XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
N. 14
__________
SEDUTA Di VENERDÌ 29 LUGLIO 2022
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 15,51
Fine
lavori h. 20,48
Presidenza del presidente
Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 15,51
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno della mozione numero 11/12^ recante: “Inserimento della procedura di circoncisione rituale a carico del Servizio sanitario regionale e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza”.
Votiamo per l’inserimento della mozione a firma del collega Laghi. La mozione è inserita.
Avviamo i lavori col primo punto all'ordine del giorno riguardante l'interrogazione numero 68/12^ di iniziativa del consigliere Neri, recante: "In merito alla situazione società 'Hermes' e potenziali sviluppi".
Ricordo che ai sensi dell'articolo 122, comma 9, del Regolamento interno, l'interrogante dispone di due minuti per illustrare l'interrogazione, mentre la Giunta regionale dispone di tre minuti per rispondere. L'interrogante ha diritto di replica per non più di un minuto.
Cedo, quindi, la parola al consigliere Neri per illustrare l'interrogazione.
Prego, consigliere Neri.
Grazie, Presidente.
Questa interrogazione era scaturita dalle interlocuzioni avvenute sia con l'amministrazione comunale di Reggio Calabria sia con l'amministrazione della Società ‘Hermes’ rispetto a potenziali problematiche che potevano verificarsi in ordine, appunto, al futuro di questa Società, ma nei giorni scorsi l'assessore al ramo del Comune di Reggio Calabria ha trasmesso anche una nota, sostenendo che al momento non si riscontra alcun tipo di problematica legata alle peculiarità di questa Società.
Alla luce di ciò, l’interrogazione appare inutile, pertanto è ritirata.
Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della proposta di legge numero 87/12^ relativa all’interpretazione autentica dell'articolo 14, comma 1, della legge 7 luglio 2022.
Votiamo per l'inserimento. La proposta è inserita.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Chiedo l'inversione dei punti all’ordine del giorno e la discussione immediata del tredicesimo punto. Grazie.
Votiamo per l'inversione del punto. L'inversione è approvata.
Passiamo, quindi, alla proposta di legge numero 88/12^ di iniziativa
dei consiglieri Arruzzolo, Neri, Loizzo, Crinò, De Nisi, Graziano, recante:
“Modifica all'articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19”.
Cedo la parola al consigliere Caputo per l’illustrazione. Prego,
consigliere Caputo.
Grazie, Presidente. In ragione della necessità di mantenere un’adeguata retribuzione ai vertici aziendali, in considerazione delle funzioni da essi svolte e delle connesse responsabilità, la quasi totalità delle Regioni italiane non ha ritenuto di dare corso alla norma statale evitando di procedere alla riduzione del trattamento economico in godimento ai vertici delle Aziende sanitarie.
In aggiunta, si rappresenta che, per effetto del disposto di cui all’articolo 17, comma 6, del decreto-legge 6 luglio 2011 (Razionalizzazione spesa sanitaria), convertito in legge 15 luglio 2011, numero 111, con decorrenza dal 17 luglio 2011, la misura di esenzione di cui al comma 19 dell’articolo 61, decreto-legge numero 112/2008, ha cessato di avere efficacia.
Nonostante il venir meno del presupposto normativo originario, il permanere della riduzione operata dall’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, ha fatto sì in questi anni che la Regione Calabria diventasse tra le realtà regionali meno attrattive nella selezione di profili professionali adeguati alla complessità delle attività occorrenti a garantire il conseguimento degli obiettivi del Piano di rientro.
Per quanto attiene alla sostenibilità finanziaria dei costi connessi all’intervento abrogativo, si rappresenta che la Regione Calabria ha depositato al Tavolo di verifica di cui all’articolo 1, comma 174, della legge numero 311 del 2004 per l’anno 2021, del 26 aprile 2022, i dati del quarto trimestre 2021 consolidato, opportunamente inseriti nella Piattaforma.
A ciò si aggiunga che per il triennio 2022-2024, la legge numero 234 del 2001 (Legge di bilancio 2022) ha previsto un incremento delle disponibilità per il finanziamento della sanità di 124 milioni circa di euro per il 2022, 126 milioni circa per il 2023 e 128 milioni per il 2024 corrispondenti a un incremento delle disponibilità per la Regione Calabria compreso tra i 25 e i 30 milioni annui.
La proposta di legge, pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, dispone l’abrogazione del comma 1 dell’articolo 65 della legge regionale numero 19 del 2009, in quanto anacronistico e in contraddizione con quelli che sono gli obiettivi che, per migliorare la sanità, necessitano di provvedimenti adeguati.
L'articolo 1 dispone l'abrogazione del comma 1 dell’articolo 65 della legge regionale numero 19 del 2009; l'articolo 2 reca la norma finanziaria; l'articolo 3 dispone l'entrata in vigore anticipata della legge rispetto all’ordinario termine di 15 giorni (vacatio legis).Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo brevemente su questo punto per sottolineare alcune perplessità.
Si badi bene, io vorrei fare un ragionamento non ideologico e neanche di faziosità politica, però in questo momento questa proposta rischia di avere un valore emblematico, che va al di là del merito della stessa.
Io capisco che da un punto di vista tecnico non ci sia nulla da obiettare, perché ricordo che la legge regionale numero 12 del 2009 riduceva del 20 per cento gli stipendi dei manager in relazione a minori introiti derivanti dall'esenzione del ticket e che, ovviamente, questa necessità oggi sia venuta meno.
Sebbene da un punto di vista tecnico-normativo la proposta possa avere una valenza, da un punto di vista politico, sociale e anche di messaggio che noi diamo alla Calabria, la ritengo totalmente sbagliata e per certi aspetti anche pericolosa, perché il messaggio che diamo in questo momento con una sanità calabrese a pezzi, con dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ancora troppo indietro rispetto alle altre Regioni italiane e, quindi, di fronte a un quadro drammatico per la sanità calabrese, andare a dire che aumentiamo gli stipendi delle figure apicali delle Aziende sanitarie ospedaliere rischia di dare un messaggio distorto e sbagliato della solita Calabria che vuole partire dai vertici non considerando le sofferenze che stanno alla base.
Io non faccio un discorso demagogico parlando di necessità di aumentare i medici o gli infermieri. Sarebbe facile fare questo tipo di ragionamento! Mi chiedo, però: che tipo di tempistica diamo a questo procedimento?
A mio avviso, diamo una tempistica estremamente sbagliata, considerata l'imminenza delle Elezioni politiche che avverranno tra qualche mese.
Cosa fa il Consiglio regionale della Calabria? Aumenta gli stipendi dei Direttori generali delle Aziende sanitarie!
Io ritengo che, invece, occorra dare un altro messaggio e cioè che si premierà il merito e l'efficienza ed è giusto che siano pagati sia in relazione al carico e alla responsabilità di lavoro che essi hanno e andranno ad avere sia in relazione agli obiettivi che saranno raggiunti.
In qualità di consigliere regionale, non reputo opportuno approvare questa proposta in un momento così drammatico per tutti gli ospedali calabresi, le cui condizioni da Terzo Mondo sono ampiamente conosciute anche dal presidente Occhiuto. E noi cosa facciamo? Aumentiamo le indennità per le figure apicali!
Penso che il messaggio politico sia sbagliato e, quindi, nonostante la legittimità tecnica della proposta, ritengo che, quantomeno politicamente, sia opportuno rinviarla a un altro momento, in un altro contesto politico.
Grazie, Presidente. Ovviamente, il mio voto è contrario alla proposta.
Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Ne ha facoltà. Prego, Presidente.
Ritengo sia giusto intervenire perché, oltre a essere Presidente della Regione, sono anche Commissario per il Piano di rientro dal debito sanitario.
Trovo giusto rinviare ciò che merita di essere approfondito, perché probabilmente non è corretto; ciò che, invece, è tecnicamente ineccepibile – lo riconosce anche il consigliere Lo Schiavo – si rinvia quando c'è una sorta di pavidità da parte delle istituzioni che non se la sentono di fare ciò che è tecnicamente giusto.
Allora, riassumiamo i termini della vicenda.
La Calabria ha una sanità commissariata da tanti anni; il commissariamento della sanità è stato oggetto anche di una sentenza della Corte costituzionale, che ha più volte detto che il Commissario da solo non basta e che per risolvere i problemi della sanità calabrese il Governo dovrebbe mettere a disposizione del Commissario i migliori in assoluto, data la gravità dei problemi; noi abbiamo chiesto più volte, in più provvedimenti, al Governo di darci la possibilità, per esempio, di utilizzare consulenti esperti, come richiesto dalla Corte Costituzionale, persone di altissimo livello che venissero qui a dare una mano al Commissario.
Il Governo – lo sapete – ha fatto qualcosa, ma di insufficiente, perché ci ha dato la possibilità di nominare cinque esperti che complessivamente dovrebbero costare 500 mila euro, ma a carico del bilancio regionale.
Per inciso, vorrei evidenziare che di questi 500 mila euro non ho fatto toccare un euro alla Regione Calabria, nel senso che non abbiamo ancora preso alcuno di questi cinque esperti, perché voglio che la spesa sia a carico del Governo e non che le risorse siano sottratte ai Livelli Essenziali di Assistenza calabresi.
Questa è una battaglia che continuerò a fare col prossimo Governo, però c'è una sentenza della Corte costituzionale che dice che in Calabria dovrebbero venire i migliori. Invece che succede?
Succede che i Direttori generali/Commissari delle Aziende sanitarie che vengono in Calabria – non quelli attuali, ma quelli che dovranno venire da novembre in poi, dopo il 150, dopo la scadenza del 150 – per una legge del 2009, sono quelli che sono peggio pagati in Italia, come se governare la sanità in Calabria non fosse più difficile che governarla in altre Regioni.
L'Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia pagano 100 ai Direttori generali; la Calabria, con una legge del 2009, che fu fatta quando fu introdotto il ticket, paga 80.
Questa cosa tanto è stata oggetto di discussione, anche in Parlamento, e, quando è stato approvato il Decreto 150, è stato stabilito che l'indennità dei Commissari fosse parametrata a quella dei Direttori generali. In Calabria, quindi, l’80 per cento dell'indennità nazionale. Siccome in quella discussione fu eccepito che probabilmente così la Calabria non avrebbe attratto i migliori – anzi, se volete la mia opinione, in Calabria ci vorrebbe la norma del Governo che ci consenta di pagare ancora di più i Commissari per far venire i migliori – nel Decreto 150 fu introdotta la norma che prevede che i Commissari, oltre alla loro retribuzione, hanno poi un quid in più, proprio per far guadagnare ai Commissari ancor di più di quello che guadagnano a livello nazionale.
Questa era la ratio della sentenza della Corte costituzionale.
Che succede però? Che i Direttori amministrativi e i Direttori sanitari delle Aziende sanitarie ospedaliere, che hanno la loro indennità parametrata a quella base del Commissario, guadagnano molto meno; non solo molto meno di un consigliere regionale, consigliere Lo Schiavo, ma molto meno anche di un responsabile dell'Unità Operativa complessa, molto meno di un Primario.
Chi ci viene a fare il direttore sanitario, per esempio, nell’ASP di Reggio Calabria, che ha problemi giganteschi, se poi guadagna di più facendo il Primario o il Capo distretto o il Dirigente in un’Azienda sanitaria, magari fuori dalla Calabria?
Siccome l'indennità dei Direttori sanitari e dei Direttori amministrativi è parametrata a quella dei Commissari, noi abbiamo l'effetto di non riuscire ad attrarre nel nostro sistema sanitario nessun professionista; pochissimi professionisti di livello decidono di venire, magari dall'Emilia Romagna o dal Lazio perché hanno un’origine calabrese, animati da spirito eroico e di sacrificio, pur essendo pagati di meno.
Se vogliamo davvero affrontare i temi della sanità con serietà e rigore, concentratevi giustamente su tutte le cose su cui vale la pena porre attenzione, però evitiamo la demagogia, perché le Istituzioni, quando sono forti, sono impermeabili alla democrazia; le Istituzioni quando sono deboli si fanno travolgere dalla democrazia anche quando si tratta di provvedimenti giusti e ineccepibili.
Certo, non basta questo; anzi, è evidente!
Come sapete, io mi sono impegnato in più riunioni col MEF (Ministero economia e finanze) e con il Capo della Ragioneria generale dello Stato per avere una norma che consenta, per esempio, ai medici che vengono in Calabria di essere pagati di più e di avere dei vantaggi in termini di carriera.
Devo dire che avevo riscontrato anche grande disponibilità; purtroppo, la crisi di Governo ha di fatto sospeso questa discussione però - l'ho detto altre volte - credo che chi viene a lavorare nella sanità calabrese, che sia un medico o un manager, dovrebbe essere considerato alla stessa stregua del poliziotto, del carabiniere, del magistrato che siccome viene a lavorare in Calabria, che è zona disagiata, ha un beneficio economico e di carriera. Perché questo deve valere per i magistrati, per i poliziotti, per i carabinieri e non per i medici e per i manager della sanità? Se c'è un'area di maggiore disagio in Calabria, è proprio l'area della sanità!
Ritengo che questa norma sia del tutto ineccepibile.
Per la verità, non era nemmeno una norma che ho suggerito io, ma è stata suggerita dalla struttura commissariale, dal Dipartimento, perché i Commissari delle ASL ci raccontano la loro difficoltà a selezionare dei Direttori amministrativi e dei Direttori sanitari che vogliono andare a lavorare con loro.
Pur non avendola suggerita io, ritengo che la norma sia profondamente giusta e ineccepibile.
Siccome sono abituato non solo a metterci la faccia, ma a fare le cose giuste anche quando sono impopolari, mi aspetto dal Consiglio regionale la stessa capacità e lo stesso coraggio.
Se ritenete che la norma sia ingiusta, allora possiamo anche rinviarla; se ritenete che la norma sia giusta, rinviarla non serve.
Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, presidente Mancuso.
Colleghi, personalmente sono molto amareggiato e demoralizzato di fronte a queste proposte di modifica, proprio perché ho sempre cercato di avere un atteggiamento costruttivo, soprattutto nei confronti del presidente Occhiuto, in tema di sanità.
Prima di entrare in Consiglio regionale, ascoltando le precedenti sedute, ho sempre pensato: “Ma questi sono fuori dalla realtà!”. Oggi che sono qua dentro mi viene da pensare la stessa cosa!
Il discorso che ha fatto il presidente Occhiuto non avrebbe fatto una piega in una sanità che funzionasse al 100 per cento.
Forse in Veneto questo discorso avrebbe retto, ma non nell'ultima regione d'Italia, in termini di sanità, come la Calabria.
Sono amareggiato perché conosco bene la situazione delle Aziende sanitarie, soprattutto dell'Azienda sanitaria provinciale della mia Provincia di appartenenza, che è Cosenza, dove, devo ammettere – e sono felice di questo – che il nuovo Commissario dell'ASP ha messo in atto un cambio di passo, appunto, per cercare di promuovere il diritto alla salute nella Provincia di Cosenza e vedo che anche nelle altre Province questo discorso si sta portando avanti.
A casa mia, però, le macchine di lusso si comprano dopo che si è portato il pane ai figli, non il contrario!
Questo discorso si sarebbe retto in piedi, presidente Occhiuto e Commissario ad acta, nel momento in cui lei, nei nove mesi da Commissario, avesse per esempio avviato un discorso di inizio di indennità aggiuntive nei confronti dei medici che volevano lavorare nei Pronto soccorso, quando erano state liquidate le indennità Covid, visto che ancora ci sono diversi operatori che avanzano questo tipo di indennità dopo aver difeso e lavorato per la sanità calabrese.
Proprio stamattina sul Quotidiano del Sud – lo dico in particolare al consigliere Graziano, che è del mio territorio insieme alla collega Straface – è certificata la nostra sconfitta, perché a pagina 23 leggevo: “Cariati: rifiuti nel cortile dell'ospedale. L’emergenza continua, la situazione rischia di arrivare al collasso totale. Si tiene la massima attenzione sul Nosocomio che domenica al primo intervento, dalle ore 8 alle ore 20, non ha avuto nemmeno un medico di turno”, collega Loizzo.
A Cariati domenica non c'era un medico di turno.
I miei genitori sono risultati positivi al Covid. Mia mamma è stata ricoverata domenica sera alle 22:30 all’Ospedale di Rossano.
Lunedì mattina all'Ospedale di Rossano c'era un medico di turno al Pronto soccorso, così come a Corigliano. Due medici per 78 mila abitanti, più i turisti!
Ora, questo discorso si regge in piedi, presidente Occhiuto, su una sanità che funziona.
In Calabria la sanità non funziona e, a malincuore, le dico che in questi nove mesi non è cambiato nulla.
Glielo dico io, che facevo per primo e faccio ancora per lei il tifo, affinché possa cambiare realmente le cose.
Ieri sera, nel mio Comune, è avvenuto l’ennesimo incidente sulla SS 106, a 200 metri da casa mia; purtroppo, un altro morto, l'ambulanza è arrivata dopo 25 minuti!
Credo che il Consiglio regionale e i rappresentanti del territorio debbano dare la precedenza a queste cose e successivamente dare spazio ad altre anche perché, nel merito, condivido anche il fatto che un direttore generale debba guadagnare di più di un direttore di Distretto e che un direttore sanitario e un responsabile amministrativo debbano guadagnare di più di un Primario, per l'amor di Dio, ma non sono cose essenziali, presidente Occhiuto, per quanto mi riguarda!
Oggi la questione primaria è trovare medici e personale. Non penso sia né populismo né demagogia.
Non vedo perché le cliniche private si stiano guardando intorno facendo richiesta ad agenzie interinali per trovare nuovo personale medico; non vedo perché si stiano facendo convenzioni con Paesi esteri, tipo l'Ucraina, per trovare medici e lei per primo ha detto mesi fa, quando è venuto il Presidente della Repubblica dell'Albania, che avrebbe voluto avviare con l'Albania un percorso per far sì che potessero inviarci dei medici.
Quello è il percorso che deve seguire, presidente Occhiuto!
Per quanto mi riguarda, glielo dico con la massima stima nei confronti delle sue capacità politiche, che nessuno discute, appena insediati le dicevo: “Sulla sanità non c'è Cinque Stelle, Forza Italia, Partito Democratico o Lega”
L’errore più grande che ha fatto è che sulla sanità, purtroppo, si sta circondando da troppi manager, Generali e Colonnelli che, tra l'altro, non conoscono nemmeno la situazione dei territori calabresi e non ci sta in nessun modo facendo partecipare a delle scelte che dovrebbero essere comuni.
Torno a ripetere: lei è Commissario ad acta della sanità grazie alla nomina di un Governo che aveva al suo interno tutti i Partiti dell'arco costituzionale, tranne Fratelli d’Italia.
Ora, non voglio attaccarla, non
voglio attaccare la maggioranza, le chiedo ancora
una volta, presidente Occhiuto, di rendere partecipi noi consiglieri di
opposizione per cambiare le sorti della sanità e del Sistema Sanitario
Regionale perché questa è una battaglia che lei da solo non vince, non perché
non sia bravo e capace, ma perché, purtroppo, questo è un settore – lei lo sa
meglio di me – che negli ultimi trent’anni non è stato gestito.
Basti pensare – lo sa sicuramente – che all’ASP di Cosenza, negli ultimi
due mesi e mezzo, da quando si è insediato il nuovo Commissario, dalla
graduatoria degli infermieri – che è stata fatta, mi sembra, a dicembre o
gennaio del 2022 – sono stati chiamati dal numero 18 al numero 250, quindi 230
nuovi infermieri, alcuni dei quali hanno accettato, altri no.
Sono stato felicissimo per il conseguimento di questo risultato e non mi
interessa che il commissario Graziano l’abbia scelto lei. Sono stati
stabilizzati, collega Loizzo, – lei lo sa bene perché
lo abbiamo commentato insieme sulla stampa – più di 70 ausiliari che dal 2003
aspettavano di passare da part- time a full-time.
Io per primo – ripeto – sono felice quando si raggiungono dei risultati
di questo genere e sono il primo ad applaudirvi sulla stampa, ma, oggi, collega
Caputo, non possiamo dare il segnale di discutere questo tipo di provvedimento
quando la rete dell’emergenza-urgenza è al collasso.
Siamo in guerra a livello sanitario e i direttori generali, i direttori
sanitari, i responsabili amministrativi, oggi, devono fare un sacrificio, come
fanno tantissime famiglie che portano genitori, fratelli, sorelle, figli e
aspettano 14-15-16 ore nei Pronto soccorso per avere una diagnosi. Ci sono già
due casi di malasanità: a Polistena e, se non erro, a Cosenza, dove nelle
ultime settimane qualcuno è morto e sono in corso indagini da parte della
Procura della Repubblica.
Quindi, Presidente, le chiedo il rinvio della trattazione non per
populismo e per demagogia, ma perché, come politica regionale, dobbiamo dare
l’esempio che ci sono delle priorità e, oggi, la carenza del personale è la
priorità più importante del Sistema Sanitario Regionale.
Su questo, ancora una volta, le porgo una mano e le do la mia totale
disponibilità per cambiare realmente le cose. So che, magari, posso non essere
molto competente in materia, ma da parte mia c’è l’impegno e la volontà di
darle una mano come Commissario ad acta.
Per questi motivi, preannuncio il voto contrario.
Grazie, collega Tavernise.
Ha chiesto di intervenire la collega Loizzo. Ne ha
facoltà.
Non volevo intervenire perché ritenevo che il
Presidente, nella sua veste di Commissario della sanità, avesse già tracciato
un profilo importante e autorevole del pensiero di tutti noi della maggioranza,
però il consigliere Tavernise mi ha provocato e,
quindi, ovviamente, rispondo.
Consigliere Tavernise,
devo dirle che, forse, non sono visibili i risultati apparenti del cambiamento
di passo né può essere portato come esempio il numero dei malati in pronto
soccorso con la rete dell’emergenza-urgenza che, su preciso mandato del
Presidente/Commissario, si sta cercando di riorganizzare.
È necessario parlare non di prestazioni
aggiuntive quanto di Piani di investimento reali, del Piano del fabbisogno, che
il Presidente/Commissario sta attuando ed è quella la vera scommessa. È
inutile, però, che constatiamo il risultato di Piani del fabbisogno non
attribuibili a questo Presidente/Commissario bensì al Commissario e ai sub-Commissari
precedenti.
È un investimento che non si può realizzare
dal 29 ottobre, quando siamo stati eletti al ruolo di consiglieri, ma occorre
almeno un’attività di un anno per poter portare avanti il cambiamento delle
reti che si sta operando.
Poi, voglio spendere una parola importante.
Lei conosce l’impegno che ci vuole per essere direzione strategica? Il segno
del cambiamento può essere fatto in corsa, con un Decreto Calabria ancora in
atto?
Dobbiamo dire che i Commissari che sono
subentrati stanno di gran lunga facendo un lavoro, ma chi è al comando, a
partire dal presidente Occhiuto – e che si rifletterà solo dopo la fine del
Decreto Calabria con un’espressione di intenzione per i più meritevoli –
necessita di una preparazione di cambiamento culturale.
Allora, le dico che, da direttore di
Dipartimento, se fossi stata nominata direttore generale – cosa che non è
assolutamente mai stata nelle mie corde – avrei assolutamente perso una quota
parte dello stipendio.
Cosa vogliamo dire? Che uno si deve immolare
e deve rinunciare agli stipendi che in tutte le altre Regioni sono pari a quel
minimo? Perché il 20 per cento, caro consigliere Tavernise,
non è veramente nulla.
Le dico che, in realtà, non valuto la quota
che viene attribuita, ma la ricerca dei migliori che si trovano aprendo, come
si fa nei concorsi nella Pubblica amministrazione che, secondo i dettami della
Costituzione, sono ispirati dalla migliore e numerosa partecipazione.
Se lei ritiene che una che ha fatto parte del
sistema dal punto di vista propriamente della tipologia di contratto … perché,
poi, la parte economica è solo funzionale al ruolo, ma come pensiamo che a
questa scelta possano realmente concorrere i migliori, intesi come i migliori
in generale e non necessariamente locali.
Quindi, aumentare il tipo di indennità per
regolarizzare, dal punto di vista funzionale, il contratto, serve ad aumentare
l’offerta.
Vorrei veramente che l’opposizione facesse
uno sforzo e si stringesse intorno al Presidente/Commissario perché in questa
battaglia necessita di tutti, ma va dritto nelle sue decisioni – lo ammiriamo
per questo – e non possiamo sempre fare la dietrologia dei casi gravissimi che
ci sono quotidianamente.
Dobbiamo affrontare la scommessa su più
ambiti, ma dateci tempo, è giusto. Voglio dire che per noi era inammissibile –
come ho detto già nella precedente seduta – accettare medici non specialisti.
Eppure, questo non è stato fatto soltanto in Calabria, ma anche in Veneto perché
lo richiede proprio la rete dell’emergenza-urgenza di cui parlava lei.
Lo sa che gran parte delle borse di studio di
specialità non si renderà appetibile per il fatto che molti medici non
concorreranno all’area dell’emergenza-urgenza? E che, delle 16.000 borse, la
tipologia che lei, consigliere Tavernise, e che io
cerco, non sarà probabilmente disponibile?
Bisogna cercare altre aree di intervento di
unità anche con le Università affinché anche chi si specializza in Calabria
possa essere vincolato ad un contratto biennale per rimanere nell’area o che –
come è stato fatto in altre Regioni – un certo numero di borse venga dedicato e
contingentato nell’area dell’emergenza.
Ci sono molti spunti su cui lavorare e mi
pare che questo del cambiamento di indennità contrattuale sia proprio
assolutamente superabile.
Detto questo, lascio la parola agli altri
consiglieri.
Ovviamente, voterò a favore.
Grazie, collega Loizzo.
Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi sento di dire che
questa proposta legislativa ci è stata sottoposta nella riunione della
Conferenza dei capigruppo e tutti noi della minoranza abbiamo chiesto di
riflettere. Nel momento in cui ci siamo messi a riflettere – faccio mio già
l’intervento dei consiglieri Antonio Lo schiavo e
Davide Tavernise – abbiamo valutato più ordini di
motivi. Non perché siamo pavidi, presidente Occhiuto; infatti, non siamo
assolutamente pavidi, ma siamo persone che hanno a cuore questa terra e che
hanno dimostrato sicuramente – ognuno di noi nelle proprie scelte personali e
anche attualmente in quelle politiche – di mettere la faccia su qualsiasi tipo
di provvedimento che si va ad approvare, anche quando è proposto dalla
maggioranza.
È sulla giustizia dell’atto che entriamo nel
merito. Concordo sul fatto che c’è una legge che, probabilmente, va modificata
e, nell’essenza, non c’è, da un punto di vista tecnico, una difficoltà.
All’epoca, nel 2009, questa riduzione del
taglio del 20 per cento fu apportata perché c’era la spending review e
questo avrebbe significato mettere le mani nelle tasche dei calabresi,
aumentando di molto il ticket. Quindi, il taglio non fu solo per i manager
della sanità, ma – lo voglio ricordare – per tutta la Pubblica amministrazione.
All’epoca, però, era la Regione a gestire i
contratti per i manager ed era la Regione a definire anche il budget
degli stipendi dei direttori. Ora non è così perché il presidente Occhiuto,
essendo Commissario della sanità, avrebbe potuto e dovrebbe, a parer nostro,
adottare questo provvedimento con un Decreto del Commissario ad acta.
Quindi è anche un problema di
metodo. Nel merito, riteniamo che è vero che questo è un diverso momento
storico … Sono solo 8 mesi, secondo la collega Loizzo? Per noi che siamo all’opposizione e per il resto
della collettività, sono, purtroppo, già 8 mesi, ma 8 mesi in cui, tristemente,
non abbiamo visto modifiche, appunto, nel sistema dell’emergenza-urgenza, nelle
difficoltà organizzative, nei medici: non abbiamo visto nulla neanche dal punto
di vista dei ristori spettanti ai medici per i premi Covid che ancora, nella
maggior parte dei casi, non sono stati erogati.
Abbiamo sotto gli occhi le tragedie di tutti
i giorni e fino a quando praticamente avremo dei morti, a causa della sanità e
delle spese che si attestano oltre i 300 milioni di euro per l’extra regionale,
non posso accettare che la collega Loizzo parli di
risultati non ancora evidenti.
No! Qui proprio non ci siamo e non stiamo
evidentemente facendo a sufficienza tutto quello che è nelle nostre
possibilità.
Sicuramente, siamo convinti che i tempi di
riorganizzazione non sono e non possono essere rapidissimi, però non possiamo
partire da un procedimento del genere perché questo veramente, da un punto di
vista etico, è inaccettabile.
Tra l’altro, il presidente Occhiuto ha
conferito gli incarichi ai Commissari e avrebbe potuto o può inserire – ne ha
assoluta potestà – questo aumento del 20 per cento come retribuzione di
risultato. È questo quello che ci saremmo attesi perché è questo che è
corretto: inserire una retribuzione di risultato che significa anche dire al
direttore generale piuttosto che al Commissario di turno: “Sei stato bravo e,
quindi, ti premio”.
Questo è il premio! Questo significa
migliorare e dare il senso anche ai migliori di camminare.
Dunque, da questo punto di vista, questa
legge non può, a parere mio, essere approvata. Voterò contro, ma soprattutto
vorrei farvi presente che questi fatidici soldi cosiddetti risparmiati sono in
realtà dei soldi non spesi, ma che fanno parte dei LEA, cioè dei Livelli
Essenziali di Assistenza, e questa legge ci costerà per quest’anno 408 mila
euro e, a seguito, un milione di euro che vengono presi – ripeto – dai LEA.
Questo è inaccettabile.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Mi pare che la deriva del
dibattito stia un po’ andando verso una contrapposizione polemico-politica
senza entrare sufficientemente nel merito della legge.
Con una rapidissima digressione, dico che
continuo ad andare negli ospedali per parlare con operatori, pazienti e
quant’altro, e anche per Aziende sanitarie provinciali, non trovando in queste
ultime la dovuta tempestività nelle risposte. Eventualmente, in un momento
successivo, ne farò, appunto, oggetto di dibattito.
Entrando, invece, nel merito di questa legge,
certo è indubitabile che, nell’attuale periodo storico, questo incremento del
20 per cento degli emolumenti dei vertici aziendali abbia un impatto
sull’opinione pubblica.
Concordo, ma, effettivamente, se chi ha la
responsabilità legislativa deve assumere delle decisioni anche difficili e dure
da comprendere da parte dell’opinione pubblica, le deve assumere. È meglio se
c’è il massimo della sintonia, ma certamente non è obbligatorio.
Quindi, voglio entrare proprio nei meccanismi
collegati all’eventuale promulgazione di questa legge, che mira a che cosa? A
rendere economicamente più appetibile il livello di acquisizione del governo
della sanità, in questo caso provinciale, restituendo quel 20 per cento che era
stato precedentemente tolto, con un esborso che non è straordinario ma non è
neanche limitato perché, a regime, si tratta di 980 mila euro.
Allora, personalmente ho votato a favore
della legge che prevedeva l’ingresso negli ospedali dei medici non specialisti,
perché ritenevo e ritengo che quella legge fosse un atto dovuto per bloccare,
praticamente, la desertificazione degli Ospedali.
Credo che dovremmo lavorare, come si sta
facendo, per rendere sempre più appetibile l’idea di fare il medico in
Calabria, perché questo, inevitabilmente, determinerà – potrebbe determinare e
spero determinerà – un maggior afflusso di medici e, quindi, una migliore
risposta alla richiesta di salute delle popolazioni.
Il problema è che, a mio parere, non c’è
assolutamente un automatismo del tipo “aumentiamo il budget cioè
aumentiamo l’emolumento e avremo dei governanti della sanità migliori”.
Non c’è, anche perché, pure in passato, – lo
dico da operatore sanitario – c’è stata, se posso usare un termine forte, anche
una certa spregiudicatezza da parte di direttori generali o Commissari che si
accreditavano di obiettivi raggiunti, mai raggiunti perché collegati ad un
aumento economico degli emolumenti.
Questo mi fa dire che non sono contrario a
una legge meritocratica che determini il miglioramento delle prestazioni
organizzative e di governo della sanità calabrese, però ritengo che in questa
legge non ci sia un meccanismo che garantisce questo miglioramento di
prestazione. Ciò, se posso dire, anche alla luce dell’esperienza personale che
ho avuto negli anni, anche prima del 2009, con tantissimi vertici aziendali i
quali, per la verità, più che meritare un incremento del 20 per cento avrebbero
meritato la decurtazione di un ulteriore 20 per cento.
Per rimanere proprio nel merito della legge,
bisognerebbe, secondo me, studiare dei meccanismi premiali per cui guadagna di
più chi fa di più e meglio ed è inutile dire che la valutazione della qualità
della prestazione fornita non può essere in capo alla dirigenza aziendale, nel
senso che il controllato non può coincidere con il controllore.
Per questo dico che il meccanismo tecnico di
questa legge non ci garantisce una migliore qualità di governo della sanità ed
è per questo motivo che voteremo contro. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha
facoltà.
Grazie. Credo che oggi in Calabria il ruolo di più
alta responsabilità, il più delicato, sia proprio quello del Presidente della
Regione Calabria e fare il Presidente della Regione Calabria, sicuramente, è
più complicato che farlo in qualsiasi altra Regione. Eppure, se avessero detto
al presidente Occhiuto, circa un anno fa, quando lui aveva un ruolo importante
all'interno del Parlamento, da onorevole, che l’indennità da Presidente della
Regione Calabria sarebbe stata dimezzata, ho la presunzione di pensare che non
ci avrebbe pensato due volte a venire in Calabria per guidare questa Regione,
perché non credo che l'opera di un uomo si misuri soltanto con l'indennità che
viene percepita.
Questa narrazione secondo la quale venire a lavorare
in Calabria è sfavorevole per chi accetta di farlo, come se fosse un Paese del
Terzo Mondo, non l'accetto e non accetto la narrazione che la vita di un
politico o di un dirigente si misuri solo con l’indennità che viene ricevuta.
Tra l'altro il Presidente ha combattuto e ottenuto anche di svolgere il ruolo
di Commissario alla sanità senza che ciò abbia comportato indennità aggiuntive.
E mi sembra anche ingeneroso verso chi questo ruolo oggi lo sta svolgendo,
verso chi è stato individuato dal Commissario; mi riferisco ai commissari, ai
direttori che sono già presenti e che domani potrebbero decidere di
ripartecipare agli avvisi o di poter continuare il lavoro che stanno svolgendo
oggi. Dire che i migliori non verrebbero, significa dire che quelli che ci sono
oggi non sono capaci e che non possono rivestire degnamente il ruolo che stanno
rivestendo.
Dirò di più: il Presidente dovrà valutare il lavoro
che stanno portando avanti i commissari e, magari, valutarlo positivamente,
facendo sì che possano continuare ad effettuarlo. Mi sembra ingeneroso anche
verso quei medici, quegli operatori sanitari ai quali vengono fatti i ponti
d'oro per andare a lavorare nel privato e che oggi continuano a lavorare negli
ospedali, nelle ASP di questa Regione, in situazioni difficili, drammatiche, ma
che non abbandonano il loro posto, non vanno a svolgere lo stesso ruolo,
magari, in aziende private o all'estero e decidono, invece, di lavorare in
Calabria, nella loro Calabria, anche delle volte pagati meno rispetto al
privato. E allora penso che il segnale che questa Regione deve dare è quello di una narrazione diversa, di una Regione che si
vuole risollevare con il contributo anche e soprattutto dei calabresi, di tutti
quei calabresi che sono andati via e che non decidono di tornare a lavorare in
Calabria e non perché la retribuzione è di mille o duemila euro più bassa.
Stiamo parlando di passare, ad esempio, per il
direttore generale da 150-160 mila euro a 200 mila euro, quindi ad una
retribuzione mensile che passerebbe da 13-14 mila euro a 16 mila euro. Non
penso che sia quella la discriminante. Penso che dobbiamo far rinnamorare della
nostra Calabria e dobbiamo dare il buon esempio, facendo percepire che c'è una
Calabria che vuole crescere, che vuole migliorare, che vuole dare un'immagine
differente.
L'immagine che stiamo dipingendo oggi dicendo queste
cose - mi sembra che l’assessore Orsomarso si sia spostato - dipinge una
Calabria da Terzo Mondo e, quindi, anche chi deve decidere se passare le ferie
in qualche regione d'Italia in Calabria non viene se diciamo che chi verrà a
lavorare in Calabria deve essere pagato di più; quasi come gli ingegneri che
vanno a costruire ponti e viadotti in Paesi dove ci sono conflitti o nel Terzo
Mondo. Mi sembra ingeneroso per una regione bella, magnifica che ha grandi
potenzialità e attorno alla quale ci dobbiamo stringere tutti quanti assieme,
senza pensare unicamente a quella che deve essere la retribuzione per chi
decide di venire a lavorare. Grazie.
Grazie,
consigliere Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente e colleghi, un saluto alla Giunta regionale
e al Presidente della Giunta. Ho ascoltato con molta attenzione gli interventi,
sia quello dell'opposizione sia quello del nostro Presidente, nonché
commissario alla sanità. Devo dire che - è una mia opinione personale -
probabilmente devo convenire con l'intervento del consigliere Laghi che, forse,
è stato quello che è entrato di più nel merito. Forse qualcuno è già in
campagna elettorale perché gli interventi del collega Alecci e del collega Tavernise - non me ne vogliano - sono più da piena campagna
elettorale, come se fossero già candidati.
Capisco le vostre aspirazioni e capisco anche il
populismo ma non la qualità del dibattito. Rappresentiamo scenari apocalittici,
quegli scenari apocalittici che abbiamo avuto per 12 anni di commissariamento
e, in questi 12 anni, i commissari, i direttori sanitari e i direttori
amministrativi percepivano uno stipendio ridotto del 20 per cento, cioè quello
stabilito nel 2009. Se il consigliere Alecci dice che abbiamo avuto commissari
bravi, anche venuti da fuori regione, vuol dire che la sanità è andata
benissimo e che abbiamo avuto dei commissari eccellenti, straordinari che sono
venuti in Calabria.
Sapete chi è venuto in Calabria a dirigere la l’ASP di
Cosenza? È venuto un funzionario che, senza nulla togliere a chi fa questo
mestiere - chiaramente si fa con lode anche in Calabria e tra l'altro in questo
periodo la vaccinazione è uno dei fattori più importanti - dirigeva un ufficio
vaccinazione; commissari che venivano in Calabria a svolgere incarichi da dirigente
per poter poi ritornare nella loro regione con i titoli per poter partecipare
ai concorsi di direzione nella propria regione.
Non possiamo essere una Regione da saccheggiare per
acquisire titoli. Dobbiamo avere dei commissari bravi, dei commissari capaci,
dei commissari che sappiano veramente dare una svolta, cambiare il verso a
questa Regione, rispetto allo scenario che avete descritto. Avete detto
un'altra cosa, consigliere Tavernise, che il nuovo
commissario di Cosenza, che è mio omonimo ma non mio parente, a scanso di
equivoci, ha fatto, in queste poche settimane che è lì, più di 200 assunzioni,
di infermieri e non ha potuto nominare il direttore amministrativo, per
esempio, ma neanche il direttore sanitario. Lo sta facendo da solo perché non
riesce a trovarli, perché c'è un bando a cui finora non ha risposto nessuno.
Allora vogliamo che ci siano dei direttori sanitari e
dei direttori amministrativi capaci, di qualità, o vogliamo continuare a fare
la politica del populismo e della scarsa qualità come quella che ho sentito
oggi in quest'Aula, senza offesa per nessuno? Noi vogliamo una vera sanità, una
sanità di qualità che è quella che il presidente Occhiuto, come commissario, sta cercando di creare in
questa Regione. Il presidente Occhiuto ha bisogno, però, di avere intorno a sé
dei collaboratori competenti, non può avere persone che vengono da fuori perché
devono acquisire i titoli. A me vanno bene anche i manager calabresi, come
quelli che per la maggior parte ha nominato il commissario Occhiuto, ma manager
come Graziano che sta operando bene - sono d'accordo con il consigliere Tavernise - mettiamogli a fianco persone anche capaci e
vediamo dove può arrivare questo commissario, se è così bravo come sta
dimostrando di essere. Ho parlato con persone anche dirigenti medici, in questi
ultimi giorni, ho chiesto: “Perché non stai rispondendo all'avviso di direttore
sanitario?”. Mi hanno risposto: “Sono unità operative semplici, neanche
complesse, non mi conviene, preferisco non farlo, preferisco fare il dirigente
dell'Unità operativa, preferisco fare il capo distretto, prendo di più; magari
se mi fanno capo distretto ci vado perché vengo pagato meglio.” Ma non è
possibile che chi è al di sopra nella scala gerarchica sanitaria prenda meno di
chi è al di sotto, del sottoposto! Questo non avviene in nessuna pubblica
amministrazione, questa norma è ormai anacronistica. Ha detto bene il
consigliere Lo Schiavo: è stata fatta in un periodo particolare che è passato da
13 anni. Non ci sono più – il consigliere Lo Schiavo ha detto giusto - le
motivazioni che, invece, sono all’opposto.
Vogliamo cambiare la sanità e abbiamo bisogno di
manager bravi - non c'è la collega Amalia Bruni che non vedo in Aula - non è
l'indennità di risultato il problema. Magari fosse quella! Il decreto 150 ha
previsto già cinquanta mila euro in più per i commissari in Calabria, ma non ha
previsto nulla per i direttori sanitari e i direttori amministrativi che non
riescono nemmeno con l’indennità di risultato a sfiorare il commissario. Badate
bene di cosa stiamo parlando perché è bene parlare con i numeri alla mano
perché altrimenti diamo un’informazione errata: stiamo parlando di trentamila
euro lordi che - sapete bene - si riducono a quindicimila euro netti per il
commissario; stiamo parlando di ventiquattromila euro lordi per il direttore
sanitario e il direttore amministrativo che si riducono a mille euro al mese in
più. Li vogliamo dare mille euro al mese in più a chi va a fare questo lavoro nell'interesse
dei calabresi, per far sì che questa sanità finalmente sia a livelli
eccellenti, a livelli straordinari?
È il tentativo che stiamo facendo, ma che sta facendo
il commissario Occhiuto soprattutto, non tanto noi che non possiamo fare nulla
perché è una funzione in capo al commissario della sanità. Poi dire che sarebbe
stato meglio se questo provvedimento fosse stato adottato con un’ordinanza
commissariale… abbiamo sempre rivendicato la potestà della politica e oggi
diciamo al presidente Occhiuto: “Perché questo provvedimento non lo hai fatto
tu da solo?”. Abbiamo portato il provvedimento, consigliere Tavernise,
in Conferenza dei capigruppo, non lo abbiamo portato direttamente in Aula; ha
avuto un passaggio in Conferenza dei capigruppo in cui avete detto che dovevate
riflettere, il PD e il Movimento 5 Stelle, se firmarlo, ma non avete detto che
il provvedimento non andava bene. Avete detto che avreste riflettuto sulla
firma ma non avete detto - è cosa diversa - che non andava bene.
Badate bene, perché le cose vanno dette per intero e
non le state dicendo oggi per intero. Consigliere Alecci, il suo capogruppo non
ha detto quello che lei sta dicendo oggi, ha detto un'altra cosa e non lo
voglio ricordare. Siamo seri! Non facciamo populismo, facciamo politica di
qualità oggi in quest’ Aula. Politica di qualità vuol dire assumersi anche le
responsabilità di scelte impopolari e questa qua, se la mettiamo sul populismo,
Presidente, è impopolare, ma sappiamo bene che serve, è utile ad avere una
sanità veramente di eccellenza e straordinaria. In questa Regione non possiamo
avere gli scarti al vertice della sanità, dobbiamo avere le persone migliori e
le persone migliori, di qualità, vanno pagate e le dobbiamo pagare, non stiamo
dando loro in più rispetto alle altre regioni, stiamo dando loro lo stesso
stipendio delle altre regioni italiane, uguale, perché al momento ricevono di
meno. Sarà questa una delle cause per cui la sanità in Calabria fa schifo?
Sicuramente è una concausa perché chi è al vertice fa le scelte, chi è al
vertice deve assumersi la responsabilità della firma dei provvedimenti. Finora
abbiamo avuto gente a cui la penna pesava, noi vogliamo persone che firmano,
che si assumono le responsabilità, che fanno scelte a vantaggio dei calabresi,
che cambiano lo scenario apocalittico che lei ha descritto a Cariati,
consigliere Tavernise. Non dimentichiamo che il
presidente Occhiuto, a proposito di Cariati, ha fatto la proposta al tavolo
Adduce perché sia inserito nella rete ospedaliera. Lei questo lo ha omesso, lo
deve dire invece ai cariatesi! Lo deve dire!
Quindi noi votiamo con serenità a favore di questo
provvedimento perché riteniamo che la politica debba essere responsabile e
debba assumersi, come dice il presidente Occhiuto, la responsabilità delle
scelte. Non sono questi soldi che danneggiano i medici che fanno il loro lavoro
quotidianamente; i medici devono essere pagati, sono pagati e se possibile
devono essere pagati anche di più. Ma non sono questi pochi euro che vanno a
cambiare la sanità in negativo, la vanno a cambiare in positivo, magari
diamogliene anche di più. Provocatoriamente, signor Presidente: se lei trova il
miglior manager americano lo porti in Calabria, siamo disponibili a dargli
anche più soldi se le dà una mano a cambiare veramente la sanità calabrese. Non
è questo il problema della Calabria, cerchiamo di fare una politica diversa e,
se vogliamo risparmiare, risparmiamo anche sui gruppi consiliari, facciamone di
meno, collega Bruni, facciamone di meno, così risparmiamo anche sulle spese
delle strutture. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
L’intera minoranza ha chiesto il rinvio del punto e se
ciò non avverrà abbiamo annunciato in maniera compatta il nostro voto
contrario. Non mi dilungo sulle ragioni per le quali abbiamo fatto questa
scelta. Ha ragione il collega Graziano, il collega capogruppo, che nella
Conferenza dei capigruppo - abbiamo avuto qualche sollecitazione, qualche
chiamata - abbiamo detto: “Ci pensiamo se votare o meno, se apportare la nostra
firma o meno”. Io non rinnego nulla di quello che ho affermato nella Conferenza
dei capigruppo davanti al Presidente! Non è questo il problema perché poi la
politica è fatta di tante cose, è fatta
di riflessioni, qualche volte si sbaglia, si commettono degli errori, si è
superficiali - ci mancherebbe altro - ma la politica è assunzione di
responsabilità e devo dire al presidente Occhiuto, che oggi parla di populismo,
di sovranismo, che chi si sta consegnando al populismo e al sovranismo non è il
PD o le altre forze del centrosinistra, ma è la forza della quale il Presidente
è parte integrante; una forza politica nella quale, oggi, sta per nascere in Italia
una maggioranza populista e sovranista che vedrà protagonista il presidente
Occhiuto e la sua maggioranza. Questo è il primo elemento che vorrei porre
all’attenzione del presidente Occhiuto e del raggruppamento di cui fa parte,
che è Forza Italia e non altri. Da sempre ho guardato a Forza Italia come una
forza moderata, riformista, capace di essere la parte propulsiva all’interno
della sua coalizione; oggi, mi dispiace dirlo, anche lei, presidente Occhiuto,
si sta consegnando a quella parte che guarda ad un’altra Italia, ma non guarda
all’Italia del domani. Questa è una situazione che ricade anche sulla sanità
perché lei non ci ha detto la verità, presidente Occhiuto: questa proposta di
legge non nasce su sollecitazione dei commissari, ma da una richiesta avanzata
in maniera pressante, giustamente, legittimamente da qualcuno che oggi ha
responsabilità in questa nostra regione e che magari si sente poco appagato,
poco riconosciuto per la grande qualità, la grande professionalità e le
competenze che ha.
È giusto che lei oggi si ponga il problema di come
incentivare la venuta in Calabria, di come incentivare la presenza di
autorevoli esponenti. Io credo che quindi sia giusto il problema che lei si
pone insieme alla maggioranza e che oggi può accendere l'attenzione di questo
Consiglio regionale. Credo che l’intervento dei colleghi Tavernise,
Amalia Bruni, Laghi e Alecci testimonino, anche da parte nostra, la voglia di
cambiare la Calabria, la voglia di contribuire a migliorare la sanità e i
servizi resi ai cittadini - ci mancherebbe altro - ma credo che, oggi, però, il
problema sia stato portare in quest'Aula questo provvedimento dopo aver sentito
- lo dico con chiarezza - il grido di
dolore dei medici ospedalieri, di chi deve essere pagato dell’indennità Covid;
questo è stato il problema e non quello di rendere poco attrattiva la Calabria
o di non favorire la venuta in Calabria di manager. Questo è il nostro
obiettivo perché, se dovessimo raggiungerlo, credo che
faremo l’interesse della Calabria. Sono certo che il commissario Occhiuto stia
facendo molto, vediamo l'impegno che mette, va in giro persino di domenica a
controllare se i depuratori funzionano o meno. Questo dimostra che c’è, che ha
una tensione morale forte. Ci mancherebbe altro! Chi lo rinnega? Chi non lo
ammette? Però, poi, bisogna avere la capacità di riconoscere a questa minoranza
una considerazione politica che manca, perché i processi, caro presidente
Occhiuto, - lei è commissario - si chiudono insieme; si cerca di rendere
partecipi o protagonisti tutti, componenti di maggioranza o di minoranza, e su
questo noi siamo pronti, come PD, come minoranza, ad aprire un dialogo con lei
su questi temi che riguardano le prospettive della Calabria, che riguardano la
sanità, che è il tema centrale che i cittadini guardano e sul quale si
aspettano delle risposte. Su questo noi siamo pronti e per questo le chiediamo
di rinviare il provvedimento anche perché, presidente Occhiuto, se non ricordo
male, lei ha dato a questi commissari un termine che è novembre; il mandato di
questi commissari scadrà a novembre, ecco perché bisogna approfittare di questi
mesi per capire, insieme, come migliorare la proposta, come integrarla meglio,
come ampliarla. È questa la proposta che mi sento di fare come opposizione,
caro Presidente, ragioniamo meglio, non perché non siamo pronti a firmare - ci
mancherebbe altro!
Io non ho una cultura né
populista né demagoga, la nostra formazione è cattolico-democratica ed è fatta,
innanzitutto, di assunzione di responsabilità e bene del Paese. Ci mancherebbe
altro!
Credo sia più giusto, più
corretto e anche più rispettoso dei calabresi che questa proposta di legge sia
inserita in un ragionamento più comprensivo che riguardi Azienda zero, la nuova
sanità, il modello sanitario. Un provvedimento unico in cui inserire anche
questo punto.
Ecco perché noi chiediamo di
rinviarlo e di ragionarci insieme e meglio.
Bisogna avere rispetto di
chi viene in Calabria – ci mancherebbe altro –, valorizzare il lavoro, ma anche
dimostrare che questo Consiglio regionale si assume la responsabilità di una
impostazione più complessiva che comprende l’incentivazione dei manager, il
miglioramento dei servizi della sanità e dà ai cittadini quelle risposte che
chiedono costantemente e che non riusciamo ancora a dare.
Grazie, collega Bevacqua.
Ovviamente, la proposta di legge non verrà rinviata.
Presidente, visto che è
stato tirato in ballo più volte, vuole aggiungere qualcosa?
Non ho la pretesa di
concludere un dibattito che, almeno per quanto attiene alla maggioranza, è
stato ottimamente concluso dall'intervento del consigliere Graziano. Peraltro,
dopo, è intervenuto solo il capogruppo del PD e ho avuto difficoltà a
comprendere qualche frase, probabilmente c'è un problema di microfono, quindi,
darei una risposta parziale.
Però vorrei dire soltanto
una cosa: ho ascoltato l’altro consigliere del PD, il consigliere Alecci, che
ha detto, sostanzialmente, che con questo provvedimento noi raccontiamo una
Calabria che nella sanità è da Terzo Mondo e, quindi, non facciamo il bene
della Calabria.
Beh! Noi siamo fortemente
interessati a raccontare una Calabria ricca di opportunità. Lo state vedendo -
lo faccio davanti a investitori pubblici e privati -, parlo spessissimo della
straordinaria opportunità che può essere, non solo per la Calabria, ma per
l'intero Paese, il porto di Gioia Tauro, di quello che potrebbe essere il
turismo…
Parlo della Calabria e delle
opportunità della Calabria in termini positivi in tutti i settori. Però,
consentitemelo, la Calabria ha una sanità da Terzo Mondo e questo nonostante i
miei otto mesi da Commissario. In otto mesi non potevo rivoluzionare la sanità!
Non ammettere che la Calabria, nonostante gli sforzi dei nostri eroi che stanno negli ospedali, medici e infermieri, ha una sanità da Terzo Mondo, credo significhi non conoscere la Calabria o non conoscere la sanità della Calabria. Perché non voglio pensare che siate in malafede e utilizziate questi argomenti solo per dialettica politica.
Ci stiamo provando in ogni
modo, con strumenti straordinari.
Il consigliere Laghi, per
esempio, ha fatto riferimento alla norma sui medici non specializzati nelle
corsie degli Ospedali. A proposito, siccome sto parlando al Partito
Democratico, vorrei dire che il Governo impugnerà questa norma, perché la
stanno impugnando a tutte le Regioni. Lo dico così vi portate avanti ed evitate
di studiare quali norme saranno impugnate, così eviterete inciampi, errori.
Questa la impugneranno e anche quella sull’apicultura.
Se ogni tanto venite da me,
vi dico in anticipo quali norme saranno impugnate.
Non lo dico per polemica nei
confronti del Partito Democratico, vi ringrazio moltissimo della qualità della
vostra opposizione che è l’opposizione che, credo, auspicherebbe ogni
Presidente di Regione.
Grazie, Presidente, passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione la
legge nel suo complesso con richiesta di autorizzazione provvedimento formale.
Ha chiesto intervenire per dichiarazione di voto il consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Tre minuti, giusto,
Presidente? Grazie, bastano tre, collega Graziano e collega Loizzo.
Mi fa piacere che la carta
sia girata. Si passa da responsabile a populista, da populista a responsabile e
non sappiamo più chi è populista e chi è responsabile.
Ho raccontato, purtroppo, la
fotografia della nostra sanità. Ora se voi pensate di cambiare la sanità
aumentando da 4000 a 5000 euro lo stipendio di direttore sanitario e di
responsabile amministrativo, dalle mie zone si dice: “Bona venuta”.
Penso che da domani non
cambierà proprio nulla, perché non sono 1000 euro - collega Graziano, lei sa
quanto la stimi - che cambiano le azioni di un direttore generale, di un
responsabile amministrativo o di un direttore sanitario.
Questa azione sarebbe stata
legittima, se fosse stata posta in essere dopo una
serie di azioni, tra cui l’aumento dei medici dell'emergenza-urgenza che non
avete fatto. A casa mia ci sono delle priorità!
Non lo sto dicendo perché mi
devo candidare fra due mesi, non mi candido perché sono stato eletto per stare
qui e difendere i miei concittadini.
Cerchiamo di avere tutti un
atteggiamento più serio e uniamoci sulla sanità e sull'ambiente. Altrimenti,
consigliere Giuseppe Graziano, altro che campagna elettorale! Tutti quelli che
si andranno a candidare verranno presi a pesci in faccia! Perché ci sono
immondizie in mezzo alla strada, gli Ospedali sono al collasso e la gente
continua a morire sulle infrastrutture di 50 anni fa.
Non è populismo, non è
demagogia, è realtà! Altrimenti l'assessore Orsomarso continua a raccontare una
Calabria straordinaria - l’apprezzo tantissimo, è il migliore assessore,
insieme alla vicepresidente Princi, per quanto mi riguarda, per il momento -,
ma parliamo sempre di una Calabria che è rimasta a 50 anni fa.
Questo è il mio pensiero e
il mio voto e, dopo aver sentito il presidente Occhiuto che prende in giro i
colleghi del Partito Democratico su una cosa così importante e seria, sono ancora
più convinto di votare contro.
Grazie, collega Tavernise. Ha chiesto d’intervenire per dichiarazione di
voto il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente.
Mi fa piacere che i miei interventi accendano la passione nel collega Graziano.
Di questo, sinceramente, mi compiaccio. Però, evidentemente, non sono stato
bravo, anche questa volta, a trasferire il mio pensiero.
Lei dice, collega Graziano,
che ho fatto i complimenti ai Commissari, non mi riferivo certamente ai
Commissari che hanno gestito la sanità calabrese, ma a quelli nominati del
presidente Occhiuto che in questo momento stanno guidando le ASP e le Aziende
Ospedaliere. Sono Commissari anche loro e mi sembra ingeneroso dichiarare che
se non aumentiamo le retribuzioni i migliori non verranno. Sarebbe un po' come
dire che quelli che ci sono oggi non sono i migliori. Prima aspetterei, anche
per un loro riguardo, di vedere che risultati porteranno. Lei stesso, collega
Graziano, ha detto che alcuni di loro sono preparati e stanno cercando di dare
le migliori risposte possibili con quello che trovano. Questo è il mio
pensiero.
Dopodiché, vorrei
evidenziare una piccola contraddizione: lei esordisce dicendo che dobbiamo
essere più attrattivi, che dobbiamo pagare quanto le altre Regioni, poi,
rivolgendosi verso il Presidente, dice: “No, anche più delle altre Regioni,
perché è ancora più complicato in Calabria”. Poi, però, termina l’intervento
dicendo, parole testuali: “Ma, alla fine, sono 1000 euro, che volete che
siano?”.
Delle due l’una: o aumentare
l’indennità è veramente più attrattivo o se si tratta, colleghi, di: “1000 euro
che volete che siano?” Allora forse è
quasi inutile farlo! Perché per “1000 euro che volete che siano?” non è la
discriminante per chi accetterà di venire a lavorare in Calabria.
Dopodiché, io ho parlato
della narrazione di questa Regione. Non accetto il fatto che, chi viene a
svolgere un ruolo in Calabria, debba essere pagato in più rispetto ad altre
regioni perché i risultati che si portano sono in proporzione – come lei sa,
collega Graziano - e la retribuzione è data anche dalle utenze, dai dipendenti
che ha quel distretto sanitario o quell’Azienda ospedaliera. Quindi, si
misurano anche quello, oltre che la situazione – nessuno lo nega – deficitaria
della sanità calabrese.
Però non dobbiamo far finta
che non ci siano medici e dirigenti che, nonostante abbiano l'opportunità di
andare a lavorare fuori dalla nostra regione, non lo fanno e decidono di
rimanere a lavorare in Calabria.
Poi, in maniera sempre molto
serena, dico che tanti calabresi che vivono fuori dalla nostra regione,
tornerebbero, colleghi, a lavorare in Calabria e non solo per un fattore
retributivo, ma se vedessero maggiore affidabilità e credibilità nella classe
politica e dirigente di questa Calabria, come – io dico- il presidente Occhiuto
sta cercando di fare. Credo che sia un ottimo Presidente che ci invidiano tante
Regioni. Mi auguro che altre Regioni possano avere Presidenti bravi come il
nostro e sono sicuro che i risultati che sta promettendo da mesi prima o poi,
speriamo, arriveranno.
Voto contro, grazie.
Va bene, grazie. Ha chiesto
di intervenire per dichiarazione di voto il collega Graziano. Ne ha facoltà.
Mi sarei aspettato che il
collega Alecci, dopo aver detto che abbiamo il Presidente migliore d'Italia,
esprimesse un voto favorevole al provvedimento. Bisogna riconoscere il lavoro
degli ultimi sei mesi nella sanità: l’apertura di Ospedali e tante altre cose
che non sta a me dire, ma finalmente si è iniziato a rimettere ordine e in moto
la sanità. Già rimettere in moto sappiamo bene cosa voglia dire.
Quindi credo che i risultati
si stiano già vedendo, consigliere Alecci.
Non sottilizziamo, non ho
detto che 1000 euro chissà cosa siano. Ho detto che quei 1000 euro consentono a
un bravo medico, a un bravo professionista amministrativo sanitario, di poter
venire a lavorare all'ASP come dirigente, considerato che nel lavoro che fa
oggi viene pagato di più. Altrimenti mi mette in bocca cose che non ho detto,
che non mi sognerei di dire. Che poi lei dica che un operaio guadagna 100 euro
al mese, è un altro ragionamento, ognuno guadagna quello che è necessario gli
si dia. L’ho detto prima.
Abbiamo bravi manager,
cerchiamo di prenderli e paghiamoli pure, l’importante è che cambi la sanità.
Questo è il nostro scopo.
Poi, vorrei dire al
consigliere Tavernise che continua a essere in
campagna elettorale. Io non sono in campagna elettorale perché non mi candido, quindi posso parlare con più serenità rispetto a
lei. Non ho questa voglia, voglio restare su questi scranni del Consiglio
regionale. Però le devo dire una cosa: lei ha fatto questo scenario degli
ultimi anni della sanità, ma la sanità è commissariata da 12 anni in Calabria
e, tranne gli ultimi sei mesi in cui il Commissario è stato Occhiuto, per 4
anni la sanità è stata gestita dal Movimento 5 Stelle e, per tre anni, Giuseppe
Conte del Movimento cinque Stelle era anche il Presidente del Consiglio dei
ministri! Quindi, lei deve guardare in casa sua per i guai della sanità
calabrese. Non siete più quelli che devono aprire la scatoletta di tonno,
purtroppo vi siete chiusi nella scatoletta di tonno e non siete usciti più!
Grazie, Presidente, voto a favore.
Grazie, collega Graziano.
Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con richiesta di
autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il secondo punto all’ordine
del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 69/12^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: "PO FEAMP 2014/2020. Presa
d'atto approvazione modifica del Piano finanziario”. Collega Montuoro, la
invito a relazionare dal secondo punto fino al settimo, poi faremo un'unica
discussione. Ho già parlato con i capigruppo, poi voteremo provvedimento per
provvedimento.
La proposta di provvedimento
amministrativo, posta oggi alla approvazione di questa Assemblea, è stata
licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica e
affari dell’Unione europea.
La Commissione consiliare ha
esaminato il documento in oggetto ai sensi della legge regionale 30/2016 che
disciplina la partecipazione della Regione Calabria al processo normativo
europeo e all’attuazione delle politiche euro-unitarie.
Il provvedimento in oggetto,
approvato dall'Esecutivo regionale con deliberazione numero 288 del 30/06/2022,
riguarda l'approvazione della modifica del Piano finanziario del Programma
operativo Fondo regionale europeo per gli affari marittimi e la pesca, FEAMP
2014-2020, della Regione Calabria.
Nella deliberazione in
oggetto viene espressamente specificato che le modifiche al Piano finanziario
rimodulato sono sostanziali, in quanto comportano una destinazione delle
risorse per priorità strategiche interne al programma diversa da quella
originaria, fatta salva l'originale dotazione finanziaria complessiva del
Programma pari a euro 37.669.863,00.
Il Ministero delle politiche
agricole alimentari e forestali ha comunicato con nota
protocollo 268231 del 14 giugno 2022 la chiusura della consultazione per
iscritto relativa alla proposta di modifica al Piano finanziario del Programma
operativo FEAMP 2014-2020 e la conseguenziale approvazione del Piano
finanziario.
Come risulta nella delibera
di Giunta regionale, il dirigente generale e il dirigente del competente
Settore del Dipartimento proponente, nonché referente dell'Autorità di gestione
del Programma operativo FEAMP 2014/2020, hanno attestato, sulla scorta
dell'istruttoria effettuata, la regolarità amministrativa nonché la legittimità
della deliberazione e la sua conformità alle disposizioni di legge e di
regolamento comunitarie, nazionali e regionali. Gli stessi dirigenti hanno
attestato, altresì, che il provvedimento in esame non comporta oneri a carico
del bilancio regionale.
Passiamo al punto numero 3,
la proposta di provvedimento amministrativo numero 71/12^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: "Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria
2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda intervento – Misure Salvaguardia
II.12 “Interventi di bonifica dei siti inquinati, messa in sicurezza e
ripristino ambientale discariche e aree degradate, siti di
stoccaggio"(Deliberazione della Giunta regionale numero 294 del
30/06/2022).
La proposta di provvedimento
amministrativo, posta oggi alla approvazione di questa Assemblea, è stata
licenziata dalla seconda Commissione bilancio, programmazione economica, affari
dell'Unione europea nella seduta del 18 luglio scorso.
Il provvedimento in oggetto,
approvato dall’Esecutivo regionale con deliberazione numero 294 del 3 giugno
2022, riguarda la rimodulazione di una scheda del Programma azione e coesione
2007-2013.
In particolare, il provvedimento
prevede la rimodulazione della scheda Misure di salvaguardia II.12 “Interventi
di bonifica dei siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale
discariche e aree degradate, siti di stoccaggio” al fine di dare seguito alle
esigenze manifestate dal Dirigente generale del Dipartimento Ambiente e
Territorio.
Tale rimodulazione lascia
immutata la dotazione finanziaria della scheda in questione che rimane pari a
euro 6.943.612,13, oltreché quella del Piano finanziario del PAC 2007/2013.
Continuo
con il quarto punto all'ordine del giorno, la proposta di provvedimento
amministrativo numero 72/12^, recante: “Piano di Sviluppo e Coesione (PSC)
della Regione Calabria - Variazione del Piano finanziario della Sezione
Ordinaria. Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza a
seguito di procedura di consultazione per iscritto attivata in data 17/06/2022
e conclusa in data 27/06/2022”. (Deliberazione della Giunta regionale numero
261 del 30/06/2022).
La
proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all’approvazione di questa
Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione bilancio,
programmazione economica e affari dell’Unione europea nella seduta del 18
luglio ultimo scorso.
Il
provvedimento in oggetto, approvato dall’esecutivo regionale con deliberazione
numero 241 del 14/06/2022, riguarda la variazione del Piano finanziario della
Sezione Ordinaria del Piano di Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria
nonché la presa d’atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza.
A
seguito della delibera 239 del 2022, con la quale sono stati resi nuovi
indirizzi per la riprogrammazione delle risorse la Sezione Ordinaria delle risorse
del PSC, anche alla luce dell'obbligatorietà di generare obbligazioni
giuridicamente vincolanti entro il 31/12/2022, è stata richiesta ai dirigenti
regionali competenti la formulazione all'Autorità responsabile del PSC delle
proposte di progetti/operazioni candidati ad essere finanziati e quindi da
inserire nello stesso.
Successivamente
è stata avviata la procedura di consultazione scritta del Comitato di
Sorveglianza che si è conclusa con l’approvazione di:
-
eliminazione dal PSC
di un intervento collocato nell’Area tematica 07 Trasporti e Mobilità, Settore
di intervento 07.01 Trasporto stradale, per un importo pari a euro 20 milioni,
per il quale il Dipartimento competente Infrastrutture e lavori pubblici ha
attestato la non conseguibilità di obbligazioni giuridicamente vincolanti nei
termini imposti dalla normativa;
-
inserimento nel PSC,
all'interno dell'Area tematica 3 Competitività Imprese - Settore 03.02 Turismo
e ospitalità, della nuova operazione denominata “Attivazione regime di aiuti
sub-investimento 4.2.1 PNRR - Progetto di sistema”, per un importo pari a euro
20 milioni.
Nella
delibera si chiarisce inoltre che la copertura finanziaria della nuova
operazione da ricomprendere nel PSC, di importo pari a euro 20 milioni, è
garantita con le risorse finanziarie a suo tempo stanziate a copertura
dell’intervento espunto al PSC, accantonate e disponibili a valere sul capitolo
U9200301601.
Le
variazioni come sopra individuate comportano la variazione del Piano
finanziario della Sezione Ordinaria del PSC, come dettagliate nell’Allegato 1
della delibera in oggetto.
Procedo
con il quinto punto all'ordine del giorno, la proposta di provvedimento
amministrativo numero 74/12^, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC)
Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda di intervento III.6
‘Politiche attive del lavoro’. (Deliberazione della
Giunta regionale numero 301 dell’8/7/2022)”.
La
proposta di provvedimento amministrativo, posta oggi all’approvazione di questa
Assemblea, è stata licenziata dalla seconda Commissione nella seduta del 18
luglio ultimo scorso.
Il
provvedimento in oggetto, approvato dall’esecutivo regionale con deliberazione
numero 301 dell’8/07/2022, riguarda la rimodulazione della scheda di intervento
III.6 “Politiche attive del lavoro” del Programma Azione e Coesione (PAC)
2007-2013.
In
particolare, su proposta della Vicepresidente della Giunta regionale, è stata
rappresentata la necessità di finanziare interventi volti all’erogazione di
borse di studio e azioni di sostegno a favore di studenti capaci e meritevoli
privi di mezzi e di promozione del merito tra gli studenti, inclusi gli
studenti con disabilità.
A
seguito di ciò, l’Autorità di coordinamento FSE del PAC Calabria 2007-2013 ha
predisposto una rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro”,
prevedendo iniziative a favore dell’occupabilità di giovani talenti, attraverso
borse di borse di studio a favore di studenti universitari, destinando a tali
finalità una dotazione finanziaria pari a euro 1.700.000 (Accompagnamento dei
percorsi di conseguimento di studi universitari - laurea triennale, laurea
magistrale, ciclo unico - attraverso borse di studio e azioni di sostegno a
favore di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi e di promozione del
merito tra gli studenti con disabilità)
La
stessa Autorità di coordinamento ha proposto di sostituire, sempre all’interno
della scheda III.6, l’intervento “Emergenza Accoglienza”, con il “Progetto
includi Calabria: inclusione e innovazione sociale”, con una dotazione finanziaria
pari a euro 1.210.000,00, per consentire di implementare in tempi rapidi le
relative procedure per la realizzazione delle attività.
Nel
corpo della delibera si evince che le motivazioni proposte lasciano immutata la
dotazione finanziaria complessiva della scheda III.6, pari a 72.562. 971,88
oltreché quella del Piano finanziario del PAC 2007-2013
Continuo
con il sesto punto all’ordine del giorno, la proposta di provvedimento
amministrativo numero 70/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “POR
Calabria FESR-FSE 2014-2020. Presa d’atto della proposta di riprogrammazione
degli Assi 7, 9, 11 e 14 del POR Calabria FESR-FSE 2014-2020 ai sensi
dell’articolo 2 del Regolamento (UE) 460 del 30 marzo 2020 approvata dal
Comitato di Sorveglianza del Programma”.
La
proposta di provvedimento amministrativo è stata licenziata dalla seconda
Commissione nella seduta del 27 luglio scorso.
Il
provvedimento, approvato dall’esecutivo regionale con deliberazione numero 260
del 30/06/2022, riguarda la presa d’atto della proposta di programmazione
finanziaria del POR Calabria FESR-FSE, 2014-2020, ai sensi dell’articolo 2 del
Regolamento (UE) del 30 marzo 2020.
In
particolare, al fine di assicurare la regolare, efficace e tempestiva chiusura
del ciclo di programmazione del POR Calabria FESR-FSE 2014-2020, è stata
avviata, tra i soggetti coinvolti a vario titolo all’attuazione del Programma,
una ricognizione finalizzata all’individuazione delle azioni più opportune per
la “messa in sicurezza” del POR, minimizzando il rischio di mancato utilizzo di
risorse, in modo tale da prevedere, laddove necessario, una riprogrammazione
del piano finanziario con l’obiettivo di concentrare le risorse sugli Assi e le
azioni maggiormente performanti.
A tal
fine è stata attivata la possibilità offerta dall’articolo 2 del Regolamento
(UE) numero 460 del 30 marzo 2020, che consente di “trasferire durante il
periodo di programmazione un importo fino al 8% della dotazione di una priorità
al primo febbraio 2020 e entro il limite del 4% del bilancio del programma a
un’altra priorità dello stesso Fondo a favore dello stesso programma” e,
inoltre, stabilisce che i relativi trasferimenti “sono considerati non
rilevanti e non richiedono una decisione di modifica del programma da parte
della Commissione”.
Con la
delibera di Giunta regionale numero 260 del 2022, oggi all'esame del Consiglio,
si prende atto dell’approvazione della proposta di riprogrammazione degli Assi
7, 9, 11 e 14 del POR Calabria FESR-FSE 2014-2020 ai sensi dell’articolo 2 del
Regolamento (UE) 460 al 30 marzo 2022 da parte dei componenti il Comitato di
Sorveglianza del Programma, finalizzata al potenziamento della dotazione
finanziaria degli Assi 7 “Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile” per euro
10 milioni e 14 “Assistenza tecnica” per euro 5 milioni, con diminuzione di
quella degli Assi 9 “Inclusione sociale” per euro 5 milioni e 11 “Istruzione e
formazione” per euro 10 milioni.
Nello
specifico, la suddetta rimodulazione prevede:
- un
aumento di 10 milioni di euro della dotazione finanziaria dell’Azione 7.3.1
“Potenziare i servizi di trasporto pubblico regionale e interregionale su
tratte dotate di domanda potenziale significativa, anche attraverso: interventi
infrastrutturali e tecnologici; rinnovo del materiale rotabile; promozione
della bigliettazione elettronica integrata con le azioni dell'obiettivo
tematico” dell’Asse 7 “Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile”, con
conseguente prelievo di euro 10 milioni dall’Asse 11 e in particolare euro
3.437.831,76 dall’Azione 10.5.7 “Interventi infrastrutturali per l'innovazione
tecnologica e laboratori di settore e per l'ammodernamento delle sedi
didattiche” e di euro 6.562.168,24 dall'Azione 10.7.1 “Interventi di
riqualificazione degli edifici scolastici (efficientamento energetico,
sicurezza, attrattività e innovatività, accessibilità, impianti sportivi,
connettività) anche per facilitare l'accessibilità delle persone con
disabilità”;
- un
aumento di euro 5 milioni dall’Asse 14 “Assistenza tecnica” del POR Calabria
FESR-FSE 2014-2020, precisamente di euro 2 milioni della dotazione finanziaria
dell’Azione 14.1.1 “Programmazione, gestione, sorveglianza, monitoraggio e
controllo” e di euro 3 milioni della dotazione finanziaria dell’Azione 14.1.2;
con conseguente prelievo di euro 5 milioni dall’Asse 9 “Inclusione sociale”, in
particolare dall’Azione 9.4.4 “Sostegno all’adeguamento infrastrutturale per il
miglioramento dell’abitare a favore di persone con disabilità e gravi
limitazioni dell'autonomia”.
Infine,
procedo con il settimo punto all’ordine del giorno: proposta di provvedimento
amministrativo numero 44/12^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione
2022-2024 dell'Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPACAL)”.
La
proposta di provvedimento, posta oggi all’approvazione di questa Assemblea, è
stata licenziata all’unanimità dei presenti dalla seconda Commissione nella
seduta del 27 luglio scorso.
La
proposta è relativa al bilancio di previsione 2022-2024 dell’ARPACAL Calabria.
Durante
i lavori della Commissione abbiamo audito sia il direttore generale dell’Ente,
dottor Domenico Pappaterra, il quale ha illustrato il
provvedimento e fornito i chiarimenti richiesti, sia la dottoressa Elvira
Costantino, dirigente del Dipartimento territorio e tutela dell’ambiente, che
ha confermato il parere favorevole del Dipartimento al provvedimento.
Il
provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni
istruttorie dei Dipartimenti territorio e tutela dell’ambiente e economia e finanze, del parere del Revisore unico dei
conti dell’Agenzia nonché di quello del Comitato di indirizzo.
Il
Revisore unico dei conti dell’Ente, con verbale numero 2 del 7/03/2022, ha
attestato che, nel prospetto di quantificazione del limite di spesa per
l’esercizio 2022, sono stati rispettati i limiti di contenimento della spesa,
nell’osservanza dell’articolo 6 della legge regionale numero 43 del 2016.
Il
Revisore ha verificato che il bilancio di previsione 2022-2024 soddisfa i
paramenti di equilibrio di bilancio, così come previsto dal decreto legislativo
numero 118/2011. L'organo di controllo richiama l’attenzione degli organi
dell’Agenzia sulla tardiva predisposizione del bilancio dopo il termine del 31
dicembre dell'esercizio precedente, evidenziando che il suddetto ritardo non
consente all’Agenzia né una apprezzabile esecuzione del programma delle
attività né la produzione dei servizi in misura adeguata alle esigenze del
territorio calabrese. Il Revisore rileva, altresì, che l’eccessiva consistenza
media di cassa è indice di scarsa capacità di spesa con implicito rallentamento
della realizzazione dei programmi e difficoltà di realizzare gli obiettivi.
Conclusivamente,
il Revisore unico dei conti, con verbale numero 3 del 7/04/2022, attesta la
corrispondenza delle previsioni di bilancio 2022-2024 alle norme di legge
nazionali e regionali vigenti in materia, rileva la coerenza interna, la
congruità e l'attendibilità contabile delle previsioni di bilancio ed esprime
parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione finanziario
2021-2024 dell’Arpacal e dei relativi allegati.
Il
Comitato di indirizzo con verbale numero 3 del 26/04/22 ha espresso parere
positivo per l'approvazione del bilancio di previsione finanziario 2022-2024.
Il
Dipartimento territorio e tutela dell'ambiente nell’istruttoria di competenza
rileva il mancato rispetto dei termini indicati dalla legge regionale numero 8
del 2002 per la presentazione dei documenti contabili al Dipartimento
competente per materia.
Il
Dipartimento evidenzia che, con deliberazione numero 88 del 10/03/2022, è stato
assunto il provvedimento di cui all’articolo 6, comma 6, della legge regionale
numero 43/2016, relativo alle misure di contenimento delle spese ai sensi
dell'articolo 6, comma 1, lettere a) e b) della legge regionale numero 43/2016,
asseverate da parte dell'organo di revisione.
Per le
ulteriori misure di contenimento della spesa, già previste dalle disposizioni
vigenti, il Dipartimento evidenzia che:
- al
punto 7) dell’istruttoria, le ulteriori previsioni sul capitolo di spesa
U12010171 sono state autorizzate ai sensi della legge regionale numero 43/2016
con provvedimento della Giunta regionale numero 284 del 2021;
- al
punto 10) dell’istruttoria, rimangono in capo all’Ente le responsabilità
sull’inerenza della spesa rispetto all'obbligo normativo.
A
conclusione dell'istruttoria effettuata, il Dipartimento esprime parere
favorevole al bilancio di previsione 2022-2024 dell’Agenzia regionale per la
Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria.
Il
Dipartimento economia e finanze, nell’istruttoria di competenza, evidenzia che
il raggiungimento degli equilibri di bilancio viene ottenuto anche attraverso
l’applicazione della parte vincolata del risultato di amministrazione presunto
per un totale di euro 843.871,97.
Il
Dipartimento ha dunque verificato, con esito positivo, la corretta applicazione
da parte dell'Ente della quota vincolata dell'avanzo di amministrazione
presunto, in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità
finanziaria punto 9.2 dell'Allegato 4/2 del Decreto Legislativo numero
118/2011, che prevede: “Non è conforme ai precetti dell'articolo 81, comma 4,
della Costituzione realizzare il pareggio di bilancio in sede preventiva,
attraverso l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione non accertato e verificato
a seguito della procedura di approvazione del bilancio consuntivo dell’esercizio
precedente. Tuttavia, in occasione
dell’approvazione del bilancio di previsione, e con successive variazioni di
bilancio, è consentito l'utilizzo della quota del risultato di amministrazione
presunto costituita dai fondi vincolati, e dalle somme accantonate risultanti
dall'ultimo consuntivo approvato”.
Altresì,
il Dipartimento ha riscontrato che la suddetta applicazione rientra nei limiti
di cui alle disposizioni introdotte dall'articolo 1, comma 897, della legge
numero 145/2018.
Per
quanto riguarda il Fondo crediti di dubbia esigibilità, il Dipartimento
raccomanda all'Ente:
- di
provvedere ad implementare gli importi del fondo, per come indicato
nell’istruttoria, in occasione della prima variazione al bilancio di previsione
2022-2024;
- di
provvedere, nel corso dell’esercizio 2022 ad aggiornare le previsioni di spesa
di cui al Fondo crediti di dubbia esigibilità, verificandone, a seguito
dell’attività di gestione, la congruità, provvedendo ad una sistematica analisi
dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di
competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento
all’effettivo andamento degli incassi.
Per
quanto concerne il Fondo pluriennale vincolato, il dipartimento evidenzia che
lo stesso risulta correttamente appostato. Tuttavia, il Dipartimento economia e
finanze raccomanda all’Agenzia, a seguito dell’approvazione della procedura di
riaccertamento residui 2021, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio
apportando i conseguenti correttivi al Fondo pluriennale vincolato per la parte
corrente e capitale, di cui alla proposta di bilancio di previsione 2022-2024,
nel rispetto del principio contabile applicato dalla competenza finanziaria
potenziata.
A
conclusione dell’attività istruttoria, il Dipartimento economia e finanze
ritiene possibile procedere da parte della Giunta regionale, alla trasmissione
della proposta di bilancio di previsione 2022-2024 dell’Agenzia regionale per
la Protezione dell’Ambiente al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57,
comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Montuoro. Iniziamo la discussione sui provvedimenti illustrati.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente.
Proverò a concentrare gli interventi quindi non ruberò molto tempo. Parto dal
provvedimento numero 2, quello relativo al FEAMP, su cui posso già dichiarare
che voterò favorevolmente, in quanto l'attività prevista dall'assessorato
all'agricoltura, in questo caso dal Dipartimento, e condivisa anche dai Flag,
su iniziativa dell'assessore Gallo, è stata vista sicuramente in maniera
favorevole perché sposta delle risorse di bilancio, allocandole su due punti
che in questo momento sono prioritari per il settore della pesca. In
particolare, il ristoro per quanto riguarda l’arresto temporaneo delle attività
dei pescatori, quindi non poter uscire in mare per cause di forza maggiore, il
Covid e l’aumento del carburante. Per questo ambito si passa da 500 mila euro a
2 milioni di euro, ed è visto da me positivamente. Positivamente vedo anche
l'aumento di risorse nella posta relativa alla protezione della biodiversità e
degli ecosistemi marini, che passa da 3.700.000,00 euro a 6.600.000 euro. Credo
che il patrimonio marino vada sempre più tutelato. In questo caso si tratta per
gran parte dei massi che vengono poi distribuiti all'interno delle acque, nei
pressi della costa, per evitare la pesca allo strascico che, sapete, danneggia
in maniera spesso irreparabile i nostri fondali.
Relativamente al punto
numero 4 poi chiederò un chiarimento all'assessore Orsomarso perché prevede lo
spostamento di 20 milioni da ciò che attiene il trasporto stradale, che non mi
sembra che in Calabria poi sia un'eccellenza, per inserirli sul turismo e
l'ospitalità. Immagino, quindi, che ci saranno degli avvisi per potenziare e
implementare il settore turistico e la competitività delle imprese. Sono anche
in maniera intellettualmente onesta pronto a votarla favorevolmente, se ci
potesse anticipare e spiegare nel dettaglio di cosa si tratta perché, comunque,
togliere dei fondi dal trasporto stradale in una regione come la nostra
rappresenta una movimentazione importante. Vorrei, quindi, almeno capire in che
cosa verranno utilizzate queste risorse.
Ciò che però mi preoccupa
più di ogni altro punto è quello numero 6. Voglio dire subito che esento da
ogni responsabilità l'assessore Minasi, che oggi guida appunto le politiche
sociali, perché non poteva fare nulla su questo punto, però non posso non
evidenziare che la Calabria anche questa volta distrae dei fondi che il POR e
la programmazione avevano destinato alle politiche sociali e alla
riqualificazione degli edifici scolastici, per poter effettuare degli
adeguamenti e dei miglioramenti sismici. Si tratta di un fallimento della
nostra Regione che non spende circa 6 milioni e mezzo per adeguare e migliorare
dal punto di vista antisismico le scuole in cui studiano i nostri ragazzi e,
soprattutto, storna 5 milioni di euro per l'adeguamento infrastrutturale per il
miglioramento dell'abitare a favore di persone con disabilità e gravi
limitazioni nella autonomia.
La Regione Calabria priverà di 5 milioni di euro i propri utenti che hanno una disabilità,
che non potranno adeguare le loro abitazioni.
Mi sembra che non sia
accettabile! Se è vero che la sanità, come diceva il presidente Occhiuto, è in una
situazione drammatica, è altrettanto vero che ancora c'è da fare tanto sui temi
delle politiche sociali e della disabilità. Prendo atto che qualcosa si muove,
prendo con favore anche i nuovi tecnici che sono inviati presso gli uffici
degli ambiti, dei comuni - li sto vedendo in diversi comuni, stanno dando una
mano - però siamo in ritardo. Questo è un grido d'allarme, cari colleghi, che
mandano in maniera chiara i nostri comuni: i nostri comuni non hanno capacità
progettuale per la spesa prevista per gli adeguamenti sismici perché gli uffici
tecnici sono sguarniti di personale e non hanno personale per le politiche
sociali. È giusto, quindi, purtroppo a malincuore, evidenziare che queste
risorse verranno perse per questi interventi e utilizzate per altro.
Concludo, signor
Presidente, col punto numero 7, quello relativo all’Arpacal.
Preciso che un decreto del Presidente della Giunta regionale del 2002
stabilisce che l'Arpacal sia finanziata attraverso il
Fondo Sanitario Regionale in una percentuale non inferiore al 1 per cento.
Peccato però che, dal 2010 ad oggi, la percentuale di questo fondo trasferito
all’Arpacal non ha mai superato lo 0 5 per cento, dal
2010, con esecutivi di ogni colore politico. Lo specifico, altrimenti il
collega Graziano dice che siamo in campagna elettorale. Non sono in campagna
elettorale! Poi però leggiamo i provvedimenti urgenti del presidente Occhiuto
che dice che i proprietari di alberghi e degli stabilimenti balneari devono
anche effettuare il campionamento delle acque e le analisi, che gli autospurghi non possono girare la notte.
Questo è il risultato,
purtroppo, del grande deficit che vive l'Arpacal oggi
in termini sia di risorse economiche sia di risorse umane. Purtroppo, i
provvedimenti che oggi questa Giunta sta adottando non sono quelli di
potenziare gli uffici pubblici e gli enti regionali come l'Arpacal,
con assunzioni di personale e con risorse, ma affidare all'esterno delle
attività che dovrebbe effettuare la nostra agenzia regionale, spendendo risorse
verso i privati piuttosto che verso un ente pubblico e, ancor di più,
paradossalmente, trasferendo ai privati o anche chi ha uno stabilimento
balneare, un hotel, un’ attività turistico ricettiva, il compito di effettuare
le analisi dell'acqua e del terreno.
Mi sembra paradossale.
Quindi il mio augurio è che
nell’approvazione dei prossimi bilanci dell'Arpacal
si abbia il coraggio di aumentare la dotazione finanziaria di questa azienda
regionale che è e deve essere il cuore pulsante a tutela della salute dei
calabresi. Infatti, effettua attività di monitoraggio e soprattutto di
prevenzione che, se dovessero essere effettuate correttamente e per come
previsto, alleggerirebbero anche il carico sanitario presso i nostri ospedali,
presso le strutture sanitarie. Grazie, signor Presidente.
Grazie, collega Alecci.
Giusto per chiarire: il fondo per il finanziamento di Arpacal
grava sul Fondo Sanitario Regionale e non sul bilancio della Regione.
Signor Presidente, le è
sfuggito, è registrato, l’ho detto chiaramente: ho detto 1 per cento, ho letto
il passaggio.
Ha chiesto di intervenire
il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Presidente, è complicato
fare una discussione politica su dei provvedimenti amministrativi molto tecnici
e quindi cercherò di fare un ragionamento che ha, però, un minimo denominatore
comune a tutti i provvedimenti che noi stiamo approvando: noi modifichiamo e
spostiamo - poi entreremo anche nel merito dei singoli provvedimenti - risorse
da un'Asse a un altro, molto spesso perché c'è un’incapacità di spesa delle
risorse assegnate da parte della Regione Calabria nei tempi prefissati. E
quindi, proprio per evitare la perdita di alcune risorse, noi in corso d'opera
modifichiamo e spostiamo risorse ad altre priorità, ad altri capitoli.
Questa è una linea comune
che noi abbiamo visto e che, soprattutto per il POR, mi preoccupa molto.
Diceva bene il consigliere
Alecci che mi ha preceduto: noi abbiamo sostanzialmente sul provvedimento
amministrativo numero 70/12^ - il provvedimento su cui già io annuncio il voto
contrario del mio gruppo - uno spostamento e quindi una diminuzione delle
risorse dell'Asse 9 dell'Asse 11 che sono proprio le risorse per l'inclusione
sociale, per 5 milioni di euro, e l'istruzione e la formazione. Anche qui noi
dimostriamo ancora una volta che proprio sull'inclusione, sul capitale umano,
sull'istruzione la Regione Calabria non riesce a spendere le proprie risorse.
C’è un'incapacità di spesa
e mi chiedo: di fronte alla nuova programmazione - non è solo questo che mi
preoccupa - 2021-2027, in cui moltissime risorse sono destinate nuovamente a
questo capitolo, cosa cambierà? Ci troveremo ancora di fronte alla stessa
pagina e cioè l’incapacità di spendere le ingenti risorse in questi ambiti?
Politicamente non posso non sottolineare questo e cioè che prendiamo da questi
capitoli per spostati ad altri e io non conosciamo ancora quali saranno le
novità. E novità non ce ne sono perché i comuni non hanno le risorse umane e
anche tecniche per mettere a terra i progetti sulla programmazione comunitaria.
Quindi è lo stesso film.
Io non so quali saranno le
novità per scongiurare di ritrovarci anche col nuovo POR a fare continue e
sostanziali riprogrammazioni finanziarie. Noi avremo nuovamente lo stesso film
che stiamo vedendo in queste rimodulazioni. È ovvio che nessuno può essere
contro i pescatori o contro lo spostamento di risorse per alleviare dei disagi
di intere categorie produttive, in questo caso i pescatori che hanno subito
danni per l'emergenza Covid, ma anche qui io vorrei sottolineare: da dove li
prendiamo i soldi? Li prendiamo dalle misure per la promozione del capitale
umano e la creazione di posti di lavoro e dialogo sociale per l'avviamento dei
giovani pescatori.
Attenzione: anche questa è
una coperta corta! La prendiamo da un lato per spostarla da un altro, ma
abbiamo nuovamente l'incapacità di spesa.
Quindi, di fronte a questo, io annuncio l'astensione che è un'astensione
politica e la mia contrarietà specifica sul punto che citava il consigliere
Alecci.
Vedo delle cose che
oggettivamente sono condivisibili: l'aumento, la rimodulazione delle politiche
attive del lavoro, per 1 milione e 700 mila euro destinato alle borse di
studio. Come si può essere contrari a questi provvedimenti? Ma anche qui
dobbiamo sottolineare una cosa e lo voglio dire con estrema chiarezza: noi
possiamo fare tutte le rimodulazioni possibili, ma se poi c'è la lentezza dei
Dipartimenti regionali nella predisposizione dei bandi, nella pubblicazione
delle graduatorie, che avvengono con mesi di ritardo se non con anni di
ritardo, allora sinceramente di cosa stiamo discutendo? Noi dobbiamo porci il
tema di come organizzare gli uffici per l'attuazione, non solo della nuova
programmazione regionale, ma anche per i fondi del PNRR con target e obiettivi
ancora più stringenti nei tempi per il loro raggiungimento. Concludo il mio
intervento, Presidente, sottolineando le preoccupazioni della macchina che
ancora non è in moto e non è in funzione con i tempi e gli obiettivi che noi ci
siamo prefissati per la nuova programmazione. Grazie, Presidente.
Grazie, collega Lo Schiavo.
Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vorrei
intervenire sostanzialmente sul provvedimento amministrativo 71/12^ che ha per
me un particolare interesse in quanto riguarda gli interventi di bonifica dei
siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale discariche e aree
degrado siti di stoccaggio. È un punto a mio parere particolarmente importante
perché finalmente all'interno di questo punto - come io la pensi per quanto
riguarda lo smaltimento dei rifiuti è abbastanza noto, discariche e inceneritori
sono la negazione di una buona politica di smaltimento dei rifiuti - in questo
PAC trovo la positività importante della tombatura di
discariche e nelle azioni sono esplicitamente previste la sistematizzazione
finale del corpo della discarica, ai sensi del decreto legislativo 36/2003,
prevedendo il pacchetto di chiusura definitivo cupping.
Questo può assicurare la chiusura del ciclo di vita delle discariche e
scongiurare – cosa estremamente importante - condizioni di possibile
inquinamento per le matrici ambientali. Questo obiettivo è fondamentale perché
finalmente nello specifico di parla delle discariche esaurite, cioè piene e che
non hanno più capacità di abbanco, di Castrovillari e Cassano allo Jonio:
queste due discariche sono attualmente, mentre noi parliamo, una fonte di
inquinamento ambientale poiché, non essendo tombate, in rapporto alle
precipitazioni atmosferiche, producono percolato; percolato che magari,
attraverso le fissurazioni della vasca in cui stanno i rifiuti, vanno a
inquinare i terreni circostanti e, se ce ne sono, anche le acque che si trovano
sotto e vicino la discarica, introducendo un elemento di grave rischio per la
salute delle popolazioni e per anche per le coltivazioni che lì si trovano.
L'altro elemento è che
queste discariche non tombate sono una fonte di spesa per le amministrazioni,
perché per esempio la discarica di Castrovillari mediamente richiede, per lo
smaltimento del percolato, circa 40 mila euro l’anno e tutto questo perché, sia
quella di Castrovillari sia quella di Cassano, non sono state tombate come
previsto dal provvedimento legislativo. Sono, quindi, molto favorevole alla
rimodulazione del PAC che consente di modificare la dead line, la linea
temporale che farebbe perdere questi soldi e non avere un intervento diretto.
Vorrei sottolineare, però,
- e mi rifaccio a quello che ha detto prima il collega Lo Schiavo - che noi
rischiamo di perdere 3 milioni di euro che sono stati
stanziati ormai due anni fa. Mi rifaccio a quello che diceva il collega Lo
Schiavo per quanto riguarda la non sicura efficienza dei Dipartimenti
regionali, in questo caso del Dipartimento all'ambiente, in quanto questa somma
di 3 milioni di euro è stata stanziata due anni fa e la Regione ha fatto una
convenzione da un anno e mezzo, da aprile dell'anno scorso, ed è passato più di
un anno senza che nulla sia stato attivato del progetto collegato al PAC,
laddove la Regione ha una potestà e un obbligo di controllo e di intervento.
Qui non c'è stato né controllo né intervento. Allora noi dobbiamo, da una
parte, secondo me, avere maggiore agio temporale per poter arrivare alla tombatura di queste discariche di cui parliamo, di
Castrovillari e di Cassano Jonio, però dobbiamo svolgere un'azione di stimolo
perché chi deve organizzare questa tombatura, dopo un
anno e mezzo di riposo preventivo, finalmente dia seguito all'indicazione
contenuta nel PAC. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Anch'io
farò un intervento cumulativo di riflessione su queste proposte amministrative,
su queste cosiddette PPA, che sono, come tutti ormai abbiamo imparato a sapere
e a conoscere, delle necessarie riqualificazioni e rimodulazioni dei bilanci
affinché questi fondi non spesi possano essere maggiormente messi a frutto.
Il problema che però mi pongo - e in questo ho
visto negli interventi che mi hanno preceduto che non sono sola a fare queste
considerazioni - è che questi soldi, che vengono spostati, vengono presi da
ambiti estremamente importanti.
Questo in ognuna di queste
proposte legislative, ma mi riferisco in particolare alla 70/12^ che è quella
che sposta dei fondi importantissimi dalla disabilità e dal potenziamento e
miglioramento della qualità degli edifici scolastici ad altro; mi riferisco
però ancora a tutta una serie di altre proposte di provvedimento amministrativo
che da un punto di vista metodologico prendono i fondi che non sono spesi e li
mettono da un'altra parte. La domanda è esattamente questa: perché questi fondi
non sono spesi? O, meglio ancora, perché i Dipartimenti e quindi la Regione non
esegue e non sviluppa il suo ruolo di esecuzione e di controllo soprattutto su
queste tematiche e sui soggetti attuatori di questi fondi? Quindi questo è un
tema che rimanda, come giustamente faceva notare il collega Lo Schiavo, alla
pubblica amministrazione, al management
di questa nostra Regione, i cui Dipartimenti hanno veramente delle lacune
importanti. È sicuramente l'organizzazione amministrativa che non funziona, al
di là di quelle che sono poi le volontà politiche. Vorrei fare notare, ferma
restando l’espressione di positività sul provvedimento amministrativo che
riguarda il programma operativo del FEAMP e quindi sul discorso di protezione e
riallocazione delle risorse sulle acque e sui pescatori, le proposte di
provvedimento amministrativo 71/12^ e 73/12^. La 71/12^ del Piano Azione e
Coesione, a cui faceva riferimento prima il collega Laghi, in cui da un lato si
mette in sicurezza la bonifica di siti inquinati - e quindi qualche discarica
si chiude - e dall'altro praticamente si apre invece la discarica del Comune di
Dinami.
Intanto dobbiamo
assolutamente considerare che non siamo ancora nello spirito che l'Europa ci
sta chiedendo in maniera importante perché l'Europa ci dà dei dettami chiari,
molto precisi che riguardano appunto gli obiettivi: avere il 60% entro il 2030
di riciclaggio, 65% entro il 2035, il 55% di rifiuti urbani, riduzione di
smaltimento almeno di discesa del 10% e così via. Non siamo in questa
direzione, ma soprattutto la proposta di provvedimento amministrativo 71/12^,
in cui rimodulo le risorse e quindi alcune discariche le chiudo, altre le apro,
va in controtendenza con la stessa proposta di provvedimento amministrativo
numero 73/12^ che invece sembra essere in linea perché parla di economia
circolare e ci dà comunque una speranza, in una qualche maniera, di poter
andare lì dove l'Europa ci sta indirizzando. Ribadisco il mio dissenso sulla
proposta di provvedimento amministrativo numero 70/12^ perché la disabilità, la
necessità delle famiglie e, ancora, la necessità di rimettere in sesto le
scuole non può essere differita, a meno che non sia stata affrontata e non
venga affrontata con altre economie. Pertanto, questo scostamento di risorse
non mi trova assolutamente d'accordo. Così come non mi trova d'accordo la
proposta di provvedimento amministrativo numero 74/12^ in cui le politiche del
lavoro vengono però spostate di continuo, anche qui rispetto ad emergenze del
momento, senza che ci sia una reale programmazione. Il mio richiamo e i miei
commenti vanno quindi letti nella direzione della necessità di una migliore
programmazione, soprattutto di un monitoraggio, e della necessità che gli
uffici e i Dipartimenti regionali esercitino il loro ruolo che - ci auguriamo -
nel futuro potrà essere qualificato.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il collega De Nisi. Ne ha facoltà.
Buonasera. Ormai non è la
prima discussione che si affronta su questo tema, sulla questione della
rimodulazione dei fondi della programmazione comunitaria 2014-2020.
Praticamente in ogni seduta di Consiglio regionale ci troviamo ad affrontare
questa discussione, in cui, a mio parere, la necessità di dover dire qualcosa,
di intervenire, di parlare, porta i consiglieri a una mancanza di riflessione e
a una mancanza di giudizio. Principalmente stiamo qui a rimodulare questo
Piano; la Giunta, i Dipartimenti, i direttori generali si impegnano a rimodulare
il Piano 2014-2020, che si concluderà a dicembre del 2022; lo stiamo facendo
perché chi ha programmato questo piano del 2014/2015 lo ha programmato male; ha
previsto un piano finanziario, un piano di investimenti che non ha raggiunto il
suo obiettivo a distanza di 8 anni.
Significa che qualcosa non
è stata fatta, non è stata programmata bene nel corso degli anni, non negli
ultimi tre o cinque mesi. Nel corso di questi 8 anni, chi aveva il dovere di
svolgere questo controllo, di verificarne l’attuazione, lo svolgimento e il
cronoprogramma dei piani di investimento non lo ha fatto e ci troviamo a
distanza di pochi mesi dalla scadenza della programmazione a dover rimodulare
questi piani. Gli uffici, quindi, fanno bene. Mi sarei aspettato un plauso per
gli uffici, nel senso che, laddove vedono e laddove constatano che non è
possibile concludere gli investimenti nel tempo previsto, si adoperano per
vedere quali sono gli Assi che possono, nei tempi assegnati e stabiliti,
spendere questi soldi.
Pensiamo che spostare 20
milioni dalle infrastrutture stradali, da opere ben definite e individuate nel
corso degli anni, alla competitività delle imprese turistiche sia un gesto
apprezzabile, un atto di responsabilità, anziché arrivare a fine anno e perdere
20 milioni di euro. Infatti, da qui a fine anno non avremo assunto un impegno
giuridico vincolante per 20 milioni, quindi, pur di non perderle, spostiamole e
diamo queste risorse alle imprese turistiche della Regione Calabria, in modo
tale da poterne beneficiare in termini positivi, destinando e lasciando queste
risorse in Calabria alle imprese che ne hanno diritto perché sono già nelle
graduatorie e hanno previsto dei piani di investimento concreti e realizzabili
entro fine anno. E allora credo, senza fare demagogia e strumentalizzazioni,
che questo sia un plauso che va dato.
Così come destinare delle
risorse che sono spendibili celermente per le borse di studio degli studenti.
Sono delle azioni mirabili e ammirevoli perché quindi dobbiamo scandalizzarci?
Piuttosto dobbiamo scandalizzarci per chi è seduto e ha fatto parte di quella
parte politica durante questi anni. Come mai non è stato fatto nulla? Come mai
non abbiamo monitorato nel corso degli anni questi investimenti e questi Assi
che non procedevano con la spesa e siamo rimasti fermi?
Queste sono delle
responsabilità che sono principalmente da ricercare in chi ha fatto la
programmazione e ha sbagliato, in chi non ha monitorato nel corso dei
successivi 5 anni - il centro-sinistra ha governato questa Regione per 5 anni
consecutivi nel pieno dei poteri - in chi non ha dato seguito al monitoraggio e
al controllo della spesa e non ha fatto per tempo le variazioni che andavano
fatte nel corso degli anni. Non è giusto fare solo demagogia in questo
Consiglio, è giusto dare atto, quando si compiono delle azioni positive, che si
stanno facendo le attività possibili così come stiamo facendo.
Penso che, ora che stiamo
partendo e partiremo con la nuova programmazione, dobbiamo essere accorti e
attenti a tutto quello che faremo.
Penso che la strada non
sarà appaltata e saranno stornati i fondi perché nel corso di questi anni chi
ha progettato, l'ente locale o la Regione stessa, chi doveva rilasciare i
pareri, chi ha seguito l'iter non ha fatto il proprio dovere. Soprattutto in
questa Regione ormai è prassi comune e consolidata che si è costituito e vive
sempre il “Partito del No”; c'è un partito che stabilmente si oppone a tutto e
che ci porta a distanza di anni a reimpegnare e
riprogrammare le risorse che non sono spese. Non vorremmo nei prossimi anni
assistere a questo continuo “Comitato del No”, questo partito sotterraneo che
fa comodo a questa e quella parte politica, a seconda delle condizioni e del
gioco delle parti, dove ognuno di noi, pur di assumere o di avere una visibilità
politica, pur di uscire dall'anonimato, sposa delle battaglie inutili e
inconcludenti che, poi, alla fine, ci portano a questi risultati: le
infrastrutture non le facciamo, la nostra Regione, se continueremo così, dovrà
sempre rivolgersi ed essere in continua emergenza per quanto riguarda il Piano
dei rifiuti, il piano di gestione delle acque, saremo sempre in questa continua
emergenza, inseguendo sempre questa mancata programmazione, mancata attuazione
della programmazione.
Non seguiremo mai i programmi
perché altrimenti, di volta in volta, inseguiremo il comitato di turno, saremo
sempre qui fermi, fermi sempre allo stesso punto. E penso che anche per quanto
riguarda il piano di gestione dei rifiuti – altrimenti non ci assumeremmo le
nostre responsabilità - se non abbiamo il coraggio di decidere qual è la
strategia e la programmazione e poi, una volta deciso, di attuarla, saremo
sempre qui ad inseguire riprogrammazione e rimodulazioni. Penso che con il
presidente Occhiuto tra 5 anni non saremo qui a rimodulare
i piani perché gli investimenti saranno portati a conclusione, perché c'è la
determinazione e la coscienza che bisogna fare qualcosa per cambiare questa
terra.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Per i
vari punti all'ordine del giorno intanto ho il dovere di ringraziare il
presidente Montuoro per l'ottimo lavoro portato avanti con la Commissione. È
stato detto dal consigliere De Nisi, che mi ha preceduto: farei veramente un
plauso ai Dipartimenti che hanno lavorato perché, attraverso la rimodulazione
delle varie risorse finanziarie, si è fatto in modo che queste risorse
venissero e avessero soprattutto una destinazione verso alcuni temi ed indirizzi
di strategie e di programmazione territoriale importanti. Si è parlato di
destinare alla competitività delle imprese turistiche, è stato detto dal
consigliere Laghi, ma anche dalla consigliere Bruni, anticipando quello che è
il punto successivo per quanto riguarda l'adeguamento del Piano regionale dei
rifiuti.
Intanto al punto numero 3
ci ritroviamo la rimodulazione dei fondi destinati - finalmente dico - ad una
politica ambientale importante che prevede la bonifica di siti e la chiusura
delle discariche. Vede, consigliera Bruni, nel punto che andremo a trattare
successivamente, per quanto riguarda l'adeguamento del piano regionale dei
rifiuti, si va proprio verso la direzione della chiusura totale delle
discariche perché, purtroppo, abbiamo avuto un piano regionale dei rifiuti che
risale al 2006 e che ha dimostrato la sua totale inefficienza. Ma è un punto su
cui andremo a discutere successivamente. C'è solitamente l'abitudine di fare
degli interventi senza andare ad approfondire quelli che sono i punti che
vengono posti all'ordine del giorno, perché quando parliamo, ad esempio, della
politica ambientale e della bonifica di alcuni siti - mi dispiace che non ci
sia il consigliere Laghi - ad esempio ci ritroviamo la chiusura della discarica
di Castrovillari, in cui l'intervento è già in corso di programmazione, oppure
quella della discarica di Cassano allo Jonio in cui l'intervento è stato già
avviato, o ancora i 430 mila euro che sono destinati ai siti di stoccaggio di
Sambatello, Gioia Tauro, San Giovanni in Fiore, o i180 mila euro per quanto
riguarda la convenzione, già sottoscritta, con il comune di Siderno e che
riguarda anche il ripristino di aree urbane e degradate, e tantissimi altri
interventi.
Si tratta quindi una
rimodulazione che ritengo vada verso la direzione giusta e questo grazie
sicuramente ai Dipartimenti che ci hanno lavorato, ma in particolar modo grazie
ad una politica e ad un’amministrazione regionale di centro-destra che oggi si
assume la responsabilità istituzionale di non far perdere queste risorse
finanziarie, ma che, al contrario, dà una destinazione che possa avere una
ricaduta positiva sulla nostra terra di Calabria. Grazie.
Grazie, collega Straface.
Ha chiesto di intervenire il collega Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intanto
ringrazio i colleghi De Nisi e Straface per l'importante contributo che hanno
portato e per le puntuali precisazioni che hanno effettuato in merito a un
qualcosa, Presidente, che siamo costretti, ogni qualvolta si parla di
rimodulazioni, a ribadire.
Emerge, però, anche un dato
politico importante perché c'è una parte della minoranza che forse sta
prendendo le distanze da quella amministrazione di centro-sinistra che ha
programmato queste risorse che oggi sono ancora ferme lì e non riusciamo a
spendere e che, in maniera puntuale e precisa, sia i Dipartimenti sia la Giunta
vanno a riprogrammare, per cercare di evitare quello di cui si parla da anni
cioè una Calabria che non riesce ad essere competitiva, una che Calabria che
non riesce a spendere le risorse che ha a disposizione, una Calabria che tiene
ferme le risorse giusto per non prendersi la responsabilità di andare a
riprogrammarle e a cercare di metterle a terra.
Non c'è nessun tipo di
distrazione di risorse nelle rimodulazioni - questo è il termine corretto da
adottare quando si parla di tali provvedimenti - bensì, intanto, la necessità
di fare i conti con quelle che sono le scadenze di legge che impongono, laddove
non ci sono obbligazioni giuridicamente vincolanti assunte, di procedere alla
rimodulazione, altrimenti saranno risorse che andranno perse. Non c'è nessuna
intenzione di penalizzare un settore piuttosto che un altro, ma si cerca di
individuare quelli che sono gli Assi più performanti, che ci permettono di
mettere a terra nell'immediato le risorse, altrimenti staremmo qui a parlare
sempre delle stesse cose, sempre di una Calabria che non riesce a spendere
risorse che l'Europa le mette a disposizione.
Visto che parlavamo del
lavoro svolto anche dal dipartimento, Presidente, ricordo a me stesso che nel
dicembre 2021 è stato dato concreto avvio all'attuazione delle Action Plan, per
cercare di mettere in sicurezza il POR e cercare di individuare quelli che sono
gli Assi più performanti per tentare di spendere quelle risorse che sono ferme
e che in questo momento possono trovare obbligazioni giuridicamente vincolanti
in quelli che sono i progetti da mettere poi a terra. Il consigliere Lo Schiavo
parlava del FEAMP, della piccola pesca costiera dei giovani pescatori: qua non
si tratta di aver tolto delle risorse da questa azione perché non si ha
l'attenzione verso questa tematica, bensì in Commissione - lo ricorderà bene
perché lui fa parte anche della Commissione programmazione europea - è emerso
che ci sono stati due bandi che sono andati entrambi deserti e che, pertanto,
sarebbe stato inutile continuare a mantenere delle risorse su questa azione.
Per il resto io penso che
si stia facendo un gran lavoro per cercare di spendere bene sul territorio
tutte quelle risorse che ci ha messo a disposizione l'Europa e sono sicuro che
- il consigliere Alecci toccava delle tematiche importanti: la ristrutturazione
ed efficientamento energetico delle scuole, le abitazioni dei disabili - noi
avremo delle ingentissime risorse sulla nuova programmazione europea.
È ovvio che per una
programmazione seria, reale, concreta, bisogna essere in grado di programmarle
in quella che sarà la dotazione finanziaria del nuovo POR, per non cercare di
perderle e per mettere realmente sul territorio le risorse. Sul resto penso che
vada veramente fatto un plauso a tutti i Dipartimenti che stanno svolgendo un
grandissimo lavoro da questo punto di vista. Mi sento, quindi, soddisfatto di
tutti questi provvedimenti che oggi andremo ad approvare, proprio perché
mirano, Presidente, alla concreta attuazione di questa fine programmazione, per
cercare di non perdere quelle risorse importanti che tanto bene possono fare al
nostro territorio. Grazie.
Grazie, collega Montuoro.
Passiamo all'esame e votazione dei provvedimenti singolarmente.
Pongo in votazione il
secondo punto posto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 69/12^. Pongo in votazione il provvedimento
nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il punto tre riguarda la
proposta di provvedimento amministrativo numero 71/12^. Pongo in votazione il
provvedimento nel suo complesso. Il provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo siamo al punto 4,
la proposta di provvedimento amministrativo numero 72/12^, di iniziativa della
Giunta regionale.Pongo in
votazione il provvedimento nel suo complesso.
Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Punto
5: proposta di provvedimento amministrativo numero 74/12^ di iniziativa della
Giunta regionale. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Punto
6: proposta di provvedimento amministrativo numero 70/12^ di iniziativa della
Giunta regionale. Pongo in votazione il provvedimento nel suo complesso.
Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Punto
7: proposta di provvedimento amministrativo numero 44/12^. Pongo in votazione
il provvedimento nel suo complesso.
Il
provvedimento è approvato.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 8 all’ordine del giorno, la proposta di legge numero 53/12^ di
iniziativa dei consiglieri Laghi, Arruzzolo, Neri, Crinò, De Nisi, Graziano, Loizzo,
Bevacqua, Bruni, Lo Schiavo, Tavernise, De Francesco,
Alecci, Fedele, Cirillo, Raso, recante: “Istituzione del Garante Regionale dei
Diritti delle Persone con Disabilità”. Cedo la parola al relatore consigliere
Laghi per illustrare il provvedimento. Prego.
Grazie,
Presidente. La Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, approvata
dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 e ratificata
dall'Italia con la legge 3 marzo 2009, ha individuato nuovi percorsi per il
riconoscimento dei diritti delle persone con disabilità, adottando tutte le
misure normative atte a superare qualunque forma di discriminazione nei loro
confronti, al fine di garantire che le autorità pubbliche agiscano in
conformità alla convenzione stessa.
Ancora
prima, il Consiglio dell'Unione Europea, nella sua raccomandazione 86/379 del
24 luglio 1986, concernente l'occupazione delle persone con disabilità nella
Comunità, ha definito un quadro orientativo in cui si elencano alcuni esempi di
azioni positive intese a promuoverne l'occupazione e la formazione e nella sua
risoluzione del 17 giugno 1999, relativa alle pari opportunità di lavoro per le
persone con disabilità, ha affermato l'importanza di prestare un'attenzione
particolare segnatamente all'assunzione e alla permanenza sul posto di lavoro
del personale e alla formazione e all'apprendimento permanente delle persone
con disabilità (direttiva 2000/78 del Consiglio del 27 novembre 2000).
Il
diritto di uguaglianza e di pari dignità sociale di tutti i cittadini e
l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica economica e
sociale sono peraltro garantiti dalla nostra Costituzione, articoli 2, 3 e 32.
I
dati Istat, da parte loro, mettono in evidenza che rispetto all'inclusione
scolastica, nell'anno 2019/2020, il numero di alunni con disabilità che
frequentano le scuole italiane risulta in crescita, più 4000, il 3,6 per cento
degli iscritti. Gli assistenti all'autonomia e alla comunicazione risultano
carenti nel Mezzogiorno - restringiamo il quadro - dove il rapporto alunno
assistente è pari a 5,5.
L'accessibilità
per gli alunni con disabilità motoria è scarsa, essendo fruibile solo nel 32
per cento delle scuole, e ancor più critica appare la percentuale di istituti
con disponibilità di ausili per gli alunni con disabilità sensoriale che è solo
del 2 per cento.
Nell'ambito
della popolazione generale del nostro Paese su circa 6,9 milioni di persone con
oltre 75 anni, più di 2,7 milioni hanno difficoltà motorie, comorbilità,
compromissioni di vario genere.
Solo
nell'ultimo anno un anziano su dieci ha avuto una grave riduzione
dell'autonomia. Nella regione Calabria sono evidenti e persistenti da tempo
varie criticità che vanno dalla insufficiente assistenza alle persone con
disabilità, alla presenza di barriere architettoniche, alla inadeguatezza di
sistema di trasporto, alla carenza di servizi di supporto.
Si
stima che le persone con disabilità siano in Calabria circa 170 mila. Da quanto
premesso, risulta necessario e urgente l'istituzione, al pari di altre Regioni
italiane, della figura del Garante dei diritti delle persone con disabilità ed
anzi, innovando rispetto al panorama nazionale, la proposta inserisce la
previsione della rete regionale per la tutela delle persone con disabilità che
rappresenta un’importante forma di collaborazione tra le parti istituzionali
interessate a questa tutela.
Il
Garante dei diritti delle persone con disabilità è una figura super partes.
Svolge e promuove l'affermazione del pieno rispetto della dignità umana e dei
diritti di libertà e di autonomia dei soggetti interessati, favorendone la
piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società e ponendo in essere azioni di contrasto ai fenomeni
discriminatori. Collabora, inoltre, con Enti locali e Istituzioni scolastiche
per agevolare la conoscenza della normativa in materia e dei relativi strumenti
di tutela.
Il
Garante ha pertanto il ruolo di mediatore istituzionale tra le persone con
disabilità e l'amministrazione, senza mai sostituirsi ad essa, vigilando sulla
applicazione delle leggi e sollecitando interventi, oltre che segnalando
disfunzioni, irregolarità, scorrettezze e prassi amministrative anomale, ma
anche promuovendo iniziative a carattere informativo e culturale.
Il
Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità ed il Garante per
l'infanzia e l'adolescenza collaborano nelle situazioni di comune interesse,
coordinando la propria reciproca attività nell'ambito delle rispettive
competenze.
Il
Garante assicura sul territorio regionale la piena attuazione dei diritti e
degli interessi individuali e collettivi delle persone con disabilità
residenti, domiciliati anche temporaneamente o aventi stabile dimora sul
territorio regionale calabrese.
Vorrei
concludere questa mia breve illustrazione sottolineando come questa proposta
sia stata sostenuta da tutte le forze politiche in Consiglio, attraverso la
sottoscrizione della stessa da parte di tutti i capigruppo.
Le
Commissioni che hanno valutato la proposta: la Commissione affari
istituzionali, presieduta dalla consigliera Luciana De Francesco, e la
Commissione bilancio, presieduta dal consigliere Antonio Montuoro, hanno avuto
parole e comportamenti per i quali li ringrazio.
Infine,
ma non certo da ultimo, un caloroso ringraziamento alle associazioni delle
persone con disabilità tra cui La FISH, la FAND, l’A.I.A.S. e altre ancora per
i loro fondamentali contributi, senza i quali il lavoro svolto sarebbe
risultato debole e incompleto.
Credo,
concludendo, che questa proposta, ove accettata, possa rappresentare un
elemento di sviluppo civile e nel contempo una tappa
importante, seppur non certo un punto di arrivo, nel faticoso percorso che deve
portare al concreto e quotidiano riconoscimento dei diritti delle persone con
disabilità e che la politica regionale possa dare un importante segnale di
unità quando sul tappeto ci siano diritti inalienabili e obiettivi
condivisibili. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega. Ha chiesto intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, colleghi consiglieri, Assessori, Presidente della Giunta.
La
suddetta proposta di legge, che è stata licenziata in prima Commissione
consiliare, che mi onoro di presiedere, e di cui sono anche firmataria, nasce
dall’assoluta necessità dell’istituzione di un'autorità garante della
disabilità che garantisca i diritti delle persone disabili e nasce dalla
constatazione di un’anomala situazione, estremamente complessa, che incontra
costantemente ostacoli, disfunzioni, inadempienze. Norme che vengono, ancora
oggi, sistematicamente disattese, soprattutto se pensiamo alle norme sulla
eliminazione delle barriere architettoniche per gli edifici privati aperti al
pubblico. Anche relativamente al diritto al lavoro non viene rispettata, con
frequenza, la quota di riserva obbligatoria prevista dall'articolo 3 della
legge 68 del 1999. Molti sono anche i ritardi o le omissioni nei provvedimenti
attuativi da parte degli enti preposti per l’erogazione dei finanziamenti.
Inoltre,
la legge quadro numero 104 del 1992 si sofferma anche sull’integrazione
scolastica, individuando una serie di funzioni e di rapporti fra scuola e
servizi sanitari, strutture, trasporti, mense, materiale tecnologico, sussidi
didattici, strumentazioni speciali per persone che presentino menomazioni di
vista, di udito e di altre patologie. Ma, a tutt'oggi, si nota una debole
concretezza, dove si avverte un mancato e insufficiente raccordo delle
competenze.
La
tutela dei diritti costituzionalmente garantiti ai disabili non può essere
garantita dalla sola possibilità di ricorrere all'autorità giudiziaria, anche
se essa appare molto attenta, soprattutto negli ultimi anni, nel far rispettare
i diritti sanciti dal legislatore. Comunque, è inderogabile l’istituzione di un'autorità
di garanzia del tutto autonoma e indipendente per vigilare e sanzionare
comportamenti che comportino lesione di diritti, emarginazione ed esclusione
sociale e comunque far valere le norme che garantiscono il diritto, da
considerarsi diritto soggettivo perfetto, alla realizzazione del progetto
individuale di vita di tutti i cittadini
L’istituzione
dell'autorità garante si rende obbligatoria e cogente per l’attuazione di
quegli strumenti assolutamente indispensabili per il raggiungimento della piena
integrazione che sono gli Accordi di programma previsti dall'articolo 14 della
Legge quadro. Perché solo con la programmazione coordinata dei servizi
scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali,
culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio, gestite da
enti pubblici o privati, si potrà ottenere un'integrazione di qualità, si potrà
pervenire a un valido progetto di vita, si potrà, in conclusione, ottenere un
miglioramento della qualità della vita delle persone che presentino minorazioni
sensoriali, fisiche o psichiche.
Attraverso
il nostro impegno bisogna far sì che si diffonda una cultura delle persone con
disabilità nella prospettiva costituzionale della piena inclusione sociale,
della qualità dell'assistenza e delle cure, del perseguimento possibile della
vita indipendente. Grazie.
Grazie.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Ha chiesto di intervenire la
consigliera Fedele. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Un saluto all'Aula.
La
proposta odierna, la proposta di legge numero 53/12^, si inserisce
perfettamente in quella che è l'azione dell'attuale governo regionale. C'è,
infatti, una programmazione in atto che tende all’articolazione di interventi
che si esprimono poi tanto a livello normativo, quanto a livello di
strumentazione e provvedimenti di politica attiva, finalizzati infatti a
mettere al centro le persone.
Accanto,
infatti, alla tutela dei cittadini, sotto il profilo degli interessi economici
e produttivi, accanto all'interesse nei confronti della tutela ambientale, i
diritti personali e delle persone rappresentano un focus centrale dell'agenda
regionale attuale.
Bisogna
sottolineare che, qualche mese addietro, abbiamo approvato la legge numero 7
nel marzo 2022 contro le discriminazioni nei confronti delle donne nell'ambito
del mondo del lavoro e con l'incentivazione di strumenti proprio
all'occupazione femminile. Come di questi giorni, anzi di queste ore, è il
bando “Includi Calabria” che vuole sottolineare quelle che sono delle risorse
concrete e tangibili per 1 milione di euro che la Giunta regionale ha destinato
proprio nei confronti dell’incentivazione dello sport come inclusione per le
persone con disabilità.
Questo
soltanto per sottolineare, attraverso due esempi diversi di intervento
normativo e di intervento gestionale e strumentale, come quello odierno si
inserisca in un quadro più ampio della politica regionale. Tanto la Giunta
quanto il Consiglio si prodigano infatti nell’affermazione di diritti
fondamentali che tendono sostanzialmente alla promozione dello sviluppo della
persona, all'affermazione della dignità individuale e sociale, insomma, al
raggiungimento di quell’uguaglianza sostanziale che certamente non può essere
perseguita se non partendo dalla consapevolezza di quelle che sono le criticità
reali che viviamo e che prosaicamente devono essere il nostro punto di
partenza. Soltanto attraverso l'individuazione dei limiti e degli ostacoli che
le persone, specialmente le persone più fragili, in questo caso con disabilità
incontrano nel loro cammino quotidiano, solo con questa consapevolezza noi
possiamo tendere all'adozione di strumenti efficaci, pertinenti, utili alla
rimozione degli stessi.
La
proposta di legge numero 53 rappresenta la sintesi che è stata fatta anche a
livello politico rispetto a iniziative analoghe e, da questo punto di vista, ci
tengo a sottolineare l'atteggiamento di sinergia, di concordia, di volontà
unanime di tutte le forze politiche. Non è un caso che questa proposta di legge
sia stata sottoscritta da tutti i capigruppo rappresentanti le varie forze
politiche, ma, soprattutto, è stata da subito accolta dall'Ufficio di
Presidenza e, insieme alla collega De Francesco, immediatamente calendarizzata.
L’iter
lo abbiamo condotto con forza, senza pause, soprattutto con grande rigore,
immaginando come tutti i componenti che oggi sono oltretutto, e mi preme
sottolinearlo, sottoscrittori di questa iniziativa legislativa, potessero dare
il loro contributo. Momento importante è stata l'audizione delle associazioni
rappresentanti le relative categorie, attraverso le quali, attraverso il cui
confronto, è stato possibile recepire un contributo importante, un contributo
che si esprimesse addirittura su delle sfumature linguistiche, proprio a
sottolineare quella che era la volontà di produrre uno strumento che non fosse
uno dei tanti, ma che fosse efficace, sentito e soprattutto espressione di una
sensibilità che tutti abbiamo dimostrato nel portare a termine, con una calendarizzazione
serrata, questa proposta legislativa.
È
importante, infatti, sottolineare come fondamentalmente attraverso una nuova
programmazione la persona venga posta al centro dell'attenzione. L’istituzione
del Garante regionale per i diritti della disabilità rappresenta, infatti, una
cerniera istituzionale che consente di attivare non soltanto strumenti di
azione e di contrasto alle discriminazioni, ma che ha anche finalità di
promozione a livello informativo, a livello culturale.
Si
tratta sicuramente di un modo per intervenire al fine di accorciare quelle
distanze e di attivare, come dicevamo, strumenti di tutela che non
necessariamente devono essere di carattere giudiziario. Sappiamo bene come
infatti questo potrebbe rappresentare, come nella gran parte dei casi
rappresenta, un ulteriore gravame, un ulteriore frustrazione di quelli che sono
già interessi fragili e delicati. Oneri economici e lungaggini non possono fare
il paio con quella che è l'esigenza di una tutela spesso immediata. E da questo
punto di vista il Garante sarà una figura super partes, una figura in
grado di avere quella capacità di attivazione, di intervento, di
sollecitazione, di pungolo nei confronti delle autorità competenti e
soprattutto per intavolare quel dialogo costruttivo con le Istituzioni a tutti
i livelli.
È
importante sottolineare come lo strumento odierno, oltre a essere completo dal
punto di vista dell’iter normativo, rappresenta questa novità, aggiuntiva
rispetto al confronto con altre proposte legislative adottate in altre Regioni
italiane, che è proprio quella della rete istituzionale. Una rete di garanzia
che vuole vedere, quindi, una maggiore capillarità sul territorio, una
rappresentatività delle istanze da parte degli Enti locali e da parte delle ASP
territoriali, proprio per sottolineare l'esigenza di una sinergia maggiore e di
una maggiore operatività, finalizzata a far sì che questo non rappresenti
quindi un'Istituzione isolata, ma che sia aperta al confronto e soprattutto al
contributo dall'esterno e verso l'esterno.
Con
la legge odierna, che sicuramente l'Assemblea approverà, andremo così a
recepire e soprattutto concretizzare quella che è una normativa sovranazionale,
europea, e nazionale che mancava e che, pertanto, darà un ulteriore strumento
che risulta essere fondamentale per la tutela delle disabilità. Grazie.
Grazie,
collega Fedele. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo1
(È approvato)
Articolo
2: è pervenuto l'emendamento protocollo numero 18089/A01, a firma del consigliere
Laghi, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie,
Presidente. L'emendamento riguarda l'articolo 2, commi 1 e 4. Con la presente
proposta emendativa si intende modificare il comma 1 e il comma 4 dell'articolo
2 della proposta di legge 53/12^ “Istituzione del Garante regionale dei diritti
delle persone con disabilità”.
L'emendamento
reca disposizioni di carattere ordinamentale che non comportano nuovi o
maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale.
Al
comma 1 dell'articolo 2 (Elezione) della proposta di legge la parola
“assegnati” è soppressa per entrambi i periodi. Al comma 4 dell'articolo 2 il
periodo “, a cura del Presidente del Consiglio regionale,” è soppresso. Al
comma 4 dell'articolo 2 la parola “30” è modificata in “60”. Grazie.
Grazie. Il parere del relatore è scontato.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento che è
approvato.
Pongo in votazione
l’articolo 2 che è approvato per come emendato.
Articolo 2
(È approvato per come
emendato)
All’articolo 3 sono pervenuti alcuni
emendamenti. Iniziamo con l'emendamento, protocollo numero 18089/A02, a firma
del consigliere Laghi, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta
emendativa si intende modificare il comma 2 dell'articolo 3 della proposta di
legge numero 53/12^ “Istituzione del Garante regionale dei diritti delle
persone con disabilità”.
L'emendamento reca disposizioni di carattere
ordinamentale e non comporta nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul
bilancio regionale.
Al comma 2 dell'articolo 3 (Requisiti) della proposta di legge
numero 53/12^, il periodo “Non possono essere candidati” è soppresso. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento che è
approvato.
Passiamo all’emendamento, protocollo numero
16247/A03, a firma del consigliere Alecci, a cui cedo la parola per
l'illustrazione. Prego.
Signor Presidente, l’emendamento è ritirato.
Pongo in votazione l'articolo 3 che è
approvato per come emendato.
Articolo 3
(È approvato per come
emendato)
Articolo 4
(È approvato)
All’articolo 5 è pervenuto l'emendamento,
protocollo numero 18089/A03, a firma del consigliere Laghi, a cui cedo la
parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta
emendativa si intende modificare il comma 4 dell'articolo 5 della proposta di
legge 53/12^ “Istituzioni del Garante regionale dei diritti delle persone con
disabilità”.
L'emendamento reca disposizioni di carattere
ordinamentale che non comportano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul
bilancio regionale.
Al comma 4 dell'articolo 5 (Revoca e sostituzione) della proposta di
legge numero 53/12^, il periodo “il Presidente del Consiglio regionale” è
soppresso e sostituito come segue “si procede”. Grazie.
Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento che è
approvato.
Pongo in votazione
l'articolo 5 che è approvato, per come emendato.
Articolo 5
(È approvato per come
emendato)
Articolo 6
(È approvato)
All’articolo 7 è pervenuto l’emendamento,
protocollo numero 18089/A04, a firma del consigliere Laghi, a cui cedo la
parola per l’illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Con la presente proposta
emendativa si intende riformulare il comma 2 dell'articolo 7 della proposta di
legge numero 53/12^ “Istituzione del Garante regionale dei diritti delle
persone con disabilità”.
L'emendamento reca disposizioni di carattere
ordinamentale che non comportano nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul
bilancio regionale.
Il comma 2 dell'articolo 7 è sostituito come
segue: “Alla dotazione organica, ai locali e ai mezzi necessari per il
funzionamento del Garante provvede, sentito lo stesso Garante regionale,
l'Ufficio di Presidenza del Consiglio nell'ambito della dotazione organica del
Consiglio regionale. Il personale assegnato dipende funzionalmente dal Garante
regionale e non ha diritto ad alcuna indennità di struttura”. Grazie.
Grazie. Parere della Giunta?
Parere favorevole.
Pongo in votazione l'emendamento che è
approvato.
Pongo in votazione
l’articolo 7 che è approvato per come emendato.
Articolo 7
(È approvato per come
emendato)
All’articolo 8 sono pervenuti alcuni emendamenti.
Iniziamo con l'emendamento, protocollo numero 16247/A02, a firma del
consigliere Alecci, a cui cedo la parola per l'illustrazione. Prego.
Grazie, signor Presidente. La proposta di
legge prevede, all'articolo 8, che i Comuni calabresi, quindi 400 Comuni,
indichino con una delibera di Giunta un proprio rappresentante, in seno ai
propri dipendenti che abbiano delle esperienze comprovate nelle politiche
sociali.
Molti di noi sono stati amministratori, sappiamo
che nella maggior parte dei Comuni, da 1000-2000-3000-5000 abitanti non esiste
neanche l'Ufficio delle politiche sociali, queste funzioni sono demandate
all’Ambito sociale all'interno del quale esiste l’Ufficio di Piano che lavora
in sinergia con le ASP e anche con il Terzo Settore, la cui presenza è
obbligatoria all'interno dell'Ufficio di Piano, come è obbligatoria anche la
presenza dell'ASP.
Se l'articolo 8 passasse così com'è, il
Garante avrebbe a che fare con 400 Comuni molti dei quali non potranno indicare
nessuno, perché non hanno personale da indicare, quindi molti territori
rimarrebbero scoperti.
L'emendamento, invece, prevede che sia
l'Assemblea dei Sindaci - solitamente negli Ambiti si riunisce mensilmente,
anche più volte al mese - a indicare in seno all’Ufficio di Piano il proprio
rappresentante. Il rappresentante, quindi, dell'Ufficio di Piano avrebbe piena
consapevolezza di quelli che sono i bisogni e le necessità del proprio
territorio perché, a differenza dei singoli Comuni che non possiedono
assistenti sociali, gli Ambiti, finalmente, da qualche anno, hanno una rete
composta da assistenti sociali, educatori, psicologi e sociologi che riescono
ad intervenire in maniera dettagliata su ogni singolo Comune.
Lo spirito dell'emendamento, quindi, è
proprio quello di far sì che il Garante per la disabilità abbia 32 referenti,
che abbiano delle specifiche competenze, perché si tratta di referenti
dell'Ufficio di Piano con cui interloquire e che, anche dal risultato del piano
di zona, che è un po’ il piano strutturale per quanto attiene alle politiche
sociali, conoscono in maniera dettagliata le esigenze dei territori.
Altresì, lasciando l’articolo 8 per come è
attualmente previsto, immagino che dei 400 Comuni, forse, una manciata
indicherebbero un proprio dipendente e quindi molti territori rimarrebbero
scoperti, in più la norma andrebbe contro la volontà delle linee guida
ministeriali che affidano la gestione delle politiche sociali agli Ambiti e
che, finalmente, la nostra Regione, anche se con grave ritardo, ha attuato
proprio pochi anni fa. Grazie.
Grazie, collega Alecci.
Chiedo il parere del relatore perché se
questo emendamento venisse approvato decadrebbe l’emendamento a sua firma. Mi
dà il parere su questo emendamento? Prego, consigliere Laghi.
Presidente, personalmente sono contrario a
questo emendamento perché non è nello spirito della legge, nel senso che questa
proposta di legge, che vuole coinvolgere quanto più Comuni, quando più
territori possibile, non vuole burocraticizzare il
problema delle persone con disabilità, vuole dare a chiunque possa contribuire
efficacemente a promuovere la tutela del diritto delle persone con disabilità,
a chi ne ha la possibilità, non necessariamente attraverso l'appartenenza a
un’istituzione.
Fra l'altro questa proposta di legge non
esclude, assolutamente, che anche rappresentanti Istituzionali facciano
riferimento al Garante per fatti specifici.
Per cui credo che questo emendamento sia
restrittivo delle possibilità che, invece, la proposta di legge vuole dare alle
persone con disabilità.
Grazie, collega Laghi.
Chiedo il parere della Giunta. È ovvio che questa
proposta di legge è stata condivisa da maggioranza e opposizione, quindi,
cerchiamo di essere collaborativi e fare il meglio per la legge e, ovviamente,
per i disabili. Prego, assessore Princi.
Certo. Effettivamente, la posizione è
delicata. Innanzitutto, mi fa piacere che la figura del Garante sia
trasversalmente sostenuta, tanto dall'opposizione quanto dalla maggioranza.
L'articolo 8, comma 3, dà la prerogativa
nell'individuazione della figura alla Giunta che, comunque, vi rinuncia.
Sono d'accordo, rappresentando, ovviamente,
il volere della Giunta, che sia necessario coinvolgere quanto più Comuni
possibili, come recita la relazione illustrativa dell'emendamento che leggo
testualmente: “Non sfugge, infatti, come una platea di soggetti che rappresenti
in modo così capillare il territorio regionale risulterebbe estremamente
farraginoso stante i 150 Comuni calabresi con più di 3000 abitanti non
coinvolgendo le popolazioni ricadenti nei circa 250 Comuni con popolazione
inferiore ai 3000 abitanti”.
La Giunta esprime parere favorevole proprio
per dare la possibilità a tutti quanti i Comuni con una popolazione inferiore
ai 3000 abitanti.
Prendiamo atto del parere favorevole della
Giunta, non ce ne voglia il consigliere Laghi. Quindi, pongo in votazione
l’emendamento che è approvato.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Alecci. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, volevo aggiungere che
l'approvazione di questo emendamento - ringrazio anche la Giunta per il parere
favorevole - porta alla necessità di un coordinamento formale, anche, nei commi
4 e 6.
Va bene. L’emendamento protocollo numero
18089/A05 a firma del consigliere Laghi si intende decaduto per l'approvazione
dell'emendamento precedente.
Pongo in
votazione, quindi, l'articolo 8 che è approvato, per come emendato.
Articolo 8
(È approvato per come
emendato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Passiamo alla votazione del provvedimento nel suo complesso, con
autorizzazione al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, per come
emendato, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al punto successivo all'ordine del
giorno che riguarda la proposta di legge numero 58/12^ di iniziativa dei consiglieri
Cirillo, Raso, recante: “Disposizioni in materia di vincolo idrogeologico”.
Cedo la parola al consigliere Raso per
illustrare la proposta di legge.
Grazie, Presidente. La presente proposta di
legge, si pone l'obiettivo di semplificare l'iter autorizzativo delle aree
sottoposte a vincolo idrogeologico ai sensi del Regio Decreto numero 3267 del
1923 e ai sensi del Regio Decreto 16 maggio 1926, numero 1126, velocizzando la
tempistica delle autorizzazioni, individuando delle deroghe all'autorizzazione
e conferendo delle deleghe ai Comuni. Il tutto al fine di rispondere agli
impegni assunti con i cittadini di diminuire la burocrazia e i passaggi inutili
previsti dalla stessa, in linea con la politica dell'Amministrazione regionale
guidata dal nostro presidente, Roberto Occhiuto.
In funzione dei Decreti precedenti gran parte
dei territori dei nostri Comuni sono stati sottoposti a vincolo idrogeologico,
tale vincolo è stato posto negli anni 20 (1923) con inquadramento del
territorio fatto su delle planimetrie 1: 10.000, quando ancora non esisteva la
legge urbanistica che è stata fatta nel 1942 e non vi era nessuna
pianificazione urbanistica del territorio, quindi tale
vincolo veniva posto indistintamente su tutte le aree.
Si è previsto, con questa normativa, di
escludere dalle autorizzazioni interventi in cui risulta superflua
l’autorizzazione idrogeologica ai sensi del Regio Decreto 3267 del 1923 che
sono i seguenti interventi non ricadenti in aree boscate: interventi nelle aree
definite come urbanizzate o urbanizzabili, sia perché tale aree sono già
sottoposte a più approfonditi studi che ne autorizzano l'edificazione o la
trasformazione urbanistica, esempio l'articolo 13 della legge 74, parere sugli
strumenti urbanistici, in fase di redazione degli strumenti urbanistici, sia
perché tale aree non sono più agricole. Altresì, per tutti gli interventi che
non comportano trasformazioni di destinazione d'uso del suolo: ristrutturazione
di immobili o strutture esistenti; lavori di manutenzione ordinaria o
straordinaria; lavori di edilizia libera; lavori “privi di rilevanza nei
riguardi della pubblica incolumità” di cui all’Elenco “C” dell'Allegato 3 del
regolamento regionale 4 gennaio 2021, esempio, ponteggi provvisori, opere di
facile rimozione, muri di recinzione senza funzione portante inferiore a 2
metri e da altri interventi.
Al fine di semplificare l’iter autorizzativo,
rendendolo vicino ai cittadini e più veloce, si è previsto di delegare ai
Comuni interventi minori, quali le funzioni amministrative relative al rilascio
di autorizzazioni in materia di vincolo idrogeologico, di cui al Regio Decreto,
per interventi di attività che comportino in aree agricole non boscate
movimenti di terra non superiori a 500 metri cubi.
La documentazione da allegare è quella
prevista dalle Prescrizioni di massima e di Polizia forestale. Non cambia
l'iter, vengono soltanto delegate le funzioni ai Comuni per essere più veloci e
più vicini ai cittadini.
Sono delegate ai Comuni le funzioni amministrative
relative al rilascio di autorizzazioni in materia di vincolo idrogeologico di
cui al Regio Decreto dei piani di taglio di piante forestale ad uso familiare
–tagli fino a 100 quintali annuo per fabbisogno familiari di legna,
specialmente in questo periodo di crisi energetica - secondo le indicazioni, le
modalità e la documentazione prevista nelle Prescrizioni di massima e di
Polizia forestale di cui al comma 1 e nel relativo regolamento regionale.
Nella presente proposta è prevista una sanatoria
degli interventi di modesta entità che sono quelli degli articoli precedenti
conformi alla norma vigente in materia di vincolo idrogeologico al momento
dell'abuso e alle norme vigenti alla data di richiesta e dietro il pagamento di
una sanzione.
Ringrazio per la fattiva collaborazione nella
stesura di questa proposta gli uffici dell’UOA foreste e forestazione,
l'assessorato e il Dipartimento agricoltura. Grazie.
Grazie, collega Raso.
Passiamo all’esame e votazione del
provvedimento.
Presidente, scusi, volevo fare un intervento.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, penso
che questa legge sia importante perché velocizzare l'iter amministrativo per il
rilascio dell’autorizzazione in materia di vincolo idrogeologico coglie nel
segno, però evidenzia diversi limiti, anche di natura formale, e forzature che
mi impongono di votare in maniera non a favore.
Intanto, il Decreto Legislativo numero 152
del 2006 (Codice dell’ambiente), relativo al vincolo idrogeologico, introdotto
nel nostro ordinamento con il Regio Decreto del 30 dicembre del 1923, numero
3267, ci dice che sono le Regioni che si occupano di tutto.
La Calabria è una regione che ha il 91 per
cento di territorio collinare e montano, 800 km di coste e solo il 9 per cento
di pianura, quindi una conformazione orografica veramente molto delicata che
viene continuamente indebolita da calamità naturali, incendi, frane, eventi
sismici, ma anche da fenomeni antropici come l'edilizia abusiva, incontrollata
e selvaggia.
Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti:
desertificazione del territorio, erosione costiera, insediamenti disorganici.
La mancanza di un Piano regionale di sviluppo e di assetto del territorio ha
creato e ha contribuito a creare una cultura di non governo del territorio con
una frantumazione della spesa e una disorganicità nella realizzazione degli
interventi.
Ora, quindi, queste criticità ci dicono che
bisogna intervenire, sicuramente, al più presto, ma non come suggerisce questa
proposta di legge perché, più che velocizzare l'iter amministrativo per la
concessione di autorizzazioni in materia di vincolo idrogeologico, andrebbe
velocizzato quello dell'approvazione del Quadro Territoriale Regionale, per
evitare ulteriori squilibri insediativi e migliorare la capacità e la qualità
di vita soprattutto dei residenti.
Questa norma che è in esame - lo dico con
rammarico e preoccupazione - va in direzione contraria a questi principi e
stride con la ratio istitutiva del
vincolo, perché il rilascio dell'autorizzazione - faccio riferimento
all'articolo 2 di questa proposta - sebbene sia chiaro che si tratti di aree
già urbanizzate e quindi di edifici già costruiti legittimamente, non è solo un
passaggio di iter burocratico amministrativo, ma anche un'occasione, forse, per
misurare e monitorare il territorio e le sue evoluzioni.
Il rilascio del permesso è l’atto finale di
un procedimento che vede impegnati e coinvolge, nelle varie fasi, i tecnici e
gli esperti del settore. Non si può e non si deve considerarlo solo come un
mero passaggio obbligato, possibilmente da eliminare come nei casi indicati
all'articolo 2.
L'altro elemento, a nostro giudizio,
incompatibile con le finalità del vincolo idrogeologico è contenuto
nell'articolo 4 di questa proposta di legge, rubricato: “Sanatoria di abusi edilizi minori in aree di cui all'articolo 1”.
Perdonatemi, cosa vuol dire abuso edilizio
minore? Secondo quanto contemplato e indicato in questo articolo, corrisponde
ad abuso minore solo la movimentazione del terreno che nella sua totalità non
superi il volume di 500 metri cubi.
In tal caso, sempre secondo quanto stabilito
dallo stesso articolo, l'abuso che diventa minore, per volontà legislativa e
non perché lo sia, può essere sanato mediante richiesta di autorizzazione in
sanatoria, così come chi abbia eseguito lavori di manutenzione straordinaria su
un immobile che insiste in un’area sottoposta a vincolo prima dell'entrata in
vigore della presente proposta legislativa.
Come si può credere, dunque, che una
sanatoria - perché di questo si tratta - possa avere come obiettivo, per come è
scritto nella relazione illustrativa, quello della tutela dell'ambiente? Credo
proprio di no. È una contraddizione del tutto insanabile, come riteniamo
dovrebbero essere tutte quelle azioni che non rispettano le norme di legge e di
buon senso, perché la salvaguardia e la tutela dell'ambiente passano attraverso
il nostro comportamento responsabile.
Fino a quando al cittadino verrà data la
possibilità di rimediare “ai danni” che egli abusivamente reca all'ambiente,
l'ambiente non sarà mai veramente tutelato.
Ed è per questo che io esprimerò, comunque,
un voto contrario.
Grazie, collega Bruni. Per
tranquillizzarla le vorrei dire che anche altri territori hanno delegato: Valle
d'Aosta, Abruzzo, Liguria, anche Toscana e Emilia Romagna.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho
espresso un voto contrario in Commissione su questa proposta di legge. Una
delle motivazioni era che non c'era sufficiente personale a livello regionale
per controllare le varie pratiche ed era questo uno dei motivi per cui c’era
stato questo passaggio di delega ai Comuni che, peraltro, da parte loro, sono
anch'essi abbastanza privi di strumenti di controllo. D'altra parte, a mio modo
di vedere, è bene che esista un livello sovraordinato che possa essere in
qualche modo una garanzia di terzietà, estraneo al quadro locale di
riferimento. Per cui, credo che sia utile che, per questo aspetto, ci sia,
casomai, il potenziamento delle strutture di controllo, non la delega ai
Comuni.
Poi, la proposta di legge in
discussione, a mio parere, non dà una garanzia assoluta di tutela del
territorio sottoposto a rischio idrogeologico.
Pertanto, nonostante le
modifiche apportate, permangono comunque diversi interrogativi circa
l'opportunità di derogare alle autorizzazioni rispetto agli interventi
enunciati nella proposta, tenendo conto che alcuni di essi comportano un
incremento del carico urbanistico, nonché di portare in sanatoria procedimenti
in corso di perfezionamento.
Per questo motivo la nostra
posizione rimane quella del voto contrario. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
perché questo è un punto che abbiamo discusso e abbiamo voluto fortemente nella
Commissione ambiente e territorio.
Vorrei fare alcune
precisazioni rispetto all'intervento della consigliera Bruni, ma anche
all'intervento del consigliere Laghi.
Intanto, ritengo che il
trasferimento di queste funzioni ai Comuni, per quanto riguarda appunto il
rispetto del vincolo idrogeologico, sia un elemento di fondamentale importanza,
proprio perché gli amministratori, i Sindaci, gli uffici, attraverso i vari
strumenti urbanistici di pianificazione territoriale, consigliere Bruni, fanno
riferimento al PAI, il Piano di Assetto Idrogeologico, e attraverso questo
strumento sono previsti già i limiti a cui si devono attenere, sicuramente, gli
uffici urbanistici nel rilasciare i pareri.
Qual è l'elemento fondamentale
della modifica apportata a questa legge? Intanto sappiamo che ci sono
tantissimi cittadini che, attraverso anche alcune forme di finanziamento,
devono attendere mesi, se non addirittura anni, per avere dei semplici pareri,
considerato che parliamo comunque di interventi di modesta entità.
Facciamo riferimento a
interventi di 500 metri cubi, non sono grandi interventi, ma l'aspetto
fondamentale sta proprio nello snellimento dell'iter burocratico a cui tanti
cittadini calabresi sono sottoposti e che, a volte, impedisce l’utilizzo di
alcuni strumenti, come può essere il superbonus o altri, proprio perché passano
mesi e anni per avere dei semplici pareri.
Quindi, questa proposta di
legge, già passata in Commissione, prevede, appunto, lo snellimento delle
piccole attività di edilizia e, soprattutto, la tutela del territorio.
Quello che non deve venir
meno, ripeto, lo strumento a cui gli uffici devono far riferimento, – e parlo
degli uffici dei Comuni – è appunto il PAI, che va nella direzione di tutelare
il rispetto dell'ambiente e del territorio. Grazie.
Grazie, collega Straface. Ha
chiesto d’intervenire il consigliere De Nisi. Ne ha facoltà.
Brevemente, intervengo perché
forse questa norma è stata travisata da chi è intervenuto, questa è una legge
che mira alla semplificazione, ma viene anche incontro ai cittadini, nel senso
che disciplina finalmente l'entità degli interventi e l'onere amministrativo.
Stiamo delegando i Comuni a concedere le autorizzazioni, ai sensi dell'articolo
7, per il vincolo idrogeologico, per costruire la recinzione del giardino, per
fare la stradina con pochissimi metri cubi, per dissodare un terreno. Queste
funzioni sono delegate ai Comuni, perché lasciare tutto questo carico di lavoro
alla Regione comporterebbe che gli uffici siano inondati da una miriade di
pratiche di modestissima entità e non riescano a valutare le cose importanti.
I provvedimenti, gli
interventi importanti restano di competenza della Regione. Già, di fatto, la
costruzione di una singola abitazione è competenza regionale, gli interventi
minori, come questi che abbiamo normato oggi, è giusto che siano semplificati.
Non vedo perché noi, come
Regione, dobbiamo caricare il cittadino che deve realizzare la recinzione di
casa di un onere amministrativo che costa migliaia di euro e, quindi, può
costare più del lavoro stesso.
Non capisco perché in
Calabria, in nome di chissà quale principio di salvaguardia – che poi non è
nessuna salvaguardia –, dobbiamo caricare il cittadino di questi oneri che
nessun’altra regione d'Italia ha. Solo questo.
È una norma di buon senso che
non mira a facilitare o ad autorizzare nessuno senza progetto, senza
concessione, senza studio, senza rispetto di un Piano forestale.
Semplicemente la recinzione
del giardino di casa la decide e l'autorizza l'ufficio tecnico comunale, non
vedo perché debbano essere invasi gli uffici della Regione quando ci sono
tantissime altre pratiche più importanti, come avete detto voi.
Siamo tra le regioni più
boscate d'Europa e quindi è giusto che badiamo e salvaguardiamo il nostro
patrimonio concedendo il giusto peso all’entità delle pratiche che andranno a
essere esaminate.
Quindi, questo è un
provvedimento che sicuramente apprezzeranno i cittadini, apprezzeranno i
tecnici, apprezzeranno gli uffici e che consentirà di metterci al passo con
regioni più evolute - lo ha detto prima il presidente Mancuso - come la
Toscana, l'Emilia Romagna, la Valle d'Aosta e le
altre.
Grazie. Ha chiesto
d’intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.
Vorrei soltanto dire alla
collega a Bruni di tranquillizzarsi, perché il quadro conoscitivo in Calabria
non è rappresentato da una mappa 1:10.000 del 1923, ma
da altri strumenti come il PAI, gli strumenti urbanistici comunali, per i quali
sono stati effettuati degli studi geologici prima di essere approvati a causa
del pericolo idrogeologico.
Il PAI distingue il territorio
regionale in quattro classi, in funzione della pericolosità, e prescrive ciò
che può essere fatto su quei territori, su quelle aree.
Poi, per quanto riguarda gli
abusi di cui si è parlato, sono riferiti al vincolo, non all'abuso nella
costruzione del fabbricato. Si fa riferimento solo al movimento di terra oppure
al taglio di una pianta, non ad abusi edilizi. Grazie.
Grazie, collega Raso.
Passiamo all'esame e votazione
del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
All’articolo 3 è pervenuto l'emendamento
protocollo numero 18384, a firma del consigliere Raso, a cui cedo la parola per
l'illustrazione, prego.
Il presente emendamento si rende
necessario e reca disposizioni di carattere ordinamentale che non comportano
nuovi o maggiori oneri finanziari a valere sul bilancio regionale. Do lettura
dell’emendamento: “All’articolo 3 sono apportate le seguenti modifiche:
- al comma 1, dopo le parole
“sono delegati ai Comuni” sono aggiunte le seguenti “e senza oneri a carico del
bilancio regionale”
- al comma 2, dopo le parole
“sono delegati ai Comuni” sono aggiunte le seguenti: “senza oneri a carico del
bilancio regionale,””.
Grazie. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione
l'emendamento. L’emendamento è approvato.
Pongo
in votazione l’articolo 3.
Articolo 3
(È
approvato per come emendato)
Articolo
4
(È
approvato)
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
Passiamo alla votazione della legge
nel suo complesso con richiesta di autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento è approvato, per come emendato, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al decimo punto all'ordine del giorno che
riguarda la proposta di legge numero 67/12^ di iniziativa del consigliere Lo
Schiavo, recante: “Disciplina del Marina resort”.
Prego, consigliere.
Grazie, Presidente. Sono
contento che questa legge sia discussa proprio oggi, cioè nel mese di luglio,
nel pieno della stagione turistica e dico questo perché, alla base di questa
proposta di legge, c'è una visione che vede la Calabria valorizzare ovviamente
il turismo, ma un turismo diverso, un turismo lento, un turismo che riesce a
essere sostenibile, un turismo che punta sull’economia del mare, perché oggi
noi possiamo e abbiamo la consapevolezza che il mare è una risorsa e
un'opportunità.
La nautica da diporto,
soprattutto il turismo nautico, è una delle nuove forme di turismo; turismo che
punta, ovviamente, a essere valorizzato nella nostra regione.
Noi abbiamo un sistema
portuale importante, abbiamo circa 5.300 posti barca, abbiamo porti a
prevalenza turistica importanti. Penso ovviamente a quelli del mio territorio:
Tropea, Vibo Valentia. Ma non solo, abbiamo: Crotone Portovecchio, Roccella
Ionica, Cetraro, Cirò, Diamante, Scilla.
Abbiamo un sistema importante
di infrastrutture, però dobbiamo recuperare una competitività con le altre
regioni del Paese che hanno già normato sul punto.
Prima di entrare nel merito
della legge, che si sintetizza sostanzialmente in una forma di agevolazione
fiscale che renderà più competitivo attraccare nei porti calabresi, ci tengo,
però, a sottolineare come questa non sia una norma che di per sé tutela chi ha
già possibilità economiche o le grosse imbarcazioni, tutela in realtà un
indotto e tutto ciò che è collegato al sistema portuale calabrese, tutela ciò
che discende dalla filiera nautica, tutela la centralità dei porti, perché i
porti e soprattutto i retroporti, i waterfront,
possono essere un'occasione di rigenerazione urbana. L'ho visto sul mio
territorio, ma in realtà ovunque c'è un porto, intorno nascono attività
commerciali, servizi accessori, ristorazione, turismo, occupazione.
Questa legge mira a creare
occupazione, a incentivare il turismo, un turismo sostenibile per la Calabria.
Quindi, con questa visione di
futuro e con questa idea di fondo, la Regione Calabria, se approverà questa
legge, recepirà l'articolo 32 di un decreto-legge del 2014, numero 133, che
sostanzialmente equipara le strutture organizzate per la sosta e il
pernottamento dei diportisti alle strutture ricettive all'aperto, come possono
essere i villaggi turistici, i camper, gli hotel, con un’agevolazione
dell’aliquota fiscale che passa dal 22 al 10 per cento. Tutto ciò, quindi,
consentirà ovviamente di avere quella competitività che i nostri porti devono
avere.
Ricordo come la disciplina sui
Marina resort esista già, ovviamente, in Liguria, in Emilia
Romagna, in Veneto, in Abruzzo, in Toscana, ma, anche e soprattutto,
nelle regioni nostre dirette concorrenti. Ormai il turismo ha una concorrenza
anche nazionale. Penso alla Campania, alla Puglia, alla Sicilia.
Quindi, approvando questa
legge, investiamo, ovviamente, sul sistema infrastrutturale. Perché? Perché
sarà poi la Giunta regionale a recepire i requisiti che i porti e gli attracchi
dovranno avere per essere equiparati ai Marina resort. Questo avrà bisogno di
un investimento, un miglioramento anche delle strutture e dei porti turistici
oggi esistenti.
Ringrazio, ovviamente, la
consigliera Katya Gentile che ha firmato con me
questa proposta di legge, così come il mio collega Ferdinando Laghi. Però, in
realtà, ringrazio tutto il Consiglio regionale, perché è stata approvata
all'unanimità nella Commissione competente, turismo, e poi anche nella seconda
Commissione - ringrazio il consigliere Montuoro che, con grande attenzione, mi
ha dato una mano a risolvere alcuni problemi circa i pareri di sostenibilità
finanziaria della legge - ha riscontrato un’unanime convergenza.
Ne abbiamo parlato anche con
l'Assessore al turismo. Nonostante sia imminente un testo unico del turismo che
questa Regione aspetta da tanto tempo, che recepirà in un'unica normativa tutte
le leggi vigenti sul turismo, abbiamo concordato intanto di lanciare la
proposta per poi farla confluire.
La Calabria può fare molto. Il
turismo è la nostra chiave di volta, però deve essere un turismo attento alla
natura, che non distrugga il nostro ecosistema.
Qualche giorno fa, il Times
indicava “Calabria trekking”, un percorso naturalistico calabrese, tra le
migliori 50 destinazioni al mondo, ovviamente, per qualità del percorso stesso.
Qual è il filo conduttore? Lì
si punta su un turismo che valorizza i borghi interni, il percorso lento e
rivitalizza aree spopolate della Regione. I Marina resort disciplinano e
rafforzano il mare, la nautica da diporto, il turismo nautico.
Ricordo quante società di
charter e di noleggio stanno nascendo nella nostra regione, stanno dando
occasioni lavoro.
C'è un unico filo conduttore
che lega queste diverse cose tra loro ed è questa nuova visione della Calabria
che noi dobbiamo dare in Italia e nel mondo. E su questa nuova visione non c'è
maggioranza o opposizione, siamo tutti dalla stessa parte perché con il turismo
noi possiamo dare condizioni di vita migliori a tanti cittadini calabresi.
Grazie, Presidente.
Grazie, collega Lo Schiavo. La
ringrazio per aver corretto una mia dimenticanza: questa proposta è di
iniziativa anche della consigliera Katya Gentile.
Ha chiesto intervenire il
consigliere Affitto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Buonasera
a tutti. Ho chiesto di intervenire perché ho letto adesso, dopo che il
consigliere Lo Schiavo ha detto che è aperta ai turisti, che il comma 10 bis
dell'articolo 100 del decreto-legge numero 104 del 2020 ha ulteriormente
modificato la definizione di Marina resort, prevedendo che la sosta e il
pernottamento non è più consentito in via generale ai turisti, ma ai soli
diportisti. Per cui noi non stiamo facendo altro che autorizzare uno specchio
di mare controllato, recintato e attrezzato con bar, ristoranti, ma solamente a
una fetta di turisti, tra parentesi diportisti.
Ma questo è solamente
l'antipasto.
Questa proposta dei Marina
resort ha avuto un discreto travaglio. La Commissione si è riunita quattro
volte. La prima seduta si è tenuta, mi sembra, il 14 giugno. L'ultima è stata
la relazione della Commissione bilancio e quindi poi è stato
approvato.
Ha
subìto, quindi, un bel travaglio, ma bisogna ringraziare la presidente Gentile,
che in questo caso è stata sensibile, e tutta la Commissione, che si è riunita 4 volte per esaminare e approvare questa proposta di legge.
Questo sta a significare l'apertura mentale della presidente Gentile, ma anche
di tutta la Commissione, che ha portato ad accogliere positivamente proposte di
iniziativa anche della minoranza.
A
questo voglio collegarmi poiché in un articolo il consigliere Laghi - scusate
me la prendo sempre con il consigliere Laghi, chiedo scusa al consigliere Laghi
- il consigliere Lo Schiavo ha scritto che il Presidente della Commissione di
vigilanza, con estrema ambiguità politica, votando con la maggioranza, abbia
fatto venire meno quel ruolo di garanzia che spetta all'opposizione, chiedendo
anche ai colleghi del centro-sinistra di sfiduciarmi. Ancora scrive: “Non si
può accettare che alcune forze che stanno all’opposizione votino provvedimenti
politici con la maggioranza altrimenti cambia il perimetro dell'opposizione”.
Ma il consigliere Laghi - stavolta ho detto bene - nell'ultima seduta di
Consiglio regionale ha votato a favore della legge sulla sanità in cui si
prevede che si possono utilizzare i medici non specialisti anche nelle corsie
perché, giustamente, - concordo col dottore Laghi - non bisogna essere
specialisti per andare a lavorare in una corsia dell'ospedale. Personalmente
sono specialista in otorinolaringoiatria però l’ASL mi ha assegnato a medicina
legale e dopo sei mesi non avevo bisogno di chiedere niente a nessuno. Il
dottore Laghi ha conosciuto, come ho conosciuto io, tanti colleghi che pur non
essendo specialisti erano più bravi dei medici che escono dalla specializzazione.
Dico questo per rimarcare che il dottore Laghi ha votato a favore della
maggioranza, pur la maggioranza non avendone bisogno. Quindi i fatti
smentiscono quello che dice e cioè che quando alcune forze che stanno
all’opposizione votano con la maggioranza cambia il perimetro dell'opposizione.
Su
questo ci sono passato pure sopra.
Quello
che non mi è piaciuto leggere - veramente me lo hanno passato perché non leggo
tutto questo gossip – è stato: “Tutto serve tranne che
un’opposizione che va col cappello in mano a rivendicare il ruolo di cogoverno e di corresponsabilità”. Questo no! Non l'accetto
in quanto è una frase priva di eleganza, priva di buon senso.
Posso
pure dire che potrebbe essere una frase melensa. In questa frase è tangibile
l'odio verso di me, per la mancata elezione del consigliere Lo Schiavo a
Presidente della Commissione di vigilanza; consigliere Lo Schiavo che è
arrivato anche a proporre l'istituzione di una nuova Commissione per il
controllo delle partecipate. Così facciamo un doppione delle Commissioni! In
merito alla frase “è un'opposizione che va col cappello in mano” vorrei
ricordare a tutti voi quanto avvenuto la sera del 23 dicembre del 2021 a
proposito della votazione della Presidenza delle Commissioni. Certamente in
quella serata non sono andato io a rivolgermi alla maggioranza col cappello in
mano perché io 9 voti li ho avuti dal centro-sinistra.
So che chi è andato col cappello in mano ha trovato nel capello solo cinque
voti. È andata male. Si è fatto male i calcoli. Non voglio dilungarmi perché è
tardi ma ci tenevo – scusate - a rispondere a quegli attacchi insensati. Posso
anche dire che in quella frase è tangibile l'odio che ha verso di me. Grazie.
Ho finito, Presidente.
Grazie.
Presidente,
chiedo di poter intervenire solo per replica, 30 secondi, senza polemica,
Presidente. La prego.
Non
mi pare opportuno.
Senza
polemica, mi creda.
A
freddo è ben meglio. Le do soltanto tre minuti. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Il
consigliere Afflitto non interviene molto però, quando interviene, ho una
difficoltà a seguire un po' il filo logico. Sarà una mia limitazione.
Detto
questo, la politica è una cosa, l'odio personale è un altro. Non c'è nessuno
odio verso il consigliere Afflitto, assolutamente. C'è un rispetto come consigliere
e l’istituzione che lui rappresenta. Lui è un consigliere regionale,
rappresenta i suoi elettori, e non entro in merito alle sue dichiarazioni. È
nella normale dialettica politica e finisce qui, però vorrei tranquillizzarlo:
io difficilmente odio le persone e sicuramente non odio lui. Odio è un termine
brutto. C'è una dialettica politica, consigliere Afflitto, sulle posizioni
politiche su cui inevitabilmente si rischia poi di fare confusione. Grazie,
Presidente.
Grazie.
Torniamo all'ordine del giorno. Ha chiesto di intervenire l’assessore
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Intervengo
velocemente perché abbiamo discusso diversi punti, però vorrei intervenire per
dire un paio di cose. Intanto grazie di questa proposta di legge. A me è
capitato nella scorsa legislatura, anzi in quella ancora precedente, di aver
contribuito alla legislazione con norme che sono state approvate anche
dall’allora maggioranza mentre noi eravamo l'opposizione.
È
una proposta che è contenuta in un testo di legge unico. Ringrazio la
presidente Katya Gentile. Sono tutte esperienze nuove
a questa Aula. Fatemi dire ogni tanto che il lavoro della De Francesco… senza
citarle tutte, però abbiamo lavorato e lunedì sarà presentata questa proposta
di testo unico sul turismo; proposta che sarà emendabile dal confronto con le
associazioni e sulla quale, insieme alla presidente Gentile, abbiamo lavorato
fianco a fianco per tanti mesi, per fare un lavoro importante perché è il primo
testo unico sul turismo.
Noi
abbiamo circa 30 norme, alcune di 30 anni fa, confusionarie. Sarà invece un
testo molto semplice al cui interno saranno disciplinati anche i Marina Resort
in linea con le norme che approviamo oggi. Noi puntiamo molto sulla portualità.
Io seguo la portualità turistica, il collega Dolce sta seguendo le
infrastrutture e il loro completamento che sono la ricchezza di questa
Calabria. A settembre con il presidente Occhiuto saremo al salone nautico di
Genova. La soddisfazione è stata anche questa, perché Genova è un marchio di
circa 63 anni e non l'ha mai ceduto a nessuno in partnership, perché è una cosa
importante. Come Regione Calabria saremo gemmati da Genova, sarà realizzato nel
porto di Vibo…
Dico
una cosa, perché ogni tanto leggo di questo campanilismo: fossero stati altri
assessori regionali sarebbero partiti da Cetraro, visto che ho un porto nella
mia provincia. Noi crediamo che tutta la portualità debba essere valorizzata.
Proprio pomeriggio ero al telefono, durante la seduta di Consiglio, con
Campagna del salone nautico; si farà un sopralluogo ad agosto, lanceremo a
settembre al salone nautico di Genova la settimana nautica calabrese che avrà
dentro anche un po' di Fashion week, il salone dell'usato, marchiato da Genova.
Quindi insieme a Toti, al presidente Occhiuto, al collega Berrino, a settembre
lanceremo dal salone nautico internazionale la settimana nautica calabrese.
Sono imprese importanti se pensiamo a Ranieri International, Invictus, gli altri Ranieri, Guarascio che producono e
vendono nautica di qualità. Quindi, grazie, consigliere Lo Schiavo, di questo
contributo.
Noi
crediamo, insieme alla presidente Gentile, che possa essere inserita anche
quella norma, sollecitata anche dal Presidente del Consiglio regionale, Mancuso,
sulle case mobili che al momento non è stata recepita in Calabria. Tutta questa
nuova normativa ci dà una grande opportunità.
Abbiamo
risorse infinite da mettere a terra, rispetto a questo racconto di una Calabria
irraggiungibile. Quando abbiamo pensato e approvato come Giunta “Calabria
straordinaria”, lo abbiamo fatto innanzitutto per noi stessi. Dobbiamo mettere
la parola fine a questo autolesionismo, questo auto
definirci impossibilitati a creare sviluppo. Quindi grazie di questo
contributo, mi piaceva sottolinearlo, voto convintamente a favore di questa
proposta, visto che era anche la nostra previsione. Grazie soprattutto alla
presidente Gentile. Ho visto vari apprezzamenti per questa Commissione che ha
saputo in questi mesi portare a termine leggi importanti come queste che non
sono banali e vedremo quanto lavoro in più potranno portare in Calabria.
Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Gentile. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente. Sarò velocissima. Mi dispiace che non mi abbia visto prima,
chiedevo di intervenire prima dell'Assessore per fare chiudere a lui il
dibattito. Grazie ai colleghi per i complimenti.
Come
dice giustamente l’assessore Orsomarso, prima di tutto dobbiamo insegnare a noi
stessi a rivedere la Calabria per tutte le cose fantastiche e meravigliose che
ci offre, non soltanto per quelle negative. Quelle negative noi le affrontiamo,
affrontiamo i problemi, li risolviamo, cerchiamo di risolverli sempre nel
migliore dei modi, quindi focalizziamoci su quelle che sono invece le
potenzialità enormi e inespresse di questa terra.
Ringrazio
il consigliere Lo Schiavo per questa proposta di legge, ne abbiamo parlato poi
proprio con l’assessore Orsomarso in virtù di questo testo unico al quale
stiamo lavorando e per l’intuizione che ha avuto – lo ringrazio per questo –
nella sua predisposizione perché va a semplificare e rendere attuali quelle 30
leggi in maniera tale che sia tutto anche più facile, più immediatamente
ricevibile.
Quando
il consigliere Lo Schiavo ha presentato questa proposta - devo precisare che
non abbiamo fatto quattro sedute di Commissione ma ne abbiamo fatte due - siamo
andati anche celermente per via del fatto che la stagione è iniziata e, poiché
avevamo intenzione di presentare prima questo testo unico, avevamo addirittura
chiesto al consigliere Lo Schiavo di partecipare anche lui perché noi avremmo
assorbito questa proposta che era stata già vagliata.
Era
importante che tutti vedessimo la Calabria nello stesso modo e vedessimo queste
grandi potenzialità del turismo nautico in questo caso. Credo che sia un
turismo di nicchia perché si va ad agevolare le attività che hanno questi
specchi d'acqua e che favoriscono quindi, con l'agevolazione del 10% sull'IVA anziché
del 22%, agevolano, danno nuova linfa, rivitalizzano e valorizzano tutte quelle
attività turistiche che praticamente vivono sul mare. La cosa fondamentale è
che poi quando siamo arrivati al dunque, siamo arrivati a proporla e fare
questo lavoro velocemente, inserendola subito all'ordine del giorno, cercare di
fare le sedute di Commissione più in fretta possibile, proprio per dare questa
opportunità anche ai turisti diportisti di usufruire di questi servizi nautici.
Voglio
poi fare un ringraziamento a parte all’assessore Orsomarso per il grande
coinvolgimento e per tutto il lavoro che sta svolgendo in questa Regione,
sponsorizzando finalmente questo brand fantastico,
secondo me, “Calabria straordinaria” alla quale stiamo lavorando. Tutto è
perfettibile, possiamo fare sicuramente cose migliori, ma al momento a noi
piace questo. Lasciatemi ringraziare anche tutti i colleghi della Commissione
che rappresento, che mi onoro di presiedere e di rappresentare, proprio per il
grande spirito di collaborazione che si è instaurato fin da subito, per questo
grande anche apporto, in termini proprio fattivi, su tutto il lavoro che
abbiamo affrontato finora in Commissione. Siamo riusciti a mettere da parte
anche i colori politici, lo diceva prima l'onorevole Lo Schiavo.
Condivido
fortemente questa cosa e penso che la nostra Commissione sia anche esempio in
questo. Noi abbiamo condiviso tutto, finora abbiamo approvato praticamente qualunque
cosa, ci abbiamo lavorato, l'abbiamo analizzata, l’abbiamo approfondita,
studiata bene, abbiamo sempre approvato tutto all'unanimità. È importante,
secondo me, che si mettano da parte – vero, consigliere Lo Schiavo? - sempre i
colori politici quando ci sono delle cose di interesse collettivo e che vanno
ad influire in maniera benevola sulla nostra regione. Grazie, Presidente.
Grazie,
collega Gentile. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
Articolo
2
(È approvato)
Articolo
3
(È approvato)
Articolo
4
(È approvato)
Articolo
5
(È approvato)
Passiamo
alla votazione alla legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione al
coordinamento formale. Il provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
al punto 11 all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero
75/12^ di iniziativa del consigliere Arruzzolo,
recante: “Riconoscimento del concorso internazionale dei madonnari città di
Taurianova”. Prego, collega.
Sì.
Grazie Presidente.
La
presente proposta di legge intende promuovere il concorso internazionale dei
madonnari città di Taurianova, riconoscendolo quale evento a carattere regionale.
Il progetto originario è giunto alla settima edizione, ideato ed organizzato
dall'Associazione di promozione socio-culturale “Amici
del palco”, prevede l'organizzazione di un concorso destinato principalmente
agli artisti madonnari che si esibiscono lungo le vie principali di Taurianova,
nel centro storico e zone limitrofe. Coinvolge numerosi artisti internazionali,
associazioni, enti e numerosi giovani anche attraverso corsi di disegno
sull'asfalto. Il progetto si pone come obiettivo quello del recupero
dell'identità e della memoria attraverso l'arte, il coinvolgimento degli
anziani e l'avvicinamento a questa arte povera dei giovani. L'apertura al
pubblico di chiese, palazzi storici ha come obiettivo quello di gettare le basi
per un turismo sostenibile nelle aree interne, nonché di dare, grazie alla
divulgazione della buona stampa, un'immagine positiva e nuova della Calabria,
non solo in Italia ma anche all'estero, come accaduto con l'ultima edizione,
prevalentemente on-line a causa della
violenta pandemia che ha raggiunto oltre 110 mila visitatori virtuali,
ottenendo nell'ultima edizione anche una menzione dell'ambasciata del Messico
in Italia. L'obiettivo si colloca inoltre all'interno delle politiche della
Regione Calabria e del Consiglio regionale della Calabria, in particolare,
finalizzate sicuramente a realizzare efficace azione di promozione culturale,
sociale e turistica del territorio.
La
manifestazione ha carattere nazionale per la partecipazione degli artisti
provenienti da diverse parti del mondo, è unica nel suo genere in Calabria e
tra le pochissime in Italia. L'evento ha ottenuto da parte della Regione
Calabria il riconoscimento e l'inserimento tra gli interventi per la
valorizzazione del sistema dei beni culturali e per la qualificazione e il
rafforzamento dell'attuale offerta culturale presente in Calabria. La presente
proposta di legge si compone di 4 articoli e non
comporta nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale. Grazie,
Presidente.
Grazie,
collega Arruzzolo. Non ci sono altre richieste di
intervento. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo
1
(È approvato)
All’articolo
2 è pervenuto l'emendamento protocollo numero 18083, a firma dello stesso
consigliere Arruzzolo, a cui cedo la parola per
l’illustrazione. Prego.
Sì.
Grazie, Presidente. La presente proposta emendativa mira a sopprimere il comma
2 dell'articolo 2 della proposta di legge numero 75/12^, atteso che lo stesso
potrebbe comportare equivoci rispetto all’invarianza finanziaria della norma.
Trattandosi comunque di norma di previsione emendativa di carattere
ordinamentale, la stessa non comporta nuovi o maggiori oneri a carico del
bilancio regionale.
Grazie.
Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo
in votazione l'emendamento. L'emendamento è approvato.
Pongo
in votazione articolo 2 per come emendato.
Articolo 2
(È approvato per come
emendato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo
alla votazione della legge nel suo complesso, con richiesta di autorizzazione
al coordinamento formale. Il provvedimento è approvato, per come emendato, con
autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
all'ultimo punto all’ordine del giorno che riguarda la proposta di
provvedimento amministrativo numero 73/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: “Modifica al piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR)
approvato con deliberazione del Consiglio regionale 156 del 19 dicembre 2016”.
Cedo
la parola al relatore, consigliere Raso, per illustrare del provvedimento.
Prego.
Grazie,
Presidente. Con la deliberazione del Consiglio regionale numero 156 del 19
dicembre 2016 è stato approvato il nuovo Piano regionale di gestione dei
rifiuti (PRGR). Il Piano è stato modificato con la deliberazione del Consiglio
regionale numero 474 del 19 dicembre 2019.
L’attuale Piano regionale di gestione rifiuti (PRGR) prevede di termovalorizzare nell’impianto di Gioia Tauro solo il
combustibile solido secondario (CSS) per un quantitativo corrispondente alla
capacità autorizzata di due linee in esercizio, pari a 120.000 tonnellate
annue.
Gli scarti di lavorazione devono, invece, essere collocati in discarica,
con la previsione che ciascun eco-distretto sia dotato della propria discarica
di servizio.
Il fabbisogno di volumi di discarica, destinato allo smaltimento degli
scarti di lavorazione, è stato calcolato per ogni ATO, su base decennale, e
stimato in complessive 100.000/150.000 t/anno.
Considerato lo stato di attuazione del Piano regionale di gestione
rifiuti nasce l’esigenza di modificare lo stesso, prevedendo l’adeguamento e il
completamento del termovalorizzatore di Gioia Tauro, tenuto conto che tale
modifica non varierà l’assetto impiantistico complessivo previsto dal Piano
tanto meno il bilancio di massa complessivo; anzi nel bilancio di massa
complessivo, con ricorso alla termovalorizzazione per tutti gli scarti di
lavorazione, si avrà il beneficio della progressiva eliminazione dell’attuale
dipendenza dalle discariche.
Di conseguenza, l’ultimo capoverso della pagina 194 dell’attuale PRGR,
che prosegue a pagina 195, e il successivo capoverso di quest’ultima pagina
devono essere così modificati:
Il recupero energetico è relegato alle sole frazioni non riciclabili
altrimenti destinate allo smaltimento in discarica, nel pieno rispetto della
gerarchia stabilita dalla più volte citata direttiva 2008/98CE. All’uopo è
prevista la possibilità di recupero energetico da combustibili derivati dagli
scarti di processo non riciclabili provenienti dal sistema impiantistico
regionale, con PCI compreso tra 9 Mj/kg e 18 Mj/Kg, presso
l’impianto esistente di Gioia Tauro, a saturazione del carico termico, in
conformità al punto 3 dell’articolo 35 del Decreto legislativo 133/2014 che,
testualmente, stabilisce che: “Tutti gli impianti di recupero energetico da
rifiuti sia esistenti sia da realizzare sono autorizzati a saturazione del
carico termico, come previsto dall’articolo 237 sexies del decreto legislativo
3 aprile 2006, numero 152, qualora sia stata valutata positivamente la
compatibilità ambientale dell’impianto in tale assetto operativo, incluso il
rispetto delle disposizioni sullo stato della qualità dell’aria di cui al
Decreto 13 agosto 2010 numero 155”.
Tutti i 9 impianti pubblici di trattamento di rifiuti di cui alla
presente pianificazione, a valle delle operazioni di selezione e valorizzazione
per il recupero di materia, produrranno degli scarti di lavorazione, che
dovranno essere avviati a termovalorizzazione per il recupero energetico. La
quantità stimata costituita dalle frazioni biodegradabili bioessiccate,
dagli scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee REMAT, dagli
scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee di valorizzazione
delle frazioni secche riciclabili da raccolta differenziata, avviata a recupero
energetico, sarà pari a circa 350.000 t/anno sino alla realizzazione
dell’impiantistica pubblica prevista nel Piano e, successivamente, si attesterà
a circa 250.000 t/anno. La termovalorizzazione di tale frazione di rifiuti
avverrà nell’impianto di Gioia Tauro, attraverso l’adeguamento dell’unità A,
autorizzata e in esercizio, e il completamento dell’unità B, parzialmente
realizzata.
Tale impianto subirà un intervento di adeguamento e completamento per il
recupero funzionale di entrambe le l’Unità A e B con riferimento
all’applicazione della Decisione di Esecuzione (UE) 2019/2010 della Commissione
del 12 novembre 2019 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche
disponibili (BAT), a norma della direttiva 2010/75/UE del Parlamento europeo e
del Consiglio per l’incenerimento dei rifiuti, anche con l’inserimento di una
linea di inertizzazione ceneri e polveri mediante un sistema di abbattimento
dei fumi con recupero di prodotti solidi residui.
Grazie, Presidente.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Tavernise. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Consigliere Raso, ho
letto la modifica al Piano dei rifiuti e apprezzo sicuramente la buona volontà
anche perché, all’interno, – devo essere sincero – ci sono diversi aspetti
positivi, a partire dalla realizzazione degli eco-distretti – gli ATO
provinciali in questi quattro anni non sono stati capaci di realizzare – e dal revamping
di alcuni impianti pubblici; tuttavia, all’interno di questo Piano, consigliere
Raso, ci sono una serie di contraddizioni che, a partire dalle discariche,
praticamente, mi impressionano.
Se, da una parte, nel Piano regionale dei
rifiuti manifestate la volontà della maggioranza di arrivare a “zero
discariche”, dall’altra parte, leggo la previsione di: una discarica da
localizzare nell’ATO di Cosenza; una
discarica da localizzare nell’area nord dell’ATO di Cosenza; una discarica con
lavori da avviare con una volumetria di circa 130.000 metri cubi nella località
Alli di Catanzaro; una discarica di servizio di 120.000 metri cubi a Lamezia
Terme che, ancora non ha nessuna azione avviata; una discarica da realizzare a
Sant’Onofrio, nell’ATO di Vibo Valentia; una discarica da individuare nell’ATO
di Crotone; una discarica di servizio, eco-distretto di Siderno, con un sito da
individuare nella Città metropolitana di Reggio; una discarica da realizzare a
Motta San Giovanni di 300.000 metri
cubi, con progettazione esecutiva in corso di verifica; una discarica
già realizzata a Melicuccà con l’esecuzione dei lavori del primo lotto di
90.000 metri cubi.
Su questo mi piacerebbe tanto che
intervenisse anche il presidente Occhiuto perché o non ci capisco niente – ed è
probabile – oppure scrivete una cosa, ma fate l’esatto contrario di quello che
state scrivendo perché, nella modifica del Piano, voi stessi dite che si va a
raddoppiare il termovalorizzatore di Gioia dove si devono portare tutti gli
scarti, si creano gli eco-distretti per fare una miglior selezione
dell’indifferenziata e poi, dall’altra parte, prevedete nel Piano la
realizzazione o l’individuazione di nuove discariche nel 2022.
Francamente, mi rendo conto che da parte di
questa maggioranza, per quanto riguarda l’ambiente, purtroppo, i risultati sono
sotto gli occhi di tutti perché, sfortunatamente, il 29 luglio ci sono cumuli
di rifiuti in mezzo alle strade. Anche in questo caso - mi duole il cuore dirlo
- rispetto allo scorso anno, non c’è stato nessun tipo di miglioramento.
Tuttavia, presidente Mancuso e consigliere
Raso, – al di là delle critiche, perché è facile criticare ma bisogna poi anche
proporre – penso che questa Regione debba avere una lungimiranza e discostarsi
un po’ dalla realizzazione di nuove discariche, da una parte, e dal raddoppio
di un inceneritore dall’altro.
Per primo sono stato favorevole alla
multiutility e sono stato il primo che ha sempre detto e affermato di
essere favorevole all’adeguamento del bruciatore – lo sottolineo, Gioia Tauro,
oggi, non ha un inceneritore, ma ha un bruciatore inquinante – seguendo delle
tecnologie moderne delle prime due linee. Però, non basta oggi, consigliere
Raso, portare una modifica al Piano dei rifiuti con la realizzazione di un revamping
degli impianti pubblici e la realizzazione degli eco-distretti che sono giusti
e condivido che debbano essere realizzati, e non mi va bene che nel 2022 si
diano delle autorizzazioni per la realizzazione di nove nuove discariche.
Non diamo un bel segnale, ma, piuttosto,
collega Raso, stiamo ritornando indietro con i tempi ed ecco perché mi farebbe
piacere fornire uno spunto interessante su dove andare in materia di rifiuti,
perché oggi ci sono delle alternative moderne e sostenibili agli inceneritori.
Magari è il caso di esplorare queste
alternative. Il processo di combustione è rimasto sostanzialmente immutato nel
tempo, si bruciano dei materiali trasformandoli in ceneri, fumi, acqua e
anidride carbonica che, com’è noto, è un gas climalterante ossia contribuisce
all’effetto serra.
La fiamma, che tutti conosciamo, ha diversi
colori perché la combustione avviene a temperature diverse in punti diversi del
combustibile e perché produce polveri sottili insieme a una miriade di composti
chimici. Tra questi, purtroppo, ci sono le diossine. La tecnologia, però, fa
passi da gigante così mi sembra proprio il caso di porre attenzione a questo
nuovo processo.
Si parla di un processo senza fiamma perché,
a differenza della combustione, la fiamma è incolore in quanto non c’è
produzione di particolato di sostanze solide.
Mentre l’incenerimento produce ceneri
tossiche e fumi inquinanti, l’ossicombustione,
invece, che è il futuro, produce anidride carbonica pulita e materiale vetroso
inerte che può essere utilizzato ad esempio come materiale da costruzione.
Gli impianti di combustione, che, secondo me,
rappresentano il futuro in materia di rifiuti, consigliere Raso, sono piccoli,
si costituiscono nel giro di un paio di anni e costano decisamente meno
rispetto agli inceneritori che, per funzionare con un minimo di efficacia,
hanno bisogno di trattare grandi volumi.
Dico che questa tecnologia andrebbe valutata
piuttosto che sposarne una vecchia senza se e senza ma, come si vorrebbe fare
in Calabria, che già sappiamo avere limiti ambientali enormi.
Partiamo da qui – lo dico in maniera
costruttiva – perché oggi ci presentiamo agli occhi della gente proponendo
nuove discariche e un raddoppio di un termovalorizzatore.
Penso che questa maggioranza possa fare di
più e, anche in questo caso, come per quanto riguarda la sanità, ci si può
unire e lavorare insieme.
Per esempio, non sarei per niente contrario a
far venire in Calabria da fuori dei Commissari o dei consulenti esperti in
materia di rifiuti che ci possono dare una mano, ma oggi sicuramente non
possiamo dare il segnale che, nel 2022, – parlo della mia provincia – si parli
della riapertura di discariche come quella di San Giovanni in Fiore, chiuse nel
2019/2020. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Ho accolto subito favorevolmente la nomina
del commissario Bruno Gualtieri a capo della multiutility e credo che
già i primi risultati stiano arrivando. Ne
ho potuto apprezzare il lavoro anche quando era direttore dell’ATO
rifiuti di Catanzaro che, in maniera lapalissiana e sotto gli occhi di tutti,
ha raggiunto i migliori risultati.
Basta dire che, oggi, all’interno dell’impianto di Catanzaro si distribuisce
gratuitamente il compost ai cittadini e, quindi, chiunque può andare a
ritirare gratuitamente dei sacchetti di compost da poter utilizzare
nelle proprie campagne. Anzi, all’epoca, avevano anche ipotizzato di
distribuirlo ai Consorzi ad un prezzo simbolico per chi lavora proprio nel
comparto dell’agricoltura.
Ho accolto – ripeto – favorevolmente la nomina di Bruno Gualtieri e
credo che ci potrà essere una decisione per quanto riguarda la gestione dei
rifiuti nella nostra regione, anche se ancora all’interno di questo Piano manca
completamente una visione.
Immagino che il consigliere Raso sappia che, alcuni mesi fa, forse un
poco più di un anno fa, l’ATO di Catanzaro si domandava se far entrare o meno
all’interno del proprio territorio e dell’impiantistica di Lamezia Terme, i
Comuni del Vibonese che erano in grossissima difficoltà. All’epoca il
presidente dell’ATO, Abramo, voleva creare delle barricate per evitare che i
Comuni di Vibo potessero scaricare nell’impianto di Lamezia.
Personalmente, invece, insieme a tutti i sindaci del comprensorio
soveratese, mi dichiarai a favore dei Comuni della Provincia di Vibo per
accoglierli nell’impiantistica di Lamezia ed oggi i risultati ci dicono che,
nel momento in cui la Calabria raggiungerà nella raccolta differenziata i
risultati ambiziosi del 65 – 70 per cento previsti dall’attuale Piano,
l’impianto di Lamezia Terme avrà la necessità di avere quei rifiuti di Vibo
che, fino a qualche mese fa, invece, non voleva che arrivassero.
Ad esempio, all’interno di questo Piano è ancora inserito
l’eco-distretto di Vibo Valentia per un investimento di 42 milioni di euro e
sappiamo già – la storia è già scritta – che, nel momento in cui verrà
terminata la realizzazione di quell’eco-distretto, non ci saranno rifiuti da portare
e nessun gestore privato parteciperà alla gestione perché la percentuale di
raccolta differenziata produrrà dei rifiuti in numero inferiore rispetto a
quella che l’impiantistica attuale è capace di lavorare.
Pertanto, è un Piano ancora senza una visione che eredita le idee
precedenti e che vede il punto centrale nel raddoppio delle linee del
termovalorizzatore che, come immagino tutti quanti noi sappiamo, sono state già
realizzate oltre l’80 per cento e vanno portate a completamento.
Anche su questo non mi dichiaro sfavorevole; capisco che raddoppiare il
termovalorizzatore oggi appare come una scelta necessaria che, però, potrebbe
non essere più utile domani quando, appunto, si rischia di non avere più
rifiuti da bruciare.
Allora, ci vuole una visione così come nel trattamento dei rifiuti
speciali dei quali non si discute all’interno di questo Piano ed oso avanzare
alcune proposte che vengono attuate in altri territori.
La prima proposta, per esempio, è quello della lavorazione dei fanghi,
tema di grandissima attualità,
sul quale il presidente Occhiuto si è personalmente pronunciato.
La Regione Calabria si è accollata, anche
giustamente, l’onere di smaltire questi fanghi sulla fascia tirrenica che più
soffre, con un costo elevatissimo però, poi, per lo smaltimento.
I fanghi possono anche essere bruciati
all’interno di un termovalorizzatore – risolvendo, quindi, un problema di
grandissima attualità – e possono anche essere utilizzati come stabilizzanti
per il compost, chiaramente ad un costo molto più basso rispetto a
quello che si sta affrontando oggi.
Inoltre, avere un termovalorizzatore
sovradimensionato rispetto ai rifiuti che verranno prodotti in Calabria, da un
certo punto di vista, potrebbe far diventare la Calabria attrattiva da parte di
altre regioni che, invece, hanno il problema di dove mandare i rifiuti.
Oppure – e questa è la mia seconda proposta ancora
più forte di quella precedente – la piastra del freddo, della quale il
presidente Occhiuto parla da un po’ di tempo, che porrebbe la Calabria e,
quindi, Gioia Tauro come punto di sdoganamento con un ritorno importante in
termini economici e con grosse potenzialità che vedo sicuramente anche io.
Una piastra del freddo significa un
assorbimento pauroso, enorme, in termini energetici. Il termovalorizzatore
potrebbe essere, invece, utilizzato proprio come fonte di energia per
alimentarla con costi di trasferimento di questa energia di gran lunga
inferiori rispetto a quelli di acquisto dall’esterno.
Quindi, credo che, se all’interno del nuovo
Piano, che la legge prevede debba essere approvato entro il 31 dicembre di
quest’anno, ci sarà una visione complessiva sulla gestione dei rifiuti nella
nostra Regione, non mi scandalizzo e posso dire, anche a nome del Partito
Democratico, che ci potrà anche essere l’opportunità di valutarla e di votarla
favorevolmente.
Oggi, invece, il Piano che viene sottoposto,
nonostante abbia anche degli spunti interessanti, non ha una visione e prevede
degli investimenti ormai anacronistici che non saranno attuati.
Pertanto, per tale motivo, non può essere
votato favorevolmente. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. A dire il vero, non ho capito gli interventi dei consiglieri di
minoranza.
Non
si tratta di un Piano, collega Alecci, ma di una modifica al Piano regionale esistente,
approvato dai suoi colleghi di Partito qualche anno fa con alla guida Mario
Oliverio.
Le
discariche a cui si riferisce il collega Tavernise,
in realtà, sono riportate nell'Allegato che riguarda lo stato di attuazione
degli impianti previsti dal Piano esistente, ma non si vanno a istituire nuove
discariche.
Difatti,
nel Piano dei rifiuti approvato nel 2016, erano previste delle discariche di
servizio e la colonna a fianco indica lo stato di attuazione di quanto
previsto, ma non sono previste nuove discariche.
Volevo
anche dire al collega Tavernise che le uniche
modifiche che ci sono in questo Piano sono elencate nell'Allegato C, dove si fa
il quadro riepilogativo di cosa si va a modificare rispetto al Piano esistente.
In
questo Allegato C non c'è nessuna discarica aggiuntiva rispetto alle discariche
di servizio a suo tempo previste dal Piano Oliverio che, tra l'altro, non è
stato neppure realizzato, perché, se si va a vedere a fianco ad ogni cosa
prevista in quel Piano, come ad esempio gli eco distretti
nell’ATO di Cosenza, c’è scritto “non realizzato”.
A
che punto è la procedura? Mai avviata!
Su
questo dovremmo, se vogliamo, fare una discussione chiara e costruttiva per
renderci conto di cosa è stato fatto, di cosa non è stato fatto e di cosa va
fatto.
Cosa
prevede questo famoso Piano, che non è un Piano, ma vuole semplicemente
apportare delle modifiche al Piano esistente per cercare di migliorare e
rendere efficiente la raccolta differenziata e la valorizzazione della raccolta
differenziata e indifferenziata?
Lo
leggiamo insieme, sono quattro righe; altrimenti si rischia di dire cavolate e
chi ci ascolta capisce fischi per fiaschi, come probabilmente avete capito
anche voi, a meno che io non legga male e, se leggo male, vi prego di
correggermi: “Il nuovo assetto impiantistico previsto nelle modifiche prevede
la trasformazione di quattro impianti TMB (trattamento meccanico-biologico) esistenti
sul territorio, per esempio l'impianto di Bucita di Rossano” - il consigliere Tavernise lo conosce molto bene - “in piattaforma di
trattamento, recupero, valorizzazione delle raccolte differenziate e dei
rifiuti urbani indifferenziati”.
Non
sono discariche queste, è un'altra cosa!
In
aggiunta, negli ATO di Catanzaro e Crotone, è prevista la sostituzione degli
impianti esistenti di Lamezia e Crotone, località Porticelli,
con nuovi impianti, perché si sono esauriti quegli impianti, con nuovi impianti
negli ATO, e negli ATO di Cosenza di Vibo Valentia, per soddisfare
completamente la domanda di trattamento, è necessario provvedere alla
realizzazione di nuove piattaforme.
Sono
piattaforme che riguardano la raccolta differenziata, si parla di Comieco (Consorzio
nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica), si
parla di questo, della medesima tipologia delle precedenti, la cui collocazione
sarà stabilita dalle Comunità d'ambito nel rispetto dei criteri individuati al
successivo Capitolo 19.
Questo
per quanto riguarda l'impiantistica.
Poi
parla di Gioia Tauro: “Il solo impianto di Gioia Tauro manterrà l'attuale
tecnologia TMB, quindi non viene modifica, pur subendo un intervento di riefficientamento della linea, grazie all'inserimento di
una cella di bioessiccazione quale stadio terminale
del processo di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati.
Nel
complesso, il nuovo assetto regionale prevede, quindi, nuovi impianti di
trattamento.
Tra
queste, le linee di processo installate presso gli otto nuovi impianti pubblici
saranno quelle di seguito elencate”. Va ad elencare cosa è previsto.
Mi spiega
dove sono previste le discariche di cui parlava?
Lei
hai letto il Piano di Oliverio; allora, la invito a leggere con più attenzione.
Consigliere Alecci, quale Piano abbiamo fatto che va contro gli intendimenti di
una gestione moderna dei rifiuti? Non ho capito! Se me lo spiegate, sono pronto
ad accogliere le vostre osservazioni, ma dobbiamo essere seri e dire alla gente
le cose vere! Grazie.
Grazie,
collega Graziano.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente, vedo una certa effervescenza d'Aula in cui vorrei inserirmi; è il
momento giusto.
Rapidissimamente,
constato con dolore che ancora si continua a usare il termine autarchico
“termovalorizzatore”; quello corretto è “inceneritore”, come si usa in tutto il
mondo, per la verità. Dopodiché, vado per punti tecnici.
È
assolutamente vero quanto asserito dal collega Graziano: stiamo parlando di un
Piano che nel 2016 è stato varato dalla Giunta Oliverio, che a sua volta aveva
ripreso il Piano del 2002 varato dalla Giunta Scopelliti, con marginali
modifiche; quindi, sostanzialmente, essere contrari a questo Piano è sinonimo
di prevenzione politica e non tecnica, perché così nasce questo Piano.
Detto
questo, personalmente sono contrario a queste modifiche in quanto non condivido
l'impianto complessivo.
Nessuno
finora ha parlato del primo elemento che va valorizzato nello smaltimento dei
rifiuti: la riduzione della produzione dei rifiuti.
Tutti
continuano a parlare degli ultimi due posti: discariche e inceneritori. Non va
bene!
Tra
l'altro, con la pace dei buoni, tutte le nuove tecnologie, torce al plasma,
pirolisi, gassificazione, sono ritenuti dalla Comunità europea come processo di
incenerimento e, comunque, sono delle tecnologie ancora sostanzialmente
sperimentali; è veramente paradossale, dal mio punto di vista, che stiamo
ancora a parlare mentre i ghiacciai si sciolgono, abbiamo 45 gradi all'ombra in
Calabria e nessuno si pone il problema che l'incenerimento dei rifiuti, tra le
altre cose tossiche, incrementa il problema dei cambiamenti climatici che
derivano dalle combustioni di origine antropica; quindi dovremmo terminare con
qualsiasi tipo di combustione, non domani, ieri per la verità.
L'incenerimento
è nocivo per la salute!
Non
esistono tecnologie di incenerimento che possano ritenersi innocue e il
problema anche della presenza delle discariche – e lo sa bene il consigliere
Graziano, perché è nell'ambito dei suoi interessi – è in rapporto fisso; l'incenerimento esclude
l'evoluzione a discariche zero perché quello che viene incenerito al 25 per
cento deve andare in discarica insieme ad altro; quindi, se vogliamo tendere a
una quota inferiore al 10 per cento dei rifiuti che vanno in discarica, l'unico
modo è non incenerire, perché altrimenti saremo sempre al di là di questo 10
per cento.
Vado
veramente per sintesi: questi eco distretti sono il contrario di quello che le
tecnologie di smaltimento dei rifiuti prevedono.
La
tecnologia corretta è quella di smaltire i rifiuti dove vengono prodotti, non
di concentrarli in cinque o sei posti facendogli fare, tra l'altro, il tour
della spazzatura e usando una tecnologia che non è assolutamente condivisibile!
Vogliamo
fare del compost? Allora il compost si fa per ambiti piccoli o piccolissimi,
non per province; altrimenti, ribadisco, da quell’accumulo di umido esce la
cosiddetta frazione organica stabilizzata, che è un altro contributo che va in
discarica.
Bisogna
cambiare il paradigma e, quindi, la critica che faccio a queste modifiche che
sono più o meno marginali – non tanto marginali quando si parla di raddoppio
dell'inceneritore – è una critica ai Piani che sono stati fatti nel 2002 dal
Centrodestra e nel 2016 Centrosinistra.
Un'ultima
cosa tecnica e chiudo: il problema della VAS – voglio entrare nel merito, non
in voli pindarici – la valutazione ambientale strategica, cioè quella
valutazione per cui le cose che hanno un impatto ambientale debbono essere
sottoposte a esame; qui è stato ritenuto che non debba essere fatto; questa
scelta pone questa legge a forte rischio di impugnativa perché non c'è dubbio
che il raddoppio di un inceneritore implica un impatto ambientale certamente
rilevante.
Per
questo motivo, a mio parere, deve essere sottoposta a VAS, che non può essere
dilazionata al nuovo Piano rifiuti.
Grazie.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Straface. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Dagli interventi dei colleghi dell’opposizione si è voluta creare
una confusione che ritengo molto strumentale.
Il
collega Graziano ha già messo in evidenza e ha puntualizzato al consigliere Tavernise alcune cose che purtroppo non esistono e che
andrò a definire da qui a breve.
Ancora
si continua a fare confusione tra le parole “termovalorizzatore” e
“inceneritore”.
Un
inceneritore è un impianto adibito allo smaltimento dei rifiuti e che funziona
tramite distruzione di materiali inerti.
I rifiuti,
in pratica, vengono bruciati, o come suggerisce la parola stessa “inceneriti”.
Il
termovalorizzatore è un impianto dedicato allo smaltimento dei rifiuti solidi,
che utilizza un processo di incenerimento simile all’inceneritore, ma a
differenza dell'inceneritore, trasforma in energia elettrica il calore prodotto
dalla combustione.
Continuo
ad ascoltare che ancora non si riesce a fare la differenza tra l'inceneritore e
il termovalorizzatore. Inoltre, si continua a parlare di raddoppio del
termovalorizzatore.
Qui
non si parla di raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro, ed è giusto
trasmettere il messaggio corretto, che è quello dell'adeguamento del
termovalorizzatore a nuove tecniche, che consentirà, così come è stato
sottolineato anche dal consigliere Alecci, di produrre calore e, soprattutto,
di fornire energia alle utenze che risiedono intorno al termovalorizzatore di
Gioia Tauro.
Qual
è la modifica di questo Piano? Non parliamo di un Piano rifiuti, ma facciamo
riferimento al vecchio Piano approvato dalla Giunta
Oliverio, al cui interno erano previste delle discariche.
L’obiettivo
principale di questa politica di gestione dei rifiuti da parte del presidente
Oliverio, attraverso, appunto, l'adeguamento del termovalorizzatore di Gioia
Tauro, va proprio nella direzione di azzerare completamente le discariche.
Oggi
siamo nelle condizioni che questi rifiuti da qualche parte devono pure andare.
Sono
previsti i 9 impianti che, comunque, fanno riferimento sempre al vecchio Piano.
Anche in questo bisogna fare chiarezza, perché i nuovi impianti previsti nel
vecchio Piano, di cui parlavo all'inizio del mio intervento - Piano dove
purtroppo registriamo dei ritardi atavici sia per quanto riguarda l'andamento
della raccolta differenziata sia soprattutto per quanto riguarda la
realizzazione di impianti pubblici - sono impianti pubblici, per il trattamento
di rifiuti di cui alla presente pianificazione, a valle delle operazioni di
selezione e valorizzazione per il recupero di materia, che sono destinati a
produrre degli scarti di lavorazione che dovranno essere avviati a
termovalorizzazione per il recupero energetico.
Qual
è il punto di forza che questa sera proponiamo all'approvazione in questa
Assise regionale? È il punto di forza da
cui parte il presidente Occhiuto e cioè l'adeguamento e il completamento del
termovalorizzatore di Gioia Tauro.
A
tal riguardo, bisogna anche ricordare che la manifestazione di interesse del
Project financing dell’impianto è scaduta proprio oggi, 29 luglio.
L'ennesima
conferma che la filosofia che anima il nuovo assetto disegnato da questa Giunta
regionale, relativamente alla politica della gestione dei rifiuti, è
sicuramente in simbiosi rispetto a quella che è la gerarchia istituzionale
europea.
Cosa
ci dice la gerarchia istituzionale europea e che bisogna rispettare?
Intanto
che l'obiettivo è quello del riciclo, che oggi è al di sotto del 65 per cento,
e soprattutto la riduzione del conferimento dei rifiuti a differenziata, che
deve essere del 10 per cento – e oggi è al di sotto del 10 per cento – entro il
2035.
Per
quanto riguarda la VAS a cui fa riferimento il consigliere Laghi, come ho
puntualizzato anche nella Commissione ambiente, non è necessario oggi un parere
per quanto riguarda la VAS.
Sa
perché non è necessario? Perché il punto che oggi discutiamo in questo
Consiglio regionale va a migliorare il vecchio Piano rifiuti e non a incidere
con un peggioramento.
Il
parere della VAS viene e sarà richiesto sicuramente per il nuovo Piano, su cui
sta già lavorando il Dipartimento.
Consigliere
Tavernise, come è stato detto dal consigliere
Graziano, a volte bisogna saper leggere le carte.
Lo
dico perché è facile intervenire in un Consiglio regionale solo per il gusto di
dire di essere intervenuti, ma nelle sedute di Consiglio regionale e nelle
sedute di Commissione gli atti prodotti dai Dipartimenti e approvati nelle
Giunte regionali devono essere studiati.
Non
è prevista nessuna discarica; si tratta delle discariche che erano previste nel
vecchio Piano, e l'adeguamento del termovalorizzatore – ripeto, adeguamento a
quelle che sono le nuove tecnologie, non raddoppio del termovalorizzatore –, va
nella direzione di azzerare completamente le discariche.
Grazie,
consigliera Straface. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Tavernise, per
dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Evidentemente, collega Straface, io abito in un'altra Regione.
Adesso espliciterò cosa,
a mio avviso, avreste potuto fare e non avete fatto, altrimenti continuiamo a
dare la colpa a Mario Oliverio che, in ogni caso, non ho mai votato e con il
quale non ho niente da spartire, quindi, con me, sfondate una porta aperta.
Nella versione finale
della parte oggetto di modifica del provvedimento in discussione c’è scritto:
“La nuova offerta impiantistica regionale. Le linee guide per la rimodulazione
del Piano regionale di gestione dei rifiuti hanno puntualmente definito il
complesso degli interventi impiantistici a supporto degli obiettivi di recupero
e riciclo precedentemente descritti. Tali interventi sono in fase di avanzata
definizione dal punto di vista autorizzativo. Tali previsioni” – consiglieri
Straface, Graziano e Raso – “sono tutte pienamente confermate nel presente
Piano”.
Allora, consigliere
Graziano, questa è la modifica di un Piano regionale, ha detto bene, io l'ho
detto anche nel primo intervento.
Consigliere Comito, le risulta
che oggi presso l’Ufficio Ambiente della Regione Calabria, si stia ragionando
per concedere l’autorizzazione a una nuova discarica nella zona di
Sant'Onofrio?
Consigliere Crinò, le risulta che la Regione Calabria stia ragionando
per concedere una nuova autorizzazione di conferimento in discarica a
Melicuccà? Vi risulta che la discarica di San Giovanni abbia riaperto? Vi
risulta che si voglia riaprire la discarica di Cassano? Consigliere Graziano, le risulta che a breve
aprirà una discarica privata a Scala Coeli? Oppure siamo arrivati al punto in
cui vogliamo negare l'evidenza?
È vero che si tratta di
un Piano vecchio, ma voi non l'avete modificato, soprattutto dove e quando si
parla di individuazione e localizzazione di nuove discariche, in cui non ci
sono azioni avviate.
Posso capire dove sono
stati realizzati i siti o dove ci sono i lavori in corso, presidente Mancuso,
ma dove non è stata avviata nessuna azione, lì si poteva modificare ed
eliminare la previsione di una nuova discarica all'interno dell'ATO e di quella
Provincia.
Allora, non prendiamoci
in giro, consigliera Straface! Se poi apriamo le discariche e lo vogliamo
negare, a breve vi risponderanno i Sindaci e i cittadini di quei territori dove
avete riaperto nuove discariche.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Alecci per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Si è arrampicato bene,
collega Tavernise, però si vede che si è arrampicato.
Intanto volevo
tranquillizzare il consigliere Graziano che so leggere e anche scrivere, quindi può stare tranquillo da questo punto di
vista.
Ad ogni modo, non reputo
simpatico chiedere ai colleghi se sappiano leggere o meno nel dibattito, anche
perché i temi in quest'Aula sono stati sempre affrontati con passione politica
e in maniera educata.
Mi rendo conto che forse
ho utilizzato una terminologia che l’ha spiazzata quando ho usato il termine
“anacronistico”; magari preferisce il termine “non adeguato” rispetto a ciò che
prevede la scheda del potenziamento e dell'ammodernamento degli inceneritori
che, invece, mi fa piacere che la collega Straface abbia capito. Per cui mi
rivolgo alla collega alla quale forse riesco a trasferire meglio ciò che voglio
dire.
Lo ribadisco, per fare
chiarezza, nel momento in cui il collega Graziano dice che stiamo difendendo un
Piano che parte da Giuseppe Scopelliti e poi passa a Mario Oliverio, lo informo
– sono sicuro che gli è sfuggito ma sicuramente lo saprà – che in questo
momento il Dipartimento ambiente sta lavorando al nuovo Piano di gestione dei
rifiuti che obbligatoriamente dovrà essere approvato entro il 31 dicembre di
quest'anno.
Come ho già detto, mi
auguro che questa Giunta regionale abbia una visione migliore di quella che c'è
stata fino ad oggi, che preveda anche il potenziamento di questo inceneritore
per il quale io stesso ho fatto una proposta da utilizzare come serbatoio
energetico per la piastra del freddo; quindi, non mi si venga a dire che c'è
un'opposizione strumentale o populista perché non è così! Poi termina anche la
pazienza di una opposizione che invece vuole essere costruttiva e che offre
degli spunti di riflessione.
Anche se alle volte,
magari, l’opposizione può essere o sembrare strumentale, quella che mi
rappresenta è sempre propositiva, anche quando il collega Graziano non riesce a
percepire quella che è la mia volontà, ma magari avremo modo di frequentarci un
po' di più fuori dall'Aula, così ci capiremo nel linguaggio.
Voglio sottolineare come
questa Regione abbia bisogno di un Piano con una visione più ampia che, in
effetti, prevede gli eco distretti ormai non più in linea con ciò che avremo
tra qualche anno quando, ci auguriamo tutti quanti noi, la percentuale di
differenziata sarà adeguata anche a quello che ci impone la Comunità europea,
come diceva correttamente la collega Straface, per la quale faccio un appunto,
ma è stato un lapsus, non siamo al di sotto di quel 10 per cento; purtroppo
siamo ancora al di sopra e dobbiamo raggiungere quel 10 per cento, il mio
augurio è questo.
Ho fatto anche due
apprezzamenti, uno sul commissario della multiutility, Bruno Gualtieri, persona
eccezionale, e un’affermazione forte, che mi dispiace sia passata in maniera
sommessa, ovvero che il gruppo del Partito Democratico quando quel Piano avrà la
visione che ci auguriamo e siamo sicuri verrà messa in campo,
avrà anche la capacità di votare favorevolmente.
Considerato che, al
momento, la scheda che si modifica ci appare dissonante e in contrasto con il
Piano, chiaramente non possiamo votare favorevolmente.
Grazie.
Grazie, collega Alecci.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Raso, per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Volevo soltanto fare un
po' di chiarezza.
Le discariche di cui
parlava il consigliere Tavernise sono previste nel
Piano del 2016, come hanno già detto gli altri colleghi, che poi è stato
aggiornato nel 2019, nel corso della precedente Legislatura.
Probabilmente non avete
notato che il 21 marzo 2022 l'amministrazione regionale ha stilato un documento
tecnico di indirizzo di gestione dei rifiuti e, in funzione di questo
documento, sarà approvato il nuovo Piano di gestione dei rifiuti targato
Occhiuto.
Le modifiche che andremo
ad approvare oggi serviranno soltanto per aumentare le potenzialità del
termovalorizzatore, come dice il consigliere Laghi dell'inceneritore, di Gioia
Tauro, passandolo dalle 60 mila tonnellate annue attuali a 300 mila perché è
stato autorizzato per 120 mila, però funziona a metà regime.
Volevo fare solo questo
appunto per chiarezza; quindi, non si individua nessuna discarica, ma si tratta
di tutto quello che è già previsto. Grazie.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Vorrei che i consiglieri
regionali, di maggioranza e di opposizione, ricordassero quello che accadeva
ogni estate in Calabria negli anni passati, quando i Comuni, anche quelli che
erano a posto con i pagamenti agli enti gestori, non avevano dove inviare i
rifiuti, che venivano spediti in Svezia al costo di 320 euro a tonnellata.
Quella legge che
l'opposizione ha molto contestato, che non è la legge sulla multiutility ma è
la legge sull'Autority unica, ha consentito di avere intanto la gestione
integrata dell’idrico.
Sulle ATO sapete che voi
avete chiesto e noi abbiamo aderito alla richiesta che ci fosse una fase di
interregno; comunque, la Regione si sta occupando anche della gestione dei
rifiuti per dare la possibilità ai Comuni di sapere dove smaltirli, senza far
spendere 320 euro a tonnellata e, quindi, con una riduzione anche del costo dei
rifiuti per i calabresi.
Questa attività la
stiamo svolgendo in maniera tale da consentire a tutti i Comuni della Calabria
di non avere per strada i rifiuti per la prima volta da tanti anni.
I Comuni dove ancora ci
sono rifiuti per strada, per esempio quelli del basso Jonio cosentino, non sono
a posto con i pagamenti all’ente gestore.
Abbiamo persino chiesto
che si aprisse al Comune di Rossano e Corigliano un’unità di costo perché l’ATO
di Cosenza non riusciva a pagare l'ente gestore, ma è un problema che attiene
all'attività dei Comuni che non riescono a pagare chi gestisce l'impianto;
altrimenti quest'anno, per la prima volta dopo tanti anni, l’emergenza rifiuti
non ci sarebbe nemmeno in quei Comuni, che oggi sanno dove smaltire.
Lo stiamo facendo
evidentemente anche per l'ottimo lavoro che sta svolgendo Il commissario Bruno
Gualtieri.
Quel documento a cui lei
faceva riferimento, consigliere Tavernise, è la
fotografia di quello che c'è; anzi, in molte realtà come San Giovanni in Fiore,
stiamo stoccando i rifiuti e poi si smaltiranno quando ci sarà un fabbisogno
minore perché d'estate voi sapete che il fabbisogno aumenta moltissimo e, se
non c’è un luogo dove smaltire rifiuti o dove stoccarli, bisogna spedirli,
magari in Svezia o in Danimarca a 320 euro a tonnellata.
Questa cosa non accade,
proprio perché il Consiglio regionale ha approvato tra le proteste
dell'opposizione quella legge che ha istituito un nuovo modello di governance del Settore dei rifiuti e
dell’idrico.
Noi siamo vicini anche
ai Comuni per cercare di dare loro la possibilità di rimettersi in pari con i
pagamenti agli enti gestori, però la Regione fa quello che deve fare; anzi, a
volte fa più di quello che dovrebbe fare perché ci siamo assunti una
responsabilità che non doveva essere nemmeno della Regione, risolvendo questo
problema, e speriamo che i Comuni, laddove ancora ci sono rifiuti per strada,
risolvano a loro volta i problemi con gli enti gestori.
Qualcuno, però, dovrebbe
avere l'onestà di riconoscere che quest'anno, per la prima volta, in Calabria
nelle strade dove ci sono i turisti, non ci sono rifiuti.
Grazie, Presidente.
Passiamo all'esame e
votazione del provvedimento nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
Passiamo ai due punti
aggiuntivi dell'ordine del giorno, la mozione numero 1/12^ di iniziativa del
consigliere Laghi a cui si sono aggiunti i consiglieri Tavernise,
De Nisi, Loizzo, Neri, Graziano, Crinò,
Bevacqua, Arruzzolo, Bruni, recante: “Inserimento
delle procedure di circoncisione rituale a carico del Servizio sanitario
regionale e aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza”.
Prego, consigliere
Laghi, illustri la mozione.
Grazie, Presidente. La
circoncisione è una delle procedure più comuni al mondo.
L'Organizzazione
mondiale della sanità stima nel 30 per cento la prevalenza globale di uomini
circoncisi.
Si tratta di una pratica
della tradizione ebraica, musulmana ed è comune nei cristiani, copti, egiziani,
ortodossi etiopi, e in altri Paesi come gli Stati Uniti la motivazione più
frequente non è religiosa, ma è legata a una maggiore igiene.
Tutto questo
considerato, bisogna valutare come ogni anno si effettuino 11 mila circoncisioni
in Italia su bambini nati in famiglie straniere residenti in Italia che
comprendono infanti di origine araba, pakistana, bangladese africana, dei Paesi
dell'estero più musulmani con una minoranza di cristiani copti e che tra
queste, prima dell'emergenza Covid, 6 mila erano praticate nei Paesi di origine
e, quindi, non 11 mila, ma 5 mila in Italia, tra cui il 35 per cento con
modalità clandestine e con il 20-22 per cento di casi con complicanze.
Durante il periodo
Covid, il numero di bambini circoncisi in Italia è aumentato perché queste
famiglie non sono potute rientrare nei Paesi di origine. Pur essendo questa una
pratica riconosciuta anche nel nostro Paese, in quanto è compatibile con
l'ordinamento della Repubblica e non lede altri valori protetti
costituzionalmente, come la tutela dei minori, il diritto alla salute, la
dignità umana, la legittima disposizione del proprio corpo e la libertà di
professare le proprie convinzioni religiose, visto che questo intervento è
possibile, ma non è previsto nei LEA (Livelli
Essenziali di Assistenza), la proposta è quella di includerla nei Lea, come
hanno fatto le altre Regioni, di modo che la famiglia sia sollevata della quota
parte economica, in quanto molto frequentemente si ricorre alla circoncisione
clandestina.
Nella mozione chiediamo
che la Giunta regionale e, quindi, il Presidente anche nella sua qualità di
Commissario ad acta, si impegni ad
adottare ogni provvedimento necessario per introdurre la circoncisione non
terapeutica nei Livelli Essenziali di Assistenza e, dunque, assicurare che
detta prestazione sia garantita gratuitamente presso strutture sanitarie
pubbliche autorizzate ai soggetti che la richiedono per motivi culturali e
religiosi. Grazie.
Grazie. Poniamo in
votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo all’ultimo
punto, la proposta di legge 87/12^ di iniziativa del consigliere Neri, recante:
“Interpretazione autentica dell'articolo 14, comma 1, della legge regionale 7
luglio 2022, numero 25 (Norme per la rigenerazione urbana e territoriale, la
riqualificazione e il riuso).
Cedo la parola al
relatore, consigliere Neri, per illustrare il provvedimento. Prego, consigliere
Neri.
Grazie, Presidente. Sarò
brevissimo, visto che della questione si è discusso anche in Conferenza dei
capigruppo.
Si tratta, appunto,
della proposta di legge relativa all'interpretazione autentica dell'articolo
14, comma 1, della legge regionale 7 luglio 2022, numero 25, resasi necessaria
in quanto questa norma potrebbe dare adito a interpretazioni diverse
all'interno della Regione quindi, per evitare probabili conflitti o confusioni,
si è ritenuto opportuno interpretare in maniera autentica questo comma.
Leggo testualmente,
Presidente: <La presente legge è finalizzata a fornire un'interpretazione
autentica dell’articolo 14, che recita testualmente: “Tutti i soggetti titolari
di progetti che alla data di entrata in vigore della presente legge sono in
corso di istruttoria da parte delle amministrazioni competenti, possono con
semplice istanza chiedere che detti i progetti vengano riesaminati ai sensi
della presente legge.
Anche i soggetti
titolari di progetti già approvati i cui lavori sono già iniziati e non
ultimati possono usufruire dei benefici della presente legge”>.
Questo è il testo
originale.
La suddetta
disposizione, pertanto, si interpreta nel senso che “Tutti i progetti
presentati in data antecedente a quella di entrata in vigore della legge
regionale numero 25/2022 per i quali non viene richiesto il riesame della
pratica tramite semplice istanza, sono da ritenersi validi e conformi alla
normativa di Settore vigente prima dell'entrata in vigore della presente
legge”.
Grazie. Passiamo
all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione del
provvedimento nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
La seduta è tolta.
La
seduta termina alle 20,48
Hanno
chiesto congedo: Irto, Mammoliti, Mattiani, Dolce,
Pietropaolo.
(È
concesso)
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa
della Giunta regionale:
“Approvazione Rendiconto
Generale relativo all’esercizio finanziario 2021 - (Deliberazione Giunta
regionale n. 265 del 30.06.2022)” (PL n. 82/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero e alla Commissione speciale
di vigilanza ai sensi dell’articolo n. 34, comma 3, (lettera d) del Regolamento
interno del Consiglio regionale della Calabria.
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei Consiglieri
regionali:
Graziano “Interventi normativi sulle Leggi
regionali n. 66 del 20 dicembre 2012 e n. 25 del 16 maggio 2013” (PL n.
83/12^).
È stata assegnata alla sesta
Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio,
Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito e alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività produttive,
affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere finanziario.
Tavernise
“Turismo eco-sostenibile. Riconoscimento, promozione e valorizzazione di
cammini di interesse regionale” (PL n. 84/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere
finanziario.
Raso e Caputo
“Regolamentazione locale per opere e interventi in prossimità di acque
pubbliche” (PL n. 85/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Tavernise
“Norme per l’accessibilità dei disabili alle spiagge demaniali destinate alla
balneazione. Modifica alla L.r. 17/2005” (PL n.
86/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Neri “Interpretazione autentica dell’articolo
14, comma 1, della legge regionale 7 luglio 2022, n. 25 (Norme per la
rigenerazione urbana e territoriale, la riqualificazione e il riuso)” (PL n.
87/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito e alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Arruzzolo, Neri, Loizzo, Crinò, De Nisi, Graziano
“Modifica all’articolo 65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19
(Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2009)” (PL n. 88/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Straface “Modifiche alla legge regionale 23
luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio
rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica)” (PL n. 89/12^).
È stata assegnata alla
sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo,
Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili per l’esame di merito
e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere
finanziario.
Afflitto “Rete
assistenziale territoriale sanitaria e sociosanitaria e norme in materia di
tutela delle persone con Disturbi dello Spettro Autistico e in età evolutiva.
Definizione del fabbisogno e dei requisiti organizzativi” (PL n. 90/12^).
È stata assegnata alla
terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per l’esame
di merito e alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere finanziario.
Sono
state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento
amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Piano di Sviluppo e
Coesione (PSC) della Regione Calabria - Variazione del Piano finanziario della
Sezione Ordinaria. Presa d’atto delle determinazioni del Comitato di
Sorveglianza (CdS) a seguito di procedura di
consultazione per iscritto attivata in data 17.6.2022 e conclusa in data
27.6.2022 - (Deliberazione G.R. n. 261 del 30.06.2022)” (PPA n. 72/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Modifica al Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti (PRGR) approvato con Deliberazione del Consiglio regionale n. 156 del
19 dicembre 2016 - (Deliberazione G.R. n. 299 dell’8.07.2022)” (PPA n. 73/12^).
È stata assegnata alla
quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente per l’esame di merito.
“Piano di Azione e Coesione (PAC) Calabria
2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda intervento III.6 “Politiche attive
del lavoro” - (Deliberazione G.R. n. 301 dell’8.07.2022)” (PPA n. 74/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Programma azione e coesione (PAC) 2014-2020
della Regione Calabria. Approvazione proposta di modifica del Programma -
(Deliberazione G.R. n. 326 del 25.07.2022)” (PPA n. 77/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
“Rendiconto esercizio 2021 dell’Ente per i
Parchi Marini Regionali (EPMR) - (Deliberazione G.R. n. 325 del 25.7.2022)”
(PPA n. 78/12^).
È stata assegnata alla
seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive,
affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per l’esame di merito.
alla seconda Commissione - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
Sono state presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa
dell’Ufficio di Presidenza:
“Modifiche alle modalità di
recupero del maggior disavanzo derivante del riaccertamento straordinario dei
residui approvate con deliberazione consiliare n. 70 del 3 dicembre 2015 e ss.mm.ii. – (deliberazione U.P. n. 52 del 25.7.2022)” (PPA
n. 75/12^).
“Bilancio di previsione
2022-2024 del Consiglio regionale della Calabria: assestamento e variazioni
(Deliberazione Ufficio Presidenza n. 53 del 25.7.2022)” (PPA n. 76/12^).
La
Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione
consiliare, la deliberazione n. 297 del 30 giugno 2022, recante: ““Legge 8
novembre 2000, n. 328 e Legge regionale 26 novembre 2003, n. 23 e ss.mm.ii. - Adozione di Nuovi Criteri per l’istituzione
della “Consulta del Terzo Settore””.
(Parere
numero 7/12^).
È
stato assegnato alla terza Commissione consiliare.
La
sesta Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha espresso
parere favorevole al decreto dirigenziale n. 1018 del 4 febbraio 2022, recante:
“Autorizzazione, ai sensi dell'art. 26 della L.R. 40/2009, per l'apertura di
una nuova cava di argilla in località Loreto del Comune di Lattarico (CS).
Società “ALA” s.r.l.”.
(Parere
numero 2/12^).
La
sesta Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha espresso
parere favorevole al decreto dirigenziale n. 2563 dell’11 marzo 2022, recante:
“Autorizzazione, ai sensi dell'art. 26 della L.R. 40/2009, per l'apertura di
una nuova cava di inerti sabbiosi in agro del Comune di Torano Castello (CS)”.
(Parere
numero 5/12^).
La
terza Commissione consiliare, nella seduta del 22 luglio 2022, ha espresso
parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 297 del 30
giugno 2022, recante: “Legge 8 novembre 2000, n. 328 e Legge regionale 26
novembre 2003, n. 23 e ss.mm.ii. - Adozione di Nuovi
Criteri per l’istituzione della “Consulta del Terzo Settore”.
(Parere
numero 7/12^).
In
data 4 luglio 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 126 del 5
luglio 2022:
1.
Legge regionale n. 19 del 4 luglio 2022, recante: “Modifica delle disposizioni
transitorie, sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture
socio-educative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della legge
regionale 29 marzo 2013, n.15. Proroga del termine di adeguamento”;
2.
Legge regionale n. 20 del 4 luglio 2022, recante: “Integrazione all’articolo 23
della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto
pubblico locale)”.
In
data 7 luglio 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 129 del 7
luglio 2022:
1.
Legge regionale n. 21 del 7 luglio 2022, recante: “Interventi normativi sulle
leggi regionali n.32/2021, n. 11/2004, n. 42/2017, n. 13/1979, n. 7/1996, n.
8/1996, n. 36/1986 e misure in materia di personale, nonché in materia di
trasporto e di circolazione veicoli storici”;
2.
Legge regionale n. 22 del 7 luglio 2022, recante: “Misure per fronteggiare la
situazione emergenziale sanitaria”.
In
data 7 luglio 2022, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sottoindicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 130 del 7
luglio 2022:
1.
Legge regionale n. 23 del 7 luglio 2022, recante: “Norme per l’incremento, lo
sviluppo e la valorizzazione dell’apicoltura calabrese”;
2.
Legge regionale n. 24 del 7 luglio 2022, recante: “Modifiche alla legge
regionale 19 novembre 2020, n. 21 (Istituzione Consorzio Costa degli Dei)”;
3.
Legge regionale n. 25 del 7 luglio 2022, recante: “Norme per la rigenerazione
urbana e territoriale, la riqualificazione e il riuso”.
La
Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 264 del 30.6.2022, recante:
“Parificazione Conto Giudiziale del Tesoriere - Esercizio finanziario 2021”;
La
Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 338 del 25 luglio 2022,
recante: “Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria - approvato
con delibera CIPESS n. 14 del 29 aprile 2021- pubblicata sulla G.U. serie
generale nr. 190 del 10.8.2021. indirizzi relativi alla riprogrammazione delle
risorse sezione ordinaria”.
La
Corte costituzionale, con sentenza n. 124 del 19 maggio 2022, ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge regionale 7 luglio
2021, n. 17, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 24
(Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie regionali, società e
consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità)”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2022-2024:
1.
Deliberazioni di Giunta regionale
numeri 266, 267, 268, 269, 270, 271, 272, 273, 280, 281, 282, 283, 284, 285 e
286 del 30 giugno 2022
2.
Deliberazioni di Giunta regionale
numeri 308, 309, 310, 311, 312, 313, 314, 315, 316, 317, 318, 319, 320 e 321
del 12 luglio 2022
3.
Deliberazione di Giunta regionale
numeri 330, 331, 332, 333, 334, 335, 336, 337 e 342 del 25 luglio 2022
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- la Calabria, come il
resto dell’Italia, è investita, ormai da alcune settimane, da una intensa
ondata di calore, con temperature che assai spesso superano i 40 gradi;
- le alte temperature,
oltre ad aver compromesso le produzioni dell’intero comparto agricolo
calabrese, mettono a serio rischio la salute dei lavoratori agricoli, impegnati
nei campi anche nelle ore più calde della giornata;
- in ragione di quanto
sopra alcune amministrazioni regionali, al fine di salvaguardare la salute dei
lavoratori, hanno emanato ordinanze che vietano, per i mesi di luglio ed
agosto, il lavoro nei campi nelle ore più calde della giornata e nei giorni
segnalati ad alto rischio;
- negli ultimi giorni si
stanno moltiplicando gli appelli, del tutto condivisibili, al Presidente della
Giunta regionale, non ultimo quello del Segretario regionale della CGIL
Calabria, affinché emani un’ordinanza che vieti anche in Calabria il lavoro nei
campi nelle ore più calde della giornata, sulla scorta di quanto fatto in altre
regioni e, lo scorso anno, anche in Calabria;
- analoghe preoccupazioni
ed analoghe richieste, anche queste condivisibili, vengono poi avanzate dalle
rappresentanze sindacali dei lavoratori dell’edilizia per quei lavoratori
impegnati nei cantieri edili e stradali non proteggibili dal sole;
- sarebbe, dunque,
opportuno che si valutasse l’emanazione di un’ordinanza che raccolga le
preoccupazioni espresse dal mondo del lavoro al fine di tutelare la salute dei
lavoratori esposti al sole in maniera prolungata. Tutto quanto sopra premesso,
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali utili e tempestivi provvedimenti
intenda adottare.
(61; 08/07/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- da notizie di stampa, si
apprende di un altro caso di “malasanità” che si sarebbe verificato in data
odierna;
- questa volta, a “salire
agli onori della cronaca” è stata la vicenda di una persona recatasi presso il
Pronto Soccorso dell'Ospedale di Serra San Bruno (VV) a causa di una rottura
del femore e che sarebbe rimasta “parcheggiata”, in detto Pronto Soccorso, per
oltre mezza giornata in attesa di un posto in un reparto di ortopedia di un
qualsiasi ospedale calabrese che, a quanto pare, allo stato attuale, non
sarebbe stato ancora trovato;
- è inconcepibile che,
nonostante le numerosissime ed insistenti richieste, avanzate dal sottoscritto Consigliere
Regionale attraverso interrogazioni, interpellanze, mozioni e quant'altro,
dirette a sollecitare interventi urgenti e improcrastinabili in materia di
sanità, si debba, ancora, assistere a siffatti episodi che non sono degni di
una società civile;
- a breve, la Calabria sarà
visitata da centinaia di migliaia di turisti e ciò farà esplodere, in tutta la
sua drammaticità, il problema della carenza di posti letto negli ospedali della
nostra Regione se, detto problema, non verrà affrontato subito e con mezzi che
garantiscano risultati concreti;
tutto quanto sopra
premesso, si interroga il Presidente della Giunta regionale, anche nella sua
qualità di Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria
per sapere:
quali utili provvedimenti
si intendono adottare, nell'immediatezza, per far fronte alla grave carenza di
posti letto negli ospedali calabresi.
(63; 13/07/2022).
Laghi. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- nell’ambito degli
investimenti del PNRR rientrano anche quelli gestiti dal Ministero della
Salute, che vedono quali Soggetti attuatori le Regioni e le province autonome,
identificati nelle seguenti linee: M6CI – 1,1 Case della Comunità e presa in
carico della persona (CdC);
- il Dipartimento Tutela
della Salute della Regione Calabria ha fatto esplicita richiesta alle Aziende
Sanitarie provinciali del Servizio Sanitario Regionale di individuare e
proporre i siti idonei per la realizzazione dei sopra citati interventi, da
rinvenire tra gli edifici pubblici, di proprietà o comunque nella disponibilità
dell’Azienda, da destinare alle suddette finalità, tenendo nel dovuto conto le
linee guida e le schede di censimento di immobili e terreni predisposte da
AGENAS;
- per la Provincia di
Cosenza sono state indicate n. 21 Case di Comunità, di cui, in particolare, n.
1 ricadente nel Comune di Spezzano Sila, n. 1 nel Comune di Casali del Manco e
n. 1 nel Comune di Cosenza;
- con Delibera di Giunta
del 23 maggio 2022 il Comune di Spezzano Sila ha manifestato la volontà di
procedere all’acquisizione di un terreno a titolo oneroso sito nel centro
urbano di Spezzano Sila con il fine di realizzarvi la Casa di Comunità di nuova
costruzione nonostante l’esistenza di una struttura funzionale, di proprietà
dell’ASP di Cosenza, ubicata presso la Frazione di Camigliatello Silano del
medesimo Comune;
- dette doglianze sono
state denunziate precedentemente all’adozione della deliberazione di giunta, in
quanto, in data 30 marzo 2022, il Comitato spontaneo volontario denominato:
“Comitato per la casa di comunità silana” ha inoltrato una memoria di
intervento e accesso agli atti della relativa procedura alla Regione Calabria,
all’Asp di Cosenza e allo stesso Comune di Spezzano Sila (inviata per
conoscenza anche al Ministero della Salute, all’AGENAS e al M.E.F.) nella quale
si evidenziava che l’eventuale realizzazione della Casa di Comunità nel centro
urbano di Spezzano della Sila sarebbe risultata contrastante con gli obiettivi
posti dal PNRR e con i decreti attuativi regionali;
- le criticità
rappresentate dal citato Comitato sono rimaste inevase e che, pertanto, la Casa
di Comunità in questione sarà di “nuova costruzione” e addirittura periferica
rispetto allo stesso centro cittadino, raggiungibile esclusivamente con mezzi
privati, mentre, al contrario, la struttura funzionale esistente, ubicata nella
Frazione di Camigliatello Silano, risulta centrale e servita da mezzi pubblici,
oltre che rientrante nella tipologia “adeguamento immobile”;
- la localizzazione della
Casa di Comunità presso il centro cittadino di Spezzano Sila risulta essere
illogica in quanto, nelle immediate vicinanze, saranno presenti quelle del
Comune di Casali del Manco (circa 4,5 km) e di Cosenza (circa 14 km), mentre,
la località di Camigliatello Silano, su cui vi sono notevoli presenze nelle
stagioni invernali ed estive, dista circa 21 km dal centro cittadino;
- la localizzazione della
Casa di Comunità nella frazione di Camigliatello Silano, oltre che un
miglioramento dei servizi dell’Altopiano Silano e di conseguenza della sua
attrattività, considerata l’alta concentrazione di aziende turistico –
ricettive, commerciali ed agricole, consentirebbe una molto più agevole
fruizione di servizi sanitari anche da parte di comuni ed insediamenti
abitativi sparsi, situati sull’Altopiano Silano che, viceversa sarebbero
penalizzati da una diversa collocazione;
- il Comitato in questione,
inoltre, il 22 aprile scorso, nel ribadire l’opportunità della localizzazione e
della realizzazione in località di Camigliatello Silano della “Casa di
Comunità”, prevista dalla “missione 6, salute” del Piano Nazionale di Ripresa e
Resilienza, ha formalmente richiesto un incontro al Presidente della Giunta
regionale senza ottenere alcun riscontro, nonostante la formale diffida
inoltrata dallo stesso Comitato in data 26 giugno 2022;
interroga lo stesso
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
quali misure urgenti intenda
adottare a tutela della corretta attuazione dei fondi PNRR identificati nelle
linee: M6CI – 1,1 Case della Comunità e presa in carico della persona (CdC) destinati al Comune di Spezzano Sila.
(66; 20/07/2022).
Neri. Al Presidente della
Giunta regionale.
Premesso che:
- la società Hermes è una
società partecipata al 100% dal Comune di Reggio Calabria, affidataria di
servizi in regime di ‘in house providing’ la quale si
occupa dei servizi di accertamento e riscossione delle entrate tributarie e
patrimoniali del Comune di Reggio Calabria e dell’erogazione di Servizi
informatici ad alto contenuto specialistico, avvalendosi delle professionalità
presenti in azienda;
- La società, infatti,
svolge attività di supporto tecnico amministrativo, anche di tipo procedurale,
istruttorio ed endoprocedimentale, al Comune di
Reggio Calabria nella gestione dei servizi inerenti le attività di accertamento
e riscossione delle entrate tributarie e patrimoniali del committente e di
tutte le attività connesse, propedeutiche e/o complementari ai medesimi
servizi;
- In particolare, i servizi
attualmente affidati con riferimento all’idrico sono i seguenti:
a. Attivazione contratto ex
art. 10, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
b. Riattivazione o subentro
fornitura ex art. 11 ss all.
A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
c. Disattivazione contratto
ex art. 14, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
d. Voltura contratto ex
art. 15, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
e. Verifica misuratore ex
art. 28 e 30.2, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
f. Sostituzione misuratore
ex art. 30, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
g. Periodicità fatturazione
ex art. 3, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
h. Gestione sportello
fisico e telefonico ex art. 52 e 53, 55 all. A Del.
655/2015 AEEGSI e ss.mm.
i. Reclami, richieste
scritte di informazioni e di rettifiche di fatturazione ex Titolo V all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
j. Obblighi di raccolta
delle misure di utenza ex art. 7, all. A Del.
655/2015 AEEGSI e ss.mm.
k. Procedura di autolettura
dei misuratori di utenza ex art. 8, all. A Del.
655/2015 AEEGSI e ss.mm.
l. Obblighi di
registrazione ex art. 14, all. A Del. 655/2015 AEEGSI
e ss.mm.
m. Obblighi di
comunicazione delle informazioni sulla misura di utenza ex art. 15, all. A Del. 655/2015 AEEGSI e ss.mm.
n. N. 3 sportelli fisici
o. Uno sportello di
assistenza telefonica - Per i punti da a) a f), la società si occupa di
istruire l’istanza del contribuente per sottoporla alla firma del competente
settore comunale e alla sigillatura del misuratore;
mentre non sono effettuate
le attività di installazione/sostituzione/rimozione misuratore. tenuto conto
che - si evidenzia una carenza di personale sia per quanto concerne la
rilevazione delle letture sul territorio secondo la normativa ARERA e l’assenza
di personale tecnico per le attività sui misuratori
(installazione/rimozione/sostituzione), nonché carenza di personale per le
attività di front office e sportello di assistenza telefonico/telematico;
- sarebbe necessaria una
bonifica della Banca dati da effettuare tramite attività di censimento utenze
sul territorio da cui deriva l’attività di installazione nuovi misuratori o
sostituzione misuratori guasti/obsoleti/illeggibili e per la quale si evidenzia
la carenza di personale per questa attività da svolgere ‘una tantum’;
preso atto che - La società
Hermes non possiede autonomia gestionale, in quanto trattasi di ente
strumentale e non ente gestore, con la conseguenza che le attività sono
rallentate per l’eccessiva burocratizzazione dei processi. - Sarebbe opportuno
nel passaggio della gestione del servizio da Hermes al nuovo soggetto gestore
che fossero ben definite: modalità e tempistiche, attraverso apposito
cronoprogramma, la situazione dei crediti pregressi (residui attivi) del servizio
idrico da riscuotere già iscritti nei bilanci del Comune tutto ciò premesso e
considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- se è ipotizzabile
l’ingresso della Regione Calabria nella compagine sociale di Hermes o un
eventuale inserimento della società Hermes nella nuova multiutility regionale
per la gestione dei servizi idrici e dei rifiuti (di cui alla legge regionale
20 aprile 2022, n. 10), tenuto conto che la Hermes, allo stato attuale, è
l’unica società di riscossione interamente pubblica, esistente nel panorama
regionale.
(68; 25/07/2022).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- nel luglio 2006 precipitazioni
eccezionali, intense e persistenti, hanno colpito il territorio del Vibonese;
il fenomeno ha
prevalentemente interessato la dorsale collinare che dall’abitato di Vibo
Valentia scende verso Vibo Marina e, in particolare, la fascia urbana costiera
prospiciente la frazione di Bivona;
- l’intensità delle piogge
ha causato piene eccezionali in tutti i corsi d’acqua, con conseguenti
allagamenti determinando una situazione drammatica aggravata dall’abbondante
trasporto solido di detriti rocciosi e vegetali che hanno ostacolato il libero
deflusso delle acque, facilitando l’esondazione;
- molte abitazioni e
attività commerciali sono state completamente allagate e sommerse da fango e
detriti vari, diverse strade dissestate, una struttura turistica nella frazione
di Bivona è stata letteralmente cancellata;
- il violento evento
atmosferico ha causato 4 vittime, fra le quali un bambino di 15 mesi che ha
perso la vita dopo esser stato trascinato dalle acque insieme con un
soccorritore, rimasto a sua volta ferito;
- con ordinanza del
presidente del Consiglio dei ministri n. 3531 del 7 luglio 2006, il presidente
della Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per l’adozione
delle iniziative volte al superamento dell’emergenza;
- con delibera di Giunta
regionale n. 495 del 6 novembre 2018 è stato approvato il “Piano direttorio per
il completamento di interventi necessari al superamento delle criticità che
hanno determinato lo stato di emergenza nel territorio di Vibo Valentia del
luglio 2006 ed individuazione del soggetto attuatore”;
- con ordinanza n. 80 del 2
maggio 2013 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha autorizzato il
presidente della Regione Calabria a predisporre un piano di interventi per
superare le criticità dell’evento sopra richiamato, disponendo altresì di
trasferire le risorse residue sul bilancio della Regione Calabria;
- le risorse residue,
secondo quanto indicato nel decreto del presidente della Regione Calabria n. 90
del 2 luglio 2013, ammontano ad € 11.724.912,28;
Considerato che - nel piano
direttorio (D.G.R. n. 495/2018) sono stati individuati gli interventi da
realizzare di cui al “Piano Versace” indicando come soggetto attuatore il
Comune di Vibo Valentia e il settore Protezione Civile quale struttura
competente per il coordinamento delle attività necessarie per il completamento
degli interventi in regime ordinario da eseguirsi nel contesto delle criticità
in atto nel territorio di Vibo Valentia;
- con fondi del Piano di
sviluppo e coesione (Psc) della Regione Calabria erano
stanziate risorse pari a circa 7.000.000 di euro per “Aiuti alle imprese
turistiche dell’area di Vibo Valentia colpite dall’alluvione nel 2006”, così
come certificati dalla Commissione di verifica della Protezione civile e dalla
Camera di commercio di Vibo Valentia, deputata ai controlli;
- con delibera del
Consiglio regionale del 04 luglio 2022 le risorse richiamate al punto
precedente sono state disimpegnate per gli interventi inizialmente previsti;
per sapere:
1. quali sono le ragioni
della mancata attuazione del “Piano direttorio per il completamento di
interventi necessari al superamento delle criticità che hanno determinato lo
stato di emergenza nel territorio di Vibo Valentia del luglio 2006 ed
individuazione del soggetto attuatore” approvato con delibera di Giunta
regionale n. 495 del 6 novembre 2018;
2. se gli oltre 11 milioni
di euro destinati all’attuazione degli interventi previsti dalla delibera di
Giunta regionale n. 495 del 6 novembre 2018 sono stati effettivamente iscritti
a bilancio e, in caso affermativo, in quali capitoli.
3. Come si intendono
impegnare i fondi Psc pari a 7 milioni di euro
destinati inizialmente al risarcimento delle imprese turistiche dell’area di
Vibo Valentia colpite dall’evento alluvionale del 3 luglio 2006;
4. se non si ritenga
opportuno impegnare dette risorse, pari a 7 milioni di euro, per finanziare gli
interventi destinati alla delocalizzazione dei depositi costieri, attualmente
insediati nell’area del porto di Vibo Marina, anche come forma di ristoro al
territorio colpito dall’alluvione del 3 luglio 2006.
(60; 07/07/2022).
Bruni, Tavernise
e Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-con il decreto Calabria
(Decreto-legge 30 aprile 2019, n. 35, convertito in Legge 25 giugno 2019, n.
60) è stata, a fronte della mancanza di medici nel SSN, codificata la
possibilità per il medico specializzando di essere assunto a partire dal terzo
anno con contratto subordinato a tempo determinato e orario a tempo parziale;
-successivamente l’ambito
di operatività del decreto è stato esteso dalla Calabria a tutto il territorio
italiano;
- tale possibilità ha
l'obiettivo di utilizzare giovani medici secondo la propria specializzazione o per
quelle equipollenti e nei fatti legano la propria prospettiva lavorativa a un
determinato territorio;
-la norma di assoluta
novità, rafforzata nella legge finanziaria 2019, ha di fatto anticipato di
circa tre anni l'impiego lavorativo degli specializzandi. Considerato che: -
per iniziativa della Conferenza Stato-Regioni, sono state apportate ulteriori
specifiche, tramite Accordi quadro tesi a definire il raccordo tra attività
formative e attività lavorative.
Tenuto conto che: - la
norma prevede una sorta di doppio canale, stabilendo che a partire dal terzo
anno del corso di formazione specialistica, i medici, i medici veterinari, gli
odontoiatri, i biologi, i chimici, i farmacisti, i fisici e gli psicologi,
regolarmente iscritti, sono ammessi alle procedure concorsuali per l’accesso
alla dirigenza del ruolo sanitario nella specifica disciplina bandita e
collocati, all’esito positivo delle medesime procedure, in graduatoria
separata;
- ciò produce di fatto una
relazione consentendo allo specializzando il completamento del percorso
formativo e producendo, allo stesso tempo, anche un legame giuridico e
professionale con l'azienda sanitaria che procede all’assunzione. Preso atto
che: - tale strumento è stato adottato per rispondere alle gravi carenze di organico
dei nostri ospedali;
- il 31 dicembre 2022 scade
la possibilità, prevista inizialmente dal Dl Calabria e poi estesa al
territorio nazionale, di assumere a tempo determinato gli specializzandi dal
terzo anno, che possono accedere ai concorsi pubblici ed entrare in
graduatoria, ottenendo altresì la possibilità di essere assunti a tempo
indeterminato una volta conseguita la specializzazione senza alcuna nuova
procedura selettiva. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
1. quante procedure
concorsuali sono state esperite con l'utilizzo del doppio canale;
2. il numero degli
specializzandi assunti nel SSR;
3. quante graduatorie
attive esistono con la presenza di specializzandi idonei;
4. quali iniziative intende
assumere considerato che la norma consente l'utilizzo di tale strumento sino al
31 dicembre 2022 nonostante la grave carenza di personale in atto.
(62; 12/07/2022).
Irto, Alecci, Bevacqua, Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- le condizioni del comparto sanitario
pubblico nell’Area Metropolitana di Reggio Calabria sono da tempo
caratterizzate, per fatto notorio, da innumerevoli criticità;
- in particolare, l’area
tirrenica a nord del capoluogo (Piana di Gioia Tauro e territori
pre-aspromontani) risentono di una oramai risalente carenza di strutture,
strumenti e personale;
- l’iter per l’edificazione
del Nuovo Ospedale della Piana, da realizzarsi in Palmi, ha avuto inizio il
7.12.2007 con la sottoscrizione dell’Accordo di Programma tra Ministero della
Salute e Regione Calabria, finanziato mediante D.P.C.M. 11.12.2007 “con somma
urgenza”;
- si è giunti al bando di
gara il 1° agosto 2011, dopo 3 anni e 7 mesi;
- il contratto per la
costruzione del nosocomio con la società Tecnis è
stato stipulato l’8 maggio 2015, dopo 3 anni e 9 mesi;
- il progetto definitivo e
l’indizione della conferenza dei servizi risalgono all’8 novembre 2018, ossia 3
anni e 6 mesi dopo il precedente atto;
- il 30 ottobre 2019 la
società D’Agostino è subentrata quale concessionario a Tecnis;
- l’11 febbraio 2021 si è
conclusa la conferenza dei servizi;
- in esito alla stessa è
emersa la necessità di rimuovere alcuni tuboli di irrigazione di dichiarato
interesse archeologico;
- inoltre, permangono sul
sedime due elettrodotti per la rimozione dei quali è intervenuta apposita
convenzione tra Regione Calabria e Rete Terna il 22 ottobre 2020, nonostante lo
studio di fattibilità relativo a tale intervento risalga al 20 luglio 2017;
- a distanza di 14 anni dall’inizio
dell’iter, il R.U.P. per la Regione Calabria, riscontrando una nota trasmessa
dall’Associazione ProSalus di Palmi, in data 12
gennaio 2022 ha rappresentato che la consegna dei lavori non potrà avvenire
senza che siano definite le vicende inerenti le problematiche su terre e rocce
da scavo, lo spostamento degli elettrodotti, gli adeguamenti prescritti in sede
di Conferenza dei Servizi, l’approvazione del Progetto Definitivo e,
successivamente, del Progetto Esecutivo;
Considerato che: - nel
Programma Operativo 2022-2025 del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro,
si prevede l’approvazione del progetto esecutivo entro il mese di agosto 2023
ed un avanzamento fisico pari al 75% dei lavori contrattuali entro la fine del
2025, con ultimazione dei lavori e collaudo entro la fine del 2026;
- l’intera rete di
assistenza territoriale nella fascia tirrenica reggina, nella Piana e nei
territori pre-aspromontani risente di uno stato di emergenza costante, dovuto
alla carenza di personale ed al deficit strumentale e strutturale;
- a riprova di ciò,
nell’ottobre 2021 è stata disposta la chiusura del Pronto Soccorso di Gioia
Tauro;
- nel mese di febbraio 2022,
nell’ambito della mappa degli interventi definita dall’ASP di Reggio Calabria
si è previsto che l’ex Ospedale “Pentimalli” di
Palmi, oggi Casa della Salute, venga riconvertito in Casa di Comunità;
- il 25 giugno 2022 l’ASP
di Reggio Calabria ha disposto il reclutamento di specialisti ambulatoriali
interni per tutte le strutture di propria competenza;
- alla fine di giugno 2022
molti reparti dell’Ospedale Santa Maria degli Ungheresi di Polistena – unica
struttura spoke del territorio – sono stati chiusi e
gli interventi chirurgici sospesi;
- all’inizio di luglio
anche il Pronto Soccorso di Polistena è rimasto privo di personale, tanto che
la Commissaria Straordinaria dell’ASP di Reggio Calabria ................. ha
sentito il dovere di indossare il camice e coprire un turno;
- con provvedimento del 10
luglio 2022, prot. n. 34841, il Collegio di Direzione dell’ASP di Reggio
Calabria ha disposto la chiusura dei Punti di Primo Intervento di Palmi, Scilla
ed Oppido Mamertina, trasferendo temporaneamente il personale medico presso il
Pronto Soccorso del nosocomio di Polistena;
- in sostanza, l’intero
comparto sanitario dell’area di riferimento è cronicamente sguarnito e non è in
grado di garantire i livelli di assistenza essenziali;
- tale condizione tende a peggiorare,
quanto agli effetti, in ragione del fisiologico aumento della popolazione che
si registra in estate nei territori di riferimento;
- peraltro, proprio l’area
costiera della Città di Palmi (frazioni Tonnara, Pietrenere,
Scinà) – che nel periodo estivo è popolata da migliaia di persone in ragione
dei flussi turistici territoriali, nazionali ed internazionali – è
completamente sprovvista di qualsivoglia minimo presidio;
Tutto ciò premesso e
considerato interrogano il Presidente della Giunta Regionale, anche n. q. di
Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del
Sistema sanitario nella Regione Calabria
per sapere:
- se è a conoscenza dei
fatti su esposti;
- quali azioni intenda
intraprendere per garantire i livelli di assistenza nella Piana di Gioia Tauro,
nella fascia Tirrenica Reggina e nei territori pre-aspromontani;
- se intenda adottare
provvedimenti per la riapertura immediata ed il potenziamento del Punto di
Primo Intervento di Palmi;
- se intenda adottare
provvedimenti per la realizzazione in concreto della Casa di Comunità di Palmi;
- se intenda adottare
provvedimenti per istituire un pur minimo presidio sanitario presso l’area
costiera della Città di Palmi;
- quali azioni intenda
intraprendere per velocizzare l’iter di realizzazione dell’Ospedale della Piana
in Palmi.
(64; 14/07/2022).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- l’acquedotto Abatemarco è
il più grande e complesso degli schemi idrici della Calabria. Attraversa per
oltre 60 km alcune delle aree geologicamente e morfologicamente più tormentate
dell’intero territorio calabrese. Le elevatissime pressioni di esercizio e
l’instabilità dei versanti attraversati lo rendono sovente soggetto a rotture
con interruzioni dell’esercizio. I due centri di utenza più rilevanti (le Città
di Rende e Cosenza) sono posti al termine del suo lungo sviluppo subendo in tal
modo ogni perturbazione dell’assetto funzionale dello schema. L'Abatemarco
fornisce il 10% di tutte le risorse idriche degli acquedotti regionali.
Costruito negli anni ’70, ha una rete di 200 km di condotte ed eroga 25 milioni
di metri cubi d'acqua a 25 Comuni: San Donato di Ninea, Altomonte, San Sosti,
Mottafollone, S. Agata d'Esaro, Malvito, S. Caterina Albanese, Roggiano
Gravina, Tarsia, San Marco Argentano, Cervicati, Torano Castello, Montalto
Uffugo, S. Martino di Finita, Lattarico, Mongrassano, Cerzeto, Rota Greca, S.
Benedetto Ullano, Bisignano, Carolei, Mendicino, Rende, Castrolibero e Cosenza.
Considerato che: - nell'estate del 2017 Regione Calabria, Sorical,
Università della Calabria e i Comuni interessati, nel mezzo di una crisi idrica
aggravata da un lungo periodo di siccità, definirono una serie di interventi
per la messa in sicurezza dello schema idrico dell’acquedotto Abatemarco e per
l’ingegnerizzazione delle reti idriche dei comuni serviti dallo stesso
acquedotto;
- il 12 settembre 2018
l’assessore regionale alle infrastrutture dell’epoca, Roberto Musmanno, ha illustrato ai sindaci dei Comuni serviti
dall’acquedotto Abatemarco il progetto “Cantiere Abatemarco”, oggetto di un
protocollo d'intesa approvato dalla Giunta regionale con delibera n. 447
dell’11 ottobre 2018, che regolava i rapporti fra Regione, Autorità idrica
della Calabria (Aic), Sorical
e Amministrazioni locali. La stessa delibera stabiliva che i perimetri
territoriali potevano essere anche diversi, su richiesta dei singoli Comuni e
per manifesta volontà dell’Autorità Idrica Calabrese e della Sorical;
- nell’ambito del “Cantiere
Abatemarco” sono stati previsti importanti lavori per un progetto a sistema
unico che prevedeva da un lato lavori infrastrutturali per 10 milioni di euro
sulla condotta adduttrice e per quasi 13 milioni di euro sulle reti comunali
dei 25 Comuni serviti dall'acquedotto, - dall’altro alcuni importanti
innovazioni nella gestione amministrativa del servizio idrico. Nello specifico,
i lavori infrastrutturali avrebbero dovuto consentire la riduzione delle
perdite idriche sulle reti dei Comuni. Da un punto di vista amministrativo
invece, era previsto il censimento delle utenze, l’installazione di nuovi
contatori e la fatturazione bimestrale e riscossione di crediti con il supporto
di Sorical al fine di ridurre gli allacci abusivi e
la morosità. Erano previsti inoltre altri interventi per l’ingegnerizzazione
delle reti idriche, già avviati per Cosenza, e che avrebbero dovuto essere
estesi ai rimanenti Comuni serviti dall'Abatemarco;
- il 24 novembre 2020 la
Regione Calabria su proposta dell’Assessore all’Ambiente dell’epoca,
.............., ha comunicato alla Sorical la volontà
di demandare l’attuazione del protocollo d’intesa “Cantiere Abatemarco” al
dipartimento Tutela dell’ambiente. Con la stessa delibera, la Regione ha
disposto anche il subentro dello stesso dipartimento nella procedura di progettazione
e appalto degli interventi di ingegnerizzazione delle reti idriche di
distribuzione cittadine, invitando Sorical ad inviare
tutta la documentazione prodotta fino a quel momento;
- il 13 aprile 2021 i
sindaci dei Comuni della provincia di Cosenza serviti dall’acquedotto
Abatemarco, alla presenza dell’assessore all’Ambiente, ............, hanno
firmato l’Accordo di programma per poter avviare le gare d’appalto e i
successivi lavori sulle reti idriche comunali. L’assessore, in quell’occasione,
riferiva di aver siglato altri cinque accordi, su base provinciale, con i
Comuni più grandi, per circa 58 milioni di euro che, sommati ai 12 milioni del
progetto “Cantiere Abatemarco”, portavano a 70 milioni gli investimenti
complessivi destinati al settore delle reti idriche. Il piano complessivo
prevedeva una fase iniziale di studio dei circa 1.200 km di reti idriche
cittadine:
il rilievo e la mappatura
della rete;
la restituzione dati;
la ricerca perdite;
il rilievo contatori di
utenza;
l’analisi delle utenze;
la campagna di monitoraggio
portate,
pressioni e livelli
serbatoi e misura del grado di perdita;
la costruzione di un
modello matematico per la simulazione del funzionamento della rete;
l’individuazione degli
interventi da realizzare;
la distrettualizzazione
della rete. Prevista anche una serie di lavori per la realizzazione di nuovi
tratti, per riparazioni di perdite, sostituzione di valvole e contatori.
Tenuto conto che: - i
risultati attesi del progetto riguardavano la razionalizzazione del modello
organizzativo, la riduzione delle perdite fisiche e amministrative, la
riduzione dei costi della gestione amministrativa, l’agevolazione per gli
utenti attraverso la fatturazione bimestrale. Nello specifico le attività del
progetto “Cantiere Abatemarco” prevedevano: regolazione del servizio attraverso
la redazione di un “regolamento unico di somministrazione di acqua potabile,
redazione di un contratto di utenza, verifica della tariffe applicate ed
elaborazione della tariffa del servizio idrico integrato”;
ricognizione attraverso
l’acquisizione, verifica, integrazione dei dati di utenza;
organizzazione dei percorsi
di lettura nell’aree urbane, verifica e lettura dei contatori, bilancio idrico,
acquisizione storica dei consumi;
fatturazione attraverso la
lettura dei contatori, calcolo degli importi da fatturare, emissione delle
fatture intestate al Comune e relazione con l’utenza.
Preso atto che: - è
necessario fare chiarezza sul progetto “Cantiere Abatemarco” per non andare
incontro ad un possibile disimpegno di quelle risorse finanziarie allocate nel
Por Calabria 2014/2020 e nel Patto per la Calabria e che, per gli interventi di
ingegnerizzazione delle reti idriche, riguardano, oltre ai comuni del cosentino
ricadenti nel progetto “Cantiere Abatemarco”, anche i 5 comuni capoluogo di
provincia (per oltre 30 milioni di euro), altri 6 comuni della provincia di
Catanzaro (Lamezia Terme, Sellia Marina, Soverato, Borgia, Girifalco, Curinga),
11 comuni della provincia di Cosenza (Corigliano-Rossano, Castrovillari, Acri,
Cassano allo Ionio, San Giovanni in Fiore, Amantea, Cetraro, Scalea, Paola,
Luzzi, Crosia), 7 comuni della città metropolitana di Reggio Calabria (Siderno,
Taurianova, Palmi, Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Rosarno, Locri), 3 comuni
della provincia di Crotone (Cirò Marina, Isola di Capo Rizzuto, Cutro), 9
comuni della provincia di Vibo Valentia (Ricadi, Tropea, Pizzo, Nicotera,
Mileto, Serra San Bruno, Rombiolo, Filadelfia, Zambrone), per un totale di €
99.605.083,67. Altri 14 milioni di euro, sempre relativi al progetto “Cantiere
Abatemarco”, risultavano essere destinati ad interventi di regolamentazione,
ricognizione delle utenze e installazione di contatori di ultima generazione,
nel complesso funzionali alla successiva fatturazione diretta alle utenze per
come richiesto dalla normativa nazionale vigente e dall’ARERA (Autorità di
Regolazione per Energia Reti e Ambiente), che approva le tariffe da applicare
all’utenza;
- la Calabria è l’unica
regione d’Italia che non ha adeguato la gestione del servizio idrico alle norme
nazionali, con un ritardo che sta compromettendo la qualità del servizio e
aumentando il numero dei Comuni in dissesto finanziario. Tutta la Calabria vive
una continua emergenza idrica: le strade si allagano, il servizio viene spesso
interrotto, non esiste una mappatura, trovare i punti di rottura è spesso
un’impresa, stante la gestione frammentata delle reti;
- al momento non risulta
essere stato effettuato nessun intervento sull’acquedotto Abatemarco, per
perfezionare il servizio e modernizzare un impianto spesso inefficiente,
obsoleto e costoso. Gli utenti dei comuni del cosentino lamentano frequenti
disservizi e gli Enti sono costretti agli straordinari per mettere una pezza
sulle malridotte condotte. Tutto ciò premesso e considerato interroga il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. che iniziative stia
assumendo la Regione Calabria, dopo l’approvazione della legge relativa
all’organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente e la pubblicizzazione
di So.Ri.Cal., per definire il soggetto attuatore del
progetto “Cantiere Abatemarco”, sbloccando le risorse impiegate e iniziando,
così, concretamente il risanamento del sistema idrico calabrese, con un
migliore utilizzo della rete e il recupero di notevoli volumi d’acqua;
2. se intende attivarsi per
conoscere la situazione dei vari interventi previsti nel progetto “Cantiere
Abatemarco”, l’attuale effettiva disponibilità delle risorse impegnate negli
anni, ottenere precise indicazioni sui tempi e sulle modalità di esecuzione
degli stessi, stante l’assoluta emergenza in cui versa il servizio idrico
integrato della Calabria.
(65; 15/07/2022).
Irto, Alecci, Bevacqua, Iacucci, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- Considerato che: -
recentemente è stata pubblicata su alcuni organi di stampa la notizia che il
Governo Nazionale ha revocato alla Regione Calabria un finanziamento già
concesso di 43 milioni di euro;
- questi fondi erano stati
inizialmente destinati per il piano di bonifica dall’amianto dei soli edifici
pubblici e successivamente, considerate le difficoltà riscontrate nell’utilizzo
da parte di alcune Regioni, ne è stata rimodulata la destinazione per
interventi generali di bonifica sempre dall’amianto;
- la revoca da parte del
Ministero della Transizione Ecologica sembrerebbe sia dovuta alla mancata
comunicazione nei termini da parte della Regione Calabria della volontà di
continuare a utilizzare tali risorse per la nuova destinazione. Rilevato che: -
nell’ultimo periodo, la rete regionale di centraline per il controllo della
qualità dell’aria della Calabria sembrerebbe non stia più trasmettendo i
risultati alla rete nazionale;
- tale interruzione di
comunicazione di dati potrebbe essere stata determinata dal mancato rispetto di
alcuni impegni contrattuali verso la società privata che gestisce il servizio,
in particolare il mancato pagamento dei corrispettivi economici e il mancato
rinnovo del contratto;
- l’interruzione del flusso
continuo di dati relativi alla qualità dell’aria comporta una carenza tale da
rendere difficile, se non impossibile, monitorare in modo adeguato lo stato
dell’ambiente in Calabria, così determinando gravi conseguenze per la salute
dei cittadini;
- la gravità
dell’interruzione del servizio di monitoraggio della qualità dell’aria
potrebbe, inoltre, comportare l’apertura di una procedura di infrazione con
notevoli ripercussioni nei confronti della Regione. Tutto ciò premesso e
rilevato interrogano il Presidente della Giunta regionale, anche nella qualità
di titolare della delega all’Ambiente,
per sapere:
- le ragioni della mancata
comunicazione nei termini da parte della Regione Calabria della volontà di continuare
a utilizzare le risorse in conseguenza della nuova destinazione di interventi
generali di bonifica da amianto e quali iniziative si intendano avviare per
permettere il recupero di tali somme di fondamentale importanza per la nostra
regione, essendo numerosissimi i siti presenti sul territorio che necessitano
di interventi di bonifica da amianto;
- le motivazioni del
mancato rinnovo del contratto con la società privata di gestione del servizio
di monitoraggio regionale della qualità dell’aria, che ha determinato la grave
omissione di comunicazione dei dati alla rete nazionale, e quali interventi si
intendano attuare per ripristinare con assoluta celerità il funzionamento della
rete dei rilevatori della qualità dell’aria della regione Calabria.
(67; 21/07/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
-da oltre 2 anni il
Poliambulatorio di Gizzeria, in contrada Mortilla, è
chiuso per disposizione dell'Asp di Catanzaro;
che tale chiusura è
inspiegabile e immotivata in considerazione non solo dell’importante e prezioso
ruolo svolto dalla struttura in questione per tutto il comprensorio, ma anche
dei livelli di diffusione della pandemia da Covid19, tutt'oggi ancora elevati;
che la chiusura di questo
come di altri presidi sanitari contraddice, inoltre, gli obiettivi di
rafforzamento della medicina dei servizi territoriali e, dunque, di tutte
quelle importanti prestazioni sanitarie di primo livello e pronto intervento
che hanno come scopo quello di prevenire l'aggravarsi delle condizioni della
persona e, allo stesso tempo, si pongono come alternativa all'ospedalizzazione;
che il perdurare di detta
situazione contraddice, infine, quanto dettato dal piano nazionale di ripresa e
resilienza, missione 6, in materia di sanità territoriale. Tutto quanto sopra
premesso, interroga il Presidente della Giunta regionale anche nella funzione
Commissario ad Acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
settore sanitario,
per sapere:
1. se è conoscenza della
chiusura del Poliambulatorio di contrada Mortilla di
Gizzeria;
2. le motivazioni alla base
della chiusura di tale importante presidio sanitario;
3. se e quali provvedimenti
intenda adottare per una tempestiva riapertura.
(69; 26/07/2022).
Mammoliti. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- l'Ospedale di Serra San
Bruno è stato, per decenni, un punto di riferimento assolutamente fondamentale
dell'ASP di Vibo Valentia. - La sua realizzazione, in quanto finalizzata a
rendere concretamente fruibile il servizio sanitario provinciale da parte di un
ampio bacino di utenza (oltre quarantamila persone), ha rappresentato una vera
e propria conquista di civiltà per la quale si sono battute, negli anni
sessanta e settanta, le forze politiche e sociali che, all'epoca, erano maggiormente
rappresentative sul territorio dell'allora provincia di Catanzaro.
- l'Ospedale di Serra San
Bruno ha, infatti, consentito, alla numerosa popolazione dei comuni montani che
ruotano attorno a Serra San Bruno, di beneficiare dell'assistenza sanitaria essenziale
che, in mancanza di detto ospedale, sarebbe stato estremamente difficile
garantire. E ciò in quanto Serra San Bruno e gli altri comuni vicini sono
situati in zone montuose, molto distanti e mal collegate alla città di Vibo
Valentia e al relativo ospedale cittadino.
- Non a caso l'ospedale di che trattasi nacque
anche sotto la spinta dello scalpore che, in seno all'opinione pubblica, era
stato suscitato da diversi casi di persone decedute nel lungo, tortuoso e,
durante la stagione invernale, pressoché impercorribile, tragitto per
raggiungere l'Ospedale di Vibo Valentia. Purtroppo, ormai da qualche anno,
l'Ospedale di Serra San Bruno è interessato da un lento e inesorabile processo
di decadimento che non sembra voler cessare. Infatti, l'anzidetto nosocomio
presenta rilevanti carenze di organico, oltre che strumentali e strutturali,
rispetto alle quali poco o nulla è stato, finora, fatto in termini di
individuazione e successiva applicazione di misure effettivamente risolutive.
In particolare, gravissime carenze di personale medico-sanitario si registrano
nei reparti di Pronto Soccorso, di Chirurgia, di Radiologia e di Medicina. A
dette carenze di personale, si accompagna, poi, la disorganizzazione dei
reparti nei quali i pochi medici rimasti si trovano a gestire “situazioni
limite” in condizioni di scarsa sicurezza ed esponendosi, spesso, alle
“aggressioni” degli utenti esasperati dalle lunghe attese e dalla mancanza di
prestazioni sanitarie efficienti. Infine, su tutta questa, a dir poco,
drammatica situazione, aleggia, anche, il dubbio che l'Ospedale di Serra San
Bruno possa, da qui a breve, essere privato del suo importantissimo ruolo di
presidio posto a servizio dei numerosi comuni montani situati nelle vicinanze e
che, ove questo dubbio dovesse trasformarsi in certezza, resterebbero,
letteralmente, “tagliati fuori” nella fruizione, efficace ed efficiente, del
servizio sanitario provinciale per ovvie ragioni legate alla distanza che li
separa dall'ospedale di Vibo Valentia e dagli altri ospedali della provincia e
alla deficitaria viabilità. Tutto quanto sopra premesso, si interroga il
Presidente della Giunta regionale, anche nella sua qualità di Commissario ad
acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario
della Regione Calabria, per sapere:
per sapere:
1) se, nel Programma
Operativo Sanitario Regionale, è stata prevista la conferma dell'Ospedale di
Serra San Bruno quale ospedale cosiddetto di “montagna”;
2) quali utili e tempestive
iniziative si intendono adottare per garantire, nell'immediatezza, i livelli
essenziali di assistenza sanitaria.
(70; 26/07/2022).
Bruni, Bevacqua e Tavernise. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 14 dicembre 2021 veniva
approvata la Legge Regionale n. 32 con la quale si è provveduto all’Istituzione
dell’ente di governance della sanità regionale calabrese denominata “Azienda
per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero” attribuendo
a questa tutta una serie di competenze di governo del sistema sanitario;
- “Azienda Zero” è un ente
del Servizio sanitario regionale dotato di personalità giuridica di diritto
pubblico e di autonomia imprenditoriale, tecnica, gestionale e contabile;
- tale azienda è istituita
al fine di perseguire la programmazione, la razionalizzazione, l'integrazione e
l'efficientamento, nonché il controllo direzionale e gestionale dei servizi
sanitari, sociosanitari e tecnico-amministrativi del Servizio sanitario
regionale. Tenuto conto che: - dall’istituzione del nuovo ente di governance ad
oggi si sono alternati diversi interventi politici e legislativi con rimandi
normativi e modifiche di articoli e commi. In particolare, sono state approvate
già ben quattro leggi volte a modificare l’originario impianto normativo del
dicembre 2021 per come di seguito indicate: • la legge regionale 2 marzo 2022,
nr. 4 ha apportato una serie di modifiche sostanziali – e non semplici passaggi
tecnici - alla l.r. 32 del 2021 per come segnalate
dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per gli Affari regionali e
le autonomie, per renderla maggiormente intellegibile ed evitare problemi
interpretativi, modifiche che, con ogni evidenza, il governo ha chiesto in
cambio della decisione benevola di non impugnare la legge istitutiva. In alcuni
casi si tratta di refusi o di chiarimenti interpretativi. In altri proprio no.
Come nel caso della cosiddetta norma di salvaguardia, che ha lo scopo di
«garantire le prerogative spettanti al commissario ad acta fino al termine del
periodo di commissariamento, nonché a salvaguardare l’applicazione delle norme
nazionali». La norma specifica che fino a quando sarà in atto il
commissariamento sono «fatte salve, nell’attuazione della presente legge, le
competenze attribuite al Commissario ad acta». La seconda aggiunta prevede che
la legge su Azienda zero si applichi «laddove non in contrasto con quanto
disposto dal decreto-legge 10 novembre 2020, n. 150 (il “Decreto Calabria”, ndr). Con tutta evidenza il governo si è voluto tutelare
mettendo i paletti all’Azienda zero e richiamando la centralità del
commissario;
- la legge regionale 1
marzo 2022 nr. 1 è intervenuta assegnando ad Azienda zero tutto il sistema
regionale dell’emergenza urgenza 118 ed elisoccorso e il numero unico di
emergenza 112;
- la legge regionale 6
maggio 2022, n. 12 ha meglio precisato i compiti con riferimento al numero
unico di emergenza 112;
- la legge regionale 7
luglio 2022, n. 21 ha modificato l’art. 12 della l.r.
32 del 2021 prevedendo la nomina di un Commissario straordinario di Azienda
Zero. Preso atto che: - con DCA nr. 59 del 24 maggio 2022 è stato approvato il
Piano Operativo regionale degli Investimenti relativi alla Missione 6 “Salute”
del PNRR;
- con DCA nr. 60 del 24
maggio 2022 sono state disciplinate, in conformità a quanto previsto dalla
legge regionale 15 dicembre 2021, n.32, le attività necessarie per garantire il
funzionamento e i tempi di attuazione di Azienda zero prevedendo un percorso
realizzativo in due fasi: • la prima fase ridisegnando il sistema e il processo
di accentramento di competenze e risorse professionali;
- la seconda fase avviando
la riallocazione di queste tra Dipartimento Tutela della Salute e Servizi
Sociali e Socio Sanitari e Azienda Zero;
- con DCA nr. 61 del 24
maggio 2022 è stato nominato il prof. ............. quale Commissario
straordinario di Azienda zero, con decorrenza dall’1/6/2022 per la durata di 12
mesi, prorogabili di ulteriori 12 mesi, prevedendo un compenso omnicomprensivo
corrispondente al 90% del compenso spettante al Direttore Generale delle
aziende sanitarie della Regione Calabria, unitamente al rimborso delle spese di
missione sostenute in ragione dell’incarico e liquidate secondo le misure e le
modalità previste per i Dirigenti generali della Regione Calabria;
- tale nomina è stata
legittimata successivamente con l’approvazione della Legge regionale 7 luglio
2022, n. 21, che ha modificato l’art. 12 della l.r.
2021 numero 32 inserendo il “1-bis ‘Il Commissario straordinario di Azienda
Zero, nelle more della definizione dell'organizzazione necessaria, esercita le
funzioni di cui alla presente legge per il tramite del Dipartimento Tutela
della salute e delle sue articolazioni amministrative nonché delle Aziende del
Servizio sanitario regionale”. Tutto ciò premesso e considerato interrogano il
Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1. se la mancata
attivazione di Azienda Zero ha generato una condizione di stallo, nonché
confusione tra competenze aziendali e competenze del Dipartimento Salute,
soprattutto in riferimento a quelle competenze trasferite al nuovo Ente del
servizio sanitario regionale;
2. quando e come Azienda
Zero entrerà in funzione;
3. il perché la Giunta non
abbia ancora emanato la DGR atta a specificare il funzionamento e i tempi di
attuazione dell'Azienda Zero.
(71; 27/07/2022).
Tavernise.
Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- la strada statale 283
delle Terme Luigiane, in provincia di Cosenza, dal
chilometro 15+970 al chilometro 18+240, è stata chiusa al traffico dal 28
giugno 2021 a causa della necessità del ripristino del viadotto Valle Leto.
Considerato che: - questa arteria è di fondamentale importanza per la viabilità
del vasto comprensorio, in quanto questo tratto di strada rappresenta il
collegamento principale tra il Tirreno cosentino e lo Ionio, oltre ad essere
estremamente rilevante per i collegamenti tra i Comuni della Valle dell’Esaro e
quelli del Tirreno cosentino;
- il 28 luglio 2022 sono
state riaperte le Terme Luigiane, lo stabilimento
termale più importante della Calabria, che dà anche il nome alla strada. Si
tratta di un momento di svolta per l’economia del territorio e per il turismo
della costa tirrenica, inficiato però dalle critiche condizioni in cui versa
l’arteria stradale che dalle zone interne del cosentino conduce agli impianti
termali. Tenuto conto che: - a dicembre 2021 ben 34 sindaci della provincia di
Cosenza hanno già chiesto alla Regione Calabria, al Ministro delle
infrastrutture e della mobilità sostenibili e all’Anas di essere messi al
corrente dello stato della pratica dei lavori di ripristino del viadotto Valle
Leto, in quanto la chiusura della strada ha provocato notevoli disagi ai
cittadini residenti dell’ampio territorio ed ai turisti, costretti ad
effettuare una deviazione di diversi chilometri in una strada alternativa non
assolutamente adeguata al traffico veicolare caratteristico della SS 283.
Frequentemente, infatti, la presenza di mezzi pesanti ha comportato gravi
rallentamenti e, non di rado, addirittura il blocco del traffico. Troppo spesso
gli autoarticolati o gli autobus si trovano costretti a compiere manovre
assurde e pericolose per poter uscire dalle strettoie della carreggiata che
caratterizzano il percorso alternativo. Preso atto che: - anche per questa
estate non si riusciranno a finire i lavori di messa in sicurezza del viadotto
Valle Leto, che risultano addirittura ancora neanche iniziati, e ciò
rappresenterà un ennesimo danno per l'economia del territorio cosentino,
soprattutto nel settore turismo e in particolare per le Terme Luigiane, oltre ai disagi per i pendolari che ogni giorno
percorrono l'arteria. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente
della Giunta regionale
per sapere:
quali iniziative, per
quanto di competenza, stia assumendo o intenda assumere la Regione Calabria,
avviando nel più breve tempo possibile un’interlocuzione con Anas, al fine di
garantire l’avvio e il completamento dei lavori per la messa in sicurezza del
viadotto Valle Leto e arrivare al più presto a ripristinare la percorribilità
della SS283.
(72; 28/07/2022).
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- i cambiamenti climatici,
che hanno determinato un incremento dei fenomeni atmosferici estremi, tanto per
intensità quanto per frequenza, hanno un impatto devastante sulla crescita
economica e sullo sviluppo delle società;
- le crisi ambientali
connesse ai cambiamenti climatici unitamente alla scarsità di risorse idriche
rischiano di compromettere la crescita economica dei territori: i cambiamenti
climatici, infatti determinano un aumento considerevole delle necessità irrigue
delle coltivazioni;
- l’utilizzo dell’acqua in agricoltura
è fondamentale per la produttività del settore nonché elemento imprescindibile
per la qualità delle produzioni ed è per questo che bisogna promuovere un uso
sostenibile delle risorse idriche;
- l’agricoltura costituisce
uno degli elementi trainanti dell’economia calabrese in generale e in
particolare nei territori della provincia di Crotone;
- ogni anno in questi
territori si ripropongono in maniera drammaticamente puntuale, le stesse
identiche emergenze che mettono in crisi il settore e rischiano di vanificare
il lavoro degli agricoltori e delle imprese agricole;
- prima e durante il
periodo estivo la carenza idrica, dovuta anche a fenomeni sempre più intensi di
siccità, si abbatte sul territorio crotonese che si ritrova a corto di acqua
sia per quel che riguarda l’uso civico che per quello altrettanto
indispensabile che concerne l’irrigazione dei terreni agricoli;
- nel corso degli anni sono
stati proposti solo interventi tampone per affrontare la questione della
carenza idrica dell’area del crotonese, senza mai giungere a soluzioni
definitive, con conseguenze disastrose per il comparto agricolo del territorio;
Considerato che: -
l’approvvigionamento idrico del territorio crotonese è affidato al cosiddetto
“Sistema dei Laghi Silani” ed è regolamentato dalla Convenzione stipulata in
data 5 novembre 1968 tra la Regione Calabria e la Cassa per il Mezzogiorno,
nota come “Convenzione Enel-Casmez” con la quale
viene fatto obbligo all’ENEL, oggi A2A Spa, tra l’altro di rilasciare, nel
periodo da maggio a settembre di ogni anno, un volume di circa 33.000.000 di
metri cubi di acqua, tenendo conto soltanto della prima coltura e spesso anche
insufficiente per garantire la stessa;
- la predetta Convenzione
non prende atto della seconda coltura, in particolare quella del finocchio, che
è ormai diventata un’eccellenza del territorio crotonese con il riconoscimento
dell’IGP da parte della comunità europea;
- nel mese di agosto 2021
la Regione Calabria ha siglato con A2A Spa un accordo per l’aggiornamento della
Convenzione suddetta che prevede la possibilità del rilascio, a favore del
fondovalle del Tacina, di volumi idrici annui
aggiuntivi rispetto a quelli previsti nella Convenzione del 1968;
- nonostante questo
incremento del volume di acqua rilasciata, non si è ancora riusciti a
soddisfare le attuali esigenze del territorio, sia in termini di popolazione
che di tipologia di colture;
- per il territorio di
Isola di Capo Rizzuto l’approvvigionamento per l’idropotabile è garantito dalla
medesima condotta che convoglia l’acqua “agricola” determinando che l’acqua
idropotabile di fatto sia soggetta alla turnazione come quella agricola;
- il sistema idrico del
territorio crotonese risulta essere obsoleto con continui episodi di rottura
della condotta e conseguente spreco di acqua;
- è emersa già da tempo
l’esigenza di affiancare a un più razionale utilizzo delle risorse idriche,
interventi inderogabili di ammodernamento degli impianti pubblici esistenti, di
azioni di manutenzione straordinaria e di introduzione di innovazioni
tecnologiche finalizzate sia a una migliore efficienza degli impianti irrigui
che alla raccolta delle acque per evitarne la dispersione a mare durante le
stagioni della pioggia. Tenuto conto che: - ogni anno la situazione del
territorio crotonese mette a serio rischio le colture con l’impossibilità per
gli operatori del territorio, stante la richiamata incertezza della risorsa, di
programmare la propria attività;
- detta problematica
colpisce uno dei maggiori settori, quello agricolo, del territorio crotonese
dove diverse sono le eccellenze da tutelare ed incentivare;
Impegna la Giunta regionale
a convocare urgentemente un
tavolo tecnico con tutti i soggetti istituzionali interessati al fine di
attuare i seguenti interventi per il breve e per il lungo periodo:
a) assicurare
immediatamente l’anticipazione di acqua sull’annualità 2023 onde garantire di
portare a termine le prime colture, in ossequio a quanto stabilito dalla
richiamata Convenzione del 1968, così come modificata dal nuovo accordo tra
Regione Calabria e A2A Spa siglato nell’agosto 2021, nel rispetto delle
esigenze complessive del comparto agricolo, altresì, pianificare per tempo il
fabbisogno idrico per la seconda coltura, al fine di consentire agli
imprenditori agricoli di poter programmare i loro investimenti;
b) adeguare la cosiddetta
convenzione “Enel-Casmez” alle nuove disposizioni
normative nazionali e regionali, prevedendo un ulteriore aumento dei volumi di
rilascio per il territorio Crotonese al fine di adeguare la stessa alle nuove esigenze
del comparto agricolo e quindi far fronte al fabbisogno idrico per mesi 12;
c) prevedere un piano di
manutenzione straordinaria della rete idrica di proprietà regionale nonché
attingere dalle risorse oggi disponibili per la realizzazione di una nuova
infrastruttura idrica, per garantire la corretta gestione del bene idrico in
un’ottica di risparmio della risorsa stessa;
d) attivare, attraverso
adeguato finanziamento, il progetto che il Comune di Isola di Capo Rizzuto ha
depositato presso gli uffici regionali per la realizzazione di una condotta
diretta dall’invaso Sant’Anna e il primo punto di presa cosiddetta “Pedocchiella” sito nel territorio dello stesso comune, onde
evitare la promiscuità della condotta per l’uso agricolo e idropotabile.
(26; 11/07/2022) Irto, Iacucci, Alecci, Bevacqua, Mammoliti.
Il Consiglio regionale,
premesso che:
- l’A.T.E.R.P. (Azienda
Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica) è l’ente gestore degli alloggi di
edilizia residenziale pubblica nel territorio calabrese;
- il Superbonus 110%,
varato dal Governo nazionale, può rappresentare un importante strumento per
tutti gli enti locali che intendono riqualificare il proprio patrimonio
immobiliare a costo zero a livello energetico, sismico e strutturale;
- attraverso la riqualificazione
energetica degli edifici è possibile ridurre l’impatto ambientale degli stessi,
limitare i consumi e contrastare in maniera efficace la carenza energetica
sempre più diffusa, con una conseguente diminuzione delle bollette;
- ad oggi, la scadenza per
accedere ai vantaggi del Superbonus 110%, per quanto riguarda gli istituti che
gestiscono il patrimonio residenziale pubblico, è fissata al 31/12/2023;
- gli ultimi mesi sono
stati caratterizzati da una grande difficoltà nel reperire sul mercato i materiali
necessari ad eseguire i lavori, anche per via del costo crescente degli stessi;
- alcuni istituti di
credito tendono a non concedere più i finanziamenti per questo tipo di
interventi e acquisire pertanto il credito fiscale proprio a causa dell’attuale
scadenza troppo ravvicinata;
- la proroga delle scadenze
per il Superbonus 110% per l’edilizia residenziale pubblica rappresenterebbe
un’azione di equità sociale, con un evidente miglioramento dei livelli di
assistenza alle fasce più “deboli” della popolazione;
- l’allestimento e
l’apertura di nuovi cantieri da parte dell’ATERP andrebbe a generare un aumento
dei posti di lavoro nel comparto edilizio, con un conseguente aumento dei
consumi sul territorio calabrese.
Considerato che: - ATERP
Calabria gestisce circa 34.000 alloggi sul territorio calabrese;
- ATERP Calabria ha già
avviato, mediante alcuni appositi Avvisi pubblici, le procedure per la realizzazione
degli interventi di cui al citato “Superbonus 110%” nelle Città di Cosenza e di
Vibo Valentia ed in alcuni Comuni delle province di Cosenza e Vibo Valentia per
un impegno economico di circa 170 milioni di euro;
- non bisogna, tuttavia,
trascurare gli ostacoli di natura fiscale, ovvero l’impossibilità di fruire
dello “sconto in fattura” per tutto l’ammontare dell’IVA a carico degli enti
gestori del patrimonio di edilizia residenziale pubblica;
- un’eventuale proroga
della scadenza consentirebbe, grazie al maggior tempo a disposizione, alle
strutture tecniche ed amministrative dell’ATERP di estendere gli interventi su
tutte le province della nostra regione.
Impegna la Giunta regionale
- a promuovere e sostenere
con decisione presso la Conferenza Stato-Regioni e il Governo nazionale la
richiesta di prorogare il Superbonus 110% per l’edilizia residenziale pubblica
al 31 dicembre 2024 e di modificare le norme fiscali che ne potrebbero
compromettere la realizzazione degli interventi.
(27; 14/07/2022) Alecci.
È
pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Irto, Iacucci,
Alecci, Bevacqua, Mammoliti. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
- in data 07.12.2018 la
Giunta regionale, ai sensi del Regolamento UE n. 1303/2013 art.37, con
deliberazione n.617 ha istituito il Fondo Regionale Occupazione, Inclusione e
Sviluppo (FROIS), uno strumento finanziario con dotazione iniziale di
20.000.000,00 di euro a valere sulle risorse del POR FESR-FSE 2014-2020,
finalizzato al sostegno sia dell’occupazione che dell’inclusione sociale
attraverso il finanziamento di due prodotti: il Microcredito per l’Occupazione
e l’Inclusione (MOI) e il Prestito Partecipativo per il sostegno alle imprese
sociali;
- con la suddetta D.G.R. n.
617/2018 è stato anche approvato lo schema di accordo di finanziamento con Fincalabra S.p.A., in qualità di Organismo delegato per la
gestione e il funzionamento del FROIS, ai sensi dell’art.38 del Regolamento UE
n.1303/2013;
- in attuazione del Fondo
Regionale Occupazione, Inclusione e Sviluppo (FROIS) e in particolare del
Microcredito per l’Occupazione e l’Inclusione (MOI), la Regione Calabria in
data 15.07.2019 pubblica un avviso in preinformazione
per la concessione di aiuti sotto forma di finanziamenti a tasso agevolato con
una dote finanziaria pari a € 10.000.000,00, con l’obiettivo di sostenere gli
investimenti per la creazione di nuove imprese o il rafforzamento di imprese
esistenti;
Rilevato che: - nel mese di
aprile 2022 la Regione Calabria ha pubblicato due nuovi avvisi per
l’attivazione dello Strumento finanziario del FROIS: l’Avviso pubblico Linea 1
che prevede il sostegno agli investimenti per la creazione di nuove imprese e
l’Avviso pubblico linea 2 per il sostegno alle Imprese Sociali;
- con deliberazione di
Giunta n. 88 del 05.03.2022, la Regione Calabria ha confermato la società Fincalabra S.p.A. quale soggetto gestore per l’esecuzione
del FROIS, in conformità con le disposizioni di cui all’Art. 38 del Regolamento
UE n. 1303/2013 e quindi come società responsabile della gestione di entrambi
gli avvisi suddetti;
Considerato che: - l’avviso
in preinformazione della Regione Calabria del
15.07.2019 era rivolto principalmente alle imprese esistenti sul territorio
regionale, in particolare alle imprese in difficoltà, come quelle cosiddette
non bancabili, prevedendo la concessione di finanziamenti a tasso agevolato per
sostenere gli investimenti per il loro rafforzamento;
- l’avviso che la Regione
Calabria ha pubblicato nello scorso mese di aprile, relativo all’attivazione
del FROIS Linea 1, si rivolge invece agli investimenti per la creazione
esclusivamente di nuove imprese ed esclude tout court il finanziamento alle
imprese già esistenti;
- gli accordi di
finanziamento stipulati tra la Regione Calabria e Fincalabra
S.p.A. per la gestione del FROIS e approvati rispettivamente dalle
deliberazioni di Giunta n. 617/2018 e n. 88/2022, includono due documenti di
Valutazione ex ante, stilati ai sensi dell’art. 37 del Regolamento UE n.
1303/2013, le cui conclusioni e raccomandazioni devono essere tenute in
considerazione nella gestione dello strumento finanziario del FROIS;
- entrambi i documenti di
Valutazione si basano sull’analisi della situazione del sistema produttivo
calabrese, delle imprese regionali e del sistema creditizio ed evidenziano un
ritardo delle imprese calabresi non solo rispetto alle zone più
industrializzate del Paese ma anche rispetto alle altre regioni del Sud Italia,
e in particolare rilevano come, secondo i recenti rapporti della Banca
d’Italia, “l’accesso al credito in Calabria sconti maggiori interessi e rischi
rispetto alla media nazionale” riferendosi a quello calabrese come a un
“tessuto produttivo che vive in una condizione di persistente stretta
creditizia” a causa dei rigidi parametri esistenti per l'erogazione del credito
alle imprese da parte degli istituti bancari, caratterizzato da “imprese
mediamente più piccole, tecnologicamente meno evolute e con minore capacità di
raggiungere la domanda estera di quelle nazionali ed europee” trattandosi
spesso di “micro-imprese anche sul modello dell’impresa familiare”;
- tra le raccomandazioni
contenute nei documenti di Valutazione ex ante risultano pressanti e
inderogabili sia la facilitazione dell’accesso ai finanziamenti, in particolare
per quegli imprenditori che hanno difficoltà ad accedere al credito
tradizionale, sia la necessità di incrementare le competenze per rendere le
imprese più competitive;
- il microcredito è lo
strumento finanziario principale per rispondere alle esigenze di inclusione
finanziaria e sociale, favorendo la realizzazione di nuovi investimenti, in
particolare per quelle imprese cosiddette non bancabili, che presentano
difficoltà di accesso al credito tradizionale e quindi in condizioni di svantaggio;
- il periodo di crisi
economica acuta che stiamo attraversando, a causa dei rincari, come quello del
costo dell’energia, legati in parte alla guerra in Ucraina, ma soprattutto a
una congiuntura internazionale negativa iniziata ben prima, ha determinato l’aggravarsi
delle condizioni delle imprese in difficoltà, alcune delle quali si erano
appena riprese dai contraccolpi delle misure adottate per il contenimento della
diffusione della pandemia da Covid-19;
- molte delle imprese in
difficoltà esistenti sul territorio calabrese, specie se piccole e
piccolissime, non riescono ad accedere al credito tradizionale per finanziare i
propri investimenti o semplicemente per restare sul mercato e, laddove non
riescano a ottenere un sostegno economico attraverso gli strumenti regolari
diventano facili prede dell’usura;
- la chiusura di imprese
risulterebbe in un aumento del bacino dei disoccupati, dei cassaintegrati e dei
percettori di altre misure di sostegno economico;
tutto ciò premesso e considerato
interrogano il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
- le ragioni della mancata
attivazione dell’avviso che la Regione Calabria in data 15.07.2019 ha
pubblicato in preinformazione in attuazione del Fondo
Regionale Occupazione, Inclusione e Sviluppo (FROIS) e in particolare del
Microcredito per l’Occupazione e l’Inclusione (MOI);
- le motivazioni
dell’esclusione delle imprese esistenti dalle agevolazioni di finanziamento
previste dall’Avviso pubblico Linea 1 che la Regione Calabria ha pubblicato nel
mese di aprile c.a. per l’attivazione del FROIS;
- quali interventi si
intendono attuare affinché la Regione Calabria si doti di uno strumento di
finanziamento rivolto alle imprese già esistenti sul proprio territorio, in
particolare alle imprese che si trovano in condizioni di svantaggio e con
difficoltà di accesso al credito, per impedirne la chiusura, ricordando che
spesso queste imprese sono piccole e piccolissime, condotte da giovani e da
donne.
(58; 20/06/2022).
Tavernise
e Bruni. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-la ferrovia Cosenza-Catanzaro
Lido è una linea ferroviaria locale a scartamento ridotto, gestita dalle
Ferrovie della Calabria, di grande richiamo turistico per i paesaggi da essa
attraversati, specialmente nelle aree interne della Sila. È lunga 113 km ed ha
sempre sofferto dei problemi derivanti dalla difficile idrogeologia. In
particolare, il tratto ferroviario compreso tra Soveria Mannelli e Rogliano è
interrotto a causa di frane e smottamenti;
proprio su questa linea,
utilizzando i fondi del PNRR, si vuole sperimentare la transizione sostenibile,
utilizzando treni ad idrogeno. Allo scopo sono previsti 280 milioni in favore
delle Ferrovie della Calabria per interventi di potenziamento ed ammodernamento
delle linee ferroviarie regionali Cosenza‐
Catanzaro. Va in questa
direzione anche la convenzione firmata lo scorso anno tra Ferrovie della
Calabria e il Dipartimento di Ingegneria Meccanica, Energetica e Gestionale
dell’Università della Calabria per uno studio di fattibilità per la
realizzazione di una centrale di produzione di idrogeno green da utilizzare per
alimentare i futuri convogli della linea Cosenza - Catanzaro. Considerato che:
permangono molti dubbi sull’effettivo utilizzo dell’intero tratto ferroviario,
visto, ad esempio, che il progetto di adeguamento, messa in sicurezza e
velocizzazione della linea Cosenza - Catanzaro per 53 milioni e mezzo di euro
(già previsti dalla delibera CIPE n. 54/2016), derivanti dal Fondo per lo
Sviluppo e la Coesione relativo alla programmazione 2014-2020, risulta non
avviato, nonostante la fine dei lavori prevista per il 30 giugno 2022;
Tenuto conto che: risultano
essere stati finanziati, poi, 74 milioni e 860 mila euro attraverso lo schema
di convenzione tra Ministero, Regione e Ferrovie della Calabria approvato dalla
Giunta Regionale ad ottobre 2020, per la realizzazione degli interventi
relativi al Decreto n.30 del 01.02.2018 del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti sull’adeguamento della tratta agli standard di sicurezza
nazionali. Altri fondi, poi, (8,5 milioni di euro) risultano essere stati
stanziati per i movimenti franosi che hanno interessato la linea ferroviaria,
per poter ripristinare la continuità della tratta il cui servizio è interrotto
oramai da diversi anni. Preso atto che: senza un’accelerazione dei tempi si
andrebbe incontro ad un possibile disimpegno di quelle risorse finanziarie che,
al momento, sembrano esserci;
è indispensabile avere un
collegamento ferroviario fra i due capoluoghi, sia per le esigenze di mobilità,
sempre carenti nella nostra regione, sia per consentire un recupero
all’accessibilità delle aree interne dei comprensori interessati. Tutto ciò
premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
1.che iniziative stia
assumendo la Regione Calabria per ripristinare la percorribilità di una tratta
ferroviaria così importante e propulsiva per lo sviluppo sociale, turistico ed
economico di una zona così vasta e fondamentale della Calabria;
2.se intende attivarsi per
conoscere la situazione dei vari interventi previsti, l’attuale effettiva
disponibilità delle risorse impegnate negli anni, ottenere precise indicazioni
sui tempi e sulle modalità dei progetti di riqualificazione e ammodernamento
della tratta e sui tempi di completamento degli stessi.
(59; 01/07/2022).
Lo Schiavo. Al Presidente
della Giunta regionale.
Premesso che:
- nel luglio 2006
precipitazioni eccezionali, intense e persistenti, hanno colpito il territorio
del Vibonese;
-il fenomeno ha
prevalentemente interessato la dorsale collinare che dall’abitato di Vibo
Valentia scende verso Vibo Marina e, in particolare, la fascia urbana costiera
prospiciente la frazione di Bivona;
- l’intensità delle piogge
ha causato piene eccezionali in tutti i corsi d’acqua, con conseguenti
allagamenti determinando una situazione drammatica aggravata dall’abbondante
trasporto solido di detriti rocciosi e vegetali che hanno ostacolato il libero
deflusso delle acque, facilitando l’esondazione;
- molte abitazioni e
attività commerciali sono state completamente allagate e sommerse da fango e
detriti vari, diverse strade dissestate, una struttura turistica nella frazione
di Bivona è stata letteralmente cancellata;
- il violento evento
atmosferico ha causato 4 vittime, fra le quali un bambino di 15 mesi che ha
perso la vita dopo esser stato trascinato dalle acque insieme con un
soccorritore, rimasto a sua volta ferito;
- con ordinanza del presidente
del Consiglio dei ministri n. 3531 del 7 luglio 2006, il presidente della
Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per l’adozione delle
iniziative volte al superamento dell’emergenza;
- con delibera di Giunta
regionale n. 495 del 6 novembre 2018 è stato approvato il “Piano direttorio per
il completamento di interventi necessari al superamento delle criticità che
hanno determinato lo stato di emergenza nel territorio di Vibo Valentia del
luglio 2006 ed individuazione del soggetto attuatore”;
- con ordinanza n. 80 del 2
maggio 2013 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha autorizzato il
presidente della Regione Calabria a predisporre un piano di interventi per
superare le criticità dell’evento sopra richiamato, disponendo altresì di
trasferire le risorse residue sul bilancio della Regione Calabria;
- le risorse residue,
secondo quanto indicato nel decreto del presidente della Regione Calabria n. 90
del 2 luglio 2013, ammontano ad € 11.724.912,28;
considerato che - nel piano
direttorio (D.G.R. n. 495/2018) sono stati individuati gli interventi da
realizzare di cui al “Piano Versace” indicando come soggetto attuatore il
Comune di Vibo Valentia e il settore Protezione Civile quale struttura
competente per il coordinamento delle attività necessarie per il completamento
degli interventi in regime ordinario da eseguirsi nel contesto delle criticità
in atto nel territorio di Vibo Valentia;
- con fondi del Piano di
sviluppo e coesione (Psc) della Regione Calabria
erano stanziate risorse pari a circa 7.000.000 di euro per “Aiuti alle imprese
turistiche dell’area di Vibo Valentia colpite dall’alluvione nel 2006”, così
come certificati dalla Commissione di verifica della Protezione civile e dalla
Camera di commercio di Vibo Valentia, deputata ai controlli;
- con delibera del
Consiglio regionale del 04 luglio 2022 le risorse richiamate al punto
precedente sono state disimpegnate per gli interventi inizialmente previsti;
per sapere:
1. quali sono le ragioni
della mancata attuazione del “Piano direttorio per il completamento di
interventi necessari al superamento delle criticità che hanno determinato lo
stato di emergenza nel territorio di Vibo Valentia del luglio 2006 ed
individuazione del soggetto attuatore” approvato con delibera di Giunta regionale
n. 495 del 6 novembre 2018;
2. se gli oltre 11 milioni
di euro destinati all’attuazione degli interventi previsti dalla delibera di
Giunta regionale n. 495 del 6 novembre 2018 sono stati effettivamente iscritti
a bilancio e, in caso affermativo, in quali capitoli. 3. Come si intendono
impegnare i fondi Psc pari a 7 milioni di euro
destinati inizialmente al risarcimento delle imprese turistiche dell’area di
Vibo Valentia colpite dall’evento alluvionale del 3 luglio 2006;
4. se non si ritenga
opportuno impegnare dette risorse, pari a 7 milioni di euro, per finanziare gli
interventi destinati alla delocalizzazione dei depositi costieri, attualmente
insediati nell’area del porto di Vibo Marina, anche come forma di ristoro al
territorio colpito dall’alluvione del 3 luglio 2006.
(60; 07/07/2022).
Art.
1
(Modifica
all’articolo 65 della l.r. 19/2009)
1. Il comma 1 dell’articolo
65 della legge regionale 12 giugno 2009, n. 19 (Collegato alla manovra di
finanza regionale per l’anno 2009) è abrogato.
Art.
2
(Norma
finanziaria)
1. Agli oneri derivanti
dall’attuazione della presente legge, quantificati in 408.415,35 euro per
l’annualità 2022 e in 980.196,83 euro per ciascuno degli esercizi finanziari
2023 -2024, si fa fronte con le risorse del fondo sanitario indistinto
assegnato dallo Stato a valere sulle risorse relative al finanziamento
ordinario corrente per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza (LEA)
del bilancio di previsione 2022 -2024.
Art.
3
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione della
Giunta regionale n. 288 del 30 giugno 2022, recante: "PO FEAMP 2014/2020.
Presa d'atto approvazione del piano finanziario";
visti:
-il Regolamento (UE) n.
508/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 maggio 2014, relativo al
Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e che abroga i regolamenti
(CE) n. 2328/2003, (CE) n. 861/2006, (CE) n.1198/2006 e (CE) n.791/2007 del
Consiglio e il regolamento (UE) n.1255/2011 del Parlamento europeo e del
Consiglio;
-la Decisione di esecuzione
C(2015) 8452 del 25 novembre 2015, recante l’approvazione del Programma
Operativo FEAMP Italia 2014 -2020 per il sostegno da parte del Fondo europeo
per gli affari marittimi e la pesca in Italia;
-la delibera del Comitato lnterministeriale per la Programmazione Economica (CIPE)
del 28 gennaio 2015 relativa alla definizione dei criteri di cofinanziamento
pubblico nazionale dei programmi europei per il periodo di programmazione 2014
-2020 e relativo monitoraggio;
-il decreto ministeriale
n.1034 del 19 gennaio 2016, recante la ripartizione delle risorse finanziarie
del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP 2014 -2020)
rispettivamente in favore dello Stato e delle Regioni;
-l’Intesa tra il Ministero
delle Politiche agricole alimentari e forestali e le Regioni e le Province
autonome per l’adozione dell’Accordo multiregionale per l'attuazione coordinata
degli interventi cofinanziati dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la
pesca (FEAMP) nell'ambito del Programma Operativo FEAMP 2014 -2020, repertorio
n. 102 del 9 giugno 2016;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 505 del 16 dicembre 2016, con la quale è stato approvato il
Piano finanziario del Programma Operativo FEAMP 2014-2020, l'accordo
multiregionale e sono stati recepiti gli strumenti di programmazione e le
disposizioni attuative adottate dall'Autorità di Gestione;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 132 del 7 aprile 2017, con la quale sono stati recepiti gli
strumenti di programmazione e le disposizioni attuative adottate dall'Autorità
di Gestione del P.O. FEAMP 2014 -2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 253 del 21 giugno 2019, recante: “Reg. (UE) n. 1303/2013 e
Reg. (UE) n. 508/2014. Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari
Marittimi e la Pesca FEAMP 2014/2020 – approvazione Piano finanziario
rimodulato”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 591 dell’11 dicembre 2019, recante: “DGR n. 253 del 21
giugno 2019 – Precisazioni”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 120 del 10 giugno 2020, recante: “PO FEAMP 2014/2020.
Decisione C(2020) 128 final del 13 gennaio 2020 della
Commissione Europea di approvazione del nuovo PO FEAMP
2014/2020 (Programma
2014IT14MFOP001 versione 5.0) e dell'allegato Piano Finanziario per la regione
Calabria", approvata dal Consiglio regionale con deliberazione n. 43 del
29 giugno 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 14 del 28 gennaio 2021, recante: “PO FEAMP 2014/2020 -Presa
d'atto approvazione del piano finanziario”, approvata dal Consiglio regionale
con deliberazione n. 108 dell’11 marzo 2021;
preso atto che, con nota n.
268231 del 14 giugno 2022, allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e
Forestali ha comunicato la chiusura della consultazione per iscritto relativa
alla proposta di modifica del Piano finanziario del Programma Operativo FEAMP
2014-2020 e la conseguenziale approvazione del Piano finanziario;
rilevato che le modifiche
relative al Piano finanziario riportate nell’allegato A, che costituisce parte
integrante della presente deliberazione, hanno carattere sostanziale, atteso
che comportano una destinazione delle risorse per priorità strategiche tutte
interne al programma e differente rispetto alla versione originaria, restando
salva l’originaria dotazione finanziaria complessiva del Programma pari a
37.669.863,01 euro;
preso atto, altresì, che il
Dirigente generale e il Dirigente del competente Settore del dipartimento
regionale proponente, nonché referente dell’Autorità di gestione del Programma
Operativo FEAMP 2014 -2020, hanno attestato, sulla scorta dell’istruttoria
effettuata, la regolarità amministrativa e la legittimità della deliberazione
della Giunta regionale n. 288 del 30 giugno 2022, la sua conformità alle
disposizioni di legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali,
nonché l’assenza di oneri finanziari a carico del bilancio regionale derivanti
dalla suddetta deliberazione;
ritenuto pertanto:
-di prendere atto della
nota n. 268231 del 14 giugno 2022, allegata alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale, con la quale il Ministero delle Politiche
Agricole, Alimentari e Forestali ha comunicato la chiusura della consultazione
per iscritto relativa alla proposta di modifica del piano finanziario del
Programma Operativo FEAMP 2014-2020 e la conseguenziale approvazione del Piano
finanziario;
-di approvare la modifica
del Piano finanziario del Programma Operativo FEAMP 2014-2020 della Regione
Calabria, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
vista la legge regionale n.
30 del 2016 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla
formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), e in particolare l’articolo 15, comma 2;
tenuto conto che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha approvato la presa
d’atto della modifica al Piano finanziario del Programma Operativo FEAMP 2014 –
2020 della Regione Calabria;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate: -di prendere atto della nota n. 268231 del 14 giugno 2022, allegata
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, con la quale
il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha comunicato la
chiusura della consultazione per iscritto relativa alla proposta di modifica
del piano finanziario del Programma Operativo FEAMP 2014-2020 e la
conseguenziale approvazione del Piano finanziario;
-di approvare la modifica
del Piano finanziario del Programma Operativo FEAMP 2014-2020 della Regione
Calabria, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 294 del 30 giugno 2022, recante: "Piano di
Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda
intervento – Misure Salvaguardia II.12 “Interventi di bonifica dei siti
inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale discariche e aree
degradate, siti di stoccaggio”;
viste: -la deliberazione
della Giunta regionale n. 234 del 27 giugno 2013, recante: “Approvazione del
Programma Ordinario Convergenza (POC) e del Sistema di Gestione e Controllo (SiGeCo)”; -la deliberazione della Giunta regionale n. 121
dell’8 aprile 2014, recante: “Ridenominazione del Piano Ordinario Convergenza
approvato con DGR 234/13 e modificato con DGR 295/13 in Piano di Azione
Coesione”; -la deliberazione della Giunta regionale n. 42 del 2 marzo 2015,
recante: “Risorse rinvenienti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale,
per effetto della II fase del processo di revisione del POR Calabria FESR
2007/2013, approvata dalla Commissione Europea con decisione C(2014) 8746 final del 18.11.2014. Costituzione Fondo Unico PAC”, come
integrata e modificata dalla deliberazione di Giunta regionale n. 511 del 3
dicembre 2015; -la deliberazione della Giunta regionale n. 467 del 12 novembre
2015, recante: “Piano di Azione Coesione. Rimodulazione del piano finanziario e
approvazione schede degli interventi”; -la deliberazione della Giunta regionale
n. 503 del 1° dicembre 2015, recante: “Piano di Azione Coesione. Rimodulazione
del piano finanziario e approvazione schede interventi”; -la deliberazione
della Giunta regionale n. 40 del 24 febbraio 2016, recante: “Rimodulazione del
Piano di Azione Coesione (PAC) e applicazione art. 1, commi 122 e 123 della Legge
23 dicembre 2014, n. 190”; -la deliberazione della Giunta regionale n. 520 del
16 dicembre 2016, recante: “Piano di Azione e Coesione (PAC). Rimodulazione del
piano finanziario Approvazione e riallineamento schede interventi”; -la
deliberazione della Giunta regionale n. 467 del 29 ottobre 2018, recante:
“Piano di Azione Coesione (PAC) 2007/2013. Rimodulazione Piano Finanziario”,
rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 471 del 2 ottobre 2019,
recante: “Piano di Azione Coesione (PAC) 2007/2013. Rettifica D.G.R. 467/2018.
Approvazione del Piano Finanziario e presa atto del differimento del termine di
conclusione degli interventi del Programma” e approvata con deliberazione del
Consiglio regionale n. 452 del 28 novembre 2019;
-la deliberazione della
Giunta regionale n.104 del 25 maggio 2020, recante: “Piano di Azione Coesione
2007/2013. Rimodulazione Piano finanziario e approvazione schede intervento”,
modificata con deliberazione della Giunta regionale n.141 del 15 giugno 2020,
recante: “Piano di Azione e Coesione 2007/2013. Modifica e sostituzione
allegati DGR 104 del 25/05/2020”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 216 del 28 luglio 2020, recante: “Piano di Azione Coesione
(PAC) 2007/2013. Approvazione del piano finanziario, del differimento del
termine per la conclusione degli interventi e delle schede nuove operazioni”,
rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 228 del 7 agosto 2020,
e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 58 del 10 novembre
2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 225 del 7 agosto 2020, recante: “Piano di Azione e Coesione
(PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione del Piano Finanziario. Approvazione
schede intervento”, rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 243
del 3 settembre 2020, e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n.
59 del 10 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 273 del 28 settembre 2020, recante: «Piano di Azione e
Coesione PAC 2007/2013. Approvazione rimodulazione schede intervento "StaInCalabria", "InCalabria",
"II.13 Interventi stradali e aeroportuali", "III.6 Politiche
attive del lavoro". Approvazione rimodulazione del Piano Finanziario»,
integrata con deliberazione della Giunta regionale n.292 del 19 ottobre 2020, e
approvata con deliberazione del Consiglio regionale n.60 del 10 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 364 del 11 novembre 2020, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007-2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento
"III Politiche attive del lavoro" e "III.17 Ospitalità Calabria.
Approvazione rimodulazione del Piano finanziario», approvata con deliberazione
del Consiglio regionale n. 85 del 28 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n.73 del 25 febbraio 2021, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento
“III.8 Osservatorio sul turismo a supporto delle azioni di promozione per
l’attrazione dei flussi turistici” e “III.16 Accogli Calabria” Scheda
salvaguardia 13 “Interventi stradali ed aeroportuali”. Approvazione
rimodulazione del Piano Finanziario», approvata con deliberazione del Consiglio
regionale n. 109 dell’11 marzo 2021;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 265 del 17 giugno 2021, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Approvazione rimodulazione schede intervento
III.14 "InCalabria"; III.15 "StainCalabria"; III.6 “Politiche attive del lavoro” e
II.18 "Interventi di rafforzamento delle attività di gestione,
monitoraggio e controllo FSE". Approvazione rimodulazione piano
finanziario»;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 412 del 25 agosto 2021, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento:
Scheda anticiclica n. 6 – Linea di intervento I.5 “Aiuti alle persone con
elevato disagio sociale”; Scheda Misure Salvaguardia – Linea di Intervento II.4
“Progetto Case della Salute”; Scheda Nuove Operazioni n. 6 “Politiche del
lavoro – Linea III.6 ”; Scheda Nuove operazioni n. 7 “Interventi per la
promozione e la produzione culturale” – Linea di Intervento III.7; Scheda Nuove
Operazioni n. 8 “Osservatorio sul Turismo a supporto delle azioni di promozione
per l’attrazione di flussi turistici” -Linea di Intervento III.8; Scheda Nuove
Operazioni n. 11 “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale
di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” -Linea di
Intervento III.11; Scheda Salvaguardia n.12 “Interventi di bonifica dei siti
inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale discariche, siti di
stoccaggio” -Linea di Intervento II.12. Approvazione rimodulazione del Piano
finanziario», rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 439 del
14 settembre 2021;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 87 del 5 marzo 2022, recante: «Piano di Azione e Coesione
(PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione schede intervento III.6
“Politiche attive del lavoro” e III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione
degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
nei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione rimodulazione del
Piano Finanziario», rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 127
del 28 marzo 2022, e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 59
del 13 aprile 2022;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 115 del 21 marzo 2022, recante: «Piano di Azione e Coesione
(PAC) 2007/2013. DGR n. 439 del 14 settembre 2021-Rimodulazione “Scheda Nuove
operazioni n. 7 Interventi per la promozione e la produzione culturale” – Linea
di Intervento III.7; “Scheda Nuove Operazioni, n. 8 Osservatorio sul Turismo a
supporto delle azioni di promozione per l’attrazione di flussi turistici” Linea
di Intervento III.8», rettificata con deliberazione della Giunta regionale n.
134 del 4 aprile 2022, e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n.
74 del 3 maggio 2022;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 189 del 3 maggio 2022, recante: «Piano di Azione e Coesione
(PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda intervento III.7
“Interventi per la promozione e la produzione culturale», approvata con
deliberazione del Consiglio regionale n.78 del 6 giugno 2022;
preso atto delle esigenze
manifestate dal Dirigente generale del dipartimento regionale competente di
rimodulare la scheda intervento Misure Salvaguardia II.12 “Interventi di
bonifica dei siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale
discariche e aree degradate, siti di stoccaggio”;
vista la rimodulazione
della scheda intervento Misure Salvaguardia II.12 “Interventi di bonifica dei
siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale
discariche e aree
degradate, siti di stoccaggio”, allegata alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale;
rilevato che la suddetta
rimodulazione lascia immutata la dotazione finanziaria della scheda in
questione, che rimane pari a 6.943.612,13 euro, oltreché quella del Piano
finanziario del PAC 2007 -2013;
preso atto, altresì, che i
Dirigenti generali dei dipartimenti regionali proponenti, sulla scorta
dell’istruttoria effettuata, hanno attestato la regolarità amministrativa e la
legittimità della deliberazione della Giunta regionale n. 294 del 30 giugno
2022, la sua conformità alle disposizioni di legge e di regolamento
comunitarie, nazionali e regionali, ai sensi della normativa vigente e del
disciplinare dei lavori di Giunta, nonché l’assenza di oneri a carico del
bilancio annuale e/o pluriennale della suddetta deliberazione;
ritenuto, pertanto, di
approvare la rimodulazione della scheda intervento Misure Salvaguardia II.12
“Interventi di bonifica dei siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino
ambientale discariche e aree degradate, siti di stoccaggio” del Piano Azione e
Coesione (PAC) Calabria 2007 -2013, allegata alla presente deliberazione quale
parte integrante e sostanziale;
vista la legge regionale 12
ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), in particolare l’articolo 15, comma 2;
tenuto conto che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha approvato la
rimodulazione della scheda intervento Misure Salvaguardia II.12 “Interventi di
bonifica dei siti inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale
discariche e aree degradate, siti di stoccaggio” del Piano Azione e Coesione
(PAC) Calabria 2007 -2013;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate: -di approvare la rimodulazione della scheda intervento Misure
Salvaguardia II.12 “Interventi di bonifica dei siti inquinati, messa in
sicurezza e ripristino ambientale discariche e aree degradate, siti di
stoccaggio” del Piano Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013, allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale, lasciando immutata
la dotazione finanziaria della scheda in questione, che rimane pari a
6.943.612,13 euro, oltreché quella del Piano finanziario del PAC 2007 - 2013.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 261 del 30 giugno 2022, recante: "Piano di
Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Calabria – Variazione del Piano
finanziario della Sezione Ordinaria. Presa d'atto delle determinazioni del
Comitato di Sorveglianza (CdS) a seguito di procedura
di consultazione per iscritto attivata in data 17.6.2022 e conclusa in data
27.6.2022”;
visti:
-l’articolo 44 del D.L. 30
aprile 2019, n. 34 (Misure urgenti di crescita economica e per la risoluzione
di specifiche situazioni di crisi);
-la Delibera n. 14/2021 del
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Sviluppo
Sostenibile (CIPESS), recante: “Fondo sviluppo e coesione -Approvazione del
piano sviluppo e coesione della Regione Calabria”;
-la Delibera n. 2/2021 del
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Sviluppo
Sostenibile (CIPESS), recante: “Fondo sviluppo e coesione. Disposizioni quadro
per il piano sviluppo e coesione”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n.119 del 28 marzo 2022, recante: “Piano Sviluppo e Coesione
(PSC) della Regione Calabria approvato dal Cipess
nella seduta del 29 aprile 2021 con Delibera n. 14 (G.U. Sg n.190 del 10 agosto
2021). Sezione Ordinaria. Riprogrammazione risorse FSC. Presa d'atto
determinazioni del Cds PSC Calabria”, approvata dal Consiglio regionale con
deliberazione n. 61 del 13 aprile 2022;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 239 del 7 giugno 2022, recante: “Piano Sviluppo e Coesione
(PSC) della Regione Calabria approvato con Delibera Cipess
n. 14 del 29 aprile 2021 -pubblicata sulla G.U. Serie Generale nr.190 del
10.08.2021. Indirizzi relativi alla riprogrammazione delle risorse Sezione
Ordinaria”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 241 del 14 giugno 2022, recante: “Piano di Sviluppo e
Coesione (PSC) della Regione Calabria -Variazione del Piano finanziario della
Sezione Ordinaria. Presa d'atto delle determinazioni del Comitato di
Sorveglianza (CdS)", approvata dal Consiglio
regionale con deliberazione n. 87 del 4 luglio 2022;
considerato che:
-con deliberazione n.
239/2022 la Giunta regionale ha reso nuovi indirizzi per la riprogrammazione
delle risorse della Sezione ordinaria delle risorse del PSC e che, anche alla
luce dell’obbligatorietà di generare obbligazioni giuridicamente vincolanti
entro il 31 dicembre 2022, è stata richiesta ai dirigenti regionali competenti
la formulazione all’Autorità responsabile del PSC delle proposte di
progetti/operazioni candidati ad essere finanziati e quindi da inserire nel
PSC;
-è stata successivamente
avviata la procedura di consultazione scritta del Comitato di Sorveglianza, che
si è conclusa con:
l’eliminazione dal PSC di un intervento
collocato nell’Area tematica 07 “Trasporti e Mobilità”, Settore di intervento
07.01 “Trasporto stradale”, per un importo pari a 20.000.000,00 euro, per il
quale il dipartimento regionale competente “Infrastrutture e Lavori Pubblici”
ha attestato la non conseguibilità di obbligazioni giuridicamente vincolanti
nei termini imposti dalla normativa;
l’inserimento nel PSC,
all’interno dell’Area tematica 3 “Competitività Imprese”, Settore 03.02
“Turismo e ospitalità”, della nuova operazione denominata “Attivazione regime
di aiuti sub-investimento 4.2.1 PNRR – Progetto di sistema”, per un importo
pari a 20.000.000,00 euro;
tenuto conto che:
-la copertura finanziaria
della nuova operazione da ricomprendere nel PSC, di importo pari a
20.000.000,00 euro, è garantita con le risorse finanziarie, a suo tempo
stanziate a copertura dell’intervento espunto dal PSC, accantonate e
disponibili a valere sul capitolo U9200301601 “Spese per la realizzazione degli
interventi confluiti nel piano operativo denominato Piano Sviluppo e Coesione
finanziato con le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) del ciclo di
programmazione 2000-2006 (art. 44 decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34,
convertito in legge 28 giugno 2019, n. 58, come modificato dall’art. 1, comma 309
della legge 27 dicembre 2091, n. 160)" del bilancio regionale;
-le variazioni sopra
individuate comportano la variazione del Piano finanziario della sezione
ordinaria del PSC, come dettagliate nell’Allegato 1, che forma parte integrante
e sostanziale della presente deliberazione;
preso atto, altresì, che i
Dirigenti generali dei dipartimenti regionali proponenti hanno attestato, sulla
scorta dell’istruttoria effettuata, la regolarità amministrativa e la
legittimità della deliberazione di Giunta regionale n. 261 del 30 giugno 2022,
la sua conformità alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie,
nazionali e regionali, ai sensi della normativa vigente;
preso atto che il Dirigente
generale del dipartimento regionale “Economia e Finanze”, con nota prot. n.
302310 del 29 giugno 2022, ha confermato la compatibilità finanziaria della
deliberazione di Giunta regionale n. 261/2022 sulla base di quanto attestato
dai Dirigenti generali dei dipartimenti regionali proponenti;
ritenuto, pertanto, di
prendere atto delle determinazioni del Comitato di Sorveglianza, che ha
approvato un quadro di nuove operazioni da ricomprendere nel PSC per un importo
pari a 20.000.000,00 euro, con conseguente variazione del Piano finanziario
della Sezione Ordinaria del PSC;
vista la legge regionale 12
ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e coesione),
in particolare l’articolo 15, comma 2;
rilevato che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha approvato la
variazione del Piano finanziario della Sezione Ordinaria del Piano di Sviluppo
e Coesione (PSC) della Regione Calabria, prendendo atto delle determinazioni
del Comitato di Sorveglianza (CdS) a seguito della
procedura di consultazione scritta attivata in data 17 giugno 2022 e conclusa
in data 27 giugno 2022;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate:
-di prendere atto delle determinazioni
del Comitato di Sorveglianza (CdS) in ordine alla
variazione del Piano finanziario della Sezione Ordinaria del Piano di Sviluppo
e Coesione (PSC) della Regione Calabria;
-di approvare la variazione
del Piano finanziario della Sezione Ordinaria del Piano di Sviluppo e Coesione
(PSC) della Regione Calabria, il cui dettaglio è riportato nell’Allegato 1, che
forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 301 dell’8 luglio 2022, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione scheda intervento
III.6 “Politiche attive del lavoro"»;
viste:
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 234 del 27 giugno 2013, recante: “Approvazione del
Programma Ordinario Convergenza (POC) e del Sistema di Gestione e Controllo (SiGeCo)”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 121 dell’8 aprile 2014, recante: “Ridenominazione del Piano
Ordinario Convergenza approvato con DGR 234/13 e modificato con DGR 295/13 in
Piano di Azione Coesione”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 42 del 2 marzo 2015, recante: “Risorse rinvenienti dalla
riduzione del cofinanziamento nazionale, per effetto della II fase del processo
di revisione del POR Calabria FESR 2007/2013, approvata dalla Commissione
Europea con decisione C(2014) 8746 final del
18.11.2014. Costituzione Fondo Unico PAC”, come integrata e modificata dalla
deliberazione di Giunta regionale n. 511 del 3 dicembre 2015, sulla quale la
Seconda Commissione consiliare ha espresso parere favorevole ai sensi dell’articolo
12, comma 3, lettera c) della legge regionale n.3/2007;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 467 del 12 novembre 2015, recante: “Piano di Azione
Coesione. Rimodulazione del piano finanziario e approvazione schede degli
interventi”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 503 del 1° dicembre 2015, recante: “Piano di Azione
Coesione. Rimodulazione del piano finanziario e approvazione schede
interventi”; -la deliberazione della Giunta regionale n. 40 del 24 febbraio
2016, recante: “Rimodulazione del Piano di Azione Coesione (PAC) e applicazione
art. 1, commi 122 e 123 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 520 del 16 dicembre 2016, recante: “Piano di Azione e
Coesione (PAC). Rimodulazione del piano finanziario Approvazione e
riallineamento schede interventi”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 467 del 29 ottobre 2018, recante: “Piano di Azione Coesione
(PAC) 2007/2013. Rimodulazione Piano Finanziario”, rettificata con
deliberazione della Giunta regionale n. 471 del 2 ottobre 2019, recante: “Piano
di Azione Coesione (PAC) 2007/2013. Rettifica D.G.R. 467/2018. Approvazione del
Piano Finanziario e presa atto del differimento del termine di conclusione
degli interventi del Programma”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n.104 del 25 maggio 2020, recante: “Piano di Azione Coesione
2007/2013. Rimodulazione Piano finanziario e approvazione schede intervento”,
modificata con deliberazione della Giunta regionale n.141 del 15 giugno 2020, recante:
“Piano di Azione e Coesione 2007/2013. Modifica e sostituzione allegati DGR 104
del 25/05/2020”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 216 del 28 luglio 2020, recante: “Piano di Azione Coesione
(PAC) 2007/2013. Approvazione del piano finanziario, del differimento del
termine per la conclusione degli interventi e delle schede nuove operazioni”,
rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 228 del 7 agosto 2020,
e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 58 del 10 novembre
2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 225 del 7 agosto 2020, recante: “Piano di Azione e Coesione
(PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione del Piano Finanziario. Approvazione
schede intervento”, rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 243
del 3 settembre 2020, e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n.
59 del 10 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 273 del 28 settembre 2020, recante: «Piano di Azione e
Coesione PAC 2007/2013. Approvazione rimodulazione schede intervento “StaInCalabria”, “In Calabria”, "II.13 Interventi
stradali e aeroportuali", "III.6 Politiche attive del lavoro".
Approvazione rimodulazione del Piano Finanziario», integrata con deliberazione
della Giunta regionale n.292 del 19 ottobre 2020, e approvata con deliberazione
del Consiglio regionale n.60 del 10 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 364 del 11 novembre 2020, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007-2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento
"III Politiche attive del lavoro" e "III.17 Ospitalità Calabria.
Approvazione rimodulazione del Piano finanziario», approvata con deliberazione
del Consiglio regionale n. 85 del 28 novembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale 419 del 30 novembre 2020, recante: «Piano di Azione e Coesione
(PAC) 2007/2013. Rimodulazione schede intervento “III.6 Politiche attive del
lavoro”, “III. 11 Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale
di previsione e prevenzione dei rischi”, “III.14 InCalabria”
“III. 15 StaInCalabria”. Approvazione proposta di
rimodulazione del Piano Finanziario», approvata con deliberazione del Consiglio
regionale n. 90 del 29 dicembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 265 del 17 giugno 2021, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) Calabria 2007/2013. Approvazione rimodulazione schede intervento
III.14 "InCalabria"; III.15 "StainCalabria"; III.6 “Politiche attive del lavoro” e
II.18 "Interventi di rafforzamento delle attività di gestione,
monitoraggio e controllo FSE". Approvazione rimodulazione piano
finanziario»;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 412 del 25 agosto 2021, recante: «Piano di Azione e
Coesione (PAC) 2007/2013. Approvazione rimodulazione delle schede intervento:
Scheda anticiclica n. 6 – Linea di intervento I.5 “Aiuti alle persone con
elevato disagio sociale”; Scheda Misure Salvaguardia – Linea di Intervento II.4
“Progetto Case della Salute”; Scheda Nuove Operazioni n. 6 “Politiche del
lavoro – Linea III.6 ”; Scheda Nuove operazioni n. 7 “Interventi per la
promozione e la produzione culturale” – Linea di Intervento III.7; Scheda Nuove
Operazioni n. 8 “Osservatorio sul Turismo a supporto delle azioni di promozione
per l’attrazione di flussi turistici” -Linea di Intervento III.8; Scheda Nuove
Operazioni n. 11 “Azioni di supporto per il potenziamento del sistema regionale
di previsione e prevenzione dei rischi Settore Protezione Civile” -Linea di
Intervento III.11; Scheda Salvaguardia n.12 “Interventi di bonifica dei siti
inquinati, messa in sicurezza e ripristino ambientale discariche, siti di
stoccaggio” -Linea di Intervento II.12. Approvazione rimodulazione del Piano
finanziario», rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 439 del
14 settembre 2021;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 87 del 5 marzo 2022, recante: «Piano di Azione e Coesione
(PAC) Calabria 2007-2013. Approvazione rimodulazione schede intervento III.6
“Politiche attive del lavoro” e III.5 “Programma di efficientamento e rifunzionalizzazione
degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani
nei Comuni costieri della Regione Calabria”. Approvazione rimodulazione del
Piano Finanziario», rettificata con deliberazione della Giunta regionale n. 127
del 28 marzo 2022, e approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 59
del 13 aprile 2022;
preso atto che:
-su proposta della
Vicepresidente della Giunta regionale, è stata rappresentata la necessità di
finanziare interventi volti all’erogazione di borse di studio e azioni di
sostegno a favore di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi e di
promozione del merito tra gli studenti, inclusi gli studenti con disabilità;
-a seguito di ciò,
l’Autorità di coordinamento FSE del PAC Calabria 2007-2013 ha predisposto una
rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro”, prevedendo
iniziative a favore dell’occupabilità di giovani talenti, attraverso borse di
studio a favore di studenti universitari, destinando a tali finalità una
dotazione finanziaria pari a 1.700.000,00 euro per l’accompagnamento dei
percorsi di conseguimento di studio universitari (laurea triennale, laurea
magistrale, ciclo unico), attraverso borse di studio e azioni di sostegno a
favore di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi e di promozione del
merito tra gli studenti con disabilità;
-la stessa Autorità di
coordinamento ha proposto di sostituire, sempre all’interno della scheda III.6,
l’intervento “Emergenza Accoglienza”, con il “Progetto Includi Calabria:
Inclusione e Innovazione Sociale”, con una dotazione finanziaria pari a
1.210.000,00 euro, per consentire di implementare in tempi rapidi le relative
procedure per la realizzazione delle attività;
vista la rimodulazione della
scheda III.6 “Politiche attive del lavoro” del PAC 2007-2013, allegata alla
presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;
rilevato che la suddetta
rimodulazione lascia immutata la dotazione finanziaria complessiva della scheda
in questione, pari a 72.562.971,88 euro, oltreché quella del Piano finanziario
del PAC 2007 -2013;
preso atto, altresì, che i
Dirigenti generali dei dipartimenti regionali proponenti, sulla scorta
dell’istruttoria effettuata, hanno attestato la regolarità amministrativa e la
legittimità della deliberazione di Giunta regionale n. 301 dell’8 luglio 2022,
la sua conformità alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie,
nazionali e regionali, ai sensi della normativa vigente e del disciplinare dei
lavori di Giunta, nonché l’assenza di oneri a carico del bilancio annuale e/o
pluriennale della suddetta deliberazione;
ritenuto, pertanto, di
approvare la rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro” del
PAC 2007 -2013, allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale;
vista la legge regionale 12
ottobre 2016, n. 30 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria
alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), in particolare l’articolo 15, comma 2;
tenuto conto che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 18 luglio 2022, ha approvato la
rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro” del Piano Azione
e Coesione (PAC) Calabria 2007 -2013;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-di approvare la rimodulazione della scheda III.6 “Politiche attive del lavoro”
del Piano Azione e Coesione (PAC) Calabria 2007-2013, allegata alla presente
deliberazione quale parte integrante e sostanziale, lasciando immutata la
dotazione finanziaria complessiva della scheda in questione, pari a
72.562.971,88 euro, oltreché quella del Piano finanziario del PAC 2007/2013.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 260 del 30 giugno 2022, recante: «POR Calabria FESR
FSE 2014/2020. Presa d'atto della “Proposta di riprogrammazione degli Assi 7,
9, 11 e 14 del POR Calabria FESR FSE 20142020 ai sensi dell'art. 2 del Reg.
(UE) 460 del 30 marzo 2022” approvata dal Comitato di Sorveglianza del
Programma»;
visti:
-il Regolamento (UE) n.
1301/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, relativo
al Fondo europeo di sviluppo regionale e a disposizioni specifiche concernenti
l'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione"
e che abroga il regolamento (CE) n. 1080/2006;
-il Regolamento (UE) n.
1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013, recante
disposizioni comuni sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale
europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo
rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni
generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo,
sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca,
e che abroga il regolamento (CE) n.1083/2006 del Consiglio;
-il Regolamento (UE) n.
1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 relativo
al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del
Consiglio;
-il Regolamento (CE) n.
480/2014 della Commissione del 3 marzo 2014 che integra il regolamento (UE) n.
1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio recante disposizioni comuni
sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo
di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo
europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo
europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione
e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca;
-il Regolamento (UE)
2020/460 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020, che modifica
i regolamenti (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013 e (UE) n.508/2014 per quanto
riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti nei sistemi
sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta
all'epidemia di COVID-19 (Iniziativa di investimento in risposta al
coronavirus);
-Reg. (UE) 2022/562 del 6
aprile 2022 del Parlamento europeo e del Consiglio, recante modifica dei
regolamenti (UE) n. 1303/2013 e (UE) n.223/2014 per quanto riguarda l'azione di
coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE);
viste:
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 303 dell'11 agosto 2015 e la deliberazione del Consiglio
regionale n. 42 del 31 agosto 2015, con le quali è stato approvato il Programma
Operativo Regionale Calabria FESR/FSE 2014/2020 ed autorizzato il Dirigente
generale del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria alla chiusura
del negoziato e alla trasmissione formale dello stesso con i relativi allegati
alla Commissione europea per l'approvazione finale;
-la Decisione C(2015) 7227
del 20 ottobre 2015, con la quale la Commissione Europea ha approvato il
Programma Operativo Regionale Calabria FESR/FSE 2014/2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 501 del 1° dicembre 2015, con la quale si è preso atto
della Decisione di approvazione del Programma Operativo FESR/FSE 2014 -2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 45 del 24 febbraio 2016 e la deliberazione del Consiglio
regionale n. 106 del 19 aprile 2016, con la quale si è preso atto del POR
Calabria FESR/FSE 2014 -2020 e dell'Informativa sulla decisione finale della
procedura di valutazione Ambientale Strategica (VAS) del POR;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 73 del 2 marzo 2016, con la quale è stato approvato il
Piano finanziario del Programma Operativo FESR/FSE 2014-2020, articolato per
Assi Prioritari, Priorità di investimento, Obiettivi Specifici, Azioni ed
Annualità, demandando all'Autorità di Gestione del Programma, di concerto con
il Dirigente generale del dipartimento Bilancio e Patrimonio, la ripartizione
della dotazione finanziaria per ciascuna Azione sulla base del Piano dei conti
ed in coerenza con i provvedimenti di attuazione del POR;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 59 del 23 febbraio 2017, con la quale è stato rimodulato il
Piano finanziario del POR Calabria FESR/FSE 2014-2020, sono state apportate le
conseguenti variazioni compensative al bilancio di previsione 2017-2019 e
annualità successive e sono stati riclassificati i relativi capitoli;
-la deliberazione della Giunta
regionale n. 263 del 28 giugno 2018, recante: "Proposta di revisione del
POR Calabria FESR FSE 2014-2020", approvata con deliberazione del
Consiglio regionale n. 321 del 31 luglio 2018;
-la Decisione C(2019) 1752 final del 28 febbraio 2019, che ha approvato determinati
elementi del POR Calabria FESR/FSE per il sostegno del Fondo europeo di
sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo nell'ambito dell'obiettivo
"Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione" per la
Regione Calabria in Italia;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 118 del 2 aprile 2019 e la deliberazione del Consiglio
regionale n. 454 del 28 novembre 2019, con cui si è preso atto della suddetta
Decisione di esecuzione della Commissione Europea C(2019) 1752 final del 28 febbraio 2019;
-la Decisione di esecuzione
C(2019) 6200 final del 20 agosto 2019, con la quale
la Commissione europea ha assentito l'attribuzione della riserva di efficacia
dell'attuazione per tutti gli Assi del POR Calabria FESR 2014/2020 che hanno conseguito
gli obiettivi di performance, ai sensi degli articoli 20, 21, 22 del Reg. (UE)
1303/2013, ad eccezione dell'Asse 9 "Inclusione Sociale", che non ha
conseguito tali obiettivi;
-la Decisione di esecuzione
C(2020) 1102 final del 20.02.2020, con la quale la
Commissione europea ha approvato la riprogrammazione del POR Calabria FESR FSE
2014-2020 proposta dal Comitato di Sorveglianza;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 33 del 9 aprile 2020, recante: "POR Calabria FESR
2014/2020. Presa atto della Decisione di esecuzione C(2019) 6200 final del 20 agosto 2019 e della Decisione di esecuzione
(2020) 1102 final del 20.02.2020. Approvazione piano
finanziario", approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 11
del 26 maggio 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 49 del 24 aprile 2020, recante: “POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Approvazione proposta di modifica piano finanziario. Atto di
indirizzo. Emergenza COVID-19”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 156 del 23 giugno 2020, recante: “POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Approvazione modifiche Piano Finanziario articolato per Assi
Prioritari e per Azioni D.G.R. del 02.03.2016, n.73 e ss.mm.ii.”;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 320 del 26 ottobre 2020, recante: «POR Calabria FESR FSE
2014/2020 – Presa d’atto della “Proposta per la revisione del POR CALABRIA
FESR-FSE 2014-2020 "Coronavirus Response
Investment Initiative” (CRII) Modifiche al REG. (UE)
1303/2013 e 1301/2013” approvata dal Comitato di Sorveglianza del Programma”,
approvata con deliberazione del Consiglio regionale n. 62 del 10 novembre 2020;
-la Decisione di esecuzione
della Commissione C(2020) 8335 final del 24 novembre
2020, recante modifica della decisione di esecuzione C(2015) 7227 che approva
determinati elementi del programma operativo "Calabria" per il
sostegno a titolo del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale
europeo nell'ambito dell'obiettivo "Investimenti a favore della crescita e
dell'occupazione" per la regione Calabria in Italia;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 474 del 15 dicembre 2020, recante: «POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Presa d’atto della Decisione di esecuzione della Commissione C(2020)
8335 final del 24.11.2020 recante modifica della
Decisione di esecuzione C(2015) 7227 che approva determinati elementi del
programma operativo “Calabria” per il sostegno a titolo del Fondo europeo di
sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo nell'ambito dell'obiettivo
“Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione” per la regione
Calabria in Italia CCI 2014IT16M2OP006», approvata con deliberazione del
Consiglio regionale n. 92 del 29 dicembre 2020;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 66 del 28 febbraio 2022, recante: «POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse 1 "Promozione
della Ricerca e dell'Innovazione" (OT 1 FESR), Azioni 1.1.2, 1.1.4, 1.1.5,
1.2.1, 1.2.2, 1.3.2, 1.3.3 e 1.5.1, dell'Asse 2 " Sviluppo dell'agenda
digitale" (OT 2 FESR), Azione 2.1.1, 2.2.1, 2.2.2 e dell'Asse 6
"Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale" (OT 6
FESR), Azioni 6.1.2, 6.1.3, 6.5.A e 6.6.1», sulla quale la Seconda Commissione
consiliare ha espresso parere favorevole nella seduta del 22 marzo 2022, ai sensi
dell’articolo 15, comma 3 della legge regionale n. 30/2016;
-la deliberazione della
Giunta regionale n. 206 del 30 maggio 2022, recante: «POR Calabria FESR FSE
2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell’Asse 3 “Competitività dei
sistemi produttivi” (OT 3 FESR), Azioni 3.1.1, 3.1.2, 3.1.3, 3.3.1, 3.5.1,
3.6.1, 3.6.4, 3.7.1, 3.7.2 e 3.7.3, dell’Asse 5 “Prevenzione dei rischi” (OT 5
FESR), Azioni 5.1.1 e 5.1.4, e dell’Asse12 “Istruzione e formazione” (OT 10
FSE), Azioni 10.1.6 e 10.5.2», sulla quale la Seconda Commissione consiliare ha
espresso parere favorevole nella seduta del 27 giugno 2022, ai sensi
dell’articolo 15, comma 3 della legge regionale n.30/2016;
considerato che al fine di
assicurare la regolare, efficace e tempestiva chiusura del ciclo di programmazione
del POR Calabria FESR/FSE 2014-2020 è stata avviata, tra i soggetti coinvolti a
vario titolo nell’attuazione del Programma, una ricognizione finalizzata
all’individuazione delle azioni più opportune per la “messa in sicurezza” del
POR, minimizzando il rischio di mancato utilizzo delle risorse, in modo tale da
prevedere, laddove necessario, una riprogrammazione del piano finanziario con
l’obiettivo di concentrare le risorse sugli Assi e le azioni maggiormente
performanti;
preso atto che è stata attivata
la possibilità offerta dall’articolo 2 del Regolamento (UE) n. 460 del 30 marzo
2020, che consente di “trasferire durante il periodo di programmazione un
importo fino all’8% della dotazione di una priorità al 1° febbraio 2020 e entro
il limite del 4% del bilancio del programma a un’altra priorità dello stesso
Fondo a favore dello stesso programma” e, inoltre, stabilisce che i relativi
trasferimenti “sono considerati non rilevanti e non richiedono una decisione di
modifica del programma da parte della Commissione”;
rilevato che con il
presente provvedimento si prende atto dell’approvazione della proposta di
riprogrammazione degli Assi 7, 9, 11 e 14 del POR Calabria FESR FSE 2014-2020,
ai sensi dell’art. 2 del Reg. (UE) 460 del 30 marzo 2022, da parte dei
componenti del Comitato di Sorveglianza del Programma, finalizzata al
potenziamento della dotazione finanziaria degli Assi 7 “Sviluppo delle reti di
mobilità sostenibile” (OT 7 FESR), per 10.000.000,00 euro, e 14 “Assistenza
tecnica” (FESR), per 5.000.000,00 euro, con diminuzione di quella degli Assi 11
“Istruzione e formazione” (OT 10 FESR) per 10.000.000,00 euro e 9 “Inclusione
sociale (OT 9 FESR) per 5.000.000,00 euro;
tenuto conto che nello
specifico la suddetta rimodulazione prevede:
-un aumento di 10 milioni
di euro della dotazione finanziaria dell’Azione 7.3.1 “Potenziare i servizi di
trasporto pubblico regionale ed interregionale su tratte dotate di domanda
potenziale significativa, anche attraverso interventi infrastrutturali e
tecnologici, rinnovo del materiale rotabile, promozione della bigliettazione
elettronica integrata con le azioni dell’obiettivo tematico dell’Asse 7
“Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile” (OT 7 FESR), con conseguente
prelievo di 10.000.000,00 euro dall’Asse 11, e in particolare di 3.437.831,76
euro dall’Azione 10.5.7 “Interventi infrastrutturali per l’innovazione
tecnologica e laboratori di settore e per l’ammodernamento delle sedi
didattiche” e di 6.562.168,24 euro dall’Azione 10.7.1 “Interventi di
riqualificazione degli edifici scolastici (efficientamento energetico,
sicurezza, attrattività e innovatività, accessibilità, impianti sportivi,
connettività) anche per facilitare l’accessibilità delle persone con
disabilità”;
-un aumento di 5.000.000,00
euro dell’Asse 14 “Assistenza tecnica” (FESR)” del POR Calabria FESR/FSE 2014
-2020, precisamente di 2 milioni di euro della dotazione finanziaria
dell’Azione 14.1.1 “Programmazione, gestione, sorveglianza, monitoraggio e
controllo” e di 3 milioni di euro della dotazione finanziaria dell’Azione
14.1.2, con conseguente prelievo di 5 milioni di euro dall’Asse 9 “Inclusione
sociale” (OT 9 FESR), in particolare dall’Azione 9.4.4 “Sostegno
all’adeguamento infrastrutturale per il miglioramento dell’abitare a favore di
persone con disabilità e gravi limitazioni nell’autonomia”;
preso atto che il Dirigente
generale e il Dirigente del competente Settore del dipartimento regionale
proponente hanno attestato, sulla scorta dell’istruttoria effettuata, la
regolarità amministrativa e la legittimità della deliberazione della Giunta
regionale n. 260 del 30 giugno 2022, la sua conformità alle disposizioni di
legge e di regolamento comunitarie, nazionali e regionali, nonché l’assenza di
oneri finanziari a carico del bilancio annuale e/o pluriennale regionale
derivanti dalla suddetta deliberazione;
preso atto, altresì, che il
Dirigente generale del dipartimento regionale “Economia e Finanze”, con nota
prot. n. 287642 del 20 giugno 2022, ha confermato la compatibilità finanziaria
della deliberazione di Giunta regionale n.260/2022 sulla base di quanto
attestato dal Dirigente generale e dal Dirigente di Settore del dipartimento
regionale proponente;
ritenuto pertanto: -di
procedere alla presa d’atto della proposta di riprogrammazione degli Assi 7, 9,
11 e 14 del POR Calabria FESR/FSE 2014-2020, ai sensi dell’articolo 2 del
Regolamento (UE) n. 460 del 30 marzo 2020, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale (Allegato 1);
-di approvare la
rimodulazione della dotazione finanziaria dell’Azione 7.3.1 dell’Asse 7
“Sviluppo delle reti di mobilità sostenibile” (OT 7 FESR) e delle Azioni 10.5.7
e 10.7.1 dell’Asse 11 “Istruzione e formazione" (OT 10 FESR), nonché
quella dell’Azione 9.4.4. dell’Asse 9 “Inclusione sociale” (OT 9 FESR) e delle
Azioni 14.1.1 e 14.1.2 dell’Asse 14 “Assistenza tecnica” (FESR) del POR
Calabria FESR/FSE 2014-2020, come indicato nell’Allegato 2, che costituisce
parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
vista la legge regionale n.
30 del 2016 (Disposizioni sulla partecipazione della Regione Calabria alla
formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione
Europea e sulla programmazione nazionale per le politiche di sviluppo e
coesione), e in particolare l’articolo 15, comma 1;
tenuto conto che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 27 luglio 2022, ha approvato la presa
d’atto della proposta di riprogrammazione degli Assi 7, 9, 11 e 14 del POR
Calabria FESR/FSE 2014-2020 e la rimodulazione della dotazione finanziaria
dell’Azione 7.3.1 dell’Asse 7 e delle Azioni 10.5.7 e 10.7.1 dell’Asse 11,
nonché quella dell’Azione 9.4.4. dell’Asse 9 e delle Azioni 14.1.1 e 14.1.2
dell’Asse 14 del POR Calabria FESR/FSE 2014 -2020;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni,
motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente
riportate: -di prendere atto della proposta di riprogrammazione degli Assi 7,
9, 11 e 14 del POR Calabria FESR/FSE 2014-2020, ai sensi dell’articolo 2 del
regolamento (UE) n. 460 del 30 marzo 2020, allegata alla presente deliberazione
quale parte integrante e sostanziale (Allegato 1);
-di approvare la rimodulazione
della dotazione finanziaria dell’Azione 7.3.1 dell’Asse 7 “Sviluppo delle reti
di mobilità sostenibile” (OT 7 FESR) e delle Azioni 10.5.7 e 10.7.1 dell’Asse
11 “Istruzione e formazione" (OT 10 FESR), nonché quella dell’Azione
9.4.4. dell’Asse 9 “Inclusione sociale” (OT 9 FESR) e delle Azioni 14.1.1 e
14.1.2 dell’Asse 14 “Assistenza tecnica” (FESR) del POR Calabria FESR-FSE
2014/2020, come indicato nell’Allegato 2, che costituisce parte integrante e
sostanziale della presente deliberazione.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 179 del 30 aprile 2022, recante: "Bilancio di
previsione 2022 -2024 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria (ARPACAL) -Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di
competenza";
premesso che:
-l’articolo 57, comma 3
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria) dispone che “i bilanci degli Enti, delle
Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni
anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia
che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il
successivo 20 settembre al Dipartimento Bilancio e Finanze, Programmazione e
Sviluppo economico – Settore Bilancio e Programmazione Finanziaria e Patrimonio
per la definitiva istruttoria di propria competenza”;
-la Giunta regionale entro
il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva
approvazione entro il 30 novembre;
visti:
-la legge regionale 3
agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente della Calabria -A.R.P.A.C.A.L.);
-la legge regionale n. 8/2002;
-l'articolo 54, comma 5,
lettera b), della legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della regione
Calabria);
-il decreto legislativo n.
118/2011, per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;
vista la deliberazione n.
140 del 7 aprile 2022, con la quale il Direttore generale dell’ARPACAL ha
approvato il Bilancio Previsionale 2022-2024 e il Piano annuale delle attività
2022 dell’Ente, allegati alla presente deliberazione quali parti integranti e
sostanziali;
rilevato che il Revisore
unico dei conti dell’Agenzia, con verbale n. 2 del 7 marzo 2022, allegato al
presente atto quale parte integrante e sostanziale, ha attestato che, nel
prospetto di quantificazione del limite della spesa per l’esercizio 2022, sono
stati rispettati i limiti di contenimento della spesa, nell’osservanza
dell’articolo 6 della legge regionale n. 43/2016, e con verbale n. 3 del 7 aprile
2022, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale: -ha richiamato l’attenzione degli organi dell’Agenzia sulla
tardiva predisposizione del bilancio dopo il termine del 31 dicembre
dell’esercizio precedente, evidenziando che il suddetto ritardo non consente
all’Ente né un’apprezzabile esecuzione del programma delle attività, né la
produzione dei servizi in misura adeguata alle esigenze del territorio
calabrese;
-ha attestato la
corrispondenza delle previsioni di bilancio 2022 -2024 alle norme di legge
nazionali e regionali vigenti in materia, rilevando altresì la coerenza
interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;
-ha espresso parere
favorevole all’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2022-2024
dell’ARPACAL ed ai relativi allegati;
tenuto conto che il
Comitato regionale di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale n. 3 del 26 aprile
2022, ha espresso parere favorevole sul bilancio previsionale triennale 2022
-2024;
considerato che il
dipartimento regionale “Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza
sull’Ente, nell’istruttoria di propria competenza (prot. n.201985 del 28 aprile
2022), allegata alla presente deliberazione quale parte integrante e
sostanziale, ha evidenziato che, con deliberazione n. 88 del 10 marzo 2022 del
Direttore Generale, è stato assunto il provvedimento che tiene conto delle
misure di contenimento delle spese operate nel bilancio di previsione 2022
-2024, per come previsto dall’articolo 6, comma 1, lettere a) e b) della legge
regionale n. 43/2016, ed ha espresso parere favorevole al bilancio di
previsione 2022-2024 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente
della Regione Calabria;
preso atto che il
dipartimento “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza (prot. n.
202345 del 28 aprile 2022), allegata alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale: -ha verificato, con esito positivo, la corretta
applicazione da parte dell’Ente della quota vincolata dell’avanzo di amministrazione
presunto, in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità
finanziaria punto 9.2 dell’allegato 4/2 del d.lgs. 118/2011, e nel rispetto dei
limiti di cui alle disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma 897 della
Legge n. 145/2018;
-ha formulato all’Ente le
seguenti raccomandazioni:
con riferimento al Fondo Crediti di Dubbia
Esigibilità (FCDE), di provvedere ad implementare gli importi del FCDE in
occasione della prima variazione al bilancio di previsione 2022-2024 e di aggiornare
le previsioni di spesa di cui al predetto fondo, verificandone, a seguito
dell’attività di gestione, la congruità, effettuando una sistematica analisi
dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di
competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento
all’effettivo andamento degli incassi;
con riferimento al Fondo
Pluriennale Vincolato, di provvedere, a seguito dell’approvazione della
procedura di riaccertamento dei residui 2021, alle dovute variazioni di
bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per
la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di bilancio di previsione
2022 -2024, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza
finanziaria potenziata;
-ha ritenuto possibile
procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di
bilancio di previsione 2022 – 2024 dell’Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo
57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
preso atto che la Seconda
Commissione consiliare, nella seduta del 27 luglio 2022, ha approvato il
bilancio di previsione 2022 -2024 dell’ARPACAL e i documenti ad esso allegati;
udito il relatore,
Consigliere Montuoro, che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni
e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:
-di approvare, ai sensi
dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, il bilancio di previsione
2022 -2024 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della
Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Art.
1
(Oggetto
e finalità)
1. La Regione Calabria,
nell’ambito delle proprie finalità istituzionali e di tutela delle fasce deboli
e vulnerabili, istituisce il Garante regionale dei diritti delle persone con
disabilità, di seguito denominato Garante, al fine di assicurare nell’ambito
dell’intero territorio regionale il rispetto e l’attuazione dei diritti delle
persone con disabilità. Nel quadro della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (Legge
quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone
handicappate) e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone
con disabilità, ratificata dall’Italia con la legge 3 marzo 2009, n. 18
(Ratifica ed esecuzione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle
persone con disabilità, con Protocollo opzionale, fatta a New York il 13
dicembre 2006 e istituzione dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle
persone con disabilità), l’attività del Garante è rivolta alla tutela di tutte
le persone con disabilità, sia essa fisica, sensoriale, intellettiva o
relazionale dipendente da qualunque causa.
2. Il Garante, nell'ambito
delle materie di competenza regionale, contribuisce a promuovere e garantire i
diritti delle persone con disabilità residenti, domiciliate anche
temporaneamente o aventi stabile dimora sul territorio regionale. L’azione del
Garante viene svolta, altresì, nei confronti delle persone con disabilità
presenti nel territorio della Regione Calabria, appartenenti alle categorie dei
richiedenti protezione internazionale e dei profughi di guerra.
3. Il Garante svolge la
propria attività istituzionale in piena autonomia, indipendenza di giudizio e
di valutazione, non è sottoposto ad alcuna forma di controllo gerarchico o
funzionale da parte degli organi regionali e ha libero accesso ad atti,
informazioni e documenti inerenti al suo mandato, nel rispetto della
legislazione vigente.
Art.
2
(Elezione)
1. Il Garante è eletto a
scrutinio segreto dal Consiglio regionale, con deliberazione adottata a
maggioranza dei due terzi dei consiglieri. In caso di mancato raggiungimento
del quorum nelle prime due votazioni, dalla terza votazione l’elezione avviene
a maggioranza semplice dei consiglieri.
2. Il Garante dura in
carica cinque anni ed è rieleggibile per una sola volta.
3. Alla scadenza del
mandato, le funzioni sono prorogate di diritto fino all’insediamento del nuovo
organo e, comunque, per un periodo di tempo non superiore a sessanta giorni,
termine entro il quale il Consiglio regionale deve eleggere il nuovo Garante.
4. In sede di prima
applicazione, l’avviso pubblico per la presentazione delle candidature è
pubblicato, sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria (BURC),
entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge. Successivamente,
l’avviso pubblico è pubblicato entro sessanta giorni dalla scadenza del
mandato.
Art.
3
(Requisiti)
1. Il Garante è scelto tra
le persone in possesso di specifica e comprovata formazione, competenza ed
esperienza nell'ambito delle politiche sociali ed educative o che si siano
comunque distinte in attività di impegno sociale, con particolare riguardo ai
temi della disabilità.
2. Non possono ricoprire la
carica di Garante tutti coloro che, al momento della presentazione della
candidatura, sono ineleggibili o incandidabili alla carica di consigliere
regionale o che, in ogni caso, versino nelle condizioni di inconferibilità
di incarichi presso le pubbliche amministrazioni o presso gli enti privati in
controllo pubblico. Per quanto concerne la durata della incandidabilità si
applicano, in quanto compatibili, le disposizioni legislative vigenti.
3. Qualora successivamente
alla elezione venga accertata una causa di cui al precedente comma, il
Presidente del Consiglio regionale dispone l’avvio del procedimento di
decadenza dalla carica di Garante e la consequenziale sostituzione.
Art.
4
(Incompatibilità
e sostituzione)
1. Il Garante non può
esercitare, durante la durata del mandato, altre attività di lavoro che possano
determinare conflitti di interessi, anche potenziali, con le attribuzioni e
l’esercizio propri dell'incarico.
2. Sono incompatibili alla
carica di Garante:
a) i membri del Parlamento
italiano e del Parlamento europeo;
b) i componenti del Governo
nazionale, i consiglieri e gli assessori regionali;
c) i sindaci, gli assessori
e i consiglieri provinciali e comunali;
d) i sindaci e i
consiglieri delle Città metropolitane;
e) i dipendenti delle
amministrazioni statali, regionali o, comunque, classificate come pubbliche
amministrazioni, gli amministratori di enti del sistema regionale, di enti o
aziende pubbliche o società a partecipazione pubblica, nonché di enti, imprese
o associazioni che ricevano, a qualsiasi titolo, sovvenzioni o contributi dalla
Regione, salvo che tali benefici non siano cessati da almeno due anni.
3. Le incompatibilità di
cui al precedente comma 2 si applicano anche a coloro che abbiano ricoperto le
cariche indicate alle lettere a), b), c), d) nei due anni precedenti la data di
scadenza per la presentazione delle candidature.
4. Qualora emergano cause
di incompatibilità nell’incarico di Garante, il Presidente del Consiglio
regionale le contesta all'interessato, che, entro e non oltre quindici giorni
dalla data di ricezione della contestazione, formula osservazioni o rimuove le
cause di incompatibilità. Ove l’incompatibilità risulti infondata o sia stata
rimossa la relativa causa, il Presidente del Consiglio ne prende formalmente
atto e archivia il procedimento. In caso contrario, il Garante viene dichiarato
decaduto dalla carica con consequenziale avvio della procedura di sostituzione.
Art.
5
(Revoca
e sostituzione)
1. Il Consiglio regionale,
su iniziativa del Presidente oppure di un quinto dei consiglieri, può avviare
la revoca dell’incarico al Garante in qualsiasi momento, per comportamenti
illegittimi, o per gravi inadempimenti oppure per il mancato raggiungimento
degli obiettivi assegnati e, comunque, quando il suo comportamento danneggi
l’immagine e il decoro dell’istituzione regionale.
2. Nei successivi quindici
giorni dall'avvio del procedimento di revoca, il Garante può presentare le
proprie controdeduzioni. Il Presidente del Consiglio regionale, esaminate le
controdeduzioni, rimette la decisione relativa al loro accoglimento o alla
revoca dell’incarico di Garante al Consiglio regionale, che vota secondo le
modalità previste per l’elezione ai sensi dell’articolo 2. In caso di revoca,
il Presidente del Consiglio, nei trenta giorni successivi, avvia il
procedimento di sostituzione di cui al comma 4.
3. Oltre che per la revoca
e la decadenza a seguito di incompatibilità, nei casi di dimissioni, morte,
accertato impedimento duraturo, fisico o psichico, del Garante, il Consiglio
regionale provvede alla sostituzione entro e non oltre quarantacinque giorni
dalla data di revoca o decadenza oppure del verificarsi dell’evento.
4. La sostituzione avviene
nel rispetto della procedura prevista dall’articolo 2, comma 1, eleggendo uno
tra i soggetti che abbiano presentato la propria candidatura. In caso di
assenza di candidature, si procede alla pubblicazione di un nuovo avviso
pubblico.
5. Il Garante nominato in
sostituzione dura in carica sino alla data di scadenza del mandato del Garante
sostituito.
Art.
6
(Funzioni)
1. Il Garante, nell'ambito
delle proprie funzioni, provvede:
a) ad affermare il pieno
rispetto della dignità umana e dei diritti di libertà, di autonomia, di
inclusione sociale, economica, produttiva della persona con disabilità,
promuovendone la piena inclusione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e
nella società;
b) a proporre alla Giunta
regionale e all’assessorato competente l’avvio di azioni volte alla piena
accessibilità e fruibilità dei servizi e delle prestazioni finalizzate alla
prevenzione, cura, riabilitazione funzionale e sociale delle disabilità
fisiche, sensoriali, intellettive o relazionali da qualunque causa dipendenti,
alla tutela giuridica ed economica della persona con disabilità, anche con
riferimento al rispetto dei livelli essenziali di assistenza e alla piena
integrazione sociale;
c) a promuovere ogni
attività diretta a sviluppare la conoscenza della normativa in materia e dei
relativi strumenti di tutela, in collaborazione con gli enti territoriali
competenti, con le associazioni delle persone con disabilità iscritte al
registro regionale RUNTS e con le associazioni di categoria;
d) ad agevolare il rispetto
dell’obbligo scolastico da parte degli alunni delle persone con disabilità che
vivono in contesti sociali a rischio di esclusione, in collaborazione con gli
enti locali e le istituzioni scolastiche, al fine di facilitare ogni processo
di inclusione;
e) a raccogliere le
segnalazioni in merito alle violazioni dei diritti delle persone con
disabilità, allo scopo di sollecitare le amministrazioni competenti a
realizzare interventi adeguati a rimuovere le cause che ne impediscano la
tutela;
f) a sollecitare la Giunta
regionale e l’assessorato competente ad assicurare il rispetto del principio di
pari opportunità tra donne e uomini con disabilità, attraverso la promozione di
azioni positive in raccordo con la Commissione regionale pari opportunità e,
previa intesa, con la Consigliera regionale di parità;
g) a ricevere istanze e a
segnalare alle autorità competenti atti e comportamenti offensivi,
discriminatori, o lesivi dei diritti e della dignità delle persone con
disabilità oppure che siano state oggetto di maltrattamenti, abusi o fenomeni
di bullismo e cyberbullismo;
h) a promuovere, tramite
gli opportuni canali di comunicazione e di informazione, la sensibilizzazione
nei confronti dei diritti delle persone con disabilità;
i) a proporre alla Giunta
regionale e all’assessorato competente lo svolgimento di attività di formazione
volte a facilitare il sostegno tecnico e legale agli operatori dei servizi
sociali;
j) a promuovere interventi
sostitutivi in caso di inadempienza o gravi ritardi nell'azione degli enti
locali e delle aziende sanitarie provinciali a tutela delle persone con
disabilità;
k) a proporre alle
amministrazioni competenti misure e interventi idonei al potenziamento della
funzionalità amministrativa, nell'ottica di una migliore tutela dei diritti
delle persone con disabilità;
l) a istituire un elenco regionale
di tutori, curatori e amministratori di sostegno;
m) a effettuare visite
negli uffici pubblici o nelle sedi di servizi aperti al pubblico, nelle
strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private accreditate,
preposte alla diagnosi, cura e riabilitazione delle persone con disabilità, al
fine di valutare la congruità dei servizi erogati, con particolare riferimento
alla eliminazione delle barriere architettoniche ed alla regolare esecuzione
dei servizi in favore delle persone con disabilità;
n) ad agevolare e
promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro delle persone con disabilità;
o) a favorire il rispetto
del diritto allo studio universitario per gli studenti delle persone con
disabilità, in collaborazione con le istituzioni universitarie e dell’Alta
formazione artistica, musicale e coreutica;
p) a proporre azioni di
sostegno al ruolo genitoriale e del caregiver familiare;
q) a istituire una rete di
collaborazione con gli uffici dei giudici tutelari presso i tribunali dei
capoluoghi di provincia.
2. Il Garante, per lo
svolgimento delle funzioni di cui al comma 1:
a) collabora con
l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, di cui
all'articolo 3 della l. 18/2009 e alla raccolta ed elaborazione dei dati relativi
alla condizione delle persone con disabilità;
b) riceve, tramite apposita
sezione del sito istituzionale del Consiglio regionale, segnalazioni in merito
a violazioni dei diritti delle persone con disabilità, in ordine a quanto
specificato nel comma 1, lettere b), d), f), g), j), m), n) del presente
articolo;
c) segnala agli ispettorati
territoriali del lavoro l'inosservanza delle disposizioni di cui alla legge 12
marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), da parte dei
datori di lavoro pubblici e privati o da parte di coloro che risultano essere
aggiudicatari di appalti pubblici ai sensi dell'articolo 17;
d) svolge attività di
informazione nei riguardi dei soggetti che hanno subito discriminazioni
determinate dalla loro condizione di disabilità ai sensi dell'articolo 2 della
legge 1° marzo 2006, n. 67 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con
disabilità vittime di discriminazioni).
3. Il Garante collabora con
le associazioni delle persone con disabilità iscritte presso il registro
regionale RUNTS, con le associazioni di categoria, con la Giunta regionale, con
il Consiglio regionale e con tutte le loro articolazioni, nonché con i Garanti
delle persone con disabilità presenti negli enti locali calabresi.
4. Organizza una volta
l’anno una conferenza pubblica, aperta a tutte le associazioni di persone con
disabilità, agli enti pubblici, ai prestatori di servizi nell’ambito delle
disabilità e al Forum del Terzo settore, per presentare il report delle
attività svolte e raccogliere eventuali istanze.
Art.
7
(Organizzazione
e funzionamento)
1. Il Garante ha sede in
Reggio Calabria presso il Consiglio regionale. Altre sedi distaccate possono
essere istituite in uffici di proprietà regionale o concessi, a titolo
gratuito, dalle pubbliche amministrazioni.
2. Alla dotazione organica,
ai locali e ai mezzi necessari per il funzionamento del Garante provvede,
sentito lo stesso Garante regionale, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio
nell'ambito della dotazione organica del Consiglio regionale. Il personale
assegnato dipende funzionalmente dal Garante e non ha diritto ad alcuna
indennità di struttura.
3. Il Garante, quando
necessario, può, inoltre, avvalersi, nei limiti delle risorse annualmente
assegnate e delle disposizioni statali in materia di spesa per il personale e
di coordinamento della finanza pubblica, oltre che nel rispetto delle norme
statali in materia di conferimento incarichi di cui agli articoli 1 e 7 del
decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del
lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche):
a) di esperti da consultare
su specifici temi nonché della collaborazione di reti associative dei
rappresentanti delle persone con diverse e specifiche situazioni di disabilità,
delle persone con disabilità e di centri studi e di ricerche che si occupino
della materia;
b) della collaborazione di
analoghe istituzioni che operano in ambito locale e territoriale;
c) di altre forme di
collaborazione in grado di agevolare lo svolgimento delle funzioni
istituzionali.
4. Il Garante adotta un
apposito regolamento di organizzazione interna, da trasmettere all’Ufficio di
Presidenza del Consiglio regionale per la relativa presa d’atto.
Art.
8
(Rete
regionale per i diritti delle persone con disabilità)
1. Per lo svolgimento delle
funzioni di cui all’articolo 6 è istituita la Rete regionale per i diritti
delle persone con disabilità, di seguito definita Rete.
2. La Rete è costituita:
a) dall’ufficio del
Garante;
b) da un referente per
ciascun Ambito territoriale sociale istituito ai sensi dell’articolo 8, comma
3, lettera a) della legge 8 novembre 2000, n. 328 (Legge quadro per la
realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali).
3. Ciascun ambito
territoriale sociale individua il referente tra i componenti dell’ufficio di
piano, istituito ai sensi dell’articolo 29 del regolamento regionale 25 ottobre
2019, n. 22 (Procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza delle
strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socioassistenziale, nonché
dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità). Il referente è nominato
con deliberazione dell’Assemblea dei sindaci dell’ambito. Le relative funzioni
sono svolte a titolo gratuito.
4. La Rete promuove il
potenziamento dell’offerta dei servizi e degli interventi di natura
socioassistenziale attraverso un sistema integrato di connessioni e sinergie
tra gli enti istituzionali di cui al comma 2.
5. La Giunta regionale
adotta, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge,
previo parere dell’assessorato competente, il regolamento attuativo che
definisce le modalità di raccordo tra l’ufficio del Garante e i referenti di
cui al comma 2.
Art.
9
(Relazione
al Consiglio regionale)
1. Entro il 30 di aprile di
ogni anno il Garante presenta al Presidente del Consiglio regionale e al
Presidente della Giunta regionale una relazione sull’attività svolta nell’anno
precedente, sui risultati conseguiti dall'ufficio e sui provvedimenti normativi
e organizzativi di cui intende segnalare la necessità, al fine di migliorare le
condizioni delle persone con disabilità e lo stato dei loro servizi.
2. Il Consiglio regionale
discute il merito della relazione in apposita sessione entro sessanta giorni
dalla data di presentazione della stessa.
3. La relazione è
pubblicata integralmente sul BURC ed è consultabile in apposita sezione del
sito del Consiglio regionale dedicata al Garante unitamente ai materiali
documentali e informativi connessi alla funzione.
4. Il Garante, qualora ne
ravvisi la necessità e l'urgenza, presenta al Consiglio regionale e alla Giunta
regionale apposite relazioni su questioni specifiche emerse nello svolgimento
delle proprie funzioni. Su specifica richiesta, il Garante può essere sentito
dal Consiglio regionale, nella prima adunanza utile, nelle modalità previste
dal regolamento interno del Consiglio regionale.
Art.
10
(Trattamento economico)
1. Al Garante spettano
l’indennità di funzione, il rimborso spese e il trattamento di missione nella
misura prevista per il difensore civico dall'articolo 9 della legge regionale
16 gennaio 1985, n. 4 (Istituzione del difensore civico per la Regione
Calabria).
2. Al Garante regionale
spetta, in caso di missione per l'espletamento delle proprie funzioni, anche
nell'ambito del territorio regionale, il rimborso delle relative spese,
autorizzate, di volta in volta, dal Presidente del Consiglio regionale, nei
limiti dei fondi assegnati alla presente legge, ai sensi dell'articolo 11.
Art.
11
(Disposizioni
finanziarie)
1. Agli oneri derivanti
dall’attuazione delle disposizioni contenute agli articoli 7 e 10, quantificati
nel limite massimo di 17.782,00 euro per l’annualità 2022 e di 35.564,00 euro
per le annualità 2023-2024, si provvede con la riduzione dello stanziamento del
Fondo speciale per le leggi di parte corrente allocato alla Missione 20,
Programma 03 del bilancio di previsione 2022-2024.
2. Le somme indicate nel
precedente comma sono contestualmente allocate alla Missione 1, Programma 01
(U.01.01) dello stato di previsione della spesa del bilancio di previsione
2022-2024.
3. La Giunta è autorizzata
ad apportare le necessarie modifiche allo stato di previsione della spesa di
bilancio di previsione 2022-2024.
Art.
12
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Oggetto
e finalità)
1. La presente legge ha
come oggetto il rilascio dell’autorizzazione prevista dagli articoli 7 e
seguenti del regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267 (Riordinamento e riforma
della legislazione in materia di boschi e di terreni montani) nelle aree sottoposte
a vincolo idrogeologico che non costituiscano bosco ai sensi della legge
regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del
patrimonio forestale regionale), per le opere di modesta entità che comportano
limitati movimenti di terreno, delegando ai Comuni il rilascio di alcune
tipologie di autorizzazione.
Art.
2
(Interventi
non soggetti ad autorizzazione in materia di vincolo idrogeologico)
1. Non sono soggetti
all’autorizzazione prevista dagli articoli 7 e seguenti del regio decreto n.
3267/1923 gli interventi da eseguire in aree che rientrano negli strumenti
urbanistici come aree urbanizzate o urbanizzabili purché non costituenti bosco
ai sensi della l.r.45/2012.
2. L’autorizzazione non è
richiesta nelle zone soggette a vincolo idrogeologico per i seguenti interventi
che non comportano mutamento di destinazione d’uso del suolo:
a) ristrutturazioni di
immobili o strutture esistenti;
b) lavori di manutenzione
ordinaria e straordinaria;
c) lavori di edilizia
libera;
d) lavori “privi di
rilevanza nei riguardi della pubblica incolumità” di cui all’Elenco “C”
dell’Allegato 3 del regolamento regionale 4 gennaio 2021, n. 1 (Procedure per
la denuncia, il deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere
strutturale e per la pianificazione territoriale in prospettiva sismica).
Art.
3
(Deleghe
ai Comuni)
1. Sono delegate ai Comuni,
senza oneri a carico del bilancio regionale, le funzioni amministrative
relative al rilascio di autorizzazioni in materia di vincolo idrogeologico di
cui al regio decreto n. 3267/1923, per interventi e attività che comportino in
aree agricole non boscate movimenti terra non superiori a 500 metri cubi. La
documentazione da allegare è quella prevista nelle Prescrizioni di massima e di
Polizia forestale (Norme regionali di salvaguardia-Vincolo idrogeologico e
tagli boschivi) redatte dal dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura, foreste e forestazione e nel relativo regolamento regionale.
2. Sono delegate ai Comuni,
senza oneri a carico del bilancio regionale, le funzioni amministrative
relative al rilascio di autorizzazioni in materia di vincolo idrogeologico di
cui al regio decreto n. 3267/1923 e della legge regionale n.45/2012, dei piani
di taglio di piante forestali ad uso familiare, secondo le indicazioni, le
modalità e la documentazione previste nelle Prescrizioni di massima e di
Polizia Forestale di cui al comma 1 e nel relativo regolamento regionale.
Art.
4
(Sanatoria
di abusi edilizi minori in aree di cui all’articolo 1)
1. Le opere realizzate
sulle aree sottoposte a vincolo idrogeologico di cui agli articoli 2 e 3 della
presente legge, purché non costituenti bosco ai sensi dell’articolo 4, comma
11, della l.r. 45/2012, in assenza della prescritta
autorizzazione, possono ottenere autorizzazione in sanatoria purché le opere
siano conformi e ricadenti negli ambiti previsti dalla presente legge.
2. Il nulla osta in
sanatoria può essere concesso, da parte della competente struttura regionale, a
condizione che le opere realizzate siano conformi alle norme vigenti, in
materia di vincolo idrogeologico, al momento dell’abuso e alle norme vigenti
alla data della richiesta.
3. Il rilascio del nulla
osta di cui al comma 2 comporta il pagamento, da parte del soggetto proponente,
di una quota fissa pari a 500,00 euro e una quota variabile pari a 10,00 euro
per ogni metro cubo di movimento terra effettuato.
Art.
5
(Norma
transitoria)
1. La presente legge si
applica anche ai procedimenti in corso di valutazione, per i quali la
documentazione viene trasmessa dall’amministrazione regionale ai Comuni. La
corrispondenza avviene a mezzo PEC e le somme versate rimangono in capo alla
Regione per l’attività svolta.
Art.
6
(Clausola
d’invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del
bilancio regionale.
Art.
7
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra in
vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Marina
Resort)
1. La presente legge
disciplina l'attività dei Marina Resort, strutture ricettive all'aria aperta
organizzate per la sosta e il pernottamento di diportisti, la cui definizione e
la cui modalità di determinazione dei requisiti sono previste dall'articolo 32
del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133 (Misure urgenti per l'apertura dei cantieri,
la realizzazione delle opere pubbliche, la digitalizzazione del Paese, la
semplificazione burocratica, l'emergenza del dissesto idrogeologico e per la
ripresa delle attività produttive) convertito, con modificazioni, dalla legge
11 novembre 2014, n. 164.
Art.
2
(Adempimenti
amministrativi e classificazione)
1. L’attività di cui alla
presente legge è soggetta a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA)
ai sensi dell’articolo 19 della legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme sul
procedimento amministrativo) e del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59
(Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato
interno), così come modificato dal decreto legislativo 14 settembre 2012, n.147
(Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 26 marzo 2010,
n. 59).
2. La segnalazione è
trasmessa, in modalità telematica, allo sportello unico per le attività
produttive (SUAP) del comune sul cui territorio ricade la struttura, secondo il
modello di segnalazione stabilito.
3. La Giunta regionale con
regolamento definisce i requisiti utili alla classificazione e necessari per
l’avvio dell’attività.
Art.
3
(Norma
transitoria)
1. Al fine di introdurre
con gradualità l’obbligo di classificazione delle strutture esistenti alla data
di entrata in vigore della presente legge, la classificazione diviene
obbligatoria a partire dal 1º gennaio dell’anno successivo a quello di
approvazione da parte della Giunta regionale del regolamento contenente il
sistema di classificazione.
Art.
4
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art.
5
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art.
1
(Riconoscimento del
“Concorso internazionale dei Madonnari-Città di Taurianova”)
1. La Regione Calabria, al
fine di promuovere le attività turistiche e culturali del territorio regionale,
riconosce, quale evento a carattere regionale, il “Concorso internazionale dei
Madonnari-Città di Taurianova”, ideato e già organizzato dall’associazione di
promozione socio-culturale “Amici del Palco”, da tenersi ogni anno, nella prima
decade del mese di agosto.
Art.
2
(Promozione
regionale del “Concorso internazionale dei Madonnari-Città di Taurianova”)
1. La Giunta e il Consiglio
regionale, attraverso i siti istituzionali e altri strumenti divulgativi,
pubblicizzano il “Concorso internazionale dei Madonnari-Città di Taurianova” di
cui all’articolo 1, al fine di rendere efficace la promozione dell’evento a
carattere internazionale.
2. La Giunta e il Consiglio
regionale concedono il patrocinio morale all’evento annuale di cui alla
presente legge.
Art.
3
(Clausola
di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza
regionale.
Art.
4
(Entrata
in vigore)
1. La presente legge entra
in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino
ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio regionale,
vista la deliberazione
della Giunta regionale n. 299 dell’8 luglio 2022, recante: "Modifica al
Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) approvato con Deliberazione del
Consiglio regionale n. 156 del 19 dicembre 2016";
visto il decreto
legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), e in
particolare gli articoli 196, che attribuisce alle Regioni la competenza
relativa alla predisposizione, adozione e aggiornamento dei piani regionali di
gestione dei rifiuti, e 199, che disciplina il contenuto dei piani regionali di
gestione dei rifiuti;
viste le seguenti quattro
direttive del “pacchetto economia circolare” in vigore dal 4 luglio 2018:
-la direttiva (UE)
2018/849/UE, che modifica le direttive 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori
uso, 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e
accumulatori, e 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed
elettroniche;
-la direttiva (UE)
2018/850/UE, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di
rifiuti; -la direttiva (UE) 2018/851/UE, che modifica la direttiva 2008/98/CE
relativa ai rifiuti; -la direttiva (UE) 2018/852/UE, che modifica la direttiva
94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio;
rilevato che le suddette
direttive sono state recepite nell’ordinamento nazionale rispettivamente con i
decreti legislativi nn. 118/2020, 119/2020, 121/2020,
116/2020;
visto il Piano Regionale di
Gestione dei Rifiuti (PRGR), approvato con deliberazione del Consiglio
regionale n. 156 del 19 dicembre 2016 e successivamente modificato con
deliberazione del Consiglio regionale n. 474 del 19 dicembre 2019;
viste:
-la legge regionale 11
agosto 2014, n. 14 (Riordino del servizio di gestione dei rifiuti urbani in
Calabria);
-la legge regionale 20
aprile 2022, n. 10 (Organizzazione dei servizi pubblici locali dell’ambiente);
tenuto conto che:
-le direttive conseguenti
al Piano d’Azione dell’Unione europea, con particolare riferimento alla
direttiva (UE) 2018/851 e alla direttiva (UE) 2018/850, stabiliscono limiti
stringenti per la riduzione dei conferimenti in discarica;
-il vigente Piano Regionale
di Gestione dei Rifiuti, pur anticipando le valutazioni sul riciclaggio in
materia di rifiuti e sulla riduzione dei rifiuti da conferire in discarica,
contiene, al paragrafo 17 della Parte II, la definizione di un fabbisogno decennale
di volumi di smaltimento e la necessità di realizzare discariche pubbliche per
circa 2 milioni di metri cubi;
considerato che, nelle more
dell’aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti ai nuovi
obiettivi comunitari e nazionali, è necessario avviare il percorso di
affrancamento dalla dipendenza dalla discarica, in accordo alla gerarchia
comunitaria sulla gestione dei rifiuti, in ottemperanza al ruolo che il
recupero energetico ricopre nell’economia circolare, in quanto soluzione preferibile
sotto il profilo ambientale rispetto allo smaltimento in discarica;
ritenuto, pertanto,
necessario apportare una modifica al vigente Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti, alla luce di quanto sopra evidenziato;
visti gli allegati A
“Relazione descrittiva”, B “Confronto tra stesura attuale PRGR e stesura
modificata”, C “Versione finale della parte oggetto di modifica”, che formano
parti integranti e sostanziali della presente deliberazione;
preso atto che il
dipartimento regionale proponente:
-ha precisato che la
modifica al PRGR
non riguarda né gli
obiettivi generali da perseguire, né la natura delle misure previste per il
loro perseguimento, che rimangono le stesse del vigente Piano;
non modifica il contributo alla realizzazione
di una strategia sostenibile nella gestione dei rifiuti, tenuto conto del
parere motivato relativo alla procedura di VAS recepito con il decreto
dirigenziale n. 15240 del 2 dicembre 2016 e, pertanto, non deve essere
sottoposta a verifica di assoggettabilità a VAS;
-ha evidenziato che la
procedura relativa alla VAS di cui alla parte II del decreto legislativo
n.152/2006 sarà espletata in sede di aggiornamento del PRGR, previsto dalla DGR
n. 93/2022;
dato atto altresì che, come
evidenziato nella deliberazione di Giunta regionale n. 299/2022, la presente
modifica al PRGR non comporta una variazione del quadro finanziario previsto
nel vigente Piano;
preso atto, altresì, che il
Dirigente generale del dipartimento regionale proponente ha attestato, sulla
scorta dell’istruttoria effettuata, la regolarità amministrativa e la
legittimità della deliberazione di Giunta regionale n. 299 dell’8 luglio 2022,
la sua conformità alle disposizioni di legge e di regolamento comunitarie,
nazionali e regionali, ai sensi della normativa vigente;
preso atto che il Dirigente
generale del dipartimento regionale “Economia e Finanze”, con nota prot. n.
319690 dell’8 luglio 2022, ha confermato la compatibilità finanziaria della
deliberazione di Giunta regionale n. 299/2022 sulla base di quanto attestato
dal Dirigente generale del dipartimento regionale proponente;
ritenuto di approvare la
modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) per come riportato
nell’Allegato C, che forma parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione;
rilevato che la Quarta
Commissione consiliare, nella seduta del 21 luglio 2022, ha approvato la
modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) di cui alla
deliberazione del Consiglio regionale n. 156 del 19 dicembre 2016;