XI^
LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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N. 18
SEDUTA Di MERCOLEDì 19
MAGGIO 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIOVANNI
ARRUZZOLO E DEL VICEPRESIDENTE LUCA MORRONE
Presidenza del presidente Giovanni Arruzzolo
La seduta inizia alle 15,11
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
Chiedo l'inserimento all'ordine del giorno
della mozione numero 84/11^.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Anch'io chiedo l'inserimento all’ordine del
giorno di una mozione analoga a quella presentata dal consigliere Molinaro, in
merito alla ripartizione del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.
Si tratta di una proposta che già ha visto uno
strappo nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, dove sei Regioni del Sud
non hanno condiviso la proposta avanzata dal Ministero dell'agricoltura.
Credo che questo Consiglio regionale debba
rafforzare la posizione espressa dalla Giunta regionale, dall'Assessore al
ramo, il collega Gallo, e dagli assessori regionali per costringere o far
riflettere il Ministero dell'agricoltura a rideterminare la distribuzione dei
fondi, evitando di far perdere alla Calabria e alle altre Regioni del Sud somme
importanti, tra cui 30 milioni di euro solo per la Calabria.
Credo che questo Consiglio regionale debba fare
propria la richiesta presentata dal sottoscritto e dal collega Molinaro,
creando un’unica mozione che consenta di poter deliberare all'unanimità questa
richiesta rivolta al Ministero dell'agricoltura, al fine di rivedere la
proposta avanzata di recente e che sarà definitivamente decisa entro il 21
maggio.
Credo che sia nostro dovere chiedere alla
Giunta regionale e all'assessore Gallo di portare avanti con determinazione
questa richiesta al fine di rideterminare il Fondo già stabilito.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mancuso.
Ne ha facoltà.
Chiedo anch'io l'inserimento della mozione
numero 76/11^, che riguarda l'esenzione dal pagamento di compartecipazione alla
spesa sanitaria per gli appartenenti alle Forze dell'ordine.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giannetta. Ne ha facoltà.
Chiedo anch'io l’inserimento all'ordine del
giorno di una mozione inerente la costruzione del Ponte dello Stretto. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò.
Ne ha facoltà.
Chiedo anch'io l'inserimento all'ordine del
giorno della mozione numero 41/11^, in merito alla definizione delle
professioni turistiche.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Molinaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo l'inserimento
all'ordine del giorno della mozione numero 79/11^.
Ne approfitto per comunicare al collega
Bevacqua la mia condivisione per quanto concerne l’idea di creare una mozione
unica. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pietropaolo. Ne ha facoltà.
Anch'io volevo chiedere l’inserimento
all’ordine del giorno di una mozione sottoscritta da me e dai consiglieri
Esposito, Francesco Pitaro e Mancuso, in merito alla grave situazione del SUEM
118 dell'Asp di Catanzaro. Grazie.
Pongo ai voti l’inserimento delle mozioni
numero: 84/11^ a firma del consigliere Di Natale, 76/11^ a firma del
consigliere Mancuso, 41/11^ a firma del consigliere Crinò, 79/11^ a firma del
consigliere Molinaro, 83/11^ a firma del consigliere Pietropaolo.
Le mozioni sono inserite.
Appena avremo il numero delle mozioni dei
consiglieri Giannetta e Bevacqua, voteremo l’inserimento all’ordine del giorno.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all'ordine del giorno della
proposta di legge numero 96/11^ depositata il 13 maggio 2021, in quanto
trattasi di una proroga dell'entrata in vigore della legge sugli adeguamenti
strutturali organizzativi delle strutture per la prima infanzia.
Poiché la scadenza è prevista per il 30 giugno,
sarebbe opportuno oggi inserirla all’ordine del giorno al fine di posticipare
l'entrata in vigore e, quindi, spostare i termini di questa legge al 31
dicembre 2021, anche alla luce della pandemia che ha avuto grosse conseguenze
sull'adeguamento strutturale e organizzativo degli asili nido.
Grazie.
Votiamo per l'inserimento della proposta di
legge numero 96/11^ a firma del collega Esposito. La proposta è inserita.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Caputo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento di una
mozione che è stata protocollata oggi, 19 maggio 2021, e che riguarda la
riprogrammazione dei Fondi comunitari.
Voteremo l’inserimento quando avremo il numero
della mozione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pietropaolo. Ne ha facoltà.
Anch'io chiedo l'inserimento all'ordine del
giorno di una proposta di legge che è già stata approvata in quarta
Commissione, la numero 94/11^, recante “Disposizioni per la ripresa delle
attività edilizie”, ovvero l'integrazione alla legge regionale numero 21 del
2010, recante “Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia
finalizzate al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio
residenziale”.
Votiamo per l'inserimento della proposta di
legge numero 94/11^ a firma del consigliere Pietropaolo.La proposta è inserita.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Più volte in Conferenza dei Capigruppo, abbiamo
cercato di affermare un principio, quello di arrivare in questo Consiglio
regionale e nelle poche sedute rimaste, con ordini del giorno predefiniti e
ritenuti indifferibili ed urgenti.
Tuttavia, sto riscontrando che si continua a
procedere con la richiesta di inserimento all’ordine del giorno di
provvedimenti amministrativi che non riteniamo urgenti e indifferibili e che ci
costringeranno ad abbandonare l’Aula, come spesso accade, lasciando alla
maggioranza la responsabilità di approvare provvedimenti amministrativi, per
poi capire se siano realmente urgenti e indifferibili.
Le prime richieste sono arrivate dai banchi
dell'opposizione e ne abbiamo preso atto.
Parliamo di mozioni, non di provvedimenti. La
mozione ha un senso, il provvedimento amministrativo è un'altra cosa. La
mozione è una richiesta che ogni consigliere regionale può fare in qualsiasi
momento, una proposta, uno stimolo; è diverso! Il provvedimento amministrativo
ha un’altra valenza.
Non si tratta di provvedimenti amministrativi
ma di progetti di legge, collega Bevacqua.
Sto parlando di provvedimenti di legge; forse ho
sbagliato ad usare il termine. Chiedo scusa.
Va bene. La sua posizione è chiara.
Presidente, vista la nostra disponibilità di
partecipare ai lavori per approvare alcuni provvedimenti che riteniamo di importanza
anche generale, quali la rimodulazione dei mutui o il problema dei balneari,
all’insegna della condivisione di un percorso, reputo opportuno discutere in primis i punti urgenti e
indifferibili, al fine di ritrovarci su provvedimenti condivisi, di carattere
generale e di importanza sociale.
Lei è stato chiaro. Volevo soltanto ricordarle
che nell'ultima seduta di Conferenza dei capigruppo lei hai avuto difficoltà a
mettersi in contatto e altri due suoi colleghi hanno abbandonato l’aula; pertanto,
non eravate presenti alla Conferenza dei capigruppo.
Lo dico senza polemiche.
Per quale motivo i colleghi hanno abbandonato
l’Aula? Lo hanno fatto proprio a causa della richiesta fatta.
Se non prendete atto di questa volontà,
significa che non c’è rispetto per la minoranza.
Se quel giorno si fosse collegato, i suoi
colleghi sarebbero rimasti in Aula e, sicuramente, sarebbe stato a conoscenza
della discussione.
Ha chiesto di intervenire la consigliera
Minasi. Ne ha facoltà.
Anch’io chiedo l'inserimento della proposta di
legge numero 81/11^ riguardo l'acquacoltura, già approvata in Commissione.
Inoltre, volevo precisare al consigliere
Bevacqua che quello che stiamo affrontando è comunque legato all’emergenza
Covid-19. Pertanto, siamo a conoscenza di ciò che si può discutere in Consiglio
regionale, che non sia in contrasto con quella che è la nostra competenza.
Grazie.
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di
legge numero 81/11^ a firma della consigliera Minasi. La proposta è inserita.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Ho fatto una proposta e vorrei capire se lei,
Presidente di questo Consiglio regionale, ha rispetto di un’opposizione che
vuole partecipare per discutere di alcune problematiche di carattere generale
che, secondo me, hanno anche una rilevanza sociale, oppure ci costringerete ad
andare via senza discutere nulla.
Il buon senso vorrebbe che quest’Aula avesse,
quantomeno, rispetto dell'opposizione; altrimenti farete tutto da soli. Se
troviamo il buon senso per andare avanti e stabiliamo quali sono i
provvedimenti legislativi ritenuti da tutti utili e funzionali, va bene.
Se le mozioni che presentiamo sono ritenute
utili e funzionali a tutti – anche perché sono stimoli - non è nulla di
importante né di particolare, bene! Diversamente, ci costringerete ad
abbandonare l’Aula.
Vogliamo far prevalere il buon senso, per come
ritengo che sia utile a tutti, o volete costringerci ogni volta a fare questa
cosa che non ci piace?
A me non piace entrare ogni volta in Aula e
dire determinate cose, però un po' di buon senso e di rispetto dei ruoli ci
vuole!
Abbiamo recepito pienamente quello che ha
detto, collega Bevacqua.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne
ha facoltà.
Presidente, prendo la parola perché il collega
Bevacqua ha posto una problematica sul funzionamento del Consiglio regionale.
Purtroppo, per le ragioni che tutti conosciamo,
viviamo una condizione che si sta trascinando e che si trascinerà ancora per un
anno intero.
Ritengo che il rispetto dell'opposizione e
delle minoranze sia fondamentale, ci mancherebbe altro!
Credo che il confronto sia necessario, anche
perché un confronto democratico e civile è anche il sale della democrazia vera
e propria, però non si può nemmeno chiedere che per un anno intero il Consiglio
regionale e la Giunta regionale rimangano fermi.
C'è il dovere di assicurare l’amministrazione e
l'approvazione di norme necessarie per la gestione ordinaria.
Per esempio, nelle settimane scorse, è stato
contestato che il Presidente del Consiglio regionale – per estrazione o non
ricordo con quale metodologia – abbia provveduto, come Ufficio di Presidenza, a
nominare i Revisori di ARSAC e di Calabria Verde, le cui indennità si aggirano
intorno ai 4 mila euro annui in quanto, essendo questi Enti scaduti nel 2019,
da allora i Revisori non potevano approvare i bilanci di previsione.
Il problema è questo. Non posso immaginare che
il collega Bevacqua non lo capisca.
Peraltro, nella scorsa Legislatura il collega
Bevacqua ha fatto parte di una maggioranza – non è una polemica – che, nel
momento in cui doveva procedere a tutte le incombenze necessarie per l'azione
amministrativa, lo ha fatto senza pietà! Noi eravamo in minoranza.
Tantissime volte si è proceduto ed anche noi,
per senso di responsabilità – seppur spesso rimproverati dalla nostra parte
politica, quando quella maggioranza, che oggi è minoranza, non aveva i numeri –
abbiamo contribuito con la nostra presenza in Aula, senza strumentalizzazioni;
è accaduto anche questo.
Nel momento in cui vengono introdotte delle
norme che hanno seguito anche un’istruttoria o che si presentano in regime di
urgenza – peraltro non sono norme strutturali o norme che modificano la vita
della Regione – penso che non si possa dire continuamente “no”, rispetto ad una
proposta che viene dalla maggioranza.
Non si può dire “ce ne andiamo se approvate una
norma”! Non è possibile pensare che per un anno si possa stare nell'immobilismo
perché, poi, il rischio quale sarebbe?
Se noi accettassimo i vostri inviti e
rimanessimo nell'immobilismo non garantendo l'azione di governo, ci direste che
siamo rimasti immobili e che non siamo stati capaci di assicurare il governo
della Regione.
Chi c'era prima è andato via senza approvare un
bilancio di previsione, mentre noi siamo stati in grado di approvare due
bilanci nel corso di un anno, assicurando la governabilità e, tutto sommato,
ritengo che dobbiamo continuare a farlo.
Comprendo il pensiero del collega Bevacqua, ma
la sua esperienza non ci può far pensare che, dal canto suo, non capisca che
oggi non possiamo non procedere ad azioni necessarie per assicurare
governabilità alla Regione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano.
Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. L’assessore Gallo ha anticipato il mio pensiero.
Difatti,
ciò che volevo esprimere al consigliere Bevacqua è la profonda difficoltà che
trovo nell’espletare il mio mandato di consigliere regionale e di capogruppo.
L’ultima
Conferenza dei capigruppo non è stata un bell'esempio per lo svolgimento del
mandato elettorale che i cittadini ci hanno affidato. Non si può abbandonare la
Conferenza dei capigruppo prima ancora che inizi, senza neanche far parlare il
Presidente del Consiglio che deve comunicare cosa si intende trattare nella
prossima seduta di Consiglio regionale. Non si è avuta neppure la bontà di
ascoltare quale fosse l'ordine del giorno che, tra l’altro, è quello che oggi
ci stiamo accingendo a discutere.
A mio
avviso, ognuno deve recuperare il proprio ruolo, in una forma di democrazia ma
anche di servizio ai cittadini.
Ritengo
che negli ultimi mesi non sia stato reso un grande servizio ai cittadini
perché, con l'abbandono dei lavori che pedissequamente avete messo in atto in
ogni seduta di Consiglio regionale, non avete fatto un torto a chi governa
bensì ai vostri elettori perché non avete servito il mandato di coloro che vi
hanno votati per essere qui a svolgere il vostro mandato. Uno può votare contro, può
astenersi, può votare a favore, ma non può andare ogni volta a casa.
Credo
che non sia un vantaggio per nessuno, è uno svantaggio per tutti, consigliere
Bevacqua.
Perciò
invito lei e tutta la minoranza, da oggi e per questi pochi mesi che rimangono
di Legislatura - mi auguro che siano davvero pochi mesi e che si vada davvero
al voto prossimamente, perché vorrebbe dire che le condizioni epidemiologiche,
finalmente, dell'Italia e della Calabria sono effettivamente migliorate per
effetto della vaccinazione - a cercare - non dico di essere costruttivi - di
svolgere nel modo migliore il proprio ruolo.
Ogni
seduta alzarsi e dire: “Ce ne andiamo a casa”. Non so che dire, mi trovo
veramente in difficoltà.
Questo
si sta ripetendo anche nella Conferenza dei capigruppo, se abbandonate i
lavori, cosa dobbiamo dedurre? Che non si deve più riunire il Consiglio
regionale? Perché se i capigruppo non partecipano ai lavori per sentire cosa si
dice, vuol dire che sono prioritariamente contrari alle riunioni del Consiglio
regionale. Dobbiamo, a priori, rinunciare a svolgere il nostro mandato? A
svolgere il nostro compito di consiglieri regionali?
Credo
che questo non possiamo farlo.
L’invito
che vi faccio è di esaminare ogni provvedimento, come si fa comunemente in
un’Assemblea legislativa. Su ogni provvedimento ognuno esprime la sua idea,
vota come gli pare e come ritiene giusto, rispetto al proprio mandato
elettorale, senza assentarsi e poi dire all’esterno: “Avete approvato tutto da
soli”.
Dobbiamo
governare o non dobbiamo governare?
È
stata richiamata l'esperienza della Legislatura precedente. Io ci sono stato
per 3 anni, ebbene, ricordo bene che noi dell’opposizione abbiamo garantito
negli ultimi tre anni di quella Legislatura - anche dopo, forse negli ultimi
quattro anni, dopo il rimpasto di Giunta, dopo il primo anno della Presidenza
Oliverio - il numero legale in quest’Aula, consentendo a chi governava di
legiferare.
È
stato anche merito mio e di chi era con me all'opposizione, se ce ne fossimo
andati ogni seduta voi, per 5 anni, non avreste approvato neanche il bilancio.
Vogliamo
da oggi in poi, consigliere Bevacqua, lo dico a lei perché è dei più esperti e
perché rappresenta il partito di maggioranza relativa della minoranza, fare
delle cose assennate? Vogliamo effettivamente essere costruttivi e ragionare?
Iniziamo ad esaminare bene l'ordine del giorno in Conferenza dei capigruppo.
Esaminiamo, veniamo in Aula e poi votiamo, non votiamo, ci asteniamo.
Voglio
dire, alzarsi ogni seduta: “Ce ne andiamo perché siamo in regime di…”
veramente, io rimango allibito! Guardate che quando il Governo ha prorogato la
data delle elezioni non ci ha detto che dovevamo andarcene a casa e la Giunta e
il Consiglio non dovevano più esercitare le loro funzioni. Non mi sembra che
sia stato detto questo. Non c'è un atto che abbiamo approvato nelle sedute di
Consiglio regionale in cui siete andati via che non potesse essere approvato.
Fra
l'altro, il Settore assistenza giuridica di questo Consiglio regionale ha
sempre dato dimostrazione, storicamente negli anni, di essere uno dei migliori
d'Italia. Spesso questo Consiglio ha approvato, anche, leggi che sono state
impugnate dal Governo, ma la maggior parte delle volte il parere del Settore
assistenza giuridica non era positivo, ma l’Aula, nella sua potestà
legislativa, ha approvato lo stesso quelle norme.
Abbiamo
fatto l’ordine del giorno con leggi - anche se alcune non sono passate in
Commissione per gli ovvi motivi che sappiamo – che, comunque, hanno sempre
avuto il parere del Settore assistenza giuridica di questo Consiglio regionale.
Voi non date credito nemmeno al Settore assistenza giuridica? Questo va a
discredito dell’Assemblea legislativa e anche della struttura del Consiglio,
dell’Ente più importante che esista in Calabria.
Vi
chiedo– lo ripeto perché ogni volta, in Consiglio regionale, mi sento in
profondo imbarazzo - di essere più razionali, non dico costruttivi, andando ad
esaminare provvedimento per provvedimento
È
una scelta fatta a priori, seguita da comunicati stampa ai quali noi, come
avete notato, non abbiamo mai replicato. Ogni volta che andate via, fate
puntualmente un comunicato stampa in cui dite cose non vere, purtroppo, alle
quali non abbiamo mai replicato perché continuiamo a rimanere in Aula a fare il
nostro lavoro. Chiedo anche a voi di farlo, in coerenza con le vostre idee e
con il mandato dei vostri elettori. Grazie.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, io considero pertinente la richiesta dell'assessore Gallo:
“Lasciateci governare, è un momento delicato, particolare per questa terra”.
Però vorrei ricordare all'Aula - la lingua italiana ci viene sempre in soccorso
- che governare significa condurre la nave in un porto sicuro e voi la nave in un
porto sicuro non la potrete condurre perché i porti stanno chiudendo. I porti
si stanno insabbiando nella vostra indifferenza totale! Se oggi la Calabria
dovesse raddoppiare i posti barca sarebbe sempre ultima nella graduatoria
nazionale.
C'è
un grido di dolore che viene dalle comunità. Stamattina al presidente Spirlì,
che come direbbe Foscolo “È l'ultima speme”, ho detto: “Presidente Spirlì,
vuole dare ascolto a quest’urlo? Vuole capire se c'è uno strumento che consenta
ai Comuni, con un decreto d'urgenza, di far dissabbiare i porti turistici che
si stanno insabbiando?
Sono
in quest’Aula da 5 anni, non raccontatemi di programmazione, di cose che sono
di là da venire, perché i porti sono chiusi qui ed ora. Non c'è una
programmazione da pensare, come ho letto in questi giorni, ci sono decreti da
fare e da inviare ai Comuni affinché, immediatamente, in regime d'urgenza,
liberino i loro porti turistici.
Riusciamo,
assessore Gallo, lei che ha fatto il sindaco, a fare questa cosa piccola,
piccola? Piccola, piccola. Non sono grandi cose. Aspetto una risposta.
Collega
Aieta, mi dispiace ma arriva sempre in ritardo.
Facciamo
rispondere l'assessore Catalfamo.
Il
consigliere Aieta, giustamente, dice che non sono interventi da programmare.
Peccato che la programmazione per evitare l’insabbiamento non ci sia stata.
La
programmazione non prevede degli interventi programmati sei mesi prima, un anno
prima. Sono interventi a lungo termine perché è la tipologia di invasatura che
causa il problema sull’intero tratto costiero.
La
cosa più grave è che - l'ho appena detto al consigliere Aieta che me l’aveva
chiesto - il capitolo che prevedeva questi interventi urgenti nel bilancio
precedente era stato azzerato.
Il
decreto d'urgenza deve avere una copertura finanziaria. La Regione non ha
questa facoltà, immagino che ci sarà una proposta nella prossima seduta di
Consiglio, a patto che venga considerata una di quelle urgenti e indifferibili
e non un extra di fine Legislatura.
Abbiamo
fatto tutto quello che è stato possibile mettere in campo. Per esempio: con i
porti che avevano già degli stanziamenti, abbiamo sottoscritto una convenzione
che consente di utilizzare legittimamente parte di quei fondi per l'immediato
dissabbiamento. La convenzione su cui abbiamo lavorato non l’aveva previsto,
adesso l'abbiamo inserito perché riteniamo che il dissabbiamento dei porti sia
parte integrante della messa in pristino della funzionalità del porto.
L’abbiamo ritenuto coerente con i finanziamenti in corso.
Questo
è il modo con cui abbiamo fatto fronte ad una situazione che certamente non è
di questi ultimi 6/8 mesi, ma dipende dalla morfologia costiera della Calabria
per la quale in questi anni non è stata fatta una programmazione adeguata.
Le
ha risposto. Un minuto.
Ringrazio
l'Assessore per essere intervenuta, capisco e comprendo anche la sua volontà,
ma qui non si tratta né di erosione costiera, né di utilizzare i fondi degli
otto porti calabresi, 5 milioni cadauno, perché quella misura ci porterebbe via
troppo tempo.
Noi
abbiamo necessità di svuotare subito le imboccature dei porti turistici.
Non
porta via tempo perché è già operativa, abbiamo previsto nella convenzione
l’immediato utilizzo dei fondi per il dissabbiamento.
Se
si fa mostrare la convenzione che abbiamo appena sottoscritto, almeno con il
primo dei Comuni, forse anche due, - non vorrei dire cose inesatte - la
convenzione ha già previsto il superamento di questa situazione, quindi tutto
quello che si poteva fare legittimamente…
Chi
autorizza i Comuni? Li autorizzate voi ad utilizzare la convenzione e, quindi,
parte di quei fondi?
La
convenzione è sottoscritta con la Regione Calabria e prevede questo utilizzo.
Sì.
Quindi
autorizzate voi? I Comuni sono autorizzati? Da quando?
Assolutamente.
La convenzione è stata sottoscritta la settimana scorsa. Ora non vorrei dire…
Da
quando sono autorizzati i Comuni a intervenire?
Da
subito. Possono attivare tutte le procedure, vale a dire: caratterizzazione
laddove…
(Interruzione)
Un
attimo.
Assessore,
lei sta parlando con uno che quella misura…
Consigliere
Aieta, scusi, non possiamo fare un dibattito.
Non
c’è nessuna norma che fa derogare dalla caratterizzazione, laddove è
necessaria. Laddove il materiale…
Noi
abbiamo previsto nella convenzione tutto quello che è legittimamente
realizzabile nell'immediatezza, nel senso di attivare tutti i percorsi che
porteranno il Comune che ha necessità a fare l'intervento subito.
È
chiaro che non possiamo derogare dalla normativa vigente, però abbiamo trovato
tutti i percorsi legittimi.
Magari
si vorrà puntualizzare che l’ARPACal deve fare la caratterizzazione.
Stiamo
parlando di sabbia che viene dalla costa limitrofa, sfido chiunque a trovare un
granello di sabbia, in qualunque porto, che non venga dalle coste limitrofe.
Stiamo parlando di un processo di risucchio di questo materiale, perché
purtroppo gli invasi comportano questa situazione. Le correnti, insomma, non è
che ora facciamo un ragionamento geomorfologico.
Questa
è la situazione, questa è la realtà. Certamente non si doveva arrivare a
questo, ma, visto che l'abbiamo dovuta affrontare, l'abbiamo prevista nelle
convenzioni appena sottoscritte.
Se
vuole mi faccio mandare il testo.
Sì,
Assessore, però lei sa… realizzare una…
L’Assessore
è stata esaustiva. Non apriamo il dibattito. Ha risposto, approfondisca la
convenzione.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere De Caprio. Ne ha facoltà.
Intervengo
semplicemente per dare un contributo alla discussione e non per aprire
ulteriori fronti d’astio dato che, ultimamente, il consigliere Aieta ne sta
accendendo su più tematiche in maniera eccezionale, compreso…
(Interruzione)
…nessuno le toglie il merito, caro
consigliere, ci mancherebbe altro.
Il
punto è che proprio stamattina il Dipartimento ambiente ha inviato
l'autorizzazione per togliere la sabbia di troppo e accumularla sull’area
stessa del porto, successivamente verranno fatti i passaggi dovuti e questa
questione finalmente verrà risolta.
Inoltre,
ho appena protocollato una mozione proprio in virtù della necessità che molti
Comuni hanno di procedere al dragaggio dei porti, perché quel capitolo è ormai
vuoto da anni, credo decenni, e quindi bisogna rimpinguarlo per dare la
possibilità ai Comuni di intervenire in tempi celeri.
Noi
viviamo di turismo e il turismo, di quantità e anche di qualità, lo porta anche
un porto di sublime caratteristica bellezza come quello di Cetraro.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Noto che sempre di più quest’Aula, anziché essere l’Aula della
massima Assise calabrese, diventa un teatro, perché alla fine di questo forse
si parla. Siamo tutti bravi, mi metto pure io in mezzo, a fare demagogia e
retorica, quando invece dovremmo interrogarci del perché tutti noi abbiamo uno
stato di disagio trasversale all'interno di questo Consiglio in questo momento.
Mi
spiego, il 10 di marzo abbiamo, all'unanimità, ragionato su come,
eventualmente, avere la possibilità di ripristinare al Consiglio regionale i
pieni poteri.
Su
questo ci dobbiamo interrogare, di questo dobbiamo parlare. Perché non
dimostriamo ai calabresi, che ci hanno dato il mandato, di impegnarci
veramente, in maniera trasversale, su un documento che a sua volta - scusate il
gioco di parole - impegni il Presidente della Giunta ad avviare delle
interlocuzioni con il Governo per ridare al Consiglio i pieni poteri e
ripristinare le funzioni dello stesso? Perché, cari colleghi, la situazione è
paradossale: noi, che siamo il Consiglio eletto dai cittadini, non abbiamo la
possibilità di svolgere il lavoro ordinario.
Io,
probabilmente come tanti di voi, ho dentro il cassetto proposte di legge che
possono essere interessanti per i cittadini calabresi e anche altri argomenti
da portare in quest’Aula.
Quindi,
anziché fare il gioco delle parti - come a volte è giusto che sia, anche in
quest’Aula, per l'amor di Dio, ognuno di noi svolge il proprio ruolo
all'interno di quest’Aula - dimostriamo ai calabresi che siamo una classe
diligente e dirigente che sa assumersi delle responsabilità.
Quindi,
lancio una proposta al presidente Spirlì: impegnare questo Consiglio affinché
gli dia mandato di andare a interloquire col Governo, celermente.
Se
ci fosse la necessità si potrebbe convocare nell'immediatezza una seduta di
Consiglio, magari da qui alla prossima settimana, per discutere tutti insieme,
maggioranza e minoranza, e dare mandato al Presidente di recarsi al Governo e
dire: “Non possiamo in uno stato di incertezza, dovete, come Governo, trattare
in maniera particolare il caso Calabria”.
Questo
dobbiamo chiedere al Governo e questo credo che vogliano sentirsi dire i
cittadini, invece di venire in Aula e vivere - ripeto per l'ennesima volta e
sottolineo - uno stato di disagio trasversale. Grazie, Presidente.
Ha
chiesto d’intervenire il consigliere Di Natale.
Ne ha facoltà.
Presidente, sarò breve. Volevo fare alcune
considerazioni partendo dalla questione che ha sollevato il consigliere Graziano
rispetto al comportamento delle parti del Consiglio regionale. Intanto, c’è un
punto che è imprescindibile: ognuno di noi rappresenta i propri elettori e la
Calabria, secondo la propria idea e il proprio modo di essere.
Quindi, al di là di questo, la ramanzina – mi
consenta il termine – all’opposizione
non sta in piedi perché c’è, comunque, un modus
che ognuno di noi è abituato a portare avanti, una linea da seguire, un
comportamento e una distinzione tra le due parti che, all’interno di un Consiglio
regionale, rappresentano sì delle posizioni politiche, ma possono convergere
sui temi che sono più importanti e attinenti, specialmente in questo
particolare momento che la Calabria vive.
Siamo partiti da un punto per arrivare poi alla
discussione del consigliere Aieta con l’assessore Catalfamo, ma – proprio per
rappresentare il senso istituzionale di quest’Aula – voglio, invece, richiamare
l’intervento del consigliere Giannetta, il quale dice “va bene, la posizione
politica di ciascuno di noi e che ognuno possa interpretare il proprio ruolo
come meglio crede, sempre nell’interesse dei calabresi, ma tenete conto che c’è
un’Aula che è stata democraticamente eletta dal popolo”.
Quando, nei mesi scorsi, mi soffermavo sulla
circostanza secondo cui c’è un decreto del Consiglio dei Ministri che
stabilisce in maniera chiara e netta il perimetro entro il quale quest’Aula e
la Giunta devono muoversi fino alla data del voto, volevo, appunto, precisare,
consigliere Giannetta, – e lo ripeto fino alla noia – che il perimetro è quello
di affrontare questo periodo secondo quanto stabilito dal Regolamento interno e
dallo Statuto e fronteggiare l’emergenza sanitaria.
La considerazione che faccio e rivolgo all’Aula
è che il Consiglio deve riacquistare autonomia e autorevolezza perché è
impensabile – non me ne vogliano gli assessori e il Presidente – che ci sia una
Regione che viaggia con due velocità diverse, vale a dire due organi in cui uno
viaggia con il freno a mano tirato – che è il Consiglio regionale
democraticamente eletto, – e l’altro – la Giunta – che viaggia spedita come se
non fosse accaduto nulla, non facendo distinzioni tra attività ordinaria e
straordinaria.
Prendiamone atto perché ci possono essere
centinaia di esempi che vanno a rafforzare quello che sto dicendo.
Allora, al di là della questione di destra e
sinistra, ponendo al centro l’Istituzione Consiglio regionale, è il Presidente
del Consiglio regionale che deve farci sapere. Ritengo, consigliere Giannetta,
che non serva chiedere al Governo ciò che già conosciamo cioè il Settore
assistenza giuridica insieme alla Presidenza del Consiglio regionale devono – è
vero – sì dire al Presidente della Giunta regionale di chiedere a Roma il
ripristino dei poteri per traghettare il Consiglio fino alla data delle nuove
elezioni, però qui c’è un vulnus che
non consente di capire bene le funzioni che il Consiglio può svolgere.
Se, da una parte, il Governo nazionale dice che
dobbiamo procedere e proseguire con l’attività legislativa, che è la più importante
che possiamo fare nell’ambito delle nostre funzioni, c’è dall’altra parte
qualcuno che afferma che non si possono presentare proposte di legge. Allora,
qual è la strada da seguire in questi mesi?
Accolgo positivamente l’invito del consigliere
Giannetta volto a capire insieme come uscire con certezza da questa impasse
perché ai cittadini non interessa sapere che dobbiamo stare qui a fare chissà
cosa, ma hanno necessità di capire che dobbiamo stare qui per traghettare la
Regione e il Consiglio per un’altra stagione che dia certezza, dopo, purtroppo,
l’avvio di questa Legislatura che è partita in modo sbagliato.
Rispetto a tutte queste cose è chiaro che poi
nascono le confusioni e le fughe in avanti.
Il consigliere Aieta parlava del porto di
Cetraro e, rispetto a tale questione, c’è stata una discussione con l’assessore
Catalfamo. Potrei dire, Presidente, – e concludo il mio intervento – che, per
esempio, l’Assessore alle infrastrutture, senza dire niente a nessuno e senza
fare una discussione in Aula, ha scritto di suo pugno al Ministro delle
infrastrutture per dire che è stato consegnato un progetto per quanto riguarda
l’alta velocità – che prevede, preliminarmente, la messa a disposizione di
somme urgenti per il raddoppio della galleria Paola-Cosenza perché quella
esistente non è sicura – e chiedere di rivedere la scelta.
Allora, l’esempio è: come si fa a gestire una
Regione e, quindi, un governo regionale senza che ci sia una linea guida, una
discussione nel luogo che è stato scelto dai calabresi che non è la piazza né
il giornale né la televisione, ma è il Consiglio regionale?!
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire l’assessore
Catalfamo. Ne ha facoltà.
Intervengo
soltanto per ribattere ovviamente, molto velocemente, perché sono stata
chiamata in causa personalmente.
(Interruzione)
Consigliere
Bevacqua, la invito a non interrompere.
Dicevo che,
essendo stata chiamata in causa personalmente, ritengo di dover essere io a
dare la risposta e non possa farlo nessun altro.
Nella lettera di
cui parla il consigliere Di Natale, che lo scrive da tempo sui giornali, ma non
riuscivo a capire a che cosa si riferisse, – lettera che, peraltro, basta
leggere perché, tra le poche prerogative, forse riesco a scrivere in un
italiano decente – abbiamo chiesto un incontro, non abbiamo contestato nulla,
poiché riteniamo che il progetto dell’alta velocità della Regione Calabria
debba essere tale da consentire, davvero, l’alta velocità, riducendo i tempi di
collegamento con riferimento alla tratta Roma-Reggio Calabria.
La galleria a cui
si riferisce il consigliere è stata incidentalmente nominata, insieme ad altre
opere, perché è una galleria – forse non ne siete al corrente, ma immagino che
dovreste esserlo – che risente di molti problemi strutturali, di deficit atavici e alla quale occorre
prestare attenzione a prescindere – così come abbiamo scritto in altre note,
perché abbiamo fatto richieste anche esplicite –, senza addebitare gli
elevatissimi costi del superamento di un errore fatto negli anni, detraendoli
dall’alta velocità sulla linea Salerno-Reggio Calabria che è un’altra storia.
La galleria
Paola-Cosenza deve essere oggetto di attenzione e devono essere stanziati dei
fondi ad hoc, non certo detratti dal
progetto dell’alta velocità.
Comunque, chiunque
voglia leggere questa lettera comprende che è una semplice richiesta di
confronto per, poi, eventualmente, riferire anche in quest’Aula, dopo aver
assunto le informazioni necessarie poiché abbiamo ritenuto insufficiente e
inadeguato lo studio di fattibilità che abbiamo letto.
Sicuramente, per
altri, sulla base di altre valutazioni, sarà sufficiente e adeguato; per quanto
mi riguarda non lo è e, quindi, abbiamo chiesto un confronto.
Sappiamo,
chiaramente, che, come tutte le grandi opere, ci sarà il dibattito pubblico.
(Interruzione)
Chiedo di
intervenire per precisare che l’Assessore ha detto una inesattezza.
Consento
l’intervento del consigliere Pitaro per una questione di correttezza, poi,
faremo il dibattito, perché occorre trattare i punti inseriti all’ordine del
giorno.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pitaro. Ne ha facoltà.
Presidente, prendo, brevemente, la parola per
dire che, in Conferenza dei capigruppo, abbiamo sempre tenuto la medesima
posizione cioè abbiamo sempre detto “verremo in Consiglio regionale per
approvare gli atti che sono effettivamente indifferibili ed urgenti”. Lo
abbiamo detto in tempi oramai veramente lontani e abbiamo proposto “utilizziamo
il Consiglio regionale per affrontare anche dibattiti su temi principali che
attanagliano le famiglie”.
Per esempio, nell’ultima riunione della
Conferenza dei capigruppo, Presidente, le ho chiesto di inserire all’ordine del
giorno il question time. Lei, come
Presidente del Consiglio, sa che abbiamo un diritto-dovere di controllo sulla
Giunta regionale.
Come si esercita il diritto-dovere di
controllo? Attraverso le interrogazioni alle quali, tuttavia, la Giunta non
risponde: ci sono 20 mie interrogazioni che giacciono in Consiglio e in Giunta,
alle quali la Giunta non ha mai risposto.
Una di queste, che risale addirittura ad
ottobre, riguarda peraltro, il cortometraggio di Gabriele Muccino, che è
costato un mucchio di soldi e che non ha creato alcuna utilità ma solo danni.
Allora, crediamo di doverci occupare di temi
principali: per esempio, c’è uno studio del Dipartimento lavoro della Regione
Calabria che dice che ben 4.636 laureati calabresi, presidente Spirlì …
(Interruzione)
Consigliere Pitaro, la invito ad esporre il
problema, senza entrare nel merito.
Posso parlare, Presidente? Avete parlato di
tutto.
Consigliere Pitaro, le ribadisco l’invito ad
esporre il problema, senza entrare nel merito.
Stavo soltanto dicendo che ci sono
problematiche che devono essere affrontate perché, ad esempio, in Consiglio
regionale non ci occupiamo di questo dato che arriva dal Dipartimento lavoro
per cui 4.636 laureati calabresi vanno via dalla Calabria, la fuga dei
cervelli. Perché, ad esempio, presidente Spirlì, non si fa nulla sui fondi
Covid destinati agli operatori sanitari.
Li chiamiamo eroi perché, effettivamente, sono
degli eroi però i soldi non sono loro arrivati. Allora, perché non ci dite in
Consiglio cosa si sta facendo per far ottenere questi soldi agli eroi della
sanità, agli operatori sanitari.
Poi, ancora, sull’imminente apertura della
stagione estiva: abbiamo un patrimonio ambientale inestimabile che non siamo
mai riusciti a mettere concretamente a valore, ma, allora, perché non fare,
presidente Arruzzolo, una apposita seduta di Consiglio regionale su questo, ma
anche sulle attuali condizioni del mare chiedendo, per esempio, all’Assessore
all’ambiente una informativa sulle condizioni del mare, invitando anche i
vertici dell’ARPACal perché ci dicano quali sono le condizioni effettive del
mare e cosa si sia fatto in tema di depurazione, anche per evitare spiacevoli
sorprese nel corso della stagione estiva che tanto stiamo aspettando.
Ad oggi, per esempio, non è stata pubblicata la
classificazione della qualità delle acque marine della Calabria. Perché?
In una precedente seduta sui fondi del Recovery Fund, presidente Arruzzolo, ho
detto: “Attenzione, guardate che al Mezzogiorno arriveranno soldi in meno
rispetto a quelli previsti perché non si stanno applicando i criteri che
l’Europa ha disposto”. E, allora, ho chiesto invano che fosse adottato…
dobbiamo fare le cose …
Abbiamo capito il problema, consigliere Pitaro,
la invito a non entrare nel merio.
Ritengo che il presidente Spirlì, a breve,
risponderà.
Mi lasci soltanto pochi secondi per dire al
presidente Spirlì che venerdì alle 9:30 saremo all’ASP di Catanzaro perché il
Sant’Anna Hospital è stato convocato per stipulare il contratto. Saremo lì con
i lavoratori, i pazienti, le associazioni, i consiglieri. Io ci sarò. Mi auguro
che ci sia anche lei perché la sua presenza è importante.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito. Ne ha facoltà.
Sarò veramente
breve perché condivido in pieno quanto detto dai colleghi Di Natale e Pitaro.
Per restituire
dignità a quest’Aula più discussioni si fanno meglio è. Ci riappropriamo di
quei poteri, fra virgolette, ordinari che il Governo ci ha tolto nel momento in
cui ha posticipato ad ottobre la data delle elezioni.
Oggi lei,
Presidente, ha dimostrato grande democrazia anche nei confronti
dell’opposizione perché sono convinto – e i colleghi della precedente
Legislatura possono darmi ragione – che, probabilmente, il Presidente della
precedente Legislatura avrebbe tacitato Aieta, Pitaro e Di Natale perché hanno
affrontato questioni però serie che, addirittura, hanno avuto già la risposta
dell’assessore Catalfamo.
Il presidente
Spirlì sarebbe pronto a rispondere, ma, Presidente, le chiedo di non farlo.
Sulle base delle
motivazioni di cui ha parlato il consigliere Pitaro, andrete ad affrontare,
nella Conferenza dei capigruppo, tutte quelle problematiche importanti che i
colleghi dell’opposizione hanno posto oggi, pur non essendo iscritte all’ordine
del giorno.
Abbiamo discusso
di provvedimenti aggiuntivi rispetto all’ordine del giorno su idea dell’opposizione
perché c’è stato quasi un dibattito sui porti e sulle tematiche proposte dai
consiglieri Di Natale e Pitaro.
Il problema in
ballo, prima di iniziare la seduta di Consiglio regionale, è quello relativo ai
rapporti fra maggioranza e opposizione.
Su quei rapporti
ci dobbiamo ritrovare anche sull’onda dell’esperienza della precedente
Legislatura, caro collega Bevacqua. Ricordo a me stesso – ed è stato già detto
– che l’opposizione di ieri era sempre presente in Aula e non l’ha mai
abbandonata.
Non l’abbiamo
abbandonata, presidente Arruzzolo, quando si è votato il Rendiconto
dell’esercizio finanziario del 2018 che – lo dico ai colleghi che non erano
presenti in Consiglio regionale – è stato esaminato nella Commissione bilancio
senza il parere dei Revisori dei conti – e il collega Aieta lo ricorderà
perfettamente – perché non volevano esprimerlo.
Il provvedimento
doveva essere esaminato in Aula e non è accaduto: è stato approvato dalla
Commissione bilancio nella seduta del 27 novembre; è stato nuovamente inserito
all’ordine del giorno della Commissione bilancio il 2 dicembre 2019, ancora
senza il parere dei Revisori, che hanno fatto una riunione via web – hanno preceduto il Covid – e, poi,
nella stessa giornata, dopo l’approvazione in Commissione, è stato presentato
in Aula.
L’opposizione di
ieri ha dovuto dare sponda alla maggioranza perché c’era, al loro interno, un
oppositore forte che dovevamo, come dire, tra virgolette, ogni tanto sostituire
e che era il collega Guccione. Oggi non chiediamo quel comportamento ai
colleghi dell’opposizione.
Sull’onda di
quello che è successo oggi: Aieta ha posto un problema serio, importante sui
porti, che non era iscritto all’ordine del giorno, e c’è stata una risposta più
o meno esaustiva – per l’amor di Dio – poi le visuali sono diverse tra
opposizione, maggioranza ed Esecutivo; Di Natale ha detto una cosa sacrosanta
ai calabresi che la Giunta sta viaggiando benissimo, ad alta velocità.
Presidente, continuate a viaggiare ad alta velocità.
(Interruzione)
Ho detto un’altra
cosa.
Ha detto che ci
sono due velocità diverse, che la Giunta regionale procede ad una certa velocità
e il Consiglio regionale con il freno a mano alzato. Perfetto! Togliamo il
freno a mano, partiamo anche con l’attività del Consiglio, proprio sulla base
di quello che hanno detto i consiglieri Aieta e Pitaro, portando in Aula più
problematiche possibile.
Dateci la
possibilità, colleghi dell’opposizione, e lo faremo insieme come, insieme,
oggi, abbiamo approvato e messo all’ordine del giorno tantissime di queste
mozioni.
L’opposizione di
ieri non ha mai trovato lo spunto, nella precedente Legislatura, di abbandonare
l’Aula, se non – lo ricordo a me stesso –
una sola volta.
Dall’inizio di
questa Legislatura, invece, nel momento in cui c’è una divergenza,
l’opposizione abbandona l’Aula: l’avete fatto il primo giorno quando si è
discusso dell’elezione degli Uffici di Presidenza delle Commissioni e
continuate a minacciarlo anche oggi.
Credo, invece, che
siamo di fronte a 4-5-6 mesi in cui dobbiamo stabilire insieme quali sono i
reali poteri di quest’Aula per restituirle la dignità che rivendicava il consigliere
Di Natale che, giustamente, in Commissione ha detto “ci riappropriamo di tutti
i poteri ordinari e straordinari del Consiglio regionale”.
Sono d’accordo su quella
riflessione che fece il consigliere Di Natale in Commissione però deve
trattarsi di poteri ordinari e straordinari condivisi – perché qui non è
iniziata nessuna campagna elettorale – e bisognerà esaminare nel merito,
proposta per proposta, ogni provvedimento che oggi abbiamo voluto inserire
all’ordine del giorno.
Su quelle proposte ci
confronteremo. Se saranno strumentali, ci criticherete e ci massacrerete anche
dal punto di vista, fra virgolette, politico e mediatico: voteremo a favore,
contro o ci asterremo, così come diceva il collega Graziano, ma mi auguro che
non si inizi ogni seduta di Consiglio regionale con un’ora di dibattito
politico extra ordine del giorno e si vada, invece, nell’interesse dei
calabresi, a cominciare a trattare i punti dell’ordine del giorno di oggi ossia
le mozioni che maggioranza e opposizione hanno inserito e anche le proposte che
la maggioranza ha voluto portare all’attenzione dell’Aula.
Sulle proposte, poi, ci
confronteremo: quelle che dobbiamo approvare e quelle che saranno approvate a
maggioranza o all’unanimità.
Ha chiesto di intervenire il consigliere De
Caprio. Ne ha facoltà.
Chiedo
l'inserimento all'ordine del giorno di due mozioni, la numero 87/11^ e la
numero 88/11^.
Una
riguarda l'edilizia di culto, l'altra invece riguarda i porti e quello che già
ho accennato nel precedente intervento.
Votiamo
l'inserimento all'ordine del giorno delle mozioni: numero 82/11^, a firma del
consigliere Bevacqua; numero 85/11^, a firma del consigliere Caputo; numero
86/11^, a firma del consigliere Giannetta; numero 87/11^ e 88/11^, a firma del
consigliere De Caprio.
Le
mozioni sono inserite.
Avviamo
i lavori con il primo punto all'ordine del giorno riguardante la proposta di
provvedimento amministrativo numero 105/11^ di iniziativa dell'Ufficio di
Presidenza, recante: “Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al
31 dicembre 2020, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo
numero 118/2011 e successive modifiche e integrazioni e conseguenti variazioni
di bilancio di previsione 2020-2022 e al bilancio di previsione 2021-2023 del
Consiglio regionale della Calabria”.
Cedo
la parola al relatore, consigliere Mancuso, per l'illustrazione del
provvedimento.
Grazie,
Presidente. Ne do lettura. Ritenuto di dover procedere, in ottemperanza al
combinato disposto dall'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo numero
118/2011 e dell'articolo 74 del Regolamento interno di amministrazione e
contabilità del Consiglio regionale, all'approvazione delle risultanze del
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi dal 31 dicembre 2020
nonché all'approvazione delle conseguenti variazioni al bilancio di previsione
2020-2022 e al bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale;
delibera di approvare, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto
legislativo numero 118/2011, in ossequio al principio contabile Allegato 4.2,
punto 9.1, gli elenchi dei residui attivi e passivi cancellati, reimputati e
mantenuti alla data del 31 dicembre 2020, risultanti dall'operazione di
riaccertamento ordinario e allegata alla presente deliberazione, quale parte
integrante e sostanziale del presente provvedimento; di dare atto che
l'ammontare del residuo attivo, al 31 dicembre 2020, è pari a 37 milioni 807
mila 998 euro, come riportato nell'Allegato C;
di
dare atto che l'ammontare dei residui passivi, al 31 dicembre 2020, è pari a 6
milioni 101 mila 450 euro, come riportato nell'Allegato D;
di
disporre la registrazione della contabilità dell'Ente con imputazione degli
esercizi in cui sono esigibili gli impegni 2020 elencati nell'Allegato E;
di
approvare la variazione del Fondo pluriennale vincolato di spesa al termine
dell'esercizio 2020;
di
approvare la variazione in conto competenza e in conto cassa degli stanziamenti
del bilancio di previsione 2020-2022, esercizio 2020;
di
approvare la variazione in conto competenza e in conto cassa degli stanziamenti
del bilancio di previsione 2021-2023, esercizio 2021;
di
approvare l'Allegato I, che forma parte integrante e sostanziale del presente
provvedimento;
di
prendere atto del parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti,
allegato alla presente deliberazione;
di
dare atto che le risultanze del presente riaccertamento dei residui
confluiranno nel Rendiconto dell'esercizio 2020. Grazie.
Passiamo
all'esame e alla votazione del provvedimento nel suo complesso, prendendo atto
del parere favorevole del Collegio dei revisori dei conti.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il
secondo punto all'ordine del giorno riguarda la proposta di legge numero 88/11^
di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Rifinanziamento del prestito
contratto dal Ministero dell'economia e delle finanze per l'estinzione dei
debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 21 dicembre 2005”.
Cedo
la parola al relatore, consigliere Neri, per illustrare il provvedimento.
Grazie,
Presidente. A mio avviso, questa
proposta di legge assume una duplice valenza e credo che sia la legge più
importante di questa Legislatura.
Intanto
perché va ad incidere direttamente sulla quantificazione del debito sanitario
e, poi, perché – consentitemi di dire –ci restituisce quella che è la
situazione a livello burocratico della Regione Calabria.
Nella
sua struttura, la legge è molto semplice.
Sostanzialmente,
si autorizza la Giunta regionale a rinegoziare il debito, per quanto riguarda
gli interessi maturati dal 2005.
Nel
2011 la Regione Calabria ottenne un prestito dal MEF (Ministero dell’economia e delle finanze) per
ripagare i debiti, quindi gli interessi fino al 2005; oggi andiamo a ritrattare
finanziariamente le condizioni che vennero stipulate nel 2011.
Giusto per avere un quadro: nel 2011, il tasso di
interesse era del 5,6 per cento circa; oggi, attraverso questa proposta di
legge, che autorizzerà la Giunta regionale a rinegoziare il debito, si spera di
ottenere un tasso di interesse molto inferiore alla metà.
Su questo, però, non c'è certezza perché si è in attesa
di ricevere la proposta ma, sicuramente, le proposte andranno in questa
direzione.
Qual è il punto della questione?
In questo caso, attraverso un lavoro svolto in maniera
attenta, si è riusciti a far risparmiare dei soldi.
Chi ha fatto questo lavoro, probabilmente, non era
l'attore principale perché questo lavoro doveva essere fatto da chi si occupa
di sanità, dai vari commissari che si sono susseguiti nel corso degli anni o
dal Dipartimento sanitario; questo lavoro è stato fatto dal dirigente del
Settore bilancio, Filippo De Cello, cui va dato atto di avere fatto due cose.
Nella mia carriera politica non ho mai fatto i
complimenti a un dirigente.
Stavolta li faccio, per un semplice motivo: perché
ritengo che i dirigenti siano strapagati, anzi, sono pagati bene per fare il
loro dovere; però, in questo caso, il dirigente non ha fatto il suo dovere, ma
è andato oltre, cioè ha compensato gli errori fatti da qualche suo collega
perché questa procedura poteva essere fatta almeno 5-6 anni fa.
Quando i vari Tavoli “Adduce” e “Massicci” si sono
succeduti negli anni, vi era la possibilità da parte della Regione Calabria di
rinegoziare questo debito.
Cosa che, chi all'epoca poteva fare, non ha fatto. Si è
persa quest'occasione e, grazie all'impegno di tre Regioni italiane, tra cui la
Regione Calabria, lo Stato ha dato la possibilità adesso di rinegoziare il
debito.
Questa legge, pertanto, oltre ad essere importante, ci
restituisce anche quello che è il quadro della dirigenza della Regione
Calabria, dove ci sono dirigenti che se si impegnano le cose le riescono a fare
e dirigenti invece che, spesso e volentieri, tralasciano le cose e non ci
mettono nelle condizioni di svolgere il nostro lavoro correttamente. È ovvio
che oggi sono il relatore di questa proposta di legge per il sol fatto di
essere il Presidente della Commissione bilancio, ma non ho né le competenze né
la capacità di andare a rinegoziare un debito del genere.
Proprio per questo esistono i dirigenti e i commissari
della sanità.
Questo atto non doveva essere fatto dal dottore De Cello,
ma andava fatto 5 anni fa da chi ha gestito la sanità, sia dal punto di vista
dei Dipartimenti sia dal punto di vista del Commissario.
Perché
dico questo? Perché, in un momento come questo, la valenza di questa legge è
proprio questa! C'è la possibilità di cominciare a lavorare per ridurre il debito
sanitario.
Qui
stiamo parlando di interessi su 425 milioni di euro, spalmati su tutti questi
anni, rendetevi conto di quanto possa essere il risparmio.
La
legge nel suo complesso, pertanto, è semplicissima; sostanzialmente, oggi come
Consiglio regionale, autorizziamo la Giunta regionale a valutare le offerte che
farà Cassa depositi e prestiti.
Ovviamente,
nel corpo della legge c'è scritto – ma è scontato – che tutte le offerte devono
essere sicuramente migliorative rispetto a quella che è la condizione attuale.
Ovviamente,
non comporta in alcun modo un aumento di spesa, anzi, all'opposto, è un
risparmio che la Regione Calabria farà sicuramente.
Sono
già stati previsti i Capitoli dove verranno allocati per una riutilizzazione
futura. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Credo
che, almeno il gruppo del Partito Democratico, voterà favorevolmente questo
provvedimento perché, come dicevo prima, il senso di responsabilità e il
rispetto verso gli elettori ed i concittadini è quello di dare loro risposte,
dimostrando che c'è un Consiglio regionale attento, vigile e capace di trovare
anche soluzioni, in modo tale da ridurre la pressione fiscale e quant'altro;
quindi credo che sia giusto dare il nostro appoggio e il nostro sostegno a
questo provvedimento.
Certo,
la lezione che ha fatto in Aula il collega Neri mi preoccupa perché vuol dire
che, in questi anni, qualcuno che doveva provvedere a creare situazioni tali da
ridurre il debito sanitario in Calabria non ha svolto la propria funzione con
scrupolosità, con scienza e coscienza e questo è grave perché dimostra che, nei
vari Dipartimenti, forse c'è troppa semplificazione, troppo lassismo o troppa
subordinazione alla politica o a chi governa, e deve essere un punto sul quale
dobbiamo interrogarci tutti.
Condivido
le riflessioni del collega Neri; non possiamo che votare questo provvedimento,
ma anche lanciare un grido d'allarme perché se dovesse essere vero quello che è
successo sulla sanità, e potrebbe essere successo in tanti settori della vita
pubblica calabrese, significa che in questi anni chi ha governato e ha avuto
responsabilità ha creato ancora di più questo debito spaventoso che oggi
abbiamo sulla sanità e anche in altri settori della vita pubblica calabrese.
Evidentemente,
dobbiamo impegnarci tutti per capire che quando si governa non bisogna pensare
di dare risposte all'interlocutore o al nostro cliente di turno, ma bisogna
avere un obiettivo principale e dare risposte ai calabresi.
Voglio
dire al collega Gallo che è stato molto bravo, da buon cattolico democratico
per la formazione politica che ha avuto, nel dare una risposta saggia, attenta
e scrupolosa sul perché oggi poniamo e ribadiamo una posizione dalla quale non
torniamo indietro, in quanto abbiamo dei principi da salvaguardare, come il
rispetto delle regole che è stato insegnato a tutti quanti noi e il rispetto
verso i calabresi.
Quando
in quest'Aula si propongono provvedimenti seri, utili e funzionali, ben vengano
le richieste della Giunta regionale, le proposte degli assessori, le proposte
dei colleghi, ma quando si parla di provvedimenti di captatio benevolentiae – gran parte dei provvedimenti che oggi
portate in Aula, sono provvedimenti di captatio
benevolentiae – non sono provvedimenti per governare la Calabria o per dare
risposte ai calabresi.
Diciamocelo
in faccia, perché questo tipo di politica l'avete fatta voi ora e l’abbiamo
fatta anche noi ieri e i colleghi Gallo, Tallini ed Esposito, che erano presenti
nella scorsa Legislatura, ne hanno anche forse beneficiato in termini di
provvedimenti captatio benevolentiae.
Noi
non vogliamo approfittare di questi provvedimenti di captatio benevolentiae, ma vogliamo sancire il principio del
rispetto delle regole e del buon senso della guida tra opposizione e minoranza
e, quindi, governare in questi ultimi tre mesi, avendo il rispetto dei ruoli e
delle funzioni, perché se venite in quest’Aula – come avete fatto – ben venga
la proposta di rimodulazione dei Fondi comunitari, e l'abbiamo approvata.
Ben
venga il Rendiconto, i residui attivi e passivi, perché servono ai calabresi,
ma non ci fate lezioni su altre cose, perché voglio avere un solo un principio:
il rispetto delle regole, ed io sono qui per chiedere a quest’Aula il principio
e il rispetto delle regole e del buonsenso istituzionale tra di noi;
altrimenti, caro Presidente del Consiglio regionale, preannuncio da ora che non
parteciperemo nemmeno alla Conferenza dei capigruppo perché è inutile partecipare
alla riunione dei capigruppo se poi non c’è rispetto di quello che ci diciamo.
Questo
è il tema.
O
c’è rispetto di ognuno di noi, dei ruoli, delle funzioni, di quello che
produciamo in quest’Aula…, perché vi ricordo che se non avessimo avuto la bontà
di richiedere a quest’Aula la discussione sulla sanità, non l'avremmo fatta.
Se
non lo avessimo chiesto noi, la discussione sul Recovery Plan non sarebbe stata fatta in questa Assise, e ancora ci
aspettiamo – lo dico al presidente Spirlì, che non vedo più in Aula – il Piano
strategico dei Fondi comunitari 2021/2027.
Non
lo abbiamo discusso in quest'Aula. L'avevate presentato in quest'Aula, ma lo
avete dovuto ritirare d'urgenza a causa degli obbrobri presenti in quel Piano.
Su
quello vogliamo discutere seriamente, per dimostrare che c'è un'opposizione che
contribuisce a risolvere i problemi e una maggioranza che si fa carico dei
problemi dei calabresi.
Su
questo ci siamo e ci saremo sempre, ma vi chiediamo il buon senso istituzionale
e il rispetto delle regole.
Ai
provvedimenti di captatio benevolentiae,
che spesso si presentano in quest’Aula, non ci stiamo, non siamo interessati e
della vecchia esperienza amministrativa non ce ne frega nulla.
Ieri
rispondeva il capogruppo del Partito Democratico, oggi la minoranza è questa;
quindi è inutile fare riferimento al passato! Il passato non aiuta, bisogna
guardare ad oggi e a domani! Sono rimasti tre mesi, collega Gallo, non un anno!
Tre
mesi per andare al voto; quindi vediamo come utilizzarli al meglio per dare
risposte ai calabresi.
Proponeteci
cose interessanti per i calabresi, sul turismo, per i balneari, per gli
agricoltori. Ci mancherebbe altro!
Noi
siamo disponibili a questo. ma non ci proponete provvedimenti di captatio benevolentiae.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Mi
riservo di fare alla fine una battuta sul lungo dibattito che ha preceduto
l'avvio dei lavori in merito all’ordine del giorno. Il collega Neri è stato
puntuale rispetto a questa importantissima pratica che non ha tanto effetti
economici immediati, ma che ha posto e pone un problema.
Nel
2011, la Giunta regionale di allora ha acceso un mutuo di circa 500 milioni di
euro per abbattere i debiti in sanità fino al 2005 a un tasso del 5,75 per
cento.
Oggi
– si poteva fare anche prima – si sono create le condizioni per abbattere la
quota degli interessi. Credo che alla fine invece del 5,75 per cento, pagheremo
il due, che è quello che attualmente fa la Cassa depositi e prestiti.
Questo
mi dà l'occasione – ed è importante – per capire che cos'è accaduto perché
l'accensione di quel mutuo apre una parte più buia della sanità calabrese, non
tanto per il debito, ma per quello che è successo negli anni a seguire.
Quel
mutuo fu gestito dalla BDE, una struttura a capo del Dipartimento salute, che
doveva erogare e pagare i debiti.
“BDE”
in inglese significa – me lo hanno spiegato perché non sono molto bravo con le
lingue – “pagamento del debito deteriorato”, “del debito cattivo”, ma la BDE
pagava il debito su certificazione di KPMG. Che cos'è accaduto dopo qualche
mese? La BDE è stata chiusa e la restante parte di quei fondi è stata divisa
tra le Aziende ospedaliere e le Aziende provinciali.
Che
cos'è accaduto?
Anche
lì è accaduto un corto circuito e, molto probabilmente, sono stati pagati i
debiti per due volte, la stessa fattura è stata pagata due volte!
Il
ruolo fondamentale di KPMG era quello dell’advisor
e doveva fare due cose: la ricognizione e certificazione del debito del
Sistema sanitario calabrese e supportare nella contabilità le Asp e le Aziende
ospedaliere.
Abbiamo
visto com'è finita!
Non
solo fino ad oggi si sono pagati 11 milioni di compensi, ma quel debito non lo
conosciamo. Che ruolo ha avuto KPMG che doveva essere di supporto tecnico alla
certificazione del debito e alla redazione dei bilanci?!
All’ASP di Reggio Calabria non si approvano i bilanci dal 2013, all’ASP di
Cosenza non si approvano i consuntivi dal 2018, 2019 e 2020. Fino ad oggi, si
sono succeduti 8 Commissari, ma quel consuntivo 2018 non è stato approvato,
forse perché, molto probabilmente, se lo si approvasse come si deve, ne
risulterebbe una perdita – non un disavanzo o un debito – dai 500 ai 700
milioni di euro e sapete – siete più esperti di me – che questo significherebbe
far saltare il banco della sanità calabrese.
Su questo dobbiamo fare chiarezza. Mi aspetto dal presidente Spirlì e dal
Presidente della Commissione sanità, intanto, di capire e dire ai calabresi
quali debiti sono stati pagati con questo mutuo, quali ha pagato prima la BDE (Bad
Debt Entity), poi le ASP e le Aziende Ospedaliere.
Dobbiamo renderne conto ai calabresi, perché quei 500 milioni di euro li
pagano loro: li hanno pagati, li stanno pagando e li pagheranno per altri 20
anni, perché il mutuo è trentennale.
Vorrei capire e dobbiamo far capire ai calabresi come sono stati
utilizzati quei soldi per pagare i debiti fino al 2005. Vogliamo un rendiconto!
Sarebbe bene che la Commissione sanità si occupasse di questa questione
perché, per uscire da questa situazione, occorre quantificare il debito in
sanità.
È un po’ curioso chiedere l’abbattimento del debito quando non siamo in
grado di capirne l’ammontare, perché, in Commissione Vigilanza, il responsabile
delle finanze dell’ASP di Reggio Calabria ci ha detto che il debito ammonta a
920 milioni di euro.
I vari responsabili dell’ASP di Cosenza, che erano presenti, allora,
quando facemmo l’audizione, hanno quantificato i debiti in 547 milioni di euro,
ma il contenzioso ammontava ad oltre un miliardo di euro, quindi anche lì non
si capisce qual è la situazione.
Parliamo di due ASP che assorbono quasi 2 miliardi di euro di bilancio
della sanità calabrese.
Che cos’è accaduto in questi anni per quanto riguarda il debito sanitario
di 500 milioni di euro?
Cos’è accaduto – ripeto – e qual è stato il ruolo di KPMG che paghiamo noi
cioè che pagano i calabresi? Che cosa ha fatto KPMG se i conti di ASP e Aziende
Ospedaliere sono peggiorati rispetto al 2009? Sono peggiori! Che cosa ha
fatto?
Vogliamo la verità su questo! Lo dico in maniera bipartisan perché spero che tutti quanti in
quest’Aula siano animati dalla volontà di capire che cosa è successo, perché, poi,
è facile addossare le responsabilità alla politica. Però, la politica su questo
deve pretendere la verità.
Che cos’è accaduto in questi anni? Lo dico anche per il fatto che, secondo
me, il “Decreto Calabria 2” è sbagliato. Mi auguro che ci possa essere in
quest’Aula una nostra iniziativa per chiederne la modifica, perché non
risolviamo la situazione inserendo una norma che dice: “Il Commissario nominato
entro 90 giorni deve approvare l’atto aziendale e i bilanci, pena la
decadenza”.
In questo modo non risolviamo i problemi, perché, in particolare, all’ASP
di Cosenza e di Reggio Calabria sono così gravi che non basta mettere un
termine temporale, ma dobbiamo supportare i Commissari nominati nelle ASP con
un accordo, una convenzione con la Guardia di Finanza e il MEF per ricostruire
i bilanci e, poi, poterli approvare, perché solo così usciamo dai problemi
della sanità calabrese che sono, principalmente, di natura economica.
È ovvio che l’aspetto economico si riverbera, poi, sui Livelli Essenziali
di Assistenza (LEA), se distraiamo centinaia di milioni di euro che devono
servire a curare i calabresi, per pagare doppie e triple fatture, gli interessi
di mora che arrivano all’8 per cento e le parcelle degli avvocati.
Sono centinaia di milioni di euro che, invece di essere utilizzati per
comprare le medicine, le apparecchiature, garantire l’assistenza domiciliare
integrata, vanno a finire nelle tasche delle grandi aziende nazionali e di
tanti avvocati che difendono queste aziende. Così aumentiamo i ricavi delle
grosse aziende, perché – anche qui c’è un sistema – l’Azienda ritarda a farsi
pagare in quanto matura l’8 per cento di interessi l’anno, che non gli
garantisce nessuno né in borsa né nelle banche.
È un vero e proprio sistema che costa tantissimo alle casse della sanità
calabrese.
Penso che questa sia un’occasione importante e un tema rilevante, che oggi
dà il segno di come si possono risparmiare tanti soldi e di come, in questi
anni, abbiamo pagato inutilmente tanti soldi per la sanità calabrese.
Mi auguro che diventiamo promotori di un’iniziativa, investendo il
Presidente della Giunta ed il Presidente del Consiglio, affinché si modifichi
in questa direzione il “Decreto Calabria” e chiedo alla Commissione Sanità di
inserire all’ordine del giorno, prevedendo le dovute audizioni, due punti: cosa
si è fatto e quali debiti sono stati pagati, per ciascuna ASP e Azienda
Ospedaliera, fino al debito 2005 e, poi, il ruolo di KPMG per quanto riguarda
la tenuta dei conti e dei compiti istituzionali per cui era stata affidata la
Convenzione che, tutt’oggi, è in vigore e che, finora, ha comportato 11 milioni
e mezzo di euro di compensi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Francesco Pitaro. Ne ha facoltà.
Presidente, con questa proposta di legge ritorna un problema che,
consigliere Neri, abbiamo sostanzialmente già affrontato nella precedente
seduta di Consiglio regionale: l’enorme disavanzo sanitario! 420 milioni di
euro è l’ammontare del prestito che la Regione Calabria ha dovuto contrarre nel
2011, cioè una montagna di soldi, e paghiamo ogni anno oltre 30 milioni di euro
per 30 anni.
Un disavanzo enorme che è stato causato in materia sanitaria prima dalla
politica e, poi, dai Commissari che sono intervenuti a gestire la sanità. Un
debito che grava, ovviamente, sulle spalle dei calabresi e che,
inevitabilmente, condiziona l’erogazione delle prestazioni sanitarie.
Oggi, dico, – ma l’ho già detto nella precedente seduta – che la nuova
Giunta, il nuovo Presidente, il nuovo governo regionale della Calabria dovrà,
vestito di autorevolezza e nel pieno delle funzioni, dialogare con Roma per
ottenere l’azzeramento di questo debito o, comunque, un forte abbattimento.
Concordo con quello che il collega Carlo Guccione, peraltro, dice da
tempo, perché qui c’è, in verità, un problema.
Carlo Guccione dice: “Attenzione, perché c’è questa società, che aveva il
compito di aiutare le aziende a redigere i bilanci, che ha incassato oltre 11
milioni di euro, e, tuttavia, le aziende non sono state in grado. Ciò ha
determinato, probabilmente, anche l’esplosione del debito e del disavanzo”.
Sono d’accordo con Carlo Guccione perché ritengo che, considerata la
situazione di questo Consiglio regionale, che ripetiamo oramai da tempo – siamo
in regime di prorogatio e possiamo fare solamente alcuni atti – diamo un
senso a questi mesi in cui dobbiamo ancora rimanere in carica: diamo un senso –
dicevo – e perché no la Commissione sanità?! O perché no, Carlo Guccione, una
Commissione di inchiesta?!
L’articolo 116 del Regolamento interno del Consiglio regionale prevede
anche l’istituzione di una Commissione di inchiesta che indaghi su questa
questione, la svisceri e svolga una funzione ricognitiva del debito e,
soprattutto, ci chiarisca bene cosa è accaduto nel passato. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Poi, sono iscritti a parlare i consiglieri Graziano e Giannetta.
Grazie, Presidente. Credo di dover raccogliere subito quanto ha lanciato
il consigliere Guccione non in termini di istituzione di una Commissione
d’inchiesta, ma di una Commissione, quale sub-articolazione del Consiglio
regionale, nella quale discutere, in effetti, di quali sono stati i risultati
portati da KPMG – e aggiungo anche da
Age.Na.S. – dal 2009 ad oggi, rispetto ad un supporto e consulenze
onerose fino a 11 milioni di euro che, tuttavia, non hanno determinato ancora
la veridicità e la verità sui debiti delle aziende sanitarie.
Ritengo che proprio l’importanza di questa seduta di Consiglio regionale,
della pratica relazionata e presentata dal collega Neri, ci apra un’ulteriore
via, in questa ultima fase di Legislatura, per cercare, in effetti, insieme al
collega Giannetta, eventualmente insieme alla Commissione Vigilanza – perché
ritengo che ci sia la possibilità di una interconnessione tra le due
Commissioni – di audire coloro i quali ci possano dare delle risposte.
Credo che non sarà facile individuare chi ci possa dare delle risposte
perché, quando si è così generici nell’illustrazione dei dati, si fa sempre
quella famosa strategia per cui la colpa è di tutti affinché non sia di
nessuno.
Collega Guccione, la prima cosa che dobbiamo fare insieme è cercare – e
ripeto, sembra un paradosso, ma non è così – di individuare coloro i quali
dobbiamo audire in Commissione e che, in effetti, possano venire a darci delle
risposte.
Perché dico questo? Perché il collega Guccione è stato più volte presente
alle sedute sia della Commissione Vigilanza, dov’è Vicepresidente, sia anche
della Commissione Sanità quando si è discusso di questi temi e al collega
Guccione risulta, come risulta a me, l’incapacità di dare risposte di tutti
coloro i quali sono venuti in Commissione per portarci la loro visione, ma non
hanno aggiunto nulla in più rispetto a quello che già sapevamo; nello
specifico, non hanno aggiunto nulla di tecnico affinché potessimo anche avere
un’induzione, poi, sul piano squisitamente politico che è di nostra competenza.
Viceversa, abbiamo ascoltato con onestà intellettuale, perché c’è stato
detto in modo chiaro dall’attuale management
delle due Aziende sanitarie, che sarà pressoché impossibile – anzi, non
pressoché, sarà impossibile – procedere all’approvazione di quei bilanci.
I calabresi non si aspettino da qui a poco, in base al cronoprogramma che
è fissato nel “Decreto Calabria”, l’approvazione dei bilanci né dell’ASP di
Cosenza e né di quella di Reggio Calabria.
Ritengo necessario – ha ragione anche qui Carlo Guccione – determinarci
subito con il Ministro della sanità e con il Ministro dell’economia e finanze,
affinché si riveda con coraggio il “Decreto Calabria”, perché non vorrei
trovarmi nei panni del commissario Longo che, da qui a breve, dovrà congedare i
Commissari che non provvederanno all’approvazione dei bilanci entro 90 giorni.
Poi, parliamo degli atti aziendali che sono stati redatti in fretta e furia ––
anche senza una lungimiranza rispetto al Piano nazionale di ripresa e
resilienza, che in essi non ha trovato nessun riscontro – perché c’era una
scadenza: infatti, i Commissari sarebbero decaduti, se gli atti aziendali non
fossero stati depositati al Dipartimento tutela della salute entro il 30
aprile.
Così come è prevista la decadenza dei Commissari dopo 90 giorni dalla
mancata approvazione dei bilanci, analogamente è prevista la decadenza, dopo 30
giorni, dello stesso commissario Longo. Decorsi i 90 giorni dalla mancata
approvazione dei bilanci arretrati dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio
Calabria o di Cosenza, – ripeto – dovrà provvedere il commissario Longo entro
30 giorni, pena la decadenza.
Quindi, ci ritroveremmo di nuovo in una fase cruciale, non solo
dell’epidemia-pandemia che ancora è in corso, ma anche della vita della
Legislatura, perché il collega Pitaro rimandava alla prossima Giunta la
necessità di una grande azione politica che vada verso l’azzeramento del debito
della sanità.
Ci prendiamo subito questa responsabilità nella convinzione che
ritorneremo a dover essere noi i responsabili di quell’azione politica che
possa portare all’azzeramento del debito della sanità non dal 2005, ma fino ad
oggi.
Del resto, c’è già un’interlocuzione – non siamo all’anno zero –, perché,
più volte, il presidente facente funzioni Spirlì ha parlato di questa grande
tematica dell’azzeramento del debito sanitario, riferita ad uno Stato centrale
che non ha voluto bene alla Calabria. I risultati del commissariamento ne sono
la prova provata, come i tanti periodi di vacatio in cui non avevamo
nemmeno i Commissari, perché, difficilmente, si trovava un Commissario disposto
a venire in Calabria: ieri, oggi e, magari, anche domani, quindi, senza nessuna
responsabilità di colore politico.
Spero che, finalmente, questo Stato, che non ha voluto bene alla Calabria,
voglia bene alla Calabria, restituendole la possibilità di ripartire anche
nell’ambito sanitario, azzerando il debito che dovremmo andare a quantificare.
Il collega Guccione ricorda bene, probabilmente meglio di me, che c’è
stato un momento in cui KPMG partiva dall’autocertificazione del credito da
parte dei creditori, prendendola quasi per buona, cioè veramente una follia
assoluta.
Da quei momenti dobbiamo ripartire insieme!
La ringrazio, consigliere Guccione, non per la provocazione, ma per gli
stimoli che insieme possiamo utilizzare per elevare un po’ quella che è la
dignità del Consiglio regionale e delle sue sub-articolazioni. Sono convinto
che questa proposta sia subito da cogliere.
Cercheremo di modulare un ordine del giorno e di individuare degli auditi
che, effettivamente, ci possano dare delle risposte. Dovremo partire
dall’attuale management: li abbiamo auditi più volte e non
abbiamo colmato il buco da nessuna parte.
Da questo punto di vista, dovremo andare un po’ a ritroso, anche se, probabilmente,
qualcuno non c’è più e qualcuno sarà difficile da reperire.
Credo che quell’induzione che poneva il collega Guccione debba diventare,
sì, un momento tecnico di verità che cercheremo di fare in Commissione, ma
anche un momento di condivisione politica, consigliere Guccione, perché,
rispetto all’incapacità di coloro i quali dovrebbero venire in Commissione a
dirci la verità e – ripeto – rispetto a questa difficoltà, nessuno di noi, poi,
è esonerato nella formulazione di un pensiero univoco della politica per fare
un qualcosa che non sia soltanto un momento celebrativo in Commissione o in
Aula.
Lì ci giochiamo la partita, partendo anche da un appoggio laddove il
Presidente facente funzioni dovesse avere ulteriori interlocuzioni, anche in
questo fine di Legislatura, rispetto alla problematica dell’azzeramento del
debito sanitario.
Credo che ogni forza politica – quasi tutte rappresentate anche nel
governo Draghi, ma penso anche Fratelli d’Italia – su questa tematica non
potrebbe non essere d’accordo per dare forza, in questo momento, all’azione
silenziosa che sta portando avanti il presidente Spirlì per cercare di
addivenire in tempi non sicuramente brevi – che possono essere anche quelli
della prossima Legislatura – a quello che potrebbe essere il vero, reale punto
di ripartenza della sanità calabrese.
Nessuna azienda si può ricostruire con una zavorra di circa 2 miliardi di
debiti. Anche il manager più
brillante del mondo fallirebbe in quest’impresa a discapito dei servizi e,
quindi, dei cittadini, perché questo è accaduto in questi, ormai, 12-13 anni di
commissariamento, perché, in genere, parliamo di 10 anni, ma ne sono trascorsi
abbondantemente 12, se consideriamo dal 2009 sino al 2021.
Questo si è fatto in una logica economica che ha fatto sì che le tasche
dei cittadini fossero sempre più leggere, perché abbiamo messo le mani nelle
loro tasche con un aumento dei tributi regionali, con dei servizi che si sono
dequalificati, con una spesa del personale che è stata l’unica mira che aveva
il Governo centrale. L’unica mira – ripeto – del Governo centrale era quella di
ridurre la spesa del personale, perché si diceva che, probabilmente, in
Calabria ne era stato assunto troppo e occorreva ridurne la spesa, che
costituiva il momento massimo di criticità nei confronti, invece, di una
situazione sanitaria che conosciamo bene, con tutti gli interrogativi che
pongono il presidente Spirlì, il consigliere Guccione e ognuno di noi quando
parla in quest’Aula.
Oggi la spesa del personale è ferma nonostante la pandemia: era di un
miliardo e due, più o meno, negli ultimi due anni e continua ad essere di un
miliardo e due.
Dovevamo assumere e continuiamo a non assumere, pur di fronte a dei
percorsi autorizzativi per quanto riguarda il reclutamento del personale.
Probabilmente, c’è così tanta paura del bilancio che ogni management
deve fare, che la cosa più ovvia è quella di ridurre la spesa che,
relativamente al personale, può essere un po’ ridotta non provvedendo a
sostituire coloro che vanno in quiescenza.
Concludo naturalmente dicendo che, in ogni caso, è lodevole l’iniziativa
della rinegoziazione ad un tasso inferiore di questo debito, ma – forse
qualcuno lo ha detto prima di me – si poteva fare anche prima! Non voglio
entrare in nessuna provocazione e strumentalizzazione politica di oggi e di
ieri, perché il collega Bevacqua dice: “Quello che è successo ieri non mi
interessa, dobbiamo scordarcelo!”
Probabilmente, ha plagiato un po’ il pensiero del consigliere Guccione,
perché Guccione di quella precedente Legislatura si è dimenticato subito, dopo
solo qualche mese, cercando di essere, invece, mente critica anche dai banchi
della maggioranza.
Oggi dire “dimentichiamoci quello che sono stati i cinque anni precedenti”
da parte del capogruppo del Partito Democratico significa, ancora una volta,
consegnare alla Calabria la sconfitta di Oliverio che già è stata decretata
nelle urne due anni fa.
Non ci dimenticheremo mai, anche se non eravamo in Aula, della parte
politica che oggi rappresentiamo quando ha governato, nel bene e nel male, nel
merito e nel demerito, che ha potuto avere in quegli anni in cui hanno
governato, perché non c’ero io, ma c’era chi era il rappresentante di quella
parte politica di cui oggi faccio parte.
Quindi, Presidente, avviseremo anche lei quando porremo in essere una
iniziativa così importante, come sarà la riunione della Commissione sanità e
credo di dire – perché prima vedevo un cenno di assenso da parte del collega
Giannetta – della Commissione di vigilanza, nei tempi e nei modi che dobbiamo
preparare bene, caro consigliere Guccione, perché sono convinto che non
caveremo nulla e nessuno verrà a darci delle risposte a quelle domande forti
che lei oggi pone in Aula e che noi porremo, poi, nella sede istituzionale
della Commissione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Graziano. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Appare
evidente che la rinegoziazione degli interessi sui 428 milioni di debito, che
la sanità aveva accumulato fino al 2005, ci consente di fare un risparmio
notevole sulle rate che ogni anno andiamo a pagare al Ministero dell’economia e
delle finanze.
Anch'io ritengo che il
deliberato proposto dalla Giunta regionale, effettivamente, sia da elogiare
perché va nel senso giusto del risparmio della spesa sanitaria in Calabria.
Bisognerebbe andare a
ricostruire da dove proviene questo debito. Se andiamo a valutare gli oltre 400
milioni di euro, rispetto ai miliardi di debito accumulati dai commissari negli
ultimi anni in Calabria, dei quali non c'è traccia precisa di
quantificazione - si parla di oltre 2
miliardi di euro - ritengo che proporre una Commissione d’inchiesta, collega
Guccione, sia meritorio però, come diceva il collega Esposito, che mi ha
preceduto e che, in parte, ha anticipato ciò che avrei voluto dire,
probabilmente si può attuare anche nell’ambito della Commissione consiliare
dove, effettivamente, stiamo già operando attraverso l'audizione dei
Commissari.
Difatti, abbiamo già ascoltato
i Commissari delle più importanti Aziende che lei citava, di Cosenza e di
Reggio Calabria, i quali, a proposito dei bilanci degli esercizi precedenti,
hanno allargato le braccia dicendo che non sono in grado di farli, proponendo,
di fatto, una proroga dei 90 giorni che il “Decreto Calabria” concede nonché un
affiancamento, come riferiva il Commissario dell'Asp di Reggio Calabria non più
tardi di lunedì scorso, di consulenti al di fuori delle Aziende sanitarie.
Qual è il ragionamento che ha
fatto il Commissario dell'Asp di Reggio Calabria?
Se i funzionari non sono stati
in grado di fare il bilancio finora, non lo saranno neanche il futuro;
figuriamoci in 90 giorni!
Pertanto, ha necessità di
consulenti esterni esperti che si occupino di questa materia almeno per un
anno.
Dunque, si ritorna al
ragionamento di prima con KPMG ed Age.Na.S.
Spenderemo di nuovo 11 milioni
di euro per KPMG, i cui risultati andrebbero veramente trasmessi alla Corte dei
conti per danno erariale, insieme a quelli di Age.Na.S.
Sappiamo che in questi giorni,
presso l'ufficio del Commissario ad acta,
si stanno assumendo 25 collaboratori provenienti da Age.Na.S.
Non so quali risultati avremo
e forse non è la strada giusta, che non saprei nemmeno indicare.
Oggettivamente è una
situazione difficile, però ho letto, anche da parte di economisti, che il fatto
che non siano stati fatti i bilanci precedenti non impedisce che si possano
fare i bilanci correnti.
Il “Decreto Calabria” andrebbe
respinto in toto, probabilmente, perché l'epoca della cattiva politica c'è
stata, ma le ruberie, la mala gestione, gli intrallazzi all’interno delle
Aziende sanitarie calabresi hanno continuato a persistere anche più di prima
durante il periodo commissariale.
Credo che abbiamo avuto una
giusta intuizione quando abbiamo deliberato in quest’Aula per la fine del
commissariamento.
A differenza della precedente
Legislatura stiamo dando supporto ai Commissari; come Giunta regionale abbiamo
dato l'assenso anche alla nomina dei commissari delle Aziende sanitarie
provinciali e delle Aziende ospedaliere; quindi, a differenza dei cinque anni
precedenti, non ci siamo posti in conflittualità bensì con uno spirito di
collaborazione per quello che possiamo, fermo restando che la competenza è loro
e non certamente nostra. Al di là del supporto tecnico, giuridico e
amministrativo che ci chiedono e che gli stiamo fornendo, anche grazie al
Dipartimento sanità, che è a totale disposizione dell'ufficio del Commissario ad acta, non possiamo essere
responsabili delle azioni che loro fanno.
Non mi reputo molto positivo e
ottimista perché, come è stato accennato prima dal presidente Esposito della
Commissione sanità, le audizioni non hanno portato alcun contributo alla
risoluzione del problema storico del debito e del disavanzo della sanità in
Calabria.
Appare, quindi, evidente la
necessità di avere un’interlocuzione con il Governo, con il Ministro della
sanità, con il Tavolo “Adduce” o l'ex Tavolo “Massicci”, che non si capisce
cosa abbia controllato negli anni scorsi, perché ci sarebbero tante cose da
sapere su questo famigerato Tavolo nazionale.
Indubbiamente, vi sono le
responsabilità da parte dei commissari, ma ancora di più da parte dei Tavoli
nazionali, dove sono presenti i Direttori generali della Sanità italiana;
quindi è tutto un sistema che
non ha funzionato, non soltanto della sanità calabrese.
Ora cosa bisogna fare?
Intanto, credo che dobbiamo
respingere con forza il Decreto Calabria perché è necessario che la politica si
riappropri delle responsabilità e che non ci sia più sperpero di denaro, come è
stato ricordato, per pagare consulenti vari mandati dallo Stato e che serve
solo a pagare contratti a consulenza.
Stendo un velo pietoso su
quello che è successo con Invitalia!
Il collega Guccione ricorderà
che quando era ancora in vita la compianta presidente Santelli, proprio con il
suo assenso, abbiamo presentato un'interrogazione al Governo in cui chiedevamo
– a suo tempo, un anno fa – a cosa servisse la convenzione con Invitalia.
I risultati non li sappiamo
perché, in realtà, la convenzione è stata fatta.
Invitalia prende soldi dalla
Calabria, ma l’edilizia sanitaria è completamente ferma!
Si sta realizzando quello che
avevamo previsto tempo fa, e stiamo regalando altri soldi ai consulenti
nominati dal Governo nazionale.
Non possiamo più sostenere
questa spesa. Non possiamo più sopportare che i calabresi paghino 100 milioni
di euro all'anno in più di Irpef e Irap, che poi vanno a finire nel calderone
senza fondo della sanità.
Dobbiamo chiedere
un'interlocuzione forte con il Governo perché credo che non solo quello attuale
ma anche i precedenti Governi non abbiano idea di ciò che accade in Calabria.
Loro pensano di poter
risolvere il problema mandando un Prefetto o un ex Generale dei Carabinieri, ma
non è certamente questa la soluzione, con tutto il bene, la bontà e la carriera
che si possa riconoscere al prefetto Longo che, tra l’altro, abbiamo audito con
molta serenità ed è stato molto disponibile in quest’Aula nel corso della
seduta di Consiglio regionale.
Dobbiamo chiedere al Presidente
facente funzioni un'interlocuzione forte con il Governo.
Mi dispiace che il collega
Bevacqua abbia ripreso la solita litania – la devo chiamare così – senza
entrare nel merito di questo punto che, invece, rappresenta un dibattito molto
costruttivo tra maggioranza ed opposizione.
Dobbiamo parlare di punti
concreti e di fatti senza perderci in litanie politiche. La gente è scocciata
di questo, collega Bevacqua. Se aveste abbandonato l'Aula, come aveva
intenzione di fare stamattina, non avremmo affrontato questa discussione così
importante per la Calabria.
Il Consiglio regionale deve
essere unito, se necessario anche con un ulteriore deliberato e,
magari, incaricando il
Presidente facente funzioni, la Giunta regionale e anche una delegazione di
maggioranza e opposizione, per una interlocuzione seria con il Ministero della
sanità e con il Ministero dell'economia e delle finanze.
Bisogna fare questo ulteriore
passo in avanti cercando una soluzione insieme a loro, perché il Ministero
dell’economia e delle finanze ha fior di tecnici per questa materia, la
Ragioneria dello Stato, fanno il bilancio dello Stato. L’attuale ministro
Franco è stato capo della Ragioneria. Lo stesso presidente Draghi è stato
direttore generale del Ministero dell'economia. Forse questo è il Governo
giusto col quale interloquire.
Pertanto, propongo – anche
oggi stesso, oppure nella prossima seduta di Consiglio regionale, magari con
più calma – di portare un deliberato e di incaricare formalmente una delegazione
formata dalla Giunta regionale, da una parte della maggioranza e della
minoranza per rappresentare la Calabria unita nell’interlocuzione con il
Governo, al fine di trovare una soluzione al buco della sanità calabrese.
Se non si risolve questo – lo
dico con molta serenità – le dichiarazioni così estemporanee, rilasciate ieri
dal Presidente facente funzioni a proposito di sanità, probabilmente non
saranno abbastanza utili per una sanità più efficiente in Calabria.
Dobbiamo essere più concreti
e, quando si parla di assistenza sanitaria territoriale, di ospedali sul
territorio e di nuovi ospedali che sono stati chiusi, dobbiamo essere seri!
Dobbiamo essere seri perché i
9 milioni di euro per le Case della salute, all’Ospedale di Cariati – che è già
funzionante, se si vuole – non si spenderebbero neanche se facessimo i
rubinetti d’oro e le maniglie di diamanti!
Ecco qual è il problema della
sanità calabrese.
Affrontiamo la questione
seriamente e senza passerelle elettorali, riconoscendo il giusto merito – lo
voglio fare in quest'Aula – alla presidente Santelli, di aver fatto partire uno
dei grandi quattro ospedali che la Regione Calabria aspettava da 13 anni,
ovvero l’Ospedale della sibaritide.
La ringrazio veramente ed è
come se la vedessi seduta nel suo scranno vuoto, da Presidente della Regione
Calabria.
I lavori sono partiti appena
10 giorni dopo la sua morte. Lei si era molto impegnata per far partire questi
lavori dopo le tante passerelle, le tante inaugurazioni e pose della prima
pietra inutili. Volevo ricordarlo e volevo dare atto alla Presidente di aver
realizzato qualcosa di concreto per la sanità calabrese; cosa che non si faceva
da decenni.
Dunque, riaggiorniamoci con
calma su questo punto, anche al di fuori dell’Aula del Consiglio per capire,
effettivamente, come partire con qualcosa di concreto. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo
anche perché sollecitato dal collega Esposito che, ovviamente, non può che
trovarmi d'accordo per un’eventuale seduta congiunta tra Commissione Vigilanza
e Sanità per cercare di sviscerare una situazione che non è affatto facile, e
lo abbiamo potuto notare; lo stesso vicepresidente della Commissione vigilanza,
il consigliere Guccione, lo ha notato insieme a me nel momento in cui abbiamo
avviato la cosiddetta “operazione verità” su quelli che erano i debiti, anzi,
su quelli che, purtroppo, sono ancora oggi i debiti della sanità in Calabria,
audendo in quella fase solo due Aziende, quella di Cosenza e quella di Reggio
Calabria. Purtroppo – ahinoi – da quella Commissione, per grandi linee nemmeno
in maniera scrupolosa e dettagliata, è emerso che l’ASP di Reggio Calabria
presentava un debito di circa 700 milioni di euro e quella di Cosenza di circa
480 milioni di euro.
Capite bene che solo con
l'audizione di due ASP eravamo arrivati a un miliardo e duecento milioni di
euro di debiti, ma sempre prendendo queste informazioni con le pinze.
In virtù di quello che stiamo
dicendo, oggi non possiamo fare altro che complimentarci comunque con il
dirigente De Cello che, assumendosi la responsabilità della certificazione del
debito fino al 2005, ha cercato sicuramente di fare un passo avanti per
migliorare quantomeno lo stato di conoscenza dei debiti della Regione Calabria;
è veramente difficile capire la reale mole debitoria della sanità calabrese
perché, come diceva prima il collega Graziano, qualche giorno fa in Commissione
sanità abbiamo audito il Commissario Scaffidi il quale, a un certo punto, ha
dichiarato: “Se non riuscirò a produrre la certificazione del debito di circa 4
anni, fra 90 giorni probabilmente deciderò di dimettermi e di andarmene a
casa”.
Capite bene che cambiano i
commissari, cambiano forse le strategie, ma purtroppo la vera certificazione
del debito in Calabria rimane un grosso problema.
Su questo dobbiamo fare
chiarezza e, a tal proposito, ricordo a me stesso e a tutti noi che la Regione
Calabria è commissariata da 12 anni.
Non dobbiamo sostituirci agli
altri in quelle che sono le responsabilità, ma possiamo sicuramente sostenere
il commissario Longo perché è stata una scelta strategica, una linea politica
di questo governo regionale e di questa Legislatura rispetto al passato, quando
invece il governatore Oliverio ha deciso di scontrarsi con l’allora
Commissario.
Saremo da supporto ma, capite
bene, che il nostro supporto non deve farci assumere responsabilità che non
abbiamo.
Mi spiego meglio.
Il commissario Longo ha pieni
poteri ed è colui che si interfaccia direttamente con il Governo e con il
Ministro alla salute che l'ha nominato per nomina diretta; quindi, non riesco a
capire perché facciamo alcuni ragionamenti che, invece, dovrebbero essere fatti
dal Commissario il quale, a sua volta, deve chiamare i Commissari delle ASP e
dire “Pretendo ed esigo che ognuno di voi faccia questo lavoro e porti al mio
tavolo la certificazione del debito al centesimo”.
Solo così facendo e con il suo
aiuto, con quello che è il suo autorevole potere “derivato” dalla nomina,
potremo veramente addivenire a una certificazione reale, altrimenti, la
politica può soltanto audire e sentire i ragionieri delle casse delle varie Asp
che dicono: “Sì, ho una certa mole debitoria che posso dare per certa perché sono
debiti certi ed esigibili, ma intanto ho del contenzioso che non riesco ancora
a quantificare, quindi magari oggi quantico uno, domani sarà 10”.
Ovviamente non ci può stare
bene.
Non è così che si risolvono i
problemi del debito e della certificazione sanitaria in Calabria. Ben venga la
seduta congiunta di Commissione vigilanza e sanità, ma bisogna investire della
problematica direttamente il commissario Longo, che è colui che detiene la
possibilità di fare sicuramente qualcosa in più, e non solo; non dico questo
per scaricare responsabilità, ma per dire che ognuno deve assumersi le proprie.
Noi ci assumiamo
responsabilità inerenti la parte politica, il commissario Longo deve assumersi
le responsabilità inerenti la parte della gestione della sanità in Calabria
nella sua interezza, non solo per quanto riguarda la gestione attuale, ma
soprattutto nella ricerca dei debiti certi. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Mancuso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Volevo
ribadire ciò che ha evidenziato il collega Neri, ovvero che il provvedimento in
discussione è tra i più importanti di questa Legislatura e nei prossimi
vent’anni ci consentirà – ho fatto un calcolo approssimativo – un risparmio di
circa 140-150 milioni di euro in interessi; quindi, nel bilancio regionale
avremo a disposizione 6-7 milioni di euro all'anno in più.
Volevo anche far presente
all'Aula che da un’analisi dei numeri emerge il fallimento del
commissariamento.
Se nel 2009 abbiamo rateizzato
questa somma, oltre 400 milioni di euro, ovvero il debito cristallizzato al
2005, e dal 2005 alla data del commissariamento i debiti erano 200 milioni di
euro circa e adesso il debito ammonta a un miliardo di euro o un miliardo e
mezzo di euro, il fallimento fino al 2009/2010 giustamente è della politica, ma
con cifre accettabili; dal 2010 ad oggi, un miliardo o un miliardo e mezzo di
euro, sancisce e certifica il fallimento del commissariamento che poi, oltre ad
essere rappresentato dai numeri, è accompagnato dalla diminuzione di posti
letto, dall’aumento della migrazione sanitaria, dal minor numero di addetti
alla sanità rispetto ad altre Regioni, dalle convenzioni da firmare in tutta la
Regione, dalle eccellenze messe in ginocchio per mancata sottoscrizione dei
contratti e, da ultimo, dagli addetti ai malati psichiatrici del Comune di
Reggio Calabria che non percepiscono lo stipendio da cinque mesi e oggi
manifestano davanti alla sede del Consiglio regionale; quindi, chi più ne ha,
più ne metta!
La sanità deve tornare in mano
ai calabresi e, ancora una volta, ribadiamo che bisogna porre fine al
commissariamento. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Sainato. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Questo punto all’ordine del giorno ci dà la possibilità di fotografare una situazione reale rispetto a quello che è successo in questi anni. Il collega Guccione prima giustamente diceva: “Il Consiglio regionale nel 2011 è stato autorizzato a contrarre un mutuo fino al debito 2005 e questo è certificato”.
Vogliamo capire se sono rientrati tutti i debiti fino al 2005, perché, poi, gli anni 2006-2007-2008-2009-2010 e 2011 sono rimasti fuori a prescindere. Quindi, bisogna capire se negli anni 2006-2007-2008-2009-2010 e 2011 sono compresi anche i debiti del 2005. Da quello che ho letto, anche nella seduta di Commissione, non si evince.
Questo è un altro punto che dobbiamo capire e superare, al di là del doppio pagamento e se ci sono ulteriori pagamenti fatti.
Dico questo perché, poi, nel 2011 abbiamo uno spaccato che, fino al 2009, rientra nella responsabilità politica; dal 2009 in poi, con l’intervento del commissariamento, sono tutti debiti contratti dai diversi Commissari che si sono succeduti negli anni.
Questo è da fotografare sul piano politico.
Che cosa fare oggi su questo? Intanto, prendiamo atto che realizzeremo un risparmio degli interessi per i prossimi 20 anni, quindi non andiamo ad allungare il debito e il mutuo, ma risparmiamo nei debiti. Questo risparmio, comunque, va vincolato sempre all’interno della sanità.
Quindi, chiederei al Consiglio di esprimersi e di dare mandato alla Giunta per questo risparmio che andremo a realizzare, perché la rata che paghiamo annualmente la paghiamo con fondi regionali. Questo risparmio che andremo a realizzare va quantificato. Una volta che avremo contratto e, quindi, rinegoziato il nuovo mutuo, va reinserito a pagare che cosa? A pagare ulteriori debiti? Decidiamo. Al rinvestimento all’interno della sanità? Decidiamolo insieme e ritengo che debba deciderlo il Consiglio regionale, dando vita ad un atto di indirizzo, anche questo, rivolto alla Giunta, perché, altrimenti, continuiamo a risparmiare, ma, poi, dobbiamo dire ai calabresi dove va a finire questo risparmio: può andare a contribuire ad azzerare quel debito che è rimasto fuori dal 2006 al 2011? Punto di domanda. O va ad azzerare un ulteriore debito che non era sempre fino al 2005, che non era stato contratto?
Questo penso che i calabresi debbano saperlo e dobbiamo assolutamente condividere tutti insieme, dare un atto di indirizzo e capire dove andremo a finire.
Ci sono due strade: la strada sul piano politico è fotografata dal 2009 fino ad oggi; da quel momento in poi, tutto il debito contratto è di responsabilità commissariale; prima – ripeto – è di grande responsabilità politica.
Su questo dobbiamo fare chiarezza, ma dopo aver attribuito la responsabilità, non abbiamo trovato la soluzione. Quindi, dobbiamo trovarla e partire da un punto certo che, in questo momento, nessuno è riuscito a dare.
Ad oggi, in quest’Aula ci stiamo chiedendo se è quantificato il debito fino al 2005 e se abbiamo pagato tutto il debito 2005 o ce n’è dell’altro?
Vorrei ricordare a me stesso che sono intervenuti altri pagamenti, altri mutui con il Decreto legge numero 35 che le ASP hanno pagato negli anni. Abbiamo utilizzato e avuto la possibilità con il Decreto numero 35 di pagare ulteriori debiti.
Non si riesce a fare chiarezza! È su questo che dobbiamo interrogarci perché è questo che ci chiedono i calabresi. Ad un certo punto dobbiamo tirare una linea. C’è qualcuno che può quantificare?
Oggi dicono che non possiamo quantificare il debito perché non ci sono i bilanci. Benissimo! Fino a quale anno c’erano i bilanci? Fino al 2012? Per rimanere in provincia di Reggio Calabria. Quindi, abbiamo un debito quantificato fino al 2012. Ripartiamo da questo!
Quel debito che è stato sanato con questo ulteriore mutuo che è sulle spalle dei calabresi? Nessuno sa dare una risposta. È da anni che ci rincorriamo su questo.
Poi, chiediamo sempre agli altri di venire e di audire nella Commissione sanità e nella Commissione di vigilanza, tutto quello che vogliamo.
Abbiamo bisogno delle carte e non che vengano in Commissione a parlare senza poter avere un contraddittorio. Come consiglieri regionali, abbiamo bisogno di documenti che certifichino quello che vengono a dire. Non abbiamo bisogno di audire, abbiamo bisogno di carta!
Dopodiché, possiamo anche audirli, convocarli anche in Consiglio regionale, ma abbiamo bisogno della documentazione che sembra comparire e scomparire, come il gioco delle tre carte, in questa sanità e non si capisce il perché o forse si capisce e si fa finta di non capire,
Su queste cose occorre confrontarsi, altrimenti giochiamo una volta a destra e una volta a sinistra, andando alla ricerca della responsabilità.
Oggi i calabresi ci chiedono la soluzione che, in quest’anno e qualcosa in più, tutti insieme non siamo riusciti a portare sul tavolo.
Ci barrichiamo dietro al commissariamento e al fatto che dobbiamo andare a Roma, ma vediamo, invece, quello che possiamo fare. Prima di andare dobbiamo essere documentati rispetto alla situazione che, ad oggi, ai più non è chiara.
Non lo è per me che sono al primo mandato, ma non lo è nemmeno per chi da anni è in questo Consiglio regionale, naturalmente non per responsabilità dei consiglieri regionali, ma di chi deve certificare questo che ci stiamo dicendo da anni e nessuno lo certifica.
Oggi andiamo ad approvare un atto di indirizzo alla Giunta per poter rinegoziare un mutuo? Ben venga! Un ulteriore risparmio? Ben venga! È una bella azione? No, è un punto di partenza. Abbiamo un punto di partenza: nel 2011, se è vero quello che dicono le carte, è stato quantificato un debito fino al 2005 e vogliamo capire se quel debito è rientrato tutto in quel mutuo o ce n’è dell’altro o se in quello degli 2006-2007-2009 fino al 2011, che non è rientrato, c’è anche gran parte del 2005.
Queste cose dobbiamo dircele, altrimenti, non ne veniamo fuori, perché non si può spiegare questo ulteriore aumento di debiti in sanità in provincia di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Crotone.
Sembra un pozzo senza fine di debiti, solo di debiti. Voglio capire, come si fa a governare la sanità senza un bilancio? Dove si vanno ad impegnare queste somme? Chi in questi anni si è assunto queste responsabilità senza il bilancio? Si assumono la responsabilità soltanto a provocare un debito e non possiamo più stare a guardare.
Come Consiglio regionale, non come maggioranza e come minoranza, siamo chiamati ad un forte senso di responsabilità. L’abbiamo sempre detto, ci dobbiamo unire e non dividere sulla sanità.
Oggi, ritengo che ne abbiamo la possibilità perché, bene o male, c’è un punto dal quale ripartire; bene o male, abbiamo un Governo di unità nazionale che ci può ascoltare, ma non dobbiamo andare là a chiedere di liberarci di cosa?
Dobbiamo prima documentarci e andare con certezze rispetto a quello che diciamo, poi c’è chi darà le responsabilità politiche o altre responsabilità, ma, oggi, abbiamo il dovere di fare questo, se siamo bravi e in grado, e ritengo che tutti insieme lo possiamo fare, perché da ogni intervento, da ogni postazione di maggioranza e di minoranza, anche se con momenti diversi, ognuno di noi ha a cuore la soluzione e la possibilità di risolvere il problema della sanità.
Mettiamoci d’accordo su come risolverlo senza andare a sventolare la bandiera di chi l’ha fatto prima, perché le responsabilità politiche le abbiamo un po’ tutti. Vediamo insieme come fare, ognuno di noi con il proprio contributo.
Facendo parte anche della Commissione Sanità come segretario, non ho assolutamente nulla in contrario a tenere una seduta congiunta con la Commissione di vigilanza, ma prima di fare le audizioni, caro collega Guccione, ritengo che abbiamo bisogno di una documentazione certa e non aspettare ancora che qualcuno ci venga a dire le cose.
Ce lo devono certificare: avete la responsabilità di mettercelo per iscritto! Se nessuno ha questa voglia, ha la possibilità di farsi da parte. C’è gente che continuerà ad essere audita e usciremo dalle varie sedute delle Commissioni dicendo: “Non abbiamo risolto nulla”!
Oggi, questa delibera, questo mutuo che andiamo a rinegoziare è un punto di rilancio e di partenza, un punto fermo da dove ripartire.
Abbiamo un punto fermo – dicevo – e un debito, comunque, certificato. Dobbiamo sapere piccole cose, perché, poi, sulla matematica non ci sono opinioni politiche.
Poi, insieme, vedremo se dobbiamo dire ai calabresi se dobbiamo contrarre un altro mutuo per pagare ulteriori debiti o se dobbiamo trovare soluzioni sul piano governativo per azzerare questo debito. Non possiamo continuare a contrarre mutui sulle spalle dei calabresi perché continueremo ad ingessare la situazione. Se oggi siamo qui a rinegoziare un mutuo per una rata di 30 milioni di euro, per dimezzare questa rata, è perché non c’è più liquidità nelle casse della Regione e non possiamo affrontare ulteriori problemi di liquidità nel bilancio. Andiamo sempre a rincorrere e lo farà chiunque verrà a governare dal 15 ottobre.
Su queste cose
dobbiamo fare chiarezza e, quindi, mi appello a chi più di me è stato in
Consiglio regionale e ha sicuramente l’esperienza per farsi carico di questa
responsabilità, insieme alla Giunta regionale e al Presidente, di poter avere
una documentazione chiara e certa rispetto a quello di cui stiamo parlando.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo molto brevemente soltanto per chiarire una cosa.
Ritengo corretto quello che dicevano i colleghi, nel senso che è giusto capire la natura del debito e chi lo ha generato, però, per quanto riguarda le Commissioni, consigliere Guccione, farei un discorso diverso relativamente a KPMG, perché non è che stiamo parlando dell’ultimo arrivato, ma di una delle quattro società più grandi al mondo.
Come lavora KPMG in questo caso come revisore? Viene dato l’incarico, va all’ospedale di Cosenza, controlla, per esempio, come funziona l’intramoenia, ritorna e dice: “Ci sono queste problematiche, applicate questi correttivi”.
Quindi, se tu oggi vai a convocare in Commissione KPMG – che non so neanche se si può fare – quella ti dice: “Ho svolto il mio lavoro, ho fatto questo”.
Ritengo che sia
più opportuno fare questo.
Che cosa ha
prodotto l’azione di consulenza e di revisione fatta da KPMG? Perché se
mettiamo KPMG sul banco degli imputati, verrà qua e ci dirà: “Ho lavorato per
la Regione Calabria, ho detto quali erano le cose da fare, bisognava applicare
questi correttivi e non è stato fatto. Che cosa volete da me”?
Mi rendo conto che è dura per una Regione pagare 11 milioni di euro che – ripeto – non stiamo pagando ad una società calabrese, italiana, ma, teoricamente, ad una delle quattro società più grandi al mondo, alla collega – per capirci – di quella a cui oggi si è rivolto il presidente Draghi per fare il Recovery Fund. Quindi, stiamo parlando di un livello molto alto.
Non ho dubbi che una società del genere abbia sicuramente prodotto documentazione tale da poter essere valutata per capire chi, poi, non si è attivato.
Quello è il vero problema! Dopo che KPMG ha fatto il lavoro chi è che non si è attivato per darvi seguito?
Quello che mi sento di dire al Presidente della Commissione …
Collega Neri, vorrei conoscere che cosa ha proposto KPMG?
Consigliere Guccione, è corretto anche quello che dice lei.
Perfetto.
Capiamo quello che ha proposto KPMG e chi non ha fatto quello che ha proposto.
Questo è il punto della questione!
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pietropaolo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo brevemente soltanto per fare una riflessione su questo argomento.
Il dottore De Cello nella relazione ci dice che nel 2011 la Regione Calabria ha contratto un mutuo di 428 milioni di euro per saldare il debito della sanità fino al 2005.
In sostanza, ci
sta dicendo che per 30 anni la Regione avrebbe dovuto pagare 30 milioni di euro
all’anno, dal 2011 in poi: sono circa 920 milioni. Nel piano originario,
quindi, sono previsti circa 500 milioni di interessi. Il consigliere Mancuso
giustamente ha fatto i calcoli. È ovvio che erano condizioni che, in quel
periodo, erano di mercato, ma oggi non è più assolutamente così.
L’operazione
che ha fatto il dottore De Cello e che oggi ci propone è assolutamente virtuosa
e, probabilmente, il risparmio è anche superiore rispetto a quello che diceva
il consigliere Mancuso.
Mi voglio riferire a quello che diceva il consigliere Sainato, perché, purtroppo, nella stessa proposta lo stesso direttore generale ci dice che i risparmi debbono essere accantonati al fine di far fronte alle eventuali operazioni correttive richieste dalla Magistratura contabile in occasione del giudizio di parifica. Quindi, vuol dire che i risparmi che avremo li dovremo accantonare per eventuali altri contenziosi o, eventualmente, per pagare altri debiti della sanità.
Da questi due dati si capisce una cosa importante: uno che la situazione di mercato è assolutamente cambiata. Lo stesso Presidente del gruppo di Forza Italia alla Camera, Roberto Occhiuto, ha presentato un emendamento che è stato approvato – se non sbaglio alla Legge finanziaria del 2020 – con cui si dà la possibilità alla Regione di accendere un mutuo trentennale al tasso dell’1 per cento per abbattere il debito della sanità.
Questa già
potrebbe essere una modalità di accesso ad un debito sicuramente molto più
vicino al valore di mercato. Oggi, il tasso che viene praticato alle aziende
nel mercato libero è prossimo all’1 per cento, anche sotto, perché la
condizione di mercanteggiamento del denaro sul mercato libero è anche sotto lo
zero. È ovvio che questa è una condizione favorevole che, in questo momento, ci
spinge a fare di più.
Il ragionamento
che bisogna fare, secondo me, invece dal punto di vista politico, oggi, è un
altro e forse è, come dire, un po’ più avanti e coraggioso.
Dobbiamo, secondo me, tutti insieme – i partiti che oggi stanno al Governo tutti uniti, ma anche Fratelli d’Italia che sta all’opposizione certamente è disponibile a questo discorso – cercare di fare fronte comune non soltanto per modificare il Decreto Calabria, come diceva il consigliere Guccione, ma anche e soprattutto per disegnare e stabilire una fine del periodo di commissariamento, visti i risultati che si sono avuti.
Dovremmo unirci tutti assieme, consigliere Bevacqua, per determinare la fine del commissariamento e riprendere il problema e la gestione della sanità in mano a chi è stato eletto dai cittadini, ai quali dobbiamo dare le risposte sia dei debiti che, eventualmente, andremo a fare, sia dei livelli di prestazione che andremo ad erogare ai nostri cittadini, perché siamo noi i responsabili di questa gestione.
È vero che oggi non siamo responsabili, ma è la politica che è sicuramente responsabile di quello che è successo ed i frutti di questa mala gestione della politica li vediamo oggi.
Quindi, oggi, dobbiamo assolutamente metterci tutti d’accordo, perché la politica è certamente cambiata, gli esponenti e la sensibilità sono cambiati.
Anche la sensibilità dei cittadini nei confronti di queste problematiche è cambiata grazie ai social network, alla visibilità che ciascuno di noi ha e di quello che dice, delle responsabilità che si prende nei confronti dei cittadini, per cui è assolutamente necessario che tutti insieme ci mettiamo con lo spirito necessario di responsabilità per risolvere, definitivamente, una volta per tutte, passato ovviamente il periodo della pandemia, il problema del commissariamento.
Occorre approfittare di questa situazione di tassi favorevoli per cercare o di azzerare il debito a condizioni molto vantaggiose o, addirittura, dialogare con il Governo per azzerarlo completamente, come sta cercando di fare il Presidente facente funzioni, e dopo però partire con una sanità diversa.
Come si usa nelle aziende in crisi, si fanno due società: la bad company e la company buona, la compagnia cattiva e quella buona. In quella cattiva si lasciano i debiti, nella buona si porta avanti l’attività.
Questa cosa non è certamente fattibile, ma, secondo me, in linea di principio dovremmo riuscire a fare una cosa del genere. Bisognerebbe trovare un momento e tracciare una linea al di là della quale ricominciare un periodo di gestione differente della sanità, affidata alla politica regionale che si prende la responsabilità, ma occorre che anche la politica non entri mai più nella gestione ordinaria della sanità, ma l’affidi a manager competenti, calabresi se è possibile, non calabresi laddove non è possibile. I calabresi ci sono.
Quindi – ripeto – occorre affidare la gestione della sanità a manager competenti con la politica che si prende la responsabilità di ottenere il risultato e di rendere conto ai cittadini del proprio operato.
Questo credo che sia l’impegno che dobbiamo prendere tutti noi come Consiglio regionale, approfittando di operazioni tipo questa che andiamo oggi ad approvare. Grazie.
Presidenza del
vicepresidente Luca Morrone
Ha chiesto d’intervenire il
consigliere De Caprio. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Sarò
breve in quanto ho avuto modo di apprezzare gli interventi dei colleghi, tutti
calzanti alla tematica. Mi associo a loro nel plauso rivolto al direttore
generale, dott. De Cello, per aver avviato questa fase di rinegoziazione.
Però, vorrei focalizzare
l'attenzione, anche per una riflessione collettiva, su un passaggio delle
ripetute statuizioni della Magistratura contabile che dice: “L'obbligo di
instaurare trattative e consentire la rinegoziazione sussiste, non tanto sulla
base di un pur rilevante principio di diritto comune, bensì sulla base
dell'obbligo di leale collaborazione che contrassegna il rapporto tra Stato e
Regioni. Infatti, quest’obbligo interessa, in generale, le aree di interferenza
tra le competenze regionali con quelle che richiedono un governo unitario”.
La leale collaborazione
credo che, in questo decennio che ha contraddistinto la gestione della sanità
regionale, sia mancata del tutto.
Mi spiego meglio, perché è
mancata? Perché non è stata data dignità ai territori, non è stata data dignità
a chi ha ricevuto il mandato all'interno dell’Assise regionale per
rappresentare le necessità, i bisogni di tanti cittadini che, ancor di più oggi
durante la pandemia, hanno visto il totale fallimento del Sistema sanitario.
Questo dato di criticità si
accentua ancor di più se pensiamo che dai 400 milioni rinegoziati più di un
decennio fa, vi sono oggi miliardi di euro da pagare per una gestione
fallimentare messa in atto dai Commissari di Governo.
Questa deve essere la vera e
grande riflessione che dobbiamo fare tutti assieme e deve partire da qui, non
possiamo chiedere che queste riflessioni vengano fatte dal Governo.
Il Governo nel passato,
ancora oggi con il decreto “Calabria bis”, ha dimostrato di sbagliare, di non
tener conto delle necessità e dei bisogni della Calabria e dei calabresi.
Per cui, è in virtù di
queste brevi e sintetiche considerazioni che invito, come già hanno fatto gli
altri colleghi, ad una discussione ampia, specifica, unitaria che non veda
contrapposizione di sorta su questo grande tema per ridare dignità alla
Calabria e calabresi. Grazie.
Ha chiesto d’intervenire il
consigliere Di Natale. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie per avermi
dato la parola. Vorrei dare anch’io un piccolo contributo alla discussione.
Intanto consentitemi di dire
una cosa: molte volte chi è all'opposizione, o è meglio dire in minoranza,
viene additato come colui che sferra attacchi, indipendentemente dalla
posizione o dalla situazione. Io, prima di entrare nel merito dell'intervento,
vorrei fare i complimenti a un vostro Assessore della Giunta, l'assessore
Sergio De Caprio -che a me, come a tutti, piace chiamare, Capitano Ultimo.
Presidente, io sono uno che osserva, ogni volta che veniamo in Consiglio -
magari chi segue la diretta dei lavori non percepisce questa cosa, io sì e non
è la prima volta - non lascia mai il suo posto, ore, ore, ore di dibattito
fermo lì, e, se ci fate caso, gira la testa ogni volta verso chi parla per
seguirlo con attenzione. Io voglio, senza nessuna piaggeria, dire che
rappresenta, al di là delle posizioni politiche, un esempio, per tutti quanti
noi perché tutti siamo abituati a stare in Aula, di come si rappresentano le
Istituzioni.
Quindi, le voglio dire
grazie perché in questo momento abbiamo bisogno di buoni esempi, soprattutto in
Calabria.
Entrando nel merito del
punto all'ordine del giorno che avete trattato negli interventi che hanno
preceduto il mio, intanto c’è un vulnus che ho sempre sottolineato e
che, purtroppo, sia la politica regionale sia la politica nazionale hanno in un
certo modo nascosto, messo da parte.
Che cosa voglio dire? Che la
debolezza della classe politica della nostra Regione, non mi riferisco solo al centrodestra
o al centro-sinistra, ha fatto sì che alcuni elementi che sono rappresentati
dalla Carta costituzionale venissero messi sotto i piedi in alcune circostanze.
Che cosa voglio dire
rispetto a questa affermazione che può essere forte? L'articolo 117 della
Costituzione parla di legislazione concorrente. La materia sanitaria è una
materia a legislazione concorrente tra lo Stato e la Regione.
Il commissariamento non può
avere natura di gestione nella sanità. Il Commissario viene incaricato dal
Governo, non per eludere l'articolo 117 della Costituzione, vale a dire per
gestire e proporre soluzioni in materia sanitaria, ma viene incaricato dal
Governo per un periodo temporale per fare una sola cosa: ripianare il debito.
Stop.
L'utilizzo successivo di funzioni,
rispetto a questo perimetro, va fuori dal dettato costituzionale. Questo è
stato possibile per la debolezza della politica, non solo di una parte, ma di
tutta la classe politica calabrese, perché abbiamo consentito che i Commissari
non si occupassero solo del risanamento del debito pubblico della sanità, ma
anche della gestione, di come impostare la sanità nella nostra regione.
Tutti l’abbiamo consentito,
non mi spoglio dalla casacca politica e del colore politico che ho.
I risultati quali sono stati?
Il debito pubblico della sanità, anziché diminuire, rientrare, è aumentato. Nel
Piano di gestione, anziché dare servizi più efficienti, abbiamo dato servizi
meno efficienti. Che significa? Che non solo ci sono servizi che non trovano
risposta, ma anche che i servizi che potevano avere risvolti positivi sul
territorio sono stati chiusi. Mi riferisco alla chiusura degli ospedali.
Il Covid ci ha fatto capire
cosa significa sanità nella nostra regione. Quando, a causa dell’emergenza,
abbiamo dovuto chiedere al Governo l'apertura immediata di un ospedale da campo
per la provincia di Cosenza, una delle più grandi delle centro-sud, è emerso il
fallimento della politica, perché è stato sostituito quello che avevamo. Noi le
strutture le avevamo.
Cosa voglio dire? Che la
politica, in generale, ha ceduto il passo ad un sistema perverso di gestione
della sanità in Calabria.
Oggi non serve dire che ci
troviamo in questa situazione, entrare nel ginepraio dei tavoli tematici, delle
discussioni nelle Commissioni, sono cose lunghe che ormai la gente non
percepisce più, bisogna tagliare i rami secchi. Bisogna azzerare il debito con
degli strumenti eccezionali.
Oggi ci troviamo dei
Commissari nelle ASP, alcuni dei quali vengono dichiarati o stanno per essere
dichiarati decaduti, perché si chiede loro di fare in 90 giorni ciò che altri
non hanno fatto in 6/7 anni?
Cosa voglio dire? Voglio
dire che si deve ripensare il sistema sanitario in generale, il rientro del
debito pubblico nella sanità si potrà attuare quando cominceremo a tagliare la
mala gestione.
Ho denunciato - qualcuno di
voi lo saprà, altri no - che in Calabria, per esempio, abbiamo dei servizi
sanitari allocati in strutture private che pesano sulle casse della nostra
sanità, quindi della nostra Regione.
Per parlare in maniera più
franca, affittiamo degli immobili in cui dovremmo allocare dei servizi: il
servizio farmaceutico e altri servizi, e paghiamo il canone di locazione senza
che dentro ci sia nulla.
Mi dite come facciamo a
rientrare nel debito se ci sono esempi piccoli…
Sì, abbiamo dei fitti
passivi solo in provincia di Cosenza pari quasi a 3.000.000 di euro.
Rispetto a questo - e
finisco - bisogna dare qualità, certezza, sicurezza e soprattutto avere il
coraggio di rompere quel cordone ombelicale che purtroppo ha relegato la nostra
Regione ad essere l'ultima nei servizi sanitari.
Riguardo questa discussione,
siccome il tema mi appassiona, parlerei per ore e ore, ma capisco che è
necessario andare verso la conclusione.
La soluzione qual è? È
recuperare, Presidente, la solita parolina: l’autorevolezza del ruolo. Il
Consiglio e la Giunta riacquistino le loro funzioni e chiedano al Governo un
intervento straordinario per ripianare il debito.
Quando diciamo che ancora
non si conosce l'ammontare effettivo del debito, ci rendiamo conto di cosa
diciamo? È una cosa di una gravità inaudita e coloro che sono stati nominati
dal Governo e dalla Regione a dirigere la ASP non hanno fatto bene il loro
lavoro e hanno ingannato i calabresi. Grazie, Presidente.
Presidenza del presidente
Giovanni Arruzzolo
Se non ci sono
altri interventi, passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale. Il
provvedimento è approvato con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il punto 3 all'ordine del
giorno riguarda la proposta di legge numero 86/11^ di iniziativa della Giunta
regionale, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori
bilancio di cui all'articolo 73, comma 1, lettera e) del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118". Cedo la parola al relatore, consigliere Paris, per
illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Tale
proposta è stata approvata nella seduta del 4 maggio 2021 dalla Commissione.
Il provvedimento ha come
obiettivo riconoscere la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione
Calabria derivanti dall’acquisizione di beni e servizi, ma senza il preventivo
impegno di spesa.
La proposta di legge si
rende necessaria per dare attuazione a quanto disposto dal decreto legislativo
numero 118/2011, recante: “Disposizioni in materia di armonizzazione dei
sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e
dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009,
numero 42” che prevede, all'articolo 73, che il Consiglio regionale riconosce
con legge la legittimità dei debiti fuori bilancio.
I debiti derivano dalla
sottoscrizione di una Convenzione tra Regione Calabria e l’Istituto “Piccole
Operaie dei Sacri Cuori” e da prestazioni socio-assistenziali della struttura
semiresidenziale per anziani denominata “Centro Diurno Incontro Anziani”
gestita dal Comune di Rende.
In particolare, il
provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale numero 80 dell’11
marzo 2021. Alla suddetta deliberazione sono allegati: il disegno di legge, la
relazione di accompagnamento, il quadro di riepilogo e analisi economica
finanziaria dello stesso e il parere del Settore legislativo della Giunta
regionale.
Il disegno di legge si
compone di 3 articoli. L'articolo 1 prevede il riconoscimento della legittimità
dei debiti fuori bilancio derivanti dall'acquisizione di beni e servizi in
assenza del preventivo di impegno di spesa per l'importo complessivo di euro
43.667,00. All'articolo 2 viene indicata la forma di copertura finanziaria
prevista per i suddetti debiti fuori bilancio.
L'ultimo articolo del
disegno di legge contiene disposizioni relative all’entrata in vigore.
Il Collegio dei revisori dei
conti, con parere numero 1 del 16 marzo 2021, allegato al verbale numero
11/2021, nell'esprimere parere favorevole al provvedimento raccomanda: di
adottare ogni misura procedimentale, organizzativa e gestionale necessaria ad
evitare il formarsi debiti fuori bilancio, di verificare che soggetti
beneficiari delle somme rivenienti da decreti di riconoscimento del debito non
abbiano al contempo una posizione debitoria nei confronti della Regione e, in
caso affermativo, valutare la possibilità di attivare l'istituto della
compensazione legale e di procedere alla conseguente variazione di bilancio
2021-2023.
Lo stesso Collegio, infine,
evidenzia, come reclamato pure dalla Magistratura contabile, che l'attività di
ricostruzione delle cause della formazione di debiti fuori bilancio deve essere
completata mediante l'individuazione di eventuali responsabilità personali di
funzionari o amministratori nonché delle eventuali azioni di rivalsa.
Ciò premesso, Presidente,
sottopongo all’Aula l'esame del provvedimento.
Se non ci sono interventi,
passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge del suo complesso unitamente al relativo allegato, con
autorizzazione al coordinamento formale, prendendo atto altresì del parere
favorevole del Collegio dei revisori dei conti. Il provvedimento è approvato
con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Il quarto punto all'ordine
del giorno riguarda la proposta di legge numero 91/11^ di iniziativa della
Giunta regionale, recante: "Ulteriori norme di salvaguardia e disposizioni
transitorie in materia di demanio marittimo. Integrazioni agli articoli 14 e 27
della l.r. 17/2005". Cedo la parola al relatore, consigliere Caputo, per
illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Il
disegno di legge, nell'integrare le norme di salvaguardia delle disposizioni
transitorie della legge regionale numero 17 del 2005, ripropone, anche per la
stagione balneare 2021, le deroghe disposte con la legge regionale numero 13
del 2020 alla legge regionale numero 17 del 2005, recante: “Norme per
l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del Demanio
marittimo”.
In particolare, le norme
introdotte nel 2020 hanno riguardato gli articoli 14 e 27 della citata legge
regionale.
Con riferimento all'articolo
14, hanno disciplinato le concessioni che possono essere rilasciate nelle more
dell'approvazione del Piano comunale di spiaggia, prevedendo che, limitatamente
alla stagione estiva 2020, su richiesta dei titolari di stabilimenti balneari
autorizzati alla posa di attrezzature balneari mobili, i Comuni possano
concedere l'area interposta, autorizzando, nei limiti della superficie
soleggiata oggetto di concessione, modifiche alle strutture coperte
ombreggianti annesse agli stabilimenti balneari nella misura massima del 30 per
cento e comunque non oltre i 100 metri quadri, nel rispetto delle disposizioni
di cui al DPR numero 31 del 2017.
La modifica dell'articolo 27
della legge regionale numero 17 del 2005, dedicato alle disposizioni
transitorie, ha disposto, esclusivamente per la stagione balneare 2020 e su
richiesta dei titolari di concessione, che i Comuni possano concedere
un’estensione dell'area in concessione, mediante ampliamento del fronte mare
fino al massimo del 30 per cento di quello relativo alla concessione demaniale
in essere, nel rispetto di particolari condizioni.
L’odierna proposta, stante
il perdurare della situazione prodotta dall'emergenza sanitaria e la conseguente
crisi finanziaria degli operatori economici, prevede che dette deroghe operino
anche per la stagione estiva 2021.
Le integrazioni contenute
nel testo normativo attengono, pertanto, alla mera riproposizione delle deroghe
valevoli nella precedente formulazione per la stagione balneare 2020 anche per
la prossima stagione balneare 2021.
La proposta di novellazione,
che integra gli articoli 14 e 27 della legge regionale numero 17 del 2005, con
variazioni temporanee, presenta in re ipsa i caratteri dell’indifferibilità
ed urgenza e pertanto è idonea ad essere portata all’attenzione del Consiglio
regionale.
Presidenza del vicepresidente Luca Morrone
Se non ci sono interventi
passiamo all'esame e votazione del provvedimento.
C’è un emendamento,
Presidente.
Allora cedo la parola al
consigliere Minasi per l'illustrazione.
Grazie, Presidente.
L'emendamento a questo
disegno di legge, introducendo per un periodo, ovviamente, limitato all'anno
2021 una semplificazione procedurale per l'autorizzazione all'ampliamento delle
concessioni demaniali da parte dei titolari degli stabilimenti balneari, mira a
facilitare il rispetto delle misure di sicurezza e distanziamento sociale per il
contenimento del Covid. Infatti il testo permette ai Comuni, esclusivamente con
il limite di questa stagione estiva, di autorizzare, con un iter più veloce, su
richiesta dei titolari delle concessioni turistico balneari, vista l'imminente
apertura della stagione estiva e in considerazione delle difficoltà registrate,
anche da questo settore, che rappresenta uno dei pilastri più importanti
dell’assetto socio-economico della nostra regione. L'emendamento introduce solo
una disposizione di carattere ordinamentale quindi non comporta nuovi o
maggiori oneri nel bilancio della Regione Calabria.
Presidenza del presidente Giovanni Arruzzolo
Parere della Giunta e parere
del relatore? Pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 8541.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Prima di mettere ai voti
l’emendamento che ha proposto la collega, volevo precisare che noi non ne
abbiamo avuto traccia, non abbiamo avuto la possibilità di approfondirlo, e
credo che anche questo sia un altro modo di agire che conferma quello che noi
diciamo.
Quindi, io credo che sia
opportuno, se siamo tra persone serie, approvare all'unanimità la proposta
avanzata dal collega Caputo, senza lasciare la possibilità a noi di
strumentalizzare o di fare altre cose.
Credo che sia più opportuno
approvare la proposta del collega Caputo all’unanimità - che noi condividiamo –
e che riguarda la temporaneità legata alla crisi Covid, senza mettere altra
carne al fuoco perché questo potrebbe alimentare una discussione che ritengo in
questo momento non foriera di buone cose.
Ha chiesto di intervenire la
consigliera Minasi. Ne ha facoltà.
Qui non si tratta di mettere
altra carne al fuoco, si tratta solo di autorizzare i Comuni, nell'arco di 15
giorni dalla presentazione della richiesta, ad autorizzare l’ampliamento perché
se siamo a fine maggio e la stagione inizia a giugno.
Collega Minasi, so cosa
significa perché io ho fatto il Presidente di Commissione ambiente e so cosa
significa quello che lei sta proponendo. Quindi dico di evitare di fare
forzature.
Ma non vedo forzature.
Come no? La legge del collega Caputo, che
condivido, va nella giusta direzione, non quella di stravolgere il tutto.
Il punto era già inserito.
Noi votiamo all’unanimità la proposta del collega
Caputo, l’emendamento non avrà il nostro sostegno.
Quindi per l'emendamento
votate no?
Non vedo il problema, scusi.
È sempre il Comune che autorizza, stiamo solo dicendo che lo può fare nell’arco
di 15 giorni. Stop!
Pongo in votazione
l'emendamento protocollo numero 8541. È approvato.
Articolo 1
(È approvato per come emendato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della legge nel suo complesso, con autorizzazione al coordinamento formale.
Il provvedimento è approvato
con l'autorizzazione al coordinamento formale per come emendato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Dà lettura di un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in Allegati)
Passiamo al quinto punto
all'ordine del giorno: la proposta di provvedimento amministrativo numero
102/11^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Programma regionale per
le attività di sviluppo nel settore della forestazione e per la gestione delle
foreste regionali anno 2021/2022”.
Cedo la parola al relatore
consigliere Molinaro per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Il
provvedimento in oggetto deriva dall'articolo 5 della legge 20 del 1992,
proposta dalla Giunta regionale con DGR n. 105 del 19 marzo 2021, assegnato
alla Commissione il 22 marzo 2021. La sesta Commissione, che presiedo, ha
espresso parere favorevole all'unanimità dei presenti.
Colgo l'occasione per
ringraziare della presenza in Commissione l'assessore Gallo e il dirigente del
Dipartimento agricoltura nonché il dirigente della Unità Operativa autonoma,
Siviglia, e del Commissario di Calabria Verde che hanno condiviso nella
Commissione alcune raccomandazioni che sono allegate a questo provvedimento
amministrativo, proprio per coordinare le attività di questo Piano triennale
per il quale è stata rilevata una dotazione finanziaria insufficiente per le
esigenze che il Piano stesso contempla a causa di una riduzione dei
finanziamenti nazionali. Da questo Piano triennale scaturiranno i piani annuali
e i progetti dei soggetti attuatori: Calabria Verde, il Parco regionale della
Calabria e i consorzi di Bonifica. Invito l'Assemblea ad approvare questo
provvedimento, con le raccomandazioni che abbiamo allegato al provvedimento
stesso. Grazie.
Presidenza del Vicepresidente Luca Morrone
Non ci sono altre richieste
di intervento, passiamo all'esame e votazione del provvedimento nel suo complesso,
prendendo atto e facendo proprie le raccomandazioni espresse alla sesta
Commissione.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al sesto punto
all'ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo
numero 103/11^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di
previsione 2021-2023 dell'ente per i parchi marini regionali”. Cedo la parola
al relatore, consigliere Paris, per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Signor Presidente,
onorevoli colleghi, la Giunta regionale sottopone all'approvazione dell’Aula il
bilancio di previsione dell’Ente per i parchi marini regionali, delibera di
Giunta numero137 del 15 aprile 2021
Il Commissario straordinario
dell’Ente, con decreto numero 5 del 23 marzo 2021, ha approvato il documento
contabile in esame e il revisore unico dei conti dell'Ente, con verbale numero
2 del 12 marzo 2021 ha rilasciato parere favorevole all'approvazione del
documento contabile.
Il Dipartimento regionale tutela
dell'ambiente, che esercita la vigilanza sull'attività dell'ente,
nell’istruttoria di propria competenza ha espresso parere favorevole
all'approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 dell'Ente, attestando,
altresì, che per il documento contabile di cui trattasi non può trovare
applicazione la normativa in materia di contenimento delle spese di cui alla
legge regionale 27 dicembre 2016 numero 43, in quanto l’ente è divenuto
operativo dal primo gennaio 2018 e a oggi non si è verificata l'assoluta
necessità di sostenere la spesa.
Infine, il Dipartimento
economia e finanza ha rilevato che l'equilibrio complessivo della gestione
2021-2023 è conseguito senza l'applicazione del risultato di amministrazione
presunto e ha formulato all'Ente le seguenti raccomandazioni: verificare la
congruità del fondo crediti di dubbia esigibilità, durante la gestione
esercizio 2021, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso; provvedere per
quanto concerne il fondo pluriennale vincolato alle dovute variazioni di bilancio,
apportando i conseguenti correttivi al fondo per la parte corrente e capitale,
nel rispetto del principio contabile applicato dalla competenza finanziaria
potenziata, a seguito dell'approvazione della procedura di riaccertamento
ordinario e dei residui per l'esercizio 2020 .
A termine dell’istruttoria
di competenza, il Dipartimento ha ritenuto possibile procedere alla
trasmissione da parte della Giunta regionale della proposta di bilancio
2021-2023 dell'Ente per i parchi marini regionali al Consiglio regionale, ai
sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale numero 8 del 2002.
Pertanto, Presidente, sottopongo all’Aula l’approvazione del provvedimento
amministrativo.
Non ci sono altre richieste
di intervento, quindi passiamo all'esame e votazione del provvedimento nel suo
complesso.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Vito Pitaro. Ne ha facoltà.
Chiedo l'inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge numero 98/11^, avente oggetto la
definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche
nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera. Grazie.
Votiamo la proposta di
inserimento dell'ordine del giorno. L'inserimento della proposta è approvato.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento
all'ordine del giorno della proposta numero 99/11^, recante: “Modifiche e
integrazioni della normativa regionale in materia di liquidazione delle
comunità montane” di cui al protocollo numero 8574 del 19 maggio 2021.
Presidenza del Presidente Giovanni Arruzzolo
Votiamo la proposta avanzata
dal consigliere Crinò. Approvato l'inserimento.
Passiamo al settimo punto
all'ordine del giorno, riguardante la proposta di provvedimento amministrativo
107/11^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione
2021-2023 dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente ARPACAL”.
Cedo la parola al relatore,
consigliere Sculco, per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Il punto
all'ordine del giorno che viene all'esame riguarda, appunto, la proposta di provvedimento
di bilancio di previsione 2021- 2023 dell'ARPACal. Mi è stato affidato il
compito di sottoporre la proposta di provvedimento all'attenzione dell'Aula e
lo faccio anche su designazione del Presidente della Commissione bilancio, il
collega onorevole Giuseppe Neri, che ringrazio per questo.
Devo sottolineare che la
Commissione, in una lunga seduta che si è tenuta qualche settimana fa, non si è
limitata solo, come è suo dovere e preminente compito, a svolgere
un'approfondita analisi e una verifica della regolarità degli aspetti contabili
e finanziari del bilancio di previsione proposto dall'ARPACal, la Commissione,
sollecitata e stimolata anche dalla relazione del direttore generale Domenico
Pappaterra, ha anche voluto sviluppare un dibattito e un confronto che da una
parte ha riguardato l'attività della stessa agenzia e nello stesso tempo si è
soffermata sui tanti punti di forza ma anche di debolezza che sono propri
dell'organizzazione dell'attività della stessa ARPACal.
Per quanto riguarda gli aspetti
squisitamente contabili, economici e finanziari ognuno di noi è munito della
relazione tecnica che è stata predisposta dagli uffici e che accompagna la
proposta di provvedimento con tutti i documenti che sono allegati. Prima di
entrare nel merito, devo richiamare i diversi passaggi e le procedure che la
proposta di bilancio ha seguito, sulla base di quanto disposto dalla normativa
vigente in materia. In primo luogo, il bilancio di previsione dell'ARPACal è
stato proposto dagli organi di governo dell'Agenzia con apposita deliberazione,
a seguire il revisore unico dei conti ha attestato il rispetto dei limiti di
contenimento della spesa, rilasciando parere favorevole, così come il Comitato
regionale di indirizzo con apposito verbale e il Dipartimento tutela
dell'ambiente che ha trasmesso al Dipartimento economia finanze la stessa
proposta, che è stata, dopo un'apposita istruttoria, ritenuta approvabile.
Al termine di questo
percorso la Giunta regionale ha trasmesso alla Commissione la proposta di
bilancio.
A valle di questo percorso,
la seconda Commissione per competenza ha approvato e liquidato all'unanimità
dei presenti il provvedimento che è all'esame di questa seduta del Consiglio
regionale.
Ho accennato in premessa,
Presidente, che la seconda Commissione non si è limitata solo ad entrare nel
merito dei dati di bilancio, riconoscendo che la proposta avanzata è stata
formulata secondo le regole e le disposizioni che sono previste.
Ho sottolineato anche in
premessa come l'occasione è stata utile per avere un quadro aggiornato della
situazione organizzativa dell'ARPACal ed anche delle attività che sono in
essere e che traggono origine dalle funzioni che sono state attribuite dalla
legge regionale istitutiva della stessa Agenzia e dalle successive modifiche
che sono intervenute al suo regolamento.
Dal dibattito che si è
sviluppato in Commissione è venuto in evidenza l'importanza che ha l'ARPACal
nella funzione strategica che esercita nelle attività di supporto e di sostegno
all'azione di governo regionale e nei confronti dell'intero sistema degli enti
locali calabresi in materia di tutela e di protezione dell'ambiente.
Sono queste le funzioni
affidate all'Agenzia dalla legge istitutiva e che essa è chiamata a svolgere al
meglio, con competenze e con sempre maggiore professionalità, per come
richiesto da una situazione ambientale in Calabria che invoca e richiede una
ARPACal alla sfida ed all'altezza di questo compito.
L’ARPACal è ancora una
struttura giovane, è nata pochi anni fa, istituita nel 1999, la sua attività
però ha preso avvio solo qualche anno dopo la sua istituzione. Si può dire che
non ha raggiunto la maggiore età, eppure appare precocemente invecchiata,
appare come una struttura appesantita e gravata da una serie di difficoltà e di
problemi che le impediscono un'efficacia operosità, in un quadro ambientale che
presenta nuove e drammatiche emergenze. Anche dal dibattito che si è sviluppato
nei giorni scorsi sulla stampa, a proposito di questi argomenti e in particolar
modo quello relativo alla carenza di personale dipendente, è stata descritta
una situazione paradossale. Come ho detto, l'ARPACal, è una struttura giovane
con appena 18 anni di vita, con una dotazione organica definita alla sua
nascita.
Come può risultare oggi, in
così breve tempo, insufficiente e svuotata di personale come si sostiene e
nonostante le centinaia di assunzioni che sono state effettuate negli anni?
Dov’è andato a finire il
personale? Evidentemente dobbiamo presumere vi sia stata una migrazione
immotivata, direi anche irregolare. È un nomadismo dall'ARPACal verso
l'arcipelago della pubblica amministrazione regionale, un fenomeno che ha
compromesso gravemente l'integrità organizzativa e la stessa funzionalità
dell'Agenzia oltre che gravare di oneri e di compiti straordinari e anche
aggiuntivi il personale in servizio che è rimasto in trincea.
Ovviamente queste non sono
situazioni che si sono determinate negli ultimi mesi e nelle ultime ore e
nemmeno in quest'ultimo weekend, sono situazioni che si sono messe in moto sin dalla
nascita dell'Agenzia e si sono sempre più sviluppate, ingigantite a dismisura e
ora io penso sia giunto il tempo di mettere ordine e di ridare efficienza,
efficacia e funzionalità ad una struttura che è fondamentale nella tutela e
nella protezione del patrimonio ambientale e naturalistico della nostra
regione.
E i difetti e le
incongruenze si vedono ad occhio nudo perché, laddove la questione ambientale è
più rilevante, l'ARPACal non c'è, lì le strutture sono senza personale.
Il caso Crotone è emblematico
in questo senso: proprio Crotone che deve affrontare la sfida della bonifica
nelle aree nelle quali si è realizzato il processo di dismissione industriale
che ha lasciato, in eredità, gravi problemi ambientali, oltre che sociali,
economici ed occupazionali, quella realtà non ha mai avuto l'organico previsto
dalla stessa dotazione che è stata definita a suo tempo.
Ci sono strutture, come
Crotone, che sono state utilizzate come stazioni di transito e non, invece,
come luogo effettivo e permanente di lavoro. C'è stata, inoltre, una
moltiplicazione di centri e di strutture fatte da “generali senza esercito”,
come dichiara, sulla stampa, lo stesso Direttore generale, Pappaterra,
strutture che così combinate non hanno accresciuto la funzionalità, ma, al contrario,
hanno prodotto un ulteriore disordine e ulteriore spesa.
In tutti questi anni, sono
stati commessi tanti errori che non c'è in alcun modo consentito di ripetere e
magari aggravare ulteriormente se dovessimo continuare ad ignorarli, creando
così nuovi difetti e nuove gravi inefficienze.
Credo che sia giunto il
momento di agire e di muoverci per risalire la china e bisogna farlo in una
duplice direzione: rafforzare la dotazione finanziaria dell'ARPACal e mettere
mano non per realizzare una semplice e superficiale messa a punto dell'Agenzia,
ma per promuovere una profonda riorganizzazione e un adeguamento tecnico
professionale che possa dare luogo ad una più completa ed efficace azione
dell'Agenzia.
In questo senso va ripresa e
va affrontata con maggiore determinazione la questione che ha posto in
disparità la nostra ARPA fin dalla sua nascita rispetto a tutte le altre
Agenzie che sono presenti sul territorio nazionale.
L'ARPA Calabria, infatti,
riceve appena lo 0,42 per cento delle risorse del fondo sanitario regionale e
non, invece, come dovrebbe l'1 per cento dello stesso fondo, contravvenendo ad
un decreto che è stato emanato a seguito della legge istitutiva della stessa
Agenzia.
In questa direzione è da
apprezzare e dovremmo sostenere con maggiore determinazione l'azione che ha
messo in campo l'Assessore regionale all'ambiente, Sergio De Caprio, che è
intervenuto sin dal suo insediamento formalmente e ufficialmente per richiedere
quanto spetta e quanto è dovuto all'ARPA Calabria.
Penso che serva voltare
pagina, ce lo siamo detti, anche, in occasione della seduta di Consiglio che si
è svolta per discutere del Recovery Plan
e di come la Calabria - e abbiamo convenuto tutti su questo - debba darsi da
fare per non perdere le risorse che saranno messe a nostra disposizione e per
non sciupare questa opportunità che noi possiamo invece conquistare.
Abbiamo detto che ognuno di
noi deve affrontare con determinazione questa sfida del cambiamento che è
inevitabile e necessario, se vogliamo essere in grado di affrontare la sfida
che abbiamo di fronte.
Presidente, ecco perché io
non ho voluto intrattenermi solo sulle mere cifre di bilancio dell'ARPA, anche,
forse, contravvenendo ai compiti che mi sono stati assegnati, e ho già detto
però che il bilancio è stato accortamente valutato, verificato e analizzato ed
è stato positivamente approvato, ma, penso, non basti fare questo.
Ho voluto sottolineare che
non possiamo interessarci degli strumenti e delle strutture che sono
fondamentali nella vita della nostra Regione, come l'ARPACal, per i compiti
straordinari che le sono affidati solo nelle circostanze burocratiche e
amministrative anche esse necessarie, ma limitate unicamente a far quadrare i
conti.
Penso che sia necessario dedicare
la nostra attenzione, manifestare il nostro impegno con continuità, con
puntualità e con rigore su questi strumenti e sulle strutture che sono le
braccia operative della Regione e lo sono anche della nostra realtà politica ed
amministrativa. Presidente, ho concluso, sottopongo all'Aula l'esame della
proposta di provvedimento amministrativo.
Non ci sono altri
interventi. Passiamo alla votazione del provvedimento. Il provvedimento è
approvato.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo all'ottavo punto
all’ordine del giorno che riguarda la proposta di legge numero 92/11^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Modifiche all'articolo 14 della
legge regionale 21 dicembre 2005, numero 17 (Norme per l'esercizio della delega
di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo)”.
Cedo la parola al relatore,
consigliere Caputo, per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. La
proposta di legge mira a ripristinare l'originaria formulazione dell'articolo
14 della legge regionale 21 dicembre 2005, numero 17, rubricato “Norme di
salvaguardia”, che disciplina le concessioni cosiddette stagionali, ossia
quelle che possono essere rilasciate nelle more dell'approvazione del Piano
comunale di spiaggia. Con l'intervento di novellazione il legislatore regionale
prende atto che, con sentenza numero 10, pubblicata il 3 febbraio 2021, la
Corte Costituzionale ha sancito l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della
legge regionale numero 46 del 2019, per violazione dell'articolo 117, comma 2,
lettera e) della Costituzione.
Secondo il giudizio della
Corte costituzionale l’articolo 1 della legge regionale numero 46 del 2019,
eliminando il previgente limite annuale del rinnovo, consentiva nelle more
dell'approvazione del Piano comunale di spiaggia, oltre al rilascio della
concessione, anche il rinnovo pluriennale delle concessioni demaniali
esistenti.
La norma, pertanto,
introduceva una fattispecie di proroga sostanzialmente automatica e per i
periodi del tutto indeterminati in favore di un unico titolare, in deroga alla
disciplina generale di cui all'articolo 18, comma 3 bis, della legge regionale
numero 17 del 2005 che, nulla prevedendo riguardo all'ipotesi del mero rinnovo
delle concessioni esistenti, subordina i procedimenti di rilascio delle nuove
concessioni demaniali marittime a procedure ad evidenza pubblica, conformi ai
principi comunitari e statali di tutela della concorrenza.
Poiché la suddetta pronuncia
della consulta espunge la norma dichiarata incostituzionale dall'ordinamento
giuridico, è necessario colmare il vuoto normativo creatosi, ripristinando
l'originaria formulazione della legge.
L'articolo 1, pertanto, nel
prendere atto della sentenza della Corte Costituzionale numero 10/2021 abroga
la legge regionale 25 novembre 2019, numero 46, dichiarata costituzionalmente
illegittima; l'articolo 2 al fine di evitare un vuoto normativo ripristina
l'originaria formulazione del comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale 17
del 2005.
Non ci sono altri
interventi. Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo al nono punto
all'ordine del giorno che riguarda la mozione numero 77/11^ di iniziativa dei
consiglieri Irto, Gallo, recante: “No al Parco eolico Timpe di Muzzunetti”.
Cedo la parola al proponente
per l’illustrazione. Dov’è l’assessore Gallo?
(Interruzione)
(Il Consiglio posticipa)
Passiamo alla mozione numero
84/11^ a firma del consigliere Di Natale, è stata firmata anche dal collega De
Caprio e…
Presidente, la mozione
numero 84 l'ho firmata solo io.
Consigliere Di Natale, lei è
il primo firmatario, poi è stata firmata dai consiglieri De Caprio e Graziano.
Ha fatto una giusta osservazione.
Cedo la parola al
proponente, consigliere Di Natale, per l’illustrazione della mozione.
Presidente, all'inizio pensavo
si trattasse di una proposta di legge.
La ringrazio per aver
inserito all'ordine del giorno la mozione e ringrazio anche i colleghi per aver
condiviso questa iniziativa. Un'iniziativa importante che vede il
riconoscimento della città di Paola come città dell'Olivo bianco. Presidente,
grazie anche a delle iniziative che sono state portate avanti dall'assessore De
Caprio, c'è la necessità di espandere questo progetto che prevede il
riconoscimento di tanti Comuni che investono nella natura.
Paola è uno di questi
Comuni, che crede in questi progetti che, peraltro, sono stati sostenuti anche
dalle parrocchie. Quindi con la mozione si impegna la Giunta regionale a dare
il riconoscimento alla città di Paola come Città dell’Olivo bianco.
Pongo in votazione la
mozione numero 84/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al
proponente, consigliere Mancuso, per l’illustrazione della mozione.
Grazie, Presidente. La
mozione riguarda un problema che è stato sollevato dal Sindacato Autonomo di
Polizia (SAP) che, però, riguarda tutte le Forze dell'ordine. In pratica ci
sono alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate situazioni
reddituali che danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo sulle
prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e di altre prestazioni
specialistiche.
Sono tra gli altri esenti
dal pagamento i lavoratori che ricevono una prestazione in seguito ad
infortunio sul lavoro, che godono della copertura INAIL.
Con riferimento alla
predetta esenzione, tuttavia, restano esclusi i soggetti appartenenti alle
Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze
Armate e Vigili del Fuoco, classificati con codice bianco in seguito ad
infortunio sul lavoro, poiché gli stessi - sembra assurdo - non godono di
copertura assicurativa da parte dell'INAIL.
Considerato che, dato il
particolare periodo di emergenza epidemiologica legato al Covid-19, le suddette
Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze
Armate e Vigili del Fuoco sono più sollecitate in modo continuo e costante, con
la mozione si impegna il Presidente della Giunta regionale a porre in essere ogni
azione utile e necessaria per attivarsi con il Commissario ad acta a prevedere il non assoggettamento al pagamento della quota
di accesso e della compartecipazione alla spesa sanitaria in favore dei
soggetti appartenenti alle Forze dell'ordine ad ordinamento civile e militare,
Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del fuoco, che non godono di
copertura assicurativa INAIL in conseguenza di infortunio sul lavoro. Grazie.
Pongo in votazione la
mozione numero 76/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al
proponente, consigliere Crinò, per l’illustrazione della mozione.
Grazie, Presidente. Il
settore del turismo in Calabria è tra quelli che registrano il maggior numero
di addetti rispetto agli altri comparti dell'economia regionale.
L'articolo 3 della legge 97
del 2013 prevede la valenza nazionale dell'abilitazione all'esercizio della
professione di guida turistica ed altre professioni.
La citata norma non prevede
però una definizione delle professioni, definizione che sarebbe indispensabile
per le Regioni al fine di poter avviare i processi di emanazione dei bandi per
gli esami di abilitazione.
Di fatto non esiste più la
definizione di guida turistica e altre professioni nella normativa nazionale di
riferimento e, attesa l'importanza a cui appartiene la materia delle professioni,
è essenziale che lo Stato se ne doti e di conseguenza che le Regioni procedano
con le incombenze di propria competenza.
La mancata definizione
rappresenta un evidente ostacolo all'accesso alle professioni poiché non è
possibile attivare i percorsi formativi necessari per accedere ai concorsi
abilitanti. Tantissimi sono i giovani laureati calabresi in discipline
turistiche e culturali che attendono ormai da anni la riforma della normativa
nazionale di riferimento, propedeutica alla riforma della vetusta legge
regionale di organizzazione turistica, numero 8, del 2008.
Con la presente mozione si
impegna la Giunta regionale a chiedere al Governo di voler attivare in tempi
rapidi quanto necessario per la modifica dell'articolo 3 della legge numero 97
del 2013 in materia di professioni turistiche; a chiedere alla Commissione
speciale turismo della Conferenza delle Regioni di voler sollecitare il
Ministro competente alla predisposizione di un Decreto legge al riguardo che
possa risolvere la problematica relativa alla definizione della professione di
guida turistica e delle professioni turistiche in genere. Grazie.
Pongo in votazione la
mozione numero 41/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola all’assessore
Gallo per l’illustrazione della mozione.
Presidente, c'è in corso un
dibattito su una procedura autorizzativa pendente presso il Dipartimento
ambiente della nostra Regione circa la realizzazione di un Parco eolico
all'interno del Comune di Cirò. È una vicenda che si trascina da tempo perché
questa richiesta passa attraverso una delibera del Consiglio comunale del 2003,
poi attraverso una serie di autorizzazioni del Dipartimento ambiente che sono
succedute nel corso degli anni fino al 2014.
Adesso, la richiesta pende
attraverso una proposta di modifica del progetto per avere la riduzione del
Parco eolico da 8 pale eoliche a 4 pale eoliche, ma di enormi dimensioni.
Il collega Irto che ho
sentito, perché è in congedo, mi autorizza a far discutere in Aula la mozione e
ne chiede anch’egli l’approvazione.
La mozione impegna il
Presidente della Regione ad intervenire al più presto bloccando l'iter
autorizzativo e revocando tutti gli atti amministrativi fino ad ora emessi,
relativi all’impianto eolico; a completare una ricognizione delle aree idonee
alla riproduzione l'installazione degli impianti eolici on-shore, tenendo necessariamente conto della tutela e salvaguardia
dei territori agricoli.
Pongo in votazione la
mozione numero 77/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al
consigliere Molinaro per l'illustrazione della mozione numero 79/11^.
Grazie, Presidente. In
questi mesi, in queste settimane c’è stata una discussione molto importante e
accesa all'interno della Conferenza Stato-Regione, in cui sono impegnati gli
Assessori all’agricoltura, anche il nostro assessore Gallo, sulla ripartizione
delle risorse 2021-2022 che vedrebbe, se il provvedimento conclusivo va nella
direzione di rivedere i parametri storici di questa assegnazione, una perdita
per la nostra Regione di circa 30 milioni di euro.
Ritengo che con la mozione
possiamo e dobbiamo dare forza all'intera Giunta e all'assessore Gallo,
rispetto non solo ad una rivendicazione in questo momento particolare - siamo
ancora in emergenza Covid e, ovviamente, in qualche modo l'economia è
compromessa soprattutto al Sud - ma per evidenziare la richiesta delle Regioni
del Sud, e quindi pure della Calabria, alle Regioni del Centro-Nord di non
procedere nella direzione proposta dal Ministro dell'agricoltura, richiesta supportata
dal fatto che in tutti i documenti strategici, in tutta la programmazione
nazionale anche i contratti di filiera che emana, negli ultimi anni, il
Ministero delle politiche agricole considera strategica l’agricoltura al Sud,
in quanto ancora disponibile di suolo agricolo per sviluppare la stessa
agricoltura.
Allora sarebbe una
contraddizione in termini penalizzare l’agricoltura del Sud e in particolare la
nostra, della Calabria, proprio per la filiera agroalimentare 100 per cento
italiana, soprattutto per l'industria alimentare del nostro Paese, perché se è
vero che l'industria alimentare del nostro Paese può recuperare sui mercati
internazionali, su quel falso Made in
Italy, quote di sviluppo, lo può fare se c'è suolo agricolo coltivato e ci
sono agricoltori che, ovviamente, vengo sostenuti.
Sostanzialmente, con queste
considerazioni propongo di impegnare e sostenere la Giunta regionale e il
Presidente della Giunta stessa per l'affermazione dell'equa ripartizione tra le
Regioni, dei Fondi assegnati all'Italia nel settore dello Sviluppo Rurale
(Fondo FEASR), negli anni 2021 e 2022, con l'applicazione dei criteri già
applicati nel periodo 2014-2020.
Ringrazio il capogruppo
Bevacqua che ha sottoscritto e di fatto condiviso questa mozione, quindi lo ringrazio
anche per questa disponibilità.
Pongo in votazione la
mozione numero 79/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al
consigliere Crinò per l’illustrazione della mozione numero 88/11^.
Grazie, Presidente. La
mozione nasce proprio in virtù delle annose problematiche riferite ai porti, al
fatto che vi è un capitolo purtroppo vuoto e mai posto all’attenzione anche
nella passata Legislatura e, rilevata la soluzione della problematica sul porto
di Cetraro, per come stavamo dicendo prima, è stato necessario predisporre tale
mozione.
Molti porti regionali sono,
ad oggi, in una situazione critica derivante da ordinanze della Capitaneria di
Porto che ne limitano la navigabilità o da altre situazioni che, comunque,
mettono a rischio la sicurezza della navigazione.
Considerato che le seguenti
limitazioni avranno un impatto critico non solo sulla stagione estiva in corso
di avvio, ma anche alle attività economiche e commerciali nonché ittiche con
ricadute economiche molto negative, tanto premesso, si impegna la Giunta
regionale e il Presidente della Giunta f.f. ad individuare qualsiasi attività
per fornire sostegno economico ai Comuni titolari delle funzioni connesse alla
gestione dei porti, al fine di rimuovere la situazione di pericolo della
sicurezza della navigazione o che comunque ne impediscono la stessa; di dotare
la Regione Calabria di una legge che disciplina l'erogazione dei fondi ai
Comuni per la manutenzione straordinaria dei porti. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Presidente, ovviamente voto
a favore della mozione. Chiaramente è una mozione che impegna il Presidente
f.f. e la Giunta regionale per gli anni avvenire, però io insisto che il problema
è adesso. Credo che le soluzioni che sono venute fuori, lo dico con molta
serenità, non siano soluzioni che aiutano la stagione estiva e aiutano i
pescatori, soprattutto, che sono intrappolati e non potranno uscire dalle
darsene.
Per cui chiedo, attraverso
anche l'assessore Gallo e le relazioni con i Flags, così come, intelligentemente, è stato fatto per il porto di
Cariati, di trasferire il modello anche sul porto di Cetraro.
Pongo in votazione la
mozione numero 88/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Cedo la parola al proponente
per l’illustrazione della mozione numero 83/11^.
Grazie, Presidente. Intanto
volevo premettere che questa mozione è stata firmata anche dai consiglieri
Esposito, Mancuso e F. Pitaro, e riguarda un problema che stiamo attraversando
a Catanzaro in relazione ai medici del 118.
In sostanza da qualche tempo
l’ASP ha deciso, unilateralmente, di sospendere l'erogazione di un’indennità
aggiuntiva che era inizialmente prevista per i medici.
Su questo problema, che è
andato via via esasperando, è intervenuto un contenzioso tra i medici e l'ASP,
quindi c'è un giudizio in itinere, per cui noi non entriamo nel merito del
giudizio che, ovviamente, deciderà se questa iniziativa dell’ASP è stata presa
correttamente, oppure no e conseguentemente verrebbe condannata l’ASP a risarcire
i medici.
Quello che ci preoccupa e
per il quale abbiamo predisposto questa mozione è l'organizzazione del servizio
del 118 che per effetto di questo problema di carattere amministrativo sta
portando ad un passo dal collasso l'intera struttura organizzativa
dell'emergenza-urgenza nel territorio della Provincia di Catanzaro, privando i
cittadini di un servizio essenziale per la tutela della Salute garantito
dall'articolo 32 della Costituzione.
E in più, per arginare
questo vuoto di organico - molte ambulanze sono demedicalizzate, quindi non
possono partire perché non hanno necessariamente i medici a bordo - per
sopperire a questo problema la Commissione prefettizia ha deciso di far ricorso
a discutibili contratti “dinamici” mediante l'utilizzo di professionisti con
partita Iva, con un aggravio di costi.
Quindi, con la mozione
chiediamo e impegniamo la Giunta regionale e il Presidente della Giunta f.f. ad
intraprendere le più opportune e urgenti iniziative di competenza, nei
confronti del Commissario ad acta,
Guido Longo, e della terna commissariale dell'ASP di Catanzaro, necessarie per
l'immediato ed efficiente ripristino del servizio di emergenza-urgenza
territoriale, al fine di garantire il diritto alla salute dei cittadini del
territorio della Provincia di Catanzaro, riconosciuto dall'articolo 32 della
Costituzione, e al contempo dare dignità professionale a tutti i medici che
quotidianamente, con abnegazione, si mettono al servizio della comunità.
Grazie.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Intervengo brevemente per
ringraziare il collega Pietropaolo, anche a nome dei consiglieri Mancuso e F.
Pitaro, che ha posto questa problematica all'attenzione dell’Aula.
Non aggiungo altro rispetto
a quello che già esaustivamente ha detto il collega Pietropaolo. Per ridare
dignità professionale a questi medici, credo che ci sia la necessità che il
presidente Spirlì, il c0ommissario Longo e il direttore generale Brancati del
Dipartimento tutela della salute vadano subito alla istituzione di un Tavolo di
concertazione con le organizzazioni sindacali, le organizzazioni di categoria
per riscrivere l'Accordo Integrativo Regionale (AIR). Senza la risoluzione di
questo Accordo Integrativo Regionale non risolveremo nessuno problema.
Volevo semplicemente
evidenziare che questo è un problema che riguarda sia l’ASP di Catanzaro e sia,
in parte, l’ASP di Crotone.
C'è una situazione disomogenea
sul territorio nazionale, analoghi medici che fanno lo stesso identico servizio
hanno emolumenti diversi, quindi bisogna mettere fine a questa stortura che
vivono i colleghi medici di Catanzaro e di Crotone del 118, affinché l'analoga
prestazione abbia dignità uguale su tutto il territorio regionale.
Pongo in votazione la
mozione numero 83/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 96/11^ di iniziativa dei consiglieri De Caprio ed Esposito,
recante: “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e
organizzativi delle strutture socio educative per la prima infanzia, di cui all’articolo
23 della legge regionale 29 marzo 2013, numero 15. Proroga del termine di
adeguamento”.
Cedo la parola al relatore
per illustrare il provvedimento.
Presidente, intervengo
brevemente perché già accennato all'inizio di questa riunione.
Trattasi della legge numero
15 del 2013, “Norme sui servizi educativi per la prima infanzia”.
Tale norma dà slancio al
sistema educativo per la prima infanzia e, tra l'altro, prevedeva che la Giunta
adottasse un regolamento per definire i requisiti organizzativi e strutturali
dei servizi socio-educativi per la prima infanzia. In poche parole i servizi si
sarebbero dovuti adeguare sia dal punto di vista strutturale sia organizzativo.
Era stato fissato un primo
termine che poi è stato posticipato al 30 giugno 2021.
L'adeguamento comporta una
serie complessa di modifiche di tipo strutturale, anche dal punto di vista
economico, e una serie di interventi organizzativi che tra l'altro sono in
itinere e sono stati fortemente rallentati dalla pandemia di Covid-19.
Proprio alla luce di questo
e per non porre un freno a questi servizi socio-educativi per la prima infanzia
e soprattutto nel momento della ripartenza di settembre, ci appare logico
proporre all'Aula la modifica che non è altro che lo slittamento dell’entrata
in vigore dell'obbligo dei requisiti strutturali e organizzativi da parte dei
servizi socio-educativi al 31 dicembre 2021. Grazie.
Passiamo all'esame e alla
votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 94/11^ di iniziativa del consigliere Pietropaolo, recante:
“Disposizioni per la ripresa delle attività edilizie. Integrazione alla legge
regionale 11 agosto 2010, numero 21 (Misure straordinarie a sostegno
dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del
patrimonio edilizio residenziale”.
Cedo la parola al
consigliere Pietropaolo per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Con la
seguente proposta di legge si vogliono sostanzialmente raggiungere due
obiettivi: avere un maggiore allineamento alle disposizioni statali che sono
intervenute per rilanciare la ripresa del settore edilizio, mi riferisco al
famoso 110% sull'ecobonus, e dare maggiore chiarezza ai nostri amministratori
comunali riguardo a un eventuale problematica che si potrebbe porre, cioè
quella di specificare chiaramente che nei casi di abbattimento e ricostruzione
siamo in presenza di un attività di ristrutturazione e quindi è possibile che
questa attività ricada nell’utilizzo del 110%.
I nostri amministratori,
così, hanno un punto di riferimento certo che è questa legge regionale, questo
comma che viene aggiunto all’articolo 5 della legge numero 21 del 2010, che da
certezza che in questi casi si tratti di un'attività di ristrutturazione che
può rientrare nella casistica del 110%.
Gli interventi necessari per
l'adeguamento alla normativa antisismica e sull’accessibilità, nonché per
l'installazione degli impianti tecnologici e per l’efficientamento energetico,
costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia di cui alla lettera d)
del comma 1 dell'articolo 3 del DPR 6 giugno 200, numero 380. Questa è la
modifica da fare.
Dall’applicazione della
presente legge non derivano nuovi o maggiori onere finanziari, non c'è nessuno
impatto finanziario sul bilancio della Regione. Grazie.
Passiamo all'esame e alla
votazione del provvedimento. All’articolo 1 è stato presentato l'emendamento,
protocollo numero 8555, a firma dei consiglieri Pietropaolo, Neri e Morrone.
Cedo la parola al proponente per l’illustrazione dell’emendamento.
L'emendamento in esame è
stato predisposto dagli uffici ed è stato approvato dalla quarta Commissione.
Riguarda semplicemente l'inserimento, sempre al comma 4-quinques dell'articolo
5 della legge 21 del 2010, dopo le parole “costituiscono interventi di
ristrutturazione edilizia”, delle parole: “nei casi e nei limiti della lettera
d) della citata legge”. Grazie.
Pongo in votazione
l'emendamento all’articolo 1 che è approvato.
Articolo 1
(È approvato per come emendato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione
della proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento
formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 81/11^ di iniziativa del consigliere Minasi, recante: “Misure
urgenti in materia di concessioni per le attività di acquacoltura”.
Cedo la parola alla
consigliera Minasi per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente. Questa
proposta di legge, ovviamente, è indirizzata al sostegno del settore
dell'acquacoltura, anche questo tra i più colpiti a seguito della crisi
economica scaturita dall'arrivo della pandemia.
Come tutti sappiamo,
l'attività di marino-coltura necessita di ampi spazi e acque che vengono
affidate in regime concessorio dalle Amministrazioni locali dietro pagamento di
un canone.
Il principale aspetto da
considerare nel supporto da garantire al settore è proprio inerente la
disparità dei canoni per quegli operatori che sono costituiti in forma
giuridica diversa dalla cooperativa; quindi, limitatamente alle annualità
2021/2022, la legge mira al superamento di questa disparità che, tra l'altro, è
in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione nonché con i principi dettati
dall'articolo 40 del Trattato del funzionamento dell'Unione Europea, in forza
del quale la politica comune dell'agricoltura e della pesca deve escludere ogni
discriminazione tra i produttori.
Questa sperequazione, tra
l'altro, è stata segnalata dall'Antitrust e dalla Conferenza Stato-Regioni, e
l'Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha già anche segnalato alla
Regione Calabria che la sola natura giuridica del soggetto titolare della
concessione non può giustificare la diversità dei canoni accessori.
Da ciò si desume, quindi,
che la questione riguarda un più ampio e auspicabile intervento legislativo e
che è necessario intervenire per sostenere e preservare il settore in questo
difficile momento, così come hanno fatto tantissime altre Regioni, le cui
rispettive leggi non sono state impugnate dal Governo.
La proposta di legge, pur
versando il Consiglio regionale in regime di prorogatio, stante il perdurare della crisi, riveste il carattere
di necessità e urgenza e mira ad eliminare la discriminazione dei canoni, al
momento limitatamente agli anni 2021 e 2022, per salvaguardare le attività di acquacoltura
nella Regione Calabria. Grazie.
Passiamo all'esame e alla
votazione del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
La mozione numero 82/11^ a
firma del consigliere Bevacqua, è rinviata per assenza del proponente.
(Il Consiglio rinvia)
Passiamo alla mozione numero 85/11^ a firma dei consiglieri
Vito Pitaro e Caputo, recante: “Riprogrammazione dei Fondi comunitari”.
Cedo la parola al proponente, consigliere Caputo, per
l’illustrazione.
Grazie, Presidente. La
mozione riguarda la riprogrammazione dei Fondi comunitari.
Il Consiglio regionale -
vista la decisione della
Commissione europea C (2015) del 30 aprile 2015 finale, di modifica della
decisione della Commissione europea C (2013) del 20 marzo 2013
sull’approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi
adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo Europeo di sviluppo
regionale, del Fondo sociale europeo e del Fondo di coesione (2007-2013), ed il
punto 3.5 del relativo allegato, ai sensi del quale i progetti non conclusi
alla data del 31 dicembre 2015 dovranno essere funzionanti, ovvero resi
operativi ed in uso entro la data di presentazione dei documenti di chiusura
dei programmi operativi, fissata al 31 marzo 2017;
visto l'allegato del
Rapporto finale di Esecuzione del POR FESR 2007-2013, inerente la proposta
finale di chiusura del programma;
considerato che le attività
in ordine alla chiusura contabile del programma con i relativi adempimenti del
POR FESR 2007-2013 potrebbero condurre all’espunzione dal programma di progetti
non aventi le caratteristiche di funzionalità richieste dai citati orientamenti
di chiusura;
ritenuto, pertanto,
opportuno in via prudenziale promuovere ogni azione utile a salvaguardare
eventuali operazioni già concluse ma non ancora funzionanti e per le quali sia
stata comunque accertata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di
procedimenti giudiziari anche di natura amministrativa;
ritenuto che per i progetti
di cui al precedente punto aventi come beneficiario Enti locali, sarebbe
oltremodo dannoso dare avvio a procedure esecutive e di recupero somme su
progetti comunque realizzati e funzionanti per i quali si sono ravvisate
irregolarità esclusivamente formali e sanate dai beneficiari predetti -
impegna la Giunta regionale,
affinché demandi al
Dipartimento Programmazione unitaria di valutare, per le operazioni da
espungere dal Programma Por Fesr 2007/2013 in ragione della mancata
funzionalità, la compatibilità con Fondi di altre programmazioni nazionali, nel
rispetto delle specifiche disposizioni di ammissibilità dei medesimi;
di limitare la valutazione
esclusivamente per le operazioni individuate dai Dipartimenti competenti per i
quali è verificata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di procedimenti
giudiziari, anche di natura amministrativa.
Pongo in votazione la
mozione numero 85/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero
86/11^ a firma dei consiglieri Giannetta e Caputo in relazione alla costruzione
del Ponte sullo Stretto.
Cedo la parola al
proponente, consigliere Giannetta, per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. Premesso
che il Governo centrale ha predisposto un Piano strategico che vuole guardare
al futuro della nostra Nazione e non si pone solo un problema di ripresa
economica dalla pandemia ma di modernità del Paese Italia, pur avendo messo in
campo un piano di investimento ambizioso, quest'ultimo non soddisfa pienamente
la nostra Regione perché non contempla il Ponte sullo Stretto.
Questa mega opera strategica
continua a sollecitare il dibattito politico sul tema e per noi calabresi
rappresenta la vera sfida, la sfida della nostra terra.
Il Consiglio regionale della
Calabria, in qualche maniera, deve imprimere un segnale forte in questa
direzione perché il limite temporale anche sulla realizzazione delle opere
finanziate con il Recovery Fund, può
essere superato con la previsione di differenti coperture finanziarie alla
medesima opera.
Considerato che:
non realizzare il Ponte ci
toglierebbe definitivamente ogni possibilità di rilanciare l'intero
Mediterraneo, ed in particolare la Calabria;
fare il Ponte, invece,
colmerebbe in parte in mai pagato debito storico che dalla nascita della
Repubblica il resto d'Italia, e soprattutto le Regioni del Nord, hanno nei
nostri confronti;
il ruolo dello Stretto è
baricentrico dell'area Mediterranea, senza peraltro correre il rischio che i
Fondi stanziati per la parte pubblica dell’opera, potrebbero essere dirottati
verso altre opere, considerando che ci sono dei costi già sostenuti (250
milioni di euro) e penali dovute per legge e per contratto arriverebbero,
invece, a 800 milioni di euro, la maggior parte di questi Fondi, in effetti,
potrebbe essere dispersa; che il Mediterraneo è un'area con cui sempre più si
dovranno confrontare, oltre a quella nazionale, anche le economie dei Paesi
europei;
per raggiungere e
consolidare certi risultati in un momento in cui la questione meridionale pare
ritornare all'ordine del giorno dell'Agenda politica nazionale, si ritiene
indispensabile trattare anche come Consiglio regionale questa mega opera;
per la sola costruzione del
Ponte si prevede un costo di 4,5 miliardi, che sale a 7,1 miliardi se si
considerano anche le opere accessorie;
solo con le entrate erariali
legate al periodo di costruzione dell'opera nelle casse dello Stato
arriverebbero 8 miliardi di euro, di cui 7,1 miliardi da contributi e imposte;
nei prossimi 30 anni di
gestione, lo Stato raggiungerebbe un guadagno di 107 miliardi di euro;
ci sarebbero 6 milioni di
veicoli l'anno che lo attraverserebbero e circa 60 mila treni; aumenterebbe il
miglioramento del collegamento con le aree urbane di Reggio Calabria, Villa San
Giovanni, Messina e Catania;
consentirebbe la modernizzazione
della rete ferroviaria e dell'alta velocità che parte da Salerno e arriverebbe
a Palermo, attraversando Reggio Calabria, Messina e tutti gli altri Comuni;
ci potrebbe dare una
possibilità di un ritorno di professionisti, imprenditori, ricercatori e di
famiglie che vogliono ritrovare una dimensione nella Regione;
lo sviluppo del Mezzogiorno
non può non passare attraverso quest'opera, perché ci sono 6 miliardi di euro
che devono essere investiti a fronte dei 40 miliardi di euro previsti per il
centro Nord, quindi, capite bene che, anche in questo, vi è un disquilibrio che
tradisce la logica del 34 per cento a favore delle regioni del Sud;
consentirebbe la possibilità
di occupazione di 120 mila unità lavorative facendo togliere la Calabria da
ultima regione d'Europa per percentuale di occupazione al 23 per cento e, se
andiamo a discutere addirittura nello specifico, della disoccupazione giovanile
tra i 15 e i 24 anni, saliamo al 52,7 per cento e, addirittura, al 60 per cento
per quella femminile.
Tutto ciò deve essere
perseguito con forza, al fine di prevenire le migrazioni dei nostri giovani,
che sono il tesoro più prezioso di cui non possiamo privarci.
Tutto ciò premesso,
considerato e ritenuto, riscontrata l'utilità e l'importanza che riveste
l'opera strategica della mega creazione del Ponte sullo Stretto, vista la
rilevanza delle analisi dei sopracitati aspetti, non rimane che confidare nel
buon senso degli addetti ai lavori nelle giuste sedi istituzionali, e
soprattutto nella sete di rivalsa per il futuro della nostra terra, dell'Europa
e di tutta l'area Mediterranea, che dovrebbe alimentare ogni organo politico
chiamato ad adottare delle decisioni.
Pertanto, in ossequio ai
principi di ragionevolezza, di efficienza, economicità, efficacia, buon
andamento ed imparzialità della Pubblica amministrazione nonché della
trasparenza, con questa mozione vogliamo impegnare la Giunta regionale nonché
gli organi amministrativi all'uopo preposti, in occasione della seduta di
Consiglio regionale della Calabria del 19 maggio 2021, ad adottare ogni
iniziativa utile ad affrontare la questione Ponte sullo Stretto e proporre a
tutti gli organi politici ed istituzionali preposti, dal Presidente facente
funzioni della Regione Calabria, agli assessori quali componenti della Giunta
regionale ed ai colleghi consiglieri, di prendere posizione e discuterne,
affinché il Consiglio regionale della Calabria si determini ufficialmente nel
merito con apposita deliberazione da portare a conoscenza, ed interloquire col
Governo centrale. Grazie.
Pongo in votazione la
mozione numero 86/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla mozione numero
87/11^ a firma dei consiglieri De Caprio e Arruzzolo recante: “Contributi a
favore dei Comuni e dei titolari delle parrocchie”.
Cedo la parola al
proponente, consigliere De Caprio, per l’illustrazione.
Grazie, Presidente. In
seguito all'attuazione del DGR numero 375 del 10 agosto 2018, sono pervenute da
parte di parroci, presso il Dipartimento lavori pubblici, innumerevoli
richieste per eseguire dei lavori urgenti o di messa a norma alle leggi vigenti
su immobili destinati ad edilizia di culto e di ministero pastorale che, nello
specifico, riflettono situazioni di criticità di detti luoghi sacri, mettendo a
rischio giornalmente l'incolumità dei fedeli.
Le risorse originariamente
inserite nei Capitoli di bilancio dedicati sono state già destinate ad opere
ritenute urgenti dagli Ordini diocesani, di concerto con il Dipartimento
Presidenza della Regione Calabria.
Considerato che la cura e la
salvaguardia del patrimonio religioso rappresenta per la Regione Calabria un
obiettivo primario, in quanto la Calabria è ricca di luoghi di culto che devono
essere valorizzati anche al fine di un rilancio economico della Calabria,
tanto premesso, si impegna
il Presidente della Giunta facente funzioni e la Giunta regionale ad
individuare le risorse sopra citate, attraverso il recupero delle somme
eventualmente resesi disponibili dal Capitolo U 0232222402, e messe a
disposizione nel Capitolo U 9080100802, contributo a favore dei Comuni e dei
titolari delle parrocchie.
Grazie.
Pongo in votazione la
mozione numero 87/11^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 98/11^ a firma dei consiglieri Vito Pitaro, Esposito, Di Natale,
De Caprio, Graziano, Paris, Pietropaolo, Minasi, recante: “Modifiche e
integrazioni della legge regionale 7 dicembre 2009, numero 50. Definizione
delle tipologie e dei servizi forniti alle imprese turistiche nell'ambito
dell'armonizzazione della classificazione alberghiera”.
Cedo la parola al relatore,
consigliere Vito Pitaro, per l’illustrazione del provvedimento.
Grazie, Presidente.
Considerato che la Calabria è tra le 10 mete più ambite dai turisti, nel
rispetto comunque della normativa Covid-19, a seguito di un confronto tra
l'Assessore e le associazioni di categoria, si è pensato di emendare la legge 7
dicembre 2009, numero 50, che disciplina le tipologie dei servizi forniti dalle
imprese turistiche.
In sostanza, andiamo a
derogare ai parametri ricettivi, cioè consentiamo alle strutture ricettive di
poter accogliere su istanza di parte, di chi è interessato, la possibilità di
inserire un posto letto per i minori di 15 anni nelle camere e, oltre che per i
minori di 15 anni, anche per gli accompagnatori di persone bisognose.
Questo dà un ulteriore
impulso alla ripartenza delle attività turistiche e ricettive, sempre in
armonia comunque con la normativa sanitaria e relativa al Covid-19.
Pertanto, chiedo
l'approvazione di questa legge, che è composta da soli tre articoli e, di
fatto, deroga solo temporaneamente questa possibilità già disciplinata dalla
legge numero 50 del 2009. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
l’assessore Orsomarso. Ne ha facoltà.
Approfitto del dibattito di
questa giornata che ha visto il confronto anche con la minoranza. Proprio
questo testimonia quanto sia importante il lavoro di questo Consiglio regionale
che, tra l'altro, è in regime di prorogatio,
rispetto al tema del Covid-19, in cui l’ordinarietà e la straordinarietà sono
sempre separate da un filo molto sottile.
Ringrazio i colleghi e
ringrazio soprattutto l’assessore Gianluca Gallo che ha raccolto questa
intuizione proprio a dimostrazione che la Giunta regionale, lavorando
trasversalmente, l’ha trasformata in una proposta di legge sottoscritta dai
consiglieri.
Questo, di fatto, insieme al
lavoro della collega Catalfamo, di tutta la Giunta regionale e di tutto il
Consiglio regionale, permetterà di vivere l'estate in una terra dove, tra
l’altro, la grande sofferenza e sicuramente questo clima non aiutano e dove c'è
qualcuno che è già in campagna elettorale; però, anche quest'anno, la Calabria,
già da maggio, a differenza dello scorso anno, è in overbooking di prenotazioni nel mercato nazionale e, quindi, tutti
gli strumenti ci dicono che questo, insieme agli investimenti in seno ad un
alto lavoro, quest’estate ci permetterà di giocarci una grande partita.
Grazie.
Passiamo all'esame e alla
votazione del provvedimento:
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
Passiamo alla proposta di
legge numero 99/11^ di iniziativa dei consiglieri Crinò, Minasi, De Caprio,
Pietropaolo, Vito Pitaro, Paris, Graziano, recante: “Modifiche e integrazioni
alla normativa regionale in materia di liquidazione delle Comunità montane”.
Cedo la parola al relatore,
consigliere Crinò, per illustrare il provvedimento.
Grazie, Presidente. Questa
proposta di legge ha trovato la condivisione di tutti i capigruppo di
maggioranza.
La liquidazione delle
Comunità montane calabresi, come altri settori della Pubblica amministrazione,
ha sofferto le conseguenze della pandemia che ha fatto registrare, di fatto, un
rallentamento delle numerose attività.
Allo stato, risultano
portate a termine importanti attività.
Tuttavia, la liquidazione ha
registrato una serie di difficoltà causate dai molteplici pignoramenti eseguiti
in forza di sentenze che hanno concluso contenziosi risalenti nel tempo.
Ragionevolmente, a causa di
un errore di interpretazione dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale
numero 24 del 2016, e proprio al fine di evitare ulteriori pregiudizi alla
gestione liquidatoria, è bene fornire un’interpretazione autentica
dell'articolo 1, comma 1, della legge regionale 24 del 2016, nel senso di
chiarire che le Comunità montane in liquidazione conservano la loro
soggettività giuridica e che la facoltà riconosciuta al Commissario unico di
utilizzare le poste attive di una Comunità montana per estinguere le poste
passive di un'altra Comunità montana non autorizza i creditori di una Comunità
montana ad eseguire pignoramenti presso il tesoriere di un'altra Comunità
montana.
Nell’ottica indicata, appare
opportuno precisare – e questo lo si fa al secondo comma – che nei confronti
della Comunità montana in liquidazione, trova applicazione l’articolo 159 del
Decreto legislativo numero 267 del 2000, il quale stabilisce che non sono ammesse
procedure esecutive e di espropriazione forzata nei confronti degli Enti locali
presso soggetti diversi dai rispettivi tesorieri.
Il comma 3, di seguito, nel
ribadire la distinta soggettività giuridica delle singole Comunità montane in
liquidazione, per evitare intralci all'attività liquidatoria, autorizza il
Commissario unico, che nella veste di rappresentante legale di tutte le
Comunità montane in liquidazione non ha una propria soggettività giuridica, ad
eseguire le spese strettamente necessarie al funzionamento del proprio ufficio,
quelle strettamente necessarie alla gestione della liquidazione e quelle
indispensabili alla conservazione del patrimonio mobiliare ed immobiliare dei
soppressi Enti montani.
Atteso che l’emergenza
epidemiologica e le altre problematiche superiormente esposte non consentiranno
di ultimare le attività di liquidazione entro il corrente anno e tenuto conto
che in prossimità delle scadenze difficilmente il Consiglio regionale sarà
nelle condizioni di poter assumere iniziative legislative a riguardo, sarebbe
opportuno fin da ora assicurare una proroga del termine che consenta di
programmare con razionalità la fase finale della liquidazione che interesserà
anche il patrimonio immobiliare.
Detta proroga è contenuta al
comma 4 dell'articolo 1, che vado a proporre e che si riferisce, quindi, al 31
dicembre 2022.
Specifico, da ultimo, che la
suddetta proposta di legge è ad invarianza economica.
Passiamo alla votazione della
legge nel suo complesso, composta da un unico articolo, con autorizzazione al
coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in Allegati)
La seduta è tolta.
La seduta termina alle 19,28
Hanno
chiesto congedo: Irto, Notarangelo, Savaglio.
(È’
concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Ulteriori norme di salvaguardia e disposizioni transitorie in materia di demanio marittimo. Integrazioni agli articoli 14 e 27 della l.r. 17/2005 - (deliberazione G.R. n. 153 del 27.4.2021)” (PL n. 91/11^).
È stata
assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e
protezione dell’ambiente ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero per il parere.
“Modifiche all'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005 n. 17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo) - (deliberazione G.R. n. 169 del 3.5.2021)” (PL n. 92/11^).
È
stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali
e normativa elettorale, alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente per il parere ex articolo 66,
comma 2, del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria ed
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere
finanziario.
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Di Natale “Misure per il riordino dei Consorzi di Bonifica della Regione Calabria” (PL n. 93/11^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili ed
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere.
Pietropaolo “Disposizioni per la ripresa delle attività edilizie. Integrazione alla legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale)” (PL n. 94/11^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio
e protezione dell’ambiente ed alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere.
Mancuso “Misure urgenti in tema di programmi regionali di edilizia residenziale. Modifiche e integrazioni all’art. 39 della l.r. 47/2011)” (PL n. 95/11^).
È
stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente ed alla seconda Commissione - Bilancio,
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero per il parere.
De Caprio ed Esposito “Modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi delle strutture socio educative per la prima infanzia, di cui all’articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n.15. Proroga del termine di adeguamento” (PL n. 96/11^).
È
stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e
formative ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il
parere.
Giannetta “Modifiche alla legge regionale 19 novembre 2020, n.24 (Norme per l’utilizzo dei farmaci nelle strutture pubbliche private)” (PL n. 97/11^).
È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale, alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative per il parere ex articolo 66, comma 2 del Regolamento interno del Consiglio regionale della Calabria ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero per il parere finanziario.
Pitaro Vito, Esposito, Crinò, De Caprio, Graziano, Paris, Pietropaolo, Minasi “Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera” (PL n. 98/11^).
È
stata assegnata alla sesta Commissione - Agricoltura e foreste, Consorzi di
bonifica, Turismo, Commercio, Risorse naturali, Sport e Politiche giovanili ed
alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica e attività
produttive, affari dell’Unione europea e relazioni con l’estero per il parere.
Crinò, Minasi, De Caprio, Pietropaolo, Pitaro Vito, Paris, Graziano “Modifiche e integrazioni alla normativa regionale in materia di liquidazione delle Comunità Montane” (PL n. 99/11^).
È
stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali
e normativa elettorale ed alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero per il parere.
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Bilancio di previsione 2021-2023 dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPACAL) - (deliberazione n. 147 del 27.4.2021)” (PPA n. 107/11^).
È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio, programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea per l’esame di merito.
La Giunta regionale ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, la deliberazione n. 154 del 27 aprile 2021, recante: “POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse 6 “Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” (OT6 FESR) Azioni 6.1.1, 6.1.2, 6.1.3, 6.3.1., 6.3.3, 6.4.2 e 6.6.1.”. (Parere n. 12/11^).
È stata assegnata alla seconda Commissione.
Il Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo (Settore 06) Attività Estrattive della Giunta regionale, ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, il decreto dirigenziale n. 4656 del 5 maggio 2021, recante:
“Autorizzazione, ai sensi dell'art. 26 della L.R. 40/2009, per l’Apertura di una nuova cava denominata “Vullo Bivio Regina”, cantiere 3 Comune di Lattarico (CS)”. Società “Italcementi S.p.A.”. (Parere n. 13/11^).
È stato assegnato alla seconda Commissione, alla quarta Commissione ed alla sesta Commissione.
Il Dipartimento Lavoro, Sviluppo Economico, Attività Produttive e Turismo (Settore 06) Attività Estrattive della Giunta regionale, ha trasmesso, per il parere della competente Commissione consiliare, il decreto dirigenziale n. 4793 del 7 maggio 2021, recante:
“Coltivazione e recupero ambientale di una cava di inerti sita in località “Rebecco” del Comune di Cassano allo Jonio (Cs)”. Società “L'Olimpo S.r.l.”. (Parere n. 14/11^).
È stato assegnato alla seconda Commissione, alla quarta Commissione ed alla sesta Commissione.
Comunico che la seconda Commissione consiliare, nella seduta del 4 maggio 2021, ha espresso, all’unanimità dei presenti, parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 154 del 27 aprile 2021, recante:
“POR Calabria FESR FSE 2014/2020. Rimodulazione del Piano Finanziario dell'Asse 6 “Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale” (OT6 FESR) Azioni 6.1.1, 6.1.2, 6.1.3, 6.3.1, 6.3.3, 6.4.2 e 6.6.1.”. (Parere n. 12/11^).
Comunico che, a seguito dell’istanza del 20 aprile 2021, è da considerarsi cessata la sospensione disposta con D.P.C.M. del 2 febbraio 2021, nei confronti del dott. Francesco Talarico.
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 78/2021, ha dichiarato inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 1 della legge della Regione Calabria 16 dicembre 2019, n. 62 (Modifiche alla legge regionale n. 21/2010), promosse, in riferimento agli artt. 117, secondo comma, lettera h), e 118, terzo comma, della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri.
La Corte Costituzionale, con sentenza n. 81/2021, ha dichiarato estinto il processo per cessata materia del contendere in merito al giudizio di legittimità costituzionale degli artt. 1 e 2 della legge regionale 16 dicembre 2019, n. 61, recante:
“Modifiche ed integrazioni alla l.r. 19/2002 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:
1. Deliberazioni di Giunta regionale n. 148 e 149 del 27.4.2021
2. Deliberazioni di Giunta regionale n. 159, 160, 161, 162, 163 e 164 del 3.5.2021
3. Deliberazioni di Giunta regionale n. 177, 178, 179 e 180 dell’8.5.2021
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- con interrogazione n. 105 del 04/03/2021 s’interpellava la Giunta al fine di ottenere chiarimenti sull’esattezza della programmazione delle assunzioni da parte del Consorzio di Bonifica Valle del Lao;
- si chiedevano chiarimenti sulla circostanza secondo la quale nonostante l’Ente avesse incassato la bocciatura dei bilanci sia consuntivo che preventivo, si stesse programmando l’assunzione di nuove figure nel settore irriguo;
- per di più, sul punto relativo ai bilanci, anche il TAR ha rigettato il ricorso presentato dall’ente con il quale si chiedeva l’annullamento del provvedimento adottato dalla struttura di controllo sugli atti adottati dal Consorzio di bonifica;
- a riprova del comportamento altalenante del suddetto ente, con nota recante prot. n. 2103 del 28.04.2021 ed a firma del Presidente del Consorzio, si rendeva noto alle OO.SS. di categoria di dare proseguo al fermo delle attività non strettamente essenziali con specifico ricorso agli specifici ammortizzatori sociali, senza addirittura le integrazioni salariali concordate nell’accordo sindacale del 27.05.2020;
Tutto ciò premesso, Si interroga l’On. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
se, nonostante la conclamata situazione deficitaria dell’ente consortile e nonostante il fermo delle attività non strettamente essenziali, sia stato dato seguito alla programmazione delle assunzioni recentemente annunciata.
(133; 30/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- che, l’Università della Calabria, a metà ottobre 2020, presentava formale richiesta, al Dipartimento Tutela della Salute della Regione, al fine di ottenere l’accreditamento dei laboratori di Genetica medica e di Microbiologia e sierologia del Centro Sanitario dell’Unical per processare i tamponi molecolari;
- che, l’Ateneo, immediatamente, adeguava la struttura al fine di rispettare i requisiti necessari per ottenere l’accreditamento;
- che, con mail datata 25 gennaio 2021 l'Assessorato RUI della Regione Calabria formulava apposito invito a partecipare ad una riunione fissata, per il successivo 27 gennaio 2021, presso lo stesso Assessorato, al fine di discutere dell’accreditamento dei Laboratori per l'effettuazione di tamponi presso il Centro Sanitario dell'Università della Calabria;
- che, all'incontro tenutosi giorno 27 gennaio 2021 parteciparono il Professore Sebastiano Andò, in qualità di Presidente del C.T.S. del Centro Sanitario, l'allora delegato del soggetto attuatore Dott. Antonio Belcastro e la Prof.ssa Sandra Savaglio in qualità di Assessore alc'Istruzione, Università, Ricerca Scientifica e Innovazione;
- Che, tuttavia, il Centro Sanitario dell’UNICAL è ancora in attesa del via libera della Regione per il formale accreditamento;
- che, detti laboratori possiedono tutte le autorizzazioni per l’apertura al pubblico ed inoltre dispongono già della macchina per RT-PCR, ovvero la tecnica che consente di individuare la presenza del Coronavirus nei frammenti di RNA estratti dopo tampone naso-faringeo;
- che, secondo quanto divulgato dall’Ateneo, i laboratori potranno processare, a pieno regime, fino a 180 tamponi al giorno;
- che, va riconosciuto l’impegno costante dell’Università della Calabria nel contrasto alla diffusione dei contagi da Covid-19 sia all’interno del campus con l’adozione di misure di prevenzione a tutela del personale e degli studenti sia sul territorio con progetti e iniziative che hanno visto impegnati i suoi ricercatori e l’intera comunità a cui si affianca la costante attività di ricerca per sconfiggere il Coronavirus;
- che, l’attività e la professionalità messe a disposizione dei laboratori del Centro Sanitario potrebbero garantire un grosso contributo al fine di eseguire i test molecolari su tampone rino-faringeo, finalizzati alla ricerca di RNA specifico per il SARS-CoV-2;
- che, la Regione Calabria, al precipuo fine di rafforzare la capacità di testing su tutto il territorio regionale “anche alla luce della necessità di individuazione delle varianti del virus, che può determinare un ulteriore carico di lavoro per taluni laboratori pubblici regionali designati al sequenziamento, già impegnati nell’ordinaria esecuzione dei test, nonché in relazione alle attività di verifica dell’adeguatezza e della congruità dal punto di vista quantitativo, correlate al livello di circolazione del virus, per come enunciato all’art. 1 comma 6 del decreto-legge 13 marzo 2021, n. 30” e tenendo in considerazione, le svariate condizioni di necessità da parte di privati cittadini di effettuare il prelievo del campione per il test molecolare, nonché da parte di datori di lavoro o di strutture sanitarie private che, nell’ambito delle proprie procedure, vogliano implementare screening di verifica sul personale avvalendosi del predetto test, ha ritenuto necessario, emanare apposita Ordinanza (n. 15 del 19.03.2021) per inserire nell’elenco regionale sette laboratori abilitati all’esecuzione del test molecolare su tampone rino-faringeo per la ricerca di RNA del SARS-CoV-2. Tutto ciò premesso, SI INTERROGA l’On. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
per conoscere il motivo dei ritardi dell’accreditamento dei laboratori del Centro Sanitario che hanno avanzato specifica richiesta in tal senso.
(135; 03/05/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- che, con nota della Regione Calabria del 30.04.2021, si annunciava la possibilità di prenotazione sulla piattaforma anche per i caregiver;
- che, nello specifico è scritto nella nota - nella categoria dei caregiver rientrano tutti coloro che forniscono assistenza continuativa in forma gratuita o a contratto e il familiare convivente di soggetto affetto da “disabilità grave” - disabilità (fisica, sensoriale, intellettiva, psichica), ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3;
- che, sempre dal 30 aprile, l’accesso al servizio sarà possibile anche per il genitore/tutore/affidatario di minore estremamente vulnerabile, rientrante nelle aree di patologia previste dalla tabella 1 delle raccomandazioni ministeriali del 10 marzo in relazione alle priorità della vaccinazione anti SARS-Covid2/Covid 19;
- che, ad oggi, la piattaforma non riconosce, ai fini della prenotazione, l’inserimento di genitori o familiari conviventi di figlio minorenne. - Che, se la circostanza dovesse corrispondere a verità, ciò costituirebbe una violazione del diritto alla salute costituzionalmente garantito. Tutto ciò premesso, SI INTERROGA l’On. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
per conoscere il motivo per il quale non è consentito l’accesso al servizio di prenotazione per i genitori/tutori/affidatari di minori.
(137; 03/05/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- è prevista la vaccinazione a domicilio per i soggetti richiedenti impossibilitati a lasciare le abitazioni a causa delle gravi condizioni di salute;
- è parimenti previsto che ad essere sottoposti al vaccino sono anche i caregiver o i familiari stretti conviventi che si prendono cura dei malati;
- a seguito di protocollo d’intesa tra Regione, struttura commissariale e organizzazioni sindacali, si è stabilito a tal riguardo che «Per i pazienti fragili che dovranno essere vaccinati a domicilio il mmg costituirà la componente medica del team mobile, insieme a un infermiere e farà riferimento a un centro vaccinale del distretto, il cui personale amministrativo, delegato alla registrazione della vaccinazione nel sistema informativo, provvederà alla registrazione entro la stessa giornata»;
- tale disposizione sembra ancora essere inattuata;
- nello specifico, un soggetto affetto da grave crisi respiratoria e cardiaca (codice di esenzione 024 e 0A02) a seguito di richiesta di ricevere l’inoculazione presso il proprio domicilio, ha ricevuto dal Distretto sanitario Valle Crati come risposta, dopo oltre due mesi, di reiterare la prenotazione presso altro Distretto Sanitario;
- tale colpevole ritardo denota una grave inefficienza del sistema di prenotazione e di organizzazione generale della campagna vaccinale;
- alla luce dei fatti, urge una riorganizzazione più efficiente della somministrazione delle dosi di vaccino presso il domicilio delle persone fragili che hanno fatto richiesta in tal senso. Tutto ciò premesso, si interroga l’On. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
il motivo dei ritardi che si stanno registrando per la somministrazione a domicilio delle dosi di vaccino alle persone con gravi patologie e che sono impossibilitati a deambulare.
(138; 03/05/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- in data 29.03.2021 è stato firmato l’accordo quadro fra il Governo, Federfarma e Assofarm per la somministrazione dei vaccini anti Sars CoV-2 da parte di farmacisti, - è previsto il recepimento dell’accordo quadro a livello regionale;
- in data 19.04.2021 la Regione Calabria ha sottoscritto i protocolli d’intesa che definiscono le modalità di coinvolgimento di farmacisti, pediatri e odontoiatri nella campagna regionale di vaccinazione anti-Covid;
- nel protocollo siglato con Federfarma Calabria è scritto che «sarà a cura dei farmacisti l’organizzazione di “punti di vaccinazione territoriali” (Pvt) presso le farmacie o anche in altri locali idonei nelle vicinanze delle stesse, ove predisporre tutte le attività necessarie alla somministrazione delle dosi per la campagna vaccinale anti Covid-19»;
- molti farmacisti sono stati già opportunamente formati al fine di predisporre le attività necessarie per somministrazione delle dosi;
- spetta alle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti l’onere della distribuzione delle dosi vaccinali alle farmacie aderenti alla campagna vaccinale, per la successiva inoculazione a favore della popolazione. - ad oggi, risulta che le farmacie aderenti non sono ancora operative per la somministrazione dei vaccini. Tutto ciò premesso, si interroga l'on. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
il motivo per il quale non è stato ancora dato seguito al protocollo sottoscritto con Federfarma Calabria.
(139; 06/05/2021)
Anastasi. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- presso il Comune di Dinami(VV) sito “C”, a seguito di un procedimento amministrativo rapido e soprattutto carente dal punto di vista della trasparenza, sul quale è necessario capire e chiarire numerosi aspetti, si intende nel prossimo mese realizzare, ex decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 121 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/850, che modifica la direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti”, un impianto trattamenti rifiuti con discarica nel territorio comunale;
- sulla realizzazione del progetto non si è mai espresso il Consiglio comunale, non essendo stata mai discusso la questione né vi è alcuna delibera del Consiglio Comunale di Dinami;
- per quanto di conoscenza è noto che l’ATO 4 rifiuti Vibo Valentia ha convocato la Conferenza dei sindaci in data 13 marzo 2021 con all’ordine del giorno al punto 6, proposta impiantistica e discarica a Dinami, comunque andata deserta;
- Il Dipartimento di Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria ha affidato l’incarico di uno studio di prefattibilità che ha individuato il sito di Dinami, come idoneo all’ubicazione di una vasca di contenimento rifiuti A2 (di risulta industriali non pericolosi, in cui possono essere inseriti anche rifiuti pericolosi in fibra minerale ed inerti);
- in data 13 aprile 2021 la Conferenza dei sindaci dell’ATO 4 rifiuti, ha approvato la proposta di impiantistica (vetrificatore e impianto di compostaggio) e discarica siti nel comune di Dinami;
- nella stessa data il Dipartimento Tutela dell’ambiente ha preso atto che si è riunita l’Assemblea dei Sindaci dell’ATO 4 rifiuti di Vibo Valentia con verbale trasmesso con nota prot. N.18591 del 21/04/2021, la quale ha approvato l’individuazione del sito, ricadente nel Comune di Dinami, sul quale realizzare un sistema impiantistico e discarica di servizio pubblica a completo utilizzo dell’ATO 4;
- non è mai stata avviata alcuna procedura partecipativa, dunque alcun confronto, con i cittadini. La cittadinanza infatti, ha appreso la notizia della realizzazione dell’impianto dei rifiuti, solo ed esclusivamente, attraverso la stampa. - la cittadinanza si è subito mobilitata indicendo un sit-in di protesta in data 22 aprile, senza tuttavia ottenere alcun dialogo con le amministrazioni competenti;
- nonostante ciò, infine, il Dipartimento Tutela dell’Ambiente ha manifestato interesse per il conferimento di incarico di RUP e d’incarico di progettazione studio di fattibilità e progettazione definitiva, rivolta ai dipendenti a tempo indeterminato inseriti nel ruolo dell’organico della Giunta Regionale. Tutto ciò premesso e considerato INTERROGA il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
se la Regione intende procedere a realizzare la discarica nonostante sia palese che, da parte degli organi competenti (Dipartimento dell’Ambiente, Comune di Dinami e l’ATO), sia stato adottato un procedimento amministrativo non conforme ai basilari principi democratici, di partecipazione e trasparenza nonché carente anche dal punto di vista del confronto tecnico, che risulta essere necessario ed imprescindibile, trattandosi della realizzazione di un opera, di forte impatto ambientale, e quindi di importante impatto per la cittadinanza.
(145; 14/05/2021)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
VISTI:
- la legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di trasporto pubblico locale);
- la legge regionale 21 dicembre 2018, n. 48 (Legge di stabilità regionale 2019) che, con l’Art. 8, ha novellato l’art. 7 della L.R n. 35 del 2015, inserendo i commi 6 bis e 6 ter, riconoscendo il diritto all’agevolazione tariffaria sui servizi di trasporto pubblico locale in favore di tutti gli appartenenti alla Polizia di Stato, all'Arma dei Carabinieri, al Corpo della Guardia di Finanza ed alla Polizia Penitenziaria;
- il decreto dirigenziale n. 3870 del 26.03.2019 del Dipartimento INFRASTRUTTURE, LAVORI PUBBLICI, MOBILITA' (ILPM) SETTORE 9 - TRASPORTO PUBBLICO LOCALE, recante Disciplinare per l’attuazione delle agevolazioni tariffarie per le Forze dell’Ordine (ART 7 L.R. 35/2015);
STANTE CHE:
- l’attuale convenzione con le FFO dispone l’acquisto abbonamenti agevolati esclusivamente presso la biglietteria Trenitalia in Calabria (Cosenza, Castiglione Cosentino, Paola, Lamezia Terme Centrale, Gioia Tauro, Villa San Giovanni, Reggio Calabria e Catanzaro Lido) e impone che il cliente appartenente alle Forze di Pubblica Sicurezza si presenti personalmente allo sportello e firmi il relativo modello senza possibilità di qualsivoglia delega cartacea o opzione telematica;
- il combinato disposto delle disposizioni in convenzione produce, con cadenza mensile e per ciascun soggetto appartenente alle Forze di Pubblica Sicurezza che intenda usufruire dell’agevolazione, una irragionevole difficoltà dovuta al numero limitato delle biglietterie abilitate unitamente alle diverse distanze dalle medesime, sovente non irrilevanti (come risulta, a titolo esemplificativo, dai reclami avanzati dal SIULP di Crotone);
per sapere:
se l’Assessorato in epigrafe è a conoscenza della situazione in essere e se possa, com’è ragionevole ipotizzare, essere avviata l’opportuna interlocuzione con Trenitalia al fine di disporre che i soggetti delle FFO interessati possano usufruire della modalità-delega cartacea o, melius, dell’accesso alla opzione di biglietteria telematica.
(132; 29/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- risulta indispensabile intervenire sulla creazione e/o potenziamento del tracciato ferroviario calabrese, volano di sviluppo per tutta la regione;
- le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in merito sono confortanti e foriere di un importante investimento da parte del governo;
- dalla stampa giungono notizie circa una interlocuzione tra Governo e Amministrazione Regionale;
- è bene precisare che urge assicurare una mobilità interna regionale che non tagli fuori nessun territorio;
tutto ciò premesso, si interroga l'On. Presidente f.f. e la Giunta Regionale
per sapere:
se risulta vero che è stato escluso il tirreno cosentino ed il potenziamento della galleria Santo Marco (Paola-Cosenza) dal progetto della linea ferroviaria AV/AC della Regione Calabria.
(134; 30/04/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- nella terza ondata il virus SarsCoV2 ha raggiunto, nella Regione Calabria, un’importante diffusione, compromettendo un sistema sanitario già debole e fragile;
- l’unico strumento per fronteggiare la diffusione del virus è rappresentato dal vaccino;
- il piano vaccinale del governo ha come obiettivo di raggiungere a regime il numero di 500 mila somministrazioni al giorno su base nazionale, vaccinando almeno l’80% della popolazione entro il mese di settembre 2021;
- purtroppo la Calabria risulta essere ultima nell’inoculazione del prezioso siero, tant’è dal report del Ministero della Salute aggiornato alla data odierna, risulta che a fronte di 672.030 dosi consegnate, ne sono state somministrate solo 541.055, per una percentuale pari all’80.5, per 161.775 persone vaccinate;
- è di fondamentale importanza intensificare la campagna vaccinale;
- una delle categorie più a rischio di contagio è rappresentata dai commercianti e dai dipendenti dei servizi commerciali, come ad esempio chi lavora nei supermercati;
- i lavoratori del settore commercio devono avere una corsia preferenziale nella campagna vaccinale, in quanto costituiscono un comparto fondamentale per far ripartire il Paese;
- in data 6 aprile 2021 il Governo e le Parti sociali hanno adottato il “Protocollo nazionale per la realizzazione dei piani aziendali finalizzati all’attivazione di punti straordinari di vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid-19 nei luoghi di lavoro”, in base al quale si aggiungeranno almeno 732 punti vaccinali all’attuale rete, coinvolgendo tutte le grandi aziende che hanno già contattato la struttura commissariale e le regioni, di cui una gran parte aderisce a Confindustria che ne ha stilato il programma. Tutto ciò premesso, SI INTERROGA
per sapere:
quali siano le politiche che la Giunta Regionale ha intenzione di promuovere onde assicurare ai commercianti e dipendenti dei servizi commerciali un’adeguata e tempestiva copertura vaccinale da Covid-19.
(136; 03/05/2021)
Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- la Regione Calabria tramite il PATTO PER LO SVILUPPO DELLA CALABRIA (D.G.R. n. 160 del 13.05.2016 - D.G.R. n. 3 del 12.01.2018) ha stanziato l'importo di € 100.000.000 per la realizzazione di un Sistema di Mobilità Sostenibile della Città di Reggio Calabria;
- tale azione consentirebbe alla Città di Reggio Calabria di cambiare il sistema di mobilità urbana, riducendo il traffico veicolare e generando sistemi alternativi in grado di decongestionare i tradizionali circuiti di trasporto e creare nuovi assi di mobilità, pienamente in linea con le recenti decisioni assunte dalle massime istituzioni, a livello europeo e nazionale;
- con nota prot.193890 del 28/04/2021 la Regione Calabria ha comunicato al Comune di Reggio Calabria la revoca del suddetto finanziamento e il recupero delle somme già erogate per la progettazione, adducendo semplicemente delle generiche motivazioni circa la non realizzabilità dell'opera nei tempi indicati;
considerato che: - a seguito dei rilievi mossi nella precitata comunicazione il Comune di Reggio Calabria ha tempestivamente e tecnicamente confutato ogni possibile dubbio circa la piena fattibilità dell'opera nei tempi previsti dal cronoprogramma;
- il termine di utilizzo dei Fondi PAC 2014/2020 è stato rideterminato al 31 dicembre 2025. Una circostanza non certo secondaria che consente di avere ancora a disposizione un arco temporale abbastanza congruo per l'attuazione degli interventi previsti nel cronoprogramma proposto di recente dall'Amministrazione, per il progetto di “Realizzazione di un Sistema di Mobilità Sostenibile e Opere Strategiche della Città di Reggio Calabria”;
- la revoca dei finanziamenti comunicata dalla Regione Calabria appare più che una conseguenza tecnica di un procedimento amministrativo una decisione di indirizzo politico, ponendosi in netta controtendenza rispetto alla fase storica che stiamo attraversando e mettendo a rischio anche il lavoro dell'Amministrazione comunale reggina;
- la scelta effettuata dalla Regione Calabria risulta allo stato incomprensibile ed assolutamente ingiustificata. Tanto premesso e considerato, il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente f.f. della Regione Calabria e l'Assessore alle Infrastrutture, Pianificazione e Sviluppo territoriale
per sapere:
- quali azioni intendano intraprendere con opportuna tempestività per impedire che si dia seguito alla revoca del finanziamento e al recupero delle somme già erogate a titolo di anticipazione per la realizzazione del progetto Mobilità Sostenibile della Città di Reggio Calabria, secondo quanto dichiarato nella nota prot.193890 del 28/04/2021 del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità della Regione Calabria;
- in virtù del principio di collaborazione istituzionale e di sussidiarietà tra gli Enti dello Stato, in che modo intendano intervenire presso gli uffici regionali competenti per facilitare e monitorare il percorso di realizzazione di questo grande investimento che costituirà un fondamentale sviluppo in termini di qualità ed ecosostenibilità della Città di Reggio Calabria.
(140; 06/05/2021)
Pitaro Francesco. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- fin dall'anno 2012 è stato previsto un finanziamento di euro 20 milioni di euro per il completamento del porto di Catanzaro Lido;
- il Comune di Catanzaro è il soggetto attuatore dell'appalto diretto al completamento del porto;
- trattasi di opera che i catanzaresi e la Calabria aspettano da moltissimi anni (i lavori sono stati avviati negli Anni '60 per poi interrompersi a più riprese fino a quando nel 2019 viene presentato il progetto definitivo del porto che prevede, fra l'altro, la costruzione di un circolo nautico, l'installazione di una gru, una torre di controllo, un molo, l'installazione di nuovi pontili, varie opere di restyling alle attrezzature già presenti e l'aumento dei posti barca fino a un numero di 400);
- infatti, trattasi di infrastruttura di grande importanza per il territorio e per la Calabria, per l'economia e per il turismo;
- il completamento del porto permetterebbe di sfruttare al massimo le potenzialità turistico/economiche di Catanzaro e consentirebbe la crescita economica e turistica dell'intera costa;
- tuttavia, sono trascorsi moltissimi anni senza che il detto finanziamento sia stato utilizzato e, conseguentemente, ad oggi, non sono iniziati i lavori diretti al completamento del porto;
- i fondi per euro 20 milioni sono contemplati nel POR e, inoltre, la Regione Calabria ha, anche alla luce di ciò, un interesse diretto e immediato e concreto alla utilizzazione dei detti fondi e al completamento del porto che vivacizzerebbe non solo Catanzaro ma l'intera regione;
- è gravissimo che a fronte di un finanziamento di euro 20 milioni che permetterebbe lo sviluppo economico/turistico di Catanzaro e dell'intera costa e dell'intera Calabria siano trascorsi così tanti anni senza che i fondi siano stati effettivamente utilizzati e senza che il porto di Catanzaro Lido costituisca una infrastruttura pienamente funzionante ed effettivamente utilizzabile;
- inoltre, dalle notizie trapelate pare che la erogazione del finanziamento e l'avvio dei lavori per il completamento del porto si siano arenati a causa del mancato rilascio della VIA che il Comune di Catanzaro pretendeva che venisse rilasciata dalla Regione Calabria e il cui rilascio, tuttavia, sarebbe di competenza del Ministero dell'Ambiente come pure sarebbe stato affermato da quest'ultimo;
- non può, nel caso che occupa, non vedersi non solo che sia trascorso molto tempo ma anche l'incapacità del Comune di Catanzaro di velocizzare l'iter amministrativo diretto ad ottenere concretamente i detti fondamentali fondi;
- inoltre, non può non vedersi il grave disinteresse della Regione Calabria che, nonostante l'ingente somma di denaro messa a disposizione e nonostante la valenza regionale di una infrastruttura determinante per lo sviluppo economico e turistico, ha omesso e sta omettendo di intervenire, tempestivamente e con la necessaria determinazione, e di coadiuvare e di affiancare il Comune di Catanzaro rivelatosi, ad oggi, inerte e poco concludente nell'attivare e concludere il procedimento amministrativo diretto ad ottenere i fondi de quibus;
- occorre, pertanto, che la Regione Calabria si faccia parte attiva e assuma, insieme al Comune di Catanzaro, una condotta politico/amministrativa efficace e attiva e propositiva al fine di permettere finalmente l'erogazione dei fondi e l'avvio dei lavori di completamento del porto. Tutto ciò premesso, con il presente atto, si chiede al Presidente FF della Giunta Regionale della Calabria
per sapere:
se ha contezza di quanto esposto nel presente atto e del fatto che, ad oggi, i fondi messi a disposizione del Comune di Catanzaro (soggetto attuatore) per il completamento del porto di Catanzaro Lido non sono stati utilizzati e che, conseguentemente, non sono stati appaltati e avviati i lavori predetti e, inoltre, quale condotta e quali atti politico/amministrativi intenda porre in essere al fine di permettere l'erogazione dei fondi e l'utilizzo effettivo dei fondi de quibus e l'avvio ed ultimazione dei lavori diretti al completamento del porto di Catanzaro Lido che la città capoluogo di Regione e l'intera regione Calabria aspettano ormai da decenni e che permetterebbe lo sviluppo economico/turistico di Catanzaro e dell'intera costa e dell'intera Calabria.
(141; 10/05/2021)
Tassone. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- con il Decreto-Legge n. 25 del 5 marzo 2021 recante "disposizioni urgenti per il differimento delle consultazioni elettorali per l'anno 2021" si è definita una nuova finestra temporale entro la quale avviare le nuove consultazioni;
tenuto conto che: - l'emergenza sanitaria legata alla pandemia in atto ha giustificato il differimento delle elezioni che ha portato il governo della Regione Calabria ad un ulteriore regime di 'prorogatio' in attesa di nuove elezioni, dove gli unici atti approvabili corrispondono ad atti urgenti ed indifferibili;
considerato che: - nella seduta di Giunta Regionale tenutasi in data 8 maggio 2021 sono stati nominati i componenti delle Commissioni Provinciali per l'esame di abilitazione all'esercizio venatorio Si interroga il Presidente della Regione Calabria e l'Assessore all'Agricoltura
per sapere:
1. Se tali nomine rientrino nel regime di prorogatio;
2. Se è stata valutata la possibilità di rimandare tali procedure che non sembrano affatto indifferibili ed urgenti vista anche l'imminente tornata elettorale.
(142; 12/05/2021)
Anastasi. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- il servizio di nutrizione artificiale domiciliare “N.A.D.” è di assoluta importanza in quanto ne usufruiscono, comunemente, pazienti neurologici, neoplastici, post-traumatizzati, perfino soggetti in stato vegetativo o semivegetativo, soggetti dunque “fragili” per i quali la N.A.D. costituisce terapia “salvavita”. La N.A.D., infatti, articolata in NPD (Nutrizione Parenterale Domiciliare) e NED (Nutrizione Enterale Domiciliare), consente ai pazienti, che non sono più in grado, di assumere cibo per via orale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali mediante l’infusione di sostanze nutritive in vena o nell’apparato digerente garantendo la loro sopravvivenza;
- la NAD, con tutta evidenza, costituisce dunque un servizio essenziale ed improcrastinabile in quanto necessario supporto ed assistenza per le famiglie. Detto servizio persegue, peraltro, due obiettivi importanti per la tutela del diritto alla salute e per una ottimale gestione del servizio sanitario in quanto finalizzato, da una parte, ad impedire che uno stato di malnutrizione possa aggravare la malattia di base peggiorando la prognosi, aumentando la degenza ospedaliera e quindi la spesa sanitaria e, dall’altra, a consentire la rapida deospedalizzazione con il trattamento a domicilio riducendo così i costi diretti ed indiretti e salvaguardando privacy e dignità del malato;
- dal punto di vista normativo, le Linee Guida Nazionali NAD, pubblicate sul sito del Ministero della Salute nell’Ottobre del 2007, riconoscono il diritto del paziente adulto e pediatrico ad accedere a strutture e servizi che erogano terapia nutrizionale mediante programmi di cura individuali e personalizzati che, nel riconoscere la dignità e l’autonomia del paziente, garantiscano gli standard di qualità ed appropriatezza richieste dalla normativa in vigore per lo sviluppo dei percorsi assistenziali specifici caratterizzanti le peculiarità del modello in rete. Posto che: - in ambito nazionale, le Regioni hanno adottato, nel rispetto delle predette Linee guida e delle competenze costituzionali in materia, modelli organizzativi, gestionali e di controllo differenti;
- la Regione Calabria, con delibera di Giunta Regionale n. 538 del 2 Agosto 2010 avente ad oggetto “Nutrizione artificiale domiciliare (NAD) Approvazione linee guida regionali – Adempimenti di cui al punto 9 – lettera c) del piano di rientro del Servizio Sanitario Regionale DGR del 16 Dicembre 2009 n. 845 – Emissione di linee guida per i farmaci che hanno provocato criticità d’impiego”, rettificato di seguito con delibera del 4 dicembre 2011, prevede un modello organizzativo con un unico team nutrizionale con presa in carico globale del paziente, dal Ricovero Ospedaliero alla continuità assistenziale presso il proprio domicilio;
- quanto previsto dalla sopra menzionata non ha mai, inverosimilmente, trovato alcuna applicazione e dunque mai sono stati garantiti agli operatori del settore gli strumenti tecnici necessari per la gestione del servizio Nad;
- nonostante la suddetta normativa stabilisce il criterio della più ampia territorialità della RETE NAD, nel 2012, è stato attivato un percorso all’interno dell’ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA (ADI oggi CDI) risultato assolutamente fallimentare, in quanto applicato in modo parziale e difforme su tutto l’ambito regionale senza alcun rispetto delle Linee Guida Nazionali e Regionali, con conseguente mancata garanzia per questi pazienti fragili;
- al fine di migliorare la qualità del servizio in data 21 gennaio 2013 è stata emanata una Circolare SIAR prot. 19932 per AO e ASP con la quale è stata ufficializzata la scelta del percorso NAD e normata la prescrizione dei supplementi per OS in nutrizione enterale;
- successivamente con DPGR 71 del 29/05/13 è stato emesso un Registro NAD per la raccolta dei flussi informativi sui pazienti in Nutrizione Artificiale;
- ancora nel 2013, nell’ottica dell’integrazione ospedale-territorio, tenuto conto dei limiti imposti dal Piano di Rientro e delle linee Guida sul Sistema delle Cure Domiciliari e Accesso ai Servizi Territoriali DPGR 12 del 31/01/11 il modello organizzativo NAD, concordato dalla Regione Calabria con il Ministero della Salute, ha previsto la presa in carico e la gestione del paziente NAD attraverso le “Dimissioni Protette” o tramite i PUA (Punto Unico d’Accesso) Distrettuali che a loro volta dovrebbero sottoporre alla valutazione dell’UVM la richiesta di Nutrizione;
- non essendo mai stato mai avviato il Modulo NAD Statistico del Sistema Sigemona, con Decreto del Dirigente Generale pro. N° 199 del 21 aprile 2017 veniva costituito un Gruppo di Lavoro per l’implementazione NAD – percorsi ospedale territorio. Il Gruppo di lavoro si è inizialmente riunito con cadenza quindicinale ed era stata abbozzata una proposta di decreto in merito. Tuttavia dopo la sostituzione del Commissario........ e del Dirigente Generale, ..........., il gruppo di lavoro è stato convocato solo in una sola altra occasione dal Dirigente Generale ........ Tutto ciò considerato, si rappresenta che: - ad oggi esiste una situazione gravissima di carente o scarsa organizzazione del servizio NAD che, così come risulta anche dall’ultima relazione disponibile sull’attività NAD, anno 2018 - 2019 dell’Asp di Reggio Calabria, si può così sintetizzare: • il servizio NAD si basa su dei servizi e non già su di Unità Operative attive 7 gironi su 7 ed il personale assegnato è scarso ed è costituito, nella quasi totalità dei casi, dal solo referente distrettuale. L’erogazione del servizio risulta dunque inefficiente e disomogenea presso le varie realtà distrettuali. A tal riguardo si denuncia, altresì, in alcuni casi, la mancata approvazione del regolamento aziendale nonché inadempienze relative alla scheda registro NAD ed al prontuario aziendale;
• frequentemente dalle Unità Operative ospedaliere regionali i pazienti vengono dimessi con piani terapeutici illegittimi che non tengono assolutamente conto della normativa, in particolare della circolare 19/932 SIAR, che regolamenta la fornitura degli integratori per OS;
• è assente un TEAM PICC domiciliare, così come organizzato in altre Regioni;
• non si dispone di personale sufficiente. Inoltre è assolutamente indispensabile che allo stesso venga fornita opportuna e specialistica formazione;
• non esistono strutture, spazi ed attrezzature che possano garantire un servizio adeguato;
• è carente l’erogazione di alimenti speciali a favore degli aventi diritto. Tutto ciò premesso e considerato
per sapere:
quali sono i provvedimenti che, con opportuna urgenza, il Commissario ad acta e la Regione Calabria intendono adottare per superare le criticità e le falle di un sistema di assoluta necessità per la sanità regionale calabrese e soprattutto per le numerose famiglie che pagano le inefficienze e le carenze del servizio e, da ultimo, se si intende ripristinare una fattiva e proficua collaborazione con il gruppo di lavoro già costituito al fine di dare attuazione alle Linee Guida della delibera n. 538 del 2 Agosto 2010 nonché elaborare un documento strategico di indirizzo e programmazione omogeneo e operativo per la Regione Calabria.
(143; 13/05/2021)
Di Natale. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- l’ASP di Cosenza annualmente eroga a soggetti privati canoni per la concessione di 10 unità immobiliari insistenti nel Comune di Acri;
- detti immobili, alcuni dei quali con superficie molto estesa, sono destinati a diversi servizi sanitari e per molti di essi la data di concessione risale agli anni ‘80/’90;
- l’ASP sostiene annualmente costi per canoni di locazione passivi per il fitto delle suddette unità immobiliari di quasi € 68.000;
- al netto del servizio che viene offerto agli utenti e che in ogni caso non si discute, è evidente che non viene rispettato alcun criterio di economicità nella gestione della spesa sanitaria;
- dipiù, sul territorio insiste il presidio ospedaliero di Acri “Beato Angelo”, che è individuato come struttura necessaria ed indispensabile per tutto il territorio involgente ben 20 Comuni;
- nonostante l’ampio bacino di utenza, molti reparti sono stati depotenziati;
- in vista di una maggiore efficienza ed economicità a favore dell’ASP sarebbe opportuna una ridistribuzione dell’intera spesa impegnata per il pagamento annuale dei fitti - buona parte dei servizi erogati nelle strutture potrebbero essere accorpate ovvero trasferite presso la struttura del Presidio ospedaliero. Tutto ciò premesso si interroga l’On. Presidente f.f. e la Giunta regionale
per sapere:
quali azioni intende intraprendere nei confronti dell’ASP di Cosenza al fine di effettuare una ricognizione di tutti gli immobili non di proprietà presso i quali sono ospitate attività e servizi e, sussistendone i presupposti, accorpare in uniche strutture al fine di contenere i costi per i fitti passivi.
(144; 14/05/2021)
Irto. Al Presidente della Giunta regionale. Premesso che:
- premesso che con Deliberazione della Giunta regionale n. 103 del 25 maggio 2020, la Regione Calabria ha approvato il "Piano d'Immagine e Promozione turistica 2020” che prevede, tra le iniziative da realizzare, anche i “Grandi Eventi”, con l'obiettivo di sostenere e arricchire l'offerta turistica 2020;
- con notevole ritardo il Decreto n. 7386 del 15 luglio 2020 ha disposto la pubblicazione dell'avviso “Grandi Eventi - Annualità 2020”;
- il 26 agosto 2020, la Commissione preposta alla valutazione dei progetti presentati conclude i suoi lavori e invia ai Dirigenti Generali le risultanze dell'attività di istruttoria;
- la graduatoria, tuttavia, non viene pubblicata e, con Decreto n. 959, del 21 settembre 2020, la regione annulla in autotutela parte del procedimento sostituendo il responsabile del procedimento, esautorando la commissione e annunciando la nomina di una nuova commissione valutativa prendendo atto, così come si legge nel documento, che:
- con Decreto n. 507 del 22 gennaio 2021 viene nominata la nuova Commissione di valutazione, i cui lavori si concludono il 5 marzo 2021;
- con Decreto n. 3470 del successivo 1 aprile 2021 viene pubblicata la graduatoria provvisoria.
Considerato che:
- la sostituzione della Commissione è avvenuta dopo quattro mesi dall'esautoramento della Commissione originaria;
- l'intero procedimento è durato ben otto mesi, a dispetto dell'efficienza, tempestività e buon andamento della P.A.;
- l'art. 9 dell'avviso pubblico prevedeva come termine per lo svolgimento degli eventi il 31 dicembre 2020;
- le attività di spettacolo in tutta Italia sono state sospese dal 26 ottobre 2020 al 26 aprile 2021, ai sensi del DPCM del 24 ottobre 2020;
- pertanto, non è stato possibile, causa forza maggiore, realizzare le attività di spettacolo risultate finanziabili, come da graduatoria provvisoria del 1 aprile 2021, entro i termini indicati nell'avviso grandi eventi calabresi annualità 2020;
- con riferimento all'avviso “Grandi Eventi - Annualità 2019” la Regione Calabria, con Decreto n. 8147 del 4 agosto 2020, ne ha sospeso i termini, autorizzando lo svolgimento delle attività fino al 31 agosto 2021, non essendone stata possibile l'espletazione nell'anno di riferimento, ai sensi delle disposizioni contenute nei decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e relative all'emergenza epidemiologica in atto;
- al momento la Regione Calabria non ha ufficialmente contemplato la stessa procedura di rinvio, relativamente al bando “Grandi Eventi - Annualità 2020”, così come operato per l'annualità 2019. Tutto ciò premesso e considerato, il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta regionale f.f
per sapere:
se risulta a conoscenza della situazione illustrata e se intende invitare le strutture interessate affinché valutino l'estensione della proroga, già concessa per il bando 2019, anche le attività programmate nel bando 2020 e non svolte causa emergenza COVID.
(146; 19/05/2021)
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il comma 16 dell'articolo 8 della Legge 24 dicembre 1993 n.537 (Collegata alla Finanziaria 1994) e ss.mm.ii. concerne le condizioni di esenzione per reddito dalla compartecipazione alla spesa sanitaria;
- il D.M. del 17 marzo 2008 prevede la codifica nazionale delle condizioni di esecuzione della partecipazione del cittadino alla spesa sanitaria;
- la Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), nel primo periodo della lettera p) dell'articolo 1 comma 796, ha previsto che, a decorre dal 1 gennaio 2007, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, gli assistiti, non esentati dalla quota di partecipazione al costo, sono tenuti al pagamento di una quota fissa sulla ricetta pari 10 euro. Per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero, non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codice bianco (ad eccezione di quelli afferenti al pronto soccorso a seguito di traumatismi ed avvelenamenti acuti), gli assistiti non esenti tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro. Quest'ultima, riferita alle prestazioni erogate in regime di pronto soccorso, non è comunque dovuta dagli assistiti non esenti di età inferiore a 14 anni. Sono fatte salve le disposizioni eventualmente assunte dalle Regioni che, per l'accesso al pronto soccorso ospedaliero, pongono a carico degli assistiti oneri più elevati;
Considerato che: • alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate situazioni reddituali, danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo sulle prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali. Sono tra gli altri esenti dal pagamento i lavoratori che ricevono una prestazione in seguito ad infortunio sul lavoro, che godono della copertura INAIL. Con riferimento alla predetta esenzione, tuttavia, restano esclusi i soggetti appartenenti alle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, classificati con codice bianco in seguito agli infortuni sul lavoro, poiché gli stessi non godono di copertura assicurativa da parte dell'INAIL;
- il particolare periodo di emergenza epidemiologica legate al COVID-19, periodo in cui le suddette Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, sono più sollecitate e in modo continuo e costante;
preso atto che anche altre Regioni hanno deliberato in materia, stabilendo che le prestazioni di Pronto Soccorso, erogate a seguito di infortunio sul lavoro subito da soggetti appartenenti alle Forze dell'Ordine ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, che non godono di copertura assicurativa INAIL, non siano assoggettate al pagamento della quota di accesso e della compartecipazione alla spesa (si veda, ad esempio, la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto del 25 marzo 2013 n. 393);
costatato che i soggetti appartenenti alle categorie escluse, a causa della mancata copertura assicurativa INAIL, si trovano nella situazione di non essere esentati dalle spese sanitarie conseguenti ad un infortunio sul lavoro, contrariamente a quanto avviene nei confronti degli altri lavoratori;
ritenuto che la suddetta differenza di trattamento non risulta ragionevole, in quanto gli stessi soggetti si trovano a rischiare la vita e l'incolumità al fine di garantire la pubblica sicurezza;
impegnano
impegna la Giunta regionale
impegnano il Presidente della Giunta Regionale a porre in essere ogni azione utile è necessaria per attivarsi con il Commissario ad acta a prevedere il non assoggettamento al pagamento della quota di accesso e della compartecipazione alla spesa sanitaria in favore dei soggetti appartenenti alle Forze dell'Ordine ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, che non godono di copertura assicurativa INAIL in conseguenza di infortunio sul lavoro.
(76; 03/05/2021) Mancuso, Minasi, Molinaro, Raso.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- lo sviluppo e la promozione di fonti di energia rinnovabile sono fondamentali per il futuro del nostro Paese e quindi della nostra Regione e che l'energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile dovrà trovare una strada "privilegiata" nei territori che si prestano al suo sviluppo;
- tuttavia, si è verificata una corsa alla costruzione di impianti eolici anche in siti che altri Paesi Europei non avrebbero nemmeno preso in considerazione per il loro utilizzo non bilanciato con la reale domanda di energia prodotta e per l'incidenza su territori tutelati o di particolare importanza per la produzione agricola o la bellezza del paesaggio;
- venerdì 30 aprile u.s. l'associazione di promozione sociale e territoriale "Fili Meridiani" ha organizzato un webinar dal titolo "Dalla terra alla terra: preserviamo i vigneti storici del Cirò" al quale hanno preso parte imprenditori del luogo, alcuni rappresentanti delle istituzioni, molti cittadini attraverso una grande partecipazione pubblica/web nel corso del quale si è discusso della realizzazione di un parco eolico "Timpe di Muzzunetti" che andrebbe ad essere realizzato sulle colline dove sorgono gli storici vigneti del Vino Cirò;
VISTO che: - ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia sono materie di legislazione concorrente tra Stato e Regione;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione
1) a intervenire al più presto bloccando l'iter autorizzativo e revocando tutti gli atti amministrativi fino ad ora emessi relativamente all'impianto eolico che dovrà essere realizzato nel territorio di Cirò denominato "Timpe di Muzzunetti" per garantire la tutela agroalimentare e paesaggistica di zone di particolare pregio per via della presenza di secolari vigneti e di antiche colture della produzione del vino che rappresentano la "filiera della vita" dei territori sopra citati;
2) a compiere una ricognizione delle aree idonee all'installazione degli impianti eolici on-shore, tenendo necessariamente conto della tutela e salvaguardia dei territori agricoli, della biodiversità e del paesaggio rurale del luogo.
(77; 03/05/2021) Irto, Gallo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- attualmente il sistema di prenotazione dei vaccini consente l’accesso sulla piattaforma solo alle categorie in base alle fasce d’età ovvero alle altre categorie autorizzate nel piano vaccinale;
- nell’ottica del miglioramento della piattaforma di gestione della prenotazione dei vaccini anti Covid – 19 sarebbe opportuno adottare il sistema della preadesione per consentire a tutte le classi d’età, non ancora ricomprese nel piano vaccinale, di accedere al proprio percorso vaccinale, contenente tutte le informazioni sulla preadesione e gli appuntamenti già calendarizzati;
- anche per dare modo ai cittadini di programmare e pianificare gli impegni (anche in vista delle vacanze estive), il sistema indicherebbe una fascia temporale nella quale si verrà presumibilmente chiamati per la vaccinazione;
- tramite questo sistema si potrà dare anche la possibilità di scaricare e stampare il proprio memorandum vaccinale, contenente tutte le informazioni presenti nel percorso personale e si potrà scaricare il certificato vaccinale, vero e proprio documento sanitario ufficiale indicante le dosi e il tipo di vaccino ricevuto;
- inoltre, al fine di accelerare la campagna di vaccinazione e mettere in sicurezza i più giovani predisporre un click day per tutte le fasce d’età (over 18);
- infine, sempre nell’ottica del miglioramento e per garantire a tutti di raggiungere i punti vaccinali assegnati in fase di prenotazione, consentire l’uso gratuito dei mezzi pubblici;
tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
affinché vengano realizzate le procedure per promuovere tutte le misure di cui in premessa.
(78; 12/05/2021) Di Natale.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- premesso che è in corso di definizione la ripartizione, tra le regioni italiane, dei fondi europei per lo Sviluppo Rurale, annualità 2021 e 2022;
considerato che:
- alcune regioni italiane stanno tentando di imporre un nuovo sistema di ripartizione che penalizzerebbe le regioni meridionali, tra cui la Calabria;
- l’applicazione dei nuovi criteri non trova giustificazione nelle finalità per le quali l’Unione Europea ha assegnato le risorse all’Italia;
- lo sviluppo dell’agricoltura meridionale costituisce uno dei punti di forza per il potenziamento della filiera agroalimentare italiana;
- la conferma dei criteri di ripartizione dei fondi, già applicati negli anni scorsi, consente di perseguire gli interessi della Calabria e dell’Italia intera in quanto contribuisce allo sviluppo della filiera agroalimentare italiana ed all’affermazione del cibo 100% Made in Italy;
impegna la Giunta regionale
IMPEGNA E SOSTIENE LA GIUNTA REGIONALE ED IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE per l’affermazione dell’equa ripartizione tra le Regioni, dei fondi assegnati all’Italia nel settore dello Sviluppo Rurale (Fondo FEASR), per gli anni 2021 e 2022, con l’applicazione dei criteri già applicati nel periodo 2014/2020.
(79; 13/05/2021) Molinaro.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il comparto dei matrimoni e degli eventi privati, riconosciuto in Italia e all'estero come un'eccellenza italiana, contribuisce a valorizzare i territori, le produzioni locali e le culture locali e in ultimo a creare identità sociale;
- il comparto conta a livello nazionale circa 50 mila operatori economici, tra imprese e liberi professionisti, e oltre 500mila persone impiegate;
- nel 2019 sono stati circa 360mila gli eventi di dimensioni piccole o medie tenutisi in Italia, capaci di produrre un fatturato nazionale del solo settore matrimoni nel 2019 di oltre 15 miliardi e un giro di affari complessivo di 60 miliardi;
- negli ultimi anni si è registrata una sensibile ascesa dell'Italia del "destination wedding" e del "destination event", ovvero di matrimoni ed eventi con sposi o committenti residenti all'estero ma celebrati nel nostro Paese;
- nel 2019 sono stati oltre novemila i matrimoni con sposi provenienti dall'estero tenutisi in Italia. Eventi che hanno richiamato nel nostro Paese 1,5 milioni di presenze e prodotto un fatturato di circa 550 milioni di euro, a cui va ad aggiungersi il consistente indotto;
- nel 2018 si sono svolti in Calabria 7913 matrimoni con un giro di affari stimato di oltre 240 milioni di euro per i soli matrimoni;
considerato che: - le misure di contenimento del Covid 19 hanno di fatto proibito ogni occasione di socialità, colpendo inevitabilmente le attività della filiera dei matrimoni e degli eventi privati;
- nel 2020 il fatturato del settore ha registrato una flessione media che si attesta attorno al 90 per cento e un azzeramento degli eventi con committenti o partecipanti provenienti da Paesi esteri;
- secondo i dati resi noti da Confartigianato, in Calabria nel 2020 si sono svolti 3400 matrimoni in meno e si contano 17528 imprese totali nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding pari al 9,3% dell'intero sistema imprenditoriale della regione e, inoltre, nei settori potenzialmente coinvolti in cerimonie e wedding operano complessivamente 36.505 occupati;
considerato altresì che - l'articolo 16 comma 2 del DPCM del 2 marzo 2021 vieta ogni festa, anche conseguente a cerimonie religiose o civili;
- il decreto legge 52/2021 calendarizza la ripresa per numerose attività economiche e commerciali, non contemplando tuttavia le feste, che restano quindi vietate ai sensi dell'articolo 16 del DPCM del 2 marzo 2021;
- il 28 aprile 2021 la Conferenza delle Regioni ha adottato Le "linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali", ivi comprese le cerimonie. Tali linee guida risultano essere immediatamente operative, senza necessità di ulteriori approvazioni o recepimenti, ma limitatamente alle attività non vietate da altre norme;
- tali linee guida consentirebbero lo svolgimento di cerimonie ed eventi in sicurezza;
- alcune associazioni di categoria si sono rese disponibili ad integrare tali disposizioni con ulteriori interventi ispirati alla sicurezza sanitaria, come gli "eventi certificati", al fine di evitare il proliferare di feste "abusive", come già si sta verificando in tutto il Paese;
- matrimoni ed eventi hanno tempi di programmazione medio-lunghi, per cui un ritardo nell'indicazione della data di ripartenza, anche se differita, rischia di compromettere anche i mesi di giugno e luglio, notoriamente "alta stagione" per i matrimoni;
- il 26 aprile scorso le associazioni di categoria hanno tenuto manifestazioni contemporanee in 13 città d'Italia per chiedere una data che possa permettere una ripresa immediata per la programmazione e lo svolgimento di matrimoni ed eventi e ristori adeguati alle consistenti perdite del settore, tra i pochissimi a non aver ripreso le attività;
- nel corso delle ultime settimane numerosi presidenti di Giunte regionali - tra i quali il precedente e l'attuale presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e Massimiliano Fedriga - e il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini hanno convenuto sulla giustezza della richiesta di una data certa per la ripresa delle cerimonie e degli eventi, riconoscendo la particolare e critica situazione attraversata dagli operatori economici del settore;
- a fronte delle ingenti perdite registrate a causa dell'adozione dei codici Ateco quale parametro per la richiesta dei ristori gran parte degli operatori economici del settore ha ricevuto esigui contributi, spesso sufficienti appena a pagare tasse e imposte;
ritenuto che - una ripartenza in sicurezza dei matrimoni e degli eventi permetterebbe agli operatori economici di acquisire una liquidità di cassa di fondamentale importanza e allo stesso tempo ne beneficerebbero anche l'indotto, dal turismo all'artigianato locale alla ristorazione;
tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
- a portare in sede di Conferenza delle Regioni la richiesta di fissazione di una data per la ripresa dei matrimoni e degli eventi affinché tale richiesta possa poi essere posta all'attenzione del governo in sede di Conferenza Stato-Regioni;
- a sollecitare il governo affinché nel decreto Sostegni bis sia incrementato il fondo a favore del settore istituito con il decreto Sostegni.
(80; 14/05/2021) Pitaro Francesco.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- che la Regione Calabria ha sottoscritto un protocollo d’intesa che definisce le modalità per l’estensione della campagna vaccinale anti-Covid alle attività economiche e produttive del territorio calabrese volta a garantire la vaccinazione a tutti i rappresentanti delle attività del commercio, dell’artigianato e dell’industria nonché a tutti agli operatori direttamente nelle sedi di lavoro;
- che è necessario provvedere ad estendere il medesimo protocollo anche nei confronti di tutti gli operatori turistici, al fine di incentivare e soprattutto garantire l’apertura e l’avvio della stagione turistica in Calabria;
- che si è in attesa di conoscere le modalità per ottenere la “Certificazione verde Covid-19” da utilizzare per gli spostamenti tra regioni localizzate in zona rossa e arancione, come previsto dal nuovo “Decreto Riaperture” del 22 aprile 2021;
- che il cosiddetto “Green Pass”, rilasciato anche in formato cartaceo, comprova lo stato di avvenuta vaccinazione contro il Covid (ciclo completo con doppia dose), oppure la guarigione dall'infezione (con cessazione dell'isolamento prescritto), o ancora l'effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo;
- che l’Unione Europea ha previsto l’adozione entro metà giugno del cosiddetto “Digital Green Certificate” che consentirà al turista di muoversi liberamente sul territorio nazionale indipendentemente dai colori delle Regioni;
- che obiettivo primario di questi provvedimenti è quello di garantire uno spostamento agevole tra Regioni e sostenere l’economia turistica duramente provata dalla pandemia;
- che la vaccinazione degli operatori turistici rappresenterebbe un incoraggiamento per i visitatori a scegliere località turistiche calabresi per trascorrere le proprie vacanze;
considerato: Altresì, che la percezione di sicurezza aumenta se si ha la consapevolezza di andare in vacanza in una struttura che ha messo in atto tutte le misure necessarie previste, in primis la vaccinazione degli addetti, per evitare il pericolo dei contagi e consentire di poter trascorrere la vacanza in tranquillità presso l’attività turistica in Calabria;
per tutto quanto sopra premesso e considerato SI
impegna la Giunta regionale
e il Presidente della Regione Calabria affinché - in sinergia con il Commissario ad acta per l’attuazione del vigente Piano di rientro dai disavanzi del Servizio sanitario della Regione Calabria nonché tutti gli Enti preposti- vengano adottate misure volte a garantire ed estendere la vaccinazione in favore di tutti gli operatori turistici al fine di incentivare ed assicurare l’apertura della stagione turistica in tutto il territorio calabrese.
(81; 17/05/2021) Aieta.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- è ampiamente riconosciuto dalla Costituzione Italiana e dai Trattati europei il principio di coesione territoriale utile a rimuovere gli squilibri economici e sociali esistenti, nonché a garantire uno sviluppo omogeneo e armonioso su tutto il Paese;
RILEVATO che - in riferimento alla proposta di ripartizione dei fondi assegnati all’Italia nel settore dello sviluppo rurale (Fondo FEASR) per gli anni 2021 e 2022 - periodo transitorio determinato dallo slittamento della programmazione 2021-2027 che partirà dal 2023, a causa della pandemia in corso - il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali ha trasmesso alla Segreteria della Conferenza Stato-Regioni la nota del 23 marzo 2021, n. 0137532, al fine di acquisire l’intesa ai sensi dell’articolo 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281;
- la suddetta nota ministeriale propone il cambiamento dei criteri di ripartizione del Fondo FEASR per gli anni 2021-2022, passando quindi dai criteri cosiddetti “storici”, ai criteri c.d. “oggettivi”, in quanto criteri in grado di allocare le risorse in maniera erroneamente ritenuta equa, paragonati all’applicazione delle risorse assegnate per il de minimis;
- la proposta, se applicata secondo la citata nota ministeriale, causerebbe per i PSR della Regione Calabria e le Regioni Sicilia, Puglia, Campania, Basilicata, e Umbria una perdita complessiva di risorse finanziarie, per il biennio 2021-2022, di euro 407.407.433;
TENUTO CONTO che - nel corso della Commissione Politiche Agricole, tenutasi in data 30 marzo 2021, le Regioni sopra citate hanno espresso il loro totale dissenso rispetto alla proposta ministeriale, definendola del tutto incomprensibile nel merito;
detti Enti territoriali, fra le motivazioni rappresentate con apposita nota, rammentano che:
a) in riferimento al de minimis utilizzato in agricoltura, di norma, per soddisfare esigenze emergenziali, dovute spesso a calamità naturali e/o a epizoozie e quindi volte al risarcimento di un danno. In sede di riparto del plafond nazionale de minimis si sono utilizzati criteri di riparto che, tenendo conto del peso della Produzione lorda vendibile (PLV), hanno privilegiato le Regioni che utilizzano frequentemente tale strumento sia perché possono contare su risorse proprie sia perché in tali regioni si concentrano le principali produzioni agricole nazionali;
b) il dato incontrovertibile è che oggi le risorse nazionali per l’agricoltura si concentrano maggiormente nelle aree forti del Paese mentre dovremmo invece essere fatto il contrario. L’attuale proposta ministeriale toglie dalla disponibilità delle regioni più svantaggiate, risorse che pure sono, ontologicamente, destinate ad esse, indirizzandole verso i territori più sviluppati con effetti notevolissimi sull’aumento dei divari tra i territori agricoli e rurali. Pertanto, riteniamo che l’ipotesi proposta di riparto delle risorse FEASR per il biennio di transizione 2021- 2022 appare ingiustificata, nonché ulteriormente penalizzante nei confronti del comparto agricolo delle regioni che rappresentiamo, con impatti preoccupanti sulla tenuta economico-sociale dei territori rurali delle nostre regioni;
c) la proposta non tiene conto che il Reg. UE 2020/2220 ha prorogato per il periodo 2021 e 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del primo pilastro della PAC (pagamenti diretti, convergenza interna, riserva nazionale, pagamenti accoppiati, ecc). Il citato Regolamento prevede (all’articolo 9) una serie di decisioni che il sistema delle Regioni non ha ancora discusso se confermare o eventualmente modificare rispetto agli accordi assunti per il periodo 2014-2020 per i pagamenti sul 1° pilastro della PAC. Anzi, si fa notare che la prima decisione che l’Italia avrebbe dovuto assumere e comunicare alla Commissione europea entro il 19 febbraio 2021 era quella di proseguire la convergenza interna dei titoli PAC verso un valore medio nazionale. CONSIDERATO che - gli indicatori dei “criteri oggettivi”, prendendo ad esempio come riferimento la “produzione lorda vendibile”, non sembrano tenere conto della strategia europea Green Deal e connessa Farm to Fork, che mira a rendere più sostenibile l'intera filiera agroalimentare;
- in data 3 marzo, Janusz Wojciechowski, a nome della Commissione europea, in risposta ad una interrogazione parlamentare, ha evidenziato che “[…] Il "regolamento transitorio" stabilisce la ripartizione per Stato membro delle risorse finanziarie del FEASR per gli anni 2021 e 2022. Le disposizioni del regolamento (UE) n. 1305/2013 relative alla ripartizione della dotazione nazionale del FEASR tra i programmi regionali non sono modificate dal regolamento (UE) 2020/2220 e si applicano anche durante il periodo di transizione (anni di programmazione 2021 e 2022). […]”;
- il Ministero Economia e Finanze (Mef), con nota del 21 aprile 2021 inviata al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, ribadisce che l'ammontare delle risorse assegnate al cofinanziamento nazionale per il PSR per gli anni 2021/2022 deve essere quantificato secondo i criteri già definiti per la programmazione 2014/2020, come stabilito dalla delibera (Cipe n. 10/2015), sancendo, quindi, la proroga dei criteri vigenti, nel principio di invarianza finanziaria;
- il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, entro il prossimo 21 maggio c.a. dovrà determinarsi sulla questione in oggetto, rilevato che in sede di Conferenza Stato-Regioni, tenutasi in data 21 aprile c.a., non è stata raggiunta l’intesa fra le regioni italiane;
tutto ciò premesso
impegna la Giunta regionale
e, per essa, l’Assessore regionale alle Politiche agricole e sviluppo agroalimentare a intraprendere le opportune e immediate interlocuzioni, nelle sedi istituzionali competenti, al fine di mantenere invariati i criteri di riparto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (Fondo FEASR) per gli anni 2021 e 2022.
(82; 19/05/2021) Bevacqua.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- il rapporto di lavoro dei medici di medicina generale è regolato dagli Accordi Collettivi Nazionali (A.C.N.) stipulati ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. n. 502/1992;
- la suddetta disciplina è integrata a livello regionale da specifici Accordi Integrativi (A.I.R.);
- la Regione Calabria sin dall’Accordo Integrativo del 1998, al quale sono poi seguiti quelli del 2003 e del 2006, ha riconosciuto ai medici dell’E.S.T. (Emergenza Sanitaria Territoriale) un’indennità oraria di € 5,50 per l’espletamento di “compiti aggiuntivi” rispetto a quelli istituzionali già previsti dall’A.C.N.;
- l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ha, però, deciso unilateralmente di sospendere l'erogazione di tale indennità aggiuntiva inizialmente sulle ore feriali (dal 2019) e, successivamente, su tutto il monte orario (dal 2020);
- con delibera della Commissione Straordinaria n. 407 del 7 luglio 2020, la stessa Azienda ha dato mandato all’Ufficio legale di procedere al recupero delle somme corrisposte negli ultimi 10 anni agli stessi medici, penalizzando così una categoria che con grande professionalità e spirito di sacrificio svolge quotidianamente l’attività di primo soccorso sul territorio provinciale;
- per il suddetto modus operandi è in corso, tra l’Azienda e i medici convenzionati, una controversia presso le sedi giudiziarie competenti;
CONSIDERATO CHE - le scelte gestionali della Commissione Prefettizia, giustificate a suo dire da una logica di risparmio e taglio dei costi, hanno contribuito ad aggravare ulteriormente la già precaria struttura organizzativa del SUEM 118, comportando la rinuncia all’incarico di circa 25 medici convenzionati dell’emergenza-urgenza territoriale;
- per effetto della drastica riduzione delle risorse umane, da oltre un anno le ambulanze medicalizzate sono passate da 14 a 11 con diversi turni che rimangono senza un medico a bordo, e con diversi piccoli Comuni (quali Maida, Sersale, Tiriolo, Girifalco, Amaroni, Vallefiorita) che sono addirittura privi di ambulanze medicalizzate da oltre 15 mesi;
- la vicenda sta portando ad un passo dal collasso l’intera struttura organizzativa dell’emergenza-urgenza del territorio della Provincia di Catanzaro e privando i cittadini di un servizio essenziale per la tutela della salute garantito dall’articolo 32 della Costituzione;
- per arginare il vuoto di organico, ma con aggravio di costi per l’Azienda, la Commissione Prefettizia ha fatto ricorso a discutibili contratti “dinamici” mediante l’utilizzo di professionisti con partita iva, i quali paradossalmente, a fronte di una minore esperienza clinica e abilità tecniche, percepiscono una remunerazione per ogni ora di lavoro pari al doppio rispetto a quella erogata ai loro predecessori (50 euro contro 24 euro), e godono, per di più, dell’indennità che è stata loro tolta;
- la problematica è stata anche affrontata dalla terza Commissione consiliare nella seduta del 20 aprile scorso;
- ad oggi, nonostante i provvedimenti adottati, la carenza non è stata affatto colmata e con l’avvicinarsi della stagione estiva il servizio rischia maggiormente di soffrire, dovendo giustamente i medici convenzionati godere dei 15 giorni di ferie previsti da contratto. Tutto ciò premesso e considerato,
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale f.f. ad intraprendere le più opportune ed urgenti iniziative di competenza, nei confronti del Commissario ad acta, Guido Longo, e della terna commissariale dell’ASP di Catanzaro, necessarie per l’immediato ed efficiente ripristino del servizio di emergenza-urgenza territoriale, al fine garantire il diritto alla salute dei cittadini del territorio della Provincia di Catanzaro, riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione e, al contempo, ridare dignità professionale a tutti i medici che quotidianamente, con abnegazione, si mettono al servizio della comunità.
(83; 19/05/2021) Pietropaolo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- la Giunta Regionale della Calabria in data 20.03.2021 ha approvato, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, il “Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore rurale per la gestione delle foreste regionali anno 2021-2022”;
- è stata anche approvata la delibera per il riconoscimento dell’oliva bianca (pianta olea europea varietà Leucocarpa o Leucolea) “come albero di interesse regionale della Calabria e segno di pace e fratellanza tra i popoli”;
- sempre nella stessa delibera, si è deciso di instaurare un rapporto di collaborazione con la Conferenza Episcopale Calabra “per garantire continuità e tramandare alle generazioni future la tradizione dell’uso derivante dall’oliva bianca”. - nella Comunità parrocchiale Madonna del Carmine in Sotterra della città di Paola da qualche anno, è ormai tradizione, che nella Festa di San Michele Arcangelo (29 settembre), si celebra all’interno dei festeggiamenti religiosi del Santo, l’Evento dell’olio calabrese con degustazione degli oli della nostra regione e vengono benedette e distribuite le piante dell’olivo bianco;
- ad oggi sono più di 400 le piante distribuite e piantate nel territorio della città di Paola. Oltre 250 sono documentate e sono rintracciabili luogo e persona alle quali assegnate;
- tale progetto di piantumazione è nato soprattutto dallo studio delle radici del nostro territorio. La storia della zona a nord di Paola vanta presenze architettoniche che risalgono all’epoca bizantina e basiliana (Chiesa interrata S.Maria sec. VII°, Chiesa San Michele sec.VIII°-IX°). L’olivo bianco rappresenta un importante elemento nella vita, nella cultura e nella tradizione dei bizantini e basiliani. Portato in Calabria verso il VI° sec. dall’isola di Kasos, divenne elemento fondamentale per il culto e per la religiosità del popolo proprio in virtù delle qualità da esso derivanti;
- l’olio bianco veniva usato per fare il Crisma (olio sacro benedetto dal Vescovo per amministrare i sacramenti battesimo e cresima) veniva usato anche per ungere e consacrare i vescovi, i sacerdoti e anche principi e re, e in più veniva usato da associazioni specifiche di laici, date le sue qualità di leggerezza che non produce fumo, per far ardere la lampada innanzi al Santissimo;
- sulla scia della “Laudato Sii” di Papa Francesco, con il riconoscimento della città di Paola come città dell’olivo bianco si potranno promuovere momenti di crescita e di valorizzazione del legame tra le persone e l’ambiente, attraverso l’adozione e la piantumazione (Sentieri della Luce) dell’olivo bianco o altri alberi di interesse particolare (es. alberi che producono più ossigeno degli altri);
- tale riconoscimento alla città di Paola rappresenta un’occasione per far conoscere i legami con il nostro passato, la storia del nostro popolo e riqualificarne l’identità e la provenienza, aspetto di fondamentale importanza, soprattutto, per le generazioni future, le quali avranno gli strumenti per affrontare in modo consapevole il futuro della propria città. Tutto ciò premesso, rilevato e considerato,
Impegna la Giunta regionale
Affinché provvedano ad insignire la città di Paola del riconoscimento di città dell’olivo bianco.
(84; 19/05/2021) Di Natale.
Il Consiglio regionale, premesso che:
- vista la decisione della Commissione C (2013) 1573 del 20 marzo 2013 sull'approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di Coesione (2007-2013);
vista la decisione della Commissione C (2015) 2771 del 30 aprile 2015 finale, di modifica della decisione della Commissione C (2013) 1573 del 20 Marzo 2013 sull'approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di Coesione (2007-2013), ed il punto 3.5 del relativo allegato ai sensi del quale i progetti non conclusi alla data del 31.12.2015 dovranno essere funzionanti ovvero resi operativi ed in uso entro la data di presentazione dei documenti di chiusura dei programmi operativi fissata al 31 marzo 2017;
visto l'allegato del Rapporto Finale di Esecuzione del POR FESR 2007-2013, inerente la proposta finale di chiusura del programma;
considerato che le attività in ordine alla chiusura contabile del programma con i relativi adempimenti del Programma POR FESR 2007/2013, potrebbero condurre alla espunzione dal programma di progetti non aventi le caratteristiche di funzionalità richieste dai citati orientamenti di chiusura;
ritenuto, pertanto, opportuno, in via prudenziale, promuovere ogni azione utile a salvaguardare eventuali operazioni già concluse ma non ancora funzionanti e per le quali sia stata comunque accertata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di procedimenti giudiziari, anche di natura amministrativa;
ritenuto che per i progetti di cui al precedente punto aventi come beneficiario Enti Locali sarebbe oltremodo dannoso dare avvio a procedure esecutive e di recupero somme su progetti comunque realizzati e funzionanti per i quali si sono ravvisate irregolarità esclusivamente formali e sanate dai beneficiari predetti;
impegna la Giunta regionale
affinché demandi al Dipartimento Programmazione Unitaria di valutare, per le operazioni da espungere dal programma POR FESR 2007/2013 in ragione della mancata funzionalità, la compatibilità con fondi di altre programmazioni nazionali, nel rispetto delle specifiche disposizioni di ammissibilità dei medesimi;
di limitare la valutazione esclusivamente per le operazioni individuate dai dipartimenti competenti per i quali è verificata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di procedimenti giudiziari, anche di natura amministrativa.
(85; 19/05/2021) Caputo, Pitaro Vito.
Il Consiglio regionale, premesso che:
-il Governo centrale ha predisposto un piano strategico che vuole guadare al futuro della nostra nazione e non si pone solo un problema di ripresa economica dalla pandemia, ma di modernità del Paese Italia.
- In un processo di modernizzazione nazionale di tale portata la regione Calabria deve riuscire ad essere al passo coi tempi per non restare ancora una volta marginalizzata.
-Iil Governo pur avendo messo in campo un piano di investimenti ambizioso, quest'ultimo non soddisfa pienamente la nostra regione, perché non contempla il Ponte sullo Stretto.
- La costruzione del Ponte sullo Stretto, come mega opera strategica, continua a sollecitare il dibattito politico sul tema, per non perdere questa occasione più unica che rara di convergere sull'idea che sia arrivato il momento di realizzarla.
- La realizzazione del Ponte potrebbe essere la vera sfida per il rilancio della nostra terra sotto tutti i punti di vista, che proprio in questo momento ha bisogno di coraggio e di guardare oltre.
- Il Consiglio regionale della Calabria possa imprimere un segnale forte in questa direzione, e che il limite temporale di realizzazione delle opere finanziate con il recovery found possa essere superato con la previsione di differenti coperture finanziarie sulla medesima opera.
- Il Ponte costituisce un volano di sviluppo e di ripresa senza precedenti, per cui il nostro territorio non può ancora una volta rinunciare l'idea di vederlo realizzato.
Considerato che
- non realizzare il Ponte ci toglierebbe definitivamente ogni possibilità di rilanciare l'intero Mediterraneo ed in particolare la Calabria, mettendola al passo con le altre Regioni d'Europa, rispetto alle quali, in questo momento, purtroppo siamo relegati in ultima posizione.
- Fare il Ponte, invece, colmerebbe in parte il mai pagato debito storico, che dalla nascita della Repubblica, il resto d'Italia e soprattutto le regioni del Nord, hanno nei nostri confronti.
- Un'opera strutturale di tale portata può rilanciare il ruolo dello Stretto a baricentro dell'Area Mediterranea senza peraltro correre il rischio che i fondi stanziati per la parte pubblica dell'opera, potrebbero dirottarsi verso altre opere, magari disseminate in tutto il territorio nazionale. Questo perché fra costi già sostenuti (250 milioni) e penali dovute per legge e per contratto (800 milioni), la maggior parte di quei fondi di fatto andrebbe dispersa.
- Il Mediterraneo è l'area con cui sempre più si dovranno confrontare, oltre a quella nazionale, le economie dei Paesi Europei e del continente africano e la nostra regione è la piattaforma più avanzata per questa grande area di opportunità.
Ritenuto che
- per raggiungere e consolidare certi risultati, in un momento in cui la questione meridionale pare ritornare all'ordine del giorno nell'agenda politica nazionale, si ritiene indispensabile che la nostra regione vi appaia non tanto per le notizie di cronaca nera, ad opera per lo più della 'ndrangheta, purtroppo, a marchio d'infamia di tutti i calabresi, quanto piuttosto come laboratorio di una nuova idea di Meridione, grazie anche alla possibilità di sinergia politica e programmatica tra due Regioni del Sud, Calabria e Sicilia, che, con la creazione di una infrastruttura come il Ponte sullo Stretto con una campata sospesa di 3.300 metri e una lunghezza complessiva di 3.660 metri, se realizzato, sarebbe il ponte sospeso più lungo al mondo nonché l'ottava meraviglia del mondo.
- Per la sola costruzione del ponte si prevede un costo di 4,5 miliardi circa, che sale a 7,1 miliardi se si considerano anche le opere accessorie e compensative a beneficio del territorio.
- Solo con le entrate erariali legate al periodo di costruzione dell'opera, nelle casse dello Stato arriverebbero 8 miliardi di euro, di cui 7,1 miliardi da contributi e imposte. Nei primi 30 anni di gestione, inoltre, le maggiori entrate per lo Stato raggiungerebbero i 107 miliardi di euro.
- Il nuovo collegamento, con una larghezza di 61 metri e due torri alte 399 metri, servirebbe un flusso di 6 milioni di veicoli l'anno e di 60.000 treni. E in aggiunta ci sarebbe l'impatto positivo per l'occupazione e per lo sviluppo dei territori coinvolti.
- Il Ponte sullo Stretto di Messina renderebbe possibile la creazione di uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo che comporterebbe la messa in collegamento tra le aree urbane di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina e Catania, con la possibilità di accedere a tre distinti impianti aeroportuali, Catania, Reggio Calabria e Lamezia.
- Il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenterebbe altresì uno stimolo fondamentale per la modernizzazione della rete ferroviaria in Sicilia, oltre che dell'alta velocità/alta capacità ferroviaria che dovrebbe collegare Salerno, Reggio Calabria, Messina e Palermo. Attraverso questo collegamento stabile, quella che ad oggi è una rete locale diventerebbe uno strumento strategico per i trasporti su linea ferrata sia di persone che di merci in chiave sostenibile meno inquinante, così come prescritto dall'UE.
- Ci potrebbe essere un ritorno di professionisti, imprenditori, ricercatori, famiglie che vogliano ritrovare una dimensione umana dove fare crescere i loro figli; un territorio, che, oltre al mare e al sole, possa offrire una adeguata qualità della vita, anche nel senso di opportunità nuove.
- Investire sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina significherebbe sviluppo del Mezzogiorno per il quale, ad oggi, le risorse previste nei prossimi cinque anni, comprese le opere in corso di realizzazione, non superano i 6 miliardi di euro contro i 40 miliardi di opere previste nel Centra Nord. Un disequilibrio che tradisce la logica del 34% di investimenti complessivi da stanziare per il Sud.
- La creazione del Ponte sullo Stretto potrebbe riqualificare e impiegare oltre 120.000 unità lavorative, in un momento storico in cui il lavoro ha assunto un ruolo emergenziale, dove addirittura il tasso di disoccupazione solo in Calabria è del 23%, peraltro tra le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile fra i 15 e i 24 anni, pari al 52,7% e quello femminile che in alcuni ambiti supera il 60%.
- Tutto ciò deve essere perseguito con forza, al fine di prevenire l'emigrazione dei nostri giovani, che sono il tesoro più prezioso di cui non possiamo privarci ancora una volta, dopo il periodo delle grandi emigrazioni degli anni passati, che ci hanno depauperato di un patrimonio inestimabile, che ha certamente contribuito a tarpare le ali dello sviluppo e della crescita del nostro territorio. L'obiettivo è quello di agire per invertire il trend dell'esodo occupazionale, attraverso lo sviluppo di politiche coerenti, in una logica di modernizzazione.
- la Regione Calabria, in tutte le sue rappresentanze di maggioranza e opposizione presenti in Consiglio dovrebbe unitariamente chiedere al Governo di impegnarsi per cercare una soluzione politica e finanziaria in via definitiva per non perdere questa opportunità storica. Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto, riscontrata l'utilità e l'importanza che riveste l'opera strategica della mega creazione del Ponte sullo Stretto, vista la rilevanza dell'analisi dei sopracitati aspetti, non rimane che confidare nel buon senso degli addetti ai lavori e nella sete di rivalsa per il futuro della nostra terra, dell'Europa e di tutta l'area Mediterranea che dovrebbe alimentare ogni organo politico chiamato ad adottare delle decisioni. Pertanto, in ossequio ai principi di ragionevolezza, di efficienza, economicità, efficacia, buon andamento ed imparzialità, pubblicità e trasparenza della Pubblica Amministrazione,
impegna la Giunta regionale
nonché gli organi amministrativi all'uopo preposti, in occasione della Seduta di Consiglio regionale della Calabria del 19 maggio 2021 ad adottare ogni iniziativa utile ad affrontare la questione "Ponte sullo Stretto" e propone a tutti gli organi politici ed istituzionali preposti, dal Presidente f.f. della Regione Calabria agli assessori quali componenti la Giunta regionale ed ai colleghi Consiglieri, di prendere posizione e discuterne affinché il Consiglio regionale della Calabria, si determini ufficialmente nel merito, con apposita deliberazione da portare a conoscenza ed interloquire con il Governo centrale. Atteso che la presente istanza trova la sua ragion d'essere nel significato più autentico della politica, intesa quale strumento al servizio dei cittadini e che nel recepire le loro istanze e i loro bisogni deve necessariamente produrre atti che rispondano effettivamente alle necessità dei medesimi, colmando la distanza che spesso si crea tra le istituzioni e la collettività.
(86; 19/05/2021) Giannetta, Caputo.
Il Consiglio regionale, premesso che:
considerato che:
- in seguito all'attuazione della D.G.R. n. 375 del 10.08.2018 sono arrivate da parte di Parroci presso il Dipartimento Lavori Pubblici, innumerevoli richieste per eseguire dei lavori urgenti o di messa a norma alle Leggi vigenti su immobili destinati ad Edilizia di Culto e di ministero pastorale, che nello specifico riflettono situazioni di criticità di detti luoghi Sacri mettendo a rischio giornalmente l'incolumità dei fedeli;
- le risorse originariamente inserite nei capitoli di bilancio dedicati sono state già destinate ad opere ritenuti urgenti dagli Ordinari Diocesani in concerto con il Dipartimento Presidenza della Regione Calabria. Considerato che: la cura e la salvaguardia del patrimonio religioso, rappresenta per la Regione Calabria un obbiettivo primario in quanto la Calabria è ricca di luoghi di culto che devono essere valorizzati anche al fine di un rilancio economico della nostra Regione Tanto Premesso
impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta F.F. ad individuare le risorse sopra indicate attraverso il recupero dalle somme eventualmente resesi disponibili dal capitolo U0232222402 - Spese per gli interventi in conto capitale di edilizia agevolata diretti al recupero del patrimonio di edilizia residenziale, al risanamento di parti comuni, ai programmi integrati, agli alloggi occupanti baracche, a particolari categorie sociali, agli alloggi in locazione, alla locazione proprietà' differita, agli alloggi da cedere in proprietà, all'adeguamento della legge 46/90 - trasferimenti in c/capitale ad Amministrazioni Locali (art.3 legge 457/78, art.2, commi 1 e 2, legge 179/92, art.10 legge 493/93 - punti 3.3.1. a 3.3.5. della delibera CIPE del 16.3.94 - programma quadriennale 1992-1995). E messe a disposizione nel capitolo U9080100802 - contributo una tantum in favore di comuni e dei titolari delle parrocchie interessate per la manutenzione straordinaria di opere di culto e di ministero pastorale - contributi agli investimenti ad istituzioni sociali private (art. 2, comma 6, della legge regionale 22 dicembre 2017, n.55).
(87; 19/05/2021) Arruzzolo, De Caprio, Sainato.
Il Consiglio regionale, premesso che:
considerato che:
- molti porti regionali sono ad oggi in una situazione critica derivante da ordinanze della Capitaneria di Porto che ne limitano la navigabilità o da altre situazioni che comunque mettono a rischio la sicurezza della navigazione. - Le conseguenti limitazioni avranno un impatto critico non solo sulla stagione estiva in corso di avvio, ma anche alle attività economiche e commerciali nonché ittiche con ricadute economiche molto negative. Tanto premesso
impegna la Giunta regionale
ed il presidente della Giunta f.f. - a individuare qualsiasi attività per fornire sostegno economico ai Comuni titolari delle funzioni connesse alla gestione dei porti, al fine di rimuovere le situazioni di pericolo della sicurezza della navigazione o che comunque ne impediscano la stessa. - Di dotare la Regione Calabria di una legge che disciplina l'erogazione di fondi ai comuni per la manutenzione straordinaria dei porti.
(88; 19/05/2021) Arruzzolo, De Caprio, Sainato.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la deliberazione n. 14 del 19 aprile 2021, con la quale l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha proposto all’Assemblea il riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2020, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, del decreto legislativo n. 118/2011, nonché le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2020-2022 e al bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale della Calabria;
PREMESSO CHE:
-il decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, così come modificato e integrato dal decreto legislativo del 10 agosto 2014, n. 126, ha introdotto il nuovo impianto normativo sull’armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle autonomie locali finalizzato a stabilire il quadro complessivo di riferimento dei principi contabili generali per regioni, province autonome ed enti locali;
-con deliberazione consiliare n. 463 del 10 dicembre 2019 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2020-2022;
-con deliberazione consiliare n. 100 del 29 dicembre 2020 è stato approvato il bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per gli esercizi finanziari 2021-2023;
-con deliberazione dell’Ufficio di Presidenza n. 1 del 25 gennaio 2021 sono stati approvati il verbale di chiusura della contabilità dell’esercizio finanziario 2020 ed il prospetto aggiornato del risultato di amministrazione presunto dell’esercizio 2020;
RICHIAMATO l’articolo 3, comma 4, del citato d.lgs. n. 118/2011, che prevede che tutte le pubbliche amministrazioni effettuano annualmente l’operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, consistente nella revisione delle ragioni del loro mantenimento, ai fini del rendiconto. Lo stesso articolo prescrive, inoltre, che “possono essere conservati tra i residui attivi le entrate accertate esigibili nell’esercizio di riferimento, ma non incassate. Possono essere conservate tra i residui passivi le spese impegnate, liquidate o liquidabili nel corso dell’esercizio, ma non pagate. Le entrate e le spese accertate e impegnate non esigibili nell’esercizio considerato, sono immediatamente reimputate all’esercizio in cui sono esigibili. La reimputazione degli impegni è effettuata incrementando, di pari importo, il fondo pluriennale di spesa, al fine di consentire, nell’entrata degli esercizi successivi, l’iscrizione del fondo pluriennale vincolato a copertura delle spese reimputate. La costituzione del fondo pluriennale vincolato non è effettuata in caso di reimputazione contestuale di entrate e di spese. Le variazioni agli stanziamenti del fondo pluriennale vincolato e agli stanziamenti correlati, dell’esercizio in corso e dell’esercizio precedente, necessarie alla reimputazione delle entrate e delle spese riaccertate, sono effettuate con provvedimento amministrativo della giunta entro i termini previsti per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio precedente (…). Al termine delle procedure di riaccertamento non sono conservati residui cui non corrispondono obbligazioni giuridicamente perfezionate”;
RICHIAMATO, altresì, il principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (allegato 4/2 al d.lgs. n. 118/2011) ed in particolare il punto 9.1, inerente il riaccertamento ordinario dei residui;
VISTO il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale della Calabria, approvato con deliberazione consiliare n. 190 del 4 maggio 2017, successivamente modificato dalla deliberazione consiliare n. 342 del 28 settembre 2018;
DATO ATTO CHE, alla luce della normativa sopra richiamata, il Consiglio regionale, prima della predisposizione del rendiconto dell’esercizio 2020, deve approvare il riaccertamento ordinario dei residui e procedere alla cancellazione dei residui attivi e passivi non assistiti da obbligazioni giuridicamente perfezionate, nonché alla reimputazione dei residui attivi e passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data del 31 dicembre dell’esercizio cui si riferisce il rendiconto;
CONSIDERATO CHE la reimputazione dei residui passivi non esigibili nell’esercizio 2020 comporta:
-la creazione, sul bilancio d’esercizio 2020, cui si riferisce il rendiconto, dei fondi pluriennali vincolati connessi alle spese reimputate per le quali la copertura è data dal fondo medesimo;
-una variazione del bilancio di previsione 2021 in corso di gestione, al fine di istituire o incrementare gli stanziamenti di entrate e spese su cui devono essere imputate le relative obbligazioni;
-il trasferimento all’esercizio di reimputazione anche della copertura che l’impegno aveva nello stanziamento dell’esercizio in cui era stato inizialmente imputato, attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata. La costituzione
o l’incremento di tale fondo è escluso solo in caso di contestuale reimputazione di entrate e spese;
PRESO ATTO CHE:
-in data 16 febbraio 2021 il dirigente del Settore Bilancio e Ragioneria ha trasmesso ai responsabili delle strutture amministrative competenti l’elenco dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2020, ai fini del loro riaccertamento;
-i dirigenti responsabili delle strutture amministrative del Consiglio regionale hanno trasmesso le risultanze della verifica ordinaria sulla consistenza e l’esigibilità dei residui di propria competenza, secondo i nuovi principi contabili applicati, rilevando: gli importi da eliminare definitivamente, in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate, gli importi da conservare a residuo in quanto corrispondenti ad obbligazioni giuridiche perfezionate e gli importi da reimputare negli esercizi successivi rispetto al 31 dicembre 2020, nelle quali l’esigibilità avrà scadenza;
-sulla scorta delle comunicazioni di cui sopra, sono stati predisposti i prospetti (Allegati A e B) relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2020, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni giuridicamente perfezionate, sia gli importi da eliminare e reimputare agli esercizi successivi nei quali l’esigibilità avrà scadenza, sia gli importi da conservare a residuo;
VISTI:
a) gli elenchi dei residui attivi e passivi da conservare nel conto del bilancio dell’esercizio 2020 (Allegati C e D);
b) il prospetto relativo agli impegni da reimputare negli esercizi successivi a quello a cui si riferisce il rendiconto 2020 (Allegato E);
c) il prospetto relativo alle variazioni intervenute nel Fondo Pluriennale Vincolato a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2020 e di reimputazione degli impegni (Allegato F);
d) il prospetto relativo alle variazioni di competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario 2020-2022, esercizio 2020, a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi alla data del 31 dicembre 2020 e di reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2020 e reimputati nell’esercizio 2021 (Allegato G);
e) il prospetto relativo alle variazioni di competenza e di cassa del bilancio di previsione finanziario 2021-2023, esercizio 2021, al fine di adeguare le previsioni di competenza e di cassa iscritte in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2020, nonché della reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2020, e reimputati nell’esercizio 2021 (Allegato H);
f) il prospetto relativo alle somme da vincolare nel risultato di amministrazione dell’esercizio 2020 a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi (Allegato I);
PRESO ATTO CHE il Collegio dei Revisori dei Conti, con verbale n. 17 del 6 aprile 2021, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale(Allegato L), ha espresso parere favorevole sul riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2020 e sulle conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2020-2022 e al bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale della Calabria;
DATO ATTO che con successivo provvedimento sarà aggiornato il prospetto del risultato presunto di amministrazione dell’esercizio 2020, approvato con deliberazione del Consiglio regionale n. 100 del 9 dicembre 2020;
RITENUTO, pertanto, di dover procedere, in ragione di quanto sopra espresso ed in ottemperanza del combinato disposto dell’articolo 3, comma 4, del d.lgs. n.118/2011 e dell’articolo 74 del Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, all’approvazione delle risultanze del riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31 dicembre 2020, nonché all’approvazione delle conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2020-2022 e al bilancio di previsione 2021-2023 del Consiglio regionale;
UDITO il relatore, Consigliere Mancuso, che ha illustrato il provvedimento;
DELIBERA
-di approvare, ai sensi dell’articolo 3, comma 4 del decreto legislativo n.118/2011 ed in ossequio al principio contabile allegato 4/2 al citato decreto, punto 9.1, gli elenchi dei residui attivi e passivi cancellati, reimputati e mantenuti alla data del 31 dicembre 2020, risultanti dall’operazione di riaccertamento ordinario e allegati alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale del presente provvedimento (Allegati A e B);
-di dare atto che l’ammontare dei residui attivi al 31 dicembre 2020 è pari a 37.807.998,71 euro, come riportato nell’Allegato C), che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-di dare atto che l’ammontare dei residui passivi al 31 dicembre 2020 è pari a 6.101.450,73 euro, come riportato nell’Allegato D), che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-di disporre la registrazione nella contabilità dell’Ente, con imputazione negli esercizi in cui sono esigibili, degli impegni 2020 elencati nell’Allegato E), che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-di approvare la variazione del fondo pluriennale vincolato di spesa al termine dell’esercizio 2020, derivante dalla reimputazione degli impegni di cui all’Allegato F), che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-di dare atto che la consistenza finale al 31 dicembre 2020 del fondo pluriennale vincolato da iscrivere nell’entrata del bilancio dell’esercizio 2021, è pari ad euro 2.764.359,08, di cui euro 1.910.286,24 per spese correnti ed euro 854.072,24 per spese in conto capitale;
-di approvare le variazioni in conto competenza ed in conto cassa degli stanziamenti del bilancio di previsione 2020-2022, esercizio 2020, conseguenti all’attività di riaccertamento dei residui attivi e passivi, come riportato nell’Allegato G), che forma parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
-di approvare le variazioni in conto competenza ed in conto cassa degli stanziamenti del bilancio di previsione 2021-2023, esercizio 2021, a seguito dell’adeguamento dei valori iscritti in bilancio all’ammontare dei residui attivi e passivi esistenti al 31 dicembre 2020 dopo le operazioni di riaccertamento ordinario dei residui e di reimputazione degli impegni eliminati in quanto non esigibili al 31 dicembre 2020, e reimputati nell’esercizio 2021 come risultanti dall’Allegato H, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento;
-di approvare l’Allegato I), che forma parte integrante e sostanziale del presente provvedimento, concernente la parte di residui passivi eliminati durante le operazioni di riaccertamento ordinario dei residui da vincolare nel risultato di amministrazione presunto dell’esercizio 2020;
-di prendere atto del parere favorevole del Collegio dei revisori dei Conti, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale (Allegato L);
-di rinviare ad un successivo provvedimento l’aggiornamento del prospetto del risultato presunto di amministrazione dell’esercizio 2020, approvato con la deliberazione consiliare n. 100 del 29 dicembre 2020;
-di dare atto che le risultanze del presente riaccertamento dei residui confluiranno nel rendiconto dell’esercizio 2020;
-di trasmettere la presente deliberazione unitamente ai relativi allegati alla Giunta regionale e al Settore Bilancio e Ragioneria del Consiglio regionale per opportuna conoscenza e/o per il seguito di rispettiva competenza.
Art. 1
(Rifinanziamento del prestito contratto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze per l'estinzione dei debiti sanitari cumulativamente registrati fino al 31 dicembre 2005)
1. Allo scopo di attuare una gestione virtuosa del debito regionale contenendo il costo dell’indebitamento regionale, la Giunta regionale è autorizzata a valutare le condizioni di rifinanziamento proposte dalla Cassa Depositi e Prestiti S.p.A., connesso alle operazioni di cui all’Accordo con il Ministro della salute e il Ministro dell’economia e delle finanze per l’approvazione del Piano di rientro di individuazione degli interventi per il perseguimento dell’equilibrio economico, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - finanziaria 2005), e alla successiva operazione di conversione, nel rispetto dei seguenti limiti:
a) riduzione del valore finanziario delle passività totali a carico del bilancio regionale ai sensi dell’articolo 41 della legge 28 dicembre 2001, n. 448(Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – finanziaria 2002);
b) la provvista finanziaria da acquisire per rifinanziare i prestiti da estinguere deve essere di importo non superiore al debito residuo del prestito originario non dovendo comportare l’effetto di aumentare il debito nominale residuo della Regione Calabria.
2. Gli oneri di ammortamento dei nuovi prestiti derivanti dal rifinanziamento di cui al comma 1 trovano complessiva copertura a valere sugli stanziamenti già iscritti negli esercizi 2021-2023 alla missione 50, programma 1 (U.50.01), ed alla missione 50, programma 2 (U.50.02), per far fronte alle rate dei mutui MEF in corso di ammortamento ed oggetto di conversione. Per gli esercizi successivi si provvede annualmente con legge di bilancio.
3. Il risparmio di spesa rinveniente dal rifinanziamento dei mutui di cui al comma 1 è accantonato, in attesa dell’esito del Giudizio di parifica della Corte dei conti sul Rendiconto generale dell’anno 2020.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad effettuare le variazioni al Bilancio di previsione finanziario per gli anni 2021-2023 approvato con la legge regionale 30 dicembre 2020, n. 35(Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2021-2023).
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti da acquisto di servizi senza il preventivo impegno di spesa)
1. Ai sensi e per gli effetti dell’articolo 73, comma 1, lettera e) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42), è riconosciuta la legittimità dei debiti fuori bilancio della Regione Calabria derivanti da acquisto di servizi senza il preventivo impegno di spesa per la somma di 43.667,00 euro per come dettagliato nella tabella 1 allegata alla presente legge per farne parte integrante e sostanziale.
Art. 2
(Copertura finanziaria)
1. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dal riconoscimento dei debiti fuori bilancio di cui all’articolo 1 si provvede, per l’importo corrispondente a 43.667,00 euro con le risorse allocate alla Missione U.20 “Fondi e Accantonamenti”, Programma 03 “Altri fondi” (U.20.03) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2021-2023.
2. La Giunta regionale, per la copertura dei debiti fuori bilancio di cui all’articolo 1, è autorizzata ad apportare le necessarie variazioni al bilancio di previsione 2021-2023 approvato con legge regionale 30 dicembre 2020, n. 35 (Bilancio di previsione finanziario della Regione Calabria per gli anni 2021-2023).
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazioni all'articolo 14 della l.r. 17/2005)
1. Nel comma 2, lettera b), n. 3) dell'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n. 17 (Norme per l’esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo), dopo la parola “2020” sono inserite le seguenti: “e per la stagione balneare 2021”.
2. Dopo il comma 3 dell’articolo 14 della l.r. 17/2005, è inserito il seguente: “3-bis. Al fine di attenuare la situazione di grave crisi economico-finanziaria determinata dall’emergenza sanitaria ancora in atto e di garantire il rispetto delle misure di sicurezza e di distanziamento sociale per contenere la diffusione del virus Covid-19, le concessioni demaniali di cui al comma 2, lettera b), numero 3), sono autorizzate dai comuni, esclusivamente per la stagione estiva 2021, entro quindici giorni successivi alla richiesta effettuata dai titolari di concessioni turistico-balneari, contenente idonea documentazione attestante la esatta individuazione dello spazio demaniale da utilizzare in ampliamento, se rientranti nei casi e nei limiti di cui al citato numero 3).”.
Art. 2
(Integrazioni all'articolo 27 della l.r. 17/2005)
1. L'articolo 27 della l.r. 17/2005è così integrato:
a) nel comma 4, dopo la parola “2020” sono inserite le seguenti: “e per la stagione balneare 2021”;
b) nel comma 7, dopo la parola “2020” sono inserite le seguenti: “e per la stagione balneare 2021”;
c) nel comma 8, dopo la parola “2020” sono inserite le seguenti: “e per la stagione estiva 2021”.
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 105 del 19 marzo 2021, recante "Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste regionali anni 2021-2022";
VISTA la legge regionale n. 20 del 19 ottobre 1992 (Forestazione, difesa del suolo e foreste regionali in Calabria), e in particolare l’articolo 5 che:
-prevede l’elaborazione da parte della Regione Calabria di un programma regionale per l’attività di forestazione e la gestione delle foreste regionali (comma 1) e la relativa approvazione da parte del Consiglio regionale (comma 3);
-dispone che il programma ha durata non superiore a cinque anni, si aggiorna per scorrimento e si attua con piani annuali, attraverso progetti esecutivi (comma 4);
VISTE:
-la legge regionale 12 ottobre 2012, n. 45 (Gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio forestale regionale);
-la legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell’Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna – Azienda Calabria Verde – e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna);
CONSIDERATO CHE il Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali punta a promuovere un quadro di azioni di livello regionale e costituisce lo strumento per coordinare tra di loro le azioni regionali e degli enti locali delegati in materia forestale oltre che per orientare le stesse attività degli attori privati operanti in questo comparto;
PRESO ATTO CHE l’obiettivo generale del Piano è favorire e potenziare la gestione sostenibile e la multifunzionalità delle foreste sulla base dei seguenti principi generali:
• la pianificazione e la programmazione a breve, medio e lungo termine costituiscono la base per la corretta gestione dei boschi e per la realizzazione degli impegni assunti in materia forestale a livello internazionale;
• necessità di accrescere la competitività nel settore forestale e di promuovere la gestione sostenibile delle foreste della Calabria;
• lo studio e il monitoraggio delle risorse forestali costituiscono la base conoscitiva per la pianificazione e per la gestione sostenibile, oltre che strumento di informazione, divulgazione, educazione e didattica per la diffusione di una cultura forestale e ambientale di comune interesse;
VISTI il Programma Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali anni 2021-2022 ed i relativi allegati, che costituiscono parti integranti e sostanziali della presente deliberazione;
TENUTO CONTO CHE il dirigente generale del dipartimento “Economia e Finanze”, con nota prot. SIAR n. 128938 del 18 marzo 2021, ha attestato la copertura finanziaria e la compatibilità finanziaria del provvedimento;
RILEVATO CHE la Sesta Commissione consiliare permanente, nella seduta del 14 aprile 2021, ha approvato il Piano Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle foreste regionali per gli anni 2021-2022 ed i relativi allegati, formulando le seguenti raccomandazioni:
-inserire nella programmazione dei fondi comunitari, ed in particolare del Recovery Plan, tutti gli interventi previsti nel paragrafo ”5.8 Interventi della Banca Dati ReNDiS”, del Programma (944 progetti, per oltre 1,5 MLD di euro, relativi ad interventi strutturali da realizzare mediante i soggetti operanti in Calabria, per effetto della legge regionale 20/1992 – Azienda Calabria Verde, Ente Parco Regionale e Consorzi di bonifica);
-attivare provvedimenti per accelerare l’attuazione dei piani già provvisti di copertura finanziaria dal 2010 in poi, indicati al paragrafo 5.5 “Criticità dovute ad eventi idrogeologici”;
-tenere conto che, in relazione alla programmazione faunistica, trattata al paragrafo 7.9, è necessario escludere i cinghiali e i lupi, dando priorità al contenimento, per una densità ottimale;
-realizzare l’Inventario forestale regionale, prevedendolo nei piani annuali di forestazione, tenuto conto che la Calabria è una delle poche regioni italiane a non essere provviste di tale strumento, già previsto dalla legge regionale n.20/1992;
-dare priorità nel Piano annuale di forestazione alla lotta alla processionaria dei pini, in sinergia con il Servizio Fitosanitario;
-definire un programma di intervento che risolva le dettagliate criticità relative alla difesa del suolo e compiutamente descritte nel paragrafo 8.1 “Servizio di monitoraggio dei corsi d’acqua”;
-quantificare il cofinanziamento del piano che dovrà derivare dalla filiera bosco legno, sulla base dello storico; -che la programmazione individui altre risorse per azioni di prevenzione del rischio idrogeologico e per le mitigazioni idraulico forestali;
UDITO il relatore, Consigliere Molinaro, che ha illustrato il provvedimento;
DELIBERA
di approvare il Piano Regionale per le attività di sviluppo nel settore della Forestazione e per la gestione delle Foreste regionali per gli anni 2021 -2022 ed i relativi allegati, che formano parti integranti e sostanziali della presente deliberazione, prendendo atto e facendo proprie le raccomandazioni formulate dalla Sesta Commissione consiliare permanente.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 137 del 15 aprile 2021 recante: “Bilancio di previsione 2021-2023 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.). Trasmissione proposta al Consiglio regionale per gli atti di competenza”;
VISTI:
-la legge regionale n. 24/2013, che ha istituito l'Ente per Parchi Marini Regionali;
-la legge regionale n. 8/2002 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione Calabria);
-l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
-il decreto legislativo n. 118/2011, per come modificato e integrato dal decreto legislativo n.126/2014;
PREMESSO CHE:
-l’articolo 57, comma 3 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre;
TENUTO CONTO CHE:
-con decreto del Presidente della Giunta regionale n. 195 del 20 dicembre 2016 è stato nominato il Commissario Straordinario dell'Ente per i Parchi Marini Regionali, al fine di addivenire all'accorpamento dei cinque Parchi Marini della Regione Calabria nell'ente unico “Ente per i Parchi Marini Regionali”;
-con decreto n. 138 del 12 dicembre 2017 il Presidente della Giunta regionale ha provveduto a costituire il nuovo Ente trasferendo tutti i diritti attivi e passivi nonché i beni mobili e immobili e le risorse finanziarie degli accorpati cinque parchi marini regionali;
-con deliberazione di Giunta regionale n. 318 del 19 luglio 2018 è stato approvato lo statuto dell'Ente;
VISTO il decreto n. 5 del 23 marzo 2021 del Commissario Straordinario dell’Ente, con cui è stato approvato il bilancio di previsione armonizzato 2021-2023 dell’Ente per i Parchi Marini Regionali;
TENUTO CONTO CHE il Revisore unico dei conti dell’Ente, con verbale n. 2 del 12 marzo 2021: -ha rilevato la congruità delle previsioni di spesa e l’attendibilità delle entrate
previste sulla base: a) delle previsioni definitive 2021-2023; b) della salvaguardia degli equilibri ai sensi dell’articolo 40, comma 1 del d.lgs. 118/20211; c) di eventuali reimputazioni di entrata; d) degli effetti derivanti da spese disposte da leggi, contratti ed atti che obbligano giuridicamente l’ente; e) del rispetto delle norme relative al concorso degli enti locali alla realizzazione degli obiettivi;
-con riferimento alle previsioni per investimenti, ha riscontrato che, con le previsioni contenute nello schema di bilancio, l’Ente può conseguire gli equilibri di finanza pubblica nel triennio, così come definiti nella legge n.145/2018;
-ha rilevato che le previsioni di cassa sono attendibili in relazione all’esigibilità in quanto trasferite dalla Regione;
-ha richiesto il rispetto dei termini per l’invio dei dati relativi al documento contabile di cui trattasi entro trenta giorni dalla sua approvazione alla banca dati delle amministrazioni pubbliche;
-ha rilevato la coerenza, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;
-ha verificato che il bilancio è stato redatto nell’osservanza delle norme di legge, dello statuto dell’Ente, del regolamento di contabilità, delle norme del d.lgs. n. 118/2011 e dei relativi principi contabili applicati allegati al decreto;
-ha espresso parere favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 20212023 e sui documenti allegati;
CONSIDERATO CHE il dipartimento regionale "Tutela dell’Ambiente", che esercita la vigilanza sull’attività dell’Ente, nell’istruttoria di propria competenza ha espresso parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione 2021-2023 dell’Ente, attestando altresì che per il documento contabile di cui trattasi non può trovare applicazione la normativa in materia di contenimento delle spese di cui alla legge regionale 27 dicembre 2016, n. 43, in quanto l’Ente “è divenuto operativo dal 1 gennaio 2018 e ad oggi non si è verificata l’assoluta necessità di sostenere la spesa, poiché la struttura è priva di risorse umane proprie e, attualmente, per l’espletamento delle attività ad esso demandate, lo stesso si avvale del personale appartenente ai ruoli dell’Amministrazione regionale che svolge la propria attività in regime di collaborazione temporanea e saltuaria, senza oneri a carico dell’Ente”;
TENUTO CONTO CHE il dipartimento “Economia e Finanze”, nell'istruttoria di competenza:
-ha rilevato che l’equilibrio complessivo della gestione 2021-2023 è conseguito senza l’applicazione del risultato di amministrazione presunto; -ha formulato all’Ente le seguenti raccomandazioni:
verificare la congruità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità durante la gestione dell’esercizio 2021, provvedendo ad un aggiornamento dello stesso, a seguito di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti dei capitoli di entrata, in termini di eventuali nuove risorse di dubbia e difficile esazione, atteso che non risulta alcun appostamento nel fondo, poiché non sussisterebbero per l’Ente voci di entrata tali da rendere necessario il calcolo del fondo stesso;
provvedere, per quanto concerne il Fondo Pluriennale Vincolato, alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo per la parte corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata, a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2020;
-ha ritenuto possibile procedere alla trasmissione, da parte della Giunta regionale, della proposta di bilancio di previsione 2021-2023 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali al Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 57, comma 3 della legge regionale n. 8/2002;
PRESO ATTO CHE la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 4 maggio 2021, ha approvato il bilancio di previsione 2021-2023 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati;
UDITO il relatore, Consigliere Paris, che ha illustrato il provvedimento;
DELIBERA
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, il bilancio di previsione 2021-2023 dell'Ente per i Parchi Marini Regionali (E.P.M.R.) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
IL CONSIGLIO REGIONALE
VISTA la deliberazione di Giunta regionale n. 147 del 27 aprile 2021, recante: "Bilancio di previsione 2021-2023 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) -Trasmissione al Consiglio regionale per gli atti di competenza";
PREMESSO CHE:
-l’articolo 57, comma 7 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 (Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria) dispone che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
-la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i rendiconti al Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre;
VISTI:
-la legge regionale 3 agosto 1999, n. 20 (Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria -A.R.P.A.CAL.);
-la legge regionale n. 8/2002;
-l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
-il decreto legislativo n. 118/2011, per come modificato e integrato dal decreto legislativo n. 126/2014;
VISTA la deliberazione n. 71 del 12 marzo 2021 con la quale il Direttore generale dell’ARPACAL ha approvato il Bilancio Previsionale Triennale 2021/2023 e il Piano annuale delle attività 2021;
RILEVATO CHE il Revisore unico dei conti dell’Agenzia, con verbale n. 8 del 12 marzo 2021:
-ha evidenziato che l’ARPACAL ha esigenza di potenziare l’organico del personale e l’apparato produttivo, nonché migliorare anche l’organizzazione amministrativa;
-ha suggerito all’Organo di amministrazione di adoperarsi, per il futuro, per predisporre il bilancio di previsione entro i termini di legge;
-ha attestato la corrispondenza delle previsioni di bilancio 2021/2023 alle norme di legge nazionali e regionali vigenti in materia, rilevando altresì la coerenza interna, la congruità e l’attendibilità contabile delle previsioni di bilancio;
-ha espresso parere favorevole all’approvazione del bilancio di previsione finanziario 2021 -2023 dell’ARPACAL ed ai relativi allegati;
TENUTO CONTO CHE il Comitato regionale di indirizzo dell’ARPACAL, con verbale del 24 marzo 2021, ha espresso parere favorevole sul bilancio previsionale triennale 2021-2023;
CONSIDERATO CHE il dipartimento regionale “Tutela dell’Ambiente”, che esercita la vigilanza sull’Ente, nell’istruttoria di propria competenza ha evidenziato che, con deliberazione n. 48 del 24 febbraio 2021 del Direttore Generale, è stato assunto il provvedimento che tiene conto delle misure di contenimento delle spese operate nel bilancio di previsione 2021-2023, per come previsto dall’articolo 6, comma 1, lettere a) e b) della legge regionale n. 43/2016, ed ha espresso parere favorevole alla proposta di bilancio preventivo dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Regione Calabria;
PRESO ATTO CHE il dipartimento “Economia e Finanze”, nell’istruttoria di competenza, -ha verificato, con esito positivo, la corretta applicazione da parte dell’Ente della quota vincolata dell’avanzo di amministrazione presunto, in ossequio al principio contabile applicato alla contabilità finanziaria punto 9.2 dell’allegato 4/2 del d.lgs. n. 118/2011, e nel rispetto dei limiti di cui alle disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma 897 della Legge n. 145/2018; -ha formulato all’Ente le seguenti raccomandazioni:
con riferimento al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità (FCDE), di provvedere nel corso dell’esercizio 2021 ad aggiornare le previsioni di spesa di cui al FCDE, verificandone, a seguito dell’attività di gestione, la congruità, provvedendo ad una sistematica analisi dello stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento all’effettivo andamento degli incassi;
con riferimento al Fondo Pluriennale Vincolato, di provvedere, a seguito dell’approvazione della procedura di riaccertamento dei residui 2020, alle dovute variazioni di bilancio apportando i conseguenti correttivi al Fondo Pluriennale Vincolato per la parte corrente e capitale, di cui alla proposta di bilancio di previsione 2021-2023, nel rispetto del principio contabile applicato della competenza finanziaria potenziata;
-ha ritenuto possibile procedere, da parte della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di previsione 2021-2023 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3, della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8;
PRESO ATTO CHE la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 4 maggio 2021, ha approvato il bilancio di previsione 2021-2023 dell’ARPACAL e i documenti ad esso allegati;
UDITO il relatore, Consigliere Sculco, che ha illustrato il provvedimento;
DELIBERA
di approvare, ai sensi dell'articolo 57 della legge regionale n. 8/2002, il bilancio di previsione 2021-2023 dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) e i documenti ad esso allegati, che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Art. 1
(Abrogazione della legge regionale 25 novembre 2019, n. 46)
1. È abrogata la legge regionale 25 novembre 2019, n. 46 (Modifica alla lettera a), comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17).
Art. 2
(Modifiche all'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17)
1. AI comma 2 dell'articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2005, n.17 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni amministrative sulle aree del demanio marittimo) sono apportate le seguenti modifiche:
a) alla fine del primo periodo, sono soppresse le seguenti parole: "o comunque rinnovate";
b) nell'alinea della lettera a), le parole "pluriennali di natura stagionale" sono sostituite dalle seguenti: "marittime stagionali".
Art. 3
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO:
- che la Giunta Regionale della Calabria in data 20.03.2021 ha approvato, su proposta dell’Assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, il “Programma regionale per le attività di sviluppo nel settore rurale per la gestione delle foreste regionali anno 2021-2022”;
- che è stata anche approvata la delibera per il riconoscimento dell’oliva bianca (pianta olea europea varietà Leucocarpa o Leucolea) “come albero di interesse regionale della Calabria e segno di pace e fratellanza tra i popoli”;
- che sempre nella stessa delibera, si è deciso di instaurare un rapporto di collaborazione con la Conferenza Episcopale Calabra “per garantire continuità e tramandare alle generazioni future la tradizione dell’uso derivante dall’oliva bianca”.
- che nella Comunità parrocchiale Madonna del Carmine in Sotterra della città di Paola da qualche anno, è ormai tradizione, che nella Festa di San Michele Arcangelo (29 settembre), si celebra all’interno dei festeggiamenti religiosi del Santo, l’Evento dell’olio calabrese con degustazione degli oli della nostra regione e vengono benedette e distribuite le piante dell’olivo bianco;
- che ad oggi sono più di 400 le piante distribuite e piantate nel territorio della città di Paola. Oltre 250 sono documentate e sono rintracciabili luogo e persona alle quali assegnate;
- che tale progetto di piantumazione è nato soprattutto dallo studio delle radici del nostro territorio. La storia della zona a nord di Paola vanta presenze architettoniche che risalgono all’epoca bizantina e basiliana (Chiesa interrata S. Maria sec. VII°, Chiesa San Michele sec. VIII°-IX°). L’olivo bianco rappresenta un importante elemento nella vita, nella cultura e nella tradizione dei bizantini e basiliani. Portato in Calabria verso il VI° sec. dall’isola di Kasos, divenne elemento fondamentale per il culto e per la religiosità del popolo proprio in virtù delle qualità da esso derivanti;
- che l’olio bianco veniva usato per fare il Crisma (olio sacro benedetto dal Vescovo per amministrare i sacramenti battesimo e cresima) veniva usato anche per ungere e consacrare i vescovi, i sacerdoti e anche principi e re, e in più veniva usato da associazioni specifiche di laici, date le sue qualità di leggerezza che non produce fumo, per far ardere la lampada innanzi al Santissimo;
- che sulla scia della “Laudato Sii” di Papa Francesco, con il riconoscimento della città di Paola come città dell’olivo bianco si potranno promuovere momenti di crescita e di valorizzazione del legame tra le persone e l’ambiente, attraverso l’adozione e la piantumazione (Sentieri della Luce) dell’olivo bianco o altri alberi di interesse particolare (es. alberi che producono più ossigeno degli altri);
- che tale riconoscimento alla città di Paola rappresenta un’occasione per far conoscere i legami con il nostro passato, la storia del nostro popolo e riqualificarne l’identità e la provenienza, aspetto di fondamentale importanza, soprattutto, per le generazioni future, le quali avranno gli strumenti per affrontare in modo consapevole il futuro della propria città.
Tutto ciò premesso, rilevato e considerato,
IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA
affinché provvedano ad insignire la città di Paola del riconoscimento di città dell’olivo bianco.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
il comma 16 dell'articolo 8 della Legge 24 dicembre 1993 n.537 (Collegato alla Finanziaria 1994) e ss. mm. ii. concerne le condizioni di esenzione per reddito dalla compartecipazione alla spesa sanitaria;
il D.M. del 17 marzo 2008 prevede la codifica nazionale delle condizioni di esecuzione della partecipazione del cittadino alla spesa sanitaria;
la Legge 27 dicembre 2006 n. 296 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), nel primo periodo della lettera p) dell'articolo 1 comma 796, ha previsto che, a decorre dal 1 gennaio 2007, per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, gli assistiti, non esentati dalla quota di partecipazione al costo, sono tenuti al pagamento di una quota fissa sulla ricetta pari 10 euro. Per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero, non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codice bianco (ad eccezione di quelli afferenti al pronto soccorso a seguito di traumatismi ed avvelenamenti acuti), gli assistiti non esenti tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro. Quest'ultima, riferita alle prestazioni erogate in regime di pronto soccorso, non è comunque dovuta dagli assistiti non esenti di età inferiore a 14 anni. Sono fatte salve le disposizioni eventualmente assunte dalle Regioni che per l'accesso al pronto soccorso ospedaliero, pongono a carico degli assistiti oneri più elevati;
CONSIDERATO CHE:
alcune condizioni personali e sociali, associate a determinate situazioni reddituali, danno diritto all'esenzione dalla partecipazione al costo sulle prestazioni di diagnostica strumentale, di laboratorio e sulle altre prestazioni specialistiche ambulatoriali. Sono tra gli altri esenti dal pagamento i lavoratori che ricevono una prestazione in seguito ad infortunio sul lavoro, che godono della copertura INAIL. Con riferimento alla predetta esenzione, tuttavia, restano esclusi i soggetti appartenenti alle Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, classificati con codice bianco in seguito agli infortuni sul lavoro, poiché gli stessi non godono di copertura assicurativa da parte dell'INAIL;
il particolare periodo di emergenza epidemiologica legate al COVID-19, periodo in cui le suddette Forze di Polizia ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, sono più sollecitate e in modo continuo e costante;
PRESO ATTO CHE
anche altre Regioni hanno deliberato in materia, stabilendo che le prestazioni di Pronto Soccorso, erogate a seguito di infortunio sul lavoro subito da soggetti appartenenti alle Forze dell'Ordine ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, che non godono di copertura assicurativa INAIL, non siano assoggettate al pagamento della quota di accesso e della compartecipazione alla spesa (si veda, ad esempio, la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto del 25 marzo 2013 n. 393);
CONSTATATO CHE
i soggetti appartenenti alle categorie escluse, a causa della mancata copertura assicurativa INAIL, si trovano nella situazione di non essere esentati dalle spese sanitarie conseguenti ad un infortunio sul lavoro, contrariamente a quanto avviene nei confronti degli altri lavoratori;
RITENUTO CHE
la suddetta differenza di trattamento non risulta ragionevole, in quanto gli stessi soggetti si trovano a rischiare la vita e l'incolumità al fine di garantire la pubblica sicurezza;
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
A porre in essere ogni azione utile e necessaria per attivarsi con il Commissario ad ACTA a prevedere il non assoggettamento al pagamento della quota di accesso e della compartecipazione alla spesa sanitaria in favore dei soggetti appartenenti alle Forze dell'Ordine ad ordinamento civile e militare, Arma dei Carabinieri, Forze Armate e Vigili del Fuoco, che non godono di copertura assicurativa INAIL in conseguenza di infortunio sul lavoro.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
il settore del turismo in Calabria è tra quelli che registrano il maggior numero di addetti rispetto agli altri comparti dell'economia regionale;
l'art. 3 della Legge n. 97/2013 prevede la valenza nazionale della abilitazione all'esercizio della professione di guida turistica ed altre professioni (accompagnatori turistici e direttore tecnico di agenzia di viaggi);
la citata norma non prevede però una definizione delle professioni, definizione che sarebbe indispensabile per le Regioni per poter attivare i processi di emanazione dei bandi per gli esami di abilitazione;
di fatto non esiste più la definizione di guida turistica ed altre professioni nella normativa nazionale di riferimento ed attesa l'importanza cui appartiene la materia delle professioni, è essenziale che lo Stato se ne doti e di conseguenza che le Regioni procedano con le incombenze di propria competenza;
la mancata definizione rappresenta un evidente ostacolo all'accesso alle professioni poiché non è possibile attivare i percorsi formativi necessari per accedere ai concorsi abilitanti;
tantissimi sono i giovani laureati calabresi in discipline turistiche e culturali che attendono oramai da anni la riforma della normativa nazionale di riferimento
propedeutica alla riforma della vetusta Legge Regionale di riorganizzazione turistica (L.R. 8/2008).
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
a chiedere al Governo di voler attivare in tempi rapidi quanto necessario per la modifica dell'art. 3 della Legge n. 97/2013 in materia di professioni turistiche;
a chiedere alla Commissione Speciale Turismo della Conferenza delle Regioni di voler sollecitare il Ministro competente alla predisposizione di un decreto legge al riguardo, che possa risolvere la problematica relativa alla definizione della professione di guida turistica e delle professioni turistiche in genere.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
- lo sviluppo e la promozione di fonti di energia rinnovabile sono fondamentali per il futuro del nostro Paese e quindi della nostra Regione e che l'energia prodotta da impianti a fonte rinnovabile dovrà trovare una strada "privilegiata" nei territori che si prestano al suo sviluppo;
- tuttavia, si è verificata una corsa alla costruzione di impianti eolici anche in siti che altri Paesi Europei non avrebbero nemmeno preso in considerazione per il loro utilizzo non bilanciato con la reale domanda di energia prodotta e per l'incidenza su territori tutelati o di particolare importanza per la produzione agricola o la bellezza del paesaggio;
- venerdì 30 aprile u.s. l'associazione di promozione sociale e territoriale "Fili Meridiani" ha organizzato un webinar dal titolo "Dalla terra alla terra: preserviamo i vigneti storici del Cirò" al quale hanno preso parte imprenditori del luogo, alcuni rappresentanti delle istituzioni, molti cittadini attraverso una grande partecipazione pubblica/web nel corso del quale si è discusso della realizzazione di un parco eolico "Timpe di Muzzunetti" che andrebbe ad essere realizzato sulle colline dove sorgono gli storici vigneti del Vino Cirò;
VISTO CHE:
ai sensi dell'articolo 117 della Costituzione la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia sono materie di legislazione concorrente tra Stato e Regione;
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA REGIONE E LA GIUNTA REGIONALE
1) a intervenire al più presto bloccando l'iter autorizzativo e revocando tutti gli atti amministrativi fino ad ora emessi relativamente all'impianto eolico che dovrà essere realizzato nel territorio di Cirò denominato "Timpe di Muzzunetti" per garantire la tutela agroalimentare e paesaggistica di zone di particolare pregio per via della presenza di secolari vigneti e di antiche colture della produzione del vino che rappresentano la "filiera della vita" dei territori sopra citati;
2) a compiere una ricognizione delle aree idonee all'installazione degli impianti eolici onshore, tenendo necessariamente conto della tutela e salvaguardia dei territori agricoli, della biodiversità e del paesaggio rurale del luogo.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
- è in corso di definizione la ripartizione, tra le regioni italiane, dei fondi europei per lo Sviluppo Rurale, annualità 2021 e 2022;
CONSIDERATO CHE:
- alcune regioni italiane stanno tentando di imporre un nuovo sistema di ripartizione che penalizzerebbe le regioni meridionali, tra cui la Calabria;
- l’applicazione dei nuovi criteri non trova giustificazione nelle finalità per le quali l’Unione Europea ha assegnato le risorse all’Italia;
- lo sviluppo dell’agricoltura meridionale costituisce uno dei punti di forza per il potenziamento della filiera agroalimentare italiana;
- la conferma dei criteri di ripartizione dei fondi, già applicati negli anni scorsi, consente di perseguire gli interessi della Calabria e dell’Italia intera in quanto contribuisce allo sviluppo della filiera agroalimentare italiana ed all’affermazione del cibo 100% Made in Italy;
IMPEGNA E SOSTIENE LA GIUNTA REGIONALE ED IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE per l’affermazione dell’equa ripartizione tra le Regioni, dei fondi assegnati all’Italia nel settore dello Sviluppo Rurale (Fondo FEASR), per gli anni 2021 e 2022, con l’applicazione dei criteri già applicati nel periodo 2014/2020.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
CONSIDERATO CHE:
molti porti regionali sono ad oggi in una situazione critica derivante da ordinanze della Capitaneria di Porto che ne limitano la navigabilità o da altre situazioni che comunque mettono a rischio la sicurezza della navigazione.
Le conseguenti limitazioni avranno un impatto critico non solo sulla stagione estiva in corso di avvio, ma anche alle attività economiche e commerciali nonché ittiche con ricadute economiche molto negative.
Tanto premesso
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA F.F. E LA GIUNTA REGIONALE
- a individuare qualsiasi attività per fornire sostegno economico ai Comuni titolari delle funzioni connesse alla gestione dei porti, al fine di rimuovere le situazioni di pericolo della sicurezza della navigazione o che comunque ne impediscano la stessa.
- Di dotare la Regione Calabria di una legge che disciplina l'erogazione di fondi ai comuni per la manutenzione straordinaria dei porti.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO CHE:
- il rapporto di lavoro dei medici di medicina generale è regolato dagli Accordi Collettivi Nazionali (A.C.N.) stipulati ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. n. 502/1992;
- la suddetta disciplina è integrata a livello regionale da specifici Accordi Integrativi (A.I.R.);
- la Regione Calabria sin dall’Accordo Integrativo del 1998, al quale sono poi seguiti quelli del 2003 e del 2006, ha riconosciuto ai medici dell’E.S.T. (Emergenza Sanitaria Territoriale) un’indennità oraria di € 5,50 per l’espletamento di “compiti aggiuntivi” rispetto a quelli istituzionali già previsti dall’A.C.N.;
- l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ha, però, deciso unilateralmente di sospendere l'erogazione di tale indennità aggiuntiva inizialmente sulle ore feriali (dal 2019) e, successivamente, su tutto il monte orario (dal 2020);
- con delibera della Commissione Straordinaria n. 407 del 7 luglio 2020, la stessa Azienda ha dato mandato all’Ufficio legale di procedere al recupero delle somme corrisposte negli ultimi 10 anni agli stessi medici, penalizzando così una categoria che con grande professionalità e spirito di sacrificio svolge quotidianamente l’attività di primo soccorso sul territorio provinciale;
- per il suddetto modus operandi è in corso, tra l’Azienda e i medici convenzionati, una controversia presso le sedi giudiziarie competenti;
CONSIDERATO CHE
- le scelte gestionali della Commissione Prefettizia, giustificate a suo dire da una logica di risparmio e taglio dei costi, hanno contribuito ad aggravare ulteriormente la già precaria struttura organizzativa del SUEM 118, comportando la rinuncia all’incarico di circa 25 medici convenzionati dell’emergenza-urgenza territoriale;
- per effetto della drastica riduzione delle risorse umane, da oltre un anno le ambulanze medicalizzate sono passate da 14 a 11 con diversi turni che rimangono
senza un medico a bordo, e con diversi piccoli Comuni (quali Maida, Sersale, Tiriolo, Girifalco, Amaroni, Vallefiorita) che sono addirittura privi di ambulanze medicalizzate da oltre 15 mesi;
- la vicenda sta portando ad un passo dal collasso l’intera struttura organizzativa dell’emergenza-urgenza del territorio della Provincia di Catanzaro e privando i cittadini di un servizio essenziale per la tutela della salute garantito dall’articolo 32 della Costituzione;
- per arginare il vuoto di organico, ma con aggravio di costi per l’Azienda, la Commissione Prefettizia ha fatto ricorso a discutibili contratti “dinamici” mediante l’utilizzo di professionisti con partita iva, i quali paradossalmente, a fronte di una minore esperienza clinica e abilità tecniche, percepiscono una remunerazione per ogni ora di lavoro pari al doppio rispetto a quella erogata ai loro predecessori (50 euro contro 24 euro), e godono, per di più, dell’indennità che è stata loro tolta;
- la problematica è stata anche affrontata dalla terza Commissione consiliare nella seduta del 20 aprile scorso;
- ad oggi, nonostante i provvedimenti adottati, la carenza non è stata affatto colmata e con l’avvicinarsi della stagione estiva il servizio rischia maggiormente di soffrire, dovendo giustamente i medici convenzionati godere dei 15 giorni di ferie previsti da contratto.
Tutto ciò premesso e considerato,
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA F.F. E LA GIUNTA REGIONALE
ad intraprendere le più opportune ed urgenti iniziative di competenza, nei confronti del Commissario ad acta, Guido Longo, e della terna commissariale dell’ASP di Catanzaro, necessarie per l’immediato ed efficiente ripristino del servizio di emergenza-urgenza territoriale, al fine garantire il diritto alla salute dei cittadini del territorio della Provincia di Catanzaro, riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione e, al contempo, ridare dignità professionale a tutti i medici che quotidianamente, con abnegazione, si mettono al servizio della comunità.
Art. 1
(Modifica all’articolo 23 l.r. 15/2013. Proroga del termine di adeguamento)
1. All'articolo 23 della legge regionale 29 marzo 2013, n. 15(Norme sui servizi educativi per la prima infanzia), sono apportate le seguenti modifiche e integrazioni:
a) al comma 1, le parole “entro il 30 giugno 2021” sono sostituite dalle seguenti: “entro il 31 dicembre 2021”;
b) il comma 1-bis è sostituito dal seguente: “1-bis. In base al termine di cui al comma 1, tutti i termini, anche connessi a norme transitorie, previsti nel regolamento attuativo di cui all’articolo 10, sono automaticamente differiti alla data di entrata in vigore della presente legge.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Integrazione all’articolo 5 della l.r. 21/2010)
1. Dopo il comma 4-quater dell’articolo 5 della legge regionale 11 agosto 2010, n. 21(Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale) è aggiunto il seguente: “4-quinquies. Gli interventi di cui al presente articolo, necessari per l’adeguamento alla normativa antisismica e sull’accessibilità, nonché per l’installazione di impianti tecnologici e per l’efficientamento energetico, costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia ai sensi, nei casi e nei limiti di cui all’articolo 3, comma 1, lettera d), del d.p.r. 380/2001.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’applicazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del bilancio della Regione. Alla sua attuazione si provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Misure urgenti in materia di concessioni per attività di acquacoltura)
1. Alle concessioni di specchi acquei del mare territoriale, ovvero al compendio demaniale oggetto di concessione per attività di acquacoltura, si applicano, indipendentemente dalla natura giuridica del concessionario e limitatamente agli anni 2021 e 2022, le misure unitarie dei canoni fissate in attuazione dell’articolo 03, comma 2, del decreto legge del 5 ottobre 1993, n. 400 (Disposizioni per la determinazione dei canoni relativi a concessioni demaniali marittime), convertito, con modificazioni, nella legge 4 dicembre 1993, n. 494.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
VISTA la decisione della Commissione C (2013) 1573 del 20 marzo 2013 sull'approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di Coesione (2007-2013);
VISTA la decisione della Commissione C (2015) 2771 del 30 aprile 2015 finale, di modifica della decisione della Commissione C (2013) 1573 del 20 marzo 2013 sull'approvazione degli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi adottati per beneficiare dell'assistenza del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, del Fondo Sociale Europeo e del Fondo di Coesione (2007-2013), ed il punto 3.5 del relativo allegato ai sensi del quale i progetti non conclusi alla data del 31.12.2015 dovranno essere funzionanti ovvero resi operativi ed in uso entro la data di presentazione dei documenti di chiusura dei programmi operativi fissata al 31 marzo 2017;
VISTO l'allegato del Rapporto Finale di Esecuzione del POR FESR 2007-2013, inerente la proposta finale di chiusura del programma;
CONSIDERATO che le attività in ordine alla chiusura contabile del programma con i relativi adempimenti del Programma POR FESR 2007/2013, potrebbero condurre alla espunzione dal programma di progetti non aventi le caratteristiche di funzionalità richieste dai citati orientamenti di chiusura;
RITENUTO, pertanto, opportuno, in via prudenziale, promuovere ogni azione utile a salvaguardare eventuali operazioni già concluse ma non ancora funzionanti e per le quali sia stata comunque accertata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di procedimenti giudiziari, anche di natura amministrativa;
RITENUTO che per i progetti di cui al precedente punto aventi come beneficiario Enti Locali sarebbe oltremodo dannoso dare avvio a procedure esecutive e di recupero somme su progetti comunque realizzati e funzionanti per i quali si sono ravvisate irregolarità esclusivamente formali e sanate dai beneficiari predetti,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
affinché demandi al Dipartimento Programmazione Unitaria di valutare, per le operazioni da espungere dal programma POR FESR 2007/2013 in ragione della mancata funzionalità, la compatibilità con fondi di altre programmazioni nazionali, nel rispetto delle specifiche disposizioni di ammissibilità dei medesimi;
di limitare la valutazione esclusivamente per le operazioni individuate dai dipartimenti competenti per i quali è verificata l'assenza di irregolarità e/o l'assenza di procedimenti giudiziari, anche di natura amministrativa.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
PREMESSO:
- che il Governo centrale ha predisposto un piano strategico che vuole guadare al futuro della nostra nazione e non si pone solo un problema di ripresa economica dalla pandemia, ma di modernità del Paese Italia;
- che in un processo di modernizzazione nazionale di tale portata la regione Calabria deve riuscire ad essere al passo coi tempi per non restare ancora una volta marginalizzata;
- che il Governo pur avendo messo in campo un piano di investimenti ambizioso, quest'ultimo non soddisfa pienamente la nostra regione, perché non contempla il Ponte sullo Stretto;
- che la costruzione del Ponte sullo Stretto, come mega opera strategica, continua a sollecitare il dibattito politico sul tema, per non perdere questa occasione più unica che rara di convergere sull'idea che sia arrivato il momento di realizzarla;
- che la realizzazione del Ponte potrebbe essere la vera sfida per il rilancio della nostra terra sotto tutti i punti di vista, che proprio in questo momento ha bisogno di coraggio e di guardare oltre;
- che il Consiglio regionale della Calabria possa imprimere un segnale forte in questa direzione, e che il limite temporale di realizzazione delle opere finanziate con il Recovery found possa essere superato con la previsione di differenti coperture finanziarie sulla medesima opera;
- che il Ponte costituisce un volano di sviluppo e di ripresa senza precedenti per cui il nostro territorio non può ancora una volta rinunciare l'idea di vederlo realizzato.
CONSIDERATO
- che non realizzare il Ponte ci toglierebbe definitivamente ogni possibilità di rilanciare l'intero Mediterraneo ed in particolare la Calabria, mettendola al passo con le altre Regioni d'Europa, rispetto alle quali, in questo momento, purtroppo siamo relegati in ultima posizione;
- che fare il Ponte, invece, colmerebbe in parte il mai pagato debito storico, che dalla nascita della Repubblica, il resto d'Italia e soprattutto le regioni del Nord, hanno nei nostri confronti;
- che un'opera strutturale di tale portata può rilanciare il ruolo dello Stretto a baricentro dell'Area Mediterranea senza peraltro correre il rischio che i fondi stanziati per la parte pubblica dell'opera, potrebbero dirottarsi verso altre opere, magari disseminate in tutto il territorio nazionale. Questo perché fra costi già sostenuti (250 milioni) e penali dovute per legge e per contratto (800 milioni), la maggior parte di quei fondi di fatto andrebbe dispersa;
- che il Mediterraneo è l'area con cui sempre più si dovranno confrontare, oltre a quella nazionale, le economie dei Paesi Europei e del continente africano e la nostra regione è la piattaforma più avanzata per questa grande area di opportunità.
RITENUTO
- che per raggiungere e consolidare certi risultati, in un momento in cui la questione meridionale pare ritornare all'ordine del giorno nell'agenda politica nazionale, si ritiene indispensabile che la nostra regione vi appaia non tanto per le notizie di cronaca nera, ad opera per lo più della 'ndrangheta, purtroppo, a marchio d'infamia di tutti i calabresi, quanto piuttosto come laboratorio di una nuova idea di Meridione, grazie anche alla possibilità di sinergia politica e programmatica tra due Regioni del Sud, Calabria e Sicilia, che, con la creazione di una infrastruttura come il Ponte sullo Stretto con una campata sospesa di 3.300 metri e una lunghezza complessiva di 3.660 metri, se realizzato, sarebbe il ponte sospeso più lungo al mondo nonché l'ottava meraviglia del mondo;
- che per la sola costruzione del ponte si prevede un costo di 4,5 miliardi circa, che sale a 7,1 miliardi se si considerano anche le opere accessorie e compensative a beneficio del territorio;
- che solo con le entrate erariali legate al periodo di costruzione dell'opera, nelle casse dello Stato arriverebbero 8 miliardi di euro, di cui 7,1 miliardi da contributi e imposte. Nei primi 30 anni di gestione, inoltre, le maggiori entrate per lo Stato raggiungerebbero i 107 miliardi di euro;
- che il nuovo collegamento, con una larghezza di 61 metri e due torri alte 399 metri, servirebbe un flusso di 6 milioni di veicoli l'anno e di 60.000 treni. E in aggiunta ci sarebbe l'impatto positivo per l'occupazione e per lo sviluppo dei territori coinvolti;
- che il Ponte sullo Stretto di Messina renderebbe possibile la creazione di uno dei più vasti sistemi metropolitani del Mediterraneo che comporterebbe la messa in collegamento tra le aree urbane di Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Messina e Catania, con la possibilità di accedere a tre distinti impianti aeroportuali, Catania, Reggio Calabria e Lamezia;
- che il Ponte sullo Stretto di Messina rappresenterebbe altresì uno stimolo fondamentale per la modernizzazione della rete ferroviaria in Sicilia, oltre che dell'alta velocità/alta capacità ferroviaria che dovrebbe collegare Salerno, Reggio Calabria, Messina e Palermo. Attraverso questo collegamento stabile, quella che ad oggi è una rete locale diventerebbe uno strumento strategico per i trasporti su linea ferrata sia di persone che di merci in chiave sostenibile meno inquinante, così come prescritto dall'UE;
- che ci potrebbe essere un ritorno di professionisti, imprenditori, ricercatori, famiglie che vogliano ritrovare una dimensione umana dove fare crescere i loro figli; un territorio, che, oltre al mare e al sole, possa offrire una adeguata qualità della vita, anche nel senso di opportunità nuove;
- che investire sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina significherebbe sviluppo del Mezzogiorno per il quale, ad oggi, le risorse previste nei prossimi cinque anni, comprese le opere in corso di realizzazione, non superano i 6 miliardi di euro contro i 40 miliardi di opere previste nel Centro Nord. Un disequilibrio che tradisce la logica del 34% di investimenti complessivi da stanziare per il Sud;
- che la creazione del Ponte sullo Stretto potrebbe riqualificare e impiegare oltre 120.000 unità lavorative, in un momento storico in cui il lavoro ha assunto un ruolo emergenziale, dove addirittura il tasso di disoccupazione solo in Calabria è del 23%, peraltro tra le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile fra i 15 e i 24 anni, pari al 52,7% e quello femminile che in alcuni ambiti supera il 60%;
- che tutto ciò deve essere perseguito con forza, al fine di prevenire l'emigrazione dei nostri giovani, che sono il tesoro più prezioso di cui non possiamo privarci ancora una volta, dopo il periodo delle grandi emigrazioni degli anni passati, che ci hanno depauperato di un patrimonio inestimabile, che ha certamente contribuito a tarpare le ali dello sviluppo e della crescita del nostro territorio. L'obiettivo è quello di agire per invertire il trend dell'esodo occupazionale, attraverso lo sviluppo di politiche coerenti, in una logica di modernizzazione.
- Che la Regione Calabria, in tutte le sue rappresentanze di maggioranza e opposizione presenti in Consiglio dovrebbe unitariamente chiedere al Governo di impegnarsi per cercare una soluzione politica e finanziaria in via definitiva per non perdere questa opportunità storica.
TUTTO CIÒ PREMESSO, CONSIDERATO E RITENUTO,
riscontrata l'utilità e l'importanza che riveste l'opera strategica della mega creazione del Ponte sullo Stretto, vista la rilevanza dell'analisi dei sopracitati aspetti, non rimane che confidare nel buon senso degli addetti ai lavori e nella sete di rivalsa per il futuro della nostra terra, dell'Europa e di tutta l'area Mediterranea che dovrebbe alimentare ogni organo politico chiamato ad adottare delle decisioni. Pertanto, in ossequio ai principi di ragionevolezza, di efficienza, economicità, efficacia, buon andamento ed imparzialità, pubblicità e trasparenza della Pubblica Amministrazione,
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE nonché gli organi amministrativi all'uopo preposti, in occasione della Seduta di Consiglio regionale della Calabria del 19 maggio 2021 ad adottare ogni iniziativa utile ad affrontare la questione "Ponte sullo Stretto" e propone a tutti gli organi politici ed istituzionali preposti, dal Presidente f.f. della Regione Calabria agli assessori quali componenti la Giunta regionale ed ai colleghi Consiglieri, di prendere posizione e discuterne affinché il Consiglio regionale della Calabria, si determini ufficialmente nel merito, con apposita deliberazione da portare a conoscenza ed interloquire con il Governo centrale. Atteso che la presente istanza trova la sua ragion d'essere nel significato più autentico della politica, intesa quale strumento al servizio dei cittadini e che nel recepire le loro istanze e i loro bisogni deve necessariamente produrre atti che rispondano effettivamente alle necessità dei medesimi, colmando la distanza che spesso si crea tra le istituzioni e la collettività.
IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CALABRIA
CONSIDERATO CHE:
- in seguito all'attuazione della D.G.R. n. 375 del 10.08.2018 sono arrivate da parte di Parroci presso il Dipartimento Lavori Pubblici, innumerevoli richieste per eseguire dei lavori urgenti o di messa a norma alle Leggi vigenti su immobili destinati ad Edilizia di Culto e di ministero pastorale, che nello specifico riflettono situazioni di criticità di detti luoghi Sacri mettendo a rischio giornalmente l'incolumità dei fedeli;
- le risorse originariamente inserite nei capitoli di bilancio dedicati sono state già destinate ad opere ritenute urgenti dagli Ordinari Diocesani in concerto con il Dipartimento Presidenza della Regione Calabria.
CONSIDERATO CHE:
- la cura e la salvaguardia del patrimonio religioso, rappresenta per la Regione Calabria un obbiettivo primario in quanto la Calabria è ricca di luoghi di culto che devono essere valorizzati anche al fine di un rilancio economico della nostra Regione
tanto premesso
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE F.F. E LA GIUNTA REGIONALE
Ad individuare le risorse sopra indicate attraverso il recupero dalle somme eventualmente resesi disponibili dal capitolo U0232222402 - Spese per gli interventi in conto capitale di edilizia agevolata diretti al recupero del patrimonio di edilizia residenziale, al risanamento di parti comuni, ai programmi integrati, agli alloggi occupanti baracche, a particolari categorie sociali, agli alloggi in locazione, alla locazione proprietà' differita, agli alloggi da cedere in proprietà, all'adeguamento della legge 46/90 - trasferimenti in c/capitale ad Amministrazioni Locali (art.3 legge 457/78, art.2, commi 1 e 2, legge 179/92, art. 10 legge 493/93 - punti 3.3.1. a 3.3.5. della delibera CIPE del 16.3.94 - programma quadriennale 1992-1995).
E messe a disposizione nel capitolo U9080100802 - Contributo una tantum in favore di comuni e dei titolari delle parrocchie interessate per la manutenzione straordinaria di opere di culto e di ministero pastorale - contributi agli investimenti ad istituzioni sociali private (art. 2, comma 6, della legge regionale 22 dicembre 2017, n.55).
Art. 1
(Modifica e integrazione della l.r. 50/2009)
1. All’articolo 1 della legge regionale 7 dicembre 2009, n. 50(Definizione delle tipologie dei servizi forniti dalle imprese turistiche nell'ambito dell'armonizzazione della classificazione alberghiera) è aggiunto il seguente comma: “6-bis. In deroga ai parametri di capacità ricettiva delle camere previsti nell’allegato A, è consentita, solo a richiesta del cliente, l’aggiunta temporanea di un letto per minori di 15 anni o di accompagnatori di persone bisognose di assistenza. I letti aggiunti sono rimossi al momento della partenza o, nel caso di letti a scomparsa, ripiegati nell’apposito vano o richiusi in caso di poltrone/divani letto. In tali casi, il numero dei posti letto aggiunti non è computato ai fini della capacità ricettiva consentita nella struttura.”.
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 3
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Art. 1
(Modifiche e integrazioni alla normativa regionale
in materia di liquidazione delle comunità montane)
1. L’articolo 1, comma 1, della legge regionale 5 agosto 2016, n. 24(Disposizioni in materia di liquidazione delle comunità montane soppresse ai sensi dell’articolo 2 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25), si interpreta nel senso che la facoltà attribuita al commissario unico per la liquidazione delle comunità montane di utilizzare le poste attive di una o più delle comunità montane per estinguere le poste passive di altra comunità montana, al fine di agevolare la liquidazione dei soppressi enti montani, con salvaguardia delle esigenze relative all’esercizio delle funzioni da trasferire secondo il criterio di cui all’articolo 2, comma 3 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna), non fa venir meno la distinta soggettività giuridica di ciascuna comunità montana e ognuna rimane esclusiva titolare dei rispettivi rapporti attivi e passivi, delle proprie strutture organizzative e dei relativi servizi di tesoreria, non potendosi in ogni caso confondere i loro patrimoni anche per obbligazioni a qualsiasi titolo sussistenti nei confronti di terzi.
2. Nei confronti delle comunità montane in liquidazione - enti locali per come previsto dall’articolo 2 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267(Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) - trova applicazione l’articolo 159 del medesimo d.lgs. 267/2000.
3. Dopo il comma 3 dell’articolo 1 della l.r. 24/2016, è aggiunto il seguente: “4. Ferma restando la distinta soggettività giuridica di ogni singola comunità montana in liquidazione, per le spese strettamente necessarie al funzionamento del proprio ufficio, alla gestione della liquidazione e alla salvaguardia del patrimonio mobiliare e immobiliare dei soppressi enti montani, il commissario liquidatore è autorizzato ad eseguire il pagamento con le risorse del bilancio della Comunità Montana Sila Greca Destra Crati – Acri con l’obbligo di provvedere alla successiva ripartizione della spesa a carico delle altre comunità montane in liquidazione secondo criteri di imputazione da determinarsi con formali provvedimenti amministrativi non appena si renderanno disponibili risorse presso le comunità montane stesse.”.
4. Il comma 3 dell’articolo 14 della legge regionale 21 dicembre 2018 n.47(Collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2019) è sostituito dal seguente “3. I termini per la procedura di liquidazione delle comunità montane soppresse ai sensi dell’articolo 2 della l.r. 25/2013sono prorogati al 31 dicembre 2022.”.