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LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
_________
n. 53
SEDUTA Di
LUNEDì’ 4 giugno 2018
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL
VICEPRESIDENTE ANTONIO CICONTE
Dà avvio ai lavori invitando il
Segretario questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta
precedente.
(E’
approvato senza osservazioni)
Presidenza
del Vicepresidente Vincenzo Antonio Ciconte
Dà lettura delle
comunicazioni.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà. Non proseguiamo se non vediamo i
consiglieri seduti.
Grazie, Presidente. Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori della
proposta di legge numero 337/10^.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori della proposta
di legge numero 328/10^.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori della mozione numero
121 del 31 maggio 2018, recante “Avvio negoziato con il Governo per
sottoscrizione intesa ex articolo 116, comma terzo, della Costituzione - Autonomia
differenziata”.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di due proposte di legge: la proposta di legge numero 347/10^, che
integra la legge regionale numero 39 del 1995, e la proposta di legge numero 345/10^, già depositata, recante
“Disposizioni transitorie relative all’autorizzazione sismica di cui
all’articolo 3 della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 37 (Modifica alla
legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i. - Procedure per la denuncia
degli interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale
in prospettiva sismica)”.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno,
protocollo numero 23416, del 21 maggio 2018.
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di legge numero 337/10^.
(E’ inserita)
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di legge numero 328/10^.
(E’ inserita)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Mirabello. Ne ha facoltà.
Mi scusi, chiedo anche l’inserimento all’ordine del giorno della proposta
di legge numero 334/10^.
Possiamo conoscere l’oggetto?
“Modifica all'articolo 23 della legge regionale
29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi per la prima infanzia)”. E’
la richiesta di proroga dei termini.
Va bene. Pongo ai voti l’inserimento della mozione numero 121 del 31 maggio
2018, d’iniziativa del consigliere Pasqua.
(E’ inserita)
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di legge numero 347/10^.
(E’ inserita)
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di legge numero 345/10^.
(E’ inserita)
Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno, protocollo numero 23416,
del 21 maggio 2018.
(E’ inserito)
Pongo ai voti l’inserimento della proposta di legge numero 334/10^.
(E’ inserita)
Presidente, un’ultima richiesta: l’inserimento all’ordine dei lavori dell’ordine del giorno, a firma mia e del
consigliere Giudiceandrea, protocollo numero 25579, del 4 giugno 2018.
Pongo ai voti l’inserimento dell’ordine del giorno.
(E’ inserito)
Primo punto dell’ordine del giorno. Avviamo i lavori con le interrogazioni
a risposta immediata, ai sensi dell’articolo 122 del Regolamento interno del Consiglio
regionale.
Ricordo all’Aula che l’interrogante dispone di due minuti per illustrare l’interrogazione;
la Giunta regionale dispone di 3 minuti per la risposta; l’interrogante ha
diritto di replica per non più di un minuto. In caso di assenza del proponente
l’interrogazione decade, in caso di assenza della Giunta regionale l’interrogazione
è rinviata.
Esaminiamo la prima interrogazione, numero 356/10^, d’iniziativa del
consigliere Giudiceandrea, “In ordine al rinnovo dell’A.I.A. a favore della MI.Ga.
srl”.
Cedo la parola al consigliere Giudiceandrea per l’illustrazione. Prego.
Colleghi, vi chiedo scusa, un po’ di silenzio in Aula altrimenti
interrompiamo la seduta.
Grazie, Presidente. E’ un’interrogazione che abbiamo proposto perché, a
seguito dell’emanazione di una sentenza del TAR della Calabria, è venuto fuori
che la società che gestisce l’impianto di smaltimento dei rifiuti solidi urbani
in Celico, la MI.Ga. srl, ha ottenuto l’A.I.A. (autorizzazione di integrata
ambientale) in assenza della VINCA (valutazione di incidenza ambientale), che
sarebbe assolutamente necessaria per le zone di protezione speciale (ZPS).
Queste inadempienze potrebbero minare, ab
origine, le autorizzazioni integrate ambientali, per cui v’è necessità che
l’Assessorato all’ambiente si pronunci sulla necessità o meno di questa
documentazione. Grazie.
Per la Giunta regionale risponde qualcuno?
Presidente, era stata incaricata l’assessore Robbe,
in questo momento assente perché probabilmente impegnata in una telefonata.
Rinviamo l’interrogazione a fra poco.
L’interrogazione potrebbe essere messa in coda alle altre perché è già
stata rinviata, insieme alle altre interrogazioni, la scorsa settimana.
La mettiamo in coda. Va bene.
Grazie, Presidente.
Passiamo alla seconda interrogazione numero 362/10, d’iniziativa del
consigliere Bevacqua, recante: “Sul mancato intervento del Soccorso 118 a
supporto degli operatori del Soccorso Alpino calabrese”.
Cedo la parola al consigliere Bevacqua per l’illustrazione. Prego.
Grazie, Presidente. Questa interrogazione è stata presentata ad inizio maggio,
dopo un episodio molto spiacevole che si è verificato in quei giorni, in
località Cerchiara, in merito al mancato trasporto in quota degli operatori del
Soccorso Alpino da parte del 118.
Con questa interrogazione si chiedono spiegazioni da parte della Giunta
regionale, del dipartimento alla sanità, perché credo che sia un problema molto
avvertito, molto grave, vista anche l’esistenza di una legge regionale, proposta
dal collega Giudiceandrea, e successivamente approvata, in merito all’utilizzo
degli operatori del Soccorso Alpino.
Chiedo alla Giunta regionale di capire le ragioni per cui non sia stato
possibile utilizzare l’elisoccorso da parte degli addetti, degli operatori del Soccorso
Alpino, con cui si sarebbero potuti risparmiare tempo e risorse per il
raggiungimento di una persona in difficoltà.
In questo caso si trattava di una persona caduta in un burrone per un
errore umano.
Quindi, vorrei chiedere le ragioni per cui non sia stato possibile trasportare
il personale, gli operatori del Soccorso Alpino e se sussistono responsabilità a
carico del dipartimento alla salute o se in questo mese e mezzo, in questi
giorni, sia avvenuto qualcosa di utile, di proficuo, di positivo per tale
problematica incresciosa, la cui risoluzione riteniamo, invece, funzionale ad
un servizio migliore per le nostre comunità, visto che, proprio ieri, in altra
circostanza, è stato, invece, possibile utilizzare l’elisoccorso da parte degli
operatori del Soccorso Alpino.
Chiedo, quindi, alla Giunta regionale spiegazioni in merito e se vi è
stata, in questo lasso di tempo, soluzione al problema. Grazie.
Presidenza del presidente Nicola Irto
Per la Giunta regionale risponde l’assessore Robbe. Prego.
Buonasera a tutti. Relativamente all’oggetto si riscontra la richiesta,
assunta al protocollo del Consiglio regionale numero 20061 del 30 aprile 2018 e
pervenuta al dipartimento scrivente per il tramite del Segretario generale.
In ordine alle questioni ivi sollevate, anche alla luce della pronuncia TAR
richiamata, si forniscono le informazioni di seguito esposte.
1)
In ordine ai rilievi sulla relazione di riferimento.
Preliminarmente si evidenzia che, relativamente all’obbligo della relazione
di riferimento la procedura all’uopo prevista è-era disciplinata dal decreto
ministeriale numero 272 del 2014, adottato in applicazione del decreto
legislativo numero 46 del 2014, che all’articolo 2, lettera m), prevede il
ricorso alla relazione di riferimento prima della messa in esercizio o prima
del primo aggiornamento utile.
Come ripetutamente evidenziato dallo stesso Comitato presilano
- citato nell’interrogazione in riscontro - il decreto ministeriale numero 272
del 2014 è stato emanato successivamente al rilascio del provvedimento A.I.A.
di cui al decreto del direttore generale numero 12587 del 2014 (decreto di
aggiornamento) e, in quanto tale, non si può inficiare la validità/legittimità
del provvedimento in parola. Circostanza quest’ultima, peraltro, chiaramente
evidenziata anche dal TAR Calabria nella sentenza numero 682 del 2018, pure
richiamata nell’interrogazione a firma del consigliere Giudiceandrea, e per ciò
solo sufficiente ad escludere ogni fondamento fattuale e giuridico alla
richiesta di sospensione dell’autorizzazione sotto tale specifico profilo.
Ciò precisato, per quanto concerne la presentazione della suddetta
relazione, va preliminarmente precisato che il decreto ministeriale numero 272
del 2014 prevede una verifica preventiva, cosiddetta verifica di
assoggettabilità, per accertare la sussistenza dell’obbligo di tale
presentazione, che non è automatica, bensì prevista proprio in ragione degli
esiti positivi della predetta verifica.
Con riferimento specifico agli impianti di rifiuti, quale quello in esame,
il Ministero dell’Ambiente, al punto 12 della nota protocollo numero 12442 del
17 giugno 2015, ha chiarito che gli stessi non sono tenuti a presentare la
relazione di riferimento per quanto riguarda i rifiuti gestiti, nemmeno nella
forma della verifica preliminare.
Gli obblighi connessi alla relazione di riferimento prevista dalla
disciplina A.I.A. vanno riferiti esclusivamente alle sostanze pericolose
pertinenti, eventualmente gestite, e non alla presenza dei rifiuti.
Le sostanze pericolose, ovvero sostanze e miscele, sono definite dall’articolo
5, comma 1, lettera v-octies, del
decreto legislativo numero 152 del 2006, che fa riferimento al Regolamento REACH
(registration, evaluation,
authorisation and restriction of chemicals) e, in particolare, all’articolo
2, punti 7 e 8 del Regolamento CE numero 1272 del 16 dicembre 2008, relativo
alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e
delle miscele e non è, pertanto, applicabile ai rifiuti.
A tale riguardo, in ogni caso, si rende noto che con sentenza numero 11452
del 20 novembre 2017 il TAR del Lazio ha annullato il decreto ministeriale numero
272 del 13 novembre 2014, recante le modalità per la redazione della “relazione
di riferimento”.
Ad oggi, non sono ancora noti gli esiti di un eventuale appello del Ministero
dell’Ambiente, con conseguente incertezza, per quanto attiene tale profilo, sui
procedimenti relativi alla presentazione di nuove istanze A.I.A. ed ai rinnovi.
1.
In ordine alla VINCA e alla mancata applicazione della disciplina della valutazione
di incidenza di cui alla direttiva 92/43/CEE (“Habitat”).
Il richiamo alla circostanza del rilascio del provvedimento di rinnovo senza
la valutazione di incidenza di cui alla direttiva 92/43/CEE ed all’articolo 5
del decreto del Presidente della Repubblica numero 357 dell’8 settembre 1997
dell’impianto sui siti di interesse comunitario Monte Curcio, Serra Stella, Acqua
di Faggio, Pineta di Camigliatello e sulla zona di protezione speciale, Sila Grande,
addotto a sostegno della richiesta di sospensione, non ha fondamento alcuno.
Sul punto è chiaro il disposto della sentenza TAR numero 682 del 2018, pure
richiamata dal Comitato presilano. Nella pronuncia in parola si legge che “l’esame
della normativa di riferimento induce ad escludere che vi sia, nel caso di
specie, l’obbligo della valutazione di incidenza”.
Non ricorrono nel caso di specie i presupposti che rendono la valutazione
di incidenza ambientale obbligatoria, atteso che l’area di ubicazione dell’impianto
non ricade in zona sito di interesse comunitario, né in area ZPS. Le
circostanze sovraesposte, considerato che si tratta di impianto autorizzato sin
dall’anno 1998 e con A.I.A., ottenuta nel 2008, rendono inconferente anche ogni
richiamo alla possibilità di VINCA postuma che, pur essendo in astratto
ammissibile, non può avere ragion d’essere nel caso di specie.
Come opportunamente rilevato dal TAR adito, infatti, “il riconoscimento
della possibilità di operare in via postuma la valutazione è ricollegata all’ipotesi
in cui l’amministrazione l’abbia omessa, ancorchè doverosa”.
Analoghe considerazioni in merito all’inconferenza della VINCA rilevano, nel
caso di specie, anche con riferimento alla possibilità prevista, a norma dell’articolo
6, numero 3, della direttiva numero 92/43/CEE, laddove si prevede la possibilità
di una valutazione per progetti che, pur non essendo direttamente connessi e
necessari alla gestione di un SIC o di una ZPS, possono avere incidenze
significative su tale sito.
Come opportunamente rilevato nella sentenza in parola, la necessità di un’opportuna
valutazione delle incidenze di un piano o di un progetto è subordinata alla
condizione che questo sia idoneo a pregiudicare significativamente il sito
interessato e tale rischio sussiste, per il principio di precauzione, allorché
non possa essere escluso, sulla base di elementi obiettivi, che il suddetto
progetto pregiudichi significativamente il sito interessato.
Nel caso di specie, dalla documentazione relativa all’area di ubicazione
dell’impianto risulta che lo stesso dista dal Parco Nazionale della Sila 2,4
chilometri e 2,7 chilometri dall’area SIC (siti di importanza comunitaria) più
vicina (Serra Stella); dati questi ultimi che portano oggettivamente ad
escludere il rischio di pregiudizio significativo richiesto dalla norma
sopracitata.
Le osservazioni suesposte sono a sostegno della legittimità del
procedimento di A.I.A., rilasciata in favore della MI.Ga. srl, per come,
peraltro, confermato dal TAR Calabria nella pronuncia del 14 marzo 2018. Allo stato, pertanto, e per quanto risulta agli
atti dello scrivente dipartimento, non sussistono i presupposti di fatto e di
diritto per procedere alla sospensione del predetto provvedimento. Relata refero.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Ha
risposto l’assessore Robbe e ci riteniamo soddisfatti. Valuteremo, a questo
punto, la possibilità di ampliare l’area del Parco Nazionale della Sila,
coinvolgendo i centri abitati del nostro territorio. In quel caso non ci
sarebbero più queste enormi distanze con il Parco Nazionale, la zona ricadrebbe
nel SIC e ci sarebbe la necessità della VINCA. Grazie.
Proseguiamo
con l’interrogazione numero 365/10^. Prego, consigliere Giudiceandrea. Ha
facoltà di illustrarla.
Grazie, Presidente. E’ un’interrogazione con risposta immediata
relativa al progetto “Misure afferenti alla prevenzione, alla diagnosi, cura e
assistenza della sindrome depressiva postpartum”.
Premesso che:
- la Regione Calabria ha inviato al Ministero della sanità il
progetto esecutivo “Misure afferenti alla prevenzione, alla diagnosi, cura e
assistenza della sindrome depressiva postpartum”, con richiesta di
finanziamento, per il tramite del dipartimento tutela della salute e politiche
sanitarie;
- il progetto inviato ha come unico referente l’unità operativa
della Provincia di Catanzaro;
- si è consapevoli della bontà del progetto e della validità
professionale del coordinamento finora scelto, ricadendo unicamente nella
provincia di Catanzaro;
- altre Regioni hanno inteso progettare su analogo intervento,
coinvolgendo tutto il territorio regionale.
Si interroga il Presidente della Giunta regionale per sapere se
non sia necessario ampliare almeno il coordinamento del progetto, creando un
gruppo regionale che possa sostenere meglio il progetto in questione, in attesa
di una sua replicabilità operativa nelle altre province della Regione stessa.
Grazie.
Ha
chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori l’assessore Musmanno. Ne ha
facoltà.
Presidente,
chiedo il rinvio dell’interrogazione per la discussione su questo argomento, in
quanto l’assessore competente è assente. Mi scuso ma c’è stato un piccolo
problema. E chiedo il rinvio anche della precedente interrogazione che è stata
illustrata dal consigliere Bevacqua.
(Così resta stabilito)
E’ stato chiesto il rinvio
della interrogazione numero 248/10^, in materia sanitaria, d’iniziativa del
consigliere Nicolò, per la mancanza del Presidente della Giunta regionale.
(E’ rinviata)
Lo stesso vale per l’interrogazione numero 306/10^, d’iniziativa
del consigliere Esposito. Prego, consigliere. Ha facoltà di intervenire.
Presidente, ritengo che questa interrogazione non abbia più motivo
di esistere perché, dal momento della presentazione ad oggi, la disciplina
della delegazione ha fatto, in effetti, dei passi avanti e, a mia conoscenza, è
stata riconosciuta sul territorio calabrese. Quindi, quelle disparità che erano
alla base della mia interrogazione sono state sanate in corso d’opera.
Ritengo che l’interrogazione sia superata, proprio grazie alla
soluzione fornita nella stessa interrogazione.
Quindi l’interrogazione è ritirata.
Passiamo
all’interrogazione numero 342/10^, d’iniziativa del consigliere Guccione, “Sulla
situazione della sanità calabrese”.
Presidente, l’interrogazione trae spunto da un presupposto e da un’affermazione,
quella che il Presidente della Regione Calabria il 3 novembre 2017 fece durante
un’iniziativa a Praia a Mare ed in cui annunciò di incatenarsi a Palazzo Chigi
se non fossero state rimosse le cause del commissariamento della sanità.
Lo ha ripetuto ben due volte in Consiglio regionale, nelle sedute
del 19 dicembre 2017 e del 29 novembre 2017, ma non abbiamo avuto più notizie dell’incatenamento.
Il commissariamento è ancora lì. Si è cambiato Governo e la sanità
calabrese è diventata la “Cenerentola d’Italia”.
Le situazioni si sono aggravate; abbiamo una situazione grave che
mette in discussione il diritto alla salute nella nostra regione e il
presidente Oliverio non ha messo in atto nessuna iniziativa tesa a far finire
questo conflitto istituzionale tra il Presidente della Regione e l’ufficio del
commissario.
Era evidente la contraddizione politica: si annunciava l’incatenamento
sulla questione della sanità mentre a governare l’Italia era un Presidente del
Consiglio dei Ministri iscritto allo stesso partito del Presidente della
Regione. Anche perché da questo punto di vista tutto è apparso come una “lotta
di potere” per aggiudicarsi la gestione dei 3 miliardi e mezzo di risorse che
ogni anno lo Stato trasferisce alla Regione per la gestione della sanità
pubblica, invece di mettere in moto un percorso virtuoso che garantisse e
garantisca i livelli essenziali di assistenza per i cittadini calabresi.
Sessanta mila cittadini sono costretti ogni anno a curarsi fuori regione
per una spesa pari a 319 milioni di euro. Addirittura, anche la vicenda del
direttore generale dell’ASP di Reggio Calabria, nominato dal presidente
Oliverio, che qualche giorno fa si è rivolto allo stesso, chiedendogli le
dimissioni per quanto riguarda la direzione dell’ASP, testimonia la confusione
in cui si muove la Giunta regionale sulla questione della sanità.
Per non parlare delle condizioni in cui si trova il dipartimento
salute!
E’ circa un anno e mezzo che abbiamo un direttore del dipartimento
“facente funzioni”, a scavalco! In quel dipartimento, che dovrebbe gestire i
tre miliardi e mezzo che ogni anno lo Stato trasferisce alla Regione Calabria
per la gestione della sanità, mancano 6 dirigenti e 83 dipendenti.
Bisogna concludere il commissariamento ma penso che forse il
presidente Oliverio ignori quali siano le leggi che permettono il superamento del
commissariamento.
Ognuno fa finta di ignorare perché per superare il
commissariamento abbiamo bisogno almeno di due bilanci consecutivi a pareggio e
l’innalzamento dei LEA (livelli essenziali di assistenza) a quota 160. Questa è
l’unica condizione per farci uscire dal commissariamento.
Altro che chiacchiere! Altro che incatenamento!
Non bisogna speculare sulla sanità! Troppi interventi clientelari!
Abbiamo assistito a troppi sprechi in questi anni! E, in particolare, anche
nella gestione di questa Giunta regionale!
Dobbiamo fare quadrato intorno a questo.
Per quanto riguarda anche gli altri direttori è pervenuta una
proposta di legge con lo scopo di commissariare, in un progetto di riforma, tutte
le Aziende Ospedaliere e le Azienda Sanitarie.
I direttori di queste Aziende sono stati nominati dal presidente
Oliverio, dalla Giunta Oliverio.
Con un solo provvedimento si sarebbero eliminati tutti i vertici
delle Aziende ospedaliere e tutti i vertici delle Azienda sanitarie locali.
Allora, delle due l’una: o al presidente Oliverio è sfuggita di
mano la situazione o non si fida più dei direttori generali, nominati da lui, che
governano la sanità calabrese.
Questa è una questione politica a cui il Presidente e la sua Giunta
regionale devono rispondere.
Non si può più continuare con questo andazzo!
Credo che occorra che il Consiglio regionale si appropri di questa
materia e chieda al commissario Scura ed al presidente Oliverio una seduta ad hoc in merito.
In questi giorni si sta formando un nuovo Governo nazionale, a cui
rivolgo gli auguri - non lo condivido e saremo all’opposizione. Lo invito ad
intervenire sulla sanità calabrese e, con un cambiamento di rotta, a rompere i
meccanismi di un sistema di potere che preferisce tenere la sanità in Calabria
in queste condizioni di non-governo.
Allora, Presidente, che il Consiglio regionale si riappropri di
una competenza propria e approvi un nuovo Piano sanitario regionale, al netto
delle risorse che lo Stato trasferisce alla Calabria!
Rivolgo l’invito al nuovo Governo, al nuovo Ministro per la sanità
di farsi carico della situazione calabrese perché nei prossimi due anni chiederemo
le condizioni per uscire dal Piano di rientro.
Questo è il grande obiettivo che dobbiamo proporre! Nove anni di
commissariamento sono tanti.
La conflittualità di questi quattro anni ha permesso al
commissario Scura di avere le “mani libere”. Non c’è più la contrapposizione
politica tra due esponenti istituzionali dello stesso partito, Presidente della
Regione e Presidente del Consiglio dei Ministri.
Mi auguro che, attraverso una nostra, forte iniziativa del
Consiglio Regionale, riusciremo a creare le condizioni per una fuoriuscita, secondo
la legge, dal Piano di rientro e permettere ai calabresi di diventare
protagonisti della propria salute.
Ha chiesto di intervenire l’assessore Musmanno. Ne ha facoltà.
Grazie, signor Presidente. Il tema trattato dal consigliere Guccione è
certamente molto importante e merita un'attenzione che in questo momento, non
siamo in grado di garantire attraverso gli assessori presenti quest’oggi.
Chiediamo pertanto la disponibilità dell’Aula al rinvio della risposta a questa
interrogazione, così come a molte delle altre che sono inserite all'ordine del
giorno, vista l'assenza del Presidente e di alcuni componenti della Giunta, che
meglio di noi presenti avrebbero potuto argomentare su tali tematiche.
A tale proposito mi permetto di proporre, se mi è consentito, di mantenere
la discussione sulle interrogazioni a risposta scritta, la numero 352, la 353 e
la 361, su cui posso relazionare di persona e chiedere il rinvio delle altre
interrogazioni alla successiva seduta del Consiglio. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Quando sarà data risposta all’interrogazione?
L'interrogazione è rinviata.
Può succedere che il Presidente della Regione si debba assentare, però è
strano che manchi, anche, il vicepresidente, lo dico per organizzarci i lavori.
Presidente, potevamo, anche, rinviare la seduta di Consiglio regionale, questa
è la seconda volta che rinviamo l’interrogazione all'ordine del giorno.
All’ordine del giorno della seduta odierna oltre alle interrogazioni ci
sono tre proposte di legge da trattare.
Presidente, all’altra seduta di Consiglio abbiamo rinviato le
interrogazioni per discuterle oggi, però noto che c'è mancanza di
coordinamento, sarebbe potuto venire anche il vicepresidente a sostituire il
Presidente della Giunta e rispondere all'interrogazione, altrimenti i nostri
lavori sono inutili.
Le interrogazioni su cui la Giunta, in questo momento, non può rispondere
vengono rinviate direttamente alla prossima seduta di Consiglio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, sull'ordine dei lavori e facendo seguito a quello che ha detto
il collega Guccione, credo che in Conferenza dei capigruppo sarebbe possibile,
magari insistendo, stabilire più sedute di Consiglio e si potrebbero affrontare
diversi temi. Ho provato a dibatterne anche sulla stampa, non potendo
dibatterne qui, un esempio per tutti: non è colpa del presidente Oliverio -
l’ho detto, anche, sui quotidiani - ma ci sono tre ospedali - non quello che
dovrebbe realizzarsi a Cosenza che è soltanto sulla carta e con le chiacchiere
– che sono i nuovi ospedali di Gioia, di Vibo e della sibaritide
che nonostante i fondi al 2008 sono fermi, sono stati fatti progettare da infrastrutture
Lombarde, sono stati assegnati, siamo al 2018 e non è stata messa una pietra.
Sui temi delle interrogazioni noi non speculeremo sull'assenza del
Presidente e del vicepresidente della Giunta, diamoci una regolata per
discutere i temi importanti e portiamoli, più che come interrogazioni,
all'ordine del giorno delle prossime sedute di Consiglio; facciamo più di una
seduta perché su diversi argomenti, sull’uscita dal commissariamento della
sanità, su tutta la divisione nel Partito Democratico, non so dove e come ne
possiamo discutere, insomma, il luogo deputato a discuterne sarebbe l’Aula.
Ancora una volta all’ordine del giorno c’è una mia interrogazione che
riguarda l’Asp di Vibo che se passa tempo non ha più significato, sembra che
non ce ne occupiamo, ma voglio ribadire che l'Aula deputata a farlo è questa;
quindi, ragionate in termini di maggioranza, chiedete delle date al presidente
Oliverio, ma sulla sanità, sulla prospettiva della sanità e anche di questo
commissariamento, di questa diatriba commissari-Oliverio, credo che una seduta ad hoc debba essere fatta al più presto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo solo per fare chiarezza. Oggi, noi abbiamo cinque
punti all'ordine del giorno – senza considerare quelli che sono stati inseriti,
perché l’Aula ha deciso così - due punti riguardano le interrogazioni, laddove
si può dare risposta si procede, dove non si può, ovviamente, si rinvia alla
seduta successiva e lei ha fatto benissimo; poi ci sono tre proposte di legge e
siamo nelle condizioni di discuterle insieme e quindi l’Aula può lavorare.
Presidente, sottolineo che, ovviamente, essendo pervenuta la richiesta di
congedo per impegni istituzionali del presidente Oliverio vicino all'orario di
svolgimento della seduta di Consiglio, era impossibile programmare
diversamente, quindi penso che lei abbia fatto bene a mantenere la convocazione
e la invito ad andare avanti. Grazie.
Proseguiamo con l'interrogazione numero 352/10^ d’iniziativa del
consigliere Gallo “Sul mancato completamento della diga dell'Esaro”.
Prego, consigliere Gallo, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Signor Presidente, signori colleghi consiglieri, ho presentato questa
interrogazione al Presidente della Giunta regionale, come diceva lei, su una
tematica che è giusto che torni di attualità, vale a dire quella relativa al
mancato completamento della diga dell'Esaro.
Devo confessare, signor Presidente, che per scrivere questa interrogazione
ho dovuto fare qualche piccolo approfondimento, che è bene che sia patrimonio
comune anche del Consiglio regionale perché si discute di questa importante
infrastruttura della nostra regione ormai da quasi 40 anni.
Infatti con delibera numero 4818 del 19 dicembre 1979 la Cassa del
Mezzogiorno approvò il progetto esecutivo per un invaso nella valle del fiume
Esaro, naturalmente in provincia di Cosenza, con un importo all'epoca di 71.270
milioni di lire, quindi circa 37 milioni di euro; il progetto era finalizzato
all’utilizzazione delle acque dei bacini dei fiumi Esaro ed Abatemarco per il
potenziamento e la realizzazione degli schemi acquedottistici a servizio di
un’ampia parte del territorio della provincia di Cosenza, con la creazione
della più grande diga d'Europa con una portata, a pieno regime, di circa 120
milioni di metri cubi d'acqua; l'utilizzo a pieno regime dell'invaso avrebbe
garantito una produzione idroelettrica di 30 gigawatt
all'anno, un uso potabile di 750 litri al secondo e un utilizzo irriguo
addirittura di 1300 litri al secondo; la consegna dei lavori all’ATI aggiudicataria
Lodigiani-Del Favero-Italstrade
avvenne il 6 settembre 1983, con un tempo di esecuzione determinato in 1720
giorni; a seguito del prolungarsi delle procedure di esproprio e di una serie
di perizie di variante, le lavorazioni iniziarono soltanto nel 1986 per essere
sospese il 17 dicembre 1987, a seguito di una frana verificatasi nell'area
della spalla sinistra della diga.
Nel 1989 venne rideterminato, in 112,3 milioni di euro, il fabbisogno
finanziario necessario per il completamento dell'opera e il consolidamento
della frana; a seguito della liquidazione dell’Agensud
e di un lungo contenzioso con l'appaltatore, culminato con la risoluzione del
contratto nel dicembre del 1992, la competenza della realizzazione
dell'intervento passò dalla Cassa del Mezzogiorno dell’Agensud
alla Regione Calabria che, nelle more dell'esecuzione dell'opera, aveva
approvato un decreto, il numero 498 del 17 giugno 2002, con quale approvava il
progetto della “Diga Alto Esaro a Cameli
e collegamento Abatemarco per Cosenza - stralcio
funzionale dell'ottava perizia - messa in sicurezza dell'opera” per un importo
di ulteriori 55,2 milioni di euro.
Dopo l'affidamento, effettuato nel 2002 da parte della stazione appaltante Sorical SpA (gestore del servizio idrico regionale),
all'impresa Torno Internazionale Spa, si sono succedute tre perizie di variante
e il subentro, come impresa appaltatrice principale, della Impresa spa che ha
acquisito il cantiere della Torno; nel 2005 la Regione Calabria stanzia
ulteriori 78 milioni di euro per vedere finalmente completata l'opera;
nonostante questo ulteriore finanziamento pubblico, nel 2006, a causa di un
contenzioso tra appaltatore di amministratore, 70 operai vengono licenziati
alla ditta Torno, società addetta alla costruzione della diga dell'Esaro.
Attualmente risultano, sostanzialmente, conclusi i lavori relativi alla
messa in sicurezza del sito (consolidamento della fondazione diga e spalle) e
quelli delle opere accessorie di valle (vasca di dissipazione, soglie del
canale di restituzione, strada di collegamento spalla sinistra-fondovalle).
Con deliberazione 62/2011 “Individuazione ed assegnazione di risorse ad
interventi di rilievo nazionale ed interregionale di rilevanza strategica per
l'attuazione del piano d'azione del Sud”, il Cipe ha
finanziato con un importo 122 milioni di euro l'intervento descritto come
“Sistema Esaro: costruzione corpo diga”;
A questo punto, nella seduta del 8 agosto 2013, con l'interazione della
Regione Calabria che dovette intervenire per il salvataggio delle Ferrovie
della Calabria - questa è una questione ascrivibile alla Giunta regionale,
guida Scopelliti, lo dico prima io, prima degli altri - il Cipe
ha approvato una riprogrammazione di quelle risorse e con delibera 62/2011, per
assicurare copertura finanziaria alle esigenze delle Ferrovie della Calabria
srl che andavano in quel momento in fase di salvataggio, stanziò 65 milioni di
euro per le Ferrovie della Calabria e 12 milioni di euro per il completamento
della diga del Menta, togliendo di fatto i finanziamenti per il completamento
della diga dell'alto Esaro. Questo accadeva nel 2013.
Nel maggio 2016, però dopo altri tre anni di silenzio, presentando il Patto
per la Calabria, il governatore Oliverio aveva annunciato lo stanziamento di 2
milioni di euro per finanziare uno studio di fattibilità inerente il
completamento dell'invaso, per riattivare le procedure burocratiche e favorire
la realizzazione dell'opera sia pure attraverso un ridimensionamento della
stessa, con riduzione della sua portata a 50 milioni di metri cubi in meno.
Nel luglio e da ultimo nel novembre 2017 il Presidente della Giunta
regionale ha ribadito di essere impegnato a lavorare per riprendere la
realizzazione di importanti dighe iniziate ed interrotte, e tra queste quella
dell’Esaro, proponendo in sede di Conferenza Stato-Regioni l'apertura di un
tavolo interministeriale per definire una strategia adeguata ed un programma da
sostenere con i diversi strumenti finanziari disponibili.
Dal 1982 ai giorni nostri, e andiamo poi al concreto, secondo stime
prudenti, per la realizzazione della diga dell'Esaro ad oggi non realizzata,
perché sono state realizzate soltanto alcune opere complementari, sono stati
spesi circa 500 milioni di euro, per un'opera che non vede neanche il 20 per
cento dei lavori; molteplici e condivisibili sono state, in questi anni, le
prese di posizione, le proteste delle comunità interessate e delle forze
sindacali, da ultimo la CISL attraverso l'intervento del segretario regionale
del comparto Mauro Venulejo.
Ad oggi non si ha notizia alcuna rispetto agli impegni nel tempo assunti,
in particolare quelli annunciati negli ultimi due anni.
Chiediamo, quindi:
- come la Regione valuti, oggi, l'operato dell'ente attuatore Sorical spa ed a quanto ammontino nel complesso le risorse
finanziarie pubbliche stanziate a favore di quest'ultima dal 2014 ad oggi;
- se e quando e con quali risultati si sia riunito il tavolo
interministeriale richiesto nel luglio 2017 dal Presidente della Regione in
sede di Conferenza Stato-Regioni;
- se e come e con quali risultati siano stati spesi i due milioni di euro
destinati alla redazione dello studio di fattibilità sulla ripresa delle
lavorazioni per la realizzazione della diga dell'Esaro,
- se la Regione Calabria abbia quantificato le risorse occorrenti per il
completamento dell'opera ed individuato le relative fonti di finanziamento;
- se la Regione Calabria abbia intenzione e volontà di portare a compimento
l'opera e, nel caso, come essa intenda procedere.
In parole povere, signor Presidente, signori della Giunta, colleghi
consiglieri la mia interrogazione è finalizzata a capire se ancora noi possiamo
dire ai cittadini di quell'area, della Valle dell'Esaro, ai cittadini della
provincia di Cosenza, se ci sono volontà politiche positive rispetto alla direzione
di quell'opera.
Credo che il Consiglio regionale sia la sede giusta nella quale individuare
eventuali responsabilità delle parti politiche che hanno gestito il passato,
capire se quest'opera ancora rientra fra le opere strategiche del Paese per la
nostra regione e, quindi, eventualmente rilanciare iniziative inerenti a questa
importante infrastruttura; la penuria idrica in provincia di Cosenza, nello
scorso anno si è fatta sentire fortemente a causa anche di una forte siccità, e
quindi comprendere come, eventualmente, attraverso anche la spinta in Consiglio
regionale, si dia forza al Presidente della Giunta regionale per interagire
nella migliore maniera possibile con il Governo centrale.
Ricordava qualcuno che mi ha preceduto, credo il collega Guccione, che da
qualche giorno c'è un nuovo Governo: Governo votato fortemente, anche, dai
calabresi.
Credo che sia giusto che questo nuovo Governo dia attenzione al sud e alle
infrastrutture del sud e credo che questo passaggio in Consiglio regionale,
attraverso una affermazione di volontà positiva rispetto alla realizzazione di
questa infrastruttura, debba spingere anche il Governo centrale a dare
attenzione al Mezzogiorno attraverso finanziamenti concreti, cioè passare
finalmente dall'astratto al concreto. Finora si è contestato, adesso il
Governo, che è stato votato dal 50 per cento dei calabresi, che ha dato forza
ad una delle componenti che rappresenta il Governo, deve avere attenzione per
la Calabria: quale modo migliore attraverso un'infrastruttura di questo genere
come la diga dell'Esaro della quale discutiamo da 45 anni?
Risponde l’assessore Musmanno.
Grazie, Presidente. Ringrazio anche il consigliere Gallo perché è stato da
stimolo con questa interrogazione per riprendere la discussione su un tema
particolarmente complesso quale è il completamento della diga dell'Esaro. E’
chiaro che interventi che hanno origine in 40 anni portano a delle valutazioni
che sono estremamente complesse e che è difficile anche argomentare,
soprattutto in termini di efficienza-efficacia dell'operato delle
amministrazioni e in particolare anche della Regione Calabria.
Rispondo puntualmente alle varie osservazioni, alle varie richieste.
Innanzitutto per quanto riguarda le risorse finanziarie a favore della Sorical spa dal 2014 ad oggi, con riferimento alla
realizzazione delle opere di messa in sicurezza delle aree di imposta della
diga, finanziamento del progetto di 55 milioni di euro, progetto “Diga Alto Esaro a Cameli” e collegamento Abatemarco per Cosenza, con dispositivo del 5 giugno 2013 è
stata disposta l'approvazione del collaudo tecnico amministrativo; allo stato
attuale è in corso, da parte dei competenti uffici regionali, l'attività
istruttoria propedeutica alla chiusura del rapporto convenzionale Sorical-Regione Calabria, con cui Sorical
aveva preso in carico tale intervento nel settembre del 2004, le ultime risorse
in ordine temporale a riguardo sono state trasferite a Sorical
nel 2012.
Dal 2014 a oggi risultano stanziate a favore di Sorical
le sole risorse finanziarie per la redazione del citato studio di fattibilità
pari a 2 milioni di euro, inserite nel Patto per lo sviluppo della Calabria -
Linea di Azione 2.5 “Schemi idrici e reti idriche”, intervento denominato
“Studio di fattibilità completamento del sistema della diga dell'Esaro”.
A proposito dei risultati del tavolo interministeriale richiesto nel luglio
del 2017, comunico che è stata recentemente avviata una interlocuzione
piuttosto significativa sul tema con il Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti, in particolare con la dirigente del dipartimento del MIT competente
in materia, la dottoressa Segnalini.
Tali interlocuzioni hanno prodotto sinora risultati molto interessanti e
proficui, in merito alla possibilità a valle della rimodulazione prevista del
progetto, per quanto riguarda lo studio di fattibilità, di inserire la ripresa
dei lavori sulla diga dell'Esaro nell'ambito del Piano nazionale degli invasi
che il MIT sta redigendo.
A proposito di quali risultati siano stati conseguiti a valle della spesa
dei 2 milioni di euro, ricordo che il 26 gennaio 2018 il dipartimento
infrastrutture lavori pubblici e mobilità, ha richiesto ufficialmente, con
apposita nota alla Sorical, di avviare le procedure
per la redazione dello studio di fattibilità. Al riguardo Sorical
sta riesaminando tutti gli elaborati progettuali disponibili e in atti, al fine
di definire con esattezza i termini e gli elementi da porre a base della
procedura di gara per l'affidamento del suddetto studio di fattibilità.
Per quanto riguarda la quantificazione delle risorse occorrenti per il
completamento dell'opera, la quantificazione delle risorse risulta
evidentemente correlata all'esito dello studio di fattibilità.
Le vicende storiche relative alla diga dell'Esaro, infatti, hanno reso
opportuno condizionare tutte le azioni tecnico-amministrative da svolgere per
realizzazione delle relative opere allo studio di fattibilità; come detto, Sorical sta riesaminando tutti gli elaborati progettuali
disponibili, questo al fine di definire con esattezza i termini e gli elementi
da porre a base della procedura di gara.
Allego a questa risposta scritta, anche, un breve excursus storico, il consigliere Gallo mi ha preceduto, ma è
opportuno anche fare riferimento a questo documento, che fa il quadro di una
tristissima situazione alla quale speriamo di porre a breve rimedio. Grazie.
Presidente, prendo atto di questa volontà dichiarata dall'assessore
Musmanno di rilanciare questa infrastruttura. Noto l'estrema lentezza
attraverso la quale si sta procedendo con responsabilità, che io considero
diffuse, in alcuni casi responsabilità che possono essere dovute anche a causa
di forza maggiore.
Credo che una dichiarazione di volontà forte, che può provenire anche da
questo Consiglio regionale, sulla volontà positiva nella realizzazione
sull'attualità di questa infrastruttura, dovrebbe esserci, per cui mi dichiaro
parzialmente soddisfatto, magari attiverò qualche altra iniziativa in futuro
per far sì che anche l'Aula su questo argomento si pronunci attraverso la
votazione di una mozione a favore della realizzazione di questa infrastruttura.
Quel che vorrei capire, e oggi non sono riuscito a capire, dalle parole
dell'assessore e se ancora vi è l’attualità per la realizzazione
dell'infrastruttura e soprattutto se quanto realizzato fino ad ora, attraverso
la cospicua spesa di svariati milioni di euro, sia recuperabile ai fini della
realizzazione dell'opera.
Ripeto: su questo argomento e su queste problematiche credo che dovremmo
ritrovarci in futuro per continuare a discutere dell'opportunità della
realizzazione di questa infrastruttura. Grazie.
Proseguiamo con l'interrogazione numero 353/10^ d’iniziativa del
consigliere Guccione “In ordine all'attuazione del programma di cui alla legge
regionale numero 36/2008”.
Prego, consigliere Guccione, ha facoltà di illustrare l’interrogazione.
Presidente, il Consiglio regionale, il 16 ottobre 2008, ha approvato la
legge numero 36 “Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale”, cioè
per dare una un'abitazione a famiglie con reddito medio-basso, alle giovani
coppie, alle ragazze madri, alle famiglie al cui interno vivono persone
diversamente abili; ha stanziato 175 milioni di euro, ad oggi su 2400 alloggi
previsti alla data del 28 settembre del 2017, gli alloggi completati
risultavano soltanto 150.
A distanza di 8 anni dal bando pubblicato dalla Regione Calabria, il 22
dicembre 2010, si registrano gravi ritardi da parte dei Comuni, delle Aterp, dalle imprese private, dalle cooperative che sono titolari
di un finanziamento che era finalizzato alla realizzazione di questi alloggi.
Undici sono gli interventi di edilizia sociale di imprese e cooperative per
i quali sono decorsi i termini per l'avvio dei cantieri e per questo sono stati
revocati; il dipartimento infrastrutture ha emanato, nell’agosto 2016, un
decreto per consentire la delocalizzazione degli interventi.
Il Consiglio regionale, il 5 luglio 2017, ha approvato una norma per la
conversione degli interventi da vendita a locazione anche con riduzione
dell'obiettivo fisico; questo significa che se un'azienda, una cooperativa e ha
avuto un finanziamento di 10 milioni di euro, per la realizzazione di 100
alloggi, il Consiglio regionale ha deciso che, fermo restando il finanziamento
di 10 milioni di euro, gli alloggi da costruire erano la metà, cioè 50.
Ovviamente, su questo, io non ho partecipato al voto, ho chiesto espressamente
al Consiglio regionale… perché qua ci troviamo di fronte a una norma che viola
ogni regola di mercato anche dal punto di vista giuridico: con la stessa somma
un azienda realizza cento alloggi, un'altra azienda, dopo questa legge
approvata dal Consiglio regionale, con 10 milioni di euro ne realizza 50.
Penso che sia venuto il momento di porre fine a questa esperienza, di conoscere
che fine hanno fatto i 175 milioni di euro; sono trascorsi 4 anni con questa
Giunta e io mi aspetto che da questo punto di vista ci sia la consapevolezza
che un'operazione verità va fatta sull'applicazione della legge 36/2008,
parliamo di 175 milioni di euro che sono stati investiti nell'edilizia sociale,
gran parte di questi ad oggi risultano bloccati.
Ritengo che il Consiglio debba fare un'operazione, mi auguro che la Giunta
sia d'accordo, per chiudere questa parentesi e aprirne un’altra. Un recente
studio ci dice che dopo una crisi, dal 2013 fino al 2017, nel settore edilizio
in Calabria si registrano le riprese. Questo settore garantiva 30 mila posti di
lavoro nella nostra regione, c'è una crisi abitativa, un’emergenza abitativa
nei grandi centri a cui non ci si riesce a dare una risposta.
E’ il momento che si adottino strumenti necessari a dare una risposta a chi
oggi un alloggio non ce l'ha, vive nella condizione di disagio, di
emarginazione. Credo che sia urgente che la Regione, attraverso uno strumento
legislativo che si deve dare, alla luce dell'esperienza della legge 36, ,
perché non solo può dare sostegno alle imprese dell'edilizia calabrese, al
sistema economico e imprenditoriale pubblico e privato, ma dare una risposta di
alloggio, di case che è richiesto, in particolare nelle aree urbane della
Calabria.
Ringrazio il consigliere Guccione che ha già avuto modo di
discutere ampiamente degli obiettivi della legge regionale numero 36 del 16
ottobre 2008, recante “Norme di indirizzo per programmi di edilizia sociale”,
che perseguiva l'obiettivo di agevolare l'accesso alla prima casa per categorie
sociali particolarmente svantaggiate.
In quegli anni il costo degli immobili aveva raggiunto un picco dopo
essere costantemente cresciuto rispetto agli anni precedenti.
L'obiettivo di alleviare le difficoltà di accesso a una abitazione
per la popolazione in condizioni di sofferenza economica è, dunque, del tutto
comprensibile.
L’attuazione di questa legge, tuttavia, ha incontrato numerose
difficoltà, dovute, da un lato, al repentino ed imprevisto mutamento delle
condizioni economiche e sociali che a seguito della crisi economica hanno
investito la società calabrese a partire dal 2008 e, dall'altro, alle modalità
con cui la legge è stata implementata che, in alcuni casi, si sono rivelate
insufficienti a garantire una corretta ed efficiente realizzazione del
programma.
In attuazione alla suddetta legge, la Regione Calabria ha indetto
nel 2008 un bando di concorso per l'individuazione di programmi finalizzati
alla realizzazione di alloggi sociali da offrire locazione e in proprietà. Con
successivo decreto del dirigente generale del 2010, il bando è stato annullato
in autotutela. Nel dicembre del 2010 è stato approvato un nuovo bando per la
realizzazione degli alloggi di edilizia sociale da offrire in locazione o in
proprietà.
Il finanziamento ammontava a 155 milioni di euro, di cui metà per
alloggi da cedere in locazione e l'altra metà da cedere in vendita.
Successivamente la dotazione è stata incrementata di ulteriori 20
milioni di euro.
L'avviso era aperto a cooperative, imprese, Aterp,
Comuni e Università. Molti dei soggetti risultati vincitori del bando hanno poi
avuto difficoltà nella realizzazione degli interventi.
Diversi progetti, infatti, hanno accumulato ritardi che, ai sensi
del bando originario, ne avrebbero dovuto determinare la revoca, ma si è
ritenuto di adottare tale provvedimento solo nei casi in cui non fossero
possibili altri percorsi.
La revoca comporta, infatti, la rinuncia alla realizzazione di un
servizio per la cittadinanza e, da un punto di vista amministrativo, risulta –
ahimè – non priva di difficoltà.
L'amministrazione regionale ha, quindi, cercato in vari modi di
agevolare la realizzazione degli interventi previsti. Ad esempio, come
ricordava il consigliere Guccione, nel maggio del 2015 è stata concessa una
proroga dei termini per gli interventi in ritardo; nel 2016 è stata consentita
la delocalizzazione degli interventi stessi sotto opportune condizioni
riguardanti, ad esempio, la qualità dell'intervento che non doveva risultare
inferiore a quello approvato nella graduatoria originaria ed elevato il livello
di sostenibilità ambientale dell'edificio.
Anche il Consiglio regionale della Calabria è intervenuto nel
2017, con una modifica alla legge finalizzata a consentire la conversione degli
interventi che prevedevano la vendita degli alloggi in interventi per
locazione.
La legge stessa prevede la proroga dei termini per il completamento
dei lavori. Nonostante tutto ciò, diversi interventi non sono stati nelle
condizioni di partire e sono stati, pertanto, revocati.
Per quanto riguarda lo stato di attuazione degli interventi,
occorre precisare quanto segue: per gli interventi eseguiti da soggetti
pubblici, Comuni, Aterp e Università, la Commissione
di valutazione prevista dal bando ha considerato ammissibili 41 interventi.
Dei suddetti 41 interventi, solo 21 sono stati avviati dai
soggetti attuatori, per 253 alloggi.
Dei 21 interventi avviati, 6 sono stati completati ad oggi, per un
totale di 35 alloggi.
Con riferimento ai soggetti privati, inizialmente sono stati
finanziati 67 interventi e ulteriori 26 sono stati ammessi a finanziamento a
seguito di successivi scorrimenti della graduatoria, mentre i 7 interventi,
inizialmente esclusi, sono stati riammessi a seguito di sentenze del Tar.
Complessivamente, quindi, sono stati ammessi a finanziamento 100
interventi per un totale di 2 mila 807 alloggi.
Le revoche hanno riguardato in tutto 16 interventi, per un totale
di 402 alloggi.
In alcuni casi il numero di alloggi per l'intervento è stato
ridotto, per come previsto dal bando, con corrispondente riduzione del
contributo o incremento della superficie per alloggio.
La riduzione complessiva è di 107 alloggi.
A seguito della norma approvata dal Consiglio regionale nel luglio
del 2017, i beneficiari hanno proposto rimodulazioni con riduzione
dell'obiettivo fisico per complessivi 103 alloggi.
Dei 94 interventi rimanenti, per un totale di 2 mila 195 alloggi,
sono stati completati 599 alloggi. Complessivamente, i finanziamenti per gli
interventi attivi o completi ammontano a 149 milioni 237 mila 372 euro, di cui
94 milioni 987 mila 472 euro già erogati.
Per gli interventi pubblici, il valore degli interventi attivi o
completi ammonta a 14 milioni 600 mila euro, di cui 11 milioni 073 già erogati.
Per i privati, il totale é di 134 milioni 637 mila, di cui 83 mila
914 erogati.
Ai sensi dell'articolo 8 della legge numero 36 del 2008, il dipartimento
infrastrutture, lavori pubblici e mobilità trasmette periodicamente alla
competente Commissione consiliare una relazione dettagliata sullo stato di
attuazione del programma di interventi.
La relazione sarà completata e trasmessa entro il prossimo mese di
giugno.
A margine di questa interrogazione, aggiungo che il tema di questa
legge è particolarmente scottante e richiede degli interventi che non possono
essere più dilazionati, vale a dire: la chiusura immediata di tutti gli
interventi e la chiusura dei contenziosi, in maniera tale da mettere una parola
fine ed eventualmente riprogrammare le economie derivanti da questi programmi
di spesa con una legge più consona ai tempi attuali. Grazie.
Presidente,
mi pare che, anche dai dati che ci ha illustrato l’assessore Musmanno, emerga
un quadro allarmante circa l'applicazione della legge. Mi trovo d'accordo con
le conclusioni dell’assessore perché bisogna mettere in atto tutto quello che è
necessario per chiudere i contenziosi, verificare le criticità e chiudere
questa parentesi della legge numero 36, così come è nata e come si è
sviluppata.
Si
tratta di un dato eclatante, dei 2 mila 400 alloggi programmati, oggi
l’assessore comunica – io avevo i dati al 27 ottobre del 2017 – che ne sono
stati completati circa 500.
Mancano
all'appello circa 2000 alloggi. Dai contenziosi, dai problemi che ci sono, sarà
difficile portare avanti questi progetti di realizzazione.
Il
problema è che, nonostante la presunta ripresa dichiarata dagli indicatori
economici, questa legge non ha aiutato né i Comuni, né le Aterp,
né le imprese private e le Cooperative a dare una risposta alle richieste di
alloggio a certe condizioni, come si dice di “alloggio sociale”, e c'è
un'emergenza, in particolare nelle aree urbane della Calabria che sono in una
situazione di forte degrado perché, oltre a dare un alloggio, l'edilizia
sociale avrebbe dovuto recuperare interi quartieri con l'inclusione sociale.
C’è la necessità di mettere un punto e andare a capo.
Mi
auguro che nel giro di
un mese massimo si possa procedere alla chiusura di tutti i contenziosi anche
attraverso transazioni e procedure che possano snellire i procedimenti.
Non dobbiamo
essere punitivi però, assessore, so che è in itinere il bando per una
manifestazione di interesse con Cassa depositi e prestiti, per quanto riguarda
l'edilizia sociale. Le chiedo di sollecitare la pubblicazione di questa
manifestazione interesse.
So che
l'accordo è stato concordato con Cassa depositi e prestiti, perché una parte
delle risorse cofinanziate a supporto della legge numero 36 sicuramente non
saranno utilizzate e potranno servire per dare risposte concrete nella
direzione di intervenire, non solo nella realizzazione di alloggi, ma anche per
il recupero dei quartieri degradati delle grandi aree urbane della regione.
Questo per
dare ossigeno all'economia, perché i dati di 30 mila disoccupati che la crisi
ha prodotto devitalizzano il calabrese e, pertanto, bisogna trovare i modi per
sostenere questo settore dal punto di vista pubblico, attraverso l'edilizia
sociale.
Ritengo che
questo sia uno strumento importante, una risposta concreta ed immediata alla
crisi economica. Le risorse ci sono. Si tratta di chiudere dal punto di vista
giuridico ed amministrativo tutti i contenziosi e tutte le difficoltà in essere
per dare la possibilità, da questo punto di vista, di aprire una nuova stagione
che riguarda l'edilizia sociale in questa Regione. Grazie.
Passiamo all'ultima interrogazione, la numero 361/10^ di iniziativa del
consigliere Nicolò “In ordine ai trasferimenti dei fondi regionali relativi
alla gestione del Sistema di trasporto pubblico locale nella città di Reggio
Calabria”. Prego, consigliere Nicolò. La può illustrare.
Grazie. Presidente, lei ha già menzionato l'oggetto
dell'interrogazione che mi appresto a rappresentare all'Aula e che riguarda le
criticità già esposte dal sindaco della città di Reggio Calabria che ha
lanciato un appello bipartisan anche
ai consiglieri regionali per una loro una presa di posizione a sostegno di
questa causa che riguarda la problematica afferente al mancato trasporto
pubblico locale ed ai mancati trasferimenti delle risorse che, secondo il
decreto ministeriale, sarebbero dovute essere erogate mensilmente per
consentire di procedere alle prestazioni effettuate.
Si tratta di criticità che vanno ad inficiare un
servizio importante in una realtà il cui perimetro, così come si riscontra, é
il quinto d'Italia, con la sua orografia, con un servizio che è importante per
la sua essenza e che va fronteggiare quelle che sono le esigenze di una città
universitaria in cui vi è l'Aeroporto – auspicando che lo stesso possa essere
funzionale rispetto a quelle che sono le prospettive di una Città turistica
metropolitana – una città di 200 mila abitanti che si estende in un perimetro
molto ampio.
Se queste cose non vengono recepite dal governo
regionale rispetto al funzionamento dei servizi principali e non vi é il
tempismo per garantire la funzionalità degli stessi, dobbiamo renderci conto
che siamo all'anno zero perché il servizio dei trasporti è una componente
fondamentale per lo sviluppo di un territorio rispetto alle esigenze che ho
menzionato, di una realtà che ha le sue peculiarità, l’Università, l'Ospedale,
l'Aeroporto e altre componenti che devono consentire alla stessa di potersi
sviluppare e progredire.
La scarsa puntualità dei pagamenti, peraltro non
riscontrata da me, ma dal primo cittadino che in data 18 maggio 2018, quindi un
mese fa, ha lanciato un appello alla Giunta regionale, al Presidente ed ai
consiglieri regionali, nonostante le difficoltà, l’ho recepita, registrata,
riscontrata sul territorio e rappresentata al Presidente della Giunta
regionale. Auspico, pertanto, che in mezzo ci sia una risposta soddisfacente.
Grazie.
Cedo la parola all’assessore Musmanno.
Grazie, Presidente. Grazie, consigliere Nicolò.
Dal testo dell'interrogazione in forma scritta, avevo
dato una interpretazione diversa, poi dalle sue parole ho capito che forse la
questione è di altra natura, quindi mi permetto anzitutto di fornire la
risposta all'interrogazione per come è stata formulata in forma scritta e,
successivamente, darò ulteriori ragguagli sulla questione che credo sia
leggermente differente da come è stata rappresentata nel testo.
La Regione Calabria, con l'articolo 12 della legge
regionale numero 35 del 2015, ha previsto un unico bacino regionale per
l'organizzazione dei servizi di trasporto pubblico locale.
L'unica eccezione è contenuta nel comma 4
dell'articolo 14 della stessa legge che, mediante intesa con la Regione Sicilia
e sentita la Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle
politiche dell'Area dello Stretto per il relativo parere consultivo, prevede
che possono essere istituiti servizi di trasporto pubblico locale nell’Area
integrata dello Stretto, costituita dalle Città metropolitane di Reggio
Calabria e Messina.
In tal caso, nelle forme previste dall'intesa, l’Area
integrata dello Stretto costituisce un bacino ottimale interregionale e
all'Ente di governo partecipa la Città metropolitana di Reggio Calabria.
Ai sensi dell'articolo 14 della stessa legge, le
funzioni di definizione di massima dei programmi di esercizio possono essere
svolte dalla Città metropolitana di Reggio Calabria per i servizi che
interessano un’area che comprende il comune capoluogo e un ambito del proprio
territorio, individuato dalla stessa Città metropolitana.
Fatto ciò presente, per quanto riguarda l'istituzione
del bacino ottimale interregionale dell’Area integrata dello Stretto, le Città
metropolitane ed i Comuni di Messina e Reggio Calabria hanno deliberato le
proposte di istituzione alle Regioni Sicilia e Calabria, conseguentemente
inviate e tutt’ora in corso di interlocuzione tra gli assessori competenti in
materia delle due Regioni, ovvero tra il sottoscritto e l'assessore Falcone,
per il perfezionamento dell’intesa prevista dalla legge, nel senso che ci
stiamo pronunciando e dobbiamo ancora verificare la disponibilità della Regione
Siciliana.
Peraltro, il tema in questione é all'attenzione della
Conferenza permanente per il coordinamento delle politiche nell'Area dello
Stretto, di cui il consigliere regionale Battaglia è Presidente.
Solo dopo l'istituzione di tale bacino sarà possibile trasferire
le risorse all’Ente di governo del bacino partecipato dalla Città
metropolitana.
Per quanto riguarda la programmazione di competenza
della Città metropolitana, la facoltà di esercitarla dipende unicamente dalle
decisioni dello stesso Ente.
Ovvero, solo allorquando sarà istituito formalmente il
bacino interregionale potranno essere trasferite le risorse direttamente alla
Città metropolitana, che ne potrà disporre anche ai fini della programmazione.
Ovviamente, bisognerà attendere non solo il parere
della Regione Calabria – già assunto come per scontato, visto che lo abbiamo
indicato nella stessa legge numero 35, come facoltà dell'Area dello Stretto di
potersi determinare – ma anche il pronunciamento della Regione Siciliana che è
un po' in ritardo rispetto alle procedure di legge per la valutazione del
bacino interregionale.
In realtà basterebbe anche un atto di Giunta, che
stiamo sollecitando.
Nel momento in cui la Regione Siciliana sarà
disponibile ad accordarsi per la costituzione di questo bacino interregionale,
provvederemo a trasferire le risorse previste nell'ambito del Fondo nazionale
Trasporti alla Città metropolitana per le risorse e gli adempimenti di
competenza, sia per la programmazione sia per la gestione.
Da quello che lei diceva e che ho avuto modo di
ascoltare, il problema non riguarderebbe tanto il trasferimento delle risorse
alla Città di Reggio Calabria, quanto piuttosto il pagamento delle attività
svolte dalla Società di servizi che opera nella Città metropolitana di Reggio,
ovvero l’Atam, nello specifico.
Ricordo che tutte le Società consortili hanno
stipulato un contratto con la Regione che disciplina le modalità di pagamento
e, a valle delle attività e della consuntivazione che questi effettuano, il
dipartimento provvede al pagamento delle spettanze secondo modalità bimestrale.
Quindi, per come stabilito dal contratto, il
dipartimento, provvede a pagare queste spettanze con cadenza bimestrale.
In passato é arrivata una istanza di pagamenti di tipo
mensile, che non può essere accolta perché il contratto non prevede questa
modalità.
Devo dire che, anche rispetto al più recente passato,
il dipartimento ha più che velocizzato le operazioni di pagamento, evitando
così l'accumulo di ritardi.
Da questo punto di vista, c'è da dire che non ci sono
più manifestazioni molto eclatanti sui ritardi di pagamento della Regione
Calabria perché l'ufficio si è finalmente organizzato, raggiungendo delle
performance che in passato non erano mai state rispettate e garantite.
Credo che il quadro sia di due tipi; quando avremo la
possibilità – e speriamo di farlo nel mese di giugno – di avere un
pronunciamento favorevole da parte della Regione Siciliana sul bacino
interregionale, provvederemo immediatamente e senza ulteriori indugi a mettere
a disposizione le risorse, anche ai fini della programmazione dei servizi.
Prendo atto della risposta dell'assessore però, probabilmente, in essa c'è
anche la considerazione ad un vecchio quesito che sottoposi al Presidente della
Giunta regionale. E’ la seconda risposta che calza al quesito posto al
Presidente del Consiglio regionale rispetto al mancato conferimento del
finanziamento che risponde anche al decreto ministeriale del 19 gennaio che
prevede che il Fondo per l'esercizio ordinario del trasporto locale venga
erogato mensilmente, in anticipo rispetto alle prestazioni effettuate.
Queste considerazioni non le faccio io, bensì il Sindaco della Città
metropolitana e sono state da me recepite.
Si tratta, quindi, di un'interrogazione che viene recepita rispetto a
inadempimenti denunciati dal Sindaco della Città metropolitana che è
preoccupato rispetto alle disfunzioni di un servizio che è strategico per i
motivi di cui parlavamo prima.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giudiceandrea. Ne ha
facoltà.
Presidente, vista l'importanza degli ordini del giorno inseriti in coda,
chiedo di poterne anticipare la discussione. Ce ne sono due: il primo,
contingente ed importante, è l’ordine del giorno protocollo numero 25579 che
tratta della morte del giovane Sacko Soumaiyla; l'altro è il protocollo numero 23416, presentato
dal consigliere Mirabello.
Considerata l’attualità della tematica, direi di procedere con la
trattazione del primo ordine del giorno inserito in coda, per poi proseguire
con gli altri progetti di legge e ordini del giorno.
(Così resta stabilito)
Passiamo alla trattazione dell’ordine del giorno sui fatti accaduti a San
Calogero di Vibo Valentia nei giorni scorsi. Prego, consigliere Mirabello. Può
illustrare l’ordine del giorno.
Grazie, Presidente. Come è noto, sabato scorso, nel comune di San Calogero,
si è consumato un atto vile nei confronti di un gruppo di migranti dei quali
uno è rimasto ucciso.
Si tratta del giovane di origine maliana, Sacko Soumaiyla, che, oltre ad essere titolare di regolare
permesso di soggiorno, rappresentava un punto di riferimento per le comunità
dei migranti, nonché attivista sul tema delle tutele sindacali.
Riteniamo opportuno che, nel corso di questa seduta di Consiglio regionale,
si assuma questo ordine del giorno, soprattutto alla luce della nuova forma
schiavitù che si sta registrando in una importante area della nostra regione,
ovvero nella tendopoli di San Ferdinando nell'area di Rosarno, che non ci può
lasciare indifferenti.
Le cronache ci dicono che l’efferato omicidio di questo ragazzo di 30 anni,
padre di una figlia di 5 anni, sia accaduto all'interno di una fabbrica
dismessa, nella fornace “Tranquilla” che è sequestrata da oltre 10 anni perché
abusiva, in un sito noto alle cronache perché considerato pericoloso e nei cui
paraggi, secondo le indagini della Magistratura, risulta siano stati interrati
rifiuti pericolosi.
Alla luce di ciò, il fatto del quale il giovane maliano si sarebbe reso
probabilmente reo agli occhi dell'omicida è costituito dal tentativo di
recuperare delle lamiere insieme ad altri ragazzi della sua stessa età, per
approntare dei ricoveri e dei rifugi per alcuni migranti che, come lui, vivevano
nella tendopoli di San Ferdinando.
Considerato questo gravissimo evento che apre la discussione anche su una
serie di altri temi, a partire dal fatto che queste comunità di migranti, che
vivono in condizioni sovrumane e disumane all'interno di quell'area, sono
utilizzati e sfruttati da caporali che li utilizzano come fossero degli
schiavi, riteniamo che la politica non debba usare ancora una volta il
linguaggio della campagna elettorale. Le Istituzioni non possono tacere di
fronte ad episodi di questa gravità.
E’ questo il motivo per cui, insieme ai colleghi Giudiceandrea,
Nucera e Romeo, abbiamo ritenuto di presentare questo ordine del giorno.
Per questa ragione, nel testo in discussione, il Consiglio regionale
esprime il proprio cordoglio all'intera comunità dei migranti, deprecando il
vile gesto che assume caratteristiche anche a potenziale sfondo xenofobo, ed
impegna il Presidente della Giunta regionale a testimoniare il sentimento di
vicinanza alla comunità migrante presente in quel territorio, così come alle
organizzazioni nelle quali Sacko Soumaiyla
era impegnato, a sollecitare ogni necessaria iniziativa che possa rimuovere
possibili cause di discriminazione in danno dei migranti ed a tenere vivo
l'interesse affinché possano al più presto essere assicurati alla giustizia i
colpevoli dell'omicidio del giovane Sacko Soumaiyla.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, premetto di avere un’estrazione sociale tipicamente moderata e
anche cattolica e premetto anche che di fronte alla vita e, quindi, anche di
fronte alla morte, non ci si può esimere dal dare solidarietà, dal manifestare
vicinanza, però credo che l’ordine del giorno, che i colleghi consiglieri Mirabello e Giudiceandrea hanno
proposto all’attenzione del Consiglio regionale, ponga un’attenzione
particolare su una problematica che esiste in Calabria ed anche in tutto il
Paese. Vale a dire la questione immigrazione che in tanti casi non è
un’opportunità ma un problema, anche per la convivenza civile fra i nostri
connazionali, i nostri concittadini e coloro i quali provengono da altri Paesi.
E’ capitato spesso nel Paese, e anche in Calabria, che ci fossero omicidi a
“parti invertite” e che, dunque, le vittime - è capitato più volte - fossero
nostri connazionali.
Non mi è capitato, però, di vedere simili ordini del giorno presentati
anche in Consiglio regionale o in altri Consessi.
Credo che non dobbiamo fare polemica su questi argomenti. Dobbiamo, però,
affrontare tali problematiche in maniera seria, affinché non ci si fermi alla
solidarietà di un attimo, di un momento, alla discussione sull’onda emozionale,
dovuta anche alla pressione dei massmedia nazionali. Ho appena letto un dispaccio di agenzia
che su questa vicenda ci racconta una storia non chiara, non ancora ben
definita.
È chiaro: di fronte alla morte non ci si può esimere dal dare solidarietà -
lo voglio ribadire - e offriamo piena solidarietà al cittadino, all’uomo di
origine africana che è stato barbaramente ucciso. Nessuno ha il diritto di
togliere la vita ad un proprio simile! È un principio sul quale ci ritroviamo
tutti, ma il principio sul quale dovremmo ritrovarci, però, è più vasto.
Capire, per esempio, cosa si può fare per eliminare condizioni di vita
assolutamente disumane; capire cosa può fare la Regione Calabria per affrontare
queste problematiche o la problematica del caporalato, questioni che spesso
vedono gli immigrati non inseriti in una normale condizione di civile
convivenza. Gli immigrati sono spesso preda e vittime della criminalità
organizzata.
Perché esistono baraccopoli con 500-1000 uomini che vengono trattati in
queste condizioni?
Credo che dovremmo approfondire questi argomenti. Cosa può fare la Regione
Calabria per creare condizioni di vita diverse? Cosa può fare la Regione
Calabria e l’intero sistema-Paese per creare condizioni, finalizzate anche
all’integrazione reale, fra i nostri connazionali e i cittadini provenienti da
altri Paesi? Attenzione, perché la facile solidarietà su determinate questioni
rischia di smuovere anche ulteriori conflitti sociali!
Non nascondiamo i conflitti sociali. Le ultime elezioni politiche hanno
determinato il formarsi di volontà da parte di cittadini che hanno inseguito
anche coloro i quali “parlavano alla pancia” degli italiani su questi
argomenti.
La forza politica, la parte politica che rappresento, che è di estrazione
moderata, non insegue assolutamente e non strumentalizza determinati fatti,
però, cari colleghi, credo che non possiamo fermarci ad un ordine del giorno.
Bene hanno fatto i colleghi a presentarlo, spinti anche dal momento
emozionale, dalla pressione dei massmedia. Capisco che il consigliere Mirabello proviene da
quell’area, però, collega, questa è una vicenda non chiara, è una vicenda sulla
quale credo sarà necessario fare degli approfondimenti da parte della
giustizia. È chiaro, la solidarietà non la neghiamo, una solidarietà che
offriamo per rispetto ad una vita umana. Chi ha sbagliato dovrà pagare! Nessuno
è autorizzato a togliere la vita ad un altro uomo, nemmeno se l’altro ha
sbagliato.
È un principio sul quale ci ritroviamo assolutamente tutti, ma su questi
argomenti invito alla cautela, invito anche al rispetto dei nostri connazionali
perché spesso questo accade a “parti invertite”. Ricordate, ad esempio, i
nostri connazionali che vengono aggrediti in strada, spesso inconsapevoli,
ignari, e vengono uccisi.
Dobbiamo invece porci un problema diverso, colleghi, il problema di come
creare regole di civile convivenza e di rispetto reciproco fra comunità che
spesso provengono da altri Paesi con mentalità, tradizioni, culture e religioni
diverse dalle nostre.
Non possiamo dimenticare questi passaggi, perché altrimenti offriamo la
solidarietà di un attimo, che è mera ritualità.
Ha chiesto
di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ho ascoltato l’illustrazione del consigliere Mirabello;
ho discusso con i colleghi che hanno scritto materialmente quest’ordine del
giorno, come il consigliere Giudiceandrea, e
naturalmente, come sono solito fare, ho ascoltato con attenzione l’intervento
del consigliere Gallo. Penso sia necessario fare una discussione scrupolosa e
di merito su un tema così delicato affinché siano chiariti alcuni punti.
Dal momento che rispetto il collega Gallo, non soltanto formalmente ma di
fatto, poiché so che è una persona con determinati valori, vorrei provare a
ragionare su quanto detto in quest’Aula.
Perché abbiamo ravvisato l’esigenza di scrivere un ordine del giorno,
presentarlo e sottoporlo al voto ed alla discussione di quest’Aula su questo
efferato e grave fatto di sangue?
È paragonabile questo fatto di sangue con altri fatti accaduti in Calabria,
in Italia, in Europa, nel Mondo? Naturalmente siamo tutti d’accordo nel dire
che ogni omicidio viene condannato. Discuterne è persino ridicolo.
Nè si possono distinguere fatti così gravi l’uno dall’altro; lo sono tutti,
li condanniamo, siamo d’accordo e così via, ma il collega Gallo dice: “perché avete
ravvisato l’esigenza di farlo in questo caso e in altri no?”.
Perché, collega, questo caso si inserisce in una tematica di grandissima
attualità, che è una tematica mondiale, che parla dell’uguaglianza delle
persone, a prescindere dal colore della loro pelle, e, per di più, oggi, con la
formazione del nuovo Governo nazionale - al quale vanno gli auguri da parte
nostra di buon lavoro, ed in cui il Ministro dell’Interno è l’onorevole Salvini, che sul tema ha delle posizioni molto al di fuori
dalla cultura democratica del nostro Paese - è bene che il Consiglio regionale
si esprima. Anche perché Soumayla Sacko
è stato ucciso probabilmente perché esercitava una funzione e un’attività di
rappresentanza sindacale e questo lo rendeva particolarmente esposto in
territori come quelli.
Il consigliere Mirabello ha sottolineato che è avvenuto a San Calogero ma
la Piana di Rosarno, di Gioia Tauro, di Nicotera è oggetto di un insediamento
di fratelli migranti, spesso sfruttati nei campi. Il consigliere Gallo dice: “non
dobbiamo stare al solo ordine del giorno”, e sono d’accordo, tant’è che mi sono
reso promotore nel 2016 di una proposta di legge - che il Consiglio regionale,
che ringrazio di nuovo, ha approvato - per il contrasto al fenomeno del lavoro
nero e del caporalato.
Quel testo di legge, molto innovativo - non lo dico io, è stato detto a più
riprese nel Paese - è diventato modello per altre Regioni italiane e ha
individuato degli strumenti che sono stati utilizzati dalla magistratura e
dalle forze di polizia in questi anni, proprio per contrastare il caporalato ed
il lavoro nero. Quel testo di legge è stato poi assorbito dal presidente Arturo
Bova e dall’Aula nella proposta di legge per il contrasto al fenomeno della
‘ndrangheta.
Quindi non ci siamo limitati a scrivere un ordine al giorno ma abbiamo
sviluppato un’attività legislativa.
E’ bastevole questa attività legislativa? No! L’esortazione che viene dal
consigliere Gallo va, quindi, raccolta e sviluppata in quest’Aula.
Sul tema dei migranti e del sostegno ad una politica attenta, inclusiva e
solidale, poi, il Presidente della Regione è impegnato concretamente e
fattivamente ad impedire, ad esempio, che esperienze avanzatissime, come quella
di Riace, che ha visto l’impegno del sindaco Lucano, vengano sostenute anche
con determinate risorse. Perché si sostiene un’idea che è l’idea che qui, su
questa Terra, siamo tutti uguali e le discriminazioni non sono possibili, né
per orientamenti sessuali, né per razza, né per colore della pelle, nè per orientamenti religiosi e quant’altro.
Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno in un contesto di
iniziative, legislative, progettuali, politiche e amministrative del Presidente
della Regione, con una particolare sensibilità rispetto a questa tematica.
Approvare quest’ordine del giorno, discutere di questi temi non è un fatto
che consideriamo isolato, è un fatto caratterizzante la nostra azione sul piano
culturale, prima che politico.
Credo che l’odioso crimine compiuto ai danni di questo ragazzo sindacalista
non debba rimanere senza segno e nemmeno il percorso istituzionale intrapreso
perché attribuisco a questo un determinato e grave significato, proprio in
questa particolare fase storica che il nostro Paese vive. Bene, quindi, da
parte di tutti il voto, che è stato annunciato, al quale mi unisco. Penso,
Presidente, si possa dedicare un approfondimento ulteriore a temi di questo
tipo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Ci tengo a sottolineare, brevemente e sommessamente, un
aspetto.
Innanzitutto stiamo “congetturando” perché qui ciascuno di noi non è
conoscenza dei reali accadimenti; siamo nelle mani della magistratura e degli
organi inquirenti.
Ci affidiamo a loro affinché facciano piena luce su quello che è accaduto
nei modi e nei tempi che riterranno opportuni e speriamo il prima possibile.
Oggi, però, è compito nostro cercare di non trasformare una tragedia in
altro, perché la perdita di un uomo, nonché padre di famiglia, è una tragedia,
qualunque colore della pelle egli abbia; non si può scadere in una discussione
con risvolti politici.
Dico questo ringraziando i colleghi che hanno presentato quest’ordine del
giorno, ma sottolineando che non ha nulla a che vedere né il discorso del
collega Romeo, quando sostiene l’esistenza di un insieme di azioni poste in
essere per sostenere il sistema di integrazione e di accoglimento dei migranti,
nè il riferimento al nuovo Governo appena insediatosi
o al modello cosiddetto Riace.
Non è di questo che stiamo parlando. Dobbiamo distinguere la situazione ed
ecco perché tale ordine del giorno secondo me non trova luogo all’interno di
questa Assise.
Oggi stiamo condannando fermamente la morte di un uomo, che sia bianco,
nero, giallo o verde; che quest’uomo, poi fosse, un sindacalista, un
bracciante, un immigrato, regolare o irregolare, per quello che mi riguarda, è
un fatto del tutto secondario.
Vorrei concludere ribadendo con fermezza che quest’Assise dovrebbe,
piuttosto, cercare di interrogarsi sulle modalità attraverso cui dare sostegno
a tutte le fasce più deboli della popolazione, indipendentemente dal colore
della pelle.
Ecco perché tengo a precisare, cari colleghi, che oggi siamo dinanzi ad una
tragedia che non va strumentalizzata in nessuna maniera, né volutamente, nè indirettamente.
Sono convinto che ciascuno di noi non voglia strumentalizzare questa
tragedia e dobbiamo cercare di evitare di “farci tirare dalla giacchetta”,
anche dal punto di vista mediatico, perché l’impegno che dobbiamo profondere è
un impegno istituzionale, che va concretizzato in atti quotidiani.
Ci sono state delle ricostruzioni mediatiche, sia sulle cause sia sugli
effetti, e ho letto anche di reazioni verificatesi nella tendopoli, che non
giustifico sotto nessun punto di vista, lo voglio dire senza nascondermi e con
la massima chiarezza, perché nessun atto, fosse anche una tragedia del genere,
giustifica reazioni che non rientrano nel vivere civile.
L’ordine e la sicurezza pubblica devono essere assicurate e garantite
sempre, tanto quando un cittadino si reca nella proprietà privata altrui e
viene barbaramente assassinato, tanto quando si verifica una reazione
spropositata da parte di un gruppo di persone di qualunque estrazione, ceto,
colore o appartenenza si parli. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua.
Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo solo per condividere l’ordine del giorno,
presentato dal collega Mirabello e altri, perché credo che questo sia un tema
particolarmente avvertito, un tema sul quale ci si dovrebbe interrogare di più.
Bisognerebbe comprendere le ragioni di questo fenomeno, anche perché oggi
una campagna elettorale aspra, dura ha segnato la vittoria del populismo e di
una proposta che definirei fascista.
Su questo ci dovremmo interrogare tutti: chi ha una coscienza civica e
democratica, chi ha votato PD o altre forze politiche, perché credo che sui
temi della sicurezza e delle migrazioni in questi anni siano stati commessi
errori.
Non siamo riusciti a comprendere o a gestire questo fenomeno, che non si
governa con gli annunci, con i proclami, come sta facendo in questi giorni il
ministro Salvini – così parleremmo solo senza
comprendere davvero le ragioni - ma si governa con un processo forte di
relazioni internazionali con gli altri Paesi che stanno al di là delle sponde
del Mediterraneo.
Credo, quindi, che la strumentalizzazione o il continuare a parlare su
questa problematica sia il limite che ha caratterizzato in questi anni la
politica italiana e la classe dirigente di questo Paese.
Ci vuole buon senso su queste vicende e ci vuole, soprattutto, il coraggio
e l’onestà intellettuale per affermare che l’immigrazione non è un fenomeno che
si governa facilmente; è un fenomeno che si governa se si ha la capacità di
instaurare relazioni internazionali importanti e serie e soprattutto se si ha
la capacità di investire risorse verso quei Paesi che hanno problemi sociali,
problemi di sopravvivenza umana. E’ lì che dobbiamo investire per
ridimensionare o tentare di arginare un fenomeno che è presente nella società
da secoli.
Vorrei ricordare che l’Italia un po’ di anni fa, 100 anni fa, mi rivolgo al
consigliere Pasqua, è stata protagonista di un fenomeno migratorio con numeri
ben maggiori rispetto a quello attuale.
E’ un processo grave che non va assolutamente strumentalizzato, non può
diventare oggetto di strumentalizzazione o di affermazioni populiste.
Le elezioni ci hanno consegnato, purtroppo, un Italia, un Paese che vive di
paura e vuole più sicurezza ed è su questi temi che dovremmo capire come
governare. In tutto ciò anche esprimendo solidarietà al sindaco di Riace,
Lucano, che ha trasformato il suo paese in un paese dell’accoglienza, simbolo
dell’accoglienza; il presidente Oliverio ha fatto sicuramente bene a
sostenerlo, a stargli vicino, a esprimergli solidarietà, a valorizzare la sua
azione.
Credo che se il Consiglio regionale - e mi rivolgo agli amici
dell’opposizione - ha dei valori e una determinata formazione culturale al suo
interno non possa che esprimere solidarietà a chi oggi svolge il ruolo di
“supplenza” verso un fenomeno che - ahimè - non è assolutamente governabile e
che richiede da parte nostra più ragionevolezza, maggior buon senso e capacità
di governare questi processi.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, per utilizzare
un termine che non è molto forte, trovo il dibattito miserabile. Lo dico ai
colleghi che, tra l’altro, conoscono che c’è una gara a chi si dice più o meno
moderato ed io in vita mia, molto spesso, per le scelte che ho fatto … Qui si
confondono i piani delle visioni del mondo, il multiculturalismo, l’identità
dell’Europa, dell’Italia, su un fatto che, per onore di cronaca, è stato
gestito in modo estremamente sbagliato.
A me – per usare parole
povere – non piacciono i toni del ministro Salvini,
non li ho mai condivisi, tant’è che penso che sollevino un problema che –
partendo da Trump, potremmo parlare dell’evoluzione del mondo – ha visto tante
cosiddette sensibilità far avvertire in tante periferie italiane non il
pericolo dell’altro, del diverso, del colore della pelle. Ricordo a quest’Aula,
a me stesso e a tutti quelli che, molto spesso, in questa Regione, con la
gestione dell’informazione, una gestione culturale, una gestione naif che è stata definita da radical-chic, che sono figlio di un socialista, sono nato nel 1971, al di là del
fatto che faccio parte del PDL, di Forza Italia o di Fratelli d’Italia. Voglio
sottolineare che, in questo sforzo, Giorgia Meloni, che rappresenta una nuova
generazione del centro-destra italiano, è sempre stata molto misurata anche
quando ha dovuto far avvertire quello che, tra l’altro, il ministro Minniti parlando poco … quindi non con le dichiarazioni ad
effetto che sono quelle sì populiste!
Allora, non vorrei che un
atteggiamento storico consolidato che fa parte di una tradizione politica
riconosciuta e di un confronto che è diverso, venga, oggi, ad essere confuso su
un fatto – l’hanno detto bene i colleghi – sul quale mi astengo perché non
posso votare contro l’idea di dire: “C’è una morte, diciamo al Presidente …”
No! diciamo agli inquirenti delle tante morti, in questa Regione, strane come
questa che, tra l’altro, va verificata, per capire in quali condizioni è
maturata.
Ma vi prego – e lo faccio
con la massima umiltà possibile – di provare a non diventare noi tutti insieme,
oggi, miserabili che è l’aggettivo migliore che posso trovare.
Si tratta del dramma di un
uomo che ha trovato fortuna in un territorio e, quindi, non è un problema di
paura, di differenza del colore della pelle, di integrazione. Ci sarebbe da
discutere molto e anche su questo confondete diversi piani perché, purtroppo,
accade con le voci forti. Quanto al “modello Riace”, se lo chiedete a me vi
dico che il modello di integrazione, a costo dell’Italia, di sostituzione di
popolazione non mi convince. Cosa ben diversa è l’attività di un sindaco che,
in un momento storico, fa l’accoglienza di alcuni migranti economici e non e,
quindi, non di clandestini che vogliono delinquere.
Abbiamo scoperto che,
purtroppo, in Italia è arrivata anche la mafia nigeriana, ma abbiamo già la
‘ndrangheta che ha un suo livello di pericolosità. Quindi, il peggior discorso
populista è quello che sento stasera cioè dover parlare di piani, di visioni
culturali, legati alla morte di un uomo.
Per chi, come noi, ha una
visione cristiana della vita o anche laica, occorre grande rispetto per la
tragedia di un uomo che muore in circostanze che non si comprendono. Quindi,
ben venga il lavoro degli inquirenti volto a chiarire cos’è accaduto ad un
giovane, tra l’altro, – se non sbaglio – di 29 anni, che aveva un incarico
sindacale in una Calabria che è solidale molto più di tanti che hanno agognato
interventi e che non hanno sofferto.
Penso, tra l’altro, che i
calabresi non abbiano votato dando consensi spinti dalla paura dell’altro
perché ci sono tanti migranti economici che a Rosarno costituiscono l’ossatura
dell’economia; e, quindi, lì va bene la legge sul caporalato che è una
tradizione italiana poco dignitosa.
Però, attenzione! Evitiamo
di partecipare ad un dibattito e far scrivere domani a qualcuno – come ho
sentito dire anche al consigliere Bevacqua – la
parola “fascismo” perché penso che siamo tutti ridicoli, fermo restando che la
nostra è una democrazia giovane e va difesa con i ragionamenti e, soprattutto,
con i comportamenti.
Allora, il comportamento
migliore che io possa avere oggi in questa Aula è quello di chiedervi di non
strumentalizzare il dramma di una persona, che è un dramma umano, della
famiglia, di chi, insieme a lui, ha fatto battaglie importanti per quella
condizione che altri non conoscono.
Ma non confondiamo i piani
perché non si può fare un dibattito sull’idea che possiamo tollerare tutto ed
immaginare così la società futura perché è quello, tra l’altro, che avete
pagato anche in termini elettorali sulla questione di imporre. Ormai, con il cashmere e gli appartamenti ai Parioli, uno non vive le periferie italiane.
La mia idea, per i miei
figli, non può essere oggetto di questo dibattito perché non posso immaginare –
sia pure in una società come la nostra per quanto laico sia lo Stato – che ci
sono alcuni che vengono – tra l’altro, non sono i migranti economici, con
flussi, quelli che fanno le battaglie – e vogliono imporre, magari a mia
figlia, di mettere il burqa secondo
usi e costumi di altre tradizioni. Vorrei difendere la mia tradizione tenendo
dentro tutti, ma non condivido che mia figlia debba mettere il burqa.
Potrei parlarvi
dell’universo mondo rispetto a questo tema di multiculturalismo – contenuto
nell’intervento del capogruppo – ma voi confondete il piano della solidarietà
rispetto ad un dramma costruendoci un ragionamento politico. Ed è quello che
sta avvenendo a causa delle parole sbagliate usate da alcuni protagonisti della
vita politica italiana, ma non condivido l’agire sulle paure della gente, in
modo irresponsabile, anche quando si parla della sicurezza di questo Paese.
Quindi, vi chiedo la
cortesia, nel dibattito, di non fare classificazioni – ho sentito finanche il
consigliere Bevacqua parlare di fascismo – perché non
lo merita la Calabria, non lo merita questa vicenda che, purtroppo, viene
strumentalizzata dagli organi di informazione con un collante che sta fuori dal
mondo per quello che riguarda le nostre generazioni.
Poi – ribadisco – se
inserite – l’ha fatto il consigliere Bevacqua – anche
il tema di Riace, dico che si parla di un sindaco bravo e tutto il resto, ma se
vogliamo fare integrazione possiamo investire risorse per sostituire la
popolazione in tutti i posti che la gente abbandona perché non ha una casa e
prima si è parlato anche di questo. Posso parlare di tutto, ma mi sembra
allucinante il livello di superamento del problema che questo dibattito ha
preso.
Parliamo della morte, in
Calabria, in circostanze difficilissime, in un territorio difficilissimo, di un
uomo a cui deve andare tutta la nostra solidarietà ed il massimo sostegno ed
impegno per capire in quali circostanze, come e perché si è tolta la vita ad un
uomo di 29 anni. Ma non ci fate la filippica sulla visione del mondo perché –
ripeto – non mi sento di votare un ordine del giorno che, come sempre, sarà
gestito e strumentalizzato in modo populistico, ad uso e consumo di chi vuole
dare pagelle di civiltà. E poiché – ribadisco – sono nato in Calabria, figlio
di un socialista, ho una laurea ed un dottorato di ricerca, non mi faccio dare
pagelle da nessuno nel momento in cui – ripeto – vi dico che non posso votare
un ordine del giorno che non mi può trovare d’accordo, così come si presenta in
questo dibattito e così come sarà utilizzato da domani, fermo restando tutto
quello che abbiamo detto. L’ha detto bene Gianluca Gallo ed anche il collega
Pasqua, che è una vicenda che, ovviamente, ci rattrista per noi che siamo padri
e cittadini del mondo, uguali, al di là del colore della pelle. Ma, intanto, cerchiamo di capire quello che è
successo perché – anche rispetto ai commenti che leggo – nessuno deve morire
per violenza. Non ci deve essere mai violenza nel percorso di integrazione che
è fatto di ragionamento, di regole e di accompagnamento. Figuratevi che sono
contro le armi – insomma, sembrerà strano – perché uno è sempre abituato a
collocare e a ghettizzare. Non fate questa operazione culturale che è
sbagliata. È sbagliata in Italia, è sbagliata anche in Calabria ed in questo
Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il
consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Ritengo che non si sia letto bene l’ordine del giorno. Chiedo scusa
ma sono stato in perfetto silenzio e vorrei esprimere la mia opinione, collega
Orsomarso.
Non
era mia intenzione intervenire, ma è un punto particolare, una discussione
particolare e mi sa tanto che la si stia strumentalizzando da altra parte con
gli argomenti che sto sentendo e che, oggi, non scrivono una bella pagina che,
caso mai, ci si poteva risparmiare.
Noi
siamo di fronte ad un fatto gravissimo. Poi, dirò la mia umile, modestissima
opinione in questa sede – perché, secondo me, non ha neanche una matrice
mafiosa – anche stimolato dagli interventi precedenti per cui rivolgo i
complimenti al consigliere Mirabello ed al mio capogruppo Giudiceandrea
per l’ordine del giorno. Anzi, meno male perché questo è il primo momento in
cui, ufficialmente, il Consiglio si riunisce dopo un fatto di una gravità
inaudita di cui si è parlato in tutto il mondo.
Credo
che un Consiglio regionale debba esprimere solidarietà e dire che ci teniamo lontani
da certi fenomeni. Dire parole di questo tipo non credo che abbia innescato o
volesse innescare nessun dibattito politico o strumentalizzarlo in un contesto.
Semmai, qualcun altro, visto che tutti quanti avete anche citato dei nomi, il
“modello Riace” eccetera … che non è che non c’entri. Come non c’entra? C’entra
pure in queste questioni, ma avreste dovuto scandalizzarvi quando una persona
come Mimmo Lucano è stato definito “zero” dal Ministro dell’Interno. In altri
Paesi, in un Paese civile se ne sarebbe andato ancor prima di assumere il
mandato, si sarebbe dovuto dimettere e non per quello che ha scritto Fortune e
altri, ma perché un Ministro dell’Interno dovrebbe avere, quantomeno, un
contegno istituzionale verso un sindaco diverso che fa tanto.
Tra
l’altro, lo possiamo dire, assessore Fragomeni – se
non sbaglio, poiché si dice che ci si caratterizza, poi, per l’impegno
quotidiano – ieri era domenica e noi eravamo vicini anche a Mimmo Lucano;
abbiamo lasciato le nostre famiglie, insieme al presidente Oliverio, per andare
ad esprimere anche lì solidarietà rispetto ad una problematica molto più ampia
che abbracciava tante cose.
Ma,
voglio dire, nell’ordine del giorno si esprime solidarietà ad un fatto
deprecabile, a meno che non diciamo che in Calabria siamo abituati. Undici
colpi di lupara! Vi chiedo scusa. Undici colpi di lupara sparati da una
persona! A mio avviso, non ha una matrice ‘ndranghetistica
o non di quella diretta. Spiego subito perché c’è una testimonianza – leggiamo
i giornali che fanno un buon lavoro e raccontano – e Drame
Madiheri lo dice chiaro. Ha
parlato almeno per quello che abbiamo appreso non da atti processuali ma –
ripeto – da notizie giornalistiche. Una sola persona spara, un bianco, da una
Panda e spara. Ora la ‘ndrangheta, per quello che conosciamo tutti, quando
vuole o esegue un ordine ben preciso, non manda una persona a costituire un
commando. Le modalità sono diverse ma, soprattutto, normalmente, finisce –
ahimè – l’opera macabra che ha iniziato quando attenta alla vita delle persone.
Non spara e se ne va.
Ho
conosciuto Sacko, sono
stato vicino, ho avuto modo di parlare con le associazioni come Amnesty
International e, soprattutto, Emergency, che opera in quella zona, Polistena
eccetera, e sta vicino ai migranti.
Parlo
ai consiglieri di minoranza perché sto sentendo delle parole e, addirittura, ho
sentito anche il consigliere Gallo dire che la solidarietà in questi casi
rischia di scatenare … Che cosa? Che cosa dovrebbe scatenare? Di fronte ad un
ragazzo ammazzato in quel modo così vile e barbaro, un Consiglio regionale si
presenta e manifesta solidarietà – a proposito, sia Sacko
che le altre due persone ferite sono immigrati
regolari, con regolare permesso di soggiorno, quindi sgomberiamo il campo anche
da un’altra confusione – ad un cittadino che rispettava le regole italiane, che
era venuto in Italia, che faceva il suo dovere, che cercava, probabilmente, di
aiutare. Poi, se ci sono altre cose, lo dirà la magistratura, ci sono delle
indagini in corso.
Ma
avete letto questo ordine del giorno? Impegna il Presidente della Giunta a
testimoniare il sentimento di vicinanza alla comunità migrante.
Chiedo
scusa, non doveva – consigliere Orsomarso – semmai, accomunare tutti voi in un
afflato generale? In questi momenti, nessuno vuole fare la campagna elettorale,
peraltro, ne siamo anche fuori. Nessuno voleva strumentalizzare politicamente,
ma ne usciamo male quando fuori si dirà – ci sono i giornali, c’è una diretta streaming – che in Consiglio regionale
hanno litigato su questo.
Signori,
ci sono momenti in cui si mette da parte tutto, ma si è parlato di tutto e di
più, da Riace ad altre cose, e questo non era – credo – nelle intenzioni di chi
ha proposto l’ordine del giorno.
Quindi,
complimenti ancora. Volevo dire una cosa. Vorrei che da quei banchi, però,
leggeste i provvedimenti perché il consigliere Romeo non ha dato piena contezza
di quello che questa Regione, il Governo precedente, il Governo nazionale hanno
fatto per risolvere il problema. Non parole, non chiacchiere.
Il
Governo nazionale si è impegnato con una lotta senza precedenti investendo
risorse adeguate.
Sono
stati stipulati vari protocolli dall’ex Ministro dell’Interno con una serie di
Prefetture ed anche in Calabria abbiamo stipulato un precedente protocollo per
quanto riguardava la problematica del caporalato. Il consigliere Romeo ha
parlato di una proposta di legge che aveva presentato che, poi, è stata
assorbita nel testo della legge anti ‘ndrangheta.
Attenzione!
Ma leggetela! Per la prima volta, nella storia italiana è prevista la stipula
di convenzioni – e la Calabria fa da esempio in tutta Italia – in base alle
quali Regioni – per la Regione Calabria, l’ha fatto il Presidente e qui ci sono
i consiglieri – Enti locali, Comuni, – ad esempio, i vari Comuni interessati,
in modo particolare San Calogero – aziende, firmeranno dei protocolli, delle
convenzioni, che sono disciplinate per legge, in base alle quali la mattina non
vedrete più il caporale andare con il gippone a far salire, a dire chi sale per
andare a lavorare, ma ci saranno autobus di linea che porteranno gli immigrati
regolari nelle campagne e nelle aziende a lavorare e li riporteranno a casa.
Si
tratta di convenzioni ben precise, con copertura economica-finanziaria,
assicurando loro istruzione, assistenza medica e miglioramento delle condizioni
di vita.
Non
sono di origine e non ho una formazione socialista. Dovremmo forse dire
socialista in senso lato perché in Italia molti dei socialisti poi vanno a
destra. Questa è una tradizione che arriva da vecchia data; da socialisti si
arriva, purtroppo, alla destra. Il socialismo che intendiamo noi è qualcosa di
diverso. Poi, faremo una discussione, ma poiché la Calabria ha il vanto – non
soltanto il pregiudizio – di essere, la prima terra di approdo di persone –
attenzione – che sfuggono ad altre cose, sfuggono alla morte, forse avremmo
dovuto inquadrare la questione in questa maniera.
Meno
male che certi richiami ci arrivano, di recente, anche nei confronti delle
rappresentanze governative nuove, da mondi moderati. Non sono un moderato per
natura – anzi tutt’altro – né per formazione politica quindi non partecipo –
collega Orsomarso – a quella gara di cui parlava prima verso il moderato. Sono
un progressista di sinistra. La moderazione in politica troppe volte viene
confusa con altro; la moderazione diventa “inciucio”, centro di interessi
diversi.
Avete
instaurato una polemica di cui potevate fare, veramente, a meno. In questo
momento, il Consiglio – forse abbiamo sbagliato perché avremmo dovuto
affrontare la questione in apertura di seduta – stava soltanto esprimendo la
propria solidarietà, il proprio rammarico, la propria vergogna perché questo
fatto avviene in Calabria ed è una vergogna per tutti noi, per ribadire, ancora
una volta, quali sono i principi, i valori e gli ideali che caratterizzano la
nostra azione.
Trovate
dove volete le critiche da muovere a questa consiliatura
che, però, ha messo in campo provvedimenti legislativi che – ripeto –
costituiscono un punto di partenza, un punto da imitare, una forza per
l’immagine di questa Regione in tutto il contesto non solo nazionale ma
internazionale. Almeno su questo campo, dateci la possibilità di riconoscere
non i nostri meriti, ma il nostro sentimento di persone solidali. Quando si
parla di governi solidali, poi si intende questo.
State
parlando da mezz’ora per dire che, addirittura, esprimere la solidarietà
rischia di innescare problemi più gravi. Forse, consigliere Gallo, quando dice
che la solidarietà rischia di innescare problemi più gravi, non so a quale
popolo calabrese e a quale tipo di elettorato ci si rivolge, forse è dalla
vostra parte che si cerca di strumentalizzare, di dire – ahimè – non ci
mettiamo contro certi personaggi, certi facinorosi o certe persone che parlano
dei propri fratelli a prescindere dal colore.
Proprio
ieri un vescovo ci ricordava i nostri – non so quanti milioni – emigranti in
giro per il mondo. Appartengo ad un paese nel quale l’emigrazione è
fondamentale, per cui su 2800 abitanti ci sono 1000 persone all’estero, che
sono partite – va bene, consigliere Orsomarso, capisco che, magari, questo non
è condivisibile – con quella famosa valigia con lo spago per diventare adesso
protagonisti anche di quei sistemi.
Diamo
anche noi a queste persone la possibilità di esprimersi e di migliorare anche
noi stessi. Ci sono altri valori, scontriamoci su altro, affinché non passi
che, in Consiglio, abbiamo avuto il coraggio e la faccia tosta di litigare
anche su questa vicenda e di non trovare un punto di unità.
Sono
questioni che vanno al di là della politica contingente di questi giorni.
Ho
finito. Grazie, Presidente.
Presidente,
perdonatemi, l’ho detto in premessa …
Non
si può intervenire due volte.
Presidente,
intervengo per fatto personale, perché ero seduto al banco, ho visto l’ordine
del giorno e – lo dico ai giornalisti – esprimo la mia solidarietà personale …
Consigliere
Orsomarso, lo ha già detto questo.
…dopodiché
il dibattito, la speculazione vergognosa, non mi faccio dare lezioni di vita da
nessuno …
Collega
Orsomarso, la speculazione la sta facendo lei da mezz’ora …
(Interruzione)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha
facoltà.
Non é la prima volta che l'opposizione sottopone all'attenzione del
Consiglio regionale una tipica problematica, relativa al problema
dell'immigrazione, che riguarda la nostra Regione e, guarda caso, questa
maggioranza ha sempre eluso questo argomento come se il problema
dell'immigrazione non riguardasse la nostra terra, come se la Calabria non
fosse il trampolino di approdo di tutto un fenomeno che da molto tempo è terra
di accoglienza, di conquista e di approdo per tantissimi immigrati che poi
dalla Calabria cercano di emigrare in luoghi dove, magari, pensano di stare
meglio.
La prima riflessione che voglio fare, amici della maggioranza del
centro-sinistra della Calabria, è che a furia di ragionare così, i vostri
colleghi della sinistra del nord Italia si sono ritrovati con un partito eroso,
soprattutto dal problema della Lega, proprio per aver affrontato in questo modo
il problema dell'immigrazione.
Mi permetto di ricordarvi che nel nostro Paese, a causa di un buonismo che
consentiamo sulla pelle degli altri, ma non sulla nostra – perché quando il
buonismo si paga sulla propria pelle, non c'è colore politico che non cambi
opinione, come in molti casi abbiamo assistito in questo Paese – non so se é stato o meno razzismo, quello che
ha visto in tante occasioni, non solo extracomunitari, regolari o meno che,
armati di piccone, hanno tentato di uccidere per strada, nelle nostre strade,
cittadini italiani.
Qualche settimana fa, in una città come Roma, alcuni immigrati, non so se
regolari o meno, hanno violentato una donna che hanno incontrato per strada.
Se avessimo dovuto ragionare così quando si è verificata qualche reazione
al nord, avremmo dovuto celebrare questi momenti all'inverso nei Consigli
comunali e regionali e avremmo dovuto fare gli ordini del giorno di
solidarietà, cosa che invece nel nostro Paese non può avvenire perché c'è una
cultura che è quella della sinistra, improntata al cosiddetto buonismo, come
prima richiamava il collega Orsomarso, che, praticamente, ha consentito che
tutto questo avvenisse ma che non ha fatto i calcoli e i conti con quello che é
il vero impatto con l'opinione pubblica.
Collega Bova, se lei mi chiedesse solidarietà o cosa penso della xenofobia o
del razzismo, le direi che vengo da una cultura – guarda caso, il gioco di parole – “fascista”
che non era razzista ed è stato accusata in maniera volgare di essere arrivata
in Africa e di aver tentato di civilizzare i paesi africani; più o meno la teoria
che tanti oggi vorrebbero, ovvero andare a dare una mano nei loro paesi, invece
di consentire questa immigrazione e utilizzare questa carne da macello che
arriva dai paesi del nord Africa.
Ma questo avveniva quando gli italiani andavano in Africa per portare la
civiltà, tant'è che forse voi dimenticate. Lo so e non mi meraviglia che il
nostro concetto di civiltà sia questo, ma l'ultimo Negus d’Abissinia,
nell'ultima visita fatta a Roma, passando per le strade, guarda caso, salutava
la gente col saluto romano, ricordando e ringraziando il popolo italiano per
come si era posto nei confronti di quelle popolazioni.
Nel fare una cosa del genere, mi viene in mente quello che è accaduto e che
avrete certamente letto quando nel Consiglio comunale di Catanzaro si è pensato
di commemorare due immigrati annegati a Catanzaro Lido.
E’ successo un sabato mattina, quando nel rincorrere un pallone uno di loro
stava annegando, l'altro è andato a soccorrere l'amico e sono annegati
entrambi.
Poi c'è stata un'iniziativa in Consiglio comunale da parte dell'opposizione
per un minuto di silenzio in memoria di questi giovani defunti.
Ebbene, una parte dell'opposizione si alzò e se ne andò …
(Interruzione)
Era una proposta del consigliere Riccio.
Una parte dell'opposizione candidata col centro-sinistra si è alzata e ha
chiesto: “Per quale motivo dobbiamo commemorare questi morti, quando anche qui
ci sono stati tanti morti e ancora c'è gente dispersa a Catanzaro Lido,
pescatori italiani dispersi che non stati nemmeno commemorati e ricordati?”.
E’ un'esagerazione quella che vuole la commemorazione di quelli che, solo
fino a qualche giorno prima, erano coinvolti in una vicenda giudiziaria di
traffico di stupefacenti?
Oppure é un'analisi giusta quella che fa chi siede sui banchi
dell'opposizione ed era candidato con la lista del vicepresidente Ciconte,
candidato a sindaco al Comune di Catanzaro?
Non lo so! Ma questo è avvenuto a dimostrazione dell’ipocrisia, perché si
parla comunque di persone con regolare permesso che di notte sono arrivate e
sono entrate in una proprietà privata. Questi sono elementi che abbiamo appreso
dai giornali.
Voglio ricordare quando ci sono stati degli attentati. Voglio dire anche
un’altra cosa. In questo momento abbiamo un’eroina ed è la mamma di colui che è
stato ucciso con un'autobomba a Limbadi. Avrei apprezzato di più se, anziché un
ordine del giorno che non fa correre nessun rischio, aveste portato l’esempio
della mamma di una persona uccisa con un'autobomba che non riesce ad avere la
scorta e che sta facendo di tutto per portare la questione all'attenzione
dell'opinione pubblica. Vorrei capire
cosa ha fatto o cosa farà la Commissione antindrangheta e per quale motivo non
ha detto una sola parola in questo Consiglio regionale.
Consigliere Tallini, lei non c’era, ma
io ero presente alla marcia e sono stato vicino alla signora.
Qui
si strumentalizzano i morti che non c’entrano nulla, né col razzismo e né con
la ‘ndrangheta, perché cose del genere purtroppo ne abbiamo viste tante in
questa martoriata terra e nessuno ha mai commemorato i
tanti morti, innocenti e indifesi, per colpa di uno Stato che non li ha saputi difendere.
Nessuno li ha mai voluti ricordare ed il Consiglio regionale, in questo caso,
dovrebbe essere complice di questa omertà.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Vorrei fare una
proposta che potrebbe essere condivisa anche dal consigliere Esposito.
Chiederei al collega Mirabello di ritirare l’ordine del giorno.
(Ripetute
interruzioni da parte dei consiglieri regionali)
Credo ci siano ancora le condizioni affinché il Consiglio regionale decida
il da farsi, collega Bevacqua.
Non v’é dubbio che, quanto accaduto lo scorso sabato, sia un atto che va
fortemente condannato, senza se e senza ma.
Si tratta di un ulteriore episodio che dimostra qualcosa di ancora più
grande rispetto a quanto accaduto, ovvero che i diritti umanitari, che ormai
sembravano una conquista dell'intera umanità, siano posti a forte rischio, non
solo in Calabria – che é un granello del mondo e di una globalità – ma dal
terrorismo islamico che è cresciuto anche in Europa, a causa degli sbarchi che
non sono controllati e – apro e chiudo una parentesi, collega Bova – poco conta
che il povero maliano fosse in possesso di regolare permesso di soggiorno. Questo
è soltanto un micro aspetto di ciò che non è più garantito nel mondo, ovvero i
diritti umanitari.
Poi è passato un altro messaggio che non possiamo consentirci in questo
Consiglio regionale. Collega Bova, se i colleghi continuano a parlare fra di
loro, probabilmente perderemo di vista quello che era il senso della mozione,
ovvero discutere il problema e questo episodio, nel rispetto dei ruoli.
Ho parlato di un problema molto più grosso di quello che è successo a San
Calogero. I diritti umanitari sono a rischio. Perché? Di questo dobbiamo
discutere.
Certamente a causa di un terrorismo islamico che è cresciuto anche per gli
sbarchi incontrollati di cui l’Europa è vittima, le tante guerre che
attualmente ci sono nel mondo, le tante sacche di povertà e di fame che rubano
a tanti bambini il diritto della loro infanzia e della loro fanciullezza. Detto
questo, per recuperare un senso di questi diritti umanitari, subentra una sola
condizione che è quella della tolleranza. Ma, naturalmente, la tolleranza non
può essere una condizione così, che si declina, ma deve essere posta
all'interno di un equilibrio con lo stato sociale delle cose.
Fa bene il collega Tallini quando dice che accanto al mantenimento dello
Stato ci sono state tantissime vittime da parte delle forze dell'ordine
E’ qui che dobbiamo insistere, ma quello che dicevo prima di essere
interrotto è che non può passare in questo Consiglio regionale una enunciazione
difforme da quella che è la verità.
Stiamo ponendo il dubbio tra le parti politiche di quello che è, invece, il
DNA della nostra terra.
La terra di Calabria è una terra tollerante. La tolleranza, secondo i
calabresi, è una forma di emancipazione, una modernizzazione di quel DNA che
era accoglienza e solidarietà.
Questo va sostenuto da tutte le forze politiche. Se qualcuno pensa che,
presentando una mozione, pone a rischio questo criterio della tolleranza da
parte dei calabresi, sbaglia!
Vengo, dunque, al problema che ha scatenato la confusione, non fra le parti
politiche ma anche all'interno della vostra parte politica. Condivido in pieno
il tentativo del collega Bevacqua di riportare in una
logica di unità di intenti, se non ho capito male, collega Bevacqua,
quello che deve essere il prosieguo di questo Consiglio regionale.
Vogliamo fare un documento di piena e assoluta solidarietà al ragazzo che è
morto perché vittima di un attentato? Lo facciamo tutti, ma la mozione è
un'altra cosa, per due motivi.
Qui nessuno è depositario della verità, colleghi Giudiceandrea
e Bova. C’è soltanto un momento di confronto rispetto a un fatto grave, che
acquista un valore ancora più grande se si parla di divieto di diritti della
dignità, della libertà, della vita e di tutto quello che ne consegue.
Ma la tolleranza fine a se stessa non può mai mettere a rischio quella che
é la sicurezza dello Stato. Su questo equilibrio, per non fare soltanto
enunciazioni di principio e retro ideologie, ci giochiamo tutto.
Una cosa è la solidarietà, altra cosa é una mozione che, addirittura, parla
di stimolo a chi di competenza per assicurare alla giustizia i colpevoli
dell'omicidio.
Ma che cosa stiamo dicendo? Mettiamo in dubbio che le forze dell'ordine,
che hanno la competenza di agire e garantire alla giustizia i colpevoli di un
fatto vile, debbano essere stimolate dal Consiglio regionale?
Così come ogni possibile causa di discriminazione, affidando un ulteriore
impegno al Presidente della Giunta regionale?
L'impegno è di tutti noi che facciamo politica in questa terra,
determinando le condizioni per non essere discriminanti, ce lo dice la storia
della Calabria. Per questo ho fatto l'esempio di una terra accogliente e
solidale che oggi diventa anche una terra tollerante.
Ma detto questo la mozione, così come è scritta, non va bene nel merito e,
soprattutto, alla luce di interventi di strumentalizzazione politica che non
sono partiti dall'opposizione.
Così diciamo una falsa verità. Bisogna che ci ricomponiamo e che parliamo
di un criterio di solidarietà piena al maliano, alla sua famiglia e ai due
ragazzi che sono stati feriti.
Si tratta di un documento, seppur di piena solidarietà, che deve impegnare
il Presidente?
Che significa “impegnare il Presidente a rimuovere possibili cause di
discriminazione”? E’ insito nella facoltà di ognuno di noi che facciamo
politica, così come è insito solo nell'ambito delle forze dell'ordine e della
Magistratura assicurare alla giustizia i colpevoli di un atto vile che va
sicuramente condannato, senza se e senza ma.
Se riportiamo la logica in questa direzione, sarò disponibile – credo anche
i colleghi dell'opposizione – a condividere un documento di assoluta
solidarietà nei confronti di una vittima “innocente”. I fatti strettamente
legati alla giustizia, alla Magistratura, alle forze dell'ordine che svolgono
questo ruolo con grande abnegazione e muoiono sul “campo di battaglia” della
Calabria, dell'Italia, dell'Europa e del mondo, vanno poi nella logica di
ognuno di noi, evitando anche le scenette cui stiamo assistendo oggi con cui
non abbiamo scritto una bella pagina.
Lo potremo fare se riusciremo a togliere tutta l'enfasi politica che c'è
dietro la presentazione di questa mozione, facendolo diventare un documento di
piena e assoluta solidarietà.
Da questo punto di vista il mio gruppo è d’accordo.
Ritengo che anche i colleghi dell'opposizione potrebbero seguire questa mia
idea che poi è scaturita dai loro interventi. Sto facendo soltanto una sintesi
di queste discussioni.
La mozione, così come formulata e per come è andato il dibattito,
rappresenta una becera strumentalizzazione politica.
Ci sarà, dunque, un lavoro di sintesi tra i capigruppo, sul documento
all'ordine del giorno che sarà votato dopo il terzo punto.
Ha
chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Volevo
chiedere l’inversione dell’ordine del giorno con la trattazione delle mozione
presentata dal consigliere Pasqua.
La
mozione é già inserita all’ordine del giorno. Intanto procediamo con i punti
all’ordine del giorno. Prego, consigliere Mirabello.
Passiamo
alla proposta di legge numero 213/10^ di iniziativa del consigliere Neri
recante: “Disciplina regionale dei servizi di Polizia locale”. Prego,
consigliere Mirabello, può illustrare il provvedimento.
Su
questo punto all'ordine del giorno, in qualità di Presidente della Commissione,
delego a relazionare il collega Neri che ha seguito la materia in maniera più
approfondita.
Prego, consigliere Neri, può illustrare
il provvedimento.
Grazie,
collega Mirabello. Grazie, Presidente. Spero anch'io di avere il dono della
sintesi, vista anche l'ora. Oggi il Consiglio regionale interviene su un
aspetto molto importante che è, appunto, quello riguardante la Polizia locale
della Regione Calabria.
Si
tratta di un provvedimento importante perché interviene su un assetto normativo
che non veniva modificato da circa 28 anni, in quanto l'ultima legge relativa
alla Polizia locale è quella del 1990.
Interveniamo
in maniera nuova e moderna, dando nuova linfa e nuova spinta a un settore che,
a nostro avviso, è molto importante.
Non
lo facciamo modificando la vecchia legge, ma proponendo una legge ex novo che, se per certi aspetti
potrebbe essere considerata una legge quadro, per altri si presta a regolare in
maniera moderna e nuova un corpo che, fino al momento da 28 anni, non aveva
subito alcun tipo di intervento legislativo.
A
mio avviso, la cosa più importante che faremo oggi, sarà quella di offrire uno
strumento legislativo moderno, capace di dare vero valore al corpo di Polizia
locale, facendolo diventare davvero il primo organo di presidio, controllo e
sicurezza nelle città, nei Comuni e nei paesi.
Sintetizzo
i punti fondamentali della legge: l'istituzione di corsi di formazione
professionale specializzanti; la standardizzazione dei mezzi di servizio, delle
uniformi e dei segni distintivi; la possibilità di usufruire e valorizzare i
supporti tecnologici di ultima generazione; la creazione di standard essenziali
di servizi delle strutture di Polizia locale; la gestione associata del
servizio della Polizia locale e l'istituzione della struttura di coordinamento.
Cosa
importante, questa legge non nasce solo dall’input del consigliere regionale,
ma è una legge condivisa, nata, cresciuta e sviluppata nelle Commissioni che
adesso trova sfogo in seduta di Consiglio regionale.
Una
legge condivisa, come dicevo, perché hanno partecipato proprio i comandanti e
tutto il corpo della Polizia locale, dando gli input ed i suggerimenti
necessari affinché questa legge diventasse fruibile per loro.
La
condivisione continua perché è prevista anche l'istituzione di questa struttura
di coordinamento di cui faranno parte sia gli organi politici che gli organi
giudiziari e, attraverso questa struttura di coordinamento questa legge verrà
riempita di contenuti, verranno fatti i regolamenti rendendola un elemento
importante per far sì che tutto quello che dicevo prima venga realizzato.
Ringrazio
i comandanti della Polizia locale qui presenti perché é anche grazie a loro se
questa legge trova oggi la luce.
Ci
sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Innanzitutto
vorrei ricordare al Presidente di far rispettare l'ordine in questo Consiglio
regionale, al di là che si tratti di consiglieri di maggioranza o minoranza.
Consigliere Bevacqua, la prego di limitarsi a intervenire solo
sull’ordine del giorno.
Vorrei
ringraziare i tanti poliziotti locali presenti che hanno avuto la pazienza di
ascoltare gli interventi all'ordine del giorno di questa seduta, importanti
provvedimenti che riguardano la vita dei calabresi.
In
questo caso, credo che la proposta di legge avanzata dal consigliere Neri
meriti tutta la mia approvazione, il mio sostegno e la mia condivisione in
quanto, finalmente, mette ordine alla materia anche attraverso l’impiego di
risorse; le risorse forse sono esigue, da parte della Regione Calabria, ma
parliamo di 500 mila euro messi a disposizione dalla Giunta regionale, dal
presidente Oliverio e dalla maggioranza, che oggi rappresentiamo per tentare di
dare forza nello svolgimento di un ruolo importante di coordinamento e di
innovazione, attraverso la formazione ed una funzione sinergica all'interno del
corpo di Polizia locale nei vari Comuni.
Questo
è molto importante. Credo sia un provvedimento che legittima e qualifica il
lavoro di questo Consiglio regionale. Da parte mia non può che avere pieno
sostegno, approvazione e condivisione, trattandosi di un provvedimento pensato
dal collega Neri, che apprezzo molto e avrà il mio sostegno in quest’Aula.
Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Sergio. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, voglio fare un plauso al collega
Neri che, con questa proposta di legge, ha posto i riflettori su una
problematica molto importante che é quella del riordino della Polizia locale
che non solo mancava da oltre 25 anni, ma necessita di una disciplina
articolata e completa, che dovrà trovare le risposte nell'ambito del lavoro di
implementazione che il Comitato tecnico dovrà produrre con la stesura delle
norme regolamentari.
Avevo presentato degli emendamenti a questa proposta, ma li ritiro poiché
ripongo la massima fiducia nelle capacità e competenze del consigliere Neri,
con la consapevolezza che le mie osservazioni, le proposte ed i suggerimenti
troveranno piena cittadinanza, allorché il regolamento sarà incastonato nel
corpo della legge stessa. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per evidenziare la positività del lavoro svolto,
anche da parte del collega Neri. La Polizia locale svolge un ruolo molto
importante all'interno delle comunità, siano esse piccole o medio grandi.
Nel corso della mia esperienza politica, ho avuto modo di svolgere
l’incarico di Sindaco, quindi anche di capo della Polizia municipale, e sono
riuscito a rendermi conto di quanto sia importante e nevralgico per un
territorio, per un’Amministrazione comunale, il ruolo svolto dalla Polizia
locale, anche e soprattutto nei meccanismi di contrasto alla criminalità
organizzata.
Nessuno può pensare che la Polizia locale sia in grado di svolgere azioni
di contrasto alla criminalità organizzata, ma chi conosce questi fenomeni sa
che articolazioni della criminalità organizzata sono presenti in settori come
quello ambientale, per l'abusivismo edilizio e le discariche abusive o in
quello dello sfruttamento alla prostituzione.
La Polizia municipale ha un ruolo nevralgico anche in questo settore, quale
sentinella sui territori per la segnalazione alle procure competenti
dell'insorgere di determinati fenomeni che possono essere spia di interessi ed
interazioni della criminalità organizzata, rispetto ad alcuni settori e ad
alcuni fenomeni; quindi trovo giusta l’attenzione del Consiglio regionale.
L'unica critica – non nei suoi confronti, ma della Giunta regionale –
riguarda le somme che il consigliere Neri ha strappato.
Ritengo che l’attenzione non debba riguardare solo il contributo per
l'acquisto delle macchine della Polizia municipale ma che, come indicato nella
legge, debba riguardare anche i meccanismi di formazione ed il supporto, anche
tecnico, di questi importanti corpi, affinché l’ente sovracomunale, che è la
Regione, possa supportare gli enti territoriali in questa azione.
Collega, si fa opposizione ma quando c'è da favorire iniziative come la sua
lo facciamo a gran voce perché non abbiamo nessuna posizione preconcetta.
Pertanto, rispetto a questa proposta, annuncio il voto favorevole a nome mio e
del mio gruppo.
Ho guardato anche gli emendamenti del collega Sergio e, devo dire che,
anche su quelli – avrete ragionato fra di voi – non ho visto, tranne che su
qualche emendamento in particolare, diversità o mancanza di sostegno.
Positiva, pertanto, l’azione svolta dal Consiglio regionale con la
riscrittura della normativa che riguarda questo settore. L’augurio è che in
futuro ci possano essere le risorse giuste per un maggiore sostegno rispetto a
chi giornalmente non amministra solo il traffico ma svolge, anche e
soprattutto, attività importanti di prevenzione rispetto ai fenomeni che,
purtroppo, attanagliano la Regione Calabria.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Anch’io intervengo per esprimere compiacimento per il lavoro svolto dal
collega Neri rispetto ad uno strumento legislativo che va ad innovare un
settore strategico.
Nella mia esperienza politica ho avuto la fortuna di svolgere anche le
funzioni di assessore alle Politiche ambientali e alla Polizia provinciale.
Pertanto, posso evidenziare all’Aula l'importanza, sia per le attività di
prevenzione, di repressione e, spesso, anche per la risoluzione di problemi che
sfuggono all'Amministrazione.
Sono riuscito a sensibilizzare parte dell'Amministrazione rispetto alla
pericolosità, attraverso l'impiego e l'impegno della Polizia provinciale.
Quindi la Polizia locale ha una funzione importantissima che non è solo
quella relativa alla circolazione, ma anche per l'attività di prevenzione –
come diceva il collega Gallo – e di contrasto alla criminalità rispetto alle
molteplici competenze che, comunque, consentono alle amministrazioni di poter
affermare quel principio di legalità tanto auspicato da chi interpreta ruoli
istituzionali.
E’ una legge che consente di dare agibilità ad un settore importante.
Saremo noi a vigilare rispetto all'agibilità della stessa, perché non
rimanga una legge manifesto, affinché sia efficace e, anche in futuro, possa
migliorare rispetto all'evoluzione dei tempi, in un contesto in cui ai corpi
vanno garantiti gli organici, gli strumenti e la possibilità di svolgere la
loro funzione con la massima efficienza. Questo è l'impegno.
Quando parliamo di attività di Polizia, parliamo di garanzia e di
affermazione della legalità.
Quindi, interpreto il pensiero del collega Orsomarso, con il quale mi sono
confrontato e ci siamo capiti su quello che non diciamo ed esprimo il parere
favorevole a questa proposta di legge.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Mi associo anch’io alle parole dei colleghi per una legge che, tra l’altro,
è molto importante.
Avevamo già una normativa di riferimento la legge numero 24 del 1990, già
citata dal collega Neri, e la legge numero 5 del 2007, che già prevedeva il
sistema integrato di sicurezza.
Era un pacchetto normativo importante, ma vetusto e antiquato rispetto
all'evoluzione del corpo di Polizia locale.
Premesso che condivido anche quanto pervenuto dai banchi dell'opposizione,
ovvero di cercare un maggiore impegno nei limiti delle risorse – sappiamo che
la coperta è quella e la si può tirare fino ad un certo punto – ma sarebbe
opportuno che la Regione o gli enti sovra ordinati intercedessero su un altro
punto che sarà certamente condiviso anche dagli agenti di Polizia locale
presenti, che salutiamo per il preziosissimo lavoro che fanno in ordine alla
sicurezza urbana di cui tanto si parla e di cui sono i principali protagonisti.
Si tratta di una preoccupazione dovuta al fatto che spesso, tra forze
dell'ordine, la Polizia locale sembra essere figlia di un Dio minore.
In qualità di Presidente della Commissione antimafia, reputo opportuno
interagire per evidenziare che, tra le varie forze dell'ordine, è proprio la
Polizia locale a rilevare i reati ambientali e gli abusivismi edilizi, che
spesso dimostrano anche l’arroganza del potere mafioso su un territorio e,
sapete bene, cosa significa andare a fare un sopralluogo e quali rischi corre
il vigile urbano.
Sono stato Sindaco anch’io e conosco bene quel particolare settore.
E’ dunque importante che la Regione Calabria si faccia sempre promotrice di
iniziative tendenti a creare maggiore osmosi, compartecipazione e
collaborazione tra le diverse forze dell'ordine superando quello che di fatto
c'è.
Poi ognuno, nella propria coscienza, potrà pensare se è vera o no – sono
avvocato e ne ho vissute anche da questo punto di vista – questa considerazione
che la Polizia locale deve necessariamente avere affinché questi provvedimenti
di legge possano librarsi e produrre gli effetti sperati.
Grazie, Presidente.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Neri. Prego, ne ha facoltà.
Presidente, intervengo solo per
ringraziare il consigliere Sergio che aveva presentato degli emendamenti
sicuramente attinenti alla materia ma, vista l'impostazione della legge che,
come dicevo prima, anche se non tecnicamente, può sostanzialmente considerarsi
una legge quadro ed è assimilabile. Tutti gli emendamenti del consigliere
Sergio verranno presi in considerazione nei Tavoli che faremo per riempire di
contenuti la legge. Grazie.
Passiamo alla votazione del provvedimento.
Articolo 1
(È approvato)
Articolo 2
(È approvato)
Articolo 3
(È approvato)
Articolo 4
(È approvato)
Articolo 5
(È approvato)
Articolo 6
(È approvato)
Articolo 7
(È approvato)
Articolo 8
(È approvato)
Articolo 9
(È approvato)
Articolo 10
(È approvato)
Articolo 11
(È approvato)
Articolo 12
(È approvato)
Articolo 13
(È approvato)
Articolo 14
(È approvato)
Articolo 15
(È approvato)
Articolo 16
(È approvato)
Articolo 17
(È approvato)
Articolo 18
(È approvato)
Articolo 19
(È approvato)
Articolo 20
(È approvato)
Articolo 21
(È approvato)
Articolo 22
(È approvato)
Prima di passare alla votazione della legge nel suo complesso con
autorizzazione al coordinamento formale, ha chiesto di intervenire il
consigliere Orsomarso per dichiarazione di voto.
Presidente, intervengo per sottolineare che più volte è stata richiamata la
giusta presenza in Aula dei rappresentanti delle forze di Polizia locale. Ho
contribuito personalmente a questa legge e, personalmente, viste le poche
risorse – ricorderà anche il consigliere Neri – l’unica cosa che ho rilevato è
stata la festa della Polizia che però non è stato un problema e siamo ben lieti
di averla sostenuta in Commissione bilancio, dove ho garantito il numero legale
nelle occasioni in cui l’abbiamo votata, così come stasera.
Se non ci fossimo noi a votare questo provvedimento di legge che viaggia
verso l’unanimità, per l'ennesima volta il Consiglio regionale non avrebbe il
numero legale e non si approverebbe nessuna legge, né in Commissione – il
consigliere Neri ne è testimone – né in Consiglio.
Siamo ben lieti, quindi, di poter contribuire con il nostro voto anche a
questa buona legge. Un grosso in bocca al lupo a voi per il lavoro che fate,
con l’augurio che in futuro si possano aggiungere risorse importanti per chi
testimonia l’organizzazione sociale, insieme alle altre forze, come fate voi in
tutte le nostre città. Bravo e complimenti al consigliere Neri per questa
legge.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, il collega Orsomarso mi ha preceduto. È giusto. Dico questo,
purché non vi arrabbiate, ma so che non lo farete colleghi di maggioranza.
Nella scorsa seduta ho sottolineato come per la quinta volta, oggi la
sesta, alla maggioranza manchi il numero legale.
Si tratta di una questione politica importante, per la quale avevo chiesto
al presidente Oliverio di intervenire, nelle more fra una seduta di Consiglio e
l'altra, per registrare i rapporti all'interno della maggioranza e capire come
mai ogni volta ciò accada.
Non si può dire, come ha fatto il Presidente nella scorsa seduta, che i
consiglieri devono andare al bagno – ha usato anche termini più forti.
Credo che ci sia un problema politico all’interno della maggioranza. Ancora
una volta siamo qui, in maniera seria e rappresentiamo l'opposizione in maniera
chiara, rispetto a questo inconcludente governo regionale ma, quando ci sono
provvedimenti come quelli che con il suo impegno ha portato in Aula il
consigliere Neri, il nostro sostegno non può mancare.
D’altro canto – ve lo dico – manca il numero legale. Non potete dire altro,
ma passatemi la battuta: l'altra volta chi si è arrabbiato è stato il
Presidente e stasera manca anche lui.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Tallini per dichiarazione di voto. Prego, ne ha
facoltà.
Intervengo per annunciare il voto favorevole e per ricordare ai colleghi
Bova e Giudiceandrea che quando si porta in Aula
qualcosa di serio, l'opposizione si comporta in maniera diversa, non per farvi
sorridere o per farvi una cortesia, ma soprattutto perché sappiamo che la
proposta di riforma introdotta dal collega Neri è una cosa seria.
Semmai arriva in ritardo e, fin da adesso, dobbiamo precisare che nei
Tavoli che si andranno a fare bisognerà utilizzare il massimo della
professionalità, viste le differenziazioni, la confusione e le incongruenze che
ci sono nei regolamenti dei corpi e nei rapporti tra le amministrazioni ed i
sindaci.
Pur avendo preso tantissimi verbali per infrazioni al Codice della strada,
anch’io mi associo a quanto detto in merito al compito che il corpo dei Vigili
urbani svolge in ogni Comune.
Addirittura, laddove non c'è la caserma dei Carabinieri, il vigile urbano –
l'unico vigile urbano di quel Comune – deve fare il comandante e dirimere ogni
problema che riguarda il traffico.
Senza dimenticare che i vigili urbani operano anche nel settore dell'ordine
pubblico, perché sono pubblici ufficiali e collaborano con l'Amministrazione
comunale per compiti delicatissimi, relativi anche alla sanità, quindi sappiamo
benissimo che, oggi come oggi, il vigile urbano svolge una funzione
fondamentale.
Un plauso al collega Neri. Se mi vorrà coinvolgere nelle riunioni
successive, sarò lieto di partecipare perché si tratta di un tema che ho molto
a cuore.
Posso dire soltanto che fornire la giusta immagine degli uomini in divisa,
che quasi sempre sono i vigili urbani, significa davvero presentare le comunità
a chi viene in questa terra a visitare i nostri Comuni. Vi ringrazio e
ringrazio anche tutti i vigili urbani che, con la loro presenza, hanno dato
impulso e stimolo a questo atto.
Mi scusi, Presidente, se non le dà fastidio, vorrei ricordare – qualora
qualcuno l'avesse dimenticato – che siamo qui a dare il nostro contributo e a
mantenere il numero legale.
L'unica cosa che vi consiglierei di fare è una tiratina di orecchie ai
vostri colleghi, perché la pazienza dell'opposizione non può essere scambiata o
correre il rischio di confondersi con una quasi connivenza con una maggioranza
che invece non c’é.
L'unica connivenza che dichiariamo apertamente di avere è quella per la
risoluzione dei problemi dei calabresi.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Presidente, spesso questa opposizione è stata definita demagogica e
strumentale per alcune vicende, ma credo, invece, che a nessuno sfugga il senso
di responsabilità ed il positivismo dell'azione che caratterizza questa
opposizione. Lo si fa oggi garantendo, come è stato detto, il numero legale.
In questa seduta non si è affrontata la discussione sulle interrogazioni,
non per colpa o responsabilità nostra. È vero che il Presidente si può
assentare, ma è pur vero che una maggioranza deve essere organizzata ad
affrontare l’Aula.
C'è un ordine del giorno che va rispettato. Si arriva in Aula per garantire
una produzione rispetto alle diversità delle competenze e questo non è avvenuto
per la prima parte dei lavori.
Siamo rimasti al nostro posto, con il buon senso che ci caratterizza,
abbiamo consentito che slittassero le interrogazioni, ma abbiamo anche favorito
lo svolgimento dei lavori.
Lavori che ci hanno visti impegnati per alcuni punti importanti, come
quello dell'approvazione della legge del consigliere Neri.
Questo senso di responsabilità non avviene solo in Aula, ma anche in
Commissione perché, mi pare di aver capito che, senza il contributo fattivo del
collega Orsomarso, oggi la legge non sarebbe transitata qui, non avremmo potuto
discuterla, perché ci sono tanti testi di legge che giacciono in Commissione,
compresi quelli del sottoscritto.
Non sollecito nessuno, lascio al vostro buon senso rispetto anche ai
contenuti e alla bontà degli stessi provvedimenti.
Per concludere, voglio sottolineare – lo hanno detto i colleghi che mi
hanno preceduto – il buon senso che anima il nostro agire “di buon padre di
famiglia” rispetto ad una governance che viene meno – lo dice spesso il collega
Guccione da quella parte – e per la quale, alcune volte, responsabilmente
sopperiamo per la giusta causa.
Quando c'è una giusta causa, infatti, siamo qui a sostenere le ragioni dei
calabresi a cui queste ragioni appartengono, in senso lato, perché dare
risposte ad un settore significa rendere un servizio alla Calabria.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per dichiarazione di voto. Un voto convinto per due
motivi: nel merito della proposta e nel metodo che è stato usato. Mi spiegherò
meglio.
Nel merito della proposta, perché si tratta –“lupus in fabula” – proprio dopo una discussione sulla sicurezza,
oggi stiamo approvando questa legge che è un sistema integrato di sicurezza,
dove le forze di Polizia locale acquisiscono, al di là della repressione e
della prevenzione nei confronti dei reati, un ruolo di centralità fondamentale
ed importante cui questa legge contribuisce, ancor più di prima, dando compiti
di riqualificazione delle aree urbane, di educazione alla legalità; quindi, un
presidio di una forza di Polizia locale, di prossimità sul territorio accanto
ai cittadini e nell'interesse unico di innalzare quel livello di legalità che
dicevo prima, ma che alla fine la legalità porta inevitabilmente anche ad un
miglioramento della tanto auspicata sicurezza.
Quindi, c'è anche quel rispetto della legalità che va ad intaccare la
professionalità del Corpo di Polizia Municipale, non solo nel momento della
repressione, come dicevo prima, ma anche dal punto di vista urbanistico,
sanitario, di edilizia sanitaria, di edilizia pubblica e tutto quello che è
contenuto in questa legge.
Una legge che è stata presentata – e qui vado alla bontà del metodo che lei
ha voluto usare, consigliere Neri – secondo quei canoni di un confronto serio e
leale nell'ambito delle varie forze politiche.
Ritengo che, se si va verso questo tipo di percorso, più di una volta
questo Consiglio regionale potrà portare all'unanimità del consenso le leggi
proposte da ogni singolo consigliere regionale.
Non mi voglio soffermare sulla presenza o meno del numero legale, ma su
un'altra cosa.
Nel momento della debolezza riceviamo applausi da parte della maggioranza –
consigliere Bova – però poi ve ne dimenticate e anche lei stasera se ne è
dimenticato, perché nell'intervento sulla mozione di solidarietà al maliano ha
detto: “questa maggioranza ha approvato leggi importanti”. Ahimè, probabilmente
si riferiva con giusto merito alla legge da lei presentata, dimenticando che,
anche in quella circostanza, con voto palese quella legge è passata grazie alla
presenza tranquilla, serena e propositiva di questa opposizione.
Non ci facciamo prendere dall’enfasi quando parliamo al microfono, ma
ricordiamoci dei momenti di debolezza politica che stiamo documentando, giorno
dopo giorno, in questo Consiglio regionale.
Passiamo alla votazione
del provvedimento con autorizzazione coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
(E’
riportata in Allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, avevo
chiesto, anche in precedenza, l'inversione dell’ordine del giorno e
l’inserimento di questa mozione.
Consigliere Gallo, le ho detto che gli ordini del giorno inseriti saranno
discussi dopo i progetti di legge che sono già all'ordine del giorno. L’abbiamo
discusso prima.
Va bene, prendiamo atto
della chiusura. Vedremo se avrete il numero legale.
Ha facoltà di intervenire il consigliere
Mirabello per illustrare la proposta.
Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi. La proposta di legge
280/10^, di iniziativa dei consiglieri Esposito e Giudiceandrea,
tratta di una materia molto importante che è quella relativa alla
regolamentazione delle disposizioni in materia funeraria e di Polizia
mortuaria.
Questa proposta di legge deriva da una discussione molto serrata avvenuta
in Commissione, con una lunga serie di audizioni e dalla unificazione di due
testi di legge, che sono stati poi discussi: quello del collega Esposito e
quello del collega Giudiceandrea, che pur con alcune
sfaccettature e divergenze, regolamentavano la stessa materia.
In realtà, poi, dal lavoro della Commissione, che ha analizzato oltre 60
emendamenti nel corso delle sedute, è venuto fuori un testo di sintesi che
riesce a compensare bene due esigenze contrapposte: da un lato, le esigenze e
le spinte provenienti dalle grandi organizzazioni di Polizia, dalle grandi
organizzazioni e associazioni di categoria riguardanti le organizzazioni che si
occupano della materia funeraria e, dall’altro, dalle piccole imprese che ci
sono nelle nostre realtà locali.
Dal compendio fra queste due esigenze, quindi, né da un lato sbilanciare
troppo il testo di legge in direzione delle grosse organizzazione, né
dall'altro privare la materia di una giusta regolamentazione, è venuta fuori
questa buona sintesi che oggi è all'approvazione del Consiglio regionale.
Grazie, Presidente.
Ci sono altri
interventi?
Prima di passare alla
votazione del provvedimento, chiedo agli uffici di fare l'appello nominale.
Prego, consigliere Segretario-questore.
Fa la chiama.
Consiglieri presenti:
15; assenti: 16. In mancanza del numero legale la seduta è tolta.
Ha chiesto congedo: Greco, Salerno,
Rizzo, Rossi, Russo, Oliverio.
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri regionali:
Mirabello
- Norme in materia di Distretti Turistici, Zone a burocrazia zero e nautica da
diporto (P.L. n. 344/10^)
E' stata assegnata alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere
(Così
resta stabilito)
Romeo - Disposizioni transitorie
relative all'autorizzazione sismica di cui all'articolo 3 della legge regionale
31 dicembre 2015, n. 37 (Modifica alla legge regionale n. 35 del 19 ottobre
2009 e s.m.i. - Procedure per la denuncia degli
interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale in
prospettiva sismica) (P.L. n. 345/10^)
E' stata assegnata alla quarta
Commissione - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente
- ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così
resta stabilito)
Bova - Modifiche alla legge regionale n.
50/2002 - Istituzione di una Commissione consiliare contro la 'ndrangheta (P.L.
n. 346/10^)
E' stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere ed alla
Commissione contro la 'ndrangheta ai sensi dell'art. 66, comma 2 del
Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Così
resta stabilito)
Tallini,
Romeo - Integrazione alla legge regionale 39/1995 (Disciplina della proroga
degli organi amministrativi e delle nomine di competenza regionale) (P.L. n.
347/10^)
E' stata assegnata alla prima - Affari
istituzionali, affari generali e normativa elettorale - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il
parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 203 del 28
maggio 2018, recante: "Legge regionale n. 24 del 16 maggio 2013. Ente per
i Parchi Marini Regionali. Adozione Statuto dell'Ente"
(PARERE N. 38/10^)
E' stata assegnata alla prima
Commissione - Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale -
per il parere.
(Così
resta stabilito)
La seconda Commissione, con nota n.
24463 del 29.5.2018, ha comunicato che nella seduta del 28 maggio 2018 ha
espresso parere favorevole alla deliberazione n. 115 del 16 aprile 2018,
recante: "Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile. Piano
Esecutivo Annuale 2018 (art. 4 della L.R. 8/2008). Rimodulazione
ed integrazioni."
(PARERE N. 37)
In
data 25 maggio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la
sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 53 del 29
maggio 2018:
1.
Legge regionale 25 maggio 2018, n. 14, recante: "Tutela, conservazione,
valorizzazione della diversità del patrimonio di varietà, razze e ceppi
microbici di interesse agrario e alimentare del territorio calabrese".
In
data 24 maggio 2018, ai sensi dell'articolo 19, comma 2, del Regolamento
interno, il Presidente del Consiglio regionale ha disposto la notifica a mezzo
posta ai consiglieri regionali Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro
della deliberazione consiliare n. 302 del 21 maggio 2018, recante
"Dichiarazione di incompatibilità dei consiglieri regionali eletti al
Parlamento" e che la stessa è stata eseguita, rispettivamente, in data 29
maggio 2018 e 30 maggio 2018.
La
Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione
al bilancio di previsione finanziario 2018-2020:
Deliberazione Giunta
regionale n. 185 del 16.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 192 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 193 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 194 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 195 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 196 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 197 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 198 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 199 del 28.5.2018
Deliberazione Giunta
regionale n. 200 del 28.5.2018
Nicolò
- Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere- premesso che:
i consorzi di bonifica versano in una situazione di
estrema criticità ascrivibile alla carenza di risorse economiche adeguate;
considerato che: tali enti svolgono una funziona
fondamentale e strategica per gli agricoltori e l'intero territorio in merito
all'irrigazione, alla difesa del suolo e alla prevenzione al dissesto
idrogeologico;
ritenuto che: non si riscontrano provvedimenti
concreti da parte del Governo Regionale ad eccezione di irrisori finanziamenti
-:
quali interventi impellenti si intendono adottare in
una logica volta a tutelare la funzionalità di tali enti.
Guccione -
Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
nel 2008 veniva aggiudicata la gara per la
realizzazione "chiavi in mano" del blocco parto e sale operatorie
presidio ospedaliero di Castrovillari all’ATI Sapio
Life S.r.l.-SHD S.r.l. con registrazione contratto a
Cosenza il 07/11/2008 per un importo contrattuale delle opere pari a euro
4.778.400,00 Iva inclusa;
era stato redatto in data 08/01 /2010 verbale di
consegna lavori del blocco operatorio con previsione di inizio attività in data
20/01/2010;
nel 2012 sono state inaugurate le sale operatorie
dell’ospedale di Castrovillari. Quattro sale operatorie – Cardiochirurgia,
Ortopedia e due di Chirurgia – sono state inaugurate altre volte ma ancora ad
oggi non risultano entrate in funzione;
il collaudatore, in data 11/01/2018, comunicava con
una relazione, esprimendo un proprio parere motivato, che l'opera "blocco
operatorio e sale operatorie del P.O, di Castrovillari"
non è collaudabile;
considerato che: sono passati ormai dieci anni dalla
stipula del contratto con la Ditta ATI Sapio Life
S.r.l. - SHD S.r.l. e tenendo conto della gravità della vicenda che ha messo in
evidenza un uso spregiudicato delle risorse pubbliche e di una politica delle
inaugurazioni farsa, ad oggi non sono in funzione le quattro sale operatorie
previste. Un danno che non può che avere ripercussioni sulla salute dei
cittadini -:
affinché possano entrare finalmente in funzione le
nuove sale operatorie ponendo fine a farsesche inaugurazioni. Lavori e
procedure di collaudo risultano in itinere da anni e la mancata realizzazione
dell'opera va a incidere sulla salute dei cittadini. Nonostante le iniziative
che sono state nel frattempo messe in campo dall’Asp di Cosenza - che ha
affidato a un professionista le operazioni necessarie e propedeutiche alle
operazioni di collaudo e messa in esercizio delle Sale operatorie del P.O. di
Castrovillari - chiedo se non ritiene fare chiarezza sulla questione con una
vera e propria operazione verità su queste sale operatorie più volte inaugurate
ma mai entrate in esercizio. Oggi il blocco operatorio e le sale operatorie non
sono collaudabili. Sono state evidenziate incongruenze contabili e
amministrative riguardante l'iter di esecuzione delle opere, non è stato
possibile reperire atti contabili e progettuali relativi all'appalto. Tanti
sono i punti oscuri sul quale urge fare chiarezza ed è fondamentale conoscere
il costo reale di questa opera rispetto all'iniziale bando di gara.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
ai sensi e per gli effetti dell'art. 5, della
Costituzione: "la Repubblica. una ed indivisibile, riconosce e promuove le
autonomie locali;
attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più
ampio decentramento amministrativo;
adegua i principi ed i metodi della sua legislazione
alle esigenze dell'autonomia e del decentramento." l'articolo 116, comma
terzo, della Costituzione, recita testualmente: "Ulteriori forme e
condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo
comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo
articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di
pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello
Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel
rispetto dei principi di cui all'articolo 119”. La legge è approvata dalle
Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato
e la Regione interessata.": visto altresì l'art. 118, primo comma, della
Costituzione: "Le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo
che, per assicurare l'esercizio unitario, siano conferite a Province. Città
metropolitane, Regioni e Stato sulla base dei principi di sussidiarietà,
differenziazione ed adeguatezza.";
l'art. 119. quarto comma, della Costituzione: "Le
risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni,
alle Province, alle Città Metropolitane e alle Regioni di finanziare
integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite”;
l'articolo 14 (Attuazione dell'articolo 116, terzo
comma, della Costituzione) della legge 5 maggio 2009, n. 42 (Delega al Governo
in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della
Costituzione) a norma del quale: "Con la legge con cui si attribuiscono,
ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, forme e condizioni
particolari dì autonomia a una o più regioni si provvede altresì all'assegnazione
delle necessarie risorse finanziarie, in conformità all'articolo 119 della
Costituzione e ai principi della presente legge ";
l’art. 119, del regolamento interno del Consiglio
regionale della Calabria n. 5 del 27 maggio 2005, es. m. i;
considerato che. ai sensi dell'art. 116, terzo comma,
della Costituzione - per come modificato dall'art. 2, comma 2, della legge
costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, alle Regioni a statuto ordinario possono
essere attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia,
seguendo un apposito procedimento e sempre limitatamente a determinate materie
che di seguito vengono indicate: a) ex art. 117, III comma, Costituzione, tutte
le materie di potestà legislativa concorrente tra Stato e Regioni: rapporti intemazionali e con l'Unione europea delle regioni;
commercio con l'estero;
tutela e sicurezza del lavoro;
istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni
scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
professioni;
ricerca scientifica e tecnologica e sostegno
all'innovazione per i settori produttivi;
tutela della salute;
alimentazione;
ordinamento sportivo;
protezione civile;
governo del territorio;
porti e. aeroporti civili;
grandi reti di trasporto e di navigazione;
ordinamento- della comunicazione;
produzione, trasporto e distribuzione nazionale
dell'energia;
previdenza complementare e integrativa;
coordinamento della finanza pubblica e del sistema
tributario;
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e
promozione e organizzazione di attività culturali;
casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a
carattere regionale;
enti di credito fondiario e agrario a carattere
regionale. b) ex art. 117, secondo comma, lett. l). n), ed s), della
Costituzione - materie di potestà legislativa esclusiva statale: organizzazione
della giustizia di pace;
norme generali sull'istruzione: tutela dell'ambiente,
dell'ecosistema e dei beni culturali;
che, il procedimento delineato dalle citate
disposizioni costituzionali rinviene il proprio addentellato logico giuridico
nell'iniziativa della Regione interessata;
che, la discrezionale scelta politica ed
amministrativa di ricorrere al modello del referendum consultivo effettuata
recentemente da altre Regioni, rimane pur sempre anteriore e del tutto esterna
rispetto alla procedura codificata dall'art. 116, III comma, della
Costituzione, in ragione della quale è necessaria, su iniziativa della Regione
interessata, l'approvazione di una legge dello Stato, sulla base di una
apposita Intesa tra la Regione stessa e lo Stato;
che, ai sensi e per gli effetti dell'art. .1, comma
571, della legge n. 147 del 2013, : "Anche ai fini dì coordinamento della
finanza pubblica, il Governo si attiva sulle iniziative delle regioni
presentate al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per gli
affari regionali ai fini dell'intesa ai sensi dell'articolo 116, terzo comma,
della Costituzione nel termine di sessanta giorni dal ricevimento. La
disposizione del primo periodo si applica anche alle iniziative presentate
prima della data dì entrata in vigore della presente legge in applicazione del
principio di continuità degli organi e delle funzioni. In tal caso, il termine
di cui al primo periodo decorre dalla data dì entrata in vigore della presente
legge.": che, al fine di giungere ad ottenere una autonomia differenziata
per la Regione Calabria, capace in quanto tale di consentire una gestione
diretta di risorse finanziarie e umane connesse alle competenze legislative ed
amministrative assegnate e/o trasferite e ritenute di fondamentale importanza
per la crescita e lo sviluppo socio - economico della Regione, appare doveroso
procedere secondo i modi e nei limiti dettati dal combinato disposto delle
norme costituzionali già sopra citate;
che, il trasferimento delle competenze dallo Stato
alla Regione avrà decorrenza contestuale con l'effettivo trasferimento delle
risorse finanziarie, umane, strumentali ed organizzative.
Impegna la Giunta regionale
ed il Presidente della Giunta regionale ad avviare
apposito negoziato con il Governo ai fini della sottoscrizione dell'Intesa
prevista dall'articolo 116, comma terzo, della Costituzione, individuando, in
via preferenziale, quale oggetto di contrattazione le materie di seguito
riportate: 1. tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali;
2. norme generali sull'istruzione;
3. tutela della salute;
4. valorizzazione dei beni culturali e ambientali e
promozione e organizzazione di attività culturali: 5. rapporti internazionali e
con l'Unione europea delle regioni;
6. coordinamento della finanza pubblica e del sistema
tributario: impegna altresì il Presidente della Giunta regionale a definire di
concerto con il Consiglio Regionale, ogni eventuale modifica che riterrà
opportuna rispetto alle competenze appena sopra indicate: la Giunta regionale a
richiedere obbligatoriamente il parere, seppur non vincolante, del Consiglio
delle autonomie locali, oltreché, dell'ANCI - Calabria e dell'UPI Calabria, ai
sensi e per gli effetti, del richiamato articolo 116, comma terzo, della
Costituzione;
il Presidente della Giunta a trasmettere al Consiglio
Regionale lo schema di intesa con il Governo, prima della sua formale
sottoscrizione;
la Giunta regionale a comunicare tempestivamente a
codesto Consiglio Regionale il formale avvio del negoziato con il Governo
nazionale: il Presidente della Giunta regionale ad informare codesto Consiglio
Regionale, bimestralmente, circa gli esiti del negoziato con il Governo
nazionale.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore Regionale al
Lavoro. Per sapere - premesso che:
il 7 dicembre 2016 la Regione Calabria ha firmato con
le organizzazioni sindacali un accordo teso al riutilizzo di risorse
finanziarie per sostenere tirocini della durata di sei mesi da svolgersi presso
enti locali ed imprese a cura di lavoratori già percettori dell'indennità di
mobilità in deroga;
successivamente, ottenuta l'autorizzazione del
ministero del lavoro e siglata l'intesa con l’Inps, si provvedeva ad emanare
bando regionale pubblico di reclutamento;
che la graduatoria definitiva, pubblicata nel giugno
2017, portava all'utilizzo presso comuni e imprese di tutta la Calabria di
5.583 tirocinanti, ben 2341 dei quali alle dipendenze di enti ricadenti
nell'ambito del territorio provinciale cosentino;
onde evitare la presunta farraginosità delle procedure
di riferimento solitamente utilizzate in analoghe situazioni, evitando dunque
di procedere da sé al pagamento delle spettanze a seguito delle comunicazioni
degli enti o imprese sede di tirocinio, nel corso dell'estate 2017 la Regione
Calabria chiedeva ed otteneva dal ministero del lavoro che fosse l'Inps a
pagare direttamente i lavoratori;
a dispetto del tempo trascorso, da agosto 2017 nessuna
delle mensilità nel frattempo scadute risultava essere stata liquidata ai
tirocinanti;
considerato l'accumularsi degli arretrati, a seguito
delle prime proteste degli enti datoriali e dei sindacati, nel Settembre del
2017 il ministro del lavoro, dalle colonne del Fatto Quotidiano, rendeva noto doversi
ricercare la responsabilità dei ritardi nel mancato aggiornamento, da parte
della Regione Calabria, della banca dati degli ex percettori di mobilità in
deroga;
la Regione Calabria, a mezzo stampa, respingeva ogni
addebito, addossando al ministero del lavoro ogni responsabilità;
replicando a tale affermazione, il ministero del
lavoro rendeva noto di aver dal canto suo adempiuto ad ogni onere, provvedendo
a redigere anche una bozza di convenzione disciplinante il pagamento delle
politiche attive, alla data del 31 agosto 2017 non firmata poiché a quella data
non ancora registrata dalla Corte dei Conti;
nel mese di ottobre 2017 il presidente della giunta
regionale della Calabria, al termine di un incontro col ministro del lavoro,
garantiva lo sblocco entro breve periodo dei pagamenti;
al novembre 2017 ancora nessun pagamento risultava
essere stato effettuato e soltanto dopo proteste, dei lavoratori ed a livello
istituzionale, si perveniva ad un parziale sblocco della situazione, mentre nel
frattempo, approssimandosi la scadenza del semestre di tirocinio, da più parti
sì levavano appelli alla Regione Calabria affinché si adoperasse per una
proroga del tirocinio stesso, alla luce della professionalità acquisita dai
tirocinanti e del loro essenziale apporto al disbrigo di compiti di pubblica
utilità messi a rischio dal blocco delle assunzioni nella PA, o in alternativa
procedesse all'emanazione di nuovo bando di reclutamento;
tra il gennaio ed il febbraio del 2018 i tirocini
giungevano tutti a compimento, ma il saldo delle indennità maturate avveniva
solo parzialmente;
agli inizi di febbraio del 2018 la giunta regionale,
attraverso il presidente Mario Oliverio, annunciava
l'imminente pubblicazione di un nuovo bando di reclutamento ed il saldo delle
indennità maturate e non ancora corrisposte;
a metà del maggio 2018, incontrando i lavoratori
convenuti a Catanzaro per una pacifica manifestazione, la giunta regionale
addebitava all'Inps i ritardi nella mancata liquidazione delle due indennità
ancora da liquidarsi, garantendo altresì la pronta pubblicazione del bando di
reclutamento data per imminente già tre mesi prima;
ad oggi nessuna concreta novità si registra ancora sia
quanto al pagamento delle indennità arretrate sia in ordine alla pubblicazione
dell'atteso bando -:
se il Governo regionale, nelle persone del Presidente
della Giunta regionale e dell'assessore regionale al lavoro, sia a conoscenza
della situazione;
se e come la Regione intenda adoperarsi con l'Inps
perché le segnalate, presunte inadempienze di quest'ultima nella liquidazione
delle indennità arretrate possano essere celermente e con urgenza superate;
se e come lo stesso Governo regionale e l'Assessorato
al lavoro intendano procedere per consentire la tempestiva pubblicazione del
nuovo bando di reclutamento.
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
a fine Aprile l’Asp di Cosenza ha deciso di ridurre i
medici a disposizione del servizio 118, determinando cosi una situazione di
forte pericolo in diverse postazioni di emergenza territoriale esposte al
rischio dì non poter garantire per ogni turno la presenza di medico a bordo
delle ambulanze;
tale eventualità , qualora dovesse verificarsi,
rappresenterebbe un grave vulnus per la tutela a del diritto alla salute dei
cittadini, dal momento che un'ambulanza senza medico a bordo si riduce a
funzioni dì mero trasporto, dato che in assenza del medico riesce ad esempio
impossibile intubare i pazienti, dare farmaci o formulare diagnosi, con
conseguente perdita di tempo che potrebbe invece risultare prezioso;
le situazioni richiamate trovano eco nelle parole del
presidente del Sis 118, Mario Balzanelli,
che non più tardi di un mese fa ha evidenziato come il sistema salvavita
imperniato sulla funzionalità delle postazioni di emergenza territoriale rischi
di essere smantellato qualora non si sia in grado di assicurare la presenza di
medici a bordo delle ambulanze: particolarmente delicata, sotto questo aspetto,
si presenta la situazione di alcune Pet dell'area
ionica cosentina, come ad esempio quella di Cassano Ionio, al servizio di un
bacino d'utenza che nella stagione estiva arriva a contare decine di migliaia
di utenti e che dal 2001 ad oggi si è caratterizzata per una media di 1.300
interventi annui, spesso e volentieri preziosi e risolutivi;
nella predetta postazione il servizio di medico a
bordo è al momento garantito dalla permanenza in servizio di due soli medici,
costretti all'evidenza ad estenuanti turni, con pericolo e disagi per sé e per
l'utenza, e che lo scenario non è mutato dalla rassicurazione di impiego, in
caso di necessità, in regime di straordinario, di altro personale distaccato
presso altre strutture da impiegare alla fine dei regolari turni di lavoro
degli stessi;
sulla carta, Pet come quella
di Cassano risultano essere dotate di personale medico che, nei fatti, risulta
invece essere stato inopinatamente distaccato presso altre strutture;
di recente il sindacato Gonfial,
con nota prot. 71311 del 22.05.2018 indirizzata
all'Asp di Cosenza ed al direttore della centrale operativa del 118 ha
denunciato e contestato la nota prot. n. 775451 del
18.04.2015 con la quale la direzione generale dell'Asp istituiva la figura del
referente del 118 per l'area ionica, in realtà non prevista nell'atto aziendale
e confliggente con i compili e le funzioni proprie
della dirigenza medica e della direzione del servizio 118, riconducendo a tale
decisione le difficoltà organizzative che negli ultimi tempi stanno
verificandosi a Cassano ed in tutta l’area ionica cosentina -:
se il Governo regionale, nella persona del Presidente
della Giunta regionale, sia a conoscenza della situazione;
se la Regione ritenga legittimo l'operato dell'Asp di
Cosenza in ordine alla situazione lamentata dal sindacato Confial;
se la Regione non ritenga di dover verificare per
quali ragioni e sulla base di quali provvedimenti sia stata disposta
l'assegnazione ad altre strutture di medici formalmente in servizio presso le Pet di Cassano e di altri centri dell'area ionica
cosentina;
se e come la Giunta regionale intenda adoperarsi
perché la presenza di medico a bordo delle ambulanze del servizio 118 sia
costantemente garantita nelle postazioni di emergenza territoriale di Cassano e
dell'area ionica cosentina, in maniera pienamente conforme alla legge ed al
rispetto dei diritti dei medici in servizio.
È pervenuta risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la Fondazione Campanella, costituiva un'eccellenza nel
campo della ricerca in materia di sanità;
tale fondazione è stata posta in liquidazione,
determinando conseguenze pregiudizievoli per i dipendenti della stessa;
considerato che: 260 ex dipendenti della fondazione
Campanella, giustamente,sono stati ricollocati nel mondo del lavoro in seguito
al superamento di procedure selettive pubbliche;
invece sette dipendenti del settore amministrativo
della fondazione non hanno avuto la possibilità di essere riposizionati nel
mondo del lavoro;
si registra una situazione di stallo in merito ad un
bando emanato per altri 9 dipendenti del settore amministrativo appartenenti
alle categorie protette;
ritenuto che: non è dato riscontrare alcun
provvedimento del governo regionale in merito a tale vexata quaestio -:
quali provvedimenti impellenti si intendano adottare
per una risoluzione definitiva della problematica in una logica volta a
garantire la possibilità di uno sbocco occupazionale per tutti gli ex
dipendenti della fondazione Campanella.
(357; 04/05/2018)
Risposta: “In
riferimento all’interrogazione specificata in oggetto, si fa presente che la
ricollocazione delle 260 unità di personale già appartenenti alla Fondazione
Campanella si è resa possibile in quanto trattasi di professionalità a supporto
delle attività sanitarie e parasanitarie, per le quali esisteva un fabbisogno
espresso dalia Regione e validato dai Ministeri affiancanti la stessa Regione
nell'attivazione del Piano di Rientro. Non esistendo tali condizioni per le
figure amministrative, non è stato possibile procedere ad una loro
ricollocazione nelle Aziende del Servizio Sanitario Regionale. Si rappresenta
che sono in atto interlocuzioni con le Aziende dei S.S.R.
dell'area centrale, affinché si possa trovare una soluzione che consenta
l'utilizzo delle 7 unità di personale amministrativo attraverso
l'esternalizzazione di servizi le cui procedure sono ancora in atto”
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il "Santa Maria Ungheresi" di Polistena costituisce uno dei tre punti di riferimento per
le gestanti nella provincia di Reggio Calabria;
considerato che: il reparto di ostetricia e
ginecologia versa in una situazione di estrema criticità ascrivibile alla
carenza di personale medico;
ritenuto che: da ultimo è stata disposta, la
sospensione della turnazione notturna e della doppia reperibilità notturna del
personale ostetrico e infermieristico;
tale situazione incresciosa rischia di diventare
insostenibile con l'approssimarsi della stagione estiva, con possibili pregiudizi
alle gestanti e ai neonati -:
quali provvedimenti si intendano esperire al fine di
risanare la situazione venuta a determinarsi, in una logica volta a garantire
servizi adeguati alle gestanti.
(358; 04/05/2018)
Risposta: “Vista l'Interrogazione n. 358/10^ "In
ordine alle criticità afferenti, il reparto di ostetricia e ginecologia del
nosocomio di Polistena" si rappresenta quanto
segue. L'Ospedale S. Maria degli Ungheresi è uno dei tre poli di riferimento
per le gestanti della provincia di Reggio Calabria ma, ultimamente, sono emerse
alcune criticità legate alla carenza di personale medico per cui è stata
disposta la sospensione della turnazione notturna e della doppia reperibilità
notturna del personale ostetrico ed infermieristico con paventate ulteriori
problematiche connesse all'imminente periodo estivo. Il DG dell’ ASP di RC,
dopo apposita riunione, ha dato mandato al Direttore del Dipartimento Materno-lnfantile di ripristinare, presso la Sala
Operatoria di Ostetricia, il precedente assetto organizzativo, soprattutto
durante le ore notturne. Inoltre, al fine di contenere e/o sanare le criticità
rilevate, è stata emanata una apposita disposizione di servizio (n. 45 del 17 maggio
2018) a firma del Direttore Sanitario Aziendale con la quale sono stati
disposte diverse azioni e interventi urgenti tra le quali: Disponibilità di
tutti i dirigenti medici di Ostetricia e Ginecologia assegnati al Dipartimento
Materno infantile dell'ASP di RC a coprire eventuali carenze di personale che
potrebbero verificarsi presso gli spoke di Polistena e Locri, ferma restando la garanzia di tutti i
servizi anche attraverso misure di razionalizzazione organizzativa; Rinvio dei
congedi per tutto il personale, sanitario e di supporto, ove fosse necessario;
Vigilanza e controllo sistematico e rigoroso sulle assenze per malattie (anche
per L.104 e L. 151) soprattutto in concomitanza con tale disposizione;
Rivalutazione di tutte le esenzioni, ormai consolidate, dal lavoro notturno
attraverso il coinvolgimento degli uffici preposti; Coinvolgimento di tutte le
risorse mediche afferenti a tale specialità anche in servizio in strutture
extra ospedaliere e/o consultoriali al fine della
copertura di turni eventualmente scoperti con coinvolgimento, quale estrema ratio, anche dei medici in servizio presso il P.O. di Melito se ciò dovesse risultare efficace. Elaborazione dei
turni in maniera congiunta da parte di tutti i responsabili (Direttore U.O.,
DMP, DSA, DDip e DDistretto)
al fine di garantire copertura h24; Infine si segnala che l'ASP di RC risulta
già autorizzata alla assunzione di personale in forza dei DCA n.55/2018 (per n.
2 dirigenti medici di ostetricia per n. 1 Direttore SOC di Ostetricia per il
P.O. di Polistena), del DCA n. 4/2018 (per l'ASP di
RC n. 6 Ostetriche e n. 38 OSS) e del DCA n. 11/2017 (per l'ASP di RC per n. 21
Infermieri e n. 42 OSS) con procedure in corso in varie fasi di completamento”.
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Guccione - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con Deliberazione n. 156 del 19 dicembre 2016 il
Consiglio regionale della Regione Calabria ha approvato il Piano Regionale di
Gestione dei rifiuti (PRGR) e il Piano Regionale Amianto per la Calabria
(PRAC);
con ordinanza contingibile e
urgente n. 119 del 15 novembre 2017, emessa dalla Presidenza della Regione
Calabria ai sensi dell'art. 191, d.lgs. 152/2006 e s.m.i.,
sono state imposte nuove disposizioni in ordine alla gestione dei rifiuti
solidi urbani della Regione Calabria specificamente riferite al conferimento
dei rifiuti solidi urbani nel territorio della Regione Calabria;
dall'insediamento del presidente della Giunta
regionale Mario Oliverio sono state emanate fino ad
oggi dieci ordinanze contingibili e urgenti ai sensi
dell'articolo 191 d.lgs. 152/2006 per il conferimento dei rifiuti solidi urbani
della Regione Calabria;
rilevato che: il Piano Regionale di Gestione dei
Rifiuti evidenzia la "necessità di incidere significativamente
sull'adeguamento dell'attuale sistema impiantistico regionale in maniera tale
che lo stesso sia orientato a quelle necessarie attività di supporto alla
raccolta differenziata e, attraverso l'impiego di tecnologie di recupero
spinto, possa ulteriormente incidere sul recupero di quelle materie riciclabili
ancora contenute nei RU indifferenziati a valle della raccolta
differenziata", nell'ottica di ridurre drasticamente la dipendenza del
sistema regionale dalle discariche o dalla combustione;
la Regione Calabria, per affrontare una situazione
diventata oggi estremamente critica conseguentemente ad una gestione dei
rifiuti non in linea con i dettami della normativa comunitaria e nazionale e
che ha determinato l'avvio di procedure d'infrazione a suo carico, nelle more
della costituzione delle Comunità d'ambito, si è attivata in loro sostituzione
per affidare i progetti per la ristrutturazione degli impianti di trattamento
previsti nel nuovo assetto e per dare inizio alle relative procedure di istruttoria
e di valutazione, a valle delle quali si potrà procedere con l'affidamento
delle attività di realizzazione degli stessi;
nell'Ordinanza n. 119 del 15 novembre 2017 si
specifica che per assicurare l'equilibrio del sistema, nelle more della
realizzazione della nuova impiantistica pubblica, è scaturita la necessità di
potersi avvalere di alcune disposizioni in deroga;
rilevato che: le ordinanze contingibili
e urgenti, ai sensi del già richiamato art. 191 del D.lgs. 152/2006, in base al
comma 1, possono essere emesse per consentire il ricorso temporaneo a speciali
forme di gestione dei rifiuti anche in deroga alle disposizioni vigenti nel
rispetto comunque delle disposizioni contenute nelle Direttive dell'Unione
Europea ed hanno efficacia per un periodo non superiore a sei mesi;
il potere di ordinanza presenta numerose
problematicità legate soprattutto all'adozione di provvedimenti che si pongono
in contrasto con il principio di legalità in senso sostanziale. In tale ambito
il diritto ambientale è intriso di norme - nella forma di regole ovvero di
principi - di origine comunitaria, la cui derogabilità da parte di un atto
amministrativo è difficilmente ammissibile, e anzi dovrebbe essere esclusa;
a tal proposito la norma introduce accanto al
presupposto della "eccezionale ed urgente necessità" di tutela della
salute e dell'ambiente, la precisazione che ai provvedimenti derogatori è
possibile ricorrere solo qualora "non si possa altrimenti
provvedere", introducendo un termine massimo di sei mesi all'efficacia dei
provvedimenti ed un limite alla possibilità di reiterazione;
la riformulazione attuata con il D.L. 80/2008, a
modifica del quarto comma dell'art. 191, ha eliminato ogni possibile incertezza
interpretativa perché specifica inequivocabilmente che nessuna forma speciale
di gestione dei rifiuti può legittimamente protrarsi per più di 18 mesi -:
qual è ad oggi lo stato delle procedure relative
all'attivazione degli impianti pubblici, previsti nel piano regionale dei
rifiuti, del Polo tecnologico di Gioia Tauro, degli
impianti di Siderno, Rossano, Crotone, Lamezia Terme, Reggio Calabria e
Catanzaro. Quali iniziative intende adottare visto che l'ordinanza contingibile e urgente n. 199 del 15 novembre 2017 ha
efficacia fino al 13 maggio 2018 e che rappresenta la decima reiterazione
emessa dall'insediamento di questa amministrazione regionale in materia di
rifiuti per evitare che si possa creare una situazione di emergenza per la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti della nostra regione.
(359; 09/05/2018)
Risposta: “Come correttamente evidenzialo
nell'interrogazione che si riscontra, le ordinanze contingibili
ed urgenti ex art. 191 del d.lgs. n.152 del 2006 rappresentano uno strumento
extra ordinem che consentono all'amministrazione di
far fronte ad emergenze nelle quali non è possibile intervenire mediante i
provvedimenti tipici e le procedure ordinarie previste dalla legge, e a cui la
Regione Calabria è stata "costretta" a ricorrere in un contesto di
criticità nel settore dei rifiuti, ereditato dall'inefficace gestione delle
precedenti Amministrazioni ed, in particolare, di quella commissariale. Qualora
infatti non si fosse fatto ricorso a tale istituto giuridico, il forte
squilibrio tra la quantità di rifiuti prodotti sul territorio regionale e la
complessiva insufficienza del sistema tecnologico di trattamento/smaltimento
dei rifiuti calabrese, avrebbero sicuramente portato al collasso l'intero
sistema, di per sé fragile, con inevitabili danni sulla salute pubblica e
l'ambiente oltre che con forti ripercussioni di natura sociale. E' proprio in
tali drammatici contesti, che il legislatore prevede la possibilità - in
situazioni eccezionali e per periodi di tempo limitati - che la gestione dei
rifiuti avvenga "in deroga" alla disciplina posta dalla parte quarta
del codice su richiamato, quando ciò si renda indispensabile per tutelare la
salute dei cittadini e l'ambiente, specificando al comma 1 dell'art. 191, che,
accanto al presupposto della "eccezionale e urgente necessità" di
tutela della salute dell'ambiente, "non si possa altrimenti
provvedere". Orbene, proprio dal citato quadro normativo hanno tratto
genesi le ordinanze contingibili ed urgenti che,
soprattutto negli ultimi anni non sono state una reiterazione sic et simpliciter delle precedenti bensì, differendo nella
forma oltre che nei contenuti derogatori, hanno rappresentato delle "nuove
ordinanze". A riprova di quanto sopra, alla scadenza delle stesse, non è
stata necessaria alcuna preventiva intesa con il Ministero dell'Ambiente e
della Tutela del Territorio e del Mare che, diversamente, sarebbe stata
indispensabile qualora l'efficacia delle medesime si fosse protratta oltre i 24
mesi (6+18) in conformità all'art 191. co 4 del
d.lgs. 152/2006 e smi. E difatti anche la recente
ordinanza contingibile ed urgente n. 34 del 15 maggio
2018, resasi necessaria alla scadenza della ordinanza n. 119/2017, è intrisa di
contenuti nuovi rispetto alla precedente (limitando la deroga ai soli impianti
di Reggio Calabria -loc Sambatello-
e Catanzaro - loc. Alli - impianti per i quali la
struttura tecnica di valutazione ambientale si è espressa positivamente ma per
i quali occorre completare taluni interventi impiantistici peraltro in corso di
esecuzione (Catanzaro) o prossimi all'esecuzione (Reggio Calabria)) e ciò
grazie agli sforzi profusi da questa Amministrazione regionale che negli ultimi
anni ha mutato radicalmente lo scenario dell'intero sistema di gestione dei
rifiuti in Calabria, Innumerevoli infatti sono state le azioni poste in essere
da questa Amministrazione regionale e tangibili i risultati raggiunti. Quanto
in particolare alle attività inerenti la «uova progettazione impiantistica,
oggetto dell’interrogazione consiliare, si registra il seguente avanzamento
procedurale: Nuovo impianto di Catanzaro. Appalto aggiudicato in data 8-6-2017,
ponendo a base di gara il progetto preliminare della nuova piattaforma. Il
progetto definitivo prodotto dall'aggiudicatario, nella seduta della Conferenza
dei servizi del 28 marzo scorso, ha riportato parere favorevole
all'approvazione con decreto- di PAUR (Provvedimento Autorizzatorio
Unico regionale) emesso in data 14-5-2018. Quindi il progetto, non appena
integrato dall'affidatario con le prescrizioni contenute nel decreto di PAUR,
sarà trasmesso al Provveditorato alle OO.PP. per il parere di competenza.
Seguirà verifica e validazione; stipulazione contratto; consegna del servizio;
stesura progetto esecutivo; verifica ed approvazione progetto esecutivo;
consegna dei lavori. 1 lavori potrebbero essere conclusi entro la seconda metà
del 2020. L'opera risulta finanziata con i fondi Obiettivi di Servizio - Cipe n. 79/2012; Nuovo impianto di Reggio Calabria: la
progettazione definitiva ha conseguito tutti i pareri e le autorizzazione di
legge (Decreto di AIA e VIA; parere del Ministero delle Infrastrutture e dei
trasporti - Provveditorato interregionale alle OO.PP. per le Regioni Sicilia e
Calabria; parere favorevole del competente Comando Provinciale dei VVF), il
parere di coerenza programmatica ed è stata già oggetto di verifica e validazione.
La Stazione Unica Appaltante regionale ha completato la stesura del
disciplinare di gara che a giorni sarà pubblicato. I lavori potrebbero essere
conclusi entro la seconda metà del 2020. L'opera risulta finanziata attingendo
ai fondi del POR Calabria 2014-2020: Nuovo impianto di Rossano: la
progettazione definitiva ha conseguito il parere favorevole all'approvazione da
parte della Conferenza dei servizi, nella seduta del 22 marzo 2017. Il
Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti - Provveditorato interregionale
alle OO.PP. per le Regioni Sicilia e Calabria, ha chiesto lo svolgimento di
ulteriori indagini strutturali sugli edifici esistenti che si prevede di
riutilizzare e di altre natura ambientale. Tutte le indagini sono state
eseguite nel decorso inverno. In esito a quelle ambientali, si è deciso di
disaccoppiare la progettazione del nuovo impianto dalla post-gestione della
discarica. Ottenuto il parere del Provveditorato alle OO.PP., cui il progetto è
stato recentemente ritrasmesso, si procederà con la verifica e validazione
della progettazione definitiva da porre a base di gara. 1 lavori potrebbero
essere conclusi entro la fine del 2020. L'opera è finanziata dai fondi di cui
alla Delibera CIPE 79/2012. Nuovo impianto di inertizzazione
delle scorie e ceneri del TMV di Gioia Tauro: si è
conclusa positivamente la conferenza dei servizi preliminare ed è- in corso la
stesura del progetto definitivo. Ad oggi è finanziata solo una parte del
finanziamento (12 M€ sui 42 necessari) dal Sviluppo e
Coesione 2014-2020, di cui alla Delibera CIPE 25 del 10-8-2016, ancorché non
ancora materialmente disponibile. Infine per i nuovi impianti da realizzarsi in
provincia di Cosenza e Vibo Valentia e nel comune di Siderno, il Piano
Regionale prevede che siano le costituende Comunità d'Ambito, a svolgere tutto
quanto necessario per la loro realizzazione, attingendo ai fondi del Patto per
lo sviluppo della Regione Calabria, approvato con DGR n. 160 del 13 maggio
2016. L'ATO di Vibo valentia ha individuato un sito, allo stato in fase di
attenta valutazione paesaggistico-ambientale. Per
TATO di Cosenza, i comuni ancora non si sono determinati ad indicare un sito
idoneo, nonostante le numerose sollecitazioni in tal senso. Per l'impianto di
Siderno, il comune ha recentemente richiesto la variazione delle tipologia
impiantistica per il trattamento dell'umido, confermando quella esistente di
tipo aerobico. Quanto invece alle attività inerenti l’efficientamento
dell'impiantistica esistente, ad oggi si registra: S per il riefficientamento
dell'esistente impianto di Crotone, si è conclusa positivamente la procedura di
gara ed i lavori (in uno alla gestione dell'impianto) sono stati consegnati al
nuovo affidatario in data 15-2-2016. E' all'esame del Rup
il progetto esecutivo prodotto dall'affidatario. La conclusione dei lavori di riefficientamento è prevista entro la fine dell'anno.
L'opera è finanziata con i fondi del Patto per la Calabria; per il riefficientamento dell'esistente impianto di Rossano, si è
conclusa positivamente la procedura di gara ed i lavori (in uno alla gestione
dell'impianto) sono stati consegnati al nuovo affidatario in data 15-4-2016. La
conclusione dei lavori di riefficientamento è
prevista entro al fine del mese di luglio 2018. L'opera è finanziata con i
fondi di cui al Patto per la Calabria; per il riefficientamento
degli esistenti impianti di Siderno e Gioia Tauro
(gara unica), in data 31-5-2017 è stata disposta l'aggiudicazione definitiva al
nuovo affidatario. II servizio è stato consegnato il 6-11-2017; i lavori in
data 13-12-2017. La conclusione dei lavori è prevista entro la fine del mese di
luglio. L'opera è finanziata con i fondi di cui al Patto per la Calabria.
Inoltre: II progetto per il recupero volumetrico della discarica di Motta San
Giovanni ha conseguito parere VIA favorevole nel decorso mese di marzo. A breve
sarà indetta conferenza dei servizi. Seguirà stesura progetto esecutivo;
verifica e validazione; gara; lavori. L'opera risulta finanziata con i fondi di
cui al Patto per la Calabria. Per l'impianto di smaltimento di Catanzaro, il
soggetto attuatore (comune di Catanzaro) ha predisposto lo studio di
fattibilità e si accinge a produrre il progetto definitivo. L'opera è
finanziata dall'APQ Tutela e risanamento ambientale per 7,0 M€.
Notevoli sono state altresì le attività e i risultati raggiunti connessi al
rilancio della raccolta differenziata che in questi ultimi anni, hanno fatto
registrare un notevole balzo in avanti della percentuale della stessa .
Rispetto al dato del 2013 (13,2% di RD), nel corso del 2016 si è registrato un
incremento superiore al 100% (l'ultimo dato ufficiale pubblicato da Ispra nel novembre 2017 e relativo al 2016, riporta il
33,2%). Sulla scorta del quantitativo di frazione organica confluito negli
impianti di trattamento pubblici e privati asserviti al servizio pubblico della
Calabria nel corso del 2017, che hanno quasi saturato l'offerta impiantistica
regionale, si può affermare che il livello della raccolta differenziata nella
regione Calabria oramai raggiunge la percentuale del 40%. Le ulteriori azioni
programmate (1 - bando da 36,6 M€ per il
finanziamento della RD nei comuni con popolazione maggiore di 5.000 abitanti; 2
- bando da 11 M€ per il finanziamento della RD nei
comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti; 3 - stanziamento di 10,2 M6
per la realizzazione di circa 30 impianti di compostaggio di comunità, per i
quali sono iniziate le attività concertative con le Comunità d'ambito; 4 -
stanziamento di 4,0 M£ per il rifinanziamento di 30
centri di raccolta oggetto della precedente programmazione comunitaria ma mani
conclusi) non potranno far altro che contribuire al definitivo rilancio della
raccolta porta a porta che si spera raggiunga, entro il programmato 2020, la
percentuale di legge del 65%. Da quanto sopra, emerge chiaramente che il nuovo
sistema infrastrutturale dell'impiantistica pubblica in aggiunta ai risultati
raggiunti in materia di raccolta differenziata oltre alle innumerevoli attività
in corso di espletamento contenute nelle relazioni di accompagno all'ultima
ordinanza contingibile ed urgente, hanno consentito
di superare quasi integralmente le problematiche successive al subentro di
questa Regione al Commissario Delegato nelle more del definitivo subentro dei
comuni calabresi nelle competenze in materia di rifiuti in attuazione della
legge regionale n. 14/2014' ("Riordino del servizio di gestione dei
rifiuti urbani in Calabria"). A tale proposito si segnala che la Regione
Calabria, al fine di favorire la piena attuazione della citata normativa, ha
svolto tutta una serie di incontri, con cadenza pressoché mensile, con i
sindaci ricadenti nei 5 ATO provinciali, in particolare con i comuni capofila,
volti da una parte a chiarire ai dubbiosi enti locali i termini della
partecipazione alla Comunità, dall'altra, per il tramite di un dettagliato cronoprogramma, a guidare il completamento del processo di
transito. Questa intensa attività ha consentito l'adesione di tutti i comuni
calabresi alla Comunità d'ambito quale ente di governo dell'Ambito territoriale
Ottimale, sebbene si sia dovuto ricorrere al commissariamento di 5 di essi.
Spetta adesso alle Comunità costituite operare per il loro definitivo subentro
anche nell'attività di controllo della gestione degli impianti di trattamento.
Certi di aver soddisfatto i contenuti dell'interrogazione sollevata dall’On.Guccione si porgono distinti saluti”.
D.S. Ing. Antonio Augruso; D.G.
Ing. Domenico Pallaria;D.G. Arch. Orsola Reillo
Gallo - Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con decreto del dirigente generale reggente del
Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, n. 6791 del 26.06.2017,
veniva approvato l'avviso pubblico per l'adesione alla sub misura
4.3-intervento 04.03.01 "Investimenti in infrastrutture";
attraverso la misura in questione si intendeva mettere
a disposizione dei Comuni singoli o in forma associata, con popolazione
superiore ai 5.000 abitanti, oltre che dei Consorzi di Bonifica, uno
stanziamento complessivo di 6 milioni di euro, a valere sul Psr
Calabria 2014-2020;
detta dotazione finanziaria risultava essere
finalizzata al miglioramento e adeguamento- delle infrastrutture di base a
servizio delle aziende agricole e silvicole ed a contribuire e sviluppare una
gestione economica sostenibile delle foreste;
la scadenza per la presentazione delle domande
attraverso il portale Sian da parte degli enti
interessati veniva fissata al 25.07.2017;
ad oggi, ad onta del tempo trascorso, non risulta
essere stata pubblicata la graduatoria delle domande presentate e valutate, con
conseguente blocco nell'erogazione dei finanziamenti;
non si ha motivo di dubitare che gli Uffici
interessati abbiano svolto con diligenza il proprio lavoro, e che per questo
ancor più assurdo si configurano essere la mancata pubblicazione della graduatoria
e, ancor più, l'assenza di chiarimenti e spiegazioni ufficiali in ordine
all'oggettivo, grave ritardo;
il comparto agricolo calabrese soffre gravi e negative
ripercussioni proprio a causa del deficit infrastrutturale che, con gli
investimenti di. cui al bando in questione, potrebbe essere almeno parzialmente
lenito -:
se la Giunta regionale sia a conoscenza dei fatti
esposti;
quali siano le .ragioni reali del ritardo della
mancata pubblicazione della graduatoria di cui all'avviso pubblico approvato
con il sopra richiamato decreto del Dipartimento Agricoltura e Risorse
Agroalimentari;
quali iniziative la Giunta regionale intenda assumere
per sanzionare eventuali negligenze ed omissioni e consentire che la
graduatoria venga quanto prima pubblicata, in maniera tale da consentire la
celere ripartizione delle risorse disponibili in favore degli enti meritevoli
di finanziamento.
(360; 10/05/2018)
Risposta: “Con riferimento all'interrogazione in
oggetto, l'iter procedimentale riguardante l'attuazione del Bando relativo alla
Misura 4.3.1 del PSR Calabria 2014/2020 è ancora in corso. Con Decreto n. 6791
del 26 Giugno 2017 è stato pubblicato l'Avviso Pubblico per la presentazione
delle domande di sostegno a valere sulla Misura 04 - Sub Misura 4.3 -
Intervento 4.3.1. "Investimenti in infrastrutture" - Annualità 2017,
confermando per la pratica attuazione gli allegati approvati con DDG. n.
13758/2016 ovvero le Disposizioni Attuative e Procedurali", la cui
dotazione finanziaria assegnata ammonta ad €6.000.000,00. Alla data di scadenza
dell'Avviso pubblico risultano pervenute al sistema SIAN n. 88 domande di aiuto
per una spesa complessiva agli investimenti richiesta di circa € 21 milioni di euro.
Con nota protocollo Siar n. 253944 del 02/08/2017 del
Dirigente Generale del Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroalimentari, è
stata formalmente nominata la Commissione per l'esame delle domande dì adesione
presentate sulla detta Misura e successivamente, con nota prot
Siar n, 359395 del 17/11/2017 è stato autorizzato il
soccorso istruttorio ai sensi della Legge 241/90-art.6. Al termine del riesame
per soccorso istruttorio, in considerazione della esigua disponibilità
finanziaria prevista dal bando rispetto alla considerevole richiesta di
investimenti pervenuta, considerata la valenza strategica della Misura volta al
miglioramento delle condizioni infrastrutturali delle aree interne,
concordemente con l'Autorità di Gestione del PSR si è valutato di promuovere
una variazione finanziaria al programma di Sviluppo rurale da sottoporre ai
competenti Uffici della Commissione europea, finalizzata al reperimento di
ulteriori risorse da destinare a! soddisfacimento di tale obiettivo, Altresì,
la fase di valutazione istruttoria ha necessità di ulteriore tempi per
consentire approfondimenti dei quadri economici degli investimenti già
finanziati nell'ambito del primo bando dell'anno 2016, in quanto molti Enti
pubblici hanno presentato domande di investimento anche con il secondo bando
2017 pure in relazione alle informative presso il MISE connesse al rilascio del
Codice unico di Progetto (C.U.P.); Per le motivazioni
esposte la fase di valutazione istruttoria è da considerarsi ancora in
itinere”.
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
le autoambulanze in dotazione alla Postazione di
emergenza territoriale di Locri non sono idonee a garantire i servizi ordinari
e di emergenza dei territori, in quanto oltre ad essere obsolete e vetuste
presentano gravi problemi tecnici;
l'ambulanza principale, usualmente destinata agli
interventi di emergenza sul territorio, al momento sarebbe non utilizzabile a
causa del mancato funzionamento del pannello comandi relativo ai lampeggianti e
segnalatori acustici;
considerato che: tale situazione incresciosa mette a
rischio sia l'incolumità del personale medico sia quella degli utenti -:
quali interventi immediati e risolutivi si intendano
esperire in una logica volta a garantire un servizio ordinario e di emergenza
adeguato nonché condizioni di sicurezza per il personale medico e i pazienti.
(366; 17/05/2018)
Risposta: "L'ambulanza
principale ha solo due anni di vita ed ha come unico problema un guasto tecnico
alla scheda di controllo dei lampeggianti che è stata già ordinata e sarà
sostituita non appena arriva, presumibilmente in un paio di giorni, viene
comunque sostituita dall'ambulanza di presidio fornita dalla ditta
aggiudicataria dell'appalto che ha solo pochi mesi di vita ed è perfettamente
funzionante, è vero che la seconda ambulanza che di solito si usa per i
trasferimenti secondari ed in sostituzione della prima quando quest'ultima
presenta eventuali avarie è vetusta e dovrebbe essere rottamata in quanto non
presenta più i requisiti minimi per essere utilizzata, è vero che la Pet di Locri ha bisogno, vista la mole di lavoro, di una
seconda ambulanza perfettamente funzionante ma è anche vero che è già stata
fatta una gara per il suo acquisto che è andata deserta, e quindi si è optato
per il noleggio a lungo termine le cui pratiche sono in itinere da parte dalla
Direzione Aziendale dell'Azienda Sanitaria provinciale di Reggio
Calabria".
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
sono stati bloccati i pagamenti delle Asp ai
laboratori sanitari privati per le prestazioni relative al 2018;
considerato che: i laboratori de quo costituiscono una
parte fondamentale del sistema sanitario calabrese -:
quali siano i provvedimenti impellenti che si
intendono esperire per rimuovere la situazione di blocco dei pagamenti delle
Asp ai laboratori sanitari privati.
(367; 18/05/2018)
Risposta: “Riferimento
all'Interrogazione specificata in oggetto, si fa presente che al fine di
procedere ai pagamenti di cui all'interrogazione il Dirigente Generale del
Dipartimento Tutela della Salute con nota prot. n.
159699 dell'08.05.2018 aveva invitato i Direttori Generali delle ASP di Catanzaro,
Cosenza e Reggio Calabria, uniche aziende "morose", a procedere al
pagamento delle prestazioni rese nel periodo intercorrente dal 1° Gennaio del
corrente anno sino alla data di convocazione delle medesime strutture da parte
di ciascuna ASP, per la sottoscrizione del contratto 2017. Tale richiesta
veniva avanzata sulla scorta del fatto che l'art. 9 del contratto sottoscritto
dai suddetti erogatori per il 2016 prevede che il medesimo accordo è da
ritenersi valido ed esigibile sino all'eventuale sottoscrizione del nuovo
contratto. Con successiva nota prot N. 172289 del
17.05.2018 il Commissario ad acta per l'attuazione
del Piano di Rientro diffidava i suddetti Direttori Generali a procedere al
pagamento, evidenziando responsabilità di tipo erariali in attesa di un
eventuale provvedimento del medesimo Organo”.
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
Nicolò - Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
i consorzi di bonifica versano in una situazione di
estrema criticità ascrivibile alla carenza di risorse economiche adeguate;
considerato che: tali enti svolgono una funziona
fondamentale e strategica per gli agricoltori e l'intero territorio in merito
all'irrigazione, alla difesa del suolo e alla prevenzione al dissesto
idrogeologico;
ritenuto che: non si riscontrano provvedimenti
concreti da parte del Governo Regionale ad eccezione di irrisori finanziamenti
-:
quali interventi impellenti si intendono adottare in
una logica volta a tutelare la funzionalità di tali enti.
(368; 22/05/2018)
Risposta: “Con
riferimento all'interrogazione in oggetto, di seguito si riportano le attività
poste in essere dalla Regione attraverso il Dipartimento Agricoltura e Risorse
agroalimentari che interessano direttamente i Consorzi di bonifica sul
territorio regionale. Nella seduta del 04.05.2017 il Consiglio Regionale, con
varie Deliberazioni, ha provveduto ad approvare I Piani di Classifica per tutti
i Consorzi di Bonifica (Ionio Crotonese, Integrale dei Bacini del Tirreno
Cosentino, Tirreno Vibonese, Integrale dei Bacini Settentrionali del Cosentino,
Integrale dei Bacini Meridionali dei Cosentino, Integrale dei Bacini dello
Ionio Cosentino, Ionio Catanzarese, Tirreno Catanzarese, Alto Ionio Reggino,
Tirreno Reggino e Basso Ionio Reggino). Come è noto i Piani di classifica
consentono a ciascun Consorzio di Bonifica programmare le attività e le spese
per Centri di Costo, procedere alla equa imposizione dei tributi verso alla contribuenza consortile secondo criteri omogenei, nonché
l'avvio della normalizzazione e sostenibilità delle attività economiche. Con la
legge di bilancio 2018, del 27 dicembre 2017 n. 205. all'art. 1 commi dal 516
al 525 è stato introdotto il Piano nazionale degli interventi nel settore
idrico sezione acquedotti" e "invasi", ed al comma 1072, che ha
confermato ed incrementato il fondo investimenti istituito nel 2017 con
l'articolo 1, comma 140, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, per il sostegno
agli investimenti nel settore delle "infrastrutture, anche relative alla rete
idrica e alle opere di collegamento, nonché "difesa del suolo, dissesto
idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche", è stato redatta
apposita progettazione da parte di ciascun Consorzio e l'intero parco progetti
è stato trasmesso al competente MIPAF, affinché trovi opportunità di
finanziamento nell'ambito delle risorse disponibili. L'ammontare complessivo
della progettazione comunicata ammonta ad € 357.676.738 , Attraverso il
Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020 risultano finanziati diversi investimenti
in favore dei Consorzi, mediante l'attivazione di specifici bandi: Misura 5.1.1
"Investimenti di prevenzione per ridurre le conseguenze di probabili
eventi alluvionali", -bando del 2016 - risultano finanziati n. 17 progetti
in favore dei Consorzi dì Bonifica, per un importo complessivo di
€.8.000.000,00. Si evidenzia che detti interventi sono ancora in itinere ed in
molti casi ancora da avviare. Misura 4.3.1. "investimenti in
infrastrutture" bando annualità 2016 progetti finanziati 7 per importo €
1.746.650,24. Si evidenzia che detti interventi sono ancora da avviare. Per
quanto concerne il Bilancio regionale risultano assegnati con vari decreti le
risorse che di seguito si riportano: contributo sulle dighe regionali L.R. n. 31/2015 -esercizio 2018- € 100 000,00 ~ "Spese
per Sa gestione delle dighe regionali di proprietà della Regione" -
Ripartizione somme con il Decreto n. 2896 dei 04.04,2018"; contributo per
la bonifica e la tutela del territorio rurale di cui alla legge regionale n.
11/03 art. 26 - Ripartizione Fondi agli Enti Gestori del contributo per
l'esercizio e la manutenzione degli impianti pubblici di irrigazione- Esercizio
2018 - € 250,000,00 Decreto n. 2297 del 21.03.2018; contributo legge regionale
n. 26/75 - Ripartizione fondi per gli interventi nel settore delle
infrastrutture rurali delle opere pubbliche dì bonifica " Esercizio 2018 €
1.000.000,00 - Decreto n. 4243 del 04.05,2018; contributo legge regionale n.
66/12 art. 11 bis e ss.mm.ii. "Trasferimenti
Impianti irrigui Silani Ex ARSSA ai Consorzi di
Bonifica interessati" -Esercizio 2018 € 1.150.000,00 - Ripartizione somme
con il Decreto n. 3898 del 26.04.2018; contributo di cui alla L.R. n. 26/75, articolo 2, comma 1, punto 2). Ripartizione
fondi ai Consorzi di Bonifica della Regione per il completamento degli
interventi inerenti le dighe di proprietà regionale. - D.D.G.14181
del 13/12/2017, per come segue: Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini
Settentrionali del Cosentino (diga Farneto del
Principe) - € 250.000,00 per il collaudo DPR 1363/59: Consorzio di Bonifica
Integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino (diga Redisole)
-€ 183.000,00 per il collaudo DPR 1363/59; Consorzio
dì Bonifica integrale dei Bacini Meridionali del Cosentino {diga Votturino) - € 122.000,00 per il collaudo DPR 1363/59;
Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino (diga Tarsia)
€ 181.064,35 per il collaudo DPR 1363/59; Consorzio di Bonifica Alto Jonio Reggino (diga Timpa di Pantaleo)- €120.000,00 per Indagini e Strumentazione; Consorzio
di Bonifica Tirreno Reggino (diga Metramo) - €
100.000,00 per Strumentazioni. Al fine di consentire il pieno esercizio della
diga sul fiume Tarsia sul fiume Crati, nel rispetto
degli impegni assunti a carico della Regione in sede istituzionale, l'art. 2.
comma 18 della Legge di stabilità regionale 2018, n. 55 del 22 dicembre 2017 ha
previsto per l'esercizio finanziario 2018 la spesa di euro 350.000,00, con
allocazione alla Missione U.09.01 dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2018-2020". Altresì, si deve tener conto che con le specifiche
risorse di provenienza statale, di cui alla richiamata Legge di Stabilità 2016,
sono stati finanziati interventi sulle dighe di proprietà regionale, in
gestione ai Consorzi, per come segue:€500.000,00 - Vasca S.Anna
- Consorzio di Bonifica del Crotonese;€ 200.000,00 - Diga Farneto
dei Principe - Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini Settentrionali del
Cosentino; € 3.500.000,00 - Diga del Lordo - Consorzio di Bonifica Alto Jonio Reggino;€ 1,000,000,00 - Traversa di Tarsia -
Consorzio di Bonifica integrale dei Bacini dello Ionio Cosentino; 200.000,00
Diga del Menta - Sorical. Relativamente alle
ripristino ed efficientamento delle reti irrigue
esistenti alimentate dalle dighe Redisole e Vottorino in capo al Consorzio di Bonifica dei Bacini
Meridionali, il Dipartimento Agricoltura e risorse Agroalimentari ha
provveduto, con distinti Decreti all'approvazione dei relativi progetti: 1. progetto
relativo alla "Ricognizione relativa ai lavori ed alle indagini necessarie
a definire il progetto esecutivo di ripristino delle reti alimentale dalla Diga
Redisole - Efficientamento
rete irrigua esistente sottesa", importo pari ad € 40,070,78 - Decreto n.
15806/17; 2. progetto relativo alla "Ricognizione relativa ai lavori ed
alle indagini necessarie a definire il progetto esecutivo di ripristino delle
reti alimentate dalla Diga Votturino - Efficientamento rete irrigua esistente sottesa" -
importo pari ad € 84.767,23". Decreto n. 15804/17 infine, è in corso di
definizione un project financing con specifiche
risorse recate dal Patto per la Calabria, per la definitiva realizzazione della
diga del Metramo che coinvolge il Consorzio di
Bonifica Tirreno reggino”.
Presidente Regione Calabria - On. Gerardo Mario Oliverio
CAPO I DISPOSIZIONI
GENERALI
Art. 1 (Finalità e oggetto)
1. La Regione Calabria pone la sicurezza urbana tra le condizioni primarie per un ordinato svolgimento della vita civile.
2. La presente legge, al fine di incrementare i livelli di sicurezza urbana nel territorio regionale e nel pieno rispetto dell'esclusiva competenza statale in materia di ordine pubblico e sicurezza, definisce gli indirizzi generali dell'organizzazione e dello svolgimento del servizio di polizia locale dei comuni, delle province, della città metropolitana e delle loro forme associative, il coordinamento delle attività e l'esercizio associato delle funzioni, gli interventi regionali per la sicurezza urbana, nonché le modalità di accesso e di formazione degli operatori di polizia locale.
3. Gli interventi nei settori della sicurezza sociale, dell'educazione alla legalità e della riqualificazione urbana costituiscono strumenti per il concorso della Regione allo sviluppo di un'ordinata e civile convivenza, alla prevenzione dei fenomeni criminali e delle loro cause. Tali interventi sono disciplinati dalla legge regionale 10 gennaio 2007, n.5 (Promozione del sistema integrato di sicurezza).
Art. 2 (Politiche regionali)
1. La Regione, per il perseguimento delle finalità indicate nell'articolo 1, oltre alle iniziative previste dalla I. r. 5/2007:
a) sviluppa politiche regionali e ne promuove la realizzazione a livello locale;
b) promuove forme di coordinamento delle politiche regionali con quelle locali, e tra queste e le attività degli organi decentrati dello Stato;
c) promuove accordi
di programma quadro con il governo nazionale in tema di sicurezza urbana,
tutela ambientale e territoriale al fine di concretizzare la collaborazione tra
comuni, province, città metropolitana, regioni e le istituzioni dello Stato
responsabili dell'ordine e della sicurezza pubblica.
2. La Regione assume altresì il compito di:
a) fornire supporto e
assistenza tecnica agli enti locali e alle associazioni e organizzazioni
operanti nel settore della sicurezza dei cittadini, con particolare riguardo
alla definizione dei patti locali di sicurezza e all'accesso alle risorse
economiche dell'Unione europea;
b) promuovere attività di formazione in
materia di sicurezza di prevenzione e tutela dell'ambiente e del territorio;
c) fornire sostegno
all'attività operativa, di formazione e aggiornamento professionale della
polizia locale, promuovendo anche forme di collaborazione con le forze di
pubblica sicurezza presenti sul territorio regionale;
d) favorire lo
scambio di buone pratiche operative anche mediante la promozione di modelli
operativi uniformi e modulistica unica, attività di ricerca e documentazione.
Art. 3 (Funzioni della Città metropolitana e delle province)
1. La Città
metropolitana di Reggio Calabria e le province, nell'ambito delle proprie
competenze, con particolare riferimento alla tutela dell'ambiente e del
territorio, partecipano al sistema di politiche per la sicurezza integrata,
attraverso:
a) l'istituzione del
corpo di polizia locale; b) la promozione e la gestione dei progetti per la
sicurezza urbana e la partecipazione ai patti locali di sicurezza di cui alla l.r.
5/2007; c) la partecipazione del corpo di polizia alle attività previste nei
patti locali di sicurezza urbana e in generale all'attività di controllo del
territorio.
Art. 4 (Funzioni dei comuni)
1. I comuni,
nell'ambito delle proprie competenze, concorrono alla definizione di un sistema
integrato di politiche per la sicurezza urbana attraverso:
a) l'istituzione del corpo di polizia locale;
b) la promozione e la gestione dei progetti per la sicurezza di cui alla
l.r. 5/2007;
c) l'orientamento
delle politiche sociali a favore dei soggetti a rischio di devianza anche
nell'ambito di un più vasto programma di politiche per la sicurezza urbana;
d) l'assunzione del
tema della sicurezza urbana e della tutela dell'ambiente e del territorio come
uno degli obiettivi da perseguire nell'ambito delle competenze relative
all'assetto e utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico.
Art. 5 (Festa regionale della polizia locale)
1. È istituita nella Regione Calabria la giornata regionale della polizia locale, che si svolge il 20 gennaio di ogni anno in occasione della ricorrenza di San Sebastiano, patrono della polizia locale.
2. La giornata regionale si celebra, di norma, in un comune capoluogo di provincia secondo un criterio di rotazione; in occasione della giornata della polizia locale viene celebrata una cerimonia religiosa e sono organizzate iniziative per l'approfondimento delle tematiche relative alla sicurezza, alla conoscenza del codice della strada e all'educazione alla legalità, nonché per il conferimento di particolari riconoscimenti agli operatori che si siano distinti per azioni e condotte meritevoli nello svolgimento delle funzioni di polizia locale.
CAPO II ORDINAMENTO
DELLA POLIZIA LOCALE
Art. 6 (Principi organizzativi)
1. Le funzioni di polizia locale sono esercitate dagli enti locali, in forma singola o associata, secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità. A tal fine, il corpo di polizia locale è istituito con un numero minimo di sette operatori di polizia locale compreso il responsabile.
2. Per la determinazione delle risorse umane da destinare al servizio di polizia locale ciascun ente locale deve tenere in considerazione, secondo criteri di funzionalità e di economicità, il numero di abitanti, l'estensione e la morfologia del territorio, i flussi giornalieri di traffico, le caratteristiche socioeconomiche della comunità locale e i flussi turistici, nonché ogni altro elemento peculiare che possa incidere sulla domanda di sicurezza urbana. In ogni caso, per i corpi di polizia provinciale o metropolitana è prevista, di norma, una unità operativa ogni cinquemila abitanti, mentre per i corpi di polizia municipale almeno una unità operativa ogni cinquecento abitanti.
3. La Giunta regionale definisce i criteri organizzativi di carattere generale a cui gli enti locali si attengono nell'organizzazione del servizio di polizia locale.
4. Gli enti locali disciplinano con propri regolamenti l'ordinamento, le modalità di impiego del personale e l'organizzazione del servizio di polizia locale, svolto in forma singola o associata, in conformità a quanto previsto dalla normativa vigente e dalla presente legge.
5. Il servizio di polizia locale, ove sia istituito in corpo di polizia locale, non può costituire struttura intermedia di settori amministrativi più ampi né essere posto alle dipendenze del responsabile di diverso settore amministrativo.
Art. 7 (Personale addetto al servizio di polizia
locale)
1. Il personale della polizia locale si suddivide, di norma, in dirigenti e/o responsabili del corpo o servizio, addetti al coordinamento e al controllo e agenti.
2. Il personale della polizia locale non può essere destinato a svolgere attività e compiti diversi da quelli previsti dalla legge 7 marzo 1986, n. 65 (Legge - quadro sull'ordinamento della polizia municipale) e dalla presente legge, anche negli enti locali ove presti servizio un solo operatore della polizia locale.
Art. 8 (Funzioni di polizia amministrativa)
1. La polizia locale,
nell'esercizio delle funzioni dì polizia amministrativa, svolge attività di
prevenzione e repressione degli illeciti amministrativi derivanti dalla violazione
di leggi, regolamenti e provvedimenti statali, regionali e locali.
Art. 9 (Funzioni di polizia giudiziaria e di
pubblica sicurezza)
1. Per le funzioni e
le qualifiche di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza del personale
della polizia locale si applica la disciplina prevista dalla legge 65/86.
Art. 10 (Servizi esterni di supporto e soccorso)
1. La polizia locale, nell'ambito delle proprie competenze, presta ausilio e soccorso in caso di eventi che pregiudichino la sicurezza dei cittadini, la tutela dell'ambiente e del territorio e l'ordinato vivere civile.
2. Al fine di far fronte a esigenze di natura temporanea, la Regione promuove l'accordo tra le amministrazioni interessate per l'impiego di operatori di polizia locale presso amministrazioni locali diverse da quelle di appartenenza; in tal caso gli operatori sono soggetti alla direzione dell'autorità locale che ne ha fatto richiesta, mantenendo la dipendenza dall'ente di appartenenza agli effetti economici, assicurativi e previdenziali.
Art. 11 (Mezzi di servizio)
1. Le attività di polizia locale sono svolte anche con l'utilizzo di veicoli i cui colori, contrassegni e dotazioni sono disciplinati con regolamento regionale.
2. I servizi o i corpi di polizia locale possono essere dotati di natanti a motore per i servizi di polizia marittima.
3. Nel caso di eventi particolarmente critici o che interessino più comuni, i corpi dì polizia locale possono essere dotati di mezzi operativi adatti alla natura del servizio o del territorio, compresi i mezzi aerei.
4. I mezzi di servizio sono adibiti esclusivamente per compiti di istituto.
Art. 12 (Uniformi e segni distintivi)
1. La divisa degli appartenenti ai corpi e servizi di polizia locale, con il relativo equipaggiamento, deve soddisfare le esigenze di funzionalità, sicurezza e visibilità degli operatori.
2. Le divise sono ordinarie, di servizio e per servizi di onore e di rappresentanza.
3. Sull'uniforme sono apposti gli elementi identificativi dell'operatore e dell'ente di appartenenza nonché lo stemma della Regione Calabria.
4. I simboli distintivi di grado sono attribuiti a ciascun operatore della polizia locale in relazione al profilo e alle funzioni conferite.
5. Gli appartenenti alla polizia locale possono fregiarsi con decorazioni da apporre sulle uniformi, così come determinate dalla Giunta regionale con regolamento. Agli stessi è consentito di fregiarsi con decorazioni già conferite da autorità statali o enti pubblici.
Art. 13 (Regolamenti regionali)
1. La Giunta regionale adotta uno o più regolamenti regionali con cui sono disciplinati:
a) i colori, i contrassegni e gli accessori dei mezzi di trasporto in dotazione alla polizia locale;
b) gli strumenti da tenere a bordo dei mezzi di trasporto;
c) le caratteristiche di ciascun capo delle divise della polizia locale, le I modalità d'uso e gli elementi identificativi dì cui all'articolo 12, comma 3;
d) i modelli cui si
conformano i distintivi da apporre sulle uniformi degli operatori della polizia
locale;
e) i simboli distintivi
di grado per la polizia locale;
f) i requisiti di
accesso di tipo fisico e psico-attitudinale, nel rispetto delle norme che
disciplinano l'accesso al lavoro nella pubblica amministrazione;
g) il sistema
formativo per la polizia locale di cui agli articoli 16 e 17, i sistemi di
preselezione e di concorso da utilizzare e i sistemi di valutazione del
personale.
2. Entro sei mesi dall'entrata in vigore dei regolamenti di
cui al comma 1,
o nel diverso termine
stabilito dai regolamenti medesimi, i comuni, le province e la città
metropolitana provvedono all'adeguamento dei regolamenti vigenti. La Regione,
in sede di prima applicazione, può cofinanziare l'adeguamento nei limiti della
disponibilità finanziaria annuale.
3. Al fine di
garantire gli adeguamenti richiesti con i regolamenti regionali di cui al
presente articolo, previsti unicamente in fase di prima applicazione, la
Regione concede un contributo una tantum agli enti locali di cui all'articolo
6.
CAPO III
COORDINAMENTO DELLE ATTIVITA' REGIONALI
Art. 14 (Struttura di coordinamento)
1. Al fine di assicurare la collaborazione, l'uniformità
formativa e operativa e l'integrazione delle attività dei corpi e dei servizi
di polizia locale, viene costituita, presso il competente dipartimento della
Giunta regionale, una struttura di coordinamento. La struttura, presieduta dal
Presidente del Consiglio regionale o da un suo delegato è composta, oltre che
dall'assessore regionale con delega alla sicurezza o un suo delegato, dai
comandanti pro tempore o delegati delle polizie locali dei capoluoghi di
provincia, e integrata, secondo le esigenze operative, dai comandanti delle
polizie locali il cui territorio è interessato alle specifiche problematiche
trattate. La partecipazione alla struttura è a titolo gratuito e non dà luogo a
rimborso di spese.
2. La struttura di coordinamento:
a) promuove il
coordinamento tra comandi di polizia locale nei casi in cui fenomeni o
avvenimenti rilevanti per i compiti della polizia locale interessino il
territorio di più comuni o province ovvero richiedano, per estensione, gravità
o intensità dell'allarme sociale, un'azione concorrente e coordinata della
polizia locale medesima;
b) effettua la
raccolta e il monitoraggio dei dati inerenti le funzioni di polizia locale e ne
cura la diffusione;
c) formula
proposte e pareri alla Giunta regionale in merito ai criteri e alle modalità
per la gestione associata del servizio, alla realizzazione e gestione del
sistema informativo unificato, alle procedure operative per l'espletamento del
servizio;
d) individua, nel
numero massimo di due unità e in ogni caso nei limiti consentiti nelle varie
annualità dalla normativa vigente e dalla previsione del bilancio regionale e
senza alcun tipo di rimborso spese, i collaboratori esperti per il supporto
tecnico scientifico;
e) indica gli
strumenti e i mezzi di supporto per l'incremento dell'efficacia dei servizi e
il loro coordinamento e si occupa dell'adozione della modulistica unica;
f) assiste gli enti
locali per l'istituzione di forme di gestione associata
dei servizi di
polizia locale;
g) organizza la festa
regionale della polizia locale;
h) gestisce un sito
internet dedicato alla polizia locale;
i) sostiene
iniziative di innovazione tecnologica per potenziare e
uniformare i sistemi di radio e telecomunicazione;
j) promuove la formazione e l'aggiornamento di cui all'articolo 17 del personale addetto ai servizi di polizia locale.
3. Nel perseguimento dei fini indicati al comma 1, la Giunta regionale può individuare strumenti e mezzi di supporto volti a rendere più efficace l'attività dei corpi e dei servizi di polizia locale, anche mediante appositi strumenti di comunicazione a mezzo internet e stampa.
4. Nell'ottica di agevolare lo svolgimento dei compiti della polizia locale, la Giunta regionale de'finisce linee guida per le procedure operative da seguire nell'espletamento del servizio e promuove l'adozione di una modulistica unica sul territorio regionale.
5. Al fine di garantire un efficace scambio di informazioni e un rapido intervento sul territorio, gli enti locali, anche con il supporto della Regione, assicurano il raccordo telematico tra i comandi dei servizi di polizia locale e degli stessi con la struttura di coordinamento regionale.
6. La struttura di coordinamento opera mediante l'utilizzo di risorse umane e strumentali del competente dipartimento della Giunta regionale.
Art. 15 (Gestione associata del servizio di polizia
locale)
1. La Regione promuove e incentiva la gestione associata del servizio di polizia locale al fine di aumentarne il grado di efficienza, efficacia ed economicità e assicurare livelli elevati di sicurezza urbana sul territorio.
2. Gli operatori di polizia locale degli enti locali che aderiscono al servizio associato svolgono il servizio nell'ambito territoriale associato, con le modalità previste negli accordi tra enti locali.
3. Gli operatori di polizia locale, nel caso di cui al comma 2, dipendono funzionalmente dal sindaco o dal presidente della provincia e, operativamente, da un responsabile del corpo o del servizio individuato ai sensi del regolamento adottato dagli enti locali associati.
4. Negli atti costitutivi delle forme associative deve essere prevista l'adozione di un regolamento per definire i contenuti essenziali del servizio, le modalità di svolgimento sul territorio di competenza e individuare l'organo istituzionale cui spettano le funzioni di direzione e vigilanza.
CAPO IV FORMAZIONE E
AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE
Art. 16 (Sistema formativo regionale per la polizia
locale)
1. La Regione. anche attraverso l'erogazione di contributi, promuove il coordinamento delle esigenze formative per la polizia locale provenienti dagli enti locali, nel rispetto dell'autonomia organizzativa dell'ente locale da cui dipende il personale.
2. Gli enti locali possono concorrere economicamente al funzionamento del sistema formativo, mediante assegnazioni di risorse, sulla base di accordi stipulati tra le amministrazioni interessate.
3. Le iniziative formative di qualificazione promosse dagli enti locali e attuate direttamente dai comandi di polizia locale costituiscono una componente del sistema di risorse che concorre alla qualificazione delle professionalità del personale di polizia locale e alla qualità dei servizi delle prestazioni e dei comportamenti attuati sul territorio cui la Regione contribuisce secondo criteri di sussidiarietà e adeguatezza.
4. Le risorse per la formazione del personale addetto alla polizia locale sono costituite da: a) somme destinate annualmente dal bilancio regionale nei limiti delle risorse disponibili; b) somme assegnate dagli enti locali in relazione agli accordi stipulati; c) ulteriori entrate derivanti dalla propria attività.
Art. 17 (Formazione e aggiornamento periodico)
1. La Regione
promuove la formazione di ingresso e la formazione continua del personale di
polizia locale, anche al fine di assicurare un qualificato contributo della
polizia locale nelle attività di sicurezza urbana.
2. La Giunta regionale stabilisce:
a) le modalità di svolgimento dei percorsi formativi di ingresso;
b) la durata e i contenuti dei corsi formativi di preparazione ai concorsi per operatore e addetto al coordinamento e controllo, eventualmente promossi e attivati dagli enti locali.
3. I percorsi di
formazione di ingresso si articolano in formazione di base per gli operatori e
in formazione di accesso e di qualificazione per gli addetti al coordinamento e
controllo.
4. La formazione
continua è rivolta al personale di polizia locale che abbia già assolto
all'obbligo della formazione di ingresso. La formazione continua accompagna lo
sviluppo professionale attraverso la promozione di iniziative di aggiornamento,
specializzazione e perfezionamento.
5. I percorsi di
formazione per gli appartenenti ai corpi e ai servizi di polizia locale vengono
svolti in base al sistema formativo regionale di cui al presente articolo.
6. La selezione per
la partecipazione ai corsi è effettuata dagli enti locali sulla base del
fabbisogno formativo accertato ai sensi del comma 8.
7. Le modalità
organizzative, i contenuti, la durata, le prove finali dei corsi, nonché i
criteri per la composizione delle commissioni esaminatrici sono disciplinati
con deliberazione della Giunta regionale.
8. La struttura
regionale di coordinamento di cui all'articolo 14 promuove, anche tramite
modalità telematiche, una rilevazione annuale del fabbisogno formativo presso
gli enti locali calabresi.
9. La struttura di
cui al comma 8, nei limiti del fabbisogno formativo accertato annualmente,
coordina, nei limiti delle previsioni del bilancio regionale, la gestione
amministrativa ed economica, le risorse tecniche di direzione, progettazione,
coordinamento didattico e orientamento, nonché la gestione dei servizi
informativi.
10. Nel rispetto
delle esigenze di economicità, efficacia ed efficienza, le attività didattiche
possono essere promosse presso le sedi istituzionali della Giunta regionale e
del Consiglio regionale o presso sedi decentrate, con la collaborazione degli
enti territoriali e dei comandi di polizia locale, sulla base di appositi atti
sottoscritti con gli enti locali. Possono essere, altresì, attivate forme utili
di collaborazione con altri soggetti pubblici e privati per spazi attrezzati
con caratteristiche idonee per la formazione.
Art. 18 (Periodo di prova e corso di prima
formazione per agenti)
1. Ciascun ente locale, in caso di assunzione di personale
addetto ai corpi e ai servizi di polizia locale, durante il periodo di prova,
assicura la frequenza del corso di ingresso organizzato ai sensi dell'articolo
17, con una verifica finale della preparazione acquisita; al termine del corso,
il personale può essere adibito al servizio attivo con affiancamento tecnico
per almeno tre mesi.
CAPO V DISPOSIZIONI
FINALI E FINANZIARIE
Art. 19 (Condizioni di accesso ai finanziamenti
regionali)
1. Il rispetto di quanto previsto nella presente legge è condizione essenziale per l'accesso ai finanziamenti regionali.
2. Gli enti locali che non hanno istituito i corpi di polizia locale o che, a tal fine, non hanno attivato forme di gestione associata dei servizi di polizia locale, non possono accedere ai finanziamenti regionali.
Art. 20 (Abrogazioni)
1. La legge regionale
14 aprile 1990, n. 24 (Norme sull'ordinamento della polizia municipale) è
abrogata.
Art. 21 (Norma finanziaria)
1. Agli oneri derivanti dalla presente legge, quantificati in 500.000,00 euro, si provvede con le risorse allocate sul Programma U.03.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2018-2020 che presenta la necessaria disponibilità. Alla copertura finanziaria degli oneri per le annualità successive si provvede nei limiti consentiti dalle effettive disponibilità di risorse autonome, per come stabilite nella legge di approvazione del bilancio di previsione.
2. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al bilancio di previsione 2018-2020.
Art. 22 (Entrata in vigore)
1. La presente legge
entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel
Bollettino ufficiale telematico della Regione.