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XII^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

 

N. 3

__________

 

SEDUTA DI MARTEDÌ 14 DICEMBRE 2021

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO

 

 

Presidenza del presidente Filippo Mancuso

La seduta inizia alle 17,01

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

 

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Proposta di provvedimento amministrativo numero 6/12^ di iniziativa d’Ufficio recante: “Approvazione del Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto)”

PRESIDENTE

Avviamo i lavori con il primo punto all’ordine del giorno, riguardante l’approvazione del programma di governo (articolo 33, comma 4 dello Statuto), rubricato come: “Proposta di provvedimento amministrativo numero 6/2012”.

Ricordo all’Aula che, ai sensi dell’articolo 57 del Regolamento interno, dopo le dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta regionale, i consiglieri possono intervenire per non più di quindici minuti anche al fine di illustrare eventuali mozioni integrative al programma.

Concluso il dibattito, il Presidente della Giunta si esprime sulle mozioni integrative del programma e si procede alla votazione delle medesime per alzata di mano.

Viene, quindi, posta in votazione per appello nominale l’approvazione del programma eventualmente integrato dalle mozioni.

Considerato che il programma è già stato depositato, scelga lei, Presidente, come effettuare il suo intervento. Poi, ovviamente, avrà più spazio per le repliche.

Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente. Vorrei intervenire anche in sede di replica perché mi sembra giusto che il Presidente della Giunta regionale valorizzi anche i contenuti che offrirà il dibattito.

Le chiedo, pertanto, di poter intervenire anche in sede di replica. Magari, svolgo ora un breve intervento, pur sapendo che i colleghi consiglieri hanno già avuto nella loro disponibilità le dichiarazioni programmatiche – che ho fatto pervenire al Consiglio regionale qualche giorno fa – e, quindi, interverranno su queste.

Mi sembra, però, corretto che il dibattito non si esaurisca in un rito sulle dichiarazioni programmatiche, ma che – come deve essere nel rapporto tra Governo e Consiglio regionale, tra maggioranza e opposizione – il Presidente della Giunta regionale possa anche dare delle risposte alle sollecitazioni e ai contributi che proverranno dal dibattito.

Assumo fin da ora – se me lo consente – l’impegno a intervenire anche dopo in sede di replica, non solo per l’espressione dei pareri sulle mozioni che saranno depositate, ma, appunto, per svolgere un più compiuto intervento a risposta delle sollecitazioni che interverranno.

Ringrazio lei, Presidente, per aver voluto convocare il Consiglio regionale, i consiglieri che sono qui presenti e gli assessori. Ne approfitto anche per salutare il settimo assessore, il professor Dolce, che è stato nominato assessore qualche giorno fa.

Sono contento che sia in Consiglio e che anche lui abbia la possibilità di rendersi conto delle qualità che esprime il Consiglio regionale della Calabria.

Come dicevo, avete avuto le dichiarazioni programmatiche, ma voglio rendervi conto anche di questi primi 50 giorni. Sono stato proclamato Presidente della Regione il 29 di ottobre, quindi, di fatto, sono Presidente da 50 giorni o qualcosa in più.

Vi assicuro che sono stati 50 giorni molto intensi, anche molto impegnativi, in verità, perché, da un lato mi sono trovato a dover affrontare le emergenze che impone il governo di una regione bellissima, ma complessa, come la Calabria, dall’altro a dover lavorare sulla prospettiva, sulla riorganizzazione e sull’efficientamento della macchina burocratica, al fine di evitare che la Regione perda questo straordinario appuntamento con la storia, che è costituito dalla convergenza di più programmi di investimenti: il PNRR, il Fondo di Sviluppo e Coesione, le altre risorse disponibili nel bilancio dello Stato e nel bilancio regionale che devono essere utilizzate per sviluppare la nostra Regione.

Ho avuto diverse interlocuzioni con i Ministri del Governo e ho assunto con loro l’impegno a dimostrare che la Calabria è una Regione governabile, che ha grandi risorse e ha un governo regionale e un Consiglio regionale che vogliono valorizzarle.

Ho assunto anche l’impegno a fare in modo che i tempi e le regole stabilite dall’Europa per l’impiego delle risorse del PNRR possano essere i tempi ordinari per assumere decisioni in ordine a investimenti e ad azioni politiche da svolgere con le risorse dell’Europa.

Mi spiego. Come sapete il PNRR impone dei tempi molto stringenti e stiamo lavorando a ritmo molto serrato per non perdere queste occasioni, ma vorrei che costruissimo una macchina capace di reagire a questi tempi con la velocità imposta dall’Europa sia per la spesa delle risorse del PNRR sia per la spesa anche delle altre risorse, come quelle del FSC (Fondo di Sviluppo e Coesione).

Vi dicevo, da un lato le emergenze, dall’altro la prospettiva e la necessità di costruire una Calabria come tutti quanti noi vorremmo e come anche i calabresi vorrebbero e tutto questo mentre siamo costretti a fronteggiare anche la quarta ondata dell’emergenza da Covid-19.

Anche su questo voglio darvi qualche notizia. Stiamo procedendo nella campagna di vaccinazione con risultati anche superiori a quelli di molte altre regioni.

Credo vi faccia piacere sapere che proprio qualche giorno fa il generale Figliuolo mi ha chiamato per complimentarsi con i calabresi perché, per esempio, avevamo un target stabilito da Figliuolo in diecimila vaccinazioni e ne abbiamo fatte diciannovemila.

Ogni giorno stiamo superando i target che la struttura commissariale ci ha affidato. Sulla base di questi ho, a mia volta, assegnato dei target alle Aziende sanitarie della Regione chiedendo loro di impegnarsi per evitare che ci fossero dei ritardi nell’attività di vaccinazione perché sapete quanto incidano sulla rete ospedaliera e sulle terapie intensive i ricoveri dei non vaccinati.

Su questo, per la prima volta, la Calabria sta procedendo con grande velocità. Ho inteso chiamare anche i medici di Medicina generale e le farmacie perché abbiamo la necessità di utilizzare anche le strutture più capillari della sanità.

Ci sono realtà dove per un anziano è difficile recarsi in un Hub vaccinale. Se riuscissimo a stimolare i medici di medicina generale e le farmacie a intervenire laddove svolgono un’azione di maggiore prossimità rispetto ai bisogni di salute del territorio, avremmo un importante infrastruttura che ci può essere estremamente utile in questa fase nella quale dobbiamo fronteggiare l’emergenza.

Anche su questo stiamo andando molto avanti così come sull’organizzazione della sanità. Avevo promesso che mi sarei occupato personalmente del governo della sanità e avrei chiesto al governo di affidarmi il ruolo di Commissario.

Il mio obiettivo è quello di far uscire la Calabria dal commissariamento che è un’anomalia e non può essere una condizione ordinaria.

Avevo chiesto che, intanto, fosse il Presidente della Regione ad assumersi la responsabilità di governare la sanità e sono contento che il Governo abbia onorato questo impegno nel primo Consiglio dei Ministri dopo la mia proclamazione, così come sono contento che abbia accolto il mio invito a indicare come sub Commissario il colonnello Bortoletti, che ho voluto far conoscere anche ai capigruppo e all’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, perché vorrei che tutto il Consiglio forse a conoscenza di quello che facciamo e fosse protagonista delle scelte di riforma del sistema sanitario.

Il Consiglio dei Ministri l’ha nominato subito, appena è stata fatta l’indicazione.

Ho deciso di procedere alla sostituzione del dirigente generale del Dipartimento della salute, che ho ringraziato per l’attività complessa svolta in questi mesi, però ho deciso che ci dovesse essere anche lì un avvicendamento.

Ho lavorato col Governo perché ci potessero essere delle innovazioni normative che sono state recepite nel decreto fiscale.

Qualcuno ha rilevato che non era mai successo prima che in un provvedimento del Parlamento ci fossero cinque pagine dedicate alla Calabria.

Nel caso di specie, peraltro, si trattava del decreto fiscale, per cui abbiamo dovuto combattere anche per rendere ammissibili questi emendamenti che, probabilmente, nella normalità, sarebbero stati dichiarati inammissibili. Su quello siamo intervenuti anche grazie al supporto che il Governo ci ha dato per ottenere la possibilità, per esempio, di avere delle risorse aggiuntive per l’attività del Commissario perché non basta il Commissario per risolvere i problemi della sanità!

Lo dice una recente sentenza della Corte costituzionale: “se il Governo non supporta l’azione del Commissario attraverso esperti di comprovata capacità, è come addossare ad un uomo solo responsabilità che un uomo solo non può svolgere”.

Su questo abbiamo ottenuto non quello che chiedevamo e non quello che chiedeva la Corte costituzionale perché la Corte, nella sua sentenza, diceva che il Governo avrebbe dovuto assegnarci 25 super esperti. Ne avremo, purtroppo, soltanto 5, ma avremo 40 persone che l’Age.Na.S. metterà a disposizione per rafforzare la capacità amministrativa della nostra sanità.

Avremo anche la possibilità di reperire all’esterno i dirigenti di settore del Dipartimento. Come sapete, oggi, al Dipartimento tutela della salute, per esempio, ci sono molti settori che non sono coperti.

In passato, se si doveva nominare un dirigente di settore al Dipartimento tutela della salute, si doveva scegliere tra un dirigente che avesse impegnato il suo tempo e la sua esperienza nei mesi e negli anni precedenti, per esempio, nel Dipartimento dell’agricoltura, del turismo o dell’industria. Anche se usufruivamo di personale che aveva acquisito esperienza nelle aziende sanitarie, potevamo averne soltanto l’utilizzo, ma non la possibilità di farne un personale capace di assumersi delle responsabilità attraverso la dirigenza di settori.

Oggi, grazie a queste innovazioni normative, abbiamo avuto la possibilità di reperire all’esterno almeno tre nuovi dirigenti, oltre ai limiti fissati dalla legge previgente.

Abbiamo anche avuto la possibilità di utilizzare personale della Guardia di Finanza all’interno delle Aziende e del Dipartimento, non perché vogliamo ripetere una concezione poliziesca della sanità.

Troppo spesso in passato sulla sanità si sono addensati pregiudizi in ordine ai quali, poiché la sanità in Calabria è ingovernabile, vi è un coacervo di interessi, bisogna mandare cani da guardia, generali dei Carabinieri o della Guardia di Finanza.

Queste persone, poi, guarda caso, non avevano alcuna competenza nell’organizzazione della sanità del territorio e, infatti, ci hanno restituito un sistema sanitario che è quello sotto gli occhi dei calabresi.

È necessario avvalersi anche della Guardia di Finanza – ripeto – non perché si abbia una visione poliziesca, ma per l’attività di ricognizione del debito che faremo.

Vorremmo, infatti, procedere alla ricognizione del debito nel modo in cui si procede nei Comuni quando c’è la procedura del dissesto guidato cioè attraverso un bando, un avviso che dia la possibilità a chi ritiene di avere dei crediti da vantare di esibirli.

 Poiché la mia personale opinione è che spesso può succedere che alcuni crediti che vengono rappresentati, non siano reali ma siano semplicemente non iscritti nel bilancio delle Aziende sanitarie, forse avere una struttura che, tra le competenze tecniche, annovera anche quelle di personale della Guardia di Finanza, rappresenta un atteggiamento utile a scoraggiare atteggiamenti opportunistici.

Ho accolto anche questa iniziativa con favore nell’interlocuzione che ho avuto con il Governo nazionale.

Ci sono alcune norme un po’ più controverse.

Molte Regioni del nord si sono lamentate del fatto che ci sia una norma che sospende, ai fini della cassa, la mobilità passiva, che è una norma che serve per farci avere cassa in questo frangente e che, poi, compenserà la mobilità dal 2026 in poi.

Quando, però, avremo riformato la sanità – come voglio fare e come voi tutti volete fare – dovremo fare una grande battaglia sulla perequazione dei sistemi sanitari.

In questi dodici anni il nostro sistema sanitario è stato un sistema nel quale non si è investito e non si è assunto, mentre nei sistemi sanitari delle altre Regioni si facevano investimenti e assunzioni e, quindi, la perequazione tra il nostro sistema e i sistemi delle altre Regioni si è allargata.

Se il tema della perequazione deve valere per le infrastrutture, per il LEP (Livelli essenziali delle prestazioni), perché non deve valere per la sanità e per i livelli essenziali di assistenza?

Un’altra battaglia che vorrei assumessero in futuro la politica regionale e le Istituzioni regionali sarà proprio quella della perequazione da misurare su diverse quote capitali che tengono conto del ritardo a cui la Calabria è stata costretta da dodici anni di commissariamento.

Certo non possiamo farla ora! Dobbiamo avere la credibilità di chi ha lavorato per far emergere il debito, per aumentare il livello dei Lea e, poi, dobbiamo fare questo. Spero che lo faremo prima di compensare la mobilità passiva che ora abbiamo sospeso.

L’altra norma controversa è quella che riguarda la sospensione delle procedure esecutive. Per la verità, io e il sub Commissario Bortoletti l’avevamo proposta in una formulazione diversa, secondo noi, più inattaccabile dal punto di vista costituzionale, ma il Governo l’ha modificata.

Anche questa è una norma che dà la possibilità di evitare che ci siano, anche nella fase di proposizione di procedure esecutive, comportamenti opportunistici prima che si costruisca un sistema capace di valutare la qualità e la consistenza reale dei crediti.

Ieri abbiamo avuto il Tavolo Adduce. C’è una mia relazione, che ho firmato insieme al colonnello Bortoletti e che invierò ai consiglieri regionali, nella quale mettiamo in evidenza tutto quello che manca: non c’è un Piano operativo, non c’è il Piano Covid, non ci sono i bilanci, non ci sono le notizie che il Tavolo Adduce ha chiesto alle Aziende sanitarie. Abbiamo un sistema che sembra non sia stato governato in questi anni di gestione commissariale.

Non cerco alibi perché quando ho assunto la responsabilità di guidare la sanità, l’ho fatto sapendo che era un compito difficile e complicato e avendo conoscenza dei ritardi che c’erano. Quindi – ripeto – non cerco alibi rispetto a questo, però ho avuto anche ieri al Tavolo Adduce un atteggiamento, per certi aspetti e in certi momenti, duro con i dirigenti del Dipartimento del MEF.

Lo farò anche con il ministro Franco che mi ha invitato a colazione nei prossimi giorni e anche con lui discuterò della sanità.

Ho avuto – dicevo – un atteggiamento duro perché mi è sembrato, in alcuni casi, che il MEF si rivolgesse ai funzionari regionali, che erano in collegamento, come se fossero la controparte.

Ho detto: “Guardate che stiamo valutando i dati del 2020! Stiamo valutando i dati di bilancio di gestioni commissariali che voi avete voluto e scelto”, quindi, ho detto: “Per quanto mi riguarda, non sono i miei funzionari la controparte, siete voi la mia controparte! Siete voi la nostra controparte!”.

Il commissariamento è un istituto che è stato governato dal MEF che ha sempre proposto Commissari senza che questi avessero alcuna capacità di intervenire sia nell’attività di ricognizione del debito sia nelle attività di miglioramento delle prestazioni sanitarie attraverso un aumento dei Lea.

Relativamente ai Lea siamo bassi, perché siamo oggettivamente bassi! Ho trovato una situazione per la quale i dati sui Lea non vengono comunicati dal 2016. 

Non possiamo andare avanti in questo modo e stiamo lavorando senza mai cercare alibi, ma per dimostrare che c’è oggi una politica regionale che, poiché si è assunta l’onere e anche l’onore di guidare le scelte che riguardano la sanità, questo onere e questo onore vuole realizzarlo attraverso un’attività di cambiamento e di riforma del sistema sanitario.

Vorrei – vi dicevo – rendervi conto dell’attività svolta in queste settimane e, poi, rispondere ai vostri rilievi, alle vostre obiezioni, alle vostre critiche, ai vostri suggerimenti in sede di replica e lo faccio dandovi conto anche di quello che ho cercato di fare in queste settimane, anche rispetto alla necessità di recuperare la reputazione della nostra regione in Europa. Ho chiesto al dirigente che si occupa della programmazione comunitaria di fissare degli incontri con i dirigenti generali delle Direzioni generali della Commissione europea che si occupano di programmare insieme a noi la spesa dei fondi comunitari e di valutarne la congruità.

È stato utile perché appena hanno visto che un Presidente della Regione andava lì per parlare con i dirigenti delle competenti Direzioni generali – poiché non è solito che un Presidente di Regione vada a Bruxelles – la Commissaria europea mi ha chiesto un incontro che è stato molto positivo e che va nella direzione di dimostrare che c’è un governo regionale che non manda più soltanto dirigenti di settore, dirigenti generali – anche capaci – ad affrontare le questioni, ma considera alcune questioni strategiche e si impegna in prima persona.

Credo che quello che abbiamo fatto sia utile anche a risolvere – questo è il mio auspicio – il problema che avete letto sul Sole24ore qualche settimana fa: la sospensione e interruzione dei pagamenti per la Calabria.

Se fra qualche giorno, fra qualche settimana, riuscissimo ad avere la chiusura di quella procedura significa che, evidentemente, è un’attività che ha funzionato perché è andata nella direzione di recuperare la reputazione della nostra Regione.

Certo, ho assunto anche degli impegni. In queste settimane ho voluto svolgere un’attività molto intensa dal punto di vista della concertazione sia con le organizzazioni datoriali sia con le organizzazioni sindacali. Poi, è evidente che non si può essere sempre d’accordo con i sindacati però li ho chiamati più volte al Tavolo e hanno sempre offerto suggerimenti e stimoli che ho giudicato di grandissima qualità.

Ho chiesto anche al partenariato di impegnarsi affinché la Calabria possa essere, nel prossimo ciclo di programmazione, una delle prime Regioni a inviare i propri documenti di programmazione. Avremo risorse che saranno triplicate – in alcuni casi, quadruplicate – nella loro dimensione e abbiamo, dall’altra parte, il pregiudizio di un Europa che, per esempio, sul Fondo sociale europeo ci dice: “Ma non avete speso quasi nulla o, comunque, sono molte le risorse non impegnate nel vecchio ciclo di programmazione. Abbiamo dati sulla povertà che descrivono la Calabria come la regione più povera d’Europa. Ora, abbiamo in corso una programmazione che vi darà tre volte le risorse che avete avuto per il Fondo sociale europeo. Come ci convincete del fatto che queste risorse le saprete spendere?”

Dobbiamo convincere, appunto, efficientando la macchina burocratica e amministrativa, chiamando il partenariato ad essere protagonista delle scelte, ma li dobbiamo convincere anche attraverso un’azione incisiva e forte che il governo regionale deve fare in prima persona.

Ci sono tante questioni che mi hanno impegnato in questi cinquanta intensi, ma complicati giorni del mio inizio di mandato.

Di alcune vi ho già parlato, come del fatto di aver voluto delegare al Ministero della pubblica amministrazione, attraverso il Formez, tutte le procedure di selezione non solo per le Regioni, ma anche per gli enti strumentali.

Anche questo serve a dire che c’è un’altra Calabria…

L’altra volta un dirigente mi ha detto: “Il Formez dice che si possono selezionare le persone - assessore Pietropaolo - in due modalità: o attraverso le prove preselettive e i titoli oppure attraverso le prove preselettive, i titoli ed i colloqui. Che diciamo?” No! Diciamo che devono fare la selezione solo attraverso i titoli e le prove selettive, non i colloqui. Ecco, anche questo è un modo di descrivere una Calabria alla quale non tutti sono abituati.

Così come con la Corte dei conti. Io, in 50 giorni, sono andato due volte davanti alla Corte dei conti, credo sia stato anche molto apprezzato. Appena insediato, ho verificato che c'era questo problema, eccepito dalla Corte dei conti, legato alla diga del Menta. Una diga, signori, realizzata in Calabria, che spesso vediamo sulle televisioni nazionali. Leggiamo spesso sui giornali di opere finanziate che la Calabria non è riuscita a realizzare, qui è successo il contrario, cioè quest'opera è stata realizzata dalla Calabria e dopo qualche tempo ci hanno detto: “Ah, ma l'avete realizzata con fondi propri, perché quest'opera è stata definanziata”.

In verità, assessore, nel 2012 una delibera del CIPE ha definanziato alcune opere, ma la diga non era nell'elenco delle opere definanziate. Siccome, però, non era nemmeno nell'elenco delle opere per le quali era stato confermato il finanziamento, è diventata un’opera fantasma. Nessuno se n'è accorto, non se n'è accorto nemmeno il Ministero. La Regione ha scritto più volte comunicando gli stati d'avanzamento e sono stati registrati dal Ministero, poi qualche mese fa, a marzo, un dirigente del Governo nazionale ha scritto dicendo: “Quest’opera forse non è più finanziata”. Noi abbiamo subito instaurato un contenzioso col Governo e, proprio oggi, in Giunta regionale abbiamo licenziato il rendiconto che recepisce le obiezioni della Corte dei conti, per cui, di fatto, toglie quest’opera dai residui attivi del bilancio e la pone come opera finanziata con mezzi propri dalla Regione.

Tutto questo è stato fatto per evitare un'altra anomalia: che la Regione andasse in esercizio provvisorio. Infatti oggi, in Giunta, abbiamo deliberato tutti i documenti contabili propedeutici per evitare l'esercizio provvisorio. Il Consiglio regionale sarà impegnato nei prossimi giorni a esaminarli, perché vorrei che la Regione fosse nella pienezza delle sue funzioni per affrontare le emergenze e anche per ragionare sulle prospettive.

Questo è il compito che ho assegnato al mio governo regionale, ma è anche il compito che il Consiglio regionale, nella sua composizione complessiva, deve assegnarsi.

Ho grande rispetto delle funzioni del Consiglio regionale, credo che non ci sia stato, negli ultimi anni, un Presidente che abbia interloquito come ho fatto io con la Conferenza dei capigruppo, con l'Ufficio di Presidenza, che abbia dato un ruolo al Consiglio regionale nella sua articolazione in maggioranza e minoranze.

Mi auguro, però, che il Consiglio regionale abbia voglia di procedere con la stessa velocità, con la stessa urgenza che è richiesta, data l'entità delle sfide che insieme siamo chiamati ad affrontare e a vincere.

Siccome avevo promesso, signor Presidente, che avrei fatto solo una brevissima introduzione, invece, forse, qualche consigliere regionale si è lamentato perché ho parlato un po’ di più, mi fermo qui. Le chiederò dopo il tempo necessario, se il Consiglio riterrà di dovermelo accordare, per poter rispondere, quanto più puntualmente saprò fare, ai suggerimenti, alle obiezioni, anche alle critiche che verranno da parte dei diversi settori del Consiglio regionale. Intanto vi ringrazio, ringrazio lei ancora una volta per la puntualità e l'ordine dei lavori oltre che per i contenuti del dibattito che sicuramente il Consiglio mi offrirà.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Non si è lamentato nessuno, era un’interlocuzione sull'ordine degli interventi.

Ha chiesto di intervenire il collega Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente del Consiglio. Rivolgo un saluto al Presidente della Giunta, agli assessori e ai colleghi consiglieri.

Quando, qualche settimana fa, ho aperto la PEC che riportava i punti all'ordine del giorno con all'interno le linee programmatiche, sono rimasto un po' sorpreso nello stampare il documento, essendo alla prima esperienza da consigliere regionale. Avendo esercitato il ruolo di sindaco, avrei immaginato un documento un po' più articolato. Ho dato uno sguardo a ciò che avviene anche in qualche altra Regione e, in effetti, documenti un po' più articolati li ho trovati, credo che però la Calabria abbia bisogno di pragmaticità e quindi voglio dare il beneficio del dubbio e giudicare l'operato di questa Giunta nei prossimi mesi. Però qualche sottolineatura su degli aspetti che reputo importanti vorrei farla.

Innanzitutto, sono sicuro che il signor Presidente della Giunta concorderà con me nell’unirsi ai ringraziamenti, oltre che per la Protezione Civile, il personale sanitario e le associazioni che hanno combattuto il Covid, anche, signor Presidente, per gli amministratori locali. Mi sento chiamato in causa perché ho toccato con mano quanti sindaci e amministratori locali a mani nude, nel momento più importante della pandemia, in quel marzo del 2020, totalmente spiazzati da quello che stava avvenendo, senza avere delle linee guida, si sono dovuti ritrovare a dover gestire, anche dal punto di vista sanitario, ciò che era l'emergenza, fornendo anche alle ASP quelli che erano i presìdi, acquistando le mascherine, i tamponi e fornendole alle USCA che ne erano sprovviste. Ci sono stati colleghi amministratori che accompagnavano in macchina gli infermieri delle USCA per effettuare i tamponi a domicilio e colleghi amministratori che si sostituivano, dove non erano presenti le associazioni, per dare un supporto anche dal punto di vista economico e della spesa alle fasce più deboli. Quindi, sono sicuro che anche lei si unirà a me nei ringraziamenti per quelli che, negli oltre 8000 campanili, considero la spina dorsale del nostro Paese.

Dopodiché, saltando la parte della sanità, che sono sicuro verrà dibattuta lungamente nei prossimi punti all'ordine del giorno, vorrei soffermarmi un attimo sul welfare.

In realtà, mi lascia abbastanza perplesso leggere come ciò che si propone sia ricreare quel senso di comunità attraverso la collaborazione tra associazioni, Comuni, enti no profit, scuole, parrocchie, demandando poi, quasi, a questa comunità la gestione delle politiche sociali. Come se bastasse un “Don Matteo in bicicletta” per andare in giro nelle case delle persone a risolvere quelle che sono le problematiche.

Credo che il welfare e le politiche sociali potrebbero essere affrontati unicamente attuando quella che è la riforma del welfare approvata ormai da oltre due anni. Perfettibile sicuramente, perché all'interno – lo dico da Presidente di Ambito di ben 28 Comuni - ci sono sicuramente delle cose migliorabili. Purtroppo, signor Presidente, ad oggi, all'interno della nostra Regione, su ben trentadue Ambiti sociali, non ci sono Piani di zona approvati.

Quindi, non c'è questa forma di collaborazione tra Enti, Istituzioni. Questo grave ritardo poi si ripercuote in maniera drammatica sui servizi che si possono erogare sul territorio; non c'è un sistema informatico che permetta di colloquiare e di scambiare i dati tra i consultori e i distretti socio-sanitari. I dati che sono a disposizione degli Ambiti non possono essere poi condivisi se non con delle forme di convenzione fatte in loco, quando invece in altre Regioni ci sono dei sistemi informatici che permettono di avere esattamente il termometro della situazione sociale, utilizzando e interrogando un unico applicativo.

Quindi, mi auguro che, da questo punto di vista, possa essere fatto uno sforzo, perché le politiche sociali permettono anche di evitare che all'interno di queste fragilità si crei un circuito vizioso che vada a finire poi a carico del sistema sanitario, perché le famiglie che vivono delle fragilità spesso hanno stili di vita e abitudini che possono anche portare a sviluppare determinate patologie.

Vorrei evidenziare anche, per quanto riguarda il punto programmatico relativo all'ambiente, che un'altra difficoltà degli Enti locali è quella dell'approvvigionamento idrico, difatti si trovano spesso a dover far fronte a dei debiti importanti con la Sorical, non riuscendo, purtroppo, ad avere in bilancio le risorse per poterlo fare.

Come lei giustamente sottolinea, il sistema idrico, purtroppo, ha delle gravi perdite. Ciò che potrebbe sicuramente dare una spinta positiva è aiutare soprattutto i Comuni in zone collinari e montane, dove ci sono le sorgenti di acqua - come lei saprà la Calabria è una delle regioni con più sorgenti -, aiutandoli a creare dei pozzi per la captazione delle acque e rendendoli autonomi. Oggi, invece, abbiamo dei centri collinari o delle cittadine ai quali purtroppo l'acqua viene pompata dalla marina, con un aggravio di costi soprattutto per quanto riguarda la spesa energetica.

Un'altra sottolineatura, sempre in maniera propositiva, la vorrei fare per quanto riguarda la formazione, la Scuola.

Mi fa specie che non sia stato affrontato il tema degli ITS, una formazione ormai all'avanguardia che in tutta Europa sta riscontrando grandissimo successo e che permette di incrociare, in maniera eccezionale, l'offerta formativa con la domanda del mercato del lavoro. Anche nel PNRR il presidente Draghi, proprio con una sua iniziativa personale, ha voluto stanziare 1,5 miliardi di euro per aumentare in maniera considerevole questa nuova forma di formazione, perché le nostre Università, purtroppo, signor Presidente, sfornano spesso studenti che non hanno nessuno sbocco occupazionale nel mondo del lavoro. Gli ITS in Germania hanno circa 800 mila studenti, e anche in Francia, in Spagna e in Svizzera. In Italia purtroppo è rimasto un settore di nicchia. Nel Paese, ad oggi, sono circa 15 mila studenti iscritti agli ITS. Il dato eclatante che ci deve far riflettere è che oltre l'ottanta per cento di questi ragazzi, che terminano i due anni di studio all'interno degli ITS, post-diploma, escono con un contratto a tempo indeterminato in tasca. Questa nuova forma di istruzione e di formazione è sicuramente quella alla quale dobbiamo guardare con maggiore interesse, in collaborazione anche con le Università e con i CPIA (Centri provinciali per l’istruzione degli adulti) per far sì che anche gli adulti, che ad una certa età sembrano tagliati fuori dal mercato del lavoro, invece possano sfruttare questa opportunità.

In ultimo, la parte relativa al turismo. Sono fermamente convinto, signor Presidente, che il turismo rappresenti l'unica industria che può veramente partire nella nostra Regione. Pensi che nella Regione Puglia, nel comparto turistico - lo dico da un po' di tempo - lavorano circa 130.000 persone in maniera diretta e indiretta. Bene, nel comparto turistico in Calabria lavorano, sì e no, 30.000 persone, un gap di 100 mila occupati. Non bisogna essere degli statisti o avere grossi studi per capire come la disoccupazione in Calabria sicuramente beneficerebbe di uno sviluppo turistico più importante.

Sicuramente, poi, potrebbe trainare anche il settore agroalimentare. Basta fare un giro nelle altre regioni per ritrovare, nella camera dei b&b e degli alberghi, il vasetto con il miele locale, l'olio prodotto su quei territori, i taralli, per capire come il turismo possa far sviluppare anche le aziende e coinvolgere la sanità a supporto di chi decide di visitare quella regione.

Quindi, credo che le scommesse più importanti - a parte quella sanitaria che sarà discussa più in là – siano: la formazione per abbattere la disoccupazione e il turismo che è la vera unica industria che può dare sollievo alla nostra regione. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.

CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente. Presidente Occhiuto, mi rivolgo a lei e alla sua Giunta per esprimere, a nome del gruppo consiliare che mi onoro di rappresentare in quest'Aula, la mia più profonda approvazione.

Approvazione per l'azione di governo che sta portando avanti con la sua squadra, sulla quale ha avuto modo di rendere edotta quest'Aula con diverse informative in diverse circostanze - le do atto -, la Conferenza dei capigruppo e singolarmente ognuno di noi.

Un'azione di governo che, ovviamente, passa fra le mille difficoltà e le mille emergenze della nostra regione che si sono poste alla sua attenzione, ma che lei ha saputo affrontare con la determinazione che tutti noi le riconosciamo e abbiamo avuto modo di constatare e per la quale, già da ora, la rendo partecipe del nostro supporto, della nostra partecipazione, del nostro contributo.

In riferimento al Programma di governo che ha sottoposto all'attenzione di quest'Aula, esprimo grande compiacimento, soddisfazione e approvazione. Lo faccio perché ho letto e approfondito quello che lei dice e quello che è il suo programma; è un programma ambizioso, che rivela l'ambizione di chi vuole affrontare i problemi della Calabria con determinazione, con professionalità, con attenzione e, secondo me, tenendo nella debita considerazione il ruolo di quest'Aula.

Quello che fa il Presidente con la Giunta regionale deve essere supportato; la sua maggioranza, Presidente, è chiamata a starle a fianco nell’azione di governo, non rinunciando, ovviamente, al ruolo propositivo che ciascuno di noi vorrà svolgere nel corso di questa di questa Legislatura.

Se il buongiorno si vede dal mattino, sono convinto che la Calabria e i calabresi si trovino dinnanzi a una nuova alba. I primi passi sono confortanti. Noi non mancheremo, ripeto, di supportarla.

Concludo così il mio intervento. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie collega Crinò. Ha chiesto di intervenire la collega Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Signor Presidente della Giunta, Presidente del Consiglio, assessori, colleghi consiglieri, penso che il programma di governo sia un atto importantissimo perché ci dà il futuro, ci dà la dimensione di dove questa Regione deve andare, ma ci deve anche dire con quale metodo dobbiamo andare nel futuro, ci deve disegnare degli obiettivi, ci deve disegnare degli step, ci deve disegnare un tempo.

Questo atto di governo che il Presidente della Giunta considera serio, ambizioso, per il quale si sta impegnando, in realtà lascia molto a desiderare da un punto di vista metodologico.

Ci aspettavamo una relazione molto diversa, considerando anche il momento storico particolarissimo in cui stiamo ancora vivendo, in cui questa pandemia ci ha devastato, ha devastato questa terra così fragile, ha devastato il mondo intero, continua a farlo e la pandemia pone problemi di regole sociali, economiche, ma anche sanitarie di cui dobbiamo tenere conto.

La necessità è sicuramente quella di ripartire, perché questo è un obbligo morale, politico. Bisogna riprendersi, ma bisogna essere chiari, bisogna capire dove dobbiamo andare veramente, quindi, un atto di governo così redatto non può essere così impreciso.

Mi sono concentrata sull'assenza di alcune parole chiave.

Manca totalmente il riferimento al sistema del potere criminale della ‘ndrangheta che devasta questa terra - e dire che abbiamo una legge regionale del 2018 -, non c'è alcun riferimento al problema della sicurezza dei cittadini, nessun accenno alla povertà e alle politiche da attuare - visto che siamo esattamente più poveri d'Europa -, nessuna indicazione sulla scuola, niente sulla gravissima dispersione scolastica che impoverisce il nostro tessuto culturale e conferisce persino un aumento di rischio per le demenze, quindi non un solo risultato negativo per un immediato futuro ma anche per il futuro dei nostri figli. Eppure la scuola, l'università, la ricerca - altra parola assolutamente inesistente - sono gli unici strumenti che possono consentire davvero conoscenza, innovazione, un nuovo pensiero, un nuovo modo di andare, un nuovo modo di costruire una società che sia competitiva, perché il nostro problema è esattamente la mancanza di capacità competitiva, la mancanza di capacità e di formazione ad alti livelli. Questo è anche un importante motivo di povertà.

Poi, abbiamo una Calabria solidale che merita attenzione. Siamo al centro del Mediterraneo, riceviamo continuamente sollecitazioni sul tema dell'immigrazione, questa può essere una ricchezza straordinaria non solo per contribuire alla crescita della nostra terra con nuove forme di integrazione, ma anche per aumentare il tasso di natalità che è completamente devastato.

L'ambiente, l'acqua, il legame con gli Enti locali sono stati poco o nulla trattati. Quindi, le tematiche sono tantissime, ma io mi concentrerò sulla sanità perché è evidente che questa è la madre di tutte le battaglie ed è il problema di tutti i calabresi, di tutti noi cittadini. Noi abbiamo bisogno di una salita di qualità, ci siamo stancati di essere cittadini non di serie B ma di serie Z!

Nelle Linee programmatiche il presidente Occhiuto ha spesso citato la comunità, la collettività come luogo proprio di relazioni operative tra Enti pubblici e privato sociale, ma affinché questo avvenga occorre considerare le leggi in materia, come la Legge numero 833 del 1978 che istituisce il Sistema sanitario nazionale.

Le Consulte permanenti, che consentono le relazioni permanenti tra Regione, aziende e cittadini, sono gli strumenti da utilizzare per costruire, perché non solo hanno un potere consultivo, ma anche di controllo sociale e di impulso quando si registrano – come accade – gravi inconcludenze.

Questo è un passaggio cruciale.

Pertanto, Presidente, chiediamo fortemente che questa strada dell'interazione tra Enti e comunità venga realmente perseguita con fermezza perché questa è la strada anche per costruire l'integrazione socio-sanitaria, che manca completamente.

Lei ha ricevuto questa investitura a Commissario; quindi, onori e oneri!

Nessun calabrese potrà più accusare Roma o i vari Generali, che si sono succeduti in questi anni, di inadempienze, disorganizzazione, servizio di emergenza-urgenza carente e senza medici, ospedali al collasso, ospedali costruiti e mai aperti, reti territoriali inesistenti e integrazione socio-sanitaria, che continua ad essere un miraggio.

La salute dei calabresi è la peggiore, comparata a quella delle altre Regioni d'Europa e d'Italia.

Sapete che noi moriamo due anni prima? Il 50 percento dei nostri bambini muore perlopiù nella fascia perinatale. Abbiamo la maggior quota di patologie croniche e di multi morbilità e, dunque, siamo i più malati e i più a rischio.

Questo non è un fatto privato e personale di chi è malato, ma è un fenomeno che interessa assolutamente la politica, la società e l'economia, perché più malati siamo e più costiamo.

La sentenza della Corte dei conti e il Governo hanno consentito al presidente Occhiuto di diventare Commissario per il Piano rientro del debito sanitario e il presidente Occhiuto dovrà pretendere e mettere in atto strumenti adatti, ovvero risorse umane sanitarie, amministrative, qualificate e tecnologie.

Abbiamo perso circa 6 mila operatori della salute, medici e paramedici, che già non erano sufficienti; quindi, i territori sono completamente devastati e gli ospedali completamente svuotati; il servizio di emergenza-urgenza spesso è senza medico e questo significa un ulteriore ricorso al privato, in quanto la sanità pubblica è completamente affossata.

Riguardo al debito accumulato, da quantificare, e che il Presidente/Commissario intende ripianare attraverso la Cassa depositi e prestiti, esprimiamo la nostra totale disapprovazione, reputandolo l’ennesimo debito che continuerà a gravare sulla nostra collettività, sui nostri figli e forse anche sui nostri nipoti; una gabella assolutamente iniqua e ingiusta che si aggiungerà a tutta una serie di tassazioni altissime che già paghiamo per la nostra salute e per un sistema sanitario imperfetto.

Tuttavia, l'enorme debito accumulato, non è responsabilità dei calabresi, e il presidente Occhiuto lo sa molto bene – lo ha ribadito poco fa –, ma è fortemente legato al problema e al tema del commissariamento; quindi, è necessario anche fare chiarezza.

A tal proposito, devo ricordare ai signori colleghi consiglieri, che la Calabria è entrata in Piano di rientro dal debito sanitario nel 2009.

Nel 2006, il Governo Prodi aveva dato tre annualità 2007-2008 e 2009; 3 miliardi, che le Regioni potevano utilizzare per uscire dal Piano di rientro. Tutte le Regioni d'Italia che erano nella stessa situazione lo hanno utilizzato; la Calabria ci è entrata a dicembre. Nel 2010 non c'era più nulla e il Governo non le ha rimesse.

Dunque, questo Fondo ci è stato negato e, quindi, chiedere ora allo Stato che si faccia carico dei debiti dei calabresi prodotti esattamente dai suoi stessi Commissari, credo che sia il minimo sindacale.

I LEA (Livelli essenziali di assistenza) erano 129 quando siamo entrati in Piano di rientro; ora sono 121!

Per uscire dal Piano di rientro abbiamo bisogno di due annualità a pareggio e 160 punti LEA.

Vi sembra che sia percorribile questa strada, senza ulteriori risorse aggiuntive e senza un Patto forte da costruire con lo Stato?

Del resto, nel Patto della salute 2019-2021 c’è scritto esattamente che lo Stato può partecipare al debito e che c'è la possibilità di ridiscutere i termini e i vincoli dei Piani di rientro; quindi, bisognerà lavorare in questa direzione.

L’altro elemento essenziale, su cui dibattere e ribattere, è esattamente la rideterminazione del Fondo, quindi la perequazione.

Per ora il calcolo è fatto sulla quota pesata; cioè, chi è più vecchio ha diritto ad una maggiore cifra, e questo è giusto perché un soggetto più anziano è più predisposto alle malattie; però dobbiamo pretendere una quota esattamente di deprivazione, basata su un calcolo che è fattibile, quello del PIL (Prodotto interno lordo) perché, in realtà, siamo la Regione più povera d'Europa, la più fragile e, quindi, la più a rischio di patologie, e questo è un qualcosa sul quale bisogna lavorare perché la Calabria continua a essere la terra più povera d'Europa.

Dunque, bisogna ripartire dall’attuale quadro normativo che non consente ancora alla Calabria di uscire dal Piano di rientro e proseguire con un Piano straordinario di risorse umane.

Mi spiace dover constatare che queste persone, comunque i tecnici di alta professionalità che la Corte dei conti aveva sentenziato dovessimo avere, si riduca di una quota consistentissima.

Questo non può essere assolutamente accettato.

Al di là di tutto, la modalità con cui la salute è attaccata e dipanata all'interno di queste Linee programmatiche è piuttosto deludente perché non si vede quale sia il progetto di salute per questa terra, che va disegnato rispetto a un’epidemiologia e cioè alla frequenza di malattie e all’orografia che va adeguata ai bisogni dei cittadini.

Non possiamo più attendere! I cittadini calabresi hanno bisogno di una sanità di grande qualità, che deve essere resa efficiente perché è così che si crea il risparmio.

Bisogna tener conto che, a livello globale, la pandemia ci ha lasciato alcuni imperativi: spostare cure sulla prossimità vicino al paziente; digitalizzare, ove possibile; promuovere innovazione, soprattutto per investire più ambiti insieme; avviare cooperazioni intersettoriali; porre attenzione alla sostenibilità di prestazioni e dimostrare resilienza e adattabilità.

Va, dunque, definita la cornice amministrativa regionale per lavorare fortemente sui flussi e sull’appropriatezza delle prestazioni: abbiamo una migrazione di 50 mila DRG (Diagnosis Related Group) che nessuno ha mai controllato rispetto all’appropriatezza perché si è sempre convinti che, andando fuori, le prestazioni siano più appropriate; la cornice organizzativa dei servizi, con la separazione tra Aziende territoriali e ospedaliere, perché questo sistema misto di Asp che sono territorio e ospedali non funziona - né l'uno né gli altri - e i territori sono svuotati.

Bisogna mettere mano urgentemente sia alla rete di emergenza-urgenza, con un'agenzia che faccia la regia, un coordinamento a livello regionale, sia alla medicina di territorio, con tutte le sue declinazioni di funzioni nuove, AFT, UCCP, percorso materno-infantile completamente abbandonato da anni, fragilità e cronicità sempre più in aumento.

Poi i grandi ospedali: già 14 anni fa sono stati finanziati 450 milioni di euro, ma non ne abbiamo notizia.

I cittadini non possono più attendere neanche che rimangano chiusi ospedali come quelli di Trebisacce e Praia a mare, per i quali ci sono state sentenze di riapertura.

Chiediamo, quindi, un preciso crono-programma e che venga istituito un Tavolo permanente tra Stato, Regione e i Comuni interessati, esattamente per monitorare questi percorsi.

Bisogna puntare su Centri di eccellenza da potenziare, costruire e ricostruire esattamente per puntare e arginare l'emigrazione sanitaria.

La ricerca, coniugata con l’assistenza, rappresenta un'arma vincente e, in quest'ottica, dobbiamo dedicare uno spazio a due estremi della vita: i bambini e gli anziani.

Nella nostra terra manca completamente una Neuropsichiatra infantile di qualità e i nostri bambini, spesso con patologie genetiche qui frequentissime, sono costretti a emigrare.

L'altro aspetto sono le demenze: in questo momento abbiamo 30 mila soggetti affetti e 30 mila che stanno iniziando.

Si tratta di patologie devastanti che coinvolgono caregiver – spesso donne – a dovere sopperire a quello che sono le totali mancanze del socio-sanitario. Una popolazione enorme che ha bisogno di diagnostica e assistenza.

Tra un paio d'anni avremo dei farmaci innovativi.

Se non ricostruiamo e costruiamo un sistema efficace, anche per questi pazienti, avremo una migrazione sanitaria e ci sono risorse a cui attingere nell'immediato per attivare i posti letto e le procedure concorsuali; quindi, è indispensabile che ci sia una interazione con le Università; è indispensabile che la nostra sanità si riappropri di un management.

Il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) ci aiuterà senz'altro, ma, signor Presidente, non ci è consentito più sbagliare; quindi, su questa programmazione, che a nostro modo di vedere non ha né una visione né una programmazione degli interventi da intraprendere, ci dispiace, ma voteremo contro.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni. Ha chiesto intervenire la collega De Francesco. Ne ha facoltà.

DE FRANCESCO Luciana (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Un saluto cordiale a tutti i colleghi, agli assessori e al Presidente della Giunta regionale, Occhiuto.

Auguro a tutti noi un buon lavoro nella responsabilità che siamo chiamati a ricoprire.

Questa Legislatura sta partendo col piede giusto e mi auguro che questo Consiglio regionale possa essere produttivo, costruttivo, ma soprattutto utile per i calabresi perché siamo stati eletti non solo con la nostra partecipazione ad un Partito politico, ma con le nostre preferenze, portatori di volontà, di aspirazione, di sogni e di desiderio di rivedere una Calabria sempre più bella, ove tutti i suoi cittadini possano vivere con minor disagio e minor sofferenza.

Questo per me è un momento molto importante ed emozionante che mi vede per la prima volta parlare in quest'Aula, consapevole della grande responsabilità che abbiamo e che alle nostre parole, alle nostre scelte, e alla nostra capacità di mettere in campo le giuste politiche, è legato il futuro di questa Regione e dei suoi cittadini.

Ho letto con attenzione e soddisfazione il programma del presidente Occhiuto e sono convinta che la strada sia quella giusta.

Per questioni di tempo mi soffermerò solo su alcuni aspetti che il Presidente ha toccato, come la centralità del lavoro.

La Calabria, come del resto tutta l'Italia, è stata profondamente colpita da questa crisi e il lavoro deve stare in cima ai nostri pensieri. Il lavoro è la priorità dalla quale ripartire.

I padri costituenti decisero di fondare tutto l'impianto democratico e la Carta fondamentale proprio sul lavoro.

Abbiamo visto come, senza di esso, le persone perdono la capacità di essere autonome, di affrontare la vita con serenità, ma anche di contribuire al miglioramento della società.

Se non teniamo su il lavoro, se si creano aree sociali che soffrono, che non hanno una prospettiva di inclusione e di progresso, anche la democrazia si restringerà.

Rispetto alle Politiche del lavoro, il presidente Occhiuto rimarca come è arrivato il momento di dire stop alla tragedia umana e sociale del precariato. Occorre definire priorità, tempi e modalità di realizzazione di percorsi di sviluppo, d’intesa con chi il lavoro lo crea e lo tutela, quindi con imprese e sindacati.

Nei giorni scorsi ho incontrato una delegazione di lavoratori impiegati nella società Abramo customer care, i quali sono particolarmente preoccupati per la loro sorte; un'azienda sull'orlo del fallimento e che coinvolge migliaia di famiglie in Calabria.

La Calabria è una delle Regioni con il maggior numero di lavoratori impiegati nei call center, ma una parte di loro potrebbe essere spazzata via dalla procedura fallimentare. Pertanto, è auspicabile che si affronti la questione con la massima responsabilità ed attenzione.

La Regione Calabria registra il dramma di un alto tasso di disoccupazione, acuito dalla pandemia, e non può permettersi un ulteriore disfacimento del proprio tessuto socio-economico.

Dobbiamo reagire alla grande crisi che ci ha colpito con coraggio e creatività tornando ad investire in ricerca e innovazione.

Con il PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dobbiamo essere fiduciosi perché ci sono tutti i presupposti per intervenire. Le prospettive lasciano ben sperare.

La Regione avrà a disposizione ingenti risorse e la Calabria il diritto-dovere di accedere ai fondi della prima missione del PNRR nota come digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura.

Sta a noi utilizzare la disponibilità del Piano di ripartenza per dare maggiore forza all'alta cultura, alle Università, alla ricerca e alla scienza e renderle ancora più risorse essenziali per lo sviluppo armonico della Regione e del Paese.

Grazie, Presidente, per la grande attenzione al comparto sanitario.

Bisogna esplicare quel dovere fondamentale della Regione ovvero garantire il diritto alla salute dei cittadini calabresi.

Sono certa che guiderà alla grande il complesso processo di profonda rivoluzione della sanità e la sua rivoluzione rappresenta una svolta epocale che fa ben sperare.

Ha messo in piedi una squadra di alto profilo; un team di esperti che contribuisce a rafforzare il Dipartimento regionale per la salute, dunque una struttura all'altezza del compito di far voltare definitivamente pagina alla Regione, per consentire ai calabresi di avere finalmente i servizi e l'assistenza che meritano.

Presidente, il suo è un programma organico e completo che corrisponde agli impegni elettorali. Confermo la convinta e coesa azione politica a sostegno di questa maggioranza e di questo governo.

PRESIDENTE

Grazie, collega De Francesco. Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Grazie, presente Mancuso. Colleghi consiglieri, presidente Occhiuto, prima di effettuare il mio intervento, voglio fare una premessa, partendo da una frase che mi ripeto tutti i giorni da quando sono stato eletto; una frase, Presidente, che invito anche lei a ripetere quotidianamente. Si tratta di una famosa citazione di Winston Churchill, in quale affermava che: “Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni, invece che alle prossime elezioni”.

Personalmente, provengo da una famiglia nata dal nulla, nell’assoluta povertà. I miei genitori hanno iniziato a lavorare a 12 anni e non hanno potuto nemmeno studiare, pur di portare il pane a casa. Le vecchie generazioni ci hanno lasciato una Calabria migliore, poiché molti di noi hanno avuto la possibilità di restare e studiare qui, evitando di andare in Germania o in America del Sud come hanno fatto loro.

Questo è quello che voglio fare nel mio piccolo per le nuove generazioni: lasciare una Calabria migliore, tra 5 anni, con una sanità migliore e con nuove Infrastrutture.

Per questo motivo, Presidente, su alcune tematiche importanti come il Piano vaccinazioni, il PNRR, il Piano operativo regionale, da parte mia ci sarà totale condivisione e collaborazione a patto che, da parte sua e dalla maggioranza, ci sia lo stesso spirito costruttivo nei confronti dei consiglieri del Partito Democratico e del Movimento Cinque Stelle, ma anche nei confronti degli altri due colleghi del gruppo De Magistris Presidente.

Ho analizzato e studiato per filo e per segno le vostre Linee programmatiche e mi sono soffermato soprattutto nella prima parte – che la collega Bruni ha affrontato in maniera più approfondita, per cui non voglio essere ripetitivo, ma voglio fare solo piccole citazioni – dove lei ha parlato di 320 milioni di euro di mobilità passiva, di calabresi che decidono di andare nelle Regioni del Nord o nelle Regioni a noi confinanti per curarsi; però non ho letto nessuna frase sugli ospedali chiusi da riaprire, Presidente.

Lei deve partire da qui, poiché non si può parlare di mobilità passiva quando ancora oggi ci sono delle sentenze del Consiglio di Stato su alcuni ospedali che sono stati chiusi 10 anni fa, soprattutto nell'alto Jonio, nell'alto Tirreno cosentino, nello specifico a Praia a mare e a Trebisacce.

Non possiamo più tenere delle strutture nuove che, come ho già detto nella scorsa seduta, hanno tutte le possibilità e ci danno delle garanzie sanitarie per poter curare i cittadini calabresi.

Inoltre, Presidente, non posso non parlare di una struttura sanitaria a me vicina sia dal punto di vista geografico sia dal punto di vista morale, ovvero quella dell'ospedale di Cariati che è andata su tutte le televisioni nazionali.

Quel territorio attende risposte sulla riapertura di quella struttura ospedaliera perché, come ben sanno l'assessore Gallo, il consigliere Graziano e le consigliere De Francesco e Straface che provengono da quei territori, ci sono alcune zone di questa Regione, nello specifico lo Ionio, che hanno un solo Pronto soccorso da Crotone fino a Roseto Capo Spulico per 185 chilometri di costa.

Lei si rende conto che non è accettabile che in un Paese moderno e democratico possa avvenire uno scempio del genere.

Condivido la questione sul nuovo Piano di assunzioni perché non basta riaprire gli ospedali se poi li teniamo fermi e vuoti di personale infermieristico e sanitario; ma soprattutto, Presidente, lei ha il dovere e l'onere di quantificare il debito sanitario.

Tutto ciò può succedere e può accadere solo se, nell'ambito sanitario, lei non rimarrà un uomo solo al comando perché ha bisogno non solo della sua Giunta, ma di tutto il Consiglio regionale per superare una situazione che va al di là dell'ordinario, soprattutto in un periodo di pandemia come quello che stiamo vivendo.

In tema di ambiente, mi fa piacere che finalmente anche in Calabria si parli di transizione ecologica, della tutela dei boschi e della bellezza dei mari; parole che qui dentro tempo fa sembravano un miraggio e che il Movimento Cinque Stelle - movimento che mi onoro di rappresentare - già da anni sta spingendo su questi temi, tant'è che oggi, per la prima volta, abbiamo, con il Governo Draghi, il Ministero della transizione ecologica.

Presidente Occhiuto, mi fa piacere che si parli di gestione inadeguata di Sorical, poiché è inaccettabile che ci siano, in alcuni periodi dell'anno, quartieri o Comuni senz'acqua. Noi siamo per l'acqua come bene comune.

Per quanto riguarda la tematica dell'acqua, nel referendum del 2011 i cittadini italiani votarono a favore dell'acqua pubblica e noi non possiamo che perseguire quel criterio, quella strada.

Parlando di ambiente, ho letto e condivido che bisogna spingere ancora di più sulla questione della raccolta differenziata e chiudere le discariche esistenti. Lei, però, ben sa che in questa regione, ancora oggi, ci sono delle pressioni per aprire nuove discariche, nello specifico mi viene in mente la discarica di Scala Coeli.

Presidente, per quanto riguarda le infrastrutture, lei ha citato la Strada Statale 106 che va realizzata su 4 corsie e ha parlato anche della realizzazione dell'alta velocità ferroviaria; queste sono, come infrastrutture, le nostre due priorità. Mi fa piacere che abbia condiviso, la settimana scorsa, con la nota che ha inviato a tutti noi consiglieri e anche al Ministro delle infrastrutture Giovannini, la realizzazione del Lotto, ex 8° Megalotto Sibari-Rossano, Sibari-Coserie che prevedrà 500 milioni di euro da spendere sul territorio; si creeranno nuovi posti di lavoro e finalmente ci sarà una strada normale, sullo Ionio, un territorio come quello della sibarite di Corigliano-Rossano, che è la terza città della Calabria dopo la fusione.

È necessario spingere anche sull'alta velocità poiché non è pensabile, nel 2021, che ancora abbiamo le vetturine del periodo fascista, le ferrovie di 100 anni fa.

E bisogna poi spingere sulla Zona Economica Speciale di Gioia Tauro che deve essere il centro nevralgico dell'economia di questa regione.

Mi sposto sull'argomento lavoro. Purtroppo lei ben sa che oggi in Calabria i centri per l'impiego sono degli enti inefficienti, dei veri e propri pesi morti, bisogna intervenire perché non è più possibile che in questa regione non ci sia una congiunzione tra la domanda e l'offerta, tra chi vuole creare posti di lavoro e chi invece il lavoro lo sto cercando.

Occorre, quindi, intervenire sulla questione Garanzia giovani.

Oggi abbiamo 180 milioni di euro fermi e c'è una generazione intera, dai 18 ai 29 anni, che sta cercando lavoro, che vuole aderire a Garanzia giovani e a oggi è impossibilitato. Bisogna puntare sulle politiche attive poiché, come ha detto già qualcuno prima di me, abbiamo perso 100.000 residenti negli ultimi 15 anni, su questo ci dobbiamo muovere.

Su alcune questioni che riguardano l'agricoltura, l'ho detto proprio stamattina nella Cittadella regionale, all'assessore Gallo, io non posso che condividere un percorso avviato due anni fa, insieme al Dipartimento agricoltura, non posso che affermare che ARCEA, oggi, è un ente che funziona, che il PSR oggi è arrivato al 77 per cento dell'erogazione dei crediti.

Assessore Gallo, bisogna però muoversi anche su altre tematiche importanti come sull’Atto aziendale dell'ARSAC che, oggi, risulta essere, anche questo, un ente che purtroppo non sta valorizzando i nostri beni regionali. Quindi su questo, assessore Gallo, io la incalzerò; c'è bisogno di una nuova politica, per quanto riguarda l’ARSAC.

Così come c'è bisogno di una nuova politica sui Consorzi di bonifica. Perché lei ben sa, poiché - come ho già detto prima, viene da un territorio molto vicino al mio - non è possibile che, ancora oggi, ci siano dei calabresi che pagano la tassa sui Consorzi di bonifica e ci siano dei cittadini calabresi che non conoscono un dipendente del Consorzio di bonifica che va a realizzare i servizi che dovrebbe espletare il Consorzio. Anche questo lo reputo inaccettabile.

Mi avvio alla conclusione. Sulla questione della caccia ai cinghiali non ci possiamo più girare dall'altra parte perché è diventata un’emergenza importantissima.

Per quanto riguarda il comparto turismo, ho letto che lei proporrà un patto agli imprenditori del turismo. Assessore Orsomarso, io vengo dal mondo del turismo. Ho lavorato per tanti anni nei villaggi turistici e mi fa piacere che turismo e mobilità oggi camminino a braccetto nella regione Calabria, perché lei sa meglio di me - purtroppo è brutto da dire in questa Assise - che in questa regione esistono due Calabrie: c'è una Calabria del nord e una Calabria del sud.

Una Calabria del sud che riesce ad avere oggi un'autostrada che taglia i maggiori centri a partire da Rende a scendere. Poi abbiamo una Calabria del nord che è totalmente abbandonata e che purtroppo vede noi imprenditori del settore turistico del nord offrire la possibilità soltanto a chi viene con il trasporto su gomma nei nostri territori, poiché non abbiamo un treno, un aeroporto, non abbiamo delle infrastrutture e delle strutture che possono permettere anche a chi viene dal nord-centro Italia di raggiungere la Calabria.

Il turismo in Calabria non è solo Tropea, Soverato, Pizzo, abbiamo, anche, tantissime altre realtà da valorizzare. Lei ha il compito importante, quindi, di far capire che la Calabria è bella e tutte le zone della Calabria sono belle.

Assessore Orsomarso, bisogna rendere omogenea e di qualità l'offerta turistica di tutta la regione. Da lei mi aspetto, già dalle prossime settimane e soprattutto per l'anno prossimo, novità per gli impianti sciistici.

Non è più possibile che, siamo oggi al 14 dicembre - abbiamo la questione dell'impianto sciistico di Camigliatello che aprirà il 18 dicembre - se una persona vuole andare a sciare in Sila, purtroppo, non ha la possibilità di farlo. Nelle altre regioni la stagione sciistica è iniziata 15-20 giorni fa, assessore Orsomarso.

Concludo con il bilancio. Presidente Occhiuto, nemmeno un euro dei Fondi europei va perso e va abbassata la pressione fiscale.

Bisogna inoltre iniziare a tagliare sugli sprechi di Palazzo. Noi nel nostro piccolo, io e il mio collega Afflitto, faremo il nostro. Mi auguro che anche lei, su questo, darà qualche segnale di cambiamento nelle prossime settimane.

Non sono abituato e non siamo abituati a votare a scatola chiusa. Il nostro voto sulle Linee programmatiche, per il momento, sarà contrario, ma come già detto prima, sulle cose buone, sul futuro della nostra regione non ci sono partiti, non c'è destra, non c'è sinistra, non c'è Movimento Cinque Stelle, ma c'è solo la Calabria e io per la Calabria farò di tutto in questi cinque anni. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega Raso. Ne ha facoltà.

RASO Pietro (Lega Salvini)

Grazie. Signor Presidente. Come gruppo Lega esprimiamo la nostra soddisfazione e plauso per queste Linee programmatiche. È ancora un momento difficile per la Calabria però, secondo me, cari colleghi dell'opposizione, il Presidente ha cercato di fare un elenco degli obiettivi da raggiungere. Sarebbe impossibile, in queste Linee programmatiche, stabilire punto per punto i metodi di risoluzione che, sicuramente, sono chiari in testa del nostro Presidente e della nostra Giunta.

In particolar modo, caro Presidente, la ringrazio per aver posto in tutta l’azione politica, che ha fatto e che sta facendo, al primo posto la Sanità.

Noi calabresi siamo stanchi delle migrazioni sanitarie, dei livelli insoddisfacenti dei LEA, ricordo che siamo ultimi in Italia; siamo stanchi delle lunghe file per le prenotazioni, i tempi di attesa enormi, e siamo anche stanchi di un sistema che si poggia pure su una sanità privata, che molte volte lavora con delle autorizzazioni provvisorie.

Al secondo punto delle Linee programmatiche si parla di welfare e al centro di questo c’è il cittadino. Il cittadino, quindi, sempre più centrale. Però non credo che negli altri Documenti programmatici presentati si è parlato di territorialità, di domiciliazione dei servizi. Forse per la prima volta si parla di questo in delle Linee programmatiche, quindi, grazie, Presidente.

Tra gli altri punti salienti che noi apprezziamo c’è l'ambiente.

In particolare, viene posta la necessità di giungere a discariche zero entro cinque anni - e questo lo apprezziamo molto, signor Presidente - quindi il modo di cambiare il nostro sistema di raccolta, raggiungere degli obiettivi minimi del 65 per cento di raccolta differenziata e portare in discarica il minimo, soltanto i resti della trasformazione di questi rifiuti e quindi raggiungere zero discarica. Un grande obiettivo per la Calabria.

Per quanto riguarda l'impegno nelle risorse idriche, importante, anche, la necessità di creare una società capace di gestire tutto il sistema integrato.

Per quanto riguarda la depurazione è necessario ricordarci che dobbiamo agire subito, perché non possiamo arrivare, nuovamente, a giugno con i problemi. Quindi, caro Presidente, dobbiamo sbloccare subito i fondi che la passata Amministrazione regionale aveva messo in progetti, 100 milioni. Credo che a presto - così hanno detto gli uffici regionali - sarà fatto.

Un altro importante elemento è il nostro agroalimentare che non bisogna sottovalutare, infatti corrisponde alla prima voce dell'export della regione Calabria. Credo che sia importante creare un brand Calabria, non possiamo arrivare nei mercati esteri con migliaia di piccole imprese che non hanno la capacità di fare pubblicità e di conquistare i mercati. Su questo credo che bisogna ancora lavorare molto.

Non sto a elencare tutti gli argomenti, sarebbe una ripetizione inutile.

Per quanto riguarda il lavoro, però, vorrei dire che è facile parlare di lavoro. A parlarne soltanto siamo bravi. Però il lavoro bisogna crearlo e si crea attraverso le infrastrutture, il turismo, la digitalizzazione, attraverso dei servizi efficienti e, signor Presidente, nelle Linee programmatiche la tematica lavoro è molto presente.  

La ringrazio perché vuole dare una nuova immagine della Calabria, con degli uffici efficienti, infatti, in questi suoi primi giorni di amministrazione ha cercato di pensare alla macchina burocratica della Regione, in modo da poter spendere in modo efficiente le risorse che ci arriveranno, dal PNRR, dal Piano di coesione e dai Fondi strutturali.

Da parte del nostro gruppo, signor Presidente, lei riceve tutta la fiducia che merita, siamo soddisfatti di ciò che sta facendo e che farà per la nostra Calabria. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Gentile presidente Occhiuto, cari colleghi, ho tante cose da dire e poco tempo per farlo. Ho letto con attenzione le Linee programmatiche e ho appuntato delle cose in argomenti con i quali ho una certa consuetudine, cercando di essere sintetico e sperando di non essere laconico.

Vado per punti: Sanità. La responsabilità dell'Ufficio del commissariamento sullo sfascio della sanità calabrese è indiscutibile, ma anche scelte politico-organizzative come lo sciagurato accorpamento delle ASL in ASP nel 2007 - 14 anni fa, prima del commissariamento, su iniziativa dell'allora vicepresidente Adamo - sono state esiziali.

Lei parla di una nuova stagione relazionale col privato convenzionato, ma credo che ci siano, anche, da definire ruoli e ambiti della sanità privata, che non può essere vista solo come un cespite di guadagno, ma deve essere complementare alla sanità pubblica, che deve, a sua volta, essere fortemente rilanciata.

Si parla di quantificazione del debito. Vorrei chiedere qual è l'orizzonte temporale per conoscere questo dato?

Il ripianamento del debito con una anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti. Siamo certi che non vi sia una strada migliore da percorrere, considerando il fatto che i Commissari di Governo hanno avuto gravissime responsabilità - quindi, non i calabresi ma i Commissari di Governo - in questo ambito?

Lei ha previsto, nelle Linee programmatiche, audizione con tutte le categorie, cito: “audizioni con tutte le categorie interessate, ivi comprese le associazioni di cittadini, ispiratori reali del nuovo sistema della salute calabrese”. Si legge, ancora, “saranno i cittadini attraverso la loro espressione diretta, i Sindaci, e le categorie interessate a orientare le migliori scelte legislative”. Questo non è avvenuto e debbo dire che questa seduta, nei punti successivi, Azienda Zero e accorpamento aziende ospedaliere, lo dimostra.

Si parla vagamente di epidemiologia, non si parla né di registri tumori, né di registi di altre patologie, che sono strumenti non eliminabili se si vuole incidere sulla sanità della nostra regione. I disabili vengono in pratica solo citati, non c'è nulla di specifico per un ambito che è tanto importante quanto delicato; la rete ospedaliera, i già citati ospedali di Cariati, Trebisacce e Praia la legge e/o la logica ne imporrebbero la promozione non solo la riapertura, perché due di questi sono, almeno, apparentemente aperti.

Le pari opportunità. Presidente, questo argomento credo che sia stato sviluppato in maniera inadeguata, rispetto all'importanza del tema. A tal proposito segnalo ora e sottolineo che esiste, ormai da anni, una legge regionale, la numero 22 del 1995 di Istituzione del Progetto Donna, che attende di essere adeguatamente rifinanziata.

Ambiente, capitale naturale, sistema idrico e rifiuti. L'acqua è uno dei beni comuni per eccellenza, va sottratta al mercato anche in virtù del referendum che si è tenuto nel 2011, ancorché ampiamente e gravemente disatteso. Questo vuol dire completare al più presto l'allontanamento di partner privati che hanno solo contribuito ad aggravare i problemi, ma significa anche creare un sistema dove non solo il capitale ma anche la gestione sia pubblica – come più volte, Presidente, è ricordato dal Coordinamento Calabrese Acqua Pubblica - e sia realmente partecipata, tenendo conto di tutte le utenze, anche delle più svantaggiate economicamente o territorialmente, poiché l'accesso all'acqua potabile è un diritto umano universale.

Le Associazioni come la “Bruna Arcuri” potrebbero dare anche una grande mano nella tutela delle acque di balneazione se solo venissero, opportunamente, coinvolte. Cito l’Alleanza per salvare il nostro mare dell'alto tirreno cosentino, o Costa Nostra di Curinga, ma tante altre ce ne sono su tutto il territorio regionale e sono importanti per avere informazioni, proposte di soluzione, controllo del territorio.

Gestione dei rifiuti. Lei scrive: “La gestione corretta dei rifiuti, con a valle le decisioni che risolvono il problema definitivamente”. Sarebbe il caso di dettagliare queste decisioni.

Inceneritori. Si parla di ammodernare Gioia Tauro e di tecnologie innovative, senza specificare quali. Qual è la posizione del governo regionale su possibili nuovi, inutili, dannosi e costosissimi inceneritori?

Il problema vero sui rifiuti, signor Presidente, è la necessità di un radicale cambiamento del Piano regionale di smaltimento dei rifiuti del 2016, licenziato dal centro-sinistra, che come quello del 2002, licenziato dal centrodestra, è assolutamente in contrasto con i diritti e gli interessi dei cittadini. Non sta in piedi sia dal punto di vista tecnico - cito per esempio la digestione anaerobica al centro dello smaltimento dell'umido che è una sciocchezza epocale - sia dal punto di vista organizzativo; mega impianti provinciali, cioè esattamente il contrario di cui tecnicamente abbiamo bisogno dappertutto ma in Calabria per le abitudini sociali, per la conformazione del territorio in modo particolare - e non è casuale - è assolutamente comprensibile che queste aggressioni al territorio, i cosiddetti ecodistretti, abbiano determinato solo e sempre proteste, mobilitazioni e danni ai cittadini.

Approfitto dell'occasione per segnalare il caso dell'impianto rifiuti anche pericoloso di San Sago nel Comune di Tortora, già in passato chiuso dalla Magistratura per gravissime irregolarità, e che rischia ora di riaprire se la regione Calabria dovesse dare l'autorizzazione unica, mettendo così a grave rischio salute, biodiversità, attività economiche legate al turismo e pesca della Valle del fiume Noce e del Golfo di Policastro. C'è una grande mobilitazione, come lei sa, dei Sindaci calabresi e lucani dell'area, delle Associazioni e dei cittadini. Spero che il governo della nostra Regione non resti sordo a queste richieste di dovuta tutela.

Politiche del lavoro, formazione e precariato zero. Debbo dire che è un capitolo che ho trovato troppo risicato e vago.

Energia. Signor Presidente, vogliamo partire da un dato che tutti quanti scotomizzano: la Calabria ha un surplus energetico del 206 per cento. La maggior parte della produzione energetica verde, bianca o rossa che sia è dettata da interessi politico affaristici. Parlare di produzione energetica da processi di combustione di biomasse, in perfetta controtendenza rispetto alla tutela della salute, dell'ambiente, del patrimonio boschivo, dello sviluppo turistico e in contrasto ai cambiamenti climatici - tutti aspetti che nel Documento si è dichiarato di voler salvaguardare - è davvero un assurdo concettuale.

Intanto la centrale del Mercure, uno scandalo internazionale nel cuore del Parco del Pollino, continua indisturbata a bruciare 350 mila tonnellate di alberi all'anno. Invece di bruciarli salviamo i nostri boschi dalla processionaria, di cui si parla poco e su cui si interviene ancor meno.

Presidente, mi scusi, è riprovevole che non ci sia una parola sull'eolico e in particolare sull’eolico selvaggio che, ampiamente infiltrato dalla criminalità organizzata, continua a scempiare la nostra regione.

Fauna selvatica. Presidente, l’idea di risolvere il problema dei cinghiali, che pure è grave, affidandosi ai cacciatori è balzana, oltre che notoriamente inutile e pericolosa, anche dal punto di vista sanitario. Poi se vuole possiamo, separatamente, parlare di questo aspetto che molto spesso non è conosciuto.

La caccia va contenuta e ridotta da un governo che volesse realmente tutelare la biodiversità, falcidiata, tra l'altro dall'imperversare degli incendi estivi e non solo.

Tra l'altro ci sono alcuni aspetti che andrebbero sottolineati, per esempio il bracconaggio.

L'antagonista del cinghiale non è il cacciatore, è il lupo che sta prendendo finalmente piede e che rischia invece di essere ributtato nel limbo della possibile estinzione.

Il nuovo Piano faunistico venatorio dovrebbe essere dibattuto anche con le associazioni ambientaliste e - vi prego - finanziamo adeguatamente gli unici due centri di recupero della fauna selvatica presenti a Cosenza e Catanzaro.

Vado a concludere. Politiche di bilancio. Si parla di diminuzione di tasse e tributi senza accennare a verifica e riscossione nella effettività della contribuzione calabrese. Innovazione digitale. Lo sviluppo del 5G, lo voglio dire con grande chiarezza e con una certa conoscenza della materia, rappresenta un rischio non una opportunità ed è, di fatto, inutile tecnicamente, soprattutto in Calabria dove in pratica non esistono collegamenti informatici degni di questo nome, a cominciare dalla banda ultra-larga che andrebbe, quella sì, invece, resa a norma. Fra l'altro, il 5G è anche potenzialmente rischioso per la salute. So bene che la stessa Unione Europea, con un comportamento che si può tranquillamente definire schizofrenico, lo supporta fortemente da un lato, ma ammette, dall'altro, la mancanza di studi scientifici a sufficienza e rassicuranti sulla sua innocuità. Queste le considerazioni.

Debbo dire che ho trovato che mancassero degli argomenti, credo, importanti: protezione civile, gestione delle emergenze, organizzazione della macchina amministrativa, lavori pubblici, sport, politiche giovanili, attività di formazione, educazione contro la criminalità, rapporti internazionali e con l'Unione Europea, attuazione della tutela e della sicurezza sul lavoro, diritto allo studio, ricerca scientifica, sanità universitaria, scali aeroportuali e situazione della Sacal, autonomia differenziata.

Chiudo con quest'ultimo aspetto a cui tengo particolarmente: Presidente, manca soprattutto una presa di posizione chiara e determinata sul regionalismo differenziato, che vi inviterei ad assumere e ad esternare nonché a farne argomento di discussione per le sue potenziali ed enormi ricadute, non certo positive, sulla vita delle nostre popolazioni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Ha chiesto di intervenire il collega De Nisi, ne ha facoltà.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia)

Grazie, buonasera. Intervengo brevemente - vedo che ci sono tanti altri punti da trattare dopo di questo - per esprimere il voto favorevole del gruppo di Coraggio Italia a queste linee di governo. Ho trovato questo programma completo, innovativo ed esaustivo. Dall’avvio di legislatura, da come è stato impostato il ritmo dal presidente Occhiuto penso che seguirà un programma ben definito, come sta avvenendo in questa prima fase.

Penso che queste linee programmatiche hanno colto nel segno e sono state impostate nel modo giusto, nel senso che sono delle linee generali ed è giusto che sia così. Penso che il Presidente, per rispetto anche del Consiglio e del nostro lavoro, quello che dovrà essere in questi cinque anni, abbia scelto delle linee generali. La singola problematica, come è stata esposta dai consiglieri d'opposizione in materia di sanità, di ambiente o di altri settori, andrà sviscerata e i singoli paragrafi di questo programma andranno costruiti e scritti da questa maggioranza, da questo Consiglio regionale che ha il compito, in questi cinque anni, di programmare e di normare.

Credo che queste linee siano estremamente rispettose ed efficaci per il prossimo governo della Regione Calabria. Noi, insieme al Presidente, contribuiremo, praticamente, a governare questa regione. Esprimo, dunque, ancora il voto favorevole e un particolare apprezzamento per questo Programma di governo.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere De Nisi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua, ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Vorrei, preliminarmente, augurare buon lavoro al neo assessore Dolce, che proviene da fuori della Calabria e ha avuto il coraggio di accettare questo incarico. Per questo le auguro un buon lavoro, sperando che la sua competenza e la sua professionalità aiutino a fa crescere la Calabria, a trovare soluzioni migliori ai suoi problemi e ad accelerare sulle tante tematiche aperte che abbiamo. Quindi auguro all’assessore Dolce buon lavoro e benvenuto in Calabria, augurandomi che sia, innanzitutto, a servizio dei calabresi.

Mi dispiace che non sia in Aula il presidente Occhiuto, perché volevo dirgli che abbiamo molto apprezzato la relazione che ha illustrato oggi, che ha un po' riepilogato il lavoro svolto in questi mesi di sua gestione. Ha fatto bene a ricordare quello che ha fatto, quello che ha ottenuto, ma ha dimenticato di dire che se è Commissario alla sanità è merito anche delle forze di Governo e il PD fa parte del Governo nazionale che ha, naturalmente, contribuito a questa soluzione; ritenevamo dopo, tanti anni di fallimento, che fosse giusto, finalmente, che i calabresi si assumessero la responsabilità di guidare questo settore, mettendoci la faccia, mettendoci le proprie idee, la propria visione e anche le proprie competenze.

Mi sarei aspettato dal presidente Occhiuto che dicesse qualcosa su quanto da noi detto, sollevato, nella precedente seduta del Consiglio regionale in cui abbiamo chiesto al presidente Occhiuto, dandogli atto del lavoro svolto, che venisse in Aula nell’odierna seduta per dire che cosa intende fare per spendere i centosettantacinque milioni di euro fermi in Regione Calabria dal 2020 e non spesi. Non è stato speso nemmeno un centesimo. Ci aspettavamo che oggi il presidente Occhiuto ci dicesse che in questo mese aveva lavorato anche su questo, su questo fronte, su questo versante per velocizzare la spesa, per mettere in campo la progettualità che abbiamo pensato, ma su questo non abbiamo ricevuto risposte e mi auguro che, nel corso del dibattito, avremo risposte anche in questo senso.

Credo che nelle linee programmatiche che ha esposto il Presidente, che abbiamo, ognuno, avuto modo di leggere, tante siano, in teoria, le cose condivisibili, ed ho colto nella sua relazione di oggi, nella sua presentazione delle linee programmatiche la voglia di dare alla Calabria una doverosa scossa. La vogliamo anche noi dell'opposizione perché guai se quest’ Aula non dovesse avere l'ambizione di dare risposte ai calabresi, di migliorare le condizioni di vita, la qualità della vita, di aumentare il PIL, di aumentare l’occupazione, di dare speranza ai nostri giovani, alle nostre donne. Ci mancherebbe altro!

Quindi ben venga questa scossa che il presidente Occhiuto ha cercato di dare con la sua relazione e con la sua dichiarazione programmatica, ma mi consenta però di dire, presidente Occhiuto, che ho trovato, in qualche punto, le sue dichiarazioni lacunose e, soprattutto, che non ho colto una visione organica, d’insieme, di sviluppo della Calabria.

Faccio tre o quattro riferimenti per capirci, perché noi non vogliamo solo dire no o sì, vogliamo contribuire ad alimentare un dibattito sui temi che riteniamo importanti per lo sviluppo economico e sociale che non possono essere solo la sanità o altro settore, perché la Calabria si tiene insieme solo se puntiamo su quei 4, 5 settori strategici per lo sviluppo della stessa. Qualcuno dei miei colleghi li ha ricordati e non voglio ripeterli, cercherò di dare il mio contributo su due, tre temi.

Credo che in questa dichiarazione programmatica uno dei temi che manca, in maniera determinante, sia quello delle aree interne. Non ho trovato nemmeno una parola, nelle dichiarazioni delle linee programmatiche del Presidente, che si riferisse alle aree interne e vorrei ricordare, prima a me stesso, che le aree interne costituiscono ben oltre il 50 per cento del territorio calabrese e richiederebbero più rispetto e attenzione da parte di chi ha responsabilità di governo, nel vostro caso, ma anche di chi svolge il ruolo di opposizione in questo Consiglio regionale. Ecco perché dal primo giorno del mio insediamento, da montanaro testardo, ho sempre cercato di porre questo tema al centro del dibattito politico in quest’Aula e ho cercato di studiare. La voglio qui riproporre questa proposta di legge, perché così dobbiamo fare se siamo bravi, se vogliamo, davvero, creare sinergia, se, davvero, vogliamo creare quella sintesi necessaria per dare risposte ai calabresi. Senza una presenza antropica siamo destinati a perdere gli immensi patrimoni culturali, storici, artistici ed enogastronomici presenti nelle aree interne. Senza dimenticare che la presenza antropica in questi posti è necessaria. Ci sciacquiamo la bocca parlando di dissesto idrogeologico, perché dimentichiamo che la principale causa del dissesto idrogeologico è ciò che non si cura a monte e scende al mare.

Quindi credo che su questo tema il presidente Occhiuto, questo Governo regionale, questo Consiglio regionale dovrebbero, invece, riflettere su come affrontare questa problematica ed è per questo, caro Presidente, se lei ricorda, che le ho inviato una lettera aperta dove proponevo alla sua attenzione un progetto di legge che abbiamo definito “Terraferma, montagna solidale”, che come gruppo consiliare, nella precedente legislatura, avevamo proposto all'attenzione del Consiglio regionale e della compianta presidente Santelli.

Questo progetto di legge è stato studiato, approfondito, confrontato con esperti a livello nazionale e a livello territoriale per capire se era giusta l’idea per la quale si proponeva il progetto. Cosa prevedeva questo progetto? Lo rilancio qua, caro Presidente, e lo pongo alla sua attenzione: prevedeva la formazione di migliaia di giovani calabresi, in forma cooperativistica, e affidava loro servizi di manutenzione con particolare attenzione al bosco e all’azione preventiva anti dissesto idrogeologico e anti incendio. Questo progetto, caro presidente Occhiuto, determinava un cambio culturale profondo perché non prevedeva l'assunzione a tempo indeterminato di giovani calabresi, ma l’affidamento di servizi a questi ragazzi, una volta formati e una volta costituite le cooperative per i servizi che, oggi, sono necessari per il territorio, considerato che da qui a 2, 3 anni non avremo più un forestale che si occupi della cura del territorio, dei boschi, della manutenzione del territorio. Credo che questo sia un progetto da approfondire e lascio all'attenzione del presidente Occhiuto, del Governo regionale e di questo Consiglio regionale questa problematica.

Così come, caro Presidente, ho apprezzato molto che, in ogni suo intervento, lei abbia parlato delle politiche attive del lavoro e del fatto che queste politiche attive siano capaci di incidere sulla macchina amministrativa. Fa bene a insistere su questo tema, mettendo mano al rinnovamento, al potenziamento della Pubblica amministrazione per come i tempi richiedono, il PNRR e le sfide che abbiamo richiedono. Però, caro Presidente, non mi pare di rintracciare una misura organica e chiara di intervento e anche in questo caso, caro Presidente, le ripropongo un'idea che avevamo maturato, come gruppo del PD, nella precedente legislatura che prendeva spunto dal piano di formazione e occupazione del governo De Luca, che aveva aperto un confronto serrato, duro, determinato con l’Unione Europea dicendo: cara Unione Europea, cari dirigenti europei, a me non serve, per le politiche attive del lavoro, avere 200 milioni di euro per garanzia giovani e dote lavoro. Queste due misure non hanno lasciato nulla sul territorio e io sfido chiunque a dimostrare che in Calabria garanzia giovani e dote lavoro siano stati uno strumento utile per aumentare l’occupazione e per dare risposte ai giovani calabresi. De Luca aprì uno scontro. Ecco perché non basta che lei vada a Bruxelles, è un suo dovere perché un Presidente che non ha rapporti con l’Unione Europea è un Presidente non autorevole, non capace di avere quell’interlocuzione necessaria per affrontare le sfide che abbiamo davanti. Lei ha fatto il suo dovere ad andarci, non è un merito suo, perché è un Presidente della Giunta regionale che capisce che senza una interlocuzione forte con il Governo nazionale e con l’Unione Europea non si ottengono risultati. Ha fatto bene, quindi, ad andare a Bruxelles, ma le chiedo di aprire questa porta, questa finestra con l’ Unione Europea dicendo che anche noi abbiamo capito che utilizzare e disperdere centinaia di milioni di euro con garanzia giovani non porta occupazione in Calabria e quindi chiediamo di avere la possibilità, dopo aver fatto uno screening sul territorio, di capire quali siano le esigenze dei vari Comuni e di assumere 2000, 3000 giovani calabresi, affidando al Formez, come ha fatto la Campania, la selezione dei giovani professionisti da coinvolgere nei processi di crescita occupazionale.

Siamo d’accordo, Presidente, sulla necessità di chiudere, definitivamente, in Calabria la pagina, vergognosa, del precariato. Una pagina vergognosa che ha ammazzato la speranza di tanti giovani calabresi e che ha fatto la fortuna di noi politici che abbiamo, per trenta anni, pensato di utilizzare questi giovani e queste donne per lucrare sul loro consenso. Siamo d'accordo a chiudere questa pagina vergognosa che ha caratterizzato la politica calabrese in questi quaranta anni, con la colpa di tutti, mia, di Raffaele Mammoliti, di tutti quanti noi. Chiudiamo questa pagina, noi siamo disponibili farlo subito.

Un’altra proposta e poi mi fermo. Un altro tema, Presidente, che sottopongo alla sua attenzione, sempre per quanto riguarda le politiche del lavoro, è il cosiddetto south working, il famoso lavoro agile, a distanza, che consentirebbe a tanti giovani, assunti da imprese del nord, di rimanere in Calabria a lavorare a distanza e lasciare in Calabria reddito e capitale umano. Questa misura potrebbe garantire la presenza di almeno millecinquecento giovani e lascio a lei la riflessione su questo tema già attuato, in Italia, in qualche altra regione.

Adesso mi rivolgo all’assessore Dolce: nella relazione programmatica fatta dal presidente Occhiuto emerge il problema importantissimo delle infrastrutture, della mobilità, tema nevralgico per collegare turismo, agricoltura e quant'altro, ma nessuno cita, in questo ragionamento, due convitati di pietra che si chiamano ANAS e RFI che tengono oltre un miliardo di risorse nei loro portafogli dal 2018 e che non hanno completato nessun progetto in questi quattro anni. Caro Presidente e caro assessore Dolce, mi riferisco allo svincolo A2 Settimo di Rende, mi riferisco ai settecento milioni per l’ammodernamento della 106 da Cirò a Cariati, mi riferisco all’elettrificazione della linea ionica, per la quale oggi non si sa dove siamo arrivati e quando finiremo. Sono queste le domande che dobbiamo porci per aiutare l’assessore Dolce, per dare risposte ai calabresi, perché un miliardo e duecento milioni di euro fermi nei portafogli di ANAS e RFI sono uno scandalo nazionale. Ecco perché, caro Presidente e assessore Dolce, incontriamo Giovannini - ben venga! - ma facciamo sentire il fiato sul collo ad ANAS e RFI che hanno già un miliardo e duecento milioni di euro nei loro portafogli e non li hanno spesi in questi anni.

Quindi autorevolezza sì, forza sì, ma anche risultati, perché senza risultati continuiamo a parlarci addosso e a non dare risposte ai calabresi.

Volevo solo dare questo contributo che è un contributo fattivo, sentito e concreto, perché poniamo all’attenzione quattro idee e vorremmo che questa Giunta regionale e questo Presidente le sviluppassero meglio al proprio interno, ragionando di più con noi su questi temi che abbiamo posto all’attenzione. Sono certo che se si vuole, davvero, creare uno spirito di collaborazione tra maggioranza e minoranza bisogna avere rispetto dei ruoli, ma anche concretezza per raggiungere gli obiettivi. Abbiamo dato elementi per smuovere risorse e per potere dare alla Calabria, ai calabresi, ai giovani e alle donne che aspettano, risposte forti, coraggiose dando una speranza a chi oggi non crede più nelle istituzioni.

PRESIDENTE

Grazie collega Bevacqua, toglieremo i tre minuti al prossimo intervento. Invito i consiglieri a prendere posto. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo, ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (De Magistris Presidente)

Dopo un intervento così appassionato cederò i miei 3 minuti. Presidente, intanto porgo i miei saluti all’Aula e ai colleghi consiglieri. Vorrei cercare di evitare di ripetere la monotonia nel dibattito data da un gioco delle parti, tra maggioranza e opposizione, tra quello che c'è e quello che non c'è nelle linee programmatiche.

Vorrei introdurre, in quest'Aula, alcuni elementi di vita reale, perché il Presidente ha fatto un’introduzione in cui ha riportato quello che è accaduto in questi cinquanta giorni, la sua attività, il suo piglio nell'affrontare alcuni dossier particolarmente attuali. Vorrei partire da un ragionamento su dove siamo oggi e quello che ci aspetta nei prossimi anni.

La Calabria, oggi, ha un grave problema sanitario, non solo perché oggi siamo zona gialla, zona gialla legata ad una pandemia che purtroppo ancora c'è ed è rischiosa. Ho apprezzato il piglio decisionista - accennava ai complimenti del generale Figliuolo - ma quando parliamo di zona gialla in Calabria non possiamo dimenticare quello che è accaduto ieri, quello che è accaduto nei mesi scorsi e che, ancora oggi, ci troviamo in una situazione di debolezza perché non siamo riusciti a spendere adeguatamente i fondi Covid, perché non siamo riusciti ad incrementare i posti in terapia intensiva.

Tutto questo ha reso difficile contenere i parametri richiesti per non cadere nelle restrizioni che il Governo nazionale ha previsto.

Zona gialla dovuta, quindi, a una incapacità della politica di cui noi dobbiamo tenere conto per rimediare agli errori e per rimediare a quei ritardi che, anche nel passato, in questo recente passato, abbiamo accumulato. Richiamo la vita reale, perché noi ragioniamo in una prospettiva di linea di governo dei prossimi anni, in cui la politica nazionale è impegnata nelle elezioni del Capo dello Stato, ma subito dopo ci sarà, lì sì, il convitato di pietra dell'autonomia regionale differenziata. Proprio qualche giorno addietro, ho letto di un incontro tra il ministro Gelmini e il Presidente della Regione Veneto per riaprire il dossier su quella che viene chiamata autonomia differenziata, ma che non è altro che la richiesta di più autonomia, di più risorse e di più funzioni da parte di alcune regioni del Paese.

Qui non si tratta di fare un ragionamento politico di parte, parliamo della democratica Emilia Romagna ma anche del Veneto, parliamo di maggioranze politiche diverse ma concentrate in un'area del Paese che ha maturato un'idea di fondo e cioè di trattenere i residui fiscali, di riuscire a trattenere sui propri territori il gettito fiscale escludendolo e quindi sottraendolo alla fiscalità nazionale.

L’autonomia differenziata rischia di portare avanti un federalismo sbilanciato che sarà un colpo al cuore della Calabria e del meridione tutto.

Quello che io vorrei capire - lo capirò dai prossimi passi del presidente Occhiuto - è se sarà il Presidente dei calabresi, di tutti i calabresi, quindi non un forte sostenitore di un meridionalismo stanco, ma una difesa delle politiche di coesione e di solidarietà nazionale. Ha usato nel suo intervento i termini coesione e perequazione che per me sono le linee guida per il futuro.

Quindi, vorrei capire se il presidente Occhiuto sarà il Presidente di tutti i calabresi o se invece sarà un leader autorevole di un partito politico. La questione per me non è scontata, perché è un esponente di primo piano di un partito politico che oggi è al governo del Paese, ma nello stesso tempo è il Presidente di tutti i calabresi, il mio Presidente, il Presidente di tutti noi e quando si è il Presidente della Calabria bisogna capire che l'articolo 117 della Costituzione, dando la possibilità alle Regioni di avere 23 materie aggiuntive di competenza esclusiva, rischia di rompere il patto di solidarietà e di uguaglianza dei cittadini ovunque essi si trovino, perché i diritti di cittadinanza rischiano di essere diversi a seconda del proprio luogo di residenza.

La partita è estremamente importante, perché io penso che ci siano problemi di diversa natura: sul finanziamento delle funzioni aggiuntive che alcune Regioni richiedono, sulla competenza e sulle materie stesse che le Regioni richiedono in maniera autonoma rispetto allo Stato. Lo dico con molta chiarezza: inorridisco al pensiero di tante sanità regionali o di tante scuole regionali, perché a pagarne il prezzo saranno ovviamente le regioni più deboli e la Calabria oggi è una regione debole.

Il rapporto si dovrà avere tra Conferenza Stato Regioni e tra Governo e le Regioni che reclamano più autonomia. Il Parlamento dovrà essere centrale nella negoziazione di alcuni accordi preliminari, ricordo gli accordi fatti col Veneto e la Regione Emilia-Romagna che tante preoccupazioni possono dare alla Calabria.

Ritorno alle linee programmatiche. Oggi, a me interessa, più che discutere del singolo aspetto, capire cosa pensa e quale pensa debba essere il ruolo della Calabria nei prossimi mesi rispetto al tentativo di rompere il patto di solidarietà nazionale e quale sarà il ruolo della Calabria rispetto anche alla richiesta di concretizzazione dei LEP, livelli essenziali di prestazione, che devono essere uguali in tutto il territorio del Paese.

Non possiamo più aspettare, e lo dico a chi è stato capogruppo di uno dei partiti più importanti del Parlamento, lo dico al politico esperto che sa di cosa stiamo parlando e quali sono i rischi per la nostra regione.

Vorrei, anche, capire come riusciamo a ridare un ruolo allo sviluppo della Calabria. Ovviamente, non possono essere sintetizzati i singoli aspetti o le singole questioni, però si deve capire bene qual è l'idea sul ruolo strategico degli enti pubblici in Calabria, il ruolo del capitale pubblico nelle società miste, quale deve essere il ruolo della governance pubblica in alcuni aspetti strategici.

Ecco, questo è il programma su cui potrò esprimere il mio giudizio.

Si è parlato di Sorical, ci sono degli accenni interessanti sul giudizio negativo di quella che è stata una società mista pubblica e privata e di come deve ritornare al pubblico la gestione di un bene pubblico essenziale. Io aggiungerei la vicenda degli scali aeroportuali e in genere tutti gli Enti in cui la Regione Calabria partecipa con il suo capitale nelle società di diritto privato.

Infine, Presidente, non allungherò il tema e la discussione appesantendola su singoli aspetti. Lei ha letto ovviamente il rapporto Svimez, è una fotografia della povertà di questa regione, però non basta! Nel senso che non possiamo limitarci a questo, non possiamo limitarci a dire che un milione di giovani sono andati via o che il PIL cresce in tutta Italia, ma in Calabria stenta a prendere il decollo a causa dei bassi salari, della precarietà del lavoro, dell'estrema povertà e delle tante disuguaglianze sociali. Non è questo che voglio dire, un legislatore non si può limitare a dire che la Calabria è povera, questo lo sanno tutti, noi dobbiamo capire come riuscire a dare una visione di sistema.

Alcuni accenni della sua relazione sono molto interessanti, soprattutto sul profilo tecnologico sulla e-residence, la possibilità di attirare la residenza fiscale in determinati territori legandoli alla ZES, a una defiscalizzazione. Sono aspetti molto interessanti che possono riuscire a rendere attrattivo il nostro sistema, ma la vera sfida è come noi riusciamo a tramutare degli investimenti in infrastrutture immateriali. Ovviamente, noi dobbiamo completare e rilanciare un divario infrastrutturale col resto del Paese, i fondi del PNRR saranno impiegati per asili, strade, sistema viario, ma le infrastrutture materiali hanno bisogno però di essere accompagnate da un grande investimento sul capitale umano.

Noi dobbiamo puntare sul sistema di formazione, su un sistema di ricerca, mettendo al centro della prossima e di questa legislatura il mondo dell'Università e il mondo della scuola, gli appalti di innovazione. Con appalti di innovazione intendo investire in infrastrutture materiali che hanno grandissima capacità tecnologica e innovativa, lì si gioca la sfida, a mio avviso, della Calabria.

E poi, in conclusione, la dignità del lavoro. È stato ben detto, il precariato, ma non solo: il lavoro in tutti i suoi aspetti.

Noi, colleghi, che facciamo politica, sappiamo qual è la richiesta che ci viene fatta ogni giorno: richiesta di lavoro, richiesta di lavoro, richiesta di lavoro. Quando un padre di famiglia viene a chiedere il posto, un aiuto, un consiglio, un'idea per dare occupazione al proprio figlio, lì veramente è una coltellata al cuore, perché è il fallimento di intere classi dirigenti, del meridionalismo; a queste persone noi però dobbiamo dire che mai più in Calabria si lavorerà sulle politiche dello sfruttamento del bisogno, dello sfruttamento delle clientele, ma che la politica, per una volta, cambia passo e sceglie il merito.

Quindi, ben vengano le selezioni fatte con tutti i criteri più oggettivi e più trasparenti possibili, ma senza merito la Calabria non può decollare: merito, merito, competenze, capacità e aiuto a chi è rimasto indietro.

E, per fare questo, noi dobbiamo ripartire ripensando il mondo del lavoro.

Prima si parlava di centri per l'impiego. Nella mia città abbiamo un centro dell'impiego che è addirittura chiuso perché non ha i locali idonei, da non so quanto tempo, non hanno neanche la possibilità di svolgere le funzioni essenziali. C'è molto da fare, Presidente.

C’è molto da fare e io, da un certo punto di vista, apprezzo anche il suo piglio decisionista, però, come ho detto l'altra volta, secondo me lei non ha bisogno di un governissimo, un governissimo c'è già nel Paese. Lei non ne ha bisogno, perché ha una maggioranza solida e i numeri necessari. Lei non ha bisogno del governo di tutti, lei ha bisogno della sua maggioranza e di un'opposizione che la possa pungolare per fare meglio. Questo è il nostro ruolo, non di far parte di un’ammucchiata del governo di tutti. Il ruolo dell'opposizione deve essere di miglioramento delle proposte di legge e dei metodi, soprattutto i metodi, perché sono determinanti.

Ognuno ha le sue citazioni, concludo il mio intervento citando Aureliano Buendia, dal libro Cent'anni di solitudine, particolarmente a me caro: “Il colonnello era smarrito nella sua solitudine dell'immenso potere e proprio in quel momento ha rischiato di perdere la bussola, perché i suoi ordini partivano” - c’è proprio una frase – “ancora prima che lui li desse e non arrivavano mai a centrare l'obiettivo che lui si era dato”.

Presidente, noi ci siamo, con un metodo collegiale, democratico, ascoltando le parti sociali, ascoltando l'opposizione, poi è lei che decide, perché lei ha l'onere e l'onore, ma su questi metodi e su queste basi si può costruire un rapporto solido e una legislatura in cui questo Consiglio regionale abbia una sua funzione e non sia considerato un Ente inutile. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, assessori, devo fare gli auguri al neo assessore Mario dolce: benvenuto in Calabria!

Colleghe e colleghi consiglieri regionali, l’avvio di questa legislatura credo sia caratterizzato da una crisi di sistema senza precedenti e della crisi più acuta e difficile degli ultimi 50 anni di regionalismo in Calabria.

Le tante problematiche che hanno caratterizzato l'attuale situazione sono, per molti aspetti, storiche, anche se dobbiamo purtroppo riconoscere che i profondi cambiamenti intervenuti in questi anni e anche la negligente gestione dei vari governi che si sono succeduti, ne hanno di fatto generate tante altre.

Ultima in ordine cronologico voglio ricordare la kafkiana vicenda della Sacal, sulla quale occorre fare piena luce, i 200 milioni persi di risorse Covid, come lei stesso, Presidente, ha pubblicamente evidenziato, e, non ultimo, il pronunciamento della Corte dei conti che evidenzia le molte criticità nella gestione della spesa delle risorse comunitarie 2014-2020, segnalando una percentuale molto bassa sia in termini di impegno sia di pagamenti.

Insomma, il quadro è abbastanza preoccupante, tutti i dati segnalano indicatori sociali, occupazionali, produttivi assai negativi: Svimez, Istat, Eurostat, Banca d'Italia.

Questi ci offrono uno spaccato molto appropriato della gravissima crisi che viviamo in Calabria, che è sicuramente produttiva, sociale ed economica, ma soprattutto, come è stato ricordato in diversi interventi, occupazionale. Basti pensare che in Calabria il rapporto PIL pro-capite è il più basso non delle regioni d'Italia, ma delle 278 regioni d’Europa.

Per questa ragione, secondo me, si impone una energica reazione, in quanto solo attraverso atti concreti riusciremo a far riacquistare la necessaria credibilità e fiducia verso la politica e verso le istituzioni democratiche di questa regione.

Non possiamo permetterci sottovalutazioni, non possiamo e non dobbiamo rinchiuderci dentro il palazzo, occorre segnare una presenza costante nel territorio e, soprattutto, stare vicino ai sindaci e alle amministrazioni che rappresentano il primo fondamentale e imprescindibile presidio di legalità istituzionale, nonché un vero punto di riferimento per l'insieme dei cittadini.

Bisogna favorire una reale rinascita, in tutti i sensi, nella vita della nostra regione e questo credo sia un impegno improcrastinabile, una priorità.

Bisogna ascoltare la voce dei più deboli, dei disoccupati e degli occupati, delle tante fragilità economiche e sociali che ci sono del mondo del lavoro, del Terzo settore, del mondo associativo e farsi soprattutto interpreti dei bisogni e delle istanze di tantissime realtà.

Per tale ragione ritengo importante l'azione politica amministrativa e di governo che il Presidente intenderà imprimere. Lei possiede una responsabilità storica, una responsabilità non ordinaria, caro Presidente! Se lei dimostrerà una visione concreta di tutela e rappresentanza degli interessi generali, troverà - per quanto riguarda me, ma è stato detto anche dai rappresentanti del gruppo al quale mi onoro di appartenere - proficua collaborazione, viceversa se prevarrà una concezione di governo di mera gestione del potere troverà in me un attento e battagliero consigliere regionale che non è arrivato qua né per alzare la mano e né per riscaldare la sedia.

Penso che solo attraverso questa collaborazione si potranno condividere e sostenere scelte coerenti per migliorare concretamente le condizioni di vita e di lavoro dei calabresi. Possiamo favorire un processo di cambiamento e di riforma oppure rischiamo di acuire ancora di più il distacco e la sfiducia dei cittadini che è già abbastanza consistente, è quasi al limite di una deleteria rassegnazione.

C'è bisogno di mettere in atto una spinta propulsiva in grado di cogliere e utilizzare molto bene le tantissime opportunità che l'attuale quadro normativo-economico-finanziario ci consente di utilizzare.

La pandemia ancora in corso, purtroppo, ha accentuato le diseguaglianze e non è una parentesi della nostra vita, ma rappresenta il discrimine tra il modello di vita e di lavoro che abbiamo conosciuto e quello che vorremmo affermare realizzare nella nuova fase.

Per tale ragione, ritengo che la sanità non sia più semplicemente un aspetto dello Stato sociale, ma rappresenti un elemento di competitività e di sicurezza del Paese e ancora di più in una regione come la nostra che possiede una seria fragilità del sistema socio-economico e del sistema socio-sanitario.

Prima di pronunciarmi brevemente secondo i tempi che mi sono stati assegnati sulla relazione programmatica, mi preme fare delle brevissime riflessioni.

Presidente, pur considerandolo la sua nomina a Commissario della sanità calabrese un primo passo in avanti, questo non coincide con la mia idea di governo ordinario del settore anche perché, nel rivestire questi due ruoli così complessi, impegnativi e importanti, vedo il rischio - lo dico veramente con grande responsabilità - di un possibile ingolfamento e rallentamento dell’azione del suo governo.

Occorre, perciò, sapersi necessariamente avvalere di adeguate competenze e professionalità presenti nella nostra regione, evitando - questo è il mio personale punto di vista, ci mancherebbe pure - di continuare a far gestire settori nevralgici della vita dei calabresi a Generali, Prefetti e Commissari.

Mi auguro che avrà la stessa solerzia, Presidente, e la stessa tempestività nel contrattare con il Governo nazionale il riconoscimento del debito.

Questo, previa quantificazione e ricostruzione del debito esistente nella sanità calabrese, perché, altrimenti, non riusciremo a uscire da questa fase straordinaria di emergenza e commissariamento. Il vero obiettivo da raggiungere è, appunto, il governo ordinario.

Mi soffermo velocemente sulle linee programmatiche di governo che ha indicato il Presidente.

Voglio accogliere l'invito che lei rivolge ai gruppi di opposizione chiedendo di fare un salto di qualità. Per questa ragione, pur potendo esprimere alcune considerazioni di carattere generale, intendo entrare nel merito partendo dal quadro economico-finanziario che avremo nei prossimi anni.

Devo dire la verità, sinceramente mi sarei aspettato un programma di lavoro operativo molto più organico, caro Presidente, di cogliere un’idea su come intenda raccordare le diverse linee strategiche del PNRR, metterne a sistema i diversi strumenti e capire su quali settori intenda puntare.

Purtroppo devo registrare che manca una chiara strategia e, pur condividendo i positivi riferimenti ad alcuni settori come l'artigianato, l'agricoltura, la valorizzazione dei beni culturali, vedo, invece, che non esiste un'idea strategica su turismo e politica industriale.

Vorrei ricordare, inoltre, che una componente fondamentale del PNRR è la semplificazione legislativa, la digitalizzazione, in merito alla quale l'unica cosa che lei riferisce nel programma è che si punterà sulla formazione dei dirigenti.

Penso, invece, che bisognerà operare per raccordare i diversi Fondi in quanto gli impegni e la spesa dei Fondi strutturali, come dicevo prima, raggiungono percentuali molto basse e sinceramente punterei su una struttura in house, attraverso l’assunzione di personale competente, per superare le criticità amministrative e garantire una coerenza degli obiettivi tra programmazione e spesa dei Fondi.

Relativamente alle aree ZES, bisognerebbe, intanto, sollecitare l’attivazione immediata dei finanziamenti disponibili per creare occasioni di sviluppo e per favorire attrattività e competitività imprenditoriale nelle diverse aree nelle quali si può utilizzare questo importante strumento.

Registro che non esiste nessun passaggio sulle Università anche laddove si parla di start up, spesso – se non quasi esclusivamente – nate nel parco scientifico e tecnologico annesso alle Università della Calabria. Pertanto, le Università non sono affatto estranee ai processi di sviluppo della nostra Regione.

Mi preme, infine, sottolineare un passaggio del suo intervento relativo alla sanità che condivido molto.

Trovo vergognoso che la Calabria spenda 320 milioni di euro all’anno in mobilità passiva per la piaga dell’emigrazione sanitaria.

È ora di porre fine a questa assurdità e, a tal fine, intendo annunciare che sto lavorando alla predisposizione di una proposta di legge, di un solo articolo, nel quale si prevede che i manager della sanità che non riducono, nel periodo di loro permanenza, la mobilità passiva, non possano avere incarichi rinnovati nella sanità pubblica calabrese.

Cominciamo così a misurare e a verificare chi fa cosa, mettendo ognuno di fronte alle proprie responsabilità perché, attualmente, in questa Regione nessuno risponde di niente.

In merito all’aumento di personale, vorrei farle presente che all’Asp di Vibo non si riescono a reclutare medici e tale penuria compromette, di fatto, l’offerta dei servizi e delle prestazioni indispensabili per l’affermazione dei livelli essenziali di assistenza. Anche perché possiamo fare tutti i migliori ospedali del mondo, dotarli di tutte le strutture alberghiere e tecnologiche, ma senza i medici si rischia di non garantire un’offerta sanitaria dignitosa e qualificata.

Da questo punto di vista, sarebbe utile una convenzione con il Ministero per finanziare delle borse di studio della Regione Calabria dedicate alla specializzazione di anestesisti, di medici di emergenza, intanto garantendo anche la presenza del medico a bordo delle ambulanze, che, come sappiamo, spesso ne sono sprovviste.

PRESIDENTE

La invito a completare il suo intervento.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Infine, condivido la volontà di voler assorbire gli attuali bacini di precariato esistenti in Calabria attraverso politiche attive di lavoro e il rafforzamento dei Centri per l’impiego, provando anche a recuperare i lavoratori della legge regionale numero 12 del 2014 che, nell’ambito del precariato calabrese, sono l’unica categoria rimasta fuori.

Considerati i tempi a disposizione, mi riservo di affrontare gli altri aspetti con maggiore puntualità quando, Presidente, sarà costretto – secondo me – molto a breve ad apportare i necessari aggiornamenti nei diversi passaggi dell'attività legislativa e amministrativa che saremo chiamati a svolgere e alla quale parteciperò offrendo, da questo punto di vista, il mio personale contributo.

Ci sono delle proposte di merito che, per i tempi assegnati, non sono nelle condizioni di poter sviluppare. Cito, comunque, alcuni punti: un Piano straordinario per il lavoro, un approccio multidisciplinare della presa in carico delle persone, l'utilizzo delle maggiori risorse derivanti dall’aumento del 34 per cento dei trasferimenti ordinari al Sud, l’istituzione del CREL (Comitato Regionale per l’Economia e il Lavoro), la riduzione dei costi della politica, il trasferimento alla gestione degli enti locali più vicina ai cittadini, il superamento del commissariamento alla sanità, vantaggi contributivi e fiscali a sostegno delle piccole e medie imprese, modifica della legge elettorale, ripristinando i collegi provinciali, con il voto disgiunto e l’abbassamento del quorum previsto (attualmente all’8 per cento) per essere eletti in Consiglio regionale.

Su questi temi, incalzerò, lavorerò, collaborerò in maniera proficua e positiva per cercare insieme, nell’azione che svilupperemo nei prossimi mesi e anni, di migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei calabresi.

Con questo spirito – e concludo – assolverò il mio mandato, il mio compito e la mia funzione con disciplina e onore, così come recita l’articolo 54 della nostra Costituzione.

Auguri e buon lavoro a tutti.

PRESIDENTE

Grazie al consigliere Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Mattiani. Ne ha facoltà.

MATTIANI Giuseppe (Forza Italia)

Grazie, Presidente, questo è il mio primo intervento in Consiglio regionale e vorrei approfittarne per esprimere, anche in questa sede, il mio più sentito augurio di buon lavoro al presidente Mancuso, al Presidente della Giunta regionale, Occhiuto, e a tutti i consiglieri regionali.

Presidente, la Calabria nei prossimi mesi e fino al 2026 disporrà di ingenti risorse – quelle rientranti nel Piano nazionale di ripresa resilienza (PNRR), quelle del Fondo di sviluppo e coesione e della nuova programmazione dei fondi comunitari – che, evidentemente, ci consentono di poter considerare questo determinato periodo storico come il più importante per l’avvenire della Calabria.

Il PNRR, com’è noto, si articola in 6 missioni centrali per lo sviluppo della nostra Regione: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura e Turismo; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute

Orbene, vorrei esprimere tutto il mio compiacimento, Presidente, sui punti programmatici illustrati che si muovono in linea e nel solco di quanto accennato e nel bisogno di modernizzazione e di crescita economica della nostra Regione.

All’uopo vorrei richiamare la sua attenzione, quella della Giunta e di tutto il Consiglio regionale su pochi ma rilevanti punti del Programma di governo che ritengo centrali.

Ad esempio, la problematica relativa alla questione dei rifiuti sulla quale questa Regione ha accumulato, negli anni, ritardi enormi che hanno determinato continue situazioni emergenziali che questa bellissima regione e i suoi cittadini assolutamente non meritano.

Condivido pienamente le sue parole che centrano appieno gli obiettivi da perseguire: elaborare un modello di intervento sostenibile economicamente e tecnicamente, al fine di adeguarsi all’attuazione dei programmi comunitari di economia circolare e avere uno strumento di pianificazione in grado di accedere ai finanziamenti comunitari nel ciclo di programmazione 2021-2027; provvedere all’ammodernamento dell’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro attraverso dei progetti di investimento in grado di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e migliorare le potenzialità complessive di trattamento; insistere e investire sulla raccolta differenziata al fine di raggiungere una media regionale di raccolta differenziata del 65 per cento, attraverso l’elaborazione di progetti mirati che prevedono investimenti e premialità per i Comuni virtuosi.

Per raggiungere tale risultato è necessaria l’adozione in tutti i Comuni calabresi del modello di raccolta porta a porta e della tariffazione puntuale che è un meccanismo che permetterà ai cittadini di pagare la TARI in base ai rifiuti realmente prodotti.

Ho ritenuto, però, rilevantissimo, Presidente, l’impegno da lei assunto, con la solita determinazione che la caratterizza e la contraddistingue, di voler azzerare nell’arco di 5 anni il fabbisogno di conferimento in discarica e completa chiusura dei siti attualmente esistenti in Calabria.

Alcuni dati devono farci riflettere: in Calabria il 50 per cento dei rifiuti urbani va in discarica mentre in Lombardia non supera il 4 per cento. È evidente, quindi, che mentre il resto dell’Italia va in una direzione diversa del ciclo dei rifiuti, ancora una volta la Calabria è in netto ritardo, anzi, in alcuni casi, va in direzione opposta.

Proprio sul punto, non posso non cercare di sensibilizzare tutti voi sulla costruenda discarica di Melicuccà, in località “La Zingara”, che la Città metropolitana di Reggio Calabria vorrebbe realizzare e aprire in un sito assolutamente non idoneo.

Questo perché quella discarica si trova all’interno dell’area di ricarica delle falde acquifere del bacino imbrifero che alimenta la sorgente Vina e che serve migliaia di cittadini.

Che vi sia, Presidente, un rischio imminente e attuale non lo dice soltanto il consigliere Mattiani, ma lo dice il CNR, il Consiglio nazionale per le ricerche, cui è stato demandato il compimento di studi specifici e che ha messo nero su bianco che le acque sotterranee e le sacche idriche in prossimità dell’area di discarica possono interferire, anche se in modo indiretto, con quelle che, presumibilmente, alimentano la sorgente del torrente Vina.

Vorrei ancora soffermarmi sulla salute e sulla sanità.

La costruzione dei nuovi ospedali, investimenti mirati sulla sanità territoriale e della prevenzione, oltre alla definizione di un Piano di assunzioni, vanno nella direzione auspicata.

Mi permetto di evidenziare ciò che, Presidente, so già essere sotto la sua lente di ingrandimento ossia lo stato attuale dell’iter di costruzione dei nuovi ospedali già previsti e finanziati.

In alcuni casi, come per l’ospedale della sibaritide, i lavori sono iniziati e sono convinto che proseguiranno con speditezza. In altri casi, il procedimento è impantanato nella fase di progettazione ormai da oltre 14 anni come per l’ospedale della Piana di Gioia Tauro.

Faccio appello, Presidente, ancora a lei, alle sue capacità e alla sua determinazione, affinché intervenga con risolutezza per sbloccare un’opera vitale per i cittadini della Piana di Gioia Tauro che, oggi, sono privi di presìdi sanitari. 

Come già accennato in precedenza, è forte la volontà di questa Amministrazione di utilizzare le risorse assegnate alla sanità per contribuire a risolvere in modo definitivo le problematiche strutturali e di cronica carenza di personale degli ospedali e, in particolare, quelli di Polistena, Gioia Tauro, Melito Porto Salvo e Locri che, ad oggi, versano in condizioni precarie, evitando, così, di soffocare l’unico punto ospedaliero al momento fruibile che è il G.O.M. di Reggio Calabria.

Altro passaggio fondamentale è costituito dall’attesa manifestazione di interesse del Dipartimento regionale tutela della salute per consentire alle Aziende sanitarie e ospedaliere di poter accedere ai fondi Covid assegnati alla Regione Calabria per l’anno 2021.

Sono sicuro che il nuovo Direttore generale del Dipartimento tutela della salute, di cui conosco personalmente le competenze professionali, saprà dar seguito a questa procedura con celerità.

Rilevante considero l’impegno assunto per favorire la competitività e lo sviluppo economico della ZES di Gioia Tauro attraverso urbanizzazioni primarie e collegamento di tali aree con reti stradali e ferroviarie, anch’esse da ammodernare con finanziamenti previsti.

Ancora, la valorizzazione delle nostre coste contro il rischio di erosione, la tutela del nostro mare cristallino, l’agricoltura, la riforma della Pubblica amministrazione, da lei, Presidente, correttamente considerata assolutamente indispensabile.

Proprio la riforma della Pubblica Amministrazione, infatti, è di fondamentale importanza con il fine primario di ottimizzare la capacità amministrativa soprattutto a livello locale – dove conosciamo bene la lentezza delle procedure burocratiche e di gran parte dei procedimenti amministrativi – migliorando la selezione, la formazione e promozione dei dipendenti pubblici e riducendo quanto più possibile i costi e i tempi degli stessi procedimenti amministrativi.

Altro aspetto da non sottovalutare è la sinergia che questa Amministrazione regionale vuole incentivare con le Università calabresi dove decine e decine di giovani, una volta specializzati, si trovano costretti a emigrare per inseguire un’opportunità lavorativa.

Siamo assolutamente convinti che dobbiamo trattenere nella nostra terra i giovani che sono le nostre migliori risorse.

Oggi più che mai il ruolo della Pubblica amministrazione, la qualità delle Istituzioni e la capacità di amministrare, rappresentano fattori decisivi per la ripresa della crescita sociale ed economica di tutte le Regioni soprattutto in Calabria.

Presidente, credo che finalmente la nostra Regione con lei e la nuova Giunta, insieme al sinergico lavoro del Consiglio regionale, saprà finalmente svoltare e garantire alla Calabria il futuro che merita.

Le chiedo, quindi, signor Presidente, di farsi parte attiva, come già sta facendo, di questo processo di cambiamento culturale e socio-economico che rappresenta per la nostra Regione, tra l’altro, l’opportunità del tanto atteso riscatto sociale da anni inseguito dai calabresi.

Sappia, signor Presidente, che sono a sua disposizione e pronto a collaborare in ogni iniziativa a tal proposito.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mattiani. Ha chiesto di intervenire il consigliere Afflitto. Ne ha facoltà.

AFFLITTO Francesco (Movimento Cinque Stelle)

Grazie, Presidente del Consiglio, presidente Occhiuto e colleghi tutti.

Nel prendere atto del programma di governo e delle volontà nello stesso contenute e che oggi vengono poste all’attenzione di noi tutti, è mio obbligo ribadire in primis che l’attuazione dello stesso vedrà, certamente, una forma di opposizione coerente e fattiva ancorché positiva e collaborativa, ma, anche e soprattutto, di vigilanza e controllo nell’esclusivo interesse dei cittadini calabresi che noi tutti qui rappresentiamo e che saremo chiamati responsabilmente a fare nel quinquennio futuro.

Leggo che il programma dedica molto a sanità e welfare.

L’attenzione massima verso ciò è, ormai, drammaticamente sempre più necessaria, essendo stato evidenziato da tutti i media come la pandemia e le sue conseguenze sul tessuto sociale calabrese abbiano messo a nudo tutte le carenze di un sistema sanitario che ha relegato, purtroppo, la nostra Regione agli ultimi posti in campo nazionale e non.

Ci auguriamo, signor Presidente, che la sua nomina a Commissario – con tutte le azioni che ella dovrà necessariamente porre in essere e su cui eserciteremo con coerenza un concreto controllo – possa invertire questa situazione ormai incancrenita, nel bene e nell’interesse dei calabresi, affinché possa diventare dignitoso vivere in Calabria, con un sistema di welfare attento alle esigenze di tutti gli strati sociali, con particolare attenzione ai più vulnerabili: famiglie, minori, anziani e disabili, come da lei espresso al punto numero 2 del programma parlando di “welfare di comunità”.

Lodevole è l’intenzione di ripensare all’idea di salute, a partire dalla persona e dalla comunità in cui questa vive e lavora, ridefinendo priorità, ridisegnando processi, prodotti e metodologie per la realizzazione di percorsi di cura con la più ampia integrazione tra tutte le risorse presenti in ogni comunità.

Faccio una domanda a me stesso e a voi tutti: “Come mai non troviamo medici per lavorare nei 118, nei Pronto soccorso”? Perché i medici sono sottopagati, oberati di lavoro, non tutelati, non strutturati.

C’è una riforma del sistema di emergenza-urgenza ferma al Senato quindi il nostro Presidente dovrebbe attivare i canali necessari affinché essa venga approvata, altrimenti la carenza di medici sarà persistente.

Leggiamo al punto numero 3 del programma che una grande attenzione sarà data all’ambiente, capitale naturale, al sistema idrico e rifiuti, attivando la disponibilità dei fondi del PNRR, dedicati alla cosiddetta transizione ecologica.

È notorio, signor Presidente, che tale punto è un “cavallo di battaglia” del Movimento Cinque Stelle che, certamente, vigilerà sulla concreta attuazione di quanto esposto in programma, fungendo da pungolo e correggendo eventuali storture che dovessero presentarsi nell’attuazione di tali punti.

In ordine alla trasformazione di Sorical in multiutllity, la cui reale fattibilità dovrà essere attentamente valutata, interessando un settore primario quale quello della fornitura/distribuzione dell’acqua pubblica, ci permettiamo di evidenziare già in questa sede che qualsiasi riforma dell’Ente, non può certamente prescindere da un Piano di ristrutturazione e ricostruzione dell’intera rete idrica distributiva di tutto il territorio regionale. Ciò comporterà, di certo, una ricaduta virtuosa sugli utenti senza che gli stessi debbano sopportare una dispersione media, su tutto il territorio regionale, pari al 45 per cento, con gravi conseguenze rispetto alla qualità e alla sostenibilità finanziaria del servizio, come da lei citato nel programma.

In ordine al ciclo dei rifiuti, la sproniamo, caro Presidente, all’attuazione di ogni azione che possa portare all’eliminazione delle cause dell’eterna emergenza del settore che attanaglia la nostra Regione ormai da troppo tempo, con le ovvie conseguenze che minano la tutela della salute pubblica.

Notiamo, Presidente, come sia dedicato un ampio spazio alla definizione di percorsi che portano all’incentivazione dello sviluppo dell’occupazione e all’eliminazione del precariato.

In merito al punto numero 4 - Infrastrutture, attività produttive, artigianato e lavoro - la sollecitiamo, signor Presidente, stanti gli annosi precedenti incompiuti, all’attuazione di un concreto e finalmente realizzabile Piano infrastrutturale di opere pubbliche che preveda interventi sulle infrastrutture già citate nel programma (quali la 106 ionica e le ferrovie ionica e tirrenica), ma che non dimentichi il termine di quelle già in cantiere e/o già iniziate e la riqualificazione/manutenzione di quelle già esistenti, cuore nevralgico del sistema viario della nostra Regione.

In ordine a quanto da lei citato circa il concreto sostegno alle iniziative imprenditoriali, la esortiamo a porre in essere tutte le azioni necessarie, anche mediante interlocuzione con il Ministro dell’economia, per facilitare l’accesso al credito onde favorire un serio sviluppo delle iniziative imprenditoriali regionali.

La incitiamo, altresì, affinché tutte le azioni da lei elencate, atte all’eliminazione del precariato – ennesima endemica piaga sociale di questa Regione che vede centinaia di calabresi protestare giornalmente presso la sede regionale – possano essere concretamente poste in essere per dare, finalmente, una svolta all’atavica fame di lavoro dei calabresi, unitamente ad una seria riforma dell’apparato burocratico regionale con l’attuazione di tutto ciò che prevede il PNRR.

Caro Presidente, vorrei sottolineare a tutti noi il ruolo primario che intende riconoscere al Consiglio regionale per trasformare il Piano nazionale di ripresa e resilienza in risorse reali, stante l'esigenza della Regione di rinnovare la propria squadra amministrativa con particolare riferimento alla dirigenza, impegnata a gestire quanto programmato dall’organo di governo e dal Consiglio regionale della Calabria a cui, tra le funzioni amministrative, spettano l'amministrazione degli uffici e dei servizi dell'Ente Regione, l'organizzazione del personale regionale oltre che le funzioni regolamentatrici riservategli dallo Statuto regionale.

In ordine al punto numero cinque, Agricoltura e forestazione, tale comparto nevralgico per l'economia della Regione Calabria, dovrà essere frutto di particolare attenzione da parte della politica regionale che dovrà essere attenta e dimostrarsi disponibile all'ascolto delle esigenze degli operatori del settore, anche alla luce della continua evoluzione dei mercati e operare soluzioni di sviluppo e di incentivazione, di concerto con gli stessi per attuare soluzioni concrete.

Punto numero sette: Politica di coesione 2021-2027.

Bisognerà porre in essere tutte le azioni necessarie per aumentare la capacità di spesa dei Fondi europei, individuando i punti deboli nelle procedure e velocizzando l'erogazione degli stessi. Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Afflitto. Ha chiesto di intervenire il collega Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito Democratico)

Grazie, Presidente del Consiglio regionale. Ringrazio per il dibattito che è venuto fuori, Presidente, e comprendo anche, nell’introduzione fatta dal Presidente della Giunta regionale, il racconto di un disallineamento tra le Linee programmatiche, depositate qualche settimana fa e la velocità della comunicazione successivamente avvenuta negli ultimi 50 giorni, ovvero il tempo trascorso dalla proclamazione del presidente Occhiuto e anche le continue emergenze che portano quasi a dire che le Linee programmatiche siano superate.

La verità è che le Linee programmatiche hanno una valenza istituzionale – come lei ben sa, presidente Occhiuto – e politica che, in altre Regioni, rappresentano il programma anche dettagliato di un governo regionale che si insedia.

La posizione espressa dai colleghi del Partito democratico e del centro sinistra ha già esploso in qualche modo i contenuti, a nostro avviso anche mancanti, di queste Linee programmatiche però, allo stesso tempo, voglio provare non solo a dire cosa, secondo me, è carente all’interno delle Linee programmatiche, ma anche dire qualcosa rispetto a ciò che lei ha posto in essere proprio in questi 50 giorni, successivi al deposito delle Linee programmatiche, provando però, presidente Occchiuto, nel rispetto del Consiglio regionale, a evitare di fare una discussione che possa portarci a dire delle cose che abbiano la caratteristica dell’ovvietà.

Lei ha detto: “In questi 50 giorni abbiamo avuto l’ulteriore emergenza Covid, del tracciamento dei tamponi e abbiamo provato a coinvolgere chi è più in prossimità, le farmacie e i medici di base”.

Sappiamo bene che si è fatto però, presidente Occhiuto, dobbiamo anche rispondere al sindacato dei medici di base che ci dice che molti di loro in alcune Aziende ospedaliere non hanno avuto l'adeguamento contrattuale.

Dobbiamo sapere cosa rispondere ad alcuni Sindaci che vengono a dire che nei loro territori è stata chiusa la Guardia medica e alcuni vengono a dire che nel proprio territorio comunale non c'è più un medico di base.

Non c’è più un medico di base, non la Guardia medica!

In molti territori, in interi Comuni calabresi non ci sono più i medici di base, quindi i cittadini devono essere automaticamente assegnati al medico di base dei Comuni limitrofi, creando così disagi e grandi problemi. Immaginate cosa significhi tutto questo in tempo di Covid!

Piuttosto che pensare di caricare solo i medici di base di ulteriore responsabilità – che va bene, presidente Occhiuto – allo stesso tempo, proviamo a dare delle risposte concrete su questi temi.

Proviamo a capire in che modo programmare e iniettare nuove energie nella medicina di base, nella medicina del territorio, nella medicina di prossimità e nei bisogni veri che ci sono in Calabria.

Sul tema della sanità discuteremo nel successivo punto all’ordine del giorno, quindi non voglio perdere tempo.

Allo stesso modo, credo che si dovesse osare di più sul tema del sistema aeroportuale calabrese. Dai famosi 50 giorni della sua proclamazione ad oggi, c'è un tema, che è quello degli eventi – a mio avviso drammatici – di Sacal; però, sulle Linee programmatiche le chiediamo, anche nelle repliche, non solo il dettaglio di quello che è avvenuto in Sacal, ma soprattutto in che modo si può cambiare passo. Bene acquisire le quote; però c'è un tema: lì c’è ancora un management super pagato che non sta producendo effetti.

Non voglio fare argomento di battaglia politica per dire chi ha scelto quel management – ovvero il centro destra della scorsa Legislatura – però, sta di fatto che oggi le viene richiesto uno sforzo in più e il coraggio, anche su questo, di dirci in che modo si pensa di investire sulla Sacal e sul sistema aeroportuale calabrese e se vi sia la reale intenzione di invertire rotta in maniera concreta.

Servono idee chiare, così come, presidente Occhiuto, sul tema del Terzo settore – su questo insisto – lei nelle Linee programmatiche scrive “che rappresenterà il braccio operativo e forte della Regione per le emergenze e per la pandemia in Calabria”.

Ritengo che, al di là della pandemia, il Terzo settore debba rappresentare l'ossatura di un’assistenza territoriale e di prossimità vera, che va oltre il Terzo settore stesso, rientrando così nel campo socio-sanitario.

Dunque, serve programmazione e investimento e non mettere in discussione una riforma del Terzo settore che con grandissimi sforzi abbiamo fatto nel 2019 e che, nella scorsa Legislatura, si è tentato di smontare.

Semmai, serve potenziarla, programmare e prevedere ulteriori investimenti, così come per l'agricoltura.

Benissimo la riforma di Calabria verde! Ma dove vogliamo andare con quella? Abbiamo vissuto un'estate drammatica di incendi e oggi nessuno ne parla più! Non se ne parla più!

Tra qualche mese, assessore Gallo, rischieremo di rivivere quell’incubo.

È necessario, quindi, un forte investimento in prevenzione perché non basta stanziare qualche risorsa per dire che diamo qualche euro a qualche azienda a cui è stato bruciato un pezzo di terreno, perché nell'area grecanica di Reggio Calabria nei mesi estivi, ho vissuto e ho avuto modo di ascoltare delle persone a cui è andato in fumo qualcosa che non potrà tornare con un ristoro economico perché sono andate in fumo storie di vita, storie familiari, storie di imprese che da generazione in generazione si susseguono.

La Regione Calabria non può pensare solo di pagare un ristoro! Quelle cose non si comprano e non torneranno più!

Serve fare una grandissima operazione di prevenzione, e questo è ciò che chiediamo, presidente Occhiuto.

Quando ci parla di riforma del sistema del comparto, ci dica in che modo pensa di realizzare questi presupposti.

Allo stesso tempo, sul tema dell'Università – lo diceva anche il collega Mammoliti – non c’è il disegno di una visione di un nuovo rapporto tra la Regione e le Università calabresi, che va ridisegnato. È inaccettabile che ci siano percorsi di ricerca e didattici che non collimano e non ricalcano i bisogni lavorativi e di speranza della Regione Calabria. Dunque, bisogna ridisegnare il rapporto con le Università calabresi, pensando anche di tirarle dalla giacchetta, presidente Occhiuto, e di sfidare le Università calabresi. Non chiediamo di fare Protocolli d'intesa o conferenze stampa con i Rettori; noi chiediamo di sfidare le Università calabresi affinché si mettano a disposizione anche della Regione Calabria nella nuova, gigantesca e importante sfida del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sulle Politiche di coesione 2021-2027, a mio avviso, c’è poco leggere quando sulle Politiche di coesione lei dice che si impegnerà a chiedere alla ministra Carfagna che si creino delle Agenzie di coesione territoriale.

Di agenzie, nella nostra Regione, ne abbiamo viste di tutti i colori. Purtroppo, racconti di grandi fallimenti! Piuttosto che chiedere che ci sia una nuova Agenzia di coesione, presidente Occhiuto, proviamo a rafforzare e a rigenerare la burocrazia calabrese che ci può servire per le Politiche di coesione 2021-2027 e che dovranno in qualche modo dare la risposta all'indirizzo politico per quanto riguarda la programmazione comunitaria, perché lei ha perfettamente ragione rispetto al fatto che dobbiamo riacquisire una credibilità con l'Unione europea e con Bruxelles.

Reputo importante anche che lei sia andato a Bruxelles, però lei comprenderà che la cifra della credibilità della Regione Calabria non sarà data dalla presenza a Bruxelles, ma bensì dalla capacità di spesa che avremo dei Fondi comunitari e che, purtroppo, negli ultimi vent'anni ha avuto importanti fallimenti.

Quando parlo degli ultimi vent'anni, mi riferisco alle storie di tutti i colori politici, quindi non è il tema di una parte rispetto ad un'altra.

La credibilità della Calabria rispetto a Bruxelles e all'Unione Europea l'avremo sulla capacità di programmazione, sulla capacità di spesa e sulla capacità della qualità della spesa, che è un'altra variabile di cui spesso discutiamo poco, perché non è solo aumentare l'asticella e avere speso di più; bisogna avere la capacità di spendere anche in tempi certi quando quella idea, quella possibilità, quella linea, quel progetto è linea con i tempi europei, perché se la facciamo e la pensiamo oggi, ma la realizziamo troppo tardi in un mercato globalizzato quella può essere superata da un'altra parte; quindi abbiamo il tema della spesa sia come quantità sia come qualità.

Da ultimo, presidente Occhiuto, c'è il tema del Regionalismo differenziato che è stato ripreso anche da molti colleghi.

Questo Consiglio regionale, in quest'Aula, nel gennaio 2018, con l’allora maggioranza di centrosinistra – si ricorderanno l’assessore Orsomarso e altri – condividemmo una mozione all’unanimità, in cui denunciavamo e criticavamo il percorso dell'autonomia differenziata, evidenziando quali erano i pericoli per la Regione e prendendo in maniera netta le distanze da quel progetto che oggi torna a essere straordinariamente attuale.

Pertanto, presidente Occhiuto, le chiedo non solo di dirci come la pensa – immagino che su questo lei abbia una linea molto coerente con il mandato dato degli elettori per una Calabria che viene prima di una parte politica – ma di assumere un impegno anche con il Consiglio regionale nelle prossime settimane per pensare di tornare a un altro documento condiviso che possa sfidare il Governo nazionale e possa dire alle altre Regioni d'Italia, che cercano di fare furbizie accelerando sull'autonomia differenziata, di fermarsi.

Mi rendo conto che è una cosa complicata.

Ognuno di noi deve assumersi una responsabilità, perché vuol dire che ci sono contraddizioni dentro il mio Partito che, in altre Regioni d'Italia, è a favore dell'autonomia differenziata, e mi rendo conto che ci saranno contraddizioni del centro destra perché per esempio la Lega Nord è portatore sano dell'idea del Regionalismo differenziato, però tre anni fa riuscimmo a trovare una sintesi e a dare una linea politica comune.

Su questo offro la mia disponibilità, invitando a mettere da parte la casacca del Partito politico a favore degli interessi della Calabria, che non consistono solo nel chiedere pari dignità in termini di distribuzione di risorse, ma devono concentrarsi sul presupposto che la Calabria non può accettare che l'Italia sia ulteriormente costruita come una Babele istituzionale.

Abbiamo già le Regioni a Statuto speciale; avremo le Regioni a Statuto differenziato; avremo le Regioni a Statuto ordinario.

Questo è inaccettabile. La Regione Calabria deve rientrare in un processo solidaristico nazionale. È inaccettabile pensare che alcune Regioni facciano delle fughe in avanti senza pensare non solo che oggi in Italia la riforma del Titolo quinto della Costituzione andrebbe ridiscussa e riaffrontata in un quadro istituzionale largo, anche nazionale, e la Calabria in tutto questo non può pensare di accettare un percorso di questo tipo che vede offesa non solo la sua autonomia, ma anche la sua dignità e le sue prerogative di Regione che sta più indietro su tutti i parametri, ma che ha straordinarie aspettative, bisogni e capacità, soprattutto delle nuove generazioni.

Per questi motivi, voteremo contro le Linee programmatiche, che non vuol dire solo un gioco delle parti di un'opposizione che vota contro, presidente Occhiuto, mentre la maggioranza le dice che è bravissimo.

Lo facciamo anche con un’apertura di credito perché siamo fermamente convinti che se sulla sfida dell'ambiente, della formazione, del lavoro e della salute di questa Regione, ci ritroveremo su progetti di legge e su proposte concrete e realizzabili e avremo un terreno di confronto istituzionale, è vero, gli interessi della Calabria verranno prima degli interessi di una parte politica.

Per questo, sosteniamo che in queste Linee programmatiche manca una visione ma, allo stesso tempo, crediamo che i bisogni della Calabria possano essere messi al centro se c'è una volontà vera di portare avanti proposte che stiano in piedi, che siano realizzabili e che non siano un libro dei sogni. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Irto. Conclude la serie degli interventi il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, signor Presidente, signor Presidente della Giunta, signori assessori, signori colleghi consiglieri. Cercherò di essere breve, essendo l'ultimo intervento, e di non dilungarmi molto.

L’occupazione è il nodo centrale di un impegno politico. Il lavoro è la base della dignità di una persona e occorre, quindi, fare uno sforzo collettivo onesto e responsabile per attuare una serie di misure innovative, per dare impulso alla nascita di nuove imprese e per favorire lo sviluppo, l'internazionalizzazione alla ricerca tecnologica e la riconversione.

Infatti, oggi si parla di transizione ecologica, nel senso di una maggiore competitività del comparto produttivo esistente, da conseguire anche attraverso un più agevole accesso al credito, di cui si parla nel Programma di governo del presidente Occhiuto.

Ci deve essere la responsabilità, la forza, la capacità di costruire insieme un modello di sviluppo lungimirante e innovativo per rilanciare l'economia ed il lavoro nella nostra Regione.

Credo che solo facendo ripartire il Sud e la Calabria – e sono d'accordo anche con i colleghi dell'opposizione – l'Italia potrà ripartire.

L’ambiente, alla luce del PNRR, dell'economia circolare e della transizione ecologica a cui accennavo prima, è la parola chiave per far uscire la Calabria da una perenne fase di declino, in quanto rappresenta l'elemento pervasivo delle politiche dei piani, dei programmi e dell'attività che si prefigge questo governo regionale.

Le politiche di sviluppo economico, di riqualificazione urbana e di potenziamento infrastrutturale, come è stato più volte accennato, devono integrarsi con le politiche di tutela dell’ambiente, di cura e di manutenzione del territorio, ma non solo; esse devono anche andare di pari passo, ad esempio, con la valorizzazione di tutti quei territori montani, isolati, spopolati, spesso trascurati che possono far nascere una nuova idea di economia a basso impatto ambientale e ad alto valore sociale, come più volte sottolineato nelle Linee di governo.

Dunque, deve esserci un impegno forte ed ostinato, affinché in Calabria il ciclo dei rifiuti possa chiudersi in modo virtuoso. Servono politiche diverse da quelle attuate finora. Le Linee di governo vogliono dare un forte impulso alla raccolta differenziata.

Come gruppo UDC, siamo pienamente d'accordo; un rifiuto ben differenziato è una risorsa da trasformare e da valorizzare con aziende che lo lavorano ma, per chiudere il ciclo dei rifiuti, è necessario che ciò avvenga sul territorio calabrese.

È compito, poi, delle amministrazioni e della Regione in primo luogo, far sì che tutte le potenzialità e le occasioni offerte dall'economia circolare, possano concretizzarsi attraverso il PNRR e tutti gli altri strumenti finanziari a nostra disposizione.

A tal proposito, voglio fare un piccolo inciso: il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto.

Nei programmi di sviluppo, nei bandi e nei programmi di finanziamento, una particolare attenzione va riservata all'innovazione di processo e di prodotto; quindi, beni e servizi devono avere un minore impatto ambientale.

Le infrastrutture sono il nodo centrale della crescita di un territorio, e soprattutto della crescita della Calabria. Devono essere una priorità per dare alla Regione Calabria una prospettiva di sviluppo dinamico e moderno.

Avere un sistema di trasporti efficiente e sostenibile rappresenta un passo in avanti per rilanciare la Calabria e farla diventare competitiva, senza però dimenticare di avere cura – come dicevamo prima – e preservare il nostro territorio.

Ho visto gli ultimi interventi del presidente Occhiuto a proposito della Strada Statale 106 che vanno in questa direzione.

L'obiettivo è quello di sollevare la Calabria dal poco glorioso ultimo posto nella classifica nazionale per dotazione infrastrutturale.

Buona parte delle linee di governo sono dedicate alla scuola, alla formazione, all'Università, per offrire ai nostri ragazzi percorsi di studio e formativi che forniscono le competenze, appropriate, per un concreto inserimento nel lavoro e nel mondo produttivo calabrese. Abbiamo un buon sistema educativo in Calabria, anche scolastico, e le nostre Università danno davvero un'offerta formativa ampia e diversificata. Ora è arrivato il momento di orientare al meglio e sfruttare tutte queste potenzialità che abbiamo in regione e creare sul serio un forte legame fra sistema dell'istruzione e rete produttiva, fra sistema della formazione regionale e rete produttiva. In questo modo avremo una chiave in più per garantire alla Calabra un futuro competitivo con le altre regioni d'Italia.

Il turismo è un settore nevralgico per la nostra economia e quindi va potenziato, va incentivato. Sono d'accordo quando si dice che, rispetto alle potenzialità che la Calabria offre, i servizi turistici e lo stesso turismo siano sottostimati nella nostra regione.

La Calabria è bella, bellissima, abbiamo mare, montagne, cultura, gastronomia; abbiamo tutto, ma tutta l'Italia ha tutto. Tutta l'Italia è bella. Tutta l'Italia è bellissima. Quindi noi dobbiamo avere una marcia in più, una marcia diversa che può essere rappresentata dal miglioramento continuo dei servizi turistici, da un'offerta turistica che possa interessare tutte le età e che possa rispondere alle disponibilità economiche diverse ed anche alle esigenze di tutti.

Ecco, occorre aumentare e potenziare gli attrattori turistici sul nostro territorio. Ne parlava proprio ieri l'assessore al turismo, Orsomarso, che ho visto all'incontro che ha avuto a Confcommercio a Cosenza. A nostro avviso il turista - sono d'accordo - deve scegliere la Calabria perché abbiamo qualcosa in più: attrattori unici, attrattori originali. Ad esempio abbiamo i Bronzi di Riace. Questo è un ottimo esempio di attrattore turistico unico. Dobbiamo averne diversi, dobbiamo averne di più. La Calabria è una terra di grande cultura, di beni culturali. Lo scorso anno il gruppo consiliare dell’UDC - che rappresentavo anche nella scorsa legislatura - ha lavorato proprio su questa tematica. Mettiamo a disposizione del Consiglio e del governo regionale le risultanze del nostro lavoro, dove sono indicati i punti di forza, i punti di debolezza e le nostre proposte, che sono tante, per rendere più attrattivi i nostri beni culturali.

Due parole sulla agricoltura. Bisogna continuare con il lavoro fatto negli ultimi due anni, assessore Gallo, dando più impulso alle aziende - affinché certifichino i processi, i prodotti - alla filiera corta, alla tutela e alla valorizzazione della filiera, come è sottolineato nel programma di governo della filiera agrumicola e olivicola, affinché vadano oltre i canali tradizionali e raggiungano, capillarmente, anche la grande distribuzione organizzata, con prezzi che riconoscano, come per esempio dovrebbe accadere per gli agrumi, la elevata qualità dei nostri prodotti. Occorre investire nella ricerca, occorre investire nella ricerca di cultivar del nostro territorio, adatte alle variazioni climatiche in corso e che allunghino la stagione di produzione.

Chiudo e chiudo con la sanità.

Abbiamo appreso - da quello che ci ha detto il presidente Occhiuto in esito all'incontro che ha avuto ieri al Tavolo Adduce - che dopo due anni e vari Commissari non abbiamo ancora un piano Covid, ma neanche un piano operativo per i prossimi anni. Il Presidente, che ha voluto fortemente assumere le redini della sanità quale Commissario per il Piano di rientro del debito sanitario, sta mostrando di avere energie fisiche e mentali non comuni. È quello di cui c'è bisogno, Presidente. Come dice lei, si gioca tutto sulla sanità. Nelle linee di governo - che condividiamo - si ravvisa la necessità di nuovi ospedali. L'unico ospedale - volevo ricordare a qualche collega - che ha i lavori iniziati, dopo 13 anni dalla sua progettazione e dal suo finanziamento, è l’ospedale della sibaritide. I lavori dell'ospedale stanno andando avanti secondo il cronoprogramma e devo fare un plauso alla Giunta, fare un plauso anche agli uffici regionali che hanno approvato, in brevissimo tempo e con capacità, una variante strutturale che era abbastanza importante per i lavori di costruzione dell'ospedale. I lavori non si sono fermati, come invece sarebbe accaduto in passato, per mesi o per anni, ma sono proseguiti e stanno continuando secondo il cronoprogramma stabilito.

Chiudiamo per davvero. La Calabria è una regione che - è vero - ha solo 2 milioni di abitanti, ma su una superficie vastissima ed orograficamente difficile. È la medicina del territorio che noi dobbiamo rafforzare; dobbiamo rafforzare la rete ambulatoriale, come si dice benissimo nel programma di governo del presidente Occhiuto. Una medicina di prossimità, una medicina a domicilio, attraverso anche la telemedicina. Noi come gruppo dell’UDC - e chiudo per davvero - sosterremo, presidente Occhiuto, con forza i suoi programmi e le sue azioni, finalizzati a dare finalmente anche ai calabresi il diritto costituzionale alla salute. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Graziano. La parola al presidente Occhiuto per le conclusioni.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente, grazie a tutti i consiglieri che sono intervenuti. Comincio dai consiglieri di maggioranza che ho sentito sempre molto vicini in queste prime settimane: mi hanno accompagnato con il loro affetto, con la loro passione, con i loro suggerimenti e hanno dimostrato grande attaccamento all'azione che sta svolgendo il governo regionale anche oggi. Quindi, grazie all'onorevole Crinò, all’onorevole De Francesco, agli onorevoli consiglieri Raso, De Nisi, Mattiani e Graziano. Sono davvero orgoglioso di essere sostenuto da questa maggioranza, per le qualità che dimostra di avere, non solo nel dibattito in Consiglio regionale, ma anche nei suggerimenti che quotidianamente mi dà, quando incontro consiglieri regionali sempre pronti a cogliere questa sfida che insieme abbiamo deciso di intraprendere: cambiare la Calabria.

Grazie anche ai consiglieri di opposizione. Li tranquillizzo in ordine al fatto che io non voglio un governissimo, come diceva qualcuno di voi, non voglio un governo regionale sostenuto in maniera indistinta da chi è stato eletto per fare maggioranza e chi è stato eletto per stare all’opposizione. Come ho detto già in altre occasioni, assegno una grande funzione alla maggioranza e assegno una grande funzione all'opposizione, che deve svolgere un'azione di stimolo ma anche critica. Devono essere la coscienza critica del governo e della maggioranza stessa. Non vorrei però che l'atteggiamento dell'opposizione fosse improntato a vecchi vizi, a vecchi pregiudizi ideologici a difese di posizioni conservatrici. Lo dico perché, poiché questo è il primo appuntamento di confronto, è giusto stabilire anche le regole di ingaggio.

E sul documento programmatico ho sentito dire a molti che manca questo, manca quell'altro. Quando i miei collaboratori - che ringrazio perché non si può governare da soli, ma si deve governare con una squadra di collaboratori che aiutino l'azione di governo - mi hanno chiesto che tipo di documento programmatico io avrei voluto produrre al Consiglio, ho detto: “Noi dobbiamo evitare di fare i soliti libri dei sogni”. Quanti ne abbiamo visti di programmi operativi che scendevano nel dettaglio, nel più minuto dei dettagli, e poi non realizzavano nulla?! Ho detto ai miei collaboratori: “Il mio governo, il nostro governo, dovrà essere il governo dei fatti, delle cose concrete.” Allora il documento programmatico deve indicare semplicemente la visione che abbiamo. È chiaro che non può essere un’enciclopedia che stabilisce nel dettaglio le singole questioni. Peraltro chi vi parla ha svolto per qualche anno, anche per diversi anni, un’attività parlamentare. Ero abituato lì a intervenire, a confrontarmi, a far parole. Oggi io ho scelto di cimentarmi in un'attività dalla quale voglio essere misurato non per le parole che dico, non per le parole che sono scritte, ma per i fatti che insieme facciamo. E allora dobbiamo scegliere quello che vogliamo fare. Io ho deciso di lasciare quello che facevo per tentare di scrivere un pezzo di storia diversa in questa regione. Noi possiamo essere il Consiglio regionale che, nel rispetto della diversità delle posizioni, scrive una pagina di storia diversa in Calabria oppure possiamo essere ostaggi di vecchie logiche, di vecchi modi di concepire la politica, la dialettica fra maggioranza e opposizione, tra governo e opposizione. Ho apprezzato molti interventi delle opposizioni.

Non sono d'accordo chiaramente su tutto. Ho preso diversi appunti, vado in ordine cronologico. Dico al consigliere Alecci: anche io sto dando grande importanza allo sviluppo turistico che può essere un asset straordinario dello sviluppo della nostra regione. Ma anche in regioni come quella che lei indicava, la Puglia, - sono andato a vedere quanto vale il turismo nel prodotto interno lordo delle regioni del sud, anche di quelle che accolgono il turismo – il turismo vale il 13 per cento, più o meno come in Calabria. In Calabria forse un po' di meno. Dipende da come è calcolato il PIL, come si calcola il peso dei singoli settori sul PIL. Non credo che ci possa essere una regione che si sviluppa solo con il turismo. La regione si sviluppa con più asset: il turismo, l'agricoltura.... Questa regione noi la svilupperemo se riusciremo a fare un grande piano di attrazione degli investimenti.

È importante costruire un ecosistema tale per cui le imprese calabresi possono lavorare più serenamente, ma le economie che si sviluppano sono quelle che riescono ad attrarre investimenti dall'esterno.

Cos'abbiamo a fare la Zona economica speciale di Gioia Tauro se noi in quella zona non riusciamo a svolgere un'azione di attrazione degli investimenti? Io ci sto provando, anche col Governo a cui sto chiedendo di fare un'azione di moral suasion. Ci sono tante multinazionali che stanno decidendo dove allocarsi e noi abbiamo un costo del lavoro mediamente più basso di altre realtà. Abbiamo la possibilità di dare loro la zona franca, peraltro a ridosso di un porto strategico importante come il porto di Gioia Tauro che, badate, si è sviluppato per inerzia, non si è sviluppato per scelte, decisioni politiche che hanno riguardato la politica calabrese degli anni passati.

Noi dobbiamo fare un grande piano di attrazione degli investimenti perché così riusciremo a sviluppare questa regione.

Non è facile, perché la reputazione che ha la Calabria non è grandissima. Dico alla consigliera Bruni che ha osservato che nel programma non si parla di ‘ndrangheta: ho detto più volte che la ‘ndrangheta mi fa schifo e quando mi sono candidato, a differenza di altri candidati, ho inviato le mie liste alla Commissione antimafia perché facesse le valutazioni del caso e ho escluso anche molti candidati che non avevano ricevuto alcuna osservazione critica dalla Commissione antimafia perché non voglio dare alibi, non voglio che la ‘ndrangheta sporchi il nostro governo regionale. Ma sono stanco del fatto che spesso la ‘ndrangheta venga utilizzata come un alibi per non fare le cose.

In Calabria le cose si possono fare e la ‘ndrangheta -, consigliera Amalia Bruni, -lo dice uno che non ha mai avuto un avviso di garanzia in vita sua - non si combatte scrivendo la parola più volte nelle dichiarazioni programmatiche, ma si combatte con i fatti, creando condizioni di sviluppo e dimostrando ai calabresi che si possono fidare dello Stato, cominciando dalla loro regione, perché lo Stato è più forte e più capace di affrontare i bisogni dei calabresi molto più della ‘ndrangheta.

Allora il mio modo di combattere la ‘ndrangheta è quello di dire che la ‘ndrangheta mi fa schifo e di creare le condizioni perché lo sviluppo della Calabria dia più opportunità a quelli che devono poter scegliere tra una vita legale e una vita illegale. 

Sull' idrico tanti di voi hanno parlato: Alecci, i consiglieri del gruppo De Magistris presidente. Noi non abbiamo le stesse opinioni. Io per esempio, a differenza vostra, sono convinto che le reti debbano essere pubbliche, ma che la gestione - lo dico al consigliere Laghi - non necessariamente debba essere pubblica. La gestione deve essere efficiente. Allora, le dirette devono essere pubbliche, i grandi adduttori devono essere pubblici, la gestione deve essere efficiente. Questo chiedono i calabresi! Però io non sono un passante della politica calabrese e ho avuto modo di verificare il contributo ridicolo che il privato ha dato nel sistema della gestione dell'idrico in Calabria.

Perché voglio fare una multiutility che si occupa delle grandi adduzioni, della gestione e anche della emissione delle fatture, delle bollette ai cittadini? Per sgravare i comuni di questo compito che spesso non riescono a svolgere, causando anche buchi nel bilancio della Regione che, per fortuna, negli ultimi anni è stato in qualche modo contenuto. Non ho un pregiudizio nei confronti del privato, ma la storia della gestione di questo settore in Calabria ha dimostrato che il privato non ha mai dato un contributo. Nel mio documento programmatico ho detto di inseguire - questa è la visione - un modello di multiutility, come è praticato in altre realtà. In Lazio c’è Acea, in Toscana c'è… Era un modello in cui il capitale sociale è detenuto dalla regione e da un altro socio, meglio se pubblico, in ragione del fatto che il privato in Calabria non si è segnalato per grande qualità. Non per un pregiudizio, ma perché appunto, poiché non sono un passante, ho visto quello che è successo.

Andrò verso questa direzione. L'assemblea dei sindaci, dei quali ho grande rispetto, mi ha investito qualche tempo fa di una questione. Mi ha detto: “C'è un bando, REACT-EU, 60 milioni di euro. Rischiamo di perdere queste risorse se non individuiamo un soggetto gestore”.

Ho detto loro: “Posto che per l'idrico in Calabria occorrono 2 miliardi di euro, quindi 60 milioni non sono la soluzione al problema, però in una regione che perde tante risorse non dobbiamo perdere nemmeno 60 milioni”.

Allora, se il requisito essenziale per partecipare al bando è che si individui un soggetto gestore e se l'assemblea dei sindaci mi dice che l'unico soggetto gestore che abbia titolo ad essere individuato è quello che mi viene indicato, allora si vada in questa direzione purché l’affidamento sia temporaneo. Il soggetto gestore oggi è semplicemente una scatola vuota, non ha capacità organizzativa, per fortuna non ha nemmeno debiti, ma se poi riesce ad addestrare competenze e capacità in questo settore, allora nulla vieta di individuare il soggetto gestore anche come parte di questa multiutility che si deve andare a costituire. Ma se il soggetto gestore, poi, queste competenze non dovesse averle, allora non facciamo un affidamento che sia definitivo, ma solo temporaneo. Questo ho detto ai sindaci, rispettando però la loro autonomia nell’individuare questo soggetto gestore. Il mio modo di intendere il futuro della gestione dell’idrico in Calabria è quello che ho definito anche nelle linee programmatiche: una multiutility che si occupi di tutto il ciclo.

Si deve valutare se ci si deve occupare anche della depurazione. A proposito faccio un inciso: il Presidente che oggi vi parla credo sia il primo Presidente di Regione che del tema della depurazione, del mare pulito, pure indicato in molti vostri interventi, si è occupato a novembre, non a giugno-luglio.

Io ho fatto in Giunta, qualche giorno fa, insieme ai miei assessori, un Protocollo di Intesa con un'organizzazione - peraltro retta da una persona che, incontrata in campagna elettorale, mi ha detto “Io non ti voto perché sono di sinistra” ed a cui ho risposto “Sì, però, mi darai una mano perché sei bravo” - per intervenire sul tema della depurazione per tempo, perché non serve intervenire all’inizio della stagione estiva. Ho chiesto al comandante dei Carabinieri della Calabria di mettermi a disposizione anche i carabinieri e il nucleo ambientale. Quale problema abbiamo? Noi abbiamo molti depuratori che sono tarati sulla popolazione invernale non sulla popolazione estiva. E proprio questa organizzazione di Amendolara - alla quale ho chiesto di darmi una mano - mi ha detto: “Però, se noi mandiamo le persone sui depuratori non è detto che la società che gestisce i depuratori ce li faccia ispezionare.” Ho risposto: “Bene, allora coinvolgiamo i Carabinieri e il nucleo ambientale che verranno con voi sui depuratori”.

Questo lo stiamo facendo a novembre, a dicembre, non a giugno o a luglio, e lo stiamo facendo mentre ci sono tutti questi problemi che vi ho rappresentato all'inizio. Non cerco alibi, però se c'è una caratteristica che credo segnali l'avvio di questo governo regionale è appunto quella dell'operosità su più livelli, senza farsi ingabbiare dalle emergenze, ma cercando anche di ragionare sulla prospettiva.

Sempre il consigliere Alecci ha fatto riferimento alla formazione, all’ITS.

Mi pare di averlo scritto nelle linee programmatiche che io do grande valore alla formazione duale. Peraltro chi vi parla è stato tra i protagonisti della legge nazionale sugli ITS perché in questo Paese c’è un disallineamento fra domanda e offerta di lavoro. Ci sono tante imprese che cercano profili per i propri dipendenti e poi c'è un mercato del lavoro che questi profili non riesce a offrirli e su questo ci sarà un grandissimo investimento. La vicepresidente Princi mi ricordava che proprio oggi abbiamo fatto un bando 4 milioni di euro sulla formazione duale. Forse ci siamo dimenticati di scriverlo nelle dichiarazioni programmatiche, ma l'abbiamo fatto. E l'abbiamo fatto nei primi 50 giorni. Credo che sia molto meglio averlo fatto che averlo scritto.

La consigliera Bruni - che io rispetto molto perché è stata mia competitor in campagna elettorale - però dice: “Eh, ma sul debito lei propone cassa depositi e prestiti…” Io non propongo cassa depositi e prestiti. Io ho fatto la norma nazionale che è una norma vigente che dà la possibilità di ripianare il debito in 30 anni, con un tasso di interesse che è quello dei BTP a 5 anni. Questa norma, peraltro, la Regione Calabria l'ha già utilizzata per ripianare 80 milioni di debiti prima che venissi io. Sapete quanto ha pagato di tasso di interesse? Lo zero per cento. Perché quando l'ha utilizzato - solo per quegli 80 milioni perché non c'era l'accertamento del resto del debito - il tasso di interesse sui BTP a 5 anni era allo 0%. Credo che sia una cosa buona perché su questi stessi 80 milioni avrebbe altrimenti pagato il 9per cento di interessi, fra interessi legali e interessi di mora. Quindi che ci sia questo strumento nella cassetta degli attrezzi credo che sia una cosa buona.

Mi fa specie che a dire che io dovrei chiedere l'azzeramento del debito sia proprio chi rappresenta una parte politica che sulla sanità in questi anni dal Governo nazionale è stata solo presa a pesci in faccia. Questo mi fa specie. Perché io invece ho promesso che avrei preteso dal Governo la nomina a Commissario e me l'hanno data subito.

Ero distratto - mi scuso con molti di voi - durante qualche intervento perché oggi, mentre noi stiamo qui, nel decreto PNRR a Roma sta passando un altro emendamento, suggerito dal sottoscritto e condiviso dal Ministero della salute, che assegna alla struttura commissariale anche 900 milioni, ex articolo 20 della legge numero 67 del 1988, che altrimenti erano galleggianti tra le cose che doveva fare il Commissario Figliuolo e che non aveva tempo di fare. L’ho concordato col Ministero, l’ho concordato col Governo, ringrazio il Ministro della salute per avermi dato questa possibilità. Ho chiesto al Ministro della salute di essere affiancato dalle strutture del Ministero nella spesa nell'individuazione di queste risorse.

E si dice a me che devo chiedere di più al Governo quando io ho ottenuto in 50 giorni quello che la parte politica di chi vi rimprovera queste cose non ha ottenuto in 50 anni? Io lo trovo assolutamente - mi perdoni – disonesto. Abbiamo avuto Presidenti - che lei ha avuto come concorrenti quindi non li ritengo afferenti in qualche modo a lei, ma alla parte politica che lei ha rappresentato - che si sono andati a incatenare per chiedere il commissariamento della sanità! Che si sono andati a incatenare! Hanno minacciato di incatenarsi e poi dite a me… Io vorrei che ce lo azzerassero il debito. Non mi trovo qui per caso, mi trovo qui dopo aver svolto funzioni anche importanti nella politica nazionale e quindi so quello che posso chiedere e so anche quando chiedere le cose.

Allora noi oggi possiamo chiedere il massimo supporto possibile da parte del Governo per aiutarci a governare la sanità. Quando faremo il piano operativo, quando faremo la ricognizione del debito, quanto dimostreremo di aver determinato un punto di rottura rispetto al passato, allora potremo anche fare la rivendicazione sull’ azzeramento del debito prodotto dai commissari, ma questa rivendicazione non la voglio fare mentre ancora non abbiamo dato prova di quello che sappiamo fare.

Ve lo assicuro: dimostreremo che sappiamo fare qualcosa, lo voglio fare quando avremo dato prova di queste cose e lo voglio fare in quel rapporto a cui ho fatto riferimento prima col Governo Nazionale, un rapporto di perequazione anche sulla spesa sanitaria. Il ripiano del debito come ce lo devono fare? Non possono abbonarci il debito perché non ci sarebbero risorse del bilancio dello Stato per poter coprire una spesa del genere. Il problema ce lo devono risolvere dandoci più risorse per assicurare i LEA ai calabresi, ma quando saremo nella condizione di spenderle queste risorse. Sa che cosa succede oggi, consigliera Bruni? Noi possiamo chiedere pure più benzina - e io lo sto facendo, le ho detto che l'emendamento che riguarda gli 800-900 milioni, ex articolo 20 - però se poi abbiamo un motore che questa benzina la butta fuori perché non funziona forse abbiamo prima la necessità di aggiustare il motore e poi di rendere la benzina utile a far girare il motore, il motore della sanità.

Sull' indice di deprivazione con me si sfonda una porta aperta perché sono stato in Parlamento fra quelli che si sono impegnati di più sull' indice di deprivazione, ma anche per il LEP non solo per i LEA. Siamo in un Paese - e poi verrò ai temi dell'autonomia differenziata - dove il riparto delle risorse sia per i LEA sia per i LEP è avvenuto sempre sul principio della spesa storica. Significa che se, per esempio, al Comune di Reggio Calabria non ci sono soldi per gli asili nido e il Comune di Reggio spende soltanto 100 mila euro per gli asili nido e il Comune di Brescia spende 10 milioni per gli asili nido, quando si fa il riparto l'anno dopo e c'è un incremento del 10 per cento sulla base della spesa storica il Comune di Reggio avrà 10 mila euro in più e il Comune di Brescia avrà 1 milione di euro in più.

Sui criteri di riparto e sull' indice di deprivazione si sfonda una porta aperta con me. Ma in questa fase io credo che sia molto più importante intervenire sulle questioni centrali che riguardano l'emergenza urgenza, la possibilità di assumere medici.

Poi vi dirò qualcosa anche su questo perché a volte non è nemmeno una questione di assenza di volontà.

Mi pare che il consigliere Mammoliti dicesse: “A Vibo Valentia non si possono assumere medici”. Io l'altro ieri alle 8 di mattina ho chiamato il Presidente dell’ordine dei pediatri di Reggio Calabria perché all'Ospedale di Polistena rischiava di chiudere Pediatria. Se chiudeva Pediatria chiudeva anche Ostetricia perché lì ci sono due pediatri soltanto, una era ammalata e, quindi, non potevano garantire i servizi. Allora ho chiesto ai pediatri, a quelli che lavorano in regime di convenzione, non di dipendenza, con la Regione, di mandare qualche pediatra in ospedale a Polistena perché altrimenti dovevamo chiudere due reparti. Ho scoperto però che tutti i bandi che ha fatto l'Ospedale di Polistena per trovare pediatri sono andati deserti.

Un giovane laureato che si specializza in pediatria e che può scegliere la sede dove andare a lavorare e che è abituato a lavorare in una clinica universitaria durante la sua specializzazione magari il bando di Polistena lo salta. Noi dobbiamo fare un grande investimento per rendere i nostri ospedali sicuri non solo per i pazienti ma anche per gli operatori anche per quelli che vanno a lavorare negli ospedali e, poi, forse potremmo anche selezionare i medici più facilmente.

Gli anestesisti, i rianimatori se li sta litigando tutta Italia, ma se uno è anestesista-rianimatore e può andare in un ospedale dove il coefficiente di pericolosità legato alla sua attività è più basso perché deve andare in un ospedale dove è più alto?

Per cui noi dobbiamo fare un investimento anche nella direzione di rendere i nostri ospedali più efficienti, più funzionanti, sapendo che è un serpente che si morde la coda perché, se non assumiamo medici, non riusciamo a farlo e dobbiamo fare tutte queste cose. Non è semplice, ma ci riusciremo. Ci riusciremo perché col lavoro, con la determinazione si riesce anche nelle cose più difficili.

Sempre l’onorevole Bruni diceva: “I 450 milioni per gli ospedali che si devono fare…” Io vi ho raccontato che ho avuto 50 giorni intensi, ma in questi 50 giorni io ho fatto due tavoli. Per esempio sull'ospedale di Vibo. Ho tenuto un incontro a Roma convocando alla sede della Giunta regionale il Tavolo Adduce e Urbani e poi ne ho tenuto un altro per iniziativa apprezzabilissima del Prefetto di Vibo Valentia con il Procuratore di Vibo Valentia e tutte le autorità istituzionali, anche il Presidente della Provincia. E lì si è affrontato il tema, per esempio, del Piano economico-finanziario che doveva essere aggiornato, aggiornando conseguentemente anche i canoni, relativi al progetto di finanza che si sta facendo su Vibo. Ci stiamo occupando di questo, ma c'era anche un altro tema relativo ad un'inchiesta della magistratura su Fosso Calzone che impediva il completamento dei lavori. Ho scritto a RFI e proprio oggi, poiché non arrivava la risposta, mi sono fatto mandare la risposta e ho scoperto che hanno individuato il tecnico che io ho chiesto loro di individuare per risolvere questo problema che solo ferrovie può risolvere.

 Non ne parlo, ma cerco di fare le cose. Penso che sarebbe stato peggio se avessi parlato senza farle le cose.

Il consigliere Tavernise fa bene a votare contro e fa bene tutta l'opposizione a votare contro perché, come dicevo prima, ho bisogno di una opposizione che sappia fare l'opposizione. Ho apprezzato molti interventi dell'opposizione, per esempio anche quello del consigliere Tavernise che non fa sconti al governo regionale. Dice: “No, io sarò un oppositore, sarò lì a incalzare il governo regionale perché faccio le cose che deve poter fare”. Per inciso dico che anche io appartengo a una famiglia come la sua e anche io vorrei scrivere la storia, vorrei partecipare alla storia della mia regione, quindi ben venga la collaborazione istituzionale, pur nel rispetto delle differenze, purché non sia viziata da pregiudizi di parte. Io non ne ho, voi non avete mai sentito una mia intervista pubblica nella quale me la prendo col centro sinistra. Io non me la prendo mai nemmeno con i Commissari.

Quando sono costretto a dire che c'è una fotografia impietosa della sanità, aggiungo sempre “ma non voglio alibi”, nel senso che lo sapevo. Per cui non cerco alibi. Io non ho pregiudizi perché so che governare questa regione non è semplice e però vorrei un'opposizione che non avesse pregiudizi, che fosse rigorosa, incalzante nei confronti del governo regionale e della maggioranza, ma che fosse impegnata a scrivere davvero una pagina di storia diversa.

Gli ospedali a cui faceva riferimento l’onorevole Tavernise: Trebisacce e quello di Cariati. L'ho detto in altre occasioni e lo voglio ribadire, anche ai consiglieri del gruppo De Magistris Presidente, che io non ho apprezzato - lo dico ora dopo la campagna elettorale - alcuni riferimenti al fatto che io, o il centro-destra, sia stato fra quelli che hanno chiuso gli ospedali.

Lo dico al consigliere Laghi, che si occupa di questo professionalmente: la sanità non è solo rete ospedaliera. Quando si fa il riparto delle somme del fondo sanitario nazionale, il consigliere Laghi ma anche la consigliera Amalia Bruni e gli altri sanno che il 45 per cento delle risorse va alla rete ospedaliera, il 50 per cento va al territorio, il 5 per cento alla prevenzione. Non è solo rete ospedaliera.

Nel commissariamento noi non ci siamo finiti per un caso della storia, ci siamo finiti perché la politica regionale, di centro-destra e di centro-sinistra, prima del commissariamento, ha fatto disastri quando, per esempio, ha fatto ospedali all'ombra di ogni campanile. Gli ospedali devono stare laddove gli ospedali possono stare. E quando si è deciso - a questo mi riferisco - di tagliare alcuni ospedali - ne avevamo 42 - non era sbagliata quella scelta. Era sbagliato il fatto di non liberare quelle risorse rinvenienti dalla chiusura di alcuni ospedali verso l'investimento in presidi territoriali che, a volte, sono molto più efficaci degli ospedali e che danno una risposta in termini di bisogni della salute molto superiore, con costi inferiori per il sistema sanitario.

Lei sa qual è la differenza fra una prestazione in regime di inappropriatezza sulla rete ospedaliera e la stessa prestazione più appropriata sulla rete territoriale? C'è una sproporzione di 4-5 volte.

Noi dobbiamo avere pure l'onestà di dire ai calabresi come si governa la sanità, soprattutto chi ha delle competenze in questa materia, di dire che la sanità non si governa aprendo ospedali dappertutto; la sanità si governa aprendo ospedali dove vanno aperti e, dove non ci sono gli ospedali, facendo investimenti sull’assistenza territoriale, capaci di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini.

Quarantadue ospedali in Calabria erano troppi. Si sbagliò a non convertire quelli che si chiudevano, a non investire sull’assistenza territoriale e, però, - l'ho detto in altre occasioni, per quello mi riferivo all'intervento del consigliere Tavernise - quando si fecero quelle valutazioni forse qualcuna era sbagliata.

Io sono andato a guardarmi i dati, per esempio, di produzione dell'ospedale di Cariati: era un ospedale che obiettivamente non meritava di essere chiuso, così come alcuni altri ospedali che ci fanno recuperare o comunque ci fanno arginare la mobilità passiva. Mi riferisco a Praia a Mare o a Trebisacce: sono ospedali che forse non andavano chiusi con questa leggerezza.

Su questo un investimento lo voglio fare, ma non sarei serio se non dicessi che le scelte in ordine agli ospedali da riaprire e alle dotazioni che gli ospedali devono avere vanno fatte insieme al piano operativo. La sanità non si governa dicendo “Siccome fanno un sit-in, apriamo questo ospedale perché c'è il sit-in”. No. Si fa un esame di quelli che sono i fabbisogni sul territorio e si decide dove aprire l’ospedale, dove fare l’ospedale di comunità, dove fare gli ospedali Spoke. A questo serve il piano operativo. Allora lei avrà capito qual è la mia opinione, per esempio, rispetto agli ospedali che ho citato, quello di Cariati, quello di Trebisacce, quello di Praia a Mare. Grazie a Dio, abbiamo avuto dal Tavolo Adduce la possibilità di aggiornare fortemente il piano operativo che aveva mandato il Commissario Longo, altrimenti l'avrebbero bocciato e saremmo dovuti ripartire da zero.

Ora, nella fase di aggiornamento del Piano operativo, faremo questo di questo tipo di valutazione e preciso al consigliere Laghi che la faremo con le organizzazioni che si occupano dei bisogni di salute dei calabresi.

Su questa attività, sui contenuti bisogna tenere alto il livello della concertazione. Sugli strumenti per realizzare contenuti - lo dico riferendomi a quello che lei diceva nel suo intervento - deve essere abilitato a deciderli chi si pone l'obiettivo di conseguire quel risultato. In 50 giorni ho riunito i sindacati, la triplice, due o tre volte. Ho un grande rispetto dei sindacati, delle organizzazioni di categoria. A proposito, consigliere Alecci, anche questa storia del welfare, delle associazioni: io credo che l'intervento sul welfare non si possa fare senza utilizzare incisivamente le categorie della sussidiarietà verticale, quindi i comuni, e della sussidiarietà orizzontale, cioè le associazioni.

Allora in un contesto di rapporti istituzionali improntati alla sussidiarietà, voglio confrontarmi con tutti ma sui contenuti, sui risultati, sugli obiettivi che dobbiamo conseguire. Non mi faccio imbrigliare sugli strumenti. Posso sbagliarmi, ma la mia opinione è che gli strumenti dobbiamo essere nella condizione di poterli scegliere. In questo la vorrei rassicurare: quando faremo il piano operativo che riguarda i contenuti, su di essi il livello di concertazione sarà il più alto possibile. 

Il consigliere Tavernise ancora mi invitava a intervenire sulla Strada Statale 106. Mi ha risposto oggi l’Amministratore delegato di ANAS perché anche sulla 106 - ho dato la risposta all'assessore Dolce - ho deciso di rompere gli indugi. La Strada Statale 106 - che sia chiaro - ha bisogno, solo per il tratto fino a Catanzaro, di un investimento di 4 miliardi e mezzo di euro. Purtroppo il tratto da Catanzaro a scendere è un tratto che è molto indietro anche sul piano della progettazione. Ho chiesto al ministro Giovannini e ne ho convenuto anche oggi pomeriggio con l'assessore Dolce che noi dobbiamo chiedere, anzi dobbiamo pretendere da ANAS e RFI che facciano la progettazione perché la mia opinione - ma non solo sulla progettazione della Strada statale 106 ma su tutte le infrastrutture strategiche importanti per la Calabria - è che sulle risorse del PNRR accadrà quello che è successo, per esempio, sulle risorse dei fondi comunitari negli ultimi mesi, i mesi della pandemia, quando l'Europa ha dato la possibilità di rimodulare una serie di azioni.

Quando l'Europa si renderà conto che, per spendere queste risorse, bisogna andare più velocemente, prevarranno gli interventi per i quali ci sarà già progettazione. Che sto cercando di fare ora? Sto cercando di convincere il Ministero. Noi vogliamo che ci finanzino la progettazione perché, se abbiamo la progettazione, sono convinto che poi faremo anche le opere pubbliche. E sulla Strada statale 106 – dicevo - ho rotto gli indugi perché c'era il sindaco di Corigliano Rossano che non sapeva bene decidere quale dovesse essere il tracciato. C’era un tracciato a quattro corsie che costava - so che forse il consigliere Graziano non è d’accordissimo - 500 milioni di euro, a ridosso della ferrovia; un altro tracciato, a monte, che costava due miliardi e mezzo. Ho detto: “La mia opinione è che si deve fare quello che costa 500 milioni di euro, magari i 2 miliardi che sono rinvenienti vediamo di utilizzarli su altri tratti”. E ho scritto ad ANAS e al Ministero per dare un'indicazione, me ne sono assunto la responsabilità perché credevo fosse opportuno velocizzare l'attività anche su questo.

Anche sull'alta velocità noi dobbiamo fare la battaglia, soprattutto sui tempi di realizzazione. C'è un'altra questione - la sollevava bene Incalza l'altra volta sono andato a pranzo con lui e mi ha anticipato quello che avrebbe scritto su un quotidiano nazionale -: siamo una regione che non ha opere strategiche.

La Strada statale 106 non è nel PNRR perché non finanzia le strade. Poi, altri Paesi stanno facendo finanziare anche le strade, dicendo che fanno strade ecologiche. L'alta velocità non si fa con i fondi del PNRR ma si fa con i fondi complementari. Noi non abbiamo opere strategiche. Qui c'è bisogno di un governo regionale che dica al Governo nazionale: “La Strada statale 106 per noi è un'opera strategica, si deve fare, si deve fare e si deve fare velocemente.” Questo io vorrei fare.

Sempre il consigliere Tavernise è intervenuto sulla ZES. Ne ho accennato prima: quello deve essere il luogo dove noi facciamo un grande piano di attrazione degli investimenti. Ne parlava mi pare anche il consigliere Mammoliti.

Sui centri per l'impiego, assessore Pietropaolo, noi abbiamo già avviato il bando e l'abbiamo fatto utilizzando Formez. Abbiamo chiesto a Formez un'unica cosa: di inserire un criterio che dia la possibilità ai precari che hanno lavorato in Regione di avere un titolo di merito a essere assunto, perché sui temi del lavoro io vorrei procedere lungo due direttrici. Noi abbiamo un bacino di precariato enorme che dobbiamo piano piano asciugare e, poi, dobbiamo cercare di creare il lavoro anche per i figli dei precari perché dobbiamo creare condizioni per sviluppare questa regione e creare lavoro. Vorrei che in ogni procedura di selezione adattata dalla Regione e dagli enti strumentali ci sia comunque un criterio di preferenza, un punteggio, un criterio che valorizzi l'esperienza di chi è stato a lavorare nella Pubblica amministrazione. Molti uffici della Regione si reggono grazie al contributo di molti precari che, però, sono lavoratori invisibili che non hanno dignità e futuro.

Il mio governo regionale in questi in questi 50 giorni non ha assunto un solo precario perché, se dobbiamo asciugare questo bacino, dobbiamo farlo senza alimentarlo noi.

La richiesta a Formez non l'ho fatta solo perché poteva essere il segnale di una Pubblica amministrazione che si sgancia da vecchie logiche e fa selezionare all'esterno il personale, l'ho fatto perché, in questo modo, se c'è un’azienda regionale che vuole avviare la procedura di selezione lo deve fare per forza attraverso il Formez e non lo può fare senza che se ne accorga il governo regionale. Si tratta di un modo anche per contenere questo processo che ha determinato - come ci ha detto la Corte dei conti - un sistema delle nostre partecipate per cui il totale dei ricavi deriva dai trasferimenti della Regione e il 70 per cento dei costi deriva dal costo del personale.

Se vogliamo costruire una Regione che sappia cambiare passo, certe dinamiche non possiamo più assecondarle. Allora anche sui 517 che saranno selezionati per i Centri per l'impiego, solo per titoli e senza colloqui - anche questa è una notizia, perdonatemi - ci sarà un criterio che valorizza il precariato storico della nostra regione. Mi pare una buona cosa.

Son d'accordo con il consigliere Laghi sul fatto che nel 2007 si sbagliò quando si fecero le Aziende uniche. Ma quale fu l'errore? Quello di fare l’Azienda unica prima di fare l'atto aziendale, cioè prima di costruire l’organizzazione. In quella occasione, dal giorno dopo si costituì un’Azienda provinciale che non si capiva come dovesse organizzarsi al suo interno fra le disciolte Aziende territoriali. Son d'accordo, ma quello che, da qui a poco, il Consiglio regionale si occuperà di discutere è tutt'altro e ne discuteremo quando verrà il punto.

Anche sul debito, sul suo ripianamento: c'è una strada migliore? Sì, probabilmente c'è una strada migliore, ma intanto utilizziamo gli strumenti che abbiamo. Questa è l'anticipazione dopo la ricognizione del debito.

E poi, certo, consigliere Laghi, mancano molte cose nel documento di programmazione, ma per le ragioni che dicevo in premessa perché non ho voluto fare il libro dei sogni, ho voluto produrre al Consiglio un documento che indicasse la mia visione, il modo che io avevo di affrontare le questioni. Poi vorrei essere giudicato più per le mie azioni che per quello che scrivo nei documenti e sono contento del fatto che in questo dibattito, che ha impegnato tutti i consiglieri delle opposizioni - io dico sempre delle opposizioni perché ho l’auspicio che tutte le opposizioni possano avere titolo e dignità in quest'Aula - pochissimi mi hanno contestato le cose che finora abbiamo fatto e che vi sto descrivendo. Fin quando mi contestano le parole sono contento. Poiché voglio essere giudicato per i fatti, vorrei produrre fatti che siano incontestabili o più difficilmente contestabili.

Al consigliere Bevacqua: le aree interne. Però il consigliere Bevacqua non c’è. Siccome quando è intervenuto, per due volte, si lamentava che io non ci fossi e invece vi confesso che lo ascoltavo dal retro, ora il consigliere Bevacqua non c’è e chiedo io di lui. Sulle aree interne lo so che è un suo vecchio pallino, gli dico però che si tratta di una legge di tanto tempo fa. È stato consigliere regionale per 5 anni – mi rivolgo al consigliere Bevacqua che ora è presente in Aula - e non ha avuto la possibilità che fosse approvata. Questo Consiglio regionale si è insediato il 15 novembre, non è neanche un mese. Mettere in mora il governo regionale - che non ha titolo a intervenire sul processo inerente le proposte di legge regionale dei consiglieri, peraltro di opposizione - e la maggioranza mi pare un po' esagerato. Mi ha mandato la proposta, io l'ho letta velocemente - e mi scuso - perché le assicuro che, purtroppo, ho avuto anche qualche altra cosa da fare in questi 50 giorni, ma la approfondirò. Non c'è alcun pregiudizio verso l'investimento nelle aree interne della regione che però - ha ragione il consigliere Lo Schiavo - hanno necessità di infrastrutturazione materiale, ma hanno necessità soprattutto di infrastrutturazione digitale per consentire quello a cui lei faceva riferimento, il south working - anche io ne ho parlato in campagna elettorale - che stanno facendo in Portogallo. In Portogallo, come lei sa, molti borghi interni li stanno destinando a questa nuova modalità di lavoro perché la pandemia ha cambiato il modo in cui si lavorerà. L'ha cambiato e lo cambierà anche dopo la crisi. Però come facciamo il south working se non prende il telefono, se non c’è connessione internet, se non ci si può collegare? Quindi io vorrei per le aree interne fare l'investimento che lei prevede, cioè un investimento sul ripopolamento delle aree interne, peraltro utile per contrastare anche fenomeni di dissesto idrogeologico e gli incendi dolosi. Dove c'è l'uomo e dove il territorio è presidiato dall'uomo, in quel posto i fenomeni di dissesto probabilmente si originano diversamente e di meno. Vorrei, però, che si intervenisse anche attraverso un grande piano di infrastrutturazione digitale delle aree interne per connetterle davvero, altrimenti sono assolutamente sconnesse dal resto del mondo e non è facile attrarre persone e investimenti in queste aree.

Sì, ha ragione lei, sono andato a Bruxelles, ho fatto semplicemente il mio dovere. Rilevo che, non sempre, i Presidenti di Regione in questa Regione hanno fatto lo stesso tipo di dovere, nel senso di essere andati a Bruxelles a evitare che ci fossero delle sospensioni o delle interruzioni di pagamento. Non so se ci sono riuscito, se ci riuscirò sarò contento di averlo fatto.

Il consigliere Bevacqua, che a volte vuole dimostrare una grande distanza politica da me mentre invece abbiamo una grande prossimità derivante dal fatto che siamo stati amici da ragazzi e lo siamo ancora, pur nel rispetto delle differenze politiche, l'altra volta mi diceva: “Ma lo sai che in questi due mesi sei invecchiato?!” Un poco sono invecchiato, sì, ho avuto giorni intensi, belli, stimolanti perché c'è l'adrenalina, c'è la voglia di fare le cose, ma ritengo di aver fatto solo il mio dovere. Ci mancherebbe altro. Non ho fatto cose straordinarie, ho fatto quello che secondo me ciascun Presidente di Regione avrebbe dovuto fare in ragione della complessità dei problemi che stiamo individuando.

Ho apprezzato molto anche l'intervento del consigliere Lo Schiavo. È vero, siamo in zona gialla per il deficit che il nostro sistema sanitario ha. Ci sono ritardi anche nell’elargizione dei fondi Covid, soprattutto a quelli che sono stati in prima linea, e stiamo, col colonnello Bortoletti e con Iole Fantozzi, cercando di colmare questo ritardo.

Vorremmo subito erogare almeno il 70 per cento dei 13-14 milioni di euro che spettano al personale sanitario per le prestazioni Covid svolte nel periodo più critico.

Siamo in zona gialla per la dotazione anche insufficiente di Terapie intensive. Su questo il tema è complesso perché la consigliera Amalia Bruni, che come il consigliere Laghi è un professionista del settore, sa che le Terapie intensive, come altri consiglieri di maggioranza, sa che le Terapie intensive non hanno necessità soltanto di attrezzature; le Terapie intensive hanno necessità soprattutto di anestesisti e rianimatori.

Allora io devo ringraziare l'Università Mater Domini perché mi ha dato la possibilità di individuare qualche posto in più di terapia intensiva. Ma come abbiamo fatto? Abbiamo fatto riorganizzando le risorse che ci sono: se in un posto - voi lo sapete - ci sono tre letti di Terapia intensiva, devi avere una dotazione di medici e infermieri per tre letti; se, invece, in un posto metti più letti di Terapia intensiva e utilizzi anche gli specializzandi del terzo e del quarto anno, sotto il tutoraggio di un anestesista, allora riesci a ricavare qualche posto in più.

Stiamo tentando di fare questa opera di ricognizione del sistema delle Terapie intensive per riorganizzarle meglio. Secondo me, non abbiamo nemmeno penuria di attrezzature. Ho fatto scrivere alle Aziende sanitarie chiedendo che facciano l'inventario di tutte le attrezzature che sono arrivate durante i momenti più critici del lockdown, perché prima avevo detto ai miei collaboratori “Chiamo io il Commissario Figliuolo, mi faccio mandare altre attrezzature. Non è un problema, lo sento ogni giorno”. Poi ho pensato: “Ma come faccio a chiamare il Commissario Figliuolo se prima non verifico quante attrezzature ci sono nei magazzini delle nostre Aziende sanitarie?!”. Quindi stiamo facendo anche questo inventario delle attrezzature necessarie a implementare posti letto, ma avremmo bisogno però di trovare il modo di assumere anestesisti-rianimatori.

Vi assicuro che non è semplicissimo, ma ci stiamo lavorando e credo che riusciremo a farlo forse anche col supporto del Ministero della salute e di Age.Na.S., perché da soli non riusciamo a occuparci di tutte queste questioni.

Stimolante l'intervento del consigliere Lo Schiavo sui temi dell’Autonomia differenziata. Lui diceva: “Ma il Presidente è anche un personaggio di primo piano del suo partito”. Si è una stagione della mia vita che io ho vissuto. Da quando ho scelto di occuparmi del governo della mia Regione io sono soprattutto il Presidente della mia Regione e la mia bussola sarà questa.

Vi dico con molta chiarezza quella che è la mia idea sull'autonomia differenziata.

Noi dobbiamo avere la capacità di contrastare gli argomenti che trasversalmente la politica del Nord ha. Ho apprezzato anche l'onestà del consigliere Irto quando diceva: “Anche nel mio partito”. Ma anche il mio partito, cioè in tutti i partiti al Nord chiedono, attraverso l'autonomia differenziata, più risorse.

Noi possiamo avere un approccio meramente rivendicativo e, secondo me, la battaglia la perdiamo oppure possiamo avere, secondo me dobbiamo avere, un approccio costituzionalmente corretto che è il seguente: noi dobbiamo ricordare a tutti, al Governo nazionale, alle Regioni del Nord, che non una legge dello Stato ma la Costituzione - andassero a leggerla dall'articolo 116 in poi - stabilisce che i livelli essenziali di assistenza e i livelli essenziali delle prestazioni devono essere garantiti dallo Stato e che il comma quinto dell'articolo 119 della Costituzione interviene per fare la perequazione.

Qual è l'approccio che io voglio avere? Basta con la spesa storica, con quello che è successo. Se andassimo a vedere quello che hanno prodotto i riparti della spesa storica, ci renderemmo conto che ha avuto molto di più il Nord e molto di meno il Sud. Noi, non quelli del Nord, dobbiamo dire che siamo per i costi standard, ma soprattutto siamo per i fabbisogni standard perché in questo Paese quando hanno parlato di federalismo ne hanno parlato sempre concentrando l'attenzione solo sui costi standard, usandoli come una clava contro il Mezzogiorno, mai dei fabbisogni standard. Ci diano i posti, per esempio - per ritornare allo stesso esempio di prima - per gli asili nido, che servono a Reggio Calabria, a Vibo, a Cosenza, in ragione delle giovani mamme che ci sono.

Occuparsi di welfare significa anche costruire un welfare a misura di donna, intervenire su questi temi. Ci diano queste risorse, si stabilisca quello che è il fabbisogno standard, lo Stato ci dia la possibilità di assicurare il fabbisogno standard che significa appunto i diritti alle prestazioni sanitarie essenziali e alle prestazioni pubbliche, quindi trasporto pubblico locale, asili, a tutti i cittadini; operi la perequazione, se la nostra capacità fiscale non ci consente di farlo. Alla fine, quando ci avranno assicurato, al termine della perequazione, la realizzazione di tutti i fabbisogni, il soddisfacimento di tutti i fabbisogni standard, allora, se ci fossero Regioni con quote ulteriori di fiscalità potrebbero occuparsi pure di aumentare il livello dei diritti per i loro cittadini.

Sono convinto che se si facesse questo, non ci sarebbero Regioni capaci di avere capacità fiscale ulteriore. Allora noi dobbiamo avere la capacità di intervenire nel merito delle questioni perché noi non siamo più ignoranti, più fessi dei Presidenti delle Regioni del Nord. Noi dobbiamo, con competenza, confrontarci su questi temi, non con approccio rivendicativo, perché con l'approccio rivendicativo si perde.

Questo tema io l'ho affrontato anche quando non facevo il Presidente nel mio partito, a volte vincendo, non sempre, perché - come diceva il consigliere Irto - c'è una trasversalità su questo tema che coinvolge tutti i partiti. Questo tema, però, ancora di più voglio intestarmelo come Presidente della Regione Calabria, nell'interesse dei calabresi. Mi auguro che facciano la stessa cosa i Presidenti delle altre Regioni del Sud perché sarà un tema di importanza strategica fondamentale nel futuro. 

Il consigliere Mammoliti faceva riferimento alla Sacal. Mi scuso anche con molti consiglieri di opposizione che hanno parlato di altre questioni che però sono state affrontate anche in temi di interventori precedenti a loro e quindi non risponderò a queste questioni avendo risposto prima. Vado un po' per sottrazione. Il consigliere Mammoliti parlava della Sacal: in questi 50 giorni abbiamo fatto una rivoluzione perché io mi sono subito accorto di quello che era successo e sono andato dal Presidente dell'ENAC, sono andato al Ministero delle infrastrutture e ho detto che questa cosa non si poteva fare. 

La società, i privati mi hanno detto di essere disponibili a cedere il 2 e il 3 per cento per ripristinare la regola del 49 per cento. Ho detto che nei confronti di chi aveva posto in essere un comportamento che per le autorità di vigilanza, in linea di principio, poteva essere doloso io società non ne facevo. Con un socio che ha omesso di fare le dichiarazioni di rito alle autorità di vigilanza, società non ne faccio. Quindi ho detto: “Io sono disponibile come Regione ad acquistare non il 3 per cento, ma ad acquistare tutto il pacchetto del privato”. Perché questo? Perché questo pacchetto se ha la Regione compartecipe vale molto di più dei 12 milioni corrispondenti al valore nominale. Se la Regione, invece, è contraria, questo pacchetto, all'esito dell'azione di revoca che il Ministero farà, varrà zero. Quindi ho detto: “O ci date tutto oppure noi società non ne facciamo”. E domani il rappresentante della Regione, che è il mio capo di gabinetto, andrà in Assemblea dei soci.

Andrà il mio capo di gabinetto perché io evidentemente non riconosco come rappresentante della Regione chi è stato nominato come rappresentante della Regione in passato perché non ha fatto gli interessi della Regione, non ha fatto niente. Si sbaglia anche in buona fede. Nelle assemblee politiche non si parla di persone, ma quando sono state fatte delle scelte sono state fatte delle scelte sulla base dei curricula.

Nel modo di procedere il management di Sacal ha dimostrato, secondo me, di non avere a cuore gli interessi della Regione. Siccome però quella è una società di diritto privato, una volta che il management è incardinato nella società o acquisisci le quote, la società, e cambi il management oppure non puoi fare granché. Poi vedremo. Magari puoi fare anche azioni responsabilità. Poi vedremo, intanto conseguiamo l'obiettivo che è quello di acquisire il 100 per cento non della società, ma il 100 per cento del pacchetto del privato e ho delegato il mio capo di gabinetto e andare in Assemblea, domani, per rappresentare questa intenzione da parte della Regione. La società mi ha scritto, quando io ho detto che non ero disponibile a prendere il 3 per cento, di essere disponibile anche a cedere alla Regione tutto il 100 per cento. 

Oggi in Giunta abbiamo fatto una delibera che ci prepara a fare questo attraverso Fincalabra. Ora non ricordo chi, mi pare il consigliere Mammoliti, parlava dell'utilizzo più produttivo delle nostre società in house. Ne approfitto per dare questa informativa anche al Consiglio regionale: Fincalabra, che è società in house della Regione, acquisirà il pacchetto del privato di Sacal e poi decideremo qui che farne. La mia intenzione, l'indicazione politica che io come Presidente della Regione vorrei realizzare, è quella di trovare un socio privato di carattere nazionale e internazionale che abbia esperienza nella gestione degli aeroporti e che possa sviluppare gli aeroporti. Intanto vediamo di essere di nuovo proprietari dei nostri scali aeroportuali che sono straordinari.

Su Fincalabra faccio una premessa: sono molto preoccupato della messa a terra delle risorse del PNRR e anche delle risorse del FSC per la carenza di capacità progettuale da parte dei Comuni. Ci sono molti Comuni che non hanno nemmeno il segretario generale, il capo dell'ufficio tecnico è a scavalco fra due Comuni.

Il ministro Giovannini mi diceva l'altra volta: “Però gli interlocutori per il PNRR sono le Regioni e le città capoluogo”. Purtroppo non è così perché le Regioni su molte misure svolgono una funzione di aggregazione di progetti che vengono dal sistema dei Comuni. Sono molto preoccupato di questo. Mi riferisco all'intervento del consigliere Irto che parlava di “Agenzia della coesione”. Io ho provato a dire al Governo di creare un’Agenzia della coesione in Calabria o di utilizzare Cassa depositi e prestiti per fare una struttura di progettazione che assista la Pubblica amministrazione, soprattutto i Comuni, nella redazione dei progetti.

Siccome ancora non lo stanno facendo e le scadenze del PNRR sono scadenze ravvicinate la cosa che io vorrei valutare è quella di utilizzare Fincalabra, che è società in house della Regione, per modificarle la missione e farla diventare una società che dà il supporto finanziario al sistema delle imprese, da un lato, e il supporto finanziario, per esempio per interventi di progetto di finanza ai Comuni, dall’altro, ma dando ai Comuni anche supporto in termini di progettazione.

A Bruxelles mi hanno detto che gli interventi nel rafforzamento dell'assistenza tecnica ce li finanziano tutti, allora se noi questi interventi di rafforzamento dell'assistenza tecnica li facciamo attraverso una società in house che diventa la stazione di progettazione a servizio dei Comuni, velocizziamo la spesa delle risorse del PNRR e anche la spesa delle risorse del FSC. E questo vorrei fare.

Anche sui medici base è intervenuto il consigliere Irto e ringrazio anche il consigliere Afflitto perché anche lui ha fatto un intervento di grande puntualità e competenza, con uno spirito di rigorosa opposizione, ma con lo spirito di chi pure dall'opposizione vuole dimostrare che c'è una Calabria che sa essere diversa. Ho chiamato i medici base e le farmacie perché mi sono fatto disaggregare i dati dei vaccinati. E succede che per esempio nella provincia di Catanzaro i medici di base hanno fatto un lavoro straordinario; nella provincia di Reggio Calabria hanno fatto quasi zero; nella provincia di Vibo hanno fatto, anche là, un lavoro straordinario. Li ho chiamati e ho detto loro: “Voi siete un'infrastruttura di capillarità. Voi chiedete un investimento nella Medicina generale perché ritenete che voi siete i soli a poter assicurare la capillarità del Sistema Sanitario. Dimostratela ora che siamo nella fase dell'emergenza pandemica! E impegnatevi a vaccinare quante più persone”. E allora in tre giorni abbiamo concluso la concertazione con i sindacati dei medici di base, con le organizzazioni dei pediatri e stiamo facendo il contratto integrativo dei medici di base e dei pediatri per impegnarli in questa fase di vaccinazione.

 Lo stesso ragionamento l'ho fatto alle farmacie. Anche le farmacie svolgono una funzione che, in linea di principio, sarebbe insostituibile. Il consigliere Bevacqua parlava di aree interne. Ma in quanti Comuni delle nostre aree interne noi abbiamo anziani che non si vaccinano perché è distante l’Hub e lì però c'è la farmacia?

Allora ho detto ai responsabili del sistema delle farmacie: “Su 750 farmacie che ci sono in Calabria, attualmente stanno vaccinando soltanto 100 farmacie. Non è questo il modo di essere al servizio del Sistema sanitario regionale. Eppure potreste esserlo in maniera più utile per il sistema sanitario regionale e più utile anche per voi”. Ho fatto un esempio: se un calabrese oggi deve richiedere un holter ha liste di attesa di 6 mesi, se le farmacie dimostrassero di saper essere elementi di capillarità del sistema potrebbero dare l'holter ai calabresi al posto dei presìdi pubblici.” E loro tutti contenti mi hanno risposto: “Questa è una buona cosa”. Sì, però intanto dimostrate ora di vaccinare. Prima di chiedere altri servizi al pubblico, dimostrate di essere utili al pubblico mentre il pubblico vi chiede di lavorare per contrastare la pandemia.

Anche su questo, grazie al lavoro straordinario che sta facendo Iole Fantozzi, anche Bortoletti, siamo riusciti a intervenire. Devo ringraziare anche i componenti della Giunta regionale che nei loro ambiti stanno facendo un lavoro straordinario. Io ho bisogno di persone che mi aiutino ad occuparmi delle cose delle quali io non riesco a occuparmi perché - mi riferisco sempre all'immagine evocata dal consigliere Lo Schiavo - io ogni giorno mi chiedo di fare attenzione alla tentazione che in verità molti Presidenti di Regione in Italia hanno avuto nel corso degli anni: ritenersi autosufficienti, ritenersi capaci di tutto. Io non sono autosufficiente, non ho la capacità di intervenire su tutto. Ho bisogno di una squadra che mi aiuti e la squadra degli assessori sta svolgendo un lavoro straordinario. Sono grato a loro. Ho bisogno di una maggioranza che mi dia il sostegno e lo sta facendo con grande abnegazione. Ho bisogno anche di una opposizione che mi stimoli, che mi ricordi che non basta il Presidente della Regione, ma che c'è necessità del contributo di tutti per cambiare questa regione e per dimostrare, non solo ai calabresi ma agli italiani, che c'è una Calabria diversa.

Come forse avete visto, in risposta ai vostri pregevolissimi interventi, ho speso più parole di quelle che ho scritto nel documento programmatico.

Ecco, la differenza è che le parole scritte, sono state scritte per indicare - come dicevo - la mia visione, il mio modo di ragionare, di vedere le cose; le parole che ho usato oggi, sono parole che ho usato per descrivervi a consuntivo il lavoro fin qui svolto e il lavoro che vorrò fare insieme a voi nei prossimi anni.

Avete fatto le pulci al documento di programmazione - ve ne sono grato - ma vi prego soprattutto di esercitare il vostro ruolo nella maggioranza e all'opposizione, guardando ai fatti che il governo produrrà insieme alla sua maggioranza, stimolandolo quando sarà necessario, criticandolo quando sarà necessario, fornendo anche utili suggerimenti, perché sono sempre necessari.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente, per la precisione e l'incisività del suo intervento. La sua serenità e la sua competenza ci fanno pensare che, con la sua Giunta e con questo Consiglio, inciderà positivamente sulla vita di tutti i calabresi. Grazie.

Passiamo alla votazione del provvedimento per appello nominale. Invito il segretario questore a fare la chiama.

CIRILLO Salvatore, Segretario questore

Fa la chiama.

 

(Hanno risposto sì i consiglieri: Arruzzolo, Caputo, Cirillo, Comito, Crinò, De Francesco, De Nisi, Fedele, Gallo, Gelardi, Gentile, Graziano, Loizzo, Mancuso, Mattiani, Montuoro, Neri, Occhiuto, Orsomarso, Raso, Straface.

Hanno risposto no i consiglieri: Afflitto, Alecci, Bevacqua, Bruni, Irto, Laghi, Lo Schiavo, Mammoliti, Tavernise)

PRESIDENTE

Comunico l'esito della votazione. Presenti e votanti 30, favorevoli 21, contrari 9. Pertanto il provvedimento è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di provvedimento amministrativo n.5/12^ di iniziativa della Giunta regionale recante: "Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2022-2024 (art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)"

PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con il secondo punto all'ordine del giorno, la proposta di provvedimento amministrativo numero 5/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria per gli anni 2022 – 2024”.

Cedo la parola all’assessore al bilancio Princi per illustrare il provvedimento.

PRINCI Giuseppina, Vicepresidente della Giunta con delega all’istruzione, formazione e pari opportunità, economia e finanza, lavoro, azioni di sviluppo per l’area dello stretto e la Città Metropolitana di Reggio Calabria

Buonasera. Grazie, presidente Mancuso. Saluto lei, il Presidente della Giunta, Occhiuto, tutti i colleghi assessori e i colleghi consiglieri regionali.

Questo documento di economia e finanza regionale, che mi appresto a condividere con voi, indubbiamente rappresenta il documento principale della programmazione economico - finanziaria della nostra Regione, su cui si vanno a incentrare quelle che sono le politiche governative dei prossimi anni.

Auspico, veramente, che rappresenti il primo passo di ritorno a quella tanto desiderata normalità della gestione amministrativa dopo dodici lunghi mesi nei quali la nostra Regione è stata governata in regime di reggenza, caratterizzati da attività ordinarie.

Così come disposto dal decreto legislativo numero 118 del 2011, il documento di economia e finanza regionale individua, per il periodo compreso nel bilancio di previsione, le linee programmatiche dell’azione di governo regionale necessarie al perseguimento degli obiettivi di sviluppo della nostra Regione, che sono state meglio delineate in precedenza dal Presidente della Giunta Regionale proprio nella presentazione del Programma di Governo.

Con l’approvazione del DEFR 2022-2024 si inaugura, pertanto, il primo ciclo della programmazione di bilancio interamente impostato nella nuova legislatura, di fondamentale importanza, atteso che in gioco vi è la ripresa e il rilancio del tessuto economico e sociale di una realtà regionale, quella appunto calabrese, già di per sé caratterizzata da atavici ritardi e gap socio-economici rispetto alle altre aree del paese, acuiti e resi più drammatici per via dei pesanti colpi inferti dalla crisi pandemica.

Nel breve arco temporale a disposizione, lavorando a tappe forzate, si è licenziato un documento che costituisce la base di riferimento per delineare le politiche economiche e finanziarie che il nuovo governo regionale intende realizzare nel triennio 2022-2024, per garantire alla Calabria adeguate linee di sviluppo e di crescita economica, pur consapevoli, però, che la messa a punto delle linee programmatiche nella loro interazione con l’attività di programmazione puntuale delle risorse a disposizione, richieda una tempistica necessariamente più lunga rispetto a quella che la Giunta ha avuto effettivamente a disposizione in questi appena 50 giorni di attività.

In più, la parifica del rendiconto 2020, avvenuta solo venerdì scorso, non ha fatto altro che rendere ancora più difficoltosa l’attività di programmazione delle risorse, per via di alcune questioni aperte con il Governo nazionale su alcune opere strategiche, peraltro già realizzate. Infatti, come temuto, la Corte dei conti si è espressa su una delle problematiche, quella della Diga del Menta, richiedendo l’eliminazione della posta contabile dal bilancio e l’adozione di alcune misure conseguenziali che sono state approvate dalla Giunta per essere sottoposte al più presto al vaglio del Consiglio regionale.

Il percorso intrapreso - questo lo sappiamo bene - non è certamente scevro da quelle criticità che, nel tempo, hanno drenato e continuano a drenare ingenti risorse regionali: il riferimento è evidentemente alla significativa mole di pignoramenti o debiti fuori bilancio che pesa sulle casse regionali così come ai costi crescenti riconducibili agli enti e società partecipate e a fronte dei quali le nuove regole della contabilità armonizzata impongono la necessità di accantonare le risorse per il fondo crediti di dubbia esigibilità, per le perdite delle società regionali, per il rischio da contenzioso, per la copertura dei pignoramenti e per i debiti fuori bilancio.

Tali accantonamenti assumono valori importanti che comprimono ulteriormente le possibilità di manovra, essendo la gran parte delle altre risorse in libera disponibilità destinate alla copertura delle spese obbligatorie (acquisto di beni e servizi, mutui, personale), dei servizi essenziali (trasporti, politiche sociali, diritto allo studio), dei trasferimenti agli enti strumentali, le emergenze sociali (LSU-LPU e altre voci del precariato storico).

A fronte di ciò, tuttavia, la Calabria ha un’imperdibile occasione di cambiamento e di svolta: porre in essere le azioni per il rilancio economico e sociale del nostro territorio, attraverso tutti gli strumenti e le risorse a disposizione; primi fra tutti quelli che saranno disponibili grazie al PNRR e alla nuova Programmazione Unitaria 2021-2027.

Entrando nello specifico, il documento è articolato in due distinte sezioni: la prima descrive, partendo dal DEF nazionale, gli scenari economico - finanziari internazionali, nazionali e regionali, con un focus specifico sulla situazione dei principali indicatori di sviluppo socio-economico, tra cui l’andamento del PIL, il mercato del lavoro, gli scambi commerciali o l’export.

All’interno di questa sezione, appare degna di nota l’analisi riferita al processo della transizione digitale. Dai dati Eurostat, emerge che in Calabria la percentuale di residenti che hanno accesso a internet è aumentata negli ultimi 5 anni dell’8 per cento, passando dal 69 per cento del 2016 al 77 per cento del 2020. Sintomatici anche i dati riferiti all’utilizzo di internet nelle interazioni con la Pubblica Amministrazione, laddove la Calabria si posiziona in fondo alla classifica per regione, considerato che meno di un cittadino calabrese su due, interagisce tramite internet con le autorità pubbliche e solo il 13,9 per cento invia alla PA un modulo telematico completo. Non vi è dubbio che anche da qui, dalla capacità di implementare competenze e infrastrutture digitali, passa un’enorme occasione per aumentare la produttività, l'innovazione e l'occupazione, garantire un accesso più ampio all'istruzione e alla cultura e colmare i divari territoriali.

Altrettanto importante appare la disamina dell’andamento demografico calabrese, da cui emerge un elemento sul quale è necessario riflettere e porre un’attenzione maggiore, soprattutto da parte della politica. Dai dati emerge, in maniera incontrovertibile, che il fenomeno dell’emigrazione e dello spopolamento è ormai una triste costante della realtà economica e sociale della regione. La pesante riduzione della popolazione attiva - già evidente da tempo e che non mancherà di aggravarsi nei prossimi decenni – è, di per sé, in grado di condizionare negativamente o almeno rendere decisamente più arduo il raggiungimento degli obiettivi di crescita economica che questo governo regionale si pone. Basti pensare che, secondo le previsioni dell’ISTAT, la popolazione residente in Calabria fra 40 anni sarà pari a poco più di 1,4 milioni, oltre 450.000 unità in meno rispetto a quelle attuali. Una perdita che analogamente al resto del Paese si concentra nella fascia delle giovani età (0- 14 anni) e in età da lavoro (15-64 anni). In altre parole, la Calabria, come del resto il Mezzogiorno nel complesso, è interessata non solo da un calo demografico come le altre aree del Paese, ma anche ad un processo di invecchiamento e desertificazione che rischia di compromettere ogni possibilità di avere un futuro diverso in questa regione.

Ecco allora che dobbiamo affrontare con determinazione tale emergenza attraverso una visione di prospettiva ben chiara: se da un lato serve certamente un serio sostegno alle famiglie, dall'altro è indispensabile rendere la Calabria un territorio vivo sul piano delle opportunità. Obiettivi che possono essere raggiunti solo con l’adozione di politiche economiche e sociali concrete.

Proseguendo, alla luce dell’ultimo verbale del Tavolo Adduce risalente a luglio 2021, nel documento in questione viene tratteggiata la situazione in cui versa la sanità regionale dopo oltre un decennio di commissariamento: aumento dei disavanzi delle aziende, mancata adozione dei bilanci aziendali, grave ritardo dei pagamenti da parte delle Aziende del Servizio sanitario con conseguenti costi per interessi e spese legali, livelli essenziali di assistenza sotto la soglia di adempienza e persino in notevole diminuzione rispetto a quelli rilevati con riferimento all’anno 2018, elevata mobilità sanitaria passiva, ritardo nell’implementazione dei programmi di screening ed ancora, tante e tante problematiche.

Continuando nella disamina della struttura del DEFR, nella consapevolezza del ruolo strategico rivestito per i processi di crescita e sviluppo dalla programmazione unitaria, viene dato conto, in apposita sezione, delle politiche di sviluppo per gli investimenti e le relative risorse disponibili per il perseguimento dei correlati obiettivi. Il riferimento è alle risorse riprogrammate dei “Fondi sviluppo e coesione” (FSC) 2000-2020, a quelle del Programma di Azione e Coesione (PAC) – Programma Operativo Complementare (POC) 2014-2024, a quelle destinate al nuovo programma “Fondo sviluppo e coesione” (FSC) 2021-2027 oltre che agli ingenti finanziamenti assegnati dalla nuova programmazione europea 2021-27.

Se ne deduce, pertanto, che nel medio periodo (2021-2027), saranno quindi disponibili per la Calabria risorse extraregionali aggiuntive di notevole entità.

È all’interno di questo contesto altamente sfidante che occorre pertanto gettare le basi per ripartire all’insegna di nuova stagione di ripresa. Ci troveremo certamente dinnanzi a stanziamenti di risorse pensati per assicurarne lo sviluppo e che pertanto impongono una vera e propria svolta sul piano organizzativo e funzionale da parte della Regione, degli Enti regionali e anche delle Amministrazioni locali.

Nella seconda parte del DEFR 2022, infine, è riportata la prudenziale stima delle risorse a disposizione, a cui fa seguito l’analisi sulla situazione finanziaria della Regione, costituendo il punto di partenza per la definizione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli Enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente. Tale quadro fornisce gli elementi necessari per la costruzione della manovra di bilancio tesa al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, dà un'indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere i predetti obiettivi, fra i quali assume estrema rilevanza il mantenimento degli equilibri di bilancio.

Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, assessore. Ha chiesto di intervenire la collega Straface. Ne ha facoltà.

STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, la seduta odierna di Consiglio regionale riveste particolare importanza. Abbiamo ascoltato l'ottima relazione del nostro Presidente, Roberto Occhiuto; una relazione ricca non soltanto di idee, ma soprattutto di grandi contenuti per una nuova stagione di cambiamento che i cittadini calabresi ci chiedono.

Ritengo che, tra i punti all'ordine del giorno, il DEFR, cioè il Documento di economia e finanza regionale licenziato dalla Giunta regionale e quindi sottoposto all'attenzione dell'Assise per la definitiva approvazione, rivesta un'importanza notevole.

Si tratta di un documento gigantesco, in quanto il punto in trattazione è estremamente articolato e traccia, come diceva l'assessore Princi, tutta la situazione economica e finanziaria della Calabria, non solo in relazione agli aspetti di interesse dell'amministrazione, quindi della Regione Calabria intesa come pubblica amministrazione, ma anche del territorio calabrese in generale, perché contiene una parte dedicata all'analisi afferente ai dati economici delle imprese, dell'occupazione, del lavoro, della sanità, dell’impatto del Covid sull’economia calabrese.

Una seconda parte, molto più articolata, riguarda tutta la parte legata al bilancio, alle entrate, alle spese, ai trasferimenti dallo Stato, molti dei quali destinati a fronteggiare l'emergenza epidemiologica, i fondi strutturali: con una fotografia dei fondi FESR e, per quanto riguarda l'agricoltura, del PSR.

Inoltre è compresa una parte inerente i sottogoverni regionali, ad esempio: Calabria lavoro, Calabria verde, e un po' tutti i dati di questo mondo che, in un'ottica di bilancio consolidato, incidono molto sull'equilibrio finanziario della Regione perché, con le nuove normative, un'amministrazione, sostanzialmente, risponde anche delle obbligazioni e dell'efficienza finanziaria delle sue articolazioni interne.

Il DEFR che si presenta in Consiglio, si presenta, alla luce della laboriosità e professionalità dei preposti Dipartimenti, come un documento davvero esauriente e offre realmente un quadro esaustivo e completo di tutte le dinamiche economiche della nostra Regione.

Plauso, dunque, a un documento di 263 pagine chiare e trasparenti, un sunto significativo e prezioso, ma che si presenta anche come un documento aggiornato, privo di un “copia-incolla”, che ha l'ambizione di offrire a noi consiglieri regionali una fotografia sul primo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, nonché dello stato di attuazione delle politiche regionali in materia di contrasto all’emergenza epidemiologica e contenente informazioni preziose sull’accordo Stato-Regioni dell’11 novembre scorso, in cui è stato tracciato un quadro operativo della finanza dello Stato e di quella delle Regioni in occasione dell'approvazione della legge di contabilità finanziaria dello Stato italiano.

Complessivamente, emerge dal documento una dinamica finanziaria dell'Ente in una fase particolarmente delicata dell'economia del Paese e della cittadinanza, la contrazione dei consumi e della produzione determinata dal Covid incide molto, perché comprime la possibilità della Regione di approvvigionare al meglio le entrate e quindi gli equilibri finanziari.

Di qui l’appello, colleghi consiglieri, affinché la finanza regionale sia animata da sempre maggiore sensibilità nei confronti di cittadini e imprese per le difficoltà che stanno attraversando.

Non si può spingere ulteriormente sulle entrate, pertanto si tratta di un'azione amministrativa improntata alla razionalizzazione delle risorse e degli sprechi che storicamente hanno caratterizzato le amministrazioni regionali. Il DEFR fa emergere, dunque, un grande senso di responsabilità di questo governo regionale in merito all'attuale congiuntura finanziaria e su come le entrate tributarie siano particolarmente difficili da riscuotere.

Altro elemento significativo da evidenziare è quello inerente i rapporti tra Regione e Stato. Dal DEFR emerge infatti come, in generale, vi sia oggi in Italia una forza depotenziata delle Regioni rispetto ad anni fa, una sorta di minore fiducia da parte delle Istituzioni sovraregionali. La dimostrazione sta nel PNRR, con un volume di risorse trasferite alle Regioni decisamente inferiore a quello che ci sarebbe potuto attendere. Da questo punto di vista, nell'attuale fase, la Regione Calabria è chiamata a rivendicare, rispetto allo Stato, un ruolo più incisivo nella gestione del PNRR. Aspetto che è stato già evidenziato nella riunione di coordinamento interregionale di qualche giorno fa.

Molti dei bandi del PNRR hanno, infatti, come beneficiari e destinatari finali delle risorse direttamente gli Enti locali e le imprese e le Regioni in molti aspetti non vengono coinvolte direttamente in tale processo, a differenza del ruolo storicamente svolto come corpo intermedio e di come è invece accaduto per i Fondi europei.

Il PNRR è gestito in modo centralizzato da quattro Ministeri (Sud, Segretariato generale, Transazione ecologica, MIT) che elaborano i bandi e hanno l'ambizione di individuare direttamente i destinatari e, se escludiamo l'Asse ambiente, le risorse idriche e le tecnologie, non si percepisce la scommessa dello Stato sul ruolo delle Regioni. Di qui l'invito ad attivare ulteriormente il coinvolgimento delle Regioni in molti più ambiti, nel rispetto della loro funzione e del loro ruolo. Nel DEFR, infatti, si fa riferimento all'accordo Stato-Regioni dell’11 novembre soprattutto in materia di sanità e ripartizione dei fondi e anche questo presenta dei profili di incertezza in merito alla capienza dei volumi e alla capacità di spesa. Altra conferma di tale aspetto proviene dai rapporti di debito-credito tra Regioni e Stato, con evidenti ritardi e lacune nella cosiddetta “finanza trasferita” dallo Stato alle Regioni.

Due aspetti, dunque, assessore, sul DEFR in esame quest'oggi: da un lato, la comprovata validità del lavoro svolto dalla Regione nell’elaborare un documento nel quale vengono sviscerati in modo pertinente e certosino dati e interventi; dall'altro, la necessità da parte della Regione Calabria e delle altre Regioni, di rivendicare l'autonomia e la centralità di questi Enti rispetto allo Stato, per evitare situazioni di eccessiva centralizzazione come quelle determinatasi nel PNRR. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Comprendo e apprezzo l’impegno che hanno messo nel loro intervento l'assessore Princi e la collega consigliera Straface. Interventi che hanno cercato di dare una rappresentazione più agevole, con meno vincoli, da parte di questa maggioranza di governo che da pochi mesi si appresta a gestire il bilancio della Calabria e il futuro dei calabresi.

Vorrei dire sommessamente alla collega Straface e all’assessore Princi, che ha illustrato con garbo nei dettagli questo documento economico finanziario, che non è altro che una presa d'atto di un bilancio ingessato.

Non intravediamo nessuno sforzo in questo bilancio, già il presidente Occhiuto nella precedente seduta aveva detto: “Non vi aspettate grandi cambiamenti dal documento economico-finanziario, dal bilancio, perché non siamo in condizione oggi di…” È stato onesto il Presidente della Giunta regionale ad affermare questo e non tentare di difendere l'indifendibile. Non è colpa dell’assessore Princi o della collega Straface, ma di un bilancio che, in questi 30 anni, per responsabilità della politica, per difficoltà legate alla mancanza di risorse, per scelte sbagliate, ogni anno diventa un “copia-incolla” del precedente. Il documento strategico non cambia, se lei va a leggere quello di due anni fa, cambia poco rispetto all'impostazione e all'approccio, è sempre quel documento. È un bilancio ingessato che ci consente di fare riflessioni fra noi, ma non di avere risposte certe su come utilizzare le maggiori risorse per i servizi che dobbiamo offrire ai calabresi.

Voglio dire alcune cose molto velocemente: è un bilancio che noi non votiamo perché non riscontriamo nessuna novità in merito all'approccio; è un bilancio - dico all’assessore Princi che dobbiamo dire con chiarezza e con coraggio alcune cose – in cui, ancora una volta, riportiamo crediti ormai inesigibili da anni e anni senza avere il coraggio di dire ai calabresi la verità.

Questo dobbiamo dire se vogliamo cambiare passo e mettere un po' di rivoluzione nell’azione amministrativa. Un bilancio che non permette a questo Consiglio regionale, a questa Giunta regionale, di poter mettere in campo azioni importanti per dare risposte ai calabresi.

Dobbiamo dire con coraggio - assessore Princi, lo dico a lei - altre due cose: la prima, bisogna fare chiarezza sugli Enti strumentali e sulle partecipate, perché continuano a creare debiti su debiti, zavorra su zavorra. Abbiamo il coraggio, come avevamo iniziato a fare un po' di anni fa, di capire quali sono gli Enti importanti e quali quelli da chiudere e pensare ad altro? Questa è la prima domanda. Mi aspettavo da lei, assessore Princi, una riflessione su questo tema che è quello che permette di liberare risorse. E poi mi aspettavo, soprattutto, che dicessimo con chiarezza ai calabresi che metteremo in campo un'azione, la più determinata e incisiva possibile, per quei pochi crediti ancora esigibili.

Queste sono le due domande che volevo porre.

Vorrei, inoltre, invitare la Giunta e il Consiglio regionale a mettere in campo una programmazione importante, non legata solo al PNRR, ma anche ai Fondi comunitari, quelli destinati all’infrastrutturazione, che ci consenta di dare risposte adeguate ai territori con una programmazione che abbia il coraggio di superare il localismo. Uno dei mali di questa terra è, troppo spesso, pensare al proprio “pennacchio” e non mettere in campo una strategia adeguata per creare uno sviluppo organico e omogeneo del territorio calabrese.

Queste sono le cose che dobbiamo dirci stasera.

Bisogna anche dire che non è colpa vostra, ma della gestione emergenziale, come viene definita, della precedente Giunta che non ha saputo utilizzare la grande flessibilità offerta dai Fondi comunitari legati alla pandemia. È stato detto spesso negli interventi precedenti che la pandemia è stata un disastro, ma avrebbe potuto essere anche un’opportunità se si fossero saputi programmare gli investimenti.

Abbiamo perso quella scommessa, per onestà intellettuale dobbiamo dirlo.

Quindi, ripartiamo dalla consapevolezza che questo bilancio ingessato non è colpa di nessuno, se non della politica scellerata degli ultimi 30 anni.

Diciamo anche - e questo lo dico con forza e con vigore - che non tutti gli uomini sono sempre i migliori “per tutte le stagioni”, perché se la burocrazia che da dieci anni si occupa dei bilanci, determina sempre bilanci “copia-incolla”, vuol dire che non va bene. Dobbiamo anche dire che la responsabilità è della politica, ma anche, magari, di chi si presta alla politica e non rispetta appieno la propria funzione di dirigente della Regione Calabria.

Questo dobbiamo dirlo, lo dico al Presidente, non solo per il bilancio ma per tutto ciò che serve alla Calabria: per cambiare la Calabria c'è bisogno di una forte autorevolezza del Presidente della Giunta, ma anche di una forte autonomia della burocrazia che aiuti e non si pieghi alla politica in ogni occasione. Questo dobbiamo mettere in campo.

Caro Presidente, le lascio questo spunto di riflessione: bisogna caricare di responsabilità chi guida gli Enti strumentali, richiamandoli al proprio dovere, perché, se in un anno, due anni, viene prodotta zavorra su zavorra, va fatta una riflessione: responsabilità dei dirigenti, di chi redige il bilancio, ma, soprattutto, capacità della politica di alzare la voce, pretendere rispetto, ma anche competenza, meritocrazia e risposte per il ruolo che devono svolgere.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Molto brevemente. Naturalmente apprezzo molto l’impegno dell’assessore nell'individuare alcuni elementi delle politiche e dei programmi, di fronte, oggettivamente - come diceva il consigliere Bevacqua -, a un bilancio in cui la spesa libera è sostanzialmente ingessata.

È chiaro che l'impostazione di questo bilancio ci deve indurre a una riflessione molto attenta. Il presidente Occhiuto, con grande capacità oratoria, ha detto: “Mi dovete giudicare e voglio che valutiate i fatti”, quindi ci sprona a fare un’opposizione di merito rispetto alle scelte e a fatti concreti.

Mi permetto di far osservare al Presidente del Consiglio, al Presidente della Giunta, ai colleghi consiglieri che, molto probabilmente, se avessimo formato le Commissioni forse avremmo avuto la possibilità di poter ragionare e approfondire in maniera più appropriata alcuni aspetti, caro Presidente, che, pur nella logica quasi obbligata di determinate quantità di risorse, potevano consentire, in qualche modo, una crescita all'economia della Calabria, ai cittadini, alle imprese o, comunque, di poter partecipare alla ripresa economica, quando ci sarà.

Questo è un fatto, non ci sono le Commissioni e, purtroppo, siamo costretti a ragionare in un dibattito di un documento importante - come diceva la collega poc'anzi - senza aver avuto la possibilità di approfondire, così come prevede il Regolamento di questo Consiglio regionale. Perché il rispetto del Consiglio regionale si ha anche se vengono rispettate le regole che sono la base fondamentale del funzionamento dello stesso: è previsto che siano formate le Commissioni, ma ancora oggi non è successo.

Annuncio - come diceva il consigliere Bevacqua - il voto contrario, ma sono anche preoccupato per due problematiche che hanno caratterizzato la vita sociale e che rappresentano un segmento fondamentale della vita di questa nostra regione: i lavoratori forestali e la stabilizzazione degli LSU e degli LPU che, come è stato anche giustamente detto dal Presidente, nonostante la loro precarietà, garantiscono, in alcuni settori, servizi fondamentali, indispensabili che altrimenti non saremmo nelle condizioni di poter garantire. Ebbene, se guardiamo quello che viene riportato, ci accorgiamo che alla voce relativa alla stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità abbiamo delle risorse esclusivamente per il 2022, quindi per gli anni 2023 e 2024 sono a zero. I lavoratori forestali sono una parte importante di questa regione, caro Presidente, è inutile parlare di incendi, di prevenzione, di tutela ambientale e territoriale: per il 2022 c'è la copertura, per il 2023 abbiamo appena 10 milioni sui 150 previsti.

Quindi, ci sono valutazioni che potrebbero indurre alla responsabilità questo Consiglio regionale se solo si permettesse alle opposizioni, e quindi al Consiglio, di lavorare nelle apposite Commissioni così come prevede il Regolamento e come prevedono le leggi.

Per quanto mi riguarda, annuncio il voto contrario ed esprimo questa grandissima preoccupazione perché, in un tempo molto limitato, già mi sono balzate agli occhi queste due problematiche di grande importanza, di grande impatto occupazionale e sociale, oltre che economico e produttivo, per la nostra regione. Purtroppo vedo che siamo nelle condizioni di garantire gli stipendi e le risorse solo per l’annualità 2022, quindi qual è la programmazione 2020-2024?

Faccio, quindi, un appello al Presidente affinché si possa, quanto prima, ristabilire l'agibilità democratica di questo Consiglio eleggendo le Commissioni per poter operare e lavorare.

Caro Presidente, questi sono i fatti, il resto sono chiacchiere.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mammoliti. Non ci sono altri interventi. Passiamo all'esame e votazione del provvedimento. Prego i colleghi di prendere posto.

Pongo in votazione il provvedimento. Il provvedimento è approvato, con autorizzazione al coordinamento formale, anche per rimuovere un refuso presente a pagina 172 del testo, al quartultimo rigo, sostituendo le parole “Errore. L'origine del riferimento non è stata trovata” con le parole “tabella 48”.

 

 (Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 12/12^ di iniziativa del consigliere P. Caputo recante: “Istituzione dell'Ente di Governance della Sanità Regionale Calabrese denominato 'Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria – Azienda Zero'”

PRESIDENTE

Passiamo alla proposta di legge numero 12/12^ di iniziativa del consigliere Caputo, recante: “Istituzione dell'Ente di Governance della Sanità Regionale Calabrese denominato ‘Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria- Azienda Zero”. Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale, Occhiuto, per illustrare il provvedimento.

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

Grazie, signor Presidente. Il mio intervento è in replica al punto che aveva per oggetto “Dichiarazioni programmatiche”. Riferendomi al consigliere Laghi - che invitava, appunto, ad un maggiore livello di concertazione sui temi che riguardano la sanità - ho anticipato un argomento che ora però ripropongo: c'è tutta la disponibilità da parte del governo regionale - nel caso di specie c'è una coincidenza tra il Presidente della Regione e il Commissario della sanità - a concertare quanto più possibile ogni iniziativa avente per oggetto i risultati dell'azione di riforma della sanità all'interno del Consiglio regionale e all'esterno del Consiglio regionale con le organizzazioni sindacali, con le organizzazioni di promozione sociale, con le associazioni che si occupano delle questioni riferite alla salute dei calabresi, con le associazioni che si occupano di quanti devono garantire la salute dei calabresi, attraverso il difficile lavoro che svolgono nelle strutture sanitarie della nostra regione.

Altra cosa, invece, è la disponibilità degli strumenti utili a conseguire questi obiettivi.

In questa settimana ho svolto molti incontri con i soggetti, per esempio, che hanno il compito di attuare la spesa del fondo sanitario riferito agli investimenti del PNRR.

Devo dirvi che ho trovato una generalizzata diffidenza in ordine alla capacità della Regione di assicurare un buon livello di programmazione degli interventi, un buon livello di messa a terra degli interventi nei tempi stabiliti; il tema della reputazione della Calabria, che investe trasversalmente tutti gli ambiti della vita amministrativa della nostra Regione, investe ancora più incisivamente il tema della gestione del governo della sanità. Noi abbiamo la necessità di colmare questo deficit di reputazione, dimostrando che c'è una struttura commissariale che vuole dotarsi di tutti gli strumenti utili a recuperare il deficit di capacità amministrativa che è sotto gli occhi di tutti.

Molte delle procedure amministrative che le Aziende sanitarie dovrebbero svolgere non sono state svolte. Se voi andate a guardare i verbali, per esempio del Tavolo Adduce, vi renderete conto che sia a luglio sia ad ottobre, il Tavolo Adduce chiedeva alle Aziende sanitarie una serie di elementi utili a valutare la gestione della sanità in Calabria e queste Aziende non riuscivano neanche a rispondere.

Allora mi son detto che questa è la ragione di questo strumento. Perché non valutare la possibilità di mettere, appunto, nella cassetta degli attrezzi uno strumento che ci consenta di intervenire sul deficit di capacità amministrativa, accentrando le funzioni amministrative in alcuni ambiti? Prima facevo riferimento per esempio ai LEA, per i quali non c'è la comunicazione dei dati utili all'aggiornamento. Credo che una cosa sia svolgere questa attività a livello centralizzato, altra cosa sia investire, potenziando la capacità amministrativa di tutte le Aziende sanitarie della provincia.

Per intenderci: questo progetto di legge non va ad accorpare il sistema delle Aziende sanitarie. Le Aziende sanitarie territoriali, sia le provinciali sia le ospedaliere, rimarranno deputate alla erogazione dei LEA ai calabresi. Questo è un modello già praticato in altre Regioni, praticato per esempio in Veneto, praticato per esempio in Lazio, che è utile a svolgere in maniera centralizzata alcune funzioni, che diventa più complesso far svolgere alle Aziende sanitarie in sistemi sanitari già ben funzionanti. Mi riferisco a quello del Lazio ma ancor di più a quello del Veneto. Figuratevi in un sistema sanitario come il nostro, dove il deficit di capacità amministrativa è ancora più forte nel sistema delle aziende.

Come anticipato nella Conferenza dei capigruppo, quando è venuto il sub-commissario Bortoletti a proporre al Consiglio regionale la costituzione di Azienda Zero, sul modello della Regione Veneto, della Regione Lazio, come annunciato anche al MEF, nella riunione che abbiamo tenuto a Piazza Campitelli a Roma nella sede del governo della Giunta regionale il primo di dicembre - l'ho detto anche ieri al Tavolo Adduce -, non sarà, consigliere Laghi, un'Azienda immediatamente operativa.

Non voglio compiere l'errore che fu compiuto nel 2007 quando si formò esclusivamente per legge un'Azienda. Nel 2007 l'errore fu quello. L'idea dell'accorpamento delle Aziende sanitarie poteva anche essere perseguibile. Peraltro mi dicono che nella scorsa legislatura ci sono state proposte sia della maggioranza sia dell'opposizione, per esempio, nella direzione di accorpare le Aziende ospedaliere per mettere sotto un'unica direzione sia gli Hub sia gli Spoke e tutta la rete ospedaliera. Non è sbagliato in assoluto procedere in questa direzione, è sbagliato procedere in questa direzione e rendere esecutive queste Aziende prima di approvare l'atto aziendale perché succederebbe quello che è successo nel 2007, quando per legge si stabilì che erano disciolte tutte le Aziende sanitarie e che si faceva l’Azienda sanitaria provinciale. In quel caso abbiamo avuto più responsabili dei Dipartimenti di prevenzione territoriali, che non sapevano come organizzarsi, più responsabili delle unità operative complesse delle disciolte Aziende sanitarie territoriali che non avevano un modello organizzativo ancora costruito.

Per cui, nel testo che oggi proponiamo, noi prevediamo, sostanzialmente, la possibilità di istituire questa Azienda che accentrerà le funzioni amministrative, facendo rimanere intonso il sistema delle Aziende territoriali e prevedremo, invece, l'implementazione di questa Azienda, attraverso atti successivi che, certamente, vorrei concordare con coloro che sono disponibili a darci dei suggerimenti.

Abbiamo, però, molte scadenze, molte urgenze e la necessità anche di un'alleanza, diciamo positiva, con strutture che si occupano dell'assistenza ai sistemi regionali della sanità in Italia, quindi abbiamo pensato di costruire questo strumento che possa essere utile a colmare questo deficit. Ne ho parlato anche con Age.Na.S., che ci sta rimanendo vicino così come ha disposto il Governo, attraverso l’invio di personale utile ad aumentare la capacità amministrativa.

Credo che questo strumento sia utile a tranquillizzare anche la comunità nazionale e, soprattutto, il soggetto attuatore della spesa delle risorse del PNRR sui presìdi di assistenza territoriale sul fatto che in Calabria si sta lavorando ponendosi il problema di rafforzare la capacità amministrativa nella sanità.

Considerate che oggi noi spesso esprimiamo dei giudizi impietosi nei confronti dei Commissari delle Aziende sanitarie. Io sto cercando di valutarli sul campo, in ragione anche dei risultati che ottengono in questa campagna di vaccinazione, però se anche noi avessimo tanti Mandrake al posto dei Commissari delle Aziende sanitarie, senza un'organizzazione che governa il sistema, avremmo nelle Aziende sanitarie tante monadi senza alcun coordinamento tra loro.

Sto lavorando nella direzione da un lato di potenziare il Dipartimento, dall'altro di avere anche altri strumenti utili a svolgere questo coordinamento, cioè mi sto muovendo con le categorie del buon senso.

Ravviso che c'è uno straordinario deficit di capacità amministrativa nel sistema e allora cerco di mettere in campo tutti gli strumenti, tutte le azioni utili, da un lato, a potenziare questa capacità amministrativa, dall'altra, a poter rappresentare, ai decisori del Governo nazionale, alle agenzie deputate a spendere risorse, ad attuare le risorse del PNRR, una Calabria che su questo tema è attiva. Ed è un tema che rappresenta davvero un collo di bottiglia, senza il quale noi il miglioramento dei Lea non riusciremo a realizzarlo; spesso ci concentriamo sul debito, ma dimentichiamo che l'obiettivo del sistema della Salute in Calabria deve essere quello di assicurare i LEA che sono ad un livello di regione incivile.

Certo, la sostenibilità dei conti è propedeutica ad assicurare il soddisfacimento dei LEA, ma ancor di più lo è la capacità di intervenire sulle questioni che determinano poi il buon governo e il cattivo governo delle Aziende sanitarie. Vi ho fatto prima gli esempi dei flussi: noi non abbiamo notizie in ordine alla gestione delle Aziende Sanitarie perché non c’è nel Dipartimento una struttura capace di analizzare i flussi.

Si può andare avanti così? Non si può andare avanti così. Per questo quando ci siamo visti in Conferenza dei capigruppo col colonnello Bortoletti abbiamo anticipato questa intenzione e, per la verità, mi è sembrato in quell'occasione che ci fosse una disponibilità di massima a valutare un percorso del genere. Ricordo anche l'approccio del Governo nazionale nella fase di emergenza della pandemia nel Paese quando il Ministro della salute - il Ministro dell'economia a volte - in una condizione di emergenza, attivava l'interlocuzione con le Conferenze dei capigruppo, che vedono presenti maggioranza e opposizione, anche in maniera sostitutiva rispetto alle Commissioni consiliari, alle Commissioni parlamentari in quel caso.

Ora, ha ragione Mammoliti, anche io invito il Consiglio ad attivarsi per istituire le Commissioni consiliari però la Conferenza dei capigruppo, per quanto mi riguarda, poiché vede rappresentati tutti i gruppi, è in qualche modo un organismo che può svolgere un'azione di supplenza, nelle more della costituzione delle Commissioni, e mi era sembrato che ci fosse una disponibilità in questa direzione. Poi, ieri e oggi, ho letto sulla stampa dichiarazioni di altro segno, di altro avviso.

Peraltro mi era sembrato di capire che anche alcuni gruppi di minoranza, che avevano magari più esperienza sul funzionamento del sistema sanitario del Paese, considerassero Azienda Zero uno strumento utile da mettere nella cassetta degli attrezzi, per fronteggiare un'emergenza che ha tempi ed entità di problemi che non ci possono consentire i vecchi riti, per cui abbiamo deciso di procedere in questo modo.

Affido al Consiglio regionale, alla maggioranza, la valutazione su questa necessità.

Per quello che riguarda il Presidente della Regione, il Commissario ad acta, questo è uno strumento assolutamente necessario a realizzare gli obiettivi che indicavo in premessa, quindi affido a voi la considerazione. Per quanto mi riguarda, se ci fosse l'istituto della fiducia, su un tema del genere porrei proprio una questione di fiducia, fermo restando che, dato che con una legge regionale non si costituisce il giorno dopo l'Agenzia, c'è tutto il tempo poi per valutare insieme anche come costruirla, come articolarla, quali funzioni attivare e quali invece non attivare.

Sono rimasto un po' basito da alcune dichiarazioni che ho letto. In quest’Aula sono stato anche Vicepresidente del Consiglio regionale e credo di aver trattato il Consiglio regionale sempre con grande rispetto in queste settimane. Non sto lesinando impegno, sto andando a tappe forzate su tante questioni, ho detto l'altra volta: invito anche il Consiglio regionale a fare altrettanto, almeno sulle questioni che sono strategiche per noi come la sanità, per cui ho invitato la Conferenza dei capigruppo a svolgere questa azione di supplenza.

Sono rimasto un po' basito dal fatto che qualcuno ritenesse che questo atteggiamento potesse essere irriguardoso nei confronti del Consiglio regionale. Vi dico che non è così! Ho grande rispetto delle prerogative del Consiglio regionale, ma – consentitemi - avverto sulle mie spalle la responsabilità del commissariamento della sanità che ho assunto e quando, ogni mattina, ricevo messaggi da parte dei calabresi, che mi raccontano quello che succede negli ospedali, penso che così come ho rispetto nei confronti delle prerogative del Consiglio regionale devo avere soprattutto rispetto nei confronti dei bisogni della salute che la Calabria ha.

Ora sono io che mi occupo della sanità! Me ne assumo le responsabilità! Se sbaglio, sbaglio io, però voglio avere gli strumenti per lavorare e cercare di realizzare gli obiettivi che questa nuova stagione del commissariamento deve poter realizzare. In estrema sintesi questa è la ragione per cui ho chiesto al Presidente del Consiglio regionale e al Consiglio - ritenevo di averlo chiesto alla Conferenza dei capigruppo quando ci siamo visti - di porre all'ordine del giorno questa proposta di legge.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Presidente, quando lei ha posto questo problema nella Conferenza dei capigruppo ci saremmo aspettati di avere il testo il più rapidamente possibile e, invece, è arrivato venerdì sera.

Siamo tutti interessati ad una cerniera tecnico-amministrativa tipo Azienda Zero, perché ne capiamo il valore. Questo testo, però, ci lascia perplessi per tutta una serie di domande, che credo siano lecite, da analizzare e da porre, e quindi meriterebbe un'attenzione che non può essere dedicata in un tempo così breve. Ma la domanda che mi sono fatta è: è lecita la nostra operazione di legiferare su questa tematica? Lei dice che ne ha parlato al Tavolo Adduce. Ma abbiamo una norma che ci consente di non averla poi bocciata?

Presidente, lei è Commissario, avrebbe potuto fare un DCA (Decreto Commissario ad acta) o avrebbe potuto portarla in Giunta. Noi siamo lieti del fatto che ci voglia investire di questo perché siamo interessati a risolvere i problemi sanitari e socio-sanitari della nostra terra.

Però, le chiediamo, ragionevolmente, di sviluppare e di capire se questo lavoro - che, secondo noi, merita, comunque, un approfondimento e una discussione - merita una serie di suggerimenti che non possono arrivare così, perché ci sono parecchie problematiche da affrontare e sulle quali vorremmo dire la nostra, se tutto questo lavoro rischia, poi, di essere invalidato perché il Consiglio non è deputato a legiferare. Questa è la perplessità che abbiamo avuto nella riunione dei capigruppo in cui c'era l'entusiasmo di accettare un'idea che siamo consapevoli essere utile, sicuramente, per questa nostra terra, però, ragionandoci col tempo, siamo rimasti perplessi e quindi le chiediamo lumi, proprio perché, forse, la Conferenza dei capigruppo, tra l'altro senza un documento davanti, non è un luogo in cui si può decidere di affrontare una discussione ed entrare nel tema di una situazione così delicata.

Quindi le chiediamo lumi: questo lavoro che andiamo a fare in Consiglio rischia di essere bocciato poi perché di fatto manca il Piano operativo regionale, perché andava ridiscusso tutto quanto, andava avviata la concertazione con il Governo?

È un passaggio importante per noi da capire, perché se su questo si può andare avanti vuol dire che il Consiglio regionale, forse, è in grado di legiferare ancora sulla sanità o su altre tematiche, ma per fortuna abbiamo solo la sanità sottoposta a Piano di rientro. Per noi sarebbe una grande cosa sapere che possiamo legiferare, però non ci sentiamo di iniziare un lavoro e non portarlo avanti, soprattutto di non dare il nostro contributo. Ribadisco che il testo merita, sicuramente, una riflessione e suggerimenti che poi si possono o meno accettare, però vanno fatti con una consapevolezza e una architettonica anche di suggerimenti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Occhiuto. Prego. 

OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale

A me sembrava una riflessione più che una pregiudiziale, ma anche io, allora, la considero una pregiudiziale e rispondo.

La consigliera Bruni diceva “Se la impugnassero”. Beh, se la impugnassero credo che il danno sarebbe soprattutto per il Commissario, nel senso che io, per l'esperienza che ho del rapporto con il Governo, dubito che un testo del genere possa essere impugnato, anche perché ho rappresentato questa volontà al Tavolo Adduce, quindi non ho grande preoccupazione in ordine a questa cosa. Anche su questo, però, vi devo confessare una cosa e lo confesso ai consiglieri di maggioranza e di opposizione: questo Consiglio regionale per quattro quinti è formato da gruppi che partecipano allo stesso Governo nazionale. Nel decreto PNRR – come vi ho detto prima - è passata un’altra norma e sono riconoscente al Governo nazionale per il supporto che ci sta dando. Non pensate che sia un lavoro che va de plano, nel senso che è sempre un lavoro molto intenso che si fa, a volte determinato anche da scontri, com'è tipico nei rapporti istituzionali, che poi si dirimono, sempre, utilizzando le categorie della leale collaborazione.

Però, io volgo, in senso opposto, la sollecitazione della consigliera Bruni.

Ma noi vogliamo dire che il commissariamento può essere inteso com’è stato inteso in questi anni e non ha prodotto alcun risultato? Può essere inteso come in un rapporto per cui il Commissario e anche il Consiglio regionale sono supini rispetto al Governo che, sappiamo tutti, ha avuto grande responsabilità nella gestione della sanità in Calabria in questi 11-12 anni? O vogliamo dimostrare che il commissariamento e anche il Consiglio regionale non stanno supini e, anzi, svolgono un'azione. Usando un'immagine non elegantissima, vogliamo stare col cappello in mano a dire: “Possiamo fare questo o non possiamo fare quello?” Oppure, avendo il Commissario ad acta comunicato questa volontà, come deve fare, vogliamo assumerci anche la responsabilità di essere protagonisti delle scelte?!

Ve lo dico per inciso, io col Governo continuerò a ragionare con le categorie che sto utilizzando ora, nel senso che li ringrazio, ma non mi comporto da Commissario supino rispetto al Ministero dell’economia e delle finanze o rispetto al Ministero degli affari regionali.

Questa partita è una partita che un Consiglio regionale, però, deve anche decidere se giocare. A me piace, invece, l'idea che il Consiglio regionale si intesti, si re-intesti, l'attività legislativa sui temi della sanità. È vero, potevo fare un DCA, forse avrei potuto costituire l'Azienda Zero con un DCA.

Credo, invece, che sia una cosa buona che si dica al Consiglio regionale di intervenire per legge e anche per un'altra ragione: se prima di attivare Azienda Zero dovessimo renderci conto che è utile intervenire nel testo, in una direzione o nell'altra, possiamo farlo ma, soprattutto, può farlo il Consiglio regionale.

Io la vedo come una disponibilità che il Commissario offre al Consiglio regionale, senza derogare la propria responsabilità, perché me ne assumo tutta la responsabilità. Vi sto dicendo le ragioni per cui considero questa legge uno strumento decisivo nel caso decidessimo di attivarla.

Questo nuovo modo, più protagonista rispetto al Governo, di approcciarsi sia del Commissario sia del Consiglio regionale lo incoraggerei, anzi lo vedrai come una buona cosa. Per cui per rispondere alla pregiudiziale: sì, io l'ho detto ieri al Tavolo Adduce, l'ha detto anche il sub Commissario Bortoletti, il primo dicembre. La vogliono impugnare? Vediamo se la impugnano, secondo me non la impugnano.

Noi dobbiamo, però, anche dimostrare che, essendoci assunti la responsabilità di essere protagonisti delle scelte, le scelte e anche le prerogative del Consiglio regionale non le deleghiamo a nessuno purché si facciano le cose nel modo giusto, come vanno fatte, in uno spirito di leale collaborazione tra i livelli istituzionali. Quindi, per rispondere all'intervento della consigliera Bruni, se è una pregiudiziale, dico che, per quanto mi riguarda, non c'è pregiudizio all’esame e all'approvazione di questo testo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. 

BRUNI Amalia (Gruppo Misto)

Presidente, so di essere, forse, poco educata, le posso chiedere altri due minuti? Solo perché se così è…

 

(Interruzione del consigliere Montuoro)

 

Avremmo voluto lavorare su questo provvedimento, esattamente, chiedendo di rinviarlo alla Commissione competente per approfondire la tematica.  

PRESIDENTE

Consigliera Bruni non possiamo fare un dibattito, ha già avuto a disposizione il suo tempo.

Mi dispiace. Prego, consigliere Montuoro.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Rivolgo un saluto al Presidente della Giunta, agli assessori e a tutti i consiglieri. Intervengo, intanto, ringraziando il Presidente della Giunta per le preziose delucidazioni che ci ha dato in merito a quello che è stato l'intervento della collega Bruni.  Condivido pienamente quando lei dice che il Consiglio si deve giocare una partita e si gioca una partita importantissima. Approda, forse dopo anni, in Consiglio regionale un provvedimento così importante e io, Presidente, le dico che voglio essere di questa partita. Voglio essere di questa partita perché è il momento di dare una svolta importante a quella che è la gestione della sanità in Calabria.

Penso che non ci sia sede più opportuna che quella del Consiglio regionale per discutere di una tematica così importante e discutere di una legge regionale che può rappresentare l'inizio di una svolta per quella che è stata, fino ad oggi, la gestione della sanità calabrese. Anche questo punto all'ordine del giorno dimostra che è importante e mirata l'attenzione che il nostro Presidente e tutto il Consiglio stanno investendo sul settore della sanità. 

Presidente, visto che si tratta del mio primo intervento in quest'Aula, ne approfitto per farle i complimenti per gli importanti risultati portati a casa in un lasso di tempo così breve.

È giusto ricordarlo e sottolinearlo a tutti che è un Presidente, proclamato il 29 ottobre e nominato Commissario il 4 novembre, al primo Consiglio dei Ministri.

Mi sembra che sia un risultato importantissimo, raggiunto in tempi da record che ci deve rendere orgogliosi di quella che è l’attività che sta portando avanti, non solo per l’importante risultato, ma soprattutto per aver rispettato l'impegno che lei ha assunto con i cittadini calabresi durante la campagna elettorale, risultato che è stato portato a casa, come dicevo poc'anzi, veramente in tempi di record.

Anche le pratiche discusse, oggi, in questa Assise sottolineano l'importanza che questo governo regionale vuole dare al tema della sanità.

I due punti iscritti all'ordine del giorno sono importanti per il futuro di questo settore e noi dobbiamo dimostrare di avere le idee chiare, che sapremo fare del nostro meglio per invertire, una volta per tutte, quella tendenza che ci vede sempre fanalino di coda.

La proposta dell'istituzione della cosiddetta Azienda Zero consentirà di rialfabetizzare, processo per processo, l'infrastruttura amministrativa e si renderanno omogenee le procedure tra le aziende con standard ben definiti e monitorati, consentendo a tutti di raggiungere dei livelli di qualità, di risultato e di servizio migliori.

Una sfida, come diceva lei, Presidente, una partita importante quella della riorganizzazione del servizio sanitario regionale su cui tutti ci giochiamo la nostra credibilità; un'iniziativa che assume un valore particolarmente importante, vista la situazione in cui versa il nostro sistema sanitario regionale, soprattutto, in questo particolare momento di emergenza sanitaria ed è perciò che l'istituzione dell'Azienda Zero risponde alle esigenze di accorpare e centralizzare in capo a un unico soggetto le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di supporto al coordinamento e alla governance del servizio sanitario regionale, riconducendo ad esso le attività di gestione tecnico-amministrativa su scala regionale.

Una misura che consentirà, ovviamente, di snellire le procedure, evitando ulteriori perdite di tempo e consentirà il miglioramento della qualità dell'azione amministrativa e una migliore capacità di utilizzo delle risorse disponibili.

Ci troveremo così una struttura che potrà controllare la spesa, gestire i flussi di cassa e monitorare l'efficienza, per avere un quadro d'insieme migliorativo per la nostra fragile sanità calabrese.

Si tratta, sostanzialmente, di un intervento in linea con gli impegni assunti dal nostro presidente e Commissario Occhiuto che, sulla sanità calabrese insieme a tutti noi, si gioca una tra le partite più importanti di questo governo regionale.

Attraverso questa iniziativa legislativa sarà possibile riconquistare la fiducia dei cittadini calabresi che, dopo circa 12 anni di commissariamento, non conoscono ancora l'ammontare del debito sanitario e troppo spesso sono costretti, per inefficienza del nostro sistema sanitario regionale, a ricorrere al servizio sanitario di altre regioni, a cui la Calabria corrisponde ingenti somme di denaro per la cosiddetta emigrazione sanitaria.

Con questa iniziativa legislativa possiamo finalmente contribuire ad organizzare in modo moderno ed efficiente la governance di questo settore strategico.

Mi avvio alla conclusione, facendo un inciso anche su quella che sarà la sede operativa, Presidente, dell'Azienda Zero che penso, in maniera naturale, debba essere istituita presso la Cittadella regionale di Germaneto, per avere un contatto continuo e costante con la figura commissariale e con il Dipartimento, per avere maggiore efficienza rispetto all'attività che verrà svolta quotidianamente.

E nell'occasione le chiedo, anche se ho avuto modo di apprezzare nel suo precedente intervento che si sta occupando già della questione, di sollecitare la vicenda che riguarda il personale del 118, personale sempre in prima linea e che continua a prestare il proprio prezioso servizio sopportando turni di lavoro estenuanti ma che, nonostante tutto, da mesi attende ancora il pagamento delle spettanze dovute e previste per l'emergenza Covid. So che se ne sta già occupando.

Spero che, anche, questa problematica sia risolta in tempi brevi.

Chiudo definitivamente con una frase che mi è rimasta molto impressa, Presidente, rispetto a quelli che sono i contenuti del Programma di governo: “Poca vetrina e molta officina, guardandoci negli occhi, così come noi calabresi impariamo a fare da bambini, senza alibi e senza paure”.

Penso che questa, Presidente, colleghi consiglieri, assessori, sia la frase che può rappresentare quella che sarà l'attività della Giunta regionale e di questo Consiglio regionale per i prossimi cinque anni.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montuoro. Ha chiesto la parola il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente.  Ho preparato un intervento piuttosto strutturato, fra l'altro, investendo 15 ore di domenica per fare il punto della situazione.

L’ho modificato e mi scuso se, magari, ci sarà qualcosa di poco chiaro; però, vorrei fare un discorso con una franchezza che il mio ruolo politico mi impone, politicamente relazionale, di merito e di metodo.

Parto da quanto il Presidente ha riferito.

A mio parere, concettualmente, la concertazione è una scelta che si può fare con associazioni e con elementi della società civile e questo non è il caso di specie in quanto, nel momento in cui si comincia un percorso all'interno del Consiglio regionale, è del tutto evidente che quel percorso deve, a mio parere, attraversare dei passaggi obbligati che questo disegno di legge e il successivo non hanno neanche sfiorato.

Così come mi permetto di dire che l’incontro avuto in occasione della Conferenza dei capigruppo non può neanche lontanamente essere valutato come una sorta di passaggio in Commissione, in quanto mancavano proprio i presupposti, la conoscenza della legge e mancava la discussione.

Si è trattato solo di una garbata notifica di qualcosa che sarebbe venuto e che adesso ci troviamo direttamente in Aula.

Per quanto riguarda, poi, il problema della Regione Veneto - è ben noto che la Regione ispiratrice di questo provvedimento sia il Veneto - mi sono fatto obbligo di prendere la legge, valutarla, leggerla e compararla sinotticamente con questa.

Beh, allora, non solo sono diverse le condizioni di contesto – vedi il commissariamento e il non commissariamento –, ma la legge del Veneto è sostanzialmente diversa da quello che ci proponete stasera ed è stata ampiamente emendata – per usare un garbato eufemismo – praticamente del 99 percento dei passaggi in cui venivano richiamati gli elementi di condivisione e concertazione dialettici con tutti quanti gli altri componenti del Consiglio regionale del Veneto.

Adesso, entrerò nel merito perché, da tecnico, non ritengo pregiudizialmente che un elemento di supporto, soprattutto amministrativo delle Aziende sanitarie - che, a mio parere, sono state incongruamente ridotte e disastrosamente organizzate nel 2007, per puro interesse politico personale, tanto per chiarirci – sia stato un buon passaggio e temo che il percorso, che adesso si indica con questa nuova legge, peggiorerà ulteriormente quel quadro, qualunque sia il tempo che impiegherà per essere poi concretamente attuata. Le Aziende sanitarie, che io chiamo “locali” e non “provinciali”, sono convinto - e stiamo lavorando a definire gli ultimi dettagli di una proposta in tal senso - che dovrebbero ritornare ad essere – e spiegherò dopo perché –Aziende sanitarie locali, frammentando quel disastroso accorpamento in Aziende provinciali, ovviamente nei territori più ampi. Sono convinto che è quella la strada.

Perché lo dirò? Perché sono assolutamente, non convinto, ma contrario, contrarissimo, a questa proposta di legge?

Perché questo non è uno strumento di cui le Aziende possono giovarsi occupandosi della implementazione dell'attività di assistenza ai cittadini, ma è essenzialmente, con ogni evidenza, una super struttura per cui le cinque Aziende sanitarie diventano un'unica Azienda.

Questo è scritto con grande franchezza.

Come voi sapete, per questo motivo, come gruppo De Magistris Presidente, abbiamo trasmesso al Governo nazionale e alla Procura della Corte dei Conti, l'espressa richiesta di diffidare il Consiglio regionale, affinché non approvi queste due proposte di legge, questa e quella successiva.

Ciò in quanto, tra l’altro, non essendo urgenti, devono essere trattate in primo luogo nella terza Commissione consiliare, di cui la riunione dei capigruppo non può essere considerata certamente una supplenza adeguata.

Secondo la relazione illustrativa, l’Azienda Zero – cito testualmente –, “risponde all'esigenza di unificare e centralizzare in capo ad un solo soggetto le funzioni di supporto alla programmazione sanitaria e socio-sanitaria, nonché di supporto al coordinamento e alla governance del servizio sanitario regionale”; cioè, passiamo all’Azienda sanitaria unica regionale.

In questa premessa, è chiaro che l’intento politico è di creare un soggetto che accentra i poteri e si ponga come organo ausiliario per la programmazione, per il coordinamento generale e per la governance del Servizio sanitario calabrese, come se il Dipartimento tutela della salute fosse irrilevante o secondario, come se le Aziende pubbliche della salute non fossero gestite da Commissari governativi, come se il Presidente della Regione non fosse nel contempo delegato del Governo nazionale per l'attuazione del Piano di rientro; infine, come se il commissariamento non vietasse per legge ogni ingerenza della Regione sino ad avvenuto rientro.

(Interruzione)

PRESIDENTE

Le restano due minuti, collega.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Scusi, non ho 10 minuti di intervento? Ne sono passati quattro, Presidente!

(Voce fuori microfono)

Otto! Il tempo vola! Per la verità ne sono passati 7, allora! Immaginavo che dovessi contingentare il mio discorso.

Comunque, procedo rapidamente a dire che tra le competenze previste in capo ad Azienda Zero vi è anche, per quanto dettagliato, la gestione delle procedure di selezione e formazione del personale, del modello assicurativo, delle infrastrutture tecnologiche e informatiche, dell'autorizzazione all'esercizio delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, del contenzioso sanitario, della logistica dei servizi tecnici e degli uffici relazioni con il pubblico.

È del tutto evidente che si tratta di una manovra politica, non di una manovra tecnica, per incentrare ancora di più una sanità che è già troppo incentrata.

Non leggo il resto e concludo, Presidente.

Concludo, perché voglio concludere con un aspetto che mi sta particolarmente a cuore.

Io sarò un fiero oppositore di questa legge, che avrebbe potuto essere ben diversa e utile, invece sarà una legge distruttiva; e sarò fiero oppositore perché questa legge allontanerà ancora di più i cittadini dalla sanità, renderà le fasce deboli ancora più deboli e stroncherà sul nascere un possibile controllo sociale che in Calabria è un elemento fondamentale di bilanciamento dell'aggressività e della rapacità di una classe politica e, diciamo, di altra natura che nella sanità vede soltanto un cespite di guadagno a danno della salute delle popolazioni calabresi.

Per cui, con ogni evidenza, vi inviterei – non ho tempo e non la posso leggere – a riflettere sul fatto che, nel momento in cui questa legge entra in quest'Aula, deve fare il percorso che le leggi di questa rilevanza debbono fare.

Non ha un criterio di urgenza, l'ha detto il Presidente, perché poi si vedrà.

Allora, una legge di questa importanza, di questo spessore e di questa articolazione deve fare il percorso attraverso le Commissioni.

Se poi la maggioranza, o chi per essa, non è in grado di costituire le Commissioni per motivi che non mi interessano e non mi riguardano, allora si aspetti; si aspetti che le cose finiscano, ma questo è un argomento di una delicatezza estrema che metterebbe definitivamente in ginocchio il diritto alla salute dei calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Laghi. Spero che si sbagli. Ha chiesto la parola la collega Loizzo. Ne ha facoltà.

LOIZZO Simona (Lega Salvini)

Buonasera a tutti. Buonasera, Presidente. Devo dire con grande emozione, da medico, anche direttore di un Dipartimento importante e chirurgico di un ospedale Hub, che questa è la riforma che aspettavamo da tempo.

Sul criterio di urgenza, il Presidente non ha mai detto che non ci sia. La sanità è urgenza quotidiana.

Sugli eventuali profili di interferenza segnalati dalla dottoressa Bruni, della proposta legislativa rispetto ai poteri commissariali e al Piano di rientro che, in qualche modo, potrebbero rendere anticostituzionale questa legge, dico che il presidente Roberto Occhiuto ha un grande coraggio perché ci mette la faccia. Poi si dica a tutti che questa legge è anticostituzionale!

Tra l'altro, il passaggio in Consiglio regionale, secondo me, è doveroso proprio perché l’intero Consiglio regionale deve condividere questo passaggio della legge.

Le criticità mosse all'impianto della proposta di legge istitutiva dell'Azienda Zero, a mio avviso, non appaiono condivisibili.

Come capogruppo della Lega, a nome di tutto il Gruppo, ribadisco che l'istituzione in discorso non stride, né determina un superamento dei poteri sostitutivi, ai sensi dell'articolo 120 della Costituzione, attribuiti al Commissario; anzi, si pone come unico strumento attuabile per superare una situazione di impasse che rischia di sommare al danno la beffa per la Regione Calabria e per la tutela – come più volte ha ripetuto il Presidente – dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti il diritto fondamentale alla salute dell'articolo 32 della Costituzione.

Siamo a conoscenza, caro dottor Laghi, e ben consapevoli delle funzioni di carattere amministrativo dell'organo commissariale della sanità regionale e, soprattutto, dell'esigenza di porre al riparo le predette funzioni da interferenza degli organi regionali.

Ciononostante, anche facendo corretta applicazione del principio di sussidiarietà e del principio di leale collaborazione, nei limiti in cui è possibile evocare detti principi, le funzioni commissariali – come lei saprà bene – non esautorano né potrebbero mai esautorare sic et simpliciter i poteri legislativi del Consiglio regionale definiti dall'articolo 121 della Costituzione laddove, come nella specie, si verte in materia di competenza legislativa concorrente e di una disciplina, quella di cui alla proposta di legge regionale, che, semmai, mira nell'ottica del Presidente a salvaguardare la coerenza del sistema e a superare situazioni di stasi, con la premura di evitare contrasti con l'azione del Commissario e con il Piano di rientro.

Per la prima volta, dopo Giuseppe Scopelliti, abbiamo un Presidente che è anche Commissario al Piano di rientro.

Nel caso di cui ci si occupa non è dato rinvenire interferenze ostative al corretto esercizio delle funzioni commissariali; non è dato rinvenire un'effettiva interferenza con le valutazioni e i poteri del Commissario ad acta, tale da comportare una violazione – come da voi sottolineato – dell'articolo 120, comma 2, della Costituzione, né una sovrapposizione con le previsioni del Piano di rientro e con le azioni di governance, tali da comportare una violazione dell'articolo 117, terzo comma, della Costituzione e dei principi fondamentali della legislazione statale, dirette alla tutela della salute e al contenimento della spesa pubblica in materia sanitaria.

Solo la cooperazione e il dialogo tra organo legislativo e Commissario potranno consentire di superare la richiamata stasi e di contribuire, a mio modesto parere, semmai, agli obiettivi stabiliti dal Governo relativamente al Servizio sanitario della Regione Calabria e altre misure urgenti in materia sanitaria; anzi, secondo me, per alcuni aspetti la proposta sembra proprio attuare le indicazioni governative, laddove l’istituenda Azienda Zero dovrebbe svolgere il ruolo di soggetto aggregatore, come pure tiene conto dell'esigenza di dialogare con l'organo commissariale.

Non ci dimentichiamo che l'approvazione preventiva della legge al Tavolo commissariale avverrà e già stamattina la legge è stata presentata.

Riteniamo, dunque, come gruppo Lega Salvini, al netto di taluni correttivi, che la proposta si innesti nel solco corretto, quello di riappropriarsi di prerogative proprie e di esercitare dunque i poteri propri del Consiglio regionale, ponendo soluzione a quella inerzia, caro consigliere Laghi, che in tanti anni ha inciso negativamente sui livelli essenziali della prestazione sanitaria, facendo sprofondare nel passaggio del testimone tra i Commissari succedutisi – quelli che accettavano e quelli che non accettavano, e nell'ampliamento voluto da alcuni dei poteri ai Commissari – la sanità calabrese nel baratro. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliera Loizzo. Ha chiesto di intervenire il collega Tavernise. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque stelle)

Presidente, inizio il mio intervento con una piccola battuta: non pensavo che la collega Loizzo facesse parte della Corte costituzionale e che già abbia la garanzia che questa proposta non sarà bocciata.

Presidente Occhiuto, qui dobbiamo fare un discorso che è prettamente di metodo e di merito.

Se parliamo del merito io, a differenza del collega Laghi, vedo la razionalizzazione del Sistema sanitario regionale come l'unica via d'uscita da questa situazione, che dire tragica è quasi fare un complimento a chi oggi ha amministrato la sanità in Calabria.

Fosse per me, qualche direttore generale non lo farei più nemmeno entrare in Calabria per come ha gestito i soldi delle tasse dei nostri concittadini.

Sul merito della questione e, quindi, sull’Azienda Zero – ne ho discusso anche col mio collega Afflitto, che di sanità ne sa ancora più di me – non sono in disaccordo, presidente Occhiuto sulla proposta; anzi, le dico di più, non so se lei sa che da più di tre anni abbiamo impantanata in una Commissione, che è la Commissione sanità, una proposta di legge a firma Dalila Nesci, Gianluigi Scaffidi, che è attualmente il direttore generale dell'ASP di Reggio Calabria, e Tullio Laino, ex direttore generale dell'ASP di Cosenza, che andava in direzione della razionalizzazione del Sistema sanitario regionale.

La invito, presidente Occhiuto, a vedere questa proposta di legge che va in direzione totalmente opposta rispetto a quello che diceva il collega Laghi, dove addirittura noi prevedevamo una riduzione delle ASP da cinque a tre: Nord, Centro e Sud.

Si figuri se siamo contrari a priori nel merito della questione.

Mi sposto, però, sul secondo tema, che è quello del metodo, presidente Occhiuto. Devo dare atto che lei sta correndo e sta cercando di cambiare lo stato delle cose, ed è un merito quello che lei sta avendo.

Lei lo sa, sono venuto nel suo ufficio, le ho dimostrato totale collaborazione, lo dico pubblicamente; sto avendo problemi interni anche per questo; non è un problema, perché sono una persona libera, metto al primo posto la Calabria e non mi interessa chi fa le cose per la Calabria, l'importante è che si facciano, e ci tengo a dirglielo in faccia; però, quando si va a trattare un tema così importante, presidente Occhiuto, dobbiamo farlo con un metodo adeguato.

Non stiamo andando a decidere cosa andiamo a mangiare dopo la fine della seduta di Consiglio regionale.

Qui stiamo parlando di qualcosa di estremamente importante ovvero del futuro del Sistema sanitario di due milioni di abitanti.

Lei capisce che ci avete mandato una proposta di legge tra giovedì e venerdì e ci chiedete collaborazione! Come faccio a collaborare in due giorni, dovendomi confrontare con collaboratori, tecnici e persone che, comunque, mi devono aiutare nel valutare una proposta di legge così importante?

Ecco perché, presidente Occhiuto, la invito veramente col cuore in mano dalla prossima seduta di Consiglio regionale, al di là delle Commissioni che, presidente Mancuso, sono importanti, noi dobbiamo arrivare in Consiglio regionale pronti e dobbiamo capire se quello che stiamo andando ad approvare, a legiferare si può approvare o non si può approvare. In un giorno e mezzo con chi mi confronto? Non abbiamo avuto il tempo di rapportarci.

Ho qui davanti a me uno dei tanti messaggi che mi sono arrivati su questa legge che, nel merito, condivido - sottolineo - e, dice: “Mancanza del requisito di eccezionalità e di urgenza della proposta di legge, la proposta di legge andava affidata alla terza Commissione consiliare e alla Commissione bilancio, visto che comporta un maggiore onere di euro settecentomila per il periodo 2020-2024, viola l'articolo 117 della Costituzione perché l'Azienda stessa surroga il potere ordinamentale dello Stato, viola l’articolo 120, comma 2, della Costituzione sui poteri commissariali, viola l'articolo 8, comma 1, della Legge numero 131del 2003, viola l'articolo 4, commi 1 e 2, del decreto legge numero 159 del 2007 convertito nella Legge numero 222 del 2007”.

Ora, da calabrese, mi auguro che questa legge non sia impugnata, però se vogliamo arrivare più pronti, come Consiglio regionale, presidente Occhiuto - visto che lei ci sta chiedendo collaborazione e, personalmente, penso, a più riprese, di averle dimostrato che questa collaborazione ci vuole essere in funzione del bene comune dei nostri concittadini - mi auguro che dalla prossima seduta di Consiglio regionale nelle Commissioni si affrontino questi temi così importanti, con una tempistica, presidente Mancuso, anche un po' più adeguata perché stiamo trattando degli argomenti seri. Consigliera Loizzo, lei dice che il Consiglio deve condividere la legge. Le cose si condividono, a casa mia, quando si fanno insieme dall'inizio alla fine, perché altrimenti voi portate la proposta di legge e noi dobbiamo soltanto alzare la mano e votare favorevolmente.

Penso che, comunque, nel nostro ruolo di opposizione, se voi chiedete collaborazione in un periodo post pandemico dove abbiamo vissuto la terza guerra mondiale, dove comunque stiamo dicendo che al Governo nazionale per questa situazione di emergenza c'è Forza Italia, c'è la Lega, c'è il Movimento Cinque Stelle, c'è il Partito Democratico, allora o si collabora sempre, ma dall'inizio, oppure non si collabora. È un discorso prettamente oggettivo e maturo che non vuole andare, a priori, contro una formazione politica, perché - torno a ripetere - nel merito noi abbiamo già una proposta di legge che va nella vostra direzione che è quella di non tagliare i servizi bensì di razionalizzarli. Grazie per l'attenzione.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Tavernise, spero che nella prossima seduta di Consiglio, prima della fine dell'anno, si possa procedere con l’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni. Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito Democratico)

Grazie. Presidente, è vero che nell'ultima Conferenza dei capigruppo il Presidente della Giunta regionale, unitamente al sub-commissario, ha informato la Conferenza dei capigruppo che avrebbe portato in questa seduta un progetto di legge sull’ Azienda Zero, ma solo pochi giorni fa invece abbiamo avuto il testo per poterlo studiare.

Presidente, il tema è questo! Lei dà una valenza politica molto ampia a questo progetto di legge dal momento in cui chiede, anche alla sua maggioranza, dando la connotazione di un voto di fiducia al suo Governo. Lei sta caricando grandissima responsabilità politica a questo progetto di legge che, nel suo intendimento generale, personalmente ma anche come gruppo, ci trova d'accordo nella razionalizzazione.

Il tema, però, qual è? Oggi, dove è stata applicata questa legge, sappiamo che questo tipo di azienda, questo strumento, come lo chiama lei, è utilizzato in Regioni dove il sistema sanitario già aveva una governance e un modello funzionante o comunque definitivo; a quel punto per razionalizzare le spese, per razionalizzare le assunzioni del personale, per razionalizzare alcuni servizi per tutte le Aziende, si è pensato in quelle Regioni di fare dei progetti di legge che istituissero delle Aziende zero, così come quella che viene prevista in Calabria.

Sostanzialmente l'idea, presidente Occhiuto, - che ha un senso nella logica della razionalizzazione, nella logica di assunzione del personale - in una sanità regionale funzionante avrebbe una logica, ma oggi ci troviamo, invece, con un quadro diverso, cioè con una legge che non ha nel suo corpo ma nemmeno negli intendimenti - perché non c'è stato detto - l’indicazione del modello di sanità verso cui si vuole andare. Poi c'è un altro tema: il personale. Lei dice di centralizzare il personale. Il personale o si assume nuovo o se prendiamo quello delle ASP è quello carente perché ci sono le piante organiche vuote da un lato e dall'altro anche inefficiente, visti i risultati drammatici che gli uffici amministrativi delle ASP, in larga parte, hanno avuto nella nostra regione. Quindi, secondo me, sarebbe stato opportuno, è opportuno che accanto a una riforma di questo tipo…

Poi - mi consenta, Presidente, per la serietà tra di noi e per la serietà anche del ruolo dei consiglieri regionali - non è che si può dire “Lo approviamo, ma poi vediamo quando si attua, poi vediamo se lo cambiamo, poi vediamo quando”.

Se si approva un progetto di legge oggi si costituisce una decima Azienda regionale. È una scelta, questa scelta potevamo avere il tempo e il modo per poterla discutere, accanto al tema della razionalizzazione, al modello sanitario.

Personalmente penso che se lei, da Commissario, ci dice e si assume la responsabilità, che questo Consiglio possa dibattere, discutere e anche approvare, io ci sto; condivido che lei investa il Consiglio regionale, però, allo stesso tempo chiedo che il Consiglio regionale possa discutere riguardo a quale modello di sanità vogliamo.

In qualche modo, Presidente, lei dice “Voglio mettere nella cassetta degli attrezzi un nuovo strumento”. Lei deve decidere se questo strumento deve essere la carota o il bastone.

Per quanto mi riguarda, secondo me, nella sanità in Calabria oggi serve il bastone per il sistema che è crollato, che non funziona e che continua a non funzionare; la carota, semmai, sarebbe da dare al personale medico e paramedico che sta tenendo aperta una baracca e che ci consente di andare avanti, però, per il resto, ci serve il bastone, Presidente, non ci serve uno strumento che poi decidiamo come utilizzare.

 Noi le chiediamo più coraggio nella qualità di Presidente e soprattutto di Commissario ad acta affinché questo modello di centralizzazione di alcuni servizi debba essere strettamente legato, strettamente connesso a quale modello di sanità vogliamo.

Noi nel giugno 2020, quindi a 5 mesi dall'insediamento della undicesima legislatura, abbiamo presentato un progetto di legge in cui, secondo noi - ma deve essere argomento di dibattito, deve essere argomento di discussione in questo Consiglio regionale - il problema non è il numero delle ASP ma cambiarne le funzioni. Noi abbiamo presentato un progetto di legge dove pensavamo di esplodere le ASP, per come le abbiamo conosciute, cioè gli Spoke assieme agli Hub fanno delle aziende sanitarie ospedaliere e il territorio fa il territorio. Ma anche questo deve essere argomento di discussione, non è che perché lo abbiamo proposto noi è un progetto di legge che deve essere approvato, però è la visione che si vuole dare alla sanità.

Il rischio è che da un lato proviamo a centralizzare, lasciando le contraddizioni delle ASP così come sono state fino ad ora. Nessuno può dire il contrario rispetto ai fallimenti in termini di bilancio, in termini di programmazione sanitaria, in termini anche di nuove assunzioni. Presidente Occhiuto, se le ASP non hanno dipendenti amministrativi, se non hanno medici, domani mattina con l’Azienda Zero non si moltiplicheranno i pani e i pesci. Lei dice - su questo apprezzo la sincerità e l'onestà -: “Se facciamo una cosa buona, ho vinto, se sbaglio, ho sbagliato io”. Noi vogliamo che vinca la Calabria, vogliamo che ci sia un sistema sanitario degno di questo nome, che ci sia pari dignità tra i cittadini calabresi e quelli delle altre regioni d’Italia.

Per questo chiediamo che, accanto a questo progetto di legge - che può avere delle cose che ci possono vedere uniti nella scelta sulla centralizzazione di alcune cose, evitando che si sovrappongano le competenze che sono già in capo al Dipartimento - ci venga detta qual è la visione che il Commissario ad acta, che il Governo regionale ha sulla sanità. Il poi vediamo, in questi casi, non ci è concesso. Lei, presidente Occhiuto, per tornare alle linee programmatiche, ha usato, spesso, la parola rivoluzione: “Abbiamo fatto una rivoluzione”. Le rivoluzioni ancora si devono fare, atteso che la rivoluzione che vorremmo tutti è quella che ci sia una sanità funzionante e per farla non può pensare di usare un contrappeso; se fa una legge regionale coraggiosa, la deve arricchire del modello di sanità che noi vogliamo avere, di cui la Calabria ha bisogno.

Aggiungo e concludo sul metodo. Il decreto legislativo 229 del 1999 impone che per grandi modifiche dei piani sanitari ci sia il coinvolgimento dei Comuni, di ANCI, di Federsanità. Nessuno è stato coinvolto. Il presidente Occhiuto ha incontrato le parti sindacali, ha accennato a un progetto di legge nuovo, ma non si è entrati nel merito, non c'è stata una concertazione. Io chiedo, noi chiediamo, il gruppo del Partito Democratico chiede, presidente Mancuso, un aggiornamento di questo progetto di legge. Vogliamo lavorarci e il luogo deputato sono le Commissioni.

Però se si fanno delle riunioni della Conferenza dei capigruppo operative siamo disponibili anche a ritrattarla nella Conferenza dei capigruppo, per pensare a possibili emendamenti da poter presentare, da poter depositare.

Quindi le chiedo, presidente Mancuso, di mettere in votazione la richiesta di rinvio di questo progetto di legge e per comodità dei lavori, conoscendo un po' i lavori d'Aula, le chiedo di non mettere subito ai voti il rinvio ma alla fine del dibattito, considerato che anche altri colleghi del gruppo del PD vogliono intervenire.

Le chiedo, quindi, alla fine del dibattito, di mettere ai voti la richiesta di rinvio, di aggiornamento di questo progetto di legge. Aggiungo che non è una bocciatura a prescindere, lo dico anche ai colleghi di maggioranza. Comprendo il carico politico che il Presidente vuole dare a questo progetto di legge, mettendo una sorta di fiducia al provvedimento, però comprendiamo e comprendete che è inaccettabile, è impensabile approvare un progetto di legge per poi dire: “Abbiamo sbagliato, proviamo ad emendarlo, riapriamo la discussione”.

Oggi si fa un progetto di legge, dopo anni che questo Consiglio regionale non legifera sulla sanità, e si crea una nuova Azienda sanitaria. Sarebbe opportuno, giusto, un approfondimento anche, presidente Mancuso, da concordare, qualora ci fossero le condizioni, anche dandosi una scadenza netta che può essere la prossima seduta di Consiglio regionale, fine anno, ma questo nella Conferenza dei capigruppo, in Ufficio di Presidenza potrebbe essere argomento di sintesi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Irto. Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.

NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)

Sì, grazie Presidente. Vorrei puntualizzare due aspetti che hanno già trattato il Presidente della Giunta, Occhiuto, e la collega Loizzo. Intanto dagli interventi dell’opposizione registro che, ad eccezione del consigliere Laghi, gli interventi che si sono susseguiti non hanno posto delle questioni che vanno a inficiare il contenuto di questa legge, si sono solamente, esclusivamente, limitati a evidenziare delle questioni relative alla legittimità di questa legge; anche il consigliere Tavernise mi pare abbia detto di essere d'accordo.

Riferendomi all'intervento della collega Bruni, lei dice una cosa importante, si chiede se questo Consiglio può legiferare in questa materia. Collega, noi non abbiamo perso la potestà legislativa in questa fase, siamo commissariati, siamo sotto il piano di rientro ma non abbiamo perso la potestà legislativa, possiamo legiferare anche in campo sanitario, la cosa importante è che non si vada in contrasto con quello che è il piano di rientro, con quello che è il piano del Commissario ad acta. La differenza che c'è, almeno quella che io registro rispetto a prima, è che mentre prima il Commissario ad acta era un soggetto diverso dal Presidente della Giunta, adesso coincide con la figura del Presidente della Giunta.

Se mi posso permettere di aggiungere qualcosa alla questione che ha proposto la dottoressa Bruni, mi viene da dire che questa legge potrebbe essere impugnata se in contrasto con quelle che sono le linee dettate dal Commissario ad acta, questa legge può essere impugnata se va in contrasto con quello che è piano di rientro. Allora mi chiedo: ma se, oggi, è il Commissario, sostanzialmente, a proporre questa legge, logicamente verrebbe da dire che questa legge è in linea con quelle che sono le indicazioni del Commissario ad acta delegato al Piano di rientro.

Nelle scorse legislature, sostanzialmente, abbiamo approvato pochissime leggi in materia sanitaria perché ogni volta che arrivavano in Commissione o andavano in Consiglio il Settore legislativo diceva una cosa semplice e lapidaria, diceva non si può approvare questa legge perché, se anche non direttamente, ma potenzialmente, potrebbe andare ad inficiare quello che è il piano del Commissario ad acta. Sostanzialmente le motivazioni erano sempre le stesse: non potevamo approvare leggi relativamente al settore sanitario proprio per questo motivo, perché anche potenzialmente potevano andare a inficiare quella che era l'opera del Commissario. Oggi questo non succede perché il Commissario, sostanzialmente, è il proponente di questa legge.

Ragionando al contrario, questa legge, sostanzialmente, è la base della linea che sta dando il Commissario ad acta per avviare un procedimento riguardante il Piano di rientro.

Per quanto riguarda quello che diceva il dottore Laghi, non sono d'accordo perché, oggi, non stiamo costituendo l'Azienda unica regionale, oggi stiamo cercando di creare uno strumento che dovrà essere riempito di contenuti, oggi possiamo dire che definiamo una cornice con alcune prerogative, poi sarà la Giunta, sarà il Commissario ad acta a riempirla di contenuti. Immagino che l'Azienda Zero avrà bisogno di uno Statuto che precisi e delimiti i compiti.

Oggi stiamo descrivendo, come diceva il presidente Occhiuto, un'Azienda che si andrà ad occupare del deficit amministrativo delle aziende sanitarie locali e, quindi, stiamo andando a drenare delle competenze che - abbiamo avuto modo di vedere tutti - non sono state in grado di produrre alcun tipo di risultato per i calabresi, dandole ad una struttura centralizzata che, sicuramente, in maniera più snella e più rapida, potrà dare delle risposte precise.

Dal punto di vista tecnico mi sento di dire che oggi stabiliamo il primato della politica, oggi approviamo per la prima volta, dopo non so quanti anni, una legge che incide sul sistema sanitario e che vuole essere l’inizio di un percorso virtuoso per quanto riguarda il piano di rientro. È questo che stiamo facendo e siamo in perfetto allineamento con quello che il Commissario ad acta vuole fare.

Ritengo sia improbabile che il Governo possa impugnare questa legge, vediamo cosa impugna di questa legge, di solito è difficilissimo che le leggi vengano impugnate nella loro interezza, magari possono essere impugnate in alcune parti o, cosa che a mio avviso potrebbe anche essere possibile, possono essere date le famose indicazioni con le quali il Governo non impugna la legge, ma indica gli aspetti da correggere per riportare la legge dentro i normali canoni.

Questo è per noi importante per capire quale atteggiamento avrà il Governo nei confronti della Calabria.

È la prima legge che arriverà sul tavolo del Governo e che va ad incidere direttamente sul sistema sanitario calabrese ed è una legge che può dare l'avvio a tutta una serie di procedure e di altre leggi che ci possono portare, a mio avviso, all’uscita dal commissariamento. Ben venga, quindi, questa esposizione che noi abbiamo nei confronti del Governo, non ci sarà alcun tipo di problematica dal punto di vista economico perché, come ha detto il presidente Occhiuto, l’Azienda Zero non verrà attivata immediatamente ma step-by-step e, quindi, alla fine avremo tutto il tempo per capire quali sono i correttivi che, eventualmente, dovremmo apportare.

Ripeto: aspettiamo e vediamo. Il Governo ha i tempi per impugnare questa legge, ritengo che, come dice il presidente Occhiuto, difficilmente la impugnerà, ma se lo dovesse fare vediamo in quale parte lo farà e in quella parte applicheremo dei correttivi, ma, intanto, abbiamo una base di partenza dalla quale iniziare un percorso che, a mio avviso, inizia oggi e che sicuramente continuerà con altri atti che porteranno finalmente a governare la sanità nella Calabria.

Per questo dico che oggi abbiamo stabilito il primato della politica, per troppi anni siamo stati commissariati e non abbiamo potuto incidere in alcuna maniera sulle sorti della sanità della nostra regione. Oggi abbiamo questa possibilità e non possiamo lasciarcela scappare. Questo è un primo passo, si sta mettendo qualcosa, come dice il Presidente, nella cassetta degli attrezzi che, poi, andrà riempito di contenuti; la Giunta dovrà fare atti, il Consiglio sarà chiamato a fare altri atti, sicuramente quando si costituiranno le Commissioni, l'atto costitutivo passerà nella Commissione competente, addirittura tanti punti - è già previsto nel testo della legge - devono passare dalla Commissione competente. Il Consiglio, in questa nuova esperienza, non solo non viene esautorato, ma viene reso protagonista. Quindi, per quanto mi riguarda, Fratelli d’Italia darà il suo voto favorevole a questa proposta di legge. Per quanto riguarda la proposta avanzata dal consigliere Irto siamo contrari al rinvio della proposta in discussione. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega Bevacqua. Ne ha facoltà.

BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente perché il capogruppo Irto ha espresso la posizione in maniera chiara e credo che vada rispettata.

Ci troviamo, però, davanti a un punto importante che stiamo per trattare in quest'Aula e che riguarda la madre di tutte le battaglie: la sanità. Visto che il presidente Occhiuto, ogni tanto, ricorda i nostri trascorsi di amicizia e la nostra formazione comune, vorrei far recuperare un concetto a me molto caro che è la politica della mitezza.

Quella politica che ha grandi ambizioni è un concetto che esprimeva Aldo Moro non io, mi sono abbeverato a quella scuola. Vorrei invitare il presidente Occhiuto a riflettere su questo concetto: la politica della mitezza è quella politica dove qualcuno mette in campo un progetto alto - come magari l’ha messo in campo il presidente Occhiuto - ma questa idea alta deve avere la capacità di persuadere coloro che non sono convinti, coloro che esprimono perplessità e riserve; convincere, poi, tutti questi che manifestano perplessità e riserve a trovare un denominatore comune che è offrire servizi migliori alla Calabria, garantire i servizi eccellenti ai calabresi, evitare quindi la mobilità sanitaria e una governance sanitaria a livello adeguato alle cose che stiamo per dire.

Presidente, affido a lei questa mia reminiscenza storica di formazione legata a un discordo comune.

È giusto che lei dica che questo sistema già esiste in altre realtà territoriali, partito con il Veneto e concluso con il Lazio. Sono sei Regioni che hanno attivato questo sistema. Però è anche vero, presidente Occhiuto, che – lo ricordava bene il capogruppo Irto - quelle realtà sono realtà con un sistema sanitario già efficiente e funzionante.

Lei, oggi, propone a quest'Aula una modifica sostanziale, dove lei è Commissario alla sanità e la Calabria è l'unica Regione - per come ho avuto modo di approfondire, perché il Veneto e il Lazio non erano commissariate, nessuna Regione era commissariata - dove oggi un Commissario, che ha pieni poteri per attivare tutte le iniziative utili a rimettere in sesto un sistema, propone un’Azienda che assorbe le funzioni delle ASP e che accorpa, a mio modesto parere, gestione e programmazione.

Presidente Occhiuto, lei, veramente, sta dimostrando di avere dinamismo, voglia di dimostrare che con la sua gestione la Calabria cambierà passo e noi ne siamo contenti, orgogliosi di questa forza, di questa capacità e determinazione, di questa voglia di dimostrare che i calabresi hanno anche gli attributi - scusatemi il termine - hanno anche una missione, una capacità di chiedere a livello nazionale rispetto, autorevolezza delle proprie funzioni, dei propri ruoli e quindi anche competenza nel proporre innovazioni nel mondo della sanità, in questo caso. Ci mancherebbe altro!

Però, dietro a questa proposta, presidente Occhiuto, a monte, non c'è un lavoro in cui vengono fuori le criticità per le quali lei propone questa Azienda; non c'è un lavoro a monte dove vengono fuori i risparmi che questa Azienda conseguirà; c'è solo un dato: assorbirà 700 mila euro del bilancio regionale. Solo questo è il dato certo!

Le criticità del perché abbiamo creato questa Azienda non ci sono, i risparmi che ne derivano non ci sono e quindi le chiedo chiarimenti su questi due elementi.

E poi questa Azienda dovrà non solo prendere personale in mobilità, eventualmente, ma anche procedere a nuove assunzioni. 

Quindi rischiamo di creare –  lascio la riflessione a lei e alla maggioranza, perché lei ha caricato politicamente questo voto che ha definito di fiducia - al di là della nostra volontà, della nostra voglia di dare un segnale di rottura, - lo dico con estrema franchezza - un nuovo carrozzone in questa regione.

Perché quando lei mi dice “mobilità e assunzioni” non si capisce come si faranno queste assunzioni, da dove verrà fuori il personale, perché lei da Commissario alla sanità, presidente Occhiuto, si sta battendo per avere personale da poter utilizzare in questa battaglia che dobbiamo condurre insieme, in questo cambiamento culturale, in questa rivoluzione che dobbiamo fare.

Questi sono i temi che noi poniamo con umiltà, con serenità.

Noi modelli indifendibili non ne vogliamo difendere. Ci mancherebbe altro! Noi pensiamo, lavoriamo per dare ai calabresi una sanità di qualità, d'eccellenza, che evita la mobilità, la migrazione sanitaria, che evita anche altre cose. Però, convinciamoci a vicenda!

Ecco perché la invito a recuperare quel concetto della politica come mitezza e a darci il tempo per capire meglio quali sono le criticità per cui dà vita all’Azienda. Quali sono i risparmi che derivano da questa Azienda?

Perché lei, oggi, è Commissario di questa Regione che ha tutti i poteri per poter avviare questo processo di cambiamento, assumendo personale, scegliendo quello che vuole, ma non partendo da uno strumento nuovo da mettere in campo che è l'Azienda e che non so dove ci porterà.

Lei dice che è una rivoluzione? Io ho i miei dubbi, per come noi siamo abituati a ragionare. Ma, ripeto, voglio esternarle la mia preoccupazione.

Quindi la invito, Presidente, l’ha già chiesto il presidente del mio gruppo, Nicola Irto, ad aggiornare questa proposta di legge, a darci il tempo per riflettere, perché noi non vogliamo, certamente, riportare l'orologio ai tempi che furono, ma ragionare per come razionalizzare la sanità in Calabria, attraverso nuovi strumenti e attraverso nuove forme. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega De Nisi. Ne ha facoltà.

DE NISI Francesco (Coraggio Italia)

Presidente, non mi ero prefissato di intervenire però, sentendo i discorsi, non ho visto molta logicità in quello che è stato affermato sinora, nel senso che non vedo nessun contrasto tra il fatto che la Regione Calabria sia una Regione commissariata e gli indirizzi e il contenuto di questa legge. Noi siamo commissariati, innanzitutto, per la mole del debito sanitario che si era già accumulato 11-12 anni fa, quando è stato fatto il commissariamento. Leggendo la proposta di legge e le funzioni all'articolo 2, vediamo che ha come primo obiettivo quello di intervenire sul controllo della spesa e sul controllo del debito.

Tra le funzioni che prevede, ci sono funzioni e responsabilità della gestione sanitaria accentrata, al punto b) c'è: gestione dei flussi di cassa relativo al funzionamento del fabbisogno sanitario; tenuta della scrittura della gestione sanitaria accentrata; redazione del bilancio preventivo e consuntivo della gestione sanitaria accentrata.

L’Azienda, da come si legge, ha l'obiettivo principale di controllare la spesa e di rendere efficiente la spesa della sanità della Calabria, quindi non vedo quale possa essere il contrasto di questa Azienda con la funzione del Commissario che ha, come principale obiettivo, quello di garantire i servizi, ma anche di far rientrare la Regione Calabria dal debito che ha accumulato. Se poi pensiamo anche alle funzioni, quelle più semplici ed elementari che possiamo vedere tutti quanti, come la gestione delle procedure di assunzione e concorsuali a livello accentrato regionale, non vedo quale possa essere il danno per la Regione Calabria, se non quello di migliorare, rendere più efficiente e trasparente quella che poi è la fase della gestione del personale della Calabria.

Prima diceva il Presidente che l'Ospedale di Polistena - se non ricordo male - era carente di pediatri e non poteva avere funzionamento nel reparto.

Ma io penso che questa Azienda, sicuramente, aiuterà a migliorare questa carenza perché saprà e aiuterà a scegliere le persone migliori per il posto giusto, rendendo più sicuri i reparti per i pazienti ma anche per il personale medico, scegliendo le persone migliori.

Se noi abbiamo un'Azienda che come precipua attività ha quella di scegliere di avere un Ufficio personale, un ufficio di selezione organizzato, in grado di svolgere queste funzioni al meglio, non vedo quale possa essere il danno per la Calabria.

Non vedo quale possa essere il danno, il dubbio o la differenza tra una Regione che agisce in regime normale e una Regione che agisce in regime commissariale. Anzi questa Azienda aiuta il Commissario perché lo aiuta a controllare alcuni processi come i procedimenti delle gare di acquisto di beni e servizi per conto di tutte le Aziende sanitarie della Calabria.

Voglio dire: ma tutte le gare fatte in tutti i posti più sperduti di questa regione, hanno rispettato il principio di economicità, congruità della spesa, correttezza della spesa? Queste gare sono state espletate sempre nel migliore dei modi? O c'è bisogno del servizio televisivo che ogni settimana, ogni due settimane, ogni mese, ci fa scoprire, in qualche scantinato di qualche ospedale sperduto della nostra regione, che ci sono accumulati milioni di euro di macchinari persi, andati dispersi perché sono stati fatti degli acquisti incauti, magari con tecnologia superata e con tecnologia che non serviva.

Questo non è un buon efficientamento della spesa, un miglioramento della spesa sanitaria. Milioni di euro che vanno buttati magari negli scantinati e negli ospedali quando poi ci sono delle tecnologie, dei macchinari che servono, sono vitali e salvavita per le nostre persone e quindi devono essere scelte con conoscenza della materia. Quindi, ecco che questa Azienda magari avrà una commissione per la valutazione sulle tecnologie sanitarie da acquistare, quindi gli acquisti saranno più cauti.

Quanti fitti improduttivi ci sono in questa Regione? E allora perché questa Azienda non può avere la funzione di valutare la congruità e la necessità di questi fitti?

Penso che questa Azienda vada attivata nel più breve tempo possibile, perché aiuterà il Commissario, il Presidente della Regione, a governare i processi in questo territorio e quindi aiuterà le Aziende sanitarie a migliorare i servizi e la qualità ai cittadini.

Sicuramente non sono i 700 mila euro di spesa previsti, ma a fronte di queste risorse noi avremmo già dal primo anno, da quando sarà attivata, milioni di risparmio. Penso che questa proposta di legge vada approvata poi, magari, col tempo si potrà anche arricchire, se ci saranno altre funzioni che si potranno discutere una volta attivata. Però sicuramente questa è un'opportunità che la Calabria non può mancare, questo sarà, secondo me, il primo esempio di buon governo in tema di sanità che questo Consiglio regionale potrà dare e dimostrare al Governo nazionale e a chi ci guarda.

PRESIDENTE

Ha chiesto il consigliere Mammoliti. Ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente, intervengo molto brevemente. Apprezzo molto le ragioni che il presidente Occhiuto adduce alle motivazioni di fondo che stanno dentro le scelte, in questo caso legislative, che ci sta proponendo. E ho anche apprezzato - debbo dire la verità - l'appello che ha rivolto al Consiglio per dotarsi immediatamente delle Commissioni. Mi sembra molto serio, molto ragionevole perché se avessimo portato questo provvedimento nella Commissione competente, probabilmente la discussione, che stiamo sviluppando in Aula, l'avremmo già in qualche modo filtrata in quella sede. Posso pure capire, Presidente, non mi scandalizzo per nulla, ci mancherebbe pure, che nelle more anche il ruolo dei capigruppo può, in qualche modo, supplire. Non è la stessa cosa.

Vorremmo capire queste more quanto dovranno durare. Mi pare che anche il Presidente del Consiglio, giustamente e appropriatamente, dicesse che forse già dalla prossima seduta di Consiglio saremo messi nelle condizioni di avere tutta l’agibilità prevista con le Commissioni. 

Presidente, ora però è chiaro, lei motiva con appropriatezza le sue ragioni, le sue motivazioni, però non può non valutare che anche l'opposizione e gli altri consiglieri possono, con altrettanta ragionevolezza, con altrettanto merito, con altrettanta appropriatezza, offrire delle riflessioni e delle valutazioni che possono anche non coincidere con quelle che esprime il Presidente. Poi nella forma, dialettica, anche spinta a volte - ci mancherebbe pure - ci sta questa divergenza positiva nel merito delle problematiche, nel merito delle questioni. Qua, però, sono state poste delle riflessioni che io, Presidente, la inviterei sinceramente, con grande senso di responsabilità, a valutare. un suo atto anche di disponibilità in merito alla richiesta che ha fatto il capogruppo del PD, il quale addirittura dice “Non vi stiamo dicendo di rinviarla sine die”. Quindi, non vogliamo prendere chissà quale tempo, Presidente, vi stiamo addirittura dicendo “rinviamola”, decidendo già una data anche all'interno della stessa riunione dei capigruppo, dove addirittura, con la valutazione di qualche emendamento, di qualche aggiustamento, ci sarebbero le condizioni per costruire una convergenza di vedute, di posizione, su un tema così fondamentale ed importante.

Abbiamo discusso di provvedimenti fondamentali, abbiamo detto che la sanità occupa il 62 per cento delle risorse del bilancio e, quindi, abbiamo sottolineato l'importanza che riveste nella nostra Regione.

Allora, Presidente, io non solo le potrei dire le mie personali ragioni che non mi portano a essere così convinto come lo è lei, però lei porta le sue argomentazioni e io prendo atto, le do anche atto della tesi con cui le esprime.

Penso che in questo momento sulla sanità il problema serio sia la zona gialla. Noi siamo in emergenza, il trend della pandemia sta continuando ad incalzare e se noi non dotiamo le strutture con i posti di terapia intensiva, con le USCA, con il rafforzamento e potenziamento della campagna vaccinale, come giustamente diceva, Presidente.

Presidente, in questo momento la priorità è dotare le strutture intermedie, in questo momento la priorità è rafforzare e potenziare la rete socio-sanitaria del territorio.

In questo momento le priorità fondamentali sono altre e non i contenuti di questa legge che poi abbiamo anche detto – mi pare – che non siamo contrari a sopperire al deficit di carenza amministrativa e a concentrare gli acquisti e anche i concorsi, però mi sembra che si vada al di là. Non sono totalmente convinto e non capisco come fanno alcuni consiglieri a dire che non è così.

Qua si sta facendo un’altra Azienda perché – abbiate pazienza – se andiamo a guardare la legge si parla anche di prendere come coordinamento la medicina territoriale. Andiamo a leggere la legge perché ci sono passaggi molto delicati e importanti della vita e dell’attività sanitaria. Altro che non si fa un’altra Azienda unica!

Poi, anche le motivazioni, Presidente, che lei utilizza giustamente a sostegno e per corroborare le sue ragioni. Le Regioni Veneto e l’altra Regione che lei ha indicato vivono in una condizione sanitaria con 50 anni di buona sanità. La situazione sanitaria della nostra Regione non può essere, per nulla, paragonabile, quindi personalmente non voglio aggiungere ulteriori elementi che mi porterebbero anche a dire che le argomentazioni non mi convincono.

Vogliamo fare un esempio? L’ASP di Cosenza gestisce già un terzo della Calabria – non la metà o una parte residuale – e vogliamo vedere gli Ospedali di Castrovillari che non hanno l’alcool? Vogliamo vedere l’Ospedale di Rossano che non trova le siringhe? Di che cosa stiamo parlando!? Non è così automatico, come ci state facendo capire voi, che questa Azienda porterà la felicità della sanità e introdurrà elementi di trasparenza e di chiarezza, di omogeneizzazione e di razionalizzazione. Non è per nulla vero quello che state dicendo!

Penso che sarebbe più appropriato, più giusto e più ragionevole, Presidente, rinviare la trattazione proprio per delle argomentazioni di fondo molto importanti e imponenti che lei ha posto all’attenzione, alla riflessione e alla valutazione del Consiglio regionale e di questa minoranza.

Che cosa cambia fra una settimana o 10 giorni? Non lo so nemmeno se stasera stesso potete, addirittura, già nella riunione di capigruppo, individuare una riunione apposita per valutare e vedere come si possa trovare una soluzione e approvare un provvedimento di questa natura.

Relativamente a quanto diceva la consigliera Bruni – abbiate pazienza – non voglio sentenziare, però, vorrei porre l’attenzione sul fatto che il presidente Occhiuto è Commissario della sanità perché c’è un provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Non è vero che la Calabria mantiene la sovranità sanitaria, stiamo dicendo una non verità perché la sovranità sanitaria con il decreto Calabria è stata avocata già nel Consiglio nazionale a Roma. Non è vero – ripeto – che la Calabria mantiene la sovranità sanitaria perché fino a qualche tempo fa era così: avevamo il Commissario alla sanità e la sovranità sanitaria che era in capo alla Regione.

Oggi, non è così perché la sovranità sanitaria della Regione è stata avocata dal Governo nazionale. È giusta e legittima – sto concludendo, Presidente – la riflessione che fa la consigliera Bruni relativamente al fatto se questo Consiglio possa o meno approvare questo provvedimento per questa ragione.

Poi, c’è un capitolo di bilancio nel quale dice che li trovate questi 700.000 euro?

Ci sono tutta una serie di riflessioni e di aspetti che ci inducono a riflettere.

Non vogliamo essere pregiudizialmente contrari sulla bontà eventuale di questo ambizioso progetto che questa Azienda Zero potrebbe determinare, però, per tutte queste ragioni che vi abbiamo addotto, che abbiamo portato, con le stesse ragioni, motivazioni e con senso di responsabilità e di ragionevolezza – come diceva il consigliere Irto – abbiate pazienza, aspettate una settimana perché non cambia il mondo se non facciamo l’Azienda Zero fra una settimana.

Fate una riunione dei capigruppo, vedete se ci sono le condizioni di correggere qualche emendamento e possiamo veramente uscire con una posizione di ampio coinvolgimento e di grande convergenza che potrebbe per davvero qualificare l’attività amministrativa di questo Consiglio regionale. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Mammoliti. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Grazie, Presidente. Sono un po’ sorpreso dal dibattito di questa sera, tanto è vero che mi chiedo se sono sveglio o sto dormendo, nel senso che quest’Aula ha sempre chiesto in passato di occuparsi seriamente di sanità anche con proposte di legge importanti, come ricordava prima il consigliere Irto. Il Partito Democratico e anche io, pochi mesi fa, abbiamo fatto delle proposte di riorganizzazione del sistema sanitario calabrese e, quindi, oggi che finalmente discutiamo in quest’Aula di sanità e il Presidente della Regione, che è anche Commissario, propone di occuparcene in Consiglio, noi diciamo che, forse, non abbiamo il potere di farlo.

Addirittura, la collega dice: “Provveda lei con un decreto commissariale!”.

Abbiamo preteso che il Commissario Longo intervenisse in quest’Aula a informarci su cosa faceva. Abbiamo preteso – ripeto – la sua presenza in quest’Aula così come abbiamo preteso, senza esito, che i Commissari intervenissero in Commissione sanità.

Oggi, finalmente, in quest’Aula, siamo di fronte a un atto di estrema democrazia da parte di un organismo che è il Commissario che, effettivamente, – sono d’accordo – potrebbe fare un atto monocratico e non lo fa, ma dice al Consiglio di farlo assieme. Noi stasera diciamo: “Fallo da solo!”, rinunciando alla nostra potestà legislativa.

Ho apprezzato in parte l’intervento del consigliere Nicola Irto per il taglio che ha dato che è profondamente divergente da quello del consigliere Mammoliti.

Ho notato anche questo. Ci sono posizioni profondamente diverse all’interno delle opposizioni – come preferite essere chiamati – ma anche all’interno degli stessi partiti.

Non si è stati capaci in 5 giorni – non la maggioranza, ma la minoranza, le opposizioni – di presentare un misero emendamento su questa proposta di legge che avete detto che, tutto sommato, è da apprezzare, che razionalizza la spesa e che è bene accentrare la spesa e alcune decisioni che comportano uno sperpero e hanno portato anche delle decisioni diverse sugli acquisti e sulle forniture dei servizi in ambito regionale. Poi, però, rimandiamo di una settimana perché in una settimana modifichiamo la legge e la miglioriamo, cosa che in 5 giorni non siamo stati capaci di fare nemmeno per una virgola. 

Onestamente, non condivido questa tecnica del rinvio e, perciò, riteniamo che la legge vada discussa, come stiamo facendo, e approvata.

Avrei preferito che ci fosse stata una discussione nel merito e non di tipo procedurale che mi sembra più una manfrina del rinvio, del prendere tempo e di portare delle osservazioni.

La cosa più strana che ho sentito dire stasera e per la quale rimango veramente allibito è stata che questa legge va ad affossare la sanità calabrese, ad abbassare i livelli essenziali di assistenza e che è stata approvata in altre Regioni dove la sanità è eccellente.

In quale sanità viviamo? In quale sanità siamo stati fino ad oggi? In quale sanità viviamo, dottore Laghi?

Per la prima volta si pensa di mettere mano alla riorganizzazione sanitaria della Calabria – cosa che abbiamo chiesto in quest’Aula con mozioni e con centinaia di ordini del giorno – e ora diciamo che non lo facciamo e che rinunciamo a farlo.

Il dibattito di stasera mi sembra veramente surreale ed è perciò che mi chiedo se dormo o son desto. Voglio essere desto. Non voglio dormire in quest’Aula, perciò vi invito ad intervenire con il voto perché da quello che ho capito non è contrario alla formulazione della legge.

Sono d’accordo con il consigliere Irto – l’ha detto anche il presidente Occhiuto e lo apprezzo molto – che questa legge non può essere chiaramente il risultato finale della riorganizzazione sanitaria, ma è l’inizio della riorganizzazione della sanità in Calabria.

È evidente, com’è stato accennato dal Presidente e come abbiamo proposto nella precedente legislatura, che bisogna procedere anche alla riorganizzazione territoriale della sanità e all’unificazione delle aree ospedaliere rispetto alle aree territoriali.

Su questo possiamo e dobbiamo intervenire nei prossimi mesi o nelle prossime settimane. Direi che dobbiamo intervenire prima possibile, ma il Presidente dice: “Innalziamo prima un po’ il livello sanitario della Regione attraverso questa razionalizzazione anche del sistema sanitario”.

Abbiamo necessità di questa legge perché occorre ripartire e, come dicevo prima, dobbiamo valorizzare le energie fisiche ed anche mentali che sta mettendo Occhiuto come Presidente ma anche come Commissario. Non le possiamo disperdere né rallentare, perché non possiamo continuare ad essere affossati anche in un regime di pandemia.

Perciò, vi invito ad esaminare anche il voto su questa legge che non può essere un voto contrario. Vi chiedo di valutare un’astensione anche perché il Presidente ha detto una cosa importante – di cui da oggi ci appropriamo – nel senso che possiamo anche migliorare questa norma da qui a 10-15-20 giorni, se ci sono delle osservazioni. Nessuno impedisce a maggioranza e opposizione di poter presentare da qui a 15 giorni un testo migliorativo di questa legge.

Il Presidente stesso ha detto che possiamo anche migliorarlo nelle prossime settimane, ma, intanto, abbiamo necessità di partire e di mettere attrezzi nella cassetta per poter intervenire sulla sanità calabrese.

Quindi, vi chiedo davvero di riesaminare il vostro voto su questa legge perché ritengo che, pur non condividendo la metodologia procedurale, non si possa votare contro questa norma perché significa votare contro l’assistenza sanitaria in Calabria.

Perciò – ripeto – invito soprattutto il Partito Democratico, di cui ho apprezzato molto i passaggi, a riconsiderare il voto su questa legge e a rivederci poi anche nelle Commissioni, collega Laghi, che non sono ferme per volontà della maggioranza perché - le ricordo - nell’ultima riunione della Conferenza dei capigruppo le divisioni sono emerse nelle opposizioni e non nella maggioranza.

Come ha assicurato il Presidente, nella prossima seduta del Consiglio, procederemo con l’elezione degli Uffici di Presidenza della Commissioni e, poi, ci sarà modo di poter dibattere in Commissione sanità su tutto ciò che riterrete.

Questo per noi è l’inizio, l’occasione per iniziare a ragionare e a legiferare sulla sanità, come abbiamo chiesto per anni. Ora abbiamo un Commissario che ce lo consente e ci rifiutiamo. Pertanto, vi chiedo – ripeto – di riconsiderare questa sera l’espressione di voto.

Chiaramente siamo contrari, per le motivazioni che ho detto, al rinvio della trattazione richiesto dal consigliere Irto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Graziano. Ha chiesto di intervenire il collega Lo Schiavo. Ne ha facoltà.

LO SCHIAVO Antonio Maria (De Magistris Presidente)

Intervengo molto brevemente, Presidente. Invidio davvero chi ha certezze su questa materia perché ne ho veramente poche. Forse non sarò un tecnico della materia e sono abituato ad analizzare con dati statistici e con approfondimenti, in base alle esperienze già vissute, però non ho queste grandi certezze che gli altri hanno.

Ho chiaramente capito quello che stiamo facendo, perché arriviamo alla seconda seduta di Consiglio regionale con due proposte così importanti: l’istituzione di Azienda Zero e la fusione delle Aziende ospedaliere Pugliese Ciaccio e Mater Domini. Il discorso, infatti, è analogo anche per il provvedimento successivo che andremo a trattare.

Appare con tutta evidenza come si voglia dare un messaggio politico ben preciso. Più che di questioni tecniche, stiamo discutendo di un messaggio che ha una grande valenza politica e di cui, ovviamente, ciascuno si assume le relative responsabilità.

Ha detto bene il Presidente: con questa proposta il messaggio politico è che la Regione Calabria torna ad appropriarsi e a legiferare in materia sanitaria. Però questa proposta, a mio avviso, rischia di avere più una valenza simbolica che concreta perché – mi baso su quello che è stato detto – questo è uno strumento che va nella cassetta degli attrezzi e ciò è evidente. Come ha già avuto modo di sottolineare indirettamente il Presidente, questo strumento richiede degli altri correttivi e provvedimenti attuativi cioè deve essere riempito di contenuti. Pertanto, invidio chi ha la certezza che questa legge così congegnata possa, oggi, darci la possibilità di rendere efficiente il sistema sanitario.

Non ne sono così convinto. Questo è un messaggio politico che si vuole dare però prestiamo attenzione all’opportunità di lanciare dei messaggi politici che, poi, non siano concretamente strutturati in proposte di legge che possano tenere il passo.

La forma è sicuramente una proposta di legge, ma nella sostanza mi sembra molto un decreto del Presidente della Giunta regionale perché affrontare in questi termini senza la trattazione nelle Commissioni e senza un adeguato dibattito su un atto di impulso politico così forte, le conferisce la forma di proposta di legge, ma ha un contenuto sostanziale di decreto del Presidente della Giunta regionale.

Dico questo perché gli obiettivi che vogliamo raggiungere ovviamente sono gli stessi e cioè evitare gli sprechi negli acquisti, centralizzare la spesa, evitare la dispersione di risorse.

Chi può essere contrario? Ma questa proposta di legge, così com’è strutturata oggi, è chiaramente vuota di un’applicazione pratica e concreta cioè è molto nebulosa sulla sua concreta operatività.

Dovranno essere gli altri provvedimenti che la riempiranno di contenuti, quindi chiaramente, colleghi, stasera dicendo sì o no a questa proposta non stiamo sicuramente salvando il sistema sanitario calabrese.

Capisco, ovviamente, la contraddizione di chi dice perché bisogna rinviare di una settimana se si è a favore. Capisco anche questo.

È, indubbiamente, un elemento che può destare alcune contraddizioni, infatti non condivido la posizione di chi è assolutamente favorevole a questa proposta come panacea di tutti i mali. Propongo di leggere i dati, valutare le altre esperienze, vedere che risultati ha prodotto nel Veneto e nel Lazio. Ragioniamo su che tipo di sovrapposizione si crea con le aziende esistenti e dopo si può dare una opinione fondata su dati concreti.

Non ho certezze – ripeto – ma dico solamente che quando si parla di copertura finanziaria di settecentomila euro, a me sorge subito spontanea la domanda: ma come sono state quantificate queste risorse? Come è stata ritenuta questa somma sufficiente a dare vita a un’Azienda di così tale importanza? E, poi, siamo sicuri della sostenibilità finanziaria della stessa sui capitoli di spesa da dove vengono prese le risorse?

Ci sono una serie di dubbi, cari consiglieri della maggioranza, che, per onestà intellettuale, non possiamo negare.

Dopodiché, ripeto che capisco che questa proposta ha una grande valenza simbolica e politica. Ne prendo atto, non sono neanche così convinto dell’incostituzionalità. Anche su questo non ho certezze, ma questi aspetti saranno affrontati in altri termini e in altre sedi.

Non è questo il metro di ragionamento che penso di adottare.

Il metro di ragionamento è: questo strumento che mettiamo nella cassetta degli attrezzi è in questo deliberato, con questi termini, con questa proposta di legge, realmente efficace per affrontare da subito le emergenze della sanità calabrese o, invece, ha una valenza puramente simbolica?

Questo è il dubbio, il dilemma, che mi pongo, il motivo per cui non ho alcuna certezza che i vantaggi siano superiori agli svantaggi di concepire un istituto, un’Azienda così importante senza averne definiti i dettagli tecnici che saranno, successivamente, affrontati in Giunta.

Allora, a questo punto è realmente un decreto del Presidente della Giunta regionale e non una proposta di legge maturata in questo Consiglio. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Lo Schiavo. Ha chiesto intervenire il collega Arruzzolo. Ne ha facoltà.

ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia)

Grazie, Presidente. Vista l'ora tarda, non posso che condividere quanto detto poc'anzi dal collega Graziano che, in passato, ha condiviso insieme a me una serie di iniziative che hanno visto questo Consiglio regionale dibattere sul problema della sanità; un problema che, ormai, affligge questa Regione, e mi rendo conto che, forse, il dinamismo che il presidente Occhiuto ha messo in campo in questi cinquanta giorni ha colto di sorpresa le opposizioni perché, per tantissimi anni in quest’Aula, come diceva prima il collega Graziano, si è sempre parlato delle problematiche, dei ritardi, delle assenze nelle Commissioni – i colleghi Irto e Bevacqua se lo ricorderanno –, degli inviti reiterati ai Commissari, ai dirigenti, e delle continue assenze; quando non si riusciva assolutamente a far sì che, in una Commissione, i consiglieri potessero interloquire con chi rappresentava in quel momento il Commissario, nella veste anche dei direttori generali e dei dirigenti che, puntualmente, non venivano mai nelle Commissioni.

Mi rendo conto che, forse, questo dinamismo, questa accelerazione che il presidente Occhiuto ha dato, su un problema che affligge una Regione in cui in 12 anni i commissari non sono stati in grado nemmeno di quantificare il debito e dove costantemente sono peggiorate le condizioni delle prestazioni assistenziali dei nostri corregionali, sicuramente ha colto di sorpresa le opposizioni.

Un’azione così forte per cercare di dare una risposta alle problematiche che affliggono la Regione, sicuramente non farà piacere, perché se una maggioranza lavora e lavora bene, l'opposizione che, giustamente, deve fare il proprio ruolo e la propria parte politica, deve necessariamente cercare di far sì che quello che si mette in campo, anche un progetto di legge incostituzionale – i colleghi Irto e Bevacqua sanno che abbiamo approvato tanti progetti di legge che poi sono stati emendati nel tempo – sicuramente sarà perfettibile e, a differenza del passato, collega Lo Schiavo, quando mancava anche la cassetta degli attrezzi, oggi il presidente Occhiuto dice: “Mettiamo nella cassetta degli attrezzi un provvedimento che sicuramente ci potrà consentire di dare una risposta al problema principale che affligge la Calabria.

Indipendentemente dal fatto che questo progetto di legge possa essere o meno cassato – e non sarà così perché, in genere, nei progetti legge che si approvavano in passato, c'erano sempre delle indicazioni su alcune cose che eventualmente dovevano essere migliorate o meno – ritengo che questo provvedimento sia utile e che potrà sopperire alle inadempienze delle ASP e allo scollamento di cui si è sempre discusso nei vari dibattiti, sul fatto che le ASP non erano in grado di trovare una sintonia, che ogni ASP lavorava per i fatti suoi, che c'erano delle spese diverse tra un’ASP e l'altra.

Nel momento in cui ci sarà uno strumento capace di migliorare, sicuramente si potrà cominciare a vedere qualcosa di buono.

Ritengo che questo progetto di legge potrà sopperire a tutte quelle inadempienze a cui fino a oggi abbiamo assistito,

Per quanto riguarda il problema che affligge la Regione Calabria, ritengo che non si possa assolutamente rinviare, presidente Occhiuto.

Pertanto, pur apprezzando buona parte del discorso del consigliere Irto, la proposta di rinvio non può essere accolta e ritengo che questo progetto di legge debba essere approvato questa sera.

Annuncio, dunque, il voto favorevole del gruppo Forza Italia, affinché effettivamente si possa dare una svolta al problema che affligge la Calabria da tantissimi anni. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Arruzzolo. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.

CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri)

Grazie, Presidente. Intervengo solo per evidenziare che, a mio parere, questa sera si sta consumando un atto importantissimo e di una valenza politica straordinaria.

Probabilmente, i colleghi delle opposizioni di prima nomina, che non erano in Aula negli anni scorsi, non hanno vissuto la menomazione che, in realtà, si avvertiva, anche rispetto ad una gestione commissariale totalmente staccata dal dibattito consiliare.

Saluto con grandissimo piacere e con grandissimo favore quello che, su iniziativa del presidente Occhiuto, sta avvenendo in questi minuti.

Finalmente, il Consiglio regionale riesce ad esprimere una propria opinione sul tema della sanità.

Circa un anno fa, sono intervenuto in quest'Aula dicendo che eravamo stati totalmente esautorati dalla gestione della sanità in un rapporto che non era per nulla facile con il Commissario delegato dal Governo.

Grazie all'iniziativa del presidente Occhiuto, tutto ciò stasera sta avendo un termine, una fine.

Mi permetto anche di evidenziare che in qualche intervento, che mi ha preceduto dai banchi della minoranza, era stato rivolto un suggerimento al presidente Occhiuto rispetto alla possibilità di agire mediante DCA (decreto del Commissario ad acta); proprio quello che noi eletti e rappresentanti del popolo non dovremmo mai augurarci, fermo restando che certamente il Presidente, nella qualità di Commissario ad acta, potrà certamente utilizzare questo strumento.

Presidente, mi rivolgo direttamente a lei – e concludo – per dirle che in questa battaglia che lei si è intestato fin dal primo giorno per sopperire alle gravi lacune del sistema sanitario regionale, la sua maggioranza, il gruppo Forza azzurri, certamente non la abbandonerà, favorendo le condizioni per avere tutte le armi che potranno finalmente portare a una situazione di maggior beneficio. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie, collega Crinò. Cedo la parola al presidente Occhiuto. 

OCCHIUTO Roberto, Presidente Giunta regionale

Grazie, Presidente. Potrei sottoscrivere parola per parola gli interventi dei capigruppo di maggioranza – che ringrazio – e che hanno chiarito ogni aspetto della vicenda che oggi stiamo affrontando in Consiglio regionale.

Ringrazio i consiglieri Loizzo, Neri, Denisi, Graziano, Arruzzolo e Crinò.

Voglio tranquillizzare il consigliere Montuoro, che è intervenuto pur non essendo un capogruppo: immagino che la sede di questa Agenzia sia prossima al Dipartimento della salute; quindi, è evidente che sarà presso il Dipartimento della salute o, comunque, a Catanzaro.

Potrei anche evitare di intervenire perché hanno detto tutto quello che bisognava dire; però, qualche breve riflessione, in risposta anche agli interventi delle opposizioni, voglio farla. Questa volta parto al contrario, con l'ultimo intervento del consigliere Lo Schiavo, il quale dice che invidia chi ha certezze.

Io, invece, ho simpatia per chi certezze non ne ha, perché considero chi non ha certezze mediamente più intelligente di chi ha delle certezze.

Una certezza, però, gliela voglio regalare io: questa legge – ha ragione – non risolve i problemi della sanità. Nessuno ha l'ambizione di dire che con una legge si risolvono i problemi della sanità.

Usando un’immagine biblica, è come se i problemi della sanità fossero incarnati nel gigante Golia, cioè sono problemi giganteschi. Io mi sento come Davide con la fionda; poi, la Bibbia ci ha insegnato com'è andata a finire, però l'impresa è titanica.

Non ho la pretesa di affrontare e risolvere i problemi della sanità con una legge; anzi, ho perfetta coscienza della complessità del cimento e, così come sono convinto che noi vedremo i primi risultati del commissariamento fra qualche mese con gli effetti del Piano operativo che produrremo, sono altrettanto convinto che la sanità in Calabria non si può riformare in un mese, in due, in tre, o con una legge come questa.

Ne ho perfetta conoscenza; però, oltre alla fionda di Davide, qualche altro strumento per combattere questa battaglia contro Golia lo vorrei e credo che questo sia uno strumento necessario, anche urgente, perché – rispondo a chi chiedeva che urgenza c'è – c'è necessità di dimostrare che la Calabria sta procedendo con un'altra velocità rispetto al passato, nella direzione, appunto, di colmare questo deficit amministrativo.

Alcuni consiglieri hanno detto che questo modello è stato applicato in Regioni dove la sanità funzionava – ha detto bene il consigliere Graziano – ma perché è stato applicato in quelle Regioni? Perché è un modello che va nella direzione di rendere più efficiente una sanità che già funzionava, come dicevano i consiglieri Bevacqua e Irto.

A maggior ragione, questo strumento è necessario dove la sanità non funziona perché se c'è un luogo dove è più necessario investire in percorsi che aumentino l'efficienza del sistema, questo luogo è quello nel quale l'efficienza è più bassa.

Peraltro, è un metodo questo che ci consente, mentre ci occupiamo del pregresso e, quindi, di tutti i problemi, di ragionare anche in prospettiva, cioè aprendo un'altra fase e, quindi, ragionare sul pregresso, sul debito sanitario e, comunque, resettare un po' tutto per ripartire.

Questo è l'obiettivo che chiedo al Consiglio regionale di realizzare ed è necessario ancora di più in Calabria perché in Calabria abbiamo l’urgenza di rendere il sistema più efficiente.

Sono intervenuto, soprattutto questa volta, per rispondere al consigliere Laghi. Il consigliere Lo Schiavo parlava di un'attività simbolica, di un messaggio politico. No! Si tratta di un messaggio istituzionale!

Per quanto mi riguarda, il ruolo di Commissario ad acta per la gestione della sanità non è un ruolo politico e il messaggio che oggi lanciamo attraverso l'approvazione di questa proposta di legge, è il messaggio istituzionale di una Calabria che “istituzionalmente” si pone attraverso il Consiglio regionale, attraverso il Commissario, come protagonista nel governo dei problemi della sanità.

Non si tratta di un messaggio politico, ma di un messaggio istituzionale. Così dico al consigliere Laghi: nessuna manovra politica! Non me ne frega niente della politica quando si tratta della sanità. Per quanto mi riguarda, ho detto che la sanità sarebbe stata zona franca e i consiglieri di maggioranza lo sanno.

Sono aperto ai suggerimenti di tutti, ma la sanità non è materia nella quale si possono fare i ragionamenti del passato, perché ci giochiamo tutto!

Si gioca tutto il governo regionale, il Commissario e, se permettete, anche il Consiglio regionale; quindi, lungi da me pensare che, attraverso le questioni che riguardano la sanità, si possano consumare manovre politiche.

Il consigliere Laghi sostiene che renderà ancora più deboli i deboli. Ha ragione il consigliere Graziano, ma in che Regione viviamo? C’è modo di rendere ancora più deboli i cittadini calabresi dinanzi alla sanità?

Dovremmo buttare una bomba a mano sugli ospedali per ridurre il livello della qualità dei servizi sanitari o pensate che una proposta, che dovunque ha aumentato il livello di efficienza del sistema, possa addirittura indebolire la possibilità di erogare i LEA (Livelli essenziali di assistenza) e rendere più deboli i calabresi dinanzi alla sanità? Più deboli di come sono?! Pensate davvero – o scherziamo – che attraverso un'iniziativa del genere si possano rendere più deboli i deboli? “Metterà in ginocchio la sanità” Non siamo forse qui a parlare di queste cose perché la sanità è già in ginocchio?

Questo è uno strumento che serve, appunto, a conferire economicità ed efficienza al sistema sanitario, per evitare, per quanto possibile – anche io non ho le certezze –, che la sanità continui ad essere in ginocchio.

C'è urgenza? Sì, c’è urgenza perché non possiamo più aspettare!

L'entità dei problemi è così grande che non possiamo pensare di procedere con i vecchi riti, le vecchie liturgie. Non è più possibile! Non è più possibile!

Concludo dicendo al consigliere Tavernise che potrebbe rispondere a colui che gli ha inviato un messaggio dicendo che questa legge non infrange alcuna regola.

Ho un grandissimo senso istituzionale e, per inciso, vi dico che questo senso istituzionale, questa cultura istituzionale la impiego anche nel rapporto fra maggioranza e opposizione, perché l’Azienda che andremo a costituire sarà anche soggetta alla valutazione della Commissione speciale di vigilanza, nel momento in cui si costituirà. 

Non lo dico quasi mai ma – diamine! – la guida della Commissione speciale di vigilanza, negli ultimi anni, non è stata affidata all’opposizione né dal centrodestra né dal centrosinistra.

La mia maggioranza ha assunto l'impegno di affidare questa Commissione all'opposizione, e poi ci dite che non abbiamo rispetto istituzionale. Mi sembra una cosa lunare.

Al consigliere Irto dico che è vero che se si approva la legge, si approva subito; ma, siccome la ritengo urgente, per le ragioni che vi ho detto, perché è utile ad essere più credibili rispetto ai soggetti attuatori del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza), ho bisogno che questa legge sia approvata ora.

Quando dicevo che, se c'è la necessità di aggiornarla, la aggiorneremo, lo dicevo offrendo una reale disponibilità al Consiglio regionale. Procedete con la costituzione delle Commissioni.

Se a gennaio sarete nelle condizioni di migliorare anche gli aspetti di merito che ritenete che siano migliorabili, ecco, la sfida è accettata! Lo facciamo!

Un'Assemblea legislativa lavora in questa direzione: fa delle leggi e, se ritiene, poi le aggiorna.

Si tratta di una sfida che, in questo senso, vorrei cogliere se le minoranze hanno voglia di lanciarla alla maggioranza.

Istituite le Commissioni, mettete anche questo testo all'ordine del giorno della prima seduta utile della Commissione che si occupa di sanità e, se vorrete migliorarlo, ci sarà la disponibilità da parte del governo regionale e della maggioranza a confrontarsi con voi per farlo.

Il consigliere Tavernise dica, però, a colui che gli ha mandato quel messaggio, che questa legge non infrange alcuna regola, non infrange la Costituzione e io sono convinto che non sarà impugnata.

Significa anche, però, che è cambiata la musica, è cambiata la musica, soprattutto, rispetto sul tema della sanità. Non so in che tempi noi rinformeremo la sanità, ma ce la metteremo tutta. È cambiata la musica perché ora si corre, si corre perché, mentre i calabresi muoiono, il Commissario ha bisogno, con urgenza, di tutti gli strumenti, non di legulei. Vorrei che il Consiglio regionale riuscisse a dimostrare di essere al livello della drammaticità delle sfide che abbiamo e facesse un lavoro anche in progress, cioè migliorasse il testo se ritiene di migliorarlo. Intanto, non si divida il Consiglio regionale fra quelli che vogliono correre e quelli che, invece, vogliono essere ancora i simboli di una conservazione che, soprattutto, nel governo della sanità ha prodotto i risultati che abbiamo e che sono sotto gli occhi di tutti.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Prima di passare alla votazione del provvedimento metto ai voti la proposta del consigliere Irto di rinviare la proposta di legge in discussione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Irto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

IRTO Nicola (Partito democratico)

Si, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Confermiamo la richiesta di rinvio presidente Occhiuto, però, rispetto agli interventi, non accetto - confermo, quindi, la richiesta di rinvio - che lei possa dire che chi chiede il rinvio vuole la conservazione. Abbiamo detto altro: abbiamo detto che vogliamo fare esplodere le contraddizioni che ci sono nelle ASP calabresi. Lo faremo in Commissione.

Sicuramente questo progetto di legge non racconta un modello diverso, però non accetto che lei dica che chi non vota il provvedimento che lei ha licenziato vuole la conservazione, anzi continuo a dire che noi la sfidiamo a cambiare il modello di sanità. Adesso ci dice che il luogo sarà la Commissione.

La Commissione sarà il luogo dove noi depositeremo progetti di legge che, peraltro, un anno fa depositammo in Consiglio regionale. Questo non l’accetto, Presidente! Non accettiamo che lei dica che chi non vota quello che propone lei fa parte della conservazione e lei è il corridore. Noi vogliamo che corra la Calabria, quindi, se arriveremo ai risultati di migliorare il sistema sanitario calabrese, saremo contenti perché sarà un risultato per la Calabria, per i calabresi, per loro bisogni e per le loro aspettative.

Da questo punto di vista, confermiamo la richiesta di mettere ai voti la proposta di rinvio e, qualora la richiesta di rinvio non sarà approvata, non avendo avuto possibilità di confrontarci, voteremo contro questo progetto di legge, sperando, davvero, che ci sia la possibilità all'interno, ripeto, della Commissione competente di aprire una grande discussione, volta a  mettere in campo un nuovo modello sanitario - oggi, così com'è - e concludo - da questa sera, presidente Occhiuto, avremo un'altra Azienda sanitaria, però il modello, le contraddizioni sanitarie che abbiamo attualmente rimarranno ancora tali.

Quindi, nessun passo di cambiamento ci sarà, nonostante, come le ho detto, il progetto di legge, secondo noi, per alcuni versi, rappresenti elementi di innovazione che potranno essere utili se inseriti in un contesto di riforma complessivo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Irto. Metto in votazione la richiesta del consigliere Irto di rinviare il provvedimento, la proposta è respinta.

 

(Il Consiglio respinge)

 

Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento. Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Consigliere Laghi ha a disposizione 3 minuti.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Avendo vissuto gli ultimi 35 anni all'interno della sanità calabrese, diversamente da altri colleghi consiglieri impegnati su altri fronti, è esattamente questa esperienza che mi spinge ad annunciare il voto contrario, proprio perché una legge, diversamente da quello che ha detto il collega Neri, deve avere poche vaghezze e molte certezze.

Concludo leggendo le attribuzioni di questa nuova Azienda Zero. Ecco cosa va a gestire: le procedure di selezione e formazione del personale, del modello assicurativo, delle Infrastrutture tecnologiche ed informatiche, dell'autorizzazione all'esercizio delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, del contenzioso sanitario, della logistica, dei servizi tecnici, degli uffici di relazione col pubblico e, ancora, la redazione del bilancio consolidato, preventivo e consuntivo del servizio sanitario regionale, dei relativi allegati.

Non un ruolo ancillare e di supporto, ma un ruolo di egemone assoluto, di Azienda regionale unica. Votiamo contro per questo motivo.

PRESIDENTE

Passiamo alla votazione del provvedimento, articolo per articolo, e poi alla votazione della legge nel suo complesso.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Articolo 7

(È approvato)

Articolo 8

(È approvato)

Articolo 9

(È approvato)

Articolo 10

(È approvato)

Articolo 11

(È approvato)

Articolo 12

(È approvato)

Articolo 13

(È approvato)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale, che è approvata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Proposta di legge numero 11/12^ di iniziativa del consigliere Filippo Mancuso recante: “Razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale nel territorio regionale

PRESIDENTE

Passiamo al quarto punto all'ordine del giorno, riguardante la proposta di legge numero 11/12^, a mia firma, recante: “Razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale del territorio regionale”.

Prima di passare alla relazione, volevo far presente che questa è una legge già approvata dal Consiglio regionale, ma bocciata dalla Corte costituzionale, con la sentenza numero 50 del 2021. Chiedo agli uffici di correggere il refuso perché viene indicato il 2020, quindi di aggiornarlo.

In questa proposta di legge, in pratica, vengono soltanto sanate le richieste della Corte costituzionale, le due contestazioni mosse.

Una era quella della fusione, che avveniva con la creazione di una nuova Azienda ospedaliera. La razionalizzazione e il miglioramento dell'offerta assistenziale del territorio regionale richiedono l'unificazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e dell’Azienda ospedaliera Mater Domini aventi sede nella città capoluogo di regione. Tale scelta organizzativa è prevista anche nel Piano di rientro ed è stata, più volte, sollecitata dai Ministeri affiancanti anche in considerazione dei principi indicati nella sentenza della Corte costituzionale numero 50 del 2021.

La proposta di legge prevede che l'unificazione avvenga mediante fusione per incorporazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio nell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini. In tal senso è intervenuta l'intesa politico - istituzionale tra la Presidenza del Consiglio regionale e l'Università degli studi Magna Grecia di Catanzaro. L'Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini assume la denominazione di Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco e subentra nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi all’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio.

L’attuazione delle funzioni è affidata dal Protocollo d’intesa, tra il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro della Regione Calabria e il Rettore dell'Università degli studi Magna Grecia di Catanzaro, che definisce i rapporti in materia di attività integrate, di didattica, ricerca e assistenza, stabilisce i criteri generali per l'adozione degli atti normativi interni, compreso l'atto Aziendale, secondo quanto previsto all'articolo 1 del decreto legislativo 21 dicembre 1999 numero 517. Si prevede che la sottoscrizione del Protocollo d'Intesa avvenga entro un anno dall'entrata in vigore della legge.

Le attuali Aziende ospedaliere hanno funzioni assistenziali piuttosto diversificate, avendo l'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio consolidato, soprattutto, una particolare esperienza verso le prestazioni di emergenza urgenza, mentre l'Azienda ospedaliera Mater Domini è maggiormente orientata verso le prestazioni in elezione, urgenza, didattica e ricerca. Di conseguenza, si prevede che il Protocollo d’intesa, nello stabilire i criteri generali per l'adozione dell'atto, degli atti normativi interni dell'Azienda ospedaliero-universitaria Renato Dulbecco, tenga conto, in particolare nella fase di avvio delle attività dopo la fusione, delle rispettive vocazioni assistenziali di emergenza - urgenza dell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio e di elezione, urgenza, didattiche e ricerca dell'Azienda ospedaliera Mater Domini.

In tale contesto deve tenersi conto, altresì, dei volumi di attività delle strutture e delle esigenze derivanti dall'organizzazione dei corsi di laurea, delle scuole di specializzazione e della scuola di medicina e chirurgia.

È prevista la costituzione di una commissione paritetica per lo svolgimento delle attività prodromiche alla sottoscrizione del Protocollo d'intesa che può acquisire dall'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e dell'Azienda ospedaliero universitaria Mater Domini i dati e le notizie necessarie per lo svolgimento delle funzioni ad esso devolute dall'atto aziendale dell'Azienda ospedaliero-universitaria Dulbecco cui è rimessa la definizione dell'assetto organizzativo, secondo il modello dipartimentale, nonché, sulla base dei principi e dei criteri stabiliti nel Protocollo d'intesa, la disciplina della costituzione, organizzazione e funzionamento dei dipartimenti assistenziali, di quelli ad attività integrata, compresa l'individuazione delle strutture complesse che li compongono, le indicazioni di quelle a direzione universitaria e di quelle a direzione ospedaliera, al fine di assicurare il più efficace esercizio integrato delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca.

La fusione per incorporazione delle aziende diviene efficace il giorno successivo alla pubblicazione del Protocollo d'intesa nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. Sempre dal giorno successivo alla pubblicazione del Protocollo d’intesa cessano di diritto, in conseguenza del mutamento organizzativo derivante dalla fusione, gli organi dell'Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e dell'Azienda ospedaliero universitaria Mater Domini di Catanzaro.

Decorsi i successivi trenta giorni, cessano di diritto anche i rispettivi direttori sanitari e amministrativi con risoluzione del rapporto di lavoro. Al fine di garantire che possa procedersi celermente alla redazione e sottoscrizione del Protocollo d'intesa, si prevede che, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge, il Commissario straordinario dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro provveda a svolgere le attività di propria competenza, in particolare la ricognizione del personale, dei rapporti giuridici attivi e passivi e del contenzioso pendente nonché la redazione degli inventari dei beni mobili e immobili.

Il testo si compone di 6 articoli, come di seguito descritto:  l'articolo 1 prevede la fusione per incorporazione dell'Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro con l'Azienda ospedaliero universitaria Mater Domini, in linea con i principi di cui alla sentenza numero 50 del 2021 della Corte Costituzionale; l'articolo 2 prevede la modalità attuativa della fusione mediante Protocollo d’intesa, ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 517 del 1999; l'articolo 3 dispone l'efficacia della funzione a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione sul BURC del Protocollo d’intesa, di cui all’articolo 2; l’articolo 4 prevede l’abrogazione del capo secondo della legge regionale numero 1 del 2020, comprendente gli articoli 9 e 10, dichiarati costituzionalmente illegittimi dalla Corte Costituzionale; l'articolo 5 prevede la clausola di invarianza finanziaria in considerazione della natura ordinamentale dell'intervento normativo che, quindi, non comporta nuovi o ulteriori oneri a carico del bilancio regionale; l'articolo 6 dispone l'entrata in vigore anticipata della legge rispetto al termine ordinario di 15 giorni decorrenti dalla pubblicazione della legge sul BURC. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)

Grazie, signor Presidente. Prendo atto che lei, oggi, porta, qui, in Consiglio regionale, una proposta di intervento che, dall'area centrale della Calabria, dalla nostra provincia è attesa da tanto tempo ed è indubbio che questo intervento porterà, sicuramente, dei miglioramenti sull'erogazione dei servizi.

Sappiamo, purtroppo, la sofferenza che vive l'Ospedale Pugliese Ciaccio oberato di lavoro, saturo in alcuni reparti, e le grandi potenzialità, invece, dell'Azienda universitaria che, appunto, non aspetta altro che mettere in moto le sue capacità organizzative e i servizi che può erogare.

Ho solamente alcune perplessità, le espongo brevemente: si stanno spendendo diversi milioni di euro in interventi che, probabilmente, saranno inutili, presso gli altri presìdi ospedalieri del territorio di Soveria Mannelli, di Lamezia, di Soverato con risorse pubbliche importanti.

Allora dico, se è vero che questa Azienda, questa nuova Azienda sanitaria è necessaria e per ridisegnare la sanità in Calabria, allora come mai non aspettiamo di ridisegnare la sanità nell'area centrale prima di approvare questa legge che la modifica in maniera importante, senza indicare che fine faranno la sanità territoriale e gli altri presidi ospedalieri? Che futuro si immagina? In cosa saranno trasformati, se queste risorse continueranno ad essere spese, se rimarranno cattedrali nel deserto, se avremo reparti ristrutturati, moderni, con delle attrezzature moderne e che, però, rimarranno vuoti nei prossimi anni?

Avrei votato favorevolmente a questa proposta di legge se fosse stata all'interno di una progettualità complessiva che riguarda tutta la provincia di Catanzaro e non solo. Le mie perplessità sono anche quelle di tanti operatori sanitari che, oggi, stanno prestando il loro servizio con spirito di abnegazione negli altri presìdi ospedalieri, con il grosso punto interrogativo riguardante quale fine faranno, appunto, le loro attività.

Le chiedo di permettermi, visto che sono all'interno dei tempi, di fare un brevissimo passaggio, considerato che la mia inesperienza in Consiglio regionale non mi ha dato l'opportunità di fare la dichiarazione di voto sulle linee programmatiche.

Volevo dire al presidente Occhiuto, in maniera molto serena, che, probabilmente, non sono stato bravo ad esplicitare il mio intervento che non era sicuramente polemico. Ho dato, molto modestamente, degli spunti su due temi che reputo molto importanti e che sono quello del turismo e quello delle politiche sociali e quando lei mi dice, chiedo anche all’assessore Orsomarso di fermarmi per dirmi se dico delle fesserie, che la Regione Calabria, nel turismo, produce l’undici per cento del PIL, simile più o meno alla Puglia, contando venticinque mila addetti, mentre la Regione Puglia conta centotrentacinque mila addenti, è chiaro che un problema c'è.

I numeri a me piacciono, lei è sicuramente molto bravo, lo riconosco.

È vero che il PIL della regione Puglia è, sicuramente, molto più alto di quello della Regione Calabria però a parità, facendo una semplice proporzione, dovremmo avere almeno sessanta-settanta mila addetti nel comparto turistico, considerate le risorse e il giro d'affari di circa tre miliardi e mezzo, se non sbaglio, assessore Orsomarso, dell’indotto proveniente dal turismo. E allora, se i numeri sono numeri, significa che circa un miliardo e mezzo, due miliardi di euro non sappiamo cosa producono sui territori. Non riescono a produrre occupazione e ciò potrebbe far riflettere sul fatto che queste risorse finanziarie finiscano, poi, nelle mani di pochi, invece che di tanti. Era solo una piccola riflessione.

Un'altra riflessione l'ho fatta sulle politiche sociali, portandole quella che è la mia esperienza. Lei è circondato da validissimi collaboratori, ma anche un semplice consigliere d'opposizione, magari, ogni tanto, qualcuna la può azzeccare perché oltre a essere consigliere di opposizione, magari ha fatto il sindaco, è commercialista, è avvocato, è notaio e quindi vive la società. Le dico che se nella sanità da zero a cento partiamo da dieci, nelle politiche sociali partiamo da meno cento.

Allora le dicevo, forse con una battuta eccessivamente zelante: va bene la collaborazione tra enti e associazioni, ma questa collaborazione prevista, proprio, dalla 503 che, per mancanza dei piani di zona, purtroppo, non è attuata sui territori. Su questo mi aspetto dall’Assessore, che, purtroppo, non c’è, un'immediata risposta per commissariare quegli ambiti che non la riescono a portare avanti, soprattutto, per un piano di formazione importante. Oggi, nel Dipartimento delle politiche sociali e negli uffici di piano degli ambiti non c'è personale adeguatamente formato per spendere queste risorse che sono seconde, soltanto, a quelle della sanità. Grazie. Presidente, considerata l’assenza del nostro capogruppo, esprimo il voto contrario da parte del gruppo PD.

PRESIDENTE

Grazie, collega Alecci. Ha chiesto di intervenire il collega Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Al contrario del consigliere Alecci, accolgo molto favorevolmente la proposta di legge che, finalmente, approda in Consiglio regionale dopo la bocciatura del testo precedente e che, ovviamente, non riguarda solo la città di Catanzaro, come sottolineava lo stesso consigliere Alecci, ma bensì l'intero territorio catanzarese e dell'area centrale della Calabria per le grandi potenzialità che può avere la fusione tra le due Aziende.

Questa proposta, presidente Mancuso, che accolgo molto favorevolmente, riporta al centro del dibattito una questione tanto importante quanto delicata, come quella dell'integrazione tra l'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio e l'Azienda universitaria Mater Domini.

Se ne parla da anni e si è lavorato per arrivare all'integrazione, considerandola un punto di riferimento, come dicevo poc'anzi, non solo per la città di Catanzaro, ma per l'intero territorio della provincia di Catanzaro e dell'area centrale della Calabria.

Da quasi 20 anni si parla di una Azienda ospedaliero-universitaria unica, che abbia l'obiettivo di migliorare l'offerta sanitaria in termini di volumi, appropriatezza e qualità, e di realizzare un Centro di eccellenza per le malattie oncologiche presso il plesso Ciaccio dell'Azienda ospedaliera di primaria importanza con lo scopo, tra l'altro, di contrastare la mobilità passiva regionale.

Il presidente Mancuso rilancia all'attenzione della politica calabrese la proposta dell’unificazione dell'Azienda del capoluogo, richiesta soprattutto dall'esigenza di razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale nel territorio regionale.

L'integrazione tra le due Aziende ospedaliere del capoluogo consentirà, infatti, di ottenere risparmi e di razionalizzare assistenza, organizzazione, logistica, ricerca e didattica, sbloccando anche le risorse necessarie all'edilizia sanitaria.

Con l'integrazione, l'area centrale della Regione Calabria avrebbe una delle più grandi strutture sanitarie della Calabria, dove ci sarà sicuramente la possibilità di creare ulteriori posti letto e di cercare di porre fine all'incubo del Pronto soccorso inaccessibile.

C’è un altro aspetto da sottolineare, più volte richiamato in occasione dei dibattiti aperti sul rischio di depotenziamento del Polo universitario catanzarese a vantaggio di altre realtà universitarie.

L’integrazione sosterrà le scuole di specializzazione della Facoltà di Medicina dell'Università Magna Grecia, rafforzando anche l'Ateneo.

Quello che auspichiamo, infine, è che, con il massimo coinvolgimento del Consiglio regionale, si seguano tutti i passaggi burocratici e amministrativi necessari per evitare un ulteriore blocco o bocciatura della legge che oggi andremo ad approvare, soprattutto per non perdere ulteriore tempo, e che l'integrazione avvenga nel pieno rispetto del patrimonio professionale di entrambe le Aziende, salvaguardando anche le storie e le aspettative degli operatori che ci lavorano e che, con grande impegno e sacrificio, hanno fatto crescere la qualità della sanità calabrese, salvaguardando il diritto alla cura, nonostante le criticità logistiche e strutturali che hanno determinato un commissariamento lungo quasi 12 anni e che è finalmente concluso, grazie al Presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Montuoro.  Ha chiesto di intervenire il consigliere Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Per quanto riguarda il metodo, mi rifaccio a quanto già detto per la precedente proposta di legge: neanche questa segue un iter che, a mio avviso, dovrebbe essere obbligato.

Entrando, invece, nel merito, segnalo al presente Occhiuto un aspetto che forse già conosce e che, comunque, credo sia meritevole di approfondimento, ovvero che l'ultimo Protocollo di intesa tra Regione Calabria e Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Catanzaro risale al 2008.

Il relativo schema, approvato con decreto del Commissario ad acta, numero 110 del 2012, non è mai stato formalmente sottoscritto dal medesimo Commissario di Governo e dal Rettore pro-tempore; pertanto, pur in assenza dello strumento regolatorio, la Regione in persona del Commissario ad acta ha continuato a erogare annualmente le relative provviste economiche all’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini, stimabili in un surplus di corrispettivo di decine di milioni di euro.

Forse questo aspetto meriterebbe un approfondimento.

Per quanto riguarda invece l'aspetto squisitamente sanitario e tecnico-sanitario, anch'io sono per la razionalizzazione della sanità calabrese che, diversamente da come pensa il collega Tavernise, non vuol dire riduzione, ma vuol dire migliore funzionamento.

Personalmente, non ho niente in contrario alla fusione, però la vedrei, dal punto di vista delle ricadute, proprio per l'utenza e per la formazione degli studenti, in maniera un po’ diversa; per esempio, in Calabria, proprio per le esperienze specifiche, dopo un po' di anni ancora mi chiedo quale sia il senso tecnico di collocare gli ospedali Spoke in due città diverse.

Il senso politico lo capisco, ma il senso tecnico francamente mi sfugge.

Ugualmente, può essere utile accorpare questi due centri di salute ma sarebbe opportuno che il Mater Domini, ad esempio, si dotasse dei DEA di primo e secondo livello perché ciò consentirebbe – cosa che è sempre stata molto riottosa a fare, così come è stata riottosa a pretendere – la presenza di chi governa le unità cliniche continuativamente.

Questa cosa, tra l'altro, ha una ricaduta negativa nella completa formazione dei giovani che faranno i medici perché il problema, anche logistico, non va sottovalutato.

Annuncio il mio voto sfavorevole perché avrei preventivamente visto un diverso iter in cui si sarebbero potuti anche evidenziare questi aspetti e, magari, arrivare a una legge più condivisa. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie, collega Laghi.  Ha chiesto di intervenire il collega Mammoliti. Prego, ne ha facoltà.

MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Non so se è più veloce il Presidente della Regione o il Presidente del Consiglio. C'è una buona e positiva competitività che imprime questo dinamismo e che – voglio rassicurare qualche consigliere – non impressiona la minoranza.

Sembra che questo dinamismo sia più soporifero per i consiglieri di maggioranza. Sinceramente non so se ci sarebbero stati gli stessi risultati e gli stessi atteggiamenti, se ci fossimo trovati in presenza della nomina della Commissioni, però prendiamo atto.

Al mio paese si dice che i cavalli bravi non si vedono alla partenza, ma al traguardo; e vedremo!

Siamo qui e avremo modo di confrontarci nel merito con dialettica, confronto positivo e nel rispetto reciproco delle posizioni.

Caro presidente Occhiuto e caro presidente Mancuso, in qualità di presentatore di questa legge - che, devo dire la verità, ho sempre visto positivamente -, anche quando rivestivo altri ruoli in quel di Catanzaro, venendo a Reggio Calabria per essere audito nella Commissione, ho espresso delle posizioni molto precipue rispetto a queste prospettive e a questo percorso e, in pratica, le debbo reiterare, Presidente, per una ragione molto semplice: voi non potete pensare di utilizzare le buone pratiche delle altre Regioni a vostro modo e piacimento; ovvero, quando vi conviene utilizzate il Veneto, la Toscana e l'Emilia perché ci sono le buone pratiche e quando non vi conviene non le utilizzate.

In altre Regioni che hanno fatto lo stesso percorso, presidente Occhiuto, come la Toscana, dove è stato messo insieme il sistema sanitario toscano con il sistema universitario di Firenze, istituendo l’importante Istituto Careggi se non erro, lì hanno costituito una Commissione permanente con tutti gli attori che interagiscono e che hanno degli interessi rispetto a questi processi importanti che voi mettete in atto e che sono i lavoratori, le forze sociali, i Sindaci e i territori.

Lì hanno fatto una Commissione permanente; qui, invece, purtroppo non è stata mai fatta una discussione vera e approfondita perché, probabilmente, sulla bontà e sulla generosità di questo provvedimento legislativo nessuno è contrario, però ci sono degli elementi di cui parlava anche il consigliere Montuoro, non vorrei sbagliarmi.

Con questo percorso, che vede la fusione per incorporazione a seguito di questa sentenza – che avete fatto bene a correggere perché avevate scritto “2020”, piccoli errori formali che non comportano nulla – stiamo mettendo insieme due grandi Aziende sanitarie.

Non è vero che l’Ospedale Pugliese-Ciaccio fa solo emergenza, attenzione, anche per quanto concerne il settore oncologico.

Dobbiamo salvaguardare e valorizzare il know-how e le professionalità importanti presenti nelle due Aziende che andiamo a unificare.

Dunque, mi convince il passaggio su questo percorso di valorizzazione del personale sanitario amministrativo delle due grandi strutture perché, probabilmente, se riusciremo a fare questa operazione di amalgama e di valorizzazione delle risorse ivi presenti, sono convinto che potremo realizzare uno dei più grandi presidi ospedalieri, non solo della Calabria, ma addirittura del Mezzogiorno.

Per queste ragioni, però, non possiamo fare delle operazioni così frettolose e non tenere magari in debita considerazione le figure e le professionalità che andiamo a mettere insieme, Presidente.

Nella proposta di legge che avanzate è prevista l’istituzione di una Commissione.

Mi domando come mai, in questa Commissione paritaria – come voi la definite – si prevedono due componenti, due figure - non so come vogliamo chiamarle - nominate dal Commissario e due dall'Università.

Perché non si possono prevedere anche componenti dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio? È un grande presidio sanitario quello che stiamo mettendo dentro questo ospedale.

Se vogliamo fare una cosa di pari dignità, valorizzazione e razionalizzazione senza mortificare nessuno, possiamo fare benissimo una Commissione nella quale ci siano anche quelle figure.

Non mettendole o estromettendole non facciamo certo un’operazione di valorizzazione esclusiva delle direzioni universitarie; uno dei temi – lei lo sa bene, Presidente, perché la realtà la conosce – per cui questo progetto negli anni non ha mai visto il traguardo, era proprio per questa ragione, per chi poi doveva assumere la direzione: se erano più gli universitari o se erano più gli ospedalieri; però, credo che queste professionalità che stanno sia nell'una sia nell'altra Azienda, dovrebbero essere valorizzate, integrate, amalgamate perché probabilmente veramente con questa operazione si può mettere in asse la sanità, non solo della provincia di Catanzaro o solo dell'area centrale, consigliere Alecci, ma anche dell'insieme della Regione Calabria e dico anche del Mezzogiorno; quindi, ecco dove la ragionevolezza, dove la responsabilità, dove la dialettica, anche aspra, però è propositiva.

Non è vero che siamo impressionati del dinamismo del Presidente, ma siamo predisposti in maniera positiva.

Questo dinamismo, però, deve avere anche un merito e la ragionevolezza di ascoltare le ragioni di chi la pensa diversamente e di chi propone anche delle soluzioni praticabili. Non è polemica solo perché vogliamo essere bastian contrario, ma stiamo ragionando di cose che sinceramente non mi sembrano fuori dal mondo o delle cose astruse.

Per questa ragione, personalmente, come diceva il consigliere Alecci, avendo ragionato con l’insieme del gruppo, saremo contrari.

Lo saremo perché state dando il messaggio di voler fare tutto e subito. Il Presidente lo definisce un messaggio istituzionale, ma dal punto di vista della sostanza cambia poco, presidente Occhiuto, che sia istituzionale o che sia politico, state dando il messaggio che volete fare tutto e subito.

Probabilmente, in Calabria, dovevamo nominare imperatore il presidente Occhiuto perché è Commissario della sanità, è Presidente della Regione, adesso istituisce l'Azienda Zero.

Abbiamo nominato un imperatore in Calabria e forse non ci sarà nemmeno più bisogno di fare le elezioni in questa Regione.

Non è così, non funziona così! Questa “luna di miele”, questa forza dei numeri della maggioranza può anche valere per i primi mesi ma, alla lunga, questa situazione non si reggerà.

Ritengo che se si facesse prevalere un senso di maggiore coinvolgimento e di maggiore ragionevolezza, si potrebbe ottenere lo stesso risultato, Presidente, anche con i tempi necessari e dovuti.

Il Presidente dice che c'è l’urgenza, ma è possibile che in una settimana cambi il mondo? Con l’istituzione dell’Azienda Zero che abbiamo approvato poc'anzi – che avete approvato poc’anzi – e di questo provvedimento, che approverete lo stesso anche con il nostro voto contrario, da domani cambierà la sanità calabrese?

Eh no, io ritengo che un processo più condiviso e più partecipato avrebbe un effetto e un’efficacia migliore per garantire il diritto alla salute in questa Regione, l'affermazione e l’esigibilità dei Livelli essenziali di assistenza che, per quanto mi riguarda – per quanto ci riguarda come Partito Democratico, ma credo l’intera opposizione e anche la maggioranza – sono i riferimenti fondamentali per cercare di fare qualcosa di positivo per questa Regione.

PRESIDENTE

Grazie, collega Mammoliti.

Se non ci sono altri interventi, prima di passare alla votazione, voglio precisare quanto da voi dichiarato: la legge è buona, la condividete, ma votate contro perché è troppo dinamica, troppo veloce e dovevamo discuterne di più.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Alecci. Ne ha facoltà.

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Intervengo per dichiarazione di voto. Non è stato detto che la legge è buona, ma che comunque non la approviamo.

È stato detto che la legge è buona, ma rientra nel quadro di riordino della sanità di tutta un'area centrale e ci saremmo aspettati che, contestualmente, si fosse anche detto che fine avrebbero fatto gli altri presidi ospedalieri che insistono sullo stesso territorio e quale futuro si immagina per loro, in cosa trasformarli quando, al contempo – e ribadisco – si stanno spendendo soldi pubblici per ristrutturare reparti, per mettere in piedi sale operatorie che probabilmente non funzioneranno; quindi, ben venga la proposta, Presidente, ma se fosse stata all'interno di un disegno complessivo perché la contraddizione è in termini: si crea l'Azienda Zero per ridisegnare la sanità calabrese, ma poi non si permette all'Azienda Zero di ridisegnarla e di portare la proposta in Consiglio regionale.

Dunque l’Azienda Zero serve o non serve?

Se dobbiamo approvare tutto tramite leggi all'interno del Consiglio regionale senza l'apporto di queste competenze e di questi consulenti che saranno utilizzati all'interno dell'Azienda Zero, allora o l'uno o l'altro, ma noi siamo favorevoli a questo disegno di legge.

Vorremmo, però, che fosse all'interno di un Piano più generale sulla sanità dell'area centrale.

PRESIDENTE

Collega Alecci, qual è il suo voto?

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Probabilmente – anche prima col presidente Occhiuto, ora con lei – ho problemi nell’espressione. Mi concentrerò per le prossime volte.

PRESIDENTE

Ha detto che è favorevole al disegno di legge?

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

L'ho detto prima, Presidente, che avrei votato contro perché non si parla del futuro degli altri presidi ospedalieri sul territorio.

PRESIDENTE

Considerato che ha chiesto la parola per dichiarazione di voto, le ho chiesto come vota.

Vota contrario?

ALECCI Ernesto (Partito Democratico)

Contrario.

PRESIDENTE

Va bene, grazie. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento. Voteremo, come prima, articolo per articolo e poi la legge nel suo complesso.

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Articolo 4

(È approvato)

Articolo 5

(È approvato)

Articolo 6

(È approvato)

Passiamo alla votazione della legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

 

Avendo esaurito gli argomenti all'ordine del giorno, la seduta è tolta. Grazie.

 

La seduta termina alle ore 1 del 15 dicembre 2021

 

Allegati

 

Annunzio di proposte di legge

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Legge di stabilità regionale 2022 - (deliberazione G.R. n. 536 del 7.12.2021)” (PL n. 8/12^).

“Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2022-2024 - (deliberazione G.R. n. 535 del 7.12.2021)” (PL n. 9/12^).

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

Raso “Proroga del termine di adeguamento. Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socio-educative per la prima infanzia, di cui all'articolo 23 della I.r. 15/2013” (PL n. 10/12^).

Mancuso “Razionalizzazione e miglioramento dell’offerta assistenziale nel territorio regionale” (PL n. 11/12^).

Caputo “Istituzione dell’Ente di Governance della Sanità Regionale Calabrese denominato “Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero”” (PL n. 12/12^).

Arruzzolo, Cirillo e Comito “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 25 giugno 2019, n. 29 (Storicizzazione risorse del precariato storico)” (PL n. 13/12^).

Neri “Proroga dell'entrata in vigore del livello dei servizi minimi del trasporto pubblico locale” (PL n. 14/12^).

Neri “Proroga di un anno la scadenza del Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) 2019/2021” (PL n° 15/12^).

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

Sono state presentate alla presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Rendiconto esercizio 2020 dell'agenzia regionale Calabria per lo sviluppo dell'agricoltura calabrese (ARSAC) - (deliberazione G.R. n. 538 del 7.12.2021)” (PPA n. 10/12^).

“Rendiconto esercizio 2020 dell’Azienda Territoriale Edilizia Residenziale Pubblica Regionale (ATERP Calabria) - (deliberazione G.R. n. 513 del 26.11.2021)” (PPA n. 7/12^).

“Rendiconto esercizio 2019 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC) - (deliberazione G.R. n. 514 del 26.11.2021)” (PPA n. 8/12^).

“Rendiconto esercizio 2020 dell'agenzia regionale Calabria per le erogazioni in agricoltura (ARCEA) - (deliberazione G.R. n. 537 del 7.12.2021)” (PPA n. 9/12^).

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa dell’Ufficio di presidenza:

“Bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi 2022-2024 e approvazione del Piano degli indicatori di bilancio esercizi 2022-2024 - (deliberazione U.P. n. 8 del 6.12.2021)” (PPA n. 11/12^).

Promulgazione di legge regionale

Comunico che, in data 30 novembre 2021, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 97 del 30 novembre 2021:

  1. Legge regionale n. 29 del 30 novembre 2021, recante: “Assestamento del bilancio di previsione della Regione Calabria per gli anni 2021-2023”;
  2.  Legge regionale n. 30 del 30 novembre 2021, recante: “Modifiche all’articolo 8 della legge regionale 13 maggio 1996, n. 7 (Norme sull’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale e sulla dirigenza regionale)”;
  3.  Legge regionale n. 31 del 30 novembre 2021, recante: “Modifiche all’articolo 15 della legge regionale 6 aprile 2011, n. 11 (Istituzione del Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Calabria e norme per la pubblicazione degli atti)”.

Deliberazione della Giunta regionale

La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 546 del 7 dicembre 2021, concernente: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario Asse 3 - Competitività e attrattiva del sistema produttivo (OT 3 FESR) - Azioni 3.3.1 - 3.3.2 e Asse 9 - Inclusione Sociale (OT 9 FESR) - Azioni 9.4.1 e 9.6.6”.

(Parere n. 1/12^).

Nomina componente Giunta regionale

Comunico che, con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 238 del 2 dicembre 2021, è stato conferito l’incarico di Assessore regionale con competenze in materia di Infrastrutture e Lavori pubblici, all’Ing. Mauro Dolce.

Dichiarazione di illegittimità costituzionale

La Corte Costituzionale ha trasmesso la decisione n. 219 del 6 ottobre 2021, depositata in data 23.11.2021, con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale degli artt. 2, 3, commi 1 e 3, e 4, commi 1 e 2, lettera b), della legge della Regione Calabria 2 luglio 2020, n. 10, recante «Modifiche e integrazioni al Piano Casa (legge regionale 11 agosto 2010, n. 21)».

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2021-2023:

  1. Deliberazioni di Giunta regionale numero 519 e 520 del 26 novembre 2021
  2.  Deliberazioni di Giunta regionale numero 508, 509, 510, 511 e 512 del 26 novembre 2021
  3.  Deliberazioni di Giunta regionale numero 529, 530, 531, 532, 533 e 534 del 30 novembre 2021
  4.   Deliberazioni di Giunta regionale numero 523, 524, 525, 526, 527 e 528 del 30 novembre 2021

Interrogazioni a risposta scritta

Irto. Al Presidente della Giunta regionale.

Premesso che:

-l'art. l, comma 277 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 ha previsto dei benefici nei confronti dei lavoratori del settore della produzione di materiale rotabile ferroviario;

-anche la legge di bilancio 2021 è ritornata sull'argomento modificando il procedimento per l'accertamento del diritto al beneficio previdenziale e introducendo dei termini per l'acquisizione della documentazione e il rilascio della certificazione tecnica da parte dell'INAIL;

-già l'art. 13, commi 6, 7 e 8 della legge 27 marzo 1992, n. 257 aveva disposto la concessione dei benefici previdenziali ai lavoratori che durante le attività sono stati esposti all'amianto;

-tale beneficio consiste nell'applicazione ai periodi di contribuzione obbligatoria relativi all'esposizione all'amianto rivalutati di un coefficiente di moltiplicazione ai fini del conseguimento delle prestazioni pensionistiche (coefficiente 1,5), certificati dall'INAIL;

-tra i beneficiari delle predette norme rientrano, tra gli altri, i lavoratori dell'HITACHI RAIL (già O.ME.CA.) di Reggio Calabria, ai quali però, è stato riconosciuto il solo diritto e non la misura con l'applicazione delle circolari INPS n. 68 del 6 aprile 2017 e n. 46 del 14 marzo 2018;

-nei confronti dei dipendenti della stessa azienda, operanti del sito di Pistoia, coloro i quali hanno ricevuto l'accoglimento e il riconoscimento dei benefici, ne hanno goduto sia nel diritto sia nella misura (assegno pensionistico rivalutato);

-l'INPS ribadisce che rispetto al calcolo della misura dell'assegno pensionistico, il beneficio si applica esclusivamente alla quota di pensione retribuiva, riferendosi alla circolare n. 46 del 2018;

-ciò risulterebbe in contrasto con altra precisazione fornita dalla stessa INPS per cui "la tutela previdenziale, esplicitata nei commi 7 e 8 della legge n. 257/1992, modificata dalla legge n. 271/1993, consente di raggiungere il pensionamento con un certo anticipo e/o di vedere incrementato il relativo trattamento di quiescenza, disponendo il conferimento di un beneficio di natura previdenziale, nella rivalutazione pari a 1,5 del servizio lavorativo soggetto a esposizione";

considerato che: -per il solo anno 2021 sono circa 20 i lavoratori in uscita dello stabilimento HITACHI RAIL di Reggio Calabria interessati dal beneficio di cui sopra;

-nel bilancio dello Stato il capitolo relativo agli oneri annuali per le domande accolte è stato istituito dall'art. l, comma 246 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 e presenta abbondante capienza di stanziamento ai fini delle necessità previste. Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore al Lavoro

per sapere:

se sono a conoscenza della situazione illustrata e se intendono intervenire presso il Ministero del Lavoro e l'INPS, affinché sia riservato ai lavoratori calabresi il medesimo trattamento garantito a tutti i lavoratori esposti all'amianto.

(2; 14/12/2021)

Mozioni

Il Consiglio regionale, premesso che:

- Il Gruppo TIM, la maggiore azienda del settore delle telecomunicazioni, solo in Calabria occupa oltre 1000 addetti;

inoltre tra indotto e appalti ruotano altri 3000 lavoratori. • Il Governo Nazionale intende abbandonare la prospettiva del rilancio di un modello partecipato dallo Stato a vantaggio di piccole reti, rischiando così di generare gravi ricadute sull'occupazione del comparto. • Questa situazione del settore delle comunicazioni, oltre a rappresentare un problema occupazionale, rischia di aggravare il ritardo tecnologico del Paese e in Calabria in particolare, con le zone interne che già soffrono un grave ritardo e adesso subirebbero il danno maggiore. • Nella giornata odierna, in concomitanza al presidio che si terrà a Roma al MiSe, anche in Calabria i lavoratori scenderanno in piazza a Catanzaro. • Le forze sociali hanno già chiesto nei giorni scorsi al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente di essere ricevuti.

Impegna la Giunta regionale

nella persona del Presidente Roberto Occhiuto a voler predisporre un'apposita convocazione di un incontro con le OO.SS al fine di attivare quanto possibile per garantire così la stabilità dell'occupazione e la serenità dei lavoratori e delle loro famiglie e scongiurare allo stesso tempo l'ennesimo gap nello sviluppo digitale nella nostra Regione.

(2; 29/11/2021) Alecci, Bevacqua, Iacucci, Irto, Mammolliti.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- le affermazioni dell'AD RAI Carlo Fuortes, durante audizione davanti alla Commissione parlamentare di vigilanza dei servizi radiotelevisivi, confermano la paventata cancellazione delle edizioni notturne dei Tgr a partire dal prossimo 9 gennaio;

- lo spazio informativo in questione rappresenta un complemento indispensabile rispetto a un servizio pubblico posto a garanzia della voce e delle notizie dei territori;

- i tagli e le razionalizzazioni da parte dell'azienda radiotelevisiva, ove necessari, possono senz'altro essere indirizzati verso direzioni che non intacchino le prerogative e i doveri di un servizio autenticamente pubblico;

- la Regione Calabria intende difendere la continuità quotidiana di una comunicazione accreditata e di alto livello rivolta agli accadimenti locali, nonché il prezioso e indispensabile lavoro dei giornalisti coinvolti;

impegna la Giunta regionale

a intraprendere le opportune e immediate interlocuzioni nelle sedi istituzionali competenti al fine di evitare quello che rappresenterebbe un inaccettabile depauperamento del diritto all'informazione dei cittadini calabresi.

(3; 29/11/2021) Bevacqua.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- i trasporti rappresentano una risorsa strategica per i territori regionali e tuttavia in Calabria questo settore ha visto accumulare, nel tempo, criticità e ritardi infrastrutturali, contribuendo alla marginalizzazione della nostra regione dal resto del Paese, e non solo da un punto di vista geografico;

- ancora oggi, difatti, uno dei principali fattori di debolezza della Calabria è riconducibile alle carenze del sistema dei trasporti e, in particolare, allo stato allarmante in cui versa la rete ferroviaria regionale;

- negli ultimi anni, il sistema di trasporto su rotaia calabrese ha registrato numerosi svii e deragliamenti, ritardi e cancellazioni di corse provocando disagi a migliaia di passeggeri: è stato, infatti, evidenziato dalle Organizzazioni sindacali regionali che nei primi 10 mesi del 2021 vi sono stati 48 guasti lungo la linea ferroviaria regionale che hanno coinvolto 450 treni, provocato ritardi per 2 mila 377 minuti, causato la cancellazione parziale di 94 treni e la soppressione totale di 40 treni;

- in aggiunta, le stesse 00.SS. hanno rilevato che su alcune tratte fra Reggio e Battipaglia la linea telefonica GSM di Rete Ferroviaria Italiana non garantisce la continuità della comunicazione dei telefonini di servizio per come previsto dalle norme e, quindi, non assicura tempestività di comunicazione fra il personale di bordo e la sala controllo;

- queste notizie hanno prodotto ampia eco giornalistica a livello regionale e nazionale che in altre regioni del Paese avrebbero determinato una dura e tempestiva reazione da parte dei governi locali;

ritenuto che: - la creazione e attuazione di un piano di messa in sicurezza e manutenzione della rete ferroviaria calabrese è fondamentale per poter cogliere le eccezionali opportunità offerte dalle strategie europee del Green Deal e per una Mobilità sostenibile e intelligente e rilanciare un settore chiave puntando con decisione su sostenibilità e innovazione;

- per consentire di raggiungere risultati concreti sono necessarie pianificazione e capacità progettuale, attraverso un'azione di sinergia istituzionale tra la Regione Calabria, il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e Rete Ferroviaria Italiana;

considerato che: - si ritiene opportuno affrontare questa importante tematica in una seduta apposita del Consiglio regionale, da tenersi nel più breve tempo possibile;

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Giunta regionale a richiedere l'istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili e l'Amministratore delegato di RFI, al fine di conoscere l'entità delle risorse destinate alla manutenzione e alla sicurezza della rete ferroviaria calabrese, la tipologia degli interventi programmati e la relativa tempistica di realizzazione, e contestualmente, di rendere note le azioni che si intendono intraprendere per rispondere alle nuove esigenze dettate dall'Agenda europea che mira a far diventare le rotaie il mezzo di trasporto più sostenibile, innovativo e attrattivo, in particolare per le giovani generazioni.

(4; 01/12/2021) Irto e Mammoliti.

 

Il Consiglio regionale, premesso che:

- l'Associazione Banco Alimentare della Calabria, con centro direzionale avente sede in Montalto Uffugo (Cs) presso alcuni padiglioni dell'ex Comac, il fallito Consorzio mercato agricolo alimentare) è un'organizzazione non profit che opera dal 1996, aderisce alla rete nazionale Banco Alimentare e, quotidianamente, recupera alimenti, li dona alle strutture caritative, promuove politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della lotta alla povertà e all'esclusione sociale, collaborando con le istituzioni UE (a partire dal Programma FEAD) e nazionali;

- il Banco aiuta annualmente e sistematicamente in Calabria circa 140 mila persone, attraverso la distribuzione di alimenti e l'opera di centinaia di volontari, superando nel 2020 le 7mila tonnellate di prodotti distribuiti;

- rispetto al totale dei padiglioni liberi e chiusi dell'ex Comac di Montalto (circa l00mila metri quadri, di cui 42mila coperti), soltanto una piccola parte è stata resa disponibile per il Banco, che pure paga un fitto di 4mila euro al mese;

- il Direttore del Banco, Dr. Gianni Romeo ha denunciato a mezzo stampa l'insufficienza degli spazi a disposizione dell'Associazione per conservare quanto raccolto per poi distribuirlo a coloro che ne hanno bisogno;

impegna la Giunta regionale

a intraprendere le opportune e immediate interlocuzioni, nelle sedi istituzionali competenti, per ottenere che siano concessi al Banco Alimentare della Calabria, senza oneri ulteriori, gli spazi necessari al fine di salvaguardare e rendere efficace la benemerita opera di volontariato che si dedica ad alleviare la disperazione dei più deboli, dei più bisognosi, degli ultimi.

(5; 13/12/2021) Bevacqua.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 6/12^ di iniziativa d’Ufficio, recante: “Approvazione del Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto)” (deliberazione consiliare n. 7)

il Consiglio regionale

premesso che l’articolo 33, comma 4 della legge regionale 10 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria) prevede la presentazione del programma di governo da parte del Presidente della Giunta regionale;

tenuto conto che l’articolo 16, comma 2, lettera a) dello Statuto regionale prevede che il Consiglio regionale “nelle forme e nei modi stabiliti dal regolamento, approva le dichiarazioni programmatiche per la legislatura rese dal Presidente eletto ed i relativi aggiornamenti”;

visto l’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale, che disciplina l’approvazione del programma di governo;

visto il programma di governo 2021-2026 presentato dal Presidente della Giunta regionale il 28 novembre 2021 e acquisito al protocollo generale in data 29 novembre con n. 19662, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

udito il Presidente della Giunta regionale, Mario Occhiuto, che ha illustrato il provvedimento de quo;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-di approvare, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 16, comma 2, lettera a) dello Statuto regionale e dell’articolo 57 del Regolamento interno del Consiglio regionale, il programma di governo 2021-2026, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale.

(Allegati)

Linee Programmatiche per il Governo regionale 2021-2026

Premessa

Viviamo ancora settimane complicate.

La pandemia che da quasi due anni ha stravolto la nostra quotidianità, il nostro modo di vivere, è ancora tra noi, è una presenza quanto mai ingombrante che inevitabilmente influenza tutte le attività, sanitarie, economiche, lavorative, sociali.

L’Italia e la Calabria devono fare ancora i conti con il Covid, la convivenza responsabile con il virus è il presupposto per far in modo che ogni nostra azione politica e amministrativa possa avere successo.

Voglio ringraziare tutti gli operatori sanitari -i medici, gli infermieri, i volontari, gli operatori della Protezione Civile e quelli della struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo – che, a vario titolo, da mesi si adoperano instancabilmente per curare e assistere i pazienti, e quelli impegnati nella fondamentale campagna vaccinale.

È indispensabile proseguire sulla strada intrapresa.

Lo scorso anno di questi tempi ci apprestavamo ad un Natale di chiusure. Oggi, grazie al vaccino, in poco più di 11 mesi abbiamo una situazione che possiamo definire sotto controllo.

Ma occorre non abbassare la guardia.

Occorre proseguire con le somministrazioni, accelerare con le terze dosi, convincere i cittadini che ancora non hanno deciso di vaccinarsi: in Calabria abbiamo circa 300mila persone che ancora non lo hanno fatto.

La nostra Regione non ha una situazione preoccupante legata al numero dei contagi, ma purtroppo desta preoccupazione il numero di posti letto e dei posti in terapia intensiva disponibili. E dunque, a maggior ragione, è per noi indispensabile accelerare sulle vaccinazioni.

Una delle mie prime decisioni prese da presidente della Regione è stata quella di tenere aperti tutti gli hub vaccinali presenti nel nostro territorio.

Presto avremo stazioni mobili per raggiungere i cittadini che hanno difficoltà a recarsi presso i presidi vaccinali predisposti, e abbiamo ottenuto la proroga dei contratti per gli operatori sanitari presenti negli hub e legati alla struttura commissariale nazionale.

Proseguiamo, dunque, in questa direzione, difendendo gli spazi di libertà conquistati, per tenere aperto il Paese e con esso le attività economiche, per salvaguardare la salute di tutti.

Determinanti saranno, in questo scenario, i comportamenti responsabili di ciascuno di noi.

Sono stato proclamato presidente della Regione esattamente un mese fa, il 29 ottobre, il giovedì successivo, il 4 novembre, il Consiglio dei ministri mi ha nominato commissario per la sanità in Calabria.

In campagna elettorale avevo più volte detto che mi sarei battuto affinché la sanità tornasse nelle mani dei calabresi, dopo 12 anni di commissariamenti che non hanno ridotto il debito e che non hanno aumentato la qualità delle prestazioni sanitarie: ecco, posso dire che questo primo impegno preso con i cittadini è stato mantenuto, e con tempi record.

Adesso toccherà a me, toccherà a noi, rendere positiva questa nuova congiuntura e questa nuova centralità conquistata dalla Regione.

Dopo decenni di problematica esistenza, è finalmente arrivato il momento di fare del governo regionale della Calabria lo strumento di risoluzione dei problemi dei calabresi. Sarò, questo il mio auspicio, il presidente delle soluzioni, delle decisioni, del coraggio, sarò un presidente che vorrà fare del gioco di squadra la sua arma più efficace.

Poca vetrina e molta officina. Guardandoci negli occhi, così come noi calabresi impariamo a fare da bambini, senza alibi, senza paure.

Chiedo a me stesso, alla politica tutta, ai miei alleati, ma anche ai gruppi di opposizione un salto di qualità: una sorta di rinascimento ideale, una nuova sfida.

Chiedo ai calabresi di guardare alla Regione non più come luogo dei privilegi, del rinvio e dell’inconcludenza, ma come ad un quartiere strategico e operativo di una missione epocale: restituire dignità e fiducia ad un popolo disilluso ma orgoglioso e tenace.

Chiedo alle nuove generazioni di crederci perché non bastano i programmi e gli idiomi in inglese a costruire un futuro.

Il futuro della Calabria parte dai calabresi e dalla loro motivazione e disponibilità a migliorarsi, anche nei comportamenti civici e individuali.

Per essere subito operativi e propositivi, il prossimo decennio della Regione Calabria sarà deciso da una cornice di programmazioni economiche nazionali ed internazionali di straordinaria importanza:

-Il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

-La nuova politica di coesione 2021-2027 in Europa e in Italia:

-Il Programma Operativo Regionale FESR/FSE 2021 2027

-La nuova agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU Infrastrutture, digitale, ambiente, sanità, connettività, innovazione, semplificazione. Sono questi gli asset tematici che interesseranno trasversalmente tutti i settori produttivi, sociali e culturali della Calabria.

La Regione avrà a disposizione risorse enormi, mai avute prima, da finalizzare e incanalare verso obiettivi certi, condivisi e perseguibili.

Il senso della sfida è proprio nella capacità di tradurre in fatti concreti, in progetti operativi, in cantieri di lavoro, in capacità di spesa, tutte le risorse che abbiamo a disposizione.

Costruiremo insieme, come dicevo in campagna elettorale, la Calabria che l’Italia non si aspetta.

 

1.Sanità

La sanità rappresenta il tema fondamentale della nostra attività di governo. Su questo tema si misurerà, dunque, il successo o meno del mio esecutivo regionale.

Abbiamo ottenuto, come vi dicevo, un primo importante e storico risultato.

Per troppi anni l’Assessore alla sanità della Calabria è stato di fatto il ministro della Salute, tramite i commissari che di volta in volte ci hanno mandato.

Adesso il commissario della sanità è il Presidente della Regione: adesso il destino e il futuro di questo comparto sono nelle nostre mani.

La cura della persona rappresenta, pertanto, il punto centrale del mio programma.

Un progetto che passa principalmente dalla integrazione della tutela della salute con l’assistenza, quella che precede l’attività sanitaria, come strumento di prevenzione sociale, e le succede in termini di intervento riabilitativo.

Trovo vergognoso che la Calabria spenda 320 milioni di euro all’anno in mobilità passiva per la piaga dell’emigrazione sanitaria e che, tra spese di viaggio e permanenza, praticamente, circa un miliardo di euro dei calabresi venga regalato alle altre Regioni e perso dalla nostra. È ora di porre fine a questa assurdità.

Ho idee molto chiare sul futuro della sanità in Calabria:

1. Riorganizzare la rete ospedaliera, anche attraverso la creazione di nuovi ospedali. La nostra Regione, anche per la particolare conformazione territoriale, ha bisogno di nuovi ospedali, più moderni ed efficienti. La rete però non va concepita secondo logiche di campanile, come è accaduto nel passato. Occorre puntare sui criteri di copertura dei bisogni soprattutto di emergenza che meritano di essere potenziati.

2. Intervenire con investimenti mirati e significativi sulla sanità territoriale e della prevenzione: spazio dunque a case della salute, medicina generale, poliambulatori, medicina preventiva e riabilitazione di primo livello.

3. Definire un grande piano di assunzioni, perché dopo 11 anni di blocco del turnover la situazione è insostenibile. Occorre un massivo ricorso a nuove professionalità per restituire ai cittadini il diritto alla salute.

4. Riorganizzare radicalmente il Dipartimento della Salute della Cittadella, perché riprenda ad esercitare il suo ruolo istituzionale: coordinare concretamente le aziende ospedaliere e territoriali misurandone prestazioni e standard.

5. Lanciare con il privato convenzionato una nuova stagione relazionale fatta di richiesta di aumento della qualità delle loro prestazioni e, parallelamente, di controlli incisivi sulle attività.

6. Procedere finalmente alla quantificazione del debito sanitario pregresso. Ho intenzione di richiedere alla Ragioneria Generale dello Stato l’invio di tecnici capaci di identificare il volume finanziario dell’esposizione.

7. Avviare il ripianamento del debito, così come proposto ed approvato in un mio emendamento -presentato alla Camera negli scorsi mesi, durante la mia attività di parlamentare della Repubblica -diventato legge dello Stato, attraverso una richiesta di anticipazione a Cassa Depositi e Prestiti a tassi di gran lunga più contenuti rispetto a quelli che oggi la Regione sostiene.

La mia Giunta sarà attenta ad evitare ogni genere di disavanzo annuale, mettendo in atto un management finalmente all’altezza della situazione e che riporti al centro la meritocrazia e la competenza.

Per fare ciò, ci saranno al mio fianco -ne sono certo -tutti i sindaci, gli operatori sanitari, il mondo sindacale e il terzo settore.

Non si può generare salute senza ascoltare le voci rappresentative dei territori e degli addetti a lavori che la reclamano da decenni.

Su queste tematiche, non sarò mai un uomo al comando -come ha detto, sbagliando, qualche esponente dell’opposizione -ma la punta di un iceberg che avrà nella qualità della sua base la forza e la credibilità che ci servono.

Quanto alla riorganizzazione del Servizio sanitario regionale mi farò carico di indire, dalle prossime settimane, audizioni con tutte le categorie interessate, ivi comprese le associazioni di cittadini, veri consumatori della salute, che saranno gli ispiratori reali del nuovo sistema della salute calabrese.

Le periferie montane, dovranno essere fortemente attrezzate di quanto necessario a soddisfare i fabbisogni di salute di primo e secondo livello, attraverso strutture di prossimità.

Il livello di assistenza ospedaliero dovrà divenire un punto di forza, attrattivo anche da fuori Regione, favorendo l’emersione delle eccellenze che in parte già lo caratterizzano, tanto da rendere dissuasiva ogni migrazione sanitaria, indispensabile nella sua assurda entità annua a essere reinvestita nel territorio, tanto da renderlo il focus della nuova assistenza sociosanitaria.

Si dovrà, certamente, rivedere l’attuale schema di distribuzione aziendale. Saranno i cittadini, attraverso la loro espressione diretta rappresentata dai sindaci e le categorie interessate a orientare le migliori scelte legislative di quel Consiglio regionale che con me dovrà funzionare, e tanto, nell’esercitare le sue funzioni istituzionali, messe da parte da anni.

Chiederò, inoltre, alle autorità scolastiche, anche come risposta all’emergenza pandemica, di inserire nei programmi didattici l’Educazione sanitaria.

 

2.Welfare

L’impatto della pandemia in Calabria ha tolto ogni dubbio sull’urgenza di procedere ad un radicale rinnovo dell’organizzazione dei servizi per la salute dei cittadini.

In particolare abbiamo sperimentato il ruolo e l’importanza della comunità, intesa come luogo in cui si sviluppano relazioni e forme di collaborazione tra enti pubblici e privati: famiglie, Comuni, associazioni di volontariato, enti non profit, scuole, parrocchie, cittadini.

Ripensare all’idea di salute, a partire dalla persona e dalla comunità in cui questa vive e lavora, significa ridefinire priorità, ridisegnare processi, prodotti e metodologie per la realizzazione di percorsi di cura con la più ampia integrazione tra tutte le risorse presenti in ogni comunità.

In molte realtà in cui è stato avviato questo approccio alla salute, dei singoli e delle comunità, sono nate esperienze concrete quanto originali: badante di condominio,

baby-sitter condivisa, biblioteche con iniziative aggregative e sociali, agricoltura sociale, banche del tempo, formazione inter-generazionale, cohousing.

Elemento identificativo di queste esperienze è la consapevolezza che il compito di assicurare una buona salute per i cittadini rappresenta una responsabilità condivisa e non può essere delegata alle singole strutture sanitarie.

Come certificato dall’organizzazione mondiale di sanità “la salute si sviluppa a livello locale, nei contesti della vita quotidiana, nei quartieri e nelle comunità dove le persone di ogni età vivono, lavorano, amano, studiano e si divertono” (Oms 2016).

Il nostro impegno sarà orientato a dare concreta attuazione ad una moderna concezione di salute, intesa come “bene comune”, in cui risulta fondamentale l’apporto e la collaborazione delle risorse presenti in ogni contesto comunitario: scuola, sanità, servizi assistenziali, cura del territorio, lavoro, cultura e tempo libero.

 

Territorialità -Prossimità -Domiciliarità e nuova occupazione

Sono alcune delle parole d’ordine che, specie dopo l’esperienza Covid, sono diventate riferimenti per prestazioni e servizi standard da assicurare per rispondere in maniera più efficace e tempestiva ai bisogni dei singoli cittadini e delle loro famiglie.

Ospedali e strutture sanitarie di eccellenza sono indispensabili per rispondere a determinati bisogni di salute, ma come abbiamo avuto modo di sperimentare durante gli ultimi mesi, una rete di cura deve essere presente in ogni territorio. Incentivare e qualificare l’offerta di servizi territoriali per la cura della salute dei cittadini è diventata un’urgenza.

Fondamentale risultano i servizi di prossimità, quali i servizi per la cura a domicilio, specie per persone anziane, sole e fragili.

Ogni cittadino deve poter esercitare il diritto, in via prioritaria e salvo casi di particolare gravità, di essere curato nella propria casa, con il supporto di persone a lui vicine e nella propria comunità. In relazione al continuo aumento della popolazione anziana, fenomeno che in Calabria si correla alle diminuite risorse di cura familiari, determinate dalla ripresa del fenomeno dell’emigrazione giovanile, suggerisce l’adozione di due piani di interventi distinti: invecchiamento attivo; gestione della non autosufficienza.

Dall’attuazione di questi piani deriveranno concreti benefici per il benessere dei singoli e per la coesione sociale delle comunità.

Concrete e consistenti saranno, inoltre, le ricadute occupazionali per le diverse figure professionali (assistenti familiari, educatori, psicologi, sociologi, assistenti sociali, autisti, terapisti, infermieri) necessari per assicurare una rete di servizi flessibili e personalizzati.

Il tema dell’ammodernamento dei sistemi di cura per moderne politiche della salute e dell’inclusione sociale dei cittadini trova ampio spazio nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, già in fase di attuazione.

Molte delle innovazioni previste dal piano, come le case e gli ospedali di comunità, rappresentano delle concrete opportunità che potranno arricchire la rete dei servizi territoriali la cui riorganizzazione avrà come punto di partenza dare la giusta centralità al cittadino ed alle sue esigenze.

Per troppi anni il tema della salute ha visto la Calabria occupare gli ultimi posti delle graduatorie. Ci sono oggi le condizioni per invertire questa tendenza e per cogliere la sfida del cambiamento attraverso un processo di ricostruzione, dal basso, dell’identità sociale e del futuro delle nostre comunità.

Il tema della salute rappresenta un tema identitario su cui costruire alleanze e nuovi sistemi di cooperazione e di sviluppo del territorio. Non staremo ad attendere e attiveremo energie professionali e risorse finanziarie necessarie per accompagnare i territori, attraverso supporti di carattere formativo ed organizzativo, necessari per la condivisione e l’arricchimento di un “pensiero nuovo” verso la cura e verso il welfare di comunità.

La salute è condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale e riveste un’importanza strategica per la vita di ogni singola persona, per tutte le famiglie e per la rivitalizzazione di tutte le comunità.

 

Integrazione e sussidiarietà orizzontale: anziani, minori e disabili

L’integrazione tra il sistema sociale e quello sanitario deve avvenire anche attraverso il coordinamento tra le diverse tipologie di risorse del bilancio regionale, dei trasferimenti dello Stato e del Fondo Sociale Europeo.

Stessa dinamica interattiva sarà posta nei sistemi di governance tra le politiche dell’istruzione, del disagio abitativo, della formazione, del lavoro, dell’immigrazione ed accoglienza.

Anche in termini di sussidiarietà, diventa necessaria e fondamentale un’integrazione con il privato sociale.

La Regione ha, pertanto, il compito di individuare, sulla base dei principi di integrazione e sussidiarietà, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e quindi definire, attraverso un’attenta analisi e lettura di un reale fabbisogno, oggi assente, gli obiettivi, le priorità ed i criteri per la realizzazione degli interventi.

Ciò, anche in un’ottica di efficientamento della spesa sociale e contestuale riduzione dei tanti ricoveri impropri a carico del sistema sanitario regionale.

Un sistema di welfare è realmente inclusivo quanto più è capace di garantire diffusamente servizi e diritti, con particolare attenzione ai più vulnerabili: minori, anziani e disabili.

Una popolazione con tasso demografico a crescita zero, quale quella calabrese, necessita di una progettualità di servizi di cura e di assistenza domiciliare per gli anziani di natura intensiva.

Il Terzo Settore rappresenterà il vero braccio operativo della Regione nella gestione delle tante emergenze sociali e sanitarie indotte dalla pandemia.

Un sistema di governance ispirato alla collaborazione tra pubblico e privato sociale soprattutto nella fase di condivisione dei piani e delle priorità d’intervento sul territorio.

 

Pari opportunità

Da Governatore dedicherò un’attenzione particolare alla Calabria delle donne, con l’obiettivo che nella prossima campagna elettorale regionale non ci sia più bisogno di affrontare questi argomenti.

In Calabria esiste una complessiva emergenza legata alle diseguaglianze di genere.

Esiste purtroppo ancora oggi una questione donna, all’interno dell’ormai riduttivo modello delle pari opportunità, che va posta come vera e propria battaglia culturale a cui destinare attenzione e progetti specifici di emancipazione, sia sul piano lavorativo-imprenditoriale che su quello della legittimazione sociale.

In questo scenario va rafforzato il welfare per le famiglie.

Richiedendo al governo di superare il criterio della spesa storica, per avere anche in Calabria più asili nido, scuole dell’infanzia pensate per aiutare le donne-lavoratrici, e un vero sostegno agli anziani.

Le donne devono essere messe nelle condizioni di realizzarsi professionalmente, senza dover rinunciare al proprio ruolo nella società a causa di incombenze familiari che, erroneamente, molto spesso ancora ricadono sulle loro spalle.

 

3.Ambiente, capitale naturale, sistema idrico e rifiuti

Politiche ambientali

Il mio governo regionale affronterà in modo radicale la questione ambientale.

Le politiche dell’ambiente saranno poste pertanto al primo piano dell’attuazione del mio programma, considerata la loro ricaduta, diretta e trasversale, e l’assoluto bisogno di cura, di quanto sino ad oggi trascurato.

Ciò al fine di assicurare il risultato utilizzando la disponibilità dei Fondi PNRR dedicati alla cosiddetta transizione ecologica.

La tutela dei boschi e la salvaguardia dagli incendi, l’acqua potabile e per l’irrigazione salutistica, la bellezza del mare e l’assoluta sua balneazione, la prevenzione dei danni derivanti dal dissesto idrogeologico, la gestione corretta dei rifiuti, con a valle le decisioni che risolvano il problema definitivamente, e la bonifica delle aree inquinate costituiscono la prima pagina della mia agenda politica.

Senza un ambiente riportato a regime naturale e protetto non si potrà lavorare nell’assoluto cambiamento di marcia della sanità e del sociale, che rappresentano il più grave dei problemi che affliggono i calabresi.

Tutto questo comporterà una visione politica di ampio respiro, scandita in azioni determinate e funzionali a tutelare i beni naturali e, nel contempo, determinare le basi per uno Sviluppo Sostenibile, indispensabile per la nostra regione.

Una aspettativa, questa, che implica la ricerca della compatibilità tra attività economiche e salvaguardia ambientale, due fattori che nel loro insieme dovranno ispirare le rispettive politiche, intese a tutelare il sistema delle imprese e la natura, che in Calabria assumono un valore assoluto.

Attenzione speciale, infine, all’emergenza amianto e alle questioni metodologiche connesse alla concreta attuazione del P.R.A.C. (Piano Regionale Amianto Calabria). Questioni che hanno spesso evidenziato incertezze, anche di attribuzioni, lungo l’intera filiera istituzionale della fattispecie emergenziale.

Più complessivamente, in parallelo alla questione amianto, a causa della presenza di anomali tassi di crescita di talune patologie oncologiche registrate in specifici siti della nostra Regione, si appalesa la necessità di realizzare vere e proprie analisi epidemiologiche per comprenderne l’origine al fine di contrastarne gli effetti.

 

Capitale naturale

La United Kingdom Natural Capital Committee, fra le prime su scala mondiale, ha realizzato una sistematizzazione della questione, affermando che “Il capitale naturale include l’intero stock di beni naturali -organismi viventi, aria, acqua, suolo e risorse geologiche -che forniscono beni e servizi di valore, diretto o indiretto, per l’Uomo e che sono necessari per la sopravvivenza dell’ambiente stesso da cui sono generati”.

Nello stock di capitale naturale vanno quindi inseriti e compresi anche i servizi ecosistemici che rendono possibile la vita sul nostro pianeta:

1) Servizi di approvvigionamento

2) Servizi di regolazione

3) Servizi culturali

4) Servizi di supporto o habitat che garantiscono protezione alle specie animali e vegetali, assicurando la biodiversità.

Addirittura nella stessa Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile, su un totale di 17 Obiettivi da raggiungere, entro il 2030 ben 10 obiettivi su 17 riguardano direttamente il capitale naturale.

In Italia la legge 221/2015 ha istituito il Comitato per il capitale Naturale presso il Ministero dell’Ambiente identificando, all’art.67, due precise finalità operative: ricognitive e di classificazione degli stock esistenti, da un lato, e dall’altro la valutazione dell’impatto che le politiche di sviluppo esercitano sullo stato di salute degli stessi stock di capitale naturale.

Anche in Calabria occorrerà salvaguardare le due finalità identificate dal Ministero:

1) censimento dell’estensione, dello stato di salute e della tipizzazione degli stock di capitale naturale presenti nella Regione

2) prevenire e mitigare gli effetti indiretti negativi sul Capitale Naturale (impatti e danni a carico del capitale e/o del flusso di Servizi Ecosistemici) delle politiche settoriali di sviluppo economico a livello nazionale e locale (di sviluppo urbanistico e industriale, di sviluppo infrastrutturale, di sviluppo agricolo, di sfruttamento delle risorse energetiche, idriche, materiali)

0ccorrerà quindi, attraverso lo sviluppo di politiche pubbliche, direttamente orientate alla tutela, ripristino, gestione e valorizzazione del Capitale Naturale, caratterizzare gli asset eco-sistemici calabresi anche in termini di sostenibilità economica.

 

Sistema idrico

Il fallimento del sistema idrico integrato è dovuto oltre che alla inadeguata gestione della Sorical S.p.A., al mancato avvio di un processo di riorganizzazione e di integrazione tra la gestione della grande adduzione e le gestioni delle reti comunali.

L’impossibilità da parte dei Comuni di far fronte al costo insostenibile nei confronti della stessa Sorical e di provvedere alla manutenzione straordinaria della rete ha determinato una dispersione media su tutto il territorio regionale pari al 45% con gravi conseguenze rispetto alla qualità e alla sostenibilità finanziaria del servizio.

 

Un nuovo modello di gestione

Trasformare Sorical Spa in una multi-utility controllata dalla Regione Calabria con il coinvolgimento dei Comuni.

I servizi che Sorical dovrà gestire, oltre alle attività di captazione, adduzione e distribuzione dell'acqua potabile, riguarderanno anche tutte le attività attualmente svolte dai Comuni sia in riferimento al servizio idrico che per la gestione della depurazione compresa la gestione commerciale delle utenze.

 

Rifiuti

La gestione dei rifiuti della Regione Calabria presenta numerose problematicità riconducibili, in larga parte, alla elevata frammentazione organizzativa e gestionale. Il piano dei rifiuti vigente, approvato nel 2016, non è stato in grado di offrire risposte adeguate ad un sistema di raccolta e gestione in crisi strutturale da oltre decenni.

La cronica emergenza ha comportato l'emanazione di numerose Ordinanze dei Presidente della Giunta Regionale attraverso interventi straordinari per limitare gli effetti sulla salute pubblica

A causa delle percentuali ancora non soddisfacenti di raccolta differenziata e di impianti di trattamento non idonei e in gran parte obsoleti, gli scarti prodotti vengono depositati nelle residue discariche disponibili e in piccola parte trattati nell’unico termovalorizzatore regionale situato a Gioia Tauro e parzialmente funzionate.

Una Regione con circa 2 milioni di abitanti che produce in un anno 800.000 tonnellate di rifiuti può essere paragonata a grandi realtà urbane che hanno una produzione maggiore ma che sono riuscite a superare ogni criticità grazie ad un adeguato modello di gestione.

In Calabria il 50% dei rifiuti urbani prodotti è destinato alle discariche mentre in regione Lombardia la percentuale non supera il 4%.

L’emergenza impone di elaborare un modello di intervento sostenibile economicamente e tecnicamente al fine di adeguarsi all'attuazione dei programmi comunitari di economia circolare, nonché per avere uno strumento di pianificazione in grado di accedere ai finanziamenti comunitari nel ciclo di programmazione 20212027.

Occorre rivedere e migliorare l’offerta impiantistica prevista nel piano dei 2016, prevedendo l’utilizzo di tecnologie innovative e intervenendo principalmente sulle modalità di gestione degli scarti di lavorazione degli impianti di trattamento del rifiuto urbano con l’obiettivo di azzerare il ricorso allo smaltimento in discarica.

A tale scopo è necessario prevedere l’ammodernamento dell’impianto di termovalorizzazione di Gioia Tauro attraverso progetti di investimento in grado di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente e migliorare la potenzialità complessiva di trattamento.

Raggiungere una media regionale di raccolta differenziata al 65% attraverso l’elaborazione di progetti mirati che prevedano investimenti e premialità per i Comuni virtuosi. Per raggiungere tale risultato è necessaria l’adozione, in tutti i comuni calabresi, del modello di raccolta porta a porta e della tariffazione puntuale, meccanismo che permetterà ai cittadini di pagare la TARI in base ai rifiuti realmente prodotti.

L’obiettivo finale, nell’arco di cinque anni è l'azzeramento del fabbisogno di conferimento in discarica e la completa chiusura di i siti attualmente esistenti in Calabria. Tale risultato sarà conseguito mediante un'azione congiunta di massimizzazione della raccolta differenziata e di modifica strutturale del sistema di trattamento dei rifiuti indifferenziati.

 

4.Infrastrutture, attività produttive, artigianato e lavoro

La Calabria deve disegnare un proprio orizzonte di crescita attraverso la realizzazione di scelte chiare in materia di politica industriale, infrastrutturale e di politiche attive del lavoro.

Orizzonte di crescita significa che occorre definire priorità, tempi e modalità di realizzazione dei percorsi di sviluppo d’intesa con chi il lavoro lo crea e lo tutela, e quindi con le imprese e i sindacati.

Una nuova e irripetibile stagione d’investimenti, quale quella del PNRR e della nuova politica di coesione 2021-2027, vedrà pertanto la Regione Calabria al fianco delle forze sociali chiamate ad interpretare lo sviluppo.

Le mie idee sono precise: infrastrutture, accesso al credito, politiche attive del lavoro e precariato zero.

 

Infrastrutture

-Per quanto concerne la dorsale jonica, ammodernamento e messa in sicurezza della SS106 attraverso la realizzazione di una sede stradale a 4 corsie;

-Potenziamento della viabilità interna e delle trasversali per garantire la creazione di varchi di collegamento tra i diversi versanti della Regione favorendone lo sviluppo economico;

-Realizzazione dell’alta velocita ferroviaria sul versante tirrenico e velocizzazione del tratto ferroviario jonico per consentire finalmente l’accesso al corridoio adriatico;

-Avvio della infrastrutturazione intermodale per collegare il Porto di Gioia Tauro alle grandi vie di comunicazione stradali e ferroviarie, facilitandone la competitività in termini di logistica e in ottica di sviluppo della ZES (Zona Economica Speciale).

 

Accesso al credito

L’accesso al credito continua ad essere il vero freno allo sviluppo delle iniziative imprenditoriali.

Occorre, attraverso azioni concertate tra Confidi e la società in-house della Regione, Fincalabra, definire percorsi facilitanti sia sul versante della concessione dei contributi che sul fronte delle garanzie verso le banche.

Analoga esigenza riguarda il mondo dell’agricoltura relativamente all’aumento, fino al 75%, dell’aliquota massima del cofinanziamento previsto dal fondo FEASR.

 

Politiche del lavoro, formazione e precariato zero

È arrivato il momento di dire stop alla tragedia sociale e umana del precariato. Il mio governo regionale si opporrà nettamente a qualsiasi ulteriore occasione di creazione di nuovo precariato.

Le strade sono due:

1) Assorbire gli attuali bacini di precariato attraverso specifiche misure normative nazionali che avrò cura di definire con i ministeri competenti, d’intesa con le associazioni sindacali che chiamo, sin da ora, a svolgere una costante attività di collaborazione con il governo regionale. Un’opzione possibile potrebbe, ad esempio, essere quella di orientare il fabbisogno lavorativo di alcuni settori della Pubblica Amministrazione verso l’universo del precariato incrociando domanda e offerta di lavoro.

2) Il precariato zero si raggiunge però attraverso politiche attive di lavoro e la riforma dei centri per l’impiego. Secondo il World Economic Forum, “entro il 2025, il 50% di tutti i lavoratori avrà bisogno di reskilling e il 40% delle competenze base degli attuali lavoratori cambierà”.

Basta questo semplice dato per definire in Calabria, attraverso i fondi del PNRR, ove utilizzabili, e soprattutto del nuovo POR 2021-2027, un Piano Straordinario di politiche attive del lavoro finalizzate alla ristrutturazione delle competenze (reskilling) e allo sviluppo di competenze aggiuntive (upskilling) utilizzati nelle filiere di punta dell’economia regionale.

Si tratterà di fornire alle imprese, attraverso percorsi formativi erogabili anche su piattaforme di e-learning, sostegni per adeguare il capitale cognitivo agli standard digitali e di sostenibilità delle produzioni.

Saranno le imprese a definire i propri bisogni di adeguamento delle competenze interne accedendo agli strumenti tecnici (bandi e/o manifestazioni di interesse) che la Regione proporrà.

Occorre, infine, una riforma coraggiosa e radicale dell’intero sistema della formazione. Vanno definite politiche e percorsi formativi orientati alla formazione sul lavoro, una sorta di apprendistato strutturato sulla base delle nuove competenze che la transizione digitale e quella ecologica richiedono sul mercato del lavoro.

Basta con la formazione-assistenza occorre agire su competenze e adeguamento del mercato del lavoro calabrese alle nuove traiettorie di sviluppo economico.

 

Formazione e nuove competenze per la burocrazia regionale

Il mio programma non può prescindere da un impegno sulla formazione della burocrazia regionale e dallo stimolo che profonderò con cura anche ai governi locali perché facciano la medesima cosa in favore dei loro organici, ridotti peraltro all’osso dalle difficili situazioni di cassa che impediscono il turnover.

La Regione Calabria, al lordo degli impegni che dovrà affrontare per trasformare il PNRR in risorse reali e iniziative godute, ha bisogno di rinnovare il proprio esercito amministrativo, con particolare riferimento alla dirigenza impegnata a gestire quanto programmato dall’organo di governo e dal Consiglio regionale, al quale riconoscerò un ruolo primario.

Se non si riesce a determinare sinergie a regime, tra gli organi politici e dirigenza, da realizzare progressivamente, sarà difficile mettere in piedi azioni in progress di indirizzo, di progetto e di controllo utili a fare della Calabria una regione normale e, successivamente, una meta per investitori, turisti ed eccellenze della ricerca e della produzione internazionale.

La formazione che ho intenzione di realizzare è di tipo continuativo e, sotto certi aspetti, innovativo, ove la specializzazione diffusamente acquisita costituisce l’elemento caratterizzante della dirigenza che sarà, tale da essere assistita nella continuità dalle opportune conoscenze, indispensabili nell’esercitare le rispettive competenze nell’obbligo di rotazione cui la stessa è sottoposta.

Un modo, questo, per contare su un organico ricco di specialità, tali da garantire il meglio nelle sue diverse routinarie collocazioni.

Un tale percorso garantirà a tutto l’organico regionale uno strumento e un’occasione di formazione quotidiana, cui i dirigenti dovranno assicurare un’offerta continuativa didattico-formativa e di aggiornamento del personale ad esso via via sottoposto.

Attraverso una tale metodologia di acquisizione diffusa delle dovute conoscenze, necessarie per affrontare con efficienza, efficacia, economicità e utilità pubblica le problematiche più attuali, si concretizzerà un organico utile ad intervenire nel processo di bonifica delle società partecipate, certamente bisognevoli di interventi strutturali.

 

Artigianato

Nell’immaginario delle filiere di successo dell’economia calabrese figurano da sempre turismo e agricoltura.

Eppure basterebbe una lettura più attenta della struttura delle filiere per cogliere i veri protagonisti di questi settori: gli artigiani. Si tratta di un patrimonio pari a circa 33mila imprese che rappresentano il 20% del totale regionale.

Si tratta di micro imprese che costituiscono di fatto la struttura portante dei macro settori regionali e che rappresentano di fatto la qualità dell’offerta più complessiva del turismo e della stessa agricoltura di trasformazione.

Nella sostanza, il vero soggetto imprenditoriale della Regione Calabria, per dimensioni d’impresa, per storia e vocazione è e resta l’artigiano che si trasforma, a volta, in PMI conservando però la sua originaria matrice laboratoriale.

La mia idea è quella di lanciare una vera e propria stagione di Rinascimento dell’artigianato attraverso:

-Azioni di recupero dei saperi e delle conoscenze artigiane

-Azioni di integrazione tra gli Istituti Tecnico Professionali e le imprese artigiane attive sui territori

-Rafforzamento e creazione di distretti artigiani aggregati per vocazioni territoriali

-Recupero dei vecchi artigiani all’interno di esperienze didattiche dedicate allo start-up di nuova impresa artigiana

-Creazione di un brand identificativo della qualità artigiana calabrese

 

Filiere integrate e autonomie territoriali

Il Covid ha insegnato ai territori la necessità e l’importanza dell’autonomia delle proprie filiere.

La Calabria deve ripatire da progetti di filiera integrata per creare catene di valore capaci di mitigare, da un lato, la dipendenza dall’esterno e, dall’altro, di valorizzare le risorse autoctone.

Non solo in agricoltura e nel turismo, dove tuttavia la necessità di creare filiere corte sembra irrinunciabile.

Esistono settori, e quindi filiere importanti dell’economia regionale, che appaiono esclusi dal respiro strategico regionale e annaspano, isolati e irrilevanti, dai processi di creazione di valore e reddito.

È il caso dell’artigianato produttivo, una miniera inesplorata che spazia dal mobile all’agricoltura di prossimità, dalla liuteria alle stampe 3D, fino alla produzione artistica che nessun progetto di governo regionale ha sinora saputo coinvolgere nelle dinamiche di sviluppo locale.

Ecco perché occorre insistere su modelli di progettazione di filiere integrate per attrarre investimenti, pubblici e privati, nelle tante eccellenze nascoste della Calabria.

Un modello di sviluppo locale, legato alle filiere integrate, avrà il merito di trasformare i territori in soggetti di sviluppo lasciando alla Regione il compito di promuovere azioni di promozione della visibilità delle filiere artigiane.

 

Sviluppo locale e politiche territoriali

Tra i meriti meno sottolineati del PNRR figura la definizione di un quadro di precise scelte di politica industriale, condivise su scala europea.

Questo significa che le Regioni, e fra queste la Calabria, saranno chiamate ad interpretare un importante ruolo tipico dei c.d. soggetti attivi di politica industriale.

Quando parliamo di trasformazione digitale ed ecologica, infatti, stiamo utilizzando una nuova chiave di lettura dell’evoluzione competitiva dell’economia regionale.

Dopo aver inseguito per anni, senza successo, il totem della produttività oggi lo scenario cambia radicalmente perché attraverso il PNRR si richiede a tutte le filiere produttive un ripensamento della propria identità in chiave digitale ed ecologica.

La Calabria ha quindi dinanzi a sé un decennio in cui dovrà fare politica industriale e settoriale, incentivando da subito i fattori competitivi del digitale e della sostenibilità.

Non sarà un percorso facile né indolore perché, al di là delle incentivazioni ai processi di automazione (Industria 4.0), si inciderà su un mercato del lavoro destinato a subire trasformazioni epocali con effetti significativi anche sul welfare e sulle ineguaglianze.

Se a ciò aggiungiamo il trend demografico che vede la Calabria perdere 100mila residenti negli ultimi 15 anni, con un indice di vecchiaia che nel 2020 ci dà 169.5 anziani ogni 100 giovani, si comprende perfettamente la cifra strategica che le politiche industriali dovranno assumere nella Regione Calabria.

Ridisegno delle catene di valore, interventi sul mercato del lavoro, accompagnamento al digitale della base produttiva e distributiva, ristrutturazione delle filiere produttive locali in chiave ecologica e digitale.

 

5.Agricoltura e forestazione

Il comparto agricolo e agroalimentare calabrese, unico per biodiversità varietale e per spirito di adattamento, ha rappresentato nell’ultimo periodo, caratterizzato dalla pandemia Covid 19, un baluardo per la tenuta del tessuto sociale ed economico della Calabria,

Il Governo Regionale, nella consapevolezza di tale funzione, dovrà orientare sempre più la parte burocratico-gestionale verso le esigenze dei cittadini calabresi attraverso l’accelerazione della spesa dei fondi comunitari, nella scelta di misure di sostegno rapide ed efficaci e nello snellimento di procedure, a volte francamente lente e poco flessibili.

Nella prospettiva del quinquennio sarà quindi necessario riorganizzare il sistema agroalimentare calabrese, per porre lo stesso all’altezza delle sfide del contesto nazionale e globale. Bisognerà continuare nell’opera di concertazione allargata con le parti sociali e rappresentanti dell’utenza agricola, per affrontare una serie di questioni strategiche.

La riorganizzazione del dipartimento e degli enti controllati

La sfida di innovazione e efficienza passa attraverso la formazione e l’entrata di giovani professionalità Pertanto, non è più rinviabile una rivisitazione e una riforma del ruolo dell’Arsac e di Calabria Verde, che vada a rendere produttivi e funzionali il patrimonio materiale e di professionalità posseduto dagli stessi, rendendolo più consono ai bisogni attuali piuttosto che ai dettami delle leggi fondative, che non riescono più a dare risposte attive rispetto agli investimenti economici dedicati.

 

Il superamento del gap logistico sui collegamenti

Le aziende agricole calabresi pagano una sorta di “dazio logistico” legato alle difficoltà di collegamento. Tutte le materie prime viaggiano su gomma e provengono da porti del Nord Italia: questa condizione comporta un aggravio di costi valutato intorno al 25%. Stessa sorte seguono le nostre produzioni ortofrutticole: viaggiano su gomma con un aggravio di costi valutato intorno al 15% rispetto ai competitor nazionali ma anche europei.

Mi impegnerò per valorizzare l’uso delle strutture portuali di Gioia Tauro e Corigliano sia per le spedizioni che per gli approvvigionamenti del settore agricolo calabrese.

 

Acqua e Cambiamenti Climatici

Preparare l’agricoltura della nostra Regione alla sfida del paradigma della sostenibilità, diventa non più procrastinabile nel medio periodo. Tale approccio presuppone una riforma condivisa del sistema delle bonifiche calabresi, che dovranno sempre di più essere orientate alla fornitura di servizi per una agricoltura avanzata e innovativa.

Occorre condividere e programmare con la Stato Nazionale, anche attraverso il PNNR, una politica di sostegno agli invasi di grande portata presenti in Regione. La messa a regime di tali invasi diventa condizione propedeutica per attivare un sistema di invasi a valle di piccola portata e, in parallelo, per la fornitura di prossimità di medi distretti agricoli.

Infine, una più equa politica di utilizzo dell’acqua da arte degli utenti finali, attraverso la tracciatura del consumo tramite i misuratori nei tre livelli di distribuzione, metterebbe la Calabria al pari di altri competitori agricoli nazionali, che sulla sfida del risparmio idrico stanno costruendo un nuovo modello di agricoltura adeguato al cambiamento climatico.

La stessa sfida del cambiamento climatico può, in effetti, consentire, soprattutto nella filiera ortofrutticola e olivicola, la dislocazione in areali originali di nuove colture tropicali e subtropicali, favorite anche dallo spostamento verso fasce altimetriche più elevate (colline e alta collina) della coltivazione dell’olivo.

 

Energia

La sostenibilità energetica della agricoltura calabrese può trovare il suo divenire su una triplice attivazione bioenergetica: fotovoltaico, residui di potature e pulizie forestali, sottoprodotti.

L’utilizzo dei sottoprodotti agricoli per l’alimentazione delle centrali a biogas è ormai un dato acquisito, ma spesso non condiviso per mancanza organizzativa nel sistema di recupero.

Così anche, l’utilizzo dei residui di potatura o di pulizia dei boschi per la bruciatura degli stessi nelle centrali termiche potrebbe rappresentare un elemento di produzione di energia tuttora non esplorato.

L’incentivazione del fotovoltaico sulle strutture a servizio dell’attività agricola rappresenterebbe l’affermazione del modello di sostenibilità a cui mira l’UE e andrebbe sempre di più incentivato.

Multifunzionalità e sociale

Le imprese agricole possono diventare il volano potenziale di un nuovo WELFARE diffuso, sostenibile e capillare. Gli esempi sono diversi e già sperimentati con successo:

- Cura del verde pubblico e privato

- Agricoltura sociale, Agriasilo, Agri Pensionati

- Turismo rurale

- Concessione di spazi riservati a mercati con vendita diretta

 

Fauna Selvatica

Servono urgenti interventi di contrasto all’emergenza da sovrappopolamento e alla proliferazione di cinghiali per la difesa delle produzioni agricole e zootecniche. In particolare:

- Attivare interventi di prevenzione nelle aree maggiormente colpite

- Semplificare le procedure amministrative per il risarcimento dei danni agli agricoltori

- Allungamento del periodo di caccia con la rotazione delle squadre dei cacciatori

Agricoltura tra Ambiente e Salute: alcune delle misure possibili

La transizione ecologica, in agricoltura, si realizza attraverso scelte precise di politica aziendale. Occorre incentivare, quindi, il volume delle risorse pubbliche da destinare verso tutte quelle aziende agricole che utilizzano risorse organiche per garantire delle fertilizzazioni green, limitando l’uso di pesticidi e concimi chimici.

Occorre, in parallelo, sostenere le politiche di verde urbano perché le stesse città diventino vettore di benessere, salute e sostenibilità e nei bandi di affidamento delle forniture delle mense pubbliche (Scuole e Ospedali) prevedere criteri di premialità per le produzioni convenzionali e biologiche a KM 0.

 

Leva Finanziaria

La problematica più critica del sistema agricolo regionale riguarda la mancanza di una politica finanziaria a supporto del sistema. Tale difficoltà è emersa in tutta la sua drammaticità nella fase pandemica, costringendo lo Stato a utilizzare misure straordinarie non strutturali che hanno alleviato vecchie e nuove difficoltà di finanziamento.

Probabilmente, la causa è da ricercare nella mancanza di fiducia del sistema bancario nazionale che non finanzia più idee, ma solo progetti a garanzia blindata costituendo

- per paradosso -il vero limite all’accesso del credito.

Il mio governo regionale verificherà da subito l’attivabilità di linee di garanzia regionale bancarie per lo sviluppo agricolo destinate alle grandi e medie imprese agricole e agroalimentari regionali per avviare il risanamento delle passività onerose.

Per quanto riguarda le piccole imprese agricole, invece, potrebbe immaginarsi la strutturazione di confidi in forma più agevole rispetto a quella attuale.

Infine, un aspetto, finora non ancora adeguatamente considerato nella contribuzione regionale, potrebbe essere l’utilizzo della quota fondo interessi al posto della quota contributo nelle proposte del PSR.

Infine, un’ipotesi da verificare sul campo, per valutarne la percorribilità, riguarda l’aumento dell’aliquota massima del cofinanziamento previsto dal fondo FEASR fino al 75%. Tale scelta, ove compatibile, consentirebbe una maggiore risposta ad effettuare miglioramenti aziendali e di sostenibilità climatico-ambientale da parte delle imprese agricole. Potrebbe anche essere opportuno prevedere un’aliquota unica per tutte le aziende presenti sul territorio, perché tutte le imprese agricole, comunque rappresentative e ubicate in zone non svantaggiate o montane, possano essere incentivate ad effettuare investimenti.

 

Nuove Opportunità

Questione sociale e sostenibilità ambientale appaiono sempre più rilevanti nelle aspettative dell’Unione Europea, e di converso, nella nuova politica di coesione regionale. Occorre precisare che la nostra agricoltura ha una strutturazione produttiva già fortemente ispirata alla sostenibilità integrata e biologica.

Strutturazione che risulta fortemente differenziata a causa della sua varietà orografica: infatti, alla presenza di sistemi ortofrutticoli altamente competitivi delle aree di pianura si affianca, in parallelo, un’agricoltura di sussistenza avanzata delle aree interne collinari e montane. Tale strutturazione del sistema agroalimentare regionale pone la necessità di conciliare una duplice offerta di opportunità di cambiamento, che può essere declinata con una scelta di intervento ben definita nella prossima programmazione agricola regionale:

-rafforzamento delle filiere strategiche (olivo/agrumi) attraverso accordi di collaborazione sovra regionali che individuino risorse per la modifica strutturale;

-creazione di nuove filiere di competizione ortofrutticola avanzata tropicali e subtropicali (es. Kiwi e colture tropicali), includendo non solo le produzioni arboree, ma anche le filiere ortive (Cipolla e Finocchio) Tale proposta diversificata per grandi e piccole aziende dovrà esplicarsi nelle aree pianeggianti e nelle aree costiere calabresi.

Un discorso a parte merita il comparto vitivinicolo, che va sostenuto nella sua peculiare condizione culturale, attraverso la strutturazione di offerte per l’incremento della capacità ricettiva e degustativa aziendale, con specifiche misure che favoriscano enoturismo e il collegamento con il turismo tradizionale.

 

Il miglioramento dell’approccio venatorio e la valorizzazione della pesca artigianale

La riforma del sistema di gestione della caccia per le competenze organizzative regionali rappresenta una necessità invocata da più parti. In particolare, la gestione della caccia al cinghiale con i danni connessi non può essere solo gestita con forme di prelievo venatorio, occorrendo per contro modalità straordinarie e, in particolare, interventi normativi da parte del Parlamento. Non è pertanto più rinviabile una rivisitazione del sistema organizzativo di gestione degli ambiti di caccia e delle sue emanazioni, attraverso un confronto franco con tutti gli attori della filiera.

La valorizzazione della pesca costiera anche attraverso attivazione di forme economiche alternative trova la sua naturale declinazione sul fondo Europeo per la pesca FEAMP, che deve diventare sempre di più lo strumento per l’aumento della biodiversità marina e l’animazione costiera.

 

Politiche di forestazione

Le ferite e i danni arrecati al nostro patrimonio boschivo da irresponsabili, piromani e portatori di interessi criminali sono tanti e dolorosi per ogni calabrese.

Per questo motivo la Forestazione sarà uno dei settori nei quali l’azione del mio governo regionale sarà forte pronta e immediata: la montagna deve essere uno strumento di valorizzazione ambientale e di sviluppo economico per tutti i calabresi.

Punteremo, attraverso i “Piani annuali di Forestazione” e alle normative di riferimento, all’avvio di una serie di azioni strutturali si esplicano nella gestione e manutenzione del territorio, nella manutenzione delle infrastrutture che ricadono nelle aree forestali e loro eventuale implementazione, nella prevenzione dei rischi idrogeologici, ambientali e degli incendi boschivi e nella tutela della biodiversità e dell’ambiente in generale e la difesa dai cambiamenti climatici.

In particolare:

- Si prevede la produzione di biomasse mediante le utilizzazioni selvicolturali e l’impianto di essenze di latifoglie autoctone a rapido accrescimento.

- Si procederà a redigere piani di assestamento forestale quali strumenti indispensabili per la pianificazione, l’utilizzo e la corretta azione di taglio.

- Saranno promosse attività di filiera nell’ambito delle aree delle aziende forestali, che consentano la raccolta dei frutti del sottobosco (ad esempio, tramite la manutenzione della sentieristica) e altre che agevolino l’uso turistico e ricreativo delle aree (come la costruzione di aree di sosta).

- Saranno eseguiti interventi per la manutenzione delle opere esistenti e la loro implementazione per la messa in sicurezza di alvei, torrenti e colatori naturali.

- Si provvederà alla pianificazione di attività svolte in sinergia con i soggetti preposti alla tutela dell’ambiente e nello specifico con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino meridionale.

- Si punterà al miglioramento delle condizioni di fruibilità, di accesso e di sviluppo delle aree di campagne e soprattutto delle aree montane.

- Sarà sostenuta e resa operativa la campagna, già sperimentalmente avviata, d’intesa con le Università e i Parchi calabresi e gli Ordini professionali, di lotta alla processionaria.

- Saranno curate attività di protezione civile intesa come attività per interventi sulle calamità naturali.

- Sarà notevolmente potenziata l’attività di monitoraggio e controllo, anche a fini di prevenzione antincendio, sia intensificando il ricorso alla tecnologia, sia replicando modelli come quello sperimentato con il Parco Nazionale della Sila, che ha previsto l’impiego dei pastori nella sorveglianza del territorio boschivo.

 

Crediti di carbonio

La Forestazione sarà legata anche al tema dei crediti di carbonio, ossia le tonnellate di CO2 equivalente immagazzinata nella biomassa vegetale o nel suolo da attività di gestione, imboschimento o rimboschimento, utilizzate nella contabilizzazione degli impegni internazionali sottoscritti dal Governo italiano nell’ambito del Protocollo di Kyoto.

Nell'ambito delle problematiche sugli interventi finalizzati alla salvaguardia dei boschi da incendi ed al fine di programmare le attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, nonché quelle di riforestazione, è necessario da parte degli Enti governativi monitorare i flussi di Carbonio nelle aree boscate predisponendo un sistema di tracciabilità dei crediti di carbonio, in un'ottica di valorizzazione ambientale e sociale.

La Regione Calabria dovrà essere impegnata nella tematica della Forestazione e Difesa del Suolo e nella lotta ai cambiamenti climatici, attrezzandosi delle necessarie valutazioni scientifiche dettagliate in merito ai crediti di carbonio, o carbon credits, che sono uno strumento per la lotta all’inquinamento e la tutela dell’ambiente.

La valutazione del fissaggio della CO2 nelle aree forestali della Regione Calabria permetterà di certificare i crediti di carbonio, entrare nel mercato dei crediti di carbonio ottenendo un beneficio economico non secondario e contemporaneamente favorire la rigenerazione e ricostruzione del patrimonio boschivo contribuendo alla lotta al cambiamento climatico.

 

6.Politiche per il turismo e brand Calabria

Proporrò un Patto con gli imprenditori turistici calabresi, per programmare insieme scelte, agende d’interventi, priorità necessarie a realizzare il brand Calabria, che andrà pensato in chiave digitale ed ecologica, guardando anche ai casi di eccellenza nazionali.

L’analisi sul campo ci dice che in Calabria sono presenti destinazioni che funzionano bene e riescono a soddisfare le esigenze e le aspettative di migliaia di turisti, sia italiani che stranieri.

Altre, invece, che hanno bisogno di potenziare i servizi: dai trasporti alla ricettività, dall’organizzazione all’intermediazione.

Dobbiamo rendere omogenea e di qualità l’offerta turistica di tutta la regione e dobbiamo valorizzare e riscoprire gli straordinari giacimenti culturali del nostro territorio.

Abbiamo subito tante dominazioni e anche per questo abbiamo un patrimonio archeologico unico al mondo.

Siamo una terra di santi, di uomini di cultura, di filosofi, di artisti, di scienziati, le cui opere la Calabria non ha mai saputo valorizzare per attrarre turisti. È giunta l’ora di cambiare passo, e recuperare il terreno perduto.

Ma non solo. Uno dei nostri primi impegni sarà per avere un mare pulito, all’altezza dei nostri meravigliosi 800 km di coste, attivando controlli seri e capillari su tutti gli sversamenti illegali e su tutti i settori produttivi pure solo potenzialmente pericolosi, anche con l’ausilio delle nuove tecnologie che permettono di individuare facilmente le attività da reprimere.

Rafforzeremo il sistema dei controlli sui depuratori, ci occuperemo di tarare quelli che sono insufficienti a funzionare quando la popolazione, soprattutto durante i mesi estivi, aumenta. Contrasteremo gli scarichi abusivi.

Investiremo sulla connettività dei piccoli borghi, perché la rete è la principale infrastruttura per renderli attrattivi. Sperimenteremo iniziative di south-working: il Sud potrebbe ospitare tanti lavoratori da tutta Italia, cogliendo la sfida della trasformazione del lavoro dopo la pandemia.

Sperimenteremo anche nuove metodologie per affrontare il problema dell’emergenza abitativa, facendola diventare occasione di ripopolamento di borghi e centri storici che si stanno desertificando: predisporremo, d’intesa con i Comuni, misure per reperire alloggi di edilizia pubblica e residenziale anche in realtà limitrofe, perché rivalutare immobili abbandonati nei borghi invece che consumare nuovo suolo costa di meno e serve a far rivivere tanti piccoli centri storici.

 

7.Politiche di coesione 2021-2027

Alla vigilia dell’avvio della nuova Politica di Coesione 2021-2027, la Regione Calabria ha dinanzi a sé due grandi questioni da risolvere: un’operazione verità, sull’efficacia dei metodi, e un’operazione di realismo, sull’operatività.

Sul fronte del metodo è arrivato il momento di chiederci quanta reale condivisione delle scelte esista, sul territorio, tra le imprese, le categorie, gli Enti Locali nell’elaborazione del Documento di Indirizzo Strategico Regionale (DISR) che, come noto, costituisce l’architettura cognitiva e politica del Piano Operativo Regionale.

L’impressione è che esista un problema strategico di accesso all’informazione e che molti player territoriali lamentino una sorta di marginalizzazione dalle scelte.

Il nuovo Governo Regionale avrà tra le sue priorità il superamento dei limiti di accesso all’informazione che troppo spesso caratterizzano la vita delle opportunità europee sul territorio calabrese.

La seconda questione, che definirei operazione di realismo sull’operatività, ci induce ad analizzare concretamente i veri problemi che sono alla base del mancato utilizzo dei fondi europei.

Sono questioni straordinarie e datate che necessitano finalmente di una risposta.

Proporrò al Ministro per il Sud e alla Coesione Territoriale, Mara Carfagna, l’idea di creare delle Agenzie Regionali alla Coesione, gestite direttamente dal Ministero, con lo scopo di supportare la Regione e gli Enti Locali nei processi di informazione, formazione dei procedimenti amministrativi, progettazione degli interventi e rendicontazione della spesa.

Un impegno straordinario e condiviso per voltare finalmente pagina, per consentire alla Regione Calabria di utilizzare tutti i fondi a sua disposizione e per avvicinare, concretamente, l’Europa delle opportunità all’immaginario civile e partecipativo dei cittadini calabresi.

 

8.Cultura

Tra le tante ricchezze della Regione figura lo straordinario capitale paesaggistico, monumentale ed etnico disseminato nei tanti distretti culturali della regione.

A questa ricchezza nessuna stagione amministrativa, finora, è riuscita a garantire visibilità e governance sul mercato turistico e delle politiche di sviluppo.

Occorre ricostruire una riconoscibilità della Regione poggiata sulla qualità e sulla propria identità cominciando a recuperare credibilità sul mercato turistico e dei capitali.

In tale direzione ho inteso riorganizzare la struttura burocratica regionale costituendo il dipartimento sviluppo economico e attrattori culturali, consapevole dello stretto legame che intercorre tra le azioni di sviluppo dei territori e il patrimonio culturale inteso come attrattore di politiche di sviluppo e investimento.

Si tratta di avviare un rigoroso processo di messa a sistema delle ricchezze culturali della Regione attraverso precisi passaggi progettuali:

-Distrettualizzazione dei bacini culturali della regione con censimento del capitale culturale esistente. (Addirittura nelle stesse azioni del PNRR figura la creazione di un Hub digitale per il Turismo dedicato proprio alla classificazione dei sistemi di attrazione e accoglienza).

-Così come previsto dal PNRR e dal Piano Nazionale dei Borghi, recuperare i patrimoni culturali, rurali e religiosi che sono ospitati nei borghi calabresi (alcuni dei quali, non a caso, negli ultimi tempi stanno attirando l’attenzione di capitali esteri interessati all’acquisto di unità immobiliari).

-Creare eventi attrattori identitari nei diversi distretti culturali legati ai beni culturali, al turismo lento, all’enogastronomia, allo sport, al benessere, alla musica e alle arti.

-Internazionalizzare il respiro dei distretti culturali della regione attraverso il ricorso al complessivo set di programmi europei a gestione diretta dedicata alla transnazionalità e alla cooperazione tra paesi membri.

-Promuovere l’identità regionale nella formazione scolastica attraverso lo sviluppo di attività extracurricolari mirate alla diffusione del patrimonio artistico, culturale, letterario e delle eccellenze artigiane e produttive della Calabria.

Il Capitale Civico è la vera infrastruttura immateriale di cui la Calabria ha bisogno e che tutti, colpevolmente, continuiamo ad ignorare nel dibattito politico.

Diverso dalle buone pratiche piuttosto che dalle reti ICT, il capitale civico rappresenta l’infrastruttura immateriale portante di qualsiasi politica o piano di sviluppo economico locale.

È un vero e proprio indice prestazionale che misura “l’intraprendenza e l’attitudine di una comunità alla cooperazione su progetti comuni”.

Dall’ambiente, all’energia, ai trasporti, alle città occorre investire sulla formazione di un capitale civico anche attraverso incentivi e riconoscimenti alle comunità.

Diversi sono gli esempi immaginabili:

1) Le certificazioni ambientali d’area, tipo EMAS, dove le comunità concorrono al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, attraendo turisti o impresa bio. A queste comunità la Regione dovrà riconoscere incentivi sotto forma di fiscalità di vantaggio.

2) Premi per aziende che incentivano misure sulla sicurezza sul lavoro addirittura superando, in positivo, il requisito minimo normativo.

3) Premi per comunità che vantano comportamenti virtuosi nel risparmio energetico piuttosto che nell’abbattimento di CO2.

Occorre lavorare nelle scuole, sui giovani per spiegare loro il senso dell’infrastruttura del Capitale Civico.

 

Archeologia e tesori nascosti

La Calabria in modo uniforme è sede di insediamenti antropizzati sviluppatisi nel tempo preistorico e storico.

Paleolitico, Neolitico, Periodo Bruzio ed Enotrio, Magnogreco, Romano, Medievale: la nostra Regione dispone di un tesoro archeologico ancora mai compiutamente valorizzato.

Da cui l’opportunità di proporre, d’intesa con le Sovraintendenze e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, una campagna programmata di scavi archeologici da inserire in un organico progetto di collaborazione con le istituzioni universitarie, le scuole, i Comuni interessati, le diverse maestranze per concentrarvi una serie di iniziative di politiche attive del lavoro.

La conseguenza sarebbe la apertura di innumerevoli interventi, tutti “immediatamente cantierabili”, da valutare anche come campo di applicazione di politiche attive del lavoro.

Ovviamente il secondo step, ma solamente per ordine logico sistematico, ma non di attuazione, sarebbe quello di realizzare piccoli e diffusi interventi di accoglienza nelle adiacenze dell’intervento per un flusso turistico ben qualificato, di supporto anche alle attività turistiche tradizionali soprattutto a carattere stagionale, arricchite dalle opportunità della misura.

L’archeologia, in sintesi, può diventare il volano di una strategia di crescita economica del territorio attesa la sua natura di settore “attivante e trainante” di catene di valore in chiave turistica, scientifica, di digitalizzazione del patrimonio e di esperienza originale di politica attiva del lavoro.

 

9.Politiche di bilancio

Le politiche di bilancio saranno al centro della mia azione politica. In un periodo come quello attuale Il bilancio, appesantito dal post Covid e invero reso precario dall’assenza delle necessarie cure, attrarrà il mio maggiore impegno. Ciò per assicurare ai calabresi una maggiore tranquillità e la dovuta trasparenza dello strumento che più costituisce il risultato della sua diretta rappresentatività. Tale è quella esercitata dai consiglieri regionali di immediata espressione della collettività.

Da parte mia ci sarà la necessaria cura nella formazione del consolidato, quale sintesi della complessità dei numeri dei quali la Regione deve dare conto, in primis bilancio del SSR, partecipate in senso lato ed enti strumentali.

Mi adopererò perché alla cura giornaliera del bilancio vengano assicurate, sia nell’Esecutivo che nella dirigenza impegnata, adeguate presenze, ricche di elevate conoscenze ed esperienza.

Relativamente alle entrate, sarà mia premura rivedere in diminuzione, per quanto possibile, le ricadute del sistema tributario e tariffario. Lo farò nell’ovvio rispetto dei principi fondamentali fissati dallo Stato nell'esercizio dell’attuale legislazione concorrente.

Un passo, questo, dovuto alla gente di Calabria che dovrà essere aiutata attraverso l’alleggerimento del prelievo, sia per quanto riguarda le tariffe e le imposte/tasse, primo tra tutti quello fiscale extra dovuto a copertura dei disavanzi della sanità che non dovranno più esserci.

Da qui, il mio impegno indefesso per ripianare il debito con risorse perequative straordinarie -per le quali mi sto battendo da anni in sede parlamentare con il risultato sfociato nella legge di bilancio per il 2021, al quale faccio riferimento specifico in tema di sanità del domani -tale da liberare il conto di esercizio del Servizio sanitario regionale da oneri moratori insopportabili, rendendo così raggiungibile l’equilibrio, in una all’attivazione di una profonda spending review.

Tutto questo nell’aspettativa, che dovrà trasformarsi in realtà da subito, di vincere la grande sfida della sostenibilità del bilancio regionale, ordinario e consolidato, condizionato sempre di più anche dai decrementi demografici e dalla povertà dilagante.

 

10. Innovazione e digitale

Inutile parlare, come è stato fatto per anni, di Smart Calabria, di Open Data, di Smart City, di Telemedicina se poi manca l’infrastruttura di base: la banda ultra larga.

Diciamolo con chiarezza: In Calabria esiste un problema di ampiezza di banda di connessione e di stabilità delle connessioni stesse.

Per tale ragione, denunciata sistematicamente dagli operatori pubblici e imprenditoriali, la Calabria ha il diritto/dovere di accedere ai fondi della prima missione del PNRR nota come “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”.

La Calabria deve puntare direttamente, per la rete fissa, al raggiungimento dell’obiettivo stabilito su scala nazionale: portare, cioè, la connettività a 1 Gbps alle famiglie, agli edifici scolastici che ancora ne sono privi, ai punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale e alle imprese operanti nelle filiere produttive della Regione.

Gli investimenti tematici, così come previsti nel PNRR, dovranno, parallelamente, assicurare anche in Calabria:

-la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci;

-la promozione della trasformazione digitale complessiva del territorio regionale;

-il rafforzamento delle infrastrutture digitali e ai servizi della pubblica amministrazione (sanità, scuola, ambiente, prevenzione idrogeologica, migrazione al cloud, sicurezza informatica);

-la creazione di un Piano 5G per il potenziamento della connettività mobile soprattutto nelle aree più deboli;

-Incentivare lo sviluppo e la diffusione dell’infrastruttura 5G nelle aree mobili come parchi naturali e siti archeologici;

-supportare la diffusione della copertura 5G lungo i corridoi di trasporto regionale e lungo le strade extra-urbane, facilitando lo sviluppo di servizi di rete fondamentali per la mobilità, il turismo, la sicurezza stradale, le infrastrutture sociali;

-l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato.

La gestione di questa ambiziosa politica di digitalizzazione della Regione richiederà tempi certi e competenze collaudate, di tipo accademico e imprenditoriale.

Ritengo di poter accettare questa sfida: la Calabria deve porsi l’obiettivo di governare l’ambizioso progetto della Gigabyte Society, così come auspicato dal Presidente Draghi per il Paese intero.

In Calabria, ma forse anche in Italia, esiste un equivoco di fondo sulle politiche legate all’innovazione.

Nei paesi sviluppati l’innovazione è infatti considerata come un vero e proprio strumento della politica industriale e settoriale.

In Calabria, viceversa, l’innovazione viene identificata e trattata come un settore specifico su cui concentrare risorse secondo piani d’intervento che, sovente, scontano vistosi deficit di puntualità e specificità.

Occorre restituire all’innovazione una governance tipica degli strumenti di politica industriale.

L’idea è cioè quella di identificare azioni settoriali e specifiche d’innovazione, concordate con la base produttiva e gli organismi di ricerca, su cui destinare budget e disegnare politiche di accelerazione e diffusione del trasferimento.

Solo così sarà possibile, fra l’altro, pareggiare il criterio stabilito dall’Unione Europea per la nuova programmazione 2021-2027 che parla, espressamente, di “condizioni abilitanti” riguardanti la presenza e l’aggiornamento di piani di settore (es: trasporti, banda larga; gestione dei rifiuti, lavoro, istruzione/formazione, ecc.).

La governance futura dell’innovazione sarà pertanto legato allo sviluppo dei piani di settore e per ciascun settore esisterà una strategia d’innovazione certa, misurabile e confrontabile.

 

Generazione start-upper

Da anni la Calabria è raccontata secondo la “comoda” retorica del pensiero unico del disastro.

La “geopolitica degli ultimi” ha creato segmenti di professionismo e di ingegneri sociali, a prezzi di listino non proprio favorevoli, deputati a soccorrere la regione del disastro in tutte le sue circostanze avverse: sanità, rifiuti, ambiente, acqua, lavoro nero, è stato tutto un fiorire di commissari e di stagioni straordinarie.

All’ombra del disastro è però nata una generazione di start-upper che sta provando, in tutti i settori produttivi della Regione, a produrre quel cambio di passo necessario per la ripresa.

La mia idea è quella di stabilire un contato diretto della Regione con questa generazione, fornendo loro un canale privilegiato e diretto per aiutarli nella straordinaria impresa che hanno già avviato, o nelle idee d’impresa che stanno elaborando, concordando con loro le migliori modalità di interazione. Dai club deal, agli acceleratori d’impresa, all’avvio delle start-up, questa generazione di nuovi imprenditori troverà nella Regione un interlocutore istituzionale capace di promuovere le migliori condizioni possibili per il radicamento di un eco-sistema di nuova impresa o di impresa innovativa.

Promuovendo, da subito, un tavolo operativo con Banche, soggetti finanziari specialistici e Università per concordare modalità di ascolto e di assistenza alla startupper generation, valorizzando ulteriormente le esperienze significative già presenti in Calabria, ancorché disperse e spesso confliggenti sul territorio.

 

Residenza digitale

L’idea è quella di realizzare in Calabria un progetto di E-Residency (residenza digitale) per attrarre nella regione un numero di residenti digitali, imprenditoriali soprattutto, capaci di spezzare lo storico e drammatico isolamento periferico della Regione rispetto alle grandi traiettorie di sviluppo economico internazionale. Si tratta di un’esperienza già declinata con successo in Estonia.

Attraverso la E-Residency è possibile:

- Acquisire una residenza digitale

- Avviare una nuova impresa internet-based

- Posizionare la sede di un’impresa già esistente

- Aprire un ufficio virtuale

- Gestire l’impresa in remoto

- Accedere a tutta una serie di servizi finanziari digitali

- Offrire consulenza e assistenza on line

- Offrire assistenza fiscale e tributaria

- Garantire servizi di marketing e posizionamento (start-up, business angels,

club-deal, acceleratori d’impresa)

Se a ciò aggiungiamo il prossimo decollo operativo in Calabria della Zona Economica Speciale (ZES) risulta chiaro come l’idea della Residenza Digitale, opportunamente promossa, possa incentivare dinamiche virtuose di attrazione di capitale internazionale nella Regione.

 

(Il Presidente della Giunta regionale: Roberto Occhiuto)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 5/12^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2022-2024 (art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)” (deliberazione di Giunta regionale n. 480 del 22/11/2021) (deliberazione consiliare n. 8)

Il Consiglio regionale

vista la deliberazione di Giunta regionale n. 480 del 22 novembre 2021 “Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2022 – 2024 (art. 36 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118)”;

visto il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi), e in particolare l’articolo 36 che dispone in materia di adozione del DEFR;

considerato che:

-l'articolo 36 del decreto legislativo sopra citato dispone che le Regioni adottino il DEFR, che descrive gli scenari economico-finanziari internazionali, nazionali e regionali, le politiche da adottare, gli obiettivi della manovra di bilancio ed espone il quadro finanziario unitario regionale di tutte le risorse disponibili per il perseguimento degli obiettivi e della programmazione unitaria regionale, esplicitandone gli strumenti attuativi per il periodo di riferimento;

-l’allegato 4/1 al d.lgs.118/2011 prevede che il DEFR si componga di due sezioni:

 la prima sezione comprende il quadro sintetico del contesto economico e finanziario di riferimento, nonché la descrizione degli obiettivi strategici con particolare riferimento agli obiettivi di politica regionale in campo economico, sociale e territoriale, anche trasversali, articolati secondo la programmazione autonoma delle singole regioni;

 la seconda sezione contiene la costruzione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli enti regionali, sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente, e l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, accompagnata da un’indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere i predetti obiettivi;

tenuto conto che, ai sensi del sopra citato allegato 4/1 al d.lgs.118/2011, il DEFR ha le seguenti finalità: -rappresentare il quadro di riferimento per la definizione dei programmi, all’interno delle singole missioni, e per la definizione delle risorse disponibili per il finanziamento degli stessi; -orientare le successive deliberazioni del Consiglio e della Giunta regionale; -costituire il presupposto dell’attività di controllo strategico, con particolare riferimento allo stato di attuazione dei programmi all’interno delle missioni e alla relazione al rendiconto di gestione;

visto il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2022 – 2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

udito l’Assessore regionale al Bilancio, Giuseppina Princi, che ha illustrato il provvedimento;

delibera

per le considerazioni, motivazioni e finalità di cui in premessa, che qui si intendono integralmente riportate:

-di approvare, ai sensi dell’articolo 36 del decreto legislativo n. 118/2011, il Documento di Economia e Finanza della Regione Calabria (DEFR) per gli anni 2022 -2024, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale.

(Allegati)

Proposta di legge n. 12/12^ di iniziativa del consigliere regionale Caputo, recante: “Istituzione dell'Ente di Governance della Sanità Regionale Calabrese denominato “Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria - Azienda Zero””(deliberazione consiliare n. 9)

Art. 1 (Istituzione e finalità dell’Azienda Zero)

1. È istituita l'Azienda Zero, ente del Servizio sanitario regionale, dotata di personalità giuridica di diritto pubblico, di autonomia amministrativa, patrimoniale, organizzativa, tecnica, gestionale e contabile.

2. L'Azienda Zero persegue la razionalizzazione, l'integrazione e l'efficientamento dei servizi sanitari, socio-sanitari e tecnico-amministrativi del Servizio sanitario regionale, con modalità partecipative basate su percorsi improntati alla massima trasparenza, alla condivisione responsabile, nel rispetto del principio di efficienza, efficacia, razionalità ed economicità nell'impiego delle risorse al fine di continuare a garantire l'equità di accesso ai servizi, nella salvaguardia delle specificità territoriali.

3. La sede dell'Azienda Zero è individuata dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, senza maggiori oneri per il bilancio regionale, in immobili nella disponibilità della Regione o di enti strumentali regionali o di enti del Servizio sanitario regionale.

4. La Giunta regionale disciplina con propria deliberazione il funzionamento e i tempi di attuazione dell'Azienda Zero secondo gli indirizzi, i principi e le finalità indicati nella presente legge.

Art. 2 (Funzioni dell'Azienda Zero)

1. L'Azienda Zero ha le seguenti competenze:

a) funzioni e responsabilità della Gestione Sanitaria Accentrata (GSA) previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), secondo le direttive impartite dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;

b) gestione dei flussi di cassa relativi al finanziamento del fabbisogno sanitario regionale di cui all'articolo 20 del d.lgs.118/2011 confluiti negli appositi conti di tesoreria intestati alla sanità;

c) tenuta delle scritture della GSA di cui all'articolo 22 del d.lgs. 118/2011;

d) redazione del bilancio preventivo e consuntivo della GSA e dei relativi allegati, sui quali l'Area sanità e sociale appone il visto di congruità;

e) redazione del bilancio consolidato preventivo e consuntivo del Servizio sanitario regionale e dei relativi allegati, sui quali il Dipartimento competente in materia di tutela della salute e servizi socio sanitari appone il visto di congruità;

f) indirizzi in materia contabile alle Aziende sanitarie provinciali e agli altri enti del Servizio sanitario regionale;

g) supporto alla Giunta regionale o al Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria per l'analisi, monitoraggio e studio tendenziale dell'andamento degli aggregati di costo e di ricavo delle Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale, con particolare riferimento alla sostenibilità del Servizio sanitario regionale in una prospettiva annuale e pluriennale;

h) gestione di attività per il sistema e per gli enti del Servizio sanitario regionale, quali:

1) gli acquisti centralizzati nel rispetto della qualità, della economicità e della specificità clinica;

2) le procedure di selezione del personale delle Aziende del Servizio sanitario regionale, secondo gli indirizzi della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;

3) il supporto tecnico alla formazione manageriale e del rischio clinico di valenza regionale;

4) il supporto al modello assicurativo del sistema sanitario regionale, in particolare per il contenzioso e per le eventuali transazioni;

5) la gestione e lo sviluppo del sistema informativo di telemedicina di omogeneizzazione e sviluppo del sistema ICT;

6) l'autorizzazione all'esercizio e l'accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie svolgendo le funzioni di organismo tecnicamente accreditante;

7) il supporto tecnico in sede di definizione e di stipula degli accordi e dei contratti con i soggetti erogatori ai sensi dell'articolo 8 quinquies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421);

8) la progressiva razionalizzazione del sistema logistico;

9) i servizi tecnici per la valutazione dell'Health technology assessment;

10) il coordinamento in materia di medicina territoriale, con particolare riferimento ai percorsi di presa in carico e gestione dei pazienti fragili-cronici e di continuità ospedale-territorio, nonché delle attività relative all'assistenza primaria.

2. Nell'esercizio delle sue funzioni l'Azienda Zero è sottoposta al coordinamento da parte del Dirigente generale del Dipartimento competente in materia di Tutela della salute, servizi socio sanitari, che collabora con la Giunta regionale o con il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria nell'attività di formazione e definizione degli obiettivi e dei programmi.

3. Il bilancio preventivo e consuntivo della GSA è approvato dalla Giunta regionale, sentita la competente commissione consiliare o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria. La Giunta o il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria autorizza l'erogazione dei finanziamenti della GSA per il tramite dell'Azienda Zero.

4. Le modalità di tenuta delle registrazioni della GSA e la redazione dei relativi documenti di bilancio preventivo, di esercizio e consolidato nonché il monitoraggio dei conti e capitoli del bilancio regionale sono disciplinate con regolamento dell'Azienda Zero, adottato dal Direttore generale acquisito il parere favorevole della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria in conformità a quanto disposto per gli enti del Servizio sanitario nazionale dal d.lgs.118/2011.

Art. 3 (Organizzazione e vigilanza dell'Azienda Zero)

1. La Giunta regionale o il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria approva le linee guida dell'Atto aziendale dell'Azienda Zero.

2. L'Atto aziendale determina l'organizzazione degli uffici e delle funzioni dell'Azienda Zero.

3. Il Direttore generale dell'Azienda Zero esercita i poteri connessi alle funzioni di cui all'articolo 2 nelle forme e con le modalità stabiliti dall'Atto aziendale e da un regolamento interno di organizzazione e funzionamento.

4. La Giunta regionale o il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria determina annualmente gli indirizzi per l'attività dell'Azienda Zero e ne controlla l'attuazione ed esercita la vigilanza e il controllo sull'Azienda Zero per il tramite del Dirigente generale del Dipartimento competente in materia di Tutela della salute, servizi socio sanitari nei termini e con le modalità stabilite da un regolamento approvato dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

Art. 4 (Organi dell'Azienda)

1. Sono organi dell'Azienda Zero:

a) il Direttore generale;

b) il Collegio sindacale;

c) il Collegio di direzione.

Art. 5 (Direttore generale)

1. Il Direttore generale è nominato dal Presidente della Giunta regionale, previa delibera della Giunta regionale, o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, in conformità alla normativa vigente per la nomina dei direttori generali delle Aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale.

2. Il Direttore generale è il legale rappresentante dell'Azienda Zero, esercita i poteri di direzione, di gestione e di rappresentanza e svolge, altresì, le funzioni di responsabile della GSA.

3. Il rapporto di lavoro del Direttore generale è regolato da un contratto di diritto privato di durata non superiore a cinque anni.

4. Il Direttore generale esercita i propri compiti direttamente o mediante delega secondo le previsioni dell'Atto aziendale.

5. Spetta al Direttore generale l'adozione, in particolare, dei seguenti atti:

a) nomina e revoca del Direttore sanitario e del Direttore amministrativo;

b) nomina dei componenti del Collegio sindacale ai sensi della vigente normativa regionale in materia di Aziende ed Enti del Servizio sanitario regionale;

c) nomina dell'Organismo Indipendente di Valutazione;

d) nomina, sospensione e revoca degli incarichi dei responsabili delle strutture dell'Azienda Zero;

e) regolamenti di organizzazione, funzionamento e dotazione organica dell'Azienda Zero;

f) atti di bilancio;

g) atti previamente autorizzati dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, vincolanti il patrimonio e il bilancio per più di cinque anni;

h) proposta alla Giunta regionale o al Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria del regolamento sulla tenuta contabile della GSA da redigersi in conformità a quanto disposto per gli enti del servizio sanitario nazionale dal d.lgs.118/2011;

i) adozione dell'Atto aziendale, da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;

l) ogni altro atto necessario al funzionamento dell'Azienda Zero preventivamente autorizzato dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

6. Il Direttore generale redige la relazione annuale sull'andamento della gestione dell'Azienda Zero e la presenta alla Giunta regionale e alla competente commissione consiliare o al Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

Art. 6 (Collegio sindacale)

1. Ai sensi del comma 3, dell'articolo 3 ter, del d.lgs.502/1992 il Collegio sindacale è composto da tre membri nominati dal Direttore generale e designati uno dal Presidente della Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, uno dal Ministro dell'economia e delle finanze e uno dal Ministro della Salute.

2. Nella prima seduta, convocata dal Direttore, il Collegio elegge tra i propri componenti il Presidente che provvede alle successive convocazioni; nel caso di cessazione per qualunque causa del Presidente la convocazione spetta al membro più anziano di età fino all'integrazione del Collegio e all'elezione del nuovo Presidente.

3. Le sedute del Collegio sindacale sono valide quando è presente la maggioranza dei componenti; il componente che, senza giustificato motivo, non partecipa a due sedute consecutive decade dalla nomina.

4. Il Collegio sindacale:

a) esercita il controllo di regolarità amministrativa e contabile;

b) vigila sull'osservanza delle disposizioni normative vigenti;

c) verifica la regolare tenuta della contabilità e la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri e delle scritture contabili;

d) accerta trimestralmente la consistenza di cassa e l'esistenza dei valori e dei titoli in proprietà, deposito, cauzione e custodia;

e) svolge l'attività di terzo certificatore nei confronti della GSA ai sensi dell'articolo 22 del d.lgs. 118/2011.

5. L'Azienda Zero può affidare la certificazione contabile a una società iscritta nel registro dei revisori dei conti ai sensi del Decreto del Ministro della salute 17 settembre 2012 (Certificabilità dei bilanci degli enti del servizio sanitario nazionale).

6. Ai componenti del Collegio sindacale spetta una indennità annua lorda in misura non superiore a quella spettante ai componenti del Collegio sindacale delle Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale.

Art. 7 (Collegio di direzione)

1. Il Collegio di direzione è organo aziendale con funzioni consultive e propositive che coadiuva e supporta la Direzione Generale nell'esercizio della funzione di governo dell'Azienda Zero. Esso è composto dal Direttore generale che ha le funzioni di Presidente, dal Direttore amministrativo, dal Direttore sanitario e dai Dirigenti apicali dell'Azienda.

2. Il Direttore generale si avvale del Collegio per il governo delle attività di programmazione nonché per l'organizzazione e lo sviluppo delle attività dell'Azienda Zero. Il funzionamento del Collegio di direzione è disciplinato con apposito regolamento adottato dal Direttore generale.

Art. 8 (Personale)

1. L'Azienda Zero è dotata di personale proprio, acquisito mediante procedure di mobilità dalla Regione, dalle Aziende e dagli altri enti del Servizio sanitario regionale, ovvero assunto direttamente mediante procedura concorsuale, qualora la professionalità richiesta non sia reperibile presso gli enti suindicati, previa autorizzazione della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria. A tale personale è applicata la disciplina giuridica, economica e previdenziale del personale del servizio sanitario nazionale e il piano assunzioni viene approvato annualmente dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

2. Il personale trasferito all'Azienda Zero mantiene:

a) il trattamento economico fondamentale e accessorio ove più favorevole, limitatamente alle voci fisse e continuative, corrisposto dall'amministrazione di provenienza al momento dell’inquadramento, mediante l'erogazione di un assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti, nei casi in cui sia individuata la relativa copertura finanziaria, anche a valere sulle facoltà assunzionali;

b) la facoltà di optare per l'inquadramento e il trattamento previdenziale di provenienza.

3. La dotazione organica definitiva dell'Azienda Zero, unitamente ai relativi fondi contrattuali, è approvata dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

4. L'Azienda Zero può avvalersi di personale in distacco dalla Regione, da Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale. Al predetto personale può essere affidata la gestione di procedimenti amministrativi, con conseguente assunzione della relativa responsabilità.

Art. 9 (Finanziamento)

1. Per lo svolgimento della propria attività, l'Azienda Zero utilizza:

a) finanziamenti assegnati dalla Regione, a carico del fondo sanitario regionale, per la copertura dei costi relativi al personale, al funzionamento dell'ente, determinati annualmente dalla Giunta regionale o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria;

b) corrispettivi per eventuali servizi e prestazioni resi agli altri enti del Servizio sanitario regionale;

c) altre forme di finanziamento compatibili con le attività istituzionali, previa autorizzazione della Giunta regionale o del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria.

Art. 10 (Bilancio)

1. Per la gestione economico-finanziaria dell'Azienda Zero si applicano le norme in materia di patrimonio, contabilità e attività contrattuale in vigore per le Aziende ed enti del Servizio sanitario regionale.

2. L'Azienda Zero è tenuta all'equilibrio economico e finanziario.

3. Il bilancio preventivo annuale, il bilancio pluriennale e il bilancio di esercizio sono deliberati nei termini previsti dal d.lgs.118/2011.

4. Il servizio di tesoreria dell'Azienda Zero, di norma, è svolto dall'istituto di credito che assicura il servizio all'amministrazione regionale, alle medesime condizioni contrattuali.

Art. 11 (Norma finanziaria)

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge, previsti in 700.000,00 euro annui per gli esercizi 2022-2024, si fa fronte con la corrispondente riduzione della spesa prevista per le funzioni attribuite ad Azienda Zero e già esercitate dalle Aziende del Servizio sanitario regionale, nell'ambito dello stanziamento del fondo sanitario indistinto assegnato dallo Stato a valere sulle risorse relative al finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei LEA del bilancio di previsione 2022-2024.

Art. 12 (Norme finali e transitorie)

1. Fino alla pubblicazione della deliberazione di Giunta regionale di cui all'articolo 1, comma 4, le funzioni assegnate ad Azienda Zero sono esercitate dalle Aziende sanitarie provinciali, ospedaliere e dal Dipartimento Tutela della salute e servizi socio sanitari della Giunta regionale della Calabria.

2. L'utilizzo a qualsiasi titolo, da parte dell'Azienda Zero, di beni immobili di proprietà della Regione o di altri enti del Servizio sanitario regionale, per lo svolgimento delle funzioni attribuite, avviene a titolo gratuito.

3. L'Azienda Zero fino al termine del commissariamento disposto ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del decreto legge 1 ottobre 2007, n. 159, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, assicura le sue attività a supporto del o dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del Servizio sanitario della Regione Calabria, anche con riferimento all'attuazione delle misure previste dal Programma operativo e dal Piano di rientro.

4. Fino alla data di cui al comma 1 continua ad applicarsi anche agli enti del Servizio sanitario regionale la norma di cui all'articolo 1, comma 1, legge regionale 7 dicembre 2007, n. 26 (Istituzione dell’autorità regionale denominata “Stazione Unica Appaltante” e disciplina della trasparenza in materia di appalti pubblici di lavori, servizi e forniture).

Art. 13 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)

Proposta di legge n. 11/12^ di iniziativa del Consigliere regionale Mancuso, recante: “Razionalizzazione e miglioramento dell'offerta assistenziale nel territorio regionale” (deliberazione consiliare n. 10)

Art. 1 (Fusione dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro con l'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini")

1. Al fine di migliorare l'offerta assistenziale sul territorio regionale, assicurare la razionalizzazione della spesa assistenziale e l'ottimizzazione delle risorse, in conformità alle previsioni del Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario regionale e in considerazione dell'intesa intervenuta tra il Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e l'Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro, l'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro è incorporata nell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini".

2. L'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" assume la denominazione di Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco", con l'efficacia prevista dall'articolo 3, comma 1, della presente legge.

3. L'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Renato Dulbecco" ha sede in Catanzaro, ha personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale ai sensi della vigente normativa statale e subentra nelle funzioni e nei rapporti giuridici attivi e passivi dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese Ciaccio" con l'efficacia prevista dall'articolo 3, comma 1, della presente legge. Sono organi dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Renato Dulbecco” il direttore generale, il collegio sindacale e l'organo di indirizzo, nominati secondo quanto previsto dal decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517 (Disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale ed Università, a norma dell'articolo 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419).

Art. 2 (Attuazione della fusione)

1. Entro dodici mesi dall'entrata in vigore della presente legge sono definiti i rapporti tra Regione Calabria e Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro in materia di attività integrate di didattica, ricerca e assistenza, mediante protocollo d'intesa ai sensi dell'articolo 1 del d.lgs. 517/1999 sottoscritto dal Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e dal Rettore dell'Università.

2. Il protocollo d'intesa, secondo quanto previsto dall'articolo 1, comma 3, del d.lgs. 517/1999, stabilisce anche i criteri generali per l'adozione degli atti normativi interni, compreso l'atto aziendale, dell'Azienda Ospedaliero Universitaria "Renato Dulbecco" tenendo conto, in particolare nella fase di avvio delle attività dopo la fusione, non solo delle vocazioni assistenziali di emergenza-urgenza e di alta specializzazione dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" e di elezione, urgenza, didattica e ricerca dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini”, ma anche di quella che sarà l'attività integrata dell'azienda dopo la fusione, nonché dei volumi di attività da esse realizzati e delle esigenze di funzionamento delle scuole di specializzazione e dei corsi di laurea, di laurea magistrale e di laurea magistrale a ciclo unico, della Scuola di medicina e chirurgia.

3. Le attività prodromiche alla definizione del testo del protocollo d'intesa sono svolte da una commissione tecnica paritetica composta da due delegati del Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro nella Regione Calabria e da due delegati del Rettore dell'Università, che partecipano alla commissione a titolo gratuito. I Commissari straordinari dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese -Ciaccio" di Catanzaro e dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" trasmettono senza indugio i dati e le notizie richiesti dalla commissione tecnica per lo svolgimento delle funzioni ad essa devolute.

Art. 3 (Efficacia della fusione)

1. La fusione per incorporazione disposta dalla presente legge diviene efficace il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria del protocollo d'intesa di cui all'articolo 2.

2. ln conseguenza del mutamento organizzativo derivante dalla fusione, dal giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria del protocollo d'intesa di cui all'articolo 2, cessano di diritto gli organi dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro e dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria "Mater Domini" di Catanzaro. Decorsi i successivi trenta giorni cessano di diritto i rispettivi direttori sanitari ed amministrativi, con risoluzione dei relativi rapporti di lavoro.

3. Entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Commissario straordinario dell'Azienda Ospedaliera "Pugliese-Ciaccio" di Catanzaro provvede alla ricognizione del personale, di tutti i rapporti giuridici attivi e passivi e del contenzioso pendente, nonché alla redazione degli inventari dei beni mobili e immobili e svolge ogni altra attività di competenza aziendale necessaria per l'attuazione della presente legge.

Art. 4 (Abrogazioni)

1. Il Capo Il (Disposizioni per la costituzione dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria “Mater Domini -Pugliese Ciaccio”) della legge regionale 30 aprile 2020, n. 1 (Interventi di manutenzione normativa sulle leggi regionali 19/2002, 14/2014, 9/2018, 32/1996, 9/1992, 28/2010, 5/2018 e 6/2019), è abrogato.

Art. 5 (Clausola di invarianza finanziaria)

1. La presente legge non comporta nuovi o ulteriori oneri a carico del bilancio regionale.

Art. 6 (Entrata in vigore)

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegato)