Oggi. fare parti uguali tra disuguali - come recita la lettera di Don Milani - è la cosa più ingiusta che si possa fare.

Non so se si bloccherà questo disegno di legge, molti forse ci sperano, anche nel centrodestra; non so come andrà la discussione, ma mi meraviglio proprio che questa rottura dell'unità nazionale avvenga proprio oggi che c'è al Governo una destra forte che su un'unità nazionale, sul sovranismo, sull'appartenenza della patria ha fatto una battaglia politica e ideologica.

Questo è un peso politico che qualcuno deve pagare. Anche la sinistra deve pagare per degli errori che ha fatto, perché so bene che questa riforma è il secondo tempo di quella che fece nel 2001. Siamo al secondo tempo di quella partita, quando il centro-sinistra, per inseguire alcune spinte che venivano dal Paese e in particolar modo della Lega Nord allora emergente, cercò di mettersi in concorrenza con quelle spinte con una forma di autonomia differenziata. Ero studente universitario, sembrava che la sussidiarietà fosse la panacea di tutti i mali.

E allora io vi chiedo: dopo 20 anni, avere dato la sanità alle Regioni ha migliorato o peggiorato il sistema? Oggi, avere regionalizzato alcune funzioni essenziali, ha aumentato o diminuito i divari tra Regioni?

Questo è il punto di cui oggi, dobbiamo parlare! Dare oggi alle Regioni la possibilità di legiferare in materia scolastica, di pagare diversamente gli insegnanti; di organizzarsi un proprio programma scolastico differente da Regione a Regione, pensate che possa tenere assieme unito questo Paese? Pensate che questo disegno di legge sia migliorabile? Io non penso proprio!

So che il presidente Occhiuto non può rispondere di fronte al rischio di poter apparire come conservatori, come quelli che portano avanti ancora la questione meridionale, il meridionalismo stanco. No, Presidente, qui non c'è un Sud che non vuole giocare la partita, qui c'è un Sud che vuole resistere a una partita truccata in partenza; questa è una partita truccata in partenza! E allora vi dico che dobbiamo capire come, nell'ambito delle prerogative di ciascuno, riuscire a bloccare o comunque a ritardare un disegno di legge che inciderà sulla vita concreta dei cittadini.

Noi abbiamo avuto - è inutile ricordare, qualcuno l'ha fatto prima – il Covid. Ma vi ricordate i balletti di ogni Regione che decideva a sé sulla DAD, sulla possibilità di rendere le lezioni in presenza o le lezioni in modalità telematica? Ricordate la Babele di posizioni politiche con il TAR che interveniva di volta in volta perché non c'era uniformità in questo Paese? Voi pensate cosa succederà su funzioni essenziali: andremo ad amplificare tutto quello che abbiamo vissuto nell’emergenza Covid con tante Regioni a sé che fanno e portano avanti linee incompatibili tra loro.

Chiudo il mio intervento, Presidente, perché ritengo che sia inutile accapigliarci sui LEP, su disquisizioni giuridiche anche se è il campo di questa riforma.

La difficoltà è farla approcciare ai cittadini. Secondo me, i cittadini calabresi non hanno percepito ancora il rischio, la sentono una cosa lontana, perché parlare di Costituzione, di articoli, anche di questioni molto tecniche, complicate anche nella realizzazione; infatti, sono previste circa 500 forme diverse di funzioni che possono essere chieste dalle Regioni e ritengo che sia davvero difficile portare avanti questa riforma anche dal punto di vista tecnico-legislativo e i cittadini la vedono come una cosa lontana.

Quindi, chiudo l'intervento con le parole che il Presidente della Repubblica ha pronunciato nel suo discorso di fine anno: “La Repubblica siamo tutti noi, la Repubblica è l'insieme delle persone” e, oggi, quello di cui stiamo discutendo è proprio la rottura dell'unità nazionale. Rispetto a questo, vi chiedo di avere una posizione non di parte, ma netta a favore dei calabresi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto d’intervenire il consigliere De Nisi. Prego, ne ha facoltà.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia)

Grazie. Buonasera a tutti. Io penso che il dibattito questa sera sia partito malissimo.

Nel senso che qualcuno ha pensato di venire qui per chiedere al presidente Occhiuto: “Chi ti ha autorizzato ad andare in Conferenza Stato-Regioni a esprimere il tuo parere, a dire di sì, ad approvare questa proposta di legge del Ministro Calderoli?”.

Forse, secondo me, non ci rendiamo conto di cosa stiamo discutendo. Stiamo discutendo della proposta di legge che parla di autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario. Vicino a noi abbiamo la Sicilia che è una Regione molto più grande e molto più importante della Calabria, che è già a Statuto speciale da decenni.

E allora noi cosa facciamo? Pensate veramente che, con la spinta di Regioni come Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e delle Regioni del Centro Italia che rappresentano il 70-80 per cento della popolazione nazionale, il Presidente della Regione Calabria opponendosi a questo Tavolo possa risolvere il problema e bloccare l'autonomia differenziata? Pensate che, per la Calabria, sia più utile che il nostro Presidente assuma una posizione da Masaniello, si metta a capo del popolo calabrese e, per protesta, abbandoni il Tavolo, abbandoni la Conferenza Stato-Regioni, lasciando che, in quest’anno, tutto proceda per poi ritrovarci, il prossimo anno, relegati a quello che ci tocca ci tocca.

Per cui, se fisseranno la spesa storica, i livelli minimi, i costi standard o qualcosa da cui siamo completamente fuori, ci prenderemo quello che succederà senza essere partecipi, senza poter dire la nostra? Questa sarebbe la posizione migliore che possa assumere il Presidente della Regione Calabria? In questo momento sarebbe la cosa più facile, non avrebbe la critica dell'opposizione, tutto il popolo calabrese sarebbe convinto di essere stato difeso e di aver ottenuto qualcosa. Noi saremmo più contenti di aver avuto ottenuto questo. Quindi, abbandoniamo il Tavolo e saremo felici. Questa è la scelta migliore per dire: “Chi ti ha autorizzato? Abbandoniamo tutto e mettiamoci sulle barricate!”.

Io penso, invece, che la responsabilità di un Presidente, di chi amministra una Regione, sia quella di valutare le opportunità e le possibilità che ci sono in campo, per cui, di fronte al 70 per cento del popolo italiano che ha sostenuto i propri Presidenti di Regione, di fronte alle popolazioni che hanno votato questa scelta in un referendum, noi dobbiamo cercare di stare, come diceva il Presidente, sul Tavolo, di far valere le nostre ragioni con la forza delle proposte, della contrapposizione anche del peso politico, della battaglia politica, che fa il Presidente con il supporto di questo Consiglio. Dobbiamo farci valere e ottenere il massimo da questa proposta di legge quando sarà attuata dal Governo e, con l'individuazione dei LEP, le sarà data completa attuazione.

Quindi, penso che abbandonare il campo, come chiedete, sia un errore storico, strategico e vitale per la Calabria. Sarebbe veramente la rovina, la iattura di questa Regione vedersi completamente fuori da un processo che è partito per volontà della maggioranza degli italiani e che non sarà fermato dalla piccola Calabria, perché siamo soli e perché forse le argomentazioni che portiamo non sono sufficienti per bloccare questa proposta di legge. Quindi noi, in questo anno, dobbiamo essere vicini al nostro Presidente - senza strumentalizzare e fare una battaglia ideologica e di principio -, aiutandolo a far valere le nostre ragioni in Conferenza Stato Regioni per far sì che questo gap – è quello che chiediamo da secoli - piano piano si riduca, altrimenti saremo relegati a rimanere sempre l'ultima regione e andrà sempre peggio.

PRESIDENTE

Grazie, collega De Nisi. Adesso interviene il consigliere Iacucci. Prego, ne ha facoltà.

IACUCCI Francesco Antonio (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Chiaramente, ho qualche perplessità che siano sufficienti cinque minuti per discutere di un argomento così determinante per la nostra Regione e non solo. Ma, se le regole che sono state stabilite sono queste, cercherò di rimanere nei tempi e salterò la prima parte del mio intervento, perché è stata ampiamente discussa.

Anch'io sono d'accordo che il presidente Occhiuto, prima di esprimere un giudizio positivo sulla legge, avrebbe dovuto sicuramente coinvolgere il Consiglio regionale in una discussione approfondita. Sono convinto che questo lo avrebbe reso anche più forte, perché, secondo me, caro Presidente, da soli sicuramente si va più veloci, ma insieme, ragionando e partecipando, si va più lontano. E sono certo che la mancata discussione e determinazione del Consiglio regionale sia stata un'occasione persa.

Secondo me, qualsiasi tipo di riforma, quando è partecipata, discussa, credo che si arricchisca e diventi più forte, quando, invece, ci si sottrae alla discussione si indebolisce la proposta che si cerca di proporre in rappresentanza della Calabria.

Ci saremmo aspettati, presidente Occhiuto, da parte sua, un tentativo di correggere l'impianto della legge che così com’è – sono d'accordo con chi l'ha detto – è irricevibile.

Le sue dichiarazioni, a novembre, mostravano perplessità verso il disegno di legge Calderoli. Che cos’è successo in questo mese che le ha fatto cambiare idea?

La cito: “Sull'autonomia la mia bussola è la Costituzione: i diritti vanno garantiti in maniera uniforme in tutta Italia. Per farlo questi diritti vanno qualificati con i LEP” e ancora “L'autonomia così non va”, “Il testo va riequilibrato”, “Su una materia come la formazione dei saperi, se si dovessero formare più sistemi scolastici, si aumenterebbe il divario tra Nord e Sud”. E potrei continuare.

Dove sono i LEP? La definizione dei LEP dovrebbe rappresentare un'opportunità e una maggiore garanzia per i cittadini, poiché dovrebbe comportare certezza, rafforzamento e allargamento del perimetro dei diritti esigibili nei diversi settori delle politiche pubbliche. Per questo, metodologicamente, sarebbe necessario partire dai diritti che si sceglie politicamente di garantire ai cittadini, piegando le politiche di bilancio verso la loro piena sostenibilità e non il contrario.

Nell’attesa della definizione dei LEP, come si procederà? Rimarrà il criterio della spesa storica? Al momento l'unico LEP chiaramente definito è quello sugli asili nido. Per carità, una cosa ottima, ma isolata.

Ogni giorno il Sud perde 177 milioni a causa della mancata attuazione dei LEP. Nel settore delle infrastrutture lo Svimez ha calcolato che al Sud sono stati sottratti ulteriori 3,5 miliardi di euro. Se prendiamo in considerazione solo il capitolo istruzione, le Regioni del Sud registrano uno scarto negativo tra spesa storica e spesa standard del 30,89 per cento. Il Nord, invece, ha potuto investire il 9 per cento in più rispetto al reale fabbisogno. Al Sud l'82 per cento dei Comuni ha una spesa storica per l’istruzione nettamente inferiore a quella standard. La scuola è pericolosamente divisa in due e, con l'autonomia differenziata di Calderoli, questa frattura diventerà più profonda. Al Sud il 79 per cento degli studenti non ha un servizio mensa, solo il 18 per cento degli alunni del Mezzogiorno può accedere, quindi, al tempo pieno. In Calabria la percentuale di scuole sprovviste di palestre tocca l'83 per cento. Un bambino a Napoli può frequentare in media 200 ore di scuola in meno di un bambino nato a Firenze.

Questo sistema, ci penalizza e ci penalizza fortemente.

L'attuazione dell'articolo 116, comma 3, della Costituzione può essere certamente un'occasione – questo è indiscutibile – per riaprire un ampio processo di decentramento e di valorizzazione delle autonomie locali.

Non ci interessa una battaglia di retroguardia. Allo stesso tempo, però – credo che questo sia un fatto importante –, una lettura organica dell'impianto autonomistico della nostra Costituzione va intesa come un processo di differenziazione regionale in una più ampia ottica di sistema, mantenendo la barra dritta del principio ispiratore dell’unitarietà della Repubblica e nel rafforzamento degli strumenti solidaristici tra territori. Questa autonomia, proposta dal ministro Calderoli, ha dimenticato il principio della solidarietà.

Questo disegno di legge è ancora troppo nebuloso e si inserisce in un generale atteggiamento del Governo preoccupante e discriminatorio verso il Sud. Basti pensare ad altre iniziative dell'Esecutivo Meloni, come la cancellazione del reddito di cittadinanza che rischia di diventare una bomba sociale nei nostri territori o alla proposta del Ministro Valditara di differenziare gli stipendi dei docenti di Nord e Sud, riportandoci indietro negli anni alle gabbie salariali.

Secondo Confindustria Puglia, le 23 materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni hanno implicazioni non solo per l'unità del sistema sociale italiano, ma anche per quello economico che correrebbe il rischio di andare incontro a un'economia parcellizzata.

Il presidente Occhiuto parla spesso di energia e dei vantaggi che porterebbe alla Calabria l’autonomia energetica, ma, vista la grande crisi energetica che tutto il mondo sta vivendo, occorrerebbe una dimensione continentale, una voce nazionale su questi temi, non un sistema regionale assolutamente poco competitivo che, nel panorama internazionale, potrebbe risultare irrilevante.

Così facendo si alimenta una disgregazione del Paese e si accelera l’emigrazione dal Sud al Nord e al resto d'Europa. Nei prossimi 20 anni perderemo quasi metà della popolazione al Sud con un decremento demografico che porterà allo spopolamento di interi territori e di interi paesi. Un aumento della marginalizzazione del Sud penalizza l'intera Italia.

Se non si comprende questo, qualsiasi riforma è destinata a naufragare.

Sia chiaro, non vogliamo giocare in difesa, nessuno vuole battere in ritirata. Anche noi vogliamo le riforme, caro Presidente! Bisogna sicuramente accettare la sfida, anche questa del regionalismo differenziato, ma che non si giochi al ribasso sulla pelle dei calabresi!

Non basta dire ai meridionali: “Ora tocca a voi!”; bisogna affrontare la partita delle dotazioni economiche e della perequazione.

Una riforma di questa portata e importanza si fa tenendo conto di numerosi aspetti

Occorre ampliare il livello del dibattito. Per esempio, le odierne Regioni a Statuto speciale come si trasformeranno con l'autonomia differenziata, se questa riguarda soltanto le Regioni a Statuto ordinario?

Continueranno a godere dei particolari privilegi legati a determinati momenti storici, mentre le restanti Regioni d'Italia giocheranno un'altra partita, contrattando con lo Stato la lista delle materie da decentrare?

Inoltre, come si collega l'autonomia differenziata con il presidenzialismo che immaginiamo verrà proposto subito dopo?

Da un lato, quindi, si decentra, dall’altro si accentra, erodendo i poteri di gestione di uno Stato che si vorrebbe rendere più forte.

Vogliamo le riforme, ma queste devono avere un senso, inserirsi in un quadro organico e omogeneo che rispetti l'equilibrio dei poteri che è il tesoro più grande che la nostra Costituzione difende da decenni.

Se mutiamo questo equilibrio con una frammentazione di riforme potrebbe uscirne fuori un Paese più debole e isolato, nel quale che fine farebbero le Regioni come la Calabria?

Questo dovrebbe spingere a una riflessione seria, senza fughe in avanti, senza personalismi, senza diktat romani o padani e anche senza pregiudizi.

Siamo disponibili a lavorare insieme per il bene della Calabria e per questo rivolgo un appello a tutto il Consiglio: occorre prescindere dalle appartenenze politiche, pensare al tipo di Paese che vogliamo lasciare ai nostri figli e per questo lavorare e valutare secondo coscienza e non secondo appartenenza.

Lei, presidente Occhiuto, – e concludo – ha più volte detto dall'inizio della sua legislatura - continua a dirlo - di avere trovato la Calabria in macerie: una frase ad effetto, ad uso social, che la sua macchina di comunicazione sa ben veicolare.

Condivido in parte il suo pensiero anche se le ricordo che sono già più di tre anni che la maggioranza di centro-destra governa questa Regione.

Le raccomando: non faccia in modo che alle macerie preesistenti se ne aggiungano altre, questa volta procurate esclusivamente da lei. Per una volta, Presidente, ci ascolti!

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Iacucci. Il suo intervento è durato tredici minuti, pertanto, ha utilizzato anche il tempo spettante ai consiglieri Bevacqua e Mammoliti.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gelardi. Ne ha facoltà.

GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)

Grazie, Presidente. Ritengo, personalmente, che occorra dare atto al ministro Calderoli di voler porre fine, con la legge quadro sull'autonomia differenziata, alla sperequazione tra le diverse Regioni in quanto, a causa dei finanziamenti legati al criterio della spesa storica, non è mai stato realmente possibile dare corso all'attuazione degli articoli 116 e 117 del Titolo V della Costituzione, che costituiscono una grande opportunità per tutte le Regioni.

Pertanto, bisogna riconoscere al Ministro per gli affari regionali e le autonomie il merito di aver ripreso, a distanza di 22 anni, il discorso sull'autonomia differenziata.

Prima di dare corso all'attivazione dell'autonomia, bisogna, come previsto dal Titolo V della Costituzione, appianare i gap esistenti tra le Regioni con il passaggio dal sistema dei trasferimenti, fondato sulla spesa storica, a quello dell’attribuzione delle risorse, basato sull'individuazione dei bisogni standard, necessari a garantire il funzionamento integrale dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), concernenti i diritti civili e sociali, che, ad oggi, non sono stati attivati e devono essere uguali per tutte le Regioni sia che un cittadino viva a Reggio Calabria o a Pavia.

ln questi anni, purtroppo, non sono stati garantiti perché i finanziamenti, basati sull'ingiusto criterio della spesa storica, hanno prodotto iniquità e sperequazione.

È, comunque, necessario ricordare che, per poter ottenere l'autonomia differenziata nelle materie concorrenti, bisogna farne richiesta e, qualora una Regione non lo faccia, come ad esempio il Molise e l’Abruzzo, non perderà i finanziamenti dello Stato, che resteranno tali e quali, e avrà, come prima, una gestione centralizzata.

Qualora, invece, una Regione facesse richiesta, questa non verrebbe accolta in automatico: prima ci sarebbe un negoziato tra Regione e Governo, poi, ancora altri due passaggi in Parlamento e, sempre dopo, l'approvazione dei LEP che la cabina di regia, che opera all'interno di Palazzo Chigi, deve introdurre entro il 31 dicembre 2023, altrimenti se ne occuperà il Commissario, perché la legge è perentoria. Lo spirito della riforma è che tutte le Regioni partano dalla stessa linea di partenza, una volta ottenuta l'autonomia differenziata per una o più materie concorrenti,

Inoltre, bisogna evitare di fare operazioni di demagogia politica e dire che l'autonomia differenziata, prevista dalla riforma del Titolo V della Costituzione agli articoli 116 e 117 nonché 119, non ha nulla a che vedere con il federalismo fiscale, in quanto con l'autonomia differenziata il gettito fiscale non viene trattenuto dalle Regioni, bensì trasferito a Roma e da lì assegnato alle Regioni secondo parametri stabiliti già a monte.

È normale e legittimo, dunque, avere posizioni diverse, che non derivano dalla collocazione geografica, bensì dalla collocazione politica e, dunque, devono essere tutte considerate legittime. È importante chiarire questo perché, altrimenti, sembrerebbe che chi è a favore dell'autonomia è automaticamente contro il Sud e, ovviamente, questo non è assolutamente vero.

In caso contrario, è difficile spiegare perché Bonaccini, il Governatore dell'Emilia-Romagna, sia stato tra i primi a richiedere l'attivazione della procedura, subito dopo il Veneto e la Lombardia, ed oggi ha cambiato radicalmente idea: aveva chiesto ben 15 materie concorrenti e ora non ne vuole più nessuna.

Si tratta di modi diversi di intendere il futuro delle nostre Regioni.

La maggioranza che governa la Regione Calabria, a partire dal governatore Occhiuto e dal presidente Mancuso, pensa che la riforma dell'autonomia possa offrire grandi opportunità al Sud ed alla nostra Regione.

È legittimo che l'opposizione la pensi diversamente, ma è solo un punto di vista puramente politico. Personalmente, ritengo che, affrontare questo tipo di riforma in maniera propositiva, invece che arroccarsi su posizioni barricadiere, possa garantirci maggiori vantaggi. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Gerardi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Grazie, Presidente. Devo rimodulare il mio intervento anche perché chi interviene per ultimo deve adattarsi, ma, ciò nonostante, cercherò sostanzialmente di illustrare i temi che chi si oppone all'autonomia differenziata dovrebbe, secondo me, spiegare bene ai cittadini calabresi, chiarendo le ragioni per le quali ci si oppone all'autonomia differenziata e, magari, si è favorevoli ad una riforma che, effettivamente, potrebbe trasformare le naturali sorti regionali.

Parto da un dato politico, ma non mi soffermo troppo: l’introduzione di questa riforma trova la sua fonte principale in una norma costituzionale, l'articolo 116, che deve essere letto in combinato disposto con l'articolo 117.

Se ci avessero chiesto l'adozione di una riforma asettica, senza l'introduzione di quei correttivi che, diversamente, si tradurrebbero in una riforma devastante per la Regione Calabria, sarei d'accordo nell'oppormi all'entrata in vigore di quello che è ancora soltanto un disegno di legge.

Osservo una cosa: il profilo storico che, secondo me, non è stato analizzato e valutato rispetto anche al profilo tecnico. E qual è? Molto semplice.

Quali sono le condizioni della Calabria oggi in assenza di un'autonomia differenziata rispetto alle ventitré materie su cui dovrebbe misurarsi il trasferimento delle funzioni e delle deleghe?

Sono quelle stesse condizioni che qualcuno dell'opposizione ha illustrato come drammatiche cioè trasporti e sanità.

Prendiamo l'esempio della sanità: la prima funzione trasferita è stata quella della materia sanitaria e per definire i LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni – aspetto sul quale, poi, ritornerò – ci abbiamo messo vent'anni.

Voglio, però, ricordare a chi critica che sarebbe facile, appunto, chiedere: in che condizioni è oggi la sanità in Calabria? Pessime.

Dobbiamo ricordare che la sanità in Calabria, negli ultimi undici anni, esclusa la recente attribuzione del ruolo di Commissario al Presidente, è stata governata dallo Stato e le condizioni della sanità, l'aumento del debito, l'abbassamento dei cosiddetti Lea, sono da imputare alla gestione statale.

Colleghi, vi chiedo di fare un po' di silenzio, per far capire a chi ci ascolta a casa qual è il problema.

Da questo punto di vista, dobbiamo obiettivamente riferire un dato che è quello normativo.

Dal contenuto degli interventi di taluni di voi, mi sono reso conto che forse non avete letto le norme contenute nel disegno di legge perché sarebbe sufficiente leggere l'articolo 8, in combinato disposto con gli articoli 4 e 3, che richiama la legge di revisione costituzionale.

Quando sento dire che stiamo portando avanti un'autonomia differenziata al buio o in bianco, stiamo dicendo una fesseria normativa e confondiamo sempre più quelle che sono le già scarne informazioni che hanno i cittadini calabresi.

Cosa vuol dire questo? Avremmo dovuto essere preoccupati del criterio della spesa storica, ma è stato ribadito – non soltanto nel dichiarato del Presidente, ma è contenuto nella norma – che non abbiamo bisogno di ulteriori garanzie.

Sapete perché? Perché, sostanzialmente, nel momento in cui si dichiara di mettere da parte il criterio della spesa storica oppure di superarlo, individuando i costi e il fabbisogno standard rispetto alle singole materie da trasferire nelle funzioni dallo Stato alle Regioni, l’autonomia differenziata non potrà essere applicata, perché qualsiasi intervento che dovesse essere applicato senza, poi, la definizione e quantificazione finanziaria dei LEP, non sarebbe possibile e, quindi, sarebbe una normativa inattuabile. Non c'è nessuno spavento.

Ho ascoltato tutti gli interventi con attenzione e relativamente ai LEP qualche timore potrebbe essere quello legato, magari, alla definizione della condizione standard rispetto a un valore medio, ma potrebbe essere anche un valore minimo.

È vero anche questo, ma, al di là di quelli che possono essere considerati cosiddetti fondi addizionali e cioè quei criteri che, sostanzialmente, prevedono l'assenza di oneri finanziari, ricordiamo come funzionano gli oneri finanziari? È il gioco del bilanciamento: se la spesa rispetto ad una funzione è 100, una Regione spende 60 e un’altra Regione spende 40, il livello medio sarà 50. Ci sarà, verosimilmente, una Regione che perderà meno 10 e un'altra che andrà a sommare il più 10.

Questo cosa vuol dire per i cittadini calabresi?

In tutti questi anni, la Calabria ha firmato tante cambiali.

La Calabria, gestita attraverso la non applicazione di quel regionalismo che viene accentuato dall'autonomia differenziata, si caratterizza per una cosa: chi si oppone a questa opportunità, sta muovendo una mozione di sfiducia alle sue stesse capacità di politico e di amministratore, nel momento in cui ha paura di poter gestire finalmente dei fondi in autonomia, in assenza di una manovra parlamentare che, verosimilmente, per i numeri che ci caratterizzano e ci assistono, realizza una prevaricazione degli interessi di alcune Regioni a danno di quelle del Meridione. Ma noi dobbiamo essere virtuosi. E come possiamo esserlo?  

Possiamo esserlo soltanto se cominciamo a governare la Regione come se fosse effettivamente di tutti, evitando l'approvazione di leggi inutili e, da questo punto di vista, possiamo attuare molte soluzioni, ad esempio evitare la dispersione finanziaria di interventi che, spesso, non hanno altro interesse che confezionare o garantire pacchetti politico-elettorali.

Dobbiamo avere, invece, il coraggio sostanziale di puntare su un'autonomia differenziata perché conosciamo meglio il territorio, sappiamo quali possono essere i fabbisogni dei cittadini, ma sappiamo anche naturalmente che, senza una definizione dei costi e di quelli che sono, tra virgolette, i criteri che potrebbero –  sarebbe stato, in qualche modo, legittimo – determinare la paura di poter attuare un'autonomia differenziata in questi termini, in realtà, occorre saper governare quelli che saranno i contenuti delle Intese tra Stato e Regione perché, ricordiamoci, che il Parlamento avrà sicuramente un ruolo da protagonista.

I cittadini calabresi hanno diritto di essere cittadini di serie “A”, ma continuiamo a sottovalutarci.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Talerico. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente.

Premetto che non sono d'accordo su quanto ha detto il consigliere Talerico.

Il disegno di legge presentato dal ministro Calderoli, che concede maggiori poteri alle Regioni su 23 materie tra cui la sanità, di fatto, apre la strada a più sistemi sanitari a diversa efficacia e sicurezza a scapito del servizio sanitario nazionale.

La proposta del Ministro è scritta per colpire strumentalmente i diritti delle persone e alla fine far passare ambiguamente un disegno politico ai danni della Costituzione italiana.

La proposta Calderoli è pensata e concepita come premeditato raggiro perché non definisce chiaramente le regole, le condizioni, i limiti, le garanzie, gli obblighi che servirebbero per concedere alle Regioni una plus autonomia, ma sposta tutte le decisioni finali in un procedimento per l'approvazione delle intese fra Stato-Regione che il Parlamento, sino ad ora, non ha mai autorizzato.

Questo modo di procedere, di fatto, si limita a prendere atto delle Intese già siglate tra Regione e Governo senza alcuna autorizzazione parlamentare, ma in nessun caso si preoccupa di definire con una legge le regole alle quali le Intese tra Regioni e Governo debbono obbedire. Tali Intese, per quanto legittime, non possono avere il potere di cambiare la Costituzione.

Nel merito, invece, si devono chiarire bene le modalità alle quali le Regioni dovranno obbedire per finanziare la sanità.

La domanda fondamentale alla quale la proposta Calderoli non risponde con chiarezza è semplice: con il regionalismo differenziato cosa cambia nell'attuale sistema di finanziamento nella sanità?

La sanità sarà finanziata in base ai diritti, come prevede la legge numero 833 del 1978, o in base al reddito, come prevede il regionalismo fiscale?

E, più in generale, quale genere di tutela dobbiamo garantire al cittadino?

La proposta Calderoli citando l'articolo 117 non parla di LEA (Livelli essenziali di assistenza) ma di LEP (Livelli essenziale di prestazione), perché nella controriforma del Titolo V del 2001 è previsto il passaggio dai LEA ai LEP.

La legge numero 502, che nel 1992 ha istituito i LEA, parla di livelli di attività di servizio e di prestazioni; i LEP, invece, parlano solo di prestazioni, intendendo per prestazioni un singolo e specifico atto clinico assistenziale di natura diagnostica e/o terapeutica.

I LEA, sino ad ora, sono stati definiti come macro aggregati di attività, servizi e prestazioni e suddivisi in tre grandi gruppi: salute pubblica, assistenza distrettuale, assistenza ospedaliera. I LEP, secondo l'articolo 117 della Costituzione, sono semplici prestazioni tecniche.

Chi deve definire i LEP?

È una responsabilità esclusiva dello Stato, quindi tocca al Governo e al Parlamento.

I Decreti attuativi, a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, del 2011 prevedono che prima si faccia una ricognizione dei servizi, presenti sui territori e poi si decide dei LEP. La ricognizione è stata affidata tempo fa, nel 2017, a una società pubblica, la “SOSE”, che l'ha consegnata in Parlamento il 30 gennaio 2017 con i dati parziali perché su alcuni servizi le Regioni non hanno neppure risposto.

Da quei numeri si è capito una cosa poco nota: non era vero che il Sud riceve tanti soldi e li spende male, ma riceve poco e offre servizi in proporzioni, cioè scadenti, se non nulli.

Si è compreso, insomma, che per garantire i livelli di servizio omogenei sul territorio bisogna spendere di più nel Mezzogiorno, oltre che, ovviamente, assicurarsi che i soldi si traducano in un servizio di qualità.

E se i LEP non sono attuati? La Costituzione è chiara: all'articolo 120 si precisa che lo Stato ha il dovere di intervenire nei confronti delle Regioni, Comuni e altri Enti locali quando i livelli essenziali delle prestazioni non sono garantiti. Neppure una crisi finanziaria può giustificare la mancata attuazione di un LEP, perché una legge di attuazione costituzionale, la numero 243 del 2012, da 10 anni prevede che si possa risparmiare su tutto, ma non sui diritti essenziali di bambini, studenti, disabili, anziani, persone fragili, malati.

Una solenne dichiarazione di principio rimasta fino ad ora lettera morta.

Cosa propone il ministro Calderoli? E qui bisogna stare attenti, che si torna al disegno del 2011, cioè alla ricognizione, si discute per un anno, se però dopo 12 mesi non si è riusciti a definire i LEP l'autonomia differenziata parte lo stesso in tutte le materie. Meno male che, se dovesse succedere, dal provvedimento sono stati cancellati i riferimenti all'ingiusto criterio della spesa storica.

Presidente Mancuso, signor Presidente, signor presidente Occhiuto, consiglieri tutti, sulla questione di attribuire funzioni aggiuntive alle Regioni che le richiedono nessun partito può dirsi esente da responsabilità, visto che il tema fu introdotto in Costituzione dal centro-sinistra nel 2001 e che le prime intese con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna portano la firma del governo Gentiloni nel 2018. Però, Salvini, Zaia, Fontana col contorno del presidente dell’Emilia-Romagna hanno ossessionato i meridionali proponendo il “federalismo differenziato”, meglio conosciuto con l'espressione semplificata della “secessione dei ricchi”, spiegandoci che se loro hanno più soldi da spendere, per i meridionali sarebbe un vantaggio, perché meglio e più da vicino potrebbero controllare i politici del Sud che sono incapaci e/o corrotti.

Questo lo hanno gridato nella capitale di tangentopoli che è il capoluogo della Regione il cui Presidente è finito in galera per corruzione con sentenza definitiva; pertanto, non fidiamoci dei nordisti, di qualsiasi casacca o di colore politico siano, perché i nordisti per il loro interesse non penseranno mai al meridione, in barba a tutti gli accordi.

Ricordatevi il finanziamento della Strada statale 106 - ne hanno discusso tanto - ma alla fine hanno dirottato le risorse per il Nord. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Affitto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Intanto vorrei augurare un benvenuto al consigliere Billari, a nome di tutto il gruppo, e un buon lavoro.

Consigliere Alecci, non sempre “cambiare equivale a migliorare, ma per migliorare bisogna cambiare”, è una citazione di Winston Churchill, ma è un po' una sintesi di come noi vorremmo affrontare l'argomento in tutta la sua complessità ed inquadrarlo nella giusta cornice; cambiare per il riscatto di una Regione che non può più aspettare oltre, non può più arrancare ancora di più.

E se non cambiare ora, quando?

Voglio partire da un dato di fatto che avete un po' sviscerato tutti e ancor di più il consigliere Graziano: è evidente a tutti che in Italia vi è da sempre una profonda spaccatura di natura socioeconomica che è causa di differenze tra cittadini che abitano la stessa Nazione, ma non godono degli stessi diritti, ancor di più in sanità.

Eppure, fino ad oggi, è stato un Paese a gestione centralista, non autonomista o federalista, fatte le dovute eccezioni, consigliere De Nisi, per le Regioni a Statuto speciale. Senza voler fare paragoni impropri, ma con le dovute proporzioni, la Germania e gli Stati Uniti, che sono Paesi profondamente federalisti e autonomisti, vengono percepiti all'esterno come potenze monolitiche, grandi Nazioni coese, forti, potenti e autorevoli nello scenario internazionale.

Non bisogna cogliere con diffidenza o pregiudizi ideologici sol perché, consigliere Alecci, firmata dal ministro Calderoli una riforma che, anche, per la Calabria può rappresentare una sfida per raggiungere quel cambiamento da tutti noi voluto.

Posso comprendere i timori dei cittadini calabresi, come ha segnalato la consigliera Bruni, che vedono dei rischi in questa riforma, specialmente se il criterio fosse rimasto la spesa storica, quella che ancora oggi mantiene le attuali diseguaglianze dei territori. È qui che dobbiamo essere incisivi, come ha già fatto il presidente Occhiuto, per pretendere sistemi equilibrati di ripartizione di finanziamenti e delle funzioni. Non si batte in ritirata, ma bisogna rilanciare e rimboccarsi le maniche per cambiare la Calabria.

Vogliamo lottare per i Livelli essenziali di prestazioni garantiti per tutti, per il conseguimento di un equilibrio economico soddisfacente, il miglioramento dei servizi e la crescita della loro efficienza e poi si affronterà l’autonomia.

Per essere precisi - l'ha fatto tecnicamente in modo brillante il consigliere Neri - oggi stiamo discutendo un disegno di legge che prima della sua approvazione e della sua attuazione godrà di ben quattro passaggi nei due rami del Parlamento, coinvolgerà il Governo, la Conferenza unificata, le Regioni e il testo potrà beneficiare di tutti quei correttivi che dovranno garantire parità nell'erogazione dei servizi.

I fondi da destinare saranno determinati da una Commissione paritetica Stato-Regioni, gli schemi di intesa con le singole Regioni dovranno passare al vaglio delle Camere che si esprimeranno con atti di indirizzo; è così che la legge nel suo disegno si esprime e non con semplici passaggi nelle Commissioni.

Il presidente Occhiuto saprà lottare, la nostra deputazione calabrese saprà lottare. Questo è l'indirizzo politico di Forza Italia, espresso chiaramente, anche, dal presidente Berlusconi. E non possono che rassicurarci le parole del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che voglio riportare per intero: “L'obiettivo è quello di realizzare una riforma necessaria per la modernizzazione del Paese, per costruire un'Italia più unita, più forte e più coesa con lo scopo di garantire i fabbisogni standard, i diritti sociali e civili con uniformità su tutto il territorio nazionale e che la fissazione dei Livelli essenziali delle prestazioni in questi anni mai determinati è una garanzia di coesione e unità”. Consigliera Bruni, è un provvedimento che declina il principio di sussidiarietà e dà alle Regioni che lo chiederanno una duplice opportunità: gestire direttamente materie e risorse e dare ai cittadini servizi più efficienti e meno costosi, non fosse altro per l'impatto che avrebbe sull’emigrazione.

Non ci spaventa il regionalismo differenziato, ma ci preoccupa chi ne vuole dare una pretestuosa interpretazione, lasciando passare il messaggio che si tratti di una spacca Italia. E invece no! L'articolo 5 - l'abbiamo citato - è lì a ricordarci che la Repubblica è una e indivisibile e riconosce e promuove le autonomie locali.

Non vogliamo una Calabria che scappa e si sottrae alla sfida.

Vogliamo attestare una Calabria che ha una gran voglia di dimostrare che le sue ricchezze e le sue potenzialità sono l'arma vincente per una rinascita.

Abbiamo un patrimonio boschivo da fare invidia alla Germania; abbiamo 800 chilometri di costa con grande attrattività turistica, abbiamo una produzione di energia rinnovabile maggiore di quella della Lombardia e del Veneto e maggiore di quella che consumiamo; abbiamo ricchezza di risorse idriche e abbiamo una significativa imprenditoria industria agroalimentare.

Certo siamo consapevoli che bisogna invertire il trend negli investimenti con i Fondi europei e questo è uno dei punti qualificanti di questa amministrazione regionale; vogliamo e dobbiamo valorizzare i talenti, le nostre risorse umane e tecnologiche; vogliamo valorizzare i nostri patrimoni naturali.

Presidente Occhiuto, noi questa sfida la vogliamo cogliere e la vogliamo vincere, quindi saremo accanto a lei, alla sua determinazione e al suo coraggio con l'orgoglio di tutta la nostra calabresità e non più col cappello in mano. Cambiamo oggi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Comito. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Stamattina, prima di venire in Consiglio regionale, sono stato alla Cittadella e, come faccio di solito, ho avuto modo di ascoltare l'intervento del presidente Occhiuto che, può piacere o meno, però offre sempre i suoi ragionamenti con dovizia di particolari, anche di merito, e quindi ho anche apprezzato un passaggio che, secondo me, sta pienamente dentro il ragionamento che stiamo sviluppando.

Il presidente Occhiuto, stamattina alla Cittadella, nel suo intervento diceva agli imprenditori - parlava ad una platea di imprenditori - che quando si parla di sviluppo non bisogna riferire lo sviluppo esclusivamente al settore produttivo, agli imprenditori, ma faceva un passaggio, secondo me, culturalmente e politicamente importante sui servizi essenziali, che sono un aspetto fondamentale di merito che sta pienamente dentro il ragionamento del provvedimento che stiamo discutendo.

Naturalmente, i servizi essenziali sono, come sappiamo, i diritti di cittadinanza che in Calabria sono già, oggi, con la situazione data fortemente compromessi.

Oggi, siamo in presenza, in Calabria - non lo dice l'opposizione, lo dicono tutte le statistiche di grandi Istituti nazionali - in deficit di sviluppo produttivo e in deficit di diritti di cittadinanza.

Vorrei ricordare, a quest'Aula, che la Calabria durante la pandemia, a prescindere dal numero dei casi Covid, è stata dichiarata “zona rossa” esclusivamente per la preoccupazione della tenuta del Sistema sanitario regionale, non per il numero dei casi Covid, che in quella prima fase, meno male, non si verificò e quindi abbiamo avuto, sicuramente, meno perdite di vite umane rispetto ad altri.

Il tema politico di merito, per quanto mi riguarda, senza nessun approccio preconcetto o pregiudiziale, deve essere questo testo del disegno di legge Calderoli che, secondo me, è uno scalpo che la Lega chiede al Governo. Non so come faccia la Presidente sovranista - si è sempre dichiarata tale - ad accettare, a cuor leggero, questo provvedimento.

Questo provvedimento migliora gli attuali indicatori dei servizi essenziali e dei diritti di cittadinanza in Calabria? Perché questo è il tema principale. Non li migliora, lo sa anche il presidente Occhiuto, perché, semplicemente, questo testo, questo provvedimento non prevede nessun euro per affrontare i divari già esistenti sui diritti sociali e sui diritti civili.

Allora perché non si discute dell’applicazione della riforma del federalismo fiscale, del residuo fiscale, di come si finanziano i LEP delle Regioni che richiedono l'autonomia, di come si finanziano i LEP delle Regioni che non richiedono l'autonomia? Come si finanzia anche il fondo perequativo che deve essere quel fondo necessario a garantire servizi in maniera uniforme, in tutto il Paese?

Perché, caro Presidente, con il suo contributo non ha offerto questo punto di vista per dire di capovolgere il ragionamento? Nessuno ha approcci pregiudiziali, capovolgiamo il ragionamento: definiamo prima i diritti essenziali e uniformi perché siano garantiti in tutto il Paese, con il relativo fondo perequativo, con le risorse necessarie che servono e, poi, apriamo questa discussione, finalmente. Ci mancherebbe. Sono uno di quelli che dice che dopo cinquant'anni di regionalismo forse è arrivato il tempo di affrontare una discussione sul funzionamento delle Regioni, sulle funzioni, sulle competenze che le Regioni mantengono dopo cinquant'anni e se non sia arrivato il momento, magari, di trasferire, di decentrare potere e funzioni e competenze anche agli Enti locali.

Facciamolo! Ma lo dobbiamo fare, però, con una prospettiva culturale, politica e istituzionale che assume un obiettivo strategico, per quanto mi riguarda imprescindibile: la tutela dei diritti fondamentali, la tutela dei diritti sociali e civili in maniera uniforme, a partire dalla nostra regione che registra, purtroppo, un deficit e un gap molto forte rispetto alle altre regioni.

In questa fase, bisognava avere un atteggiamento, per quanto mi riguarda, non pregiudizialmente contrario ma di merito e approccio diversi rispetto a quello che si sta, invece, delineando e definendo.

Sono molto preoccupato, Presidente, lo dico veramente, senza nessuna polemica, senza nessuna dietrologia, ma sono preoccupato perché, come lei, vivo la realtà territoriale, conosco le pulsioni, le condizioni economiche e sociali che vive la nostra regione e sono preoccupato perché, in questi giorni, nella nostra regione stiamo vivendo dei momenti tristi, drammatici, perché la Calabria ha saputo da sempre dimostrare umanità e la rivendica per quello che è avvenuto a Cutro.

Non finirà questa drammatica, triste vicenda e tragedia che si è verificata. Ritorneremo su questi argomenti perché non abbiamo avvertito, da parte di chi la doveva dare, quella umanità, quell'approccio culturale inclusivo di accoglienza rispetto ad una problematica che caratterizzerà, ancora, non solo il coinvolgimento e l'impegno della nostra Regione e delle nostre istituzioni ma l'intero Mezzogiorno e l'intera Europa. Questa era una fase nella quale bisognava fare altre cose. Il presidente Occhiuto lo sa, noi abbiamo dei crediti verso il Governo nazionale perché non abbiamo avuto mai quel famoso 34 per cento delle risorse ordinarie. Se solo ci potessero ridare quello che ci spettava in riferimento alla dimensione demografica che il Mezzogiorno ha, con il 34 per cento delle risorse ordinarie a quest'ora avremmo, invece, una quantità di risorse di milioni, di miliardi di euro che ci potrebbero anche aiutare a migliorare le attuali condizioni economiche e sociali della nostra regione. Mi auguro - che, da questo punto di vista, il Presidente sia consapevole del ruolo istituzionale che riveste, perché sul piano politico ognuno si assume le responsabilità, ma sul piano istituzionale, rappresenta l'intera Calabria. Lo dico con molta franchezza, Presidente, sono molto preoccupato perché l'attivazione dell'autonomia differenziata, il superamento del reddito di cittadinanza e la mancata affermazione di una cultura dell'accoglienza e dell'integrazione rischiano di scrivere una pagina o la pagina più triste, più drammatica, più desolante, della storia della nostra regione.

Non vorrei che questo Consiglio regionale si assumesse queste responsabilità, quindi, per quanto mi riguarda, caro Presidente, senza nessuna posizione pregiudiziale, però con molta determinazione e con molta convinzione - lo voglio dire - si prepari, caro Presidente, ad una dura, durissima battaglia che, per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, come Partito Democratico, sosterremo e faremo non solo in Consiglio regionale ma nella Calabria e nel Paese, per fermare questo provvedimento negativo per la Calabria, per il Mezzogiorno e per l'intero Paese. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Stemperiamo un po’ i toni: io sono, invece, quello meno preoccupato perché la vedo semplicemente ed esclusivamente una trovata propagandistica del ministro Calderoli che ci ha abituato, negli anni, a fare i Ministeri a Monza, a Milano e a staccarli da Roma. Perché dico questo? Perché oggi in quest'Aula tutti quanti siamo andati d'accordo su un punto, anzi su due: i LEP e la spesa storica. Mi aspetto che il presidente Occhiuto ripeta quello che ha detto a più riprese sui LEP e sulla spesa storica, ma chi conosce un po’ la materia, chi, soprattutto, ha studiato quelli che sono i bilanci dello Stato e ha frequentato i palazzi istituzionali a Roma sa che il criterio della spesa storica non potrà mai essere definito. Io ho, più che altro, una preoccupazione che non è tanto nel merito: sono preoccupato perché, ancora oggi, nel 2023, a Roma c’è qualcuno che cerca di portare avanti - mi dispiace dirlo - qualcosa che si avvicina di più alla parola che una volta si chiamava secessione, che poi è stata trasformata in federalismo e, oggi, definiamo - o definiscono - autonomia differenziata.

È chiaro che non possiamo permettere, da calabresi ancor prima che da consiglieri regionali della Calabria, di rompere quella che è l'unità nazionale. In quest'Aula tutti quanti hanno ben evidenziato quelle che sono le differenze tra il Nord e il Sud. Il dato che metto sempre in evidenza quando si parla di Nord e Sud Italia è quello dei LEA.

In Emilia-Romagna i livelli essenziali di assistenza sono pari al 93,4 per cento, in Calabria sono pari al 59,9 per cento. Ora se noi non superiamo il criterio della spesa storica, se non capiamo come vengono distribuite le risorse, se non definiamo quali sono i livelli essenziali delle prestazioni, che devono essere stabiliti in ogni Regione, mi viene da pensare che stiamo parlando soltanto di aria fritta.

Voglio ribadire, però, un concetto e lo ribadisco al presidente Occhiuto, ancora una volta. Il presidente Occhiuto non è più il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, ho l'impressione che spesso lo dimentichi. Presidente Occhiuto, lei è Governatore di una Regione del Sud e, francamente, da consigliere regionale della Calabria, quando ascolto il Governatore, per esempio, della Campania, De Luca, o ascolto il Governatore della Puglia, Emiliano, e sento dire “i nostri colleghi del Sud Italia, che fanno parte degli schieramenti politici appartenenti a questo Governo, hanno anteposto a quelli che sono gli interessi regionali gli interessi di partito”, lì mi sento un po’ mortificato.

Mi aspetto, da parte del presidente Occhiuto, nel suo intervento finale, che chiarisca, una volta per tutte, che lui è il Presidente di ogni calabrese anche e soprattutto di chi non l'ha votato e che, quindi, non può permettere, nemmeno a chi fa parte di un Governo a lui vicino, di creare un'idea di secessione che fa male al Sud Italia, ma fa ancor più male alla Regione Calabria.

Concludo questo mio breve intervento, Presidente, - lo ha già detto prima, non ricordo quale consigliere - quando parla di una Calabria lasciata in macerie, purtroppo la viviamo quotidianamente, ancora oggi, sulla nostra pelle, basti pensare che, oggi, per raggiungere il Consiglio regionale ci ho messo quattro ore perché viviamo ancora in una regione dove non ci è permesso di avere un'autostrada funzionale; già solo questo! Basti pensare alle condizioni in cui noi viviamo. Continuo a ripetere che, purtroppo, spesso e volentieri la Calabria si avvicina sempre di più al Nord Africa che non all'Europa e questo penso che sia colpa di chi ha governato questa Regione da quando sono state create le Regioni, presidente Mancuso, cioè dal 1970. Questo disastro non ha un colore politico, non ha una fazione.

Allora, Presidente, lei, oggi, deve approfittare di questo momento per ribadire ai suoi colleghi, ai suoi consiglieri di maggioranza, ma, soprattutto, a noi dell'opposizione, che insieme ai nostri movimenti e partiti politici di appartenenza siamo molto preoccupati, che la Calabria, oggi, ha un Presidente che non guarda la bandiera di partito ma guarda la sua regione, vuole tutelare, vuole difendere i cittadini calabresi che, in questo caso, non devono, in nessun modo, in nessun settore, soprattutto nella sanità e nell'istruzione, avere meno diritti rispetto a un cittadino del Nord Italia e delle Regioni del Nord Italia. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Credo che ci sia poco da aggiungere alle cose dette dai colleghi e mi fa piacere l'appello che ha rivolto il collega Tavernise, poco fa, nel suo intervento, al presidente Occhiuto, cioè quello di rappresentare la Calabria in maniera dignitosa, di difendere i diritti dei calabresi, di essere protagonisti in questa fase nella Conferenza delle Regioni. Però vorrei ricordare al consigliere Tavernise che il presidente Occhiuto ha già votato nella Conferenza delle Regioni; quindi, ci troviamo di fronte a una decisione politica assunta dal presidente Occhiuto - rispettabilissima, ci mancherebbe altro - che da noi non è condivisa. Non è condivisa perché questo è un tema divisivo che caratterizza i territori del Nord e del Sud da anni, da quando il presidente Occhiuto era capogruppo di Forza Italia in Parlamento.

Ricordo i suoi interventi, anche appassionati, nelle dirette televisive, perché anche quelli bisogna seguire; bisogna capire i processi, in difesa dei diritti essenziali sociali e civili della Calabria. Mi ricordo che fece un esempio, dicendo che fino a quando in Calabria non viene realizzata l'alta velocità non si può parlare di autonomia differenziata, di regionalismo differenziato, fin quando i LEP non saranno definiti, cioè tutti temi che da 10 anni caratterizzano il dibattito politico.

Non è cambiato nulla rispetto a 10 anni fa. I temi che oggi caratterizzano il dibattito politico sono uguali, identici a quando si è aperta questa discussione nel Paese, ahimè, anche per colpa del Partito Democratico, quando, nel 2001, per andare dietro la Lega ha approvato una riforma che ha creato tanti problemi, oggi, nel Paese. Noi lo denunciamo, siamo consapevoli degli errori commessi, perché, anche lì, per andare dietro l'ondata della Lega, abbiamo creato un mostro che sta determinando nel Paese una secessione ormai deposta.

Questo è il tema vero!

Vorrei ricordare a qualche collega presente in quest'Aula, che nel 2018 – 2019, quando si aprì con il preaccordo delle regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, firmato dall'allora Presidente, amico, Paolo Gentiloni, siamo stati noi i primi ad aprire una discussione forte contro quella proposta, siamo stati noi, in quest'Aula, nonostante al Governo nazionale ci fosse un mio amico personale che rappresentava il PD in quel Governo. Ci siamo opposti e abbiamo fatto diventare la Calabria, in quell'anno, il punto di riferimento, il motore dell'iniziativa politica contro l'autonomia differenziata, organizzando - ricordi Franco? - nella provincia di Cosenza, un dibattito con dodici consiglieri regionali delle quattro regioni del sud: Basilicata, Molise, Campania e Puglia. In quell’occasione abbiamo sottoscritto un manifesto contro la proposta che veniva dal nostro Governo, non dal Governo di centrodestra, dal nostro Governo, Gentiloni prima, poi, dopo, da altri Governi. Anche contro l'ex ministro Boccia, quando nel 2019, pure apportando alcune modifiche e alcuni miglioramenti alla proposta di legge precedente, c'erano alcune incongruenze che non condividevamo, ci siamo opposti anche a quella riforma.

Questo è, per noi, difendere la Calabria e il territorio calabrese!

Poi parliamo - dov'è il collega Comito? Non lo vedo - dei boschi, dell’energia, tutti i temi che avete posto al centro del dibattito; sono temi che sono specificità, come diceva il collega Alecci, non sono quelli i temi che, oggi, devono caratterizzare il dibattito politico;  oggi i temi sono i diritti sociali e civili uguali nel Paese e una perequazione giusta nel Paese, sono questi gli argomenti che dobbiamo affrontare e, fino a quando non vedrò realizzata in Calabria l'alta velocità, per me non sarà rispettato il diritto alla mobilità dei cittadini calabresi. Sono questi i temi che dobbiamo affrontare.

Fino a quando non raggiungiamo, nella sanità, il numero dei posti letto alla pari di quelli del Nord, non ci può essere autonomia differenziata.

Poi vorrei chiedere al presidente Occhiuto e a noi tutti: qual è l'urgenza, oggi, di porre al centro dell'agenda politica italiana questo tema divisivo? Qual è l'urgenza se non, magari, dare, pagare, oggi, qualche prezzo a chi, oggi, sostiene il Governo? Questo è il tema vero! Qual è la necessità e l’urgenza.

Oggi abbiamo un'emergenza in Italia, anche in Calabria, che è quella di spendere bene i soldi del PNRR perché, se dovessimo fallire anche questa occasione, altro che avvicinare il Nord e il Sud, ci sarà, ancora di più, il distacco tra Nord e Sud e io non vedo, oggi, da parte del Governo regionale calabrese e del Mezzogiorno, non solo della Calabria, questa efficienza e questa capacità efficace di spendere i soldi che entro il 2027 dobbiamo spendere per migliorare i servizi, per avvicinare il Sud al Nord. Vedo questo rischio, anche enorme, e vorrei che su questo concentrassimo le nostre forze, insieme, per capire come spendere, aiutare i Comuni, aiutare le Province a spendere i soldi.

È l'ultima occasione che abbiamo per avvicinare il Paese, altro che autonomia differenziata!

Capisco le recite fatte in quest'Aula da tanti colleghi, ma tanti colleghi sanno che in Calabria sta montando un clima di tensione più che pericolosa per quest'Aula e per chi rappresenta le istituzioni; un clima che state sottovalutando molto; c'è un clima, una tensione che state sottovalutando e lo vedrete nei prossimi giorni. Lo ha detto il consigliere Mammoliti poco fa: “Vedrete che cosa monterà in Calabria e nel Mezzogiorno su questo tema”.

Anche su questo invito - non alle recite perché non siamo in un teatro - ognuno di noi ad aiutare il presidente Occhiuto a trovare una soluzione adeguata a tenere insieme la sua appartenenza politica, perché è giusto e capisco che, se si fa parte di uno schieramento politico, bisogna in qualche modo anche partecipare ai processi, aiutarli e condividerli, ma è necessario aiutare il presidente Occhiuto a trovare una soluzione di mediazione tra la sua appartenenza politica e la difesa dei diritti dei calabresi.

Se si riuscirà a trovare questa mediazione, noi ci staremo ad aiutare i processi, a stare sul territorio, evitando le tensioni che potrebbero nascere – ve lo dico con estrema onestà e franchezza – da qui a venti giorni o un mese, a due mesi, non so quanto si alimenterà poi il dibattito su questo tema.

Così facendo, credo che aiuteremo chi oggi ha un’appartenenza politica come la vostra, che dovete in qualche modo sostenere, ma anche chi oggi ha il dovere di difendere i calabresi e il territorio attraverso il raggiungimento di quei livelli minimi essenziali che sono la sanità, l’istruzione e i trasporti.

Senza questi tre argomenti parliamo del nulla, parliamo del nulla!

Parliamo dei boschi, dell'energia, ma parliamo del nulla perché se la spesa pubblica – nessuno lo ha ricordato in quest’Aula – per un cittadino del Nord oggi è 17 mila euro e per un cittadino del Mezzogiorno è 13 mila euro, se si dovesse raggiungere questo equilibrio, sapete quando costerebbe allo Stato? 78 miliardi di euro!

Già pareggiare la spesa pubblica del Nord costerebbe 78 miliardi di euro!

Dove li prendiamo i soldi? Ci si può affidare a una trattativa privata tra i governi regionali e il Ministro per avere le deleghe e quant'altro?

Questa è un'altra cosa che davvero non capisco. Le Regioni adesso fanno una trattativa privata con il Governo nazionale per avere più deleghe o meno? Forse mi sbaglio.

Probabilmente, il presidente Occhiuto ci risponderà anche su questo. Però non capisco.

Sulla sanità, l’istruzione e i trasporti, ogni Regione tratta con il Governo nazionale o sono argomenti di uguaglianza sociale e civile di una Regione?

Non si deve trattare, bensì avere gli stessi diritti. Non bisogna trattare con il ministro Calderoli affinché elargisca qualche soldo su queste materie.

Sono questi gli argomenti che dovremmo affrontare con serenità, pacatezza e onestà intellettuale, che dovrebbero caratterizzare l’impegno politico e istituzionale di ognuno di noi che rappresentiamo non il Partito Democratico, perché abbiamo un mandato libero, bensì i cittadini calabresi che aspettano un miglioramento dei servizi essenziali a cui facevo riferimento.

L’utilizzo dei boschi lo abbiamo già, possiamo farlo, ma è necessario dare risposte a questi diritti mettendo nella stessa condizione i cittadini della Calabria, della Lombardia, del Piemonte, dell'Emilia-Romagna, della Toscana.

Questo è il nostro dovere!

Aiutiamo il presidente Occhiuto a trovare questa sintesi tra il suo essere appartenente a una forza politica e l’essere rappresentante oggi nelle Istituzioni.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Bevacqua. Vi ringrazio per la discussione. Cedo la parola al presidente Occhiuto. Prego, Presidente.

OCCHIUTO Roberto, presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Vorrei, preliminarmente, tranquillizzare lei, signor Presidente, ma soprattutto i colleghi consiglieri di opposizione in ordine al mio profondo rispetto delle prerogative del Consiglio regionale.

Credo di averlo dimostrato e non mi pare ci sia stato nella storia della Regione Calabria un Presidente più presente alle sedute del Consiglio regionale senza, altresì, intervenire nella definizione degli ordini del giorno.

Anche io avrei preferito parlare all'inizio di questa discussione, ma ho rispettato la decisione che ha assunto la Conferenza dei capigruppo, chiedendomi di intervenire alla fine.

In più occasioni mi è stato chiesto di svolgere delle informative in Consiglio regionale e mai mi sono sottratto, mai sono sfuggito alla discussione, dimostrando sempre massima disponibilità.

Anche in questa circostanza, appena mi è stato chiesto se fosse mio intendimento promuovere sulla base della richiesta dell'opposizione un dibattito in Consiglio sul tema, ho subito detto di sì.

Grande rispetto, quindi, per le prerogative del Consiglio regionale. Consentitemi, però, il rispetto dovuto anche nei confronti delle mie prerogative in qualità Presidente della Regione.

Quando un Presidente di Regione va nella Conferenza delle Regioni esprime la sua opinione sulla base della legittimazione che gli deriva dal fatto di essere stato scelto dai suoi concittadini alle elezioni regionali.

Hanno fatto così - lo diceva qualcuno che è intervenuto all'interno del dibattito - anche Presidenti di Regione che hanno votato contro questo disegno di legge; mi riferisco ai Presidenti della Toscana o dell'Emilia-Romagna.

Non so se in quelle Regioni l’opposizione, in quel caso di centrodestra, abbia chiesto a quei Presidenti un passaggio preliminare in Consiglio regionale.

Probabilmente no, perché questa è una cosa che rientra nelle prerogative del Presidente della Regione.

Nutro grande rispetto per le prerogative del Consiglio regionale, ma anche per quelle del mio ruolo, non in quanto prerogative politiche perché reputo ingiusto dire che io assumo delle decisioni in ragione della mia appartenenza politica.

In altre occasioni ho assunto anche delle decisioni pubbliche che erano assolutamente in contrasto col Governo nazionale di centrodestra; per esempio, l'ho fatto quando ho detto che, secondo me, era sbagliato cancellare il Reddito di cittadinanza perché un errore non si cancella senza una soluzione alternativa pronta e, sebbene questo tema fosse in cima al programma del centrodestra e di Forza Italia, l’ho ritenuto ingiusto e l’ho detto.

Credo che mi sia stato riconosciuto non tanto dal Consiglio regionale, ma dalla comunità politica nazionale che, anche negli ultimi giorni, il mio contegno rispetto alla tragedia che ha colpito la Calabria – perché ha colpito la Calabria, mi riferisco alla tragedia di Cutro - è stato un contegno non da uomo di parte, bensì improntato a rappresentare prima la necessità di essere solidali sul piano dei soccorsi, della richiesta all'Europa anche di farsi carico della necessità di soccorrere quelli che annegano, e poi gli altri temi che spesso diventano divisivi nel dibattito politico; quindi, credo di aver dato dimostrazione in questo anno e 4 mesi che io metto davanti il mio ruolo di Presidente della Regione rispetto a quello di dirigente politico.

Non lo rinnego, è evidente, ma quando assumo delle decisioni, le assumo non ragione delle appartenenze politiche, bensì in ragione delle mie convinzioni.

Nel dibattito che ho ascoltato qualcuno ha detto: “Ah, ma che cosa è cambiato da novembre a oggi? Il presidente Occhiuto diceva che bisognava fare prima i LEP e poi l'Autonomia differenziata”.

Ve lo dico subito che cosa è cambiato: è cambiato il testo del disegno di legge perché il Presidente della Regione Calabria è stato quello che ha predisposto gli emendamenti facendoli recepire al ministro Calderoli e facendo cambiare il testo del disegno di legge.

Cosa c’era scritto nel testo di novembre – l’ho detto chiaramente sia al mio Partito sia al ministro Calderoli - che non avrei mai votato? C’era scritto che si sarebbe fatta l'autonomia differenziata, che ci sarebbe stato un anno di tempo per definire i LEP, ma che se durante quest'anno i LEP non fossero stati definiti, comunque si sarebbe potuto procedere alle intese per l'autonomia differenziata, facendo ricorso alla spesa storica.

Bene, in quel caso ho detto che quel testo non l'avrei votato mai, in quanto lo ritenevo profondamente ingiusto e la ragione per cui, nonostante le pressioni del ministro Calderoli - evidentemente ha una sensibilità diversa rispetto alla nostra -, quel testo non è stato licenziato nei tempi previsti dal Consiglio dei ministri è stata che siamo riusciti, all'interno della maggioranza che sostiene il Governo, a fare in modo che quegli emendamenti che io avevo sollecitato diventassero la condizione per approvare il testo.

Cosa hanno prodotto gli emendamenti?

A volte sembra che, quando si parla di questo tema, alcuni non abbiano letto il testo.

Sentendo alcuni interventi, a me sembra che, non solo in quest'Aula, ma nel dibattito pubblico regionale, alcuni parlino senza aver letto il testo.

Oggi non è più possibile procedere alle intese per l'autonomia differenziata, se prima non si definiscono i LEP secondo i costi dei fabbisogni standard, e non è una mia opinione!

A tal proposito, vi leggo l'articolo 4, perché sono stato protagonista di questa riscrittura.

L'articolo 4 dice: “Il trasferimento delle funzioni con le relative risorse umane, strumentali e finanziarie può essere effettuato soltanto dopo la determinazione dei medesimi LEP e dei relativi costi e fabbisogni standard” -  e aggiunge - “Qualora dalla determinazione dei LEP di cui al primo periodo derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica” - e deriveranno nuovi o maggiori oneri perché ci vorranno davvero 80/90 miliardi – “si potrà procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all'entrata in vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie”.

Che vuol dire? Vuol dire che o si definiscono i LEP, che sono i diritti sociali e civili secondo i fabbisogni standard, oppure non si fa l’autonomia differenziata.

Io non so se, come qualcuno ha detto, questo provvedimento è un “provvedimento bandiera”, ma so che questa modifica che abbiamo fatto inserire nel testo è un vero e proprio macigno che crea le condizioni affinché, mettendo sui piatti di una bilancia da un lato l'autonomia differenziata – che è vero, è richiesta soprattutto alle Regioni del Nord perché giustamente ritengono che possa dare ai loro cittadini più qualità dei servizi, ma sono convinto che se noi accettassimo la sfida, anche la Calabria su alcuni asset potrebbe guadagnarci dall'autonomia differenziata – e dall'altro quello che è scritto nella legge, ovvero che i diritti sociali e civili vanno garantiti secondo i fabbisogni e i costi standard, il piatto della bilancia che favorisce il Sud sarebbe molto più pesante del piatto della bilancia che, in linea di principio, favorisce il Nord.

Perché? Perché tutto il dibattito che ho ascoltato in quest’Aula è stato incentrato sui divari tra Nord e Sud. Per carità, ci sono questi divari, ma ci sono oggi e l'autonomia differenziata, nonostante sia stata inserita in Costituzione nel 2001 e non sia stata mai attuata, non c'è.  Eppure, i divari ci sono. Perché ci sono questi divari? Molti di voi, giustamente, l’hanno detto. Questi divari ci sono perché nelle regioni del Sud i servizi, i diritti sociali e civili sono stati finanziati secondo la spesa storica e non secondo il fabbisogno.

Vi faccio un esempio, partendo dalla scuola. Nei Comuni della nostra provincia ci sono le stesse ore di tempo pieno? No. Nei Comuni delle nostre province, nella scuola ci sono molte meno ore di tempo pieno di quante ce ne siano nei Comuni del Nord, però, quando si finanziano le risorse per assicurare, anche, il tempo pieno succede che, se in una città del Nord si è speso 1000, perché quella città poteva spendere 1000, e in una città del Sud si è spesso 10, nel caso in cui ci sia un incremento dei fondi del 10 per cento, nella città del Nord si spenderà il 10 per cento in più, pertanto la città del Nord avrà il 10 per cento in più di 1000, quindi 1100, la città del Sud avrà il 10 per cento in più di 10, quindi 11.

Questo significa che più si va avanti, più il finanziamento e la spesa storica allargano questa forbice tra il Nord e il Sud e consolidano questi divari fra il Nord e il Sud.

Attenzione, perché rende difficile anche la perequazione. Non la perequazione annunciata al comma 5 dell’articolo 119, che è la perequazione infrastrutturale, bensì la perequazione del comma 3. Se non si definisce la base, se non si stabilisce quanto deve costare il trasporto pubblico locale, il tempo pieno a scuola, secondo i costi dei fabbisogni standard, anche la perequazione come si fa?

La verità è che la perequazione, in questi anni, nel nostro Paese è stata una perequazione falsata, perché partiva da un dato - che doveva essere perequato - che era falsato perché costruito sulla base della spesa storica e non sulla base dei fabbisogni esistenti.

Secondo me, aver fatto inserire nel testo l'impegno a superare questa ingiustizia, è un grande merito politico. Io di questo ne sono orgoglioso. E credo di aver dato la dimostrazione che oggi la Calabria ha un governo regionale che riesce a farsi valere nel dibattito nazionale.

Ho detto che sono stanco di una letteratura che assegna ai governatori del Sud il compito di avere un approccio solo rivendicativo, difensivo, magari minacciando di incatenarsi da qualche parte, e vorrei, invece, che chi governa il Sud avesse le competenze e l'autorevolezza per rapportarsi con quelli che governano altre regioni del Nord, senza complessi, ma cogliendo la sfida. Non bisogna scappare. Questo dicevo.

Credo che, anche, tale atteggiamento l'abbiamo dimostrato, come Regione Calabria, in quest'anno e mezzo di Legislatura. Molti, di altre Regioni, anche di Regioni del Nord, si lamentano che in tutti i provvedimenti che sono approvati dal Parlamento ci sono interi capitoli che riguardano la Calabria. A volte ci sono questioni che riguardano la Calabria che cambiano la storia di alcuni problemi e di alcune soluzioni che investono anche le altre Regioni.

Faccio un esempio, vi ricordate la questione dei medici cubani? Vi do una notizia, ne arriveranno altri. Arriveranno altri 120 medici cubani. Ve lo ricordate? Mi avete chiesto un dibattito all'epoca. Sembrava una cosa assolutamente inconcepibile. Oggi tutti li vogliono. Non solo nelle altre Regioni, ma anche in Calabria.

Ve lo ricordate? Noi, prima degli altri, abbiamo denunciato la stortura delle cooperative a gettone. C'era qualcuno che diceva: “Il presidente Occhiuto ha esagerato”.

Poi, ne hanno parlato in tutta Italia, tutti i quotidiani nazionali.

La Calabria oggi - fatevene una ragione - ha un governo regionale che conta in Italia e che riesce a intervenire sulle questioni che sono inerenti al dibattito pubblico nazionale senza complessi, ma con un atteggiamento di grande rispetto da parte della comunità nazionale e di questo ne sono orgoglioso.

Ne sono orgoglioso, prima come calabrese e poi come Presidente della Regione.

Che cosa è cambiato da novembre a oggi? È cambiato il testo.

Il testo è cambiato perché l'abbiamo fatto cambiare noi, per questo la posizione è diversa nel voto ma identica nei contenuti, perché io ho sempre detto che prima vanno definiti i LEP e poi l'autonomia differenziata.

Il testo che è stato licenziato recita: prima i LEP e poi l'autonomia differenziata.

Che poi si riesca a farlo è tutto un altro discorso. Ne sto discutendo con alcuni Ministri, perché è vero, mentre prima questo testo non costava nulla perché diceva che se i LEP non venivano definiti secondo i fabbisogni standard le intese si potevano fare secondo la spesa storica, oggi questo testo costa probabilmente 70-80-90 miliardi allo Stato.

Bisognerà trovare 70-80-90 miliardi per realizzarlo e occorre vedere se ci sono queste risorse nel bilancio dello Stato. Ma, se ci fossero, sarebbero 70-80-90 miliardi che andrebbero soprattutto al Sud, perché servirebbero a cancellare il criterio ingiusto della spesa storica e a sostituirlo col criterio più oggettivo e più giusto del finanziamento dei servizi secondo i fabbisogni, secondo il numero di bambini che ci sono, secondo i chilometri da percorrere in montagna o in pianura; alcune regioni sono più pianeggianti, altre hanno morfologie diverse, come la nostra, e hanno, anche, comunità che sono isolate e che quindi hanno un fabbisogno maggiore di essere collegate.

Se riuscissimo a far questo, sarebbe un grandissimo risultato. Se dovessi scommetterci non so se sarebbe opportuno farlo, perché so che ci saranno serie difficoltà per fare l'una e l'altra cosa.

Ho sempre detto che l'attuazione del Titolo V, che è contenuta in questo disegno di legge, è un'attuazione che dovrebbe essere vista come un treno. Un treno che è formato da tre vagoni. Il primo quello dell’articolo 116, che dà la possibilità, già contenuta in Costituzione, dell'autonomia differenziata e gli altri due che stabiliscono non delle possibilità ma degli obblighi per lo Stato, cioè il vagone dell’articolo 117, che dice che i servizi vanno garantiti secondo i costi dei fabbisogni standard con uniformità su tutto il territorio nazionale, e dell’articolo 119, quello della perequazione.

Se questo treno va in stazione, arriva alla meta, a me interessa poco che sia spinto dall'autonomia differenziata, mi interessa che arrivino anche gli altri due vagoni e che, quindi, queste risorse che occorreranno saranno destinate soprattutto al Mezzogiorno. Ecco che cosa è cambiato! E qualcuno dei consiglieri di maggioranza diceva, giustamente: “Ma se Occhiuto non avesse votato, in Conferenza delle Regioni, la storia sarebbe cambiata?”.

Non ho una considerazione così smisurata di me stesso da ritenere che il mio voto contrario avrebbe determinato la bocciatura di questo testo.

Certo è che il fatto di aver detto, chiaramente, che non avrei votato - ho anche detto al mio partito che avrei preteso che non votasse quel testo - ha prodotto questi cambiamenti che sono sicuramente positivi.

Invito chi non ha letto il testo a leggerlo, per poterlo verificare.

Sui divari, qualcuno diceva: “Il Presidente dice sempre che ha raccolto una Calabria in macerie”. Non lo dico io, lo dicono i calabresi.

Ribadisco: non lo dico io, lo dicono i calabresi. State sicuri che io farò di tutto per non lasciare altre macerie. Sto cercando di governare pensando non solo ai mesi o agli anni nei quali io sarò impegnato come Presidente della Regione, sto cercando di governare pensando anche agli anni nei quali io non sarò più Presidente della Regione.

Sui miliardi che abbiamo recuperato per la Strada Statale 106: in vent'anni era stato trovato un miliardo e due cento milioni di euro, soltanto in un anno siamo riusciti ad avere tre miliardi di euro; certo, suddivisi in un arco temporale di 15 anni, ma già Anas e Ragioneria generale della Stato mi hanno detto che sono disponibili a rimodulare e, probabilmente, saranno appaltati, banditi velocemente un tratto della SS 106, che riguarda la provincia di Cosenza, e un altro tratto, che riguarda il collegamento tra la provincia di Crotone e la provincia di Catanzaro.

Questi tre miliardi di euro servono a realizzare una strada che si farà quando io non sarò più Presidente della Regione. Sto avendo una discussione col Governo sul tratto dell'Autostrada tra Cosenza e Altilia, sul quale Anas sta spendendo tante risorse in manutenzione ordinaria che, invece, dovrebbero essere impegnate per costruire una variante e sarebbe conveniente anche per Anas. Se vinco questa discussione, questo tratto, probabilmente, si farà o sarà concluso quando non sarò più Presidente.

Sto facendo di tutto per non lasciare altre macerie, per tentare invece di lasciare a chi farà il Presidente della Regione dopo di me una Calabria migliore di quella che mi è stata consegnata.

Sulla sanità: è una materia che è già di competenza delle Regioni, in ordine all'organizzazione sanitaria dal 2001, poi dal 2007 dopo la definizione dei LEA. Però non mi parlate della sanità in questo contesto, perché lo dico non da Presidente della Regione, ma da Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro e anche con un rapporto conflittuale con i tavoli di monitoraggio.

Se penso alla sanità e a come la sanità è stata governata dallo Stato in questi 12 anni di commissariamento, dico che, probabilmente, più autonomia c'è nella sanità - se dobbiamo giudicare da come l'hanno governata i Commissari in questi 12 anni - meglio è.

Non è solo la mia posizione - lo dico ai colleghi del Partito Democratico - è, anche, la posizione di un mio predecessore che è stato Presidente della Regione, che ha chiesto più volte che si superasse il commissariamento, minacciando, anche, di incatenarsi, perché evidentemente, al di là delle appartenenze, lo Stato, attraverso il Governo centralizzato nella sanità in Calabria ha dato dimostrazione di uno straordinario fallimento.

Poi, secondo me, l'autonomia differenziata non si sta cercando di realizzarla solo in questi anni, ma è partita anche negli anni passati con un disegno di legge dell’onorevole Boccia e con un disegno di legge dell’onorevole Gelmini; quindi, ogni Governo cerca di attuare il Titolo V della Costituzione.

Oggi siamo solo all'avvio del processo. Per esempio, ho detto chiaramente che la scuola non deve essere sottoposta ad autonomia differenziata tranne che per il tempo pieno, per le questioni sulle quali attraverso i LEP si può integrare il finanziamento della scuola, perché l'autonomia differenziata nella scuola rischia davvero di creare straordinari divari formativi. Perché questa mia richiesta non è contenuta nel disegno di legge?

Perché, siccome il disegno di legge dice che l'autonomia differenziata deve investire le materie dell’articolo 117, per cambiare quelle materie ci vuole un disegno di legge costituzionale che cambia la Costituzione.

Vedrete che nell'esame di questo testo che si farà in Parlamento, ci sarà, poi, un pronunciamento che dice che il Parlamento assume l'impegno di non approvare intese che abbiano ad oggetto l'autonomia differenziata nella scuola. Anche questa è una discussione che noi abbiamo animato, come Calabria, e che è arrivata ad un punto di conclusione che deve poi trovare la sua realizzazione nel dibattito parlamentare.

Ho detto altre volte che anche sul tema dell’autonomia differenziata noi dovremmo avere un approccio più competitivo. Qualcuno ha chiesto: “Come potremmo concorrere con le Regioni del Nord?”.

Scusate ma, oggi, senza autonomia differenziata voi pensate che siamo competitivi con le Regioni del Nord? Se volessimo cogliere la sfida… Per esempio, ho ottenuto proprio nei giorni scorsi dal Governo l'impegno a inserire il rigassificatore nel programma degli investimenti energetici del Paese. Il rigassificatore, come sapete, produrrebbe una quantità di energia che - io dicevo 1/3 di quella che prima importavamo dalla Russia - Iren e Sorgenia dicono che è il 50 per cento di quello che importavamo prima dalla Russia. Cioè se avessimo il rigassificatore, oltre ai benefici derivanti dalla piastra del freddo e quindi dalla possibilità di fare un distretto dell'agroalimentare lì a Gioia Tauro, noi saremmo la regione che produrrebbe più energia in Italia.

Allora se, per esempio, in una intesa col Governo nazionale noi mettessimo la questione dell'energia, non solo quella delle rinnovabili, dove già siamo più avanti degli altri, ma anche quella degli investimenti strategici, noi produrremmo ricchezza nella nostra regione. Io credo che l'approccio tradizionale di chi ha governato il Sud sia stato sempre negativo. Cioè i temi in questo Paese sono stati imposti sempre dal Nord. Il Sud ha giocato sempre di rimessa.

Questo approccio ha creato convergenza? Ha diminuito i divari? No. Questo approccio ha creato ancora più divari, ha creato ancora più sperequazione.

Quindi se voi volete un Presidente in linea col modo tradizionale di intendere il rapporto tra il governo regionale e la comunità nazionale, è evidente che io non sono un Presidente in linea. Se volete un Presidente che voglia dimostrare di avere l'autorevolezza per confrontarsi con la comunità nazionale senza complessi, beh, io cerco di essere questo Presidente. 

PRESIDENTE

Grazie, presidente Occhiuto.

(Interruzione fuori microfono)

Non sono previste repliche. Mi dispiace, mi dispiace.…

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Non è una replica, era solo per una domanda che avevo posto…

PRESIDENTE

Se interviene lei per replica, poi vogliono farlo tutti.

La seduta è tolta, non prima di una considerazione, collega Bevacqua: il suo governo di allora, quando eravate al governo regionale, ha chiesto di variare la legge, ma non è stato ascoltato. Il presidente Occhiuto ha chiesto di variare la legge ed è stata variata. Traete voi le conclusioni. Buona serata.

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Che mettessero i soldi allora, perché c'è scritto invarianza finanziaria da tutte le parti.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Consigliera Bruni, lei fa il legislatore e sa che una legge va coperta in ragione degli oneri che sono quantificabili, se una legge è una legge di indirizzo, che stabilisce come fare, non si può quantificare, perché non sappiamo se sono 70-80-90-100 miliardi.

Rilegga quell'articolo che ho letto in Aula e capirà meglio la questione, forse comincerà a fare il legislatore anche un po’ meglio.

 

La seduta termina alle 21.22

 

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo: Calabrese, Cirillo e Staine.

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Straface, Gentile e Gallo “Riconoscimento del Carnevale di Castrovillari” (PL n. 162/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

 Straface “Norme sulla protezione ambientale dall’esposizione a campi elettromagnetici indotti da impianti fissi per le telecomunicazioni e per la radiotelevisione” (PL n. 163/12^).

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente per l’esame di merito, alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario ex art. 72 del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria e alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per il parere di cui all’art. 66, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria.

 Comito, Straface, Gentile, De Francesco, Montuoro, Laghi, Graziano “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 3 agosto 2018, n. 28 (Disposizioni per il riconoscimento della rilevanza sociale dell’endometriosi e istituzione del Registro regionale)” (PL n. 164/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Mattiani “La Varia di Palmi quale patrimonio culturale regionale” (PL n. 165/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Straface “Integrazione all’articolo 11 della legge regionale 18 luglio 2008, n. 24 (Norme in materia di autorizzazione, accreditamento, accordi contrattuali e controlli delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private)” (PL n. 166/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Tavernise e Gentile “Istituzione del “Mese dei Bronzi di Riace”” (PL n. 167/12^).

È stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla Seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.

 Neri “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 29 novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e polizia mortuaria)” (PL n. 168/12^).

È stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:

“Temporanea sostituzione del consigliere regionale Giovanni Muraca, in atto sospeso dalla carica, con il Sig. Antonio Billari” (PPA n. 117/12^).

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dei Consiglieri regionali:

Laghi e Mattiani “Integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria (deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005, n. 5)” (PPA n. 118/12^).

È stata assegnata alla quinta Commissione - Riforme - per l’esame di merito.

Richiesta parere su deliberazione della Commissione consiliare competente

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 40 del 16 febbraio 2023, recante: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Presa d'atto della proposta di riprogrammazione, ai sensi dell'articolo 30 del Reg. (UE) 1303/2013, approvata dal Comitato di Sorveglianza del Programma”

(Parere numero 18/12^).

È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 65 del 20 febbraio 2023, recante: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse 3 “Competitività dei sistemi produttivi” (OT 3 FESR), Azioni .3.1.1, 3.2.1 e 3.6.1.”.

(Parere numero 19/12^).

È stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 88 del 3 marzo 2023, recante: “PO FEAMP 2014/2020 - Presa d’atto approvazione modifica del Piano finanziario”.

(Parere numero 20/12^).

È   stato assegnato alla seconda Commissione consiliare permanente.

Ritiro parere su deliberazione

La Segreteria della Giunta regionale, con PEC del 28 febbraio 2023, acquisita al protocollo generale con n. 4551, ha comunicato che la deliberazione della Giunta regionale n. 65 del 20 febbraio 2023, recante: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse 3 “Competitività dei sistemi produttivi” (OT 3 FESR), Azioni 3.1.1, 3.2.1 e 3.6.1.” - parere numero 19/12^, è stata trasmessa per mero errore materiale; per cui il (parere numero 19/12^) è stato ritirato.

Sospensione dalla carica di consigliere regionale

Con D.P.C.M., il Consigliere regionale Giovanni Muraca è sospeso dalla carica di Consigliere regionale della Regione Calabria, ai sensi dell’articolo 8, comma 4 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 n.235, a decorrere dal 12 dicembre 2022.

Parere favorevole su deliberazione

La Seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 7 marzo 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 50 del 16 febbraio 2023, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione integrazione scheda intervento 111.8 “Osservatorio sul Turismo a supporto delle azioni di promozione per l'attrazione di flussi turistici”.

(Parere numero 17/12^).

La Seconda Commissione consiliare permanente, nella seduta del 7 marzo 2023, ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 40 del 16 febbraio 2023, recante: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Presa d'atto della proposta di riprogrammazione, ai sensi dell'articolo 30 del Reg. (UE) 1303/2013, approvata dal Comitato di Sorveglianza del Programma”.

(Parere numero 18/12^).

Adesione di consigliere regionale a gruppo consiliare

In data 23 febbraio 2023, il consigliere regionale Antonello Talerico ha aderito al Gruppo consiliare “Misto”.

Proposta di legge: sottoscrizione consiglieri regionali

La proposta di legge n. 149/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Gentile, Afflitto, recante: “Disciplina delle attività di coltivazione, raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali”, è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Molinaro.

La proposta di legge n. 98/12^, di iniziativa dei consiglieri regionali Graziano, Gentile, Laghi, recante: “Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo”, è stata sottoscritta anche dal Consigliere regionale Montuoro.

Il testo unificato delle proposte di legge numeri 84/12^, 94/12^ e 132/12^, di iniziativa dei Consiglieri regionali Caputo, Gallo, Montuoro, Tavernise, Gentile, Molinaro, recante: “Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei cammini di Calabria”, è stato sottoscritto anche dal Consigliere Mattiani.

Ritiro proposta di provvedimento amministrativo da parte del proponente

La proposta di provvedimento amministrativo n. 114/12^, di iniziativa del consigliere regionale Laghi, recante: “Integrazioni al Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria (Deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005, n. 5)”, è stata ritirata da parte del proponente in data 10 marzo 2023.

Comunicazioni su interrogazioni a risposta scritta

È pervenuta l’integrazione alla risposta all’interrogazione n. 101, già comunicata nella 21^ seduta del Consiglio regionale del 10 gennaio 2023.

Subentro consigliere quale componente Commissione consiliare

In data 1 marzo 2023, il Presidente del Gruppo consiliare “Forza Italia”, Michele Comito, ha designato il consigliere regionale Giuseppe Mattiani quale componente della Prima Commissione consiliare, a seguito della decadenza dalla carica di Consigliere regionale di Valeria Fedele.

 Promulgazione di legge regionale

In data 24 febbraio 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 48 del 24 febbraio 2023:

1) Legge regionale n. 4 del 24 febbraio 2023, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 novembre 2009, n. 40 (Attività estrattiva nel territorio della Regione Calabria)”;

2) Legge regionale n. 5 del 24 febbraio 2023, recante: “Osservatorio regionale per giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico”;

3) Legge regionale n. 6 del 24 febbraio 2023, recante: “Misure urgenti per le attività di affiancamento nell'attuazione del PNRR e dei fondi SIE”;

4) Legge regionale n. 7 del 24 febbraio 2023, recante: “Modifiche alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei consorzi di bonifica)”.

In data 24 febbraio 2023, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 49 del 24 febbraio 2023:

1) Legge regionale n. 8 del 24 febbraio 2023, recante: “Modifiche leggi regionali e disposizioni normative”;

2) Legge regionale n. 9 del 24 febbraio 2023, recante: “Disciplina del sistema di protezione civile della Regione Calabria”.

Dichiarazione di illegittimità costituzionale

La Corte costituzionale, con sentenza n. 19 del 20 dicembre 2022, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 1 della legge della Regione Calabria 7 luglio 2021, n. 23 (Proroga del termine di cui al comma 12 dell'articolo 6 della l.r. 21/2010).

La Corte costituzionale, con decisione n. 26 del 10 gennaio 2023, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 15, comma 5, secondo periodo, della legge della Regione Calabria19 marzo 2004, n. 11 (Piano Regionale per la Salute 2004/2006).

Emanazione di Regolamento regionale

In data 7 marzo 2023, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sottoindicato regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 56 del 7 marzo 2023:

- Regolamento regionale n. 3 del 7 marzo 2023, concernente: “Modifiche al regolamento regionale 6 febbraio 2014 n. 1, concernente “Sistema di Misurazione e Valutazione della Performance (SMiVaP) della Regione Calabria””.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2023-2025:

1.    deliberazione della Giunta regionale numero 61 del 17 febbraio 2023

2.    deliberazione della Giunta regionale numero 64 del 20 febbraio 2023

3.     deliberazioni della Giunta regionale numeri 69, 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 78, 79, 80, 81 e 82 del 3 marzo 2023

Interrogazioni a risposta immediata

Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-la Regione Calabria ha istituito l’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria ad aprile 2022, con la legge regionale numero 10, con la quale veniva soppressa l’Autorità idrica della Calabria le cui funzioni passavano all’ArriCal rappresentata da un commissario straordinario;

-la legge regionale n. 32 del 21 ottobre 2022 stabilisce all’“Art. 18-bis (Disposizioni transitorie in merito al Servizio idrico integrato) che l’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria, ove individui Sorical Spa quale gestore unico del Servizio idrico integrato, definisce il cronoprogramma del subentro del predetto gestore unico agli attuali gestori, fermo restando il subentro immediato nella riscossione della tariffa;

-Il commissario straordinario dell’Arrical con la deliberazione n. 9 del 25 ottobre 2022 ha assegnato l’affidamento del servizio idrico integrato per l’intera filiera e per l’intera circoscrizione territoriale alla Sorical Spa a capitale interamente pubblico, individuando all’interno della convenzione di affidamento il percorso che assicuri entro il 31 dicembre 2023 il rispetto di tutte le condizioni di cui all’art. 5 del d.lgs. 50/2016 e s.m.i.;

-l’ArriCal ha approvato un cronoprogramma del subentro del predetto gestore unico agli attuali gestori che prevede, tra le altre cose: la bollettazione dell’anno dovrà riportare il logo Sorical ed i pagamenti da parte degli utenti avverranno su un conto intestato a Sorical medesima;

ai Comuni è consentita la sola possibilità di consultare il conto ai fini della rendicontazione, sui flussi incassati Sorical tratterrà le proprie spettanze mentre ai Comuni trasferirà le eccedenze e che “laddove gli incassi da tariffa non fossero sufficienti” i Comuni continueranno “a coprire i costi della fornitura idrica all’ingrosso in misura non inferiore a quella garantita negli ultimi anni”;

“Sorical” potrà trattenere sull’incassato anche le quote di rata per i debiti dei comuni/gestori sulle forniture di acqua all’ingrosso scadute e non pagate e supporterà “i Comuni per pratiche finalizzate ad accedere a forme di finanziamento agevolato presso la Cassa depositi e prestiti per liquidare le spettanze dei fornitori”;

i Comuni si fanno carico del debito pregresso nei confronti di Sorical;

in ogni caso sono esclusi dal trasferimento/acquisizione debiti e crediti pregressi i quali restano in capo ai Comuni. Preso atto che: -la novella normativa, in particolare quella relativa al sistema idrico, indica in modo preciso il ruolo di Sorical Spa che, in pratica, si dovrà sostituire ai sindaci non solo nella distribuzione dell’acqua nei rubinetti delle case dei calabresi, ma anche della riscossione dei relativi ruoli;

-questo cambio di governance determina una serie di preoccupazioni sia in ordine alla situazione contabile dei Comuni in quanto Sorical subentra immediatamente nella riscossione della tariffa, ma le spese del servizio rimarrebbero in capo ai Comuni, sia per quanto concerne la gestione operativa di manutenzione e gestione delle reti idriche nella fase di transizione al gestore unico;

-molti sindaci calabresi hanno annunciato ricorso al Tar contro la nuova autorità idrica, adducendo tra le varie motivazioni, che «il gestore unico regionale non può escludere dalla gestione del servizio idrico integrato pezzi del sistema e subentrare soltanto in alcuni di essi, quali la bollettazione e la riscossione della tariffa, lasciando la gestione dell’intero servizio idrico integrato ai Comuni che, conseguentemente, ne devono sopportare i costi». -nei ricorsi presentati al Tar si evidenzia l’eccezione di incostituzionalità di una porzione della legge n. 32 del 21 dell’ottobre 2022 nella parte in cui «l’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria, ove individui Sorical Spa quale gestore unico del Servizio idrico integrato, definisce il cronoprogramma del subentro del predetto gestore unico agli attuali gestori, fermo restando il subentro immediato nella riscossione della tariffa», in quanto entrerebbe in palese violazione dell’autonomia finanziaria riconosciuta agli enti locali e, anche, del comma 6 dello stesso articolo 119 della Costituzione per il quale i Comuni «possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento». -i Comuni chiedono che venga annullato, previa sospensione, il decreto emesso dal commissario dell’ArriCal «con cui si è proceduto all’approvazione del cronoprogramma del subentro del predetto gestore unico agli attuali gestori, con previsione che la gestione del servizio permarrà per l’intero anno 2023 in capo ai Comuni/gestori esistenti»;

-vi è stato un serio problema di coordinamento tra Regione ed Enti locali, uno scarso coinvolgimento dei sindaci in tutta questa operazione così come la nomina del direttore tecnico, di diretta emanazione del presidente, che svuota di senso il ruolo dei primi cittadini, facendo venir meno la leale collaborazione fra Regione e Comuni ai quali si chiede oggi di aderire, quasi come un atto fideistico, ad un qualcosa che è stato già confezionato.

Per sapere:

1. se non si ritenga necessario sospendere lo stato di attuazione del trasferimento del servizio idrico dai Comuni alla Regione in attesa di chiarimenti normativi ed organizzativi indicati nei ricorsi al Tar presentati dai comuni calabresi.

(122; 01/03/2023).

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- la problematica dello spreco alimentare, e in particolare quella delle azioni e delle misure per prevenirlo, è non solo tema di grande attualità ma rappresenta una priorità economica, ecologica e sociale;

- lo spreco alimentare è stato definito quale “scandaloso paradosso del nostro tempo”, considerato l’aumento dei paesi poveri a causa delle guerre e delle crisi economiche, delle persone denutrite e sottonutrite e della produzione dei rifiuti urbani;

- secondo la FAO “oltre un terzo del cibo prodotto al mondo va perso. Gli alimenti sono persi o sprecati lungo l'intera catena di approvvigionamento alimentare: nell'azienda agricola, durante la trasformazione e la lavorazione, nei negozi, nei ristoranti e in ambito domestico”;

inoltre, il Food Sustainability Index 2021 ha denunciato il fatto che “ogni cittadino italiano è stato responsabile dello spreco di 97 chilogrammi di cibo. Nello specifico, ogni famiglia nel 2021 ha buttato nella spazzatura circa 67 Kg di cibo, i servizi di ristorazione altri 26 Kg e le vendite al dettaglio 4 Kg”;

considerato che: - la problematica, da tempo, rappresenta un punto focale delle politiche mondiali ed europee nonché una priorità degli interventi dei governi nazionali e locali. Tra le principali iniziative in tal senso, occorre ricordare: a) nel 2012 il Parlamento europeo ha adottato la Risoluzione del 19 maggio su un'Europa efficiente nell'impiego delle risorse;

b) nel settembre 2015 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha indicato gli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030, compreso quello che prevede di dimezzare gli sprechi alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatore e di ridurre le perdite alimentari lungo le catene di approvvigionamento e di produzione;

c) nel 2018, il 30 maggio, è stata approvata la Direttiva 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio, sui rifiuti, che pone tra gli obiettivi prioritari quello di migliorare l’uso delle risorse in senso di incentivare l’utilizzo accorto, efficiente e razionale delle stesse nonché rafforzare l’economia circolare;

d) nel 2016 è entrata in vigore la legge nazionale 19 agosto 2016, n. 166 contenente “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”;

in particolare, l’articolo 1 stabilisce che “La presente legge persegue la finalità di ridurre gli sprechi per ciascuna delle fasi di produzione, trasformazione, distribuzione e somministrazione di prodotti alimentari, farmaceutici e di altri prodotti(….)”;

e) diversi sono stati i piani ed i protocolli di intesa adottati a livello nazionale (tra i principali si ricordano: PINPAS – Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari – Le azioni prioritarie per la lotta allo spreco adottato dal Ministero dell’Ambiente nel 2014 con il quale sono state delineate 10 azioni prioritarie a livello nazionale per la lotta allo spreco alimentare;

attività successivamente confluita nel Comitato Tecnico Scientifico per l’implementazione del Programma nazionale di prevenzione dei rifiuti, istituito con DM 8 luglio 2014, n. 185, rinnovato con DM 27 giugno 2017, n. 168 nonché nel 2018 ANCI e Ministero dell’Ambiente hanno sottoscritto l’Accordo attuativo del protocollo d’intesa del 12 ottobre 2017, finalizzato all’implementazione e allo sviluppo di azioni a supporto dei Comuni, volte a favorire, stimolare e facilitare l’identificazione e l’implementazione di misure ed iniziative per la prevenzione e la riduzione degli sprechi alimentari);

posto che:

- da ultimo, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, nella Missione 2 “Rivoluzione verde e Transizione digitale” pone come urgenti gli interventi e le misure in materia di economia circolare, per proteggere la natura e le biodiversità e garantire un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, e ha stanziato, per questa finalità, ingenti fondi proprio nella Componente 1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare”;

- numerose Regioni, di conseguenza, hanno approvato diverse strategie di intervento e progetti (tra queste: Lombardia, Marche, Lazio, Liguria, Abruzzo etc…) che, utilizzando i fondi del PNRR, mirano a migliorare la filiera alimentare, riducendo al minimo lo spreco alimentare e la produzione di rifiuti alimentari;

- le predette misure si basano soprattutto sullo sviluppo di soluzioni tecnologiche per la riduzione degli sprechi alimentari;

individuazione di sistemi innovativi di produzione alimentare per l’integrazione delle varie filiere produttive, favorendo, appunto, un processo di economia circolare;

interventi di recupero delle eccedenze alimentari per facilitare la destinazione ai fini di solidarietà sociale;

progettazione di sistemi di tracciatura e informazione sicuri e trasparenti dei dati degli alimenti;

ulteriori progetti specifici per creare reti territoriali (dunque a livello regionale, provinciale o comunale) contro lo spreco alimentare nonché di ricerca, informazione e sensibilizzazione sul tema;

Impegna la Giunta regionale e il Presidente della Giunta regionale - ad adottare programmi e progetti finalizzati ad affrontare il problema dello spreco alimentare;

- a prevedere sul tema importanti investimenti, anche al fine di utilizzare tempestivamente e opportunamente i fondi del PNRR, trattandosi peraltro di questione caratterizzata da trasversalità e centralità delle politiche sanitarie, ambientali e sociali del territorio;

- a individuare misure per supportare, in particolare, l’azione dei Comuni, coinvolti per primi nel problema della gestione dello spreco, delle eccedenze alimentari e dei relativi rifiuti.

(49; 10/03/2023) Laghi.

Risposta scritta ad interrogazione

È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- la costa della Calabria si sviluppa per 710 km, di cui 450 km di costa bassa e 253 di costa alta e l’erosione costiera riguarda 278 km pari a circa il 61%;

- nel periodo 2008-2013 sono stati realizzati ripascimenti per 1,2 milioni di metri cubi e diversi interventi con opere rigide;

- l’incidenza sui fenomeni erosivi riguarda in maggior misura le infrastrutture portuali e le varie strutture “spot” di protezione rigida;

- l’erosione costiera in Calabria colpisce in maggior misura la fascia del tirreno-cosentino, fascia che necessita di un piano di sistema sui ripascimenti e sull’individuazione dei siti di raccolta dei sedimenti;

- le coste calabresi rappresentano un patrimonio di inestimabile valore ambientale e rischiano di subire rilevanti impatti dai cambiamenti climatici;

considerato che:

- l’area effetto dell’erosione è sempre a sud del processo che l’ha innescata poiché l’erosione si sviluppa da nord verso sud;

- la fascia del tirreno-cosentino, da Caposuvero a Tortora, necessita di un piano strutturale per il recupero di circa 30/40 metri di spiaggia;

- negli ultimi giorni il maltempo ha colpito il litorale della costa tirrenica compromettendo, zona Falerna-Nocera, un pezzo di spiaggia insieme ad un tratto della statale 18;

- la statale 18 è un’arteria fondamentale per la viabilità di quella zona in quanto congiunge tutti i principali centri della costa tirrenica lametina: Gizzeria, Falerna, Nocera Terinese;

- alcuni interventi sull’erosione costiera sono previsti nella manutenzione ordinaria e da tempo immemore sono state diverse le segnalazioni dei comuni colpiti dal fenomeno;

tenuto conto che:

- i comuni hanno una carenza di organico nel progettare e rendere esecutive le azioni da mettere in campo;

- il personale richiesto deve presentare un’alta specializzazione a fronte della complessità degli interventi da programmare;

- sulle azioni di ripascimento alcuni interventi in Calabria hanno oggettivamente evidenziato una difficoltà di reperimento delle materie prime: le georisorse;

- la carenza di georisorse può essere risolta dall’utilizzo di materiali artificiali eco-compatibili con il sistema ambientale di riferimento;

- è possibile prelevare dai fondali, attraverso le cave sottomarine, del materiale necessario al ripascimento;

preso atto che:

- in Calabria fino ad ora si è provveduto ad interventi di contingenza e non strutturali;

- la realizzazione di opere rigide come i “pennelli” e le “barriere frangiflutti” si sono dimostrate inadeguate nella risoluzione della problematica dell’erosione;

- in Calabria con delibera n° 1 del 22 luglio 2014 del comitato istituzionale è stato approvato il Master plan per gli interventi di difesa e di tutela della costa;

- il Master plan, sopracitato, non è stato aggiornato ed è di competenza regionale;

- è auspicabile che venga coinvolto il sistema universitario calabrese per il know-how sviluppato e per favorire una sinergia istituzionale e di competenze degli enti coinvolti;

- la stessa società del gruppo ferrovie dello stato italiane (RFI) ha un interesse sul tema;

- il Presidente della Giunta regionale è commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico nel territorio della Regione Calabria;

tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

1. quali azioni intende attivare a fronte dell’emergenza erosione costiera e dissesto idrogeologico in Calabria;

2. quale sia la strategia complessiva di sistema e il cronoprogramma degli interventi da attuare in favore delle coste calabresi;

3. quale piano straordinario si intenda adottare per ristorare le comunità e attività coinvolte in tutte le zone colpite al fine di garantire alle attività danneggiate la possibilità di esercitare nella prossima stagione estiva.

(114; 26/01/2023).

(Risposta)

 

Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

- nella Relazione annuale 2022, approvata con delibera n. 1/2023 dalla Sezione di controllo per gli affari comunitari e internazionali della Corte dei conti, sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi comunitari, sono emerse diverse criticità per la regione Calabria relative alla Programmazione 2014-2020;

- sulla gestione dei fondi comunitari per l’esercizio finanziario 2021 la Corte dei conti rileva che “per i Fondi FSC, i principali parametri finanziari al 31 dicembre 2021 presentano una dotazione assegnata e rideterminata pari ad euro 2.260.531.679, con un livello di spesa registrato pari al 48,6% che, considerata la chiusura del programma prevista per il 2023, non può ritenersi un target soddisfacente”. Questo livello di spesa, pur insufficiente, è stato raggiunto grazie ai regolamenti di flessibilità e semplificazione adottati a marzo 2020 per fare fronte alla pandemia, ma tuttavia, proprio a causa del Covid, è diminuita la spesa infrastrutturale;

- un altro rilievo contenuto nella relazione, sempre relativo ai Fondi FSC, è riguardante il rischio di perdita delle risorse, considerando la conclusione del Programma al 31 dicembre 2023. I giudici contabili, infatti, osservano che “L’importo delle risorse ancora non programmate, pari ad euro 265.449.156 (11,74% dell’intero importo programmato), rimane consistente se si considera che il settennio di programmazione è quasi terminato. Tenendo conto della tempistica per l’avvio dei bandi e per la valutazione ed esecuzione dei progetti, si ritiene possibile che il tempo per rispettare la cosiddetta regola “n+3” (prevista per il 2023) e per evitare il disimpegno automatico, possa non essere sufficiente.”;

- la relazione pone l’attenzione anche sulle le somme, di provenienza comunitaria, erogate a tutti gli enti strumentali, alle fondazioni e alle partecipate della Regione Calabria, nella qualità di soggetti attuatori di progetti o opere, evidenziando come “A seguito dell’omessa risposta da parte della Regione sulla modalità di rendicontazione della spesa dei fondi, non è stato possibile conoscere per quanti e per quali progetti la spesa è stata certificata alla UE da parte del soggetto attuatore/beneficiario/gestore e per quanti e quali progetti la certificazione è avvenuta con solo l’ordinativo di pagamento atto a giustificare il trasferimento delle risorse.”;

- nell’ambito delle risorse reperite per fronteggiare l’emergenza sanitaria, dal riscontro istruttorio è emerso che la spesa prodotta è pari solamente al 36% circa di quanto disponibile. Le somme, inoltre, sono state impiegate in aiuti una tantum erogati a lavoratori ed imprese e in aiuti funzionali a mantenere i livelli di occupazione e nessuna azione di investimento sembra abbia avuto sviluppo. Nonostante la normativa emergenziale abbia introdotto nuovi spazi di flessibilità, la relazione riassume così i dati analizzati: “Nel complesso: è evidente che le risorse del POR Calabria messe a disposizione per fronteggiare la pandemia sono state solo in parte utilizzate.”;

- non sembrano esserci i presupposti per la conclusione dei due progetti a cavallo tra le programmazioni 2007-2013 e 2014-2020, il collegamento ferroviario metropolitano tra la nuova stazione FF.SS. di Catanzaro in Località Germaneto e l'attuale stazione di Catanzaro Sala e la costruzione del terzo lotto della strada Gallico-Gambarie, la cui scadenza è prevista per il primo progetto al 31.12.2023 e per il secondo al 30.06.2023;

- la chiusura del POR Calabria FSE 2007-2013 non è stata ancora conclusa. Considerato che: per quanto riguarda i controlli di I livello, nel periodo che va dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2021 il numero totale delle irregolarità identificate è stato molto più alto rispetto al precedente periodo esaminato. Su un importo totale di 496 milioni di euro la spesa ammissibile, con riferimento al FESR e FSE, è stata pari ad 451 milioni di euro. Tenuto conto che: rispetto alle altre regioni del Sud Italia, il POR Calabria, secondo la Corte dei conti, ha presentato le performance meno apprezzabili. Per quanto riguarda l'avanzamento finanziario degli impegni e dei pagamenti, al 31 dicembre 2021, sull'importo programmato il valore complessivo impegnato è pari al 72,4%. I pagamenti sono stati pari solamente al 48,6%. Preso atto che: tali dati confermano la gravità della situazione e mettono a rischio concreto la perdita di risorse importanti per la Calabria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale

per sapere:

quali iniziative urgenti intende intraprendere la Regione Calabria per evitare il disimpegno delle risorse entro il 31.12.2023 e per migliorare e accelerare i processi di impegno e di spesa delle somme messe a disposizione dall'Unione Europea, dissipando i dubbi e le ombre emerse nella Relazione annuale 2022 sui rapporti finanziari con l’Unione europea e l’utilizzazione dei Fondi europei della Corte dei conti.

(120; 09/02/2023).

(Risposta)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 117/12^ di iniziativa d’Ufficio, recante: “Temporanea sostituzione del consigliere regionale Giovanni Muraca, in atto sospeso dalla carica, con il Sig. Antonio Billari” (deliberazione consiliare numero 176)

Il Consiglio regionale

premesso che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 febbraio 2023, notificato dall'Ufficio Territoriale del Governo di Catanzaro in data 9 marzo 2023, si è accertata la sospensione del Sig. Giovanni Muraca dalla carica di consigliere regionale della Calabria dal 12 dicembre 2022, ai sensi degli articoli 7 e 8 del decreto legislativo 31 dicembre 2012, numero 235;

visto il decreto legislativo 31 dicembre 2012, numero 235 (Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi, a norma dell'articolo 1, comma 63, della legge 6 novembre 2012, numero190);

atteso che, ai sensi dell’articolo 16-bis della legge 17 febbraio 1968, numero 108 (Norme per la elezione dei Consigli regionali delle Regioni a statuto normale), il Consiglio regionale deve procedere - nella prima adunanza successiva alla notificazione del provvedimento di sospensione e, comunque, non oltre trenta giorni dalla predetta notificazione - alla temporanea sostituzione del consigliere sospeso, affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere al candidato della stessa lista che ha riportato, dopo gli eletti, il maggior numero di voti;

considerato che, come riportato nel paragrafo 17 del verbale dell'Ufficio centrale della circoscrizione elettorale “Calabria Sud” presso il Tribunale di Reggio Calabria, relativo alle elezioni del Consiglio regionale della Calabria per l’anno 2021, il candidato che, in base ai voti riportati, segue immediatamente il consigliere sospeso nella lista numero 20, avente il contrassegno "Partito Democratico", è il Sig. Antonio BILLARI, con cifra individuale pari a 5.392;

ritenuto, pertanto, di dover procedere alla temporanea sostituzione del consigliere Giovani Muraca affidando la supplenza per l'esercizio delle funzioni di consigliere regionale al sig. Antonio Billari, in conformità delle disposizioni di legge sopra richiamate;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

• di prendere atto che il Sig. Giovanni Muraca è sospeso dalla carica di consigliere regionale a decorrere dal 12 dicembre 2022;

• di procedere alla temporanea sostituzione del consigliere regionale Giovanni Muraca, affidando la supplenza per l’esercizio delle funzioni di consigliere regionale al Sig. Antonio Billari, candidato che, in base ai voti riportati, segue immediatamente il consigliere sospeso nella lista numero 20, avente il contrassegno "Partito Democratico", con cifra individuale pari a 5.392;

• di dare atto che detta supplenza avrà termine con la cessazione della sospensione del consigliere di cui trattasi;

di trasmettere la presente deliberazione al Prefetto dell’Ufficio Territoriale del Governo di Catanzaro.

(Allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 91/12^ di iniziativa del consigliere regionale Mattiani, recante: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria (Deliberazione del Consiglio regionale 27 maggio 2005, numero 5)” (deliberazione consiliare numero 177)

Art. 1

(Modifica all’articolo 12 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

1. Il comma 2 dell’articolo 12 del Regolamento interno del Consiglio regionale è sostituito dal seguente: “2. Le funzioni di Segretario delle sedute dell’Ufficio di Presidenza sono svolte dal dirigente del settore a cui sono attribuiti i compiti di segreteria dell’Ufficio di Presidenza.”.

Art. 2

(Modifica all’articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

 1. Al comma 2 dell’articolo 13 del Regolamento interno del Consiglio regionale, la parola “provinciali” è sostituita dalla seguente: “circoscrizionali.”.

Art. 3

(Modifica all’articolo 15 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

 1. Al comma 3 dell’articolo 15 del Regolamento interno del Consiglio regionale, dopo le parole Vicepresidenti del Consiglio sono aggiunte le seguenti: “, i Segretari-questori”.

Art. 4

(Modifica all’articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

1. Al comma 5 dell’articolo 18 del Regolamento interno del Consiglio regionale, dopo le parole “Bollettino Ufficiale” è aggiunta la seguente: “telematico”.

Art. 5

(Modifiche all’articolo 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

1. L’articolo 21 del Regolamento interno del Consiglio regionale è così modificato:

a) nella rubrica sono soppresse le seguenti parole: “e Sottosegretari”;

b) al comma 1: sono soppresse le parole “e dei sottosegretari”, “e 10”; la parola “successivi” è sostituita dalle seguenti: “2 e 3”;

c) al comma 2 sono soppresse le seguenti parole: “ed i Sottosegretari”, “o Sottosegretario”;

d) al comma 3 sono soppresse le seguenti parole: “o Sottosegretario”.

Art. 6

(Modifiche all’articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

 1. L’articolo 37 del Regolamento interno del Consiglio regionale è così modificato:

a) al comma 1, dopo la parola “Presidente” sono aggiunte le seguenti: “mediante l’utilizzo di strumenti telematici.”;

b) al comma 6, le parole “anche telegraficamente” sono sostituite dalle seguenti: “mediante gli strumenti di cui al comma 1”.

Art. 7

(Modifica all’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

1. Il comma 6 dell’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale è abrogato.

Art. 8

(Modifiche all’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale)

1. L’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio regionale è così modificato:

a) al comma 8, le parole “o il Sottosegretario” sono soppresse;

b) al comma 9, le parole “o il Sottosegretario” sono soppresse.»

(Allegato)

 

Proposta di legge numero 132/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Gallo, Gentile e Molinaro, recante: “Disposizioni per la realizzazione, il riconoscimento, la valorizzazione e la promozione dei Cammini di Calabria” “Progetti abbinati: numero 84/12^ e numero 94/12^” (deliberazione consiliare numero 178)

Art. 1

(Finalità e oggetto)

1. La Regione Calabria, nel rispetto della normativa statale e dell’Unione europea, disciplina la promozione e la valorizzazione dei Cammini di Calabria e il riconoscimento dei cammini di interesse regionale, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio, del patrimonio religioso, naturale e storico-agricolo-paesaggistico e delle tradizioni locali nonché la conoscenza, il recupero, la salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, anche al fine di sviluppare il turismo ecosostenibile e implementare l’offerta culturale, enogastronomica e turistica regionale.

2. La Regione Calabria, al fine di valorizzare i Cammini di Calabria e promuovere lo sviluppo del territorio, applicando il principio della sussidiarietà nei rapporti con le autonomie territoriali e funzionali, promuove una politica integrata di gestione e manutenzione del patrimonio naturale e storico-paesaggistico, di conoscenza delle tradizioni locali, dei prodotti enogastronomici, nonché la conoscenza, il recupero, la salvaguardia del patrimonio escursionistico regionale, per favorire lo sviluppo di un turismo ecosostenibile, i pellegrinaggi e diffondere la pratica dell’escursionismo e delle attività sportive e ricreative all’aperto in ottica smart tourism, utilizzando le nuove tecnologie per creare un’offerta turistica di tipo esperienziale e altamente personalizzabile con particolare attenzione ai temi dell’ambiente, dell’energia e della mobilità.

 

Art. 2

(Definizioni e caratteristiche dei Cammini di Calabria)

1. La Regione Calabria, per il conseguimento delle finalità di cui alla presente legge, definisce e individua i Cammini di Calabria.

2. I Cammini di Calabria sono costituiti da cammini, vie e itinerari, secondo le modalità di indicazione utilizzate nella sentieristica del Club Alpino Italiano (CAI), da percorrere a piedi, in bici, a cavallo o con altro mezzo di trasporto alternativo non motorizzato, a eccezione dei casi in cui l’utilizzo dei mezzi a motore sia necessario per consentire la fruizione del cammino da parte di soggetti con ridotte capacità motorie o per attività di soccorso, protezione civile o manutenzione, che collegano fra loro luoghi accomunati da significativi e documentati fatti storici o da tradizioni storicamente consolidate, di interesse storico, culturale, religioso, naturalistico, ambientale, paesaggistico, enogastronomico.

3. Ai fini della presente legge si intendono per Cammini di Calabria, anche alternativamente:

a) itinerari culturali riconosciuti da parte del Consiglio d’Europa, in attuazione della risoluzione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa CM/Res (2013) 67 adottata il 18 dicembre 2013;

b) itinerari interregionali, riconosciuti dal Ministero competente in materia di beni e attività culturali e di turismo in accordo con le Regioni interessate;

c) cammini interregionali riconosciuti a seguito di intese con altre Regioni o accordi con enti locali;

d) cammini realizzati o da completare già finanziati in seguito alla partecipazione a bandi indetti dalla Regione Calabria o, comunque, già riconosciuti;

e) itinerari, vie e cammini calabresi, esistenti o da completare, compresi quelli religiosi riconosciuti dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), dalla Conferenza Episcopale Calabra (CEC) e dalle diocesi di appartenenza, attraversati dai cammini religiosi, nonché riconosciuti da altre confessioni religiose;

f) cammini riconosciuti dalla Regione ai sensi dell’articolo 4;

g) cammini appositamente individuati come tali dalla Regione in quanto colleganti luoghi fra loro accomunati da significative manifestazioni di fede dei pellegrini, da fatti storici, culturali o da tradizioni popolari ricostruibili e documentate, nonché da aspetti naturalistici, paesaggistici ed enogastronomici.

4. I cammini di cui alla presente legge garantiscono la universale accessibilità agli utenti in sicurezza e la fruibilità dei medesimi da parte delle persone con disabilità, anche visiva.

5. I cammini di cui al presente articolo sono inseriti nel Catasto regionale dei Cammini di Calabria di cui all’articolo 5.

 

Art. 3

(Gestione dei Cammini di Calabria)

1. La gestione dei Cammini di Calabria compete a coloro che sono individuati come gestori nel provvedimento di riconoscimento.

2. Gli interventi di ricognizione e individuazione, di segnalazione e manutenzione, ivi compresi quelli di ripristino e la realizzazione dei tracciati di collegamento fra cammini, sono realizzati, salvi i diritti di terzi:

a) dagli enti locali, dagli enti gestori delle aree naturali protette regionali, dagli enti parco regionali, dalle Associazioni Pro Loco di cui alla legge regionale 19 novembre 2020, numero 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco), dai gruppi di azione locale istituiti ai sensi della vigente normativa dell’Unione europea;

b) da associazioni rappresentative del settore turistico, culturale, agricolo e da enti ecclesiastici;

c) da enti e associazioni del Terzo settore;

d) da consorzi di gestione, costituiti su base volontaria, fra soggetti di cui alle lettere a), b), c).

3. Ai soggetti gestori dei cammini competono, altresì, la realizzazione di attività di promozione, informazione, comunicazione e animazione turistica dei cammini, finalizzate a incentivarne la fruizione nel rispetto delle direttive regionali.

4. L’universale accessibilità di cui all’articolo 2, comma 4, comporta l’obbligo dei soggetti responsabili della gestione di garantire il superamento delle barriere architettoniche, quando ciò risulta tecnicamente e logisticamente fattibile, rendendo, comunque, con ogni mezzo utile e sicuro, i cammini fruibili da persone con disabilità avvalendosi anche della collaborazione delle associazioni rappresentative di tali soggetti.

5. L’inserimento di eventuali tratti di viabilità privata nell’itinerario dei cammini di cui alla presente legge avviene con le modalità stabilite dalla legge applicabile, nonché tramite convenzioni da stipularsi anche tra i proprietari di eventuali tratti della viabilità privata e i gestori dei cammini; se necessita o richiesto dal proprietario privato si usano strutture di separazione a basso impatto visivo e sono allestiti passaggi in sicurezza per i camminatori che non compromettano la proprietà privata.

6. La segnaletica ufficiale di ogni cammino riconosciuto è conforme a quanto stabilito nel regolamento di attuazione. Ove possibile, è fatto uso di segnaletica in braille e QR-code da apporre nella parte superiore della segnaletica in pietra per l’utilizzo dell’App ufficiale del cammino.

7. I soggetti gestori dei Cammini di Calabria iscritti nel Catasto di cui all’articolo 5, riportano nella pagina iniziale del sito ufficiale, nell'App ufficiale e sulle proprie pagine di social network, il logo della Regione Calabria con la dicitura "Cammino di Calabria”.

8. I gestori dei cammini possono:

a) siglare protocolli di intesa con gli enti locali e ogni altro ente o impresa o altri soggetti che offrano e garantiscano servizi all’interno del cammino;

b) siglare protocolli d' intesa e concedere in uso i loghi di riconoscimento del cammino a imprenditori e imprese del territorio ai fini di una maggiore connessione tra imprese-servizi e cammini;

c) siglare protocolli d'intesa, al fine del coinvolgimento nel percorso dei cammini, con le unioni o associazioni nazionali di protezione sociale dei diversamente abili, con associazioni nazionali che abbiano come primario obiettivo la tutela e conservazione delle aree naturali, boschive, agricole, di interesse culturale, artistico e archeologico, nonché con le diocesi attraversate da cammini religiosi, nonché con autorità di altre confessioni religiose.

 

Art. 4

(Riconoscimento dei Cammini di Calabria)

1. La Giunta regionale riconosce i cammini o su propria iniziativa, sentito il Coordinamento dei Cammini di Calabria di cui all’articolo 11, oppure a istanza degli enti di cui all’articolo 3, comma 2.

2. L’istanza di riconoscimento, redatta secondo le modalità e i termini previsti dal regolamento di cui all’articolo 12, contiene:

a) il tracciato cartografico del cammino di cui si chiede il riconoscimento, la relativa cartografia, le tracce gps, le informazioni dettagliate sull’anagrafica del cammino, sul numero e la descrizione delle tappe e sugli attraversamenti dei borghi;

b) una relazione sull’accessibilità e la fruibilità del cammino, con indicazione delle tappe e delle strutture di pubblico servizio presenti lungo il percorso e dei tempi medi di percorrenza per categoria di utenti;

c) le informazioni necessarie a evidenziare il legame storico, culturale, religioso, naturalistico, ambientale, paesaggistico, enogastronomico, popolare, fra i luoghi e le caratteristiche dei luoghi interessati dall'itinerario;

d) l'indicazione dell’ente gestore;

e) il piano di utilizzo del cammino;

f) la segnaletica ufficiale di riconoscimento utilizzata e il logo del cammino;

g) l’indicazione del sito web del cammino al fine di verificare tutte le informazioni contenute nell’istanza di riconoscimento.

 

Art. 5

(Catasto dei Cammini di Calabria)

1. Entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, presso il Dipartimento competente in materia di turismo, con le risorse umane e strumentali e senza oneri a carico del bilancio regionale, è istituito il Catasto regionale dei Cammini di Calabria, cui sono iscritti i cammini di cui all’articolo 2.

2. Il Catasto è tenuto e aggiornato con le modalità e i termini stabiliti dalla Giunta regionale con il regolamento di cui all’articolo 12, previa condivisione con il Coordinamento di cui all’articolo 11, ed è pubblicato in apposita sezione dei siti istituzionali regionali, in modo da garantire il libero accesso dei dati in esso contenuti.

3. In sede di prima implementazione il Catasto dei Cammini di Calabria tiene conto del Catasto regionale dei sentieri redatto dal CAI.

 

Art. 6

(Promozione dei Cammini di Calabria)

1. Nell’ambito dell’attività di promozione regionale la Giunta regionale, senza incidere sulle risorse autonome, sentito il Coordinamento regionale dei Cammini di Calabria e gli enti e le associazioni di riferimento, promuove i cammini di cui alla presente legge.

2. Per le finalità di cui al comma 1, gli atti di programmazione economica e finanziaria regionale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni dell’Unione europea e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, possono prevedere programmi, progetti, misure e iniziative sul territorio per la conoscenza, promozione e valorizzazione dei cammini di cui alla presente legge, individuando le risorse da utilizzare.

3. Utilizzando le risorse nazionali e comunitarie disponibili e compatibili in osservanza delle disposizioni dell’Unione europea e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà e nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato, la Regione può finanziare progetti e riconoscere contributi ai soggetti di cui all’articolo 3 per:

a) la costruzione, il recupero, l’ampliamento e l’ammodernamento di strutture necessarie per favorire e incentivare la conoscenza, la tutela e valorizzazione dei cammini e dei beni culturali e religiosi ricadenti nelle aree limitrofe, nonché per l’accoglienza dei pellegrini e di quanti utilizzano gli stessi cammini;

b) l’installazione di impianti destinati a salvaguardare e incrementare la fruibilità dei cammini;

c) la promozione della banca dati e della digitalizzazione dei Cammini di Calabria;

d) lo svolgimento di manifestazioni e iniziative atte a valorizzare il patrimonio storico, artistico, monumentale, agricolo, forestale ed enogastronomico, nonché le attività di comunicazione e informative connesse;

e) gli interventi di ricognizione e individuazione, di segnalazione e manutenzione, ivi compresi quelli di creazione e rispristino di cammini turistici e per la realizzazione dei tracciati di collegamento fra cammini, in funzione della iscrizione nel Catasto dei Cammini di Calabria;

f) iniziative per la conoscenza e fruibilità da parte dei turisti dei Cammini di Calabria, in funzione dello sviluppo lento, con la promozione della vacanza a piedi.

4. I contributi di cui al comma 3 sono concessi nel pieno rispetto delle condizioni previste dal regolamento (UE) numero1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 relativo all'applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea agli aiuti “de minimis”, ovvero del regolamento (UE) numero 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 di esenzione, che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato comune in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato, nonché di ogni altra norma vigente in materia.

5. Per favorire la promozione e agevolare la gestione dei cammini di cui alla presente legge, la Regione può stipulare, con le risorse umane e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza maggiori oneri a carico del bilancio regionale, accordi con associazioni, fondazioni o altre organizzazioni, che hanno tra i propri scopi statutari, anche se non in forma esclusiva, la promozione o la valorizzazione di itinerari religiosi, naturalistici, enogastronomici e culturali e la loro salvaguardia e ripristino.

 

Art. 7

(Valorizzazione dei Cammini di Calabria)

1. Al fine di ottimizzare la competitività dell'offerta regionale dei cammini e consentire la realizzazione di un sistema di rete tra i cammini, la Regione, negli ambiti degli strumenti di programmazione e promozione turistica, culturale, enogastronomica e ambientale, nei limiti massimi delle risorse nazionali e comunitarie disponibili, in osservanza delle disposizioni dell’Unione europea e nel rispetto dei principi di concertazione e sussidiarietà, può individuare misure per:

a) promuovere la creazione di una banca dati informatica regionale dei Cammini di Calabria;

b) promuovere la creazione di una piattaforma per la raccolta, indicizzazione e fruizione dei dati geo referenziati e lo sviluppo di servizi innovativi in ottica smart tourism;

c) promuovere soluzioni tecnologiche IoT per la gestione e valorizzazione dei cammini;

d) favorire progetti strategici per il miglioramento della qualità dei cammini e dei servizi a essi correlati;

e) favorire l’introduzione di infrastrutture a sostegno della transizione energetica e la mobilità con mezzi elettrici;

f) implementare azioni volte a garantire la più ampia integrazione delle componenti ambientali, paesaggistiche, religiose con le attività agricole, enogastronomiche, artigianali e culturali;

g) promuovere e pubblicizzare con canali idonei, sul sito istituzionale e su altri siti tematici esistenti, il Catasto dei Cammini di Calabria istituito e disciplinato dall’articolo 5;

h) promuovere intese con altre Regioni e accordi con enti locali, con enti religiosi e con altri soggetti pubblici e privati;

i) realizzare un sistema di rete tra i cammini individuando tracciati di possibili collegamenti tra gli stessi;

j) promuovere iniziative e azioni dirette all’inserimento dei cammini calabresi che interessano almeno in parte il territorio della Regione tra gli itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa.

 

Art. 8

(Carta dell’escursionista)

1. È istituita la Carta dell’escursionista, documento che permette a chi percorre i Cammini di Calabria di avere un riconoscimento nei luoghi che attraversa o in cui alloggia e usufruisce dei servizi.

2. La Carta dell’escursionista:

a) reca sulla pagina di copertina il logo della Regione Calabria, la dicitura “Cammino di Calabria”, l’identificazione del cammino per cui è rilasciata e dell’ente gestore del cammino e l’elenco dei comuni e dei borghi ricadenti nell’itinerario;

b) presenta appositi spazi in cui apporre il timbro dei comuni, dei borghi e delle strutture ricettive attraversati;

c) può essere rilasciata anche in formato elettronico, contenente le informazioni di cui alle lettere a) e b) e, in tal caso, è associata all’App ufficiale dei Cammini di Calabria.

 

Art. 9

(Punti di sosta e di ristoro)

1. Lungo i cammini sono utilizzabili i fabbricati esistenti, anche non funzionali, dietro presentazione di istanza o di progetto complessivo al competente Comune, per la realizzazione di punti di sosta e di ristoro opportunamente attrezzati, comunque nel rispetto della proprietà pubblica e privata, delle norme urbanistiche ed edilizie e delle norme di tutela dei beni culturali e del paesaggio.

2. Gli immobili di cui al comma 1 sono utilizzati per la sosta e la somministrazione anche non assistita di prodotti per l’alimentazione delle persone e degli animali al seguito delle stesse, nel rispetto della normativa statale e regionale in materia.

3. Fermo restando quanto previsto dal comma 1, gli immobili e i beni nella disponibilità della Regione Calabria, delle province, della Città metropolitana di Reggio Calabria, degli enti locali o di altri soggetti pubblici, non più utilizzati e posti nelle vicinanze dei cammini, possono essere concessi in uso ai gestori del cammino senza oneri a carico degli enti, alle associazioni rappresentative del settore escursionistico o alle imprese agricole o agrituristiche, nonché alle imprese turistiche che ne facciano richiesta per l’utilizzo o l’adattamento in punti di sosta e di ristoro, nel rispetto della normativa urbanistica ed edilizia vigente.

4. Gli immobili e i beni di cui al comma 3 possono essere concessi in uso gratuito secondo quanto previsto dalla vigente normativa statale e regionale e nel rispetto delle disposizioni contenute nei regolamenti dei singoli enti.

5. Lungo il tracciato dei cammini, nella parte extraurbana, in una fascia di ampiezza non superiore ai trecento metri lineari rispetto al tracciato del cammino, rispettando gli adempimenti prescritti dalla normativa edilizia e urbanistica, a cura dell’Ente gestore e senza alcun nuovo o maggiore onere a carico del bilancio regionale, possono essere dislocati manufatti in legno ancorati a terra privi di opere di fondazione destinati alla fornitura di servizi agli utenti dell'itinerario, con prevalenza dell’utilizzo e della vendita di prodotti agricoli a chilometri zero e prodotti alimentari legati alle attività agricole e alla tipicità del territorio, nel rispetto della normativa edilizia e urbanistica vigente. I tracciati dei cammini e l’app della rete dei Cammini di Calabria segnalano la presenza delle aziende agrituristiche e delle fattorie didattiche e sociali iscritte nei relativi elenchi della Regione Calabria e, tramite manifestazione di interesse da parte del Dipartimento regionale competente in materia di agricoltura, delle imprese agricole che esercitano la vendita diretta di prodotti agricoli ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, numero 228 (Orientamento e modernizzazione del settore agricolo) ovvero che svolgono attività di enoturismo ai sensi del decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo 12 marzo 2019, numero 2779 (Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica), dei punti di vendita diretta di tali imprese agricole, di mercati riservati alla vendita diretta dei prodotti agricoli, di agricamping.

 

Art. 10

(Dichiarazione di pubblico interesse regionale)

1. I percorsi compresi nei cammini riconosciuti ai sensi della presente legge sono considerati di interesse pubblico regionale in relazione alle funzioni e ai valori naturalistici, paesaggistici, archeologici, culturali, sociali, ambientali, storici, religiosi e di tutela del territorio.

2. Prima dell'inserimento nei cammini di tratti di proprietà privata, la Regione promuove il ricorso alla stipula di accordi d'uso ai sensi dell'articolo 11 della legge 7 agosto 1990, numero 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), tra gli enti competenti e i proprietari o titolari di altri diritti reali, per definire le modalità di transito e le limitazioni connesse alle condizioni del percorso nei tratti di proprietà privata. Nelle aree naturali protette gli accordi sono stipulati con i relativi enti di gestione.

 

Art. 11

(Coordinamento dei Cammini di Calabria)

1. Con deliberazione della Giunta regionale, su proposta degli assessori con delega all’agricoltura, al turismo, all’ambiente e alla cultura, è costituito il Coordinamento dei Cammini di Calabria, avente funzioni consultive e di raccordo.

2. Il Coordinamento è presieduto dal Segretario generale della Giunta regionale o suo delegato ed è composto, previsa intesa con gli enti di appartenenza estranei all’amministrazione regionale e su designazione dei medesimi:

a) dai dirigenti generali dei dipartimenti competenti in materia di agricoltura, turismo, cultura, ambiente, attività produttive o loro delegati;

b) da due rappresentanti delle aree naturali protette regionali, scelti garantendo il principio di turnazione;

c) dai responsabili delle Guide ufficiali dei Parchi nazionali della Calabria;

d) da rappresentanti di associazioni di categoria, della CEC, di organismi, associazioni rappresentative degli agricoltori e operatori turistici individuati dalla Giunta regionale;

e) dal responsabile/delegato ecclesiale nazionale del turismo religioso della CEI o suo delegato;

f) dal responsabile nazionale dell’Associazione Italiana Guide Ambientaliste Escursioniste (AIGAE);

g) da un rappresentante della sezione regionale del CAI;

h) da un componente della Federazione Italiana Escursionismo (FIE);

i) dai rappresentanti delle associazioni promotrici dei cammini.

3. La composizione del Coordinamento può essere integrata o modificata dalla Giunta regionale con deliberazione che individua anche le modalità di designazione, revoca e sostituzione dei membri.

4. I componenti del Coordinamento svolgono tale ruolo a titolo gratuito, e senza alcun rimborso spese, sono nominati con decreto del Presidente della Regione, restano in carica per la durata della legislatura e possono essere riconfermati.

5. L’attività di supporto al Coordinamento è assicurata dal Dipartimento competente in materia di turismo, d’intesa con il Dipartimento competente in materia di agricoltura, avvalendosi anche di personale estraneo all’amministrazione che abbia particolare competenza in materia di cammini ma, in ogni caso, senza alcun maggiore onere a carico del bilancio regionale e senza alcun rimborso spese.

 

Art. 12

(Regolamento di attuazione)

1. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore con delega in materia di turismo, di concerto con gli assessori con delega in materia di cultura, agricoltura e ambiente, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplina con regolamento:

a) le modalità e i requisiti richiesti per la costituzione e il riconoscimento dei gestori dei cammini, nonché le regole per il loro funzionamento;

b) le modalità di presentazione dell'istanza di cui all’articolo 4, comma 2, e i criteri per la costituzione dei cammini;

c) i requisiti infrastrutturali e i requisiti qualitativi e quantitativi dei servizi forniti e dell'accoglienza;

d) le modalità e i termini per provvedere all’installazione e all’adeguamento della segnaletica orizzontale e verticale del tragitto e le caratteristiche tecniche della segnaletica da installare lungo i cammini;

e) le caratteristiche di sicurezza necessarie per consentire le diverse tipologie di fruizione;

f) le caratteristiche dell’App ufficiale della rete dei Cammini calabresi;

g) i requisiti per ottenere la Carta dell’escursionista e le relative modalità di rilascio;

h) l’indicazione delle regole comportamentali e dei diritti e doveri dei possessori della Carta dell’escursionista;

i) criteri e modalità per l’individuazione degli immobili di cui all’articolo 9, comma 3;

j) le modalità per la costituzione, il riconoscimento e il funzionamento dei consorzi di gestione dei cammini che tengano conto della coerenza territoriale, del grado di rappresentatività degli enti e associazioni consorziati rispetto ai territori interessati dai cammini, nonché del non perseguimento di fini di lucro;

k) le caratteristiche grafiche e le modalità di utilizzo del logo dei Cammini di Calabria.

2. Nella redazione del regolamento di attuazione la Giunta regionale tiene conto di quanto previsto dall’articolo 2, comma 2.

 

Art. 13

(Norma di rinvio)

1.È fatta salva la specifica disciplina di tutela per l’attraversamento di parchi e aree naturali protette, statali e regionali, come definita dalla legislazione di settore.

 

Art. 14

(Abrogazioni)

1.È abrogata la legge regionale 31 dicembre 2015, numero 36 (Valorizzazione e potenziamento del turismo religioso e del sistema dei Santuari Mariani presenti sul territorio calabrese). Restano salvi i provvedimenti adottati prima dell’entrata in vigore della presente legge in esecuzione delle norme abrogate.

 

Art. 15

(Clausola di invarianza finanziaria)

1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

(Allegati)

Proposta di legge numero 110/12^ di iniziativa dei consiglieri regionali Mancuso e Fedele, recante: “Istituzione del Garante regionale per la tutela delle vittime di reato” (deliberazione consiliare numero 179)

Art. 1

(Finalità e istituzione)

1. La Regione, al fine di promuovere la piena attuazione dei diritti e degli interessi delle persone vittime di reato, secondo i principi della direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012 in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato, istituisce, presso il Consiglio regionale, il Garante regionale per la tutela delle vittime di reato, di seguito denominato Garante.

2. Il Garante è eletto dal Consiglio regionale e, nell’esercizio delle proprie funzioni, non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico o funzionale e svolge con imparzialità la propria attività in piena autonomia organizzativa e amministrativa e con indipendenza di giudizio e di valutazione.

 

Art. 2

(Beneficiari degli interventi)

1. Il Garante opera a favore delle persone fisiche, residenti nel territorio regionale, vittime di reati previsti dal Codice penale, commessi nel territorio nazionale.

2. Si intende per vittima del reato di cui al comma 1 la persona offesa dal reato e, qualora questa sia deceduta, i parenti entro il secondo grado, il coniuge, chi è legato alla persona offesa dal vincolo di adozione e chi, pur non essendo coniuge, era con essa stabile convivente.

 

Art. 3

(Funzioni)

1. Il Garante svolge le seguenti funzioni:

a) fornisce assistenza, pronta e gratuita, alle vittime di reato, e in particolare alle vittime in condizioni di vulnerabilità di cui all’articolo 90-quater del codice di procedura penale mediante le informazioni indicate nel comma 2;

b) esegue una mappatura dei diversi soggetti e organismi che operano, a vario titolo, sul territorio calabrese, al fine di offrire sostegno, assistenza, protezione di carattere sanitario, sociale, legale, psicologico alle vittime, nonché dei diversi soggetti che, sul tema del sostegno alle vittime e della diffusione della legalità, realizzano interventi di sensibilizzazione, formazione, educazione, mediazione penale e giustizia riparativa;

c) collabora con le competenti strutture regionali e degli enti del sistema regionale per un efficace accesso delle persone vittime di reato a trattamenti assistenziali e psicologici adeguati;

d) segnala, anche di propria iniziativa, alle autorità competenti atti, commenti o atteggiamenti offensivi e lesivi della dignità della persona e situazioni accertate di violazione dei diritti, nonché casi in cui le misure adottate non risultano adeguate alla tutela della vittima di reato;

e) promuove la collaborazione con il Garante per la protezione dei dati personali al fine di rendere effettiva la corretta applicazione della legislazione esistente in materia di trattamento dei dati personali e sensibili a tutela dei soggetti di cui all’articolo 2;

f) promuove azioni affinché sia garantita l’effettiva disponibilità e accessibilità sul territorio regionale di strutture per l’orientamento e l’assistenza delle vittime;

g) può proporre alle amministrazioni competenti misure atte a migliorare la funzionalità dell’attività amministrativa e segnalare eventuali condotte omissive;

h) può intervenire nei procedimenti amministrativi, ai sensi dell’articolo 9 della legge 7 agosto 1990, numero 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi) per assicurare ai soggetti di cui all’articolo 2 la conoscenza degli atti amministrativi e giudiziari e il rispetto delle procedure e dei termini di definizione;

i) promuove iniziative a favore delle vittime di reato in collaborazione con gli enti locali, le aziende sanitarie provinciali, le istituzioni scolastiche, la magistratura ordinaria e minorile, le altre istituzioni nonché le associazioni, con particolare riferimento associazioni non aventi scopo di lucro che, a qualsiasi titolo, operano negli ambiti e per le finalità di cui alla presente legge;

j) promuove la formazione e l’aggiornamento degli operatori dei servizi sociali e della polizia locale, e favorisce e promuove la stipulazione di intese con le autorità statali competenti affinché a tale formazione possano partecipare anche gli operatori delle Forze dell’ordine;

k) promuove attività informative sul territorio, anche tramite i servizi sociali dei comuni e le associazioni che svolgono azioni di tutela delle persone vittime di reato, finalizzate alla conoscenza dei doveri e dei diritti e allo sviluppo di politiche di prevenzione a tutela delle persone più esposte al rischio di attività criminose;

l) favorisce e promuove politiche di prevenzione, protezione, sostegno, tutela, inserimento e reinserimento a favore dei soggetti di cui all’articolo 2, anche al fine di consentire percorsi di recupero dell’autonomia materiale e psicologica.

2. Il Garante informa i soggetti di cui all’articolo 2 che ne fanno richiesta in merito a:

a) tempi, modi e luoghi relativi alla presentazione della denuncia o della querela;

b) forme di assistenza psicologica, sanitaria, socioassistenziale, economica e legale, che si possono ricevere e gli organismi ai quali rivolgersi per ottenerle, tra i quali gli ordini professionali di riferimento, anche per quanto attiene il patrocinio a spese dello Stato per i non abbienti, nonché le modalità di risarcimento dei danni patrimoniali o non patrimoniali subiti e di erogazione di altri eventuali benefici da parte dello Stato, della Regione e di altri enti;

c) misure di assistenza e aiuto previste dalla legislazione regionale, con particolare riferimento alla legge regionale 12 novembre 2004, numero 28 (Garante per l’infanzia e l’adolescenza), alla legge regionale 29 gennaio 2018, numero 1 (Istituzione del Garante regionale delle persone detenute o private della libertà personale), alla legge regionale 26 aprile 2018, numero9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ’ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza).

3. Per le attività di cui al presente articolo il Garante promuove intese e collaborazioni con enti ed istituzioni, tra i quali gli ordini professionali, e si coordina con il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, le altre autorità di garanzia e con l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere istituito con legge regionale 23 novembre 2016, numero38.

 

Art. 4

(Elezione, requisiti, durata in carica, incompatibilità e revoca)

1. Il Garante è eletto dal Consiglio regionale con deliberazione adottata a maggioranza dei due terzi dei consiglieri assegnati. In mancanza di raggiungimento del quorum, dalla terza votazione, l’elezione avviene a maggioranza semplice dei consiglieri assegnati.

2. Il Garante dura in carica cinque anni e può essere rieletto una sola volta.

3. Alla scadenza del mandato, le funzioni sono prorogate di diritto fino all’insediamento del nuovo organo e comunque per un periodo di tempo non superiore a sessanta giorni, entro il quale viene eletto il nuovo Garante.

4. In sede di prima applicazione, l’avviso pubblico per la presentazione delle candidature è pubblicato, a cura del Presidente del Consiglio regionale, sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC) entro sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge. Successivamente, l’avviso pubblico è pubblicato entro trenta giorni dalla scadenza del mandato.

5. Può essere eletto Garante chi sia in possesso del titolo di laurea magistrale ovvero di diploma di laurea secondo il precedente ordinamento, con particolari competenze ed esperienze professionali nel settore.

6. Al Garante si applicano le cause di ineleggibilità e di incompatibilità previsti dalla legislazione regionale per i consiglieri regionali.

7. Qualora, successivamente alla nomina, sopravvenga una causa di incompatibilità di cui al comma 6, il Presidente del Consiglio regionale invita l’interessato a rimuovere tale causa entro quindici giorni; se questi non ottempera all’invito, lo dichiara decaduto dalla carica e ne dà immediata comunicazione al Consiglio regionale per poter procedere ad una nuova elezione.

8. Il Consiglio regionale, con deliberazione assunta con la maggioranza prevista per l’elezione e con le stesse modalità, può revocare il Garante per gravi o ripetute violazioni di legge o per accertata inefficienza.

9. In caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, il Garante non cessa dalle funzioni e rimane in carica fino alla scadenza di cui al comma 2.

 

Art. 5

(Struttura organizzativa)

1. Il Garante ha sede in Reggio Calabria presso il Consiglio regionale. Altre sedi distaccate possono essere istituite in uffici di proprietà regionale o concessi, a titolo gratuito, da altre pubbliche amministrazioni.

2. Alla dotazione organica, ai locali e ai mezzi necessari per il funzionamento del Garante provvede, sentito lo stesso Garante, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio nell’ambito della dotazione organica del Consiglio regionale. Il personale assegnato dipende funzionalmente dal Garante e non ha diritto ad alcuna indennità di struttura.

3. Il Garante, per l’esercizio delle proprie funzioni, può avvalersi, altresì, della collaborazione dei soggetti e degli uffici di cui all’articolo 3, comma 3, nonché della polizia locale, previa intesa con i comuni, con la Città metropolitana di Reggio Calabria e con le province calabresi.

 

Art. 6

(Rete multidisciplinare di supporto e tutela delle vittime di reato)

1. Entro due anni dall'istituzione della figura del Garante, è istituita, con il supporto della struttura organizzativa di cui all’articolo 5 e senza nuovi oneri a carico del bilancio regionale, la Rete multidisciplinare di supporto e tutela delle vittime di reato, organismo consultivo del Garante composto dai rappresentanti delle associazioni, organizzazioni, servizi, e, previa intesa, delle istituzioni che, a vario titolo, operano sul territorio regionale, ai fini della tutela, del supporto e della protezione delle vittime di reato.

2. Il Garante, nell’elaborazione delle linee di indirizzo degli interventi a favore delle vittime di reato, si avvale del supporto della Rete multidisciplinare.

 

Art. 7

(Trattamento economico)

1. Al Garante spettano l’indennità di funzione, il rimborso spese e il trattamento di missione nella misura prevista per il difensore civico dall'articolo 9 della legge regionale 16 gennaio 1985, numero 4 (Istituzione del difensore civico per la Regione Calabria).

2. Al Garante spetta, in caso di missione per l'espletamento delle proprie funzioni anche nell'ambito del territorio regionale, il rimborso delle relative spese, autorizzate, di volta in volta, dal Presidente del Consiglio regionale, nei limiti dei fondi assegnati alla presente legge ai sensi dell'articolo 9.

 

Art. 8

(Clausola valutativa)

1. Il Consiglio regionale esercita il controllo sull’attuazione della presente legge e ne valuta gli esiti per la tutela delle vittime di reato. A tal fine, il Garante presenta una relazione annuale che informa sui seguenti aspetti:

a) lo stato di attuazione delle funzioni previste all’articolo 3 e le risorse umane e finanziarie impiegate;

b) le attività svolte, le forme di collaborazione attivate con altri soggetti pubblici e privati e i risultati raggiunti;

c) le criticità emerse nella realizzazione degli interventi e le indicazioni sulle loro possibili soluzioni;

d) l’entità e la gravità delle violazioni dei diritti dei soggetti di cui all’articolo 2 emerse nell’esercizio delle funzioni previste.

2. Il Consiglio regionale esamina la relazione annuale e la rende pubblica unitamente agli eventuali documenti del Consiglio che ne concludono l’esame. La relazione è pubblicata sul BURC.

 

Art. 9

(Disposizioni finanziarie)

1. Agli oneri derivanti dall’attuazione della presente legge, determinati nel limite massimo di 32.600,34 euro per l’esercizio finanziario 2023 e nel limite massimo di 35.564,00 euro per gli esercizi 2024 e 2025, si provvede con le risorse disponibili al Programma U.20.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2023 - 2025, che presenta la necessaria disponibilità e viene ridotto del medesimo importo.

2. Le somme indicate nel precedente comma sono contestualmente allocate alla Missione 1, Programma 01 (U.01.01) “Organi istituzionali” dello stato di previsione della spesa di bilancio di previsione 2023-2025.

3. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2023- 2025.

4. Alla copertura finanziaria degli oneri per le annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle effettive disponibilità di risorse autonome per come stabilite nella legge di stabilità regionale.

(Allegati)

Proposta di legge numero 152/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Ratifica dell'intesa tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l'istituzionalizzazione della conferenza delle Regioni e delle Province autonome - Deliberazione di Giunta regionale numero 6 del 12/01/2023” (deliberazione consiliare numero 180)

Art. 1

(Oggetto e finalità)

1. Ai sensi dell'articolo 117, ottavo comma, della Costituzione e dell'articolo 3, comma 1, della legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della Regione Calabria) è ratificata l'Intesa, allegata alla presente legge, sottoscritta il 6 dicembre 2022 tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano per l'istituzionalizzazione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Art. 2

(Efficacia dell'Intesa)

1. L'Intesa di cui all'articolo 1 acquista efficacia alla data di entrata in vigore dell'ultima legge regionale di ratifica.

Art. 3

(Partecipazione al CINSEDO)

1. La Regione conferma il proprio contributo annuale a favore del Centro Interregionale Studi e Documentazione (CINSEDO), con sede in Roma, a titolo di quota associativa.

Art. 4

(Norma finanziaria)

1. Gli oneri derivanti dall'attuazione delle disposizioni contenute all'articolo 3, quantificati in 199.908,00 euro per ciascuna delle annualità 2023-2025, trovano copertura a valere sulle risorse stanziate alla Missione 01, Programma 01 (U.01.01) delle annualità del bilancio di previsione 2023-2025.

2. Alla copertura degli oneri afferenti agli esercizi successivi all'anno 2025 si provvede in sede di approvazione del bilancio di previsione.

Art. 5

(Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 115/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR) - Deliberazione di Giunta regionale numero 33 dell’1/02/2023” (deliberazione consiliare numero 181)

Il Consiglio regionale

premesso che:

·         l’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;

·         la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma 5, lettera b) dello Statuto;

visti:

·         l’articolo 9 della legge regionale 16 maggio 2013, numero 24 (Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità), che ha istituito l’Ente per i Parchi Marini Regionali;

·         la legge regionale numero 8/2002;

·         l'articolo 54, comma 5, lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, numero 25 (Statuto della regione Calabria);

·         il decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi);

vista la deliberazione della Giunta regionale numero 33 del 1° febbraio 2023, recante: "Bilancio di previsione 2023-2025 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR)- Trasmissione proposta al Consiglio Regionale per gli atti di competenza";

visto il decreto numero 1 del 10 gennaio 2023 del Commissario dell’Ente per i Parchi Marini Regionali, con cui è stata approvata la proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Ente, allegato al presente atto quale parte integrante e sostanziale;

atteso che il Revisore unico dei conti dell’Ente, con verbale numero 1 del 9 gennaio 2023, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha rilevato la coerenza, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;

·         ha verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, delle norme del d.lgs. 118/2011 e dei relativi principi contabili applicati numero 4/1 e numero 4/2 allegati al predetto decreto;

·         ha espresso parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2023- 2025 e sui documenti allegati;

considerato che il Dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, nell’ambito dell’istruttoria di competenza (prot. numero 23597 del 19 gennaio 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha verificato che il bilancio previsionale armonizzato 2023-2025 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali è stato redatto secondo lo schema di bilancio di cui all’articolo 9 del decreto legislativo numero118/2011;

·         ha evidenziato che, per il bilancio 2023-2025, non può ancora trovare applicazione la normativa sul contenimento della spesa di cui alla legge regionale numero 43/2016, atteso che i parametri di riferimento sono le "spese sostenute nell'anno in cui si è verificata l'assoluta necessità di sostenere la spesa se l'anno di effettiva operatività dell'ente è successivo al 2014" e che, essendo l’ente divenuto operativo dall'1 gennaio 2018 , ad oggi, non si è verificata l'assoluta necessità di sostenere la spesa, poiché la struttura è priva di risorse umane proprie e, attualmente, per l'espletamento delle attività ad esso demandate, lo stesso si avvale del personale appartenente ai ruoli dell'Amministrazione regionale, che svolge la propria attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria, senza oneri a carico dell'ente;

·         relativamente alle somme derivanti dall’applicazione della legge regionale numero5/2021, pari a 407.201,74 euro, liquidate all’Ente con DDS numero 16775 del 20.12.2022, ha prescritto di effettuare la variazione al bilancio di previsione 2023-2025 e procedere con l’iscrizione delle somme dovute, dato che la concessione di ulteriori risorse è subordinata agli accertamenti, nel corso dell’anno 2023, derivanti dai canoni delle grandi derivazioni, secondo quanto disposto dall’articolo 26 della l.r. 5/2021;

·         ha espresso parere favorevole al bilancio di previsione armonizzato 2023-2025 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali;

tenuto conto che il Dipartimento regionale “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. numero 36500 del 26 gennaio 2023), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale,

·         ha verificato la sussistenza degli equilibri di bilancio per come definiti dal decreto legislativo 23 giugno 2011, numero 118;

·         ha prescritto all’Ente, in merito alle risorse finanziarie liquidate a proprio favore nell’esercizio 2022, di adottare le operazioni contabili necessarie alla corretta iscrizione delle stesse in bilancio approvando apposita variazione al bilancio di previsione 2023-2025 per come richiesto dal Dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”;

·         ha raccomandato all’Ente di verificare, durante l’intero periodo degli esercizi di cui al bilancio di previsione, la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove entrate di dubbia e difficile esazione, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi, adottando, se necessarie, apposite misure atte a salvaguardare gli equilibri di bilancio;

·         con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, ha raccomandato all’Ente, a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2022, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata;

·         preso atto dei pareri favorevoli del Revisore unico dei conti dell’Ente e del Dipartimento regionale “Territorio e Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sulle attività dell’Ente, fermi restando i rilievi, le raccomandazioni e le prescrizioni espresse nelle rispettive istruttorie dal Dipartimento vigilante e dallo stesso Dipartimento “Economia e Finanze”, ha ritenuto “possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2023-2025 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (EPMR) al Consiglio Regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8”;

preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 17 febbraio 2023, ha approvato il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali e i documenti ad esso allegati;

udito il relatore, consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate,

·         di approvare, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale numero8/2002, il bilancio di previsione 2023-2025 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali e i documenti ad esso allegati richiamati in premessa, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione.

(Allegati)