X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
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n. 52
SEDUTA Di LUNEDì’ 21 MAGGIO 2018
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA IRTO
E DEL SEGRETARIO QUESTORE
GIUSEPPE NERI
Presidenza del Presidente
Nicola Irto
La seduta inizia alle 16,24
Dà avvio ai lavori invitando il Segretario
questore a dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta
precedente.
Pone ai voti il verbale della seduta
precedente che è approvato senza osservazioni.
Dà lettura delle comunicazioni.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento all’ordine dei lavori di un ordine del giorno, protocollo
numero 23264, del 21 maggio del 2018, già depositato presso la segreteria
Assemblea.
Consigliere Guccione, gli ordini del giorno programmati per oggi sono stati
concordati nell'ultima seduta di Consiglio, per gli altri la richiesta di
inserimento deve pervenire da un quinto dei consiglieri, in caso contrario nella
prossima conferenza dei capigruppo potrà essere calendarizzato assieme agli
altri ordini del giorno.
Va bene.
Passiamo al primo punto all'ordine del giorno riguardante la proposta di
provvedimento amministrativo numero 212/10^ di iniziativa d'Ufficio recante: “Dichiarazione
di incompatibilità dei consiglieri regionali eletti al Parlamento”.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Prego, ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Prima di intraprendere il dibattito e l'approvazione
del primo punto all'ordine del giorno, avverto l'esigenza, il dovere morale,
politico, anche affettivo, di dover prendere parte a questa seduta di Consiglio
per rivolgere un arrivederci e un saluto a tutti i colleghi consiglieri e con
l'occasione, certamente, fare una doverosa precisazione.
I colleghi adesso saranno chiamati a votare un provvedimento sull’incompatibilità
del sottoscritto e della collega Ferro, poiché eletti al parlamento della
Repubblica Italiana.
Ho atteso questo momento per comunicare ufficialmente, annunciare che nei
prossimi giorni formalizzerò quelle che sono le dimissioni da consigliere
regionale della Calabria; ho atteso questo momento proprio per uno stato di
precarietà che si è oramai registrato nel panorama politico nazionale, uno
stato di precarietà che non ha consentito anche ai nuovi eletti di poter
esercitare il ruolo di deputato, di senatore della Repubblica. Ho ritenuto
assolutamente doveroso continuare l'attività di consigliere regionale non solo
sul territorio, ma anche all'interno delle Commissioni dove, personalmente,
partecipo con grande spirito di lavoro nei confronti della Calabria.
Annuncio, quindi, Presidente, lo voglio fare proprio in questa occasione,
che nei prossimi giorni formalizzerò quelle che sono le dimissioni da
consigliere regionale della Calabria, dando anche seguito a quello che è la
procedura normale che, fin qui magistralmente, è stata portata avanti dalla Giunta
per le elezioni.
Presidente, mi consenta, in pochi secondi senza sottrarre tempo ai lavori
della seduta, di salutare anzitutto lei che, nella qualità di Presidente del Consiglio,
ha in questi anni, in maniera devo dire esemplare, puntuale, con una raffinata
intelligenza politica, guidato questa Assise e la ringrazio, anche a titolo personale,
per il confronto leale, al di là delle posizioni politiche, che ha sempre
consentito alla mia persona, nell'ambito di quelle che sono le attività
politiche, amministrative e legislative; quindi, grazie di vero cuore. Mi
auguro e spero che il suo prosieguo da Presidente dell'Assise possa sempre
mirare al lavoro per il bene della Calabria e certamente con grande capacità di
aggregazione, di coinvolgimento dell'intera Assemblea.
Certamente, Presidente, non sarà solo in questo scorcio di legislatura
perché vi è un Ufficio di Presidenza che è all'altezza, in maniera veramente egregia,
del compito.
Voglio salutare e ringraziare il vicepresidente Ciconte, il saggio vicepresidente
Pino Gentile, saluto e ringrazio i segretari questori, Giuseppe Neri e Mimmo Tallini,
il quale ha saputo in maniera puntuale rappresentare anche le forze di opposizione,
assieme al vicepresidente Gentile, con grande rispetto per l'intera componente
dell'opposizione.
Voglio salutare e ringraziare uno per uno i colleghi capigruppo, con i
quali in questi anni abbiamo fatto tanto assieme e siamo riusciti ad
intraprendere diversi percorsi che non sto qui ad elencare, ma sempre in un
clima di grande serenità, di grande confronto politico e di grande obiettivo
comune che è sempre stato rivolto al bene dei calabresi.
Quindi, grazie ai colleghi capigruppo, grazie a tutti i Presidenti delle Commissioni,
anche con loro siamo riusciti a lavorare in totale sintonia e sinergia, al di
là di qualche divergenza politica, ma credo che nella discussione politica e
nella diversità delle posizioni ci stia pure. Grazie a tutti i Presidenti.
Saluto tutti i componenti della Giunta, saluto, in modo particolare, i neo
assessori che non ho avuto modo di salutare, augurando loro buon prosieguo dei
lavori. Mi dispiace che sia assente il Governatore, Mario Oliverio, al quale
volevo rivolgere, ma lo farò in privato, un caloroso saluto, nella speranza e
nell'augurio che questo anno e mezzo che rimane alla fine della legislatura,
possa segnare qualcosa di concreto e di positivo per la Calabria.
Saluto, chiaramente, tutti i colleghi Presidenti uno per uno, dai colleghi
che siedono ai banchi della opposizione ai colleghi della maggioranza, con i
quali ho avuto la fortuna di consolidare un rapporto, anche, di amicizia, e che
mi auguro possa essere sempre di più alimentato nel tempo.
La politica è una cosa molto complessa, però, certamente ti dà la
possibilità di conoscere uomini e donne che poi entrano a far parte, perché no,
anche della tua vita personale; e qui posso testimoniare che in questa
legislatura, in questa mia esperienza è successo, quindi grazie e un saluto ad
ognuno di voi.
Presidente, mi permetta di salutare tutte le signore e i signori dell'accoglienza
di Palazzo Campanella che con loro garbo, con la loro professionalità hanno
accompagnato, anche, quella che è stata la mia attività politica. Grazie a loro
abbiamo sempre accolto i cittadini con grande professionalità e con grande
serietà nelle nostre stanze, quindi grazie.
Il saluto finale, ovviamente, lo rivolgo a tutti i dirigenti, ai
funzionari, ai dipendenti tutti del Consiglio regionale della Calabria.
Grazie di vero cuore, perché grazie all'apporto di ognuno di voi sono riuscito
a realizzare e raggiungere qualche obiettivo che ritengo sia utile per la
Calabria. Saluto l'intero ufficio stampa del Consiglio regionale che con
puntualità e professionalità mi ha dato anche voce.
Concludo salutando da questo pulpito tutti i calabresi, i miei stretti
collaboratori, la mia struttura, senza di loro mi sarei sentito solo, ma so di
non esserlo, anche in questa esperienza.
Presidente, concludo veramente dicendo al Presidente della Giunta regionale
e ad ogni singolo collega che Francesco Cannizzaro, oggi deputato della
Repubblica italiana, è completamente disponibile a qualsiasi tipo di attività
politico-amministrativa che si possa mettere in campo nei confronti dei nostri
cittadini e della Calabria.
Grazie di cuore e buon proseguimento di lavoro a tutti.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Prego, ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per riferire che, anche, la collega Ferro, bloccata
a Roma, comunica all'Aula, per il mio tramite, che eserciterà nei prossimi
giorni l'opzione garantitagli dalle norme. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Prego, ne ha facoltà.
Intervengo per annunciare, ovviamente, il voto scontato ad un
provvedimento, ma anche per salutare con gioia e con l’augurio di buon lavoro i
neo deputati, ex consiglieri regionali Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro. Credo
che con loro la Calabria sarà ben rappresentata; ho ascoltato e mi ha spinto,
in questo intervento, il collega Cannizzaro.
Ho sentito il saluto rivolto a quest'Aula, ho sentito anche con quale
sentimento è stato fatto; credo che in questo momento, forse, si sta consumando
uno strappo tra questo Consiglio regionale e i sentimenti di Francesco Cannizzaro.
Credo che abbia dato all'economia di questo Consiglio regionale tutto quello
che poteva dare, sentendo forse il peso di quello che dovrà essere un ruolo più
importante, anche per le aspettative di una regione come la Calabria che ha
tantissimi problemi e che soltanto a livello nazionale potrà avere la possibilità
di risolvere. Ringrazio la collega Wanda ferro prima per le battaglie fatte
insieme nell’ opposizione e poi per le battaglie fatte nel gruppo di Fratelli
d'Italia.
Ringrazio, soprattutto, Francesco Cannizzaro che saprà rappresentare le
istanze della Calabria in Parlamento e potrà, anche dal suo ruolo all'interno
del partito di Forza Italia, dare la possibilità ed un'opportunità di crescita
ad un partito come quello che in questo Consiglio regionale rappresentiamo io, altri
e Francesco Cannizzaro che merita, in questo momento, di rappresentare gran
parte dei calabresi che ripongono in noi le aspettative di un'alternativa.
Quindi ringrazio nuovamente Francesco Cannizzaro, lo saluto con un abbraccio
virtuale; ci siamo abbracciati e quindi quando abbiamo dovuto litigare abbiamo
litigato, ma con sincerità. Francesco Cannizzaro ha dimostrato anche
nell'intervento l'affetto e l'impegno per la Calabria e non si può non
dargliene atto, augurandoci che queste siano fasi di crescita e non di distacco.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Anch'io intervengo per salutare e dare un arrivederci ai colleghi
Cannizzaro e Ferro che sono stati validi rappresentanti del centro-destra
all'interno di quest'Aula. Hanno battagliato, hanno fatto opposizione, hanno
voluto, attraverso la loro presenza, marcare anche la presenza di un'area
politica che oggi rappresentano per noi tutti in Parlamento.
Il collega Francesco Cannizzaro parlava di un arrivederci. Non sarà, magari,
un arrivederci in quest'Aula; gli auguro di svolgere con merito e per più
legislature il mandato di parlamentare, ma sicuramente sarà un arrivederci per
le prossime battaglie politiche, le prossime competizioni elettorali che ci
vedranno, insieme, per le prossime elezioni regionali ed europee come
centro-destra, dal punto di vista elettorale, combattere con gli avversari di
centro-sinistra, oggi gli avversari del Movimento Cinque Stelle, per un
obiettivo comune che è quello della prevalenza delle idee e dei principi
fondanti dell'area politica del centro-destra.
Un arrivederci ai colleghi Cannizzaro e Ferro, con l'augurio di poter
insieme rappresentare quest'area politica e di poter soprattutto rappresentare
i valori e principi, regole non scritte che esistono di rispetto tra amici ed
avversari e che ognuno di noi deve fare propri e non dimenticare per far sì che
le prossime battaglie possono essere battaglie di vera unità e non di divisione.
Auguro loro un lavoro proficuo nell'interesse dei calabresi in Parlamento, così
come stato in Consiglio regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
L'intervento del collega Francesco Cannizzaro è stato un intervento di
saluto sul piano amicale ma, al di là dell'amicalità,
un saluto di grande correttezza istituzionale nel solco di quello che è stato
il suo impegno in questa Aula.
Sono convinto, anche, dalla emotività che ha rappresentato, senza celare l'emozione
che, insieme alla collega Wanda, come diceva anche il collega Mimmo Tallini,
saprete ben rappresentare le istanze dei calabresi; ritengo le istanze della
Calabria, anche dal punto della sinergia interistituzionale che sarà momento
fondamentale nei prossimi mesi con l'avvio di questo nuovo Governo.
Chi meglio di voi può rappresentare questi sentimenti? Perché voi siete
espressione, anche, della democrazia rappresentativa in questa Aula, lo siete
ancora di più perché eletti in un sistema maggioritario e proporzionale che vi ha
visto brillanti vincitori il 5 marzo.
Per venire alla questione della pratica di oggi, tra virgolette, una
pratica di liquidazione, tutti avremmo voluto essere nei vostri panni ed essere
liquidati, probabilmente, da questo Consiglio regionale, per fare un plauso
all'Ufficio di Presidenza, agli uffici che hanno supportato il lavoro della Giunta
per le elezioni, non ultimo anche al Presidente. Poteva sembrare un lavoro
estremamente difficile di scarso equilibrio, invece, con semplicità, perché la
semplicità nasce da un cronoprogramma stretto, rispetto alle norme, abbiamo
saputo interpretare quello che erano le norme senza demagogia, senza populismo
e in tempi di certezza che abbiamo dato anche alla politica, ma soprattutto ai
cittadini che ci guarda nei nostri compiti istituzionali.
Non c'è stata nessuna difesa della casta, ma un semplice principio
normativo e costituzionale che, grazie agli uffici, insieme al Presidente, ma a
tutti i componenti della Giunta delle elezioni, abbiamo saputo interpretare per
arrivare oggi qui, in Aula, nella piena convergenza e sintonia tra tutte le forze
politiche nell'augurare buon lavoro ai nostri nuovi deputati che dal Consiglio regionale
andranno al Parlamento italiano e naturalmente, anche, nell'attesa di quel plenum che deve essere garantito all’Aula
nel dare, da qui a breve, un saluto a chi degnamente, sono convinto, vi
sostituirà e nel solco che voi avete lasciato in questa Aula, quindi buon
lavoro collega Cannizzaro.
Se non ci sono altri interventi, pongo in votazione il provvedimento.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Passiamo al secondo punto all'ordine del giorno, la mozione numero 99/10^ d'iniziativa
del consigliere Esposito “Sullo stato di attuazione alla rete oncologica
calabrese Hub & Spoke ad
integrazione territoriale”. Ricordo all’Aula che sensi dell'articolo 54 del Regolamento
interno il proponente ha diritto di illustrarla in 10 minuti.
Cedo la parola al consigliere Esposito per l’illustrazione
della mozione. Prego.
Presidente, utilizzerò ancora meno dei 10 minuti che lei mi concede.
Si tratta, come diceva lei, della mozione numero 99/10^, protocollo numero 45366,
del 9 novembre del 2017. Nell'ambito di quello che era il programma delle reti
assistenziali per intensità di cure, fra le varie attività, vi era anche quella
della costituzione di una rete oncologica regionale secondo il modello Hub & Spoke.
A tal fine, con un decreto del Presidente della Giunta regionale numero 40
del marzo 2014 è stato istituito un gruppo tecnico che ha lavorato per la
definizione di questa rete oncologica.
Il lavoro di questo gruppo tecnico ha portato ad un documento di sintesi,
vale a dire appunto la rete oncologica secondo il criterio Hub
& Spoke e realtà territoriale, in un decreto del
commissario ad acta dell'epoca, del 2 aprile del 2015, in cui soprattutto nel
DCA era previsto l'obbligo in capo ai direttori generali delle varie aziende
sanitarie provinciali ed ospedalieri non solo di attuare il contenuto del documento,
ma anche di provvedere al monitoraggio della fase di attuazione della rete
oncologica.
Nel documento veniva attribuito al Dipartimento della salute l’obbligo di
monitorare lo stato attuale della rete oncologica. Vi erano delle discrepanze
anche nel documento rispetto a quella che era la situazione di partenza della
rete oncologica calabrese.
Il documento parlava di un bacino per 300-600 mila abitanti, siamo circa
due milioni, pertanto la logica di quel documento era che le strutture
oncologiche sul territorio calabrese dovessero essere da un minimo di 3 a un
massimo di 7; ci sono dei dati anche discordanti, non c'è un territorio
estremamente omogeneo, ma il compito della rete era proprio addivenire, poi, ad
una situazione assolutamente omogenea su tutto il territorio regionale per
consentire a tutti i pazienti di poter usufruire di servizi efficienti e nella
loro disponibilità dal Pollino fino a Scilla. Nell'ambito di questo documento
di sintesi, carattere prioritario rivestiva la lotta alla cosiddetta mobilità
passiva che come tutti sappiamo nell'ambito delle patologie oncologiche è al
primo posto.
Ebbene da quel momento in cui è stata attivata, mediante tutto il percorso
normativo che ho appena detto, ad oggi abbiamo scarsa conoscenza dello stato di
attuazione della istituzione della rete oncologica.
Non voglio entrare nel merito se è stato dato corpo alle iniziative di
percorsi diagnostici terapeutici assistenziali, oppure se in alcune aziende
sanitarie o azienda ospedaliera siamo alla definizione di piani assistenziali
individuali che erano fra i compiti e gli obblighi di quel documento che
istituiva la rete oncologica, ma sicuramente ritengo che - da qui la mozione -
impegnare il Presidente, che non ha competenza nell’attuazione, affinché,
tramite la sua autorevole figura e tramite le relazioni che devono arrivare in
Consiglio regionale dal dipartimento, si possa conoscere lo stato delle cose,.
Questa è un'iniziativa, tra le altre cose, Presidente, che nasce in
collaborazione con le tante associazioni che lavorano sul territorio, in quel
progetto “la salute un bene da difendere” e ci sono tante associazioni che
hanno dato, in questa fase, un aiuto alla definizione, non solo della rete
oncologica a livello nazionale, ma hanno voluto dare un contributo anche alla
Regione Calabria.
Con il collega Arturo Bova e con il
collega Michele Mirabello, abbiamo avuto più interlocuzione con “salute donna”,
anche nell'ipotesi di costituire un intergruppo consiliare della Regione
Calabria che sia il secondo esempio, in tutta l'Italia, dopo l'intergruppo
consiliare della Regione Lombardia e dopo l'intergruppo Parlamentare che,
tramite “salute donna”, si è già attivato sul territorio nazionale.
E’ fondamentale, non solo il monitoraggio, ma, secondo noi, anche questa
interlocuzione con l'associazione sul territorio al fine di conoscere le
problematiche che arrivano dall'associazione, in quanto vivono la problematica
della patologia oncologica; e la vivono non solo sulla propria pelle, ma anche
poi nella logica di una esperienza acquisita dal punto di vista non solo del
malato, ma anche dal punto di vista normativo istituzionale e, perché no?, in
alcuni casi, anche professionale che probabilmente è la vera rete che noi
dobbiamo stabilire nell’auspicio di dare servizi efficienti ai calabresi, ma
soprattutto se vogliamo, anche in termini di bilancio, cominciare in modo
chiaro e sensibile ed oggettivo cercare di mettere in campo un percorso che poi
alla fine porti a quello che è l’auspicio di tutti: la riduzione della mobilità
passiva.
Era questo il senso di questa mozione che è stata presentata da parecchio
tempo, ma che purtroppo devo dire rimane estremamente attuale, perché ancora parliamo
di una rete oncologica che tarda ad avere un uguale accelerazione un po' su
tutte le aziende sanitarie e addirittura anche sulle aziende ospedaliere. E’
importante non solo quello del monitoraggio che chiedevo tramite la sua
autorevole persona, presidente Oliverio, ma è importante anche un indirizzo
forte nella fase di istituzione di quel coordinamento regionale o di area che
era alla base anche della costituzione della rete oncologica.
Ci sono interventi? Pongo in votazione la mozione numero 99/10^.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Il punto tre riguarda la mozione numero 103/10^ di iniziativa del
consigliere Esposito recante: “Istituzione del centro regionale di farmacovigilanza”.
Cedo la parola al consigliere Esposito per l’illustrazione
della mozione. Prego.
Avevo concluso l'intervento precedente dicendo che era estremamente attuale
quella mozione, invece nel corso della presentazione di questa mozione, ad oggi,
qualcosa è avvenuto e quindi questa mozione, per quanto riguarda l'impegno che
si chiede al Presidente della Regione, deve essere necessariamente in parte
rimodulata, perché, intanto, si parla dei centri regionali di farmacovigilanza.
I centri regionali di farmacovigilanza rivestono, su tutto il territorio
nazionale, un ruolo chiave in quanto si trovano in una posizione centrale fra
l’autorità regolatoria che è l’AIFA, per quanto
riguarda i farmaci, ed i responsabili locali della farmacovigilanza; quindi questi
centri rivestono un ruolo estremamente centrale ed importante su tutto il
territorio nazionale.
Ed è proprio un corretto sistema di farmacovigilanza che non può prescindere,
nelle varie regioni, dall'attività di controllo di questi centri; per questo
tutte le regioni allo stato attuale si avvalgono di centri di farmacovigilanza.
Tra le altre cose l’attuazione, l'istituzione, la conservazione, il
mantenimento in vita di questi centri regionali di farmacovigilanza sono stati
sanciti da un accordo Stato-Regione, del 28 ottobre del 2010, che non solo definiva
i requisiti minimi di ogni centro, ma soprattutto espressamente li riconosceva
come strutture regionali parallelamente e all'interno della azione del dipartimento
salute delle varie Regioni.
Lo stesso accordo Stato-Regione, tra l'altro, prevedeva l’erogazione alla Regione
di finanziamenti di fondi vincolanti che non potevano essere utilizzati per
altre cause, fondi che sarebbero dovuti essere utili, non solo per l’attivazione,
come dicevo prima, ma anche per la costituzione e il mantenimento di questi
centri regionali.
Un ulteriore accordo, subentrato dopo la presentazione della mia mozione,
per questo non ve ne è menzione, ulteriormente va a finanziare questi centri
con dei finanziamenti anche qui vincolati.
Che cos’è successo dal momento della presentazione ad oggi? C’è stato un
DCA della struttura commissariale, del 22 febbraio del 2018, che decreta di
fatto l’istituzione del centro regionale di farmacovigilanza secondo quelli che
erano anche i requisiti che aveva richiesto l’AIFA.
Adesso ci troviamo in una situazione particolare, nel senso che rimane
valida questa mozione che vuole avere un’estrema attenzione rispetto al
problema.
Il centro regionale di farmacovigilanza attivato e istituito dal decreto
del commissario ad acta, nella fase progettuale, che aveva attuato il centro
stesso, scade il 30 novembre del 2018. Ci potremmo trovare nella situazione
paradossale di avere attivato e istituito il centro ed, allo stesso tempo, di
veder cessare il progetto che dava il sostegno economico. Sostegno che verrebbe
a mancare anche alle risorse umane - presidente Irto, di questo può essere
testimone anche il presidente Oliverio - che si sono caratterizzate come uno
dei pochi fatti positivi della vita del dipartimento alla salute. Si tratta di
un gruppo di giovani, di un gruppo di esperti, di professionisti che
nell'ambito del servizio di farmacovigilanza si sono prodigati, in questi tre
anni di durata del progetto, in modo mirabile e portando dei risultati su quella
che poi è l'interazione, dalla somministrazione del farmaco agli effetti che
quel farmaco ha avuto sui pazienti, fino alla fase di monitoraggio, per arrivare
poi in modo centrale all'AIFA.
Ritengo che questo centro, lo dice sia l'accordo Stato-Regioni sia il
decreto del commissario ad acta (DCA), vada mantenuto come uno delle cose
importanti e utili che operano all'interno della Regione Calabria e all'interno
del dipartimento.
Non vi è dubbio che qui, lo dicevo in premessa, vada cambiato quello che è
l'impegno che il Consiglio regionale chiedeva al Presidente della Giunta,
perché quando ho presentato la mozione si chiedeva al Presidente di farsi
promotore, con ogni azione possibile, della istituzione del centro di farmacovigilanza.
Farsi promotore non significava istituire il centro di farmacovigilanza, perché
ricordo, a me stesso come a tutta l'Aula, che siamo sottoposti al piano di
rientro, quindi non era una prerogativa del Presidente della Giunta regionale.
Adesso, nel rimodulare l'impegno che da questa mozione deve venire fuori, le chiedo,
Presidente, di adoperarsi per conoscere i risultati che questo progetto di
farmacovigilanza ha portato all'interno del dipartimento Salute della nostra Regione
e, laddove sia vero quello che ho detto io e cioè che si tratta di un lavoro
certosino, di un lavoro che ha delle ricadute importanti direttamente in quel
percorso che porta dal farmaco al paziente al centro di vigilanza nazionale
sulla somministrazione del farmaco che è l’AIFA, di percorrere ogni fase
possibile al mantenimento di questo progetto all'interno di quello che è stato
già istituito: il centro di farmacovigilanza della Regione Calabria. Altrimenti,
dal primo dicembre, ci ritroveremo scoperti in un settore estremamente sensibile
ed importante che, probabilmente, non è sotto la luce dei riflettori, ma che produce
conseguenze, dal punto di vista positivo, di quella che è l'interazione
nell'ambito della politica sanitaria in questa nostra regione.
Sono convinto, Presidente, che lei saprà cogliere il senso di questa
mozione, farla sua nelle prerogative, naturalmente, che le competono e che non
sono, lo ripeto, quelle relative alla sua istituzione. C'è stato un errore
dovuto alla tempistica nel presentare la mia mozione, al momento in cui siamo
arrivati in Aula per esaminarla non era nelle prerogative del Presidente della
Giunta regionale istituire il centro, perché sappiamo bene che siamo sottoposti
al piano di rientro.
Oggi se sarà condivisa questa mia mozione, il Consiglio regionale le chiede
di stare vigile, intanto nel monitorare i risultati che dei giovani professionisti
hanno portato alla regione e se questi risultati sono così brillanti, come le
ho detto, di fare ogni qualcosa nelle sue facoltà per continuare a mantenere in
vita non solo il centro, ma anche queste professionalità ormai formate sul
campo perché la Calabria possa continuare a fruirne. Grazie.
Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta
regionale. Ne ha facoltà.
Innanzitutto esprimo parere favorevole e condivisione per questa mozione.
La gestione delle attività farmaceutiche complessivamente intese, come è
noto, ha assunto soprattutto negli ultimi anni, una fortissima centralità che,
sono convinto, andrà accentuandosi ancora di più negli anni a venire,
soprattutto in materia di farmaci innovativi.
Non a caso, lo stesso Parlamento, sia pure all'interno del Fondo Sanitario
Nazionale, ha costituito capitoli di spesa specifici, sia per i farmaci
innovativi sia per i farmaci oncologici innovativi.
Il forte impulso ricevuto dalle attività di ricerca, ha prodotto benefici
assai significativi sui pazienti.
Anche per questo si pone, contestualmente, la necessità di responsabilizzare
le attività industriali farmaceutiche e la realizzazione di un nuovo sistema di
governo della stessa Agenzia Nazionale del Farmaco, l’AIFA.
Infatti, già nei mesi scorsi, in sede di Conferenza delle Regioni, è stata
posta la necessità di un adeguamento del governo dell’AIFA tant'è che, in
rappresentanza delle stesse Regioni, sono stati designati due assessori di 2
regioni italiane, attualmente individuati nelle Regioni Emilia-Romagna e
Lombardia.
Tale scelta va nella direzione di garantire una migliore cooperazione tra
la stessa Agenzia Nazionale del Farmaco (AIFA) e le Regioni.
Il buon governo del sistema, fatto di controlli ed appropriatezza delle
prestazioni farmaceutiche, rappresenta, infatti, uno degli obiettivi strategici
per il mantenimento della sostenibilità economico- finanziaria del Servizio
Sanitario Nazionale, perché negli anni scorsi vi è stato un forte aumento della
spesa sanitaria, soprattutto in riferimento all’utilizzazione del farmaco e
all’appropriatezza delle prestazioni.
Quanto alla richiesta di costituzione del Centro regionale di Farmacologia,
ritengo che si tratti di un obiettivo da perseguire, in quanto sicuramente
utile anche se, come richiamato nella mozione presentata, la convenzione in
essere fra Regione ed AIFA, sottoscritta ai sensi del DPGR numero 37 del 2012,
trova la responsabilità in seno alle attività commissariali, come lo stesso
consigliere Esposito ha evidenziato.
Considerato, comunque, che la convenzione in essere impegna numero 10
professionalità, attualmente in forza al settore farmaceutico del dipartimento
Tutela della Salute, che andranno a scadere in data 1 dicembre 2018, non c'è
dubbio che si provvederà ad individuare ed attivare tutte le misure necessarie
a garantire la continuità delle attività in essere.
La mozione appare in perfetta sintonia ed in linea con il problema che ci
siamo posti e la direzione che intendiamo seguire. La Giunta regionale è
impegnata a garantire tale obiettivo, sia nel rapporto con l’AIFA sia con gli
erogatori.
Presidenza del Segretario
questore Giuseppe Neri
Pongo in votazione la mozione numero 103/10^.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Proseguiamo con la mozione numero 112/10^ di iniziativa del consigliere
Greco, recante: “Sul miglioramento e sostentamento del Parco astronomico Lilio di Savelli”. Prego,
consigliere Greco, può illustrarla.
Grazie, Presidente. Questa mozione mira al miglioramento del Parco
astronomico che si trova a Savelli. Da diversi anni,
infatti, nel comune di Savelli è stato realizzato un
Parco astronomico intitolato a Luigi Lilio, che è
diventato un importante centro astronomico della Calabria.
Oggi il Parco è uno dei poli didattici-scientifici
più grandi, importanti e completi del sud Italia che vanta una strumentazione
astronomica professionale di alto livello ed è dotato di modernissime
attrezzature, utili sia ai fini della ricerca scientifica sia per la
divulgazione scientifica nelle scuole di ogni ordine e grado.
Nonostante la limitatezza dei mezzi economici, la direzione ha manifestato
sin dall’inizio interesse al miglioramento, tant'è che il Parco stesso è
diventato una realtà importante nell'ambito dell’astrofisica e della fisica
nazionale.
Il Parco collabora, infatti, con il dipartimento di Fisica dell’Università
della Calabria e con la famosa cosmologa, Sandra Savaglio,
per la divulgazione dell'insegnamento delle Scienze astronomiche.
Negli anni il Parco ha ricevuto non solo visitatori, ma anche attestati
scientifici di rilevante importanza per la Calabria, anche come attrazione e
attrattiva turistica.
Sono molte le visite che riguardano il Parco per la divulgazione
dell'insegnamento nelle scuole. Ci sono dei numeri importanti che riguardano
questo comprensorio e che non sto qui ad elencare.
Questa mozione mira a dare centralità a questa importante struttura che si
trova nel cuore della Sila e della Calabria, attraverso un impegno che il
Presidente della Giunta può assumere in ragione dell'interesse che questo Parco
deve avere per la Calabria, attraverso un contributo da individuare nel
bilancio della Regione.
Ricordo che questa mozione non cade dall'alto, ma ha già potuto avere un
fondamento anche economico perché, come Consiglio regionale, abbiamo già
finanziato il Parco astronomico della città di Reggio Calabria, quindi c'è
l’interesse da parte della Giunta regionale di valorizzare queste strutture di
grande importanza, non solo scientifica e didattica, ma anche turistica.
Sono certo che questo impegno da parte della Giunta sarà foriero di
positività per il Parco stesso. Grazie.
Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta
regionale, ne ha facoltà.
Ringrazio il consigliere Greco per avere posto all'attenzione del Consiglio
regionale un tema particolarmente rilevante.
Spesso all’interno della Regione ci sono investimenti, operati anche dai
Comuni attraverso l’utilizzo di risorse, che in passato hanno avuto anche una
allocazione nella programmazione comunitaria e non sono adeguatamente
utilizzati o messi in rete.
Qui siamo in presenza di un esempio di investimento di questa natura per la
realizzazione di un Parco astronomico a Savelli. Lo
so perché di recente ho partecipato all'inaugurazione di questo Parco che è di
grande valore, per cui è stato realizzato un protocollo di collaborazione con
l'Università, gli Enti di ricerca, nonché personalità di grande spicco dal
punto di vista scientifico e di riconosciuto valore scientifico, come la
cosmologa Sandra Savaglio, ed il fatto che ci sia una
difficoltà nella messa in rete di questi strumenti non ne consente la piena
valorizzazione.
Ecco perché reputo opportuna questa iniziativa che pone questa problematica
all'attenzione del Consiglio regionale.
Abbiamo sottoscritto un protocollo con le Università calabresi per quanto
riguarda gli investimenti, anche in direzione della ricerca, e ritengo che uno
dei capitoli che bisognerà affrontare proprio nell'ambito di questa iniziativa
debba essere proprio quello della messa in rete di tutta la strumentazione
oggetto di investimenti sul territorio.
D'altronde, so che intercorre un rapporto di collaborazione tra il Parco di
Astronomico di Savelli ed il dipartimento di Fisica
dell’Università della Calabria che, a sua volta, è dotata di strumentazioni
tecnologicamente all'avanguardia. Credo che, oltre a prevedere un sostegno, si
debba assumere l’iniziativa, affinché i soggetti preposti, come l'Università, i
Centri di ricerca e le soggettività coinvolte per la valorizzazione di questo
importante patrimonio, possano essere messe intorno a un Tavolo.
Colgo questa occasione per dire che, oltre ad essere d'accordo con questa
iniziativa, ritengo che questo debba rappresentare uno spunto per affrontare un
problema di fondamentale importanza, anche perché si tratta di realtà che
possono consentire alle nostre scolaresche un’attività didattica, di conoscenza
e di allargamento del campo della conoscenza di fondamentale e formidabile
importanza.
Credo di poter dire che non solo sono d'accordo con questa iniziativa, ma
che la ritengo più che opportuna, proprio per le considerazioni che ho fatto
prima.
Grazie, Presidente. Pongo in votazione la mozione.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo al punto 5, la mozione numero 116/10^ a firma dei consiglieri
Sergio e Giudiceandrea. Questa mozione era già stata discussa nella seduta di
Consiglio regionale del 28 marzo. Possiamo passare direttamente alla votazione.
La pongo in votazione.
(Il Consiglio approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo al punto sei, l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere
Gallo “Sulle conseguenze dell'eliminazione dei dazi sulle importazioni di olio
extravergine dalla Tunisia”.
Prego il consigliere Gallo di illustrare l'ordine del giorno.
Presidente, la notizia che di recente la Commissione Europea ha deciso di
eliminare ogni dazio – in prima istanza aveva sottoscritto una convenzione con
la Tunisia per ridurre i dazi sull'importazione di olio e per le quote di
mercato importate dalla Tunisia e poi la successiva decisione secondo la quale
è stato eliminato ogni residuo dazio con un trattato di libero scambio con la
Tunisia – ha giustamente allarmato i proprietari, i coltivatori e gli
imprenditori agricoli calabresi, anche perché nei prossimi mesi si importerà
olio dalla Tunisia, con un dazio zero ed un prezzo fissato in euro 3,43
centesimi al litro, notevolmente inferiore rispetto a quello degli oli italiani
ed è destinato ad abbassarsi ulteriormente per effetto della totale
eliminazione dei dazi.
Ricordo alcuni dati:
- nell’ultimo quarto di secolo il consumo mondiale di olio è cresciuto del
49 percento;
- secondo i dati presentati di recente da Coldiretti a Cibus,
che é il Salone internazionale dell'alimentazione, nove famiglie italiane su
dieci consumano olio di oliva tutti i giorni e, nel 2017, sono stati consumati
nel mondo quasi 3 miliardi di kilogrammi di olio di oliva, la metà dei quali
nei paesi dell'Unione europea;
- la Calabria è tra le regioni italiane che eccellono nella produzione di
olio, soprattutto di qualità.
Sempre secondo i dati forniti da Coldiretti, la Calabria ha una superficie
di uliveti pari a quasi 200 mila ettari, con 215 milioni le piante di ulivo, ed
é la seconda regione italiana per produzione di olio extravergine di oliva,
dopo la Puglia, e la terza addirittura in Europa.
Come accade anche in altri comparti del settore agricolo, la concorrenza
dei Paesi esteri rischia di mettere in crisi il sistema.
Voglio fare una riflessione veloce insieme a voi per un sistema che non è
soltanto di tipo economico. Come sapete, nel secolo scorso la produzione
agricola ha consentito anche la crescita socio-economica della regione
Calabria. Chiedo a voi: quante sono le famiglie che sono progredite socialmente
grazie alla vendita dell'olio? Quante sono le famiglie calabresi che hanno
consentito ai propri figli di studiare, di crescere, di laurearsi grazie ai
proventi di quelle attività?
Quindi non si tratta solo di un sistema di tipo socio-economico, ma anche
culturale e sociale e che coinvolge l'intera regione.
La situazione che si è venuta a creare nei confronti della Tunisia, se non
adeguatamente fronteggiata, potrà mettere in crisi l'intero comparto olivicolo
italiano ed, in particolare, il già pregiudicato comparto olivicolo ed agricolo
calabrese, con pesanti ricadute cui i produttori sono già sottoposti a causa
della sempre più diuturna contraffazione degli oli italiani, del made in Italy e, quindi, dell'olio
proveniente dal nostro Paese.
Pertanto, chiedo che la Giunta regionale si impegni ad interagire ed
adottare tutte le iniziative idonee ed opportune per favorire, anche e
soprattutto nel confronto con il Governo centrale che attraverso il Sistema
Paese dovrebbe tutelare anche il Sud, le produzioni agricole ed olivicole del
Mezzogiorno.
Chissà quale prezzo ha pagato la Tunisia alla Commissione europea per avere
in cambio le esportazioni verso l'Europa senza dazi di tonnellate e tonnellate
di olio di oliva. In questo quadro, a farne le spese è sempre il Mezzogiorno,
la Calabria.
Bisogna interagire con forza e noi vogliamo darne al governo regionale,
affinché chieda al Governo centrale e, perché no, alla Commissione europea, la
tutela dell'olio calabrese in quanto prodotto di eccellenza, uno dei prodotti
principe della dieta mediterranea, ormai consigliata come dieta principale per
tutelare i sistemi di salute delle generazioni attuali, valutando anche la
possibilità di introdurre misure compensative in favore dei produttori di olio
extravergine prodotto sul territorio regionale.
L'Unione europea impone dei limiti rispetto all'azione che può mettere in
campo il governo regionale per favorire le produzioni sul territorio ma,
d'altro canto, va a pregiudicare le produzioni sui vari territori, in
particolare le produzioni nel Mezzogiorno perché con queste prese di posizione
e con queste decisioni, sicuramente va a pregiudicare le azioni economiche che
il comparto agricolo del Mezzogiorno della Calabria ormai compie da decenni o,
addirittura, da secoli.
Grazie, consigliere. Ci sono altri interventi? ha chiesto di intervenire il
Presidente della Giunta regionale, ne ha facoltà.
Questo tema è da tempo oggetto di confronto a livello europeo perché, come
é noto, nel Trattato di libero scambio tra l'Europa e la Tunisia si è
praticamente superato il sistema delle quote anche per quanto riguarda l'olio
di oliva.
Si tratta di una discussione che abbiamo posto in sede di Conferenza
Stato-Regioni già lo scorso anno per invitare il Governo ad assumere una
iniziativa forte in sede europea perché questa materia non può non essere
affrontata a livello europeo, essendoci il Trattato di libero scambio tra
l'Europa e la Tunisia.
Non c'è dubbio che l'abolizione del dazio, la revisione del Trattato su
questo punto, ha determinato una situazione che, come ricorda il consigliere
Gallo, contribuisce ad un ingresso nel mercato europeo di oltre 100 mila
tonnellate di olio tunisino a tasso zero.
Naturalmente, questo comporta un'alterazione nella competizione dell'olio
europeo e quindi delle regioni a vocazione olivicola.
Abbiamo assunto un'iniziativa forte e, pur tenendo conto che i liberi
trattati non consentono una limitazione, c'è la possibilità di agire su altre
leve, che sono quelle della tracciabilità del prodotto, perché il problema è
quello di garantire la qualità attraverso la tracciabilità.
Un consumatore che va allo scaffale deve conoscere la provenienza dell'olio
che deve essere esplicitamente indicata sull’etichetta, cosa che, anche in sede
europea, non è stata ancora completamente realizzata perché, pur essendo stati
fatti passi avanti negli ultimi anni, ci sono state notevoli resistenze
soprattutto in ambito europeo.
Il primo punto, quindi, é la tracciabilità del prodotto, per consentire al
mercato di poter scegliere rispetto alla qualità.
Il secondo punto riguarda gli interventi di sostegno a favore dei
produttori.
Devo dire che, da questo punto di vista, c'è stata una prima risposta da
parte della Commissione europea, attraverso la costituzione di un Fondo che
destina risorse alle Regioni o paesi a vocazione olivicola di sostegno ai
produttori, per fronteggiare i problemi della commercializzazione, eccetera.
Come Regione Calabria, stiamo partecipando a questo Tavolo.
C'è già stato un primo riparto e la Calabria ha costituito un Tavolo
regionale con le 22 organizzazioni professionali di produttori olivicoli, per
definire una strategia e su questo si sta definendo un piano mirato al sostegno
del comparto.
I problemi che si pongono per questo settore interessano in maniera
particolare le regioni del sud, oltre che altri paesi, come la Spagna e la
Francia, perché la Regione Calabria è la seconda in quanto a produzione
olivicola e, chiaramente, è una Regione particolarmente interessata.
Proprio per questo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, insieme alla
Regione Puglia abbiamo assunto l'iniziativa di richiedere alla Commissione
europea un intervento in direzione di tali misure.
La discussione è ancora aperta e non é approdata a conclusioni definitive
e, anche se le prime misure sono state assunte, come ricordavo prima, la
discussione andrà portata avanti ed indirizzata in direzione europea, affinché
anche i trattati di libero scambio vengano compensati da iniziative che
garantiscano le produzioni nelle regioni europee, che sono regioni a vocazione
olivicola, come la regione Calabria.
Per quanto riguarda questo settore, stiamo lavorando per utilizzare le
risorse che provengono dal riparto del Fondo che è stato costituito, ma anche
risorse che sono state destinate attraverso il Piano di Sviluppo Rurale (PSR),
per determinare un allargamento della commercializzazione dell'olio, perché in
Calabria nel corso dei decenni abbiamo avuto una scarsa valorizzazione e
commercializzazione del prodotto che, invece, è stato oggetto di valorizzazione
da parte di operazioni mercantili esterne alla Calabria.
Devo dire che, nel corso degli ultimi anni, c'è una tendenza a recuperare
in questo in questo senso.
Ci sono diverse iniziative anche di giovani agricoltori, che vanno nella
direzione dei processi di commercializzazione, attraverso l’imbottigliamento e
l’attenzione alla qualità, che devono essere incoraggiati, e stiamo lavorando
proprio in questa direzione, affinché la più grande produzione che c'è nelle
filiere agricole calabresi, che è rappresentata dalla olivicoltura, possa
determinare un valore aggiunto nella regione.
Condivido le preoccupazioni espresse nella mozione presentata dal
consigliere Gallo, che sono in coerenza anche con le iniziative che abbiamo
assunto già da tempo e che stiamo portando avanti in quanto il problema è stato
posto anche dalle organizzazioni professionali del mondo agricolo.
In più occasioni ci sono stati incontri specifici per valutare come
affrontare questo tema e in questa direzione sono state indicate le strade che
ho richiamato prima.
Pongo in votazione l'ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Passiamo all'ordine del giorno di iniziativa dei consiglieri Sergio e
Scalzo sui lavoratori del Contact Center di Poste
Italiane di Lamezia Terme. Prego, consigliere Sergio, ha facoltà di illustrare
l’ordine del giorno.
Signor Presidente del Consiglio, colleghi, signor Presidente della Giunta,
questo ordine del giorno mette in evidenza la questione di un gruppo di
lavoratori del call center di Poste Italiane di
Lamezia Terme per il quale, in fase di riorganizzazione, è prevista la
soppressione.
Si continua, praticamente, da parte delle aziende pubbliche o ex di Stato -
come meglio le vogliamo definire -, in una regione che ha una debolezza
infrastrutturale, a tagliare, piuttosto che fornire i servizi e incrementare
l’occupazione.
“Il Consiglio regionale - premesso che:
- il centro di meccanizzazione postale di Poste italiane che è allocato nel
comune di San Pietro Lametino, quattro anni fa per compensare il gran numero di
risorse eccedentarie, scaturite da una fase di riorganizzazione, è stato
trasformato in parte in Contact Center di Poste
Italiane di Lamezia Terme;
- che i 22 lavoratori attualmente impiegati, a fronte dei 45 inizialmente
previsti, rappresentano un proficuo segmento operativo, un'importante realtà
occupazionale;
- si è appreso che per il piano di trasformazione del Coo
nell'ambito della funzione assistenza clienti, in particolare per ciò che
attiene il piano di ottimizzazione dei Contact
center, è prevista la chiusura del sito calabrese di Lamezia Terme;”
“- che la riallocazione di tali risorse eccedentarie avverrebbe in ambito
della sportelleria MP (mercato privati) e ciò
contrarrebbe fortemente la possibilità di trasformazione da part time a full time di numerosi
operatori della nostra regione, che ne conta circa 500, che da circa 6 anni
attendono la trasformazione del loro contratto e che, in virtù dell'alto tasso
percentuale, pongono la Calabria tra le prime regioni d'Italia;
- che secondo i rappresentanti sindacali, il Contact
Center di Lamezia Terme, se implementato delle risorse originariamente
previste, potrebbe rappresentare una valida alternativa per la gestione delle
eccedenze provenienti anche dal settore della corrispondenza, anch'esso in fase
riorganizzativa.
Viste le numerose pronunce della giustizia amministrativa (Tar) che -
evidenziando l'illegittimità della chiusura dei presidi postali nei territori
periferici senza il confronto con i rappresentanti istituzionali locali - hanno
intimato all'azienda Poste Italiane il ripristino del servizio e la conseguente
apertura riapertura degli uffici postali soppressi.
Considerato altresì necessario il confronto tra Poste Italiane e Regione
Calabria anche per ragioni di opportunità, attesa la natura di carattere
pubblico dell'azienda postale.”
L'anno scorso questa iniziativa era stata presa nell'ambito della
Conferenza Stato-Regioni, si sono tenuti alcuni incontri istituzionali tra la
Regione Calabria e il Ministero delle Attività Produttive e, adesso, questo
percorso, dopo l'avvicendamento con un nuovo management in azienda, si è
interrotto.
“Considerato, inoltre, che tali misure di riorganizzazione non solo
comportano l'aumento della disoccupazione in una realtà che registra tassi ai
vertici della classifica europea, basti citare un dato su tutti: la media Europea
della disoccupazione nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è dell’11 per
cento, in Italia è del 17 per cento, in Calabria è addirittura superiore al 55
per cento.
Rilevato, tra l'altro, che la chiusura dei presidi in zone periferiche del
territorio ha un alto impatto negativo dal punto di vista sociale,
rappresentando gli stessi presidi, il più delle volte, per le fasce di
popolazione più deboli - anziani, pensionati e indigenti - un vero e proprio
punto esclusivo di riferimento, con ciò favorendo il progressivo spopolamento
delle aree interne.
Verificato, infine, che il Presidente della Giunta e l'assessore
competente, nella loro azione di valorizzazione delle realtà occupazionali
calabresi e di contrasto alla disoccupazione si sono più volte dimostrati
sensibili, sostanzialmente, alla necessità di scongiurare la chiusura
indiscriminata di uffici postali sul territorio calabro. -
impegna
il Presidente e la Giunta regionale:
-
a richiedere urgentemente un incontro con il dirigente della Macroarea Sud
di Poste Italiane Spa per far sì che il Contact
Center di Lamezia Terme, implementato delle risorse originariamente previste,
prosegua la sua attività;
-
ad assicurarsi che in futuro
qualsiasi fase di intervento riorganizzativo, che
comporti la deleteria soppressione di presìdi di
servizio, ancorché universali, sia preceduta da una fase di confronto con i
legittimi rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, così come
concordato nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni.” Grazie.
Ci sono interventi? Ha chiesto di intervenire l’assessore Robbe, ne ha facoltà.
Concordiamo su tutto il contenuto e ci adopereremo per chiedere con urgenza
un incontro ai dirigenti della Macroarea Sud con l'intento di provare a
recuperare quante più posizioni possibili e l’intera situazione, in
considerazione di tutti gli argomenti apportati che sono assolutamente
condivisibili. Grazie.
Se non ci sono altri interventi, poniamo in votazione l'ordine
del giorno.
(Il Consiglio approva)
(È riportato in allegato)
Ottavo punto, l’ordine del giorno di iniziativa dei
consiglieri regionali Gallo, Orsomarso, Bevacqua, Guccione, Sergio, Tallini
“Sulla situazione occupazionale e imprenditoriale del comparto agricolo delle
Piane di Sibari e Cammarata.” Prego, consigliere
Gallo.
Innanzitutto voglio ringraziare i colleghi che lei ha testé
citato e che hanno avuto la sensibilità di comprendere l'emergenza che vive quell'area, e,
soprattutto, un comparto socio-economico di straordinaria e vitale importanza,
come il comparto agricolo delle Piane di Sibari e di
Cammarata. Comparti che il Presidente conosce bene perché in passato è stato
assessore regionale all’agricoltura, ma che, anche da Presidente della
provincia, ha curato, tutelato e anche salvaguardato.
Cito un esempio per tutti: nel 2009 ci fu un evento metereologico
straordinario che colpì tutta la produzione di drupacee di quell'area e che,
quindi, fece perdere, il 5 luglio del 2009, tutta la produzione di pesche, di
nettarine e di albicocche. Io ero sindaco di Cassano e insieme all’allora
Presidente della provincia, Oliverio, all'allora assessore regionale
all'agricoltura, Pirillo, ai rappresentanti dei
lavoratori e anche della parte datoriale, svolgemmo un percorso che vide la
Regione - devo dire fortunatamente - positivamente protagonista per il sostegno
di quel comparto e per far sì che quelle migliaia di posti di lavoro che,
direttamente o indirettamente, sono impegnate in quel comparto fossero
salvaguardate.
Oggi, a mio avviso, si pone di nuovo un problema di straordinaria emergenza
su quell'area, perché i segnali sono pericolosi e, per la verità, univoci.
Alcune aziende stanno passando di mano, anche in maniera strana, con passaggi
che non vedono protagonisti, forse, i migliori imprenditori possibili impegnati
sull'area. Questo comporta un rischio anche per i lavoratori, per la
salvaguardia dei loro diritti.
Qualche altra azienda è passata di mano per qualche errore commesso, per
qualche lite giudiziaria, e questo ha fatto sì che anche imprenditori di fuori
regione si impadronissero degli sforzi compiuti da imprenditori e lavoratori
calabresi per qualche decennio. Altro segnale pregiudizievole per l'economia di
quel territorio.
Ci sono altri dati: quasi tutte le aziende di quell'area sono in ritardo
nei pagamenti dei salari ai lavoratori. C'è chi è in ritardo di 7 mesi, chi di
10 mesi, chi, addirittura, di 14 mesi. I lavoratori continuano ad espletare il
loro lavoro sotto il sole, la pioggia, in condizioni anche difficili, ma spesso
non riescono a ricevere i salari da parte delle aziende che sono in forte ed
evidente ritardo.
Ricordo - e lo dicevo prima - che in quell'area sono impegnati direttamente
o indirettamente vari comuni: Cassano, Corigliano,
Castrovillari, Altomonte, Spezzano, Firmo, Lungro, Acquaformosa, Civita, Saracena. Sono impegnate oltre 10.000 persone,
quindi quel comparto è la trave portante dell'economia di quell'area. Se salta
quel comparto, rischiamo veramente il peggio, rischiamo di finire alla guerra
civile in quell'area.
Mi assumo la responsabilità di quello che dico, fra le varie responsabilità
che vengono individuate c'è, forse, anche un’interpellanza sull'argomento del
collega Guccione, ma questo non è il momento di fare i processi e io non sono
qui per svolgere precipuamente il ruolo di opposizione nei confronti
dell'operato della Giunta regionale, ma vorrei che tutti quanti
costruttivamente prendessimo coscienza del problema.
C'è, forse, un ritardo nell'erogazione di alcune provvidenze, peraltro
promesse, anche con uno sforzo - bisogna riconoscerlo - notevole da parte della
Giunta regionale, nei confronti di quelle aziende che avrebbero ricapitalizzato
con una erogazione di Fincalabra, con un mutuo a medio-lungo termine con interessi – credo - pari a zero.
C'è anche preoccupazione per i ritardi nell'erogazione delle provvidenze
europee - che vengono solitamente naturalmente erogate da Arcea -, la domanda
unica e qualche altra provvidenza per le quali ci sono delle annualità di
ritardo.
È chiaro che per l'azienda per la quale c'è un erogazione di qualche
migliaio di euro, quella piccola economia costituisce un minimo di ossigeno,
per aziende più grosse si parla di cifre molto più alte, qualche centinaio di
migliaia di euro, ed è chiaro che anche questo comporta una crisi naturalmente
a scala, in proporzione.
Quindi, massima è la preoccupazione dei territori interessati, coincidenti
con gran parte della Calabria del nord e segnati da una crisi economica e
sociale che viene aggravata da un contesto difficile.
Cosa chiediamo? Un tavolo di concertazione, così come nel 2009, tra
Regione, sindacati, associazioni di categoria, che finora non si è avuto. C'era
stata anche un'iniziativa da parte dei sindacati per una mobilitazione, credo
che l'interazione con la Giunta abbia frenato quella iniziativa, ma non mi
interessa, non era un'iniziativa nostra, della politica, ma era un'iniziativa
dei sindacati; se hanno ritenuto di fare così avranno avuto le loro ragioni.
In effetti, la mancata definizione di questa situazione potrebbe comportare
l'effettivo licenziamento, il mancato impiego di migliaia di lavoratori e
potrebbe tradursi - lo voglio dire con grande serenità, ma anche con fermezza -
anche in problemi di ordine pubblico su quel territorio. In qualche azienda sta
già accadendo, stanno iniziando i tagli. In qualche azienda si dice ai
lavoratori: “non vogliamo sindacati in azienda”; si dice: “accontentatevi di 30
o 35 euro e lavorate dalla mattina alla sera”, ben oltre le 6 ore e 40 previste
dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
Voglio segnalare al Presidente della Giunta regionale, al consigliere
delegato, alla Giunta regionale, al Consiglio regionale una situazione che
appare davvero esplosiva. Non voglio esagerare, perché non sono abituato ad
esagerare quando si discute di problematiche serie come questa.
Il senso della mozione è l’impegno della Giunta regionale di promuovere
quel tavolo di concertazione sulla crisi occupazionale e imprenditoriale del
comparto agricolo della Piana di Sibari e Cammarata.
So che il Presidente ne è perfettamente a conoscenza e so che ha qualche
idea, anche sulla scorta di precedenti esperienze - credo che ce ne parlerà -,
per sbloccare con urgenza l'iter procedurale relativo alla concessione del
finanziamento.
Il mio ordine del giorno è stato sottoscritto in data 17 aprile 2018 -
quindi oltre un mese fa -, mi auguro che nel frattempo ci siano state delle
novità positive sull'iter procedurale relativo alla concessione del finanziamento
richiesto dalle aziende del consorzio per la valorizzazione delle pesche
nettarine di Calabria, già istruito con parere favorevole di Fincalabra, e, inoltre, che vengano adottate tutte le
iniziative opportune e necessarie a favorire la ripresa del settore e
salvaguardare i livelli occupazionali, preservando altresì dalla paralisi
produttiva le imprese agricole del territorio.
Mi affido alla sensibilità del Presidente e della Giunta regionale, ma
anche dell'intero Consiglio regionale; i colleghi hanno sottoscritto senza
esitazioni questo ordine al giorno e li ringrazio ancora una volta, perché
questo è un altro degli argomenti sui quali la politica non si può dividere.
Non c'è centro-sinistra, non c'è centro-destra, non ci sono
strumentalizzazioni, ci sono soltanto dei problemi che esistono realmente sul
territorio e che chi è al Governo, naturalmente, deve affrontare col piglio di
chi ha quella responsabilità, ma anche con la consapevolezza che da parte
nostra non mancherà il sostegno pieno rispetto a qualsiasi azione a sostegno e
a salvaguardia dei livelli occupazionali di quell'area che - come per la
mozione precedente, quando abbiamo discusso del sistema olivicolo - in quel
sistema socio-economico sono di salvaguardia della pace sociale di quei territori.
Se questo dovesse saltare, veramente non so cosa potrebbe accadere e voglio
dirvi che chi lavora nei campi, chi lavora nel settore agricolo, lo fa con
grande sforzo, lo fa con grande impegno, lo fa con i vecchi sistemi - anche se
oggi i sistemi sono cambiati e sono meccanizzati - e i risultati, ciò che porta
a casa, non serve a diventare ricchi, naturalmente, ma a fare la spesa, ad
avere magari, se possibile, pagato l'affitto di casa, a far studiare i figli
per consentire loro un futuro diverso.
La nostra sensibilità ci porta a dire al Presidente dei calabresi che deve
essere piena la solidarietà rispetto a queste persone che dimostrano ogni
giorno impegno sul posto di lavoro e che ci sostengono quando noi ci
candidiamo, avendo solo il desiderio di poter vivere tranquillamente la loro
vita e avere un lavoro.
Questa sensibilità sono sicuro che sarà dell'intero Consiglio regionale e
della Giunta regionale, del Presidente che, peraltro - ne abbiamo già parlato
in altra sede -, è perfettamente a conoscenza di questa vicenda e sono sicuro
se ne occuperà con il sostegno anche di questa parte politica che non mancherà
in nessuna circostanza. Grazie.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Mi perdonerà il collega Gallo, ero fuori all'inizio dell'intervento, ma
sono rientrato in Aula, perché quando ho firmato quest’ordine del giorno, l’ho
fatto in modo convinto e voglio stare in linea con il suo intervento.
Penso che - lo dico al presidente Oliverio ed al consigliere Mauro d'Acri
che ha la delega in questo comparto - su questo tema specifico - per quanto mi
riguarda, il ragionamento vale anche per la sanità che è un altro tema
fondamentale - non possa esserci divisione.
Certo, ci possono essere manager più capaci o meno capaci, ci possono
essere critiche.
Gli imprenditori, gli operatori di questo settore, hanno le loro idee
politiche, no? Che siano di centro, di destra o di sinistra, hanno sempre
assecondato i governi di turno per non essere secondi o terzi nelle
valutazioni.
Credo che in questo campo - lo dico al consigliere Mauro d'Acri, visto che
conosco la sua visione già dai tempi dell’università -, come diceva il
consigliere Gallo, sia necessario un intervento serio, un provvedimento che
possa vedere la Calabria protagonista nei confronti del Governo - che sta per
nascere, ma non sappiamo se questo sarà nelle varie cose che hanno inserito -
per rinegoziare con Bruxelles alcuni aspetti difficilissimi e “maledetti”.
Il collega D'Acri è a conoscenza di tutte le volte in cui - non solo io che
sono un consigliere di minoranza, ma anche gli altri consiglieri - abbiamo
evidenziato i ritardi di questi sistemi che non funzionano con i dati che
vengono caricati a Roma.
Penso che sul tema Calabria agricola sia necessario un grande sforzo.
Presidente Oliverio, le chiedo un minuto di attenzione, perché accadono
cose strane in questa regione. Nel senso che io - come lei ben sa - tutte le
volte che mi sono rivolto alla sua presidenza, l'ho fatto da parte politica di
minoranza, sempre distinguendo i ruoli ed evidenziando i problemi; su questo,
invece, succedono cose strane in Calabria ed uno dovrebbe stare sempre “con il
fucile spianato” per acquistare credibilità. A chi commenta un atto come questo
dicendo: “sono tutti uguali, tutti temono qualcosa”, rispondo che non è così.
È arrivato il tempo che si prenda una posizione sul tema Calabria agricola,
su quel valore fatto di produzioni e di lavoro non remunerato - soprattutto per
chi produce, perché nella grande distribuzione vengono “strozzati” i prezzi.
Tutte tematiche che chi si occupa di quel settore conosce.
Per questi motivi mi piace sostenere con il mio intervento l’ordine del
giorno, provando a togliere da questo vitale settore il colore politico delle
maggioranze che di volta in volta - come è giusto in democrazia - si possono
susseguire alla guida di questa Regione.
Quindi, ha fatto bene il collega Gallo a sottoporlo alla nostra firma e
faremo bene a mettere in campo - ovviamente voi che siete al governo, ma anche
con il nostro contributo - tutti i provvedimenti necessari – ribadisco - nel
confronto col Governo centrale e nel confronto con la “maledetta” tecnicalità di spesa che spesso l’Europa ci impone su tante
Misure. Prendete ad esempio “Garanzia giovani”: non serve a nulla, no? Per come
è articolata, per come è costruita, sarebbe stato meglio se ci avessero fatto
costruire Misure che guardavano agli agricoltori e ai giovani agricoltori o
anche a giovani che operano nel turismo, ad esempio, anche a leggi come quella,
tanto discussa, del consigliere Greco sui campi da golf. Questa è una
prospettiva che potremmo discutere insieme. Quindi, grazie al collega Gallo che
propone sempre ordini del giorno importanti che dovremmo discutere all'interno
di questo Consiglio regionale.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua, ne ha facoltà.
Anch’io ho firmato con convinzione quest’ordine del giorno
che vede la firma di più consiglieri regionali, di ambo gli schieramenti,
perché credo che sia un problema sentito, avvertito, importante, vitale per
quel territorio della provincia di Cosenza.
Credo, però, che sia altrettanto importante dire e
affermare alcuni elementi fondamentali che stanno alla base di questa
discussione che riguarda il comparto agricolo, a livello regionale e a livello
della Sibaritide; settore, come diceva bene il collega Gallo, vitale, di
estrema importanza ma anche un settore su cui spesso nel passato abbiamo
commesso errori di valutazione. Forse abbiamo sbagliato ad investire su tutto e
di più.
Non abbiamo avuto la capacità e l’intelligenza di saper
incidere sostanzialmente su alcune tematiche, su alcuni settori, su alcune
aziende che mettevano in campo, in questo settore, un know how, quindi un plusvalore, competenze
specifiche e anche innovazione.
Dobbiamo dire anche questo. La responsabilità è un po’ di
tutti ma vorrei anche dire alle imprese e a chi oggi vive momenti di difficoltà
che non bisogna sempre pensare alla Regione come una “mucca da mungere”, come
un “agrume da spremere” perché spesso anche questo è stato un errore.
Lo dico con estrema umiltà ma con estrema determinazione,
perché anche noi nel passato abbiamo alimentato troppo il sistema senza
pretendere risultati da parte di chi aveva forti finanziamenti da parte del
Governo regionale e del Consiglio regionale.
Dico questo senza voler additare nessuno ma con la
consapevolezza che ciò si è verificato perché credo si commetta un errore
quando parliamo di amici, e non di comparto agricolo, quando parliamo di
particolari interessi, e non di settore.
Gli amici hanno un senso, la responsabilità nel governare
la Calabria ha un altro significato. Prendiamo atto di questo e di ciò che
facciamo in Consiglio regionale perché se alimentiamo un sistema, il sistema
non funzionerà mai. Se alimentiamo la buona politica, la buona amministrazione,
il buon governo, la buona agricoltura faremo il nostro dovere.
Credo questo sia un punto cardine che dovrà caratterizzare
le prossime scelte del Consiglio regionale perché ho visto alcune scelte
sbagliate anche in quelle sul Piano di Sviluppo Rurale (PSR).
Lo dico da esponente della maggioranza, perché credo che
anche lì avremmo dovuto avere più coraggio nel saper incidere meglio, nel saper
indirizzare le risorse, nel saper canalizzare le risorse che avevamo a
disposizione, forse, in meno misure ma più qualità. Lo dico come un mea culpa a me stesso perché capisco,
conosco bene il territorio, quel territorio in maniera particolare.
Conosco anche gli attori in quel territorio e quindi so
bene chi agisce in un certo modo, chi opera in un altro modo, chi pensa di
utilizzare l’amico per avere altre cose.
Non è così che dobbiamo amministrare la Regione Calabria!
La Regione Calabria si amministra e si governa se c’è davanti una visione, una
prospettiva o un orizzonte che non è il nostro ma quello che guarda da qui a 10
anni. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere D’Acri. Ne ha
facoltà.
Grazie, signor Presidente. Buonasera, colleghi. Ringrazio i
colleghi Gianluca Gallo, Orsomarso, Bevacqua e tutti coloro che hanno firmato
quest’ordine del giorno perché hanno posto giustamente il problema fondamentale
di un’area, in cui si trovano aziende importanti, c’è un’economia.
Anche il collega Gallo ha detto nel suo intervento: “Sto
apprezzando quanti sforzi si sta facendo per poter portare a termine questo
finanziamento al Consorzio pesche e nettarine”.
Ebbene, caro collega, proprio venerdì si è chiuso l’iter. E’ stato un iter travagliato tra il dipartimento agricoltura, il dipartimento
lavoro e Fincalabra.
Sono stati espletati una serie di monitoraggi e di
operazioni in questi mesi. Tutto questo ha portato a chiudere l’operazione.
Venerdì sono andati dal notaio, sono stati firmati gli
accordi. Si stanno espletando, quindi, i finanziamenti.
Siamo sempre stati disponibili ai Tavoli di concertazione e
a porre attenzione a quei problemi perché poi i problemi non sono solo quelli:
abbiamo le pesche e nettarine e poi c’è il problema del ritardo dei pagamenti.
Il collega diceva: “Ci stanno aziende che prendono mille
euro e aziende che prendono un bel gruzzoletto”, però penso che chi conosce la
nostra realtà e le nostre aziende sa che anche per le piccole aziende quel
contributo è fondamentale.
E’ fondamentale perché esaminiamo circa 94 mila domande,
quindi la maggior parte è composta da piccoli agricoltori. E’ importante che
ognuno entro i termini percepisca le spettanze; qualcuno li chiama premi. No,
non so sono dei premi, sono degli aiuti al reddito.
Quell’azienda avrebbe, quindi, dovuto produrre “ics” e
produce “ipsilon”, allora le viene accreditata la differenza.
Qualcuno ha detto che il lavoro degli agricoltori è duro,
ma oltre che duro è fondamentale per la salvaguardia del territorio. Questo è
stato un anno particolare, molte volte siamo stati pronti con i bandi, siamo
stati pronti pure con gli elenchi da mandare a Roma. C’è un’Agenzia per le
erogazioni in agricoltura (AGEA) che va riformata.
In effetti, una delle ultime operazioni fatte dall’ex
premier, Gentiloni, in qualità di Ministro delle
politiche agricole, alimentari e forestali, è stata quella di firmare il
decreto attuativo della Legge delega numero 154 del 2016 sul riordino
dell’AGEA.
C’è il Sistema informativo agricolo nazionale (SIAN), per
il quale, scaduto il contratto da anni, è in fase di espletamento la gara per
l’affidamento dei servizi.
Hanno assegnato alcuni lotti ma entreranno in gioco solo
dal 30 di giugno in poi. Tutto questo porta dei ritardi. Ci sono, quindi, dei
controlli.
In questa fase particolare siamo anche passati da una
vecchia programmazione, stiamo chiudendo, quindi, il 2007-2013, su cui ci sono
ancora degli strascichi, alla nuova programmazione 2014-2020. Quindi, nuove
esigenze, nuove cose, che stanno portando dei ritardi.
Poi sul Piano di sviluppo rurale: quando ero dall’altra
parte, quindi svolgevo l’altro mio ruolo di agricoltore, mi veniva sempre detto
che il Piano di sviluppo rurale molte volte è una cosa chiusa, è una cosa che
non si può modificare ma, grazie a Dio!, si può fare un Tavolo di
concertazione. Siamo sempre stati favorevoli perché in questi tre anni abbiamo
sempre ascoltato tutto.
Se c’è qualche misura che ha “tirato” in più o qualche
misura che ha “tirato” in meno, si può fare una variazione all’anno sul Piano
di sviluppo rurale. In effetti l’anno scorso le abbiamo già fatte, abbiamo
portato altre cose a casa.
Noi siamo per quell’area, siamo aperti, quindi, se c’è la
possibilità, a fare un Tavolo di concertazione. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha
facoltá.
Intervengo brevemente, Presidente. Prendo atto della
disponibilità dei colleghi, in particolare, del consigliere delegato
all’agricoltura, D’Acri.
Voglio precisare una cosa seria. Quest’ordine del giorno,
lo dico con sincerità, non mi è stato ispirato dagli imprenditori agricoli in
crisi del territorio. Lo dico con grande sincerità.
Mi è stato ispirato da cittadini, operai, operatori del
mondo agricolo, che sono venuti da me a chiedere aiuto perché le aziende non
pagano da mesi.
Quindi, mi sono sentito in dovere di scrivere, insieme ai
colleghi, quest’ordine del giorno che si è trasformato poi in punto all’ordine
dei lavori.
Di questo ringrazio il Presidente per la sensibilità perché
è giusto che il Consiglio regionale discuta di questi argomenti, perché credo
che abbiamo il dovere, così com’è stato in passato, di fare qualcosa per
mantenere in piedi quel sistema, magari “zigzagando” fra le varie difese che
mette in campo la Commissione Europea, a danno dei vari territori.
Voglio precisare, però, perché questa è anche la storia,
che su quel territorio ci sono stati imprenditori che hanno creato economia e
lavoro, utilizzando fondi pubblici, utilizzando gli aiuti della Regione prima,
gli aiuti dell’Unione europea dopo.
Questo non lo possiamo dimenticare. Quell’area è la più
avanzata, forse dell’intero Mezzogiorno, dal punto di vista agricolo.
Ci sono stati anche imprenditori, e questo è importante,
che hanno saputo creare rete, hanno saputo creare cooperazione. Oggi quello che
fa paura è che è in crisi anche quel sistema.
Fornisco dei dati: nel 2015 l’esportazione di prodotti
agricoli verso la Cina è aumentata del 25 per cento; è aumentata del 75 per
cento, in particolare, l’esportazione di due prodotti, il prosciutto di Parma e
il parmigiano reggiano, che sono un esempio mirabile di tradizione, qualità e,
soprattutto, cooperazione. In quell’area ci sono cooperative, quindi filiere
produttive, che nel corso dei decenni, già a partire dagli anni ‘70, hanno
fatto crescere tanti imprenditori che sono stati capaci, per la prima volta, di
stare insieme.
Quello che fa paura, caro consigliere D’Acri, è che in
questa fase quel sistema, anche di cooperazione, sia in crisi. Questo fa paura.
Abbiamo, allora, il dovere di cercare insieme delle soluzioni; abbiamo il
dovere di cercare di salvaguardare quel sistema imprenditoriale ma,
soprattutto, quel sistema che riguarda i lavoratori. Dobbiamo inventarci
qualcosa.
Un esempio che mi viene - lei è del settore, consigliere
D’Acri, io faccio tutt’altro nella vita - è quello di far sì che la grande
distribuzione adotti, in qualche modo, i prodotti calabresi. Il mondo va
sfamato e abbiamo le terre più fertili del mondo.
Abbiamo anche tradizione e qualità in questo senso.
Dobbiamo ragionare su questo.
Per questo l’idea del Tavolo di concertazione, l’idea del
ragionamento insieme su questo, nel quale - lo voglio ribadire, come ho fatto
nel primo intervento - non mancherà mai il nostro sostegno a chi oggi è al
Governo.
Domani potremmo essere noi a dover trovare la risoluzione
di queste problematiche che sono di grande sensibilità per i calabresi.
Grazie. Riteniamo l’ordine del giorno ritirato oppure si
pone ai voti? Si vota, quindi, benché il consigliere delegato all’agricoltura
abbia detto che le richieste sono state già evase.
Su questo chiediamo anche un Tavolo di concertazione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere D’Acri. Ne ha
facoltá.
Penso che le richieste siano già state evase. Mi ero già
espresso con parere favorevole sul Tavolo di concertazione.
Vorrei ricordare poi al collega Gallo che, solo qualche
giorno fa, abbiamo approvato sulla Misura 4.2 del Piano di sviluppo rurale una
serie di progetti sulla agroindustria.
Le richieste sono state accolte anche in quell’area.
Stiamo, quindi, cercando di fare. Poi i Tavoli di concertazione ben vengano con
le parti sociali! Per noi non è stato mai un problema.
Bene, grazie. Pongo in votazione l’ordine del giorno.
(Il Consiglio
approva)
(È riportata in allegato)
Passiamo al punto 9. Ordine del giorno d’iniziativa dei
consiglieri regionali Gallo, Orsomarso e Tallini “Sulla riorganizzazione del
sistema di interventi e servizi sociali”. Può intervenire, consigliere Gallo.
Grazie, Presidente. Su questo argomento, la
riorganizzazione dei sistemi di interventi e servizi sociali, ringrazio anche,
in questo caso, i colleghi Tallini ed Orsomarso, che hanno avuto la sensibilità
di sostenere questo scritto.
Facciamo un passo indietro. Con delibera numero 449 del 2016 sulla riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali, la Giunta regionale si prefissava l’obiettivo di riorganizzare il sistema di welfare, disciplinando le procedure di autorizzazione, accreditamento e vigilanza, le modalità di calcolo, la tipologia delle rette, la costituzione e il funzionamento degli uffici di Piano.
Con delibera di Giunta regionale numero 526 del 2017 si introducevano importanti modifiche alla precedente delibera di Giunta regionale, la numero 449 del 2016, procedendo all’accreditamento generale una tantum di tutte le strutture autorizzate alla data del 30 novembre 2017, indipendentemente dal possesso del requisito dei 3 anni minimi di esperienza nel settore e prevedendo, altresì, l’abrogazione dell’articolo 15 del Regolamento allegato alla delibera di Giunta regionale numero 449 del 2017, col quale si concedeva alla Regione la facoltà di avviare nuovi servizi sperimentali sul territorio regionale.
Con successiva delibera di Giunta regionale, la numero 633
del 2017, si fissava al 31 dicembre 2017 la data finale della permanenza delle
competenze, anche economiche, in capo alla Regione.
In particolare, la delibera di Giunta regionale numero 449
del 2016 disponeva che dal primo gennaio 2018 la Regione Calabria avrebbe
trasferito ai Comuni capo-ambito, quindi capo-distretto, le competenze
economiche per la liquidazione delle spettanze socio-assistenziali in favore
delle strutture ed entro il 30 giugno 2018 i Comuni capofila degli ambiti socio-assistenziali
avrebbero dovuto procedere alla ricognizione delle strutture esistenti sul
proprio territorio, dell’utenza inserita nelle varie strutture e al
convenzionamento delle strutture per la liquidazione delle spettanze
socio-assistenziali per le prestazioni fornite. Perché dico avrebbero dovuto
procedere? Perché nel frattempo è intervenuto il Tar che ha annullato la
delibera numero 526 del 2017.
Dal primo luglio 2018 le strutture socio-assistenziali
operanti sul territorio sarebbero dovute essere in linea con gli adeguamenti
del personale, in base a quanto previsto dai regolamenti attuativi della legge
regionale numero 23 del 2003 e pubblicati con la delibera di Giunta regionale
numero 449 del 2016. Avrebbe dovuto aver luogo, contestualmente, l’aumento del
costo delle prestazioni socio-assistenziali delle rette.
Sempre dal primo luglio 2018 sarebbero dovute entrare in
vigore le nuove tariffe sulle prestazioni socio-assistenziali, con ripartizione
dei costi anche a carico di Comuni ed utenti, in particolare degli utenti
tenuti alla compartecipazione, anche in caso di ISEE familiare al di sotto dei
quattro mila euro.
Alla data del 31 dicembre 2018 le strutture
socio-assistenziali avrebbero anche dovuto completare tutti gli interventi
strutturali, previsti dai regolamenti attuativi della legge regionale numero 23
del 2003 e pubblicati, sempre con la delibera di Giunta regionale numero 449
del 2016 e successive.
Gli ambiti socio-assistenziali non sono ancora stati tutti
regolarmente costituiti.
La Regione Calabria non aveva provveduto, prima della sentenza del Tar, al commissariamento dei Comuni inadempienti per la costituzione degli ambiti socio-assistenziali. Le strutture socio-assistenziali lavoravano dal primo gennaio 2018 senza convenzione, né con la Regione Calabria né con i Comuni capo-ambito, in quanto, a fronte del mancato trasferimento delle competenze economiche, quindi dei fondi, nessun Comune ha proceduto al convenzionamento, nelle more, prima della sentenza del Tar, dando corso alla maturazione di fatto di debiti nei riguardi dei gestori dei servizi o di crediti a favore degli stessi.
Le determine di inserimento degli utenti nelle strutture sono tutte scadute alla data del 31 dicembre 2017, col risultato che al momento ci sono utenti, soprattutto dopo la sentenza del Tar, che sono assistiti dalle strutture senza autorizzazione alla frequenza, con gravi problemi di responsabilità a carico delle strutture ed eventualmente, anche in questo caso, di aumento esponenziale dei crediti. Le strutture di nuovo accreditamento, quelle cioè che erano autorizzate al funzionamento alla data del 30 novembre 2017, cosa che non sarebbe dovuta accadere, sono state, quindi, accreditate senza che la Regione Calabria avesse fatto preventivamente una ricognizione del fabbisogno e senza copertura di bilancio e hanno accolto in questi mesi l’utenza, in assenza di controlli sulla spesa sociale, con conseguente rischio di esplosione della spesa sociale stessa.
La delibera di Giunta regionale numero 449 del 2016 ha anche
un allegato, l’allegato B, che riguarda la quantificazione della retta con la
compartecipazione degli utenti e dei Comuni, ponendo una quota anche a carico
delle famiglie.
In qualche circostanza ho letto che l’assessore precedente,
Roccisano, stava cercando di modificare quest’aspetto, non facendo gravare i
costi delle rette sulle famiglie con reddito inferiore ad una certa cifra, ma
lo stato di fatto, gli scritti confermano questa situazione con famiglie, anche
con ISEE pari a zero, con una compartecipazione alla spesa sociale per un
carico di 7 milioni di euro nell’intera Regione Calabria, con 17 milioni di
euro, invece, a carico dei Comuni.
Non ci sono novità da parte della Regione sull’abrogazione
dell’articolo 15 del Regolamento che riservava alla Regione la possibilità, in
presenza di fondi, di avviare azioni sperimentali.
Il senso dell’ordine del giorno è questo: impegnare il
Governo regionale ad adottare con urgenza, previa discussione e confronto in
Consiglio regionale - anche per questo voglio ringraziare il Presidente perché
di questi argomenti, di questi temi è giusto che se ne dibatta in Consiglio
regionale, perché sono argomenti di grande sensibilità per la nostra
popolazione, per la popolazione calabrese -, tutti i provvedimenti utili e necessari
per consentire l’attuazione della previsione della delibera di Giunta regionale
numero 449 e di quelle successive, anche con le modificazioni e con gli impegni
che erano stati assunti in terza Commissione.
Vale a dire, radicali modifiche in riferimento alla
riduzione della quota di compartecipazione alle spese poste a carico dei Comuni
e alla cancellazione dell’obbligo di compartecipazione delle famiglie con
reddito inferiore a quattro mila euro.
Fin qui più o meno la lettura dell’ordine del giorno.
Voglio esplicitare un po’ meglio la posizione che ho voluto
assumere su questo argomento insieme ai colleghi Tallini e Orsomarso. C’è un
sistema, il sistema sociale che in qualche modo, nel corso degli ultimi
decenni, ha fornito servizi all’utenza in questa regione.
Ha fornito servizi che sono stati forse anche non migliori
rispetto a quelli di altre Regioni, ma nemmeno peggiori. Spesso ci capita di
sentire, di ascoltare attraverso i massmedia che in altre Regioni, magari più decantate della
nostra, in alcune strutture nelle quali sono ricoverati disabili, malati
mentali, ci sono episodi gravi di maltrattamenti, episodi gravissimi di non
considerazione dell’umanità e del recupero di questi soggetti.
In Calabria, devo dire, che questi casi sono rarissimi ed è
un sistema che ha proceduto nel corso dei decenni. Anche in questo caso, voglio
precisare, l’ordine del giorno non mi è stato ispirato da imprenditori che
operano nel settore, ma dall’incontro con alcune famiglie che mi hanno
raccontato la loro esperienza.
Concluda, consigliere!
Mi hanno raccontato della difficoltà di avere un disabile
all’interno della propria unità familiare. Affidare, quindi, il proprio figlio
autistico o con altri problemi all’interno di una struttura significa magari,
Presidente, avere qualche ora di tregua, avere la possibilità per quelle
famiglie di ricevere una risposta anche dal sistema sociale, che non sia la
solita pensione o l’accompagnamento.
Grazie, consigliere, ha concluso.
Mi avvio alla conclusione però è un problema serio.
Concluda!
Dicevo, Presidente, mi conceda due minuti e chiudo subito.
E’ una questione, quindi, di grandissima importanza.
Ritengo che la riforma, che definisco “deforma” - vale a
dire quella contenuta nelle delibere di Giunta regionale numeri 449 e 526,
cassata per motivi formali dal Tar ma, ritengo, anche per motivi sostanziali -
consenta alla Giunta regionale di ripartire con un’impostazione totalmente
diversa, non dagli errori del passato.
Non si può pesare sulle famiglie, soprattutto su quelle a
reddito zero, per un sistema socio-economico che proprio questa parte politica,
la vostra parte politica, credo, dovrebbe assolutamente tutelare. Non si può
pesare sui Comuni perché altrimenti non si conosce la storia e la realtà
economica che i Comuni vivono.
Se facciamo pesare la spesa sociale sui Comuni nessuno
ricovererà nessuno. La gente terrà i propri disabili in casa e non riusciremo a
dare un minimo di risposta sociale.
Non si può non controllare continuamente i livelli di
spesa, anche attraverso accreditamenti, come quelli che sono stati favoriti dal
primo gennaio di quest’anno, che, a mio avviso, non sarebbero dovuti esistere
se non con una ricognizione delle esigenze esistenti sul territorio.
Grazie, consigliere Gallo.
Presidente, chiudo dicendo semplicemente che, a mio avviso,
questa “riforma deformante” va assolutamente rivista dalla Giunta regionale e
l’occasione c’è perché, per fortuna, il Tar è intervenuto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo perché questa mattina, non
sapendo del punto all’ordine del giorno, ho presentato, proprio su questa
tematica, una mozione, che riguarda, appunto, la riorganizzazione dell’assetto
istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e
politiche sociali - legge numero 328 del 2000 e legge regionale numero 23 del
2003. L’ho predisposta perché, essendo stato per tanti anni sindaco e, ancora
oggi, amministratore del mio Comune, da sempre abbiamo fatto delle scelte
chiare e precise: quelle di pensare al welfare,
di dare assistenza alle famiglie bisognose, di pensare ai disabili e di
offrire, da sempre, servizi importanti alla persona, eliminando fondi che
potessero riguardare i lavori pubblici o altro.
Negli anni abbiamo fatto questo e
continuiamo a farlo con servizi importanti e con strutture che gestiscono
questi servizi.
Proprio negli ultimi mesi mi sono
imbattuto in alcune famiglie che hanno in casa persone con disabilità gravi,
malati mentali, bambini e persone autistiche e me ne sono imbattuto in una
serie di incontri che ho voluto, che ho fatto con loro, anche portato nei loro
centri per vedere come i servizi vengono erogati e gestiti e come questo sia
per le famiglie un supporto fondamentale ed importante. E, quindi, da qui, da
questa analisi reale e concreta del fabbisogno del mio Comune e dei Comuni
vicini, ho elaborato, con alcuni tecnici, una mozione – che, ovviamente, si
inserisce in questo punto all’ordine del giorno – che deve, anche in ragione
della sentenza del Tar, rivedere, chiaramente, le norme attuative della legge
regionale numero 23 del 2003.
Questa mozione – che, come dicevo
prima, si inserisce in questo punto – intende affrontare la problematica del welfare calabrese perché l’annullamento
dei regolamenti attuativi della legge regionale numero 23 del 2003, approvati
con delibera della Giunta regionale numero 449 del 2016, ha dato e può dare
atto ad un reale aggiornamento delle indicazioni che, a mio avviso, ponevano in
essere una serie di problematiche.
Non voglio procedere alla lettura
della mozione né, soprattutto, ricordare la lunga storia del welfare calabrese – a partire dal 2000,
passando per il 2003, con una serie di delibere di Giunta e di Consiglio
regionale, fino ad arrivare all’ultima delibera di Giunta regionale, la numero
169 del 9 maggio 2018 – ma devo fare una serie di considerazioni per le cose
che dicevo prima e per l’importanza che hanno le strutture socio-assistenziali
presenti su tutto il territorio regionale e di cui noi, oggi, che siamo onorati
di governare la cosa pubblica, dobbiamo tener conto.
Parlare semplicemente del reddito
di cittadinanza e non riuscire, poi, ad erogare i servizi è quantomeno
contraddittorio e, quindi, vi è la necessità, oggi, di migliorare l’offerta dei
servizi, non rischiando di ridurli o, addirittura, di mettere i Comuni nelle
condizioni di non poter, certamente, dare quei servizi che, finora, sono
riusciti a dare.
E devo dire che in questi anni
per la Regione questo settore è stato abbastanza positivo. La legge regionale
numero 24 del 2008 ha commesso, poi, un grave errore, quello di abrogare gli
articoli 24 e 25 della legge regionale del 2003 perché questo ha generato una
carenza di disciplina su due istituti fondamentali: quello dell’autorizzazione
e quello dell’accreditamento delle strutture. Oggi, quindi, vale la pena
sottolineare che, invece, l’istituto dell’accreditamento è finalizzato ad
individuare i servizi e le strutture aventi le caratteristiche necessarie per
la copertura del fabbisogno – così come espresso nella programmazione regionale
e territoriale – e consente, soprattutto, la valutazione del raggiungimento
degli obiettivi e dei requisiti di qualità nella conduzione dei servizi.
Nei regolamenti attuativi – che
sono stati cassati sebbene per vizi tecnici e procedurali – sono presenti una
serie di criticità e, devo dire, che il collega Gallo le ha rilevate un po’
tutte.
I regolamenti attuativi della
legge regionale numero 23 del 2003, adottati con la delibera numero 449 del
2016, prevedevano nuovi requisiti professionali e strutturali per cui la spesa
per il sociale passava da circa 26 milioni di euro a 59 milioni di euro. I
succitati regolamenti attuativi, adottati con la citata delibera numero 449 del
2016, individuavano principalmente quattro pilastri su cui avrebbe insistito la
spesa per il sociale: la Regione in
primis; l’Interfondo che è, appunto, il fondo costituito dalla
contribuzione da parte di tutti i Comuni dell’ambito; i Comuni, singolarmente,
ciascuno per i propri residenti, e la compartecipazione dell’utente.
Ed è proprio qua che si inserisce
il mio dire da amministratore locale e da chi conosce le giuste esigenze di
questa popolazione. La pesante compartecipazione economica chiesta ai Comuni
avrebbe, di fatto, svuotato il ruolo centrale riconosciuto agli stessi nella
gestione della rete dei servizi di assistenza – considerate le condizioni
economiche in cui versano la maggior parte dei Comuni calabresi con bilanci in
sofferenza, dissesto, pre-dissesto – e si sarebbe
generata la paralisi dell’intero sistema di erogazione dell’assistenza. Di
fatto, sul punto conviene evidenziare che i Comuni già da diversi mesi –
prevedendo, a breve, l’entrata in vigore nella nuova compartecipazione alla
spesa sociale – avevano sospeso tutte le autorizzazioni in ingresso in favore
dei richiedenti e questo è un dato preoccupante, ma, purtroppo, vero.
La compartecipazione chiesta,
poi, alle fasce bisognose – a partire da quelle con Isee
da 0 a 4 mila euro – avrebbe generato l’impossibilità per le stesse di poter
accedere alle prestazioni socio-assistenziali amplificando, di conseguenza, lo
stato di disagio sociale, personale e le situazioni di rischio sociale su tutti
i territori. Come dicevo prima, l’accreditamento generale, operato dalla
delibera di Giunta regionale numero 526 del 2017, di tutte le strutture
autorizzate alla data del 30 novembre 2017, senza una lettura aggiornata del
fabbisogno regionale, avrebbe potuto generare inutili duplicazioni di servizi
con conseguente aggravamento dei costi e, peraltro, avrebbe lasciato prive di
risposte altre situazioni di bisogno su territori già carenti di servizio.
L’abrogazione, poi, – operata
dalla citata delibera numero 526 del 2017 – dell’articolo 15 del regolamento
17/2016, avrebbe significato precludere, definitivamente, alla Regione Calabria
la possibilità di arricchire il sistema dell’offerta dei servizi, avviando sul
territorio tipologie di assistenza residenziale e semiresidenziale sperimentali
o innovative.
Oggi, ritengo, intanto, che sia
preliminare colmare il vuoto legislativo determinato dalla legge regionale
numero 24 del 2008 con l’abrogazione degli articoli 24 e 25 della legge
regionale numero 23 del 2003, che è competenza, poi, di questo Consiglio. È,
poi, immediatamente, necessario mettere in atto il processo di attuazione della
legge regionale numero 23 del 2003, avviato con la delibera di Giunta regionale
numero 210 del 2015, mediante l’individuazione degli ambiti
socio-assistenziali, che è per noi un fatto di fondamentale importanza.
A questo punto, la mozione – nata
come tale e non già come intervento rispetto ad un punto dell’ordine del giorno
– prevede alcune cose che leggerò brevemente: avviare in tempi brevi i lavori
di stesura dei nuovi regolamenti attuativi per dare attuazione ad una riforma
del welfare realmente sostenibile,
avendo presenti le criticità – evidenziate nelle considerazioni preliminari
della presente mozione – dei precedenti regolamenti di attuazione, non ultima
la preclusione di avviare servizi sperimentali sul territorio regionale;
convocare il Tavolo tecnico consultivo per la concertazione con le parti
sociali del lavoro di stesura dei regolamenti; aggiornare, contestualmente
all’avvio dei lavori, il Piano degli interventi e dei servizi sociali, così
come stabilito all’articolo 18 della legge regionale numero 23 del 2003;
riconoscere, nel quadro dell’offerta di servizi di assistenza da realizzare in
attuazione della legge regionale numero 23 del 2003, l’importanza della rete
delle strutture presenti sul territorio regionale, quale servizio essenziale
nell’erogazione delle prestazioni socio-assistenziali in favore delle fasce
deboli; riconoscere, altresì, la necessità di tutelare la stabilità
amministrativa e giuridica delle stesse strutture al fine di garantire la
continuità assistenziale degli utenti; a rinnovare, mediante addenda
contrattuale tutte le convenzioni con le strutture socio-assistenziali affinché
le tempistiche nelle procedure di liquidazione, delegate ai Comuni per il 2018,
non subiscano un evitabile e inutile ritardo; impegna la Giunta regionale
all’osservanza e coerenza al sentenziato del Tribunale amministrativo, evitando
procedure elusive; a vigilare affinché le procedure di cui alla delibera numero
169 del 2018 vengano adempiute con la massima sollecitudine possibile da parte
dei Comuni capo ambito scongiurando così rischi di interruzione dei servizi ai
danni degli ospiti.
Questa era un po’ la sintesi ed
il senso della mozione che – ancor prima che da consigliere regionale e da uomo
delle Istituzioni – faccio, soprattutto, da amministratore locale che comprende
le situazioni. Negli anni ho capito quello che significa la risposta che noi
dobbiamo dare alle fasce deboli che deve essere – ancor prima che una risposta
di vicinanza e di collaborazione – una risposta che tutti quanti noi dobbiamo
onorare come uomini delle Istituzioni perché il senso vero, il compito vero è
quello di garantire la felicità a tutti, soprattutto a chi in qualche modo ne
ha di meno. Grazie.
Ci sono altri interventi? Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Intervengo soltanto due minuti
perché credo sia importante distinguere, in quest’Aula, ruoli, funzioni e
responsabilità, altrimenti, poi, rischiamo di caricarci situazioni, contesti e
scenari che non fanno parte delle nostre responsabilità, competenze e
disponibilità.
Ritengo che sia giusto, oggi,
porre al centro della discussione il riordino del Piano dei servizi
socio-assistenziali, però è anche vero che commetteremmo un errore se dovessimo
pensare di poter dare risposte a tutte le esigenze e a tutti i bisogni che
ognuno di noi conosce e di cui è consapevole sul territorio soltanto con
risorse regionali o europee.
Vorrei fare un esempio per tutti:
la legge sull’autismo – che il consigliere Mirabello ha presentato da tempo e
che mette ordine e regole nel settore – che non riusciamo a far partire per la
mancanza di risorse finanziarie. Quindi, dobbiamo essere coscienti e
consapevoli di cosa parliamo, di cosa vogliamo fare e dei risultati che
vogliamo ottenere, altrimenti rischiamo di commettere l’errore di chi, oggi,
nel Paese ha vinto le elezioni facendo qualunquismo e individuando
responsabilità che, poi, non competono a chi riveste ruoli istituzionali.
Questo credo che sia un monito
che trasmetto ai colleghi Gallo e Greco che hanno rappresentato, giustamente,
una loro preoccupazione che deve essere, a mio modesto parere, oggetto di una
discussione che dovrà caratterizzare il dibattito politico a livello nazionale
perché, se non abbiamo risorse disponibili, necessarie, utili e funzionali,
penso – ripeto – che commetteremmo un errore a caricarci di responsabilità.
Altra cosa è mettere ordine e
regole nel Piano di riordino dei settori e dei servizi, capire dove abbiamo
sbagliato per poter dare ai Comuni più forza, più linfa vitale, più risorse –
se ne abbiamo a disposizione – altrimenti rischiamo di fare un danno.
E, quindi, questo deve essere il
prossimo tema che dovrà caratterizzare il confronto con il Governo nazionale;
metteremo finalmente alla prova chi, fino ad oggi, ha accusato di
insensibilità, di incapacità e di ingovernabilità, chi aveva responsabilità.
Dobbiamo aprire una discussione
seria con chi avrà, da oggi, responsabilità di governo – visto che è stato
indicato, poco fa, il nuovo premier,
Conte, al quale facciamo gli auguri di buon lavoro – per capire quale visione
ha delle politiche sociali, che responsabilità decide di assumere e che
rapporto ha con le Regioni ed inserirci, con forza e determinazione, per
rivendicare ruolo e dignità per i calabresi e per chi ha bisogno in questa
nostra regione, in questo nostro territorio.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per aggiungere
una serie di considerazioni più generali che faccio mie anche rispetto a quello
che dicevamo prima per quanto riguarda l’agricoltura.
Si parla di welfare avanzato. È anche vero che in questa regione nel campo non
propriamente sanitario, ma, appunto, quello delle strutture
socio-assistenziali, in passato, si è visto l’accreditamento di tutto e di più.
Quindi, anche in questo campo – come sempre – viviamo nel mondo della
speculazione, anche di chi non eccelle, per cui non dobbiamo difendere chi non
eccelle, chi non sta dentro. Però, rispetto ad una riforma che ha un tappeto
generale che è quello che dicevamo prima, in una Regione, come la nostra, che
ha nell’“Obiettivo convergenza” fondi interamente sostitutivi e non aggiuntivi
del finanziamento statale, soprattutto su tematiche come quelle del welfare, gli accorgimenti – lo diceva
bene anche il consigliere Gallo – e la rincorsa di questa Giunta per andare a
mitigare, non sono oggettivamente i migliori e più puntuali.
Che cosa voglio significare?
Finanche i Comuni, che dovrebbero assumere, sono in ritardo e, persino, la
struttura amministrativa per gestire l’aspetto burocratico. Qui rischiamo che
diventi tutto – lentamente e per tutta una serie di cose – un fatto meramente
burocratico.
Credo che anche questo tema –
alla base di questo ordine del giorno che impegna, che fa e che dirà … – possa
essere, secondo me, doverosamente oggetto di una nuova ricognizione da parte
del Governo e, quindi, della Giunta regionale, ma al centro di un sistema che
ci veda nuovamente protagonisti di un confronto futuro.
Adesso –
mi diceva il collega Pasqua – finalmente, è stato indicato al presidente
Mattarella il nome di colui al quale conferire l’incarico di Presidente del
Consiglio, per dire che in questa terra – nelle Regioni e nei Comuni anche su
questa tematica che rischia di gravare soltanto sui bilanci delle famiglie –
c’è necessità di rivedere una logica nuova sui trasferimenti, che siano
trasferimenti alla Regione o ai Comuni. Poi, sarà ben più ampio il dibattito che
impegna all’attuazione di questo ordine del giorno di cui si discute.
Quindi,
non si tratta soltanto di immaginare il sistema e farlo meglio, quanto di
capire, su un tema così sensibile, in una Regione così sensibile, che cosa
manca in termini di Stato non soltanto nelle leggi che, poi, ordinano il
trasferimento di una funzione dalla Regione ai Comuni e, comunque, in tutto
quello che sta nell’ambito di questa discussione, ma il tema centrale è quale
qualità difendere.
E penso
che non debbano essere difesi tutti, al di là di chi attende ancora
l’accreditamento e chi è stato accreditato, e con quali risorse farli, a metà
tra le risorse che sono dei cittadini calabresi e a metà di quelle su cui
abbiamo subito tagli che sono insostenibili, dalla sinistra, dal centro, dalla
destra, dai grillini, da chiunque voglia
dimensionarsi con un governo …
In
Inghilterra con la Brexit
c’è il nuovo welfare: noi dobbiamo
stare con i piedi per terra perché siamo ancora in ritardo anche su questo welfare di base.
Mi
preoccupo anche di capire – in questo ragionamento complessivo – quanto vale il
tema delle risorse e quanto impegno lo Stato, insieme a noi ed alle famiglie
calabresi, possa assumere su questo tema. Per cui dico, ovviamente, bene a chi
ha promosso questo ennesimo ordine del giorno e lo dico al presidente Oliverio,
alla sua nuova Giunta, se si vuole accelerare su un percorso di confronto che
tenga conto anche della discussione fatta oggi in Aula e di questo ragionamento
che ho provato a fare. Posso dare anche il reddito cittadinanza, ma per la
gente che soffre, che non può essere più sostenuta, insomma per le famiglie,
questo è uno dei temi importanti quanto la sanità, perché abbiamo vissuto anche
noi i problemi di mancanza di copertura finanziaria.
E quanti ne state accumulando in
questi mesi di disorganizzazione!
Quindi, non spariamo sulla croce
rossa come qualcun’altro aveva fatto quando si cumulava la quota sociale,
insomma, di alcuni interventi. Proviamo a fare anche qui un ragionamento e ad
essere insieme, come Consiglio regionale, controparte di un Governo nazionale
che proprio in questo settore non può fare orecchie da mercante. Grazie.
Ha chiesto di intervenire
l’assessore Robbe. Ne ha facoltà.
Credo che
sia importante riprendere un dibattito su queste questioni, però, prima di
rispondere in merito all’ordine del giorno, è opportuno precisare alcune cose.
Intanto, è una riforma che nasce
a 18 anni di distanza dalla legge numero 328 del 2000 e a 15 anni di distanza
dalla legge regionale numero 23 del 2003 e, quindi, finalmente, arriviamo alla
riforma con una notevole distanza da tutte le altre 19 Regioni italiane che
sono già alle riforme di seconda generazione. Ora, per effetto del ricorso
presentato al TAR dal comune di Catanzaro e da alcune strutture e, a seguito
delle sentenze numero 977 e 978 del 2018 che, di fatto, bloccano la riforma,
sono stati causati notevoli disagi sia agli utenti sia alle stesse strutture
che erogano i servizi anche perché occorrerà aspettare il giudizio del
Consiglio di Stato in merito alla sospensiva per poter procedere in qualunque
direzione.
Il ricorso della Regione al
Consiglio di Stato si è reso necessario proprio al fine di limitare gli effetti
dell’annullamento dei provvedimenti che, di fatto, avevano già avviato l’iter del passaggio di competenze ai
Comuni e che, quindi, rischiano di metterci in una condizione di inagibilità e,
soprattutto, gli utenti rischiano di essere messi nella condizione di non avere
il sostegno che – credo – tutti condividiamo che abbiano perché – come diceva
prima giustamente il consigliere – sono elementi fondamentali di civiltà.
Il ricorso presentato non ha
tenuto conto degli effetti che avrebbe provocato, appunto, sia sugli utenti sia
sulle strutture, considerato che, se si dovesse tornare indietro, tutti i
provvedimenti del Governo che si è appena chiuso e che vedono beneficiari gli
ambiti – a partire dai Pac infanzia, i PON, il Rei,
il fondo per la non autosufficienza e, non ultimo, il riparto per il Piano per
la povertà –rischierebbero di non essere erogati in questa Regione che è quella
che, più di tutte, ha necessità di acquisire queste risorse.
Quindi, è necessario che noi
andiamo avanti nella direzione di riprendere il discorso e rimodularlo. Per
quanto riguarda il punto A) dell’ordine del giorno, intanto, possiamo dire che
gli ambiti socio-assistenziali sono stati formalmente costituiti con la
delibera di Giunta regionale numero 210 del 2015 poi, modificata dalla delibera
numero 169 del 2018 e, ad oggi, risultano formalmente non costituiti soltanto
l’ufficio di piano e la Conferenza dei sindaci nell’ambito del comune di Cirò Marina a causa del commissariamento prefettizio e si
stanno, ovviamente, adottando i provvedimenti conseguenti.
In merito al punto B), oggi, non
è necessario procedere ai commissariamenti in quanto tutti gli ambiti sono
costituiti e negli ambiti – eccetto Cirò Marina –
sono costituiti l’ufficio di piano e la Conferenza dei sindaci. Per quanto
riguarda il punto C), precisiamo che, con i decreti dirigenziali numero 3101
del 10 aprile 2018 e numero 4663 del 15 maggio 2018, sono state trasferite il
50 percento delle risorse della spesa storica sostenuta dalla Regione per il
pagamento delle rette alle strutture ed ai rispettivi ambiti per un totale di
15 milioni 400 mila euro.
Pertanto, i Comuni possono
continuare nelle procedure di autorizzazione al ricovero e procedere al
pagamento delle rette. Per quanto riguarda il punto D), le determine di
inserimento degli utenti nelle strutture – come succedeva già prima della
riforma – vanno predisposte dai Comuni e questo – ripeto – succedeva già prima
della riforma. Per quanto riguarda il punto E), si precisa che l’accoglienza
delle strutture è subordinata all’autorizzazione del Comune e, comunque, il
possesso dell’accreditamento non dà diritto, automaticamente, al
convenzionamento e, quindi, non si determina aumento della spesa né questo
provoca rischi di esplosione della stessa.
Per quanto riguarda i punti F) e G),
che entrano nel merito della riforma, credo che, ovviamente, se ne parlerà nel
momento in cui riprenderà l’iter.
Quindi, dobbiamo in qualche maniera attendere di riprendere tutto il percorso
di costruzione della riforma a partire dalla sospensiva che speriamo di
ottenere dal Consiglio di Stato e rivedremo gli aspetti critici anche in
considerazione delle modifiche intervenute e delle nuove risorse che stanno
arrivando e che devono andare in capo agli ambiti.
Ora per riuscire a procedere ai
pagamenti, la Giunta ha già avviato i provvedimenti utili per consentire ai
Comuni di continuare l’erogazione delle rette e, nel frattempo, abbiamo già
intrapreso un dialogo – devo dire molto proficuo – con il Consiglio delle
Autonomie locali (CAL), per riprendere il dialogo con gli enti locali senza i
quali ovviamente non si può pensare di andare avanti in una riforma che ci vede
– credo – tutti coinvolti nella stessa direzione e parimenti interessati.
È ovvio che non possiamo pensare
di andare in deroga a principi contenuti nella legge numero 328 del 2000. C’è
un principio previsto dall’articolo 4 che parla di compartecipazione. Ora
possiamo discutere nel merito, ma non possiamo eludere quello che prevede la
norma ed è una norma che – se gli altri hanno potuto adottare – non vedo perché
non dovremmo poter adottare noi.
Ciò detto le risorse che verranno
dal Piano della povertà sono significativamente importanti e prevedono, anche
per tutti gli ambiti che debbano strutturarsi anche dal punto di vista delle
risorse umane necessarie, una disponibilità finanziaria proprio perché con il
Piano della povertà si comincia a parlare di livelli essenziali anche per il
settore socio-assistenziale come per quello sanitario. Dovunque parliamo di
livelli essenziali, mi insegnate che stiamo parlando di risorse che, comunque,
devono essere garantite dallo Stato per cui ritengo che, non appena saremo
messi nelle condizioni dal Consiglio di Stato, riprenderemo il dibattito,
innanzitutto, con gli enti locali e, poi, per come previsto dalla legge
regionale numero 23 del 2003, avvieremo il confronto con tutti i soggetti che
hanno interesse alla questione.
In questo senso ritengo che tutti
i contributi che possono arrivare saranno non utili, ma necessari a costruire
un percorso che non interessa una parte, ma che interessa tutti e che deve
avere – credo – all’orizzonte un unico faro che sono gli utenti. Grazie.
Bene se non ci sono altri interventi poniamo in votazione il provvedimento, prego consigliere Gallo ha tre minuti per la dichiarazione di voto.
Grazie, Presidente, intervengo per dichiarazione di voto perché devo dire, onestamente, non ho ben capito se, poi, il Governo, quindi la Giunta regionale, approverà l'ordine del giorno. Dalla sostanza dell'intervento dell'assessore mi sembra, tutto sommato, di sì. La Regione, costretta dal Tar, che ha annullato la delibera di Giunta regionale perché non sono stati coinvolti i Comuni nel percorso di formazione della delibera stessa, credo che approfitterà, tra virgolette, di questa occasione per ridiscutere alcune topiche che sono state commesse, vale a dire la topica sulle rette, la topica sulla triplicazione delle stesse, la topica, lei non mi ha risposto, assessore, sul mancato convenzionamento. Lei al punto C mi dice che riguardo alle strutture c'è stato il trasferimento delle somme ai Comuni, ma le strutture accreditate che operavano al 30 novembre 2017 erano strutture non convenzionate. Credo che questo non possa accadere e in più le determinazioni di inserimento per gli utenti non ci sono state perché i Comuni, in questo momento di transizione, si sono ben guardati, collega Greco, dall’approvare determinazioni o delibere di Giunta per inserire gli utenti all'interno delle strutture. Questo cosa comporta? Lei ha fatto il Sindaco, io l'ho fatto come lei per qualche giorno. In maniera pratica, consigliere Greco, comporterà il blocco del sistema. Allora questo lo voglio capire, lo dico in Aula perché poi ne discuteremo in altre circostanze, voglio capire se un sistema che più o meno funziona, che consente, come diceva anche lei, alle famiglie di mandare in queste strutture i propri figli per diventare utenti e avere un minimo di servizio, continuerà, oppure se questo sistema si è deciso di farlo saltare perché si passerà, come si vocifera, e ho chiuso, ai voucher, oppure, lo dico con estrema chiarezza, ci saranno gli squali che acquisteranno le strutture più piccole per concentrare il servizio.
Credo che questo non sia un modo condivisibile di procedere, per cui annuncio il voto favorevole sulla mozione. Mi auguro che la Giunta regionale e quindi il Consiglio regionale si riappropri, colleghi, al di là delle differenze, del suo ruolo. La Giunta regionale non può decidere sulla testa di chi come noi è espressione dei calabresi e noi siamo espressione dei calabresi e siamo espressione anche della parte più debole dei calabresi che sono coloro che hanno questi problemi all'interno del loro famiglie. Non è possibile che il Governo, come è stato in passato, decida sulla testa di chi deve avere la sensibilità perché espressione dei calabresi. Ritengo che questa riforma sia una “deforma” e annuncio il voto favorevole del mio gruppo su questa proposta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Dobbiamo fare chiarezza su una questione molto delicata: si è avviata una riforma e la Calabria era l'ultima regione d'Italia a non aver avviato la riforma della legge, l'ha ricordato bene l'assessore; in altre regioni, ormai, sono già oltre quello che era stato fatto qualche anno fa. Su questo dobbiamo fare chiarezza, nel senso che dobbiamo partire da un punto importante: siamo l'ultima regione d'Italia per spesa procapite nel sociale. Ci vuole una certa politica, non mi attarderei sulle questioni procedurali, ci vuole una certa politica per dare quei servizi ed è indispensabile avere le risorse necessarie, poi l’organizzazione si vedrà, c'è tanta letteratura da questo punto di vista, quindi dobbiamo capire se c'è la volontà, da parte della Giunta, di inserire ulteriori risorse per quanto riguarda la spesa sociale e cercare di allinearci perché, altrimenti, è difficile spendere quanto stanno spendendo le altre Regioni d'Italia sul sociale.
Poi c'è un altro aspetto, che a molti sfugge, i Comuni sono in difficoltà a spendere le risorse necessarie che il PAC (Piano di Azione e Coesione), del ministro Barca, ha stanziato sull'infanzia e sugli anziani. Non so quanto rischi la Regione Calabria di vedere revocati finanziamenti dei PAC infanzia e anziani, perché i Comuni non sono in grado di spendere e il Ministero degli Interni, che sovraintende a queste procedure, rischia di revocare finanziamenti per diversi milioni di euro.
Allora cosa fare? Chiedo alla Giunta di verificare se c'è la disponibilità a prendere un impegno volto a verificare che nel prossimo bilancio si destinino ulteriori risorse alla spesa sociale in Calabria, nella direzione di garantire alcuni servizi, di contrastare la povertà e di allinearci alla spesa nazionale. Cercare di allinearci ed aspettare la riforma è fondamentale, anzi dovremmo avviare tutte le procedure, perché, da qui a qualche mese, dobbiamo ripartire con la nuova concezione di spesa sociale, maturata dall'esperienza che altre Regioni hanno fatto dieci anni fa e che noi ci accingiamo a fare adesso.
Credo sia necessaria, da questo punto di vista, l'istituzione di un tavolo tecnico, di assistenza tecnica del quale facciano parte i Comuni, ma anche i rappresentanti delle associazioni. Se capisco bene il TAR ha bocciato la proposta perché non c'è stata conversazione con gli enti locali e allora bisogna porre rimedio, non c'è stata una bocciatura della riforma, ma c'è stata una, diciamo, spiccata bocciatura sulle procedure riguardo al mancato coinvolgimento delle altre istituzioni. Questa è materia importante, qui c’è il Presidente della Commissione sanità e ritengo che, al di là del dibattito di oggi, l'assessore possa venire in Commissione sanità per approfondire tutti gli aspetti. Mi auguro, conoscendo la sensibilità di Mirabello, che vengano invitati i rappresentanti delle associazioni e degli enti locali perché si possa procedere ad una discussione più serena. Torno a ripetere: abbiamo bisogno di maggiori risorse e queste derivano da scelte politiche che si fanno in bilancio.
Ritengo che questa sia una scelta qualificante che può dare risposte concrete a persone che vivono uno stato di disagio e di emarginazione.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Vorrei fare una richiesta al consigliere Gallo, primo firmatario di questa mozione. Sono firmatario di un'altra mozione che, oggi, è stata presentata e che ha molte cose in comune con la sua, quindi, ritengo, se è d'accordo, di rinviare questa discussione e nel contempo di presentare una mozione unica. Quindi chiedo il rinvio del punto, se la Giunta è d’accordo, per presentare una mozione unica concertata.
Sono d'accordo se la mozione rimane come punto all'ordine del giorno.
La Giunta regionale è d'accordo? Ha chiesto di intervenire l’assessore Robbe, ne ha facoltà.
Considerato che già la Giunta aveva avviato un percorso per riprendere la discussione, a questo punto si unificano le mozioni e si va avanti sapendo che, appunto, non è una questione di quantità, che non stiamo riprendendo la riforma perché va corretta e basta, ma che, comunque, era in definizione, non era una “deforma”. In ogni caso, detto questo, è ovvio che vanno approfondite delle cose, va benissimo la Commissione sanità, il tavolo tecnico era già avviato, lo dobbiamo perfezionare nelle forme e nei modi, era già previsto ci tengo a ribadirlo. Però è necessario ragionare sul tavolo tecnico, è necessario ragionare su tutto quello che vogliamo, ma dobbiamo stare attenti, quando ragioniamo di risorse, anche agli enti locali, perché, è vero, la nostra è la più bassa delle quote che ci sono nelle Regioni, però è anche vero che la quota è calcolata, anche, sulla base della compartecipazione; lo ribadisco perché c'è una questione che non riguarda solamente l’aspetto finanziario, in quanto compartecipazione significa corresponsabilità e poiché abbiamo, anche, responsabilità nei confronti delle persone è giusto ragionare in questi termini. Poi, se ci sarà da fare, si farà tutto quello che si può fare per favorire la qualità della vita dei soggetti più deboli, è ovvio.
Credo si possano unificare le mozioni che, già, erano in linea con quanto era stato intrapreso dalla Giunta, partendo, però, da dati oggettivi, non immaginando situazioni impossibili, perché altrimenti non ragioniamo di cose fattibili ma sulla pelle della gente. Mettiamo in condizione la Commissione di partecipare, in maniera attiva, andando anche oltre il dettato della legge 23 per arrivare alla conclusione in tempo, per fare operazioni, come dire, ponte, a cui siamo costretti per via di questo ricorso.
Devo dire che è arrivato questo ricorso, ma sarebbe stata più opportuna una discussione in Aula. Credo che sarebbe stato più utile se chi ha proposto il ricorso avesse chiesto ai suoi rappresentanti di venire a porre la questione in Aula, perché è più facile agire e partire dalla parte politica che non intervenire su procedure formalizzate, quali sono quelle di un ricorso, che ci impedisce, in questo momento, di entrare nel merito. Sarebbe stato più utile un dibattito in questo senso che non adire a situazioni quali il ricorso; faccio presente questo, soprattutto, per le istituzioni che hanno deciso di aderire al TAR. Grazie
I consiglieri Gallo e Greco lavoreranno ad una mozione unitaria da depositare e portare all’esame della prossima seduta di Consiglio regionale, unificheranno le due mozioni, quella che abbiamo discusso oggi con l’ordine del giorno a firma Gallo, Orsomarso e Tallini e quella presentata dal consigliere Greco.
Quindi, Presidente, mi perdoni, la mozione rimane come punto all'ordine del giorno e la terza Commissione segue un percorso autonomo.
Sì, segue un percorso autonomo. Ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale. Ne ha facoltà.
Una considerazione riguardo a come procedere. Credo che su questa problematica, che è particolarmente delicata, che richiede un approfondimento ed una discussione attraverso un confronto, più che dare mandato di unificare le mozioni, sono d'accordo questa volta con il consigliere Guccione, che ogni tanto una cosa positiva la dice pure e cioè di rimandare alla Commissione il confronto e l'approfondimento, perché nella Commissione c'è modo di confrontarsi nel merito e naturalmente, da lì, far scaturire, poi, se è necessario, uno strumento che può essere una mozione da portare in Consiglio.
Questa è una materia così delicata che merita un approfondimento attraverso un confronto, che tenga conto di varie questioni che qui sono state le richiamate, che tenga conto sia di quello che è il procedimento in corso sia delle risorse disponibili. C'è un problema di risorse da cui non si può prescindere e di una riforma che, finalmente, è stata messa in atto.
Per quanto riguarda lo spostamento della gestione di questa materia agli enti locali, finalmente, anche la Calabria si è allineata dopo anni e anni di ritardo. Quindi, alla luce di tutto questo, di tutti questi aspetti, credo sia opportuno il metodo del confronto nella Commissione consiliare. Mi appello ai consiglieri, al Consiglio, perché è stato opportunamente sottolineato che è interesse comune intervenire in quanto si tratta di aree sociali particolarmente sofferenti, di problematiche sulle quali è necessario che l'attenzione sia concreta e venga dimostrata attraverso una risposta. Credo che il percorso più giusto sia questo e mi sono permesso di intervenire proprio per sottolineare questo aspetto.
Grazie, presidente Oliverio, siamo sull'ordine dei lavori. Ha chiesto di intervenire il consigliere gallo, ne ha facoltà.
Sono d'accordo col presidente Oliverio, nel senso che il confronto è necessario. Ho invocato il confronto in Consiglio regionale perché, questi, sono argomenti di cui il Consiglio regionale deve impadronirsi per forza di cose. Sono d'accordo sull'idea di procedere in terza Commissione ed il presidente Mirabello ha già dimostrato sensibilità sull'argomento, fermo restando che, poi, la discussione approderà in Aula. Un’ultima precisazione, assessore: non conosco e non rappresento chi ha proposto ricorso, rappresento le istanze dei calabresi, soprattutto dei calabresi deboli, perché ho la sensibilità che mi proviene dal fatto che i calabresi mi hanno scelto per essere qui.
Ovviamente piena disponibilità a convocare, rapidamente, la prossima settimana, la Commissione. Sentirò l'assessore e concorderò la data e le modalità.
(Così resta stabilito)
Ha chiesto di intervenire il consigliere D’Acri. Ne ha facoltà.
Chiedo di invertire l'ordine del giorno e mettere subito in discussione il dodicesimo punto.
Portiamo immediatamente in discussione il dodicesimo punto all’ordine del giorno e rinviamo i due punti all'ordine del giorno riguardanti le interrogazioni previste dall'articolo 122 e 121 del regolamento interno. Pongo in votazione la richiesta d’inversione dell’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
Il consigliere D’Acri, in qualità di proponente, ha facoltà di illustrare il provvedimento.
La proposta di legge posta in approvazione è stata licenziata, nella seduta del 28 marzo 2018, dalla seconda Commissione che ne ha esaminato sia gli aspetti di merito sia quelli finanziari. Il provvedimento è finalizzato a tutelare e valorizzare la biodiversità agraria alimentare, in particolare preservando le risorse genetiche locali dal rischio di estinzione. La proposta di legge si compone di 13 articoli: gli articoli 1 e 2 individuano rispettivamente l'oggetto, la definizione e la finalità della legge; con gli articoli 3 e 4 si prevede il riconoscimento del patrimonio di razze e varietà di interesse agrario alimentare da parte della Regione e l’istituzione di un registro regionale della biodiversità agraria alimentare; gli articoli 5 e 6 della proposta di legge disciplinano le modalità di iscrizione al suddetto registro e le funzioni della commissione tecnico scientifica; l'articolo 7 affida ai centri sperimentali dimostrativi dell’ ARSAC la conservazione del patrimonio delle razze delle varietà locali calabresi e nello stesso articolo si prevede che detta conservazione possa essere affidata anche a soggetti pubblici e privati, di comprovata esperienza, del settore dell’università, delle scuole pubbliche e delle associazioni; gli articoli 8 e 9 individuano la figura di agricoltori e allevatori custodi e istituiscono la rete di conservazione a tutela e salvaguardia del patrimonio di varietà vegetale della razza e dei centri microbici locali di interesse agrario e alimentare; l'articolo 10 consente, senza scopo di lucro, la circolazione di tutto il patrimonio di varietà vegetale della razza e dei centri microbici locali di interesse agrario e alimentare; l'articolo 11 individua gli strumenti attraverso i quali la Regione può tutelare e valorizzare la biodiversità agraria alimentare; la proposta si conclude con gli articoli 12 e 13 che disciplinano i criteri di attuazione della legge e la copertura finanziaria destinata alla proposta di legge. Dal punto di vista finanziario si evidenzia che la proposta è corredata dalla relazione tecnico finanziaria, nella cui scheda di sintesi si specifica l'assenza di impatto finanziario dei singoli articoli della proposta sul bilancio regionale.
Se non ci sono interventi passiamo all'esame del provvedimento.
Pongo in votazione l’articolato.
Articolo
1
(E’ approvato)
Articolo
2
(E’ approvato)
Articolo
3
(E’ approvato)
Articolo
4
(E’ approvato)
All’articolo 5 è pervenuto un emendamento, protocollo numero 23323, a firma del consigliere D'Acri che ha facoltà di illustrarlo.
La presentazione di questo emendamento si è resa necessaria perché nel frattempo è stato approvato il decreto ministeriale numero 1862 del 18 gennaio 2018; infatti, all'articolo 3 comma 3 e alla fine del comma 5 sono aggiunte le seguenti parole: “per come previsto dal Decreto Ministeriale numero 1861 del 2018”.
Il parere della giunta è favorevole, il parere del relatore è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 23323.
(E’ approvato)
Articolo 5, come emendato.
(E’ approvato)
All’articolo 6 c'è l'emendamento, protocollo numero 23324, a firma del consigliere D'Acri che può illustrarlo.
Alla lettera d) del comma 4 la parola “quattro” è sostituita con la parola “tre”. All'articolo 6 è aggiunto il comma 8: “le Commissioni possono essere convocate in forma ridotta per la parte delle competenze relative alle risorse genetiche vegetali e animali”.
Prima di votare si proceda con l'appello nominale per verificare il numero legale. Prego, consigliere Tallini.
Fa la chiama.
Sono presenti 18 consiglieri, quindi, pongo in votazione l'emendamento protocollo numero 23324, a firma del consigliere D'Acri.
(E’ approvato)
Articolo
6, come emendato.
(E’ approvato)
Articolo
7
(E’ approvato)
Articolo
8
(E’ approvato)
Articolo
9
(E’ approvato)
Articolo
10
(E’ approvato)
Articolo
11
(E’ approvato)
All’articolo 12 è stato presentato l'emendamento, protocollo numero 23325, a firma del consigliere D'Acri che può illustrarlo.
All’articolo 12 della proposta di legge, alla lettera c) del comma 1, le parole “di funzionamento delle” sono sostituite dalle seguenti “di funzionamento e gli impegni che devono assumere le”. Poi, al comma 1, dopo la lettera c), è inserita la lettera c bis) che recita: “le modalità di riconoscimento, i requisiti e gli impegni che devono assumere i soggetti di cui all'articolo 8”
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 23325.
(E’ approvato)
Articolo
12
(E’ approvato)
Articolo
13
(E’ approvato)
Passiamo alla votazione della legge del suo complesso. Per dichiarazione di voto, ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo per dichiarazione di voto per evidenziare che votiamo la legge che tutela le razze, i ceppi microbici d’interesse alimentare del territorio calabrese per senso di responsabilità. Consigliere D'Acri, votiamo la sua proposta, non facciamo mancare il numero legale, ma ancora una volta, mi dispiace, Presidente, devo sottolineare che il senso di responsabilità di questa parte politica, il senso di responsabilità dei consiglieri regionali di opposizione, consente alla maggioranza di portare in porto una norma di legge.
Abbiamo un ruolo importante per l'approvazione di questa legge, perché senza la sensibilità che continuiamo a dimostrare, questa legge, stasera, non avrebbe potuto essere approvata. Ribadisco un concetto di natura politica, c'entra poco con questa legge, la legge la votiamo e la sosteniamo, però, presidente Oliverio, credo sia giusto che lei ricostruisca il rapporto con una maggioranza che ormai è in pezzi, una maggioranza verso la quale lei non ha avuto la giusta considerazione, una maggioranza che lei non ha coinvolto nell'azione di Governo. Prima ascoltavo l’intervento del consigliere Guccione e credo che lo stesso, da assessore regionale ai servizi sociali quale è stato, mai avrebbe proposto quel tipo di riforme.
Allora, invito il presidente Oliverio a far sì che questo tipo di interventi, che confermano il senso di responsabilità della minoranza, non ci siano più e lo invito, pertanto, in qualità di coordinatore politico della maggioranza, a ricostruire un rapporto con una maggioranza che, ormai, è in pezzi perché assolutamente demotivata. I consiglieri regionali di maggioranza sono alienati rispetto all'azione di governo e penso che quella dichiarazione di voto sia sotto gli occhi di tutti, per cui, credo, che non si possa sempre fare riferimento all'opposizione per approvare ogni provvedimento di legge.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Credo che la legge che ha presentato il consigliere delegato all’agricoltura vada nella direzione di dare tipicità alla Calabria in un settore importante. Però, devo dire, che l'ennesima sceneggiata testimonia il senso di responsabilità dell'opposizione, perché non è la prima volta che approviamo importanti provvedimenti grazie alla presenza in Aula dell’opposizione che garantisce il numero legale e consente di mettere in campo una serie di iniziative istituzionali. E’ chiaro che è il momento della riflessione, inviterei i capigruppo, lo stesso Presidente della Regione, non so se mi devo preoccupare se il Presidente della Regione ogni tanto è d'accordo con me, mi preoccuperò, ci rifletterò su questo suo essere d'accordo con me, ci rifletterò stanotte, ma credo che sia venuto il momento di fare una verifica della maggioranza.
Sono troppe le situazioni nelle quali la maggioranza non è nella condizione di garantire il numero legale e io sono sempre qui, non mi sono mai mosso, non ho mai utilizzato la mia non presenza per non garantire il numero legale. Sono un consigliere regionale che su molti aspetti è critico con l'azione di governo, però è chiaro che così non si può continuare, stiamo dando una brutta, bruttissima immagine alla Calabria.
E’ il momento del chiarimento politico, altrimenti, secondo me, ulteriori assenze si verificheranno nelle fila della maggioranza nelle prossime sedute di Consiglio regionale, le assenze saranno ancora più marcate.
Ci sono altre dichiarazioni di voto? Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Lo dico per l’ennesima volta, con grande schiettezza, come sono abituato a
fare, perché credo che il modo più consono per rappresentare la dignità di
un’Assemblea come questa sia quello di evitare il “teatrino” che si ripete.
Perché dico questo? Per capirci, non voglio giustificare nessuno,
soprattutto i consiglieri regionali che sono di lunga esperienza, non di prima
legislatura, e, in modo particolare, quelli che sono intervenuti.
Mi riferisco al consigliere Gallo ed al consigliere Guccione. Sanno bene
che il Consiglio regionale della Calabria, ahimè, ahinoi!, ha una prassi
consolidata e con questo non giustifico nulla!
Una prassi consolidata, al di là delle maggioranze e dei loro colori. Non
lo dico assolutamente per giustificare o per sminuire perché ognuno si assume
le proprie responsabilità.
E’ chiaro che quando ci sono atti particolarmente rilevanti - mi riferisco
ad atti come il bilancio della Regione, atti che richiedono, appunto, una
maggioranza qualificata - ci sarebbe un problema qualora dovesse verificarsi la
mancanza di una parte della maggioranza.
Tuttavia, non voglio sottovalutare né sminuire. Perché non voglio svalutare
né sminuire? Perché mi appello alla responsabilità dei singoli.
In questo Consiglio regionale siamo stati votati perché abbiamo chiesto
agli elettori di essere votati, candidandoci in una lista, e per questo
percepiamo anche un’indennità.
E’ un problema di natura morale perché, salvo situazioni di necessità e di
urgenza che impediscano la presenza nelle sedute del Consiglio regionale, non
ci sono, chiaramente, giustificazioni che tengano. Non ci sono giustificazioni
che tengano dall’inizio alla fine della seduta del Consiglio regionale perché
c’è anche una prassi che si viene, si sta un poco, si partecipa ad una parte
dei lavori del Consiglio regionale e poi si va via.
Parlo naturalmente di me che, oltre ad essere Presidente della Regione,
sono anche consigliere regionale e, malgrado le incombenze di lavoro, le
responsabilità che ricadono sulla figura del Presidente, non mi sono mai
assentato, dall’inizio ad oggi, in Consiglio regionale, così come non ho mai
delegato nessuno per una seduta di Giunta regionale.
Ci sono prassi consolidate che prevedono persino deleghe da parte dei
Presidenti di Regione per le riunioni di Giunta regionale.
Mi invitate a nozze quando sollevate questi problemi! Vorrei dire, però, lo
ripeto al consigliere Guccione, prima ancora che al consigliere Gallo, che se
ci sono problemi di maggioranza si viene in Aula e se ne discute.
Lei, consigliere Guccione, è un consigliere di quest’Aula; è stato eletto
nella maggioranza; pone una mozione di fiducia alla Giunta regionale e si
verifica se c’è o non c’è una maggioranza politica; perché se non c’è sfido la
maggioranza a verificare che non ci sia una maggioranza politica e non esiterò
neanche un minuto, non senza ricorrere, come avvenuto in precedenza, ad altri
strumenti.
Non esiterei neanche un minuto! Se la maggioranza non vuole farlo – mi
scusi, consigliere Gallo -, esiste anche la mozione di sfiducia da parte
dell’opposizione.
Abbiano i consiglieri dell’opposizione il coraggio di assumere una
posizione se ci sono problemi di questa natura!
(Interruzione)
Sto parlando politicamente, non statutariamente, perché avete sollevato,
per l’ennesima volta, un problema politico
(Interruzione del consigliere Guccione).
Consigliere Guccione!
Siccome questa è una prassi, non devo prendere atto di nulla.
Ne prendo atto quando la minoranza - lo dico provocatoriamente, non per
incoraggiare la minoranza a fare questo - si determina e paralizza i lavori del
Consiglio regionale una prima, una seconda volta; la terza volta ne traggo le
conseguenze.
Chiaro? Più chiaro di così non saprei come dirlo.
Dico questo perché se ci sono problemi politici, la “Politica”, quella con
la p maiuscola, a me ha insegnato che si discute a viso aperto perché i
problemi non si pongono così, facendo dei “colpetti” o abbandonando l’Aula.
Quante volte è avvenuto che chi oggi, magari, rivendica di avere garantito
la maggioranza ha aspettato il momento per verificare che la minoranza non ci
fosse per “fare il colpetto”?!
Ma di cosa stiamo parlando? Di cosa stiamo parlando? Parliamo di politica!
La politica chiede un confronto a viso aperto. Quando non c’è una
maggioranza se ci sono problemi politici, come avviene in tutte le Assemblee
elettive del mondo, non bisogna per questo votarsi al suicidio.
Se non c’è una maggioranza, l’assenza viene dichiaratamente determinata da
fatti politici; si evidenziano i fatti; ci sono gli strumenti per evidenziarli;
se ne prende atto e si chiude un’esperienza. Non ci sono problemi.
Ogni volta si tirano fuori secondo i casi: due consiglieri sono andati via
magari per andare in bagno, per capirci, oppure sono stati presenti in Aula per
due ore e poi se ne sono andati. Anche questo è un modo per sfilacciare e
sfibrare la politica, l’immagine di quest’Assemblea, non il presidente
Oliverio. Credetemi!
Ci sono problemi politici? Si mettono sul tappeto e si verificano. Ci sono
problemi di maggioranza se non c’è più una maggioranza? Si verifichi.
Ci sono gli strumenti per verificare senza girarci intorno perché questo
politichese, questo modo di creare problemi senza andare al cuore delle
questioni, permettetemi, è un modo per screditare la politica, magari anche per
avere il giorno dopo un titolo col proprio nome su un giornale.
Naturalmente nel dire questo non giustifico chi è assente
ingiustificatamente ai lavori del Consiglio regionale perché chi è assente,
ingiustificatamente, ai lavori del Consiglio regionale o pensa di esercitare il
ruolo di consigliere come un turista di passaggio farebbe meglio a trarre
diversamente le dovute conseguenze.
Non esito a dirlo con grande chiarezza ma - per carità! - finiamola di
rappresentare la politica e questo Consesso, che è il più elevato tra le
istituzioni calabresi in termini di rappresentanza, come un “teatrino”, non è
consono a questo Consiglio regionale.
Continuiamo la votazione. Pongo ai voti la proposta di legge nel suo
complesso, come emendata, con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in Allegato)
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Chiedo il rinvio dei punti 10 e 11 alla prossima seduta.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Presidente, sono contrario al rinvio delle interrogazioni perché ritengo ci siano argomenti
importanti sui quali il Consiglio regionale deve discutere.
Non sarebbe neanche giusto! Sono le diciannove e trenta.
Siamo qui per svolgere l’intero ordine giorno. Se ci sono problemi o
impedimenti di natura istituzionale mi allineo; diversamente, penso che
dovremmo andare avanti, anche perché - ripeto e lo dico a chi è intervenuto
prima di me - il problema, che bisogna porsi ripetutamente, è che la
maggioranza sia stata soccorsa dalla minoranza per approvare provvedimenti
importanti.
Non esiste la mozione di sfiducia. Dopo tre anni il gruppo del PD andrebbe
convocato per discutere i problemi politici sia col Segretario regionale sia
col Presidente della Giunta regionale ma questo non avviene.
Non ci sono sedi istituzionali. Se si vuole banalizzare, si banalizzi.
Consigliere Guccione, sull’ordine dei lavori.
Sono contrario al rinvio.
Bene, ci sono altri interventi?
Ha chiesto di intervenire il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Colgo l’occasione per rimarcare anche un’altra vicenda, quella
dell’ostruzionismo ai lavori del Consiglio regionale, in un momento, secondo
me, in cui ognuno di noi dovrebbe riflettere, a meno che non si ragioni e si
dica: “tanto peggio, tanto meglio”.
Abbiamo sempre fatto opposizione al presidente Oliverio e a questa
maggioranza e l’abbiamo fatta sia quando il collega Guccione era assessore sia
quando il collega Guccione non lo è stato più.
Assistiamo, da un periodo a questa parte, all’interno del Consiglio
regionale, ad un ritornello; il presidente Oliverio qualche volta ha risposto
con stile, con calma, con quella calma che è utile e necessaria, anche per le
difficoltà che viviamo in questo momento.
Nella scorsa settimana, però, il presidente Oliverio è stato stuzzicato da
tutti; abbiamo fatto delle dichiarazioni, al contrario di chi pensa che saremmo
addirittura andati in soccorso del presidente Oliverio, che ha fatto precise
dichiarazioni in Aula e stasera ne sta facendo altre delle quali prendiamo
atto.
C’è un problema che riguarda il rapporto di tenuta di una maggioranza?
Sono problemi che solitamente si pongono prima all’interno dei propri
partiti, fino a quando ci sono i partiti, se non vogliamo dimostrare di essere
dei don Chisciotte o delle persone che agiscono in autonomia.
Che si avvii prima una discussione all’interno dei partiti!
Comunque siamo qua, pronti, se è possibile, se è una iniziativa condivisa e
condivisibile, a mettere in discussione il prosieguo di questa Legislatura.
Per adesso non abbiamo nessuna difficoltà ma credo che se c’è qualcuno in
difficoltà sia proprio per questo che siamo fermi, rispetto al rilancio che sta
facendo il presidente Oliverio.
Il presidente Oliverio, in ben due sedute di Consiglio regionale, ha
rilanciato e ha detto chiaramente: “Se dovessi verificare che questa iniziativa
è in contrasto con la mia posizione di Presidente, sono pronto a dimettermi”.
Oggi, sta dicendo che se dobbiamo continuare così…
Perché mi permetto di fare questo intervento? Perché non comprendiamo che
quanto è avvenuto il 4 marzo è un avvenimento che ci deve portare alla giusta
riflessione per cercare di cambiare registro, perché è quanto i calabresi
rimproverano, gli elettori rimproverano ai propri rappresentanti.
Sul rinvio, consigliere Tallini.
Sto finendo. Ho evitato di fare l’intervento di prima.
Utilizziamo, invece, questo scorcio di legislatura perché, collega
Guccione, glielo diciamo, se avesse l’amabilità di renderci partecipi di quelli
che sono i problemi che in questo momento le stanno a cuore e che,
probabilmente, starebbero a cuore anche a questa minoranza, potremmo utilizzare
il tempo, da qui alla fine della legislatura, cercando almeno di dare risposte
a qualche problema che sta a cuore a lei, sta a cuore a noi e che, probabilmente,
sta a cuore ai calabresi.
Stare in questa situazione di rilancio non va bene.
Sa come va a finire? Va a finire che non facciamo altro che il gioco di
quelli che vorrebbero amministrare questa Regione ma non hanno una sola idea
per cercare di risolvere i problemi dei calabresi, facendo, cioè, tutto il
contrario di quello che dovremmo fare e di quello che ci hanno impegnato a
fare.
Sulla proposta di rinvio delle interrogazioni alla prossima seduta
di Consiglio regionale?
Noi siamo qua. Siamo qua. Non abbiamo nessuna necessità fino a quando
stiamo qua. Ci adeguiamo alla situazione.
C’è una proposta di rinvio.
Siamo qua fin quando c’è il numero legale.
C’è una proposta di rinvio!
Noi siamo qua se si lavora e si continua. Siamo qua a garantire la nostra
collaborazione.
Certamente, in questo momento in cui il Consiglio regionale si sfilaccia, è
anche giusto che venga riconosciuta la presenza della minoranza, che consente
ai lavori di andare avanti, e che ne venga data la giusta importanza.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Bevacqua. Ne ha facoltà.
Ho apprezzato molto l’intervento del collega Tallini perché ha messo al
centro del dibattito vero di questo Consiglio regionale la mancanza di
responsabilità per il ruolo che svolgiamo, per la funzione che ricopriamo e
anche l’assenza di responsabilità verso i cittadini calabresi.
Lo dicevo già nel mio primo intervento sui servizi sociali, sulla
riorganizzazione: rischiamo di perdere un’occasione importante, che è quella di
porre in essere una riflessione seria e approfondita per quanto accaduto con le
elezioni del 4 marzo, facendo anche noi qualunquismo e demagogia per avere
visibilità e spazio, senza capire che stiamo dichiarando il nostro “suicidio
politico” e l’autoflagellazione riguardo la nostra responsabilità ed il ruolo
di classe dirigente della Regione.
Inviterei, quindi, ogni consigliere regionale a riflettere bene sul ruolo e
sulla funzione che rivestiamo ma anche - lo dico al collega capogruppo del PD,
Sebastiano Romeo - sulla necessità di non dare l’impressione che ognuno vada a
ruota libera. Con franchezza, avrei voluto sapere prima che sarebbe stata
presentata una proposta di rinvio, che oggi faccio mia per rispetto verso il
ruolo del capogruppo.
Credo sia importante, però, anche condividere questo momento di rinvio,
magari per motivi giusti, legittimi, che è espressione di momenti di
condivisione dell’Aula e della responsabilità di ogni consigliere regionale.
Ripeto, la faccio mia per rispetto del ruolo del capogruppo regionale, però
credo che questi rinvii vadano prima concordati e condivisi da ogni consigliere
regionale, anche come forma di rispetto verso la funzione che ognuno di noi
svolge. Rischiamo altrimenti, anche qui, incomprensioni tra di noi, di
commettere errori, di fornire interpretazioni sbagliate.
Vorrei evitare tutto questo e non far diventare questa sede un “teatrino”,
ma farla diventare luogo di vero dibattito, di discussione, portando rispetto
ai calabresi che ci hanno eletto.
Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giudiceandrea. Ne ha facoltà.
Presidente, la ringrazio per l’opportunità che mi dà.
Si tratta di interrogazioni a risposta immediata, tre delle quali
interessano molto la popolazione, due delle quali le ho presentate e
sottoscritte io personalmente.
Ritengo, però, che questo sia un problema squisitamente interno a quella
parte politica a cui non interessa assolutamente nulla dei calabresi e dei
problemi che ci pongono anche con queste interrogazioni, che ci delegano e per
le quali diventiamo, in qualche modo, portatori del sentimento e della
necessità di conoscenza rispetto a quanto realizzato nel nostro Governo
regionale.
Lo faccio con rammarico ma sicuramente plaudendo alle parole del
consigliere Tallini e del collega Bevacqua e aderendo a quella che è la linea
di principio del presidente Oliverio, non per partito preso, ma proprio perché
la mia è la prima esperienza come consigliere regionale ed è un onore enorme
per me essere stato qui a rappresentare i calabresi per tre anni e mezzo e
avere l’idea di poterlo fare ancora, perché tante belle cose abbiamo realizzato
in questi anni e abbiamo la possibilità di concludere il nostro lavoro in
maniera degna.
Aderisco, allora, alla richiesta di rinvio perché occorre portare maggiore
rispetto alle istanze dai colleghi che in questo momento sono assenti dal
Consiglio regionale.
Lo posso dire senza alcun vanto, con grande ammirazione per chi, come il
sottoscritto e come tanti altri consiglieri di maggioranza e di minoranza,
resta seduto in Aula, dal primo fino all’ultimo secondo, portando rispetto alle
istanze di tutti e al malcostume di chi, invece, arriva, prende la presenza e
va via.
Dovrebbe essere posto rimedio. Probabilmente non lo si può fare con una
legge regionale perché esiste la libertà di potersi assentare, manifestando “plasticamente”
il proprio dissenso ma, ha ragione il consigliere Tallini, non è così che ci si
comporta, soprattutto da quando dal 4 marzo arrivano diversi segnali forti da
parte dei nostri concittadini.
Lo facciamo con le leggi che impongono morigeratezza ma con il rischio,
quello sì, di diventare demagogiche, populiste se poi non siamo in condizione
di fare il nostro lavoro, quello per cui siamo retribuiti. Lo dico col massimo
rammarico.
Aderisco a quella che è l’idea del presidente Oliverio. Oggi bisogna
rinviare.
Facciamo in modo, però, che i lavori di questo Consesso avvengano con la
presenza di tutti i consiglieri. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pasqua. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Intervengo molto brevemente soltanto per esprimere, in
maniera netta e chiara, la mia assoluta contrarietà ad ogni proposta di rinvio,
ad ogni forma di rinvio.
Sono le diciannove e quarantaquattro minuti; non esiste una ragione
ostativa fondante tale da giustificare il rinvio dei lavori.
Se sono state presentate delle interrogazioni è giusto che le stesse
abbiano una risposta, nel solco tracciato dal presidente Oliverio - che prima
rivendicava, giustamente, una coerenza comportamentale - e, altresì, da lei, signor
Presidente del Consiglio, perché non ricordo, a memoria, neppure una sola
assenza del presidente del Consiglio regionale, Irto.
Mi esprimo in maniera assolutamente contraria. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Gallo. Ne ha facoltà.
Prendo la parola anch’io su questo, dicendo che possiamo rimetterci,
sostanzialmente, alla volontà della maggioranza e anche perché - tirato in
ballo in precedenza dal Presidente della Giunta regionale, anche rispetto ad
una mia garbata valutazione che, peraltro, è una valutazione di natura
oggettiva - nelle ultime cinque sedute di Consiglio regionale il numero legale
è stato assicurato dalla minoranza che ha svolto il proprio mestiere con senso
di responsabilità.
Dobbiamo, però, dire anche che abbiamo posizioni estremamente diverse. Non
siamo tenuti a stare in Aula per garantire il numero legale perché potremmo
anche esprimere il nostro dissenso paralizzando i lavori del Consiglio
regionale.
(Interruzione)
Sull’ordine dei lavori.
Lo so, Presidente!
Consigliere Gallo, deve rispettare i tempi! Concluda! Vada avanti!
In queste circostanze non temiamo che ci sia un problema all’interno della
maggioranza o che questa maggioranza ed il presidente Oliverio vadano a casa.
Possiamo andare a votare anche domani. Non accettiamo le sfide da parte di
chicchessia!
Rispetto, invece, ad un problema oggettivo da parte della maggioranza:
presidente Oliverio, forse non si rende conto o forse non vuole rendersi conto
che quando l’attacchiamo nessun consigliere regionale di maggioranza si alza
per difenderla.
Questo significa, ed è evidente, che c’è uno scollamento fra il Presidente
della Giunta regionale e la propria maggioranza.
Presidente, non si rende conto che sulle varie questioni politiche, che
vengono poste sul tappeto, non ha mai la solidarietà di un consigliere di
maggioranza!
Consigliere Gallo, sull’ordine dei lavori!
Presidente, nelle passate Legislature, quando
anch’io sono stato in quest’Aula, avevamo una maggioranza di 30 elementi. Non è
mai mancato il numero legale perché il coordinamento all’interno della
maggioranza, attraverso continue riunioni, era diuturno e non c’è mai stata una
sfasatura all’interno della stessa. Nemmeno alla fine del percorso della
consiliatura ed il consigliere Guccione, che era autorevole rappresentante
dell’opposizione, lo può confermare.
Credo di aver sollecitato una questione, di aver sottolineato un problema.
Non mi interessano i titoli, mi interessa semplicemente che le cose
proseguano in maniera spedita, anche all’interno del Consiglio regionale. Non
spetta a me, anzi, invitare la maggioranza a “fare un tagliando”.
Se le cose peggioreranno per loro, forse per noi andranno meglio, ma ho
sottolineato, con senso di responsabilità, l’esigenza e la necessità di un
maggiore coordinamento fra il Presidente della Giunta regionale ed i
consiglieri di maggioranza.
Bene, questo prima, consigliere Gallo. Adesso sull’ordine dei lavori?
Sull’ordine dei lavori mi rimetto
alla volontà dell’Assemblea.
Se vuole faccia votare l’Assemblea, però, noto, ancora una volta, uno
sfilacciamento all’interno della maggioranza e, rispetto ad altre circostanze,
un nervosismo, anche da parte del presidente Oliverio, segno tangibile che sta
prendendo atto di quanto accade all’interno della propria maggioranza.
Pongo ai voti la proposta del consigliere Romeo di rinvio dei punti 10 e
11, che riguardano le interrogazioni.
(Il Consiglio rinvia)
I punti 10 e 11 sono, quindi, inseriti come
primi punti all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio Regionale.
Avendo esaurito i punti all’ordine del giorno,
la seduta è tolta.
Ha chiesto congedo: Aieta, Bova, Ciconte, Corigliano, Fragomeni, Scalzo.
(È concesso)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa della Giunta regionale:
Approvazione Rendiconto Generale relativo all'esercizio finanziario
2017 - (deliberazione G.R. n. 153 del 26.4.2018)
(P.L. n. 341/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Modifiche alla legge regionale 26 novembre 2003, n. 23 (Realizzazione
del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria in
attuazione della legge n. 328/2000)-(deliberazione G.R.
n. 182 del 16.5.2018) (P.L. n. 343/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali,
culturali e formative - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di
iniziativa dei consiglieri regionali:
D’Agostino - “Modifica dei confini territoriali dei Comuni di Reggio di
Calabria e Roccaforte del Greco della Città Metropolitana di Reggio di Calabria
(P.L. n. 340/10A)
E' stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero
- per il parere ed al C.A.L. per il parere di cui
all'art 127 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
(Così resta stabilito)
Battaglia, Aieta, Sergio - “Istituzione
dell'Ufficio Regionale di Statistica e del sistema statistico regionale (P.L.
n. 342/10^)
E' stata assegnata alla prima - Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale - ed alla seconda Commissione - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
È stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento
amministrativo d’Ufficio:
Dichiarazione di incompatibilità dei
Consiglieri regionali eletti al Parlamento (P.P.A. n.
212/10^)
In data 14 maggio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 49 del 14
maggio 2018:
1. Legge regionale 14 maggio 2018, n. 10, recante: "Ulteriore
proroga degli strumenti urbanistici delle aree industriali. Integrazione alla
l.r. 24/2013".
In data 15 maggio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata
telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 50 del 15 maggio
2018:
1. Legge regionale 15 maggio 2018, n. 11, recante: "Interventi
straordinari a carico degli assegni vitalizi e delle quote per la reversibilità
e abrogazione dell'adeguamento ISTAT".
In data 16 maggio 2018, il Presidente della Giunta regionale ha
promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stessa sono state
pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n.
51 del 17 maggio 2018:
1. Legge regionale 16 maggio 2018, n. 12, recante: "Norme in
materia di tutela, promozione e valorizzazione dell'invecchiamento attivo"
2. Legge regionale 16 maggio 2018, n. 13, recante: "Rafforzamento
del Comitato dei garanti di cui all'articolo 5 della legge regionale 12 giugno
2009, n. 18 (Accoglienza dei richiedenti asilo, dei rifugiati e sviluppo
sociale, economico e culturale delle comunità locali)".
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di
variazione al bilancio di previsione finanziario 2017-2019:
Deliberazione Giunta regionale n. 595 del 29.11.2017
Deliberazione Giunta regionale n. 601 del 29.11.2017
Deliberazione Giunta regionale n. 602 del 29.11.2017
Deliberazione Giunta regionale n. 603 del 29.11.2017
Deliberazione Giunta regionale n. 618 dell’11.12.2017.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle
seguenti deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario
2018-2020:
Deliberazione Giunta regionale n. 163 del 9.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 164 del 9.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 165 del 9.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 166 del 9.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 167 del 9.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 175 del 16.5.2018
Deliberazione Giunta regionale n. 181 del 16.5.2018
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
con la L.R. 1/2017 (Potenziamento dei servizi
di emergenza nelle aree montane), il Consiglio Regionale della Calabria ha
approvato all'unanimità il provvedimento normativo che riconosce e potenzia il
Soccorso Alpino nella nostra regione quale attività di pubblica utilità,
disciplinando anche la diretta collaborazione per la gestione delle emergenze,
nonché l'individuazione degli ambiti di intervento e la collaborazione diretta
con il Sistema di urgenza ed emergenza medica (SUEM) delle Aziende sanitarie
locali, attraverso il numero unico 118, in maniera tale da garantire il
soccorso, recupero e trasporto sanitario e non sanitario in ambiente montano,
ipogeo, e in ogni altro ambiente ostile ed impervio del territorio regionale;
in data 12 maggio 2018, a seguito di incidente occorso sulla cima del
Panno Bianco, seconda cima del Monte Sellaro, nel
Parco Nazionale del Pollino, nel comune di Cerchiara
di Calabria, la Stazione del Pollino del Soccorso Alpino Calabria, al fine di
velocizzare l'intervento, richiedeva al 118 l'intervento dell'elisoccorso così
da imbarcare i tecnici del Soccorso Alpino presso la piazzola a Cerchiara e sbarcarli direttamente in quota, in modo da
risparmiare il tempo necessario per percorrere (con tutto il materiale tecnico,
barella, corde, ecc) i 400 metri di dislivello su sentiero per raggiungere una
escursionista ferita;
sebbene in un primo momento sembrasse che la missione dell'elisoccorso
fosse stata confermata, gli otto uomini del Soccorso Alpino già in piazzola in
attesa dell'elicottero, in virtù di una successiva comunicazione negativa della
centrale 118, hanno dovuto raggiungere l'attacco del sentiero, percorrere a
piedi il sentiero sino al Panno Bianco e, solo grazie alla loro indubbia
professionalità, riuscivano a immobilizzare e imbarellare
l'escursionista ferita e bloccata in un canalino, calandola in parete e
trasportandola a spalla sino al Santuario della Madonna delle Armi, ove ad attenderla
v'era apposita ambulanza medicalizzata ;
l'inspiegabile mancato intervento dell'elisoccorso avrebbe chiaramente
potuto sortire conseguenze di estrema gravità, sia in ordine alla vita della
escursionista ferita, sia in relazione alla incolumità degli operatori del
Soccorso Alpino, costretti a una difficile salita in quota, a piedi e carichi
dell'attrezzatura occorrente;
i volontari del
Soccorso alpino calabrese svolgono da sempre un lavoro importantissimo nelle
zone impervie e montane, nelle operazioni di salvataggio come in quelle di
ricerca dei dispersi, rappresentando un patrimonio e una risorsa specifica e
peculiare -:
quali misure l'Esecutivo Regionale e il Dipartimento Salute abbiano
intrapreso o intendano intraprendere per evitare che la situazione
manifestatasi abbia a ripetersi.
(362; 14/05/2018)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la Regione Calabria per il tramite del Dipartimento Tutela della Salute
e Politiche Sanitarie ha inviato con richiesta di finanziamento al Ministero
della Sanità il progetto esecutivo "Misure afferenti alla prevenzione,
alla diagnosi, cura e assistenza della sindrome depressiva postpartum";
il progetto inviato ha come unico referente 2 U.O. della provincia di
Catanzaro;
si è consapevoli della bontà del progetto e della validità
professionale del coordinamento finora scelto ricadente unicamente sulla
provincia di Catanzaro;
altre regioni
hanno inteso progettare su analogo intervento coinvolgendo tutto il territorio
-:
se non sia necessario ampliare almeno il Coordinamento del progetto
creando un gruppo regionale che possa meglio sostenere il progetto in questione
in attesa di una sua replicabilità operativa nelle
altre province.
(365; 16/05/2018)
Nicolò. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
in merito alle problematiche afferenti il
sistema di trasporto pubblico locale nella città di Reggio Calabria, si
riscontra la necessità di provvedere al più presto al trasferimento delle
risorse, di competenza regionale, destinate al trasporto pubblico locale, sul
territorio urbano della Città Metropolitana di Reggio Calabria;
considerato che: un decreto del Ministero dei
Trasporti del 19 gennaio a.c prevede che il fondo per
l'esercizio ordinario del Trasporto Pubblico locale venga erogato mensilmente
in anticipo rispetto alle prestazioni effettuate;
ritenuto che: la risoluzioni dì tali
problematiche potrebbe essere funzionale alla programmazione dell'intera
offerta trasportistica del nostro territorio anche
dal punto di vista finanziario -:
quali provvedimenti impellenti si intendano
esperire al fine di provvedere celermente al trasferimento dei fondi regionali
relativi alla gestione del sistema di trasporto pubblico locale nella città di
Reggio Calabria.
Gallo. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
dal 2004 Sorical
gestisce in concessione tutti gli impianti che l'ex Cassa per il Mezzogiorno
aveva trasferito alla Regione Calabria;
per effetto di ciò, attraverso 6.000 km di
condotte, 900 serbatoi, 300 impianti di sollevamento;
13 impianti di potabilizzazione;
7 traverse di derivazione e 2.600 nodi di
erogazione, Sorical è tenuta a garantire l’erogazione
dell'acqua a 363 Comuni, con criteri di efficienza ed elevati standard di
qualità;
tra gli impianti affidati a Sorical c'è l'acquedotto denominato Abatemarco,
posto al servizio di 25 Comuni in provincia di Cosenza, con utenza complessiva
pari a circa 200.000 abitanti;
sono ricorrenti, nelle cronache, gli episodi
legati a rotture o malfunzionamenti dell’Abatemarco;
da ultimo, il 7 Maggio 2018, una falla aperta
evidentemente già da tempo ha causato in contrada Vaditari
di Malvito, nel Cosentino, uno smottamento di fango e
terriccio che ha investito diverse abitazioni, causando anche un ferito;
pochi giorni dopo l'accaduto, superata la
fase dell'emergenza gestita dalla stessa Sorical con
intervento anche dei tecnici della Protezione Civile, i residenti nella zona
hanno lamentato il disinteresse delle istituzioni nei riguardi della loro
condizione;
in effetti, a distanza di giorni, diverse
case risultavano essere ancora parzialmente invase dal fango, ai piani bassi e
nei magazzini, con spese di rimozione e pulizia interamente addossate ai
proprietari: di detta situazione l'interrogante prendeva cognizione
personalmente, a seguito di sopralluogo in coda al quale veniva pubblicamente
auspicata l'immediata visita nell'area anche del Presidente della Giunta
regionale, perché lo stesso potesse rendersi da sé di quanto verificatosi e
segnalato;
nell'occasione, si sollecitava altresì Sorical a voler provvedere tempestivamente al risarcimento
dei danni occorsi, oltre che a fornire chiarimenti in ordine alle proprie
eventuali responsabilità gestionali in relazione al ripetersi di disservizi
anche gravi;
vano è risultato ogni tentativo di ottenere
risposte ed interventi concreti da parte di Sorical
stessa e della Presidenza della Giunta regionale -:
se la Giunta regionale sia a conoscenza dei
fatti esposti;
se la Giunta regionale ritenga di disporre
accertamenti in relazione alle responsabilità gestionali della concessionaria Sorical in relazione a tutti i guasti e rotture
caratterizzanti in particolare l'acquedotto Abatemarco,
con specifico riferimento a quanto avvenuto in località Vaditari
di Malvito il 7 Maggio 2018;
se e quali iniziative si intendano assumere
per ottenere che Sorical provveda con tempestività al
risarcimento dei danni cagionati ai residenti del territorio di Malvito dalla falla apertasi nell'acquedotto gestito dalla
stessa società;
se e quali misure si ritenga di dover
adottare per impedire il ripetersi di situazioni simili e se, in particolare,
non si ritenga di dover programmare modifiche al- tracciato dell'Abatemarco.
Nicolò. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
il Dipartimento Lavoro, Formazione e
Politiche Sociali della Regione Calabria ha indetto una Manifestazione di
Interesse per la selezione di massimo 627 soggetti, disoccupati e percettori di
ammortizzatori sociali in deroga, per un percorso di qualifica in grado di
offrire maggiori opportunità lavorative, approvato con Decreto n. 6160 del 30
maggio 2016 e pubblicato sul BURC n.65 del 31 maggio 2016 (Bando Mibact);
considerato che: dal 1 marzo 2018 i candidati
selezionati hanno iniziato tale percorso di tirocinio;
ritenuto che: a tutt'oggi non è dato
riscontrare l'avvenuto pagamento a favore dei tirocinanti de quo-:
chiarimenti in ordine alle cause ostative dei
pagamenti.
Nicolò. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
le autoambulanze in dotazione alla Postazione
di emergenza territoriale di Locri non sono idonee a garantire i servizi
ordinari e di emergenza dei territori, in quanto oltre ad essere obsolete e
vetuste presentano gravi problemi tecnici;
l'ambulanza principale, usualmente destinata
agli interventi di emergenza sul territorio, al momento sarebbe non
utilizzabile a causa del mancato funzionamento del pannello comandi relativo ai
lampeggianti e segnalatori acustici;
considerato che: tale situazione incresciosa
mette a rischio sia l'incolumità del personale medico sia quella degli utenti
-:
quali interventi immediati e risolutivi si
intendano esperire in una logica volta a garantire un servizio ordinario e di
emergenza adeguato nonché condizioni di sicurezza per il personale medico e i
pazienti.
Nicolò. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
sono stati bloccati i pagamenti delle Asp ai
laboratori sanitari privati per le prestazioni relative al 2018;
considerato che: i laboratori de quo
costituiscono una parte fondamentale del sistema sanitario calabrese -:
quali siano i provvedimenti impellenti che si
intendono esperire per rimuovere la situazione di blocco dei pagamenti delle
Asp ai laboratori sanitari privati.
Il Consiglio
Regionale,
premesso
che:
l'assenza di manutenzione ordinaria
(adeguamento impianti ecc.), dovuta alla mancanza di risorse finanziarie, ha
comportato la non agibilità del piano terra del Palazzo di Giustizia di via Lacquari attualmente sede di diversi uffici giudiziari,
ovvero della sezione lavoro e previdenza, Ufficio del Giudice di Pace e aula
per le udienze penali, Ufficio UNEP, nonché sede del Consiglio dell'Ordine
degli Avvocati;
Tutto ciò premesso vista l'urgenza Le chiedo
di voler inserire la presente mozione all'ordine del giorno dell'odierna seduta
di Consiglio Regionale affinché lo stesso
impegni la Giunta
regionale
ed il Presidente della Regione Calabria a
reperire le risorse finanziarie necessarie alla predetta manutenzione ordinaria
e conseguentemente scongiurare la paventata e imminente chiusura.
(119; 10/05/2018) Pasqua
Il Consiglio
Regionale,
premesso che:
il percorso di riforma avviato con
l'approvazione dei regolamenti attuativi della l.r.23, poi annullati dal Tar
Calabria con la sentenza del 10 aprile 2018, segna anche per la Calabria un
momento storico importante, atteso che necessita di interventi mirati ed
efficaci;
occorre, pertanto, che ci si intenda su
quello che deve essere lo spirito di un intervento riformatore ma soprattutto
su quelli che devono essere gli obiettivi e, di conseguenza, i risultati e
occorre, fortemente, che su questi ci sia la massima convergenza in quanto un
intervento di riforma del sistema del welfare in Calabria, da più tempo e da
più parti auspicato, deve realizzarsi seguendo una duplice direttrice: da un
lato occorre un intervento riformatore in grado di rendere razionale, equo ed
universalistico il sistema di interventi messi a disposizione della comunità
calabrese;
dall'altro è necessario mettere in campo una
rete di interventi sostenibili affinché possano essere anche realmente
'fruibili' dai richiedenti capaci di dare risposte concrete a bisogni reali;
è doveroso sottolineare il legame
indissolubile che esiste tra Welfare e Sanità. La inscindibilità del diritto
all'assistenza sociale dal diritto sanitario in senso stretto. E' questa una
verità che la Calabria non può più far finta di non aver capito o recepito.
Uno, e uno solo deve essere lo strumento di pianificazione e programmazione
degli interventi sulla salute e sul benessere dei cittadini. Nessun percorso
riformatore può ritenersi tale se non parte con questo intento e se in questa
direzione non rivolge il suo massimo sforzo;
considerato che: con la
l.r.23/2003"Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema
integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali" la
regione Calabria recepisce in ambito regionale, la l. quadro 328/2000 sui
servizi sociali, con la l.r. 24/2008 venivano abrogati gli artt.24 e 25 della
l.r.23/2003 che disciplinavano l'autorizzazione al funzionamento e
l'accreditamento delle strutture di accoglienza a ciclo semiresidenziale e
residenziale;
la delibera di giunta regionale 210 del 22
giugno 2015 definiva gli ambiti socio assistenziali regionali individuando 32
ambiti su tutto il territorio regionale, grosso modo coincidenti con i
distretti socio-sanitari;
con delibera regionale n.37 del 24 febbraio
2015 veniva costituito un Tavolo tecnico rappresentativo delle parti sociali
per le problematiche relative al settore socio sanitario e socio assistenziale
con funzioni consultive, con successiva delibera integrato nella sua
composizione;
con la delibera regionale 449 del 14 dicembre
2016"Riorganizzazione dell'assetto istituzionale del sistema integrato
degli interventi in materia di servizi e politiche sociali" venivano
adottati i seguenti regolamenti attuativi della l.r.23/2003: l)Allegato Unico
contenente la disciplina per l'autorizzazione al funzionamento, accreditamento
e convenzionamento delle strutture socio assistenziali, la gestione dei
servizi, il regolamento con le tipologie di strutture, i servizi territoriali e
quant'altro relativo ai servizi sociali regionali, 2) All.b
con la determinazione dei costi, le modalità di calcolo delle rette;
3) Allegato C con lo schema di costituzione
dell'ufficio di Piano;
venivano ridotti, in seguito all'analisi
condotta dal Settore Politiche Sociali con riguardo al triennio 2014/2016 dalla
quale era emerso uno squilibrio di circa il 37% nel rapporto posti
accreditati/presenze per gli anziani, complessivamente di 661 posti (50%)
accreditati;
con successiva delibera regionale n.526 del
10 novembre 2017 "Modifiche e integrazioni al Regolamento 17 del 16
dicembre 2017" venivano adottate alcune modifiche al precedente
regolamento 17;
venivano accreditate tutte le strutture
autorizzate al funzionamento alla data del 30 novembre 2017;
veniva abrogato l'art.15 del regolamento 17
"Autorizzazione al funzionamento per l'erogazione di servizi sperimentali
territoriali in regime residenziale e semiresidenziale" ;
venivano trasferite al dipartimento Tutela
della salute le seguenti tipologie di strutture: "comunità alloggio a
valenza socio-sanitaria per adolescenti, Comunità specialistiche educative per
minori con disturbi del comportamento o disadattati sociali sottoposti a
provvedimenti penali e/o amministrativi" centri socio-riabilitativi
semiresidenziali e residenziali e tutte le altre strutture che — a quella data
- avevano in essere contratti, a qualunque titolo, con figure professionali
sanitarie veniva stabilito come termine ultimo di entrata in vigore della nuova
normativa il 31 dicembre 2017;
con decreto 176 del 28 dicembre 2017 del
commissario ad acta veniva parzialmente annullata la
delibera di giunta 526, precisamente, nella parte in cui veniva disposto il
trasferimento al dipartimento salute delle sopra indicate tipologie di
strutture a valenza sanitaria con la delibera 633 del 21 dicembre 2017 , veniva
ulteriormente modificato il termine di entrata in vigore della nuova normativa
dal 31 dicembre 2017 al 30 giugno 2018;
con sentenza n. 00978/2018 Reg. Prov. Coll.
N.003328/2017 Reg. Ric. del 10 aprile 2018 il Tar Calabria, accogliendo il
ricorso formulato dal Comune di Catanzaro e da alcune strutture socio
assistenziali, annullava la delibera 449 del 14 dicembre 2016 e tutti gli atti
consequenziali e delibere successive da essa discendenti e ad essa collegate;
con delibera di giunta 169 del 9.5.2018,
poiché il trasferimento delle competenze economiche a 18 ambiti su 32 totali
era già avvenuto con decreto dirigenziale precedente al pronunciamento del Tar,
la giunta decide di completare i trasferimenti economici anche agli altri ambiti
e delegare i comuni capofila alle liquidazioni delle spettanze 2018 in favore
delle strutture socio assistenziali per conto della Regione;
la finalità primaria della legge quadro
328/2000 integralmente recepita poi dalla nostra l.r.23/2003, è quella di garantire
alle persone ed alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi
sociali volti al miglioramento delle condizioni e della qualità di vita,
all'abbattimento tutte quelle condizioni generatrici di discriminazione
sociale, all'eliminazione e riduzione dello stato di bisogno e del disagio
individuale, ispirandosi ad un principio di universalità, equità sociale e
solidarietà. Alla luce di tale principio, l'individuo viene collocato in
posizione baricentrica rispetto al sistema di interventi riconoscendo ai
bisogni dell'utente un ruolo centrale;
le richiamate leggi prevedono la
realizzazione di una rete di servizi con diversi livelli di intensità
assistenziale che vanno dall'accoglienza nelle strutture a carattere
semiresidenziale e residenziale al sostegno mediante la fruizione di servizi di
prossimità e territoriali;
essendo la fascia di popolazione cui sono
rivolti gli interventi socio assistenziali, educativi, dì cura e sostegno - per
sua natura - morfologicamente dinamica e sensibile ad evoluzioni molteplici, si
ritiene necessario e imprescindibile una lettura del fabbisogno regionale
aggiornata con analisi dei dati collegati alle condizioni economiche e sociali,
alle situazioni invalidanti, alle condizioni personali e sociali di bisogno dovute
a variazioni dei contesti socio economici che possono determinare l'insorgenza
di nuove condizioni di bisogno;
la triennale lettura del fabbisogno regionale
consente di prevedere i Livelli Essenziali delle Prestazioni socio
assistenziali e di organizzare la rete di risposta agli stessi sulla base dei
dati emergenti;
affinché vi sia la massima garanzia di
risposte in termini di efficacia ed efficienza alle necessità reali del
territorio regionale, è necessario recepire il principio di flessibilità delle
prestazioni e dei modelli organizzativi di accoglienza, consapevoli tutti ormai
che non esiste la predestinazione a vita nelle proprie condizioni di disagio
e/o di benessere sociale e, soprattutto al fine di scongiurare scollamenti tra
la rete di servizi offerti e la domanda di assistenza;
appare fondamentale, partendo dalla
centralità dei bisogni dell'utente alla luce e nello spirito della 1.328/2000,
organizzare la rete di accoglienza e di risposta e soddisfazione degli stati di
bisogno in funzione dei percorsi assistenziali della persona con individuazione
dei livelli d'intervento e dell'intensità delle prestazioni mediante
utilizzazione delle commissioni valutative e dei competenti servizi
socio-sanitari per l'individuazione della risposta più appropriata;
la legge regionale 23/2003 di recepimento
della 328, riconosce ai comuni ed organismi locali la funzione di centralità
nell'organizzazione e gestione di tutti i servizi socio assistenziali
integrati, in quanto istituzioni più vicine' ai cittadini e, pertanto, più
capaci di conoscere e prendere in carico i loro bisogni;
preso atto che: la rete di strutture socio
assistenziali presente sul territorio regionale ha rappresentato
indiscutibilmente, negli anni, e rappresenta tutt'ora uno dei punti essenziali
per l'erogazione degli interventi volti al miglioramento delle condizioni di
vita delle fasce deboli. nel corso degli anni diverse tipologie di strutture
sono sorte sul territorio regionale, aumentando l'offerta dei servizi, ma non
essendo unitaria la normativa di riferimento cui si è fatto capo in sede di
autorizzazione al funzionamento si è generato un quadro della rete dei servizi
disomogeneo, con notevoli incongruenze circa le denominazioni delle strutture,
le tipologie dei servizi, l'utenza e requisiti professionali e strutturali, le
capacità ricettive e via dicendo;
la l.r.24/2008 abrogando gli artt.24 e 25
della l.r. 23/2003 ha generato una carenza di disciplina su due istituti
fondamentali, quello dell'autorizzazione e dell'accreditamento delle strutture.
Vale la pena di sottolineare che, invece, l'istituto dell'accreditamento è
finalizzato ad individuare i servizi e le strutture aventi caratteristiche
necessarie per la copertura del fabbisogno così come espresso dalla
programmazione regionale e territoriale e consente, soprattutto, la valutazione
del raggiungimento degli obiettivi e dei requisiti di qualità nella conduzione
dei servizi. Garantisce, inoltre, l'efficienza, la sicurezza e l'appropriatezza
dei servizi forniti in una rete di servizi territoriali omogenea. Va da se come
sia un istituto dal percorso dinamico fondato su valutazioni periodiche in
ordine tanto alla qualità degli interventi che alla necessità degli stessi in
relazione al mutare dei fabbisogni e delle domande;
i regolamenti attuativi della l.r.23/2003
approvati con la 449/2016 prevedevano nuovi requisiti professionali e
strutturali per cui la spesa per il sociale passava da circa 26 ml. di euro a
59 ml. di euro;
i succitati regolamenti attuativi della
l.r.23/2003 adottati con la d.g.r. 449/2016
individuavano principalmente 4 pilastri su cui avrebbe insistito la spesa per
il sociale: Regione Calabria;
Interfondo ( fondo costituito dalla
contribuzione a parte di tutti i comuni dell'ambito);
Comuni singolarmente ciascuno per i propri
residenti;
Compartecipazione dell'utente;
la pesante compartecipazione economica
chiesta ai comuni avrebbe di fatto svuotato il ruolo centrale riconosciuto agli
stessi nella gestione della rete dei servizi di assistenza. Considerate le
condizioni economiche in cui versa la maggior parte dei comuni calabresi e le
condizioni di bilanci in sofferenza, dissesto o pre-dissesto,
si sarebbe generata la paralisi dell'intero sistema di erogazione
dell'assistenza. Di fatto, sul punto conviene evidenziare, che i comuni già da
diversi mesi, prevedendo l'entrata in vigore a breve della nuova
compartecipazione alla spesa sociale avevano sospeso tutte le autorizzazioni di
ingresso in favore dei richiedenti;
la compartecipazione chiesta alle fasce
bisognose a partire da quelle con ISEE da 0 a 4000 euro avrebbe generato
l'impossibilità per le stesse di poter accedere alle prestazioni socio
assistenziali amplificando, di conseguenza, lo stato di disagio sociale,
personale e le situazioni di rischio sociale sui tenitori;
il principio della compartecipazione è
previsto tanto dalla L. Quadro 328 che dalla l.r.23/2003 e risponde al criterio
di equità della prestazione. E' vero che in tempi di crisi non è più possibile
erogare "tutto a tutti" e di fatto e di diritto, torna prepotentemente
alla luce il principio dell'Universalismo selettivo per cui la valutazione
delle necessità e dei bisogni non può prescindere dall'accertamento del
reddito. Ma tale valutazione non può e non deve essere frutto di una asettica
operazione matematica e di calcolo e deve, necessariamente, essere accompagnata
da scelte politiche di valore, che tengano presenti fenomeni culturali sociali,
endemici e via dicendo;
l'accreditamento generale operato dalla d.g.r. 526/2017 di tutte le strutture autorizzate alla data
del 30 novembre senza una lettura aggiornata del fabbisogno regionale avrebbe
potuto generare inutili duplicazioni di servizi con conseguenti aggravamenti
dei costi e, per altro verso, avrebbe lasciato invece prive di risposta altre
situazioni di bisogno o altri tenitori carenti di servizi;
l'abrogazione operata dalla d.g.r. 526/2017 dell'art.15 del regolamento 17/2016 avrebbe
significato precludere definitivamente alla regione Calabria la possibilità di
arricchire il sistema dell'offerta dei servizi avviando sui territori tipologie
di assistenza residenziali e semiresidenziali sperimentali e/o innovativi a
dispetto, invece, di quanto previsto proprio dalla l.r.23/2003 nell'art. 12;
le evidenziate maggiori criticità che
accompagnavano i regolamenti di attuazione delle legge 23 approvati con la d.g.r. 449/2016, imponevano, comunque, una battuta
d'arresto alla loro entrata in vigore. ritenuto che: è preliminare colmare il
vuoto legislativo creato dalla l.r.24/2008 con l'abrogazione degli art.24 e 25
della l.r.23/2003,di competenza di questo Consiglio Regionale;
il processo di attuazione della l.r.23/2003
avviato con la delibera di giunta 210 del 2015 mediante 1' individuazione degli
ambiti socio assistenziali deve essere proseguito e portato a compimento;
impegna la Giunta
regionale
ed il Presidente della Regione Calabria: 1)
avviare in tempi brevi i lavori di stesura di nuovi regolamenti attuativi della
l.r.23/2003 per la realizzazione di una riforma del welfare realmente
sostenibile avendo presenti le criticità, evidenziate nelle considerazioni
preliminari alla presente interpellanza, dei precedenti regolamenti di
attuazione, non ultima la preclusione di avviare servizi sperimentali sul
territorio regionale;
2) a convocare il Tavolo tecnico consultivo
per la concertazione con le parti sociali del lavoro di stesura dei
regolamenti;
3) aggiornare, contestualmente all'avvio dei
lavori, il Piano degli Interventi e dei servizi sociali così come stabilito
dall'art.18 della l.r.23/2003;
4) a riconoscere, nel quadro dell'offerta dei
servizi di assistenza da realizzare in attuazione della l.r.23/2003,
l'importanza della rete delle strutture presenti sul territorio regionale quale
servizi essenziale nell'erogazione delle prestazioni socio-assistenziali in
favore delle fasce deboli;
5) a riconoscere, altresì, la necessità di
tutelare la stabilità amministrativa e giuridica delle stesse strutture al fine
di garantire la continuità assistenziale degli utenti e consentire alle stesse
di mantenere costanti i livelli occupazionali del comparto di operatori
impiegati nel settore che consta di circa 10 mila unità lavorative ;
6) a rinnovare, mediante addenda
contrattuale, tutte le convenzioni con le strutture socio assistenziali affinché
le tempistiche nelle procedure di liquidazioni delegate ai comuni per il 2018
non subiscano evitabili e mutili ritardi;
7) all'osservanza e coerenza al sentenziato
del Tribunale Amministrativo, evitando procedure elusive del giudicato;
8) a vigilare affinché le procedure di cui
alla d.g.r. 169/2018 vengano adempiute con la massima
sollecitudine possibile da parte dei comuni capo ambito scongiurando rischi di
interruzione dei servizi ai danni degli ospiti. E Impegna il Consiglio
Regionale ad adottare i provvedimenti legislativi finalizzati a colmare il denunciato
vuoto legislativo conseguenti l'abrogazione -avvenuta ad opera della legge
regionale 24 del 2018 - degli artt.24 e 25 della L.r.23/2003.
(120; 21.5.2018) Greco
Nicolò, Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con Deliberazione
dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria n. 1/2005 del
31.05.2005 concernente "Legge regionale 4 agosto 1995, n. 39 - nomine di
competenza del Consiglio Regionale" veniva approvato l'elenco delle nomine
e designazioni di competenza del Consiglio Regionale ed inserita, fra le altre,
quella relativa alla nomina del Presidente dell'Ente Parco Regionale delle
Serre (punto nr. 34 dell'Allegato alla
Deliberazione);
con successivo
Decreto del Presidente del Consiglio Regionale della Calabria n. 5 del
20.02.2006 concernente "Nomina del Presidente dell'Ente Parco Regionale
delle Serre, in sostituzione del Sig. Francesco Cosentino, dimissionano (art.
13 legge regionale 10/2003)’' è stato nominato Presidente dell'Ente Parco
Regionale il Dott. Gregorio Paglianiti, nato il
02.07.1961;
atteso che il
Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria — Sede di Catanzaro, Sez. II
con sentenza n. 1960 del 07.12.2007 ha annullato la Deliberazione dell'Ufficio
di Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria n.1/2005 nonché il Decreto
del Presidente del Consiglio Regionale n. 5 del. 20.02.2006 di nomina del Dott.
Gregorio Paglianiti;
successivamente il
Consiglio di Stato - Sez. V con sentenza 1926/11 del 01-29 marzo 2011, ha
accolto l'appello proposto avverso la Sentenza n. 1960/2007 emessa dal Tar di
Catanzaro, dichiarando inammissibile il ricorso di primo grado e per l'effetto
riformato la sentenza del Tar con cui era stato annullato il decreto di nomina
del Dott. Gregorio Paglianiti;
dato atto,
pertanto, che in virtù del pronunciamento dei Consiglio di Stato n. 1926/2011 e
della conseguente riforma della sentenza del Tar di Catanzaro n. 19360/2007, è
venuto a riviviscenza il Decreto del Presidente del Consiglio Regionale n. 5
del 20.02.2006 di nomina del Dott. Gregorio Paglianiti
a Presidente dell'Ente Parco Regionale;
constatato che la
citata sentenza dei Consiglio di. Stato non è stata portata ad esecuzione da
parte della competente autorità amministrativa regionale, impedendo di fatto al
Sig. Gregorio Paglianiti l'esercizio delle funzioni e
compiti connessi alla carica per cui era intervenuta legittima nomina;
ritenuto che nel
comportamento omissivo dell’ autorità amministrativa .preposta a dare
esecuzione al decisum del Consiglio di Stato n.
1926/2011 siano ravvisabili profili di responsabilità di varia natura oltre che
potenziale fonte di illegittimità di tutti gli atti medio tempore compiuti da
organo presidenziale dell'Ente Parco Regionale diverso dal soggetto all'uopo
legittimamente nominato ex Decreto Presidente del Consiglio Regionale n. 5 del
20.02.2006;
evidenziato
altresì che risulta pendente innanzi al Tribunale di Vibo Valentia procedimento
giurisdizionale concernente la richiesta di risarcimento dì tutti i danni
subiti dal Dott. Gregorio Paglianiti a causa dei
comportamenti omissivi dell'Amministrazione regionale ed in particolare a causa
della mancata esecuzione della sentenza, del Consiglio di Stato n. 1926/2011;
ritenuta viepiù la
probabilità di soccombenza dell’ Amministrazione regionale nel giudizio da
ultimo citato con evidenti ripercussioni negative di carattere economico che graveranno
sul Bilancio regionale -:
quali iniziative
intende adottare al fine di dare attuazione al giudicato rappresentato dalla
sentenza del Consiglio di Stato n. 1926/2011, ripristinando per tale via la
legalità violata .in tema di nomina del Presidente dell'Ente Parco Regionale
(350; 13/04/2018)
Risposta: “In merito all'interrogazione a risposta scritta n.350/10^
"in ordine alla mancata esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato
n. 1926/2011" , si espone quanto di seguito riportato.
La nomina
del Presidente del Parco del Parco regionale delle Serre è disciplinata
dall'art 13 della Legge regionale n 10 del 2003 "Norme m materia di Aree
Protette"-.
Nel
rispetto della suddetta norma, con Decreto del Presidente del Consiglio
Regionale n, 5 del 20.2.2006 il dott. Gregorio Paglianiti
era stato nominato Presidente dell'Ente Parco regionale, in sostituzione del
dimissionario Francesco Cosentino.
Avverso
tale nomina, e avverso la precedente delibera del Consiglio Regionale n. 1 del
31.1.2005 con la quale la nomina del Presidente dell'Ente Parco era stata fatta
rientrare tra quelle di competenza del Consiglio Regionale, l'avv. Antonino Murmura, già Presidente del comitato di gestione
provvisoria dell'Ente Pareo regionale, aveva proposto ricorso straordinario al
Capo dello Stato, trasferito in sede giurisdizionale ordinaria al TAR di
Catanzaro a seguito dell'opposizione del dott. Paglianiti
ex art. 1, c. 1, D.P.R 1199/1971.
Con
sentenza n. 1960 del 7.12.2007 il Tar di Catanzaro, annullava gli atti
impugnati.
In
esecuzione di detta sentenza il Presidente del Consiglio Regionale della
Calabria, con decreto n. 9 dèi 22.9.2008, provvedeva quindi ad annullare il sopra
citato Decreto n. 5 del 20.2.2006 avente ad oggetto la nomina del dott. Paglianiti a Presidente dell'Ente Parco,
Nel
frattempo l'Ente Parco e il dott. Paglianiti, con due
distinti
ricorsi,
avevano impugnato la sentenza n. 1960/2007 dei TAR di Catanzaro, anche nei
confronti della Regione Calabria in persona del Presidente della Giunta
Regionale.
Il
Consiglio di Stato, Quinta Sezione giurisdizionale, con sentenza n. 1926/11,
riuniti gli appelli ex art. 96, c.1, c.p.a., li
accoglieva e, per l'effetto, in riforma della sentenza impugnata, dichiarava
inammissibile il ricorso di primo grado dell’avv. Murmura.
Con ricorso
depositato in data 16.11.2012 il dott. Paglianiti
chiedeva alla Regione Calabria il risarcimento dei danni materiali e morali
subiti in conseguenza del predetto annullamento della propria nomina,
lamentando l'inerzia dell'amministrazione regionale rispetto alla sentenza n.
1926 del 29.3.2011 del Consiglio di Stato.
La
Regione Calabria si costituiva in giudizio eccependo l'inammissibilità e
l'infondatezza della domanda di risarcimento. Con la sentenza n. 847/14, il TAR
di Catanzaro ha ritenuto che l'eventuale lesione del diritto, riguardasse un
vero e proprio diritto soggettivo, con conseguente declaratoria di difetto di
giurisdizione sulla relativa richiesta di risarcimento dei danni; è evidente
che non è mai sorto, nella fattispecie in questione, alcun diritto alla
prosecuzione del rapporto dopo la sentenza del Consiglio di Stato appena
citata.
Deve
infatti considerarsi che nel tempo intercorsa tra il decreto di revoca dell'
incarico emesso nel 2008, sulla base della sentenza dei TAR n. 1960 del
7.12.2007 che aveva annullato il precedente decreto dì nomina dello stesso
ricorrente, ed il deposito della sentenza del Consiglio di Stato in data
29.3.2011, che l'avrebbe riesumato, sono occorse numerose vicende che hanno di
fatto impedito una prosecuzione dell'incarico di Presidente dell'Ente Parco,
non imputabili all'amministrazione regionale.
In primo
luogo si rileva che il dott. Paglianiti con sentenza
n. 297/08 del 4.6.2008 emessa dal Tribunale penale di Catanzaro era stato
condannato alla pena di anni due e mesi otto di reclusione e all'interdizione
dai pubblici uffici per una durata pari alla pena irrogata, in quanto
riconosciuto colpevole del reato di concussione.
Tale
sentenza era stata trasmessa al Consiglio regionale da parte della Prefettura
di Vibo Valentia con nota prot. 1129 del 17.9,2008,
per l'assunzione dei provvedimenti di cui all'art. 15 della L. 19.3.1999 n. 55.
Il Dirigente del Segretariato Generale del Consiglio Regionale aveva
riscontrato la nota prefettizia con nota del 8.1.2009, rilevando che, a seguito
dell'annullamento del Decreto 5/06 di nomina del dott. Paglianiti
a Presidente dell'Ente Parco, si riteneva superflua l'adozione di ogni altro
provvedimento in esecuzione della sentenza del Tribunale penale di Catanzaro.
E' dunque
del tutto evidente che la perdita del diritto ad una prosecuzione dell'incarico
non è avvenuta per fatto imputabile all'inerzia dell’Amministrazione.
- D'altra
parte si rileva che neanche il dott. Paglianiti ha
posto in essere idonee azioni per reclamare l'esecuzione della sentenza pur
ricorrendo nella specie tipici strumenti di tutela quali diffide e/o messe in
mora e giudizio di ottemperanza, ai fine di far eseguire quella sentenza.
A seguito della citata sentenza del TAR n 847/2014, il dott. Gregorio Paglianiti ha proposto ricorso in riassunzione, notificato
alla Regione Calabria in data 25.5.2015, avanti al Tribunale del Lavoro di Vibo
Valentia. Avverso tale ricorso si è costituita la Regione Calabria. La causa è
attualmente pendente avanti al Tribunale del Lavoro di Vibo Valentia.
Da quanto
sopra è di tutta evidenza come l'Amministrazione abbia agito in modo
assolutamente corretto nei confronti del dott. Paglianiti.”
Dott.ssa Rizzo Antonella (Assessore Tutela
dell’Ambiente e del Territorio)
Il Consiglio regionale
premesso che:
-
a seguito delle elezioni politiche del 4 marzo 2018
i consiglieri regionali Wanda Ferro e Francesco Cannizzaro
sono stati eletti alla Camera dei deputati;
-
che, ai sensi dell’articolo 122, comma 2, della
Costituzione “Nessuno può appartenere contemporaneamente a un Consiglio o a una
Giunta regionale e ad una delle Camere del Parlamento, ad un altro Consiglio o
ad altra Giunta regionale, ovvero al Parlamento europeo”;
-
ai sensi dell’articolo 6, comma 4, della legge n.
154/1981 la cessazione dalle funzioni deve avere luogo entro dieci giorni dalla
data in cui è venuta a concretizzarsi la causa di ineleggibilità o di
incompatibilità;
-
la Giunta delle elezioni, competente in ordine alla
verifica delle condizioni di eleggibilità ed incompatibilità dei consiglieri
regionali e degli assessori regionali non consiglieri regionali, alla scadenza
del suddetto termine ha attivato, nella seduta del 17 aprile 2018, le procedure
di cui all’articolo 19 del Regolamento interno del Consiglio regionale;
-
a conclusione della suddetta seduta la Giunta ha
deliberato di contestare ai consiglieri Francesco Cannizzaro
e Wanda Ferro la sussistenza delle condizioni di incompatibilità nel rivestire
la carica, dando mandato al Presidente del Consiglio per gli atti
consequenziali previsti dall’articolo 19, comma 1, del Regolamento interno;
-
che i consiglieri Ferro e Cannizzaro,
con note acquisite al protocollo generale, rispettivamente, al n. 20891 del 4
maggio 2018 e al n. 21591 del 9 maggio 2018, hanno trasmesso nei termini le
proprie controdeduzioni a seguito della notifica della contestazione inviata
dal Presidente del Consiglio regionale;
considerato che la Giunta delle elezioni
nella seduta del 16 maggio 2018, dopo approfondito esame delle controdeduzioni
depositate dai consiglieri Ferro e Cannizzaro anche
in rapporto alla normativa costituzionale, primaria e regolamentare in materia,
ha deliberato di confermare la sussistenza delle condizioni di incompatibilità
precedentemente contestate in capo ai consiglieri Ferro e Cannizzaro,
proponendo al Consiglio regionale di deliberare definitivamente
l’incompatibilità e contestualmente di fissare, ai sensi dell’articolo 3, comma
1, lettera g) della legge n. 165/2004, il termine di dieci giorni, decorrente
dalla data di notifica della deliberazione del Consiglio a cura del Presidente
del Consiglio regionale, entro il quale i predetti consiglieri debbano
esercitare l’opzione, pena la decadenza automatica dalla carica;
ritenuto pertanto di dover prendere atto
delle risultanze a cui è pervenuta la Giunta delle elezioni e, al contempo, di
dare seguito alle prescrizioni di cui all’articolo 19, comma 2, del Regolamento
interno del Consiglio regionale;
visti:
-
l’articolo 122 della Costituzione;
-
la legge 23.4.1981, n. 154;
-
la legge 2.7.2004, n. 165;
-
l’articolo 19 del Regolamento interno del Consiglio
regionale;
delibera
-
di dichiarare la sussistenza delle cause di
incompatibilità nei confronti dei consiglieri regionali Wanda Ferro e Francesco
Cannizzaro, i quali, ad oggi, ricoprono
contemporaneamente la carica di deputato della Repubblica e di consigliere
regionale;
-
di fissare, ai sensi dell’articolo 3, comma 1,
lettera g) della legge n.165/2004, in 10 giorni il termine, decorrente dalla
data di notifica della presente deliberazione a cura del Presidente del
Consiglio regionale, entro il quale i predetti consiglieri debbano esercitare
l’opzione tra il mandato consiliare e il mandato parlamentare;
-
di dare atto che il mancato esercizio dell’opzione
nei termini sopra stabiliti comporterà la decadenza automatica dalla carica di
consigliere regionale, in considerazione della perentorietà del termine
stabilito dalla legge n.165/2004, con la conseguente surroga dei consiglieri
decaduti.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
-
la Regione Calabria, nella formulazione del
programma operativo 2013-2015 (ai sensi dell’art. 15, comma 20, D.L. 6 luglio
2012, n. 95, convertito con modificazioni nella L. 7 agosto 2012, n. 135), ha
previsto nel programma 13 “Reti assistenziali per intensità di cure”,
l’individuazione dei presidi secondo il modello Hub
& Spoke e secondo la logica dell’intensità delle
cure (rete ictus, trauma, oncologica, etc.);
-
fra le attività da porre in essere vi era anche la
costituzione di una Rete Oncologica Regionale seguendo il modello Hub & Spoke attraverso uno
specifico documento costitutivo condiviso con gli esperti del settore;
-
con Decreto del Presidente della Giunta regionale
n. 40 del 21 marzo 2014 è stato istituito il gruppo tecnico per la definizione
della Rete Oncologica;
-
l’attività svolta dal predetto gruppo di lavoro ha
prodotto il documento “Rete Oncologica Calabrese Hub
& Spoke ad integrazione territoriale”;
-
il Decreto del Commissario ad acta
del 2 aprile 2015 fa obbligo ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali
e Ospedaliere di dare la massima diffusione a predetto documento, di attuare
quanto in esso contenuto secondo le indicazioni e la tempistica indicata e di
provvedere al monitoraggio di attuazione;
-
lo stesso decreto stabilisce che venga effettuato
dal Dipartimento Tutela della Salute il monitoraggio semestrale sull’attuazione
delle azioni a carico delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie Provinciali;
-
il decreto precisa inoltre che l’attuazione delle
reti sarà obiettivo prioritario dei Commissari/Direttori Generali delle Aziende
Ospedaliere e Sanitarie Provinciali;
considerato che:
-
il documento “Rete Oncologica Calabrese Hub & Spoke” recitava che i
residenti in Calabria nel 2013 sono stati 1.958.238. L’offerta assistenziale
per quanto riguarda le neoplasie in senso lato, includendo cioè chirurgia,
oncologia medica, radioterapia, ematologia, cure palliative, ecc., per alcuni
aspetti risulta sufficiente e per altri inadeguato. Per quanto riguarda la
dotazione di posti letto (p.l.) di oncologia medica,
dal censimento al 4/02/2014 (pl HSP NSIS) risultano 72 p.l.
di degenza ordinaria e 91 p.l. di D.H.,
per un totale di 163 p.l.. Se confrontiamo i dati
della Calabria con la media nazionale sul totale dei p.l.
per 100.000 abitanti abbiamo una media nazionale pari al 6,7 vs una media
regionale pari all’8,3. L’articolazione della rete sulla base dei bacini di
utenza definita dalla bozza di Regolamento nazionale – prevede per la
disciplina di oncologia medica un bacino di utenza di 300.000 – 600.000
abitanti. La programmazione delle strutture di oncologia medica in Calabria
potrà pertanto prevedere da 3 a massimo 7 strutture. L’attuale dotazione di
strutture risulta allo stato sovradimensionata alle esigenze assistenziali
della Regione;
-
la mobilità extraregionale dei calabresi che si
ammalano di cancro rimane particolarmente importante (quasi 4000 persone nel
2012) e i dati relativi per gli interventi chirurgici dei maggiori tumori e di
chemioterapia vedono uno spostamento in particolare verso strutture delle regioni
Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. Tuttavia un fenomeno da considerare è la
mobilità passiva verso strutture di regioni confinanti o viciniori come la
Sicilia e la Puglia con le quali sarà valutata l’opportunità di sottoscrivere
specifici accordi;
-
per i corretto funzionamento della rete oncologica
il documento fissava le seguenti azioni:
·
il netto rafforzamento della rete territoriale per
l’implementazione degli screening oncologici;
·
l’acquisizione di competenze apicali di primo
ordine;
·
il rafforzamento degli organici esistenti
attraverso investimenti sulla formazione ai fini dell’acquisizione e il
miglioramento di competenze specialistiche (clinical competence);
·
la suddivisione dei ricoveri per intensità di cura;
·
l’investimento nella organizzazione effettiva della
rete regionale che dovrà essere gestita, sulla base del modello proposto, sia a
livello di Area che a livello regionale con la definizione di indicatori di
processo e di esito dei diversi percorsi terapeutici assistenziali;
·
la definizione di un piano degli investimenti
strutturali e tecnologici; l’implementazione del sistema informativo
oncologico;
-
gli obiettivi fissati per la rete oncologica sono:
·
qualificare l’offerta assistenziale con
l’identificazione di percorsi diagnostico-terapeutici;
·
privilegiare modelli di assistenza diversi rispetto
ai ricoveri ordinari: day hospital e prestazioni
ambulatoriali;
·
definire le modalità di integrazione fra offerta
ospedaliera e risorse;
·
coordinare le attività professionali per il
miglioramento della qualità;
·
prendere in carico il paziente con percorsi
diagnostico-terapeutici adeguati e tempestivi, riducendo le liste di attesa;
·
ridurre la modalità passiva extra regionale;
·
condividere i sistemi;
·
valorizzare il ruolo delle associazioni pazienti;
precisato che:
-
il documento sulla Rete Oncologica prevede il
Coordinamento Oncologico unico di Area, con la partecipazione di tutte le
aziende erogatrici esistenti nel territorio della Area stessa.
Questo
Coordinamento definisce i nodi della rete stabilendo il Piano Oncologico di
Area. Il Piano identifica le unità operative delle strutture Hub & Spoke coinvolte, le
unità operative specialistiche non oncologiche che partecipano ai percorsi
diagnostico-terapeutici dei pazienti oncologici e i punti di offerta
territoriali;
-
il responsabile del Coordinamento Oncologico unico
di Area è il centro Hub dell’Area (specificato
appresso nel presente documento per ciascuna area). Questa funzione di
coordinamento e garanzia è assunta dal Direttore del Dipartimento di Oncologia,
ove esistente, altrimenti è affidata al Direttore dell’Unità Operativa
complessa di Oncologia;
-
l’Unità di valutazione multidisciplinare oncologica
è diretta dal Direttore del Dipartimento di Oncologia, ove esistente,
altrimenti è affidata al Direttore dell’Unità Operativa complessa di Oncologia;
-
il Coordinamento Regionale della rete oncologica è
affidato al settore competente del Dipartimento Tutela della Salute della
Regione Calabria, con il supporto dei coordinatori di Area;
-
i percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali
avrebbero dovuto essere definiti entro 6 mesi dall’emanazione del documento
sulle principali patologie oncologiche solide con particolare riguardo alle
seguenti fasi: screening oncologici, sospetti diagnostici, accertamento
diagnostico e stadiazione, trattamento, stadi
iniziali, malattia localmente avanzata, malattia metastatica, follow up e valutazione delle risposte, cure palliative/hospice;
-
in relazione ai PDTA avrebbero dovuto essere
definiti indicatori di processo, outcome con i
relativi standard nell’ottica di valutazione della performance dei Direttori
Generali e Direttori della UOC;
accertato che:
-
sempre in base al documento le aziende ospedaliere
e sanitarie provinciali avrebbero dovuto sviluppare il sistema informativo
aziendale per l’oncologia secondo indicazioni prodotte dal Coordinamento
Regionale;
-
avrebbe dovuto essere implementato il monitoraggio
delle liste d’attesa per le prestazioni diagnostiche e terapeutiche,
specificando la tipologia oncologica;
-
si sarebbero dovuti identificare, nell’ambito dei
percorsi diagnostico-terapeutici, tempi massimi per l’erogazione di prestazioni
specialistiche diagnostiche e degli interventi terapeutici. I tempi avrebbero
dovuto essere monitorati e valutati attraverso gli specifici indicatori
nell’ambito delle attività di monitoraggio e valutazione;
-
il documento prevedeva anche di:
·
assicurare il coinvolgimento di tutti gli
specialisti nel trattamento del paziente oncologico,
·
individuare i percorsi diagnostici e terapeutici
più appropriati nel singolo caso,
·
definire il Piano assistenziale individuale (PAI),
·
assicurare la continuità terapeutica e
assistenziale dei pazienti,
-
l’esistenza di una funzione di accoglienza, la
definizione del PAI per il singolo e la valutazione dell’adesione al percorso
diagnostico terapeutico saranno considerati tra gli indicatori a fini della
valutazione di performance aziendale e dipartimentale laddove esistente;
-
il documento identificava in modo preciso le
strutture di Hub & Spoke;
considerato che:
-
il documento prevedeva:
·
l’istituzione dei Coordinamenti Regionali e d’Area
entro 30 giorni dall’approvazione del documento, con Decreto Commissariale;
·
la costituzione delle Unità di valutazione
multidisciplinari oncologiche (UVM) presso ogni Hub
& Spoke entro 60 giorni dall’approvazione del
presente documento, con Decreto Commissariale;
·
la definizione dei percorsi Diagnostici Terapeutici
Assistenziali e relativi indicatori per le principali patologie oncologiche
entro sei mesi dall’approvazione del presente documento, con Decreto Commissariale;
·
la rivalutazione dell’attività oncologica dei nodi
della rete con particolare riguardo ai volumi di attività, all’appropriatezza e
alla qualità dell’assistenza con cadenza annuale da parte del Coordinamento
Regionale;
-
il documento prevedeva, altresì, come indicatore di
attuazione della Rete:
·
il numero di unità cliniche multidisciplinari (UVM)
costituite sul numero totale di Hub & Spoke, entro due mesi;
·
il numero di percorsi diagnostico-terapeutici
assistenziali sul totale previsti dalla rete (n. 5), entro 6 mesi;
rilevato che:
-
il progetto “La salute un bene da difendere, un
diritto da promuovere”, promosso da 14 associazioni pazienti e coordinato da
Salute Donna Onlus attraverso il lavoro di una prestigiosa Commissione Tecnico
Scientifica, ha favorito la creazione di un intergruppo di consiglieri
regionali della Calabria proprio per portare all’attenzione della politica, con
realismo e senso pratico, le questioni relative alla presa in carico dei
pazienti attraverso l’attuazione della rete oncologica regionale.
Tutto ciò premesso,
impegna
la Giunta regionale ed il Presidente della
Regione Calabria a:
-
verificare lo stato di attuazione della rete
oncologica seguendo i principi illustrati in premessa;
-
operare la ricognizione della strumentazione
tecnica in dotazione dei diversi centri Hub & Spoke individuati dal documento sulla rete oncologica;
-
assicurare un forte coordinamento regionale per
l’attuazione della rete oncologica;
-
promuovere lo sviluppo dei Programmi di Prevenzione
e di Riabilitazione oncologica;
-
dare corso all’integrazione, nelle piante organiche
oncologiche calabresi sia in Ospedale
che nel Territorio, di figure professionali irrinunciabili: Psiconcologi,
Case Manager, Data Manager;
-
sviluppare una maggiore attenzione alla Ricerca
Clinica;
-
favorire il dialogo sul territorio con le
associazioni di pazienti onco-ematologici;
-
quantificare e ridurre sensibilmente, anche
attraverso l’attuazione dei principi della rete oncologica, la mobilità passiva
derivante dalla migrazione sanitaria dei pazienti oncologici calabresi.
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
-
dapprima il D.lgs. 18 febbraio 1997, n. 44, come modificato
dal D.lgs. n. 95/2003, e successivamente, il D.lgs. 24 aprile 2006, n. 219
hanno previsto che, nell’ambito del sistema nazionale di farmacovigilanza,
facente capo all’Agenzia Italiana del Farmaco (di seguito AIFA), le Regioni,
singolarmente o di intesa tra loro, collaborino con la stessa AIFA all’attività
di farmacovigilanza, attraverso iniziative atte a promuovere le segnalazioni
spontanee da parte degli operatori sanitari, nonché alla diffusione delle
informazioni al personale sanitario ed alla formazione degli operatori nel
campo della farmacovigilanza;
-
l’art. 129 del D.lgs. n. 219/2006, in particolare,
stabilisce che le Regioni, al fine di coadiuvare l’Agenzia Italiana del Farmaco
(AIFA) nelle iniziative atte a promuovere le segnalazioni spontanee da parte
degli operatori sanitari, si avvalgano di appositi Centri di Farmacovigilanza
(CRFV);
-
l’allegato 1 all’Accordo Stato – Regioni del 28
ottobre 2010, avente ad oggetto “Requisiti minimi di un Centro Regionale di
Farmacovigilanza”, definisce espressamente i Centri Regionali di
Farmacovigilanza (CRFV) come “strutture riconosciute dalla Regione di
appartenenza con atto formale, che partecipano, quale parte integrante, in modo
stabile e continuativo, alle attività del sistema nazionale di farmacovigilanza
facente capo all’AIFA”;
-
l’art. 36, comma 14, della legge n. 449/1997
(Misure per la stabilizzazione della finanza pubblica), dispone uno
stanziamento annuale a favore delle Regioni da destinare ad iniziative di
farmacovigilanza;
-
l’Accordo Stato – Regioni del 28 ottobre 2010 (a
valere sulle annualità 2008-2009) ed i successivi del 26 settembre 2013
(annualità 2010-2011) e del 30 marzo 2017 (annualità 2012-2013-2014) prevedono
l’erogazione alle Regioni di fondi vincolati alla costituzione ed al successivo
mantenimento dei CRFV.
rilevato che:
-
la Regione Calabria, in ottemperanza all’Accordo
Stato-Regioni del 28 ottobre 2010, con DPGR-CA n. 37/2012 ha recepito ed
approvato lo schema di convenzione da stipularsi tra l’AIFA e la stessa
Regione, nonché il progetto di costituzione del Centro Regionale di
Farmacovigilanza;
-
il personale del CRFV si compone di n. 10 unità,
selezionate con procedura ad evidenza pubblica, che hanno sottoscritto un
contratto di collaborazione coordinata e continuativa di durata triennale, a
decorrere dall’1 dicembre 2015;
-
il Centro Regionale di Farmacovigilanza (CRFV)
riveste un ruolo chiave, trovandosi in una posizione intermedia tra l’autorità
regolatrice nazionale (AIFA), da un lato, ed i responsabili locali di
farmacovigilanza, dall’altro; di conseguenza, il recepimento di modalità
operative e di controllo sulla corretta funzionalità del sistema di
farmacovigilanza a livello locale non può prescindere dall’intervento del CRFV;
-
sin dalla sua attivazione, il CRFV della Regione
Calabria si è proposto quale supporto per gli operatori sanitari ed i cittadini
allo scopo di approfondire e diffondere le conoscenze sul profilo di sicurezza
di farmaci, vaccini e dispositivi medici, nonché il loro impatto in termini di
salute pubblica;
-
il CRFV opera all’interno del Settore n. 13
“Politiche del Farmaco, Farmacovigilanza e Farmacia Convenzionata” del
Dipartimento regionale “Tutela della Salute e Politiche Sanitarie”;
-
le figure professionali in servizio presso il CRFV,
che operano in totale sinergia ed integrazione, sono dotate di specifiche
competenze attinenti le aree farmaceutica, tecnica, statistica, giuridica ed
economica, fornendo collaborazione e supporto tecnico-amministrativo
all’attività istruttoria di tutti i procedimenti di competenza del Settore 13,
come individuati nella declaratoria allegata alla DDG. N. 106/2016;
-
tra le diverse attività svolte dai collaboratori,
vanno evidenziate quelle finalizzate al contenimento della spesa farmaceutica
(Piano Operativo 2016-2018) attraverso il monitoraggio dell’appropriatezza
prescrittiva e la valutazione analitica delle prescrizioni.
preso atto che:
-
diverse Regioni hanno già provveduto alla
istituzione dei CRFV con proprio atto formale, localizzandoli presso i
rispettivi Settori/Servizi di Politica del Farmaco (come Abruzzo – DGR n. 87
del 10 febbraio 2015; Emilia Romagna – DGR n. 1066 del 16 luglio 2008; Molise –
DGR n. 578 del 4 agosto 2011; Puglia – DGR n. 1478 del 17 luglio 2012; Valle
D’Aosta – DGR n. 1877 del 30 dicembre 2014);
-
l’AIFA, in esecuzione delle attività di
monitoraggio volte a verificare lo stato di operatività del Centro, da ultimo
con propria nota prot. n. 0057236 – 30/05/2016 –
AIFA-COD-UO-P, ha richiesto la trasmissione di una serie di documenti, tra i
quali l’atto formale istitutivo (delibera di Giunta Regionale), ad oggi
mancante.
Tutto ciò premesso,
impegna
-
la Giunta regionale ed il Presidente della Regione
Calabria a provvedere alla formale istituzione del Centro Regionale di
Farmacovigilanza, quale struttura stabile della Regione localizzata presso il
Settore n. 13 del Dipartimento Tutela della Salute, tramite l’adozione di
un’apposita deliberazione che ne confermi l’attuale struttura e composizione,
costituendo la formale istituzione del Centro,
-
uno specifico adempimento richiesto dall’Accordo
Stato-Regioni del 18/10/2010, nonché strumento fondamentale per il
raggiungimento di prioritari obiettivi nel governo strutturale dell’assistenza
farmaceutica regionale.
Il
Consiglio
regionale della Calabria
premesso che:
-
nel comprensorio del Comune di Savelli
(KR) è stato realizzato il Parco Astronomico intitolato a Luigi Lilio (astronomo crotonese del 1400), che è diventato un
importante centro astronomico della Calabria. Il Parco Astronomico Lilio, uno dei poli didattico-scientifici
più grandi, importanti e completi del Sud Italia, può vantare una
strumentazione astronomica professionale di alto livello ed è dotato di
modernissime attrezzature utili sia ai fini della ricerca scientifica sia per
la divulgazione scientifica per le scuole di ogni ordine e grado e per privati.
E’ composto da più zone altamente funzionali: planetario, osservatorio,
radiotelescopio e laboratori didattici;
-
sin dall’inizio la Direzione, nonostante i mezzi
economici abbastanza limitati, ha sempre manifestato interesse nel
miglioramento o nell’aggiornamento della strumentazione esistente sia dal punto
di vista software che hardware, nell’acquisto di nuova attrezzatura, e
soprattutto si è investito molto sui rapporti tra il Parco Astronomico,
l’Università, gli Enti di Ricerca e le realtà astronomiche sul territorio
italiano ed europeo. Sono stati infatti firmati importanti protocolli di
collaborazione con importantissimi enti come ad esempio quello con l’Agenzia
Spaziale Italiana e con l’Istituto Nazionale di Astrofisica. Il Parco
Astronomico Lilio collabora attivamente con il
dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria e con la famosa cosmologa
Sandra Savaglio per la divulgazione e l’insegnamento
delle scienze astronomiche ai giovani e agli studenti del corso di laurea in
fisica, nonché a progetti importanti di ricerca scientifica:
-
il Parco ha ricevuto, e riceve, visitatori
provenienti da ogni parte d’Italia e del Mondo, dimostrando di essere una
struttura fondamentale sia per la divulgazione scientifica che per il turismo
della Regione, in particolare montano. Molti sono infatti i turisti che si sono
recati a Savelli e, da qui, in tutto l’Altopiano Silano;
-
molte visite riguardano per lo più la divulgazione
e l’insegnamento per le scuole. Ad oggi, infatti, sono state ricevute oltre 39
scuole provenienti da tutte le province calabresi, e anche fuori regione (dalla
Sicilia e dalla Puglia), confermando quanto l’attività scientifica e didattica
svolta da questo Parco Astronomico inizi a essere importante per tutto il
Meridione.
cosiderato che:
-
il Parco Astronomico Lilio,
attualmente di proprietà della provincia di Crotone, è totalmente abbandonato
dall’Ente, anche a causa dei gravi problemi finanziari che sta attraversando
ormai da tempo;
-
il Parco ottiene minimi introiti, derivanti dai
biglietti dei visitatori, come unica fonte di reddito, che non sempre sono
sufficienti per poter mandare avanti la struttura;
-
spesso, ultimamente, il Parco rimane aperto solo
grazie alla disponibilità dello staff che ha lavorato gratuitamente, e
nonostante ciò ha attuato progetti importantissimi. A breve infatti nel Parco
Astronomico Lilio verranno installati
sofisticatissime attrezzature di vitale importanza per la regione tutta, come
ad esempio: quella dell’Agenzia Spaziale Italiana, che monitorerà negli anni lo
spostamento delle zolle continentali attraverso un sistema di comunicazione con i satelliti Cosmos; o l’attrezzatura dell’Istituto Nazionale di
Geofisica e Vulcanologia per il monitoraggio dei terremoti, che sarà collegato
con le stazioni di pronto intervento regionali.
ritenuto che:
-
il Parco Astronomico di Lilio,
la Direzione e lo staff tutto, intendono continuare a perseguire le finalità
sopra descritte, per il bene e il progresso culturale di tutta la Regione.
impegna
-
il Presidente della Regione Calabria la Giunta
regionale ad individuare nel bilancio della Regione le somme necessarie per la
elargizione di un congruo contributo (compreso tra 50.000,00 e 100.000,00),
utile per il sostentamento dell’Ente e per poter migliorare qualitativamente la
struttura, e continuare a far sì che il Parco Astronomico Lilio
sia una delle realtà del settore astronomico più importante sul territorio
italiano. Un supporto economico valido a garantire un adeguato compenso per lo
staff (che al momento opera gratuitamente), visto anche il servizio turistico,
didattico e scientifico che viene messo a disposizione della Calabria e di
tutta Italia. Un contributo che servirà al miglioramento dell’attrattività e
dell’offerta turistica-culturale del parco e del
territorio: tra cui riduzione costo delle attività previste per le scuole e per
i privati; acquisto nuova strumentazione scientifica e didattica; assunzione
nuovo personale qualificato; organizzazione di convegni, meeting con studiosi e
scienziati; organizzazione di eventi culturali periodici durante l’anno di
attività; pubblicizzazione attraverso manifesti/locandine,
pieghevoli/cartoline, acquisti spazi pubblicitari; implemento piano marketing, etc..
Il Consiglio regionale della Calabria
premesso che:
-
la Siria dal 2011 è teatro di una sanguinosa guerra
civile che, seppur in mancanza di dati certi, si stima siano oltre 500.000 i
morti, di cui circa un terzo civili;
-
secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per
gli affari umanitari la guerra in Siria ha provocato un esodo di massa di
persone in fuga dal conflitto con circa 5 milioni di rifugiati ed oltre 6
milioni di sfollati;
-
nel 2014, a seguito dell’avanzata del
fondamentalismo islamico, lo Stato Islamico (Isis/Daesh) è arrivato ad occupare circa un terzo dell’intero
territorio siriano, tra cui il cosiddetto “Kurdistan siriano” ed i
governatorati di Raqqa e Deir
el-zar;
-
nel 2015 la sconfitta nella battaglia della città
curda di Kobane ha di fatto segnato l’inizio del
“reverse course” e l’arresto dell’avanzata dell’Isis.
ricordato che:
-
le unità di difesa popolare degli YPG e YPJ,
inquadrate nell’alleanza curdo-araba (SDF) e parte integrante della coalizione
internazionale antiterrorismo, sono state fondamentali nella resistenza al
terrore dello Stato islamico, contribuendo alla liberazione dal Califfato della
città di Aleppo, Raqqa e dell’intero nord della
Siria;
-
a seguito della sconfitta dell’Isis,
ad Afrin e negli altri cantoni della regione del Rojava convivono oggi pacificamente curdi, arabi, cristiani
ed etnie diverse in un innovativo e moderno sistema di democrazia partecipata,
paritaria e di uguaglianza tra i sessi;
-
le SDF curdo-arabe non hanno mai minacciato né
attaccato i confini turchi.
considerato che:
-
il Kurdistan è un’area, vasta 450 mila kmq, abitata
dalla popolazione di etnia curda, suddivisa tra Turchia, Siria, Iran e Iraq.
Comunità curde si trovano anche in alcune repubbliche ex sovietiche, come
l’Armenia e l’Azerbaigian. Il popolo curdo è composto da oltre 40 milioni di
persone, che da decenni rivendicano una propria autonomia e indipendenza;
-
i curdi hanno avuto e continuano ad avere un ruolo
cruciale nella lotta contro gli integralisti di Daesh
e nel contrastare l’avanzata jihadista-salafita. Con
la conquista di Mosul il 9 giugno del 2014 da parte
delle milizie del Daesh e la rotta dell’esercito di
Baghdad che abbandonò la città in mano ai terroristi, i peshmerga
curdi sono stati l’unica forza sul terreno in grado di opporsi all’avanzata del
Califfato islamico, in grado di controllare nel 2014 buona parte delle province di Ninive
e di Anbar. Proprio in questi giorni il mondo ha
celebrato la caduta di Raqqa prima controllata dall’Isis, avvenuta anche grazie all’azione dei combattenti
curdi.
rilevato che:
-
il 25 settembre 2017 è stato indetto un referendum
consultivo sull’indipendenza del Kurdistan iracheno, per poi avviare un
processo negoziale con il governo di Baghdad e il 92,7% degli elettori ha
votato per il sì all’indipendenza;
-
nonostante la richiesta delle autorità curde di
iniziare un’interlocuzione a fronte dei risultati del referendum, si è creato un
clima di tensione sia con il governo iracheno (con la chiusura dello spazio
aereo curdo e delle frontiere), sia con i paesi limitrofi come Turchia e Iran
(che hanno prontamente applicato sanzioni);
-
dietro al rifiuto di un Kurdistan indipendente vi
sono soprattutto ragioni economiche e commerciali essendo la zona ricca di
idrocarburi.
tenuto conto che:
-
è in corso dal 20 gennaio l’operazione “Ramoscello
d’ulivo” lanciata dalla Turchia contro i guerriglieri curdi dello Ypg (Unità di protezione popolare), alleati degli
americani, in Siria. In particolare a Efrin, oltre
che a Kobane e al-Qamishli,
(parte della regione autonoma curda Rojava),
territori che i curdi e loro alleati hanno liberato dall’Isis,
violando la sovranità territoriale siriana, con l’attacco senza alcuna
motivazione e giustificazione del cantone curdo di Afrin
nel nord ovest della Siria, sono in corso attacchi da parte di forze di terra e
aeree turche che stanno provocando numerose vittime tra i civili;
-
anche nella zona del Kurdistan iracheno è in corso
una repressione contro il popolo curdo: a Tuz 150 case appartenenti a famiglie
curde sono state incendiate, due stazioni televisive curde (Rudaw
Tv e Kurdistan 24) sono state chiuse dal Governo iracheno e le minacce e le
intimidazioni a giornalisti sono denunciate da diverse fonti;
-
le dimissioni del Presidente Barzani
rischiano di aumentare l’instabilità di una regione impoverita dalla crisi
economica, affollata di rifugiati e ora lacerata e divisa tra le fazioni che si contendono il potere.
considerato che:
-
già nell’estate 2016 la Turchia aveva lanciato nel
nord della Siria l’operazione militare denominata “Scudo sull’Eufrate”, con la
scusa di combattere Daesh, ma con il preciso
obiettivo di dividere i territori del Rojava curdo;
-
l’offensiva militare turca, effettuata mediante
attacchi di terra e raid aerei, ha già causato decine di vittime anche tra la
popolazione civile, non risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, che
ospita oltre 20.000 rifugiati provenienti dal resto della Siria;
-
il Presidente turco Recep
Tayyip Erdogan ha
dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio
abitato dai curdi nel nord della Siria;
-
l’aggressione militare della Turchia rappresenta un
vero e proprio crimine contro l’umanità e si sta compiendo nel pressoché totale
silenzio della Comunità Internazionale e che è a rischio l’incolumità e la
sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati;
-
questa aggressione militare va ad aggiungersi alle
distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di centinaia di civili,
alla destituzione e all’arresto di numerosi Sindaci ed eletti locali in atto a
partire dal 2015.
rilevato che:
-
Turchia e Iraq sono membri fondatori delle Nazioni
Unite;
-
dal 1949 è
membro del Consiglio d’Europa e dal 1952 è membro effettivo della NATO;
-
dal 2005 sono aperti i negoziati per l’adesione
della Turchia all’Unione Europea;
-
l’Italia è uno dei principali partner commerciali
della Turchia, con un interscambio commerciale di 16,2 miliardi di dollari nel
2016 e oltre 1.300 società ed aziende con partecipazione italiana presenti in
Turchia.
Tutto cio’
premesso e considerato esprime solidarietà ed il proprio sostegno alla
popolazione curda perseguitata della Siria e dell’Iraq.
impegna
la Giunta regionale ad intervenire presso il
Governo perché si mobiliti, anche in sede di Unione Europea e di organismi
internazionali:
·
per attivare le misure umanitarie necessarie ad
assistere il popolo curdo, coinvolgendo le organizzazioni non governative
presenti in loco;
·
per spingere il governo iracheno a fermare la
repressione conto i curdi e a garantire la libertà di informazione;
·
per promuovere in tutte le sedi istituzionali
opportune – con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio
d’Europa e alla Nato – la ferma condanna di quanto avvenuto;
·
per l’attivazione di tutti i canali diplomatici
volti a spingere il Governo turco a cessare gli attacchi indiscriminati contro
i curdi del cantone di Afrin e dell’intero Rojava nonché al rispetto delle libertà democratiche;
·
per cercare una soluzione capace di coniugare
l’autonomia del popolo curdo, l’integrità delle frontiere e la stabilità
geopolitica della regione.
Il Consiglio regionale
premesso che:
nell’ultimo quarto di secolo il consumo
mondiale di olio è cresciuto del 49%;
secondo i dati presentati da Coldiretti in
occasione di Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione,
in corso di svolgimento a Parma, nel solo 2017 sono stati consumati nel mondo
complessivamente 2,95 miliardi di chili, la metà dei quali nei Paesi
dell’Unione Europea;
in Italia, secondo un’indagine Ismea, 9 famiglie su 10 consumano olio d’oliva tutti i
giorni;
la Calabria è tra le regioni italiane che
eccellono nella produzione di olio extravergine;
nello specifico, secondo i dati forniti da
Coldiretti, la Calabria – con una superficie di oliveti pari a 189.375 ettari e
215 milioni di piante – è la seconda regione italiana per produzione di olio
extravergine d’oliva dopo la Puglia e la terza in Europa;
la sempre più aggressiva concorrenza dei
Paesi esteri ed extra UE rischia di minare e compromettere il sistema calabrese
della produzione di olio di qualità;
in particolare, a destare preoccupazione per
il suo caratterizzarsi come sostanziale forma di concorrenza illecita, è la
decisione della Commissione Europea di ridurre i dazi sulle importazioni dalla
Tunisia, con conseguente aumento delle importazioni stesse e la contestuale
riduzione delle quote di mercato anche per gli oli calabresi;
di recente sempre la Commissione Europea ha
deciso di eliminare ogni residuo dazio, firmando un trattato di libero scambio
con la Tunisia;
già ad oggi la Tunisia esporta verso
l’Europa a dazio zero quasi centomila tonnellate all’anno di olio, ad un prezzo
fissato in euro 3,43 al litro, notevolmente inferiore a quello degli oli
italiani e destinato ad abbassarsi ulteriormente per effetto della totale
eliminazione dei dazi;
tale situazione, se non adeguatamente
fronteggiata, rischia di portare ad una crisi dell’intero comparto olivicolo
italiano e calabrese ed all’abbandono degli uliveti, con negative ripercussioni
sotto il profilo produttivo ed occupazionale, ma anche economico, ambientale e
culturale, come peraltro evidenziato nei giorni scorsi anche da Confagricoltura
Calabria;
già pesanti sono le ricadute sostenute dai
produttori a causa delle contraffazioni;
impegna
la Giunta regionale:
ad adottare tutte le iniziative opportune e
necessarie a favorire, anche nel confronto con il Governo e la Commissione UE,
la tutela dell’olio calabrese in quanto prodotto di eccellenza, valutando
altresì la possibilità di introdurre misure compensative in favore dei produttori
di olio extravergine prodotto sul territorio regionale.
Il Consiglio regionale
premesso che:
Il CMP (Centro Meccanografico Postale) di
Poste Italiane che è allocato nel comune di San Pietro Lamentino 4 anni fa, per
compensare il gran numero di risorse eccedenti, scaturite da una fase di
riorganizzazione, è stato trasformato in
parte in Contact Center di Poste Italiane di
Lamezia Terme;
i 22 lavoratori attualmente impiegati, a
fronte dei 45 inizialmente previsti rappresentano, un proficuo segmento
operativo ed una importante realtà occupazionale;
da notizie di stampa si è appreso che per il
piano di trasformazione del Coo nell’ambito della
Funzione Assistenza Clienti, in particolare per ciò che attiene al piano di
ottimizzazione dei Contact Center, è prevista la
chiusura del sito calabrese di Lamezia Terme;
atteso che in merito alla decisione di
inserire, in alcuni Contact Center in ambito
nazionale, 60 risorse tra quelle in uscita dai vari TSC (strutture di gestione
del servizio conto correnti interessate da una fase di riorganizzazione), le
organizzazioni sindacali, così come riportato dai media, hanno espresso la loro
contrarietà al provvedimento in quanto una decisione del genere comporterebbe
l’ingresso di risorse non professionalizzate e la conseguente fuoriuscita di
quelle già qualificate, con la chiusura di centri attivi e funzionali che
svolgono un lavoro addirittura remotizzabile;
posto che tale decisione non
rappresenterebbe altro che un’azione depredatoria da parte di Poste Italiane di
posti di lavoro a cui è continuamente sottoposta questa Regione, con una
progressiva serie di soppressioni di strutture quali uffici postali – zone di
recapito come il Deposito Territoriale (circa 10 risorse) e, recentemente,
quella del Centro Contabile e del PACG (circa 30 risorse);
considerato che la ricollocazione di tali
risorse eccedentarie avverrebbe in ambito sportelleria
MP, ciò contrarrebbe fortemente la possibilità di trasformazione da part-time a
full-time di numerosi operatori della nostra regione che da circa 6 anni
attendono la trasformazione del loro contratto e che, in virtù dell’alto tasso
percentualmente presente, pongono la Calabria tra le prime regioni d’Italia;
appreso che secondo i rappresentanti
sindacali, il Contact Center di Lamezia Terme se
implementato delle risorse originariamente previste (45), potrebbe
rappresentare una valida alternativa per la gestione delle eccedenze
provenienti dal settore della Corrispondenza, anch’esso in fase riorganizzativa, che altrimenti confluirebbero nell’ambito
della Sportelleria Mercati Privati;
viste le numerose pronunce della giustizia
amministrativa (TAR) che, evidenziando l’illegittimità della chiusura dei
presidi postali nei territori periferici senza il confronto con i
rappresentanti istituzionali locali, hanno intimato all’azienda Poste Italiane
il ripristino del servizio e la conseguente apertura degli Uffici postali
soppressi;
considerato altresì, necessario il confronto
tra Poste Italiane e Regione Calabria anche per ragioni di opportunità, attesa
la natura di carattere pubblico dell’azienda postale;
considerato inoltre che tali misure di
riorganizzazione, non solo comportano l’aumento della disoccupazione, in una
realtà che registra tassi ai vertici della classifica europea, basti citare un
dato su tutti, la media europea della disoccupazione nella fascia di età 15/34
anni è dell’11%, in Italia è del 17%, in Calabria è superiore al 55%;
rilevato tra l’altro che la chiusura dei presìdi in zone periferiche del territorio, ha un alto
impatto negativo dal punto di vista sociale, rappresentando gli stessi presìdi, il più delle volte, per le fasce di popolazione
più deboli, anziani, pensionati e indigenti, un vero e proprio punto esclusivo
di riferimento, con ciò favorendo il progressivo spopolamento delle aree
interne;
verificato infine che il Presidente della
Giunta e l’Assessore competente, nella loro azione di valorizzazione delle
realtà occupazionali calabresi e di contrasto alla disoccupazione si sono più
volte dimostrati sensibili, sostanzialmente, alla necessità di scongiurare la
chiusura indiscriminata di uffici postali sul territorio calabro;
impegna
il Presidente e la Giunta regionale:
a richiedere urgentemente un incontro con il
dirigente della Macroarea Sud di Poste Italiane Spa per far sì che il Contact Center di Lamezia Terme, implementato delle risorse
originariamente previste, prosegua la sua attività;
ad assicurare che in futuro qualsiasi fase
di intervento riorganizzativo, che comporti la
deleteria soppressione di presìdi di servizio, ancorchè universali, sia preceduta da una fase di confronto
con i legittimi rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, così come
concordato nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.
Il Consiglio regionale
premesso che:
nei giorni scorsi tutti gli organi di
informazione regionali hanno dato ampio risalto alla situazione di precarietà
vissuta dal comparto agricolo delle Piane di Sibari e
Cammarata;
in particolare, è stato evidenziato, a
rischio sarebbero migliaia di posti di lavoro, che potrebbero venir meno per
licenziamenti o minori assunzioni rispetto alle passate stagioni;
alla base di detta situazione vi sarebbero
crisi di liquidità di alcune delle storiche imprese operanti nel settore, a
causa di difficoltà di mercato, ma anche la tardiva liquidazione di
finanziamenti regionali ottenuti ma non ancora corrisposti e tuttavia con
esborso già anticipato a carico delle stesse aziende;
la situazione anzidetta avrebbe portato
inoltre al passaggio di mano di diverse imprese, in situazioni non sempre
improntate alla massima trasparenza pubblica ed in qualche caso senza nessuna
rassicurazione sulla salvaguardia dei livelli occupazionali;
ad aggravare lo stato delle cose, tra
l’altro, con effetti pregiudizievoli per almeno 120 piccole, medie e grandi
aziende del settore aderenti al consorzio per la valorizzazione di pesche e
nettarine di Calabria, vi sarebbe il blocco della concessione, da parte della Regione,
di un finanziamento a titolo oneroso di oltre 3 milioni di euro la cui pratica
è stata già istruita, con parere positivo e favorevole, da Fincalabra;
massima è la preoccupazione nei territori
interessati, coincidenti con gran parte della Calabria Citra
e segnati da una persistente crisi economica e sociale vieppiù
aggravata dalla pervasiva presenza della criminalità organizzata;
la richiesta di convocazione urgente di un
tavolo di concertazione tra Regione, sindacati, associazioni di categoria, da più
parti giunta, è rimasta sin qui inascoltata;
anche Cgil, Cisl e Uil, attraverso le
proprie organizzazioni di categoria, hanno lamentato l’immobilismo ed i ritardi
della Regione, annunciando manifestazioni di protesta e sollecitando un
intervento risolutivo da parte della Giunta regionale;
la mancata definizione della questione, in
caso di effettivo licenziamento o mancato impiego di migliaia di lavoratori
potrebbe tradursi anche in serio problema di ordine pubblico;
Impegna
la Giunta regionale:
a promuovere un tavolo di concertazione
sulla crisi occupazionale ed imprenditoriale del comparto agricolo delle Piane
di Sibari e Cammarata;
a sbloccare con urgenza l’iter procedurale
relativo alla concessione del finanziamento richiesto dalle aziende del consorzio
per la valorizzazione delle pesche e nettarine di Calabria e già istruito con
parere favorevole di Fincalabra;
ad adottare tutte le iniziative opportune e
necessarie a favorire la ripresa del settore e salvaguardare i livelli
occupazionali, altresì preservando dal fallimento o comunque dalla paralisi
produttiva le imprese agricole del territorio.
Art. 1
(Oggetto e finalità)
1. Nel rispetto della
Costituzione, degli obblighi nazionali e internazionali, in attuazione
dell'ordinamento e dei regolamenti comunitari in materia, la Regione Calabria
riconosce e tutela la diversità del patrimonio di varietà vegetali, razze
animali e ceppi microbici del proprio territorio sotto il profilo scientifico,
culturale, ambientale ed economico. In particolare, la Regione tutela e
valorizza il patrimonio di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici al
fine di promuovere la sostenibilità degli ecosistemi agricoli calabresi e le
comunità rurali che vi operano.
2. Le
varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici locali appartengono al
patrimonio naturale di interesse agrario e alimentare della Calabria.
3. La
Regione Calabria promuove e garantisce l'utilizzazione collettiva della
diversità del patrimonio di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici
di interesse agrario e alimentare attraverso la Rete di conservazione, tutela e
salvaguardia di cui all'articolo 9.
4. La
Regione favorisce e promuove, nell'ambito delle politiche di sviluppo, la
tutela del patrimonio di varietà vegetali, razze animali e ceppi microbici, la
salvaguardia e la gestione razionale degli ecosistemi agricoli e delle
produzioni tradizionali.
5. La
Regione, attraverso l’Azienda regionale per lo sviluppo dell’agricoltura calabrese
(ARSAC), favorisce iniziative pubbliche e private volte alla conservazione,
tutela, valorizzazione e uso del patrimonio di varietà vegetali, razze animali
e ceppi microbici, con particolare riguardo per quelle a rischio di estinzione
e di erosione genetica.
6. L’ARSAC,
mediante appositi programmi di intervento, stabilisce e incentiva le attività e
le iniziative di cui al comma 5, ne determina i criteri e le modalità di
attuazione.
Art. 2
(Definizioni)
1. Ai
fini della presente legge, sono considerate patrimonio di varietà vegetali,
razze animali e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del
territorio calabrese:
a) popolazioni,
unità tassonomiche, razze, varietà, ecotipi, ceppi microbici e cloni, autoctoni
del territorio calabrese;
b) popolazioni,
unità tassonomiche, razze, varietà, ecotipi, ceppi microbici e cloni alloctoni,
introdotti da lungo tempo nel territorio della Regione Calabria e integrati
tradizionalmente nella sua agricoltura e nel suo allevamento e nei processi di
trasformazione;
c) popolazioni,
unità tassonomiche, razze, varietà, ecotipi, derivanti dalle precedenti per
selezione;
d) popolazioni,
unità tassonomiche, razze, varietà, ecotipi già autoctoni, ma attualmente
scomparsi dal territorio della Calabria e conservati in orti botanici,
allevamenti, università o centri di ricerca calabresi e di altre regioni o
paesi, per i quali esiste un interesse economico, scientifico, culturale,
paesaggistico a favorirne la reintroduzione.
2. Ai
fini della presente legge non sono considerate risorse genetiche autoctone le piante
e gli animali transgenici, cioè ottenuti con tecniche d’ingegneria genetica in
particolare riferite a quelle del DNA ricombinante.
3. Ai
fini della presente legge valgono le definizioni contenute nell’articolo 2 del
Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l’alimentazione e
l’agricoltura adottato a Roma il 3 novembre 2001 e reso esecutivo dalla legge 6
aprile 2004, n. 101. Per conservazione in situ si intende anche la
conservazione delle razze e varietà in azienda (on farm).
Art. 3
(Patrimonio di razze e varietà
d’interesse agrario
e alimentare del territorio
calabrese)
1. Fermi
restando i diritti degli agricoltori su ogni pianta o animale iscritto nel
registro regionale di cui all’articolo 4, la Regione riconosce il patrimonio di
conoscenze, innovazioni e pratiche delle comunità locali, rilevanti per la
conservazione e la valorizzazione delle varietà, razze e ceppi microbici
presenti nel territorio calabrese, ne promuove una più vasta applicazione anche
con il consenso dei detentori di tale patrimonio, favorendo l’equa ripartizione
dei benefici derivanti dall’utilizzazione di tali conoscenze, innovazioni e
pratiche all’interno delle medesime comunità locali, in attuazione
dell’articolo 8 della Convenzione sulla diversità biologica delle Nazioni Unite,
firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992, ratificata con legge 14 febbraio 1994,
n. 124 e dell’articolo 9 del Trattato internazionale sulle risorse
fitogenetiche per l’alimentazione e l’agricoltura.
Art. 4
(Registro regionale della
biodiversità agraria
e alimentare della Regione
Calabria)
1. Al
fine di tutelare il patrimonio di varietà, razze e ceppi microbici locali del
territorio calabrese, in coerenza con l’articolo 1 della legge 1 dicembre 2015,
n. 194 (Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di
interesse agricolo e alimentare), è istituito il registro regionale della
biodiversità agraria e alimentare, costituito da una sezione vegetale e da una
zootecnica e microbica, al quale sono iscritte razze, varietà, popolazioni,
ecotipi, cloni e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare di cui all’articolo 2.
2. Il
registro regionale della biodiversità è organizzato secondo criteri e
caratteristiche tali da renderlo omogeneo e confrontabile con analoghi
strumenti esistenti a livello nazionale, comunitario e internazionale.
3. Il
registro regionale, gestito dall’ARSAC, è pubblico ed è consultabile anche
attraverso strumenti informatici e telematici.
Art. 5
(Iscrizione al registro regionale
della biodiversità agraria e alimentare)
1. L'iscrizione
del patrimonio regionale di varietà, razze e ceppi microbici al registro
regionale è effettuata a cura dell'ARSAC secondo quanto previsto dal decreto
del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 6 luglio 2012
(Adozione delle linee guida nazionali per la conservazione in situ, on farm ed
ex situ della biodiversità vegetale, animale e microbica di interesse agrario),
e dall’articolo 3, comma 3, del decreto del Ministro delle politiche agricole
alimentari e forestali 18 gennaio 2018, n. 1862 (Modalità di funzionamento
dell’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare).
2. Possono
presentare proposte d’iscrizione enti e istituzioni scientifiche, enti
pubblici, associazioni, organizzazioni private e singoli cittadini. Alla
proposta d’iscrizione di ciascuna varietà, razza o ceppo microbico, deve essere
allegata una scheda tecnica corredata di relativa documentazione
storico-scientifica.
3. L’ARSAC
può, altresì, provvedere direttamente all’iscrizione al registro regionale di
varietà, razze e ceppi microbici locali, avvalendosi del proprio personale
tecnico per la redazione delle schede tecniche.
4. L’iscrizione
è comunque subordinata all’istruttoria e al parere favorevole espresso dalle commissioni
tecnico-scientifiche di cui all’articolo 6.
5. Le
modalità e le procedure per l’iscrizione al registro regionale sono
disciplinate dalla Giunta regionale ai sensi dell’articolo 12, per come
previsto dal decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e
forestali n. 1862 del 2018.
Art. 6
(Funzioni e composizione delle
commissioni tecnico-scientifiche)
1. Le
commissioni tecnico-scientifiche sono organi consultivi e propositivi della
Giunta regionale e hanno sede presso gli uffici del dipartimento regionale competente
in materia di agricoltura e risorse agroalimentari. Esse hanno, in particolare,
i seguenti compiti:
a) esprimere
parere in merito all’iscrizione o alla cancellazione, dal registro regionale di
cui all’articolo 5, delle varietà locali, razze e ceppi microbici del
territorio calabrese;
b) proporre
le priorità e le tipologie d’intervento relative alla tutela e conservazione
del patrimonio di varietà locali, razze e ceppi microbici del territorio
calabrese;
c) contribuire
ad aggiornare l’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo e
alimentare di cui all’articolo 3 della legge 194/2015.
2. Le
commissioni tecnico-scientifiche, costituite con atto della Giunta regionale,
sono coordinate dal dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura.
3. Sono
istituite la Commissione tecnico-scientifica per il settore vegetale e la
Commissione tecnico-scientifica per il settore animale e microbico, coordinate
da un dirigente del dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura, o da un funzionario delegato, componente entrambe le commissioni
con funzioni di presidente.
4. La
Commissione tecnico-scientifica per il settore vegetale di interesse agrario e
alimentare è composta da:
a) un
dirigente o funzionario del dipartimento regionale competente in materia di
agricoltura, esperto in materia;
b) quattro esperti del mondo scientifico e
accademico del settore vegetale di interesse agrario (erbacee, arboree,
viticolo, orticolo);
c) tre rappresentanti degli agricoltori
custodi di cui all’articolo 8, designati dalle organizzazioni o associazioni
che operano per la tutela del patrimonio vegetale calabrese di interesse
agrario;
d) tre
funzionari dell'ARSAC esperti in materia.
5. La
Commissione tecnico-scientifica per il settore animale e microbico di interesse
agrario e alimentare è composta da:
a) un dirigente o funzionario del dipartimento
regionale competente in materia di agricoltura, esperto in materia;
b) due esperti del mondo scientifico e
accademico in materia di risorse genetiche animali e ceppi microbici in
agricoltura;
c) due rappresentanti degli allevatori custodi di
cui all’articolo 8, designati dalle organizzazioni o associazioni che operano
per la tutela del patrimonio zootecnico calabrese di interesse agrario;
d) due funzionari dell'ARSAC esperti in materia.
6. La
partecipazione alle commissioni di cui ai commi 4 e 5 è a titolo gratuito e non
dà luogo a rimborso spese.
7. Le
commissioni si dotano di regolamenti interni per il loro funzionamento.
8. Le
commissioni possono essere convocate in forma ridotta, per la parte delle
competenze relative alle risorse genetiche vegetali, ovvero a quelle animali.
Art. 7
(Conservazione ex situ del patrimonio
delle razze e varietà locali calabresi)
1. La
tutela del patrimonio regionale delle varietà vegetali, razze e ceppi microbici
locali, mediante la conservazione ex situ, è affidata ai Centri sperimentali
dimostrativi (CSD) dell’ARSAC.
2. La tutela
e la conservazione ex situ delle razze e varietà locali del territorio
calabrese iscritte nel registro di cui all’articolo 4, previa autorizzazione
del dipartimento regionale competente in materia di agricoltura e risorse
agroalimentari, può essere affidata, senza costi e oneri a carico della Regione,
a soggetti pubblici o privati, di comprovata esperienza nel settore e dotati di
idonee strutture tecnico-organizzative, quali università, scuole pubbliche,
associazioni di agricoltori e associazioni rurali.
3. I
soggetti deputati alla conservazione ex situ svolgono tutte le operazioni
dirette a salvaguardare e a mantenere in vita il patrimonio di varietà
vegetali, razze e ceppi microbici del territorio calabrese, garantendone la
disponibilità e la circolazione nel tempo.
4. L’ARSAC
coordina le attività inerenti la conservazione ex situ e tiene il registro
pubblico informatizzato delle varietà vegetali, razze e ceppi microbici locali
presenti nelle strutture che si occupano di conservazione ex situ.
5. In
caso di necessità e urgenza l’ARSAC provvede, per fini di pubblico interesse,
all'immediata riproduzione nelle strutture dei propri CSD di una varietà in via
di estinzione e all’allevamento e riproduzione di razze zootecniche in via
d’estinzione.
6. Il
funzionamento delle strutture per la conservazione ex situ è disciplinato con
l’atto della Giunta regionale di cui all'articolo 12.
7. L’attività
di conservazione ex situ del patrimonio delle razze e varietà locali di cui al
presente articolo è a titolo gratuito e non dà luogo a nuovi oneri e a rimborso
spese.
Art. 8
(Agricoltore custode e allevatore
custode)
1. Ai
fini della presente legge, sono definiti agricoltori custodi gli agricoltori
che coltivano in azienda (on farm) e che si impegnano nella conservazione,
nell'ambito dell'azienda agricola, delle risorse genetiche di interesse agrario
e alimentare del territorio calabrese, soggette a rischio di estinzione o di
erosione genetica, iscritte al registro regionale della biodiversità agraria e
alimentare secondo le modalità previste dall’articolo 5.
2. Ai
fini della presente legge sono definiti allevatori custodi gli allevatori che
allevano in azienda (on farm) e che si impegnano nella conservazione,
nell'ambito dell'azienda agricola, delle risorse genetiche animali del
territorio calabrese, soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica,
secondo le modalità previste dai disciplinari per la tenuta dei libri
genealogici o dei registri anagrafici di cui alla legge 15 gennaio 1991, n. 30
(Disciplina della riproduzione animale) e al decreto legislativo 30 dicembre
1992, n. 529 (Attuazione della direttiva 91/174/CEE relativa alle condizioni
zootecniche e genealogiche che disciplinano la commercializzazione degli
animali di razza), e dalle disposizioni regionali emanate in materia.
3. L’agricoltore
custode e l’allevatore custode svolgono una funzione di pubblica utilità a
salvaguardia della diversità dei sistemi agricoli e del patrimonio di varietà
vegetali, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del
territorio calabrese.
4. La
Regione Calabria, a seguito di autodichiarazione sottoscritta dall’agricoltore
custode e dall’allevatore custode su apposita modulistica predisposta dall’ARSAC,
a cui spetta anche il compito di verifica dei requisiti e di iscrizione in un
apposito registro, provvede alla loro iscrizione alla Rete nazionale della
biodiversità di interesse agricolo e alimentare ai sensi del comma 2
dell’articolo 6 della legge 194/2015.
Art. 9
(Rete di conservazione, tutela e
salvaguardia)
1. È
istituita la Rete di conservazione, tutela e salvaguardia del patrimonio di
varietà vegetali, razze e ceppi microbici locali di interesse agrario e
alimentare del territorio calabrese, di seguito denominata Rete, gestita e
coordinata dall’ARSAC.
2. Della
Rete fanno parte di diritto gli agricoltori custodi e gli allevatori custodi di
cui all'articolo 8 e i soggetti che gestiscono per conto della Regione le
strutture per la conservazione ex situ di cui all’articolo 7.
3. Alla
Rete possono aderire altri soggetti pubblici o privati, quali enti locali,
istituti sperimentali, centri di ricerca, università, associazioni, agricoltori
e produttori, singoli o in forma associata, che siano in possesso dei requisiti
previsti dall’atto della Giunta regionale di cui all'articolo 12.
4. La
Rete svolge ogni attività diretta a mantenere in vita il patrimonio di varietà
vegetali, razze e ceppi microbici di interesse agrario e alimentare del
territorio calabrese, soprattutto quello minacciato dal rischio di estinzione o
erosione attraverso la conservazione ex situ e in situ e provvede a
incentivarne la circolazione.
5. Gli
agricoltori, gli enti, i centri di ricerca, le università e le associazioni
depositarie di materiale genetico tutelato con la presente legge, e che non
aderiscono alla Rete, possono fornire alle strutture per la conservazione ex
situ una parte del materiale vivente ai fini della moltiplicazione, per
garantire la conservazione delle informazioni morfologiche e genetiche presso
altro sito accreditato.
6. Gli
aderenti alla Rete che intendano depositare domanda di privativa varietale o
brevettuale su una varietà essenzialmente derivata da una varietà iscritta nei
registri, oppure su materiale biologico da questa derivante, chiedono preventiva
autorizzazione alla Regione.
Art. 10
(Circolazione del patrimonio
varietale e commercializzazione di sementi da varietà di conservazione)
1. Al
fine di garantire un uso durevole del patrimonio di varietà locali di interesse
agrario del territorio calabrese è consentita, tra gli aderenti alla Rete di
cui all’articolo 9, la circolazione, senza scopo di lucro, di varietà iscritte
al registro regionale, tesa al recupero, mantenimento e riproduzione
soprattutto di varietà locali a rischio di estinzione e iscritte nel medesimo
registro regionale.
Art. 11
(Conservazione e uso della memoria
storica, attività di promozione
e di ricerca della biodiversità
agraria e alimentare)
1. La
Regione tutela e valorizza il patrimonio culturale di saperi, tecniche e
consuetudini legate alla diversità di varietà vegetali, razze e ceppi microbici
locali che le comunità rurali calabresi hanno storicamente praticato.
2. A
fine di cui al comma 1, la Regione può attivare, senza nuovi o maggiori oneri
per la finanza pubblica regionale, anche in concorso con enti locali,
associazioni e altri organismi, specifiche attività per il recupero e la
conservazione della memoria storica legata alla diversità del patrimonio
calabrese d’interesse agrario.
3. Al
fine di aumentare la conoscenza e la consapevolezza del valore della
biodiversità agraria e alimentare, la Regione, attraverso gli enti locali e le
organizzazioni dei produttori agricoli, può promuovere, senza nuovi o maggiori
oneri per la finanza pubblica regionale, campagne promozionali finalizzate alla
conoscenza delle risorse genetiche locali iscritte nel registro e per lo
sviluppo dei territori interessati, anche attraverso l'indicazione dei luoghi
di conservazione in situ, on farm ed ex situ e dei luoghi di commercializzazione
dei prodotti connessi alle medesime risorse, compresi i punti di vendita
diretta.
4. Al
fine di sensibilizzare la popolazione, di sostenere le produzioni agrarie e
alimentari, in particolare della Rete regionale di cui all'articolo 9, la
Regione, può promuovere, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica,
l'istituzione di comunità del cibo e della biodiversità di interesse agricolo e
alimentare di cui all’articolo 13 della legge 194/2015.
Art. 12
(Criteri di attuazione)
1. La
Giunta regionale, entro sei mesi dall’entrata in vigore della presente legge,
con proprio atto approva:
a) le
modalità e le procedure per l’iscrizione al registro regionale del patrimonio
di razze e varietà del territorio calabrese ai sensi dell’articolo 5;
b) i
criteri in base ai quali le commissioni tecnico-scientifiche di cui
all’articolo 6 esprimono parere in merito all’iscrizione e alla cancellazione
dal registro regionale delle varietà e razze che costituiscono il patrimonio
calabrese di interesse agrario;
c) le modalità di funzionamento e gli impegni che
devono assumere le strutture per la conservazione ex situ di cui all’articolo 7
nonché le modalità di affidamento delle attività alle stesse;
d) le
modalità di riconoscimento, i requisiti e gli impegni che devono assumere i
soggetti di cui all’articolo 8;
e) i
requisiti che devono avere i soggetti di cui all’articolo 9, comma 3, per
l’adesione alla Rete;
f) le
attività d’intervento di cui all’articolo 11.
Art. 13
(Clausola d’invarianza)
1. La
presente legge non comporta nuovi o maggiori oneri finanziari a carico del
bilancio regionale.