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X^ LEGISLATURA

 

RESOCONTO INTEGRALE

_________

 

N. 74

 

SEDUTA Di LUNEDì 15 LUGLIO 2019

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO, DEL VICEPRESIDENTE VINCENZO CICONTE E DEL SEGRETARIO QUESTORE DOMENICO TALLINI

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

La seduta inizia alle 15,52

PRESIDENTE

Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.

NERI Giuseppe, Segretario questore

Dà lettura del verbale della seduta precedente.

(È approvato senza osservazioni)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Dà lettura delle comunicazioni.

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Presidente, chiedo che sia inserita all'ordine del giorno la mozione numero 161/10^, avendolo concordato con tutti i colleghi presenti in Commissione sanità, e che sia discussa come primo punto all'ordine del giorno.

PRESIDENTE

Consigliere Mirabello, in Conferenza dei capigruppo abbiamo stabilito di non inserire altri punti all’ordine del giorno, se non un progetto di legge di scadenza termini. Comunque, intanto consegni la mozione alla presidenza.

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE CARLO (Partito Democratico)

Presidente, non sono sottoscrittore ma, anch'io, sono d'accordo affinché la mozione, sottoscritta da tutti i gruppi consiliari della Regione Calabria, che ha carattere d'urgenza ed illustrata dal consigliere Mirabello, sia discussa in Aula.

Volevo un chiarimento: considerato che avevamo preso un impegno solenne in questa Aula, nell'ultima seduta di Consiglio, per affrontare la questione dei precari, in particolare dell’ex Sial, ed era stato presentato un emendamento dal collega Esposito e anche a firma mia, vorrei capire a che punto siamo rispetto a questa questione, visto che abbiamo preso l’impegno che saremmo arrivati in Aula a votare una legge o sarebbe stato approvato un provvedimento della Giunta. Un impegno solenne, preso in Aula di Consiglio, disatteso mi sembra un messaggio sbagliato che mandiamo ai calabresi, a coloro i quali si attendono, da questo punto di vista, giustizia.

Ritengo che su questo, in via preliminare, prima dell'avvio dei lavori, ci debba essere un chiarimento.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Presidente, vorrei che riflettessimo sul fatto di porre in votazione, oggi, la mozione sui Lea, per quanto riguarda la fibromialgia. È un impegno preso in Commissione tutti quanti assieme.

PRESIDENTE

Consigliere Pedà, si riferisce alla mozione del consigliere Mirabello?

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Si, quella del consigliere Mirabello.

Credo che su questo ci sia da parte di tutti la condivisione. Sul tema sollevato dal collega Guccione, anch'io vorrei essere notiziato sulla procedura - non vedo l'assessore Robbe, non so se è in arrivo - per quanto riguarda le cose che si erano dette l'altra volta sulla legge numero 12, ex articolo 1. Grazie.

PRESIDENTE

Per quanto riguarda la questione posta dal consigliere Guccione, questa mattina, in Conferenza dei capigruppo, l’abbiamo affrontata. Si è stabilito all'unanimità di convocare l'Assessore al lavoro, la prossima settimana, in Conferenza dei capigruppo, per poter arrivare alla prossima seduta di Consiglio regionale, che dovrebbe essere o l'ultimo giorno di luglio o il primo agosto, e poter affrontare il dibattito e possibilmente esaminare anche la proposta legislativa che la Giunta ha assunto impegno di portare in Aula. Lo stato dell'arte, ad oggi, è questo.

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Presidente, chiedo, nella qualità di Vicepresidente, di inserire all'ordine del giorno la proposta di legge numero 454/10^, recante: “Modifiche e integrazioni alla legge regionale numero 21 del 2010”, in sostanza il “Piano casa”, considerato che nella scorsa seduta l’Aula ha preso l'impegno di inserirlo al primo punto dell'ordine del giorno della seduta odierna.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

A seguire mettiamo in votazione la rimodulazione dell'ordine dei lavori.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Condivido la richiesta del collega Tallini, ma volevo ritornare sulla questione dei precari. Presidente, preso l’impegno, sarebbe stato giusto, che qualcuno, a nome della Giunta, venisse a riferire lo stato dell'arte. Un ritardo di quindici giorni o di una settimana non cambia nulla, però un ulteriore rinvio, senza conoscere lo stato dell'arte, i problemi che ci sono, le questioni che devono essere ancora sciolte, verificare la possibilità di un diritto, credo che sia un messaggio sbagliato che mandiamo alla Calabria.

Lo dico con molta chiarezza, non voglio speculare, non mi interessa, però quell’impegno l'ho votato pure io, come tutta la maggioranza del Consiglio regionale e sono, veramente, in forte imbarazzo riguardo a tutto questo, perché è una questione delicata sui diritti.

Ci sono, addirittura, lavoratori che avevano fatto domanda per essere inseriti tra i destinatari della legge numero 1 del 2014, non sono stati né inseriti né risultano esclusi formalmente; hanno fatto ricorso al TAR perché non sono né inseriti in posizione utile né risultano tra gli esclusi. Penso che su questo dobbiamo garantire la massima trasparenza.

Ritengo che una decisione del Consiglio regionale non possa essere aggiornata in questo modo, senza che nessuno, oggi, spieghi le ragioni del perché il provvedimento non è giunto in Aula.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, intervengo su questo argomento, la legge numero 12 del 2014, sul quale peraltro il Consiglio regionale, nell'ultima seduta che si è svolta, ha dibattuto ampiamente e ha raggiunto, lo devo dire con grande chiarezza, all'unanimità, consiglieri di centro-sinistra e consiglieri di centro-destra, una posizione univoca e cioè che coloro i quali si rivedono o sono interessati dalla interpretazione autentica della legge 1, che è la legge numero 12, devono essere inseriti. Non ci possono essere disparità di trattamento fra lavoratori e lavoratori.

La Giunta regionale ha assunto un impegno, ha avuto un termine di un mese.

Oggi, in Conferenza dei capigruppo abbiamo dibattuto lungamente di questo argomento e non c'era nessuno della Giunta regionale. Il collega Guccione ha ragione anche perché le notizie che provengono da questi lavoratori, che magari hanno conoscenze all'interno degli uffici stessi del Dipartimento lavoro, sono di decreti che vengono scritti, che sono fermi alla registrazione, che quindi non prevedono volontà, da parte dell'Assessore al ramo e della Giunta regionale, per il proseguimento del percorso.

Se così fosse sarebbe molto preoccupante, anche perché c'è una volontà politica del tutto univoca che è emersa in Aula, da parte della maggioranza e della minoranza.

Allora, da questi banchi, credo che il collega Esposito, il collega Tallini, così come altri colleghi, anche del centro-sinistra, che hanno lavorato insieme a me, fortemente, su questo argomento, una risposta da un componente della Giunta regionale forse la chiederebbero.

PRESIDENTE

Ha chiesto d’intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Grazie, Presidente. Solo per aggiungere che, nonostante la grande stima e rispetto verso la Conferenza dei capigruppo che è convocata per il 23 luglio, ritengo, proprio per la mancanza di notizie ufficiali ed un rincorrere di voci che creano ulteriore confusione, che un passaggio, oggi in Aula, sarebbe stato utile al fine di capire se il Dipartimento lavoro sta operando su alcuni decreti, se questi decreti sono pronti e manca soltanto la numerazione, così come dicono alcuni funzionari, o se questi decreti sono stati ritirati al vaglio di un perfezionamento che dilazionerebbero di molto anche i tempi.

Chiedere se, accanto all’attività che sta facendo il Dipartimento lavoro per l'emanazione di questi decreti, è stato investito della problematica anche il Dipartimento bilancio che, poi, è il terminale dove trovare il finanziamento per sostenere questi lavoratori della legge numero 1; capire se ancora si continua a fare l'errore di interpretare la legge numero 12 come data in cui il lavoratore dovevano possedere i requisiti, quindi a luglio 2014, o piuttosto che i requisiti dovevano essere in capo ai dipendenti, ai lavoratori a gennaio, epoca di emanazione della legge numero 1, in quanto la legge 12 non è altro che un interpretazione autentica che non ha modificato quel dispositivo legislativo.

Tanti dubbi, tanti incertezze che generano e rincorrono voci, anche tra i dipendenti, tra i lavoratori, che creano confusione; quindi si tratta di un tentativo, magari sommario, perché oggi il Consiglio fosse tranquillizzato dalla Giunta per evitare strumentalizzazione e inserimento da parte di chiunque.

Si sta lavorando, il Consiglio regionale sta facendo la sua parte, lei ha fatto bene a convocare per il 23 luglio la Conferenza dei capigruppo, ma se, oggi, qualche rappresentante della Giunta ci avesse notificato lo stato dell’arte, avremo aggiunto chiarezza ad una pratica estremamente complessa e confusa.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.

ROMEO Sebastiano (Partito Democratico)

Colleghi, penso che noi dobbiamo evitare di aggiungere ulteriore confusione, perché il consigliere Gallo ha detto benissimo: si è raggiunto un accordo unanime, non vi è una questione di parte, ma c'è un impegno assunto unanimemente dal Consiglio Regionale. Bene ha fatto il collega Guccione a chiedere a che punto siamo.

La Commissione si è determinata, per come l'Assessore si era impegnato, in tempi brevi, e a questo punto il presidente Irto, opportunamente, ha detto: “Prima della seduta di Consiglio del 1 agosto, il 23 di luglio, si faccia una Conferenza dei capigruppo, alla presenza dell'Assessore, e si faccia chiarezza rispetto agli eventuali dubbi, quesiti, questioni che in linea con l'obiettivo che ci siamo prefissi saranno eventualmente poste e chiarite”.

Aggiungo, assieme al presidente Irto e agli altri colleghi, si è deciso, collega Esposito, di andare ancor prima del 23 di luglio in Dipartimento al fine di preparare il lavoro per il 23; quindi, da questo punto di vista, a me pare perfetto quello che il Presidente del Consiglio ha deciso, dobbiamo soltanto praticarlo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione le richieste d’inserimento della proposta di legge 454/10^ e della mozione 161/10^ che sono approvate.

 

(Il Consiglio inserisce)

Proposta di legge numero 454/10^ recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 21/2010”

PRESIDENTE

Il consigliere Tallini può illustrare la proposta di legge. Prego.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

La proposta di legge è frutto di un lavoro di diversi mesi, su un testo varato dall'Ufficio di Presidenza nel gennaio-febbraio precedente, con l'impegno assunto in Aula che, poi, la Commissione competente avrebbe lavorato su un testo più completo, definitivo e approfondito.

Questo, quindi, è il lavoro che viene dalla Commissione e che ha visto un confronto con gli ordini professionali e va, esclusivamente, nella direzione della semplificazione dei procedimenti e delle procedure che, in gran parte, sono state chiarite per evitare che nei vari uffici tecnici, dei vari Comuni della Calabria, ci possano essere interpretazioni diverse, con applicazioni diverse sulla stessa norma e sullo stesso testo.

L’urgenza di approvare il testo oggi e perché entro il 30 di settembre i Comuni devono adeguarsi e quindi vi è la necessità di trattarla in questa seduta.

Abbiamo detto che, in gran parte, all'interno troveremo soltanto la semplificazione e i chiarimenti di argomenti che sono stati oggetto di dubbio e che sono stati posti dagli ordini professionali all'attenzione degli uffici della Regione o della stessa Commissione competente. Quindi, non posso fare altro che dare atto del buon lavoro alla Commissione e a tutti i colleghi che hanno lavorato e dire che questo è uno dei pochi strumenti che, purtroppo, la Regione, dal punto di vista del principio di muovere l'economia, ha saputo operare e anche redigere nei termini in cui serve da una parte a offrire quelle opportunità di economie per la realizzazione di piccoli interventi e dall'altra si è rivelato, il Piano casa, uno strumento straordinario di riqualificazione urbana.

Annuncio il mio voto favorevole e ribadisco che questo testo è frutto del lavoro e del contributo di tanti consiglieri regionali.

PRESIDENTE

Passiamo all'esame e alla votazione del provvedimento.

 

Articolo 1

(È approvato)

Articolo 2

(È approvato)

Articolo 3

(È approvato)

Passiamo alla votazione della proposta di legge nel suo complesso con autorizzazione al coordinamento formale.

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Mozione numero 161/10^ di iniziativa dei consiglieri Esposito, Battaglia, Pedà, Guccione, Mirabello recante: “Sul riconoscimento diagnosi e cura della fibromialgia

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.

MIRABELLO Michelangelo (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Come ho già detto, questa è una mozione che abbiamo assunto unitariamente in Commissione sanità a seguito dell’audizione di una associazione di persone affette dalla sindrome della fibromialgia, dell'audizione di esperti medici e a seguito soprattutto dell'acquisizione in Commissione della consapevolezza dell'importanza del tema sollevato.

Parliamo di una patologia, la fibromialgia, che, non molto recentemente per la verità, parliamo del '92, è stata ritenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità una patologia per la quale veniva raccomandato agli Stati membri dell'Unione Europea di mettere a punto una strategia comunitaria, di contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia, di incoraggiare migliorare l'accesso, la diagnosi e i trattamenti, di promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla fibromialgia.

Sulla base di queste considerazioni, chiediamo che il Presidente della Giunta regionale si possa attivare in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché a livello nazionale: siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della fibromialgia o sindrome fibromialgica con conseguente classificazione nel nomenclatore nazionale; ai lavoratori affetti da questa patologia siano riconosciuti i permessi di astensione dal lavoro per la cura della sintomatologia, oltre che l'esenzione dal pagamento dei ticket per esami di laboratorio e/o strumentali e dei farmaci eventualmente prescritti.

Inoltre, chiediamo che: si avvii e si assicuri in modo ottimale sul territorio regionale, tramite il Dipartimento e tramite la struttura commissariale, la cura e la continuità terapeutica ai pazienti fibromialgici con dolore e a sviluppare setting clinico-gestionali, attraverso l'interconnessione delle reti reumatologiche di terapia del dolore, avviando una serie di percorsi per la presa in carico globale del paziente fibromialgico, che necessita di cure antalgiche; di riconoscere il rilevante apporto delle associazioni e del volontariato che si occupano di questa patologia; di istituire un registro nazionale e regionale della fibromialgia per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali riferiti a questa patologia; di istituire un tavolo tecnico-politico per definire un piano diagnostico terapeutico del paziente fibromialgico, con l'attivazione di un percorso dedicato ai pazienti con dolore, costituendo un team multidisciplinare dedicato al percorso in oggetto.

In buona sostanza riteniamo opportuno che questa mozione, che è stata sottoscritta – ripeto - unitariamente ai colleghi Esposito, Battaglia, Pedà, Guccione e dal sottoscritto, sia posta all'attenzione del Governo nazionale e della struttura commissariale, per dare risposte ai pazienti calabresi affetti da questa particolare patologia. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Pedà. Ne ha facoltà.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Presidente, solo per rimarcare quanto detto dal collega Mirabello, Presidente della Commissione sanità. In Commissione spesso affrontiamo problemi e a volte non riusciamo a dare delle risposte, siamo impotenti, soprattutto per via del commissariamento della sanità calabrese.

Credo che, dopo aver ascoltato le associazioni meritevoli di chi è affetto da fibromialgia e gli esperti, come il professore Lamberti Castronuovo e il professor Amato, sia necessario impegnare il Presidente della Giunta affinché possa attivare il percorso di riconoscimento di questa malattia a livello nazionale, ma anche a livello locale per farla rientrare nei LEA.

Ritengo che sia dignitoso per i lavoratori affetti da questa patologia, che venga loro riconosciuto il diritto, come qualsiasi altro malato, di poter usufruire di permessi e anche di giorni di riposo. Ho appreso, in Commissione, ascoltando gli auditi, che la malattia non ha una cura medica, non c’è un farmaco, viene soltanto attenuata con interventi fisioterapici e similari. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Presidente, intervengo brevemente, senza ripetere quanto detto nella presentazione della mozione dal presidente Mirabello e ribadito dal collega Pedà.

Mi permetto di sottolineare all'attenzione del presidente Oliverio la necessità che il Consiglio regionale, prima in Commissione, oggi con l'approvazione di questa mozione, faccia sintesi e trovi un percorso di soluzione di un problema, quello dei malati fibromialgici.

Poi, necessariamente, sarà fondamentale l'opera ed il percorso che definirà il Dipartimento della salute per la soluzione di quello che, oggi, abbiamo fortemente condiviso dal punto di vista politico.

Da questo punto di vista, mi appello alla sensibilità del presidente Oliverio, affinché voglia interloquire con il Dipartimento, sensibilizzando il Direttore generale, i dirigenti ad un percorso, all’istituzione di un tavolo tecnico-politico, che serve veramente a trovare un percorso pratico per la soluzione di queste problematiche.

Quindi, ci vuole tutta l'autorevolezza del presidente Oliverio, perché spesso anche cose apparentemente banali o dalla semplice risoluzione, al Dipartimento subiscono una fase di stasi; ad esempio, una mia interrogazione sugli hospice che ancora non ha trovato soluzione, ed è un discorso estremamente significativo ed importante riguardante l'approvvigionamento dei farmaci di fascia H per gli hospice privati della Regione Calabria, la cui soluzione sarebbe dovuta immediata, ma è passato oltre un anno dalla interrogazione che lei stesso, Presidente, poi ha condiviso ed a cui ha dato risposta in Aula.

Così come dal 2016 si parla degli screening neonatali che ancora in Calabria non hanno trovato la loro piena efficacia ed efficienza e sono limitati soltanto a tre patologie, quando in tutto il resto d'Italia lo screening neonatale riguarda 40 malattie rare metaboliche, il cui percorso dipende molto dalla diagnosi immediata.

Faccio, quindi, una sollecitazione al Dipartimento affinché recepisca questa mozione, non la tenga in un cassetto, ma dia consequenzialità, veloce consequenzialità a quello che è stato il lavoro prima della Commissione sanità ed oggi del Consiglio regionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, intervengo brevemente per dichiarare la condivisione della Giunta rispetto a questa iniziativa, ai contenuti di questa mozione. Non ritornerò sulle argomentazioni che qui sono state illustrate a sostegno di questa mozione.

Sarà mia cura, tempestivamente, coinvolgere ed investire il Dipartimento, perché possano essere assunte le iniziative necessarie, non solo per un adeguato riconoscimento di questa malattia, nell'ambito delle patologie per le quali è necessaria anche un’esenzione dei ticket e le altre necessità poste, ma anche perché nell'ambito delle terapie relative alle reumatologie, possa trovare questa patologia anche un’adeguata attenzione e un adeguato spazio.

Vi ringrazio per avere posto questa problematica che interessa tantissime persone che meritano attenzione.

PRESIDENTE

Per dichiarazione di voto, ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.

GUCCIONE Carlo (Partito Democratico)

Penso che oggi stiamo prendendo una decisione importante per chi soffre di fibromialgia. Abbiamo ascoltato, in Commissione sanità, il dolore di alcuni dei presenti che soffrono di questa malattia. Dobbiamo essere in grado di saper rispondere, in primo luogo, attraverso l'inserimento nel nuovo Piano Operativo 2019-2021 di centri di eccellenza che in Calabria si occupano di fibromialgia.

Sappiamo che il 18 di questo mese è in programma il Tavolo Adduce, si occuperà del nuovo Piano Operativo che prevede una nuova riorganizzazione del sistema ospedaliero e della rete territoriale della sanità calabrese. Non lo conosco, ma secondo me, ne vedremo delle belle rispetto a tutto.

Ritengo che nella rete territoriale debbano essere inseriti ed individuati centri di eccellenza che in Calabria si occupino della malattia in questione.

Chiedo, Presidente, la cortesia, che, una volta approvato, il documento sia inviato formalmente, attraverso una PEC, al Ministero della Sanità, al Ministero dell'Economia e al Presidente del Tavolo interministeriale che è convocato, perché sia oggetto anche di discussione a quel Tavolo, essendo una questione che noi riteniamo fondamentale.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione numero 161/10^ che è approvata.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Ordine del giorno numero 61 a firma dei consiglieri regionali Gallo, Orsomarso, Pedà “Sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga”

PRESIDENTE

Passiamo all'ordine del giorno numero 61 a firma dei consiglieri Gallo, Orsomarso, Pedà “Sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga”. Prego, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Questo ordine del giorno, ormai risalente nel tempo, perché è stato protocollato il 22 gennaio 2019, a firma dei colleghi Orsomarso e Pedà, oltre che alla mia come primo firmatario, si riferisce alla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga.

Si premetteva che nell’ultimo triennio, vale a dire negli anni 2016-17-18 la Regione Calabria, a più riprese ed a seguito di distinte manifestazioni di interesse di bandi per la selezione, ha selezionato migliaia di lavoratori percettori in deroga o lavoratori disoccupati da avviare a percorsi di formazione on the job presso gli uffici giudiziari, le sedi periferiche del Mibac e del Miur, oltre che negli enti locali; si tratta di circa 6000 lavoratori percettori di mobilità in deroga.

Premettevo che sempre vani erano stati i tentativi, soprattutto di interazione con il Governo centrale, per costituire un bacino di lavoratori di mobilità in deroga, al quale attingere al fine di un loro impiego in pianta stabile, o comunque la possibilità di promuovere un confronto, come dicevo prima, con il Governo centrale per ottenere la loro stabilizzazione o l'inizio di un percorso di stabilizzazione.

Premettevo, ma stiamo parlando del 22 gennaio 2019, che nelle ultime settimane anche a seguito di alcune passeggiate di Ministri del Governo giallo-verde, soprattutto dei Ministri 5 Stelle, mi riferisco al Ministro dei Beni culturali e al Ministro della Giustizia, in particolare per questi lavoratori, da fonti di Governo o dagli uffici interessati, erano giunte, all'epoca, rassicurazioni sia in ordine al prolungamento del periodo di tirocinio sia in relazione al riconoscimento dell'attività prestata quale titolo preferenziale in caso di indizione dei concorsi.

Era il gennaio di quest'anno, a distanza di quasi 6 mesi, invece, proprio l'altro giorno, io stesso sono stato costretto a chiedere al governo regionale notizie circa il prolungamento di questi tirocini, soprattutto per il Settore dei beni culturali, Settore del Ministero Università e Ricerca, quindi per coloro i quali sono impegnati, impiegati nelle scuole, perché a tutt'oggi non abbiamo notizia della ripresa della prosecuzione di questi tirocini, sia pure magari in forma diversa.

Naturalmente, dicevamo con i colleghi, che questa eventualità era un'ottima notizia per i lavoratori Mibac e Ministero di Giustizia, perché la possibilità di avere titoli preferenziali in caso di indizione di concorsi, era per costoro un'ottima notizia.

Ma questa notizia poteva provocare, anche, una disparità di trattamento fra questi lavoratori per i quali è legittimo avere questa aspirazione; peraltro sono da anni impegnati presso il Ministero della Giustizia e presso il Mibac, due Ministeri che hanno avuto un fortissimo esodo in questi anni e lo stanno avendo ancor di più dopo l'approvazione della norma che prevede la quota 100 e, quindi, hanno molti presidi sguarniti. Dovrebbero essere valorizzate le esperienze che in questi anni sono maturate e poteva essere la buona notizia per i lavoratori del Ministero Giustizia e del Mibac, che vivono una sorta di discriminazione rispetto ai 600 circa lavoratori impegnati nei tirocini presso il Ministero dell'Università e Ricerca quindi il Ministero dell'Istruzione, ma anche per i 4600 circa che sono lavoratori presso gli enti locali o dislocati dagli enti locali altrove.

Tutto ciò premesso, impegnavamo la Giunta regionale ad adottare i provvedimenti necessari per garantire parità di trattamento tra tutti i tirocinanti, sia in ordine alla durata dei tirocini sia in relazione al valore del tirocinio prestato, quale titolo preferenziale per la partecipazione ad eventuali concorsi per assunzioni a tempo indeterminato; chiedevamo alla Giunta regionale - adesso magari l'Assessore ci notizierà in merito - notizie per promuovere con urgenza tavoli di concertazione col Governo centrale per valutare con lo stesso le iniziative da assumere in proposito.

Torno alla proposta nei confronti del governo regionale: ci sia una concertazione col Governo centrale per la costituzione di una sorta di bacino ormai consolidato per questi lavoratori, affinché medio tempore si possa pensare, finita la fase di tirocinio, a un loro progressivo assorbimento nella pubblica amministrazione.

Chiusa la partita degli LSU-LPU, per la quale ci auguriamo di avere scritto una pagina importante la scorsa seduta di Consiglio con la storicizzazione della spesa, credo che forse bisogna passare in maniera determinata a dare risposte a questi oltre 6000 lavoratori, prima impegnati, soprattutto, nelle aziende private e che a causa della crisi hanno perso il lavoro e oggi si trovano a svolgere questi tirocini. Credo che avrebbero bisogno di maggiori, migliori risposte soprattutto per il futuro o almeno sentire cosa programma il governo regionale, ma soprattutto quello nazionale, per il loro futuro.

Per cui sottopongo ai colleghi del Consiglio questo ordine del giorno, affinché ci sia un impegno del governo regionale in questo senso.

 

Presidenza del vicepresidente Vincenzo Ciconte

PRESIDENTE

Prego, Assessore. Ha facoltà di intervenire.

ROBBE Savina Angela Antonietta, Assessore al lavoro e welfare

Buongiorno. Vi chiedo scusa se sono arrivata solo adesso, ma ho avuto un incontro con i sindacati proprio sul tema dei tirocini sul quale, tra l'altro, in base alle interpellanze poste, avrei dovuto, in ogni caso, riferire, rispetto all'ordine del giorno che ricordo bene. Mi sono già mossa per chiedere al Governo un’attenzione particolare riguardo ai tirocini e ai tirocinanti del Ministero della Giustizia, del Miur, del Mibac e agli ex percettori di mobilità in deroga. Considerato che i tirocini sono un istituto disciplinato da un regolamento Europeo e recepito, poi, con un intesa Stato-Regione che prevede alcuni vincoli ai quali dobbiamo adeguarci, abbiamo chiesto già diverso tempo fa, ai Ministeri la possibilità di un incontro nel quale sottoporre all'attenzione i vincoli che, considerate le condizioni della nostra regione, è opportuno rivedere e rivalutare, ma anche per proporre delle possibili soluzioni affinché sia consentita una qualificazione dell'attività anche in vista di futuri eventuali, possibili concorsi o immissioni in situazioni lavorative che diano, di fatto, a questa politica attiva, così definita anche dal Ministro dall'Unione Europea, uno sbocco ed una utilità reale.

Ho chiesto anche di ragionare insieme delle ulteriori possibilità di dare garanzie a queste persone che, pur avendo svolto una politica attiva del lavoro importante, hanno la necessità di essere accompagnate ulteriormente.

Ovviamente, le situazioni sono differenziate a seconda dei Ministeri perché ci sono diverse convenzioni specifiche. Abbiamo avuto risposte differenti e oggi ci troviamo in questa condizione: finalmente siamo in grado di dire che i tirocini del Miur verranno mandati a bando in questo mese di luglio e quindi potranno ripartire in forma di perfezionamento. Per questi, quindi, si è già delineata una evoluzione ed è la stessa che stiamo proponendo e ipotizzando per tutti.

A seconda delle convenzioni, a seconda dei Ministeri di riferimento abbiamo avuto interlocuzioni differenti.

Per quanto riguarda il Mibac stiamo interloquendo con il Ministero per il tramite del sovrintendente regionale, per il tramite del direttore Patamia che ha dichiarato sia una disponibilità a discutere nel merito sia una volontà di prorogare. Rispetto a questa volontà, anche perché loro stessi dichiarano che queste persone risultano essere utili all'interno dei propri uffici, anche in vista di evoluzioni future il Ministero ci ha chiesto delle precisazioni, delle puntualizzazioni sulle attività svolte dai tirocinanti e sulle modalità con cui intendiamo portare avanti ed eventualmente integrare il percorso nella modalità del perfezionamento. Per cui mi auguro che il Ministero, avendo già ricevuto da noi diversi chiarimenti, questa volta ci dia finalmente il benestare per passare avanti.

Per quanto riguarda il Ministero della Giustizia e i tirocini della Giustizia ai quali è necessario dare, come anche per gli altri del resto, corso alle attività di formazione, a breve partirà il bando per l'attività di formazione che è il completamento dell'attività di tirocinio, previsto dal modello di tirocinio così per come indicato dall'Unione Europea. Per cui i tirocinanti avranno al termine del percorso, anche quelli del Mibac e del Miur, una qualificazione dell'esperienza. La qualificazione l'abbiamo anche categorizzata all'interno del repertorio regionale, quindi è riconosciuta e potrà essere spendibile anche in seno a eventuali concorsi o comunque nel caso di ricerca di lavoro.

Per quanto riguarda gli ex percettori in deroga, ovviamente stiamo parlando di un bacino che ha delle specificità e anche un numero elevato di tirocinanti nell'ordine di circa 4500 persone, ci ritroviamo in una condizione leggermente differente, nel senso che le attività svolte da questi tirocinanti non prevedevano la parte di formazione e abbiamo chiesto che fosse istituita anche per loro, in linea con quanto chiede l'ordine del giorno e con quanto, diverse volte, già detto in questo Consiglio. Abbiamo chiesto che anche per loro sia possibile prevedere le attività di formazione e comunque abbiamo chiesto, anche per loro, un'interlocuzione con il Ministero di riferimento che, però, non c'è stata.

A questo punto stiamo valutando non solo le ipotesi alternative, avendo concluso l'INPS un lavoro che aveva cominciato e che ci ha portato a cristallizzare la situazione in ordine alle risorse disponibili per i percettori. Abbiamo chiuso con l'INPS sulla quantificazione delle risorse, siamo nelle condizioni di individuare una eventuale strada successiva, ma se non si attivano dei percorsi che ci consentono di andare in deroga all'intesa Stato-Regioni, diventa difficile ipotizzare un'evoluzione del percorso di queste persone che, sicuramente, hanno la necessità anche di essere ulteriormente accompagnate e tutelate.

Pertanto credo che l'ordine del giorno non solo vada incontro ad un lavoro svolto ma dica, ancora una volta, che la Regione Calabria ha una necessità, considerate le condizioni particolari che ha ereditato. Non ci dimentichiamo che parliamo degli ex percettori di mobilità in deroga che non hanno più diritto agli ammortizzatori sociali passivi e che tuttavia vanno gestiti e il loro percorso va governato in maniera che non rimangano senza nessun tipo di sostegno.

Pertanto ritengo che l'ordine del giorno sia assolutamente compatibile con le richieste già avanzate, con le attività in corso e soprattutto nell'interesse dei cittadini calabresi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.

NICOLÒ Alessandro (Gruppo Misto)

Presidente, intervengo per esprimere la mia condivisione e sottoscrivo pienamente l'ordine del giorno nei contenuti e per il significato che ha esposto, in modo esaustivo, il consigliere Gallo nel suo intervento. In merito all'argomento ho svolto un poco di attività, attraverso qualche interrogazione riferita all'utilizzo dei percettori di mobilità in deroga negli enti locali. Si parlava della figura del tirocinante e se il termine tirocinio risponde alla logica della formazione, di fare un percorso, di acquisire esperienza, di maturare e arricchire le proprie competenze, quella logica deve essere applicata anche agli ex percettori di mobilità in deroga, oggi tirocinanti che in alcune fasce dell'amministrazione regionale vengono utilizzati anche per altre mansioni rispetto al profilo per il quale dovrebbero essere impiegati.

A noi interessa sapere se c'è un principio che rispetta la pariteticità perché non ci possono essere percettori che fruiscono di deroghe e percettori che non ne usufruiscono.

Premesso che tutti devono essere considerati allo stesso modo, consapevoli che nessuno deve fare demagogia e consci dell'inizio e della scadenza di un progetto, affinché non si costruiscano i soliti carrozzoni del passato di cui la politica si è avvalsa, in senso lato, la destra e la sinistra, per fini, per scopi elettorali, per legittimare richieste, vogliamo capire se dal punto di vista legislativo, in un contesto di stabilizzazione, considerato che hanno maturato esperienze - quindi non ci può essere precariato di serie A di Serie B - alla fine di questo percorso vi è una certificazione che valorizzi l'attività svolta e che possa essere utile. Altrimenti ci renderemo parte diligente, compatibilmente alle nostre competenze, per presentare una proposta di legge che, in tal senso, riguarda i tirocinanti negli enti locali.

Se si fa tirocinio per acquisire esperienza professionale nell’ambito forense ad esempio, ma mi riferisco anche ad altri settori, vogliamo capire quali priorità possono avere, in un contesto di competizione, visto che hanno maturato esperienze, che hanno delle competenze; vogliamo capire se si ha un diritto di precedenza - chiamatelo come volete - se si troveranno in una posizione differenziata, altrimenti ci troviamo innanzi ai soliti carrozzoni elettorali, costruiti a tempo solo per rispondere a logiche contro le quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando.

Il mio intervento, tra virgolette, per condividere ed esprimere il mio voto favorevole, c'è anche la firma del collega Orsomarso, quindi interpreto il suo pensiero che è stato esposto bene dal collega Gallo. Sono rimasto parzialmente soddisfatto del suo ragionamento, premesso che nella fase finale ha accolto l'ordine del giorno. Ci lavoreremo assieme, però dobbiamo capire cosa il Consiglio, al di là delle raccomandazioni che si pongono rispetto alle competenze ministeriali, ha intenzione di fare. So che lei ha rivolto un quesito al Ministero degli Interni, poi al Ministero del Lavoro e non si sa poi a chi competente e chi deve rispondere, ma da quello che ho capito ci si è un po' avvitati.

Per quello che riguarda il Consiglio regionale, ancor prima di raccomandare il Governo nazionale, dobbiamo comprendere cosa si intende fare per valorizzare ciò che è stato fatto e ciò che questi soggetti hanno maturato rispetto a logiche di professionalità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.

ORSOMARSO Fausto (Gruppo Misto)

Ne approfitto non per aggiungere altro ma per dire al Presidente, all'Assessore, con garbo e senza urlare, che in questa legislatura il confronto con il Governo centrale, con i Governi che si sono succeduti, è mancato e non solo riguardo a questa problematica ma anche alla riforma del Welfare, bocciata dal Tar e dal Consiglio di Stato. Insomma c'è tutta una serie di problematiche, sul tema del lavoro, su cui siamo carenti.

Si tratta di un tema complesso di cui abbiamo discusso la volta scorsa votando la legge manifesto che riguardava gli LSU e gli LPU, in un clima di tristezza perché mentre noi qui parliamo di tirocinanti del Mibac a Cortina festeggiano Cortina 2026 ed è ovvio che se fossi seduto al suo posto pagherei le stesse difficoltà che lei oggi vive.

Devo certificare la sua risposta Assessore, evidenziando che non c'è una continuità logica, quindi intervengo per dire al presidente Oliverio - e credo che come gruppi di minoranza dovremmo discuterne - che questa legislatura prima finisce e meglio è. Quindi l’appello è quello di stabilire qual è la data per chiudere la legislatura. Ho ascoltato in queste ore il dibattito e penso si possa fare sul lavoro in questo Consiglio regionale, supportando le azioni di questo Governo, un grande piano, stabilendo che, per chiunque verrà in futuro, abbia la priorità.

Per quanto mi riguarda, per quanto ci riguarda dovremmo dire basta al precariato! Ovviamente non l'ha prodotto né Oliverio né lei, Assessore, e vale l’interpretazione autentica della legge sulla quale si dibatte per sapere quanta gente resta fuori. Suggerirei uno sforzo che, a fine legislatura, può diventare bipartisan, volto a disegnare un percorso, assumendo, insieme, degli impegni.

Ripeto: dovrei dire che dopo quattro anni e mezzo, su questo tema, questa Giunta non ha prodotto nulla, anzi ha accumulato altri ritardi. Mi rendo conto che diventa il dibattito delle parti politiche quindi dico, presidente Oliverio, anche su questo dibattito, convochiamo le elezioni a novembre, in modo che tutti gli schieramenti in campo sappiano di essere da settembre in campagna elettorale e utilizziamo il tempo che rimane in Consiglio regionale impegnandoci sul tema del lavoro che è grande tema. Ribadisco che non riguarda l’assessore Robe e la sua funzione, io ne denuncio l’inerzia però ribadisco che è il gioco delle parti. Proviamo a darci un timing elettorale e, soprattutto, sul tema del lavoro a settembre ritroviamoci su una grande pianificazione che certifichi la realtà, perché stiamo certificando ogni giorno, in Consiglio, pezzi di realtà: i tirocinanti, gli LSU-LPU, i lavoratori che sono rimasti fuori, i piani di investimenti che mancano. Ad esempio, ho salutato positivamente, apprezzandolo, il bando sui borghi e anche l'ultima uscita che lo ha caratterizzato, riguardo al “no plastica” e che rende l'idea di una Calabria diversa. A questo però è mancato il supporto ad un precariato storico a cui siamo stati incapaci di offrire soluzioni e lavoro futuro, ovviamente insieme ai Governi nazionali, perché la gente continua a partire.

I borghi sono stati una bell’intuizione ma non ci abbiamo aggiunto l'investimento e la pianificazione da certificare, da celebrare ogni giorno quando si crea un nuovo posto di lavoro.

Quindi mi permetto di aggiungere questo appello, lo faccio, approfittando della sua presenza, anche al Presidente: su questo tema, almeno sul precariato storico impegniamo il Consiglio ad uno sforzo comune.

Mi pare di capire che a questi tirocinanti non sappiamo neanche se certificheremo il tirocinio che hanno svolto, non sappiamo, ovviamente non tutti, perché non si può creare magari un bacino, se una certa quantità, cinquanta, dieci, venti, possono trovare occupazione anche nel privato. Questo è un tema centrale, su questo volevo dire la mia pensando che sui grandi temi - ne approfitto, non c'entra col tema, Presidente - per come è messo questo Consiglio si può fare molto, ma, in ogni caso, prima si vota in questa regione e meglio è.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà, poi interviene il Presidente della Giunta.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

È chiaro che prima interviene il consigliere e poi chiude il Presidente della Giunta, ci mancherebbe altro. Riprendo la parola ringraziando l'Assessore per aver dato il via libera all’ approvazione di questo ordine del giorno. Voglio sottolineare, Assessore, non per fare polemica, assolutamente, che l'ordine il giorno è dello scorso gennaio e che in quell'ordine del giorno scrivevamo, insieme ai colleghi Orsomarso e Pedà, che a breve per i tirocinanti Mibac e per i tirocinanti Miur si sarebbe parlato di una ripresa del tirocinio. Siamo a distanza di sei mesi e lei oggi ci dice che per Miur si riparte, per il Mibac ancora non si sanno i tempi e che forse Patamia, direttore generale dei beni culturali, si è dichiarato favorevole ad una ripartenza.

Voglio sottolineare, lo dico perché interpreto anche la volontà di questi tirocinanti, che c'è estrema lentezza nel procedere in questo senso e le volevo chiedere, la volevo pregare, di accelerare su questo argomento perché questi lavoratori, che hanno svolto un anno di tirocinio a cinquecento euro al mese, sono fermi in media da sei mesi.

Poiché si tratta di persone adulte che hanno famiglia, non sono ragazzetti che magari possono anche aspettare qualche mese perché son figli di famiglia, lo dico anch'io in maniera sommessa, non alzando la voce, ma pressando affinché lei, su questo, sia determinata, le volevo chiedere di accelerare i tempi perché la ripresa di questi tirocini è essenziale, così come anche l'interazione col Governo centrale, per far sì che si parifichi la durata dei tirocini, si parifichino anche le somme che spettano ai tirocinanti, ma soprattutto si verifichino le possibilità di accesso alla pubblica amministrazione per tutti.

Credo che questo sia fondamentale e le volevo chiedere di accelerare su questo. L'intervento del collega Orsomarso - chiudo, un minuto, Presidente - mi ha stimolato soprattutto nella parte che riguarda la consultazione elettorale.

Sabato ho letto un articolo di stampa con un'indiscrezione nella quale si faceva riferimento alla possibilità che l'Avvocatura regionale stesse licenziando un parere per procrastinare la data delle elezioni al prossimo febbraio. Confesso, Presidente, che ho cercato invano, anche scrivendo dei messaggi al destinatario della telefonata, invano ho cercato il dirigente generale del settore avvocatura, l'avvocato Festa, il telefono squillava ma lui al mio cellulare non ha risposto. Gli ho inviato un messaggio sabato dicendo: “caro dirigente generale, avrei bisogno di sentirti per non più di cinque minuti.” Ma non mi ha risposto. L’ho ricercato stamane, con lo stesso messaggio, per chiedergli se risponde a verità questa circostanza. Ma stamani il cellulare era spento.

Presidente, al di là di quello che la legge prevede come possibilità e cioè che il Presidente abbia sessanta giorni più sei dalla scadenza naturale per indire le elezioni, ho avuto già modo di dire in questa circostanza che dobbiamo votare alla scadenza naturale. Glielo dice anche il collega Orsomarso ma credo che da tutti i colleghi di opposizione venga fuori questa posizione; sarebbe ipocrita se dicessimo votiamo a settembre, non è possibile, ma dobbiamo votare alla scadenza naturale del 23 di novembre e la prima possibilità è quella di domenica 24 novembre, non dobbiamo andare oltre.

Non possiamo fare una campagna elettorale durante le feste natalizie, non possiamo fare una campagna elettorale nel mese di gennaio perché, noi, la gente che già è lontanissima dalla politica la dobbiamo coinvolgere, non dobbiamo respingerla facendo una campagna elettorale nel mese di gennaio. Non è civile. Noi la gente già la facciamo votare a novembre che è un mese abbastanza mite per noi ma non il miglior mese possibile; la gente la dobbiamo coinvolgere, la dobbiamo portare a partecipare alla campagna elettorale, la dobbiamo portare alle urne.

Nel 2014 quando lei ha vinto, anche per demerito del centro-destra, ha partecipato alla competizione elettorale, votando, quindi esprimendo il proprio voto, il 44 per cento dei calabresi, se noi votiamo il 26 gennaio, il 2 febbraio, il 9 febbraio, voterà il 30 per cento degli aventi diritto e questo non è possibile. La invitiamo, Presidente, da questi banchi, ancora una volta in maniera unanime, a convocare i comizi elettorali, insieme alla Prefettura, per la prima domenica utile che è il 24 di novembre. Non le diciamo in maniera ipocrita di andare prima al voto, le diciamo di convocare le elezioni a scadenza e di non pensare a procrastinare questa agonia per altri due mesi.

PRESIDENTE

Interviene il Presidente della Giunta regionale.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Parto dall'ordine del giorno inserito in modo postumo, cioè quello della data delle elezioni. Lo faccio perché già prevedo che sarà un’estate nella quale si discuterà intorno alla data delle elezioni; purtroppo in questa Regione, come dire, c'è una deriva che ci spinge sempre a discutere, a fare la scherma su cose che non hanno fondamento. Prevedo già che nel mese di agosto, nel mese di settembre, si discuterà di questo per farne il pomo, diciamo, della discordia, cioè si discuterà se bisogna fare le elezioni un mese prima o un mese dopo. Tranquillizzo su questo perché, nel rispetto della legge, non c'è bisogno di nessun parere dell’avvocatura; non so chi abbia chiesto il parere all'Avvocatura, ogni giorno si tirano fuori notizie che sono frutto di fantasie. Non so chi abbia chiesto questo parere, non l’ho chiesto certamente io che sarei quello abilitato a chiederlo perché, come sapete, il potere di indire le elezioni, a norma di legge e nei termini previsti dalla legge, è in capo al Presidente della Regione e a nessun altro; è una prerogativa costituzionalmente prevista.

Non so perché avrei dovuto chiederlo io oppure chi ha chiesto questo parere, ma posso dire al Consiglio regionale che non ho chiesto alcun parere, poi se ci sono soggetti terzi che possono avvalersi di pareri dell'Avvocatura della Regione non lo so. Il Presidente del Consiglio non c'è, l’avrà chiesto forse il Presidente del Consiglio? Non so chi l'ha chiesto, io non l'ho chiesto sicuramente e sono sicuro che non l’ha chiesto nemmeno il Presidente del Consiglio. Non lo so chi ha chiesto questo parere ma posso tranquillizzarvi che da parte di chi ha il potere costituzionale di determinare, di decidere entro i termini previsti dalla legge, nel rispetto della legge, e cioè il Presidente della Regione, in questo caso io, non c'è stata nessuna richiesta di parere. Dico questo perché consiglio di evitare che, appunto, si determini un’estate nella quale si discute sulla data delle elezioni, questo già lo prevedo, perché non porta acqua a nessuno nemmeno a chi alimenterà questa cosa.

Poi ci sono anche considerazioni di buon senso perché si voterà in due regioni che hanno votato lo stesso giorno e bisogna cercare di concertare la data del voto anche con l’altra regione che ha votato il 23 novembre 2014, che è l’Emilia Romagna.

Si tratta di scelte di buon senso non oggetto, appunto, di polemica o di scontro politico perché se dovesse esserci una violazione della legge allora tanto di cappello e ci sarebbe legittimamente da alzare le barricate.

Per quanto mi riguarda non c'è nessun intento in questo senso e mi auguro che, almeno su questo, si possano fare le ferie di agosto senza alimentare la calura estiva con la calura sul nulla. Detto questo, invece, voglio fare alcune considerazioni sull'ordine del giorno, che è stato presentato e che apprezzo, aggiungendole a quelle già espresse dall'assessore Robbe.

Stiamo parlando di lavoratori ex percettori che sono oggetto di tirocini formativi, in questo caso nella amministrazione del Ministero per i beni e le attività culturali.

Considerazioni di ordine generale: innanzitutto voglio ricordare che l’iniziativa di utilizzare gli ex percettori d’indennità di mobilità in deroga, anche alla luce della riforma che è intervenuta nel 2015, ha determinato praticamente una situazione di difficoltà, in modo particolare per le Regioni come la nostra, in direzione della possibilità di utilizzare lo strumento della mobilità in deroga, attraverso cui attivare una forma di ammortizzatore sociale, che sono appunto le indennità previste per la mobilità in deroga.

Partendo da quanto stabilito con il Ministero di grazia e giustizia e da un’esigenza posta dall’amministrazione della giustizia in Calabria, dalle Procure della Repubblica, dai Tribunali, eccetera, abbiamo pensato di mettere in campo un progetto per utilizzare una parte di questi lavoratori e andare incontro alle esigenze di funzionamento delle attività di supporto, all’interno delle strutture dell’amministrazione della giustizia; nello stesso tempo per consentire ad un gruppo, ad una parte di questi lavoratori di poter accedere alla formazione.

Tutto questo è avvenuto sulla base di un accordo che abbiamo sottoscritto in una convenzione con il Ministero di Grazia e Giustizia, con l’allora Ministro della giustizia, onorevole Orlando, che ha acconsentito alla utilizzazione di questi lavoratori all’interno dell’amministrazione della giustizia.

A seguito della possibilità di utilizzare i lavoratori in mobilità in deroga nell’amministrazione centrale dello Stato, la convenzione ha avuto poi un’ulteriore conferma nelle altre che abbiamo sottoscritto con i procuratori delle Corti d’Appello, con i Presidenti delle Corti di Appello di Reggio Calabria e di Catanzaro.

È stata la prima Regione questa - non so se ce ne sono altre - a procedere con tale operazione, ad utilizzare risorse del Fondo sociale europeo per consentire, attraverso un’indennità, che costituisce un’integrazione al reddito. di 500 euro al mese per lavori e formazione utile.

Abbiamo aperto ulteriori spazi alla possibilità di utilizzare i lavoratori in mobilità in deroga nell’ambito dell’amministrazione della pubblica istruzione per operare, anche qui, attraverso un progetto di formazione per il sostegno nelle scuole, che era venuto meno a seguito dei tagli che il bilancio della pubblica istruzione aveva subito a livello nazionale.

Era stata fatta praticamente “terra bruciata”; era stato fatto deserto intorno alla possibilità del sostegno nelle nostre scuole.

E anche qui, sulla base di una convenzione, che abbiamo sottoscritto con la direzione generale del Ministero della pubblica istruzione, abbiamo aperto uno spazio per 600 persone che vengono utilizzate per la formazione e per il sostegno nelle scuole. Successivamente abbiamo pensato anche di poter utilizzare un ulteriore gruppo di persone, 650, con diversi profili professionali, per la formazione nel Ministero dei beni culturali, cioè sia nei siti archeologici sia nei musei sia nelle sovrintendenze, proprio al fine di poter formare, anche qui, un ulteriore gruppo di persone.

Questo lo dico perché dobbiamo ricostruire la storia dei fatti, non sollevare questioni e lo abbiamo fatto secondo me con un’impostazione innovativa perché la formazione si abbina anche alla utilità del lavoro e anche l’indennità, che è di 500 euro al mese, non è di tipo assistenziale ma si coniuga con la formazione e il lavoro, che rende anche utile quest’investimento.

Quindi questa è la premessa per quanto riguarda la fattispecie del Ministero dei beni culturali.

Siamo in presenza di un rinnovo della convenzione con il Ministero di grazia e giustizia, che ha acconsentito al fatto che la formazione attraverso i tirocini potesse essere prorogata per ulteriori 12 mesi, non essendo stata completata nel corso dei dodici mesi. Tant’è che per il Ministero di grazia e giustizia abbiamo una proroga di ulteriori 12 mesi per completare la formazione, che ha interessato, chiaramente, gli stessi soggetti, le stesse persone, mentre per il Ministero della pubblica istruzione c’è una disponibilità a rinnovare, a partire da settembre, la proroga per i 600, per quanto riguarda il Mibac attraverso il Segretariato, attraverso il dottore Patamia, abbiamo aperto un’interlocuzione, che non si è ancora chiusa.

Non si è ancora chiusa non per responsabilità nostra, perché abbiamo un “apripista” di quest’esperienza che è il Ministero di grazia e giustizia, col quale abbiamo già rinnovato per altri 12 mesi lo scorso mese di ottobre, di novembre, ma perché praticamente ci sono state alcune eccezioni a cui ho risposto anche di recente con un’ulteriore lettera a mia firma; eccezioni secondo le quali sarebbe stato necessario chiarire in questa proroga, in quest’impostazione, la possibilità di precostituire un diritto nel rapporto con l’amministrazione che gestisce le risorse umane.

Abbiamo chiarito che non si tratta di questo. Lo abbiamo fatto anche in riferimento a precise circolari del Ministero del lavoro e degli Ispettorati del lavoro, dicendo che non si tratta di un rapporto di lavoro ma si tratta di formazione e, quindi, non c’è nessuna precostituzione.

Proprio di recente abbiamo scritto una lettera e abbiamo chiesto, sulla base di questo chiarimento, formalmente trasmesso al Segretariato e quindi al Mibac, che anche per questi lavoratori, che sono 650, si possa predisporre un atto di proroga, com’è stato fatto per le altre Amministrazioni dello Stato, utilizzando le stesse persone affinché completino il percorso formativo.

Questo per quanto riguarda il merito della questione.

Per quanto riguarda il riconoscimento, invece, non abbiamo nessuna difficoltà a riconoscere un lavoro che è stato svolto proprio attraverso i tirocini. Il problema è che affinché il riconoscimento abbia valenza legale ci dev’essere un provvedimento da parte del Ministero del lavoro. Ci dev’essere un atto del Ministero del lavoro affinché una certificazione sia legalmente riconosciuta.

Abbiamo condotto tutta quest’operazione anche in presenza di un accordo.

Ecco perché le convenzioni tra Regione e amministrazioni centrali interessate, cioè Ministero della giustizia, Ministero della pubblica istruzione e Ministero dei beni culturali: abbiamo fatto quest’operazione in presenza di un accordo Stato-Regioni, che prevede la durata dei tirocini in 12 mesi.

Attraverso queste convenzioni, questi accordi, abbiamo spinto per rimuovere questo limite e l’abbiamo rimosso già per quanto riguarda sia il Ministero della giustizia sia il Ministero della pubblica istruzione.

Stiamo lavorando per rimuovere tale limite anche per quanto riguarda il Ministero dei beni culturali. Se vale la certificazione fatta dalla Regione, il riconoscimento che coloro i quali hanno partecipato ai tirocini, hanno effettuato ics ore di praticantato, ics ore per la formazione e questo vale… benissimo.

Non vale purtroppo dal punto di vista legale perché c’è bisogno di un atto legislativo da parte del Ministero del lavoro sul quale stiamo insistendo.

È chiaro che, nel momento in cui il tirocinio piuttosto che 12 mesi dura 24 mesi, si può chiedere con più forza il rilascio di una certificazione. Insomma, per coloro i quali hanno fatto un tirocinio della durata di 24 mesi nelle rispettive amministrazioni, certificato anche dalle Amministrazioni dello Stato, quindi dai Ministeri, la possibilità che questo riconoscimento possa esserci è ancora più forte. Questo è il quadro della situazione. Stiamo lavorando in questa direzione.

Poi è chiaro che una certificazione è anche un titolo che può e dev’essere valutato - ecco perché siamo d’accordo con quest’impostazione - al fine di uno sbocco occupazionale nelle rispettive amministrazioni o nelle amministrazioni pubbliche più in generale.

Il problema, però, è questo: è aperto un confronto con il Ministero del lavoro per quanto riguarda tale aspetto e riteniamo che debba essere valutata la possibilità di riconoscere un percorso formativo per il quale è stato previsto un investimento.

Mi premeva chiarirlo per evitare anche qui confusione, perché siamo in presenza di 2.250 persone nelle Amministrazioni centrali (Ministero di grazia e giustizia, Ministero della pubblica istruzione e Mibac) e abbiamo poi circa 5.000 tirocinanti negli Enti locali.

Anche qui voglio cogliere l’occasione per fare una precisazione e per rispondere anche a iniziative parlamentari che in questi giorni ci sono state.

Abbiamo chiesto un parere al Ministero dell’interno che - come sapete - è il Ministero di riferimento per gli Enti locali, affinché potesse, anche qui, esprimere un okay, una valutazione. Non perché il Ministero dovesse metterci risorse. Per capirci: non abbiamo chiesto risorse a nessuno!

Abbiamo chiesto un parere alla direzione competente del Ministero dell’Interno che, dopo mesi e ripetute sollecitazioni, ci ha riferito che non è materia di sua competenza; evidentemente preoccupati che questo comportasse un peso dal punto di vista economico per lo stesso Ministero. Niente di più infondato da questo punto di vista!

È chiaro che trattandosi di un rapporto che hanno con i Comuni, proprio per evitare di mettere in difficoltà gli stessi e per tranquillizzarli su questo versante, abbiamo anche chiesto al Ministero dell’Interno di pronunciarsi in tal senso, così come abbiamo fatto per le altre amministrazione che richiamavo prima ma la risposta non è arrivata.

Abbiamo ritenuto di insistere in questo senso perché si tratta solo di esprimere un parere da parte dell’Amministrazione centrale di riferimento degli Enti locali, che è, appunto, il Ministero dell’Interno, perché riteniamo che meritino anche queste risorse e che i Comuni meritino, così com’è stato per le altre amministrazioni, di proseguire nel percorso di formazione attraverso i tirocini, con una pari opportunità, portando la durata da 12 a 24 mesi, anche con risorse del Fondo sociale europeo che abbiamo deciso di destinare per permettere ai tirocinanti nei Comuni - non solo a quelli che fanno la formazione ma che stanno prestando anche un lavoro utile - di potere avere la certificazione di un percorso, quello della formazione, che possa essere tenuto in considerazione, qualora, appunto, i Comuni, e non solo, dovessero, per esigenze e fabbisogni di pianta organica, procedere alla indizione di pubblici concorsi.

Questa non è l’anticamera dell’occupazione. È una formazione; è un tirocinio, appunto, che permette di acquisire titoli per poter farli valere nel momento in cui si dovessero bandire eventuali concorsi e partecipare. Tutto qui.

Quindi vi ringrazio per avere sollevato la questione con un ordine del giorno ma, alle considerazioni fatte dall’assessore Robbe, mi premeva aggiungere le mie considerazioni perché ritengo sia giusto che il quadro, nel quale ci si muove e che rappresenta la situazione dei tirocinanti, sia chiaro e che siano anche evidenti e chiare le responsabilità e la volontà della Regione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno.

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno numero 62 a firma dei consiglieri regionali Pedà e Gallo “Attività di sorveglianza idraulica nel territorio calabrese”

PRESIDENTE

Passiamo all’ordine del giorno, protocollo 4896 del 12 febbraio 2019, a firma dei consiglieri regionali Pedà e Gallo, “Sull’attività di sorveglianza idraulica nel territorio calabrese”.

Cedo la parola al consigliere Pedà, proponente, per l’illustrazione. Prego.

PEDÀ Giuseppe (Casa delle Libertà)

Grazie, Presidente. È un ordine del giorno datato febbraio, che ci siamo trascinati.

Era il periodo delle piogge e, insieme al collega Gallo, avevo sollevato e portato all’attenzione del Consiglio regionale tale ordine del giorno per impegnare la Giunta regionale sulla problematica dei sorveglianti idraulici.

Era pure il periodo degli accadimenti calamitosi, che avevano interessato la regione, non mi ricordo se prima o addirittura anche dopo la frana che ha interessato la frazione di Sant’Anna, nel Comune di Seminara.

In pratica c’è una problematica, che è quella dei 290 ufficiali di Azienda Calabria Verde, che sono sorveglianti idraulici, però sorvegliano poco perché hanno un contratto, che è di natura privata e non pubblica, che non consente loro, per esempio, di verificare durante la notte i corsi d’acqua ed effettuare il servizio di piena e allerta.

Nei giorni scorsi abbiamo audito, in Commissione speciale di vigilanza, anche l’ottimo generale Aloisio Mariggiò, commissario di Azienda Calabria Verde, che proprio alle mie domande sulla questione ha risposto affermativamente e avvalorando così la tesi di quest’ordine del giorno, cioè che Azienda Calabria Verde avrebbe bisogno di rimettere ordine nella contrattualistica dei sorveglianti idraulici.

Nati nel 2000, purtroppo dopo la strage di Soverato, c’era stato un passaggio dall’Autorità di bacino ad Azienda Calabria Verde e quindi tali ufficiali non erano stati messi nelle condizioni ottimali per poter assolvere al loro lavoro.

Ne avevo parlato anche con i colleghi di maggioranza, con il consigliere Romeo ma mi sembra che anche il consigliere Guccione si fosse interessato alla problematica.

Signor Presidente della Giunta regionale e colleghi consiglieri, credo sia arrivato il momento di mettere un punto anche in questa vicenda e di ridare ordine e organizzazione, soprattutto con l’arrivo delle piogge invernali, perché siamo già in estate. A tal proposito ricordo, per esempio, durante la frana verificatasi nel Comune di Seminara l’ottimo lavoro svolto sia dai volontari - che però non devono essere messi in condizione di subire dei rischi - e sia anche dai sorveglianti che hanno monitorato la frana, non potendolo fare, però, nel periodo notturno che è quello di pericolo più alto, quando i cittadini riposano o dormono. La richiesta è, quindi, quella di mettere ordine e di contrattualizzare in modo definitivo i sorveglianti idraulici.

Visto che parliamo di dissesto idro-geologico, ne voglio approfittare anche per sollecitare la Giunta regionale rispetto al Piano in cui erano stanziati, per esempio, 12 milioni di euro per la messa in sicurezza del fiume Budello di Gioia Tauro.

Non so a che punto sia l’iter, se la gara d’appalto per i lavori debba essere effettuata dalla Città metropolitana o dalla Regione Calabria. Anche in merito a questo vorrei avere notizie ma le chiederò nei prossimi giorni e comunque vorrei dire che bisogna avere una visione globale del dissesto idrogeologico e del territorio calabrese; oggi ne approfitto perché vedo in Aula il direttore generale del Dipartimento agricoltura, e lo ringrazio per la presenza, ma vorrei, signor Presidente, che anche tutti gli altri direttori generali mostrassero la stessa sensibilità nel presentarsi in Aula.

Non so se esiste una direttiva che impone ai direttori generali di essere presenti in Aula quando vi è una seduta di Consiglio regionale, certamente spesso non sono presenti, neanche se convocati nelle Commissioni, quindi non pretendiamo tanto!

Per tornare al punto, credo che lo sviluppo agroalimentare, di cui si è dato traccia in questa Legislatura con il collega D’Acri, debba necessariamente camminare di pari passo con il territorio in generale e quindi intervenire anche in tema di dissesto idrogeologico.

L’audizione del generale Mariggiò in Commissione speciale di vigilanza è stata preoccupante ed allarmante perché sappiamo tutti che a breve molti dei 6.000 forestali rimasti, rispetto ai 20.000 che c’erano, andranno in quiescenza e avremo, signor Presidente, un territorio calabrese privo del personale forestale - oggi appartenente ad Azienda Calabria Verde - che può così tutelare il nostro territorio.

Devo dire, collega Esposito, che è colpa anche soprattutto della politica perché mentre si gridava allo scandalo per i 20.000 forestali calabresi perché aggravavano la spesa pubblica, al Nord si creavano infrastrutture, strade, autostrade, ospedali, signor Presidente.

Ho chiesto la convocazione del responsabile dell’edilizia sanitaria perché, collega Guccione, ci deve indicare un cronoprogramma e dire quando pensa che partiranno questi lavori.

Presidente, devo apprezzare il grande lavoro che lei ha svolto in questi anni, con grande difficoltà rispetto al problema dell’edilizia sanitaria, con la costruzione dei nuovi ospedali ferma, però non possiamo continuare a illudere il territorio e le genti di Calabria dicendo che siamo pronti, che stiamo arrivando e non arriviamo mai!

La colpa non è di questo Governo regionale, che certamente ha trovato le difficoltà prima di un’interdittiva e poi di un paventato fallimento.

Dobbiamo correre velocemente per dare risposte alla Calabria.

È chiaro che lo diremo anche al commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario: non possiamo aspettare 56 anni, sperando che queste strutture edilizie vengano costruite e intanto assistere alla chiusura dei nosocomi esistenti.

Lo dico perché conosco e ho conosciuto di persona la situazione. Abbiamo una situazione vergognosa nella Piana di Gioia Tauro, con Gioia Tauro e Palmi quasi completamente chiuse, con sala operatoria nuova, dove era stata promessa l’apertura in day surgery, per esempio, per la chirurgia; così anche a Melito di Porto Salvo, dove un altro ospedale generale è quasi completamente chiuso, con tanti servizi precari.

Leggevo l’altro giorno addirittura che l’autoambulanza, il 118, non era funzionante.

Per tornare all’argomento, credo anche che, con la condivisione del commissario di Azienda Calabria Verde, generale Mariggiò, la Giunta regionale debba trovare le risorse finanziarie in questo bilancio per dare la possibilità, tra settembre e ottobre, ai 290 ufficiali di poter svolgere ed espletare nel miglior modo possibile il loro lavoro e garantire così il servizio di verifica sulla piena, l’allerta e tutti gli altri servizi a cui sono addetti. Grazie.

 

Presidenza del presidente Nicola Irto

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Presidente, intervengo rapidamente perché il tema della sorveglianza idraulica posto attraverso questo ordine del giorno, che è stato oggetto di discussione anche in altre occasioni in questo Consiglio regionale, merita una breve considerazione.

Innanzitutto, devo precisare che questo servizio, gestito prima dall’Afor e adesso da Calabria Verde, è di fondamentale importanza per la Regione e merita una adeguata e attenta riflessione, anche e soprattutto in questo Consiglio regionale.

Il generale Mariggiò, che, come sapete, è alla guida di Calabria Verde, ha posto in essere una serie di iniziative per mettere ordine e ripristinare la legalità in questa Azienda e lo ha fatto con atti e risultati concreti e significativi; innanzitutto, ponendo – come dire – sotto controllo le attività di questo importante Ente, per renderle trasparenti e, soprattutto, cercando di andare nella direzione di una riqualificazione della funzione dell’Azienda che è nata – non bisogna mai dimenticarlo – nel quadro della forestazione come strumento per le politiche di assetto del territorio, di sistemazione idrogeologica e, appunto, di cura e manutenzione delle foreste regionali.

Devo dire che, dopo una prima fase di difficoltà non semplici, si sta procedendo in questa direzione e sono state già messe in atto iniziative interessanti con risultati altrettanto importanti.

Il consigliere Pedà ricordava prima – e lo ringrazio per questo – l’esempio del fiume Budello che, come sapete, ha provocato, nel corso della storia di questo territorio, seri danni e problemi alla città di Gioia Tauro.

L’ultima alluvione è stata quella del 2010 quando, appunto, l’esondazione del fiume Budello ha determinato un allagamento con una grave situazione per la città di Gioia Tauro. Oltre agli interventi di carattere strutturale che sono stati programmati e che sono in via di realizzazione, i 12 milioni di euro, a cui si riferiva il consigliere Pedà, destinati a questo fiume, e che si aggiungono ai quattro milioni di euro già destinati – quindi, complessivamente, 16 milioni di euro – sono l’esempio concreto di questa linea e di questo interesse.

Abbiamo deciso di delegare questi interventi ai Comuni, alle Province ed alla Città metropolitana affinché la Regione si liberasse dalla funzione gestionale. Lo abbiamo fatto anche per questo investimento che è stato trasferito alla Città metropolitana sia relativamente alla fase di progettazione delle opere sia, chiaramente, alla fase di esecuzione dei lavori.

So che le procedure sono avanti e, naturalmente, dalla Regione le stiamo seguendo perché è necessario monitorare anche i percorsi, ma le iniziative di Calabria Verde vanno in questa direzione in modo concertato perché, grazie all’intervento di questa Azienda, sono ormai due anni che si attuano sul fiume Budello interventi di manutenzione idraulica, che hanno evitato il riproporsi delle situazioni drammatiche avvenute nel 2010.

Altrettanto si è fatto e si sta facendo anche in altre fiumare e, in questo quadro, la sorveglianza idraulica assume una funzione importante che è quella del presidio sui fiumi e sulle aste fluviali al fine, appunto, di monitorare l’andamento della situazione, ma anche lo stato della condizione delle aste fluviali e, quindi, determinare su questa base anche gli interventi e la priorità da dare ad essi.

In questi giorni è stato concluso un importante accordo tra Calabria Verde e le organizzazioni sindacali con il coordinamento della Regione per quanto riguarda il rinnovo del contratto di lavoro dei lavoratori forestali. A giorni si procederà alla firma di questo contratto che prevede importanti innovazioni, oltre che adeguamenti dal punto di vista salariale e, conclusa questa fase, è stata già preannunciata dal generale Mariggiò l’apertura di un altro tavolo che interessa proprio la sorveglianza idraulica, al fine di affrontare problemi di carattere giuridico-normativo nel rapporto con queste forze.

Come sapete, c’è stato anche un ricorso giudiziario da parte di alcuni di questi lavoratori e, naturalmente, adesso si sta affrontando questa questione affinché si possa risolvere e sciogliere, attraverso un accordo sindacale e la definizione di un contratto integrativo di lavoro che sia rispondente alle situazioni specifiche che questo comparto, sostanzialmente, presenta dal punto di vista giuridico, formale e amministrativo.

Devo dire che si è anche proceduto ad investimenti in tal senso e, proprio nei giorni scorsi, si è conclusa una gara che Calabria Verde ha portato avanti per la dotazione di mezzi per far fronte alle attività di manutenzione. I diversi bacini saranno dotati di mezzi per i quali è stata già fatta una gara per procedere, in modo continuativo, alle opere di manutenzione perché spesso le alluvioni sono il frutto del mancato intervento di pulitura e di manutenzione delle aste fluviali.

In tal senso, si è deciso di dotare Calabria Verde di un adeguato parco macchine per il quale è stata già espletata una gara e, a partire dall’autunno prossimo – settembre/ottobre – ci sarà una dotazione di mezzi che saranno, in via permanente, utilizzati in tal senso.

In questo quadro, si inserisce anche l’istituzione dei presìdi idraulici per i quali il generale Mariggiò sta definendo una proposta articolata e precisa, tenendo conto della legge regionale, affinché si possa dare vita concretamente ad una loro strutturazione sul territorio.

Come vedete, oggi, Calabria Verde, sulla base del lavoro di riordino, bonifica e di affermazione della legalità che è stato portato avanti, – che non è di poco conto e che è partito da una situazione di vera e propria giungla nella quale si trovava l’Azienda – si è messa su un binario giusto e, in questa direzione, troverà risposta e soluzione anche la problematica dei sorveglianti idraulici.

PRESIDENTE

Passiamo, quindi, alla votazione dell’ordine del giorno, protocollo numero 4896.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno numero 63 a firma del consigliere regionale Sergio “In merito all'alluvione che ha colpito Corigliano Calabro nei giorni 26 e 27 novembre 2018”

PRESIDENTE

Passiamo all’ordine del giorno a firma del consigliere Sergio “in merito all’alluvione che ha colpito Corigliano-Rossano nei giorni 26 e 27 novembre 2018”.

Cedo la parola al consigliere Sergio per l’illustrazione.

SERGIO Franco (Moderati per la Calabria)

Signor Presidente, onorevoli colleghi, anche questo ordine del giorno si muove nella direzione della prevenzione del dissesto idrogeologico nella nostra regione.

A tal proposito, vorrei ricordare che c’è una proposta di legge, a mia firma, che giace dal 2015 nella Commissione bilancio e che era finalizzata alla manutenzione dei corsi d’acqua di qualsiasi natura proprio per prevenire queste situazioni di dissesto a causa di esondazioni, inondazioni e quant’altro.

Questo ordine giorno si riferisce, appunto, ad una delle situazioni di difficoltà create da una esondazione del fiume Crati, il più grande fiume della Calabria, e riguarda il territorio di Thurio e Ministalla di Corigliano Calabro, oggi Corigliano-Rossano.

Dò lettura dell’ordine del giorno.

Premesso che, nei giorni 26 e 27 novembre 2018, la Calabria è stata colpita da violenti nubifragi che hanno provocato l’esondazione del fiume Crati e l’alluvione a Corigliano Calabro, in particolare nei territori delle località Thurio e Ministalla.

Preso atto che l’impetuosità delle acque ha provocato la morte per annegamento di un migliaio di capi di bestiame tra mucche e pecore, distrutto centinaia di ettari di agrumeti.

Tenuto conto che sono state coinvolte una decina di famiglie evacuate che hanno subìto danni rilevanti alle abitazioni, alle strutture e, di conseguenza, anche a beni e attrezzature personali. Una situazione di estrema gravità che ha visto il pronto intervento dei Vigili del fuoco che sono intervenuti con mezzi fluviali per mettere in sicurezza le persone che, solo grazie al passaparola, hanno potuto mettersi in salvo e, quindi, si è evitata la perdita di vite umane. All’indomani dell’alluvione, lo stesso Presidente della Giunta regionale ha effettuato un sopralluogo con i tecnici e ha constatato la drammaticità della situazione.

Considerato che, dopo gli interventi immediati dovuti all’emergenza, che hanno visto intervenire la Protezione Civile, il Consorzio di bonifica dei Bacini dello Jonio Cosentino, con sede a Trebisacce, a tutt’oggi, ancora, si registrano sfollati, permane l’inagibilità delle abitazioni delle famiglie rurali con nessuna prospettiva di riprendere le attività economiche-produttive e la normale vita familiare.

Rilevato che ad alleviare le perdite economiche delle famiglie sono intervenute iniziative di solidarietà promosse dalla Coldiretti per la ricostituzione dei greggi delle aziende colpite e per dare loro la possibilità di ricominciare. Una generosità che ha unito la Calabria e rafforzato legami e vincoli tra gli agricoltori.

Tenuto conto che la generosità non basta e che, pertanto, si ritiene opportuno richiamare all’impegno concreto la Regione anche attraverso la Protezione Civile regionale.

Considerata l’opportunità di ribadire con forza che il ripetersi di tragedie legate alla fragile situazione idrogeologica, accentuata da eventi metereologici sempre più violenti e imprevedibili, ci obbliga a richiedere ed insistere sulla necessità di un grande Piano per la manutenzione del territorio.

Preso atto che la sicurezza da frane, alluvioni e cedimenti del terreno è il primo intervento infrastrutturale, di cui la Calabria ha necessità e rappresenta un preciso segnale verso immediate misure di prevenzione.

Rilevata la necessità di un tempestivo intervento da parte dell’Amministrazione regionale finalizzato a dare sollievo alle famiglie vittime dei danni dell’alluvione.

Tanto premesso,

il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad intraprendere tutte le azioni politico-amministrative idonee a dare nell’immediato adeguato sostegno alle famiglie di località Thurio e Ministalla nel comune di Corigliano, consentendo il ritorno alle normali condizioni di vita nelle abitazioni, ristorandole dei danni subiti e ripristinandone il patrimonio zootecnico, unica fonte di vita e di lavoro. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, prendo la parola anch’io su questo per riconoscere al consigliere Sergio il merito di aver presentato questo ordine giorno, ormai datato, perché risale al 30 gennaio 2019.

Poiché il comune di Corigliano si trova nella mia area, sono stato più volte ad effettuare dei sopralluoghi nel territorio, in Ministalla e in Thurio, che sono stati particolarmente colpiti da una vicenda tragica, che è stata determinata da incuria umana, perché quella notte non c’è stata una piena. Quella notte l’argine è crollato, probabilmente, per incuria.

Tornando all’argomento al quale faceva riferimento in precedenza il collega Pedà e con il quale ho sottoscritto quell’ordine giorno, i sorveglianti idraulici in questa terra non vengono gestiti ed organizzati al meglio. In Calabria non abbiamo fiumi grandi e neanche lunghi e tempestosi ma, nel momento in cui si verificano più giorni di pioggia, rischiamo il crollo degli argini per la cattiva manutenzione ed anche per l’incuria umana.

Nel nostro caso, abbiamo avuto una invasione silenziosa di chilometri quadrati di acqua durante la notte – perché era l’una di notte – e, per fortuna, non c’è stata una piena, ma l’argine è crollato e l’acqua è entrata nelle abitazioni fortunatamente lentamente, per cui non ci sono state vittime anche se migliaia di capi di ovini e caprini – ovini soprattutto – sono annegati per l’invasione dell’acqua perché non sono riusciti ad uscire dalle stalle.

Poteva essere una tragedia. Per fortuna non lo è stata, ma il richiamo deve essere, per forza di cose, ad una maggiore cura ed attenzione.

Nelle settimane successive, abbiamo più volte sollecitato – poiché ci veniva comunicato dagli abitanti di quella contrada, giustamente, fortemente preoccupati per quello che avevano subito – interventi presso l’argine destro del Crati in altri punti, effettuati dal Consorzio di Bonifica – so che il Presidente è stato più volte sul territorio ad effettuare sopralluoghi – proprio per fare in modo che si evitassero ulteriori problemi in altre parti dello stesso argine.

Sono trascorsi ormai molti mesi: quelle famiglie hanno perso quasi tutto, di fatto sono rimaste soltanto le mura di case messe su – ed anche bene – dopo anni ed anni di sacrifici. Sono venute meno, addirittura, le stoviglie.

Peraltro, le analisi effettuate, nei giorni successivi, dall’azienda sanitaria hanno certificato che tutto ciò che era stato a contatto con quell’acqua – nella quale vi erano state per giorni e giorni anche le carogne degli animali morti – non poteva essere, naturalmente, più riutilizzato, doveva essere buttato tutto. Non poteva essere riutilizzato nulla.

È chiaro che, a distanza di mesi, qual è la richiesta?

La richiesta è quella di avere per queste famiglie – poche, per la verità, – un intervento da parte del Governo centrale o, comunque, anche da parte della Regione. Su richiesta del consigliere Orsomarso, abbiamo votato un emendamento al bilancio di previsione – se non sbaglio, collega Orsomarso – per il 2019 che prevedeva un capitolo di spesa di circa un milione e mezzo per indennizzare tutti coloro i quali fossero stati colpiti, nell’anno 2018, da eventi meteorologici che hanno comportato dei danni.

La richiesta – ripeto – è quella di un intervento che sia, oggi, – magari c’è anche stato – di risarcimento che possa rimettere queste famiglie nella condizione di ricostruire quello che avevano. Non chiedono di avere grandissimi risultati o di avere più di quanto avessero ma, almeno, di poter riavere quanto avevano, vale a dire i loro capi di bestiame e almeno le case che avevano realizzato con tantissimi sacrifici; quindi, l’occasione per ripartire e non abbandonare questa terra perché, altrimenti, il rischio è questo.

Si tratta di persone che erano tranquillamente nella loro casa di notte e che, purtroppo, hanno avuto un danno causato da beni pubblici. Il bene pubblico era il fiume Crati: l’argine del fiume Crati è crollato e, durante la notte, tutto quello che loro possedevano è stato distrutto.

Allora, la Pubblica Amministrazione, in questo caso, deve risarcire i danni e rimborsare le spese sostenute.

Devo dire che, nei giorni successivi, rispetto a questo evento, c’è stato l’intervento da parte della Regione, del Consorzio di Bonifica e di Calabria Verde.

Il generale Mariggiò è stato più volte sul territorio. Ho seguìto da vicino queste vicende anche con il dirigente generale del Dipartimento Presidenza, Pallaria, e devo dire che c’è stato un intervento da parte della Regione; un po’ meno – lo voglio dire – da parte del comune di Corigliano-Rossano perché, almeno, queste sono state le lamentele da parte degli abitanti di quell’area.

Oggi, superata la fase emergenziale, bisogna pensare alla ricostruzione.

Quindi, bene ha fatto il collega Sergio a presentare questo ordine del giorno.

Ci uniamo e votiamo a favore, chiedendo al presidente Oliverio, se c’è la possibilità del risarcimento, di utilizzare al meglio le risorse stanziate nel bilancio regionale 2019, ma soprattutto interagendo, per come è giusto, con il Governo centrale perché si è trattato di un danno causato da beni pubblici e, in questo caso, il bene pubblico è l’argine del Crati che, evidentemente, è crollato, ma non per una piena – ripeto – ma per cattiva manutenzione.

Presidenza del segretario-questore Domenico Tallini

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Ringrazio il consigliere Sergio per avere riproposto in questo ordine del giorno un problema che, come è stato ricordato, è particolarmente importante.

Nelle prime ore del 28 novembre 2018, come è stato ricordato dal consigliere Sergio, il fiume Crati, per le improvvise precipitazioni torrenziali cadute in quell’area, esondava nelle località Thurio e Ministalla del comune di Corigliano-Rossano, causando allagamenti e gravi danni ad aziende agricole, fabbricati, automezzi, macchinari e la perdita di centinaia di capi di bestiame.

A tutela della pubblica incolumità, il Commissario prefettizio – perché allora il comune di Corigliano-Rossano era gestito da un Commissario in attesa delle elezioni che, poi, si sono svolte qualche settimana fa – ordinava l’immediata evacuazione di circa 64 persone sistemandole, nell’immediatezza, presso un edificio scolastico in località Cantinella, per trasferirne, poi, 44, da lì a poche ore, presso una struttura alberghiera.

Siamo accorsi immediatamente sul territorio: la Regione è stata presente con le proprie strutture ed i propri funzionari e dirigenti, come qui è stato ricordato, attraverso la Protezione Civile regionale, Calabria Verde, i Consorzi di bonifica, anche con attività di sopralluoghi continui e di monitoraggio della prima fase di assoluta criticità e non solo.

La Regione, già da tempo, ha posto la massima attenzione sul territorio del Crati, attraverso la programmazione di azioni riconducibili al Commissario straordinario delegato per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico; nello specifico, ha affidato all’attuazione del comune di Corigliano-Rossano un primo intervento del cosiddetto “Piano ReNDiS” per l’importo complessivo di 2 milioni 708 mila euro avente ad oggetto interventi sui bacini dei fiumi Acqua del Fico e Felino.

Questo già prima del verificarsi dell’evento.

Inoltre, vi sono stati altri due interventi: uno di mitigazione del rischio idraulico, mediante la realizzazione di una vasca di laminazione in località Santa Croce, e l’altro riguardante il fiume Fosso Cannata, per un valore totale di circa 4 milioni di euro.

È il caso di ricordare – poiché alla notizia è stata data anche rilevanza nazionale – che l’attuale ufficio del Commissario per il dissesto idrogeologico in Calabria ha completato e collaudato in meno di due anni un importante intervento di messa in sicurezza degli argini del fiume Crati, in un altro tratto, previsto nell’ambito dell’Accordo di programma, sottoscritto, in data 25 novembre 2010, tra il Ministero dell’ambiente e la Regione per un importo complessivo di 4 milioni di euro.

Questo intervento, posto a tutela di uno dei più importanti siti archeologici del mondo, sta funzionando in maniera egregia ed ha reagito benissimo alle recenti piene manifestatesi nell’area.

Nella programmazione del Patto per il Sud, abbiamo finanziato un intervento di completamento per quasi 8 milioni di euro, il cui bando per la progettazione è già pubblicato sulla piattaforma regionale e ci consentirà di mettere in sicurezza ulteriori aree a rischio esondazione.

La Regione, con deliberazione della Giunta regionale del 3 dicembre 2018, trasmessa al Dipartimento della Protezione Civile nazionale, ha richiesto al Governo nazionale, ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo del 2 gennaio 2018, la dichiarazione dello stato di emergenza per gli eccezionali avversi eventi idrogeologici che hanno interessato il territorio del comune di Corigliano-Rossano, trasmettendo un rapporto speditivo di evento.

A seguito di ciò, il Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale comunicava che, in esito al sopralluogo congiunto tra il personale del Dipartimento della Protezione Civile nazionale ed i tecnici del comune di Corigliano-Rossano, riteneva che gli eventi in argomento non fossero tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità operative e finanziarie degli Enti competenti in via ordinaria e che, quindi, gli stessi non fossero ascrivibili alla tipologia degli eventi contemplati dalla lettera c) dell’articolo 7 del decreto legislativo del 2 gennaio 2018.

In più, la nota del Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale afferma testualmente che: “nello specifico, si evidenzia che l’estensione dell’area interessata risulta limitata ed i costi derivanti dalla realizzazione delle prime misure emergenziali appaiono contenuti e, pertanto, non richiedenti dichiarazione di pubblica calamità”.

Ora è chiaro che il danno è stato certamente circoscritto ma, comunque, notevole per le famiglie, per le aziende, per l’attività economica, appunto, di chi è stato colpito da quella esondazione.

Sulla base di questa valutazione, abbiamo insistito e stiamo insistendo affinché il Dipartimento della Protezione Civile nazionale riveda questa valutazione perché la dichiarazione di pubblica calamità è, chiaramente, condizione per la possibilità anche di attivare – come ricordava prima il consigliere Gallo – il Fondo istituito nel bilancio regionale. L’attivazione del Fondo è possibile se c’è il riconoscimento della pubblica calamità, che il Dipartimento della Protezione Civile nazionale non ha, finora, riconosciuto e per il quale stiamo insistendo perché l’argomento che si porta, appunto, per negare il riconoscimento è che il danno è stato limitato.

È vero che è stato limitato, ma ha determinato per le famiglie e per le aziende che sono state colpite, un danno di notevole entità ed il cui riconoscimento è condizione per la ripresa delle attività aziendali.

Stiamo insistendo su questo, considerato che è una condizione per potere attivare anche misure con ricorso alle risorse regionali perché, altrimenti, non saremmo nelle condizioni di poter giustificare, dal punto di vista proprio amministrativo, l’attivazione del Fondo a cui si faceva riferimento.

Anche io, personalmente, ho sollecitato il Capo Dipartimento della Protezione Civile nazionale, dottore Borrelli, a rivedere questa posizione. Insisteremo in questa direzione perché credo che l’evidenza del danno – seppure in un’area circoscritta – sia tale da giustificare, appunto, la dichiarazione dello stato di calamità.

 

PRESIDENTE

Pongo ai voti l’ordine del giorno.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportato in Allegati)

Ordine del giorno numero 64 a firma del consigliere regionale Esposito “Chiusura scuole di specializzazione “Università Magna Graecia” di Catanzaro”

PRESIDENTE

Si passa al quarto punto relativo all’ordine del giorno, a firma del consigliere regionale Esposito sulla “Chiusura Scuole di specializzazione “Università Magna Graecia” di Catanzaro”.

Cedo la parola al consigliere Esposito per l’illustrazione.

ESPOSITO Sinibaldo (Nuovo Centro Destra)

Grazie, Presidente. L’ordine del giorno è datato 17 giugno – quindi, neanche eccessivamente retrodatato – però, ritengo che, alla luce di quanto avvenuto da quella data ad oggi, abbia perso un certo significato e, probabilmente, sia stata anche un’occasione persa, da parte del Consiglio regionale, non discutere in quel momento del paventato rischio di chiusura delle Scuole di specializzazione; rischio che, poi, si è concretizzato per intero.

È, altrettanto, vero che, nella seduta di Consiglio del 17 giugno, al momento della richiesta di inserimento dell’ordine del giorno, il presidente Oliverio aveva anche detto, al di là della discussione in Aula, che avrebbe fatto proprio l’ordine del giorno, tenendo in debito conto questo percorso e questo rischio.

Presidente, dicevo che questo ordine del giorno del 17 giugno perde efficacia nel momento in cui quel rischio si è avverato: le scuole di specializzazione non sono state accreditate e sono state chiuse.

Quel giorno lei tranquillizzò il Consiglio regionale dicendo: “Al di là della discussione dell'ordine del giorno, mantengo la decisione di cercare di porre in essere ogni tentativo per scongiurare la chiusura delle scuole di specializzazione.” Purtroppo, anche se alcuni requisiti non andavano a ledere il livello della formazione professionale e delle prestazioni per quanto riguarda la didattica e la formazione, quelle sei scuole di specializzazione sono state chiuse.

Potevamo fare qualcosa in più? Ritengo di sì, perché anche se è vera l'assoluta autonomia - riconosciuta e sancita anche dai decreti legge - delle Università, è altrettanto vero che la politica, quella politica di equilibrio e di supporto ai nostri Atenei, probabilmente si poteva stringere tutta intorno all' Università di Catanzaro, alla Facoltà di medicina. Invece, al di là di quella breve discussione in Consiglio regionale, nei giorni successivi non c'è stato nessuno della nostra delegazione parlamentare che si sia levato a favore della Facoltà. Anzi, la delegazione Parlamentare che oggi sta al Governo, ha ritenuto, addirittura, di “invitare” i Ministeri, il Miur e Ministero della Sanità, ad andare ulteriormente a verificare anche quelle scuole di specializzazione che non erano sotto la scure del mancato accreditamento. Quasi in un gioco di penalizzazione della nostra Università, come se fosse un’Università che sta fuori dai confini regionali.

Probabilmente l'Università di Catanzaro non è perfetta, ma è pur sempre un centro universitario estremamente importante che dà la possibilità a migliaia di giovani calabresi di poter studiare e, anche, di un indotto degli studenti provenienti da fuori regione, se è vero, come è vero, che il numero cresce ogni anno.

Ma c'è di più, ritengo. Voglio ricordare che il prossimo anno, probabilmente, già il 90 per cento di queste scuole di specializzazione potranno riottenere l'accreditamento, a dimostrazione del fatto che non erano deficitarie con una carenza di requisiti insormontabile. Vale a dire: cardiochirurgia, ginecologia-ostetricia, malattie dell'apparato digerente-gastroenterologia, malattie dell'apparato respiratorio, medicina fisica e fisiatria e pediatria.

Ebbene, contemporaneamente alla chiusura di queste sei scuole di specializzazione, prima l’Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, poi il Miur, hanno comunicato al Ministero della sanità, invece, il superamento dei requisiti e, quindi l’accreditamento di ortopedia e microbiologia e, ex novo, anche l’attivazione, l'accreditamento, e, quindi, la borsa di studio, per quanto riguarda una nuova scuola specializzazione, la chirurgia toracica. In più, la scuola di specializzazione di anestesia, ha, addirittura, avuto 21 borse accreditate.

Questo a dimostrazione che non stiamo parlando, al di là della graduatoria, al di là delle classifiche, dell'ultima Facoltà di medicina del nostro territorio nazionale.

Ritengo, Presidente, che adesso ci debba essere un’interlocuzione del Consiglio regionale anche con i tanti parlamentari del MoVimento 5 Stelle che amano che le cose vadano male sul nostro territorio. Non abbiamo sentito una sola voce a favore della Facoltà di medicina di Catanzaro, anzi abbiamo visto il dito puntato, se è vero come è vero - e lo ribadisco – che è stato chiesto ai Ministeri competenti di andare a riverificare con la lente di ingrandimento i requisiti delle scuole di specializzazione già accreditate.

Ci dobbiamo togliere, presidente Oliverio, da questo gioco al ribasso dei nostri Atenei.

Nel rispetto dell’autonomia dell'Università, si deve porre in essere una politica attenta, equilibrata sul nostro territorio, per far sì che, all'interno dei nostri Atenei, non si vada ad una competizione becera che non porterebbe il bene di nessuno, ma ad una complementarietà, ad una competitività che innalzi il livello delle nostre Università. Tenendo, anche, conto che, in questo momento, in Italia si va più verso un accorpamento delle sedi universitarie piuttosto che a duplicazioni di Facoltà che non servirebbe a nessuno.

Ho apprezzato molto una delle ultime dichiarazioni dell’ex rettore dell’Università di Cosenza, dell’UNICal, il professore Crisci, che - pur combattendo da solo - in una trasmissione ha ammesso l’impossibilità giuridica, l’inefficacia, l'inopportunità, per esempio, di un'altra Facoltà di medicina presso l'Università di Cosenza che non sarebbe altro che una duplicazione, non servirebbe e creerebbe debolezze per entrambe.

Ripeto, in tutto il territorio nazionale si segue una logica di accorpamento ed in Calabria si discute se devono essere una o due sedi universitarie. Pur nell'ambito dell’assoluta autonomia territoriale, se noi seguiamo una logica inversa, sicuramente non faremo il bene delle nostre Università.

Quest’ordine del giorno, probabilmente, al di là delle buone intenzioni del presidente Oliverio, andava discusso quel giorno e, probabilmente, avremmo potuto, con la voce forte del Consiglio, interloquire con la delegazione parlamentare del MoVimento 5 Stelle, al fine di portare a casa qualche risultato.

Il risultato l'abbiamo portato a casa su altri versanti come: ortopedia, microbiologia, chirurgia toracica. Questo a testimonianza del fatto che, probabilmente, con un'interlocuzione attenta, supportata anche dai fatti, da quei requisiti strutturali assistenziali e disciplinari - come tecnicamente si chiamano - qualcosa la potevamo fare.

Presidente, le garantisco che, per quello che ho potuto vedere, l'ottanta per cento delle scuole di specializzazione che quest'anno non hanno avuto l’accreditamento, il prossimo anno saranno accreditate. Non perché abbiamo la bacchetta magica e sulla piattaforma dell'Osservatorio nazionale saranno inseriti dati ex novo, ma perché, probabilmente, c'era una discussione aperta in cui saremmo potuti intervenire. Eravamo da soli, lei aveva preso un impegno e sono convinto che l’avrà mantenuto, nonostante questa apparente sconfitta, ma quello che dispiace è la divisione delle forze politiche in Calabria che non sempre remano nella stessa direzione, per il bene del nostro territorio.

Fare il bene dell'Università di Catanzaro, della Facoltà di medicina, significa fare il bene della Calabria. Su questo, quantomeno, stringiamoci, Presidente. Stiamo attenti a non farci usurpare anche nei prossimi anni quello che può essere il valore dell’UNICal, dell'Università Magna Grecia di Catanzaro e dell’Università di Reggio Calabria. Non ci sono Università di serie A e di serie B, c'è un'intera Calabria che ha voglia e necessità di studiare in questa regione e - perché no? - anche di fare venire giovani dalle regioni limitrofe a studiare da noi.

Questo è l’intendimento di questo mio ordine del giorno, che non è solo mio perché sottoscritto da altri 10-15 colleghi consiglieri - non cito tutti perché abbiamo firmato quasi tutti i presenti quel giorno in Aula -, mi aspetto non una sua replica, ma un supporto a quello che ho appena detto, visto che oggi lei sta facendo un po' un “ping-pong” tra le mozioni dei consiglieri regionali e le dovute risposte che lei dà a nome dell'intera Giunta. Grazie.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Ho avuto modo di esprimere il nostro punto di vista, su questa problematica, già nella passata seduta di Consiglio regionale, oltre, naturalmente, a dichiararlo immediatamente e pubblicamente quando abbiamo appreso dalla stampa la notizia dell'orientamento dell'Osservatorio del Miur circa l’esclusione delle scuole di specializzazione dell'Università Magna Grecia di Catanzaro.

Abbiamo assunto un'iniziativa formale nei confronti del Ministro ed abbiamo rappresentato, in modo argomentato, la necessità di invitare l’Osservatorio a rivedere questo orientamento. Perché, com’è noto, da quanto verificato, anche per le vie brevi, quest'anno sei scuole di specializzazione all'Università Magna Grecia, che avevano fatto richiesta, non sono state accreditate. Per cinque di queste il mancato accreditamento è stato attribuito alla carenza di requisiti disciplinari ovvero legati al numero dei docenti, all’ attività di didattica e di ricerca, soltanto una di queste non avrebbe soddisfatto il criterio assistenziale, non avendo raggiunto i volumi richiesti in un'attività specifica. Quest'ultima criticità è stata superata con l'assunzione di un medico esperto in tale attività diagnostica e, pertanto, il prossimo anno la scuola dovrebbe - come diceva lei - essere accreditata.

Relativamente al mancato accreditamento delle altre cinque scuole per carenza degli standard di natura didattico-organizzativa, si è avuto modo di confutare l’utilizzo di standard che tendono a penalizzare le Università più giovani e privilegiare quelle consolidate nel sistema, quelle storiche, chiaramente. Dette discrasie sono state oggetto di interlocuzioni del nostro Dipartimento con le direzioni generali dei Ministeri competenti, durante le quali sono stati stigmatizzati alcuni comportamenti che hanno penalizzato la nostra Università.

Continueremo a batterci per il giusto riconoscimento della nostra Università, considerato il ruolo strategico svolto dall'unica scuola di medicina della nostra regione, ribadendo quanto sia indispensabile il ruolo delle specializzazioni mediche e dell'alta formazione per il reale potenziamento dell’offerta sanitaria.

Un convincimento questo che ci ha portato a sostenere, con risorse della Regione, le specializzazioni.

La nostra Università deve essere aiutata ad offrire opportunità di specializzazione a tanti nostri giovani laureati, anche in considerazione della carenza di specialità di cui soffre il nostro sistema sanitario e, più in generale, il sistema sanitario nazionale.

Devo dire che in questi anni, anche in questa direzione, abbiamo portato avanti un lavoro di costruzione del sistema universitario calabrese.

Prendo spunto dalla sua considerazione finale, consigliere Esposito, per ribadire la posizione del governo della Regione: la Calabria non ha bisogno di localismi e di competizioni al ribasso, ha bisogno di costruire e rafforzare il sistema universitario in una visione unitaria.

In questi anni abbiamo, periodicamente, riunito ad un tavolo i Magnifici Rettori di tutte le Università calabresi in Regione e tutto questo ha portato alla sottoscrizione di un Protocollo tra il Presidente della Regione e i Rettori delle Università calabresi per l'utilizzazione di 128 milioni di euro della programmazione regionale - in gran parte fondi comunitari, ma anche altri fondi - a sostegno delle Università calabresi.

Abbiamo fatto questo seguendo una visione unitaria, perché riteniamo che ogni tassello del sistema universitario calabrese risponda ad obiettivi precisi di formazione. I localismi non servono, non serve a nessuno mettere in competizione la Facoltà di medicina di Catanzaro con Cosenza o con Reggio Calabria o la Facoltà di ingegneria o la Facoltà di architettura. A noi serve una visione unitaria.

Respingo queste volgari impostazioni. Definisco volgari le impostazioni localistiche che hanno determinato solo danni alla Calabria. Nella storia di questa Regione, il localismo è stato uno dei mali più corrosivi e non ha avuto un ruolo secondario nel frenare lo sviluppo e la possibilità di esprimere le potenzialità. È stato il seme che ha portato alla contrapposizione ed alla debolezza di questa Regione.

Abbiamo una Facoltà importante che si sta affermando e sta fornendo eccellenze dal punto di vista della qualità e della professionalità nella nostra regione.

È nostra intenzione di investire in questa direzione, come stiamo investendo sul complesso del sistema universitario calabrese, liberandoci da logiche di gestione.

Abbiamo individuato i soggetti attuatori di tali politiche: Comuni, Province, Parchi, Università. In questo caso, le Università sono state assunte come soggetti attuatori delle politiche dell’Alta formazione, tant'è che l'Università Magna Graecia ha avuto uno spazio importante nell’utilizzazione degli investimenti per le specialità, così come altre Università hanno avuto risorse per i dottorati, per fare in modo che i nostri giovani laureati possano trovare qui, in Calabria, la possibilità di esprimere le loro qualità e i loro talenti.

Dobbiamo continuare questa battaglia. Poi, in riferimento all’assenza di iniziative parlamentari delle forze che sostengono questo Governo e gli orientamenti di questo Ministero, bisogna dire: “ogni botte dà il vino che ha”. Difatti, ho visto che, invece di intervenire attivamente per correggere, a livello centrale, una scelta che è assolutamente inaccettabile per una giovane Università come la Magna Graecia di Catanzaro, hanno, persino, cercato di rovesciare sulla Regione responsabilità che non ha. Perché l’Osservatorio che non ha riconosciuto le specialità all’Università Magna Graecia di Catanzaro, non è una struttura regionale, è nazionale, del Miur, ed avrebbe dovuto essere richiamato dalla delegazione parlamentare che sostiene questo Governo. Ma – ripeto -: “ogni botte dà il vino che ha” e noi, di questi tempi, abbiamo botti che danno vino molto, ma molto “acetoso”.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi. Pongo in votazione l'ordine del giorno del consigliere Esposito sulle scuole di specializzazione. L'ordine del giorno è approvato.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Presidenza del presidente Nicola Irto

Mozione numero 160/10^ di iniziativa dei consiglieri D. Tallini, G. Arruzzolo, G. Neri, G. Gallo, S. Esposito, C. Parente, V. Pasqua, A. Scalzo, recante: “Sull'inserimento della Diga sul fiume Melito nel Decreto sblocca cantieri”

PRESIDENTE

Passiamo al punto 5 all'ordine del giorno. La mozione numero 160/10^ di iniziativa dei consiglieri Tallini, Arruzzolo, Gallo, Esposito, Parente, Pasqua, Scalzo recante: “Sull'inserimento della diga sul fiume Melito nel decreto sblocca-cantieri”. Consigliere Tallini, ha facoltà di illustrala.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

La mozione che ho proposto, e che mi è stata sollecitata da tantissimi operatori economici, riguarda la costruenda diga del Melito, un’opera pubblica che tutti voi conoscete e che, se realizzata, rappresenterebbe per la Regione Calabria un grande volano di sviluppo.

La diga del Melito è un'opera pubblica che - un po' di cronistoria - è stata finanziata con la Cassa per il Mezzogiorno nell'1982, poi nel 1992 sono stati sospesi i lavori, ripresi nel 1993 fino al 2008, per un contenzioso con la ditta appaltatrice dei lavori.

Si tratta di fare inserire quest’opera nel decreto “sblocca-cantieri”, il provvedimento che introduce a livello nazionale le disposizioni contenute nel decreto legge numero 32 del 2019 che dovrebbero favorire la crescita economica e l'impulso al sistema produttivo attraverso il completamento delle opere incompiute.

Al di là della formalità della stesura di una mozione, mi preme sollecitare, se possibile, un po’ d’attenzione sull'interesse che questo Consiglio regionale e, quindi, la Calabria deve avere, non solo nell’approvare del documento - è scontata la sua approvazione, la volontà che il Consiglio regionale esprimerà approvandolo -, ma soprattutto quello che verrà dopo che dovrà vedere il Presidente della Giunta e l'intero Consiglio regionale sostenere a livello nazionale, con ogni sforzo, attraverso ogni canale possibile, l'inserimento di questa opera nel decreto “sblocca-cantieri”.

Qual è la preoccupazione? La preoccupazione è che ancora la Calabria viene vista, soprattutto da questo governo Giallo verde, come una Regione che sperpera denaro, una Regione bizzarra che si attarda a cincischiare con le risorse pubbliche e che, di conseguenza, non merita importantissime risorse come queste che non dovranno più essere dirottate verso il Sud. Anche se il completamento di quest’opera potrebbe risolvere tantissimi problemi per lo sviluppo di questa regione.

Mi limito soltanto a dire, per esempio, che il completamento di quest’invaso assicurerebbe a mezza Calabria l’approvvigionamento idrico. Assicurerebbe alla Calabria la possibilità di un uso irriguo delle acque, utilissimo in agricoltura, e soprattutto, vista l'altezza in cui si trova, potrebbe permettere di utilizzare questo potenziale di acqua per cercare di portare i servizi irrigui sulle colline. Noi sappiamo bene che, in Calabria, le colline sono abbandonate, proprio perché non siamo stati capaci in passato di valorizzarle attraverso servizi come questi.

Ritengo che riuscire impegnarsi nella realizzazione di quest’opera significhi dare un grossissimo impulso. Pensate che soltanto un anno fa, in piena estate, c'è stata una crisi idrica in tutta Italia e nell'emergenza si è dovuto, addirittura, ricorrere all'acqua minerale. Pensate che si sta programmando in tutta Italia la possibilità di realizzare grandi invasi d'acqua, grandi dighe, in quanto realizzarli può servire a prevenire situazioni di emergenza e di crisi come quelle verificatesi l'anno scorso. Fermo restando che, per noi, il completamento di quest’opera darebbe sicuramente un contributo enorme all'economia in termini occupazionali, un contributo enorme allo sviluppo in termini di agricoltura, un contributo enorme ai tantissimi Comuni che, dal punto di vista idrico, non avrebbero più problemi. Basti pensare che la città di Catanzaro e la città di Lamezia, non avrebbero più problemi e non solo, anche una grossa fascia di Comuni fino a Crotone, non avrebbe più problemi di approvvigionamento idrico.

Senza contare che il completamento di quest’opera, che sarebbe uno degli invasi più grandi d'Europa, darebbe la possibilità di produrre energia elettrica ed anche di praticare le discipline sportive che di solito si effettuano sui laghi.

Quindi, è anche un'opportunità per attrarre un certo tipo di utenza.

Non devo aggiungere nulla altro, soltanto chiedo ai colleghi di votare senza indugio questa mozione e poi di sostenerla - lo dico al Presidente, lo dico alla Giunta, lo dico al Presidente del Consiglio, ai colleghi consiglieri - ovunque saremo in grado di farlo, a prescindere dai nostri schieramenti, perché, in quel momento, ci accorgeremo di quanto sarà importante la realizzazione di quest’opera ai fini dello sviluppo dell'intera regione. Grazie.

PRESIDENTE

Presidente Oliverio, se vuole intervenire, ne ha facoltà. Consigliere Tallini, brevemente.

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Ho chiuso il mio intervento invocando un impegno particolare del presidente Oliverio che, se volesse, accompagnerei a Roma per sostenere la realizzazione, in tutte le sedi, e perorare il finanziamento di quest’opera importantissima e strategica per la Calabria.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Tallini e colleghi consiglieri, questa mozione mi dà lo spunto per una riflessione di ordine più generale. Noi, nel corso degli anni, abbiamo avuto proprio in relazione al sistema idrico, in modo particolare ai grandi invasi, prima con la Cassa del Mezzogiorno e, poi, anche con altri strumenti nazionali che sono intervenuti in questa direzione, interventi disorganici al di fuori di una visione e di un’impostazione integrata. Se facciamo un attimo una riflessione, non ci sono interventi iniziati - alcuni sono iniziati negli anni 70, altri negli anni 80, ecc. - che siano stati portati a compimento. Noi, di recente, abbiamo portato a compimento un'importante invaso, quello del Menta, iniziato oltre 40 anni fa. Altre opere: il Metramo, la diga dell'Esaro, il Melito – come l’ha richiamato lei – sono l'esempio concreto e materiale di questa mancata visione.

Naturalmente abbiamo lavorato partendo dagli interventi che erano stati concepiti, avviati e portati ad un certo stadio di realizzazione, proprio perché si determinasse una inversione di tendenza e si riconducessero in una logica di programmazione.

Abbiamo riaperto, in tal senso, un Tavolo al Mit, al Ministero delle infrastrutture, che ha la competenza in materia di grandi invasi.

L’attuale direzione generale, con la dottoressa Segnalini, di recente nominata direttore generale del Settore grandi invasi, devo dire che ha ripreso la questione avviando una interlocuzione con le Regioni.

In questo quadro, abbiamo lavorato per sbloccare definitivamente e portare a compimento quello che è stato un investimento sulla diga del Menta, che era già a buon punto per portare l'acqua a Reggio Calabria, e siamo riusciti a chiudere questa telenovela.

Altrettanto abbiamo fatto e stiamo facendo con il Metramo; anche lì, la diga è terminata, ma le conduzioni per portare l'acqua a valle non sono state realizzate e stiamo lavorando anche in questa direzione, così come stiamo facendo per quanto riguarda la diga dell'Esaro e il Melito, oggetto di questa mozione.

In relazione alle risorse che il Ministero ha destinato ai grandi invasi, devo dire che siamo molto ma molto al di sotto delle necessità, in particolare per quanto riguarda il quadro delle strutture che insistono sul territorio calabrese.

Abbiamo posto i problemi anche nel merito delle singole questioni.

A proposito del Melito, c'è stato chiarito che la titolarità del progetto – questa è una comunicazione del Ministero e non mia, chiaramente – e i relativi finanziamenti, risultano ascrivibili al Provveditorato alle opere pubbliche per la Sicilia e la Calabria e non più al Consorzio di bonifica ionico-catanzarese; questa è la comunicazione pervenuta dal Ministero.

Noi stiamo insistendo affinché queste opere, ideate e avviate negli anni ’70 – anzi prima – non rimangano cattedrali nel deserto anche perché il potenziale, rispetto al fabbisogno di uso sia civile sia industriale ed irriguo, risponde a quelle che sono le esigenze del territorio calabrese.

Essendo una regione interessata a questa problematica, perché in condizioni di ricchezza idrica anche in relazione alla conformazione morfologica del territorio, facciamo parte del gruppo di lavoro nazionale e, in quella sede, abbiamo riproposto con forza questa questione.

Naturalmente, si è interessato anche il Ministero, rispetto a quello che è lo stato dell'arte delle opere; per capirci, le opere in stato più avanzato sono state poste prioritariamente.

Faccio un esempio: nel Metramo, dove c’è già l’invaso di acqua, c'è il problema delle opere di adduzione e, pertanto, è stato posto con priorità il completamento di quell’opera – secondo me, anche a giusta ragione – destinando 26 milioni di euro.

Nella prima quota di riparto, è stato inserito il Metramo per il completamento.

Adesso abbiamo posto l'attenzione a questa questione, tra le altre, del Melito e, naturalmente, via via che si va avanti con la disponibilità di risorse, riteniamo che bisogna riprendere la questione per portarla a buon fine.

Naturalmente, qualora vi fosse la necessità di ripensare alla dimensione e di rivedere dal punto di vista tecnico – e questo, chiaramente, non compete a me – la progettazione eccetera eccetera, questo sarebbe un problema da rivedere ma, appunto, non può essere un fatto ostativo alla necessità di utilizzare quel bacino per approvvigionare una grande area della Calabria che potrebbe e, sicuramente, ne trarrebbe un grande giovamento. 

TALLINI Domenico (Forza Italia)

Da questo punto di vista, il progetto è stato rivisto perché è stato ridimensionato rispetto alla versione originale e, quindi, ci sono tutti gli adeguamenti tecnici necessari perché l'opera possa essere cantierabile.

PRESIDENTE

Non ci sono altri interventi, pertanto pongo in votazione la mozione numero 160/10^.

 

(Il Consiglio approva)

(È riportata in Allegati)

Svolgimento interrogazioni ex art. 121 e 122, interpellanze ex articolo 120 del Regolamento interno del Consiglio regionale

Interrogazioni a risposta immediata (ex art. 122 Regolamento interno)

Interrogazione a risposta immediata numero 412/10^ di iniziativa del consigliere Pasqua “Sullo stato dell’arte e sulle prospettive future del Centro Protesi Inail di Lamezia Terme”

PRESIDENTE

Passiamo al sesto punto all’ordine del giorno, lo svolgimento di interrogazioni, ex articolo 121 e 122, interpellanze ex articolo 120 del Regolamento interno del Consiglio regionale.

La prima interrogazione è la numero 412/10^ di iniziativa del consigliere Pasqua: “Sullo stato dell'arte e sulle prospettive future del Centro Protesi Inail di Lamezia Terme”.

Il consigliere Pasqua non c’è, quindi decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 435/10^di iniziativa del consigliere Scalzo “In ordine ai piani industriali dei tre aeroporti calabresi”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 435/10^ di iniziativa del consigliere Scalzo: “In ordine ai Piani industriali dei tre aeroporti calabresi”.

Il consigliere Scalzo non c’è, quindi decade.

Interrogazione a risposta immediata numero 436/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò “In ordine alla decisione della Sorical di procedere all’assunzione di 55 persone attraverso colloquio”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione numero 436/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò: “In ordine alla decisione della So.Ri.Cal. di procedere all'assunzione di 55 persone attraverso colloquio”. Cedo la parola al consigliere Nicolò per illustrare l’interrogazione. Prego, consigliere Nicolò.

NICOLO’ Alessandro (Gruppo misto)

Presidente, si tratta di un'interrogazione datata con la quale si chiedeva di conoscere le motivazioni che hanno portato la So.Ri.Cal. a procedere all'assunzione di 55 persone attraverso colloqui.

La So.Ri.Cal. è una Società mista con prevalenza di capitale pubblico regionale; quindi, c'è una partecipazione del pubblico nella So.Ri.Cal. che ha avuto le competenze trasferite dall’ex Cassa del Mezzogiorno, per quanto riguarda la gestione, l'ammodernamento, il completamento e l'ampliamento degli schemi idrici. Rispetto a questo, avrebbe provveduto all’assunzione di 35 unità e, secondo alcune fonti attendibili, dovrebbe procedere ancora con lo stesso schema ad assumerne altre.

Noi vorremmo capire se il principio del colloquio, anche per una questione di trasparenza, è ammissibile o meno, per quanto riguarda la selezione del personale.

PRESIDENTE

Cedo la parola al Presidente della Giunta regionale. Prego, presidente Oliverio. 

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

In riferimento a questa interrogazione, è stato richiesto da parte del dipartimento, della Presidenza al Settore idrico, di voler relazionare in merito.

Nel riscontro inviato da So.Ri.Cal. vengono preliminarmente evidenziati: l'obbligo la parte della Società – sebbene in liquidazione – di svolgere il servizio di fornitura di acqua potabile a 383 Comuni calabresi; le cospicue carenze di personale – anche in considerazione di alcuni decessi, pensionamenti ed effetti della cosiddetta quota 100 (cento) – e le difficoltà, anche di ordine finanziario, essendo la Società in via di liquidazione.

In ragione di ciò, So.Ri.Cal. ha inteso procedere ad una riduzione dei costi legati all'espletamento del servizio, internalizzando il personale, ovvero facendo transitare le unità poste alle dipendenze delle imprese affidatarie della conduzione di impianti nel proprio organico, naturalmente datando questo rapporto in date non recenti.

Pertanto, sono stati stipulati contratti direttamente con le unità di personale e non già con le imprese.

In base all'analisi dei costi effettuati da So.Ri.Cal. – questo è quanto ci comunica la So.Ri.Cal. – questa operazione comporterebbe un risparmio di oltre un milione e 600 mila euro; un'operazione che, secondo So.Ri.Cal., rappresenterebbe la razionalizzazione dei costi perché si abbatterebbe l'intermediazione di affidamento della gestione all'impresa e, attraverso l'internazionalizzazione, sostanzialmente si creerebbe questa economia.

Questo è quanto abbiamo ricevuto come informazione, sulla base di una richiesta di chiarimento fatta a So.Ri.Cal, e che, naturalmente, trasmettiamo al Consiglio regionale.

NICOLO’ Alessandro (Gruppo misto)

Pur apprezzando la professionalità del Presidente rispetto alle proprie competenze, non ritengo soddisfacente la risposta.

Mi soffermo sulla selezione: si tratta di una selezione da parte di un Ente che rappresenta, tra virgolette, in parte la Regione Calabria per le cose che ho detto prima.

Mi si potrebbe anche dire che le Società miste possono selezionare il personale attraverso i colloqui, ma noi parliamo di trasparenza, e parliamo di criteri ispirati ai sani principi, che sono quelli riconosciuti dalla Costituzione; potremmo dire anche che la Regione, eventualmente, domani non dovrebbe fare i concorsi perché si risparmierebbe e perché le procedure concorsuali comportano dei costi? Questa non è una risposta soddisfacente.

Su questo chiedo ancora chiarimenti per comprendere e capire se, per le altre carenze in organico, si intende procedere con lo stesso sistema.

Non è un sistema accettabile.

PRESIDENTE

Grazie, consigliere Nicolò.

Interrogazione a risposta immediata numero 456/10^ di iniziativa del consigliere Giudiceandrea “In ordine ad un quadro di ispirazione nazista appeso alla parte della stanza del Sindaco di Condofuri”

PRESIDENTE

Passiamo all’interrogazione di iniziativa del consigliere Giudiceandrea: “In ordine al quadro di ispirazione nazista appeso alla parete della stanza del Sindaco di Condofuri” per la quale è già arrivata risposta scritta da parte della Giunta regionale.

GIUDICEANDREA Giuseppe (Democratici Progressisti)

Abbiamo letto ma vorremmo, comunque, leggere alcune note, Presidente, perché non vorremmo che in tempi come questi - ieri è stato scoperto un arsenale in mano a dei gruppi neonazisti in questo Paese - e con il vento che soffia, il Sindaco di Condofuri, per quella che lui stesso ha dichiarato essere stata una semplice goliardia, dimentichi che cosa ha fatto quel gruppo appartenente alle SS e cosa ha fatto, in particolare, a Sant'Anna di Stazzema, in provincia di Lucca; una frazione a 650 metri sul livello del mare, distante 1095 km proprio da Condofuri; utilizzando Google riusciamo a stabilire la distanza esatta.

Siamo nell'agosto del 1944 – parliamo, quindi, di 75 anni fa – e c'è chi non dimentica e non sostituisce il quadro del Presidente della Repubblica appeso alle sue spalle con immagini di questo tipo e, soprattutto, aspetta che il Prefetto di Reggio Calabria assuma dei provvedimenti seri e severi, non nei confronti del Sindaco, perché ci interessa poco, ma per stigmatizzare questo tipo di atteggiamenti, perché la goliardia è una cosa, il rispetto di 350 morti identificati e altri 150 rimasti senza identificazione in quella contrada: vecchi, donne e bambini è altro; gli uomini si erano allontanati per non essere fucilati dai tedeschi che stavano facendo i rastrellamenti.

Si trattava delle Waffen-S.S, non di tedeschi, Assessore, ma di italiani alleati ai tedeschi che utilizzavano le stesse uniformi, entravano nei paesi e facevano da complici.

Avere, al posto del presidente Mattarella, il simbolo della Waffen-S.S in Calabria indigna non poco, e bene ha fatto il presidente Oliverio a stigmatizzare il comportamento e a chiedere l'intervento di sua eccellenza il Prefetto.

In quel 12 agosto del 1944, in poco più di mezza giornata, vennero uccisi circa 500 civili, di cui solo 350 poterono essere in seguito identificati; tra le vittime, 65 erano bambini minori di 10 anni di età.

I nazisti rastrellarono i civili, li chiusero nelle stalle, nelle cucine delle case e li uccisero con mitra, bombe a mano, rivoltella e altre modalità atroci, che vi risparmio per onore di Patria.

La vittima più giovane, Anna Pardini, aveva solo 20 giorni; gravemente ferita la rinvenne agonizzante la sorella maggiore, Cesira, medaglia d'oro al merito civile, miracolosamente superstite tra le braccia della madre ormai morta. Mori pochi giorni dopo nell'ospedale di Valdicastello.

Infine, incendi appiccati a più riprese, causarono ulteriori danni a case e persone.

Non si trattò di rappresaglia, ovvero di un crimine compiuto in risposta a una determinata azione del nemico, dei Partigiani.

Come è emerso dalle indagini della Procura militare di La Spezia, si trattò di un atto terroristico premeditato e curato in ogni dettaglio per annientare la volontà della popolazione, soggiogandola grazie al terrore.

L'obiettivo era quello di distruggere il Paese e sterminare la popolazione per rompere ogni collegamento fra i civili e le formazioni partigiane presenti nella zona.

La ricostruzione degli avvenimenti, l'attribuzione delle responsabilità e le motivazioni che hanno originato l’eccidio, sono state possibili grazie al processo svoltosi al Tribunale militare di La Spezia e conclusosi nel 2005 con la condanna all'ergastolo per 10 S.S colpevoli del massacro; sentenze poi confermate in appello nel 2006 e ratificate in Cassazione del 2007.

Le Waffen-S.S, di cui v’era l'immagine al posto del quadro del presidente Mattarella, si macchiarono di quel crimine a 1095 chilometri di distanza da Condofuri e il Sindaco deve giustificarsi, non deve dire che si è trattato di una goliardia. Grazie.

PRESIDENTE

Non c'è dibattito sulle interrogazioni, consigliere Tallini. Non si può andare contro il Regolamento.

Interrogazioni a risposta scritta (ex art. 121 Regolamento interno) e interpellanze (ex art. 120 Regolamento interno)

Interpellanza numero 10/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “Afferente il trasferimento di competenza in fatto di patrimonio ittico e faunistico”

PRESIDENTE

Passiamo alle interrogazioni a risposta scritta (ex art. 121 Regolamento interno) e interpellanze (ex art. 120 Regolamento interno).

Interpellanza numero 10/10^ di iniziativa del consigliere Gallo: “Afferente il trasferimento di competenza in fatto di patrimonio ittico e faunistico”.

Cedo la parola al consigliere Gallo. Prego, consigliere Gallo, può illustrare l’interpellanza.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Oggi è il 15 luglio, Presidente.

Questa interpellanza è datata 13 luglio 2018, quindi di un anno e 2 giorni fa.

In ogni caso, credo che sia opportuno, affinché rimanga traccia, che si discuta e si illustri questa interpellanza e che il Governo, tempestivamente o quasi, ci risponda.

Il 13 luglio 2018, interrogavo la Giunta regionale – perché poi una risposta, in questo caso, è necessario che ci sia – in merito a una deliberazione di Giunta regionale, la numero 541 del 16 dicembre 2015, avente ad oggetto l’approvazione di una nuova struttura organizzativa della Giunta regionale, che veniva modificata più volte da una serie di deliberazioni, tra cui quella del primo giugno 2012, numero 212 che, in effetti, a seguito di queste intervenute modifiche, prescriveva che la titolarità delle funzioni in materia di patrimonio faunistico e attività venatoria, cioè il Settore caccia, passasse dal Settore fitosanitario, vivaismo, micologia, patrimonio ittico al Settore affari generali giuridici ed economici, controlli, regolamenti, usi civici e patrimonio faunistico.

Mi spiego meglio, Presidente, il Settore caccia, diretto dal dott. Giovinazzo, che storicamente è stato sempre nel Dipartimento agricoltura, con una delibera di Giunta regionale, collega d'Acri, viene assegnato al settore Presidenza.

Abbiamo svolto una seduta di Consiglio regionale, nella quale il Presidente, in più circostanze, è intervenuto per precisare anche le varie argomentazioni; segno evidente che quello che andiamo dicendo da tempo, vale a dire che il Presidente assomma a sé quasi tutte le deleghe e ha escluso dal coinvolgimento nella gestione del progetto di Governo i consiglieri regionali, è plastico ed evidente.

Tra le competenze assegnate al Dipartimento Presidenza, ex abrupto, attraverso una delibera di Giunta regionale, viene anche introdotto il Settore caccia; per cui, ad un certo punto, con questa delibera di Giunta regionale del primo giugno 2018, il Settore caccia passa nel Dipartimento Presidenza.

Tale scelta viene laconicamente motivata con un semplice riferimento ad una comunicazione pervenuta via mail al dirigente generale del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari sulla scorta di non meglio precisati processi di complessiva riforma del Settore del patrimonio faunistico e dell'attività venatoria.

A seguito dell’intervenuto trasferimento di titolarità, il personale e il dirigente del settore 5 ad onta della professionalità e del bagaglio di conoscenze e competenze acquisite in fatto di patrimonio faunistico e di attività venatorie, vengono sottoposti a procedura di allocazione, come da determinazioni gestionali demandate al dirigente generale del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari.

Tanto premesso, interpellavamo il signor Presidente della Giunta regionale per sapere: se ritenesse sufficiente, per determinare una così rilevante modifica degli assetti organizzativi di un intero dipartimento, una semplice comunicazione email, informata la presunta sussistenza di generici motivi di efficacia ed efficienza dell'azione amministrativa; se alla base di questa motivazione vi siano motivi altri e diversi, non palesati ma a conoscenza della Giunta regionale; se si reputasse opportuno disperdere il patrimonio di competenze e professionalità acquisito al personale dal dirigente del discioto Settore 5; se si considerasse consono affidare la gestione delle attività faunistiche e venatorie ad un settore fin qui occupatosi, per lo più, di affari squisitamente giuridici; se intendesse ripensare, nei tempi tecnici necessari – ma, mi pare che, ormai, ci penserà la nuova Giunta regionale a modificare questo assetto – alla scelta adottata e ripristinare lo status quo a garanzia del corretto, efficace ed efficiente funzionamento degli uffici regionali che, in seno al Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, devono quotidianamente occuparsi delle materie afferenti al patrimonio faunistico e alle attività venatorie. 

Presidenza del segretario questore Domenico Tallini

FRAGOMENI Mariateresa, Assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

Con riferimento al quesito posto, si rappresenta quanto segue: la Giunta regionale, con delibera di Giunta numero 212 del primo giugno 2018, tenendo conto di quanto rappresentato dal dirigente generale del Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari, con comunicazione del 31 maggio 2018, circa l'esigenza di avviare un processo di complessiva riforma del patrimonio faunistico e dell'attività venatoria nonché la rielaborazione della relativa disciplina giuridica, ha ritenuto di modificare l'articolazione delle competenze tra i settori del citato Dipartimento stabilendo, altresì, il trasferimento di alcune funzioni dal Settore 5 al Settore 1, e demandando tali attività al Dipartimento stesso.

Quest’ultimo, con decreto 6800 del 27 giugno 2018, in ottemperanza alla suindicata delibera di Giunta, provvedeva alla micro-organizzazione dei Settori numero 1 e 5, modificando l'organigramma dei citati settori e disponendo, nel contempo, il trasferimento delle funzioni in materia di patrimonio faunistico, e delle relative risorse umane e strumentali, al fine di garantire continuità amministrativa alla materia di che trattasi in capo al Settore numero 1.

Al fine di chiarire ogni più utile aspetto in merito alla vicenda, si coglie l'occasione per rimarcare le modalità con cui vengono distribuite le somme annualmente versate dalla comunità dei cosiddetti cacciatori.

In base alla legge numero 157 del 1992 ed alla legge regionale numero 9 del 1996, al fine di esercitare l'attività venatoria, tutti i soggetti interessati, cioè i cacciatori, versano una tassa sulle concessioni regionali della somma di 100 euro e 80 centesimi cadauno, per un importo totale di circa 2 milioni e sei annuali.

Trattasi, infatti, di circa 26 mila cacciatori.

In base a quanto disposto dalle citate norme, gli introiti regionali sono ripartiti per come segue:

a.    nella misura del 50 per cento a favore delle Province per la realizzazione dei Piani faunistici venatori, di cui all'articolo 6 dei Piani di miglioramento ambientale, e per l'eventuale acquisto di fauna selvatica a scopo di ripopolamento, di cui il 30 per cento da ripartire in uguale misura tra le Province stesse;

b.    nella misura del 10 per cento a favore delle Province per il finanziamento dei Fondi per risarcimento danni alle produzioni agricole, per l'organizzazione di corsi di preparazione al conseguimento dell'abilitazione venatoria e per l'esercizio delle funzioni delegate;

c.    nella misura del 2 per cento a favore dei Comuni per le funzioni delegate;

d.    nella misura dell’8 per cento da destinare a contributi regionali per l'utilizzo dei Fondi chiusi e dei terreni agricoli inclusi nel Piano faunistico-venatorio;

e.    alle associazioni venatorie nazionali e riconosciute, operanti con strutture organizzate sul territorio regionale, quale concorso per la collaborazione alle operazioni di ripopolamento, di vigilanza, di prevenzione incendi, di educazione venatoria ambientale nella misura del 10 per cento, di cui il 30 per cento da ripartire in uguale misura tra le associazioni stesse, ed il rimanente 70 per cento in proporzione alla loro documentata consistenza associativa;

f.     il 20 per cento nella disponibilità della Giunta regionale, di cui la metà per il funzionamento dello FVR, e l'altra metà per iniziative di interesse regionale a favore della fauna e dell'ambiente, di propaganda, di acquisto pubblicazioni e materiali di educazione venatoria ambientale, di organizzazione convegni e manifestazioni, per l'espletamento delle stesse funzioni attribuite, nonché eventuali contributi ad Enti ed associazioni operanti nel Settore.

Gli importi non utilizzati nell'anno di riferimento, vengono riscritti a bilancio per l'anno successivo e ripartiti secondo le quote di cui al presente articolo.

La Regione Calabria, Dipartimento agricoltura, a seguito di apposita rendicontazione da parte dei soggetti individuati dalla norma, provvede ad erogare e, quindi a liquidare, le relative spese sostenute.

La Giunta regionale, in considerazione di una situazione di stallo inerente una serie di attività riconducibili al Settore 5 del Dipartimento agricoltura, al fine di assicurare una maggiore efficienza ed efficacia dell'attività amministrativa in materia faunistica venatoria, e nell'ottica di un più ampio processo di riorganizzazione, ha ritenuto di trasferire le funzioni relative al patrimonio faunistico e attività venatoria, come dicevamo prima, dal Settore 5 al Settore 1, avvenuto nel giugno 2018.

Il dirigente del competente Settore 1, dall'esame degli atti in suo possesso, constatava che, a partire dall’annualità 2015, nulla era mai stato liquidato in favore dei soggetti individuati dalla legge.

Gli uffici, pertanto, hanno attivato una serie di procedimenti volti ad effettuare tutti i possibili pagamenti riferiti alle annualità pregresse.

Si evidenzia, altresì, che il Dipartimento agricoltura, sempre in ottemperanza alla citata delibera di Giunta regionale numero 212 del 2018, al fine di assicurare una maggiore efficienza ed efficacia delle attività amministrative in materia faunistico-venatoria, ha costituito dei gruppi di lavoro composti da personale regionale e/o proveniente dalle strutture periferiche, con il compito precipuo di fronteggiare tutte le attività riguardanti le autorizzazioni, i contenziosi e le liquidazioni per gli ambienti territoriali di caccia, associazioni venatorie, commissioni ed esami per l'abilitazione all'esercizio venatorio e i numerosi contenziosi da danni da cinghiale.

Il competente Settore 1, ad oggi ha provveduto a liquidare totalmente le annualità 2015 e 2016; a breve, dovrebbero concludersi tutti i pagamenti afferenti l’annualità 2017/2018.

Trattasi di liquidazioni riguardanti, a titolo esemplificativo, le seguenti tipologie di spese: spese di funzionamento degli AATTC, per circa 600 mila euro; risarcimento danni da invasione di cinghiali, per circa 400 mila euro; gara per acquisto servizio TV, tesserino digitale venatorio, per circa 30 mila euro; Cras, Centri di recupero animali selvatici, 90 mila euro; contributi alle associazioni venatorie, per circa 200 mila euro.

Il tutto per una somma che supera abbondantemente il milione e due.

L'obiettivo finale è quello di raggiungere, entro la fine del 2019, l'azzeramento delle liquidazioni delle annualità pregresse, in maniera tale da iniziare l'anno 2020 a regime entrate e spese.

Alla luce di quanto rappresentato, si ritiene che non vi è stata alcuna dispersione di competenze e professionalità in quanto, a prescindere dal fatto che buona parte del personale impegnato nella materia della caccia è stato trasferito dal Settore 5 al Settore 1, lo stesso è stato implementato con ulteriori figure che, ad oggi, hanno contribuito a rendere ancora più funzionali tutte le connesse attività di competenza.

GALLO Gianluca (Casa delle libertà)

Grazie, Assessore. Prendo atto che questa modifica che era stata motivata laconicamente, su non meglio precisati processi di complessiva riforma del Settore del patrimonio faunistico e attività venatoria, è dovuta ad inefficienza del Settore: credo che questo si evinca dal suo intervento.

La prego di avere, se possibile, una copia della sua risposta, signor Assessore, e mi dichiaro parzialmente soddisfatto, perché si prende atto soltanto nel 2018 di eventi che accadevano dal 2015 – lo dice lei stessa – vale a dire da quando questa Giunta regionale ha iniziato a governare.

Dunque, si sono attesi 3 anni per prendere atto di una situazione di inefficienza.

Mi auguro che ci siano le condizioni – come lei ha dichiarato – per un miglioramento del settore. Continueremo a vigilare affinché le cose vadano per il meglio, anche se non mi pare sia così. Affronteremo questo problema a partire dalla prossima interpellanza. 

Interpellanza numero 12/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “Sulle presunte anomalie che si verificherebbero in relazione all’ATC Cosenza 3”

PRESIDENTE

Proseguiamo con l’interpellanza 12/10^, sempre d’iniziativa del consigliere Gallo “Sulle presunte anomalie che si verificherebbero in relazione all’ATC Cosenza 3”.

Il consigliere Gallo ha facoltà di illustrarla.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, quest’interpellanza ha meno di un anno, non abbiamo festeggiato ancora il compleanno perché è del 23 luglio 2018 e quindi mancano pochi giorni.

Parlavamo di inefficienze del settore caccia; vediamo plasticamente quali sono le inefficienze e le mancanze anche di vigilanza.

In Calabria le norme dettate dal legislatore regionale per l’esercizio delle attività di caccia sono state specificate con Regolamento numero 11 del 2010, disciplinante l’attuazione degli Ambiti territoriali di caccia e statuto tipo degli organi di gestione.

In mancanza degli organi direttivi, previsti dal Regolamento richiamato, diversi Ambiti territoriali di caccia sono retti da figure commissariali, specie in provincia di Cosenza. Proprio nel Cosentino, l’Ambito territoriale di caccia CS3 è diventato motivo di aspra polemica per le decisioni assunte dal commissario pro-tempore. In particolare, per come verificato dall’interpellante - vale a dire dal sottoscritto - nei giorni precedenti al 23 luglio 2018, l’Ambito territoriale di caccia CS3, che come tutti gli altri non ha scopo di lucro, aveva pubblicato un modello di domanda d’iscrizione molto ermetico nella sua formulazione, collega Nicolò, con il quale ha disposto, per la stagione venatoria 2018/2019, un inasprimento della quota di ammissione per i cacciatori che, rinunciando al proprio naturale ambito di appartenenza, chiedessero di farne parte per lo svolgimento della propria attività venatoria.

Nello specifico, detta quota è stata elevata a 220 euro, ben oltre il 30 per cento della tassa regionale, che è pari a 160 euro, alla quale faceva riferimento in precedenza nella sua risposta l’assessore Fragomeni. Aspre sono state per questo motivo le proteste delle associazioni dei cacciatori, intervenute per lamentare la presunta violazione dell’articolo 7, comma 4, del Regolamento regionale di attuazione degli ambiti territoriali, ritenuta causa della lesione del diritto alla scelta ed alla mobilità venatoria.

Tanto premesso, il 23 luglio 2018 interpellavo il Presidente della Giunta regionale per sapere: se la Giunta regionale fosse a conoscenza dei fatti esposti; se e quali provvedimenti intendesse assumere, anche in via d’urgenza, per verificare la fondatezza di quanto segnalato; se e come intendesse adoperarsi, in caso di accertamento della veridicità di quanto evidenziato, per ripristinare il rispetto delle norme regionali che assumevo essere state violate.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde l’assessore Fragomeni.

FRAGOMENI Mariateresa, Assessore al bilancio e programmazione economica e finanziaria, politiche del personale

In riferimento all’interpellanza numero 12 si rappresenta che tale problematica è già stata affrontata dal Dipartimento agricoltura, il quale con una nota del 28 agosto 2018, in materia di residenza venatoria, ha diramato agli Ambiti territoriali di caccia, incluso l’Ambito territoriale Cosenza 3, apposita circolare con la quale richiamava:

a)              il comma 7 dell’articolo 13 della legge regionale numero 9 del 17 maggio 1996, recante: “Norme per la tutela e la gestione della fauna selvatica e l’organizzazione del territorio ai fini della disciplina programmata dell’esercizio venatorio”, pubblicata sul BUR numero 52 del 22 maggio 1996, per come modificata ed integrata, sancisce che “Ogni cacciatore residente ha diritto all’accesso in un A.T.C, compreso nella Regione, previa domanda all’Amministrazione provinciale competente su modulo predisposto dalla Regione e può avere accesso ad altri ambiti della Regione ovvero ad ambito anche in una Regione diversa, previo consenso dei relativi organi di gestione e sulla base della normativa regionale vigente”;

b)              il successivo comma 10, che aggiunge: “Ai fini della partecipazione alla gestione programmata della caccia l’iscrizione ad ogni Ambito territoriale di caccia, fatto salvo quanto già predisposto nel precedente comma 7, è subordinata al versamento annuale di una quota, determinabile dagli stessi Comitati di gestione degli A.T.C., in misura non superiore al 30 per cento della tassa di concessione regionale”;

c)               il Regolamento di attuazione degli Ambiti territoriali di caccia e statuto tipo degli organi di gestione numero 11 del 16 settembre 2010, che all’articolo 5 “Residenza venatoria”, statuisce: “Si intende per residenza venatoria la collocazione di ogni cacciatore all’interno di una A.T.C, per lo svolgimento dell’attività venatoria. La residenza venatoria di un cacciatore non coincide necessariamente con la sua residenza anagrafica, in quanto l’A.T.C. di diritto può essere diverso dall’A.T.C. nel quale ricade il suo Comune di residenza. Ad ogni cacciatore spetta di diritto una sola residenza venatoria fatte salve le norme sulla mobilità tra ambiti prevista previste nel presente Regolamento”.

La nota inviata dal Dipartimento agricoltura ha concluso evidenziando che: “I cacciatori che acquisiscono una residenza venatoria diversa da quella anagrafica sono tenuti al versamento di una quota, determinabile dagli stessi Comitati di gestione degli A.T.C. in misura non superiore al 30 per cento della tassa di concessione regionale”.

Nel caso specifico, con riferimento a quanto richiesto nell’interpellanza oggetto della presente risposta, ad oggi, non risulta pervenuta, presso gli uffici competenti del Dipartimento agricoltura, alcuna segnalazione e/o lamentela inerente il mancato rispetto di quanto previsto dalla legge e dalla richiamata circolare in materia di residenza venatoria.

Presidenza del presidente Nicola Irto

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Credo che non l’abbiano bene informata, Assessore, perché è invece noto a tutti - almeno colori i quali sono nell’ambito CS3 - tutto ciò che lo scorso anno non era stato vigilato dagli uffici competenti, vale a dire quanto è accaduto in quest’ambito di caccia: che ci fosse una domanda molto ermetica e, soprattutto, l’aumento da 160 a 220 euro della tassa versata dai cacciatori, con una pretesa che, quindi, non rispettava il Regolamento; che, invece, anche a seguito della mia interpellanza e di alcuni articoli di giornale, è stata modificata prontamente, per cui la somma è stata ridotta; hanno pagato 160 euro e la migrazione non è stata più vietata.

Mi dispiace che, a distanza di un anno, gli uffici che avrebbero dovuto vigilare su questo, invece, non fossero stati informati. C’era da dire “problema risolto” e avremmo archiviato, come accade in qualche circostanza quando si tratta anche di alcuni programmi a livello nazionale che intervengono magari su questioni d’inefficienza della pubblica amministrazione.

Se avesse detto: “problema risolto, dopo due giorni si è intervenuto…” non avrei avuto bisogno di replicare. Invece, ahimè! L’Assessore nella risposta ci dice altro! Peraltro si tratta di una risposta che le hanno scritto e lei non è nemmeno competente nel settore e mi dispiace.

PRESIDENTE

La controreplica è “sono soddisfatto o insoddisfatto”, consigliere Gallo.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Sì, appunto sono insoddisfatto, Presidente, però mi faccia parlare.

PRESIDENTE

Non è previsto dal Regolamento, ma continui. Prego.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Dicevo: se ci avesse detto: “problema risolto”, avremmo archiviato.

Il problema è che il problema si è risolto da solo con quest’interpellanza, con gli articoli di giornale e, purtroppo, ricollegandomi alle inefficienze, alle quali facevo riferimento prima, il settore competente non ne sapeva nulla.

Comunque il problema - glielo dico io, Assessore - si è risolto, le somme sono state ripristinate e la migrazione da un ambito all’altro è stata consentita.

Interpellanza numero 14/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “In merito al mancato scorrimento ed utilizzo della graduatoria Asp Crotone per l'assunzione di nuovi autisti 118”

PRESIDENTE

Passiamo all’interpellanza numero 14/10^ “In merito al mancato scorrimento ed utilizzo della graduatoria Asp di Crotone per l’assunzione di nuovi autisti 118”.

Il consigliere Gallo ha facoltà di illustrarla. Le ricordo che, da Regolamento, ha 3 minuti a disposizione e dopo può solamente dire se è soddisfatto o no. Prego.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Ho anche un minuto di replica! Non posso dire solo di essere soddisfatto o meno, Presidente! Ho un minuto per replicare e dire se sono soddisfatto o meno. Presidente, io studio!

PRESIDENTE

Siccome vedo che ha la concezione del tempo un po’ dilatata…prego.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

23 luglio 2018. Premesso che:

- con delibera pubblicata in data 08 gennaio 2016 l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone aveva bandito un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura a tempo indeterminato di 8 posti di operatore tecnico specializzato - autista di ambulanza, categoria BS;

- che con successiva delibera numero 203 del 2017, pubblicata in data 27 dicembre 2017, l’Asp di Crotone ha approvato la graduatoria finale del concorso e disposto di dare corso alla procedura per l’immissione in servizio dei primi 6 classificati;

- che, pur disponendo di tale graduatoria già formata, le altre Aziende sanitarie provinciali calabresi hanno ritenuto di non utilizzarla per colmare i gravi vuoti in organico nelle Pet (Postazioni d’emergenza territoriale) di rispettiva competenza, in riferimento alle figure professionali degli operatori tecnici specializzati - autisti di ambulanza, categoria BS;

- nello specifico, l’Asp di Cosenza ha di recente reputato opportuno bandire un proprio concorso per 16 posti di autista ambulanza 118;

- a Vibo Valentia, Catanzaro e Reggio Calabria, invece, il personale in servizio, a causa delle carenze di organico, è costretto a doppi turni estenuanti, peraltro con gravi ripercussioni sui lavoratori stessi e sull’efficienza del servizio, con frequente ricorso a mezzi e personale di associazioni private e con esborsi naturalmente maggiori per la pubblica amministrazione e per le Aziende sanitarie calabresi;

- questa situazione è stata ripetutamente ma invano portata a conoscenza della Giunta regionale e dei vertici delle varie Asp dai sindacati e dai lavoratori, con l’invito - ahimè! Caduto nel vuoto, lo dicevo un anno fa - a voler attingere dall’esistente graduatoria per procedere a nuove assunzioni utili e a ripianare i deficit di organico del personale in questione. Tanto premesso, interpellavo il Presidente della Giunta regionale calabrese per sapere: se la Giunta regionale fosse a conoscenza dei fatti esposti; se ritenesse, all’epoca - e in caso contrario, illustrandone i motivi - che la graduatoria scaturita dal concorso bandito dall’Asp di Crotone, con delibera pubblicata l’8 gennaio 2016, potesse essere utilizzata anche dalle altre Asp per colmare i vuoti d’organico esistenti nelle Postazioni d’emergenza territoriale per la categoria degli operatori tecnici specializzati - autisti di ambulanza, categoria BS;           quali provvedimenti la Giunta regionale intendesse assumere all’epoca, in via d’urgenza, per dare immediata soluzione alle richiamate carenze d’organico; se e come intendesse adoperarsi, nei confronti dell’Ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria perché, con riferimento alla problematica evidenziata, si addivenisse, in tempi celeri, alla definizione delle questioni di competenza del commissario.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde il presidente Oliverio.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

In riferimento all’interpellanza specificata, presentata dal consigliere Gallo, si fa presente che la norma prevede la facoltà da parte delle Aziende sanitarie provinciali, previo accordo/convenzione tra le Amministrazioni interessate, di utilizzare le graduatorie di altre Aziende per rispondere ad esigenze di celerità ed economicità.

Tuttavia è opportuno precisare che l’accordo dovrebbe avvenire prima della pubblicazione del bando, specificando nello stesso la possibilità che la graduatoria degli idonei possa essere utilizzata anche da altre Aziende.

Nel caso specifico della graduatoria dell’Asp di Crotone relativa agli autisti del 118, si rappresenta che la graduatoria è stata utilizzata anche da altre Aziende sanitarie provinciali del Servizio sanitario regionale e, precisamente, dall’Asp di Catanzaro, dall’Asp di Reggio Calabria e dall’Asp di Vibo Valentia.

Attualmente su 68 idonei sono stati assunti 27 autisti 118.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, ha dato delle giustificazioni in merito all’effettuazione dei concorsi - cerco di parlare velocemente perché altrimenti supero il minuto – però il problema è molto serio, soprattutto in queste ore, perché, come evidenziato, soprattutto in alcune aree della provincia di Cosenza - mi riferisco all’alto Ionio, alla Sibaritide, ad altre aree della stessa provincia - le postazioni di emergenza territoriale sono scoperte!

Sono scoperte perché ci sono delle ambulanze che escono senza medici, ci sono dei problemi perché molte ambulanze non hanno la possibilità di uscire perché mancano gli autisti. Allora, poiché stiamo parlando di emergenza-urgenza, stiamo parlando dei minimi rudimenti del sostegno alla salute dei nostri concittadini, penso che degli interventi siano immediatamente necessari.

Spesso, Presidente, in questi ultimi tempi, si è fatto ricorso ad ambulanze di associazioni private, con costi maggiori per le Aziende sanitarie provinciali e per la pubblica amministrazione. La prego, Presidente, d’intervenire su questo argomento delicatissimo.

L’estate 2019 sta evidenziando proprio queste mancanze e in Regione c’è una polemica aperta. La prego d’intervenire perché dobbiamo mettere riparo; dobbiamo procedere alle assunzioni degli autisti; dobbiamo fare in modo di evitare che tutte le postazioni d’emergenza territoriale calabrese rimangano scoperte. Grazie.

Interpellanza numero 18/10^ di iniziativa del consigliere Gallo “Sui ritardi nella realizzazione dell'ospedale della Sibaritide”

PRESIDENTE

Passiamo all’interpellanza numero 18/10^, a firma del consigliere Gallo “Sui ritardi nella realizzazione dell’ospedale della Sibaritide”.

Il consigliere Gallo ha facoltà di illustrarla.

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Quest’interpellanza, estremamente di attualità, è del 10 settembre 2018.

Da diversi anni si è in attesa della realizzazione dell’ospedale della Sibaritide, destinato a sorgere nella ormai città unica di Corigliano Rossano; stasera il collega Pedà ha parlato anche dell’ospedale della Piana di Gioia Tauro.

Il contratto di concessione per la progettazione definitiva ed esecutiva costruzione e gestione dei servizi non sanitari del nuovo ospedale della Sibaritide è stato sottoscritto in data 09 settembre 2014 fra la Regione Calabria, l’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza e la società “Ospedale della Sibaritide”, società consortile per azioni.

Il quadro economico dell’intervento comportava un complessivo impegno di spesa pari a 143 milioni 921 mila 997 euro. Con decreto numero 8373, in data 27 luglio 2017, è stata disposta da parte del responsabile unico del procedimento (rup) l’approvazione del progetto definitivo del nuovo ospedale, che prevede, per la nuova struttura sanitaria, una valutazione di 330 posti letto, oltre a 46 posti letto tecnici, per un totale di 376. Con ordine di servizio numero 3 del 28 luglio 2017, il rup ha disposto l’avvio della progettazione esecutiva dell’intervento.

Con decreto del rup numero 12993 del 23 novembre 2017 è stato approvato il progetto esecutivo stralcio dei lavori prioritari e, nella medesima data, è stato emesso dal responsabile unico del procedimento l’ordine di servizio, che ha stabilito modalità e tempi per l’elaborazione e la consegna del progetto esecutivo del nuovo ospedale.

In data 29 gennaio 2018, nel corso di una cerimonia pubblica, alla quale ha preso parte anche il Presidente della Giunta regionale, il direttore dei lavori ha effettuato la consegna dei lavori dello stralcio prioritario, sulla base di un cronoprogramma, secondo il quale, nel termine di 120 giorni, si sarebbe dovuto procedere all’esecuzione dei lavori di cantierizzazione, pulizia dell’area, bonifica degli ordigni bellici, recinzione dell’area ospedaliera e movimentazione delle terre di scavo, cioè di tutte le opere preliminari, e contemporaneamente, alla definizione della progettazione esecutiva della struttura; termine che, possiamo preannunciare, non è stato assolutamente rispettato.

In data 28 marzo 2018, nel corso di una seduta di Consiglio regionale, rispondendo ad un’interrogazione sull’argomento, sempre a mia firma, il Presidente della Giunta regionale aveva precisato testualmente che: “la consegna del progetto esecutivo completo del nuovo ospedale sarebbe stata prevista entro la fine del corrente mese, marzo 2018, a giorni, perché lo stralcio non costituisce un qualcosa di sconnesso dal percorso più generale. Pertanto, contestualmente e in continuità con Io stralcio, si procederà alla realizzazione dell’opera” – virgolettato Presidente perché sono sue dichiarazioni.

A distanza di notevole tempo sia dall’avvio dei lavori di cui al primo stralcio sia degli impegni assunti in Consiglio regionale dal Presidente della Giunta regionale, nessun progresso si era registrato – stiamo parlando del 10 settembre 2018 –, risultando non terminati i lavori richiamati né mai avviata la realizzazione dell’opera, mancando del tutto notizie sulla definizione della progettazione esecutiva ed essendosi, nel frattempo, registrate anche le dimissioni del direttore dei lavori.

Tanto premesso, chiedevo al Presidente della Giunta regionale calabrese per sapere: se la Giunta regionale fosse a conoscenza della situazione, in particolare dei nuovi ritardi caratterizzanti l’avvio dei lavori per la realizzazione dell’ospedale unico della Sibaritide, compresi quelli di cui al primo stralcio; a chi fossero addebitabili le responsabilità dei ritardi; se e quali provvedimenti intendesse adottare per addivenire, secondo quale cronoprogramma, alla definizione della progettazione esecutiva dell’opera ed alla realizzazione della stessa.

PRESIDENTE

Per la Giunta regionale risponde il presidente Oliverio. Prego.

OLIVERIO Gerardo Mario, Presidente della Giunta regionale

In merito all’interpellanza sui ritardi nella realizzazione dell’ospedale della Sibaritide, ho avuto modo più volte d’intervenire in quest’Aula. Ritorniamo sull’argomento naturalmente anche per fornire al Consiglio regionale aggiornamenti sugli sviluppi della situazione. Come da relazione del Dipartimento Presidenza - Settore opere pubbliche a titolarità regionale ed edilizia sanitaria, al quale sono state attribuite le competenze in materia di edilizia sanitaria, mi preme precisare quanto segue.

Con decreto del 23 novembre 2017 è stato approvato il progetto esecutivo stralcio dei lavori prioritari del Nuovo Ospedale della Sibaritide che, previa autorizzazione del rup, sono stati consegnati dal direttore dei lavori in data 29 gennaio 2018, per una durata presunta di 120 giorni.

Il programma dei lavori dello stralcio prioritario prevedeva l’esecuzione delle seguenti lavorazioni: pulizia dell’area; bonifica dagli ordigni bellici; cantierizzazione; recinzione area ospedaliera; movimentazione terra; operazioni propedeutiche all’avvio dei lavori strutturali (ovvero risoluzione interferenza metanodotto della Snam; risoluzione interferenza tralicci e distribuzione energia elettrica; realizzazione cabina di alimentazione e distribuzione).

I lavori dello stralcio sono stati ultimati nel mese di dicembre 2018, come da certificato emesso dal direttore dei lavori.

Il regolare andamento dei lavori dello stralcio prioritario è stato influenzato dalle seguenti evenienze: nonostante in fase di progettazione definitiva dell’opera si fossero già condivise le scelte progettuali da adottare, la Snam, solo in data 19 febbraio 2018, ha emesso l’autorizzazione ai lavori di risoluzione dell’interferenza con il proprio metanodotto, ai fini della protezione della condotta attraversata dal passo carraio, che costituisce ingresso sia al cantiere logistico che al cantiere di lavoro; i lavori di realizzazione della recinzione, lato sud del cantiere, sono stati ostacolati da un’iniziativa giudiziaria del privato confinante che ha avanzato ricorso al Tribunale di Castrovillari, rivendicando il possesso di una parte di terreno, legittimamente espropriato dalla Regione Calabria con decreto numero 2964 del 2 aprile 2015. Il ricorso è stato rigettato con provvedimento del Tribunale in data 27 settembre 2018. Nel corso delle indagini per la caratterizzazione ambientale dell’area ospedaliera si è riscontrato il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione per i metalli piombo e zinco in corrispondenza di un punto di prelievo, con la necessità di attivazione delle procedure tecnico-operative relative alla bonifica dei siti contaminati.

Pertanto, contrariamente a quanto riportato dall’originario Piano di utilizzo, il materiale asportato nell’esecuzione delle procedure di bonifica dev’essere considerato come “rifiuto” e conferito e/o recuperato a norma di legge e non può essere riutilizzato come sottoprodotto in sito ad uso industriale o in processi produttivi.

Una prima indagine, eseguita su un primo volume ipotizzato per la bonifica, ha dato risultati favorevoli sul fondo e su tre delle pareti laterali, richiedendo un allargamento della trincea da bonificare in corrispondenza della parete ovest.

Ad oggi sono state eseguite le operazioni di scavo di allargamento, prelievo di campioni e analisi di laboratorio per verificare l’assenza di contaminazione.

In data il 15 ottobre 2018, l’ARPACal ha notificato l’esito delle prove di laboratorio integrative, che hanno fatto registrare valori dei metalli inferiori ai limiti di normativa.

Previa presentazione da parte del concessionario di una relazione sulle attività svolte e sulle modalità di smaltimento del materiale asportato, è stato possibile procedere con le attività di scavo anche nell’area limitrofa a quella oggetto di bonifica.

Alcuni ritardi, registratisi nell’esecuzione dei lavori dello stralcio prioritario, sono principalmente legati alle difficoltà finanziarie dell’impresa aggiudicataria, che usufruisce dei benefici previsti dal Decreto legislativo 8 luglio 1999, numero 270, e dal Decreto legge numero 347 del 2003 (Decreto Marzano). Il commissario straordinario, professor Saverio Ruperto, ha avviato le procedure per la cessione dell’Azienda o i rami d’azienda.

Al momento sono concluse le procedure di valutazione delle manifestazioni d’interesse ai fini dell’aggiudicazione.

Il progetto di adduzione idrica del Nuovo Ospedale è in fase di sviluppo da parte di So.Ri.Cal. S.p.A. Si è concordato che So.Ri.Cal. provvederà allo sviluppo della progettazione fino al livello esecutivo.

Si prevede la realizzazione di un serbatoio interrato, alimentato da un campo pozzi, da realizzare a circa 2 chilometri dall’area ospedaliera. L’intervento, di cui è in corso la campagna d’indagini sulla qualità e sulla caratterizzazione dell’acquifero, ha un costo complessivo di 1 milione e mezzo di euro e verrà finanziato con fondi regionali.

La convenzione tra Regione Calabria e So.Ri.Cal. S.p.A. è stata firmata in data 18 ottobre 2018.

Il progetto esecutivo completo dell’opera è stato consegnato formalmente alla Regione Calabria nel mese di marzo 2018 ed è stato tempestivamente trasmesso alla società verificatrice verificatore Rina Check s.r.l., che ha emesso due rapporti intermedi sui controlli effettuati sulla documentazione progettuale il 26 aprile ed il 4 agosto 2018, riscontrando delle non conformità e la necessità di acquisire i pareri preventivi dei vigili del fuoco sul progetto esecutivo antincendio e dell’Asp (utilizzo di locali interrati per attività sanitarie).

In data 17 settembre 2018, la società verificatrice Rina Check s.r.l. ha emesso il rapporto intermedio di verifica, in cui ha dato atto della conformità alle norme degli elaborati strutturali del progetto esecutivo, ai fini della richiesta di autorizzazione sismica agli Uffici del Genio civile di Cosenza.

I provvedimenti di autorizzazione sismica sul progetto esecutivo del nuovo Ospedale e sulle ulteriori strutture (14 provvedimenti) sono stati rilasciati dal Settore vigilanza normativa tecnica sulle costruzioni - area settentrionale della Regione Calabria, tra il 10 ed il 18 aprile 2019. La società verificatrice Rina Check s.r.l. ha trasmesso in data 30 aprile 2019 il rapporto finale di verifica.

Il progetto esecutivo dell’opera è stato approvato formalmente dalla Regione con decreto numero 5828 del 14 maggio 2019. Il dato rilevante è che sono stati completati gli scavi relativi alle fondazioni dell’edificio ed ai muri perimetrali dell’interrato e pertanto, effettuata la consegna dei lavori del progetto esecutivo, si avvieranno i getti delle fondazioni del Nuovo Ospedale.

Si puntualizza che non corrisponde al vero la notizia delle dimissioni del direttore dei lavori, nominato dal concessionario, che è stato l’ingegner Del Prete della Dam di Ravenna.

Al momento, l’attività di consegna dei lavori è sospesa, per effetto delle difficoltà finanziarie dell’impresa aggiudicataria, Tecnis S.p.A., mandataria della concessionaria.

Con nota del 13 febbraio 2019 il commissario straordinario, il professor Saverio Ruperto, ha comunicato l’aggiudicazione provvisoria della procedura di cessione della Tecnis alla società Pessina Costruzioni S.p.A., riservandosi di procedere all’aggiudicazione definitiva, previa approvazione del contratto di vendita da parte dell’aggiudicatario ed autorizzazione alla vendita da parte del MISE (Ministero dello sviluppo economico).

La procedura non si è conclusa positivamente per recesso dell’aggiudicatario.

Il Ministero dello sviluppo economico ha affiancato al commissario straordinario già nominato, professor Ruperto, altri due commissari, il professor Zimatore e la professoressa Scandurra, per la gestione di una nuova procedura per la cessione dell’azienda o di rami d’azienda.

In data 03 luglio 2019, cioè di recente, i commissari hanno comunicato che, con decreto del 28 giugno 2019, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato la vendita del ramo d’azienda “Presidi Ospedalieri” della Tecnis, che comprende le concessioni di progettazione, realizzazione e gestione dei Nuovi Ospedali della Piana di Gioia Tauro e della Sibaritide, alla società D’Agostino Angelo Costruzioni Generali Srl.

Appena conclusa formalmente la cessione della Tecnis, la Regione definirà con i nuovi vertici societari le procedure relative alla programmazione delle attività future.

Per quanto sopra esposto si evince che: i lavori del primo stralcio dell’Ospedale della Sibaritide sono stati ultimati; il progetto esecutivo dell’opera è stato approvato; i lavori del progetto esecutivo verranno consegnati non appena verrà definito il rogito di cessione fra la Tecnis e la nuova concessionaria, chiaramente la società a cui facevo riferimento prima.

Abbiamo agito, quindi, in questo quadro di difficoltà, considerato, come ho avuto modo di dire qui in altre occasioni che queste opere hanno un vizio d’origine: sono nate male perché, a mio parere, a mio modesto parere, c’è stata una impostazione difettosa.

Per cui i tempi che intercorrono tra il 2014, momento dell’aggiudicazione delle gare, e il 2019 sono determinati in primo luogo da questo dato. Ora speriamo di essere in una fase risolutiva, considerato il nuovo affidamento al nuovo concessionario.

Mi auguro che questo possa consentirci di recuperare, sia pure parzialmente, il tempo notevole trascorso dal momento dell’aggiudicazione, anzi, dal momento dell’affidamento della progettazione delle opere ad oggi.

Appena sarà sottoscritto il rogito e quindi ci sarà il nuovo concessionario, formalmente investito, sarà nostra cura chiedere un incontro per definire un cronoprogramma a proposito sia dell’ospedale la Sibaritide sia del nuovo ospedale della Piana di Gioia Tauro. 

GALLO Gianluca (Casa delle Libertà)

Presidente, non sono soddisfatto della risposta perché questa pratica comunque - lei ha ragione - è nata male.

È nata male anche per una gestione che non è stata sicuramente la sua, perché dobbiamo dire la verità e la verità non ci deve mai spaventare.

Però devo dire anche che le cose sono proseguite anche peggio!

Mi spiego meglio: lei citava una serie di dati, peraltro con responsabilità attribuibili sempre a terzi: Snam, So.Ri.Cal. e altri. Peraltro, Presidente, voglio aggiungere, non so chi le ha scritto questa relazione ma non si può dire che la consegna dei lavori è stata ostacolata da iniziative giudiziarie - credo che debba redarguire chi le ha scritto questo! -, semmai che ci sono state delle iniziative giudiziarie.

Certo è che chi le ha fatto dire, in quest’Aula, che erano 120 i giorni per l’ultimazione dei lavori del primo stralcio non ha tenuto conto delle varie difficoltà che sono sorte e che hanno fatto sì che questi lavori poi proseguissero interrottamente o con varie sospensioni per quasi due anni!

Poi, Presidente, l’altro commento e l’altra necessaria valutazione: non riesco a comprendere come mai, pur in presenza di una seria difficoltà da parte della Tecnis, che ha avuto le vicende giudiziarie alle quali faceva cenno in primis e rispetto ad una valutazione negativa, anche da parte dell’Ufficio, nei confronti della sua affidabilità, in questi anni, trascorsi ormai quasi 4 anni e mezzo dal suo insediamento, si sia deciso di proseguire rispetto ad una pratica sorta male, in maniera “capotica”, con questa società e non si è pensato, invece, di passare, magari, alla seconda classificata, avendone mille motivazioni.

Presidente, penso che sia necessario recuperare il tempo perduto su questa problematica delicatissima per la Sibaritide - perché ormai quasi nessuno crede più alla realizzazione di quest’ospedale -, non perdere ulteriore tempo e impedire che i cittadini della Sibaritide non vedano ancora la realizzazione di quest’opera, per la quale sono impegnati da tempo quasi 150 milioni di euro.

Interrogazione a risposta scritta numero 398/10^ di iniziativa del consigliere Nicolò “In ordine alla tutela occupazionale di lavoratori afferenti al comparto aeroportuale”

PRESIDENTE

Passiamo all'ultima interrogazione per oggi, numero 398/10^, a firma del consigliere Nicolò “In ordine alla tutela occupazionale di lavoratori afferenti al comparto aeroportuale”; le altre saranno inserite all’ordine del giorno della prossima seduta dedicata al sindacato ispettivo. Consigliere Nicolò, ha facoltà di illustrarla.

NICOLÒ Alessandro (Gruppo Misto)

Presidente, questa è un'interrogazione depositata il primo ottobre 2018, precedentemente ne avevo presentate altre rispetto ad una questione che riguarda la tutela occupazionale dei Lavoratori ex SOGAS.

La SOGAS, come tutti sappiamo, è stata assorbita, per una volontà politica del centro-sinistra, dalla SACAL.

Ho sentito sempre dire dal presidente Oliverio, sia formalmente sia informalmente, che la sua priorità per quanto riguarda le politiche lavoro, rispetto al personale, era quella di stabilizzare i precari e di considerare le maestranze.

Anche stasera abbiamo discusso dei tirocinanti, sostenendo la necessità di una loro tutela, visti i percorsi che hanno effettuato, vista l'esperienza, tutto quello che abbiamo sostenuto, ma - lo abbiamo argomentato con dei principi rispetto all’ordine del giorno - dovrebbe valere per tutti i lavoratori, perché altrimenti stride tra quello che si dice e quello che si fa. Risulta che una parte dei lavoratori SOGAS non è stata stabilizzata e questa parte è composta da maestranze che da 20, 25 anni operavano all'interno di SOGAS e che oggi si trovano in mezzo alla strada con a carico famiglie, con tutti gli annessi e connessi.

Più volte, anche informalmente, Presidente, ho fatto leva sulla sua sensibilità e sui principi che ha sempre sostenuto rispetto a questi processi di stabilizzazione, dando priorità a chi, per diverse forme di precariato, ha prestato e presta attività presso enti sub-regionali, perché la SACAL è un ente sub-regionale a capitale pubblico regionale.

Adesso vorrei capire e comprendere dall’assessore Robbe e dal Presidente della Giunta regionale quali sono gli intendimenti della Giunta, anche perché da fonti attendibili - aspetto riscontri probatori – mi risulta che alla SACAL sarebbero stati riassunti dei lavoratori, attraverso procedure probabilmente contemplate dalla legge; anzi ne sono certo, perché il Presidente è una figura che stimo, ma a volte la politica fa scelte e dà indicazioni agli enti sub-regionali, rispetto a schemi, per i quali si cercano e poi trovano le soluzioni. Noi, però, dobbiamo guardare alla trasparenza, ai principi, perché altrimenti si predica bene e si razzola male.

Su questo più volte ho richiamato anche il collega Romeo, perché ne abbiamo parlato, sui principi, al di là del merito.

Non sono i miei elettori, tanto per essere chiari! È una questione di contenuti, per i quali richiamo alla responsabilità il governo regionale.

PRESIDENTE

La parola per la risposta alla Giunta regionale.

RUSSO Francesco, Vicepresidente della Giunta regionale

Si evidenzia preliminarmente che la società SACAL, in quanto società concessionaria degli aeroporti di interesse nazionale di Lamezia, Reggio Calabria e Crotone, si qualifica quale concessionaria dello Stato. Come tale, SACAL risponde all'assolvimento degli obblighi assunti con la sottoscrizione della convenzione di gestione e del contratto di programma dei tre aeroporti in via diretta all'articolazione dell'amministrazione dello Stato competente, che è l'Ente Nazionale Aviazione Civile, cioè vale a dire l’ENAC. Quest'ultima ENAC è anche titolare dei poteri di vigilanza e controllo rispetto al suddetto assolvimento.

Per quanto attiene specificatamente alla posizione della Regione, in disparte le attività societarie concernenti l'esercizio del diritto del socio derivanti dalla partecipazione azionaria nella misura del 10 per cento, si evidenzia che diversi strumenti di programmazione (Piano di Azione Coesione 2007/2013, Patto di Sviluppo Regione Calabria, Fondo Sviluppo e Coesione 2014/2020) stanno provvedendo e mettendo a disposizione di SACAL ed ENAC risorse finanziarie notevoli per l'adeguamento dei tre aeroporti.

Il passaggio è questo: il ruolo della Regione, in questo caso, è di programmazione. Abbiamo prodotto, fino alla settimana scorsa, il documento, in Europa, per il passaggio di Lamezia Terme a Core e Reggio Calabria a Comprehensive.

Questi investimenti stanno permettendo - e già l'abbiamo visto - di risanare il bilancio di SACAL, mentre ricordo che SOGAS è fallita.

Questo incremento di passeggeri (a Reggio Calabria di circa il 10%, a Lamezia di circa il 10% ed a Crotone addirittura a tre cifre) e, quindi, questi interventi di merito stanno permettendo di chiudere bene gli ultimi bilanci e di rivedere attentamente le posizioni dei lavoratori afferenti al comparto aeroportuale.

Quindi si nutre speranza, perché al primo punto si era stabilito di non creare condizioni per pregiudicare anche la stabilità finanziaria di SACAL.

Come secondo punto, invece, si era deciso di rivedere il differenziale di occupazione che ancora esiste nel bacino e che ci preoccupa fortemente.

Ma il primo punto era garantire che l'aeroporto rinascesse, aumentasse il volato e aumentato il traffico. Adesso stiamo lavorando, con molta attenzione, sui lavoratori.

NICOLÒ Alessandro (Gruppo Misto)

Però non risponde al mio quesito. Lei mi ha fatto un excursus sull'aeroporto, sulla crescita, su alcuni parametri, ma al mio quesito… Io parlavo ed è andato via il Presidente. Mi spiace per questo perché è colui con cui ho conferito, con cui ho interloquito rispetto ad una questione che è delicata dal punto di vista sociale. Stiamo parlando di processi di stabilizzazione, del principio, del metodo. Più volte ho sentito esprimere dal Presidente la volontà di dare priorità a processi di stabilizzazione. Lo dico perché io non chiedo niente per cortesia, ma per una questione di riconoscenza, di legittimità, alla presenza del capogruppo Romeo che, però non vedo più. I banchi sono vuoti, e vabbè! Se siamo qui a lavorare… Ho avuto assicurazioni rispetto a questo e allora stride il comportamento. Anche stasera abbiamo assunto un impegno all’ unanimità, rispetto a dei principi che valgono ancor prima degli schieramenti, e questo impegno condiviso, in merito alla stabilizzazione, al riconoscimento del tirocinante, alle esperienze e alle competenze.

Mi appello alla sua sensibilità per una soluzione, perché ci troviamo dinanzi ad un processo di accorpamento che tiene fuori i lavoratori ex SOGAS e, secondo fonti attendibili, - mi accerterò attraverso riscontri probatori - avrebbero provveduto a coprire la carenza con delle procedure; approfondirò in merito.

È probabile che sia avvenuto come So.Ri.Cal., ma al di là del merito, per il quale presterò approfondimenti, vorrei capire perché chi ha prestato lavoro per 20 anni… Il Presidente mi disse: “è la prima cosa”. Adesso gira le spalle e va via. Mi dispiace, perché è una persona che io stimo e apprezzo dal punto di vista anche politico, al di là delle differenziazioni, però, anche per garbo istituzionale, mi sarei aspettato una sua risposta.

Stiamo parlando di occupazione e di lavoro. Ci stanno lavoratori che da quando questo processo ha avuto avvio sono a casa e stride con la vostra politica occupazionale. Mi volete dare una risposta sulla situazione di gente che da 20 anni, da 15 anni da 10 anni prestava lavoro e non è stata inserita in un processo di stabilizzazione, il cui metodo riguarda i principi del vostro programma? Quindi da una parte il comportamento stride rispetto a quello che si fa.

Mi appello alla sua sensibilità perché valuti questo argomento ed eventualmente si affronti una discussione per trovare una soluzione per questi padri di famiglia che sono in mezzo alla strada; maestranze che hanno prestato servizio là. Lo dissi in altra circostanza, mi spiace, perché affrontammo la questione col collega Romeo, che condivise questo aspetto e prese un impegno, con me, morale innanzi a questa gente.

Non c'è sul lavoro maggioranza o minoranza.

Premetto che non sono stati mai miei elettori; li ho visti, li ho incontrati in delegazione. Ho capito, ho compreso questo disagio, che è un disagio sociale.

Dobbiamo dare risposte rispetto ad argomenti per i quali dovremmo avere una coscienza; e so che c'è una coscienza anche perché mi aveva dato assicurazioni il Presidente che stasera, probabilmente per ovvie ragioni, non ha voluto rispondere.

Mi aspetto da lei e dal Presidente ancora risposta; riformulerò in merito un'interrogazione, perché non sono soddisfatto.

PRESIDENTE

Grazie, la seduta è tolta

 

La seduta termina alle 20,01

 

Allegati

Congedi

Ha chiesto congedo: Bevacqua, Salerno, Sculco, Rizzo

 

(È concesso)

Annunzio di proposte di legge e loro assegnazione a Commissioni

È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della Giunta regionale:

 

Disciplina delle Associazioni Pro Loco – (deliberazione G.R. n. 180 del 2.5.2019) (PL n. 450/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

 

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:

 

Giudiceandrea – “Modifica alla legge regionale 31 maggio 2019, n. 13 (Rideterminazione della misura degli assegni vitalizi diretti, indiretti e di reversibilità e adeguamento al d.l. n. 174/2012)” (PL n. 448/10^)

È stata assegnata alla prima Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale – ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere

(Così resta stabilito)

 

Sergio – “Riconoscimento istituzionale dell’ex campo di internamento Ferramonti di Tarsia e sostegno al Museo Internazionale della Memoria” (PL n. 449/10^)

È stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Tallini – “Modifica legge regionale del 27 dicembre 2016 n. 41 modifica articolo 6 comma 1 e 2” (PL n. 451/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Bevacqua, Tallini – “Modifiche alle leggi regionali 23 dicembre 2011, n. 47 e 21 dicembre 2018, n. 47” (PL n. 452/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Neri – “Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria derivante dalla sentenza esecutiva n. 384/2016 emessa dal Tribunale ordinario di Milano – XIII Sezione Civile, ai sensi dell’articolo 73, comma 1, lett. a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118, come modificato ed integrato dal decreto legislativo 10 agosto 2014, n. 126” (PL n. 453/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

Tallini, Arruzzolo, Nucera – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 21/2010” (PL n. 454/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte di provvedimento amministrativo

Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

 

“Rendiconto esercizio 2018 dell’Istituto Regionale Superiore di Studi Elleno-Calabri per la comunità greca di Calabria – (deliberazione G.R. n. 283 dell’1.7.2019)” (PPA n. 259/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Rendiconto esercizio 2018 dell’Istituto regionale per la Comunità Arbereshe di Calabria – (deliberazione G.R. n. 284 dell’1.7.2019)” (PPA n. 260/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

“Rendiconto esercizio 2018 dell’Istituto regionale per la comunità Occitana di Calabria – (deliberazione G.R. n. 285 dell’1.7.2019)” (PPA n. 261/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

Richiesta parere della Commissione consiliare

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 253 del 21 giugno 2019, recante: 'Reg. (UE) n. 1303/2013 e Reg. (UE) n. 508/2014. Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca FEAMP 2014/2020 – Approvazione Piano Finanziario rimodulato'

(PARERE N. 51/10^)

È stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 274 dell’1 luglio 2019, recante: 'Revisione del sistema tariffario del Trasporto Pubblico Locale – Importo delle tariffe (Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35, art. 6; Piano Regionale di Trasporti, Misura 3.7)'

(PARERE N. 52/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - per il parere.

(Così resta stabilito)

 

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 277 dell’1 luglio 2019, recante: 'Revisione del sistema tariffario del Trasporto Pubblico Locale – Integrazione tariffaria e price-cap (Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35, art. 6; Piano Regionale di Trasporti, Misura 3.7)'

(PARERE N. 53/10^)

È stata assegnata alla quarta Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente - per il parere.

(Così resta stabilito)

Parere favorevole su deliberazione

La quarta Commissione, con nota prot. n. 18933 del 25.6.2019, ha comunicato che nella seduta del 24 giugno 2019 ha espresso parere favorevole al decreto del dirigente n. 14416 del 4 dicembre 2018, concernente: 'Apertura di una cava per la coltivazione di argilla e recupero paesaggistico-ambientale da realizzarsi in località San Vito – Strazzata del Comune di Seminara (RC). Ditta Latersud s.r.l.'

(PARERE N. 43)

 

La terza Commissione, con nota prot. n. 20706 del 12.7.2019, ha comunicato che nella seduta dell’11 luglio 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione n. 34 del 30 gennaio 2019, recante: 'Modifiche al regolamento regionale 23 settembre 2013, n. 9 (Regolamento di attuazione di cui all’articolo 10 della legge 29 marzo 2013, n. 15, finalizzato alla definizione dei requisiti organizzativi e strutturali di tutti i servizi educativi per la prima infanzia e delle procedure per l’autorizzazione al funzionamento e per l’accreditamento)'

(PARERE N. 48)

 

La quarta Commissione, con nota prot. n. 20694 del 12.7.2019, ha comunicato che nella seduta dell’11 luglio 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 274 dell’1 luglio 2019, recante: 'Revisione del sistema tariffario del Trasporto Pubblico Locale – Importo delle tariffe (Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35, art. 6; Piano Regionale di Trasporti, Misura 3.7)'

(PARERE N. 52)

 

La quarta Commissione, con nota prot. n. 20696 del 12.7.2019, ha comunicato che nella seduta dell’11 luglio 2019 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 277 dell’1 luglio 2019, recante: 'Revisione del sistema tariffario del Trasporto Pubblico Locale – Integrazione tariffaria e price-cap (Legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35, art. 6; Piano Regionale di Trasporti, Misura 3.7)'

(PARERE N. 53)

Promulgazione legge regionale

In data 25 giugno 2019, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 70 del 26 giugno 2019:

 

1. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 24, recante: 'Modifiche all’articolo 16 della legge regionale 26 aprile 2018, n. 9 (Interventi regionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della ‘ndrangheta e per la promozione della legalità, dell’economia responsabile e della trasparenza)';

2. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 25, recante: 'Modifiche all’articolo 4 della l.r. 8/2019';

3. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 26, recante: 'Modifiche alla l.r. 14/1984 (Provvidenze in favore dei mutilati ed invalidi civili e del lavoro)';

4. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 27, recante: 'Modifica all’articolo 2 della legge regionale n.17/2019 (Interventi per l’assistenza a favore dei ciechi pluriminorati)';

5. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 28, recante: 'Autorizzazione all’anticipazione di liquidità ai sensi dell’articolo 1, commi da 849 a 857 della legge 30 dicembre 2018, n. 145';

6. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 29, recante: 'Storicizzazione risorse del precariato storico';

7. Legge regionale 25 giugno 2019 n. 30, recante: 'Modifiche all’articolo 1 della legge regionale 3/2015'.

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2019-2021:

 

Deliberazione Giunta regionale n. 246 del 14.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 259 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 260 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 261 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 262 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 263 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 264 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 265 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 266 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 267 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 268 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 269 del 21.6.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 282 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 286 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 287 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 288 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 289 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 290 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 292 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 293 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 294 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 295 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 296 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 297 dell’1.7.2019;

Deliberazione Giunta regionale n. 305 del 12.7.2019.

Interrogazioni a risposta scritta

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

• lo sviluppo sostenibile passa attraverso una giusta e consapevole gestione dell'acqua, una delle più grandi ricchezze di cui abbiamo disposizione e che può avere delle enormi ricadute su tutti i settori più competitivi del nostro Paese;

• l'acqua è una componente essenziale della produzione agroalimentare: la nostra agricoltura può essere sempre più competitiva e non può fare almeno di questa straordinaria risorsa;

• il ruolo fondamentale della risorsa idrica e la corretta gestione dei Consorzi di bonifica rappresentano uno strumento di gestione e tutela del territorio, dell'ambiente e delle acque sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo, perché solo la gestione collettiva permette di regolare in modo razionale ed efficiente la distribuzione e il monitoraggio costante dell'uso delle acque;

• una gestione efficiente delle risorse idriche è la vera missione che dobbiamo affrontare;

• siamo già in ritardo rispetto ai cambiamenti climatici che rischiano di cambiare il modo di fare e di pensare all'agricoltura;

• un'agricoltura competitiva su tutti i mercati si deve attrezzare per fronteggiare i crescenti problemi di siccità e di carenza idrica causati dai cambiamenti climatici e, al contempo, per proteggere e tutelare il territorio;

• la gestione dell'acqua per l'irrigazione deve essere sostenuta sia da politiche nazionali che europee. L'irrigazione in Italia e in Calabria costituisce una condizione fondamentale per avere un'agricoltura che rimanga competitiva sui mercati globali;

• si calcola che le produzioni irrigue valgano oltre l'85 per cento del valore agricolo complessivo ed è pertanto una risorsa decisiva per il reddito delle imprese agricole;

• le competenze affidate (difesa del suolo e gestione acqua irrigua) ai Consorzi di bonifica, enti pubblici di autogoverno, che sono attivi su 17 milioni di ettari di pianura e collina dell'Italia, assicurano l'irrigazione collettiva su 3,3 milioni di ettari, gestiscono 2 mila km di canali naturali e artificiali e 754 impianti idrovori;

• in Calabria gli undici consorzi di bonifica presenti assicurano 10.580 chilometri quadrati di territorio servito (il 70,2 della regione);

590.921.251 di volume stagionale utilizzazione risorsa irrigua;

330 mila consorziati;

7000 chilometri di condotte irrigue;

2500 chilometri di canali di colo;

11 dighe, 132 vasche di accumulo e 104 pozzi, 77 impianti di sollevamento, 7 idrovote;

8.558.018,11 Kwh produzione annua energia idroelettrica degli impianti in funzione;

Si interroga la S.V. -:

 

quali iniziative urgenti intende adottare: per rilanciare e riformare il sistema dei Consorzi di bonifica calabresi che hanno un ruolo determinante per la tutela, la salvaguardia, la pianificazione strategica del territorio anche attraverso la modifica della legge regionale del 23 luglio 2003 numero 11 "Disposizioni per la bonifica e tutela del territorio rurale - Ordinamento dei consorzi di bonifica". I Consorzi di bonifica possono essere uno strumento per costruire un modello diverso ed efficiente di sviluppo.

(489; 08/07/2019)

 

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

• oltre cinque anni fa la Regione Calabria ha appaltato 15 interventi di difesa costiera per un importo di circa 41 milioni di euro. Ad oggi gli interventi cantierizzati sono solo sei. I lavori degli altri nove interventi ancora non sono iniziati;

• appare assai grave che la Regione Calabria, a cinque anni dalla gara di appalto, non sia stata in grado di completare i lavori di difesa costiera;

• con delibera numero 355 del 31 luglio 2017 sono stati previsti ulteriori 18 interventi di difesa costiera per un importo complessivo di 65 milioni di euro. Sono trascorsi esattamente due anni e ancora i lavori sono completamente fermi, non sono stati avviati gli atti amministrativi necessari per affidare la progettazione e, addirittura, non sono stati nominati neppure i RUP (Responsabile unico del procedimento);

• il settore Interventi difesa del suolo e difesa costiera della Regione Calabria risulta composto da uno-due dipendenti che si dovrebbero occupare della progettazione, rendicontazione e realizzazione degli interventi. Si interroga la S.V. -:

 

quali iniziative urgenti intende adottare: per rimuovere gli ostacoli che fino ad ora hanno impedito che importanti interventi di difesa costiera venissero completati. Le risorse stanziate - oltre 100 milioni di euro di fondi comunitari - rischiano di essere perse e i notevoli ritardi nella cantierizzazione degli interventi possono vanificare l'efficacia delle opere visto che, a distanza di anni, potrebbe trovarsi modificata profondamente la situazione dei luoghi.

(490; 09/07/2019)

 

 

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

- la Frazione Marina di Tortora (CS) da anni è ormai sottoposta a gravissimi fenomeni di marosi ed eventi calamitosi, a causa del noto avanzamento del mare e del rischio erosione costiera che attanaglia tutti i comuni del litorale, con obiettivo rischio per persone e cose;

- nel corso di tali eventi calamitosi, la Frazione Marina di Tortora subisce non solo danni alla passeggiata lungomare, ma soprattutto ingenti allagamenti in tutta la Frazione e nel centro abitato, con livelli medi di acqua che supera anche i marciapiedi, con sradicamento dei quadri elettrici, del sistema fognario con paralisi dell'intero sistema di collettamento e depurazione, e danni alle abitazioni civili e attività commerciali, con conseguente evacuazione della scuola elementare presente nella Frazione;

- al fine di limitare i danni e gli effetti negativi degli eventi calamitosi, e di proteggere le abitazioni oltre che le infrastrutture private e pubbliche situate in prossimità del litorale e degli argini fluviali, l'amministrazione del comune di Tortora ha presentato nel corso degli anni richieste di idonei interventi di protezione in mare;

- in particolare, in data 10/11/2017 prot. 12899, l'amministrazione del Comune di Tortora ha depositato preliminare degli "Interventi di Difesa dall'Erosione Costiera", con contestuale richiesta di aggiornamento del Master Plan Erosione Costiera della Regione Calabria e l'inserimento dello stesso nel Sistema Rendis;

- successivamente, sono state inviate altre richieste di intervento in seguito agli eventi calamitosi avvenuti tra il 2017 e il 2018: prot. 14879 del 29/12/2017, prot. 3682 del 21/03/2018, prot. 3807 del 26/03/2018, prot. 12834 del 31/10/2018, e richiesta del 27/11/2018, richieste tutte rimaste inevase -:

 

1) quale sia lo stato dell'arte e dell'aggiornamento del Masterplan Erosione della Regione Calabria e del Sistema Rendis;

2) se siano state individuate le risorse per la realizzazione del Masterplan;

3) quali siano le azioni messe in campo e/o previste per limitare gli eventi calamitosi nel Comune di Tortora;

4)quali misure si intendono realizzare in merito al progetto preliminare degli "Interventi di Difesa dall'Erosione Costiera" depositato dall'amministrazione del Comune di Tortora (CS) in data 10/11/2017 prot. 12899.

(491; 15/07/2019)

Mozioni

Il Consiglio Regionale,

 

premesso che:

- l'articolo 3 della Costituzione prevede che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale";

- l'articolo 32 della Costituzione cita: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana";

- la Fibromialgia o sindrome Fibromialgica è una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Le possibili cure sono oggetto di continui studi;

- prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce. Al dolore cronico, che si presenta a intervalli si associano spesso disturbi dell'umore e in particolare del sonno, nonché astenia, ovvero affaticamento cronico. Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici, nonché il carattere "migrante" dei dolori, sono peculiari della Fibromialgia;

- tale sindrome colpisce approssimativamente 1,5 - 2 milioni di italiani e insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta con un rapporto uomo-donna di 1:8 con esordio tra 25 e 35 anni (uomini) e tra 45 e 55 anni (donne). preso atto che: - la Fibromialgia è una patologia per la quale l'American College of Rheumatology A.C.R. ha emesso nei 1990 i criteri diagnostici ed elaborato il "Fibromyalgia Impact Questionnaire - FIQ-1", strumento ritenuto valido per il rilevamento e la misurazione della disabilita funzionale e lo stato di salute dei pazienti colpiti da tale sindrome;

- l'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992 ha riconosciuto l'esistenza della Fibromialgia e i l 24 gennaio 2007 nell'ICD-10 (International Classification of Diseases) ha definitivamente classificato la Fibromialgia con il codice M - 79.7 e porta i nomi di "Fibromyalgia - Fibromyositis - Fibrositis - Myofibrositisi" nel Capitolo XIII "Malattie del sistema muscolare e connettivo";

- nella dichiarazione del Parlamento europeo del 13 gennaio 2009 (PS TA 2009 0014), il Parlamento europeo invita gli Stati Membri: a) a mettere a punto una strategia comunitaria per la Fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come una malattia;

b) contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia e favorire l'accesso degli operatori sanitari e dei pazienti alle informazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale;

c) incoraggiare a migliorare l'accesso alla diagnosi e ai trattamenti;

d) promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla Fibromialgia. dato atto che: - non è prevista alcuna forma di riconoscimento della Fibromialgia, per la quale non è prevista l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria. considerato che: - i pazienti che soffrono di Fibromialgia hanno difficoltà a vivere una vita piena e indipendente, in quanto la sensibilità al dolore, il senso di debolezza e la fragilità portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva;

- i pazienti non possono usufruire delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza (LEA), erogabili attraverso le strutture del servizio sanitario nazionale a titolo gratuito, con numerosi ed esosi esami a pagamento;

impegna la Giunta regionale

ed il Presidente della Giunta regionale 1) ad-attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni e/o di Conferenza Stato — Regioni affinché a livello nazionale siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della Fibromialgia o Sindrome Fibromialgica con conseguente classificazione nel nomenclatore nazionale;

nonché il riconoscimento ai lavoratori affetti da questa patologia, di permessi di astensione dal lavoro per la cura della sintomatologia oltreché l'esenzione dal pagamento dei ticket per esami di laboratorio e/o strumentali e dei farmaci eventualmente prescritti;

2) ad avviare e assicurare in modo ottimale sul territorio regionale, tramite il Dipartimento e la Struttura Commissariale, la cura e la continuità terapeutica ai pazienti fibromialgici con dolore e a sviluppare setting clinico — gestionali attraverso l'interconnessione delle reti reumatologiche e di terapia del dolore, avviando una serie di percorsi, per la presa in carico globale del paziente fibromialgico, che necessità di cure antalgiche;

3) a riconoscere il rilevante apporto delle associazioni e del volontariato che si occupano della Fibromialgia sul territorio regionale e valorizzare le loro attività aventi come obiettivo il perseguimento di finalità di solidarietà, diretta ad aiutare persone sofferenti affette da Fibromialgia;

4)a istituire un registro regionale della Fibromialgia per la raccolta e l'analisi dei dati clinici e sociali riferiti alla Fibromialgia;

5) a istituire un tavolo tecnico — politico per definire un PDTA del paziente fibromialgico con l'attivazione di un percorso dedicato ai pazienti con dolore costituendo un team multidisciplinare dedicato al percorso in oggetto. Attraverso tale strumento si vogliono ridurre i pazienti che ricorrono in maniera inappropriata al pronto soccorso e quindi impegnano tutti i servizi della rete di emergenza — urgenza. Tale comportamento pone preoccupazione in quanto scatena una serie di eventi importanti dal punto di vista organizzativo.

(161; 15/07/2019) Esposito, Battaglia, Pedà, Guccione, Mirabello

Risposta scritta ad interrogazione

Greco - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- la mozione n.59/X sulla Valorizzazione turistica dell'Altopiano Silano a firma dei consiglieri O. Greco, G. Aieta, D. Bevacqua, G. Giudiceandrea, C. Guccione, F. Sergio, M. D'Acri approvata nella seduta del Consiglio regionale dell'uno agosto 2016;

- la mozione n.59/X impegnava il Presidente e la Giunta regionale ad approvare il Masterplan per lo sviluppo turistico dell'Altopiano silano allegato alla mozione e a redarre uno studio di fattibilità, con relativa individuazione dei fondi necessari, per l'identificazione dei progetti organici di investimento nelle località principali dell'area di sviluppo turistico, Camigliatello Silano e Lorica, che rappresentano i nuclei abitativi e turistici più importanti della zona;

- a distanza di quasi tre anni non si hanno notizie sullo stato dell'arte dello studio di fattibilità e sull'individuazione delle risorse necessarie alla realizzazione del Masterplan per lo sviluppo turistico dell'Altopiano silano -:

 

1) quale sia lo stato dell'arte dello studio di fattibilità per lo sviluppo turistico dell'Altopiano silano;

2) se siano state individuate le risorse per la realizzazione del Masterplan;

3) se la realizzazione del Masterplan per lo sviluppo turistico dell'Altopiano silano sia ancora una priorità della Giunta regionale.

(478; 08/05/2019)

 

Risposta: “La Giunta Regionale, consapevole dell’elevata strategicità del settore turistico per lo sviluppo economico della regione e della necessità di riformulare la strategia e gli

obiettivi di sviluppo di medio-lungo periodo, anche alla luce delle evoluzioni del mercato e di quanto stabilito nel Piano Strategico del Turismo 2017-2022 Italia Paese per Viaggiatori, con Deliberazione n. 473/2017 ha stabilito le Linee di Indirizzo del nuovo Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile (PRSTS) e ha dato mandato al Dirigente Generale del Dipartimento competente di procedere all’elaborazione dello stesso.

Le suddette linee di indirizzo stabiliscono che il nuovo Piano Regionale di Sviluppo Turistico debba definire un quadro strategico regionale capace di:

1.           innovare e riposizionare i prodotti turistici più maturi (es. balneare);

2.           ampliare e diversificare l’offerta turistica regionale, valorizzando le risorse e le potenzialità presenti nei territori di montagna, nelle aree interne e rurali e nei borghi, al fine di promuovere prodotti turistici emergenti (es. turismo culturale, enogastronomico, montano e naturalistico);

3.           promuovere il tema della valorizzazione e fruizione responsabile e sostenibile dei territori, a partire dall’integrazione del patrimonio territoriale, ambientale e culturale e dall’accessibilità, non solo fisica, dei territori.

Coerentemente con quanto stabilito dalle linee di indirizzo, il nuovo PRSTS 2019-2021, approvato dal Consiglio Regionale con Deliberazione n. 405 e pubblicato sul BURC n. 71 del 2 luglio 2019, oltre a proporre un’attenta analisi del sistema turistico regionale, con focus sul patrimonio montano e naturale e quindi anche sull’altopiano della Sila, prevede elementi utili a qualificare la destinazione turistica regionale e accrescerne la competitività anche valorizzando i territori più periferici (borghi, aree interne e rurali), le risorse culturali e tutto il sistema delle aree protette.

Al tal fine, il PRSTS fissa quattro obiettivi generali articolati in dodici obiettivi specifici e trentacinque linee strategiche che interessano tutto il territorio regionale e in special modo le aree montane, rurali e le risorse naturali.

In particolare, delle ventotto linee strategiche previste nei primi due obiettivi generali (valorizzazione, anche in un'ottica di integrazione, della ricchezza e varietà del territorio e del patrimonio calabrese, trasformando le risorse in prodotti turistici fruibili, accessibili e sostenibili; rendere il sistema economico del turismo competitivo e innovativo) nove riguardano la tutela e la valorizzazione delle aree montane e rurali e delle risorse naturali;

1.           la LS A. 1.3 prevede di potenziare l'attrattività del patrimonio naturale e delle aree interne dando maggiore valore al patrimonio naturale e alle aree interne montane e rurali, coerentemente con quanto stabilito dalle strategie nazionali del PST 2017-2022 che mirano a valorizzare le risorse sottoutilizzate, a riqualificare paesaggi poco fruiti e fruibili;

2.           la LS A.2.2 Sviluppare la linea esperienziale avventure tra verde e tradizioni;

3.           la LS A.2.3 Sviluppare la linea esperienziale paesaggio culturale e rurale;

4.           la LS A.2.4 Implementazione dei progetti interregionali innovativi, che integrino risorse naturali e culturali e valorizzino le identità e le specificità locali;

5.           la LS A.4.1 Adeguamento delle misure regionali per la valorizzazione della risorsa ambiente alle linee guida e alle strategie nazionali e internazionali;

6.           la LS A.4.3 Miglioramento del decoro urbano e supporto al ripopolamento dei borghi e centri storici;

7.           la LS A.5.2 Ottimizzazione dell'intermodalità e della rete dei collegamenti tra le aree interne in ottica di integrazione tra prodotti turistici;

8.           la LS A.5.3 Progettazione e realizzazione un sistema di mobilità leggera ai fini turistici;

9.           la LS B.1.1 Sostegno allo sviluppo di nuove forme di ospitalità sostenibili, principalmente nelle aree interne.

Significativa è quindi l’attenzione che il PRSTS dedica alla valorizzazione turistica delle aree montane e rurali e all'intero sistema delle aree protette e quindi all’altopiano Silano e al Parco Nazionale della Sila.

La Giunta Regionale ha più volte dimostrato grande attenzione ai territori delle aree interne e di montagna e al sistema delle aree protette regionali, promuovendone la loro valorizzazione anche a fini turistici.

Proprio al fine di tutelare le risorse ambientali e promuovere l’offerta turistica di questi territori, la Giunta Regionale ha garantito il monitoraggio, il mantenimento e/o il recupero degli habitat e delle specie. La Giunta ha inoltre, sostenuto la realizzazione di due importanti interventi (la pista ciclabile dei Parchi della Magna Grecia e la sentieristica Calabria che valorizza il tratto calabrese del sentiero Italia) che, consentono il collegamento longitudinalmente della regione e dei quattro parchi naturali (Pollino, Sila, Serre Aspromonte), offrono modalità di percorrenza e fruizione del paesaggio alternative (cammini, ciclovie, ippovie, percorsi per diversamente abili) e prevedono la realizzazione di aree verdi attrezzate, nonché, interventi di valorizzazione dei musei tematici esistenti e delle aree di pregio (Geositi Unesco, Oasi WWF). Operando in tal modo, ha inteso ampliare l’offerta di infrastrutture e servizi capaci di attrarre flussi di visitatori e turisti durante tutto l'arco dell’anno.

Per la realizzazione dei suddetti interventi è previsto un finanziamento di oltre 20 milioni di euro, 6 dei quali sono destinati al solo Parco della Sila.

La Giunta Regionale, inoltre, nel programmare le risorse presenti nei diversi strumenti della programmazione regionale (POR, Patto/FSC, PAC, PSR), ha investito sull’altopiano della Sila oltre 114 milioni di euro, per la realizzare opere pubbliche che mirano a:

- migliorare la sicurezza degli edifici pubblici;

- incrementare il servizio di raccolta differenziata;

- efficientare le reti idriche, gli acquedotti e la pubblica illuminazione;

- mitigare i problemi di dissesto idrogeologico;

- bonificare e recuperare le aree degradate;

- potenziare la viabilità e la viabilità rurale;

- prevenire i danni da incendi e calamità naturali;

- rimboschire le aree boscate esistenti e creare nuove aree boscate;

- sostenere le famiglie in difficoltà;

- garantire la crescita digitale e i servizi alla persona (in particolare anziani e bambini) Impatto economico di grande rilievo ha avuto, inoltre, il completamento degli interventi inerenti l’infrastrutturazione turistica dell'altopiano, tra i quali appare l'ammodernamento degli impianti sciistici che ha contribuito in misura rilevante all’incremento dell’attrattività turistica dell'intero altopiano.

Ulteriori positive ricadute economiche si sono realizzate sul territorio della Sila a seguito dell’avviso pubblico promosso dalla Regione a sostegno delle imprese turistiche.

Altri effetti positivi si realizzeranno sul territorio a seguito delle risorse destinate all’Area Interna Sila e Presila crotonese e cosentina, inserita nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne (3,7 Meuro di finanziamento nazionale a cui si sommano 7,4 Meuro di finanziamento regionale), e agli avvisi pubblici promossi dalla Regione Calabria, che prevedono criteri di premialità per le aree interne e i territori di montagna, in particolare:

- Sostegno di progetti di valorizzazione dei borghi della Calabria (100 milioni di euro)

- Fare scuola fuori dalle aule (3,5 milioni di euro);

- Realizzazione di interventi di efficientamento energetico negli edifici dei comuni inseriti nella Strategia Regionale per le Aree Interne (SRAI) di cui alla D.G.R. n. 215 del 05.06.2018 (oltre 21 milioni di euro);

-. Concessione di contributi finalizzati al potenziamento del patrimonio pubblico esistente adibito ad alloggi sociali (oltre 10 milioni di euro).

Al fine di completare il quadro informativo, vale la pena sottolineare che il percorso attuativo del PRSTS, appena approvato dal Consiglio Regionale, prevede l’elaborazione di specifici Piani Territoriali che mirano alla valorizzazione turistica e ambientale del territorio regionale e del sistema delle aree protette e, quindi, territorio silano.”

 

Gerardo Mario Oliverio (Presidente della Regione Calabria)

 

 

Mirabello - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

la Giunta regionale della Calabria con delibera n.355 del 31 luglio 2017 ha definito il "Documento programmatico di difesa del suolo" al fine di conseguire l'obiettivo della mitigazione del rischio idrogeologico con l'azione 5.1.1 programmando interventi per la protezione dalle frane e dalle alluvioni dei centri abitati e interventi strategici lungo gli assi di collegamento stradale e ferroviario. Considerato che: lo stesso piano, attingendo ai fondi del Por 2014/2020 e del Patto per lo sviluppo della Calabria, è stato dotato di risorse finanziarie sufficienti a fronteggiare il quadro completo dei bisogni del territorio regionale, dando priorità assoluta alla mitigazione del rischio idrogeologico e dell'erosione, stanziando le somme occorrenti per la realizzazione delle opere di difesa costiera considerate prosecuzione e completamento degli interventi già in corso e finanziati col precedente Por 2007/2013. Che: tali interventi per come previsto dovevano essere coerenti ai piani di settore pertinenti (PAI, PSEC, PGRA);

con priorità a interventi inquadrati in Master Plan redatti a scala di bacino o di versante capaci di definire le strategie integrate di mitigazione del rischio e di adattamento ai cambiamenti climatici, attraverso un uso congiunto di interventi strutturali e non strutturali. Visto che: nella DGR 355/2017 all'allegato A "programmazione PATTO FSC" nell'AREA 14 e nell'AREA 15 sono stati inseriti nella programmazione gli Interventi integrati per il completamento delle opere di difesa costiera lungo il litorale Nicotera-Joppolo-Ricadi e lungo il litorale Tropea-Parghelia-Zambrone-Briatico-Vibo Valentia-Pizzo Calabro per uno stanziamento di euro 850.000.000 -:

 

quali siano, in virtù del Documento programmatico di difesa del suolo varato dalla Giunta regionale della Calabria nel 2017 in relazione all'erosione costiera ed in considerazione dei ripetuti solleciti inoltrati presso i dipartimenti regionali di competenza oltre che degli eventi erosivi causati dalle mareggiate durante la stagione invernale, gli atti conseguenziali prodotti ad oggi nonché i tempi previsti per la cantierizzazione degli interventi ricadenti nell'AREA 14 e nell'AREA 15 (litorale Nicotera-Joppolo-Ricadi) e (litorale Tropea- Parghelia-Zambrone-Briatico-Vibo Valentia-Pizzo Calabro).

(481; 27/05/2019)

 

Risposta: “Per quanto riguarda l'attuazione degli interventi previsti nell’ambito dei POR Calabria FESR FSE 2014-2020. e di cui alla DGR n. 355/20I7, riguardanti la mitigazione dell’erosione costiera da realizzare a scala sovra-comunale sull’intera fascia costiera tirrenica Vibonese, si specifica che per la loro efficace realizzazione occorre effettuare valutazioni propedeutiche e studi adeguati ai finì dell’individuazione delle priorità di intervento, dato che tali opere risultano estremamente complesse dal punto di vista ambientale, paesaggistico e della tendenza evolutiva delle linee di costa.

A seguito alla comunicazione della Stazione Unica Appaltante Regionale {nota n. 96364 del 16.03.2018) lo svolgimento delle procedure di appalto, essendo gli interventi a titolarità regionale, sono in capo al Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici, 'Mobilità che deve, pertanto, provvedere alla nomina dei RUP, all’avvio delle attività e alla pubblicazione degli avvisi pubblici per l’affidamento dei servizi di progettazione e dei lavori,

Allo stato attuate si sta procedendo a realizzare una collaborazione tecnico-scientifica con un Centro Universitario che possieda le necessarie competenze per la realizzazione dei suddetti studi necessari ad indirizzare le future progettazioni con analisi specifiche che individuino le priorità di intervento lungo i tratti dì costa interessati.

In ragione della complessità delle attività da porre in essere, i tempi previsti per l’inizio dei

lavori prevedibili possono essere ricondotti ai primi mesi del 2021.”

 

Ing. Domenico Pallaria (Il Dirigente Generale)

 

 

Aieta - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- la normativa fondamentale in materia di bonifica è contenuta nel R.D del 13 febbraio 1933 n. 215 recante "nuove norme per la bonifica integrale" - nota anche come Legge Serpieri - tuttora in vigore e che prevede una disciplina organica della materia;

- buona parte dei principi contenuti ed introdotti dal Regio Decreto hanno trovato conferma sia nel codice civile che nella Costituzione che all'art. 44 espressamente riconosce e promuove la bonifica delle terre;

- a livello regionale la disciplina specifica che tutela i Consorzi di Bonifica è dettata dalla Legge Regionale del 23 luglio 2013 n. 11 contenente "Disposizioni per la Bonifica e la tutela del territorio rurale-Ordinamento dei Consorzi di Bonifica";

normativa questa modificata di recente dalla Legge Regionale n. 13/2017 che ha introdotto il principio di corrispondenza dei contributi dei consorziati ad effettiva attività di miglioramento;

- secondo le definizioni fornite dalla legge Regionale, i Consorzi di Bonifica sono persone giuridiche pubbliche a struttura associativa, rientranti tra gli Enti Pubblici economici che operano secondo criteri di efficienza, trasparenza ed economicità;

- a seguito del Protocollo di Intesa Stato- Regione del 18 settembre 2008, il numero complessivo dei consorzi calabresi si è ridotto da 17 a 11;

- la Regione Calabria, secondo la legge di riferimento, è deputata al controllo di tutti i consorzi esistenti nel territorio regionale, essendo di competenza della Giunta Regionale, previo parere consultivo della Commissione consiliare, l'approvazione del programma pluriennale delle opere di bonifica e di tutela del territorio;

- nonostante tutti gli sforzi effettuati nel corso degli anni volti a tutelare maggiormente i Consorzi esistenti nel territorio calabrese, si sta assistendo inermi a ingiustizie perpetrate ai danni dei lavoratori dei consorzi che, andati in pensione, non percepiscono il trattamento di fine rapporto dovuto per legge alla cessazione dell'attività lavorativa;

- è compito della Regione, quale Ente di Controllo, verificare le motivazioni di fatto e di diritto che non consentono ai Consorzi stessi di erogare in favore dei propri dipendenti quanto ex lege previsto;

- quale Ente di controllo la Regione Calabria ha anche il dovere/potere politico ed istituzionale di acquisire, a tutela degli Enti sottoposti al suo controllo, i bilanci dei Consorzi stessi al fine di accertare se realmente le somme dovute a titolo di T.F.R. siano state realmente accantonate, prevedendo in caso contrario una violazione di legge e un abuso ai danni dei lavoratori -:

 

alla luce di quanto sopra esposto, quali iniziative intende assumere al fine di fare in modo che i lavoratori del Consorzio di Bonifica integrale dei bacini del tirreno cosentino e del Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini dello Jonio cosentino, possano ottenere risposte concrete e soprattutto quanto loro dovuto per legge.

(483; 07/06/2019)

 

Risposta: “Con riferimento all'interrogazione di cui in oggetto si fa presente che, il Consorzio di Bonifica del Tirreno Cosentino con nota 4107 del 20/06/2019 (a seguito di apposita richiesta indirizzata al legale rappresentante con prot. SIAR n. 233199 del 20/06/2019), ha fornito i seguenti chiarimenti:

"Il TFR rappresenta un compenso differito al momento della cessazione del rapporto di lavoro pertanto è un diritto del lavoratore al di là se trattasi di accantonamento reale o contabile. La materia relativa al trattamento di fine rapporto sul piano giuridico ha solo due, diverse tra loro, applicazioni, una riguarda i datori di lavoro privati e dunque i cosiddetti dipendenti privati, l'altra il pubblico impiego.

Per il datore di lavoro privato la materia è regolata 2120 cc. essa rappresenta una posta contabile che riguarda sia il Conto Economico che Io Stato Patrimoniale. Si tratta dunque di un costo figurato nel senso che non è rappresentativo di uscite di Cassa, cioè di un flusso finanziario, se non per le somme relative al personale posto in quiescenza nell'esercizio o avente diritto alla anticipazione. In tal senso i bilanci di questo Consorzio come di tutti i Consorzi di Bonifica riportano nella competenza di ciascun esercizio l'accantonamento contabile di quanto maturato.

Il TFR dunque nel settore privato, per il periodo in cui non è corrisposto al lavoratore, fatte salve le opzioni previste dalle recenti riforme soprattutto relative alla previdenza complementare, resta nelle disponibilità del datore di lavoro.

Quanto sopra esposto si applica ai Consorzi di Bonifica che per la loro natura giuridica, definita da consolidata giurisprudenza della Suprema Corte nonché dall'intesa Stato Regioni del 2008 ed in Calabria anche dalla L.R. 11/2003 art.15, non rientrano nel novero della pubblica amministrazione dunque sono datori di lavoro privati ed i loro dipendenti, tutti, sono dipendenti privati cui si applicano contratti di lavoro di natura privatistica che si diversificano a seconda della categoria di lavoro cui vengono applicali ( es: Contratto della Bonifica, contratto per gli idraulico-forestali, contratto agricolo ccc).

In Calabria fra i dipendenti dei Consorzi di Bonifica sono annoverati anche i lavoratori addetti alla forestazione (idraulico-forestali), il cui datore di lavoro è il Consorzio di Bonifica. I Consorzi eseguono in questo settore, progetti di interventi ed opere "in economia per amministrazione diretta" (cioè con propri dipendenti e mezzi), progetti redatti dagli stessi consorzi ed approvati e finanziati dalla Regione ai sensi della L.R. 20/1992 artt. 2 e 7, assumendo dunque il ruolo di impresa in un rapporto concessorio per legge, di conseguenza, ma non potrebbe essere altrimenti, per l'istituto del TFR vale quanto evidenziato per il settore privato.

Poiché trattasi di credito che sorge con la costituzione del rapporto, matura nel corso dello svolgimento del rapporto, diventa esigibile alla cessazione di questi, deve, nel caso dei privati, quindi dei Consorzi di Bonifica, essere erogato dalla data di messa in quiescenza nei tempi tecnici necessari.

I tempi tecnici necessari possono assimilarsi ragionevolmente al termine breve di 105 giorni previsto in casi particolari per la liquidazione del TFR dei dipendenti pubblici, rammentando però che la normativa L.147/2013 prevede per i dipendenti pubblici il termine ordinario per la liquidazione del TFR a 12 e 24 mesi.

Precisato quanto sopra il personale forestale di questo Ente collocato in quiescenza all'attualità è il seguente:

 

FORESTAZIONE:

a)           Nr. 3 in data 31/03/19         Lordo e. 138.459,25 Netto            € 117.418,41

b)           Nr. 8 in data 30/04/19         Lordo €,365.475,66 Netto             € 281.746,56

Pagati acconti per                                                                                 € 102.055,01

c)    Nr. 5 in data 31/05/19   Lordo 6.228.060,34 Netto                         € 190.945,33

 

Elaborazione in corso

Sulle somme a saldo da liquidare saranno corrisposti gli interessi come per legge.

Questo Consorzio sta dunque, per quanto consentito dalla disponibilità di cassa, provvedendo a soddisfare il diritto dei lavoratori posti in quiescenza.

Va a questo punto evidenziato, per come deve essere noto all'On. Interrogante, che la disponibilità di cassa dei Consorzi di Bonifica Calabresi presenta forti condizionamenti, condizionamenti che il Consiglio regionale ha stigmatizzato con chiarezza nella mozione n° 91 /10 del 08/09/2017 votata all'unanimità, alla cui lettura si rinvia, ma rimasta senza pratica attuazione.

Con riferimento alla citata mozione, si richiama, fra tutte le cause in essa addotte, in particolare la mancata liquidazione da parte della Regione Calabria dei crediti vantati dai Consorzi nel settore della forestazione, crediti, già oggetto di atti normativi della Giunta e del Consiglio Regionale, che per questo Consorzio ammontano ad € 12.476.600,08 al 31.12.2017, che pregiudica qualsivoglia ipotesi di razionalizzazione delle risorse economiche di questo Ente. Si ritiene di aver fornito con la presente sufficienti elementi circa il corretto operare, pur fra mille difficoltà, di questo Consorzio rimanendo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento."

In merito alla situazione riguardante il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino si riporta la risposta fornita dallo stesso con nota 6671 del 25/06/2019 (a seguito di richiesta prot. SIAR n. 233120 del 20/06/2019):

"II TFR è la storicizzazione in percentuale, delle retribuzioni medie percepite in ciascun anno, la cui somma ha effetto al solo scopo di determinare la spettanza finale, che matura (senza mai entrare nel patrimonio del lavoratore prima della cessazione del suo rapporto) al momento della cessazione del rapporto di lavoro, pertanto è un diritto per credito futuro del lavoratore al di là se trattasi di accantonamento reale o contabile.

La materia relativa al trattamento di fine rapporto sul piano giuridico ha due diverse discipline applicative, di cui l'una riguarda i datori di lavoro privati, ergo per rapporti lavorativi privatistici e, l'altra, il pubblico impiego.

Per il datore di lavoro privato la materia è regolata dall'art.2120 cc., quivi il TFR costituisce una posta contabile che riguarda sia il Conto Economico che lo Stato Patrimoniale. Si tratta dunque di un costo figurato nel senso che non è rappresentativo di uscite di Cassa e

cioè di un flusso finanziario, se non per le somme relative al personale posto in quiescenza nell'esercizio o avente diritto all'anticipazione. In tal senso i bilanci di questo Consorzio, come di tutti i Consorzi di Bonifica, riportano nella competenza di ciascun esercizio, l'accantonamento contabile di quanto maturato.

Il TFR dunque nel settore privato, per il periodo in cui non è corrisposto al lavoratore, fatte salve le opzioni previste dalle recenti riforme soprattutto relative alla previdenza complementare, resta nelle disponibilità del datore di lavoro.

Quanto sopra esposto si applica ai Consorzi di Bonifica che per la loro natura giuridica, definita da consolidata giurisprudenza della Suprema Corte nonché dall'intesa Stato Regioni del 2008 ed in Calabria anche dalla L.R. 11/2003 art.15, non rientrano nel novero della pubblica amministrazione e dunque sono datori di lavoro privati ed i loro dipendenti, tutti, sono dipendenti privati cui si applicano contratti di lavoro di natura privatistica che si diversificano a seconda della categoria di lavoro cui vengono applicati ( es: Contratto della Bonifica, contratto per gli idraulico-forestali, contratto agricolo eccelsi Calabria fra i dipendenti dei Consorzi di Bonifica sono annoverati anche i lavoratori addetti alla forestazione (idraulico-forestali), il cui datore di lavoro è il Consorzio di Bonifica. I Consorzi eseguono in questo settore, progetti di interventi ed opere" in economia per amministrazione diretta" (cioè con propri dipendenti e mezzi), progetti redatti dagli stessi consorzi ed approvati e finanziati dalla Regione ai sensi della L.R. 20/1992 art. 2 e 7, assumendo dunque il ruolo di impresa in un rapporto concessorio per legge, di conseguenza, ma non potrebbe essere altrimenti, per l'istituto del TFR vale quanto evidenziato per il settore privato.

Poiché trattasi di diritto futuro che sorge con la costituzione del rapporto, ma che si consolida come diritto di credito solo dopo la cessazione del rapporto lavorativo, sicché la liquidazione post-cessazione è rimessa ai tempi tecnici necessari.

Tale tempistica può assimilarsi ragionevolmente al termine breve di 105 giorni previsto in casi particolari per la liquidazione del TFR dei dipendenti pubblici, rammentando però che la normativa L.147/2013 prevede per i dipendenti pubblici, il termine ordinario per la liquidazione del TFR dilatato a 12 e 24 mesi.

Precisato quanto sopra, si specifica che il TFR del personale OTI di quest'Ente, collocato in quiescenza al 31.12.2018, ammonta ad € 198.513,08 (per i dipendenti della bonifica) e ad € 282.588,44 per il personale impiegatizio; mentre il TFR per gli addetti alla forestazione, posti in quiescenza al 31.12.2018, la somma è di € 1.391.770,76. Rispetto a questo personale, sulle somme sopra indicate, sono stati ad oggi corrisposti gli importi relativi agli anni 2010- 2011- 2012-2013-2014-2015.

In definitiva, per tutto quanto innanzi, questo Consorzio, rispetto al consentito dalla disponibilità di cassa, sta provvedendo a soddisfare il diritto dei lavoratori posti in quiescenza. Va a questo punto evidenziato, per come deve essere noto all'Onorevole Interrogante, che la disponibilità di cassa dei Consorzi di Bonifica Calabresi presenta forti condizionamenti, che il Consiglio regionale ha stigmatizzato con chiarezza nella mozione n° 91 /I O del 08/09/2017 votata all'unanimità, alla cui lettura si rinvia (e all'uopo si allega), dovendo purtroppo registrare, che la stessa non ha ad oggi conseguito alcuna pratica attuazione.

Con riferimento alla citata mozione si richiama, fra tutte le cause in essa addotte, in particolare la mancata liquidazione da parte della Regione Calabria, dei crediti vantati dai Consorzi nel settore della forestazione, crediti, già oggetto di atti normativi della Giunta e del Consiglio Regionale, che per questo Consorzio ammontano ad € 5.871.447,85 oltre ad € 5.546.687,44, quale credito rinveniente da quanto stabilito in sede di Piano Industriale pure approvato dall'Ente Regione e, che nel complesso, pregiudica qualsivoglia ipotesi di razionalizzazione delle risorse economiche di questo Consorzio. Si ritiene di aver fornito con la presente, sufficienti elementi circa il corretto operare, pur fra mille difficoltà, di questo Ente, rimanendo a disposizione per ogni ulteriore chiarimento."

 

Dott. Giacomo Giovinazzo (Dirigente del Dipartimento Agricoltura)

 

 

Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

• in data 06-06-2019 ho effettuato una visita ispettiva al Poliambulatorio di Amantea dell'Asp di Cosenza;

• nell'atto aziendale dell'Asp di Cosenza, ai sensi del Dca 76/0215, è prevista la trasformazione da Poliambulatorio in Casa della salute;

• numerose sono le criticità presenti al Poliambulatorio di Amantea: carenza di personale medico e paramedico;

la specialistica di Pneumologia viene effettuata solo un giorno a settimana: il mercoledì;

Ortopedia, invece, solo 4 ore settimanali;

i tempi di attesa per la Cardiologia sono lunghi;

per quanto riguarda il servizio di radiologia bisogna attendere da 10 a 15 giorni per la consegna del referto;

sospese da diversi mesi gli esami Moc e Mammografia: per effettuare le prestazioni venivano addirittura da fuori provincia e oggi non possono essere erogati perché i macchinari sono rotti o mancanti e non sono stati sostituiti dall'Asp di Cosenza (le procedure di gara non sono state avviate con delibera 18 del 02-02-2016 e con delibera 818 del 15/05/2018 avente come titolo Apparecchiatura per Moc e mammografi digitali per il Poliambulatorio di Amantea);

• nonostante siano previsti due milioni e mezzo per il completamento strutturale del Poliambulatorio ad oggi, dopo anni di annunci, nulla è stato fatto. Inoltre, il 20 per cento di questa cifra è destinato all'acquisto di nuove attrezzature tecnologiche sanitarie;

• agli annunci di realizzazione della Casa della salute non sono seguiti i fatti. Anzi nello stesso Poliambulatorio sono state ridotte le prestazioni specialistiche;

• al centro di Emodialisi non sono stati ancora individuati i turni estivi. Il personale in servizio non ha ancora avuto disposizioni dall'Asp di Cosenza e pare che quest'anno le prestazioni non potranno essere effettuate e bisognerà spostarsi presso il centro di Paola per mancanza di medici e infermieri. I turisti che negli anni passati hanno usufruito di tale servizio al Centro di eccellenza di Amantea, quest'anno molto probabilmente saranno costretti a non poter venire in Amantea a trascorrere le vacanze visto che non avranno la possibilità di fare la dialisi. L'estate scorsa oltre duecento persone hanno usufruito del servizio. Mentre dal primo gennaio ad oggi sono state effettuate 290 visite ambulatoriali ed è stata praticamente azzerata la lista dei trapianti;

• non si può disperdere un patrimonio di competenze, professionalità ed efficienza delle prestazioni. Competenze oggi presenti nel Centro di Amantea;

• la Casa della salute di Amantea potrebbe rappresentare un importante presidio sanitario nell'area del basso tirreno cosentino, perché prevede l'Unità complessa di cure primarie con prestazioni h24 e la presenza di medici di Medicina generale e specialistica, che sarebbero in grado di gestire e monitorare le patologie croniche e i codici bianchi. Le risorse ci sono: basterebbe spostare quelle che erano previste per la Casa della salute di Praia a Mare (oggi ospedale di frontiera) pari a nove milioni e 600 mila euro -:

 

quali iniziative urgenti intende adottare per passare dalle promesse ai fatti, visto che sono trascorsi diversi anni e nulla è stato realizzato per rafforzare gli attuali servizi specialistici del Poliambulatorio di Amantea. Tra l'altro nessun intervento ancora è stato predisposto per essere convertito in Casa della salute. Siamo al mese di giugno e al momento i turisti che vogliono raggiungere Amantea e che hanno bisogno di effettuare la dialisi, non sanno se potranno usufruire o meno della prestazione. In caso di risposta negativa saranno costretti a rinunciare alle vacanze nel centro del Tirreno Cosentino.

(484; 07/06/2019)

 

Risposta: Con riferimento all’interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal Consigliere Regionale on. Carlo Guccione, si precisa quanto segue:

L’ambito territoriale di Amantea è un'area completamente priva di strutture ospedaliere; pertanto, Sofferta sanitaria si basa esclusivamente sulle attività della medicina territoriale delle cure primarie. Tutte le attività di questo territorio si sono sviluppate ed organizzate in funzione del Poliambulatorio Specialistico, storico presidio sanitario divenuto, negli anni, per la sua posizione di confine con l’Asp di Catanzaro e per la molteplicità e qualità dei servizi offerti, punto di riferimento per un vasto bacino che ha oltrepassato i confini distrettuali.

Attualmente l’offerta dei servizi del Distretto Tirreno è rappresentata prevalentemente dai servizi delle Cure Primarie e dai percorri integrati con le aree dipartimentali e ospedaliere. Le criticità prevalenti, peraltro, risultano acuite in questo- periodo dalla “provvisorietà e precarietà” scaturenti, anche, dall’applicazione del cosiddetto “Decreto Calabria” convertito nella Legge n. 60/2019.

Quest’ultimo, infatti, non ha previsto norme transitorie o da applicarsi nel periodo di transizione e ciò sta determinando grave instabilità nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, in assenza di una guida certa e stabile.

Per quanto riguarda le criticità riportate all’interrogazione si precisa che, sebbene l’azione della Regione sia limitata dal Piano di rientro e dal Commissariamento, il Dipartimento Tutela della Salate si sta interfacciando con le Aziende Sanitarie per definire le problematiche sollevate, la particolare:

Cardiologia

Per quante riguarda i tempi di attesa della cardiologia presso il Poliambulatorio di Amantea, è stata avviata un’azione di "spostamento ore" dal Poliambulatorio di Paola a quello di. Amantea» (trattandosi dello stesso specialista) e per le prestazioni del Poliambulatorio di Paola è stato stabilito un accordo con i medici del reparto di cardiologia i quali collaboreranno nell’effettuazione delle visite.

Servizio di Radiologia

Gli Specialisti ambulatoriali di Radiologia ricadenti nella gestione giuridica/amministrativa/contabile del Distretto sanitario Tirreno sono n. 8 con. un monte ore complessivo attivo di 240 settimanale e nell’ area Tirrenica ci sono in totale 19 Medici Radiologi (uno dei quali assegnato allo screening che fa anche i turni per il servizio).

Il loro utilizzo non è stato distribuito in modo equo tra le radiologie ricadenti nel Distretto Sanitario Tirreno (ambulatorio di Amantea, Centro Spoke Cetraro/Paola e P.O. di. Praia a Mare) ma è utilizzato ad esclusiva attività ospedaliera. Si sta definendo la riorganizzazione del Servizio in modo da coprire, anche, il territorio.

Pneumologia

Non risultano tempi di attesa, pur essendo presente lo specialista una volta la settimana,

Dialisi - Vacanze

Per quanto concerne, invece, l'effettuazione del servizio di dialisi estiva presso il Poliambulatorio di Amantea, si precisa che lo stesso viene regolarmente garantito dal 1 luglio fino al 31 agosto 2019. Le modalità di accesso al servizio in tutte le articolazioni territoriali sono pubblicate sull’apposita pagina del sito web aziendale dedicata alla Dialisi Vacanze 2019.

Case della Salute

Con deliberazione del Direttore Generale n. 1731 del 31 ottobre 2018 “.... Bilancio Pluriennale di previsione 2019/2021 ...” , risulta richiesto un finanziamento complessivo di Euro 46.000.000,00 per gli adeguamenti delle strutture territoriali.

L'Unità Operativa Complessa Gestione Tecnico Patrimoniale ha redatto il progetto di Fattibilità Tecnico Economico per la realizzazione dì una Casa della Salute di Amantea, stimando un importo presunto di € 2.500 000,00 di cui il 10 % almeno da destinare ad attrezzature tecnologiche.

La Regione provvederà a finanziare l’intervento di adeguamento della Struttura di Amantea attraverso i fondi afferenti al programma dì investimenti ex art 20 Legge 67/88.”

 

Dott. Antonio Belcastro (Il Dirigente Generale)

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

- nonostante le ingenti risorse finanziarie finalizzate al risanamento delle ataviche problematiche del settore della depurazione, a tutt'oggi si riscontra una situazione di grave criticità ascrivibile al malfunzionamento degli impianti, insufficiente manutenzione degli stessi, oltre che mancato smaltimento dei rifiuti prodotti costituiti principalmente da fanghi di depurazione e sversamento incontrollato di liquami;

Considerato che: - la situazione determina gravi conseguenze sul piano ambientale, con effetti negativi per la salute pubblica della comunità;

Ritenuto che: - il sottoscritto, mediante precedenti atti di sindacato ispettivo, aveva più volte denunciato la situazione emergenziale, sollecitando interventi urgenti al fine di sanare il sistema depurativo regionale e circoscrivere le conseguenze pregiudizievoli arrecate all'ambiente e alle potenzialità turistiche dell'intero territorio costiero;

per sapere:

-quali interventi sono stati effettuati e quali si intendono esperire in merito.

(485; 07/06/2019)

 

Risposta: In risposta all’interrogazione riportata in oggetto, "in ordine agli interventi afferenti il settore della depurazione” si precisa quanto segue:

premesso che

il settore della depurazione è stato commissariato in Calabria dal 1999 al 2010 e risultano essere stati spesi, nel medesimo periodo, oltre 900 milioni di euro. Quasi due cicli di programmazione UE oltre a risorse nazionali sempre nei medesimi due cicli, compromettendo l'organizzazione del servizio idrico integrato nel territorio regionale.

Ciò detto, e rammentando che l’attività della Regione verte principalmente sulla pianificazione degli interventi inerenti lo specifico segmento del Servizio idrico (reti idriche, fognatura e depurazione), i gravi errori già consumati da parte dell’Ufficio del Commissario e le ingenti risorse purtroppo spese, hanno condizionato e condizionano fortemente l'attuazione della Programmazione per gli agglomerati superiore a 15.000 A.E. per la quale è stato assegnato alla Calabria un finanziamento pubblico di 159,85 M€, disposta con Delibera Cipe n. 60/2012.

Infatti diverse opere, quali, condotte fognarie e/o impiantì di depurazione (realizzate sempre dal Commissario), date come "certe'’ nei documenti preliminari di programmazione, durante, la ricognizione dei progettisti, è emerso che le stesse, non risultavano essere attive e/o inesistenti e gli impianti privi dì qualsivoglia liquido afferente, anche se gli stessi risultavano collaudati. Infatti, sono, diversi, i procedimenti penali avviati ed ancora in corso.

In Calabria, non esisteva, alcuna mappatura degli impiantì relativamente alla loro, localizzazione, alla consistenza, alle potenzialità, al grado di funzionamento.

Pertanto, l’attuale amministrazione regionale, nel settore della depurazione, ha iniziato il suo percorso di pianificazione nel 2015, utilizzando due strade parallele ma con obbiettivi comuni.

La prima: da una programmazione puntuale di interventi di manutenzione straordinaria ricadenti in comuni rivieraschi e altri dell’entroterra interessati da procedure giudiziarie, quali i Piani di Riefficientamento e Rifunzionalizzazione degli Impianti di depurazione e delle Stazioni di Sollevamento ricadenti nei Comuni Costieri dei Territori della Regione Calabria - Stagione Balneare 2015 - 2016 -2017 - DGR. nn. 132/2015 e nn. 370/2016, al fine di scongiurare eventuali malfunzionamenti degli impianti di depurazione, causati da mancata manutenzione degli stessi e/o mancati smaltimenti dei fanghi prodotti, evitando sversamenti incontrollati di liquame nei corpi idrici ricettori (suolo, fossi, torrenti, fiumi e mare).

Infatti, con i suddetti Piani, la Regione Calabria ha individuata interventi di manutenzione straordinaria sugli impianti di depurazione e delle stazioni di sollevamento dei Comuni Costieri, sia per la stagione balneare 2015 che per quella inerente il 2016, che hanno permesso di affrontare adeguatamente le esigenze legate ai carichi estivi e migliorare lo stato qualitativo delle acque marino-costiere.

Sono state programmate e pianificate nel 2015 tutte le lavorazioni da realizzare, per un importo complessivo di € 7.984.514,44, mirate ad interventi di ripristino funzionale, ed, in alcuni casi, anche interventi di smaltimento rifiuti, come mondiglie, sabbie e soprattutto fanghi, carne pure interventi di ripristino funzionale delle stazioni di sollevamento e relativa bonifica dei rifiuti rinvenienti dalle stesse. In particolare, sono sfati autorizzati interventi su n. 85 impianti di depurazione e n. 434 stazioni di sollevamento.

Nel corso della stagione estiva 2016, è stato pianificato il Piano di Completamento, di Rifunzionalizzazione ed Efficientamento degli impianti, per un importo complessivo di euro 7.630.184,65. Si precisa che questi ultimi interventi hanno permesso ai Comuni titolari di bandiera “Blu” di continuare a mantenerla, mente altri a riceverla, permettendo in alcuni casi, il superamento della procedura d'infrazione per i Comuni di (vedi Strangoli e Melissa).

La seconda strada, invece, sì è inteso procedere nella pianificazione della procedura d’infrazione, in particolar modo nella procedura 2014/2059, permettendo di definire il "Programma Regionale degli interventi Prioritari dei Sistemi Fognari e Depurativi" relativo a “n.138" interventi, approvati con DGR n.34 del 08.02.2018 per un importo complessivo pari ad euro 195.733.856,29.

Con il suddetto Programma saranno:

- serviti 90.000 Abitanti Equivalenti da nuove reti fognarie (attualmente sprovvisti del servizio di fognatura);

-serviti 165.000 Abitanti Equivalenti da impianti di depurazione (attualmente non soggetti al servizio di depurazione);

- realizzati n°120 nuovi impianti di depurazione;

- adeguati e potenziati n° 133 impianti di depurazione esistenti;

- realizzati ex-novo e completati n° 94 schemi fognari.

Il sistema della depurazione in Calabria, e più in generale il segmento passivo (fognario, collettamenti, sistema depurativi) del ciclo integrato dell’acqua, malgrado il percorso realizzato e la netta inversione di tendenza determinatasi, presenta ancora oggi, elementi dì forte criticità, per questo, il Settore competente ha sviluppato, una ulteriore Programmazione dì interventi, nel settore della depurazione che riporta n. 127 interventi per l'importo complessivo pari ad euro 64.810.447,14.

Oggi, grazie a tutte le attività sinteticamente sopra descritte, hanno permesso alla Regione di dotarsi di una prima mappatura degli impianti di depurazione presenti nel territorio regionale.

Tra le altre cose, la Regione Calabria - Dipartimento Presidenza, malgrado non avesse nessuna competenza in materia di controllo di impianti e stazioni dì sollevamento, sì è dotato di un sistema dì controllo supplementare di concerto con alcune procure, con l’esclusivo compito di attualizzare le seguenti Attività di controllo:

- verifica tecnica e controllo del funzionamento degli impiantì di depurazione, in tutte le sue fasi di trattamento;

- individuazione degli interventi urgenti da effettuarsi per l’immediato ripristino funzionale e contestualmente riportale nella Programmazione Regionale degli interventi prioritari;

- verificare i finanziamenti erogati dalla Regione Calabria ai rispettivi Comuni controllati e se gli interventi attualizzati dai Comuni avessero o meno consentito di superare emergenze.

Il tutto per mezzo di apposito Protocollo investigativo con le Procure calabresi, distaccando due Tecnici altamente qualificati in qualità di Ausiliari di P.G. ai sensi dell’art. 348 comma 4 c.p.p., con l’arduo compito di attualizzare le attività sopra descritte.

Tale attività congiunta con gli organi inquirenti ha consentito e consente fin quanto ancora in corso) di limitare anche la frequenza dei. reati ambientali che sì verificano nel circondario della Regione, n.15 impianti di depurazione inefficienti ricadenti in 3 Comuni del territorio calabrese, sono sottoposti a sequestro preventivo per i quali la Magistratura, inquirente ha ritenuto affidare la Custodia giudiziaria al Direttore Generale del Dipartimento Presidenza, con l'esclusivo compito di uniformare urgentemente lo stato di fatto e di diritto degli impianti in esame alle prescrizioni sì legge e di regolamento applicabili, in ragione delle violazioni contestate, che la Regione sta portando avanti brillantemente.

Di seguito, la Tabella 1 riporta sinteticamente gli interventi finanziati dal 2015 ad oggi nel segmento fognario-depurativo, mentre la Tabella 2 riporta gli Interventi programmati e in attesa di finanziamento:

 

Tabella .1 - Interventi finanziati nel settore fognario-depurativo

Canale finanziario

Numero di

Comuni

finanziati

Numero di
interventi

Tipologia intervento

Importo complessivo
finanziato

D.G.R. 182/2015

82

82

Interventi di manutenzione

straordinaria sulle stazioni di sollevamento e sugli impianti di depurazione del territorio regionale

      7.984.514,44

D.G.R. 370/2016

111

111

Completamento interventi di manutenzione straordinaria sulle stazioni di sollevamento e sugli impianti di depurazione dei territorio regionale

      8.295.634,80

D.G.R. 34/2018

138

142

Interventi strutturali negli

agglomerati in procedura di infrazione 2014/2059 nel settore fognario-depurativo - Patto per il Sud.

€ 195.733.856,29

Provvedimenti di emergenza

10

9

Interventi di emergenza su impianti di sollevamento e/o depurazione in seguito a sopralluogo

      3.453.444,77

 

€ 215.467.450,30

 

Tabella 2 - Interventi programmati nel settore fognario-depurativo

 

Canale finanziario

Numero di

Comuni

finanziati

Numero di
interventi

Tipologia Intervento

Importo complessivo
finanziato

D.G.R. 33/2018

127

127

Interventi strutturali negli

agglomerati con forti, deficit fognari-depurativi.

     64,810.447,14

Interventi

emergenziali

 

14

 

14

Interventi strutturali e/o di manutenzione straordinari su sistemi fognari e/o impianti di

depurazione interessati da

Procedimenti giudiziari.

      4.199.468,95

 

     69.009.916,09

Ing. D. Pallaria

 

 

Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:

 

il presidio ospedaliero di Polistena versa in una situazione di estrema criticità ascrivibile alla carenza di personale;

tale situazione potrebbe compromettere, anche in virtù dell'incremento del numero di utenze durante la stagione estiva, la copertura integrale del servizio sanitario e la completa funzionalità di taluni reparti, quali chirurgia, radiologia, rianimazione/anestesia, pronto soccorso, psichiatria ed in particolare ostetricia/ginecologia e pediatria;

considerato che: tale presidio ospedaliero costituisce un importante punto di riferimento della sanità pubblica nel territorio tirrenico;

il sottoscritto consigliere regionale interroga il Presidente della Giunta -:

 

quali provvedimenti si intendono adottare al fine di garantire la completa funzionalità del nosocomio di Polistena e per scongiurare ogni ipotesi legata alla discontinuità del servizio sanitario.

(487; 21/06/2019)

 

Risposta: Con riferimento all'interrogazione in oggetto, rivolta al Presidente della Giunta Regionale dal consigliere regionale on. Alessandro Nicolò, si precisa quanto segue:

le criticità evidenziate nell’interrogazione in oggetto risultano acuire in questo periodo dalla

“provvisorietà e precarietà” scaturenti, anche, dall’applicazione del cosiddetto “Decreto Calabria” convertito nella Legge n. 60/2019. Quest'ultimo, infatti, non ha previsto norme transitorie o da applicarsi nel periodo di transizione e ciò sta determinando grave instabilità nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, in assenza dì una guida certa e stabile.

Inoltre la presenza di una Commissione Prefettizia, non di nomina dì questa Giunta regionale, spesso non aiuta l’interlocuzione.

In ogni caso sono stati sollecitati Uffici e Direzione dell’Azienda Sanitaria Provinciale a portare a compimento tutte le procedure concorsuali autorizzate. Nelle more è stato autorizzato l’utilizzo di personale a tempo determinato nonché di prestazioni aggiuntive per le Unità Operative di Pediatria, Anestesia e Rianimazione, Radiologia, Chirurgia generale, Ostetricia e Ginecologia.

Per la Psichiatria, invece, è stata predisposta una proposta di riorganizzazione dei Centri di Salute mentale territoriali, che prevede una più razionale ed ottimale utilizzazione delle risorse, da impiegare anche presso il PO di Polistena”

 

Dott. Antonio Belcastro (Il Dirigente Generale)

Proposta di legge numero 454/10^ recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale numero 21/2010” (Del. n. 415)

Art. 1

(Modifiche e integrazioni alla l.r. 21/2010)

 

              1.         La legge regionale 11 agosto 2010, n. 21 (Misure straordinarie a sostegno dell'attività edilizia finalizzata al miglioramento della qualità del patrimonio edilizio residenziale), è così modificata:

              a)         al comma 3 dell'articolo 2:

                          1)        nell'alinea, le parole "nonché in deroga alle misure di salvaguardia definite dall'articolo 65 della legge regionale n. 19/2002 s. m. e i." sono sostituite dalle seguenti: "esclusivamente con riferimento ai limiti di densità edilizia, di altezza e di distanza tra i fabbricati";

                          2)        dopo la lettera h bis), è aggiunta la seguente:

                          "h ter) codice civile.”;

              b)         al comma 1 dell'articolo 3:

                          1)        alla lettera a), dopo le parole: "aree rurali", sono inserite le seguenti: "ivi comprese le unità collabenti,";

                          2)        nella lettera e), sono soppresse tutte le parole da ", non vanno" fino a "in edilizia";

                          3)        dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:

  "e bis) per volume tecnico, i vani e gli spazi strettamente necessari a contenere e a consentire l'accesso alle apparecchiature degli impianti tecnici al servizio dell'edificio, quali, a titolo esemplificativo, gli impianti idrico, termico, di condizionamento e di climatizzazione, di sollevamento, elettrico, di sicurezza, telefonico;";

                          4)        dopo la lettera n ter) sono aggiunte le seguenti:

  "n quater) per dotazioni territoriali, le infrastrutture, servizi, attrezzature, spazi pubblici o di uso pubblico e ogni altra opera di urbanizzazione e per la sostenibilità ambientale, paesaggistica, socio-economica e territoriale, previste dalla legge o dallo strumento urbanistico;

  "n quinquies) per edifici circostanti ex d.m. 1444/68, quelli che si trovano intorno all'area oggetto d'intervento, per come eventualmente definito e delimitato dai comuni con apposito provvedimento motivato, fermo restando le deroghe di cui alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 4 e al comma 3 bis) dell'articolo 5.";

              c)         all'articolo 4:

                          1)        alla fine della lettera b) del comma 2 è aggiunto il seguente periodo: "Tutti gli ampliamenti fin qui previsti sono consentiti, in deroga agli strumenti urbanistici, in:

1) sopraelevazione ad edifici esistenti muniti di regolare permesso a costruire, fermo restando che l'altezza della nuova edificazione potrà essere derogata di un solo piano rispetto all'altezza massima prevista dalle Norme Tecniche di Attuazione per le zone B, C, D, F ed E e di un solo piano, rispetto alla preesistenza, per tutti gli altri interventi interessati da permesso di costruire in sanatoria a seguito di definizione delle pratiche di condono edilizio. Sono, comunque, fatte salve le distanze e le altezze esistenti, in coerenza con le distanze minime e le altezze massime di cui al d.m. 1444/68 e nel rispetto dell'articolo 9 del citato decreto per quanto riguarda la distanza minima di metri 10 da pareti finestrate e metri 3 dal confine privo di costruzioni;

2) aderenza o in adiacenza ad edifici esistenti muniti di regolare permesso a costruire con le stesse condizioni di cui al numero 1;";

                          2)        nella lettera k) del comma 3, le parole "d.p.r. 59/09" sono sostituite dalle seguenti: "decreto interministeriale 26 giugno 2015 (Adeguamento linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici)";

              d)         all'articolo 5:

                          1)        il comma 1 è sostituito dal seguente:

  "1. In deroga alle previsioni dei regolamenti comunali e degli strumenti urbanistici e territoriali comunali, provinciali e regionali e nel rispetto di quanto previsto nel presente articolo, alle condizioni e con le modalità previste dalla legge, per migliorare la qualità del patrimonio edilizio esistente, sono ammessi interventi di demolizione e ricostruzione, anche parziale, di edifici residenziali e non residenziali, previsti nell'articolo 3, comma 1 lettere a) e b), fatte salve le disposizioni del decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti 17 gennaio 2018 (Aggiornamento delle “Norme tecniche per le costruzioni”) e del codice civile, anche con riposizionamento dell'edificio all'interno delle aree di pertinenza catastale dell'unità immobiliare interessata, anche conformata con atti successivi alla realizzazione dell'edificio stesso, con realizzazione di un aumento in volumetria entro un limite del 30 per cento di quello esistente alla data di entrata in vigore del decreto legge 13 maggio 2011, n. 70 (Semestre Europeo — Prime disposizioni urgenti per l'economia), convertito con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106.";

                          2)        nel comma 3 la parola "lorda" è sostituita dalla seguente: "utile", e la parola "60" è sostituita dalla seguente: "38";

                          3)        dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:

  "3 bis) L'altezza della nuova edificazione potrà essere derogata per tutti gli edifici muniti di regolare permesso di costruire di un solo piano rispetto all'altezza massima prevista dalle Norme Tecniche di Attuazione per le zone B, C, D, F ed E, e di un solo piano rispetto alla preesistenza per gli edifici la cui volumetria è stata legittimata a seguito definizione di condono edilizio.";

              e)         all'articolo 6:

                          1)        il comma 1 è sostituito dal seguente:

  "1. Gli interventi previsti negli articoli 4 e 5 nonché nel presente articolo possono essere realizzati:

              a)         su immobili esistenti alla data del 30 maggio 2019, ivi comprese le unità collabenti, regolarmente accatastati presso le rispettive Agenzie del Territorio oppure per i quali, al momento della richiesta dell'intervento, sia in corso la procedura di accatastamento;

              b)         per gli edifici non ultimati alla data del 30 maggio 2019, qualora sugli immobili oggetto dell'istanza autorizzativa (SCIA o altro titolo abilitativo) si proceda al completamento di tutte le inadeguatezze strutturali. Gli interventi possono essere autorizzati o eseguiti con unico titolo abilitativo, che nel caso specifico è il permesso di costruire come disciplinato dall'articolo 15 del d.p.r. 380/2001. In sede di richiesta o formazione del titolo abilitativo all'intervento, la superficie e la volumetria esistente, ai sensi dell'articolo 3, comma 1, lettere c) e d), devono essere attestate da tecnico abilitato mediante perizia giurata corredata di idonea e completa documentazione grafica e fotografica. Alla comunicazione di ultimazione dei lavori deve essere allegata documentazione fotografica e perizia giurata asseverativa attestante il rispetto delle disposizioni di cui alle leggi nazionali in materia e alla presente legge regionale. Gli incentivi previsti possono essere concessi una sola volta per lo stesso immobile o per la medesima unità immobiliare.";

                          2)        alla fine del comma 6, dopo la lettera d) è aggiunta la seguente:

  "e) la conformità degli edifici al titolo edilizio per sagome, superficie coperta e volume edificato.";

                          3)        al comma 8, le parole "termine di sessanta giorni, a pena di decadenza, dalla entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti "entro il 30 settembre 2019, a pena di decadenza";

                          4)        alla fine della lettera c) del comma 8 sono aggiunte le seguenti parole: ", così come previsto dalla lettera n quinquies) del comma 1 dell'articolo 3.”;

                          5)        al comma 8 bis le parole: "01 marzo 2017" sono sostituite dalle seguenti: "31 dicembre 2019";

                          6)        il comma 8 bis è abrogato;

              f)          dopo l'articolo 6, è inserito il seguente:

 

"Art. 6 bis

(Incentivi per gli interventi muniti di certificato di sostenibilità ambientale o realizzati con struttura in legno)

 

  1.         Agli interventi di cui agli articoli 4, 5, 6 e 8 per i quali sia stata effettuata la certificazione di sostenibilità degli edifici ai sensi dell'articolo 9 della legge regionale 4 novembre 2011, n. 41 (Norme per l'abitare sostenibile), si applicano gli incentivi di cui all'articolo 12 della medesima legge.

  2.         Al fine di incentivare l'utilizzo del legno come materiale strutturale, per gli interventi di cui agli articoli 4, 5, 6 e 8, sarà ammesso un ulteriore 5 per cento di aumento della volumetria o della superficie lorda esistente, se realizzati con struttura portante in legno.

  3.         Gli incentivi di cui ai commi 1 e 2 sono cumulabili con quelli previsti dalla presente legge purché l'incremento complessivo di volumetria o superficie lorda esistente non superi in nessun caso il limite del 45 per cento.”;

              g)         all'articolo 7, comma 4, le parole "centottanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge" sono sostituite dalle seguenti: "il 31 dicembre 2019";

              h)        all'articolo 8:

                          1)        il comma 2 è sostituito dal seguente:

  "2. Nei comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti, le amministrazioni comunali individuano le aree urbane degradate, applicando la procedura riportata nel bando allegato al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 ottobre 2015 (Interventi per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate). In tali aree la trasformazione urbanistica ed edilizia è subordinata alla cessione da parte dei proprietari singoli o riuniti in consorzio, e in rapporto al valore della trasformazione, di aree o immobili da destinare a edilizia residenziale sociale, in aggiunta alla dotazione minima inderogabile di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi di cui al d.m. 1444/1968.";

                          2)        nel comma 3 le parole da "pubblici" fino a "19/2002." sono sostituite dalle seguenti: "pubblici e privati, purchè sia garantito il consumo di suolo zero, i comuni abbiano provveduto a redigere il relativo piano di rottamazione previsto dall'articolo 37, comma 1, della l.r. 19/2002 e, nel caso di interventi che riguardino edilizia privata, l'amministrazione comunale approvi, con delibera del consiglio, un progetto di trasformazione urbanistica presentato dal proponente."

 

Art. 2

(Clausola di invarianza finanziaria)

 

  1.         Dall'attuazione della presente legge non derivano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio regionale.

 

Art. 3

(Entrata in vigore)

 

  1.         La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.

(Allegati)

Mozione numero 161/10^ di iniziativa dei consiglieri Esposito, Battaglia, Pedà, Guccione, Mirabello recante: “Sul riconoscimento diagnosi e cura della fibromialgia

Il Consiglio regionale della Calabria

 

premesso che:

l’articolo 3 della Costituzione prevede che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”;

l’articolo 32 della Costituzione cita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”;

la Fibromialgia o sindrome Fibromialgica è una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Le possibili cure sono oggetto di continui studi;

prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce. Al dolore cronico, che si presenta a intervalli si associano spesso disturbi dell’umore e in particolare del sonno, nonché astenia, ovvero affaticamento cronico. Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici, nonché il carattere “migrante” dei dolori, sono peculiari della Fibromialgia;

tale sindrome colpisce approssimativamente 1,5 – 2 milioni di italiani e insorge prevalentemente nelle persone di sesso femminile in età adulta con un rapporto uomo-donna di 1:8 con esordio tra 25 e 35 anni (uomini) e tra 45 e 55 anni (donne).

Preso atto che:

la Fibromialgia è una patologia per la quale l’American College of Rheumatology A.C.R. ha emesso nel 1990 i criteri diagnostici ed elaborato il “Fibromyalgia Impact Questionnaire – FIQ-1”, strumento ritenuto valido per il rilevamento e la misurazione della disabilità funzionale e lo stato di salute dei pazienti colpiti da tale sindrome;

l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1992 ha riconosciuto l’esistenza della Fibromialgia e il 24 gennaio 2007 nell’ICD-10 (International Classification of Diseases) ha definitivamente classificato la Fibromialgia con il codice M – 79.7 e porta i nomi di “FibromyalgiaFibromyositisFibrositisMyofibrositisi” nel Capitolo XIII “Malattie del sistema muscolare e connettivo”;

nella dichiarazione del Parlamento europeo del 13 gennaio 2009 (PS TA 2009 0014), il Parlamento europeo invita gli Stati Membri:

a)           a mettere a punto una strategia comunitaria pe la Fibromialgia in modo da riconoscere questa sindrome come una malattia;

b)           contribuire ad aumentare la consapevolezza della malattia e favorire l’accesso degli operatori sanitari e dei pazienti alle informazioni, sostenendo campagne di sensibilizzazione a livello nazionale;

c)           incoraggiare a migliorare l’accesso alla diagnosi e ai trattamenti;

d)           promuovere lo sviluppo di programmi per la raccolta di dati sulla Fibromialgia.

Dato atto che:

non è prevista alcuna forma di riconoscimento della Fibromialgia, per la quale non è prevista l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.

Considerato che:

i pazienti che soffrono di Fibromialgia hanno difficoltà a vivere una vita piena e indipendente, in quanto la sensibilità al dolore, il senso di debolezza e la fragilità portano la persona affetta da questa patologia a un isolamento nella vita lavorativa, di gruppo e affettiva;

i pazienti non possono usufruire delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza (LEA), erogabili attraverso le strutture del servizio sanitario nazionale a titolo gratuito, con numerosi ed esosi esami a pagamento;

 

impegna

 

il Presidente della Giunta regionale

1)           ad attivarsi in sede di Conferenza delle Regioni e/o di Conferenza Stato – Regioni affinché a livello nazionale siano approvate le normative necessarie a prevedere il riconoscimento della Fibromialgia o sindrome Fibromialgica con conseguente classificazione nel nomenclatore nazionale; nonché il riconoscimento ai lavoratori affetti da questa patologia, di permessi di astensione dal lavoro per la cura della sintomatologia oltreché l’esenzione dal pagamento dei ticket per esami di laboratorio e/o strumenti e dei farmaci eventualmente prescritti;

2)           ad avviare e assicurare in modo ottimale sul territorio regionale, tramite il Dipartimento e la Struttura Commissariale, la cura e la continuità terapeutica ai pazienti fibromialgici con dolore e a sviluppare setting clinico – gestionali attraverso l’interconnessione delle reti reumatologiche e di terapia del dolore, avviando una serie di percorsi, per la presa in carico globale del paziente fibromialgico, che necessita di cure antalgiche;

3)           a riconoscere il rilevante apporto delle associazioni e del volontariato che si occupano della Fibromialgia sul territorio reginale e valorizzare le loro attività aventi come obiettivo il perseguimento di finalità di solidarietà, diretta ad aiutare persone sofferenti affette da Fibromialgia;

4)           a istituire un registro regionale della Fibromialgia per la raccolta e l’analisi dei dati clinici e sociali riferiti alla Fibromialgia;

5)           a istituire un tavolo tecnico – politico per definire un PDTA del paziente fibromialgico con l’attivazione di un percorso dedicato ai pazienti con dolore costituendo un team multidisciplinare dedicato al percorso in oggetto. Attraverso tale strumento si vogliono ridurre i pazienti che ricorrono in maniera inappropriata al pronto soccorso e quindi impegnano tutti i servizi della rete di emergenza – urgenza. Tale comportamento pone preoccupazione in quanto scatena una serie di eventi importanti dal punto di vista organizzativo.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 61 a firma dei consiglieri regionali Gallo, Orsomarso, Pedà “Sulla situazione dei lavoratori ex percettori di indennità di mobilità in deroga”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

nel corso dell’ultimo triennio la Regione Calabria, a più riprese ed a seguito di distinte, separate intese con gli enti ed i soggetti utilizzatori, ha pubblicato bandi per la selezione di migliaia di lavoratori percettori in deroga o lavoratori disoccupati da avviare a percorsi di formazione on the job presso gli uffici giudiziari, le sedi periferiche del Mibact e del Miur, oltre che negli enti locali;

sempre vani si sono rivelati sin qui gli inviti e le proposte volti ad ottenere la costituzione di un bacino dei lavoratori in questione, al quale attingere ai fini di un loro impiego in pianta stabile, o comunque a voler promuovere un confronto col Governo centrale per ottenerne la stabilizzazione, ancor più urgente alla luce dei gravi vuoti d’organico nei settori presso i quali gli stessi hanno prestato o ancora prestano la loro opera;

nelle ultime settimane, in particolare per i lavoratori operanti nel comparto Giustizia ed in quello del Mibact, da fonti di Governo o comunque dagli uffici interessanti sono giunte rassicurazioni sia in ordine ad un prolungamento del periodo di tirocinio, sia in relazione al riconoscimento dell’attività prestata quale titolo preferenziale in caso di indizione di concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato;

detta eventualità costituirebbe un ottimo risultato per i lavoratori interessati, da perseguire con ogni energia per una sua concreta attuazione;

tuttavia, tali indicazioni, se limitate solo a parte dell’ampia e diversificata dei lavoratori avviati a percorsi di formazione on the job, si tradurrebbero in un’odiosa forma di discriminazione che sarebbe peraltro illogica anche alla luce della carenza di personale che interessa gli enti locali e le sedi periferiche del Miur, e che si rivelerebbe essere ancor più incomprensibile se sol si considera che gli stessi lavoratori hanno acquisito in questi anni un patrimonio di conoscenze e professionalità indispensabile per l’erogazione di molti servizi primari.

Tutto ciò premesso,

 

impegna

 

la Giunta regionale:

- ad adottare i provvedimenti necessari a garantire parità di trattamento tra tutti i tirocinanti, sia in ordine alla durata dei tirocini sia in relazione al valore del tirocinio prestato quale titolo preferenziale per la partecipazione ad eventuali concorsi per assunzioni a tempo indeterminato;

- a promuovere con urgenza l’attivazione di un tavolo di concertazione con il Governo centrale per valutare di concerto con lo stesso le iniziative da assumere in proposito.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 62 a firma dei consiglieri regionali Pedà e Gallo “Attività di sorveglianza idraulica nel territorio calabrese”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

la Regione Calabria negli ultimi mesi è stata colpita da eventi calamitosi che hanno causato gravissimi danni da dissesto idrogeologico, episodi questi che presuppongono una grande attenzione da parte delle istituzioni rispetto alle iniziative da intraprendere a tutela del territorio calabrese e della pubblica incolumità;

l’istituzione Regionale, per tramite del proprio apparato ed in particolare della società Calabria Verde, conta un organico di ben 290 unità con la qualifica di ufficiali, sorveglianti idraulici e digitalizzatori, deputati all’espletamento delle mansioni specifiche di controllo dei corsi d’acqua e di monitoraggio costante degli alvei dei bacini idrografici regionali.

Considerato che:

la gestione razionale di tali risorse umane deve essere garantita ed assicurata al fine di assicurare giornalmente sopralluoghi finalizzati ad una attività seria di prevenzione del rischio idrogeologico quindi rilevare situazioni che potrebbero determinare pericolo incombente o potenziale a persone e cose, monitorando così la concreta probabilità del rischio ed altresì allo scopo di valutare lo stato di manutenzione degli alvei, delle opere idrauliche e le possibili cause di perturbazione o impedimento al regolare deflusso del carico idrico anche mediante apposita segnalazione tecnica di servizio degli interventi che rivestono carattere d’urgenza per la messa in sicurezza.

Dato e preso atto che:

il ripetersi frequente di eventi di dissesto di natura “idrogeologica e idraulica” testimonia che, nonostante il numero del personale in servizio, l’organizzazione delle attività risulta carente di programmazione anche per via della mancata dotazione di strumenti tecnici e di inquadramento contrattuale di lavoro adeguato a garantire anche turnazioni laddove necessarie e concentrazione di interventi tecnici nelle aree classificate come zone a rischio rispetto a ulteriori situazioni che non presuppongono rischi elevati.

Preso atto

della necessità irrinunciabile, e dalla quale discende l’efficienza dei servizi, che il personale della sorveglianza idraulica sia messo nella condizione tecnica di operare in modo efficiente, efficace ed in costante contatto con gli enti locali anche tramite gli uffici di protezione civile.

È stata già richiesta al Consiglio regionale l’adozione delle misure di adeguamento contrattuale del personale afferente al servizio di sorveglianza idraulica, atte a garantire nell’ambito degli ordinari stanziamenti del bilancio regionale la copertura finanziaria necessaria ad assicurare un servizio di sorveglianza e monitoraggio del reticolo idrografico regionale, con poteri di servizio di PIENA e di ALLERTA nonché poteri sanzionatori con mansioni di polizia idraulica.

Tutto ciò premesso e considerato,

 

impegna

 

Il Presidente della Regione e la Giunta regionale:

- all’adozione di misure di adeguamento contrattuale, dei provvedimenti e delle iniziative necessarie a garantire, nell’ambito degli ordinari stanziamenti del bilancio regionale, la copertura finanziaria volta ad assicurare un servizio di sorveglianza e monitoraggio del reticolo idrografico regionale con poteri di servizio di PIENA e di ALLERTA nonché poteri sanzionatori con mansioni di polizia idraulica.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 63 a firma del consigliere regionale Sergio “In merito all'alluvione che ha colpito Corigliano Calabro nei giorni 26 e 27 novembre 2018”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

nei giorni 26 e 27 novembre 2018 la Calabria è stata colpita da violenti nubifragi che hanno provocato l’esondazione del fiume Crati e l’alluvione a Corigliano Calabro, in particolare nei territori delle località Thurio e Ministalla.

Preso atto che l’impetuosità delle acque, ha provocato la morte per annegamento di un migliaio di capi di bestiame tra mucche e pecore, distrutto centinaia di ettari di agrumeti.

Tenuto conto che sono state coinvolte una decina di famiglie evacuate che hanno subito danni rilevanti alle abitazioni, alle strutture e di conseguenza anche a beni e attrezzature personali. Una situazione di estrema gravità che ha visto il pronto intervento dei Vigili del Fuoco che sono intervenuti con mezzi fluviali per mettere in sicurezza le persone che solo grazie al passaparola hanno potuto mettersi in salvo e quindi si è evitata la perdita di vite umane. All’indomani dell’alluvione lo stesso Presidente della Giunta regionale ha effettuato un sopralluogo con i tecnici e ha constatato la drammaticità della situazione.

Considerato che dopo gli interventi immediati dovuti all’emergenza che hanno visto intervenire la Protezione Civile, il Consorzio di Bonifica dei Bacini dello Ionio Cosentino con sede a Trebisacce, a tutt’oggi ancora si registrano sfollati, permane l’inagibilità delle abitazioni delle famiglie rurali con nessuna prospettiva di riprendere le attività economiche – produttive e la normale vita familiare.

Rilevato che ad alleviare le perdite economiche delle famiglie sono intervenute iniziative di solidarietà promosse dalla Coldiretti per la ricostituzione dei greggi delle aziende colpite e per dare loro la possibilità di ricominciare. Una generosità che ha unito la Calabria e rafforzato legami e vincoli tra gli agricoltori.

Tenuto conto che la generosità non basta e che, pertanto, si ritiene opportuno richiamare all’impegno concreto la Regione Calabria anche attraverso la Protezione Civile Regionale.

Considerata l’opportunità di ribadire con forza che il ripetersi di tragedie legate alla fragile situazione idrogeologica, accentuata da eventi meteorologici sempre più violenti e imprevedibili, ci obbliga a richiedere ed insistere sulla necessità di un grande piano per la manutenzione del territorio.

Preso atto che la sicurezza da frane, alluvioni e cedimenti del terreno è il primo intervento infrastrutturale, di cui la Calabria ha necessità e rappresenta un preciso segnale verso immediate misure di prevenzione.

Rilevata la necessità di un tempestivo intervento da parte dell’amministrazione regionale finalizzato a dare sollievo alle famiglie vittime dei danni dell’alluvione.

Tanto premesso,

 

impegna

 

la Giunta regionale ad intraprendere tutte le azioni politico-amministrative idonee a dare, nell’immediato, adeguato sostegno alle famiglie rurali di località Thurio e Ministalla del Comune di Corigliano Calabro, consentendo il ritorno alle normali condizioni di vita nelle abitazioni, ristorandole dei danni subiti e ripristinandone il patrimonio zootecnico, unica fonte di vita e di lavoro.

(Allegati)

Ordine del giorno numero 64 a firma del consigliere regionale Esposito “Chiusura scuole di specializzazione “Università Magna Graecia” di Catanzaro”

Il Consiglio regionale,

 

premesso che:

il Decreto Interministeriale nr. 402/2017 prevede, per ogni singola scuola di specializzazione il raggiungimento di requisiti assistenziali, disciplinari e strutturali ai fini dell’accreditamento;

ai fini della valutazione, il M.i.u.r si avvale di un organo tecnico, denominato Osservatorio nazionale della formazione medica specialistica, che, ogni anno, richiede ai singoli atenei di inserire in una piattaforma telematica tutti i dati necessari (quali: numero posti letto, numero interventi, ricerca dei docenti, sale operatorie, ricoveri annui ed altri), al fine di poter esprimere parere, favorevole o contrario (comunque non vincolante), in ordine all’accreditamento, che viene poi trasmesso ai ministeri competenti;

di seguito, il M.i.u.r. delibera quali siano le scuole accreditate, dandone comunicazione al Ministero della Salute, competente ad attribuire, con apposito decreto, le borse ministeriali, per ogni singola scuola. L’eventuale attribuzione di almeno una borsa ministeriale è condizione per l’eventuale finanziamento, da parte della regione, di contratti aggiuntivi.

Considerato che:

ad oggi, pur non essendo ancora stato deliberato l’esito della procedura di valutazione, tuttavia, da quanto riportato da svariati organi d’informazione, si apprende che sei scuole dell’Università Magna Graecia di Catanzaro (Cardiochirurgia, Ginecologia ed Ostetricia, Malattie dell’apparato digerente-Gastroenterologia, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitativa-Fisiatria, Pediatria) hanno ricevuto valutazione sfavorevole dall’Osservatorio;

il parere negativo deriverebbe dalla mancanza dei requisiti riguardo agli standard assistenziali, i volumi delle prestazioni erogate ma anche, in alcuni casi, dal numero dei docenti e dalla sede “in house” delle attività di tirocinio, nonché da talune altre carenze, di diverso tipo, comunque non eccessivamente rilevanti, ai fini del livello della formazione professionale e delle prestazioni;

l’Università Magna Graecia di Catanzaro, che è l’unico Ateneo calabrese con la Facoltà di Medicina e le scuole di specializzazione, ha raggiunto quasi tutti gli obiettivi previsti ed è circostanza certa che i neo-specialisti delle scuole che sembrerebbero destinate alla chiusura, vengono richiesti dalle strutture sanitarie di tutta Italia ed il tasso di disoccupazione, in tale ambito, sia prossimo allo zero per cento;

a fronte dei rilievi negativi dell’Osservatorio, che parrebbero attenere essenzialmente ai volumi delle prestazioni erogate ed al numero dei docenti, va considerato che è già stata approvata dal Consiglio regionale della Calabria la legge sull’integrazione tra il policlinico universitario Mater Domini e l’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, che, quando sarà definitivamente realizzata, consentirà sicuramente alle scuole di specializzazione di implementare enormemente i volumi di attività e di consentire che le strutture necessarie per l’accreditamento siano presenti nella sede nella quale insiste la scuola.

Tutto ciò premesso e considerato,

impegna

il Presidente della Giunta regionale a mettere in atto ogni iniziativa utile, presso i Ministeri competenti M.i.u.r. e Salute, affinché si eviti la paventata chiusura delle Scuole di Specializzazione dell’Università Magna Graecia di Catanzaro.

(Allegati)

Mozione numero 160/10^ di iniziativa dei consiglieri D. Tallini, G. Arruzzolo, G. Neri, G. Gallo, S. Esposito, C. Parente, V. Pasqua, A. Scalzo, recante: “Sull'inserimento della Diga sul fiume Melito nel Decreto sblocca cantieri”

Il Consiglio regionale della Calabria,

 

premesso che:

 

si è concluso il 12 giugno u.s. l’iter parlamentare di conversione in legge del decreto legge n. 32/2019 (noto come “Sblocca cantieri”). Il decreto Sbocca cantieri è il provvedimento che introduce disposizioni urgenti che dovrebbero favorire la crescita economica e a dare impulso al sistema produttivo anche attraverso il completamento delle opere incompiute;

tra le opere incompiute rientra la realizzazione di un grande bacino idrico nella Calabria Centrale, “lavori di costruzione dello sbarramento di Gimigliano sul fiume Melito”. La diga sul fiume Melito ricade nei comuni di Gimigliano, Sorbo San Basile e Fossato Serralta;

la diga sul Fiume Melito è inserita nel sistema SIMOI (Sistema informativo Monitoraggio Opere Incompiute) gestito dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e nella BDAP (Banca Dati Amministrazioni Pubbliche) gestita dal Ministero Economia e Finanze;

la diga è stata finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno nel 1982 con l’avvio dei lavori nel 1991 che sono stati sospesi nel 1993 e successivamente ripresi nel 2003 e interrotti nuovamente nel 2008, a seguito di contenzioso insorto con le imprese appaltatrici dei lavori;

la concessione dei lavori era stata affidata al Consorzio di Bonifica Alli Punta di Copanello oggi Consorzio di Bonifica Ionio Catanzarese che è titolare delle relative concessioni;

il Consorzio, sulla scorta di precise indicazioni della Direzione Generale ha rimodulato gli elaborati progettuali del progetto iniziale che recepiscono gli approfondimenti e gli aggiornamenti al progetto;

che gli ultimi tre Presidenti di Giunta regionale della Calabria, hanno scritto al Ministero delle Infrastrutture chiedendo il rifinanziamento e il completamento dell’opera ritenendola “strategica”;

riveste carattere d’urgenza la possibilità di completare la realizzazione di un grande bacino idrico nella Calabria centrale di cui la Diga sul Fiume Melito, rappresenta il principale intervento. L’opera, inoltre, assicurerà anche un rilevante impatto strategico in termini di aumento della disponibilità idropotabile nell’area di interesse con i correlati, indubbi, effetti positivi sul piano sociale, ambientale e occupazionale costituendo un valore aggiunto per tutto il territorio.

 

Impegna

 

il Presidente della Giunta regionale ed il Presidente del Consiglio regionale, ad attuare ogni iniziativa, aprendo se necessario anche una speciale vertenza, nei confronti del Governo Italiano e del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti affinché la Diga sul fiume Melito venga inserita tra le opere da rifinanziare e completare che saranno definite nella Legge “Sblocca cantieri”.

(Allegati)