XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
N. 3
__________
SEDUTA DI MARTEDÌ 14 DICEMBRE 2021
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
Presidenza del presidente Filippo Mancuso
La seduta inizia alle 17,01
Dà avvio ai lavori,
invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta
precedente.
Dà lettura del verbale
della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà lettura delle
comunicazioni.
Avviamo i lavori con
il primo punto all’ordine del giorno, riguardante l’approvazione del programma
di governo (articolo 33, comma 4 dello Statuto), rubricato come: “Proposta di
provvedimento amministrativo numero 6/2012”.
Ricordo all’Aula che,
ai sensi dell’articolo 57 del Regolamento interno, dopo le dichiarazioni
programmatiche del Presidente della Giunta regionale, i consiglieri possono
intervenire per non più di quindici minuti anche al fine di illustrare
eventuali mozioni integrative al programma.
Concluso il dibattito,
il Presidente della Giunta si esprime sulle mozioni integrative del programma e
si procede alla votazione delle medesime per alzata di mano.
Viene, quindi, posta
in votazione per appello nominale l’approvazione del programma eventualmente
integrato dalle mozioni.
Considerato che il
programma è già stato depositato, scelga lei, Presidente, come effettuare il
suo intervento. Poi, ovviamente, avrà più spazio per le repliche.
Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale.
Grazie, Presidente. Vorrei
intervenire anche in sede di replica perché mi sembra giusto che il Presidente
della Giunta regionale valorizzi anche i contenuti che offrirà il dibattito.
Le chiedo, pertanto,
di poter intervenire anche in sede di replica. Magari, svolgo ora un breve
intervento, pur sapendo che i colleghi consiglieri hanno già avuto nella loro
disponibilità le dichiarazioni programmatiche – che ho fatto pervenire al Consiglio
regionale qualche giorno fa – e, quindi, interverranno su queste.
Mi sembra, però,
corretto che il dibattito non si esaurisca in un rito sulle dichiarazioni
programmatiche, ma che – come deve essere nel rapporto tra Governo e Consiglio
regionale, tra maggioranza e opposizione – il Presidente della Giunta regionale
possa anche dare delle risposte alle sollecitazioni e ai contributi che
proverranno dal dibattito.
Assumo fin da ora – se
me lo consente – l’impegno a intervenire anche dopo in sede di replica, non
solo per l’espressione dei pareri sulle mozioni che saranno depositate, ma,
appunto, per svolgere un più compiuto intervento a risposta delle
sollecitazioni che interverranno.
Ringrazio lei, Presidente,
per aver voluto convocare il Consiglio regionale, i consiglieri che sono qui
presenti e gli assessori. Ne approfitto anche per salutare il settimo assessore,
il professor Dolce, che è stato nominato assessore qualche giorno fa.
Sono contento che sia
in Consiglio e che anche lui abbia la possibilità di rendersi conto delle
qualità che esprime il Consiglio regionale della Calabria.
Come dicevo, avete
avuto le dichiarazioni programmatiche, ma voglio rendervi conto anche di questi
primi 50 giorni. Sono stato proclamato Presidente della Regione il 29 di
ottobre, quindi, di fatto, sono Presidente da 50 giorni o qualcosa in più.
Vi assicuro che sono
stati 50 giorni molto intensi, anche molto impegnativi, in verità, perché, da
un lato mi sono trovato a dover affrontare le emergenze che impone il governo
di una regione bellissima, ma complessa, come la Calabria, dall’altro a dover
lavorare sulla prospettiva, sulla riorganizzazione e sull’efficientamento della
macchina burocratica, al fine di evitare che la Regione perda questo
straordinario appuntamento con la storia, che è costituito dalla convergenza di
più programmi di investimenti: il PNRR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, le
altre risorse disponibili nel bilancio dello Stato e nel bilancio regionale che
devono essere utilizzate per sviluppare la nostra Regione.
Ho avuto diverse
interlocuzioni con i Ministri del Governo e ho assunto con loro l’impegno a
dimostrare che la Calabria è una Regione governabile, che ha grandi risorse e ha
un governo regionale e un Consiglio regionale che vogliono valorizzarle.
Ho assunto anche l’impegno
a fare in modo che i tempi e le regole stabilite dall’Europa per l’impiego
delle risorse del PNRR possano essere i tempi ordinari per assumere decisioni
in ordine a investimenti e ad azioni politiche da svolgere con le risorse dell’Europa.
Mi spiego. Come sapete
il PNRR impone dei tempi molto stringenti e stiamo lavorando a ritmo molto serrato
per non perdere queste occasioni, ma vorrei che costruissimo una macchina
capace di reagire a questi tempi con la velocità imposta dall’Europa sia per la
spesa delle risorse del PNRR sia per la spesa anche delle altre risorse, come
quelle del FSC (Fondo di Sviluppo e Coesione).
Vi dicevo, da un lato
le emergenze, dall’altro la prospettiva e la necessità di costruire una
Calabria come tutti quanti noi vorremmo e come anche i calabresi vorrebbero e
tutto questo mentre siamo costretti a fronteggiare anche la quarta ondata dell’emergenza
da Covid-19.
Anche su questo voglio
darvi qualche notizia. Stiamo procedendo nella campagna di vaccinazione con
risultati anche superiori a quelli di molte altre regioni.
Credo vi faccia
piacere sapere che proprio qualche giorno fa il generale Figliuolo mi ha
chiamato per complimentarsi con i calabresi perché, per esempio, avevamo un target stabilito da Figliuolo in diecimila
vaccinazioni e ne abbiamo fatte diciannovemila.
Ogni giorno stiamo
superando i target che la struttura
commissariale ci ha affidato. Sulla base di questi ho, a mia volta, assegnato dei
target alle Aziende sanitarie della
Regione chiedendo loro di impegnarsi per evitare che ci fossero dei ritardi
nell’attività di vaccinazione perché sapete quanto incidano sulla rete ospedaliera
e sulle terapie intensive i ricoveri dei non vaccinati.
Su questo, per la
prima volta, la Calabria sta procedendo con grande velocità. Ho inteso chiamare
anche i medici di Medicina generale e le farmacie perché abbiamo la necessità
di utilizzare anche le strutture più capillari della sanità.
Ci sono realtà dove
per un anziano è difficile recarsi in un Hub vaccinale. Se riuscissimo a stimolare i medici di
medicina generale e le farmacie a intervenire laddove svolgono un’azione di maggiore
prossimità rispetto ai bisogni di salute del territorio, avremmo un importante
infrastruttura che ci può essere estremamente utile in questa fase nella quale
dobbiamo fronteggiare l’emergenza.
Anche su questo stiamo
andando molto avanti così come sull’organizzazione della sanità. Avevo promesso
che mi sarei occupato personalmente del governo della sanità e avrei chiesto al
governo di affidarmi il ruolo di Commissario.
Il mio obiettivo è
quello di far uscire la Calabria dal commissariamento che è un’anomalia e non può
essere una condizione ordinaria.
Avevo chiesto che,
intanto, fosse il Presidente della Regione ad assumersi la responsabilità di
governare la sanità e sono contento che il Governo abbia onorato questo impegno
nel primo Consiglio dei Ministri dopo la mia proclamazione, così come sono
contento che abbia accolto il mio invito a indicare come sub Commissario il
colonnello Bortoletti, che ho voluto far conoscere anche
ai capigruppo e all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, perché
vorrei che tutto il Consiglio forse a conoscenza di quello che facciamo e fosse
protagonista delle scelte di riforma del sistema sanitario.
Il Consiglio dei
Ministri l’ha nominato subito, appena è stata fatta l’indicazione.
Ho deciso di procedere
alla sostituzione del dirigente generale del Dipartimento della salute, che ho
ringraziato per l’attività complessa svolta in questi mesi, però ho deciso che
ci dovesse essere anche lì un avvicendamento.
Ho lavorato col
Governo perché ci potessero essere delle innovazioni normative che sono state
recepite nel decreto fiscale.
Qualcuno ha rilevato
che non era mai successo prima che in un provvedimento del Parlamento ci
fossero cinque pagine dedicate alla Calabria.
Nel caso di specie, peraltro,
si trattava del decreto fiscale, per cui abbiamo dovuto combattere anche per
rendere ammissibili questi emendamenti che, probabilmente, nella normalità,
sarebbero stati dichiarati inammissibili. Su quello siamo intervenuti anche
grazie al supporto che il Governo ci ha dato per ottenere la possibilità, per
esempio, di avere delle risorse aggiuntive per l’attività del Commissario
perché non basta il Commissario per risolvere i problemi della sanità!
Lo dice una recente
sentenza della Corte costituzionale: “se il Governo non supporta l’azione del Commissario
attraverso esperti di comprovata capacità, è come addossare ad un uomo solo
responsabilità che un uomo solo non può svolgere”.
Su questo abbiamo
ottenuto non quello che chiedevamo e non quello che chiedeva la Corte costituzionale
perché la Corte, nella sua sentenza, diceva che il Governo avrebbe dovuto assegnarci
25 super esperti. Ne avremo, purtroppo, soltanto 5, ma avremo 40 persone che l’Age.Na.S.
metterà a disposizione per rafforzare la capacità amministrativa della nostra
sanità.
Avremo anche la
possibilità di reperire all’esterno i dirigenti di settore del Dipartimento. Come
sapete, oggi, al Dipartimento tutela della salute, per esempio, ci sono molti
settori che non sono coperti.
In passato, se si
doveva nominare un dirigente di settore al Dipartimento tutela della salute, si
doveva scegliere tra un dirigente che avesse impegnato il suo tempo e la sua
esperienza nei mesi e negli anni precedenti, per esempio, nel Dipartimento dell’agricoltura,
del turismo o dell’industria. Anche se usufruivamo di personale che aveva acquisito
esperienza nelle aziende sanitarie, potevamo averne soltanto l’utilizzo, ma non
la possibilità di farne un personale capace di assumersi delle responsabilità
attraverso la dirigenza di settori.
Oggi, grazie a queste innovazioni
normative, abbiamo avuto la possibilità di reperire all’esterno almeno tre
nuovi dirigenti, oltre ai limiti fissati dalla legge previgente.
Abbiamo anche avuto la
possibilità di utilizzare personale della Guardia di Finanza all’interno delle
Aziende e del Dipartimento, non perché vogliamo ripetere una concezione
poliziesca della sanità.
Troppo spesso in
passato sulla sanità si sono addensati pregiudizi in ordine ai quali, poiché la
sanità in Calabria è ingovernabile, vi è un coacervo di interessi, bisogna
mandare cani da guardia, generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza.
Queste persone, poi, guarda
caso, non avevano alcuna competenza nell’organizzazione della sanità del
territorio e, infatti, ci hanno restituito un sistema sanitario che è quello
sotto gli occhi dei calabresi.
È necessario avvalersi
anche della Guardia di Finanza – ripeto – non perché si abbia una visione
poliziesca, ma per l’attività di ricognizione del debito che faremo.
Vorremmo, infatti,
procedere alla ricognizione del debito nel modo in cui si procede nei Comuni quando
c’è la procedura del dissesto guidato cioè attraverso un bando, un avviso che dia
la possibilità a chi ritiene di avere dei crediti da vantare di esibirli.
Poiché la mia personale opinione è che spesso
può succedere che alcuni crediti che vengono rappresentati, non siano reali ma
siano semplicemente non iscritti nel bilancio delle Aziende sanitarie, forse
avere una struttura che, tra le competenze tecniche, annovera anche quelle di
personale della Guardia di Finanza, rappresenta un atteggiamento utile a
scoraggiare atteggiamenti opportunistici.
Ho accolto anche
questa iniziativa con favore nell’interlocuzione che ho avuto con il Governo nazionale.
Ci sono alcune norme
un po’ più controverse.
Molte Regioni del nord
si sono lamentate del fatto che ci sia una norma che sospende, ai fini della
cassa, la mobilità passiva, che è una norma che serve per farci avere cassa in
questo frangente e che, poi, compenserà la mobilità dal 2026 in poi.
Quando, però, avremo
riformato la sanità – come voglio fare e come voi tutti volete fare – dovremo
fare una grande battaglia sulla perequazione dei sistemi sanitari.
In questi dodici anni
il nostro sistema sanitario è stato un sistema nel quale non si è investito e
non si è assunto, mentre nei sistemi sanitari delle altre Regioni si facevano investimenti
e assunzioni e, quindi, la perequazione tra il nostro sistema e i sistemi delle
altre Regioni si è allargata.
Se il tema della
perequazione deve valere per le infrastrutture, per il LEP (Livelli essenziali
delle prestazioni), perché non deve valere per la sanità e per i livelli
essenziali di assistenza?
Un’altra battaglia che
vorrei assumessero in futuro la politica regionale e le Istituzioni regionali sarà
proprio quella della perequazione da misurare su diverse quote capitali che
tengono conto del ritardo a cui la Calabria è stata costretta da dodici anni di
commissariamento.
Certo non possiamo
farla ora! Dobbiamo avere la credibilità di chi ha lavorato per far emergere il
debito, per aumentare il livello dei Lea e, poi, dobbiamo fare questo. Spero che
lo faremo prima di compensare la mobilità passiva che ora abbiamo sospeso.
L’altra norma
controversa è quella che riguarda la sospensione delle procedure esecutive. Per
la verità, io e il sub Commissario Bortoletti l’avevamo
proposta in una formulazione diversa, secondo noi, più inattaccabile dal punto
di vista costituzionale, ma il Governo l’ha modificata.
Anche questa è una
norma che dà la possibilità di evitare che ci siano, anche nella fase di
proposizione di procedure esecutive, comportamenti opportunistici prima che si
costruisca un sistema capace di valutare la qualità e la consistenza reale dei
crediti.
Ieri abbiamo avuto il Tavolo
Adduce. C’è una mia relazione, che ho firmato insieme al colonnello Bortoletti
e che invierò ai consiglieri regionali, nella quale mettiamo in evidenza tutto
quello che manca: non c’è un Piano operativo, non c’è il Piano Covid, non ci
sono i bilanci, non ci sono le notizie che il Tavolo Adduce ha chiesto alle
Aziende sanitarie. Abbiamo un sistema che sembra non sia stato governato in
questi anni di gestione commissariale.
Non cerco alibi perché
quando ho assunto la responsabilità di guidare la sanità, l’ho fatto sapendo
che era un compito difficile e complicato e avendo conoscenza dei ritardi che c’erano.
Quindi – ripeto – non cerco alibi rispetto a questo, però ho avuto anche ieri
al Tavolo Adduce un atteggiamento, per certi aspetti e in certi momenti, duro
con i dirigenti del Dipartimento del MEF.
Lo farò anche con il
ministro Franco che mi ha invitato a colazione nei prossimi giorni e anche con
lui discuterò della sanità.
Ho avuto – dicevo – un
atteggiamento duro perché mi è sembrato, in alcuni casi, che il MEF si
rivolgesse ai funzionari regionali, che erano in collegamento, come se fossero
la controparte.
Ho detto: “Guardate
che stiamo valutando i dati del 2020! Stiamo valutando i dati di bilancio di
gestioni commissariali che voi avete voluto e scelto”, quindi, ho detto: “Per
quanto mi riguarda, non sono i miei funzionari la controparte, siete voi la mia
controparte! Siete voi la nostra controparte!”.
Il commissariamento è
un istituto che è stato governato dal MEF che ha sempre proposto Commissari
senza che questi avessero alcuna capacità di intervenire sia nell’attività di
ricognizione del debito sia nelle attività di miglioramento delle prestazioni
sanitarie attraverso un aumento dei Lea.
Relativamente ai Lea siamo
bassi, perché siamo oggettivamente bassi! Ho trovato una situazione per la
quale i dati sui Lea non vengono comunicati dal 2016.
Non possiamo andare
avanti in questo modo e stiamo lavorando senza mai cercare alibi, ma per
dimostrare che c’è oggi una politica regionale che, poiché si è assunta l’onere
e anche l’onore di guidare le scelte che riguardano la sanità, questo onere e
questo onore vuole realizzarlo attraverso un’attività di cambiamento e di
riforma del sistema sanitario.
Vorrei – vi dicevo – rendervi
conto dell’attività svolta in queste settimane e, poi, rispondere ai vostri rilievi,
alle vostre obiezioni, alle vostre critiche, ai vostri suggerimenti in sede di
replica e lo faccio dandovi conto anche di quello che ho cercato di fare in
queste settimane, anche rispetto alla necessità di recuperare la reputazione della
nostra regione in Europa. Ho chiesto al dirigente che si occupa della
programmazione comunitaria di fissare degli incontri con i dirigenti generali
delle Direzioni generali della Commissione europea che si occupano di
programmare insieme a noi la spesa dei fondi comunitari e di valutarne la
congruità.
È stato utile perché
appena hanno visto che un Presidente della Regione andava lì per parlare con i
dirigenti delle competenti Direzioni generali – poiché non è solito che un Presidente
di Regione vada a Bruxelles – la Commissaria europea mi ha chiesto un incontro
che è stato molto positivo e che va nella direzione di dimostrare che c’è un
governo regionale che non manda più soltanto dirigenti di settore, dirigenti
generali – anche capaci – ad affrontare le questioni, ma considera alcune
questioni strategiche e si impegna in prima persona.
Credo che quello che
abbiamo fatto sia utile anche a risolvere – questo è il mio auspicio – il problema
che avete letto sul Sole24ore qualche settimana fa: la sospensione e
interruzione dei pagamenti per la Calabria.
Se fra qualche giorno,
fra qualche settimana, riuscissimo ad avere la chiusura di quella procedura
significa che, evidentemente, è un’attività che ha funzionato perché è andata
nella direzione di recuperare la reputazione della nostra Regione.
Certo, ho assunto
anche degli impegni. In queste settimane ho voluto svolgere un’attività molto
intensa dal punto di vista della concertazione sia con le organizzazioni
datoriali sia con le organizzazioni sindacali. Poi, è evidente che non si può
essere sempre d’accordo con i sindacati però li ho chiamati più volte al Tavolo
e hanno sempre offerto suggerimenti e stimoli che ho giudicato di grandissima
qualità.
Ho chiesto anche al
partenariato di impegnarsi affinché la Calabria possa essere, nel prossimo
ciclo di programmazione, una delle prime Regioni a inviare i propri documenti
di programmazione. Avremo risorse che saranno triplicate – in alcuni casi,
quadruplicate – nella loro dimensione e abbiamo, dall’altra parte, il
pregiudizio di un Europa che, per esempio, sul Fondo sociale europeo ci dice: “Ma
non avete speso quasi nulla o, comunque, sono molte le risorse non impegnate
nel vecchio ciclo di programmazione. Abbiamo dati sulla povertà che descrivono
la Calabria come la regione più povera d’Europa. Ora, abbiamo in corso una
programmazione che vi darà tre volte le risorse che avete avuto per il Fondo sociale
europeo. Come ci convincete del fatto che queste risorse le saprete spendere?”
Dobbiamo convincere,
appunto, efficientando la macchina burocratica e amministrativa, chiamando il
partenariato ad essere protagonista delle scelte, ma li dobbiamo convincere
anche attraverso un’azione incisiva e forte che il governo regionale deve fare
in prima persona.
Ci sono tante
questioni che mi hanno impegnato in questi cinquanta intensi, ma complicati giorni
del mio inizio di mandato.
Di alcune vi ho già
parlato, come del fatto di aver voluto delegare al Ministero della pubblica amministrazione,
attraverso il Formez, tutte le procedure di selezione
non solo per le Regioni, ma anche per gli enti strumentali.
Anche questo serve a
dire che c’è un’altra Calabria…
L’altra
volta un dirigente mi ha detto: “Il Formez dice che
si possono selezionare le persone - assessore Pietropaolo - in due modalità: o
attraverso le prove preselettive e i titoli oppure attraverso le prove
preselettive, i titoli ed i colloqui. Che diciamo?” No! Diciamo che devono fare
la selezione solo attraverso i titoli e le prove selettive, non i colloqui.
Ecco, anche questo è un modo di descrivere una Calabria alla quale non tutti
sono abituati.
Così
come con la Corte dei conti. Io, in 50 giorni, sono andato due volte davanti
alla Corte dei conti, credo sia stato anche molto apprezzato. Appena insediato,
ho verificato che c'era questo problema, eccepito dalla Corte dei conti, legato
alla diga del Menta. Una diga, signori, realizzata in Calabria, che spesso
vediamo sulle televisioni nazionali. Leggiamo spesso sui giornali di opere
finanziate che la Calabria non è riuscita a realizzare, qui è successo il
contrario, cioè quest'opera è stata realizzata dalla Calabria e dopo qualche
tempo ci hanno detto: “Ah, ma l'avete realizzata con fondi propri, perché
quest'opera è stata definanziata”.
In
verità, assessore, nel 2012 una delibera del CIPE ha definanziato
alcune opere, ma la diga non era nell'elenco delle opere definanziate.
Siccome, però, non era nemmeno nell'elenco delle opere per le quali era stato
confermato il finanziamento, è diventata un’opera fantasma. Nessuno se n'è
accorto, non se n'è accorto nemmeno il Ministero. La Regione ha scritto più
volte comunicando gli stati d'avanzamento e sono stati registrati dal
Ministero, poi qualche mese fa, a marzo, un dirigente del Governo nazionale ha
scritto dicendo: “Quest’opera forse non è più finanziata”. Noi abbiamo subito
instaurato un contenzioso col Governo e, proprio oggi, in Giunta regionale
abbiamo licenziato il rendiconto che recepisce le obiezioni della Corte dei
conti, per cui, di fatto, toglie quest’opera dai residui attivi del bilancio e
la pone come opera finanziata con mezzi propri dalla Regione.
Tutto
questo è stato fatto per evitare un'altra anomalia: che la Regione andasse in
esercizio provvisorio. Infatti oggi, in Giunta, abbiamo deliberato tutti i
documenti contabili propedeutici per evitare l'esercizio provvisorio. Il
Consiglio regionale sarà impegnato nei prossimi giorni a esaminarli, perché
vorrei che la Regione fosse nella pienezza delle sue funzioni per affrontare le
emergenze e anche per ragionare sulle prospettive.
Questo
è il compito che ho assegnato al mio governo regionale, ma è anche il compito
che il Consiglio regionale, nella sua composizione complessiva, deve
assegnarsi.
Ho
grande rispetto delle funzioni del Consiglio regionale, credo che non ci sia
stato, negli ultimi anni, un Presidente che abbia interloquito come ho fatto io
con la Conferenza dei capigruppo, con l'Ufficio di Presidenza, che abbia dato
un ruolo al Consiglio regionale nella sua articolazione in maggioranza e
minoranze.
Mi
auguro, però, che il Consiglio regionale abbia voglia di procedere con la
stessa velocità, con la stessa urgenza che è richiesta, data l'entità delle
sfide che insieme siamo chiamati ad affrontare e a vincere.
Siccome
avevo promesso, signor Presidente, che avrei fatto solo una brevissima
introduzione, invece, forse, qualche consigliere regionale si è lamentato
perché ho parlato un po’ di più, mi fermo qui. Le chiederò dopo il tempo
necessario, se il Consiglio riterrà di dovermelo accordare, per poter rispondere,
quanto più puntualmente saprò fare, ai suggerimenti, alle obiezioni, anche alle
critiche che verranno da parte dei diversi settori del Consiglio regionale.
Intanto vi ringrazio, ringrazio lei ancora una volta per la puntualità e
l'ordine dei lavori oltre che per i contenuti del dibattito che sicuramente il
Consiglio mi offrirà.
Grazie,
Presidente. Non si è lamentato nessuno, era un’interlocuzione sull'ordine degli
interventi.
Ha
chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.
Grazie,
signor Presidente del Consiglio. Rivolgo un saluto al Presidente della Giunta,
agli assessori e ai colleghi consiglieri.
Quando,
qualche settimana fa, ho aperto la PEC che riportava i punti all'ordine del giorno
con all'interno le linee programmatiche, sono rimasto un po' sorpreso nello
stampare il documento, essendo alla prima esperienza da consigliere regionale.
Avendo esercitato il ruolo di sindaco, avrei immaginato un documento un po' più
articolato. Ho dato uno sguardo a ciò che avviene anche in qualche altra
Regione e, in effetti, documenti un po' più articolati li ho trovati, credo che
però la Calabria abbia bisogno di pragmaticità e
quindi voglio dare il beneficio del dubbio e giudicare l'operato di questa
Giunta nei prossimi mesi. Però qualche sottolineatura su degli aspetti che
reputo importanti vorrei farla.
Innanzitutto,
sono sicuro che il signor Presidente della Giunta concorderà con me nell’unirsi
ai ringraziamenti, oltre che per la Protezione Civile, il personale sanitario e
le associazioni che hanno combattuto il Covid, anche,
signor Presidente, per gli amministratori locali. Mi sento chiamato in causa
perché ho toccato con mano quanti sindaci e amministratori locali a mani nude,
nel momento più importante della pandemia, in quel marzo del 2020, totalmente
spiazzati da quello che stava avvenendo, senza avere delle linee guida, si sono
dovuti ritrovare a dover gestire, anche dal punto di vista sanitario, ciò che
era l'emergenza, fornendo anche alle ASP quelli che erano i presìdi,
acquistando le mascherine, i tamponi e fornendole alle USCA che ne erano
sprovviste. Ci sono stati colleghi amministratori che accompagnavano in
macchina gli infermieri delle USCA per effettuare i tamponi a domicilio e colleghi
amministratori che si sostituivano, dove non erano presenti le associazioni,
per dare un supporto anche dal punto di vista economico e della spesa alle
fasce più deboli. Quindi, sono sicuro che anche lei si unirà a me nei
ringraziamenti per quelli che, negli oltre 8000 campanili, considero la spina
dorsale del nostro Paese.
Dopodiché,
saltando la parte della sanità, che sono sicuro verrà dibattuta lungamente nei
prossimi punti all'ordine del giorno, vorrei soffermarmi un attimo sul welfare.
In
realtà, mi lascia abbastanza perplesso leggere come ciò che si propone sia
ricreare quel senso di comunità attraverso la collaborazione tra associazioni,
Comuni, enti no profit, scuole, parrocchie, demandando poi, quasi, a questa
comunità la gestione delle politiche sociali. Come se bastasse un “Don Matteo
in bicicletta” per andare in giro nelle case delle persone a risolvere quelle
che sono le problematiche.
Credo
che il welfare e le politiche sociali
potrebbero essere affrontati unicamente attuando quella che è la riforma del welfare approvata ormai da oltre due
anni. Perfettibile sicuramente, perché all'interno – lo dico da Presidente di
Ambito di ben 28 Comuni - ci sono sicuramente delle cose migliorabili.
Purtroppo, signor Presidente, ad oggi, all'interno della nostra Regione, su ben
trentadue Ambiti sociali, non ci sono Piani di zona approvati.
Quindi,
non c'è questa forma di collaborazione tra Enti, Istituzioni. Questo grave
ritardo poi si ripercuote in maniera drammatica sui servizi che si possono
erogare sul territorio; non c'è un sistema informatico che permetta di
colloquiare e di scambiare i dati tra i consultori e i distretti
socio-sanitari. I dati che sono a disposizione degli Ambiti non possono essere
poi condivisi se non con delle forme di convenzione fatte in loco,
quando invece in altre Regioni ci sono dei sistemi informatici che permettono
di avere esattamente il termometro della situazione sociale, utilizzando e
interrogando un unico applicativo.
Quindi,
mi auguro che, da questo punto di vista, possa essere fatto uno sforzo, perché
le politiche sociali permettono anche di evitare che all'interno di queste
fragilità si crei un circuito vizioso che vada a finire poi a carico del
sistema sanitario, perché le famiglie che vivono delle fragilità spesso hanno
stili di vita e abitudini che possono anche portare a sviluppare determinate
patologie.
Vorrei
evidenziare anche, per quanto riguarda il punto programmatico relativo
all'ambiente, che un'altra difficoltà degli Enti locali è quella
dell'approvvigionamento idrico, difatti si trovano spesso a dover far fronte a
dei debiti importanti con la Sorical, non riuscendo,
purtroppo, ad avere in bilancio le risorse per poterlo fare.
Come
lei giustamente sottolinea, il sistema idrico, purtroppo, ha delle gravi perdite.
Ciò che potrebbe sicuramente dare una spinta positiva è aiutare soprattutto i
Comuni in zone collinari e montane, dove ci sono le sorgenti di acqua - come
lei saprà la Calabria è una delle regioni con più sorgenti -, aiutandoli a
creare dei pozzi per la captazione delle acque e rendendoli autonomi. Oggi,
invece, abbiamo dei centri collinari o delle cittadine ai quali purtroppo
l'acqua viene pompata dalla marina, con un aggravio di costi soprattutto per
quanto riguarda la spesa energetica.
Un'altra
sottolineatura, sempre in maniera propositiva, la vorrei fare per quanto
riguarda la formazione, la Scuola.
Mi
fa specie che non sia stato affrontato il tema degli ITS, una formazione ormai
all'avanguardia che in tutta Europa sta riscontrando grandissimo successo e che
permette di incrociare, in maniera eccezionale, l'offerta formativa con la
domanda del mercato del lavoro. Anche nel PNRR il presidente Draghi, proprio
con una sua iniziativa personale, ha voluto stanziare 1,5 miliardi di euro per
aumentare in maniera considerevole questa nuova forma di formazione, perché le
nostre Università, purtroppo, signor Presidente, sfornano spesso studenti che
non hanno nessuno sbocco occupazionale nel mondo del lavoro. Gli ITS in
Germania hanno circa 800 mila studenti, e anche in Francia, in Spagna e in
Svizzera. In Italia purtroppo è rimasto un settore di nicchia. Nel Paese, ad
oggi, sono circa 15 mila studenti iscritti agli ITS. Il dato eclatante che ci
deve far riflettere è che oltre l'ottanta per cento di questi ragazzi, che
terminano i due anni di studio all'interno degli ITS, post-diploma, escono con
un contratto a tempo indeterminato in tasca. Questa nuova forma di istruzione e
di formazione è sicuramente quella alla quale dobbiamo guardare con maggiore
interesse, in collaborazione anche con le Università e con i CPIA (Centri
provinciali per l’istruzione degli adulti) per far sì che anche gli adulti, che
ad una certa età sembrano tagliati fuori dal mercato del lavoro, invece possano
sfruttare questa opportunità.
In
ultimo, la parte relativa al turismo. Sono fermamente convinto, signor
Presidente, che il turismo rappresenti l'unica industria che può veramente
partire nella nostra Regione. Pensi che nella Regione Puglia, nel comparto
turistico - lo dico da un po' di tempo - lavorano circa 130.000 persone in
maniera diretta e indiretta. Bene, nel comparto turistico in Calabria lavorano,
sì e no, 30.000 persone, un gap di 100 mila occupati. Non bisogna essere
degli statisti o avere grossi studi per capire come la disoccupazione in
Calabria sicuramente beneficerebbe di uno sviluppo turistico più importante.
Sicuramente,
poi, potrebbe trainare anche il settore agroalimentare. Basta fare un giro
nelle altre regioni per ritrovare, nella camera dei b&b e degli alberghi,
il vasetto con il miele locale, l'olio prodotto su quei territori, i taralli,
per capire come il turismo possa far sviluppare anche le aziende e coinvolgere
la sanità a supporto di chi decide di visitare quella regione.
Quindi,
credo che le scommesse più importanti - a parte quella sanitaria che sarà
discussa più in là – siano: la formazione per abbattere la disoccupazione e il
turismo che è la vera unica industria che può dare sollievo alla nostra
regione. Grazie.
Grazie,
collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò.
Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Presidente Occhiuto, mi rivolgo a lei e alla sua Giunta per
esprimere, a nome del gruppo consiliare che mi onoro di rappresentare in quest'Aula,
la mia più profonda approvazione.
Approvazione
per l'azione di governo che sta portando avanti con la sua squadra, sulla quale
ha avuto modo di rendere edotta quest'Aula con diverse informative in diverse
circostanze - le do atto -, la Conferenza dei capigruppo e singolarmente ognuno
di noi.
Un'azione
di governo che, ovviamente, passa fra le mille difficoltà e le mille emergenze
della nostra regione che si sono poste alla sua attenzione, ma che lei ha
saputo affrontare con la determinazione che tutti noi le riconosciamo e abbiamo
avuto modo di constatare e per la quale, già da ora, la rendo partecipe del
nostro supporto, della nostra partecipazione, del nostro contributo.
In
riferimento al Programma di governo che ha sottoposto all'attenzione di quest'Aula,
esprimo grande compiacimento, soddisfazione e approvazione. Lo faccio perché ho
letto e approfondito quello che lei dice e quello che è il suo programma; è un
programma ambizioso, che rivela l'ambizione di chi vuole affrontare i problemi
della Calabria con determinazione, con professionalità, con attenzione e,
secondo me, tenendo nella debita considerazione il ruolo di quest'Aula.
Quello
che fa il Presidente con la Giunta regionale deve essere supportato; la sua
maggioranza, Presidente, è chiamata a starle a fianco nell’azione di governo,
non rinunciando, ovviamente, al ruolo propositivo che ciascuno di noi vorrà
svolgere nel corso di questa di questa Legislatura.
Se
il buongiorno si vede dal mattino, sono convinto che la Calabria e i calabresi si
trovino dinnanzi a una nuova alba. I primi passi sono confortanti. Noi non
mancheremo, ripeto, di supportarla.
Concludo
così il mio intervento. Grazie, Presidente.
Grazie
collega Crinò. Ha chiesto di intervenire la collega
Bruni. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente della Giunta, Presidente del Consiglio, assessori, colleghi
consiglieri, penso che il programma di governo sia un atto importantissimo
perché ci dà il futuro, ci dà la dimensione di dove questa Regione deve andare,
ma ci deve anche dire con quale metodo dobbiamo andare nel futuro, ci deve
disegnare degli obiettivi, ci deve disegnare degli step,
ci deve disegnare un tempo.
Questo
atto di governo che il Presidente della Giunta considera serio, ambizioso, per il
quale si sta impegnando, in realtà lascia molto a desiderare da un punto di
vista metodologico.
Ci
aspettavamo una relazione molto diversa, considerando anche il momento storico
particolarissimo in cui stiamo ancora vivendo, in cui questa pandemia ci ha
devastato, ha devastato questa terra così fragile, ha devastato il mondo
intero, continua a farlo e la pandemia pone problemi di regole sociali,
economiche, ma anche sanitarie di cui dobbiamo tenere conto.
La
necessità è sicuramente quella di ripartire, perché questo è un obbligo morale,
politico. Bisogna riprendersi, ma bisogna essere chiari, bisogna capire dove
dobbiamo andare veramente, quindi, un atto di governo così redatto non può
essere così impreciso.
Mi
sono concentrata sull'assenza di alcune parole chiave.
Manca
totalmente il riferimento al sistema del potere criminale della ‘ndrangheta che
devasta questa terra - e dire che abbiamo una legge regionale del 2018 -, non
c'è alcun riferimento al problema della sicurezza dei cittadini, nessun accenno
alla povertà e alle politiche da attuare - visto che siamo esattamente più
poveri d'Europa -, nessuna indicazione sulla scuola, niente sulla gravissima
dispersione scolastica che impoverisce il nostro tessuto culturale e conferisce
persino un aumento di rischio per le demenze, quindi non un solo risultato
negativo per un immediato futuro ma anche per il futuro dei nostri figli.
Eppure la scuola, l'università, la ricerca - altra parola assolutamente
inesistente - sono gli unici strumenti che possono consentire davvero
conoscenza, innovazione, un nuovo pensiero, un nuovo modo di andare, un nuovo
modo di costruire una società che sia competitiva, perché il nostro problema è
esattamente la mancanza di capacità competitiva, la mancanza di capacità e di
formazione ad alti livelli. Questo è anche un importante motivo di povertà.
Poi,
abbiamo una Calabria solidale che merita attenzione. Siamo al centro del
Mediterraneo, riceviamo continuamente sollecitazioni sul tema
dell'immigrazione, questa può essere una ricchezza straordinaria non solo per
contribuire alla crescita della nostra terra con nuove forme di integrazione,
ma anche per aumentare il tasso di natalità che è completamente devastato.
L'ambiente,
l'acqua, il legame con gli Enti locali sono stati poco o nulla trattati.
Quindi, le tematiche sono tantissime, ma io mi concentrerò sulla sanità perché
è evidente che questa è la madre di tutte le battaglie ed è il problema di
tutti i calabresi, di tutti noi cittadini. Noi abbiamo bisogno di una salita di
qualità, ci siamo stancati di essere cittadini non di serie B ma di serie Z!
Nelle Linee programmatiche il
presidente Occhiuto ha spesso citato la comunità, la collettività come luogo
proprio di relazioni operative tra Enti pubblici e privato sociale, ma affinché
questo avvenga occorre considerare le leggi in materia, come la Legge numero
833 del 1978 che istituisce il Sistema sanitario nazionale.
Le Consulte permanenti, che
consentono le relazioni permanenti tra Regione, aziende e cittadini, sono gli
strumenti da utilizzare per costruire, perché non solo hanno un potere
consultivo, ma anche di controllo sociale e di impulso quando si registrano –
come accade – gravi inconcludenze.
Questo è un passaggio cruciale.
Pertanto, Presidente, chiediamo
fortemente che questa strada dell'interazione tra Enti e comunità venga
realmente perseguita con fermezza perché questa è la strada anche per costruire
l'integrazione socio-sanitaria, che manca completamente.
Lei ha ricevuto questa investitura
a Commissario; quindi, onori e oneri!
Nessun calabrese potrà più
accusare Roma o i vari Generali, che si sono succeduti in questi anni, di
inadempienze, disorganizzazione, servizio di emergenza-urgenza carente e senza
medici, ospedali al collasso, ospedali costruiti e mai aperti, reti
territoriali inesistenti e integrazione socio-sanitaria, che continua ad essere
un miraggio.
La salute dei calabresi è la
peggiore, comparata a quella delle altre Regioni d'Europa e d'Italia.
Sapete che noi moriamo due anni
prima? Il 50 percento dei nostri bambini muore perlopiù nella fascia
perinatale. Abbiamo la maggior quota di patologie croniche e di multi morbilità
e, dunque, siamo i più malati e i più a rischio.
Questo non è un fatto privato e
personale di chi è malato, ma è un fenomeno che interessa assolutamente la
politica, la società e l'economia, perché più malati siamo e più costiamo.
La sentenza della Corte dei conti e
il Governo hanno consentito al presidente Occhiuto di diventare Commissario per
il Piano rientro del debito sanitario e il presidente Occhiuto dovrà pretendere
e mettere in atto strumenti adatti, ovvero risorse umane sanitarie,
amministrative, qualificate e tecnologie.
Abbiamo perso circa 6 mila
operatori della salute, medici e paramedici, che già non erano sufficienti;
quindi, i territori sono completamente devastati e gli ospedali completamente
svuotati; il servizio di emergenza-urgenza spesso è senza medico e questo
significa un ulteriore ricorso al privato, in quanto la sanità pubblica è
completamente affossata.
Riguardo al debito accumulato, da
quantificare, e che il Presidente/Commissario intende ripianare attraverso la
Cassa depositi e prestiti, esprimiamo la nostra totale disapprovazione,
reputandolo l’ennesimo debito che continuerà a gravare sulla nostra
collettività, sui nostri figli e forse anche sui nostri nipoti; una gabella
assolutamente iniqua e ingiusta che si aggiungerà a tutta una serie di
tassazioni altissime che già paghiamo per la nostra salute e per un sistema
sanitario imperfetto.
Tuttavia, l'enorme debito
accumulato, non è responsabilità dei calabresi, e il presidente Occhiuto lo sa
molto bene – lo ha ribadito poco fa –, ma è fortemente legato al problema e al
tema del commissariamento; quindi, è necessario anche fare chiarezza.
A tal proposito, devo ricordare ai
signori colleghi consiglieri, che la Calabria è entrata in Piano di rientro dal
debito sanitario nel 2009.
Nel 2006, il Governo Prodi aveva
dato tre annualità 2007-2008 e 2009; 3 miliardi, che le Regioni potevano
utilizzare per uscire dal Piano di rientro. Tutte le Regioni d'Italia che erano
nella stessa situazione lo hanno utilizzato; la Calabria ci è entrata a
dicembre. Nel 2010 non c'era più nulla e il Governo non le ha rimesse.
Dunque, questo Fondo ci è stato
negato e, quindi, chiedere ora allo Stato che si faccia carico dei debiti dei
calabresi prodotti esattamente dai suoi stessi Commissari, credo che sia il
minimo sindacale.
I LEA (Livelli essenziali di
assistenza) erano 129 quando siamo entrati in Piano di rientro; ora sono 121!
Per uscire dal Piano di rientro
abbiamo bisogno di due annualità a pareggio e 160 punti LEA.
Vi sembra che sia percorribile
questa strada, senza ulteriori risorse aggiuntive e senza un Patto forte da
costruire con lo Stato?
Del resto, nel Patto della salute
2019-2021 c’è scritto esattamente che lo Stato può partecipare al debito e che
c'è la possibilità di ridiscutere i termini e i vincoli dei Piani di rientro;
quindi, bisognerà lavorare in questa direzione.
L’altro elemento essenziale, su
cui dibattere e ribattere, è esattamente la rideterminazione del Fondo, quindi
la perequazione.
Per ora il calcolo è fatto sulla
quota pesata; cioè, chi è più vecchio ha diritto ad una maggiore cifra, e
questo è giusto perché un soggetto più anziano è più predisposto alle malattie;
però dobbiamo pretendere una quota esattamente di deprivazione, basata su un
calcolo che è fattibile, quello del PIL (Prodotto interno lordo) perché, in
realtà, siamo la Regione più povera d'Europa, la più fragile e, quindi, la più
a rischio di patologie, e questo è un qualcosa sul quale bisogna lavorare
perché la Calabria continua a essere la terra più povera d'Europa.
Dunque, bisogna ripartire
dall’attuale quadro normativo che non consente ancora alla Calabria di uscire
dal Piano di rientro e proseguire con un Piano straordinario di risorse umane.
Mi spiace dover constatare che
queste persone, comunque i tecnici di alta professionalità che la Corte dei
conti aveva sentenziato dovessimo avere, si riduca di una quota
consistentissima.
Questo non può essere
assolutamente accettato.
Al di là di tutto, la modalità con
cui la salute è attaccata e dipanata all'interno di queste Linee programmatiche
è piuttosto deludente perché non si vede quale sia il progetto di salute per
questa terra, che va disegnato rispetto a un’epidemiologia e cioè alla
frequenza di malattie e all’orografia che va adeguata ai bisogni dei cittadini.
Non possiamo più attendere! I
cittadini calabresi hanno bisogno di una sanità di grande qualità, che deve
essere resa efficiente perché è così che si crea il risparmio.
Bisogna tener conto che, a livello
globale, la pandemia ci ha lasciato alcuni imperativi: spostare cure sulla
prossimità vicino al paziente; digitalizzare, ove possibile; promuovere
innovazione, soprattutto per investire più ambiti insieme; avviare cooperazioni
intersettoriali; porre attenzione alla sostenibilità di prestazioni e
dimostrare resilienza e adattabilità.
Va, dunque, definita la cornice
amministrativa regionale per lavorare fortemente sui flussi e sull’appropriatezza
delle prestazioni: abbiamo una migrazione di 50 mila DRG (Diagnosis Related Group) che nessuno ha mai controllato rispetto all’appropriatezza
perché si è sempre convinti che, andando fuori, le prestazioni siano più
appropriate; la cornice organizzativa dei servizi, con la separazione tra
Aziende territoriali e ospedaliere, perché questo sistema misto di Asp che sono
territorio e ospedali non funziona - né l'uno né gli altri - e i territori sono
svuotati.
Bisogna mettere mano urgentemente
sia alla rete di emergenza-urgenza, con un'agenzia che faccia la regia, un
coordinamento a livello regionale, sia alla medicina di territorio, con tutte
le sue declinazioni di funzioni nuove, AFT, UCCP, percorso materno-infantile
completamente abbandonato da anni, fragilità e cronicità sempre più in aumento.
Poi i grandi ospedali: già 14 anni
fa sono stati finanziati 450 milioni di euro, ma non ne abbiamo notizia.
I cittadini non possono più
attendere neanche che rimangano chiusi ospedali come quelli di Trebisacce e
Praia a mare, per i quali ci sono state sentenze di riapertura.
Chiediamo, quindi, un preciso
crono-programma e che venga istituito un Tavolo permanente tra Stato, Regione e
i Comuni interessati, esattamente per monitorare questi percorsi.
Bisogna puntare su Centri di
eccellenza da potenziare, costruire e ricostruire esattamente per puntare e
arginare l'emigrazione sanitaria.
La ricerca, coniugata con
l’assistenza, rappresenta un'arma vincente e, in quest'ottica, dobbiamo
dedicare uno spazio a due estremi della vita: i bambini e gli anziani.
Nella nostra terra manca
completamente una Neuropsichiatra infantile di qualità e i nostri bambini,
spesso con patologie genetiche qui frequentissime, sono costretti a emigrare.
L'altro aspetto sono le demenze: in
questo momento abbiamo 30 mila soggetti affetti e 30 mila che stanno iniziando.
Si tratta di patologie devastanti
che coinvolgono caregiver
– spesso donne – a dovere sopperire a quello che sono le totali mancanze del
socio-sanitario. Una popolazione enorme che ha bisogno di diagnostica e
assistenza.
Tra un paio d'anni avremo dei
farmaci innovativi.
Se non ricostruiamo e costruiamo
un sistema efficace, anche per questi pazienti, avremo una migrazione sanitaria
e ci sono risorse a cui attingere nell'immediato per attivare i posti letto e
le procedure concorsuali; quindi, è indispensabile che ci sia una interazione
con le Università; è indispensabile che la nostra sanità si riappropri di un management.
Il PNRR (Piano nazionale di
ripresa e resilienza) ci aiuterà senz'altro, ma, signor Presidente, non ci è
consentito più sbagliare; quindi, su questa programmazione, che a nostro modo
di vedere non ha né una visione né una programmazione degli interventi da
intraprendere, ci dispiace, ma voteremo contro.
Grazie,
collega Bruni. Ha chiesto intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Un saluto
cordiale a tutti i colleghi, agli assessori e al Presidente della Giunta
regionale, Occhiuto.
Auguro a tutti noi un buon lavoro
nella responsabilità che siamo chiamati a ricoprire.
Questa Legislatura sta partendo
col piede giusto e mi auguro che questo Consiglio regionale possa essere
produttivo, costruttivo, ma soprattutto utile per i calabresi perché siamo
stati eletti non solo con la nostra partecipazione ad un Partito politico, ma
con le nostre preferenze, portatori di volontà, di aspirazione, di sogni e di
desiderio di rivedere una Calabria sempre più bella, ove tutti i suoi cittadini
possano vivere con minor disagio e minor sofferenza.
Questo per me è un momento molto
importante ed emozionante che mi vede per la prima volta parlare in quest'Aula,
consapevole della grande responsabilità che abbiamo e che alle nostre parole,
alle nostre scelte, e alla nostra capacità di mettere in campo le giuste
politiche, è legato il futuro di questa Regione e dei suoi cittadini.
Ho letto con attenzione e
soddisfazione il programma del presidente Occhiuto e sono convinta che la
strada sia quella giusta.
Per questioni di tempo mi
soffermerò solo su alcuni aspetti che il Presidente ha toccato, come la
centralità del lavoro.
La Calabria, come del resto tutta
l'Italia, è stata profondamente colpita da questa crisi e il lavoro deve stare
in cima ai nostri pensieri. Il lavoro è la priorità dalla quale ripartire.
I padri costituenti decisero di
fondare tutto l'impianto democratico e la Carta fondamentale proprio sul
lavoro.
Abbiamo visto come, senza di esso,
le persone perdono la capacità di essere autonome, di affrontare la vita con
serenità, ma anche di contribuire al miglioramento della società.
Se non teniamo su il lavoro, se si
creano aree sociali che soffrono, che non hanno una prospettiva di inclusione e
di progresso, anche la democrazia si restringerà.
Rispetto alle Politiche del
lavoro, il presidente Occhiuto rimarca come è arrivato il momento di dire stop
alla tragedia umana e sociale del precariato. Occorre definire priorità, tempi
e modalità di realizzazione di percorsi di sviluppo, d’intesa con chi il lavoro
lo crea e lo tutela, quindi con imprese e sindacati.
Nei giorni scorsi ho incontrato
una delegazione di lavoratori impiegati nella società Abramo customer care, i quali sono particolarmente preoccupati per
la loro sorte; un'azienda sull'orlo del fallimento e che coinvolge migliaia di
famiglie in Calabria.
La Calabria è una delle Regioni
con il maggior numero di lavoratori impiegati nei call center, ma una parte di loro potrebbe essere spazzata via dalla
procedura fallimentare. Pertanto, è auspicabile che si affronti la questione
con la massima responsabilità ed attenzione.
La Regione Calabria registra il
dramma di un alto tasso di disoccupazione, acuito dalla pandemia, e non può
permettersi un ulteriore disfacimento del proprio tessuto socio-economico.
Dobbiamo reagire alla grande crisi
che ci ha colpito con coraggio e creatività tornando ad investire in ricerca e
innovazione.
Con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dobbiamo essere fiduciosi
perché ci sono tutti i presupposti per intervenire. Le prospettive lasciano ben
sperare.
La Regione avrà a disposizione
ingenti risorse e la Calabria il diritto-dovere di accedere ai fondi della
prima missione del PNRR nota come digitalizzazione, innovazione, competitività
e cultura.
Sta a noi utilizzare la
disponibilità del Piano di ripartenza per dare maggiore forza all'alta cultura,
alle Università, alla ricerca e alla scienza e renderle ancora più risorse
essenziali per lo sviluppo armonico della Regione e del Paese.
Grazie, Presidente, per la grande
attenzione al comparto sanitario.
Bisogna esplicare quel dovere
fondamentale della Regione ovvero garantire il diritto alla salute dei
cittadini calabresi.
Sono certa che guiderà alla grande
il complesso processo di profonda rivoluzione della sanità e la sua rivoluzione
rappresenta una svolta epocale che fa ben sperare.
Ha messo in piedi una squadra di
alto profilo; un team di esperti che contribuisce a rafforzare il Dipartimento
regionale per la salute, dunque una struttura all'altezza del compito di far
voltare definitivamente pagina alla Regione, per consentire ai calabresi di
avere finalmente i servizi e l'assistenza che meritano.
Presidente, il suo è un programma
organico e completo che corrisponde agli impegni elettorali. Confermo la convinta
e coesa azione politica a sostegno di questa maggioranza e di questo governo.
Grazie, collega De Francesco. Ha
chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha
facoltà.
Grazie, presente Mancuso. Colleghi
consiglieri, presidente Occhiuto, prima di effettuare il mio intervento, voglio
fare una premessa, partendo da una frase che mi ripeto tutti i giorni da quando
sono stato eletto; una frase, Presidente, che invito anche lei a ripetere
quotidianamente. Si tratta di una famosa citazione di Winston Churchill, in
quale affermava che: “Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare
alle prossime generazioni, invece che alle prossime elezioni”.
Personalmente, provengo da una
famiglia nata dal nulla, nell’assoluta povertà. I miei genitori hanno iniziato
a lavorare a 12 anni e non hanno potuto nemmeno studiare, pur di portare il
pane a casa. Le vecchie generazioni ci hanno lasciato una Calabria migliore,
poiché molti di noi hanno avuto la possibilità di restare e studiare qui,
evitando di andare in Germania o in America del Sud come hanno fatto loro.
Questo è quello che voglio fare
nel mio piccolo per le nuove generazioni: lasciare una Calabria migliore, tra 5
anni, con una sanità migliore e con nuove Infrastrutture.
Per questo motivo, Presidente, su
alcune tematiche importanti come il Piano vaccinazioni, il PNRR, il Piano
operativo regionale, da parte mia ci sarà totale condivisione e collaborazione
a patto che, da parte sua e dalla maggioranza, ci sia lo stesso spirito
costruttivo nei confronti dei consiglieri del Partito Democratico e del
Movimento Cinque Stelle, ma anche nei confronti degli altri due colleghi del
gruppo De Magistris Presidente.
Ho analizzato e studiato per filo
e per segno le vostre Linee programmatiche e mi sono soffermato soprattutto
nella prima parte – che la collega Bruni ha affrontato in maniera più
approfondita, per cui non voglio essere ripetitivo, ma voglio fare solo piccole
citazioni – dove lei ha parlato di 320 milioni di euro di mobilità passiva, di
calabresi che decidono di andare nelle Regioni del Nord o nelle Regioni a noi
confinanti per curarsi; però non ho letto nessuna frase sugli ospedali chiusi
da riaprire, Presidente.
Lei deve partire da qui, poiché
non si può parlare di mobilità passiva quando ancora oggi ci sono delle
sentenze del Consiglio di Stato su alcuni ospedali che sono stati chiusi 10
anni fa, soprattutto nell'alto Jonio, nell'alto Tirreno cosentino, nello
specifico a Praia a mare e a Trebisacce.
Non possiamo più tenere delle
strutture nuove che, come ho già detto nella scorsa seduta, hanno tutte le
possibilità e ci danno delle garanzie sanitarie per poter curare i cittadini
calabresi.
Inoltre, Presidente, non posso non
parlare di una struttura sanitaria a me vicina sia dal punto di vista
geografico sia dal punto di vista morale, ovvero quella dell'ospedale di
Cariati che è andata su tutte le televisioni nazionali.
Quel territorio attende risposte
sulla riapertura di quella struttura ospedaliera perché, come ben sanno
l'assessore Gallo, il consigliere Graziano e le consigliere De Francesco e Straface che provengono da quei territori, ci sono alcune
zone di questa Regione, nello specifico lo Ionio, che hanno un solo Pronto
soccorso da Crotone fino a Roseto Capo Spulico per 185 chilometri di costa.
Lei si rende conto che non è
accettabile che in un Paese moderno e democratico possa avvenire uno scempio
del genere.
Condivido la questione sul nuovo
Piano di assunzioni perché non basta riaprire gli ospedali se poi li teniamo
fermi e vuoti di personale infermieristico e sanitario; ma soprattutto,
Presidente, lei ha il dovere e l'onere di quantificare il debito sanitario.
Tutto ciò può succedere e può
accadere solo se, nell'ambito sanitario, lei non rimarrà un uomo solo al
comando perché ha bisogno non solo della sua Giunta, ma di tutto il Consiglio
regionale per superare una situazione che va al di là dell'ordinario,
soprattutto in un periodo di pandemia come quello che stiamo vivendo.
In tema di ambiente, mi fa piacere
che finalmente anche in Calabria si parli di transizione ecologica, della
tutela dei boschi e della bellezza dei mari; parole che qui dentro tempo fa
sembravano un miraggio e che il Movimento Cinque Stelle -
movimento che mi onoro di rappresentare - già da anni sta spingendo su questi
temi, tant'è che oggi, per la prima volta, abbiamo, con il Governo Draghi, il
Ministero della transizione ecologica.
Presidente Occhiuto, mi fa piacere che si
parli di gestione inadeguata di Sorical, poiché è inaccettabile
che ci siano, in alcuni periodi dell'anno, quartieri o Comuni senz'acqua. Noi
siamo per l'acqua come bene comune.
Per quanto riguarda la tematica
dell'acqua, nel referendum del 2011 i cittadini italiani votarono a favore
dell'acqua pubblica e noi non possiamo che perseguire quel criterio, quella
strada.
Parlando di ambiente, ho letto e condivido
che bisogna spingere ancora di più sulla questione della raccolta differenziata
e chiudere le discariche esistenti. Lei, però, ben sa che in questa regione,
ancora oggi, ci sono delle pressioni per aprire nuove discariche, nello
specifico mi viene in mente la discarica di Scala Coeli.
Presidente, per quanto riguarda le
infrastrutture, lei ha citato la Strada Statale 106 che va realizzata su 4
corsie e ha parlato anche della realizzazione dell'alta velocità ferroviaria;
queste sono, come infrastrutture, le nostre due priorità. Mi fa piacere che
abbia condiviso, la settimana scorsa, con la nota che ha inviato a tutti noi
consiglieri e anche al Ministro delle infrastrutture Giovannini, la
realizzazione del Lotto, ex 8° Megalotto
Sibari-Rossano, Sibari-Coserie che prevedrà 500
milioni di euro da spendere sul territorio; si creeranno nuovi posti di lavoro
e finalmente ci sarà una strada normale, sullo Ionio, un territorio come quello
della sibarite di Corigliano-Rossano, che è la terza città della Calabria dopo
la fusione.
È necessario spingere anche sull'alta
velocità poiché non è pensabile, nel 2021, che ancora abbiamo le vetturine del
periodo fascista, le ferrovie di 100 anni fa.
E bisogna poi spingere sulla Zona
Economica Speciale di Gioia Tauro che deve essere il centro nevralgico
dell'economia di questa regione.
Mi sposto sull'argomento lavoro. Purtroppo
lei ben sa che oggi in Calabria i centri per l'impiego sono degli enti
inefficienti, dei veri e propri pesi morti, bisogna intervenire perché non è
più possibile che in questa regione non ci sia una congiunzione tra la domanda
e l'offerta, tra chi vuole creare posti di lavoro e chi invece il lavoro lo sto
cercando.
Occorre, quindi, intervenire sulla
questione Garanzia giovani.
Oggi abbiamo 180 milioni di euro fermi e
c'è una generazione intera, dai 18 ai 29 anni, che sta cercando lavoro, che
vuole aderire a Garanzia giovani e a oggi è impossibilitato. Bisogna puntare
sulle politiche attive poiché, come ha detto già qualcuno prima di me, abbiamo
perso 100.000 residenti negli ultimi 15 anni, su questo ci dobbiamo muovere.
Su alcune questioni che riguardano
l'agricoltura, l'ho detto proprio stamattina nella Cittadella regionale,
all'assessore Gallo, io non posso che condividere un percorso avviato due anni
fa, insieme al Dipartimento agricoltura, non posso che affermare che ARCEA,
oggi, è un ente che funziona, che il PSR oggi è arrivato al 77 per cento dell'erogazione
dei crediti.
Assessore Gallo, bisogna però muoversi
anche su altre tematiche importanti come sull’Atto aziendale dell'ARSAC che,
oggi, risulta essere, anche questo, un ente che purtroppo non sta valorizzando
i nostri beni regionali. Quindi su questo, assessore Gallo, io la incalzerò;
c'è bisogno di una nuova politica, per quanto riguarda l’ARSAC.
Così come c'è bisogno di una nuova
politica sui Consorzi di bonifica. Perché lei ben sa, poiché - come ho già
detto prima, viene da un territorio molto vicino al mio - non è possibile che,
ancora oggi, ci siano dei calabresi che pagano la tassa sui Consorzi di
bonifica e ci siano dei cittadini calabresi che non conoscono un dipendente del
Consorzio di bonifica che va a realizzare i servizi che dovrebbe espletare il
Consorzio. Anche questo lo reputo inaccettabile.
Mi avvio alla conclusione. Sulla questione
della caccia ai cinghiali non ci possiamo più girare dall'altra parte perché è
diventata un’emergenza importantissima.
Per quanto riguarda il comparto turismo,
ho letto che lei proporrà un patto agli imprenditori del turismo. Assessore
Orsomarso, io vengo dal mondo del turismo. Ho lavorato per tanti anni nei
villaggi turistici e mi fa piacere che turismo e mobilità oggi camminino a
braccetto nella regione Calabria, perché lei sa meglio di me - purtroppo è
brutto da dire in questa Assise - che in questa regione esistono due Calabrie: c'è una Calabria del nord e una Calabria del sud.
Una Calabria del sud che riesce ad avere
oggi un'autostrada che taglia i maggiori centri a partire da Rende a scendere.
Poi abbiamo una Calabria del nord che è totalmente abbandonata e che purtroppo
vede noi imprenditori del settore turistico del nord offrire la possibilità
soltanto a chi viene con il trasporto su gomma nei nostri territori, poiché non
abbiamo un treno, un aeroporto, non abbiamo delle infrastrutture e delle
strutture che possono permettere anche a chi viene dal nord-centro Italia di
raggiungere la Calabria.
Il turismo in Calabria non è solo Tropea,
Soverato, Pizzo, abbiamo, anche, tantissime altre realtà da valorizzare. Lei ha
il compito importante, quindi, di far capire che la Calabria è bella e tutte le
zone della Calabria sono belle.
Assessore Orsomarso, bisogna rendere
omogenea e di qualità l'offerta turistica di tutta la regione. Da lei mi
aspetto, già dalle prossime settimane e soprattutto per l'anno prossimo, novità
per gli impianti sciistici.
Non è più possibile che, siamo oggi al 14
dicembre - abbiamo la questione dell'impianto sciistico di Camigliatello che
aprirà il 18 dicembre - se una persona vuole andare a sciare in Sila,
purtroppo, non ha la possibilità di farlo. Nelle altre regioni la stagione
sciistica è iniziata 15-20 giorni fa, assessore Orsomarso.
Concludo con il bilancio. Presidente
Occhiuto, nemmeno un euro dei Fondi europei va perso e va abbassata la
pressione fiscale.
Bisogna inoltre iniziare a tagliare sugli
sprechi di Palazzo. Noi nel nostro piccolo, io e il mio collega Afflitto,
faremo il nostro. Mi auguro che anche lei, su questo, darà qualche segnale di
cambiamento nelle prossime settimane.
Non sono abituato e non siamo abituati a
votare a scatola chiusa. Il nostro voto sulle Linee programmatiche, per il
momento, sarà contrario, ma come già detto prima, sulle cose buone, sul futuro della
nostra regione non ci sono partiti, non c'è destra, non c'è sinistra, non c'è
Movimento Cinque Stelle, ma c'è solo la Calabria e io per la Calabria farò di
tutto in questi cinque anni. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Raso.
Ne ha facoltà.
Grazie. Signor Presidente. Come gruppo
Lega esprimiamo la nostra soddisfazione e plauso per queste Linee
programmatiche. È ancora un momento difficile per la Calabria però, secondo me,
cari colleghi dell'opposizione, il Presidente ha cercato di fare un elenco
degli obiettivi da raggiungere. Sarebbe impossibile, in queste Linee
programmatiche, stabilire punto per punto i metodi di risoluzione che,
sicuramente, sono chiari in testa del nostro Presidente e della nostra Giunta.
In particolar modo, caro Presidente, la
ringrazio per aver posto in tutta l’azione politica, che ha fatto e che sta
facendo, al primo posto la Sanità.
Noi calabresi siamo stanchi delle
migrazioni sanitarie, dei livelli insoddisfacenti dei LEA, ricordo che siamo
ultimi in Italia; siamo stanchi delle lunghe file per le prenotazioni, i tempi
di attesa enormi, e siamo anche stanchi di un sistema che si poggia pure su una
sanità privata, che molte volte lavora con delle autorizzazioni provvisorie.
Al secondo punto delle Linee
programmatiche si parla di welfare e al centro di questo c’è il cittadino. Il
cittadino, quindi, sempre più centrale. Però non credo che negli altri
Documenti programmatici presentati si è parlato di territorialità, di
domiciliazione dei servizi. Forse per la prima volta si parla di questo in
delle Linee programmatiche, quindi, grazie, Presidente.
Tra gli altri punti salienti che noi
apprezziamo c’è l'ambiente.
In particolare, viene posta la necessità
di giungere a discariche zero entro cinque anni - e questo lo apprezziamo
molto, signor Presidente - quindi il modo di cambiare il nostro sistema di
raccolta, raggiungere degli obiettivi minimi del 65 per cento di raccolta
differenziata e portare in discarica il minimo, soltanto i resti della
trasformazione di questi rifiuti e quindi raggiungere zero discarica. Un grande
obiettivo per la Calabria.
Per quanto riguarda l'impegno nelle
risorse idriche, importante, anche, la necessità di creare una società capace
di gestire tutto il sistema integrato.
Per quanto riguarda la depurazione è
necessario ricordarci che dobbiamo agire subito, perché non possiamo arrivare,
nuovamente, a giugno con i problemi. Quindi, caro Presidente, dobbiamo
sbloccare subito i fondi che la passata Amministrazione regionale aveva messo
in progetti, 100 milioni. Credo che a presto - così hanno detto gli uffici
regionali - sarà fatto.
Un altro importante elemento è il nostro
agroalimentare che non bisogna sottovalutare, infatti corrisponde alla prima
voce dell'export della regione
Calabria. Credo che sia importante creare un brand Calabria, non possiamo arrivare nei mercati esteri con
migliaia di piccole imprese che non hanno la capacità di fare pubblicità e di
conquistare i mercati. Su questo credo che bisogna ancora lavorare molto.
Non sto a elencare tutti gli argomenti,
sarebbe una ripetizione inutile.
Per quanto riguarda il lavoro, però,
vorrei dire che è facile parlare di lavoro. A parlarne soltanto siamo bravi.
Però il lavoro bisogna crearlo e si crea attraverso le infrastrutture, il
turismo, la digitalizzazione, attraverso dei servizi efficienti e, signor
Presidente, nelle Linee programmatiche la tematica lavoro è molto presente.
La ringrazio perché vuole dare una nuova
immagine della Calabria, con degli uffici efficienti, infatti, in questi suoi
primi giorni di amministrazione ha cercato di pensare alla macchina burocratica
della Regione, in modo da poter spendere in modo efficiente le risorse che ci
arriveranno, dal PNRR, dal Piano di coesione e dai Fondi strutturali.
Da parte del nostro gruppo, signor
Presidente, lei riceve tutta la fiducia che merita, siamo soddisfatti di ciò
che sta facendo e che farà per la nostra Calabria. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Gentile presidente
Occhiuto, cari colleghi, ho tante cose da dire e poco tempo per farlo. Ho letto
con attenzione le Linee programmatiche e ho appuntato delle cose in argomenti
con i quali ho una certa consuetudine, cercando di essere sintetico e sperando
di non essere laconico.
Vado per punti: Sanità. La responsabilità
dell'Ufficio del commissariamento sullo sfascio della sanità calabrese è
indiscutibile, ma anche scelte politico-organizzative come lo sciagurato
accorpamento delle ASL in ASP nel 2007 - 14 anni fa, prima del
commissariamento, su iniziativa dell'allora vicepresidente Adamo - sono state
esiziali.
Lei parla di una nuova stagione
relazionale col privato convenzionato, ma credo che ci siano, anche, da
definire ruoli e ambiti della sanità privata, che non può essere vista solo
come un cespite di guadagno, ma deve essere complementare alla sanità pubblica,
che deve, a sua volta, essere fortemente rilanciata.
Si parla di quantificazione del debito.
Vorrei chiedere qual è l'orizzonte temporale per conoscere questo dato?
Il ripianamento del debito con una
anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti. Siamo certi che non vi sia una
strada migliore da percorrere, considerando il fatto che i Commissari di
Governo hanno avuto gravissime responsabilità - quindi, non i calabresi ma i
Commissari di Governo - in questo ambito?
Lei ha previsto, nelle Linee
programmatiche, audizione con tutte le categorie, cito: “audizioni con tutte le
categorie interessate, ivi comprese le associazioni di cittadini, ispiratori
reali del nuovo sistema della salute calabrese”. Si legge, ancora, “saranno i
cittadini attraverso la loro espressione diretta, i Sindaci, e le categorie
interessate a orientare le migliori scelte legislative”. Questo non è avvenuto
e debbo dire che questa seduta, nei punti successivi, Azienda Zero e
accorpamento aziende ospedaliere, lo dimostra.
Si parla vagamente di epidemiologia, non
si parla né di registri tumori, né di registi di altre patologie, che sono
strumenti non eliminabili se si vuole incidere sulla sanità della nostra
regione. I disabili vengono in pratica solo citati, non c'è nulla di specifico
per un ambito che è tanto importante quanto delicato; la rete ospedaliera, i
già citati ospedali di Cariati, Trebisacce e Praia la legge e/o la logica ne
imporrebbero la promozione non solo la riapertura, perché due di questi sono,
almeno, apparentemente aperti.
Le pari opportunità. Presidente, questo
argomento credo che sia stato sviluppato in maniera inadeguata, rispetto
all'importanza del tema. A tal proposito segnalo ora e sottolineo che esiste,
ormai da anni, una legge regionale, la numero 22 del 1995 di Istituzione del
Progetto Donna, che attende di essere adeguatamente rifinanziata.
Ambiente, capitale naturale, sistema
idrico e rifiuti. L'acqua è uno dei beni comuni per eccellenza, va sottratta al
mercato anche in virtù del referendum che si è tenuto nel 2011, ancorché
ampiamente e gravemente disatteso. Questo vuol dire completare al più presto
l'allontanamento di partner privati che hanno solo contribuito ad aggravare i
problemi, ma significa anche creare un sistema dove non solo il capitale ma
anche la gestione sia pubblica – come più volte, Presidente, è ricordato dal
Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica - e sia realmente partecipata, tenendo
conto di tutte le utenze, anche delle più svantaggiate economicamente o
territorialmente, poiché l'accesso all'acqua potabile è un diritto umano
universale.
Le Associazioni come la “Bruna Arcuri”
potrebbero dare anche una grande mano nella tutela delle acque di balneazione
se solo venissero, opportunamente, coinvolte. Cito l’Alleanza per salvare il
nostro mare dell'alto tirreno cosentino, o Costa Nostra di Curinga, ma tante
altre ce ne sono su tutto il territorio regionale e sono importanti per avere
informazioni, proposte di soluzione, controllo del territorio.
Gestione dei rifiuti. Lei scrive: “La
gestione corretta dei rifiuti, con a valle le decisioni che risolvono il
problema definitivamente”. Sarebbe il caso di dettagliare queste decisioni.
Inceneritori. Si parla di ammodernare
Gioia Tauro e di tecnologie innovative, senza specificare quali. Qual è la
posizione del governo regionale su possibili nuovi, inutili, dannosi e
costosissimi inceneritori?
Il problema vero sui rifiuti, signor
Presidente, è la necessità di un radicale cambiamento del Piano regionale di
smaltimento dei rifiuti del 2016, licenziato dal centro-sinistra, che come
quello del 2002, licenziato dal centrodestra, è assolutamente in contrasto con
i diritti e gli interessi dei cittadini. Non sta in piedi sia dal punto di
vista tecnico - cito per esempio la digestione anaerobica al centro dello
smaltimento dell'umido che è una sciocchezza epocale - sia dal punto di vista organizzativo;
mega impianti provinciali, cioè esattamente il contrario di cui tecnicamente
abbiamo bisogno dappertutto ma in Calabria per le abitudini sociali, per la
conformazione del territorio in modo particolare - e non è casuale - è
assolutamente comprensibile che queste aggressioni al territorio, i cosiddetti ecodistretti, abbiano determinato solo e sempre proteste,
mobilitazioni e danni ai cittadini.
Approfitto dell'occasione per segnalare il
caso dell'impianto rifiuti anche pericoloso di San Sago nel Comune di Tortora,
già in passato chiuso dalla Magistratura per gravissime irregolarità, e che
rischia ora di riaprire se la regione Calabria dovesse dare l'autorizzazione
unica, mettendo così a grave rischio salute, biodiversità, attività economiche
legate al turismo e pesca della Valle del fiume Noce e del Golfo di Policastro.
C'è una grande mobilitazione, come lei sa, dei Sindaci calabresi e lucani
dell'area, delle Associazioni e dei cittadini. Spero che il governo della
nostra Regione non resti sordo a queste richieste di dovuta tutela.
Politiche del lavoro, formazione e
precariato zero. Debbo dire che è un capitolo che ho trovato troppo risicato e
vago.
Energia. Signor Presidente, vogliamo
partire da un dato che tutti quanti scotomizzano: la Calabria ha un surplus
energetico del 206 per cento. La maggior parte della produzione energetica
verde, bianca o rossa che sia è dettata da interessi politico affaristici.
Parlare di produzione energetica da processi di combustione di biomasse, in
perfetta controtendenza rispetto alla tutela della salute, dell'ambiente, del
patrimonio boschivo, dello sviluppo turistico e in contrasto ai cambiamenti
climatici - tutti aspetti che nel Documento si è dichiarato di voler
salvaguardare - è davvero un assurdo concettuale.
Intanto la centrale del Mercure, uno scandalo internazionale nel cuore del Parco
del Pollino, continua indisturbata a bruciare 350 mila tonnellate di alberi
all'anno. Invece di bruciarli salviamo i nostri boschi dalla processionaria, di
cui si parla poco e su cui si interviene ancor meno.
Presidente, mi scusi, è riprovevole che
non ci sia una parola sull'eolico e in particolare sull’eolico selvaggio che,
ampiamente infiltrato dalla criminalità organizzata, continua a scempiare la
nostra regione.
Fauna selvatica. Presidente, l’idea di
risolvere il problema dei cinghiali, che pure è grave, affidandosi ai
cacciatori è balzana, oltre che notoriamente inutile e pericolosa, anche dal
punto di vista sanitario. Poi se vuole possiamo, separatamente, parlare di questo
aspetto che molto spesso non è conosciuto.
La caccia va contenuta e ridotta da un
governo che volesse realmente tutelare la biodiversità, falcidiata, tra l'altro
dall'imperversare degli incendi estivi e non solo.
Tra l'altro ci sono alcuni aspetti che
andrebbero sottolineati, per esempio il bracconaggio.
L'antagonista del cinghiale non è il
cacciatore, è il lupo che sta prendendo finalmente piede e che rischia invece
di essere ributtato nel limbo della possibile estinzione.
Il nuovo Piano faunistico venatorio
dovrebbe essere dibattuto anche con le associazioni ambientaliste e - vi prego
- finanziamo adeguatamente gli unici due centri di recupero della fauna
selvatica presenti a Cosenza e Catanzaro.
Vado
a concludere. Politiche di bilancio. Si parla di diminuzione di tasse e tributi
senza accennare a verifica e riscossione nella effettività della contribuzione
calabrese. Innovazione digitale. Lo sviluppo del 5G, lo voglio dire con grande
chiarezza e con una certa conoscenza della materia, rappresenta un rischio non
una opportunità ed è, di fatto, inutile tecnicamente, soprattutto in Calabria
dove in pratica non esistono collegamenti informatici degni di questo nome, a
cominciare dalla banda ultra-larga che andrebbe, quella sì, invece, resa a
norma. Fra l'altro, il 5G è anche potenzialmente rischioso per la salute. So
bene che la stessa Unione Europea, con un comportamento che si può
tranquillamente definire schizofrenico, lo supporta fortemente da un lato, ma
ammette, dall'altro, la mancanza di studi scientifici a sufficienza e
rassicuranti sulla sua innocuità. Queste le considerazioni.
Debbo
dire che ho trovato che mancassero degli argomenti, credo, importanti:
protezione civile, gestione delle emergenze, organizzazione della macchina
amministrativa, lavori pubblici, sport, politiche giovanili, attività di
formazione, educazione contro la criminalità, rapporti internazionali e con
l'Unione Europea, attuazione della tutela e della sicurezza sul lavoro, diritto
allo studio, ricerca scientifica, sanità universitaria, scali aeroportuali e
situazione della Sacal, autonomia differenziata.
Chiudo
con quest'ultimo aspetto a cui tengo particolarmente: Presidente, manca
soprattutto una presa di posizione chiara e determinata sul regionalismo
differenziato, che vi inviterei ad assumere e ad esternare nonché a farne
argomento di discussione per le sue potenziali ed enormi ricadute, non certo
positive, sulla vita delle nostre popolazioni. Grazie.
Grazie,
consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega De Nisi,
ne ha facoltà.
Grazie,
buonasera. Intervengo brevemente - vedo che ci sono tanti altri punti da
trattare dopo di questo - per esprimere il voto favorevole del gruppo di Coraggio
Italia a queste linee di governo. Ho trovato questo programma completo,
innovativo ed esaustivo. Dall’avvio di legislatura, da come è stato impostato
il ritmo dal presidente Occhiuto penso che seguirà un programma ben definito,
come sta avvenendo in questa prima fase.
Penso
che queste linee programmatiche hanno colto nel segno e sono state impostate
nel modo giusto, nel senso che sono delle linee generali ed è giusto che sia
così. Penso che il Presidente, per rispetto anche del Consiglio e del nostro
lavoro, quello che dovrà essere in questi cinque anni, abbia scelto delle linee
generali. La singola problematica, come è stata esposta dai consiglieri
d'opposizione in materia di sanità, di ambiente o di altri settori, andrà
sviscerata e i singoli paragrafi di questo programma andranno costruiti e
scritti da questa maggioranza, da questo Consiglio regionale che ha il compito,
in questi cinque anni, di programmare e di normare.
Credo
che queste linee siano estremamente rispettose ed efficaci per il prossimo
governo della Regione Calabria. Noi, insieme al Presidente, contribuiremo,
praticamente, a governare questa regione. Esprimo, dunque, ancora il voto
favorevole e un particolare apprezzamento per questo Programma di governo.
Grazie,
consigliere De Nisi. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua, ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Vorrei, preliminarmente, augurare buon lavoro al neo assessore
Dolce, che proviene da fuori della Calabria e ha avuto il coraggio di accettare
questo incarico. Per questo le auguro un buon lavoro, sperando che la sua
competenza e la sua professionalità aiutino a fa crescere la Calabria, a
trovare soluzioni migliori ai suoi problemi e ad accelerare sulle tante
tematiche aperte che abbiamo. Quindi auguro all’assessore Dolce buon lavoro e
benvenuto in Calabria, augurandomi che sia, innanzitutto, a servizio dei
calabresi.
Mi
dispiace che non sia in Aula il presidente Occhiuto, perché volevo dirgli che
abbiamo molto apprezzato la relazione che ha illustrato oggi, che ha un po'
riepilogato il lavoro svolto in questi mesi di sua gestione. Ha fatto bene a
ricordare quello che ha fatto, quello che ha ottenuto, ma ha dimenticato di
dire che se è Commissario alla sanità è merito anche delle forze di Governo e
il PD fa parte del Governo nazionale che ha, naturalmente, contribuito a questa
soluzione; ritenevamo dopo, tanti anni di fallimento, che fosse giusto,
finalmente, che i calabresi si assumessero la responsabilità di guidare questo
settore, mettendoci la faccia, mettendoci le proprie idee, la propria visione e
anche le proprie competenze.
Mi
sarei aspettato dal presidente Occhiuto che dicesse qualcosa su quanto da noi
detto, sollevato, nella precedente seduta del Consiglio regionale in cui
abbiamo chiesto al presidente Occhiuto, dandogli atto del lavoro svolto, che
venisse in Aula nell’odierna seduta per dire che cosa intende fare per spendere
i centosettantacinque milioni di euro fermi in Regione Calabria dal 2020 e non
spesi. Non è stato speso nemmeno un centesimo. Ci aspettavamo che oggi il
presidente Occhiuto ci dicesse che in questo mese aveva lavorato anche su
questo, su questo fronte, su questo versante per velocizzare la spesa, per
mettere in campo la progettualità che abbiamo pensato, ma su questo non abbiamo
ricevuto risposte e mi auguro che, nel corso del dibattito, avremo risposte
anche in questo senso.
Credo
che nelle linee programmatiche che ha esposto il Presidente, che abbiamo,
ognuno, avuto modo di leggere, tante siano, in teoria, le cose condivisibili,
ed ho colto nella sua relazione di oggi, nella sua presentazione delle linee
programmatiche la voglia di dare alla Calabria una doverosa scossa. La vogliamo
anche noi dell'opposizione perché guai se quest’ Aula non dovesse avere
l'ambizione di dare risposte ai calabresi, di migliorare le condizioni di vita,
la qualità della vita, di aumentare il PIL, di aumentare l’occupazione, di dare
speranza ai nostri giovani, alle nostre donne. Ci mancherebbe altro!
Quindi
ben venga questa scossa che il presidente Occhiuto ha cercato di dare con la
sua relazione e con la sua dichiarazione programmatica, ma mi consenta però di
dire, presidente Occhiuto, che ho trovato, in qualche punto, le sue
dichiarazioni lacunose e, soprattutto, che non ho colto una visione organica,
d’insieme, di sviluppo della Calabria.
Faccio
tre o quattro riferimenti per capirci, perché noi non vogliamo solo dire no o
sì, vogliamo contribuire ad alimentare un dibattito sui temi che riteniamo
importanti per lo sviluppo economico e sociale che non possono essere solo la
sanità o altro settore, perché la Calabria si tiene insieme solo se puntiamo su
quei 4, 5 settori strategici per lo sviluppo della stessa. Qualcuno dei miei
colleghi li ha ricordati e non voglio ripeterli, cercherò di dare il mio contributo
su due, tre temi.
Credo
che in questa dichiarazione programmatica uno dei temi che manca, in maniera
determinante, sia quello delle aree interne. Non ho trovato nemmeno una parola,
nelle dichiarazioni delle linee programmatiche del Presidente, che si riferisse
alle aree interne e vorrei ricordare, prima a me stesso, che le aree interne
costituiscono ben oltre il 50 per cento del territorio calabrese e
richiederebbero più rispetto e attenzione da parte di chi ha responsabilità di
governo, nel vostro caso, ma anche di chi svolge il ruolo di opposizione in
questo Consiglio regionale. Ecco perché dal primo giorno del mio insediamento,
da montanaro testardo, ho sempre cercato di porre questo tema al centro del
dibattito politico in quest’Aula e ho cercato di studiare. La voglio qui
riproporre questa proposta di legge, perché così dobbiamo fare se siamo bravi,
se vogliamo, davvero, creare sinergia, se, davvero, vogliamo creare quella
sintesi necessaria per dare risposte ai calabresi. Senza una presenza antropica
siamo destinati a perdere gli immensi patrimoni culturali, storici, artistici
ed enogastronomici presenti nelle aree interne. Senza dimenticare che la
presenza antropica in questi posti è necessaria. Ci sciacquiamo la bocca
parlando di dissesto idrogeologico, perché dimentichiamo che la principale
causa del dissesto idrogeologico è ciò che non si cura a monte e scende al
mare.
Quindi
credo che su questo tema il presidente Occhiuto, questo Governo regionale,
questo Consiglio regionale dovrebbero, invece, riflettere su come affrontare
questa problematica ed è per questo, caro Presidente, se lei ricorda, che le ho
inviato una lettera aperta dove proponevo alla sua attenzione un progetto di
legge che abbiamo definito “Terraferma, montagna solidale”, che come gruppo
consiliare, nella precedente legislatura, avevamo proposto all'attenzione del
Consiglio regionale e della compianta presidente Santelli.
Questo
progetto di legge è stato studiato, approfondito, confrontato con esperti a
livello nazionale e a livello territoriale per capire se era giusta l’idea per
la quale si proponeva il progetto. Cosa prevedeva questo progetto? Lo rilancio
qua, caro Presidente, e lo pongo alla sua attenzione: prevedeva la formazione
di migliaia di giovani calabresi, in forma cooperativistica, e affidava loro
servizi di manutenzione con particolare attenzione al bosco e all’azione
preventiva anti dissesto idrogeologico e anti incendio. Questo progetto, caro
presidente Occhiuto, determinava un cambio culturale profondo perché non
prevedeva l'assunzione a tempo indeterminato di giovani calabresi, ma
l’affidamento di servizi a questi ragazzi, una volta formati e una volta
costituite le cooperative per i servizi che, oggi, sono necessari per il territorio,
considerato che da qui a 2, 3 anni non avremo più un forestale che si occupi
della cura del territorio, dei boschi, della manutenzione del territorio. Credo
che questo sia un progetto da approfondire e lascio all'attenzione del presidente
Occhiuto, del Governo regionale e di questo Consiglio regionale questa
problematica.
Così
come, caro Presidente, ho apprezzato molto che, in ogni suo intervento, lei
abbia parlato delle politiche attive del lavoro e del fatto che queste
politiche attive siano capaci di incidere sulla macchina amministrativa. Fa
bene a insistere su questo tema, mettendo mano al rinnovamento, al
potenziamento della Pubblica amministrazione per come i tempi richiedono, il
PNRR e le sfide che abbiamo richiedono. Però, caro Presidente, non mi pare di
rintracciare una misura organica e chiara di intervento e anche in questo caso,
caro Presidente, le ripropongo un'idea che avevamo maturato, come gruppo del PD,
nella precedente legislatura che prendeva spunto dal piano di formazione e
occupazione del governo De Luca, che aveva aperto un confronto serrato, duro,
determinato con l’Unione Europea dicendo: cara Unione Europea, cari dirigenti
europei, a me non serve, per le politiche attive del lavoro, avere 200 milioni
di euro per garanzia giovani e dote lavoro. Queste due misure non hanno
lasciato nulla sul territorio e io sfido chiunque a dimostrare che in Calabria
garanzia giovani e dote lavoro siano stati uno strumento utile per aumentare
l’occupazione e per dare risposte ai giovani calabresi. De Luca aprì uno
scontro. Ecco perché non basta che lei vada a Bruxelles, è un suo dovere perché
un Presidente che non ha rapporti con l’Unione Europea è un Presidente non
autorevole, non capace di avere quell’interlocuzione necessaria per affrontare
le sfide che abbiamo davanti. Lei ha fatto il suo dovere ad andarci, non è un
merito suo, perché è un Presidente della Giunta regionale che capisce che senza
una interlocuzione forte con il Governo nazionale e con l’Unione Europea non si
ottengono risultati. Ha fatto bene, quindi, ad andare a Bruxelles, ma le chiedo
di aprire questa porta, questa finestra con l’ Unione Europea dicendo che anche
noi abbiamo capito che utilizzare e disperdere centinaia di milioni di euro con
garanzia giovani non porta occupazione in Calabria e quindi chiediamo di avere
la possibilità, dopo aver fatto uno screening sul territorio, di capire quali siano
le esigenze dei vari Comuni e di assumere 2000, 3000 giovani calabresi,
affidando al Formez, come ha fatto la Campania, la
selezione dei giovani professionisti da coinvolgere nei processi di crescita
occupazionale.
Siamo
d’accordo, Presidente, sulla necessità di chiudere, definitivamente, in
Calabria la pagina, vergognosa, del precariato. Una pagina vergognosa che ha
ammazzato la speranza di tanti giovani calabresi e che ha fatto la fortuna di
noi politici che abbiamo, per trenta anni, pensato di utilizzare questi giovani
e queste donne per lucrare sul loro consenso. Siamo d'accordo a chiudere questa
pagina vergognosa che ha caratterizzato la politica calabrese in questi
quaranta anni, con la colpa di tutti, mia, di Raffaele Mammoliti,
di tutti quanti noi. Chiudiamo questa pagina, noi siamo disponibili farlo
subito.
Un’altra
proposta e poi mi fermo. Un altro tema, Presidente, che sottopongo alla sua
attenzione, sempre per quanto riguarda le politiche del lavoro, è il cosiddetto
south working, il
famoso lavoro agile, a distanza, che consentirebbe a tanti giovani, assunti da
imprese del nord, di rimanere in Calabria a lavorare a distanza e lasciare in
Calabria reddito e capitale umano. Questa misura potrebbe garantire la presenza
di almeno millecinquecento giovani e lascio a lei la riflessione su questo tema
già attuato, in Italia, in qualche altra regione.
Adesso
mi rivolgo all’assessore Dolce: nella relazione programmatica fatta dal presidente
Occhiuto emerge il problema importantissimo delle infrastrutture, della
mobilità, tema nevralgico per collegare turismo, agricoltura e quant'altro, ma
nessuno cita, in questo ragionamento, due convitati di pietra che si chiamano
ANAS e RFI che tengono oltre un miliardo di risorse nei loro portafogli dal
2018 e che non hanno completato nessun progetto in questi quattro anni. Caro
Presidente e caro assessore Dolce, mi riferisco allo svincolo A2 Settimo di
Rende, mi riferisco ai settecento milioni per l’ammodernamento della 106 da
Cirò a Cariati, mi riferisco all’elettrificazione della linea ionica, per la
quale oggi non si sa dove siamo arrivati e quando finiremo. Sono queste le
domande che dobbiamo porci per aiutare l’assessore Dolce, per dare risposte ai
calabresi, perché un miliardo e duecento milioni di euro fermi nei portafogli
di ANAS e RFI sono uno scandalo nazionale. Ecco perché, caro Presidente e
assessore Dolce, incontriamo Giovannini - ben venga! - ma facciamo sentire il fiato
sul collo ad ANAS e RFI che hanno già un miliardo e duecento milioni di euro
nei loro portafogli e non li hanno spesi in questi anni.
Quindi
autorevolezza sì, forza sì, ma anche risultati, perché senza risultati
continuiamo a parlarci addosso e a non dare risposte ai calabresi.
Volevo
solo dare questo contributo che è un contributo fattivo, sentito e concreto,
perché poniamo all’attenzione quattro idee e vorremmo che questa Giunta
regionale e questo Presidente le sviluppassero meglio al proprio interno,
ragionando di più con noi su questi temi che abbiamo posto all’attenzione. Sono
certo che se si vuole, davvero, creare uno spirito di collaborazione tra
maggioranza e minoranza bisogna avere rispetto dei ruoli, ma anche concretezza
per raggiungere gli obiettivi. Abbiamo dato elementi per smuovere risorse e per
potere dare alla Calabria, ai calabresi, ai giovani e alle donne che aspettano,
risposte forti, coraggiose dando una speranza a chi oggi non crede più nelle
istituzioni.
Grazie
collega Bevacqua, toglieremo i tre minuti al prossimo
intervento. Invito i consiglieri a prendere posto. Ha chiesto di intervenire il
collega Lo Schiavo, ne ha facoltà.
Dopo
un intervento così appassionato cederò i miei 3 minuti. Presidente, intanto
porgo i miei saluti all’Aula e ai colleghi consiglieri. Vorrei cercare di
evitare di ripetere la monotonia nel dibattito data da un gioco delle parti,
tra maggioranza e opposizione, tra quello che c'è e quello che non c'è nelle
linee programmatiche.
Vorrei
introdurre, in quest'Aula, alcuni elementi di vita reale, perché il Presidente
ha fatto un’introduzione in cui ha riportato quello che è accaduto in questi
cinquanta giorni, la sua attività, il suo piglio nell'affrontare alcuni dossier
particolarmente attuali. Vorrei partire da un ragionamento su dove siamo oggi e
quello che ci aspetta nei prossimi anni.
La
Calabria, oggi, ha un grave problema sanitario, non solo perché oggi siamo zona
gialla, zona gialla legata ad una pandemia che purtroppo ancora c'è ed è
rischiosa. Ho apprezzato il piglio decisionista - accennava ai complimenti del
generale Figliuolo - ma quando parliamo di zona gialla in Calabria non possiamo
dimenticare quello che è accaduto ieri, quello che è accaduto nei mesi scorsi e
che, ancora oggi, ci troviamo in una situazione di debolezza perché non siamo
riusciti a spendere adeguatamente i fondi Covid,
perché non siamo riusciti ad incrementare i posti in terapia intensiva.
Tutto
questo ha reso difficile contenere i parametri richiesti per non cadere nelle
restrizioni che il Governo nazionale ha previsto.
Zona
gialla dovuta, quindi, a una incapacità della politica di cui noi dobbiamo
tenere conto per rimediare agli errori e per rimediare a quei ritardi che,
anche nel passato, in questo recente passato, abbiamo accumulato. Richiamo la
vita reale, perché noi ragioniamo in una prospettiva di linea di governo dei
prossimi anni, in cui la politica nazionale è impegnata nelle elezioni del Capo
dello Stato, ma subito dopo ci sarà, lì sì, il convitato di pietra
dell'autonomia regionale differenziata. Proprio qualche giorno addietro, ho
letto di un incontro tra il ministro Gelmini e il Presidente della Regione
Veneto per riaprire il dossier su quella che viene chiamata autonomia
differenziata, ma che non è altro che la richiesta di più autonomia, di più
risorse e di più funzioni da parte di alcune regioni del Paese.
Qui
non si tratta di fare un ragionamento politico di parte, parliamo della democratica
Emilia Romagna ma anche del Veneto, parliamo di maggioranze politiche diverse
ma concentrate in un'area del Paese che ha maturato un'idea di fondo e cioè di
trattenere i residui fiscali, di riuscire a trattenere sui propri territori il gettito
fiscale escludendolo e quindi sottraendolo alla fiscalità nazionale.
L’autonomia
differenziata rischia di portare avanti un federalismo sbilanciato che sarà un
colpo al cuore della Calabria e del meridione tutto.
Quello
che io vorrei capire - lo capirò dai prossimi passi del presidente Occhiuto - è
se sarà il Presidente dei calabresi, di tutti i calabresi, quindi non un forte
sostenitore di un meridionalismo stanco, ma una difesa delle politiche di
coesione e di solidarietà nazionale. Ha usato nel suo intervento i termini
coesione e perequazione che per me sono le linee guida per il futuro.
Quindi,
vorrei capire se il presidente Occhiuto sarà il Presidente di tutti i calabresi
o se invece sarà un leader autorevole di un partito politico. La questione per
me non è scontata, perché è un esponente di primo piano di un partito politico che
oggi è al governo del Paese, ma nello stesso tempo è il Presidente di tutti i
calabresi, il mio Presidente, il Presidente di tutti noi e quando si è il
Presidente della Calabria bisogna capire che l'articolo 117 della Costituzione,
dando la possibilità alle Regioni di avere 23 materie aggiuntive di competenza
esclusiva, rischia di rompere il patto di solidarietà e di uguaglianza dei
cittadini ovunque essi si trovino, perché i diritti di cittadinanza rischiano
di essere diversi a seconda del proprio luogo di residenza.
La
partita è estremamente importante, perché io penso che ci siano problemi di
diversa natura: sul finanziamento delle funzioni aggiuntive che alcune Regioni
richiedono, sulla competenza e sulle materie stesse che le Regioni richiedono
in maniera autonoma rispetto allo Stato. Lo dico con molta chiarezza: inorridisco
al pensiero di tante sanità regionali o di tante scuole regionali, perché a
pagarne il prezzo saranno ovviamente le regioni più deboli e la Calabria oggi è
una regione debole.
Il
rapporto si dovrà avere tra Conferenza Stato Regioni e tra Governo e le Regioni
che reclamano più autonomia. Il Parlamento dovrà essere centrale nella
negoziazione di alcuni accordi preliminari, ricordo gli accordi fatti col
Veneto e la Regione Emilia-Romagna che tante preoccupazioni possono dare alla
Calabria.
Ritorno
alle linee programmatiche. Oggi, a me interessa, più che discutere del singolo
aspetto, capire cosa pensa e quale pensa debba essere il ruolo della Calabria
nei prossimi mesi rispetto al tentativo di rompere il patto di solidarietà
nazionale e quale sarà il ruolo della Calabria rispetto anche alla richiesta di
concretizzazione dei LEP, livelli essenziali di prestazione, che devono essere uguali
in tutto il territorio del Paese.
Non
possiamo più aspettare, e lo dico a chi è stato capogruppo di uno dei partiti
più importanti del Parlamento, lo dico al politico esperto che sa di cosa
stiamo parlando e quali sono i rischi per la nostra regione.
Vorrei,
anche, capire come riusciamo a ridare un ruolo allo sviluppo della Calabria. Ovviamente,
non possono essere sintetizzati i singoli aspetti o le singole questioni, però si
deve capire bene qual è l'idea sul ruolo strategico degli enti pubblici in Calabria,
il ruolo del capitale pubblico nelle società miste, quale deve essere il ruolo
della governance pubblica in alcuni aspetti
strategici.
Ecco,
questo è il programma su cui potrò esprimere il mio giudizio.
Si è
parlato di Sorical, ci sono degli accenni
interessanti sul giudizio negativo di quella che è stata una società mista
pubblica e privata e di come deve ritornare al pubblico la gestione di un bene
pubblico essenziale. Io aggiungerei la vicenda degli scali aeroportuali e in
genere tutti gli Enti in cui la Regione Calabria partecipa con il suo capitale nelle
società di diritto privato.
Infine,
Presidente, non allungherò il tema e la discussione appesantendola su singoli
aspetti. Lei ha letto ovviamente il rapporto Svimez,
è una fotografia della povertà di questa regione, però non basta! Nel senso che
non possiamo limitarci a questo, non possiamo limitarci a dire che un milione
di giovani sono andati via o che il PIL cresce in tutta Italia, ma in Calabria stenta
a prendere il decollo a causa dei bassi salari, della precarietà del lavoro,
dell'estrema povertà e delle tante disuguaglianze sociali. Non è questo che
voglio dire, un legislatore non si può limitare a dire che la Calabria è povera,
questo lo sanno tutti, noi dobbiamo capire come riuscire a dare una visione di
sistema.
Alcuni
accenni della sua relazione sono molto interessanti, soprattutto sul profilo
tecnologico sulla e-residence, la possibilità di attirare la residenza fiscale
in determinati territori legandoli alla ZES, a una defiscalizzazione. Sono
aspetti molto interessanti che possono riuscire a rendere attrattivo il nostro
sistema, ma la vera sfida è come noi riusciamo a tramutare degli investimenti
in infrastrutture immateriali. Ovviamente, noi dobbiamo completare e rilanciare
un divario infrastrutturale col resto del Paese, i fondi del PNRR saranno
impiegati per asili, strade, sistema viario, ma le infrastrutture materiali
hanno bisogno però di essere accompagnate da un grande investimento sul
capitale umano.
Noi
dobbiamo puntare sul sistema di formazione, su un sistema di ricerca, mettendo
al centro della prossima e di questa legislatura il mondo dell'Università e il
mondo della scuola, gli appalti di innovazione. Con appalti di innovazione intendo
investire in infrastrutture materiali che hanno grandissima capacità
tecnologica e innovativa, lì si gioca la sfida, a mio avviso, della Calabria.
E
poi, in conclusione, la dignità del lavoro. È stato ben detto, il precariato,
ma non solo: il lavoro in tutti i suoi aspetti.
Noi,
colleghi, che facciamo politica, sappiamo qual è la richiesta che ci viene fatta
ogni giorno: richiesta di lavoro, richiesta di lavoro, richiesta di lavoro. Quando
un padre di famiglia viene a chiedere il posto, un aiuto, un consiglio, un'idea
per dare occupazione al proprio figlio, lì veramente è una coltellata al cuore,
perché è il fallimento di intere classi dirigenti, del meridionalismo; a queste
persone noi però dobbiamo dire che mai più in Calabria si lavorerà sulle
politiche dello sfruttamento del bisogno, dello sfruttamento delle clientele, ma
che la politica, per una volta, cambia passo e sceglie il merito.
Quindi,
ben vengano le selezioni fatte con tutti i criteri più oggettivi e più
trasparenti possibili, ma senza merito la Calabria non può decollare: merito,
merito, competenze, capacità e aiuto a chi è rimasto indietro.
E,
per fare questo, noi dobbiamo ripartire ripensando il mondo del lavoro.
Prima
si parlava di centri per l'impiego. Nella mia città abbiamo un centro
dell'impiego che è addirittura chiuso perché non ha i locali idonei, da non so
quanto tempo, non hanno neanche la possibilità di svolgere le funzioni
essenziali. C'è molto da fare, Presidente.
C’è
molto da fare e io, da un certo punto di vista, apprezzo anche il suo piglio
decisionista, però, come ho detto l'altra volta, secondo me lei non ha bisogno
di un governissimo, un governissimo
c'è già nel Paese. Lei non ne ha bisogno, perché ha una maggioranza solida e i
numeri necessari. Lei non ha bisogno del governo di tutti, lei ha bisogno della
sua maggioranza e di un'opposizione che la possa pungolare per fare meglio. Questo
è il nostro ruolo, non di far parte di un’ammucchiata del governo di tutti. Il ruolo
dell'opposizione deve essere di miglioramento delle proposte di legge e dei
metodi, soprattutto i metodi, perché sono determinanti.
Ognuno
ha le sue citazioni, concludo il mio intervento citando Aureliano Buendia, dal libro Cent'anni di solitudine, particolarmente
a me caro: “Il colonnello era smarrito nella sua solitudine dell'immenso potere
e proprio in quel momento ha rischiato di perdere la bussola, perché i suoi
ordini partivano” - c’è proprio una frase – “ancora prima che lui li desse e non
arrivavano mai a centrare l'obiettivo che lui si era dato”.
Presidente,
noi ci siamo, con un metodo collegiale, democratico, ascoltando le parti
sociali, ascoltando l'opposizione, poi è lei che decide, perché lei ha l'onere
e l'onore, ma su questi metodi e su queste basi si può costruire un rapporto
solido e una legislatura in cui questo Consiglio regionale abbia una sua
funzione e non sia considerato un Ente inutile. Grazie, Presidente.
Grazie,
consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti.
Presidente
del Consiglio, Presidente della Regione, assessori, devo fare gli auguri al neo
assessore Mario dolce: benvenuto in Calabria!
Colleghe
e colleghi consiglieri regionali, l’avvio di questa legislatura credo sia
caratterizzato da una crisi di sistema senza precedenti e della crisi più acuta
e difficile degli ultimi 50 anni di regionalismo in Calabria.
Le
tante problematiche che hanno caratterizzato l'attuale situazione sono, per
molti aspetti, storiche, anche se dobbiamo purtroppo riconoscere che i profondi
cambiamenti intervenuti in questi anni e anche la negligente gestione dei vari
governi che si sono succeduti, ne hanno di fatto generate tante altre.
Ultima
in ordine cronologico voglio ricordare la kafkiana vicenda della Sacal, sulla quale occorre fare piena luce, i 200 milioni persi
di risorse Covid, come lei stesso, Presidente, ha
pubblicamente evidenziato, e, non ultimo, il pronunciamento della Corte dei
conti che evidenzia le molte criticità nella gestione della spesa delle risorse
comunitarie 2014-2020, segnalando una percentuale molto bassa sia in termini di
impegno sia di pagamenti.
Insomma,
il quadro è abbastanza preoccupante, tutti i dati segnalano indicatori sociali,
occupazionali, produttivi assai negativi: Svimez,
Istat, Eurostat, Banca d'Italia.
Questi
ci offrono uno spaccato molto appropriato della gravissima crisi che viviamo in
Calabria, che è sicuramente produttiva, sociale ed economica, ma soprattutto,
come è stato ricordato in diversi interventi, occupazionale. Basti pensare che in
Calabria il rapporto PIL pro-capite è il più basso non delle regioni d'Italia,
ma delle 278 regioni d’Europa.
Per
questa ragione, secondo me, si impone una energica reazione, in quanto solo
attraverso atti concreti riusciremo a far riacquistare la necessaria
credibilità e fiducia verso la politica e verso le istituzioni democratiche di
questa regione.
Non
possiamo permetterci sottovalutazioni, non possiamo e non dobbiamo rinchiuderci
dentro il palazzo, occorre segnare una presenza costante nel territorio e,
soprattutto, stare vicino ai sindaci e alle amministrazioni che rappresentano
il primo fondamentale e imprescindibile presidio di legalità istituzionale,
nonché un vero punto di riferimento per l'insieme dei cittadini.
Bisogna
favorire una reale rinascita, in tutti i sensi, nella vita della nostra regione
e questo credo sia un impegno improcrastinabile, una priorità.
Bisogna
ascoltare la voce dei più deboli, dei disoccupati e degli occupati, delle tante
fragilità economiche e sociali che ci sono del mondo del lavoro, del Terzo
settore, del mondo associativo e farsi soprattutto interpreti dei bisogni e
delle istanze di tantissime realtà.
Per
tale ragione ritengo importante l'azione politica amministrativa e di governo
che il Presidente intenderà imprimere. Lei possiede una responsabilità storica,
una responsabilità non ordinaria, caro Presidente! Se lei dimostrerà una visione
concreta di tutela e rappresentanza degli interessi generali, troverà - per
quanto riguarda me, ma è stato detto anche dai rappresentanti del gruppo al
quale mi onoro di appartenere - proficua collaborazione, viceversa se prevarrà
una concezione di governo di mera gestione del potere troverà in me un attento
e battagliero consigliere regionale che non è arrivato qua né per alzare la
mano e né per riscaldare la sedia.
Penso
che solo attraverso questa collaborazione si potranno condividere e sostenere
scelte coerenti per migliorare concretamente le condizioni di vita e di lavoro
dei calabresi. Possiamo favorire un processo di cambiamento e di riforma oppure
rischiamo di acuire ancora di più il distacco e la sfiducia dei cittadini che è
già abbastanza consistente, è quasi al limite di una deleteria rassegnazione.
C'è
bisogno di mettere in atto una spinta propulsiva in grado di cogliere e
utilizzare molto bene le tantissime opportunità che l'attuale quadro normativo-economico-finanziario
ci consente di utilizzare.
La
pandemia ancora in corso, purtroppo, ha accentuato le diseguaglianze e non è
una parentesi della nostra vita, ma rappresenta il discrimine tra il modello di
vita e di lavoro che abbiamo conosciuto e quello che
vorremmo affermare realizzare nella nuova fase.
Per
tale ragione, ritengo che la sanità non sia più semplicemente un aspetto dello
Stato sociale, ma rappresenti un elemento di competitività e di sicurezza del
Paese e ancora di più in una regione come la nostra che possiede una seria
fragilità del sistema socio-economico e del sistema socio-sanitario.
Prima
di pronunciarmi brevemente secondo i tempi che mi sono stati assegnati sulla
relazione programmatica, mi preme fare delle brevissime riflessioni.
Presidente,
pur considerandolo la sua nomina a Commissario della sanità calabrese un primo
passo in avanti, questo non coincide con la mia idea di governo ordinario del
settore anche perché, nel rivestire questi due ruoli così complessi, impegnativi
e importanti, vedo il rischio - lo dico veramente con grande responsabilità -
di un possibile ingolfamento e rallentamento dell’azione del suo governo.
Occorre,
perciò, sapersi necessariamente avvalere di adeguate competenze e
professionalità presenti nella nostra regione, evitando - questo è il mio
personale punto di vista, ci mancherebbe pure - di continuare a far gestire
settori nevralgici della vita dei calabresi a Generali, Prefetti e Commissari.
Mi
auguro che avrà la stessa solerzia, Presidente, e la stessa tempestività nel contrattare
con il Governo nazionale il riconoscimento del debito.
Questo,
previa quantificazione e ricostruzione del debito esistente nella sanità
calabrese, perché, altrimenti, non riusciremo a uscire da questa fase
straordinaria di emergenza e commissariamento. Il vero obiettivo da raggiungere
è, appunto, il governo ordinario.
Mi
soffermo velocemente sulle linee programmatiche di governo che ha indicato il
Presidente.
Voglio
accogliere l'invito che lei rivolge ai gruppi di opposizione chiedendo di fare
un salto di qualità. Per questa ragione, pur potendo esprimere alcune
considerazioni di carattere generale, intendo entrare nel merito partendo dal
quadro economico-finanziario che avremo nei prossimi anni.
Devo
dire la verità, sinceramente mi sarei aspettato un programma di lavoro
operativo molto più organico, caro Presidente, di cogliere un’idea su come
intenda raccordare le diverse linee strategiche del PNRR, metterne a sistema i
diversi strumenti e capire su quali settori intenda puntare.
Purtroppo
devo registrare che manca una chiara strategia e, pur condividendo i positivi
riferimenti ad alcuni settori come l'artigianato, l'agricoltura, la
valorizzazione dei beni culturali, vedo, invece, che non esiste un'idea
strategica su turismo e politica industriale.
Vorrei
ricordare, inoltre, che una componente fondamentale del PNRR è la
semplificazione legislativa, la digitalizzazione, in merito alla quale l'unica
cosa che lei riferisce nel programma è che si punterà sulla formazione dei
dirigenti.
Penso, invece, che bisognerà operare per
raccordare i diversi Fondi in quanto gli impegni e la spesa dei Fondi
strutturali, come dicevo prima, raggiungono percentuali molto basse e
sinceramente punterei su una struttura in
house, attraverso l’assunzione di personale
competente, per superare le criticità amministrative e garantire una coerenza
degli obiettivi tra programmazione e spesa dei Fondi.
Relativamente alle aree ZES, bisognerebbe,
intanto, sollecitare l’attivazione immediata dei finanziamenti disponibili per
creare occasioni di sviluppo e per favorire attrattività e competitività
imprenditoriale nelle diverse aree nelle quali si può utilizzare questo
importante strumento.
Registro che non esiste nessun passaggio
sulle Università anche laddove si parla di start
up, spesso – se non quasi esclusivamente – nate nel parco scientifico e
tecnologico annesso alle Università della Calabria. Pertanto, le Università non
sono affatto estranee ai processi di sviluppo della nostra Regione.
Mi preme, infine, sottolineare un
passaggio del suo intervento relativo alla sanità che condivido molto.
Trovo vergognoso che la Calabria spenda
320 milioni di euro all’anno in mobilità passiva per la piaga dell’emigrazione
sanitaria.
È ora di porre fine a questa assurdità e,
a tal fine, intendo annunciare che sto lavorando alla predisposizione di una
proposta di legge, di un solo articolo, nel quale si prevede che i manager della sanità che non riducono,
nel periodo di loro permanenza, la mobilità passiva, non possano avere
incarichi rinnovati nella sanità pubblica calabrese.
Cominciamo così a misurare e a verificare
chi fa cosa, mettendo ognuno di fronte alle proprie responsabilità perché,
attualmente, in questa Regione nessuno risponde di niente.
In merito all’aumento di personale, vorrei farle
presente che all’Asp di Vibo non si riescono a
reclutare medici e tale penuria compromette, di fatto, l’offerta dei servizi e
delle prestazioni indispensabili per l’affermazione dei livelli essenziali di
assistenza. Anche perché possiamo fare tutti i migliori ospedali del mondo,
dotarli di tutte le strutture alberghiere e tecnologiche, ma senza i medici si
rischia di non garantire un’offerta sanitaria dignitosa e qualificata.
Da questo punto di vista, sarebbe utile
una convenzione con il Ministero per finanziare delle borse di studio della
Regione Calabria dedicate alla specializzazione di anestesisti, di medici di
emergenza, intanto garantendo anche la presenza del medico a bordo delle ambulanze,
che, come sappiamo, spesso ne sono sprovviste.
La invito a completare il suo intervento.
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
Infine, condivido la volontà di voler
assorbire gli attuali bacini di precariato esistenti in Calabria attraverso
politiche attive di lavoro e il rafforzamento dei Centri per l’impiego,
provando anche a recuperare i lavoratori della legge regionale numero 12 del
2014 che, nell’ambito del precariato calabrese, sono l’unica categoria rimasta
fuori.
Considerati i tempi a disposizione, mi
riservo di affrontare gli altri aspetti con maggiore puntualità quando,
Presidente, sarà costretto – secondo me – molto a breve ad apportare i
necessari aggiornamenti nei diversi passaggi dell'attività legislativa e
amministrativa che saremo chiamati a svolgere e alla quale parteciperò
offrendo, da questo punto di vista, il mio personale contributo.
Ci sono delle proposte di merito che, per
i tempi assegnati, non sono nelle condizioni di poter sviluppare. Cito,
comunque, alcuni punti: un Piano straordinario per il lavoro, un approccio
multidisciplinare della presa in carico delle persone, l'utilizzo delle
maggiori risorse derivanti dall’aumento del 34 per cento dei trasferimenti
ordinari al Sud, l’istituzione del CREL (Comitato Regionale per l’Economia e il
Lavoro), la riduzione dei costi della politica, il trasferimento alla gestione
degli enti locali più vicina ai cittadini, il superamento del commissariamento
alla sanità, vantaggi contributivi e fiscali a sostegno delle piccole e medie
imprese, modifica della legge elettorale, ripristinando i collegi provinciali,
con il voto disgiunto e l’abbassamento del quorum previsto (attualmente all’8
per cento) per essere eletti in Consiglio regionale.
Su questi temi, incalzerò, lavorerò, collaborerò
in maniera proficua e positiva per cercare insieme, nell’azione che
svilupperemo nei prossimi mesi e anni, di migliorare le condizioni di vita e di
lavoro dei calabresi.
Con questo spirito – e concludo –
assolverò il mio mandato, il mio compito e la mia funzione con disciplina e
onore, così come recita l’articolo 54 della nostra Costituzione.
Auguri e buon lavoro a tutti.
Grazie al consigliere Mammoliti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mattiani. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente, questo è il mio
primo intervento in Consiglio regionale e vorrei approfittarne per esprimere,
anche in questa sede, il mio più sentito augurio di buon lavoro al presidente
Mancuso, al Presidente della Giunta regionale, Occhiuto, e a tutti i
consiglieri regionali.
Presidente, la Calabria nei prossimi
mesi e fino al 2026 disporrà di ingenti risorse – quelle rientranti nel Piano
nazionale di ripresa resilienza (PNRR), quelle del Fondo di sviluppo e coesione
e della nuova programmazione dei fondi comunitari – che, evidentemente, ci
consentono di poter considerare questo determinato periodo storico come il più
importante per l’avvenire della Calabria.
Il PNRR, com’è noto, si articola in 6
missioni centrali per lo sviluppo della nostra Regione: Digitalizzazione,
Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; Rivoluzione Verde e Transizione
Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca;
Inclusione e Coesione; Salute…
Orbene, vorrei esprimere tutto il mio
compiacimento, Presidente, sui punti programmatici illustrati che si muovono in
linea e nel solco di quanto accennato e nel bisogno di modernizzazione e di
crescita economica della nostra Regione.
All’uopo vorrei richiamare la sua
attenzione, quella della Giunta e di tutto il Consiglio regionale su pochi ma
rilevanti punti del Programma di governo che ritengo centrali.
Ad esempio, la problematica relativa alla
questione dei rifiuti sulla quale questa Regione ha accumulato, negli anni,
ritardi enormi che hanno determinato continue situazioni emergenziali che
questa bellissima regione e i suoi cittadini assolutamente non meritano.
Condivido pienamente le sue parole che
centrano appieno gli obiettivi da perseguire: elaborare un modello di
intervento sostenibile economicamente e tecnicamente, al fine di adeguarsi
all’attuazione dei programmi comunitari di economia circolare e avere uno
strumento di pianificazione in grado di accedere ai finanziamenti comunitari
nel ciclo di programmazione 2021-2027; provvedere all’ammodernamento
dell’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro attraverso dei progetti di
investimento in grado di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e migliorare
le potenzialità complessive di trattamento; insistere e investire sulla raccolta
differenziata al fine di raggiungere una media regionale di raccolta
differenziata del 65 per cento, attraverso l’elaborazione di progetti mirati
che prevedono investimenti e premialità per i Comuni
virtuosi.
Per raggiungere tale risultato è
necessaria l’adozione in tutti i Comuni calabresi del modello di raccolta porta
a porta e della tariffazione puntuale che è un meccanismo che permetterà ai
cittadini di pagare la TARI in base ai rifiuti realmente prodotti.
Ho ritenuto, però, rilevantissimo,
Presidente, l’impegno da lei assunto, con la solita determinazione che la
caratterizza e la contraddistingue, di voler azzerare nell’arco di 5 anni il
fabbisogno di conferimento in discarica e completa chiusura dei siti
attualmente esistenti in Calabria.
Alcuni dati devono farci riflettere: in
Calabria il 50 per cento dei rifiuti urbani va in discarica mentre in Lombardia
non supera il 4 per cento. È evidente, quindi, che mentre il resto dell’Italia
va in una direzione diversa del ciclo dei rifiuti, ancora una volta la Calabria
è in netto ritardo, anzi, in alcuni casi, va in direzione opposta.
Proprio sul punto, non posso non cercare
di sensibilizzare tutti voi sulla costruenda
discarica di Melicuccà, in località “La Zingara”, che la Città metropolitana di
Reggio Calabria vorrebbe realizzare e aprire in un sito assolutamente non
idoneo.
Questo perché quella discarica si trova
all’interno dell’area di ricarica delle falde acquifere del bacino imbrifero
che alimenta la sorgente Vina e che serve migliaia di cittadini.
Che vi sia, Presidente, un rischio
imminente e attuale non lo dice soltanto il consigliere Mattiani,
ma lo dice il CNR, il Consiglio nazionale per le ricerche, cui è stato
demandato il compimento di studi specifici e che ha messo nero su bianco che le
acque sotterranee e le sacche idriche in prossimità dell’area di discarica
possono interferire, anche se in modo indiretto, con quelle che,
presumibilmente, alimentano la sorgente del torrente Vina.
Vorrei ancora soffermarmi sulla salute e
sulla sanità.
La costruzione dei nuovi ospedali,
investimenti mirati sulla sanità territoriale e della prevenzione, oltre alla
definizione di un Piano di assunzioni, vanno nella direzione auspicata.
Mi permetto di evidenziare ciò che,
Presidente, so già essere sotto la sua lente di ingrandimento ossia lo stato
attuale dell’iter di costruzione dei
nuovi ospedali già previsti e finanziati.
In alcuni casi, come per l’ospedale
della sibaritide, i lavori sono iniziati e sono
convinto che proseguiranno con speditezza. In altri casi, il procedimento è
impantanato nella fase di progettazione ormai da oltre 14 anni come per
l’ospedale della Piana di Gioia Tauro.
Faccio appello, Presidente, ancora a
lei, alle sue capacità e alla sua determinazione, affinché intervenga con
risolutezza per sbloccare un’opera vitale per i cittadini della Piana di Gioia
Tauro che, oggi, sono privi di presìdi sanitari.
Come già accennato in precedenza, è
forte la volontà di questa Amministrazione di utilizzare le risorse assegnate
alla sanità per contribuire a risolvere in modo definitivo le problematiche
strutturali e di cronica carenza di personale degli ospedali e, in particolare,
quelli di Polistena, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo e Locri che, ad oggi,
versano in condizioni precarie, evitando, così, di soffocare l’unico punto
ospedaliero al momento fruibile che è il G.O.M. di Reggio Calabria.
Altro passaggio fondamentale è
costituito dall’attesa manifestazione di interesse del Dipartimento regionale tutela
della salute per consentire alle Aziende sanitarie e ospedaliere di poter
accedere ai fondi Covid assegnati alla Regione
Calabria per l’anno 2021.
Sono sicuro che il nuovo Direttore
generale del Dipartimento tutela della salute, di cui conosco personalmente le
competenze professionali, saprà dar seguito a questa procedura con celerità.
Rilevante considero l’impegno assunto per
favorire la competitività e lo sviluppo economico della ZES di Gioia Tauro
attraverso urbanizzazioni primarie e collegamento di tali aree con reti
stradali e ferroviarie, anch’esse da ammodernare con finanziamenti previsti.
Ancora, la valorizzazione delle nostre
coste contro il rischio di erosione, la tutela del nostro mare cristallino,
l’agricoltura, la riforma della Pubblica amministrazione, da lei, Presidente,
correttamente considerata assolutamente indispensabile.
Proprio la riforma della Pubblica
Amministrazione, infatti, è di fondamentale importanza con il fine primario di
ottimizzare la capacità amministrativa soprattutto a livello locale – dove
conosciamo bene la lentezza delle procedure burocratiche e di gran parte dei
procedimenti amministrativi – migliorando la selezione, la formazione e
promozione dei dipendenti pubblici e riducendo quanto più possibile i costi e i
tempi degli stessi procedimenti amministrativi.
Altro aspetto da non sottovalutare è la
sinergia che questa Amministrazione regionale vuole incentivare con le Università
calabresi dove decine e decine di giovani, una volta specializzati, si trovano
costretti a emigrare per inseguire un’opportunità lavorativa.
Siamo assolutamente convinti che dobbiamo
trattenere nella nostra terra i giovani che sono le nostre migliori risorse.
Oggi più che mai il ruolo della Pubblica amministrazione,
la qualità delle Istituzioni e la capacità di amministrare, rappresentano
fattori decisivi per la ripresa della crescita sociale ed economica di tutte le
Regioni soprattutto in Calabria.
Presidente, credo che finalmente la nostra
Regione con lei e la nuova Giunta, insieme al sinergico lavoro del Consiglio
regionale, saprà finalmente svoltare e garantire alla Calabria il futuro che
merita.
Le chiedo, quindi, signor Presidente, di
farsi parte attiva, come già sta facendo, di questo processo di cambiamento
culturale e socio-economico che rappresenta per la nostra Regione, tra l’altro,
l’opportunità del tanto atteso riscatto sociale da anni inseguito dai
calabresi.
Sappia, signor Presidente, che sono a sua
disposizione e pronto a collaborare in ogni iniziativa a tal proposito.
Grazie, consigliere Mattiani.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente del Consiglio,
presidente Occhiuto e colleghi tutti.
Nel prendere atto del programma di governo
e delle volontà nello stesso contenute e che oggi vengono poste all’attenzione
di noi tutti, è mio obbligo ribadire in
primis che l’attuazione dello stesso vedrà, certamente, una forma di
opposizione coerente e fattiva ancorché positiva e collaborativa, ma, anche e
soprattutto, di vigilanza e controllo nell’esclusivo interesse dei cittadini
calabresi che noi tutti qui rappresentiamo e che saremo chiamati
responsabilmente a fare nel quinquennio futuro.
Leggo che il
programma dedica molto a sanità e welfare.
L’attenzione
massima verso ciò è, ormai, drammaticamente sempre più necessaria, essendo
stato evidenziato da tutti i media come la pandemia e le sue conseguenze sul
tessuto sociale calabrese abbiano messo a nudo tutte le carenze di un sistema
sanitario che ha relegato, purtroppo, la nostra Regione agli ultimi posti in
campo nazionale e non.
Ci auguriamo,
signor Presidente, che la sua nomina a Commissario – con tutte le azioni che
ella dovrà necessariamente porre in essere e su cui eserciteremo con coerenza
un concreto controllo – possa invertire questa situazione ormai incancrenita,
nel bene e nell’interesse dei calabresi, affinché possa diventare dignitoso
vivere in Calabria, con un sistema di welfare attento alle esigenze di tutti
gli strati sociali, con particolare attenzione ai più vulnerabili: famiglie,
minori, anziani
e disabili, come da lei espresso al punto numero 2 del programma parlando di “welfare di comunità”.
Lodevole è l’intenzione di ripensare
all’idea di salute, a partire dalla persona e dalla comunità in cui questa vive
e lavora, ridefinendo priorità, ridisegnando processi, prodotti e metodologie
per la realizzazione di percorsi di cura con la più ampia integrazione tra
tutte le risorse presenti in ogni comunità.
Faccio una
domanda a me stesso e a voi tutti: “Come mai non troviamo
medici per lavorare nei 118, nei Pronto soccorso”? Perché i medici sono
sottopagati, oberati di lavoro, non tutelati, non strutturati.
C’è una riforma
del sistema di emergenza-urgenza ferma al Senato quindi il nostro Presidente
dovrebbe attivare i canali necessari affinché essa venga approvata, altrimenti
la carenza di medici sarà persistente.
Leggiamo al
punto numero 3 del programma che una grande attenzione sarà data all’ambiente,
capitale naturale, al sistema idrico e rifiuti, attivando la disponibilità dei
fondi del PNRR, dedicati alla cosiddetta transizione ecologica.
È notorio,
signor Presidente, che tale punto è un “cavallo di battaglia” del Movimento
Cinque Stelle che, certamente, vigilerà sulla concreta attuazione di quanto
esposto in programma, fungendo da pungolo e correggendo eventuali storture che
dovessero presentarsi nell’attuazione di tali punti.
In ordine alla trasformazione di Sorical in multiutllity, la cui reale fattibilità dovrà essere
attentamente valutata, interessando un settore primario quale quello della
fornitura/distribuzione dell’acqua pubblica, ci permettiamo di evidenziare già
in questa sede che qualsiasi riforma dell’Ente, non può certamente prescindere
da un Piano di ristrutturazione e ricostruzione dell’intera rete idrica
distributiva di tutto il territorio regionale. Ciò comporterà, di certo, una
ricaduta virtuosa sugli utenti senza che gli stessi debbano sopportare una
dispersione media, su tutto il territorio regionale, pari al 45 per cento, con
gravi conseguenze rispetto alla qualità e alla sostenibilità finanziaria del
servizio, come da lei citato nel programma.
In ordine al ciclo dei rifiuti, la
sproniamo, caro Presidente, all’attuazione di ogni azione che possa portare
all’eliminazione delle cause dell’eterna emergenza del settore che attanaglia
la nostra Regione ormai da troppo tempo, con le ovvie conseguenze che minano la
tutela della salute pubblica.
Notiamo, Presidente, come sia dedicato un
ampio spazio alla definizione di percorsi che portano all’incentivazione dello
sviluppo dell’occupazione e all’eliminazione del precariato.
In merito al punto numero 4 -
Infrastrutture, attività produttive, artigianato e lavoro - la sollecitiamo,
signor Presidente, stanti gli annosi precedenti incompiuti, all’attuazione di
un concreto e finalmente realizzabile Piano infrastrutturale di opere pubbliche
che preveda interventi sulle infrastrutture già citate nel programma (quali la
106 ionica e le ferrovie ionica e tirrenica), ma che non dimentichi il termine
di quelle già in cantiere e/o già iniziate e la riqualificazione/manutenzione
di quelle già esistenti, cuore nevralgico del sistema viario della nostra
Regione.
In ordine a quanto da lei citato circa il
concreto sostegno alle iniziative imprenditoriali, la esortiamo a porre in
essere tutte le azioni necessarie, anche mediante interlocuzione con il
Ministro dell’economia, per facilitare l’accesso al credito onde favorire un
serio sviluppo delle iniziative imprenditoriali regionali.
La incitiamo, altresì, affinché tutte le
azioni da lei elencate, atte all’eliminazione del precariato – ennesima
endemica piaga sociale di questa Regione che vede centinaia di calabresi
protestare giornalmente presso la sede regionale – possano essere concretamente
poste in essere per dare, finalmente, una svolta all’atavica fame di lavoro dei
calabresi, unitamente ad una seria riforma dell’apparato burocratico regionale
con l’attuazione di tutto ciò che prevede il PNRR.
Caro Presidente, vorrei
sottolineare a tutti noi il ruolo primario che intende riconoscere al Consiglio
regionale per trasformare il Piano nazionale di ripresa e resilienza in risorse
reali, stante l'esigenza della Regione di rinnovare la propria squadra
amministrativa con particolare riferimento alla dirigenza, impegnata a gestire
quanto programmato dall’organo di governo e dal Consiglio regionale della
Calabria a cui, tra le funzioni amministrative, spettano l'amministrazione
degli uffici e dei servizi dell'Ente Regione, l'organizzazione del personale
regionale oltre che le funzioni regolamentatrici riservategli dallo Statuto
regionale.
In ordine al punto numero cinque,
Agricoltura e forestazione, tale comparto nevralgico per l'economia della
Regione Calabria, dovrà essere frutto di particolare attenzione da parte della
politica regionale che dovrà essere attenta e dimostrarsi disponibile
all'ascolto delle esigenze degli operatori del settore, anche alla luce della
continua evoluzione dei mercati e operare soluzioni di sviluppo e di
incentivazione, di concerto con gli stessi per attuare soluzioni concrete.
Punto numero sette: Politica di
coesione 2021-2027.
Bisognerà porre in essere tutte le
azioni necessarie per aumentare la capacità di spesa dei Fondi europei,
individuando i punti deboli nelle procedure e velocizzando l'erogazione degli
stessi. Grazie per l'attenzione.
Grazie, collega Afflitto. Ha
chiesto di intervenire il collega Irto. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente del Consiglio
regionale. Ringrazio per il dibattito che è venuto fuori, Presidente, e
comprendo anche, nell’introduzione fatta dal Presidente della Giunta regionale,
il racconto di un disallineamento tra le Linee programmatiche, depositate
qualche settimana fa e la velocità della comunicazione successivamente avvenuta
negli ultimi 50 giorni, ovvero il tempo trascorso dalla proclamazione del
presidente Occhiuto e anche le continue emergenze che portano quasi a dire che
le Linee programmatiche siano superate.
La verità è che le Linee
programmatiche hanno una valenza istituzionale – come lei ben sa, presidente
Occhiuto – e politica che, in altre Regioni, rappresentano il programma anche
dettagliato di un governo regionale che si insedia.
La posizione espressa dai colleghi
del Partito democratico e del centro sinistra ha già esploso in qualche modo i
contenuti, a nostro avviso anche mancanti, di queste Linee programmatiche però,
allo stesso tempo, voglio provare non solo a dire cosa, secondo me, è carente
all’interno delle Linee programmatiche, ma anche dire qualcosa rispetto a ciò
che lei ha posto in essere proprio in questi 50 giorni, successivi al deposito
delle Linee programmatiche, provando però, presidente Occchiuto,
nel rispetto del Consiglio regionale, a evitare di fare una discussione che
possa portarci a dire delle cose che abbiano la caratteristica dell’ovvietà.
Lei ha detto: “In questi 50 giorni
abbiamo avuto l’ulteriore emergenza Covid, del
tracciamento dei tamponi e abbiamo provato a coinvolgere chi è più in
prossimità, le farmacie e i medici di base”.
Sappiamo bene che si è fatto però,
presidente Occhiuto, dobbiamo anche rispondere al sindacato dei medici di base
che ci dice che molti di loro in alcune Aziende ospedaliere non hanno avuto
l'adeguamento contrattuale.
Dobbiamo sapere cosa rispondere ad
alcuni Sindaci che vengono a dire che nei loro territori è stata chiusa la
Guardia medica e alcuni vengono a dire che nel proprio territorio comunale non
c'è più un medico di base.
Non c’è più un medico di base, non
la Guardia medica!
In molti territori, in interi
Comuni calabresi non ci sono più i medici di base, quindi i cittadini devono
essere automaticamente assegnati al medico di base dei Comuni limitrofi,
creando così disagi e grandi problemi. Immaginate cosa significhi tutto questo
in tempo di Covid!
Piuttosto che pensare di caricare
solo i medici di base di ulteriore responsabilità – che va bene, presidente
Occhiuto – allo stesso tempo, proviamo a dare delle risposte concrete su questi
temi.
Proviamo a capire in che modo
programmare e iniettare nuove energie nella medicina di base, nella medicina
del territorio, nella medicina di prossimità e nei bisogni veri che ci sono in
Calabria.
Sul tema della sanità discuteremo
nel successivo punto all’ordine del giorno, quindi non voglio perdere tempo.
Allo stesso modo, credo che si dovesse
osare di più sul tema del sistema aeroportuale calabrese. Dai famosi 50 giorni
della sua proclamazione ad oggi, c'è un tema, che è quello degli eventi – a mio
avviso drammatici – di Sacal; però, sulle Linee
programmatiche le chiediamo, anche nelle repliche, non solo il dettaglio di
quello che è avvenuto in Sacal, ma soprattutto in che
modo si può cambiare passo. Bene acquisire le quote; però c'è un tema: lì c’è
ancora un management super pagato che
non sta producendo effetti.
Non voglio fare argomento di
battaglia politica per dire chi ha scelto quel management – ovvero il centro destra della scorsa Legislatura –
però, sta di fatto che oggi le viene richiesto uno sforzo in più e il coraggio,
anche su questo, di dirci in che modo si pensa di investire sulla Sacal e sul sistema aeroportuale calabrese e se vi sia la
reale intenzione di invertire rotta in maniera concreta.
Servono idee chiare, così come,
presidente Occhiuto, sul tema del Terzo settore – su questo insisto – lei nelle
Linee programmatiche scrive “che rappresenterà il braccio operativo e forte
della Regione per le emergenze e per la pandemia in Calabria”.
Ritengo che, al di là della
pandemia, il Terzo settore debba rappresentare l'ossatura di un’assistenza
territoriale e di prossimità vera, che va oltre il Terzo settore stesso,
rientrando così nel campo socio-sanitario.
Dunque, serve programmazione e
investimento e non mettere in discussione una riforma del Terzo settore che con
grandissimi sforzi abbiamo fatto nel 2019 e che, nella scorsa Legislatura, si è
tentato di smontare.
Semmai, serve potenziarla,
programmare e prevedere ulteriori investimenti, così come per l'agricoltura.
Benissimo la riforma di Calabria
verde! Ma dove vogliamo andare con quella? Abbiamo vissuto un'estate drammatica
di incendi e oggi nessuno ne parla più! Non se ne parla più!
Tra qualche mese, assessore Gallo,
rischieremo di rivivere quell’incubo.
È necessario, quindi, un forte
investimento in prevenzione perché non basta stanziare qualche risorsa per dire
che diamo qualche euro a qualche azienda a cui è stato bruciato un pezzo di
terreno, perché nell'area grecanica di Reggio Calabria nei mesi estivi, ho
vissuto e ho avuto modo di ascoltare delle persone a cui è andato in fumo
qualcosa che non potrà tornare con un ristoro economico perché sono andate in
fumo storie di vita, storie familiari, storie di imprese che da generazione in
generazione si susseguono.
La Regione Calabria non può
pensare solo di pagare un ristoro! Quelle cose non si comprano e non torneranno
più!
Serve fare una grandissima
operazione di prevenzione, e questo è ciò che chiediamo, presidente Occhiuto.
Quando ci parla di riforma del
sistema del comparto, ci dica in che modo pensa di realizzare questi
presupposti.
Allo stesso tempo, sul tema dell'Università
– lo diceva anche il collega Mammoliti – non c’è il
disegno di una visione di un nuovo rapporto tra la Regione e le Università
calabresi, che va ridisegnato. È inaccettabile che ci siano percorsi di ricerca
e didattici che non collimano e non ricalcano i bisogni lavorativi e di
speranza della Regione Calabria. Dunque, bisogna ridisegnare il rapporto con le
Università calabresi, pensando anche di tirarle dalla giacchetta, presidente
Occhiuto, e di sfidare le Università calabresi. Non chiediamo di fare
Protocolli d'intesa o conferenze stampa con i Rettori; noi chiediamo di sfidare
le Università calabresi affinché si mettano a disposizione anche della Regione
Calabria nella nuova, gigantesca e importante sfida del Piano nazionale di
ripresa e resilienza.
Sulle Politiche di coesione
2021-2027, a mio avviso, c’è poco leggere quando sulle Politiche di coesione
lei dice che si impegnerà a chiedere alla ministra Carfagna
che si creino delle Agenzie di coesione territoriale.
Di agenzie, nella nostra Regione,
ne abbiamo viste di tutti i colori. Purtroppo, racconti di grandi fallimenti!
Piuttosto che chiedere che ci sia una nuova Agenzia di coesione, presidente
Occhiuto, proviamo a rafforzare e a rigenerare la burocrazia calabrese che ci
può servire per le Politiche di coesione 2021-2027 e che dovranno in qualche
modo dare la risposta all'indirizzo politico per quanto riguarda la
programmazione comunitaria, perché lei ha perfettamente ragione rispetto al
fatto che dobbiamo riacquisire una credibilità con l'Unione europea e con
Bruxelles.
Reputo importante anche che lei
sia andato a Bruxelles, però lei comprenderà che la cifra della credibilità
della Regione Calabria non sarà data dalla presenza a Bruxelles, ma bensì dalla
capacità di spesa che avremo dei Fondi comunitari e che, purtroppo, negli
ultimi vent'anni ha avuto importanti fallimenti.
Quando parlo degli ultimi
vent'anni, mi riferisco alle storie di tutti i colori politici, quindi non è il
tema di una parte rispetto ad un'altra.
La credibilità della Calabria
rispetto a Bruxelles e all'Unione Europea l'avremo sulla capacità di
programmazione, sulla capacità di spesa e sulla capacità della qualità della
spesa, che è un'altra variabile di cui spesso discutiamo poco, perché non è
solo aumentare l'asticella e avere speso di più; bisogna avere la capacità di
spendere anche in tempi certi quando quella idea, quella possibilità, quella
linea, quel progetto è linea con i tempi europei, perché se la facciamo e la
pensiamo oggi, ma la realizziamo troppo tardi in un mercato globalizzato quella
può essere superata da un'altra parte; quindi abbiamo il tema della spesa sia
come quantità sia come qualità.
Da ultimo, presidente Occhiuto,
c'è il tema del Regionalismo differenziato che è stato ripreso anche da molti
colleghi.
Questo Consiglio regionale, in
quest'Aula, nel gennaio 2018, con l’allora maggioranza di centrosinistra – si
ricorderanno l’assessore Orsomarso e altri – condividemmo una mozione
all’unanimità, in cui denunciavamo e criticavamo il percorso dell'autonomia
differenziata, evidenziando quali erano i pericoli per la Regione e prendendo
in maniera netta le distanze da quel progetto che oggi torna a essere
straordinariamente attuale.
Pertanto, presidente Occhiuto, le
chiedo non solo di dirci come la pensa – immagino che su questo lei abbia una
linea molto coerente con il mandato dato degli elettori per una Calabria che
viene prima di una parte politica – ma di assumere un impegno anche con il
Consiglio regionale nelle prossime settimane per pensare di tornare a un altro
documento condiviso che possa sfidare il Governo nazionale e possa dire alle
altre Regioni d'Italia, che cercano di fare furbizie accelerando sull'autonomia
differenziata, di fermarsi.
Mi rendo conto che è una cosa
complicata.
Ognuno di noi deve assumersi una
responsabilità, perché vuol dire che ci sono contraddizioni dentro il mio
Partito che, in altre Regioni d'Italia, è a favore dell'autonomia differenziata,
e mi rendo conto che ci saranno contraddizioni del centro destra perché per
esempio la Lega Nord è portatore sano dell'idea del Regionalismo differenziato,
però tre anni fa riuscimmo a trovare una sintesi e a dare una linea politica
comune.
Su questo offro la mia
disponibilità, invitando a mettere da parte la casacca del Partito politico a
favore degli interessi della Calabria, che non consistono solo nel chiedere
pari dignità in termini di distribuzione di risorse, ma devono concentrarsi sul
presupposto che la Calabria non può accettare che l'Italia sia ulteriormente
costruita come una Babele istituzionale.
Abbiamo già le Regioni a Statuto
speciale; avremo le Regioni a Statuto differenziato; avremo le Regioni a
Statuto ordinario.
Questo è inaccettabile. La Regione
Calabria deve rientrare in un processo solidaristico nazionale. È inaccettabile
pensare che alcune Regioni facciano delle fughe in avanti senza pensare non
solo che oggi in Italia la riforma del Titolo quinto della Costituzione
andrebbe ridiscussa e riaffrontata in un quadro istituzionale largo, anche
nazionale, e la Calabria in tutto questo non può pensare di accettare un
percorso di questo tipo che vede offesa non solo la sua autonomia, ma anche la
sua dignità e le sue prerogative di Regione che sta più indietro su tutti i
parametri, ma che ha straordinarie aspettative, bisogni e capacità, soprattutto
delle nuove generazioni.
Per questi motivi, voteremo contro
le Linee programmatiche, che non vuol dire solo un gioco delle parti di
un'opposizione che vota contro, presidente Occhiuto, mentre la maggioranza le
dice che è bravissimo.
Lo facciamo anche con un’apertura
di credito perché siamo fermamente convinti che se sulla sfida dell'ambiente,
della formazione, del lavoro e della salute di questa Regione, ci ritroveremo
su progetti di legge e su proposte concrete e realizzabili e avremo un terreno
di confronto istituzionale, è vero, gli interessi della Calabria verranno prima
degli interessi di una parte politica.
Per questo, sosteniamo che in
queste Linee programmatiche manca una visione ma, allo stesso tempo, crediamo
che i bisogni della Calabria possano essere messi al centro se c'è una volontà
vera di portare avanti proposte che stiano in piedi, che siano realizzabili e
che non siano un libro dei sogni. Grazie.
Grazie, collega Irto. Conclude la
serie degli interventi il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente, signor
Presidente della Giunta, signori assessori, signori colleghi consiglieri.
Cercherò di essere breve, essendo l'ultimo intervento, e di non dilungarmi
molto.
L’occupazione è il nodo centrale
di un impegno politico. Il lavoro è la base della dignità di una persona e
occorre, quindi, fare uno sforzo collettivo onesto e responsabile per attuare
una serie di misure innovative, per dare impulso alla nascita di nuove imprese
e per favorire lo sviluppo, l'internazionalizzazione alla ricerca tecnologica e
la riconversione.
Infatti, oggi si parla di
transizione ecologica, nel senso di una maggiore competitività del comparto
produttivo esistente, da conseguire anche attraverso un più agevole accesso al
credito, di cui si parla nel Programma di governo del presidente Occhiuto.
Ci deve essere la responsabilità,
la forza, la capacità di costruire insieme un modello di sviluppo lungimirante
e innovativo per rilanciare l'economia ed il lavoro nella nostra Regione.
Credo che solo facendo ripartire
il Sud e la Calabria – e sono d'accordo anche con i colleghi dell'opposizione –
l'Italia potrà ripartire.
L’ambiente, alla luce del PNRR,
dell'economia circolare e della transizione ecologica a cui accennavo prima, è
la parola chiave per far uscire la Calabria da una perenne fase di declino, in
quanto rappresenta l'elemento pervasivo delle politiche dei piani, dei
programmi e dell'attività che si prefigge questo governo regionale.
Le politiche di sviluppo
economico, di riqualificazione urbana e di potenziamento infrastrutturale, come
è stato più volte accennato, devono integrarsi con le politiche di tutela
dell’ambiente, di cura e di manutenzione del territorio, ma non solo; esse
devono anche andare di pari passo, ad esempio, con la valorizzazione di tutti
quei territori montani, isolati, spopolati, spesso trascurati che possono far
nascere una nuova idea di economia a basso impatto ambientale e ad alto valore
sociale, come più volte sottolineato nelle Linee di governo.
Dunque, deve esserci un impegno
forte ed ostinato, affinché in Calabria il ciclo dei rifiuti possa chiudersi in
modo virtuoso. Servono politiche diverse da quelle attuate finora. Le Linee di
governo vogliono dare un forte impulso alla raccolta differenziata.
Come gruppo UDC, siamo pienamente
d'accordo; un rifiuto ben differenziato è una risorsa da trasformare e da
valorizzare con aziende che lo lavorano ma, per chiudere il ciclo dei rifiuti,
è necessario che ciò avvenga sul territorio calabrese.
È compito, poi, delle
amministrazioni e della Regione in primo luogo, far sì che tutte le
potenzialità e le occasioni offerte dall'economia circolare, possano
concretizzarsi attraverso il PNRR e tutti gli altri strumenti finanziari a
nostra disposizione.
A tal proposito, voglio fare un
piccolo inciso: il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto.
Nei programmi di sviluppo, nei
bandi e nei programmi di finanziamento, una particolare attenzione va riservata
all'innovazione di processo e di prodotto; quindi, beni e servizi devono avere
un minore impatto ambientale.
Le infrastrutture sono il nodo
centrale della crescita di un territorio, e soprattutto della crescita della
Calabria. Devono essere una priorità per dare alla Regione Calabria una
prospettiva di sviluppo dinamico e moderno.
Avere un sistema di trasporti
efficiente e sostenibile rappresenta un passo in avanti per rilanciare la
Calabria e farla diventare competitiva, senza però dimenticare di avere cura –
come dicevamo prima – e preservare il nostro territorio.
Ho visto gli ultimi interventi del
presidente Occhiuto a proposito della Strada Statale 106 che vanno in questa
direzione.
L'obiettivo è quello di sollevare
la Calabria dal poco glorioso ultimo posto nella classifica nazionale per
dotazione infrastrutturale.
Buona parte delle linee di governo sono
dedicate alla scuola, alla formazione, all'Università, per offrire ai nostri
ragazzi percorsi di studio e formativi che forniscono le competenze, appropriate,
per un concreto inserimento nel lavoro e nel mondo produttivo calabrese.
Abbiamo un buon sistema educativo in Calabria, anche scolastico, e le nostre Università
danno davvero un'offerta formativa ampia e diversificata. Ora è arrivato il
momento di orientare al meglio e sfruttare tutte queste potenzialità che
abbiamo in regione e creare sul serio un forte legame fra sistema dell'istruzione
e rete produttiva, fra sistema della formazione regionale e rete produttiva. In
questo modo avremo una chiave in più per garantire alla Calabra un futuro
competitivo con le altre regioni d'Italia.
Il turismo è un settore nevralgico per la
nostra economia e quindi va potenziato, va incentivato. Sono d'accordo quando
si dice che, rispetto alle potenzialità che la Calabria offre, i servizi
turistici e lo stesso turismo siano sottostimati nella nostra regione.
La Calabria è bella, bellissima, abbiamo
mare, montagne, cultura, gastronomia; abbiamo tutto, ma tutta l'Italia ha
tutto. Tutta l'Italia è bella. Tutta l'Italia è bellissima. Quindi noi dobbiamo
avere una marcia in più, una marcia diversa che può essere rappresentata dal
miglioramento continuo dei servizi turistici, da un'offerta turistica che possa
interessare tutte le età e che possa rispondere alle disponibilità economiche
diverse ed anche alle esigenze di tutti.
Ecco, occorre aumentare e potenziare gli
attrattori turistici sul nostro territorio. Ne parlava proprio ieri l'assessore
al turismo, Orsomarso, che ho visto all'incontro che ha avuto a Confcommercio a
Cosenza. A nostro avviso il turista - sono d'accordo - deve scegliere la
Calabria perché abbiamo qualcosa in più: attrattori unici, attrattori
originali. Ad esempio abbiamo i Bronzi di Riace. Questo è un ottimo esempio di
attrattore turistico unico. Dobbiamo averne diversi, dobbiamo averne di più. La
Calabria è una terra di grande cultura, di beni culturali. Lo scorso anno il
gruppo consiliare dell’UDC - che rappresentavo anche nella scorsa legislatura -
ha lavorato proprio su questa tematica. Mettiamo a disposizione del Consiglio e
del governo regionale le risultanze del nostro lavoro, dove sono indicati i
punti di forza, i punti di debolezza e le nostre proposte, che sono tante, per
rendere più attrattivi i nostri beni culturali.
Due parole sulla agricoltura. Bisogna
continuare con il lavoro fatto negli ultimi due anni, assessore Gallo, dando
più impulso alle aziende - affinché certifichino i processi, i prodotti - alla
filiera corta, alla tutela e alla valorizzazione della filiera, come è
sottolineato nel programma di governo della filiera agrumicola e olivicola,
affinché vadano oltre i canali tradizionali e raggiungano, capillarmente, anche
la grande distribuzione organizzata, con prezzi che riconoscano, come per
esempio dovrebbe accadere per gli agrumi, la elevata qualità dei nostri
prodotti. Occorre investire nella ricerca, occorre investire nella ricerca di
cultivar del nostro territorio, adatte alle variazioni climatiche in corso e
che allunghino la stagione di produzione.
Chiudo e chiudo con la sanità.
Abbiamo appreso - da quello che ci ha
detto il presidente Occhiuto in esito all'incontro che ha avuto ieri al Tavolo Adduce
- che dopo due anni e vari Commissari non abbiamo ancora un piano Covid, ma neanche un piano operativo per i prossimi anni.
Il Presidente, che ha voluto fortemente assumere le redini della sanità quale Commissario
per il Piano di rientro del debito sanitario, sta mostrando di avere energie
fisiche e mentali non comuni. È quello di cui c'è bisogno, Presidente. Come
dice lei, si gioca tutto sulla sanità. Nelle linee di governo - che
condividiamo - si ravvisa la necessità di nuovi ospedali. L'unico ospedale -
volevo ricordare a qualche collega - che ha i lavori iniziati, dopo 13 anni
dalla sua progettazione e dal suo finanziamento, è l’ospedale della sibaritide. I lavori dell'ospedale stanno andando avanti
secondo il cronoprogramma e devo fare un plauso alla Giunta, fare un plauso
anche agli uffici regionali che hanno approvato, in brevissimo tempo e con
capacità, una variante strutturale che era abbastanza importante per i lavori
di costruzione dell'ospedale. I lavori non si sono fermati, come invece sarebbe
accaduto in passato, per mesi o per anni, ma sono proseguiti e stanno
continuando secondo il cronoprogramma stabilito.
Chiudiamo per davvero. La Calabria è una
regione che - è vero - ha solo 2 milioni di abitanti, ma su una superficie
vastissima ed orograficamente difficile. È la
medicina del territorio che noi dobbiamo rafforzare; dobbiamo rafforzare la
rete ambulatoriale, come si dice benissimo nel programma di governo del
presidente Occhiuto. Una medicina di prossimità, una medicina a domicilio,
attraverso anche la telemedicina. Noi come gruppo dell’UDC - e chiudo per
davvero - sosterremo, presidente Occhiuto, con forza i suoi programmi e le sue
azioni, finalizzati a dare finalmente anche ai calabresi il diritto
costituzionale alla salute. Grazie.
Grazie, collega Graziano. La parola al
presidente Occhiuto per le conclusioni.
Grazie, Presidente, grazie a tutti i
consiglieri che sono intervenuti. Comincio dai consiglieri di maggioranza che
ho sentito sempre molto vicini in queste prime settimane: mi hanno accompagnato
con il loro affetto, con la loro passione, con i loro suggerimenti e hanno
dimostrato grande attaccamento all'azione che sta svolgendo il governo
regionale anche oggi. Quindi, grazie all'onorevole Crinò,
all’onorevole De Francesco, agli onorevoli consiglieri Raso, De Nisi, Mattiani e Graziano. Sono
davvero orgoglioso di essere sostenuto da questa maggioranza, per le qualità
che dimostra di avere, non solo nel dibattito in Consiglio regionale, ma anche
nei suggerimenti che quotidianamente mi dà, quando incontro consiglieri
regionali sempre pronti a cogliere questa sfida che insieme abbiamo deciso di
intraprendere: cambiare la Calabria.
Grazie anche ai consiglieri di
opposizione. Li tranquillizzo in ordine al fatto che io non voglio un governissimo, come diceva qualcuno di voi, non voglio un
governo regionale sostenuto in maniera indistinta da chi è stato eletto per
fare maggioranza e chi è stato eletto per stare all’opposizione. Come ho detto
già in altre occasioni, assegno una grande funzione alla maggioranza e assegno
una grande funzione all'opposizione, che deve svolgere un'azione di stimolo ma
anche critica. Devono essere la coscienza critica del governo e della
maggioranza stessa. Non vorrei però che l'atteggiamento dell'opposizione fosse
improntato a vecchi vizi, a vecchi pregiudizi ideologici a difese di posizioni
conservatrici. Lo dico perché, poiché questo è il primo appuntamento di
confronto, è giusto stabilire anche le regole di ingaggio.
E sul documento programmatico ho sentito
dire a molti che manca questo, manca quell'altro. Quando i miei collaboratori -
che ringrazio perché non si può governare da soli, ma si deve governare con una
squadra di collaboratori che aiutino l'azione di governo - mi hanno chiesto che
tipo di documento programmatico io avrei voluto produrre al Consiglio, ho
detto: “Noi dobbiamo evitare di fare i soliti libri dei sogni”. Quanti ne
abbiamo visti di programmi operativi che scendevano nel dettaglio, nel più
minuto dei dettagli, e poi non realizzavano nulla?! Ho detto ai miei
collaboratori: “Il mio governo, il nostro governo, dovrà essere il governo dei
fatti, delle cose concrete.” Allora il documento programmatico deve indicare
semplicemente la visione che abbiamo. È chiaro che non può essere
un’enciclopedia che stabilisce nel dettaglio le singole questioni. Peraltro chi
vi parla ha svolto per qualche anno, anche per diversi anni, un’attività
parlamentare. Ero abituato lì a intervenire, a confrontarmi, a far parole. Oggi
io ho scelto di cimentarmi in un'attività dalla quale voglio essere misurato
non per le parole che dico, non per le parole che sono scritte, ma per i fatti
che insieme facciamo. E allora dobbiamo scegliere quello che vogliamo fare. Io
ho deciso di lasciare quello che facevo per tentare di scrivere un pezzo di
storia diversa in questa regione. Noi possiamo essere il Consiglio regionale
che, nel rispetto della diversità delle posizioni, scrive una pagina di storia
diversa in Calabria oppure possiamo essere ostaggi di vecchie logiche, di
vecchi modi di concepire la politica, la dialettica fra maggioranza e
opposizione, tra governo e opposizione. Ho apprezzato molti interventi delle
opposizioni.
Non sono d'accordo chiaramente su tutto.
Ho preso diversi appunti, vado in ordine cronologico. Dico al consigliere
Alecci: anche io sto dando grande importanza allo sviluppo turistico che può
essere un asset
straordinario dello sviluppo della nostra regione. Ma anche in regioni come
quella che lei indicava, la Puglia, - sono andato a vedere quanto vale il
turismo nel prodotto interno lordo delle regioni del sud, anche di quelle che
accolgono il turismo – il turismo vale il 13 per cento, più o meno come in
Calabria. In Calabria forse un po' di meno. Dipende da come è calcolato il PIL,
come si calcola il peso dei singoli settori sul PIL. Non credo che ci possa
essere una regione che si sviluppa solo con il turismo. La regione si sviluppa
con più asset:
il turismo, l'agricoltura.... Questa regione noi la svilupperemo se riusciremo
a fare un grande piano di attrazione degli investimenti.
È importante costruire un ecosistema tale
per cui le imprese calabresi possono lavorare più serenamente, ma le economie
che si sviluppano sono quelle che riescono ad attrarre investimenti
dall'esterno.
Cos'abbiamo a fare la Zona economica
speciale di Gioia Tauro se noi in quella zona non riusciamo a svolgere
un'azione di attrazione degli investimenti? Io ci sto provando, anche col
Governo a cui sto chiedendo di fare un'azione di moral suasion. Ci sono tante multinazionali che stanno decidendo
dove allocarsi e noi abbiamo un costo del lavoro mediamente più basso di altre
realtà. Abbiamo la possibilità di dare loro la zona franca, peraltro a ridosso
di un porto strategico importante come il porto di Gioia Tauro che, badate, si
è sviluppato per inerzia, non si è sviluppato per scelte, decisioni politiche
che hanno riguardato la politica calabrese degli anni passati.
Noi dobbiamo fare un grande piano di
attrazione degli investimenti perché così riusciremo a sviluppare questa
regione.
Non è facile, perché la reputazione che ha
la Calabria non è grandissima. Dico alla consigliera Bruni che ha osservato che
nel programma non si parla di ‘ndrangheta: ho detto più volte che la
‘ndrangheta mi fa schifo e quando mi sono candidato, a differenza di altri
candidati, ho inviato le mie liste alla Commissione antimafia perché facesse le
valutazioni del caso e ho escluso anche molti candidati che non avevano
ricevuto alcuna osservazione critica dalla Commissione antimafia perché non
voglio dare alibi, non voglio che la ‘ndrangheta sporchi il nostro governo
regionale. Ma sono stanco del fatto che spesso la ‘ndrangheta venga utilizzata
come un alibi per non fare le cose.
In Calabria le cose si possono fare e la
‘ndrangheta -, consigliera Amalia Bruni, -lo dice uno che non ha mai avuto un
avviso di garanzia in vita sua - non si combatte scrivendo la parola più volte
nelle dichiarazioni programmatiche, ma si combatte con i fatti, creando
condizioni di sviluppo e dimostrando ai calabresi che si possono fidare dello
Stato, cominciando dalla loro regione, perché lo Stato è più forte e più capace
di affrontare i bisogni dei calabresi molto più della ‘ndrangheta.
Allora il mio modo di combattere la
‘ndrangheta è quello di dire che la ‘ndrangheta mi fa schifo e di creare le
condizioni perché lo sviluppo della Calabria dia più opportunità a quelli che
devono poter scegliere tra una vita legale e una vita illegale.
Sull' idrico tanti di voi hanno parlato:
Alecci, i consiglieri del gruppo De Magistris presidente. Noi non abbiamo le
stesse opinioni. Io per esempio, a differenza vostra, sono convinto che le reti
debbano essere pubbliche, ma che la gestione - lo dico al consigliere Laghi -
non necessariamente debba essere pubblica. La gestione deve essere efficiente.
Allora, le dirette devono essere pubbliche, i grandi adduttori devono essere pubblici,
la gestione deve essere efficiente. Questo chiedono i calabresi! Però io non
sono un passante della politica calabrese e ho avuto modo di verificare il
contributo ridicolo che il privato ha dato nel sistema della gestione
dell'idrico in Calabria.
Perché voglio fare una multiutility che si occupa delle grandi adduzioni, della gestione e anche della
emissione delle fatture, delle bollette ai cittadini? Per sgravare i comuni di
questo compito che spesso non riescono a svolgere, causando anche buchi nel
bilancio della Regione che, per fortuna, negli ultimi anni è stato in qualche
modo contenuto. Non ho un pregiudizio nei confronti del privato, ma la storia
della gestione di questo settore in Calabria ha dimostrato che il privato non
ha mai dato un contributo. Nel mio documento programmatico ho detto di
inseguire - questa è la visione - un modello di multiutility, come è praticato in altre realtà. In Lazio c’è Acea, in Toscana
c'è… Era un modello in cui il capitale sociale è detenuto dalla regione e da un
altro socio, meglio se pubblico, in ragione del fatto che il privato in
Calabria non si è segnalato per grande qualità. Non per un pregiudizio, ma
perché appunto, poiché non sono un passante, ho visto quello che è successo.
Andrò verso questa direzione. L'assemblea
dei sindaci, dei quali ho grande rispetto, mi ha investito qualche tempo fa di
una questione. Mi ha detto: “C'è un bando, REACT-EU, 60 milioni di euro.
Rischiamo di perdere queste risorse se non individuiamo un soggetto gestore”.
Ho detto loro: “Posto che per l'idrico in
Calabria occorrono 2 miliardi di euro, quindi 60 milioni non sono la soluzione
al problema, però in una regione che perde tante risorse non dobbiamo perdere
nemmeno 60 milioni”.
Allora, se il requisito essenziale per
partecipare al bando è che si individui un soggetto gestore e se l'assemblea
dei sindaci mi dice che l'unico soggetto gestore che abbia titolo ad essere
individuato è quello che mi viene indicato, allora si vada in questa direzione
purché l’affidamento sia temporaneo. Il soggetto gestore oggi è semplicemente
una scatola vuota, non ha capacità organizzativa, per fortuna non ha nemmeno
debiti, ma se poi riesce ad addestrare competenze e capacità in questo settore,
allora nulla vieta di individuare il soggetto gestore anche come parte di
questa multiutility
che si deve andare a costituire. Ma se il soggetto gestore, poi, queste
competenze non dovesse averle, allora non facciamo un affidamento che sia
definitivo, ma solo temporaneo. Questo ho detto ai sindaci, rispettando però la
loro autonomia nell’individuare questo soggetto gestore. Il mio modo di
intendere il futuro della gestione dell’idrico in Calabria è quello che ho
definito anche nelle linee programmatiche: una multiutility che si occupi di
tutto il ciclo.
Si deve valutare se ci si deve occupare
anche della depurazione. A proposito faccio un inciso: il Presidente che oggi
vi parla credo sia il primo Presidente di Regione che del tema della
depurazione, del mare pulito, pure indicato in molti vostri interventi, si è
occupato a novembre, non a giugno-luglio.
Io ho fatto in Giunta, qualche giorno fa,
insieme ai miei assessori, un Protocollo di Intesa con un'organizzazione -
peraltro retta da una persona che, incontrata in campagna elettorale, mi ha
detto “Io non ti voto perché sono di sinistra” ed a cui ho risposto “Sì, però,
mi darai una mano perché sei bravo” - per intervenire sul tema della
depurazione per tempo, perché non serve intervenire all’inizio della stagione
estiva. Ho chiesto al comandante dei Carabinieri della Calabria di mettermi a
disposizione anche i carabinieri e il nucleo ambientale. Quale problema
abbiamo? Noi abbiamo molti depuratori che sono tarati sulla popolazione
invernale non sulla popolazione estiva. E proprio questa organizzazione di
Amendolara - alla quale ho chiesto di darmi una mano - mi ha detto: “Però, se
noi mandiamo le persone sui depuratori non è detto che la società che gestisce
i depuratori ce li faccia ispezionare.” Ho risposto: “Bene, allora coinvolgiamo
i Carabinieri e il nucleo ambientale che verranno con voi sui depuratori”.
Questo lo stiamo facendo a novembre, a
dicembre, non a giugno o a luglio, e lo stiamo facendo mentre ci sono tutti
questi problemi che vi ho rappresentato all'inizio. Non cerco alibi, però se
c'è una caratteristica che credo segnali l'avvio di questo governo regionale è
appunto quella dell'operosità su più livelli, senza farsi ingabbiare dalle
emergenze, ma cercando anche di ragionare sulla prospettiva.
Sempre il consigliere Alecci ha fatto
riferimento alla formazione, all’ITS.
Mi pare di averlo scritto nelle linee
programmatiche che io do grande valore alla formazione duale. Peraltro chi vi
parla è stato tra i protagonisti della legge nazionale sugli ITS perché in
questo Paese c’è un disallineamento fra domanda e offerta di lavoro. Ci sono
tante imprese che cercano profili per i propri dipendenti e poi c'è un mercato
del lavoro che questi profili non riesce a offrirli e su questo ci sarà un
grandissimo investimento. La vicepresidente Princi mi
ricordava che proprio oggi abbiamo fatto un bando 4 milioni di euro sulla
formazione duale. Forse ci siamo dimenticati di scriverlo nelle dichiarazioni
programmatiche, ma l'abbiamo fatto. E l'abbiamo fatto nei primi 50 giorni.
Credo che sia molto meglio averlo fatto che averlo scritto.
La consigliera Bruni - che io rispetto
molto perché è stata mia competitor in campagna elettorale - però dice: “Eh, ma
sul debito lei propone cassa depositi e prestiti…” Io non propongo cassa
depositi e prestiti. Io ho fatto la norma nazionale che è una norma vigente che
dà la possibilità di ripianare il debito in 30 anni, con un tasso di interesse
che è quello dei BTP a 5 anni. Questa norma, peraltro, la Regione Calabria l'ha
già utilizzata per ripianare 80 milioni di debiti prima che venissi io. Sapete
quanto ha pagato di tasso di interesse? Lo zero per cento. Perché quando l'ha
utilizzato - solo per quegli 80 milioni perché non c'era l'accertamento del
resto del debito - il tasso di interesse sui BTP a 5 anni era allo 0%. Credo
che sia una cosa buona perché su questi stessi 80 milioni avrebbe altrimenti
pagato il 9per cento di interessi, fra interessi legali e interessi di mora.
Quindi che ci sia questo strumento nella cassetta degli attrezzi credo che sia
una cosa buona.
Mi fa specie che a dire che io dovrei
chiedere l'azzeramento del debito sia proprio chi rappresenta una parte
politica che sulla sanità in questi anni dal Governo nazionale è stata solo
presa a pesci in faccia. Questo mi fa specie. Perché io invece ho promesso che
avrei preteso dal Governo la nomina a Commissario e me l'hanno data subito.
Ero distratto - mi scuso con molti di voi
- durante qualche intervento perché oggi, mentre noi stiamo qui, nel decreto
PNRR a Roma sta passando un altro emendamento, suggerito dal sottoscritto e
condiviso dal Ministero della salute, che assegna alla struttura commissariale
anche 900 milioni, ex articolo 20 della legge numero 67 del 1988, che
altrimenti erano galleggianti tra le cose che doveva fare il Commissario
Figliuolo e che non aveva tempo di fare. L’ho concordato col Ministero, l’ho
concordato col Governo, ringrazio il Ministro della salute per avermi dato
questa possibilità. Ho chiesto al Ministro della salute di essere affiancato
dalle strutture del Ministero nella spesa nell'individuazione di queste
risorse.
E si dice a me che devo chiedere di più al
Governo quando io ho ottenuto in 50 giorni quello che la parte politica di chi
vi rimprovera queste cose non ha ottenuto in 50 anni? Io lo trovo assolutamente
- mi perdoni – disonesto. Abbiamo avuto Presidenti - che lei ha avuto come
concorrenti quindi non li ritengo afferenti in qualche modo a lei, ma alla
parte politica che lei ha rappresentato - che si sono andati a incatenare per
chiedere il commissariamento della sanità! Che si sono andati a incatenare!
Hanno minacciato di incatenarsi e poi dite a me… Io vorrei che ce lo
azzerassero il debito. Non mi trovo qui per caso, mi trovo qui dopo aver svolto
funzioni anche importanti nella politica nazionale e quindi so quello che posso
chiedere e so anche quando chiedere le cose.
Allora noi oggi possiamo chiedere il
massimo supporto possibile da parte del Governo per aiutarci a governare la
sanità. Quando faremo il piano operativo, quando faremo la ricognizione del
debito, quanto dimostreremo di aver determinato un punto di rottura rispetto al
passato, allora potremo anche fare la rivendicazione sull’ azzeramento del
debito prodotto dai commissari, ma questa rivendicazione non la voglio fare
mentre ancora non abbiamo dato prova di quello che sappiamo fare.
Ve lo assicuro: dimostreremo che sappiamo
fare qualcosa, lo voglio fare quando avremo dato prova di queste cose e lo
voglio fare in quel rapporto a cui ho fatto riferimento prima col Governo
Nazionale, un rapporto di perequazione anche sulla spesa sanitaria. Il ripiano
del debito come ce lo devono fare? Non possono abbonarci il debito perché non
ci sarebbero risorse del bilancio dello Stato per poter coprire una spesa del
genere. Il problema ce lo devono risolvere dandoci più risorse per assicurare i
LEA ai calabresi, ma quando saremo nella condizione di spenderle queste
risorse. Sa che cosa succede oggi, consigliera Bruni? Noi possiamo chiedere
pure più benzina - e io lo sto facendo, le ho detto che l'emendamento che
riguarda gli 800-900 milioni, ex articolo 20 - però se poi abbiamo un motore
che questa benzina la butta fuori perché non funziona forse abbiamo prima la
necessità di aggiustare il motore e poi di rendere la benzina utile a far
girare il motore, il motore della sanità.
Sull' indice di deprivazione con me si
sfonda una porta aperta perché sono stato in Parlamento fra quelli che si sono
impegnati di più sull' indice di deprivazione, ma anche per il LEP non solo per
i LEA. Siamo in un Paese - e poi verrò ai temi dell'autonomia differenziata -
dove il riparto delle risorse sia per i LEA sia per i LEP è avvenuto sempre sul
principio della spesa storica. Significa che se, per esempio, al Comune di
Reggio Calabria non ci sono soldi per gli asili nido e il Comune di Reggio
spende soltanto 100 mila euro per gli asili nido e il Comune di Brescia spende
10 milioni per gli asili nido, quando si fa il riparto l'anno dopo e c'è un
incremento del 10 per cento sulla base della spesa storica il Comune di Reggio
avrà 10 mila euro in più e il Comune di Brescia avrà 1 milione di euro in più.
Sui criteri di riparto e sull' indice di
deprivazione si sfonda una porta aperta con me. Ma in questa fase io credo che
sia molto più importante intervenire sulle questioni centrali che riguardano
l'emergenza urgenza, la possibilità di assumere medici.
Poi vi dirò qualcosa anche su questo
perché a volte non è nemmeno una questione di assenza di volontà.
Mi pare che il consigliere Mammoliti dicesse: “A Vibo Valentia non si possono assumere
medici”. Io l'altro ieri alle 8 di mattina ho chiamato il Presidente
dell’ordine dei pediatri di Reggio Calabria perché all'Ospedale di Polistena
rischiava di chiudere Pediatria. Se chiudeva Pediatria chiudeva anche Ostetricia
perché lì ci sono due pediatri soltanto, una era ammalata e, quindi, non
potevano garantire i servizi. Allora ho chiesto ai pediatri, a quelli che
lavorano in regime di convenzione, non di dipendenza, con la Regione, di
mandare qualche pediatra in ospedale a Polistena perché altrimenti dovevamo
chiudere due reparti. Ho scoperto però che tutti i bandi che ha fatto l'Ospedale
di Polistena per trovare pediatri sono andati deserti.
Un giovane laureato che si specializza in
pediatria e che può scegliere la sede dove andare a lavorare e che è abituato a
lavorare in una clinica universitaria durante la sua specializzazione magari il
bando di Polistena lo salta. Noi dobbiamo fare un grande investimento per
rendere i nostri ospedali sicuri non solo per i pazienti ma anche per gli
operatori anche per quelli che vanno a lavorare negli ospedali e, poi, forse
potremmo anche selezionare i medici più facilmente.
Gli anestesisti, i rianimatori se li sta
litigando tutta Italia, ma se uno è anestesista-rianimatore e può andare in un
ospedale dove il coefficiente di pericolosità legato alla sua attività è più
basso perché deve andare in un ospedale dove è più alto?
Per cui noi dobbiamo fare un investimento
anche nella direzione di rendere i nostri ospedali più efficienti, più
funzionanti, sapendo che è un serpente che si morde la coda perché, se non
assumiamo medici, non riusciamo a farlo e dobbiamo fare tutte queste cose. Non
è semplice, ma ci riusciremo. Ci riusciremo perché col lavoro, con la
determinazione si riesce anche nelle cose più difficili.
Sempre l’onorevole Bruni diceva: “I 450
milioni per gli ospedali che si devono fare…” Io vi ho raccontato che ho avuto
50 giorni intensi, ma in questi 50 giorni io ho fatto due tavoli. Per esempio
sull'ospedale di Vibo. Ho tenuto un incontro a Roma convocando alla sede della
Giunta regionale il Tavolo Adduce e Urbani e poi ne ho tenuto un altro per
iniziativa apprezzabilissima del Prefetto di Vibo Valentia con il Procuratore di
Vibo Valentia e tutte le autorità istituzionali, anche il Presidente della
Provincia. E lì si è affrontato il tema, per esempio, del Piano economico-finanziario
che doveva essere aggiornato, aggiornando conseguentemente anche i canoni,
relativi al progetto di finanza che si sta facendo su Vibo. Ci stiamo occupando
di questo, ma c'era anche un altro tema relativo ad un'inchiesta della
magistratura su Fosso Calzone che impediva il completamento dei lavori. Ho
scritto a RFI e proprio oggi, poiché non arrivava la risposta, mi sono fatto
mandare la risposta e ho scoperto che hanno individuato il tecnico che io ho chiesto
loro di individuare per risolvere questo problema che solo ferrovie può
risolvere.
Non
ne parlo, ma cerco di fare le cose. Penso che sarebbe stato peggio se avessi
parlato senza farle le cose.
Il consigliere Tavernise
fa bene a votare contro e fa bene tutta l'opposizione a votare contro perché,
come dicevo prima, ho bisogno di una opposizione che sappia fare l'opposizione.
Ho apprezzato molti interventi dell'opposizione, per esempio anche quello del
consigliere Tavernise che non fa sconti al governo
regionale. Dice: “No, io sarò un oppositore, sarò lì a incalzare il governo
regionale perché faccio le cose che deve poter fare”. Per inciso dico che anche
io appartengo a una famiglia come la sua e anche io vorrei scrivere la storia,
vorrei partecipare alla storia della mia regione, quindi ben venga la
collaborazione istituzionale, pur nel rispetto delle differenze, purché non sia
viziata da pregiudizi di parte. Io non ne ho, voi non avete mai sentito una mia
intervista pubblica nella quale me la prendo col centro sinistra. Io non me la
prendo mai nemmeno con i Commissari.
Quando sono costretto a dire che c'è una
fotografia impietosa della sanità, aggiungo sempre “ma non voglio alibi”, nel
senso che lo sapevo. Per cui non cerco alibi. Io non ho pregiudizi perché so
che governare questa regione non è semplice e però vorrei un'opposizione che
non avesse pregiudizi, che fosse rigorosa, incalzante nei confronti del governo
regionale e della maggioranza, ma che fosse impegnata a scrivere davvero una
pagina di storia diversa.
Gli ospedali a cui faceva riferimento
l’onorevole Tavernise: Trebisacce e quello di
Cariati. L'ho detto in altre occasioni e lo voglio ribadire, anche ai
consiglieri del gruppo De Magistris Presidente, che io non ho apprezzato - lo
dico ora dopo la campagna elettorale - alcuni riferimenti al fatto che io, o il
centro-destra, sia stato fra quelli che hanno chiuso gli ospedali.
Lo dico al consigliere Laghi, che si
occupa di questo professionalmente: la sanità non è solo rete ospedaliera. Quando
si fa il riparto delle somme del fondo sanitario nazionale, il consigliere
Laghi ma anche la consigliera Amalia Bruni e gli altri sanno che il 45 per
cento delle risorse va alla rete ospedaliera, il 50 per cento va al territorio,
il 5 per cento alla prevenzione. Non è solo rete ospedaliera.
Nel commissariamento noi non ci siamo
finiti per un caso della storia, ci siamo finiti perché la politica regionale,
di centro-destra e di centro-sinistra, prima del commissariamento, ha fatto
disastri quando, per esempio, ha fatto ospedali all'ombra di ogni campanile.
Gli ospedali devono stare laddove gli ospedali possono stare. E quando si è
deciso - a questo mi riferisco - di tagliare alcuni ospedali - ne avevamo 42 -
non era sbagliata quella scelta. Era sbagliato il fatto di non liberare quelle
risorse rinvenienti dalla chiusura di alcuni ospedali verso l'investimento in
presidi territoriali che, a volte, sono molto più efficaci degli ospedali e che
danno una risposta in termini di bisogni della salute molto superiore, con
costi inferiori per il sistema sanitario.
Lei sa qual è la differenza fra una
prestazione in regime di inappropriatezza sulla rete
ospedaliera e la stessa prestazione più appropriata sulla rete territoriale?
C'è una sproporzione di 4-5 volte.
Noi dobbiamo avere pure l'onestà di dire
ai calabresi come si governa la sanità, soprattutto chi ha delle competenze in
questa materia, di dire che la sanità non si governa aprendo ospedali
dappertutto; la sanità si governa aprendo ospedali dove vanno aperti e, dove
non ci sono gli ospedali, facendo investimenti sull’assistenza territoriale,
capaci di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.
Quarantadue ospedali in Calabria erano
troppi. Si sbagliò a non convertire quelli che si chiudevano, a non investire
sull’assistenza territoriale e, però, - l'ho detto in altre occasioni, per
quello mi riferivo all'intervento del consigliere Tavernise
- quando si fecero quelle valutazioni forse qualcuna era sbagliata.
Io sono andato a guardarmi i dati, per
esempio, di produzione dell'ospedale di Cariati: era un ospedale che
obiettivamente non meritava di essere chiuso, così come alcuni altri ospedali
che ci fanno recuperare o comunque ci fanno arginare la mobilità passiva. Mi
riferisco a Praia a Mare o a Trebisacce: sono ospedali che forse non andavano
chiusi con questa leggerezza.
Su questo un investimento lo voglio fare,
ma non sarei serio se non dicessi che le scelte in ordine agli ospedali da
riaprire e alle dotazioni che gli ospedali devono avere vanno fatte insieme al
piano operativo. La sanità non si governa dicendo “Siccome fanno un sit-in, apriamo questo ospedale perché
c'è il sit-in”. No. Si fa un esame di quelli che sono i fabbisogni sul
territorio e si decide dove aprire l’ospedale, dove fare l’ospedale di
comunità, dove fare gli ospedali Spoke. A questo
serve il piano operativo. Allora lei avrà capito qual è la mia opinione, per
esempio, rispetto agli ospedali che ho citato, quello di Cariati, quello di
Trebisacce, quello di Praia a Mare. Grazie a Dio, abbiamo avuto dal Tavolo
Adduce la possibilità di aggiornare fortemente il piano operativo che aveva
mandato il Commissario Longo, altrimenti l'avrebbero bocciato e saremmo dovuti
ripartire da zero.
Ora, nella fase di aggiornamento del Piano
operativo, faremo questo di questo tipo di valutazione e preciso al consigliere
Laghi che la faremo con le organizzazioni che si occupano dei bisogni di salute
dei calabresi.
Su questa attività, sui contenuti bisogna
tenere alto il livello della concertazione. Sugli strumenti per realizzare
contenuti - lo dico riferendomi a quello che lei diceva nel suo intervento -
deve essere abilitato a deciderli chi si pone l'obiettivo di conseguire quel
risultato. In 50 giorni ho riunito i sindacati, la triplice, due o tre volte. Ho
un grande rispetto dei sindacati, delle organizzazioni di categoria. A
proposito, consigliere Alecci, anche questa storia del welfare, delle
associazioni: io credo che l'intervento sul welfare non si possa fare senza
utilizzare incisivamente le categorie della sussidiarietà verticale, quindi i
comuni, e della sussidiarietà orizzontale, cioè le associazioni.
Allora in un contesto di rapporti
istituzionali improntati alla sussidiarietà, voglio confrontarmi con tutti ma
sui contenuti, sui risultati, sugli obiettivi che dobbiamo conseguire. Non mi
faccio imbrigliare sugli strumenti. Posso sbagliarmi, ma la mia opinione è che
gli strumenti dobbiamo essere nella condizione di poterli scegliere. In questo
la vorrei rassicurare: quando faremo il piano operativo che riguarda i
contenuti, su di essi il livello di concertazione sarà il più alto
possibile.
Il consigliere Tavernise
ancora mi invitava a intervenire sulla Strada Statale 106. Mi ha risposto oggi
l’Amministratore delegato di ANAS perché anche sulla 106 - ho dato la risposta
all'assessore Dolce - ho deciso di rompere gli indugi. La Strada Statale 106 -
che sia chiaro - ha bisogno, solo per il tratto fino a Catanzaro, di un
investimento di 4 miliardi e mezzo di euro. Purtroppo il tratto da Catanzaro a
scendere è un tratto che è molto indietro anche sul piano della progettazione.
Ho chiesto al ministro Giovannini e ne ho convenuto anche oggi pomeriggio con
l'assessore Dolce che noi dobbiamo chiedere, anzi dobbiamo pretendere da ANAS e
RFI che facciano la progettazione perché la mia opinione - ma non solo sulla
progettazione della Strada statale 106 ma su tutte le infrastrutture
strategiche importanti per la Calabria - è che sulle risorse del PNRR accadrà
quello che è successo, per esempio, sulle risorse dei fondi comunitari negli
ultimi mesi, i mesi della pandemia, quando l'Europa ha dato la possibilità di
rimodulare una serie di azioni.
Quando l'Europa si renderà conto che, per
spendere queste risorse, bisogna andare più velocemente, prevarranno gli
interventi per i quali ci sarà già progettazione. Che sto cercando di fare ora?
Sto cercando di convincere il Ministero. Noi vogliamo che ci finanzino la
progettazione perché, se abbiamo la progettazione, sono convinto che poi faremo
anche le opere pubbliche. E sulla Strada statale 106 – dicevo - ho rotto gli
indugi perché c'era il sindaco di Corigliano Rossano che non sapeva bene
decidere quale dovesse essere il tracciato. C’era un tracciato a quattro corsie
che costava - so che forse il consigliere Graziano non è d’accordissimo - 500
milioni di euro, a ridosso della ferrovia; un altro tracciato, a monte, che
costava due miliardi e mezzo. Ho detto: “La mia opinione è che si deve fare
quello che costa 500 milioni di euro, magari i 2 miliardi che sono rinvenienti
vediamo di utilizzarli su altri tratti”. E ho scritto ad ANAS e al Ministero
per dare un'indicazione, me ne sono assunto la responsabilità perché credevo
fosse opportuno velocizzare l'attività anche su questo.
Anche sull'alta velocità noi dobbiamo fare
la battaglia, soprattutto sui tempi di realizzazione. C'è un'altra questione -
la sollevava bene Incalza l'altra volta sono andato a pranzo con lui e mi ha
anticipato quello che avrebbe scritto su un quotidiano nazionale -: siamo una
regione che non ha opere strategiche.
La Strada statale 106 non è nel PNRR
perché non finanzia le strade. Poi, altri Paesi stanno facendo finanziare anche
le strade, dicendo che fanno strade ecologiche. L'alta velocità non si fa con i
fondi del PNRR ma si fa con i fondi complementari. Noi non abbiamo opere
strategiche. Qui c'è bisogno di un governo regionale che dica al Governo
nazionale: “La Strada statale 106 per noi è un'opera strategica, si deve fare,
si deve fare e si deve fare velocemente.” Questo io vorrei fare.
Sempre il consigliere Tavernise
è intervenuto sulla ZES. Ne ho accennato prima: quello deve essere il luogo
dove noi facciamo un grande piano di attrazione degli investimenti. Ne parlava
mi pare anche il consigliere Mammoliti.
Sui centri per l'impiego, assessore
Pietropaolo, noi abbiamo già avviato il bando e l'abbiamo fatto utilizzando Formez. Abbiamo chiesto a Formez
un'unica cosa: di inserire un criterio che dia la possibilità ai precari che
hanno lavorato in Regione di avere un titolo di merito a essere assunto, perché
sui temi del lavoro io vorrei procedere lungo due direttrici. Noi abbiamo un
bacino di precariato enorme che dobbiamo piano piano asciugare e, poi, dobbiamo
cercare di creare il lavoro anche per i figli dei precari perché dobbiamo
creare condizioni per sviluppare questa regione e creare lavoro. Vorrei che in
ogni procedura di selezione adattata dalla Regione e dagli enti strumentali ci
sia comunque un criterio di preferenza, un punteggio, un criterio che valorizzi
l'esperienza di chi è stato a lavorare nella Pubblica amministrazione. Molti
uffici della Regione si reggono grazie al contributo di molti precari che,
però, sono lavoratori invisibili che non hanno dignità e futuro.
Il mio governo regionale in questi in
questi 50 giorni non ha assunto un solo precario perché, se dobbiamo asciugare
questo bacino, dobbiamo farlo senza alimentarlo noi.
La richiesta a Formez
non l'ho fatta solo perché poteva essere il segnale di una Pubblica amministrazione
che si sgancia da vecchie logiche e fa selezionare all'esterno il personale,
l'ho fatto perché, in questo modo, se c'è un’azienda regionale che vuole
avviare la procedura di selezione lo deve fare per forza attraverso il Formez e non lo può fare senza che se ne accorga il governo
regionale. Si tratta di un modo anche per contenere questo processo che ha
determinato - come ci ha detto la Corte dei conti - un sistema delle nostre
partecipate per cui il totale dei ricavi deriva dai trasferimenti della Regione
e il 70 per cento dei costi deriva dal costo del personale.
Se vogliamo costruire una Regione che
sappia cambiare passo, certe dinamiche non possiamo più assecondarle. Allora
anche sui 517 che saranno selezionati per i Centri per l'impiego, solo per
titoli e senza colloqui - anche questa è una notizia, perdonatemi - ci sarà un
criterio che valorizza il precariato storico della nostra regione. Mi pare una
buona cosa.
Son d'accordo con il consigliere Laghi sul
fatto che nel 2007 si sbagliò quando si fecero le Aziende uniche. Ma quale fu
l'errore? Quello di fare l’Azienda unica prima di fare l'atto aziendale, cioè
prima di costruire l’organizzazione. In quella occasione, dal giorno dopo si
costituì un’Azienda provinciale che non si capiva come dovesse organizzarsi al
suo interno fra le disciolte Aziende territoriali. Son d'accordo, ma quello
che, da qui a poco, il Consiglio regionale si occuperà di discutere è
tutt'altro e ne discuteremo quando verrà il punto.
Anche sul debito, sul suo ripianamento:
c'è una strada migliore? Sì, probabilmente c'è una strada migliore, ma intanto
utilizziamo gli strumenti che abbiamo. Questa è l'anticipazione dopo la
ricognizione del debito.
E poi, certo, consigliere Laghi, mancano
molte cose nel documento di programmazione, ma per le ragioni che dicevo in
premessa perché non ho voluto fare il libro dei sogni, ho voluto produrre al
Consiglio un documento che indicasse la mia visione, il modo che io avevo di
affrontare le questioni. Poi vorrei essere giudicato più per le mie azioni che
per quello che scrivo nei documenti e sono contento del fatto che in questo
dibattito, che ha impegnato tutti i consiglieri delle opposizioni - io dico
sempre delle opposizioni perché ho l’auspicio che tutte le opposizioni possano
avere titolo e dignità in quest'Aula - pochissimi mi hanno contestato le cose che
finora abbiamo fatto e che vi sto descrivendo. Fin quando mi contestano le
parole sono contento. Poiché voglio essere giudicato per i fatti, vorrei
produrre fatti che siano incontestabili o più difficilmente contestabili.
Al consigliere Bevacqua:
le aree interne. Però il consigliere Bevacqua non
c’è. Siccome quando è intervenuto, per due volte, si lamentava che io non ci
fossi e invece vi confesso che lo ascoltavo dal retro, ora il consigliere Bevacqua non c’è e chiedo io di lui. Sulle aree interne lo
so che è un suo vecchio pallino, gli dico però che si tratta di una legge di
tanto tempo fa. È stato consigliere regionale per 5 anni – mi rivolgo al
consigliere Bevacqua che ora è presente in Aula - e
non ha avuto la possibilità che fosse approvata. Questo Consiglio regionale si
è insediato il 15 novembre, non è neanche un mese. Mettere in mora il governo
regionale - che non ha titolo a intervenire sul processo inerente le proposte
di legge regionale dei consiglieri, peraltro di opposizione - e la maggioranza
mi pare un po' esagerato. Mi ha mandato la proposta, io l'ho letta velocemente
- e mi scuso - perché le assicuro che, purtroppo, ho avuto anche qualche altra
cosa da fare in questi 50 giorni, ma la approfondirò. Non c'è alcun pregiudizio
verso l'investimento nelle aree interne della regione che però - ha ragione il
consigliere Lo Schiavo - hanno necessità di infrastrutturazione materiale, ma
hanno necessità soprattutto di infrastrutturazione digitale per consentire
quello a cui lei faceva riferimento, il south working - anche io ne ho parlato in campagna elettorale
- che stanno facendo in Portogallo. In Portogallo, come lei sa, molti borghi
interni li stanno destinando a questa nuova modalità di lavoro perché la
pandemia ha cambiato il modo in cui si lavorerà. L'ha cambiato e lo cambierà
anche dopo la crisi. Però come facciamo il south working se non prende il telefono, se
non c’è connessione internet, se non ci si può collegare? Quindi io vorrei per
le aree interne fare l'investimento che lei prevede, cioè un investimento sul
ripopolamento delle aree interne, peraltro utile per contrastare anche fenomeni
di dissesto idrogeologico e gli incendi dolosi. Dove c'è l'uomo e dove il
territorio è presidiato dall'uomo, in quel posto i fenomeni di dissesto
probabilmente si originano diversamente e di meno. Vorrei, però, che si
intervenisse anche attraverso un grande piano di infrastrutturazione digitale
delle aree interne per connetterle davvero, altrimenti sono assolutamente
sconnesse dal resto del mondo e non è facile attrarre persone e investimenti in
queste aree.
Sì, ha ragione lei, sono andato a
Bruxelles, ho fatto semplicemente il mio dovere. Rilevo che, non sempre, i
Presidenti di Regione in questa Regione hanno fatto lo stesso tipo di dovere,
nel senso di essere andati a Bruxelles a evitare che ci fossero delle
sospensioni o delle interruzioni di pagamento. Non so se ci sono riuscito, se
ci riuscirò sarò contento di averlo fatto.
Il consigliere Bevacqua,
che a volte vuole dimostrare una grande distanza politica da me mentre invece
abbiamo una grande prossimità derivante dal fatto che siamo stati amici da
ragazzi e lo siamo ancora, pur nel rispetto delle differenze politiche, l'altra
volta mi diceva: “Ma lo sai che in questi due mesi sei invecchiato?!” Un poco sono
invecchiato, sì, ho avuto giorni intensi, belli, stimolanti perché c'è
l'adrenalina, c'è la voglia di fare le cose, ma ritengo di aver fatto solo il
mio dovere. Ci mancherebbe altro. Non ho fatto cose straordinarie, ho fatto
quello che secondo me ciascun Presidente di Regione avrebbe dovuto fare in
ragione della complessità dei problemi che stiamo individuando.
Ho apprezzato molto anche l'intervento del
consigliere Lo Schiavo. È vero, siamo in zona gialla per il deficit che il
nostro sistema sanitario ha. Ci sono ritardi anche nell’elargizione dei fondi Covid, soprattutto a quelli che sono stati in prima linea,
e stiamo, col colonnello Bortoletti e con Iole
Fantozzi, cercando di colmare questo ritardo.
Vorremmo subito erogare almeno il 70 per
cento dei 13-14 milioni di euro che spettano al personale sanitario per le
prestazioni Covid svolte nel periodo più critico.
Siamo in zona gialla per la dotazione
anche insufficiente di Terapie intensive. Su questo il tema è complesso perché
la consigliera Amalia Bruni, che come il consigliere Laghi è un professionista
del settore, sa che le Terapie intensive, come altri consiglieri di
maggioranza, sa che le Terapie intensive non hanno necessità soltanto di
attrezzature; le Terapie intensive hanno necessità soprattutto di anestesisti e
rianimatori.
Allora io devo ringraziare l'Università
Mater Domini perché mi ha dato la possibilità di individuare qualche posto in
più di terapia intensiva. Ma come abbiamo fatto? Abbiamo fatto riorganizzando
le risorse che ci sono: se in un posto - voi lo sapete - ci sono tre letti di Terapia
intensiva, devi avere una dotazione di medici e infermieri per tre letti; se,
invece, in un posto metti più letti di Terapia intensiva e utilizzi anche gli
specializzandi del terzo e del quarto anno, sotto il tutoraggio di un
anestesista, allora riesci a ricavare qualche posto in più.
Stiamo tentando di fare questa opera di
ricognizione del sistema delle Terapie intensive per riorganizzarle meglio.
Secondo me, non abbiamo nemmeno penuria di attrezzature. Ho fatto scrivere alle
Aziende sanitarie chiedendo che facciano l'inventario di tutte le attrezzature
che sono arrivate durante i momenti più critici del lockdown, perché prima avevo
detto ai miei collaboratori “Chiamo io il Commissario Figliuolo, mi faccio
mandare altre attrezzature. Non è un problema, lo sento ogni giorno”. Poi ho
pensato: “Ma come faccio a chiamare il Commissario Figliuolo se prima non
verifico quante attrezzature ci sono nei magazzini delle nostre Aziende sanitarie?!”.
Quindi stiamo facendo anche questo inventario delle attrezzature necessarie a
implementare posti letto, ma avremmo bisogno però di trovare il modo di
assumere anestesisti-rianimatori.
Vi assicuro che non è semplicissimo, ma ci
stiamo lavorando e credo che riusciremo a farlo forse anche col supporto del
Ministero della salute e di Age.Na.S., perché da soli
non riusciamo a occuparci di tutte queste questioni.
Stimolante l'intervento del consigliere Lo
Schiavo sui temi dell’Autonomia differenziata. Lui diceva: “Ma il Presidente è
anche un personaggio di primo piano del suo partito”. Si è una stagione della
mia vita che io ho vissuto. Da quando ho scelto di occuparmi del governo della
mia Regione io sono soprattutto il Presidente della mia Regione e la mia
bussola sarà questa.
Vi dico con molta chiarezza quella che è
la mia idea sull'autonomia differenziata.
Noi dobbiamo avere la capacità di
contrastare gli argomenti che trasversalmente la politica del Nord ha. Ho
apprezzato anche l'onestà del consigliere Irto quando diceva: “Anche nel mio
partito”. Ma anche il mio partito, cioè in tutti i partiti al Nord chiedono,
attraverso l'autonomia differenziata, più risorse.
Noi possiamo avere un approccio meramente
rivendicativo e, secondo me, la battaglia la perdiamo oppure possiamo avere,
secondo me dobbiamo avere, un approccio costituzionalmente corretto che è il
seguente: noi dobbiamo ricordare a tutti, al Governo nazionale, alle Regioni
del Nord, che non una legge dello Stato ma la Costituzione - andassero a
leggerla dall'articolo 116 in poi - stabilisce che i livelli essenziali di
assistenza e i livelli essenziali delle prestazioni devono essere garantiti
dallo Stato e che il comma quinto dell'articolo 119 della Costituzione
interviene per fare la perequazione.
Qual è l'approccio che io voglio avere?
Basta con la spesa storica, con quello che è successo. Se andassimo a vedere
quello che hanno prodotto i riparti della spesa storica, ci renderemmo conto
che ha avuto molto di più il Nord e molto di meno il Sud. Noi, non quelli del
Nord, dobbiamo dire che siamo per i costi standard, ma soprattutto siamo per i
fabbisogni standard perché in questo Paese quando hanno parlato di federalismo
ne hanno parlato sempre concentrando l'attenzione solo sui costi standard,
usandoli come una clava contro il Mezzogiorno, mai dei fabbisogni standard. Ci
diano i posti, per esempio - per ritornare allo stesso esempio di prima - per
gli asili nido, che servono a Reggio Calabria, a Vibo, a Cosenza, in ragione
delle giovani mamme che ci sono.
Occuparsi di welfare significa anche
costruire un welfare a misura di donna, intervenire su questi temi. Ci diano
queste risorse, si stabilisca quello che è il fabbisogno standard, lo Stato ci
dia la possibilità di assicurare il fabbisogno standard che significa appunto i
diritti alle prestazioni sanitarie essenziali e alle prestazioni pubbliche,
quindi trasporto pubblico locale, asili, a tutti i cittadini; operi la
perequazione, se la nostra capacità fiscale non ci consente di farlo. Alla
fine, quando ci avranno assicurato, al termine della perequazione, la
realizzazione di tutti i fabbisogni, il soddisfacimento di tutti i fabbisogni
standard, allora, se ci fossero Regioni con quote ulteriori di fiscalità
potrebbero occuparsi pure di aumentare il livello dei diritti per i loro
cittadini.
Sono convinto che se si facesse questo,
non ci sarebbero Regioni capaci di avere capacità fiscale ulteriore. Allora noi
dobbiamo avere la capacità di intervenire nel merito delle questioni perché noi
non siamo più ignoranti, più fessi dei Presidenti delle Regioni del Nord. Noi
dobbiamo, con competenza, confrontarci su questi temi, non con approccio
rivendicativo, perché con l'approccio rivendicativo si perde.
Questo tema io l'ho affrontato anche
quando non facevo il Presidente nel mio partito, a volte vincendo, non sempre,
perché - come diceva il consigliere Irto - c'è una trasversalità su questo tema
che coinvolge tutti i partiti. Questo tema, però, ancora di più voglio
intestarmelo come Presidente della Regione Calabria, nell'interesse dei
calabresi. Mi auguro che facciano la stessa cosa i Presidenti delle altre
Regioni del Sud perché sarà un tema di importanza strategica fondamentale nel
futuro.
Il consigliere Mammoliti
faceva riferimento alla Sacal. Mi scuso anche con
molti consiglieri di opposizione che hanno parlato di altre questioni che però
sono state affrontate anche in temi di interventori
precedenti a loro e quindi non risponderò a queste questioni avendo risposto
prima. Vado un po' per sottrazione. Il consigliere Mammoliti
parlava della Sacal: in questi 50 giorni abbiamo
fatto una rivoluzione perché io mi sono subito accorto di quello che era
successo e sono andato dal Presidente dell'ENAC, sono andato al Ministero delle
infrastrutture e ho detto che questa cosa non si poteva fare.
La società, i privati mi hanno detto di
essere disponibili a cedere il 2 e il 3 per cento per ripristinare la regola
del 49 per cento. Ho detto che nei confronti di chi aveva posto in essere un
comportamento che per le autorità di vigilanza, in linea di principio, poteva
essere doloso io società non ne facevo. Con un socio che ha omesso di fare le
dichiarazioni di rito alle autorità di vigilanza, società non ne faccio. Quindi
ho detto: “Io sono disponibile come Regione ad acquistare non il 3 per cento,
ma ad acquistare tutto il pacchetto del privato”. Perché questo? Perché questo
pacchetto se ha la Regione compartecipe vale molto di più dei 12 milioni
corrispondenti al valore nominale. Se la Regione, invece, è contraria, questo
pacchetto, all'esito dell'azione di revoca che il Ministero farà, varrà zero.
Quindi ho detto: “O ci date tutto oppure noi società non ne facciamo”. E domani
il rappresentante della Regione, che è il mio capo di gabinetto, andrà in
Assemblea dei soci.
Andrà il mio capo di gabinetto perché io
evidentemente non riconosco come rappresentante della Regione chi è stato
nominato come rappresentante della Regione in passato perché non ha fatto gli
interessi della Regione, non ha fatto niente. Si sbaglia anche in buona fede. Nelle
assemblee politiche non si parla di persone, ma quando sono state fatte delle
scelte sono state fatte delle scelte sulla base dei curricula.
Nel modo di procedere il management di Sacal ha dimostrato, secondo me, di non avere a cuore gli
interessi della Regione. Siccome però quella è una società di diritto privato,
una volta che il management è incardinato nella società o acquisisci le quote,
la società, e cambi il management oppure non puoi fare granché. Poi vedremo.
Magari puoi fare anche azioni responsabilità. Poi vedremo, intanto conseguiamo
l'obiettivo che è quello di acquisire il 100 per cento non della società, ma il
100 per cento del pacchetto del privato e ho delegato il mio capo di gabinetto
e andare in Assemblea, domani, per rappresentare questa intenzione da parte
della Regione. La società mi ha scritto, quando io ho detto che non ero
disponibile a prendere il 3 per cento, di essere disponibile anche a cedere
alla Regione tutto il 100 per cento.
Oggi in Giunta abbiamo fatto una delibera
che ci prepara a fare questo attraverso Fincalabra.
Ora non ricordo chi, mi pare il consigliere Mammoliti,
parlava dell'utilizzo più produttivo delle nostre società in house. Ne approfitto per dare questa informativa anche al
Consiglio regionale: Fincalabra, che è società in house della Regione, acquisirà il pacchetto del privato di Sacal e poi decideremo qui che farne. La mia intenzione,
l'indicazione politica che io come Presidente della Regione vorrei realizzare,
è quella di trovare un socio privato di carattere nazionale e internazionale
che abbia esperienza nella gestione degli aeroporti e che possa sviluppare gli
aeroporti. Intanto vediamo di essere di nuovo proprietari dei nostri scali
aeroportuali che sono straordinari.
Su Fincalabra
faccio una premessa: sono molto preoccupato della messa a terra delle risorse
del PNRR e anche delle risorse del FSC per la carenza di capacità progettuale
da parte dei Comuni. Ci sono molti Comuni che non hanno nemmeno il segretario
generale, il capo dell'ufficio tecnico è a scavalco fra due Comuni.
Il ministro Giovannini mi diceva l'altra
volta: “Però gli interlocutori per il PNRR sono le Regioni e le città
capoluogo”. Purtroppo non è così perché le Regioni su molte misure svolgono una
funzione di aggregazione di progetti che vengono dal sistema dei Comuni. Sono
molto preoccupato di questo. Mi riferisco all'intervento del consigliere Irto
che parlava di “Agenzia della coesione”. Io ho provato a dire al Governo di
creare un’Agenzia della coesione in Calabria o di utilizzare Cassa depositi e
prestiti per fare una struttura di progettazione che assista la Pubblica amministrazione,
soprattutto i Comuni, nella redazione dei progetti.
Siccome ancora non lo stanno facendo e le
scadenze del PNRR sono scadenze ravvicinate la cosa che io vorrei valutare è
quella di utilizzare Fincalabra, che è società in house della
Regione, per modificarle la missione e farla diventare una società che dà il
supporto finanziario al sistema delle imprese, da un lato, e il supporto
finanziario, per esempio per interventi di progetto di finanza ai Comuni,
dall’altro, ma dando ai Comuni anche supporto in termini di progettazione.
A Bruxelles mi hanno detto che gli
interventi nel rafforzamento dell'assistenza tecnica ce li finanziano tutti,
allora se noi questi interventi di rafforzamento dell'assistenza tecnica li
facciamo attraverso una società in house che diventa la stazione di progettazione a
servizio dei Comuni, velocizziamo la spesa delle risorse del PNRR e anche la
spesa delle risorse del FSC. E questo vorrei fare.
Anche sui medici base è intervenuto il
consigliere Irto e ringrazio anche il consigliere Afflitto perché anche lui ha
fatto un intervento di grande puntualità e competenza, con uno spirito di
rigorosa opposizione, ma con lo spirito di chi pure dall'opposizione vuole
dimostrare che c'è una Calabria che sa essere diversa. Ho chiamato i medici
base e le farmacie perché mi sono fatto disaggregare i dati dei vaccinati. E
succede che per esempio nella provincia di Catanzaro i medici di base hanno fatto
un lavoro straordinario; nella provincia di Reggio Calabria hanno fatto quasi
zero; nella provincia di Vibo hanno fatto, anche là, un lavoro straordinario.
Li ho chiamati e ho detto loro: “Voi siete un'infrastruttura di capillarità.
Voi chiedete un investimento nella Medicina generale perché ritenete che voi
siete i soli a poter assicurare la capillarità del Sistema Sanitario.
Dimostratela ora che siamo nella fase dell'emergenza pandemica! E impegnatevi a
vaccinare quante più persone”. E allora in tre giorni abbiamo concluso la
concertazione con i sindacati dei medici di base, con le organizzazioni dei
pediatri e stiamo facendo il contratto integrativo dei medici di base e dei
pediatri per impegnarli in questa fase di vaccinazione.
Lo
stesso ragionamento l'ho fatto alle farmacie. Anche le farmacie svolgono una
funzione che, in linea di principio, sarebbe insostituibile. Il consigliere Bevacqua parlava di aree interne. Ma in quanti Comuni delle
nostre aree interne noi abbiamo anziani che non si vaccinano perché è distante
l’Hub e lì però c'è la farmacia?
Allora ho detto ai responsabili del
sistema delle farmacie: “Su 750 farmacie che ci sono in Calabria, attualmente
stanno vaccinando soltanto 100 farmacie. Non è questo il modo di essere al
servizio del Sistema sanitario regionale. Eppure potreste esserlo in maniera
più utile per il sistema sanitario regionale e più utile anche per voi”. Ho
fatto un esempio: se un calabrese oggi deve richiedere un holter ha liste di
attesa di 6 mesi, se le farmacie dimostrassero di saper essere elementi di
capillarità del sistema potrebbero dare l'holter ai calabresi al posto dei
presìdi pubblici.” E loro tutti contenti mi hanno risposto: “Questa è una buona
cosa”. Sì, però intanto dimostrate ora di vaccinare. Prima di chiedere altri
servizi al pubblico, dimostrate di essere utili al pubblico mentre il pubblico
vi chiede di lavorare per contrastare la pandemia.
Anche su questo, grazie al lavoro
straordinario che sta facendo Iole Fantozzi, anche Bortoletti,
siamo riusciti a intervenire. Devo ringraziare anche i componenti della Giunta
regionale che nei loro ambiti stanno facendo un lavoro straordinario. Io ho
bisogno di persone che mi aiutino ad occuparmi delle cose delle quali io non
riesco a occuparmi perché - mi riferisco sempre all'immagine evocata dal
consigliere Lo Schiavo - io ogni giorno mi chiedo di fare attenzione alla
tentazione che in verità molti Presidenti di Regione in Italia hanno avuto nel
corso degli anni: ritenersi autosufficienti, ritenersi capaci di tutto. Io non
sono autosufficiente, non ho la capacità di intervenire su tutto. Ho bisogno di
una squadra che mi aiuti e la squadra degli assessori sta svolgendo un lavoro
straordinario. Sono grato a loro. Ho bisogno di una maggioranza che mi dia il
sostegno e lo sta facendo con grande abnegazione. Ho bisogno anche di una
opposizione che mi stimoli, che mi ricordi che non basta il Presidente della
Regione, ma che c'è necessità del contributo di tutti per cambiare questa
regione e per dimostrare, non solo ai calabresi ma agli italiani, che c'è una
Calabria diversa.
Come forse avete
visto, in risposta ai vostri pregevolissimi interventi, ho speso più parole di
quelle che ho scritto nel documento programmatico.
Ecco, la differenza è
che le parole scritte, sono state scritte per indicare - come dicevo - la mia
visione, il mio modo di ragionare, di vedere le cose; le parole che ho usato
oggi, sono parole che ho usato per descrivervi a consuntivo il lavoro fin qui
svolto e il lavoro che vorrò fare insieme a voi nei
prossimi anni.
Avete fatto le pulci
al documento di programmazione - ve ne sono grato - ma vi prego soprattutto di
esercitare il vostro ruolo nella maggioranza e all'opposizione, guardando ai
fatti che il governo produrrà insieme alla sua maggioranza, stimolandolo quando
sarà necessario, criticandolo quando sarà necessario, fornendo anche utili
suggerimenti, perché sono sempre necessari.
Grazie, Presidente,
per la precisione e l'incisività del suo intervento. La sua serenità e la sua
competenza ci fanno pensare che, con la sua Giunta e con questo Consiglio,
inciderà positivamente sulla vita di tutti i calabresi. Grazie.
Passiamo alla
votazione del provvedimento per appello nominale. Invito il segretario questore
a fare la chiama.
Fa la
chiama.
(Hanno risposto sì i consiglieri: Arruzzolo, Caputo, Cirillo, Comito, Crinò,
De Francesco, De Nisi, Fedele, Gallo, Gelardi, Gentile, Graziano, Loizzo,
Mancuso, Mattiani, Montuoro,
Neri, Occhiuto, Orsomarso, Raso, Straface.
Hanno risposto no i consiglieri: Afflitto,
Alecci, Bevacqua, Bruni, Irto, Laghi, Lo Schiavo, Mammoliti, Tavernise)
Comunico l'esito della
votazione. Presenti e votanti 30, favorevoli 21, contrari 9. Pertanto il
provvedimento è approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola all’assessore al bilancio Princi per illustrare il provvedimento.
Buonasera. Grazie,
presidente Mancuso. Saluto lei, il Presidente della Giunta, Occhiuto, tutti i
colleghi assessori e i colleghi consiglieri regionali.
Questo documento di
economia e finanza regionale, che mi appresto a condividere con voi,
indubbiamente rappresenta il documento principale della programmazione
economico - finanziaria della nostra Regione, su cui si vanno a incentrare
quelle che sono le politiche governative dei prossimi anni.
Auspico, veramente,
che rappresenti il primo passo di ritorno a quella tanto desiderata normalità
della gestione amministrativa dopo dodici lunghi mesi nei quali la nostra
Regione è stata governata in regime di reggenza, caratterizzati da attività
ordinarie.
Così come disposto dal
decreto legislativo numero 118 del 2011, il documento di economia e finanza regionale
individua, per il periodo compreso nel bilancio di previsione, le linee
programmatiche dell’azione di governo regionale necessarie al perseguimento
degli obiettivi di sviluppo della nostra Regione, che sono state meglio
delineate in precedenza dal Presidente della Giunta Regionale proprio nella
presentazione del Programma di Governo.
Con l’approvazione del DEFR 2022-2024 si inaugura, pertanto,
il primo ciclo della programmazione di bilancio interamente impostato nella
nuova legislatura, di fondamentale importanza, atteso che in gioco vi è la
ripresa e il rilancio del tessuto economico e sociale di una realtà regionale,
quella appunto calabrese, già di per sé caratterizzata da atavici ritardi e gap socio-economici rispetto alle altre
aree del paese, acuiti e resi più drammatici per via dei pesanti colpi inferti
dalla crisi pandemica.
Nel breve arco temporale a disposizione, lavorando a tappe forzate, si è licenziato un documento che costituisce la base di riferimento per delineare le politiche economiche e finanziarie che il nuovo governo regionale intende realizzare nel triennio 2022-2024, per garantire alla Calabria adeguate linee di sviluppo e di crescita economica, pur consapevoli, però, che la messa a punto delle linee programmatiche nella loro interazione con l’attività di programmazione puntuale delle risorse a disposizione, richieda una tempistica necessariamente più lunga rispetto a quella che la Giunta ha avuto effettivamente a disposizione in questi appena 50 giorni di attività.
In più, la parifica del rendiconto 2020, avvenuta solo venerdì scorso, non ha fatto altro che rendere ancora più difficoltosa l’attività di programmazione delle risorse, per via di alcune questioni aperte con il Governo nazionale su alcune opere strategiche, peraltro già realizzate. Infatti, come temuto, la Corte dei conti si è espressa su una delle problematiche, quella della Diga del Menta, richiedendo l’eliminazione della posta contabile dal bilancio e l’adozione di alcune misure conseguenziali che sono state approvate dalla Giunta per essere sottoposte al più presto al vaglio del Consiglio regionale.
Il percorso intrapreso - questo lo sappiamo bene - non è certamente scevro da quelle criticità che, nel tempo, hanno drenato e continuano a drenare ingenti risorse regionali: il riferimento è evidentemente alla significativa mole di pignoramenti o debiti fuori bilancio che pesa sulle casse regionali così come ai costi crescenti riconducibili agli enti e società partecipate e a fronte dei quali le nuove regole della contabilità armonizzata impongono la necessità di accantonare le risorse per il fondo crediti di dubbia esigibilità, per le perdite delle società regionali, per il rischio da contenzioso, per la copertura dei pignoramenti e per i debiti fuori bilancio.
Tali accantonamenti assumono valori importanti che comprimono ulteriormente le possibilità di manovra, essendo la gran parte delle altre risorse in libera disponibilità destinate alla copertura delle spese obbligatorie (acquisto di beni e servizi, mutui, personale), dei servizi essenziali (trasporti, politiche sociali, diritto allo studio), dei trasferimenti agli enti strumentali, le emergenze sociali (LSU-LPU e altre voci del precariato storico).
A fronte di ciò, tuttavia, la Calabria ha un’imperdibile occasione di cambiamento e di svolta: porre in essere le azioni per il rilancio economico e sociale del nostro territorio, attraverso tutti gli strumenti e le risorse a disposizione; primi fra tutti quelli che saranno disponibili grazie al PNRR e alla nuova Programmazione Unitaria 2021-2027.
Entrando nello specifico, il documento è articolato in due distinte sezioni: la prima descrive, partendo dal DEF nazionale, gli scenari economico - finanziari internazionali, nazionali e regionali, con un focus specifico sulla situazione dei principali indicatori di sviluppo socio-economico, tra cui l’andamento del PIL, il mercato del lavoro, gli scambi commerciali o l’export.
All’interno di questa sezione, appare degna di nota l’analisi riferita al processo della transizione digitale. Dai dati Eurostat, emerge che in Calabria la percentuale di residenti che hanno accesso a internet è aumentata negli ultimi 5 anni dell’8 per cento, passando dal 69 per cento del 2016 al 77 per cento del 2020. Sintomatici anche i dati riferiti all’utilizzo di internet nelle interazioni con la Pubblica Amministrazione, laddove la Calabria si posiziona in fondo alla classifica per regione, considerato che meno di un cittadino calabrese su due, interagisce tramite internet con le autorità pubbliche e solo il 13,9 per cento invia alla PA un modulo telematico completo. Non vi è dubbio che anche da qui, dalla capacità di implementare competenze e infrastrutture digitali, passa un’enorme occasione per aumentare la produttività, l'innovazione e l'occupazione, garantire un accesso più ampio all'istruzione e alla cultura e colmare i divari territoriali.
Altrettanto
importante appare la disamina dell’andamento demografico calabrese, da cui
emerge un elemento sul quale è necessario riflettere e porre un’attenzione
maggiore, soprattutto da parte della politica. Dai dati emerge, in maniera
incontrovertibile, che il fenomeno dell’emigrazione e dello spopolamento è
ormai una triste costante della realtà economica e sociale della regione. La
pesante riduzione della popolazione attiva - già evidente da tempo e che non
mancherà di aggravarsi nei prossimi decenni – è, di per sé, in grado di
condizionare negativamente o almeno rendere decisamente più arduo il
raggiungimento degli obiettivi di crescita economica che questo governo
regionale si pone. Basti pensare che, secondo le previsioni dell’ISTAT, la
popolazione residente in Calabria fra 40 anni sarà pari a poco più di 1,4
milioni, oltre 450.000 unità in meno rispetto a quelle attuali. Una perdita che
analogamente al resto del Paese si concentra nella fascia delle giovani età (0-
14 anni) e in età da lavoro (15-64 anni). In altre parole, la Calabria, come del
resto il Mezzogiorno nel complesso, è interessata non solo da un calo
demografico come le altre aree del Paese, ma anche ad un processo di
invecchiamento e desertificazione che rischia di compromettere ogni possibilità
di avere un futuro diverso in questa regione.
Ecco allora
che dobbiamo affrontare con determinazione tale emergenza attraverso una
visione di prospettiva ben chiara: se da un lato serve certamente un serio
sostegno alle famiglie, dall'altro è indispensabile rendere la Calabria un
territorio vivo sul piano delle opportunità. Obiettivi che possono essere
raggiunti solo con l’adozione di politiche economiche e sociali concrete.
Proseguendo, alla luce dell’ultimo verbale del Tavolo Adduce risalente a luglio 2021, nel documento in questione viene tratteggiata la situazione in cui versa la sanità regionale dopo oltre un decennio di commissariamento: aumento dei disavanzi delle aziende, mancata adozione dei bilanci aziendali, grave ritardo dei pagamenti da parte delle Aziende del Servizio sanitario con conseguenti costi per interessi e spese legali, livelli essenziali di assistenza sotto la soglia di adempienza e persino in notevole diminuzione rispetto a quelli rilevati con riferimento all’anno 2018, elevata mobilità sanitaria passiva, ritardo nell’implementazione dei programmi di screening ed ancora, tante e tante problematiche.
Continuando nella disamina della struttura del DEFR, nella consapevolezza del ruolo strategico rivestito per i processi di crescita e sviluppo dalla programmazione unitaria, viene dato conto, in apposita sezione, delle politiche di sviluppo per gli investimenti e le relative risorse disponibili per il perseguimento dei correlati obiettivi. Il riferimento è alle risorse riprogrammate dei “Fondi sviluppo e coesione” (FSC) 2000-2020, a quelle del Programma di Azione e Coesione (PAC) – Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2024, a quelle destinate al nuovo programma “Fondo sviluppo e coesione” (FSC) 2021-2027 oltre che agli ingenti finanziamenti assegnati dalla nuova programmazione europea 2021-27.
Se ne deduce, pertanto, che nel medio periodo (2021-2027), saranno quindi disponibili per la Calabria risorse extraregionali aggiuntive di notevole entità.
È all’interno di questo contesto altamente sfidante che occorre pertanto gettare le basi per ripartire all’insegna di nuova stagione di ripresa. Ci troveremo certamente dinnanzi a stanziamenti di risorse pensati per assicurarne lo sviluppo e che pertanto impongono una vera e propria svolta sul piano organizzativo e funzionale da parte della Regione, degli Enti regionali e anche delle Amministrazioni locali.
Nella seconda parte del DEFR 2022, infine, è riportata la prudenziale stima delle risorse a disposizione, a cui fa seguito l’analisi sulla situazione finanziaria della Regione, costituendo il punto di partenza per la definizione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli Enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente. Tale quadro fornisce gli elementi necessari per la costruzione della manovra di bilancio tesa al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, dà un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere i predetti obiettivi, fra i quali assume estrema rilevanza il mantenimento degli equilibri di bilancio.
Grazie per
l'attenzione.
Grazie, assessore. Ha
chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha
facoltà.
Presidente del
Consiglio, Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, la seduta
odierna di Consiglio regionale riveste particolare importanza. Abbiamo
ascoltato l'ottima relazione del nostro Presidente, Roberto Occhiuto; una
relazione ricca non soltanto di idee, ma soprattutto di grandi contenuti per
una nuova stagione di cambiamento che i cittadini calabresi ci chiedono.
Ritengo che, tra i
punti all'ordine del giorno, il DEFR, cioè il Documento di economia e finanza
regionale licenziato dalla Giunta regionale e quindi sottoposto all'attenzione
dell'Assise per la definitiva approvazione, rivesta un'importanza notevole.
Si tratta di un
documento gigantesco, in quanto il punto in trattazione è estremamente
articolato e traccia, come diceva l'assessore Princi,
tutta la situazione economica e finanziaria della Calabria, non solo in
relazione agli aspetti di interesse dell'amministrazione, quindi della Regione
Calabria intesa come pubblica amministrazione, ma anche del territorio
calabrese in generale, perché contiene una parte dedicata all'analisi afferente
ai dati economici delle imprese, dell'occupazione, del lavoro, della sanità,
dell’impatto del Covid sull’economia calabrese.
Una seconda parte,
molto più articolata, riguarda tutta la parte legata al bilancio, alle entrate,
alle spese, ai trasferimenti dallo Stato, molti dei quali destinati a
fronteggiare l'emergenza epidemiologica, i fondi strutturali: con una
fotografia dei fondi FESR e, per quanto riguarda l'agricoltura, del PSR.
Inoltre è compresa una parte inerente i sottogoverni regionali, ad esempio: Calabria lavoro, Calabria verde, e un po' tutti i dati di questo mondo che, in un'ottica di bilancio consolidato, incidono molto sull'equilibrio finanziario della Regione perché, con le nuove normative, un'amministrazione, sostanzialmente, risponde anche delle obbligazioni e dell'efficienza finanziaria delle sue articolazioni interne.
Il DEFR che si presenta in Consiglio, si presenta, alla luce della laboriosità e professionalità dei preposti Dipartimenti, come un documento davvero esauriente e offre realmente un quadro esaustivo e completo di tutte le dinamiche economiche della nostra Regione.
Plauso, dunque, a un documento di 263 pagine chiare e trasparenti, un sunto significativo e prezioso, ma che si presenta anche come un documento aggiornato, privo di un “copia-incolla”, che ha l'ambizione di offrire a noi consiglieri regionali una fotografia sul primo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché dello stato di attuazione delle politiche regionali in materia di contrasto all’emergenza epidemiologica e contenente informazioni preziose sull’accordo Stato-Regioni dell’11 novembre scorso, in cui è stato tracciato un quadro operativo della finanza dello Stato e di quella delle Regioni in occasione dell'approvazione della legge di contabilità finanziaria dello Stato italiano.
Complessivamente, emerge dal documento una dinamica finanziaria dell'Ente in una fase particolarmente delicata dell'economia del Paese e della cittadinanza, la contrazione dei consumi e della produzione determinata dal Covid incide molto, perché comprime la possibilità della Regione di approvvigionare al meglio le entrate e quindi gli equilibri finanziari.
Di qui l’appello, colleghi consiglieri, affinché la finanza regionale sia animata da sempre maggiore sensibilità nei confronti di cittadini e imprese per le difficoltà che stanno attraversando.
Non si può spingere ulteriormente sulle entrate, pertanto si tratta di un'azione amministrativa improntata alla razionalizzazione delle risorse e degli sprechi che storicamente hanno caratterizzato le amministrazioni regionali. Il DEFR fa emergere, dunque, un grande senso di responsabilità di questo governo regionale in merito all'attuale congiuntura finanziaria e su come le entrate tributarie siano particolarmente difficili da riscuotere.
Altro elemento significativo da evidenziare è quello inerente i rapporti tra Regione e Stato. Dal DEFR emerge infatti come, in generale, vi sia oggi in Italia una forza depotenziata delle Regioni rispetto ad anni fa, una sorta di minore fiducia da parte delle Istituzioni sovraregionali. La dimostrazione sta nel PNRR, con un volume di risorse trasferite alle Regioni decisamente inferiore a quello che ci sarebbe potuto attendere. Da questo punto di vista, nell'attuale fase, la Regione Calabria è chiamata a rivendicare, rispetto allo Stato, un ruolo più incisivo nella gestione del PNRR. Aspetto che è stato già evidenziato nella riunione di coordinamento interregionale di qualche giorno fa.
Molti dei bandi del PNRR hanno, infatti, come beneficiari e destinatari finali delle risorse direttamente gli Enti locali e le imprese e le Regioni in molti aspetti non vengono coinvolte direttamente in tale processo, a differenza del ruolo storicamente svolto come corpo intermedio e di come è invece accaduto per i Fondi europei.
Il PNRR è gestito in modo centralizzato da quattro Ministeri (Sud, Segretariato generale, Transazione ecologica, MIT) che elaborano i bandi e hanno l'ambizione di individuare direttamente i destinatari e, se escludiamo l'Asse ambiente, le risorse idriche e le tecnologie, non si percepisce la scommessa dello Stato sul ruolo delle Regioni. Di qui l'invito ad attivare ulteriormente il coinvolgimento delle Regioni in molti più ambiti, nel rispetto della loro funzione e del loro ruolo. Nel DEFR, infatti, si fa riferimento all'accordo Stato-Regioni dell’11 novembre soprattutto in materia di sanità e ripartizione dei fondi e anche questo presenta dei profili di incertezza in merito alla capienza dei volumi e alla capacità di spesa. Altra conferma di tale aspetto proviene dai rapporti di debito-credito tra Regioni e Stato, con evidenti ritardi e lacune nella cosiddetta “finanza trasferita” dallo Stato alle Regioni.
Due aspetti, dunque, assessore, sul DEFR in esame quest'oggi: da un lato, la comprovata validità del lavoro svolto dalla Regione nell’elaborare un documento nel quale vengono sviscerati in modo pertinente e certosino dati e interventi; dall'altro, la necessità da parte della Regione Calabria e delle altre Regioni, di rivendicare l'autonomia e la centralità di questi Enti rispetto allo Stato, per evitare situazioni di eccessiva centralizzazione come quelle determinatasi nel PNRR. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Comprendo e apprezzo l’impegno che hanno messo nel loro intervento l'assessore Princi e la collega consigliera Straface. Interventi che hanno cercato di dare una rappresentazione più agevole, con meno vincoli, da parte di questa maggioranza di governo che da pochi mesi si appresta a gestire il bilancio della Calabria e il futuro dei calabresi.
Vorrei dire sommessamente alla collega Straface e all’assessore Princi, che ha illustrato con garbo nei dettagli questo documento economico finanziario, che non è altro che una presa d'atto di un bilancio ingessato.
Non intravediamo nessuno sforzo in questo bilancio, già il presidente Occhiuto nella precedente seduta aveva detto: “Non vi aspettate grandi cambiamenti dal documento economico-finanziario, dal bilancio, perché non siamo in condizione oggi di…” È stato onesto il Presidente della Giunta regionale ad affermare questo e non tentare di difendere l'indifendibile. Non è colpa dell’assessore Princi o della collega Straface, ma di un bilancio che, in questi 30 anni, per responsabilità della politica, per difficoltà legate alla mancanza di risorse, per scelte sbagliate, ogni anno diventa un “copia-incolla” del precedente. Il documento strategico non cambia, se lei va a leggere quello di due anni fa, cambia poco rispetto all'impostazione e all'approccio, è sempre quel documento. È un bilancio ingessato che ci consente di fare riflessioni fra noi, ma non di avere risposte certe su come utilizzare le maggiori risorse per i servizi che dobbiamo offrire ai calabresi.
Voglio dire alcune cose molto velocemente: è un bilancio che noi non votiamo perché non riscontriamo nessuna novità in merito all'approccio; è un bilancio - dico all’assessore Princi che dobbiamo dire con chiarezza e con coraggio alcune cose – in cui, ancora una volta, riportiamo crediti ormai inesigibili da anni e anni senza avere il coraggio di dire ai calabresi la verità.
Questo dobbiamo dire se vogliamo cambiare passo e mettere un po' di rivoluzione nell’azione amministrativa. Un bilancio che non permette a questo Consiglio regionale, a questa Giunta regionale, di poter mettere in campo azioni importanti per dare risposte ai calabresi.
Dobbiamo dire con coraggio - assessore Princi, lo dico a lei - altre due cose: la prima, bisogna fare chiarezza sugli Enti strumentali e sulle partecipate, perché continuano a creare debiti su debiti, zavorra su zavorra. Abbiamo il coraggio, come avevamo iniziato a fare un po' di anni fa, di capire quali sono gli Enti importanti e quali quelli da chiudere e pensare ad altro? Questa è la prima domanda. Mi aspettavo da lei, assessore Princi, una riflessione su questo tema che è quello che permette di liberare risorse. E poi mi aspettavo, soprattutto, che dicessimo con chiarezza ai calabresi che metteremo in campo un'azione, la più determinata e incisiva possibile, per quei pochi crediti ancora esigibili.
Queste sono le due domande che volevo porre.
Vorrei, inoltre, invitare la Giunta e il Consiglio regionale a mettere in campo una programmazione importante, non legata solo al PNRR, ma anche ai Fondi comunitari, quelli destinati all’infrastrutturazione, che ci consenta di dare risposte adeguate ai territori con una programmazione che abbia il coraggio di superare il localismo. Uno dei mali di questa terra è, troppo spesso, pensare al proprio “pennacchio” e non mettere in campo una strategia adeguata per creare uno sviluppo organico e omogeneo del territorio calabrese.
Queste sono le cose che dobbiamo dirci stasera.
Bisogna anche dire che non è colpa vostra, ma della gestione emergenziale, come viene definita, della precedente Giunta che non ha saputo utilizzare la grande flessibilità offerta dai Fondi comunitari legati alla pandemia. È stato detto spesso negli interventi precedenti che la pandemia è stata un disastro, ma avrebbe potuto essere anche un’opportunità se si fossero saputi programmare gli investimenti.
Abbiamo perso quella scommessa, per onestà intellettuale dobbiamo dirlo.
Quindi, ripartiamo dalla consapevolezza che questo bilancio ingessato non è colpa di nessuno, se non della politica scellerata degli ultimi 30 anni.
Diciamo anche - e questo lo dico con forza e con vigore - che non tutti gli uomini sono sempre i migliori “per tutte le stagioni”, perché se la burocrazia che da dieci anni si occupa dei bilanci, determina sempre bilanci “copia-incolla”, vuol dire che non va bene. Dobbiamo anche dire che la responsabilità è della politica, ma anche, magari, di chi si presta alla politica e non rispetta appieno la propria funzione di dirigente della Regione Calabria.
Questo dobbiamo dirlo, lo dico al Presidente, non solo per il bilancio ma per tutto ciò che serve alla Calabria: per cambiare la Calabria c'è bisogno di una forte autorevolezza del Presidente della Giunta, ma anche di una forte autonomia della burocrazia che aiuti e non si pieghi alla politica in ogni occasione. Questo dobbiamo mettere in campo.
Caro Presidente, le lascio questo spunto di riflessione: bisogna caricare di responsabilità chi guida gli Enti strumentali, richiamandoli al proprio dovere, perché, se in un anno, due anni, viene prodotta zavorra su zavorra, va fatta una riflessione: responsabilità dei dirigenti, di chi redige il bilancio, ma, soprattutto, capacità della politica di alzare la voce, pretendere rispetto, ma anche competenza, meritocrazia e risposte per il ruolo che devono svolgere.
Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Molto brevemente. Naturalmente apprezzo molto l’impegno dell’assessore nell'individuare alcuni elementi delle politiche e dei programmi, di fronte, oggettivamente - come diceva il consigliere Bevacqua -, a un bilancio in cui la spesa libera è sostanzialmente ingessata.
È chiaro che l'impostazione di questo bilancio ci deve indurre a una riflessione molto attenta. Il presidente Occhiuto, con grande capacità oratoria, ha detto: “Mi dovete giudicare e voglio che valutiate i fatti”, quindi ci sprona a fare un’opposizione di merito rispetto alle scelte e a fatti concreti.
Mi permetto di far osservare al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, ai colleghi consiglieri che, molto probabilmente, se avessimo formato le Commissioni forse avremmo avuto la possibilità di poter ragionare e approfondire in maniera più appropriata alcuni aspetti, caro Presidente, che, pur nella logica quasi obbligata di determinate quantità di risorse, potevano consentire, in qualche modo, una crescita all'economia della Calabria, ai cittadini, alle imprese o, comunque, di poter partecipare alla ripresa economica, quando ci sarà.
Questo è un fatto, non ci sono le Commissioni e, purtroppo, siamo costretti a ragionare in un dibattito di un documento importante - come diceva la collega poc'anzi - senza aver avuto la possibilità di approfondire, così come prevede il Regolamento di questo Consiglio regionale. Perché il rispetto del Consiglio regionale si ha anche se vengono rispettate le regole che sono la base fondamentale del funzionamento dello stesso: è previsto che siano formate le Commissioni, ma ancora oggi non è successo.
Annuncio - come diceva il consigliere Bevacqua - il voto contrario, ma sono anche preoccupato per due problematiche che hanno caratterizzato la vita sociale e che rappresentano un segmento fondamentale della vita di questa nostra regione: i lavoratori forestali e la stabilizzazione degli LSU e degli LPU che, come è stato anche giustamente detto dal Presidente, nonostante la loro precarietà, garantiscono, in alcuni settori, servizi fondamentali, indispensabili che altrimenti non saremmo nelle condizioni di poter garantire. Ebbene, se guardiamo quello che viene riportato, ci accorgiamo che alla voce relativa alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità abbiamo delle risorse esclusivamente per il 2022, quindi per gli anni 2023 e 2024 sono a zero. I lavoratori forestali sono una parte importante di questa regione, caro Presidente, è inutile parlare di incendi, di prevenzione, di tutela ambientale e territoriale: per il 2022 c'è la copertura, per il 2023 abbiamo appena 10 milioni sui 150 previsti.
Quindi, ci sono valutazioni che potrebbero indurre alla responsabilità questo Consiglio regionale se solo si permettesse alle opposizioni, e quindi al Consiglio, di lavorare nelle apposite Commissioni così come prevede il Regolamento e come prevedono le leggi.
Per quanto mi riguarda, annuncio il voto contrario ed esprimo questa grandissima preoccupazione perché, in un tempo molto limitato, già mi sono balzate agli occhi queste due problematiche di grande importanza, di grande impatto occupazionale e sociale, oltre che economico e produttivo, per la nostra regione. Purtroppo vedo che siamo nelle condizioni di garantire gli stipendi e le risorse solo per l’annualità 2022, quindi qual è la programmazione 2020-2024?
Faccio, quindi, un appello al Presidente affinché si possa, quanto prima, ristabilire l'agibilità democratica di questo Consiglio eleggendo le Commissioni per poter operare e lavorare.
Caro Presidente, questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere.
Grazie,
collega Mammoliti. Non ci sono altri interventi.
Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Prego i colleghi di prendere
posto.
Pongo
in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato, con autorizzazione
al coordinamento formale, anche per rimuovere un refuso presente a pagina 172
del testo, al quartultimo rigo, sostituendo le parole “Errore. L'origine del
riferimento non è stata trovata” con le parole “tabella 48”.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo
alla proposta di legge numero 12/12^ di iniziativa del consigliere Caputo,
recante: “Istituzione dell'Ente di Governance della
Sanità Regionale Calabrese denominato ‘Azienda per il governo della sanità
della Regione Calabria- Azienda Zero”. Cedo la parola al Presidente della
Giunta regionale, Occhiuto, per illustrare il provvedimento.
Grazie,
signor Presidente. Il mio intervento è in replica al punto che aveva per
oggetto “Dichiarazioni programmatiche”. Riferendomi al consigliere Laghi - che
invitava, appunto, ad un maggiore livello di concertazione sui temi che
riguardano la sanità - ho anticipato un argomento che ora però ripropongo: c'è
tutta la disponibilità da parte del governo regionale - nel caso di specie c'è
una coincidenza tra il Presidente della Regione e il Commissario della sanità -
a concertare quanto più possibile ogni iniziativa avente per oggetto i
risultati dell'azione di riforma della sanità all'interno del Consiglio
regionale e all'esterno del Consiglio regionale con le organizzazioni
sindacali, con le organizzazioni di promozione sociale, con le associazioni che
si occupano delle questioni riferite alla salute dei calabresi, con le
associazioni che si occupano di quanti devono garantire la salute dei calabresi,
attraverso il difficile lavoro che svolgono nelle strutture sanitarie della
nostra regione.
Altra
cosa, invece, è la disponibilità degli strumenti utili a conseguire questi
obiettivi.
In
questa settimana ho svolto molti incontri con i soggetti, per esempio, che hanno
il compito di attuare la spesa del fondo sanitario riferito agli investimenti
del PNRR.
Devo
dirvi che ho trovato una generalizzata diffidenza in ordine alla capacità della
Regione di assicurare un buon livello di programmazione degli interventi, un buon
livello di messa a terra degli interventi nei tempi stabiliti; il tema della
reputazione della Calabria, che investe trasversalmente tutti gli ambiti della
vita amministrativa della nostra Regione, investe ancora più incisivamente il
tema della gestione del governo della sanità. Noi abbiamo la necessità di
colmare questo deficit di reputazione,
dimostrando che c'è una struttura commissariale che vuole dotarsi di tutti gli
strumenti utili a recuperare il deficit di capacità amministrativa che è sotto
gli occhi di tutti.
Molte
delle procedure amministrative che le Aziende sanitarie dovrebbero svolgere non
sono state svolte. Se voi andate a guardare i verbali, per esempio del Tavolo Adduce,
vi renderete conto che sia a luglio sia ad ottobre, il Tavolo Adduce chiedeva
alle Aziende sanitarie una serie di elementi utili a valutare la gestione della
sanità in Calabria e queste Aziende non riuscivano neanche a rispondere.
Allora
mi son detto che questa è la ragione di questo strumento. Perché non valutare
la possibilità di mettere, appunto, nella cassetta degli attrezzi uno strumento
che ci consenta di intervenire sul deficit
di capacità amministrativa, accentrando le funzioni amministrative in alcuni
ambiti? Prima facevo riferimento per esempio ai LEA, per i quali non c'è la
comunicazione dei dati utili all'aggiornamento. Credo che una cosa sia svolgere
questa attività a livello centralizzato, altra cosa sia investire, potenziando
la capacità amministrativa di tutte le Aziende sanitarie della provincia.
Per
intenderci: questo progetto di legge non va ad accorpare il sistema delle Aziende
sanitarie. Le Aziende sanitarie territoriali, sia le provinciali sia le
ospedaliere, rimarranno deputate alla erogazione dei LEA ai calabresi. Questo è
un modello già praticato in altre Regioni, praticato per esempio in Veneto,
praticato per esempio in Lazio, che è utile a svolgere in maniera centralizzata
alcune funzioni, che diventa più complesso far svolgere alle Aziende sanitarie
in sistemi sanitari già ben funzionanti. Mi riferisco a quello del Lazio ma
ancor di più a quello del Veneto. Figuratevi in un sistema sanitario come il
nostro, dove il deficit di capacità
amministrativa è ancora più forte nel sistema delle aziende.
Come
anticipato nella Conferenza dei capigruppo, quando è venuto il sub-commissario Bortoletti a proporre al Consiglio regionale la
costituzione di Azienda Zero, sul modello della Regione Veneto, della Regione
Lazio, come annunciato anche al MEF, nella riunione che abbiamo tenuto a Piazza
Campitelli a Roma nella sede del governo della Giunta regionale il primo di dicembre
- l'ho detto anche ieri al Tavolo Adduce -, non sarà, consigliere Laghi, un'Azienda
immediatamente operativa.
Non
voglio compiere l'errore che fu compiuto nel 2007 quando si formò esclusivamente
per legge un'Azienda. Nel 2007 l'errore fu quello. L'idea dell'accorpamento
delle Aziende sanitarie poteva anche essere perseguibile. Peraltro mi dicono
che nella scorsa legislatura ci sono state proposte sia della maggioranza sia
dell'opposizione, per esempio, nella direzione di accorpare le Aziende ospedaliere
per mettere sotto un'unica direzione sia gli Hub sia
gli Spoke e tutta la rete ospedaliera. Non è
sbagliato in assoluto procedere in questa direzione, è sbagliato procedere in
questa direzione e rendere esecutive queste Aziende prima di approvare l'atto
aziendale perché succederebbe quello che è successo nel 2007, quando per legge
si stabilì che erano disciolte tutte le Aziende sanitarie e che si faceva
l’Azienda sanitaria provinciale. In quel caso abbiamo avuto più responsabili
dei Dipartimenti di prevenzione territoriali, che non sapevano come
organizzarsi, più responsabili delle unità operative complesse delle disciolte
Aziende sanitarie territoriali che non avevano un modello organizzativo ancora
costruito.
Per
cui, nel testo che oggi proponiamo, noi prevediamo, sostanzialmente, la
possibilità di istituire questa Azienda che accentrerà le funzioni
amministrative, facendo rimanere intonso il sistema delle Aziende territoriali
e prevedremo, invece, l'implementazione di questa Azienda, attraverso atti
successivi che, certamente, vorrei concordare con coloro che sono disponibili a
darci dei suggerimenti.
Abbiamo,
però, molte scadenze, molte urgenze e la necessità anche di un'alleanza,
diciamo positiva, con strutture che si occupano dell'assistenza ai sistemi
regionali della sanità in Italia, quindi abbiamo pensato di costruire questo
strumento che possa essere utile a colmare questo deficit. Ne ho parlato anche con Age.Na.S.,
che ci sta rimanendo vicino così come ha disposto il Governo, attraverso l’invio
di personale utile ad aumentare la capacità amministrativa.
Credo
che questo strumento sia utile a tranquillizzare anche la comunità nazionale e,
soprattutto, il soggetto attuatore della spesa delle risorse del PNRR sui presìdi
di assistenza territoriale sul fatto che in Calabria si sta lavorando ponendosi
il problema di rafforzare la capacità amministrativa nella sanità.
Considerate
che oggi noi spesso esprimiamo dei giudizi impietosi nei confronti dei
Commissari delle Aziende sanitarie. Io sto cercando di valutarli sul campo, in
ragione anche dei risultati che ottengono in questa campagna di vaccinazione,
però se anche noi avessimo tanti Mandrake al posto dei Commissari delle Aziende
sanitarie, senza un'organizzazione che governa il sistema, avremmo nelle
Aziende sanitarie tante monadi senza alcun coordinamento tra loro.
Sto
lavorando nella direzione da un lato di potenziare il Dipartimento, dall'altro
di avere anche altri strumenti utili a svolgere questo coordinamento, cioè mi
sto muovendo con le categorie del buon senso.
Ravviso
che c'è uno straordinario deficit di
capacità amministrativa nel sistema e allora cerco di mettere in campo tutti
gli strumenti, tutte le azioni utili, da un lato, a potenziare questa capacità
amministrativa, dall'altra, a poter rappresentare, ai decisori del Governo
nazionale, alle agenzie deputate a spendere risorse, ad attuare le risorse del
PNRR, una Calabria che su questo tema è attiva. Ed è un tema che rappresenta
davvero un collo di bottiglia, senza il quale noi il miglioramento dei Lea non
riusciremo a realizzarlo; spesso ci concentriamo sul debito, ma dimentichiamo
che l'obiettivo del sistema della Salute in Calabria deve essere quello di
assicurare i LEA che sono ad un livello di regione incivile.
Certo,
la sostenibilità dei conti è propedeutica ad assicurare il soddisfacimento dei
LEA, ma ancor di più lo è la capacità di intervenire sulle questioni che
determinano poi il buon governo e il cattivo governo delle Aziende sanitarie.
Vi ho fatto prima gli esempi dei flussi: noi non abbiamo notizie in ordine alla
gestione delle Aziende Sanitarie perché non c’è nel Dipartimento una struttura
capace di analizzare i flussi.
Si
può andare avanti così? Non si può andare avanti così. Per questo quando ci
siamo visti in Conferenza dei capigruppo col colonnello Bortoletti
abbiamo anticipato questa intenzione e, per la verità, mi è sembrato in
quell'occasione che ci fosse una disponibilità di massima a valutare un
percorso del genere. Ricordo anche l'approccio del Governo nazionale nella fase
di emergenza della pandemia nel Paese quando il Ministro della salute - il
Ministro dell'economia a volte - in una condizione di emergenza, attivava
l'interlocuzione con le Conferenze dei capigruppo, che vedono presenti
maggioranza e opposizione, anche in maniera sostitutiva rispetto alle
Commissioni consiliari, alle Commissioni parlamentari in quel caso.
Ora,
ha ragione Mammoliti, anche io invito il Consiglio ad
attivarsi per istituire le Commissioni consiliari però la Conferenza dei
capigruppo, per quanto mi riguarda, poiché vede rappresentati tutti i gruppi, è
in qualche modo un organismo che può svolgere un'azione di supplenza, nelle
more della costituzione delle Commissioni, e mi era sembrato che ci fosse una
disponibilità in questa direzione. Poi, ieri e oggi, ho letto sulla stampa
dichiarazioni di altro segno, di altro avviso.
Peraltro
mi era sembrato di capire che anche alcuni gruppi di minoranza, che avevano
magari più esperienza sul funzionamento del sistema sanitario del Paese,
considerassero Azienda Zero uno strumento utile da mettere nella cassetta degli
attrezzi, per fronteggiare un'emergenza che ha tempi ed entità di problemi che
non ci possono consentire i vecchi riti, per cui abbiamo deciso di procedere in
questo modo.
Affido
al Consiglio regionale, alla maggioranza, la valutazione su questa necessità.
Per
quello che riguarda il Presidente della Regione, il Commissario ad acta, questo è uno strumento
assolutamente necessario a realizzare gli obiettivi che indicavo in premessa,
quindi affido a voi la considerazione. Per quanto mi riguarda, se ci fosse
l'istituto della fiducia, su un tema del genere porrei proprio una questione di
fiducia, fermo restando che, dato che con una legge regionale non si
costituisce il giorno dopo l'Agenzia, c'è tutto il tempo poi per valutare
insieme anche come costruirla, come articolarla, quali funzioni attivare e
quali invece non attivare.
Sono
rimasto un po' basito da alcune dichiarazioni che ho letto. In quest’Aula sono
stato anche Vicepresidente del Consiglio regionale e credo di aver trattato il
Consiglio regionale sempre con grande rispetto in queste settimane. Non sto
lesinando impegno, sto andando a tappe forzate su tante questioni, ho detto
l'altra volta: invito anche il Consiglio regionale a fare altrettanto, almeno
sulle questioni che sono strategiche per noi come la sanità, per cui ho
invitato la Conferenza dei capigruppo a svolgere questa azione di supplenza.
Sono
rimasto un po' basito dal fatto che qualcuno ritenesse che questo atteggiamento
potesse essere irriguardoso nei confronti del Consiglio regionale. Vi dico che
non è così! Ho grande rispetto delle prerogative del Consiglio regionale, ma –
consentitemi - avverto sulle mie spalle la responsabilità del commissariamento
della sanità che ho assunto e quando, ogni mattina, ricevo messaggi da parte
dei calabresi, che mi raccontano quello che succede negli ospedali, penso che
così come ho rispetto nei confronti delle prerogative del Consiglio regionale
devo avere soprattutto rispetto nei confronti dei bisogni della salute che la
Calabria ha.
Ora
sono io che mi occupo della sanità! Me ne assumo le responsabilità! Se sbaglio,
sbaglio io, però voglio avere gli strumenti per lavorare e cercare di
realizzare gli obiettivi che questa nuova stagione del commissariamento deve
poter realizzare. In estrema sintesi questa è la ragione per cui ho chiesto al
Presidente del Consiglio regionale e al Consiglio - ritenevo di averlo chiesto
alla Conferenza dei capigruppo quando ci siamo visti - di porre all'ordine del
giorno questa proposta di legge.
Grazie,
Presidente. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.
Presidente,
quando lei ha posto questo problema nella Conferenza dei capigruppo ci saremmo
aspettati di avere il testo il più rapidamente possibile e, invece, è arrivato
venerdì sera.
Siamo tutti interessati ad una cerniera
tecnico-amministrativa tipo Azienda Zero, perché ne capiamo il valore. Questo
testo, però, ci lascia perplessi per tutta una serie di domande, che credo
siano lecite, da analizzare e da porre, e quindi meriterebbe un'attenzione che
non può essere dedicata in un tempo così breve. Ma la domanda che mi sono fatta
è: è lecita la nostra operazione di legiferare su questa tematica? Lei dice che
ne ha parlato al Tavolo Adduce. Ma abbiamo una norma che ci consente di non
averla poi bocciata?
Presidente, lei è Commissario, avrebbe
potuto fare un DCA (Decreto Commissario
ad acta) o avrebbe potuto portarla in Giunta. Noi siamo lieti del fatto che
ci voglia investire di questo perché siamo interessati a risolvere i problemi
sanitari e socio-sanitari della nostra terra.
Però, le chiediamo, ragionevolmente, di
sviluppare e di capire se questo lavoro - che, secondo noi, merita, comunque,
un approfondimento e una discussione - merita una serie di suggerimenti che non
possono arrivare così, perché ci sono parecchie problematiche da affrontare e
sulle quali vorremmo dire la nostra, se tutto questo lavoro rischia, poi, di
essere invalidato perché il Consiglio non è deputato a legiferare. Questa è la
perplessità che abbiamo avuto nella riunione dei capigruppo in cui c'era
l'entusiasmo di accettare un'idea che siamo consapevoli essere utile,
sicuramente, per questa nostra terra, però, ragionandoci col tempo, siamo
rimasti perplessi e quindi le chiediamo lumi, proprio perché, forse, la
Conferenza dei capigruppo, tra l'altro senza un documento davanti, non è un
luogo in cui si può decidere di affrontare una discussione ed entrare nel tema
di una situazione così delicata.
Quindi le chiediamo lumi: questo lavoro
che andiamo a fare in Consiglio rischia di essere bocciato poi perché di fatto
manca il Piano operativo regionale, perché andava ridiscusso tutto quanto,
andava avviata la concertazione con il Governo?
È un passaggio importante per noi da
capire, perché se su questo si può andare avanti vuol dire che il Consiglio
regionale, forse, è in grado di legiferare ancora sulla sanità o su altre tematiche,
ma per fortuna abbiamo solo la sanità sottoposta a Piano di rientro. Per noi
sarebbe una grande cosa sapere che possiamo legiferare, però non ci sentiamo di
iniziare un lavoro e non portarlo avanti, soprattutto di non dare il nostro
contributo. Ribadisco che il testo merita, sicuramente, una riflessione e
suggerimenti che poi si possono o meno accettare, però vanno fatti con una
consapevolezza e una architettonica anche di suggerimenti.
Ha chiesto di intervenire il presidente
Occhiuto. Prego.
A me sembrava una riflessione più che una
pregiudiziale, ma anche io, allora, la considero una pregiudiziale e rispondo.
La consigliera Bruni diceva “Se la
impugnassero”. Beh, se la impugnassero credo che il danno sarebbe soprattutto
per il Commissario, nel senso che io, per l'esperienza che ho del rapporto con
il Governo, dubito che un testo del genere possa essere impugnato, anche perché
ho rappresentato questa volontà al Tavolo Adduce, quindi non ho grande
preoccupazione in ordine a questa cosa. Anche su questo, però, vi devo
confessare una cosa e lo confesso ai consiglieri di maggioranza e di
opposizione: questo Consiglio regionale per quattro quinti è formato da gruppi
che partecipano allo stesso Governo nazionale. Nel decreto PNRR – come vi ho
detto prima - è passata un’altra norma e sono riconoscente al Governo nazionale
per il supporto che ci sta dando. Non pensate che sia un lavoro che va de plano, nel senso che è sempre un
lavoro molto intenso che si fa, a volte determinato anche da scontri, com'è
tipico nei rapporti istituzionali, che poi si dirimono, sempre, utilizzando le
categorie della leale collaborazione.
Però, io volgo, in senso opposto, la
sollecitazione della consigliera Bruni.
Ma noi vogliamo dire che il
commissariamento può essere inteso com’è stato inteso in questi anni e non ha
prodotto alcun risultato? Può essere inteso come in un rapporto per cui il Commissario
e anche il Consiglio regionale sono supini rispetto al Governo che, sappiamo
tutti, ha avuto grande responsabilità nella gestione della sanità in Calabria
in questi 11-12 anni? O vogliamo dimostrare che il commissariamento e anche il
Consiglio regionale non stanno supini e, anzi, svolgono un'azione. Usando
un'immagine non elegantissima, vogliamo stare col cappello in mano a dire:
“Possiamo fare questo o non possiamo fare quello?” Oppure, avendo il Commissario
ad acta comunicato questa volontà,
come deve fare, vogliamo assumerci anche la responsabilità di essere protagonisti
delle scelte?!
Ve lo dico per inciso, io col Governo
continuerò a ragionare con le categorie che sto utilizzando ora, nel senso che
li ringrazio, ma non mi comporto da Commissario supino rispetto al Ministero dell’economia
e delle finanze o rispetto al Ministero degli affari regionali.
Questa partita è una partita che un
Consiglio regionale, però, deve anche decidere se giocare. A me piace, invece,
l'idea che il Consiglio regionale si intesti, si re-intesti, l'attività
legislativa sui temi della sanità. È vero, potevo fare un DCA, forse avrei
potuto costituire l'Azienda Zero con un DCA.
Credo, invece, che sia una cosa buona che
si dica al Consiglio regionale di intervenire per legge e anche per un'altra
ragione: se prima di attivare Azienda Zero dovessimo renderci conto che è utile
intervenire nel testo, in una direzione o nell'altra, possiamo farlo ma,
soprattutto, può farlo il Consiglio regionale.
Io la vedo come una disponibilità che il Commissario
offre al Consiglio regionale, senza derogare la propria responsabilità, perché
me ne assumo tutta la responsabilità. Vi sto dicendo le ragioni per cui
considero questa legge uno strumento decisivo nel caso decidessimo di
attivarla.
Questo nuovo modo, più protagonista
rispetto al Governo, di approcciarsi sia del Commissario sia del Consiglio
regionale lo incoraggerei, anzi lo vedrai come una buona cosa. Per cui per
rispondere alla pregiudiziale: sì, io l'ho detto ieri al Tavolo Adduce, l'ha
detto anche il sub Commissario Bortoletti, il primo
dicembre. La vogliono impugnare? Vediamo se la impugnano, secondo me non la
impugnano.
Noi dobbiamo, però, anche dimostrare che,
essendoci assunti la responsabilità di essere protagonisti delle scelte, le
scelte e anche le prerogative del Consiglio regionale non le deleghiamo a
nessuno purché si facciano le cose nel modo giusto, come vanno fatte, in uno
spirito di leale collaborazione tra i livelli istituzionali. Quindi, per
rispondere all'intervento della consigliera Bruni, se è una pregiudiziale, dico
che, per quanto mi riguarda, non c'è pregiudizio all’esame e all'approvazione
di questo testo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.
MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente.
Presidente, so di essere, forse, poco
educata, le posso chiedere altri due minuti? Solo perché se così è…
(Interruzione
del consigliere Montuoro)
Avremmo voluto lavorare su questo
provvedimento, esattamente, chiedendo di rinviarlo alla Commissione competente
per approfondire la tematica.
Consigliera Bruni non possiamo fare un
dibattito, ha già avuto a disposizione il suo tempo.
Mi dispiace. Prego, consigliere Montuoro.
Grazie, Presidente. Rivolgo un saluto al
Presidente della Giunta, agli assessori e a tutti i consiglieri. Intervengo,
intanto, ringraziando il Presidente della Giunta per le preziose delucidazioni
che ci ha dato in merito a quello che è stato l'intervento della collega Bruni. Condivido pienamente quando lei dice che il
Consiglio si deve giocare una partita e si gioca una partita importantissima.
Approda, forse dopo anni, in Consiglio regionale un provvedimento così
importante e io, Presidente, le dico che voglio essere di questa partita.
Voglio essere di questa partita perché è il momento di dare una svolta
importante a quella che è la gestione della sanità in Calabria.
Penso che non ci sia sede più opportuna
che quella del Consiglio regionale per discutere di una tematica così
importante e discutere di una legge regionale che può rappresentare l'inizio di
una svolta per quella che è stata, fino ad oggi, la gestione della sanità
calabrese. Anche questo punto all'ordine del giorno dimostra che è importante e
mirata l'attenzione che il nostro Presidente e tutto il Consiglio stanno
investendo sul settore della sanità.
Presidente, visto che si tratta del mio
primo intervento in quest'Aula, ne approfitto per farle i complimenti per gli
importanti risultati portati a casa in un lasso di tempo così breve.
È giusto ricordarlo e sottolinearlo a
tutti che è un Presidente, proclamato il 29 ottobre e nominato Commissario il 4
novembre, al primo Consiglio dei Ministri.
Mi sembra che sia un risultato
importantissimo, raggiunto in tempi da record che ci deve rendere orgogliosi di
quella che è l’attività che sta portando avanti, non solo per l’importante
risultato, ma soprattutto per aver rispettato l'impegno che lei ha assunto con
i cittadini calabresi durante la campagna elettorale, risultato che è stato
portato a casa, come dicevo poc'anzi, veramente in tempi di record.
Anche le pratiche discusse, oggi, in
questa Assise sottolineano l'importanza che questo governo regionale vuole dare
al tema della sanità.
I due punti iscritti all'ordine del giorno
sono importanti per il futuro di questo settore e noi dobbiamo dimostrare di
avere le idee chiare, che sapremo fare del nostro meglio per invertire, una
volta per tutte, quella tendenza che ci vede sempre fanalino di coda.
La proposta dell'istituzione della
cosiddetta Azienda Zero consentirà di rialfabetizzare,
processo per processo, l'infrastruttura amministrativa e si renderanno omogenee
le procedure tra le aziende con standard ben definiti e monitorati, consentendo
a tutti di raggiungere dei livelli di qualità, di risultato e di servizio
migliori.
Una sfida, come diceva lei, Presidente,
una partita importante quella della riorganizzazione del servizio sanitario
regionale su cui tutti ci giochiamo la nostra credibilità; un'iniziativa che
assume un valore particolarmente importante, vista la situazione in cui versa
il nostro sistema sanitario regionale, soprattutto, in questo particolare
momento di emergenza sanitaria ed è perciò che l'istituzione dell'Azienda Zero
risponde alle esigenze di accorpare e centralizzare in capo a un unico soggetto
le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché
di supporto al coordinamento e alla governance del servizio sanitario regionale, riconducendo ad
esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale.
Una misura che consentirà, ovviamente, di
snellire le procedure, evitando ulteriori perdite di tempo e consentirà il
miglioramento della qualità dell'azione amministrativa e una migliore capacità
di utilizzo delle risorse disponibili.
Ci troveremo così una struttura che potrà
controllare la spesa, gestire i flussi di cassa e monitorare l'efficienza, per
avere un quadro d'insieme migliorativo per la nostra fragile sanità calabrese.
Si tratta, sostanzialmente, di un
intervento in linea con gli impegni assunti dal nostro presidente e Commissario
Occhiuto che, sulla sanità calabrese insieme a tutti noi, si gioca una tra le
partite più importanti di questo governo regionale.
Attraverso questa iniziativa legislativa
sarà possibile riconquistare la fiducia dei cittadini calabresi che, dopo circa
12 anni di commissariamento, non conoscono ancora l'ammontare del debito
sanitario e troppo spesso sono costretti, per inefficienza del nostro sistema
sanitario regionale, a ricorrere al servizio sanitario di altre regioni, a cui
la Calabria corrisponde ingenti somme di denaro per la cosiddetta emigrazione
sanitaria.
Con questa iniziativa legislativa possiamo
finalmente contribuire ad organizzare in modo moderno ed efficiente la governance di
questo settore strategico.
Mi avvio alla conclusione, facendo un
inciso anche su quella che sarà la sede operativa, Presidente, dell'Azienda
Zero che penso, in maniera naturale, debba essere istituita presso la
Cittadella regionale di Germaneto, per avere un contatto continuo e costante
con la figura commissariale e con il Dipartimento, per avere maggiore
efficienza rispetto all'attività che verrà svolta quotidianamente.
E nell'occasione le chiedo, anche se ho
avuto modo di apprezzare nel suo precedente intervento che si sta occupando già
della questione, di sollecitare la vicenda che riguarda il personale del 118,
personale sempre in prima linea e che continua a prestare il proprio prezioso
servizio sopportando turni di lavoro estenuanti ma che, nonostante tutto, da mesi
attende ancora il pagamento delle spettanze dovute e previste per l'emergenza Covid. So che se ne sta già occupando.
Spero che, anche, questa problematica sia
risolta in tempi brevi.
Chiudo definitivamente con una frase che mi è rimasta molto impressa, Presidente,
rispetto a quelli che sono i contenuti del Programma di governo: “Poca vetrina
e molta officina, guardandoci negli occhi, così come noi calabresi impariamo a
fare da bambini, senza alibi e senza paure”.
Penso che questa, Presidente,
colleghi consiglieri, assessori, sia la frase che può rappresentare quella che
sarà l'attività della Giunta regionale e di questo Consiglio regionale per i
prossimi cinque anni.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto la parola il consigliere Laghi. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Ho preparato un intervento piuttosto
strutturato, fra l'altro, investendo 15 ore di domenica per fare il punto della
situazione.
L’ho modificato e mi scuso se,
magari, ci sarà qualcosa di poco chiaro; però, vorrei fare un discorso con una
franchezza che il mio ruolo politico mi impone, politicamente relazionale, di
merito e di metodo.
Parto da quanto il Presidente ha
riferito.
A mio parere, concettualmente, la
concertazione è una scelta che si può fare con associazioni e con elementi
della società civile e questo non è il caso di specie in quanto, nel momento in
cui si comincia un percorso all'interno del Consiglio regionale, è del tutto
evidente che quel percorso deve, a mio parere, attraversare dei passaggi
obbligati che questo disegno di legge e il successivo non hanno neanche
sfiorato.
Così come mi permetto di dire che
l’incontro avuto in occasione della Conferenza dei capigruppo non può neanche
lontanamente essere valutato come una sorta di passaggio in Commissione, in
quanto mancavano proprio i presupposti, la conoscenza della legge e mancava la
discussione.
Si è trattato solo di una garbata
notifica di qualcosa che sarebbe venuto e che adesso ci troviamo direttamente
in Aula.
Per quanto riguarda, poi, il
problema della Regione Veneto - è ben noto che la Regione ispiratrice di questo
provvedimento sia il Veneto - mi sono fatto obbligo di prendere la legge,
valutarla, leggerla e compararla sinotticamente con questa.
Beh, allora, non solo sono diverse
le condizioni di contesto – vedi il commissariamento e il non commissariamento
–, ma la legge del Veneto è sostanzialmente diversa da quello che ci proponete
stasera ed è stata ampiamente emendata – per usare un garbato eufemismo – praticamente
del 99 percento dei passaggi in cui venivano richiamati gli elementi di
condivisione e concertazione dialettici con tutti quanti gli altri componenti
del Consiglio regionale del Veneto.
Adesso, entrerò nel merito perché,
da tecnico, non ritengo pregiudizialmente che un elemento di supporto,
soprattutto amministrativo delle Aziende sanitarie - che, a mio parere, sono
state incongruamente ridotte e disastrosamente organizzate nel 2007, per puro
interesse politico personale, tanto per chiarirci – sia stato un buon passaggio
e temo che il percorso, che adesso si indica con questa nuova legge, peggiorerà
ulteriormente quel quadro, qualunque sia il tempo che impiegherà per essere poi
concretamente attuata. Le Aziende sanitarie, che io chiamo “locali” e non
“provinciali”, sono convinto - e stiamo lavorando a definire gli ultimi
dettagli di una proposta in tal senso - che dovrebbero ritornare ad essere – e
spiegherò dopo perché –Aziende sanitarie locali, frammentando quel disastroso
accorpamento in Aziende provinciali, ovviamente nei territori più ampi. Sono
convinto che è quella la strada.
Perché lo dirò? Perché sono
assolutamente, non convinto, ma contrario, contrarissimo, a questa proposta di
legge?
Perché questo non è uno strumento
di cui le Aziende possono giovarsi occupandosi della implementazione
dell'attività di assistenza ai cittadini, ma è essenzialmente, con ogni
evidenza, una super struttura per cui le cinque Aziende sanitarie diventano
un'unica Azienda.
Questo è scritto con grande
franchezza.
Come voi sapete, per questo
motivo, come gruppo De Magistris Presidente, abbiamo trasmesso al Governo
nazionale e alla Procura della Corte dei Conti, l'espressa richiesta di
diffidare il Consiglio regionale, affinché non approvi queste due proposte di legge,
questa e quella successiva.
Ciò in quanto, tra l’altro, non
essendo urgenti, devono essere trattate in primo luogo nella terza Commissione
consiliare, di cui la riunione dei capigruppo non può essere considerata
certamente una supplenza adeguata.
Secondo la relazione illustrativa,
l’Azienda Zero – cito testualmente –, “risponde all'esigenza di unificare e
centralizzare in capo ad un solo soggetto le funzioni di supporto alla
programmazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di supporto al coordinamento
e alla governance
del servizio sanitario regionale”; cioè, passiamo all’Azienda sanitaria unica
regionale.
In questa premessa, è chiaro che
l’intento politico è di creare un soggetto che accentra i poteri e si ponga
come organo ausiliario per la programmazione, per il coordinamento generale e
per la governance
del Servizio sanitario calabrese, come se il Dipartimento tutela della salute
fosse irrilevante o secondario, come se le Aziende pubbliche della salute non
fossero gestite da Commissari governativi, come se il Presidente della Regione
non fosse nel contempo delegato del Governo nazionale per l'attuazione del
Piano di rientro; infine, come se il commissariamento non vietasse per legge
ogni ingerenza della Regione sino ad avvenuto rientro.
(Interruzione)
Le restano due minuti, collega.
LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)
Scusi, non ho 10 minuti di
intervento? Ne sono passati quattro, Presidente!
(Voce fuori microfono)
Otto! Il tempo vola! Per la verità
ne sono passati 7, allora! Immaginavo che dovessi contingentare il mio
discorso.
Comunque, procedo rapidamente a
dire che tra le competenze previste in capo ad Azienda Zero vi è anche, per
quanto dettagliato, la gestione delle procedure di selezione e formazione del
personale, del modello assicurativo, delle infrastrutture tecnologiche e
informatiche, dell'autorizzazione all'esercizio delle strutture sanitarie e
socio-sanitarie, del contenzioso sanitario, della logistica dei servizi tecnici
e degli uffici relazioni con il pubblico.
È del tutto evidente che si tratta
di una manovra politica, non di una manovra tecnica, per incentrare ancora di
più una sanità che è già troppo incentrata.
Non leggo il resto e concludo,
Presidente.
Concludo, perché voglio concludere
con un aspetto che mi sta particolarmente a cuore.
Io sarò un fiero oppositore di
questa legge, che avrebbe potuto essere ben diversa e utile, invece sarà una
legge distruttiva; e sarò fiero oppositore perché questa legge allontanerà
ancora di più i cittadini dalla sanità, renderà le fasce deboli ancora più
deboli e stroncherà sul nascere un possibile controllo sociale che in Calabria
è un elemento fondamentale di bilanciamento dell'aggressività e della rapacità
di una classe politica e, diciamo, di altra natura che nella sanità vede
soltanto un cespite di guadagno a danno della salute delle popolazioni
calabresi.
Per cui, con ogni evidenza, vi
inviterei – non ho tempo e non la posso leggere – a riflettere sul fatto che,
nel momento in cui questa legge entra in quest'Aula, deve fare il percorso che
le leggi di questa rilevanza debbono fare.
Non ha un criterio di urgenza,
l'ha detto il Presidente, perché poi si vedrà.
Allora, una legge di questa
importanza, di questo spessore e di questa articolazione deve fare il percorso
attraverso le Commissioni.
Se poi la maggioranza, o chi per
essa, non è in grado di costituire le Commissioni per motivi che non mi
interessano e non mi riguardano, allora si aspetti; si aspetti che le cose
finiscano, ma questo è un argomento di una delicatezza estrema che metterebbe
definitivamente in ginocchio il diritto alla salute dei calabresi. Grazie.
Grazie, consigliere Laghi. Spero
che si sbagli. Ha chiesto la parola la collega Loizzo.
Ne ha facoltà.
Buonasera a tutti. Buonasera,
Presidente. Devo dire con grande emozione, da medico, anche direttore di un Dipartimento
importante e chirurgico di un ospedale Hub, che questa è la riforma che
aspettavamo da tempo.
Sul criterio di urgenza, il
Presidente non ha mai detto che non ci sia. La sanità è urgenza quotidiana.
Sugli eventuali profili di
interferenza segnalati dalla dottoressa Bruni, della proposta legislativa
rispetto ai poteri commissariali e al Piano di rientro che, in qualche modo,
potrebbero rendere anticostituzionale questa legge, dico che il presidente
Roberto Occhiuto ha un grande coraggio perché ci mette la faccia. Poi si dica a
tutti che questa legge è anticostituzionale!
Tra l'altro, il passaggio in
Consiglio regionale, secondo me, è doveroso proprio perché l’intero Consiglio
regionale deve condividere questo passaggio della legge.
Le criticità mosse all'impianto
della proposta di legge istitutiva dell'Azienda Zero, a mio avviso, non
appaiono condivisibili.
Come capogruppo della Lega, a nome
di tutto il Gruppo, ribadisco che l'istituzione in discorso non stride, né
determina un superamento dei poteri sostitutivi, ai sensi dell'articolo 120
della Costituzione, attribuiti al Commissario; anzi, si pone come unico
strumento attuabile per superare una situazione di impasse che rischia di sommare al danno la beffa per la Regione
Calabria e per la tutela – come più volte ha ripetuto il Presidente – dei
livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla
salute dell'articolo 32 della Costituzione.
Siamo a conoscenza, caro dottor
Laghi, e ben consapevoli delle funzioni di carattere amministrativo dell'organo
commissariale della sanità regionale e, soprattutto, dell'esigenza di porre al
riparo le predette funzioni da interferenza degli organi regionali.
Ciononostante, anche facendo
corretta applicazione del principio di sussidiarietà e del principio di leale
collaborazione, nei limiti in cui è possibile evocare detti principi, le
funzioni commissariali – come lei saprà bene – non esautorano né potrebbero mai
esautorare sic et simpliciter i
poteri legislativi del Consiglio regionale definiti dall'articolo 121 della
Costituzione laddove, come nella specie, si verte in materia di competenza
legislativa concorrente e di una disciplina, quella di cui alla proposta di
legge regionale, che, semmai, mira nell'ottica del Presidente a salvaguardare
la coerenza del sistema e a superare situazioni di stasi, con la premura di
evitare contrasti con l'azione del Commissario e con il Piano di rientro.
Per la prima volta, dopo Giuseppe Scopelliti, abbiamo un Presidente che è anche Commissario
al Piano di rientro.
Nel caso di cui ci si occupa non è
dato rinvenire interferenze ostative al corretto esercizio delle funzioni
commissariali; non è dato rinvenire un'effettiva interferenza con le
valutazioni e i poteri del Commissario ad
acta, tale da comportare una violazione – come da voi sottolineato –
dell'articolo 120, comma 2, della Costituzione, né una sovrapposizione con le
previsioni del Piano di rientro e con le azioni di governance, tali da comportare una violazione dell'articolo 117, terzo comma,
della Costituzione e dei principi fondamentali della legislazione statale,
dirette alla tutela della salute e al contenimento della spesa pubblica in materia
sanitaria.
Solo la cooperazione e il dialogo
tra organo legislativo e Commissario potranno consentire di superare la
richiamata stasi e di contribuire, a mio modesto parere, semmai, agli obiettivi
stabiliti dal Governo relativamente al Servizio sanitario della Regione
Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria; anzi, secondo me, per
alcuni aspetti la proposta sembra proprio attuare le indicazioni governative,
laddove l’istituenda Azienda Zero dovrebbe svolgere il ruolo di soggetto
aggregatore, come pure tiene conto dell'esigenza di dialogare con l'organo
commissariale.
Non ci dimentichiamo che
l'approvazione preventiva della legge al Tavolo commissariale avverrà e già
stamattina la legge è stata presentata.
Riteniamo, dunque, come gruppo Lega
Salvini, al netto di taluni correttivi, che la
proposta si innesti nel solco corretto, quello di riappropriarsi di prerogative
proprie e di esercitare dunque i poteri propri del Consiglio regionale, ponendo
soluzione a quella inerzia, caro consigliere Laghi, che in tanti anni ha inciso
negativamente sui livelli essenziali della prestazione sanitaria, facendo
sprofondare nel passaggio del testimone tra i Commissari succedutisi – quelli
che accettavano e quelli che non accettavano, e nell'ampliamento voluto da
alcuni dei poteri ai Commissari – la sanità calabrese nel baratro. Grazie.
Grazie, consigliera Loizzo. Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.
Presidente, inizio il mio intervento
con una piccola battuta: non pensavo che la collega Loizzo
facesse parte della Corte costituzionale e che già abbia la garanzia che questa
proposta non sarà bocciata.
Presidente Occhiuto, qui dobbiamo
fare un discorso che è prettamente di metodo e di merito.
Se parliamo del merito io, a
differenza del collega Laghi, vedo la razionalizzazione del Sistema sanitario
regionale come l'unica via d'uscita da questa situazione, che dire tragica è
quasi fare un complimento a chi oggi ha amministrato la sanità in Calabria.
Fosse per me, qualche direttore
generale non lo farei più nemmeno entrare in Calabria per come ha gestito i
soldi delle tasse dei nostri concittadini.
Sul merito della questione e,
quindi, sull’Azienda Zero – ne ho discusso anche col mio collega Afflitto, che
di sanità ne sa ancora più di me – non sono in disaccordo, presidente Occhiuto
sulla proposta; anzi, le dico di più, non so se lei sa che da più di tre anni
abbiamo impantanata in una Commissione, che è la Commissione sanità, una proposta
di legge a firma Dalila Nesci, Gianluigi Scaffidi,
che è attualmente il direttore generale dell'ASP di Reggio Calabria, e Tullio
Laino, ex direttore generale dell'ASP di Cosenza, che andava in direzione della
razionalizzazione del Sistema sanitario regionale.
La invito, presidente Occhiuto, a
vedere questa proposta di legge che va in direzione totalmente opposta rispetto
a quello che diceva il collega Laghi, dove addirittura noi prevedevamo una
riduzione delle ASP da cinque a tre: Nord, Centro e Sud.
Si figuri se siamo contrari a
priori nel merito della questione.
Mi sposto, però, sul secondo tema,
che è quello del metodo, presidente Occhiuto. Devo dare atto che lei sta
correndo e sta cercando di cambiare lo stato delle cose, ed è un merito quello
che lei sta avendo.
Lei lo sa, sono venuto nel suo
ufficio, le ho dimostrato totale collaborazione, lo dico pubblicamente; sto
avendo problemi interni anche per questo; non è un problema, perché sono una
persona libera, metto al primo posto la Calabria e non mi interessa chi fa le
cose per la Calabria, l'importante è che si facciano, e ci tengo a dirglielo in
faccia; però, quando si va a trattare un tema così importante, presidente
Occhiuto, dobbiamo farlo con un metodo adeguato.
Non stiamo andando a decidere cosa
andiamo a mangiare dopo la fine della seduta di Consiglio regionale.
Qui stiamo parlando di qualcosa di
estremamente importante ovvero del futuro del Sistema sanitario di due milioni
di abitanti.
Lei capisce che ci avete mandato
una proposta di legge tra giovedì e venerdì e ci chiedete collaborazione! Come
faccio a collaborare in due giorni, dovendomi confrontare con collaboratori,
tecnici e persone che, comunque, mi devono aiutare nel valutare una proposta di
legge così importante?
Ecco perché, presidente Occhiuto,
la invito veramente col cuore in mano dalla prossima seduta di Consiglio regionale, al di là
delle Commissioni che, presidente Mancuso, sono importanti, noi dobbiamo
arrivare in Consiglio regionale pronti e dobbiamo capire se quello che stiamo
andando ad approvare, a legiferare si può approvare o non si può approvare. In
un giorno e mezzo con chi mi confronto? Non abbiamo avuto il tempo di
rapportarci.
Ho
qui davanti a me uno dei tanti messaggi che mi sono arrivati su questa legge
che, nel merito, condivido - sottolineo - e, dice: “Mancanza del requisito di
eccezionalità e di urgenza della proposta di legge, la proposta di legge andava
affidata alla terza Commissione consiliare e alla Commissione bilancio, visto
che comporta un maggiore onere di euro settecentomila per il periodo 2020-2024,
viola l'articolo 117 della Costituzione perché l'Azienda stessa surroga il
potere ordinamentale dello Stato, viola l’articolo 120, comma 2, della
Costituzione sui poteri commissariali, viola l'articolo 8, comma 1, della Legge
numero 131del 2003, viola l'articolo 4, commi 1 e 2, del decreto legge numero
159 del 2007 convertito nella Legge numero 222 del 2007”.
Ora,
da calabrese, mi auguro che questa legge non sia impugnata, però se vogliamo
arrivare più pronti, come Consiglio regionale, presidente Occhiuto - visto che
lei ci sta chiedendo collaborazione e, personalmente, penso, a più riprese, di
averle dimostrato che questa collaborazione ci vuole essere in funzione del
bene comune dei nostri concittadini - mi auguro che dalla prossima seduta di
Consiglio regionale nelle Commissioni si affrontino questi temi così importanti,
con una tempistica, presidente Mancuso, anche un po' più adeguata perché stiamo
trattando degli argomenti seri. Consigliera Loizzo, lei
dice che il Consiglio deve condividere la legge. Le cose si condividono, a casa
mia, quando si fanno insieme dall'inizio alla fine, perché altrimenti voi
portate la proposta di legge e noi dobbiamo soltanto alzare la mano e votare
favorevolmente.
Penso
che, comunque, nel nostro ruolo di opposizione, se voi chiedete collaborazione
in un periodo post pandemico dove abbiamo vissuto la terza guerra mondiale,
dove comunque stiamo dicendo che al Governo nazionale per questa situazione di
emergenza c'è Forza Italia, c'è la Lega, c'è il Movimento Cinque Stelle, c'è il
Partito Democratico, allora o si collabora sempre, ma dall'inizio, oppure non
si collabora. È un discorso prettamente oggettivo e maturo che non vuole
andare, a priori, contro una formazione politica, perché - torno a ripetere -
nel merito noi abbiamo già una proposta di legge che va nella vostra direzione
che è quella di non tagliare i servizi bensì di razionalizzarli. Grazie per
l'attenzione.
Grazie,
consigliere Tavernise, spero che nella prossima
seduta di Consiglio, prima della fine dell'anno, si possa procedere con
l’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.
Grazie.
Presidente, è vero che nell'ultima Conferenza dei capigruppo il Presidente
della Giunta regionale, unitamente al sub-commissario, ha informato la Conferenza
dei capigruppo che avrebbe portato in questa seduta un progetto di legge sull’ Azienda
Zero, ma solo pochi giorni fa invece abbiamo avuto il testo per poterlo
studiare.
Presidente,
il tema è questo! Lei dà una valenza politica molto ampia a questo progetto di
legge dal momento in cui chiede, anche alla sua maggioranza, dando la
connotazione di un voto di fiducia al suo Governo. Lei sta caricando
grandissima responsabilità politica a questo progetto di legge che, nel suo
intendimento generale, personalmente ma anche come gruppo, ci trova d'accordo
nella razionalizzazione.
Il
tema, però, qual è? Oggi, dove è stata applicata questa legge, sappiamo che
questo tipo di azienda, questo strumento, come lo chiama lei, è utilizzato in
Regioni dove il sistema sanitario già aveva una governance e un modello funzionante o comunque definitivo; a quel punto per
razionalizzare le spese, per razionalizzare le assunzioni del personale, per
razionalizzare alcuni servizi per tutte le Aziende, si è pensato in quelle
Regioni di fare dei progetti di legge che istituissero delle Aziende zero, così
come quella che viene prevista in Calabria.
Sostanzialmente
l'idea, presidente Occhiuto, - che ha un senso nella logica della
razionalizzazione, nella logica di assunzione del personale - in una sanità
regionale funzionante avrebbe una logica, ma oggi ci troviamo, invece, con un
quadro diverso, cioè con una legge che non ha nel suo corpo ma nemmeno negli
intendimenti - perché non c'è stato detto - l’indicazione del modello di sanità
verso cui si vuole andare. Poi c'è un altro tema: il personale. Lei dice di
centralizzare il personale. Il personale o si assume nuovo o se prendiamo
quello delle ASP è quello carente perché ci sono le piante organiche vuote da
un lato e dall'altro anche inefficiente, visti i risultati drammatici che gli
uffici amministrativi delle ASP, in larga parte, hanno avuto nella nostra
regione. Quindi, secondo me, sarebbe stato opportuno, è opportuno che accanto a
una riforma di questo tipo…
Poi
- mi consenta, Presidente, per la serietà tra di noi e per la serietà anche del
ruolo dei consiglieri regionali - non è che si può dire “Lo approviamo, ma poi
vediamo quando si attua, poi vediamo se lo cambiamo, poi vediamo quando”.
Se
si approva un progetto di legge oggi si costituisce una decima Azienda
regionale. È una scelta, questa scelta potevamo avere il tempo e il modo per
poterla discutere, accanto al tema della razionalizzazione, al modello
sanitario.
Personalmente
penso che se lei, da Commissario, ci dice e si assume la responsabilità, che
questo Consiglio possa dibattere, discutere e anche approvare, io ci sto;
condivido che lei investa il Consiglio regionale, però, allo stesso tempo
chiedo che il Consiglio regionale possa discutere riguardo a quale modello di
sanità vogliamo.
In
qualche modo, Presidente, lei dice “Voglio mettere nella cassetta degli
attrezzi un nuovo strumento”. Lei deve decidere se questo strumento deve essere
la carota o il bastone.
Per
quanto mi riguarda, secondo me, nella sanità in Calabria oggi serve il bastone
per il sistema che è crollato, che non funziona e che continua a non funzionare;
la carota, semmai, sarebbe da dare al personale medico e paramedico che sta
tenendo aperta una baracca e che ci consente di andare avanti, però, per il
resto, ci serve il bastone, Presidente,
non ci serve uno strumento che poi decidiamo come utilizzare.
Noi le chiediamo più coraggio nella qualità di
Presidente e soprattutto di Commissario ad
acta affinché questo modello di centralizzazione di alcuni servizi debba
essere strettamente legato, strettamente connesso a quale modello di sanità
vogliamo.
Noi
nel giugno 2020, quindi a 5 mesi dall'insediamento della undicesima legislatura,
abbiamo presentato un progetto di legge in cui, secondo noi - ma deve essere
argomento di dibattito, deve essere argomento di discussione in questo
Consiglio regionale - il problema non è il numero delle ASP ma cambiarne le
funzioni. Noi abbiamo presentato un progetto di legge dove pensavamo di
esplodere le ASP, per come le abbiamo conosciute, cioè gli Spoke
assieme agli Hub fanno delle aziende sanitarie
ospedaliere e il territorio fa il territorio. Ma anche questo deve essere
argomento di discussione, non è che perché lo abbiamo proposto noi è un
progetto di legge che deve essere approvato, però è la visione che si vuole
dare alla sanità.
Il
rischio è che da un lato proviamo a centralizzare, lasciando le contraddizioni
delle ASP così come sono state fino ad ora. Nessuno può dire il contrario
rispetto ai fallimenti in termini di bilancio, in termini di programmazione
sanitaria, in termini anche di nuove assunzioni. Presidente Occhiuto, se le ASP
non hanno dipendenti amministrativi, se non hanno medici, domani mattina con l’Azienda
Zero non si moltiplicheranno i pani e i pesci. Lei dice - su questo apprezzo la
sincerità e l'onestà -: “Se facciamo una cosa buona, ho vinto, se sbaglio, ho
sbagliato io”. Noi vogliamo che vinca la Calabria, vogliamo che ci sia un
sistema sanitario degno di questo nome, che ci sia pari dignità tra i cittadini
calabresi e quelli delle altre regioni d’Italia.
Per
questo chiediamo che, accanto a questo progetto di legge - che può avere delle
cose che ci possono vedere uniti nella scelta sulla centralizzazione di alcune
cose, evitando che si sovrappongano le competenze che sono già in capo al Dipartimento
- ci venga detta qual è la visione che il Commissario ad acta, che il Governo regionale ha sulla sanità. Il poi vediamo,
in questi casi, non ci è concesso. Lei, presidente Occhiuto, per tornare alle
linee programmatiche, ha usato, spesso, la parola rivoluzione: “Abbiamo fatto
una rivoluzione”. Le rivoluzioni ancora si devono fare, atteso che la
rivoluzione che vorremmo tutti è quella che ci sia una sanità funzionante e per
farla non può pensare di usare un contrappeso; se fa una legge regionale
coraggiosa, la deve arricchire del modello di sanità che noi vogliamo avere, di
cui la Calabria ha bisogno.
Aggiungo
e concludo sul metodo. Il decreto legislativo 229 del 1999 impone che per
grandi modifiche dei piani sanitari ci sia il coinvolgimento dei Comuni, di ANCI,
di Federsanità. Nessuno è stato coinvolto. Il
presidente Occhiuto ha incontrato le parti sindacali, ha accennato a un
progetto di legge nuovo, ma non si è entrati nel merito, non c'è stata una
concertazione. Io chiedo, noi chiediamo, il gruppo del Partito Democratico
chiede, presidente Mancuso, un aggiornamento di questo progetto di legge. Vogliamo
lavorarci e il luogo deputato sono le Commissioni.
Però
se si fanno delle riunioni della Conferenza dei capigruppo operative siamo
disponibili anche a ritrattarla nella Conferenza dei capigruppo, per pensare a
possibili emendamenti da poter presentare, da poter depositare.
Quindi
le chiedo, presidente Mancuso, di mettere in votazione la richiesta di rinvio
di questo progetto di legge e per comodità dei lavori, conoscendo un po' i
lavori d'Aula, le chiedo di non mettere subito ai voti il rinvio ma alla fine del dibattito, considerato
che anche altri colleghi del gruppo del PD vogliono intervenire.
Le
chiedo, quindi, alla fine del dibattito, di mettere ai voti la richiesta di
rinvio, di aggiornamento di questo progetto di legge. Aggiungo che non è una
bocciatura a prescindere, lo dico anche ai colleghi di maggioranza. Comprendo
il carico politico che il Presidente vuole dare a questo progetto di legge,
mettendo una sorta di fiducia al provvedimento, però comprendiamo e comprendete
che è inaccettabile, è impensabile approvare un progetto di legge per poi dire:
“Abbiamo sbagliato, proviamo ad emendarlo, riapriamo la discussione”.
Oggi
si fa un progetto di legge, dopo anni che questo Consiglio regionale non
legifera sulla sanità, e si crea una nuova Azienda sanitaria. Sarebbe
opportuno, giusto, un approfondimento anche, presidente Mancuso, da concordare,
qualora ci fossero le condizioni, anche dandosi una scadenza netta che può
essere la prossima seduta di Consiglio regionale, fine anno, ma questo nella Conferenza
dei capigruppo, in Ufficio di Presidenza potrebbe essere argomento di sintesi.
Grazie.
Grazie,
consigliere Irto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Sì,
grazie Presidente. Vorrei puntualizzare due aspetti che hanno già trattato il
Presidente della Giunta, Occhiuto, e la collega Loizzo.
Intanto dagli interventi dell’opposizione registro che, ad eccezione del
consigliere Laghi, gli interventi che si sono susseguiti non hanno posto delle
questioni che vanno a inficiare il contenuto di questa legge, si sono
solamente, esclusivamente, limitati a evidenziare delle questioni relative alla
legittimità di questa legge; anche il consigliere Tavernise
mi pare abbia detto di essere d'accordo.
Riferendomi
all'intervento della collega Bruni, lei dice una cosa importante, si chiede se
questo Consiglio può legiferare in questa materia. Collega, noi non abbiamo
perso la potestà legislativa in questa fase, siamo commissariati, siamo sotto
il piano di rientro ma non abbiamo perso la potestà legislativa, possiamo
legiferare anche in campo sanitario, la cosa importante è che non si vada in
contrasto con quello che è il piano di rientro, con quello che è il piano del Commissario
ad acta. La differenza che c'è,
almeno quella che io registro rispetto a prima, è che mentre prima il Commissario
ad acta era un soggetto diverso dal Presidente della Giunta, adesso coincide
con la figura del Presidente della Giunta.
Se
mi posso permettere di aggiungere qualcosa alla questione che ha proposto la
dottoressa Bruni, mi viene da dire che questa legge potrebbe essere impugnata
se in contrasto con quelle che sono le linee dettate dal Commissario ad acta, questa legge può essere
impugnata se va in contrasto con quello che è piano di rientro. Allora mi
chiedo: ma se, oggi, è il Commissario, sostanzialmente, a proporre questa
legge, logicamente verrebbe da dire che questa legge è in linea con quelle che
sono le indicazioni del Commissario ad acta
delegato al Piano di rientro.
Nelle
scorse legislature, sostanzialmente, abbiamo approvato pochissime leggi in
materia sanitaria perché ogni volta che arrivavano in Commissione o andavano in
Consiglio il Settore legislativo diceva una cosa semplice e lapidaria, diceva
non si può approvare questa legge perché, se anche non direttamente, ma
potenzialmente, potrebbe andare ad inficiare quello che è il piano del Commissario
ad acta. Sostanzialmente le motivazioni erano sempre le stesse: non potevamo
approvare leggi relativamente al settore sanitario proprio per questo motivo,
perché anche potenzialmente potevano andare a inficiare quella che era l'opera
del Commissario. Oggi questo non succede perché il Commissario,
sostanzialmente, è il proponente di questa legge.
Ragionando
al contrario, questa legge, sostanzialmente, è la base della linea che sta
dando il Commissario ad acta per
avviare un procedimento riguardante il Piano di rientro.
Per
quanto riguarda quello che diceva il dottore Laghi, non sono d'accordo perché, oggi,
non stiamo costituendo l'Azienda unica regionale, oggi stiamo cercando di
creare uno strumento che dovrà essere riempito di contenuti, oggi possiamo dire
che definiamo una cornice con alcune prerogative, poi sarà la Giunta, sarà il Commissario
ad acta a riempirla di contenuti.
Immagino che l'Azienda Zero avrà bisogno di uno Statuto che precisi e delimiti
i compiti.
Oggi
stiamo descrivendo, come diceva il presidente Occhiuto, un'Azienda che si andrà
ad occupare del deficit amministrativo delle aziende sanitarie locali e,
quindi, stiamo andando a drenare delle competenze che - abbiamo avuto modo di
vedere tutti - non sono state in grado di produrre alcun tipo di risultato per
i calabresi, dandole ad una struttura centralizzata che, sicuramente, in
maniera più snella e più rapida, potrà dare delle risposte precise.
Dal
punto di vista tecnico mi sento di dire che oggi stabiliamo il primato della
politica, oggi approviamo per la prima volta, dopo non so quanti anni, una
legge che incide sul sistema sanitario e che vuole essere l’inizio di un
percorso virtuoso per quanto riguarda il piano di rientro. È questo che stiamo
facendo e siamo in perfetto allineamento con quello che il Commissario ad acta vuole fare.
Ritengo
sia improbabile che il Governo possa impugnare questa legge, vediamo cosa
impugna di questa legge, di solito è difficilissimo che le leggi vengano
impugnate nella loro interezza, magari possono essere impugnate in alcune parti
o, cosa che a mio avviso potrebbe anche essere possibile, possono essere date
le famose indicazioni con le quali il Governo non impugna la legge, ma indica
gli aspetti da correggere per riportare la legge dentro i normali canoni.
Questo
è per noi importante per capire quale atteggiamento avrà il Governo nei confronti
della Calabria.
È
la prima legge che arriverà sul tavolo del Governo e che va ad incidere
direttamente sul sistema sanitario calabrese ed è una legge che può dare
l'avvio a tutta una serie di procedure e di altre leggi che ci possono portare,
a mio avviso, all’uscita dal commissariamento. Ben venga, quindi, questa
esposizione che noi abbiamo nei confronti del Governo, non ci sarà alcun tipo
di problematica dal punto di vista economico perché, come ha detto il presidente
Occhiuto, l’Azienda Zero non verrà attivata immediatamente ma step-by-step e, quindi,
alla fine avremo tutto il tempo per capire quali sono i correttivi che,
eventualmente, dovremmo apportare.
Ripeto:
aspettiamo e vediamo. Il Governo ha i tempi per impugnare questa legge, ritengo
che, come dice il presidente Occhiuto, difficilmente la impugnerà, ma se lo
dovesse fare vediamo in quale parte lo farà e in quella parte applicheremo dei
correttivi, ma, intanto, abbiamo una base di partenza dalla quale iniziare un
percorso che, a mio avviso, inizia oggi e che sicuramente continuerà con altri
atti che porteranno finalmente a governare la sanità nella Calabria.
Per
questo dico che oggi abbiamo stabilito il primato della politica, per troppi
anni siamo stati commissariati e non abbiamo potuto incidere in alcuna maniera
sulle sorti della sanità della nostra regione. Oggi abbiamo questa possibilità
e non possiamo lasciarcela scappare. Questo è un primo passo, si sta mettendo
qualcosa, come dice il Presidente, nella cassetta degli attrezzi che, poi,
andrà riempito di contenuti; la Giunta dovrà fare atti, il Consiglio sarà
chiamato a fare altri atti, sicuramente quando si costituiranno le Commissioni,
l'atto costitutivo passerà nella Commissione competente, addirittura tanti
punti - è già previsto nel testo della legge - devono passare dalla Commissione
competente. Il Consiglio, in questa nuova esperienza, non solo non viene
esautorato, ma viene reso protagonista. Quindi, per quanto mi riguarda,
Fratelli d’Italia darà il suo voto favorevole a questa proposta di legge. Per
quanto riguarda la proposta avanzata dal consigliere Irto siamo contrari al
rinvio della proposta in discussione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Intervengo molto brevemente perché il capogruppo Irto ha espresso la posizione
in maniera chiara e credo che vada rispettata.
Ci troviamo, però, davanti
a un punto importante che stiamo per trattare in quest'Aula e che riguarda la madre
di tutte le battaglie: la sanità. Visto che il presidente Occhiuto, ogni tanto,
ricorda i nostri trascorsi di amicizia e la nostra formazione comune, vorrei
far recuperare un concetto a me molto caro che è la politica della mitezza.
Quella politica che ha
grandi ambizioni è un concetto che esprimeva Aldo Moro non io, mi sono
abbeverato a quella scuola. Vorrei invitare il presidente Occhiuto a riflettere
su questo concetto: la politica della mitezza è quella politica dove qualcuno
mette in campo un progetto alto - come magari l’ha messo in campo il presidente
Occhiuto - ma questa idea alta deve avere la capacità di persuadere coloro che
non sono convinti, coloro che esprimono perplessità e riserve; convincere, poi,
tutti questi che manifestano perplessità e riserve a trovare un denominatore
comune che è offrire servizi migliori alla Calabria, garantire i servizi
eccellenti ai calabresi, evitare quindi la mobilità sanitaria e una governance sanitaria a livello adeguato alle cose che
stiamo per dire.
Presidente, affido a lei
questa mia reminiscenza storica di formazione legata a un discordo comune.
È giusto che lei dica che
questo sistema già esiste in altre realtà territoriali, partito con il Veneto e
concluso con il Lazio. Sono sei Regioni che hanno attivato questo sistema. Però
è anche vero, presidente Occhiuto, che – lo ricordava bene il capogruppo Irto -
quelle realtà sono realtà con un sistema sanitario già efficiente e
funzionante.
Lei, oggi, propone a
quest'Aula una modifica sostanziale, dove lei è Commissario alla sanità e la
Calabria è l'unica Regione - per come ho avuto modo di approfondire, perché il
Veneto e il Lazio non erano commissariate, nessuna Regione era commissariata -
dove oggi un Commissario, che ha pieni poteri per attivare tutte le iniziative
utili a rimettere in sesto un sistema, propone un’Azienda che assorbe le
funzioni delle ASP e che accorpa, a mio modesto parere, gestione e
programmazione.
Presidente Occhiuto, lei,
veramente, sta dimostrando di avere dinamismo, voglia di dimostrare che con la
sua gestione la Calabria cambierà passo e noi ne siamo contenti, orgogliosi di
questa forza, di questa capacità e determinazione, di questa voglia di
dimostrare che i calabresi hanno anche gli attributi - scusatemi il termine -
hanno anche una missione, una capacità di chiedere a livello nazionale
rispetto, autorevolezza delle proprie funzioni, dei propri ruoli e quindi anche
competenza nel proporre innovazioni nel mondo della sanità, in questo caso. Ci
mancherebbe altro!
Però, dietro a questa
proposta, presidente Occhiuto, a monte, non c'è un lavoro in cui vengono fuori
le criticità per le quali lei propone questa Azienda; non c'è un lavoro a monte
dove vengono fuori i risparmi che questa Azienda conseguirà; c'è solo un dato:
assorbirà 700 mila euro del bilancio regionale. Solo questo è il dato certo!
Le criticità del perché
abbiamo creato questa Azienda non ci sono, i risparmi che ne derivano non ci
sono e quindi le chiedo chiarimenti su questi due elementi.
E poi questa Azienda dovrà
non solo prendere personale in mobilità, eventualmente, ma anche procedere a
nuove assunzioni.
Quindi rischiamo di creare
– lascio la riflessione a lei e alla
maggioranza, perché lei ha caricato politicamente questo voto che ha definito
di fiducia - al di là della nostra volontà, della nostra voglia di dare un
segnale di rottura, - lo dico con estrema franchezza - un nuovo carrozzone in
questa regione.
Perché quando lei mi dice
“mobilità e assunzioni” non si capisce come si faranno queste assunzioni, da dove
verrà fuori il personale, perché lei da Commissario alla sanità, presidente
Occhiuto, si sta battendo per avere personale da poter utilizzare in questa
battaglia che dobbiamo condurre insieme, in questo cambiamento culturale, in
questa rivoluzione che dobbiamo fare.
Questi sono i temi che noi
poniamo con umiltà, con serenità.
Noi modelli indifendibili
non ne vogliamo difendere. Ci mancherebbe altro! Noi pensiamo, lavoriamo per
dare ai calabresi una sanità di qualità, d'eccellenza, che evita la mobilità,
la migrazione sanitaria, che evita anche altre cose. Però, convinciamoci a
vicenda!
Ecco perché la invito a
recuperare quel concetto della politica come mitezza e a darci il tempo per
capire meglio quali sono le criticità per cui dà vita all’Azienda. Quali sono i
risparmi che derivano da questa Azienda?
Perché lei, oggi, è
Commissario di questa Regione che ha tutti i poteri per poter avviare questo
processo di cambiamento, assumendo personale, scegliendo quello che vuole, ma
non partendo da uno strumento nuovo da mettere in campo che è l'Azienda e che
non so dove ci porterà.
Lei dice che è una
rivoluzione? Io ho i miei dubbi, per come noi siamo abituati a ragionare. Ma,
ripeto, voglio esternarle la mia preoccupazione.
Quindi la invito,
Presidente, l’ha già chiesto il presidente del mio gruppo, Nicola Irto, ad
aggiornare questa proposta di legge, a darci il tempo per riflettere, perché
noi non vogliamo, certamente, riportare l'orologio ai tempi che furono, ma
ragionare per come razionalizzare la sanità in Calabria, attraverso nuovi
strumenti e attraverso nuove forme.
Ha chiesto di intervenire
il collega De Nisi. Ne ha facoltà.
Presidente, non mi ero
prefissato di intervenire però, sentendo i discorsi, non ho visto molta
logicità in quello che è stato affermato sinora, nel senso che non vedo nessun
contrasto tra il fatto che la Regione Calabria sia una Regione commissariata e
gli indirizzi e il contenuto di questa legge. Noi siamo commissariati,
innanzitutto, per la mole del debito sanitario che si era già accumulato 11-12
anni fa, quando è stato fatto il commissariamento. Leggendo la proposta di
legge e le funzioni all'articolo 2, vediamo che ha come primo obiettivo quello
di intervenire sul controllo della spesa e sul controllo del debito.
Tra le funzioni che
prevede, ci sono funzioni e responsabilità della gestione sanitaria accentrata,
al punto b) c'è: gestione dei flussi di cassa relativo al funzionamento del
fabbisogno sanitario; tenuta della scrittura della gestione sanitaria
accentrata; redazione del bilancio preventivo e consuntivo della gestione
sanitaria accentrata.
L’Azienda, da come si
legge, ha l'obiettivo principale di controllare la spesa e di rendere
efficiente la spesa della sanità della Calabria, quindi non vedo quale possa
essere il contrasto di questa Azienda con la funzione del Commissario che ha,
come principale obiettivo, quello di garantire i servizi, ma anche di far
rientrare la Regione Calabria dal debito che ha accumulato. Se poi pensiamo
anche alle funzioni, quelle più semplici ed elementari che possiamo vedere
tutti quanti, come la gestione delle procedure di assunzione e concorsuali a
livello accentrato regionale, non vedo quale possa essere il danno per la
Regione Calabria, se non quello di migliorare, rendere più efficiente e
trasparente quella che poi è la fase della gestione del personale della
Calabria.
Prima diceva il Presidente
che l'Ospedale di Polistena - se non ricordo male - era carente di pediatri e
non poteva avere funzionamento nel reparto.
Ma io penso che questa
Azienda, sicuramente, aiuterà a migliorare questa carenza perché saprà e
aiuterà a scegliere le persone migliori per il posto giusto, rendendo più
sicuri i reparti per i pazienti ma anche per il personale medico, scegliendo le
persone migliori.
Se noi abbiamo un'Azienda
che come precipua attività ha quella di scegliere di avere un Ufficio
personale, un ufficio di selezione organizzato, in grado di svolgere queste
funzioni al meglio, non vedo quale possa essere il danno per la Calabria.
Non vedo quale possa essere
il danno, il dubbio o la differenza tra una Regione che agisce in regime
normale e una Regione che agisce in regime commissariale. Anzi questa Azienda
aiuta il Commissario perché lo aiuta a controllare alcuni processi come i
procedimenti delle gare di acquisto di beni e servizi per conto di tutte le
Aziende sanitarie della Calabria.
Voglio dire: ma tutte le
gare fatte in tutti i posti più sperduti di questa regione, hanno rispettato il
principio di economicità, congruità della spesa, correttezza della spesa?
Queste gare sono state espletate sempre nel migliore dei modi? O c'è bisogno
del servizio televisivo che ogni settimana, ogni due settimane, ogni mese, ci
fa scoprire, in qualche scantinato di qualche ospedale sperduto della nostra
regione, che ci sono accumulati milioni di euro di macchinari persi, andati
dispersi perché sono stati fatti degli acquisti incauti, magari con tecnologia
superata e con tecnologia che non serviva.
Questo non è un buon efficientamento della spesa, un miglioramento della spesa
sanitaria. Milioni di euro che vanno buttati magari negli scantinati e negli
ospedali quando poi ci sono delle tecnologie, dei macchinari che servono, sono
vitali e salvavita per le nostre persone e quindi devono essere scelte con
conoscenza della materia. Quindi, ecco che questa Azienda magari avrà una
commissione per la valutazione sulle tecnologie sanitarie da acquistare, quindi
gli acquisti saranno più cauti.
Quanti fitti improduttivi
ci sono in questa Regione? E allora perché questa Azienda non può avere la
funzione di valutare la congruità e la necessità di questi fitti?
Penso che questa Azienda
vada attivata nel più breve tempo possibile, perché aiuterà il Commissario, il
Presidente della Regione, a governare i processi in questo territorio e quindi
aiuterà le Aziende sanitarie a migliorare i servizi e la qualità ai cittadini.
Sicuramente non sono i 700
mila euro di spesa previsti, ma a fronte di queste risorse noi avremmo già dal
primo anno, da quando sarà attivata, milioni di risparmio. Penso che questa
proposta di legge vada approvata poi, magari, col tempo si potrà anche
arricchire, se ci saranno altre funzioni che si potranno discutere una volta
attivata. Però sicuramente questa è un'opportunità che la Calabria non può
mancare, questo sarà, secondo me, il primo esempio di buon governo in tema di
sanità che questo Consiglio regionale potrà dare e dimostrare al Governo
nazionale e a chi ci guarda.
Ha chiesto il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente,
intervengo molto brevemente. Apprezzo molto le ragioni che il presidente
Occhiuto adduce alle motivazioni di fondo che stanno dentro le scelte, in
questo caso legislative, che ci sta proponendo. E ho anche apprezzato - debbo
dire la verità - l'appello che ha rivolto al Consiglio per dotarsi
immediatamente delle Commissioni. Mi sembra molto serio, molto ragionevole
perché se avessimo portato questo provvedimento nella Commissione competente,
probabilmente la discussione, che stiamo sviluppando in Aula, l'avremmo già in
qualche modo filtrata in quella sede. Posso pure capire, Presidente, non mi
scandalizzo per nulla, ci mancherebbe pure, che nelle more anche il ruolo dei
capigruppo può, in qualche modo, supplire. Non è la stessa cosa.
Vorremmo capire queste more
quanto dovranno durare. Mi pare che anche il Presidente del Consiglio,
giustamente e appropriatamente, dicesse che forse già dalla prossima seduta di
Consiglio saremo messi nelle condizioni di avere tutta l’agibilità prevista con
le Commissioni.
Presidente, ora però è
chiaro, lei motiva con appropriatezza le sue ragioni, le sue motivazioni, però
non può non valutare che anche l'opposizione e gli altri consiglieri possono,
con altrettanta ragionevolezza, con altrettanto merito, con altrettanta
appropriatezza, offrire delle riflessioni e delle valutazioni che possono anche
non coincidere con quelle che esprime il Presidente. Poi nella forma,
dialettica, anche spinta a volte - ci mancherebbe pure - ci sta questa
divergenza positiva nel merito delle problematiche, nel merito delle questioni.
Qua, però, sono state poste delle riflessioni che io, Presidente, la inviterei
sinceramente, con grande senso di responsabilità, a valutare. un suo atto anche
di disponibilità in merito alla richiesta che ha fatto il capogruppo del PD, il
quale addirittura dice “Non vi stiamo dicendo di rinviarla sine die”. Quindi, non vogliamo prendere chissà quale tempo,
Presidente, vi stiamo addirittura dicendo “rinviamola”, decidendo già una data
anche all'interno della stessa riunione dei capigruppo, dove addirittura, con
la valutazione di qualche emendamento, di qualche aggiustamento, ci sarebbero
le condizioni per costruire una convergenza di vedute, di posizione, su un tema
così fondamentale ed importante.
Abbiamo discusso di
provvedimenti fondamentali, abbiamo detto che la sanità occupa il 62 per cento
delle risorse del bilancio e, quindi, abbiamo sottolineato l'importanza che
riveste nella nostra Regione.
Allora, Presidente, io non
solo le potrei dire le mie personali ragioni che non mi portano a essere così
convinto come lo è lei, però lei porta le sue argomentazioni e io prendo atto,
le do anche atto della tesi con cui le esprime.
Penso che in questo momento
sulla sanità il problema serio sia la zona gialla. Noi siamo in emergenza, il
trend della pandemia sta continuando ad incalzare e se noi non dotiamo le
strutture con i posti di terapia intensiva, con le USCA, con il rafforzamento e
potenziamento della campagna vaccinale, come giustamente diceva, Presidente.
Presidente, in questo
momento la priorità è dotare le strutture intermedie, in questo momento la
priorità è rafforzare e potenziare la rete socio-sanitaria del territorio.
In questo momento le
priorità fondamentali sono altre e non i contenuti di questa legge che poi abbiamo
anche detto – mi pare – che non siamo contrari a sopperire al deficit di carenza amministrativa e a
concentrare gli acquisti e anche i concorsi, però mi sembra che si vada al di
là. Non sono totalmente convinto e non capisco come fanno alcuni consiglieri a
dire che non è così.
Qua si sta facendo un’altra Azienda perché –
abbiate pazienza – se andiamo a guardare la legge si parla anche di prendere
come coordinamento la medicina territoriale. Andiamo a leggere la legge perché
ci sono passaggi molto delicati e importanti della vita e dell’attività
sanitaria. Altro che non si fa un’altra Azienda unica!
Poi, anche le motivazioni, Presidente, che lei
utilizza giustamente a sostegno e per corroborare le sue ragioni. Le Regioni
Veneto e l’altra Regione che lei ha indicato vivono in una condizione sanitaria
con 50 anni di buona sanità. La situazione sanitaria della nostra Regione non
può essere, per nulla, paragonabile, quindi personalmente non voglio aggiungere
ulteriori elementi che mi porterebbero anche a dire che le argomentazioni non
mi convincono.
Vogliamo fare un esempio? L’ASP di Cosenza gestisce
già un terzo della Calabria – non la metà o una parte residuale – e vogliamo
vedere gli Ospedali di Castrovillari che non hanno l’alcool? Vogliamo vedere
l’Ospedale di Rossano che non trova le siringhe? Di che cosa stiamo parlando!?
Non è così automatico, come ci state facendo capire voi, che questa Azienda
porterà la felicità della sanità e introdurrà elementi di trasparenza e di
chiarezza, di omogeneizzazione e di razionalizzazione. Non è per nulla vero
quello che state dicendo!
Penso che sarebbe più appropriato, più giusto e più
ragionevole, Presidente, rinviare la trattazione proprio per delle
argomentazioni di fondo molto importanti e imponenti che lei ha posto
all’attenzione, alla riflessione e alla valutazione del Consiglio regionale e
di questa minoranza.
Che cosa cambia fra una settimana o 10 giorni? Non
lo so nemmeno se stasera stesso potete, addirittura, già nella riunione di
capigruppo, individuare una riunione apposita per valutare e vedere come si
possa trovare una soluzione e approvare un provvedimento di questa natura.
Relativamente a quanto diceva la consigliera Bruni
– abbiate pazienza – non voglio sentenziare, però, vorrei porre l’attenzione
sul fatto che il presidente Occhiuto è Commissario della sanità perché c’è un
provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Non è vero che la Calabria mantiene la sovranità
sanitaria, stiamo dicendo una non verità perché la sovranità sanitaria con il
decreto Calabria è stata avocata già nel Consiglio nazionale a Roma. Non è vero
– ripeto – che la Calabria mantiene la sovranità sanitaria perché fino a
qualche tempo fa era così: avevamo il Commissario alla sanità e la sovranità
sanitaria che era in capo alla Regione.
Oggi, non è così perché la sovranità sanitaria
della Regione è stata avocata dal Governo nazionale. È giusta e legittima – sto
concludendo, Presidente – la riflessione che fa la consigliera Bruni
relativamente al fatto se questo Consiglio possa o meno approvare questo
provvedimento per questa ragione.
Poi, c’è un capitolo di bilancio nel quale dice che
li trovate questi 700.000 euro?
Ci sono tutta una serie di riflessioni e di aspetti
che ci inducono a riflettere.
Non vogliamo essere pregiudizialmente contrari
sulla bontà eventuale di questo ambizioso progetto che questa Azienda Zero
potrebbe determinare, però, per tutte queste ragioni che vi abbiamo addotto, che
abbiamo portato, con le stesse ragioni, motivazioni e con senso di
responsabilità e di ragionevolezza – come diceva il consigliere Irto – abbiate
pazienza, aspettate una settimana perché non cambia il mondo se non facciamo
l’Azienda Zero fra una settimana.
Fate una riunione dei capigruppo, vedete se ci sono
le condizioni di correggere qualche emendamento e possiamo veramente uscire con
una posizione di ampio coinvolgimento e di grande convergenza che potrebbe per
davvero qualificare l’attività amministrativa di questo Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Mammoliti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sono un po’ sorpreso dal
dibattito di questa sera, tanto è vero che mi chiedo se sono sveglio o sto
dormendo, nel senso che quest’Aula ha sempre chiesto in passato di occuparsi
seriamente di sanità anche con proposte di legge importanti, come ricordava
prima il consigliere Irto. Il Partito Democratico e anche io, pochi mesi fa,
abbiamo fatto delle proposte di riorganizzazione del sistema sanitario
calabrese e, quindi, oggi che finalmente discutiamo in quest’Aula di sanità e
il Presidente della Regione, che è anche Commissario, propone di occuparcene in
Consiglio, noi diciamo che, forse, non abbiamo il potere di farlo.
Addirittura, la collega dice: “Provveda lei con un
decreto commissariale!”.
Abbiamo preteso che il Commissario Longo
intervenisse in quest’Aula a informarci su cosa faceva. Abbiamo preteso –
ripeto – la sua presenza in quest’Aula così come abbiamo preteso, senza esito,
che i Commissari intervenissero in Commissione sanità.
Oggi, finalmente, in quest’Aula, siamo di fronte a
un atto di estrema democrazia da parte di un organismo che è il Commissario
che, effettivamente, – sono d’accordo – potrebbe fare un atto monocratico e non
lo fa, ma dice al Consiglio di farlo assieme. Noi stasera diciamo: “Fallo da
solo!”, rinunciando alla nostra potestà legislativa.
Ho apprezzato in parte l’intervento del consigliere
Nicola Irto per il taglio che ha dato che è profondamente divergente da quello
del consigliere Mammoliti.
Ho notato anche questo. Ci sono posizioni
profondamente diverse all’interno delle opposizioni – come preferite essere chiamati
– ma anche all’interno degli stessi partiti.
Non si è stati capaci in 5 giorni – non la
maggioranza, ma la minoranza, le opposizioni – di presentare un misero
emendamento su questa proposta di legge che avete detto che, tutto sommato, è
da apprezzare, che razionalizza la spesa e che è bene accentrare la spesa e
alcune decisioni che comportano uno sperpero e hanno portato anche delle
decisioni diverse sugli acquisti e sulle forniture dei servizi in ambito
regionale. Poi, però, rimandiamo di una settimana perché in una settimana
modifichiamo la legge e la miglioriamo, cosa che in 5 giorni non siamo stati
capaci di fare nemmeno per una virgola.
Onestamente, non condivido questa tecnica del
rinvio e, perciò, riteniamo che la legge vada discussa, come stiamo facendo, e
approvata.
Avrei preferito che ci fosse stata una discussione
nel merito e non di tipo procedurale che mi sembra più una manfrina del rinvio,
del prendere tempo e di portare delle osservazioni.
La cosa più strana che ho sentito dire stasera e
per la quale rimango veramente allibito è stata che questa legge va ad
affossare la sanità calabrese, ad abbassare i livelli essenziali di assistenza
e che è stata approvata in altre Regioni dove la sanità è eccellente.
In quale sanità viviamo? In quale sanità siamo
stati fino ad oggi? In quale sanità viviamo, dottore Laghi?
Per la prima volta si pensa di mettere mano alla
riorganizzazione sanitaria della Calabria – cosa che abbiamo chiesto in
quest’Aula con mozioni e con centinaia di ordini del giorno – e ora diciamo che
non lo facciamo e che rinunciamo a farlo.
Il dibattito di stasera mi sembra veramente
surreale ed è perciò che mi chiedo se dormo o son desto. Voglio essere desto.
Non voglio dormire in quest’Aula, perciò vi invito ad intervenire con il voto
perché da quello che ho capito non è contrario alla formulazione della legge.
Sono d’accordo con il consigliere Irto – l’ha detto
anche il presidente Occhiuto e lo apprezzo molto – che questa legge non può
essere chiaramente il risultato finale della riorganizzazione sanitaria, ma è
l’inizio della riorganizzazione della sanità in Calabria.
È evidente, com’è stato accennato dal Presidente e
come abbiamo proposto nella precedente legislatura, che bisogna procedere anche
alla riorganizzazione territoriale della sanità e all’unificazione delle aree
ospedaliere rispetto alle aree territoriali.
Su questo possiamo e dobbiamo intervenire nei
prossimi mesi o nelle prossime settimane. Direi che dobbiamo intervenire prima
possibile, ma il Presidente dice: “Innalziamo prima un po’ il livello sanitario
della Regione attraverso questa razionalizzazione anche del sistema sanitario”.
Abbiamo necessità di questa legge perché occorre
ripartire e, come dicevo prima, dobbiamo valorizzare le energie fisiche ed
anche mentali che sta mettendo Occhiuto come Presidente ma anche come
Commissario. Non le possiamo disperdere né rallentare, perché non possiamo
continuare ad essere affossati anche in un regime di pandemia.
Perciò, vi invito ad esaminare anche il voto su
questa legge che non può essere un voto contrario. Vi chiedo di valutare
un’astensione anche perché il Presidente ha detto una cosa importante – di cui
da oggi ci appropriamo – nel senso che possiamo anche migliorare questa norma
da qui a 10-15-20 giorni, se ci sono delle osservazioni. Nessuno impedisce a
maggioranza e opposizione di poter presentare da qui a 15 giorni un testo
migliorativo di questa legge.
Il Presidente stesso ha detto che possiamo anche
migliorarlo nelle prossime settimane, ma, intanto, abbiamo necessità di partire
e di mettere attrezzi nella cassetta per poter intervenire sulla sanità
calabrese.
Quindi, vi chiedo davvero di riesaminare il vostro
voto su questa legge perché ritengo che, pur non condividendo la metodologia
procedurale, non si possa votare contro questa norma perché significa votare
contro l’assistenza sanitaria in Calabria.
Perciò – ripeto – invito soprattutto il Partito
Democratico, di cui ho apprezzato molto i passaggi, a riconsiderare il voto su
questa legge e a rivederci poi anche nelle Commissioni, collega Laghi, che non
sono ferme per volontà della maggioranza perché - le ricordo - nell’ultima
riunione della Conferenza dei capigruppo le divisioni sono emerse nelle
opposizioni e non nella maggioranza.
Come ha assicurato il Presidente, nella prossima
seduta del Consiglio, procederemo con l’elezione degli Uffici di Presidenza
della Commissioni e, poi, ci sarà modo di poter dibattere in Commissione sanità
su tutto ciò che riterrete.
Questo per noi è l’inizio, l’occasione per iniziare
a ragionare e a legiferare sulla sanità, come abbiamo chiesto per anni. Ora
abbiamo un Commissario che ce lo consente e ci rifiutiamo. Pertanto, vi chiedo
– ripeto – di riconsiderare questa sera l’espressione di voto.
Chiaramente siamo contrari, per le motivazioni che
ho detto, al rinvio della trattazione richiesto dal consigliere Irto. Grazie.
Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di
intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.
Intervengo molto brevemente, Presidente. Invidio
davvero chi ha certezze su questa materia perché ne ho veramente poche. Forse
non sarò un tecnico della materia e sono abituato ad analizzare con dati
statistici e con approfondimenti, in base alle esperienze già vissute, però non
ho queste grandi certezze che gli altri hanno.
Ho chiaramente capito quello che stiamo facendo,
perché arriviamo alla seconda seduta di Consiglio regionale con due proposte
così importanti: l’istituzione di Azienda Zero e la fusione delle Aziende
ospedaliere Pugliese Ciaccio e Mater Domini. Il
discorso, infatti, è analogo anche per il provvedimento successivo che andremo
a trattare.
Appare con tutta evidenza come si voglia dare un
messaggio politico ben preciso. Più che di questioni tecniche, stiamo
discutendo di un messaggio che ha una grande valenza politica e di cui, ovviamente, ciascuno si assume le relative
responsabilità.
Ha detto bene il Presidente: con questa proposta il
messaggio politico è che la Regione Calabria torna ad appropriarsi e a
legiferare in materia sanitaria. Però questa proposta, a mio avviso, rischia di
avere più una valenza simbolica che concreta perché – mi baso su quello che è
stato detto – questo è uno strumento che va nella cassetta degli attrezzi e ciò
è evidente. Come ha già avuto modo di sottolineare indirettamente il
Presidente, questo strumento richiede degli altri correttivi e provvedimenti
attuativi cioè deve essere riempito di contenuti. Pertanto, invidio chi ha la
certezza che questa legge così congegnata possa, oggi, darci la possibilità di
rendere efficiente il sistema sanitario.
Non ne sono così convinto. Questo è un messaggio
politico che si vuole dare però prestiamo attenzione all’opportunità di
lanciare dei messaggi politici che, poi, non siano concretamente strutturati in
proposte di legge che possano tenere il passo.
La forma è sicuramente una proposta di legge, ma
nella sostanza mi sembra molto un decreto del Presidente della Giunta regionale
perché affrontare in questi termini senza la trattazione nelle Commissioni e
senza un adeguato dibattito su un atto di impulso politico così forte, le
conferisce la forma di proposta di legge, ma ha un contenuto sostanziale di
decreto del Presidente della Giunta regionale.
Dico questo perché gli obiettivi che vogliamo
raggiungere ovviamente sono gli stessi e cioè evitare gli sprechi negli
acquisti, centralizzare la spesa, evitare la dispersione di risorse.
Chi può essere contrario? Ma questa proposta di
legge, così com’è strutturata oggi, è chiaramente vuota di un’applicazione
pratica e concreta cioè è molto nebulosa sulla sua concreta operatività.
Dovranno essere gli altri provvedimenti che la
riempiranno di contenuti, quindi chiaramente, colleghi, stasera dicendo sì o no
a questa proposta non stiamo sicuramente salvando il sistema sanitario
calabrese.
Capisco, ovviamente, la contraddizione di chi dice
perché bisogna rinviare di una settimana se si è a favore. Capisco anche
questo.
È, indubbiamente, un elemento che può destare
alcune contraddizioni, infatti non condivido la posizione di chi è
assolutamente favorevole a questa proposta come panacea di tutti i mali.
Propongo di leggere i dati, valutare le altre esperienze, vedere che risultati
ha prodotto nel Veneto e nel Lazio. Ragioniamo su che tipo di sovrapposizione
si crea con le aziende esistenti e dopo si può dare una opinione fondata su
dati concreti.
Non ho certezze – ripeto – ma dico solamente che
quando si parla di copertura finanziaria di settecentomila euro, a me sorge
subito spontanea la domanda: ma come sono state quantificate queste risorse?
Come è stata ritenuta questa somma sufficiente a dare vita a un’Azienda di così
tale importanza? E, poi, siamo sicuri della sostenibilità finanziaria della
stessa sui capitoli di spesa da dove vengono prese le risorse?
Ci sono una serie di dubbi, cari consiglieri della
maggioranza, che, per onestà intellettuale, non possiamo negare.
Dopodiché, ripeto che capisco che questa proposta
ha una grande valenza simbolica e politica. Ne prendo atto, non sono neanche
così convinto dell’incostituzionalità. Anche su questo non ho certezze, ma
questi aspetti saranno affrontati in altri termini e in altre sedi.
Non è questo il metro di ragionamento che penso di
adottare.
Il metro di ragionamento è: questo strumento che
mettiamo nella cassetta degli attrezzi è in questo deliberato, con questi
termini, con questa proposta di legge, realmente efficace per affrontare da
subito le emergenze della sanità calabrese o, invece, ha una valenza puramente
simbolica?
Questo è il dubbio, il dilemma, che mi pongo, il
motivo per cui non ho alcuna certezza che i vantaggi siano superiori agli
svantaggi di concepire un istituto, un’Azienda così importante senza averne
definiti i dettagli tecnici che saranno, successivamente, affrontati in Giunta.
Allora, a questo punto è realmente un decreto del
Presidente della Giunta regionale e non una proposta di legge maturata in
questo Consiglio. Grazie, Presidente.
Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto
intervenire il collega Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Vista
l'ora tarda, non posso che condividere quanto detto poc'anzi dal collega
Graziano che, in passato, ha condiviso insieme a me una serie di iniziative che
hanno visto questo Consiglio regionale dibattere sul problema della sanità; un
problema che, ormai, affligge questa Regione, e mi rendo conto che, forse, il
dinamismo che il presidente Occhiuto ha messo in campo in questi cinquanta
giorni ha colto di sorpresa le opposizioni perché, per tantissimi anni in
quest’Aula, come diceva prima il collega Graziano, si è sempre parlato delle
problematiche, dei ritardi, delle assenze nelle Commissioni – i colleghi Irto e
Bevacqua se lo ricorderanno –, degli inviti reiterati
ai Commissari, ai dirigenti, e delle continue assenze; quando non si riusciva
assolutamente a far sì che, in una Commissione, i consiglieri potessero
interloquire con chi rappresentava in quel momento il Commissario, nella veste
anche dei direttori generali e dei dirigenti che, puntualmente, non venivano
mai nelle Commissioni.
Mi rendo conto che, forse,
questo dinamismo, questa accelerazione che il presidente Occhiuto ha dato, su
un problema che affligge una Regione in cui in 12 anni i commissari non sono
stati in grado nemmeno di quantificare il debito e dove costantemente sono
peggiorate le condizioni delle prestazioni assistenziali dei nostri
corregionali, sicuramente ha colto di sorpresa le opposizioni.
Un’azione così forte per
cercare di dare una risposta alle problematiche che affliggono la Regione,
sicuramente non farà piacere, perché se una maggioranza lavora e lavora bene,
l'opposizione che, giustamente, deve fare il proprio ruolo e la propria parte
politica, deve necessariamente cercare di far sì che quello che si mette in
campo, anche un progetto di legge incostituzionale – i colleghi Irto e Bevacqua sanno che abbiamo approvato tanti progetti di
legge che poi sono stati emendati nel tempo – sicuramente sarà perfettibile e,
a differenza del passato, collega Lo Schiavo, quando mancava anche la cassetta
degli attrezzi, oggi il presidente Occhiuto dice: “Mettiamo nella cassetta
degli attrezzi un provvedimento che sicuramente ci potrà consentire di dare una
risposta al problema principale che affligge la Calabria.
Indipendentemente dal fatto
che questo progetto di legge possa essere o meno cassato – e non sarà così
perché, in genere, nei progetti legge che si approvavano in passato, c'erano
sempre delle indicazioni su alcune cose che eventualmente dovevano essere migliorate
o meno – ritengo che questo provvedimento sia utile e che potrà sopperire alle
inadempienze delle ASP e allo scollamento di cui si è sempre discusso nei vari
dibattiti, sul fatto che le ASP non erano in grado di trovare una sintonia, che
ogni ASP lavorava per i fatti suoi, che c'erano delle spese diverse tra un’ASP
e l'altra.
Nel momento in cui ci sarà
uno strumento capace di migliorare, sicuramente si potrà cominciare a vedere
qualcosa di buono.
Ritengo che questo progetto
di legge potrà sopperire a tutte quelle inadempienze a cui fino a oggi abbiamo
assistito,
Per quanto riguarda il
problema che affligge la Regione Calabria, ritengo che non si possa
assolutamente rinviare, presidente Occhiuto.
Pertanto, pur apprezzando
buona parte del discorso del consigliere Irto, la proposta di rinvio non può
essere accolta e ritengo che questo progetto di legge debba essere approvato
questa sera.
Annuncio, dunque, il voto
favorevole del gruppo Forza Italia, affinché effettivamente si possa dare una
svolta al problema che affligge la Calabria da tantissimi anni. Grazie.
Grazie, collega Arruzzolo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Intervengo solo per evidenziare che, a mio parere, questa sera si sta
consumando un atto importantissimo e di una valenza politica straordinaria.
Probabilmente, i colleghi
delle opposizioni di prima nomina, che non erano in Aula negli anni scorsi, non
hanno vissuto la menomazione che, in realtà, si avvertiva, anche rispetto ad
una gestione commissariale totalmente staccata dal dibattito consiliare.
Saluto con grandissimo
piacere e con grandissimo favore quello che, su iniziativa del presidente
Occhiuto, sta avvenendo in questi minuti.
Finalmente, il Consiglio
regionale riesce ad esprimere una propria opinione sul tema della sanità.
Circa un anno fa, sono
intervenuto in quest'Aula dicendo che eravamo stati totalmente esautorati dalla
gestione della sanità in un rapporto che non era per nulla facile con il
Commissario delegato dal Governo.
Grazie all'iniziativa del
presidente Occhiuto, tutto ciò stasera sta avendo un termine, una fine.
Mi permetto anche di
evidenziare che in qualche intervento, che mi ha preceduto dai banchi della
minoranza, era stato rivolto un suggerimento al presidente Occhiuto rispetto
alla possibilità di agire mediante DCA (decreto del Commissario ad acta); proprio quello che noi eletti
e rappresentanti del popolo non dovremmo mai augurarci, fermo restando che
certamente il Presidente, nella qualità di Commissario ad acta, potrà certamente utilizzare questo strumento.
Presidente, mi rivolgo
direttamente a lei – e concludo – per dirle che in questa battaglia che lei si
è intestato fin dal primo giorno per sopperire alle gravi lacune del sistema
sanitario regionale, la sua maggioranza, il gruppo Forza azzurri, certamente
non la abbandonerà, favorendo le condizioni per avere tutte le armi che
potranno finalmente portare a una situazione di maggior beneficio.
Grazie.
Grazie, collega Crinò. Cedo la parola al presidente Occhiuto.
Grazie, Presidente. Potrei
sottoscrivere parola per parola gli interventi dei capigruppo di maggioranza –
che ringrazio – e che hanno chiarito ogni aspetto della vicenda che oggi stiamo
affrontando in Consiglio regionale.
Ringrazio i consiglieri Loizzo, Neri, Denisi, Graziano, Arruzzolo e Crinò.
Voglio tranquillizzare il
consigliere Montuoro, che è intervenuto pur non
essendo un capogruppo: immagino che la sede di questa Agenzia sia prossima al
Dipartimento della salute; quindi, è evidente che sarà presso il Dipartimento
della salute o, comunque, a Catanzaro.
Potrei anche evitare di
intervenire perché hanno detto tutto quello che bisognava dire; però, qualche
breve riflessione, in risposta anche agli interventi delle opposizioni, voglio
farla. Questa volta parto al contrario, con l'ultimo intervento del consigliere
Lo Schiavo, il quale dice che invidia chi ha certezze.
Io, invece, ho simpatia per
chi certezze non ne ha, perché considero chi non ha certezze mediamente più
intelligente di chi ha delle certezze.
Una certezza, però, gliela
voglio regalare io: questa legge – ha ragione – non risolve i problemi della
sanità. Nessuno ha l'ambizione di dire che con una legge si risolvono i
problemi della sanità.
Usando un’immagine biblica,
è come se i problemi della sanità fossero incarnati nel gigante Golia, cioè
sono problemi giganteschi. Io mi sento come Davide con la fionda; poi, la
Bibbia ci ha insegnato com'è andata a finire, però l'impresa è titanica.
Non ho la pretesa di
affrontare e risolvere i problemi della sanità con una legge; anzi, ho perfetta
coscienza della complessità del cimento e, così come sono convinto che noi
vedremo i primi risultati del commissariamento fra qualche mese con gli effetti
del Piano operativo che produrremo, sono altrettanto convinto che la sanità in
Calabria non si può riformare in un mese, in due, in tre, o con una legge come
questa.
Ne ho perfetta conoscenza;
però, oltre alla fionda di Davide, qualche altro strumento per combattere
questa battaglia contro Golia lo vorrei e credo che questo sia uno strumento
necessario, anche urgente, perché – rispondo a chi chiedeva che urgenza c'è –
c'è necessità di dimostrare che la Calabria sta procedendo con un'altra
velocità rispetto al passato, nella direzione, appunto, di colmare questo deficit amministrativo.
Alcuni consiglieri hanno
detto che questo modello è stato applicato in Regioni dove la sanità funzionava
– ha detto bene il consigliere Graziano – ma perché è stato applicato in quelle
Regioni? Perché è un modello che va nella direzione di rendere più efficiente
una sanità che già funzionava, come dicevano i consiglieri Bevacqua
e Irto.
A maggior ragione, questo
strumento è necessario dove la sanità non funziona perché se c'è un luogo dove
è più necessario investire in percorsi che aumentino l'efficienza del sistema,
questo luogo è quello nel quale l'efficienza è più bassa.
Peraltro, è un metodo
questo che ci consente, mentre ci occupiamo del pregresso e, quindi, di tutti i
problemi, di ragionare anche in prospettiva, cioè aprendo un'altra fase e,
quindi, ragionare sul pregresso, sul debito sanitario e, comunque, resettare un
po' tutto per ripartire.
Questo è l'obiettivo che
chiedo al Consiglio regionale di realizzare ed è necessario ancora di più in
Calabria perché in Calabria abbiamo l’urgenza di rendere il sistema più
efficiente.
Sono intervenuto,
soprattutto questa volta, per rispondere al consigliere Laghi. Il consigliere
Lo Schiavo parlava di un'attività simbolica, di un messaggio politico. No! Si
tratta di un messaggio istituzionale!
Per quanto mi riguarda, il
ruolo di Commissario ad acta per la
gestione della sanità non è un ruolo politico e il messaggio che oggi lanciamo
attraverso l'approvazione di questa proposta di legge, è il messaggio
istituzionale di una Calabria che “istituzionalmente” si pone attraverso il
Consiglio regionale, attraverso il Commissario, come protagonista nel governo
dei problemi della sanità.
Non si tratta di un
messaggio politico, ma di un messaggio istituzionale. Così dico al consigliere
Laghi: nessuna manovra politica! Non me ne frega niente della politica quando
si tratta della sanità. Per quanto mi riguarda, ho detto che la sanità sarebbe
stata zona franca e i consiglieri di maggioranza lo sanno.
Sono aperto ai suggerimenti
di tutti, ma la sanità non è materia nella quale si possono fare i ragionamenti
del passato, perché ci giochiamo tutto!
Si gioca tutto il governo
regionale, il Commissario e, se permettete, anche il Consiglio regionale;
quindi, lungi da me pensare che, attraverso le questioni che riguardano la
sanità, si possano consumare manovre politiche.
Il consigliere Laghi
sostiene che renderà ancora più deboli i deboli. Ha ragione il consigliere
Graziano, ma in che Regione viviamo? C’è modo di rendere ancora più deboli i
cittadini calabresi dinanzi alla sanità?
Dovremmo buttare una bomba
a mano sugli ospedali per ridurre il livello della qualità dei servizi sanitari
o pensate che una proposta, che dovunque ha aumentato il livello di efficienza
del sistema, possa addirittura indebolire la possibilità di erogare i LEA (Livelli essenziali di assistenza) e
rendere più deboli i calabresi dinanzi alla sanità? Più deboli di come sono?!
Pensate davvero – o scherziamo – che attraverso un'iniziativa del genere si
possano rendere più deboli i deboli? “Metterà in ginocchio la sanità” Non siamo
forse qui a parlare di queste cose perché la sanità è già in ginocchio?
Questo è uno strumento che
serve, appunto, a conferire economicità ed efficienza al sistema sanitario, per
evitare, per quanto possibile – anche io non ho le certezze –, che la sanità
continui ad essere in ginocchio.
C'è urgenza? Sì, c’è
urgenza perché non possiamo più aspettare!
L'entità dei problemi è
così grande che non possiamo pensare di procedere con i vecchi riti, le vecchie
liturgie. Non è più possibile! Non è più possibile!
Concludo dicendo al
consigliere Tavernise che potrebbe rispondere a colui
che gli ha inviato un messaggio dicendo che questa legge non infrange alcuna
regola.
Ho un grandissimo senso
istituzionale e, per inciso, vi dico che questo senso istituzionale, questa
cultura istituzionale la impiego anche nel rapporto fra maggioranza e
opposizione, perché l’Azienda che andremo a costituire sarà anche soggetta alla
valutazione della Commissione speciale di vigilanza, nel momento in cui si
costituirà.
Non lo dico quasi mai ma –
diamine! – la guida della Commissione speciale di vigilanza, negli ultimi anni,
non è stata affidata all’opposizione né dal centrodestra né dal centrosinistra.
La mia maggioranza ha
assunto l'impegno di affidare questa Commissione all'opposizione, e poi ci dite
che non abbiamo rispetto istituzionale. Mi sembra una cosa lunare.
Al consigliere Irto dico
che è vero che se si approva la legge, si approva subito; ma, siccome la
ritengo urgente, per le ragioni che vi ho detto, perché è utile ad essere più
credibili rispetto ai soggetti attuatori del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), ho bisogno che questa
legge sia approvata ora.
Quando dicevo che, se c'è
la necessità di aggiornarla, la aggiorneremo, lo dicevo offrendo una reale
disponibilità al Consiglio regionale. Procedete con la costituzione delle
Commissioni.
Se a gennaio sarete nelle
condizioni di migliorare anche gli aspetti di merito che ritenete che siano
migliorabili, ecco, la sfida è accettata! Lo facciamo!
Un'Assemblea legislativa
lavora in questa direzione: fa delle leggi e, se ritiene, poi le aggiorna.
Si tratta di una sfida che,
in questo senso, vorrei cogliere se le minoranze hanno voglia di lanciarla alla
maggioranza.
Istituite le Commissioni,
mettete anche questo testo all'ordine del giorno della prima seduta utile della
Commissione che si occupa di sanità e, se vorrete migliorarlo, ci sarà la
disponibilità da parte del governo regionale e della maggioranza a confrontarsi
con voi per farlo.
Il consigliere Tavernise dica, però, a colui che gli ha mandato quel
messaggio, che questa legge non infrange alcuna regola, non infrange la
Costituzione e io sono convinto che non sarà impugnata.
Significa anche, però, che è cambiata la musica, è
cambiata la musica, soprattutto, rispetto sul tema della sanità. Non so in che
tempi noi rinformeremo la sanità, ma ce la metteremo tutta. È cambiata la
musica perché ora si corre, si corre perché, mentre i calabresi muoiono, il
Commissario ha bisogno, con urgenza, di tutti gli strumenti, non di legulei.
Vorrei che il Consiglio regionale riuscisse a dimostrare di essere al livello
della drammaticità delle sfide che abbiamo e facesse un lavoro anche in progress, cioè migliorasse il testo
se ritiene di migliorarlo. Intanto, non si divida il Consiglio regionale fra
quelli che vogliono correre e quelli che, invece, vogliono essere ancora i simboli
di una conservazione che, soprattutto, nel governo della sanità ha prodotto i
risultati che abbiamo e che sono sotto gli occhi di tutti.
Grazie, Presidente. Prima di passare alla votazione
del provvedimento metto ai voti la proposta del consigliere Irto di rinviare la
proposta di legge in discussione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto
per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
Si, Presidente, intervengo per dichiarazione di
voto. Confermiamo la richiesta di rinvio presidente Occhiuto, però, rispetto
agli interventi, non accetto - confermo, quindi, la richiesta di rinvio - che
lei possa dire che chi chiede il rinvio vuole la conservazione. Abbiamo detto
altro: abbiamo detto che vogliamo fare esplodere le contraddizioni che ci sono
nelle ASP calabresi. Lo faremo in Commissione.
Sicuramente questo progetto di legge non racconta
un modello diverso, però non accetto che lei dica che chi non vota il
provvedimento che lei ha licenziato vuole la conservazione, anzi continuo a
dire che noi la sfidiamo a cambiare il modello di sanità. Adesso ci dice che il
luogo sarà la Commissione.
La Commissione sarà il luogo dove noi depositeremo
progetti di legge che, peraltro, un anno fa depositammo in Consiglio regionale.
Questo non l’accetto, Presidente! Non accettiamo che lei dica che chi non vota
quello che propone lei fa parte della conservazione e lei è il corridore. Noi
vogliamo che corra la Calabria, quindi, se arriveremo ai risultati di
migliorare il sistema sanitario calabrese, saremo contenti perché sarà un
risultato per la Calabria, per i calabresi, per loro bisogni e per le loro
aspettative.
Da questo punto di vista, confermiamo la richiesta
di mettere ai voti la proposta di rinvio e, qualora la richiesta di rinvio non
sarà approvata, non avendo avuto possibilità di confrontarci, voteremo contro
questo progetto di legge, sperando, davvero, che ci sia la possibilità
all'interno, ripeto, della Commissione competente di aprire una grande
discussione, volta a mettere in campo un
nuovo modello sanitario - oggi, così com'è - e concludo - da questa sera,
presidente Occhiuto, avremo un'altra Azienda sanitaria, però il modello, le
contraddizioni sanitarie che abbiamo attualmente rimarranno ancora tali.
Quindi, nessun passo di cambiamento ci sarà,
nonostante, come le ho detto, il progetto di legge, secondo noi, per alcuni
versi, rappresenti elementi di innovazione che potranno essere utili se
inseriti in un contesto di riforma complessivo. Grazie.
Grazie, consigliere Irto. Metto in votazione la
richiesta del consigliere Irto di rinviare il provvedimento, la proposta è
respinta.
(Il
Consiglio respinge)
Passiamo all'esame e alla votazione del
provvedimento. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi per dichiarazione
di voto. Ne ha facoltà. Consigliere Laghi ha a disposizione 3 minuti.
Grazie, Presidente. Avendo vissuto gli ultimi 35
anni all'interno della sanità calabrese, diversamente da altri colleghi consiglieri
impegnati su altri fronti, è esattamente questa esperienza che mi spinge ad
annunciare il voto contrario, proprio perché una legge, diversamente da quello
che ha detto il collega Neri, deve avere poche vaghezze e molte certezze.
Concludo leggendo le attribuzioni di questa nuova
Azienda Zero. Ecco cosa va a gestire: le procedure di selezione e formazione
del personale, del modello assicurativo, delle Infrastrutture tecnologiche ed
informatiche, dell'autorizzazione all'esercizio delle strutture sanitarie e
socio-sanitarie, del contenzioso sanitario, della logistica, dei servizi
tecnici, degli uffici di relazione col pubblico e, ancora, la redazione del
bilancio consolidato, preventivo e consuntivo del servizio sanitario regionale,
dei relativi allegati.
Non un ruolo ancillare e di supporto, ma un ruolo
di egemone assoluto, di Azienda regionale unica. Votiamo contro per questo
motivo.
Passiamo alla votazione del
provvedimento, articolo per articolo, e poi alla votazione della legge nel suo
complesso.
Articolo 1
(È
approvato)
Articolo 2
(È
approvato)
Articolo 3
(È
approvato)
Articolo 4
(È
approvato)
Articolo 5
(È
approvato)
Articolo 6
(È
approvato)
Articolo 7
(È
approvato)
Articolo 8
(È
approvato)
Articolo 9
(È
approvato)
Articolo 10
(È
approvato)
Articolo 11
(È
approvato)
Articolo 12
(È
approvato)
Articolo 13
(È
approvato)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso, con
autorizzazione al coordinamento formale, che è approvata.
(Il
Consiglio approva)
(È
riportata in Allegati)
Passiamo al quarto punto all'ordine del giorno,
riguardante la proposta di legge numero 11/12^, a mia firma, recante:
“Razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale del territorio
regionale”.
Prima di passare alla relazione, volevo far
presente che questa è una legge già approvata dal Consiglio regionale, ma
bocciata dalla Corte costituzionale, con la sentenza numero 50 del 2021. Chiedo
agli uffici di correggere il refuso perché viene indicato il 2020, quindi di
aggiornarlo.
In questa proposta di legge, in pratica, vengono
soltanto sanate le richieste della Corte costituzionale, le due contestazioni
mosse.
Una era quella della fusione, che avveniva con la
creazione di una nuova Azienda ospedaliera. La razionalizzazione e il
miglioramento dell'offerta assistenziale del territorio regionale richiedono
l'unificazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e dell’Azienda
ospedaliera Mater Domini aventi sede nella città capoluogo di regione. Tale
scelta organizzativa è prevista anche nel Piano di rientro ed è stata, più
volte, sollecitata dai Ministeri affiancanti anche in considerazione dei
principi indicati nella sentenza della Corte costituzionale numero 50 del 2021.
La proposta di legge prevede che l'unificazione
avvenga mediante fusione per incorporazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese
Ciaccio nell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini. In tal senso è
intervenuta l'intesa politico - istituzionale tra la Presidenza del Consiglio
regionale e l'Università degli studi Magna Grecia di Catanzaro. L'Azienda
ospedaliera universitaria Mater Domini assume la denominazione di Azienda
ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco e subentra nelle funzioni e nei
rapporti giuridici attivi e passivi all’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio.
L’attuazione delle funzioni è affidata dal
Protocollo d’intesa, tra il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro della Regione Calabria e il Rettore dell'Università degli studi Magna
Grecia di Catanzaro, che definisce i rapporti in materia di attività integrate,
di didattica, ricerca e assistenza, stabilisce i criteri generali per
l'adozione degli atti normativi interni, compreso l'atto Aziendale, secondo
quanto previsto all'articolo 1 del decreto legislativo 21 dicembre 1999 numero
517. Si prevede che la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa avvenga entro un
anno dall'entrata in vigore della legge.
Le attuali Aziende ospedaliere hanno funzioni
assistenziali piuttosto diversificate, avendo l'Azienda ospedaliera
Pugliese-Ciaccio consolidato, soprattutto, una particolare esperienza verso le
prestazioni di emergenza urgenza, mentre l'Azienda ospedaliera Mater Domini è
maggiormente orientata verso le prestazioni in elezione, urgenza, didattica e
ricerca. Di conseguenza, si prevede che il Protocollo d’intesa, nello stabilire
i criteri generali per l'adozione dell'atto, degli atti normativi interni
dell'Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco, tenga conto, in
particolare nella fase di avvio delle attività dopo la fusione, delle
rispettive vocazioni assistenziali di emergenza - urgenza dell'Azienda
ospedaliera Pugliese Ciaccio e di elezione, urgenza, didattiche e ricerca
dell'Azienda ospedaliera Mater Domini.
In tale contesto deve tenersi conto, altresì, dei
volumi di attività delle strutture e delle esigenze derivanti
dall'organizzazione dei corsi di laurea, delle scuole di specializzazione e
della scuola di medicina e chirurgia.
È prevista la costituzione di una commissione
paritetica per lo svolgimento delle attività prodromiche alla sottoscrizione
del Protocollo d'intesa che può acquisire dall'Azienda ospedaliera Pugliese
Ciaccio di Catanzaro e dell'Azienda ospedaliero universitaria Mater Domini i
dati e le notizie necessarie per lo svolgimento delle funzioni ad esso devolute
dall'atto aziendale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Dulbecco cui è
rimessa la definizione dell'assetto organizzativo, secondo il modello
dipartimentale, nonché, sulla base dei principi e dei criteri stabiliti nel
Protocollo d'intesa, la disciplina della costituzione, organizzazione e
funzionamento dei dipartimenti assistenziali, di quelli ad attività integrata,
compresa l'individuazione delle strutture complesse che li compongono, le
indicazioni di quelle a direzione universitaria e di quelle a direzione
ospedaliera, al fine di assicurare il più efficace esercizio integrato delle
attività assistenziali, didattiche e di ricerca.
La fusione per incorporazione delle aziende diviene
efficace il giorno successivo alla pubblicazione del Protocollo d'intesa nel
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. Sempre dal giorno successivo alla
pubblicazione del Protocollo d’intesa cessano di diritto, in conseguenza del
mutamento organizzativo derivante dalla fusione, gli organi dell'Azienda
ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e dell'Azienda ospedaliero
universitaria Mater Domini di Catanzaro.
Decorsi i successivi trenta giorni, cessano di
diritto anche i rispettivi direttori sanitari e amministrativi con risoluzione
del rapporto di lavoro. Al fine di garantire che possa procedersi celermente
alla redazione e sottoscrizione del Protocollo d'intesa, si prevede che, entro
sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge, il Commissario
straordinario dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro provveda a
svolgere le attività di propria competenza, in particolare la ricognizione del
personale, dei rapporti giuridici attivi e passivi e del contenzioso pendente
nonché la redazione degli inventari dei beni mobili e immobili.
Il testo si compone di 6 articoli, come di seguito
descritto: l'articolo 1 prevede la
fusione per incorporazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di
Catanzaro con l'Azienda ospedaliero universitaria Mater Domini, in linea con i
principi di cui alla sentenza numero 50 del 2021 della Corte Costituzionale;
l'articolo 2 prevede la modalità attuativa della fusione mediante Protocollo
d’intesa, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 517 del 1999;
l'articolo 3 dispone l'efficacia della funzione a decorrere dal giorno
successivo alla pubblicazione sul BURC del Protocollo d’intesa, di cui
all’articolo 2; l’articolo 4 prevede l’abrogazione del capo secondo della legge
regionale numero 1 del 2020, comprendente gli articoli 9 e 10, dichiarati
costituzionalmente illegittimi dalla Corte Costituzionale; l'articolo 5 prevede
la clausola di invarianza finanziaria in considerazione della natura
ordinamentale dell'intervento normativo che, quindi, non comporta nuovi o
ulteriori oneri a carico del bilancio regionale; l'articolo 6 dispone l'entrata
in vigore anticipata della legge rispetto al termine ordinario di 15 giorni
decorrenti dalla pubblicazione della legge sul BURC. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne
ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Prendo atto che lei,
oggi, porta, qui, in Consiglio regionale, una proposta di intervento che,
dall'area centrale della Calabria, dalla nostra provincia è attesa da tanto
tempo ed è indubbio che questo intervento porterà, sicuramente, dei
miglioramenti sull'erogazione dei servizi.
Sappiamo, purtroppo, la sofferenza che vive
l'Ospedale Pugliese Ciaccio oberato di lavoro, saturo in alcuni reparti, e le
grandi potenzialità, invece, dell'Azienda universitaria che, appunto, non
aspetta altro che mettere in moto le sue capacità organizzative e i servizi che
può erogare.
Ho solamente alcune perplessità, le espongo
brevemente: si stanno spendendo diversi milioni di euro in interventi che,
probabilmente, saranno inutili, presso gli altri presìdi ospedalieri del
territorio di Soveria Mannelli, di Lamezia, di Soverato con risorse pubbliche
importanti.
Allora dico, se è vero che questa Azienda, questa
nuova Azienda sanitaria è necessaria e per ridisegnare la sanità in Calabria,
allora come mai non aspettiamo di ridisegnare la sanità nell'area centrale
prima di approvare questa legge che la modifica in maniera importante, senza
indicare che fine faranno la sanità territoriale e gli altri presidi
ospedalieri? Che futuro si immagina? In cosa saranno trasformati, se queste
risorse continueranno ad essere spese, se rimarranno cattedrali nel deserto, se
avremo reparti ristrutturati, moderni, con delle attrezzature moderne e che,
però, rimarranno vuoti nei prossimi anni?
Avrei votato favorevolmente a questa proposta di
legge se fosse stata all'interno di una progettualità complessiva che riguarda
tutta la provincia di Catanzaro e non solo. Le mie perplessità sono anche
quelle di tanti operatori sanitari che, oggi, stanno prestando il loro servizio
con spirito di abnegazione negli altri presìdi ospedalieri, con il grosso punto
interrogativo riguardante quale fine faranno, appunto, le loro attività.
Le chiedo di permettermi, visto che sono
all'interno dei tempi, di fare un brevissimo passaggio, considerato che la mia
inesperienza in Consiglio regionale non mi ha dato l'opportunità di fare la
dichiarazione di voto sulle linee programmatiche.
Volevo dire al presidente Occhiuto, in maniera
molto serena, che, probabilmente, non sono stato bravo ad esplicitare il mio
intervento che non era sicuramente polemico. Ho dato, molto modestamente, degli
spunti su due temi che reputo molto importanti e che sono quello del turismo e
quello delle politiche sociali e quando lei mi dice, chiedo anche all’assessore
Orsomarso di fermarmi per dirmi se dico delle fesserie, che la Regione
Calabria, nel turismo, produce l’undici per cento del PIL, simile più o meno
alla Puglia, contando venticinque mila addetti, mentre la Regione Puglia conta
centotrentacinque mila addenti, è chiaro che un problema c'è.
I numeri a me piacciono, lei è sicuramente molto
bravo, lo riconosco.
È vero che il PIL della regione Puglia è,
sicuramente, molto più alto di quello della Regione Calabria però a parità,
facendo una semplice proporzione, dovremmo avere almeno sessanta-settanta mila
addetti nel comparto turistico, considerate le risorse e il giro d'affari di
circa tre miliardi e mezzo, se non sbaglio, assessore Orsomarso, dell’indotto
proveniente dal turismo. E allora, se i numeri sono numeri, significa che circa
un miliardo e mezzo, due miliardi di euro non sappiamo cosa producono sui
territori. Non riescono a produrre occupazione e ciò potrebbe far riflettere
sul fatto che queste risorse finanziarie finiscano, poi, nelle mani di pochi,
invece che di tanti. Era solo una piccola riflessione.
Un'altra riflessione l'ho fatta sulle politiche
sociali, portandole quella che è la mia esperienza. Lei è circondato da
validissimi collaboratori, ma anche un semplice consigliere d'opposizione,
magari, ogni tanto, qualcuna la può azzeccare perché oltre a essere consigliere
di opposizione, magari ha fatto il sindaco, è commercialista, è avvocato, è
notaio e quindi vive la società. Le dico che se nella sanità da zero a cento
partiamo da dieci, nelle politiche sociali partiamo da meno cento.
Allora le dicevo, forse con una battuta eccessivamente
zelante: va bene la collaborazione tra enti e associazioni, ma questa
collaborazione prevista, proprio, dalla 503 che, per mancanza dei piani di
zona, purtroppo, non è attuata sui territori. Su questo mi aspetto
dall’Assessore, che, purtroppo, non c’è, un'immediata risposta per
commissariare quegli ambiti che non la riescono a portare avanti, soprattutto,
per un piano di formazione importante. Oggi, nel Dipartimento delle politiche
sociali e negli uffici di piano degli ambiti non c'è personale adeguatamente
formato per spendere queste risorse che sono seconde, soltanto, a quelle della
sanità. Grazie. Presidente, considerata l’assenza del nostro capogruppo,
esprimo il voto contrario da parte del gruppo PD.
Grazie, collega Alecci. Ha chiesto
di intervenire il collega Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Al contrario
del consigliere Alecci, accolgo molto favorevolmente la proposta di legge che,
finalmente, approda in Consiglio regionale dopo la bocciatura del testo
precedente e che, ovviamente, non riguarda solo la città di Catanzaro, come
sottolineava lo stesso consigliere Alecci, ma bensì l'intero territorio
catanzarese e dell'area centrale della Calabria per le grandi potenzialità che
può avere la fusione tra le due Aziende.
Questa proposta, presidente
Mancuso, che accolgo molto favorevolmente, riporta al centro del dibattito una
questione tanto importante quanto delicata, come quella dell'integrazione tra
l'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio e l'Azienda universitaria Mater Domini.
Se ne parla da anni e si è
lavorato per arrivare all'integrazione, considerandola un punto di riferimento,
come dicevo poc'anzi, non solo per la città di Catanzaro, ma per l'intero
territorio della provincia di Catanzaro e dell'area centrale della Calabria.
Da quasi 20 anni si parla di una
Azienda ospedaliero-universitaria unica, che abbia l'obiettivo di migliorare
l'offerta sanitaria in termini di volumi, appropriatezza e qualità, e di
realizzare un Centro di eccellenza per le malattie oncologiche presso il plesso
Ciaccio dell'Azienda ospedaliera di primaria importanza con lo scopo, tra
l'altro, di contrastare la mobilità passiva regionale.
Il presidente Mancuso rilancia
all'attenzione della politica calabrese la proposta dell’unificazione
dell'Azienda del capoluogo, richiesta soprattutto dall'esigenza di
razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale nel territorio
regionale.
L'integrazione tra le due Aziende
ospedaliere del capoluogo consentirà, infatti, di ottenere risparmi e di
razionalizzare assistenza, organizzazione, logistica, ricerca e didattica,
sbloccando anche le risorse necessarie all'edilizia sanitaria.
Con l'integrazione, l'area
centrale della Regione Calabria avrebbe una delle più grandi strutture
sanitarie della Calabria, dove ci sarà sicuramente la possibilità di creare
ulteriori posti letto e di cercare di porre fine all'incubo del Pronto soccorso
inaccessibile.
C’è un altro aspetto da
sottolineare, più volte richiamato in occasione dei dibattiti aperti sul
rischio di depotenziamento del Polo universitario catanzarese a vantaggio di
altre realtà universitarie.
L’integrazione sosterrà le scuole
di specializzazione della Facoltà di Medicina dell'Università Magna Grecia,
rafforzando anche l'Ateneo.
Quello che auspichiamo, infine, è
che, con il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale, si seguano tutti i
passaggi burocratici e amministrativi necessari per evitare un ulteriore blocco
o bocciatura della legge che oggi andremo ad approvare, soprattutto per non
perdere ulteriore tempo, e che l'integrazione avvenga nel pieno rispetto del
patrimonio professionale di entrambe le Aziende, salvaguardando anche le storie
e le aspettative degli operatori che ci lavorano e che, con grande impegno e
sacrificio, hanno fatto crescere la qualità della sanità calabrese,
salvaguardando il diritto alla cura, nonostante le criticità logistiche e
strutturali che hanno determinato un commissariamento lungo quasi 12 anni e che
è finalmente concluso, grazie al Presidente della Giunta regionale, Roberto
Occhiuto. Grazie.
Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto
di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Per quanto
riguarda il metodo, mi rifaccio a quanto già detto per la precedente proposta
di legge: neanche questa segue un iter
che, a mio avviso, dovrebbe essere obbligato.
Entrando, invece, nel merito,
segnalo al presente Occhiuto un aspetto che forse già conosce e che, comunque, credo
sia meritevole di approfondimento, ovvero che l'ultimo Protocollo di intesa tra
Regione Calabria e Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro
risale al 2008.
Il relativo schema, approvato con
decreto del Commissario ad acta, numero 110 del 2012, non è mai stato
formalmente sottoscritto dal medesimo Commissario di Governo e dal Rettore
pro-tempore; pertanto, pur in assenza dello strumento regolatorio,
la Regione in persona del Commissario ad
acta ha continuato a erogare annualmente le relative provviste economiche
all’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, stimabili in un surplus di corrispettivo di decine di
milioni di euro.
Forse questo aspetto meriterebbe
un approfondimento.
Per quanto riguarda invece
l'aspetto squisitamente sanitario e tecnico-sanitario, anch'io sono per la
razionalizzazione della sanità calabrese che, diversamente da come pensa il
collega Tavernise, non vuol dire riduzione, ma vuol
dire migliore funzionamento.
Personalmente, non ho niente in
contrario alla fusione, però la vedrei, dal punto di vista delle ricadute,
proprio per l'utenza e per la formazione degli studenti, in maniera un po’
diversa; per esempio, in Calabria, proprio per le esperienze specifiche, dopo
un po' di anni ancora mi chiedo quale sia il senso tecnico di collocare gli
ospedali Spoke in due città diverse.
Il senso politico lo capisco, ma
il senso tecnico francamente mi sfugge.
Ugualmente, può essere utile
accorpare questi due centri di salute ma sarebbe opportuno che il Mater Domini,
ad esempio, si dotasse dei DEA di primo e secondo livello perché ciò
consentirebbe – cosa che è sempre stata molto riottosa a fare, così come è
stata riottosa a pretendere – la presenza di chi governa le unità cliniche
continuativamente.
Questa cosa, tra l'altro, ha una
ricaduta negativa nella completa formazione dei giovani che faranno i medici
perché il problema, anche logistico, non va sottovalutato.
Annuncio il mio voto sfavorevole
perché avrei preventivamente visto un diverso iter in cui si sarebbero potuti anche evidenziare questi aspetti e,
magari, arrivare a una legge più condivisa. Grazie.
Grazie, collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Prego, ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Non so se è
più veloce il Presidente della Regione o il Presidente del Consiglio. C'è una
buona e positiva competitività che imprime questo dinamismo e che – voglio
rassicurare qualche consigliere – non impressiona la minoranza.
Sembra che questo dinamismo sia
più soporifero per i consiglieri di maggioranza. Sinceramente non so se ci
sarebbero stati gli stessi risultati e gli stessi atteggiamenti, se ci fossimo
trovati in presenza della nomina della Commissioni, però prendiamo atto.
Al mio paese si dice che i cavalli
bravi non si vedono alla partenza, ma al traguardo; e vedremo!
Siamo qui e avremo modo di
confrontarci nel merito con dialettica, confronto positivo e nel rispetto
reciproco delle posizioni.
Caro presidente Occhiuto e caro
presidente Mancuso, in qualità di presentatore di questa legge - che, devo dire
la verità, ho sempre visto positivamente -, anche quando rivestivo altri ruoli
in quel di Catanzaro, venendo a Reggio Calabria per essere audito
nella Commissione, ho espresso delle posizioni molto precipue rispetto a queste
prospettive e a questo percorso e, in pratica, le debbo reiterare, Presidente,
per una ragione molto semplice: voi non potete pensare di utilizzare le buone
pratiche delle altre Regioni a vostro modo e piacimento; ovvero, quando vi
conviene utilizzate il Veneto, la Toscana e l'Emilia perché ci sono le buone
pratiche e quando non vi conviene non le utilizzate.
In altre Regioni che hanno fatto
lo stesso percorso, presidente Occhiuto, come la Toscana, dove è stato messo insieme
il sistema sanitario toscano con il sistema universitario di Firenze,
istituendo l’importante Istituto Careggi se non erro, lì hanno costituito una
Commissione permanente con tutti gli attori che interagiscono e che hanno degli
interessi rispetto a questi processi importanti che voi mettete in atto e che
sono i lavoratori, le forze sociali, i Sindaci e i territori.
Lì hanno fatto una Commissione
permanente; qui, invece, purtroppo non è stata mai fatta una discussione vera e
approfondita perché, probabilmente, sulla bontà e sulla generosità di questo
provvedimento legislativo nessuno è contrario, però ci sono degli elementi di
cui parlava anche il consigliere Montuoro, non vorrei
sbagliarmi.
Con questo percorso, che vede la
fusione per incorporazione a seguito di questa sentenza – che avete fatto bene
a correggere perché avevate scritto “2020”, piccoli errori formali che non
comportano nulla – stiamo mettendo insieme due grandi Aziende sanitarie.
Non è vero che l’Ospedale
Pugliese-Ciaccio fa solo emergenza, attenzione, anche per quanto concerne il
settore oncologico.
Dobbiamo salvaguardare e
valorizzare il know-how e le
professionalità importanti presenti nelle due Aziende che andiamo a unificare.
Dunque, mi convince il passaggio
su questo percorso di valorizzazione del personale sanitario amministrativo
delle due grandi strutture perché, probabilmente, se riusciremo a fare questa
operazione di amalgama e di valorizzazione delle risorse ivi presenti, sono
convinto che potremo realizzare uno dei più grandi presidi ospedalieri, non
solo della Calabria, ma addirittura del Mezzogiorno.
Per queste ragioni, però, non
possiamo fare delle operazioni così frettolose e non tenere magari in debita
considerazione le figure e le professionalità che andiamo a mettere insieme,
Presidente.
Nella proposta di legge che
avanzate è prevista l’istituzione di una Commissione.
Mi domando come mai, in questa
Commissione paritaria – come voi la definite – si prevedono due componenti, due
figure - non so come vogliamo chiamarle - nominate dal Commissario e due
dall'Università.
Perché non si possono prevedere
anche componenti dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio? È un grande
presidio sanitario quello che stiamo mettendo dentro questo ospedale.
Se vogliamo fare una cosa di pari
dignità, valorizzazione e razionalizzazione senza mortificare nessuno, possiamo
fare benissimo una Commissione nella quale ci siano anche quelle figure.
Non mettendole o estromettendole
non facciamo certo un’operazione di valorizzazione esclusiva delle direzioni
universitarie; uno dei temi – lei lo sa bene, Presidente, perché la realtà la
conosce – per cui questo progetto negli anni non ha mai visto il traguardo, era
proprio per questa ragione, per chi poi doveva assumere la direzione: se erano
più gli universitari o se erano più gli ospedalieri; però, credo che queste
professionalità che stanno sia nell'una sia nell'altra Azienda, dovrebbero
essere valorizzate, integrate, amalgamate perché probabilmente veramente con
questa operazione si può mettere in asse la sanità, non solo della provincia di
Catanzaro o solo dell'area centrale, consigliere Alecci, ma anche dell'insieme
della Regione Calabria e dico anche del Mezzogiorno; quindi, ecco dove la
ragionevolezza, dove la responsabilità, dove la dialettica, anche aspra, però è
propositiva.
Non è vero che siamo impressionati
del dinamismo del Presidente, ma siamo predisposti in maniera positiva.
Questo dinamismo, però, deve avere
anche un merito e la ragionevolezza di ascoltare le ragioni di chi la pensa diversamente
e di chi propone anche delle soluzioni praticabili. Non è polemica solo perché
vogliamo essere bastian contrario, ma stiamo ragionando di cose che
sinceramente non mi sembrano fuori dal mondo o delle cose astruse.
Per questa ragione, personalmente,
come diceva il consigliere Alecci, avendo ragionato con l’insieme del gruppo,
saremo contrari.
Lo saremo perché state dando il
messaggio di voler fare tutto e subito. Il Presidente lo definisce un messaggio
istituzionale, ma dal punto di vista della sostanza cambia poco, presidente
Occhiuto, che sia istituzionale o che sia politico, state dando il messaggio
che volete fare tutto e subito.
Probabilmente, in Calabria,
dovevamo nominare imperatore il presidente Occhiuto perché è Commissario della
sanità, è Presidente della Regione, adesso istituisce l'Azienda Zero.
Abbiamo nominato un imperatore in
Calabria e forse non ci sarà nemmeno più bisogno di fare le elezioni in questa
Regione.
Non è così, non funziona così!
Questa “luna di miele”, questa forza dei numeri della maggioranza può anche
valere per i primi mesi ma, alla lunga, questa situazione non si reggerà.
Ritengo che se si facesse
prevalere un senso di maggiore coinvolgimento e di maggiore ragionevolezza, si
potrebbe ottenere lo stesso risultato, Presidente, anche con i tempi necessari
e dovuti.
Il Presidente dice che c'è
l’urgenza, ma è possibile che in una settimana cambi il mondo? Con
l’istituzione dell’Azienda Zero che abbiamo approvato poc'anzi – che avete
approvato poc’anzi – e di questo provvedimento, che approverete lo stesso anche
con il nostro voto contrario, da domani cambierà la sanità calabrese?
Eh no, io ritengo che un processo
più condiviso e più partecipato avrebbe un effetto e un’efficacia migliore per
garantire il diritto alla salute in questa Regione, l'affermazione e
l’esigibilità dei Livelli essenziali di assistenza che, per quanto mi riguarda
– per quanto ci riguarda come Partito Democratico, ma credo l’intera
opposizione e anche la maggioranza – sono i riferimenti fondamentali per
cercare di fare qualcosa di positivo per questa Regione.
Grazie, collega Mammoliti.
Se non ci sono altri interventi,
prima di passare alla votazione, voglio precisare quanto da voi dichiarato: la
legge è buona, la condividete, ma votate contro perché è troppo dinamica,
troppo veloce e dovevamo discuterne di più.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Alecci. Ne ha facoltà.
Intervengo per dichiarazione di
voto. Non è stato detto che la legge è buona, ma che comunque non la
approviamo.
È stato detto che la legge è
buona, ma rientra nel quadro di riordino della sanità di tutta un'area centrale
e ci saremmo aspettati che, contestualmente, si fosse anche detto che fine
avrebbero fatto gli altri presidi ospedalieri che insistono sullo stesso
territorio e quale futuro si immagina per loro, in cosa trasformarli quando, al
contempo – e ribadisco – si stanno spendendo soldi pubblici per ristrutturare
reparti, per mettere in piedi sale operatorie che probabilmente non
funzioneranno; quindi, ben venga la proposta, Presidente, ma se fosse stata
all'interno di un disegno complessivo perché la contraddizione è in termini: si
crea l'Azienda Zero per ridisegnare la sanità calabrese, ma poi non si permette
all'Azienda Zero di ridisegnarla e di portare la proposta in Consiglio
regionale.
Dunque l’Azienda Zero serve o non
serve?
Se dobbiamo approvare tutto
tramite leggi all'interno del Consiglio regionale senza l'apporto di queste
competenze e di questi consulenti che saranno utilizzati all'interno
dell'Azienda Zero, allora o l'uno o l'altro, ma noi siamo favorevoli a questo
disegno di legge.
Vorremmo, però, che fosse
all'interno di un Piano più generale sulla sanità dell'area centrale.
Collega Alecci, qual è il suo
voto?
ALECCI
Ernesto (Partito Democratico)
Probabilmente – anche prima col
presidente Occhiuto, ora con lei – ho problemi nell’espressione. Mi concentrerò
per le prossime volte.
Ha detto che è favorevole al
disegno di legge?
ALECCI
Ernesto (Partito Democratico)
L'ho detto prima, Presidente, che
avrei votato contro perché non si parla del futuro degli altri presidi
ospedalieri sul territorio.
Considerato che ha chiesto la
parola per dichiarazione di voto, le ho chiesto come vota.
Vota contrario?
ALECCI
Ernesto (Partito Democratico)
Contrario.
Va bene,
grazie. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento. Voteremo, come
prima, articolo per articolo e poi la legge nel suo complesso.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Avendo esaurito gli argomenti
all'ordine del giorno, la seduta è tolta. Grazie.
La seduta termina alle ore 1 del 15 dicembre 2021
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa della Giunta regionale:
“Legge di stabilità regionale 2022 - (deliberazione G.R. n. 536 del
7.12.2021)” (PL n. 8/12^).
“Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni
2022-2024 - (deliberazione G.R. n. 535 del 7.12.2021)” (PL n. 9/12^).
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa dei consiglieri regionali:
Raso “Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni
transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture
socio-educative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della I.r. 15/2013” (PL n. 10/12^).
Mancuso “Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale
nel territorio regionale” (PL n. 11/12^).
Caputo “Istituzione dell’Ente di Governance
della Sanità Regionale Calabrese denominato “Azienda per il governo della
sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”” (PL n. 12/12^).
Arruzzolo, Cirillo e Comito “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 25
giugno 2019, n. 29 (Storicizzazione risorse del precariato storico)” (PL n.
13/12^).
Neri “Proroga dell'entrata in vigore del livello dei servizi minimi del
trasporto pubblico locale” (PL n. 14/12^).
Neri “Proroga di un anno la scadenza del Piano Regionale di Sviluppo
Turistico Sostenibile (PRSTS) 2019/2021” (PL n° 15/12^).
Sono state presentate alla presidenza le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Rendiconto esercizio 2020 dell'agenzia regionale Calabria per lo
sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC) - (deliberazione G.R. n. 538 del
7.12.2021)” (PPA n. 10/12^).
“Rendiconto esercizio 2020 dell’Azienda Territoriale Edilizia
Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria) - (deliberazione G.R. n. 513
del 26.11.2021)” (PPA n. 7/12^).
“Rendiconto esercizio 2019 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo
dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - (deliberazione G.R. n. 514 del
26.11.2021)” (PPA n. 8/12^).
“Rendiconto esercizio 2020 dell'agenzia regionale Calabria per le
erogazioni in agricoltura (ARCEA) - (deliberazione G.R. n. 537 del 7.12.2021)”
(PPA n. 9/12^).
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di
iniziativa dell’Ufficio di presidenza:
“Bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli
esercizi 2022-2024 e approvazione del Piano degli indicatori di bilancio
esercizi 2022-2024 - (deliberazione U.P. n. 8 del 6.12.2021)” (PPA n. 11/12^).
Comunico che, in data 30 novembre 2021, il
Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 97 del 30 novembre 2021:
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione
n. 546 del 7 dicembre 2021, concernente: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020.
Rimodulazione del Piano Finanziario Asse 3 - Competitività e attrattiva del
sistema produttivo (OT 3 FESR) - Azioni 3.3.1 - 3.3.2 e Asse 9 - Inclusione
Sociale (OT 9 FESR) - Azioni 9.4.1 e 9.6.6”.
(Parere n. 1/12^).
Comunico che, con decreto del Presidente della
Giunta regionale n. 238 del 2 dicembre 2021, è stato conferito l’incarico di
Assessore regionale con competenze in materia di Infrastrutture e Lavori
pubblici, all’Ing. Mauro Dolce.
La Corte Costituzionale ha trasmesso la decisione
n. 219 del 6 ottobre 2021, depositata in data 23.11.2021, con cui è stata
dichiarata l’illegittimità costituzionale degli artt. 2, 3, commi 1 e 3, e 4,
commi 1 e 2, lettera b), della legge della Regione Calabria 2 luglio 2020, n.
10, recante «Modifiche e integrazioni al Piano Casa (legge regionale 11 agosto
2010, n. 21)».
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di
variazione al bilancio di previsione finanziario 2021-2023:
Irto. Al Presidente della Giunta regionale.
Premesso che:
-l'art. l, comma 277 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ha previsto
dei benefici nei confronti dei lavoratori del settore della produzione di
materiale rotabile ferroviario;
-anche la legge di bilancio 2021 è ritornata sull'argomento modificando
il procedimento per l'accertamento del diritto al beneficio previdenziale e
introducendo dei termini per l'acquisizione della documentazione e il rilascio
della certificazione tecnica da parte dell'INAIL;
-già l'art. 13, commi 6, 7 e 8 della legge 27 marzo 1992, n. 257 aveva
disposto la concessione dei benefici previdenziali ai lavoratori che durante le
attività sono stati esposti all'amianto;
-tale beneficio consiste nell'applicazione ai periodi di contribuzione
obbligatoria relativi all'esposizione all'amianto rivalutati di un coefficiente
di moltiplicazione ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche
(coefficiente 1,5), certificati dall'INAIL;
-tra i beneficiari delle predette norme rientrano, tra gli altri, i
lavoratori dell'HITACHI RAIL (già O.ME.CA.) di Reggio Calabria, ai quali però,
è stato riconosciuto il solo diritto e non la misura con l'applicazione delle
circolari INPS n. 68 del 6 aprile 2017 e n. 46 del 14 marzo 2018;
-nei confronti dei dipendenti della stessa azienda, operanti del sito di
Pistoia, coloro i quali hanno ricevuto l'accoglimento e il riconoscimento dei
benefici, ne hanno goduto sia nel diritto sia nella misura (assegno
pensionistico rivalutato);
-l'INPS ribadisce che rispetto al calcolo della misura dell'assegno
pensionistico, il beneficio si applica esclusivamente alla quota di pensione
retribuiva, riferendosi alla circolare n. 46 del 2018;
-ciò risulterebbe in contrasto con altra precisazione fornita dalla
stessa INPS per cui "la tutela previdenziale, esplicitata nei commi 7 e 8
della legge n. 257/1992, modificata dalla legge n. 271/1993, consente di
raggiungere il pensionamento con un certo anticipo e/o di vedere incrementato
il relativo trattamento di quiescenza, disponendo il conferimento di un
beneficio di natura previdenziale, nella rivalutazione pari a 1,5 del servizio
lavorativo soggetto a esposizione";
considerato che: -per il solo anno 2021 sono circa 20 i lavoratori in
uscita dello stabilimento HITACHI RAIL di Reggio Calabria interessati dal
beneficio di cui sopra;
-nel bilancio dello Stato il capitolo relativo agli oneri annuali per le
domande accolte è stato istituito dall'art. l, comma 246 della legge 27
dicembre 2017, n. 205 e presenta abbondante capienza di stanziamento ai fini
delle necessità previste. Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto
Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale e
l'Assessore al Lavoro
per sapere:
se sono a conoscenza della situazione illustrata e se intendono
intervenire presso il Ministero del Lavoro e l'INPS, affinché sia riservato ai
lavoratori calabresi il medesimo trattamento garantito a tutti i lavoratori
esposti all'amianto.
(2; 14/12/2021)
Il Consiglio regionale, premesso che:
- Il Gruppo TIM, la maggiore azienda del settore delle
telecomunicazioni, solo in Calabria occupa oltre 1000 addetti;
inoltre tra indotto e appalti ruotano altri 3000 lavoratori. • Il
Governo Nazionale intende abbandonare la prospettiva del rilancio di un modello
partecipato dallo Stato a vantaggio di piccole reti, rischiando così di
generare gravi ricadute sull'occupazione del comparto. • Questa situazione del
settore delle comunicazioni, oltre a rappresentare un problema occupazionale,
rischia di aggravare il ritardo tecnologico del Paese e in Calabria in
particolare, con le zone interne che già soffrono un grave ritardo e adesso
subirebbero il danno maggiore. • Nella giornata odierna, in concomitanza al
presidio che si terrà a Roma al MiSe, anche in
Calabria i lavoratori scenderanno in piazza a Catanzaro. • Le forze sociali
hanno già chiesto nei giorni scorsi al Presidente della Giunta regionale e
all'Assessore competente di essere ricevuti.
Impegna la Giunta regionale
nella persona del Presidente Roberto Occhiuto a voler predisporre
un'apposita convocazione di un incontro con le OO.SS
al fine di attivare quanto possibile per garantire così la stabilità
dell'occupazione e la serenità dei lavoratori e delle loro famiglie e
scongiurare allo stesso tempo l'ennesimo gap nello sviluppo digitale nella
nostra Regione.
(2; 29/11/2021) Alecci, Bevacqua, Iacucci, Irto, Mammolliti.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- le affermazioni dell'AD RAI Carlo Fuortes,
durante audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza dei
servizi radiotelevisivi, confermano la paventata cancellazione delle edizioni
notturne dei Tgr a partire dal prossimo 9 gennaio;
- lo spazio informativo in questione rappresenta un complemento
indispensabile rispetto a un servizio pubblico posto a garanzia della voce e
delle notizie dei territori;
- i tagli e le razionalizzazioni da parte dell'azienda radiotelevisiva,
ove necessari, possono senz'altro essere indirizzati verso direzioni che non
intacchino le prerogative e i doveri di un servizio autenticamente pubblico;
- la Regione Calabria intende difendere la continuità quotidiana di una
comunicazione accreditata e di alto livello rivolta agli accadimenti locali,
nonché il prezioso e indispensabile lavoro dei giornalisti coinvolti;
impegna la Giunta regionale
a intraprendere le opportune e immediate interlocuzioni nelle sedi
istituzionali competenti al fine di evitare quello che rappresenterebbe un
inaccettabile depauperamento del diritto all'informazione dei cittadini
calabresi.
(3; 29/11/2021) Bevacqua.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- i trasporti rappresentano una risorsa strategica per i territori
regionali e tuttavia in Calabria questo settore ha visto accumulare, nel tempo,
criticità e ritardi infrastrutturali, contribuendo alla marginalizzazione della
nostra regione dal resto del Paese, e non solo da un punto di vista geografico;
- ancora oggi, difatti, uno dei principali fattori di debolezza della
Calabria è riconducibile alle carenze del sistema dei trasporti e, in
particolare, allo stato allarmante in cui versa la rete ferroviaria regionale;
- negli ultimi anni, il sistema di trasporto su rotaia calabrese ha
registrato numerosi svii e deragliamenti, ritardi e cancellazioni di corse
provocando disagi a migliaia di passeggeri: è stato, infatti, evidenziato dalle
Organizzazioni sindacali regionali che nei primi 10 mesi del 2021 vi sono stati
48 guasti lungo la linea ferroviaria regionale che hanno coinvolto 450 treni,
provocato ritardi per 2 mila 377 minuti, causato la cancellazione parziale di
94 treni e la soppressione totale di 40 treni;
- in aggiunta, le stesse 00.SS. hanno rilevato che su alcune tratte fra
Reggio e Battipaglia la linea telefonica GSM di Rete Ferroviaria Italiana non
garantisce la continuità della comunicazione dei telefonini di servizio per
come previsto dalle norme e, quindi, non assicura tempestività di comunicazione
fra il personale di bordo e la sala controllo;
- queste notizie hanno prodotto ampia eco giornalistica a livello
regionale e nazionale che in altre regioni del Paese avrebbero determinato una
dura e tempestiva reazione da parte dei governi locali;
ritenuto che: - la creazione e attuazione di un piano di messa in
sicurezza e manutenzione della rete ferroviaria calabrese è fondamentale per
poter cogliere le eccezionali opportunità offerte dalle strategie europee del
Green Deal e per una Mobilità sostenibile e intelligente e rilanciare un
settore chiave puntando con decisione su sostenibilità e innovazione;
- per consentire di raggiungere risultati concreti sono necessarie
pianificazione e capacità progettuale, attraverso un'azione di sinergia
istituzionale tra la Regione Calabria, il Ministero delle Infrastrutture e
della Mobilità sostenibili e Rete Ferroviaria Italiana;
considerato che: - si ritiene opportuno affrontare questa importante
tematica in una seduta apposita del Consiglio regionale, da tenersi nel più
breve tempo possibile;
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale a richiedere l'istituzione di un
tavolo di confronto che coinvolga il Ministro delle Infrastrutture e della
Mobilità sostenibili e l'Amministratore delegato di RFI, al fine di conoscere
l'entità delle risorse destinate alla manutenzione e alla sicurezza della rete
ferroviaria calabrese, la tipologia degli interventi programmati e la relativa
tempistica di realizzazione, e contestualmente, di rendere note le azioni che
si intendono intraprendere per rispondere alle nuove esigenze dettate
dall'Agenda europea che mira a far diventare le rotaie il mezzo di trasporto
più sostenibile, innovativo e attrattivo, in particolare per le giovani
generazioni.
(4; 01/12/2021) Irto e Mammoliti.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- l'Associazione Banco Alimentare della Calabria, con centro direzionale
avente sede in Montalto Uffugo (Cs) presso alcuni padiglioni dell'ex Comac, il fallito Consorzio mercato agricolo alimentare) è
un'organizzazione non profit che opera dal 1996, aderisce alla rete nazionale
Banco Alimentare e, quotidianamente, recupera alimenti, li dona alle strutture
caritative, promuove politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a
sostegno della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, collaborando con le
istituzioni UE (a partire dal Programma FEAD) e nazionali;
- il Banco aiuta annualmente e sistematicamente in Calabria circa 140 mila
persone, attraverso la distribuzione di alimenti e l'opera di centinaia di
volontari, superando nel 2020 le 7mila tonnellate di prodotti distribuiti;
- rispetto al totale dei padiglioni liberi e chiusi dell'ex Comac di Montalto (circa l00mila metri quadri, di cui
42mila coperti), soltanto una piccola parte è stata resa disponibile per il
Banco, che pure paga un fitto di 4mila euro al mese;
- il Direttore del Banco, Dr. Gianni Romeo ha denunciato a mezzo stampa
l'insufficienza degli spazi a disposizione dell'Associazione per conservare
quanto raccolto per poi distribuirlo a coloro che ne hanno bisogno;
impegna la Giunta regionale
a intraprendere le opportune e immediate interlocuzioni, nelle sedi
istituzionali competenti, per ottenere che siano concessi al Banco Alimentare
della Calabria, senza oneri ulteriori, gli spazi necessari al fine di
salvaguardare e rendere efficace la benemerita opera di volontariato che si
dedica ad alleviare la disperazione dei più deboli, dei più bisognosi, degli
ultimi.
(5; 13/12/2021) Bevacqua.
il Consiglio regionale
premesso che l’articolo 33, comma 4 della legge regionale 10 ottobre
2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria) prevede la presentazione del
programma di governo da parte del Presidente della Giunta regionale;
tenuto conto che l’articolo 16, comma 2, lettera a) dello Statuto
regionale prevede che il Consiglio regionale “nelle forme e nei modi stabiliti
dal regolamento, approva le dichiarazioni programmatiche per la legislatura
rese dal Presidente eletto ed i relativi aggiornamenti”;
visto l’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che
disciplina l’approvazione del programma di governo;
visto il programma di governo 2021-2026 presentato dal Presidente della
Giunta regionale il 28 novembre 2021 e acquisito al protocollo generale in data
29 novembre con n. 19662, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale;
udito il Presidente della Giunta regionale, Mario Occhiuto, che ha
illustrato il provvedimento de quo;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate:
-di approvare, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 16, comma
2, lettera a) dello Statuto regionale e dell’articolo 57 del Regolamento
interno del Consiglio regionale, il programma di governo 2021-2026, allegato
alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale.
Premessa
Viviamo ancora settimane complicate.
La pandemia che da quasi due anni ha stravolto la
nostra quotidianità, il nostro modo di vivere, è ancora tra noi, è una presenza
quanto mai ingombrante che inevitabilmente influenza tutte le attività,
sanitarie, economiche, lavorative, sociali.
L’Italia e la Calabria devono fare ancora i conti
con il Covid, la convivenza responsabile con il virus
è il presupposto per far in modo che ogni nostra azione politica e
amministrativa possa avere successo.
Voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari -i
medici, gli infermieri, i volontari, gli operatori della Protezione Civile e
quelli della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo – che, a
vario titolo, da mesi si adoperano instancabilmente per curare e assistere i
pazienti, e quelli impegnati nella fondamentale campagna vaccinale.
È indispensabile proseguire sulla strada
intrapresa.
Lo scorso anno di questi tempi ci apprestavamo ad
un Natale di chiusure. Oggi, grazie al vaccino, in poco più di 11 mesi abbiamo
una situazione che possiamo definire sotto controllo.
Ma occorre non abbassare la guardia.
Occorre proseguire con le somministrazioni,
accelerare con le terze dosi, convincere i cittadini che ancora non hanno
deciso di vaccinarsi: in Calabria abbiamo circa 300mila persone che ancora non
lo hanno fatto.
La nostra Regione non ha una situazione
preoccupante legata al numero dei contagi, ma purtroppo desta preoccupazione il
numero di posti letto e dei posti in terapia intensiva disponibili. E dunque, a
maggior ragione, è per noi indispensabile accelerare sulle vaccinazioni.
Una delle mie prime decisioni prese da presidente
della Regione è stata quella di tenere aperti tutti gli hub
vaccinali presenti nel nostro territorio.
Presto avremo stazioni mobili per raggiungere i
cittadini che hanno difficoltà a recarsi presso i presidi vaccinali predisposti,
e abbiamo ottenuto la proroga dei contratti per gli operatori sanitari presenti
negli hub e legati alla struttura commissariale
nazionale.
Proseguiamo, dunque, in questa direzione,
difendendo gli spazi di libertà conquistati, per tenere aperto il Paese e con esso le attività economiche, per salvaguardare la
salute di tutti.
Determinanti saranno, in questo scenario, i
comportamenti responsabili di ciascuno di noi.
Sono stato proclamato presidente della Regione
esattamente un mese fa, il 29 ottobre, il giovedì successivo, il 4 novembre, il
Consiglio dei ministri mi ha nominato commissario per la sanità in Calabria.
In campagna elettorale avevo più volte detto che mi
sarei battuto affinché la sanità tornasse nelle mani dei calabresi, dopo 12
anni di commissariamenti che non hanno ridotto il debito e che non hanno
aumentato la qualità delle prestazioni sanitarie: ecco, posso dire che questo
primo impegno preso con i cittadini è stato mantenuto, e con tempi record.
Adesso toccherà a me, toccherà a noi, rendere
positiva questa nuova congiuntura e questa nuova centralità conquistata dalla
Regione.
Dopo decenni di problematica esistenza, è
finalmente arrivato il momento di fare del governo regionale della Calabria lo
strumento di risoluzione dei problemi dei calabresi. Sarò, questo il mio
auspicio, il presidente delle soluzioni, delle decisioni, del coraggio, sarò un
presidente che vorrà fare del gioco di squadra la sua arma più efficace.
Poca vetrina e molta officina. Guardandoci negli
occhi, così come noi calabresi impariamo a fare da bambini, senza alibi, senza
paure.
Chiedo a me stesso, alla politica tutta, ai miei
alleati, ma anche ai gruppi di opposizione un salto di qualità: una sorta di
rinascimento ideale, una nuova sfida.
Chiedo ai calabresi di guardare alla Regione non
più come luogo dei privilegi, del rinvio e dell’inconcludenza, ma come ad un
quartiere strategico e operativo di una missione epocale: restituire dignità e
fiducia ad un popolo disilluso ma orgoglioso e tenace.
Chiedo alle nuove generazioni di crederci perché
non bastano i programmi e gli idiomi in inglese a costruire un futuro.
Il futuro della Calabria parte dai calabresi e
dalla loro motivazione e disponibilità a migliorarsi, anche nei comportamenti
civici e individuali.
Per essere subito operativi e propositivi, il
prossimo decennio della Regione Calabria sarà deciso da una cornice di
programmazioni economiche nazionali ed internazionali di straordinaria
importanza:
-Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
-La nuova politica di coesione 2021-2027 in Europa
e in Italia:
-Il Programma Operativo Regionale FESR/FSE 2021
2027
-La nuova agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
dell’ONU Infrastrutture, digitale, ambiente, sanità, connettività, innovazione,
semplificazione. Sono questi gli asset tematici che
interesseranno trasversalmente tutti i settori produttivi, sociali e culturali
della Calabria.
La Regione avrà a disposizione risorse enormi, mai
avute prima, da finalizzare e incanalare verso obiettivi certi, condivisi e
perseguibili.
Il senso della sfida è proprio nella capacità di
tradurre in fatti concreti, in progetti operativi, in cantieri di lavoro, in
capacità di spesa, tutte le risorse che abbiamo a disposizione.
Costruiremo insieme, come dicevo in campagna elettorale,
la Calabria che l’Italia non si aspetta.
1.Sanità
La sanità rappresenta il tema fondamentale della
nostra attività di governo. Su questo tema si misurerà, dunque, il successo o
meno del mio esecutivo regionale.
Abbiamo ottenuto, come vi dicevo, un primo
importante e storico risultato.
Per troppi anni l’Assessore alla sanità della
Calabria è stato di fatto il ministro della Salute, tramite i commissari che di
volta in volte ci hanno mandato.
Adesso il commissario della sanità è il Presidente
della Regione: adesso il destino e il futuro di questo comparto sono nelle
nostre mani.
La cura della persona rappresenta, pertanto, il
punto centrale del mio programma.
Un progetto che passa principalmente dalla
integrazione della tutela della salute con l’assistenza, quella che precede
l’attività sanitaria, come strumento di prevenzione sociale, e le succede in
termini di intervento riabilitativo.
Trovo vergognoso che la Calabria spenda 320 milioni
di euro all’anno in mobilità passiva per la piaga dell’emigrazione sanitaria e
che, tra spese di viaggio e permanenza, praticamente, circa un miliardo di euro
dei calabresi venga regalato alle altre Regioni e perso dalla nostra. È ora di
porre fine a questa assurdità.
Ho idee molto chiare sul futuro della sanità in
Calabria:
1. Riorganizzare la rete ospedaliera, anche
attraverso la creazione di nuovi ospedali. La nostra Regione, anche per la
particolare conformazione territoriale, ha bisogno di nuovi ospedali, più
moderni ed efficienti. La rete però non va concepita secondo logiche di
campanile, come è accaduto nel passato. Occorre puntare sui criteri di
copertura dei bisogni soprattutto di emergenza che meritano di essere
potenziati.
2. Intervenire con investimenti mirati e
significativi sulla sanità territoriale e della prevenzione: spazio dunque a
case della salute, medicina generale, poliambulatori, medicina preventiva e
riabilitazione di primo livello.
3. Definire un grande piano di assunzioni, perché
dopo 11 anni di blocco del turnover la situazione è insostenibile. Occorre un
massivo ricorso a nuove professionalità per restituire ai cittadini il diritto
alla salute.
4. Riorganizzare radicalmente il Dipartimento della
Salute della Cittadella, perché riprenda ad esercitare il suo ruolo
istituzionale: coordinare concretamente le aziende ospedaliere e territoriali
misurandone prestazioni e standard.
5. Lanciare con il privato convenzionato una nuova
stagione relazionale fatta di richiesta di aumento della qualità delle loro
prestazioni e, parallelamente, di controlli incisivi sulle attività.
6. Procedere finalmente alla quantificazione del
debito sanitario pregresso. Ho intenzione di richiedere alla Ragioneria
Generale dello Stato l’invio di tecnici capaci di identificare il volume
finanziario dell’esposizione.
7. Avviare il ripianamento del debito, così come
proposto ed approvato in un mio emendamento -presentato alla Camera negli
scorsi mesi, durante la mia attività di parlamentare della Repubblica
-diventato legge dello Stato, attraverso una richiesta di anticipazione a Cassa
Depositi e Prestiti a tassi di gran lunga più contenuti rispetto a quelli che
oggi la Regione sostiene.
La mia Giunta sarà attenta ad evitare ogni genere
di disavanzo annuale, mettendo in atto un management finalmente all’altezza
della situazione e che riporti al centro la meritocrazia e la competenza.
Per fare ciò, ci saranno al mio fianco -ne sono
certo -tutti i sindaci, gli operatori sanitari, il mondo sindacale e il terzo
settore.
Non si può generare salute senza ascoltare le voci
rappresentative dei territori e degli addetti a lavori che la reclamano da
decenni.
Su queste tematiche, non sarò mai un uomo al
comando -come ha detto, sbagliando, qualche esponente dell’opposizione -ma la
punta di un iceberg che avrà nella qualità della sua base la forza e la
credibilità che ci servono.
Quanto alla riorganizzazione del Servizio sanitario
regionale mi farò carico di indire, dalle prossime settimane, audizioni con
tutte le categorie interessate, ivi comprese le associazioni di cittadini, veri
consumatori della salute, che saranno gli ispiratori reali del nuovo sistema
della salute calabrese.
Le periferie montane, dovranno essere fortemente
attrezzate di quanto necessario a soddisfare i fabbisogni di salute di primo e
secondo livello, attraverso strutture di prossimità.
Il livello di assistenza ospedaliero dovrà divenire
un punto di forza, attrattivo anche da fuori Regione, favorendo l’emersione
delle eccellenze che in parte già lo caratterizzano, tanto da rendere
dissuasiva ogni migrazione sanitaria, indispensabile nella sua assurda entità
annua a essere reinvestita nel territorio, tanto da renderlo il focus della
nuova assistenza sociosanitaria.
Si dovrà, certamente, rivedere l’attuale schema di
distribuzione aziendale. Saranno i cittadini, attraverso la loro espressione
diretta rappresentata dai sindaci e le categorie interessate a orientare le
migliori scelte legislative di quel Consiglio regionale che con me dovrà
funzionare, e tanto, nell’esercitare le sue funzioni istituzionali, messe da
parte da anni.
Chiederò, inoltre, alle autorità scolastiche, anche
come risposta all’emergenza pandemica, di inserire nei programmi didattici
l’Educazione sanitaria.
2.Welfare
L’impatto della pandemia in Calabria ha tolto ogni
dubbio sull’urgenza di procedere ad un radicale rinnovo dell’organizzazione dei
servizi per la salute dei cittadini.
In particolare abbiamo sperimentato il ruolo e
l’importanza della comunità, intesa come luogo in cui si sviluppano relazioni e
forme di collaborazione tra enti pubblici e privati: famiglie, Comuni,
associazioni di volontariato, enti non profit, scuole, parrocchie, cittadini.
Ripensare all’idea di salute, a partire dalla
persona e dalla comunità in cui questa vive e lavora, significa ridefinire
priorità, ridisegnare processi, prodotti e metodologie per la realizzazione di
percorsi di cura con la più ampia integrazione tra tutte le risorse presenti in
ogni comunità.
In molte realtà in cui è stato avviato questo
approccio alla salute, dei singoli e delle comunità, sono nate esperienze
concrete quanto originali: badante di condominio,
baby-sitter condivisa, biblioteche con iniziative
aggregative e sociali, agricoltura sociale, banche del tempo, formazione
inter-generazionale, cohousing.
Elemento identificativo di queste esperienze è la
consapevolezza che il compito di assicurare una buona salute per i cittadini
rappresenta una responsabilità condivisa e non può essere delegata alle singole
strutture sanitarie.
Come certificato dall’organizzazione mondiale di
sanità “la salute si sviluppa a livello locale, nei contesti della vita
quotidiana, nei quartieri e nelle comunità dove le persone di ogni età vivono,
lavorano, amano, studiano e si divertono” (Oms 2016).
Il nostro impegno sarà orientato a dare concreta
attuazione ad una moderna concezione di salute, intesa come “bene comune”, in
cui risulta fondamentale l’apporto e la collaborazione delle risorse presenti
in ogni contesto comunitario: scuola, sanità, servizi assistenziali, cura del
territorio, lavoro, cultura e tempo libero.
Territorialità
-Prossimità -Domiciliarità e nuova occupazione
Sono alcune delle parole d’ordine che, specie dopo
l’esperienza Covid, sono diventate riferimenti per
prestazioni e servizi standard da assicurare per rispondere in maniera più efficace
e tempestiva ai bisogni dei singoli cittadini e delle loro famiglie.
Ospedali e strutture sanitarie di eccellenza sono
indispensabili per rispondere a determinati bisogni di salute, ma come abbiamo
avuto modo di sperimentare durante gli ultimi mesi, una rete di cura deve
essere presente in ogni territorio. Incentivare e qualificare l’offerta di
servizi territoriali per la cura della salute dei cittadini è diventata
un’urgenza.
Fondamentale risultano i servizi di prossimità,
quali i servizi per la cura a domicilio, specie per persone anziane, sole e
fragili.
Ogni cittadino deve poter esercitare il diritto, in
via prioritaria e salvo casi di particolare gravità, di essere curato nella
propria casa, con il supporto di persone a lui vicine e nella propria comunità.
In relazione al continuo aumento della popolazione anziana, fenomeno che in
Calabria si correla alle diminuite risorse di cura familiari, determinate dalla
ripresa del fenomeno dell’emigrazione giovanile, suggerisce l’adozione di due
piani di interventi distinti: invecchiamento attivo; gestione della non
autosufficienza.
Dall’attuazione di questi piani deriveranno
concreti benefici per il benessere dei singoli e per la coesione sociale delle
comunità.
Concrete e consistenti saranno, inoltre, le
ricadute occupazionali per le diverse figure professionali (assistenti
familiari, educatori, psicologi, sociologi, assistenti sociali, autisti,
terapisti, infermieri) necessari per assicurare una rete di servizi flessibili
e personalizzati.
Il tema dell’ammodernamento dei sistemi di cura per
moderne politiche della salute e dell’inclusione sociale dei cittadini trova
ampio spazio nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, già in fase di
attuazione.
Molte delle innovazioni previste dal piano, come le
case e gli ospedali di comunità, rappresentano delle concrete opportunità che
potranno arricchire la rete dei servizi territoriali la cui riorganizzazione
avrà come punto di partenza dare la giusta centralità al cittadino ed alle sue
esigenze.
Per troppi anni il tema della salute ha visto la
Calabria occupare gli ultimi posti delle graduatorie. Ci sono oggi le
condizioni per invertire questa tendenza e per cogliere la sfida del
cambiamento attraverso un processo di ricostruzione, dal basso, dell’identità
sociale e del futuro delle nostre comunità.
Il tema della salute rappresenta un tema
identitario su cui costruire alleanze e nuovi sistemi di cooperazione e di
sviluppo del territorio. Non staremo ad attendere e attiveremo energie
professionali e risorse finanziarie necessarie per accompagnare i territori,
attraverso supporti di carattere formativo ed organizzativo, necessari per la
condivisione e l’arricchimento di un “pensiero nuovo” verso la cura e verso il
welfare di comunità.
La salute è condizione essenziale per lo sviluppo
economico e sociale e riveste un’importanza strategica per la vita di ogni
singola persona, per tutte le famiglie e per la rivitalizzazione di tutte le
comunità.
Integrazione
e sussidiarietà orizzontale: anziani, minori e disabili
L’integrazione tra il sistema sociale e quello
sanitario deve avvenire anche attraverso il coordinamento tra le diverse
tipologie di risorse del bilancio regionale, dei trasferimenti dello Stato e
del Fondo Sociale Europeo.
Stessa dinamica interattiva sarà posta nei sistemi
di governance tra le politiche dell’istruzione, del
disagio abitativo, della formazione, del lavoro, dell’immigrazione ed
accoglienza.
Anche in termini di sussidiarietà, diventa
necessaria e fondamentale un’integrazione con il privato sociale.
La Regione ha, pertanto, il compito di individuare,
sulla base dei principi di integrazione e sussidiarietà, i livelli essenziali
delle prestazioni (LEP) e quindi definire, attraverso un’attenta analisi e
lettura di un reale fabbisogno, oggi assente, gli obiettivi, le priorità ed i
criteri per la realizzazione degli interventi.
Ciò, anche in un’ottica di efficientamento
della spesa sociale e contestuale riduzione dei tanti ricoveri impropri a
carico del sistema sanitario regionale.
Un sistema di welfare è realmente inclusivo quanto
più è capace di garantire diffusamente servizi e diritti, con particolare
attenzione ai più vulnerabili: minori, anziani e disabili.
Una popolazione con tasso demografico a crescita
zero, quale quella calabrese, necessita di una progettualità di servizi di cura
e di assistenza domiciliare per gli anziani di natura intensiva.
Il Terzo Settore rappresenterà il vero braccio
operativo della Regione nella gestione delle tante emergenze sociali e
sanitarie indotte dalla pandemia.
Un sistema di governance
ispirato alla collaborazione tra pubblico e privato sociale soprattutto nella
fase di condivisione dei piani e delle priorità d’intervento sul territorio.
Pari
opportunità
Da Governatore dedicherò un’attenzione particolare
alla Calabria delle donne, con l’obiettivo che nella prossima campagna
elettorale regionale non ci sia più bisogno di affrontare questi argomenti.
In Calabria esiste una complessiva emergenza legata
alle diseguaglianze di genere.
Esiste purtroppo ancora oggi una questione donna,
all’interno dell’ormai riduttivo modello delle pari opportunità, che va posta
come vera e propria battaglia culturale a cui destinare attenzione e progetti
specifici di emancipazione, sia sul piano lavorativo-imprenditoriale che su
quello della legittimazione sociale.
In questo scenario va rafforzato il welfare per le
famiglie.
Richiedendo al governo di superare il criterio
della spesa storica, per avere anche in Calabria più asili nido, scuole
dell’infanzia pensate per aiutare le donne-lavoratrici, e un vero sostegno agli
anziani.
Le donne devono essere messe nelle condizioni di
realizzarsi professionalmente, senza dover rinunciare al proprio ruolo nella
società a causa di incombenze familiari che, erroneamente, molto spesso ancora
ricadono sulle loro spalle.
3.Ambiente,
capitale naturale, sistema idrico e rifiuti
Politiche
ambientali
Il mio governo regionale affronterà in modo
radicale la questione ambientale.
Le politiche dell’ambiente saranno poste pertanto
al primo piano dell’attuazione del mio programma, considerata la loro ricaduta,
diretta e trasversale, e l’assoluto bisogno di cura, di quanto sino ad oggi
trascurato.
Ciò al fine di assicurare il risultato utilizzando
la disponibilità dei Fondi PNRR dedicati alla cosiddetta transizione ecologica.
La tutela dei boschi e la salvaguardia dagli
incendi, l’acqua potabile e per l’irrigazione salutistica, la bellezza del mare
e l’assoluta sua balneazione, la prevenzione dei danni derivanti dal dissesto
idrogeologico, la gestione corretta dei rifiuti, con a valle le decisioni che
risolvano il problema definitivamente, e la bonifica delle aree inquinate
costituiscono la prima pagina della mia agenda politica.
Senza un ambiente riportato a regime naturale e
protetto non si potrà lavorare nell’assoluto cambiamento di marcia della sanità
e del sociale, che rappresentano il più grave dei problemi che affliggono i
calabresi.
Tutto questo comporterà una visione politica di
ampio respiro, scandita in azioni determinate e funzionali a tutelare i beni
naturali e, nel contempo, determinare le basi per uno Sviluppo Sostenibile,
indispensabile per la nostra regione.
Una aspettativa, questa, che implica la ricerca
della compatibilità tra attività economiche e salvaguardia ambientale, due fattori
che nel loro insieme dovranno ispirare le rispettive politiche, intese a
tutelare il sistema delle imprese e la natura, che in Calabria assumono un
valore assoluto.
Attenzione speciale, infine, all’emergenza amianto
e alle questioni metodologiche connesse alla concreta attuazione del P.R.A.C.
(Piano Regionale Amianto Calabria). Questioni che hanno spesso evidenziato
incertezze, anche di attribuzioni, lungo l’intera filiera istituzionale della
fattispecie emergenziale.
Più complessivamente, in parallelo alla questione
amianto, a causa della presenza di anomali tassi di crescita di talune
patologie oncologiche registrate in specifici siti della nostra Regione, si
appalesa la necessità di realizzare vere e proprie analisi epidemiologiche per
comprenderne l’origine al fine di contrastarne gli effetti.
Capitale
naturale
La United Kingdom Natural
Capital Committee, fra le prime su scala mondiale, ha
realizzato una sistematizzazione della questione, affermando che “Il capitale
naturale include l’intero stock di beni naturali -organismi viventi, aria,
acqua, suolo e risorse geologiche -che forniscono beni e servizi di valore,
diretto o indiretto, per l’Uomo e che sono necessari per la sopravvivenza
dell’ambiente stesso da cui sono generati”.
Nello stock di capitale naturale vanno quindi
inseriti e compresi anche i servizi ecosistemici che
rendono possibile la vita sul nostro pianeta:
1) Servizi di approvvigionamento
2) Servizi di regolazione
3) Servizi culturali
4) Servizi di supporto o habitat che garantiscono
protezione alle specie animali e vegetali, assicurando la biodiversità.
Addirittura nella stessa Agenda ONU 2030 per lo
sviluppo sostenibile, su un totale di 17 Obiettivi da raggiungere, entro il
2030 ben 10 obiettivi su 17 riguardano direttamente il capitale naturale.
In Italia la legge 221/2015 ha istituito il
Comitato per il capitale Naturale presso il Ministero dell’Ambiente
identificando, all’art.67, due precise finalità operative: ricognitive e di
classificazione degli stock esistenti, da un lato, e dall’altro la valutazione
dell’impatto che le politiche di sviluppo esercitano sullo stato di salute
degli stessi stock di capitale naturale.
Anche in Calabria occorrerà salvaguardare le due
finalità identificate dal Ministero:
1) censimento dell’estensione, dello stato di
salute e della tipizzazione degli stock di capitale naturale presenti nella
Regione
2) prevenire e mitigare gli effetti indiretti
negativi sul Capitale Naturale (impatti e danni a carico del capitale e/o del
flusso di Servizi Ecosistemici) delle politiche
settoriali di sviluppo economico a livello nazionale e locale (di sviluppo
urbanistico e industriale, di sviluppo infrastrutturale, di sviluppo agricolo,
di sfruttamento delle risorse energetiche, idriche, materiali)
0ccorrerà quindi, attraverso lo sviluppo di
politiche pubbliche, direttamente orientate alla tutela, ripristino, gestione e
valorizzazione del Capitale Naturale, caratterizzare gli asset
eco-sistemici calabresi anche in termini di sostenibilità economica.
Sistema
idrico
Il fallimento del sistema idrico integrato è dovuto
oltre che alla inadeguata gestione della Sorical
S.p.A., al mancato avvio di un processo di riorganizzazione e di integrazione
tra la gestione della grande adduzione e le gestioni delle reti comunali.
L’impossibilità da parte dei Comuni di far fronte
al costo insostenibile nei confronti della stessa Sorical
e di provvedere alla manutenzione straordinaria della rete ha determinato una
dispersione media su tutto il territorio regionale pari al 45% con gravi
conseguenze rispetto alla qualità e alla sostenibilità finanziaria del
servizio.
Un
nuovo modello di gestione
Trasformare Sorical Spa
in una multi-utility controllata dalla Regione Calabria con il coinvolgimento
dei Comuni.
I servizi che Sorical
dovrà gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione
dell'acqua potabile, riguarderanno anche tutte le attività attualmente svolte
dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della
depurazione compresa la gestione commerciale delle utenze.
Rifiuti
La gestione dei rifiuti della Regione Calabria
presenta numerose problematicità riconducibili, in larga parte, alla elevata
frammentazione organizzativa e gestionale. Il piano dei rifiuti vigente,
approvato nel 2016, non è stato in grado di offrire risposte adeguate ad un
sistema di raccolta e gestione in crisi strutturale da oltre decenni.
La cronica emergenza ha comportato l'emanazione di
numerose Ordinanze dei Presidente della Giunta Regionale attraverso interventi
straordinari per limitare gli effetti sulla salute pubblica
A causa delle percentuali ancora non soddisfacenti
di raccolta differenziata e di impianti di trattamento non idonei e in gran
parte obsoleti, gli scarti prodotti vengono depositati nelle residue discariche
disponibili e in piccola parte trattati nell’unico termovalorizzatore regionale
situato a Gioia Tauro e parzialmente funzionate.
Una Regione con circa 2 milioni di abitanti che
produce in un anno 800.000 tonnellate di rifiuti può essere paragonata a grandi
realtà urbane che hanno una produzione maggiore ma che sono riuscite a superare
ogni criticità grazie ad un adeguato modello di gestione.
In Calabria il 50% dei rifiuti urbani prodotti è
destinato alle discariche mentre in regione Lombardia la percentuale non supera
il 4%.
L’emergenza impone di elaborare un modello di
intervento sostenibile economicamente e tecnicamente al fine di adeguarsi
all'attuazione dei programmi comunitari di economia circolare, nonché per avere
uno strumento di pianificazione in grado di accedere ai finanziamenti
comunitari nel ciclo di programmazione 20212027.
Occorre rivedere e migliorare l’offerta
impiantistica prevista nel piano dei 2016, prevedendo l’utilizzo di tecnologie
innovative e intervenendo principalmente sulle modalità di gestione degli
scarti di lavorazione degli impianti di trattamento del rifiuto urbano con
l’obiettivo di azzerare il ricorso allo smaltimento in discarica.
A tale scopo è necessario prevedere
l’ammodernamento dell’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro attraverso
progetti di investimento in grado di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente
e migliorare la potenzialità complessiva di trattamento.
Raggiungere una media regionale di raccolta
differenziata al 65% attraverso l’elaborazione di progetti mirati che prevedano
investimenti e premialità per i Comuni virtuosi. Per
raggiungere tale risultato è necessaria l’adozione, in tutti i comuni
calabresi, del modello di raccolta porta a porta e della tariffazione puntuale,
meccanismo che permetterà ai cittadini di pagare la TARI in base ai rifiuti
realmente prodotti.
L’obiettivo finale, nell’arco di cinque anni è
l'azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica e la completa
chiusura di i siti attualmente esistenti in Calabria. Tale risultato sarà
conseguito mediante un'azione congiunta di massimizzazione della raccolta
differenziata e di modifica strutturale del sistema di trattamento dei rifiuti
indifferenziati.
4.Infrastrutture,
attività produttive, artigianato e lavoro
La Calabria deve disegnare un proprio orizzonte di
crescita attraverso la realizzazione di scelte chiare in materia di politica
industriale, infrastrutturale e di politiche attive del lavoro.
Orizzonte di crescita significa che occorre
definire priorità, tempi e modalità di realizzazione dei percorsi di sviluppo
d’intesa con chi il lavoro lo crea e lo tutela, e quindi con le imprese e i
sindacati.
Una nuova e irripetibile stagione d’investimenti,
quale quella del PNRR e della nuova politica di coesione 2021-2027, vedrà
pertanto la Regione Calabria al fianco delle forze sociali chiamate ad
interpretare lo sviluppo.
Le mie idee sono precise: infrastrutture, accesso
al credito, politiche attive del lavoro e precariato zero.
Infrastrutture
-Per quanto concerne la dorsale jonica,
ammodernamento e messa in sicurezza della SS106 attraverso la realizzazione di
una sede stradale a 4 corsie;
-Potenziamento della viabilità interna e delle
trasversali per garantire la creazione di varchi di collegamento tra i diversi
versanti della Regione favorendone lo sviluppo economico;
-Realizzazione dell’alta velocita ferroviaria sul
versante tirrenico e velocizzazione del tratto ferroviario jonico per
consentire finalmente l’accesso al corridoio adriatico;
-Avvio della infrastrutturazione intermodale per
collegare il Porto di Gioia Tauro alle grandi vie di comunicazione stradali e
ferroviarie, facilitandone la competitività in termini di logistica e in ottica
di sviluppo della ZES (Zona Economica Speciale).
Accesso
al credito
L’accesso al credito continua ad essere il vero
freno allo sviluppo delle iniziative imprenditoriali.
Occorre, attraverso azioni concertate tra Confidi e
la società in-house della Regione, Fincalabra, definire percorsi facilitanti sia sul versante
della concessione dei contributi che sul fronte delle garanzie verso le banche.
Analoga esigenza riguarda il mondo dell’agricoltura
relativamente all’aumento, fino al 75%, dell’aliquota massima del
cofinanziamento previsto dal fondo FEASR.
Politiche
del lavoro, formazione e precariato zero
È arrivato il momento di dire stop alla tragedia
sociale e umana del precariato. Il mio governo regionale si opporrà nettamente
a qualsiasi ulteriore occasione di creazione di nuovo precariato.
Le strade sono due:
1) Assorbire gli attuali bacini di precariato
attraverso specifiche misure normative nazionali che avrò cura di definire con
i ministeri competenti, d’intesa con le associazioni sindacali che chiamo, sin
da ora, a svolgere una costante attività di collaborazione con il governo
regionale. Un’opzione possibile potrebbe, ad esempio, essere quella di
orientare il fabbisogno lavorativo di alcuni settori della Pubblica
Amministrazione verso l’universo del precariato incrociando domanda e offerta
di lavoro.
2) Il precariato zero si raggiunge però attraverso
politiche attive di lavoro e la riforma dei centri per l’impiego. Secondo il
World Economic Forum, “entro il 2025, il 50% di tutti
i lavoratori avrà bisogno di reskilling e il 40%
delle competenze base degli attuali lavoratori cambierà”.
Basta questo semplice dato per definire in
Calabria, attraverso i fondi del PNRR, ove utilizzabili, e soprattutto del
nuovo POR 2021-2027, un Piano Straordinario di politiche attive del lavoro
finalizzate alla ristrutturazione delle competenze (reskilling)
e allo sviluppo di competenze aggiuntive (upskilling)
utilizzati nelle filiere di punta dell’economia regionale.
Si tratterà di fornire alle imprese, attraverso
percorsi formativi erogabili anche su piattaforme di e-learning, sostegni per
adeguare il capitale cognitivo agli standard digitali e di sostenibilità delle
produzioni.
Saranno le imprese a definire i propri bisogni di
adeguamento delle competenze interne accedendo agli strumenti tecnici (bandi
e/o manifestazioni di interesse) che la Regione proporrà.
Occorre, infine, una riforma coraggiosa e radicale
dell’intero sistema della formazione. Vanno definite politiche e percorsi
formativi orientati alla formazione sul lavoro, una sorta di apprendistato
strutturato sulla base delle nuove competenze che la transizione digitale e
quella ecologica richiedono sul mercato del lavoro.
Basta con la formazione-assistenza occorre agire su
competenze e adeguamento del mercato del lavoro calabrese alle nuove
traiettorie di sviluppo economico.
Formazione
e nuove competenze per la burocrazia regionale
Il mio programma non può prescindere da un impegno
sulla formazione della burocrazia regionale e dallo stimolo che profonderò con
cura anche ai governi locali perché facciano la medesima cosa in favore dei
loro organici, ridotti peraltro all’osso dalle difficili situazioni di cassa
che impediscono il turnover.
La Regione Calabria, al lordo degli impegni che
dovrà affrontare per trasformare il PNRR in risorse reali e iniziative godute,
ha bisogno di rinnovare il proprio esercito amministrativo, con particolare
riferimento alla dirigenza impegnata a gestire quanto programmato dall’organo
di governo e dal Consiglio regionale, al quale riconoscerò un ruolo primario.
Se non si riesce a determinare sinergie a regime,
tra gli organi politici e dirigenza, da realizzare progressivamente, sarà
difficile mettere in piedi azioni in progress di indirizzo, di progetto e di
controllo utili a fare della Calabria una regione normale e, successivamente,
una meta per investitori, turisti ed eccellenze della ricerca e della
produzione internazionale.
La formazione che ho intenzione di realizzare è di
tipo continuativo e, sotto certi aspetti, innovativo, ove la specializzazione
diffusamente acquisita costituisce l’elemento caratterizzante della dirigenza
che sarà, tale da essere assistita nella continuità dalle opportune conoscenze,
indispensabili nell’esercitare le rispettive competenze nell’obbligo di
rotazione cui la stessa è sottoposta.
Un modo, questo, per contare su un organico ricco
di specialità, tali da garantire il meglio nelle sue diverse routinarie
collocazioni.
Un tale percorso garantirà a tutto l’organico
regionale uno strumento e un’occasione di formazione quotidiana, cui i
dirigenti dovranno assicurare un’offerta continuativa didattico-formativa e di
aggiornamento del personale ad esso via via sottoposto.
Attraverso una tale metodologia di acquisizione
diffusa delle dovute conoscenze, necessarie per affrontare con efficienza,
efficacia, economicità e utilità pubblica le problematiche più attuali, si
concretizzerà un organico utile ad intervenire nel processo di bonifica delle
società partecipate, certamente bisognevoli di interventi strutturali.
Artigianato
Nell’immaginario delle filiere di successo
dell’economia calabrese figurano da sempre turismo e agricoltura.
Eppure basterebbe una lettura più attenta della
struttura delle filiere per cogliere i veri protagonisti di questi settori: gli
artigiani. Si tratta di un patrimonio pari a circa 33mila imprese che
rappresentano il 20% del totale regionale.
Si tratta di micro imprese che costituiscono di
fatto la struttura portante dei macro settori
regionali e che rappresentano di fatto la qualità dell’offerta più complessiva
del turismo e della stessa agricoltura di trasformazione.
Nella sostanza, il vero soggetto imprenditoriale
della Regione Calabria, per dimensioni d’impresa, per storia e vocazione è e
resta l’artigiano che si trasforma, a volta, in PMI conservando però la sua
originaria matrice laboratoriale.
La mia idea è quella di lanciare una vera e propria
stagione di Rinascimento dell’artigianato attraverso:
-Azioni di recupero dei saperi
e delle conoscenze artigiane
-Azioni di integrazione tra gli Istituti Tecnico
Professionali e le imprese artigiane attive sui territori
-Rafforzamento e creazione di distretti artigiani
aggregati per vocazioni territoriali
-Recupero dei vecchi artigiani all’interno di
esperienze didattiche dedicate allo start-up di nuova impresa artigiana
-Creazione di un brand identificativo della qualità
artigiana calabrese
Filiere
integrate e autonomie territoriali
Il Covid ha insegnato ai
territori la necessità e l’importanza dell’autonomia delle proprie filiere.
La Calabria deve ripatire da progetti di filiera
integrata per creare catene di valore capaci di mitigare, da un lato, la
dipendenza dall’esterno e, dall’altro, di valorizzare le risorse autoctone.
Non solo in agricoltura e nel turismo, dove
tuttavia la necessità di creare filiere corte sembra irrinunciabile.
Esistono settori, e quindi filiere importanti
dell’economia regionale, che appaiono esclusi dal respiro strategico regionale
e annaspano, isolati e irrilevanti, dai processi di creazione di valore e
reddito.
È il caso dell’artigianato produttivo, una miniera
inesplorata che spazia dal mobile all’agricoltura di prossimità, dalla liuteria
alle stampe 3D, fino alla produzione artistica che nessun progetto di governo
regionale ha sinora saputo coinvolgere nelle dinamiche di sviluppo locale.
Ecco perché occorre insistere su modelli di
progettazione di filiere integrate per attrarre investimenti, pubblici e
privati, nelle tante eccellenze nascoste della Calabria.
Un modello di sviluppo locale, legato alle filiere
integrate, avrà il merito di trasformare i territori in soggetti di sviluppo
lasciando alla Regione il compito di promuovere azioni di promozione della
visibilità delle filiere artigiane.
Sviluppo
locale e politiche territoriali
Tra i meriti meno sottolineati del PNRR figura la
definizione di un quadro di precise scelte di politica industriale, condivise
su scala europea.
Questo significa che le Regioni, e fra queste la
Calabria, saranno chiamate ad interpretare un importante ruolo tipico dei c.d.
soggetti attivi di politica industriale.
Quando parliamo di trasformazione digitale ed
ecologica, infatti, stiamo utilizzando una nuova chiave di lettura
dell’evoluzione competitiva dell’economia regionale.
Dopo aver inseguito per anni, senza successo, il
totem della produttività oggi lo scenario cambia radicalmente perché attraverso
il PNRR si richiede a tutte le filiere produttive un ripensamento della propria
identità in chiave digitale ed ecologica.
La Calabria ha quindi dinanzi a sé un decennio in
cui dovrà fare politica industriale e settoriale, incentivando da subito i
fattori competitivi del digitale e della sostenibilità.
Non sarà un percorso facile né indolore perché, al
di là delle incentivazioni ai processi di automazione (Industria 4.0), si
inciderà su un mercato del lavoro destinato a subire trasformazioni epocali con
effetti significativi anche sul welfare e sulle ineguaglianze.
Se a ciò aggiungiamo il trend demografico che vede
la Calabria perdere 100mila residenti negli ultimi 15 anni, con un indice di
vecchiaia che nel 2020 ci dà 169.5 anziani ogni 100 giovani, si comprende
perfettamente la cifra strategica che le politiche industriali dovranno
assumere nella Regione Calabria.
Ridisegno delle catene di valore, interventi sul
mercato del lavoro, accompagnamento al digitale della base produttiva e
distributiva, ristrutturazione delle filiere produttive locali in chiave
ecologica e digitale.
5.Agricoltura
e forestazione
Il comparto agricolo e agroalimentare calabrese,
unico per biodiversità varietale e per spirito di adattamento, ha rappresentato
nell’ultimo periodo, caratterizzato dalla pandemia Covid
19, un baluardo per la tenuta del tessuto sociale ed economico della Calabria,
Il Governo Regionale, nella consapevolezza di tale
funzione, dovrà orientare sempre più la parte burocratico-gestionale verso le
esigenze dei cittadini calabresi attraverso l’accelerazione della spesa dei
fondi comunitari, nella scelta di misure di sostegno rapide ed efficaci e nello
snellimento di procedure, a volte francamente lente e poco flessibili.
Nella prospettiva del quinquennio sarà quindi
necessario riorganizzare il sistema agroalimentare calabrese, per porre lo
stesso all’altezza delle sfide del contesto nazionale e globale. Bisognerà
continuare nell’opera di concertazione allargata con le parti sociali e rappresentanti
dell’utenza agricola, per affrontare una serie di questioni strategiche.
La riorganizzazione del dipartimento e degli enti
controllati
La sfida di innovazione e efficienza passa
attraverso la formazione e l’entrata di giovani professionalità Pertanto, non è
più rinviabile una rivisitazione e una riforma del ruolo dell’Arsac e di Calabria Verde, che vada a rendere produttivi e
funzionali il patrimonio materiale e di professionalità posseduto dagli stessi,
rendendolo più consono ai bisogni attuali piuttosto che ai dettami delle leggi fondative, che non riescono più a dare risposte attive
rispetto agli investimenti economici dedicati.
Il
superamento del gap logistico sui collegamenti
Le aziende agricole calabresi pagano una sorta di
“dazio logistico” legato alle difficoltà di collegamento. Tutte le materie
prime viaggiano su gomma e provengono da porti del Nord Italia: questa
condizione comporta un aggravio di costi valutato intorno al 25%. Stessa sorte
seguono le nostre produzioni ortofrutticole: viaggiano su gomma con un aggravio
di costi valutato intorno al 15% rispetto ai competitor nazionali ma anche
europei.
Mi impegnerò per valorizzare l’uso delle strutture
portuali di Gioia Tauro e Corigliano sia per le spedizioni che per gli
approvvigionamenti del settore agricolo calabrese.
Acqua
e Cambiamenti Climatici
Preparare l’agricoltura della nostra Regione alla
sfida del paradigma della sostenibilità, diventa non più procrastinabile nel
medio periodo. Tale approccio presuppone una riforma condivisa del sistema
delle bonifiche calabresi, che dovranno sempre di più essere orientate alla
fornitura di servizi per una agricoltura avanzata e innovativa.
Occorre condividere e programmare con la Stato
Nazionale, anche attraverso il PNNR, una politica di sostegno agli invasi di
grande portata presenti in Regione. La messa a regime di tali invasi diventa
condizione propedeutica per attivare un sistema di invasi a valle di piccola
portata e, in parallelo, per la fornitura di prossimità di medi distretti agricoli.
Infine, una più equa politica di utilizzo
dell’acqua da arte degli utenti finali, attraverso la tracciatura del consumo
tramite i misuratori nei tre livelli di distribuzione, metterebbe la Calabria
al pari di altri competitori agricoli nazionali, che sulla sfida del risparmio
idrico stanno costruendo un nuovo modello di agricoltura adeguato al
cambiamento climatico.
La stessa sfida del cambiamento climatico può, in
effetti, consentire, soprattutto nella filiera ortofrutticola e olivicola, la
dislocazione in areali originali di nuove colture tropicali e subtropicali,
favorite anche dallo spostamento verso fasce altimetriche più elevate (colline
e alta collina) della coltivazione dell’olivo.
Energia
La sostenibilità energetica della agricoltura calabrese
può trovare il suo divenire su una triplice attivazione bioenergetica:
fotovoltaico, residui di potature e pulizie forestali, sottoprodotti.
L’utilizzo dei sottoprodotti agricoli per
l’alimentazione delle centrali a biogas è ormai un dato acquisito, ma spesso
non condiviso per mancanza organizzativa nel sistema di recupero.
Così anche, l’utilizzo dei residui di potatura o di
pulizia dei boschi per la bruciatura degli stessi nelle centrali termiche
potrebbe rappresentare un elemento di produzione di energia tuttora non
esplorato.
L’incentivazione del fotovoltaico sulle strutture a
servizio dell’attività agricola rappresenterebbe l’affermazione del modello di
sostenibilità a cui mira l’UE e andrebbe sempre di più incentivato.
Multifunzionalità e sociale
Le imprese agricole possono diventare il volano
potenziale di un nuovo WELFARE diffuso, sostenibile e capillare. Gli esempi
sono diversi e già sperimentati con successo:
- Cura del verde pubblico e privato
- Agricoltura sociale, Agriasilo,
Agri Pensionati
- Turismo rurale
- Concessione di spazi riservati a mercati con
vendita diretta
Fauna
Selvatica
Servono urgenti interventi di contrasto
all’emergenza da sovrappopolamento e alla proliferazione di cinghiali per la
difesa delle produzioni agricole e zootecniche. In particolare:
- Attivare interventi di prevenzione nelle aree
maggiormente colpite
- Semplificare le procedure amministrative per il
risarcimento dei danni agli agricoltori
- Allungamento del periodo di caccia con la
rotazione delle squadre dei cacciatori
Agricoltura tra Ambiente e Salute: alcune delle
misure possibili
La transizione ecologica, in agricoltura, si
realizza attraverso scelte precise di politica aziendale. Occorre incentivare,
quindi, il volume delle risorse pubbliche da destinare verso tutte quelle
aziende agricole che utilizzano risorse organiche per garantire delle
fertilizzazioni green, limitando l’uso di pesticidi e concimi chimici.
Occorre, in parallelo, sostenere le politiche di
verde urbano perché le stesse città diventino vettore di benessere, salute e
sostenibilità e nei bandi di affidamento delle forniture delle mense pubbliche
(Scuole e Ospedali) prevedere criteri di premialità
per le produzioni convenzionali e biologiche a KM 0.
Leva
Finanziaria
La problematica più critica del sistema agricolo
regionale riguarda la mancanza di una politica finanziaria a supporto del
sistema. Tale difficoltà è emersa in tutta la sua drammaticità nella fase
pandemica, costringendo lo Stato a utilizzare misure straordinarie non
strutturali che hanno alleviato vecchie e nuove difficoltà di finanziamento.
Probabilmente, la causa è da ricercare nella
mancanza di fiducia del sistema bancario nazionale che non finanzia più idee,
ma solo progetti a garanzia blindata costituendo
- per paradosso -il vero limite all’accesso del
credito.
Il mio governo regionale verificherà da subito l’attivabilità di linee di garanzia regionale bancarie per lo
sviluppo agricolo destinate alle grandi e medie imprese agricole e
agroalimentari regionali per avviare il risanamento delle passività onerose.
Per quanto riguarda le piccole imprese agricole,
invece, potrebbe immaginarsi la strutturazione di confidi in forma più agevole
rispetto a quella attuale.
Infine, un aspetto, finora non ancora adeguatamente
considerato nella contribuzione regionale, potrebbe essere l’utilizzo della
quota fondo interessi al posto della quota contributo nelle proposte del PSR.
Infine, un’ipotesi da verificare sul campo, per
valutarne la percorribilità, riguarda l’aumento dell’aliquota massima del
cofinanziamento previsto dal fondo FEASR fino al 75%. Tale scelta, ove
compatibile, consentirebbe una maggiore risposta ad effettuare miglioramenti
aziendali e di sostenibilità climatico-ambientale da parte delle imprese
agricole. Potrebbe anche essere opportuno prevedere un’aliquota unica per tutte
le aziende presenti sul territorio, perché tutte le imprese agricole, comunque
rappresentative e ubicate in zone non svantaggiate o montane, possano essere
incentivate ad effettuare investimenti.
Nuove
Opportunità
Questione sociale e sostenibilità ambientale
appaiono sempre più rilevanti nelle aspettative dell’Unione Europea, e di
converso, nella nuova politica di coesione regionale. Occorre precisare che la
nostra agricoltura ha una strutturazione produttiva già fortemente ispirata
alla sostenibilità integrata e biologica.
Strutturazione che risulta fortemente differenziata
a causa della sua varietà orografica: infatti, alla presenza di sistemi
ortofrutticoli altamente competitivi delle aree di pianura si affianca, in
parallelo, un’agricoltura di sussistenza avanzata delle aree interne collinari
e montane. Tale strutturazione del sistema agroalimentare regionale pone la
necessità di conciliare una duplice offerta di opportunità di cambiamento, che
può essere declinata con una scelta di intervento ben definita nella prossima
programmazione agricola regionale:
-rafforzamento delle filiere strategiche
(olivo/agrumi) attraverso accordi di collaborazione sovra regionali che
individuino risorse per la modifica strutturale;
-creazione di nuove filiere di competizione
ortofrutticola avanzata tropicali e subtropicali (es. Kiwi e colture
tropicali), includendo non solo le produzioni arboree, ma anche le filiere
ortive (Cipolla e Finocchio) Tale proposta diversificata per grandi e piccole
aziende dovrà esplicarsi nelle aree pianeggianti e nelle aree costiere
calabresi.
Un discorso a parte merita il comparto
vitivinicolo, che va sostenuto nella sua peculiare condizione culturale,
attraverso la strutturazione di offerte per l’incremento della capacità
ricettiva e degustativa aziendale, con specifiche
misure che favoriscano enoturismo e il collegamento con il turismo
tradizionale.
Il
miglioramento dell’approccio venatorio e la valorizzazione della pesca
artigianale
La riforma del sistema di gestione della caccia per
le competenze organizzative regionali rappresenta una necessità invocata da più
parti. In particolare, la gestione della caccia al cinghiale con i danni
connessi non può essere solo gestita con forme di prelievo venatorio,
occorrendo per contro modalità straordinarie e, in particolare, interventi
normativi da parte del Parlamento. Non è pertanto più rinviabile una
rivisitazione del sistema organizzativo di gestione degli ambiti di caccia e delle
sue emanazioni, attraverso un confronto franco con tutti gli attori della
filiera.
La valorizzazione della pesca costiera anche
attraverso attivazione di forme economiche alternative trova la sua naturale
declinazione sul fondo Europeo per la pesca FEAMP, che deve diventare sempre di
più lo strumento per l’aumento della biodiversità marina e l’animazione
costiera.
Politiche
di forestazione
Le ferite e i danni arrecati al nostro patrimonio
boschivo da irresponsabili, piromani e portatori di interessi criminali sono
tanti e dolorosi per ogni calabrese.
Per questo motivo la Forestazione sarà uno dei
settori nei quali l’azione del mio governo regionale sarà forte pronta e
immediata: la montagna deve essere uno strumento di valorizzazione ambientale e
di sviluppo economico per tutti i calabresi.
Punteremo, attraverso i “Piani annuali di
Forestazione” e alle normative di riferimento, all’avvio di una serie di azioni
strutturali si esplicano nella gestione e manutenzione del territorio, nella
manutenzione delle infrastrutture che ricadono nelle aree forestali e loro
eventuale implementazione, nella prevenzione dei rischi idrogeologici,
ambientali e degli incendi boschivi e nella tutela della biodiversità e
dell’ambiente in generale e la difesa dai cambiamenti climatici.
In particolare:
- Si prevede la produzione di biomasse mediante le
utilizzazioni selvicolturali e l’impianto di essenze
di latifoglie autoctone a rapido accrescimento.
- Si procederà a redigere piani di assestamento
forestale quali strumenti indispensabili per la pianificazione, l’utilizzo e la
corretta azione di taglio.
- Saranno promosse attività di filiera nell’ambito
delle aree delle aziende forestali, che consentano la raccolta dei frutti del
sottobosco (ad esempio, tramite la manutenzione della sentieristica) e altre
che agevolino l’uso turistico e ricreativo delle aree (come la costruzione di
aree di sosta).
- Saranno eseguiti interventi per la manutenzione
delle opere esistenti e la loro implementazione per la messa in sicurezza di
alvei, torrenti e colatori naturali.
- Si provvederà alla pianificazione di attività
svolte in sinergia con i soggetti preposti alla tutela dell’ambiente e nello
specifico con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino meridionale.
- Si punterà al miglioramento delle condizioni di
fruibilità, di accesso e di sviluppo delle aree di campagne e soprattutto delle
aree montane.
- Sarà sostenuta e resa operativa la campagna, già
sperimentalmente avviata, d’intesa con le Università e i Parchi calabresi e gli
Ordini professionali, di lotta alla processionaria.
- Saranno curate attività di protezione civile
intesa come attività per interventi sulle calamità naturali.
- Sarà notevolmente potenziata l’attività di
monitoraggio e controllo, anche a fini di prevenzione antincendio, sia
intensificando il ricorso alla tecnologia, sia replicando modelli come quello
sperimentato con il Parco Nazionale della Sila, che ha previsto l’impiego dei
pastori nella sorveglianza del territorio boschivo.
Crediti
di carbonio
La Forestazione sarà legata anche al tema dei
crediti di carbonio, ossia le tonnellate di CO2 equivalente immagazzinata nella
biomassa vegetale o nel suolo da attività di gestione, imboschimento o
rimboschimento, utilizzate nella contabilizzazione degli impegni internazionali
sottoscritti dal Governo italiano nell’ambito del Protocollo di Kyoto.
Nell'ambito delle problematiche sugli interventi
finalizzati alla salvaguardia dei boschi da incendi ed al fine di programmare
le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi,
nonché quelle di riforestazione, è necessario da parte degli Enti governativi
monitorare i flussi di Carbonio nelle aree boscate predisponendo un sistema di
tracciabilità dei crediti di carbonio, in un'ottica di valorizzazione
ambientale e sociale.
La Regione Calabria dovrà essere impegnata nella
tematica della Forestazione e Difesa del Suolo e nella lotta ai cambiamenti
climatici, attrezzandosi delle necessarie valutazioni scientifiche dettagliate
in merito ai crediti di carbonio, o carbon credits,
che sono uno strumento per la lotta all’inquinamento e la tutela dell’ambiente.
La valutazione del fissaggio della CO2 nelle aree
forestali della Regione Calabria permetterà di certificare i crediti di
carbonio, entrare nel mercato dei crediti di carbonio ottenendo un beneficio
economico non secondario e contemporaneamente favorire la rigenerazione e
ricostruzione del patrimonio boschivo contribuendo alla lotta al cambiamento
climatico.
6.Politiche
per il turismo e brand Calabria
Proporrò un Patto con gli imprenditori turistici
calabresi, per programmare insieme scelte, agende d’interventi, priorità
necessarie a realizzare il brand Calabria, che andrà pensato in chiave digitale
ed ecologica, guardando anche ai casi di eccellenza nazionali.
L’analisi sul campo ci dice che in Calabria sono
presenti destinazioni che funzionano bene e riescono a soddisfare le esigenze e
le aspettative di migliaia di turisti, sia italiani che stranieri.
Altre, invece, che hanno bisogno di potenziare i
servizi: dai trasporti alla ricettività, dall’organizzazione
all’intermediazione.
Dobbiamo rendere omogenea e di qualità l’offerta
turistica di tutta la regione e dobbiamo valorizzare e riscoprire gli
straordinari giacimenti culturali del nostro territorio.
Abbiamo subito tante dominazioni e anche per questo
abbiamo un patrimonio archeologico unico al mondo.
Siamo una terra di santi, di uomini di cultura, di
filosofi, di artisti, di scienziati, le cui opere la Calabria non ha mai saputo
valorizzare per attrarre turisti. È giunta l’ora di cambiare passo, e
recuperare il terreno perduto.
Ma non solo. Uno dei nostri primi impegni sarà per
avere un mare pulito, all’altezza dei nostri meravigliosi 800 km di coste,
attivando controlli seri e capillari su tutti gli sversamenti illegali e su
tutti i settori produttivi pure solo potenzialmente pericolosi, anche con
l’ausilio delle nuove tecnologie che permettono di individuare facilmente le
attività da reprimere.
Rafforzeremo il sistema dei controlli sui
depuratori, ci occuperemo di tarare quelli che sono insufficienti a funzionare
quando la popolazione, soprattutto durante i mesi estivi, aumenta.
Contrasteremo gli scarichi abusivi.
Investiremo sulla connettività dei piccoli borghi,
perché la rete è la principale infrastruttura per renderli attrattivi.
Sperimenteremo iniziative di south-working: il Sud
potrebbe ospitare tanti lavoratori da tutta Italia, cogliendo la sfida della
trasformazione del lavoro dopo la pandemia.
Sperimenteremo anche nuove metodologie per
affrontare il problema dell’emergenza abitativa, facendola diventare occasione
di ripopolamento di borghi e centri storici che si stanno desertificando:
predisporremo, d’intesa con i Comuni, misure per reperire alloggi di edilizia
pubblica e residenziale anche in realtà limitrofe, perché rivalutare immobili
abbandonati nei borghi invece che consumare nuovo suolo costa di meno e serve a
far rivivere tanti piccoli centri storici.
7.Politiche
di coesione 2021-2027
Alla vigilia dell’avvio della nuova Politica di
Coesione 2021-2027, la Regione Calabria ha dinanzi a sé due grandi questioni da
risolvere: un’operazione verità, sull’efficacia dei metodi, e un’operazione di
realismo, sull’operatività.
Sul fronte del metodo è arrivato il momento di
chiederci quanta reale condivisione delle scelte esista, sul territorio, tra le
imprese, le categorie, gli Enti Locali nell’elaborazione del Documento di
Indirizzo Strategico Regionale (DISR) che, come noto, costituisce
l’architettura cognitiva e politica del Piano Operativo Regionale.
L’impressione è che esista un problema strategico
di accesso all’informazione e che molti player territoriali lamentino una sorta
di marginalizzazione dalle scelte.
Il nuovo Governo Regionale avrà tra le sue priorità
il superamento dei limiti di accesso all’informazione che troppo spesso
caratterizzano la vita delle opportunità europee sul territorio calabrese.
La seconda questione, che definirei operazione di
realismo sull’operatività, ci induce ad analizzare concretamente i veri problemi
che sono alla base del mancato utilizzo dei fondi europei.
Sono questioni straordinarie e datate che
necessitano finalmente di una risposta.
Proporrò al Ministro per il Sud e alla Coesione
Territoriale, Mara Carfagna, l’idea di creare delle
Agenzie Regionali alla Coesione, gestite direttamente dal Ministero, con lo
scopo di supportare la Regione e gli Enti Locali nei processi di informazione,
formazione dei procedimenti amministrativi, progettazione degli interventi e
rendicontazione della spesa.
Un impegno straordinario e condiviso per voltare
finalmente pagina, per consentire alla Regione Calabria di utilizzare tutti i
fondi a sua disposizione e per avvicinare, concretamente, l’Europa delle
opportunità all’immaginario civile e partecipativo dei cittadini calabresi.
8.Cultura
Tra le tante ricchezze della Regione figura lo
straordinario capitale paesaggistico, monumentale ed etnico disseminato nei
tanti distretti culturali della regione.
A questa ricchezza nessuna stagione amministrativa,
finora, è riuscita a garantire visibilità e governance
sul mercato turistico e delle politiche di sviluppo.
Occorre ricostruire una riconoscibilità della
Regione poggiata sulla qualità e sulla propria identità cominciando a
recuperare credibilità sul mercato turistico e dei capitali.
In tale direzione ho inteso riorganizzare la
struttura burocratica regionale costituendo il dipartimento sviluppo economico
e attrattori culturali, consapevole dello stretto legame che intercorre tra le
azioni di sviluppo dei territori e il patrimonio culturale inteso come
attrattore di politiche di sviluppo e investimento.
Si tratta di avviare un rigoroso processo di messa
a sistema delle ricchezze culturali della Regione attraverso precisi passaggi
progettuali:
-Distrettualizzazione dei
bacini culturali della regione con censimento del capitale culturale esistente.
(Addirittura nelle stesse azioni del PNRR figura la creazione di un Hub digitale per il Turismo dedicato proprio alla
classificazione dei sistemi di attrazione e accoglienza).
-Così come previsto dal PNRR e dal Piano Nazionale
dei Borghi, recuperare i patrimoni culturali, rurali e religiosi che sono
ospitati nei borghi calabresi (alcuni dei quali, non a caso, negli ultimi tempi
stanno attirando l’attenzione di capitali esteri interessati all’acquisto di
unità immobiliari).
-Creare eventi attrattori identitari nei diversi
distretti culturali legati ai beni culturali, al turismo lento,
all’enogastronomia, allo sport, al benessere, alla musica e alle arti.
-Internazionalizzare il respiro dei distretti
culturali della regione attraverso il ricorso al complessivo set di programmi
europei a gestione diretta dedicata alla transnazionalità e alla cooperazione
tra paesi membri.
-Promuovere l’identità regionale nella formazione scolastica
attraverso lo sviluppo di attività extracurricolari mirate alla diffusione del
patrimonio artistico, culturale, letterario e delle eccellenze artigiane e
produttive della Calabria.
Il Capitale Civico è la vera infrastruttura
immateriale di cui la Calabria ha bisogno e che tutti, colpevolmente,
continuiamo ad ignorare nel dibattito politico.
Diverso dalle buone pratiche piuttosto che dalle
reti ICT, il capitale civico rappresenta l’infrastruttura immateriale portante
di qualsiasi politica o piano di sviluppo economico locale.
È un vero e proprio indice prestazionale che misura
“l’intraprendenza e l’attitudine di una comunità alla cooperazione su progetti
comuni”.
Dall’ambiente, all’energia, ai trasporti, alle
città occorre investire sulla formazione di un capitale civico anche attraverso
incentivi e riconoscimenti alle comunità.
Diversi sono gli esempi immaginabili:
1) Le certificazioni ambientali d’area, tipo EMAS,
dove le comunità concorrono al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, attraendo
turisti o impresa bio. A queste comunità la Regione
dovrà riconoscere incentivi sotto forma di fiscalità di vantaggio.
2) Premi per aziende che incentivano misure sulla
sicurezza sul lavoro addirittura superando, in positivo, il requisito minimo normativo.
3) Premi per comunità che vantano comportamenti
virtuosi nel risparmio energetico piuttosto che nell’abbattimento di CO2.
Occorre lavorare nelle scuole, sui giovani per
spiegare loro il senso dell’infrastruttura del Capitale Civico.
Archeologia
e tesori nascosti
La Calabria in modo uniforme è sede di insediamenti
antropizzati sviluppatisi nel tempo preistorico e storico.
Paleolitico, Neolitico, Periodo Bruzio ed Enotrio,
Magnogreco, Romano, Medievale: la nostra Regione dispone di un tesoro archeologico
ancora mai compiutamente valorizzato.
Da cui l’opportunità di proporre, d’intesa con le
Sovraintendenze e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, una campagna
programmata di scavi archeologici da inserire in un organico progetto di collaborazione
con le istituzioni universitarie, le scuole, i Comuni interessati, le diverse
maestranze per concentrarvi una serie di iniziative di politiche attive del
lavoro.
La conseguenza sarebbe la apertura di innumerevoli
interventi, tutti “immediatamente cantierabili”, da valutare anche come campo
di applicazione di politiche attive del lavoro.
Ovviamente il secondo step,
ma solamente per ordine logico sistematico, ma non di attuazione, sarebbe
quello di realizzare piccoli e diffusi interventi di accoglienza nelle
adiacenze dell’intervento per un flusso turistico ben qualificato, di supporto
anche alle attività turistiche tradizionali soprattutto a carattere stagionale,
arricchite dalle opportunità della misura.
L’archeologia, in sintesi, può diventare il volano
di una strategia di crescita economica del territorio attesa la sua natura di
settore “attivante e trainante” di catene di valore in chiave turistica,
scientifica, di digitalizzazione del patrimonio e di esperienza originale di
politica attiva del lavoro.
9.Politiche
di bilancio
Le politiche di bilancio saranno al centro della
mia azione politica. In un periodo come quello attuale Il bilancio, appesantito
dal post Covid e invero reso precario dall’assenza
delle necessarie cure, attrarrà il mio maggiore impegno. Ciò per assicurare ai
calabresi una maggiore tranquillità e la dovuta trasparenza dello strumento che
più costituisce il risultato della sua diretta rappresentatività. Tale è quella
esercitata dai consiglieri regionali di immediata espressione della
collettività.
Da parte mia ci sarà la necessaria cura nella
formazione del consolidato, quale sintesi della complessità dei numeri dei
quali la Regione deve dare conto, in primis bilancio del SSR, partecipate in
senso lato ed enti strumentali.
Mi adopererò perché alla cura giornaliera del
bilancio vengano assicurate, sia nell’Esecutivo che nella dirigenza impegnata,
adeguate presenze, ricche di elevate conoscenze ed esperienza.
Relativamente alle entrate, sarà mia premura
rivedere in diminuzione, per quanto possibile, le ricadute del sistema
tributario e tariffario. Lo farò nell’ovvio rispetto dei principi fondamentali
fissati dallo Stato nell'esercizio dell’attuale legislazione concorrente.
Un passo, questo, dovuto alla gente di Calabria che
dovrà essere aiutata attraverso l’alleggerimento del prelievo, sia per quanto
riguarda le tariffe e le imposte/tasse, primo tra tutti quello fiscale extra
dovuto a copertura dei disavanzi della sanità che non dovranno più esserci.
Da qui, il mio impegno indefesso per ripianare il
debito con risorse perequative straordinarie -per le quali mi sto battendo da
anni in sede parlamentare con il risultato sfociato nella legge di bilancio per
il 2021, al quale faccio riferimento specifico in tema di sanità del domani
-tale da liberare il conto di esercizio del Servizio sanitario regionale da
oneri moratori insopportabili, rendendo così raggiungibile l’equilibrio, in una
all’attivazione di una profonda spending review.
Tutto questo nell’aspettativa, che dovrà trasformarsi
in realtà da subito, di vincere la grande sfida della sostenibilità del
bilancio regionale, ordinario e consolidato, condizionato sempre di più anche
dai decrementi demografici e dalla povertà dilagante.
10.
Innovazione e digitale
Inutile parlare, come è stato fatto per anni, di
Smart Calabria, di Open Data, di Smart City, di Telemedicina se poi manca
l’infrastruttura di base: la banda ultra larga.
Diciamolo con chiarezza: In Calabria esiste un
problema di ampiezza di banda di connessione e di stabilità delle connessioni
stesse.
Per tale ragione, denunciata sistematicamente dagli
operatori pubblici e imprenditoriali, la Calabria ha il diritto/dovere di
accedere ai fondi della prima missione del PNRR nota come “Digitalizzazione,
Innovazione, Competitività, Cultura”.
La Calabria deve puntare direttamente, per la rete
fissa, al raggiungimento dell’obiettivo stabilito su scala nazionale: portare,
cioè, la connettività a 1 Gbps alle famiglie, agli
edifici scolastici che ancora ne sono privi, ai punti di erogazione del
Servizio Sanitario Nazionale e alle imprese operanti nelle filiere produttive
della Regione.
Gli investimenti tematici, così come previsti nel
PNRR, dovranno, parallelamente, assicurare anche in Calabria:
-la fornitura di banda ultra-larga e connessioni
veloci;
-la promozione della trasformazione digitale
complessiva del territorio regionale;
-il rafforzamento delle infrastrutture digitali e
ai servizi della pubblica amministrazione (sanità, scuola, ambiente,
prevenzione idrogeologica, migrazione al cloud,
sicurezza informatica);
-la creazione di un Piano 5G per il potenziamento
della connettività mobile soprattutto nelle aree più deboli;
-Incentivare lo sviluppo e la diffusione
dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili come parchi naturali e siti
archeologici;
-supportare la diffusione della copertura 5G lungo
i corridoi di trasporto regionale e lungo le strade extra-urbane, facilitando
lo sviluppo di servizi di rete fondamentali per la mobilità, il turismo, la
sicurezza stradale, le infrastrutture sociali;
-l’adozione di tecnologie innovative e competenze
digitali nel settore privato.
La gestione di questa ambiziosa politica di
digitalizzazione della Regione richiederà tempi certi e competenze collaudate,
di tipo accademico e imprenditoriale.
Ritengo di poter accettare questa sfida: la
Calabria deve porsi l’obiettivo di governare l’ambizioso progetto della
Gigabyte Society, così come auspicato dal Presidente Draghi per il Paese
intero.
In Calabria, ma forse anche in Italia, esiste un
equivoco di fondo sulle politiche legate all’innovazione.
Nei paesi sviluppati l’innovazione è infatti
considerata come un vero e proprio strumento della politica industriale e
settoriale.
In Calabria, viceversa, l’innovazione viene
identificata e trattata come un settore specifico su cui concentrare risorse
secondo piani d’intervento che, sovente, scontano vistosi deficit di puntualità
e specificità.
Occorre restituire all’innovazione una governance tipica degli strumenti di politica industriale.
L’idea è cioè quella di identificare azioni
settoriali e specifiche d’innovazione, concordate con la base produttiva e gli
organismi di ricerca, su cui destinare budget e disegnare politiche di
accelerazione e diffusione del trasferimento.
Solo così sarà possibile, fra l’altro, pareggiare
il criterio stabilito dall’Unione Europea per la nuova programmazione 2021-2027
che parla, espressamente, di “condizioni abilitanti” riguardanti la presenza e
l’aggiornamento di piani di settore (es: trasporti, banda larga; gestione dei
rifiuti, lavoro, istruzione/formazione, ecc.).
La governance futura
dell’innovazione sarà pertanto legato allo sviluppo dei piani di settore e per
ciascun settore esisterà una strategia d’innovazione certa, misurabile e
confrontabile.
Generazione
start-upper
Da anni la Calabria è raccontata secondo la
“comoda” retorica del pensiero unico del disastro.
La “geopolitica degli ultimi” ha creato segmenti di
professionismo e di ingegneri sociali, a prezzi di listino non proprio
favorevoli, deputati a soccorrere la regione del disastro in tutte le sue
circostanze avverse: sanità, rifiuti, ambiente, acqua, lavoro nero, è stato
tutto un fiorire di commissari e di stagioni straordinarie.
All’ombra del disastro è però nata una generazione
di start-upper che sta provando, in tutti i settori
produttivi della Regione, a produrre quel cambio di passo necessario per la
ripresa.
La mia idea è quella di stabilire un contato
diretto della Regione con questa generazione, fornendo loro un canale
privilegiato e diretto per aiutarli nella straordinaria impresa che hanno già
avviato, o nelle idee d’impresa che stanno elaborando, concordando con loro le
migliori modalità di interazione. Dai club deal, agli acceleratori d’impresa,
all’avvio delle start-up, questa generazione di nuovi
imprenditori troverà nella Regione un interlocutore istituzionale capace di
promuovere le migliori condizioni possibili per il radicamento di un
eco-sistema di nuova impresa o di impresa innovativa.
Promuovendo, da subito, un tavolo operativo con
Banche, soggetti finanziari specialistici e Università per concordare modalità
di ascolto e di assistenza alla startupper
generation, valorizzando ulteriormente le esperienze significative già presenti
in Calabria, ancorché disperse e spesso confliggenti sul territorio.
Residenza
digitale
L’idea è quella di realizzare in Calabria un
progetto di E-Residency (residenza digitale) per
attrarre nella regione un numero di residenti digitali, imprenditoriali
soprattutto, capaci di spezzare lo storico e drammatico isolamento periferico
della Regione rispetto alle grandi traiettorie di sviluppo economico
internazionale. Si tratta di un’esperienza già declinata con successo in
Estonia.
Attraverso la E-Residency
è possibile:
- Acquisire una residenza digitale
- Avviare una nuova impresa internet-based
- Posizionare la sede di un’impresa già esistente
- Aprire un ufficio virtuale
- Gestire l’impresa in remoto
- Accedere a tutta una serie di servizi finanziari
digitali
- Offrire consulenza e assistenza on line
- Offrire assistenza fiscale e tributaria
- Garantire servizi di marketing e posizionamento
(start-up, business angels,
club-deal, acceleratori d’impresa)
Se a ciò aggiungiamo il prossimo decollo operativo
in Calabria della Zona Economica Speciale (ZES) risulta chiaro come l’idea
della Residenza Digitale, opportunamente promossa, possa incentivare dinamiche
virtuose di attrazione di capitale internazionale nella Regione.
(Il
Presidente della Giunta regionale: Roberto Occhiuto)
Il Consiglio regionale
vista la deliberazione di Giunta regionale n. 480 del 22 novembre 2021
“Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni
2022 – 2024 (art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”;
visto il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in
materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), e in particolare
l’articolo 36 che dispone in materia di adozione del DEFR;
considerato che:
-l'articolo 36 del decreto legislativo sopra citato dispone che le
Regioni adottino il DEFR, che descrive gli scenari economico-finanziari
internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi
della manovra di bilancio ed espone il quadro finanziario unitario regionale di
tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi e della
programmazione unitaria regionale, esplicitandone gli strumenti attuativi per
il periodo di riferimento;
-l’allegato 4/1 al d.lgs.118/2011 prevede che il DEFR si componga di due
sezioni:
la prima sezione comprende il
quadro sintetico del contesto economico e finanziario di riferimento, nonché la
descrizione degli obiettivi strategici con particolare riferimento agli
obiettivi di politica regionale in campo economico, sociale e territoriale,
anche trasversali, articolati secondo la programmazione autonoma delle singole
regioni;
la seconda sezione contiene la costruzione
del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli enti
regionali, sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente, e
l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento
degli obiettivi di finanza pubblica, accompagnata da un’indicazione di massima
delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere i predetti
obiettivi;
tenuto conto che, ai sensi del sopra citato allegato 4/1 al
d.lgs.118/2011, il DEFR ha le seguenti finalità: -rappresentare il quadro di
riferimento per la definizione dei programmi, all’interno delle singole
missioni, e per la definizione delle risorse disponibili per il finanziamento
degli stessi; -orientare le successive deliberazioni del Consiglio e della
Giunta regionale; -costituire il presupposto dell’attività di controllo
strategico, con particolare riferimento allo stato di attuazione dei programmi
all’interno delle missioni e alla relazione al rendiconto di gestione;
visto il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR)
per gli anni 2022 – 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale;
udito l’Assessore regionale al Bilancio, Giuseppina Princi,
che ha illustrato il provvedimento;
delibera
per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che
qui si intendono integralmente riportate:
-di approvare, ai sensi dell’articolo 36 del decreto legislativo n.
118/2011, il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per
gli anni 2022 -2024, allegato alla presente deliberazione quale parte
integrante e sostanziale.
Art. 1 (Istituzione e finalità dell’Azienda Zero)
1. È istituita l'Azienda Zero, ente del Servizio sanitario regionale,
dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia
amministrativa, patrimoniale, organizzativa, tecnica, gestionale e contabile.
2. L'Azienda Zero persegue la razionalizzazione, l'integrazione e l'efficientamento dei servizi sanitari, socio-sanitari e
tecnico-amministrativi del Servizio sanitario regionale, con modalità
partecipative basate su percorsi improntati alla massima trasparenza, alla
condivisione responsabile, nel rispetto del principio di efficienza, efficacia,
razionalità ed economicità nell'impiego delle risorse al fine di continuare a
garantire l'equità di accesso ai servizi, nella salvaguardia delle specificità
territoriali.
3. La sede dell'Azienda Zero è individuata dalla Giunta regionale o dal
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
Servizio sanitario della Regione Calabria, senza maggiori oneri per il bilancio
regionale, in immobili nella disponibilità della Regione o di enti strumentali
regionali o di enti del Servizio sanitario regionale.
4. La Giunta regionale disciplina con propria deliberazione il
funzionamento e i tempi di attuazione dell'Azienda Zero secondo gli indirizzi,
i principi e le finalità indicati nella presente legge.
Art. 2 (Funzioni dell'Azienda Zero)
1. L'Azienda Zero ha le seguenti competenze:
a) funzioni e responsabilità della Gestione Sanitaria Accentrata (GSA)
previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in
materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio
delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1
e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), secondo le direttive impartite dalla
Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;
b) gestione dei flussi di cassa relativi al finanziamento del fabbisogno
sanitario regionale di cui all'articolo 20 del d.lgs.118/2011 confluiti negli
appositi conti di tesoreria intestati alla sanità;
c) tenuta delle scritture della GSA di cui all'articolo 22 del d.lgs.
118/2011;
d) redazione del bilancio preventivo e consuntivo della GSA e dei
relativi allegati, sui quali l'Area sanità e sociale appone il visto di
congruità;
e) redazione del bilancio consolidato preventivo e consuntivo del
Servizio sanitario regionale e dei relativi allegati, sui quali il Dipartimento
competente in materia di tutela della salute e servizi socio sanitari appone il
visto di congruità;
f) indirizzi in materia contabile alle Aziende sanitarie provinciali e
agli altri enti del Servizio sanitario regionale;
g) supporto alla Giunta regionale o al Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria per l'analisi, monitoraggio e studio tendenziale
dell'andamento degli aggregati di costo e di ricavo delle Aziende ed enti del
Servizio sanitario regionale, con particolare riferimento alla sostenibilità
del Servizio sanitario regionale in una prospettiva annuale e pluriennale;
h) gestione di attività per il sistema e per gli enti del Servizio
sanitario regionale, quali:
1) gli acquisti centralizzati nel rispetto della qualità, della
economicità e della specificità clinica;
2) le procedure di selezione del personale delle Aziende del Servizio
sanitario regionale, secondo gli indirizzi della Giunta regionale o del
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
Servizio sanitario della Regione Calabria;
3) il supporto tecnico alla formazione manageriale e del rischio clinico
di valenza regionale;
4) il supporto al modello assicurativo del sistema sanitario regionale,
in particolare per il contenzioso e per le eventuali transazioni;
5) la gestione e lo sviluppo del sistema informativo di telemedicina di
omogeneizzazione e sviluppo del sistema ICT;
6) l'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento delle strutture
sanitarie e socio-sanitarie svolgendo le funzioni di organismo tecnicamente
accreditante;
7) il supporto tecnico in sede di definizione e di stipula degli accordi
e dei contratti con i soggetti erogatori ai sensi dell'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502
(Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della
legge 23 ottobre 1992, n. 421);
8) la progressiva razionalizzazione del sistema logistico;
9) i servizi tecnici per la valutazione dell'Health
technology assessment;
10) il coordinamento in materia di medicina territoriale, con
particolare riferimento ai percorsi di presa in carico e gestione dei pazienti
fragili-cronici e di continuità ospedale-territorio, nonché delle attività
relative all'assistenza primaria.
2. Nell'esercizio delle sue funzioni l'Azienda Zero è sottoposta al
coordinamento da parte del Dirigente generale del Dipartimento competente in
materia di Tutela della salute, servizi socio sanitari, che collabora con la
Giunta regionale o con il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria
nell'attività di formazione e definizione degli obiettivi e dei programmi.
3. Il bilancio preventivo e consuntivo della GSA è approvato dalla
Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare o dal
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
Servizio sanitario della Regione Calabria. La Giunta o il Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario
della Regione Calabria autorizza l'erogazione dei finanziamenti della GSA per
il tramite dell'Azienda Zero.
4. Le modalità di tenuta delle registrazioni della GSA e la redazione
dei relativi documenti di bilancio preventivo, di esercizio e consolidato
nonché il monitoraggio dei conti e capitoli del bilancio regionale sono
disciplinate con regolamento dell'Azienda Zero, adottato dal Direttore generale
acquisito il parere favorevole della Giunta regionale o del Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria in conformità a quanto disposto per gli enti del Servizio
sanitario nazionale dal d.lgs.118/2011.
Art. 3 (Organizzazione e vigilanza dell'Azienda
Zero)
1. La Giunta regionale o il Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria
approva le linee guida dell'Atto aziendale dell'Azienda Zero.
2. L'Atto aziendale determina l'organizzazione degli uffici e delle
funzioni dell'Azienda Zero.
3. Il Direttore generale dell'Azienda Zero esercita i poteri connessi
alle funzioni di cui all'articolo 2 nelle forme e con le modalità stabiliti
dall'Atto aziendale e da un regolamento interno di organizzazione e
funzionamento.
4. La Giunta regionale o il Commissario ad acta per l'attuazione del
Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria
determina annualmente gli indirizzi per l'attività dell'Azienda Zero e ne
controlla l'attuazione ed esercita la vigilanza e il controllo sull'Azienda
Zero per il tramite del Dirigente generale del Dipartimento competente in
materia di Tutela della salute, servizi socio sanitari nei termini e con le
modalità stabilite da un regolamento approvato dalla Giunta regionale o dal
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
Servizio sanitario della Regione Calabria.
Art. 4 (Organi dell'Azienda)
1. Sono organi dell'Azienda Zero:
a) il Direttore generale;
b) il Collegio sindacale;
c) il Collegio di direzione.
Art. 5 (Direttore generale)
1. Il Direttore generale è nominato dal Presidente della Giunta
regionale, previa delibera della Giunta regionale, o dal Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario
della Regione Calabria, in conformità alla normativa vigente per la nomina dei
direttori generali delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale.
2. Il Direttore generale è il legale rappresentante dell'Azienda Zero,
esercita i poteri di direzione, di gestione e di rappresentanza e svolge, altresì,
le funzioni di responsabile della GSA.
3. Il rapporto di lavoro del Direttore generale è regolato da un
contratto di diritto privato di durata non superiore a cinque anni.
4. Il Direttore generale esercita i propri compiti direttamente o
mediante delega secondo le previsioni dell'Atto aziendale.
5. Spetta al Direttore generale l'adozione, in particolare, dei seguenti
atti:
a) nomina e revoca del Direttore sanitario e del Direttore
amministrativo;
b) nomina dei componenti del Collegio sindacale ai sensi della vigente
normativa regionale in materia di Aziende ed Enti del Servizio sanitario
regionale;
c) nomina dell'Organismo Indipendente di Valutazione;
d) nomina, sospensione e revoca degli incarichi dei responsabili delle
strutture dell'Azienda Zero;
e) regolamenti di organizzazione, funzionamento e dotazione organica
dell'Azienda Zero;
f) atti di bilancio;
g) atti previamente autorizzati dalla Giunta regionale o dal Commissario
ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio
sanitario della Regione Calabria, vincolanti il patrimonio e il bilancio per
più di cinque anni;
h) proposta alla Giunta regionale o al Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria del regolamento sulla tenuta contabile della GSA da redigersi
in conformità a quanto disposto per gli enti del servizio sanitario nazionale
dal d.lgs.118/2011;
i) adozione dell'Atto aziendale, da sottoporre all'approvazione della
Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;
l) ogni altro atto necessario al funzionamento dell'Azienda Zero
preventivamente autorizzato dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario
della Regione Calabria.
6. Il Direttore generale redige la relazione annuale sull'andamento
della gestione dell'Azienda Zero e la presenta alla Giunta regionale e alla competente
commissione consiliare o al Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.
Art. 6 (Collegio sindacale)
1. Ai sensi del comma 3, dell'articolo 3 ter, del d.lgs.502/1992 il Collegio
sindacale è composto da tre membri nominati dal Direttore generale e designati
uno dal Presidente della Giunta regionale o dal Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria, uno dal Ministro dell'economia e delle finanze e uno dal
Ministro della Salute.
2. Nella prima seduta, convocata dal Direttore, il Collegio elegge tra i
propri componenti il Presidente che provvede alle successive convocazioni; nel
caso di cessazione per qualunque causa del Presidente la convocazione spetta al
membro più anziano di età fino all'integrazione del Collegio e all'elezione del
nuovo Presidente.
3. Le sedute del Collegio sindacale sono valide quando è presente la
maggioranza dei componenti; il componente che, senza giustificato motivo, non
partecipa a due sedute consecutive decade dalla nomina.
4. Il Collegio sindacale:
a) esercita il controllo di regolarità amministrativa e contabile;
b) vigila sull'osservanza delle disposizioni normative vigenti;
c) verifica la regolare tenuta della contabilità e la corrispondenza del
bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;
d) accerta trimestralmente la consistenza di cassa e l'esistenza dei
valori e dei titoli in proprietà, deposito, cauzione e custodia;
e) svolge l'attività di terzo certificatore nei confronti della GSA ai
sensi dell'articolo 22 del d.lgs. 118/2011.
5. L'Azienda Zero può affidare la certificazione contabile a una società
iscritta nel registro dei revisori dei conti ai sensi del Decreto del Ministro
della salute 17 settembre 2012 (Certificabilità dei
bilanci degli enti del servizio sanitario nazionale).
6. Ai componenti del Collegio sindacale spetta una indennità annua lorda
in misura non superiore a quella spettante ai componenti del Collegio sindacale
delle Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale.
Art. 7 (Collegio di direzione)
1. Il Collegio di direzione è organo aziendale con funzioni consultive e
propositive che coadiuva e supporta la Direzione Generale nell'esercizio della
funzione di governo dell'Azienda Zero. Esso è composto dal Direttore generale
che ha le funzioni di Presidente, dal Direttore amministrativo, dal Direttore
sanitario e dai Dirigenti apicali dell'Azienda.
2. Il Direttore generale si avvale del Collegio per il governo delle
attività di programmazione nonché per l'organizzazione e lo sviluppo delle
attività dell'Azienda Zero. Il funzionamento del Collegio di direzione è
disciplinato con apposito regolamento adottato dal Direttore generale.
Art. 8 (Personale)
1. L'Azienda Zero è dotata di personale proprio, acquisito mediante
procedure di mobilità dalla Regione, dalle Aziende e dagli altri enti del
Servizio sanitario regionale, ovvero assunto direttamente mediante procedura
concorsuale, qualora la professionalità richiesta non sia reperibile presso gli
enti suindicati, previa autorizzazione della Giunta regionale o del Commissario
ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio
sanitario della Regione Calabria. A tale personale è applicata la disciplina
giuridica, economica e previdenziale del personale del servizio sanitario
nazionale e il piano assunzioni viene approvato annualmente dalla Giunta
regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal
disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.
2. Il personale trasferito all'Azienda Zero mantiene:
a) il trattamento economico fondamentale e accessorio ove più
favorevole, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto dall'amministrazione
di provenienza al momento dell’inquadramento, mediante l'erogazione di un
assegno ad personam riassorbibile con i successivi
miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti, nei casi in cui sia
individuata la relativa copertura finanziaria, anche a valere sulle facoltà assunzionali;
b) la facoltà di optare per l'inquadramento e il trattamento
previdenziale di provenienza.
3. La dotazione organica definitiva dell'Azienda Zero, unitamente ai
relativi fondi contrattuali, è approvata dalla Giunta regionale o dal
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del
Servizio sanitario della Regione Calabria.
4. L'Azienda Zero può avvalersi di personale in distacco dalla Regione,
da Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale. Al predetto personale può
essere affidata la gestione di procedimenti amministrativi, con conseguente
assunzione della relativa responsabilità.
Art. 9 (Finanziamento)
1. Per lo svolgimento della propria attività, l'Azienda Zero utilizza:
a) finanziamenti assegnati dalla Regione, a carico del fondo sanitario
regionale, per la copertura dei costi relativi al personale, al funzionamento
dell'ente, determinati annualmente dalla Giunta regionale o dal Commissario ad
acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario
della Regione Calabria;
b) corrispettivi per eventuali servizi e prestazioni resi agli altri
enti del Servizio sanitario regionale;
c) altre forme di finanziamento compatibili con le attività istituzionali,
previa autorizzazione della Giunta regionale o del Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della
Regione Calabria.
Art. 10 (Bilancio)
1. Per la gestione economico-finanziaria dell'Azienda Zero si applicano
le norme in materia di patrimonio, contabilità e attività contrattuale in
vigore per le Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale.
2. L'Azienda Zero è tenuta all'equilibrio economico e finanziario.
3. Il bilancio preventivo annuale, il bilancio pluriennale e il bilancio
di esercizio sono deliberati nei termini previsti dal d.lgs.118/2011.
4. Il servizio di tesoreria dell'Azienda Zero, di norma, è svolto
dall'istituto di credito che assicura il servizio all'amministrazione
regionale, alle medesime condizioni contrattuali.
Art. 11 (Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, previsti
in 700.000,00 euro annui per gli esercizi 2022-2024, si fa fronte con la
corrispondente riduzione della spesa prevista per le funzioni attribuite ad
Azienda Zero e già esercitate dalle Aziende del Servizio sanitario regionale,
nell'ambito dello stanziamento del fondo sanitario indistinto assegnato dallo
Stato a valere sulle risorse relative al finanziamento ordinario corrente per
la garanzia dei LEA del bilancio di previsione 2022-2024.
Art. 12 (Norme finali e transitorie)
1. Fino alla pubblicazione della deliberazione di Giunta regionale di
cui all'articolo 1, comma 4, le funzioni assegnate ad Azienda Zero sono
esercitate dalle Aziende sanitarie provinciali, ospedaliere e dal Dipartimento
Tutela della salute e servizi socio sanitari della Giunta regionale della
Calabria.
2. L'utilizzo a qualsiasi titolo, da parte dell'Azienda Zero, di beni
immobili di proprietà della Regione o di altri enti del Servizio sanitario
regionale, per lo svolgimento delle funzioni attribuite, avviene a titolo
gratuito.
3. L'Azienda Zero fino al termine del commissariamento disposto ai sensi
dell'articolo 4, comma 2, del decreto legge 1 ottobre 2007, n. 159, convertito,
con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, assicura le sue
attività a supporto del o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di
rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, anche con
riferimento all'attuazione delle misure previste dal Programma operativo e dal
Piano di rientro.
4. Fino alla data di cui al comma 1 continua ad applicarsi anche agli
enti del Servizio sanitario regionale la norma di cui all'articolo 1, comma 1,
legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale
denominata “Stazione Unica Appaltante” e disciplina della trasparenza in
materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture).
Art. 13 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1 (Fusione dell'Azienda Ospedaliera
"Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro con l'Azienda
Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini")
1. Al fine di migliorare l'offerta assistenziale sul territorio
regionale, assicurare la razionalizzazione della spesa assistenziale e
l'ottimizzazione delle risorse, in conformità alle previsioni del Piano di
rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale e in considerazione
dell'intesa intervenuta tra il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano
di rientro nella Regione Calabria e l'Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, l'Azienda Ospedaliera
"Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro è incorporata nell'Azienda
Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini".
2. L'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" assume
la denominazione di Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato
Dulbecco", con l'efficacia prevista dall'articolo 3, comma 1, della
presente legge.
3. L'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco" ha
sede in Catanzaro, ha personalità giuridica pubblica e autonomia
imprenditoriale ai sensi della vigente normativa statale e subentra nelle
funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi dell'Azienda Ospedaliera
"Pugliese Ciaccio" con l'efficacia prevista dall'articolo 3, comma 1,
della presente legge. Sono organi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato
Dulbecco” il direttore generale, il collegio sindacale e l'organo di indirizzo,
nominati secondo quanto previsto dal decreto legislativo 21 dicembre 1999, n.
517 (Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale ed Università, a
norma dell'articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419).
Art. 2 (Attuazione della fusione)
1. Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge sono
definiti i rapporti tra Regione Calabria e Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro in materia di attività integrate di
didattica, ricerca e assistenza, mediante protocollo d'intesa ai sensi
dell'articolo 1 del d.lgs. 517/1999 sottoscritto dal Commissario ad acta per
l'attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e dal Rettore
dell'Università.
2. Il protocollo d'intesa, secondo quanto previsto dall'articolo 1,
comma 3, del d.lgs. 517/1999, stabilisce anche i criteri generali per
l'adozione degli atti normativi interni, compreso l'atto aziendale,
dell'Azienda Ospedaliero Universitaria "Renato Dulbecco" tenendo
conto, in particolare nella fase di avvio delle attività dopo la fusione, non
solo delle vocazioni assistenziali di emergenza-urgenza e di alta
specializzazione dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" e di
elezione, urgenza, didattica e ricerca dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria
“Mater Domini”, ma anche di quella che sarà l'attività integrata dell'azienda
dopo la fusione, nonché dei volumi di attività da esse realizzati e delle
esigenze di funzionamento delle scuole di specializzazione e dei corsi di
laurea, di laurea magistrale e di laurea magistrale a ciclo unico, della Scuola
di medicina e chirurgia.
3. Le attività prodromiche alla definizione del testo del protocollo
d'intesa sono svolte da una commissione tecnica paritetica composta da due
delegati del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro nella
Regione Calabria e da due delegati del Rettore dell'Università, che partecipano
alla commissione a titolo gratuito. I Commissari straordinari dell'Azienda
Ospedaliera "Pugliese -Ciaccio" di Catanzaro e dell'Azienda
Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" trasmettono senza indugio i
dati e le notizie richiesti dalla commissione tecnica per lo svolgimento delle
funzioni ad essa devolute.
Art. 3 (Efficacia della fusione)
1. La fusione per incorporazione disposta dalla presente legge diviene
efficace il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della
Regione Calabria del protocollo d'intesa di cui all'articolo 2.
2. ln conseguenza del mutamento organizzativo derivante dalla fusione,
dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione
Calabria del protocollo d'intesa di cui all'articolo 2, cessano di diritto gli
organi dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro e
dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro.
Decorsi i successivi trenta giorni cessano di diritto i rispettivi direttori
sanitari ed amministrativi, con risoluzione dei relativi rapporti di lavoro.
3. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente
legge, il Commissario straordinario dell'Azienda Ospedaliera
"Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro provvede alla ricognizione del
personale, di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi e del contenzioso
pendente, nonché alla redazione degli inventari dei beni mobili e immobili e
svolge ogni altra attività di competenza aziendale necessaria per l'attuazione
della presente legge.
Art. 4 (Abrogazioni)
1. Il Capo Il (Disposizioni per la costituzione dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria
“Mater Domini -Pugliese Ciaccio”) della legge regionale 30 aprile 2020, n. 1
(Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 19/2002, 14/2014,
9/2018, 32/1996, 9/1992, 28/2010, 5/2018 e 6/2019), è abrogato.
Art. 5 (Clausola di invarianza finanziaria)
1. La presente legge non comporta nuovi o ulteriori oneri a carico del
bilancio regionale.
Art. 6 (Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della
sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.