XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 18
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SEDUTA Di LUNEDì 28 NOVEMBRE 2022
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Presidenza
del presidente Filippo Mancuso
La
seduta inizia alle 17.13
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della
seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Onorevole Presidente della Giunta, Assessori, colleghi, prima di avviare i lavori odierni, doverosamente esprimo, a nome del Consiglio regionale della Calabria, sentimenti di cordoglio alle famiglie delle vittime e di vicinanza e solidarietà alla comunità di Ischia colpita dal violento nubifragio. Contemporaneamente, il Consiglio regionale della Calabria esprime gratitudine alle donne e agli uomini impegnati, con abnegazione e coraggio, nelle attività di soccorso.
Sono eventi che ribadiscono l'urgenza di intervenire, ognuno per la propria responsabilità, per fronteggiare sia il rischio del dissesto idrogeologico, che riguarda gran parte del territorio italiano, sia le cause dei cambiamenti climatici, che hanno effetti disastrosi sull'atmosfera del nostro pianeta e sulle vite di tutti noi.
Su queste tragiche vicende in Italia è necessario un cambio di passo, per garantire la sicurezza dei cittadini non solo nell'emergenza, e non c'è dubbio che la prevenzione sia il rimedio indispensabile, su cui concentrare le politiche nazionali e locali e le risorse che occorrono per tutelare efficacemente ambiente e territorio.
In memoria delle vittime osserviamo un minuto di raccoglimento.
(I
presenti, levatisi in piedi, osservano un minuto di silenzio)
Avviamo i lavori della seduta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Presidente, saluto lei, il Presidente della Giunta, la Giunta e tutti i colleghi.
Propongo l'inversione dell'ordine del giorno, considerato che la seduta è dedicata, più che altro e soprattutto – credo - all'ottavo punto che è l'assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2022-2024. Presidente, quindi, vista l'importanza dell’argomento, propongo che la proposta di legge numero 130/12^ di iniziativa della Giunta regionale, possa essere discussa al primo punto dell'ordine del giorno. Grazie, Presidente.
Consigliere, la proposta di legge, però, la mettiamo al secondo punto all'ordine del giorno, perché al primo punto c’è la presa d’atto delle dimissioni del consigliere Irto.
Chiedo all’Aula di votare la richiesta d’inversione del punto all’ordine del giorno che è approvata.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno della mozione numero 37/12^.
In merito a quale tematica?
Riguarda una questione molto importante che probabilmente può essere anche condivisa con i consiglieri di minoranza. È in corso un avviso da parte del Ministero dell'ambiente, relativo a dei fondi che possono essere concessi ai Comuni in tema di risparmio energetico e che, caso unico, almeno sulla base delle nostre ricerche, prevede l’esclusione dei Comuni che sono in dissesto finanziario. Riteniamo che questo debba essere corretto e quindi chiedo l'inserimento della mozione all’ordine del giorno per approfondire la tematica in Aula. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà.
Presidente, solo per associarmi alla richiesta del consigliere Crinò, perché la mozione riguarda un problema che rischia di essere molto avvertito in Calabria. Si tratta di un bando PNRR che escluderebbe i Comuni in dissesto e in predissesto.
È la prima volta che succede che un bando PNRR escluda Comuni in predissesto e, considerato - come è noto a tutti – che molte delle Amministrazioni comunali degli Enti locali della nostra regione versano in questa condizione, la Calabria rischierebbe di perdere risorse per questo bando.
Per mio conto mi attiverò, anche, per le vie brevi per intervenire sul Governo e per verificare se si può rivedere questo bando.
Come sapete, il PNRR ha tempi e modalità molto stringenti, quindi, non è facile che si possa fare, ma credo che sia doveroso, da parte del governo regionale e anche da parte del Consiglio regionale verificare questa possibilità. Quindi, intervengo giusto per associarmi a questa richiesta, anzi per ringraziare il consigliere Crinò per aver posto questa questione, che è molto importante.
Grazie, presidente Occhiuto. Pongo in votazione la richiesta di inserimento della mozione all’ordine del giorno che è inserita.
Ha chiesto di intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo di poter inserire la mozione numero 39/12^ al fine di impegnare la Giunta regionale al riconoscimento dello stato di calamità naturale a seguito delle forti mareggiate che hanno interessato la costa tirrenica calabrese. Grazie.
Grazie, consigliera. Pongo in votazione la richiesta di inserimento della mozione all’ordine del giorno che è inserita.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, nella precedente seduta di Consiglio avevo chiesto l'inserimento all'ordine dei lavori di un ordine del giorno sulle iniziative promosse da Coldiretti contro il cibo sintetico, quindi, le chiedo di autorizzare l'inserimento all'ordine del giorno.
Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine dei lavori che è inserita.
Passiamo al primo punto all'ordine del giorno, relativo alla proposta di provvedimento amministrativo numero 93/12^ di iniziativa d'Ufficio, recante: “Presa d'atto delle dimissioni del consigliere regionale Irto”.
In data 21 novembre 2022 il consigliere Nicola Irto ha formalmente comunicato le proprie dimissioni dalla carica di consigliere regionale, acquisita al protocollo generale in pari data con numero 26371, e delle quali è stata data comunicazione nella seduta del Consiglio regionale del 21 novembre scorso.
Ai sensi dell'articolo 26, comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale, sulla presa d’atto delle dimissioni possono prendere la parola per non più di 5 minuti il consigliere dimissionario e un relatore per gruppo per dichiarazione di voto. Possono intervenire altri consiglieri solo per dichiarare la difformità del loro voto rispetto a quello del gruppo consiliare cui appartengono.
Non ci sono richieste di intervento, quindi, procediamo con la votazione per appello nominale sulla presa d'atto delle dimissioni.
Invito il segretario questore a fare la chiama, prego.
Fa la chiama.
Presidente, la dichiarazione di voto la faccio quando mi chiama?
Sì.
Continua la chiama.
Consigliere Mammoliti, può intervenire per dichiarazione di voto. Prego.
Grazie, Presidente. Intervengo, molto brevemente, a nome del gruppo del Partito Democratico, intanto per ringraziare il consigliere Irto per aver svolto in questi anni, con grande responsabilità ed equilibrio, ruoli di profilo istituzionale di primo piano e poi, sinceramente, anche a nome del gruppo, vorrei dire che questa scelta di Nicola, del senatore Nicola Irto, aiuta, dà prestigio e dà autorevolezza alle Istituzioni democratiche di questa nostra Regione per un elemento molto semplice: credo che chi viene chiamato a funzioni, in altre sedi, non può continuare a tenere le due postazioni.
Nicola Irto poteva farlo, come altri lo stanno facendo anche in quest'Aula, nulla quaestio, però credo che siano scelte politiche, etiche che danno profilo, consistenza e valore alle Istituzioni democratiche e alla politica. In questa regione noi possiamo fare tutte le scelte del mondo ma, se non partiamo dal dare autorevolezza e prestigio, credibilità alla politica e alle Istituzioni, tutto il resto, secondo me, è vago ed è secondario.
Quindi, a nome del gruppo, ringrazio Nicola Irto per il lavoro di sobrietà e di responsabilità istituzionale che ha svolto e apprezziamo questa scelta che dà veramente un segnale di rispetto e di attenzione verso la politica e verso le Istituzioni. Grazie.
Grazie, consigliere Mammoliti. Il Segretario questore può continuare a fare la chiama.
Continua a fare la chiama.
Comunico l'esito della votazione: consiglieri presenti e votanti 25; hanno detto sì: 25 consiglieri, nessuno contrario. Pertanto, la presa d'atto delle dimissioni del consigliere Irto è approvata con effetto immediato.
(Il
Consiglio prende atto delle dimissioni del consigliere Nicola Irto)
Passiamo al secondo punto posto all'ordine del giorno, così come stabilito, proposta di legge numero 130/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2022-2024”.
Cedo la parola al consigliere Montuoro per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie, Presidente. Buon pomeriggio a tutti. Un saluto al Presidente della Giunta, agli assessori, al Presidente del Consiglio, ai colleghi, alla stampa e agli intervenuti.
Il disegno di legge in oggetto è stato licenziato dalla Seconda Commissione nella seduta del 25 novembre ultimo scorso.
La Seconda Commissione ha dedicato due sedute all'esame e approvazione del provvedimento, la prima seduta è stata dedicata al dibattito generale sulla manovra e la seconda seduta all’esame e approvazione degli emendamenti e del provvedimento nel suo complesso. Ad entrambe le sedute hanno partecipato i Revisori dei conti, il dottor Nicita e il dottor Mazzulla, il dirigente generale del Dipartimento economia e finanza, il dottor De Cello, nonché il dirigente del Settore, la dottoressa Stefania Buonaiuto, che hanno illustrato il provvedimento e reso tutti i chiarimenti richiesti.
Ci ha onorato della sua presenza - la ringrazio nuovamente quest'oggi - l'assessore al bilancio nonché vicepresidente della Giunta regionale, la dottoressa Giusy Princi, che ringrazio, innanzitutto, per la grande attenzione che ha dedicato ai lavori della Commissione, per il grande coinvolgimento che ha voluto in quello che è stato poi tutto il lavoro propedeutico che ha portato all'approvazione del documento in Commissione e per il grande sostegno e la vicinanza che ha sempre dimostrato nei confronti di questa Commissione. Il ringraziamento è unanime da parte della Seconda Commissione che mi onoro di rappresentare.
Il Collegio dei revisori ha espresso il parere favorevole, numero 16 del 23/11/2022, con verbale numero 53 di pari data, che, ovviamente, trovate allegato agli atti.
Con il provvedimento in esame l'organo di governo propone le variazioni di carattere finanziario necessarie a modificare il valore presunto dei residui attivi e passivi del fondo pluriennale vincolato, del fondo cassa e del risultato di amministrazione, al fine di renderli conformi a quelli determinati con il rendiconto generale dell'anno 2021, approvato con delibera di Giunta regionale numero 265 del 30 giugno 2022.
Con riferimento al predetto rendiconto occorre sottolineare che non si è ancora concluso l'iter istruttorio per il rilascio del giudizio di parifica da parte della Corte dei conti, che dovrebbe essere reso in data primo dicembre prossimo.
Nonostante ciò, il comma 3 bis dell'articolo 50 del Decreto Legislativo numero 118 del 2011 dispone testualmente che: “Nelle more della conclusione del giudizio di parificazione del rendiconto dell’esercizio precedente da parte della Corte dei conti, i Consigli regionali e delle Province autonome di Trento e di Bolzano approvano la legge di assestamento del bilancio anche sulla base delle risultanze del rendiconto approvato dalla Giunta, fermo restando l'obbligo di apportare le eventuali variazioni di bilancio che si dovessero rendere necessarie a seguito dell'approvazione definitiva del rendiconto dopo la decisione di parificazione. In ogni caso, l'eventuale avanzo di amministrazione libero e quello destinato agli investimenti possono essere applicati al bilancio di previsione solo a seguito dell'approvazione con legge del rendiconto che ne certifica la sussistenza”.
Detta previsione legislativa ha consentito l'approvazione del disegno di legge oggi in discussione che, proprio in funzione di quanto esposto, ha natura, prevalentemente, tecnica perché contiene, come riportato una relazione tecnica di accompagnamento al provvedimento, le variazioni improcrastinabili necessarie a riportare nel bilancio le risultanze del rendiconto 2021, oltre a poche ulteriori variazioni tese a rafforzare gli equilibri di bilancio, ad affrontare alcune criticità legate ad alcuni stanziamenti di bilancio risultati carenti in sede di predisposizione del bilancio 2022-2024 o a far fronte a esigenze di natura improcrastinabile e per la risoluzione di alcune problematiche legate al territorio.
Ne cito alcune tra le più significative:
- variazione di 1.900.000 euro relative a spese per le attività dei Consorzi di bonifica per il perdurare delle pregresse situazioni emergenziali, condivisa anche dalla minoranza;
- spese destinate a garantire l'erogazione dei servizi socioassistenziali a favore dei minori sottoposti a provvedimenti dell'Autorità giudiziaria;
- contributo per l'acquisto di un mezzo di trasporto a favore di soggetti affetti da sclerosi multipla.
Tutti gli altri interventi finanziati li troverete, ovviamente, nel dettaglio nella tabella delle variazioni approvate nella seduta della Seconda Commissione.
La redazione dell'assestamento si è resa, inoltre, necessaria considerato che, per disposizione legislativa, alcune variazioni di bilancio devono essere necessariamente effettuate entro il termine del 30 novembre.
Entrando nel
dettaglio, la manovra di assestamento ammonta, per l’annualità 2022, a oltre 50
milioni di euro, derivanti da maggiori entrate e da riduzione di stanziamenti
di spesa. Per quanto riguarda la spesa, la Giunta, come chiarito nella
relazione tecnico finanziaria, ha scelto di destinare le risorse in via prioritaria
alla tutela degli equilibri di bilancio, alla copertura di spese di carattere obbligatorio,
alla copertura di debiti pregressi e, solo in via residuale, per implementare
la dotazione finanziaria necessaria a garantire il maggiore fabbisogno manifestatosi
nel corso dell'anno in determinati settori.
Entrando
nel merito dell'articolato, si evidenzia che il disegno di legge si compone di
nove articoli nei quali viene dettagliata la manovra di assestamento.
L'articolo 1 prevede la rideterminazione e l'aggiornamento dei residui attivi e
passivi e del fondo cassa, in conformità ai corrispondenti dati definitivi
risultanti dal rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2021. Mentre
l'articolo 2 determina il saldo finanziario alla chiusura dell'esercizio
finanziario 2021 e il fondo pluriennale vincolato. Le disposizioni contenute
all'articolo 3 riguardano le modifiche delle leggi regionali, aventi riflessi
di carattere finanziario, prevedendo variazioni agli stanziamenti di bilancio
dei capitoli relativi alle leggi di spesa aventi carattere continuativo.
Alla
luce di ciò vengono apportate variazioni alla Tabella approvata con la legge di
stabilità regionale per l'anno 2022, la legge regionale numero 36 del 2021.
L'articolo 4 descrive dettagliatamente le nuove autorizzazioni di spesa
previste all'interno della manovra di assestamento. Con l'articolo 5 si
prevedono delle modifiche alla legge regionale numero 25 del 2013, istitutiva
di Azienda Calabria Verde. Si prevede che i proventi derivanti all'utilizzazione
forestale, dalla concessione onerosa dei beni, nonché dalla vendita del materiale
legnoso e della gestione del patrimonio forestale regionale, siano riscossi direttamente
da Azienda Calabria Verde e destinati a far fronte al pagamento dei debiti
pregressi. Conseguentemente si prevede l'abrogazione dei commi 4-bis e 5 della già
menzionata legge regionale numero 25 del 2013. L'articolo 6 contiene
disposizioni che riguardano le variazioni di competenze e di cassa da apportarsi
allo stato di previsione dell'entrata e della spesa del bilancio 2020 – 2024. Con
l'articolo 7 si dispongono le variazioni del quadro generale riassuntivo delle
entrate e delle spese, nonché gli schemi di bilancio e dei relativi allegati. L'articolo
8 individua la copertura finanziaria del provvedimento, infine, l'articolo 9 ne
prevede l'entrata in vigore.
Ciò premesso, sottopongo all'Aula l'esame della
proposta di provvedimento amministrativo in oggetto, non prima, Presidente, di
fare dei ringraziamenti al Dipartimento bilancio, al dottor De Cello, alla
dottoressa Bonaiuto, al settore della seconda Commissione consiliare, per il
preziosissimo lavoro e la grande collaborazione che hanno avuto nei confronti
della Commissione, nonché a tutti i componenti della seconda Commissione bilancio
per la proficua collaborazione che hanno manifestato durante i lavori della
stessa. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto di
intervenire l’assessore Princi. Ne ha facoltà.
Buonasera
a tutti, grazie a lei, presidente Mancuso, saluto i colleghi assessori, gli onorevoli
consiglieri, tutti, e la stampa. Solo per ringraziare lei, presidente Montuoro,
per la preziosa collaborazione, disponibilità, capacità di mediazione e tutti
quanti i componenti della Seconda Commissione. Anch'io mi associo ai
ringraziamenti nei confronti del Dipartimento bilancio, del direttore generale De
Cello, sempre prezioso e presente, quindi, anche della dottoressa Bonaiuto.
Come ha detto lei bene, sono delle variazioni
improcrastinabili e necessarie proprio per adeguare il valore di alcune poste
di bilancio alle risultanze determinate con il rendiconto generale, ma, in
particolare, il valore del residui del fondo pluriennale vincolato, del fondo
cassa e del risultato di amministrazione, oltre a poche, ulteriori, variazioni
tese a rafforzare l'equilibrio del bilancio regionale e dei propri enti
strumentali, ad onorare alcune obbligazioni nei confronti di altre
amministrazioni, a dare risposte ad alcune emergenze sociali, a soddisfare
esigenze ritenute improcrastinabili. Proprio per dare risposte ad alcune
emergenze sociali voglio evidenziare che abbiamo soddisfatto un impegno che
avevamo assunto con il presidente Occhiuto.
Avete visto che avevamo stanziato, in
precedenza, 4,5 milioni di euro relativi al diritto allo studio volti ad assicurare
l'assistenza specialistica, ausili didattici, attrezzature per l'inserimento
degli alunni disabili, contributi per buoni pasto relativi al servizio mensa,
trasporto scolastico e istruzione domiciliare; risorse esigue. Avevamo,
pertanto, assunto l'impegno che le avremmo rimpinguate e questa manovra prevede
1,1 milioni di euro proprio destinati al diritto allo studio le cui risorse, a
questo punto, diventano 5,6 milioni di euro. Per cui andremo a soddisfare le esigenze
relative all'assorbimento del diritto allo studio dando ai Comuni la
possibilità, appunto, di intervenire sui bisogni necessari ed indispensabili.
Sempre a proposito di diritto allo studio,
proprio perché ci rendiamo conto che è una priorità, voglio ricordare che la
Giunta, nel momento in cui si è insediata, era ricorsa ad altri strumenti finanziari:
abbiamo da subito riprogrammato le risorse comunitarie, abbiamo destinato 25
milioni di euro alle istituzioni scolastiche perché potessero pubblicare degli
avvisi e garantire il diritto allo studio per un biennio, intervenendo sulle
scuole, presidio sociale e assorbimento, appunto, di servizi essenziali legati
all'infanzia e no.
Purtroppo, c'è da dire che soltanto il 50 per
cento delle istituzioni scolastiche hanno partecipato. Abbiamo, con il Dipartimento
Istruzione, individuato il perché e ci impegneremo con le prossime
programmazioni a individuare delle scuole che fungano da centri servizi e che
possano, finanziate e accompagnate dalla Regione Calabria, dare supporto
amministrativo, contabile, gestionale, a tutte quante le scuole che ricadono nella
stessa territorialità. La problematica per cui non hanno partecipato molti
istituti è legata al fatto che c'è sofferenza organica nelle scuole e, quindi,
non ce l'hanno fatta ad istruire l'iter.
Mi voglio allacciare a quello che ha detto la
consigliera Bruni nella scorsa seduta: abbiamo tutti quanti visto la fotografia
drammatica del rapporto Save the Children, abbiamo visto quanto la Regione
Calabria sia fortemente penalizzata nei servizi legati all'infanzia, abbiamo visto
come la disuguaglianza e la povertà educativa vanno a toccare, fortemente, i
nostri ragazzi, perché il divario, di oltre 12 anni, sull'aspettativa di vita
in buona salute dei nostri ragazzini è dovuto non tanto alle condizioni di
salute, ma, soprattutto, ai fattori sociali, alle condizioni economiche, al livello
di istruzione e alla mancanza, appunto, di servizi legati all'infanzia. Allora
voglio aggiornare il Consiglio su quello che si sta facendo per il diritto allo
studio, diritto negato ai nostri ragazzi. Voglio ricordare che il sistema
integrato di istruzione e formazione è stato istituito con il decreto
legislativo numero 65 del 2017, decreto che ha dato la possibilità a tutte
quante le Regioni di attingere al Piano nazionale pluriennale con risorse
importanti e significative. Purtroppo, la Regione Calabria, motivo per cui
abbiamo questa fotografia drammatica, non ha utilizzato adeguatamente le risorse.
Insediandoci la prima cosa che ha voluto fare il presidente Occhiuto è stata
quella di incardinare il sistema di istruzione e formazione legato all'infanzia
nel Dipartimento istruzione. Abbiamo immediatamente coinvolto gli Enti locali,
gli organismi di settore e abbiamo una economia e, quindi, risorse non
programmate e non spese pari ad oltre 30 milioni di euro; 30 milioni di euro da
cui attingeremo perché stiamo programmando le nuove risorse.
Abbiamo una dotazione finanziaria che, appunto,
metteremo a disposizione, chiamiamola dell'infanzia, del mondo infantile e dei
servizi di cui ha bisogno questo mondo. Si tratta di 70 milioni 868 mila euro,
di cui 56.000.351 euro, finanziati, appunto, dal Piano di azione nazionale
pluriennale, e 14.000.517 euro dal cofinanziamento regionale. Ci siamo già dati
una programmazione a medio e a lungo termine.
A lungo termine, interverremo con l'aumento dei
bambini frequentanti servizi educativi, garantendo la gratuità dei servizi
educativi.
A medio termine aumenteremo il numero dei
servizi e dei bambini frequentanti i servizi educativi, interverremo con nuove
strutture, convenzioni, supporto alle rette, aumenteremo i poli per l'infanzia,
creeremo dei voucher di conciliazione, integrando i fondi del sistema 0-6 con
altri fondi europei e comunali destinati, esclusivamente, al sostegno delle
rette, al fine di abbattere i costi delle famiglie.
Creeremo coordinamenti pedagogici territoriali,
favoriremo la creazione delle sezioni primavera e quindi i primi poli per
l'infanzia. È un servizio educativo, come vedete, importantissimo perché
dobbiamo restituire dignità agli invisibili, cioè a quei bambini che, per
troppo e per lungo tempo, sono rimasti ai margini, motivo per cui abbiamo,
appunto, questa fotografia drammatica.
Quale sarà la nuova programmazione in merito al
diritto allo studio? La condivido con voi perché so che è un'esigenza
trasversale, non ha colore politico il rivendicare quello che è un diritto allo
studio, perché, soltanto tutelando questo diritto, costituzionalmente
riconosciuto, possiamo sperare in una società migliore. Allora, nella nuova programmazione,
quale sarà il nostro obiettivo? Lo ha detto il presidente Occhiuto, l'abbiamo
condiviso con tutta quanta la Giunta: uno dei pilastri della nuova programmazione
sarà proprio l'istruzione e, quindi, l'inclusione, attraverso l'abbattimento
delle condizioni di svantaggio che impediscono il reale esercizio del diritto
allo studio; sempre sulla base del modello ISEE, saranno previsti ausili, libri
di testo, abbonamenti per garantire il trasporto scolastico per gli studenti
delle scuole di secondo grado; estensione delle borse di studio anche agli
studenti delle scuole di secondo grado perché, come sapete, al momento sono
destinate soltanto agli studenti universitari.
Destineremo, altresì, risorse ai Comuni per il
rinnovo dei pulmini al fine di garantire il diritto allo studio. Questa è
un'esigenza che ci sta provenendo da tutta quanta la Calabria, perché i Comuni
non hanno i pulmini per garantire il diritto allo studio e quindi il trasporto
scolastico. Interverremo in tal senso, abbiamo già fatto la ricognizione col Dipartimento
istruzione. Ne approfitto per ringraziare il direttore generale Gatto e la
dottoressa, dirigente di settore, Perani, nonché la dottoressa Amatruda, sempre
del Settore cultura, per il prezioso lavoro. Abbiamo già fatto la ricognizione
su tutti i Comuni, andremo a destinare pulmini green per un totale di oltre 50
milioni di euro e destineremo, intanto, un pulmino per la fascia scolastica da 0
a 1000 abitanti. Il valore del pulmino l'abbiamo già quantificato, è di 190.000
euro, e saranno beneficiari 123 Comuni da 0 a 1000 abitanti, dai 1001 ai 3000,
sono 22 i beneficiari, e oltre i 3000 abitanti i beneficiari saranno 70. Al
momento abbiamo 50 milioni di euro che andremo a destinare per trasporto
scolastico e diritto allo studio.
Ogni
regione misura il suo grado di civiltà proprio in rapporto all'attenzione che
va a garantire a questi importanti diritti che, come dicevamo, sono trasversali
e interessano tutti quanti noi. Grazie a tutti quanti voi.
Grazie, assessore Princi. Ha chiesto di
intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Lo
abbiamo fatto già come Consiglio regionale, assieme, ma anch'io voglio dedicare
un mio pensiero alla tragedia che è accaduta a poche centinaia di chilometri
dalla Calabria, alla tragedia di Ischia.
Presidente, oggi parliamo dell'assestamento di
bilancio e, in realtà, dovremmo parlare non solo di microeconomia ma anche di
macroeconomia, cioè dei dati aggregati più complessivi che emergono da quello
che stiamo per approvare.
Ho ascoltato con attenzione la relazione
dell'assessore Princi, come non si può non essere favorevoli a un incremento
sul diritto allo studio, sulle politiche sociali. Però noi, oggi, stiamo anche
ragionando di una manovra finanziaria, di un accertamento, di una
corrispondenza tra previsione e realtà, delle variazioni che durante
l'esercizio si sono rese necessarie.
Da questo punto di vista mi sento di esprimere
un giudizio abbastanza netto, abbiamo dei buchi neri in questo bilancio e, ancora
oggi, purtroppo, la Regione Calabria si trova in una situazione in cui la spesa
è fuori controllo. Lo dico con un certo rammarico, perché, ovviamente, questo
non dipende da una gestione di un anno, ma dipende da una situazione
complessiva che, a mio avviso, va affrontata con l'onestà intellettuale di chi
deve dire le cose vere ai calabresi.
Abbiamo il 75 per cento delle risorse di questa
variazione di bilancio che vengono indirizzate all’irrobustimento dei vari
fondi, come il fondo crediti di dubbia esigibilità, il fondo per il
contenzioso, il fondo per le perdite delle società partecipate, il fondo di
riserva. Per dirlo in maniera più semplice, anche a chi ci ascolta, siamo
costretti ad aumentare delle coperture non, come dice la relazione, ai pilastri
della contabilità armonizzata, ma siamo costretti ad aumentare delle risorse
perché ci sono dei campanelli di allarme davvero inquietanti: aumentano i
crediti di dubbia esigibilità -ovviamente sapete cosa significa crediti di dubbia
esigibilità e cioè l'appostamento di somme che riteniamo di difficile riscossione
- ma, soprattutto, aumentiamo il fondo per i contenziosi per ulteriori cinque milioni
di euro, per renderlo conforme alla stima dell'avvocatura regionale. Ultimamente
abbiamo contenziosi su contenziosi in questa Regione, perdiamo molte volte, poi
le vicende giudiziarie sono quelle che sono, si vince, si perde, ma il
contenzioso è un altro buco nero che ci porta a postare ulteriori somme al
fondo di riserva; aumentiamo di 12 milioni di euro, il fondo di riserva, di cui
8 milioni per copertura contabile dei debiti di pignoramenti.
Qui non c'è bisogno di illustrazione, sono già
chiare le parole e poi - questo è un altro capitolo su cui richiamo
l’attenzione - oggi, è vero, facciamo riforme, riformiamo gli enti strumentali,
ragioniamo sulle partecipate, ma rispetto ai conti di questi Enti strumentali
vogliamo aprire una discussione vera e onesta in questo momento? Prudenzialmente,
stimiamo, a favore degli Enti strumentali e appostiamo 5.560.840,00 perché essi
possano regolare le loro situazioni passive pregresse, rendendo, così,
inefficaci o limitati le conseguenze negative della loro gestione sul bilancio della
Regione.
Di cosa stiamo parlando? Parliamo di una
manovra che è costretta, col 75 per cento delle risorse, a doversi difendere
dalle grandi criticità economiche di bilancio di questa Regione.
Appena iniziata la legislatura avevo proposto l'istituzione
di una Commissione ad hoc che si occupasse solamente di contenzioso
e di partecipate, ovviamente è stato visto come un aggravio di spesa perché si duplicavano
le Commissioni.
Ora, al di là dell'idea o meno, si vuole
affrontare in maniera organica il problema del contenzioso della Regione Calabria
e di quanto ci costano tutte le società in house? Vogliamo affrontare, una
volta per tutte, un ragionamento complessivo per invertire una tendenza? Perché,
poi, chi può essere contrari alle politiche che esponeva l'assessore Princi?
Assolutamente nessuno. Possiamo essere contrari agli investimenti per la scuola
e ai tanti interventi positivi che sono previsti? Ma non è questo il punto di
cui dobbiamo discutere oggi, non stiamo discutendo del singolo intervento,
stiamo discutendo del fatto che il 75 per cento delle risorse di questa manovra
vengono indirizzate ai vari fondi di emergenza di bilancio.
Questo è il dato e questo è il dato che
dobbiamo riferire ai calabresi, per questo non voglio, in questo momento,
esprimere un giudizio negativo. Personalmente mi asterrò su questo punto per
dimostrare che non c'è un pregiudizio, una posizione pregiudizievole rispetto
alla manovra, perché non si può dire che la responsabilità è del presidente
Occhiuto, ma non si può neanche dire ai calabresi che i problemi sono risolti.
I problemi sono lì, i problemi c’erano prima e ci sono oggi e sono gli stessi
problemi che ha, da anni, questo bilancio e di cui, ovviamente, la politica si
deve occupare.
Chiudo, il mio intervento - non c’è il
presidente Occhiuto - porgendo, intanto, i miei saluti al senatore Irto, come
già ha fatto il consigliere Mammoliti. Penso che il gesto di anticipare le sue
dimissioni e renderle operative sia da apprezzare perché non possiamo permetterci
vacatio e, quindi, anche questo, subingresso
dei nuovi consiglieri regionali, a mio avviso, deve avvenire celermente così,
come spero, che rapidamente si possa arrivare anche alla integrazione della Giunta
regionale.
Consentitemi questo inciso politico: spero che
anche i tempi della politica coincidano coi tempi dell'emergenza dei calabresi,
ora è passato un po’ di tempo dalle elezioni politiche, il quadro è definito,
abbiamo la necessità di coprire alcuni vuoti e di dare subito ai calabresi una
Giunta completa nella sua operatività, quindi, anche questo è un mio appello al
presidente Occhiuto affinché pure questo dibattito della politica entri in
sintonia con le emergenze che bisogna affrontare come Regione Calabria. Grazie,
Presidente.
Grazie, collega Lo Schiavo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi
scuso se parlerò con l'impermeabile, ma la temperatura interna in Aula è
abbastanza bassa, spero per una scelta voluta di contenimento della temperatura
e, quindi, di risparmio energetico, la cui cosa mi vede assolutamente
favorevole.
È proprio così.
Considerato che il
consigliere Lo Schiavo ha inquadrato il problema generale di questo
assestamento, che vale ovviamente per il nostro gruppo, sottolineando i vari
aspetti politici, volevo dire che nel merito ci sono delle cose condivisibili e
altre meno condivisibili, – come sempre succede, tra l'altro, nelle leggi omnibus
– per esempio, la copertura per la
fornitura idrica al campo profughi di San Ferdinando, che non può non essere
sostenuta, così come la stabilizzazione dei lavoratori LSU-LPU a Reggio
Calabria.
Volevo spendere due
parole su un aspetto che ci ha visti concordemente dalla stessa parte con alcune
sottolineature e che riguarda il problema dei Consorzi di bonifica che, come
tutti sappiamo, nelle scorse settimane e negli scorsi mesi, hanno dato luogo a
forme anche eclatanti di protesta per gli emolumenti arretrati che i lavoratori
non avevano percepito. Credo che il comma che li riguarda e che, quindi, copre
le somme che questi lavoratori devono percepire e percepiranno per il lavoro
svolto sia assolutamente condivisibile.
Per questo abbiamo
partecipato in più persone anche a queste mobilitazioni che abbiamo considerato
– e vado a concludere – essere un elemento prioritario e preliminare dovuto,
però rimane il problema dei Consorzi di bonifica.
È del tutto evidente
che una volta sanato il problema degli emolumenti non versati, bisognerà
focalizzarsi anche sull’efficienza di questi Consorzi che, notoriamente, in
maniera trasversale e condivisa, sono stati più volte definiti dei carrozzoni
politici, cioè dei Consorzi per cui si è molto badato all'aspetto politico-clientelare.
Ovviamente e storicamente
questo riguarda il problema dei Consorzi di bonifica; quindi, da una parte c'è
la necessità di un loro efficientamento affinché chi paga per il Consorzio
abbia in maniera efficiente e continuativa i servizi che il Consorzio deve
fornire.
Poi, proprio per
queste caratteristiche poco tecniche e molto politiche, bisogna necessariamente
intervenire per una riorganizzazione di questi Consorzi che li renda agili ed
efficienti, fermo restando che chi lavora deve essere retribuito.
Per questo motivo,
per quello che ha detto il collega e per questa presenza nella manovra di cose
condivisibili e non condivisibili, noi non ci sentiamo di dare un voto
contrario, ma nemmeno certamente positivo; pertanto, come gruppo ci asterremo. Grazie.
Grazie, collega Laghi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presente
Mancuso. Collegandomi brevemente a quanto riferito dal collega Laghi, dopo
tutto quello che è successo e anche dopo l'informativa dell'assessore Gallo della
settimana scorsa sui Consorzi, ovviamente accogliamo favorevolmente il comma 15,
che prevede il finanziamento di un milione e 900 mila euro per il sostentamento
degli 11 Consorzi di bonifica.
Approfitto della
presenza in Aula dell’assessore Gallo, dell’assessore al bilancio, che è la
vicepresidente Princi, e del dottor De Cello, per ricordare che l’URBI ha
redatto una scheda dove sono riportate le mensilità arretrate dei dipendenti di
tutti i Consorzi di bonifica, al 20 ottobre del 2022, esattamente a un mese fa,
dove emerge che il costo lordo medio mensile sia dei lavoratori a tempo
indeterminato sia dei lavoratori a tempo determinato è pari a un milione e 800
mila euro; ovvero, la somma che è stata prevista nell’assestamento di bilancio.
A questo punto, però
vi invito a non ripetere gli stessi errori del passato dividendo le risorse della
Regione Calabria in egual modo tra gli 11 Consorzi.
Difatti, come è ben
spiegato nella scheda tecnica, alcuni Consorzi hanno un costo mensile di 450
mila euro, mentre altri hanno un costo mensile di 65 mila euro; quindi,
dividere questa grossa cifra che è un supporto nei confronti di Consorzi che
spendono, magari, un quinto rispetto ad altri, secondo me, è una decisione che
va rivista.
Ovviamente, da parte
mia non c'è assolutamente intenzione di far scoppiare una guerra tra poveri
perché la riforma è dovuta proprio al fatto che c’è stata una gestione scellerata
dei Consorzi; però oggi non dobbiamo dimenticare che ci sono alcuni dipendenti
che non vantano alcuna mensilità e altri che vantano cinque, sei, sette
mensilità; quindi, credo che sia giusto anche in considerazione del fatto che
si tratta di fondi regionali, ovvero dei contribuenti, procedere a una
divisione accurata.
Tutto qui, grazie. Per
il resto, apprezzo il lavoro che lei sta svolgendo nel suo assessorato. Grazie.
Grazie, consigliere
Tavernise. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sulla
manovra di assestamento del bilancio abbiamo tenuto due sedute di Commissione
bilancio. C’è stata una discussione preliminare, di approfondimento e di
ragionamento sugli aspetti che costituiscono questa manovra, di cui ha riferito
molto puntualmente il consigliere Lo Schiavo. In quella occasione, ho
apprezzato il contributo efficace e propositivo fornito dal dottore De Cello ai
lavori della Commissione che si è poi sviluppata, fornendo spunti sia di natura
tecnica sia di riflessione.
Come sempre è stata
una discussione molto dialettica, di merito e sviluppata con posizioni
profondamente divergenti, ma anche con grande senso di realismo.
Per quanto mi
riguarda, una cosa è certa: sempre di più ormai possiamo acclarare in maniera
incontrovertibile che sia il bilancio sia la manovra di assestamento non siano
strumenti che possono sostenere lo sviluppo di questa Regione.
Questo mi sembra
evidente sia perché da una parte abbiamo una esigua quantità di risorse sia
perché anche questa esigua quantità di risorse interagisce poco o quasi per
nulla – anzi, in maniera quasi indipendente – con gli strumenti, invece, di
programmazione e di pianificazione dello sviluppo produttivo della Regione,
laddove invece insistono e ci sono una quantità di risorse notevolissime, quali
i fondi comunitari, il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) e
via dicendo.
Per questa ragione,
le risorse della manovra, ma del bilancio più complessivamente, non sostengono lo
sviluppo; però, è del tutto evidente che anche quelle poche risorse che ci sono,
in qualche modo, possono aiutare anche ad affrontare delle emergenze economiche
e di natura sociale, così come è avvenuto.
Certo, questo non è
bastevole, ci mancherebbe pure, non è sufficiente perché se noi pensassimo che
una manovra di assestamento di quella entità per lo più, come diceva il
consigliere Lo Schiavo, orientata a tenere l'equilibrio e ad alcuni fondi di
cui dirò, soprattutto rispetto al contenzioso, ai pignoramenti e ad altro, è
chiaro che non può essere sufficiente e bastevole per affrontare tutte le
emergenze di natura economica e sociale.
Ci sono delle scelte
e, naturalmente, con senso di realismo politico - devo dire la verità - alcune
le ho stigmatizzate, non le ho condivise, altre invece le ho condivise, tant'è
che sono uno dei firmatari e, insieme agli altri componenti della Commissione,
abbiamo approvato un emendamento bipartisan, per esempio, per quanto riguarda
la problematica dei Consorzi, destinando un milione e 900 mila euro di risorse
per far fronte alle emergenze economiche e finanziarie dei Consorzi. In quei Consorzi
- non possiamo far finta di nulla - ci sono dei lavoratori che da oltre sette-otto
mesi, dopo aver lavorato, non percepiscono gli stipendi.
Pertanto, con senso
di realismo politico dobbiamo fare i conti con la quantità delle risorse
disponibili e la praticabilità dell'utilizzo di quelle risorse per contribuire
a migliorare, almeno in emergenza, alcune situazioni.
Certo, non sono soddisfatto
perché ci sono innumerevoli problemi di natura economica, sociale e produttiva
che di per sé né la manovra di assestamento né il solo bilancio possono
affrontare.
È chiaro che esistono
delle scelte, alcune discrezionali, altre condivise, come quella che ho
poc'anzi citato e altre che hanno avviato qualche discussione su alcuni temi di
cui parlava anche la Vicepresidente; penso all'istruzione e ai temi sociali.
Anch’io avevo
presentato degli emendamenti rispetto ad alcune problematiche; poi, nella
discussione, nella verifica della valutazione della manovra di assestamento,
pur verificando che era stata destinata una quantità di risorse – secondo me
non sufficiente – c'è stato l'impegno a valutare nei passaggi successivi anche
una possibile eventuale implementazione di quei capitoli.
Lo dico veramente
senza nessuna nota polemica, senza nessuna posizione precostituita o pregiudiziale:
di per sé il bilancio e la manovra di assestamento non possono consentire di
fare grandi ragionamenti sui temi dello sviluppo produttivo della Calabria e
sulle tantissime criticità che abbiamo dal punto di vista dell’esigibilità dei
diritti di cittadinanza.
Questo, però, che
cosa significa? Che la discussione sulla manovra e la discussione sul bilancio
possono essere esclusivamente di natura burocratica o tecnica?
Assolutamente no!
Credo invece che sia
giusto – come in parte si è sviluppato e, secondo me, bisogna proseguire e
continuare su questa discussione – avere l'obiettivo di liberare sempre
maggiori risorse del bilancio e liberarle significa fare un'azione di
risanamento insieme ad azioni di riforme strutturali.
Su questo, ha
ragione il consigliere Lo Schiavo: dobbiamo fare una verifica su tutti gli enti
strumentali per capire in quale situazione si trovano, come incidono
sull'equilibrio complessivo del bilancio e sulle riforme strutturali che sono
state fatte e su quelle che si intendono fare, come potranno incidere sul
bilancio per liberare risorse in modo tale da poter essere utilizzate con un
approccio, con una visione organica di approccio e di sistema per determinare
condizioni di crescita e di sviluppo.
Credo che, su questo,
ci sia tantissimo lavoro da fare attraverso riforme strutturali, attivando una
politica di risanamento che possa consentire a questo strumento di avere delle
risorse libere per poter essere impiegate in direzione della capacità di affrontare
le tantissime criticità e le difficoltà che ci sono nella Regione Calabria.
Infine, il consigliere
parlava dell'enorme contenzioso.
Sono assolutamente
d'accordo e credo che anche su questo aspetto sia arrivato il tempo di fare un
punto sull’enorme quantità di contenzioso, che non sono in grado di
quantificare, ma su cui ho sentito parlare di cifre abbastanza cospicue e consistenti.
Bisogna comprendere le
origini di questo contenzioso, come si determina e perché.
Probabilmente, è
arrivato il tempo di dire che per attrezzare meglio il funzionamento della
macchina amministrativa, renderla più efficiente e più funzionale, potrebbe
anche inversamente contribuire a determinare l’obiettivo di diminuzione delle
enormi quantità di risorse che sono destinate al contenzioso.
Siccome da quello
che ho visto ci sono delle risorse disponibili che potrebbero consentire anche ad
effettuare, ad implementare, ad assumere delle figure dedicate per cercare di
affrontare e di aggredire questa problematica del contenzioso, credo che questa
sia e possa essere un’azione utile e positiva da mettere in campo perché, se
riusciamo a coniugare questi due momenti, queste due azioni così forti di risanamento
e soprattutto di riforme strutturali, molto probabilmente questi strumenti li
potremo rendere molto più favorevoli all'utilizzo di risorse per migliorare le
condizioni economiche e sociali di questa Regione. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere
Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. I
colleghi che mi hanno preceduto hanno già espresso tanti concetti da me condivisi
e non è il caso di ritornare su alcune considerazioni e osservazioni.
Ho apprezzato molto l’intervento
del collega Lo Schiavo, che ha centrato appieno la discussione e ha cercato di porre
al centro il convitato di pietra, il vero problema che stasera abbiamo in quest’Aula,
su un tema che, da sei anni a questa parte, sto cercando di mettere in evidenza,
partendo dalla Giunta Oliverio e non solo, dalle Giunte Santelli-Occhiuto, per ribadire
che fino a quando questo Consiglio regionale non avrà il coraggio e la forza di
fare chiarezza sui residui attivi e sui residui passivi quest'Aula discuterà
del nulla e del vuoto; discuterà della precarietà, della fragilità e della scarsa
capacità di fare chiarezza che consentirebbe, poi, di fare investimenti per la
Calabria. Basta vedere gli assestamenti di questi anni e i residui attivi (i
crediti che non sono più esigibili) che ammontano a una cifra spaventosa.
Questo dimostra che in Regione si continua a far finta di nulla e a non capire
che - ha ragione il collega Lo Schiavo - siamo fuori binario.
Il primo tema che io vorrei porre, ancora una volta, a quest’Aula
e alla Giunta regionale è: abbiamo la forza e il coraggio di dire ai calabresi
che ogni anno che passa aumentiamo i debiti per i nostri figli e per i nostri
nipoti? Altrimenti non capiamo di cosa parliamo in quest’Aula.
Questo è il primo problema che vorrei porre con pacatezza,
ma con determinazione, a quest’Aula. Perché se non capiamo questo - ripeto -
parliamo di briciole e di miserie umane.
Dell’assessore Princi apprezzo molto l’impegno, apprezzo
molto anche il suo intervento, la sua voglia di dare risposte sul tema dell'istruzione
- ci mancherebbe altro - ma vorrei chiederle: quando guardo il bilancio e trovo
500 milioni di euro in più in un anno sui residui passivi, perché c’è questo aumento
così considerevole in un anno?
Questa è una domanda che pongo all’assessore Princi.
Per me è un elemento preoccupante: 500 milioni di euro in
più rispetto all’assestamento di bilancio dell’anno scorso.
Altra domanda che faccio all’assessore Princi è questa: come
mai un aumento così considerevole dei debiti in questo bilancio?
È una domanda che faccio, conoscendo l’assessore Princi, con
molta pacatezza.
La richiesta, difatti, proviene da un consigliere regionale
che cerca di dare il massimo in quest'Aula, senza piegarsi alla maggioranza o
all’Assessore di turno, rimanendo pacato e moderato nei toni.
Io sono pacato e moderato nei toni, ma scrupoloso e determinato
nel difendere il ruolo che oggi rivestiamo in quest’Aula: difendere i calabresi,
facendo capire loro che c’è un’opposizione adeguata alle sfide e non è legata
solo al movimento o alla piccola prebenda di turno.
Sono qui per chiedere risposte a quest'Aula e a chi governa
oggi questa Regione.
Voglio dire al presidente Mancuso, al presidente Occhiuto -
che non vedo - alla maggioranza, che in quest’Aula, in precedenza, abbiamo
fatto un lavoro serio sull’assestamento di bilancio, decidendo insieme,
all’unanimità, di porre il problema dei Consorzi di bonifica come elemento
dirimente e qualificante dell’assestamento di bilancio. Anzi, in quell’occasione
abbiamo anche chiesto al presidente Mancuso di ragionare se ci fossero risorse
del Consiglio regionale da poter utilizzare per dare una risposta ai Consorzi
di bonifica.
Noi abbiamo apprezzato lo sforzo fatto in quest'Aula,
insieme maggioranza e minoranza, per dare risposte a un’emergenza sociale, pur
sapendo – ha ragione l’assessore Gallo che non vedo - che non è competenza
della Giunta regionale pagare gli stipendi al Consorzio di bonifica. Abbiamo compreso
l'emergenza sociale, abbiamo capito che dovevamo dare delle risposte e quest’Aula
ha risposto unanimemente per risolvere questa problematica. Su questo torno dopo.
Così come abbiamo apprezzato il milione di euro destinato a
Calabria Verde per - riconosco all’assessore Princi e all’assessore Gallo il
lavoro svolto - la stabilizzazione del precariato storico.
Queste sono le sfide sulle quali ci dobbiamo misurare e confrontare
per avere una visione d’insieme di sviluppo e dare risposta ai calabresi.
Però, quando in questo assestamento di bilancio, vediamo un
ritorno al passato, di qualche anno o forse di qualche decennio, e vediamo il
ripristinarsi di “mance elettorali” solo ad alcuni Comuni o ad alcuni Enti, beh,
questa politica non ci piace!
È un ritorno al passato pericoloso. Come si fa, oggi, a
dare dei contributi a dieci Comuni? C'è anche il mio paese d'origine, quindi, a
maggior ragione, parlo dei criteri, della discrezionalità, della carenza di lungimiranza
di questa maggioranza.
Oggi abbiamo altre emergenze a cui dare risposte: la crisi
energetica, il commercio, l'artigianato, il turismo. Queste sono le emergenze
da affrontare in quest’Aula, non ripristinare una politica ormai superata come “le
mance elettorali” date ai singoli Comuni.
Questa è una cosa che non possiamo accettare e che non
condividiamo e non perché siamo gelosi che a Iacucci vada
un contributo e a Mammoliti no. È una questione di rispetto dell’Aula che deve
utilizzare i soldi dei calabresi per le emergenze e non per altro, per le “mance”
che diamo ai nostri cittadini.
Questa è la questione che vorrei porre con pacatezza, ma
con determinazione. Altrimenti torniamo alla famosa politica degli anni ’70 - ‘80
che ha creato solo danni ai calabresi.
Su questo voglio sfidare la maggioranza.
Poi, altre scelte possono anche essere valide. Abbiamo
visto contributi ad associazioni, a Enti di volontariato, ci mancherebbe altro!
Ma questa non è una politica che fa bene ai calabresi.
Oggi i calabresi aspettano risposte ai loro drammi, ai loro
bisogni, alle loro esigenze, non sulle mance che continuiamo a dare. Perché, se
su una manovra economica di 50 milioni di euro, 30 milioni li diamo a mance,
beh, non è una politica che possiamo condividere e accettare!
È su questo che vogliamo sfidarvi. Ecco perché propongo
oggi, a quest’Aula e all’assessore Gallo, di destinare 1.400.000 euro, previsti
per le “mance”, al Consorzio di bonifica.
Solo in questo modo potremo dare ristoro ai bisogni di chi oggi aspetta
risposte alle proprie emergenze come, appunto, riuscire ad arrivare a fine
mese.
Noi lanciamo questa sfida: siamo disponibili ad approvare un
emendamento di 1.400.000 che dia la possibilità agli operai di questi Consorzi
di bonifica di avere altri due mesi di stipendio. Così affrontiamo le emergenze
sociali che vive il territorio! Altrimenti – ripeto - è una politica che non ci
interessa.
Noi siamo per misurarci sulle vere sfide per la comunità
come i Consorzi di bonifica, la stabilizzazione del precariato storico e le
altre sfide, anche il diritto allo studio - ci mancherebbe altro! Sono temi che
affrontano i problemi della società calabrese: bene i 4.500.000 dati a Calabria
Verde, ben vengano i 2.000.000 dati a Ferrovie della Calabria, ma non altre
cose. Perché – ripeto - sarebbe un ritorno al passato e a noi non interessa.
Io vorrei guardare a una politica che abbia una visione più
alta, che si occupi della Calabria e smetta di utilizzare il bilancio regionale
per dare delle semplici “mance” senza occuparsi dei problemi reali della
Calabria.
Grazie, collega Bevacqua. Ha chiesto d’intervenire la
consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Rimango veramente stupita dell'intervento
del consigliere Bevacqua e mi chiedo dove sia stato in questi anni e quale sia
stato il suo contributo e il suo ruolo da consigliere regionale, soprattutto
quando sedeva nei banchi della maggioranza.
Detto questo, intanto colgo l'occasione per ringraziare il Presidente
della Commissione bilancio, Montuoro, per l'ottimo lavoro fatto e soprattutto
per la sua moderazione e autorevolezza nei lavori della Commissione, così come
ringrazio anche il dottore De Cello del Dipartimento economia e finanze.
Solitamente dietro i numeri, le cifre, ci sono sempre delle
indicazioni politiche precise e la manovra di assestamento del bilancio di
previsione 2022-2024 della Giunta regionale, di cui stiamo parlando questa sera, si configura come un documento fondamentale,
di importanza elevata, ma improntato, soprattutto, alla grande attenzione che
la stessa Amministrazione regionale ha adoperato per pervenire al massimo
risultato possibile nell'alveo della delicatezza del momento storico che stiamo
attraversando.
Si tratta del risultato finale al quale sono pervenuti,
dopo un enorme lavoro, i preposti Dipartimenti della Regione, dopo un lavoro
che andava ed è andato nella direzione di tentare di recuperare più risorse
possibili allo scopo di allineare e sistemare partite contabili che determinano
uno stato di sofferenza allo stesso Ente, soprattutto - così come è stato detto
da alcuni interventi - per maggiore effetto di maggiori spese derivanti da Enti
strumentali. E allora possiamo definire questa manovra: una manovra di sistema,
una manovra tecnica di conservazione, realizzata dopo un accurato lavoro di “cucitura”
dei diversi capitoli di spesa, con un obiettivo preciso che è quello di
preservare e tutelare il rischio di esporre la Regione Calabria da obbligazioni
e debiti fuori bilancio.
Una manovra dal valore complessivo di 52.000.000 di euro,
alla quale si giunge perseguendo precisi criteri e modalità ben definite che
segnano un radicale cambiamento rispetto al passato, operato con vigore e
determinazione dal presidente Roberto Occhiuto e dalla sua Giunta regionale.
Qual è la prima considerazione? Che sono ormai lontani, caro
consigliere Bevacqua, i tempi nei quali gli assestamenti di bilancio si
configuravano come la seconda partita del bilancio di previsione, ove
spadroneggiavano sprechi e spese in base alla libertà d'azione dei singoli
consiglieri regionali.
Queste erano le mance elettorali, consigliere Bevacqua.
Al contrario dei pregressi anni, abbiamo un bilancio di
spese in entrata e in uscita che segna una drastica inversione di tendenza e un
rinnovato contesto dove la prudenza, la razionalizzazione, l'attenzione alla
spesa rappresentano il punto di riferimento e la bussola dell'agire dell'Amministrazione
regionale.
52.000.000 di euro, la cui metà è inerente ad
accantonamenti e destinazioni di spese prudenziali per evitare proprio che la Regione
Calabria, consigliere Lo Schiavo, si trovi ad essere esposta a delle
obbligazioni, così come è accaduto in passato.
Cosa troviamo nello specifico?
Troviamo: 8 milioni quali copertura di pignoramenti, azioni
esecutive, contenziosi di risalente generazione; 4 milioni per nuove spese
derivanti da maggiori costi dell'energia elettrica; 5 milioni per
implementazione del fondo contenzioso; 4 milioni per sistemare i conti in
sospeso con lo Stato relativamente alle tasse automobilistiche; far fronte a
debiti pregressi degli Enti strumentali, tra i quali, fra questi debiti
pregressi, spiccano 4 milioni e mezzo di euro afferenti l'Azienda Calabria Verde
che offrono uno spaccato preoccupante della gestione della forestazione e delle
bonifiche, sicuramente, effettuata negli anni addietro e che continua, purtroppo,
a produrre i debiti nei confronti dell'Ente; 2.000.000, poi, sono stati
destinati a far fronte a potenziali contenziosi con il Comune di Reggio Calabria
in merito al personale LSU-LPU.
Questi sono debiti, situazioni che, sicuramente, non sono
stati creati o realizzati da questa Amministrazione regionale che, attraverso
questa manovra di assestamento, sta cercando di risolvere situazioni pregresse.
Grande attenzione, nella manovra, viene riposta anche nei
confronti delle Ferrovie della Calabria e di Sorical rispetto alle quali una
parte delle entrate in dotazione provengono della cosiddetta “circolarizzazione”
dei debiti. Infatti, è stata riposta una notevole attenzione da parte dei
preposti Uffici regionali per “spulciare” bilanci delle due società con
l'intento di scoprire che non erano state scritte in entrata alcune somme
destinate a finanziare interventi. Da qui la grande fermezza, determinazione e
senso di responsabilità della Regione per individuare e far confluire queste somme
nella parte in entrata dell'attuale manovra, facendole rientrare nella
disponibilità dell'Ente per il miglior utilizzo possibile.
Una manovra, dunque, di tutela e di prudenza fondata su una
capillare, attenta, azione di verifica dei conti degli Enti sub-regionali e sui
meccanismi di anticipazione di liquidità per recuperare somme da ridestinare.
E dov'è che viene fuori il grande senso di responsabilità
di questa maggioranza, di questa Giunta regionale? Non è stato detto. Dai
banchi dell'opposizione si è solo pronti a mettere in risalto, attraverso degli
interventi autoreferenziali, quello che, secondo loro, non va bene.
Qual è il senso, il segno il senso di cambiamento epocale?
È costituito dai 13 milioni recuperati dal bilancio del Consiglio regionale dal
quale viene recuperato l'avanzo di amministrazione e riaccertata una quota in
entrata.
Questo rappresenta un dato inequivocabile di taglio, di
razionalizzazione delle spese del Consiglio rispetto al passato, caro presidente
Montuoro. E tutto questo rappresenta un'inversione di tendenza rispetto agli
sprechi che venivano portati avanti negli anni precedenti quando Palazzo
Campanella era visto come il simbolo degli sprechi. Un fondo indistinto da
trasferire al Consiglio, un vero e proprio macigno sul bilancio della Regione
che oggi viene completamente meno. La conferma arriva dalla relazione allegata
alla manovra, contenente una tabella realizzata dagli Uffici regionali, mirata
a verificare e riaccertare le spese del Consiglio regionale per razionalizzarle
e recuperare una preziosa dotazione di risorse.
L'emendamento
dei Consorzi di bonifica, su cui poi interverrà la Presidente della Commissione,
Katya Gentile, rappresenta un dato importante, un
milione e novecento mila euro che oggi
vengono destinati per pagare gli stipendi ai tanti dipendenti che da più tempo
- mi riferisco al consorzio di bonifica di Trebisacce - stanno manifestando
davanti ai cancelli e che da 7 mesi sono privati del loro stipendio e,
nonostante ciò, cercano di mantenere i servizi agli agricoltori; come anche il milione
e cento mila euro legato al diritto allo
studio. Faccio i miei complimenti all'assessore Princi per la sua
professionalità e competenza per quanto riguarda la pubblica istruzione e in particolar
modo l'inclusione sociale. Come, anche - non è stato menzionato - il milione di
euro afferente alle tasse di partecipazione ai concorsi indetti dalla Regione e
che a breve partiranno. Un reclutamento del personale dell'Ente, sintomatico, anche
questo, del profondo rinnovamento della struttura burocratica e dello slancio
amministrativo impresso dalla Giunta Occhiuto per rendere sempre più efficace
ed efficiente la Regione Calabria. Diceva il consigliere Mammoliti che sicuramente
questa manovra, questo bilancio, non potrà garantire sviluppo ad una regione
come la nostra, ma ritengo che, attraverso questa manovra, ci siano degli
indirizzi politici precisi che vanno dal diritto allo studio a tutte le altre
cose che ho elencato nel mio intervento.
Colgo l'occasione per esprimere grande
soddisfazione per quanto riguarda il programma operativo che è stato approvato
dall’Unione Europea, che vede la Calabria con una dotazione finanziaria di tre
miliardi e cento milioni di euro; risorse che saranno destinate al tema della
povertà, dell'inclusione sociale, dell'istruzione, della disoccupazione giovanile.
Un programma operativo che vedrà impegnate questa Giunta, questa
amministrazione, le associazioni e le amministrazioni comunali e ci auguriamo
che queste risorse possano essere utilizzate per garantire sviluppo alla
Calabria, ma, soprattutto, per garantire quei diritti e quelle povertà di cui,
oggi, la nostra regione soffre. Grazie.
Grazie, collega Straface.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, sarò breve. Non voglio ripetere tutto quello che i miei colleghi
dell'opposizione hanno sottolineato e con i quali mi trovo profondamente
d'accordo. Il concetto fondamentale è che questa regione è veramente asfittica
da un punto di vista economico, questa è una realtà, ma il concetto sul quale
mi volevo un po’ soffermare stasera, brevemente, è la necessità di dover
implementare il fondo per coprire ancora di più le spese che derivano dai
contenziosi: otto milioni.
Ricordo, però, che l'anno scorso la Giunta
regionale aveva individuato una serie di metodologie per cercare di ridurre questa
spesa. Ve le leggo testualmente: “La reimpostazione del flusso informativo tra
i Dipartimenti e l'avvocatura; il potenziamento dell'apparato amministrativo
dell'avvocatura; l'attenzione costante agli atti gestori” che, solo dopo tempo,
svelano purtroppo la presenza di imprevedibili obbligazioni prive di copertura
finanziaria. Mi chiedo come mai non si sia camminato su questa direzione o
quali ostacoli, ancora, ritroviamo e la Giunta e il presidente Occhiuto trovino
negli uffici che, evidentemente, non sono solerti nell'identificazione e nell'individuazione
delle problematiche, ma, soprattutto, anche nell’emissione dei pagamenti che
generano, quindi, ulteriori contenziosi. È questo che mi preme sottolineare.
Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo velocemente perché la collega Straface ha, in maniera
egregia, risposto alle critiche che pervenivano dalla minoranza.
Mi corre l'obbligo perché, quando interviene,
il collega Bevacqua ride sempre, ogni volta che lo chiamo in causa affettuosamente
ride. A differenza di tanti altri colleghi che non erano presenti, io c'ero e mi
viene da ridere, affettuosamente, perché lui fa riferimento al ritorno al
passato e fa riferimento agli anni ‘80, ma dimentica, il collega Bevacqua, che otto
anni fa, in quella maggioranza, c'era lui, in quelle riunioni che precedevano
l’approvazione del bilancio c'era lui, c’era lui nella Commissione bilancio e
le grida si sentivano da Villa San Giovanni per quanto riguarda tutte le
caselle che dovevano essere aggiustate per dare segnali, come dice lui.
Perché, poi, caro collega Bevacqua, dare un
contributo a un Comune non è un segnale di sperpero. I Comuni, lo sai benissimo,
sono in gravi situazioni; quindi, quando si può dare un segnale ai Comuni, ritengo
che sia una cosa importante. Questo assestamento di bilancio - per questo
ringrazio l'assessore Princi, gli uffici, il dottore De Cello, il Presidente della
Commissione ed i componenti - tiene conto di tutte le esigenze della Calabria, senza
fare, poi, polemiche perché si potrebbe dire che questa è un'eredità che giunge
dal passato, non lo voglio dire; quindi, è soltanto per chiarire queste cose.
Caro collega Bevacqua, è giusto che voi facciate
opposizione, però non dimenticatevi del recente passato.
Vorrei tranquillizzare il collega Mammoliti e il
collega Lo Schiavo per quanto riguarda le mie dimissioni, visto che oggi
prendiamo atto delle dimissioni del collega Irto: sicuramente arriveranno
presto anche le mie dimissioni, sono chiamato in causa e, ritengo, anche
qualche altra collega della maggioranza; non lo sto facendo soltanto perché,
tecnicamente, sono il capogruppo di Forza Italia e quindi per una questione di
correttezza, non sarebbe giusto lasciare al subentrante, per 20 giorni, una
rendicontazione di 11 mesi che, come sapete benissimo, comporta delle
responsabilità con la Corte dei conti.
È opportuno, quindi, che chi ha gestito
nell'anno i conti di un partito - l'ho fatto per 8
anni e fortunatamente abbiamo sempre avuto approvati i bilanci in maniera
corretta e chiara – continui a farlo. Quindi questo ritardo di giorni è
soltanto dovuto a questo aspetto tecnico che ritengo doveroso nei confronti di
chi andrà a fare il Presidente del gruppo. Quindi, state tranquilli, noi siamo
attenti e vogliamo il bene della Calabria quanto voi e più di voi. Grazie,
Presidente.
Grazie, consigliere Arruzzolo.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto sono stati più esaustivi; quindi,
non c'è bisogno di entrare nel dettaglio di quello che è la legge sull'assestamento
di bilancio. Volevo giusto sottolineare che, attraverso questa proposta di
legge, la maggioranza, ancora una volta, ha inteso intervenire in modo concreto
sulla situazione emergenziale che riguarda i Consorzi di bonifica calabresi. In
Commissione bilancio, infatti, è stato presentato e approvato all'unanimità un
emendamento, di cui sono cofirmataria, per un ulteriore stanziamento di un
milione e novecento mila euro a favore dei Consorzi. È palese che queste
risorse aggiuntive, con destinazione vincolata, certamente non potranno sanare
la difficile, annosa, situazione finanziaria degli enti consortili, né
attraverso questo ulteriore innesto di liquidità si riuscirà a dare risposte soddisfacenti
ai lavoratori consortili che da mesi attendono il pagamento di diverse
spettanze arretrate.
Questo atto conferma, in modo chiaro e
inequivocabile, la volontà di questo Governo e di tutta la maggioranza che lo
sostiene di intervenire radicalmente per una riorganizzazione generale del
comparto consortile calabrese. È stato ribadito, in diverse sedi istituzionali
e non, dal presidente Occhiuto, dall'assessore Gallo e
da tanti altri colleghi di maggioranza che la sfida che ci attende non sarà per
niente semplice e, a ragion veduta, personalmente, di questa cosa ne sono oltre
modo convinta avendo condotto in sesta Commissione un lavoro certosino su quella
che, ad oggi, è la realtà consortile calabrese.
A tal proposito, ringrazio ancora una volta tutti
i colleghi componenti della Commissione di maggioranza e di minoranza, in
particolare, il vicepresidente Tavernise, che mi hanno affiancato e che hanno
collaborato fattivamente a questa indagine ricognitiva, ma per questo motivo
ritengo che la riforma del comparto consortile debba rappresentare un reale
momento di discontinuità con il passato.
Non si può pensare, infatti, di mantenere lo status
quo, né dal punto di vista della forma, né della sostanza. È indispensabile,
infatti, rivedere i ruoli e le competenze di tutti gli attori coinvolti in
questo contesto e, per far questo, l’Istituzione regionale è tenuta a guidare
l'intero processo, attraverso norme e regolamenti, e a definire in modo chiaro ed
inequivocabile quello che dovrà essere il nuovo modello consortile, attraverso
il necessario coinvolgimento di tutti gli stakeholders. Le continue
denunce sindacali al recente, acceso, dibattito a mezzo stampa che vede
coinvolte le organizzazioni datoriali, negli ultimi giorni, quindi, denotano
quelle che sono le diverse lacune dell'attuale sistema consortile, dovute, in
parte, anche ad un vulnus di rappresentanza all'interno dello stesso.
L'esperienza del passato deve tornarci utile
per individuare i molteplici ambiti su cui intervenire che, ribadisco, non possono
essere ricondotti, esclusivamente, alla forma che dovrà assumere il nuovo ente
consortile. La sfida è complessa e articolata, ma sono convinta, considerata
l'unità di intenti e il tema bipartisan, che l'ambizioso obiettivo che questa
maggioranza, con a capo il presidente Occhiuto e l’assessore Gallo, ha inteso
intraprendere, per dar vita ad un modello consortile calabrese, autosostenibile
ed efficace, si possa raggiungere. Grazie.
Grazie, collega Gentile. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Chiedo
scusa, Presidente, nel mio intervento avevo fatto una proposta a quest'Aula perché,
poi, in base all’accoglimento della proposta determineremo il nostro voto.
Avevo chiesto di valutare l'opportunità di spostare determinate risorse, da una
parte all'altra, per consentire di rimpinguare ulteriormente il capitolo
relativo ai Consorzi di bonifica, per garantire ai lavoratori maggiori
mensilità rispetto a quelle che si possono coprire con un milione e novecento
mila euro. Se il Consiglio accetta questa mia posta o la valuterete…
Ma ha predisposto un
emendamento, collega?
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Non c'è tempo per predisporre emendamenti.
Ho capito, verbalmente.
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
Allora siccome, adesso, in quest'Aula, vedo che
non c'è attenzione, ci regoleremo, di conseguenza, con il nostro voto.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere – relatore Montuoro. Ne ha facoltà.
Presidente.
per dichiarazione di voto. Giusto per sottolineare un aspetto al collega
Bevacqua: l'assestamento è stato ampiamente discusso in Commissione, avevamo
anche aperto, Presidente, i termini per gli emendamenti e, oltretutto, mi preme
segnalare il fatto che l'emendamento che riguarda il milione e novecento mila euro
stanziati per i consorzi di bonifica è stato firmato anche dal suo collega di
partito nonché Vicepresidente della Commissione bilancio; quindi c'è stato,
Presidente, il tempo per presentare gli emendamenti, anzi, avevamo fissato i
termini per giovedì alle 11,00 e avevamo deciso anche di accettare,
eventualmente, gli emendamenti che sarebbero pervenuti fuori tempo massimo.
Grazie.
Quindi passiamo all'esame e votazione del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Pongo in votazione il provvedimento nel suo
complesso, unitamente ai relativi allegati, con autorizzazione al coordinamento
formale, prendendo atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei
conti e con l’autorizzazione al Dipartimento di economia e finanza della Giunta
regionale ad approvare le modifiche necessarie alla proposta di legge di assestamento,
allegati tecnici compresi, e a riallineare il bilancio pluriennale 2022-2024. Il
provvedimento, unitamente ai relativi allegati, è approvato con autorizzazione
al coordinamento formale.
(il Consiglio approva)
(È riportato in
Allegati)
Passiamo
al punto tre dell’ordine del giorno, riguardante la proposta di legge 73/12^,
d’iniziativa della consigliera regionale Gentile, recante “Disciplina della
cremazione. Integrazioni alla legge regionale 29 novembre 2019, numero 48 (Disposizioni
in materia funeraria e di polizia mortuaria)”. Cedo la parola alla consigliera
Gentile, proponente, per illustrare il provvedimento. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. La presente iniziativa legislativa, “Disciplina della cremazione”,
nasce da sollecitazioni pervenute della società civile e, in particolare,
dall'associazione di promozione sociale Socrem Brutia che mi ha sottoposto la delicatezza del tema e che
ringrazio per il contributo. Un ringraziamento doveroso va, naturalmente, anche
al mio staff e agli Uffici regionali che hanno collaborato e, naturalmente,
anche al Presidente della terza Commissione, Michele Comito, e al Presidente
della seconda Commissione, Montuoro, per aver accelerato le operazioni e per il
loro contributo.
Tale disposizione interviene a colmare un vuoto
normativo su una materia che investe credenza religiosa e sensibilità personale,
con l'intento di salvaguardare la libertà di scelta e il rispetto della volontà
del defunto, rappresentando, in concreto, un importante momento di crescita
culturale e civile per la nostra regione.
È opportuno richiamare, brevemente, il contesto
di riferimento normativo in cui si colloca. Alla legge nazionale 30 marzo 2001,
la numero 230 ha fatto seguito la legge della Regione Calabria del 29 novembre
2019, numero 48, che comprendeva anche la pratica funeraria della cremazione; successivamente,
per effetto dell'impugnativa del Governo, con la legge regionale 2 luglio 2020,
la numero 14, veniva abrogato l'articolo 16 che disciplinava tutta la materia
sulla cremazione.
L'ISTAT ha, recentemente, diffuso i dati sulla
mortalità e sulla popolazione nel 2021, anno in cui sono stati registrati circa
700.000 decessi, in calo rispetto al dato eccezionale del 2020 dovuto
all'ondata pandemica; su questi numeri, però, l'incidenza della cremazione nel
2021 si attesta intorno al 34,44 per cento e conferma la tendenza, ormai
consolidata, alla crescita delle cremazioni che riguarda più di 1/3 dei defunti.
Il rapporto di SEFIT e UTILITALIA la colloca al quarto posto in Europa per
numero di cremazioni, dietro a Gran Bretagna, Germania e Francia.
Tale aumento è concentrato, principalmente, nelle
Regioni del nord, solo in misura più contenuta al centro e al sud per via
dell'esiguità degli impianti deputati alla cremazione. È innegabile che in
Calabria quella dei cimiteri sia un un'emergenza che si trascina da anni e la
carenza di spazi, i feretri accatastati, le liste d'attesa interminabili per la
concessione di un loculo, sottopongono i familiari ad ulteriore sofferenza,
risultando lesivi della dignità umana, prolungando, oltremodo, i tempi di una
degna sepoltura.
La
sepoltura tradizionale, negli anni, ha dato luogo a cimiteri che sono diventati
giganteschi e ingombranti strutture di difficile gestione per le pubbliche
amministrazioni.
I vantaggi della cremazione sono molteplici e
di diversa natura: difatti, il ricorso a questa pratica consentirebbe alle
amministrazioni di limitare l'uso del suolo pubblico per l'espansione delle
aree cimiteriali ed eviterebbe il moltiplicarsi di interventi emergenziali, realizzati
alle costruzioni di loculi prefabbricati, antiestetici e antigienici, che
deturpano i cimiteri e non rappresentano la soluzione. Inoltre, i costi
cimiteriali per il cittadino sono nettamente inferiori a quelli previsti per la
sepoltura tradizionale e addirittura si azzerano nel caso di affidamento o dispersioni
in natura delle ceneri, ma anche le cellette per la conservazione delle urne
hanno costi di concessione inferiori rispetto ai loculi cui sono destinati i
feretri e, quando lo spazio disponibile lo consente, l'urna può essere
collocata all'interno di un loculo di un familiare.
Alle ragioni di convenienza si sommano quelle
del rispetto per l'ambiente. Partendo dalla constatazione che tutte le tecniche
legate ai riti funebri, tumulazione, inumazione e cremazione hanno un impatto
ambientale, occorre fare alcune considerazioni.
Nel caso dell'inumazione, ad esempio, le bare
una volta interrate, inquinano il suolo e le falde, rilasciando sostanze
tossiche di cui sono composte quali zinco e vernici. Altro aspetto da tenere in
considerazione è legato agli adempimenti cimiteriali relativi alle disposizioni
normative.
Attualmente, nel caso dell'inumazione e della
tumulazione, le salme si decompongono molto meno facilmente di quanto non
accadesse fino a un paio di generazioni fa, sia per l'utilizzo di bare ermeticamente
sigillate, sia a causa dei farmaci che assumiamo nel corso della vita e dei
conservanti contenuti in molti alimenti di cui ci nutriamo, rallentando il
naturale processo di dissolvimento su cui sono basate le consuetudini e le
norme cimiteriali. Il risultato è che spesso si è impossibilitati a rimuovere i
resti mortali per raccoglierli in contenitori di minori dimensioni, nei tempi
previsti dalla normativa vigente, se non ricorrendo alla cremazione dei resti
mortali.
A fronte di tali constatazioni è indubbio che
la cremazione, nel breve periodo, comporti un dispendio di energia e
l'immissione nell'atmosfera di alcune sostanze, ma si consideri, pure,
l'inesistente impatto ambientale nel medio e lungo periodo, oltre agli sviluppi
delle tecnologie moderne che consentono la realizzazione di impianti
ecocompatibili in grado di ridurre le emissioni di sostanze inquinanti attraverso,
ad esempio, l'utilizzo di carburanti alternativi, di tecniche innovative o,
addirittura, di forni elettrici alimentati con fonti di energia rinnovabili.
Nel dettaglio, le integrazioni apportate dalla
presente proposta disciplinano la pratica della cremazione in tutte le sue fasi:
dall'autorizzazione alla regolamentazione per l'affidamento, la conservazione e
la dispersione delle ceneri, fino al piano di coordinamento regionale demandato
all'esecutivo. Insieme a questa necessità di carattere economico e sociale, ho
inteso, poi, considerare anche la volontà di poter tumulare l'animale d’
affezione insieme al suo padrone, nel caso in cui questo sia proprietario di un
loculo o di una cappella di famiglia. Il rapporto che si instaura tra l'essere umano
e il proprio animale d'affezione è uno dei sentimenti
più profondi e disinteressati che sfociano in un legame indissolubile;
pertanto, prevedere tale fattispecie, rappresenta un gesto di grande valore
simbolico oltre che di sensibilità e di civiltà. Grazie.
Grazie, collega Gentile. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho partecipato con interesse alla seduta della
Commissione nella quale è stata presentata la proposta di legge della collega Gentile
e ho apprezzato la relazione anche per gli aspetti ambientali in rapporto ai
vari tipi di “gestione” dei defunti.
Come ISDE – Associazione medici per l’ambiente, ci siamo occupati
nel passato degli impatti ambientali della cremazione che, in realtà, ci sono,
nel senso che ogni attività antropica ha un impatto ambientale che, purtroppo,
non è nullo.
Relativamente alla cremazione, una cosa che va sottolineata è che
comporta, comunque, – questo non è di secondaria importanza – la produzione di
gas climalteranti come tutti i processi di combustione di origine antropica e,
in più, non è possibile intercettare in maniera completa gli inquinanti come il
particolato fine e ultrafine e i metalli pesanti che si trovano spesso, ad
esempio, nelle otturazioni dentarie e così via.
Questo per quanto riguarda l’aspetto ambientale.
Relativamente alla legge in sé, nella seduta della Commissione,
personalmente, avevo espresso un voto di astensione, per approfondire un po’
meglio la materia, che ribadirò oggi perché credo che, effettivamente, sia
utile una legge che disciplini la materia a livello regionale in aggiunta alla normativa
nazionale della legge numero 130 del 30 marzo 2001, giustamente ricordata dalla
consigliera Gentile.
Ci sono, però, degli aspetti che vorrei sottoporre alla vostra attenzione.
Mi permetto di dire che poi ci sono delle ricadute finanziarie – infatti, la
legge nazionale le prevede per l’attuazione a livello regionale – nei confronti
dei Comuni tra cui, per esempio, per gli interventi strutturali sugli impianti
oppure per il sostegno alle famiglie dei meno abbienti che vogliano usufruire
del servizio.
Mi permetto di suggerire una rivalutazione successiva della legge
perché credo sia utile una previsione di spesa perché, in questo caso, è
prevista l’invarianza finanziaria che, secondo me, per questa legge specifica
non rappresenta un benefit ma piuttosto un limite.
Si potrebbe, sostanzialmente, prevedere una spesa ragionevole per
andare incontro alle necessità di Comuni ed Enti locali, che sono notoriamente
a corto di fondi, e cioè, da un lato, quella degli interventi manutentivi
strutturali e, dall’altro, di ristoro o di conforto per le famiglie meno
abbienti che vogliano adire a questa pratica per i loro defunti.
Per questo motivo, invitando garbatamente a una rivalutazione
prospettica, nello specifico, ci asterremo. Grazie.
Grazie, consigliere. Non ci sono altri interventi, quindi, passiamo
all’esame e votazione del provvedimento.
All’articolo 1 è pervenuto l’emendamento protocollo numero 26831,
a firma della consigliera Gentile, a cui cedo la parola per l’illustrazione.
Do lettura dell’emendamento: Al comma 1 dell’articolo 16-septies,
introdotto dall’articolo 1, comma 1, della proposta di legge regionale 73/12^
recante “Disciplina della cremazione. Integrazioni alla legge regionale 29
novembre 2019 numero 48 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia
mortuaria)” è apportata la seguente modifica: all’inizio del capoverso dopo le
parole “La Regione Calabria” sono aggiunte le parole “senza oneri a carico del
bilancio regionale”. Grazie.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 26831 che è approvato.
Articolo 1, per come emendato.
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso che è
approvato per come emendato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al punto 4 all’ordine del giorno che riguarda la proposta
di legge numero 100/12^, a mia firma, recante “Osservatorio regionale contro le
discriminazioni nei luoghi di lavoro”.
Illustro brevemente il provvedimento. La presente proposta di
legge mira a istituire l’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei
luoghi di lavoro. L’organismo che ha carattere consultivo, di monitoraggio
delle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro, delle
discriminazioni e delle situazioni di mobbing segnalate, di vigilanza e di
stimolo per il decisore politico, appare necessario nel contesto sociale e lavorativo
in cui versa la Calabria in quest’epoca storica.
L’Osservatorio, composto da professionisti operanti nel mondo
giuslavoristico, sindacale e delle Amministrazioni centrali e regionali, si
pone l’obiettivo di agevolare i processi decisionali con analisi puntuali e
propositive riguardanti ad ampio raggio le tematiche legate al mondo produttivo
nonché offrire un concreto supporto ai lavoratori nell’ambito della propria
organizzazione di appartenenza.
Di particolare rilevanza è il compito assegnato dalla presente
disposizione normativa a tale organismo il quale, entro il 31 marzo di ogni
anno, deve produrre al Consiglio regionale un rapporto completo sulle politiche
del lavoro nella regione, focalizzando l’attenzione nello specifico sui
seguenti aspetti: a) casi di incidenti sui luoghi di lavoro; b) casi di
discriminazione e di mobbing sui luoghi di lavoro; c) cause di infortunio e
malattie professionali con l’evidenziazione delle relative incidenze anche
riferite ai singoli settori; d) i rischi particolari, ad esempio, dei lavori
maggiormente esposti ad impieghi pericolosi, delle sostanze altamente
impattanti sulla salute, nonché sull’impiego delle tecnologie; e formulando
proposte di intervento immediate e di medio-lungo periodo per promuovere la prevenzione
degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
La presente legge si compone di sei articoli e ha neutralità
finanziaria.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho avuto l’opportunità di approfondire questa
legge nella seduta di terza Commissione del 27 ottobre e di fare una riflessione.
Il mio voto – che sarà contrario – non vuole essere né di
ostruzionismo né di faziosità, ma volevo semplicemente sottolineare nuovamente quello
che avevo già puntualizzato in Commissione ovvero che, intanto, ci sono altri
organismi come Azienda Calabria lavoro che ha tra le sue funzioni il ruolo di
essere un osservatorio sul lavoro; c’è una funzione del Settore 1 del Dipartimento
lavoro e welfare che ha il compito di fare da osservatorio sul lavoro; esiste
ancora un organismo paritetico Regione-Sindacati con cui si dovrebbero
monitorare queste situazioni lavorative su tutto il territorio regionale.
Quindi, mi sembra una ridondanza in questo momento inutile perché rischia,
tra l’altro, di vanificare forse – mi pongo il problema – i compiti degli organismi
già esistenti.
Non è, poi, chiaro come si rapportino questi organismi tra di loro
e credo che, invece, questo tema sia molto importante che è già in essere e in
capo ad una serie di strutture che finora, evidentemente, non hanno lavorato a
sufficienza.
Quindi, perché non facciamo lavorare queste strutture che già
esistono?!
Presidente, ritengo che questa legge contenga degli aspetti
meritevoli di attenzione e, quindi, vada in realtà supportata. Per questo il
mio voto sarà favorevole, ma, concomitantemente, vorrei segnalare che, anche in
questo caso, ci può essere prospetticamente l’opportunità di coordinare i vari uffici
e le varie strutture che operano non in maniera sovrapponibile, ma analoga e
complementare alle attività che questo ufficio andrà a svolgere.
Quindi, voto favorevolmente con la richiesta di coordinare e
armonizzare le attività delle varie strutture, alcune delle quali sono attive
soltanto sulla carta. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. La proposta di legge ha un titolo molto forte e
importante che evoca azioni positive su problematiche sensibili e delicate. Quindi,
non c’è dubbio che, leggendo il titolo, naturalmente è del tutto ovvia e
scontata l’attenzione e la predisposizione favorevole e positiva rispetto a
questa problematica.
Naturalmente, operiamo in una regione difficile, complicata, nella
quale, purtroppo, non sempre i contratti collettivi di lavoro vengono
adeguatamente rispettati e il loro mancato rispetto – come, naturalmente, anche
la diffusione del lavoro nero, del lavoro grigio, del lavoro sommerso – evidenzia
delle difficoltà nei luoghi di lavoro e delle discriminazioni che, a volte, Presidente,
non vengono nemmeno denunciate perché c’è un’esposizione e un ricatto padronale
dovuto alla difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori di questa nostra
regione rispetto alle precarie condizioni di lavoro in cui si trovano e anche alla
difficoltà di ricercare un’occupazione positiva.
Quindi, è chiaro che bisogna valutare e guardare con attenzione e
con responsabilità, quando avvengono azioni anche di consapevolezza e di implementazione
che rafforzano e irrobustiscono l’azione protesa ad affermare diritti
fondamentali ed importanti contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro.
Naturalmente, Presidente, non posso sottacere alcune cose che
esistono in Calabria.
Come lei sa, esiste già un Coordinamento regionale che,
sostanzialmente, nel corso di questi anni, addirittura, non è stato nemmeno
convocato, nonostante le reiterate sollecitazioni da parte delle Organizzazioni
sindacali, di fronte al verificarsi di infortuni sul lavoro, spesso anche
mortali.
La richiesta di convocazione non è stata presa in considerazione e
il Comitato, di fatto esistente, non è stato nemmeno convocato.
Presidente, - lo dico veramente con senso di responsabilità e in termini
propositivi perché su questi temi ho un’inclinazione e una sensibilità
particolare, ci mancherebbe pure – ma a cosa serve un altro Osservatorio con le
stesse finalità e con gli stessi obiettivi?
Tra l’altro – aggiungo – con gli stessi soggetti perché se guardiamo
i soggetti che compongono il coordinamento del Comitato regionale su queste
stesse problematiche vediamo che ci sono le Organizzazioni sindacali, l’Ispettorato,
l’INPS e via discorrendo.
Poi, ci sono altri organismi – sono stati citati – come la Consigliera
di parità che ha anche una funzione di controllo nei luoghi nei luoghi di
lavoro, addirittura per prestare l’attenzione necessaria a queste problematiche
sulla discriminazione.
Devo dire la verità: l’altro giorno in Commissione la
vicepresidente Princi, intervenendo sulla manovra di assestamento, ha ricordato
puntualmente la legge approvata l’8 marzo scorso che affronta anche delle
problematiche inerenti la situazione delle discriminazioni
nel luogo di lavoro.
Quindi, la mia segnalazione, Presidente, - lo dico veramente senza
nessuna posizione prevenuta o pregiudiziale, ma solo per dare un contributo
costruttivo, come diceva anche il consigliere Laghi – è volta a una maggiore
armonizzazione degli strumenti esistenti. Sinceramente, vedo nella
realizzazione di questo Osservatorio una ridondanza di strumenti perché l’obiettivo
e la finalità sono apprezzabili ed encomiabili.
Poiché il Comitato preesistente, previsto dalla precedente legge del 2010, da quello che mi risulta è stato recentemente ricostituito, non vorrei che con la costituzione dell’ennesimo Osservatorio, effettivamente, si produca una pletora di osservatori, di comitati, su una problematica – ripeto - molto sensibile e molto delicata. Quindi, la mia perplessità, la mia preoccupazione la offro come elemento di riflessione e di valutazione ulteriore, per dire che è giusto l'obiettivo, è giusto perseguire con tenacia e con determinazione tutte le azioni necessarie per affrontare e sconfiggere le discriminazioni nei luoghi di lavoro, ma sinceramente, rispetto a quello che esiste in Calabria, sono leggermente - anche più che leggermente - perplesso perché gli strumenti esistenti, se attuati con la giusta determinazione, potrebbero ampiamente assolvere a questa funzione. Grazie.
Grazie, cercheremo di invertire questa tendenza e fare funzionare questo Osservatorio. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Articolo 4
(È
approvato)
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Passiamo, quindi, alla votazione provvedimento nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata
in Allegati)
Su segnalazione del Segretario questore, comunico che nella votazione sulle dimissioni del consigliere Irto i voti favorevoli sono stati 26.
Passiamo al punto 5 all'ordine del giorno, la proposta di legge numero 126/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riordino del sistema dei controlli interni e istituzione dell'Organismo regionale per i controlli di legalità”. Cedo la parola alla vicepresidente Princi per illustrare il provvedimento. Prego.
Con il presente disegno di legge si intende perseguire la finalità di rendere più efficiente il sistema dei controlli interni alla Giunta e degli Enti del sistema regionale, a esclusione degli Enti del Sistema sanitario regionale.
Nell'elaborazione della proposta di legge si è tenuto conto dei principi generali contemplati nel decreto legislativo numero 266 del luglio del 1999, del decreto legislativo numero 150 di ottobre del 2009 e di quanto già disciplinato dalla legge regionale numero 3 di febbraio 2021, nonché di alcune disposizioni contenute nella legge regionale numero 24 di marzo 2013 e nel Titolo IV della legge regionale numero 8 del 2022.
Attraverso una ricostruzione organica delle norme regionali in materia, il progetto di legge si presenta composto da 17 articoli che disciplinano le diverse tipologie dei controlli interni con riferimento agli organismi preposti, modalità tempistiche, strumenti di attuazione degli stessi e abrogazione di norme.
In particolare, la proposta di legge si caratterizza per un intervento innovativo. Infatti, istituisce, nell'ambito degli organismi indipendenti di controllo interno indicato dall'articolo 7, l'organismo regionale per i controlli di legalità che svolge ulteriori funzioni di controllo e di coordinamento, operando in raccordo con gli altri organismi già operanti.
Nel dettaglio: l'articolo 1 individua le finalità e l'ambito di applicazione dell'intervento normativo, ai sensi dell'articolo 50 dello Statuto regionale, comma 7, precisa che destinatari di tale attività sono le strutture amministrative della Giunta regionale e che trovano applicazione agli Enti strumentali, alle società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica, ai sensi dell'allegato 4/4 del decreto legislativo numero 118 del 2011, le norme di cui agli articoli 9, 10 e 11 che disciplinano, il primo le verifiche ispettive che possono essere disposte dalla Giunta e gli altri due che la compongono con le funzioni dell'Organismo regionale per i controlli di legalità;
l'articolo 2 declina le tipologie di controllo assicurate dalla Giunta in ossequio ai principi dettati dalla normativa statale vigente;
l'articolo 3 indica le modalità, gli strumenti e le procedure per il controllo interno, finalizzate ad assicurare la trasparenza delle procedure stesse e a tracciare i livelli di responsabilità delle attività svolte;
l'articolo 4 disciplina il controllo di regolarità amministrativa e di regolarità contabile e il comma 4 rinvia ad apposito regolamento la definizione della procedura per il controllo amministrativo successivo;
l'articolo 5 è relativo al controllo strategico e di gestione da attuarsi dalla Giunta sulle proprie articolazioni amministrative e sugli Enti strumentali controllati e al comma 5 della norma è demandata alla potestà regolamentare della Giunta la definizione degli strumenti e delle modalità con le quali attuare il controllo strategico e di gestione anche adeguando i regolamenti regionali attualmente vigenti;
l'articolo 6 prevede la valutazione della performance organizzativa e della performance individuale;
l'articolo 7 elenca gli organismi regionali di controllo, l'organismo regionale per i controlli di legalità, l'Organismo indipendente di valutazione e il Collegio dei revisori dei conti;
l'articolo 8, che riguarda l'organismo indipendente di valutazione, ha, tra l'altro, adeguato la sua composizione alle disposizioni del comma 8 dell'articolo 14 del decreto legislativo 150/2009 che stabilisce che tale organismo non può essere costituito da dipendenti dell'amministrazione interessata;
l'articolo 9 disciplina la verifica ispettiva;
l'articolo 10 riguarda il neoistituito “Organismo regionale per i controlli di legalità” che si aggiunge agli altri due organismi indipendenti l’OIV e il Collegio dei revisori. Tale nuovo organismo, composto da 5 membri, dei quali quattro esterni all'amministrazione regionale, svolge attività di verifica del funzionamento del sistema dei controlli interni dell'amministrazione, degli Enti strumentali e delle società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica, ai sensi della dell'allegato 4/4 del decreto legislativo 118 del 2011. La norma stabilisce, inoltre, la durata dell'organismo pari a quella della legislatura. L'istituzione di tale ulteriore organismo nasce dall'esigenza di coordinare il sistema attuale dei controlli interni al fine di garantire una maggiore incisività degli stessi sull'azione amministrativa nel suo complesso;
l'articolo 11 elenca le specifiche funzioni del nuovo organismo, tra le quali si evidenzia la predisposizione del Piano annuale delle attività entro il 31 dicembre di ogni anno da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale. L'organismo rileva per le particolari funzioni che è chiamata a svolgere, tenuto conto che lo stesso ha tra i propri compiti anche quello di proporre misure di controllo, attraverso la definizione di apposite linee guida, a beneficio dell’amministrazione. È da supporto, inoltre, alla Giunta regionale e ai responsabili della prevenzione della corruzione e della trasparenza nell'attività inerente agli adempimenti in materia di prevenzione della corruzione;
l'articolo 12 è dedicato alla previsione e alla determinazione delle indennità da corrispondere ai componenti dell'organismo;
l'articolo 13 è relativo all'attività di controllo degli adempimenti in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza;
l'articolo 14 disciplina la possibilità di forme di collaborazione con la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti;
l'articolo 15 reca la norma finanziaria;
l'articolo 16 è dedicato all’abrogazione di norme ancora presenti nel panorama normativo regionale che, a seguito dell'adozione della presente legge, si rendono superflue e/o comunque incompatibili. Di conseguenza sono abrogate, in relazione alla legge regionale numero 3 del 2012, gli articoli da 1 a 7 e dall’articolo 8 al 14 che riguardano i controlli interni dell'amministrazione regionale, la performance organizzativa e individuale, gli strumenti dei controlli interni, tutti riproposti e rimodulati nella presente proposta;
infine, l'articolo 17 stabilisce che la legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul BURC.
La proposta di legge comporta nuovi oneri finanziari per l'amministrazione limitatamente alla previsione delle indennità in favore dei componenti del neoistituito “Organismo regionale per i controlli di legalità”. L'articolo 15 del disegno di legge stabilisce che agli oneri derivanti dal funzionamento dell'Organismo previsto all'articolo 12, quantificati complessivamente in euro 216.778,70 annui, si provvede mediante l'utilizzo di apposito capitolo relativo al “Fondo corrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio”.
Presidenza
del vicepresidente Pierluigi Caputo
Grazie, Vicepresidente. Ha chiesto d’intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anche riguardo a questa proposta legislativa, pur rendendomi conto delle buone intenzioni della vicepresidente Princi, devo dire che ritengo assolutamente inutile questa continua duplicazione di organismi che mi sembra, perdonatemi, proprio la creazione di poltronifici.
È un’ennesima norma che non fa altro che prevedere un esborso economico quando, comunque, noi abbiamo già degli organismi per il controllo interno, l’OIV, e i dirigenti che vengono chiamati dirigenti esattamente perché hanno una responsabilità anche in ordine a quelle che sono le loro attività lavorative.
Tra l'altro, mi duole sottolineare un qualcosa che questa maggioranza sta continuando a esprimere spesso e volentieri, cioè: il mancato passaggio nelle Commissioni di questa proposta legislativa e anche di altre. La mancanza di rispetto di queste procedure, la trovo veramente inammissibile. Per queste motivazioni, chiaramente, il mio voto sarà assolutamente contrario.
Grazie. Non ci sono interventi, passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È riportata
in Allegati)
Passiamo alla proposta di legge numero 107/12^ di iniziativa dei consiglieri G. Arruzzolo, G. Neri, S. Loizzo, G. Crino', F. De Nisi, G. Graziano, recante: “Modifica all'articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell'economia responsabile e della trasparenza)”.
Cedo la parola al consigliere Crinò per illustrare il provvedimento. Prego.
La presente proposta emendativa mira a modificare l'articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, numero 9. Si è ritenuto opportuno intervenire: per disciplinare meglio la regolamentazione delle fasce orarie entro le quali consentire l'esercizio del gioco tramite gli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, del regio decreto 18 giugno 1931, numero 773; per eliminare la distinzione tra esercizi commerciali e rivendite di genere per quanto riguarda le distanze minime da osservare in relazione all'ambito dimensionale dei Comuni. Viene fissata, inoltre, la stessa distanza tra tutte le categorie commerciali. Infine, viene specificato che le disposizioni dei commi 3 e 4, dell'articolo 16, si applicano esclusivamente alle nuove concessioni rilasciate successivamente alla data del 3 maggio 2018.
La legge non comporta oneri, come si desume dall'articolo 2.
L'articolo 3 reca la disposizione relativa all’entrata in vigore della legge. Grazie.
Grazie, consigliere Crinò. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Vicepresidente. Le modifiche apportate a questa proposta di legge purtroppo dimostrano un passo indietro nei confronti della lotta alla ludopatia da parte di questo Consiglio regionale. Se fino ad oggi avevamo una proposta di legge che prevedeva un tetto massimo di 8 ore di apertura per chi possiede una sala slot e soprattutto un distanziamento di 500 metri da alcuni luoghi sensibili quali scuole, palestre, stazioni, banche, uffici postali, da oggi, con questa modifica, purtroppo la maggioranza decide di lasciare questa patata bollente in mano ai Sindaci.
Mi rivolgo soprattutto a chi occupa oggi l'Assessorato all'istruzione, in questo caso la vicepresidente Princi: ho presentato un emendamento a questa proposta di legge, proprio per dare un segnale da parte del Consiglio regionale che non si vuole assolutamente prestare il fianco alla ludopatia e, per contro, si vuole arginare questo fenomeno che sta distruggendo centinaia di famiglie calabresi.
Penso che la maggioranza, la Giunta, l’Assessore all'istruzione debbano dare un segnale verso quella parte della cittadinanza che oggi purtroppo vive questo male della società. Chiedo ai consiglieri di maggioranza di approvare l’emendamento che prevede la chiusura di tutte le sale slot in Calabria a mezzanotte. Non possiamo - lo ripeto soprattutto a fronte di quello che è successo la settimana scorsa – fare passare il segnale che in quest’Aula si possono approvare delle leggi che portano, purtroppo, a favorire dei mali che, in un territorio povero come la Calabria che è la regione più povera non solo d'Italia ma anche d'Europa, vede una spesa di 2 miliardi di euro da parte dei cittadini che, purtroppo, sono ormai vittime delle slot e che cercano di risollevare la propria posizione economica tentando la fortuna e, invece, affossano sempre di più nella situazione, favorendo il degrado economico e sociale delle loro famiglie.
Vi chiedo, come maggioranza, di ragionare su questo, approvando il mio emendamento che prevede la chiusura di tutte le sale slot in Calabria a mezzanotte.
Sarebbe un segnale forte, importante, nei confronti di cittadini che, purtroppo, a causa della ludopatia stanno patendo delle sofferenze. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Noi
del gruppo De Magistris Presidente siamo certamente contrari a questa proposta di
legge per tutta una serie di motivi; è chiaro che stiamo parlando ovviamente di
giochi leciti, che però vanno di pari passo con conseguenze economiche negative
per la maggior parte dei giocatori, ma – forse quello che è ancora più
importante – con una dipendenza patologica che può essere indotta dalla compulsione
al gioco.
La cosa un po'
paradossale, se posso dire, è che le norme introdotte dalla legge regionale,
che pure regolamenta il settore, la numero 9 del 2018, sono praticamente
rimaste inapplicate.
Eppure, già adesso,
con questa proposta di legge, si punta al loro depotenziamento senza averne
valutato la possibilità e l’effettiva ricaduta, attraverso tutta una serie di
modifiche che, francamente, non mi sento di approvare sia per il problema
dell'ampliamento dell'orario della possibile fruizione di queste sale di gioco,
che pure rappresentano in qualche modo un limite, sia con l'abolizione della
maggiore distanza nei Comuni più popolosi; ma c'è un'altra cosa che mi permetto
di sottolineare e segnalare: il fatto che, in realtà, questa legge - se posso permettermi
un’allocuzione un po' colloquiale - dà il cerino in mano ai Sindaci, affidando
loro una potestà decisionale che oggettivamente li mette in imbarazzo perché è prevedibile
la possibilità di pressioni, anche lecite ma comunque di vario tipo, e in questa
discrezionalità introduce una possibilità di esercizio differente da Comune a
Comune, quindi una discrepanza di trattamento anche fra i vari esercenti.
Ancora, il fatto che
comunque rimane evidente e che è l'argomento principe, al di là degli aspetti
meramente tecnici della vicenda, è che questa legge non si pone affatto come un
ostacolo e come un contrasto alle ludopatie, ma oggettivamente si pone, con
tutte queste modifiche, a facilitazioni che, tra l'altro, ricadono anche in
fasce diverse tra chi finora ha l’esercizio di sale e chi farà domanda
successivamente.
Per questi motivi,
il nostro voto su questa legge è contrario. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Signor
Presidente, signori colleghi, in merito a questo punto dell'ordine del giorno io
esprimo la mia grandissima amarezza e la mia totale contrarietà poiché per
questa proposta legislativa non sono state rispettate le procedure previste.
Il 19 ottobre
abbiamo discusso ampiamente e animatamente in Commissione contro il fenomeno
della ‘ndrangheta e dell’illegalità diffusa; l'8 novembre abbiamo svolto tre audizioni
in prima Commissione e aspettavo la discussione in Commissione sanità, visto
che la proposta legislativa era stata assegnata anche alla terza Commissione.
Con mio grande
stupore, il 23 novembre la proposta legislativa è stata di nuovo discussa in
prima Commissione e definitivamente approvata e portata oggi in Consiglio
regionale.
Io vi chiedo - lo chiedo
soprattutto al Presidente del Consiglio e al Presidente della terza Commissione,
collega, amico e medico, Comito - come sia mai possibile che noi non abbiamo
completato l'iter procedurale di questa legge e come mai non abbiamo affrontato
in Commissione sanità una tematica così delicata e così strettamente connessa
alla salute dei cittadini calabresi.
Devo dire che questa
maggioranza stravolge i procedimenti.
L'abbiamo
evidenziato, così come l'ha evidenziato più volte la Corte dei conti anche per
altre situazioni; quindi, noi dell'opposizione non possiamo stare inerti a
guardare.
Vi ricordo che il titolo
di questa legge, la numero 9 del 2018 è: “Interventi regionali per la
prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione
della legalità, dell'economia responsabile e della trasparenza”.
Mi sembra che le
modifiche proposte vadano in direzione diametralmente opposta all'economia
responsabile, alla prevenzione e al contrasto.
Abbiate il coraggio
di cambiare il nome a questa legge. Avete proposto e giustificato una modifica
per tutelare gli interessi economici di esercenti e aziende che forniscono i
giochi, ma questo non è il punto di partenza corretto; il punto di partenza
sarebbe, per noi che tuteliamo l'interesse dei calabresi, esattamente la cura
dei pazienti e la tutela della salute della collettività calabrese.
Mi stupisce la
mancanza di attenzione da parte dell'intera maggioranza e del Commissario ad
acta alla sanità nei confronti di un problema sociale e sanitario che sta
destabilizzando intere famiglie e sta gettando sul lastrico, con il rischio che
entrino nel pericoloso circuito dell'usura, cittadini e cittadine calabresi più
fragili; un fenomeno che, stante questi dati significativi presentati anche dai
Sert, è in continua crescita.
Cento sette (107)
sono i miliardi di euro spesi in Italia per il gioco d'azzardo; 114 per la
sanità! Rendiamoci conto!
Per mettere in
evidenza anche quello che succede in Calabria, la stampa è entrata più volte.
Il Corriere della
Calabria il 22 luglio riportava dei dati di crescita in maniera abnorme della
nostra cittadinanza, che è arrivata a spendere circa 2 miliardi di euro, cioè mille
euro a testa! Non li guadagnano i calabresi mille euro a testa; eppure, li
spendono e le Regioni del Sud presentano un'elevata incidenza rispetto alla
media nazionale di disoccupazione e sotto occupazione oltre che
dell'infiltrazione nel tessuto sociale da parte di bande criminali che
prosperano sul gioco e sul connesso fenomeno dell'usura; il 10 per cento dei
giocatori patologici è vittima di usura e questo li rende ancora più
vulnerabili.
Dunque, in un
periodo storico in cui imperversa una delle crisi più gravi e tragiche della
storia, in cui le persone non arrivano a fine mese, sono ancora più vulnerabili,
trovano rifugio nel gioco d'azzardo e vivono nell'illusione di poter risolvere
i loro problemi con le vincite delle macchinette, la maggioranza di governo
della Regione che cosa fa?
Presenta delle
modifiche legislative che, di fatto, cancellano gli strumenti di contenimento
per contrastare l'azzardopatia e riducono il distanziometro, aumentano la durata
delle ore giornaliere di gioco, delegano ai Sindaci decisioni e responsabilità
sulle regole da applicare, sottoponendoli a tanti rischi, eliminano ogni sorta
di limite per coloro che detengono le licenze prima del 2018.
Tra l'altro, un diritto
di prelazione che non è consentito francamente nel mercato libero, per cui i
nostri ragazzi continuano a stare a 100 metri, a trovare le sale slot di fronte
alle loro scuole.
Questo è lo scenario
che state preparando con l'approvazione di questa proposta legislativa che oggi
ci presentate.
Una proposta
legislativa che sta incentivando la devianza. Vi prego, fermatevi!
Mettete da parte
queste modifiche, monitoriamo gli effetti della legge che finora è stata
completamente inapplicata e che, invece, sarebbe in grado di ridimensionare il
fenomeno del gioco patologico, cosa che è già accaduta in altre Regioni
d'Italia, che hanno promosso normative altrettanto serie contenenti azioni di
contrasto.
Io faccio appello
alle vostre coscienze. Siate capaci di dare una priorità alla salute di tutti i
calabresi e non agli interessi economici di una sparuta minoranza.
Grazie, consigliera
Bruni. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sarò
molto sintetico e breve perché c'è poco da aggiungere a quello che è stato già
detto.
Mi limiterò a dire
due cose.
Intanto, noi non
possiamo dimenticare il contesto in cui operiamo; cioè, noi stiamo approvando
questa legge in Calabria, una delle Regioni più povere del Paese. Siccome la
ludopatia è una malattia che colpisce soprattutto i più poveri e i più deboli,
noi stiamo amplificando i rischi che già questa norma ha di per sé.
Noi questa sera lanciamo
un messaggio politico. Comprendo che bisogna contemperare degli interessi, che
ci sono in gioco forme diverse che vengono in contrasto tra loro, però è altrettanto
vero che noi questa sera lanciamo un messaggio politico.
Il messaggio
politico è che noi stiamo aprendo le maglie del gioco in questa Regione, stiamo
aprendo le possibilità e i rischi di quello che avviene con la ludopatia perché
ludopatia poi significa usura, usura significa criminalità organizzata,
criminalità organizzata significa problemi sociali di persone che si trovano
sul lastrico dalla sera alla mattina; quindi, non vorrei drammatizzare, però un
dato è certo, il messaggio politico che noi stiamo mandando è questo: la Regione
Calabria allenta le norme e apre le maglie del gioco d'azzardo.
Questo non va bene.
Non ce lo possiamo permettere.
Non se lo può
permettere il Paese Italia, ma a maggior ragione non se lo può permettere la
Calabria; quindi, siamo assolutamente contrari a questa legge per il valore simbolico
che essa ha in questo momento storico, in particolare in questa difficile fase
congiunturale calabrese.
Davvero credo che
serva un attimo di riflessione perché ci sono delle leggi che hanno un valore
simbolico, forse anche più della ricaduta pratica e questa è proprio una di
quelle.
Annuncio ovviamente
il mio assoluto voto contrario e vi invito davvero a leggere i rapporti della
Caritas da dove emerge che la ludopatia è la vera emergenza sociale di questo Paese.
Persone che si
rivolgono alla Caritas, che hanno perso tutto, sono proprio le persone che sono
entrate nel turbine e nel disastro del gioco d'azzardo. Pensiamoci davvero bene,
colleghi.
Grazie. Conclude la
serie di interventi il consigliere Crinò per la replica della maggioranza.
Prego, consigliere
Crinò, a lei la parola.
Grazie, Presidente.
Grazie per avermi concesso la parola. Ho ascoltato con attenzione gli
interventi dei colleghi dell’opposizione.
In realtà intervengo,
come diceva lei Presidente, a nome dei colleghi firmatari di questa proposta
emendativa e dell'intera maggioranza.
Sono convinto che
oggi con l'approvazione di questo testo, si potrà finalmente uscire da un limbo.
Ricordo a me stesso
che questa legge del 2018, di proroga in proroga, non è entrata mai in vigore;
oggi con il voto favorevole a questa proposta emendativa, finalmente vedremo la
legge in questione spiegare i suoi effetti, ma chiaramente la situazione
rispetto al 2018, essendoci stati ben quattro anni di proroghe, è certamente
mutata.
Intanto, è mutata la
maggioranza politica rispetto all’allora maggioranza consiliare che sfornò
questo testo.
I ripetuti e sinceri,
immagino, inviti che promanano dai banchi della minoranza sono rivolti a noi,
quasi a mo’ di suppliche; ci è stato rivolto un invito alla coscienza, come se
dall'altra parte ci fossero incoscienti, come se qualcuno in quest'Aula stia
avallando il gioco d'azzardo.
Ora, capisco bene
che nella logica delle parti ci sia la necessità, a volte in maniera un po'
esagerata, come credo in questa, di trovare un po' dei cavalli di battaglia, di
fare dei ragionamenti che vanno al di là della realtà; io ritengo che non sia
un invito da rivolgere a noi e alla coscienza perché di coscienza ne abbiamo e
ne abbiamo fin troppa. Ci rendiamo conto che, per andare al nocciolo delle proposte
che ci permettiamo di proporre a questa Assemblea, – così mi pare di aver
compreso – le questioni che vengono eccepite dai colleghi di minoranza siano
sostanzialmente tre. Per quanto riguarda la data di decorrenza di efficacia di
questa legge, faccio breve inciso: il gioco d'azzardo, pratica condivisibile o
meno, ricordo a me stesso e a tutti voi, è autorizzato dalle leggi dello Stato.
Il Consiglio
regionale della Calabria e questa maggioranza non sta inventando una pratica
che altrove è illegale; quindi, noi non stiamo avallando alcunché, ma stiamo
cercando di ragionare nella logica, che per brevi tratti ha anche eccepito il
collega Lo Schiavo, di un giusto contemperamento.
Questo deve fare un legislatore
e riformatore: effettuare un giusto contemperamento.
Allora io mi sono
chiesto e mi sono dato una risposta che mi ha portato convintamente a
sottoscrivere questa proposta di legge: è corretto cambiare le carte a partita
avviata? Ritenete che sia corretto dire a delle attività che fino all’emanazione
di questa legge, fino al 2018, avevano sostenuto degli investimenti anche
importanti per ristrutturare un immobile, per dare dei posti di lavoro, per
fare quella che è un’attività assolutamente legale, 4 anni con l'entrata in
vigore di questa legge: “Tu sei fuori norma?”
Possiamo consentirci
di giocare in maniera così sleale? Io credo di no. E allora, con questa
proposta emendativa, cosa diciamo?
Che i limiti
contenuti in questa legge devono necessariamente trovare applicazione con
riferimento a coloro che hanno avviato queste attività successivamente alla
pubblicazione di questa legge. A me pare una questione di buon senso, oltre che
di diritto; di buon senso!
Probabilmente, su
questo posso trovare anche il consenso dei colleghi dell'opposizione, posto che,
a parte qualche articolo di stampa e qualche piccola critica, mi pare che non
sia stato questo il tema dei temi.
Poi vengo agli altri
due aspetti.
Intanto, mi riferisco a un’affermazione, in particolare: “Si è dato il cerino in mano ai Sindaci”. Il cerino in mano di cosa? Di cosa? Di quello che già hanno? Tra l'altro non toccherebbe neanche a noi perché è un fatto già regolamentato da dalle leggi: queste attività, al pari delle altre attività, sono sottoposte e saranno sottoposte agli orari che il sindaco del comune X o del comune Y riterrà più opportune e più congrue per il proprio territorio. E, badate bene, in realtà dietro questo nostro ragionamento c'è l'idea di non fare distinzioni tra esercizi commerciali buoni e cattivi.
Ricordo a me stesso che gli esercenti…ma non tocca a me fare una difesa d’ufficio perché è un mondo che non conosco e lo preciso in riferimento a qualche sparata – questo, sì, lo posso dire - che è stata anche diffusa a mezzo stampa, come se qualcuno stesse corroborando le lobby. Ma quali lobby? Quali lobby? Io parlo per me, ma sono certissimo di poter parlare per tutta la maggioranza: qui non c'è stata nessuna lobby che abbia spinto e sospinto nulla, qui c’è l’esigenza di dare dignità a degli esercizi, a delle attività regolate dalla legge nazionale che esercitano appunto la loro attività all'interno di una cornice che dà legalità appunto ad essa; c'è la necessità di non farli sentire discriminati. Perché no? Perché no? Perché no? Per fatti professionali conosco la trafila stringente, fortemente stringente, a cui questi esercenti devono sottoporsi con le Questure, il famoso articolo 88 del TULPS. Già in sé, il messaggio che voi mandate è particolarissimo perché sostanzialmente è come se vedeste ciò che le Questure che rilasciano le autorizzazioni a queste attività non vedono.
Io, che conosco bene quello che è il compito di un legislatore, non faccio battaglie ideologiche e non mi permetto di assumere su di me delle battaglie di carattere morale, specialmente se spiegate presuntuosamente dall'altra parte di questo emiciclo, ritengo che da questo punto di vista discriminare… per cui al panettiere il sindaco può dare un orario. Dopodiché, pensateci bene, ogni realtà comunale ha una propria specificità, noi abbiamo ragionato su quanto sostenuto anche in qualche incontro che abbiamo avuto con i colleghi di minoranza. Noi ci abbiamo ragionato, non abbiamo assunto delle posizioni in maniera aprioristica. Però sostenere che debba essere il legislatore regionale a dover imporre ai sindaci un tetto massimo di orario per queste attività, a me personalmente e alla nostra maggioranza, non è andato. Non è andato perché - ripeto e mi scuso per la ripetizione -questo avrebbe connotato attività assolutamente legali, le avrebbe connotate e distinte per definizione, mentre, tra l'altro, poi caso per caso si possono appurare determinate cose e questo riguarda tutti i settori non solo quello del gioco d'azzardo.
Vado al terzo - mi pare - elemento eccepito: il dies a quo. Abbiamo ragionato per quanto riguarda le fasce orarie, chiamiamole così, abbiamo ragionato, ora andiamo a questo famoso distanziometro. Cosa abbiamo fatto? Ci siamo ritrovati una legge che faceva una distinzione in base alla popolazione dei comuni, due scaglioni, secondo noi in maniera disordinata. Secondo noi andava a creare ulteriori difformità. Abbiamo ragionato e abbiamo convenuto sull'opportunità di ridurre due scaglioni ad un unico scaglione. Ora, con onestà, se fossimo passati da 10 km di distanza a 300 metri avrei anche capito che il grande effetto dissuasivo della legge, per come precedentemente formulata, rispetto a questa proposta, poteva essere toccato. Ma di cosa stiamo parlando? Passiamo da 500 metri a 300 metri. Anzi, ricordo che il mio amico - lo dico con grande rispetto, perché è persona perbene - il consigliere Laghi, all'interno di un dibattito di una Commissione, piuttosto che dire da 500 metri a 300 metri ha detto che si va da mezzo chilometro a 300 metri; capisco bene che dire mezzo chilometro un po' riempie la bocca. Stiamo con i piedi per terra: da 500 metri a 300 metri per tutti riteniamo che sia un'operazione di equità e di uniformità per non creare appunto delle situazioni disordinate. Dopodiché, per chi vive su questa Terra, ricordiamoci che oramai la gran parte del gioco legale, legalizzato e autorizzato dallo Stato avviene da aggeggini del genere, da aggeggini del genere (Il consigliere Crinò indica il proprio smartphone) attraverso cui mi posso ritrovare all'interno di una scuola e giocare, all'interno di una banca e giocare, all'interno di una chiesa e giocare.
Forse sono andato un po' lungo e mi sono anche un po' scaldato perché è da qualche settimana ed è da qualche mese che assistiamo a reiterati attacchi da parte dei colleghi di minoranza non sul merito ma sull'invito alle coscienze e alla morale, che rispediamo al mittente. Invito, quindi, quest'Aula a votare favorevolmente rispetto alla proposta emendativa. Grazie, Presidente.
Grazie.
Presidente, chiedo il voto per appello nominale.
Grazie. Prima di passare alla votazione, collega Crinò, ho da chiederle alcune precisazioni, per maggiore chiarezza. La prego di rispondermi entro i 3 minuti concessi per la dichiarazione di voto. Questa legge che ci apprestiamo a votare è unica? È prevista solo nella nostra Regione o c'è in altre Regioni? Poi, - magari se lo annota - quando nasceranno altre attività e chiederanno i permessi per aprire nuove sale, lo faranno entro quali limiti, con quali condizioni? E, in ultimo, questa legge, mantenendo in vita queste attività ha sì o no dato la possibilità al mantenimento di esercizi e quindi attività? E quanti posti di lavoro tutela? Quanti esercizi? E poi: le autorizzazioni sono rilasciate da organismi di Pubblica Sicurezza, sì o no? Se lei brevemente mi può rispondere, mi fa una cortesia e fa un po' di chiarezza. Grazie.
La ringrazio davvero con sincerità perché mi dà l'occasione di evidenziare taluni aspetti che sbadatamente avevo omesso. Dunque, vorrei tanto dire che siamo, da questo punto di vista, gli apripista e i fautori di una legge innovativa la Calabria, ma in realtà non è così. In questo caso, mi duole dirlo, non stiamo scoprendo l'uovo di Colombo, ma abbiamo di fatto replicato leggi regionali che sono state già approvate in altre regioni, una per tutti la civilissima Piemonte, che addirittura è tornata indietro rispetto ad un approccio assolutamente restrittivo che aveva inizialmente avuto e dopo invece ha sfornato una legge esattamente di segno identico al nostro; lo stesso dicasi per la rossa - lasciatemi dire – Puglia. Da questo punto di vista il tenore di questa proposta di legge ricalca quello che in diverse regioni d'Italia è già avvenuto. Dopodiché, Presidente, lei mi chiedeva di ribadire quello che in realtà ho già detto: la legge nulla può - e ci mancherebbe pure - con riferimento all'iter autorizzativo che viene svolto invece presso le Questure e le attività che sono nate a far data dal 2018; quindi, dalla data di pubblicazione della legge che stiamo oggi modificando sono sottoposte ai limiti della legge che entrerà finalmente in vigore. Per cui si fanno salve, rispetto all'applicazione di questa legge, come dicevo all'inizio del mio intervento, le attività che avevano avuto tutti i permessi e tutte le autorizzazioni rilasciate dalle autorità prescritte. Probabilmente, Presidente, avrò dimenticato qualcuna delle necessità che mi rappresentava, ma ovviamente sono disponibile ad integrare. Grazie.
Presidente Mancuso, vorrei che verificasse il numero legale.
Lo verificheremo in fase di votazione.
Okay. Grazie.
Passiamo all’esame del provvedimento. È pervenuto un emendamento, protocollo numero 26880, a firma del consigliere Tavernise, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego, consigliere Tavernise.
Si illustra da sé.
Che vuol dire “si illustra da sé”? Qual è il suo contenuto?
Ho già detto nel mio intervento precedente che chiedo a questa maggioranza, proprio per le parole che ha utilizzato il consigliere Crinò e cioè discriminazione, buon senso e correttezza, per correttezza nei confronti dei calabresi, di dare un segnale e dire, come per tutte le attività, che le sala slot devono chiudere a mezzanotte.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Con coerenza, rispetto a quanto probabilmente dai banchi dell'opposizione non condiviso, ritengo che il destinatario di questo invito che rivolge il consigliere Tavernise debba essere il soggetto deputato a stabilire gli orari di apertura e di chiusura di tutti gli esercizi commerciali ovvero i sindaci. Quindi, in linea astratta ed empirica, sarei anche d'accordo, ma in realtà, se sono i sindaci che devono stabilire gli orari di apertura e di chiusura, chiedo che questo invito il consigliere Tavernise lo rivolga a chi può realizzarlo.
Parere della Giunta? Parere del relatore sull'emendamento?
Contrario.
Pongo in votazione l’articolo 1: favorevoli? Contrari? Astenuti? L'articolo 1 è approvato.
Presidente, abbia pazienza, mi scusi, ho chiesto il voto per appello nominale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Caputo. Ne ha facoltà.
Vorrei capire se il consigliere Bevacqua è presente o è assente. Solo per capire. Grazie.
Presidente, siamo in votazione, non ho capito: stiamo votando l’articolato…
No, dobbiamo votare l'emendamento adesso.
E
sull'emendamento si può chiedere il voto per appello nominale? (Intervento
fuori microfono del Presidente)
Va bene, Presidente. Grazie, mi scusi, non avevo capito.
Votiamo l'emendamento. Pongo in votazione l’emendamento. L'emendamento è respinto.
Pongo in votazione l'articolo 1. Dobbiamo fare prima l'appello nominale.
Sospendiamo per cinque minuti.
Presidente, non
credo che si possa sospendere per 5 minuti mentre è in
corso la votazione.
L’appello nominale va chiesto da tre consiglieri,
non lo può chiedere solo lei.
Presidente, scusi, ma se la seduta è sospesa i consiglieri non devono prendere la parola.
Presidente, mi scusi, ma noi eravamo già in sede di votazione.
Ma voi siete presenti o siete assenti?
No, Presidente, non si può sospendere una seduta….
(Interruzioni
dei consiglieri Graziano e Crinò)
in questo momento sono presente. Chiedo l’interpretazione…
(Interruzione
del consigliere Graziano)
Consigliere, non si agiti. Chiedo – e sono presente in questo momento in Aula –un’interpretazione autentica, intanto al segretario generale, se si può sospendere una seduta durante il momento della votazione già avviato. Se questo si può fare ne prendo atto, però vorrei che rimanesse agli atti.
Non siamo al momento della votazione, stavamo votando l'emendamento.
E quando uno parte con l'emendamento…
Non è vero quello che lei dice, non è vero…
La votazione è unitaria, non si vota prima l’emendamento, poi si sospende e poi si vota il testo. La votazione è unitaria, è cominciata la fase di votazione, di deliberazione.
La sua collega ha chiesto la votazione per
appello nominale. Non può chiederlo solo lei. Dovete essere in tre a chiedere
la votazione per appello nominale, tanto per iniziare.
Presidente, lei mi i deve dire: stavamo
votando o no? Lei ha detto: “Votiamo per appello nominale”. Ora sta dicendo che
la seduta è sospesa.
Sì, ma abbiamo votato soltanto l'emendamento, abbiamo relazionato solo sull’emendamento.
(Interruzione
della consigliera Straface)
Abbiamo votato l’emendamento, Presidente, poi ovviamente ci sono i cronisti e deciderà, ovviamente come sempre accade, l’oggettività dei fatti. Se non c’è il numero legale, prendetene atto, Presidente. Voglio dire: è inutile forzare con sospensioni che non hanno senso.
Siete voi che state forzando, consigliere Lo Schiavo. Ma già il fatto che entrate e uscite da quella porta non sta offrendo uno spettacolo degno di questa Assise regionale.
Consigliera, sa cosa stiamo facendo? Stiamo esercitando il diritto dell’opposizione di fare ostruzionismo su un provvedimento.
Il diritto all’opposizione si fa in Aula. Il diritto all’opposizione si fa in Aula, non entrando e uscendo.
Se avete i numeri, approvatelo! Ma se non avete i numeri, non vi inventate norme, non vi inventate prassi che non esistono.
Per cortesia, per cortesia, facciamo l'appello nominale dei presenti. Vediamo quanti sono i presenti. Facciamo l'appello nominale.
No, Presidente, io le chiedo ufficialmente una sospensione di 5 minuti.
No, facciamo l'appello nominale (Interruzioni del consigliere Graziano) e ci aggiorniamo. Possiamo sospendere.
Noi vogliamo una sospensione, Presidente.
Segretario questore, prego. Faccia l’appello nominale.
(Interruzione
del consigliere Graziano)
Fa la chiama.
Presidente, scusi, chi ha chiesto l’appello? Non c'è nessuno della minoranza, chi l'ha chiesto deve essere in Aula.
Lo ha chiesto la consigliera Bruni.
Presidente, scusi, se devono essere in tre i colleghi della minoranza che hanno richiesto l’appello nominale devono essere in Aula.
Non è questo, siete e siamo fuori strada.
Chi chiede l’appello nominale deve stare in Aula, Presidente. Pretendiamo che la collega Bruni stia in Aula, altrimenti non vale la richiesta, Presidente, mi scusi. Mi scusi, Presidente, qua stanno mettendo in ridicolo quest'Aula e questo non è consentito a nessuno, Presidente. Non è consentito a nessuno calpestare la dignità di quest’Aula e si sta facendo questo. Chi chiede l’appello nominale deve stare in Aula, sono le regole della democrazia. Non si può calpestare la regola dell'Aula, Presidente.
Sospendiamo per 15 minuti.
La seduta sospesa alle 20.13
riprende alle 20.15
La seduta viene rinviata a data da destinarsi. Buonasera.
La seduta termina
alle 20.15
Hanno chiesto congedo: Alecci, De Nisi, Gelardi, Loizzo, Minasi.
(È concesso)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta
di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Intesa tra le Regioni Calabria, Basilicata,
Campania, Puglia e Sicilia in materia di Governance del fenomeno migratorio e
promozione di Politiche di inclusione sociale e lavorativa della popolazione
straniera – (deliberazione G.R. n. 602 del 18.11.2022)” (PL n. 131/12^).
È stata assegnata alla prima Commissione -
Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale per l’esame di
merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
È stata presentata alla Presidenza la seguente
proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa d’Ufficio:
“Presa d'atto delle
dimissioni del consigliere regionale Nicola Irto” (PPA n. 93/12^).
Comunico che, in data 23
novembre 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sottoindicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 263 del 23
novembre 2022:
-
Legge regionale n. 38 del 23
novembre 2022, recante: “Promozione di iniziative in memoria del Presidente
Jole Santelli”.
La
Giunta regionale ha comunicato che, per mero errore materiale, ha inviato in data
21 novembre 2022 la risposta all’interrogazione n. 92/12^, comunicata nella 17^
seduta del 21.11.2022 a cui sarebbe seguita una nuova comunicazione recante la
risposta corretta. In data odierna è pervenuta la risposta corretta.
Il
Consiglio regionale, premesso che:
-
si
premette che con provvedimento nr. 137 del 4 ottobre 2022, il Direttore
Generale Incentivi Energia del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza
Energetica, ha adottato l'Avviso C.S.E. 2022 - Comuni per la Sostenibilità e l'Efficienza
energetica- relativo alla concessione di contributi a fondo perduto per la
realizzazione di interventi di efficienza energetica anche tramite interventi
per la produzione di energia rinnovabile negli edifici delle Amministrazioni
comunali, attraverso l'acquisto e l'approvvigionamento dei relativi beni e
servizi con le procedure telematiche del Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione
(MePA).
-
- L'art. 2.5 del predetto
Avviso ("Destinatari del finanziamento, interventi ammissibili e edifici
oggetto degli interventi") prevede che "alla data di presentazione
dell'istanza di concessione di contributo, i soggetti istanti non devono
trovarsi in condizioni tali per cui sia stata deliberata nei loro confronti la
dichiarazione di dissesto finanziario ai sensi dell'articolo 246 del decreto
legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ss.mm.ii...”.
-
- Trattasi di un Avviso c.d.
"a sportello" che prevede l'assegnazione dei contributi fino ad
esaurimento. Le risorse disponibili sono pari, complessivamente, ad euro 320
milioni (trecentoventi milioni/00). - Ai sensi dell'art. 4.2 dell'Avviso
"una quota pari al 50 per cento delle risorse [ ..],
per complessivi 160 milioni (centosessanta milioni/00) di euro, è riservata
agli interventi di efficientamento energetico e di produzione di energia da
fonti rinnovabili su edifici situati nei territori delle seguenti Regioni del
Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna
e Sicilia".
-
- Oltre il 50% dei Comuni
calabresi si trova in dissesto o in riequilibrio finanziario. Purtroppo, una situazione
comune ad altre realtà regionali: in evidente affanno tutte le Regioni del Mezzogiorno
e le uniche estranee al fenomeno sono il Friuli-Venezia Giulia e la Valle
d'Aosta.
-
- L'Avviso è funzionale al
raggiungimento degli obiettivi della Politica di Coesione e rappresenta un
mezzo concreto per ridurre i consumi energetici negli edifici e nelle strutture
pubbliche o ad uso pubblico nonché per promuovere la ecoefficienza e riduzione
di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche. L'efficientamento
energetico consente l'abbattimento dei costi e quindi favorisce il risanamento.
-
- L'accesso all'Avviso
consentirebbe il conseguimento di risultati sostenibili ed il perseguimento
della sostenibilità così come indicato dall'Agenda 2030 per lo Sviluppo
Sostenibile dell'ONU. - Dunque, la misura rappresenta uno strumento concreto
che consente ai Comuni di eseguire interventi finalizzati all'efficientamento
energetico degli edifici pubblici tramite accesso a finanziamenti nella forma
del contributo a fondo perduto, pari al 100% dei costi ammissibili. Per quanto
precede,
impegna la Giunta regionale,
impegna il Presidente della Giunta Regionale a
promuovere, presso il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica,
ogni azione necessaria finalizzata a riconoscere l'accesso ai contributi per la
realizzazione di interventi di efficienza energetica previsti dall'Avviso
C.S.E. 2022 adottato dal Direttore Generale Incentivi Energia del Ministero della
Transizione ecologica (oggi Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza
energetica) - provv. nr. 137 del 4/10/2022 - anche
alle amministrazioni comunali in dissesto finanziario ai sensi dell'articolo
246 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 e ss.mm.ii... Il testo della presente mozione voglia
essere trasmesso al Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica.
(37; 25/11/2022) Crinò, Graziano, Neri, Arruzzolo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- nei giorni scorsi un’intensa mareggiata ha
interessato la costa tirrenica Calabrese, causando ingenti danni alle
infrastrutture, ad abitazioni private e ad importanti servizi pubblici. - In
particolare, il Comune di Paola ha informato sia la Giunta regionale che gli
uffici RFI dell’aumento dell’erosione costiera in prossimità del tratto ferroviario
dì uno dei principali snodi meridionali.
Impegna la Giunta regionale
affinché solleciti il Governo a dichiarare lo
stato di calamità naturale nelle zone interessate e ad assumere ogni utile
provvedimento conseguenziale.
(38; 28/11/2022) De Francesco e De Nisi.
(Ritirata dai proponenti con nota protocollo
n.26908 del 28.11.2022).
È pervenuta risposta scritta alle seguenti
interrogazioni:
Lo Schiavo. Al Presidente della Giunta
regionale. Premesso che:
- tra il Ministero della salute e la Regione
Calabria, in data 13.12.2007, è stato sottoscritto l'Accordo di programma per
la realizzazione degli ospedali di Vibo Valentia, di Catanzaro e della Piana di
Gioia Tauro;
- con ordinanza del Commissario delegato ai
sensi dell'Opcm 3635/2007 n.31 del 4 maggio 2011 è
stato approvato il progetto preliminare relativo alla realizzazione del nuovo
ospedale di Vibo Valentia, nonché il relativo bando di gara;
- in data 12 settembre 2014 è stato
sottoscritto il contratto di concessione, registrato in pari data al Rep. N. 2
dell'Asp di Vibo Valentia, tra la Regione Calabria, l'Asp di Vibo Valentia e la
Società "Vibo Hospital Service Spa", avente ad oggetto la
realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia e la gestione, per l'intera
durata della concessione, dei servizi di supporto non sanitari nonché dei
servizi commerciali compatibili con l'attività sanitaria;
- in data 22 ottobre 2015 è stato sottoscritto
il contratto di appalto, registrato in pari data al Rep. n. 1878 della Regione
Calabria, con il quale è stato affidato alla Società Rina Check Srl il servizio di verifica dei progetti definitivo ed
esecutivo dell'intervento di realizzazione del nuovo ospedale di Vibo Valentia
di cui agli artt. 93, comma 6 e 112, comma 5 del D.lgs. 163/2006, e del Titolo
II, Capo II del DPR 207/2010;
-con decreto n. 7411 del 06.07.2022 è stato
approvato il progetto definitivo del nuovo ospedale di Vibo Valentia;
- con decreto n. 9278 del 3.8.2022 è stata indetta
la gara articolata in tre lotti per l'affidamento degli incarichi di componente
della Commissione di collaudo in corso d'opera e finale relativo alla
"Concessione di costruzione e gestione, ai sensi dell'art.144 del D.lgs.
163/06 e ss.mm.ii., dell'intervento di realizzazione
del nuovo ospedale di Vibo Valentia";
- nelle more della realizzazione della nuova
struttura, la situazione del principale presidio sanitario del territorio,
l'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia, da
lungo tempo appare fortemente critica. Emblematica in questo senso è la
clamorosa protesta dei medici in servizio al pronto soccorso esplosa in modo
plateale mercoledì 19 ottobre 2022, che trae origine dalle estenuanti
condizioni di lavoro, ossia turni massacranti dovuti alla grave carenza di
personale;
- la protesta è giunta dopo numerose
segnalazioni e richieste avanzate dagli interessati ("senza esito")
alla direzione aziendale, invitata a porre rimedio ad una situazione divenuta
ormai insostenibile che costringe a turni estenuanti coperti quasi sempre da un
solo sanitario. - si registrano evidenti carenze anche nelle strutture
sanitarie periferiche della provincia che destano crescente preoccupazione tra
la popolazione residente. Considerato che: - la durata effettiva dei lavori del
Nuovo Ospedale di Vibo, per come da contratto sottoscritto con il
Concessionario, è fissata in giorni 1.116 (millecentosedici),
naturali e consecutivi, decorrenti dalla data del verbale di consegna lavori;
- la situazione transitoria legata alla realizzazione
del nuovo ospedale di Vibo Valentia e la necessità di garantire, al contempo,
adeguate cure ai pazienti che hanno accesso al pronto soccorso e a tutti i
reparti dell'Ospedale Jazzolino di Vibo Valentia sta
determinando confusione rispetto alla governance dei servizi sanitari ordinari,
al punto da portare i medici che operano nel nosocomio a minacciare dimissioni
di massa. Verificato che: - l'ordine dei medici di Vibo Valentia, attraverso il
presidente -----------, ha espresso solidarietà nei confronti dei colleghi
vibonesi appellandosi al presidente Occhiuto affinché si ponga rimedio a questa
incresciosa situazione e chiamando alle proprie responsabilità le autorità
sanitarie, soprattutto la Regione «che deve innanzitutto rendere appetibile, non
solo sul piano economico ma anche su quello della sicurezza e delle condizioni
ambientali e tecnologiche, lavorare in pronto soccorso». Tenuto conto che: - la
situazione generale di tutte le strutture sanitarie vibonesi, in particolare
dell'ospedale Jazzolino, e non ultima la protesta
messa in atto dai medici del pronto soccorso non vanno ignorate né
sottovalutate ed è necessario intervenire per scongiurare il rischio di
dimissioni di massa con conseguenze catastrofiche sul sistema sanitario
provinciale;
- le carenze organizzative dell'ospedale Jazzolino di Vibo, in termini di personale e posti letto,
riguardano la totalità dei reparti e investono in modo significativo le
strutture di Ortopedia, Ginecologia, Medicina (smantellato a causa
dell'emergenza Covid), configurando una vera e propria emergenza sanitaria del
distretto ospedaliero;
- il territorio vibonese nel suo complesso si
trova in una situazione particolarmente critica dal punto di vista sanitario
con prestazioni sanitarie di primo livello che non consentono, per come oggi
organizzate, di prevenire l'aggravarsi delle condizioni della persona ed
impattano in modo significativo sulla medicina d'urgenza e lungodegenza;
- l'art. 32 della Costituzione sancisce che la
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e tale diritto rischia di essere negato ai
cittadini del territorio vibonese.
Per sapere:
1. quali interventi immediati si intendano
mettere in atto per ripristinare condizioni lavorative adeguate ai medici
dell'ospedale Jazzolino di Vibo Valentia.
2. Quali azioni urgenti si intendono adottare
per un reclutamento straordinario di medici da destinare al pronto soccorso e
agli altri reparti dell'Ospedale Jazzolino di Vibo
Valentia che soffrono particolari condizioni di carenza d'organico.
3. Quali interventi sono in programma per
rafforzare sul piano infrastrutturale e della dotazione d'organico, le
strutture sanitarie di Serra San Bruno, Soriano, Nicotera e Tropea.
4. Se ritiene che verranno rispettati i tempi
previsti da contratto in relazione alla costruzione del nuovo presidio
ospedaliero di Vibo Valentia o se l'opera potrebbe subire ulteriori ritardi.
(93; 27/10/2022).
Il
Consiglio regionale
premesso che in data 21 novembre 2022 il
consigliere Nicola Irto ha formalmente comunicato le proprie dimissioni dalla
carica di consigliere regionale, acquisite al protocollo generale in pari data
con n. 26371, delle quali ha informato l’Aula nel corso della 17^ seduta del Consiglio regionale del 21 novembre 2022;
tenuto conto che
- ai sensi del primo periodo dell’articolo 26,
comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale “Il Presidente, nella
prima seduta utile, pone al primo punto dell’ordine del giorno la presa d’atto
delle dimissioni”;
- a mente del comma 3, del suddetto articolo
26, del Regolamento interno del Consiglio regionale la votazione sulla presa
d’atto delle dimissioni è effettuata per appello nominale e, nel caso venga
approvata, ha effetto immediato;
- l’articolo 26, comma 4, del Regolamento
interno del Consiglio regionale dispone che “nel caso il Consiglio respinga le
dimissioni ed il consigliere le reiteri, si provvede alla presa d’atto, senza
voto, nella prima seduta successiva”;
rilevato che il provvedimento è stato oggetto
di ampia e approfondita discussione in Aula;
preso atto che la votazione per appello
nominale ha dato il seguente risultato:
- presenti e votanti: 26 consiglieri:
- hanno votato SI: 26
consiglieri;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità
di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
- di prendere atto delle dimissioni del
consigliere regionale Nicola Irto;
- di trasmettere la presente deliberazione al
Prefetto dell’Ufficio Territoriale del Governo di Catanzaro.
Art. 1
(Residui attivi e
passivi e fondo cassa)
1. I dati presunti dei residui attivi e passivi,
riportati rispettivamente nello stato di previsione delle entrate e delle spese
del bilancio per l'esercizio finanziario 2022, approvato con legge regionale 27
dicembre 2021, n. 37 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria
per gli anni 2022 – 2024), sono rideterminati e aggiornati in conformità ai
corrispondenti dati definitivi risultanti dal rendiconto generale per l'esercizio
finanziario 2021, approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 265 del
30 giugno 2022, per come di seguito indicato:
a) il totale dei residui attivi al 1° gennaio
2022, al netto delle contabilità speciali, risulta essere rideterminato definitivamente
in euro 3.635.842.717,48;
b) il totale dei residui attivi delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2022 risulta essere rideterminato
definitivamente in euro 361.356.788.26;
c) il totale dei residui passivi al 1° gennaio
2022, al netto delle contabilità speciali, risulta essere rideterminato
definitivamente in euro 2.897.738.319,32;
d) il totale dei residui passivi delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2022 risulta essere rideterminato
definitivamente in euro 9.884.515,42.
2. Le differenze fra l'ammontare dei residui
risultanti dal rendiconto e l'ammontare dei residui presunti riportati nello
stato di previsione del bilancio per l'esercizio finanziario 2022, sono
rappresentate nel Prospetto 1 (Variazione dei residui Parte Entrata) e nel Prospetto
2 (Variazione dei residui Parte Spesa) allegati alla presente legge.
3. Il fondo di cassa presso il Tesoriere al 1°
gennaio 2022 risulta essere rideterminato in euro 751.997.167,70.
Art. 2
(Saldo finanziario alla
chiusura dell’esercizio finanziario 2021 e fondo pluriennale vincolato)
1. A seguito degli aggiornamenti di cui
all’articolo 1, il saldo finanziario alla chiusura dell’esercizio finanziario
2021 è rideterminato in euro 1.447.675.450,96.
2. A seguito dell’approvazione del rendiconto
generale dell’esercizio finanziario 2021, il fondo pluriennale vincolato di
parte corrente è rideterminato in euro 91.185.782,21 e il fondo pluriennale di
parte in conto capitale in euro 302.712.605,53.
3. A seguito degli aggiornamenti di cui
all’articolo 1, le quote vincolate e accantonate del risultato di
amministrazione sono rideterminate in euro 1.522.693.931,73.
Art. 3
(Modifiche a leggi
regionali aventi riflessi di carattere finanziario)
1. Alle autorizzazioni di spesa disposte
dall’articolo 2 della legge regionale 27 dicembre 2021, n. 36 (Legge di
stabilità regionale 2022), sono apportate le variazioni di cui alla Tabella C
allegata alla presente legge.
2. È autorizzato il rifinanziamento degli
stanziamenti previsti dalle leggi regionali di spesa non incluse nell’articolo
2 della l.r. 36/2021, per come contenute nella
Tabella C allegata alla presente legge.
Art. 4
(Nuove autorizzazioni di
spesa)
1. Al fine di garantire la definizione delle
regolazioni finanziarie del maggiore gettito, relativo agli anni 2015 e
successivi, della tassa automobilistica da riversare allo Stato in applicazione
dell'articolo 1, commi 321 e 322, della legge 27 dicembre 2006, n. 296
(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato
– legge finanziaria 2007), è autorizzata la spesa di euro 4.327.999,71 per
ciascuna delle annualità 2022, 2023, e 2024, con allocazione alla Missione 01,
Programma 03 (U.01.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio di
previsione 2022-2024.
2. Al fine di effettuare il pagamento
dell’importo richiesto dall’Agenzia delle Entrate a seguito della verifica dei
documenti fiscali del sostituto di imposta, la Giunta regionale è autorizzata,
per l’esercizio finanziario 2022, a sostenere la spesa di euro 188.495,10, a
valere sulle risorse allocate alla Missione 01, Programma 03 (U.01.03) dello
stato di previsione della spesa del bilancio 2022-2024.
3. Al fine di garantire la copertura
finanziaria delle somme dovute a Sorical S.p.a. per la fornitura idrica nel campo
profughi di San Ferdinando, è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2022, la
spesa di euro 375.883,99, a valere sulle risorse allocate alla Missione 09,
Programma 04 (U.09.04) dello stato di previsione della spesa del bilancio
2022-2024.
4. Per far fronte alla richiesta avanzata dalla
Città metropolitana di Reggio Calabria delle somme per la stabilizzazione
occupazionale dei lavoratori LSU e LPU, ai sensi della legge regionale 19
novembre 2003, n. 20 (Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei
lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità) e degli
articoli 20 e 21 della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 (Collegato alla
manovra di finanza regionale per l'anno 2007), è autorizzata, per l’esercizio
finanziario 2022, la spesa di euro 2.153.989,26 a valere sulle risorse allocate
alla Missione 15, Programma 03 (U.15.03) dello stato di previsione della spesa
del bilancio 2022-2024. L’erogazione delle somme è subordinata alle necessarie
verifiche da parte del dipartimento competente.
5. Al fine di consentire lo svolgimento delle
procedure concorsuali per il reclutamento di personale, affidate a FORMEZ PA, è
autorizzata nel biennio 2022-2023 la spesa complessiva di euro 600.000,00, di
cui euro 200.000,00 per l’esercizio finanziario 2022, con allocazione alla
Missione 01, Programma 01 (U.01.01) dello stato di previsione della spesa del
bilancio di previsione 2022-2024.
6. La Giunta regionale è autorizzata a
concedere, per l’esercizio finanziario 2022, all’Associazione Italiana
Diversamente Abili Organizzazione di Volontariato -A.I.D.A ODV, con sede in
Laureana di Borrello (RC), un contributo una tantum, pari ad euro 30.000,00, per
la realizzazione di una struttura volta a migliorare l’accesso ai servizi
socio-educativi delle persone portatrici di handicap, a valere sulle risorse
allocate alla Missione 12, Programma 08 (U.12.08) dello stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 20222024.
7. Al fine di consentire le attività di
gestione e manutenzione della rete regionale della qualità dell’aria, è
autorizzata, per l’esercizio finanziario 2022, la spesa di euro 150.000,00, a
valere sulle risorse allocate alla Missione 09, Programma 08 (U.09.08) dello
stato di previsione della spesa del bilancio di previsione 2022-2024.
8. La Giunta regionale è autorizzata a
concedere, per l’esercizio finanziario 2022, un contributo una tantum di euro
50.000,00 all’Associazione Donatori Volontari Sangue per Talassemici
(A.D.V.S.T. – O.D.V.) con sede in Locri da destinare all’allestimento di
automediche da adibire al trasporto di sangue, mediante le risorse allocate
alla Missione 13, Programma 07 (U.13.07) dello stato di previsione della spesa
del bilancio di previsione 2022-2024.
9. La Giunta regionale è autorizzata a
concedere, per l’esercizio finanziario 2022, un contributo una tantum alla
Fondazione Città Solidale Onlus con sede in Catanzaro per l’importo di euro
200.000,00, per le finalità indicate nello Statuto, a valere sulle risorse
allocate alla Missione 12, Programma 08 (U.12.08) dello stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 2022-2024.
10. Al fine di garantire la copertura dei debiti
pregressi di Azienda Calabria Verde è autorizzata, per l’esercizio finanziario
2022, la spesa di euro 4.500.000,00, con allocazione alla Missione 16,
Programma 01 (U.16.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio di
previsione 2022-2024.
11. Al fine di garantire la corrispondenza
delle partite debitorie e creditorie tra la Regione e Ferrovie della Calabria Srl, l’importo di euro 2.000.000,00, precedentemente
destinato alla realizzazione del piano di rinnovo degli autobus ai sensi dell’articolo
5, commi 3, 4 e 5, della legge regionale 21 agosto 2006, n.7 (Collegato alla
manovra di assestamento di bilancio per l’anno 2006), è finalizzato al
reintegro delle risorse di cui all'articolo 15 del decreto legislativo 19
novembre 1997, n. 422 (Conferimento alle regioni ed agli enti locali di
funzioni e compiti in materia di trasporto pubblico locale), in materia di
investimenti nel settore dei trasporti. La Giunta regionale è autorizzata ad
effettuare una variazione compensativa per l’annualità 2023, nell’ambito della
Missione 10, Programma 02 (U.10.02).
12. La Giunta regionale è autorizzata a
concedere, per l’esercizio finanziario 2022, un contributo una tantum alla
Fondazione Hospice Via delle Stelle con sede in Reggio Calabria per l’importo di
euro 350.000,00, per le finalità indicate nello Statuto, a valere sulle risorse
allocate alla Missione 12, Programma 07 (U.12.07) dello stato di previsione
della spesa del bilancio di previsione 2022-2024.
13. Al fine di migliorare e rafforzare la conoscenza
del patrimonio storico, naturalistico e ambientale della Calabria, la Giunta
regionale è autorizzata a concedere, per l’esercizio finanziario 2022,
all’Associazione Cammino di San Francesco da Paola del Comune di Paola un
contributo di 50.000,00 euro con allocazione alla Missione 07, Programma 01
(U.07.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione
2022-2024.
14. La Giunta regionale è autorizzata a
concedere, per l’esercizio finanziario 2022, all’Associazione Italiana Sclerosi
Multipla – A.I.S.M., sezione provinciale di Cosenza, un contributo una tantum,
pari a 50.000,00 euro, per l’acquisto di un mezzo di trasporto per i pazienti
affetti da sclerosi multipla, a valere sulle risorse allocate alla Missione 12,
Programma 08 (U.12.08) dello stato di previsione della spesa del bilancio di
previsione 2022-2024.
15. Al fine di sostenere e dare impulso alle
attività dei Consorzi di bonifica, ancora in sofferenza per il perdurare delle
pregresse situazioni emergenziali legate alla pandemia e ulteriormente
aggravate dal rincaro dei costi energetici e delle materie prime, la Giunta
regionale è autorizzata ad erogare ai medesimi, per l’esercizio finanziario
2022, un contributo eccezionale a destinazione vincolata, sia presso la Regione
che presso i Consorzi, per l’importo di euro 1.900.000,00 da allocare alla
Missione 16, Programma 01 (U.16.01) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2022-2024.
16. La Giunta regionale può concedere
annualmente ai Comuni, nei limiti della spesa autorizzata e iscritta in
appositi capitoli di bilancio, contributi una tantum in conto capitale per la
realizzazione di opere pubbliche o di pubblico interesse al fine di migliorare
la sicurezza, la mobilità e la qualità della vita della popolazione in essi residente.
17. Per l’esercizio finanziario 2022 l’importo
complessivo dei contributi di cui al comma 16, è determinato in euro 1.415.000,00,
allocato alla Missione 18, Programma 01, del bilancio di previsione 2022-2024,
ed è destinato, per la realizzazione degli interventi e per i relativi importi,
ai Comuni indicati nell’Allegato 2 alla presente legge.
Art. 5
(Disposizioni in materia
di proventi derivanti dalla gestione del patrimonio forestale regionale)
1. A decorrere dal 1° gennaio 2023, all’articolo
12 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell’Azienda
regionale per la forestazione e le politiche per la montagna – Azienda Calabria
Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della
montagna) sono apportate le seguenti modifiche:
a) al comma 4, le parole “sono annualmente
destinati alla Regione Calabria” sono sostituite dalle seguenti: “sono riscossi
direttamente da Azienda Calabria
Verde e destinati al ripiano del disavanzo di
gestione e al pagamento dei debiti pregressi dell’Azienda”;
b) i commi 4-bis e 5 sono abrogati.
2. Dall’attuazione delle disposizioni previste
al comma 1 deriva una riduzione dello stanziamento di Entrata al Titolo 3,
Tipologia 102, per l’importo di euro 300.000,00 per ciascuno degli anni 2023 e
2024 e una riduzione del medesimo importo per le annualità 2023 e 2024 sulla
Missione 09, Programma 05 (U.09.05) dello stato di previsione del bilancio
2022-2024.
3. Le somme riscosse dalla Regione nel periodo
2019-2022 ai sensi della normativa vigente, non utilizzate e a fronte delle
quali non sono presenti obbligazioni giuridiche, allocate tra le quote
vincolate nel risultato di amministrazione, possono essere destinate ad Azienda
Calabria Verde, per le medesime finalità indicate al comma 1 del presente
articolo, a seguito di motivata richiesta formulata dalla competente struttura
regionale.
4. Azienda Calabria Verde è autorizzata ad
effettuare le azioni di recupero delle entrate indicate al comma 4
dell’articolo 12 della l.r. 25/2013, dovute e non ancora
riscosse dalla Regione nel corso degli anni, destinandole alle medesime
finalità indicate al comma 1 del presente articolo.
Art. 6
(Variazioni al bilancio
2022-2024)
1. Nello stato di previsione di competenza e di
cassa della parte entrata e della parte spesa del bilancio 2022-2024, approvato
con l.r. 37/2021, sono introdotte le variazioni di
cui alle allegate Tabelle Entrata (Variazioni alle previsioni di entrata) e Spesa
(Variazioni alle previsioni di spesa).
Art. 7
(Variazioni al quadro generale
riassuntivo e agli allegati al bilancio di previsione 2022-2024)
1. Il quadro generale riassuntivo del bilancio
della Regione per il triennio 2022-2024 è modificato secondo le variazioni
apportate agli stati di previsione dell’entrata e della spesa con la presente
legge.
2. Gli schemi di bilancio e i relativi
allegati, di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118
(Disposizioni in materia di armonizzazione
dei sistemi contabili e degli schemi di
bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), sono
modificati in conseguenza delle variazioni apportate agli stati di previsione
dell’entrata e della spesa con la presente legge.
3. L’ elenco dei programmi per spese di
investimento finanziati con ricorso al debito e con risorse disponibili,
allegato alla l.r. 37/2021, è modificato in
attuazione degli impegni assunti con il Governo, secondo quanto indicato nel
Prospetto accluso alla presente legge.
Art. 8
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria delle disposizioni
contenute nella presente legge si provvede con le maggiori entrate e le minori
spese indicate nelle Tabelle Entrata (Variazioni alle previsioni di entrata) e
Spesa (Variazioni alle previsioni di spesa) allegate alla presente legge.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le necessarie variazioni al documento tecnico e al bilancio
finanziario gestionale 2022-2024, ai sensi dell’articolo 51 del d.lgs. 118/2011.
Art. 9
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno
successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico
della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazioni alla l.r. 48/2019)
1. Dopo l’articolo 16 della legge regionale 29
novembre 2019, n. 48 (Disposizioni in materia funeraria e di polizia
mortuaria), sono inseriti i seguenti:
“Art. 16-bis
(Cremazione)
1. La cremazione è la pratica funeraria
attraverso la quale il cadavere o i resti mortali, mediante il processo di
combustione, vengono trasformati in ceneri.
2. L’elemento centrale del processo di
cremazione è il forno crematorio.
3. Ogni salma, all’interno della propria bara,
è immessa singolarmente all’interno del forno crematorio.
4. Il processo che regola la pratica funeraria
di cui al presente articolo avviene nel rispetto dei principi sanciti dalla
Costituzione, dalla normativa statale, in particolare dalla legge 30 marzo
2001, n. 130 (Disposizioni in materia di cremazione e dispersione delle ceneri)
e, per quanto applicabile, dal decreto del Presidente della Repubblica 10
settembre 1990, n. 285 (Approvazione del regolamento di polizia mortuaria) e
secondo le modalità stabilite dalla medesima normativa.
5. Presso ogni Comune è istituito un apposito
registro nel quale vengono riportati i soggetti che hanno espresso la propria
volontà alla cremazione, le informazioni relative all’affidamento, alla
conservazione e alla dispersione delle ceneri. In qualsiasi momento il soggetto
può richiedere la cancellazione dal registro della cremazione.
6. Ogni Comune individua, all’interno del
perimetro cimiteriale, un’area da destinare alla creazione di cinerari comuni e
alla dispersione delle ceneri, ai sensi del d.p.r. 285/1990.
7. I crematori sono realizzati nell’ambito
dell’area cimiteriale e sono gestiti dai Comuni, anche in forma associata tra
loro, direttamente o affidati a terzi nei modi previsti per i servizi pubblici
locali di rilevanza economica, ai sensi dell’articolo 6 della legge 130/2001,
nel rispetto della normativa statale e comunitaria vigente e secondo quanto
previsto dal piano regionale di coordinamento di cui all’articolo 16-sexies.
8. Il Comune, ai sensi dell’articolo 5, comma
1, della legge 130/2001, nei limiti delle proprie disponibilità di bilancio, in
caso di accertata indigenza del defunto o dei suoi familiari, assicura la
cremazione dei cadaveri delle persone residenti e di quelle decedute nel
proprio territorio.
Art. 16-ter
(Autorizzazione alla
cremazione)
1. L’autorizzazione alla cremazione, previa
acquisizione del certificato necroscopico, è rilasciata dall’ufficiale di stato
civile del Comune di decesso. L’autorizzazione alla cremazione di resti mortali
non richiede la certificazione del medico necroscopo, ai sensi dell’articolo 3,
comma 6, del decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254
(Regolamento recante disciplina della gestione dei rifiuti sanitari).
2. L’autorizzazione è concessa sulla base della
volontà manifestata dal defunto o dai suoi familiari o dal legale
rappresentante in caso di minori e persone interdette, secondo le modalità
previste dall’articolo 3, comma 1, lettera b), della legge 130/2001.
Art. 16-quater
(Affidamento,
conservazione e dispersione delle ceneri)
1. Le ceneri derivanti dalla cremazione sono
conservate in apposita urna cineraria sigillata ermeticamente contenente
l’indicazione dei dati anagrafici del defunto.
2. La volontà in merito all’affidamento delle
proprie ceneri per la conservazione o la dispersione è espressa tramite una
delle modalità previste dall’articolo 3 della legge 130/2001.
3. La consegna dell’urna cineraria, ai fini
dell’affidamento o della dispersione, risulta da apposito verbale redatto, alla
presenza del funzionario addetto, in triplice copia originale, che indica il
soggetto affidatario, la destinazione finale dell’urna o il luogo di
dispersione. Una copia del verbale è consegnata al responsabile del servizio
cimiteriale, la seconda è trasmessa all’ufficiale dello stato civile che ha
rilasciato l’autorizzazione alla cremazione e la terza è consegnata
all’affidatario dell’urna. Le informazioni a verbale vengono riportate anche
nel registro di cui all’articolo 16-bis, comma 5.
4. Per la conservazione, l’affidatario ha
l’obbligo di custodire l’urna presso la propria abitazione o in un’area
cimiteriale in modo da garantire la sicurezza da ogni forma di profanazione. In
caso di spostamento dell’urna all’interno dello stesso o di altro Comune
l’affidatario è tenuto a darne tempestiva comunicazione agli enti interessati.
5. La dispersione delle ceneri, ai sensi
dell’articolo 3, comma 1, lettera c), della legge 130/2001, è vietata nei
centri abitati ed è consentita:
a) in aree appositamente destinate all’interno
dei cimiteri, in natura o in aree private; la dispersione in aree private
avviene all’aperto e con il consenso dei proprietari e non può dare luogo ad
attività aventi fini di lucro;
b) in mare, nei laghi e nei fiumi, nei tratti
liberi da natanti e da manufatti.
6. I soggetti autorizzati alla dispersione delle
ceneri, ai sensi dell’articolo 3, comma 1, lettera d), della legge 130/2001,
sono i seguenti:
a) il coniuge o altro familiare avente diritto;
b) l’esecutore testamentario;
c) il rappresentante legale dell’associazione
riconosciuta, a cui il defunto risulta iscritto, che abbia tra i propri fini
statutari quello della cremazione degli associati;
d) in mancanza dei soggetti di cui alle lettere
a), b) e c), il personale autorizzato dal Comune.
7. In assenza di volontà del defunto e in
mancanza di parenti prossimi non è consentita la dispersione e l’urna cineraria
è affidata al personale autorizzato dal Comune ai fini della conservazione
all’interno delle aree cimiteriali.
Art. 16-quinquies
(Disposizioni relative
alla tumulazione con gli animali d’affezione)
1. In presenza di volontà espressa dal defunto
o dagli eredi è possibile tumulare, previa cremazione, le ceneri degli animali
di affezione, riposte in un’urna separata, nello stesso loculo del defunto o
nella relativa tomba di famiglia.
2. L'attività di cui al comma 1 è svolta nel
rispetto dei vincoli derivanti dalla normativa comunitaria, nazionale e
regionale in materia igienico sanitaria applicabile agli animali d’affezione
come definiti dal combinato disposto del Regolamento (UE) n. 576/2013 del
Parlamento europeo e del Consiglio del 12 giugno 2013 relativo ai movimenti a
carattere non commerciale di animali da compagnia, della legge 4 novembre 2010,
n. 201 (Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione
degli animali di compagnia) e dal decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 28 febbraio 2003 (Recepimento dell'accordo recante disposizioni in
materia di benessere degli animali da compagnia e pet-therapy).
3. La volontà del defunto o degli eredi è
espressa tramite dichiarazione in carta libera da presentare al Comune nel
quale è situato il cimitero dove ha luogo la tumulazione.
4. La presenza degli animali di affezione
all’interno dei loculi o delle tombe di famiglia è annotata all’interno dei
registri cimiteriali.
5. Non è consentito apporre sulla lapide o
sulla tomba di famiglia fotografie o iscrizioni che facciano riferimento
all’animale di affezione ivi tumulato.
Art. 16-sexies
(Programmazione
regionale)
1. La Giunta regionale, entro centottanta
giorni dall’entrata in vigore della presente legge, previo parere delle
Commissioni consiliari competenti, tenendo conto della distribuzione della
popolazione residente, dell'indice di mortalità e dei dati statistici sulla
scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale,
utilizzando anche le informazioni in possesso delle associazioni che abbiano
tra i propri fini statutari la cremazione dei cadaveri, approva il Piano
regionale di coordinamento, di durata quinquennale, per la realizzazione di
crematori da parte dei Comuni, anche in forma associata.
2. La Giunta regionale, attraverso il Piano di
coordinamento, definisce:
a) un modello previsionale oggettivo che
individui il numero dei crematori della Regione Calabria in base ai criteri
definiti al comma 1, alla sostenibilità economico ambientale e alla efficienza
degli stessi;
b) i requisiti e le caratteristiche per la costruzione
e la gestione degli impianti di cremazione, che abbiano il più basso impatto
ambientale;
c) la presenza di strutture per il commiato;
d) le forme di collaborazione e coordinamento
tra gli impianti regionali esistenti al fine di garantire una migliore gestione
del servizio a vantaggio dei cittadini;
e) le modalità di smaltimento dei rifiuti
derivanti dalla cremazione ai sensi della normativa europea e statale vigente
in materia;
f) le forme di cooperazione con le associazioni
che abbiano tra i propri fini statutari la cremazione di cadaveri.
Art. 16-septies
(Informazione ai
cittadini)
1. La Regione Calabria, senza oneri a carico
del bilancio regionale, in cooperazione con i Comuni e avvalendosi anche della
collaborazione delle associazioni che abbiano tra i propri fini statutari la
cremazione dei cadaveri, fornisce e promuove l'informazione ai cittadini sulla
pratica funeraria della cremazione, anche con riguardo agli aspetti economici.
Specifiche e dettagliate informazioni sono dedicate alle modalità attraverso
cui manifestare la volontà alla cremazione, all'affidamento delle ceneri e alla
dispersione o conservazione delle stesse.
2. Il medico che provvede alla stesura del
certificato di morte, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, della legge 130/2001,
informa i familiari del defunto sulle diverse possibilità di disposizione del
cadavere.”.
Art.2
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non
derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art.3
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Principi e finalità)
1. La Regione, nel rispetto della normativa
europea concernente il miglioramento della vita lavorativa, nonché della sicurezza
e della salute sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori e in ossequio ai
principi fondamentali di cui al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81
(Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), nonché in
attuazione dell’articolo 2 dello Statuto, riconosce il diritto delle
lavoratrici e dei lavoratori a svolgere un lavoro sicuro, in un ambiente
salubre, privo di rischi, privo di barriere e in condizioni di benessere
psicofisico, promuovendo la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro,
ai sensi degli articoli 4 e 32 della Costituzione, nonché il benessere
lavorativo, rafforzando l’efficienza e l’efficacia dei sistemi di protezione
sociale e attuando politiche che coinvolgano tutti i livelli
dell’organizzazione nel rispetto del principio di pari dignità e trattamento
sociale e salariale sul lavoro.
2. La Regione, in armonia con quanto previsto
dalla Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro n. 190
sull’eliminazione della violenza e delle molestie sul luogo di lavoro, adottata
a Ginevra il 21 giugno 2019 e ratificata con la legge 15 gennaio 2021, n. 4,
riconosce e promuove l’inviolabilità della dignità umana e il diritto di ogni
individuo alla propria integrità psico-fisica, e pertanto individua
l’importanza di una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco, sulla
dignità dell’essere umano, sul rigetto di ogni forma di discriminazione e sul
contrasto ad ogni forma di violenza e di molestia, riguardo a genere, origine,
condizione fisica, orientamento sessuale, politico, ideale, culturale e
religioso, operando per la valorizzazione del capitale umano in base ad
esperienza, competenza e potenziale professionale delle persone, anche promuovendo
strumenti di partecipazione attiva dei lavoratori.
3. In attuazione dei principi di cui al
presente articolo, nel rispetto del principio di sussidiarietà e secondo il
metodo della concertazione con le parti sociali e della collaborazione con gli enti
locali e con gli enti istituzionali competenti in materia di salute e sicurezza
sul lavoro, la presente legge istituisce e disciplina l’attività
dell’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro.
Art. 2
(Osservatorio regionale
contro le discriminazioni nei luoghi di lavoro)
1. È istituito, presso il Consiglio regionale
della Calabria, l’Osservatorio regionale contro le discriminazioni nei luoghi
di lavoro (di seguito: Osservatorio), con funzioni consultive e di monitoraggio
delle attività in materia di salute e sicurezza sul lavoro, delle
discriminazioni e delle situazioni di mobbing segnalate.
2. L’Osservatorio opera in rete con gli altri
osservatori regionali e, in particolare, con l’Osservatorio economico territoriale
delle politiche del lavoro di cui al decreto del Dirigente generale del
Dipartimento Lavoro, formazione e politiche sociali 28 gennaio 2020, n. 578.
3. L’Osservatorio è costituito con
deliberazione dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale entro trenta
giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge ed è composto,
previa intesa:
a) da tre esperti designati dall’Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale;
b) dall’assessore competente in materia di
lavoro o suo delegato;
c) dal dirigente generale del competente
dipartimento regionale;
d) da un rappresentante ciascuno delle
confederazioni maggiormente rappresentative a livello sindacale;
e) da un rappresentante dell’INAIL;
f) da un rappresentante dell’Ispettorato del
Lavoro;
g) da un rappresentante dell’INPS;
h) da un rappresentante dei consulenti del
lavoro, indicato unitariamente dai cinque ordini provinciali della Calabria;
i) da un rappresentante dell’associazione
nazionale mutilati invalidi del lavoro, indicato unitariamente dalle cinque
sedi territoriali presenti in Calabria.
4. Le funzioni di presidente dell’Osservatorio
sono assegnate, con decreto del Presidente del Consiglio regionale, ad uno dei
componenti dell’organismo.
5. I componenti dell’Osservatorio sono nominati
all’inizio di ogni legislatura e restano in carica fino al termine della
stessa.
6. L'Osservatorio si riunisce, su convocazione
del suo presidente, almeno quattro volte l'anno. Esso può essere altresì
convocato, in via straordinaria, su
richiesta motivata dal presidente dell’organismo,
dall’assessore regionale e dalla metà più uno dei componenti.
7. L’Osservatorio si riunisce anche in modalità
telematica. Ai membri non è dovuto alcun compenso né rimborso spese per
l’espletamento delle funzioni svolte.
8. L’Ufficio di Presidenza assicura il
necessario supporto tecnico e amministrativo per il funzionamento
dell’Osservatorio.
Art. 3
(Compiti
dell’Osservatorio)
1. L’Osservatorio persegue le finalità di:
a) migliorare la qualità delle condizioni di
lavoro;
b) favorire e diffondere la cultura e la
pratica della salute e della sicurezza in ogni ambiente di lavoro, promuovendo
ed elevando il livello di informazione, comunicazione, partecipazione,
formazione, assistenza, controllo, prevenzione e vigilanza in materia, anche
avvalendosi del supporto degli organismi paritetici di cui all’articolo 51 del
d.lgs. 81/2008;
c) prevenire i rischi di infortuni e di
malattie professionali sul lavoro, siano essi fisici o della sfera psichica,
attraverso il consolidamento dei piani di prevenzione tematici (piano nazionale
edilizia, piano nazionale agricoltura, piano nazionale patologie da
sovraccarico biomeccanico, piano nazionale stress lavoro correlato, piano
nazionale cancerogeni occupazionali e tumori professionali);
d) promuovere il contrasto al lavoro irregolare
e ogni forma di diseguaglianza e di sfruttamento sui luoghi di lavoro, anche
sulla base delle disposizioni di cui alla legge regionale 15 marzo 2022, n. 7
(Misure per il superamento della discriminazione di genere e incentivi per
l’occupazione femminile);
e) promuovere il contrasto alla violenza, alle
pressioni fisiche e psicologiche ed alle molestie sul lavoro, a partire da
quelle di genere;
f) promuovere misure concrete per favorire il
benessere organizzativo in ambito lavorativo pubblico e privato.
2. L’Osservatorio ha i seguenti compiti:
a) riceve segnalazioni dettagliate sulle
discriminazioni sui luoghi di lavoro e sui casi di mobbing e li esamina;
b) riceve i dati per la redazione del rapporto
annuale di cui all’articolo 4, avanzando proposte atte alla risoluzione dei
problemi;
c) propone azioni coordinate e sinergiche per i
necessari interventi evidenziati dal rapporto annuale di cui all’articolo 4;
d) propone interventi normativi per migliorare
la situazione lavorativa in Calabria;
e) monitora l’attuazione della presente legge e
propone eventuali correttivi.
Art. 4
(Rapporto annuale)
1. L’Osservatorio, entro il 31 marzo di ogni
anno, trasmette al Consiglio regionale, che ne prende atto, un rapporto annuale
riguardante in particolare i seguenti aspetti:
a) i casi di incidenti sui luoghi di lavoro;
b) i casi di discriminazione e di mobbing sui
luoghi di lavoro;
c) le cause di infortunio e malattie
professionali con l’evidenziazione delle relative incidenze anche riferite ai
singoli settori;
d) i rischi particolari, tra l’altro, dei
lavori maggiormente esposti ad impieghi pericolosi, delle sostanze altamente
impattanti sulla salute, nonché sull’impiego delle tecnologie;
e) proposte di intervento immediate di medio-lungo
periodo per promuovere la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle
malattie professionali.
2. Per la redazione del rapporto di cui al
comma 1, l’Osservatorio si avvale:
a) delle informazioni e del supporto della
direzione regionale INAIL;
b) dei dati statistici forniti dal settore
responsabile della rete statistica interdipartimentale della Regione Calabria e
del supporto dei dati della direzione regionale Vigili del Fuoco;
c) dei report e del supporto dei Dipartimenti
di prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali calabresi e del Dipartimento
Lavoro della Regione Calabria;
d) della eventuale attività di analisi e
raccolta dati, di indirizzo, soluzioni operative e tecniche nonché della
raccolta degli accordi aziendali e territoriali rilevanti effettuate
dall’Organismo di monitoraggio;
e) dei dati e delle analisi di competenza
dell’Ispettorato del lavoro.
3. Il rapporto di cui al presente articolo è
pubblicato sul sito istituzionale del Consiglio regionale della Calabria.
Art. 5
(Clausola di invarianza
finanziaria)
1. Dall’attuazione delle disposizioni della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 6
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Finalità e ambito di
applicazione della legge)
1. La presente legge, ai sensi dell'articolo
50, comma 7, dello Statuto della Regione Calabria, determina modalità,
strumenti e procedure per il controllo finalizzato a garantire la legittimità,
la regolarità e la correttezza dell'azione amministrativa delle strutture
organizzative della Giunta regionale e a verificarne l'efficienza, l'efficacia,
la trasparenza e l'economicità, anche in coerenza con i contenuti delle
pertinenti sezioni del Piano integrato di attività e organizzazione.
2. Le disposizioni degli articoli 9, 10 e 11,
definiscono strumenti, modalità e procedure dei controlli anche per gli enti
strumentali e le società controllate componenti il gruppo di amministrazione
pubblica ai sensi dell'allegato 4/4 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi).
Art. 2
(Tipologie di controllo)
1. Nel rispetto dei principi generali fissati
dalla legislazione statale vigente in materia, la Giunta regionale assicura:
a) il controllo di regolarità amministrativa e
contabile per garantire la legittimità, la regolarità e la correttezza
dell'azione amministrativa;
b) il controllo strategico per valutare
l'adeguatezza delle scelte compiute in attuazione del programma di governo del
Presidente della Giunta regionale e delle direttive di quest'ultimo e della
Giunta regionale in termini di congruenza tra risultati conseguiti e obiettivi
predefiniti;
c) il controllo di gestione per verificare
l'efficacia, l'efficienza e l'economicità dell'azione amministrativa al fine di
ottimizzare, anche mediante tempestivi interventi di correzione, il rapporto
tra costi e risultati;
d) la valutazione delle prestazioni del
personale, anche ai fini dell'attribuzione della quota variabile della
retribuzione definita in sede contrattuale.
2. La Giunta regionale assicura, altresì, il
controllo degli adempimenti in materia di prevenzione e repressione della corruzione
e dell'illegalità e di trasparenza delle informazioni concernenti
l'organizzazione e l'attività amministrativa ai sensi della legge 6 novembre
2012, n. 190 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione
e dell'illegalità nella pubblica amministrazione) e del decreto legislativo 14
marzo 2013, n. 33 (Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di
pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche
amministrazioni), nonché il rispetto della legge 13 agosto 2010, n. 136 (Piano
straordinario contro le mafie, nonché delega al Governo in materia di normativa
antimafia) e di quanto previsto dalla legge regionale 26 aprile 2018, n. 9
(Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della
'ndrangheta e per la promozione della legalità, dell'economia responsabile e
della trasparenza).
Art. 3
(Modalità, strumenti e
procedure per il controllo)
1. I controlli interni, secondo il principio di
proporzionalità correlato alla gravità dei rischi, perseguono un corretto
rapporto tra costi e benefici, tracciano a tutti i livelli le responsabilità
delle attività svolte, assicurano la trasparenza delle procedure, prevedono
flussi informativi idonei a monitorare gli esiti dei controlli effettuati, garantiscono
un'adeguata separazione delle funzioni e la tempestiva adozione delle azioni
correttive.
2. I controlli si svolgono con l'ausilio di
strumenti idonei, a seconda dei casi, ad accertare la conformità delle azioni e
procedure controllate alle disposizioni a esse applicabili, a verificare la
completezza e la pertinenza dei documenti e delle registrazioni a supporto di
dette azioni e procedure.
3. Le procedure per il controllo individuano
l'ambito, le responsabilità, gli obiettivi, gli obblighi dei destinatari del
controllo, nonché i destinatari dell'informativa sugli esiti e le azioni
conseguenti.
Art. 4
(Controllo di regolarità
amministrativa e contabile-finanziario)
1. I dirigenti generali dei dipartimenti della
Giunta regionale esprimono parere di regolarità tecnica, amministrativa e
finanziaria, nonché di legittimità sulle proposte di provvedimenti da
sottoporre alla firma del Presidente della Giunta.
2. I dirigenti proponenti esprimono parere di
regolarità tecnica, amministrativa e finanziaria, nonché di legittimità sulle
proposte di deliberazione da sottoporre alla Giunta regionale. Il dirigente
generale della struttura preposta alla gestione del bilancio appone il visto di
regolarità contabile e finanziaria sulle medesime proposte di deliberazione.
3. I dirigenti, nell'esercizio delle proprie
funzioni, assicurano la regolarità amministrativa dei propri atti. I decreti
dirigenziali sono immediatamente esecutivi.
5. I decreti dirigenziali con effetti
finanziari diretti o indiretti e quelli con effetti sul patrimonio
dell'amministrazione regionale sono sottoposti al controllo preventivo di
regolarità contabile e finanziaria della struttura preposta alla gestione delle
entrate e delle spese, il cui dirigente esprime il relativo parere.
6. Il controllo successivo di regolarità
amministrativa sui decreti dirigenziali è esercitato, sulla base di un piano di
controllo definito con adeguati sistemi di campionamento, dalla competente
struttura del Dipartimento Segretariato Generale, e persegue le seguenti
finalità:
a) verificare che l'attività amministrativa
regionale sia effettivamente improntata al rispetto del principio di legalità;
b) contribuire ai processi di autocorrezione,
miglioramento qualitativo, semplificazione e standardizzazione dell'attività
amministrativa regionale.
7. La Giunta regionale definisce, con
regolamento, la procedura per il controllo di regolarità contabile-finanziaria
e per il controllo successivo di regolarità amministrativa dei decreti
dirigenziali.
Art. 5
(Controllo strategico e
di gestione)
1. La Giunta regionale attua il programma di
governo attraverso un ciclo completo e sistematico di programmazione e
controllo a livello strategico e operativo.
2. Il controllo strategico e il controllo di
gestione sono unitariamente esercitati dalla Giunta regionale sulle proprie
strutture amministrative.
3. L'assegnazione degli obiettivi individuali
ai dirigenti apicali degli enti strumentali, di nomina regionale, rientra
nell'ambito della programmazione e del controllo strategico e operativo della
Giunta regionale. Il presente comma non si applica agli enti del sistema
sanitario regionale.
4. La Giunta regionale definisce i programmi e
le azioni da assoggettare al controllo strategico e al controllo di gestione,
verifica la coerenza delle azioni pianificate annualmente con il programma di
governo, ne monitora l'attuazione con particolare riferimento agli obiettivi
strategici e operativi, rilevando, mediante la misurazione di appositi
indicatori, lo scostamento tra azioni pianificate e risultati conseguiti, con
riferimento al rapporto tra costi e risultati e ne rende una lettura sintetica
e coordinata, anche con l'obiettivo di aggiornare i documenti di
programmazione.
5. La Giunta regionale definisce, con regolamento,
le modalità di attuazione del controllo strategico e del controllo di gestione,
adeguando, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, i
regolamenti vigenti.
Art. 6
(Valutazione della
performance organizzativa e della performance individuale)
1. Il sistema di misurazione e valutazione
della performance organizzativa evidenzia il risultato conseguito
dall'organizzazione regionale o da una sua articolazione nella sua proiezione
esterna. A tal fine, il regolamento di cui all'articolo 5, comma 5, definisce
apposite modalità di rilevazione.
2. La Giunta regionale approva una relazione
annuale nella quale sono evidenziati i risultati delle misurazioni degli
obiettivi strategici e operativi e degli indicatori sintetici di performance,
con la rilevazione degli eventuali scostamenti e l'indicazione delle ragioni
degli stessi.
3. La relazione di cui al comma 2 del presente
articolo è validata dall'Organismo indipendente di valutazione (OIV). La
validazione della relazione da parte dell'OIV è condizione inderogabile per
l'erogazione dei premi e degli incentivi al personale.
4. La valutazione dei dirigenti e del personale
con autonoma responsabilità gestionale, nonché del restante personale
dipendente costituisce strumento per la verifica della performance individuale.
Il procedimento di assegnazione degli obiettivi, di valutazione degli
interessati, di rendicontazione e di correlazione con il sistema degli
incentivi nonché l'individuazione degli organi competenti è disciplinato
dettagliatamente nel regolamento di attuazione.
Art. 7
(Organismi indipendenti
di controllo interno)
1. Nell'ambito della Giunta regionale sono
presenti i seguenti organismi indipendenti di controllo interno:
a) l'Organismo indipendente di valutazione;
b) il Collegio dei revisori dei conti di cui
alla legge regionale 10 gennaio 2013, n. 2 (Disciplina del collegio dei
revisori dei conti della Giunta regionale e del Consiglio regionale della
Calabria);
c) l'Organismo regionale per i controlli di
legalità.
Art. 8
(Organismo indipendente
di valutazione)
1. L'Organismo indipendente di valutazione
presso la Giunta regionale è composto da tre membri, di entrambi i generi,
esterni all'amministrazione regionale, scelti con le modalità e nel rispetto
dei requisiti previsti dalla normativa statale in materia.
2. L'Organismo indipendente di valutazione è
presieduto da uno dei componenti ed è nominato per la durata di tre anni con
decreto del Presidente della Giunta regionale.
3. L'Organismo indipendente di valutazione, in
particolare:
a) valida il sistema di misurazione e
valutazione della performance organizzativa e individuale e prescrive gli
interventi per rimuovere le criticità;
b) espleta le attività di monitoraggio del
controllo strategico e del controllo di gestione e propone i relativi
provvedimenti;
c) valida la relazione sulla performance;
d) propone, alla Giunta regionale, la
valutazione dei dirigenti apicali dei dipartimenti e delle strutture equiparate
della Giunta regionale, nonché dei dirigenti apicali degli enti strumentali, ai
quali la Giunta regionale ha assegnato gli obiettivi individuali ai sensi
dell'articolo 5, comma 3;
e) assicura il supporto metodologico alla
Giunta regionale, e ai dirigenti, nell'attività di rilevazione e valutazione
delle performance individuali e organizzative;
f) valida le regole metodologiche e le linee guida
del sistema integrato di controllo strategico e di gestione e di valutazione
dei dirigenti;
g) promuove e attesta l'assolvimento degli
obblighi relativi alla trasparenza e all'integrità;
h) esprime il proprio parere, obbligatorio e
vincolante, sulle proposte di regolamenti relativi al sistema di misurazione e
valutazione della performance;
i) espleta ogni altro compito assegnato da
leggi e da regolamenti.
4. La Giunta regionale individua le strutture
di supporto necessarie allo svolgimento dell'attività dell'Organismo
indipendente di valutazione.
5. L'Organismo indipendente di valutazione già
costituito alla data di entrata in vigore della presente legge rimane in carica
fino alla sua naturale scadenza.
Art.9
(Verifica ispettiva)
1. La Giunta regionale, quando emergono fatti
anche potenzialmente lesivi degli interessi dell'amministrazione, può disporre
una verifica ispettiva per individuare eventuali responsabilità disciplinari e amministrative.
2. La verifica ispettiva può riguardare le
strutture amministrative della Giunta regionale nonché gli enti strumentali e
le società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai
sensi del d.lgs. 118/2011.
3. La verifica ispettiva è effettuata da una
commissione nominata dalla Giunta regionale e formata da personale interno
senza ulteriori oneri a carico dell'Ente, oppure, su richiesta della Giunta,
dall'Organismo previsto all'articolo 10. La verifica è condotta nel rispetto
del principio del contraddittorio nei confronti dei soggetti interessati e le
relative modalità sono definite con regolamento.
Art. 10
(Organismo regionale per
i controlli di legalità - O.RE. CO.L.)
1. È istituito l'Organismo regionale per i
controlli di legalità, di seguito Organismo, al fine di:
a) verificare il corretto funzionamento delle
strutture amministrative della Giunta regionale, degli enti strumentali e delle
società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi
del d.lgs.118/2011;
b) vigilare sulla trasparenza e regolarità
degli appalti e sulla fase esecutiva dei contratti stipulati dalle strutture
amministrative della Giunta regionale, dagli enti strumentali e dalle società
controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi del
d.lgs.118/2011;
c) valutare l'efficacia del sistema dei
controlli interni della Giunta regionale, degli enti strumentali e delle
società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi
del d.lgs.118/2011;
d) supportare l'attività della Giunta
regionale, degli enti strumentali e delle società controllate componenti il
gruppo di amministrazione pubblica ai sensi del d.lgs.118/2011 nell'attuazione
degli adempimenti per la prevenzione della corruzione.
2. L'Organismo regionale per i controlli di
legalità è organismo indipendente di controllo interno ed è composto da cinque
membri, di cui quattro esterni all'amministrazione regionale, compreso il
Presidente, e uno interno, coincidente con il responsabile della struttura
organizzativa preposta all'attività di controllo successivo di regolarità
amministrativa dei decreti dei dirigenti della Giunta regionale di cui
all'articolo 4, comma 6.
3. I membri esterni dell'Organismo sono scelti
dalla Giunta regionale tra esperti di elevata e accertata professionalità con
esperienze nel settore pubblico o privato, sulla base di un elenco di idonei
formato previa manifestazione di interesse a cura del Dipartimento preposto
alla gestione delle risorse umane.
4. Non possono rivestire il ruolo di componenti
dell'Organismo e, se già nominati, decadono, coloro i quali siano stati
condannati, anche con sentenza non definitiva, per i reati previsti nei titoli
Il e III del libro secondo del Codice penale e si applicano le cause di incompatibilità
e inconferibilità previste dal decreto legislativo 8 aprile 2013, 39
(Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi
presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo
pubblico).
5. L'Organismo resta in carica per la durata
della legislatura. Se per dimissioni o per altre cause viene a mancare la
maggioranza dei componenti esterni dell'Organismo, lo stesso decade ed è
ricostituito entro sessanta giorni dall'intervenuta decadenza.
Art. 11
(Funzioni dell'Organismo
regionale per i controlli di legalità)
1.L'Organismo, connotato da indipendenza
funzionale, di giudizio e di valutazione, svolge le seguenti funzioni:
a) propone linee guida per i sistemi di
controllo interno della Giunta regionale, degli enti strumentali e delle
società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi
del d.lgs.118/2011, fornendo altresì indicazioni in merito alle metodologie e
alle procedure, secondo modalità finalizzate a semplificare, migliorare e
rendere trasparenti le attività delle stazioni appaltanti regionali e degli
operatori del settore, con l'obiettivo di prevenire, individuare e contrastare
i rischi di corruzione, illegalità e infiltrazioni criminali;
b) valuta, sulla base dell'individuazione e
valutazione dei rischi di corruzione effettuati nei pertinenti documenti e
sulla base del monitoraggio degli ulteriori rischi, l'incidenza dei rischi
sistemici per il corretto funzionamento dei sistemi di controllo interno della
Giunta regionale, degli enti strumentali e delle società controllate componenti
il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi del d.lgs.118/2011, favorendo il
necessario coordinamento tra le diverse attività di controllo e realizzando una
più efficiente integrazione tra i sistemi di prevenzione della corruzione, di
gestione dei rischi e di controllo interno della Giunta regionale, e dei
suddetti enti strumentali e società controllate;
c) verifica, a campione, che le procedure di
acquisto delle strutture amministrative della Giunta regionale, degli enti
strumentali e delle società controllate componenti il gruppo di amministrazione
pubblica ai sensi del d.lgs.118/2011 siano conformi ai principi di buon
andamento, imparzialità, economicità e appropriatezza, raccogliendo tutte le
informazioni e i dati utili per l'esercizio delle funzioni assegnate e alla
valutazione della trasparenza, della legalità, della prevenzione e del
contrasto alla criminalità organizzata nell'intero iter procedimentale dei
contratti stipulati dalle strutture amministrative della Giunta regionale e dai
suddetti enti strumentali e società controllate;
d) verifica, a campione, con riferimento alle
strutture amministrative della Giunta regionale, agli enti strumentali e alle
società controllate componenti il gruppo di amministrazione pubblica ai sensi
del d.lgs.118/2011, la corretta ed economica gestione delle risorse,
l'imparzialità, la regolarità e l'efficienza dei procedimenti di competenza;
e) supporta la Giunta regionale, gli enti
strumentali e le società controllate componenti il gruppo di amministrazione
pubblica ai sensi del d.lgs.118/2011, nonché i rispettivi responsabili della
prevenzione della corruzione e della trasparenza, nell'attività di
predisposizione e attuazione degli adempimenti in materia di trasparenza e
prevenzione della corruzione, contribuendo all'individuazione di misure
coerenti con le linee guida di cui alla lettera a) e al monitoraggio
dell'effettiva attuazione e dell'efficacia delle misure di prevenzione della
corruzione;
f) verifica l'idoneità e l'efficacia
dell'attività di controllo analogo sugli enti operanti nei regimi previsti
dall'articolo 5 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Codice dei
contratti pubblici).
2. Le funzioni di cui al comma 1 sono svolte secondo
un Piano annuale di attività, che viene approvato dalla Giunta regionale su
proposta dell'Organismo entro il 31 dicembre di ogni anno.
3. L'Organismo può svolgere, su richiesta della
Giunta, le verifiche ispettive di cui all'articolo 9.
4. L'Organismo, nell'esercizio delle sue
funzioni e ai fini dell'espletamento delle stesse, ha accesso alle
informazioni, ai documenti e agli atti in possesso delle strutture
amministrative della Giunta regionale, dei suddetti enti strumentali e società
controllate. Il responsabile della struttura destinataria della richiesta di
accesso è tenuto, nel rispetto della disciplina in materia di protezione dei
dati personali, a consentire tempestivamente l'accesso e a fornire i documenti
e i dati richiesti.
5. L'Organismo relaziona annualmente, entro il
31 dicembre di ogni anno, alla Giunta regionale in ordine allo svolgimento
delle funzioni ad esso attribuite, in coerenza con quanto definito nel Piano
annuale di attività di cui al comma 2.
6. Per favorire il necessario coordinamento tra
le diverse attività di controllo interno, l'Organismo regionale per i controlli
di legalità opera in raccordo con il Responsabile della prevenzione della
corruzione e della trasparenza della Giunta regionale, con l'Organismo
indipendente di valutazione e con il Collegio dei revisori dei conti.
7. L'Organismo regionale per i controlli di
legalità assicura adeguate forme di coordinamento, impulso, condivisione di
buone pratiche e dotazione
di strumenti finalizzati a rafforzare il ruolo
e a sostenere l'attività degli organi di controllo decentrati negli enti
strumentali e nelle società controllate componenti il gruppo di amministrazione
pubblica ai sensi del d.lgs. 118/2011, garantendone l'indipendenza e la
terzietà e favorendo l'integrazione tra organismi, attività e strumenti di
controllo centrali e decentrati.
8. Le modalità di organizzazione e di
funzionamento dell’Organismo regionale per i controlli di legalità, nonché le
modalità di raccordo con gli altri organismi di controllo sono definite con
regolamento adottato dalla Giunta regionale su proposta dell'Organismo
medesimo.
Art. 12
(Indennità dei
componenti dell'Organismo regionale per i controlli di legalità)
1. AI Presidente dell'Organismo è corrisposta
un'indennità omnicomprensiva pari a quella prevista per il Presidente
dell'Organismo Indipendente di Valutazione.
2. Ai componenti esterni dell'Organismo è
corrisposta un'indennità omnicomprensiva pari a quella prevista per i
componenti dell'Organismo Indipendente di Valutazione.
Art. 13
(Controllo degli
adempimenti in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza)
1. L'amministrazione regionale, in applicazione
della normativa vigente in materia:
a) garantisce gli adempimenti per la
prevenzione e il contrasto della corruzione;
b) garantisce un adeguato livello di
trasparenza e sviluppo della cultura dell'integrità assicurando l'accessibilità
totale alle informazioni concernenti l'organizzazione e l'attività
amministrativa regionale e definendo misure e modalità volte all'attuazione degli
obblighi di pubblicazione;
c) assicura la pubblicazione, sul proprio sito
istituzionale, di dati, informazioni e documenti per come previsto dalla
normativa vigente rendendo pubblici tutti i documenti, le informazioni e i dati
oggetto di pubblicazione obbligatoria;
d) tutela il diritto di chiunque a conoscere,
utilizzare, riutilizzare e fruire gratuitamente delle informazioni pubblicate e
tutela il diritto all'accesso civico.
Art. 14
(Collaborazione con la
Sezione regionale di controllo della Corte dei conti)
1. La Regione, ai fini della regolare gestione
finanziaria e dell'efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa, promuove
opportune intese con la Sezione regionale di controllo della Corte dei conti,
dirette a realizzare ulteriori forme di collaborazione ai sensi dell'articolo
7, comma 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131 (Disposizioni per l'adeguamento
dell'ordinamento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.
3) e nel rispetto delle disposizioni previste dal titolo I del decreto-legge 10
ottobre 2012, n. 174 (Disposizioni urgenti in materia di finanza e
funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore
delle zone terremotate nel maggio 2012) convertito, con modificazioni, dalla
legge 7 dicembre 2012, n. 213.
Art.15
(Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dal funzionamento
dell'Organismo previsto all'articolo 12, quantificati complessivamente in euro
216.778,70 annui, si provvede mediante l'utilizzo del "Fondo occorrente
per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si
perfezioneranno dopo l'approvazione del bilancio recanti spese di parte corrente",
iscritto alla Missione 20, Programma 03 (U.20.03) dello stato di previsione
della spesa del bilancio 2022-2024, che presenta la necessaria disponibilità.
Alla copertura finanziaria degli oneri relativi agli esercizi successivi si
provvede con l'approvazione della legge di bilancio di previsione.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad
effettuare le necessarie variazioni allo stato di previsione della spesa del
bilancio di previsione 2022-2024, con prelievo dalla Missione 20, Programma 03
(U.20.03) e allocazione alla Missione 01, Programma 01 (U. 01.01) del bilancio
medesimo.
Art. 16
(Abrogazioni)
1. Dalla data di entrata in vigore della presente
legge sono abrogati gli articoli da 1 a 7 e da 8 a 14 della legge regionale 3
febbraio 2012, n.3.
Art. 17
(Entrata in vigore)
1.
La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale
telematico della Regione Calabria.