XI^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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N. 10
SEDUTA
Di SABATO 7 NOVEMBRE 2020
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DOMENICO TALLINI
E DEL VICEPRESIDENTE LUCA MORRONE
Presidenza del
presidente Domenico Tallini
La seduta inizia alle 15,10
Dà avvio ai lavori, disponendo che l’Aula osservi un
minuto di silenzio in memoria della Presidente della Giunta regionale, Jole
Santelli.
(Il Presidente del Consiglio depone un mazzo di fiori
sullo scranno della Presidente della Giunta regionale)
Invita i consiglieri e tutti
i presenti a levarsi in piedi e osservare un minuto di silenzio in memoria
della Presidente della Giunta regionale, Jole Santelli, prematuramente
scomparsa.
(I consiglieri e tutti i
presenti si levano in piedi e osservano un minuto di silenzio)
Avviamo i lavori con il punto all’ordine del giorno sull’ Emergenza
Covid-19 “Calabria Zona Gialla”.
Colleghi consiglieri, quando ci si trova davanti a delle grandi
ingiustizie non c’è bisogno di atti di eroismo. Sicuramente la riunione straordinaria dell’assemblea
di oggi non è un atto di eroismo, ma è sicuramente un atto di
orgoglio, un momento in cui ognuno di noi, con i suoi limiti, con i suoi
difetti, con i suoi errori, deve farsi trovare pronto per difendere la comunità
che rappresenta.
Non è un atto di sfida precostituita al Governo. È invece una difesa
dell’autonomia di una terra e di un popolo che rischia di pagare prezzi
altissimi ad una politica sanitaria nazionale, assolutamente fallimentare, che
tenta in tutti i modi di coprire i clamorosi ritardi ed errori che hanno
favorito la seconda ondata del virus nel nostro Paese.
In queste ore la verità sta affiorando. Le allucinanti dichiarazioni del
commissario Cotticelli, l’uomo voluto dal Governo per gestire la Sanità
calabrese, lasciano senza parole e dimostrano che la Calabria è stata mandata
alla deriva da Conte, Di Maio e Speranza.
L’inserimento della Calabria nella “zona rossa” è priva di ogni logica.
I dati in nostro possesso dimostrano che il virus circola in Calabria cinque o
sei volte in meno che in Campania, Basilicata e tante altre regioni inserite
nella zona gialla.
Sappiamo dello stato fragile del nostro sistema ospedaliero, ma sappiamo
anche che la saturazione delle terapie intensive e dei reparti è ancora ben
lontana dai livelli di guardia.
Il sospetto - più di un sospetto - è che il Governo, pur di prorogare
per altri tre anni lo stato di commissariamento della Sanità calabrese, abbia
creato in laboratorio un caso Calabria, bisognevole delle cure amorevoli dei
Commissari nominati dai Cinquestelle.
Noi comprendiamo la rabbia della gente. Comprendiamo anche che se la prenda
con la Regione, ma le cose che stanno emergendo in queste ore, nella loro
terrificante drammaticità, debbono fare maturare nell’opinione pubblica
calabrese che c’è bisogno di una reazione forte, una reazione di dignità, una
sorta di “rivolta delle coscienze” contro uno Stato centrale che umilia una
Regione che avrebbe bisogno di protezione e sostegno.
Si è detto: in questi sette mesi - dalla prima ondata del virus ad oggi - non si è fatto nulla per migliorare la
situazione sanitaria della Calabria!
E chi doveva farlo? In vari passaggi ministeriali, in vari verbali e
circolari ufficiali, è stato ribadito che tutta la gestione delle risorse
assegnate alla Calabria per contrastare il virus toccava e tocca alla struttura
commissariale e cioè allo stesso Governo.
Nell’ultima riunione del Tavolo di verifica degli adempimenti regionali,
tenutosi nei giorni 8 e 9 ottobre, il cosiddetto Tavolo Adduce, i Ministeri
hanno ribadito che la redazione e l’approvazione del Programma operativo
relativo all’emergenza Covid-19, nonché la destinazione e la gestione delle
relative risorse, rientra nell’esclusiva competenza della struttura
commissariale.
È di una gravità assoluta, che non può passare senza una reazione,
quanto detto dal commissario, generale Cotticelli, nella trasmissione
televisiva Rai.
Cotticelli, dopo molte reticenze, ha ammesso che il Piano anti Covid doveva
farlo lui, che il Ministero della salute ci ha messo due mesi per rispondere ad
un suo quesito e che, capite bene, solo tra una settimana il Piano sarà pronto.
Capite bene? Il Commissario governativo doveva fare il Piano anti Covid e
il Ministero della salute non ha fatto nulla per metterlo in mora.
Avete capito quale razza di personaggi il Governo ha mandato in
Calabria?! Gente incapace, burocratici in pensione che non sanno nulla di
Sanità ma che sono solo funzionali alle mire dei Cinquestelle e del ministro
Speranza.
Cominciamo a denunciare le tante falsità di questo Governo e dei suoi
cortigiani. Alla Calabria sono stati assegnati non 86 milioni di euro, quanto
sostengono tutti i parlamentari di Cinquestelle, ma 115 milioni di euro nel
quadro della lotta al Covid-19, ma nelle casse ne sono arrivati solo 45
milioni.
Che fine hanno fatto gli altri 70 milioni?
E cosa ne ha fatto la struttura commissariale dei 45 milioni di euro
assegnati dal Dipartimento della salute?
Lo diciamo noi: ne ha utilizzati solo 30 milioni, in maniera nemmeno del
tutto trasparente, lasciandone nei cassetti 15 milioni, una somma enorme che
sarebbe bastata ad aprire circa 150 posti di terapia intensiva.
Conte e Speranza diano conto ai calabresi di questo scempio, di questo
indecoroso furto. Chiamino alle loro responsabilità gli inetti che hanno
nominato nelle strutture commissariali. E soprattutto ci dicano che fine hanno
fatto i 70 milioni mancanti.
Noi studieremo con gli uffici legali la possibilità di una grande azione
di risarcimento danni nei confronti dei superpagati esperti dei Cinquestelle,
mandati in Calabria per gestire potere e denari, responsabili di questo
clamoroso ammanco che ha privato la Regione di nuovi servizi sanitari nel
contrasto all’epidemia.
Dobbiamo chiedere i danni al ministro Speranza e al commissario
Cotticelli per la mancata predisposizione del Piano anti Covid e il mancato
utilizzo di 15 milioni di euro.
Da quasi 3 anni la Sanità calabrese è in mano ad un solo partito, i Cinquestelle,
che ha espresso i vari Commissari.
Ci portino i risultati ottenuti! Se li avessero ottenuti, non sarebbe
stata giustificata la zona rossa. La verità vera è che l’incapacità di governo
dei Cinquestelle si è dimostrata in tutta la sua crudezza nella sanità
calabrese.
Grazie ai Commissari, abbiamo avuto tagli al personale, tagli ai
reparti, tagli agli investimenti tecnologici.
Cari colleghi, non è il tempo delle parole. Noi siamo qui sapendo che
dobbiamo reagire ad un sopruso che manderà in crisi irreversibile l’apparato
economico della nostra regione. Le proteste di questi giorni, se non ci sarà un
correttivo, si intensificheranno e l’equilibrio sociale della Calabria potrebbe
saltare.
Con grande responsabilità, sapendo anche di esporci a facili attacchi
strumentali da parte di chi vuole sfruttare elettoralmente questa crisi,
esprimiamo una volontà politica che è anche un impegno etico verso la nostra
gente. Non ci interessa il ritorno elettorale, ci interessa tornare a testa
alta dalla nostra gente, che ci chiede aiuto e soccorso.
Se ci sono state sottovalutazioni della Regione, ci saranno in futuro i
momenti di riflessione e di analisi.
Oggi c’è solo l’esigenza di evitare che una regione italiana,
come la Calabria, scompaia dal quadro politico, istituzionale e sociale del
Paese, pagando duramente l’insufficienza di un Governo non votato dal popolo.
Con l’atto che andremo ad approvare, oltre ad un estremo tentativo di
dialogo con il Governo, chiediamo al Presidente facente funzioni e alla Giunta
di predisporre ogni iniziativa, anche straordinaria, finalizzata a riportare la
Calabria – sulla base di inoppugnabili dati epidemiologici – nel novero delle
regioni di zona gialla.
Come Presidente del Consiglio darò mandato ad un gruppo di esperti in
diritto costituzionale di predisporre una legge regionale che ci faccia
riappropriare della competenza in materia di sanità.
Sappiamo che ciò provocherà uno scontro istituzionale, ma non possiamo
tirarci indietro.
Se il Governo fosse stato più dialogante e giusto, non saremmo arrivati
a questo. Se il Governo avesse fatto il suo dovere verso la Calabria, non
saremmo arrivati a questo. Non ci arrendiamo, lo diciamo a gran voce e lo
dimostreremo con i fatti.
Ha chiesto di parlare il
presidente facente funzione Spirlì. Ne ha facoltà.
SPIRLÌ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale
Signor Presidente,
signori consiglieri, colleghi assessori. La mala sanità calabrese non è un
segreto per nessuno ormai, considerati i pessimi risultati e l’eco che
raggiunge tutte le case della gente di Calabria e arriva fino a lambire le Alpi
e a sorpassarle, ad attraversare i mari fino a oltre l’orizzonte.
Lo sanno tutti che la
grande pena dei calabresi non è solo il rischio pur tremendo di ammalarsi, ma
soprattutto quello, drammatico, di non potersi curare.
I calabresi nascono in
Calabria, ma, se si ammalano, molto, troppo spesso, muoiono altrove. Alcuni
durante il viaggio della speranza verso altre Regioni o Nazioni e tanti altri
durante il disperato viaggio di ritorno.
E con loro muore la
fiducia della nostra gente nei confronti di chi, invece, dovrebbe essere il
massimo rappresentante di essa stessa: il medico.
Eppure, tutto il nostro
personale sanitario - medici, paramedici, tecnici - dedica una vita intera al
servizio di chi si ammala, ma quanto è frustante, da anni, in questa terra,
tentare di farlo!
Ingabbiati in strutture
molto spesso vetuste e sgangherate. Senza poter usufruire di strumentazioni
adeguate, moderne, certe e che diano certezze! È dura. È proprio dura la
scelta, sia per chi cura sia per chi deve farsi curare.
Di chi sono le
responsabilità? Sono decenni ormai che questa giostra maledetta non perde un
giro. La politica, la burocrazia, i commissari, le abitudini, i silenzi, le
connivenze, le malevite…
Parole. Sacchi, cataste
di parole che sono servite finora per sfuggire alla cattura della verità o dei
colpevoli. E la nostra gente ha lasciato su questo infernale campo di battaglia
le migliori vite. Ancora oggi è così.
Jole Santelli ha avuto a
cuore la Sanità di questa terra, lottando fino alla fine, perché finalmente una
luce potesse insinuarsi fra le nebbie. Tanto a cuore da rivolgersi accorata con
una lettera straziante al Presidente del Consiglio.
Sapeva Jole - lo aveva
capito sperimentandolo nella propria carne - che, come amava sempre dire, ora o
mai più!
E si è consegnata,
ancora una volta, al confronto, alla collaborazione, alla disponibilità.
Purtroppo, la sordità dei destinatari si è trasformata in un ennesimo atto di
regime nei confronti della Calabria. Pur ammettendo il fallimento del
precedente commissariamento, il Governo ha deciso di decretare un nuovo
commissariamento, strappando alla Calabria, ancora una volta, la dignità di
poter gestire la propria Sanità.
Molto umilmente, e
piccolo per quanto sono, io stesso mi sono permesso di offrire la massima
collaborazione della Regione, al fine di evitare questo ulteriore schiaffo
istituzionale. Ho proposto ai ministri Speranza e Boccia, al Presidente del
Consiglio, Conte, ed ho cercato anche l’intermediazione del commissario Arcuri
di concederci una pausa di dieci giorni, prima della firma del Decreto
Calabria, per una interlocuzione che potesse costruire la possibilità di
governare insieme per un semestre una fase di trasferimento dei poteri alla
Regione. E che rinnovo oggi, alla luce dei tristi fatti che tutti conosciamo.
Ma anche questo piccolo,
forse troppo sensato tentativo non ha sortito alcun risultato. Dunque, oggi è
il primo giorno dei resoconti. Tiriamo le somme e diciamo come stanno veramente
le cose.
Ho interpellato il
Dipartimento della Salute nella persona del dottor Francesco Bevere, il
Soggetto attuatore dell’emergenza Covid, dottor Antonio Belcastro, e la mia
struttura nella persona del Capo di gabinetto, dottor Luciano Vigna - che ha
buona memoria storica - al fine di potervi consegnare un accurato, ma agile,
resoconto di quanto è accaduto in materia di gestione dell’emergenza Covid.
L’11 marzo di quest’anno
la presidente Santelli, dopo aver effettuato una ricognizione dei posti letto
in Terapia intensiva, Pneumologia, Malattie infettive, provvedeva a predisporre
un apposito piano di Riprogrammazione, individuando (col dpcr n. 18/2020) per
le aree Centro, Nord e Sud, i centri Covid che vado a leggere:
- al Nord: Rogliano -
Paola - Rossano, per posti letto complessivi 110;
- al Centro: Mater
Domini - Tropea, per posti complessivi 100;
- al Sud: Gioia Tauro -
Locri - Melito Porto Salvo, posti complessivi 100.
Per
un totale di 8 strutture e 310 posti letto.
In
data 31 marzo 2020 il dottor Belcastro - allora Direttore Generale Dipartimento
Salute - dopo essersi confrontato con i Commissari straordinari delle Asp e
delle Aziende Ospedaliere, comunica agli stessi che potranno provvedere al reclutamento
del personale medico necessario a fronte di una spesa complessiva autorizzata
di euro 18 milioni.
Con l’ordinanza 50
dell’11 giugno 2020, la presidente Santelli ordina ai Soggetti delegati Covid,
dottor Belcastro e dottor Varone, di predisporre, ognuno per la parte di
propria competenza e nei termini previsti, gli adempimenti di cui all’art. 2
del DL 34/2020 (Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera), allo scopo
di garantire la massima celerità negli interventi. Chiaramente tutti gli allegati
sono messi a disposizione nei miei uffici.
Il commissario
Cotticelli, ricevuta l’ordinanza, in data 12 giugno 2020 scrive al Ministero
della Salute e al Ministero dell’Economia e chiede se i provvedimenti di
potenziamento e riorganizzazione della rete di assistenza territoriale e il
Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera rientrino nella competenza del
Commissario.
Il 15 giugno 2020 il
Ministero della Sanità conferma al generale Cotticelli la sua competenza e il
18 giugno 2020 il Commissario approva il Documento di riordino della rete
ospedaliera per l’emergenza Covid col quale obbliga i Commissari delle Asp e
delle Aziende Ospedaliere ad attuarne il contenuto.
Di questo Piano, la
Giunta regionale non è stata mai resa partecipe.
A far data dal mese di
marzo i Commissari delle Asp e delle Aziende Ospedaliere comunicano che gli
importi per le assunzioni utilizzati a fronte di quelli messi a disposizione
dalla presidente Santelli sono i seguenti:
- A.O. di Cosenza,
risorse assegnate 2,8 milioni, risorse utilizzate 557 mila euro;
- ASP di Reggio
Calabria, risorse assegnate 2,4 milioni, risorse utilizzate 1,4 milioni;
- GOM di Reggio
Calabria, risorse assegnate 2,2 milioni, risorse utilizzate 1,2 milioni;
- ASP di Cosenza,
risorse assegnate 2,4 milioni, risorse utilizzate 932 mila euro;
- ASP di Vibo Valentia,
risorse assegnate 1,2 milioni, risorse utilizzate 550 mila euro;
- ASP di Crotone,
risorse assegnate 1,1 milioni, risorse utilizzate 650 mila euro;
- A.O. Pugliese di
Catanzaro, risorse assegnate 4,5 milioni, risorse utilizzate 1,5 milioni;
- AOU Mater Domini,
risorse assegnate 2,3 milioni, risorse utilizzate 1 milione.
Pertanto, a fronte dei
18 milioni stanziati, i Commissari di Governo ne hanno utilizzato solamente
7,7.
Tanta la delusione e lo
sgomento che, il 13 settembre, Jole Santelli scrive al presidente del Consiglio
Conte. Se permettete vi leggo la lettera:
“Al premier Giuseppe Conte, la sanità commissariata nega il diritto alla
salute dei calabresi.
Egregio presidente Conte,
scrivo da una regione in cui i diritti dei cittadini sono troppo spesso
calpestati.
La Calabria è una terra che ha tante potenzialità, ma anche troppi,
troppi problemi irrisolti, il più importante dei diritti calpestati è quello
della salute.
Siamo vittime da anni di un
commissariamento governativo che, improntato esclusivamente a logiche meramente
ragionieristiche, ha distrutto la sanità calabrese. In questo le responsabilità
politiche devono essere chiare e nette, tutte le scelte sanitarie competono in
Calabria al Governo e ai suoi Commissari, sono stata attenta ad evitare lo
scontro Istituzionale, non credo faccia bene a nessuno ma chi decide di
commissariare e di effettuare le scelte, poi, deve avere il coraggio di
assumersi le responsabilità che ne conseguono.
La fase Covid è stata gestita dalla
Regione in assoluta sintonia con il Governo nazionale. Il nuovo Piano
sull'emergenza, invece, su richiesta dei Commissari è stato predisposto dagli
stessi senza alcun coinvolgimento della Regione e varato dal Ministero competente.
Il nuovo Piano ribalta totalmente l'impostazione precedente e per quanto mi
riguarda lo trovo di difficile attuazione.
Nella riunione con il commissario
Arcuri e i ministri Speranza e Boccia, il commissario Arcuri ha specificato che
nelle Regioni in cui è presente il Commissariamento ad acta la Regione non è
Soggetto attuatore.
Non mi interessa essere Soggetto
attuatore di un Piano che non condivido, ma è necessario che i calabresi
sappiano che il Governo si sta assumendo tutta la responsabilità della gestione
sanitaria del Covid in Calabria e che la Regione è stata totalmente esautorata.
Mi dispiace dopo mesi di leale collaborazione, ne prendo semplicemente atto.
La responsabilità verso i calabresi
deve essere però chiara. Se viene ridisegnata la rete oncologica sul tumore
alla mammella e nonostante le proteste della Regione si va avanti per una
strada che purtroppo porterà a una nuova e pesante migrazione sanitaria, se
vengono bloccate le radioterapie per esigenze di budget rendendo impossibile ai
calabresi di curarsi a casa propria e costringendoli ad andare fuori regione
per terapia salvavita i calabresi devono sapere che sono scelte effettuate dai
Commissari di Governo con la totale contrarietà della Regione.
Non credo che, presidente Conte, lei
sia al corrente di queste cose ma è mio obbligo, morale e politico, porle in
evidenza. Noi calabresi abbiamo diritto ad una sanità da Paese civile, non mi
interessa fare guerra contro il Governo nazionale ma non farò da parafulmine a
scelte pesantemente penalizzanti per i miei concittadini. L'emergenza sanitaria
ci ha insegnato che esiste un destino di comunità, nessuno si salva da solo.
Non possono esserci divisioni strategiche e strumentali davanti a un diritto
fondamentale come la salute.
Io sono certa che
vorrà ascoltarmi per trovare insieme una strada che faccia onore allo sforzo
del Paese tutto pur di non lasciare indietro nessuno”.
In data 27 ottobre 2020 il Ministero della Salute comunica al Commissario,
di concerto col MEF, che il potere-dovere di predisporre e adottare il
Programma Operativo Covid compete esclusivamente alla struttura commissariale.
Nella stessa comunicazione i Ministeri invitano la struttura commissariale
a trasmettere con ogni sollecitudine il programma operativo per la gestione
emergenza Covid.
Io stesso, in data 27 ottobre 2020, ho pubblicato un comunicato stampa col
quale informavo i calabresi intorno all'utilizzo della cifra pari a 45 milioni
destinata all'acquisto di macchinari e al reclutamento delle risorse, che vi leggo:
“In merito all'utilizzo dei fondi destinati al contrasto dell'emergenza
coronavirus, la Regione ha fatto fino in fondo la sua parte, impegnando i 45
milioni a disposizione. Gli ulteriori 54 milioni previsti dal Decreto Rilancio
saranno gestiti direttamente dalle Aziende sanitarie e ospedaliere individuate
come soggetti attuatori dei singoli interventi.
Nello specifico, finora, alla Regione Calabria sono stati accreditati
45.086.876,00 euro, risorse contenute nei decreti legge 14 e 18 del 2020. Di
questi, 7.993.950,00 euro sono stati impegnati per la remunerazione di lavoro
del personale del servizio sanitario regionale, della dirigenza e del comparto,
direttamente impiegato nelle attività di contrasto all’emergenze Covid; mentre
3.197.580,00 euro sono stati destinati alle assunzioni - da parte delle Aziende
sanitarie - degli infermieri scolastici e di altro personale delle professioni
sanitarie.
Le Aziende del sistema sanitario regionale sono state, inoltre, già nel
mese di marzo, autorizzate ad assumere personale per 18.040.000,00 euro. Gli
ulteriori 15 milioni risultano già spesi per acquisti accentrati
(dall'acquisizione di dispositivi di protezione individuale ai reagenti, dai
tamponi alle apparecchiature sanitarie) e, per una parte, sono stati rendicontati
dalle singole aziende.
Anche i 54 milioni previsti dal Decreto Rilancio, che prevede, tra
l'altro, il rafforzamento delle terapie intensive saranno gestiti dalle singole
Aziende sanitarie, che sono state individuate dal commissario straordinario Arcuri,
con ordinanza del 9 ottobre, quali soggetti attuatori degli interventi previsti
nel Piano.
La Regione, quindi, ancora una volta, è stata esautorata dalla gestione
degli interventi. Le risorse del Decreto Rilancio, infatti, saranno inserite
nella programmazione sanitaria e nel nuovo programma operativo Covid che i
Ministeri affiancanti (Ministero della Salute e MEF) hanno stabilito
(ribadendolo nell'ultimo Tavolo di monitoraggio del 9 ottobre) in capo alla
struttura commissariale. È perciò evidente che la Regione, in questo ambito,
non abbia alcuna possibilità di intervento.
Siamo dunque riusciti a contrastare gli effetti del Covid in una
situazione nella quale la Regione non aveva una gestione diretta di tutta la
rete sanitaria. Tutto questo è avvenuto a causa dell'oltremodo punitivo Decreto
Calabria, peraltro in scadenza all'epoca. L'auspicio è che non venga rinnovato
ma, in ogni caso, va sottolineato come, pur senza avere un controllo diretto
sulla sanità, ripeto, pur senza avere un controllo diretto sulla sanità la
Regione abbia fatto tutto quello che era in suo potere”.
Questo il comunicato stampa.
Siamo arrivati oggi, non senza disagio, a dover sottolineare cosa ha fatto
chi e, soprattutto, cosa non ha fatto e cosa avrebbe dovuto fare chi.
Gli attacchi volgari, telecomandati, asserviti, contro l'Istituzione
Regione e contro gli uomini e le donne che la servono fedelmente in questi
durissimi periodi di pandemia ci obbligano a pubblicare ciò che pubblico è già,
ma fin troppo soggetto ad opinione personale priva di alcun fondamento.
Ai media, alla stampa, al popolo della rete sociale chiedo la difesa, la
tutela della nostra terra e non questo continuo avvelenamento dei pozzi che,
dopo aver ucciso i presunti nemici finirà, con avvelenare, necessariamente,
anche gli amici e se stessi.
Signor
Presidente, signori colleghi e colleghi assessori, io
sono un Presidente di passaggio e non ho mai pensato di poter sostituire
neanche minimamente la lungimiranza, la nobiltà, la grande professionalità
della presidente Santelli che mi ha voluto al suo fianco, ci ha voluti al tuo
fianco. Tutti. Però lo devo a lei, signor Presidente, lo devo a voi signori
consiglieri e colleghi assessori. Vi devo un servizio per il quale la nostra
gente mi remunera e che non potrei svolgere in altro modo, se non
confrontandomi con questa nobilissima Assise dentro la quale, dal primo momento
e fino ad oggi, mi sono sentito a casa, accolto, stimato.
Io vi ringrazio e lascio a voi, padroni di casa, la parola, non prima di
aver manifestato il mio sgomento per quanto appreso ieri sera, attraverso una
trasmissione televisiva, messa in onda da una rete del servizio pubblico. Il
Commissario di Governo, generale Cotticelli, ha ammesso, davanti alle
telecamere accese, di non aver predisposto alcun Piano di emergenza per il
contrasto al Covid-19. Era un mistero? Grazie.
(Applausi)
Ha chiesto di parlare il consigliere
Graziano. Ne ha facoltà.
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
Grazie. Saluto il Presidente, i colleghi consiglieri, il vicepresidente e
la Giunta regionale. Sarebbe facile per noi oggi iniziare con l'intervento
televisivo di ieri del Commissario di Governo, che ricordiamo non è uno calato
lì per caso, ma è un funzionario dello Stato, è il braccio destro del Ministro
della Sanità, Speranza. Ha fatto bene a fare questa ampia relazione il
vicepresidente Spirlì. Noi oggi non dobbiamo fare polemica perché per noi
sarebbe come fare un gol a porta libera, dopo le chiare e manifeste
dichiarazioni di ieri sera, ma noi siamo qui per fare politica davvero, per
capire le cose, per fare gli interessi dei calabresi, per proporre e dare
soluzioni ai cittadini calabresi, non per chiuderli in casa e non consentire
loro di poter vivere.
Prioritariamente, vediamo quali sono i fatti. I fatti sono che il 4 di
novembre è stato dichiarato un quasi lockdown
per la Calabria. Quattro regioni sono state dichiarate di serie C, la maggior
parte delle regioni sono state dichiarate, poi, di serie A e di serie B sulla
base di 21 parametri. Parametri molto tecnici, parametri affatto chiari però:
più sono i parametri e più c’è la discrezionalità politica nell’andare a
prendere le decisioni e anche in questo caso evidentemente è avvenuto.
Pensate che si fa riferimento ai dati del 26 di ottobre e la decisione del
Governo di dichiarare “zona rossa” la Calabria avviene il 4 di novembre, quasi
dieci giorni dopo che i dati sono stati acquisiti e quindi vuol dire che c'è
stato un pensatoio politico in quei dieci giorni. Non dicessero che c'è stato
un confronto con le Regioni perché il Dpcm non ha avuto alcun apporto dei
Presidenti di Regione nella Conferenza Stato-Regioni, sono stati inascoltati
gli appelli fatti dai Presidenti di Regione, a capo Bonaccini, un Presidente
che tutto può essere meno che di destra.
Allora cosa è accaduto il 4 novembre? Quali erano i dati dell’epidemia il
4 novembre? Cito il giorno che è stato emesso il Dpcm per la zona rossa della
Calabria.
Ma non è stato fatto solo questo Dpcm il 4 di novembre, è stato fatto un
altro atto nella stessa giornata, che è la proroga per altri tre anni del
Commissariamento sulla sanità in Calabria.
Cari colleghi di centrosinistra, abbiamo votato tante volte, in queste
Legislature all'unanimità, delle mozioni in cui chiedevamo al Governo di non
prorogare il commissariamento in Calabria. Alcune di queste mozioni proposte da
voi stessi nella passata legislatura, il vostro Presidente voleva incatenarsi
davanti a Palazzo Chigi per questo motivo. Ebbene il vostro partito, il Partito
Democratico, non ha prorogato il commissariamento, ha dato i superpoteri a
questo Commissario anche di poter decidere sui dirigenti del Dipartimento
sanità. È palesemente una scelta politica, partitica che va a ledere anche
quelli che sono i principi del Titolo V della Costituzione.
Ma quali erano i dati del Dpcm al 4 di novembre? Leggo i dati da Il Sole
24 Ore del 4 di novembre, la fonte è la Protezione Civile nazionale quindi non
sono dati nostri.
La Calabria aveva il 26,1% di occupazione di posti letto in area medica,
la soglia di allerta in area medica è del 40%; aveva il 6,8% di posti occupati
in terapia intensiva, la soglia di allerta in terapia intensiva era del 30%;
aveva 212 casi positivi in quella giornata.
Voglio fare un raffronto con un'altra regione, anch’essa del Meridione d'Italia
che è la Campania.
La Campania aveva il 4 di novembre il 35,8% di pazienti ricoverati in aria
medica; aveva il 33% di pazienti ricoverati in terapia intensiva, al di sopra
della soglia di guardia che era del 30%; aveva 4500 casi positivi rispetto ai
212 della Calabria.
Ebbene la Campania è stata dichiarata zona gialla, neanche serie B, serie
A.
La Calabria è stata dichiarata zona rossa, non abbiamo capito le
motivazioni se non qualche giorno dopo in una conferenza stampa in cui la
Protezione Civile nazionale, rispondendo alla domanda di qualche giornalista,
dice: “la Calabria è una bella regione”, quasi quasi in modo da deridere i
calabresi e la Calabria. Noi non siamo una bella regione. Noi siamo una regione
fatta da gente caparbia, di qualità e che lavora quotidianamente, questo va
detto alla Protezione Civile nazionale ed anche al commissario Arcuri.
È stato detto che è stata dichiarata zona rossa per la debolezza del
sistema sanitario. Ebbene io non voglio fare demagogia e, come ho detto all'inizio
del mio intervento, le responsabilità per la debolezza sanitaria in Calabria
sono sia dei Governi di destra, che dei Governi di sinistra senza alcun dubbio.
E però veniamo da dieci anni di Commissari di Governo, che hanno portato a
risultati eclatanti, peggiorativi di quello che la politica peggiore aveva
potuto fare: 2 miliardi di disavanzo complessivi; 300 milioni di migrazione
sanitaria all’anno; le aliquote al massimo per noi calabresi; è stata negata
l'assistenza sanitaria con la chiusura degli ospedali, con la disorganizzazione
totale, il blocco dei concorsi.
In questi ultimi giorni avete fatto circolare, anche, addirittura con il
simbolo del Partito Democratico, con falsi comunicati stampa del Consiglio dei
Ministri, con fake news, che la
responsabilità del Piano Covid in Calabria era della maggioranza di governo
della Regione.
Ebbene, ieri sera mi pare che sia stato chiaro ai 60 milioni di italiani e
non ai 2 milioni di calabresi di chi è la responsabilità del Piano Covid in
Calabria.
Beh, non ci voleva certamente la lettera del 28 ottobre di appena pochi
giorni fa del ministro Speranza. Io credo che Speranza lo sapesse da tempo di
chi fosse la responsabilità, certo ha impiegato cinque mesi per rispondere a un
suo funzionario, il generale Cotticelli, che è un suo collaboratore stretto, è
un alto dirigente in questo momento del Ministero della Sanità.
Impiegano cinque mesi per poter rispondere a un quesito così importante
con la pandemia che galoppa e nel frattempo ci danno pure la patente di zona
rossa.
Apprendiamo oggi, anche, che qualche sindacalista - che fa politica ogni
domenica con dei comunicati stampa lampo - addebitava al governo regionale la
spesa dei fondi che erano stati elargiti dalla Protezione Civile dando anche
cifre inesatte e che oggi il presidente Spirlì opportunamente ha chiarito.
Ebbene, questi Commissari, nominati da voi presso le ASL e Aziende
ospedaliere, hanno speso solo 18 milioni di quei famosi oltre
novanta migliori di cui vi siete riempirti i comunicati stampa, la bocca in
tutto questo periodo. Forse qualche vostro segretario regionale del vostro
sindacato dovrebbe, perlomeno, cucirsi la bocca a vita.
Ebbene, alla luce di
tutto ciò, se la zona è rossa e se noi abbiamo chiuso, allora il Governo ha
chiuso per conclamata deficienza dello Stato, una conclamata deficienza del
Governo che governa la sanità in Calabria. E per premiare questa inefficienza e
questa deficienza ha dato un premio ai commissari, ha detto “vi prorogo per
altri tre anni a spese dei calabresi, tanto la Calabria è bella”, dice la
Protezione Civile Nazionale.
È un’occupazione manu militari della sinistra di governo
a carico della Calabria.
Io non voglio credere a
ciò che molti commentatori politici hanno detto. Anche stamattina leggevo sui
giornali nazionali, sul Corriere della Sera in prima pagina.
Non oso credere a questo
perché credo che la politica abbia un valore più alto e che non vada a
scherzare sulla pelle dei cittadini. Non oso credere che questa scelta sia
stata effettuata per motivi politici e partitici e che, come ha detto anche la
senatrice Silvia Vono che fa parte dell’IdV, un partito di Governo, sia stato
fatto per far sì che si rinviassero le elezioni. Non oso credere a questo. Non
oso credere che il centro-sinistra faccia un decreto sulla pelle dei cittadini
calabresi, perché non vuole votare a gennaio, ma ha il tempo di organizzarsi,
di organizzare le proprie fila. E, beh, io non credo a questo, non crederò mai
a questo, perché credo che la politica sia altro. Il Governo, però, si è commissariato
da solo. Ha fatto suoi i danni del commissariamento sulla pelle dei calabresi.
Ora, però, analizzati i
fatti, andiamo a vedere cosa bisogna fare per riparare a questo danno notevole
che è stato commesso alla nostra terra? Quali sono le proposte e quali sono le
soluzioni? Perché noi le proposte e le soluzioni le abbiamo, a differenza dello
Stato che, da quello che abbiamo visto ieri sera, non le ha. Il Governo non le
ha, noi le abbiamo!
Allora invitiamo il
Governo a fare i centri Covid negli ospedali dismessi, per esempio, come
possono essere quelli di Cariati o di San Marco Argentano o quelli del Tirreno
Cosentino, della provincia di Catanzaro, di Reggio Calabria.
Assumete i medici e il
personale sanitario sbloccando i concorsi.
Attiviamo, attivate con
i commissari le cure a domicilio con le USCA (Unità Speciali di Continuità
Assistenziale), che avete stabilito solo sulla carta, ma che non avete mai
attuato.
Caro governo Conte, a
guida PD nella sanità, a guida LeU, mettetevi a lavorare con i vostri
commissari. Cari ministro Speranza, caro ministro Conte, caro ministro Boccia,
mettetevi a lavorare con una capacità di mediazione anche con le Regioni, cosa
che non è avvenuta finora come il vicepresidente Spirlì ci ha ampiamente
documentato.
Nominate dei commissari
di qualità, dei commissari che abbiano capacità, dei commissari che sappiano
prendere decisioni, dei commissari che sappiano assumersi le responsabilità.
Non nominate commissari per scelta di partito, come avete fatto finora, perché
tutti sappiamo in quota a chi è il generale Cotticelli e vox populi dicono che il programma di ieri sera sia stato fatto
perché c'è una lotta intestina nel Governo per nominare un commissario vicino,
magari dell'Emilia Romagna, che ne so, o della Toscana o di un'altra regione.
Ma noi non vogliamo credere che voi arriviate a tanto sulla pelle dei
calabresi.
Bisogna mettere risorse
nella sanità. Un'azienda che è sull'orlo del fallimento come la sanità in
Calabria, come voi avete detto, facendo la zona rossa, ha bisogno di risorse,
di personale medico, di personale sanitario, ha bisogno di macchine, ha bisogno
di investimenti tecnologici, ha bisogno - visto che con questo decreto Calabria
vi siete presi anche l'edilizia sanitaria - anche di fare questi ospedali che per
cinque anni avete tenuto fermi; finalmente, noi, dopo solo otto mesi, abbiamo
fatto la consegna dei lavori dell'ospedale della Sibaritide. La vera consegna
dei lavori, non le finte cerimonie che avete organizzato voi.
Ho visto che il premier
Conte ha pubblicato un post stamattina, in cui dice che manda via il
commissario alla sanità in Calabria. Ebbene, Premier, hai dimenticato che l'hai
nominato tu due anni fa, non l'hai appreso ieri sera in televisione chi era il
commissario della sanità in Calabria.
Ma io ti chiedo di fare
un passo in avanti, di non sostituire il commissario magari con qualcuno che ti
viene indicato dai partiti della coalizione, magari per quel progetto, che
dicevamo prima, al quale noi non crediamo, di avere un'occupazione manu militari della sanità in vista
delle elezioni regionali.
Ebbene, noi chiediamo al
premier Corte di abrogare il Decreto Calabria, di abrogarlo anche per un
impegno che aveva preso, in modo formale, con l’amata presidente Santelli.
Lo voglio ricordare in
quest'Aula, perché questo impegno risulta che ci sia stato. Non vogliamo pagare
la mancanza di un Presidente di Regione, anche se il vice presidente Spirlì sta
difendendo questa Regione a spada tratta nella Conferenza Stato-Regioni - e ti
faccio i complimenti per questo - però non vogliamo pagare la perdita della
presidente Santelli oltre che come maggioranza di governo, anche come tutti i
calabresi, sulla pelle dei calabresi.
Allora, revocate questo
Decreto Calabria, revocate la “zona rossa” intanto. Mettiamo la Calabria, in
base ai dati che abbiamo visto, nella “zona gialla”. Assumetevi le
responsabilità per ciò che non va dal punto di vista sanitario. Ripristiniamo
la verità, caro premier Conte e caro ministro Speranza.
Invito anche i
consiglieri del centrosinistra a firmare eventualmente un documento, oggi, che
probabilmente sarà proposto dalla minoranza, se avete un po' di scatto
d'orgoglio di calabresi. Lo dobbiamo ai calabresi che hanno dovuto chiudere le
loro attività già stremati dal lungo lockdown della primavera dell'anno scorso;
lo dobbiamo a tutti i calabresi che sono scesi in piazza venerdì sera perché
hanno fame, hanno fame, non hanno cosa mangiare; lo dobbiamo a loro.
Hanno fatto bene a
protestare. Noi siamo vicini a questi calabresi, voi con chi siete? Siete con
il Governo o con i calabresi?
Abroghiamo questa zona
rossa che ha motivi inesistenti. Abbiamo visto dal punto di vista dei dati.
Abroghiamo in una regione che ha il più basso indice di contagi d'Italia.
Ma se non volete
abrogare il Decreto Calabria, noi proporremo una proposta di legge, come ha
detto il presidente Tallini, in coerenza con la firma delle mozioni che avete
fatto in passato contro il commissariamento per far sì che i poteri
ritornassero alla Regione, vi chiediamo martedì di appoggiarci anche voi.
Oppure perché, premier
Conte, dai a noi, visto che vi siete bocciati da soli con il DPCM della zona
rossa, vi siete auto bocciati, vi siete dati una pagella insufficiente, da
zero, anche in condotta oltre che nel merito, caro premier Conte, dai i poteri
della sanità a noi che siamo stati eletti dal popolo, perché noi vogliamo
prenderci questa responsabilità, noi rispondiamo ai calabresi di questa
responsabilità, ai calabresi che ci hanno votato, ai calabresi che c'hanno
eletto, ai calabresi che pretendono che noi esercitiamo il governo della
Regione. Noi vogliamo essere classe di governo anche nella sanità, perché
vogliamo assumerci questa responsabilità, perché abbiamo gli attributi, le idee
e il coraggio per farlo. Grazie.
Sono iscritti a parlare
i consiglieri Crinò, Sainato e Di Natale.
Propongo, dopo
l'intervento del consigliere Crinò, di alternare gli interventi con
l'intervento del consigliere Di Natale. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
(Interruzione del consigliere Guccione)
Se per lei è un problema
di tempi…io credo che sia più un problema di contenuti. Con sincerità le dico
che se bastassero 30 secondi, collega, per fare passare la Calabria da zona
rossa a zona gialla, io darei soltanto 30 secondi per l’intervento. Se ci vuole
qualcosa in più…mi consenta…
CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle Libertà)
Presidente, se il
collega Guccione vuole intervenire prima di me, io interverrò dopo.
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
No, no. Presidente, lei
è troppo intelligente, perché se lei mi dice zona rossa, zona gialla, sa che
non è quest’Aula a deciderlo; sa che il Tar Lazio ha preso una decisione.
Il Tar Lazio, quindi la
politica, secondo lei…
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
Le chiedo, Presidente,
di sapere quanto tempo tocca ad ogni consigliere. Questo le chiedo.
PRESIDENTE
Ma se lei vuole parlare
anche più di quanto i tempi regolamentari prevedano…
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
La ringrazio.
PRESIDENTE
Non ho nessun problema.
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
Quindi lei non mi
interromperà nel mio intervento!?
PRESIDENTE
Non ho mai fatto
differenza tra la maggioranza e la minoranza, anzi soprattutto quando sono cose
importanti.
GUCCIONE
Carlo (Partito Democratico)
Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
CRINO’ Giacomo Pietro (Casa delle Libertà)
Presidente, lo dico
sinceramente, collega Guccione, non mi sono dato dei tempi stasera vista
l'importanza dell'argomento. Per cui se qualcun altro, anche dei banchi
dell'opposizione, invece, ha fretta e vuole chiedere tempi contingentati, sono
disponibile a cedere il posto, altrimenti proseguo, ringraziando sinceramente
il presidente Tallini per avere convocato questa seduta di Consiglio regionale.
Ho letto dei comunicati
di amici colleghi consiglieri dell'opposizione che hanno stigmatizzato anche
eventuali tecnicismi regolamentari nella convocazione di questa seduta. Ritengo
proprio che l'argomento per il quale il presidente Tallini ha convocato la
nostra riunione sia uno di quegli argomenti per i quali… e di questo ringrazio
anche gli amici colleghi dell'opposizione che con la loro presenza hanno
comunque confermato di avere superato questa eccezione e quindi mi chiedo a
cosa sia servito farla. Ma ad ogni modo ci siete ed è importante esserci.
Presidente, ad alcuni
organi di stampa ho rilasciato delle dichiarazioni- tra l'altro oggi in
giornata l'ho rivendicata come una sorta di “operazione verità”; mi ha chiesto
un giornalista: “Mi elenchi, consigliere, quali sono le verità e, a questo
punto, quali sono le bugie?”.
Le verità e le bugie non
sono altro che il risvolto della medesima medaglia. Occorre solo e
semplicemente avere della onestà intellettuale per riconoscere dei fatti
oggettivi, così come le ha, brillantemente e con dovutezza di particolari,
elencati il presidente facente funzioni Spirlì. Ha elencato dei dati, dei
numeri, delle date, dei fatti inoppugnabili che però ci hanno costretto ad
essere qui a rivendicare un'operazione di verità, perché qualcuno dei leoni da
tastiera - tanto per essere chiari non mi riferisco a nessuno dei presenti, ma
magari a qualcuno a loro vicini - si sono un po' sbizzarriti con delle note
sciocche, quando si dice: “Regione, prendi le proprie responsabilità”.
Benissimo!
Il presidente facente
funzioni Spirlì ha detto tutto ciò che si doveva dire dal punto di vista
tecnico e anche politico.
Io mi permetto di rivendicare
l'operazione di verità che è necessario fare per dire, evidenziare, ribadire
quello che è stato già detto, ma che avverto la necessità di dire, perché io
non posso ricevere telefonate, non posso ricevere messaggi - e Dio non voglia
altro - perché qualcuno ha armato, come dire, ha buttato fumo negli occhi dei
calabresi giustamente arrabbiati. Quando qualcuno mi attende sotto casa per
dirmi: “perché non avete speso gli 86 milioni di euro?” Io ho la necessità di
dire che è stata una bugia averlo detto, anche nei comunicati ufficiali, cari
consiglieri, colleghi, amici dell'opposizione, è stata una bugia averlo detto.
Portateci i documenti per i quali non abbiamo speso gli 86 milioni di euro e
poi forse ne parliamo. Troviamo quella unità di intenti, spogliamoci delle
casacche politiche e partitiche e degli interessi di parte, legittimi, che in
campagna elettorale, quali già siamo tutti, dobbiamo agitare, ma non sul tema
della sanità.
Non ci sono 86 milioni
di euro non spesi, ci sono stati 45 milioni di euro che sono stati tutti
impegnati e andiamo a vedere se alcune partite non sono state utilizzate. Se
non sono state utilizzate non è certo per inerzia della Regione, che le ha
impegnate tutte. Non sono state utilizzate dalle Aziende Sanitarie, dalle Aziende
Ospedaliere che hanno dimostrato, per l'ennesima volta, di non essere in grado
di compiere il loro dovere, ma voi tutti sapete che queste aziende non
rispondono al potere della Regione.
E allora mi chiedo:
perché gettare del fumo negli occhi dei cittadini? Perché farlo?
ll commissariamento è
l'origine di tutti i mali, un commissariamento decennale, questo è l'origine di
tutti i mali e noi dobbiamo in tutti i modi lottare perché venga superato e non
è un caso - e nessuno mi venga a dire che è un caso - che nello stesso giorno
vengano adottati i due provvedimenti che sanciscono la morte della sanità in
Calabria. Nello stesso tempo a distanza di poche ore, con ogni probabilità,
l’uno strumento era propedeutico all'altro. Serviva mettere in gabbia i calabresi,
due milioni di calabresi, speriamo solo per 15 giorni, perché bisognava
etichettare la Calabria come zona rossa per poter trovare il fondamento
giuridico che non c'è, politico che non c’è, affinché il Decreto Calabria
venisse di nuovo prorogato. Tra l'altro prorogato con l'implementazione di
poteri, con una struttura elefantiaca che costerà ai cittadini calabresi circa
4 milioni di euro in un anno, con un commissariamento, di fatto, anche del
dipartimento della Salute, come diceva prima, molto meglio di me, il collega
Graziano.
E allora è il
commissariamento che ha fallito.
L’intervista di ieri di
Cotticelli ha sorpreso solo chi dormiva. Se ci fosse stata o se non ci fosse
stata, tutti sono stati sempre a conoscenza di quello che il commissariamento
ha rappresentato per la Calabria.
E allora noi ci
ritroviamo, i calabresi si ritrovano a subire dei danni economici ingenti e
anche psicologici per essere stati ristretti nelle loro case, perché in realtà
l'obiettivo da ottenere era un altro.
Si dice in questa brillante
audizione, che ha tenuto il ministro Speranza in Aula a Montecitorio avantieri,
che di fatto si arriva a classificare la Calabria quale zona rossa per la
debolezza, sostanzialmente, del suo sistema sanitario. Nel dire questo, caro
ministro Speranza, tu stai bocciando te stesso, i tuoi predecessori, il tuo
Governo; stai bocciando il generale Cotticelli, che solo qualche giorno prima
avevi rinominato, tra l'altro prendendo atto del suo fallimento.
E allora errare è umano,
perseverare è diabolico e sta perseverando di nuovo il premier Conte quando
rilascia un’intervista, come quella che ha rilasciato poche ore fa.
Un’intervista che doveva avere il significato di tranquillizzare i cittadini
calabresi “non vi preoccupate, eliminiamo il generale cattivo e negligente, ma
questa volta ve ne nomineremo uno bravo, buono e bello”.
Non è così! Non è così!
Il ministro Speranza ha
anche detto una cosa che a me non risulta, che a noi non risulta, e cioè che la
classificazione quale zona rossa sarebbe il frutto anche di un percorso
condiviso all'interno della Conferenza Stato-Regioni. Non è così!
Noi sappiamo che andava
sentito il presidente facente funzioni Spirlì prima di adottare questo
provvedimento. Ebbene, la Calabria deve sapere che il presidente Spirlì è stato
sentito solo pochi minuti prima che il premier Conte andasse in conferenza
stampa a dire quello che ha detto, solo minuti prima e via telefono. Non credo
che questa sia l’interlocuzione che a livello istituzionale si deve, nel
momento in cui si stanno andando a chiudere in casa due milioni di cittadini
calabresi e a far naufragare quel po' di economia e di sviluppo che questa
regione martoriata riesce ancora ad avere.
E allora, caro ministro
Speranza, tu stai bocciando te stesso, stai il bocciando il commissario Arcuri.
E, signori colleghi, amici colleghi consiglieri, vorrei anche rappresentarvi
una cosa che mi permetto di dire tra le righe, il presidente Spirlì lo ha
evidenziato, ma io voglio precisare.
Il generale Cotticelli -
lasciamolo stare - non sapeva neppure di averlo adottato un piano anti-Covid,
un piano comunque, per come già detto ampiamente, avversato e non condiviso da
questa Giunta, ma piano che c'era in data 18 giugno. Esiste un piano anti-Covid
per questa regione.
Ebbene il Ministero della
Salute lo approva con un mese di lavoro in piena emergenza, ma lo approva, a
luglio lo approva. Qualcuno ci deve spiegare perché da giugno si arriva solo al
9 di ottobre - signori miei - solo il 9 di ottobre, e, con l'ordinanza numero
29, il commissario Arcuri indica e nomina i soggetti attuatori di quel piano
anti-Covid. Qualcuno ci deve spiegare al Governo, a Roma cosa è successo da
giugno a ottobre? Chi ha dormito da giugno a ottobre? Non certo la Calabria,
non certo la Regione Calabria e ora noi siamo qui a pagare il prezzo di questa
sonnolenza, di questa negligenza. Commissario Arcuri, ci deve spiegare perché i
soggetti attuatori di quel piano presentato il 18 giugno sono stati da lei
nominati solo in data 9 ottobre. Ce lo deve spiegare!
E poi - mi scuso per i
toni, ma siamo tutti soggetti ad un fortissimo stress psicologico, un
fortissimo stress - io mi rivolgo ai decani di quest'Aula, innanzitutto al
presidente Tallini perché probabilmente questi pochi mesi non mi hanno ancora
adeguatamente formato e le chiedo: presidente Tallini, cosa avrebbe dovuto fare
un rappresentante del popolo, democraticamente eletto come me, più che eccepire
sostanzialmente quello che viene ribadito anche tra i 21 criteri?
Si parla di algoritmo.
Ebbene, colleghi dell'opposizione, molti di voi - lo intuisco, lo immagino -
hanno la fortuna di avere il contatto diretto del ministro Speranza. Se parla
di algoritmo, non deve trattare la Calabria e la sanità in Calabria come se
fosse il processo ed il risultato di un algoritmo; se parla di algoritmo
dovrebbe spiegarci che fine hanno fatto i dati sui Lea. Che fine hanno fatto i
dati sull'indebitamento. Che fine hanno fatto i dati sulla migrazione
sanitaria.
Ma comunque - e vengo a
quello che stavo dicendo - tra gli elementi il ministro Speranza dice “non sono
stati allestiti i centri Covid”.
E allora, presidente
Tallini, lei mi è testimone, l’Aula mi è testimone, sono delle idee, erano
delle idee, dei suggerimenti, ma il guasto, il corto circuito che crea
l'istituto del commissariamento io l'ho vissuto sulla mia pelle e la mia
provincia l'ha vissuto sulla sua pelle e l'area che più mi rappresenta l'ha
vissuto sulla propria pelle, perché io stesso, il 26 di marzo, alla prima
seduta di Consiglio regionale ho chiesto e ho rivendicato e ho anche per i più
scettici prova documentale, rappresentata anche da alcune PEC.
Per esempio, nel momento
in cui si dice “non sono stati fatti centri Covid”, a Siderno c’è la struttura
che ospitava fino a qualche anno fa l'Ospedale Civile di Siderno, che era stata
oggetto anche di un sopralluogo di una serie di cittadini che allora si erano
resi promotori di un sopralluogo affinché venisse identificato quel luogo che,
tra l'altro, risulta essere già ampiamente disponibile, salvo l'acquisto delle
sole attrezzature.
E allora cosa deve fare,
presidente Tallini, un giovane consigliere regionale che manda una
comunicazione ufficiale al commissario Cotticelli chiedendo semplicemente di
effettuare un sopralluogo solo teso alla verifica dei presupposti, dei requisiti
e all'esito del quale, se fossero stati negativi, ci saremmo accontentati della
risposta? Ma neppure una risposta ho avuto dal commissario Cotticelli. Io non
sono stato eletto democraticamente dal popolo per non ottenere neppure una
risposta.
Cosa deve fare,
presidente Tallini, un giovane consigliere regionale oltre che inviare una PEC,
oltre che ribadirlo sempre in Consiglio regionale il 26 di marzo, sull’esigenza
pregnante, forte che c'era affinché venisse autorizzato il laboratorio di
analisi dell'Ospedale di Locri all'effettuazione dei tamponi, all'effettuazione
della refertazione dei tamponi? Perché quello che è avvenuto in questi sette
mesi è da terzo mondo. I cittadini che hanno dovuto attendere tre giorni,
quattro giorni, cinque giorni, sette giorni prima di poter accedere ai reparti
perché dovevano attendere che arrivasse il referto dei tamponi.
Ebbene io non posso e
non voglio neppure essere badato. Il 26 di aprile, dopo averlo fatto un mese
prima in quest'Aula, Presidente, il 26 aprile io ho inviato una PEC - posso
darle anche l'ora ed il minuto - ai commissari dell’ASP 5 di Reggio Calabria,
dicendo loro che andava al più presto attrezzato il laboratorio di analisi di
Locri, perché quello che stava avvenendo era assolutamente fuori dalla legge.
Ad oggi, caro
Presidente, è inutile dirle che non ho avuto alcuna risposta.
Ad oggi, caro
Presidente, a distanza di sette mesi, otto mesi salutiamo come ad un miracolo,
in queste ore o in questi giorni, salutiamo come un miracolo dopo otto mesi di
inferno, salutiamo come un miracolo che il suddetto nosocomio sia stato dotato
di una macchinetta per l'effettuazione quantomeno dei test rapidi.
Con ogni probabilità
potevo fare più di questo, ognuno di noi poteva fare più di questo, ma è
l'Istituto del commissariamento che ha tarpato le ali all'intera Regione.
Nel corso degli anni,
amici colleghi, consiglieri dell'opposizione, a parti invertite fino a pochi
mesi fa, qualcuno per voi diceva di essere pronto ad incatenarsi se non avesse
avuto sulla sua persona il commissariamento della sanità.
E ora io auspico nulla
in più di quello che ogni cittadino calabrese si aspetta da noi: auspico che
stasera, dopo un dibattito approfondito, serrato, da quest’Aula, da questa
seduta possa uscire una posizione univoca, compatta, unita.
Nel rassegnare le
seguenti conclusioni e far vedere che la Calabria sul tema della sanità non si
divide, non si disperde, non segue le logiche di bottega di partito, noi
dobbiamo dare la responsabilità a questo Governo, nella persona del ministro
Speranza, per quello che ha fatto e chiederne le dimissioni, alla stessa
stregua di tutti coloro nella filiera di funzionari e dirigenti e commissari
governativi che si sono susseguiti nella catena di comando, dal commissario
Arcuri, per i ritardi che di cui ho già parlato, al commissario Cotticelli che,
bontà sua, ha ritenuto già di farlo. Chiedo a tutti voi, vi esorto, ad
aggiungervi alla voce che arriverà dalla maggioranza consiliare compatta.
Spendiamoci affinché non
venga firmato dal presidente Mattarella il decreto con il quale viene prorogato
il Decreto Calabria. Sarà l'ennesima tegola sulle nostre teste.
Io non sono più disposto
che noi stessi e i nostri figli paghiamo per i guasti di chi ha gestito male
per oltre quarant’anni questa Regione; non sono disposto che i miei bambini ed
i vostri bambini e i bambini di tutti paghino un prezzo per altri. Noi dobbiamo
fare un'azione forte e, se voi non la farete, state certi che la faremo da
soli. Noi dobbiamo fare un'azione forte affinché addirittura venga azzerato il
debito della sanità in Calabria. Sì, azzerato, e non la sparo grossa!
Noi dobbiamo
assolutamente superare la logica del commissariamento ed è il Governo, lo
Stato, questa mamma che deve prendersi cura di questa regione fragile e debole.
Si deve fare carico dell'enorme debito che purtroppo si è consolidato, perché
questo è avvenuto in altre aree d'Italia, questo è avvenuto, cari amici e cari
colleghi consiglieri, quando si sono dovute salvare delle città, anche
importanti, e delle regioni anche importanti. Questo è avvenuto! Abbiamo la
necessità che avvenga anche in Calabria.
Spero e lavoro e auspico
che su queste battaglie ci si possa trovare tutti uniti. Se così non fosse, qui
sì che ci prendiamo ognuno le responsabilità che abbiamo, non laddove non le
abbiamo mai avute. Qui sì che ce le prendiamo, ci prenderemo tutti, ciascuno di
noi la responsabilità di avere detto al popolo calabrese se vogliamo finalmente
che, quantomeno sul tema della salute e della sanità, la Calabria alzi una voce
chiara, univoca e forte affinché la nostra mamma, il nostro Stato si prenda
finalmente cura di noi, non con mere logiche ragionieristiche, non con la
logica dell'algoritmo di Speranza, ma con la logica del buon senso,
dell'umanità e dei diritti civili.
Grazie, Presidente.
DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, oggi svolgiamo questa prima seduta di Consiglio regionale
senza la presenza della presidente Santelli a cui va il mio ricordo.
Ho ascoltato gli
interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e sinceramente continuo a non
capire come in quest'Aula non si riesca ancora a comprendere la gravità della
situazione in Calabria.
Ai calabresi non
interessa più il balletto delle responsabilità, ai calabresi interessa avere
una sanità dove uno che sta male trova le cure. E mi fa specie che si trovi
ancora il tempo di “comiziare” in questa sala, in questa aula, quando fuori c’è
gente che ha perso il lavoro, quando nei nostri ospedali ci sono malati che non
trovano un posto per curarsi e sono adagiati nelle corsie degli ospedali.
Rispetto a questo la soluzione non è di chiedere o rimpallare le
responsabilità, ma la soluzione è quella di capire come intervenire, non
domani, non dopodomani, ma ora, subito, perché le responsabilità non si danno,
le responsabilità si prendono e si prendono specie se, al di là di destra e
sinistra, si rappresenta una Regione.
Questo è il tema. Le
responsabilità si prendono perché si prendono anche se un Presidente di Giunta
regionale, un assessore, un amministratore pubblico va negli ospedali e fa
qualcosa per gli ospedali. Sarebbe molto facile per me, che rispetto al tema
della sanità ho fatto in questi mesi battaglie anche da questi banchi, dire e
fare una cronologia delle cose che non sono state fatte. Ve ne dico una: il 31
marzo del 2020 in quest'Aula, in questo posto, chiedevo la nomina di un
Commissario straordinario capace di gestire l'emergenza coronavirus in Calabria
perché sappiamo tutti e sapete tutti, sapevamo tutti, che il 30 gennaio il
Direttore generale del dipartimento del Ministero della Salute, D'Amario,
diceva: “Attenzione, la Calabria non ha le strutture idonee per fronteggiare le
emergenze”.
Ve la ricordate o no la
nota del 30 gennaio? O la ricordo solo io? Il 30 marzo, qualche mese dopo, da
questo posto, chiedevo la nomina di un Commissario straordinario.
Ve la leggo: “Il
direttore D’Amario che è il direttore generale della prevenzione sanitaria
nazionale, il 30 gennaio diceva che la Calabria non è pronta ad affrontare
l'emergenza perché non ha i mezzi adeguati per fronteggiarla.” Rispondevo con
una nota in cui manifestavo la necessità di valutare misure eccezionali che la
Regione avrebbe dovuto prendere, che avremmo dovuto prendere. La differenza non
è quella di scaricare sugli altri, ma è quella che quest’Aula avrebbe dovuto
prendere e che la Regione nella sua interezza avrebbe dovuto prendere, perché
sulla salute non c'è né destra e né sinistra. E allora, dicevo: “Ritengo
opportuna la nomina di un commissario esperto nel fronteggiare l’emergenza
prima che l'epidemia si diffonda ulteriormente. E ’indispensabile una figura di
comprovata esperienza in grado di coordinare una situazione che tra un po' in
Calabria diventerà ingestibile. Graziano di Natale il 31 marzo 2020”.
A questa nota è seguita
una telefonata di qualcuno che si lamentava dicendo “non è possibile una cosa
del genere, non è possibile che noi riceviamo un commissario, qualcuno, che
possa gestire l'emergenza coronavirus in Calabria” e questi sono i risultati. I
risultati sono sotto gli occhi di tutti. I risultati sono che poi l’11 marzo la
Regione Calabria diffonde una nota; l’11 marzo la Regione Calabria diffonde una
nota, nella quale nota si dice che in collaborazione con il commissario
Cotticelli si è approvato il piano per l'implementazione dei posti di terapia
intensiva, 400 posti di terapia intensiva, la nota dell’11 marzo della Regione
Calabria. Ad oggi di quei posti di terapia intensiva, ditemi, quanti ne sono
stati attivati? E perché non sono stati attivati? Chi aveva il compito di
vigilare se non la Regione Calabria? Io non lo devo dire a nessuno, io lo dico
qui in quest'Aula perché quest’Aula è il luogo adatto e deputato per dire le
cose. Rispetto alle cose che stavo dicendo, il 12 maggio qui in quest'Aula, in
questo posto, facevo un'altra denuncia riguardante i tamponi, riguardante la
necessità del rintracciamento, riguardante la necessità di fare la
ricostruzione dei contagi, di dire al Presidente della Giunta regionale e alla
Giunta regionale che i nostri laboratori non hanno la capacità di processare un
elevato numero di tamponi. E che cosa abbiamo fatto? Abbiamo fatto le
passerelle, abbiamo detto che si è comprato un macchinario, per esempio,
nell'ospedale di Rossano capace di processare 300 tamponi al giorno che è
ancora incellofanato, che è ancora lì, e l'ospedale di Cosenza, che non è in
grado quindi di processare questi tamponi, costringe positivi al coronavirus a
stare dentro le proprie abitazioni per giorni.
Addirittura c'è qualcuno
che è costretto a vivere nella propria abitazione isolata per giorni; bambini,
adolescenti di 15 anni lontani dalla loro famiglia. E noi che cosa abbiamo
fatto? Abbiamo rimpallato le responsabilità, le responsabilità a questo o a
quello. Non è così che si gestisce la cosa pubblica. Non è così che si gestisce
una Regione. Perché, ripeto, le responsabilità non si danno, ma si prendono, le
responsabilità non si danno, ma si prendono.
È di qualche giorno fa
poi l'immagine che è circolata sui social, le avete viste tutti, delle file nei
Pronto soccorso, delle autoambulanze che non trovano posto e che sono costrette
a stare lì ferme in fila con pazienti dentro. E la politica regionale che fa?
La politica regionale si scanna su quello che è il comando, su chi deve
nominare il commissario, su chi no, su chi lo vuole; quando gli fa piacere va
bene il commissario, quando non fa bene si scarica sul commissario.
E quest'Aula che avrebbe
dovuto prendere i provvedimenti giusti nei mesi opportuni è stata ferma e
immobile. Questa è la verità!
(Interruzione del consigliere Esposito)
Consigliere Esposito, io sono stato in
silenzio anche quando si sono dette corbellerie, per cui anche se le sto
dicendo, con lo stesso garbo con cui ho ascoltato gli altri siete pregati di
ascoltare me.
E abbiamo una
responsabilità: qui non siamo venuti in un'arena, qui non siamo venuti a fare
le guerre, come facevano i romani, per andare a rintracciare la responsabilità,
qui siamo venuti a dire che cosa dobbiamo fare per i calabresi che sono fuori,
per quelle persone che al di là di zona rossa o di zona gialla hanno bisogno di
una sola parola, della sicurezza della loro salute. Questa è la verità!
Dobbiamo spiegare, per
esempio, perché nell’ospedale di San Francesco di Paola c'è un reparto nuovo,
incellofanato, con 4 posti di terapia intensiva che sono fermi là dal mese di
aprile e nessuno ha mosso un dito, nonostante nell’emergenza del lockdown anche
i cittadini abbiano fatto delle donazioni volontarie di letti, respiratori,
ventilatori polmonari. E questo è una vergogna tutta calabrese perché, anziché
fare altro, avremmo potuto spendere quei soldini per mettere in moto quel
reparto di terapia intensiva, per comprare gli arredi perché non c'è l'arresto
per nessuno se si comprano mobili e arredi per potenziare i nostri ospedali.
Questa è la verità! Gli arresti ci sono per altre cose non per gli investimenti
sulla famiglia, sulla salute. Questa è la verità che dobbiamo dire ai
calabresi.
E allora io- vi chiedo
scusa per il tono - come tutti sento la responsabilità del ruolo, sento la
responsabilità delle cose che dobbiamo dire. Dietro quelle saracinesche chiuse
c'è il fallimento della Calabria, non c’è il fallimento del PD o di Forza
Italia o della Lega o di un altro partito, c'è il fallimento di tutti quanti
noi, di tutte le persone che sono state elette in Calabria. Altroché! C'è il
fallimento di una classe politica calabrese perché anche se il mio Governo è il
Governo di centro-sinistra - io non ho paura a dire le cose - la soluzione non
è abbassare la saracinesca, la soluzione è mettere i calabresi in sicurezza e
garantire la salute dei calabresi. E allora qui in questa Aula oggi voi venite
a dire: “Chiediamo al Governo di declassarci da zona rossa a zona gialla”. Non
è questa la soluzione! Impegniamoci subito…
(Interruzione del consigliere Graziano)
Guardi, Graziano, io e
lei in comune abbiamo solamente il suo cognome ed il mio nome, ma siamo
diversi, siamo molto diversi.
Stavo dicendo, la
soluzione non è questa, la soluzione è quella di dire insieme, tutti quanti
insieme “potenziamo in 15 giorni, in 20 giorni”. Prendiamo le risorse della
Regione e destiniamole ai nostri ospedali. Al di là del commissariamento,
questo dobbiamo fare! Prendiamo i soldi e destiniamoli alle nostre strutture,
potenziamo le strutture. Dobbiamo fare questo al di là del colore politico.
Credo, Presidente, in
merito alla responsabilità, in merito al rimpallo delle responsabilità ho detto
agli organi di stampa che in questo momento è vero che dobbiamo rimboccarci le
mani, ma è anche vero che c'è qualcuno che doveva fare e non ha fatto, c’è
qualcuno che doveva fare e non ha fatto e le denunce non si fanno solo nelle
piazze, nei Consigli regionali o nei Consigli comunali. Le denunce si fanno
nelle Procure della Repubblica, lì si fanno le denunce!
E ho presentato un
esposto sia alla Procura della Repubblica di Paola, per quanto riguarda la
terapia intensiva di Paola, sia alla Procura della Repubblica di Cosenza, per
quanto riguarda tutti gli ospedali della provincia di Cosenza, che vi invito a
firmare insieme a me, perché qualcuno doveva fare e non ha fatto. È qui la
denuncia, firmatela insieme a me. Firmiamola tutti quanti, assumiamoci questa
responsabilità di capire di chi è la responsabilità di questo sfascio della
sanità in Calabria.
Non mi interessa
spiegare, assessore Orsomarso, ci sono atti, fatti concreti e abbiamo bisogno
di mettere un punto su questa situazione. E io finisco, Presidente,
raccontandovi una cosa, perché la Calabria è rappresentata da persone che hanno
bisogno d'aiuto in questo momento. Ho ricevuto, lo dico qui, l'ho detto già
ieri, una telefonata di una mia concittadina la quale mi diceva: “Graziano, io
sono disperata perché mio papà e mia mamma sono positivi, non stanno bene, sono
anziani e sono a casa con me. Io sono negativa, però non li posso abbandonare,
non posso lasciarli soli! Ho figli, ho un marito, ho abbandonato la mia casa
per assistere i miei genitori!”
È su queste persone che
rappresentano la vera Calabria che noi dobbiamo impegnarci, altro che destra e
sinistra! Rispetto a questo punto di riferimento io dico: da stasera
impegniamoci, troviamo le risorse, trovate le risorse e spendiamole al di là
del Governo, al di là dei commissari, al di là di ogni altra cosa, per
potenziare i nostri ospedali perché non siamo qui a fare politica in campagna
elettorale, siamo in guerra e quando si è in guerra dobbiamo scendere in campo
tutti senza distinzioni tra Generali e soldati. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sainato. Ne ha facoltà.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente.
Buonasera a tutti, capisco l'intervento accorato del collega Di Natale. Sì,
prima di andare via ti rispondo velocemente su una cosa: ti chiediamo scusa,
noi della maggioranza, perché non avevamo capito che dovevamo nominare il
maestro di sostegno al commissario che si doveva occupare del Covid.
Tu ci hai chiesto un
ulteriore commissario, cioè dovevamo andare a trovare un maestro di sostegno a
chi si doveva occupare del Covid e per questo ti chiediamo scusa a livello di
maggioranza.
Caro Di Natale, cari
colleghi, caro Presidente, il problema della sanità, al di là del Covid, è un
problema vecchio, è un problema che ci portiamo dietro da vent'anni. Oggi siamo
venuti in Aula per parlare di zona gialla invece di zona rossa. Raccogliamo le
problematiche della sanità che non è solo un problema del Covid, delle
emergenze in questo caso, ma è un problema che ci portiamo dietro da anni. È un
problema di responsabilità politica e questo - sì, è vero - è un problema di responsabilità
politica, di cosa fare e come affrontare le difficoltà. Lo diceva qualcuno
prima di me: anche il precedente Consiglio regionale ha tentato col il Governo
del suo stesso colore politico di far capire che il commissariamento non era la
strada da seguire. Purtroppo siamo arrivati al commissariamento per una
cattiva, anche, gestione politica e ci siamo fatti commissariare. Oggi oltre a
commissariarci la sanità, ci stanno “commissariando” anche le attività
commerciali che non meritano di essere commissariate, di essere chiuse, di non
avere un'attività per poter portare il pane a casa ai propri figli e per
questo, con grande responsabilità e tutti insieme, dobbiamo trovare una
soluzione.
Il consigliere Di Natale
diceva prima che non dobbiamo capire di chi è la responsabilità, l'ha spiegato
bene il presidente facente funzione Spirlì che ringrazio, ma è necessario non
tanto per la responsabilità, ma per fare chiarezza, per far capire, non per
addossare responsabilità. Per far capire come sono andate le cose in queste
otto mesi, per restituire la verità ai cittadini. Se ancora il consigliere Di
Natale non ha capito dove in questi otto mesi sono andati a finire i 99 milioni
di euro, di cui 45 già arrivati e 54 ancora devono arrivare, forse qualche euro
in più sentivo prima dal Presidente del consiglio, allora non ci siamo.
Si è scatenata in questi
giorni la piazza, non perché avevano paura del Covid, si è scatenata la piazza
perché la gente non ce la fa più, la gente ha fame. Noi dobbiamo trovare una
soluzione all'aspetto sanitario, ma dobbiamo di pari passo trovare una
soluzione per le famiglie, per le attività commerciali, per chi oggi è titolare
di partita IVA. Ha fatto bene in questi otto mesi l’assessore Orsomarso. Ha
fatto il “Riparti Calabria”, ha cercato, ha tentato, però si è scontrato con
che cosa, Fausto? Si è scontrato con la burocrazia, si è scontrato con la
norma. Chiediamo al presidente Conte che in un periodo di guerra, come è stato
detto prima, le norme, che in situazioni normali vanno applicate e sono giuste
da applicare, in queste situazioni non possiamo applicarle; perché se oggi noi
diciamo che per avere un ristoro l’attività commerciale deve presentarci il
DURC, noi i soldi li diamo solo a quelli che hanno avuto la possibilità in
questi mesi, in questi anni, di pagarsi il DURC, cioè alle stesse persone.
Quindi chi è andato in difficoltà per le chiusure non potrà mai avere un
ristoro. Dobbiamo trovare una soluzione diversa anche sul piano sociale perché
è questo che ci chiede la Calabria.
Noi calabresi non
scendiamo in piazza facilmente. Se scendiamo, lo facciamo perché c'è la
disperazione e la disperazione è la disperazione sociale. Poi il problema
sanitario dovremmo risolverlo senza colore politico di destra e di sinistra, ma
assumendoci le responsabilità del passato per non commettere gli stessi errori
in futuro.
Non siamo riusciti ad
aumentare i posti Covid, non è assolutamente responsabilità nostra, è sul
piatto, è davanti a tutti, è responsabilità di chi ci ha gestito, del Governo
che ha mandato là una persona che… I social aiutano anche a ricordare cosa ha
detto il ministro Grillo alla presentazione di Cotticelli; alla fine
dell’intervento vorrei rileggervelo cosa ha detto di Cotticelli. Cosa dobbiamo
aspettarci da un commissario che non è stato in grado, né lui né chi l’ha
preceduto, di dare una soluzione alla sanità, non solo sul Covid, ma anche ai
problemi che la sanità ha?!
Parlava prima il collega
Graziano degli ospedali. Non siamo riusciti a sanare gli ospedali che abbiamo
adesso e costruire i nuovi ospedali. E pensate che sia un problema di Covid? E
pensate che sia un problema del 2019? O è un problema di questi 10 anni di
commissariamento in cui non siamo riusciti a creare una sanità diversa.
Potevamo affrontare l'emergenza Covid come in tutte le regioni in modo diverso.
Oggi questo non lo
possiamo fare. Non siamo riusciti a farlo prima e oggi non siamo in grado,
anche con le risorse che lo Stato ci sta dando, di aumentare fino a 310 i
posti. Non stiamo parlando di 3000 posti. Non siamo stati in grado sul piano
politico e quando dico in grado mi riferisco a chi è deputato, all’ente
attuatore, commissariale, alla gestione. Noi dovevamo vigilare e l'abbiamo
fatto. Il presidente Spirlì ha spiegato quello che abbiamo fatto, attraverso la
presidente Santelli, quello che ha fatto, quello che ha scritto, quello che ha
potuto fare.
SAINATO Raffaele (Fratelli d’Italia)
Voi ne siete testimoni - vedo gente che è stata
nello scorso Consiglio regionale - di quante difficoltà ha avuto la gestione
regionale anche di fronte al commissariamento. Vi siete divisi anche in queste
cose. Lo sapete benissimo e quindi non sto a raccontare quello che noi abbiamo
subito in questi otto mesi, è una cosa che voi sapete benissimo.
Ora che fare? Ora come risolvere questo problema?
Spetta a noi, spetta al Consiglio regionale, spetta
sicuramente al Governo. Chi ha la possibilità di parlare col Governo amico
spieghi che la Calabria non è una terra di conquista, non è una terra di
conquista di voti e non è una terra di passerelle, ma è una terra dove bisogna
dare soluzioni e noi siamo chiamati qui a dare soluzioni. Dovete metterci nelle
condizioni di poter offrire soluzioni e non siamo stati messi, in questi otto
mesi, in condizione di offrire soluzioni. Le uniche soluzioni che abbiamo
potuto dare le abbiamo date e se qualcosa si è fatto è grazie alle continue
diffide.
Il collega Crinò prima parlava dell'ospedale di
Siderno, ma io potrei parlare dell'ospedale di Locri che è stato previsto tra i
reparti che dovevano essere attivati per il Covid e quant’altro, completamente
abbandonato, una zona completamente abbandonata ed è passata la Grillo, è
passata la Lorenzin. Possiamo fare tanti nomi, facciamo un elenco, possiamo
fare una squadra di calcio di quanta gente, di quanti Ministri sono venuti
nella nostra zona e non c’era il Covid. È venuto Conte, ci ha detto che sarebbe
venuto a gennaio, non ci ha detto l'anno, ha detto che sarebbe tornato a
gennaio però, correttamente, non ci ha detto l'anno. Noi ancora lo stiamo aspettando.
Questi sono i risultati della politica!
La gente ci giudica ogni giorno, ci giudica per
quello che facciamo, per quello che diciamo, per i risultati che portiamo
avanti e noi, in questi otto mesi - è sotto gli occhi di tutti - abbiamo avuto
diversi problemi tra cui la sanità.
Vedo l’assessore all’ambiente, che ringrazio per lo
sforzo che ha fatto in questi otto mesi sull'ambiente.
Quello che abbiamo subito, quello che abbiamo
ricevuto e ci siamo divisi, attenzione, anche in quest’ Aula, sui grandi temi,
spesso, ci siamo divisi e voi siete a conoscenza delle problematiche sia della
sanità sia dell’ambiente. Poi non si può continuare con la politica nella
sanità, perché la distruzione della sanità avviene nel momento in cui il
primario di turno o il medico di turno va a bussare alla porta del politico di
turno per farsi rappresentare ed è inadeguato per fare il primario ma,
soprattutto, anche per fare l'amico politico.
Queste cose dobbiamo dircele, non possiamo
preoccuparci del trasferimento di x o del trasferimento di y, dobbiamo dare
risposte, dobbiamo portare i migliori all'interno della nostra terra e non fare
politica con la sanità.
Qualcuno, negli anni passati, ha criticato i
comitati di gestione, i vecchi comitati di gestione che c’erano nella sanità.
Dico - e politica ne ho fatta anche se non a livello regionale - che i comitati
di gestione hanno portato più risultati di tutti i commissari messi insieme in
questi ultimi dieci anni. I comitati di gestione – lo ricordano tutti quelli
che hanno fatto politica come me e più di me - avevano diverso colore politico
non si era di un solo colore politico all’interno, eppure si faceva per la
sanità, si portavano, si sceglievano i medici migliori, gli infermieri migliori
all'interno del proprio ospedale. Questa era la battaglia che c'era tra la
politica di allora. Oggi la battaglia è quella non solo di non fare nulla, ma,
se si deve inserire, all'interno della sanità si scelgono i peggiori che
possono curare i nostri i nostri figli, noi stessi.
Ve l'avevo detto prima che volevo leggervi cosa ha
scritto il ministro Grillo e lo rileggo testualmente: “Mi hanno fatto qualche
critica per avere enfatizzato il bisogno di legalità quale presupposto della
scelta dei nomi; i commissari ad acta sono figure di garanzia che incarnano i
valori della competenza, onestà e trasparenza, da sempre miei cavalli di
battaglia. Sono sicura che porteremo buoni risultati nel decreto di nomina di
Cotticelli, visto il curriculum del Generale Saverio Cotticelli, che ha
maturato specifiche esperienze in materia di sanità.”
Lascio a voi ogni commento, ogni valutazione
rispetto a quanto scriveva il ministro Grillo in riferimento al commissario
Cotticelli.
Se queste sono le persone che dovevano risolvere il
problema della sanità, se questi sono i politici che, in questi anni, dovevano
risolvere il problema della sanità, forse ci dobbiamo chiedere se abbiamo
sbagliato, se c'è qualcosa di errato, altrimenti, se non siamo in grado di
risolvere i problemi sanitari e sociali, forse è arrivato, anche, il momento,
per chi di dovere, di mettersi da parte. Grazie
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione.
Ne ha facoltà.
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
Presidente, questa è la seduta in cui non abbiamo
tra di noi il Presidente eletto. Ovviamente ha fatto bene lei a ricordarlo
all’inizio. È stato un evento traumatico per la Calabria e voglio ricordarla
all'inizio di questa seduta proprio perché in questo Consiglio regionale in
questi nove mesi abbiamo avuto uno scambio molto importante sui temi della
sanità. Abbiamo anche convenuto, in alcuni momenti, su alcune questioni
importanti quali una riforma del sistema sanitario, proprio perché convinti che
dalla pandemia, dal coronavirus, è illusorio pensare che qualcuno possa uscire
da solo. Abbiamo sempre detto, l'ho detto in quest'Aula diverse volte, che in
questo momento non badavo alla tessera di partito, ma a fare sinergia, a fare
squadra per uscire da questa situazione sia da un punto di vista sanitario che
da un punto di vista economico.
Però devo dire che alcuni toni di stasera, anzi di
oggi pomeriggio, francamente, mi sembrano degli spot elettorali, rispetto alla
gravità delle cose. Qui, alla luce di quello che ha detto ieri Cotticelli,
sommiamo zona rossa più problemi strutturali della sanità. Fare il tiro al
piccione con Cotticelli è facile dopo quell’intervista, bisognava farlo prima.
Ho avuto una posizione che, storicamente, molti
conoscono, anche quando a quel banco c'era seduto Mario Oliverio sulla sanità.
Conoscete la mia posizione. Anche lì, molte volte da solo, rispetto al modo di
essere della sanità e all’operare sbagliato della politica calabrese, dico che
anche oggi, per esempio, non possiamo assistere a degli spot elettorali e
pensare di risolvere la cosa proponendo o una legge o un ricorso al TAR.
Sappiamo che dal piano di rientro si esce,
attualmente, attraverso l’approvazione di due bilanci consecutivi in pareggio e
con i LEA a centosettanta. Questo è quello che dice la legge e dobbiamo stare
attenti perché questo dibattito ha ricadute sul territorio e il clima non è dei
più semplici, dei più facili.
Vorrei ripristinare una verità: la Giunta regionale
calabrese ha condiviso col Governo nazionale i criteri per dichiarare le varie
zone rosse, arancioni e quant’altro. Quei ventuno criteri non sono il frutto di
una scelta unilaterale del Governo, tutte le Regioni, compresa la Calabria, le
hanno condivise e se noi oggi siamo zona rossa è perché voi avete comunicato i
dati al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità che, poi, in
base a quella griglia, che voi avete contribuito a decidere, ci hanno
dichiarato zona Rossa. È un dato ineccepibile.
Allora come si fa? Facciamo una seduta di Consiglio
regionale e ci costituiamo Stato a parte? Dichiariamo la secessione
dall'Italia? Oppure ci impegniamo a trovare le soluzioni ai dati per cui siamo
diventati zona rossa?!
O voi non vedete i dati allarmanti del contagio in
Calabria, i morti che ci sono dai contagi in Calabria? Quello non è un dato?
Noi dobbiamo andare nel merito e vi sfidiamo su
questo merito, cari colleghi, perché se non decidiamo, in tempi rapidi, di
assumere i trecentoventi infermieri di quartiere che sono stati previsti dal
Decreto Rilancio, che spettano alla Calabria e per i quali ci sono state
attribuite anche le risorse…
Perché di quei trecento venti infermieri di
quartiere della Calabria non ne è stato assunto uno! Chiediamocelo! Superiamo
gli ostacoli! Perché non ci sono, sui territori, quei trecentoventi infermieri
di quartiere che servono a contrastare il coronavirus? Perché delle trentasette
USCA, previste per la Calabria, non sono stati assunti i medici e gli
infermieri? I soldi ce li ha messi lo Stato, li ha trasferiti alla Regione per
mettere in campo l'unità di assistenza, le unità speciali di continuità
assistenziale che servono a gestire i malati di Covid domiciliati a casa e che
non hanno bisogno di ricovero ospedaliero.
Queste due misure potevano servire, possono
servire, se le realizziamo, ad essere declassati ad un'area meno punitiva
rispetto a quella che, oggi, il Governo, come ho detto prima, ci ha assegnato.
Permettete, ma dobbiamo riportare la verità:
Cotticelli è stato nominato quando a presiedere il Consiglio dei Ministri era
Conte, ma il vice-presidente era il segretario della Lega, Matteo Salvini; il
commissario dell'ASP di Cosenza e dell’AO di Cosenza sono due leghiste, sono la
dottoressa Bettelin e la dottoressa Panizzoli che hanno lavorato in Lombardia
con Maroni e sono state nominate, sempre in quel Consiglio dei Ministri, sempre
da quel Consiglio dei Ministri. Quindi di che cosa parliamo? Sapete quant'è il
bilancio dell’ASP di Cosenza? È di un miliardo e duecentocinquanta milioni di
euro, è un terzo di tutto quello che trasferisce il Governo nazionale ogni anno
alla Regione. Ma di che cosa vogliamo parlare?! Vogliamo nascondere questo e i
danni che hanno procurato a Cosenza sia all'azienda ospedaliera che all'azienda
sanitaria? Ne vogliamo parlare? Chiedete a Giannetta - l'abbiamo audita in
Commissione speciale di vigilanza - cosa ci è venuta a dire. Ancora, questa
signora non ha approvato il bilancio consuntivo né del 2018 né del 2019 perché
ci sono sessanta milioni di euro che ballano per fatture non registrate e per
debiti fuori bilancio.
Cosa è venuta a fare? A prendere, a pagarsi le
indennità dai calabrese e non assumersi le responsabilità!
Di che cosa stiamo parlando?! Questo è, questo è.
C’è una questione, secondo me, importantissima e
voglio leggere un comunicato della Giunta del 16 marzo 2020, permettetemi, perché
qua si citano tutti, mi sono andato a leggere questo comunicato: “Mi spiace” -
si dice in questo comunicato – “dover prendere atto che, in questo momento
particolarmente delicato, il commissario Cotticelli venga continuamente tirato
per la giacca dall'onorevole Callipo che invita Il commissario a far sentire
concretamente la sua presenza. Voglio far presente che il Generale sta
lavorando al progetto emergenza senza protagonismi e in un sereno e serissimo
lavoro di squadra. Lo dimostra il fatto che tutti i provvedimenti assunti sono
stati concordati, firmati e controfirmati dal commissario. Stiamo lavorando in
un clima di grande collaborazione, senza polemiche, evitando di essere
autoreferenziali, per questo ringrazio di cuore il commissario Saverio Cotticelli,
il sub-commissario Maria Crocco e tutta la struttura del dipartimento tutela
della salute per l'impegno e la competenza che stanno dimostrando.”
Oggi ci troviamo con un decreto per adeguare il
sistema calabrese, per realizzare posti letto di terapia intensiva,
sub-intensiva aggiuntivi, per adeguare i Pronto soccorso di tutti i nosocomi
ospedalieri in modo anche dettagliato, ma di quelle cose non se n'è fatta una.
Ho presentato, a tempo debito, venti interrogazioni
su questo, in cui denunciavo l'assenza dei piani che ci sono solo sulla carta
perché diventassero realtà. Non è stato fatto. Ma mettiamo al bando le
polemiche, mettiamo al bando le polemiche perché non servono. Vogliamo uscire
dalla zona rossa? Allora facciamo le cose che abbiamo detto nella nostra
mozione: operativi, entro la settimana, si proceda all'assunzione dei trecento
venti infermieri di comunità, c’è la copertura finanziaria; in una settimana si
rendano operative le USCA, così come previsto per legge, 4 infermieri e 4
medici, dalle otto alle venti, sette giorni su sette.
L’ abbiamo detto nella Commissione speciale di
vigilanza, con il presidente Giannetta, quando abbiamo udito i vari commissari
delle Asp, per non parlare della situazione dei debiti - la dirà, mi auguro,
Giannetta. Solo con due ASP siamo quasi a due miliardi di euro, ottocento
milioni di debito dell'ASP di Cosenza, detto dal responsabile finanziario, non
solo dalla Bettelin, così anche dal responsabile finanziario dell’ASP di Reggio
Calabria che riferisce di novecento milioni, novecento venti milioni di debiti.
Non abbiamo fatto in tempo ad audire gli altri
commissari, ma se questa è la situazione c'è una concausa dovuta a come hanno
lavorato sia l'ufficio del commissario sia la Regione, ma mi ci metto pure io
nelle responsabilità e non ne ho.
Voglio fare un discorso concreto: per realizzare,
per uscire da questo pantano - se non si esce da questo pantano non si salva
nessuno - dobbiamo essere concreti, pigliare impegni stasera e dire se
realizziamo in una settimana queste cose, se potenziamo le terapie intensiva e
sub-intensive. Vediamo come fare, ma senza scaricare le responsabilità, perché
nella sanità, in un lungo periodo, si sono alternati Giunte di centro-destra e
Giunte di centro-sinistra, ma a governare la sanità sono stati sempre gli
stessi interessi, non è una novità e l'ho detto diverse volte in quest'Aula:
consociativismo e trasversalismo. Perché fanno gola i tre miliardi e
cinquecento milioni di euro, sono il 67% del bilancio regionale e se non
rompiamo i potentati… Si è parlato pure di migrazione sanitaria, ma diciamoci
la verità: c'è qualcuno che vuole i trecento milioni di euro e i settanta mila
calabresi che devono andare in altre regioni, in particolare nel Veneto e nella
Lombardia, perché fanno comodo ai bilanci delle ASL, di quelle aziende
ospedaliere, di quella sanità privata, fanno comodo - o vogliamo fare i finti
tonti? - gli fanno comodo.
Allora dobbiamo rompere questi interessi e, in
questo ultimo rush finale, credo che, ormai, sia giusto restituire la parola ai
calabresi. Se vogliamo essere utili, facciamo, diamo risposte concrete e
rispondiamo a quei requisiti con i fatti per uscire da questa situazione.
Se vogliamo diventare zona gialla - non ricordo
qual è l'ultima zona - dobbiamo fare un lavoro comune anche per quanto riguarda
alcuni provvedimenti di ristoro, anche a livello nazionale, per dare una
risposta alla crisi. L'abbiamo fatto, l'abbiamo sollecitato, abbiamo fatto
proposte, siamo stati, come dire, responsabili. Però finiamola con questi
comizi, vediamo cosa fare concretamente, se ci sono le condizioni, perché poi i
comizi li faremo, comunque, quando verrà indetta la campagna elettorale e se
c'è un minimo di possibilità facciamo in modo che tutte quelle cose che abbiamo
messo nella nostra mozione, le cose che ho sentito qui, diventino operative nei
prossimi giorni.
Solo così possiamo contrastare la pandemia che,
quanto riguarda la nostra regione, è molto più virulenta della prima pandemia e
le strutture sanitarie sono al collasso. Arriveremo alla saturazione delle
terapie intensive nei prossimi tre o quattro giorni se questo è il livello di
crescita dei contagi in Calabria e non li fermeremo con le mani nude, dobbiamo
fare in modo che ci sia la possibilità di mettere in campo atti
concreti.
Io mi auguro – mi
auguro! – che ciò avvenga di comune accordo, altrimenti saremo costretti a fare
la nostra battaglia di testimonianti, essendo minoranza; però, penso che, una
volta elencate le priorità, potremo trovare delle soluzioni che ci permetteranno
di potenziare il sistema territoriale calabrese della sanità e, con uno sforzo
vero, potremo aprire qualche reparto di Terapia intensiva, sub-intensiva ed
aumentare i reparti di Pneumologia o di Malattie infettive.
Mi hanno mandato delle
fotografie, per esempio, dello Spoke
di Cetraro in cui fervono i lavori per il reparto con dieci posti di
Pneumologia.
Se c'è la politica,
l’accordo e la volontà politica, l’emergenza potrà essere fronteggiata anche in
queste ore e, considerato che nel Decreto è previsto anche il fatto che, da qui
a una settimana, si possa fare una verifica per vedere se sussistono i
requisiti per dichiarare la Calabria zona diversa da quella rossa, è chiaro
che, così facendo, avremo qualche possibilità in più con il Governo nazionale.
Non possiamo pensare
solo a chiedere le dimissioni del ministro Speranza, del consigliere Guccione o
del presidente Tallini, o che basti convocare il Consiglio regionale per
decidere, al di là dei parametri e dei requisiti, di diventare zona gialla o, tantomeno,
che si debba preparare una legge – non ho capito che tipo di legge – per uscire
fuori dal commissariamento o per dichiarare che non siamo zona rossa.
Dobbiamo essere seri,
anche perché i calabresi ci sentono e sanno giudicare.
Se vogliamo fare una
cosa utile, dobbiamo realizzare veramente un Piano operativo e cominciare a
dare delle risposte, già nella prossima settimana.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Molinaro. Ne ha facoltà.
MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)
Grazie, Presidente.
Intervengo, dando per scontata la totale serietà di quest'Aula, nel momento in
cui si riunisce in una seduta straordinaria ricordando – come bene abbiamo
fatto all'inizio – la prematura scomparsa della governatrice Santelli.
Cosa vogliamo decidere
stasera? Cosa vogliamo discutere questa sera? Cosa vogliamo dire ai calabresi
che ci hanno eletti?
Intanto, sulla sanità e
sul tema specifico del Covid-19, c’è bisogno di fare un’operazione di verità,
perché la verità, insieme alla consapevolezza di eventuali errori – alcuni dei
quali, già conclamati – ci aiuteranno ad individuare delle soluzioni.
Ritengo che questa
settimana, in particolare, che ci ha visti impegnati – come hanno ricordato il
presidente ff., Spirlì ed il presidente Tallini – in una interlocuzione
doverosa ma costante e con tanto impegno, in direzione di aiutare il Governo
nazionale che, per legge – e noi conosciamo le leggi di questa Repubblica e di
questa Regione – poteva individuare alcune cose – e, da qui a poco, dirò che
non sono automatismi – e che se si vuole trincerare sulla demagogia o
sull’allargare troppo un ragionamento per il quale, invece, ci siamo riuniti su
un fatto specifico, è chiaro che, secondo me, ci porterà, o rischia di portarci
fuori strada.
Perché è importante stare
sull'argomento?
Questa settimana abbiamo
rivissuto il calvario di decenni; certamente, ho l'onore di poter dire che
faccio parte di quel sessanta per cento di consiglieri regionali che sono
entrati in quest’Aula il 27 marzo 2020, ma ho rispetto per chi c'è stato prima
di me, per chi prima di me c'è stato ed è ritornato e che, ovviamente, se
vuole, si può confrontare con tutti.
Perché faccio queste
precisazioni?
Oggi sbagliamo,
presidente ff. Spirlì e presidente Tallini, se allarghiamo troppo il ragionamento
sui mali e sui danni della sanità di questi ultimi decenni che vedono
responsabile, in primis, la Calabria
tutta; io penso che dobbiamo dire qualcosa ai calabresi ma anche a noi stessi
e, quindi, alla fine mi auguro di poter decidere un qualche cosa che possa
aiutare il presidente Spirlì e la Giunta regionale a fare in modo che la
Calabria abbia rispetto della sua dignità, delle sue paure e delle sue
preoccupazioni.
La dignità che chiediamo
sia riconosciuta alla Calabria, passa dall'etica dei comportamenti di chi ha
responsabilità in Calabria e di chi la guarda dall'alto.
Faccio un piccolo
riferimento a quello che, brillantemente, è apparso in una trasmissione della
rete pubblica di ieri sera vista da tutti in diretta e vista, ovviamente, oggi
sui social.
Cosa ci dice quella
trasmissione? Tante cose!
Non vorrei, però, che
qui si partisse da Cotticelli per evitare di parlare del presidente Conte e del
ministro Speranza, perché Cotticelli che, certamente, non assolvo perché ha
dimostrato di non avere l’etica di un professionista che si è assunto una
responsabilità, ma, nel merito, cosa ha detto Cotticelli ieri sera a quei
microfoni?
Ha detto di aver
verificato che il Governo nazionale ha commesso un errore, disconoscendo o
dimenticandosi che, in Italia, c'erano e ci sono due Regioni commissariate
sulla sanità , Calabria e Molise, e che, comunque, nel mese di giugno, ha
chiesto al Governo di fornire indicazioni su come si poteva procedere e chi, in
sintonia con le Linee guida nazionali, doveva realizzare il Piano anti-Covid
per la seconda fase; ed è strano per una Repubblica dove un Ministro e il
Governo non hanno mai perso l'occasione di dire nel corso della prima fase che,
se il virus fosse arrivato in Calabria e al Sud, sarebbe stata una carneficina.
Se quelle affermazioni
di preoccupazione erano vere, non c'è stata coerenza né responsabilità politica
e amministrativa da parte del ministro Speranza, il quale ha risposto ad una
richiesta dopo tre mesi.
Ritengo che questa cosa
vada sottolineata. Non è successo solo questo.
Difatti, il generale
Cotticelli si è dimesso circa tre o due settimane fa, prima della riconferma
del commissariamento della sanità in Calabria, dicendo che non voleva essere il
capro espiatorio di questa situazione e il ministro Speranza non l’ha
convocato, non l'ha sentito e ha fatto finta di niente. Perché ha
riprogrammato, riproposto e riapprovato il commissariamento, lasciando lì
Cotticelli?
Da cittadino calabrese e
da persona che ci ha messo la faccia – e ringrazio i miei elettori per la
fiducia che mi hanno dato – ma, soprattutto, per la responsabilità di far parte
di un Consiglio regionale che governa la Calabria e che deve fare gli interessi
generali di questa regione, dico che, per prima cosa, nell'atto finale che
faremo in questa discussione, oltre a quello che già è stato preannunciato dal
presidente ff., Spirlì e dal presidente Tallini, dobbiamo chiedere che il
ministro Speranza, che si è dimostrato inaffidabile per quello che ho detto, va
dalla seconda parte.
Come può essere
affidabile per quello che ha già fatto?
Mi voglio spiegare con
qualche dettaglio: i 21 criteri o punti, che sono stati proposti e condivisi,
partono dal fatto che – io personalmente, ma ritengo tutti – di sicuro,
riconosciamo alla comunità scientifica italiana, che ha poco da invidiare agli
altri, grande autorevolezza.
Dunque, non sono in
discussione i 21 punti in termini scientifici, ma è in discussione, mi fa paura
e ci ha messo in ansia il momento in cui abbiamo visto come quei 21 punti sono
stati alimentati, trasmettendo dati da parte di chi aveva la responsabilità;
certamente non il Consiglio o la Giunta regionale ma, soprattutto, non deve
sfuggire – e io vi invito, penso che l'abbiano fatto tutti – che c'è una
discrasia forte ed evidente tra il documento dell'Istituto superiore di sanità,
e quindi la comunità scientifica che raccoglie e mette in piedi i 21 criteri, e
la discrezionalità di chi ha deciso di dare i colori alle Regioni italiane. Non
è un automatismo, non c'è algoritmo, e non c'è un pulsante da premere; c’è
stata una valutazione, ci sono verbali ancora segretati, ma è chiaro che
qualcuno ha deciso di assegnare questi colori che, meglio ancora, rappresentano
quattro scenari.
Dall'esperienza Covid della
prima fase, la comunità scientifica ha detto chiaramente e senza attribuire
colori quali potevano essere gli scenari da settembre/ottobre/ in poi e cosa
dovevamo fare per contrastare l'eventuale difficoltà, soprattutto di quegli
scenari che oggi indichiamo come rossi, arancioni e così via.
Questo chi l'ha fatto?
L’attribuzione delle
Regioni non è un fatto automatico e non lo è stato; non è un elemento derivato
dalla sommatoria di criteri, ma è una valutazione e, quindi, una
discrezionalità.
Dunque, se il ministro
Speranza è stato inaffidabile, penso sia possibile avere il dubbio sul
monitoraggio e sulla valutazione dei commissari e del commissario Cotticelli in
prima persona, perché io non sono tra quelli che valutano le persone in base ai
fatti, alle casacche o all’appartenenza.
A me non mi interessa
sapere in quale Partito si riconosce Cotticelli e non mi interessa nemmeno chi
l’ha nominato.
Come calabrese, a me
interessa che chi aveva la responsabilità di controllare Cotticelli non lo ha
fatto e, quando lo stesso Cotticelli ha scritto le sue difficoltà e le sue
incapacità di andare avanti, il ministro Speranza, tramite i suoi uffici, ha
risposto dopo tre mesi.
Per me è un atto di
inaffidabilità, e se faccio uno più uno uguale due, cioè inaffidabile su questo
punto, ritengo molto possibile l’inaffidabilità della valutazione discrezionale
sull’attribuzione del colore rosso alla regione Calabria.
Questo è un primo punto.
Secondo punto: come
facciamo a dare un contributo per queste paure che sono sui territori, nelle
nostre case e dappertutto?
Paura sanitaria, paura
sul diritto alla salute – in particolare sull’emergenza Covid, i cui fatti non
c'è bisogno di ripeterli perché, ovviamente, c'è difficoltà a uscire fuori
regione, ammesso che uno si voglia curare fuori – e, soprattutto, paura economica,
che è già una realtà.
Le domande che faccio a
questo Consiglio regionale sono le seguenti: possiamo stare tranquilli
sull'aspetto del contrasto al Covid-19 in termini sanitari dopo quello che è
successo e abbiamo visto ieri sera in televisione? No!
Possiamo stare
tranquilli sull'aspetto economico, finanziario e di mancanza di liquidità alle
famiglie e alle imprese dopo le tante promesse del primo ministro Conte, con i
tanti decreti secondo cui dovevano arrivare miliardi e miliardi e, invece, ci sono
persone che ancora devono percepire la cassa integrazione?
Caro presidente Tallini,
cari colleghi, caro presidente ff. Spirlì, intanto bisogna continuare il pressing nel confronto istituzionale.
Sicuramente non siamo
degli scostumati, ma abbiamo la schiena dritta, presidente ff. Spirlì.
Dobbiamo evidenziare al
premier Conte che abbiamo apprezzato la carezza al saluto della governatrice
Santelli, ma quella carezza deve essere rivolta a tutti i calabresi e, insieme
a Cotticelli, deve mandare subito a casa il ministro Speranza.
Due: nei modi possibili,
indipendentemente da leggi e quant’altro, vogliamo condividere le scelte su
questa emergenza Covid-19 perché le falle, le disfunzioni, le omissioni e
l’incapacità di chi risponde alla catena di comando che, purtroppo, non è né la
Regione né questo Consiglio né la Giunta regionale.
Deve essere rafforzata e
derogata; usiamo i termini che vogliamo, ma il presidente Conte deve garantirci
urgentemente quello che non ci ha saputo garantire fino a ieri col suo ministro
Speranza e con tutti gli altri.
Terzo aspetto:
sull'elemento economico non possiamo continuare a dire ai calabresi,
imprenditori, partite Iva e famiglie, già tanto in disoccupazione, già con le
elemosine rispetto alle strategie di politica attiva messe in campo da questo
Governo nazionale – e i frutti li conosciamo tutti – di continuare così.
A mio avviso, dobbiamo
accelerare su tutto quello che possiamo in termini di pagamenti, considerato
che le risorse della Regione sono Fondi comunitari e sappiamo che i Fondi
comunitari hanno griglie di gestione burocratica lunghissima.
Serve una deroga, una
collaborazione, mettiamola come vogliamo, qualcosa che ci faciliti l'erogazione
delle risorse che sono impantanate da anni – non da mesi, ma da anni! – in procedure
nazionali e comunitarie che hanno portato all’asfissia di molte imprese e di
molte famiglie.
Non basta! Non basta!
Noi dobbiamo chiedere al
Governo Conte, non un risarcimento per i danni di immagine, ma un’erogazione di
risorse di liquidità ad una Calabria che è stata maltrattata, non nei secoli,
non ne voglio discutere, ma in questi mesi, quando al presidente Conte è
sfuggita la velina e i nostri sono tornati di notte da Milano; quando si è
dimenticato di mandarci le risorse puntuali per poter acquistare i tamponi o
gli strumenti e gli indumenti di protezione individuale.
Io suggerisco di offrire
immediatamente a tutti i calabresi – che non è un'offesa! – queste mascherine.
Dobbiamo aiutare i
calabresi da questo punto di vista e, forse, faremmo bene a spendere un po' di
risorse della Regione per fornire un’informazione diffusa.
Oggi la migliore
risposta in questa situazione è proteggerci singolarmente, così rispettiamo
l'altro e tutti i concittadini ed i corregionali; mascherina e tutto quello che
sappiamo, che spesso non si trovano, caro presidente ff. Spirlì, in farmacia;
spesso qualcuno non le può comprare, ed evitiamo di continuare a dare
mascherine chirurgiche che non servono quasi a niente.
Ecco, piccoli atti
concreti affinché possiamo supplire alle negatività e alle insufficienze di un
Governo nazionale.
Chiudo chiedendovi che
questi interventi immediati sul Governo e per quello che possiamo fare noi per
la tutela dei nostri cittadini per quanto riguarda il contagio, possano essere
affiancati domani mattina, per esempio, dall'erogazione delle risorse, già
programmate quando non sapevamo di dover gestire una “zona rossa” che non ci
spettava e che, certamente, da tanti punti di vista che non sto qui ad
elencarvi, i documenti ufficiali confermano che è stata una valutazione
discrezionale, a mio avviso, forse influenzata da altri interessi.
Con le risorse che
abbiamo a disposizione, non possiamo chiedere ai calabresi regolarità
contributiva, non perché siamo delinquenti o perché avvaloriamo il non rispetto
delle regole; siamo in guerra anche da un punto di vista economico e, in
Calabria, si rischia di morire di più in termini di salute sanitaria, ma si
rischia di morire anche per fatti economici.
L’invito – e chiudo – è
quello di stare sul pezzo, se mi è consentito dirlo, così come abbiamo fatto
all'ordine del giorno: un unico punto.
Cosa facciamo per questa
attribuzione di un colore sbagliato che ha riverberi economici e ha creato
paure?
Cosa fa il Governo di
più rispetto alla sua inefficacia?
Licenziasse subito il
suo ministro Speranza e collaborasse di più con la Regione Calabria per
affrontare questa emergenza domani.
Poi ritengo che, se
votiamo subito – e dobbiamo votare subito – potremo ridare a noi stessi
l'autorevolezza di poter decidere con più forza, da qui a poche settimane,
perché la Calabria non può essere maltrattata. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
AIETA Giuseppe (Democratici progressisti)
Signor Presidente,
tenterò di fare un ragionamento che va fuori dal solco della discussione.
Mi sembra che questo
Consiglio regionale voglia assumere pieni poteri, dimettendo il ministro
Speranza, trasformando un decreto del Governo e via di seguito.
Mi pare che il momento
sia drammatico e, tra l’altro, oggi, ricordiamo anche un tragico evento
rappresentato da quelle rose rosse deposte sullo scranno della presidente
Santelli. Quindi, anche in sua memoria, dobbiamo essere seri e fare uno sforzo
di serietà e di responsabilità.
Signor Presidente, mi
consenta di dire – lo faccio sottovoce, senza urlare e senza fare comizi perché
non è il caso di farli – che già nell’ordine del giorno c’è una speculazione.
È un ordine del giorno
che non è serio – mi consenta di dirlo – perché in questa seduta di Consiglio –
che, tra l’altro, come dire, rasenta l’illegittimità – mi sarei aspettato che
si parlasse dei ristori ai commercianti, ai titolari di partita IVA, ai
tirocinanti – che hanno subito la sospensione dal servizio e dall’indennità –
alle imprese e non fosse una seduta di Consiglio regionale di contrapposizione
al Governo.
Ero titubante a
partecipare, ma la discussione mi ha convinto che non ci si sottrae di fronte a
temi di questa serietà e drammaticità.
Cominciamo, quindi,
signor Presidente, a stabilire qualche punto di verità: il Governo non decide
secondo le proprie volontà politiche.
Chi ha avuto modo di
assistere alla conferenza stampa del Presidente dell’Istituto superiore di
sanità, Brusaferro, e del direttore generale del Ministero della salute,
Rezza, si sarà accorto che la zona rossa della Calabria è stata decretata sulla
base di dati rigorosamente scientifici e non di altra natura.
Questo Consiglio
regionale si dovrebbe o si sarebbe dovuto occupare – probabilmente, tenendo
quattro sedute al mese, da quando è stato decretato lo stato d’emergenza in
Italia – intanto del fatto che nella provincia più grande della Calabria,
esiste un solo laboratorio, a Cosenza, dove, secondo Rezza, è sfuggito il
tracciamento dei contatti.
Ma perché è sfuggito?
Perché quel laboratorio è, ormai, intasato da centinaia di tamponi da
processare e non riesce più a processarli.
Oppure, ci saremmo
dovuti occupare dei posti letto. Già in tempi non sospetti, avevamo detto alla
governatrice Santelli che non era in capo alle proprie possibilità e cioè alle
possibilità della governance sanitaria regionale gestire l’emergenza,
perché abbiamo conosciuto in tempi ordinari tale governance che, dopo un
anno, non ha ancora realizzato i lavori per il punto nascita dell’ospedale di
Cetraro.
L’abbiamo conosciuta!
Immaginate se quella governance poteva essere in grado di gestire
l’emergenza!
Ecco perché non è stato
realizzato un posto letto nella provincia di Cosenza!
Da quando è scoppiata la
pandemia, gli Spoke di Cetraro-Paola, di Castrovillari e di Rossano-Corigliano
non hanno un posto letto in più né sono stati allestiti i posti letto per i
ricoveri ordinari per Covid-19!
Oggi, il Commissario
dell’Asp di Cosenza, la dottoressa Bettelini, che si risveglia da un lungo
letargo, è in processione all’ospedale di Cetraro a fare un sopralluogo.
Lo dico al collega
Guccione: ma davvero pensano di prenderci in giro così, di mortificarci così e
di mortificare anche quest’Aula?
Hanno promesso Stroke,
hanno promesso reparti, hanno promesso tempi celeri.
Lo avevamo previsto,
presidente Spirlì, e lo abbiamo sempre detto alla governatrice, alla quale,
personalmente, avevo suggerito di nominare Bertolaso.
Vedo con piacere che,
ieri in Aula alla Camera dei deputati, un deputato calabrese di Forza Italia ha
chiesto al ministro Speranza di nominare Bertolaso Commissario della sanità in
Calabria.
Lo avevamo detto –
ripeto – ma non possiamo perderci in disquisizioni che vanno indietro nel
tempo.
Lo avevamo detto
all’epoca del presidente Oliverio quando da solo tentava di annientare
la stortura del
commissariamento in Calabria.
La sanità in Calabria è
commissariata dal 2009 ed è da allora che quest’Aula non ha più potestà
legislativa in materia, nonostante la sanità assorba il 65-66 percento del
bilancio regionale.
Il presidente Oliverio
era solo! Era solo – ripeto – quando si tenne la seduta del Consiglio dei
ministri a Reggio Calabria!
Mai nella storia
repubblicana, neanche nelle calamità più tragiche, un Governo ha tenuto una
seduta del Consiglio dei ministri fuori da Palazzo Chigi!
Eppure, il presidente
Oliverio fu da solo a contestare quel Decreto Calabria perché era chiaro che
non favoriva gli interessi dei calabresi.
Poi, è arrivato il
commissario Cotticelli, ma – vi prego! – adesso non scarichiamo tutte le
responsabilità su Cotticelli, le cui qualità in ambito sanitario abbiamo
bocciato già da tempo.
Ad un certo punto,
Cotticelli era diventato l’ottavo assessore della vostra Giunta.
Lo ritrovavo
dappertutto, in tutte le riunioni, lui e il nono assessore, il subcommissario
Maria Crocco, la cui voce si sente fuori campo nell’intervista rilasciata dal
commissario Cotticelli.
Quindi, non scarichiamo
le responsabilità, anche perché non è giusto e non è corretto, signor
Presidente, chiedere a Cotticelli di fare harakiri come facevano i
samurai nell’antico Giappone.
Ora il punto è un altro.
Il punto è che noi siamo alla fine della legislatura ed è necessario per
quest’Aula fare uno scatto d’orgoglio e farlo imitando ed emulando Regioni
virtuose come l’Emilia Romagna, ad esempio, perché nel tracciamento potevamo
anche dire la nostra.
Il governatore Bonaccini
ha messo a disposizione della sua regione un milione di tamponi rapidi. In
Calabria i tamponi rapidi non sono neanche normati per cui i calabresi devono
andare a fare i tamponi rapidi nelle cliniche private perché, se attendono i
tamponi molecolari, campa cavallo! Campa cavallo! Questa è la verità!
Allora, poiché ci sono
stati nel tempo, in questa pandemia, tentativi anche apprezzati – l’ho già
detto in altre sedute di Consiglio regionale – quali, per esempio, quelli messi
in campo dall’assessorato alle attività produttive, dall’assessore Orsomarso,
credo che su questo si debba incidere.
In questo momento,
signor Presidente, abbiamo due temi da trattare e non altri – è un gabinetto di
guerra quest’Aula! – e sono le terapie intensive ed i ristori per coloro che
sono fuori da qui.
Si può fare perché con
il Piano già autorizzato di 320 infermieri, intanto, si dà una boccata
d’ossigeno e si assicura l’assistenza domiciliare ai malati Covid-19 che sono a
casa.
Il 95 per cento dei
positivi è asintomatico, ma attendono di sapere cosa devono fare e questi
infermieri – lo abbiamo detto nella mozione – sono utili.
Abbiamo la necessità di
stare con il fiato sul collo per le USCA – anche questo abbiamo detto nella
mozione – allora, abbandonate questo tentativo di supplirvi al Governo,
sospendiamo i lavori di quest’Aula e troviamo un’intesa.
Dimentichiamoci che
sullo sfondo ci sono le elezioni e troviamo – ripeto – un’intesa tra la nostra
e la vostra mozione su questi temi: una task-force
politico-istituzionale che faccia sentire il fiato sul collo a chi finora ha
bivaccato e adesso fa le passerelle negli ospedali pubblici per salvarsi la
coscienza.
Questo dobbiamo fare perché
i dati al Governo, all’Istituto superiore di sanità, li avete trasmessi voi e
quando dico voi parlo della governance sanitaria verso cui non avevo
fiducia, fin dall’inizio, per la gestione di questa emergenza.
Noi siamo pronti, signor
Presidente. Ci vuole un atto di coraggio perché, se questo Consiglio regionale
serve ad alzare un muro, questo è un danno per i calabresi che, giustamente e
legittimamente, protestano ed è un danno per tutti noi perché, indistintamente,
verremo tutti coinvolti nel giudizio negativo della Calabria e dei calabresi.
Siamo venuti in Aula,
abbiamo proposto una mozione, aspettiamo che il senso di responsabilità
prevalga. Presidente Spirlì, lei che ha le funzioni di responsabile
dell’Esecutivo, di valutare la nostra proposta, la prego di abbandonare le
spinte leghiste che non servono alla Calabria e a quest’Aula e la prego –
ripeto – di valutare la bontà di una proposta che è fatta di responsabilità
perché non siamo fuggiti da quest’Aula, siamo venuti a confrontarci, vi stiamo
dando e mostrando la nostra disponibilità. Non pensiamo alle elezioni che sono
sullo sfondo perché, in questo momento, ci interessa superare una fase
terribile per i calabresi.
Poiché ogni settimana si
aggiornano i report al Ministero della salute, possiamo far valere le nostre
ragioni in una interlocuzione civile e non da guerra civile, per cui vi invito
ad occuparvi – e ad occuparci insieme – dei due aspetti fondamentali che devono
essere veloci, rapidi, netti e chiari ai calabresi: i ristori alle imprese, ai
titolari di partita Iva, ai tirocinanti, ai disoccupati e, ovviamente, i letti
di terapia intensiva, sperando che i signori dell’Asp di Cosenza e dell’Azienda
Ospedaliera – parlo del mio territorio – vadano via subito per i danni di
ignavia che hanno commesso in questi mesi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere De Caprio. Ne ha facoltà.
DE CAPRIO Antonio (Forza Italia)
Buonasera colleghi,
prima di intervenire il mio pensiero va alla compianta presidente Santelli e
consegno a voi una riflessione: mai come in questi giorni sentiamo forte la sua
assenza, la sentiamo tutti, l'ha detto a chiare lettere anche il vicepresidente
Spirlì.
Credo che questo attacco
da parte del Governo nazionale assuma ancor di più la caratteristica
dell’attacco militarizzato, politico, elettorale, in assenza di una guida
forte, che avrebbe cambiato le sorti di questa terra nei prossimi quattro anni
e mezzo circa.
Ricordo, poi, all'Aula –
come ha ben detto il collega Molinaro – che il 60 per cento dei consiglieri è
di prima nomina e ci siamo trovati in una nuova condizione: gestire una regione
già incasinata di suo, durante una pandemia.
Non posso non
sottolineare gli interventi dei colleghi dell’opposizione e, con sommo
dispiacere, devo dire che è essenziale un’assunzione di responsabilità, se
vogliamo continuare a lavorare assieme per risolvere i problemi di una Calabria
che non dipendono da questa maggioranza, però credo che questo manchi.
Qualcuno, finanche, ha
fatto uno show prima di entrare in Aula, non rispettando l’Istituzione e
infangando chi era seduto a valutare anche quello che era successo questa notte
quando un Commissario, nominato dal Ministero, si assumeva la responsabilità di
un fallimento e voi venite qui a dire che quella responsabilità è la nostra.
Ho qualche dimestichezza
nella gestione aziendale e non credo proprio che il proprietario, nel momento
in cui la propria azienda viene sottoposta a controllo del commissario
liquidatore, possa esprimere il suo punto di vista.
Noi siamo in questa condizione
– è vero da decenni – però, la responsabilità che ascrivo a voi è anche
un’altra: avete gestito la Calabria quando c’era una congiuntura positiva, con
la guida del medesimo colore politico a livello regionale e nazionale.
Cosa avete fatto? Nulla.
Avete preferito il litigio tra le varie classi dirigenziali del vostro Partito.
E dov’è, oggi, il vostro Partito? Dov’è l’interlocuzione con gli esponenti del
vostro Partito?
Venite qui a consegnare
una realtà totalmente mistificata sulle disgrazie e sulle miserie che stanno al
di fuori di quest’Aula.
Mi offendo da calabrese
nel sentire interventi che distolgono l’attenzione dal reale problema che,
oggi, non è solo la salute dei calabresi, ma anche la disperazione che c’è in
mezzo alla strada.
Noi, anzi voi, di questo
dovevate parlare. Invece, no!
Siete venuti qui a
cambiare le carte in tavola, a dire che il Decreto Calabria l’ha fatto questa
maggioranza e che il Decreto Calabria bis l’ha proposto questa
maggioranza.
State proponendo dal
Governo nazionale il commissariamento del vostro commissariamento e questo è
grave e chiedo scusa per i toni perché parlo da calabrese e non da esponente di
un Partito politico.
Questa è una vergogna
che stiamo regalando per l’ennesima volta ai nostri conterranei, ma di vergogna
non voglio vivere e, assolutamente, non condurrò i mesi che sono rimasti in
questa esperienza, purtroppo stroncata per la perdita della vita di chi stava
stravolgendo l’ordine delle cose in questa regione, e sono qui anche per
salvaguardare tutti gli imprenditori che saranno costretti a rivolgersi alle
‘ndrine per vivere.
Vi chiedo un atto di
responsabilità ed è quello di assumervi l’onere della situazione in cui si
trova oggi la Calabria. Ve lo dovete assumere perché non concordo assolutamente
nel dire che c’è la condivisione di una responsabilità. Assolutamente no.
Assumetevi la
responsabilità e, poi, parliamo. La zona rossa, il Decreto Calabria bis
sono attacchi alla nostra terra, ai nostri conterranei ed a questo ci opponiamo
fermamente.
Non c’è bisogno che
ripeta le considerazioni già fatte dai colleghi su quello che questa sera deve
uscire da quest’Aula cioè, prima di tutto, una vicinanza al nostro popolo
perché noi siamo meri rappresentanti di quelle persone che oggi sono
attanagliate, chi a casa con la paura, chi in mezzo la strada, chi si trova a
dover non rispettare le norme perché non può chiudere altrimenti non ha come
mangiare.
Di fronte a questo,
abbiamo deciso di convocare questa seduta di Consiglio e lo abbiamo fatto
perché, purtroppo, abbiamo preso coscienza che coloro i quali hanno lanciato la
rete da Roma e hanno imbrigliato i pesci. Hanno sbagliato, dovevano essere i
pesci ad intrappolare la rete, non ci siamo riusciti, non abbiamo questa forza.
Però ora basta! Alla minoranza, come forma di collaborazione, chiedo di unirsi
alla voce unanime della maggioranza e chiedere le dimissioni del “vostro”
ministro Speranza, non “nostro”. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Mancuso. Ne ha facoltà.
MANCUSO Filippo (Lega Salvini)
Nel mio intervento,
visti gli interventi precedenti, non volevo fare alcun riferimento alla sanità,
né al commissario Cotticelli, né all’accaduto.
Sento, però, che,
purtroppo, qualcosa bisogna dirla, è come sparare sulla Croce Rossa però,
onestamente, quando, all'indomani delle dichiarazioni del commissario
Cotticelli, ci si chiede collaborazione, non si può tacere che fino a ieri sera
i toni erano completamente diversi. Erano toni di accusa, eravamo i colpevoli,
condannati senza alcun processo. Quando ci si è accorti che quello che è
accaduto non è certo colpa di questo governo regionale ci si chiede
collaborazione. Non c'è bisogno di “buttare la croce addosso” perché i numeri
di questa sanità commissariata parlano chiaro. Ne elenco solo alcuni, altrimenti
la serie sarebbe lunghissima: 200 sono i milioni di deficit della sanità che
c'erano prima del commissariamento e ci sono tutt'ora, 60.000 sono i calabresi
che si recano fuori regione per curarsi, 200 sono i milioni che la nostra
Regione paga alle altre Regioni per la cura dei nostri concittadini, 1.700 sono
in posti letto in meno da quando la sanità in Calabria è stata commissariata,
7,5 è la media dei dipendenti nella sanità ogni 10.000 abitanti, pensate che la
media delle regioni del Nord -ne dico due, Val d'Aosta e Veneto - è13,5, hanno
5 operatori in più ogni 10.000 abitanti, 450 sono i milioni che i nostri
concittadini spendono per sostenere e per accudire gli ammalati fuori regione e
1 milione sono i pernottamenti dei nostri cittadini fuori regione per assistere
i propri congiunti. Penso ci sia poco da aggiungere a questi numeri per dire
che il commissariamento ha fallito.
Noi dobbiamo assumerci
le nostre responsabilità per gestire la sanità e dichiarare questo decreto
contrario alla dignità nostra e di tutti i calabresi.
Il mio intervento non
doveva riguardare la sanità, volevo più rivolgere la mia attenzione a quelle
che sono le difficoltà delle nostre imprese, delle nostre partita IVA, qualcuno
di voi le ha citate in precedenza. Parliamo di gente che deve portare il pane a
casa alla propria famiglia e che in questo momento si ritrova con le aziende
“commissariate”, chiuse da un giorno all'altro. Chi aveva programmato gli
acquisti per il periodo natalizio, si ritrova con l’azienda chiusa. È stata una
vera e propria doccia fredda. Parlo degli artigiani, degli ambulanti e dei
commercianti, dei ristoratori che speriamo che possano tornare alla normalità
al più presto.
A tal proposito, faccio
un appello alla sensibilità della Giunta regionale ed in particolare
dell'assessore Orsomarso che è sempre attento alle problematiche delle imprese,
delle partite IVA in questo periodo di difficoltà. Faccio appello affinché si
faccia promotore di bandi a favore di queste imprese. So che ci sta lavorando
già da tempo, ha annunciato che, a breve, ci saranno degli interventi. Quindi,
gli do atto della grande attenzione che c'è e ci sarà per le difficoltà di
queste piccole aziende.
Inoltre, dobbiamo
rivolgerci al Governo centrale affinché possa, con degli interventi specifici,
creare delle situazioni che possano portare a delle agevolazioni territoriali
per le nostre aziende: contributi finanziari, sgravi fiscali, contributi a
fondo perduto, per chi in questi mesi è stato danneggiato. Solo così, solo con
questi contributi, solo con questa attenzione alle piccole aziende, potrà
essere colmato in parte, anche se solo in parte, il danno che questo Governo
con l'istituzione della zona rossa ha fatto alla Calabria e a tutti i
calabresi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire
il consigliere Tassone. Ne ha facoltà.
TASSONE LUIGI (Partito Democratico)
Mi associo anch'io al
ricordo della presidente Santelli.
Intervenendo in
quest'Aula sento la necessità di rivolgere a tutti un appello. La nostra
regione vive da mesi un momento drammatico, difficoltà e disuguaglianze si
aggiungono ai numerosi problemi che ci trasciniamo dal passato. L'indignazione
delle persone e la loro rabbia, i segnali di allarme sociale di questi giorni e
di disagio economico sono evidenti, la loro voce non può essere ignorata. Mai
come oggi questa Istituzione e i suoi rappresentanti devono lasciare ai
calabresi ed a tutto il Paese che ci guarda un segno forte di responsabilità e
di serietà. Sin dalla prima seduta di questo Consiglio regionale, in piena
emergenza sanitaria, ognuno di noi ha svolto la propria attività nel rispetto
delle prerogative assegnate alla maggioranza, all'opposizione e al ruolo di
questa amministrazione regionale.
Da subito, abbiamo
richiamato la Giunta alla condivisione delle iniziative per rispondere
all'emergenza ed allo stesso tempo abbiamo dato la nostra disponibilità
nell'affrontare i problemi legati al Covid-19 per individuare delle soluzioni
condivise e, per questo motivo, oggi non possiamo accettare atti di ambiguità, ipocrisia
o peggio di irresponsabilità. Sarebbe poco credibile, oltre che irresponsabile,
raccontare che questa Regione non ha avuto e non ha voce in capitolo sulla
gestione dell'emergenza. Se così fosse, gli atti prodotti da questa
amministrazione per la programmazione e l'attuazione degli interventi necessari
in materia sanitaria, sarebbero posti nel nulla. Se così fosse, le deleghe di
Protezione Civile e tutela della salute, gli atti firmati congiuntamente dal
Commissario ad acta e dal Presidente
della Regione non avrebbero alcun valore. Eppure, da inizio marzo, anche se in
maniera confusa, siete stati voi a portare in Consiglio testimonianze di un
lavoro incessante, di un lavoro comune, di squadra, di un’interlocuzione
attenta con il Commissario, della sua partecipazione e condivisione delle
scelte di governo di questa fase. Il tutto mentre il gruppo del Partito
Democratico e i colleghi dell'opposizione si sono permessi di segnalare la
totale assenza di raziocinio nelle scelte assunte da tutta la filiera di
comando, con scelte che si discostavano dalle indicazioni ministeriali sul
piano organizzativo. Per fare un esercizio di memoria, richiamo - lo ricordava
poco fa il collega Guccione - il comunicato della Presidente della Giunta,
pubblicato sul sito della Regione in data 16 marzo, che tranquillizzava sulla
competenza e sull'operato della struttura commissariale. Quindi, questa
maggioranza sottolineava la competenza del Commissario, non noi.
Senza dimenticare, la
direttiva, firmata congiuntamente dal Commissario ad acta e dalla Presidente della Giunta, indirizzata, il 26 marzo,
alle Aziende Sanitarie Ospedaliere nella quale, sostanzialmente, si diffidava
le stesse dall'intraprendere ulteriori attività di programmazione e
organizzazione della rete per l'emergenza. Sintomo che, dopo un mese
dall’impatto con la pandemia, il sistema Regione era in preda ad una psicosi.
Ci sono gli interventi
dei colleghi delle opposizioni, ci sono le nostre interrogazioni di questi
mesi, in tempi non sospetti il gruppo del Partito Democratico ha assunto una
posizione rispetto alle esperienze del commissariamento senza fare sconti e
nonostante tutto. È tutto agli atti.
Di cosa stiamo parlando?
La zona rossa è la parte finale dello scoppio e il risultato matematico di una
diffusione del contagio non controllata e di una sofferenza a carico delle
strutture alla quale bisognava provvedere per tempo. L’Istituto superiore di
sanità, due giorni fa, ha ragionato sui criteri e sulle ragioni che hanno
portato a questa scelta e sul sito sono reperibili i dati di questa situazione.
I parametri di cui si parla sono oggetto di un decreto del Ministero della
salute, pubblicato il 30 aprile, discusso e condiviso dalla Conferenza
Stato-Regioni. Si tratta, chiaramente, di una situazione negativa per la
Calabria, a nessuno fa piacere essere in zona rossa, ma il paradosso più grande
è che questi provvedimenti si giustificano per evitare misure ancora più
drastiche in caso di peggioramento dello scenario con il quale dobbiamo fare i
conti.
Peggioramento che,
purtroppo, anche i dati di oggi testimoniano. Siamo quasi a 400 casi oggi di
persone positive in Calabria. Abbiamo la necessità, quindi, di affrontare in
maniera concreta e celere i problemi più urgenti per uscire a pieno titolo
dalle attuali restrizioni e ridare dignità a questa terra maltrattata.
Sottolineo in maniera concreta e celere, non con atti unilaterali e
propagandistici.
Dobbiamo, perciò,
intervenire sul fabbisogno della rete ospedaliera e assistenziale. Abbiamo
presentato una mozione e vi chiediamo di prenderla seriamente in
considerazione. Bisogna integrare con azioni regionali le misure di ristoro già
predisposte dal Governo. Facciamo questo e avremo messo una toppa, perché di
fronte a questa inadempienza ed a questo fallimento algebrico o dimostriamo
responsabilità e serietà e troviamo una strada per uscirne insieme oppure
semplicemente non ne usciremo. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
GIANNETTA Domenico (Forza Italia)
Presidente, colleghi,
consentitemi prima di iniziare il mio intervento di esprimere un pensiero per
la compianta Presidente, visto che questa è la prima seduta di Consiglio dopo
la sua scomparsa. Jole ci manca tantissimo, manca a me, manca a voi, manca ai
calabresi, manca alla politica calabrese e non penso di peccare di presunzione
se dico che manca anche alla politica nazionale. Mai come ora ci sentiamo soli
senza di te, ma oggi abbiamo il dovere di proseguire nel solco tracciato dalla
nostra Presidente con lo stesso amore e con lo stesso coraggio e, soprattutto,
con quella assunzione di responsabilità.
Quella assunzione di
responsabilità che deve essere bipartisan.
Perché dico questo? Mi
riferisco soprattutto ai colleghi dell'opposizione che fino a qualche mese fa si
ritrovavano ad essere nei banchi della maggioranza e che in questo momento sono
anche espressione e rappresentano un partito nazionale o più partiti nazionali,
che in questo momento stanno assumendo delle scelte scellerate che penalizzano,
sicuramente, fortemente i calabresi.
Allora, io credo che
nella vita sia necessario avere coerenza, così come in politica.
Proprio due giorni fa ho
fatto una nota stampa in cui invitavo - non l'ho mandato a dire - alle
dimissioni il commissario Arcuri, il Commissario ad acta, i commissari
straordinari - a differenza del doppio moralismo del centrosinistra.
Non bisogna andare
lontano per capire di cosa parlo, mi riferisco a quanto è successo, solo ieri,
nel Consiglio comunale di Reggio Calabria, dove l'amministrazione di
centro-sinistra che il giorno prima sosteneva ed aiutava le manifestazioni che
si svolgevano nella nostra città, il giorno dopo rifiutava la proposta della
minoranza di fare un documento e, quindi, di sostenere una mozione per
contestare la zona rossa.
Io, invece - come dicevo
prima - sono stato sempre coerente e ho portato avanti delle battaglie
nell'ambito sanitario da medico, da politico, da rappresentante delle
istituzioni, mai deferente nei confronti del potere e per questo, forse,
scomodo.
Diceva bene prima il
consigliere Guccione, richiamando il lavoro fatto dalla Presidenza della
Commissione speciale di vigilanza. Tra i primi atti che ho fatto da Presidente
della Commissione speciale di vigilanza, ho convocato in Commissione il
commissario Cotticelli che non è venuto. Consigliere Guccione, forse oggi
capiamo perché. Perché non voleva studiare e non vuole studiare, come gli ha
detto la famosa Maria: “studia prima di andare a parlare in qualche
intervista”. Magari è successa la stessa cosa per la Commissione.
Al bando le battute,
abbiamo proseguito nelle audizioni dei Commissari straordinari di alcune ASP,
nello specifico quelle di Cosenza e quelle di Reggio Calabria, facendo emergere
una mole debitoria importantissima: 860 milioni per l'ASP di Cosenza e 463
milioni per quella di Reggio Calabria. Purtroppo non abbiamo avuto tempo di
andare a stanare anche altre situazioni della nostra sanità calabrese.
Una cosa è certa: il
commissariamento è stato un fallimento in Calabria, non solo non ha guarito la
Calabria dal suo male, ma non ha nemmeno tentato di curarlo. Questo è veramente
qualcosa di grave e - vi ripeto - ascoltando alcuni degli interventi in
quest'Aula vi dico che è inaccettabile oggi la doppia morale del Partito
Democratico.
Questo sarà un tema che
ricorrerà spesso nel mio intervento nei prossimi cinque minuti. Perché cinque
anni fa l’allora presidente Oliverio, assieme a tutto il centro-sinistra, ha
fatto fronte comune di fronte alla possibilità di togliere il commissariamento.
Oggi tutti voi state in silenzio, dov’è il Partito Democratico? Perché non
parla? Perché non si associa ad una protesta legittima della coalizione di
centro-destra che in questo momento ha ragione? Lo sapete anche voi, come si
vede forse solo ora, che all'epoca facevate della questione dell'eliminazione
del commissariamento una questione di potere. Oggi il Partito Democratico,
sempre dalla doppia morale, non fa nulla, non cita il presidente Conte, non si
scaglia contro il presidente Conte, non fa proposte contro il presidente Conte
o contro il suo adepto, il Ministro della sanità, Speranza. Perché la
maggioranza di Governo si limita solamente, forse, a fregarsi le mani, pensando
di avere più possibilità con un nuovo decreto Calabria e con la nomina di un
nuovo Commissario, con due sub commissari e con 25 collaboratori di questa
struttura. Perché nel decreto Calabria si vuole rimpiazzare, rinnovare in
Calabria, di questo si parla, proprio queste figure professionali.
Siamo stanchi di questa
finta superiorità intellettuale del centrosinistra che non ha il coraggio di
assumersi le proprie responsabilità. Abbiamo oggi un Partito Democratico che
fino a qualche giorno fa era, ed è ancora, al Governo, che prima era contro il
MoVimento 5 Stelle ed oggi non fa altro che fargli da stampella. Abbiamo tutti
consapevolezza, così noi, come anche voi e lo sapete benissimo, che c'è stato
un piano di emergenza che è fallito nel peggiore dei modi, perché alcuni DPCM
rasentano il limite dell’incostituzionalità.
Spiegatemi, quando
qualcuno di voi parlava di razionalismo, di criteri o delle cose in senso
generale, come si fa a dire ai nostri ragazzi che fino a 11 anni possono andare
a scuola dal dodicesimo anno in poi no? Mi spiegate quale criterio razionale,
logico o scientifico c'è in questo? Come si possono chiudere gli esercizi
commerciali, quando, fino a qualche mese fa, si diceva: “spendete soldi dalle
vostre tasche per mettervi a norma”? Subito dopo si è deciso di chiudere. Non
c'è razionalità in questo. E come si fa, soprattutto, a dire che il Governo
Conte non usa un criterio di dittatura nelle scelte? I DPCM dovevano essere
solo delle misure straordinarie da adottare in situazioni particolari, non
dovevano diventare la regola all'interno di un mancato dibattito nei due rami
del Parlamento. Perché di questo si tratta.
E allora, di che cosa
vogliamo parlare? Dell'estrema lentezza del commissario Arcuri? No, credo che
questo sia sotto gli occhi di tutti. Di chi ha promesso mascherine a tutti e
che le mascherine sarebbero state effettuate e costruite all'interno delle
imprese italiane? Oggi l'Italia continua ad acquistare mascherine dall'estero.
Di che cosa vogliamo
parlare? Di chi aveva promesso che le terapie intensive, comprese quelle
calabresi, sarebbero state attuate per tempo, se non andare a bandire i bandi a
fine ottobre? Ottobre intendo! E poi parla a noi di programmazione. Ma questa è
solo roba da pazzi!
Dobbiamo chiamare le
cose con il proprio nome.
Che il governo si
nasconde dietro un algoritmo di 21 griglie per andare poi a dire “no, noi non
possiamo utilizzare la discrezionalità, perché ci sono questi 21 parametri che
dobbiamo utilizzare”. Ah, sì, e spiegatemi quale parametro hanno utilizzato
nell'andare a chiudere i teatri, il mondo della cultura con un solo caso di
contagio in tutta Italia. E allora qual è stato il loro criterio? Devo
smentirli subito. Devo dire che, invece, c'è una forte discrezionalità da parte
di questo Governo.
Ma che cosa ci volete
raccontare ancora? Lo sapete benissimo che il piano delle emergenze, come dicevo
prima, è inadeguato, che il sistema pubblico è incapace di tracciare contagi,
che l’App Immuni ha fallito completamente, che il piano per l'emergenza
scolastica è ridicolo perché abbiamo anche una Ministra che, presa dalla
schizofrenia, non fa altro che smentirsi in continuazione e che prima fa,
assieme al Governo, adeguare le scuole affinché si possa andare in sicurezza,
giustamente, all'interno delle scuole, se non da lì a poco andare a chiudere.
E vogliamo parlare dello
screening dei docenti che c'era stato promesso da Arcuri che sarebbe stato
effettuato nel migliore dei modi e anche e soprattutto pubblicizzando al meglio
questa situazione!
Dobbiamo dire solo
grazie ai medici di medicina generale della regione Calabria che, con grande
spirito di sacrificio, si sono sostituiti a un Governo che navigava a vista. Io
stesso sono stato in Commissione in videoconferenza, in Commissione salute,
quando Arcuri… non faceva altro che, praticamente, dire “Facciamo noi una
campagna mediatica per quanto riguarda le scuole ed esautoriamo completamente
le Regioni da qualsiasi responsabilità”.
Siamo stanchi delle
vostre prediche, non ce la facciamo veramente più. I cittadini calabresi devono
sapere la verità.
Sempre quella vostra
doppia morale ha comportato degli episodi di sciacallaggio anche contro la
nostra Presidente, scomparsa da poco; nell'ambito del centro destra c'era chi
si metteva a fare campagna elettorale contro, immaginando di speculare su
situazioni particolari.
E allora oggi vediamo,
leggiamo dai mezzi stampa che il presidente del Consiglio Conte annuncia, dopo
le dimissioni di Cotticelli, che nominerà un nuovo commissario.
Fatemi capire: il nuovo
commissario che arriverà con quali criteri verrà scelto? Se prima abbiamo
scelto un Generale dei carabinieri che probabilmente sapeva fare bene - dico
probabilmente tra virgolette - il suo lavoro e ha fatto in maniera pessima e
male quello da commissario ad acta,
ci fate capire quali possono essere questi criteri?
Non vorrei, caro
presidente Conte, che la pezza fosse peggio del buco!
Soprattutto, mi permetto
di dire questo: è vero il partito in cui sono iscritto, in cui milito e a cui
mi onoro di essere scritto, Forza Italia, si è permesso in questi giorni, anche
ieri, alla Camera di fare il nome di Bertolaso. Ma noi almeno abbiamo forse
utilizzato dei criteri quando abbiamo scelto delle persone, perché sappiamo che
Bertolaso è un nome di tutto spessore. Io vorrei capire quali criteri utilizza
Conte da questo punto di vista. E se le cose stanno come c'è scritto nel DPCM,
allora non dovete dire ai cittadini calabresi “rimanete a casa”, vi dovete
dimettere tutti in blocco ed è il Governo che lo deve fare, perché così non se
ne può più, perché siete voi che avete amministrato la Regione Calabria con i
vostri commissari in questi cinque anni; siete voi che l'avete fatto, non
l'abbiamo fatto di certo noi!
Si parla di
programmazione, come dicevo prima, ma questa programmazione io non la vedo,
perché non l'abbiamo vista nell'arco di tutto questo periodo ed aggiungerei che
il commissario Cotticelli però, guarda caso, quando è sollecitato riesce a dare
il meglio di sé.
Vi cito alcuni esempi.
Quando ha avuto sentore che la Regione Calabria, nella persona della sua
Presidente, avrebbe nominato, da lì a breve, un direttore generale, scrive al
Governo a giugno per chiedere quali dovevano essere le sue mansioni. Da quando
è arrivato il dottore Bevere si è aperto uno scontro tra titani. Queste cose ce
le dobbiamo anche dire e le dobbiamo dire perché è vero che oggi c'è sul piatto
d'argento una testa che è stata consegnata all'opinione pubblica che è quella
di Cotticelli, ma noi dobbiamo continuare a fare un'operazione verità per
sapere se ci sono anche altre persone che hanno corresponsabilità nel
fallimento della Regione e soprattutto del settore della sanità.
Quando è stato
incalzato, come da me nello specifico, sullo sblocco di 209 assunzioni al GOM,
dopo tre giorni questo sblocco c'è stato.
Guarda caso, autorizza i
tamponi dell'ospedale di Polistena proprio ieri, dopo che abbiamo fatto una
battaglia di settimane; guarda caso autorizza le assunzioni per il personale
Covid per le riaperture del centro Covid di Gioia Tauro.
E allora sul lockdown il
Governo non faccia delle scelte particolari e sul Decreto Calabria altrettanto,
deve metterci molta attenzione, perché noi ci ritroviamo ad avere nella Regione
Calabria un piano pandemico del 2009. All'epoca lo fece Loiero che è stato
semplicemente un copia e incolla del piano pandemico nazionale.
Ci aspettavamo lealtà e
vicinanza da questo governo, perché così era stato assicurato alla nostra
Presidente e così la nostra Presidente, con una grande assunzione di
responsabilità e di coraggio, in una delle ultime Conferenze Stato-Regioni,
disse appunto al commissario Arcuri “Dammi la possibilità, in una settimana, di
mettere in piedi io il piano per l'emergenza anti-Covid”. Il super commissario,
dai poteri straordinari, Arcuri, le rispose che non poteva farlo in una regione
dove c'è un commissario straordinario ad
acta. E allora la Presidente fece bene dicendogli: “Se non è così, io non
mi assumerò la responsabilità di scelte scellerate che farete voi e che
dovranno filtrare attraverso la mia persona”. E fu così che, addirittura,
Arcuri non diede nemmeno la possibilità e non diede la delega al commissario
straordinario, bypassandolo anche lui e dando la possibilità a tutte le ASP e
le AO di andare a fare, come dire, i piani straordinari per l'emergenza Covid.
Quindi questo era già
sintomatico di come non ci fosse un collegamento importante tra il commissario ad acta e il Governo.
Ma non è questo il
punto, perché in questi giorni - mi dispiace dirlo, ma è la sacrosanta verità
perché ormai l'hanno scoperto tutti i cittadini calabresi - ci sono stati i
soliti speculatori che hanno cercato di approfittare della situazione per
addossare a questa maggioranza colpe che noi non abbiamo. Per onore di verità,
oggi stesso, dopo quella intervista televisiva a Cotticelli, abbiamo capito chi
veramente ha torto.
Mi avvio alle
conclusioni, dicendo solo questo per farvi un quadro della situazione calabrese
che questa maggioranza ha ereditato.
In 10 anni abbiamo avuto
una riduzione del personale di 3700 unità per il blocco del turnover; in 20
anni abbiamo avuto una riduzione del 60% dei posti letto negli ospedali; la
media dei posti letto in Calabria è il 2,5% per 1000 abitanti a fronte del 4%
per 1000 abitanti nelle altre regioni; sono stati chiusi tanti ospedali, solo 5
nella provincia di Reggio Calabria; tre ASP sono commissariate.
Credo che questo sia il
bilancio di un fallimento della sanità in questi anni, dove, per quanto ci
riguarda e per quanto riguarda questa amministrazione, in questi mesi noi non
abbiamo toccato palla. Quindi che nessuno venga ad additare colpe che noi non
abbiamo.
Oggi che cosa ci verrebbe
da dire per essere conseguenziali a quelle che sono poi le parole? Che bisogna
anche essere propositivi e questa maggioranza lo farà subito dopo con la
mozione che noi abbiamo presentato, perché chiederemo al Governo delle cose
importanti, non perché - come ha detto qualcuno - vogliamo sostituirci ai
poteri del Governo. Non siamo abbastanza sciocchi per farlo, siamo con la testa
sulle spalle, siamo con i piedi per terra e non siamo con la testa per aria.
Noi al Governo chiederemo e anche al presidente Mattarella che blocchi questo
Decreto Calabria, perché sarà l'ennesimo fallimento.
Questi DPCM non possono
continuare ad esistere così in una regione dove la mortalità è al 2% a fronte
della regione Campania in cui è al 5%.
E allora mi spiegate,
lasciando stare tutti gli altri parametri, visto che il dato importante è
quello di contagiosità e, soprattutto, della mortalità, perché non si tiene
nelle debite considerazioni questo fattore specifico. Vi ripeto 2% in Calabria
e 5% in Campania. Voglio dirlo, vogliamo dirlo, lo pensiamo tutti e forse pochi
lo dicono, forse perché tre Regioni importanti su quattro sono Regioni del
centrodestra, governate dal centrodestra e, quindi, soprattutto poi nella
Regione Calabria, dove magari non c'erano i dati, qualcuno ci deve fare lo
sgambetto per dare la possibilità al centro sinistra di organizzarsi visto che
lo sappiamo tutti che siamo in campagna elettorale. Mi viene da pensare questo.
E non solo. Come mai, invece, fino a qualche mese fa il Governo - e mi avvio
veramente alle conclusioni - la pensava diversamente?
È stato fatto un
Consiglio dei Ministri straordinario a Reggio Calabria, nella città
metropolitana di Reggio Calabria con il presidente Conte e con l'allora
ministro Grillo, dove cito testualmente: “saremo fulminei nella fase del
commissariamento”. Ed essere fulminei che vuol dire? Lasciare l'attuale
commissario 18 mesi - ed è successo quello che è successo sennò sarebbe rimasto
altri 24 - e fare una proroga del Decreto Calabria per altri tre anni con tutti
quei benefici che dicevo, togliendo potere al Dipartimento della Regione,
assumendolo in capo alla struttura commissariale, con un commissario, due sub
commissari e uno staff formato da 25 persone?
Allora sapete che vi
dico? Che se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Nel disegno politico
del Governo contro la Calabria c'è veramente qualcosa di diabolico.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
SCULCO Flora (Democratico progressisti)
Signor Presidente del
Consiglio, signor Presidente della Giunta, onorevoli colleghi, bene si è fatto
a convocare questa seduta straordinaria del Consiglio regionale.
Noi non potevamo e non
avremmo potuto nasconderci e non avremmo potuto sottrarci, soprattutto alla
luce degli eventi drammatici che si sono verificati in queste ultime ore.
Come è stato già detto
da chi mi ha preceduto, la situazione è particolarmente delicata e drammatica a
causa di una pandemia che non ci ha colpito soltanto dal punto di vista
sanitario ma anche e soprattutto dal punto di vista economico e sociale,
minando alla base la coesione dei nostri stessi territori. Una situazione
questa che è stata amplificata dalla decisione del governo di collocarci tra le
zone ad alto rischio, dunque zona rossa.
Non siamo arrivati a
questo punto della situazione all'improvviso e magari nelle ultime ore. Non vi
è dubbio che ci sono responsabilità ed inadempienze gravi che si sono
verificate anche in questi ultimi mesi. Avremmo dovuto agire con ordine, con
immediatezza e con l'efficacia nella realizzazione di quegli interventi sul
sistema sanitario calabrese, che ci avrebbero consentito di affrontare con
maggiore serenità e magari con maggiore tranquillità questa nuova ondata
pandemica che sta sconvolgendo l'Europa e il nostro Paese, che purtroppo ho
raggiunto anche la nostra regione e le nostre comunità.
Così non è stato.
Dobbiamo dirlo con chiarezza e apertamente, dobbiamo dirlo per correttezza e
per onestà.
In queste ultime ore,
poi, ogni cittadino della nostra regione ha visto e ha ascoltato l'intervista
nella quale parla il commissario per la sanità in Calabria, il generale
Cotticelli.
Sono rimasti e siamo
rimasti tutti a dir poco inorriditi. Non è accettabile che la sanità sia stata
affidata ad una persona che ignora persino quali siano i propri compiti.
Cotticelli, come lui
stesso dichiara nell'intervista, si sveglia a giugno, dopo un lungo ed
inconcludente letargo primaverile, e si domanda: “ma chi sarà mai il
responsabile dell'attuazione del Piano Covid in Calabria?”. E scopre solo oggi,
nella stessa intervista, leggendo le risposte al suo quesito da parte del
Ministro, che è lui il responsabile dell'attuazione del Piano Covid in
Calabria.
È un’autentica vergogna!
Ma come è stato possibile che ci siamo dovuti accorgere di questa enorme
gravità attraverso una trasmissione televisiva? Come è stato possibile ignorare
e non accorgersi dell'inefficienza così grave del commissario e della struttura
commissariale a cui sono state affidate le responsabilità della gestione della
salute dei cittadini calabresi in una fase così grave e drammatica emergenza?
Noi dove eravamo? Non tanto e non solo ora, ma da lungo tempo. A noi i
cittadini hanno dato il loro consenso e noi dobbiamo saperci meritare la loro
fiducia.
Sono queste le
drammatiche domande che si fanno i cittadini calabresi.
La gravità della
situazione non avrebbe dovuto consentire e non consente che ci sia ancora oggi
il solito andamento inefficace, improduttivo, una caratteristica di questa
regione che in tutti questi anni ha combinato poco rispetto alle esigenze e le
aspettative dei calabresi.
Questa situazione di
caos e questa situazione di debolezza ha consentito al Governo di bollarci come
zona rossa.
Ancora una volta,
dunque, ci sono le nostre colpe, ma ancor più gravi, anzi gravissime - e
bisogna dirlo ad alta voce e senza timidezza - ci sono le colpe degli altri. La
sanità in Calabria non funziona e non da oggi, nemmeno da ieri ed il Governo
non poteva non sapere e continuare ad ignorare che da oltre dieci anni è il
Governo stesso che gestisce direttamente la sanità calabrese, attraverso
commissari che, invece, che migliorare la situazione, l'hanno aggravata e
l'hanno peggiorata.
Il Governo poi è
intervenuto con provvedimenti rivolti a contenere la pandemia, ma si è mostrato
ancora una volta inadeguato, si è mostrato tardivo, inefficace e ad affrontare
le conseguenze economiche e sociali che si sono generate.
Per questo i calabresi
sono tutti in allarme, per questo sono carichi di preoccupazione, sono carichi
di rabbia e sono carichi di indignazione.
Come si può sostenere
che non hanno ragione? Perché hanno ragione, hanno ragione da vendere e noi non
possiamo continuare a restare sordi, distanti e lontani dai loro bisogni e
dalle loro richieste. Noi dobbiamo stare al fianco dei calabresi e non, invece,
dividerci in base alle appartenenze, recitando il solito, stanco ed inutile
gioco delle parti, perseverando nel rimpallo delle responsabilità, portando
così alle estreme conseguenze il conflitto e ancora una volta per non combinare
nulla.
Il nostro dovere è
quello di dire che cosa questo governo regionale e questo Consiglio farà a
partire da oggi e non da domani per riparare agli errori commessi e per
recuperare il tempo perduto e per consentire alla Calabria di uscire, in tempi
brevi, dalla zona rossa, assicurando tranquillità e certezze calabresi.
Ogni proposta di
deliberazione che assumerà tale orientamento, io la sosterrò. Il dibattito che
si è realizzato sino ad ora, con gli interventi che mi hanno preceduto, è
stato vivace, a tratti anche aspro ed è stato carico di variegati umori.
Tuttavia io penso che è
giunto il momento di allontanare i litigi, i conflitti ed è giunto il tempo di
concentrare le energie per far funzionare un sistema di rappresentanza e di
governo che, purtroppo, non ha funzionato come avrebbe dovuto. Un sistema che,
invece, deve funzionare per fare le cose che gli competono, per programmare,
per agire, per fare subito e per fare bene e possiamo farlo e dobbiamo farlo
anche se siamo a conclusione di questa legislatura.
Non c'è più consentito
procedere a tentoni senza una rotta e senza una meta. Dobbiamo svegliarci da
questo torpore e da questo letargo inconcludente. Dobbiamo costruire ed offrire
una prospettiva ed una visione. Dobbiamo essere pronti a cambiare prima noi per
cambiare la Calabria.
Questo vogliono e si
aspettano i calabresi e noi dobbiamo essere all'altezza di questa attesa e di
questo legittimo e non più eludibile desiderio.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Raso. Ne ha facoltà.
Grazie, signor
Presidente. Credo che in questo momento sia opportuno pensare alle difficoltà
delle categorie sociali più colpite dalla pandemia, in particolar modo ai
titolari di partita IVA che soffrono più di altri questo periodo di lockdown. Sono sicuro che la Giunta
regionale stia adottando tutti i provvedimenti necessari per dare ristoro a
queste categorie e per questo, Presidente, ringrazio l’Esecutivo.
Senza voler accusare
nessuno, ma al fine di stigmatizzare i facili giudizi negativi sulla politica,
posso affermare che, nel caso specifico della Calabria, l’aver voluto sottrarre
alla politica le sue legittime funzioni a vantaggio dei tecnici o dei
cosiddetti burocrati non abbia prodotto gli esiti sperati e quanto mai attesi.
La sanità calabrese,
infatti, commissariata da oltre 10 anni in nome del Piano di rientro
finanziario ha visto l’aggravamento debitorio e l’impoverimento del servizio
sanitario. Nello stesso tempo i Lea, i Livelli essenziali di assistenza, sono a
162 punti su 225. Siamo all’ultimo posto in Italia rispetto ai 220 su 225 della
Regione Veneto.
Tutto questo è frutto di
20 anni di commissariamento, di 5 anni di amministrazione di centro-sinistra e
anche di un Governo, Partito Democratico-MoVimento 5 Stelle, che l’anno scorso,
il 19 dicembre, ha nominato i commissari delle aziende sanitarie ed ospedaliere
che adesso tutti critichiamo.
Come tutti abbiamo
potuto osservare, l’emergenza Covid-19 è stata gestita bene per quanto riguarda
la Protezione civile, che era in capo alla nostra amata Presidente, fino a
quando non è iniziata la parte sanitaria.
Voglio ricordare, per
fare delle precisazioni, che con il Decreto numero 18 del 17 marzo 2020 – lo
ricordo al consigliere Di Natale – il Governo ha stabilito, nell’articolo 18,
comma 1, che le Regioni – e, nel caso della Regione Calabria i commissari –
dovevano attuare il Programma operativo Covid-19. Quindi, la presidente
Santelli, che l’11 marzo aveva comunicato alla stampa – la notizia è presente
sul sito istituzionale della Regione – la predisposizione del Programma, da
quella data in poi non ha potuto fare più nulla.
L’articolo citato
stabiliva che la struttura commissariale era tenuta a redigere un apposito
Programma operativo per la gestione delle emergenze Covid-19 e la creazione di
un apposito centro di spesa – in modo da spendere i soldi in modo veloce – da
approvarsi da parte del Ministero della salute di concerto con il Ministero
dell’economia e delle finanze e da monitorarsi da parte dei predetti Ministri.
Quindi, cari amici, da
quella data anche il ministro Speranza – come diceva il mio collega Molinaro –
che doveva vigilare, controllare ed approvare il Piano, si è dimenticato della
Calabria.
Da marzo si sono
dimenticati, non gli è venuto in mente: “la Calabria ha trasmesso il Piano”?
“Lo dobbiamo approvare,
lo dobbiamo monitorare?”, come era previsto dall’articolo che avevano scritto
loro.
È questa la domanda che
mi pongo. La confusione è regnata sovrana in questo periodo.
Volevo sottolineare che
più volte la presidente Santelli e la Giunta hanno chiesto informazioni su
questo e di poter gestire l’emergenza Covid in Calabria e ne è ultima
testimonianza la lettera letta prima dal presidente Spirlì.
In questo periodo –
ripeto – la confusione è regnata sovrana. Il 19 giugno viene approvato dal
Commissario ad acta, con DCA numero 91, un documento di riordino della rete
ospedaliera nel quale si prevedeva di aumentare le degenze ed i posti letto
negli ospedali. Quello che manca adesso e che ci ha portato a diventare zona
rossa.
Questo documento doveva
essere recepito nel Piano Covid-19. Alla data odierna ancora non è stato
presentato.
In quel documento – dal
quale emerge la non responsabilità della nostra Giunta e della nostra
Amministrazione regionale – venivano individuati come soggetti attuatori i
commissari nominati sempre dallo stesso Governo.
Alla luce di quanto
esposto, possiamo affermare, con tranquillità, che la politica regionale è
stata espropriata dalle sue funzioni e competenze dal Governo nazionale, impedendoci
di occuparci della salute dei cittadini calabresi.
Ci hanno rubato il
diritto di aiutare, di stare vicino ai calabresi. Da 10 anni ci stanno rubando
questo diritto, ci stanno commissariando. Quando si commissaria vuol dire che
c’è stato qualcuno prima che non ha saputo fare, ma è qualcosa di temporaneo,
di incostituzionale.
Per questo, chiedo,
piuttosto che al TAR, di fare ricorso alla Corte costituzionale perché è
necessario che il Governo nazionale riconsideri l’eventuale annullamento
dell’ulteriore commissariamento della sanità calabrese, mostratosi inefficiente
e inefficace, e lasci le competenze alla Regione Calabria, come previsto dal
Titolo V della Costituzione.
Per rispondere, poi, ai
consiglieri d’opposizione, che dicevano che siamo tutti nella stessa barca,
dico che la Giunta è pronta a governare per il tempo che rimane e ad assumersi
le proprie responsabilità, nessuno scappa da queste. Il Governo, però, deve
permetterci di farlo annullando il commissariamento della Regione Calabria.
Oggi, tutti uniti
dobbiamo chiedere questo, pensare al futuro della nostra regione e soltanto
annullando il commissariamento si può pensare a questo.
La Giunta è pronta –
ripeto – ad assumersi tutte le proprie responsabilità.
Metto in rilievo che
anche il Governo nazionale ha grosse responsabilità per il danno arrecato ai
cittadini calabresi causando le disfunzioni della nostra struttura sanitaria
per le quali la Calabria, a giudizio del Governo, viene classificata ancora
zona rossa.
Mi associo, infine, alla
proposta che farà il Presidente del Consiglio per quanto riguarda le misure per
limitare questo grande danno che ci è stato fatto inserendo la Calabria tra le
zone rosse. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia)
Grazie, Presidente. Mi
sarei aspettato questa sera dai colleghi dell’opposizione che, in questo
momento particolare, in questo triste momento – voglio ricordare la presidente
Santelli che, purtroppo, un tragico destino ha portato via – si cogliesse
l’occasione per dar vita ad una giornata nella quale, con senso di
responsabilità e senza colori politici, si potessero dare delle risposte ai
calabresi.
Penso che oggi abbiamo
l’obbligo di dare risposte a tutti quei cittadini che si sentono traditi da
tutta una serie di responsabilità, per quanto riguarda la gestione della
sanità, senza scaricare colpe perché presumo che si tratti di responsabilità di
lungo corso di tutte le componenti politiche. Però, se, oggi, purtroppo, ci sono
delle situazioni di responsabilità che non riguardano la politica, è bene che i
calabresi lo sappiano.
Voglio fare presente ai
colleghi che alcuni interventi sono apparsi come preelettorali.
Il collega Aieta diceva
“siamo a fine legislatura”, ma voglio ricordargli che, purtroppo, questa
legislatura, per il destino atroce di cui ho parlato poco fa, è cominciata solo
8 mesi fa.
Lo voglio
tranquillizzare anche sulla sospensione dei tirocini dicendo che, a differenza
dell’assoluta assenza del Governo, la Giunta ha sì sospeso l’attività, però ha
attuato, con risorse proprie, un ristoro di 2 mensilità. È chiaro che si tratta
di una categoria debole con responsabilità enormi e i tirocinanti non potevano
essere lasciati a lavorare in questo momento particolare.
Quindi, penso che
l’attenzione ci sia, consigliere Aieta, e mi dispiace perché da lei non me lo
sarei aspettato. Così come non mi sarei aspettato dal consigliere Guccione che
tirasse fuori quel documento di marzo, a firma della presidente Santelli.
Caro consigliere
Guccione, la Giunta Santelli si è insediata il 17 febbraio e nell’arco di 20
giorni la Presidente, per il momento particolare in cui si trovava la Calabria
nell’affrontare una pandemia, ha cercato di attuare una fase collaborativa e
non continuare nel solco del presidente Oliverio che aveva minacciato di
incatenarsi proprio per la rottura con la gestione commissariale.
Questo lo dico al 60
percento dei colleghi che non c’erano. Lei ride perché c’era e c’eravamo anche
i consiglieri Aieta, Irto ed io.
Quindi, la presidente
Santelli non poteva dire diversamente di un Commissario che era stato mandato
dai rappresentanti del vostro Partito e del MoVimento 5 Stelle, avendolo
conosciuto da un mese.
Ritengo che oggi delle
responsabilità ci siano e non possiamo nasconderle.
Questa seduta di
Consiglio è stata convocata, presidente Tallini, prima ancora – non voglio
usare termini forti – della sicuramente vergognosa intervista del generale
Cotticelli.
Non voglio essere
ripetitivo perché i colleghi lo hanno già evidenziato in maniera chiara, ma,
sicuramente, se il Generale, da giugno ad ottobre, avesse svolto le funzioni
che gli spettavano con una retribuzione di 125.000 euro l’anno, presumo che
oggi la Calabria non sarebbe stata dichiarata zona rossa. Leggevo, poi, che il
nuovo Decreto Calabria prevede una struttura con due sub commissari e 25 unità
amministrative a supporto.
Come dicevano i
consiglieri Molinaro e Giannetta, gli indicatori della Calabria rispetto ad
altre regioni sono molto più bassi, ma le motivazioni del Governo sono state
quelle che la Calabria, in caso di aumento esponenziale dei contagi, non è in
grado di affrontare l’epidemia.
Se chi era preposto a
far sì che le strutture sanitarie calabresi fossero attrezzate in maniera
adeguata ad affrontare la pandemia, lo avesse fatto, la Calabria non sarebbe
stata dichiarata zona rossa e, quindi, oltre al danno la beffa.
Non dimentichiamo che,
quando c’è stata la prima fase, tutti hanno invidiato la Calabria per il
comportamento nell’osservare le norme di sicurezza, in particolare da parte dei
commercianti e delle categorie imprenditoriali che hanno fatto dei sacrifici
aspettando il ristoro governativo che non è mai arrivato o è arrivato in forte
ritardo. Non dimentichiamo – ripeto – che sono stati invidiati da tutte le
regioni.
È chiaro che, oggi, in
un momento particolare di forte sofferenza, se queste categorie scendono nelle
piazze sfidando anche il virus, è perché, effettivamente, la situazione
economica in Calabria è talmente critica che la gente lo fa pur di poter
lavorare.
Per chi ha impegnato
delle risorse, proprio come qualcuno diceva oggi, è dura vedersi nuovamente
chiudere l’attività. Significa che migliaia e migliaia di aziende saranno
sicuramente costrette a chiudere con le conseguenze occupazionali, economiche e
sociali che, purtroppo, ne derivano.
Il collega Giannetta ha
dimenticato di dire che la presidente Santelli, nel chiedere al commissario
Arcuri l’assunzione della responsabilità per quanto riguarda il Piano Covid-
19, aveva detto che si assumeva l’impegno di proporre in 5 giorni un Piano
adeguato, ma, purtroppo, non è stata ascoltata.
Oggi, cari colleghi del
PD – per fortuna non ci sono i 5 Stelle in quest’Aula e mi auguro che non ci
saranno perché, sicuramente, dopo le scelte scellerate fatte, non entreranno
nell’Aula anche se faranno l’accordo con voi – di 12 deputati e 5 senatori che
rappresentano la Calabria si sono preoccupati di fare un’interrogazione al
Ministro della salute quando c’è stato il problema dei tamponi da processare –
non so se ricordate la polemica che c’era stata – ma non si sono ricordati di
chiedere notizie al Commissario nominato da loro.
Il consigliere Guccione
ha detto che all’epoca c’era anche la Lega, ma poco interessa, ci poteva essere
chiunque. Siamo tutti convinti che le gestioni commissariali, purtroppo,
producono degli effetti nefasti – l’abbiamo detto più volte – e, sicuramente,
il risultato dell’intervista di ieri è proprio la plastica dimostrazione di
quello che è stato fatto: attività concorsuali totalmente ferme e lo stesso per
quanto riguarda le USCA e tutte le altre azioni che dovevano essere messe in
campo.
Però, cari colleghi
Guccione e Aieta, che eravate presenti nella precedente legislatura, dopo la
Lega c’è stato il Partito Democratico con il MoVimento 5 Stelle e, quindi, la
responsabilità nella gestione e nel seguire le attività del Commissario
sicuramente è anche vostra.
Ora al di là delle
polemiche, che ritengo che non facciano sicuramente bene a nessuno, penso che
il fatto che il presidente del Consiglio Conte prima proroghi il commissario
Cotticelli nella fase transitoria e poi, dopo tre giorni, corra subito ai
ripari chiedendone la rimozione e proponendoci un ulteriore commissariamento di
2 anni, prorogabili di 12 mesi, penso che questo non ce lo possiamo permettere
e che tutti con forza dobbiamo appellarci al senso di responsabilità che ci
contraddistingue nel ruolo che ricopriamo.
Il collega Aieta,
giustamente, parlava di dimissioni … Certo, caro collega Aieta, il ministro
Speranza si deve dimettere perché ha fallito e ha prodotto un danno
irreparabile alla Calabria e non possiamo permetterci di non chiedere le
dimissioni di chi non vuole bene alla Calabria perché, poi, cari colleghi, noi
siamo i parafulmini. La gente si dimentica di Speranza e di Cotticelli e vede
soltanto noi.
Il consigliere Tassone
parlava delle responsabilità della Regione, ma mi rendo conto – lo dico
affettuosamente – della sua inesperienza.
Che titolo ha la Regione
nella gestione Covid-19 quando è stata esautorata al 100 per cento?
Che discorsi facciamo?
Vogliamo veramente fare discorsi preelettorali o vogliamo essere seri e cercare
di dare un contributo serio alla Calabria?
TASSONE LUIGI (Partito Democratico)
Voi avete fatto comizi
oggi…
ARRUZZOLO Giovanni (Forza Italia)
Non ho disturbato
durante il suo intervento. Il comizio l’ha fatto lei citando quei documenti di
marzo.
Comunque, concludo
dicendo che ritengo necessaria, presidente Tallini, l’approvazione della
mozione che necessariamente dovrà dare un segnale forte ai calabresi della
vicinanza di chi oggi li governa.
Penso che abbiamo una
responsabilità seria e non possiamo esimerci da questo.
Grazie, Presidente.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Notarangelo. Ne ha facoltà.
NOTARANGELO Libero (Partito Democratico)
Buonasera a tutti.
Permettetemi alcune pacate riflessioni perché, personalmente, ci tengo a
sottrarmi al rischio di una passerella pre-elettorale tanto di moda in questa
quest’Aula quest’oggi, da tutte e due le parti, non ho timore a dirlo, caro
consigliere Arruzzolo.
Personalmente non
m’interessa, ma ritengo di intercettare l'opinione e il sentimento dei
cittadini calabresi in un momento serio e difficile per tutti. A me interessano
solo i cittadini calabresi – come avrò modo di aggiungere – sia da un punto di
vista sanitario, sia economico.
Vorrei invitare tutti a
ragionare nel solo ed esclusivo interesse dei cittadini calabresi proprio
perché, tra le altre cose, siamo ormai alla fine di questa Legislatura per i
tragici eventi che conosciamo tutti.
Purtroppo, anche oggi in
quest'Aula, stiamo assistendo ad un “teatrino desolante” – permettetemi di
definirlo così – sul gioco e sul balletto delle responsabilità.
Parlo di “teatrino
desolante” perché – è la mia personalissima opinione, prima di tutto da
cittadino calabrese e anche, permettetemi, da medico – che la colpa e la
responsabilità di questa situazione oggi è di tutti: è del Governo nazionale,
che ha mantenuto in carica un commissario ad
acta incompetente; è della maggioranza che siede in quest’Aula e della
Giunta regionale che, evidentemente, non ha supportato a sufficienza un
commissario ad acta
incompetente; ed è anche – perché no?! –, per onestà intellettuale,
responsabilità di questa minoranza che, spesso, invece di preoccuparsi di
questioni prettamente e meramente procedurali, o quelle che io definisco di
“lana caprina”, avrebbe invece potuto meglio attentamente vigilare
sull'attuazione, per esempio, del Piano Covid.
Al di là delle
responsabilità – ci sarà tempo e modo di affrontare il discorso della
responsabilità, ci sarà un'intera campagna elettorale che si preannuncia, tra
le altre cose, abbastanza lunga, purtroppo – alcune cose sinceramente non
riesco a capirle e mi sento un po' confuso.
C'è chi dice che – lo ha
detto il presidente Tallini – per fortuna, in Calabria non sono stati raggiunti
i livelli di guardia; c'è chi dice – mi pare il collega Crinò – che i tamponi
sono e giacciono per giorni e giorni senza essere processati; il collega Aieta
diceva, invece, che a Cosenza non vengono più processati e vengono mandati a
Catanzaro, già peraltro saturo; il tracciamento è saltato.
Beh, delle due l'una: o
non c'è da preoccuparsi perché non si è raggiunto il livello di guardia,
oppure, invece, questa zona rossa – ahimè – ce la siamo tutti indistintamente
meritata.
Oggi i contagi sono 400
con 267 ricoveri ordinari nelle Malattie infettive.
Per capirci, quei
ricoveri che non necessitano ancora, per fortuna, di trattamento nella
Rianimazione o nelle Terapie sub-intensive, necessitano, comunque, di
monitoraggio medico e, in questi ricoveri, ci sono anche quei soggetti che,
invece, non hanno dove poter passare la quarantena, tanto per cominciare o,
perlomeno, paucisintomatici che non possono stare a casa perché conviventi con altri
familiari; quindi, la situazione attuale è di forte preoccupazione tra la
gente, è paura per il diffondersi di un contagio in strutture sanitarie di
degenza ordinaria già oggi al collasso.
Le file delle ambulanze
ferme al Pronto soccorso in attesa di scaricare i pazienti Covid, sono vere,
sono cose di oggi.
Con questi numeri e
continuando così, la mia preoccupazione personale è che, nel giro di pochi
giorni, lo scenario che abbiamo visto in Lombardia nello scorso marzo-aprile,
diventi realtà anche qui!
Questo noi non possiamo
nascondercelo e non possiamo far finta che non ci sia!
Non possiamo additare il
Governo dicendo che sono usciti pazzi o, peggio ancora, che sono in malafede e
che, per giochetti politici, ci rilegano in una zona rossa col lockdown
pressoché totale.
Chiaramente, i cittadini
calabresi sono preoccupati anche per i logici e naturali risvolti economici con
una tangibile tensione sociale diffusa fino al punto di esplodere.
Se a questo aggiungiamo
l'assoluto blocco attuale – inevitabile direi, purtroppo – di ogni attività
sanitaria, tra virgolette “ordinaria” con un relativo ovvio incremento naturale
della mortalità nei prossimi mesi in Calabria, per esempio, per patologie di
tipo cardio-vascolare, che oggi non possono essere monitorate e curate, il
quadro è abbastanza chiaro.
Come vedete, cerco di
andare direttamente al punto per essere più rapido possibile perché di parole
ne ho sentite davvero tante, a mio avviso ridondanti perché quando la colpa è
di tutti, alla fine non è di nessuno, siamo d'accordo, ma ci sarà tempo per
ricostituire la filiera delle responsabilità.
Adesso si tratta di un
richiamo forte alla responsabilità di ognuno di noi e alle proposte; ed è
questo che io speravo venendo qui, Presidente, oggi per questa riunione del
Consiglio regionale.
Speravo di poter
analizzare insieme a voi quali possano essere le possibilità per uscire da
questa situazione, perché la zona rossa – come diceva il consigliere Guccione –
non la supereremo per decreto, ma soprattutto perché il quadro sanitario è
migliorato; quindi, prima di tutto serve una attivazione immediata – entro 48
ore, direi – del centro Covid nella provincia di Catanzaro.
Dallo scorso mese di
aprile si discute se farlo accanto al Policlinico, dove esiste un padiglione
completamente vuoto, che potrebbe essere pronto, con 75 posti letto, entro 48
ore, oppure farlo nell'edificio dell'ex Policlinico universitario.
Ecco di cosa hanno
bisogno i calabresi: di chiarezza di decisioni, possibilmente condivise;
reclutamento del personale sanitario, in particolare medici e, credetemi, non
sarà facile perché i nostri medici, i migliori medici, anche i giovani
ovviamente, appena laureati, purtroppo, sono stati costretti a partire; quindi
c'è carenza di personale medico; ecco perché, alcuni mesi fa, ebbi la
possibilità di scrivere una nota sull'inutilità di un test di ammissione al
corso di Laurea in Medicina in questo momento; chiaramente, una richiesta di
supporto tecnico concreto al commissario Arcuri, per un’implementazione di
tutto, non solo degli arredi, ma anche dei respiratori e della macchina
sanitaria di degenza ordinaria, in particolare; l'individuazione al più presto
di famosi Covid hotel che sono stati, in qualche maniera lanciati mesi fa ma,
ancora oggi, sono lettera morta.
L'unica cosa che mi
auguro, e che abbiamo avuto modo di chiedere direttamente ai nostri
rappresentanti al Governo, è che questa nuova struttura commissariale, formata
da un commissario ad acta e da due
sub-commissari, venga al più presto nominata con un solo requisito, finalmente:
la competenza che, a detta di tutti, in questi ultimi mesi e anni, purtroppo, è
mancata e, chiaramente, anche rivolgendosi al Governo, tutti insieme dovremo
chiedere l’attivazione immediata per reperire subito le risorse necessarie per
dei ristori economici concreti e sufficienti.
Queste sono le cose di
cui sinceramente volevo parlarvi e che volevo segnalare; le cose su cui,
secondo me, i calabresi attendono principalmente delle risposte.
Scarica barile,
tatticismi, posizionamenti e strumentalizzazioni politiche, da qualunque parte
esse provengano, mostrano plasticamente l'inadeguatezza di tutta la politica
regionale.
Da questi giochetti io
invito tutti quanti a sottrarsi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Neri. Ne ha facoltà.
NERI Giuseppe (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente.
Vorrei riportare la discussione su quello che è il punto all'ordine del giorno
ed essere in grado, oggi, di dare una risposta ai calabresi che ci chiedono
perché la Calabria si trova in zona rossa.
Se oggi dovessi
rispondere a questi calabresi – cosa che non sono in grado di fare – dovrei
dire: “Oggi sei in zona rossa perché, sulla base di parametri scientifici
inoppugnabili, il Governo ha deciso di metterti in zona rossa”. Ma questo non
lo posso dire ai calabresi in tutta coscienza, Presidente, perché oggi i
calabresi sono in zona rossa, non sulla base di criteri scientifici validi ed
inoppugnabili, ma sono in zona rossa sulla base di un criterio, cosiddetto
della “debolezza intrinseca” del Sistema sanitario calabrese, che significa
dire tutto e non dire niente.
Se il Governo si basa
sui 21 parametri, come hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto, che
sono dei parametri oggettivi e misurabili – il 30 percento delle Terapie
intensive, il numero dei medici per abitanti –, se su quei parametri, noi siamo
positivi per 85 percento, e quel 15 percento non ci consentirebbe in alcun modo
di andare in zona rossa, quindi sulla base di criteri scientifici, non capisco
come fa il Governo a chiudere dicendo che, in ogni caso, la Calabria va in zona
rossa perché ha una debolezza sanitaria intrinseca.
La Calabria ha una
debolezza economica intrinseca! La Calabria ha una debolezza sociale
intrinseca! Che cosa vuol dire?
Vuol dire – ripeto –
dire tutto e non dire niente.
Si tratta di un
parametro sul quale non si può fare alcun tipo di valutazione e sul quale non
possiamo neanche argomentare; quindi, la decisione di mettere la Calabria in
zona rossa, non è basata su criteri scientifici perché, se fosse basata su
criteri scientifici, oggi la Calabria non sarebbe in zona rossa.
Questo non lo dice il
consigliere regionale Neri, ma lo dice l'Istituto superiore della sanità,
quindi, non lo dice neanche la Regione Calabria.
Noi dobbiamo avere il
coraggio e l'onestà di dire questo ai cittadini calabresi: “Oggi, sulla base di
un documento stilato dall'Istituto superiore della Sanità, per i parametri
scientifici tu non vai in zona rossa; però, per una mera valutazione
discrezionale fatta dal Governo e perché si dice che la Calabria dal punto di
vista sanitario abbia una debolezza intrinseca, tu vai in zona rossa”.
Allora mi chiedo a cosa
servono i 21 parametri!?
Bastava solo dire: “La
Calabria ha un’atavica debolezza sanitaria, mandiamola automaticamente in zona
rossa, cioè, escludiamola da tutta l'Italia a questo punto!”
Sappiamo, quindi che,
comunque vadano le cose, comunque vadano i contagi, se la curva sale o scende,
la Calabria è da considerare zona rossa!
La stessa cosa accade
quando voi mandate una persona a processo e la accusate di omicidio perché
quella sera è stata vista vicino alla vittima e aveva dei dissidi con la
vittima, però queste prove non bastano e il Giudice la condanna perché dice:
“Ha precedenti penali per violenza, quindi, è un violento e lo condanno per
questo”.
È la stessa identica
cosa. Perché dico questo?
Non per fare un semplice
parallelismo giuridico, ma per dire che nel Diritto penale c'è la Corte di
Cassazione che, di fronte a una condanna del genere, assolve e libera
immediatamente.
Che cosa dobbiamo fare
noi in questa situazione?
Come possiamo spiegare
ai calabresi che si trovano in zona rossa solo perché il Governo ha fatto una
valutazione oggettiva, in effetti, ma talmente generica che non permette né di
controbattere né di adeguarsi.
Al netto di tutte le
considerazioni – dei posti di Terapia intensiva, degli ospedali e di
quant'altro – oggi ci dobbiamo basare su quelli che sono i dati scientifici.
Consiglieri Aieta e
Guccione, la Calabria non è stata chiusa sulla base di dati scientifici, perché
se andate a leggere il documento dell’Istituto superiore della sanità, la
Calabria è stata chiusa – lo ripeto per l'ennesima volta, di modo che tutti lo
possano capire – sulla base di un concetto generico, che è l’intrinseca
debolezza sanitaria.
La Calabria non dovrebbe
avere neanche negozi; anzi, al contrario, dovrebbe essere aiutata sempre più
rispetto agli altri, proprio perché ha un’intrinseca debolezza economica.
Anche dal punto vista
sociale, la Calabria dovrebbe essere aiutata di più rispetto agli altri perché
ha un’intrinseca debolezza sociale.
Detto questo, qual è il
punto della questione?
Che oggi non siamo nelle
condizioni di approntare un Piano o, perlomeno, non siamo nelle condizioni di
rendere immediatamente disponibile ai nostri concittadini un qualcosa che li
possa far superare indenni il periodo del lockdown.
Il vero problema è
questo!
Oggi chiediamo la zona
gialla perché la zona rossa genererà la zona rossa per sempre in Calabria.
I cittadini oggi non
hanno un problema sanitario o, perlomeno, non lo percepiscono; i cittadini
hanno un problema economico. Se noi oggi lasciamo la Calabria in zona rossa per
altri 15 giorni, gli altri 15 giorni saranno ancora di zona rossa e il sistema
collasserà definitivamente.
Questo è il vero
problema! Il problema non è programmare e dare contributi; l'abbiamo fatto e lo
faremo ma, in questo momento, dobbiamo dare risposte ai cittadini; lasciamo
stare le altre cose, ma oggi abbiamo un unico dovere, che è quello di essere
responsabili nei confronti dei cittadini!
Dobbiamo mettere da
parte la politica e avere il coraggio di dire che questo Governo,
indipendentemente dal colore, se n'è fregato della Calabria distruggendola con
la zona rossa.
Questo lo si può vedere
anche sulla base di due elementi fondamentali, se ieri i giornalisti di Rai tre
non fossero andati dal commissario Cotticelli, oggi saremmo ancora qui con il
commissario Cotticelli! Questa cosa è drammatica!
Il Ministro ed il
Governo hanno lasciato una persona per due anni, sapendo che era incompetente e
che aveva bisogno della badante!
Due sono le cose: o c’è
dolo o c'è colpa grave! In entrambi i casi sei condannato! Non ci può essere
appello! Questo è il punto nodale della questione: la responsabilità!
Oggi diventiamo zona
rossa perché, su una mancanza del Governo, se ne accavalla un'altra e ci chiude
dichiarandoci zona rossa.
Su questo bisogna
ragionare oggi e bisogna avere il coraggio di fare delle scelte!
Il collega Aieta
suggeriva di evitare lo scontro con il Governo, ma è il Governo che ha spostato
la partita su un altro campo, chiaro? Che cosa dobbiamo fare? Dobbiamo giocare
in un campo senza palla perché la palla ce l'ha il Governo e se l'è portata su
un altro campo!
Allora noi andiamo a
giocare perché – ripeto – il nostro dovere è uno solo, e non è né quello di
rispondere ai partiti né a nessuno altro, ma è quello di rispondere ai
cittadini calabresi in questo particolare momento!
La partita si deve
giocare! Non siamo più in una situazione normale.
Non possiamo parlare di
programmazione di aiuti, ma dobbiamo intervenire immediatamente con quello che
abbiamo a disposizione, che non è solo la nostra capacità legislativa, ma
dobbiamo andare oltre.
La mozione di oggi deve
essere il primo segnale di tutta una serie di atti che dimostrino che la
Calabria vuole – come dicevano i colleghi Graziano e di Natale – assumersi le
sue responsabilità.
Come si assumono
responsabilità? Le responsabilità si assumono facendo cose che vanno anche
oltre le competenze perché la politica supera tutto e, in questo caso, noi
siamo legittimati e siamo i delegati del popolo. Va bene?
Presidente, il primo
atto da compiere è quello di chiedere al Governo, indipendentemente dalle
dimissioni di tutta la catena di comando – quello mi interessa poco – di
revocare immediatamente la zona rossa e di applicare alla Calabria, come a
tutte le altre Regioni che sono in condizioni peggiori della Calabria, la zona
gialla.
Se il Governo non
dovesse fare questo in tempi brevi, allora vorrà dire che si è rotto quel filo
di connessione che esiste tra le Istituzioni e, quindi, che questo Governo non
ci rappresenta e non fa gli interessi dei calabresi! Siamo noi gli unici a
poter fare gli interessi dei calabresi!
Io inviterò il
presidente ff. Spirlì – questo lo dico anche a nome del gruppo di Fratelli
d’Italia – ad adottare lui stesso un'ordinanza che riporti la Calabria in zona
gialla; un’ordinanza che, in punto di diritto, sicuramente non trova
giustificazione, ma che, dal punto di vista politico, ci deve mettere nelle
condizioni di essere noi a chiamare il Governo di fronte a un Giudice perché,
quando faremo l'ordinanza e il Governo la impugnerà, noi chiederemo che venga
discussa di fronte al TAR della Calabria e non di fronte al TAR del Lazio.
A quel punto, sarà il
Giudice ad entrare nel merito, e noi dovremo essere capaci di far valutare su
quali basi la Calabria è stata chiusa ed è diventata zona rossa.
Punto numero due: come
diceva il presidente Tallini, se si apre questo scontro, il secondo atto sarà
la legge che, sostanzialmente, elimina il commissariamento.
Bisogna fare in questo
modo, non per ribellarsi alle Istituzioni, ma perché finora siamo stati calmi,
buoni e abbiamo avuto rispetto delle Istituzioni.
Lo stiamo dimostrando
anche oggi perché l’avremmo potuto fare oggi, ma per rispetto di tutti, in primis dei calabresi, oggi chiediamo
al Governo di applicare quella che è la cosa più giusta per la Calabria e che
emerge da un documento scientifico prodotto da un Ente governativo.
Chiediamo questo, ma è
l'ultima richiesta, per quanto mi riguarda, perché la situazione non è più
sopportabile!
A 500 metri da noi, c'è
la gente in piazza con le Forze di Polizia in tenuta antisommossa.
Un fatto che, a mia
memoria, non era mai successo a Reggio Calabria!
Non possiamo più giocare
con la pelle dei calabresi, perché qui si sta parlando di diritti
costituzionalmente garantiti.
Dobbiamo spiegare ai
nostri cittadini perché permettiamo che i loro diritti costituzionalmente
garantiti vengano fortemente limitati e, in alcuni casi, addirittura esclusi!
Non possiamo più consentire che questo stato di cose vada avanti.
Presidente, – e concludo
– non mi soffermo a parlare del commissario Cotticelli; non mi interessa più
niente! Il fallimento del commissario Cotticelli è certificato ed ormai
granitico.
Il punto non è quello di
dire chi ha fallito e chi no! Il punto è che oggi siamo ad un bivio: abbiamo
superato il punto di non ritorno e l'economia calabrese rischia il collasso. Questi
15 giorni saranno 15 giorni mortali, se rimaniamo in zona rossa.
Aggiungo un'altra cosa:
questa zona rossa provocherà un'altra zona rossa per un motivo molto semplice:
immaginate quanto contagio produrranno tutte queste persone che stanno andando
a manifestare e sono in assembramento; quindi, prima fermiamo questa
situazione, meglio è!
Ribadisco le mie
richieste, Presidente: approvo la mozione in tutto e per tutto, nel senso di
chiedere al Governo di eliminare immediatamente la zona rossa; al contempo
chiedo, però, al Presidente facente funzioni che, qualora il Governo non
dovesse declassare la Calabria da zona rossa a zona gialla, adotti lui
un'ordinanza che riporti la Calabria in zona gialla; il che è sicuramente
discutibile dal punto di vista amministrativo ma, ripeto: la politica deve
assumersi queste responsabilità!
Quella è una poltrona
che scotta e chi siede sopra deve assumersi le responsabilità.
Ci vuole coraggio e
forza perché il mandato politico è anche questo! Il mandato politico è compiere
azioni che vadano anche oltre l'ordinario, ma che rispondono alla comunità che
ha fatto sì che tu ti sedessi lì. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Pietropaolo. Ne ha facoltà.
PIETROPAOLO Filippo Maria
(Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Mi
associo completamente a quanto detto dal collega Giuseppe Neri. Le richieste
che ha fatto, quelle che riguardano il contenuto della mozione che andremo ad
approvare, le ha fatte a nome del Gruppo. Volevo semplicemente fare una
riflessione: sono uno dei nuovi - come ha detto Antonio Di Caprio, che ha fatto
un bellissimo intervento - e quindi mi sento un po' disorientato e allibito
quando non riesco a capire come sia possibile venire in questa Aula e chiedere,
consiglieri Aieta e Guccione, di aderire a una vostra mozione che ci chiede di
mettere in campo degli altri interventi, delle assunzioni o dei ristori, quando
sapete perfettamente che la sanità, da oltre 10 anni, principalmente da due
anni, è commissariata.
Noi non abbiamo alcuna
possibilità. Parlate ancora di assunzioni, di USCA! Allora, forse ho capito
male io. Siccome avete parlato di responsabilità, di serietà, allora io vi
dico, se volete essere seri voi, di aderire alla nostra mozione, in cui
chiediamo che il Presidente della Repubblica non firmi il decreto sul rinnovo
del decreto Calabria; chiediamo le dimissioni del ministro Speranza, e io dico
pure del presidente Conte, che oggi con un tweet ha mandato a casa Cotticelli,
senza proferire una parola di scusa nei confronti dei calabresi per il danno
che ha provocato.
Il presidente Conte è il
responsabile dei danni e del disastro sanitario degli ultimi due anni ed è
responsabile di quello che sta succedendo adesso; quindi unitevi a noi nel fare
queste richieste e nel chiedere che il Governo faccia una verifica puntuale e
corretta dei dati in merito ai famosi 21 parametri. Come ha detto il
consigliere Neri prima, non sono parametri che oggettivamente potevano essere
intesi in modo diverso, sono parametri che mettono la Calabria in una
situazione diversa dalla zona rossa. Noi non abbiamo forse la sensazione di
quello che sta succedendo fuori. Mi fanno piacere tutte le riflessioni che ha
fatto il collega Notarangelo che sono corrette, sicuramente apprezzabili dal
punto di vista sanitario, ma il problema è l'aspetto economico oggi. Oggi non
ci possiamo permettere di chiudere e far chiudere i piccoli e piccolissimi
imprenditori, i bar, i ristoranti, perché non sanno come andare avanti e io non
voglio avere questa responsabilità. Preferisco stare vicino a queste persone e,
quindi, mi associo alla richiesta del consigliere Neri di approvare la mozione
e di chiedere, anche, al Presidente facente funzioni, laddove il Governo non
dovesse riportare la Calabria in zona gialla o non ci dovesse consentire di
transitare in un'altra ipotetica zona, di approvare un'ordinanza che riguardi
la Calabria; un’ordinanza che per esempio limiti gli ingressi dall'esterno, ma
apra i bar e i ristoranti perché, dopo tutte le iniziative che sono state
richieste per mettere in sicurezza questi posti, non capisco perché proprio
loro devono essere quelli oggetto di sacrificio.
Mi unisco a questa
richiesta e in più faccio un appello alla Giunta, al presidente Spirlì, ma
anche all'assessore Orsomarso, di mettere in campo subito tutte le iniziative
per dare un sostegno a queste tipologie di attività; un sostegno che può essere
dato con l'utilizzo dei nostri fondi comunitari e senza burocrazia, magari
attraverso il coinvolgimento dei Comuni, come è stato fatto in passato con il
bonus povertà. Dare i fondi ai Comuni, quindi, che riescono a individuare più
facilmente, anziché alla Regione con i suoi tempi burocratici purtroppo a volte
devastanti; i Comuni possono essere forse l'arma migliore per poter dare, lo
strumento migliore per poter far arrivare i fondi a queste persone, queste
piccole imprese, in modo facile e veloce. Questa io credo che possa essere una
soluzione da mettere in campo, così come chiedo al presidente Spirlì di
utilizzare i nostri fondi comunitari, la cui riprogrammazione martedì approveremo
anche in consiglio, per mettere in campo tutte le iniziative che superino i
commissariamenti. A questo punto, dopo quello che è successo ieri sera, ci
siamo resi conto che non possiamo più in assoluto tener conto di quello che
fanno questi commissari, i commissari voluti dal Governo che voi rappresentate
qui. Se volete portare avanti la vostra mozione, assumere i 300 infermieri,
mettere in campo le USCA, chiedetelo al vostro Governo e ai vostri commissari,
non alla nostra Regione. È questo il problema. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Morrone. Ne ha facoltà.
MORRONE Luca (Fratelli d’Italia)
Grazie, Presidente. Un
saluto alla Giunta. Anche io mi unisco al ricordo della grande assente qui,
questa sera: la governatrice Santelli. Cercherò di essere breve anche io, di
aggiungere delle riflessioni che possono essere utili all'Aula e ai calabresi
che ci stanno guardando da casa, anche nel rispetto dei colleghi che sono qui a
discutere da tempo. Credo che ci sia davvero qualcosa di divino in quello che è
successo ieri sera, quando abbiamo appreso dal servizio andato in onda su Rai 3
quest'episodio davvero sconcertante, riguardante il nostro commissario
Cotticelli e la figura che la Calabria ha fatto. Lo dico non perché voglia strumentalizzare
questo, sarebbe davvero fin troppo facile farlo, ma perché ha dato la
possibilità ai calabresi, forse, in un momento così difficile con questa
epidemia sanitaria che continua a crescere, giorno dopo giorno, di smascherare
quello che stava avvenendo col commissariamento e anche le responsabilità di
questo Governo. Purtroppo non possiamo far finta che tutto quello che è
avvenuto negli ultimi 10 anni nella regione Calabria e che ha riguardato la
sanità non sia successo; non possiamo quindi far finta di niente.
E quello che andato in
onda ieri sera è stato davvero, credo, imbarazzante perché abbiamo appreso che
il commissario Cotticelli non soltanto non sapeva di essere lui il responsabile
per la predisposizione del Piano Covid per la regione Calabria, ma ne
disconosceva completamente anche i contenuti.
Non aveva la più pallida
idea del numero di posti di rianimazione da realizzare, non aveva la più
pallida idea di quello che si stava mettendo in campo. Credo che quindi la
responsabilità del Governo sia ancor più grave in questo momento per la
Calabria; a differenza degli altri, di quando c'era il centro-sinistra al
Governo con Oliverio, Presidente di Regione, almeno Oliverio, nonostante abbia
condotto sempre una battaglia contro il commissariamento e abbia minacciato
addirittura di incatenarsi più volte, aveva avuto la possibilità di nominare i
manager delle aziende ospedaliere e delle aziende sanitarie. Ebbene, invece noi
questa volta, in virtù di questo Decreto Calabria, non abbiamo avuto la possibilità
neanche di fare questo. Il Governo nazionale in questo momento ha commissariato
interamente la sanità, con la volontà, credo, di mettere in campo nomine
decise… quindi nomi, oltretutto con criteri, credo, discutibili perché alla
fine ci hanno propinato commissari, la maggior parte delle volte, non calabresi
che disconoscevano completamente le problematiche della sanità calabrese. Oggi,
questo Governo che ha decretato - lo diceva prima il collega Peppe Neri - la
regione Calabria zona rossa, utilizzando delle griglie, dei parametri che
ancora oggi non siamo riusciti a comprendere, questo stesso Governo ha
prorogato contemporaneamente il commissariamento della sanità in Calabria per
altri 3 anni. Questo è davvero un fatto gravissimo e va denunciato!
Oltretutto bisogna fare
anche altre riflessioni. Io credo che, appunto, l'ordine del giorno di oggi sia
quello per la regione Calabria zona gialla, cioè noi siamo qui per fare un
appello forte al Presidente del Consiglio, al nostro premier Conte, al Ministro
alla Sanità perché immediatamente, già da lunedì, oltre a sostituire
immediatamente il commissario - questo lo ha preannunciato il premier Conte -
decretino la Calabria zona gialla, come giustamente successo per altre regioni
che oggi hanno un dato epidemiologico sicuramente meno pesante, meno importante
del nostro, per dare la possibilità ai calabresi di poter riaprire per quanto
possibile qualche attività.
Non ci dimentichiamo che
nella prima ondata il premier Conte aveva attuato delle misure ben diverse. Anche
quando la Calabria non aveva nessun contagio o comunque pochissimi contagi
rispetto al resto d'Italia, allora lì si è deciso di applicare una misura che
valeva per tutta la Nazione, un lockdown totale. Oggi che invece la Calabria
vive una situazione sicuramente un po' più difficoltosa rispetto ad altre
regioni si è deciso di fare queste chiusure differenziate. Credo che ci sia
davvero una volontà politica purtroppo legata al colore politico, rispetto a
quelle decisioni prese dal Governo quindi oggi, giustamente, lo diceva il
consigliere Neri, noi voteremo una mozione - invitiamo anche i consiglieri del
centrosinistra a unirsi a noi - in cui chiederemo al premier Conte
immediatamente di ritirare il Dpcm o meglio la decisione di far rientrare la
Calabria in zona rossa dando la possibilità, invece, di rientrare in zona
gialla, ma soprattutto avvieremo anche tutta una serie di studi per far sì che
nella seduta di Consiglio regionale, convocata per martedì 10, si possa
addirittura andare oltre e credo che su questo sia la maggioranza sia la
minoranza saranno d'accordo.
A prescindere se i
commissari siano stati nominati da Governi di centro-destra o di
centro-sinistra - e per la maggior parte degli anni in cui la sanità calabrese
è stata commissariata, ahimé, sono state nomine decise dai Governi di
centro-sinistra - credo che si debba pensare addirittura di eliminare proprio
l'istituto di commissariamento perché se in 10 anni, più di 10 anni, questo non
è riuscito a risolvere i problemi della sanità - anzi il debito pubblico è
aumentato, i servizi sono diminuiti, non siamo riusciti a costruire nuovi
ospedali, siamo qui a gridare e diciamo allarme per i ricoveri anche quelli
ordinari - credo che continuare a utilizzare questo istituto sia davvero un
crimine. Dovremmo lanciare un appello anche ai nostri parlamentari e farlo
anche noi come Consiglio regionale affinché si possa pensare ad un istituto
diverso; altrimenti noi - lo diceva prima il consigliere Carlo Guccione - per
uscire dal commissariamento avremmo bisogno di chiudere almeno due bilanci
consecutivi non in passivo, ma ciò, con i dati che oggi si sviluppano
nella Regione Calabria, è praticamente
impossibile. Saremmo, quindi, destinati a un commissariamento perenne e credo
che possa essere anche questo un segnale importante da lanciare al Governo
nazionale: inventarsi qualche misura diversa, ma soprattutto restituire alla
Calabria e ai calabresi la possibilità di scegliere chi li deve curare, chi
deve pensare alla loro cura, attraverso investimenti in sanità. Si parla di
ospedali, di assunzioni di personale medico e paramedico, ma questo potrà
avvenire solo se chi si candida a governare la
Regione Calabria e chi va nei territori a chiedere il consenso ai
calabresi può avere anche poi la possibilità di decidere sul futuro della
Calabria in un settore così importante, così strategico come la sanità che,
oltretutto, assorbe dal punto di vista del bilancio regionale il 70%
dell’attuale bilancio della Regione
Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
La consigliera Minasi,
iscritta a parlare, non è in Aula. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Irto. Ne ha facoltà.
IRTO Nicola (Partito Democratico)
Ho ascoltato con molto
interesse tutti gli interventi dei colleghi sia di maggioranza sia di
minoranza. Ad un certo punto mi sono un po' perso perché ci sono state talmente
tante richieste di dimissioni di tutti, sempre a salire, che ad un certo punto
ho provato a scriverle e mi sono un po' perso perché pensavo e speravo che
alcuni interventi, soprattutto di alcuni colleghi della maggioranza, si
potessero contraddistinguere più sul tema del momento drammatico che stiamo
vivendo, facendo anche un minimo di operazione verità che vale per tutti. Su
questo vorrei brevemente intervenire perché dobbiamo partire da un dato: i
commissariamenti nella nostra Regione hanno rappresentato probabilmente sempre,
almeno negli ultimi 11 anni, un momento di scontro e contraddizione per chi
protempore governava la Regione e chi
protempore governava Roma. È sempre avvenuto! E se ci guardiamo a fondo - lo
dico a qualche collega di maggioranza - e andiamo ad analizzare quando iniziò
l'istituto del commissariamento, vediamo quale parte politica c’era all’inizio
e con quale è continuato: nessuno è esente da errori, da sottovalutazioni, da
improvvisazioni sulla questione calabrese.
Questa stessa Aula
approvò anche un documento per ridiscutere la gestione commissariale e
l'ufficio del commissario. Lo fece e lo fecero tutte le forze politiche
presenti in questa Aula, e sarebbe troppo facile buttarla su una parte
politica. Se qualcuno pensa che questa seduta di Consiglio regionale di oggi
possa servire per prendere qualche voto in più, allora non abbiamo capito cosa
c'è fuori e quali sono i problemi di oggi in Calabria. Sarebbe troppo facile
rispondere a chi dice “il centro-sinistra sostiene oggi questo governo,
Cotticelli è stato cacciato da Conte ora”. L’ex ministro Grillo ha trasmesso
una nota stampa 10 minuti fa dicendo che “Il commissario Cotticelli è stato
proposto dal Ministero di Economia e Finanza e dal Ministero della Salute,
quindi da Tria e da Grillo, e approvato da tutto il Consiglio dei Ministri”. Il
vicepremier era Matteo Salvini, consigliere Molinaro. Era Matteo Salvini, era
il “diffusore seriale di fake news”, così viene dipinto ieri dai giornali
britannici, Salvini. È Salvini che ha approvato e ha scelto Cotticelli. C’è una
responsabilità del secondo Governo di non aver accelerato una verifica
sull’ufficio del commissario? Certo, si, sono d’accordo, è vero! Il Governo
attuale doveva intervenire prima probabilmente sull'ufficio del commissario. Ma
questo è! E se vogliamo fare un'analisi vera, raccontando fatti, dicendo dati,
dobbiamo avere la capacità di dire in maniera concreta che noi dobbiamo
decidere in maniera serena. Ognuno può dire quello che vuole, nei limiti della
possibilità che i calabresi hanno dato a ognuno di noi per stare qui dentro, ma
nessuno può sentir di apparire un passante rispetto alle vicende sanitarie
calabresi. Prima dell'estate in questa Aula è stato approvato il bilancio della
Regione Calabria e non era un bilancio ordinario e non era un bilancio che
potevamo, diciamo così, fare 5, 10, 15 anni fa. Era un bilancio straordinario,
era un bilancio in cui in quest'Aula abbiamo dovuto approvare le risorse che il
governo Nazionale ci ha dato per il covid-19 e la minoranza presentò anche
degli emendamenti. Abbiamo presentato un emendamento per dire facciamo,
aumentiamo di 7 milioni il plafond Covid. È stato detto no! Non è vero che non
possiamo fare nulla, non è vero! Abbiamo detto: “facciamo un emendamento di
€512.000 per aumentare i posti delle borse di studio nelle specializzazioni
mediche”, è stato detto di no, per poi sentirmi dire da qualche collega della
maggioranza nei corridoi “hai fatto, avete proposto, hai proposto una cosa
straordinaria, ma abbiamo dovuto dire no perché veniva dalla minoranza”.
Abbiamo proposto di
mettere 2.000.000 di euro per darli a quei poveretti di infermieri e medici che
combattono con il Covid tutti i giorni. Avete detto no! È una scelta politica,
legittima, che ha fatto la maggioranza, ma non diciamo che non c'entriamo nulla
e non diciamo che siamo dei passanti e non diciamo che sulla sanità alziamo le
mani. Non alziamo le mani! In questo caso noi ce le dobbiamo mettere, nel senso
di provare a cambiare un sistema che non funziona, che è drammatico; e poi
vorrei dire al consigliere Neri: premesso che ho guardato quali sono i 21
criteri del Ministero e so che c'è stato un problema di dati, io spero sia così
semplice come lui racconta, nel senso che è stata semplificata dal Ministero
l'idea sulla Calabria.
Presidente Tallini, mi
scuserà se anche io do lettura di una nota, così come hanno fatto il presidente
f.f. Spirlì e altri; in questa nota, la motivazione è che “la Calabria ha una
fragilità sanitaria”. E continua: “Sicuramente non è una novità: la riprova è
il grande fenomeno dell'emergenza sanitaria. “I posti in terapia intensiva
attivi, prima dell'emergenza Covid, erano 106, poi sono stati portati a 140 e
negli ultimi giorni sono stati aumentati di qualcuno. I posti attivi dedicati
al Covid sono 57. Il problema sono i posti dei numeri letto: mancano
all'appello 119 posti di terapia intensiva, perché il Governo aveva previsto di
attivarne fino a 280. Allora se le altre malattie devono essere curate e i numeri
aumentano, va da sé che siamo veramente in una situazione molto rischiosa, per
cui se questa misura riesce a riflettere la curva del contagio che ben venga.”
Queste non sono le mie
parole, perché io non ho le competenze tecniche per fare un'analisi di questo
tipo, sono le parole pronunciate ieri da un vostro consulente, da un consulente
della Regione Calabria nominato dalla Giunta regionale, il professore Bruno,
che ha rilasciato un'intervista a un giornale calabrese.
In quel comitato tecnico
scientifico, di cui parlava il consigliere Neri, ci sono dei rappresentanti
nominati dalla Regione Calabria. Io non lo dico per accusare qualcuno, lo dico
per assumerci la responsabilità. Noi abbiamo presentato una mozione che prende
atto dei problemi che la Calabria ha e si tratta di problemi di natura
sanitaria, giganteschi. Io voterò contro la vostra mozione perché non analizza,
non affronta con la testa e con il cuore i problemi che ci sono oggi e che sono
i problemi delle le terapie intensive, i problemi dei reparti, i problemi
dell’assenza di tamponi, i problemi relativi alle strutture che analizzano e
che lavorano sul Covid che sono sotto stress e sono al collasso.
Il Covid ha accelerato
un processo che secondo me bisognerà anche affrontare in un momento diverso,
con calma, e cioè il tema del regionalismo in Italia. A mio giudizio il Covid ha
aumentato - non vale per la Calabria, ma vale in tutta Italia - un percorso di
forte spinta regionalistiche. È una discussione che noi dovremmo affrontare con
più calma, laicamente; e capire a cinquant’anni dalla nascita delle Regioni se
tutto ha funzionato bene e se può continuare così l'impalcatura dello Stato,
così come la stiamo vivendo. Oggi la Regione ha grandi possibilità di
intervento, non solo nel comparto sanitario per quello che ho detto prima,
perché siamo in una situazione straordinaria e unica, ma anche nelle misure a
sostegno, come stanno facendo altre Regioni per dare ristoro.
Anche se il Governo
nazionale nel “Decreto Ristoro 2” darà delle risorse ai codici Ateco, ai negozi
che chiuderanno, per la nostra economia fragilissima potrebbe non bastare. E
allora siccome il Consiglio Regionale è a fine legislatura, purtroppo, è a fine
legislatura per la morte della Presidente Santelli e siamo di fatto nel periodo
elettorale, il Consiglio Regionale si può riunire, il Consiglio regionale, per
capirci, si può riunire anche il giorno prima delle elezioni regionali se ci
sono dei motivi forti, urgenti che servono ai calabresi.
E allora - qualcuno
della maggioranza lo diceva e l’accolgo, mi pare Pietropaolo - vogliamo
riportare la rimodulazione del POR affinché possa dare ossigeno veloce agli
artigiani, alle partite IVA, agli autonomi che verranno massacrati? Facciamolo!
Sfidiamoci su questo, ma non sfidiamoci su colpi: “Io l'avevo detto, tu l'hai
fatto, il tuo governo amico”, perché così non ne usciamo. Ma non è che non ne
usciamo noi, non ne esce la Calabria e non si salva nessuno.
Assessore Gallo, se lei permette, ha chiesto di intervenire il consigliere
Esposito, ne ha facoltà.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà)
Grazie, Presidente, chiedo scusa all’assessore Gallo per questo disguido.
Intanto, credo che stasera abbiamo dato dimostrazione, maggioranza e
opposizione, essendo presenti in Aula, di quel senso di responsabilità che
sempre ci hanno chiesto i calabresi e che continuano a chiederci, a maggior
ragione in questo tragico momento.
Il mio primo saluto va a chi dei colleghi consiglieri non può essere in
Aula. Mando un saluto, sperando di vederlo prima possibile, a Mimmo Bevacqua.
Certo, affrontiamo questo momento difficilissimo senza quella che era la
nostra guida, come candidata a Presidente prima e come Presidente dopo, credo
che senso di responsabilità sia essere qui anche per lei - alla quale va il mio
ricordo - e anche cercare di capire quello che ha fatto Jole Santelli fino al
giorno prima della sua dipartita perché è stata più volte evocata anche con la
lettura di alcuni scritti. È come se io tra qualche anno trovassi una lettera
dell'amico Carlo Guccione in cui parlava di Oliverio come il miglior candidato,
miglior Presidente della Regione Calabria. La politica vive di tempi, alcune
riflessioni cambiano, fermo restando il rispetto delle persone.
Quindi, mi permetto di sottolineare solo questo.
Andando al problema della zona rossa, sfido chiunque: nessuno poteva
prevedere, da Pordenone a Palermo passando dalla Calabria, una settimana fa, 10
giorni fa, che in un’ordinanza del ministro Speranza, poi tramutata in DPCM, la
Calabria sarebbe stata messa in zona rossa. Non lo pensava nessuno di noi,
perché, bene o male, con la responsabilità istituzionale che ci deriva dal
nostro mandato, siamo in piazza, siamo fra la gente, siamo anche negli
ospedali. Nessuno di noi poteva prevedere questo. Non lo prevedeva, forse,
neanche lo stesso Governo, perché fino a mercoledì sera, se era in buona fede,
credo che il premier Conte, il ministro Speranza, il commissario Arcuri abbia
lavorato con il Presidente facente funzioni, Spirlì, e hanno chiesto di avere pazienza:
“vediamo come fare… stiamo lavorando…”, per cui c'era un momento di difficoltà
nel decidere. Per l'amor di Dio, scelta difficilissima da parte del Governo
perché come noi abbiamo a cuore le sorti dei calabresi, il Governo, qualunque
Governo, credo che abbia a cuore i problemi degli italiani. Ebbene, soltanto
mezz'ora prima, 10 minuti prima, 2 minuti prima, che il presidente Conte
andasse alla conferenza stampa, il ministro Speranza ha chiamato il Presidente
facente funzioni, Spirlì, dicendogli: “Abbiamo visto la situazione, purtroppo
abbiamo preso questa decisione”.
Quel purtroppo significa che non era una decisione veramente
cristallizzata da quei famosi 21 criteri, di cui poi, se avete pazienza, anche
parlerò.
Da quel momento, abbiamo avuto la responsabilità. Ringrazio il Presidente
per l’ospitalità che ci ha dato al nono piano - veramente un po’ in tutti i
piani - della Cittadella regionale, perché lì è iniziato un confronto serrato
all’interno della maggioranza, perché ci siamo posti come primo problema quello
di capire con i nostri tecnici. Tutti hanno consulenti tecnico-scientifici, ce
l’ha il Governo e li abbiamo anche noi, ma abbiamo anche dei dirigenti che
hanno la responsabilità di dirci come stanno le cose.
Abbiamo, quindi, avuto un confronto all'interno della maggioranza, un
confronto con il capo della Protezione civile, il dottore Varone, con il
generale Cotticelli, che in quel momento aveva ruolo, con il dottore Belcastro,
in quanto commissario dell’emergenza Covid in Calabria, con il dottore Bevere e
con i dirigenti di settore del Dipartimento tutela della salute.
Bene, prima di ogni cosa, c’ è sempre una grande assunzione di
responsabilità, perché in quest'Aula non stiamo dicendo che siamo fuori dalla
crisi pandemica, non stiamo dicendo che i nostri ospedali hanno una grande
buona salute per cui possono reggere l'urto di un eventuale implementazione
della pandemia, ma abbiamo semplicemente cercato di capire come è lo stato
delle cose, prima di tutto rispetto a questi 21 criteri. I criteri, è vero,
sono stati condivisi dalle Regioni, ma non da tutti gli stati membri della
Comunità Europea perché questi sono dei criteri che afferiscono solo allo Stato
italiano, al Governo italiano, all'Istituto superiore di sanità italiana. Gli
altri Stati membri della Comunità Europea hanno altri criteri. Noi abbiamo dei
grandi scienziati, ma ritengo che anche gli altri Stati abbiano scienziati di
fama internazionale al loro servizio.
Per prima cosa, colleghi dell'opposizione, non siamo incoscienti, abbiamo
a cuore i problemi di questa pandemia come voi, allo stesso, identico, livello.
Per questo, prima, plaudivo al senso di responsabilità reciproca che abbiamo
dimostrato stasera. Poi, molte riflessioni venute dai banchi della maggioranza,
seppur con quel momento di diversificazione politica e partitica, sono state
dette anche dall’opposizione, magari in modo diverso. Vediamo se troviamo una
sintesi, vediamo, non è detto che la troviamo, ma sforziamoci in tal senso.
Si è parlato di criteri, uno in particolare è al centro dell'attenzione
nazionale ed ha avuto un riverbero anche in Calabria dove sono state fatte
alcune speculazioni: l’Rt.
Badate bene, la decisione del Governo è stata assunta legittimamente
basandosi su un report, il report 24 dell’Istituto superiore di sanità che va a
sancire i dati pervenuti in Italia, quindi anche in Calabria, dal 19 al 25
ottobre. Il report è settimanale e settimanalmente il Governo assume le sue
determinazioni. Giusto e corretto, perché, in questo momento, qualunque decisione
si assuma, nessuno può avere la presunzione di doverla difendere a tutti i
costi se si dimostra che non ha dato i frutti sperati. Quindi, ancora ci sono
dei margini per chiedere qualcosa al Governo.
L’Rt dal 19 al 25 ottobre era 1,66, lo stesso prevede il momento di
allerta quando si supera il valore 1,5. Ed è stato così, anche se questo dato,
1,66, in quel momento era uno dei migliori d'Italia, escluse 4-5 regioni, dato
che il nostro dato deve essere confrontato anche con quello delle altre
regioni.
Così si arriva alle riflessioni che hanno fatto i miei colleghi che hanno
parlato di scelta “discrezionale”; ripeto: è stata una scelta difficile da
parte del Governo, perché io ai colpi di Stato non ci credo, ma sicuramente è
opinabile, può essere discussa e può essere anche criticata.
L’Rt fino al 25 ottobre era 1,66. Bene, è successo, siamo zona rossa,
vediamo di darci una mano, anche con l'opposizione che è forza di Governo a
livello nazionale.
L’Rt dal 26 ottobre al primo novembre, che sarà momento di discussione del
Governo - quindi anche del ministro Speranza, oltreché del premier Conte - il
prossimo venerdì è 1,56. Un dato in controtendenza nazionale, perché, vedete,
ogni criterio in modo assoluto non ha nessun significato, il Governo stesso lo
prende in esame rispetto alla tendenza con la freccia sopra o con la freccia
sotto.
Questo è un indice - tra le altre cose sono perfettamente d'accordo con
chi mi ha preceduto - un algoritmo decisionale che non individua criteri unici,
è un discorso tecnico e non voglio fare discorsi tecnici stasera. Però, sull’Rt
c’è una specificazione che pongono in essere altri Stati membri della Comunità
Europea che fanno riferimento al Centro europeo per la prevenzione e il
controllo della malattia, centro Gold Standard in Europa. Io mi sono chiesto
perché la cancelliera Merkel ad un certo punto si sia innamorata della
Calabria, perché la Germania usa questi dati e i calabresi che vanno in
Germania, state tranquilli, alla frontiera o negli aeroporti tedeschi non
devono fare il tampone, perché? Perché i dati dell’Istituto Superiore di Sanità
si trovano su una piattaforma europea - anche gli altri Stati hanno il diritto
di sapere quello che succede in Italia, in Spagna, in Portogallo, così come noi
abbiamo il diritto di sapere loro dati -ed i dati della Calabria in Germania
non fanno paura. Se volete vi spiego anche il perché tecnicamente, altrimenti
me lo risparmio, così i colleghi non mi prendono in giro dicendo che parlo
troppo in Consiglio regionale.
Intanto, lo dico adesso o lo dirò più tardi, riguardo le responsabilità: è
vero, non siamo alla ricerca delle streghe. Qualcuno parla di balletti, è un
termine improprio, dire che vi è un balletto delle responsabilità riduce
l'intelligenza e l’alto dovere istituzionale che noi abbiamo in questo
Consiglio regionale.
Si è parlato dei posti letto in terapia intensiva, se volete vi spiego
perché alcuni dati sono stati corretti. Il collega Notarangelo sa bene che, se
ho un posto in terapia intensiva per un paziente borderline, mi conviene
metterlo lì per monitorarlo meglio. Non aumenta i costi perché non è intubato,
magari lo tengo in una respirazione meccanica con il casco o con la mascherina,
lo vado ad inquadrare meglio. Quel posto che ho utilizzato, impropriamente,
come terapia intensiva torna libero se c’è la necessità d’intubare un altro
paziente.
Sono scelte che spettano all'etica, alla responsabilità ed alla coscienza
dei medici che nessun decreto può scrivere in nessun modo.
Sono fortemente preoccupato perché se, su circa 400 tamponi positivi, 250
sono sintomatici dobbiamo stare attenti, questo andrebbe a implementare in modo
forte l'occupazione dei posti nell’area medica.
Allora, va benissimo, diamo quelle che sono le responsabilità del governo
regionale, del Dipartimento tutela della salute e della struttura commissariale
che non può rimanere vacante. Anch’io spero che il Governo nomini subito il
Commissario ad acta tenendo conto del
merito e della competenza. Si potrebbe discutere sui due sub-commissari, su una
struttura elefantiaca di 25 dipendenti a supporto del nuovo Commissario che
verrà, sul perché non è stata fatta prima. Quasi, quasi mi viene il dubbio che
qualcuno, non in Calabria ma anche a Roma, abbia voluto far fuori Cotticelli.
Al nuovo Commissario: che venga prima possibile, che sia di altissimo
spessore, daremo tutto il nostro supporto. Quel supporto, amici miei, che la
presidente Santelli, all’inizio, aveva dato anche al commissario Cotticelli ed
al Governo per non entrare in conflitto.
Io credo che quel funerale di Stato che ha avuto luogo alla morte di Jole
Santelli sia la testimonianza della correttezza istituzionale nei confronti del
Governo italiano, ma anche dell’autorevolezza che ha dimostrato in questi pochi
mesi che ha avuto l’onore di guidare la Regione Calabria. Jole Santelli non è
voluta entrare in conflitto con il Governo, c'è un dato inconfutabile che lo
dimostra: dal 2 maggio avrebbe potuto nominare i direttori generali o
commissari delle Aziende sanitarie e delle Aziende provinciali. Aveva un senso
farlo, eravamo ad inizio legislatura, avevamo ancora quattro anni davanti a noi
e si poteva fare perché rientrava nello spoil system che è affidato,
anche da una legge dello Stato, a chi vince le elezioni.
Amici della maggioranza, abbiamo vinto le elezioni, ma non abbiamo
iniziato a governare un giorno, soprattutto in sanità, ed è dimostrato da
quello che è successo in questi giorni.
Io ero molto preoccupato, maggioranza e opposizione, consiglieri regionali
di Forza Italia, della Casa delle Libertà, del PD, Democratici Progressisti e
quant'altro, sono fortemente preoccupato, perché c’è rabbia sociale, è vero,
l’avete detto meglio voi dai banchi dell'opposizione. Quella rabbia sociale che
ha individuato nei consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione i veri
ladri di questa situazione, i veri truffatori della Calabria, i veri
responsabili di una sanità che è allo sbando. Quello che è successo ieri, ma
soprattutto quello che sta succedendo in questi momenti testimonia che non è
così.
Il Governo si deve assumere delle responsabilità sulla sanità, collega
Guccione, ed anche il presidente Conte in prima persona.
Certo, era provocatoria la proposta, non siamo così blasfemi da chiedere
le dimissioni al premier, ma io vi dimostro che ci sono delle responsabilità
forti in capo al presidente Conte e vi dico perché.
Vi faccio un esempio, oggi si è parlato dei 300 circa infermieri che
devono essere assunti in base al calcolo della densità di popolazione - erano
circa 304 -, fanno parte dell'allegato al decreto numero 103 del 22 luglio, i
soldi erano nel decreto Rilancio di maggio 2020. Quel decreto diceva che questi
infermieri dovevano essere assunti per 32 settimane, a far data del 15 maggio
fino al 31 dicembre. Non sono stati assunti perché quei soldi sono arrivati
fortemente in ritardo, non potevano essere assunti e poi, nel momento in cui
sono arrivati, i soldi sono stati ripartiti alle Aziende sanitarie ed alle
Aziende ospedaliere.
Sulle Aziende sanitarie e Aziende ospedaliere devo dire qualcosa.
Si è parlato di commissari e direttori generali con la tessera della Lega
Nord, verifichiamo se è vero, ma a me non tornano i conti perché l'attuale
commissario dell'Azienda sanitaria provinciale di Cosenza è stato nominato dopo
che abbiamo vinto le elezioni, perché prima era direttore sanitario
dell'Azienda ospedaliera “Annunziata”.
Io disapprovo sempre chi spara sul cavallo perdente, chi prende le
distanze da chi è ferito o è morto. L’ex ministra Grillo fino a ieri era
responsabile della nomina del generale Cotticelli, con l’allora ministro Tria e
con la corresponsabilità dell’ex ministro Salvini e quant'altro, chi si
allontana dalle responsabilità quando vede un morto in mezzo alla strada non
gode della mia stima.
Dicevo, il commissario - visto che non è stata nominata, non la nomino
nemmeno io, tra le altre cose sono di un territorio completamente diverso -
dell'Azienda sanitaria provinciale è stato nominato in epoca Speranza, quindi
se non vale, se sta facendo tanto danno a Cosenza, la responsabilità in capo al
Ministro gli dà la potestà anche, eventualmente, di rimuoverlo. Prima, era
direttore sanitario dell'Azienda ospedaliera Annunziata.
Amici dell'opposizione, qui tutti stiamo facendo comizi, è inevitabile,
quando la politica parla diventa quasi un comizio. Non è un delitto e non mi
vergogno di farlo.
Ma se vedo che in una mozione ufficiale del Consiglio regionale si dice:
“il presidente Spirlì deve rispondere dell'operato dei rappresentanti della
Lega Nord”, dico che il ministro Speranza deve rispondere dei Commissari che ha
nominato, che hanno la tessera del Partito Democratico in tasca - sono
costretto a dirlo - e che hanno fatto grandi danni.
Perché, collega Notarangelo, per quanto riguarda la nostra area - che tu
conosci come me, se non meglio di me - c'era solo una possibilità: fare il
centro Covid al Mater Domini, ex Villa Bianca. Lo hai detto anche tu prima, lo
dico io adesso. Dissenti con la testa ma lo hai detto nel tuo intervento –…non
ho interrotto nessuno, anzi chiedo scusa all'unico che ho interrotto, il
consigliere Di Natale - hai detto che il centro Covid bisognava farlo nell'ala
C del Policlinico o anche al Policlinico Materdomini, intendendo Villa Bianca.
Io e te conosciamo i quartieri. Chi non ha voluto, senza confronto, in modo
autoritario e non autorevole, è il Commissario dell'Azienda ospedaliera
Pugliese-Ciaccio, anche commissario dell'Azienda ospedaliera Mater Domini. Qui
non dobbiamo difendere nessuno, caro Libero! Non l'ha voluto il Commissario
unico di quelle due grandi Aziende! Poteva anche essere legittimo avere delle
perplessità su quel centro Covid, anche se io ritengo di no, perché - non sono
uno sciocco in sanità, conosco il territorio - vi garantisco che quello è un
centro Covid quasi preconfezionato, visto che è quasi vuoto.
L'ho detto perché non posso vedere una mozione in cui si dice alla Lega
Nord: “tenete conto dell'operato di due presunte vostre nomine”, così come
ritengo che questa mozione abbia un vizio di tempistica.
Poteva andar bene fino a ieri pomeriggio, prima di ieri sera.
Dopo quello che è successo ieri sera, con le dimissioni del commissario
Cotticelli, questa mozione diventa irrilevante; non è più attuabile perché la
stragrande maggioranza delle cose che ci sono scritte – giuste e condivise, per
l'amor di Dio – non sono più praticabili, per un semplice motivo che,
probabilmente, è la parte più importante di ciò che voglio dire stasera.
Con il decreto Cura Italia, tra le altre cose, viene nominato Commissario
straordinario per l'emergenza sanitaria, il dottore Arcuri, al quale il Decreto
Rilancio di maggio 2020 affida la realizzazione di reparti e strutture per la
lotta al Covid-19, nonché l’implementazione dei posti letto in Rianimazione.
Siamo a maggio 2020, quando il dottore Arcuri può nominare come suoi delegati
Presidenti di Regione.
Ne nomina sette-otto, ma non nomina la governatrice della Calabria, Jole
Santelli, che glielo aveva chiesto pur non essendo Presidente della sanità in
quanto c'era il commissario ad acta.
Ebbene, il dottore Arcuri nomina quei Presidenti e fa le gare che scadono,
più o meno, il 9 ottobre.
Dunque, il commissario Arcuri è stato nominato a marzo, poi c’è stato il
Decreto Rilancio, i soldini a maggio; da maggio ad ottobre non sono state fatte
le gare.
Significa che il commissario Arcuri ha dormito?
Il Decreto Rilancio, su questi aspetti dell'ospedalizzazione e
dell'implementazione dei posti letto di Terapia intensiva, Malattie infettive,
Pneumologia e quant'altro, prevedeva – o meglio, era sostenuto – da un accordo
con la Banca europea per i finanziamenti.
Bene, qualcuno scrive, in modo autorevole a livello nazionale, che questo
accordo con la Banca europea dei finanziamenti è stato concretizzato dal premier Conte non più tardi di
settembre.
Ciò significa che il commissario Arcuri non ha dormito. Il Decreto
Rilancio è di maggio!
Abbiamo messo i soldini in tasca al commissario Arcuri, che uno sciocco
non è, per fare le gare; altrimenti, le avrebbe dovute fare senza la certezza
della copertura economica.
L'accordo con la Banca europea dei finanziamenti si è materializzato a
settembre. Ciò significa che ha dormito anche il premier Conte!
Certo, non arriveremo a chiederne le dimissioni ma, sicuramente, in questo
momento, ci sono delle responsabilità anche del presidente Conte.
Si dice che la maggioranza chieda le dimissioni del ministro Speranza, ma
io credo che sia stato già mandato a casa ieri sera dal viceministro Sileri,
che in una televisione pubblica nazionale ha detto una cosa di una gravità
inaudita; non passi inosservato!
Il viceministro Sileri ha dichiarato che vorrebbe - sarebbe giusto e bello
- che dal Ministero della Sanità uscissero dati non segregati e trasparenti.
Sarebbe il caso che il viceministro chiarisse che cosa ha voluto dire ieri
sera in televisione.
Se il viceministro Sileri e il ministro Speranza non si chiariscono fra di
loro, veramente lì c'è un qualcosa che bisognerà andare a capire, non solo la
Calabria perché, poi, questo grido di dolore nei confronti delle decisioni del
Governo, non parte solo dalla Calabria, ma da tutte le Regioni!
C'è un assurdo: le Regioni gialle vorrebbero essere rosse e quelle rosse
vorrebbero essere arancioni; quindi, c'è una certa confusione, ma – ripeto, per
essere pacato e moderato – la scelta del Governo non era facile.
Alla luce delle discrasie che ci sono determinate sul territorio
nazionale, dico a me stesso: hanno chiuso la Calabria con contagi zero, perché
bisognava chiudere la Lombardia, il Veneto.
A febbraio, marzo, aprile ci hanno chiusi con contagi quasi vicino allo
zero; probabilmente, anche adesso sarebbe utile prendere una decisione in tal
senso, per un lockdown nazionale che anche noi dovremo accettare perché i dati
sono in aumento in tutte le Regioni, dove l'asticella dell'allerta è sempre
alta.
Non vedo come possiamo implementare i posti di Terapia intensiva, come
legittimamente richiesto dai colleghi dell'opposizione con la loro mozione.
Per quanto concerne gli infermieri di continuità, ho chiarito che non è un
problema della Regione Calabria, perché il decreto è stato fatto ed è stato
trasferito a quelle Asp dove i colleghi firmatari non hanno inserito i
direttori generali e quant'altro.
I direttori generali delle Aziende sanitarie e provinciali devono darsi
un'accelerata perché molti fondi sono stati trasferiti e non vengono
utilizzati.
Sul balletto degli 86-99, dico che sono 115 milioni di euro. Ogni euro che
è transitato dalla Regione Calabria al Dipartimento e anche alla struttura
commissariale è stato decretato e trasferito alle Aziende sanitarie.
Per quanto riguarda i tamponi, personalmente ho avuto una prima, non
disputa, per l'amor di Dio, ma – nella correttezza dei ruoli e, soprattutto,
nell’educazione di quella nobil donna che non c'è più, e del sottoscritto, che
non mi reputo poi così ineducato – fui il primo consigliere regionale a
chiedere “al presidente” Santelli – come amava essere chiamata – di vedere se
era il caso di studiare noi i sierologici, perché ancora eravamo agli inizi dei
sierologi; forse, qualche collega ricorderà questo mio intervento, quindi, c'è
una partita aperta su cui si può discutere e migliorare le cose, anche con
iniziative della Giunta regionale.
Signori assessori, noi siamo pronti a tornare in Aula, laddove ci siano le
necessità, per decidere insieme qualcosa con i colleghi dell'opposizione nella
straordinarietà del momento che viviamo.
Siamo pronti a venire e a dialogare con l'opposizione presso i vostri
assessorati e per creare insieme nuove misure, che siano non solo di ristoro,
ma anche di prevenzione di questa pandemia.
Non dico questo perché ci vogliamo sostituire all’inefficienza del
Governo, ma vi garantisco che il Governo non ha brillato di tempistica perché
ho dimostrato come alcuni decreti, che erano stati finanziati, hanno avuto
grandissima valenza, ma l’hanno persa perché i soldi sono stati trasferiti
nettamente in ritardo.
Quando si danno i soldi, anche la tempistica diventa fondamentale per
l'utilizzo di quei finanziamenti.
La nostra mozione non va nella direzione di uno scontro contro il Governo,
ma ritengo che, anche con questa seduta di Consiglio regionale, abbiamo avviato
un confronto aperto in tutta Italia.
Tutte le Regioni sono alla ricerca disperata di uno scontro col Governo,
perché in moltissime Regioni – ma anche fossero soltanto due, tre, quattro o
cinque - c'è questo dibattito nei confronti della decisione assunta dal
Governo.
Perché c'è il dibattito? Perché noi, che siamo i rappresentanti del popolo
e vediamo anche quelle esigenze che sono dette dai consiglieri Pietropaolo,
Molinaro, Crinò e da tutti i colleghi che mi hanno preceduto, sappiamo bene che
sarà difficilissimo trovare quell'equilibrio nella tutela sanitaria; non
abbiamo la bacchetta magica.
Questo sì che mi preoccupa: l'equilibrio fra la tutela sanitaria e
l'economia povera e distrutta della Regione Calabria.
Questa non è una sfida, però non so se, presidente Tallini e assessore
Gallo, senza quelle giornate di lavoro che noi abbiamo fatto alla Cittadella
regionale e i colleghi avranno fatto presso le loro sedi ed i loro Partiti, senza
quei quattro giorni di lavoro, ieri sera sarebbero arrivate le telecamere di
Rai uno, Rai due, Canale 5 e quant' altro.
Mentre noi siamo qui in Consiglio regionale, mezz'ora fa, Boccia ha detto:
“Guai alla Regione Calabria se adotta atti illegittimi”, come diceva prima il
collega Peppe Neri, e dice anche qual è il problema: “Discutiamo, se dobbiamo
trovare ulteriori ristori”.
Credo che alzare la testa, non significhi aprire uno scontro con il
Governo. Noi alziamo la testa perché ce lo ha insegnato Jole Santelli, che non
è andata al Governo con il cappello in mano, ma con la forza delle idee.Queste
sono le nostre idee.
Più volte è stato detto – anche se tra le righe, ma non hanno avuto il
coraggio di dirlo chiaramente - anche dai consiglieri Aieta, Guccione e tanti
altri colleghi dell'opposizione che il decreto Calabria ha fallito.
Contestiamo il decreto Calabria, ma abbiamo paura perché, oggi, il decreto
Calabria non è più targato Lega - Movimento Cinque Stelle, ma Partito
democratico - Movimento Cinque Stelle.
Non abbiamo il coraggio di dire che, se quel decreto ha fallito, ancora di
più fallirà un suo rilancio e che, se era offensivo per la Calabria, oggi sarà
dieci volte più offensivo perché, in poche parole, dice: “Non siete in grado di
fare nulla, non siete in grado di gestire un euro; vi metto non un commissario
o un sub-commissario ma due sub-commissari che daranno la responsabilità della
progettazione di edilizia sanitaria ad alcuni.
Non ho parlato né bene né male del commissario Arcuri. Non lo conosco, non
ho questa fortuna, non ho questo piacere e non ho questo onore, ma credo che
sia uno degli uomini più impegnati d'Italia in questo momento, perché sta
gestendo, da commissario straordinario nazionale, la pandemia Covid; dargli
anche un incarico così gravoso, di una Calabria che aspetta da 50-60 anni la
costruzione di uno degli ospedali più giovani e più belli – l'ospedale più
giovane della Calabria ha 60 anni di vita – dargli anche questo compito, e
darglielo in modo incondizionato, nel senso che può intervenire su questi
progetti di edilizia sanitaria a prescindere dallo stato dei progetti,
significa un sovraccarico di lavoro, che mi preoccupa.
Sono preoccupato, non delle capacità del dottore Arcuri, ma di eventuali
ulteriori ritardi nella costruzione di questi ospedali. L’implementazione di un
reparto di Malattie infettive passa da progetti strutturali che erano tutti
insiti nel Decreto rilancio.
La Regione Calabria, la governatrice Jole Santelli prima, il presidente
ff. Spirlì oggi, ma anche il Dipartimento nulla potevano fare rispetto a queste
dinamiche.
Concludo dicendo qual era la ratio
della nostra mozione: come ho già detto, era per alzare il livello del
confronto e non dello scontro ma, naturalmente, qualcosa la dobbiamo dire
perché, altrimenti, oggi siamo venuti qui tanto per pulirci la coscienza.
La nostra coscienza ce la puliamo meglio, se chiediamo al presidente
Mattarella di non firmare il rinnovo del decreto Calabria.
Chiediamo al presidente Mattarella di farlo nell'ambito della sua
supervisione costituzionale anche del decreto, e lo chiediamo con forza, così
come chiediamo che la Giunta regionale e il presidente ff. Spirlì pongano in
essere ogni iniziativa che possa servire al ministro Speranza e al presidente
Conte per rivedere, anche alla luce di quelle verifiche e di quei dati che vi
ho detto, che alcuni dati sono migliorati e non ci facciamo impressione che i
positivi sono aumentati di 400; i dati possono migliorare anche quando
aumentano, perché basta fare 1000 tamponi in più per avere dati che, ai più,
appaiono disastrosi e drammatici.
Chiediamo al presidente f.f. Spirlì e alla Giunta regionale di
interloquire con ogni iniziativa utile, affinché il ministro Speranza e il
premier Conte restituiscano quella zona gialla, che per noi non sarà una zona
gialla.
Non stiamo dicendo "libertà”, perché il virus c'è e c'è anche in
Calabria; stiamo dicendo di restituire alla Calabria una zona gialla che sarà
opera nostra; sarà opera del presidente f. f. Spirlì, così come ha già fatto,
conoscendo il territorio, andando a mettere delle bandierine rosse laddove c'è
la necessità con un monitoraggio che anche la Regione Calabria sa fare, per
farla diventare, magari sempre più rossa.
Io mi auguro sempre più gialla. Il mio augurio è che questo maledetto
virus possa essere limitato, anche alla luce di nuove terapie – non vedo più il
collega Notarangelo che, magari, aveva da fare – e quant'altro; quindi, un
insieme di cose che possano servire alla Calabria e all'Italia per uscire da
questa pandemia.
Certo, se non succederà niente, credo che ci dovremo determinare con
quella forza che abbiamo dimostrato in questi quattro giorni.
Ci dobbiamo determinare in un tutt'uno, come è stato fatto in questi
giorni, tra Consiglio regionale, presidente ff. Spirli e l'intera Giunta
regionale, dove il dialogo può anche essere forte perché, senza forza e senza
scontro non c'è animo.
Noi ci metteremo tanto animo e tanta forza al servizio della Calabria, ma
soprattutto affinché ognuno di noi possa dire: “Quello che dovevo fare, lo sto
facendo”, e camminare a testa alta perché, chi fa politica – noi consiglieri
regionali, in questo momento – qualcuno dice che dobbiamo camminare a testa
bassa, ma questa maggioranza, in memoria di Jole Santelli, vuole continuare a camminare
a testa alta!
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore Orsomarso. Ne ha facoltà.
ORSOMARSO Fausto, assessore allo sviluppo economico e lavoro
Ho atteso fino alla fine del dibattito perché volevo aggiungere un paio di
cose, anche se è ora di cena.
Abbiamo tardato perché siamo stati un paio d'ore a verificare i numeri e i
dati perché, come maggioranza, l'intero Consiglio regionale e anche la Giunta
volevano parlare alla sua gente, e mi spiace perché, essendo ora di cena, è
rimasta soltanto la maggioranza e qualche consigliere di minoranza, che
ringrazio.
Due ragionamenti velocissimi di cui avevo dato evidenza pubblica,
presentando alla stampa le ennesime misure che questa Giunta regionale aveva
previsto prima.
Voglio dire due cose sul piano politico e sul perché si è dato un
significato al di fuori di quest’Aula; lo so perché sono d'accordo con qualche
consigliere della minoranza, che è già andato via, sul fatto che, se non c'è la
maggioranza, che viene votata e che vince, come avveniva anche a livello
nazionale, e se non c’è la minoranza, in questa terra c'è qualcos'altro;
quindi, in queste ore, mi preoccupa anche un certo tipo di stampa e di
informazione perché, chi vuole abbattere quest'Aula, probabilmente, vuole fare
altri interessi, e mai come in quest’Aula, che è il tempio la democrazia, c'è
chi è stato votato per governare e chi per controllare.
Poi c’è un momento tremendo – lo voglio ricordare a me stesso, ma anche al
collega Gianluca Gallo e a quelli che, come me, fino a gennaio erano
all’opposizione del governo Oliverio in quest'Aula, e a marzo, dopo le elezioni
mi è toccato svolgere il ruolo di assessore – e mai avremmo immaginato di
trovarci in quest'Aula con questa pandemia, in un clima surreale; per cui
abbiamo vissuto questi difficili mesi, sotto una grande guida che manca a
questa terra e manca a tutti noi; l'abbiamo già pianta, e ho detto che non la
voglio portare più nella prossima campagna elettorale perché nessuno la
strumentalizzi, ma era una guida sul piano dell'etica, della morale, della
prospettiva e del confronto serio che con un Governo si fa.
Il presidente f.f. Spirlì, che sostituisce la governatrice Santelli, ha
giustapposto tutte quelle norme, tutta una serie di passaggi attraverso i quali
una governatrice voleva assumersi la responsabilità.
Ricordo – e ringrazio Giuseppe Aieta – che in quest'Aula firmammo un
emendamento affinché l’allora presidente Oliverio si confrontasse con il
Governo sui commissariamenti; quindi, noi siamo in quest'Aula per provare a
rappresentare i calabresi, nel bene o nel male.
E’ successo qualcosa di diverso rispetto a quella tendenza perché, anche
quando la Presidente, sulla base di dati tecnici e scientifici, che non erano
un algoritmo, ma erano la percezione di cosa avveniva, ricordo che noi avevamo
provato a dire: “Abbiamo quasi zero casi; anticipiamo l'apertura dei ristoranti
per non far soffrire chi lavora”; insomma, si poteva fare.
Abbiamo addirittura anticipato al 13 la chiusura delle discoteche con
qualcuno che ironizzava; finanche io andai a fare la foto per dire di mettere
la mascherina e che, a breve, ci sarebbe stata la chiusura.
In questo ragionamento, si ritorna, e noi abbiamo lavorato come Giunta
regionale; per cui, riassumo alcune cose accennate.
Perché si rompe il legame con il Governo? Perché mi pare che sia avvenuto,
e non parlo da dirigente politico, ma parlo da assessore di una Regione,
maggioranza di una Regione, che vuole difendere la sua gente, perché un Governo
– mi pare di capire, oggi lo possiamo dire – che ha affrontato la pandemia con
monopattini e banchi a rotelle – questa è la battuta che corre – che fa?
Lo dico anche a voi, che siete consiglieri regionali, di un pezzo di
quella parte politica del Governo, ahi noi, anzi, grazie a Dio, che non c'è in
quest’Aula, quelli che hanno urlato perché si riaffacciano anche in questa
terra e quelli che li vorrebbero abbattere perché urlano. Qual è la mancanza di
rispetto?
Scaricano prima sui Sindaci – difatti è uscita l’Anci – poi sulle Regioni,
dando le pagelle a colori, e a noi ce l’hanno data proprio… non so.
O c'è stato qualcuno che ci ha messo la manina, oppure l’hanno giocata a
sorte perché – come diceva bene il collega Sinibaldo Esposito - quei parametri
non ce li ritroviamo con i dati.
Noi abbiamo studiato in queste ore e anche noi ci siamo occupati di
sanità, per capire, per dare una risposta perché non è il problema della
disperazione sociale che c'è – e qui è più alta –; è il problema della
preoccupazione perché non possiamo guardare la gente, parlando anche in
quest’Aula, e spiegare l’R con t.
Noi dobbiamo dire alla gente come il presidente Conte ha provato a fare, e
l'ha fatto quando non lo meritavamo, non differenziando, provando a dare le
pagelle e mettendo le Regioni una contro l'altra: “State a casa perché il
livello è alto”, senza spiegare tutta la scienza, perché uno poi si rompe.
Questi sono gli strumenti economici per intervenire ed è quello che è
mancato e che ha portato alla rottura con questo Governo. Penso che questa
maggioranza stia dicendo oggi al ministro Speranza: “Tu sei il primo che ti
devi dimettere, perché il generale Cotticelli non può diventare il capro
espiatorio”. A me ha fatto quasi tenerezza ed ha avuto finanche il coraggio di
ammettere le sue responsabilità; lo dico a noi che viviamo in Calabria perché,
sapete bene, che ci conosciamo con stima pur avendo una visione diversa delle
cose per cui ci battiamo e per le quali la differenziazione diventa anche
polemica politica, però ci riconosciamo il ruolo.
Qui, invece, si è rotto un meccanismo. Si è rotto il meccanismo di un
Governo, con Conte che va in televisione.
Glielo stanno dicendo in tutta Italia, glielo ha detto finanche Bonaccini:
“Tu non puoi annunciare una roba che non conosci”. E non l'ha fatto con il
collega Spirlì a cui abbiamo chiesto che cosa si sono detti in Conferenza
Stato-Regioni.
Se si chiude la Calabria, problematiche come quella dei tirocinanti non si
risolveranno mai; se li sono scordati la prima volta, e noi abbiamo fatto il
primo provvedimento una tantum da 500
euro; se li sono scordati anche la seconda volta e poi scrivono ai Comuni per
dire: “Ma come, hai bloccato?”
È obbligatorio, con la zona rossa non si va a lavorare.
Abbiamo rimodulato i tirocini bloccati – e ringrazio tutta la Giunta
regionale e il presidente Spirlì –: 6 milioni e ottocentomila euro per dare
mille euro e dire: “novembre-dicembre state a casa tranquilli”.
Abbiamo rimodulato, abbiamo lavorato; questa è la differenza fra noi ed il
ministro Speranza, tra noi ed il presidente Conte.
Poi, non so cosa accade in altre Regioni.
A giugno e luglio, tranne il voucher per la cena che non ha funzionato
perché non si sono iscritti gli operatori, dato che è stato avviato più tardi,
abbiamo chiuso ed abbiamo pagato.
Giustamente, il collega Molinaro sottolineava la grande difficoltà che
abbiamo avuto.
Adesso abbiamo rimodulato 110 milioni di euro di risorse nuove: 50 milioni
di euro, facendo un fondo di garanzia di liquidità vera, data da Fincalabra e
non dalle banche alle nostre imprese, che avranno un prestito da 15 a 80 mila
euro da restituire in due anni con dieci anni di restituzione, quindi due anni
di preammortamento; abbiamo messo 20 milioni di euro su Lavoro Calabria che dà
il contributo a fondo perduto più alto e 40 milioni di euro su quella misura flat che andrà a tutti quei codici Ateco
che non abbiamo potuto prevedere.
Oltre a mitigare le sofferenze economiche - noi non eravamo e non siamo obbligati a fare
misure di aiuto, questo spetta al Governo - che cosa abbiamo immaginato?
Essendo noi in grande difficoltà abbiamo strafatto.
Non c'è nessuna misura d'aiuto, andate a vedere in altre Regioni che cosa
hanno fatto. L'abbiamo fatto noi per gli alberghi perché lo sostenevamo, non
potevamo farne un dramma. Quelli si sono scordati proprio l'intervento. Ti
chiudo e mi scordo dei tirocinanti, degli ambulanti che, appunto, stavano sotto
il palazzo della Regione e che qualcuno ha aizzato.
Qualcuno si era inserito - io ho fatto una differenziazione, la faccio in
quest'Aula - a provare a dire che c'era qualcun altro, uno che non si poteva
difendere, che si era girato i pollici e che non aveva previsto non la
ricostruzione della Sanità – questo lo diciamo da dieci anni - ma non aveva
previsto il Piano dell'emergenza Covid e questo ci avrebbe permesso di non avere
questo indice Rt, tutti questi dati e poter tenere aperto un pezzo di economia.
Quindi gli aiuti andavano in quella direzione.
Questo è un Consiglio che ha finito, questa è una Giunta che ha finito!
Proseguiremo, ma nella prossima seduta di Consiglio, il 10 novembre, il
Presidente congederà i consiglieri.
Speriamo di votare nel più breve tempo possibile, ma era giusto raccontare
la verità perché, per quanto ci riguarda, la verità rende sempre liberi.
Non c'è la capacità, oggi, di informarsi. La cosa strana, se manca il
confronto tra noi, è che oggi quella verità che noi abbiamo gridato in questi
giorni, anche in modo…
Guardate io non l’ho mai fatto, perché essendo assessore, dovevo essere
assessore di tutti i calabresi, quindi devo rispettare anche la sensibilità del
Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, mi son lasciato andare pure io,
perché il problema veramente serio è che quella verità che a livello
istituzionale gridavamo - non sempre e non tutti i consiglieri della minoranza,
qualcuno ci ha pure speculato - i calabresi l’hanno dovuto accettare perché
l’hanno visto in televisione e si è perso il senso dell’Istituzione.
Perché se non lo avessero visto in televisione ancora qualcuno poteva
avere il dubbio che la presidente Santelli, questa Giunta, questa maggioranza
si fosse battuta in un'emergenza straordinaria.
Mi piace, almeno stasera, questa verità. La verità ha avuto la sua piena
affermazione per un fatto di memoria e anche per un fatto di futuro. Noi, come
sempre, per quanto riguarda le nostre competenze e il nostro ruolo ci siamo
stati ieri, ci siamo oggi, e mi auguro che ci saremo anche in futuro per i
calabresi. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro. Ne ha facoltà.
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
Presidente, assessori, colleghi consiglieri, anche questa volta volevo
evitare di intervenire però vengo “tirato per la giacca” rispetto ad alcuni
interventi della minoranza.
Intervengo da politico perché, a dispetto di come vorrebbe qualcuno, anche
in quest'Aula, io non ho da fare mea
culpa o da sottopormi a calvari, non solo perché sono in questa Aula da
pochi mesi, ma anche perché sono fiero di essere politico dall'età di 14 anni;
al contrario di come pensa qualcuno, per coprire la propria inadeguatezza
politica, la politica in Italia, in Calabria, anche della prima, anzi,
soprattutto della prima Repubblica, alla Calabria e al sistema sanitario ha
dato tanto.
Chi ricorda i Comitati di gestione rammenta delle esperienze positive per
la Sanità: il settore sanità funzionava, si creavano gli ospedali, si
assumevano i medici e gli infermieri e se colpa ha la politica della prima
Repubblica dei famosi Comitati di gestione è solo quella di aver avvicinato la
sanità al cittadino.
Cito un esempio: nella mia provincia, la sanità o meglio la politica degli
anni 70-80 ha creato ben cinque ospedali che servivano ad una popolazione
geograficamente non grandissima, ma che servivano ai cittadini per sentirsi al
sicuro e protetti dalle Istituzioni e dal sistema sanitario.
Da politico, oggi, non posso che analizzare i fatti alla luce di quella
che è la politica delle azioni, della concretezza e della programmazione. E
allora quando qualcuno, a cui mi associo, in quest'Aula, chiede le dimissioni
simboliche del ministro Speranza non lo fa per creare contrapposizione con
l'opposizione, ma lo fa, logicamente, convinto che questo Ministro abbia
dimostrato la propria inadeguatezza ad amministrare un Settore già di per sé
complicato, ma soprattutto in un momento straordinario.
Se è vero, com’è vero, che nel momento in cui la compianta presidente
Santelli apriva i bar dando la possibilità di mettere qualche tavolino, il
Governo impugnava questa ordinanza per poi, dopo qualche settimana, permettere
ai giovani di andare in discoteca, permettere alle città, ai paesi, alle strade
di ospitare migliaia e migliaia di persone, in spregio anche a quelle che erano
le previsioni dello stesso Ministro e del Governo, nonostante già nel mese di
giugno si prevedesse che in autunno ci sarebbe stato il picco di questa
pandemia.
E non voglio pensare che se il lockdown
non è proseguito, non è proseguito perché alcune Regioni, dove il turismo è la
fonte principale di guadagno, andavano a votare a settembre, così come sono
andate. Non mi piace pensarlo. Non voglio pensarlo perché questo sarebbe grave.
Zona rossa, zona gialla…pensare che, oggi, questa Giunta, questo
Consiglio, questa maggioranza voglia creare una contrapposizione o fare un
braccio di ferro col Governo solo perché ci piace far credere ai cittadini che
la zona gialla significa un respiro diverso, significa riprendere un'economia
che ormai si trova al lumicino, questo non può essere accettato.
È vero, invece, che noi ci rendiamo conto che questa zona rossa è stata
fatta male, che le zone sono state fatte male. Se è vero come è vero, che fino
a qualche tempo fa nella zona gialla, anzi tuttora, in zona gialla si può
pranzare in un ristorante di giorno, mentre non si può cenare; che nelle zone
rosse i centri commerciali possono essere aperti dal lunedì al venerdì, mentre
devono essere chiusi sabato e domenica, come se dal lunedì al venerdì non ci
fosse la possibilità di essere contagiati.
Allora io penso che la nostra mozione sia giusta, perché tiene conto di un
aspetto che è un aspetto essenziale e cioè che noi non possiamo pensare che
anche laddove il Governo dovesse ancora ostinarsi a classificare zona rossa la
Calabria, non possiamo aspettarci che il 3 dicembre finisca il lockdown e la pandemia.
È chiaro ed evidente che continuando in questo modo finché non arriverà un
vaccino noi saremo sottoposti, ogni tot mesi, ad un lockdown. Che significa uccidere l'economia. Che significa
sacrificare centinaia di migliaia di attività, così come tante migliaia sono
state le attività che abbiamo già perso.
Oggi, il problema è capire che noi con questa malattia, con questa
pandemia per un po' di tempo dobbiamo convivere e convivere significa non
pensare di poter chiudere perennemente, ma significa mettere nelle condizioni i
cittadini, mettere in condizione gli imprenditori ad andare avanti ugualmente.
Non è possibile più pensare che ci possono essere ristori, risarcimenti,
indennità che in qualche modo possano dare un aiuto alle tante attività che
stanno per precipitare, ai tanti cittadini che non hanno più soldi da portare a
casa. Non è più possibile pensare in questo modo e allora è chiaro che questo
Consiglio ha il dovere di assumersi la responsabilità di programmare una
Calabria diversa dalle altre regioni, di programmare un periodo che vada oltre il
3 dicembre e che garantisca la sopravvivenza ai nostri concittadini, a nostri
conterranei.
Tutte le iniziative che noi abbiamo preso per le attività produttive, che
noi prenderemo anche dopo l'eventuale lockdown,
è chiaro che mirano a ristorare solo quelle attività, quei cittadini, quelle
imprese che sono imprese dichiarate, rimangono fuori dai nostri interventi
tutti quei lavoratori del sommerso.
Noi non possiamo nascondere che in Calabria, così come nel resto d'Italia,
vi sono migliaia, decine di migliaia di lavoratori che lavorano in nero, e a
questi noi in questo modo non possiamo dare alcuna protezione, non possiamo
dare alcun ristoro, non possiamo dare alcuna indennità. Allora noi ci dobbiamo
fare il carico, anche, di queste migliaia di persone che la mattina si
svegliano alle cinque per andare a farsi la giornata di lavoro e a recuperare
50 euro e in caso di lockdown, in
caso di fermo, queste persone non hanno la possibilità di andare a lavorare e
quindi di portare a casa 50-100 euro e poter sfamare la propria famiglia. È a
questi che noi dobbiamo, anche, rivolgerci.
Ecco perché la zona gialla ci mette nelle condizioni di poter
riprogrammare la nostra economia, di poter riprogrammare le nostre attività
sapendo, anche, che vi sono in questo momento delle fasce deboli che sono più a
rischio come gli anziani. Anziani e persone che rimangono sole, perché si
trovano con parenti che hanno il Covid e non hanno assistenza. Quindi il nostro
pensiero, la nostra programmazione deve essere rivolta anche a queste persone.
Presidente, non posso che essere favorevole a questa mozione, auspicando
che il Governo possa rivedere nel più breve tempo possibile la propria
decisione rispetto la zona rossa della Calabria. Grazie.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire l’assessore Gallo. Ne ha facoltà.
GALLO Gianluca, assessore all’agricoltura, welfare, politiche sociali e per la famiglia
Presidente prendo la parola, innanzitutto, ricordando la memoria della
nostra presidente Santelli. Un emozionato sincero ricordo nei confronti della
presidente Santelli noi avremo modo di farlo nella seduta del 10 novembre, la
seduta di martedì prossimo, ma stasera è la prima volta che torniamo in Aula
dopo che ci ha lasciato. Torniamo in Aula, peraltro, per discutere di un
argomento di strettissima attualità che ci ha accompagnato per tutto quest'anno
di Legislatura: il Covid, per il quale - lo abbiamo detto in tanti e lo avete
detto in tanti, devo dire anche qualcuno dall'opposizione - la presidente
Santelli ha dimostrato sempre di essere all'avanguardia nel Paese.
La gestione dell'emergenza Covid, nel periodo di febbraio, marzo, aprile,
da parte della nostra Presidente, ha portato la Calabria al centro
dell'attenzione generale, sempre un passo in avanti rispetto anche ad altri
Presidenti di Regione.
La Calabria, in alcuni casi, ha dettato il passo al resto del Paese.
Ricordo, ad esempio, quella notte tra sabato e domenica, quando la
presidente Santelli decise di chiudere i confini della Calabria, con una
decisione forte, una decisione pesante e a distanza di qualche ora, alle 18 di
domenica, ci fu un provvedimento da parte del Ministro della Salute, del
Ministro dell'Interno che chiuse di fatto tutte le regioni.
Una prima fase, quella della gestione del Covid, che ha visto il Governo,
questo stesso governo Conte, massificare il Paese nel trattamento. Vale a dire
c'erano regioni che avevano migliaia di contagiati (la Lombardia, il Piemonte,
l'Emilia Romagna, il Veneto) e la nostra regione, così come la Basilicata,
avevano 2-3-5 contagiati al giorno; in quel caso il governo Conte, il Governo
PD-5 stelle, impose a tutte le regioni un lockdown,
tutto il Paese fu bloccato e tutte le regioni furono trattate allo stesso modo.
Eppure, il Presidente, la Giunta regionale, i Sindaci, i calabresi
dimostrarono in quella circostanza di essere i più bravi del paese. Perché noi
siamo stati - e lo siamo ancora, tutto sommato – in quella fase la terra meno
Covid d’Italia.
La terra con meno contagiati in rapporto alla popolazione. Tanto è vero
che ancora oggi non Roma, ma Berlino, la Germania riconosce alla nostra regione
di essere l'unica col bollino verde, vale a dire gli italiani provenienti dal
nostro paese verso la Germania vengono sottoposti tutti a tampone tranne quelli
provenienti dalla Calabria.
Ma evidentemente siamo più fortunati in Germania che in Italia, e Roma ci
considera di meno; io non credo che i tedeschi siano superficiali tutt’altro,
mentre noi abbiamo un Governo che è assai scrupoloso, un Governo che è
puntiglioso, un Governo che è molto attento.
Io però sottolineo, invece, che quando il nostro Presidente – l’assessore
Orsomarso lo ricorderà e lo ricorderà anche il presidente Spirlì, eravamo in
Giunta, era un venerdì mattina, era il 29 di aprile - ci disse: “I calabresi
sono stati bravi, noi siamo la terra meno contagiata, ai calabresi voglio fare
un regalo”. In quella circostanza riaprì con un'ordinanza che uscì tardi e che
non fu capita proprio forse da noi calabresi. Riaprì i ristoranti e i bar con i
tavolini all'aperto, dando al resto del Paese un messaggio devastante, vale a
dire in Calabria riusciamo a stare all'aperto. La Calabria è una terra più
salubre.
Scaturì una polemica in Calabria, ma soprattutto col Governo. Un Governo
attento in quella circostanza, puntiglioso che fece ricorso al TAR. Noi
resistemmo, ma dopo una settimana, dieci giorni, ebbe la meglio, con una
decisione che io in quel caso definì, da parte del TAR, accomodante nei
confronti del Governo. Il Governo in quel caso fu assai puntiglioso, perché
impugnò un’ordinanza del Presidente della Regione Calabria e limitò una libera
scelta da parte di un governatore di una Regione che non apparteneva allo
stesso colore politico. Di esempi ne potrei citare tanti in quella stessa
circostanza, il Presidente della Regione Campania, il Presidente della Regione
Emilia Romagna che aprì parrucchieri ed estetisti e nessuno intervenne.
Oggi il presidente Emiliano chiude le scuole, c'è una polemica col
ministro Azzolina, e nessuno, in questa circostanza, interviene dal Governo
centrale per riaprire le scuole in Puglia. Segno evidente che c'è
un trattamento diversificato tra regioni e non possiamo non sottolinearlo in
questa circostanza, perché in quest'Aula dobbiamo dire la verità e dobbiamo
raccontare ai calabresi, che ci seguono numerosi via streaming, cosa accade nel
Paese. In quest’Aula non possiamo non ragionare, non spiegare che,
probabilmente, nei confronti della Calabria - e chiedo un atto di verità a chi
è classe dirigente e anche a chi è dello stesso colore politico in quest’ Aula
del Governo centrale -, in questo caso nel Paese, è in atto, ancora una volta,
una forte discriminazione. Non c'è più la nostra Presidente, il Presidente
eletto, c'è il Vice Presidente facente funzioni, c'è la Giunta regionale, è
chiaro che non è la stessa cosa, ma non perché ci sia Spirlì, sarebbe stata la
stessa cosa ci fossero stati Gallo, Talarico, Tallini. Ho assistito ai dialoghi
tra il vice presidente e il ministro Speranza, si è arrabbiato, è stato
educato, si è incavolato, è stato morbido, non c'è stato niente da fare.
Durante l'interlocuzione, in quei giorni, anzi una sera - lo dico io,
vicepresidente Spirlì, non lo racconta lei, lo dico io - il ministro Speranza,
chiamato dal vicepresidente, distrattamente, rispetto a bozze di decreto
Calabria che circolavano ormai sui cellulari di ognuno, di tutti i cittadini
calabresi, interrogato su questo punto, sotto questo aspetto, dal
vicepresidente Spirlì ha risposto: “No, ma guarda io non ne so nulla, devi
parlare col mio capo di gabinetto”. E il decreto - poi abbiamo visto - ha preso
la luce, poche ore dopo, in Consiglio dei Ministri.
Allora, chiaramente, c’è
in questo caso - mi assumo la responsabilità di quello che dico -
probabilmente, una interpretazione particolare, strana, di questa emergenza;
c’è una campagna elettorale alle porte, che si avvicina e, ahimè, non voglio
pensar male, ma questo tipo di azione, con la dichiarazione della zona rossa in
Calabria, nasconde un odioso tentativo o, meglio, un odioso prolungamento del
decreto salute Calabria che ha denunciato, ieri sera, attraverso la quasi
ingenuità - vogliamo definirla così - del generale Cotticelli, il suo generale
fallimento sia per come la sanità in Calabria, negli ultimi otto mesi, si è
portata avanti, sia per come non è stato fatto nulla da chi aveva la
responsabilità di operare nell’ emergenza Covid.
Il decreto viene
addirittura prolungato di 3 anni, con un costo notevolissimo per tutti noi
calabresi, perché viene creata una struttura di 25 persone di cui 5 dirigenti
che costeranno, a tutti noi calabresi, qualcosa come un milione e mezzo, due
milioni di euro in una sanità che già di per sé è disastrata. Allora credo che
noi, come classe dirigente, uno sforzo dobbiamo farlo e dobbiamo, innanzitutto,
raccontare la verità e anche - quando si è classe dirigente la verità si
racconta perché si è arrivati a tutto questo.
Qualcuno, qui in Aula,
perché ha sostenuto quella esperienza fino in fondo, con coerenza, oggi ha
ricordato e anche evocato il presidente Oliverio. Il presidente Oliverio ha
fallito in tutto, ma soprattutto ha fallito nel campo della sanità. Rientrai in
Consiglio regionale nel novembre 2017 e Oliverio in quest'Aula minacciò di
incatenarsi davanti a Palazzo Chigi per la questione sanitaria, il fallimento
del politico, dell'amministratore e dell’uomo.
(Interruzioni)
Non ti ho interrotto, tu
ancora difendi Oliverio, Oliverio è nel centro-sinistra e Oliverio è dietro
l'esperienza nel centro-sinistra perché Oliverio ha iniziato di nuovo a
lavorare nel centro sinistra e tu lo sai benissimo.
(Interruzioni)
Dicevo che Oliverio ha
fallito nell’ esperienza e dobbiamo anche spiegare e ricordare ai calabresi
come si è arrivati al Decreto salute, perché nessuno lo ha ricordato stasera:
ci siamo arrivati perché, in quel caso, in quel periodo, la Giunta regionale
nominava i direttori generali e i direttori generali del tempo avevano
l'ordine, da parte del Presidente della Giunta regionale, di disattendere i DCA
che provenivano dal commissario ad acta,
l'ingegnere Scura, nominato dal PD, lo stesso partito del Presidente della
Giunta regionale.
Si è arrivati alla
sostituzione di Scura e si è arrivati al Decreto salute che di fatto ha
espropriato il diritto dei calabresi a nominare anche il direttore generale
dell'azienda sanitaria. Le aziende sanitarie sono governate dai commissari
nominati dal Governo centrale, noi non abbiamo alcuna interlocuzione sulla
sanità in Calabria da 18 mesi e la gestione è ancora peggiorata, consigliere
Guccione. Più volte ho letto tutti gli articoli, ha denunciato che il
commissariamento della Salute calabrese non solo non ha portato alcun effetto,
ma che, invece, ha peggiorato la situazione. Oggi questo Governo dichiara, in
barba a tutti i parametri, che la Calabria è zona rossa per nascondere un
odioso provvedimento che è quello del prolungamento, per altri tre anni, del
decreto sulla salute calabrese.
Questa è la situazione!
Sono due colpi mortali che vengono assestati alla Calabria e qui non può non
esserci una levata di scudi da parte di tutta la classe dirigente, non solo da
parte del centrodestra o da parte di chi governa in questo momento la Calabria,
anche da parte del centrosinistra, da chi è calabrese. Chi è calabrese non può
non reagire in questo momento, bisogna reagire insieme e non è questione di
appartenenza politica! Poi, fra qualche mese, ognuno voterà chi vuole, ma oggi
la Calabria è stata mortificata ed è mortificata anche ora, perché il nostro
vice presidente f.f. è convocato per le ore 21 dal Consiglio dei Ministri - lo
dico io, mi assumo la responsabilità - per sostituire il commissario Cotticelli
in un battibaleno, perché c’è una decisione, anche in questo caso, spartitoria,
perché questo è il percorso prescelto senza pietà per i calabresi.
Dichiarare la Calabria
zona rossa è una decisione pesantissima! Non viene dichiarata zona rossa -
queste cose le dobbiamo dire - la Campania con 4 mila contagiati al giorno, ma
viene dichiarata la Calabria con 200 contagiati al giorno, oggi sono 390,
mettendo ancor di più in ginocchio un'economia già duramente provata nei mesi
di febbraio, marzo e aprile. Al di là degli interventi che la Giunta regionale,
il Governo ha potuto mettere in campo, quel colpo è stato un colpo dal quale
difficilmente l'economia calabrese riuscirà a riprendersi. Oggi ne viene
assestato un altro e viene assestato gratuitamente rispetto ad altre regioni. A
marzo e aprile, in quel caso, fu massificato il Paese, in questo caso viene
condotta un'azione punitiva nei confronti di alcune regioni tra cui la nostra.
Non è che non sia
preoccupato per la diffusione del virus, sono molto preoccupato, l'ho detto
sempre, l'ho detto anche a luglio, l'ho detto ad agosto e ho detto che,
riprendendo anche il discorso del collega Molinaro, i dispositivi di protezione
individuale, le mascherine, il distanziamento sono assolutamente necessari. Noi
come classe dirigente lo dobbiamo dire che tutto questo è necessario, perché in
questo momento c'è grande preoccupazione per la diffusione veloce del virus in
Calabria, ma lo è anche in altre regioni, e non c'è ancora, per fortuna, quella
pressione che ci aspettiamo sui reparti di malattie infettive, sui reparti di
terapia intensiva. Nulla è stato fatto dal commissario Cotticelli, ce l'ha
dichiarato ieri sera; nulla è stato fatto, forse, o poco è stato fatto dai
commissari che hanno incassato 45 milioni provenienti dal Governo per
l'emergenza Covid e non li hanno spesi se non in minima parte. Però, anche in
questo caso, credo che dobbiamo chiedere al vicepresidente Spirlì e al delegato
del commissario per la gestione di questa fase emergenziale di intervenire
perché, probabilmente, nelle prossime ore bisognerà surrogarsi all'inerzia di
questi commissari che, ancora una volta, verranno qui, in Calabria, non
conoscendo il territorio, non conoscendone i problemi, completamente scollegati
da esso e nemmeno studiando. Ieri sera, purtroppo, il generale Cotticelli ci ha
dimostrato che non studiava tutte le questioni che riguardano la nostra
regione, la nostra salute e il fallimento che è venuto fuori, anzi che è stato
auto denunciato, è un fallimento, purtroppo, senza veli, sotto gli occhi di
tutti.
Allora anziché fermarsi
un attimo e riflettere, perché questo bisognava fare soprattutto dopo ieri
sera, il Governo centrale accelera, sostituisce il commissario, ne nomina un
altro, probabilmente nominerà altri due sub commissari, faranno tutta una serie
di iniziative di accelerazione, probabilmente anche necessarie per affrontare
questa emergenza, tutta una serie di iniziative che dimostrano che il Governo
accelera anziché ripensarci un istante.
Noi cosa chiediamo al
Governo centrale? Chiediamo al Governo centrale di derubricare la Calabria da
zona rossa a zona gialla, lo diciamo con grande forza perché, in questo
momento, non ci sono le condizioni per un nuovo lockdown in Calabria. Siamo
preoccupati per la pandemia, bisogna essere bravi come siamo stati bravi nel
mese di febbraio, marzo e aprile ma, comunque, possiamo ancora evitare di
essere chiusi come è stato in altre regioni. Cosa chiediamo, poi, al Governo
centrale? Di fermarsi un attimo. Lo chiediamo al presidente Mattarella di non
firmare, di non prolungare il decreto Calabria anche perché sul decreto
Calabria, sul primo decreto Calabria, c'era stata una impugnativa giusta da
parte del presidente Oliverio, della Regione Calabria. La sentenza ha rigettato
il ricorso della Regione Calabria ma affermò un principio importante: la sanità
è una delle materie concorrenti, è una materia nella quale c'è una potestà
concorrente delle Regioni e del Governo centrale e che quando una di queste
potestà viene limitata, può esserlo. Ce lo dice in quella sentenza la Corte
Costituzionale ma soltanto per un tempo limitato e per affrontare questioni
stringenti. Il tempo è scaduto perché sono trascorsi 18 mesi, i risultati hanno
dimostrato che il rimedio è stato peggiore del male e anziché rilanciare per 3
anni sarebbe stato opportuno gestire insieme, non restituendo a noi la palla,
una situazione che è difficile e che, probabilmente, chi ha commissariato la
Calabria in questi mesi ha peggiorato.
Pertanto, noi, da
quest'Aula, non possiamo non chiedere con forza, in maniera istituzionale, al
Presidente della Repubblica di non promulgare quel decreto che va a violare
principi costituzionali che garantiscono anche la gestione della Salute in capo
alle Regioni e in capo al Regione Calabria.
Poi chiediamo un regime
di aiuto. Non possiamo essere lasciati soli. Qualche mese fa quell’ ordinanza
geniale della presidente Santelli, quella che dichiarò la riapertura dei
ristoranti e dei bar con i tavolini all'aperto, consentiva alla Calabria di
essere avanguardista e anche di essere al centro dell'attenzione nel panorama
nazionale. Si discusse di Calabria per una settimana intera, per 10 giorni e il
nostro Presidente fu protagonista di tutte le trasmissioni televisive nazionali
per un'intera settimana. In effetti qual è il messaggio che passò? In Calabria
quest'estate si può andare perché la Calabria è più salubre, in Calabria l'aria
è più pulita. Dai primi di maggio tanti, che avevano seconde case in Calabria
chiuse da anni, tantissimi altri turisti si sono riversati nella nostra regione
e la nostra regione è cresciuta nel gradimento nazionale del settore turistico
anche grazie, naturalmente, all'impegno dell'assessore al turismo, è cresciuta
notevolmente risalendo posizioni e arrivando al quinto, al quarto posto nel
gradimento nazionale. Oggi dichiararla zona rossa dà un colpo mortale, anche in
prospettiva, alla nostra economia. Il cittadino della regione Friuli o della
regione Val d'Aosta o del Piemonte o della Toscana che guarda i dati con
distrazione, come è giusto che sia, dice “La Calabria è zona rossa come la
Lombardia, come il Piemonte, dobbiamo starne alla larga”, quindi c’è un danno
mortale che questo governo PD -5 Stelle dà alla nostra regione, un colpo mortale.
Dobbiamo chiedere al
Governo centrale un regime di aiuti forte, un regime di interventi forte, una
sorta di risarcimento nei confronti di una regione che il Governo ha
penalizzato commettendo un errore storico. La Calabria viene, ancora una volta,
penalizzata. Queste sono le cose che dobbiamo dire in Consiglio regionale, che
ci dobbiamo dire come classe dirigente e, dopo aver chiarito questi aspetti,
chiediamo a tutti una levata di scudi, perché è chiaro che in questa fase noi
non possiamo pensare di dividerci. Mi dispiace aver avuto un momento di
tensione col collega Aieta. Giuseppe, non dobbiamo dividerci su questo,
dobbiamo, su questo, levare gli scudi. Una classe dirigente, i consiglieri
eletti in questo Consiglio regionale, anche per rispettare la memoria della
nostra Presidente, anche per rispettare la memoria di Jole Santelli, devono
stare insieme e, in questo momento, trovare una soluzione condivisa facendo una
levata di scudi e chiedendo, tutto il Consiglio regionale, al di là delle
appartenenze, al Governo centrale di revocare la zona rossa, di non andare
avanti sul decreto Calabria e di iniziare, nei confronti della nostra regione,
un'inversione di tendenza con un regime di aiuti importante e pesante.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il Presidente f.f.,
Spirlì. Ne ha facoltà.
SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale
Pochi minuti fa sono stato informato che alle 21 -
infatti volerò - c'è una seduta di Consiglio dei Ministri che è stata convocata
proprio per la nomina del sostituto del commissario Cotticelli. Il Presidente
della Giunta in realtà è invitato, ma non ha alcuna possibilità di segnalare
nominativi; una cosa sicuramente la chiederò: totale discontinuità con il
passato, cioè che nessuno dei commissari che fino a oggi è stato impegnato in
Calabria, in questa gestione strafallimentare, possa essere assolutamente il
candidato o il nominato.
Ho avuto interlocuzioni, peraltro pochissimi minuti
fa, sia con il ministro Speranza sia con il ministro Boccia, a loro ho già
anticipato la nostra posizione che credo sia condivisa: non vogliamo,
assolutamente, chiediamo ma con un “non vogliamo” - anche perché i colleghi
hanno visto la tenuta del fervore – e cioè non vogliamo che ci siano riconferme
di commissari che abbiano partecipato già a questo commissariamento.
Mi auguro che questa volta sia la volta buona, che
ci sia la scelta per competenza, finalmente, e soprattutto fatta con buon
senso, perché siamo in piena emergenza Covid, ma non abbiamo un piano
emergenziale per combatterlo o quantomeno per arginarlo. Per cui dovranno
essere attenti al nominativo che andranno a scegliere.
Mi auguro che sia una persona che possa fare tutto
quello che non è stato fatto fino a ora. E spero che il tutto non duri una
vita, se per caso ancora l’Assise fosse aperta vi informerò, altrimenti troverò
le vie brevi per informarvi tutti quanti.
Scusatemi, vado perché veramente sono con 10 minuti
già di ritardo.
Presidente, soltanto 30 secondi. Mi sento di
affidare un mandato al Presidente: la invito anche a cominciare a ragionare
intanto rispetto a una scaletta che individuerebbe quale ipotetiche date per il
voto il 17 gennaio, il 24 gennaio, il 31 gennaio, il 7 febbraio. Sono quattro
date ipotetiche per dire che noi non vincoliamo nulla e che non c’è nulla che
non possa essere valutato e concordato. L'altro mandato - penso in questo
momento di interpretare la volontà almeno della maggioranza, ma io mi
auguro… - è che il nuovo commissario,
oltre ad essere, se sarà e potrà essere, di livello, che non fuoriesca dal
criterio che i commissari vengano nominati all'interno dell'elenco della
griglia che hanno redatto esperti dell'Age.na.s, esperti della Luiss ed esperti
della Cattolica. Fuori da questa griglia noi pensiamo che si sarà ricorso alla
solita lottizzazione. E questo sarà ancor di più inaccettabile.
SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale
E questo che sarà, secondo me. La seconda parte di
questa operazione sarà comunicata con lo stesso fervore di quella che faremo in
questa occasione. Scusatemi, però, veramente…
PRESIDENTE
Glielo può anticipare così non subiremo.
SPIRLI’ Nino, Presidente f.f. della Giunta regionale
Grazie.
Comunico
che sono pervenute due mozioni: numero 45/11^ e numero 46/11^.
(Sono riportate in Allegati)
La mozione numero 45 è pervenuta da parte dei
consiglieri regionali di opposizione, firmata da sette consiglieri regionali.
Chi è che la vuole illustrare? Si illustra da sé!? Se nessuno si decide…
GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)
Mi pare che la nostra mozione sia chiara. Vado alla
sintesi perché è stata già illustrata. Noi chiediamo concretamente di mettere
in atto una serie di interventi necessari perché la Calabria esca dalla zona
rossa e abbiamo elencato tutto quello che è necessario fare in una settimana.
Mi pare che sia chiara. Noi chiediamo che su questo si voti.
Si va bene. Allora, annuncio che c'è un'altra
mozione, presentata dalla maggioranza con 19 firme. Procediamo prima con la
votazione sulla mozione presentata dalla minoranza.
Ha chiesto di intervenire la consigliera Sculco. Ne
ha facoltà.
SCULCO Flora (Democratico Progressisti)
Presidente, ho chiesto di intervenire perché io non
ho voluto firmare in via preliminare - prima di aver ascoltato il dibattito che
si è realizzato questa sera - alcuna proposta, né quella che ha presentato la
minoranza e né quella che ha depositato e predisposto la maggioranza, perché ho
auspicato - e l'ho detto anche nel mio intervento - che almeno su questo
argomento, almeno su questo ci fosse e si realizzasse sintesi e convergenza.
Non era questa una seduta di Consiglio ordinario come tante altre che noi
abbiamo realizzato su temi, appunto, di ordinaria amministrazione, ma è una
seduta di Consiglio straordinaria perché è straordinaria ed eccezionale la
situazione dell'argomento.
Invece si è giocata la partita nel vecchio schema,
maggioranza e minoranza, senza fare uno sforzo di sintesi.
Dividersi oggi in questa circostanza, su questo
argomento, significa indebolire ogni azione che la Calabria tutta è chiamata a
mettere in campo e deve farlo per restituire speranza al popolo calabrese che
ci sta osservando e ci sta ascoltando e giustamente sta aspettando una risposta
e non giustificherebbe e non perdonerebbe mai una divisione su questo
argomento.
Il governo regionale ha elaborato una proposta
abbastanza articolata e soprattutto ha deciso e si è impegnato a fare la
propria parte, mettendo in campo ogni risorsa e ogni azione utile per
fronteggiare l'emergenza economica e sociale in atto. E dunque credo che questi
siano obiettivi che non possono che essere condivisi.
Ci sono altri interventi?
Mi permetto di dire, senza ovviamente prendere
posizione - parlo di principi generali -che a mio avviso, certo, l'auspicio era
quello di arrivare alla sintesi di un voto unanime in questo Consiglio e
sarebbe stato auspicabile, ma creare un papocchio o trovare un compromesso che
avrebbe vanificato le posizioni di ognuno, sia quelle della opposizione sia
quelle della maggioranza, credo che avrebbe fatto rischiare di fare una cosa
peggiore. Se c'è la volontà di fare uno sforzo serio da tutt'e due le parti…,
ma non mi è sembrato dal dibattito di percepire questo.
E allora pongo ai voti la mozione presentata dai
consiglieri dell’opposizione che è respinta.
(Il Consiglio respinge)
Se qualcuno brevemente vuole illustrare la mozione,
chieda la parola, altrimenti la pongo ai voti. Ha chiesto di intervenire il
consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà)
Intervengo brevemente perché la mozione è stata già
discussa durante più di un intervento da parte della maggioranza e riteniamo
che la scelta di fare la Calabria zona rossa sia una scelta di estrema
discrezionalità politica, non supportata da dati tecnici e scientifici che
abbiamo evidenziato nei nostri interventi. Riteniamo che sia una grave
deficienza, un colpo mortale che diamo al sistema economico della nostra
regione. Siamo consapevoli di stare in allerta per quanto concerne la fase
pandemica, che ancora è pienamente in atto, per cui chiediamo al presidente
Mattarella di non dare corso alla firma sul decreto Calabria e nello stesso
tempo al premier Conte e al ministro Speranza di rivedere in tempi brevi, anzi
brevissimi, la collocazione della Calabria nell'area gialla. In mancanza di
queste due situazioni questa maggioranza insieme alla Giunta si articolerà per
eventualmente definire anche ordinanze di responsabilità politica.
Comunico il risultato della votazione sulla mozione
precedente: hanno votato “no” 19 consiglieri, hanno votato “sì” 5 consiglieri.
Chi è d'accordo sulla mozione illustrata testé dal collega
Esposito?
È approvata all’unanimità dei presenti, non ci sono
altri esponenti della opposizione in Aula, per cui con 20 voti favorevoli per
la mozione espressa e proposta dei colleghi della maggioranza e illustrata dal
collega Esposito.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
Allegati)
Ci aggiorniamo alla prossima seduta di Consiglio
regionale, già convocata per il giorno 10 novembre.
La seduta termina alle
21,20
Hanno
chiesto congedo: i consiglieri Billari e Pitaro Francesco.
(È concesso)
Il
Consiglio regionale, premesso che:
-
la scelta di dichiarare "zona rossa" la Calabria è frutto di criteri
ben precisi, condivisi anche dalla stessa Regione Calabria, che ha inviato i
dati al Ministero della Salute e all'Istituto Superiore di Sanità. Quindi, non
è stata una decisione politica bensì una scelta tecnica. - Si ribadisce, i dati
e i criteri sono stati condivisi e inviati dal Dipartimento della Salute della
Regione Calabria e dall'Ufficio del Commissario. Anche l'ammissione del
Presidente facente funzioni che, nel corso di una trasmissione sul La7, alla
domanda sulle terapie intensive, ha dovuto confessare di essere "ignorante
sulla situazione", la dice lunga sul lavoro che la Regione ha fatto in
questi mesi per prepararsi in tempo a questa nuova seconda ondata. - se
qualcuno pensa oggi di utilizzare questa situazione per iniziare una campagna
elettorale in vista delle prossime elezioni regionali, si sbaglia di grosso e
rischia di far pagare un caro prezzo ai calabresi. - il Presidente f.f. Spirlì
deve oggi rispondere dell'operato dei rappresentanti della Lega alla guida di
importanti strutture sanitarie calabresi e dei danni che hanno provocato non
mettendo in atto tutto quello che era necessario per contrastare la pandemia e
la sua diffusione. - nell'ultimo verbale di verifica del Tavolo Adduce,
formalmente approvato il 20 maggio 2020, della riunione congiunta del Tavolo
tecnico per la verifica degli adempimenti regionali e del Comitato permanente
per la verifica dei Lea, sono emerse notevoli criticità con riferimento alla
rete ospedaliera, alla rete oncologica, all'assistenza territoriale. In questa
situazione, la Regione non appare in grado di garantire un regime di normalità
per l'organizzazione e l'erogazione dei servizi sanitari regionali ai cittadini
calabresi. - ci si chiede come mai non si è proceduto a rendere operativo il
Piano di riordino della rete ospedaliera in emergenza Covid-19, previsto con
decreto n. 91 del giugno 2020. Nel piano venivano specificati quanti posti
letto aggiuntivi erano stati previsti per le terapie intensive, sub intensive,
per i reparti di Malattie intensive e Pneumologia, e venivano indicati i
requisiti da rispettare per la riorganizzazione dei Pronto soccorso della Rete
Covid. E ancora, perché non sono stati assunti i 320 infermieri di comunità,
previsti per la Calabria dal Decreto Ri1ancio? Queste figure professionali
dovevano servire a implementare e aiutare l'assistenza sanitaria territoriale.
Che fine hanno fatto i 332 milioni e 640 mila euro stanziati dal governo per
l'assunzione di queste figure professionali? Inoltre, come mai ancora non sono
operative le 37 Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) regionali?
Ogni Usca necessita di 4 medici e 4 infermieri e deve essere operativa sette
giorni su sette, dalle 8 alle 20. Ma anche qui poco o nulla è stato fatto. Così
come per gli hotel Covid, perché nessuno li ha previsti? Perché non sono stati
rafforzati e potenziati i laboratori regionali in grado di processare i tamponi
molecolari? È inconcepibile, infatti, che ancora oggi non sia entrato in
funzione ad esempio il laboratorio dell'ospedale Spoke di Corigliano Rossano
visto che quello di Cosenza non è più in grado di gestire e processare da solo
centinaia di tamponi al giorno. Bisognerà autorizzare altri laboratori per
evitare che il sistema in tilt e che vengano trasferiti fuori Regione. Questa
lunga sequela di inadempienze della Regione e dell'Ufficio del Commissario ha
provocato la nostra entrata nella "zona rossa". - autorevoli esperti
del Ministero della Salute e dell'Istituto Superiore di Sanità, in questi
giorni, hanno spiegato il perché la Calabria si trova oggi in questa
situazione. Tra l'altro, il Tar del Lazio ha respinto proprio oggi il ricorso
della Regione Calabria contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il
Ministero della Salute per l'annullamento dell'ultimo Dpcm del 3 novembre 2020,
che inserisce la Calabria nella zona rossa. Tutto ciò premesso, i sottoscritti
Consiglieri regionali fanno appello affinché si mettano da parte le polemiche e
l'inizio della campagna elettorale, se si vuole effettivamente uscire da questa
"zona rossa". Impegna la Giunta regionale
e
la maggioranza a dare risposte immediate nei prossimi giorni assumendo, ad
esempio, gli infermieri di comunità, rendendo le Usca operative così come
prevede la legge, attivando i posti letto aggiuntivi di terapia intensiva, sub
intensiva, di pneumologia e malattie infettive dei nostri ospedali. Solo così,
insieme, saremo in grado di poter uscire dalla zona rossa e di ridurre il
numero dei contagi. Ma ognuno deve fare la propria parte, quello che non è
stato fatto in questi mesi né dall'ufficio del Commissario, né dalla Regione.
(45;
07/11/2020) Di Natale, Irto, Tassone, Notarangelo, Guccione, Anastasi, Aieta
Il
Consiglio regionale, premesso che:
-
il DPCM del 3 novembre 2020 e l'ordinanza del Ministro della Salute n. 24 del
19-25 ottobre- contengono le nuove misure per il contrasto e il contenimento
dell'emergenza da Covid-19 - hanno individuato tre aree corrispondenti ad
altrettanti livelli di criticità delle Regioni;
-
che la Regione Calabria è stata inserita nella cosiddetta Zona Rossa, a più
alta criticità, che impone pesanti restrizioni alle libertà individuali e alle
attività economiche, attraverso un lockdown pressoché totale;
-
che in seguito al DPCM del 3 novembre 2020 in Calabria è vietato ogni
spostamento, anche all'interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo
che per motivi di lavoro, necessità e salute;
vietati
gli spostamenti da una Regione all'altra e da un Comune all'altro;
-
che il DPCM del 3 novembre 2020 dispone la chiusura di bar e ristoranti, 7
giorni su 7, consentendo solo l'asporto e la consegna a domicilio, nonché la
chiusura dei negozi e dei centri estetici;
-
che le restrizioni riguardano anche tutte le competizioni sportive, con la
chiusura di musei, mostre, teatri, cinema e palestre;
-
che viene disposta la Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo
grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le
scuole dell'infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le
università. Considerato che - l'inclusione della Calabria nella Zona Rossa
dettate da una discutibile lettura dei dati epidemiologici, costituisce un
colpo mortale per l'economia regionale che era riuscita con sacrifici immani a
resistere alla prima ondata del virus, attraverso il comportamento virtuoso dei
suoi cittadini e all'abnegazione degli operatori economici;
-
che la decisione del Governo appare, alla luce di tutti i dati ufficiali a
disposizione della Regione Calabria, incomprensibile e senza senso, soprattutto
se confrontata all'assegnazione nella Zona Gialla di Regioni, anche
meridionali, che hanno superato ogni livello di guardia;
-
che l'improvvida decisione del Governo ha scatenato una comprensibile rabbia
sociale nella Regione, sfociata in manifestazioni di protesta su tutto il
territorio regionale che potrebbero nei giorni moltiplicarsi con gravi effetti
anche sulla situazione dell'ordine pubblico;
Considerato,
inoltre, che - la parzialità della lettura, da parte del Governo, dei dati
epidemiologici riferiti alla Calabria che ad oggi continua a registrare i
migliori rapporti nel Meridione e in Italia tra la diffusione del virus e il
numero degli abitanti;
-
che i seguenti ultimi report settimanali del Ministero della Salute, n. 22
(relativo alla settimana 5 - 11 ottobre 2020), n. 23 (relativo alla settimana
del 12-18 ottobre), n. 24 (relativo alla settimana del 19-25 ottobre), indicano
valori dell'indicatore Rt pari a 0,94, 1,29, 1,66. Tali non integrano le
condizioni dello Scenario 4 (corrispondente alla Zona Rossa) previsto dal
documento ufficiale del Ministero della Salute: "Prevenzione e risposta al
Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione
per il periodo autunno-invernale", giuridicamente applicabile alla
situazione in corso;
-
che in Calabria la situazione epidemiologica aggiornata al 6 novembre 2020 è la
seguente: - che il totale dei casi Covid nella nostra regione 6714 di cui 4456
casi attivi e 2258 casi chiusi (guariti + morti). Dei 4456 casi attivi 15
pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva, 212 pazienti sono
ricoverati nei reparti, 4229 pazienti sono in isolamento domiciliare, 1974 sono
i pazienti guariti e 132 sono i pazienti morti. - che i casi sono cosi
ripartiti per Provincia: • Reggio Calabria casi totali 2589 di cui 1819 casi
attivi e 770 casi chiusi. Attualmente la provincia di Reggio Calabria conta 29
morti, 62 ricoverati in reparto, 6 in terapia intensiva, 1751 in isolamento
domiciliare e 741 guariti. • Cosenza casi totali 2058 di cui 1379 casi attivi e
693 casi chiusi. Attualmente la provincia di Cosenza conta 49 morti, 78
ricoverati in reparto, 4 in terapia intensiva, 1297 in isolamento domiciliare e
630 guariti. • Catanzaro casi totali 1051 di cui 693 casi attivi e 358 casi
chiusi. Attualmente la provincia di Catanzaro conta 40 morti, 52 ricoverati in
reparto, 5 in terapia intensiva, 636 in isolamento domiciliare e 329 guariti. •
Crotone casi totali 383 di cui 222 casi attivi e 161 casi chiusi. Attualmente
la provincia di Crotone conta 6 morti, 15 ricoverati in reparto, O in terapia
intensiva, 207 in isolamento domiciliare e 155 guariti. • Vibo Valentia casi
totali 227 di cui 101 casi attivi e 126 casi chiusi. Attualmente la provincia
di Vibo Valentia conta 7 morti, 5 ricoverati in reparto, O in terapia
intensiva, 96 in isolamento domiciliare e 119 guariti. Il totale dei casi
provenienti da fuori Regione e dall'Estero è di 396 casi: 1 morto, 267 in
isolamento domiciliare e 128 guariti;
In
particolare: - che nel rapporto "attualmente positivi"/popolazione,
in Calabria si registra 1 caso ogni 534 abitanti contro 1/316 della Basilicata,
1/297 di Sicilia e Puglia, 1/114 della Campania. - che nel rapporto "casi
totali"/popolazione in Calabria si registra 1 caso ogni 333 abitanti
contro 1/219 della Basilicata, 1/200 della Sicilia, 1/191 della Puglia, 1/88
della Campania. - che nel rapporto "tamponi/casi positivi" in
Calabria si registra 1 caso ogni 48 tamponi eseguiti contro 1/42 della
Basilicata, 1/28 di Sicilia e Puglia, 1/15 della Campania. - che il tasso di
guarigione della Calabria "guariti/casi totali" è del 35,4% contro il
32% della Puglia, il 30% della Sicilia, il 28% della Basilicata, il 21,3% della
Campania;
-
che il tasso di mortalità "deceduti/popolazione" in Calabria è del
2,07%, migliore di Sicilia (2,2%), Basilicata (2,10%), Puglia (3,57%) e
certamente molto al di sotto della media nazionale (4,87%). - che
l'utilizzazione parziale e strumentale dei dati riferiti alla cosiddetta
"resilienza del sistema sanitario" che sarebbe risultato elemento
decisivo per l'inserimento della Zona Rossa. Considerato. altresì. che - le
gravissime inadempienze del Governo Nazionale che da oltre 1O anni mantiene
l'assoluto controllo e la gestione diretta di tutte le risorse economiche del
Sistema sanitario Regionale, svuotando la Regione di ogni competenza o ruolo;
-
che le politiche dei Commissari Governativi che si sono succeduti fino ad oggi
e che hanno perseguito solo logiche di tagli orizzontali, diminuendo
drasticamente il numero di medici, infermieri, OSS in tutti gli ospedali
calabresi, con la contestuale chiusura di reparti e servizi sul territorio;
-
che l'inerzia degli attuali Commissari hanno avuto sulle risorse per
l'emergenza Covid-19 (si pensi ai 115.059.171,54 di euro assegnati con: D.L. n.
14/2020 pari a 21.104.026,00;
D.L.
n. 18/2020 pari a 23.981.850,00;
D.L.
n. 34/2020 pari a 54.715.667,00;
D.L.
n. 104/2020 pari a 15.257.628,54), milioni di euro destinati alla Calabria
senza riuscire ad alzare il numero dei posti di "terapia intensiva" e
ad aumentare la potenzialità di esecuzione dei tamponi;
-
che la "testarda" decisione del Governo nazionale di continuare nel
regime commissariale, mantenendo in capo a sé ogni funzione gestionale,
programmatica, organizzativa per i prossimi tre anni, colpendo duramente
l'autonomia della Regione Calabria che si vede definitivamente privata di una
competenza fissata nella Costituzione. Tanto premesso e considerato,
impegna
la Giunta regionale
si
chiede, al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di
intervenire con immediatezza presso il Sig. Presidente della Repubblica on.
Sergio Mattarella, al fine di non promulgare il Decreto Calabria. Altresì si
chiede al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di porre
in essere ogni iniziativa utile, necessaria e significativa rivolta al
Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute, anche e
soprattutto allo scopo di evitare l'aggravarsi di conflitti sociali nella
Regione, finalizzata a rivedere, con estrema urgenza, la decisione di collocare
la Calabria Zona Rossa attraverso una nuova e più serena lettura dei dati
epidemiologici da cui possa scaturire l'inserimento tra le Regioni a Zona
Gialla. In caso contrario il Consiglio regionale invita il Presidente FF della
Giunta regionale di valutare l'opportunità di determinarsi con una propria
ordinanza straordinaria che, in deroga all'ordinanza del Ministro della Salute
del 4 Novembre, "Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e
gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19", disponga
l'applicazione alla Regione Calabria delle condizioni previste dall'art. 1 del
DPCM del 3 novembre 2020, e non di quelle previste dall'art. 3 del DPCM, fermo
restando eventuali restrizioni di tipo locale, disposte a seguito
dell'evolversi della emergenza epidemiologica in atto.
(46;
07/11/2020) Tallini, Arruzzolo, De Caprio, Gallo, Giannetta, Sainato, Caputo,
Vito Pitaro, Crinò, Esposito, Morrone, Neri, Pietropaolo, Mancuso, Minasi,
Molinaro, Raso, Giuseppe Graziano, Paris
Il
Consiglio regionale della Calabria, premesso che:
il
DPCM del 3 novembre 2020 e l'ordinanza del Ministro della Salute n. 24 del
19-25 ottobre – contengono le nuove misure per il contrasto e il contenimento
dell'emergenza da Covid-19 - hanno individuato tre aree corrispondenti ad
altrettanti livelli di criticità delle Regioni;
che
la Regione Calabria è stata inserita nella cosiddetta Zona Rossa, a più alta
criticità, che impone pesanti restrizioni alle libertà individuali e alle
attività economiche, attraverso un lockdown pressoché totale;
che
in seguito al DPCM del 3 novembre 2020 in Calabria è vietato ogni spostamento,
anche all’interno del proprio Comune, in qualsiasi orario, salvo che per motivi
di lavoro, necessità e salute; vietati gli spostamenti da una Regione all’altra
e da un Comune all’altro;
che
il DPCM del 3 novembre 2020 dispone la chiusura di bar e ristoranti, 7 giorni
su 7, consentendo solo l'asporto e la consegna a domicilio, nonché la chiusura
dei negozi e dei centri estetici;
che
le restrizioni riguardano anche tutte le competizioni sportive, con la chiusura
di musei, mostre, teatri, cinema e palestre;
che
viene disposta la Didattica a distanza per la scuola secondaria di secondo
grado, per le classi di seconda e terza media. Restano aperte, quindi, solo le
scuole dell’infanzia, le scuole elementari e la prima media. Chiuse le
università.
Considerato
che
l'inclusione
della Calabria nella Zona Rossa, dettata da una discutibile lettura dei dati
epidemiologici, costituisce un colpo mortale per l'economia regionale che era
riuscita con sacrifici immani a resistere alla prima ondata del virus,
attraverso il comportamento virtuoso dei suoi cittadini e all'abnegazione degli
operatori economici;
che
la decisione del Governo appare, alla luce di tutti i dati ufficiali a
disposizione della Regione Calabria, incomprensibile e senza senso, soprattutto
se confrontata all'assegnazione nella Zona Gialla di Regioni, anche
meridionali, che hanno superato ogni livello di guardia;
che
l'improvvida decisione del Governo ha scatenato una comprensibile rabbia
sociale nella Regione, sfociata in manifestazioni di protesta su tutto il
territorio regionale che potrebbero nei giorni moltiplicarsi con gravi effetti
anche sulla situazione dell’ordine pubblico;
considerato,
inoltre, che
la
parzialità della lettura, da parte del Governo, dei dati epidemiologici
riferiti alla Calabria che ad oggi continua a registrare i migliori rapporti
nel Meridione e in Italia tra la diffusione del virus e il numero degli
abitanti;
che
i seguenti ultimi report settimanali del Ministero della Salute, n. 22
(relativo alla settimana 5-11 ottobre 2020), n. 23 (relativo alla settimana del
12-18 ottobre), n. 24 (relativo alla settimana del 19-25 ottobre), indicano
valori dell'indicatore Rt pari a 0,94, 1,29, 1,66. Tali non integrano le
condizioni dello Scenario 4 (corrispondente alla Zona Rossa) previsto dal
documento ufficiale del Ministero della Salute: "Prevenzione e risposta al
Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione
per il periodo autunno-invernale", giuridicamente applicabile alla
situazione in corso;
che
in Calabria la situazione epidemiologica aggiornata al 6 novembre 2020 è la
seguente:
che
il totale dei casi Covid nella nostra regione 6714 di cui 4456 casi attivi e
2258 casi chiusi (guariti + morti).
Dei
4456 casi attivi 15 pazienti si trovano ricoverati in terapia intensiva, 212
pazienti sono ricoverati nei reparti, 4229 pazienti sono in isolamento
domiciliare, 1974 sono i pazienti guariti e 132 sono i pazienti morti.
che
i casi sono così ripartiti per Provincia:
Reggio Calabria casi totali 2589 di cui 1819
casi attivi e 770 casi chiusi. Attualmente la provincia di Reggio Calabria
conta 29 morti, 62 ricoverati in reparto, 6 in terapia intensiva, 1751 in isolamento
domiciliare e 741 guariti.
Cosenza casi totali 2058 di cui 1379 casi
attivi e 693 casi chiusi. Attualmente la provincia di Cosenza conta 49 morti,
78 ricoverati in reparto, 4 in terapia intensiva, 1297 in isolamento
domiciliare e 630 guariti.
Catanzaro casi totali 1051 di cui 693 casi
attivi e 358 casi chiusi. Attualmente la provincia di Catanzaro conta 40 morti,
52 ricoverati in reparto, 5 in terapia intensiva, 636 in isolamento domiciliare
e 329 guariti.
Crotone casi totali 383 di cui 222 casi attivi
e 161 casi chiusi. Attualmente la provincia di Crotone conta 6 morti, 15
ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 207 in isolamento domiciliare e
155 guariti.
Vibo Valentia casi totali 227 di cui 101 casi
attivi e 126 casi chiusi. Attualmente la provincia di Vibo Valentia conta 7
morti, 5 ricoverati in reparto, 0 in terapia intensiva, 96 in isolamento
domiciliare e 119 guariti.
Il
totale dei casi provenienti da fuori Regione e dall'Estero è di 396 casi: 1
morto, 267 in isolamento domiciliare e 128 guariti;
in
particolare:
che
nel rapporto “attualmente positivi"/popolazione, in Calabria si registra 1
caso ogni 534 abitanti contro 1/316 della Basilicata, 1/297 di Sicilia e
Puglia, 1/114 della Campania.
che
nel rapporto "casi totali"/popolazione in Calabria si registra 1 caso
ogni 333 abitanti contro 1/219 della Basilicata, 1/200 della Sicilia, 1/191
della Puglia, 1/88 della Campania.
che
nel rapporto "tamponi/casi positivi" in Calabria si registra 1caso
ogni 48 tamponi eseguiti contro 1/42 della Basilicata, 1/28 di Sicilia e
Puglia, 1/15 della Campania.
che
il tasso di guarigione della Calabria "guariti/casi totali" è del
35,4% contro il 32% della Puglia, il 30% della Sicilia, il 28% della
Basilicata, il 21,3% della Campania;
che
il tasso di mortalità "deceduti/popolazione” in Calabria è del 2,07%,
migliore di Sicilia (2,2%), Basilicata (2,10%), Puglia (3,57%) e certamente
molto al di sotto della media nazionale (4,87%).
che
l'utilizzazione parziale e strumentale dei dati riferiti alla cosiddetta
"resilienza del sistema sanitario" che sarebbe risultato elemento
decisivo per l'inserimento della Zona Rossa.
Considerato,
altresì, che
le
gravissime inadempienze del Governo Nazionale che da oltre 10 anni mantiene
l'assoluto controllo e la gestione diretta di tutte le risorse economiche del
Sistema sanitario Regionale, svuotando la Regione di ogni competenza o ruolo;
che
le politiche dei Commissari Governativi che si sono succeduti fino ad oggi e
che hanno perseguito solo logiche di tagli orizzontali, diminuendo
drasticamente il numero di medici, infermieri, OSS in tutti gli ospedali
calabresi, con la contestuale chiusura di reparti e servizi sul territorio;
che
l'inerzia degli attuali Commissari hanno avuto sulle risorse per l'emergenza
Covid-19 (si pensi ai 115.059.171,54 di euro assegnati con: D.L. n. 14/2020
pari a 21.104.026,00; D.L. n. 18/2020 pari a 23.981.850,00; D.L. n. 34/2020
pari a
54.715.667,00;
D.L. n. 104/2020 pari a 15.257.628,54), milioni di euro destinati alla Calabria
senza riuscire ad alzare il numero dei posti di "terapia intensiva" e
ad aumentare la potenzialità di esecuzione dei tamponi;
che
la "testarda" decisione del Governo nazionale di continuare nel
regime commissariale, mantenendo in capo a sé ogni funzione gestionale,
programmatica, organizzativa per i prossimi tre anni, colpendo duramente
l'autonomia della Regione Calabria che si vede definitivamente privata di una
competenza fissata nella Costituzione.
Tanto
premesso e considerato,
si
chiede, al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di
intervenire con immediatezza presso il Sig. Presidente della Repubblica on.
Sergio Mattarella, al fine di non promulgare il Decreto Calabria.
Altresì
si
chiede al Presidente FF della Giunta Regionale e alla Giunta Regionale di porre
in essere ogni iniziativa utile, necessaria e significativa rivolta al
Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro della Salute, anche e
soprattutto allo scopo di evitare l'aggravarsi di conflitti sociali nella
Regione, finalizzata a rivedere, con estrema urgenza, la decisione di collocare
la Calabria Zona Rossa attraverso una nuova e più serena lettura dei dati
epidemiologici da cui possa scaturire l'inserimento tra le Regioni a Zona
Gialla.
In
caso contrario il Consiglio regionale invita il Presidente FF della Giunta
regionale di valutare l'opportunità di determinarsi con una propria ordinanza
straordinaria che, in deroga all'ordinanza del Ministro della Salute del 4
Novembre, "Ulteriori misure urgenti in materia di contenimento e gestione
dell'emergenza epidemiologica da Covid-19", disponga l'applicazione alla
Regione Calabria delle condizioni previste dall'art. 1 del DPCM del 3 novembre
2020, e non di quelle previste dall'art. 3 del DPCM, fermo restando eventuali
restrizioni di tipo locale, disposte a seguito dell'evolversi della emergenza
epidemiologica in atto.