X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
_________
n.
21
SEDUTA Di GIOVEDì 23 giugno 2016
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
La seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Presidente,
avrei una proposta sull’ordine dei lavori.
Chiedo scusa al collega Romeo. Presidente, avrei
una proposta da fare.
Qualche settimana
addietro, purtroppo, è venuta a mancare – anche in maniera prematura – una
dipendente di questo Consiglio regionale, la signora Lucia De Lorenzo, di cui
ricordiamo tutti il sorriso e il garbo, oltre alla sua alta professionalità.
Propongo di ricordarla insieme ai colleghi consiglieri, a voi Presidenti, alla Giunta e anche - perché no? - ai dipendenti che ci stanno ascoltando facendo un minuto di silenzio.
Accogliamo la proposta del consigliere Cannizzaro.
(I consiglieri ed i presenti si levano in
piedi ed osservano un minuto di silenzio)
Ha
chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, intervengo per proporre all’Aula il rinvio dei punti 2, 10, 11, 12 e 13 all’ordine del giorno alla prossima seduta di Consiglio regionale.
Pongo in votazione la richiesta del consigliere Romeo che era stata anche condivisa in Conferenza dei capigruppo.
Siamo alla proposta di legge numero 99/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Primi interventi per favorire la costituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria”.
Il consigliere Sergio, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente del
Consiglio, colleghi consiglieri, signor Presidente della Giunta e assessori tutti,
questo provvedimento è stato licenziato all’unanimità dalla Commissione da me
presieduta; è una proposta – appunto la 99/10^ - inerente la costituzione della
città metropolitana di Reggio Calabria.
In seguito alle richieste
formulate dall'Amministrazione provinciale di Reggio Calabria, tra la Regione e
la Provincia di Reggio Calabria, si è concordato in sede tecnica di
disciplinare in via transitoria l'esercizio delle funzioni già conferite alla
Provincia sulla base della legge regionale 12 agosto 2002, n. 34, prevedendo,
altresì, il trasferimento delle relative risorse finanziarie.
In data 1 ottobre 2015,
tra la Regione, la Provincia di Reggio Calabria e il Sindaco del Comune di
Reggio Calabria, in qualità di Sindaco metropolitano, è stato stipulato
apposito accordo volto a valorizzare la Città Metropolitana, convenendo - nelle
more dell'approvazione della legge regionale di riordino, al fine di favorire
l'autonomo processo di costituzione della Città Metropolitana, valorizzandone
le funzioni per lo sviluppo del territorio - che le funzioni di cui alla legge regionale numero 14 del 2015 restino
temporaneamente in capo alla Provincia di Reggio Calabria che continuerà a
svolgerle con il relativo personale, con l'impegno della Regione di trasferire
le risorse finanziarie stabilite in sede del tavolo tecnico di cui in premessa.
Il predetto accordo
costituisce inizio di attuazione del sistema previsto per la costituzione della
Città metropolitana e per la promozione e valorizzazione del nuovo Ente locale.
Si ritiene, pertanto, opportuno sottoporre all’approvazione del Consiglio
regionale il disegno di legge in epigrafe recante: “Primi interventi per
favorire la costituzione della Città Metropolitana di Reggio Calabria”.
La presente proposta
consta di 4 articoli.
In particolare, l'articolo
1 prevede che, al fine di favorire il processo di costituzione della Città
Metropolitana e nelle more della legge generale di riordino prevista
dall'articolo 1 della legge regionale 22 giugno 2015, numero 14, le funzioni
indicate dal medesimo articolo 1 della precitata legge regionale numero 14 del
2015 restano in capo alla Provincia di Reggio Calabria ed il personale addetto
alle funzioni di cui al comma 1 rimane inquadrato nei ruoli provinciali nel
rispetto dei limiti di spesa definiti dalla legge numero 56 del 2014 – la
cosiddetta legge Delrio - come certificati dalla stessa Amministrazione
Provinciale di Reggio Calabria.
L'articolo 2, che reca la
norma finanziaria, al comma 1 prevede che la Regione trasferisca alla Provincia
di Reggio Calabria risorse finanziarie in misura pari alla somma complessiva di
euro 9.700.000,00, comprensive di ogni onere in conto all’Ente per stipendi,
buoni pasto e fondo salario accessorio.
Al comma 2 sono indicate
le poste in bilancio che sottendono la copertura per le annualità comprese nel
bilancio pluriennale 2016-2018.
L'articolo 3 contiene la
clausola di invarianza di spesa. Infine, l'articolo 4 dispone l'entrata in
vigore della legge il giorno successivo a quello della pubblicazione nel
Bollettino Ufficiale della Regione.
Questa proposta è
corredata alla relativa relazione tecnico-finanziaria ed ha avuto il parere
favorevole espresso dal Settore legislativo. Se ne propone, pertanto, l’approvazione.
PRESIDENTE
La parola al
Vicepresidente, Viscomi, per la Giunta regionale.
Dopo l’esaustivo
intervengo del consigliere Sergio, vorrei solo dire due parole. Il disegno di legge chiude una stagione di
avvio di applicazione della “Legge Delrio”, perché consacra in sede legislativa
un accordo tra la provincia di Reggio Calabria, il comune di Reggio Calabria e
la Regione per l’arricchimento delle
funzioni della Città metropolitana di Reggio
Calabria.
In questo modo la Città metropolitana
avrà le funzioni fondamentali previste dalla legge Delrio per le Province e le
funzioni aggiuntive previste dalla stessa “Legge Delrio”. Questo terzo
pacchetto di funzioni che erano le funzioni regionali assegnate con la legge
34, nel sistema complessivo per le altre province - e non per la città
metropolitana - sono ritornate alla casa madre nell’attesa di un riordino
complessivo, anche in cognizione con l’approvazione o con la non approvazione
della riforma costituzionale del prossimo referendum di ottobre.
Il testo di legge che si licenzia, e che viene
approvato oggi, è stato approvato all’unanimità dai gruppi presenti in Aula sia
di centro-sinistrasia di
centro-destra,il che dimostra la bontà di questo disegno di legge, nato,
peraltro, dall’accordo tra le forze interessate e quindi dal basso.
Ciò detto non posso che ringraziare, a nome della
Giunta, la Commissione prima e il Consiglio dopo per l’approvazione di questo
importantissimo tassello per l’avvio e il consolidamento della Città
metropolitana di Reggio Calabria.
Non ci sono altre
richieste di parola, passiamo all’esame del provvedimento.
Pongo in votazione
l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione
l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la
legge nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in
allegato)
Passiamo a quello che è diventato il secondo punto all’ordine del giorno che recita:proposta di provvedimento amministrativo numero 124/10^ di iniziativa dell'Ufficio di Presidenza, recante: “Riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2015, ai sensi dell'art. 3, comma 4, del D.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii. Variazioni al bilancio finanziario di previsione 2016-2018”.
Il relatore, consigliere Neri, ha facoltà di svolgere la relazione.
La presente proposta
riguarda l'approvazione del riaccertamento ordinario dei residui attivi e
passivi al 31.12.2015, ai sensi dell'articolo 3, comma 4, deldecreto legislativo
numero 118 del 2011 e successive modifiche ed integrazioni e delle relative
variazioni al bilancio finanziario di previsione 2016-2018.
In particolare, il comma 4
dell'articolo 3, del predetto decreto prevede che tutte le pubbliche
amministrazioni, e pertanto anche i Consigli regionali, provvedano annualmente
all'operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, consistente
nella revisione delle ragioni del loro mantenimento, prima dell'approvazione
del rendiconto della gestione. Al fine di applicare correttamente il nuovo
principio contabile della "competenza finanziaria potenziata", in
occasione del riaccertamento dei residui si effettua la reimputazione degli
stessi, secondo la loro scadenza o esigibilità.
I dirigenti del Consiglio
regionale hanno, ognuno per la propria competenza, effettuato la verifica sulla
consistenza e l'esigibilità dei residui, rilevando sia gli importi da eliminare
sia quelli da conservare in contabilità.
L'importo deiresidui attivi esistenti prima delle
operazioni di riaccertamento erano pari ad euro 10.351.878,23. Di questi: euro
12.098,44 sono stati eliminati dalla contabilità in quanto privi di
obbligazioni giuridiche sottostanti; euro 1.298,34 sono stati i maggiori
residui riaccertati a seguito di maggiori incassi verificatisi nell'esercizio
2015; euro 10.341.078.13 sono stati conservati a residuo e riportati nella
contabilità al 1.01.2016.
Si mette in evidenza che
l'importo dei residui attivi derivanti dai trasferimenti della Giunta regionale
è pari ad euro 8.430.000,00.
L'importo deiresidui passivi esistenti prima delle
operazioni di riaccertamento era pari ad euro 18.591.650,91. Di questi: euro
1.910.142,10 sono stati eliminati dalla contabilità e sono confluiti
nell'avanzo vincolato poiché corrispondevano ad entrate vincolate per
destinazione quali ad esempio: le somme erogate dall'Autorità per le
Comunicazioni per le attività del Co.Re.Com Calabria, le somme assegnate ai
gruppi consiliari per le spese di personale; euro 827.092,09 sono stati
eliminati dalla contabilità in quanto privi di obbligazioni giuridiche
sottostanti e sono confluiti nel risultato di amministrazione libero; euro
4.449.021,59 sono stati reimputati negli esercizi 2016-2018 secondo la loro
scadenza; euro 11.405.395,13 sono stati conservati a residuo e riportati nella
contabilità al 1.01.2016.
Infine, le variazioni al
bilancio di previsione 2016-2017-2018 da approvare, riguardano l'incremento
degli stanziamenti dei capitoli di spesa su cui devono essere imputate le
relative obbligazioni derivanti dai residui reimputati negli esercizi 2016-2018
in quanto non esigibili alla data del 31.12.2015.
Il trasferimento
all'esercizio di reimputazione, anche della copertura finanziaria che i residui
avevano negli stanziamenti dell'esercizio in cui erano stati inizialmente
imputati, è effettuato attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata che
è quantificato, a seguito delle operazioni di riaccertamento dei residui attivi
e passivi, in euro 7.229.838,95.
Sul
detto provvedimento, con verbale numero 114, il Collegio dei revisori dell'Ente
ha espresso parere favorevole, ferma restando
l'adozione dei provvedimenti risolutivi al fine di eliminare il disallineamento
del residuo attivo relativo ai trasferimenti dalla Giunta regionale per le
spese di funzionamento del Consiglio quantificato in euro 500 mila euro.
Il Collegio dei revisori
dei conti ha espresso parere favorevole su questo provvedimento.
Nessuno chiede di parlare,
pertanto pongo in votazione il provvedimento come illustrato in Aula.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in
allegato)
Il successivo punto all’ordine del giorno reca: proposta di provvedimento amministrativo numero 120/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Rendiconti di Gestione dell'Agenzia Regionale Calabria per le Erogazioni in Agricoltura (A.R.C.E.A.) esercizi finanziari dal 2011 al 2013”.
Il consigliere Battaglia, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente,
colleghi consiglieri, sostituisco il collega Aieta quale relatore delle proposte
di legge che riguardano le competenze della seconda Commissione.
La proposta di
provvedimento, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata
licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione Bilancio, Programmazione
economica ed Affari dell'Unione europea nella seduta del 13 giugno 2016.
L'Agenzia è l'Organismo
Pagatore della Regione Calabria per gli aiuti in agricoltura, riconosciuto con
provvedimento del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali del 2009.
Il provvedimento si
compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del
Comitato di Vigilanza, del dipartimento Bilancio e del parere del Collegio dei
revisori dei conti dell'Agenzia.
I rendiconti, relativi
agli esercizi finanziari 2011-2012-2013, hanno registrato degli avanzi di
amministrazione, pari rispettivamente ad euro 811.051,86, euro 1.226.121,40 ed
euro 2.006.719,77.
Il dipartimento Bilancio,
nell'istruttoria di competenza, evidenzia che, a causa della presenza di errori
e imprecisioni nella registrazione dei vari accadimenti di gestione tempo per
tempo intervenuti, relativi agli esercizi 2011-2012-2013, oltreché per
l'incompleta documentazione trasmessa al dipartimento, non si è potuto
addivenire nei termini di legge all'esame ed alla successiva approvazione dei
rendiconti.
Altresì, il dipartimento
ha rilevato che l'Arcea, ai sensi dell'articolo 12 della legge regionale numero 24 del 2002, ha
ritenuto di poter agire in deroga alla vigente normativa in materia di
contenimento della spesa. Lo stesso dipartimento Bilancio, invece, ritiene che
l'Agenzia non possa esimersi dal rispetto della normativa sul contenimento
della spesa, così come pure confermato dall'Ufficio legislativo dell'Avvocatura
regionale.
Il dipartimento ha dunque
verificato il rispetto dei limiti di spesa, cosiddetta "spending review", vale a dire le
disposizioni normative regionali che si sono susseguite negli anni: articoli 9
e 10 della legge regionale numero 22
del 2010; articolo 13 della legge regionale
numero 69 del 2012; articolo 3 della legge
regionale numero 56 del 2013.
A tal proposito, il
dipartimento ha precisato che l'Arcea non può agire in deroga alla vigente
normativa sul contenimento delle spese, nonostante l'Agenzia ritenga che possa
trovare applicazione l'articolo 12 della legge
regionale numero 24 del 2002.
Con riferimento agli
esercizi finanziari 2011 e 2012 il dipartimento ha accertato il contenimento
delle spese relative a convegni, pubblicità
e rappresentanza, oltreché quelle inerenti lespese di consulenza. Il vincolo di spesa di cui all'articolo 10
della legge regionale numero 22 del
2010, vale a dire lariduzione dei
compensi dei componenti del Collegio dei revisori dei conti, risulta anch'esso
rispettato.
Relativamente al
rendiconto dell'anno 2011 si è riscontrato il mancato rispetto del limite ex
articolo 9, comma 2 legge regionale numero
22 del 2010, inerente icompensi erogati
a favore dei componenti degli organi di indirizzo, controllo o direzione.
Per quanto concerne
l'esercizio 2013, dall'analisi istruttoria del dipartimento emerge che l'Arcea
non ha rispettato la normativa in materia di spending review. Lo stesso
dipartimento ritiene necessario un approfondimento sull'attività di gestione
dell'Agenzia da parte del dipartimento competente, al fine di verificare
eventuali responsabilità circa l'illegittimità delle maggiori spese effettuate.
A conclusione
dell'attività istruttoria, il dipartimento Bilancio oltre a precisare che
questa attività di verifica non impedisce l'approvazione dei documenti
contabili, ritiene possibile proporre al Consiglio regionale l'approvazione dei
rendiconti dell'Arcea per gli esercizi 2011, 2012 e 2013.
Il Comitato di Vigilanza
ha espresso parere favorevole all'approvazione dei rendiconti relativi agli
esercizi finanziari 2011, 2012 e 2013; con riferimento al rendiconto 2013, il
Comitato, tuttavia, manifesta il proprio diniego per le spese effettuate in
deroga ali limiti di spesa ex articolo 13 della legge regionale numero 69 del 2012.
Il provvedimento si
compone anche dei verbali del Collegio dei revisori, il quale ha espresso
parere favorevole all'approvazione dei rendiconti relativi agli esercizi
finanziari 2011 e 2012. Relativamente al rendiconto 2013, il Collegio ha
rilevato che l'Agenzia ha superato i limiti di spesa di cui alla legge
regionale numero 69 del 2012; confermando il proprio diniego rispetto ai valori
cristallizzati nel rendiconto per le spese effettuate, ha attestato la
corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione.
La delibera di Giunta
regionale nel precisare che le sanzioni per il mancato rispetto della normativa
sul contenimento della spesa non incidono sull'approvazione del rendiconto
dell'Agenzia, ma, ai sensi dell'articolo 9, comma 12, legge regionale numero 22 del 2010 e dell'articolo 13, comma 13 legge regionale numero 69 del 2012,
costituiscono "causa di revoca
automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli enti
strumentali, negli istituti, nelle agenzie, nelle aziende e negli altri enti
dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione", demanda al
dipartimento Agricoltura la verifica del puntuale rispetto della normativa, e,
ove necessario, la predisposizione e l'invio agli organi inquirenti della Corte
dei conti di una idonea e circostanziata relazione in merito all'eventuale
danno all'erario in ordine ai soggetti che l'hanno causato, con contestuale
informativa al dipartimento Bilancio.
La Seconda Commissione
Bilancio, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai
dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il
provvedimento amministrativo, facendo proprie le osservazioni e le
raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dai dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Si sottopone all’esame
dell’Aula il provvedimento finora illustrato.
La parola al
Vicepresidente della Giunta regionale.
Grazie Presidente, giusto
per sottolineare, ringraziando la Commissione bilancio del Consiglio per il
lavoro che ha svolto su queste proposte di provvedimento amministrativo,
vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che i punti all’ordine del giorno dal
4 al 9 riguardano tutti l’approvazione di rendiconti di gestione dei bilanci di
previsione di importantissimi enti strumentali della Regione Calabria: l’Arcea
per gli esercizi finanziari dal 2011 al 2013; l’Arpacal dal 2010 al 2013 per
quanto riguarda i rendiconti e il bilancio di previsione 2015 e il bilancio
triennale 2016/2018; l’Aterp di Cosenza dal 2010 al 2013 e di Catanzaro per
l’anno 2013 al quale si affiancherà fra poco – mi auguro fra pochissimo tempo
in Commissione prima e in Consiglio poi – il bilancio di previsione dell’Aterp
unica per il 2016/2018.
Mi pare che sia importante sottolineare come con il lavoro odierno del
Consiglio, con il lavoro svolto dalla Commissione e dal dipartimento Bilancio e
degli organismi competenti degli enti strumentali, riporti a norma il sistema
di dettienti, almeno per quanto riguarda l’assetto finanziario, per quanto
riguarda l’approvazione dei rendiconti e dei bilanci, recuperando così un tempo
notevole pregresso e compiendo anche qui un piccolo passo verso una Regione
normale in grado di rispettare la tempistica prevista dalle norme in materia
finanziaria.
Nessuno chiede di parlare, pongo in votazione la proposta di
provvedimento amministrativo.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Siamo adesso alla proposta di provvedimento amministrativo numero 121/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione rendiconti di gestione dell'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria (ARPACAL) esercizi finanziari dal 2010 al 2013”.
La parola al relatore, consigliere Battaglia, per svolgere la relazione.
Signor Presidente, la proposta di provvedimento è stata licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione bilancio. Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del dipartimento Ambiente, del dipartimento Bilancio e del parere del Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia e del parere del Revisore unico.
Il dipartimentoBilancio, nell'istruttoria di competenza, evidenzia che, a causa della presenza di errori e imprecisioni nella registrazione dei vari accadimenti di gestione tempo per tempo intervenuti, relativi agli esercizi dal 2010 al 2013, oltreché per l'incompleta documentazione trasmessa al dipartimento, non si è potuto addivenire nei termini di legge, all'esame ed alla successiva approvazione dei rendiconti.
Numerose sono state le osservazioni e i rilievi sollevati dal dipartimento, tra i quali si menziona: la presenza di errori materiali che hanno comportato la mancata corrispondenza tra i valori finali ed iniziali dei residui attivi e passivi di esercizi successivi e contigui, con le relative conseguenze sui risultati di amministrazione; mancata corrispondenza tra valori accertati e impegnati, sia in conto competenza sia sulle partite di giro; mancata corrispondenza tra le entrate accertate nel conto consuntivo dell'Agenzia, con particolare riferimento a spese attinenti alla realizzazione di progetti finanziati con risorse del POR Calabria 2000-2006.
Solo con una successiva deliberazione del Direttore generale dell'Arpacal, la numero 477 del 08/10/2015, sono state apportate le necessarie rettifiche ai rendiconti oggetto di rilievi; ciò ha consentito di garantire la corretta evidenziazione contabile dei fatti gestionali.
Sulla delibera in questione, con la quale sono state approvate alcune rettifiche ai rendiconti relativi agli anni 2010-2011-2012-2013, ilRevisore Unico dei Conti ha espresso parere favorevole.
I rendiconti, relativi agli esercizi finanziari 2010-2011-2012-2013, hanno registrato degli avanzi di amministrazione, pari rispettivamente ad euro 5.481.022,28, euro 5.664.80438, euro 5.278.118,34 ed euro 4.639.662,83.
Il dipartimento ha, altresì, verificato il rispetto dei limiti di spesa cosiddetta "spending review", per come dettate dalle disposizioni normative regionali che si sono susseguite negli anni: legge regionale numero 19 del 2009, legge regionale numero 22 del 2010 e la legge regionale numero 69 del 2012. Trattasi di un controllo che attiene alle verifiche delle spese per come registrate nei documenti contabili dell'Agenzia che prende atto dei controlli effettuati sia dall'Organo di controllo interno sia dal dipartimento che effettua la vigilanza sull'Ente. Dagli atti non viene indicata nessuna violazione della normativa in questione, ad eccezione della spesa per il personale e della spesa per gli Organi di direzione e controllo che necessitano di approfondimenti da parte del dipartimento vigilante.
A conclusione dell'istruttoria, il dipartimento Bilancio precisa che questa attività di verifica non impedisce l'approvazione dei documenti contabili, quindi ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, dei rendiconti Arpacal per gli esercizi 2010-2011-2012-2013 e proporre l'approvazione degli stessi al Consiglio regionale.
Viene segnalato il rilascio del parere del Comitato regionale di Indirizzo dell'Arpacal solo per l'anno 2013; per i precedenti esercizi finanziari, vale a dire per gli anni 2010-2011-2012, si registra l'assenza del prescritto parere, poiché al momento della redazione dei rendiconti il Comitato veniva dichiarato decaduto.
Il dipartimentoAmbiente ha sollevato, anch'esso, alcune criticità e rilievi sui rendiconti relativi agli anni 2010-2011-2012, superate dall'adozione di apposita delibera numero 172 del 2014, con la quale l'ente ha provveduto all'eliminazione del residuo attivo che ha consentito il rilascio del parere favorevole da parte del dipartimento di competenza.
IlCollegio dei revisori dei conti, nell'esprimere parere favorevole, censura il comportamento dell'ente per quanto concerne la mancata attivazione di una appropriata contabilità economica, al fine di adeguarsi ai principi in materia di armonizzazione dei sistemi contabili. Raccomanda una ristrutturazione funzionale ed organizzativa, finalizzata ad una razionalizzazione delle risorse umane e strutturali che consenta il contenimento dei relativi costi.
Lo stesso Collegio dei revisori dei conti rileva che il costo del personale assorbe quasi completamente le risorse messe a disposizione della Regione. Altresì, il Collegio sottolinea che le risorse finanziarie erogate dalla Regione sono destinate prevalentemente a coprire la spesa del personale, e che occorre rimodulare l'erogazione del contributo destinato alla gestione dell'Azienda.
Di conseguenza, si registrano saldi negativi tra gli impegni di spesa per l'esercizio delle funzioni tipiche e le entrate accertate per l'erogazione dei servizi, coperti dall'avanzo di amministrazione, prossimo all'esaurimento.
Nella relazione al rendiconto 2013, il Collegio registra la definitiva cancellazione dei residui parte Entrate della posta relativa al finanziamento POR per l'acquisto dell'immobile di Cosenza e l'adozione di un percorso di contenimento della spesa, raccomandando comunque di continuare a porre attenzione alla evoluzione e alla previsione della spesa.
La delibera di Giunta regionale, a seguito dell'attività istruttoria eseguita dal dipartimento Bilancio, ritiene necessario verificare il rispetto delle disposizioni legislative sulla base di specifici riscontri documentali e delle risultanze dell'ispezione del Ministero dell'Economia e delle Finanze. Orbene, nel precisare che le sanzioni per il mancato rispetto della normativa sul contenimento della spesa non incidono sull'approvazione del rendiconto dell'Agenzia, ma, ai sensi dell'articolo 9, comma 12, legge regionale numero 22 del 2010 e dell'articolo 13, comma 13, legge regionale numero 69 del 2012, costituiscono "causa di revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli enti strumentali, negli istituti nelle agenzie, nelle aziende e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione", demanda al dipartimento Ambiente e Territorio la verifica del puntuale rispetto della normativa.
La seconda Commissione bilancio, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Revisore Unico, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, e dalla Giunta regionale.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto sei all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 114/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) per l'esercizio finanziario 2015”.
La parola al relatore, consigliere Battaglia, per svolgere la relazione.
La proposta di provvedimento è stata licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione bilancio.
Prima di procedere all'esame del provvedimento in oggetto, il dirigente generale del dipartimento Bilancio, dottor De Cello, ha trasmesso agli uffici della Commissione una nota, acquisita al protocollo numero 23842 del 10.06.2016, con la quale comunica che il dipartimento ha concluso sia l'istruttoria di propria competenza sul Rendiconto 2014 sia la verifica del riaccertamento straordinario dei residui dell'Arpacal.
La nota si compone delle relazioni istruttorie, redatte dal dipartimento Ambiente e dal dipartimento Bilancio, contenenti i relativi pareri sul Rendiconto 2014.
Il provvedimento è provvisto del parere favorevole del revisore unico dei conti dell'Azienda nonché di quello del Comitato di indirizzo.
Il revisore unico segnala uno squilibrio che, esaurite le risorse derivanti dagli avanzi di amministrazione dei precedenti esercizi, porterà l'Agenzia ad un disavanzo gestionale strutturale permanente, considerato che non avrà più i mezzi per poter adempiere ai compiti istituzionali che le sono stati attribuiti.
Il dipartimento Ambiente ha concluso l'istruttoria di competenza rilevando che: "in considerazione che l'esame e la valutazione degli atti è stata effettuata una analisi della corrispondenza tra le somme iscritte nella parte entrata del bilancio ARPACAL, derivanti da trasferimenti regionali, con le somme iscritte nel bilancio regionale nei capitoli assegnati al dipartimento Ambiente e Territorio ed in ragione dell'esigenza di dotare l'Agenzia dello strumento finanziario annuale e documento autorizzatorio, si ritiene necessario poter rilasciare il parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2015".
Il dipartimento Bilancio, a conclusione dell'attività istruttoria di competenza, esprime che "nulla osta all'adozione, da parte della Giunta regionale, del bilancio di previsione dell'ARPACAL per l'esercizio 2015".
Raccomanda una costante attenzione in termini di un oculato impiego delle risorse a disposizione, anche nel rispetto della vigente normativa in materia di riduzione della spesa; richiama l'attenzione dell'Ente sulla corretta determinazione del Fondo crediti di dubbia esigibilità, al fine di evitare un'impropria riduzione delle effettive disponibilità di entrata; richiama l'attenzione dell'Ente ad una sempre maggiore oculatezza nella gestione, al fine di garantire un adeguato contenimento delle spese, tale da permettere il rispetto del limite in questione a consuntivo 2015.
La seconda Commissione Bilancio, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Revisore Unico, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Si propone, pertanto, all'Aula l’approvazione del provvedimento.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Siamo al punto sette all’ordine del giorno che riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 126/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) 2016/2018”.
Il consigliere Battaglia, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
La proposta di provvedimento, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione bilancio.
Prima di procedere alla discussione del provvedimento in oggetto, il dirigente generale del dipartimento Bilancio ha trasmesso agli uffici della Commissione una nota, acquisita al protocollo, con la quale comunica che il dipartimento ha concluso sia l'istruttoria di propria competenza sul Rendiconto 2014 sia la verifica del riaccertamento straordinario dei residui dell'Arpacal. La nota si compone delle relazioni istruttorie, redatte dal dipartimento Ambiente e dal dipartimento Bilancio.
Il Revisore unico, nel verbale al bilancio di previsione 2016, evidenzia che, con l'introduzione del decreto legislativo numero 118 del 2011 sull'armonizzazione dei bilanci e degli schemi contabili, a partire dal 2016, è venuta meno la distinzione tra il bilancio annuale e il bilancio pluriennale. Gli enti territoriali hanno dovuto riclassificare il proprio bilancio sulla base del nuovo schema introdotto, che prevede la classificazione dell'Entrata in "Titoli" e "Tipologie" e la Spesa in "Missioni" e "Programmi".
L'applicazione dei nuovi principi contabili ha determinato un disavanzo tecnico di euro -3.247.018,58 da ripianare in 30 quote di uguale valore. Il Revisore sottolinea che il ridotto ammontare del fondo ordinario di funzionamento - pari ad euro 15 milioni - non consente di garantire l'ottimale funzionamento dell'agenzia, atteso che solo le spese di personale ammontano a circa euro 14.500.000.
Il Revisore, nell'esprimere parere favorevole al bilancio di previsione 2016 ed al bilancio pluriennale 2016/2018, raccomanda "il management a procedere nell'azione di riqualificazione e riorganizzazione del personale agenziale affinché si possano ottimizzare le procedure di attività di ciascuna Area e di ciascun Servizio nel pieno rispetto delle discipline normative relative al contenimento dei costi ".
Il dipartimento Ambiente, nella propria relazione istruttoria, rileva che la verifica del rispetto dei limiti di spesa è stata eseguita utilizzando i soli dati comunicati e trasmessi dall'Agenzia, poiché il parametro base di riferimento su cui l'ente è tenuto ad effettuare le riduzioni è la spesa sostenuta nell'esercizio 2014 per il quale non si è ancora conclusa la procedura di approvazione da parte del Consiglio regionale.
Per quanto concerne, invece, le indennità dovute ai membri del Collegio dei revisori/revisore unico, gli stanziamenti risultano essere superiori ai compensi dovuti ai sensi dell'articolo 22, comma 1, lettera e) della legge regionale numero 24 del 2013.
Il dipartimento vigilante, dunque, ritiene necessario una puntuale verifica dei regolari importi da imputare sulla relativa spesa con la variazione in sede di assestamento del bilancio.
Il dipartimento Bilancio, nell'istruttoria di competenza, evidenzia che i residui attivi sono caratterizzati da una anzianità superiore a 10 anni e dunque, in quanto tali, prescritti o in ogni caso di difficile riscossione.
Il dipartimento raccomanda l'ente di verificare, in fase di gestione, le previsioni di cassa, provvedendo alla tempestiva regolarizzazione di eventuali provvisori di entrata e di uscita, e di procedere con un attenta verifica delle poste di bilancio riportate tra i residui attivi al fine di interrompere i termini di prescrizione e recuperare quanto dovuto da parte dei debitori.
Relativamente alla costituzione del Fondo pluriennale vincolato (FPV), che evidenzia la distanza temporale intercorrente tra l'acquisizione delle risorse e il loro effettivo impiego, lo stesso risulta pari a zero, poiché in occasione del riaccertamento straordinario dei residui, l'agenzia ha provveduto a reimputare solo residui passivi all'esercizio 2015.Il dipartimento raccomanda in occasione del riaccertamento dei residui, propedeutico alla definizione del consuntivo 2015, di verificare la correttezza del Fondo pluriennale vincolato appostato nel bilancio 2016/2018, provvedendo ad un eventuale aggiornamento dello stesso.
A seguito della procedura di riaccertamento straordinario dei residui è risultato un disavanzo tecnico. Al fine di consentire il ripiano del disavanzo, l'agenzia ha predisposto un piano di rientro che, per come stabilito dall'articolo 1, comma 538 lettera b) della legge numero 190 del 2014, può avvenire a quote costanti per un massimo di anni 30. L'Agenzia ha incominciato ad appostare nella parte spesa, a partire dal bilancio assestato 2015, l'importo di euro 108.233,95.
A conclusione dell'attività istruttoria, il dipartimento Bilancio esprime che "nulla osta all'adozione, da parte della Giunta regionale, del bilancio di previsione dell'ARPACAL per l'esercizio 2016/2018".
La seconda Commissione Bilancio, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto resa dai dirigenti della Giunta regionale competenti per materia, ha approvato il provvedimento amministrativo, facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Revisore Unico, dai Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Pertanto, si propone all’Aula l'esame della proposta di provvedimento amministrativo.
Non essendoci richieste di parola, pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Il punto otto all’ordine del giorno riguarda la proposta di provvedimento amministrativo numero 125/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Approvazione Rendiconto di Gestione dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Cosenza esercizi finanziari dal 2010 al 2013”.
Il consigliere Battaglia, relatore, ha facoltà di svolgere la relazione.
La proposta di provvedimento, posta oggi all'approvazione di questa Assemblea, è stata licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione Bilancio.
Il provvedimento si compone della delibera di Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del dipartimentoLavori Pubblici, del dipartimento Bilancio e del parere del Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia.
La legge regionale numero 24 del 2013, recante"Riordino enti, aziende regionali, fondazioniagenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del settore sanità", istituisce l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della Regione in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende regionali per edilizia residenziale.
Con delibera di Giunta regionale è stato nominato Commissario unico regionale dopo la nomina del commissario ingegnere Gagliardi, il dott. Mascherpa.
Il dipartimento Bilancio ha svolto le verifiche dovute per accertare la corrispondenza tra i dati di bilancio finali e i dati iniziali di ciascun esercizio, oltre che la corretta determinazione dei risultati di amministrazione e quindi la piena correttezza contabile dei dati esposti e dei risultati determinati. I rendiconti chiudono con avanzo di amministrazione, la cui esatta determinazione è stata verificata dal dipartimento con metodo statico e dinamico.
Il dipartimento ha, altresì, verificato il rispetto dei limiti di spesa previsti dalle leggi regionali numero 19 del 2009, numero 22 del 2010 e numero 69 del 2012.
Dall'attività istruttoria svolta, dunque, è emerso il mancato rispetto della normativa in materia di "spending review", con riferimento alla riduzione delle spese di funzionamento, all'impiego di personale a tempo determinato ed agli emolumenti corrisposti al commissario straordinario.
A conclusione dell'istruttoria, il dipartimento Bilancio precisa che questa attività di verifica non impedisce l'approvazione dei documenti contabili, quindi ritiene possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, dei rendiconti dell'Aterp di Cosenza per gli esercizi 2010-2011-2012-2013 e proporre l'approvazione degli stessi al Consiglio regionale.
Il Collegio dei revisori dei conti, nella relazione di accompagnamento, dà atto del rispetto dei principi e dei criteri di determinazione dei residui attivi e passivi. Per quanto riguarda i residui attivi, il Collegio invita gli uffici dell'Ente a verificare i termini di prescrizione e, ove occorre, a procedere alla notifica degli atti interruttivi.
L'Organo di controllo rileva che, nonostante le ripetute sollecitazioni, l'Amministrazione e gli uffici preposti non hanno ancora risolto i problemi legati all'organizzazione del personale dipendente.
Il mancato incasso dei canoni di locazione, che costituisce la principale fonte di approvvigionamento, comporta una forte carenza di liquidità a cui l'Ente è costretto a sopperire con il costante ricorso all'anticipazione bancaria.
Il Collegio, nel constatare il continuo ricorso all'anticipazione di cassa, invita l'Ente al contenimento della spesa e, con riferimento al rendiconto 2011 e 2012, ad eseguire il riaccertamento dei residui attivi e passivi. Relativamente all'anno 2013, il Collegio invita gli uffici preposti a non utilizzare l'avanzo, perché composto da residui attivi ancora da riaccertare.
Conclusivamente, il Collegio dei revisori dei conti, nell'esprimereparere favorevole all'approvazione dei rendiconti di gestione, dà atto delle azioni messe in campo dall'Ente al fine di risolvere le principali criticità quali, appunto, la ricognizione del patrimonio immobiliare, l'avvio sia di un piano di rateizzazione dei debiti nei confronti dell'erario con Equitalia Spa sia di un piano di rientro dell'anticipazione di cassa con l'istituto di credito-tesoriere.
Il dipartimento Lavori Pubblici, dopo aver richiamato quanto espresso dal Collegio dei revisori, concorda con il manifestato parere favorevole dell'organo di controllo e con le relative raccomandazioni.
Nello specifico, il dipartimento vigilante prescrive all'Aterp di continuare nell'attività di recupero della morosità e di aumentare l'attività di riscossione, raccomandando l'Ente di avviare una attività più incisiva di verifica dei termini di prescrizione con le relative notifiche degli atti interruttivi.
La delibera di Giunta regionale, a seguito dell'attività istruttoria eseguita dal dipartimento Bilancio, demanda al dipartimento Lavori Pubblici la verifica, sulla base di specifici riscontri documentali, del rispetto della normativa in materia di contenimento della spesa, con particolare riferimento alle spese di funzionamento, all'impiego di personale a tempo determinato ed agli emolumenti corrisposti al commissario straordinario.
La seconda Commissione Bilancio, preso atto della dichiarazione di regolarità dell'atto, ha approvato il provvedimento amministrativo, facendo proprie le osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei revisori, dai dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria e dalla Giunta regionale.
Si sottopone il provvedimento all’Aula per l’approvazione.
Non essendoci richieste di parola pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Presidente, credo che sia importante,
leggendo questo documento, chiedere all’assessore perché si parla di maggiori
spese sostenute e dichiarate illegittime dal dipartimento
Bilancio. Cosa ha intenzione di fare l’assessore al ramo per evidenziare
eventuali danni erariali scaturenti dalle maggiori spese sostenute dall’Aterp
di Cosenza e cosa intende fare la Giunta regionale per vigilare meglio e
approfondire le osservazioni emerse dalla
relazione del dipartimento Bilancio?
E’
un provvedimento che viene dal vicepresidente Viscomi.
(Interruzione)
Consigliere
Bevacqua, il provvedimento è stato votato.
Punto nove all’ordine del giorno: proposta di provvedimento amministrativo numero 122/10^ di iniziativa della Giunta regionale, recante – “Approvazione Rendiconto di Gestione dell'Aterp (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013”
Prima di dare la parola al consigliereBattaglia,
i quesiti posti dal consigliereBevacqua li sottoponiamo al vicepresidente
Viscomiin relazione all’ottavo e nono punto assieme.
La proposta di provvedimento amministrativo è stata
licenziata all'unanimità dalla seconda Commissione.
La legge regionalenumero 24
del2013, recante “Riordino enti, aziende regionali, fondazioni, agenzie
regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione del
settoresanità”, istituisce l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale
pubblica regionale, come premesso al precedente provvedimento.
Il Collegio dei revisori dei conti, nella relazione
diaccompagnamento al rendiconto consuntivodell'esercizio 2013, evidenzia che
l'avanzo digestione è pari ad euro 406.400.
L'avanzo di competenza, ancorché positivo,risulta in
diminuzione rispetto agli anni precedenti. L'organo di controllo, dunque,
ritiene che l'Azienda debba proseguire nell'attuazione delle azioni
giàintraprese al fine di migliorare i risultati e gli obiettivi, con
particolare attenzione:all'abbattimento della morosità relativa aicanoni di
locazione; all'applicazione di procedure di regolarizzazione del rapporto
locativo; al risanamento finanziario, conseguibile anchemediante l'eventuale
alienazione di alloggi o terreni.
Dall'analisi dei fatti di gestione, si rileva che
iresidui attivi alla fine dell'esercizio provengono dalla gestione di
competenza.
Nonostante gli sforzicompiuti, si denota la difficoltà
dell'ente nellariscossione dei residui attivi, che influenza, conseguentemente,
la capacità aziendale di far fronte, con pagamenti puntuali, agli importi
rilevati nei residui passivi.
Il Collegio, dopo aver dato atto dell'avvenuto
riaccertamento per l'anno 2013, ritiene necessario monitorare e verificare i
residui attivi e passivi, al finedi accertare l'esistenza di adeguati
presupposti per il loro mantenimento in bilancio, in considerazione
dell'accorpamento previsto dalla legge regionale numero. 24 del 2013.
Dall'analisi dei risultati, il Collegio rileva
undisavanzo di amministrazione pari ad euro 243.151, che risulta comunque
diminuito rispettoagli anni precedenti. Il conto economico chiude con una
perdita di euro 1.331.
A conclusione della relazione, nell'esprimereparere
favorevole all'approvazione del rendiconto di gestione dell'Aterp, il Collegio
invita eraccomanda l'Azienda a svolgere le attività istituzionali limitatamente
a quanto dettato dalla legge regionale numero
24 del 2013, non assumendo nuovi impegni la cui durata vadaoltre i termini di
legge;
Il dipartimento Lavori
Pubblici, dopo aver riassunto puntualmente la relazione del Collegio dei
revisori, esprime parere favorevole, concordando con le prescrizioni
raccomandate dal Collegio stesso, ritenendo comunque che, nonostante i
tangibili miglioramenti nella gestione aziendale, l'Aterp possa comunque
impegnarsi per eliminare situazioni dicarenze e morosità ancora presenti.
Il dipartimento Bilancio ha svolto le verifiche dovute
per accertare la corrispondenza tra i dati di bilancio finali 2012 e i dati
iniziali 2013, la corretta determinazione del risultato di amministrazione
equindi la piena correttezza contabile dei dati esposti edel risultato
determinato.
Dai documenti presentati dall'ente, si evince
l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio.
A conclusione della relazione di competenza, il
dipartimento Bilancio, condividendo le raccomandazioni del Collegio dei
revisori dei conti, esprime nulla osta all'adozione da parte della Giunta
regionale del bilancio consuntivo dell'Aterp di Catanzaro per l'esercizio
finanziario 2013.
La seconda Commissione, preso atto della dichiarazione
di regolarità resa dai dirigenti della Giunta regionale, ha approvato il
provvedimento amministrativo che oggi si sottopone all’esame dell’Aula.
La parola alla Giunta in risposta alle domande
poste dal consigliere Bevacqua.
Il consigliere Bevacqua ha chiesto cosa la Giunta ha inteso fare se e nel caso in cui siano state
riscontrate delle illegittimità o presunte tali nei rendiconti di gestione -
ovviamente, non nei bilanci di previsione.
La Giunta
ha dichiarato nelle sue delibere la sua
intenzione. Siccome la questione si è posta sia per quanto riguarda l’Arpacal sia
per l’Arcea sia per l’Aterp di Cosenza, in tutti e tre i casi la Giunta ha
chiesto, su sollecitazione del dipartimento Bilancio - che deve verificare il
rendiconto di gestione, quindi l’esistenza di una entrata e di una uscita, ma
non può verificare la legittimità della singola voce di spesa perché è
competenza del dipartimento vigilante - al dipartimento vigilante di verificare
la legittimità o la presunta illegittimità della spesa che spesso è connessa a
norme legislative di contenimento non chiare nel loro perimetro di
applicazione; ha, altresì, chiesto, senza giustizialismi di sorta, di inviare
all’esito delle osservazioni e delle valutazioni da parte dell’organismo
vigilante, cioè il dipartimento vigilante, “di predisporre e inviare, ove
ritenuto necessario, agli organi inquirenti della Corte dei conti, ai sensi della legge 20 del 1994, idonea e
circostanziata relazione in merito all’eventuale danno all’erario, generato
dalla mancata riduzione della spesa in questione e i soggetti che l’hanno
cagionato”.
Quindi normalità sì, ma anche chiarezza di
responsabilità nelle varie situazioni. Sono molto felice di approvare oggi i
rendiconti di gestione, i bilanci di previsione dal 2010 in qua, ma è anche
doveroso, con molta chiarezza, che, se ci sono delle responsabilità, devono
essere prima accertate innanzitutto dal dipartimento vigilante Agricoltura,
Ambiente o quant’altro, e nel caso vi sianodevono essere comunicate agli organi
preposti, in modo particolare alla Corte dei conti per l’accertamento del danno
erariale.
Se non
ci sonoaltri interventi, pongo in votazione il punto
nove all’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportato in allegato)
Passiamo al punto
quattordici: proposte di legge unificate 134/10^e 135/10^ “Modifica legge
regionale 17/2005 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni
amministrative sulle aree del demanio marittimo)”.
La parola al consigliere Bevacqua, relatore del provvedimento.
Signor
Presidente, come Commissione abbiamo
deciso di abbinare i due progetti di legge di iniziativa uno del collegaGiudiceandrea e l’altro del sottoscritto
insieme al collega Orsomarso, in ragione delle convergenti finalità scaturenti
dai due testi. Abbiamo, così, provveduto a coordinare organicamente fra loro le
norme contenute nei progetti di legge originari, unitamente agli emendamenti
proposti, procedendo di fatto alla redazione di un testo omogeneo ed armonico
rispetto agli obiettivi sottesi.
Mi piace evidenziare, comunque, come la prassi
troppo a lungo reiterata su questo tema, di operare in merito ai piani di
spiaggia attraverso continue proroghe, trovi oggi un punto fermo nella legge
urbanistica che abbiamo di recente licenziato, pur se impugnata in alcune
parti, da questo Consiglio regionale.
Grazie a questo nuovo testo, abbiamo risolto
il problema alla radice, perché è stata stabilita una procedura cogente per
l’approvazione dei piani spiaggia, in coerenza con il piano di bacino per
l’erosione costiera e del master plan per interventi di difesa e tutela
della costa. In tal modo è stata eliminata un’anomalia che si trascinava ormai
da troppi anni e credo che in questo caso vada dato atto a questo Consiglio
regionale e all’assessore al ramo per aver saputo anche porre fine ad una anomalia
che si registrava da troppo tempo.
Sono diversi ad oggi i comuni costieri
calabresi non ancora dotatisi di un Piano comunale di spiaggia, formato e
adeguato secondo le indicazioni della normativaregionale. Tale situazione, se
non affrontata per tempo, porrebbe a rischio le attività di decine di operatori
turistici sin qui titolari dei lidi balneari, a supporto di attigui alberghi e
villaggi turistici, con la conseguente chiusura di svariate unità
imprenditoriali del settore e la perdita di migliaia di posti di lavoro.
La proposta di legge, pertanto, nel suo
complesso, consente ai comuni costieri, in attesadell’approvazione dei Piani
comunali di spiaggia, di autorizzare provvisoriamente l’utilizzo di aree
demaniali marittime ai fini dell’attività inerente ai servizi di balneazione, a
condizione che le aree interessate da tale autorizzazione siano già incluse con
le medesime destinazioni nei vigenti piani.
Viene, inoltre, opportunamente stabilito che
l’autorizzazione temporanea ed eccezionale, in ogni caso, non comporta nessun
diritto di insistenza e che tale autorizzazione potrà essere rilasciata in via
del tutto eccezionale e limitatamente alla sola stagione estiva 2016. In tal
modo si evita di ingenerare il dubbio di una sorta di rinnovo automatico dell’autorizzazione
e che ciò possa accordare vantaggi al prestatore uscente o a persone che con
tale prestatore abbiano particolari legami. In questo modo evitiamo anche di
porsi in contrasto con la normativa europea e con il principiocostituzionale
della tutela della concorrenza.
Pertanto, propongo all’Aula l’approvazione di
questa modifica alla legge regionale 17/2005.
Ci sono due emendamenti presentati in questo
momento alla Presidenza dal consigliere Orsomarso su questo progetto di legge.
Prego, consigliere.
Ho
tardato a presentarli e ne avevo parlato anche con l’altro presentatore, il collega Giudiceandrea, lo
dico adesso a microfono al collega Bevacqua: nelle more dello spirito di questa
norma che abbiamo insieme presentato, che è a salvaguardia di proroghe, un
emendamento prevede di aggiungere ad “attività ricettive alberghiere” anche
“attività nautiche”. Comprenderete che ci sono approdi che sono utilizzati con
delle autorizzazioni provvisorie.
Quindi i due emendamenti vanno in questa
direzione, in uno spirito di proroga rispetto a queste varie attività
alberghiere ed extralberghiere, quindi anche nautiche.
PRESIDENTE
Prego, consigliereBevacqua.
Il
consigliere Orsomarso, che con me ha
presentato questa proposta di modifica alla legge regionale, oggi propone all’Aula un’ulteriore modifica o variazione all’emendamento
proposto.
Non so
se è ammissibile o meno questo emendamento.
Possiamo incorrere in qualche censura? Propongo all’Aula
di approvare
il testo così
come è stato approvato dalla Commissione.
PRESIDENTE
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Sappiamo
che vi è la prassi di modificare in Aula i provvedimenti di legge lì dove ci sono emendamenti che non stravolgono il testo; qui si
tratta di aggiungere alle parole “attività alberghiere” le parole “e nautiche”.
Comprenderete bene che è vicina la stagione turistica e che lo spirito di questa
proposta di legge che abbiamo
presentato insieme riguarda appunto villaggi e quant’altro; non si tratta
quindi di stravolgere lo spirito della proposta.
Consigliere
Orsomarso, poiché gli emendamenti
devono essere presentati entro le 24 ore precedenti l’inizio della seduta,
direi di ammetterli se lei assieme al Presidente della Commissione rilevate che
sono di dettaglio e che possono, quindi, essere ammessi e discussi oggi
spostando la discussione definitiva di questo punto dopo la discussione delle
deliberazioni della Corte dei conti.
Prego il Presidente della Commissione, assieme
ai capigruppo, di incontrarsi per decidere l’ammissibilità o meno degli
emendamenti.
Passiamo al punto quindici all’ordine del giorno relativo a “Discussione su deliberazione della Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Calabria – n. 87/2015 'Verifica del rispetto degli obiettivi annuali posti dal patto di stabilità interno, dell’osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento dell’articolo 19, sesto comma, della Costituzione, della sostenibilità dell’indebitamento e dell’assenza di irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari sul Bilancio di previsione 2015 della Regione Calabria'”.
Prego, consigliere Battaglia, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, la delibera in questione riveste notevole importanza ed ha ad oggetto la verifica del rispetto degli obiettivi annuali posti dal Patto di stabilità interno, dell'osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento dell'articolo 19, sesto comma, della Costituzione, della sostenibilità dell'indebitamento e dell'assenza di irregolarità suscettibili di pregiudicare, anche in prospettiva, gli equilibri economico-finanziari sul bilancio di previsione 2015 della Regione Calabria, così come previsto dall'articolo 1, comma 3, del decreto Legge n. 174 del 2012.
Secondo quanto previsto dalla legge 14 gennaio 1994 numero 20, le sezioni regionali di controllo della Corte dei conti esercitano il controllo, ai fini di referto, sulla gestione delle amministrazioni regionali e dei loro enti strumentali.
In particolare, tra le tante attività, la sezione regionale di controllo della Corte dei conti svolge, anche in corso di esercizio, il controllo successivo sulla gestione del bilancio e del patrimonio delle amministrazioni pubbliche, nonché sulle gestioni fuori bilancio e sui fondi di provenienza comunitaria, verificando la legittimità e la regolarità delle gestioni nonché il funzionamento dei controlli interni a ciascuna amministrazione.
Da ciò ne deriva preliminarmente, secondo quanto rilevato dall'esame del bilancio di previsione per l'esercizio 2015 da parte della sezione regionale di controllo, che la Regione è rimasta parzialmente inadempiente in merito ad alcune misure da adottare relative alle criticità come rilevate nel bilancio di previsione 2014 con deliberazione della sezione stessa.
In particolare, la sezione di controllo rileva l'opportunità che la Regione renda conto degli atti adottati in ottemperanza ai rilievi formulati in occasione di propri precedenti referti, richiamando quest'ultima anche in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 18 del decreto legislativo 10 agosto 2014 n. 126, chemodifica il decreto legislativo 23 giugno 2011 numero 118.
La sezione, nonostante tenga conto dell'attestazione del rispetto degli equilibri di bilancio, rileva come la Regione non produca in tale argomento un'appropriata relazione che possa confortare i dati prodotti. A tal proposito, richiama al rispetto della tempistica nel provvedere all'adozione degli atti di indirizzo da parte del dipartimentoBilancio in materia di limiti all'assunzione di obbligazioni giuridicamente vincolanti sugli stanziamenti del bilancio relativi all'esercizio finanziario 2015.
Riguardo poi la regolarità in capo alla Regione circa la gestione amministrativa e contabile, la sezione pone l'attenzione sull'obbligo in capo alla Regioni delle politiche relative all’assunzione di personale degli organismi partecipati, per garantire anche per quest'ultimi una graduale riduzione della percentuale tra spese di personale e spese correnti.
La Sezione riscontra una situazione tale che non può rispondere alle finalità della normativa in esame, poiché per la maggior parte dei casi rileva un livello elevato della spesa senza alcuna indicazione delle necessarie azioni di riduzione.
Anche riguardo la gestione contabile la Sezione, considerata la genericità di quanto dichiarato dalla Regione e l'assenza di qualsiasi quantificazione, accerta come sia vanificata, di fatto, ogni possibilità di effettiva conoscenza e verifica degli aspetti in esame.
Sempre in merito alla gestione contabile, in relazione al “Piano delle valorizzazioni e alienazioni degli immobili di proprietà della Regione Calabria esercizio 2015”, secondo la Sezione regionale di controllo il Piano non appare idoneo a svolgere la propria funzione di “documento fondamentale di programmazione delle vendite immobiliari che la Regione intende avviare negli esercizi finanziari di riferimento”.
In particolare, la Sezione evidenzia come il Piano è stato redatto senza tener conto delle informazioni e dati tecnici, poiché tali dati non risultano forniti per l'anno corrente dai dipartimenti della Giunta regionale e dagli enti o aziende strumentali.
Ci sono interventi? Questo è un punto, assieme a quelli che seguono, che è di discussione e che non sarà sottoposto a votazione.
(Il Consiglio prende atto)
Passiamo al punto sedici: “Discussione su deliberazione della Corte dei conti– Sezione regionale di controllo per la Calabria – n. 95/2015 'Relazione sulle società partecipate ed enti strumentali della Regione Calabria'”.
Prego, consigliere Battaglia, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, il decreto legislativo numero 118 del 2011 impone alle amministrazioni regionali ilconsolidamento, per l'anno 2016, del proprio bilancio con quello degli enti,organismi strumentali, aziende e società controllate e partecipate; ciò ai finidella conoscenza, sia per l'ente gestore sia per la collettività, della complessiva situazione finanziaria della Regione.
La Sezione regionale della Corte dei conti, nell'ambito delle sue funzioni di controllo, fornisce, nella relazione allegata alla delibera numero 95 del 2015, un quadro delle società partecipate regionali, in termini gestionali ed economico-finanziari, e delle attività poste in essere dall'amministrazione regionale propedeutiche all'adempimento dell'obbligo di consolidamento per l'anno 2016.
La Corte evidenzia come la Regione abbia, già da tempo, avviato il processo di riordino delle proprie partecipazioni societarie e dei propri enti strumentali, alla luce dell'esigenza di contenimento della spesa regionale. Tale processo risulta, però, in ritardo rispetto agli impegni assunti con leggi regionali (da ultimo con la legge regionale numero 24 del 2013).
La Corte specifica che, dall'analisi delle iniziative legislative e degli attiamministrativi che si sono susseguiti, emerge una persistente confusione del quadro normativo regionale, con scelte stratificate, ripetitive e in alcuni casi contraddittorie, accompagnate da pesanti ritardi attuativi dell'Esecutivo e una pressoché totale carenza dell'attivazione della propria funzione di controllo daparte dell'organo legislativo, le cui indicazioni, invero non lineari, sono state spesso totalmente disattese.
La stessa Corte ritiene, pertanto, improrogabile, anche alla luce dell'esigenza di contenimento della spesa regionale, un percorso che conduca alla corretta ed efficace gestione delle risorse pubbliche.
Ci sono interventi? No.
(Il Consiglio prende atto)
Passiamo alla discussione del punto numero diciassette: “Discussione su deliberazione della Corte dei conti– Sezione regionale di controllo per la Calabria – n. 2/2016 'Relazione sulla gestione del patrimonio della Regione Calabria con riferimento agli esercizi 2009-2014'”
Prego, consigliere Battaglia, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, con la citata deliberazione la Corte dei conti rassegna al Consiglio regionale della Calabria, ai sensi dell'articolo 7 della legge numero 131 del 2003, il referto conclusivo dell'indagine svolta sulla gestione del patrimonio della Regione Calabria nelperiodo 2009-2014.
Come è noto, la Corte dei conti esercita un controllo successivo sulla gestione che ha ad oggetto non atti, ma intere gestioni, e nello svolgimento di tale importante attività ed in un'ottica collaborativa segnala le criticità rilevate alfine di attivare processi di “autocorrezione”.
Ciò detto, occorre evidenziare che il controllo sul patrimonio della Regione investe un articolato quanto complesso ambito normativo di riferimento del quale, nel corso della relazione, vengono richiamate le principali fonti di direttointeresse per gli argomenti oggetto di indagine.
Brevemente ed in particolare si rappresenta che, attraverso l'operazione di inventariazione dei beni, la Regione deve classificare, descrivere e valutare,per quantità e qualità, i singoli elementi patrimoniali, al fine di determinare la consistenza patrimoniale dell'ente. Infatti, l'inventario è quel documento contabile che rappresenta un cosiddetto momento statico quale punto di partenza su cui si innesta la successiva fase dinamica riguardante il movimento dei beni.
Il patrimonio della Regione deve, quindi, essere riportato nel conto del patrimonio, al fine da evidenziare la consistenza dei beni alla fine dell'esercizio, le variazioni nella consistenza rispetto agli anni precedenti e per valutare irisultati conseguiti nell'ambito della gestione patrimoniale dell'anno diriferimento. In tale ambito, rileva altresì il decreto legislativo numero 118 del 2011 che, così come modificato dal decreto legislativo numero 126 del 2014, ha introdotto rilevantissime novità in relazione all'avvio della contabilità economico-patrimoniale armonizzata delle Regioni.
Per avviare la contabilità economico-patrimoniale coerente con i principi dell'armonizzazione, le Regioni che non hanno adottato la contabilità economico-patrimoniale elaborano il primo stato patrimoniale di apertura sulla base della situazione rappresentata dal conto del patrimonio dell'esercizio precedente, integrata da una ricognizione straordinaria della situazione patrimoniale della Regione, applicando direttamente i principi contabili dell'armonizzazione, sia con riferimento alla classificazione delle voci del patrimonio sia per quanto riguarda i criteri di valutazione.
L'attività di ricognizione straordinaria del patrimonio, e la conseguente rideterminazione del valore del patrimonio, deve in ogni caso concludersi entro il secondo esercizio dall'entrata in vigore della contabilità economico-patrimoniale, entro l'esercizio 2017, esclusi gli enti che hanno partecipato alla sperimentazione.
Nel merito, la Corte dei conti effettua un'analisi precisa e puntuale sulla verifica della solidità patrimoniale e finanziaria dell'ente. In particolare, nelricostruire l'attività di ricognizione dei beni posta in essere dalla Regione, evidenzia che le criticità rilevate nel corso degli anni non hanno ancora trovato soluzione concreta. Infatti, la Corte precisa che la situazione rilevabile al 2014 presenta lo stesso rapporto tra beni inventariati e non inventariati rilevabile al 2009 e che, nonostante l'attività di inventariazione condotta, secondo quanto riferito nella nota n.3615 del 2016, ha portato un netto miglioramento nel numero degli assets inventariati, esiste a tutt'oggi una considerevole consistenza di beni (fabbricati e terreni) non inventariati che rappresenta il 78,76 per cento del totale dei beni immobili regionali.
La Corte esamina poi le risultanze dell'attuazione di piani di alienazione adottati dalla Regione nel periodo considerato, precisando che a fronte di un valore complessivo stimato di euro 4.384.392, per come indicato nel Piano di valorizzazione e alienazione degli immobili di proprietà della Regione per l'anno2011,e nonostante la presentazione ogni anno dei nuovi piani di alienazione, la Regione ha incassato sino ad oggi per la vendita di immobili solo 132 mila euro nei residui 2012 e 106 mila in conto competenza 2014.
La Corte,quindi, evidenzia ancora una volta un'inefficace attività di programmazione e gestione strategica del patrimonio regionale.
Segue l'analisi delle azioni poste in essere per la messa in sicurezza degli immobili, manutenzione e recupero degli immobili, nonché l'esame della vicenda relativa alle assicurazioni del patrimonio immobiliare regionale.
La Corte, inoltre, al fine di poter conseguire ulteriori elementi di valutazione intermini di economicità ed efficacia della gestione del patrimonio immobiliare anche nel periodo 2009-2014, così come è stato evidenziato nella relazione, ha proceduto all'osservazione dell'andamento dei fitti passivi sostenuti dalla Regione, pur in considerazione delle modifiche normative in merito, medio tempore intervenute, rapportati ai fitti attivi e alle correlate spese di manutenzione e riparazione.
La Corte espone, poi, la situazione generale, per gli anni 2009 e 2014, con riferimento all'ultimo bilancio di esercizio 2013, della redditività delle risorseregionali investite negli organismi partecipati.
Ci sono interventi? No.
(Il Consiglio prende atto)
Passiamo al punto diciotto all’ordine del giorno: “Discussione su deliberazione della Corte dei conti– Sezione regionale di controllo per la Calabria – n. 12/2016 'Relazione annuale sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel 2015 e sulle tecniche di quantificazione degli oneri (art. 1, comma 2, del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174 convertito in legge 7 dicembre 2012, n. 213)'”
Prego, consigliere Battaglia, ha facoltà di
svolgere la relazione.
Signor Presidente, la novità normativa introdotta dal decreto legislativo numero 174 del 2012, di affidare alla Corte dei conti un ulteriore profilo di indagine, ancor più di merito, costituiscecertamente per l'intera istituzione un forte stimolo per migliorare la qualità della legislazione regionale, riprogettando lo stesso iter delle leggi, coinvolgendo da un lato ed in modo diretto i consiglieri regionali nell'esercizio delle loro prerogative e dall'altro lo stesso Esecutivo regionale, con apporti tecnico-specialistici degli uffici di Giunta e di Consiglio adeguati alle recenti novità legislative.
La relazione costituisce per noi tutti un prezioso punto di riferimento inordine alle numerose norme richiamate dalla giurisprudenza costituzionale edalle più avanzate tecniche contabili in materia di quantificazione degli oneri finanziari, la cui osservanza consentirà al Consiglio regionale di ancorare l'attività legislativa ad una sempre più rigorosa logica di programmazione e di sostenibilità finanziaria delle scelte operate.
L'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo numero 174 del 2012, prevede che la Corte dei contiriferisca agli stessi Consigli regionali, con propria relazione a cadenza annuale, sulla copertura finanziaria delle leggi approvate e sulle relative tecniche di quantificazione degli oneri.
Si tratta di un controllo referente, finalizzato a fornire alle assemblee legislative consiliari utili elementi conoscitivi sulle possibili criticità in materia dicoperture finanziarie delle leggi regionali di spesa.
L'attività legislativa del Consiglio regionale nel corso dell'anno 2015 si è caratterizzata per l'approvazione di quaranta leggi.
Con questo intervento desidero evidenziare le principali problematiche emerse nel corso della relazione annuale relativa alle tipologie di copertura finanziaria adottate nelle leggi regionali di spesa.
Emerge chiaramente che, rispetto all'anno precedente, si è registrato un miglioramento, considerato che relativamente a numerose leggi la Sezione ha ritenuto di non dover formulare rilievi di carattere finanziario. Altrettanto vero, però, è che rimangono delle inadempienze di fondo perpetrate dal Consiglio regionale.
Una delle osservazioni reiterate dalla Corte è quella relativa al mancato soddisfacimento dei requisiti contenutistici delle relazioni tecnico-finanziarie di accompagnamento ai progetti di legge regionali.
In particolare, la Corte lamenta che le suddette relazioni non presentano alcun approfondimento in merito all'iter valutativo che ha condotto alla suaformulazione, la quale, a sua volta, si risolve di frequente nell'apposizione di una mera clausola di stile di invarianza finanziaria.
La Corte è chiara nel ritenere imprescindibile, come previsto dalla legge e dalla giurisprudenza costituzionale, che l'irrilevanza finanziaria deve esseredimostrata, tra l'altro, sia nell'ipotesi in cui essa sia consacrata in appositanorma finanziaria sia nel caso in cui la legge nulla preveda in merito allacopertura, così risultando detta invarianza implicita nel testo normativo.
L'invarianza della spesa – continua la Corte – non può che desumersi dal contenuto sostanziale della legge.
Nel 2015, inoltre, si è fatto largo uso di norme
finanziarie costruite in termini precettivi, in cui
l’ipotesi di rilevanzafinanziaria è assunta come imperativo per i soggetti chiamati
all’attuazione della norma, anziché in termini accertativi, di netta
neutralità.
Una siffatta pratica comporta, in primo luogo, una pesante alterazione dei rapporti tra legislativo ed esecutivo, al quale viene rimbalzata la responsabilità di ottenere il risultato prefisso dalla norma o attuare un intervento in essa descritto con le risorse già disponibili in bilancio, a prescindere dai costi effettivi da affrontare.
Si assiste, in questo modo, alla reiterata sovrapposizione tra la fase della quantificazione della spesa, logicamente antecedente, e la successiva fase dellarelativa copertura finanziaria, con l'effetto di “saltare” il fondamentale passaggio della stima delle risorse.
Tutto questo comporta il ragionevole rischio di “scopertura”, verificabile solo nella fase attuativa dell'intervento descritto dalla norma. La Corte, infatti, osserva la non corretta modalità ricorrente nelle leggi di spesa dell'anno considerato di costruzione della norma finanziaria senza alcuna espressa quantificazione della spesa.
Altresì, nel corpo nella delibera la Sezione concentra l'attenzione sulla mancanza, nelle leggi approvate nel corso del 2015, della cosiddetta clausola di salvaguardia, prevista dall'articolo 17 della legge numero 196 del 2009. Detta clausola serve ad apprestare in modo effettivo ed automatico mezzi di copertura aggiuntivi nel caso si verifichino o siano in procinto diverificarsi scostamenti rispetto alle previsioni indicate dalle leggi al fine della copertura finanziaria, in modo da garantire la corrispondenza anche dal punto di vista temporale tra l’onere e la relativa copertura, con obbligo, ai sensi del comma 7 di detto articolo, di fornire nella relazione tecnica i dati e gli elementi idonei a consentire la verifica della congruità.
Queste considerazioni suggeriscono di sensibilizzare l'intero Consiglio regionale sulla necessità di ancorare l'attività legislativa ad una sempre più rigorosa logica di programmazione e di sostenibilità delle scelte operate con l'approvazione delle leggi.
Non ci sono altri interventi,
diamo atto di aver discusso le deliberazioni numero 87/2015, 97/2015, 2/2016,
12/2016 della Corte dei conti.
(Il Consiglio prende atto)
Torniamo al punto quattordici all’ordine del giorno, che diventa l’ultimo punto.
Prego, consigliereOrsomarso.
D’accordo con l’assessore
e il Presidente della Commissione, ritiro l’emendamento. In ipotesi
preventiva verificheremo anche con un parere legale e mi riserverò di
ripresentare eventualmente la proposta di modifica prevista dall’emendamento.
Se non ci sono altri interventi
dopo quello del relatore Bevacqua, passiamo alla votazione dell’articolato.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’
approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione la legge nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Comunico che la Conferenza dei capigruppo, assieme alla Presidenza, ha stabilito che la prossima seduta di Consiglio regionale sarà il prossimo 28 giugno. L’orario verrà comunicato a domicilio.
Non essendoci altri punti all’ordine
del giorno, la seduta è tolta.
La seduta termina alle
17,29
Hanno chiesto congedo i consiglieri Aieta, Gentile, Guccione, Mangialavori.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche della montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna - (deliberazione G.R. n. 144 del 29.4.2016)” (P.L. n. 144/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Modifiche alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11 (Disposizioni per la bonifica e la tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica) - (deliberazione G.R. n. 171 del 20.5.2016)” (P.L. n. 151/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Disposizioni in
materia di separazione tra funzioni di indirizzo e controllo e attività di
gestione e ulteriori disposizioni relative alla dirigenza - (deliberazione G.R.
n. 195 del 13.6.2016)” (P.L. n.
152/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Approvazione
rendiconto generale relativo all'esercizio finanziario 2015 - (deliberazione
G.R. n. 222 del 13.6.2016)” (P.L. n.
153/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei
consiglieri:
Orsomarso - “Interventi finalizzati alla
Spesa Solidale” (P.L. n. 143/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Giudiceandrea -
“Integrazioni e modifiche alla legge regionale n. 25 del 26 aprile 1995
(Integrazioni e modifiche alla legge regionale 19 aprile 1985, n. 17, recante
norme in materia di biblioteche di Enti locali o di interesse locale)” (P.L. n. 145/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Battaglia, Aieta, D'Acri, Neri - “Disposizioni in materia di rateizzazione dei debiti tributari e delle relative sanzioni 5.5.2016” (P.L. n. 146/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Aieta - “Modifica dell'art. 38 della legge
regionale n. 47/2011” (P.L. n. 147/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente – ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea
e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Aieta - “Riconoscimento del ruolo sociale
delle società di mutuo soccorso” (P.L. n. 148/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Romeo, Scalzo, Bevacqua - “Disciplina delle
Associazioni Pro Loco (P.L. n. 149/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Cannizzaro - “Strumenti d'intervento per gli alunni con
bisogni educativi speciali ed organizzazione territoriale per l'inclusione
scolastica” (P.L. n. 150/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Approvazione
Rendiconto di Gestione dell’ATERP (Azienda
Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica) della provincia di Catanzaro
per l'anno finanziario 2013 - (deliberazione G.R. n. 115 del 15.4.2016)” (P.P.A.
n. 122/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Approvazione
Rendiconto di Gestione dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica) della provincia di Cosenza esercizi finanziari dal 2010
al 2013 - (deliberazione G.R. n. 143 del 29.4.2016)” (P.P.A. n. 125/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione- Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Bilancio di previsione
dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria)
2016/2018 - (deliberazione G.R. n. 180 del 23.5.2016)” (P.P.A. n. 126/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Bilancio di previsione
2016/2018 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica della
Regione Calabria - (deliberazione G.R. n. 202 del 13.6.2016)” (P.P.A. n. 127/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
“Approvazione
Rendiconto di Gestione dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica della Provincia di Catanzaro (A.T.E.R.P.) esercizio finanziario 2014 e
riaccertamento straordinario dei residui ex art. 3, comma 7 del D.Lgs. 118/2011
per come modificato e integrato dal D.Lgs. 126/2014 - (deliberazione G.R. n.
201 del 13.67.2016)” (P.P.A. n.
128/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Approvazione
del rendiconto dell'esercizio finanziario 2015 e della relazione sulla gestione
- (deliberazione U.P. n. 17 del 28.4.2016)” (P.P.A. n. 123/10^)
(Così resta stabilito)
“Riaccertamento
ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2015, ai sensi dell'art. 3,
comma 4, del D.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii. Variazioni al bilancio finanziario
di previsione 2016-2018 - (deliberazione U.P. n. 16 del 28.4.2016)” (P.P.A. n. 124/10^)
(Così resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 150 del 29 aprile 2016,
recante: "Piano Regionale Trasporti. Adozione della proposta preliminare
di Piano Regionale dei Trasporti e del Rapporto Ambientale Preliminare.
Espletamento delle procedure di Valutazione Ambientale Strategica per
l'approvazione del PRT". (Parere n. 15/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione
dell’ambiente.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere
della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 193 del 13 giugno
2016, recante: "Fondo Europeo per la Pesca FEP Reg. (CE) n. 1198/2006 -
Presa d'atto della rimodulazione del Piano Finanziario approvato dal Comitato
di Sorveglianza del 24 novembre 2015". (Parere n. 16/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
In
data 20 aprile 2016, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le
sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 47 del 21
aprile 2016:
Legge
regionale 20 aprile 2016, n. 10, recante: "Norme per la tutela della
salute dei pazienti nell'esercizio delle attività specialistiche
odontoiatriche";
Legge
regionale 20 aprile 2016, n. 11, recante: "Istituzione dei servizi delle
professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico
sanitarie, tecniche della prevenzione e delle professioni sociali - Modifiche
alla legge regionale 7 agosto 2002, n. 29";
Legge
regionale 20 aprile 2016, n. 12, recante: "Modifiche alla legge regionale
12 febbraio 2016, n. 2 (Istituzione del Registro tumori di popolazione della
Regione Calabria)";
Legge
regionale 20 aprile 2016, n. 13, recante: "Modifiche alla legge regionale
30 dicembre 2015, n. 31 e alla legge regionale 30 dicembre 2015, n. 32".
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 66 del 2 marzo 2016, recante: “Azienda territoriale per l'edilizia residenziale pubblica regionale ex art. 7 L.R. 24/2013 - Approvazione Statuto e definizione adempimenti di natura contabile”.
La Giunta regionale ha trasmesso la deliberazione n. 165 del 13 maggio 2016, recante: “Approvazione conto giudiziale - esercizio finanziario 2015”.
A
seguito delle designazioni e dell’elezione dell’Ufficio di Presidenza, la Commissione
Riforme è così composta:
1)
BATTAGLIA Domenico PARTITO
DEMOCRATICO
2)
BOVA Arturo DEMOCRATICI
PROGRESSISTI
3)
ESPOSITO Sinibaldo NUOVO
CENTRO DESTRA
4)
NICOLO'Alessandro FORZA
ITALIA
5)
PASQUA Vincenzo OLIVERIO
PRESIDENTE
6)
SCULCO Flora CALABRIA
IN RETE
Ufficio di Presidenza
Presidente Sinibaldo Esposito
Vicepresidente Vincenzo Pasqua
Segretario Arturo Bova
La Giunta regionale ha trasmesso il Decreto del Presidente della Regione n.104 del 30 maggio 2016, recante: “Delega attività al Consigliere Mauro D'Acri in materia di agricoltura e risorse agroalimentari ai sensi dell'articolo 33, comma 8 bis, dello Statuto”.
In data 2 maggio 2016, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato Regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 50 del 2 maggio 2016:
Regolamento regionale n. 7 del 2 maggio 2016, concernente: “Regolamento regionale per la disciplina del nucleo regionale di valutazione e verifica degli investimenti pubblici”.
In data 27 maggio 2016, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato Regolamento regionale e che lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 64 del 30 maggio 2016:
Regolamento regionale n. 8 del 27 maggio 2016, concernente: “Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dei dipendenti della Giunta regionale con qualifica dirigenziale”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2016 - 2018:
Deliberazione Giunta regionale n. 162 del 13 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 163 del 13 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 164 del 13 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 168 del 13 maggio 2016
Deliberazione Giunta regionale n. 173 del 20 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 174 del 20 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 175 del 20 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 176 del 20 maggio 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 203 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 204 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 205 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 206 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 217 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 218 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 219 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 220 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 221 del 13 giugno 2016;
Deliberazione Giunta regionale n. 224 del 17 giugno 2016.
Bevacqua . Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
con delibera di Giunta del 5 febbraio 2016, la Regione ha riprogrammato il Piano di Attuazione regionale del PON IOG, attuazione Garanzia Giovani, che fornisce gli indirizzi per il finanziamento di attività di occupabilità dei giovani, al fine di concludere positivamente manifestazione di interesse tra Regione ed Azienda "Calabria Lavoro" per la selezione di 145 soggetti del bacino "Programma Stages" aventi un profilo professionale di supporto all'auto impiego e all'auto imprenditorialità;
a seguito del decreto n. 6 del 29 febbraio 2016, è presente sul sito dell'Azienda Calabria Lavoro l'elenco dei 145 soggetti interessati, dal quale attingere per il contratto; si apprende dalla stampa e da fonti sindacali che, a causa della mancata trasmissione di alcuni documenti dal dipartimento Lavoro della Regione Calabria al ministero preposto, sarebbe a forte rischio la stipula del contratto con Azienda Calabria Lavoro -:
quali provvedimenti si intendono adottare e quali urgenti iniziative di competenza si intendono assumere per intervenire con decisone, anche in relazione agli uffici regionali competenti, al fine di accelerare il completamento degli adempimenti burocratici necessari perché gli interessati comincino immediatamente a lavorare, secondo quanto previsto dalla convenzione stipulata con Azienda "Calabria Lavoro".
(170; 22/04/2016)
Bevacqua . Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
in ragione del decreto legislativo n. 150/2015, attuativo del Jobs Act, i Centri per l'impiego sono affidati alla gestione della Regione fino all'approdo all’ANPAL (Agenzia Nazionale delle Politiche Attive), il quale dovrà avvenire dopo l'approvazione del referendum confermativo sulla Riforma Costituzionale che riporta allo Stato la competenza sulle Politiche Attive;
in un primo momento la Regione aveva stabilito di far transitare il personale dei CPI in Calabria Lavoro, sollevando dubbi e perplessità sul piano giuridico/amministrativo, nonché l'aperta opposizione dei sindacati regionali e degli stessi lavoratori;
a detta delle fonti sindacali, l'intervento personale del Presidente Oliverio ha consentito di porre in essere la saggia e congrua delega temporanea le Province per la gestione dei CPI, subordinatamente alle direttive della Regione;
nonostante i mesi trascorsi, non si è ancora approdati all'approvazione delle Convenzioni con le Province, poiché sembra non vi sia un disegno regionale programmatico chiaro in relazione agli aspetti della gestione, né sul piano normativo, né, soprattutto, sul piano economico finanziario;
il Ministero del Lavoro si è già fatto carico delle spese del personale dei CPI, per una quota pari ai 2/3, per gli armi 2015 e 2016, e buona parte dei predetti fondi sono già stati trasferiti alla Regione;
oltre al mancato trasferimento dei predetti fondi ministeriali, inspiegabilmente trattenuti dalla Regione, le Province, infatti rivendicano il mancato trasferimento dei fondi regionali atti a coprire la residua quota di 1/3;
le Province, per le note vicende di bilancio, non sono più in grado di anticipare gli stipendi e, in alcune realtà, il personale non viene più pagato da alcuni mesi;
in questo quadro, i CPI appaiono allo sbando, senza più la possibilità di erogare i precipui servizi istituzionali e, in diversi casi, privati persino della capacità di acquistare le dotazioni minime di materiale d'ufficio;
la situazione è maggiormente aggravata dal fatto che la Regione non ha provveduto ad emettere i regolamenti attuativi delle modalità operative del Decreto legislativo 150/2015 ed a predisporre il modello del c.d. progetto personalizzato del lavoratore, senza il quale l’INPS non è in grado di erogare ai lavoratori disoccupati, che ne hanno fatto richiesta, la nuova provvidenza economica ASDI - assegno per la disoccupazione;
non poca preoccupazione destano, più in generale, le tante, troppe, incertezze operative in ordine al mercato del lavoro calabrese, a cominciare dai bandi emessi per i disoccupati ed i lavoratori in mobilità in deroga, a più riprese pubblicati, ritirati, sospesi, corretti;
la mia proficua ed esaltante esperienza maturata, in qualità di Assessore al Mercato del Lavoro ed alla Formazione Professionale della Provincia di Cosenza, al fianco del Presidente Mario Oliverio, sortendo l'unanime riconoscimento ai Centri per l'impiego della Provincia di Cosenza, come quelli più efficaci e meglio organizzati della regione, mi impone l'obbligo morale e politico di intervenire, richiedendo gli opportuni chiarimenti in merito alle palesi deficienze che da diversi mesi stanno attraversando i Servizi per l'impiego in Calabria;
questo deplorevole stato di cose non è appropriato, alla storia politica ed all'etica del Presidente Oliverio, al quale non può essere addebitato, in alcun modo questo scenario -:
se non reputa necessario, nella circostanza, una verifica ed un impegno diretto per correggere la direzione di questo percorso, al fine di renderlo maggiormente conforme alle idee programmatiche sulle cui basi abbiamo ottenuto l'ampio consenso dai cittadini calabresi.
(172; 26.04.2016)
G. Graziano . Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
il responsabile della Neuropsichiatria Infantile del distretto di Rossano risulta in pensione ormai da diversi mesi;
attualmente nessuna figura ricopre il servizio;
coloro i quali necessitano di assistenza sono costretti a recarsi nelle strutture presenti nei comuni di Cariati e di Corigliano;
i neuropsichiatri delle strutture di Cariati e Corigliano, a causa dell'enorme carico di lavoro, svolgono l'assistenza richiesta in condizioni di disagio e di difficoltà;
l'eccesso di domanda che proviene dall'intero territorio si traduce in prestazioni di servizi poco efficienti;
inoltre i tempi di intervento sono biblici;
alle famiglie interessate, tra l'altro, spetterebbe un contributo di 20 euro al giorno per ciascuno bambino che presenta disabilità, ma questo contributo non è mai stato corrisposto;
richiedere il certificato di rivalutazione, obbligatorio per ottenere il sostegno a scuola, risulta, ad esempio, quasi impossibile;
quanto sopra esposto va ad aggravare la situazione del sostegno a scuola, che già da tempo è stato oggetto di tagli, tanto che agli alunni che ne usufruiscono non è garantito il servizio per l'intera durata dell'anno scolastico -:
quali urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per ristabilire, in condizioni di normalità, il servizio di neuropsichiatria infantile nel distretto di Rossano e garantire, quindi, un servizio vitale e necessario ai bambini di questo comprensorio.
(173; 26.04.2016)
Graziano . Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
la strada provinciale n. 260 (exSS108 Ter) che doveva collegare Cariati a San Giovanni in Fiore, risulta interdetta al traffico da ormai 10 anni nel tratto compreso tra i Comuni di Scala Coeli e di Terravecchia, e che nonostante le lamentele dei cittadini e degli allevatori a tutt'oggi non si hanno certezze se questo tratto di strada verrà ripristinato;
la strada provinciale n. 200 che collega la piccola frazione di San Morello alla SS106 Jonica è in uno stato di degrado abnorme. Difatti, da un sopralluogo da me effettuato in data 19 maggio u.s. ho potuto constatare di persona la grave situazione di abbandono della predetta arteria stradale;
l'unica strada comunale di collegamento tra Scala Ceoli e San Morello è chiusa al traffico, ma transitata da tutti abusivamente. Questa infrastruttura è strategica per la viabilità e le comunicazioni di un comprensorio ad alto sviluppo agricolo ed è utilizzata anche dai comuni limitrofi per recarsi sulla SS 106 Jonica;
considerato
che la Provincia di Cosenza, ha trasmesso alla Regione Calabria un progetto di massima che riguarda la SP260 Cariati > San Giovanni in Fiore per essere inserito nei prossimi finanziamenti regionali;
il Comune di Scala Coeli è destinatario di un finanziamento per il dissesto idrogeologico in capo all'Ufficio Commissario Straordinario Ing. Carmelo Gallo e che alla data odierna nulla è stato ancora fatto;
considerato, infine, lo stato di abbandono della SP200 San Morello > SS 106 Jonica -:
quali urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per porre fine ad una emergenza che ormai si protrae da anni e che ha visto dissipare ingenti risorse pubbliche per interventi di somma urgenza e che, a tutt'oggi, non hanno risolto le gravi problematiche segnalate. E se è stato previsto lo stanziamento dei fondi necessari, da parte della Regione Calabria, per cofinanziare l'intervento sulla SP260.
(179; 24.05.2016)
Graziano . Al Presidente della Giunta regionale - premesso che:
la Regione Calabria, nella Conferenza Stato Regioni, aveva assunto l'impegno ad inserire nei LEA (livelli essenziali di assistenza) la PMA (procreazione medicalmente assistita);
a causa del Piano di Rientro la PMA non risulta ancora inserita nei LEA previsti dal DPCM del 29 Novembre 2001;
ciò comporta la mancanza di copertura economica delle prestazione di PMA eseguite dai calabresi fuori Regione;
l'unica struttura specializzata nella PMA risulta essere l'Ospedale Annunziata di Cosenza, con un Centro di primo livello;
i Centri di primo livello eseguono prestazioni di PMA decisamente limitate;
da questo scaturisce un fenomeno di "turismo sanitario" verso Centri altamente specializzati (di secondo e terzo livello) presenti nelle altre Regioni;
sono veramente tanti i cittadini calabresi costretti a questa migrazione dall'ennesimo deficit del nostro sistema sanitario regionale;
al disagio causato dal doversi spostare in Centri specializzati di altre Regioni si aggiunge anche un ulteriore onere finanziario per i cittadini calabresi che non si vedono riconosciute dal nostro sistema sanitario le spese per tutte le prestazioni necessarie;
di conseguenza, in mancanza della Convenzione specifica con le altre Regioni, come sopra esplicitato, i nostri corregionali si trovano costretti a sborsare somme ingenti per un loro diritto -:
quali urgenti ed improcrastinabili provvedimenti intende adottare per trovare definitivamente una soluzione alle criticità sopra elencate affinché anche ai nostri corregionali, che già vivono una situazione difficile sotto il profilo medico e psicologico, possano essere assicurato un efficiente servizio sanitario di PMA, che garantisca il giusto diritto alla salute.
(180; 24.05.2016)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
la Giunta Regionale ha avviato un programma di profonda trasformazione del sistema di Trasporto Pubblico Locale (TPL) su tutto il territorio, con l'obiettivo di rendere i servizi moderni, efficienti e funzionali in tutta la Calabria;
nella riunione della Giunta regionale del 9 Febbraio scorso è stato approvato il programma di esercizio relativo ai servizi di TPL su gomma ed è stata confermata, ai sensi del comma 4 dell'art. 4 dell'atto integrativo al contratto di servizio del 2013, in corso di proroga, la modifica in via sperimentale, ad alcuni servizi di linea, in modo da inglobare nei percorsi la fermata presso l'Aeroporto di Lamezia Terme; dal 1 marzo c.a. è partita la sperimentazione (per due mesi) dei servizi di trasporto pubblico su gomma, finalizzata al potenziamento dei collegamenti da e per l'aeroporto di Lamezia Terme che prevede che tutte le corse che transitano dallo svincolo autostradale di Lamezia Terme escano dall'A3 e sostino all'aeroporto. Lo scalo si trasformerà così in Hub (cioè punto di smistamento) verso il quale convergeranno corse da tutta la Calabria;
la creazione dell’Hub, nelle intenzioni della Giunta, dovrebbe migliorare i collegamenti fra tutte le destinazioni sul territorio, per cui partendo da una qualsiasi località e raggiunta Lamezia Terme Aeroporto, ogni utente potrà proseguire verso altre destinazioni;
nonostante le pregevoli intenzioni della Giunta bisogna tuttavia constatare con oggettiva evidenza che la prospettata ed avviata sperimentazione dell'Hub di Lamezia Terme ha ingiustamente trascurato, lasciandolo completamente isolato e privo di qualsivoglia collegamento su gomma, il vasto comprensorio dell'Alto Tirreno Cosentino, non essendo stati previsti i servizi minimi atti a garantire le esigenze essenziali della mobilità per i numerosi utenti della zona da e per l'Aeroporto di Lamezia Terme;
se prima dell'avvio della sperimentazione dell'Hub di Lamezia Terme Aeroporto i collegamenti su gomma tra l'Alto Tirreno Cosentino e l'aeroporto erano sufficientemente garantiti, oggi si assiste alla mancanza di qualsivoglia opzione di mobilità per gli utenti di quella zona, con evidenti e gravissimi disagi ed oggettive difficoltà;
il servizio di trasposto pubblico da e per l'aeroporto di Lamezia Teme è essenziale non solo per garantire la reale fruizione dell'offerta turistica calabrese (anche in considerazione dell'approssimarsi della stagione estiva), ma anche e soprattutto per garantire ai cittadini calabresi il diritto pieno alla mobilità -:
quali provvedimenti intende adottare la Giunta Regionale al fine di garantire un immediato ripristino del collegamento pubblico su gomma tra l'Alto tirreno cosentino e l'aeroporto di Lamezia Terme al fine di garantire ai cittadini calabresi e ai turisti un pieno ed incondizionato diritto alla mobilità.
(168; 19.04.2016)
Guccione . Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
il Diritto allo studio universitario (DSU) è sancito dalla Costituzione (art. 34 ). In Italia è gestito dalle singole Regioni che erogano servizi e borse di studio agli studenti universitari attraverso gli enti per il DSU. Lo strumento per rendere effettivo il DSU è la borsa di studio che può essere corrisposta in parte attraverso contributi finanziari e in parte in servizi: abitativo e ristorativo;
l'Università della Calabria (Unical), per Legge istitutiva, gestisce direttamente il DSU attraverso iI proprio Centro Residenziale, nato contestualmente alla fondazione dell'Università;
i criteri per accedere al Diritto allo studio universitario sono fissati da norme nazionali;
il MIUR, in particolare, fissa ogni anno i valori minimi e massimi di reddito ISEEU e di patrimonio ISPE, nonché i valori minimi dell'importo delle borse;
alla luce della condizione economica media della Regione Calabria e della bassa capacità di copertura delle borse di studio, l'Unical applica da sempre i valori minimi previsti dai limiti di reddito ISEEU, dì patrimonio ISPE, nonché dell'importo delle borse;
la graduatoria delle borse di studio relative agli studenti del primo anno sono formulate in ordine crescente di ISEEU, per conservare l'idoneità alla borsa di studio è richiesto il conseguimento di un numero minimo di crediti entro il primo anno degli studi (20 CFU);
la graduatoria delle borse di studio, per gli studenti degli anni successivi aventi i requisiti di reddito e patrimonio, è formulata in funzione del merito (numero di crediti formativi) conseguito;
dai dati dell'anno accademico 2014/2015 emerge che gli studenti idonei dell'Università della Calabria, in base ai requisiti di reddito e di merito, sono stati 5.784.
Di questi hanno ottenuto, purtroppo, la borsa di studio come idonei beneficiari soltanto 2.126 che rappresentano il 37%. I restanti studenti, ossia, 3.658 che rappresentano il 63%, risultano idonei non beneficiari per mancanza di fondi.
A fronte di questo dato, rispetto alle domande per l'assegnazione di borse di studio, l'Unical ha un fabbisogno per coperture degli studenti idonei pari a 18.309.708,00 di euro, ma le risorse disponibili tra fondo integrativo statale, quota Regione Calabria e tassa di diritto allo studio sono solo 7,5 milioni di euro;
i fondi mancanti ammontano a 10,5 milioni di euro per coprire il 100% degli studenti vincitori della borsa di studio;
il dato preoccupante è il trend di finanziamento delle risorse messe a disposizione dalla Regione Calabria, che ha stanziato dal 2010 sempre meno risorse per il diritto allo studio, passando dalla quota del 2013 che è di 5.614.448 di euro al 2014 che corrisponde a 4.491.590 di euro, per una differenza di 1.122.898 dì euro;
tale situazione, come è stato più volte ribadito da autorevoli economisti, sta creando una condizione di progressiva desertificazione culturale della Calabria dovuta a un esodo dei suoi giovani in età sempre più precoce -:
quali iniziative urgenti intende mettere in atto al fine di reperire importanti risorse finanziarie da utilizzare per garantire il diritto costituzionale allo studio nel sistema universitario calabrese, che rischia, senza interventi immediati, una forte emigrazione per ragioni di formazione e studio. Solo nell'Università della Calabria, per l'anno in corso, gli studenti idonei alle borse di studio sono 5.784. Ma 3.658 studenti, pari al 63% dei beneficiari, non possono essere titolari di questo diritto per mancanza di copertura economica.
(169; 22.04.2016)
Mirabello . Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore all'Ambiente - Per sapere - premesso che:
con ordinanza n. 10 del 18 aprile 2016 il comune di Ricadi ha emanato il divieto di balneazione nei pressi del depuratore di San Nicolò, tratto in cui è stata rilevata la presenza di metalli pesanti superiori ai limiti previsti dal Decreto legislativo 142/2006 e s.m.i.;
nella predetta ordinanza di divieto di balneazione emessa dalla Commissione Straordinaria del comune di Ricadi, e che riguarda un importante tratto della costa vibonese compreso tra i comuni di Tropea e Capo Vaticano, si parla genericamente della rilevazione della presenza di metalli pesanti e non vengono richiamati dati chimici e batteriologici né altre analisi effettuate dall'Arpacal che è l'ente strumentale della Regione Calabria che svolge attività di monitoraggio e controllo degli ambienti marino- costieri al fine di poter determinare la reale necessità di emanazione del divieto di balneazione;
detto fenomeno ha provocato grande allarme e preoccupazione non solo tra i turisti ma anche albergatori, titolari di stabilimenti balneari e di esercizi pubblici in quanto detta ordinanza potrebbe provocare danni economici e ripercussioni per l'intero indotto del settore turistico-balneare che rappresenta una componente importante dell'economia della costa -:
quali provvedimenti concreti e urgenti si intendono adottare per attuare finalmente un controllo approfondito del fenomeno dell'inquinamento ricercando le cause effettive;
quali siano i dati reali e le analisi chimiche batteriologiche eventualmente trasmessi dall'Arpacal alla Commissione Straordinaria del comune di Ricadi che hanno determinato l'emanazione della suddetta ordinanza;
come si intende procedere per fronteggiare l'emergenza in vista dell'ormai imminente arrivo della stagione estiva fonte di vita per gli innumerevoli operatori del settore turistico del territorio che oggi si vedrebbero privati della fruizione di buona parte del tratto costiero in cui insistono spiagge tra le più belle e suggestive del mondo.
(171; 22.04.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
Il decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1 “Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività (GU n. 19 del 24-1- 2012 - Suppl. Ordinario n.18)” ha disposto il potenziamento del servizio di distribuzione farmaceutica, accesso alla titolarità' delle farmacie al fine di favorire l'accesso alla titolarità' delle farmacie da parte di un più' ampio numero di aspiranti, aventi i requisiti di legge, per garantire al contempo una più' capillare presenza sul territorio del servizio farmaceutico;
La Regione Calabria ha disposto con deliberazione della Giunta Regionale del 4 gennaio 2013, n. 1 il "Bando di concorso pubblico regionale straordinario per titoli per l'assegnazione di n. 91 sedi farmaceutiche disponibili per il privato esercizio nella Regione Calabria (Art. 1 D.L. n. 1/2012 convertito con modifiche dalla L. n. 27/2012" pubblicato sul BURC del 22/01/2013;
ancora oggi non risulta redatta né pubblicata la graduatoria di merito dei vincitori diversamente da altre Regioni italiane ove già è stato espletato l'interpello dei vincitori per l'accettazione e l'apertura delle nuovi sedi farmaceutiche -:
i motivi sottostanti un così prolungato ritardo nonché lo status attuale del procedimento di assegnazione delle nuove sedi farmaceutiche e la tempistica necessaria per sbloccare lo stallo ed avviare il relativo iter di conferimento delle autorizzazioni.
(174; 28.04.2016)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scrivente, delegato alle politiche dei trasporti negli anni dal 2010 al 2012 dall'allora Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, ha concretamente avviato le attività dell'osservatorio del trasporto pubblico locale;
in particolare, anche con il fattivo e concreto supporto tecnico-scientifico dell'attuale Assessore regionale ai trasporti prof. Roberto Musmanno, nella veste di professore universitario dell'UNICAL, è stato progettato il sistema di infomobilità regionale e di certificazione della percorrenza dei mezzi del trasporto pubblico locale e concretamente sono state reperite le risorse per la dotazione del centro regionale di monitoraggio e dei sistemi di localizzazione GPS su tutti i circa 1800 autobus della Calabria;
alla conclusione della precedente consiliatura, nel mese di novembre 2014, il centro regionale di monitoraggio risultava realizzato con il prezioso apporto dell'UNICAL e la quasi totalità dei mezzi risultava dotato di sistema di localizzazione GPS a bordo;
('allora governo regionale, in piena campagna elettorale, si è assunto la responsabilità, dal mese di settembre 2014, di non corrispondere i corrispettivi per i servizi alle aziende di trasporto pubblico che non aderivano a progressivi requisiti nella trasmissione in tempo reale dei dati sul servizio effettuato -:
quali provvedimenti ha assunto o intenda assumere la Giunta Regionale per consentire agli utenti del trasporto pubblico locale di poter concretamente e affidabilmente fruire dei servizi di infomobilità;
quali progressi sono stati effettuati dal sistema di monitoraggio e infomobilità dal novembre 2014 ad oggi;
quante sono le aziende di trasporto pubblico locale che non risultavano in regola con i requisiti imposti nel mese di novembre 2014 per la trasmissione dei dati e alle quali non è stato corrisposto il corrispettivo (come da legge regionale);
quali concreti avanzamenti si sono registrati quando a tali aziende è stato successivamente corrisposto il relativo corrispettivo.
(175; 17.05.2016)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la legge regionale n. 35 del 31 dicembre 2015 costituisce un importante intervento legislativo, necessario a proseguire la riforma del settore del trasporto pubblico locale, e per questo motivo è stata condivisa e votata anche dal gruppo consiliare presieduto dallo scrivente;
la legge regionale apre ai coinvolgimento degli enti locali nella politica dei trasporti e, in particolare, prevede la costituzione di ambiti territoriali entro i quali gli enti locali coinvolti possono programmare i servizi di propria competenza;
lo strumento è indispensabile per potere avviare, ad esempio, un efficace progetto di riorganizzazione dei servizi nell'area urbana di Cosenza-Rende che ormai da quasi due anni vede vanificarsi fa possibilità di un servizio urbano che coinvolga due entità comunali che ormai costituiscono un'unica area urbana, con conseguente possibilità di servire adeguatamente il principale polo universitario della Calabria;
a tal fine è necessario garantire la immediata e piena operatività dell'Autorità, con la conclusione della fase commissariale e il coinvolgimento degli enti locali nella sua amministrazione -:
quando si prevede possa concludersi la fase commissariale dell'Autorità Regionale dei Trasporti, con l'elezione di un Presidente da parte dell'Assemblea rappresentativa degli enti locali; quando si prevede sia completata la struttura amministrativa dell'Autorità con la dotazione delle necessarie risorse umane e finanziarie;quando presumibilmente saranno definiti i criteri per costituire gli ambiti territoriali, così come previsto dall'art. 14 della legge, anche per consentire l'effettiva costituzione dell'ambito territoriale di area urbana di Cosenza-Rende, atteso che ogni altra concertazione informale fra gli enti, oltre ad essere oggi inefficace per legge, si è nel recente passato conclusa senza concreti risultati.
(176; 17.05.2016)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scrivente, delegato alle politiche dei trasporti negli anni dal 2010 al 2012 dall'allora Presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, ha concretamente avviato le attività dell'osservatorio del trasporto pubblico locale;
ciò ha contribuito, anche grazie all'operato proseguito negli anni successivi, alla costituzione di un patrimonio di dati che si sono rilevati utili nella riprogrammazione dei servizi del trasporto pubblico locale;
in particolare la conoscenza dei ricavi su tutte le linee dei trasporto pubblico locale ha consentito di valutare la pubblica utilità e l'efficienza di ogni relazione, consentendo l'approvazione, con Delibera n. 380 del 25 ottobre 2013, di un "Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale", previsto dall'art 16 bis del Decreto-Legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 135;
tale piano doveva prioritariamente perseguire, coerentemente agli indirizzi della legge: 1) l'incremento dei passeggeri, 2) il mantenimento dei livelli occupazionali, 3) l'incremento del rapporto fra ricavi tariffari {biglietti e abbonamenti) e costo dei servizi;
ai risultati conseguiti con tale Piano, come da previsioni di legge, è legata una premialità pari al 10% delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti, che complessivamente vale per la Calabria circa 210 milioni di Euro;
grazie ai risultati conseguiti negli anni fino al 2014, certificati dall'Osservatorio nazionale del Trasporto Pubblico Locale, tale premialità è stata conseguita interamente dalla Calabria negli anni dal 2013 al 2016. Ciò ha consentito una certa tranquillità finanziaria del settore, a vantaggio degli utenti, dei dipendenti, delle aziende -:
se, sulla base dei dati dell'Osservatorio regionale o, se dovessero esistere, dei dati certificati dell'Osservatorio nazionale, sono stati conseguiti nel 2015 i target previsti per il conseguimento della premialità nel 2017;
se, sulla base dei dati previsionali dell'Osservatorio regionale, potrebbero essere conseguiti nel 2016 i target previsti per il conseguimento della premialità nel 2018;
se, nel caso di mancato raggiungimento dei target previsti e conseguente non ottenimento della premialità, la Regione intenda integrare i fondi per il trasporto pubblico locale con risorse autonome al fine di scongiurare il taglio del 10% dei servizi.
(177; 17.05.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in data odierna il Circolo Legambiente Ricadi, l'Associazione Generazione Speranza, il Comitato spontaneo dei cittadini di Santa Domenica costituitesi informalmente a causa del perdurare della vicenda in esame, numerosi cittadini residenti nel Comune di Ricadi e in altri comuni della provincia hanno presentato formale esposto per la causale in oggetto;
tale denuncia prende le mosse da una constatazione suffragata da corposa documentazione dalla quale emergerebbe come da tempo, l'acqua pubblica erogata dall'acquedotto comunale di Ricadi risulta sporca e spesso accompagnata da un odora acre, condizioni queste che la rendono inutilizzabile;
tale fenomeno ha assunto progressive acute emergenze tali da originare alcune temporanee ordinanze di divieto di utilizzo a fini alimentari. Da esse si desume, altresì, in talune circostanze, il superamento del valore di parametro per il manganese;
dagli esami effettuati nel tempo è emersa, in talune occasioni, anche la presenza di cloro in misura superiore al valore limite. Un elemento che corrobora la sussistenza di significative criticità;
nel tempo, le anomalie relativamente all'erogazione dell'acqua per uso domestico ha interessato, altresì, buona parte dei comuni della fascia costiera vibonese;
da anni su scala provinciale, associazioni ambientaliste e cittadini hanno più volte chiesto interventi risolutori di tale problematica;
il perdurare di tale situazione è fonte di continuo disagio e di costante preoccupazione. Da una parte per i risvolti in chiave di tutela della salute pubblica, dall'altro per l'immagine di un comprensorio già alle prese con radicati problemi;
sulla base di quanto sopra esposto emerge la necessità non più rinviabile di interventi concreti per accertare le cause di tali disfunzioni al fine di una loro definitiva rimozione;
nella vicenda in esame urge, altresì, significativa ricognizione e ogni utile azione, relativamente ad ogni elemento sulla gestione degli acquedotti regionali della Calabria e del relativo servizio di erogazione di acqua ad usi idropotabili -:
quali iniziative intenda realizzare relativamente alla vicenda in oggetto.
(178; 18.05.2016)
Tallini . Al Presidente della Giunta regionale ed al Commissario ad Acta per il Piano di Rientro. Per sapere - premesso che:
con delibera n. 336 del 04.05.2016 l'Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ha approvato l'Atto Aziendale;
gli atti aziendali delle ASP, devono essere inderogabilmente, conformi alle norme e alle leggi nazionali e regionali;
considerato che più specificatamente il fondamento per l'organizzazione e funzionamento dell'atto aziendale risiede nell'art. 2-sexies e comma 1-bis dell’art..3 del decreto 502/92. A cui si aggiungono le norme regionali tra i quali la Legge 11/2004; i DPGR n. 18/2010, n. 101/2011, n. 106/2011, n. 136/2011, n. 106/2012, n. 74/2012, n. 57/2012; i DCA n.9/2015;. 14/2015, n. 38/2015, n. 70/2015, n. 76/2015, la delibera di Giunta Regionale n. 56/2015; le deliberazioni del Consiglio Regionale:
- n. 247/2012 avente per oggetto: "Documento di Programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2013-2015", pubblicato sul BURC Sup. Str. nr. 3 al n. 23 del 17.12.2012.
- n. 365/2013 avente per oggetto: "Documento di Programmazione Economico Finanziaria della Regione Calabria (DPEFR) per gli anni 2014-2016", pubblicato sul BURC Sup. Str. Nr. 3 al n. 3 del 01.02.2014 -:
1) perché l’atto aziendale dell'ASP di Catanzaro tiene in conto solo parzialmente delle sopra citate normative, in particolare i DPEFR approvati dalla massima autorità che è il Consiglio Regionale costituiscono, soprattutto per l'ambito sanitario "Le principali condizioni di base per avviare il processo di risanamento strutturale del sistema sanitario regionale nel contesto del piano di rientro" (vedi art. 3 dei sopra citati BURC);
2) perché nell'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro non si tiene in conto delle strutture operative e funzionanti nei due Poli di Catanzaro, Umberto I e Polo Sanitario Territoriale di Catanzaro Lido;
3) perché l'atto aziendale dell'ASP interpreta con delle variazioni sul tema le strutture indicate dalle Linee Guida per gli atti aziendali e per l'organizzazione di cui al DCA 130/2015;
4) perché nell'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro il Rischio Clinico non è stato previsto secondo il dettame normativo dì cui al DCA n.70/2015 ed all'art. 27 dell'Allegato A al DCA 130/2015, quale struttura semplice dipartimentale posta in staff ;
5) perché nonostante le linee guida sugli atti aziendali del DCA 130/2015 prevedano di collocare la struttura "Programmazione e Controllo" all'interno dell'organizzazione delle funzioni tecnico amministrative, nell'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro tale struttura è stata collocata nello staff;
6) perché nell'Atto Aziendale dell'ASP di Catanzaro il Servizio Informativo Aziendale non è stato inserito secondo il dettame contenuto nel DPGR 101/2011 che all'art. 23 dell'allegato recita che "Tutte le ASF ed AO del SSR devono introdurre, ove non già esistente il Servizio Informativo Aziendale quale struttura organizzativa a valenza complessa del Centro di Controllo Direzionale, posta in staff; come previsto anche dal BURC Sup. Str. Nr, 3 al n. 3 del 01.02.2014 ;
7) perché l'atto aziendale
dell'ASP di Catanzaro individua nei servizi di supporto sanitario una struttura
semplice dipartimentale "CUP", non rispettando le Linee Guida del
Commissario ad Acta, infatti all'art. 36 viene precisato che nei distretti
devono essere attivate le U.O. quali "Area delle Cure Primarie",
"Area dei servizi" (dove trovano collocazione l'assistenza
farmaceutica ed il CUP);
8) perché nell'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro vi è una difformità di
strutture semplici e complesse inserite nei tre distretti non rispettando
quanto sancito nell'art. 36 delle linee guida e nel DCA 76/2015;
9) perché nell'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro non si trova nulla sulle norme di salvaguardia previste dalla CCNL per i dirigenti STPA e Medici e Veterinari di cui all'art. 39 comma 8, del CCNL 8/6/2000 dell'area della Dirigenza Medica e Veterinaria, e dall’art.31, comma 1, del CCNL 5/12/1996, per come dettato nella Delibera di Giunta Regionale n. 56/2015;
10) perché l'atto aziendale dell'ASP di Catanzaro ha individuato nello staffe nei servizi di supporto strutture complesse o semplici in palese difformità a quanto dettato nelle norme sopra indicate.
(181; 25.04.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
per come più volte rilevato dai vari schieramenti politici la riorganizzazione delle Rete Ferroviaria, così per come operata negli ultimi anni, si è tradotta in un significativo depotenziamento per il sistema ferroviario calabrese;
tutto ciò per i Calabresi si è tradotto in un vero e proprio vulnus che ha comportato una sistematica riduzione dei servizi rivolti ai Calabresi;
i numerosi tagli di treni su varie tratte non hanno di certo rappresentato uno stimolo alla crescita;
numerose sono state le iniziative, anche Parlamentari, che hanno posto l'accento su tale problematica;
la città di Mileto risulta significativamente colpita da tali disservizi. E che proprio per sottolineare tale vicenda, poche settimane addietro era già stata presentata, dal sottoscritto, apposita interrogazione;
nella su menzionata interrogazione venivano messi in evidenza alcuni dati che vale la pena riportare pedissequamente: Mileto è una cittadina di 7157 abitanti ed il suo bacino di utenza ferroviario interessa anche i comuni limitrofi: Jonadi, San Costantino, Francica, San Calogero, Filandari, Dinami, Rombiolo. La stazione di Mileto per la sua posizione risulta decisamente frequentata da molti studenti (circa 1600) e pendolari (circa 300).Mileto e la sua frazione Paravati, luogo di origine della mistica Fortunata Evolo (detta Natuzza) si accinge a diventare una delle più importanti mete turistiche - religiose regionali. Mileto è punto essenziale per l'arrivo dei pellegrini in visita alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime; inoltre, é sede vescovile delle diocesi di Nicotera, Tropea e Mileto. Sul territorio si registra la presenza dell'unico Centro di recupero da tossico dipendenze nella provincia di Vibo Valentia e del Cantiere Musicale Internazionale, scuola di perfezionamento musicale che ospita studenti da tutta Europa (Bruxelles, Parigi, Roma). Non a caso, il comune di Mileto è già stato destinatario di importanti progettualità, mediante i bandi europei e regionali tesi a migliorare, proprio per queste ragioni, strutture e servizi; pochi giorni fa è stato varato il nuovo piano regionale del traffico ferroviario estivo che entrerà in vigore il prossimo 12 giugno;
da tale piano emerge un sostanziale ulteriore impoverimento dell'offerta. Da Mileto a Reggio Calabria, è prevista soltanto una corsa ferroviaria, per la precisione quella del treno regionale numero 3735 con partenza da Mileto ore 06.01 e arrivo a Reggio Calabria Centrale ore 07.10 -:
quali iniziative intenda realizzare al fine di rendere l'offerta del servizio ferroviario che interessa la stazione di Mileto, appropriato alle sue esposte obiettive esigenze dell'utenza.
(182; 25.05.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l’Hospice di Reggio Calabria si propone come alternativa all'abitazione della persona ogni qualvolta vi siano situazioni non più gestibili a domicilio, sia che si tratti di sintomi dovuti alla malattia che sono difficili da gestire a casa o di esigenze di altro genere (ad esempio se la persona è sola o se i parenti non sono in grado, anche momentaneamente, di fornire l'assistenza necessaria);
i destinatari delle cure palliative sono i pazienti affetti da una malattia evolutiva irreversibile, nel loro ultimo periodo di vita, quando le cure specifiche non trovano più indicazione o quando i pazienti stessi, consapevoli della loro situazione, lo richiedono;
si tratta dell'unica struttura esistente in tutto il territorio reggino a svolgere una simile attività;
il contratto di accreditamento - con relativo impegno di spesa - con l'ASP di Reggio Calabria risulta fermo da dicembre 2015, con diretta conseguenza di ritardo nei pagamenti degli stipendi e mancata rinegoziazione del budget annuale, sebbene i diversi rinvii per la convocazione del relativo tavolo tecnico -:
quali intendimenti ed azioni intenda assumere il Presidente nei confronti dell'ASP e degli organi regionali competenti, per far affrontare e superare l'attuale situazione di stallo amministrativo e di incertezza sul futuro della struttura, unica nel suo genere nel territorio reggino, soprattutto considerato che l'ospitalità dell'Hospice è riservata alle persone con malattie in fase avanzata a rapida evoluzione, per le quali ogni terapia finalizzata alla guarigione della malattia di base non è possibile.
(183; 25.05.2016)
D. Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Stazione Unica Appaltante (SUA), ha il compito di svolgere l'attività di preparazione, indizione e di aggiudicazione delle gare concernenti lavori ed opere pubbliche, acquisizioni di beni e forniture di servizi a favore della Regione Calabria e degli Enti, Aziende, Agenzie ed Organismi da essa dipendenti, vigilati o ad essa collegati, per gli enti del servizio sanitario regionale, cui è fatto obbligo di ricorrere alla SUA nei modi e termini stabiliti dalla presente legge, nonché degli altri Enti pubblici della Calabria che intendono ricorrere alla SUA in regime di convenzione. La SUA esercita altresì le attività di controllo sull'esecuzione delle procedure e attività ricordate. (Legge Regionale 7 dicembre 2007, n.26 - Art. 1};
dagli atti di gara non si desume in alcun modo quale sia l'importo unitario dei singoli componenti e/o servizi posto a base di gara, atteso altresì che non è ammissibile fare riferimento ad ipotetici listini che potrebbero avere basi di partenza ben diversi tra loro (il ribasso su di un listino di una determinata marca premium non ha lo stesso controvalore dell'uguale ribasso percentuale su di un prodotto equivalente ma non dell'identico livello qualitativo);
manca completamente agli atti l'analisi dei prezzi unitari da porre a base di gara e non si comprende quali possano essere i metodi di calcolo matematico da utilizzare per assegnare i punteggi afferenti la percentuale di sconto;
gli atti di gara non sono in alcun modo stati pubblicati sul sito istituzionale del Committente, né vale quale forma di pubblicità la futura pubblicazione sul BUR del decreto a contrarre che potrebbe avvenire anche molto tempo dopo lo svolgimento della gara;
il servizio richiesto di manutenzione non è stato suddiviso in più servizi (fornitura gomme, parte meccanica, parte carrozzeria etc.) per come previsto all'art. 51 del D.Lgs 50/2016 e non è stato in alcun punto prevista la presa visione obbligatoria dello stato di consistenza e grado di manutenzione e vetustà dei mezzi prassi, per altro appositamente normata, oltre che consentire la produzione di offerte opportunamente ponderate da parte degli inviati, tutela l'amministrazione da eventuali ricorsi e/o richieste inappropriate da parte di chi si aggiudicherà la gara;
considerato che, inoltre, non è stato in alcun modo dimostrato tangibilmente il percorso tecnico-amministrativo compiuto dal RUP nella selezione delle aziende invitate e che non basta addurre la dislocazione dei mezzi da servire, occorre chiarire e specificare come sono state individuate talune ditte da invitare piuttosto che altre;
nella lettera di invito non è stata, in alcun modo, indicata una data entro cui procedere, in seduta pubblica, alla apertura delle buste contenenti le offerte -:
e chiedere che venga disposto, con effetto immediato, l'annullamento della procedura avente ad oggetto: CIG 6683002BB4 - Affidamento mediante procedura negoziata, ai sensi dell'art. 36 comma 2 lett.B) del D.LGS. 50/2016, del servizio di manutenzione dei mezzi della colonna mobile della U.O.A. di Protezione Civile Regionale, al fine di consentire attraverso una nuova procedura di eliminare le tante illegittimità contenute nel decreto del Dipartimento Presidenza U.O.A. Protezione Civile n. 5289 del 10 maggio 2016.
(184; 26.05.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
la normativa prevede l’istituzione a livello regionale di un punto di terapia intensiva pediatrica fornita di un eliporto attivo 24/24 h, disponibile a ricevere pazienti in urgenza anche da altre Regioni;
in Calabria a tutt’oggi non esiste un centro di Rianimazione Pediatrica con la duplice diretta conseguenza di arrecare gravi disagi alle famiglie costrette alla mobilità sanitaria e di lasciare scoperto il comparto della rianimazione intensiva pediatrica che eroga cure ai piccoli pazienti affetti da patologie gravissime (i.e. gravi insufficienze cardio-respiratorie, traumi, intossicazioni, malattie infettive, post-acuti, etc), in condizioni critiche dalla nascita al diciottesimo anno di vita;
la Città Metropolitana di Reggio Calabria dispone di un eliporto attivo h 24, di un aeroporto, di un Polo ospedaliero multispecialistico con annesse strutture sanitarie satellite in grado di prestare supporto al Centro di Rianimazione Pediatrica;
il Garante per l’infanzia e l’Adolescenza ha sensibilizzato tutti gli organi preposti sulla presente questione, invitando le Istituzioni ed il Commissario straordinario alla Sanità a procedere celermente con l’attivazione del Centro di Rianimazione Pediatrica nel supremo interesse dei piccoli pazienti -:
quali azioni urgenti e procedure il Presidente intende attivare affinché venga tutelato il diritto alla salute dei minori attraverso l’attivazione del Centro di Rianimazione Pediatrica in Calabria. Quale posizione, infine, il Presidente ritiene di assumere affinché il Centro di Rianimazione possa essere allestito nella Città Metropolitana di Reggio Calabria.
(186; 13.06.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'ATI è risultata vincitrice del bando di gara (in tandem con “La Cascina Glonbal Service - Cardamone" per l'affidamento del servizio di ristorazione della Azienda Ospedaliera di Cosenza; la ditta vincitrice ha disposto la riduzione del personale di undici unità lavorative già preposte al servizio di ristorazione;
tale servizio risulta assai complesso. Gli operatori, infatti, curano a 360 gradi il processo di ristorazione dell'intera struttura. Dal ricevimento degli alimenti, alla lavorazione, alla cottura sino alla distribuzione ed il ritiro dei pasti nei singoli posti letto di tutti i 37 reparti. A ciò si aggiunga la sanificazione di impianti ed attrezzature, oltre al servizio di mensa interna per tutto il personale medico e paramedico della struttura;
il servizio risulta particolarmente articolato ed esso è già espletato con un organico appena sufficiente;
pertanto, la palesata sua riduzione potrebbe inficiare il diritto di assistenza dei malati e il rispetto delle specifiche diete a questi assegnate;
il capitolato di gara aggiudicata dalla suddetta Associazione temporanea d'impresa, all’art. 21.3 prescrive: “L’assunzione del personale alle dipendenze del precedente gestore'”; e che parimenti, la legge regionale del 30 maggio 2012 numero 16 impone la tutela del personale già operante nella precedente gestione ed l'efficiente espletamento del servizio;
nei giorni scorsi la ditta aggiudicataria, in spregio alle su menzionate disposizioni ha avviato il licenziamento di undici lavoratori già impiegati nella suddetta mensa ospedaliera;
la difesa dei lavoratori, da ogni decisione giuridicamente lesiva delle loro posizioni, rimane una priorità politica assoluta -:
quali iniziative intenda realizzare relativamente alla vicenda in oggetto, in modo particolare per tutelare gli addetti al servizio e per garantirne efficienza e qualità.
(187; 15.06.2016)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
presso le Strutture Psichiatriche Residenziali Rausei, già dal 2014 - come si evince da lettere trasmesse dal relativo Dirigente Sanitario e dal Presidente della Coop. Coossel - erano state segnalate continue e notevoli criticità ed inidoneità strutturali rischiose per la salute e la dignità degli ospiti;
per ovviare alle criticità strutturali, la Coop. Coossel ha individuato un immobile alternativo sito in Via Vallone Petrara, valutato positivamente dall'esperto dell'Ufficio Tecnico dell'ASP Arch. Roberto Mittiga ai fini del possesso dei requisiti previsti dalla normativa di riferimento, sottoponendo la nuova struttura al Dipartimento di Salute Mentale con lo scopo di offrire una valida alternativa abitativa agli ospiti e salvaguardare le posizioni occupazionali dei dipendenti della stessa cooperativa (oltre 40 unità);
la Deliberazione del Direttore Generale dell'ASP di Reggio Calabria n. 322 del 23/03/2015,dietro proposta n.03 del 16/02/2015 del Dipartimento di Salute Mentale, preso atto della regolarità tecnica ed amministrativa resa dal responsabile del procedimento, ha disposto di procedere all'immediato trasferimento di n. 17 ospiti dalla Struttura di via Rausei alla nuova struttura di Vallone Petrara, mantenendo le convenzioni in essere con la Coop. Coossel per le attività riabilitative e con la Ditta Pulitanò per le attività alberghiere -:
quali siano stati i motivi ostativi sottostanti il mancato trasferimento dei 17 pazienti disposto dalla Deliberazione di cui in premessa ed, infine, quali siano gli intendimenti e le azioni che il Presidente intenda assumere nei confronti dell'ASP di Reggio Calabria ed in particolare del Dipartimento Salute Mentale "G. Marino" dell'ASP, per far affrontare e superare l'attuale situazione di incertezza sul futuro della struttura e delle attività della Coop. Coossel, una delle poche operanti nel territorio reggino, e, soprattutto, per tutelare le oltre 40 risorse umane - specializzate in attività di riabilitazione psichiatrica- impiegate presso la suddetta cooperativa e rimaste senza occupazione.
(188; 22.06.2016)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Direzione regionale
Trenitalia ha disposto che, dal 12 giugno 2016, verranno soppresse le uniche
due fermate giornaliere ancora attive presso la stazione ferroviaria del Comune
di San Lucido (CS);
la decisione determinerà chiaramente un danno per l’economia turistica locale,
che verrà privata di tutti quei turisti pendolari che, da Cosenza e da fuori
regione, raggiungendo Paola, potevano, sinora, optare per la meta balneare di
San Lucido;
la soppressione, peraltro, andrà ulteriormente ad incidere anche sullo spostamento di studenti e lavoratori, producendo un sostanziale isolamento del territorio e costringendo i cittadini di San Lucido a viaggiare esclusivamente su gomma -:
quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta questione.
(185; 03.06.2016)
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il 10 marzo u.s. il Parlamento Europeo ha dato il via libera definitivo all'importazione senza dazi di una quota annua di 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia, quota che si aggiunge alle 56.000 tonnellate circa annue già previste dall'accordo di associazione UE-Tunisia del '95 e sarà in vigore per due anni, decretando di fatto la morte del Made in Italy;
l'atto è un regolamento e quindi, dopo l'approvazione formale da parte del Consiglio e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sarà immediatamente esecutivo; obiettivo della decisione è contribuire a sostenere l'economia del Paese maghrebino, stretto tra conflitti e minaccia jihadista;
sebbene vicini al popolo tunisino, a cui va tutta la solidarietà per gli attacchi terroristici subiti, occorre evidenziare che imporre l'export di ulteriori 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia verso l'Unione Europea, rappresenterà l'ennesimo colpo mortale all'agricoltura italiana e calabrese; l'olio extravergine di oliva rappresenta uno dei prodotti portanti del settore agricolo calabrese e la scelta relativa all'immissione in commercio di altre 35 mila tonnellate di olio tunisino nel nostro Paese non è tollerabile;
alla Tunisia era già stata concessa la possibilità di immettere nel mercato italiano una quota pari a circa 56 mila tonnellate di olio di oliva, generando un effetto negativo per il mercato dell'extravergine;
le ulteriori 35 mila tonnellate non faranno altro che appesantire una situazione già al limite; un aumento del 40% di importazione di olio distruggerà la produzione olivicola, non solo calabrese, e sarebbe un suicidio per l'economia del Sud Europa, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco, che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud Italia e causato indirettamente tensioni sociali, come quelle vissute a Rosarno;
la misura non aiuterà di certo i produttori tunisini ma, al contrario, sarà utile soltanto a qualche imprenditore spregiudicato che mediante le importazioni di oli a basso prezzo riuscirà a lucrare a scapito dei produttori e dei consumatori calabresi, aumentando il rischio delle frodi a danno dei consumatori;
l'immissione sul mercato di olio a basso prezzo, a volte anche commercializzato come olio italiano, potrebbe indebolire ancora di più le locali produzioni di olio extravergine di oliva, che rappresentano un fattore tipico dell'economia calabrese e ne costituiscono una risorsa preziosa anche sotto il profilo occupazionale;
verrebbero fortemente danneggiati i nostri agricoltori che, peraltro, devono già quotidianamente scontrarsi con la triste realtà di una pressione fiscale altissima, con i costi di produzione elevati e con l'atavica concorrenza sleale, purtroppo alimentata anche dalle istituzioni;
anziché combattere le truffe dell'agroalimentare e le contraffazioni dei nostri prodotti di qualità, ancora una volta l'Europa, tenta di affossare le nostre aziende e le nostre produzioni;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
ad esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, avverso la decisione del Europarlamento di autorizzare l'immissione senza dazi nel mercato UE di ulteriori 35.000 tonnellate di olio d'oliva dalla Tunisia; a mettere in campo azioni di pressione, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sul Parlamento ed il Governo italiano, sull'Europarlamento e la Commissione Europea, al fine di modificare la decisione assunta dal Parlamento Europeo che rappresenterebbe un colpo mortale per le già sofferenti imprese olivicole calabresi decretando di fatto la fine del made in Italy;
(56; 13.04.2016) Orsomarso
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
l'Italia, con i suoi 7.458 chilometri di costa, si distingue per la sua specificità in ambito europeo. Nel nostro Paese, infatti, vi è una larga diffusione sul demanio marittimo di stabilimenti balneari, oggetto di concessione. Il ricorso a tale istituto è motivato dalla natura del bene, appartenente allo Stato ex articolo 822 del codice civile, e destinato, tra l'altro, a soddisfare interessi pubblici; in Italia il turismo balneare fa registrare in media, un valore aggiunto pari a oltre 800 milioni di euro, con un'incidenza superiore al 3% sul totale dell'economia italiana e con circa 300 mila addetti sul territorio nazionale sono circa 28 mila le strutture turistico-ricettive balneari che occupano, nel periodo estivo, non meno di 300 mila persone, alle quali vanno aggiunti tutti i soggetti impiegati nell'indotto;
la Calabria ha una estensione costiera di circa 780 Km che corrisponde al 19% del totale italiano, che esprime un rilevante valore ambientale e paesaggistico, oltre a costituire un'importante fonte di reddito per le zone interessate;
le centinaia e centinaia di stabilimenti balneari e aziende ad uso turistico-ricreativo costituiscono una realtà fondamentale per il sistema turistico-calabrese, imprescindibile volano per l'economia calabrese;
gli stabilimenti balneari sono diffusi in gran parte del territorio costiero della Calabria e, complessivamente, hanno raggiunto importanti livelli di significatività economica, essendo, inoltre, fortemente integrati con l'offerta alberghiera contribuendo significativamente al prodotto interno lordo turistico;
gli stabilimenti balneari, che con le loro peculiarità derivanti da oltre cento anni di storia sono unici nel panorama europeo, nella maggior parte dei casi sono strutture gestite a livello familiare con una forte tradizione alle spalle, piccole imprese individuali o società di persone che offrono i servizi di spiaggia, di piccola ristorazione e di intrattenimento;
le imprese che operano sul demanio marittimo (alberghi, campeggi, ristoranti, stabilimenti balneari, imprese nautiche, eccetera) si trovano attualmente a dover affrontare, oltre all'incertezza economica per il ciclo sfavorevole, anche e soprattutto l'incertezza normativa che riguarda la loro operatività e la loro stessa sopravvivenza;
la normativa in tema di concessioni ha dato progressivamente sempre più stabilità alla concessione demaniale, al punto che si è passati da una durata annuale ad una durata quadriennale, per poi arrivare ad una durata di sei anni, rinnovabile in modo automatico di sei anni in sei anni e così ad ogni successiva scadenza, salvo la revoca per motivi legati ad un pubblico interesse;
al rinnovo automatico della concessione demaniale marittima ad uso turistico-ricreativo si legava anche il cosiddetto "diritto di insistenza" che dava la preferenza alle precedenti concessioni, già rilasciate, in sede di rinnovo rispetto alle nuove istanze;
il quadro normativo più certo ha dato la possibilità di investire diversi milioni di euro nelle strutture turistiche ricettive, soprattutto a partire dal 2006, anno in cui, grazie alla previsione al rinnovo automatico, si è assistito a un forte rinnovamento delle strutture balneari;
la Direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, conosciuta come Direttiva Bolkestein, nel consentire la libera circolazione dei servizi e nell'assicurare la libertà di stabilimento (art. 1), individua nel regime concorrenziale il criterio attraverso cui erogare servizi e svolgere le attività commerciali e intellettuali, nell'ottica di una competizione trasparente e transnazionale;
la Direttiva ritiene il servizio erogato dalle imprese balneari un servizio del settore turismo (destinato al consumatore), in quanto tale assoggettabile a gara, con conseguente applicazione delle norme che sovrintendono le procedure ad evidenza pubblica;
nel verificare il rispetto della Direttiva da parte dello Stato italiano, la Commissione Europea, nel 2008, ha rilevato l'incompatibilità con i principi in essa contenuti delle disposizioni rinvenibili nel Codice della Navigazione attinenti al c.d. diritto di insistenza, ossia al diritto di preferenza accordato al concessionario uscente in sede di assegnazione della concessione. La procedura d'infrazione comunitaria che ne è scaturita (n. 2008/4908) ha comportato, per l'ordinamento giuridico interno, la revisione del dettato normativo in contrasto con la Direttiva in argomento;
con il D.L. 194/2009, convertito nella Legge n. 25/2010, l'Italia ha abrogato l'art. 37, comma 2, del Codice della Navigazione contenente la disposizione "incriminata"; al contempo, ha introdotto, con l'art. 1, comma 18, del summenzionato Decreto, una disciplina transitoria, in attesa del riordino complessivo della materia da attuarsi in linea con i principi comunitari. Tale disciplina è consistita nell'introduzione di una proroga ope legis sino al 31.12.2015 delle concessioni vigenti alla data di entrata in vigore del Decreto. Nel novero delle concessioni beneficiate, sono state comprese soltanto quelle uso turistico ricreativo, nulla disponendo il Decreto in merito alle altre;
con riferimento agli altri tipi di concessioni, è intervenuto l'art. 13 bis del D.L. n. 216/2011, inserito nella Legge di conversione n. 12/2012, prevedendo una proroga sino al 31 dicembre 2012 delle concessioni del demanio marittimo, lacuale e fluviale, includendovi espressamente anche le concessioni ad uso diverso da quello turistico-ricreativo;
lo strappo con il diritto comunitario non è stato, però, completamente sanato, in quanto, in sede di conversione del summenzionato D.L. 194/2009, avvenuta con la Legge n. 25 del 2010, il legislatore ha fatto salva la disposizione di cui all'art. 1 comma 2 del D.L. n. 400/1993 recante il rinnovo automatico di sei anni in sei anni per le concessioni demaniali marittime. L'emendamento, entrato nel corpo della disciplina definitiva, ha comportato l'apertura di una seconda procedura d'infrazione comunitaria (n. 2010/2734), "accessoria" alla prima, legata al permanere del contrasto tra disciplina interna e disciplina europea a causa dell'automatico rinnovo che, pur senza favoritismi per il concessionario uscente, assicurava di fatto allo stesso titolare di mantenere la concessione per moltissimo tempo, così frustando ogni velleità concorrenziale;
il legislatore italiano, in sede di Legge Comunitaria per il 2010 (pubblicata in G.U. il 2.1.2012 n. 1), ha stabilito, per mezzo dell'art. 11, la modifica del Decreto Legge n. 400/1993, abrogando la norma relativa al rinnovo automatico (comma 2 dell'art. 1, convertito con modificazioni dalla Legge n. 494/1993 e successive modificazioni), disponendo altresì la delega al Governo per la revisione dell'intera materia, sulla base di alcuni principi e criteri direttivi;
con Legge di Stabilità 2013 il legislatore italiano ha disposto la proroga automatica della durata delle concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreatìve fino al 31 dicembre 2020;
alcuni Tar italiani hanno sollevato dinanzi la Corte di Giustizia Europea una questione pregiudiziale sulla compatibilità della legge italiana che prevede la proroga automatica e generalizzata della durata delle concessioni demaniali marittime e lacustri per attività turistico-ricettive fino al 2020 con il diritto comunitario;
è notizia recente che nelle cause comunitarie C-67/15 Melis e altri contro la Provincia di Olbia Tempio e altri e C-458/14 - Promoimpresa srl contro Regione Lombardia e altri, riguardanti le concessioni balneari nell'ambito della legislazione nazionale che proroga le concessioni sul demanio marittimo, lacustre e fluviale e rispetto all'esclusione potenziale di operatori economici interessati e all'assenza di procedure di pubblica gara, l'Avvocatura generale, nel richiamare la direttiva Bolkestein (2006/123/CE) relativa ai servizi nel mercato Ue, ha precisato che le convenzioni in questione «non costituiscono "servizi" ai sensi delle norme dell'Unione in materia di appalti pubblici ma "servizi" ai sensi della citata direttiva, secondo la quale, allorché il numero di autorizzazioni disponibili sia necessariamente limitato in ragione della rarità o comunque della limitatezza delle risorse naturali, tali autorizzazioni debbono essere concesse secondo una procedura di selezione imparziale e trasparente, per una durata limitata e non possono essere oggetto di una proroga automatica e che, pertanto, la normativa italiana sarebbe contraria al diritto comunitario;
sebbene il parere espresso dall'Avvocatura generale non sia vincolante, tuttavia, in piena indipendenza, propone una soluzione giuridica che, con molta probabilità, come avviene nella generalità dei casi, sarà ripresa nella sentenza che sarà emessa dalla Corte Ue nella prossima primavera;
se la Corte europea portasse avanti la linea più rigida il rischio è che le oltre 30mila imprese che operano sulle coste italiane rischiano di essere "fuori legge" nella prossima stagione estiva;
occorre pertanto sollecitare un maggiore e immediato sforzo unitario da parte delle Regioni e del Governo perché dia una risposta ferma e decisa per dare una certezza a chi fonda il sostentamento proprio e delle famiglie sulle imprese turistiche della balneazione che, tra l'altro, danno anche occupazione e contribuiscono alla tutela delle spiagge;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
ad agire, in tutte le sedi istituzionali, affinché il Governo ed il Parlamento compiano i necessari interventi legislativi affinché le attività turistico-ricreative sopra richiamate siano escluse, in analogia con altri tipi di attività, dall'ambito di applicazione della direttiva Bolkestein nell'ordinamento italiano;
ad attivarsi, congiuntamente al Governo nazionale, per sensibilizzare l'Unione europea sulle peculiarità che caratterizzano le imprese del settore turistico-balneare in Italia e per le quali potrebbero essere individuate soluzioni differenti rispetto a quelle previste dalla direttiva Bolkestein, proponendo alla Commissione europea modifiche volte a escludere le concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo dalla "direttiva servizi" o a prevedere per esse una diversa applicazione della direttiva medesima, in virtù della specificità del settore, caratterizzato da rilevanti investimenti materiali e occupazionali, della sua unicità a livello europeo, dei motivi di interesse generale, dì sicurezza e tutela ambientale previsti dalla direttiva medesima quali fattori di esclusione del sussistere della libertà di stabilimento in ragione della vastità delle risorse naturali presenti lungo le coste italiane e della conseguente possibilità di rilascio di nuove concessioni;
a sollecitare il Governo nazionale a valutare ogni più opportuna iniziativa al fine di non penalizzare il settore turistico-balneare e i relativi livelli occupazionali;
a proseguire nell'impegno di raggiungere un accordo tra Governo, regioni e rappresentanti delle organizzazioni del settore turistico-balneare sulle problematiche legate alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico-ricreativo, al fine di giungere alla definizione di un quadro legislativo per il settore fondato su una durata delle concessioni proporzionata all'entità degli investimenti e che salvaguardi gli investimenti effettuati dalle imprese stesse.
(57; 19.04.2016) Orsomarso
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il T-TIP, acronimo del nome in inglese, “Transatlantic Trade and Investment Partnership”, è un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziazione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America che coinvolge circa 820 milioni di cittadini;
i negoziati sul TTIP, avviati ufficialmente nel giugno del 2013, dovrebbero essere completati nel 2015 ed il trattato dovrà poi essere votato dal Parlamento europeo, per quanto riguarda l'UE;
si tratta di negoziati segreti, accessibili solo ai gruppi di tecnici che se ne occupano, al governo degli Stati Uniti e alla Commissione europea;
la questione della segretezza è stata e continua a essere uno dei maggiori punti di opposizione al Trattato, denunciato da molte e diverse organizzazioni sia negli Stati Uniti che nei paesi dell'Unione Europea;
lo scorso 9 ottobre l'UE ha deciso di diffondere ufficialmente un documento di 18 pagine che contiene il suo mandato a negoziare in cui il TTIP viene definito «un accordo commerciale e per gli investimenti». - L'obiettivo dichiarato dell'accordo (piuttosto generico) è «aumentare gli scambi e gli investimenti tra l'UE e gli Stati Uniti realizzando il potenziale inutilizzato di un mercato veramente transatlantico, generando nuove opportunità economiche di creazione di posti di lavoro e di crescita mediante un maggiore accesso al mercato e una migliore compatibilità normativa e ponendo le basi per norme globali»;
l'accordo dovrebbe agire quindi in tre principali direzioni: aprire una zona di libero scambio tra Europa e Stati Uniti, uniformare e semplificare le normative tra le due parti abbattendo le differenze non legate ai dazi (le cosiddette Non-Tariff Barriers, o NTB), migliorare le normative stesse;
tuttavia numerosi e autorevoli studi (tra cui Studio CEPR su richiesta della Commissione Europea: “Reducing Transatlantic Barriers to Trade and Investment” del marzo 2013) hanno dimostrato che questo Trattato comporterebbe vantaggi economici irrilevanti in termini di sviluppo del PIL italiano prevedono una crescita del PIL europeo maggiore dello 0,48% in 13 anni, cioè un "mirabolante" 0,03% l'anno di over- performance del PIL;
numerosi e gravi sarebbero, per contro, i possibili rischi del trattato atteso che l’armonizzazione delle norme sarebbe fatta al ribasso, a vantaggio non dei consumatori ma delle grandi aziende e nello specifico occorre chiarire che:
i paesi dell'UE hanno adottato le normative dell'Organizzazione dell'ONU che si occupa di lavoro (l'ILO), mentre gli Stati Uniti hanno ratificato solo due delle otto norme fondamentali. Quindi si rischierebbe di minacciare i diritti fondamentali dei lavoratori;
l'eliminazione delle barriere che frenano i flussi di merci renderà più facile per le imprese scegliere dove localizzare la produzione in funzione dei costi, in particolare di quelli sociali; l'agricoltura europea, frammentata in milioni di piccole aziende, finirebbe per entrare in crisi se non venisse più protetta dai dazi doganali, soprattutto se venisse dato il via libera alle colture OGM;
il Trattato avrebbe conseguenze negative anche per le piccole e medie imprese, e in generale per le imprese che non sono multinazionali e che con le multinazionali non potrebbero reggere la concorrenza;
ci sarebbero anche rischi per i consumatori perché i principi su cui sono basate le leggi europee sono diverse da quelli degli Stati Uniti. In Europa vige il principio di precauzione (l'immissione sul mercato di un prodotto avviene dopo una valutazione dei rischi) mentre negli Stati Uniti per una serie di prodotti si procede al contrario in quanto la valutazione viene fatta in un secondo momento ed è accompagnata dalla garanzia di presa in carico delle conseguenze di eventuali problemi legati alla messa in circolazione del prodotto;
il Trattato comprometterebbe la normativa europea che offre tutele maggiori per i consumatori anche relativamente all'uso di pesticidi, all'obbligo di etichettatura del cibo, all'uso del fracking per estrarre il gas e alla protezione dei brevetti farmaceutici;
i negoziati sono orientati alla privatizzazione dei servizi pubblici quindi si rischia la loro scomparsa progressiva. Sarebbe a rischio il welfare e settori come l'acqua, l'elettricità, l'educazione e la salute sarebbero esposti alla libera concorrenza;
le disposizioni a protezione della proprietà intellettuale e industriale attualmente oggetto di negoziati potrebbero minacciare la libertà di espressione su internet o privare gli autori della libertà di scelta in merito alla diffusione delle loro opere;
il Trattato introduce la clausola ISDS, Investor-State Dispute Settlement che prevede la possibilità per gli investitori di ricorrere a tribunali terzi in caso di violazione, da parte dello Stato destinatario dell'investimento estero, delle norme di diritto internazionale in materia di investimenti, sicché le aziende potrebbero opporsi alle politiche sanitarie, ambientali, di regolamentazione della finanza o altro attivate nei singoli paesi reclamando interessi davanti a tribunali terzi, qualora la legislazione di quei singoli paesi riducesse la loro azione e i loro futuri profitti;
l'impostazione neoliberista del Trattato disegna una totale liberalizzazione del mercato e del commercio, con clausole che portano alla totale privatizzazione dei servizi pubblici, all'abbattimento di ogni genere di barriere commerciali anche non tariffarie, fino alla messa in discussione della legislazione sociale e sul lavoro di ogni singolo paese, il cui risultato più immediato è la delegittimazione internazionale di tutte le leggi poste a salvaguardia del principio di precauzione (ad esempio su limiti a fitofarmaci, aflatossine, OGM) e a salvaguardia delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, con l'ulteriore conseguenza che ogni contenzioso tra privati e stati nazionali sarà affidato ad arbitrati internazionali che scavalcano le leggi e i Tribunali dei paesi membri, con una definitiva lesione delle sovranità nazionali e democratiche;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria:
a esprimere il proprio dissenso, in tutte le sedi competenti, nei confronti del Trattato transatlantico di libero scambio USA- UE (T-TIP), in corso di negoziazione tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti;
mettere in campo azioni di pressione, anche attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sul Parlamento ed il Governo italiano, sull'Europarlamento e la Commissione Europea, al fine di promuovere l'uscita immediata del nostro Paese dai negoziati finalizzati all'approvazione del T-TIP ovvero, in subordine, al fine di ottenere il respingimento del Trattato suddetto da parte dell'intero Parlamento Europeo;
a promuovere, presso i cittadini stanziati sull'intero territorio regionale, azioni di informazione e sensibilizzazione sul contenuto, le finalità e le conseguenze applicative del T-TIP;
ad inoltrare la presente al Consiglio dei Ministri, al Parlamento Italiano, a quello Europeo ed alla Commissione Europea.
(58; 19.04.2016) Orsomarso
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
sul territorio comunale di Marano Marchesato, e precisamente in località "Carmine", è stata realizzata una struttura residenziale sanitaria per anziani ( RSA);
detta struttura di proprietà dell'ASP di Cosenza, iniziata ed ultimata nel lontano 1996 con finanziamenti regionali per un importo di oltre due milioni di Euro (2.100.000), ad oggi risulta non funzionante o meglio non ha mai avuto alcuna attività ed a distanza di tempo, non avendo la necessaria manutenzione né la opportuna guardiania, la struttura è stata oggetto di numerose razzie di ogni genere e tipo, tanto;
con missiva del 31.03.2014, prot. n. 2208, il Comune di Marano Marchesato nella persona del Sindaco pro tempore chiedeva al Direttore Generale dell'ASP di Cosenza la concessione in comodato d'uso gratuito della struttura de quo, prospettando la possibilità di un utilizzo della stessa sempre per finalità sociali e ricreative da destinare agli anziani, giovani e disabili;
tale richiesta non ha trovato accoglimento alcuno, essendo la struttura destinata esclusivamente a residenza sanitaria per anziani;
il danno arrecato ai cittadini di Marano Marchesato da quasi 20 anni di ritardi per una struttura di fondamentale importanza come una RSA, soprattutto per una cittadina con gravi mancanze di strutture socio-sanitarie è enorme e in un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, insistere a mantenere un atteggiamento inerte da parte della Pubblica Amministrazione risulta inammissibile e non tollerabile sotto ogni profilo;
è necessario attivarsi affinché il Comune di Marano Marchesato, cosi come il resto del territorio calabrese possa essere dotato di strutture residenziali in grado di garantire le giuste cure sanitarie ai propri anziani è un dovere, nonché, un imperativo morale non negoziabile -:
se e quali provvedimenti l'Ente Regione Calabria intende assumere in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte;
se siano stati valutati gli effetti per i possibili fruitori del servizio, della mancata apertura della residenza sanitaria per anziani;
se siano state vagliate eventuali soluzioni per garantire l’apertura della Rsa nel comune di Marano Marchesato o eventuali riconversioni della stessa sempre per finalità sociali o ricreative.
(41; 18.05.2015)
Risposta - “Con riferimento alla nota in oggetto, si riscontra la nota di
sollecito prot. n. 182172/SLAR del 10 giugno 2015, pur non essendo stata
assegnata allo scrivente la prima interrogazione, comunque reperita sul sito
istituzionale del Consiglio regionale.
Ciò posto, la struttura residenziale sanitaria per anziani (RSA) in
questione, fu realizzata dall'ASL competente per territorio (ora ASP di
Cosenza) sul territorio comunale di Marano Marchesato e precisamente in
località "Carmine". Detta struttura, per la cui realizzazione furono
utilizzati fondi pubblici finalizzati previsti dall'art. 20 della legge 67/1988
ed erogati dalla Regione Calabria, fu ultimata nel 1996 ed è tuttora di
proprietà dell'ASP di Cosenza.
Una volta ultimata, la struttura avrebbe dovuto essere attrezzata ed
attivata (richiedendo l'autorizzazione e l'accreditamento alla Regione
Calabria), utilizzando personale delle stesse aziende sanitarie, salvo poi
concederne la gestione in affidamento a terzi secondo i criteri di
aggiudicazione previsti della Deliberazione della Giunta regionale (D.G.R.) n.
695/2003 della Regione Calabria.
Non risulta che l'ASP di Cosenza abbia mai provveduto ad attivare la
struttura né autonomamente, né in ragione delle previsioni della succitata
D.G.R. n. 695/2003 e, conseguentemente, a tutt'oggi la struttura, che non ha
mai svolto alcuna attività, risulta non funzionante.
Peraltro, la suddetta struttura, nel tempo, non ha avendo sufficiente
manutenzione, né opportuna guardiania ed è stata oggetto di numerose razzie e
atti di vandalismo che ne hanno compromesso gli stessi requisiti strutturali
per poter ottenere qualsivoglia autorizzazione sanitaria ai sensi dell'art.
8-ter del D.Lgs. n. 502/1992, della L.R. n. 24/2008 e del Regolamento regionale
n. 13/2009, in assenza di sostanziosi interventi di ristrutturazione e
riqualificazione che, comunque, resterebbero a carico dell'ASP di Cosenza la
quale, ad oggi, non pare avere i fondi necessari.
In proposito, tenuto conto di quanto sopra, oltre che della sospensione
delle nuove autorizzazioni imposta dal Piano di Rientro, con nota prot. n.
1475/SC del 7 dicembre 2011 il Sub-Commissario pro tempore per l'attuazione del Piano di rientro dal deficit
della sanità in Calabria, Dott. Gen. Luciano Pezzi, aveva negato il rilascio
dell'autorizzazione sanitaria all'esercizio richiesta dal Direttore Generale
dell'ASP di Cosenza nel dispositivo della deliberazione n. 3145 del 9 novembre
2011 in ordine alla RSA di Marano Marchesato.
Rispetto ad allora, la situazione non è mutata, anzi, semmai è
ulteriormente condizionata dall'elaborazione della nuova rete dell'assistenza
territoriale, comprensiva delle R.S.A., cui sta provvedendo direttamente il
Commissario ad acta per l'attuazione del Piano di rientro dal deficit
sanitario, per cui l'eventuale destinazione sanitaria della struttura potrà
essere confermata o cancellata solo in esito alla realizzazione del nuovo
assetto della rete territoriale, non essendo questa materia nella disponibilità
della Regione Calabria
Ne consegue che, compatibilmente con quanto sopra e allo stato degli
atti:
la Regione Calabria non può intervenire in relazione alla specifiche
competenze del Commissario ad acta
per l'attuazione del Piano di Rientro;
Quanto alle eventuali soluzioni per garantire l'apertura della RSA nel
Comune di Marano Marchesato o a eventuali riconversioni della stessa sempre per
finalità sociali o ricreative, spetterà al Dipartimento "Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie", su proposta dell'ASP di Cosenza, valutare quale
destinazione dare alla struttura originariamente finalizzata alla realizzazione
di una RSA nel comune di Marano Marchesato;
Nell'ambito di quanto sopra, eventualmente, sarà anche possibile tenere
conto della missiva del 31/03/2014, prot n. 2208 del Sindaco dei Comune di
Marano Marchesato, con la quale veniva chiesta al Direttore Generale dell’ASP
di Cosenza la concessione in comodato d'uso gratuito della struttura de quo, prospettando la possibilità
di un utilizzo della stessa sempre per finalità sociali e ricreative da
destinare agli anziani, giovani e disabili, fermo restando che tale richiesta
non potrà trovare accoglimento sino a quando la struttura resterà destinata
esclusivamente a residenza sanitaria per anziani e non siano attivate le
procedure per lo svincolo della sua destinazione.
Cordialmente”.
Il dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie (Riccardo Fatarella)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in data 9 settembre 2014 è stato firmato dalla ditta aggiudicatrice il primo contratto di assegnazione per la realizzazione dell'ospedale della Sibaritide;
il commissario ad acta per la Sanità in Calabria, Massimo Scura, ai margini della visita-sopralluogo che venerdì, 5 giugno ha effettuato all'ospedale civile "Giannettasio" ha dichiarato che i tempi di realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide potrebbero dilatarsi a causa di subentrati problemi tecnici legati alla gara d'appalto e alla ditta aggiudicatrice dei lavori;
il commissario ad acta per la Sanità in Calabria ha anche dichiarato che se i rischi e le difficoltà relative all'iter di realizzazione dovessero perdurare, si procederà comunque con il potenziamento strutturale e di personale dei reparti esistenti;
in data 7 giugno 2015 l'ing. Domenico Pallaria ha smentito categoricamente, in qualità di Responsabile Unico del Procedimento e Direttore Generale del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, la notizia relativa alla mancanza di copertura finanziaria per la realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, perché non corrispondente al vero;
ha altresì dichiarato che l'Ospedale della Sibaritide è stato oggetto di una regolare gara d'appalto;
l'ingegnere Pallaria ha inoltre precisato che il Presidente della Regione Oliverio ha inserito in un programma di utilizzazione delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 8 milioni di euro da contrattualizzare entro la fine del 2015 per i lavori di miglioramento della strada in località Insiti dove sorgerà l'ospedale e per la realizzazione dello svincolo sulla statale 106;
nell'incontro che si è svolto a Sibari il 16 marzo 2015 il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ha dichiarato che entro quest'anno verrà aperto il cantiere del lavori dell'Ospedale della Sibaritide e che i tempi di realizzazione, compresa la progettazione, non supereranno i due anni e otto mesi;
le ricadute di ulteriori ritardi o della non realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide sul piano della tutela della salute e sullo stesso diritto alla salute di un così vasto territorio, che già presenta numerose criticità sul piano della sanità e che è stato depauperato di risorse strumentali e personale, sarebbero gravissime;
questo territorio, inoltre, vedrebbe venir meno importanti prospettive di sviluppo, di infrastrutturazione e occupazionali, come ribadito anche dalle organizzazioni sindacali -:
se è garantita l'unitarietà di intenti e di operatività della Giunta Regionale della Regione Calabria e del Commissario ad acta per la Sanità in Calabria sull'Ospedale della Sibaritide;
quali sono i tempi certi di realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide;
quali sono le azioni, sicuramente urgenti ed indifferibili, previste, nelle more della realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, per garantire il pieno diritto alla salute e la sua tutela, migliorando così l'offerta sanitaria per cittadini dell'area ionica cosentina.
(56; 22.06.2015)
Risposta - “Nel
seguito viene data risposta, per quanto di competenza del sottoscritto Roberto
Musmanno, Assessore alle Infrastrutture, alle seguenti richieste di chiarimento
inserite nella interrogazione in oggetto:
1) se è
garantita l'unitarietà di intenti e di operatività della Giunta Regionale della
Regione Calabria e del Commissario ad acta per la Sanità in Calabria
sull'Ospedale della Sibaritide;
2) quali sono
i tempi certi di realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide;
3) quali sono
le azioni, sicuramente urgenti ed indifferibili, previste, nelle more della
realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, per garantire il pieno diritto
alla salute e la sua tutela, migliorando così l'offerta sanitaria per cittadini
dell'area ionica cosentina.
Con Decreto n.
16843 del 6/12/2013, il Dirigente Generale dell'Autorità Regionale - Stazione
Unica Appaltante e il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale
Infrastrutture-LL.PP.-Mobilità, in qualità di Responsabile del Procedimento,
hanno disposto l'approvazione dell'aggiudicazione provvisoria e definitiva
della concessione della costruzione e gestione del nuovo Ospedale della
Sibaritide, in favore del RTI Tecnis S.p.A. (Capogruppo Mandataria) — Cogiatech
S.p.A. (Mandante), con sede in Tremestieri Etneo (CT).
Conformemente
a quanto previsto nel Bando di gara, le imprese aggiudicatarie hanno
costituito, ai sensi e per gli effetti dell'art. 156 del Codice dei Contratti
pubblici, in data 01/09/2014, una Società di Progetto, denominata
"Ospedale della Sibaritide Società Consortile per Azioni" con sede
legale ed amministrativa in Tremestieri Etneo (CT).
Il contratto
di concessione è stato sottoscritto in data 9/09/2014 tra la Regione Calabria,
l'A.S.P. di Cosenza e la Società "Ospedale della Sibaritide Società
Consortile per Azioni" (Rep. ASP-CS n. 320 del 9 settembre 2014).
Ai fini dello
sviluppo delle attività di progettazione, si sono tenute, presso la sede del
Commissario ad Acta per il Piano di Rientro, ed alla presenza del Direttore
Tecnico del Concessionario e di Dirigenti del Dipartimento Infrastrutture,
LL.PP. e Mobilità e del Dipartimento Tutela della Salute, numerosi incontri per
definire l'assetto funzionale del Nuovo Ospedale alla luce dell'emanazione del
Decreto del Commissario ad Acta - D.C A. n.9 del 2 Aprile 2015, recante
l'approvazione del documento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della
rete dell'emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti. Nel corso delle
riunioni suddette sono state fornite dal Concedente al Concessionario le
indicazioni per l'aggiornamento del progetto alle specifiche esigenze sanitarie
e funzionali del nuovo strumento di programmazione, nonché per la più corretta
allocazione delle funzioni sanitarie, in termini di dimensionamento e
collocazione, previste per la nuova struttura. Tutte le attività di
aggiornamento propedeutiche al concreto avvio della progettazione sono state
definite entro il mese di agosto 2015. Alla luce di quanto sopra esposto, è del
tutto evidente l'unitarietà di intenti e di operatività della Giunta Regionale
della Regione Calabria e del Commissario ad acta per il Piano di Rientro
sull'Ospedale della Sibaritide.
Sui tempi di
realizzazione del Nuovo Ospedale, si rappresenta che è stato ampiamente dato risalto
dalla stampa regionale alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto la società
Tecnis S.p.A., in relazione alla realizzazione di altre opere pubbliche sul
territorio nazionale (non in Calabria).
In data
12/11/2015, la Prefettura di Catania ha trasmesso il provvedimento interdittivo
antimafia adottato in pari data nei confronti dell'impresa Tecnis S.p.A.. La
stessa Prefettura ha richiesto alla Regione Calabria di astenersi dall'assumere
iniziative dirette all'interruzione dei rapporti con l'impresa, in attesa di
determinazioni in merito all'applicabilità delle previsioni di cui all'art. 32,
comma 10, del D.L. 90/2014, relative a forme di commissariamento delle imprese
interessate da provvedimenti interdittivi antimafia.
In data
25/3/2016, la Prefettura di Catania ha trasmesso il provvedimento con il quale
sono state revocate le misure interdittive antimafia alla società Tecnis
S.p.A..
In data 26
aprile 2016, è stato sottoscritto presso la Prefettura di Cosenza il
'Protocollo di Intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di
lavori pubblici - Nuovo Ospedale della Sibaritide", tra la Regione
Calabria, l'ASP di Cosenza, il Concessionario e la Prefettura di Cosenza.
In data 28
aprile 2016, l'Ing. Domenico Pallaria, in qualità di Responsabile del
Procedimento di realizzazione del Nuovo Ospedale della Sibaritide, ha emesso
notificato al Concessionario, l'Ordine di Servizio per il formale avvio della
progettazione definitiva del Nuovo Ospedale, che sancisce il decorrere del
termine di 120 giorni per la consegna del progetto alla Regione Calabria, da
sottoporre alla Conferenza di Servizi, per l'acquisizione dei pareri previsti
dal Codice dei contratti pubblici. A valle di ciò si potrà dunque procedere
verso la conclusione dei lavori per realizzare un'opera di sicura attenzione
dell'attuale Amministrazione Regionale, certa che tale opera può portare un
sensibile miglioramento dell'offerta sanitaria per i cittadini dell'area ionica
cosentina.
Cordiali
saluti.”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore alle Infrastrutture. Per sapere - premesso che:
la società di servizio di trasporto pubblico denominata Ferrovie della Calabria s.r.l. con nota del 30 giugno 2015 da notizia sul proprio sito che è stato emesso il Bando di Gara con oggetto: "Lavori di demolizione del viadotto sito alla progressiva Km 23+443 della linea Gioia Tauro - Sinopoli S.P. e relativa vendita del materiale ferroso di risulta";
trattasi invece, contrariamente a quanto tecnicamente esposto, della demolizione dello storico ponte di Sant' Eufemia D'Aspromonte, da definirsi, per come sostenuto anche, tra le altre associazioni (Italia nostra - sezione di Crotone, Gruppo ferrovie storiche, e Ferrovie in Calabria) un raro esempio di archeologia industriale invece;
sulla questione in oggetto si è, con un articolato comunicato stampa, espressa in maniera contraria anche la Cgil;
la legislazione di riferimento in tale direzione prevede per come recita il D.L. 42/2004 (i beni immobili pubblici di oltre 50 anni di età (in seguito innalzata a 70 anni dal DL 70/2011), prima di ogni intervento di modifica e/o demolizione e/o vendita, necessitino di un una verifica obbligatoria di interesse culturale e storico da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali);
il viadotto in questione è famoso tra gli appassionati di ferrovie in tutta Italia e all'estero per le sue caratteristiche tecnico-costruttive, che rendono questo ponte un esemplare unico per lunghezza e altezza nel panorama storico ferroviario Calabro-Lucano e non solo;
la demolizione e la vendita del materiale ferroso non comporterà nessun guadagno economico, che non avrebbe comunque giustificato la demolizione di parte del nostro passato e patrimonio storico come Regione Calabria;
l'impatto ambientale sarebbe devastante anche per l'equilibrio della flora e della fauna del sito per come documentato da uno studio dell’Università di Messina;
la tratta nel 2012 è stata sdemanializzata, cessando di essere riconosciuta come ferrovia, per diventare una semplice entità patrimoniale di proprietà delle Ferrovie della Calabria (provvedimento attuato dalla Regione Calabria - precedente proprietario dell'infrastruttura);
la demolizione del viadotto di Santa Eufemia comprometterà la fattibilità di un progetto annunciato dall'Associazione Ferrovie in Calabria, ovvero la trasformazione del tratto di ferrovia tra Palmi e Sinopoli in pista ciclabile per il tramite del posizionamento di pannelli studiati per adattarsi al binario, con il doppio vantaggio di preservare il tracciato, immerso negli splendidi paesaggi ai piedi dell'Aspromonte, rendendolo al contempo fruibile per il turismo ciclistico e naturalistico -:
quali sono tutte le azioni che il governo regionale intenderà adottare con urgenza al fine di preservare un patrimonio architettonico importante da considerarsi ad ogni ragione - bene comune - come il Viadotto di Santa Eufemia D'Aspromonte, e quali le azioni procedurali inderogabili per bloccare e revocare il bando di gara di cui sopra.
(66; 16.07.2015)
Risposta - “Il ponte oggetto dell'interrogazione è sulla linea ferroviaria Gioia
Tauro/Sinopoli, di 27 km. con 9 stazioni, esattamente sulla tratta
Palmi/Sinopoli, di 18 km. Allo stato il servizio sulle linee cosiddette
"Taurensi", quindi sia sulla Gioia Tauro/Cinquefrondi di 32 km, sia
la Gioia Tauro/Palmi/Sinopoli di 27 km. è sospeso dal 7 giugno 2011; in
particolare sulla tratta Palmi/Sinopoli, che include il ponte oggetto
dell'interrogazione, l'esercizio è sospeso da oltre 15 anni ed è stata chiusa
con deliberazione della Giunta regionale n. 124 del 8/4/2014, come del resto
previsto, tra l'altro, dalla deliberazione n. 380 del 25 ottobre 2013 di
approvazione del piano di Riprogrammazione dei servizi di tpl ai sensi
dell'art. 16 bis, del D.L.95/2012, convert Con modif., dalla legge 135/2012.
Le suddette linee ferroviarie, con tutte i manufatti e le opere d'arte,
compreso il ponte di che trattasi, fanno parte del compendio ferroviario
trasferito alla Regione ai sensi del D.Lgs. 422/1997, art 8 e gestito da
Ferrovie della Calabria s.r.l.
Specifico Accordo di Programma prevede che tutti i beni, distinti in
demaniali e/o disponibili e/o indisponibili siano affidati a Ferrovie della
Calabria. In particolare:
• quelli utili al servizio ferroviario restano al demanio ferroviario
regionale e come tali inalienabili e in gestione a Ferrovie della Calabria;
• tatti gli altri vanno valorizzati con dismissione/vendita/utilizzo
con introiti a beneficio del suddetto servizio ferroviario come detto in
gestione a Ferrovie della Calabria, il tatto considerando tatti i complessi
adempimenti necessari. Per ogni bene ovviamente si pone il problema della
gestione, dei relativi costi e fondamentalmente, per alcuni di essi, tra cui il
ponte in oggetto, quello della sicurezza. A seguito di una evidenziata
situazione di pericolo segnalata dallo stesso comune di S. Eufemia d'Aspromonte,
ed in esito ad un ampio carteggio a suo tempo intercorso con i competenti
dipartimenti della Regione, Ferrovie della Calabria aveva bandito gara per la
demolizione del ponte, come ultima ratio vista la mancanza di risorse regionali
per la messa in sicurezza sia dello stesso ponte che di tatto il contesto
circostante, interessato da importanti fenomeni di erosione fluviale e di frane
dei relativi versanti . La procedura di gara è andata deserta e pertanto non si
è ulteriormente proceduto.
Come fatto notare anche nel testo dell'interrogazione in oggetto, è
indubbia la valenza da un punto di visto storico/culturale e anche
archeologico/industriale del ponte. Si pone comunque il problema del
reperimento di fondi per la sua manutenzione, problema che si spera di
risolvere una volta che il Governo nazionale avrà chiarito se le linee dismesse
a scartamento ridotto esercite da Ferrovie della Calabria potranno essere
oggetto di finanziamento specifico previsto per le linee a finalità turistiche.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Calabria è una regione fortemente colpita da fenomeni franosi causati dal tristemente noto dissesto idrogeologico;
il 18 luglio u.s. in località Cozzo della Gabella, nel comune di Mandatoriccio (CS), si sono verificati smottamenti del terreno a ridosso delle abitazioni, probabilmente causati da perdite alla condotta idrica della Sorical;
l'area interessata dalle crepe nel terreno è decisamente vasta;
per tale ragione ed in via precauzionale il Comune, in sinergia con la Protezione Civile e la Polizia Municipale, ha ritenuto opportuno sgomberare gli undici nuclei familiari che risiedono con la loro abitazione nell'area interessata;
sono state reperite, presso terzi, le unità immobiliari nelle quali gli stessi nuclei sono stati temporaneamente sistemati;
la ditta proprietaria delle unità immobiliari, nelle quali hanno trovano momentaneo alloggio le famiglie sgomberate, ha già avanzato formale richiesta di risarcimento danni ovvero di pagamento del fitto e stessa cosa sono intenzionati a fare i proprietari delle abitazioni sgomberate;
la sistemazione attuale degli undici nuclei familiari è da ritenersi precaria e provvisoria: le unità non sono munite di riscaldamento e ciò rende inagibili le unità abitative durante i mesi autunnali ed invernali;
gli undici nuclei familiari
hanno il diritto di poter vivere in condizioni dignitose e sicure;
il Comune non ha la capacità economica e finanziaria di poter sostenere
ulteriori spese relative alla messa in sicurezza dell'area interessata dal
movimento franoso e non riesce a far fronte ai costi connessi agli sgomberi in
questione;
la Sorical, ente di competenza della rete idrica presente nella zona, è una società partecipata dalla Regione Calabria -:
quali iniziative intende assumere in merito alla
messa in sicurezza dell'area interessata;
quali provvedimenti intende assumere, auspicabili nel breve termine, per poter
intercettare i fondi necessari utili ad affrontare le spese riguardanti la
gestione dell'emergenza abitativa degli undici nuclei familiari.
(80; 04.08.2015)
Risposta
- “Riguardo
all'interrogazione in oggetto, si precisa che fin dal mese di gennaio 2014 la
Regione Calabria, per il tramite del Settore 2 del Dipartimento Infrastrutture,
Lavori Pubblici e Mobilità, si occupa di inserire, nel sistema informativo
nazionale denominato RENDIS, a supporto del "piano nazionale di
prevenzione del rischio idrogeologico della Presidenza del Consiglio", le
richieste di finanziamento, corredate dai relativi progetti provenienti dagli
Enti competenti secondo cadenze dettate dal Ministero dell'Ambiente. Tali
domande, sempre su richiesta del Ministero, vengono successivamente validate a
cura dell'Autorità di Bacino regionale della Calabria.
La banca dati aveva individuato nel 2014 già 534
interventi complessivi per un totale 835 milioni complessivi. Successivamente
con nota prot. 14980/STA del 29/09/2015 il Ministero ha comunicato la
riattivazione delle funzioni di inserimento, modifica e validazione delle
schede istruttorie per il Gruppo Piano Nazionale 2015-2010 fino all'ottobre
2015. Gli Enti hanno potuto dunque aggiungere altri progetti e richieste di
finanziamento.
La banca dati RENDIS riporta ad oggi n. 4
progetti per interventi di messa in sicurezza del territorio comunale di
Mandatoriccio:
Codice/Comune |
Titolo Intervento |
Proposta di finanziamento (euro) |
18IR062/G1 Mandatoriccio |
Ricostruzione spiaggia prospiciente il lungomare di Mandatoriccio |
480.000,00 |
18IR063/G1 Mandatoriccio |
Opere di protezione e ripristino dell'officiosità idraulica del
Torrente Arso |
900.000,00 |
18IR064/G1 Mandatoriccio |
Stabilizzazione e sistemazione versante del Vallone Torno |
970.000,00 |
18IR773/G1 Mandatoriccio |
Interventi di mitigazione rischio idrogeologico |
499.860,00 |
L'ultimo intervento, inserito in banca dati con
codice 18IR773/G1 ha titolo: Interventi di mitigazione rischio idrogeologico è relativo
ad un progetto, redatto a livello preliminare, di consolidamento e
stabilizzazione del versante in loc. Cozzo Gabella approvato con Delibera di
Giunta Comunale per un importo complessivo di 499.860,00 €.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle
Infrastrutture)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
per quel che riguarda le problematiche connesse al rischio idrogeologico, è sotto gli occhi di tutti come il territorio della Regione Calabria sia interessato, con sempre maggiore frequenza, da accadimenti naturali che causano gravissimi danni alle risorse naturali e al tessuto economico-sociale, compromettendo spesso anche l'incolumità dei cittadini;
com'è noto, le cause sono molteplici e riconducibili, principalmente, ad attività antropiche. Ad accrescere la vulnerabilità del territorio concorre la mancata adozione di misure di prevenzione adeguate e tempestive, e di sistematici interventi per risanare le criticità idrauliche e i fenomeni di dissesto idrogeologico, quando si manifestano;
il contrasto a questi fenomeni comporta "costi esponenziali" e quindi sarebbe bene utilizzare la flessibilità sui vincoli europei;
anche il Ministro dell'Ambiente Galletti in risposta all'interrogazione 4/01136 presentata al Senato ha affermato che "è stato da alcuni stimato per difetto che l'impegno economico necessario per la riparazione dei danni degli ultimi 20 anni è di circa 1 miliardo di euro all'anno, e che si tratta di una situazione destinata ad aggravarsi se non si interviene in modo tempestivo ed efficace. Ed è per questo che viene da più parti ritenuto indispensabile che la spesa per interventi di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico, di ripristino e bonifica dei siti produttivi inquinati e di messa a norma degli impianti di depurazione non dovrebbe essere computata nei saldi relativi al patto di stabilità. Anche se non v'è dubbio, allo stesso tempo, che tale spesa debba essere migliorata, in termini sia quantitativi che qualitativi. Si è del parere, inoltre, che gli investimenti pubblici per la prevenzione del rischio idrogeologico che richiede una straordinaria quantità di risorse, dovrebbero essere sostenuti da un'entrata stabile e sicura, che non sia assoggettata a riduzione o tagli, come purtroppo avvenuto in passato";
in attuazione di quanto disposto dal Governo con la legge finanziaria per il 2010 (legge n. 191 del 2009, art. 2, comma 240) in merito alla realizzazione di piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio idrogeologico in tutto il territorio nazionale, il Ministero dell'Ambiente già dai primi mesi del 2010 aveva avviato una serie di consultazioni con tutte le Regioni interessate, coinvolgendo le autorità di bacino competenti, nonché il Dipartimento della protezione civile;
tali iniziative si sono poi
concluse con la sottoscrizione di specifici accordi di programma;
al fine di fronteggiare il dissesto idrogeologico, gli Enti interessati hanno
affidato con regolari contratti di appalto, lavori di messa in sicurezza delle
zone colpite;
in alcuni casi specifici, è accaduto che nonostante i lavori siano stati regolarmente realizzati ed ultimati, a seguito di regolare emissione fattura, le Amministrazioni Provinciali ed i Comuni non hanno provveduto a liquidare le spese ed i costi sostenuti dalle ditte, in quanto la Regione Calabria non ha erogato agli stessi i fondi necessari per i vincoli del patto di stabilità;
considerato che tale situazione sta determinando ingenti difficoltà per le Amministrazioni Provinciali ed i Comuni e, di conseguenza, per le ditte che hanno eseguito regolarmente i lavori, determinando anche il rischio di fallimento delle stesse con relativo licenziamento dei lavoratori impiegati in esse;
il 9/06/2014 con nota prot. num. DPE/ABI/30139 del Presidente del Consiglio dei Ministri (dipartimento della Protezione Civile) veniva dichiarato che il finanziamento per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico "potrà essere escluso dal patto di stabilità" -:
quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta al fine di garantire alle Amministrazioni Provinciali ed ai Comuni i fondi necessari per far fronte ai pagamenti dovuti alle ditte che hanno eseguito e continuano ad eseguire i lavori di messa in sicurezza del territorio calabrese;
se è possibile applicare quanto stabilito nella della suddetta nota prot. n.. DPE/ABI/30139 del Presidente del Consiglio dei Ministri (dipartimento della Protezione Civile), e quindi non far rientrare questa tipologia di spesa nel patto di stabilità, anche relativamente all'anno 2015;
in ogni caso se il Presidente della Giunta intende adoperarsi per chiedere al Governo centrale di non comprendere tali spese nel patto di stabilità, in particolare vista la delicata situazione della Regione Calabria sia per il rischio idrogeologico sia per la situazione economico sociale;
quali iniziative intende porre in essere il Presidente della Giunta affinché la nostra Regione si possa dotare di un piano di prevenzione generale contro il rischio di dissesto idrogeologico.
(85; 27.08.2015)
Risposta - “Riguardo all'interrogazione in oggetto si precisa che gli interventi
relativi al 2010 sono stati finanziati all'interno di un Accordo di programma
stipulato il 25/11/2010 tra la Regione Calabria e il Ministero dell'Ambiente,
che includeva 185 interventi per un totale di circa 185 milioni di euro.
La realizzazione degli interventi dell'Accordo di programma è stata
affidata ad un Commissario straordinario nominato dal Governo che ha operato
fino agli inizi del 2015, quando, a seguito delle modifiche legislative
intervenute nel frattempo, l'incarico di Commissario straordinario è stato
assunto dal Presidente della Giunta regionale, che ha nominato un soggetto
attuatore (ing. Carmelo Gallo).
L'attuazione degli interventi avviene attraverso una contabilità
speciale sulla quale confluiscono le somme ministeriali e anche quelle
regionali. Non sembrano a oggi esistere difficoltà relative al mancato
trasferimento di risorse sulla contabilità speciale del Commissario
(trasferimento che è soggetto ai vincoli dovuti al patto di stabilità interno).
Inoltre, per quanto riferito dal Dipartimento Regionale Infrastrutture, Lavori
Pubblici e Mobilità, non risultano sussistere esclusioni dal patto di stabilità
per gli interventi di difesa del suolo, atteso che per altri programmi di
intervento simili gestiti dallo stesso Dipartimento Regionale, tutti i
pagamenti, ad esclusione di quelli legati ad interventi del POR Calabria, hanno
impatto sul patto di stabilità interno. Per questo motivo non risulta che la
nota del Dipartimento Nazionale Protezione Civile, citata nell'interrogazione,
sia applicabile a questi interventi. Riguardo alle iniziative per il piano di
prevenzione del rischio idrogeologico, la Presidenza del Consiglio dei Ministri
ha attivato un sistema informativo nazionale denominato RENDIS attraverso il
quale devono essere inoltrate le richieste di finanziamento. La Regione
Calabria aveva inserito a fine 2014 tutte le richieste di finanziamento
pervenute dagli Enti Locali, richiedendo 534 interventi per 835 milioni di euro
complessivi. Con nota di prot. 14980/STA del 29.09.2015, il MATTM ha
successivamente comunicato la riattivazione delle funzioni di inserimento sul
RENDIS di nuove proposte di finanziamento per il Piano Nazionale 2015-2020.
Il termine ultimo entro il quale era consentito l'inserimento di tali
proposte è stato più volte prorogato per poi essere definitivamente fissato al
6 giugno c.a.. Ad oggi la Regione Calabria ha inserito un totale di 942
richieste di nuovi finanziamenti, corredate dai relativi progetti che dovranno
essere sottoposti a valutazione da parte dell'Autorità di bacino.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la strada Longobucco - Mirto Crosia, conosciuta anche come strada Sila - Mare, risulta essere un'arteria strategica e di vitale importanza per i comuni interessati;
i lavori di costruzione e ammodernamento della succitata strada sono iniziati nel 1989;
ad oggi i lavori non sono stati ultimati, con evidenti disagi per le popolazioni dell'intera area di riferimento;
l'Assessorato ai lavori pubblici, con nota del 06/09/2012 affermava che "nel contesto dell'individuazione ed assegnazione di risorse ad interventi di rilievo nazionale ed interregionale e di rilevanza strategica regionale per l'attuazione del Piano nazionale per il Sud, la Delibera CIPE 62/2011 che stanzia ufficialmente i 923 milioni di euro previsti dal Piano per la Calabria, assegna per la strada "Mirto-Crosia-Longobucco" un finanziamento di 22,4 milioni di euro di cui 5,4 milioni di euro per il "completamento dei lavori per il collegamento IV lotto I stralcio" e 17 milioni di euro per il "collegamento IV lotto II stralcio". il 30 giugno 2014, si teneva l'inaugurazione di un tratto della strada Sila - Mare, del Bivio SS 107/0rtiano e Bivio SS 107/Acqua del Santo;
subito dopo l'inaugurazione, a causa di adempimenti tecnici, il tratto stradale appena aperto veniva chiuso al transito;
come già messo in evidenza, la strada Sila - mare risulta essere non ancora ultimata;
sono stati già spesi diverse decine di milioni di Euro di fondi pubblici per la strada Longobucco - Mirto Crosia;
la data di ultimazione lavori, fissata al 31/03/2014, non è stata rispettata- :
quali iniziative intende assumere il Presidente della Giunta regionale per portare a compimento, nel più breve tempo possibile, la strada Sila-Mare;
se i tempi per la consegna del Lotto del Ponte Manco sono rispettati e, in ogni caso, a che punto sono i lavori;
a che punto è l'iter per l'inizio dei lavori relativi al Lotto che arriva fino a Caloveto;
quali provvedimenti intende assumere il Presidente della Giunta regionale per garantire la mobilità dei nostri corregionali colpiti da questo disservizio causato dall'ennesima opera infrastrutturale incompiuta.
(86; 27/08/2015)
Risposta: Per rispondere
alle richieste di informazioni dell' interrogazione in oggetto vanno
evidenziate le azioni specificate nel seguito.
L'Accordo di
Programma "Sistema delle Infrastrutture di Trasporto" del 29/07/2001
individua l'intervento "Adeguamento strada Crosia, Longobucco,
Bocchigliero” per l'importo complessivo di Euro 39.250.000,00, anche a
completamento di opere iniziate negli anni '80.
A seguito di accordi
tra la Regione Calabria, la provincia di Cosenza e la Comunità Montana
"Sila Greca" è stata affidata alla citata Comunità Montana stessa la
responsabilità della realizzazione di un primo stralcio del IV Lotto del
suddetto progetto "Asse Viario Mirto - Crosia - Longobucco" per
l'importo di Euro 23.498.316,06.
I lavori in
questione, anche a causa dell'eccezionale evento alluvionale del settembre
2009, sono stati interessati da varianti circa la lunghezza del tracciato, che
ha subito una riduzione, e si sono protratti per lungo tempo; I lavori sono
stati ultimati il 26 aprile 2014.
La realizzazione
delle opere riguardanti
il tratto non realizzato (Svincolo Ortiano — località Destro), è stata inserita a valere sulla Delibera
CIPE
n. 62/2011, con un nuovo finanziamento di Euro 5.400.000,00. I suddetti lavori dì
completamento sono stati ultimati nel dicembre 2015. Relativamente al tratto
stradale che va "dalla loc. "Destro" al Ponte di ferro sul Trionto nel Comune di Cropalati",
sono
state ultimate le procedure di appalto integrato per la progettazione
definitiva ed esecutiva e realizzazione dell' "Asse Viario Mirto-Crosia-Longobucco-Sila —
Quarto Lotto - II Stralcio". L'appalto è stato aggiudicato in via definitiva con
Decreto dirigenziale n. 2823 del 31/03/2015 e in data 27/05/2015 è stato
stipulato il contratto con l'impresa aggiudicataria
(importo da contratto € 11.516.456,72). Sono in corso le attività connesse agli espropri delle aree interessate nonché le procedure per l'avvio della Conferenza dei Servizi, attività propedeutiche all'inizio dei lavori.
Infine, si
precisa che per i lavori del primo
stralcio del quarto lotto, completati e collaudati, sono in corso le procedure
per trasferire la gestione dell'arteria stradale ad ANAS e, nelle more, all'amministrazione provinciale di
Cosenza per consentire la regolare apertura al traffico (TRATTO LONGOBUCCO- Ponte Destro).
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale ed all’Assessore Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità. Per sapere - premesso che:
dagli organi di stampa che in data 28 ottobre 2015 lungo la Strada Provinciale SP 17, all'altezza dell'incrocio per Gasponi frazione del comune di Drapia (VV), si è verificato un grave incidente a causa del quale si è sfiorata la tragedia, incidente originato dal mal funzionamento del sistema frenante di un autobus del Consorzio CO.ME.TRA;
l'episodio ha messo a repentaglio la vita di circa 20 studenti che si trovavano a bordo del mezzo nonché quella del conducente il quale, grazie alla prontezza dei riflessi, è riuscito a limitare l'impatto e dunque i danni e conseguentemente ha garantito la quasi totale incolumità dei passeggeri;
il Decreto Legislativo n. 422 del 1997 attribuisce alle Regioni e agli Enti Locali le funzioni e i compiti in materia di trasporto pubblico;
la Regione Calabria con Legge regionale n. 67/2012 "Norme per i servizi di trasporto pubblico locale" testo coordinato con le modifiche e le integrazioni di cui alla Legge regionale 56/2013 stipula dei contratti di servizio con i Consorzi di trasporto pubblico locale tra i quali risulta anche quello del consorzio interessato alla vicenda -:
in che modo l'Assessorato infrastrutture, lavori pubblici e mobilità pensa di intervenire nei confronti dei consorzi convenzionati affinché assicurino una corretta manutenzione dei mezzi adibiti al trasporto pubblico al fine di garantire la sicurezza degli utenti;
quali urgenti iniziative si intendono intraprendere al fine di scongiurare ulteriori incidenti sulle autolinee di trasporto pubblico locale;
se l'assessore, professor Musmanno è a conoscenza di dati relativi allo stato di manutenzione dai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale.
(106; 03.11.2015)
Risposta
- “Preliminarmente
bisogna osservare che l'incidente cui si fa riferimento nell'interrogazione
consiliare non si è originato da un malfunzionamento del mezzo. Infatti
dall'inchiesta amministrativa svolta dalla società Ferrovie della Calabria, è
emerso che esso si è originato non già dal mal funzionamento del sistema
frenante dell'autobus, bensì dalla impropria condotta di guida tenuta nella
circostanza dall'operatore di esercizio preposto. Inoltre il mezzo in questione
è stato immatricolato nell'agosto 2004 e quindi nell'ottobre 2015, quando si è
verificato l'incidente, il mezzo aveva una accettabile vetustà di 11 anni,
rientrante nei limiti previsti dalla legge. Pertanto nel caso di specie,
l'incidente non è attribuibile alla vetustà o scarsa manutenzione del mezzo.
Quanto alla garanzia della sicurezza degli
utenti, giova precisare che la materia è di competenza statale e che in
particolare l'efficienza dell'impianto frenante è misurata e verificata
nell'ambito della revisione di cui all'articolo 80 del Decreto Legislativo N.
285 del 30/04/1992, che per gli autobus deve effettuarsi annualmente.
Premesso quanto sopra, al fine, comunque, di
incidere positivamente sul comfort degli utenti, si intendono porre requisiti
di anzianità media e/o massima del parco veicolare fra le condizioni di
capitolato della gara che l'Autorità Regionale dei Trasporti dovrà bandire per
l'affidamento dei servizi di Trasporto Pubblico Locale (TPL) in Calabria e per
la quale è stato recentemente pubblicato, il 31 maggio 2016, sulla Gazzetta
Ufficiale dell'Unione Europea il preavviso di gara.
Si intende proporre tali requisiti attraverso la
loro definizione fra gli aspetti qualitativi del livello dei servizi minimi
(art. 5 della L.R. n. 35/2015).
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno
(assessore alle Infrastrutture)
C. Guccione. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria ha in itinere la costruzione dei tre nuovi ospedali di Vibo Valentia, della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro per un importo complessivo di € 438.020.737,32 di risorse già stanziate;
nel marzo 2015 è stato predisposto l'avvio delle attività progettuali per il nuovo ospedale di Vibo Valentia previa sottoscrizione del protocollo d'intesa per la tutela della legalità nel settore degli appalti di lavori pubblici presso la prefettura di Vibo Valentia;
per il nuovo ospedale della Sibaritide è stato sottoscritto nel mese di settembre 2014 il contratto tra la Regione Calabria, l'Asp di Cosenza e la società Ospedale della Sibaritide società consortile per azioni;
per il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro è stato sottoscritto il contratto nel mese di marzo 2015 tra Regione Calabria, l'Asp di Reggio Calabria e la società Ospedale della Piana di Gioia Tauro società consortile a responsabilità limitata;
per il nuovo ospedale di Vibo Valentia si prevede una dotazione di 350 posti letto oltre 42 posti letto tecnici per un totale di 392 p.l. con un impegno di spesa pari a 143.965.197,29 € e, nonostante il contratto sia stato firmato a settembre 2014, oltre sedici mesi fa, ancora non risulta essere stato aperto il cantiere;
il nuovo ospedale della Sibaritide prevede una dotazione di 334 posti letto per acuti e 42 posti letto tecnici per un totale di 376 p.l. per una spesa complessiva di 143.921.997,42 € e, nonostante il contratto sia stato firmato a settembre 2014, oltre sedici mesi fa, ancora non risulta essere stato aperto il cantiere;
per il nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro si prevede una dotazione di 314 posti letto per acuti oltre 38 posti letto tecnici per un totale di 352 p.l. totali, con un impegno di spesa pari a 150.133.542,61€ e, nonostante il contratto di concessione è stato firmato a marzo 2015, oltre dieci mesi fa, ancora oggi non risulta essere stato aperto il cantiere;
l’11.12.2015 l'Inail ha pubblicato l'elenco delle domande ammissibili per l'effettuazione di iniziative immobiliari di utilità sociale valutabili nell'ambito dei piani triennali di investimento dell'Inail selezionati a seguito dell'istruttoria effettuata dal dipartimento per il coordinamento amministrativo e che, tale elenco, è stato trasmesso al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e al Ministero delle Finanze per gli adempimenti di competenza e che, in questo elenco, risulta accolta la richiesta dell'Azienda Ospedaliera Bianchi - Melacrino - Morelli di Reggio Calabria per 180 milioni di euro-:
quali iniziative urgenti si stanno ponendo in essere alla luce dei gravi ritardi che si registrano sulla realizzazione dei tre nuovi ospedali e del rischio concreto di possibili contenziosi tra le ditte aggiudicatrici e la Regione Calabria in particolare per gli ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro, per sbloccare l'iter dell'apertura dei canteri e per la realizzazione di tre nuove strutture ospedaliere per complessivi 1.120 posti letto e per un investimento già disponibile pari a 438.020.737,32 € che potrebbe garantire una boccata d'ossigeno e un rilancio del sistema economico calabrese.
(126; 25.01.2016)
Risposta - “Per quanto riguarda il
Nuovo Ospedale di Vibo Valentia, si
precisa che il contratto di concessione è stato sottoscritto nel mese di
settembre del 2014 tra Regione Calabria, A.S.P. di Vibo Valentia e la Società
"Vibo Hospital Service S.p.A.".
L'avvio delle attività
progettuali è stato disposto dal RUP (Ing. Domenico Pallaria) nel mese
di marzo del 2015, previa sottoscrizione del "Protocollo di Intesa per la tutela della legalità nel settore degli
appalti di lavori pubblici - Nuovo Ospedale di Vibo Valentia presso la
Prefettura di Vibo Valentia.
Nel mese di giugno del 2015, è stata indetta la Conferenza di Servizi per l'esame del progetto preliminare
aggiornato del Nuovo Ospedale, adeguato alle nuove esigenze sanitarie e
funzionali, in considerazione del piano di riordino delle reti ospedaliera,
territoriale e di emergenza-urgenza del servizio sanitario regionale (Decreto
del Commissario ad acta per il Piano di Rientro n.9 del 2 aprile 2015). La
Conferenza si è conclusa nel mese di luglio del 2015.
Nel mese di agosto del 2015, il Responsabile del Procedimento ha
approvato, in linea tecnica, il progetto
preliminare aggiornato, rielaborato dal Concessionario sulla base delle
indicazioni del Concedente, nonché il Quadro Economico aggiornato, che ha
accertato le economie di gara. In data 25 gennaio 2016, in sede di Conferenza
di Servizi indetta dal Comune di Vibo Valentia, è stato approvato, con
prescrizioni, il Piano di
Caratterizzazione Ambientale del sito ospedaliero, predisposto dal
Concessionario ai sensi dell'art. 242 del D. Lgs. n. 152 del 03 aprile 2006
(Codice dell'Ambiente). Il Piano si è reso necessario in quanto, in fase di
elaborazione del progetto preliminare, le indagini ambientali eseguite
dall'ARPACAL, avevano rilevato il superamento delle soglie di alcuni metalli
pesanti (berillio, stagno e vanadio). Il Piano di caratterizzazione prevede
l'esecuzione di un'indagine ad area vasta, al fine di confermare che tali
superamenti sono ascrivibili a cause naturali, quali l'originaria presenza
degli stessi nelle rocce metamorfiche del substrato, con progressiva
concentrazione per effetti di dilavamento: tale ipotesi è compatibile con
l'analisi storica del sito, che ha avuto un utilizzo solo di tipo agricolo.
Ad oggi, sono state eseguite le indagini sul sito su cui verrà
realizzata l'opera, con prelievo dei campioni di acque e di suolo. Sono state
eseguite le prove di laboratorio, da parte della ditta incaricata dal
Concessionario, e si è in attesa che l'ARPACAL ne validi le risultanze. Il
Concessionario sta elaborando la relativa analisi di rischio per gli inquinanti
rilevati, che dovrà essere sottoposto all'analisi della Conferenza di Servizi
per le relative determinazioni. La documentazione progettuale di carattere
ambientale, unitamente al documento di analisi di rischio, dovrà essere
sottoposto a procedura di assoggettabilità a VIA.
Ad oggi, sono di imminente approvazione i progetti complementari
all'opera principale, non rientranti nel contratto del Concessionario,
indispensabili ad assicurare una progettazione definitiva integrata con la
struttura ospedaliera, in quanto ne condizionano alcune scelte fondamentali.
Il progetto degli interventi di
sistemazione idrogeologica si è reso necessario per ottemperare alle
prescrizioni dell'Autorità di Bacino, che in Conferenza di Servizi, ha
richiesto l'effettuazione dello studio idrogeologico del Torrente Calzone e
l’individuazione degli eventuali interventi necessari alla sistemazione
idrogeologica dell'area ospedaliera. Il progetto preliminare, dell'importo di € 3.500.000, è stato redatto nei mesi
di ottobre-novembre 2015 da tecnici del Dipartimento Infrastrutture e LL.PP.
della Regione Calabria e dell'Autorità di Bacino Regionale, ed è stato
trasmesso nel mese di dicembre alla società RinaCheck, per l'emissione del
rapporto finale di verifica.
Il Ministero dell'Ambiente, con nota pervenuta alla Regione Calabria in
data 22/3/2016, ha espresso parere favorevole a finanziare l'intervento
attraverso i fondi dell'Accordo di Programma Quadro per la Difesa del Suolo
stipulato in data 25 novembre 2010, tra il Ministero dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Calabria.
E' in corso di definizione la convenzione tra il Commissario Delegato e
la Regione Calabria, per trasferire la titolarità dell'intervento dalla
Provincia di Vibo Valentia alla Regione Calabria e per integrare il
finanziamento dagli originari € 2.000.000, all'importo di progetto. Entro il
mese di maggio il progetto verrà approvato dal Commissario Straordinario,
previa acquisizione del parere della Soprintendenza ai Beni Archeologici della
Calabria, ai sensi del vigente Codice dei Contratti, e la progettazione
definitiva ed esecutiva, nonché l'esecuzione dell'intervento, potranno essere
affidate al Concessionario, quale opera complementare, ai sensi dell'art. 147
del Codice dei Contratti pubblici.
Il progetto delle opere
stradali, indispensabili ad assicurare l'accesso in sicurezza all'area
ospedaliera, è stato trasmesso alla Regione Calabria dal Concessionario nei
primi giorni del corrente mese di febbraio 2016; il Concessionario stesso si
era reso disponibile, nel mese di ottobre 2015, ad elaborare il progetto
preliminare delle opere relative alla viabilità di accesso al Nuovo Ospedale di
Vibo Valentia, sulla base di linee guida condivise con la Regione Calabria. Al
riguardo, il Comune di Vibo Valentia, competente sul tratto di viabilità
interessato dalla realizzazione delle opere, si è espresso favorevolmente
all'affidamento al Concessionario dello sviluppo della progettazione
preliminare.
Il progetto prevede un abbassamento dell'attuale livelletta stradale in
corrispondenza della rotatoria di accesso all'area ospedaliera, vincolo indotto
dai limiti di pendenza ammissibili per le rampe di penetrazione all'interno
dell'area, imposti dall'attuale normativa antincendio, nonché l'allargamento
della sede stradale, con la creazione di una corsia preferenziale di accesso
all'Ospedale per i mezzi di soccorso, in entrambi i sensi di marcia.
Il progetto, dell'importo di €
2.700.000, è in fase di integrazione degli elaborati progettuali, per
come richiesto dal soggetto verificatore ai sensi del Codice dei Contratti, e
verrà completato dal gruppo di progettazione del Concessionario entro il
corrente mese di aprile 2016, previa acquisizione del parere della
Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria, ai sensi del vigente Codice
dei Contratti. Entro il mese di maggio 2016 il progetto potrà essere approvato
dalla Regione Calabria e la progettazione definitiva ed esecutiva, nonché
l'esecuzione dell'intervento potranno essere affidate al Concessionario, quale
opera complementare, ai sensi dell'art. 147 del Codice dei Contratti pubblici.
Il progetto di adduzione idrica
del Nuovo Ospedale è in fase di sviluppo da parte di Sorical S.p.A.. Si prevede
la realizzazione di un serbatoio interrato, di volume pari a circa 700mc,
subito a monte dell'area ospedaliera, in prossimità di un serbatoio esistente
dell'acquedotto dell'Alaco, per consentire un'alimentazione indipendente della
struttura rispetto alle manovre di regolazione della rete. E' in corso
un'interlocuzione con la Sovrintendenza ai Beni Archeologici, in merito al
posizionamento del serbatoio ed al tracciato della condotta di adduzione, in
quanto l'area a monte del Nuovo Ospedale è soggetta a vincolo archeologico.
E' stato concordato che Sorical provvederà allo sviluppo della progettazione
fino al livello esecutivo e, successivamente, il progetto potrà essere
approvato dalla Regione Calabria e l'esecuzione dell'intervento potrà essere
affidata al Concessionario, quale opera complementare, ai sensi dell'art. 147
del Codice dei Contratti pubblici.
Da quanto sopra esposto, si evince che la Regione Calabria sta operando
per lo sviluppo integrato dei progetti complementari del Nuovo Ospedale di Vibo
Valentia, i cui lavori riguardano opere non rientranti nel contratto di
concessione stipulato con il Concessionario, in quanto di stretta competenza di
Amministrazioni Pubbliche (Comune e Provincia di Vibo Valentia) ed esterne
all'area ospedaliera. I relativi progetti sono stati avviati a valle della
Conferenza di Servizi sul progetto preliminare aggiornato, conclusa nel mese di
luglio del 2015, nell'ambito della quale sono emerse specifiche esigenze di
integrare la successiva fase progettuale del progetto definitivo della
struttura ospedaliera con le opere complementari (idrogeologiche, stradali, di
adduzione idrica e di scarico fognario), in quanto ne condizionano alcune
scelte fondamentali.
Riguardo ai Nuovi Ospedali
della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro, le attività di
progettazione sono, al momento sospese, per effetto del provvedimento interdittivo antimafia, relativo alla società Tecnis S.p.A., trasmesso alla Regione
Calabria dalla Prefettura di Catania, nel mese di novembre 2015, nelle more
della sottoscrizione dei Protocolli di Intesa per la tutela della legalità con
le Prefetture di Cosenza e Reggio Calabria.
La Regione Calabria si è astenuta dall'assumere iniziative dirette
all'interruzione dei rapporti contrattuali con l'impresa in argomento, nelle
more di determinazioni della Prefettura di Catania, in merito all'applicabilità
al caso di specie delle previsioni di cui all'art. 32, comma 10 del D.L.
90/2014. La Prefettura di Catania, nel mese di dicembre 2015, ha trasmesso il
provvedimento che ha disposto il commissariamento
della società Tecnis S.p.A.,
nominando contestualmente il Prof. Saverio Ruperto, quale amministratore per la
straordinaria e temporanea gestione ai sensi dell'art. 32 del D.L. 90/2014, prevedendo che "…….possono
essere ricompresi nella gestione commissariale tutti i contratti pubblici di
appalto o concessione di lavori già stipulati ....".
Le misure previste dall'art. 32. del D.L. 90/2014, tuttavia, sono
inidonee a determinare la cessazione degli effetti dell'informazione antimafia
interdittiva del Prefetto, che continua a dispiegare
In data 3 febbraio 2016, presso la sede della Tecnis S.p.A., si è
tenuto un incontro tra i rappresentanti della Regione Calabria ed i vertici
della Tecnis S.p.A., principale socio delle Società di Progetto concessionarie
della progettazione, realizzazione e gestione dei Nuovi Ospedali della
Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro.
Nel corso dell'incontro, il Prof. Ruperto ha dichiarato che la
realizzazione dei due Ospedali della Sibaritide e della Piana di Gioia Tauro
rappresenta un obiettivo strategico della Tecnis e che ha la ferma intenzione
di riavviare al più presto le attività previste in contratto. Ha rassicurato
altresì che, essendo i due interventi generatori di consistenti entrate per il
bilancio della Società, gli istituti bancari finanziatori dei due interventi
assicureranno i flussi previsti nei relativi piani economico-finanziari.
Il Dipartimento Infrastrutture e LL.PP. ha dunque trasmesso alla
Prefettura di Catania la richiesta di rilascio dell'informativa antimafia per
le due Società di Progetto dei Nuovi Ospedali, alla luce del nuovo assetto
della Società Tecnis, al fine di procedere speditamente alla sottoscrizione dei
protocolli di legalità con le Prefetture di Cosenza e Reggio Calabria.
Contestualmente, il Prof. Ruperto ha assunto l'impegno di manifestare
alla Prefettura di Catania l'urgenza di adottare le misure necessarie al
riavvio delle attività progettuali.
In data 16 Marzo 2016 la Prefettura di Catania ha emesso il
provvedimento di revoca delle misure interdittive antimafia alla società Tecnis
S.p.A.., che ha efficacia diretta ed immediata sulla Società di Progetto "Ospedale della Sibaritide Società
Consortile per Azioni", concessionaria della realizzazione del
Nuovo Ospedale, essendo quest'ultima costituita dalle società Tecnis S.p.A.
(Capogruppo Mandataria), oggetto di revoca dell’interdittiva antimafia, e dalla
società Cogiatech S.r.l. (Mandante), non oggetto di provvedimenti interdi
trivi.
Va inoltre precisato peraltro, che lo Studio Valle, incaricato dalla
Tecnis della progettazione definitiva dei due Ospedali, è già molto avanti
nelle elaborazioni e potrà quindi consegnare il progetto anche in anticipo
rispetto ai termini contrattuali.
Nell'attuale contesto, pertanto, la rimozione del provvedimento
inibitorio relativo alla società Tecnis S.p.A. giustifica la prosecuzione del
rapporto contrattuale.
Entro i prossimi giorni verrà concordata la data per la sottoscrizione
del Protocollo di Intesa per la tutela della legalità con la Prefettura di
Cosenza, a seguito del quale il Responsabile del Procedimento emetterà l'Ordine
di Servizio di avvio della progettazione definitiva.
Diversa efficacia ha il provvedimento di revoca delle misure
interdittive antimafia alla società Tecnis S.p.A.. sulla Società di Progetto
denominata "Ospedale della Piana
di Gioia Tauro Società Consortile a Responsabilità Limitata",
concessionaria della realizzazione del Nuovo Ospedale.
Infatti, quest'ultima risulta
costituita dai soci Tecnis S.p.A.
(Capogruppo Mandataria) — Cogip Infrastrutture S.pA. (Mandante) — Sintec S.pA.
(Mandante).
Alla luce dei recenti provvedimenti emanati dalla Prefettura di
Catania, permangono i provvedimenti interdittivi in capo alle società Cogip Infrastrutture S.p.A. e Sintec S.p.A., mandanti del raggruppamento
aggiudicatosi la concessione e soci della società di progetto.
Ogni successiva statuizione della Regione Calabria si configura dovuta
e vincolata ai provvedimenti che la Prefettura di Catania vorrà adottare.
In conclusione, la Regione Calabria sta pertanto operando per cercare
di riavviare al più presto le attività progettuali, pur nei limiti imposti
dalle sopra richiamate vicende esterne.
Riguardo al rischio, paventato nell'interrogazione, di possibili
contenziosi tra le ditte aggiudicatrici e la Regione Calabria, lo stesso non
appare sussistere, in quanto l'attuale blocco delle attività è correlato
esclusivamente ad impedimenti del Concessionario.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'aumento dei costi di gestione e la riduzione progressiva delle risorse disponibili, rendono necessaria una razionalizzazione delle spese e una corretta allocazione delle risorse;
il decreto del 9/12/15, pone gravi e oggettive difficoltà nella prescrizione di prestazioni erogabili nell'ambito del SSN con un carico burocratico veramente insostenibile per i medici, e confuso per i pazienti, quelli calabresi soprattutto, visto il degrado cui è giunta la nostra sanità;
la natura giuridica del provvedimento lo rende immediatamente operativo ma si registra la completa assenza di circolari esplicative ed il mancato coinvolgimento degli operatori sanitari che dovranno applicare le norme;
alcune disposizioni contenute nel decreto sono, oggettivamente, non applicabili da un punto di vista tecnico. Di seguito ne sono esplicitate alcune:
il disciplinare tecnico della ricetta del SSN, di cui all'art. 50 dl 30/09/2003 n 296, è stato predisposto per l'applicazione delle note limitative dei farmaci, non per le note previste dal citato decreto del 9/12/15. Infatti, essendo prevista la prescrizione massima di due farmaci diversi, o sei confezioni di uno stesso farmaco, sono stati predisposti due spazi di tre caselle, nei quali inserire le note AIFA relative ai farmaci prescritti. Facile osservare, come nella prescrizione di analisi, ove è possibile prescrivere 8 prestazioni, non sono presenti nel modulo otto settori diversi ove inserire le note previste nel decreto. Pertanto, i medici, pur volendo osservare le norme per come sono state redatte, non hanno oggettivamente spazi sufficienti per l'inserimento sul modulo SSN;
nell'atto prescrittivo i medici dovranno indicare non solo la motivazione della richiesta, come ovvio, ma anche il codice di prestazione e il numero di nota, per come previsto sempre dal decreto in oggetto. Ad esempio, se il medico a conclusione della visita ritiene necessario far eseguire al paziente degli accertamenti e quindi degli esami non solo motiva la sua richiesta, in calce alla ricetta, ma deve trovare nel nomenclatore o nello stesso decreto, il numero di codice e la nota corrispondente alla prestazione richiesta. Operazione è resa ancora più contorta e complessa se per caso l'esame in questione prevede ulteriori codici (vedi esame colesterolo che è identificato dalla nota 57 e poi 57a o 57b a seconda delle condizioni cliniche del paziente);
è evidente che il suddetto decreto "Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell'ambito del SSN" comporta un insieme di operazioni per cui la semplice prescrizione di esami di laboratorio a fine visita medica, si traduce in una ricerca di codici e note che determinano per ogni singolo esame diversi minuti di lavoro;
il decreto "Condizioni di erogabilità e indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza ambulatoriale erogabili nell'ambito del SSN" è suscettibile di una serie di osservazioni tecnico scientifiche;
l'esame di ogni singola prestazione delle 192 poste sotto osservazione e inserite nel decreto, sarebbe veramente troppo lunga. Pertanto, si portano solo alcuni esempi di anomalie e mancata comprensione del ruolo del medico e degli accertamenti stessi, che purtroppo hanno una immediata rilevanza e maggiore impatto sulla salute dei cittadini e sull'attività medica. In particolare, sarà posta attenzione a quanto espresso nell'allegato 1 del citato Decreto:
nota 63 Fosfatasi alcalina. Condizioni di erogabilità: indicata nei pazienti con patologie primitive e secondarie a) ossee b) epatobiliari. Osservazioni: la condizione di derogabilità, per come scritta, indica la diagnosi e non il sospetto diagnostico. Pertanto, per come previsto nel decreto l'erogazione a carico del SSN è possibile esclusivamente in pazienti con diagnosi già accertata e non come supporto al sospetto clinico di: mieloma, osteomielite, sarcoidosi, sarcoma osteogenico, insufficienza renale, metastasi epatiche e ossee, malattia di paget osseo, ed associata a transaminasi, bilirubina e gamma gt a patologie delle vie biliari;
nota 76 Urato. Condizioni di erogabilità: alterazioni del metabolismo renale, monitoraggio delle patologie citotossiche nella patologia gottosa. Osservazioni: per come scritto in decreto, sembrerebbe escludersi la possibilità di prescrizione nel sospetto di patologia gottosa, per familiarità, o sospetta sindrome metabolica, rimane prescrivibile solo in caso di accertata patologia;
nota 80 CA 125: per come scritto in decreto, il medico curante che a seguito di accertamenti imaging osserva una condizione dubbia per K ovarico, in attesa di inviare la paziente allo specialista, non può prescrivere l'esame, perdendo del tempo prezioso per la diagnosi precoce. L'esame potrà essere richiesto esclusivamente dallo specialista;
nota 82 Antigene carboidratico (CA19.9): situazione analoga alla precedente. Peraltro, erroneamente, in tutte e due le note, si fa riferimento ad una diagnosi già eseguita di neoplasia e non al sospetto diagnostico;
nota 90. Gruppo sanguigno ABO e RH: non più prescrivibile e inseribile nel fascicolo sanitario del paziente, (uniche condizioni di erogabilità: trapianto e gravidanza);
nota 50 e 51: l'Alfa Amilasi (frazione pancreatica) è prescrivibile solo come indagine di II livello, dopo aver richiesto l'amilasemia. Ma l'amilasemia è a rischio inappropriatezza se prescritta al di fuori della diagnosi di patologie delle ghiandole salivari;
in molti casi, il decreto contraddice quanto già espresso in precedenti norme a tutela delle patologie croniche;
alcuni esami prescrivibili e gratuiti per ipertensione, diabete, asma, allergie, sembrerebbero non più prescrivibili, creando una generale confusione interpretativa ai medici.
Tutto questo ricade sulla qualità dell’assistenza per i cittadini: aumento delle file dal proprio medico curante, aumento delle liste d'attesa per le attività specialistiche. Quindi un vero incubo burocratico amministrativo;
tutto questo può tradursi in aumento dello stress lavorativo per i medici ed aumento delle ore di lavoro per singola prestazione. Infatti, alla luce delle nuove norme basta semplicemente pensare al tempo necessario per le prescrizioni degli esami ed al numero di visite che il medico effettua ogni giorno, per intuire quanto tempo verrà sottratto alle attività cliniche per assolvere a obblighi burocratici non presenti in nessun altra nazione europea;
tale situazione, infine, compromette la serenità lavorativa dei medici del SSN e, per alcuni aspetti, contraddice le norme Costituzionali che tutelano la salute dei cittadini -:
quali azioni intende portare avanti al fine di tutelare, anche in questo, caso il diritto alla salute dei cittadini, che devono potersi rivolgere al SSN sicuri che venga fatto tutto quanto necessario per garantire la loro salute, anche per l'aspetto preventivo e la diagnosi precoce, senza appesantimenti burocratici e senza che il contenimento della spesa sanitaria si trasformi anche in questo caso in un danno per il cittadino e per i medici;
quali proposte intende fare in seno alla Conferenza Stato-Regioni affinché il succitato Decreto possa essere applicabile senza ledere in alcun modo il diritto alla salute dei cittadini;
se intende procedere ad una sospensione, oltremodo opportuna, come già fatto ad esempio dalla Regione Toscana, in attesa di verifiche e disposizioni chiare ed applicabili.
(127; 01.02.2016)
Risposta - “In
merito alle richieste dell'interrogante, sulle azioni intraprese, al fine di
tutelare il diritto alla salute dei cittadini e su quali proposte fare in seno
alla Conferenza Stato Regioni, affinché il Decreto Ministeriale 9 Dicembre 2015
"condizioni di erogabilità e
indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni di assistenza
ambulatoriale erogabili nell'ambito del servizio sanitario nazionale "
possa essere applicabile senza "ledere" in alcun modo il diritto alla
salute dei cittadini si precisa che, lo scrivente, nella sua qualità, ha
partecipato il 12/2/20106 ad una riunione tecnica interregionale finalizzata
alla condivisione delle modalità applicative del D.M. 9 dicembre 2015,
pubblicato in G.U. del 20 gennaio 2016. Erano presenti:
Sergio
Venturi, Regione Emilia-Romagna (Coordinatore Commissione Salute)
Antonio
Brambilla, Regione Emilia-Romagna
Piero
Ciccarelli, Regione Marche
Riccardo
Fatarella, Regione Calabria
Aurelio
Bouchè, Regione Campania
Massimo Arcà,
Gianni Vicario, Giorgio Cerquetari, Regione Lazio
Ettore
Attolini, Regione Puglia
Rossana Menne,
Regione Sardegna
Lorenzo Roti,
Regione Toscana
Antonio
Maritati, Regione Veneto
In
collegamento videoconferenza i tecnici delle Regioni: P.A. Polzano, Veneto,
Umbria, Basilicata, Molise, Valle d'Aosta, Toscana, Sardegna, Friuli Venezia
Giulia, Marche, Lombardia, Sicilia, P.A. Trento, Abruzzo, Liguria. Per il
Ministero della Salute era collegata la dott.ssa Silvia Arcà, per la Segreteria
della Conferenza delle Regioni e delle Pa erano presenti, Marina Principe e
Emanuela Lista. In apertura dei lavori il dott. Antonio Brambilla della Regione
Emilia-Romagna, ha rappresentato gli obiettivi dell'incontro: condividere
orientamenti ed indirizzi nelle diverse regioni e i contenuti della nota da
sottoporre al Ministero della Salute all'incontro programmato per le ore 12.00
con gli Ordini dei medici.”
Il dirigente generale (Riccardo Fatarella)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
sul Burc n. 13 del 24 marzo 2014 è stato pubblicato "L'avviso pubblico per l'accesso al Credito sociale a favore di coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà economica";
i finanziamenti che devono essere erogati hanno lo scopo di consentire alle famiglie residenti nel territorio calabrese di soddisfare esigenze connesse a condizioni di particolare e temporaneo disagio concernente esigenze abitative, di tutela della salute o attinenti a percorsi educativi e di istruzione o alla realizzazione di progetti di vita familiare volti a sviluppare e migliorare condizioni sociali, economiche e lavorative delle famiglie stesse;
i prestiti erogati a favore delle persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale possono avere un importo massimo di 10.000,00 euro e la durata massima del periodo di ammortamento è fissata in 60 mesi;
tali finanziamenti non sono assistiti da garanzie reali proprie al fine di costituire un aiuto reale alle famiglie che non riescono ad accedere al sistema creditizio;
la dotazione finanziaria iniziale era di 20.000.000 di euro, ma successivamente l'attuale Governo regionale ha ritenuto di disimpegnare € 10.000.000 (DDG 2929 del 02/04/2015 - Delibera di Giunta n. 124 del 20/04/2015 a favore degli ammortizzatori sociali);
le domande pervenute sono oltre n. 6.000, di cui esaminate e deliberate dal Comitato del Credito Sociale in primo esame circa n. 3.800;
il Comitato del Credito Sociale ha esaminato e deliberato circa n. 1.600 pratiche con valutazione definitiva, delle stesse circa n. 400 sono state trasmesse al Dipartimento Lavoro (novembre/dicembre 2014) e regolarmente pubblicate sul BURC e parzialmente erogate per circa € 500.000,00; e n. 1.200 circa trasmesse al Dipartimento Lavoro (da gennaio a dicembre 2015) e mai pubblicate sul BURC e mai deliberate ed erogate;
le pratiche ritenute ammissibili sono circa n. 1.000 con un impegno di spesa di circa € 4.800.000 -:
quale sia il reale intendimento del Governo Regionale in riferimento all'effettiva concessione dei finanziamenti ai beneficiari dell'Avviso pubblico.
(128; 02.02.2016)
Risposta - “Premessa
la cronologia degli atti normativi del eredito sociale:
- la Regione
Calabria con D.G.R. n. 310 del 11/9/2013, recante "POR Calabria 2007-2013
- realizzazione di strumenti ai ingegneria finanziaria per interventi di
Microfinanza a sostegno della persona", ha costituito il Fondo di
rotazione: sotto forma di credito agevolato per le famiglie che versano in
situazioni di temporanea difficoltà, con risorse a valere sui POR Calabria FSE
2007-2013, attraverso programmi di concessione di credito sociale nella forma
del finanziamento chirografario, dell'importo massimo di € 10.000,00, da
restituire in n. 60 rate mensili;
- in
ottemperanza a quanto disposto dalla Giunta regionale con la suddetta delibera,
il Dipartimento 10 - Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione Professionale,
Cooperatone e Volontariato - con D.D.S. n. 2558 del 7/3/2014, ha approvato
l'Avviso per l'accesso al credito sociale a favore di coloro che versano in
situazioni di temporanea difficoltà economica (nei prosieguo solo Avviso) ed ha
attivato il Fondo di rotazione per la concessione di crediti agevolati a favore
di nuclei familiari in difficoltà, Impegnando, allo scopo, la somma di €
10.000.000,00 a valere sull'Asse II Occupabilità del POR Calabria FSE 2007-
2013 -Obiettivo specifico "F"-, Capitolo 49020103 del Bilancio
regionale 2014,
- con D.D.G.
n. 3251 del 21/03/2014 è stato costituito il Comitato dì Gestione del Credito
Sociale, come previsto dall'Avviso, con compiti di istruttoria e valutazione
delle domande di accesso al credito, stabilendo che i relativi oneri sono a
carico del Fondo di rotazione;
- con D.D.G.
n. 4852 del 22/04/2014 è stato parzialmente rettificato l'Avviso, con la
sostanziale finalità di eliminare il tasso d'interesse originariamente previsto
per la restituzione del prestito e per eliminare l'obbligo, a carico del
beneficiario, di stipula di una fidejussione, anch'esso previsto nella versione
originaria;
- per
l'affidamento della gestione finanziaria del Fondo, con D.D.G. n. 15632 del
18/11/2013 era stata indetta una manifestazione d'interesse volta a selezionare
un istituto di credito cui attribuire, appunto, la funzione di service
finanziario, non comportante alcun emolumento, né oneri a carico della Regione,
o spesa alcuna e, quindi, in maniera totalmente gratuita, per la realizzazione
di interventi di Microfinanza, a sostegno della persona, del Fondo di
rotazione, sotto forma di credito agevolato per le famiglie che versano in
situazioni di temporanea difficoltà;
- con D.D.G.
n. 3560 del 31/03/2014, la suddetta manifestazione d'interesse cui, nello
specifico, aveva partecipato un solo istituto di credito, la CooperFin SpA con
sede in Modena, è stata revocata in autotutela, ai sensi dell'art. 21 quinquies
della L. n. 241/1990, ed in sostituzione, per la realizzazione degli strumenti
di ingegneria finanziaria, è stato disposto di avvalersi delle proprie agenzie
in house;
- in
attuazione dì quanto previsto nel predetto D.D.G. n. 3560 dei 31/03/2014 e
dovendo, peraltro, dare corretta e tempestiva chiusura alla Programmazione dei
Fondi Strutturali, con D.D.G. n. 4323 del 11/04/2014 è stata individuata
Fincalabra S.p.A., società in house della Regione Calabria, come ente gestore
dei Fondo rotativo per l'accesso al credito sociale di cui al suddetto Avviso
e, pertanto, è stata ad essa affidata la gestione del service finanziario con
contestuale trasferimento della somma di € 10.000.000,00 dal capitolo di
Bilancio n. 49020103, prelevandola dall'impegno n. 1103/2014, consolidato con
il D.D.G. n 2558 del 7/3/2014;
- in accoglimento
del ricorso giurisdizionale amministrativo n.919/2014 proposto dalla CooperFin
SpA, unico istituto di credito ad aver concorso alla manifestazione
d'interesse di cui al D.D.G n. 15632 del 18/11/2013, il TAR della Calabria, con
sentenza n. 01184 dell'11/07/2014, ha disposto l'annullamento del provvedimento
n. 0134711 del 17/4/2014 con il quale era stata comunicata alla stessa
CooperFin SpA la chiusura del procedimento dì riesame e la contestuale revoca
della disposta sospensione degli effetti del precedente D.D.G. n. 3560 del
31/3/2014 (di revoca della manifestazione d'interesse), ordinando all'autorità
amministrativa dì dare esecuzione alla sentenza;
- in
conseguenza dell'annullamento disposto dal Tribunale Amministrativo con la
sopra citata sentenza, il D.D.G. n. 3560 dei 31/03/2014 con il quale era stata
revocata in autotutela, ai sensi dell'art. 21 quinquies della L. n. 241/1990,
la manifestazione d'interesse ha perso la propria efficacia e validità,
unitamente ai provvedimenti adottati, in sostituzione, per l'affidamento del
servizio, ossia il DDG n. 4323 del 11/4/2014 (con il quale è stata affidata a
Fincalabra SpA, ente in house della Regione, la gestione del Fondo di rotazione
per l'accesso ai credito sociale) e gli atti ad esso connessi la convenzione
n. 637 di Repertorio del 6/5/2014), che, pertanto, hanno perso la propria
validità;
-
conseguenzialmente, con D.D.G. n. 8901 del 23/07/2014 è stato revocato
l'affidamento a Fincalabra S.p.A. della gestione del Fondo rotativo per
l'accesso al credito sociale, disposto con D.D.G. ri. 4323 dei 11/04/2014;
- avendo il
D.D.G. n. 15632 del 18/11/2014 ripreso vigenza, per effetto della suddetta
sentenza Regione ha dovuto procedere all'espletamento della manifestazione
d'interesse indetta con io stesso provvedimento e, per le operazioni di gara,
con D.D.G. n. 8899 del 23/07/2014, è stata nominata la Commissione di
Valutazione delle istanze ammissibili;
- con D.D.G.
n. 10205 del 14/08/2014, nel prendere atto e recepire l'esito della
valutazione, effettuata, nella seduta de) 04/08/2014, dalla suddetta Commissione
di valutazione, disponente la reiezione dell'unica istanza dì partecipazione
alla Manifestazione d'interesse, è stato definito, senza possibilità dì
pervenire all'affidamento del servizio, e, quindi, chiuso il procedimento
relativo alla Manifestazione di interesse, indetta con D.D.G. n. 15632 del
18/11/2013;
- che pertanto
con nota dipartimentale prot. n. 259989 del 12/08/2014, è stata formalmente
richiesta la disponibilità della Fondazione Calabria Elica ad assumere la
gestione finanziaria del Fondo di rotazione,
- che
successivamente in data 19 agosto 2014, detta nota è stata riscontrata dal
Presidente della Fondazione medesima, Dr. Pasqualino Ruberto, comunicando la
propria piena disponibilità ad assumere il servizio de quo;
- che con DDG
n° 10380 del 28/08/2014 recante all'oggetto "POR Calabria FSE 2007/2013 -
Affidamento alla Fondazione Calabria Etica della gestione finanziaria del
Fondo rotativo per l’accesso al credito sociale" è stato decretato:
di affidare
alla Fondazione Calabria Etica, ente strumentale della Regione Calabria, la
gestione finanziaria del Fondo rotativo per l'accesso al credito sociale a
favore di coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà economica,
attivato con D.D.S. n. 2558 del 7/3/2014, al fine di garantire la concreta e
corretta attuazione dell'Avviso approvato con il medesimo decreto dirigenziale,
in considerazione della necessità di chiudere tutte le operazioni di ingegneria
finanziaria entro il 31/12/2015, termine ultimo di ammissibilità delle spese
per il POR 2007-2013, per come stabilito dall'art. 78, paragrafo 6, del
Regolamento (CE) n. 1083/2006 e ribadito dagli orientamenti sulla chiusura dei
programmi operativi 2007-2013;
di disporre
che i rapporti tra la Regione e la Fondazione, finalizzati alla gestione del
Fondo, siano regolamentati da apposita Convenzione, secondo gii schemi già in
uso nei Dipartimento, da sottoscrivere tra le parti, previa predisposizione, a
cura della Fondazione, ai uno specifico Piano delle attività che formerà parte
integrante dell'accordo;
di stabilire
che nella convenzione saranno analiticamente indicate le operazioni del
servizio e disciplinate le modalità di espletamento dello stesso e saranno,
altresì, determinati i costi di gestione del Fondo, da fissare entro i limiti
stabiliti dalla normativa vigente (art. 43, punto 4, del Regolamento (CE) n.
1828/2006), che, comunque, non potranno superare il 2% annuo dell'importo del
Fondo stesso, a valere sulla quota di interessi maturata; - il servizio dovrà
riguardare anche la contrattualizzazione dei professionisti facenti parte del
Comitato dì Gestione, richiamato nelle premesse, e tale adempimento dovrà
essere realizzato in osservanza delle diposizioni impartite dal Ministero del
Lavoro con Circolare n, 2 del 2 febbraio 2009, in materia di spese per il
personale esterno relativamente alle attività cofinanziate dal FSE, fermo
restando che i relativi oneri sono a carico del Fondo di rotazione dei credito
sociale;
di rinviare a
successivo atto la determinazione delle modalità di trasferimento presso la
Fondazione Calabria Etica della somma di € 10.000.000,00, già affidata a
Fincalabra SpA, in ottemperanza a quanto disposto con D.D.G. n. 4323 del
11/04/2014;
- con
successivo DDG n° 11063 dei 17/09/2014 è stato decretato di rettificare il DDG
n°10380 del 28/08/2014 recante. Affidamento alla Fondazione Calabria Etica
della gestione finanziaria del Fondo rotativo per l'accesso al credito
sociale" stabilendo che i costi di gestione del fondo, fìssati entro i
limiti stabiliti dalia normativa vigente (Art. 43, punto 4 del regolamento CE
n°1828/2006), non potranno superare, invece del 2% fissato il 3% annuo
dell'importo del fondo stesso.
- che con DDG
n11066 dei 17/09/2014 è stato decretato di rettificare il richiamato DDG n°
4852 del 22/04/2014 nella parte in cui è menzionata Fincalabra Spa
sostituendola con Fondazione Calabria Etica.
- la
Fondazione Calabria Etica nell'ambito del richiamato progetto "attività dì
accompagnamento all'avviso pubblico per l'accesso al credito sociale in favore
di coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà", ha
pubblicato sui Burc n. 49 dello 06/10/2014 manifestazione di interesse per la
selezione di un partner per il service finanziario connesso alla gestione del
fondo di rotazione, a favore di coloro che versano in situazioni di temporanea
difficoltà economica;
- in data
30/10/2014 la Fondazione Calabria Etica ha stipulato con la Società CooperFin
il contratto di service finanziario con cui è statuito che la Società CooperFin
deve provvedere alla gestione finanziaria del fondo di rotazione istituito
dalla Regione Calabria e gestito dalla Fondazione Etica, destinato alla soddisfazione
delle finalità di cui al richiamato progetto del credito sociale;
- che la
convenzione repertorio n.1160 del 17/09/2014 di cui al DDG n.10380 del
28/08/2014, stipulata tra la Regione Calabria e la Fondazione Calabria Etica,
ai fini della gestione del fondo, all'art. 8 reca quale scadenza naturale la
data del 31/12/2015, in mancanza di proroga, al fine di osservare la
procedurale chiusura di tutte le operazioni di ingegneria finanziaria nel
termine ultimo di ammissibilità delle spese per il POR 2007/2013 per come
stabilito dall'art. 78, paragrafo 6 del Regolamento CEE n 1083/2006 ribadito
dagli orientamenti sulla chiusura dei programmi operativi 2007/2013;
- con DGR n.
280 del 04/08/2015 è stato nominato Commissario Liquidatore della Fondazione
Calabria Etica, il Prof. Avv. Valerio Donato, e contestualmente è stata
disposta la liquidazione della predetta Fondazione;
tutto ciò
premesso appare opportuno segnalare che:
la gestione
del progetto credito sociale è stata caratterizzata da numerosi elementi di
criticità, segnalati a vari livelli dalla copiosa corrispondenza intercorsa
tra Fondazione Calabria Etica ed il Dipartimento n. 7 Sviluppo Economico,
Lavoro, Formazione e Politiche Sociali, successivamente al commissariamento
della predetta Fondazione, e dal rapporto finale della Commissione interna di
vigilanza sulla Fondazione e dal Commissario Straordinario del medesimo Ente.
Nello specifico, pare doveroso segnalarne i seguenti:
1. la gestione dei programma del credito
sociale alla Fondazione Calabria Etica ha subito le limitazioni e le
problematicità connesse alla situazione di liquidazione della Fondazione
Calabria Etica a causa delle gravi irregolarità riscontrate nella gestione
della Fondazione stessa, peraltro, oggetto di indagine dell'Autorità
Giudiziaria;
2. l'affidamento dei programma del credito
sociale alla Fondazione Calabria Etica è stato valutato, dai Commissario
Liquidatore, irregolare, per la mancanza dei requisiti finanziari e di ragione
sociale in merito alle procedure creditizie di Fondazione Calabria Etica;
3. l'affidamento a CooperFin SpA quale partner
finanziario e quindi organismo gestore della liquidazione dei contratti di
finanziamento è stata valutata irregolare per carenza dei requisiti, da parte
del Commissario Liquidatore, con successiva rescissione del contratto di
affidamento;
4. per carenza dei requisiti soggettivi sia di
Fondazione Calabria Etica sia di CooperFin SpA, non sono state attivate le
procedure per la segnalazione creditizia alla Banca d'Italia ed all'Autorità
antiriciclaggio, con una grave omissione che può determinare danni economici
ingenti per la Fondazione Calabria Etica e la Regione committente;
5. sul finanziamento totale di 20.000.000,00 di
euro stanziati per il credito sociale, in presenza di elementi di criticità che
ne impedivano la regolare conclusione sul Fondo Sociale Europeo, con DDG n.
2929 del 02/04/2015, si è proceduto a stornare 10.000.000,00 di euro sui PAC,
dì cui alla DGR n.124 del 20/04/2015. La Regione ha accreditato per la gestione
del fondo del credito sociale a Fondazione Calabria Etica la somma di
5.000.000,00 euro. Su tale somma il Presidente pro tempore della Fondazione
Calabria Etica ha operato un illegittimo utilizzo di fondi per l'importo di
2.500.000,00 di euro, per procedere alla liquidazione di retribuzioni su altri
progetti in affidamento a Fondazione Calabria Etica, peraltro dichiarati
successivamente irregolari. Il rimanente della somma, 2.500.000,00 di euro, è
stato versato da Fondazione Calabria Etica su un conto corrente intestato a
CooperFin SpA per la liquidazione dei crediti concessi ai beneficiari. Su tale
conto, in riferimento all'ultimo monitoraggio effettuato, risulta che,
CooperFin ha effettivamente erogato ai beneficiari 588 430,00 di euro, mentre
970.000,00 di euro sono stati indebitamente utilizzati per giroconti non autorizzati
per operazioni finanziane autonome di CooperFin SpA, con un residuo di conto
effettivo, al netto dei costi bancari e degli interessi, pari ad 961.471,07 di
euro.
6. sul totale delle pratiche esaminate dal
Comitato di gestione del credito sociale, sono effettivamente pervenute a
Fondazione Calabria Etica e CooperFin approvate 966 pratiche, di cui 247
ammesse al procedimento finale di liquidazione a seguito di istruttoria
bancaria, e, di queste, 216, sono state effettivamente erogate con un primo importo
di acconto pari al 50%, con utilizzo di 588.430,00 di euro. Le procedure di
ammissione e liquidazione si sono poi bloccate da febbraio 2015 a seguito del
commissariamento e della successiva liquidazione di Fondazione Calabria Etica,
nonché a seguito delle predette criticità di gestione. È da precisare che sul
totale delle pratiche erogate il 33% dei beneficiari non ha proceduto a
restituire l'importo anticipato bloccandosi alla prima o seconda rata di
restituzione. Tale elemento, in presenza di una decisione assunta
dall'amministrazione regionale precedente, di eliminare ogni forma di garanzia
reale a fronte del finanziamento, ha messo a concreto rischio di fallimento il
sistema del credito sociale.
Alla luce
degli elementi di criticità sopra evidenziati il Dipartimento n. 7 Sviluppo Economico,
Lavoro, Formazione Politiche Sociali, ha attivato la necessaria procedura di
decretazione, in presenza della scadenza della convenzione con Fondazione
Calabria Etica al 31/12/2015, per trasferire la gestione del programma del
credito sociale da Fondazione Calabria Etica a Fincalabra, organismo in house,
in possesso dei requisiti di gestione finanziaria, trasferendo alla stessa la
gestione dei contratti già formalizzati e finanziati e di quelli già approvati
e non finanziati, con la verifica delle pratiche in corso di istruttoria.
Per finanziare
il complesso di tale iniziativa a Fincalabra SpA, organismo in house della
Regione Calabria, verrà trasferito il fondo dì 10.000.000,00 di euro,
finanziato sul PAC per il credito sociale, nonché tutto il residuo
dell'anticipazione dei 5.000.000,00 di euro erogati a Fondazione Calabria Etica
al netto dei finanziamenti già concessi, ed a seguito delle necessarie
procedure esecutive per il recupero dell'indebito utilizzo delle anticipazioni
finanziarie.
Tale procedura
dovrebbe consentire di far fronte al complessivo numero di domande di credito
sociale pervenute, confermando la rilevanza strategica di tale strumento
nell'ambito delle politiche dì contrasto alla povertà perseguite dalla Regione.
Cordiali
saluti”
Il dirigente generale reggente (Antonio Nicola De Marco)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con decreto n. 235 del 21 gennaio 2016, recante "Approvazione della nuova Struttura organizzativa della Giunta regionale. Dipartimento Presidenza di cui alla DGR 541 del 16 gennaio 2015", il Dirigente generale del Dipartimento Presidenza provvedeva ad approvare, anche, la nuova struttura della UOA "Protezione Civile" istituita con DGR 299 del 11.08.2015;
detta organizzazione prevede l'articolazione sul territorio regionale della U.O.A. Protezione Civile in tre Unità Organizzative Territoriali e precisamente: U.O. territoriale Macroarea settentrionale (provincia di Cosenza), U.O. territoriale Macroarea meridionale (provincia di Reggio Calabria) e U.O. territoriale Macroarea centrale (provincie di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia);
l'articolazione sopra descritta, per come formulata, sopprime le sedi provinciali di Crotone e Vibo Valentia;
detta formulazione appare in contrasto con il dettato della LEGGE REGIONALE 10 febbraio 1997, n. 4 “Legge organica di protezione civile della Regione Calabria (Articolo 12 Legge 24 febbraio 1992, n. 225)” ed in particolare con gli articoli 11 e 20 che, in questa sede, si ritiene opportuno riportare testualmente:
Art. 11. Sale Operative Regionali e provinciali
l. È istituita, presso gli uffici regionali della Protezione Civile, la "Sala Operativa Regionale" quale sede tecnica di coordinamento e controllo, ai fini dell'attività di Protezione Civile di competenza della Regione. La Sala Operativa è posta alle dirette dipendenze del Dirigente incaricato di Protezione Civile ed è presieduta nel l'arco delle 24 ore.
2. Sono istituite, invece, presso le strutture regionali di Protezione Civile, le Sale Operative Provinciali quali sedi tecniche di raccolta notizie, comando, coordinamento, comunicazione, controllo e monitoraggio ai fini dell'attività di Protezione Civile di competenza della Regione. Tali Sale Operative sono decentrate sul territorio a livello provinciale e sono collocate nelle sedi delle strutture regionali di Protezione Civile.
3. Le Sale Operative Provinciali sono in costante contatto informatico e telematico tra loro e con la Sala Operativa Regionale e sono presidiate nell’ arco delle 24 ore. La direzione, organizzazione ed il funzionamento della Sala Operativa Provinciale è attribuita ad un Funzionario.
4. Le Sale Operative Provinciali sono collegate con i sistemi regionali di comunicazione, anche attraverso il centro radio regionale esistente, informazione e rilevamento dati e sono dotate delle opportune strumentazioni tecnologiche, telematiche ed informatiche che assicurano, in particolare:
- l'organizzazione di una propria banca dati mediante l'acquisizione e il costante aggiornamento dei dati;
il collegamento in tempo reale con le sedi della Presidenza della Giunta e della Prefettura, con la Sala Operativa del Dipartimento Nazionale per la Protezione Civile, con le strutture, anche periferiche, dei Dipartimenti della Giunta regionale prioritariamente interessati alle attività di protezione civile, con gli uffici e le sedi delle Amministrazioni provinciali e locali, con le strutture del Corpo Forestale dello Stato, con le sedi delle Unità locali socio sanitarie, con l'Istituto Nazionale di Geofisica e con le strutture del Servizio Idrografico e Marigrafico Nazionale interessanti il territorio regionale, in modo da consentire, in qualsiasi momento, l'afflusso e la trasmissione di segnalazione di dati e rilevamenti ai fini degli interventi, meglio coordinati, della Protezione Civile.
5. Le Sale Operative sono altresì, fornite delle attrezzature necessarie per il collegamento con banche dati idonee al recepimento ed alla diffusione d'informazioni di specifica utilità
6. In situazioni di emergenza le Sale Operative assicurano il necessario supporto tecnico ed organizzativo, unitamente agli uffici regionali di protezione civile, per la concreta diramazione delle decisioni e delle direttive del Presidente della Giunta regionale e per il controllo sullo stato dei conseguenti adempimenti.
Art. 20 competenze del Servizio di Protezione Civile
l. Il Servizio di “Protezione Civile” svolge, nel rispetto delle prescrizioni della presente legge, tramite i Servizi provinciali, le attività di studio, elaborazione, proposizione, indagini e vigilanza necessarie per assicurare, in situazioni ordinarie, la preordinata ed efficiente organizzazione della Regione finalizzata al soddisfacimento delle proprie competenze nella specifica materia e, in situazioni di emergenza, la direzione unitaria degli interventi e la massima efficacia e tempestività degli stessi per la custodia della pubblica e privata incolumità nonché dei beni e dell'ambiente naturale. Al Servizio spetta in particolare il compito di raccordo e coordinamento delle suddette attività. Cura altresì la sorveglianza sulle aree di programma di loro competenza in stretta collaborazione sia con il Comitato tecnico sia con il Comitato istituzionale stabiliti dagli articoli 6 e 4 della legge regionale n. 35/96.
2. Oltre ai compiti che svolgono le Sale Operative, in particolare spettano ai Servizi Provinciali di Protezione Civile:
a) la predisposizione, per il territorio riguardante la provincia di competenza dei programmi regionali di previsione e prevenzione e dei piani di emergenza e l'organizzazione degli adempimenti necessari per l'elaborazione e l'aggiornamento periodico degli stessi;
b) l'espletamento delle incombenze di carattere tecnico, professionale e organizzativo indispensabile per realizzare l'insieme delle attività, degli impegni, degli obblighi a carico della Regione espressamente previsti nei programmi e piani;
c) predispone le proposte per l'assolvimento degli adempimenti procedurali e organizzativi finalizzati all'acquisizione di mezzi, di beni e attrezzature, la formalizzazione dei contratti e delle convenzioni nonché l'affidamento di incarichi e di consulenze;
d) la predisposizione e la realizzazione delle iniziative per la costante assistenza tecnica e organizzativa necessaria consulenza nei confronti delle Amministrazioni locali e di tutte le altre componenti operanti nel territorio regionale;
e) l'organizzazione e gestione di un organico servizio di turni e di reperibilità, lavoro straordinario, servizio mensa o buoni mensa, collegati alla particolare natura di servizio pubblico essenziale riconosciuto dall'articolo 3 dell'allegato A della legge regionale n. 30/1990, ai sensi del D.P.R. 23 agosto 1988, n. 395, che coinvolga tutto il personale dalla I alla VIII qualifica funzionale delle strutture regionali di Protezione Civile e che, limitatamente ai periodi di emergenza, venga estesa alle strutture dei Dipartimenti indicati nel 1° comma del successivo articolo 22, in modo da consentire la tempestiva utilizzazione del personale indispensabile per far fronte alle prime esigenze organizzative connesse con l'emergenza;
f) la realizzazione di periodiche iniziative di formazione di informazione, con particolare attenzione alle realtà scolastiche;
g) le attività di segreteria di cui ai precedenti articoli 8, 9 e l0;
h) la collaborazione, con il Servizio Centrale alla predisposizione dei Piani Annuali di Attuazione di cui all'articolo 14;
i) gli adempimenti connessi alla partecipazione delle altre strutture regionali di cui al successivo articolo 22;
j) l'esplicazione, su indicazione del Presidente della Giunta regionale, o suo delegato, delle incombenze burocratiche previste dal secondo comma dell'articolo 18;
k) l'effettuazione degli
accertamenti tecnici di cui al secondo comma dell'articolo 25;
l) esplica le procedure previste dall'articolo 26, su disposizione del
Dirigente del Servizio, per l'attivazione della Sala Operativa, del Comitato
regionale per le emergenze e del Comitato Tecnico-Scientifico, al verificarsi
di un evento calamitoso;
m) nei casi di emergenza l'effettuazione delle procedure e l'adozione degli atti previsti;
n) la convocazione di periodiche conferenze di servizi con le Amministrazioni provinciali di cui al comma 3 dell'articolo 28;
o) la gestione dei nuclei plurifunzionali di protezione civile di cui al successivo articolo 33;
p) attuazione delle determinazioni e degli indirizzi assunti dal Comitato Regionale di Protezione Civile ai sensi dell'articolo 35;
q) le procedure per il perfezionamento dei contratti urgenti ai sensi dell'articolo 39;
r) la valorizzazione ed il sostegno del volontariato, anche attraverso la promozione della sua partecipazione alle attività regionali di protezione civile;
al di là del contenuto comunque inequivocabile della sopra citata Legge regionale n. 4/1997, le peculiarità dei territori delle province in questione (solo per fare alcuni esempi: la presenza a Crotone di un centro di accoglienza per immigrati tra i più grandi d'Europa, il grave dissesto idrogeologico, ancora lontano dall'essere risolto, che a Crotone come a Vibo Valentia ha generato, anche in anni recenti, danni ingenti ai territori e perdite di vite umane) richiedano, soprattutto in un auspicabile quadro di riforma profonda e rigorosa del settore, un presidio stabile di Protezione Civile -:
se è a conoscenza del sopra citato provvedimento e quali iniziative si intendono intraprendere a salvaguardia dei presidi di protezione civile soppressi.
(129; 09.02.2016)
Risposta
- “In riferimento
all'oggetto, si fa presente che, per alcuni refusi di stampa, si sono
riscontrate diverse imprecisioni al decreto n. 235/2016, per cui si è
provveduto a rettificarlo con il decreto n. 1513 del 25 febbraio 2016.
Per quanto riguarda l'UOA "Protezione
Civile, si precisa che, con il citato decreto è stato totalmente sostituito
l'allegato B del decreto 235, per cui il nuovo allegato B prevede, tra l'altro,
anche le sedi provinciali di Crotone e Vibo Valentia.
Distinti saluti”
Il dirigente generale
reggente dipartimento Presidenza
(Giuseppe A. Bianco)
Guccione. Al Presidente della Giunta regionale - per sapere - premesso che:
il Sud e la Calabria sono stati la locomotiva finanziaria per il bonus occupazionale e per la copertura dello sgravio contributivo per le assunzioni a tempo indeterminato relative al periodo 2015-2018 per come previsto dalla legge di stabilità 2015. L’Agenzia di coesione ha prelevato le risorse non ancora oggetto di impegni giuridicamente vincolati alla data del 31 dicembre 2014 dai Piani di azione e coesione, i cui interventi sono concentrati prioritariamente nelle quattro regioni dell’area convergenza dei fondi strutturali (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia);
i fondi prelevati dai piani di azione e coesione (Pac) a titolarità delle Regioni sono stati 2.228 milioni di euro di cui 373 milioni dalla Regione Calabria;
con la legge di stabilità 2016 entrata in vigore dal 1 gennaio 2016, all’art.109, sono riportate espressamente che le risorse già destinate agli interventi del Piano di azione e coesione (Pac) non ancora oggetto di impegni giuridicamente vincolanti (cioè alla aggiudicazione definitiva comprensiva della firma del contratto di appalto) rispetto ai cronoprogrammi approvati verranno riprogrammate dal governo nazionale così come è avvenuto nell’anno precedente. Le Amministrazioni titolari di interventi dei Pac approvati alla data di entrata in vigore della presente legge inviano, entro il 31 gennaio 2016, al sistema di monitoraggio nazionale i dati relativi alle risorse impegnate e pagate per ciascuna linea di intervento. Entro il 31 marzo 2016 si provvede con le procedure di cui all’art.4 comma 3 del decreto legge 76/2013 convertito con L.99/2013 per la riprogrammazione da parte del governo nazionale delle risorse dei Pac regioni convergenza (Calabria, Campania, Sicilia e Puglia) non oggetto di impegni giuridicamente vincolanti -:
il dato del monitoraggio effettuato dalla Regione entro il 31 gennaio 2016 per come previsto dalla legge di stabilità 2016 e se – e in che misura – le risorse del Pac Calabria verranno riprogrammate, entro il 31 marzo 2016, dal governo nazionale per come già avvenuto nell’anno precedente con 373 milioni di euro di risorse del Pac Calabria che sono stati impiegati per finanziare il bonus occupazionale utilizzato in gran parte dalle regioni del Centro nord mentre la Calabria è stata la regione tra le più penalizzate dai ritardi;
la cifra delle risorse Pac che saranno riprogrammate perché prive di impegni giuridicamente vincolanti per come previsto dalla legge di stabilità 2016 e che il governo nazionale utilizzerà nuovamente per la copertura economica del bonus occupazionale.
(130; 11.02.2016)
Risposta
- “Lo scrivente Assessorato, in riscontro
all'interrogazione indicata in oggetto comunica quanto segue:
Il Piano di Azione Coesione (PAC) Calabria,
approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 234 del 27.06.2013
presentava, inizialmente, una dotazione finanziaria per un importo complessivo
pari a € 1.033.262.936,92.
Come noto, l'art. 1, commi 122 e 123, della
legge 23 dicembre 2014, n. 190 recante "disposizioni per la formazione del
bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015)" ha
disposto il finanziamento degli sgravi contributivi per assunzioni a tempo
indeterminato a valere sulle risorse già destinate ad interventi dei Piano di
Azione Coesione (PAC) che, dal sistema di monitoraggio del Dipartimento della
Ragioneria Generale dello Stato, risultavano ancora non impegnate alla data del
30,09.2014.
L'Agenzia per la Coesione Territoriale, con nota
n. 2714 del 2.04.2015, ha individuato le specifiche risorse oggetto di
riprogrammazione ai sensi della normativa sopracitata, rideterminando la
dotazione finanziaria complessiva del programma da un importo iniziale di €
1.033.262.936,92 ad un importo di € 669.057.607,27.
In applicazione della succitata norma l'importo
del taglio sul PAC Calabria (per le annualità 2015/2018) è stato pari,
pertanto, ad € 364.205.329,65 da ripartire per le annualità 2015 (€
101,379.229), 2016 (€ 250.339.884,38), 2017 (€ 8.324.144,01), 2018 (€
4.162.072,01) e non quindi ad € 373.000.000,00.
Gli impegni giuridicamente vincolanti (IGV) che
potranno essere assunti dall'amministrazione regionale, conseguentemente, non potranno
superare il limite dell'importo di € 669.057.607,27 del PAC rideterminato sulla
base dei tagli applicati ai sensi della norma citata.
In prima attuazione del citato taglio nazionale,
la Giunta regionale, con propria deliberazione n. 503 dell'I.12.2015 ha
approvato quindi una prima rimodulazione del piano finanziario del PAC
Calabria, rideterminando l'importo complessivo del programma in €
914.749.095,73.
A seguito della citata
deliberazione di Giunta regionale, con nota n. 975 del 28.01.2016 l'Agenzia per
la Coesione Territoriale ha comunicato l'esito favorevole della procedura
scritta, relativa alla rimodulazione del piano finanziario del PAC da parte del
Gruppo di Azione.
Successivamente, il Dirigente Generale dei
Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria ha comunicato all'Agenzia
per la Coesione Territoriale ed alla Ragioneria Generale dello Stato
Ispettorato Generale Rapporti Unione Europea (IGRUE) che l'invio dei dati al
Sistema di Monitoraggio Unitario potrà essere effettuato non appena saranno
disponibili i codici che individuano le singole azioni all'interno della Banca
Dati Unitaria (BDU). La procedura di rimodulazione del piano finanziario del
PAC Calabria, infatti, è stata approvata dal Gruppo di Azione con la succitata
nota n. 975 del 28.01.2016. Con riferimento al monitoraggio dell'azione
relativa alle politiche passive del lavoro, è stato precisato che la competenza
per il trasferimento dei dati è del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali. Pertanto, per quanto sopra esposto, non è possibile fornire il dato di
monitoraggio alla data 31.01.2016.
Inoltre, con recente deliberazione di Giunta
regionale n. 40 del 24.02.2016 è stata approvata una seconda rimodulazione del
Piano di Azione Coesione (PAC) rideterminando l'importo complessivo del
programma ad € 670.614.827,29. Tale rimodulazione del piano finanziario,
definita sulla base dello stato di attuazione dei singoli interventi inseriti
nel programma, è finalizzata a rendere disponibili le risorse per le annualità
2016, 2017 e, parzialmente, per l'annualità 2018 ai sensi dell'art. 1, commi
122 e 123 della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
È in corso la trasmissione del
nuovo Piano finanziario e dei cronoprogrammi delle singole azioni all'Agenzia
per la Coesione Territoriale per l'approvazione da parte del Gruppo di Azione
Coesione. L'approvazione da parte dell'organo competente consentirà anche di
rendere disponibile sul Sistema di Monitoraggio Unitario, a procedure concluse,
il nuovo piano finanziario e i pertinenti codici relativi agli interventi.
Monitoraggio
rafforzato
Con riferimento agli interventi rimodulati a
seguito della deliberazione di Giunta regionale n. 40 del 2016, è in corso la
verifica dello stato di attuazione delle singole azioni attraverso il confronto
con i dipartimenti dell'amministrazione regionale responsabili della misure di
attuazione del PAC. Rimangono, infatti, in capo agli Organi nazionali
competenti le attività di cui all'articolo 4, comma 3, del decreto-legge 28
giugno 2013, n. 76 - Primi interventi urgenti per la promozione
dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in
materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie
urgenti, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 99.
Al fine di assicurare il pieno e tempestivo
utilizzo delle risorse allocate sul PAC secondo i cronoprogrammi approvati, il
Gruppo di Azione procede, periodicamente, in partenariato con le
amministrazioni interessate, alla verifica dello stato di avanzamento dei
singoli interventi e alle conseguenti rimodulazioni del Piano di Azione
Coesione che si rendessero necessarie anche a seguito dell'attività di
monitoraggio al fine di eventuali riprogrammazioni.
A seguito degli incontri
bilaterali di monitoraggio con il Gruppo di Azione si procederà a rilevare
direttamente le informazioni di avanzamento procedurale e di esecuzione
effettiva delle azioni del PAC. Solo dopo la conclusione del monitoraggio
rafforzato sarà possibile stabilire se, e in che misura, le risorse del Piano
di Azione Coesione Calabria verranno riprogrammate dal Governo nazionale.”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. per sapere - premesso che:
a Corigliano Calabro risiede una famiglia la cui bambina, nata nel 2010, è affetta da una gravissima patologia;
la bambina, di cui il sottoscritto, acquisito il consenso della famiglia, si riserva di fornire le generalità, dopo la nascita resta diversi giorni nel reparto pediatrico dell'Ospedale, dove viene sottoposta a controlli e visite continue, per poi essere dimessa. Il foglio di dimissioni riporta che è in discrete condizioni di salute e con sospetta osteocontrodisplasia a carattere ereditario paterno;
il 12 Aprile la suddetta bambina, a seguito di problemi di alimentazione e perdita di peso, viene ricoverata all'ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, in regime d'urgenza, codice rosso, e messa in incubatrice;
viene dimessa dal reparto di terapia intensiva neonatale dello stesso presidio ospedaliero romano Bambin Gesù' in data 30 Aprile 2010. La diagnosi evidenzia diverse patologie associate a disturbi dell'alimentazione;
da allora è un susseguirsi incredibile di ricoveri in strutture ospedaliere non solo in Calabria, ma anche nel resto d'Italia, la sua salute continua a peggiorare e non si riesce a stabilire in concreto cosa fare per la bambina, che subisce anche, nel corso del tempo, diversi e gravi interventi;
la bambina non è, oggi, in grado di condurre una vita autonoma, non cammina, non parla, non ci vede, è stabilmente collegata ad una macchina di ventilazione e ad una bombola di ossigeno;
considerato che oggi, dopo tanti ricoveri in diversi ospedali e tantissimi viaggi della speranza, la bambina e la sua famiglia sono costretti a rimanere a Palermo perché nella regione Calabria mancano centri specialistici pediatrici e non è possibile garantirle cure ed esami specifici, specialmente perché la bambina è soggetta ad attacchi e ricadute non prevedibili ed ha necessità di soccorso immediato;
questa situazione non solo causa stress e enormi sofferenze alla famiglia legate allo stato di salute della bambina, ma comporta anche grandi problemi economici;
la maggior parte delle cure e degli spostamenti necessari per la bambina sono supportati dalla famiglia, senza alcun rimborso;
a questo si aggiunge il fatto che la famiglia è costretta a vivere a Palermo con ulteriori spese anche di affitto;
le leggi regionali prevedono i rimborsi per le spese mediche, gli spostamenti e la necessaria assistenza ma con un iter burocratico legato ad una preventiva programmazione e pianificazione;
per le condizioni di salute della bambina questa programmazione non è assolutamente possibile perché le sue crisi, le ricadute e gli aggravamenti non sono prevedibili, ma quello che c'è di sicuro è che quando questo succede è necessario intervenire subito;
le condizioni di salute della bambina non le consentono, inoltre, di affrontare in ambulanza i lunghi viaggi necessarie per sottoporla alle diverse visite di controllo presso gli ospedali da cui da tempo è seguita (Roma, Milano, Torino, ecc.) -:
quali urgenti provvedimenti intende adottare per garantire alla bambina il diritto alla salute e dare garanzia alla famiglia dal punto di vista economico, stabilendo, con il Dipartimento interessato, un modo che consenta di riconoscere e rimborsare le spese, anche quelle già sostenute, connesse alla cura della bambina (terapie, spostamenti fuori regione, ecc.) rispettando così le esigenze legate alle sue condizioni di salute (si porta ad esempio quanto detto prima rispetto all'impossibilità di programmare gli spostamenti) e che non le consentono la permanenza in Calabria;
quali urgenti provvedimenti intende adottare, anche alla luce di quanto già fatto in altre regioni, affinché la bambina possa raggiungere i nosocomi nel più breve tempo possibile e recarsi a fare le necessarie visite di controllo negli ospedali da cui è seguita, utilizzando mezzi veloci, quindi con velivoli che, tramite presentazione di protocollo salvavita, possano soccorrerla ogni qualvolta ne avesse bisogno, come avviene già in altre regioni.
(131; 16.02.2016)
Risposta
- “In riferimento all'interrogazione indicata in
oggetto si precisa che è necessario conoscere con precisione la sindrome da cui
la piccola è affetta, il programma terapeutico individuato dal centro
specializzato che ha in cura la piccola paziente al fine di individuare dei
percorsi e prendere impegni in ordine al sostegno e agli interventi terapeutici
da programmare.
Dalla descrizione si ritiene trattarsi di una
patologia complessa, per la quale, come dall'onorevole interrogante precisato,
esistono in Regione Calabria, delle nonne di sostegno economico a tutela della
salute dei calabresi.
Di fronte alla descritta necessità di dover
soggiornare in maniera permanente fuori Regione è difficile poter garantire a
carico del Servizio Sanitario Regionale le spese, tra l'altro non sanitarie,
per un tempo illimitato. Per simili situazioni è necessario un intervento
integrato sanitario e sociale.
Si ritiene comunque di dover acquisire notizie
precise in merito ai bisogni assistenziali della bambina per creare un contatto
tra la pediatria di un centro Hub della Regione Calabria e la struttura
specializzata extraregionale che ha in cura la piccola al fine almeno di
gestire le emergenze e di programmare eventuali controlli che potranno essere
effettuati con i mezzi indicati dai centri stessi.
Si chiede quindi di acquisire il consenso dai
genitori e di far conoscere quanto sopra richiesto al fine di intervenire per
garantire la risposta ai reali bisogni di salute della piccola paziente.
Nell'attesa
delle indicazioni richieste si inviano cordiali saluti.”
Il dirigente generale
dipartimento Tutela della salute (Riccardo Fatarella)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale - per sapere - premesso che:
la riorganizzazione delle Rete Ferroviaria, così per come operata negli ultimi anni, si è tradotta in un vero e proprio depotenziamento per buona parte del sistema ferroviario calabrese;
tutto ciò ha comportato per i Calabresi numerosi disagi con conseguenti disservizi di ogni genere: soppressione di treni e di fermate nelle stazioni ferroviarie della Calabria, mancato ammodernamento di quasi la totalità della tratta ferroviaria regionale, investimenti decisamente ridotti, specie se confrontati con quelli realizzati in altre aree del Paese;
in tale quadro politico s'incardina, altresì, la decisione dello scorso mese di giugno con la quale sono stati eliminati gli intercity giorno e quello notte di collegamento tra la Calabria e la Lombardia;
constatato che la concretizzazione di tali tagli ha registrato un progressivo peggioramento dei servizi ferroviari indirizzati ai Calabresi;
tale ridimensionamento di certo non ha avuto ricadute positive per il Turismo. Rilevanti anche i disagi per i pendolari;
tutto ciò è certificato dalla recente mozione approvata dalla Camera dei deputati con la quale, rilevata la criticità del sistema dei trasporti e collegamenti calabresi, si è impegnato il Governo ad accelerare le procedure per superare tali ritardi;
rilevato che tali disservizi hanno colpito in misura rilevante la realtà di Mileto. Un dato particolarmente significativo che merita precipua focalizzazione;
infatti Mileto è una cittadina di 7157 abitanti ed il suo bacino di utenza ferroviario interessa anche i comuni limitrofi: Jonadi, San Costantino, Francica, San Calogero, Filandari, Dinami, Rombiolo;
la stazione di Mileto per la sua posizione risulta decisamente frequentata da molti studenti (circa 1600) e pendolari (circa 300);
Mileto e la sua frazione Paravati, luogo di origine della mistica Fortunata Evolo (detta Natuzza) si accinge a diventare una delle più importanti mete turistiche-religiose regionali;
Mileto è punto essenziale per l'arrivo dei pellegrini in visita alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, per la quale da un anno ormai, si è avviato il processo di canonizzazione ed a breve vi sarà l'inaugurazione della Chiesa, il che comporterà un aumento di pellegrini. Mileto è inoltre, sede vescovile delle diocesi di Nicotera, Tropea e Mileto;
altro punto degno di attenzione è la presenza dell'unico Centro di recupero da tossico dipendenze nella provincia di Vibo Valentia e del Cantiere Musicale Internazionale, scuola di perfezionamento musicale che ospita studenti da tutta Europa (Bruxelles, Parigi, Roma);
non a caso, il comune di Mileto è già stato destinatario di importanti progettualità, mediante i bandi europei e regionali tesi a migliorare, proprio per queste ragioni, strutture e servizi;
risulterebbe anche coerente con tale politica di valorizzazione del sito in questione, anziché procedere a tagli nei collegamenti ferroviari, ampliare e migliorare l'offerta del servizio ferroviario;
la stazione dj Mileto, operativa dal 1972 ed unica dell'entroterra vibonese è collocata sulla linea principale del sistema ferroviario calabrese e dopo Vibo-Pizzo è la sola che serve il territorio prima di arrivare a Rosarno -:
quali iniziative intenda realizzare al fine di sollecitare, presso le deputate istituzioni e società, un'inversione dell'affermata tendenza a impoverire l'offerta del servizio ferroviario calabrese, con particolare riferimento alla tratta in questione.
(132; 29.02.2016)
Risposta - “Ad oggi si è impegnati in una complessiva riorganizzazione dei servizi
che prevede una nuova configurazione la cui attuazione sarà progressiva nel
corso del 2016 nell'ottica di produrre un significativo efficientamento del
servizio offerto all'utenza. Tale riorganizzazione si basa su tecniche
innovative di analisi e studio della domanda e dell'offerta di mobilità
regionale, utilizzando anche strumenti di simulazione, che sono messi a
disposizione dalla collaborazione in atto con la Università della Calabria,
stipulata all'interno di una Convenzione che la Regione Calabria — Dipartimento
Infrastrutture - LL.PP.- Mobilità ha di recente sottoscritto con il
Dipartimento di Ingegneria Civile - UNICAL. L'idea è dunque quella di valutare
in maniera complessiva tutti i principali "nodi" di mobilità
regionale.
Va altresì rilevato, con
riferimento ad un contesto più generale inerente la pianificazione dei
trasporti e ad un orizzonte temporale più ampio, di tipo strategico, e con
particolare riguardo all'aggiornamento del Piano Regionale dei Trasporti (PRT)
che:
•
con
D.G.R. n. 1 dell'8/1 /2016 è stata approvata la metodologia di sviluppo del Piano
Regionale dei Trasporti ed il relativo allegato tecnico, in cui si specifica la
vision del Piano e si individua nel Sistema dei trasporti e della logistica lo
strumento decisivo per il miglioramento dell'accessibilità esterna, verso
l'Italia, l'UE, il Mediterraneo ed il resto del Mondo, e dell'accessibilità
interna, ai fini di un progetto complessivo di inclusione e di integrazione di
tutte le aree della Calabria, in un quadro di riferimento che sia garanzia di
sostenibilità;
•
il
trasporto ferroviario assume un ruolo fondamentale nella pianificazione e nella
programmazione dei servizi di trasporto regionale e nazionale;
• nello sviluppo del PRT,
seguendo le indicazioni della D.G.R. n.1/2016, sono allo studio specifiche
misure per il miglioramento dell'accessibilità interna ed esterna a supporto
del turismo religioso.
In questo quadro
programmatorio tutte le scelte fino ad oggi operate e programmate per il futuro
saranno altresì riviste sulla base di valutazioni tecniche ed in coerenza con
la disponibilità economica della Regione, secondo un modello di servizi,
peraltro discusso e condiviso con i fornitori dei servizi ferroviari in
Calabria e con le rappresentanze dell'utenza, cioè Associazioni accreditate di
utenti del trasporto su ferro, che prevede:
•
clock
dei collegamenti nei nodi principali della rete (Lamezia Terme, Catanzaro
Lido);
•
programmazione
di servizi con slot veloci invernali e lenti estivi;
•
servizi
con cadenzamento orario e biorario;
•
rafforzamento
del servizio sulle direttrici principali nelle fasce orarie maggiormente
associate alle esigenze dei pendolari.
È evidente che Mileto, insieme
ai comuni limitrofi, rappresenti indubbiamente una meta a forte vocazione
turistico-religiosa e che su tale area territoriale occorre investire risorse a
favore della mobilità. Tuttavia, le limitate risorse finanziarie inducono a
privilegiare le esigenze di mobilità dei pendolari (lavoratori e studenti), che
allo stato attuale sono fortemente penalizzati dal sistema di TPL in esercizio.
La programmazione dei nuovi servizi di TPL, inclusi i servizi ferroviari, va
nella direzione di favorire la mobilità associata a pendolarismo, garantendo
accessibilità e tempi di percorrenza compatibili con i desiderata degli utenti.
A tal proposito occorre evidenziare che l'introduzione delle fermate dei treni
presso la stazione di Mileto, peraltro distante circa 5,5 chilometri dal centro
urbano di Mileto e raggiungibile solo con collegamenti gommati, graverebbe sui
tempi di percorrenza dei programmandi collegamenti lungo la linea tirrenica e
inciderebbe di circa 200.000 euro all'anno sul budget complessivo riservato al
TPL; per di più, il transito con fermata dei treni sul nodo ferroviario di
Mileto potrebbe inficiare il coordinamento degli orari (coincidenze) sui nodi
principali della rete ferroviaria regionale, con ovvie ripercussioni sul
funzionamento globale del modello di offerta ferroviaria su cui si sta puntando
e con disagi per i passeggeri.
Gli spostamenti di
pendolarismo generati e attratti dal cluster dei comuni gravitanti su Mileto,
con prevalenza di scelta modale sul ferro, saranno comunque garantiti dai
servizi di adduzione su gomma alle stazioni ferroviarie di Vibo Valentia/Pizzo
e di Rosarno, con tempi di accesso alle due stazioni (mediamente 15 minuti) che
consentiranno agli utenti di usufruire di un servizio di trasporto intermodale
(gomma-ferro) ottimizzato anche dal punto di vista della integrazione
tariffaria. In tal modo, le tratte percorse dai treni non risentiranno dei
cosiddetti perdi-tempo dovuti all'introduzione di eventuali nuove fermate lungo
il percorso e, parallelamente saranno soddisfatti i bisogni di mobilità di
tutti gli utenti in ingresso/uscita dal cluster territoriale di riferimento
garantendo il necessario buon compromesso tra esigenze di mobilità e vincoli di
budget.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. per sapere - premesso che:
lo scorso 12 novembre è stato pubblicato, sul portale internet della Regione Calabria, l'avviso pubblico in oggetto, finalizzato all'individuazione e alla realizzazione di iniziative di interesse regionale a sostegno del Sistema bibliotecario regionale, composto dalle biblioteche pubbliche, dai sistemi bibliotecari territoriali e dalle biblioteche di riconosciuto interesse locale;
al punto 4.1 del bando sono stati indicati i soggetti ammessi a partecipare: sistemi bibliotecari territoriali ad eccezione del Sistema Bibliotecario Vibonese in quanto già assegnatario, sul medesimo capitolo di bilancio, della somma di euro € 116.488,00 euro, giusta DGR n. 378 del 13.10.2015;
per come già rilevato con apposita istanza di revisione in autotutela, a firma dell'avv. Domenico Sorace, peraltro già rigettata: "L'esclusione del Sistema bibliotecario vibonese è frutto di oggettivo errore valutativo, essendosi omologati e confusi elementi sostanziali e procedurali diversamente finalizzati e calibrati";
l'assegnazione di euro 116.488 si riferisce ad un servizio non proprio di SBV, in quanto Biblioteca territoriale, ma riferibile ad un servizio proprio e diretto della Regione Calabria, attraverso la governance del "Polo del Servizio Bibliotecario Regionale", in coerenza con quanto previsto dal comma 3 bis dell'articolo 4 della legge regionale n. 19 del 12 giugno 2009;
la somma di € 116.488,00 fa riferimento ad una prestazione resa da SBV nell'interesse diretto della Regione Calabria, pertanto non imputabile né riferibile al sostegno finanziario che è oggetto dell'avviso pubblico in questione. Sul punto, sarà sufficiente evidenziare la coincidenza della somma con quanto attestato dalla Regione con nota n. 265116 del 11 settembre 2015, in cui si allude al pagamento della manutenzione sulle licenze d'uso (Sebina SOL) e alle spese dei collegamenti telematici (SBN) tra le biblioteche e con il Servizio Bibliotecario Regionale e, per esso, con quello nazionale, rimanendo a carico del Sistema Vibonese le ulteriori spese di funzionamento degli apparati informatici, manutenzione degli stessi e della base dati bibliografica, in pratica il catalogo di tutte le biblioteche calabresi;
il Sistema bibliotecario vibonese (SBV) in sostanza non trae alcun beneficio diretto dalla gestione del Polo del Servizio Bibliotecario Regionale, oggetto esclusivo dell'erogazione di € 116.488,00, anzi sopporta oneri aggiuntivi e non rimborsati, tra cui spese manutenzione base dati, spese sistemistiche, assicurazione, fornitura elettrica apparati, etc..;
da ciò si evince come l'esclusione del SBV dall'avviso in oggetto è la logica conseguenza di un errore concettuale. L'Ufficio ha infatti sovrapposto due procedure e due posizioni con oggetto e destinazione completamente differenti;
le capacità di promozione, pianificazione e gestione culturale del SBV risultano penalizzate da tale decisione;
detta esclusione al di là degli aspetti di legittimità amministrativa, appare fuorviante rispetto all'indirizzo di programma della stessa maggioranza che sulla Cultura ha annunciato coerenti finanziamenti orientati da obiettivi qualificanti;
sugli aspetti della regolarità amministrativa di tale decisione, salvo ripensamenti dell'Ufficio, sarà probabilmente la Magistratura amministrativa a pronunciarsi;
si rileva, però, un significativo dato politico. Ancora una volta, il Vibonese risulta depotenziato, nelle sue risorse, da una decisione che inevitabilmente è desinata a limitare l'operatività di un prestigioso Sistema di cultura -:
quali decisioni politiche intenda adottare per garantire congrue modalità di finanziamento del Sistema Bibliotecario Vibonese, quanto mai necessarie al suo corretto ed efficace funzionamento.
(133; 29.02.2016)
Risposta - “In riscontro all'interrogazione scritta in oggetto indicata, pervenuta
per il tramite della Segreteria di Giunta {nota prot. n. 71683 del 4 marzo
2016), si evidenzia che la questione ivi sollevata è superata dall'Ordinanza
del Consiglio di Stato n. 723 dei 2016 che ha accolto, seppur in sede
cautelare, l'appello del Sistema Bibliotecario Vibonese avverso la sentenza
breve del Tar Calabria n. 30 del 2016 che aveva, invece, pienamente confermato
la legittimità dell'operato della Regione Calabria.
Il Settore Cultura, pertanto, nelle more della pronuncia di merito del
Consiglio di Stato, darà piena esecuzione alla pronuncia del Consiglio di Stato
provvedendo a valutare la domanda di contributo del Sistema Bibliotecario
Vibonese.
Tuttavia, al fine di fornire a codesta Presidenza gli elementi tecnici
per riscontrare l'interrogazione in parola si evidenzia quanto segue.
Nella interrogazione consiliare de qua si lamenta essenzialmente che:
2. la gestione del Polo non è un servizio del Sistema Bibliotecario
Vibonese e che, per tale servizio il Sistema " non trae alcun beneficio
diretto";
la mancata previsione dell'Avviso del Sistema Bibliotecario, tra i
potenziali beneficiari, è discriminatoria perché tende a depotenziare il
"Vibonese";
in conclusione si chiede di adottare tutte le misure necessarie per
assicurare un congruo contributo regionale per le attività di promozione alla
lettura proprie del Sistema Vibonese;
In relazione al punto n.1 si sottolinea che la gestione del Polo reca
un innegabile prestigio ed autorevolezza al Sistema Bibliotecario Vibonese che
attraverso la gestione dei servizi connessi al Polo si pone in una posizione di
referente regionale per tutta una serie di altre attività, quali l'avvenuta
gestione della partecipazione della Calabria al Salone del Libro di Torino e il
riconoscimento del SBV quale Polo regionale per le politiche della lettura in
Calabria.
Il lamentare la mancata derivazione di un "beneficio
diretto", sembrerebbe fare intendere che dalle altre molteplici attività
finanziate dalla Regione ( si veda infra) il Sistema bibliotecario vibonese
tragga un "beneficio diretto", ma dal momento che tale Ente non
svolge attività d'impresa, tale affermazione appare singolare.
In ogni caso, la circostanza secondo cui le funzioni espletate come
Polo SBR non sarebbero proprie del Sistema Bibliotecario, ma svolte unicamente
nell'interesse della Regione, è priva di fondamento, infatti, se le funzioni
espletate come Polo non rientrassero tra le finalità pubblicistiche dei Sistemi
territoriali, codesto Ente non potrebbe legittimamente svolgerle.
Relativamente al secondo punto, si evidenzia, inoltre, che l'intento
della Regione lungi dal voler discriminare il Sistema Bibliotecario Vibonese è
stato motivato esclusivamente da due considerazioni:
la certezza di aver già sostenuto nel 2015, le attività
"proprie" del Sistema attraverso l'assegnazione di € 100.000 (
centomila) a valere sui POR FESR LI. 5.2.3.2. per il Tropea Festival
"Leggere e Scrivere" ;
la volontà di dare una chance in più alle biblioteche che,' in questi
ultimi .anni di programmazione comunitaria, sono state private della
possibilità di accedere a finanziamenti regionali. Tanto, sia a fronte
dell'esiguità, per il 2015, del Fondo Unico per la Cultura che ammonta a
complessive € 400.000,00 e sia in considerazione del fatto che, comunque, il
sostegno di una delle attività caratterizzanti del Sistema grava sul medesimo
capitolo di bilancio, per più di ¼ dell'intero budget.
Infine, allo scopo di fugare ogni residuo dubbio sull'intento discriminatorio
dei Settore Cultura si sottolinea che il Sistema Vibonese a far data dal 2009
al 2015 è stato assegnatario di cospicue risorse sia per l'attività che svolge
come Polo sia per attività specifiche di incentivazione alla/lettura con una
media annua di risorse pari a circa
400.000,00 euro.
Nella certezza di aver spiegato le scelte di questa Amministrazione,
che, peraltro, sono riferite unicamente al Fondo Unico per la Cultura 2015, si
porgono distinti saluti”
Il dirigente generale dipartimento Turismo, Beni Culturali, Istruzione e Cultura (Pasquale Anastasi)
Il dirigente di settore (Armando Pagliaro)
Mangialavori . Al Presidente della Giunta regionale. per sapere - premesso che:
con la legge regionale numero 9/2007 venne prevista la trasformazione del "Centro Servizi Avanzati Ricerca, Formazione e Sviluppo Agroalimentare della Calabria S.p.A" (Centro agroalimentare) in "Fondazione Mediterranea Terina Onlus", quale centro di ricerca industriale e alta formazione nei settori agricolo, agroalimentare, agro-industriale ed ambientale;
la legge regionale numero 24/2013, di riordino degli enti subregionali, ha autorizzato la Giunta regionale a procedere alla riorganizzazione della Fondazione;
con la delibera numero 17/2014, la Giunta regionale ha approvato il nuovo Statuto della Fondazione. Essa ha sede a Lamezia Terme, è organismo "in house" dell'unico socio fondatore, la Regione Calabria. La partecipazione alla Fondazione non è aperta ad altri soci, privati o pubblici;
al contempo è stato siffattamente ridefinito anche lo scopo della fondazione: "Ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute";
ad oggi, la Fondazione non è stata concretamente oggetto di quel processo di sostanziale riforma deliberato dall'Assise con la citata legge regionale 24/2013. Nella prassi, infatti, la menzionata normativa non ha avuto la sua puntuale applicazione;
la circostanza è decisamente grave, se si considera lo stato di enorme disagio subito dai suoi 40 dipendenti che non percepiscono lo stipendio con la dovuta regolarità. Allo stato, oltre cinque le mensilità arretrate;
la situazione dei dipendenti è di rilevantissima sofferenza e fonte di immani disagi. E ciò anche in considerazione del fatto che spesso trattasi di lavoratori con situazioni familiari monoreddito;
l’amministrazione regionale, pertanto, ha il dovere di offrire soluzioni concrete affinché una struttura così importante non venga abbandonata al suo destino e sia fruibile dalla filiera agro-alimentare reale cui essa dovrebbe indirizzare l’attività;
la Fondazione Terina è l'unico ente di ricerca della Regione Calabria, con laboratori all’avanguardia e fra i più importanti del Paese in materia di sicurezza e analisi dei prodotti agro-alimentari;
nei giorni scorsi il Vicepresidente della Giunta regionale, Antonio Viscomi, in relazione allo stato di difficoltà in cui versa la Fondazione Terina, ha invitato il Dirigente generale del Dipartimento "Bilancio" ad impegnare le risorse disponibili sugli spazi finanziari previsti dalla DGR 370/2015, adottata il 24 settembre c.a., al fine di garantire l'equilibrio di bilancio;
lo stesso Vicepresidente della Giunta regionale ha invitato il Dirigente generale del Dipartimento “Agricoltura” a predisporre, con urgenza, un incontro per stabilire un percorso che possa portare con sollecitudine alla riallocazione definitiva del personale della Fondazione "Terina" per come previsto dalla legge 24/2013;
nonostante ciò, allo stato, le problematiche esposte non risultano essere superate -:
quale orientamento, decisioni e ulteriori iniziative, strategie politiche e condotta amministrativa siano state intraprese o in itinere tese ad offrire una soluzione concreta alle sorti della Fondazione Terina;
quali i provvedimenti adottati, funzionali a garantire, in modo particolare, ogni diritto riconducibile ai suoi quaranta dipendenti.
(134; 29.02.2016)
Risposta
- “La L. R. 24/2013
prevede il riordino degli enti, aziende regionali, fondazioni ,ecc.. attraverso
l'accorpamento, la fusione ed altre misure utili ad una loro riorganizzazione.
Per quanto inerente la Fondazione Terina, con apposita modica statutaria ,è
stato previsto come scopo prevalente il perseguimento di compiti di ricerca
industriale, sviluppo sperimentale e divulgazione scientifica nel settore
agroalimentare.
Per garantire il suo corretto funzionamento e la
realizzazione di misure rivolte alla riduzione dei costi di personale , la
norma ha anche previsto che il personale che si occupa della gestione del
patrimonio ( 15-20 persone ),venga trasferito in altri enti , aziende, e
società regionali. Le soluzioni di destinazione dei dipendenti inizialmente
considerate sarebbero: Calabria Verde, ASICAT/CORAP ed altri enti.
La prima difficoltà a procedere alla
riallocazione delle risorse umane in tale direzione , deriva dalla natura
privatistica dei rapporti di lavoro in essere con la fondazione che contrasta
con il principio di accesso alle carriere per pubblico concorso. Infatti, un
eventuale passaggio di tale personale ad enti sub regionali di diritto
pubblico, comporterebbe la trasformazione di tali rapporti privatistici, in
violazione dei principi costituzionali di accesso al pubblico impiego. Da
considerare inoltre i riflessi sul rispetto delle norme sul patto di stabilità
interno da parte degli enti territoriali.
Allo stato attuale, la norma più concretamente
applicabile, ai fini di un possibile trasferimento dì personale è l'art 31 del
d.lgs. n. 165/2001 , secondo cui, nel caso di trasferimento o conferimento di
attività, svolte dalla P.A. o loro aziende, ad altri soggetti privati o
pubblici, alle dipendenze di tali soggetti, si applicano l'art. 2112 del cod.
civ. e si osservano le procedure di informazione e di consultazione di cui
all'art. 47 , della legge 29/12/1990, n. 428.
L'ente più adatto ad assorbire tali quote di
dipendenti potrebbe essere il CORAP ,ente pubblico economico istituito ai sensi
dell'art.5, comma 1. della L.R. 24/2013, con il quale è stato disposto
l'accorpamento dei cinque Consorzi Provinciali per le aree di sviluppo
industriale , in un unico Consorzio Regionale per lo sviluppo delle attività
produttive. La condizione principale è che ,oltre al trasferimento dei
dipendenti , si trasferiscano anche le attività svolte ed i relativi ricavi.
Purtroppo il nuovo assetto organizzativo del
CORAP non è stato ancora definito , per cui non si sono conseguentemente potute
avviare le procedure di mobilità del personale. Persiste dunque il principale
fattore critico dell'ente costituito da un costo annuale relativo ai 40
dipendenti di circa € 1.400.000,00. Esso non è compensato da pari entrate o
ricavi e tale situazione, che si protrae da diversi anni ,ha generato un
deficit strutturale ed una situazione debitoria non più sostenibili, che
impongono misure straordinarie di contenimento della spesa, da un lato, e stanziamenti
straordinari dall'altro. Allo stato attuale i dipendenti accreditano tre
mensilità.
Le strategie politiche sono dunque rivolte,
oltre che al risanamento dell'ente, all'assunzione di opportune misure
alternative, ed al suo rilancio come organismo di ricerca.
La Fondazione Mediterranea Terina vede infatti
concentrata la sua missione, attraverso il suo riconoscimento come ente di
ricerca e divulgazione scientifica delia Calabria, come strumento operativo
integrato nella ricerca, con l'obiettivo d'immettere nel sistema economico
nuova conoscenza ed innovazione.
E' infatti possibile mettere in campo azioni e
progetti che, in coerenza con le declinazioni di cui all'art. 13 della L.R.
24/2013 .attraverso cui promuovere, sostenere e realizzare (in collaborazione e
sinergia con il sistema universitario ed, in generale, della ricerca pubblica e
privata) attività di ricerca industriale, sviluppo sperimentale, trasferimento
tecnologico e divulgazione scientifica nel settore della qualità
agroalimentare, della sicurezza alimentare e della salute e pronto a sostenere
lo sviluppo del territorio , attraverso la valorizzazione dei giovani e di
nuova conoscenza.
Tenuto
conto della importante dotazione strumentale e dei suoi laboratori di ricerca ,
è possibile attuare un piano di rilancio della Fondazione, quale struttura di
supporto della Regione Calabria nell'attuazione di alcune misure della nuova
programmazione.
Essa
infatti, su espressa delega potrà dare supporto operativo e organizzativo alle
strutture regionali nelle fase attuativa di programmi, iniziative, attività e
specifici progetti e/o linee di intervento/azioni e/o misure previste dai
Programmi Operativi Comunitari, Nazionali, Regionali, Interregionali volti a
favorire una più efficace utilizzazione delle risorse a supporto dell'azione
politico-amministrativa dell'ente fondatore, fornendo anche attività di
assistenza tecnica.
La
fondazione potrà anche essere soggetto attuatore di alcune linee di intervento
del nuovo POR 2014/2020 afferenti alcune aree dipartimentali come il
Dipartimento Agricoltura- assi PSR Innovazione e trasferimento tecnologico ;il
Dipartimento Ricerca - misure innovazione e alta formazione; il Dipartimento
Attività Produttive- misure innovazione per le imprese. Muovendosi in questa direzione
oltre che rilanciare l'ente, sarà possibile assicurare sufficienti flussi
finanziari attraverso cui potenziare da un lato la formazione degli addetti, ed
ammortizzare dall'altro quote di costi del personale.”
Il commissario straordinario (Tommaso Loiero)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
su scala regionale il trasporto su gomma, come parte di quello su rotaie è gestito dalle Ferrovie della Calabria (FC); società a responsabilità limitata di servizio e di trasporto pubblico;
il degrado del servizio in questione ha assunto dimensioni di rilievo. E ciò, in particolare, a causa della vetustà dei mezzi;
l'involuzione delle condizioni di viaggio si traduce in una vera e propria compressione del diritto a un trasporto che abbia i connotati della decenza;
ciò è chiaramente confliggente con un'idea moderna, dinamica e al passo coi tempi della realtà regionale;
tale involuzione investe un settore primario dei servizi appannaggio dell'utenza calabrese;
tutto questo è fonte di continui disagi;
in modo particolare molteplici sono state le segnalazioni ricevute e relative alla tratta Vibo Valentia-Cosenza;
gli autobus impiegati per tale tragitto risultano degni della sceneggiatura di un film dell'orrore: sporcizia diffusa, sedili divelti, abitacoli non proprio insonorizzati;
tutto ciò rende poco decoroso e affatto dignitoso il servizio offerto ai viaggiatori. A maggior ragione se si considera che il biglietto per tale tratta ha il costo di € 7,20; importo non proprio simbolico -:
quale iniziative intenda intraprendere, per ammodernare il servizio di pubblico trasporto regionale;
quale sia la strategia di superamento dei ritardi accumulati in tale settore;
quali siano i tempi e le modalità necessarie a rendere concrete dette iniziative;
se intenda operane con sollecitudine relativamente alla tratta sopra indicata (Vibo Valentia- Cosenza) per restituire ad essa dignità e decoro.
(135; 29.02.2016)
Risposta - “Con riferimento al degrado lamentato, bisogna innanzitutto far
presente che la Regione, attraverso il suo Settore competente, ha già
provveduto in passato a richiedere alla società interessata, appositi
chiarimenti in merito, con la nota prot. 318921 del 28/10/2015. Chiarimenti
trasmessi con nota prot. DG/10131 del 2/12/2015. Entrando nel merito, come
sancito dal contratto di servizio, art. 8, co. 1, rappresenta un preciso
obbligo del gestore fornirsi di "materiale
rotabile idoneo, sufficiente a garantire la regolarità, la sicurezza e la
qualità del servizio" ed è altresì suo preciso dovere, ai sensi del
successivo art. 9, "implementare" il livello di qualità del servizio
offerto, mantenere il veicolo in condizioni idonee ed offrire adeguata pulizia.
Va inoltre puntualizzato che per effetto della Legge di stabilità 2015
è previsto lo stanziamento di risorse per il rinnovo dei parchi automobilistici
destinati ai servizi di trasporto pubblico regionale e locale. In tale
prospettiva la Regione, nelle more dell'emissione del Decreto Ministeriale
attuativo dell'arti del comma 223 della citata legge, ha richiesto con nota
prot. 272723 del 18/9/2015 alle società consortili interessate, tra cui Co.Me.tra
tra le cui consorziate figura Ferrovie della Calabria s.r.l., di comunicare il
numero di autobus necessario al rinnovo del proprio parco automobilistico.
Tuttavia allo stato attuale non risulta ancora emesso il suddetto Decreto
Ministeriale di riparto dell'importo finanziato con la citata legge di
stabilità che ha ottenuto il parere favorevole della Conferenza Stato regioni
il 16 marzo 2016. La Commissione IGMT ha proposto a sua volta parere favorevole
alla Conferenza delle Regioni in data 17 marzo 2016.
Ad ogni modo, tenuto conto dell'importo complessivamente stanziato per
il rinnovo del parco autobus è pari alla somma di 352.449.622,59 milioni di
euro per gli anni dal 2016 al 2020 cui la Regione Calabria partecipa con
un'aliquota pari al 3,1769 % (pari ad 11.974.812,17 per gli anni 2015-2016) e
considerata la notevole richiesta di nuovi autobus inoltrata dalle società
consortili il relativo piano autobus che questa Amministrazione andrà ad
approntare potrà soddisfare solo in minima parte le reali esigenze dei gestori,
fatti salvi eventuali incrementi finanziari statali.
Va infine evidenziato che, com'è noto e com'è specificato nella
recentemente approvata Legge Regionale LR 35/2015, è preciso obiettivo di
questa Amministrazione Regionale procedere verso la riprogettazione complessiva
dei servizi di trasporto pubblico locale, attraverso l'istituzione di una gara
in cui forte peso verrà dato alla qualità del servizio offerto. In questo senso
verrà preso in alta considerazione anche l'aspetto relativo alla qualità del
parco veicoli che dovranno garantire i servizi. E' infatti previsto che nel
capitolato di gara verranno definiti con precisione i requisiti che i
partecipanti dovranno garantire in termini di qualità, sicurezza, comfort dei
veicoli messi a disposizione per lo svolgimento dei servizi, che dovranno
essere peraltro adeguati anche considerando le necessità delle fasce più deboli
dell'utenza. Requisiti che garantiranno che il parco veicoli che svolgerà i
servizi di trasporto pubblico locale in Calabria sarà esemplare e assolutamente
in linea con le indicazioni provenienti dalla Comunità Europea a riguardo.
Cordiali saluti.”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
G. MANGIALAVORI . Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la figura di Natuzza Evolo è una grande risorsa per l'umanità e per la Calabria in modo particolare, per vari motivi e sotto molteplici profili;
lo è in primis, sotto il profilo spirituale. La mistica di Paravati è un indubbio riferimento cristiano di eccezionale caratura. L'emblema di una vita vissuta all'insegna della carità e dell'amore verso il prossimo;
Natuzza Evolo è stata anche un riferimento civile, col suo esempio di sobrietà
e onestà. Una calabrese che ha offerto alla storia comportamenti improntati
all'altruismo e alla solidarietà;
Natuzza Evolo insomma, risulta un grande riferimento per la Calabria destinato ad arricchire la sua dimensione identitaria;
il processo di canonizzazione seguirà il suo percorso. È d'obbligo, però, relativamente al ruolo delle istituzioni, non farsi trovare impreparati;
affinché ciò accada è necessario avviare una stagione di puntuale e rigorosa progettualità, prima di tutto culturale;
la precedente amministrazione regionale ha già premiato un progetto presentato mediante i Pisl;
ciò costituisce un passaggio importante, ma non ancora sufficiente a garantire l'accoglienza dei flussi di pellegrini che si orienteranno verso Paravati;
la pianificazione dell'ente Regione andrà rivolta al potenziamento dei servizi, delle strutture ed infrastrutture funzionali al collegamento con la frazione di Mileto;
l'azione d'intervento, pertanto, non potrà essere limitata alla realizzazione di una sola strada di collegamento con la Sa-Rc.;
la politica regionale, su tale versante, non può permettersi né improvvisazioni, né mediocrità. Urge, invece, una programmazione culturale e in termini di opere pubbliche ad ampio raggio che sia adeguata all'appuntamento e alle legittime attese dei calabresi -:
se e quali provvedimenti intenda adottare per assicurare, in merito al prefigurato evento di canonizzazione di Natuzza Evolo, per potenziare strutture e infrastrutture in direzione di Paravati di Mileto;
se e quali decisioni intenda assumere per garantire un percorso di crescita culturale e identitaria collegata a tale evento.
(137; 29.02.2016)
Risposta - “In
merito alle interrogazioni dell’On. Mangialavori sulle iniziative della Regione
per la valorizzazione della figura di "Natuzza" Evolo questo Settore,
per quanto di propria competenza, comunica quanto segue.
Con delibera
n. 25 del 07.11.2013, la Commissione Straordinaria, nell'esercizio delle
competenze e dei poteri del Consiglio Comunale di Mileto, ha approvato il
Documento Preliminare del Piano Strutturale Comune (PSC), dei Regolamento
Edilizio e Urbanistico (REU) e del Rapporto Ambientale ai fini della
Valutazione Ambientale Strategica", convocando per il 21 gennaio 2014 la
conferenza di pianificazione, ai sensi
della L.R. n. 19/2002 (L.U.R.).
Il Settore, su
proposta del Servizio di Reggio Calabria, competente per territorio, con nota
prot. n. 18353 del 21.01.2014, ha trasmesso il parere preliminare, per come
previsto, pro tempore, dall'art. 27, c. 3 lett. b) della L.U.R., formulando
corpose osservazioni in merito.
Con delibera
n. 19 del 22.05.2014, la stessa Commissione Straordinaria, ha adottato il
P.S.C, e R.E.U., trasmettendo, con nota prot. 9220 dell’8.9.2014, acquisita in
data 17.9.2014 ed assunta agli atti con il n. 289377/SLAR di prot., la relativa
documentazione tecnico-amministrativa per le determinazioni di competenza del
Settore, per come l'art. 27 c. 4 ter della L.U.R. disponeva all'epoca.
Dall'esame
degli atti trasmessi dal Comune, si è rilevato che non erano stare
adeguatamente riscontrate le osservazioni di cui al parere preliminare e
pertanto il Settore, sempre su proposta del Servizio, con nota prot.
360536/SLAR del 17.11.2014, nel ribadire quanto già osservato nella fase
preliminare, ha espresso il. parere che il piano adottato era in contrasto con
la L.U.R. e non conforme e coerente con il QTRP adottato con D.C.R n. 300 de!
22.04.2013, invitando il Comune a ristabilire gli elementi di coerenza
necessari e trasmettere ai sensi del già citato art. 27, c. 4 ter, lett. b) gli
elaborati adeguati
Considerato
che il Comune non ha trasmesso gli atti richiesti, il Settore, ha convocato
presso la cittadella regionale in Germaneto, amministratori comunali e
progettisti del P.S.C..
Nell'incontro
che si è tenuto in data 12.11.2015, sono state analizzate le problematiche per
cui l'iter di approvazione del piano si era interrotto, ribadendo e chiarendo,
in quella sede, la necessità di riscontare le osservazioni già formulate e
dando indicazioni su alcuni nuovi indirizzi che l'amministrazione comunale,
eletta alle ultime consultazioni subentrante alla Commissione Straordinaria, ha
ritenuto di dover impartire ai progettisti.
In particolare
si è discusso in merito alla previsione della bretella di collegamento tra lo
svincolo autostradale A3 e la S.S. 18. necessaria al fine di migliorare il
collegamento viario con la frazione di Paravati dove, in memoria della mistica
“Natuzza” Evolo, sono state individuate la sede della Fondazione e la chiesa,
che diverranno polo di attrazione turistico religioso dell'intera regione.
E’ stato
affrontato, inoltre, il problema della bonifica di circa 5.000 mq. di coperture
in eternit di una fabbrica dismessa, suggerendo di individuarla, nel piano,
quale "area di crisi" al fine di poter attuare uno specifico
programma di recupero e. bonifica urbanistica-edilizia, ai sensi degli artt.
36, 37 e 37 bis della L.U.R.”
Il coordinatore UU.OO. del servizio ( Angelo Emo)
Il dirigente del dipartimento “Ambiente e Territorio” ( Francesco Tarsia)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. per sapere - premesso che:
il Progetto cofinanziato con fondi del Por Calabria 2000/2006 (Asse III, Risorse Umane - Misura 3.4) nel suo iniziale percorso ha visto impegnate circa 164 unità lavorative (assunti tramite la ditta Eurocoop Scarl tra il dicembre 2008 e marzo 2009) dislocate, presso l'Asp di Vibo Valentia, il Parco delle Serre Vibonesi, la Provincia di Vibo Valentia e vari comuni, fra cui Nicotera, Ricadi, Dinami, Zambrone;
con decreto n. 131706 del 12.9.2007 emesso dal dirigente del Dipartimento n.10 Lavoro, Politiche della famiglia, formazione professionale, cooperazione e volontariato della Regione Calabria è stato indetto Avviso Pubblico per la presentazione di candidature alla selezione per il sostegno all’ inserimento lavorativo di disoccupati svantaggiati, mediante incentivo all’occupazione dell’Area di Vibo Valentia;
in virtù di quanto precede,
l'Amministrazione provinciale di Vibo Valentia, ha predisposto, a suo tempo,
apposito Piano di azione tra gli enti pubblici della provincia di Vibo
interessati al progetto;
la seconda fase del Progetto è stata incentrata su l’Avviso Pubblico
riguardante la realizzazione di interventi idonei a contrastare il fenomeno
delle crisi aziendali e occupazionali (data pubblicazione graduatoria: 9
novembre 2011);
la finalità dei bandi di che trattasi è stata quella di sostenere azioni per l'acquisizione di figure professionali, provenienti dal bacino del precariato e/o espulsi dal mercato del lavoro, da destinare nei servizi di tutela ambientale, prevenzione ecologica ed igienico sanitario;
con delibera di Giunta provinciale di Vibo Valentia n.8 del 15.1.2008 è stato approvato il Piano di azione e con successiva delibera di giunta provinciale di Vibo Valentia n.37 del 25.1.2008 e determinazione n. 17 del 13.2.2008, l’Amministrazione provinciale di Vibo Valentia ha avviato le procedure selettive per l'aggiudicazione dell'appalto di servizi per la realizzazione delle iniziative progettuali predisposte dai singoli enti pubblici interessati;
dei 164 lavoratori, allo scadere dei primi tre anni lavorativi, causa mancate adesioni, al successivo bando, da parte degli enti interessati, ne sono rientrati circa 70 che hanno svolto la loro attività lavorativa all'anno 2013/2014;
tali lavoratori risultano, allo stato, privi di lavoro e di quegli strumenti normativi prodromici a un’efficace tutela economica e/o lavorativa e/o assistenziale -:
se e quali provvedimenti intenda adottare per assicurare le eventuali decisioni atte a garantire ampia tutela giuridica ai lavoratori in questione.
(138; 29.02.2016)
Risposta - “Sulla vicenda delle misure di sostegno dei lavoratori svantaggiati Ex
Eurocoop Scarl è intervenuta, dopo gli avvisi pubblici cui si fa riferimento
nell' interrogazione, una indagine della Autorità Giudiziaria, anche con provvedimenti
restrittivi per dirigenti e funzionari del Dipartimento Lavoro. Allo stato,
oltre i normali strumenti di tutela con i previsti ammortizzatori sociali, non
è stato possibile pianificare ulteriori azioni per la ricollocazione del
personale Ex Eurocoop Scarl rimasto privo di occupazione, ad eccezione del
progetto per n. 24 lavoratori precari, già utilizzati presso l'ASP di Vibo
Valentia, per i quali è in corso un procedimento amministrativo, volto
all'approvazione di un accordo di programma per la riqualificazione e la
successiva stabilizzazione degli stessi in progetti di esternalizzazione di
servizi dell'ASF da realizzarsi entro il 2017”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la figura di Ruggero I d'Altavilla merita speciale attenzione. Il personaggio fu coraggiosissimo condottiero , uomo di governo e, soprattutto, grande amante della Calabria;
il suo amore per la Calabria lo portò a stabilire quale sede centrale del governo normanno, la cittadina di Mileto cui diede lustro, onore e notorietà;
le traversie collegate ai sarcofagi contenenti le sue spoglie e quelle della moglie Eremburga, in sintesi, sono le seguenti. Collocati originariamente nell'abbazia mausoleo fatta costruire dagli stessi Altavilla, i monumenti funerari furono prelevati da Mileto nel 1840 ad opera dell'esercito borbonico e poi trasferiti nel museo archeologico di Napoli dove tuttora sono ubicati, in posizione defilata;
il museo statale di Mileto sin dal 1997 si è adoperato, con formali iniziative, per riportare in Calabria le spoglie: di Ruggero I d'Altavilla e della sua anzidetta consorte;
per il ritorno dei due sarcofagi, entrambi di matrice neoclassica, nel tempo si sono prodigati, oltre al museo di Mileto, anche altre autorità, fra cui: comitati spontanei, la direzione regionale per i Beni e le attività culturali. Nonostante il generoso impegno, però, ad oggi il risultato non è stato ancora centrato;
il ritorno dei due sarcofagi contenenti le spoglie degli Altavilla non solo costituirebbe un significativo richiamo di natura turistica, con evidente benefici per l'indotto, ma sarebbe un atto di giustizia verso la città di Mileto, verso i calabresi e verso lo stesso Ruggero I d'Altavilla e consorte così indissolubilmente legati alla terra di Calabria;
per tutte le operazioni di rientro urge coinvolgere anche il Polo museale regionale, di recente istituzione, di cui fa parte anche il museo di Mileto;
qualche mese addietro, il ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini si è pronunciato positivamente a tale proposito. Il tutto, per come confermato in un'intervista rilasciata a un noto quotidiano nazionale nell'ambito di un progetto teso a riportare presso le sedi d'origine, le opere poste ai margini se non dimenticate, presenti nei grandi musei;
il ministro Dario Franceschini ha espressamente dichiarato: «Il sarcofago di Eremburga, nei depositi del museo Archeologico di Napoli, potrebbe andare insieme al sarcofago di Ruggero in Calabria, al museo nazionale di Mileto»;
parole significative che offrono un'opportunità, all'intero popolo calabrese, per un'operazione dal forte valore culturale e simbolico, orientato al recupero consapevole della propria identità storica -:
quale iniziative intende intraprendere per accelerare e rendere reale il rientro dei sarcofagi contenenti le spoglie mortali di Eremburga e Ruggero I d'Altavilla;
quali siano i tempi e le modalità necessari a
rendere concrete dette iniziative;
gli interventi tesi al coinvolgimento, nell'operazione in argomento, del Polo
museale regionale.
(139; 29.02.2016)
Risposta - “Si
evidenzia che, la Legge Regionale finalizzata al sostegno per le attività
Museali (L.R. 31/95) è definanziata a decorrere dall'anno 2009.
Tutti gli
interventi relativi alla rete museale, pertanto, sono stati attuati nel corso
del periodo di programmazione 2007/2013, sulla base di procedure di selezione
pubblica a valere sulla linea di intervento 5.2.2.1 del POR Calabria FESR.
In assenza di
specifiche risorse stanziate dal Consiglio Regionale per le finalità di cui
alla Legge Regionale richiamata, non potranno essere attuati interventi di
finanziamento quali quelli indicati nella interrogazione de qua”
Il dirigente generale reggente del dipartimento Turismo, Beni Culturali, Istruzione e Cultura (Pasquale Anastasi)
“Premesso che esalto il valore storico e culturale che riveste la
figura di Ruggero I d'Altavilla per la Calabria, si fa presente che trattandosi
di materia attinente la "Tutela dei Beni Culturali" la competenza
appartiene allo Stato che tra l’altro è anche proprietario del Museo citato
nell'interrogazione.
Ciò posto questa Regione, nell'ambito delle proprie competenze e con
riferimento specifico al campo della Valorizzazione potrà sollecitare il
Ministero per chiedere se quanto espresso nella stessa interrogazione sia
fattibile, con che tempi e modalità. Purtroppo la Regione "motu
proprio" non può assumere nessuna iniziativa”
Il dirigente del settore Beni Culturali (Domenicantonio Schiava)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. per sapere - premesso che:
il museo statale di Mileto è stato istituito nel 1991 mediante convenzione tra il ministero per i Beni e le attività culturali, l'amministrazione provinciale di Catanzaro (oggi di Vibo Valentia), l'amministrazione Comunale di Mileto e la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea;
inaugurato il 9 agosto 1997, il museo è stato il primo in Calabria con preponderanza di beni artistici e storici su quelli archeologici ed ha così acquistato uno spazio importante nel panorama culturale regionale;
esso è uno strumento prezioso per la rilettura critica dell'antica capitale normanna, distrutta dal terremoto che nel 1783 devastò la Calabria tutta;
tale museo è meta annuale di migliaia di visitatori, racconta il glorioso vissuto normanno della città e l’indissolubile intreccio con la più antica diocesi di rito latino del meridione d'Italia, fondata per volontà del conte Ruggero d'Altavilla nel lontano 1081;
la raccolta museale, divisa in sezioni determinate dalla sequenza cronologica, contiene il notevole patrimonio artistico, medievale e moderno della città;
il museo sta attraversando un momento di difficoltà gestionale ed è a rischio chiusura a causa disimpegno da parte della Provincia di Vibo Valentia, la quale, così come da convenzione, per anni si è occupata della manutenzione dell'immobile (costo annuale circa 20 mila euro);
nel frattempo, il Mibact ha provveduto a realizzare a proprie spese un nuovo spazio espositivo di circa 500 mq e che, attualmente, il Parco archeologico medievale di Mileto antica è interessato da una corposa campagna di scavo, predisposta dalla Soprintendenza archeologica della Calabria con fondi Pon erogati dalla Regione -:
se intenda o meno avviare iniziative di concreto sostegno al museo civico di Mileto atte a garantire la sua ordinaria attività;
se intenda o meno supportare la funzionalità del museo di Mileto con interventi mirati al suo mantenimento;
se intenda o meno avviare un'attività politica di coordinamento e di promozione presso le competenti autorità funzionali alla tutela e alla valorizzazione del museo di Mileto.
(141; 29.02.2016)
Risposta - “Si evidenzia che, la Legge Regionale finalizzata al sostegno per le
attività Museali (L.R. 31/95) è definanziata a decorrere dall'anno 2009.
Tutti gli interventi relativi alla rete museale, pertanto, sono stati
attuati, nel corso del periodo di programmazione 2007/2013, sulla base di
procedure di selezione pubblica a valere sulla linea di intervento 5.2.2.1. del
POR Calabria FESR.
In assenza di specifiche risorse stanziate dal Consiglio Regionale per
lé finalità dì cui alla Legge Regionale richiamata non potranno essere attuati
interventi di finanziamento quali quelli indicati nella interrogazione de qua.”
Il dirigente generale del dipartimento Turismo, Beni Culturali, Istruzione e Cultura (Pasquale Anastasi)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale, per sapere - premesso che:
la Comunità europea ha erogato negli ultimi anni molteplici finanziamenti per contrastare il fenomeno dell'erosione costiera;
le linee di intervento sono poi state curate dalla Regione Calabria;
molti finanziamenti europei non sono stati tuttavia utilizzati;
il fenomeno dell'erosione costiera è stato causato da agenti esogeni o endogeni, qualificati tali in relazione alla loro collocazione esterna o interna alla superficie terrestre. Gli agenti esogeni, in particolare, sono risultati più continui ed ostinati nella loro azione erosiva: venti, aumento del
volume liquido dovuto ai mutamenti climatici, movimenti gravitativi e organismi viventi (bioerosione);
ad essi vanno aggiunti anche gli scriteriati interventi umani: soppressione dei boschi, prelievo abusivo di sabbia dai letti, dalle rive dei fiumi e dalle spiagge marine, cementificazione selvaggia, urbanizzazione forsennata, costruzione repentina di porti e porticcioli senza un accurato studio dell'impatto ambientale, del moto delle correnti, dei flussi e riflussi degli organismi viventi sotto la superficie delle acque;
la problematica nel corso degli anni, è stata aggravata dalle massicce opere di regimazione fluviale realizzate nei fiumi calabresi dagli anni Cinquanta agli anni Settanta. L'uso massiccio delle briglie, ad esempio, ha bloccato l'afflusso naturale dei detriti, ha determinato la scomparsa delle foci dei fiumi e, conseguentemente, la scomparsa degli arenili;
inoltre, è mancata tutela e valorizzazione delle dune con la vegetazione e con la fauna presente da secoli e ciò senza valutare che quelle, con i dolci pendii che il mare stesso e i movimenti della terra creavano, costituivano la migliore difesa contro l'erosione;
anche le scelte tecniche e amministrative non sono state lungimiranti e appropriate a contrastare l'erosione;
i rimedi eseguiti, come la posa di scogliere parallele alla costa o di sacchetti di plastica riempiti di sabbia per frenare il flusso sabbioso, non sono apparsi finora degni di nota presentandosi, più che altro, come empirici e inconsistenti;
esempi di tutto ciò sono stati gli ingenti danni subiti nel lungomare di Nocera Terinese o nella strada statale 118;
altri esempi di interventi incapaci di contrastare il fenomeno erosivo si sono registrate ad esempio a Fuscaldo dove le opere realizzate a difesa della coste, come le barriere frangiflutti, si sono sbriciolate in poco tempo a causa delle mareggiate invernali. Analoga sorte è toccata alla costa di Zambrone, dove nonostante gli interventi tecnici degli anni passati, l'erosione è ben lungi dall'essere arginata;
la problematica in questione ha assunto dimensioni gravissime. A conferma di ciò i numerosi dettagliati articoli apparsi sulla stampa regionale nell'ultimo periodo, l'azione decisa dei Comuni che hanno in merito deliberato per chiedere gli interventi caso e i tanti interventi dei tecnici esperti del settore;
in particolare modo risultano colpiti da tale fenomeno, la parte nord e centrale del Tirreno calabrese;
urgere, pertanto, effettuare una ricognizione capillare delle politiche fin qui poste in essere, delle scelte strategiche e tecniche adottate e dei risultati conseguiti;
alla luce di quanto sopra esposto, il ripascimento degli arenili completamente scomparsi appare una priorità non più procrastinabile;
la nuova Giunta Regionale ha l'onere di intervenire sulla questione con somma urgenza e priorità. In particolare, sui criteri di erogazione della spesa attraverso una puntuale programmazione dei fondi comunitari e mediante il coinvolgimento di tecnici e professionalità anche di caratura internazionale;
vista la dimensione assunta dal problema s'impone, infatti, il ricorso allo studio, alla scienza e alla tecnologia più avanzate, ad una coscienza rieducata della gente, delle imprese, degli amministratori cittadini e soprattutto alla competenza ed alla determinazione delle autorità dello Stato -:
se intenda effettuare una ricognizione sui risultati fin qui prodotti dalle scelte tecniche, politiche e strategiche, adottate per contrastare il fenomeno dell'erosione costiera;
se intenda dare priorità, impulso e dinamismo a una nuova politica finalizzata a contrastare l'erosione costiera, con particolare riferimento ai tratti del Tirreno calabrese interessato;
se intenda coinvolgere le esperienze e le professionalità maturate in Calabria, nonché studiosi e tecnici di dimensione internazionale;
se intenda progettare una nuova fase di programmazione della spesa comunitaria riservata al settore e in quali termini.
(142; 29.02.2016)
Risposta - “In primo luogo occorre chiarire che a fronte di una dotazione di fondi
Comunitari assegnati per la difesa delle coste pari a 12 M€, la Regione ha
certificato e rendicontato circa 25 M€, cifra destinata a essere incrementata
di ulteriori 5 M€ man mano che sarà completata la rendicontazione, per un
totale di n. 45 interventi realizzati. Questo in virtù dell'individuazione di
interventi coerenti già programmati e relativi all'APQ Difesa del Suolo
stipulato nel 2006 e finanziato con fondi strutturali nazionali. Tale
rendicontazione produrrà beneficio in quanto consentirà di sbloccare ulteriori
risorse finanziarie premiali.
Inoltre, sono
state riprogrammate le economie in tempo utile per le scadenze imposte dal POR
al 31.12.2015, consentendo di realizzare ulteriori n. 6 interventi e di
programmarne altri n. 10 con risorse da individuare a breve termine.
Chiarito
questo importante aspetto, si conviene che già da tempo sia diventato di
prioritaria importanza investire in maniera organica e coordinata nel settore
della difesa costiera, anche in considerazione dell'importanza di spendere al
meglio i fondi stanziati e di evitare gli errori del passato, derivanti, in
primo luogo, dalla eccessiva frammentazione degli interventi di protezione e
riqualificazione della costa e dalla erronea progettazione degli stessi.
Anche sulle
cause che hanno accelerato questo fenomeno naturale non si può che essere
d'accordo specie per quanto riguarda la forte pressione antropica,
particolarmente in alcune aree come ad esempio sui litorali del Tirreno
Cosentino, e si ritiene che le dinamiche di trasporto solido lungo la costa
meritino un approfondimento.
Non si esclude
infatti che interventi non correttamente progettati o in qualche modo
incompleti, in assenza di una visione organica che tenga conto dei molteplici
aspetti e delle molte variabili che condizionano i fenomeni marittimi e di
erosione, possano causare danni anche notevoli e che, pertanto, vadano
pianificati con estrema attenzione.
Per quanto
attiene le attività di pianificazione e le strategie sin qui adottate, si
specifica che nel 2013, l'Autorità di bacino Regionale ed il Dipartimento
Lavori Pubblici, con lo scopo di superare le problematiche legate all'eccessiva
frammentazione dei finanziamenti e alla realizzazione di opere con effetti
limitati e a scala locale, in collaborazione con le Province ed il Genio
Civile, hanno avviato un'azione congiunta, finalizzata all'individuazione delle
principali criticità esistenti sulla base di dati scientifici e alla
predisposizione del "Master Pian degli interventi di mitigazione del rischio di erosione
costiera in Calabria", per le n. 21 macro-aree di analisi in cui è
stato suddiviso, sulla base di criteri geo-morfologici, l'intero territorio
costiero calabrese.
Per quanto
riguarda il finanziamento di nuovi interventi, con l'Accordo di Programma
Quadro Difesa del Suolo sono stati programmati n. 15 interventi organici per un
totale di M€ 40 da realizzare in n. 15 delle n. 21 macro-aree di analisi
individuate dall'Autorità di Bacino Regionale, che presentano una maggiore
criticità complessiva in relazione al rischio di erosione costiera, ricostruita
sulla base di criteri scientifici di priorità e di selezione.
L'iter di
approvazione e di affidamento lavori dei suddetti interventi è in via di
ultimazione e i lavori potranno iniziare entro la fine dell'anno.
Ulteriori
risorse per complessivi M€ 80 sono state richieste, attraverso la redazione di
progetti preliminari, al Ministero dell'Ambiente, per finanziare ulteriori n.
21 interventi, a completamento e come stralci funzionali degli interventi già
realizzati o in corso di realizzazione.
Con
riferimento alle tipologie di intervento adottate, è bene chiarire che si
tratta, nella maggior parte dei casi, delle tecniche e dei materiali
universalmente riconosciuti ed adottati ai fini del contrasto al fenomeno
dell'erosione costiera, così come ampiamente documentato nelle pubblicazioni
ufficiali e comunque riscontrabili nell'ampia letteratura tecnico-scientifica
in materia. Soluzioni cosiddette innovative, sviluppate prevalentemente in
ambito universitario, non hanno ancora prodotto risultati comunque
soddisfacenti.
Contestualmente
a quanto sopra, l'Autorità di Bacino Regionale ha inoltre redatto il Piano Stralcio per l'Erosione Costiera
(PSEC), adottato nel luglio 2014, che costituisce un notevole
aggiornamento del precedente Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (PAI).
In conclusione
si segnalano le diverse attività che sono state realizzate in ambito nazionale
e internazionale e, in particolare, l'adesione alla Carta di Bologna - Carta
delle Regioni Europee per la promozione di un quadro di azioni strategiche per
la protezione e lo sviluppo sostenibile delle aree costiere del Mediterraneo,
avvenuta con Deliberazione n. 411 dell'I 1.11.2013, e la partecipazione, quale
Regione coordinatrice di uno dei 5 gruppi di lavoro del Tavolo Tecnico
Nazionale istituito presso il Ministero dell'Ambiente e sancito con la recente
stipula del Protocollo d'intesa per la difesa delle aree costiere dai fenomeni
erosivi con il medesimo Ministero.
Per il
prossimo futuro si intende procedere nella direzione intrapresa e prevenire
alla stesura di un più ampio e organico Piano di Gestione Integrata delle Coste, in un contesto di
pianificazione a scala di bacino, con l'obiettivo di tutelare e valorizzare le
risorse acqua e suolo. Il "Piano" si dovrà prefigurare come uno
strumento normativo, tecnico, operativo e finanziario con lo scopo di:
- definire con
criteri quanto più obiettivi possibile la programmazione degli interventi
rispetto alla copertura finanziaria cui concorrono lo Stato, la Regione, i
Comuni e i soggetti privati;
- verificare
con un livello ulteriore di dettaglio le condizioni attuali del litorale
calabrese e adottare metodi efficaci di valutazione dell'efficacia degli
interventi realizzati;
- definire un
programma di interventi a medio e a lungo termine per la difesa complessiva
della costa con la valutazione dei relativi costi;
- definire le
modalità di monitoraggio delle dinamiche litoranee.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scorso 21 gennaio è stato attivato il servizio dei mezzi Amaco della Circolare Veloce Rossa- Cosenza-Rende Unical in tutto il territorio dell’area urbana;
l’avvio del servizio era stato consequenziale alla firma del Protocollo di intesa siglato a Palazzo dei Bruzi lo scorso 18 giugno 2014 dai sindaci di Cosenza e Rende;
il progetto partito da Cosenza per offrire un percorso prolungato è funzionale alla rilevante domanda degli utenti che giornalmente si spostano lungo l'asse Cosenza-Rende-Unical;
il boom di passeggeri si è accompagnato ad un generalizzato apprezzamento da parte dei cittadini;
qualche giorno addietro, secondo quanto riportato dagli organi di informazione, tale servizio sarebbe stato interrotto in seguito all'intervento della Regione Calabria che avrebbe disposto la sua provvisoria cessazione e inviato la relativa documentazione alla motorizzazione civile;
il servizio della Circolare Rossa si palesa un'esigenza dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti oltre che un diritto (quello alla mobilità);
tale paventata definitiva interruzione ha suscitato notevoli perplessità;
l'eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all'utenza significativi inconvenienti e disagi;
il servizio della Circolare Rossa risponde al diritto alla mobilità e a un'esigenza oggettiva dei residenti dell'Area Urbana e degli studenti -:
se e quali provvedimenti siano stati emessi dall'ente Regione Calabria in merito a tale vicenda e le motivazioni addotte a loro sostegno;
se siano stati valutati gli effetti, per l'utenza, di un'eventuale definitiva cessazione del servizio;
se siano state vagliate eventuali soluzioni atte a evitare la cessazione del servizio espletato dalla Circolare Veloce Rossa.
(143; 29.02.2016)
Risposta - “Preliminarmente
alle risposte alle questioni poste sono opportune alcune precisazioni. Il
collegamento fra Cosenza, Rende e l'Università della Calabria è ad oggi
garantito dai servizi affidati alla Società Consortile Autolinee Due. Fra i
servizi regolarmente affidati ed i servizi aggiuntivi che il gestore può e si è
impegnato ad effettuare sulla stessa linea, ad oggi vi è una corsa ogni 10/15
minuti. Ciò premesso, in merito alla questioni poste:
- "Se e
quali provvedimenti siano stati emessi dall'ente Regione Calabria in merito a
tale vicenda e le motivazioni addotte a loro sostento"
La Regione non
ha disposto, né ha il diretto potere di disporre, l'interruzione del servizio
ma il competente Settore si è limitato, su richiesta dell'Ufficio della
Motorizzazione Civile di Cosenza, a fornire l'interpretazione delle norme
vigenti, concludendo dopo un approfondimento che ha coinvolto gli uffici legali
che non è consentito ai Comuni l'affidamento dei servizi in questione
(ovviamente nell'ambito della discrezionalità tecnica che vi è
nell'interpretazione delle leggi stesse). La questione è già stata sottoposta
al Giudice Amministrativo da parte della Società Consortile Autolinee Due. Il
TAR della Calabria con sentenza n. 1389/2015 ha accolto il ricorso presentato
dalla Società Consortile Consorzio Autolinee Due e per l'effetto ha attribuito
alla Regione Calabria la competenza sulle modifiche nell'ambito dei servizi
anche urbani, con prolungamento di linee esistenti a territori urbanizzati
purché non si dia luogo a una sovrapposizione con servizi di linea affidati a
diverso soggetto gestore. In particolare, con riferimento alla statuizione di
cui alla LR 67/2012, ha confermato che: "le modifiche del tipo di quelle
previste dai nulla osta rilasciati dai Comuni resistenti possano essere
adottate dalle amministrazioni comunali, essendo necessaria una statuizione del
menzionato organo regionale. Ne consegue che l'autorità competente al rilascio
del nulla osta è quella regionale". Prosegue poi il giudicante sancendo
che la norma: "impedisce alla stessa Giunta Regionale di prevedere
prolungamenti che importino una sovrapposizione con servizi di linea già
affidati ad altre imprese...". La trasmissione della sentenza è avvenuta da
parte dell'avvocatura regionale nell'ottobre 2015. In coerenza, nella
programmazione del servizio attribuito al Consorzio Autolinee Due, i servizi
già affidati non hanno subito modifiche in riduzione che possano considerarsi
lesive degli interessi dell'utenza.
- "Se
siano stati valutati gli effetti, per l'utenza, di un'eventuale definitiva
cessazione del servizio"
Benché
l'organizzazione ideale dei servizi nell'area urbana di Cosenza-Rende si
ritiene debba essere quella di un unico servizio urbano che si sviluppi su una
unica rete dalle caratteristiche appunto urbane, si ritiene che comunque ad
oggi il servizio fornito dalla Società Consortile Autolinee Due sia certamente
quantomeno in linea con il livello dei servizi offerto nella Regione. Esso è
sicuramente migliorabile, ma nei limiti di quanto consentito dalla finanza
pubblica e dai criteri di efficientamento imposti dal legislatore nazionale,
primo fra tutti l'incremento del rapporto fra ricavi da tariffa e costi del
servizio.
Si ritiene che
uno degli elementi più apprezzati dall'utenza sia la tariffa ridotta, non in
regola con le disposizioni regionali, che risulta essere di 1,00 Euro invece di
1,80 Euro del servizio affidato alla Società Consortile Autolinee Due (ed anche
dell'importo di 1,50 del biglietto urbano a tempo, vigente nel Comune di
Cosenza). Ciò tuttavia allontana la Regione dal raggiungimento degli obiettivi
di premialità fissati dal legislatore nazionale, sopra richiamati.
- "Se
siano state vagliate eventuali soluzioni atte a evitare la cessazione del
servizio espletato dalla Circolare Veloce Rossa"
Se da una
parte necessariamente ci si deve attenere alle norme vigenti ed alle sentenze
che l'autorità giudiziaria adita emetterà, d'altra parte l'azione politica è
oggi volta a sollecitare la fusione delle società consortili operanti
nell'area, o quantomeno l'integrazione tariffaria fra i servizi affidati ai
vari gestori, al fine di riportare nell'ambito di una organizzazione il più
possibile unitaria l'esecuzione dei servizi nell'area urbana di Cosenza-Rende.
Nello stesso
tempo l'azione politica ha accelerato attraverso la recentemente approvata LR
35/2015 l'istituzione di ART-CAL (Autorità di Regolazione dei Trasporti della
Regione Calabria) che avrà la funzione di bandire le gare per l'affidamento dei
servizi, in modo che essi possano garantire un livello qualitativo
perfettamente in linea con le esigenze dell'utenza.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la legge regionale del 26 febbraio 2010, numero 11 modificata dalla legge regionale 20 dicembre 2011 numero 45 ha disciplinato gli "Interventi regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro";
la deliberazione della Giunta regionale numero 140 del 27 marzo 2012 ha approvato il relativo Regolamento numero 1/2012;
le risorse complessivamente messe a disposizione dall'amministrazione sono state 500 mila euro, di cui 450 mila sul bilancio 2014 e 50 mila sul bilancio 2015;
con decreto numero 13749 del 19 novembre 2014 (Registro dei decreti della Regione Calabria), del dirigente,dipartimento numero 10, settore Lavoro, sono stati pubblicati gli "elenchi per interventi di solidarietà a favore dei familiari di lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi”;
tale decreto ha giuridicamente accertato la sussistenza di 105 domande, di cui ammissibili e finanziabili 21 pari ad € 488 mila, ammissibili e non finanziabili 33, non ammissibili 51;
urge predispone gli strumenti economici necessari a garantire la prestazione di che trattasi, prima di tutto ai 33 istanti che non hanno registrato come soddisfatta la loro richiesta per incapienza dei fondi messi a disposizione;
occorre, in secondo luogo, un ulteriore impegno per l'accesso al beneficio di eventuali successive domande pervenute all'Ente. Il tutto, nel rispetto della procedura sancita dalla legge e dal regolamento sopra citati;
la tragica realtà delle "morti bianche" o dei gravi infortuni sul lavoro costituisce una piaga endemica del mondo del lavoro;
per contrastarla occorre predisporre quante più misure necessarie a prevenire il costante ripetersi di tali tragedie;
sussiste in capo alla Regione il dovere sia normativo che politico di offrire un concreto e tangibile sostegno ai familiari colpiti dalla sofferenza, dal dolore, dallo strazio e dai disagi materiali che susseguono a siffatti eventi;
le "morti bianche" o quanti riportano gravi infortuni sul lavoro non possono essere catalogati solo in termini di numeri, fascicoli o pratiche. E che, pertanto, l'intervento teso ad alleviare le materiali difficoltà delle loro famiglie, risponde a un principio di inderogabile solidarietà umana e istituzionale che deve sovraintendere e ispirare ogni politica sociale;
pertanto, non è procrastinabile un'attività politico-amministrativa di sostegno alle famiglie colpite da eventi così strazianti che incidono sui loro basilari diritti afferenti alla vita quotidiana e alle prospettive future -:
se per l'anno corrente, a parziale modifica di quanto già sancito dalla precedente amministrazione, intende rifinanziare il Fondo in questione in misura pari o superiore al 2014 (450 mila euro). E ciò al fine di soddisfare, prioritariamente, i diritti dei familiari la cui domanda è stata dichiarata ammissibile ma non finanziabile per incapienza dei fondi già messi a disposizione. E, secondariamente, per assicurare l'accesso ad altri eventuali istanti.
(145; 29.02.2016)
Risposta
- “Lo scrivente Assessorato, in merito
all'interrogazione di cui all'oggetto, comunica quanto segue:
La Legge regionale n. 11 del
26/02/2010 è stata finanziata con una disponibilità pari ad € 50.000,00 a
seguito dell'approvazione del Bilancio per l'esercizio 2016 da parte del
Consiglio Regionale;
La Giunta Regionale, condividendo la rilevanza
sociale ed etica del tema del sostegno economico ai familiari delle vittime sul
lavoro ed al fine di soddisfare le legittime aspettative dei familiari la cui
domanda è stata dichiarata ammissibile ma non finanziata per incapienza dei
fondi, valuterà il possibile rifinanziamento in sede di assestamento di
bilancio, compatibilmente con le disponibilità finanziarie e le quotidiane
emergenze calabresi.”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
L’Italcementi, azienda operante nel settore edile, di rilevanti dimensioni economiche, con importanti ricadute produttive in altri ambiti ha chiuso battenti oltre ventiquattro mesi fa;
la vicenda ha avuto importanti riflessi, specie sotto il profilo ambientalistico e lavorativo;
nelle varie fasi della vertenza, di per sé particolarmente complessa, sono state coinvolte la Regione Calabria, il ministro pro tempore dell'economia e l'Ufficio territoriale del governo di Vibo Valentia;
la peculiarità del territorio vibonese, afflitto da un elevato tasso di disoccupazione, implica doverosa, approfondita e costante attenzione;
l'obiettivo dichiarato da tutti i soggetti coinvolti nella vertenza (sia istituzionali che di associazioni varie) ha avuto quale finalità precipua la reindustrializzazione dell'area e la riconversione produttiva del sito;
a tal fine sono stati elaborati vari progetti, i quali rappresentano un'importante opportunità per l'occupazione e l'ambiente di tutto il territorio circostante;
in merito alle sorti dei lavoratori occorre precisare che circa 60 unità sono state reimpiegate in altri stabilimenti o strutture, per altri è stato incentivato il prepensionamento, 10 dipendenti, invece, sono stati collocati in mobilità;
nonostante le risorse umane e politiche impiegate, a tutt'oggi non è stato avviato alcun piano di rilancio industriale e/o economico dell'area;
la ricaduta negativa è stata per molti versi drammatica. Oltre al trasferimento di molti lavoratori, in 10 sono rimasti senza alcuna occupazione e ben 400 lavoratori dell'indotto hanno subito gli effetti negativi di tale chiusura;
non è ipotizzabile una crescita dell'economia locale che prescinda da progetti di rilancio dell'attività industriale, da ancorare a un'inderogabile e preliminare esigenza di salvaguardia ambientale;
l'impoverimento costante che imperversa in ogni area della regione rappresenta una priorità politica, la quale va affrontata con determinazione, concretezza ed efficacia;
il Tavolo già attivato per le vicende della vertenza di che trattasi, presso il ministero dello Sviluppo economico, non è mai stato chiuso, né però risulta operativo;
urge, altresì, prioritariamente interessarsi alla sorte dei dieci ex dipendenti dell'Italcementi rimasti privi di qualsiasi occupazione o di trattamento pensionistico;
più specificamente, questi dieci lavoratori fino al 14 settembre 2014 hanno percepito i benefici della cassa integrazione e che, dal 14 settembre al 14 dicembre 2014 avrebbero avuto diritto a percepire la cassa integrazione in deroga -:
se intenda azionarsi, anche con l'attivo coinvolgimento dei soggetti deputati, in primis prefettura e organizzazioni sindacali, per individuare un possibile sbocco lavorativo in favore dei dieci dipendenti dell'ex Italcementi collocati in mobilità, privati di qualsiasi occupazione o trattamento pensionistico. Tanto più se si considera che il loro status di mobilità incentiva la collocazione sul lavoro grazie alle agevolazioni di legge;
se per questi dieci lavoratori intenda sollecitamente azionare gli strumenti normativi e amministrativi di sua esclusiva competenza per la concessione della prescritta cassa integrazione straordinaria in deroga; limitatamente al periodo di competenza (settembre-dicembre 2014);
se intenda inserire nell'agenda di governo la questione della riqualificazione ambientale e della riconversione dell'area in cui esercitava l'attività l'Italcementi;
se intenda, pertanto, offrire concreta prospettiva a progetti di sviluppo mirati alla rivalutazione dell'area di che trattasi;
se intenda chiedere, all'uopo, la riattivazione del Tavolo già istituito per le vicende della vertenza in questione presso il ministero dello Sviluppo economico, non più operativo.
(146; 29.02.2016)
Risposta - “In
merito all'interrogazione, di cui all'oggetto, si comunica quanto segue:
La Giunta
Regionale, per il tramite dell'Assessorato al lavoro, ha dato la massima
disponibilità ad accompagnare il processo di ricollocazione e di tutela dei
lavoratori della Italcementi dì Vibo Valentia, attivando specifici tavoli di
consultazione sui territorio. In tal senso, il Dipartimento Lavoro ha già
richiesto al Ministero dello Sviluppo Economico la riattivazione di uno
specifico tavolo Nazionale per la definizione della vertenza in questione.
Lo scrivente
Assessorato intende comunque sostenere l'attivazione degli strumenti di
ammortizzatori sociali necessari. E' in fase di definizione l'istruttoria delle
pratiche relative alla cassa integrazione in deroga per il 2014, nell'ambito
delle quali verrà definita a brevissimo anche quella della Italcementi per il
periodo considerato e, qualora ammissibile, liquidate le ore previste, ai sensi
della normativa vigente, tempestivamente, attesa anche la disponibilità
finanziaria garantita dalla Giunta regionale con la riprogrammazione delle
risorse del Pac Calabria.
Occorre
comunque evidenziare che la soluzione del problema della ricollocazione dei
dipendenti dell'Ex Italcementi, deve inquadrarsi all'interno di piani di
sviluppo territoriali mirati alla rivalutazione dell'area industriale vibonese,
per i quali si stanno definendo le necessarie opportunità programmatiche di
risorse nell'ambito del POR 2014/2020.”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione )
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con decreto del 13 agosto 2013 numero 11954, assunto al protocollo al numero 1335, codice n. 85/13, emesso dal dirigente del settore "Trasporto pubblico locale, Piano regionale dei trasporti, reti immateriali” è stata disposta la Ricognizione delle tariffe vigenti dall'1/8/2013 per effetto dell'adeguamento biennale all'inflazione (D.G.R. n. 362 dell'11.08.2011; D.G.R. n. 568 del 16/12/2011);
con deliberazione di Giunta regionale del 9 dicembre 2013 numero 468 è stato deliberato in ordine ai Servizi di trasporto pubblico locale su gomma: pubblicazione relazione di cui all'art.34, co. 20 e 21 del D.L. 179/2012; determinazione del termine di scadenza dell'affidamento; approvazione schema atto integrativo, contratti di servizio;
con delibera di Giunta regionale dell'8 aprile 2014 numero 124 è stato deliberato in ordine al seguente oggetto: Servizi di trasporto pubblico locale. Programmazione del servizio per l'anno 2014;
per come dettagliatamente specificato in detta deliberazione, l'attuazione del sopra citato Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale ha comportato una variazione di spesa del settore;
con deliberazione di Giunta regionale numero 316 del 28 luglio 2014 è stata pertanto approvata la Programmazione dei servizi di TPL su gomma - secondo semestre 2014;
con deliberazione numero 425 del 10 ottobre 2014 è stata approvata, dalla Giunta regionale, la Riprogrammazione dei servizi di TPL anche conseguentemente all'art. 41 del D.L. 12;
essenzialmente, gli atti sopra menzionati disciplinano condizioni, modalità, termini dei servizi di che trattasi;
in conseguenza di tali decisioni, le Tariffe dei servizi di trasporto pubblico locale su gomma hanno subito, in un breve arco temporale, un significativo incremento;
a causa di tali aumenti si sono registrati vari disagi, specie per quanti usano il trasporto pubblico locale quotidianamente;
tali disagi si sono tradotti in difficoltà economiche, specie per le famiglie che registrano uno o più componenti, spesso studenti, che usano il trasporto pubblico con regolarità;
proprio nella giornata dello scorso 2 febbraio, gli studenti dell'area delle Preserre (area del comune di Acquaro e dintorni) hanno protestato contro l'aumento del ticket;
all'unisono, gli studenti lamentano un progressivo aumento del ticket, la mancanza di qualsiasi agevolazione per quanti registrano più familiari che fanno uso di tale pubblico trasporto e un graduale impoverimento sulla qualità del servizio stesso;
tali disagi sono generalizzati e diffusi su ampia scala e, infatti, gli incomodi lamentati dagli studenti delle Preserre sono condivisi anche da altri pendolari di diverse aree;
la complessità della disciplina e l’osservanza alle inderogabili disposizioni del settore, non impediscono e non esimono la Regione dal dovere di offrire riscontri amministrativi concreti, per rimuovere o alleviare tali considerevoli inconvenienti -:
se intende adottare misure tese a migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari (all'insegna del decoro e dell'adeguatezza) e a bloccare, calmierare, razionalizzare gli aumenti dei prezzi dei biglietti regionali, in considerazione dei suddetti disagi causati ai passeggeri.
(147; 29.02.2016)
Risposta - “In
primo luogo, volendo inquadrare la vicenda, val la pena effettuare un breve excursus storico su come la Regione
ha in passato gestito la questione tariffe, per poi passare a mostrare le
azioni che si stanno oggi portando avanti a riguardo.
La Giunta
Regionale con Deliberazione n. 6326 del 15.12.1997 ha determinato le tariffe
dei servizi extraurbani su gomma, in vigore a decorrere dal 01.01.1998. Da tale
data e fino al 31.05.20 gli ultimi dati ISTAT disponibili hanno mostrato che
l'inflazione corrispondente è stata pari al 31,8%. Considerando ciò con DGR
n.362 del 11.08.2011 l'amministrazione regionale ha deciso di adeguare,
modificare le tariffe dei servizi extraurbani ed urbani su gomma, stabilendone
l'entrata in vigore a decorrere dal 22.08.2011, con previsione di adeguamento
automatico biennale all'inflazione senza la necessità di ulteriori
provvedimenti, demandando al Dipartimento Infrastrutture e LL.PP l'assunzione
di un decreto ricognitivo. Tale decreto n.11954 è stato emesso dal dirigente
del settore in data 19.8.2013. Inoltre, con DGR n.380 "Piano di riprogrammazione
dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario
regionale", tra le varie azioni previste è stato deliberato di
incrementare le tariffe per compensare la riduzione del corrispettivo per unità
di percorrenza (€/km) in maniera da mantenere l'originario livello di
compensazione dei contratti di servizio. Nel merito veniva previsto:
"Tenuto conto delle stime relative al 2013, relativamente ai ricavi medi
da tariffa per i servizi urbani ed extraurbani ed ai corrispettivi per unità di
percorrenza, una riduzione complessiva del 5% dei corrispettivi è ottenibile
con i seguenti incrementi delle tariffe:
-
20% per i servizi
urbani
-
42% per i servizi
extraurbani.
Essendo i
corrispettivi regolati dall'art. 2, comma 1, della L.R. n. 67/2012 (e dalle
preesistenti disposizioni in essa richiamate), dovrà essere approvata apposita
norma dal Consiglio Regionale. L'azione dovrebbe consentire a regime un
risparmio di spesa pari a circa 6.250.000,00 Euro. Prevedendo l'incremento
delle tariffe in due fasi con eguale misura, nella prima fase il risparmio è
pari alla metà (2,5% invece del 5% di riduzione dei corrispettivi). È fatto
salvo l'eventuale definizione di un costo standard, ai sensi del citato art. 2,
comma 1, della L.R. n. 67/2012."
In conseguenza
della DGR n.380/2013, le tariffe sono state incrementate a partire dal
01/01/2014 e poi dal 01/01/2015.
Per quanto
riguarda invece le azioni che si stanno oggi conducendo si deve invece far
riferimento a quanto inserito nella recentissima L.R. n, 35/2015 sul trasporto
pubblico locale. In essa è presente uno specifico articolo, l'art. 6, che ha
stabilito la possibilità per la Giunta regionale, tenendo conto delle misure
previste dall'Autorità di regolazione dei trasporti e sentito il parere della
competente commissione consiliare e del Comitato della mobilità, di stabilire i
criteri per la determinazione delle tariffe dei servizi di trasporto pubblico
locale affidati in maniera uniforme su tutto il territorio regionale, con
eventuale differenziazione sulla base alle caratteristiche del servizio,
dell'utenza e delle modalità di fruizione del servizio, con l'obiettivo della
progressiva integrazione tariffaria. La suddetta legge LR 35/2015 è
significativa di una apertura della attuale Amministrazione Regionale verso le caratteristiche
peculiari dell'utenza che effettivamente fruisce del trasporto pubblico locale.
Sempre con legge 35/2015, inoltre, oltre alle agevolazioni tariffarie stabilite
per le categorie di invalidità in essa specificate, è stata prevista la
possibilità di riconoscere misure di agevolazione tariffaria attuabili dalla
Regione e dagli enti locali mediante il rimborso parziale agli utenti del
prezzo del titolo di viaggio, sentito il parere del Comitato della mobilità.
Tali provvedimenti potranno essere rivolti nello specifico a percettori di
basso reddito documentato attraverso il modello ISEE, a soggetti la cui età
anagrafica sia superiore a 70 anni compiuti, ad invalidi di qualsiasi tipologia
aventi diritto ai sensi delle leggi dello Stato a provvidenze di natura
economica o non economica, a minorenni orfani di almeno un genitore ovvero a
studenti frequentanti le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado
appartenenti a nuclei familiari con almeno tre figli.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scorso 15 aprile il Tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta di concordato preventivo inoltrata dalla società che gestiva l'aeroporto di Crotone "Sant'Anna";
in conseguenza di tale rigetto, il Tribunale ha disposto il fallimento giudiziale di tale società;
l’aeroporto ha sempre avuto un ruolo strategico per la crescita e lo sviluppo dell'intera area del Crotonese;
tale aeroporto ha sempre supportato un’utenza di entità rilevante;
più precisamente, negli ultimi cinque mesi, con soli tre voli giornalieri, l'aeroporto ha registrato ben 130 mila utenti;
tale aeroporto oltre a coprire un bacino di utenza ampio, s'inserisce in un contesto di strutture viarie e di comunicazioni estremamente disagiato;
Crotone non ha un porto attrezzato secondo i più moderni standard del settore;
la città di Pitagora non è neanche attraversata da un'autostrada che assicuri spostamenti rapidi e veloci;
la paventata definitiva chiusura dell'aeroporto è fonte di notevoli preoccupazioni e disagi per l’intero comprensorio Crotonese;
la mancanza dell'aeroporto implicherà ricadute negative anche nel settore turistico con evidenti danni per l’economica locale;
urge intervenire con sollecitudine affinché non sia comunque revocata dall'Enac, alla preposta società, la licenza per la gestione dei servizi aeroportuali Sant'Anna; quantomeno sino alla concretizzazione di una soluzione che eviti la sospensione dei servizi dell'aeroporto;
occorre attivarsi, in ogni caso, per garantire il funzionamento dell'aeroporto stesso e dei servizi di spostamento offerti ai cittadini, senza soluzione alcuna di continuità;l'eventuale cessazione del servizio è destinata a creare all'utenza significativi inconvenienti e disagi -:
quali provvedimenti intenda emanare, nell'immediatezza, l'ente Regione Calabria per scongiurare la definitiva chiusura dell'aeroporto "Sant'Anna" di Crotone;
quali decisioni l'Amministrazione intenda adottare per assicurare continuità di servizi dell'aeroporto medesimo.
(149; 29.02.2016)
Risposta - “Con
Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 39 è stata stabilita la partecipazione
della Regione Calabria alla costituzione di una società per azioni insieme agli
enti locali. Tale Società ha lo scopo di assumere la gestione dello scalo
aeroportuale S. Anna di Crotone, trattandosi di servizio di interesse generale
necessario per il perseguimento delle importanti finalità istituzionali della
stessa Società. La norma per tale finalità ha autorizzato l'ente a
sottoscrivere, al momento della costituzione della società, azioni per
l'importo massimo di euro 200.000,00, attingendo le risorse occorrenti da
quelle allocate nel Fondo speciale di parte in conto capitale UPB
U.008.001.001.002 (capitolo U0700120101). Con Deliberazione della Giunta
Regionale n. 74 del 17 marzo 2016 di "variazione al bilancio 2016-2018.
Spese per la costituzione di una società per azioni avente lo scopo di assumere
la gestione dello scalo aeroportuale S. Anna di Crotone (L.R. 31.12.2015,
N.39)" si è provveduto ad operare una variazione allo stato di previsione
e di spesa del bilancio 2016-2018 al documento tecnico approvato con
Deliberazione della Giunta Regionale n. 575 del 30 dicembre 2015, ed al
bilancio di gestione per gli anni 2016-2018, approvato con deliberazione della
Giunta Regionale n. 574 del 30 dicembre 2015, provvedendo alla istituzione del
nuovo capitolo U9100400101 "spese per la costituzione di una società per
azioni con gli enti locali, avente lo scopo di assumere la gestione dello scalo
aeroportuale di Crotone (Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 39)" con
stanziamento pari ad euro 200.000,00 provenienti dal capitolo U0700120101.
Con decreto
del Dirigente Generale n. 3038 del 23/03/2016 è stato assunto il relativo
impegno di spesa e con successivo D.D. n. 3378 del 30/03/2016 è stato liquidato
alla società di gestione l'importo necessario a coprire la quota di
partecipazione dell'ente regionale.
In
conclusione, tali provvedimenti sono sintomatici del nostro interesse e di
quello dell' Amministrazione Regionale alla salvaguardia dello scalo calabrese
di Crotone al fine di evitare le ricadute negative dovute alla chiusura
dell'aeroporto in questione.”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
ai sensi del POR-FESR 2007/2013 ASSE IV - Inclusione sociale e qualità della vita - Linea di Intervento 4.2.1.1- “Case Accessibili", sono stati attivati strumenti finanziari per attuare l'eliminazione delle barriere architettoniche e per domotizzare le abitazioni di soggetti con diversa abilità;
nel dettaglio, con Decreto n. 7127 del 20/6/2011 è stato approvato l'Avviso Pubblico “Case Accessibili” - Interventi di eliminazione delle barriere architettoniche e domotica nelle abitazioni private dei soggetti diversamente abili - pubblicato sul B.U.R.C. n. 25, del 24/06/2011 - parte III - per un importo di €. 5.220.000,00 - Capitolo 64010101, impegno n. 4208/2012; rettificato ed integrato con D.D.G. n. 10685, del 30/08/2011;
con D.D.S. n. 9860 dell' 08/07/2013, pubblicato sul B.U.R.C. del 5/8/2013 - Supp. Straord. dal n. 1 al n. 31 del 2/8/2013 - parte 111 - è stata approvata la graduatoria definitiva dei progetti ammessi a contributo rettificato con D.D.S. n°12957 del 19/09/2013, pubblicato sul BURC n.40 del 4/10/2013 - parte III;
ad oggi risultano non completamente erogate ai soggetti beneficiari le somme di contributo concesso -:
i motivi ostativi le erogazioni del contributo concesso, l'iter previsto per procedere allo sblocco dei pagamenti e la relativa tempistica.
(151; 08/03/2016)
Risposta - “In merito all'interrogazione, di cui all'oggetto, si comunica quanto
segue:
premesso che:
- con decreto n. 7127 del 20/06/2011 era stato approvato l'Avviso
pubblico " Case Accessibili". Interventi di eliminazione delle
barriere architettoniche e domotica nelle abitazioni private dei soggetti
diversamente abili, pubblicato sul B.U.R.C. n. 25 del 24/06/2011 tratto Parte
III;
- la scadenza per la presentazione delle domande al Comune era stata
prevista l’8/09/2011, ovvero entro 45 giorni successivi alla pubblicazione del
bando sul B.U.R.C. (con l'esclusione del mese di agosto);
- con Decreto n. 10685 del 30/08/2011 - B.U.R.C. n. 36 del 09/09/2011 -
Parte III, pag. 7654, era stato rettificato l'avviso pubblico;
- la scadenza della presentazione delle proposte progettuali, entro cui
le domande sarebbero dovute pervenire al settore, con ogni mezzo atto allo
scopo, era stata prevista per le ore 12.00 del giorno 08/10/2011, e più
precisamente, essendo giorno 8 non lavorativo, entro le ore 12:00 del giorno
10/10/2011;
- con Decreto n. 15438 del 30/10/2012 era stata approvata la
graduatoria provvisoria, che veniva pubblicata sul B.U.R.C. n. 45 del
09/11/2012 - parte III;
- la scadenza dei termini utili per la presentazione di eventuali
ricorsi amministrativi era prevista per il 09/12/2012, ossia 30 giorni
successivi dalla data di pubblicazione della graduatoria provvisoria sul
B.U.R.C.;
- con Decreto n. 9860 del 08/07/2013 veniva approvata la graduatoria
definitiva e pubblicata sul B.U.R.C. del 05/08/2013 - Suppl. Straord. dal n. 1
al n. 31 del 02/08/2013 - Parte III;
- con Decreto n. 12957 del 19/09/2013 era stato rettificato il Decreto
n. 9860 del 08/07/2013 ed approvato lo Schema di Convenzione con i relativi
allegati, pubblicato sul BURC n. 40 del 04/10/2013 - parte III;
- i Comuni Beneficiari, realizzatori dei progetti, sono stati n. 128;
- i Destinatari e attuatori degli interventi sono stati n. 327;
- le Convenzioni stipulate con i Beneficiari sono state n. 126 su 128;
- le 2 Convenzioni non sottoscritte con i Beneficiari sono state quelle
con i Comuni di Chiaravalle Centrale e Santa Caterina D'Aspromonte, in quanto i
rispettivi destinatari sono deceduti prima della stipula;
Tutto ciò premesso ed a seguito delle stipule delle Convenzioni,
avvenute tra il mese dì Novembre e Dicembre del 2013, il Settore Politiche
Sociali ha emesso i Decreti di anticipazione per tutti i Comuni che, in
ottemperanza dell'Art, 8 della Convezione, avevano fatto richiesta ed inviato
la documentazione relativa.
Al momento i Comuni che hanno beneficiato dell'anticipo sono 20 con 27
destinatari, per un importo complessivo pari ad Euro 385.095,04.
I motivi per i quali il Settore Politiche Sociali non aveva potuto
provvedere ad erogare altre somme in anticipo erano dovuti a:
1. notevoli ritardi da parte dei Comuni nel richiedere l'anticipazione,
di cui al sopra citato art, 8 della Convenzione;
2. non corretta trasmissione della documentazione a corredo della
suddetta richiesta di anticipazione;
3. necessità di variazioni progettuali apportate dai destinatari in
sede di progettazione esecutiva;
4. ritardi procedurali tra destinatario dell'intervento (privato) e
Beneficiario (Comune) con conseguente rallentamento nella presentazione della
documentazione istruttoria da parte degli Enti beneficiari al Settore Politiche
Sociali;
5. altre difficoltà procedurali con carattere di eccezionalità (ritardi
nel rilascio di nulla osta, pareri e certificati da parte degli uffici
competenti quali Agenzia del Territorio);
6. difficoltà operative emerse nel mese di giugno 2014 nella gestione
degli interventi nel sistema SIURP e successivamente formalizzate con nota al
Dipartimento Programmazione n. 59559 del 24/02/2015, senza alcun riscontro
formale;
malgrado quanto sopra esposto, ma in considerazione delle finalità
fondamentali dell'avviso pubblico, che sono quelle di ottimizzare i servizi di
assistenza e il supporto all'autonomia delle persone diversamente abili,
favorendo l'eliminazione delle barriere nelle abitazioni, nonché quella di
salvaguardare il miglioramento dell'offerta dei servizi per i disabili e gli anziani
in Calabria, il Settore ha comunque provveduto ad emettere i seguenti Decreti
di proroga:
- DDS n. 8906 del 23/07/2014 con il quale è stata concessa la proroga a
n. 68 Comuni beneficiari, mentre è stato revocato il contributo concesso a n.
27 Comuni beneficiari. Con lo stesso Decreto è stato, inoltre, riammesso a
contributo il Comune di Melito Porto Salvo;
- DDS n. 11615 del 01/10/2014 con il quale è stata concessa la proroga
a 7 Comuni beneficiari, mentre è stato revocato il contributo concesso a n. 18
Comuni Beneficiari;
- DDS n. 2041 del 13/03/2015;
- DDS n. 2042 del 13/03/2015;
Ad oggi, quindi complessivamente gli Enti beneficiari risultano essere
89 su 128.
Il Settore ha proceduto, a seguito del Decreto n.11421 del 22/10/2015
di proroga delle Convenzioni, all'emissione dei relativi anticipi pari all'80%
dell'intero contributo concesso, per un investimento complessivo effettivamente
liquidato al 31/12/2015 di € 3.158.921,50 su l'importo ammissibile di Euro
3.960.587,00.
Stante l'impossibilità a finanziarie i progetti sulle case accessibili
a valere sul FESR a seguito degli errori riscontrati nel bando del 2011, le
stesse risorse erogate e regolarmente liquidate ai Comuni di competenza per il
successivo inoltro ai beneficiari finali entro il 31/12/2015, viene fatto
gravare sul PAC 2007/2013, rimanendo non erogata la sola somma di completamento
pari ad Euro 801.665,90 che sarà, presumibilmente liquidata entro il corrente
mese.”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
l'amministrazione regionale ha partecipato negli anni del Governo di centro destra ad un "Accordo di programma quadro" - Difesa del suolo ed erosione delle coste del marzo 2013 per l'erogazione di una serie di finanziamenti, sia con fondi CIPE per Euro 38.000.000,00, sia con fondi POR Calabria FESR 2007 - 2013 - Linea di intervento 3.2.2.3 "Azione per la messa in sicurezza delle aree a rischio erosione costiera e per il ripascimento e la ricostituzione delle spiagge", per circa 2.300.000,00, finalizzati al recupero e alla difesa delle coste nonché al contenimento del fenomeno dell'erosione; l'Amministrazione Regionale ha approvato con delibera n.167 del 27 febbraio 2010 "l'Accordo di programma quadro", sopra menzionato; allo stato, però, l'intera spiaggia di Bocale I sta per essere risucchiata interamente (in molti tratti già è avvenuto) da un fenomeno erosivo particolarmente aggressivo negli ultimi anni (basta vedere di recente la denuncia dei cittadini della zona n. prot.42209 del 4 febbraio 2015 inviata alla Provincia di R.C.);
la Provincia di R.C. che detiene la competenza in materia di difesa delle coste e quindi per intervenire con il ripascimento delle spiagge a sostegno così le iniziative imprenditoriali che insistono nella zona di Bocale e delle abitazione dei residenti e dei turisti durante il periodo estivo, nonostante l'espletamento della gara per tali opere di c.d. pennelli e di tutela definitiva dell'intero litorale, con opere di protezione costiera, finanziate attraverso l'intervento regionale, ha effettuato solo degli interventi minimi per la difesa delle abitazioni ed insufficienti per la tutela della costa;
l'opera pubblica più significativa, nonostante i finanziamenti esistenti statali ed europei, ancora non è stata avviata;
ai sensi dell'art. 10 comma I della Legge Regionale 17 agosto 2005, n. 13 "la Regione promuove lo sviluppo delle coste con interventi finalizzati a contrastare il fenomeno della erosione secondo principi di sviluppo sostenibile in funzione della tutela e della valorizzazione delle risorse strutturali ed ambientali" ed ancora ai sensi dell'art. 25 comma III della Legge Regionale 21 dicembre 2005, n. 17 si prevede che "l'approvazione dei progetti è effettuata attraverso conferenza di servizi o accordo di programma indetta o promosso dalla Regione a cui partecipano la Provincia, i Comuni interessati alle opere, il Genio Civile opere marittime e ogni altra Amministrazione interessata" e che "le procedure di V.I.A., ove non esperite preventivamente, sono espletate nell'ambito della conferenza in applicazione della vigente legislazione in materia";
tale ultimo passaggio relativo alla valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) appare non essere stato espletato per l'avvio immediato delle opere già appaltate; con Delibera di Giunta Regionale nr.153 del 31.03.2009 è stato modificato il Regolamento regionale delle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, di Valutazione Ambientale Strategica e delle procedure di rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali che all'art.2 comma III prevede che" per l'espletamento delle procedure indicate nel presente regolamento, la Regione Calabria, Dipartimento Politiche dell'Ambiente, istituisce il Nucleo per la Valutazione di Impatto Ambientale, la Valutazione Ambientale Strategica e l'Autorizzazione Integrata Ambientale (in seguito denominato Nucleo VIA-VAS-IPPC);
questo organismo denominato nucleo VIA-VAS-IPPC è nominato dal Dipartimento Politiche dell'Ambiente, dopo il mutamento del Governo, da poco sembra sia tornato nuovamente operativo e funzionante;
la prima data utile per la conferenza dei servizi al fine di provvedere anche a tale documento (c.d. V.I.A.) per poter dare concreto avvio ai lavori è stata fissata presso il Dipartimento Regionale Infrastrutture - LL.PP.- Politiche della Casa - E.R.P. - A.B.R. - Risorse Idriche - Ciclo integrato delle Acque - per il 23 febbraio 2015; è stato costituzionalizzato il principio di leale collaborazione tra enti all'art. 120 cost., pertanto, è opportuna un'efficace iniziativa di verifica del Governo regionale, anche a mezzo della convocazione della conferenza dei servizi, per l'ottenimento del nulla osta ambientale per l'avvio definito dell'opera, che sia tempestivo, per una efficace utilizzazione delle risorse pubbliche indicate, in sinergia con l'ente locale provinciale per rendere immediatamente operativa ed utile l'opera pubblica finanziata, stante la grave mareggiata del febbraio 2015 che ha devastato l'intero litorale di Bocale I e che, senza un intervento immediato, rischia di essere pregiudicato irreversibilmente -:
la tempistica prevista per dare avvio ai lavori dell'opera per la difesa costiera, atte ad evitare la imminente scomparsa dell'intera spiaggia di Bocale I, con trasformazioni irreversibili della struttura paesistico-ambientale.
(152; 08.03.2016)
Risposta - “In
riferimento al quesito posto, si specifica che diverse vicissitudini, fra cui a
ricorsi amministrativi intervenuti in fase di gara e, successivamente,
provvedimenti interdittivi intervenuti per la ditta originariamente risultata
aggiudicataria, hanno protratto i tempi in primo luogo per l'aggiudicazione
definitiva, e in secondo per la definizione dello studio di impatto ambientale
da parte dell'impresa aggiudicataria ai fini della richiesta di Valutazione di
Impatto Ambientale (VIA) della Regione Calabria. In data 08.04.2016 si è tenuta
una riunione presso l'Autorità di Bacino Regionale, unitamente al Comune di
Reggio Calabria, alla Provincia e ai progettisti, per concordare le procedure
da adottare in materia di autorizzazioni ambientali e per tenere conto delle
stringenti argomentazioni in materia poste dalla competente Capitaneria di
Porto.
Si è
concordato di adeguare e integrare quanto prima la planimetria di intervento
agli interventi nel frattempo realizzati dalla Provincia di Reggio Calabria e
dal Comune in modo da fornire al Dipartimento Ambiente una visione organica del
complesso degli interventi realizzati e da realizzare e, quindi, di procedere
immediatamente a produrre istanza di Valutazione di Impatto Ambientale e
all'indizione e convocazione della Conferenza di Servizi.
Al termine del
suddetto complesso iter autorizzativo, si potrà procedere alla stipula del
contratto con l'impresa appaltatrice e alla successiva consegna dei lavori
presumibilmente per la fine della stagione estiva, nel mese di settembre 2016.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
da una denuncia presentata da una nota sigla sindacale, supportata da documenti, video e reportage fotografico sembrerebbe che al presso ospedaliero Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio Calabria non vi siano le condizioni minime di sterilità, igiene, sicurezza né per i dipendenti né per gli utenti, pur avendo un flusso di circa 75 mila pazienti all'anno ed essendo un punto di riferimento delle migliaia di Immigrati sbarcati sulle nostre coste;
dal suddetto dossier emergerebbe una situazione al limite dell'umana accettazione: ambienti contaminati, reparti destinati a magazzino ed archivio a rischio di incendio, impianti elettrici improvvisati e vetusti cantieri aperti vicino ai reparti, impianti di condizionamento non funzionanti, mancato rispetto dei parametri di sterilità strutture pericolose e scheletri dei pilastri esposti ad agenti atmosferici, cornicioni cadenti, balconi e reparti adibiti a piccionaie, mancato adeguamento sismico della struttura, personale infermieristico precario scarso rispetto delle normative e dei protocolli, mancanza di stanze adeguate per il trattamento dei pazienti tubercolotici (ricoverati insieme ad altri utenti, con diretta esposizione di un medico e un infermiere al contagio), scarse risorse dei materiali;
si rileverebbe, ancora, che il blocco operatorio, costato oltre 12 milioni e mezzo di euro, sia stato collaudato solo qualche settimana fa e che l'azienda preposta - da contratto - a mantenerlo si sia resa irreperibile oltre che abbia presentato all'Ospedale una richiesta dì risarcimento di 9 milioni di euro circa derivanti dall'impossibilità di eseguire correttamente i lavori per diretta responsabilità del nosocomio, rappresentando l'ennesimo appalto milionario disastroso nel settore sanitario, e da quanto risulterebbe dalle foto, il cantiere relativo al Pronto Soccorso sembrerebbe abbia intrapreso lo stesso percorso poco virtuoso;
si riscontrerebbe, tra l'altro, il problema delle sale operatorie. Per citarne due: oculistica e ostetricia/ginecologia. La prima è stata chiusa per quasi un mese in seguito ad una precedente denuncia dello stesso sindacato ed è stata riaperta - dopo poche settimane di lavori di rimaneggiamento della struttura - semplicemente cambiando la destinazione d'uso in ambulatorio chirurgico. La seconda - si rileva - sembrerebbe proprio da chiudere, essendo improponibile persino la riqualificazione: struttura obsoleta, impianto elettrico malfunzionante, climatizzazione ad opera di un condizionatore domestico, mancanza di sterilizzazione;
sembrerebbe confusionaria e paradossale anche la situazione del personale dei reparti: primari non nominati, sottodimensionamento dei medici con annessa riduzione del numero di visite eseguibili, infermieri dequalificati e sottodimensionati, mancato rispetto dei turni da CCNL, mancanza di figure OSS -:
gli intendimenti del Presidente della Giunta regionale in relazione alla verifica della veridicità dei fatti riportati nel dossier illustrato in premessa ed, in caso di necessità, quali azioni urgenti ed immediate intende intraprendere per fronteggiare la situazione disastrosa del presidio che non risulterebbe - sic stantibus rebus - in condizione di garantire ai pazienti un'assistenza adeguata sia per carenza di mezzi, risorse umane e farmaci sia perché trattasi di strutture obsolete, pericolose e non rispettose delle normative sulla sicurezza, antisismiche, sull'igiene, etc.
(153; 08.03.2016)
Risposta
- “Illustrissimo signor Presidente, con
riferimento alla interrogazione consigliare di cui all'oggetto, a seguito delle
opportune verifiche effettuate con la collaborazione della Direzione strategica
dell'Azienda Ospedaliera di Reggio Calabria, mi è consentito rappresentare
quanto di seguito.
La preoccupata e non nuova
iniziativa del consigliere Nicolò, trova la sua ragion d'essere in una
situazione complessiva che, onestamente, non può definirsi ottimale e che, pur
costituendo l'eredità di passate gestioni, ha visto il fattivo impegno dell'attuale
Direzione strategica aziendale nella ricerca di soluzioni a garanzia dei
diritti dei cittadini e dell'immagine dell' Azienda e del SSR.
Se è vero, infatti, che l'età
di progettazione e costruzione della maggior parte degli edifici aziendali ne
determina la non conformità ai più recenti e rigorosi requisiti antisismici, è
pur vero che, memori della ubicazione in zona altamente sismica, per la
realizzazione degli stessi sono state osservate le regole costruttive per tempo
vigenti.
A livello di impiantistica,
ferma restando la vetustà dell'impianto idrico, che, pur costituendo di per sé
una criticità, comunque non evidenzia particolari disfunzioni, la parte
elettrica ha visto l'effettuazione di numerosi interventi di ampliamento ed
adeguamento che ne hanno determinato un innegabile efficientamento.
Quanto alle paventate
criticità del blocco operatorio, se ne rileva la parziale pertinenza, atteso
che, per come ammette il Direttore Generale dell'Azienda «non sussiste un problema di funzionalità del blocco operatorio, se
non sub specie di contenzioso
legale insorto sotto la precedente gestione aziendale» in riferimento al
quale, si rassicura, l'Azienda è
«rappresentata in giudizio da un prestigioso studio legale» che saprà
sostenere le ragioni dell'ente e dimostrare la pretestuosità delle pretese di
controparte.
Le problematiche relative alle
sale operatorie di Ostetricia ed Oculistica rappresentano criticità a carattere
non strutturale bensì organizzativo, già risolte dall'attuale Direzione
Strategica aziendale.
In ordine ai lavori presso il
Pronto Soccorso, si può comprendere il disagio che può provocare nell'utenza,
tuttavia, posta la necessità di effettuare gli interventi di cui trattasi, la
Direzione strategica è stata posta di fronte al delicato quanto fittizio
dilemma di sospendere il servizio, consentendo lavori più celeri (opzione,
chiaramente, impraticabile), ovvero programmare interventi graduali che
consentissero l'espletamento della delicata funzione cui il PS è preposto.
Purtroppo, per come attesta il summenzionato Direttore Generale aziendale, «le difficoltà operative dell'appalto e la
non adeguata organizzazione della ditta aggiudicataria hanno determinato
ritardi nell'esecuzione dell'opera».
Infine, non risultano esservi
strutture pericolose e cadenti, giuste verifiche dei tecnici che hanno
programmato interventi per i quali non esistono coperture finanziarie; Tutti
gli interventi comunque necessari richiedono corposi finanziamenti non a
disposizione dell'azienda né del SSR in pieno piano di rientro.
Cordiali saluti.”
Il dirigente generale
dipartimento Tutela della salute (Riccardo Fatarella)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il Presidente del Consiglio, a margine di un'intervista con la stampa, il giorno 22.02.2016 ha dichiarato:"inaugureremo la Salerno - Reggio Calabria il 22 dicembre";
ad oggi i tratti autostradali interessati da lavori infrastrutturali risultano essere molteplici;
tra questi ultimi, solo due tratti, allo stato attuale, registrano un avanzamento lavori di circa il 70%;
nello specifico si fa riferimento ai tratti Laino Borgo - Campotenese (20 Km circa) e Campo Calabro - Reggio Calabria (10 Km circa);
tra i tratti che risultano incompleti ed in uno stato avanzamento lavori in ritardo ricordiamo: Morano - Castrovillari – Sibari, Cosenza – Rogliano, Pizzo Calabro - Sant'Onofrio e il viadotto Stupino all'altezza di Altilia;
il viadotto Stupino è andato a gara recentemente;
l'autostrada Salerno - Reggio Calabria è definita tale perché inizia da Salerno e termina a Reggio Calabria, anziché a Campotenese;
considerato che sussistono diversi tratti ancora in fase di completamento;
ad oggi il progetto A3 è costato circa 8 miliardi di Euro;
i lavori di ammodernamento devono garantire la massima sicurezza per gli utenti -:
la massima sicurezza e celerità dei lavori di ultimazione autostradale in tutti i cantieri aperti;
la consegna in tempi ragionevoli dell'infrastruttura A3 Salerno - Reggio Calabria nella sua interezza;
che questi annunci, ormai slogan, del Presidente del Consiglio si possano tramutare in fatti concreti.
(154; 08.03.2016)
Risposta - “L'opera di completamento dell'autostrada A3 rientra tra gli interventi
strategici di carattere nazionale, è pertanto finanziata dal Governo e
realizzata attraverso il soggetto attuatore ANAS. Il ruolo della Regione è
pertanto quello di farsi portavoce dei principali "desiderata" di
priorità nel tratto calabrese, rappresentando le necessità principali regionali
per garantire la massima sicurezza degli utenti e un'adeguata accessibilità
della nostra regione per i collegamenti extra-regionali.
Al riguardo si sottolinea che, con D.G.R. n. 305 del 18.08.2015, questa
giunta ha approvato la proposta di
"I Atto aggiuntivo alla Intesa Generale Quadro tra Governo e Regione
Calabria". In essa è ribadita la necessità di finanziare l'importo
residuo finalizzato al completamento dell'intera infrastruttura autostradale,
secondo gli standard già utilizzati, puntualmente computato nella tabella “ST 3.1 - Esigente ulteriori per
completamento quadro Delibera CIPE 130/2006 — Autostrada A3 Salerno - Reggio
Calabria” il cui stato e costo è:
Sistema/Infrastrutture/Opera |
|
|
Finanziamenti |
Corridoi stradali e autostradali |
|
|
2.400,69 |
Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria (tratta calabrese) |
|
|
|
A3 Salerno Reggio Calabria - 3° Macrolotto Parte 4 Stralcio 1 dal
Km.185+000 al Km 206+500 |
|
|
611,00 |
A3 Salerno Reggio Calabria - 4° Macrolotto Parte 1 dal Km.259+700 al
Km 270+700 |
|
|
588,50 |
A3 Salerno Reggio Calabria - 4° Macrolotto Parte 2 Stralcio 1 dal
Km.270+700 al Km 280+350 |
|
|
59,80 |
A3 Salerno Reggio Calabria - 4° Macrolotto/1 dal Km.337+800 al Km
348+600 |
|
|
799,29 |
A3 Salerno Reggio Calabria dal km 433+750 - km 442+920 |
|
|
82,90 |
A3 Salerno Reggio Calabria km 250+000 (Nuovo Svincolo di
Settimo-Rende |
|
|
33,00 |
A3 Salerno Reggio Calabria dal Km 262+000 al 266+000 (Nuovo sistema
di svincoli di Cosenza Sud) |
|
|
168,00 |
A3 Salerno Reggio Calabria km 410+000
(Nuovo svincolo di S.Eufemia di Aspromonte - Bagnara Calabra) |
|
|
48,20 |
Recenti informative acquisite da ANAS confermano al prossimo dicembre 2016
la consegna dell'intero tracciato della A3 a 4 corsie, il che rappresenta un
elemento di novità assoluta, giacché la A3 non era mai stata completata in
questa forma sin dalle proprie origini (anche il tracciato originario
presentava infatti tratti a due corsie).
Tuttavia, ciò non deve essere interpretato assolutamente come una
conclusione dei lavori sulla A3. Basti infatti pensare che le risorse
attualmente previste in programmazione per ANAS (sono da escludere quindi in
questo computo tutti gli interventi già appaltati o in corso di appalto) per la
A3 ammontano, per il momento, a 1188 MlnEuro per la copertura di interventi da
realizzarsi fuori sede e comunque in maniera tale da non produrre chiusure di
tratti stradali; interventi classificati come la messa in sicurezza, la
manutenzione straordinaria e il
restyling per i tratti non ancora completati. All'interno di tali
interventi rientreranno anche "varianti localizzate" che sono ancora
attualmente allo studio da parte di ANAS in particolare nel tratto più critico
sotto il profilo del rischio idrogeologico, compreso tra gli svincoli di
Cosenza e Altilia-Grimaldi.
Le interlocuzioni con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
e con ANAS attualmente in corso sono finalizzate da un lato a definire meglio
la natura di tali interventi, le relative priorità e, dall'altro,
all'ottenimento di risorse aggiuntive per completare il programma di interventi
indicato nel "I Atto aggiuntivo
alla Intesa Generale Quadro tra Governo e Ragione Calabria"
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il gruppo di lavoratori ora denominato "ex Field" lavora di concerto con l'Assessorato al Lavoro e alle Politiche Sociali, Dipartimento 10, da oltre tre lustri;
com'è noto, tale gruppo ha svolto attività di assistenza tecnica sempre apprezzata dagli uffici destinatari di tale prestazione;
nel tempo, l'accresciuta professionalità di tali dipendenti ha permesso lo svolgimento di competenze sempre più complesse;
per dette prestazioni, spesso si è fatto ricorso alle dinamiche contrattuali delle collaborazioni a progetto;
tale condizione di precarietà ha garantito minimi mezzi di sostentamento ma non anche una stabilizzazione lavorativa;
sommariamente, le vicende di tali lavoratori sono ben note: prima alle dipendenze della Fondazione Field, poi al Dipartimento 10, poi con l'Ente in House Calabria Etica di Catanzaro;
dal 26 giugno 2015 il contratto di collaborazione ha esaurito i suoi effetti giuridici ed economici;
i progetti cui il gruppo ha partecipato sono i seguenti: "Borse Lavoro", "Welfare to Work", “Dote Occupazionale Giovani Laureati", "Credito d'Imposta", "Trasformazione Contratti di Lavoro da Tempo Determinato a Tempo Indeterminato'", “Credito Sociale", “Autoimpiego”, "Garanzia Giovani", "Ammortizzatori Sociali", "Formazione e Lavoro", "Controlli", "Politiche Sociali";
i dipendenti accreditano alcune mensilità arretrate e che, i lavoratori hanno pieno diritto all'integrale soddisfacimento delle loro pretese giuridiche ed economiche -:
quali iniziative intenda realizzare al fine di soddisfare le legittime pretese e i diritti riconducibili a detti lavoratori.
(159; 22.03.2016)
Risposta - “In merito all'interrogazione, di cui all'oggetto, si
comunica quanto segue:
Il Dipartimento Sviluppo Economico, Lavoro, Formazione e Politiche
Sociali ha, nel corso degli anni, utilizzato in attività di assistenza tecnica
un gruppo di collaboratori che ha svolto attività professionale di supporto
alle iniziative istituzionali e del FSE del Dipartimento medesimo per più anni
e sotto diverse forme di collaborazione con gli organismi in House della
Regione Calabria individuati nella Fondazione Field e poi dalla Fondazione
Calabria Etica.
I contratti dei collaboratori in oggetto hanno cessato la loro
efficacia in un periodo variabile tra giugno e dicembre 2015 a seguito della
chiusura delle attività del POR FSE 2007/2013 ed anche a seguito delle note
vicende di criticità che hanno caratterizzato le due Fondazioni citate e che
hanno condotto alla messa in liquidazione sia di Field che di Calabria Etica.
È di tutta evidenza che tali collaboratori hanno accumulato un
complesso di competenze e di esperienze in materia di assistenza tecnica che
sarà tenuta in debito conto nella nuova fase di programmazione ed attuazione
delle attività di assistenza tecnica del POR FESR FSE 2014/2020, attualmente in
corso di pianificazione, e che prevede adeguate iniziative di selezione di
professionisti per le attività di assistenza tecnica, a seguito di procedure di
evidenza pubblica o di affidamento agli organismi in house che permangono in
attività a seguito della riorganizzazione delle Società partecipate regionali
(Fincalabra S.p.A. ed Azienda Calabria Lavoro).”
Federica
Roccisano (assessore al Lavoro, Formazione, Welfare, Politiche Sociali e
Giovanili, Istruzione )
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
la Giunta Regionale ha avviato un programma di profonda trasformazione del sistema di Trasporto Pubblico Locale (TPL) su tutto il territorio, con l'obiettivo di rendere i servizi moderni, efficienti e funzionali in tutta la Calabria;
nella riunione della Giunta regionale del 9 Febbraio scorso è stato approvato il programma di esercizio relativo ai servizi di TPL su gomma ed è stata confermata, ai sensi del comma 4 dell'art. 4 dell'atto integrativo al contratto di servizio del 2013, in corso di proroga, la modifica in via sperimentale, ad alcuni servizi di linea, in modo da inglobare nei percorsi la fermata presso l'Aeroporto di Lamezia Terme; dal 1 marzo c.a. è partita la sperimentazione (per due mesi) dei servizi di trasporto pubblico su gomma, finalizzata al potenziamento dei collegamenti da e per l'aeroporto di Lamezia Terme che prevede che tutte le corse che transitano dallo svincolo autostradale di Lamezia Terme escano dall'A3 e sostino all'aeroporto. Lo scalo si trasformerà così in Hub (cioè punto di smistamento) verso il quale convergeranno corse da tutta la Calabria;
la creazione dell'hub, nelle intenzioni della Giunta, dovrebbe migliorare i collegamenti fra tutte le destinazioni sul territorio, per cui partendo da una qualsiasi località e raggiunta Lamezia Terme Aeroporto, ogni utente potrà proseguire verso altre destinazioni;
nonostante le pregevoli intenzioni della Giunta bisogna tuttavia constatare con oggettiva evidenza che la prospettata ed avviata sperimentazione dell'Hub di Lamezia Terme ha ingiustamente trascurato, lasciandolo completamente isolato e privo di qualsivoglia collegamento su gomma, il vasto comprensorio dell'Alto Tirreno Cosentino, non essendo stati previsti i servizi minimi atti a garantire le esigenze essenziali della mobilità per i numerosi utenti della zona da e per l'Aeroporto di Lamezia Terme;
se prima dell'avvio della sperimentazione dell'hub di Lamezia Terme Aeroporto i collegamenti su gomma tra l'Alto Tirreno Cosentino e l'aeroporto erano sufficientemente garantiti, oggi si assiste alla mancanza di qualsivoglia opzione di mobilità per gli utenti di quella zona, con evidenti e gravissimi disagi ed oggettive difficoltà;
il servizio di trasposto pubblico da e per l'aeroporto di Lamezia Teme è essenziale non solo per garantire la reale fruizione dell'offerta turistica calabrese (anche in considerazione dell'approssimarsi della stagione estiva), ma anche e soprattutto per garantire ai cittadini calabresi il diritto pieno alla mobilità -:
quali provvedimenti intende adottare la Giunta Regionale al fine di garantire un immediato ripristino del collegamento pubblico su gomma tra l'Alto tirreno cosentino e l'aeroporto di Lamezia Terme al fine di garantire ai cittadini calabresi e ai turisti un pieno ed incondizionato diritto alla mobilità.
(168; 19.04.2016)
Risposta
- In relazione all'interrogazione in oggetto,
inerente alla totale assenza di collegamenti su gomma tra l'Alto Tirreno
Cosentino e l'aeroporto di Lamezia Terme, val la pena precisare che la Giunta
Regionale con DGR n.29 del 9 febbraio 2016 ha approvato un programma di
esercizio per il TPL su gomma elaborato sulla base di proposte migliorative
avanzate dalle Società Consortili affidatarie dei servizi presentate nell'anno
precedente. Nel medesimo programma è stato inserito in via definitiva, oltre
alle predette modifiche, esclusivamente il collegamento precedentemente avviato
in via sperimentale con la Cittadella Regionale.
Contrariamente a quanto
sostenuto nel corpo della citata interrogazione, nell'atto deliberativo non si
decide di inserire nei percorsi la fermata di Lamezia Terme, poiché le modifiche
di esercizio da e verso l'Aeroporto di Lamezia Terme in via sperimentale sono
state autorizzate successivamente all'atto deliberativo n. 29/2016 e
precisamente con nota del dirigente del Settore Regionale competente del 24
febbraio 2016, poi ulteriormente prorogate fino al 31 maggio 2016 con
successiva nota del 22 aprile 2016. Nell'ottica della sperimentazione che,
conformemente al contratto in questa fase e fino allo stabile inserimento nel
programma di esercizio non comporta oneri per l'Amministrazione Regionale, si è
deciso di realizzare solo piccole deviazioni da e verso l'Aeroporto di Lamezia
Terme, avendo a riferimento le corse già autorizzate ed in transito dallo
svincolo autostradale di Lamezia Terme Aeroporto.
Tale sperimentazione, dunque, non
ha inciso in alcun modo sulla programmazione dei collegamenti su gomma tra
l'Alto tirreno Cosentino e l'aeroporto di Lamezia Terme in modo da penalizzare
l'utenza. Ciò in considerazione della circostanza che prima del 1 marzo 2016
non sono mai state autorizzate con atto deliberativo corse provenienti
dall'Alto Tirreno Cosentino ed in transito dallo svincolo autostradale di
Lamezia Terme Aeroporto.
La predetta sperimentazione
trova la propria ratio nella DGR n.175/2014, istitutiva del nodo di interscambio
di Lamezia Terme, come hub sul
quale attestare variazioni dei servizi in via sperimentale ai fini del
miglioramento dell'offerta all'utenza per come previsto dall'art. 4 del
contratto di servizio vigente.
A conclusione di questa fase
sperimentale sarà la Giunta a valutare, sulla base dei risultati raggiunti,
l'eventuale inserimento dei collegamenti avviati in sede di sperimentazione
nella programmazione annuale. E' inoltre necessario specificare che è in corso
un'azione di totale revisione del sistema del Trasporto Pubblico Locale
regionale. Dopo la recente approvazione in Dicembre della LR 35/2015
"Norme per il Trasporto Pubblico Locale", legge che prevede un totale
riordino del sistema TPL calabrese, sono state avviate le necessarie azioni per
procedere in Calabria alla gara per l'istituzione di un nuovo e più efficiente
ed efficace sistema di mobilità, maggiormente in linea con le esigenze degli
utenti e soprattutto in grado di valorizzare le principali capacità attrattive
territoriali.
Nella riorganizzazione del
sistema TPL bisogna evidenziare che è previsto un intervento integrato su tutto
il sistema aeroportuale regionale: i collegamenti territoriali con l'intera
rete aeroportuale calabrese saranno rivisti, aggiornati e migliorati. In
generale, uno degli aspetti principali su cui la nuova programmazione dei
servizi TPL si baserà è la volontà di realizzare un sistema a rete, basato sui
nodi logistici principali regionali, su cui costruire un'offerta che consideri
in maniera sinergica i servizi proposti su gomma e su ferro. Utilizzando il
metodo delle sperimentazioni sono già programmate azioni in tal senso.
E' opportuno dunque far
presente che la Regione e Trenitalia stanno per avviare una iniziativa, il
progetto "Stazioni Ferroviarie Virtuali" per cui Trenitalia riconosce
alcuni hub come stazioni
ferroviarie virtuali, nodi non raggiunti direttamente dal servizio di
Trenitalia per i quali esiste tuttavia un collegamento di ultimo miglio
effettuato tramite servizi gommati in coincidenza.
Sull'orario dei treni di
Trenitalia comparirà ogni stazione virtuale attivata; il costo complessivo
dello spostamento sarà somma della componente ferro e della componente gomma,
ma l'utente pagherà una sola transazione e utilizzerà un solo titolo di viaggio
valido fino alla "stazione virtuale" di destinazione. L'Aeroporto di
Lamezia sarà una delle stazioni ferroviarie virtuali inserite nel progetto con
collegamento da e verso Lamezia Tenne Centrale.
Le considerazioni appena
esposte mostrano come le azioni previste condurranno sicuramente ad un migliore
sistema TPL per l'utenza dell'Alto Tirreno Cosentino. Va infatti riconosciuto
l'alto valore potenziale dell'area, soprattutto la sua indubbia capacità di
attrarre flussi turistici, uno dei criteri principali su cui la programmazione
del nuovo sistema di servizi TPL regionale sarà basato.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle
Infrastrutture )
Orsomarso. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scrivente, delegato alle politiche dei trasporti negli anni dal 2010 al 2012 dall'allora Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, ha concretamente avviato le attività dell'osservatorio del trasporto pubblico locale;
in particolare, anche con il fattivo e concreto supporto tecnico-scientifico dell'attuale Assessore regionale ai trasporti prof. Roberto Musmanno, nella veste di professore universitario dell'UNICAL, è stato progettato il sistema di infomobilità regionale e di certificazione della percorrenza dei mezzi del trasporto pubblico locale e concretamente sono state reperite le risorse per la dotazione del centro regionale di monitoraggio e dei sistemi di localizzazione GPS su tutti i circa 1800 autobus della Calabria;
alla conclusione della precedente consiliatura, nel mese di novembre 2014, il centro regionale di monitoraggio risultava realizzato con il prezioso apporto dell'UNICAL e la quasi totalità dei mezzi risultava dotato di sistema di localizzazione GPS a bordo;
('allora governo regionale, in piena campagna elettorale, si è assunto la responsabilità, dal mese di settembre 2014, di non corrispondere i corrispettivi per i servizi alle aziende di trasporto pubblico che non aderivano a progressivi requisiti nella trasmissione in tempo reale dei dati sul servizio effettuato -:
quali provvedimenti ha assunto o intenda assumere la Giunta Regionale per consentire agli utenti del trasporto pubblico locale di poter concretamente e affidabilmente fruire dei servizi di infomobilità;
quali progressi sono stati effettuati dal sistema di monitoraggio e infomobilità dal novembre 2014 ad oggi;
quante sono le aziende di trasporto pubblico locale che non risultavano in regola con i requisiti imposti nel mese di novembre 2014 per la trasmissione dei dati e alle quali non è stato corrisposto il corrispettivo (come da legge regionale);
quali concreti avanzamenti si sono registrati quando a tali aziende è stato successivamente corrisposto il relativo corrispettivo.
(175; 17.05.2016)
Risposta - “L'Osservatorio
del trasporto pubblico locale era previsto dalla legge regionale 23/199, art. 7
mentre la certificazione dei servizi di trasporto pubblico locale e
l'informazione all'utenza, specificamente relativamente agli orari dei servizi,
erano previsti dalla legge regionale 27 dicembre 2012, n. 69, art. 36.
Il sistema di certificazione dei servizi e
l'infomobilità, come riportato nell'interrogazione, prevede il fattivo e
concreto supporto tecnico-scientifico dell'Unical, con la quale la Regione ha
stipulato, in data 23 settembre 2011, specifico protocollo d'intesa, il cui
schema era stato approvato dalla Giunta regionale con deliberazione 29 dicembre
2010, n. 864, protocollo che aveva ad oggetto la regolazione dell'attività di
consulenza tecnica scientifica e di supporto tecnico gestionale che
l'Università eseguirà a favore della Regione al fine di potenziare l'Osservatorio
della Mobilità, di cui all'art. 7 della legge regionale n. 23/1999" con
una durata quinquennale decorrente dalla stipula, salvo proroghe concordate tra
le parti, con scadenza, quindi, al 22 settembre 2016.
Il protocollo
di cui sopra, all'art. 3, c.l, ha previsto che "Per dare esecuzione alla
collaborazione fra le Parti, saranno stipulate fra le stesse parti apposite
convenzioni ...". Ed infatti sono state stipulate una prima Convenzione in
data 15 novembre 2011, rep. n. 21962 del 20/11/2011. L'art. 2 di detta
convenzione prevede la decorrenza della stessa dalla data di stipula ed un
termine delle attività con conclusione non oltre la durata del Protocollo, cioè
al massimo 22 settembre 2016. Alla Convenzione di cui sopra sono seguite una
prima "Integrazione Convenzione", firmata in data 7/3/2012, rep. n.
21974 del 12/3/2012, una "II Integrazione", rep. n. 22039 del
30/1/2013 ed un'ulteriore "Integrazione Convenzione", rep. n. 926 del
6/5/2013.
Le diverse
convenzioni ed atti integrativi prevedevano scadenze diverse che, con note in
atti, e condivisione di Regione ed Università, sono state unificate al 22
settembre 2016, salvo, come sopra precisato, proroghe concordate tra le parti e
pure previste dallo stesso protocollo d'intesa. Gli atti di cui sopra
contengono, tra gli altri, gli allegati che regolano lo svolgimento delle
diverse fasi dell'attività previste in Convenzione quali la "progettazione
tecnica del sistema di gestione della mobilità", lo "sviluppo
software del sistema di gestione della mobilità" e quant'altro. Allo stato
le diverse fasi previste sono da ritenere sostanzialmente concluse nei termini
previsti, sia in ordine alla progettazione del sistema sia in ordine ai
relativi software. Il Sistema CoRe (Centrale Operativa Regionale) è da considerare
di fatto definito. A tanto ovviamente si aggiunge che l'intero parco veicolare
(1.836 autobus) è regolarmente attrezzato con i sistemi di bordo (SBV)
funzionanti per cui, salvo inevitabili messe a punto tipiche di sistemi
tecnologicamente molto avanzati e complessi non ancora diffusi anche su base
nazionale, si può affermare che l'intero sistema è teoricamente completo. La
piena funzionalità dell'intero sistema CoRe richiede naturalmente il
caricamento di una enorme quantità di dati (tutti i programmi d'esercizio
contenenti le linee, le corse, le fermate tutte codificate in modo univoco, i
tempi di svolgimento nell'anno e nel giorno, le diverse prescrizioni per finire
alle singole tabelle orario), attività in corso che richiedono utilizzo di risorse
in quantità e con specifica professionalità non disponibili in ambito di
strutture regionali e di cui si sta facendo carico, ben oltre gli adempimenti
da convenzione, la stessa Università. Il lavoro peraltro richiede il
coinvolgimento delle aziende che svolgono il servizio, l'attività è attualmente
in via di completamento e va specificato che il Dipartimento Infrastrutture,
Lavori Pubblici e Mobilità della Regione Calabria, attraverso il Settore
competente per il tema dei trasporti, Settore 3, ha inviato con nota prot.
119132 del 12 Aprile 2016 la comunicazione ai Consorzi affidatari dei servizi
TPL su gomma in Calabria della necessità di caricare sul sistema CoRe tutti i
dati relativi ai servizi svolti, in modo perfettamente rispondente alle
specifiche richieste dal sistema. La suddetta nota precisava che, in assenza
dell'inserimento da parte delle Aziende che svolgono i servizi TPL gomma in
Calabria per come richiesto, la Regione non avrebbe potuto procedere
all'erogazione di corrispettivi.
Vi è quindi da
portare a conclusione un lavoro non indifferente che deve necessariamente
passare attraverso la verifica puntuale dell'intero rilevato e suo possibile
adeguamento per pervenire a quello approvato o eventualmente da approvare nel
complessivo quadro generale delle risorse su cui si può ragionevolmente fare
affidamento.
Per quanto
riguarda le azioni per l'infomobilità, che si intendono portare avanti
attraverso l'Osservatorio e il supporto del sistema CoRe, bisogna specificare
che, nonostante il progetto originario prevedeva la creazione di un sistema che
permettesse di monitorare le corse effettivamente realizzate dalle aziende
fornitrici di servizi di TPL su gomma, consentendo una procedura di
certificazione dei servizi erogati, le potenzialità del sistema, però, sono ben
maggiori. Difatti, grazie a dispositivi GPS posizionati su ogni autobus, è
possibile conoscerne in tempo reale la posizione e confrontarla con gli orari e
i percorsi programmati.
Elaborando
queste informazioni si possono realizzare numerosi servizi di informazione ai
cittadini. Si è dunque deciso di avviare una nuova fase del progetto CoRe, con
l'obiettivo di trasformare la piattaforma da sistema esclusivamente di
monitoraggio e controllo a un vero e proprio portale di infomobilità per l'utenza.
Dal 1 Marzo scorso il sistema è online al link http://calabria.coretpl.it.
Sebbene il sistema non sia ancora completo, per i motivi sopra già
indicati, si è voluto renderlo disponibile perché il pubblico possa giudicare e
apprezzare i progressi che vengono effettuati per rendere disponibili le
funzionalità che man mano vengono aggiunte. Il progetto prevede che il portale
a regime offra le seguenti possibilità:
- Consultare i
dati su tutte le linee servite dal sistema di TPL regionale (con fermate e
orari);
- Consultare i
dati sugli operatori e sui servizi che ciascuno di essi eroga;
- Pianificare
itinerari anche utilizzando combinazioni di corse;
- Cercare le
corse per orario, origine e destinazione;
- Ricevere
segnalazione di eventuali ritardi;
- Localizzare
in tempo reale un autobus bus;
- Cercare una
fermata;
- Visualizzare
su una mappa fermate e itinerari;
- Segnalare
disagi o possibilità di miglioramento.
Alcune di
queste funzionalità sono già disponibili. Altre lo saranno non appena la
Regione Calabria e l'Università della Calabria sarà terminata 1'intensa
attività di raccolta, pulitura e normalizzazione dei dati, precedentemente
citata, sulle linee servite che consentirà di completare la piattaforma. Infine
va specificato, che il sistema CoRe adotta l'approccio Open Data. Questo vuol
dire che i dati raccolti dal sistema saranno gratuitamente a disposizione di
chiunque voglia utilizzarli per elaborare nuove applicazioni. Ci si aspetta
dunque che soggetti diversi da Regione Calabria e l'Università della Calabria,
sfruttando questi dati, possano creare nuove applicazioni moltiplicando
l'offerta di servizi ai cittadini, con ovvi vantaggi per il territorio.
Alla piena
funzionalità del sistema, incluso ovviamente la certificazione del servizio e
l'informazione all'utenza, si ritiene che si possa pervenire presumibilmente
entro i termini stabiliti dalla Convenzione citata tra Regione Calabria e
l'Università della Calabria. E' ancora certamente ben noto che nel contesto di
cui sopra è subentrata la legge regionale n. 35/2015, approvata dal Consiglio
regionale nella seduta del 22 dicembre 2015 ed in vigore dal 1° gennaio 2016.
Detta legge
all'art. 24 abroga, tra le altre, la legge n. 23/99, quindi anche l'art. 7, che
prevedeva l'Osservatorio della mobilità, e l'art. 36 della legge 69/2012 e
s.m.i. che disponeva termini in ordine all'utilizzo dei sistemi di
certificazione e di informazione all'utenza.
In
conclusione, in ordine all'Osservatorio della Mobilità, ritenendo ovviamente
che il riferimento dell'Interrogante sia relativo a quanto previsto dall'art.
11 della richiamata legge 35/2015, lo stesso non è ancora operante e costituito
e si ritiene che a tanto si possa provvedere allorché sarà data attuazione alla
nuova Struttura organizzativa della Giunta regionale come configurata dalla
deliberazione 541 del 16 dicembre 2013, che incardina l'Osservatorio della
Mobilità e Infomobilità Realtime", quale UO_11.5, nel Settore n. 11
"Supporto gestionale agli interventi dell'area funzionale trasporti -
Osservatorio Mobilità e Sicurezza Stradale" in ambito di Dipartimento
"Infrastrutture — LL.PP.- Mobilità".
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale - Per sapere - premesso che:
per come più volte rilevato dai vari schieramenti politici la riorganizzazione delle Rete Ferroviaria, così per come operata negli ultimi anni, si è tradotta in un significativo depotenziamento per il sistema ferroviario calabrese;
tutto ciò per i Calabresi si è tradotto in un vero e proprio vulnus che ha comportato una sistematica riduzione dei servizi rivolti ai Calabresi;
i numerosi tagli di treni su varie tratte non hanno di certo rappresentato uno stimolo alla crescita;
numerose sono state le iniziative, anche Parlamentari, che hanno posto l'accento su tale problematica;
la città di Mileto risulta significativamente colpita da tali disservizi. E che proprio per sottolineare tale vicenda, poche settimane addietro era già stata presentata, dal sottoscritto, apposita interrogazione;
nella su menzionata interrogazione venivano messi in evidenza alcuni dati che vale la pena riportare pedissequamente: Mileto è una cittadina di 7157 abitanti ed il suo bacino di utenza ferroviario interessa anche i comuni limitrofi: Jonadi, San Costantino, Francica, San Calogero, Filandari, Dinami, Rombiolo. La stazione di Mileto per la sua posizione risulta decisamente frequentata da molti studenti (circa 1600) e pendolari (circa 300).Mileto e la sua frazione Paravati,
luogo di origine della mistica Fortunata Evolo (detta Natuzza) si accinge a diventare una delle più importanti mete turistiche - religiose regionali. Mileto è punto essenziale per l'arrivo dei pellegrini in visita alla Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime; inoltre, é sede vescovile delle diocesi di Nicotera, Tropea e Mileto. Sul territorio si registra la presenza dell'unico Centro di recupero da tossico dipendenze nella provincia di Vibo Valentia e del Cantiere Musicale Internazionale, scuola di perfezionamento musicale che ospita studenti da tutta Europa (Bruxelles, Parigi, Roma). Non a caso, il comune di Mileto è già stato destinatario di importanti progettualità, mediante i bandi europei e regionali tesi a migliorare, proprio per queste ragioni, strutture e servizi;
pochi giorni fa è stato varato il nuovo piano regionale del traffico ferroviario estivo che entrerà in vigore il prossimo 12 giugno;
da tale piano emerge un sostanziale ulteriore impoverimento dell'offerta. Da Mileto a Reggio Calabria, è prevista soltanto una corsa ferroviaria, per la precisione quella del treno regionale numero 3735 con partenza da Mileto ore 06.01 e arrivo a Reggio Calabria Centrale ore 07.10 -:
quali iniziative intenda realizzare al fine di rendere l'offerta del servizio ferroviario che interessa la stazione di Mileto, appropriato alle sue esposte obiettive esigenze dell'utenza.
(182; 25.05.2016)
Risposta - “Nell'orario ferroviario in vigore fino all’11 giugno 2016 la
stazione di Mileto era servita, giornalmente, da sole 3 coppie di treni delle 11
complessivamente in transito sulla linea Reggio Calabria — Lamezia. Oltretutto
di tali coppie solo due potevano considerarsi di reale utilità per i pendolari
(svolte ciò al mattino presto, in questo caso alle 5:59 in direzione sud e
dalle 7:17 in direzione nord, o nel pomeriggio, in questo caso alle 15:10 in
direzione sud e dalle 17:22 in direzione nord), mentre una terza serviva la
stazione di Mileto in mattinata (rispettivamente alle 10:01 per il treno in
direzione nord ed alle 11:24 per il treno in direzione sud) quando la domanda
di mobilità non è certamente al suo picco giornaliero. In sede di
programmazione dei nuovi servizi ferroviari non si poteva non tener conto del
ruolo oggettivo che oggi la stazione svolge sulla rete ferroviaria come meglio descritto
di seguito.
Le scelte di programmazione che la Regione Calabria e Trenitalia stanno
promuovendo si basano su valutazioni tecniche e sono in coerenza con la
disponibilità economica dell'ente, secondo un modello di servizi, discusso e
condiviso con i fornitori dei servizi ferroviari in Calabria e con
rappresentanze dell'utenza, cioè Associazioni accreditate di utenti del
trasporto su ferro.
Il modello utilizzato per la programmazione dei servizi prevede:
·
clock dei
collegamenti nei nodi principali della rete (Lamezia Terme, Catanzaro Lido);
·
la
programmazione di servizi con slot veloci invernali e lenti estivi;
·
servizi con cadenzamento orario e biorario;
·
servizi
senza cadenzamento con rafforzamento sulle direttrici principali;
·
omogeneizzazione
delle fermate, ovvero l'inserimento o meno della fermata per tutti i treni
regionali in transito.
È evidente che Mileto, insieme ai comuni limitrofi, rappresenti una
meta a forte vocazione turistico- religiosa e che su tale area territoriale
occorre investire risorse a favore della mobilità. Tuttavia, le limitate
risorse finanziarie inducono a privilegiare le esigenze di mobilità dei
pendolari (lavoratori e studenti). La programmazione dei nuovi servizi di TPL,
inclusi i servizi ferroviari, va nella direzione di favorire la mobilità
associata a pendolarismo, garantendo accessibilità e tempi di percorrenza
compatibili con i desiderata degli utenti.
A tal proposito occorre evidenziare che l'introduzione delle fermate
dei treni presso la stazione di Mileto, peraltro distante circa 5 chilometri
dal centro urbano di Mileto e raggiungibile solo con collegamenti gommati (che
richiedono circa 10 minuti), graverebbe sui tempi di percorrenza dei
collegamenti lungo la linea tirrenica, peraltro programmati in un'ottica di cadenzamento
e di sincronizzazione delle coincidenze sui nodi principali della linea
ferroviaria, e inciderebbe anche fino a 200.000 euro all'anno sul budget
complessivo riservato al TPL; per di più, il transito con fermata dei treni sul
nodo ferroviario di Mileto potrebbe inficiare il coordinamento degli orari
(coincidenze) sui nodi principali della rete ferroviaria regionale, con ovvie
ripercussioni sul funzionamento globale del modello di offerta ferroviaria su
cui si sta puntando peraltro e disagi per i passeggeri.
Nella difficile scelta delle fermate da mantenere attive, si deve tener
conto del volume dei passeggeri in transito per la stazione. Le ultime
rilevazioni di Trenitalia (ottobre 2015) mostrano, per le fermate della linea
tirrenica Paola - Reggio Calabria, i seguenti valori relativi ai passeggeri
medi giornalieri: 2.188 a Paola, 391 ad Amantea, 1.768 a Lamezia Terme
Centrale, 624 a Vibo Pizzo, 18 a Mileto, 1.178 a Rosarno, 1.017 a Gioia Tauro,
299 a Palmi, 595 a Bagnara, 51 a Favazzina, 346 a Scilla, 2.450 a Villa San
Giovanni, 306 a Reggio Calabria Catona, 254 a Reggio Calabria Gallico, 123 a
Reggio Calabria Archi, 87 a Reggio Calabria S. Caterina, 1.621 a Reggio
Calabria Lido e 2.024 a Reggio Calabria Centrale). Mileto, con il un traffico
di 18 passeggeri al giorno. Il valore di 18 spostamenti medi giornalieri
registrato da Mileto confrontato con tutte le altre stazioni della linea,
dimostra come l'opzione di mantenere attiva la fermata sia non praticabile
nella logica del modello di servizio sopra evidenziato.
Gli spostamenti di pendolarismo generati e attratti dal cluster dei
comuni gravitanti su Mileto, con prevalenza di scelta modale sul ferro, saranno
comunque garantiti dai servizi di adduzione su gomma alle stazioni ferroviarie
di Vibo Valentia/Pizzo (distante 25 minuti circa) e di Rosarno (distante 20
minuti circa), che consentiranno agli utenti di usufruire di un servizio di
trasporto intermodale (gomma- ferro) ottimizzato anche dal punto di vista della
integrazione tariffaria.
E' bene precisare che tali tempi di percorrenza necessari per
raggiungere le due stazioni di Vibo Valentia / Pizzo e Rosarno sono in buona
parte recuperati sui tempi di viaggio dei treni che coprono le tratte Mileto —
Vibo Valentia / Pizzo e Mileto — Rosarno rispettivamente in 11 minuti e 7
minuti. In sostanza, quindi, la somma del tempo per raggiungere, dal centro
abitato di Mileto, la stazione di Mileto (10 minuti circa) e del tempo di
viaggio in treno fino alla stazione successiva (11 minuti verso nord e 7 minuti
verso sud) determina un tempo complessivo di viaggio (21 minuti verso Vibo
Valentia / Pizzo e 17 minuti verso Rosarno) paragonabile a quello che un auto o
un bus impiega per raggiungere sempre dal centro abitato di Mileto le due
stazioni di riferimento (Vibo Valentia / Pizzo in 25 minuti circa e Rosarno in
20 minuti circa). In tal modo, cioè saltando la fermata di Mileto, le tratte
percorse dai treni non risentiranno dei perditempo dovuti all'introduzione di
eventuali nuove fermate lungo il percorso dei treni e, al contempo, saranno
soddisfatti i bisogni di mobilità di tutti gli utenti in ingresso/uscita dal
cluster territoriale di riferimento con un compromesso tra esigenze di mobilità
e vincoli di budget.
Occorre ancora ribadire che nel corso del 2015, quando era stata
effettuata l'azione di velocizzazione della tirrenica, era stata tolta la
fermata alla stazione di Mileto. A valle della costituzione di un comitato
apposito, che aveva ottenuto un tavolo con Trenitalia e le istituzioni, si era
deciso di mantenere la fermata su Mileto per due sole coppie giornaliere. Il
monitoraggio successivo ha evidenziato che ad utilizzare Mileto erano
pochissime persone al giorno.
Ciò premesso, riconoscendo comunque la valenza turistica del territorio
in questione si sono ultimamente compiuti diversi sforzi per favorire la
mobilità integrata ferro — gomma nell'area di Mileto. In un'apposita riunione
del 31 maggio 2016, una task force congiunta fra Regione e Trenitalia, promossa
da questo Assessorato, ha discusso, tra gli altri, del problema del
collegamento di Mileto con il suo comprensorio, e in particolare con la
frazione di Paravati, alla rete ferroviaria. Consapevole comunque
dell'importanza di garantire il servizio di trasporto al comprensorio, nonché
dell'importanza di Paravati come meta di turismo religioso, la task force ha
individuato una soluzione alternativa di qualità.
Analogamente a quanto già stabilito per altri punti di interesse
regionale (gli aeroporti, le Università pubbliche, la Cittadella Regionale),
anche il comprensorio di Mileto-Paravati sarà classificato come stazione
ferroviaria "virtuale". Ciò significa che un utente potrà acquistare
con Trenitalia un biglietto ferroviario con origine o destinazione
"Mileto-Paravati". Arrivati alla stazione di Vibo-Pizzo, i passeggeri
troveranno in coincidenza con alcune corse ferroviarie un autobus-navetta che
li porterà anche a Mileto e a Paravati. Nel caso di ritardo del treno,
l'autobus-navetta aspetterà e i passeggeri non rischieranno di perdere la
coincidenza. Analogamente, lasciando Paravati, gli utenti avranno a
disposizione un autobus-navetta con destinazione la stazione ferroviaria di
Vibo-Pizzo in corrispondenza della partenza di alcuni treni. Il tutto
utilizzando solo un biglietto ferroviario che, se indicherà come origine o
destinazione "Mileto-Paravati", sarà comprensivo anche del costo del
bus- navetta.
Rispetto alla
soluzione di una fermata alla stazione di Mileto, la stazione ferroviaria
virtuale di Mileto-Paravati ha il vantaggio di portare chi viaggia fino a
destinazione. Inoltre, Paravati acquisterà una maggiore visibilità come luogo
raggiungibile direttamente via treno, giacché il nome della stazione
ferroviaria virtuale di Mileto-Paravati sarà visibile nei sistemi di vendita di
Trenitalia anche su web. I dettagli tecnici, in corso di definizione con
Trenitalia e Ferrovie della Calabria (che realizzerà i collegamenti con
autobus-navetta da e verso la stazione ferroviaria di Vibo-Pizzo), saranno
comunicati all'utenza.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la Direzione regionale Trenitalia ha disposto che, dal 12 giugno 2016, verranno soppresse le uniche due fermate giornaliere ancora attive presso la stazione ferroviaria del Comune di San Lucido (CS);
la decisione determinerà chiaramente un danno per l’economia turistica locale, che verrà privata di tutti quei turisti pendolari che, da Cosenza e da fuori regione, raggiungendo Paola, potevano, sinora, optare per la meta balneare di San Lucido;
la soppressione, peraltro, andrà ulteriormente ad incidere anche sullo spostamento di studenti e lavoratori, producendo un sostanziale isolamento del territorio e costringendo i cittadini di San Lucido a viaggiare esclusivamente su gomma -:
quali provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta questione.
(185; 03.06.2016)
Risposta
- “Una
prima soppressione dei servizi ferroviari presso la stazione di San Lucido era
già avvenuta nell'aprile 2015. Prima di tale data i treni che prevedevano la
fermata presso la stazione di San Lucido erano 10 al giorno in direzione nord e
10 in direzione opposta. Successivamente si era dovuto registrare una riduzione
dei treni che fermavano a San Lucido, che dunque sono stati portati a 3 in
direzione nord e 4 in direzione sud, tutti sulla relazione Cosenza - Reggio
Calabria, alcuni con prolungamento fino a Melito Porto Salvo. A seguito della
suddetta riduzione si è registrata anche una progressiva diminuzione del numero
di passeggeri in transito presso la stazione (valore pari alla somma dei saliti
e dei discesi) che è, infatti, sceso dai 129 passeggeri medi giornalieri del
primo quadrimestre 2015 a 64 passeggeri medi giornalieri della rimanente parte
dello stesso anno.
Nell'orario
attuale, in vigore fino al 12 giugno 2016, i treni che prevedono la fermata
nella stazione, di San Lucido Marina sono 8 in totale, 5 in direzione sud e 3
in direzione verso nord, operanti sulla relazione Cosenza — Reggio Calabria,
oppure Paola — Reggio Calabria, solo
alcuni con prolungamento fino a Melito P.S.
L'ultimo
dato di rilievo disponibile (ottobre 2015) riporta un numero medio giornaliero
di passeggeri in transito presso San Lucido Marina pari a 60.
Con il
prossimo orario di Trenitalia che sarà in vigore dal 12 giugno 2016 è stata
prevista, in sede di programmazione, la soppressione della Stazione di San
Lucido Marina.
Va
evidenzialo che le scelte di programmazione si basano su valutazioni tecniche e
sono in coerenza con la disponibilità economica dell'ente, secondo un modello
di esercizio, che è stato preliminarmente discusso e condiviso con i fornitori
dei servizi ferroviari in Calabria e con rappresentanze dell'utenza, cioè
Associazioni accreditate di utenti del trasporto su ferro. Il suddetto modello
è basato sulle seguenti linee guida:
-
clock dei collegamenti nei nodi principali
della rete (Lamezia Terme, Catanzaro Lido);
-
la programmazione di servizi con slot veloci
invernali e lenti estivi;
- servizi con cadenzamento orario e biorario;
- servizi senza cadenzamento con rafforzamento sulle direttrici
principali;
- omogeneizzazione delle fermate, ovvero l'inserimento o meno della
fermata per tutti i treni regionali in transito.
E da
evidenziare, inoltre che le limitate risorse finanziare a disposizione della
Regione e le particolari caratteristiche dell'utenza dei servizi ferroviari in
Calabria inducono a dover privilegiare le esigenze di mobilità dei pendolari
(lavoratori e studenti) che allo stato attuale risultano fortemente penalizzati
dal sistema di Trasporto Pubblico Locale regionale in esercizio.
La
programmazione dei nuovi servizi di TPL, inclusi i servizi ferroviari, va nella
direzione di favorire la mobilità associata a pendolarismo, garantendo
accessibilità e tempi di percorrenza compatibili con i desiderata degli utenti.
Nella scelta di programmazione, pertanto, si è deciso di voler incidere sui
tempi di percorrenza delle corse ferroviarie sopprimendo le fermate in alcune
delle stazioni che registravano, rispetto alla linea sulle quali insistono,
carichi di utenza ritenuti piuttosto bassi. È il caso questo della stazione di
San Lucido Marina che, come anticipato registra in media un numero di utenti
giornalieri in transito pari a 60 e dunque risulta essere una delle stazioni
meno frequentate della linea Tirrenica. Andando nel dettaglio infatti si fa
notare che le diverse stazioni della linea tirrenica Paola - Reggio Calabria
riportano i seguenti passeggeri medi giornalieri: 2.188 a Paola, 391 ad Amantea, 1.768 a
Lamezia Terme Centrale, 624 a Vibo Pizzo, 18 a Mileto, 1.178 a Rosarno, 1.017 a
Gioia Tauro, 299 a Palmi, 595 a Bagnara, 51 a Favazzina, 346 a Scilla, 2.450 a
Villa San Giovanni, 306 a Reggio Calabria Catana, 254 a Reggio Calabria
Gallico, 123 a Reggio Calabria Archi, 87 a Reggio Calabria S. Caterina, 1.621 a
Reggio Calabria Lido e 2.024 a Reggio Calabria Centrale.
L'introduzione
delle fermate dei treni presso la stazione di San Lucido Marina, che peraltro è
piuttosto vicina alla stazione di Paola, grava sui tempi di percorrenza dei
collegamenti lungo la linea tirrenica, programmati in un'ottica di cadenzamento
e di sincronizzazione delle coincidenze sui nodi principali della linea
ferroviaria, e inciderebbe con costi fino a 200.000 euro all'anno sul budget
complessivo riservato ai servizi TPL.
Tuttavia,
si sta proprio in questi giorni valutando la possibilità di un reinserimento
della stazione di San Lucido Marina come fermata di un numero compreso tra 3 e
4 di coppie giornaliere, tutte in orario ricompreso nella fascia pendolare,
senza che ciò comporti un aggravio di costi. Una proposta in tal senso che
intende non inficiare comunque i tratti principali strategici del modello di
orario scelto, soprattutto il coordinamento degli orari (coincidenze) sui nodi
principali della rete ferroviaria regionale, è stata avanzata da Regione e
Trenitalia.
Attualmente,
tale proposta è al vaglio di RFI, che dovrà a giorni rispondere a Trenitalia ed
alla Regione fornendo gli esiti delle proprie valutazioni tecniche ed
economiche. In caso di esito positivo saranno successivamente definiti i tempi
necessari per l'implementazione effettiva della suddetta proposta e si
procederà alla riattivazione dei servizi ferroviari presso la stazione di San
Lucido Marina.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore alle Infrastrutture )
Art. 1
(Assegnazione temporanea di funzioni)
1. Al fine di
favorire il processo di costituzione della Città metropolitana di Reggio
Calabria e nelle more dell'approvazione della legge generale di riordino
prevista dall'articolo 1 della legge regionale 22 giugno 2015, n. 14, le
funzioni indicate dal medesimo articolo 1, comprese quelle direttamente
esercitate dalla Regione ai sensi dell'articolo 2, comma 1, primo periodo,
della stessa l. r. n.14/2015, restano assegnate alla Provincia di Reggio
Calabria.
2. Il personale
addetto alle funzioni di cui al comma 1 rimane inquadrato nei ruoli provinciali
nel rispetto dei limiti di spesa definiti dalla legge 7 aprile 2014, n.56, come
certificati dalla stessa Amministrazione provinciale di Reggio Calabria.
Art. 2
(Risorse finanziarie)
1. La Regione
trasferisce alla Provincia di Reggio Calabria le risorse finanziarie in misura
pari ad euro 9.700.000,00 annue, comprensive di ogni onere in conto della
Provincia stessa per stipendi, buoni pasto e fondo per il salario accessorio.
2. La copertura
degli oneri finanziari di cui al comma 1, per le annualità comprese nel
bilancio pluriennale 2016-2018, è garantita con le risorse allocate al
Programma U.18.01 - capitolo U1501011001 del bilancio medesimo.
Art. 3
(Invarianza di spesa)
1. Dall'attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 4
(Entrata in vigore)
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Il Consiglio
regionale,
vista la Delibera
n. 16 del 28 aprile 2016, con la quale l'Ufficio di Presidenza ha proposto al
Consiglio regionale l'approvazione del riaccertamento ordinario dei residui
attivi e passivi al 31.12.2015, ai sensi dell'art. 3, comma 4, del O.lgs. n.
118/2011 e ss.mm.ii., nonché le variazioni al bilancio finanziario di
previsione 2016-2018 del Consiglio regionale;
visto il decreto
legislativo 23 giugno 2011. n. 118 "Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42" e ss.mm.ii., ed in particolare:
l'articolo 3, comma
4, che dispone in tema di riaccertamento dei residui attivi e passivi;
il principio
contabile applicato concernente la contabilità finanziaria (allegato 4/2 al
sopra citato decreto) ed in particolare il punto 9.1, relativo al
riaccertamento ordinario dei residui;
tenuto conto che,
alla luce della normativa sopra richiamata, con il riaccertamento ordinario dei
residui si procede alla cancellazione dei residui attivi e passivi non
assistiti da obbligazioni giuridicamente perfezionate, nonché alla reimputazione
dei residui attivi e passivi le cui obbligazioni non sono esigibili alla data
del 31 dicembre dell'esercizio cui si riferisce il rendiconto;
considerato che la
reimputazione dei residui passivi non esigibili nell'esercizio 2015 comporta:
a) la creazione,
sul bilancio d'esercizio 2015, cui si riferisce il rendiconto, dei fondi
pluriennali vincolati connessi alle spese reimputate per le quali la copertura
è data dal fondo medesimo;
b) una variazione
del bilancio di previsione 2016 in corso di gestione, al fine di istituire o
incrementare gli stanziamenti di entrate e spese su cui devono essere imputate
le relative obbligazioni;
c) il
trasferimento all'esercizio di reimputazione anche della copertura che
l'impegno aveva nello stanziamento dell'esercizio in cui era stato inizialmente
imputato, attraverso il fondo pluriennale vincolato in entrata. La costituzione
o l'incremento di tale fondo è escluso solo in caso di contestuale reimputazione di entrate e spese;
visti i seguenti
allegati, che formano parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione:
a) Allegati A e B
relativi al riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi alla data del
31.12.2015, contenenti sia gli importi da conservare, sia gli importi da
eliminare definitivamente in quanto non corrispondenti ad obbligazioni
giuridiche perfezionate, sia gli importi da eliminare e re imputare agli
esercizi successivi nei quali l'esigibilità avrà scadenza;
b) Allegati C e D
relativi agli elenchi dei residui attivi e passivi da conservare nel conto del
bilancio dell'esercizio 2015;
c) Allegati E, che
espone gli impegni da reimputare negli esercizi successivi a quello a cui si
riferisce il rendiconto 2015, ed F, che espone i maggiori residui attivi
accertati al 31.12.2015;
d) Allegati G e H,
concernenti gli elenchi dei residui attivi e passivi da cancellare dal conto
del bilancio dell'esercizio 2015;
e) Allegato I,
relativo alla composizione per missioni e programmi del Fondo Pluriennale
Vincolato, quantificato in via definitiva al 31.12.2015 in euro 7.229.838,95,
da iscrivere nell'entrata dell'esercizio 2016 per il medesimo importo;
f) Allegato L, che
evidenzia la variazione al bilancio di previsione finanziario 2016-2018
funzionale alla reimputazione dei residui passivi reimputati;
g) Allegato M
relativo alle quote vincolate del risultato di amministrazione derivante dalle
operazioni di riaccertamento dei residui attivi e passivi;
h) Allegato N1
inerente al Rendiconto del Tesoriere articolato per Titoli e Tipologie;
i) Allegato N2
relativo al Rendiconto del Tesoriere articolato per Missioni e Programmi;
j) Allegato N3 che
espone il Quadro Riassuntivo della gestione di cassa;
dato atto che
l'operazione di riaccertamento dei residui confluirà nel rendiconto di gestione
dell'esercizio 2015 del Consiglio regionale;
rilevato che:
- con
Deliberazione consiliare n. 32 del 21 aprile 2015, è stato approvato il
bilancio di previsione del Consiglio regionale della Calabria per l'esercizio
finanziario 2015 ed il bilancio pluriennale per gli esercizi 2015-2017;
con Deliberazione
consiliare n. 43 del 31 agosto 2015, è stato approvato il riaccertamento
straordinario dei residui attivi e passivi al 10 gennaio 2015 ai sensi
dell'articolo 3, comma 7, del D. Lgs n. 118/2011 e ss.mm.ii., nonché le
variazioni al bilancio di previsione del Consiglio regionale per gli esercizi
2015 -2017;
con Deliberazione
consiliare n. 83 del 28 dicembre 2015, è stato approvato il bilancio di
previsione del Consiglio regionale per gli esercizi 2016-2018;
preso atto del
verbale n. 114 del 23 giugno 2016 con cui il Collegio dei Revisori dei Conti ha
espresso parere favorevole sul provvedimento in esame, ferma restando
l'adozione dei provvedimenti risolutivi al fine di eliminare il disallineamento
del residuo attivo relativo ai trasferimenti dalla Giunta regionale per le
spese di funzionamento del Consiglio;
delibera
di approvare il
riaccertamento ordinario dei residui attivi e passivi al 31.12.2015, ai sensi
dell'art. 3, comma 4, del D.lgs. n. 118/2011 e ss.mm.ii., nonché le variazioni
al bilancio finanziario di previsione 2016-2018 del Consiglio regionale,
unitamente ai relativi allegati richiamati in premessa, che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il
Consiglio regionale,
vista la
delibera di Giunta regionale n. 61 del 2 marzo 2016, recante:
"Approvazione rendiconti di gestione dell' Agenzia regionale Calabria per
le Erogazioni in Agricoltura (ARCEA) esercizi finanziari dal 2011 al
2013";
premesso
che:
- la
legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e
della contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone
che i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono
presentati entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con
parere favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza; la Giunta regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al
Consiglio regionale per la successiva approvazione entro il 30 novembre, a
norma dell'articolo 54, comma 5, Lettera b) dello Statuto; il Decreto del
Direttore Generale del Dipartimento delle politiche Europee ed Internazionali
del MIPAAF n. 0007349 del 14 ottobre 2009, con il quale l'ARCEA è stata
riconosciuta Organismo Pagatore della Regione Calabria per i regimi di spesa
FEAGA e FEASR; con Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 110 del 7
agosto 2013, il Dott. Maurizio Nicolai è stato nominato Commissario
Straordinario dell’ARCEA;
visti:
- l'art.
12 della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24;
- l'art.
28 della legge regionale 17 agosto 2005, n. 13 che approva l'istituzione dell'Organismo Pagatore Regionale; -la legge
regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della regione Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
tenuto conto che
il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia ha espresso parere favorevole
all'approvazione dei consuntivi dell'Arcea per gli anni 2011 e 2012 e, per
l'anno 2013, avendo rilevato il superamento dei limiti di spesa di cui alla
legge regionale n. 69/2012 e confermato il proprio diniego rispetto ai valori
cristallizzati nel rendiconto per le spese effettuate, ha attestato la
corrispondenza del rendiconto alle risultanze della gestione;
considerato che il
Comitato di Vigilanza ha espresso parere favorevole all'approvazione dei
rendiconti relativi agli esercizi finanziari 2011, 2012 e 2013; con riferimento
al rendiconto 2013, il Comitato ha comunque manifestato il proprio diniego per
le spese effettuate in deroga ali limiti di spesa ex art. 13 della L.R. n.
69/2012;
considerato
che il Dipartimento Bilancio -Settore "Bilancio e programmazione
economico-finanziaria. Risanamento finanziario" nella relazione istruttoria
dà evidenza dei seguenti rilievi:
-
presenza di errori e imprecisioni nella registrazione dei vari accadimenti di
gestione tempo per tempo intervenuti, relativi agli esercizi 2011-2012-2013;
- l'incompleta documentazione
ha causato un ritardo nell'esame e nella successiva approvazione dei
rendiconti, rispetto alle normali scadenze di legge;
- mancata
corrispondenza tra valori accertati e impegnati, in conto competenza, sulle
partite di giro;
atteso
che lo stesso settore ha rilevato che l'Arcea, ai sensi dell'art. 12 della L.R.
n. 24/2002, per come modificato dall'art. 4 della L.R. n. 20/2014, ha ritenuto
di poter agire in deroga alla vigente normativa in materia di contenimento
della spesa;
tenuto conto
che il Dipartimento Bilancio ritiene che l'Agenzia non possa esimersi dal
rispetto della normativa sul contenimento della spesa, cosi come pure viene
confermato dall'Ufficio Legislativo dell'Avvocatura regionale. Il Dipartimento
Bilancio, nel verificare il rispetto della normativa regionale in materia di
"Spending review", ha accertato il mancato contenimento della spesa,
con particolare riferimento: alla spesa del personale; agli emolumenti
riconosciuti agli organi di indirizzo, direzione e controllo; alle spese di
funzionamento; alla spesa relativa all'impiego di personale a tempo
determinato;
atteso che a
conclusione dell'attività istruttoria il Dipartimento Bilancio si è espresso
dichiarando che questa attività di verifica non impedisce l'approvazione dei
documenti contabili, ritenendo possibile proporre al Consiglio regionale
l'approvazione dei rendiconti dell'Arcea per gli esercizi 2011, 2012 e 2013,
posto che le sanzioni per il mancato rispetto della normativa sul contenimento
della spesa, ai sensi dell' art. 9, comma 12 L.R. n. 22/2010 e dell'art. 13,
comma 13 L.R. n 69/2012, costituiscono la causa di revoca automatica nei
confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati negli enti strumentali,
negli istituti, nelle agenzie, nelle aziende e negli altri enti dipendenti,
ausiliari o vigilati dalla Regione". Il dipartimento Bilancio ribadisce la
necessità di ulteriori approfondimenti sull'attività gestoria dell'ARCEA, da
parte del competente dipartimento per materia, nell'esercizio del previsto potere-dovere
di vigilanza, al fine di appurare eventuali responsabilità circa
l'illegittimità delle maggiori spese effettuate, segnalando ove necessario, ai
competenti Organi requirenti la presenza di eventuali danni all'erario;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13 giugno 2016, ha
approvato il provvedimento in oggetto;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 812002 i "rendiconti di
gestione dell'Agenzia regionale Calabria per le Erogazioni in Agricoltura
(ARCEA) esercizi finanziari dal 2011 al 2013" e i documenti ad essi
allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente
deliberazione, facendo proprie osservazioni e raccomandazioni espresse dal
Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali competenti che ne
hanno curato l'istruttoria, dalla Giunta regionale.
Il
Consiglio regionale,
vista la
delibera di Giunta regionale n. 56 del 2 marzo 2016, recante: “Approvazione
rendiconti di gestione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente
della Calabria (ARPACAL) esercizi finanziari dal 2010 al 2013”;
la
delibera del Commissario n. 206 del 29.03.2011 di approvazione del Rendiconto
di gestione esercizio finanziario annualità 2010;
la
determina del Direttore generale n. 830 del 02.10.2012 di approvazione del
rendiconto di gestione esercizio finanziario annualità 2011 ;
la
determina del Direttore generale n. 750 del 26.07.2013 di approvazione del
rendiconto di gestione esercizio finanziario annualità 2012;
la
determina del Direttore generale n. 636 del 16.09.2014 di approvazione del
rendiconto di gestione esercizio finanziario annualità 2013;
premesso
che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che
i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la
successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma
5, lettera b) dello Statuto;
- con
delibera di nomina del Direttore Generale n. 297 del 17.06.2015, il dott.
Saragò, è stato nominato Revisore Unico dei Conti dell'ARPACAL;
vista:
- la
legge regionale 3 agosto 1999, n. 20, recante "Istituzione dell'Agenzia
Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria - AR.P.AC.AL.";
- la
legge regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della regione Calabria";
l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
tenuto
conto che il Comitato di indirizzo regionale dell'Arpacal ha espresso parere
favorevole solo al bilancio consuntivo anno 2013, poiché al momento della
redazione dei rendiconti relativi agli anni 2010, 2011 e 2012 il Comitato
veniva dichiarato decaduto;
tenuto
conto che il Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia ha espresso parere
favorevole per l'approvazione dei rendiconti con le seguenti raccomandazioni:
- per
l'anno 2010, sembra indifferibile una ristrutturazione funzionale ed
organizzativa, finalizzata ad una razionalizzazione delle risorse umane e
strutturali che consenta il contenimento dei relativi costi;
- per
l'anno 2011, affrontare con urgenza con gli uffici regionali competenti il
rinnovo dell'affidamento del servizio di Tesoreria dell'Ente, in quanto la
convenzione, stipulata a condizioni attualmente sfavorevoli, risulta essere
scaduta da tempo. Adottare idonei strumenti di ricognizione e valutazione degli
obiettivi raggiunti, in linea con i più recenti interventi normativi sulla
armonizzazione dei bilanci e sulla introduzione della contabilità economica.
Intraprendere
tutte le azioni necessarie nei confronti della Regione Calabria per il recupero
delle somme a suo tempo anticipate dall'Ente per l'acquisto dell'immobile da
destinare alla sede di Cosenza;
- per
l'anno 2012, continuare a porre particolare attenzione sull'andamento ed
evoluzione della spesa;
- per
l'anno 2013, continuare a porre particolare attenzione sull'evoluzione e
previsione della spesa. Rivedere la propria politica dei servizi e delle
prestazioni con i relativi prezzi;
vista la
delibera del Direttore generale dell'Arpacal n. 477 dell'B.10.2015 con la quale
sono state apportate alcune rettifiche ai Rendiconti relativi agli anni
2010-2011-2012-2013, così come sollecitate dal Dipartimento Bilancio
nell'ambito del controllo di propria competenza;
considerato
che sulla delibera del Direttore Generale dell'Agenzia n. 477 dell'OB/1 0/2015
con la quale sono state apportate alcune rettifiche ai Rendiconti relativi agli
anni 2010-2011-2012-2013, il Revisore Unico dei conti ha espresso parere favorevole;
considerato
che:
- per gli
anni 2010-2011-2012 il Dipartimento Ambiente ha sollevato dei rilievi sui
rendiconti relativi. I suddetti rilievi hanno impedito, in un primo momento, il
rilascio del parere favorevole all'approvazione dei rendiconti;
- con
l'adozione da parte dell'Agenzia della delibera n. 172/2014 i rilievi sono
stati superati, ed il Dipartimento Ambiente ha espresso parere favorevole ai
rendiconti relativi agli anni 2010-2011-2012;
- per
l'anno 2013 il Dipartimento Ambiente, non essendo stata trasmessa la relazione
sulle attività concretamente svolte nell'anno 2013, non ha potuto esprimere
alcuna valutazione sulla coerenza del rendiconto rispetto alle attività
espletate. Per il resto, il dipartimento Ambiente ha espresso parere favorevole
all'approvazione del rendiconto 2013;
considerato
che:
- il
Dipartimento Bilancio e Patrimonio - Settore n. 2 Ragioneria Generale,
nell'istruttoria di competenza ha sollevato numerose osservazioni e rilievi,
sanati successivamente con l'adozione della delibera del Direttore generale
dell'Arpacal n. 477 dell'08/10/2015, con la quale sono state apportate alcune
rettifiche ai rendiconti;
- il
Dipartimento ha verificato il rispetto della normativa in materia di
"spending review", ad eccezione della spesa per il personale e della
spesa per gli Organi di direzione e controllo che necessitano di
approfondimenti da parte del dipartimento vigilante;
- il
Dipartimento Bilancio precisa che le sanzioni previste per il mancato rispetto
della suddetta normativa sul contenimento della spesa costituiscono "causa
di revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque titolo nominati
negli enti strumentali, negli istituti, nelle agenzie, nelle aziende e negli
altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione" ex art. 9,
comma 12 L.R. n. 22/2010 e dell'art. 13, comma 13 L.R. n 69/2012;
- a
conclusione dell'attività istruttoria, il Dipartimento Bilancio ritiene
possibile procedere all'adozione, da parte della Giunta regionale, dei rendiconti
Arpacal per gli esercizi 2010-2011-2012-2013 e proporre l'approvazione degli
stessi al Consiglio Regionale;
rilevato
che nella Delibera di Giunta in oggetto si demanda al dipartimento
"Ambiente e territorio" la verifica del puntuale rispetto della
normativa in materia di contenimento della spesa, il quale, ove ritenuto
necessario, dovrà predisporre ed inviare agli organi inquirenti della Corte dei
conti, idonea e circostanziata relazione in merito all'eventuale danno
all'erario generato dalla mancata riduzione delle spese in questione, nonché in
ordine ai soggetti che l'hanno cagionato, informandone contestualmente il
dipartimento Bilancio;
preso
atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13 giugno 2016, ha
approvato il provvedimento in oggetto;
delibera
di
approvare, ai sensi dell'articolo 57 della tr. n. 8/2002 i rendiconti di
gestione dell'Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria
(ARPACAL) esercizi finanziari dal 2010 al 2013 e i documenti ad essi allegati
che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione,
facendo proprie osservazioni e raccomandazioni espresse dal Collegio dei
Revisori dei Conti/Revisore Unico dei conti, dai Dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla Giunta regionale.
Il Consiglio
regionale,
vista la delibera
di Giunta regionale n. 573 del 30 dicembre 2015 recante: “Bilancio di
previsione ARPACAL (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente della Calabria) per
l'esercizio finanziario 2015”;
vista la nota del
Dirigente Generale del Dipartimento Bilancio, Dr. De Cello, prot. n.185666 del
9.6.2016, acquisita al prot. n. 23842 del 10.06.2016, con i relativi allegati;
viste:
la legge regionale
n. 20/1999 recante : "Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente della Calabria - A.R.P.A.C.A.L.";
la legge regionale
n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della regione
Calabria";
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
premesso che:
la legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che
i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la
successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma
5, lettera b) dello Statuto;
tenuto conto che:
il revisore unico
dell'Agenzia con verbale n. 13 del 23 ottobre 2015 ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2015;
il Comitato di
indirizzo dell'ARPACAL, nella seduta del 21 dicembre 2015, ha espresso parere
favorevole ed ha approvato il bilancio di previsione annuale 2015;
il Dipartimento
vigilante "Ambiente e Territorio" ha concluso l'istruttoria di competenza
rilevando che: "in considerazione che l'esame e la valutazione degli atti
è stata effettuata per l'analisi della corrispondenza tra le somme iscritte
nella parte entrata del bilancio ARPACAL derivanti da trasferimenti regionali,
con le somme iscritte nel bilancio regionale nei capitoli assegnati al
Dipartimento Ambiente e Territorio per la verifica delle attività di vigilanza
prevista dalle leggi regionali di riordino e razionalizzazione della spesa
regionale, in ragione dell'esigenza di dotare l'Agenzia dello strumento
finanziario annuale e documento autorizzatorio, il cui bilancio di previsione
annuale 2014 non risulta ancora approvato, si ritiene necessario poter
rilasciare il parere favorevole all'approvazione del bilancio di previsione
2015";
Il Dipartimento
Bilancio, nell'ambito dell'istruttoria espletata, ha formulato le
seguenti
raccomandazioni:
- una costante
attenzione in termini di un oculato impiego delle risorse a disposizione, anche
nel rispetto della vigente normativa in materia di riduzione della spesa;
- richiama
l'attenzione dell'Ente sulla corretta determinazione del Fondo crediti di
dubbia esigibilità, al fine di evitare un'impropria riduzione delle effettive
disponibilità di entrata;
- richiama
l'attenzione dell'Ente ad una sempre maggiore oculatezza nella gestione, al
fine di garantire un adeguato contenimento delle spese, tale da permettere il
rispetto del limite in questione a consuntivo 2015.
Lo stesso
Dipartimento Bilancio, a conclusione dell'attività istruttoria di competenza,
ha comunque dichiarato che nulla osta all'adozione, da parte della Giunta
regionale, del Bilancio di previsione dell'ARPACAL per l'esercizio 2015;
preso atto che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13
giugno 2016, ha approvato il provvedimento in oggetto;
delibera
di approvare, ai
sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il "Bilancio di previsione
dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Calabria)
per l'esercizio finanziario 2015" e i documenti ad esso allegati che
costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione,
facendo proprie le osservazioni e raccomandazioni espresse dal Revisore unico
dell'Agenzia, dai Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato
l'istruttoria, dalla Giunta regionale.
Il Consiglio
regionale,
vista la delibera
di Giunta regionale n. 180 del 23 maggio 2016,
recante: "Bilancio di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale
per la protezione dell'Ambiente della Calabria) 2016/2018";
vista la nota del
Dirigente Generale del Dipartimento Bilancio, Dr. De Celio, prot. n. 185666 del
9.6.2016, acquisita al prot. n. 23842 del 10.6.2016, con i relativi allegati;
viste:
la legge regionale
n. 20/1999 recante: “Istituzione dell'Agenzia Regionale per la Protezione
dell'Ambiente della Calabria - AR.P.AC.AL.”;
la legge regionale
n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della
regione Calabria";
l'articolo 54,
comma 5, lettera b), dello Statuto della Regione Calabria;
premesso che:
la legge regionale
4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che i bilanci
degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati entro il 10
settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta regionale
competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole,
li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la
successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma
5, lettera b) dello Statuto;
- con D.P.G.R. n.
139 del 4 dicembre 2015, l'Avv. Gatto è stata nominata
quale Commissario
Straordinario dell'Agenzia Regionale per la protezione dell'Ambiente della
Calabria (ARPACAL);
tenuto conto che:
- il revisore
unico dell'Agenzia con verbale n. 35 del 29 marzo 2016 ha espresso parere
favorevole all'approvazione del bilancio di previsione 2015, raccomandando
"il management a procedere nell'azione di riqualificazione e
riorganizzazione del personale agenziale affinché si possano ottimizzare le
procedure di attività di ciascuna Area e di ciascun Servizio nel pieno rispetto
delle discipline normative relative al contenimento dei costi";
- il Comitato di
indirizzo dell'ARPACAL, nella seduta del 22 aprile 2016 ha espresso parere
favorevole sul bilancio di previsione annuale 2015;
- il Dipartimento
vigilante "Ambiente e Territorio" nel corso dell'istruttoria ha
rilevato che la verifica del rispetto dei limiti di spesa è stata eseguita
utilizzando i soli dati comunicati e trasmessi dall'Agenzia, poiché il
parametro base di riferimento su cui ,'ente è tenuto ad effettuare le riduzioni
è la spesa sostenuta nell'esercizio 2014 per il quale non si è ancora conclusa
la procedura di approvazione da parte del Consiglio regionale. In relazione
alle voci di spesa oggetto di contenimento, dalla comparazione degli
stanziamenti relativi all'esercizio 2016 con i limiti di spesa consentiti dalle
misure di riduzione, è emerso il rispetto della vigente normativa. Per quanto
concerne, invece, gli stanziamenti per spese contrattuali per fitto locali
adibiti ad uffici Arpacal, il dipartimento Ambiente ritiene che l'Ente sia
tenuto ad una puntuale verifica dei regolari importi, ai sensi della vigente
normativa, da imputare sulla relativa spesa con la variazione in sede di
assestamento del Bilancio. Riguardo le indennità dovute ai membri del collegio
dei revisori/revisore unico, gli stanziamenti risultano essere superiori ai
compensi dovuti ai sensi dell'art. 22, comma 1. lett. e) della LR n. 24/2013.
Il Dipartimento vigilante, dunque, ritiene necessario una puntuale verifica dei
regolari importi da imputare sulla relativa spesa con la variazione in sede di
assestamento del bilancio;
- il predetto
Dipartimento "Ambiente e Territorio" ha, comunque, concluso
l'istruttoria con il parere favorevole al bilancio di previsione dell'Arpacal
2016/2018;
- il Dipartimento
Bilancio, nel corso dell'istruttoria espletata, ha formulato le seguenti
raccomandazioni:
-
verificare,
in fase di gestione. le previsioni di cassa, provvedendo alla tempestiva
regolarizzazione di eventuali provvisori di entrata e di uscita, e di procedere
con un'attenta verifica delle poste di bilancio riportate tra i residui attivi
al fine di interrompere i termini di prescrizione e recuperare quanto dovuto da
parte dei debitori;
-
relativamente
al Fondo Crediti di dubbia esigibilità (FCDE) raccomanda l'agenzia di
provvedere all'incremento del suddetto fondo, entro i limiti di legge, per
l'esercizio 2016 oltre che ad appostare gli stanzia menti per gli esercizi 2017
e 2018. Altresì raccomanda di verificare la congruità del fondo durante la
gestione dell'esercizio provvedendo ad un sistematico aggiornamento dello
stesso sulla base di eventuali variazioni apportate agli stanziamenti di
competenza dei relativi capitoli di entrata, nonché con riferimento
all'effettivo andamento degli incassi;
-
in
occasione del riaccertamento dei residui, propedeutico alla definizione del
consuntivo 2015, di verificare la correttezza del Fondo Pluriennale Vincolato,
appostato nel bilancio 2016/2018, provvedendo ad un eventuale aggiornamento
dello stesso;
Lo stesso
Dipartimento Bilancio, dà atto che a seguito della procedura di riaccertamento
straordinario dei residui, è risultato un disavanzo tecnico per il cui ripiano
l'agenzia ha predisposto un piano di rientro che, per come stabilito dall'art.
1, comma 538 lett. b) della L n. 190/2014, può avvenire a quote costanti per un
massimo di anni 30. Si prende atto che l'Agenzia ha incominciato ad appostare
nella parte spesa, a partire dal bilancio assestato 2015, l'importo di €
108.233,95.
A conclusione
dell'attività istruttoria di competenza, il Dipartimento Bilancio ha comunque
dichiarato che nulla osta all'adozione, da parte della Giunta regionale. del
Bilancio di previsione dell'ARPACAL per l'esercizio 2016/2018;
preso atto che la
Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13 giugno 2016, ha approvato
il provvedimento in oggetto;
delibera
di approvare, ai
sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il "Bilancio di previsione
dell'ARPACAL (Agenzia regionale per la protezione dell'Ambiente della Calabria)
2016/2018" e i documenti ad esso allegati che costituiscono parte
integrante e sostanziale della presente deliberazione, facendo proprie le
osservazioni e raccomandazioni espresse dal Revisore unico dell'Agenzia, dai
Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla
Giunta regionale.
Il
Consiglio regionale,
vista:
- la
delibera di Giunta regionale n. 143 del 29 aprile 2016, recante: “Approvazione
rendiconto di Gestione dell' ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia
Residenziale Pubblica) della provincia di Cosenza esercizi finanziari dal 2010
al 2013”;
- la
delibera del Commissario Straordinario n. 180 del 23.12.2011 di approvazione
del bilancio consuntivo per l'esercizio finanziario 2010;
- la
delibera del Commissario Straordinario n. 42 del 3.7.2012 di approvazione del
bilancio consuntivo per l'esercizio finanziario 2011 ;
- la
delibera del Commissario Straordinario n. 75 del 18.10.2013 di approvazione del
bilancio consuntivo per l'esercizio finanziario 2012;
- la
delibera del Commissario Regionale Unico Delegato n. 8 del 5.2.2015 di
approvazione del bilancio consuntivo per l'esercizio finanziario 2013;
premesso
che:
la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che
i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della Giunta
regionale competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere
favorevole, li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento
"Bilancio e Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria
competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la
successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma
5, lettera b) dello Statuto;
- con
Decreto del Presidente della Giunta n. 186 del 04/11/2011 è stato nominato quale
Commissario Straordinario dell'Aterp di Cosenza l'arch. Angelo Tony Gagliardi;
- con
delibera n. 109 del 28.11.2014 è stato dato atto delle dimissioni presentate
dall'arch. Gagliardi, quale Commissario Straordinario ed è stata
contestualmente disposta la temporanea sostituzione con il Commissario Unico
Delegato dell'Aterp Regionale, ing. Antonio Capristo;
- con
delibera di Giunta regionale il dottor Mascherpa è stato nominato Commissario
Unico regionale delle Aterp calabresi;
vista:
- la
legge regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica;
- la
legge regionale n. 24 del 2013, recante "Riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con esclusione
del settore sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione in materia
di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende regionali
per edilizia residenziale;
- la
legge regionale n. 8/2002. recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della regione Calabria";
-
l'articolo 54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
tenuto
conto che:
il
Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia ha espresso parere favorevole
all'approvazione dei consuntivi dell'Aterp di Cosenza per gli anni 2010, 2011,
2012, 2013 con le seguenti raccomandazioni:
-
verificare i termini di prescrizione dei residui attivi, e, ove occorre,
procedere alla notifica degli atti interruttivi,
-
effettuare una precisa ricognizione del patrimonio immobiliare nonché un
tempestivo ed adeguato intervento che consenta in tempi medio-lunghi di ridurre
la morosità,
-
contenere la spesa, al fine di un rientro dell'anticipazione di cassa, e, con
riferimento al conto consuntivo 2011 e 2012, al riaccertamento dei residui
attivi e passivi per come stabilito dalla L.R. n. 47/2011,
- non
utilizzare l'avanzo, perché composto da residui attivi ancora da riaccertare in
via definitiva nella sua globalità;
considerato
che il Dipartimento Lavori Pubblici concorda con il parere favorevole espresso
dal Collegio dei revisori dei conti e, prescrive all'Aterp di continuare
nell'attività di recupero delle morosità e di aumentare l'attività di
riscossione;
considerata
la relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio Settore n. 2
Ragioneria Generale, da cui è emerso il mancato rispetto della normativa in
materia di “spending review”, con particolare riferimento: alle spese di funzionamento,
alla spesa relativa all'impiego di personale a tempo determinato, agli
emolumenti corrisposti al commissario straordinario. In relazione al suddetto
superamento dei limiti di spesa, il Dipartimento Bilancio "ribadisce la
necessità di ulteriori approfondimenti sull'attività gestoria dell'Aterp di
Cosenza, da parte del competente dipartimento per materia, nell'esercizio del
previsto potere-dovere di vigilanza, al fine di appurare eventuali
responsabilità circa l'illegittimità delle maggiori spese effettuate,
segnalando, ove necessario, ai competenti organi requirenti la presenza di
eventuali danni all'erario";
atteso
che a conclusione dell'attività istruttoria, constatata la presenza delle
quadrature contabili, il Dipartimento Bilancio ritiene possibile proporre al
Consiglio regionale l'approvazione dei Rendiconti dell'Aterp di Cosenza per gli
esercizi finanziari 2010, 2011, 2012 e 2013. Al contempo il dipartimento
Bilancio si è espresso dichiarando che le sanzioni previste per il mancato
rispetto della suddetta normativa sul contenimento della spesa costituiscono
soltanto"causa di revoca automatica nei confronti dei soggetti a qualunque
titolo nominati negli enti strumentali, negli istituti, nelle agenzie, nelle
aziende e negli altri enti dipendenti, ausiliari o vigilati dalla Regione"
ex art. 9, comma 12 L.R. n. 22/2010 e dell'art. 13, comma 13 L.R. n 69/2012,
senza determinare impedimenti circa l'approvazione del rendiconto di gestione
dell'Aterp, esercizi finanziari dal 2010 al 2013;
preso atto
che la Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13 giugno 2016, ha
approvato il provvedimento in oggetto;
delibera
di
approvare. ai sensi dell'articolo 57 della l.r. n. 8/2002 il "rendiconto
di gestione dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica) della provincia di Cosenza esercizi finanziari dal 2010 al 2013"
e i documenti ad essi allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale
della presente deliberazione, facendo proprie osservazioni e raccomandazioni
espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti, dai Dipartimenti regionali
competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla Giunta regionale.
Il Consiglio
regionale,
vista:
- la delibera di
Giunta regionale n.115 del 15 aprile 2016, recante: “Approvazione rendiconto di
gestione dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia residenziale pubblica della
provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013”;
- la delibera del
Commissario Straordinario dell'ATERP n. 101 del 31.03.2014 di approvazione del
rendiconto di gestione per l'esercizio finanziario 2013;
premesso che:
- la legge
regionale 4 febbraio 2002, n. 8 recante "Ordinamento del bilancio e della
contabilità della Regione Calabria", all'articolo 57, comma 3, dispone che
i bilanci degli Enti, delle Aziende e delle Agenzie regionali sono presentati
entro il 10 settembre di ogni anno ai rispettivi Dipartimenti della
Giunta regionale
competenti per materia che, previa istruttoria conclusa con parere favorevole,
li inviano entro il successivo 20 settembre al Dipartimento "Bilancio e
Patrimonio" per la definitiva istruttoria di propria competenza;
la Giunta
regionale entro il 15 ottobre trasmette i bilanci al Consiglio regionale per la
successiva approvazione entro il 30 novembre, a norma dell'articolo 54, comma
5, lettera b) dello Statuto;
con Decreto della
Giunta regionale n. 135 del 28/10/2013 è stato nominato quale Commissario
Straordinario dell'Aterp di Catanzaro l'avv. Francesco Granato;
con delibera di
Giunta regionale il dottor Mascherpa è stato nominato Commissario Unico
regionale delle Aterp calabresi;
vista:
- la legge
regionale 30 agosto 1996, n. 27 istitutiva delle Aziende Territoriali per
l'Edilizia Residenziale Pubblica;
- la legge
regionale n. 24 del 2013, recante "Riordino enti, aziende regionali,
fondazioni, agenzie regionali, società e consorzi comunque denominati, con
esclusione del settore sanità", istitutiva dell'Azienda territoriale per
l'edilizia residenziale pubblica regionale, quale ente ausiliario della regione
in materia di edilizia residenziale pubblica, con l'accorpamento delle Aziende
regionali per edilizia residenziale;
- la legge
regionale n. 8/2002 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità
della regione Calabria";
- l'articolo
54, comma 5, lettera b), dello Statuto della regione Calabria;
tenuto conto che:
il Collegio dei
revisori dei conti dell'Agenzia ha espresso parere favorevole all'approvazione
dei consuntivi dell'Aterp di Catanzaro per l'anno 2013 con le seguenti
raccomandazioni:
o
svolgere
le attività istituzionali limitatamente a quanto dettato dalla L.R. n. 24/2013,
non assumendo nuovi impegni la cui durata vada oltre i termini previsti dalla
predetta legge;
o
provvedere
alla copertura finanziaria del disavanzo di amministrazione risultante dal
conto consuntivo dell'esercizio 2013;
o
proseguire
e intensificare le azioni rivolte al recupero della morosità e alla
regolarizzazione dei rapporti locativi;
o
proseguire
il programma di dismissione degli immobili alienabili, dando priorità a quelli
collocati nei cosiddetti condomini misti;
o
proseguire l'opera e l'attività posta in
essere per un adeguato coordinamento tra gli uffici, al fine di rendere più
agevoli ed efficaci le procedure amministrative, contabili e legali;
o
consolidare la capacità di riscossione, al
fine di garantire all'azienda un equilibrato andamento dei flussi di entrata e
di uscita.
considerato che il
Dipartimento Lavori Pubblici esprime parere favorevole concordando con le
prescrizioni raccomandate dal Collegio dei Revisori, ritenendo comunque che,
nonostante i tangibili miglioramenti nella gestione aziendale, l'Aterp debba
comunque impegnarsi per eliminare situazioni di carenze e morosità ancora
presenti;
considerata la
relazione istruttoria del Dipartimento Bilancio e Patrimonio da cui risulta
l'attestazione dell'inesistenza di debiti fuori bilancio e la verifica del
rispetto dei limiti di spesa previsti dalla L.R. n. 22/2010, (relativi alle
spese di personale e alle spese inerenti i collegi dei revisori) e dalla L.R.
n. 69/2012 (relativa alle spese per consulenze e funzionamento in genere);
atteso che a
conclusione della predetta relazione, fatte proprie le raccomandazioni del
Collegio dei Revisori dei Conti con riferimento alle risultanze del Bilancio in
oggetto, il Dipartimento Bilancio dichiara che nulla osta all'adozione, da
parte della Giunta regionale, del Bilancio Consuntivo dell'Aterp di Catanzaro
per l'esercizio finanziario 2013;
preso atto che la
Seconda Commissione consiliare, nella seduta del 13 giugno 2016, ha approvato
il provvedimento in oggetto;
delibera
di approvare, ai
sensi dell'articolo 57 della I.r. n. 8/2002 il "rendiconto di gestione
dell'ATERP (Azienda Territoriale per l'Edilizia residenziale pubblica della
provincia di Catanzaro per l'anno finanziario 2013" e i documenti ad essi
allegati che costituiscono parte integrante e sostanziale della presente deliberazione, facendo proprie le
osservazioni e le raccomandazioni espresse dal Collegio dei Revisori dei Conti,
dai Dipartimenti regionali competenti che ne hanno curato l'istruttoria, dalla
Giunta regionale.
Art. 1
(Norme di salvaguardia)
1. L'articolo 14
viene così modificato: Dalla data di entrata in vigore dei PIR e fino
all'entrata in vigore del PCS, formato ed adeguato secondo le prescrizioni ed
indicazioni dei PIR, nei casi di richieste di concessioni demaniali marittime a
supporto di attività ricettive alberghiere, di villaggi turistici ed impianti
di pubblico interesse, per comprovate e documentate esigenze, potrà essere
rilasciata autorizzazione provvisoria ai fini delle attività inerenti ai
servizi di balneazione a condizione che le stesse aree con le medesime
destinazioni siano incluse nei redigenti peso L'eventuale autorizzazione
temporanea non comporta il cd. "diritto di insistenza".
Art. 2
(Clausola di invarianza finanziaria)
1. Dall’attuazione
della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio
regionale.
Art. 3
(Dichiarazione d'urgenza)
1. La
presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a
quello della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.