X^ LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
_________
n.
38
SEDUTA Di LUNEdì 11 SETTEMBRE 2017
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
La
seduta è aperta. Si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
Legge le
comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Apriamo i lavori introducendo il primo
punto all’ordine del giorno: la proposta di provvedimento amministrativo numero
181/10 d’Ufficio recante “Elezione del Presidente del Consiglio regionale
articolo 20 comma 2 dello Statuto”.
Ricordo che, ai sensi dell’articolo 20,
comma 2, dello Statuto regionale, il Presidente viene eletto a maggioranza dei
due terzi dei componenti del Consiglio, se, dopo due scrutini, nessun candidato
dovesse ottenere la maggioranza richiesta, nel terzo, da tenersi nel giorno
successivo, è sufficiente la maggioranza dei consiglieri regionali.Ricordo,
inoltre, ai consiglieri che possono esprimere una sola preferenza.
Costituisco,pertanto, il seggio
elettorale e chiamo a svolgere le funzioni di scrutatori,
così come da prassi, i consiglieri più giovani di maggioranza e opposizione,
Cannizzaro e Pasqua.
I consiglieri Cannizzaro e Pasqua si
possono avvicinare. Appena insediato il seggio elettorale, inizieranno le
procedure di voto.
E’ costituito in questo momento il
seggio elettorale che durerà per il tempo delle votazioni; qualora ci fossero,
come vi ho detto prima, i due terzi sul provvedimento, si procederà con gli
altri punti all’ordine del giorno, rimanendo sempre insediatoil seggio.
Il seggio, quindi, è insediato.
Prego i commessi di distribuire le
schede per l’elezione del Presidente del Consiglio regionale. Chiedo al
consigliere segretario-questore di iniziare la chiama, supportato dagli uffici.
(Vengono distribuite le
schede. Segue la votazione indi lo spoglio delle schede)
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazione:
presenti e votanti 31; schede bianche 5. Hanno riportato voti i consiglieri:
Nicola Irto 24, Giuseppe Neri 1, Giuseppe Gentile 1, pertanto
proclamo eletto Presidente del Consiglio regionale il consigliere Nicola Irto.
(Vivi e prolungati
applausi da parte dei consiglieri e del pubblico presente)
Passiamo al secondo punto all’ordine
del giorno. Resta insediato il seggio elettorale.Ricordo che, ai sensi dell’articolo
20, comma 3, dello Statuto regionale, per l’elezione dei due VicePresidenti, i
consiglieri regionali esprimono una sola preferenza; risultano eletti coloro
che ottengono il maggior numero di votie, a parità di voti, i più anziani di
età. Chiedo ai commessi d’Aula di distribuire le schede. Prego.
(Vengono
distribuite le schede. Segue la votazione indi lo spoglio delle schede)
Fa la chiama.
Comunico l’esito della votazioneper l’elezione dei
due Vice Presidenti del Consiglio regionale: presenti e votanti 31; hanno
riportato voti i consiglieri: Giuseppe Gentile 13, Vincenzo Ciconte 12, Wanda
Ferro 6.
Proclamo elettialla carica di Vice-Presidenti
del Consiglio regionale i consiglieri Gentile e Ciconte.
(Vivi e prolungati applausi da
parte dei consiglieri e del pubblico presente)
Proposta di provvedimento
amministrativo numero 183/10^ d’Ufficio recante: “Elezione dei due Consiglieri
Segretari-Questori del Consiglio regionale (articolo 20, comma 3, Statuto)”
Ricordo che ai sensi dell’articolo
20, comma 3, dello Statuto regionale per l’elezione dei due segretari-questori
i consiglieri regionali esprimono una sola preferenza; risultano eletti coloro
che ottengono il maggior numero di voti e a parità di voti i più anziani di
età. Chiedo ai commessi d’Aula di distribuire le schede. Prego.
(Vengono
distribuite le schede. Segue la votazione indi lo spoglio delle schede)
Fa la chiama.
Comunicol’esito della votazione: presenti e votanti
31; hanno riportato voti i consiglieri: Giuseppe Graziano 11; Domenico Tallini
7, Giuseppe Neri 13. Proclamo, pertanto, elettialla carica di Segretari
questori del Consiglio regionale i consiglieri Neri e Graziano.
(Vivi e prolungati applausi da
parte dei consiglieri e del pubblico presente)
Avendo esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta è tolta.
Hanno chiesto congedo: Musmanno,
Rizzo, Russo, Viscomi
(Sono concessi)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di
legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alle lettere a) ed e) comma 1,
dell'art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. -
(deliberazione G.R. n. 279 del 30.6.2017)” (PL n. 256/10^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
“Riconoscimento della
legittimità dei debiti fuori bilancio di cui alla lettera a) ed e) comma 1,
dell'art. 73 del Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. -
(deliberazione G.R. n. 346 del 31.7.2017) (P.L. n. 263/10^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Modifiche ed integrazioni alla legge
regionale 17 maggio 1996, n. 9 (Norme per la tutela e la gestione della fauna
selvatica e l'organizzazione del territorio ai fini della disciplina
programmata dell'esercizio venatorio) - (deliberazione G.R. n. 374 del
10.8.2017)” (P.L. n. 267/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
Sergio - “Istituzione
del Fattore Famiglia Calabrese” (P.L. n. 257/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Agevolazioni
sui mezzi di trasporto regionali per gli appartenenti alle Forze dell'Ordine -
Modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35 (Norme per i servizi di
trasporto pubblico locale)” (P.L. n. 258/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea - “Modifiche
ed integrazioni alla legge regionale 26 novembre 2001, n. 29 - Norme per l'esercizio
della pesca degli osteitti e per la protezione e l'incremento della fauna nelle
acque interne della Regione Calabria” (P.L. n. 259/10^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così resta stabilito)
Nucera - “Politiche per i giovani”
(P.L. n. 260/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Istituzione del premio di studi economici in memoria di Don
Carlo De Cardona” (P.L. n. 261/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Disposizioni per
agevolare l'uso dei locali di stagionatura tradizionali - Modifiche ed
integrazioni alla legge regionale 23 febbraio 2004, n. 5 (Norme per
l'individuazione dei prodotti a base di latte ritenuti storici e/o
tradizionalmente fabbricati)” (P.L. n. 262/10^)
E' stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Greco - “Modifiche alla
legge regionale 18 maggio 2017, n. 18 (Disposizioni per l'organizzazione del
servizio idrico integrato)” (P.L. n. 264/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Disposizioni per
la qualificazione e il sostegno del lavoro di cura degli assistenti familiari” (P.L.
n. 265/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sergio - “Istituzione del
fondo per parchi giochi inclusivi. Modifiche alla l.r. 23 luglio 1998, n. 8
(Eliminazione delle barriere architettoniche)” (P.L. n. 266/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio programmazione
economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con
l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Greco - “Promozione e sviluppo del
turismo esperienziale in Calabria attraverso l'istituzione del Museo
Esperienziale Diffuso” (P.L. n. 268/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari
dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Bevacqua - “Norme di attuazione della
legge 21 novembre 2000, n. 353” (Legge quadro in materia di incendi boschivi)
(P.L. n. 269/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - ed alla seconda - Bilancio
programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e
relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Magno - “La posizione
economica equivalente delle famiglie e l'istituzione del fattore famiglia”
(P.L. n. 270/10^)
E' stata
assegnata alla terza Commissione – Sanità, Attività sociali, culturali e
formative - ed alla seconda
Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta stabilito)
Magno - Modifiche ed integrazioni alla
legge regionale n. 21 del 13 ottobre 2004 “Istituzione dei distretti rurali ed
agroalimentari di qualità” (P.L. n. 271/10^)
E’ stata assegnata
alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività
produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il
parere.
(Così resta stabilito)
Sono state presentate
alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa
della Giunta regionale:
“Bilancio
di previsione dell'ARPACAL (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente
della Calabria) 2017/2019 - (deliberazione G.R. n. 312 del 14.7.2017)” (P.P.A.
n. 179/10^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
“Bilancio
di previsione 2017/2019 dell'Azienda Territoriale per l'Edilizia Residenziale
Pubblica della Regione Calabria - (deliberazione G.R. n. 313 del 14.7.2017)”
(P.P.A. n. 180/10^)
E’ stata
assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica,
attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per
il parere.
(Così resta stabilito)
Integrazione criteri localizzativi Piano
Regionale Gestione Rifiuti - (deliberazione G.R. n. 327 del 25.7.2017) (P.P.A.
n. 184/10^)
E’ stata
assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del
territorio e protezione dell’ambiente - per il parere.
(Così resta stabilito)
Sono state
presentate alla Presidenza le
seguenti proposte di provvedimento amministrativo
d’Ufficio:
“Elezione
del Presidente del Consiglio regionale (articolo 20, comma 2, Statuto)” (P.P.A.
n. 181/10^)
“Elezione
dei due Vice Presidenti del Consiglio regionale (articolo 20, comma 3,
Statuto)” (P.P.A. n. 182/10^)
Elezione
dei due Consiglieri Segretari-Questori del Consiglio regionale (articolo 20,
comma 3, Statuto)” (P.P.A. n. 183/10^)
È stata presentata alla
Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa
del consigliere
Sergio - “Introduzione
del procedimento di voto elettronico - Modifiche al Regolamento interno del
Consiglio regionale (Deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio
2005 e ss.mm.ii.)” (P.P.A. n. 185/10^)
E’
assegnata alla quinta Commissione - Riforme - ed alla seconda Commissione -
Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione
Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha
trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione
n. 269 del 20 giugno 2017, recante: "Azienda territoriale per l'edilizia
residenziale pubblica ex art. 7 L.R. 24/2013 - Approvazione Modello
Organizzativo e Dotazione Organica dell'Azienda" (Parere n. 30/10^)
E’ assegnata alla prima
Commissione - Affari istituzionali,
affari generali e normativa elettorale - per il parere
(Così
resta stabilito)
In data 30 giugno 2017,
il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge
regionale e che la stessa è stata pubblicata telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 62 del 30 giugno 2017:
1. Legge regionale 30
giugno 2017, n. 21, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16
aprile 2002, n. 19 (Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge
Urbanistica della Calabria)”.
In data 5 luglio 2017,
il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate leggi
regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul Bollettino
Ufficiale della Regione Calabria n. 64 del 5 luglio 2017:
1. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 22, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti
fuori bilancio di cui alle lettere a),d) ed e) comma 1 dell'articolo 73 del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42)";
2. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 23, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti
fuori bilancio di cui alle lettere a) ed e) comma 1 dell'articolo-73 del
decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i. (Disposizioni in materia di
armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni,
degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della
legge 5 maggio 2009, n. 42)";
3. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 24, recante: "Abrogazione della legge regionale 1 febbraio
2017, n. 3 (Modifica alla legge regionale 7 marzo 1995, n. 4 - Norme sulla
classificazione degli esercizi ricettivi extralberghieri)";
4. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 25, recante: "Abrogazione della legge regionale 1 febbraio
2017, n. 4 (Modifica alla legge regionale 26 febbraio 2003, n. 2 - (Disciplina
dell'attività di accoglienza ricettiva a conduzione familiare denominata
"Bed and Breakfast")";
5. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 26, recante: "Prosecuzione dell'esercizio provvisorio da
parte della curatela fallimentare SO.GA.S. S.p.A.";
6. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 27, recante: "Modifiche all'articolo 39 della legge
regionale 23 dicembre 2011, n. 47 (Collegato alla manovra di finanza regionale
per l'anno 2012)";
7. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 28, recante: "Avvio delle attività dell'Agenzia regionale
di cui all'articolo 7 della legge regionale 17 agosto 2009, n. 24";
8. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 29, recante: "Disposizioni per la semplificazione e la
celerità dell'azione amministrativa - Modifiche alla legge regionale 4
settembre 2001, n. 19 (Norme sul procedimento amministrativo, la pubblicità
degli atti ed il diritto di accesso. Disciplina della pubblicazione sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria)";
9. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 30, recante: "Riconoscimento della legittimità dei debiti
fuori bilancio del Consiglio regionale della Calabria ai sensi dell'articolo
73, comma 1, lettera a) e lettera e) del decreto legislativo 23 giugno 2011,
n.118 (Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli
schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a
norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42)";
10. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 31, recante: "Disposizioni per favorire l'accesso dei
giovani al settore primario e contrastare l'abbandono e il consumo dei suoli
agricoli";
11. Legge regionale 5
luglio 2017, n. 32, recante: "Adempimento delle condizionalità ex ante del
PSR Calabria 2014/2020 per lo sviluppo rurale di cui all'allegato V del
Regolamento UE n. 1305/2013. Risorse Idriche. Copertura costi ambientali".
La Giunta regionale,
con nota prot. n. 220799 del 4 luglio 2017, ha trasmesso la deliberazione n.
286 del 30 giugno 2017, recante: “Affidamento della riscossione coattiva delle
entrate tributarie e patrimoniali proprie della Regione all'Agenzia delle
entrate - Riscossione - D.L. 22 ottobre 2016 n. 193”.
La Giunta regionale,
con nota prot. n. 264043 del 21 agosto 2017, ha trasmesso la deliberazione n.
369 del 10 agosto 2017, recante: “Approvazione disciplinare per la gestione
faunistico-venatoria del cinghiale”.
La Giunta regionale,
con nota prot. n. 264067 del 21 agosto 2017, ha trasmesso la deliberazione n.
368 del 10 agosto 2017, recante: “Reg. (UE) n. 1303/2013 e Reg. (UE) n.
508/2014. Programma Operativo Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca
(FEAMP) 2014/2020 - approvazione del Manuale delle procedure e dei controlli
della Regione Calabria”.
È pervenuta la
relazione della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria delle Regioni per
l'esercizio 2015, approvata dalla Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti
con deliberazione n.17/SEZAUT/2017/FRG.
In data 3 luglio 2017, il Presidente della Giunta regionale
ha emanato il sotto indicato regolamento regionale e che lo stesso è stato
pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 64 del 5 luglio
2017:
Regolamento regionale n. 13 del 3 luglio 2017,
concernente: “Regolamento attuativo della legge regionale 5 luglio 2016, n. 21
(Disposizioni in materia di rateizzazione dei debiti tributari e delle relative
sanzioni)”
In data 10 agosto 2017, il Presidente della Giunta regionale
ha emanato i sotto indicati regolamenti regionali e che gli stessi sono stati
pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 80 dell'11 agosto
2017:
Regolamento regionale n. 14 del 10
agosto 2017, concernente: "Regolamento per la disciplina delle strutture
ausiliarie";
Regolamento regionale n. 15 del 10
agosto 2017, concernente: “Regolamento "Procedure per la denuncia il
deposito e l'autorizzazione di interventi di carattere strutturale e per la
pianificazione territoriale in prospettiva "sismica" di cui alla
legge regionale 28 dicembre 2015, n. 37”.
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti
deliberazioni di variazione al bilancio di previsione finanziario 2017-2019:
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
276 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
277 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
281 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
284 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
285 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
287 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
288 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
289 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
291 |
del |
30 |
giugno 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
301 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
306 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
307 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
308 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
309 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
310 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
311 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
314 |
del |
14 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
321 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
322 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
330 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
331 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
332 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
334 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
335 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
336 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
337 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
339 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
341 |
del |
25 |
luglio 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
378 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
379 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
381 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
382 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
383 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
384 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
385 |
del |
10 |
agosto 2017; |
Deliberazione |
Giunta |
regionale |
n. |
408 |
del |
30 |
agosto 2017. |
Graziano.
Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la
chiusura della stazione ferroviaria di Francavilla Angitola - Filadelfia che dura
ormai da diversi anni, provoca forti disagi ai collegamenti di rete e
all'intera mobilità con evidenti ripercussioni negative sull'economia locale;
la
medesima stazione è località di servizio posta sulla linea Eccellente - Rosarno
(via Tropea) che si congiunge al più importante collegamento ferroviario nord
sud tra la Sicilia, la Calabria e il resto della penisola;
la
zona in oggetto è a forte vocazione turistica caratterizzata da numerosi
villaggi e camping con oltre 3000 posti letto e in particolar modo nel periodo
estivo risulta affollato da turisti sia italiani che stranieri;
considerato
che: la stazione ferroviaria di Francavilla Angitola - Filadelfia, situata
nelle vicinanze delle località marine, può rappresentare un ottimo snodo di
collegamento con servizi di transito e fermata a vantaggio delle strutture
turistiche presenti nella zona;
la
suddetta stazione è, inoltre, posta al centro delle più importanti e rinomate
località turistiche dell'intera regione con un ruolo potenziale di grande
rilevanza strategica da e per le suddette località;
il sistema
ferroviario in passato ha rappresentato il volano del turismo ed oggi
soprattutto nel Mezzogiorno può e deve rivestire un ruolo primario nella
crescita turistica e quindi economica delle località balneari e del ricco
entroterra calabrese -:
quali urgenti
iniziative intende assumere e quali procedure inter-istituzionali per riaprire
nel più breve tempo possibile la Stazione Ferroviaria di Francavilla Angitola -
Filadelfia chiusa da anni e serio motivo di disagi turistici, economici e
sociali per l'intera comunità di riferimento.
Greco. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
22 dicembre 2016 il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni insieme al ministro
Graziano Delrio, alla presenza di tutti i vertici di Anas, annunciava il
completamento dell'autostrada del Mediterraneo (ex A3 Salerno-Reggio Calabria);
per
la realizzazione dell'autostrada dello Stato italiano ha investito 8 miliardi e
233 mila euro;
ancora
oggi, percorrendo la nuova autostrada del Mediterraneo in Calabria sono
numerose le interruzioni e le deviazioni che costringono gli automobilisti a
viaggiare, in molti casi, solo su due corsie a doppio senso di circolazione;
la
stagione estiva porterà un aumento dei flussi di traffico verso la Calabria con
la conseguenza di ulteriori congestioni e rallentamenti;
sono
sempre più numerosi gli episodi di sinistri stradali, anche gravi, che
avvengono nelle aree dell'autostrada del Mediterraneo ancora oggi risultano
incomplete con cantieri in corso;
tutto ciò ha un
effetto evidentemente negativo sull'attrattività turistica, sulle potenzialità
economiche e sull'offerta di mobilità della Calabria -:
se non si
ritenga necessario intervenire presso tutti gli uffici competenti di Anas e
Ministero delle Infrastrutture affinché si capisca quale sia il reale stato di
completamento dell'autostrada del Mediterraneo e quale sia il cronoprogramma
degli interventi manutentivi che ad oggi stanno di fatto paralizzando la nostra
regione.
gli
ospedali calabresi e quelli della provincia di Catanzaro vivono una situazione
difficile a causa della cronica carenza di personale che costringe quello
esistente a dover affrontare turni di lavoro massacranti pregiudicando
l’attività assistenziale dei degenti. Tale situazione è destinata ad aggravarsi
nella stagione estiva, ormai in corso, a causa dell'aumento della popolazione
per la presenza in Calabria di numerosi turisti, e del conseguente incremento
delle situazioni di emergenza nei nosocomi e nei servizi territoriali: numerose
difficoltà si sono verificate all'interno delle UU.OO Ospedaliere e dei servizi
territoriali dell'ASP di Catanzaro a causa del mancato rinnovo dei contratti di
lavoro del personale OSS e infermieristico determinando gravi disservizi,
impedendo ai dipendenti la regolare fruizione delle ferie estive e
costringendoli a lavorare in condizioni stressanti e senza la dovuta serenità:
nell'Asp di Catanzaro non sono stati rinnovati i contratti a 16 unità di OSS
assunti con contratto par-time in scadenza al 30.05.2017, mentre il 30.06.2017
hanno cessato il loro incarico altri 4 OSS part-time e 14 infermieri a tempo
determinato, creando ulteriori situazioni di disagio e disservizi in un settore
particolarmente delicato come quello dell'assistenza sanitaria;
l'Asp
dì Catanzaro, al contrario di quanto accaduto nelle altre Aziende Sanitarie
calabresi, non ha inteso rinnovare i contratti in scadenza causando la presenza
di insufficienti unità di personale OSS e infermieristico negli ospedali di
Lamezia Terme e Soveria Mannelli;
malgrado la
pubblicazione, da oltre un anno, del bando di stabilizzazione del personale
precario avente diritto e la costituzione della Commissione da oltre tre mesi,
fino ad oggi nulla è stato fatto nel merito della questione e l'Asp di
Catanzaro risulta l'unica azienda Calabrese a non aver stabilizzato i propri
lavoratori, sia appartenenti al comparto che alla dirigenza -:
quali azioni il
Presidente della Giunta regionale e il Direttore Generale dell'Asp di Catanzaro
intendano intraprendere per procedere al rinnovo dei contratti del personale
OOS e infermieristico e cosi, sopperire alla cronica carenza di dipendenti
nell'Asp di Catanzaro e negli ospedali di Lamezia Terme e Soveria Mannelli e
quali misure ritengano di adottare per procedere alla stabilizzazione del
personale precario avente diritto, sia del comparto che della dirigenza.
(290; 03/07/2017)
Magno. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la
legge regionale n. 1/2011 ha previsto l'istituzione dell'enoteca regionale
"Casa dei vini di Calabria" allo scopo di favorire la conoscenza e la
valorizzazione dei vini pregiati regionali, con particolare riguardo ai vini a
denominazione di origine (DO) e a indicazione geografica (IG) ed ai marchi di
qualità, nonché di altri prodotti derivati dalla lavorazione dell'uva e dei
vini;
la Regione Calabria promuove l'istituzione dell'enoteca regionale "Casa
dei Vini di Calabria" da localizzare nel territorio della regione, con
sede legale a valenza storica produttiva e di ricerca a Cirò o nell'area del
Cirotano in provincia di Crotone e con sede per l’innovazione tecnologica a
Lamezia Terme, nella Provincia di Catanzaro (art. 1 comma 2 l.r.n. 1/2011);
la legge regionale 8 novembre 2016, n. 33 ha apportato modifiche alla legge
regionale 10 febbraio 2011, n.1 cambiando la natura giuridica e la
denominazione in "Associazione Enoteca Regionale - Casa dei vini di
Calabria" e restando praticamente immutate gli aspetti relativi alle
finalità dell'Enoteca Regionale e alla sua localizzazione a Cirò o nell'area
del Cirotano e a Lamezia Terme;
il
Presidente della Giunta regionale con decreto n. 179 del 05 dicembre 2016 ha
nominato, ai sensi dell'articolo 5 comma 3 della legge regionale n. 33/2006,
recante modifiche alla legge regionale n. 1/2011, Gennaro Convertini quale
presidente dell'associazione "Enoteca Regionale - Casa dei vini di
Calabria";
il
25 ottobre 2013 alla presenza dell'allora presidente della provincia di Cosenza
Mario Oliverio è stata inaugurata a Cosenza nel palazzo di Piazza XV marzo
l'enoteca regionale della provincia di Cosenza alla presenza, tra gli altri,
dell'allora sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione. In
quell'occasione, in base a quanto riportato dal sito istituzionale della
Provincia di Cosenza (www. provincia.cosenza.it) è stato detto che l'Enoteca
intende avere una funzione di divulgazione ed informazione sulla viticoltura
calabrese attraverso i vini e organizzando gli spazi in tre grandi sale, in
sequenza, suddivise per territori: la prima sala è dedicata ai vini delle
"Terre di Cosenza", la seconda al Cirò, la terza ai vini del
comprensorio lametino e della provincia di Reggio Calabria”, generando
confusione di ruoli e determinato duplicazioni di competenze con l'enoteca
Regionale "Casa dei vini di Calabria" istituita in base alla legge
regionale n. 1/2011;
l'attività dell'Enoteca Regionale "Casa dei vini di Calabria” è oggi
completamente ferma e le sede legale a valenza produttiva e di ricerca di Cirò
o del Cirotano e quella per l'innovazione tecnologica di Lamezia Terme sono
inattive a causa dell'inerzia del Governo regionale, e né si conoscono le
attività intraprese dal presidente Convertini per il rilancio dell'associazione
dopo oltre sette mesi dalla sua nomina -:
quali azioni il
Presidente della Giunta regionale intende intraprendere per fare avviare
l’attività dell'enoteca regionale "Casa dei vini dì Calabria",
istituita con la legge regionale n. 1/2011 (modificata dalla L.R. n. 33/2016)
oggi inspiegabilmente e colpevolmente ferma a causa della politica attendista e
priva di programmazione del Governo regionale;
quali finanziamenti si vogliono indicare e le loro fonti di provenienza per
fare decollare la sede legale a valenza produttiva e di ricerca di Cirò e del
Cirotano e quella per l'innovazione tecnologica di Lamezia Terme allo scopo di
favorire la valorizzazione dei vini Calabresi e la promozione del marketing
turistico-enologico della nostra regione.
Graziano. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
decreto legislativo 422/1997 conferisce alle Regioni funzioni e compiti in
materia di trasporto pubblico locale, a norma dell'articolo 4,comma 4, della
legge 15 marzo 1997, n. 59;
la
legge regionale 23/1999 e successive modifiche stabilisce le norme per il
Trasporto Pubblico Locale;
il
20 dicembre 2016 il Consiglio regionale ha approvato il Piano definitivo dei
Trasporti (PRT) considerato che: in buona parte del territorio regionale,
soprattutto nelle aree interne, l'accesso al diritto alla mobilità è garantito
dal servizio di autotrasporto su gomma;
la
disciplina vigente che regolamenta il servizio di autolinee è stata aggiornata
attraverso il nuovo PRT ma senza avere ancora reali e concreti riscontri nella
attuazione dei servizi;
nello
specifico, da più tempo, così come evidenziato in più occasioni dai cittadini
residenti, nei comuni della Valle del Crati e, più in generale, nell'intera
provincia di Cosenza il servizio autolinee operante nel territorio continua ad
essere erogato da Agenzie che hanno attive sulle diverse linee mezzi fatiscenti
e privi dei requisiti minimi di confort e sicurezza;
nello
specifico del territorio della Valle del Crati, diversi cittadini hanno
denunciato, anche attraverso i social, le condizioni allarmanti in cui versano
gli autobus in dotazione all'Agenzia Ferrovie della Calabria, finanziate dalla
Regione Calabria nell'ambito del PRT;
nonostante
i sussidi pubblici e la non adeguatezza dei mezzi a garantire gli standard di
sicurezza e comfort né per i viaggiatori tantomeno per gli autisti, il costo
dei ticket di viaggio imposto dalle Agenzie eroganti il servizio continua a
rimanere tra i più elevati su scala nazionale;
tali mezzi di
trasporto sono frequentemente utilizzati, oltre che da residenti e studenti,
anche da turisti che prevalentemente utilizzano i mezzi di trasporto su gomma
per muoversi all'interno del territorio provinciale e regionale -:
cosa
intenda fare per intervenire in modo incisivo e risolvere al più presto questa
situazione di disagio e degrado riscontrata sui mezzi dell'Agenzia Ferrovie
della Calabria ma, a quanto pare, diffusa anche su altri mezzi pubblici gestiti
da altre Aziende;
se
periodicamente vengono effettuati controlli e verifiche sullo stato di
sicurezza e di comfort dei mezzi in uso alle Agenzie sovvenzionate dal fondo
regionale;
quali
sono i tempi di attuazione del nuovo PRT e relativo impiego di risorse per
rilanciare e meglio regolamentare il comparto del trasporto su gomma.
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
la
Syndial, controllata del gruppo Eni, ha per anni esercitato intensa attività
estrattiva nel territorio di alcuni comuni del crotonese;
da
tale attività estrattiva si è ricavati milioni di metri cubi di gas, pari a
quasi il 10% del fabbisogno nazionale;
l'attività estrattiva ha lasciato sul territorio una situazione ambientale che
desta giusto allarme nella popolazione;
il Tribunale di Milano ha condannato la Syndial al risarcimento dei danni e ad
eseguire esattamente il Piano Operativo di Bonifica già proposto e approvato
con decreto ministeriale del 31 luglio 2009;
considerato che: la stessa Eni sta informando i cittadini italiani, attraverso
la pubblicità su alcuni quotidiani, che: "La nostra presenza sul
territorio è accompagnata da iniziative nel campo della formazione, sicurezza e
monitoraggio ambientale, sempre con l'obiettivo di favorire lo sviluppo delle
comunità locali nelle aree in cui lavoriamo. In Sicilia, in Basilicata, in
Veneto, in Sardegna e in Emilia Romagna alcuni dei nostri principali progetti
di promozione e valorizzazione del territorio la Calabria, ed in particolare i
Comuni del crotonese interessati da questa attività estrattiva, non figurano in
queste iniziative. Anzi, per questi Comuni, però, se si escludono le royalties,
il Gruppo Eni non si è mai adoperato in un alcun settore. Anzi, ha provveduto a
penalizzarli. Anni addietro, aveva preso impegno, presso la sede della Regione
che, operando nella nostra terra, avrebbe trasferito la Syndial. attuale
titolare dei pozzi metaniferi al largo del crotonese, nel registro delle
Società calabresi, al fine di poter pagare le tasse nelle casse della Regione
Calabria. Ma ciò non è avvenuto e continua a pagarle in Abruzzo -:
quali
iniziative la Regione ha messo in campo per monitorare l'effettivo rispetto da
parte della Syndial degli obblighi previsti per la bonifica;
quali
iniziative ed accordi intende portare avanti per valorizzare e ripagare quel
territorio, ad esempio ripristinare ed abbellire l'ex fabbrica Montedison m
modo che possa divenire un sito di archeologia industriale, valorizzare l'ex
stabilimento Pertusola Sud con industrie green, ecc. per come chiedono da tempo
i comitati e le associazioni del territorio;
cosa
intende fare al fine di far rispettare l'impegno preso di trasferire la Syndial
nel registro delle Società calabresi, al fine di poter pagare le tasse nelle
casse della Regione Calabria;
se
intende supportare e collaborare i Comuni crotonesi interessati nel definire
gli accordi per- il pagamento delle tasse comunali per le piattaforme a mare.
Guccione. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la
Regione Calabria, ai sensi dell'art. 10 comma 1 dell’OCDPC 344 del 09.05.2016
deve selezionare gli interventi da ammettere a finanziamento ai sensi dell'art.
2 comma 1 punto b) dell’OCDPC 344 del 09 05 2016;
in
data 24 novembre 2016, il dipartimento 6, Infrastrutture - Lavori Pubblici -
Mobilità, Settore 5, della Regione Calabria, ha pubblicato sul sito Web
istituzionale la "Manifestazione di interesse per la concessione di
contributi finalizzati alla esecuzione di interventi di adeguamento sismico o,
eventualmente, di demolizione e ricostruzione degli edifici di interesse
strategico” in attuazione dell’ OCDPC 344 del 09.05.2016 per un importo
complessivo di € 14.103.596,46;
con
DDG n.2 del 04.01.2017 del dipartimento delle Infrastrutture si aggiungeva a
tale somma quelle derivanti dal FSC 2014/2020 delibera CIPE 26/2016 per in
importo parti ad Euro 36.176.090,00;
la
dotazione finanziaria complessiva della manifestazione d’interesse risultava
quindi pari ad Euro 14.103.596,46 (OCDPC 344) ai quali vanno aggiunti Euro
36.176.090,00 (DDG n.2/2017) per un totale di Euro 50.279.686,46;
alla
Regione Calabria sono pervenute, da parte delle amministrazioni comunali, 125
istanze progettuali ai fini della partecipazione a detta manifestazione
d’interesse;
stranamente,
senza aver adottato con decreto le risultanze dell’istruttoria, in data 20
giugno 2017 è stato pubblicato sul sito istituzionale della Regione Calabria
l’elenco degli ammessi al finanziamento e quello dei non ammessi;
dall’esito
di tale istruttoria è emerso che 100 istanze risultano non ammesse e solo 25
risultano tra quelle ammesse a finanziamento;
la
motivazione di esclusione delle 100 istanze risultava tutta identica e
generica, e recitava testualmente: “Non vi è la rispondenza rigorosa degli
elaborati alle disposizioni del Codice dei contratti e regolamento di
attuazione, nonché alle NTC 2008 e circolare esplicativa (Cfr. Scheda istruttoria);
molti
Comuni, in corso di istruttoria, hanno ricevuto delle richieste di integrazione
da parte della Regione Calabria, ma, nonostante queste siano state fornite nei
modi e nei tempi stabiliti, sono stati poi esclusi dal finanziamento per altre
motivazioni non richieste nell’integrazione;
i
Comuni, attraverso i singoli uffici tecnici hanno approvato ogni progetto sotto
il profilo della conformità al codice degli appalti, alle NTC08 e Circolare
esplicativa;
ad
oggi decine comuni non ammessi a finanziamento hanno notificato via Pec istanza
di riesame in autotutela, per ottenere l’annullamento della graduatoria nella
parte in cui li esclude dal finanziamento;
nel
frattempo, la Regione Calabria (in tutta fretta), in data 27/06/2017, ha
pubblicato sul proprio sito Web una nuova manifestazione di interesse,
utilizzando le somme non assegnate nel precedente bando, senza attendere le
risultanze dei ricorsi;
numerosi
Comuni hanno manifestato la volontà di proporre ricorso anche dinnanzi al TAR
Calabria, con relativa richiesta di sospensiva della seconda manifestazione
d'interesse pubblicata in data 27/06/2017, palesemente lesiva dei diritti dei
suddetti Enti;
in
data 13/12/2016 il dipartimento n. 6 LLPP ha pubblicato sul sito istituzionale
della Regione Calabria una "Manifestazione di interesse per la concessione
di contributi finalizzati alla esecuzione di interventi di adeguamento sismico
o, eventualmente, di demolizione e ricostruzione degli edifici
scolastici": da DDG n 3886 del 11/04/2017 le domande pervenute risultano
essere 330;
la
dotazione finanziaria del bando è dì € 30.133,463 47, insufficiente a coprire
il fabbisogno delle istanze pervenute da parte delle amministrazioni locali;
con le domande
ancora in istruttoria, risulta assai strano che il Presidente della Giunta
regionale, Mario Oliverio, annunci un nuovo bando per la sicurezza degli
edifici scolastici attraverso una dichiarazione stampa pubblicata in data
04.07.2017 sul sito istituzionale della Regione Calabria -:
e
per scongiurare, in merito alla prima questione formulata in premessa, il
rischio che la Regione Calabria si trovi ad affrontare decine di contenziosi
giudiziari con i Comuni calabresi esclusi dal finanziamento previsto nella
manifestazione d’interesse per l’adeguamento sismico degli edifici strategici,
il cui unico risultato consisterà in un allungamento dei tempi per l’utilizzo
delle risorse. Risulta strano che la Giunta regionale, invece di privilegiare
la filiera e il dialogo istituzionale tra Regione e sistema delle autonomie
locali calabresi, costringa i Comuni a rivolgersi all’autorità giudiziaria;
inoltre,
in merito alla seconda questione formulata in premessa si chiede alla S.V. di
chiarire in merito alla dichiarazione, pubblicata sul sito istituzionale della
Regione Calabria in data 04.07.2017, circa la imminente uscita di un nuovo
bando sull’edilizia scolastica, quando risulta ancora in corso l’istruttoria di
un analogo bando pubblicato in data 13.12.2016, che ha le medesime finalità ed
una dotazione finanziaria molto inferiore alle domande pervenute.
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
le
coperture in cemento amianto, come reso noto da pubblicazioni scientifiche,
costituiscono fonti di inquinamento da amianto dell'ambiente di vita in
considerazione altresì della loro grande estensione negli ambienti industriali,
residenziali ed agricoli;
le
patologie asbesto-correlate e in particolar modo il mesotelioma possono avere
origine anche con una esposizione minima alle fibre d'amianto;
l'Osservatorio
Nazionale Amianto riceve segnalazioni di casi di malattie professionali nella
nostra Regione legate all'esposizione morbigena a polveri e fibre di amianto;
considerato
che: in Calabria sussistono approssimativamente 11 milioni di metri quadri di
coperture in cemento-amianto, con un rilascio di fibre d'amianto pari a circa
33 ton/anno;
tale
dato non è stato preso in considerazione nel PRAC approvato e pubblicato sul
BUR Calabria n. 42 del 8.05.2017;
ritenuto
che: si riscontra l'inadempienza della Regione a disposizioni normative di
carattere perentorio, le quali costituiscono la condicio sine qua non per ottenere erogazioni di contributi per le bonifiche
previste dal Ministero dell'Ambiente;
sussiste
l'incompleta applicazione della legge regionale n. 14 del 27 Aprile del 2011
relativa ad interventi urgenti per la salvaguardia della salute dei cittadini
in correlazione alla rimozione dei rischi derivanti dalla esposizione a siti e
manufatti contenenti amianto;
si rileva un
deficit della sorveglianza sanitaria in merito, nonché l'assenza di centri
sanitari di assistenza per gli accertamenti clinici dei soggetti attualmente o
precedentemente esposti a causa di motivi professionali all'amianto -:
quali urgenti
iniziative intenda adottare: per tutelare la salute dei cittadini calabresi;
per ottenere i finanziamenti necessari al fine di avviare le bonifiche previste
dal Ministero dell'Ambiente.
Ferro. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
la
bozza del nuovo regolamento Arpacal di organizzazione per il funzionamento
dell'Agenzia propone alcuni sostanziali cambiamenti che connoteranno l'Agenzia
per gli anni a venire;
preliminarmente,
va posta una questione di metodo. La proposta in esame, infatti, non è stata
oggetto di alcuna discussione o confronto con i soggetti direttamente o
indirettamente coinvolti col funzionamento dell'Agenzia. Non sono stati
interpellati i dirigenti della stessa, né la Capitaneria di porto, l'Asp,
l'Autorità giudiziaria, le pubbliche amministrazioni, i fruitori dell'Arpacal e
così via;
tutto
ciò è confliggente con l'orientamento del dipartimento della Funzione Pubblica
che, con la direttiva n. 2/17, recante le linee guida sulla consultazione
pubblica in Italia, raccomanda alle amministrazioni di promuovere una maggiore
partecipazione dei cittadini alle decisioni pubbliche e di impegnarsi a
considerare la consultazione come una fase essenziale dei processi decisionali;
nel
merito, va sottolineato che con l'eliminazione solitaria su tutto il territorio
regionale dei due soli Laboratori Bionaturalistico e Chimico, il dipartimento di
Vibo Valentia risulta depauperato invece di essere potenziato. Considerate le
moltissime attività in favore dell'Asp di Vibo, dell'Autorità Giudiziaria che richiedono
tempestività sia negli interventi sia nelle risposte, la chiusura degli unici
due Laboratori Bionaturalistico e Chimico presenti nella provincia di Vibo
Valentia, determinerà l'ennesimo vulnus ad una provincia già ultima nelle
classifiche nazionali di efficienza dei servizi;
la bozza del
nuovo Regolamento prevede, altresì, la creazione, presso altri dipartimenti
provinciali, di nuovi laboratori chimici. Logico corollario, la riforma non
implicherà alcuna riduzione dei costi-:
a)
se intenda recedere dal proposito di proseguire l'iter per l'approvazione del
nuovo Regolamento in esame;
b)
se, anche coerentemente con la direttiva n. 2/2017 del dipartimento della
Funzione Pubblica, intenda o meno promuovere un confronto con le parti
interessate alla riforma di che trattasi.
Greco. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
i
roghi che ininterrottamente dall'inizio della stagione estiva hanno incenerito
ettari di boschi e di colture agricole della Calabria;
nonostante
l'intervento puntuale della Protezione Civile regionale e di tutte le forze
dell'ordine coinvolte, la situazione è estremamente grave, al punto che si è
reso necessario richiedere il supporto dell'esercito italiano;
per
comprendere l'evoluzione del fenomeno inerente lo svilupparsi degli incendi è
indispensabile avere una piena contezza di alcuni dati sui danni registrati e
sulle attività messe in campo dalla Regione con l'obiettivo di elaborare una
proposta diretta: a. al governo preventivo e al superamento strutturale di tale
emergenza;
b.
alla tutela degli habitat naturali spontanei ed antropici della Regione;
c.
alla riduzione dei costi degli interventi specifici -:
1.
quale attività di formazione dei DOS - Direttore Operazione Spegnimento - ha
attivato la Regione Calabria necessaria sui luoghi dove si verificano gli
inneschi incendiari affinché possano operare i mezzi aerei e se questi sono
stati selezionati in numero adeguato atteso che l'ex Corpo Forestale dello
Stato, che aveva questa specifico compito, attualmente, in seguito alla sua
incorporazione nell'arma dei carabinieri ne è stata privata. Facciamo notare
che questa carenza è da molti esperti individuata come la ragione principale
nel mancato tempestivo intervento negli spegnimenti: basta pensare che, da dati
a noi disponibili, quasi sempre gli incendi sviluppatesi in passato nella
nostra Regione non hanno avuto una durata superiore a 2 giorni di media mentre
in questa stagione ci sono stati e ci sono roghi che durano anche oltre una
settimana;
2.
l'entità dei danni da questi generati negli ultimi 5 anni in merito:
A.
alle superfici boscate demaniali;
B.
alle superfici agricole;
C.
alle superfici edificabili;
D.
ai costi sostenuti per fronteggiare nella Regione Calabria questa emergenza con
particolare riferimento ai costi relativi all'impiego:
a.
delle squadre antincendio alle dirette dipendenze di Calabria Verde e/o dei
Consorzi di bonifica;
b.
del personale attivato dalle associazioni di protezione civile esistenti in
Regione Calabria e per il quale sono stati elargiti fondi da parte degli enti
interessati;
c.
dei vigili del fuoco;
d.
dell'attivazione dei canadair e degli elicotteri;
e.
di ogni altro personale e mezzi della Protezione Civile regionale e nazionale.
3.quanti comuni calabresi hanno provveduto all'aggiornamento del catasto degli
incendi boschivi e quali sanzioni sono state comminate a quelli che non l'hanno
fatto.
Greco. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
a
Lorica, nella splendida cornice naturalistica della Sila, si stavano
completando i lavori per la realizzazione dei nuovi impianti sciistici e del
centro turistico polifunzionale denominati Lorica Ski Area con l'obiettivo di
far rivivere la montagna e renderla un attrattore turistico dodici mesi l'anno;
l'intero
progetto di valorizzazione dell'area sportiva-turistica di Lorica, ad oggi
ancora incompleta, è stata finanziata con circa 16.000.000,00 di euro, di cui
in larga parte fondi pubblici (oltre 13.000.000 di euro (Pisl), e circa
3.000.000,00 di fondi privati);
da
luglio 2017 la società che doveva gestire gli impianti sciistici di Lorica,
volano per le attività turistiche sportive dell'intero territorio
dell'altopiano silano, è stata messa in liquidazione;
i
lavoratori degli impianti, già assunti dalla Lorica Ski Area, che hanno
regolarmente lavorato, avanzano ad oggi circa 15 mensilità;
nonostante
si stia avvicinando la nuova stagione invernale, non è stato ancora individuato
un nuovo soggetto che completerà i lavori, le procedure previste e si occuperà
della gestione degli impianti -:
1.
quali siano i tempi di collaudo delle opere;
2.
dato l'avvicinarsi della nuova stagione invernale, se è previsto un nuovo bando
o un'iniziativa pubblica che consenta di affidare il completamento delle opere
e la gestione delle stesse;
3.
se i lavoratori che hanno realizzato le opere e garantito la manutenzione e la
sicurezza dei luoghi, riceveranno le spettanze arretrate e verrà garantito loro
il posto di lavoro con un'eventuale nuova gestione;
4.
nel caso in cui l'opera dovesse rimanere incompiuta, arrecando grave danno alla
comunità di Lorica, ai lavoratori e all'intera Calabria, chi dovrà
materialmente restituire alla Comunità Europea le somme spese.
Orsomarso. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con
decreto del Presidente della Giunta regionale n. 84 del 11.08.2017, in
esecuzione alla deliberazione della Giunta regionale n. 354 del 31.07.2017, è
stato nominato il nuovo Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica
integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino - ex Valle Lao di Scalea (CS)--,
individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto Leonardo Pier
Luigi, in sostituzione del Dr. Domenico Macrì;
la
decisione di sostituire la guida dell'Ente Consortile ha suscitato diverse
perplessità, anche da parte dei Sindaci di 6 Comuni dell'Alto Tirreno Cosentino
(Orsomarso, Belvedere Marittimo, Santa Maria del Cedro, Grisolia, San Nicola
Àrcella e Cetraro), in quanto la sostituzione del Commissario Straordinario è
stata assunta in spregio a ogni forma di rispetto istituzionale e di dialogo
tra i rappresentanti del territorio, vanificando il proficuo, brillante ed
intenso lavoro, anche di concertazione con le organizzazioni sindacali, messo in
campo dal Commissario Straordinario Macrì e dopo che era stato raggiunto un
accordo sulle iniziative da attuare a tutela del lavoratori dipendenti del
Consorzio e finalizzate a superare le criticità strutturali e finanziarie del
Consorzio stesso, certamente non ascrivibili al brillante ed egregio lavoro
svolto dal Commissario Macrì, ma ereditate dalle precedenti irresponsabili e
inefficienti gestioni;
il
Commissario Domenico Macrì, sostituito dal Presidente della Giunta Regionale,
in una dettagliata relazione ha portato alla luce la gravissima situazione
finanziaria del Consorzio, ereditata dalle scellerate gestioni del passato, che
non può che ripercuotersi sui diritti dei lavoratori, sul loro futuro e sul
destino di un Ente che ha un ruolo importantissimo nella salvaguardia del
territorio e nel sostegno all'economia agricola -:
le
motivazioni che hanno portato la Giunta regionale ed il Presidente della Giunta
regionale alla nomina di un nuovo Commissario Straordinario del Consorzio di
Bonifica integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino - ex Valle Lao di Scalea
(CS) -, individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto Leonardo
Pier Luigi, in sostituzione del dr. Domenico Macrì, nonostante il proficuo,
brillante ed intenso lavoro svolto da quest'ultimo, condiviso da numerosi
Sindaci dell'Alto Tirreno Cosentino e dalle organizzazioni sindacali;
se
il nuovo Commissario Straordinario del Consorzio di Bonifica ex Valle Lao di
Scalea, individuato nella persona del funzionario regionale Celiberto Leonardo
Pier Luigi, abbia i requisiti propri della funzione che è chiamato a svolgere
ovvero, ai sensi della Legge Regionale 23 Luglio 2003, n. 11 e s.m.i. - con
particolare riferimento all'art. 35 - sia dirigente regionale o di altra
amministrazione o sia in possesso di comprovata esperienza professionale
propria della funzione;
in
maniera dettagliata ed esaustiva quale sia l'attuale stato finanziario ed
economico del Consorzio di Bonifica e quali iniziative la Giunta regionale intende
assumere a tutela dei diritti dei lavoratori del Consorzio che ha un ruolo
importantissimo nella salvaguardia del territorio e nel sostegno all'economia
agricola.
Magno. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
lorica,
sede del Parco Naturale della Sila, è stata negli anni un punto di riferimento
degli sport invernali oltre che meta ambita dai turisti per il suggestivo e
incantevole impatto ambientale-paesaggistico che affascina coloro i quali si
recano a visitarla;
quattro
anni fa gli impianti sciistici presenti nel centro Silano di proprietà della
Regione Calabria e gestiti dall'A.R.S.S.A. Calabria sono stati chiusi perché,
ormai, divenuti obsoleti e, quindi, inutilizzabili;
la
precedente Giunta regionale aveva previsto il rifacimento degli impianti
sciistici attraverso il finanziamento effettuato con il PISL "Hamata
Sila", progetto di oltre quindici milioni di euro inserito nell'ambito
della programmazione finanziata dalla comunità europea;
lo
scorso anno quando sembrava si stesse arrivando al momento dell'inaugurazione
degli impianti, l'amministratore delegato della società che aveva vinto la gara
d'appalto è stato coinvolto in un'inchiesta della DDA di Catanzaro determinando
una nuova fase di stallo per la realizzazione dell'infrastruttura e per il
pagamento dei lavoratori coinvolti nel progetto che ancora oggi lamentano
diverse mensilità arretrate non corrisposte;
il
completamento dei lavori per la realizzazione dei nuovi impianti sciistici e
del centro turistico polifunzionale denominati "Lorica Ski Area"
rappresentano esigenza non più rinviabile in quanto gli imprenditori, gli
operatori economici e i cittadini, i quali si vedono mortificati dall'assenza
di dialogo e di risposte adeguate dalla Regione Calabria, stanno subendo un
danno economico rilevante dalla mancata realizzazione delle importanti
infrastrutture e altre conseguenze significative potrebbero verificarsi a breve
determinando perdite di posti di lavoro a causa della possibile chiusura di esercizi
alberghieri e commerciali -:
quali
azioni il Presidente della Giunta regionale intenda intraprendere per non
perdere il cospicuo finanziamento di oltre 15 milioni di euro, ottenuto con
finanziamenti della comunità europea, e, così, portare a compimento il progetto
che prevede la realizzazione degli impianti sciistici di Lorica e quali
iniziative intenda adottare per tutelare le attività imprenditoriali e
rilanciare l'occupazione e lo sviluppo turistico ed economico di una tra le più
note località calabresi per le sue straordinarie potenzialità e bellezze
paesaggistiche e naturali.
Guccione. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con
l'art 3 della legge regionale n. 36 del 2008 (Norme di indirizzo per programmi
di edilizia sociale) viene definito un programma di edilizia sociale con un
plafond disponibile di 155 milioni di euro;
ai
sensi dell'art.5-legge 36/08 è stato approvato in data 31/12/08 "il bando
di concorso per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale da offrire in
locazione e in proprietà sia per imprese, cooperative, ATERP, enti locali e
università";
con
DDG n. 17095 del 29/11/2010 è stato annullato in autotutela il bando di
concorso del 31/12/08 (già citato nel punto precedente);
con
DDG n. 18606 del 22 dicembre 2010 è stato approvato il nuovo bando di concorso
per la realizzazione di alloggi di edilizia sociale;
con
DDG n. 2648 - 2647 - 2649- 2650 - 2651 - 2652 del 02/03/2012 sono state
approvate le graduatorie di beneficiari ai sensi del bando art 3 LR 36/08;
con
DDG n. 13277 del 19/09/2012 il dirigente generale dispone un integrazione di
fondi al bando di cui alla legge LR 36/08 pari a 20 milioni portando il plafond
complessivo a 155 + 20 = 175 milioni;
con
DDG n. 14940 del 19/10/2012 il dirigente generale alla luce dei nuovi fondi
approva uno scorrimento degli interventi finanziabili;
in
data 07/06/2013 venivano sottoscritte tra Regione ed Edilparco srl e Regione e
Gatto Costruzioni SPA due atti transattivi, in merito ad alcuni contenziosi
scaturiti dall'annullamento del primo bando con il pagamento di indennizzi pari
a 1.011.000,00 € ad Edilparco srl e 2.576.800,00 € per Gatto Costruzioni SPA;
con
DDG 12196 del 15/10/2014 il dirigente generale dispone un ulteriore scorrimento
con ulteriori economie sviluppatesi con il programma;
visto
l'accesso agli atti effettuato in data 7/07/2017, il competente dipartimento ha
redatto un elenco di tutti gli interventi specificandone tipologia, stato del
finanziamento, somme erogate e inizio dei lavori alla data del 19/07/2017;
dall'analisi
delle schede degli interventi predisposto dal compente ufficio si desume che
dai 175 milioni di euro alla data del 19/07/2017:- 98.972.784,63 €
corrispondono ad interventi con lavori ancora in corso, molti dei quali da
oltre 5 anni (circa 1200 alloggi, corrispondenti al 56,56 % del programma di
edilizia sociale);
-
12.358.767,32 € corrispondono ad interventi completati (circa 150 alloggi,
corrispondenti al 7,06 % del programma);
-
36.095.393,78 € corrispondono ad interventi rispetto ai quali non sono iniziati
i lavori e/o che hanno richiesto delocalizzazioni e rimodulazioni
(corrispondenti a 20,63 % del programma);
-
27.573.054,27 € corrispondono alle economie sul programma derivanti da revoche
e rinunce (corrispondente a 15,76% del programma). visto che: l'art 8 del LR
36/2008 impone al competente dipartimento di relazionare trimestralmente sullo
stato di attuazione del programma alla competente Commissione consiliare che
dalla approvazione delle legge fino ad oggi non è mai stata predisposta;
a
imprese e cooperative sono state destinate per i programmi di edilizia sociale,
selezionate attraverso un bando, risorse pubbliche per 130 milioni di euro che
hanno prodotto un investimento da parte dei privati pari a 260 milioni di euro,
che sommati ai 130 milioni pubblici raggiungono la cifra complessiva di 390
milioni di euro (pari a 1800 alloggi da assegnare in locazione o in proprietà)
-:
e
per sbloccare lo stato di attuazione degli interventi previsti nel bando (legge
36/2008) che sono partiti da oltre 5 anni e allo stato attuale vedono 135
milioni di euro circa ancora in una fase di stallo con le conseguenti procedure
a rilento, o addirittura di blocco, dei lavori dei cantieri. Ammontano a soli
12 milioni di euro gli interventi che risultano conclusi, collaudati, con gli
alloggi assegnati o in fase di assegnazione ai cittadini aventi diritto.
Risultano - tra revoche, economie e rinunce - oltre 27 milioni di euro;
Comuni,
Università, ATERP, imprese e cooperative destinatari per gli interventi per la
realizzazione dì alloggi di edilizia sociale da assegnare in locazione o in
proprietà, si trovano in gran parte in difficoltà a portare a compimento gli
interventi previsti. Si chiede alla Giunta regionale della Calabria di
predisporre (vista la grave emergenza abitativa, in particolare delle aree
urbane della Calabria) urgenti e tempestive misure per lo sblocco dei cantieri
che ad oggi, tra intervento regionale e l'attivazione di risorse private,
ammontano a un investimento pari a 400 milioni di euro (pari a circa 1800
alloggi da assegnare a famiglie a basso reddito e a soggetti in difficoltà che
aspettano da oltre 5 anni). Inoltre è necessario predisporre misure che
impediscano di utilizzare l'anticipo dell'investimento (pari al 50%) che in
alcuni casi è stato utilizzato addirittura senza aprire i cantieri. Inoltre si
chiede di sapere perché fino ad oggi non è stata rispettata la chiara ed
esplicita norma (art.8 della legge regionale 36/2008) che prevede che il
dipartimento Lavori Pubblici trasmetta trimestralmente una relazione
dettagliata sull'attuazione della presente legge alla commissione consiliare
competente. Inoltre, se ritiene necessaria un'attenta verifica sugli effetti
dell'ultima modifica normativa (art. 39 LR 47/2011) nel campo dell'edilizia
sociale durante il Consiglio regionale del 29 giugno 2017 che rischia di creare
numerosi contenziosi, visto che, tra l'altro, modifica le condizioni di
partenza del bando (36/2008), consentendo di diminuire il numero degli alloggi
da costruire mantenendo inalterato il finanziamento pubblico ottenuto in
seguito alla partecipazione al bando 2010 per la costruzione di alloggi di
edilizia sociale in locazione o in proprietà.
Tallini. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere - premesso che:
da
aprile 2013 tutti gli obblighi di trasparenza per le Pubbliche Amministrazioni
sono disciplinati in unico testo normativo: il d.lgs. 33/2013 Riordino della
disciplina riguardante gli obblighi di pubblicazione e diffusione di
informazione da parte delle Pubbliche Amministrazioni;
il
decreto, modificato ulteriormente nel mese di giugno 2016 dal d.lgs. 97/2016,
ha, tra l'altro, standardizzato la modalità di pubblicazione dei contenuti,
indicando per ognuno di essi l'esatta posizione e denominazione all'interno dei
siti istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni;
oggi
"la trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti
detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei
cittadini, promuovere la “partecipazione degli interessati all'attività
amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle
funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle ricorse pubbliche";
le
Pubbliche Amministrazioni, inoltre, devono attenersi alla circolare n. 2/2013
del dipartimento della Funzione Pubblica, che indica la "Bussola della
Trasparenza"(www.magellanopa.it) quale strumento per l'analisi ed il
monitoraggio dei siti web, individuato dai Ministro per la Semplificazione e la
Pubblica Amministrazione;
la
Bussola della Trasparenza non solo consente alle Pubbliche Amministrazioni e ai
cittadini di verificare online in tempo reale un sito web, relativamente alla
rispondenza agli adempimenti normativi, ma anche di poter confrontare i siti,
stilando apposite classifiche della trasparenza per tipologia di Amministrazione;
considerato
che: tramite la Bussola della Trasparenza si può analizzare e monitorare le
informazioni inserite dalle varie Amministrazioni e partecipare quindi al
miglioramento continuo della qualità delle informazioni on-line e dei servizi
digitali;
secondo
il suddetto sistema di rilevazione, la Regione Calabria, già ad Aprile 2014
(Newsletter della trasparenza del dipartimento Controlli della Regione Calabria
n. 4/2014), risultava al 1° posto tra le regioni d'Italia, a pari merito con
Lombardia, Liguria ed Umbria, nella classifica nazionale relativa alla
rispondenza dei suddetti adempimenti normativi, così come si evince nella DGR
n. 64 del 20 marzo 2015 (Approvazione del Programma della Trasparenza
2015-2017) e nella DGR n. 309 del 27 agosto 2015 - Allegato 1 (Approvazione del
Piano della Performance 2015-2017);
ritenuto
altresì che: la classifica della trasparenza dei siti è realizzata in base al
monitoraggio automatico che verifica il rispetto delle norme sui siti web delle
PA: il dato rilevato dalla Bussola della Trasparenza avviene tramite la
piattaforma web del Governo nazionale che rileva in maniera automatica e
periodica gli aggiornamenti di tutti i siti web delle Pubbliche
Amministrazioni, monitorando la presenza delle sezioni previste per legge (come
ì Bandi di gara e i contratti);
in
base monitoraggio effettuato a luglio del 2017 - reso pubblico anche dalla
Conferenza delle Regioni nella Newsletter n. 3198/2017 - nella Classifica della
trasparenza dei siti web, la Regione Calabria occupa l'ultimo posto
("Umbria, Marche, Veneto, Puglia e Piemonte sono le cinque regioni al
vertice della graduatoria nazionale della trasparenza dei siti web delle
Regioni");
attualmente,
sul sito web dell'Amministrazione regionale non risultano pubblicati molti dei
dati oggetto di pubblicazione obbligatoria e alcune sezioni sono addirittura
assenti;
anche
dai verbali dell'Organismo Indipendente di Valutazione della Regione Calabria
si rilevano criticità circa gli adempimenti in materia di trasparenza
evidenziando da mesi diverse carenze;
vi
è un aumento delle attese del pubblico circa una maggiore disponibilità di
informazioni, parte integrante della legittimità dell'Amministrazione stessa:
difatti, agli obiettivi alla trasparenza sono correlati l'integrità, la
legalità e alla prevenzione della corruzione;
considerato
in particolare che: sul sito web della Regione Calabria, all'interno della
macro-sezione "Amministrazione Trasparente", mancano numerose sezioni
e sotto-sezioni relative ad informazioni che, oltre ad essere soggette a
pubblicazione obbligatoria, risultano di rilevanza pubblica e di utilità
sociale;
l'omessa
pubblicazione delle informazioni inerenti le funzioni istituzionali ostacola di
fatto il diritto di accesso all'informazione, impedendo, in tal modo, una forma
di controllo sull'utilizzo delle risorse pubbliche;
se
si analizzano nello specifico i dati mancanti, rispetto ai quali un cittadino
viene privato, si rileva che essi riguardano soprattutto informazioni all’accountability
dell'Amministrazione regionale, concetto legato al "rendere conto"
dell'azione fatta o fatta fare, al "rispondere per i risultati
ottenuti" (rafforzare la trasparenza amministrativa significa introdurre
misure che consentano una più efficace azione di contrasto alle condotte
illecite nelle P.A.);
ad
esempio, all'interno della sezione denominata "Organizzazione",
mancano alcuni dati relativi ai titolari di incarichi politici, di
amministrazione, di direzione o di governo e la sezione "Consulenti e
Collaboratori" non risulta di facile accesso poiché i dati sui titolari di
incarichi di collaborazione o consulenza dovrebbero essere di immediata
fruizione, cioè in formato tabellare (sia in modo aggregato che analitico):
l'esposizione in tabèlle dei dati oggetto di pubblicazione, in modo sintetico,
aumenta il livello di comprensibilità e di semplicità di consultazione
assicurando agli utenti la possibilità di reperire informazioni in modo
immediato, così come indicato dall'ANAC (Delibera n. 1310/2016) ;
all'interno
della sezione "Personale", poi, mancano le informazioni riguardanti i
dirigenti cessati nonché le sanzioni per mancata comunicazione dei dati, mentre
risultano incompleti i dati relativi ai Titolari di incarichi dirigenziali (di
vertice). Infine, non risultano aggiornate le informazioni sugli Incarichi
conferiti e autorizzati ai dipendenti (dirigenti e non dirigenti);
relativamente
alla sezione "Bandi di gara e contratti", nella quale devono essere
pubblicati i dati concernenti i contratti pubblici di lavori, servizi e
forniture affidati dalla Regione Calabria, non sono reperibili in formato
tabellare. Difatti, i dati oltre ad essere pubblicati, devono necessariamente
essere di immediata comprensione e consultazione per il cittadino (qualità dei
dati pubblicata). Le informazioni sulle singole procedure, tra l'altro, e gli atti
delle amministrazioni aggiudicataci e degli enti aggiudicatori non risultano
distinti per ogni procedura (che riporti ad una sezione), così come previsto,
ma per singolo dipartimento regionale;
la
sezione denominata "Servizi Erogati" poi é completamente inesistente;
difatti,
manca la sotto-sezione Class action. Come noto, la class action (o azione
collettiva) è una particolare azione legale che può essere intrapresa da uno o
più soggetti con l'obiettivo di risolvere una questione di rilevanza comune
ottenendo una pronuncia efficace anche per tutti gli altri soggetti che si
trovino nella stessa posizione giuridica, una azione contro le Amministrazioni
e i concessionari di servizi pubblici che ledano "interessi giuridicamente
rilevanti per una pluralità di utenti o consumatori". Anche la
sotto-sezione Servizi in rete risulta inesistente. Inutile dire che, in
un'ottica di miglioramento e di risparmio nella strutturazione ed erogazione
dei servizi offerti ai cittadini, alcune amministrazioni scelgono di "fare
rete". La propensione alla collaborazione e allo scambio tra uffici ed
enti diversi nasce dalla condivisione di obiettivi e di difficoltà, dalla
necessità di far fronte a richieste e aspettative crescenti dell'utenza con
risorse limitate. Svolgere insieme determinati servizi, integrare le modalità e
le procedure, scambiare informazioni e condividere strumenti di lavoro,
infatti, può garantire maggiore efficacia ed efficienza nell'erogazione del
servizio e delle informazioni. La logica di rete presuppone, da un lato
l'adesione ad un'ottica incentrata sulle necessità dei cittadini e dall'altro
il superamento della prospettiva della singola competenza;
se
poi volessimo informarci sulle "Opere Pubbliche", attraverso l'apposita
sezione, prevista sempre come informazione soggetta a pubblicazione
obbligatoria (ai sensi del d.lgs. 33/2013), non si riesce a visualizzare né la
sotto-sezione nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici né
tantomeno quella relativa agli atti di programmazione delle opere pubbliche o
ancora quella dei tempi costi e indicatori di realizzazione delle opere
pubbliche. Ad un cittadino non è dato sapere;
infine,
all'interno della sezione denominata "Altri contenuti" non è stata
prevista l'apposita voce prevenzione della corruzione né tantomeno quella
dell’accessibilità e del catalogo dei dati, metadati e banche dati. Neanche i dati
sui pagamenti del servizio sanitario nazionale risultano pubblicati -:
le
ragioni degli scarsi livelli di trasparenza che si registrano oggi in Regione
Calabria, rispetto al 2014;
di
sapere quali sono i motivi che soggiacciono al posizionamento della Regione
Calabria, divenuta fanalino di coda in materia di trasparenza, rispetto al
2014, anno in cui, contrariamente, si registrava il suo primato nella
classifica nazionale;
di
essere informato rispetto alle azioni che si vorranno intraprendere per puntare
ad innalzare necessariamente i livelli di trasparenza nella nostra Regione, dal
momento che la promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un
obiettivo strategico di ogni amministrazione, così come sottolineato anche
dall'Autorità Nazionale Anticorruzione;
di
essere aggiornato su come si intende rafforzare la trasparenza amministrativa e
introdurre misure che consentano una più efficace azione di contrasto alle
condotte illecite nella P.A.
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale.
Per sapere - premesso che:
l'ex
presidio ospedaliero "Pentimalli" di Palmi versa in una condizione critica,
rilevando tra l'altro l'inutilizzabilità oltre che l'obsolescenza di uno
strumento fondamentale come la TAC;
è
stata disposta nel mese di marzo 2016 dal direttore del dipartimento ospedaliero
dell'A.S.P. di Reggio Calabria la chiusura pomeridiana del reparto di
radiologia;
è
stata statuita di recente la chiusura definitiva del reparto di radiologia con
annesso accorpamento funzionale all'ospedale di Locri;
ritenuto
che: tale reparto ubicato tra l'altro nel centro della Piana più frequentato,
costituisce uno dei pilastri dell'assistenza sanitaria territoriale;
tale
decisione è potenzialmente idonea a compromettere un'adeguata tutela del
diritto alla salute garantito costituzionalmente -:
quali
urgenti iniziative intenda esperire per ripristinare il funzionamento del
reparto di radiologia dell'ex ospedale "Pentimalli" di Palmi.
Esposito. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
diabete è una patologia cronica ad alta incidenza caratterizzata dalla presenza
di elevati livelli di glucosio nel sangue che può essere suddivisa in due
categorie cliniche:-tipo 1, caratterizzato da distruzione delle cellule beta
del pancreas che secernono insulina, che solitamente determina un deficit
assoluto di insulina;
-tipo
2, caratterizzato da risposta diminuita all'insulina (insulino-resistenza)
produzione carente relativa (anziché assoluta) di insulina;
attualmente
non esiste una cura per tale patologia e la gestione della malattia mira
soltanto a mantenere il controllo glicemico allo scopo di evitare iperglicemia
e ipoglicemia e a ridurre il rischio delle relative complicanze;
si
stima che in Italia il 5,5 per cento della popolazione sia affetto da diabete
(oltre il 90 per cento da diabete tipo 2);
di
questi, il 6,2 per cento in sola dieta, quasi i 2/3 sono in trattamento con
ipoglicemizzanti orali o farmaci iniettabili diversi dall'insulina, il 30,2 per
cento è in trattamento con insulina. Tra i soggetti trattati con insulina, il
50 per cento è trattato con sola insulina e il 56 per cento con
ipoglicemizzanti orali e insulina;
si
stima, inoltre, che in Italia ci siano circa 450.000 diabetici in trattamento
insulinico intensivo, che necessitano cioè di più di tre iniezioni quotidiane.
Le regioni a maggior prevalenza della patologia sono il Piemonte, l'Emilia
Romagna, la Calabria, la Campania, il Lazio e la Sicilia;
al
paziente affetto da diabete occorre un monitoraggio glicemico costante dal
momento che lo scompenso dell'equilibrio metabolico può provocare l'insorgenza
di complicanze o metterne a rischio la vita stessa: tutti i protocolli
terapeutici per la cura del diabete sono infatti basati sul monitoraggio
accurato e continuo dei livelli di glucosio nel sangue;
mentre
fino a pochi anni fa il controllo glicemico veniva effettuato esclusivamente
per mezzo di una puntura sul dito, pratica che può risultare disagevole e
dolorosa, recentemente sono emerse nuove tecnologie del tutto non invasive, in
grado di verificare costantemente i livelli di glucosio nei fluidi
interstiziali basandosi su sensori esterni che, applicati sul retro della parte
superiore del braccio, registrano continuamente i dati del glucosio,
memorizzandoli immediatamente ed archiviandoli fino ad una durata di 14 giorni.
Più precisamente, con una scansione indolore di 1 secondo del lettore sul
sensore, i pazienti possono vedere una lettura del glucosio corrente, lo
storico di 8 ore del glucosio e una freccia dell'andamento tendenziale
indicante la direzione e la frequenza di variazione dei livelli di glucosio;
la
raccolta continua dei dati del glucosio è in grado di fornire informazioni
affidabili sulla variabilità glicemica del paziente, supportando il processo
decisionale dei medici nella gestione della malattia;
l'immissione
sul mercato di tale dispositivo rappresenta, pertanto, una importante
innovazione nella cura del diabete, coniugando una minore invasività del
monitoraggio glicemico con la garanzia di un controllo costante e accurato nel
corso della giornata;
l'impiego
di tale strumento è, peraltro, da considerare un efficace passo avanti anche
nel trattamento dei pazienti con diabete in trattamento insulinico intensivo,
in particolare per il monitoraggio nei bambini, anche in ambiente scolastico,
in quanto, tale strumento oltre ad essere del tutto indolore offre anche la
possibilità di un controllo a distanza tramite smartphone;
il
monitoraggio continuo può, quindi, contribuire a migliorare il compenso del
livello di zucchero nel sangue, prevenendo così l'insorgenza di complicanze e
comportando - almeno su un piano teorico - minori accessi al pronto soccorso e
minori costi per il servizio sanitario;
tale
strumento è già in uso in diverse regioni italiane, quali ad esempio l'Emilia
Romagna, il Lazio e la Toscana con importanti ricadute tanto sul piano diagnostico
che su quello della cura -:
se,
in considerazione di questa importantissima innovazione terapeutica, inclusa
fra i presidi per il monitoraggio glicemico del Servizio Sanitario Nazionale,
la Regione Calabria si sia attivata, o intenda attivarsi, per garantire ai
pazienti diabetici l'accesso a questo dispositivo ovvero - in difetto - quali
iniziative intenda assumere per garantire loro il pieno accesso alle terapie
più innovative.
Esposito. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il
dipendente pubblico, al ricorrere di determinati presupposti, può avvalersi
dell’istituto della delegazione di pagamento per corrispondere le somme dovute
al proprio creditore a seguito della stipula di un contratto di assicurazione o
di finanziamento;
in
particolare, la delegazione di pagamento può definirsi come l'incarico che il
dipendente pubblico affida all’amministrazione di appartenenza, a fronte degli
emolumenti spettanti per la propria prestazione lavorativa, di pagare l’istituto
esercente il credito o la società di assicurazione con cui ha stipulato un
contratto;
la
disciplina normativa dell'istituto in questione è contenuta prevalentemente in
alcune disposizioni del codice civile (artt. 1269 e ss.) e nel D.P.R. 5 gennaio
1950, n. 180, nonché per i dipendenti pubblici in una serie di circolari del
Ministero dell'Economia e Finanze, l'ultima delle quali è la circolare n. 2 del
15.01.2015;
la
suindicata normativa distingue tra delegazione "convenzionale", che
rappresenta la fattispecie generale in cui l'amministrazione è titolare di un
potere discrezionale circa l'accoglimento della richiesta avanzata dal
dipendente;
e
casi di delegazione "legale", ovvero ipotesi puntuali (previste
dall'art. 58 del D.P.R. n. 180 del 1950) nelle quali l'amministrazione, una
volta accertata la sussistenza dei presupposti di legge, è obbligata a dare
esecuzione alla richiesta del dipendente, non avendo spazio alcuno per una
valutazione discrezionale;
tra
i casi di delegazione legale rientrano, in particolare, le trattenute
concernenti il pagamento delle quote del prezzo o della pigione relativi ad
alloggi popolari od economici;
è
opportuno che la disciplina della delegazione di pagamento, spesso integrata da
prassi e fonti di rango secondario, sia applicata in modo uniforme ai
dipendenti pubblici di tutti i comparti, compresi quelli del comparto
sanitario, stante l'importanza dell'istituto -:
se
la disciplina della delegazione di pagamento sia applicata in maniera uniforme
in tutto il comparto sanitario, ovvero se siano riscontrabili nelle diverse
Aziende sanitarie del territorio regionale modalità applicative differenti;
in
tale ultimo caso, si chiede di adottare tutte le iniziative idonee ad evitare
ingiustificate disparità di trattamento ed a garantire ai dipendenti del
suddetto comparto l'esercizio dei diritti loro riconosciuti per legge.
Mirabello. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in
data 2 settembre 2016 la Regione Calabria dipartimento 7 - Sviluppo Economico,
Lavoro, Formazione e Politiche Sociali ha pubblicato l' avviso per la raccolta
di candidature, per la selezione di massimo 600 soggetti, da parte di
disoccupati e di disoccupati in possesso dello status di percettori di
ammortizzatori sociali in deroga, in attuazione delle intese raggiunte dalla
Regione Calabria e il MIUR -Ufficio Scolastico Regionale per la Calabria.
(Decreto n. 10463 del 2 settembre 2016);
visto
che: l'art. 1 del predetto avviso prevede tra le finalità dell'attività
formativa quella di assicurare alle scuole calabresi di avvalersi delle
prestazioni di lavoratori disoccupati percettori di ammortizzatori sociali in
deroga e di disoccupati, al fine di migliorare i livelli di efficienza del
servizio di assistenza igienico - personale, che riguarda la funzione di
accompagnamento, nell'ambito della struttura scolastica, degli alunni con
disabilità grave ai servizi igienici e la cura dell'igiene personale e di dare
la possibilità, ai lavoratori disoccupati, di essere avviati in percorsi di
formazione, svolgendo un'attività lavorativa di indubbia valenza socio -
professionale e beneficiando di un'indennità di partecipazione ai servizi
formativi;
considerato
che: le attività formative consistono in un' Area I per un totale di 450 unità
e in un'Area II per un totale di 150 unità e che per l'attivazione del percorso
formativo di cui al predetto avviso sono disponibili risorse complessive pari
ad euro 3.150.000,00;
che:
1)ai lavoratori selezionati e ammessi al percorso formativo per l'Area I, viene
riconosciuta e corrisposta dalla Regione Calabria un'indennità mensile lorda di
€ 500;
2)ai
lavoratori selezionati e ammessi al tirocinio per l'Area II viene riconosciuta
e corrisposta dalla Regione Calabria un'indennità mensile lorda di € 600 -:
1)se
nella stesura della graduatoria definitiva con le diverse assegnazioni è stato
seguito letteralmente quanto previsto nella manifestazione d'interesse;
2)se
nella stesura della graduatoria si è tenuto conto della residenza del
disoccupato e/o disoccupato percettore di ammortizzatori sociali in deroga e la
relativa distanza chilometrica per l'assegnazione dell'istituzione scolastica
dove prestare servizio;
3)se
esiste una proporzione tra il numero dei disoccupati o percettori di
ammortizzatori sociali in deroga inseriti in graduatoria e il numero dei
soggetti disabili presenti nelle varie Istituzioni Scolastiche della Regione
Calabria convenzionate.
Il
Consiglio Regionale,
premesso
che:
la
legge 296/2006 recante disposizioni per la formulazione del Bilancio annuale e
pluriennale dello Stato (Legge finanziaria 2007), al fine di garantire
l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali, con
riguardo alle persone non autosufficienti, è stato istituito presso il Ministero
del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali un fondo denominato “Fondo
per le non Autosufficienze”;
i decreti
del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali che ogni anno, nell’ambito
del predetto Fondo per le non autosufficienze, dispongono, in favore della
Regione Calabria, l’assegnazione di una quota di finanziamento destinata alla
realizzazione di prestazioni e servizi assistenziali a favore di persone non
autosufficienti;
la
legge n. 328/2000 - Legge quadro per la realizzazione del Sistema Integrativo
di Interventi e Servizi sociali, per come richiama la legge regionale di
riordino n. 23/2003 e in particolare il principio, in essa contenuto, della
programmazione partecipata da parte delle comunità locali in virtù del quale i
comuni, titolari delle funzioni socio-assistenziali, sono deputati alla
elaborazione di piani di intervento zonali con la partecipazione di tutti i
soggetti pubblici e privati presenti nel proprio ambito territoriale
intercomunale;
il
Piano regionale degli interventi e dei Servizi sociali della Regione Calabria
che identifica, tra gli obiettivi prefissati nell’area di intervento della
“Priorità 8”, quello di favorire “la domiciliarizzazione del soggetto non
autosufficiente, nonché “incrementare i servizi di assistenza alla persona per
sollevare la famiglia dall’assistenza ai loro congiunti non autosufficienti”;
l’Art.8
della citata L.R. 23/2003 che individua, al comma 3°, nell’ambito del sistema
dei servizi “l’aiuto domiciliare” e “i centri diurno”, e al comma 4° la promozione
di “... sperimentazioni finalizzate allo sviluppo di nuove risposte ai bisogni
nelle aree della domiciliarità, della solidarietà tra famiglie, degli
interventi diurni e residenziali, dell’accompagnamento delle persone in
difficoltà, degli interventi di comunità...”la Legge 104/1992 art.39 I-Ter,
come modificato con Legge 21 Maggio 1998, n.162 “Modifiche alla Legge 5
Febbraio 1992, n.104, concernenti misure di sostegno a favore di persone con
handicap grave” (pubblicata in G.U. 29 Maggio 1998, n.123);
la
legge regionale n. l del 2 Febbraio 2004 recante: “Politiche regionali per la
famiglia” e, in particolare, l’articolo 2, commi 1.1, 1.3, 1.4 e 1.7 e l’art. 5
comma 2 d) - e);
considerato
che: all’esame del Parlamento esistono vari disegni di legge per riconoscere e
valorizzare il caregiver familiare;
l’Istituto
nazionale di statistica (ISTAT) (indagine multiscopo del 2010) ha stimato che
nel nostro Paese siano oltre 3.329.000 le persone che, nel contesto familiare,
si prendono cura regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone
disabili. Si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, di età
compresa tra 45 e 55 anni che, per dare cura, spesso sono costrette a lasciare
il lavoro. L’organizzazione europea EUROCARERS definisce il «family caregiver »
(caregiver familiare) come una persona non retribuita che, in veste non
professionale, si prende cura di un familiare, un amico o un vicino di casa che
- in quanto malato, fragile o disabile - ha necessità di aiuto. Una più ampia
descrizione è desumibile dalla Carta europea del caregiver familiare elaborata
dalla Confederazione delle organizzazioni di famiglia con persone disabili
dell’Unione europea. Sinteticamente possiamo affermare che il caregiver
familiare risponde al bisogno affettivo, relazionale e di sicurezza del proprio
caro, effettua il disbrigo di pratiche amministrative, si rapporta con gli
operatori dei servizi e si prende cura - direttamente o con l’aiuto di terzi -
del supporto alle funzioni di vita quotidiana delle persone assistite;
valutato
che: quindi l’impianto normativo nazionale in materia di welfare dedicato alla
tutela delle persone in situazione di disabilità, già da tempo prevede
facilitazioni per i lavoratori con familiari portatori di handicap grave, quali
ad esempio permessi mensili e congedi biennali retribuiti e più di recente
appare invece, nel nostro Paese, l’interesse nei confronti di chi assiste
informalmente persone non autosufficienti, divenendo componente attivo delle
cure sanitarie e della gestione quotidiana di tutte quelle funzioni che la
persona assistita non è in grado di svolgere o non più in grado di svolgere
(caregiver);
la
carenza di supporto (di qualunque tipo) al caregiver ha gravi conseguenze sia
sulla qualità della vita (in considerazione del perdurare della malattia
dell’assistito) sia sugli aspetti sociali e soprattutto economici e lavorativi.
Tali conseguenze persistono a lungo anche dopo la morte dell’assistito;
che
mantenere in buona salute il caregiver permettendogli di continuare a seguire
al meglio il malato nella propria casa potrebbe rappresentare un risparmio per
la società;
infine
che è improcrastinabile l’esigenza di disciplinare il suo riconoscimento e
sostegno (come in molti altri Stati membri dell’Unione europea). Ciò per
valorizzarne la funzione sociale ma anche perché gli siano riconosciuti diritti
quali l’informazione, la formazione, il sollievo e il supporto nelle emergenze,
la valorizzazione delle competenze acquisite, forme di defiscalizzazione delle
spese di cura e politiche di conciliazione;
visto,
considerato e valutato quanto descritto in narrativa, rendendosi necessario un
impegno formale del Consiglio sia verso il Parlamento Nazionale, sia verso la
Giunta regionale attraverso la messa a punto di una informazione e una comunicazione
esauriente e precisa alle famiglie e agli operatori del sistema (medici di
medicina generale, assistenti sociali, associazioni del terzo settore);
impegna la Giunta regionale ed il Presidente della Regione Calabria
ad attivarsi presso il Parlamento affinché possa essere approvata con urgenza
una legge quadro nazionale per il riconoscimento, la valorizzazione e il
sostegno finanziario della figura di caregiver familiare;
ad
implementare i servizi che forniscono informazioni circa le malattia di Alzheimer,
di Parkinson e i disturbi della memoria cognitiva, valutando a tal fine, anche
la possibilità di inserire una icona dedicata sulle reti civiche di Comuni e
Regione e, attraverso il coinvolgimento degli Ordini dei medici, individuando
una modalità adeguata attraverso la quale anche gli ambulatori dei medici di
base possano funzionare da front-office di primo livello, dove possano
confluire tutte le informazioni alle famiglie dei pazienti;
per
quanto riguarda l’accesso al pronto soccorso da parte di pazienti affetti da
Alzheimer, Parkinson o demenza e loro accompagnatori, valutare la possibilità
di creare dei codici di accesso dedicati;a valutare la possibilità di prevedere
un progetto di sostegno ancorché senza contributo, anche a coloro che già usufruiscono
di una badante per coadiuvare le famiglie nella coperture di periodi di assenza
e consentire ai caregivers di potersi assentare per effettuare periodi di cura.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
in
seguito alla mareggiata dello scorso febbraio, il molo di Briatico è stato
gravemente danneggiato ed esiste il rischio concreto di cedimento della
struttura, con conseguenti e ulteriori problemi per il tratto di spiaggia
antistante, già eroso dalle mareggiate;
il
molo, la torretta e la spiaggia potrebbero subire altri danneggiamenti nella
prossima stagione invernale;
l'attuale
condizione del luogo crea notevoli disagi ai pescatori nello svolgimento del
loro lavoro;
la
comunità dei pescatori ha più volte richiesto all' amministrazione comunale un
incontro per definire gli interventi necessari a richiedere lo stato di
calamità naturale;
i
pescatori, in considerazione dell'urgenza degli interventi di messa in
sicurezza del sito, hanno chiesto all' amministrazione comunale di poter
utilizzare il finanziamento di 144.359,17 Euro, concesso al comune di Briatico
nell'ambito del "Piano di efficientamento e completamento degli interventi
regionali per la stagione balneare 2017, per realizzare una barriera
frangiflutti alle spalle dello stesso molo;
tutte
le richieste avanzate sono rimaste inevase;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad adottare tutti i provvedimenti necessari per la
verifica dello stato dei luoghi in questione e per la loro messa in sicurezza.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
le
Equipe socio-psico-pedagogiche vengono costituite nel 1990 in seguito alla
legge regionale n 57/90: Il servizio socio-psico-pedagogico è finalizzato alla
prevenzione e al superamento delle varie forme di disadattamento;
Le
funzioni per le gestioni del servizio socio-psico-pedagogico sono esercitate
nell'ambito del territorio di competenza, dai Comuni singoli o associati, con
finanziamento a carico della Regione Calabria;
il
servizio socio-psico-pedagogico era organizzato in unità operative composte
dalle seguenti figure professionali:
-
Assistente sociale;
-
Psicologo;
-
Pedagogista;
-
Sociologo;
-
Tecnici della riabilitazione;
nell'anno
1997 venne approvata la legge regionale 24/1/1997, n.2 (abrogata poi nel 2011)
che prevedeva:"L'istituzione, nell'ambito dei posti della dotazione
organica del ruolo regionale di un contingente ad esaurimento per gli operatori
delle equipes socio-psico- pedagogiche." Questa legge prevedeva
l'espletamento di un concorso riservato, per il riconoscimento giuridico del
profilo e l'inserimento nel ruolo regionale di questo personale. Furono
presentate le domande per la partecipazione al concorso, con i titoli
richiesti, ma tale concorso, seppur bandito, non venne mai espletato dalla
Regione Calabria;
contestualmente
con atto deliberativo dell'Assessorato al personale della Regione Calabria, il
personale dell'Equipe veniva assegnato funzionalmente alle ASL di appartenenza.
Dall'anno 1999,pertanto,questo stesso presta servizio presso i diversi servizi
delle ASL (attualmente ASP), tuttavia, il profilo e le mansioni non vengono mai
definite e attribuite correttamente. Nel caso degli Psicologi rimane la
categoria di origine attribuita dalla Regione, ovvero Categoria Economica e
giuridica "D";
nell'anno
2008, con l'approvazione della legge n.9/2008, il personale veniva trasferito
definitivamente nei ruoli del'ASP, ma il profilo giuridico ed economico
rimaneva quello in godimento, attribuito dalla Regione. Nella stessa legge era
prevista una commissione che avrebbe dovuto definire l'attribuzione del livello
corrispondente, attraverso la predisposizione di"tabelle di
equiparazione". Tale previsione non ha avuto mai attuazione lasciando
tutto indefinito, tuttora, infatti, sia il profilo giuridico che quello
economico rimane improprio con l'attribuzione della categoria " D",
con la collocazione nel "ruolo sanitario" nel Comparto Sanitario e
con il conseguente trattamento economico riferibili a mansioni amministrative,
nonostante sin dall'inizio il lavoro svolto è stato ed è quello di Psicologo
all'interno dell'U.O. di Neuropsichiatria infantile con carichi di lavoro e
mansioni proprie di questo ruolo;
Nell'anno
2014 con atto deliberativo n°949/14, l'ASP di Cosenza, in seguito all'adozione
della nuova dotazione organica, nella quale inseriva il personale delle ex
Equipe, tenuto conto che "... si tratta di operatori che svolgono
nell'Azienda, da anni, funzioni necessarie per lo svolgimento di determinate
mansioni e compiti alla stessa stregua degli operatori appartenenti ai ruoli
del servizio sanitario nazionale...", per l'inquadramento del personale si
procedeva ad una disamina delle posizioni giuridiche, al fine di trovare una
corrispondenza tra profilo, categoria e ruolo da assegnare. Da ciò è emerso che
tutti i profili sono corrispondenti a quelli previsti dal CCNL comparto-sanità,
mentre "... per i profili del personale laureato (Psicologi) non è stato
possibile ipotizzare equipollenza o corrispondenza con i profili del ruolo
sanitario, in quanto i suddetti profili si riscontrano esclusivamente nella
dirigenza sanitaria". Pertanto "... il personale appartenente al
profilo di Psicologo viene collocato nella Dotazione Organica con attribuzione
del trattamento economico in godimento" (ovvero categoria"D"
comparto sanità);
la
situazione lavorativa degli Psicologi (ex Equipe socio- psico -pedagogiche
della Regione Calabria) che ormai da anni operano all'interno dell'Unità
Operative di Neuropsichiatria Infantile delle ASP Calabresi è drammatica.
Nonostante la lunga storia lavorativa, con vari passaggi legislativi nella
tortuosa vicenda, la collocazione giuridica ed economica non è stata mai del
tutto definita rimanendo pertanto anomala e precaria nella sua complessità;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad affrontare la condizione lavorativa in cui versano
gli psicologi (ex Equipe socio-psico- pedagogiche della Regione Calabria)
individuando le risorse necessarie a garantire un trattamento giuridico ed
economico adeguato al profilo e allo spessore delle professionalità.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
alcuni
operatori del settore Lattiero caseario calabrese, per il tramite
dell'Associazione Culturale Cletarte, hanno manifestato l'opportuna volontà di
recuperare l'antica e tradizionale stagionatura dei salumi e dei formaggi nelle
cavità naturali o mura domestiche con pareti geologicamente naturali (in fosse)
al fine di tramandare questa antica eredità culturale;
Vista
la legge regionale n. 5/2004, (Norme per l'individuazione dei prodotti a base
di latte ritenuti storici e/o tradizionalmente fabbricati) che, consente di
fatto, in seguito a regolare autorizzazione rilasciata dall'Autorità Sanitaria
Locale competente per territorio, la produzione e la vendita dei prodotti
individuati in deroga, ai sensi delle direttive n. 92/46/CEE e n. 92/47/CEE,
recepite dal DPR 54/97;
Rilevato
che l'articolo 2 della precitata l.r. 5/2004 testualmente recita: "I
prodotti a base di latte individuati e riportati nei trentacinque allegati
elenchi che fanno parte integrante della presente legge, sono riconosciuti
prodotti storici fabbricati a partire da latte crudo prodotto rigorosamente sul
territorio regionale, con attrezzature e metodologie tradizionali, nonché
stagionati in locali particolari";
Vista
la nota con la quale la stessa Associazione Culturale Cletarte chiedeva al settore
n. 3 Sviluppo rurale del dipartimento Agricoltura, Foreste, Forestazione se la
locuzione "locali particolari" potesse comprendere sia le cavità
naturali (grotte), che artificiali di origine storica (grotte, fosse-silos
storiche scavate a mano nella roccia di arenaria), nonché in giare di
terracotta (dolium);
Vista
la nota prot. gen. Regione Calabria n. 0367133/SIAR del 20/11 /2004, in cui il
Settore n. 3 Sviluppo rurale del dipartimento Agricoltura, Foreste,
Forestazione, testualmente precisava che "...dalla lettura della norma, il
quesito posto risultava coerente con i dettami della l.r. n. 5/2004, art. 2, la
quale, senza necessità di alcuna deroga e/o modifica, appariva, ... applicabile
al caso in questione";
Vista
la nota prot. gen. Regione Calabria 356266/SIAR del 12/11/2004, in cui la Task-
Force per le Attività Veterinarie del dipartimento Tutele della Salute ritiene
che «...l'analogia di cui all'articolo 2 ... stagionati in locali
particolari... fa riferimento ad ambienti aventi caratteristiche molto
differenti a quelli delle "fosse" che si intendono utilizzare nelle
quali la stagionatura avviene in ambiente anaerobico;
per
cui, per quanto riguarda la su richiamata norma regionale, tale procedura di
stagionatura (in fosse) non sia applicabile»;
e
contestualmente si impegna a proporre in tempi brevi un DPGR tendente a
disciplinare la modalità di stagionatura in fossa richiesta;
Preso
atto delle differenti interpretazioni sull'applicazione dell'articolo 2 della
L.r. 5/2004 espresse dai Dipartimenti regionali su citati;
Rilevato
che a tutt'oggi non è stata data alcuna fattiva risposta al quesito posto dai
produttori lattiero caseari;
Considerato
che ai sensi dell'articolo 7 del Reg, CE 2074/05 è possibile ottenere deroghe
sulle caratteristiche geologiche dei locali da adibire alla stagionatura di
formaggi e salumi, che consentirebbero il processo di stagionatura sia presso
le cavità naturali (grotte), che artificiali di origine storica (grotte,
fosse-silos storiche scavate a mano nella roccia di arenaria), nonché in giare
di terracotta (dolium);
Considerato
meritevole di sostegno ed apprezzamento il proposito dei produttori lattiero
caseari che, non solo potrebbe dar luogo a nuove opportunità di crescita per i
piccoli produttori e le PMI della filiera formaggi e salumi, ma consentirebbe,
inoltre, di tutelare e valorizzare i prodotti tradizionali e tipici del
territorio calabrese i quali rappresentano un patrimonio culturale di
indicibile valore;
Rilevata
l'opportunità di fornire una risposta tempestiva e concreta agli operatori
economici su indicati al fine di dare risolutivo chiarimento alla problematica
dagli stessi posta;
tutto
ciò premesso e considerato
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria e l'Assessore regionale all'Agricoltura ad adottare
tutti i provvedimenti necessari al fine di agevolare l'uso dei locali di
stagionatura tradizionali nella produzione di salumi e formaggi storici
applicando le deroghe previste dall'articolo 7 del Reg. CE 2074/05.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
in
data 5 luglio l'azienda Call&Call Lokroi, con sede in Locri, ha notificato
alle organizzazioni sindacali ed alle RSU l'apertura della procedura di
licenziamento per 129 unità a seguito della decisione del committente Engie
Italia di voler spostare i volumi di traffico in altra regione paventando
motivazioni di carattere logistico;
la
notizia ha suscitato preoccupazione stante anche la difficile situazione
economica e occupazionale del ricadente territorio ed il possibile
licenziamento di predette unità sarebbe causa di un dramma sociale con
conseguenze drastiche per l'intero comprensorio abitativo della locride;
l'Azienda
in esame fra le cause che esplicita per motivare la situazione di eccedenza
paventata, andamento negativo della produttività e riduzione del numero delle
commesse su Locri, riferisce principalmente che l'intera commessa di
"Engie Italia" non è stata rinnovata presso la predetta sede
produttiva in quanto il cliente ha espressamente richiesto a Call & Call
Holding di destinare la commessa sul territorio pugliese in località Casarano;
l'Azienda
ha anche ribadito che la situazione di eccedenza ha origini da una consolidata
riduzione delle attività, con conseguente impossibilità di far ricorso ad
ammortizzatori sociali quale Cassa integrazione e/o contratti di solidarietà
e/o attivazione di Fondi di solidarietà/integrazione salariale, in quanto tali
interventi non risultano essere compatibili con il carattere strutturale della
situazione, non essendo prevista una ricollocazione occupazione del personale;
è
ormai diffuso il sentimento di grande disagio e di forte malessere da parte
dell'intera comunità della Locride che si vede privata dell'importanza di una
realtà che sul proprio territorio è risultata essere la prima azienda privata
in termini occupazionali, e riconducibile ora a quella sofferenza sociale
frutto di un contesto economico mai generoso verso questa terra;
prerogativa
principale del Consiglio regionale della Calabria è esprimere la massima
solidarietà incondizionata a tutti i dipendenti coinvolti nella vicenda ed alle
loro famiglie, garantendo un assoluto sostegno a difesa del posto di lavoro e
della propria dignità personale;
di
conseguenza
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad attivarsi presso il Governo, nella persona del
Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dello Sviluppo Economico e
del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali;
ad
effettuare un monitoraggio relativo alla evoluzione della situazione aziendale
ed occupazionale della sede di Locri del gruppo "Call & Call",
anche attraverso la convocazione del management aziendale;
ad
operare in sinergia con le istituzioni locali, comune e Prefettura, e ad
interagire con le organizzazioni sindacali e soprattutto imprenditoriali
presenti sul territorio, al fine di individuare una positiva risoluzione della
vertenza e poter scongiurare il licenziamento collettivo dei 129 lavoratori
calabresi.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
in
data 1 agosto 2017 è stato approvato definitivamente dalla Camera dei deputati
il provvedimento "Decreto Sud", divenendo così legge dello Stato;
all'interno
della stessa legge è prevista la misura " Resto al Sud" con un
finanziamento di 1250 milioni di euro destinati ai nuovi giovani imprenditori
under 35 e 200 milioni di euro per le Zone Economiche Speciali;
il
quadro di interventi a sostegno della natalità imprenditoriale e del rilancio
degli investimenti al Sud avviato dal Governo, necessita di arricchimenti di
ulteriori misure a sostegno della competitività territoriale regionale,
comprese quelle di portata generale;
le
Zone Economiche Speciali (Zes), in particolare aree portuali, prevedono la
creazione di territori a fiscalità agevolata comprendenti territori
geograficamente funzionali ed interessati a dette aree: attivazione specifica
su richiesta delle Regioni;
il
Decreto Sud che ha introdotto la nascita di due Zes in Italia, l'area di
Salerno-Napoli e quella di Gioia Tauro, per ogni regione del Mezzogiorno,
inoltre, prevede l'istituzione di una seconda area;
lo
speciale regime riconosciuto alla Zona Economica Speciale prevede che
all'interno del suo territorio sia presente un'area portuale rispondente alle
caratteristiche normative europee dei trasporti sul collegamento
intercontinentale;
l'area
portuale di Gioia Tauro interessa funzionalmente molte aree adiacenti ed
estende geograficamente ai territori limitrofi connessioni economiche e
commerciali di alto interesse regionale;
assume
rilevanza strategica nell'indotto economico regionale e sul piano di sviluppo
la vicinanza territoriale del comprensorio locrideo all'area portuale di Gioia
Tauro ed ai sistemi di smistamento merci e diffusione per l'intera zona
mediterranea;
i
42 comuni presenti nel Circondario di Locri possiedono capacità di sviluppo
industriale legate alla connotazione geografica e margini consequenziali di
notevoli ricadute economiche in termini occupazionali e di investimenti;
l'area
della Locride occupa una superficie di quasi 1400 km2 e conta la presenza di
circa 130 mila abitanti, un porto che sorge a Roccella Ionica e che a livello
geografico riveste una importanza fondamentale essendo l'unico approdo nel
tratto di mare che va da Crotone a Reggio Calabria;
di
conseguenza
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad attivarsi presso il Governo, nella persona del
Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per la coesione
territoriale e il Mezzogiorno, affinché, come prevede la specifica disciplina
che regola le Zone Economiche Speciali (ZES) sulla possibilità di istituire una
seconda area speciale per ogni regione del mezzogiorno, sia considerata ed
indicata l'intera area del circondario della Locride, come seconda area
esclusiva economica speciale della Calabria.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
il
Porto di Corigliano Calabro è parte integrante del sistema portuale calabrese;
insieme
con gli altri porti che si affacciano sulla costa ionica della Calabria e che
costituiscono basi ideali per i Ro-Ro lungo le direttrici dal Maghreb alla
Turchia ed alla Siria ed i Balcani, ha la potenzialità di far crescere attività
che riguardano il traffico non containerizzato e così agevolare il Porto di
Gioia Tauro ad uscire dalla "trappola" del solo transhipment;
in
particolare si tratta di "attività qualificate" che potrebbero essere
praticate attraverso una piattaforma logistica al servizio della filiera
agroalimentare: la Piana di Sibari, nell'area adiacente al Porto, è infatti la
sede del Distretto agroalimentare di qualità che comprende trentadue comuni,
tra cui Corigliano e Rossano, ed opera su una superficie di 184 mila ettari di
terreno con un centinaio di imprese consorziate. Un'area che si candida
naturalmente ad essere volano per lo sviluppo economico della Calabria;
la
presenza di due Aree di Sviluppo Industriale(ASI) rispettivamente nel
territorio di Corigliano e di Rossano;
con
decreto del 20 dicembre 2006 il porto è entrato a fare parte della
circoscrizione territoriale dell'Autorità Portuale di Gioia Tauro;
ha
infrastrutture di base che si avvicinano molto a quelle del Porto di Gioia
Tauro per le attività di "istituto" da svolgere e sono vicine agli
standard internazionali, e dunque superiori, a quelle dei porti di Crotone
-Porto Nuovo e di Vibo Valentia;
secondo
l'Art. 4 (Classificazione dei porti) del D.DL.gov riforma AP, 7.9.2016 il porto
di Corigliano rientra nella classificazione della categoria II (come Gioia
Tauro) con funzioni commerciali, industriali, petrolifere e ittico-commerciali
con in attività una delle più grandi marinerie del Mediterraneo, con una flotta
che conta circa 150 tra pescherecci ed imbarcazioni dedite alla pesca e con
all'interno dell'area portuale anche un mercato ittico tra i più importanti del
Meridione;
secondo
il Comma 1 bis dell'Art. 4 il porto di Corigliano per il suo "legame"
con il "sistema portuale Gioia Tauro" appartiene ad una delle prime
due classi della categoria II, ovvero di "rilevanza economica
internazionale", nonché di "rilevanza economica nazionale";
il
Comma 3 del citato Art 4 recita che "i porti", come Corigliano e
Gioia Tauro, "o le specifiche aree portuali di cui alla categoria II,
classe I, II e III hanno le seguenti funzioni: a) commerciale e logistica;
b)
industriale e petrolifera;
c)
servizio passeggeri ivi compresi i croceristi;
d)
peschereccio;
e)
turismo e da diporto";
il
Porto di Corigliano Calabro è "interessato" ad uno dei quattro
corridoi infrastruttura li ferroviari TEN-T, per il suo legame con Gioia.
Tauro. Si tratta del corridoio Scandinavo-Mediterraneo che attraversa tutta
l'Italia e collega i porti del Mezzogiorno con le aree economiche più forti
dell'UE;
il
porto di Corigliano Calabro, anche per il suo legame con il sistema portuale di
Gioia Tauro, rientra negli obiettivi del Piano nazionale della Portualità e
della logistica (PSNPL) previsto dall'art. 29 comma 1 della legge 164 dell'11
novembre 2014, conversione del decreto legge n. 133 dell'11 settembre 2014
'"Sblocca Italia", che indica nel sistema portuale e logistico un
contributo fondamentale alla ripresa economica del Paese nonché alla promozione
della sostenibilità;
il
disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 20 giugno 2017 n.91,
recante disposizioni urgenti per la crescita economica nel Mezzogiorno;
l'Art.
4 del suddetto disegno di legge (Istituzione di zone economiche speciali)
definisce la "Zona economica speciale" come un'area geograficamente
delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato,
costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un
nesso economico funzionale e comprendente almeno un'area portuale con le
caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) N. 1315 dell' 11 dicembre 2013
dal Parlamento europeo e dal Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo
sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) ;
l'art.
4-bis, del succitato disegno di legge, prevede:
a)
le regioni meno sviluppate (la Calabria con PIL pro capite inferiore al 75%
rientra in tale "categoria") ed in transizione, presentano domanda
per l'istituzione delle singole Zone economiche speciali;
b)
la Regione formula la proposta specificando le caratteristiche dell'area
identificata;
viste
la deliberazione della Giunta regionale n. 294 dell'11 Agosto 2015, approvata
dal Consiglio regionale il 25 Settembre 2015, con oggetto: "Misure
straordinarie per lo sviluppo dell'area di Gioia Tauro - DDL per l'istituzione
di una Zona economica speciale(ZES)";
la
legge regionale allegata alla deliberazione suddetta, in particolare l'art. 1
(Finalità della legge), Art. 2 (Istituzione Zes Regione Calabria) e Art. 3
(Caratteristiche e amministrazione della Zes);
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad integrare la deliberazione della Giunta regionale dell'11
Agosto 2015 N. 294: "Misure per lo sviluppo dell'Area portuale di Gioia
Tauro - DDL per l'istituzione di una Zona economica speciale (ZES) ", nel
modo seguente: "Misure per lo sviluppo dell'Area portuale di Gioia Tauro e
dell'area portuale di Corigliano Calabro... ';
conferire
mandato al Presidente della Giunta regionale affinché inoltri al Parlamento
l'integrazione alla deliberazione suddetta e tutti gli altri eventuali atti
necessari all'istituzione di una Zona economica speciale in Calabria per l'area
portuale di Corigliano Calabro.
Il Consiglio Regionale,
premesso che:
gli
undici consorzi di Bonifica calabresi versano in grave situazione finanziaria,
causata in gran parte dalla mancata copertura dei piani attuativi di
forestazione per il periodo 2001-2015 ed alla drastica riduzione dei
trasferimenti regionali di cui alle LL.RR. nn. 26/75 e 11/03;
ulteriori
cause sono riconducibili alla riduzione delle spese generali di forestazione
attualmente al 3,5%, al mancato assolvimento di alcuni obblighi assunti dall' ente
Regione per i piani industriali di alcuni Consorzi, nonché ai ritardi
accumulati nell'approvazione dei piani di classifica;
visto
che i Consorzi di Bonifica svolgono un ruolo importante sulla tutela e difesa
del suolo, hanno competenze nell'esecuzione delle opere di sistemazione
idrogeologica, difesa e regimazione dei corsi d'acqua, in materia di
irrigazione, nel comparto agroforestale e vanno supportati e sostenuti a
svolgere compiutamente i propri compiti d'istituto previsti dal legislatore;
considerato
che i crediti vantati dai Consorzi di Bonifica nei confronti della Regione
Calabria per il periodo 2001-2015 si aggirano a circa € 56.000.000,00, e che
per il periodo 2001-2010 esiste una attività accertativa espressamente indicata
nella delibera di G.R. n. 406/2013;
considerato
altresì che appare utile e necessario dare prosecuzione all'attività
accertativa per il restante periodo 2011-2016, adempimento da ultimare entro il
1° semestre del 2018;
ravvisato
che i suindicati crediti vantati dai Consorzi afferiscono al pagamento di oneri
previdenziali ed assicurativi per i lavoratori OIF che costituiscono obbligo
contrattuale a carico dei Consorzi, costretti a contrarre piani di rateazione
con Equitalia Spa gravati da interessi moratori e di dilazione che hanno
notevolmente aumentato i costi, e che eventuali inadempienze a tali obblighi
potranno determinare contenziosi con rilevanti aggravi di spesa sia a carico
degli enti consortili che della Regione Calabria;
valutato
che per le ragioni innanzi indicate urge un intervento finanziario della
Regione Calabria in favore dei Consorzi di Bonifica;
impegna la Giunta regionale ed il Presidente
della Regione Calabria ad inserire nel prossimo assestamento del bilancio 2017
il seguente provvedimento: "Al fine di garantire la parziale copertura
finanziaria delle spettanze obbligatorie della mano d'opera impegnata nei piani
attuativi di forestazione dei Consorzi di Bonifica nel periodo 2001- 2015 è
autorizzata la spesa complessiva di € 26.000.000,00" di cui:
- €
3.500.000,00 nel corrente esercizio 2017;
- €
7.500.000,00 nell'esercizio 2018;
- €
7.500.000,00 nell'esercizio 2019;
- €
7.500.000,00 nell'esercizio 2020. con allocazione per l'anno corrente sulla
Missione 09 Programma 0905 Titolo 1 Macroaggregato 203 Cap. U3204051111, e per
gli anni successivi sulle pertinenti voci di bilancio;
di
demandare al dipartimento Presidenza U.O.A. "Foreste, Forestazione e
Difesa del Suolo" l'espletamento di tutti gli adempimenti connessi e
necessari per l'attuazione della presente disposizione e di provvedere altresì
al riparto delle somme in favore dei Consorzi in proporzione ai reali debiti
vantati dai singoli enti consortili valutati sulla base della regolarità
contabile e tecnico - amministrativa della documentazione presentata alla
stessa U.O.A. a supporto dei crediti esigibili.
E’ pervenuta risposta
scritta alle seguenti interrogazioni:
Esposito.
Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
le
sigg.re Apollini Francesca Maria e Gentile Daniela hanno lavorato per circa un
anno dall' 1.09.2014 al 15.07.2015, presso l’ATERP di Catanzaro, a seguito di
selezione pubblica mediante short list e per l'espletamento di un progetto di
livello regionale di ricognizione del patrimonio delle ATERP;
in
data 15.07.2015 le stesse sono state licenziate;
le
lavoratrici hanno impugnato dinanzi il Tribunale di Catanzaro - Giudice del
Lavoro- il licenziamento;
il
Giudice del Lavoro con Ordinanze numero 3418/2016 e 3420/2016, ha accolto integralmente
e totalmente i ricorsi di entrambe e le ha reintegrate nel posto di lavoro;
le
ordinanze sono immediatamente esecutive e non sono soggette a sospensiva
neanche nel giudizio di opposizione, e per tale ragione le lavoratrici hanno
notificato le predette ordinanze, offrendo nel contempo le loro prestazioni
lavorative;
ciononostante
le lavoratrici non sono reintegrate nel posto di lavoro;
pur
comprendendo le ragioni di cautela da parte dei dirigenti ATERP, non si è
tenuto conto che il ritardo nell'adempimento di quanto statuito nelle Ordinanze
di accoglimento dei ricorsi determinerà, anche se venisse accolto il reclamo,
danno economico significativo per l'ATERP -:
a)
le ragioni del ritardo circa la reintegrazione sul posto di lavoro delle sigg.re
Apollini Francesca Maria e Gentile Daniela;
b)
quali siano le determinazioni che intendono assumere il vertici dell'ATERP in
ordine alla esecuzione delle Ordinanze numero 3418/2016 e 3420/2016;
c)
se si è a conoscenza del dispendio di risorse che deriva dalla mancata
ottemperanza da parte dell'ATERP, considerato che dalla emissione delle
ordinanze, decorrono interessi, versamento contributi, tasse, imposte comunque
dovuti, pur in assenza della reintegrazione delle lavoratrici.
Risposta: “L'interrogazione fa
riferimento all'ordinanza cautelare emessa in favore della dott.ssa Gentili e
dott.ssa Apollini.
La predetta ordinanza è stata revocata
dal Tribunale di Catanzaro che, con la sentenza n.598 del 01.06.2017, ha
pienamente accolto la tesi difensiva dell’ATERP con la condanna alle spese a
carico della ricorrente.
L'ATERP ha ritenuto di resistere per le
ragioni di seguito sintetizzate.
La reintegrazione è intesa come obbligo
per il datore di lavoro di riammettere il dipendente nel posto che occupava
prima del licenziamento. Nel caso di specie, invece, si chiede un inserimento a
tempo indeterminato quando il rapporto di lavoro che intercorreva con l'ATERP
era di collaborazione professionale di lavoro, autonomo e a tempo determinato,
regolarmente terminato. Tanto che il lamentato licenziamento in realtà era una
doverosa intimazione verbale a non recarsi ulteriormente negli uffici dal
momento che il contratto era nel frattempo scaduto.
Il riconoscimento cautelare di cui alla
citata ordinanza, e non definitivo, della domanda è avvenuto, inoltre, su
ulteriori erronei presupposti di considerare l'Azienda quale ente pubblico
economico, quando invece si tratta di una Pubblica Amministrazione per come
espressamente sancito a livello normativo sia per le ormai estinte ATERP
provinciali, ex LACP, sia per l'attuale Azienda unica regionale.
Le ordinanze sono state emesse al
termine di una cognizione sommaria, alle quali l'ATERP ha ritenuto di non
prestare acquiescenza quale atto dovuto per una Pubblica Amministrazione che
voglia garantire il rispetto dei principi costituzionali e delle norme, e
specificatamente dell'art. 97 della Costituzione e dell'art 36 del d.lgs. n.
165/01 in materia di pubblico impiego che vieta le assunzioni così reclamate e
ha la finalità di evitare che chiamate a
progetto nelle PP.AA. possano essere "forzate" a interessi
individuali, compromettendo il buon funzionamento della macchina pubblica
nonché pari trattamento tra quanti aspirino ad essere assunti, ed essere così
aggirato l'obbligo di assumere mediante concorso, insussistente per le
richiedenti che sono state reclutate attingendo a una semplice short list, che
non prevedeva né graduatorie, né comparazione dei titoli.
Si vuole sottolineare come il citato
divieto di conversione dei rapporti di lavoro è previsto finanche nell'ipotesi
in cui questi ultimi fossero illegittimi, tanto più nei casi di specie
trattandosi, come detto, di collaborazione professionale di lavoro autonomo
regolarmente terminate.
L'ATERP ha ritenuto che al termine del
giudizio definitivo a cognizione piena il Tribunale potesse dare ragione
all'ente. In questo modo non ci sarebbe stato nessun aggravio che diversamente
potrebbe derivare da altri analoghi numerosi giudizi attualmente in corso, per
le medesime causali. È opportuno aggiungere, infatti, che questo genere di
ricorsi sono stati promossi per le medesime causali da altri collaboratori a
progetto su tutto il territorio regionale e tutte rigettate sempre dal
Tribunale di Catanzaro; al pari sono stati rigettati i ricorsi proposti dinanzi
il Tribunale di Crotone da parte di lavoratori, in questo caso subordinati a
tempo determinato, in considerazione dell'art.36 del d.lgs. n. 165/01 e della
natura di ente pubblico dell'ATERP; e da ultimo, oltre una decina di cause dal
medesimo tenore avviate presso il Tribunale di Cosenza, con richiesta di
assunzione a tempo indeterminato sull'erroneo presupposto che l'ATERP fosse un
ente pubblico economico: anche a Cosenza le cause sono state rigettate con
sentenza piena.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)
Guccione.
Al Presidente della Giunta regionale. Per
sapere - premesso che:
il
Consiglio dei Ministri nella seduta del 5 dicembre 2016 ha approvato gli
indicatori di riparto su base regionale delle risorse finalizzate alla
mitigazione del rischio idrogeologico. In base a tali indicatori regionali il
Governo nazionale ha predisposto un piano di risorse per la mitigazione e il
contrasto del rischio idrogeologico 2015-2023. I dati che la Regione Calabria ha
fornito al ministero e all'Ispra (Istituto superiore per la prevenzione e la
ricerca ambientale) sono vecchi di almeno io anni e non aggiornati;
nella
seduta della conferenza Stato-Regioni del 29 settembre 2016, dove è stato
espresso parere favorevole per gli indicatori di riparto su base regionale per
le risorse destinate alla mitigazione del rischio idrogeologico, la Regione
Calabria era assente;
questa
situazione ha fortemente penalizzato la nostra regione che avrà risorse esigue
rispetto alla reale situazione di un territorio fortemente segnato dal dissesto
idrogeologico e che non trova una adeguata rappresentazione nei
dati
in possesso della Regione Calabria, con il PAI (Piano di assesto idrogeologico)
ancora fermo al 2001;
le
problematiche connesse alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del suolo in
Calabria anziché essere oggetto di radicali programmi tesi a diminuire i rischi
ed a valorizzare una risorsa strategica e limitata com'è il suolo, sembra si
aggravino ulteriormente per l'assenza di una univoca strategia di prevenzione e
protezione, per gli ormai intollerabili ritardi dei programmi degli interventi
strutturali e per la scarsità di risorse effettivamente assegnate sulla base di
criteri nazionali che ci vedono collocati all'undicesimo posto nel Piano
nazionale di mitigazione e contrasto del rischio idrogeologico 2015- 2023;
la
Regione Calabria si segnala per la cronica assenza di politiche di prevenzione
per l'inadeguatezza dei suoi strumenti di Programmazione e Pianificazione nel
campo delle politiche di difesa del suolo non essendo stato redatto fin qui
alcun Piano di Bacino, né elaborato il Piano di Gestione Integrata delle Coste,
né tantomeno attuati strumenti di controllo e monitoraggio essenziali quali i
Presidi Idraulici pur disponendo degli addetti specializzati e pur avendo
investito notevoli risorse finanziarie per dotazioni operative e strumentali
che avrebbero concorso ad approntare un moderno sistema distribuito nel
territorio da porre anche al servizio delle comunità locali;
la
problematica è destinata ad aggravarsi ulteriormente dopo la pubblicazione
sulla Gazzetta Ufficiale n.27 del 2-2-2017 del D.M. 25 ottobre 2016, con il
quale viene definitivamente cancellata l'Autorità di Bacino della Regione
Calabria a conclusione di un lungo iter avviato con l'emanazione del Testo
Unico sull'ambiente - d.lgs. 152/2006 emanato in attuazione della Direttiva
Europea 2000/60, che ha di fatto abrogato la Legge quadro sulla Difesa del
Suolo (L.183/89);
emerge
con forza la necessità di avviare con urgenza una profonda riflessione al fine
di definire chiari e scadenzati impegni mirati ad avviare finalmente quelle
politiche di prevenzione oggi totalmente assenti e, forse, perfino aggravate,
da provvedimenti normativi come quello di riforma della LUR (Legge urbanistica
territoriale) che hanno consentito a molti Comuni di non elaborare le Carte di
Pericolosità Idrogeologica eludendo in tal modo quanto previsto dal QTRP
(Quadro territoriale regionale paesaggistico) -:
1.
per quanto attiene gli interventi strutturali, le cause dei ritardi nella loro
realizzazione a partire dall'APQ sulle Coste sottoscritto ormai cinque anni
orsono e che registra un bassissimo livello di attuazione e dall'APQ relativo a
frane ed alluvioni per i quali si registrano ingiustificati ritardi dovuti a
procedure lunghe e farraginose e ad ostacoli burocratici spesso frapposti dagli
stessi Uffici Regionali;
2.
per quanto riguarda la pianificazione, a quali ragioni sia da ascrivere il
mancato aggiornamento del Pai e per quali motivi l'aggiornamento 2016 risulti
ampiamente carente ed inattendibile sotto il profilo metodologico e perché ad
oggi non sia stato elaborato nessun Piano di Bacino ed il Piano di gestione
integrata delle Coste;
3.
quando e come si intenderanno avviare operativamente i Presidi Idraulici ed il
relativo e costoso Sistema Informativo;
4.
se dopo la soppressione dell'ABR non si ritenga urgente procedere alla definizione
di una Legge Regionale per la Tutela e Valorizzazione del suolo e del
Paesaggio;
5.
come si intenda dare corso alle politiche di prevenzione definite dal vigente
QTRP ed alla concreta adozione degli standard e delle metodologie allegate al
medesimo QTRP fin qui rimaste lettera morta.
(257; 09/02/2017)
Risposta:
“In relazione all'interrogazione a
risposta scritta n. 257/10 del 09/02/2017 inoltrata dall'on. Carlo Guccione, si
risponde per gli aspetti strettamente attinenti le competenze del dipartimento "Infrastrutture, Lavori
Pubblici, Mobilità" e la già Autorità di Bacino della Regione
Calabria.
La presente contiene l'elaborazione
delle risposte organizzate per punti, secondo quanto richiesto, richiamando e
precisando, per la comprensione delle vicende esplicitate, anche quanto
contenuto nelle premesse.
Punto 1.
Ritardi
Interventi Strutturali APQ Erosione delle Coste 2013
Riguardo il finanziamento di interventi
per il contrasto al fenomeno dell'erosione costiera, alla luce della
preoccupante situazione messa in luce dal Piano Stralcio di Assetto
Idrogeologico (PAI 2001) e, successivamente, in fase di studio per il suo
aggiornamento, la Regione Calabria, oltre ad altri programmi già realizzati in
precedenza, ha destinato nel 2006 una parte dei fondi assegnati dalla delibera CIPE
n. 35 del 27 maggio 2005 alla stipula di un Accordo di Programma Quadro (APQ)
"Difesa del Suolo - Erosione delle Coste". L'importo di detto APQ, in
base al riparto di cui alla delibera di Giunta regionale n. 838 del 03.10.2005,
è stato pari a € 45.000.000, per un totale di 47 interventi finanziati.
Detti interventi sono stati tutti
realizzati e la relativa spesa è stata anche inserita e rendicontata tra le
operazioni di I fase della linea di intervento 3.2.2.3 "Azioni per la messa
in sicurezza delle aree a rischio erosione costiera e per il ripascimento e la
ricostituzione delle spiagge" del POR Calabria FESR 2007/2013, sulla quota
di spese realizzate al 31.12.2015, per circa € 30.000.000 (pari a 3 volte
l'iniziale stanziamento previsto sulla stessa linea 3.2.2.3).
Tali risorse non hanno, ovviamente,
risolto definitivamente la problematica dell'erosione delle coste in Calabria
ma, assieme ad altri interventi già programmati e in corso di esecuzione, hanno
consentito di eseguire, nei tratti di maggiore criticità, interventi
indispensabili per il ripascimento dì alcuni tratti di litorale e per la
mitigazione del fenomeno erosivo, diminuendo la vulnerabilità di molte aree e
aumentando la sicurezza delle infrastrutture e delle strutture, sia pubbliche
che private, ricadenti nelle fasce costiere maggiormente a rischio.
A seguito della suddetta programmazione,
la Regione e la già Autorità di Bacino Regionale hanno convenuto di dover
investire in maniera organica e coordinata nel settore della difesa costiera,
anche in considerazione dell'importanza di utilizzare al meglio i fondi
stanziati e di evitare gli errori del passato derivanti, in primo luogo, dalla
eccessiva frammentazione degli interventi di protezione e riqualificazione
della costa volti a risolvere solo problematiche locali e, in alcuni casi,
dalla erronea progettazione degli stessi. Si è inteso, pertanto, sottoporre a
programmazione interventi organici e integrati da realizzare prendendo in
considerazione aree vaste, per i quali si devono tenere in conto le dinamiche
costiere e le caratteristiche delle intere unità fisiografiche, del trasporto
solido fluviale e marino, i sistemi ambientali, gii interventi già in corso di
realizzazione e l'evoluzione della linea di riva, e che, di fatto, riguardano
l'intera fascia costiera regionale a rischio elevato di erosione costiera
(classificati R3).
Con tali premesse, in data 5 marzo 2013
è stato stipulato l'Accordo di Programma Quadro (APQ) "Difesa del Suolo ed
Erosione delle Coste" tra la Regione Calabria, il Ministero dello Sviluppo
Economico ed il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, a valere sui fondi di cui alla delibera CIPE n. 87 del 3 agosto 2012 "Fondo per io Sviluppo e la Coesione
(FSC) - Programmazione Regionale delle residue risorse del FSC a favore del
settore ambiente perla manutenzione straordinaria del territorio" e
sulle risorse residue del POR Calabria FESR 2007/2013 - Linea di Intervento
3.2.2.3, "Azioni per la messa in
sicurezza delle aree a rischio erosione costiera e perii ripascimento e la
ricostituzione delle spiagge". Con il suddetto Accordo di Programma
Quadro sono stati programmati n. 15 interventi per un totale di € 40.572.794,93
di finanziamento complessivo a valere sulle suddette risorse, da realizzare in
n. 15 delle n. 21 macro-aree di analisi individuate dall'Autorità di Bacino
Regionale, che presentano una maggiore criticità complessiva in relazione al
rischio di erosione costiera, ricostruita sulla base di criteri scientifici di
priorità e di selezione.
Tali criteri sono stati declinati già
nella fase iniziale di progettazione degli interventi in corrispondenza della
stesura del citato Master Pian, approvato, in data 25 luglio 2013, dal Comitato
Tecnico della già Autorità di Bacino nell'ambito delle attività propedeutiche
all'aggiornamento del PAI - Rischio di Erosione delle Coste e successivamente,
in veste aggiornata, nelle seduta del 27 novembre 2013.
In seguito all'approvazione dei progetti
preliminari si è dato avvio all'espletamento delle procedure di affidamento
con le modalità dell'appalto integrato complesso, le quali hanno consentito di
rispettare ¡ termini imposti dai CIPE per l'assunzione delle obbligazioni
giuridicamente vincolanti a seguito delle aggiudicazioni delle gare.
ritardi rilevati e oggetto di
interrogazione sono imputabili al complesso ed oneroso iter amministrativo,
dovuto principalmente alle problematiche paesaggistico - ambientali e alle
procedure imposte dalla normativa vigente sugli appalti pubblici che comporta
una casistica di "ritardi" comuni a tutte le stazioni appaltanti e
per tutte le categorie di Lavori Pubblici, ascrivibili alle procedure
burocratiche quali; tempi di pubblicazione dei bandi e degli esiti di gara,
ricorsi amministrativi, controlli stringenti sulle imprese, acquisizione pareri
e permessi dei vari Enti competenti tra i quali la valutazione di impatto
ambientale.
A conclusione di detto complesso iter di
affidamento e autorizzazione, allo stato attuale, dei suddetti 15 interventi: 1
è in corso di realizzazione è sarà a breve ultimato, 7 sono in fase di consegna
delle aree ed inizio lavori (salvo il periodo di obbligatorio fermo estivo), 5
saranno avviati nel mesi di settembre - ottobre 2017 mentre i restanti 2, per i
quali sono state superate le problematiche relative ai relativi ricorsi
amministrativi, potranno partire nel corso del 2018. Si prevede, pertanto, che
la spesa complessiva realizzabile nel 2017 possa essere superiore alla somma di
€ 10.000.000, che si aggiungerebbero alla spesa di € 2.000.000 già realizzata.
La conclusione di tutti gli interventi è prevista tra la fine del 2018 e
l'inizio del 2019.
Ministero dell'Ambiente e della Tutela
del Territorio e del Mare (MATTM) e la Regione Calabria hanno stipulato, in
data 25 novembre 2010, un Accordo di Programma finalizzato alla
"Programmazione e al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per
la mitigazione del rischio idrogeologico" da effettuare nel territorio
della Regione Calabria nell'ambito del Piano straordinario previsto dal comma
240 dell'art. 2 della legge 191/2009 il quale permette che, le risorse
assegnate per interventi di risanamento ambientale con delibera del CIPE del 6
novembre 2009 pari a 1000 milioni di euro, possano essere utilizzate per piani
straordinari di questo tipo.
Ritardi interventi frane e alluvioni di
cui all'APQ Ministero Ambiente 2010
In relazione all'Accordo di Programma
del 25/11/2010 dell'importo di € 220.000.000,00 gestito da sempre in maniera
Commissariale, fare riferimento all'attuale Soggetto Attuatore, Ing. Carmelo
Gallo.
Punto 2.
Piani
di Bacino - Aggiornamento PAI - Piano di Gestione Integrato delle Coste
Piani
di Bacino
La legge 18.5.1989, n. 183 e ss. mm. ii.
recante "Norme perii riassetto
organizzativo e funzionale della difesa del suolo" che ha istituito
le Autorità di Bacino "nazionali" e "interregionali" e ha
affidato alle Regioni il compito di istituire le 'Autorità di Bacino
Regionali" nei territori residui, rappresenta la prima legge quadro in
materia di Difesa del Suolo. Con essa si definisce per la prima volta l'ambito
territoriale di riferimento per la difesa del suolo con l'introduzione del
concetto di Bacino Idrografico e la suddivisione del territorio nazionale in
bacini idrografici di rilievo nazionale, interregionale e regionale.
La Regione Calabria avrebbe dovuto
costituire l'Autorità di Bacino Regionale già negli anni '90 e non l'ha fatto;
ciò ha determinato, così come avvenuto per altre regioni, un'enorme disparità
di trattamento con le regioni del centro -nord nelle quali ricadevano le
Autorità di Bacino Nazionali già costituite, che hanno potuto disporre delle
notevoli risorse finanziare disponibili acquisendo un rilevante vantaggio
temporale rispetto alle altre.
Solo a seguito dei luttuosi eventi di
Sarno (1998) e Soverato (2000), con l'introduzione dell'obbligo di redazione
dei Piani di Bacino Stralcio per l'Assetto Idrogeologico - PAI, dei vincoli di
inedificabilità sulle aree perimetrate a rischio elevato o molto elevato e
l'obbligo della programmazione degli interventi di messa in sicurezza in regime
ordinario basata su criteri oggettivi legati al livello di rischio individuato,
si è proceduto con la legge regionale n. 35 del 29 novembre 1996: "Costituzione dell'Autorità di Bacino
Regionale in attuazione della Legge 18 maggio 1989, n. 183" non
solo alla costituzione delle Autorità di Bacino Regionale (ABR), ma anche
all'attivazione degli organi propri dell' ABR: Comitati Tecnico e Istituzionale
e Segreteria Tecnica Operativa, struttura che ha consentito di recuperare il
tempo perduto, almeno per quanto riguarda la redazione dei piani di settore,
facenti parte del più generale Piano di Bacino.
Ciò premesso, come recita la L.183/1989
"Il Piano di Bacino ha valore di piano territoriale di settore ed è lo
strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono
pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla
conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e alla corretta
utilizzazione delle acque sulla base delle caratteristiche fisiche ed
ambientali del territorio interessato" (legge 183/89, capo II, art.17, comma
1). Si tratta di uno strumento di pianificazione particolarmente complesso e di
difficile realizzazione, considerando che richiede di affrontare le più
disparate problematiche da studiare e regolamentare con l'impiego di diverse
figure professionali, spesso non presenti nell'organico delle ABR, e il
coinvolgimento a più livelli di numerosi enti di settore territoriali locali e
governativi. A tal proposito preme sottolineare che le diverse Autorità di
Bacino regionali e interregionali, compresa quella della Regione Calabria, sono
state costituite quasi tutte per ottemperare all'obbligo della redazione dei
Piani di Assetto Idrogeologico - PAI, che costituiscono solo uno stralcio del
più articolato Piano di Bacino. Pertanto, oltre alla complessità nella realizzazione
dei Piani di Bacino che l'esperienza e il tempo hanno dimostrato possano essere
realizzati solo per Piani Stralcio, anche in ottemperanza della l. 183/1989,
occorre tener conto delle implicazioni temporali (tempi estremamente dilatati e
lunghi) per lo svolgimento delle diverse e specialistiche attività lavorative
che non si basano su metodologie standardizzate e di uso comune ma anche
dell'iter procedurale di adozione e approvazione che avviene attraverso diversi
step e che coinvolge diversi organi istituzionali, interni ed esterni alle ABR,
non "cristallizzati" nel tempo e legati, all'avvicendamento delle
cariche politiche e istituzionali.
Il mancato e ambizioso obiettivo della
redazione di un complessivo "Piano di Bacino", prefigurato dalla
legge 183/89, è dunque da ascrivere al quadro appena sinteticamente
rappresentato che accomuna l'Autorità di Bacino della Regione Calabria a tutte
le altre Autorità di Bacino di rilievo regionale e Interregionali. Difficoltà
confermate dal mancato raggiungimento nella definizione dì un complessivo e
completo Piano di Bacino, se non per diversi e articolati piani stralcio, anche
da parte delle Autorità di Bacino di rilievo Nazionale di più lunga e datata
istituzione.
A ciò si aggiunga che il cammino verso
l'adempimento di questo quadro normativo che man mano, con le successive
modifiche e integrazioni, si stava migliorando e consolidando, sì è interrotto
del tutto con l'entrata in vigore del nuovo TU ambientale ossia del d.lgs 152/2006
promulgato per ottemperare alla Direttiva Comunitaria 2000/60/CE - "Direttiva Quadro Acque"
con la conseguente abrogazione della legge 183/1989 e ss.mm.ii. Il Decreto
Legislativo 3 aprile 2006 n. 152, recante
"Norme in materia ambientale", nella sua parte terza,
disciplina le norme in materia di difesa del suolo e lotta alla
desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento, di gestione delle
risorse idriche. Lo stesso d.lgs. 152/2006 e riforma la governance di settore istituendo, all'art. 63, i Distretti
Idrografici con relative competenze e ripartendo e denominando, all'art. 64, ì
Distretti Idrografici dell'intero territorio nazionale.
Il Testo Unico ambientale, pertanto,
tratta delle problematiche connesse alla Difesa del Suolo e Tutela delle Acque,
compresa la riorganizzazione funzionale delle diverse Autorità di Bacino,
stabilendo,, fra le altre cose, la nuova e sostanziale
"ristrutturazione" delle stesse e mantenendo pressoché inalterate le
mansioni e l'operato che esse sono chiamate a svolgere e
"condannandole", di fatto, ad operare in regime di "prorogatio" e con tutte
le difficoltà del caso, fino al dicembre 2015, anno di emanazione della legge 221/2015
il cui DPCM attuativo è tuttora in via di definizione.
Piano
di Gestione Integrato delle Coste
La stessa analisi può essere estesa al
"Piano di Gestione Integrata delle Coste". Con la promulgazione della
l.r. n. 13 del 17.08.2005 la Regione Calabria si è dotata di uno strumento
normativo capace di incidere positivamente nella gestione della problematica
dell'erosione costiera in Calabria. In particolare, ai sensi dell'art 10 della
suddetta legge, la Regione Calabria deve predisporre il "Piano di Gestione Integrata delle Coste" finalizzato
a promuovere lo sviluppo delle coste calabresi con interventi atti a
contrastare il fenomeno dell'erosione, secondo principi di sviluppo sostenibile
in funzione della tutela e valorizzazione delle risorse ambientali. Detto Piano
si configura, per come previsto dalla legge 493/1993, quale Piano Stralcio di
Settore, funzionale al più complessivo Piano di Bacino di cui all'art. 10 della
l.r. n. 35/1996 e dell'art. 17 della Legge 183/1989. In esecuzione dell'art. 10
della L. R. n. 10/2005, la Giunta regionale con d.g.r. n. 1158 del 27/12/2005
affida all'ABR il compito della redazione del "Piano digestione integrata delle coste", demandando
al Segretario Generale dell'ABR tutti gli adempimenti ed i provvedimenti
tecnico-amministrativi necessari. Il Comitato Istituzionale dell'ABR prende
atto della summenzionata delibera di Giunta e approva con delibera di C.I. n. 1
del 16 febbraio 2006 il
"Documento Programmatico perla Redazione del Piano di Gestione Integrata
delle Coste in Calabria" che rappresenta un Piano Stralcio del
complessivo Piano di Bacino e, dunque, rientra in un quadro di pianificazione
integrata per la valorizzazione e tutela delle risorse acqua e suolo, in
coerenza anche con la Direttiva Comunitaria 2000/60/CE.
A seguito di questo, nel mese di
novembre 2006, la già ABR ha elaborato ed emanato specifiche linee guida per la
Progettazione e l'Esecuzione degli Interventi per la Difesa delle Coste e il
Ripascimento degli Arenili nel territorio regionale. Linee Guida finalizzate ad
assicurare il conseguimento dell'obiettivo di ricostruire gli arenili e di
riqualificare e mettere in sicurezza gli ambiti costieri interessati, nel
rispetto dei criteri di compatibilità e di impatto ambientale.
Nell'ottica della predisposizione del
più generale e articolato "Piano
di Gestione Integrata delle Coste" l'Autorità di Bacino ha redatto:
- il "Piano Stralcio di Erosione
Costiera" (PSEC) approvato dal Comitato Istituzionale con delibera di C.I.
n. 4/2016 del 11/04/2016. Solo per dare un'idea della tempistica dell'iter di
approvazione, si fa presente che il Progetto di "Piano di Bacino Stralcio di
Erosione Costiera" (PSEC) era stato adottato con Delibera di C.I. 2/2014
in data 22/07/2014. Tale Piano rientra tra i Piani stralcio inizialmente
previsti dalle sopra citate leggi 183/1989 e 493/1993;
- il "Master Plan per gli
Interventi di Difesa e Tutela della Costa", contestualmente alla redazione
del PSEC. Si tratta di un importante e innovativo strumento di programmazione,
funzionale alla consapevole e corretta definizione e gestione degli interventi
di mitigazione del rischio e di difesa del litorale, unico nel suo genere anche
perché è stato predisposto in sinergia con attori interni ed esterni competenti
in materia: il settore regionale del dipartimento dei LL.PR, le ex Province
della Regione Calabria, gli Uffici delle Opere Marittime, alcuni Enti come ANAS
e FS, gli uffici tecnici dei Comuni, e con la stretta collaborazione
scientifica dell'Università di Reggio Calabria. Il Master Pian è stato
approvato con Delibera di C.I. n. 1 /2014 del 22.07.2014, pubblicata sul BUR
Calabria n. 53 del 27 Ottobre 2014, e aggiornato con Delibera di C.I. n. 7/2016
del 11/04/2016.
Redazione
Aggiornamento PAI
In data 11 Aprile 2016, con Delibera di
Comitato Istituzionale n. 3/2016
"Aggiornamento Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI
Calabria)", il Comitato Istituzionale della già Autorità di Bacino
della Regione Calabria ha approvato le
"Procedure per l'aggiornamento del Rischio Idraulico del PAI Calabria,
delle Nuove
Carte di Pericolosità e Rischio
Idraulico e la modifica delle Norme Tecniche di Attuazione e Misure di Salvaguardia
(NAMS) del PAI relative al Rischio Idraulico "discusse ed approvate dal Comitato Tecnico dell'ABR in data
3/11/2014 e delle "Procedure per l'aggiornamento del Rischiò Frane
del PAI Calabria, delle Nuove Carte di Pericolosità e Rischio Frane e la
modifica delle Norme Tecniche di Attuazione e Misure di Salvaguardia (NAMS) del
PAI relative al Rischio Frana
"discusse ed approvate nella seduta del Comitato Tecnico del 30/7/2015.
L'iter di aggiornamento ha previsto
l'adozione di procedure metodologiche inizialmente ipotizzate, successivamente
condivise, calibrate e validate dai componenti del Comitato Tecnico (C.T.).
Comitato Tecnico composto, secondo i dettami della l.r. 35/1996 e ss.mm.ii., da
esperti in materia attinente la difesa de! suolo e l'utilizzo del territorio
dei vari enti che costituiscono il C.T. compreso i rappresentanti delle due
Università della Calabria - UNICAL e UNIRC e dell'Istituto di Ricerca CNR-IRPI.
Le procedure adottate sono
caratterizzate da un diverso livello di approfondimento in funzione del
dettaglio dei dati disponibili e della complessità del contesto geografico in
accordo, fra l'altro, alla normativa nazionale e regionale vigente. Tali
procedure hanno portato alla redazione delle nuove cartografie con le
delimitazioni delle aree da vincolare con i relativi gradi di pericolosità da
frana e da alluvione che prevedono un cambiamento radicale rispetto al vecchio
approccio di gestione territoriale, in considerazione delle seguenti ragioni:
-
necessità di
avviare un complessivo e sistematico aggiornamento delle aree a rischio
idraulico e rischio frana perimetrate nel Piano Stralcio di Assetto
Idrogeologico (PAI) che dalla sua data di adozione, avvenuta nel 2001, ha visto
nel corso degli anni numerose revisioni puntuali e localizzate su specifica
richiesta dei Comuni e/o altri Enti, nel rispetto delle "Norme di
Attuazione e Misure di Salvaguardia" (NAMS) del PAI e sulla base di
specifici studi condotti secondo le "Linee Guida" emanate dall'ABR ma
che necessitava di una complessiva revisione generale. Revisione finalizzata
principalmente a rapportare su una scala di maggior dettaglio (CTR regionale a
scala 1:5000) tutto ciò che era stato già censito ed aggiornato e a fare il
punto sull'assetto territoriale venutosi a delineare a seguito dei particolari
eventi alluvionali e più in generale di dissesto idrogeologico occorsi nel
frattempo nel territorio regionale (Provincia di Vibo Valentia nel 2002,
Crotone nel 2003, Vibonese nel 2006, intero territorio della Regione Calabria
nel biennio 2010-2011, territorio dei Comuni di Lungro e Cerzeto nel 2005;
territorio comunale di Petilia Policastro e Oriolo .e di alcuni centri del
reggino nel 2015, territorio comunale di Rossano e Corigliano nel 2015, area
della "Locride" nel 2015);
-
necessità di
estendere l'analisi del rischio idraulico a tutti i bacini idrografici (la
Calabria ne conta circa 1000) e all'intero reticolo idrografico della regione
che, tra corsi d'acqua di diversa importanza, ha un'estensione complessiva che
supera i 70.000 km di lunghezza, mentre in precedenza le analisi del rischio
idraulico erano state condotte unicamente su qualche decina di bacini e per
poche centinaia di km di aste fluviali esaminate complessivamente;
-
recepimento
della Direttiva Europea 2007/60/CE, avvenuto con d.lgs. 49/2010,che ha portato
all'approvazione del summenzionato Piano di Gestione del Rischio Alluvione
(PGRA) redatto secondo gli indirizzi operativi dettati dal Ministero
dell'Ambiente e della Tutela del Territorio è del Mare (MATTM) (Documento: "Indirizzi operativi per l'attuazione
della Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione ed alla gestione dei
rischi da alluvioni con riferimento alla predisposizione delle mappe della
pericolosità e del rischio di alluvioni"), che ha visto incentrate
le nuove carie dei vincoli sulle fasce di pericolosità e non più del rischio;
-
opportunità di
avere due strumenti di pianificazione e programmazione, "Piano Stralcio di
Assetto Idrogeologico"(PAI Calabria) relativo al Rischio Idraulico da una
parte e "Piano di Gestione del Rischio Alluvioni" (PGRA) del
Distretto dell'Appennino meridionale dall'altra, coerenti tra loro;
-
opportunità di
estendere anche al rischio di frana del PAI il nuovo concetto di vincolo
incentrato sulla pericolosità anziché sul rischio, disciplinando le instabilità
perimetrate in base alla loro pericolosità, utilizzando il rischio associato
solo per definire le priorità nella pianificazione e programmazione degli
interventi di mitigazione del rischio, sia di tipo strutturale che non
strutturale.
Il PAI 2001, ancora vigente, elaborato
nei tempi ristrettissimi imposti dai decreti e dalle leggi, prevedeva per il
rischio frana, in via prioritaria, l'analisi dei centri urbani, delle loro
frazioni e dei nuclei abitati (>200 abitanti) nonché delle principali vie di
accesso, rimandando l'estensione dell'analisi alle successive fasi di
aggiornamento. In questa fase di aggiornamento si è ancora valutato che tale
estensione non potesse avvenire in modo sistematico su tutti ì 15.000 Km della
Regione Calabria, attraverso uno studio delle aerofotogrammetrie disponibili,
integrato dalle necessarie verifiche di campo, sia per le limitate risorse
umane, economiche e strumentali nella disponibilità della già Autorità di
Bacino Regionale sia perché un'indagine estesa all'intero territorio regionale
non è sembrata al momento indispensabile, vista la grande estensione delle zone
in cui l'interferenza antropica appare sostanzialmente modesta. Pur se datato,
il quadro conoscitivo del PAI ha rappresentato e rappresenta ancora l'unico
censimento omogeneo a scala regionale dei fenomeni franosi presenti sul
territorio calabrese e, nonostante le semplificazioni imposte dalle metodologie
adottate all'atto della sua redazione, risulta essere ancora oggi
sostanzialmente attendibile come evidenziato dall'occorrenza di fenomeni
franosi in aree già censite dal PAI, nel corso degli eventi alluvionali che si
sono susseguiti in Calabria negli ultimi dieci anni.
Si è deciso, pertanto, di destinare le
limitate risorse, umane e non, all'elaborazione e sviluppo di un'indagine
mirata, volta alle aree che per i motivi sopra richiamati ( richieste o anche
segnalazioni pervenute all'ABR da parte delle varie Amministrazioni comunali,
provinciali, ecc. ed eventi alluvionali e di dissesto idrogeologico che hanno
portato all'emanazione di altrettanto diverse ordinanze di Protezione Civile)
sono apparse meritevoli di approfondimento e/o per le quali sono risultati,
comunque, disponibili dati sistematicamente raccolti, verificati e validati.
Infatti, mentre per alcuni comuni la disponibilità di dati ha consentito
l'estensione dell'analisi all'intero territorio, per altri si è mantenuta
l'originaria impostazione che prevedeva la limitazione delle verifiche ai soli
centri urbani e frazioni.
Tutto questo si origina anche dal fatto
che le procedure per l'aggiornamento del PAI, di fatto ufficialmente avviate
con delibera di Comitato Istituzionale della già ABR n. 6 del 02 agosto 2011,
hanno previsto la trasmissione a tutti i Comuni, le Amministrazioni provinciali
e gli enti interessati di una scheda di raccolta dati per l'aggiornamento dei
fenomeni di dissesto idrogeologico denominata "SAP 2011" a cui è
corrisposto un più che modesto riscontro.
Per tale motivo e per velocizzare il
successivo iter procedurale di
approvazione delle nuove carte dei vincoli PAI, il Comitato istituzionale ha
deciso di avviare, una fase interlocutoria con le Amministrazioni locali,
estesa anche alle università, agli enti di ricerca e agli ordini professionali,
anticipando in qualche maniera la fase delle osservazioni post-adozione del
Progetto di Piano prevista dal d.lgs. 152/2006, prima dell'approvazione da
parte dei competenti organi istituzionali. La fase di concertazione finalizzata
al confronto costruttivo e partecipato con Comuni ed enti interessati, Ordini
professionali, Università, cittadinanza ecc., che hanno potuto prendere visione
delle nuove carte dei vincoli sul web-gis dell'ABR alla voce "Aggiornamento PAI 2016". Il
nuovo PAI e il Piano Stralcio Erosione Costiera (PSEC) approvato dal Comitato
Istituzionale con delibera n. 4/2016 del 11/04/2016, in sintonia con la legge
urbanistica recentemente aggiornata, vanno nella direzione della riduzione
drastica dell'utilizzo del suolo in considerazione dei risultati conseguiti raffrontati
con quelli del PAI 2001:
-
Rischio
Idraulico: le aree vincolate a rischio idraulico, con pericolosità P1, P2 e P3
sono pari a circa 2400 kmq (il PAI approvato nel 2001 prevedeva un area
perimetrata pari a circa 602 kmq)
-
Rischio Frane:
le aree vincolate a rischio frana, con pericolosità IP1, IP2, IP3 e IP4 sono
pari a circa 879 kmq (il PAI approvato, nel 2001 prevedeva un area perimetrata
pari a circa. 700 kmq). Il numero di frane censite risulta pari a 15.736 (il
PAI 2001 aveva un numero di frane censite pari a 9.143)
-
Rischio Erosione
Costiera: Tutti i 116 comuni costieri regionali risultano perimetrati a rischio
erosione costiera per una superficie pari a circa 82.13 kmq (nel PAI 2001 solo
45 Comuni risultavano essere interessati da perimetrazioni a rischio R3 di
erosione, per una superficie pari a circa 14.28 kmq).
Piano
di risorse per la mitigazione e il contrasto del rischio idrogeologico
2015-2020 di cui nelle Premesse dell'interrogazione
Il PAI aggiornato e il PSEC di nuova
redazione mostrano la vera debolezza del territorio regionale, dal quadro delle
carte della pericolosità emerge la necessità di fare una programmazione di
dettaglio per poter intervenire almeno nei punti di maggiore criticità. Per
questo motivo, la già Autorità di Bacino, ha effettuato un'analisi di dettaglio
stimando in quasi 25 miliardi di euro l'importo necessario alla realizzazione
di interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e la messa in
sicurezza del territorio calabrese, suddiviso per tipologia di rischio (Allegati
alla delibera di Comitato Istituzionale n.2/2016 del 11/04/2016 recante "Aggiornamento e Integrazione quadro
programmatico di interventi per la Mitigazione del rischio idrogeologico
finalizzati al finanziamento dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del
Territorio e del Mare. Direttive e Linee di Indirizzo sui Programmi di
Intervento futuri"). I dettagli del Piano, per singolo Comune, sono
reperibili sul sito dedicato dell’ISPRA all'indirizzo: www.rendisisprambiente.it;
Pur essendo enormemente superiore il
fabbisogno di risorse per come sopra stimato, la struttura, della già Autorità
di Bacino sta predisponendo un piano per la Difesa del Suolo che prevede
l'impiego di circa 350 Meuro in un unico programma di intervento,
esclusivamente nella logica della pianificazione a scala di bacino, afferenti a
diverse fonti finanziarie.
Con riferimento poi, al Decreto del
Presidente del Consiglio dei Ministri 5 dicembre 2016 dal titolo "Approvazione dell'indicatore di
riparto su base regionale delle risorse finalizzate agli interventi dì
mitigazione del rischio idrogeologico" si è potuto verificare che,
con riferimento alla Regione Calabria, l'indice finale che si ottiene risulta
correttamente valutato sulla base del metodo prestabilito da ISPRA ed è pari a
4.43%. Se si analizza il solo Indicatore "Rischio da Frane" si può
facilmente constatare che la nostra regione è al quarto posto dopo la Campania,
la Toscana e la Liguria.
In considerazione del fatto che i dati
relativi alla popolazione soggetta a rischio frana e da alluvioni utilizzati
per la valutazione del riparto dei fondi non sono quelli derivanti dalle nuove
perimetrazioni della pericolosità da frana e da alluvioni predisposte
nell'ambito dell'aggiornamento del PAI proposto dalla già Autorità di Bacino nel
2016 e tuttora in fase di definizione, si è voluto fare un'ulteriore
simulazione considerando un numero di abitanti residenti nelle aree a rischio
idrogeologico doppio rispetto a quello utilizzato nelle valutazioni dell'Ispra.
II risultato che si ottiene in termini di indice finale è di 4.47% con una
differenza di 0.04% rispetto a quello sopra indicato e riportato nell'allegato
al suddetto DPCM. Tale differenza risulta del tutto irrilevante, a conferma che
il peso preponderante nella valutazione dell'indice di riparto è dato a superficie
e popolazione delle regioni. Tale percentuale risulta del tutto irrilevante ai
fini della collocazione della Calabria nella graduatoria ISPRA, a conferma che
il peso preponderante nella valutazione dell'indice di riparto è dato da
superficie e popolazione delle regioni ossia da insindacabili dati ISTAT e non
avrebbe comunque fatto modificare la graduatoria regionale per cui la Calabria
avrebbe continuato a essere classificata alla 11a posizione su base nazionale.
Il metodo tiene conto in particolare dei dati relativi alla superficie ed alla
popolazione delle varie regioni, che pesano rispettivamente per il 70% e il
30%. Il dato risultante, normalizzato a scala nazionale, viene quindi
moltiplicato per un fattore, variabile tra 0.9 e 1.05, che è valutato sulla
base di una serie di indici che prendono in considerazione il numero di
abitanti che risiedono in aree soggette a rischio idrogeologico. In
particolare, questi ultimi indici sono calcolati sulla base della popolazione che
risiede in aree soggette a pericolosità da alluvioni, da frane, da erosione
costiera e da valanghe con pesi rispettivamente di 60%, 33%, 6%,e 1%. I dati
relativi alla popolazione residente esposta alle varie tipologie di rischio
idrogeologico utilizzati nella valutazione degli indici di riparto per la
Regione Calabria sono del tutto coerenti con i contenuti degli strumenti di
pianificazione predisposti dalla già Autorità di Bacino Regionale che
consistono nei vigenti Piano di Bacino Stralcio per l'Assetto Idrogeologico
(PAI 2001), Piano Stralcio Erosione Costiera (PSEC) e Piano di Gestione del
Rischio Alluvioni (PGRA) approvato in via definitiva con DPCM 27/10/2016 e
pubblicato in GU n,28 del 3- 2-2017).
Punto 3
Presidi
Idraulici e Sistema informativo
La già Autorità di Bacino della Regione
Calabria nell'ambito delle attività di ricognizione sul territorio delle aree
pericolose, svolge attività ispettive dirette, con propri tecnici, e di tipo
indiretto recependo le segnalazioni provenienti dal servizio di monitoraggio
sui corsi d'acqua in capo a Calabria Verde, in modo da procedere con le
attività di programmazione e pianificazione degli interventi di propria
competenza.
La vicenda che riguarda l'organizzazione
e gestione dei Presidi Idraulici è abbastanza complessa: nella deliberazione di
Giunta regionale n. 301 del 11/09/2013 è contenuto il modello organizzativo che
struttura il controllo del territorio e le unità di personale necessarie a
garantirlo secondo livelli crescenti di efficienza ed efficacia del Presidi
Territoriali Idrogeologici e Idraulici (PTII).
Il modello organizzativo contiene
quattro livelli di organizzazione del servizio, a partire dal livello base (A)
che non necessità di organizzazione complessa e di costi elevati, fino ad
arrivare al Livello (D) più complesso.
Al momento a causa delle ristrette
disponibilità finanziarie è stato attivato solo parzialmente il Livello A
consistente nell'attività di monitoraggio volta a:
-
evidenziare
fenomeni di potenziale dissesto di opere idrauliche nell'alveo o nella sua
immediata prossimità, rilevando in particolare, attraverso sopralluoghi
periodici e programmati le variazioni intervenute che potrebbero essere fonti
di potenziali dissesti;
-
segnalare agli
Enti competenti eventuali fenomeni di abuso (discariche, scarichi abusivi,
prelievi di inerti, ecc.)
L'attuazione della Delibera di Giunta regionale
301/2013 è in capo all'A.FO.R, oggi Calabria Verde, cui, ai sensi della
Delibera di GR 602/2010 del 14.09.2010, compete la gestione tecnico
-amministrativa del PTII. Per quel che concerne il ruolo della Regione
nell'implementazione del cosiddetto "costoso Sistema Informativo" si
specifica che lo stesso è stato acquisito a seguito di un bando di gara a
diffusione europea a valere sulla Linea di Intervento 3.2.1.1 del POR - FESR
2007-2013 denominata appunto
"Azioni per il monitoraggio e la sorveglianza dei corsi d'acqua e la
conoscenza continua sul reticolo idrografico regionale" e di
conseguenza ha seguito le previste e stringenti procedure del POR. Tale bando prevedeva,
oltre all'acquisto di moderni e specifici prodotti software e Hardware, tra le
altre cose, l'implementazione di uno specifico web-gis per il recupero di tutte
le informazioni derivanti dai progetti di difesa del suolo già eseguiti negli
ultimi 10 anni, l'omogeneizzazione delle banche dati regionali e dell'ABR ma
principalmente un sistema che rendesse fruibili le schede di monitoraggio,
disponibili fino ad ora solo in formato cartaceo, e non georiferite, compilate
a mano durante i sopralluoghi dai sorveglianti idraulici nel corso dei vari
anni di attività.
dati già disponibili anche su
piattaforma web, sono fruibili dagli utenti abilitati e utilizzati anche nelle
diverse attività dell'ABR. Gli stessi dati costituiscono il punto di partenza o
la base a cui riferirsi per le successive attività di controllo e monitoraggio
da parte dei sorveglianti idraulici.
Il futuro delle attività di Sorveglianza
idraulica deve essere opportunamente definito nei ruoli, competenze e
soprattutto "garantito" da apposito personale opportunamente contrattualizzato:
fino ad oggi, paradossalmente, il personale preposto alla sorveglianza
idraulica non poteva eseguire sopralluoghi in caso di pioggia.
Punto 4
Soppressione dell'Autorità di Bacino
della Regione Calabria e definizione con "procedure d'urgenza" di una
legge regionale per la tutela e valorizzazione del suolo e del paesaggio.
Fermo restando che è condivisibile
l'idea di un riordino delle leggi che governano la difesa del suolo e la tutela
e valorizzazione del territorio a partire però dalla normativa nazionale e
quindi di Governo centrale, sembra in questa fase prematuro forzare la
"morte" di una struttura che nei fatti risulta in piena attività ed è
solo in via di trasformazione. La soppressione dell'Autorità di Bacino della
Regione Calabria, come tutte le altre Autorità di Bacino istituite ai sensi
della l. 183/1989, è funzionale alla costituzione delle nuove Autorità di
Bacino di Distretto, in questo specifico caso del Distretto dell'Appennino
Meridionale ed è solo dopo che il governo ne avrà definito le specifiche
competenze, che la Regione Calabria potrà analizzare il riordino delle
eventuali competenze residue nel tema specifico. A titolo di chiarimento circa
la soppressione dell'Autorità di Bacino della Regione Calabria si allega
l'avviso pubblicato dalla stessa ABR sul proprio sito istituzionale.
AVVISO
Avvio
Autorità di Bacino distretto Idrografico Appennino Meridionale
Il 17 febbraio 2017 è entrato in vigore
il Decreto del Ministro dell'Ambiente e della tutela del territorio e del mare
n. 294 del 25 ottobre 2016 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 27 del 2
febbraio 2017) in materia di Autorità di bacino distrettuali, che disciplina le
modalità e i criteri per il passaggio di competerne dalle vecchie Autorità di
bacino alle nuove Autorità dì bacino distrettuali. Dall'entrata in vigore del
suddetto D.M. 294/2016, risultano soppresse (art. 51, c. 4 della legge n.
221/2015} tutte le Autorità di bacino di cui alla legge J83/19S9 e i relativi
organi.
Nello specifico per il territorio
Calabrese, risultano soppresse:
-
L'Autorità di
Bacino Regionale così come definita dalla legge 35/1996
-
L'Autorità di
bacino Interregionale del Lao così come definita dalla legge 34/1996
La continuità delle funzioni tecniche e
amministrative delle soppresse Autorità di bacino, nelle more dell'emanazione
dei D.P.C.M„ di cui all'art. 63. c.4 de! d.lgs. ¡52/2006 con il quale si darà
l'avvio operativo alte Autorità di Bacino di distretto Idrografico, è comunque
garantita dalle disposizioni dello stesso Decreto Ministeriale all'art. 12.
L'art. 12 al comma 6 del DM 294/2016 stabilisce,
fra te disposizioni transitorie, fino al perfezionamento del processo di
riforma in corso che i Segretari Generali delle Autorità di Bacino Nazionali,
incaricati di dare attuazione allo stesso DM, si avvalgono delle strutture
delle Autorità di Bacino Nazionali, Interregionali e Regionali mediante delega
di firma al Referente delegato designalo dalla Regione Calabria.
La presente per comunicare altresì che i
Piani di bacino stralcio vigenti, a norma di legge, continuano ad essere
pienamente applicabili nel territorio di riferimento senza soluzione di
continuità e le loro disposizioni devono pertanto essere osservate.”
Il
referente delegato Ing. Salvatore Siviglia
Cannizzaro - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
in
materia sismica la maggiore tutela della pubblica incolumità, il riordino delle
relative funzioni, l'organizzazione delle strutture tecniche competenti e la
disciplina dei procedimenti per la vigilanza sulle costruzioni, era attivo fino
al 31 dicembre 2016 il regolamento regionale n. 7 del 28 giugno 2012, così come
previsto dalla legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009, attraverso l'utilizzo
del Sistema Informatico per l'Edilizia in Regione Calabria di cui all'art. 16
della predetta legge, indicato con l'acronimo SIERC;
atteso
che: la delibera di Giunta regionale n. 496 del 27 novembre 2015 approvava
disegno di legge in modifica della legge regionale n. 35 del 19 ottobre 2009,
evidenziando presunte criticità al sistema di trasmissione dei progetti ed alle
relative procedure di istruttoria, e che il Consiglio regionale commutava detta
proposta nella legge regionale n. 37 del 31 dicembre 2015, in funzione
dell'utilizzo della nuova piattaforma informatica denominata SISMI.CA,
sviluppato da una società aggiudicataria di una specifica gara avvenuta prima
dell'approvazione della delibera di giunta n. 496/2015, così per come citato
nella stessa;
rilevato
che: il 29 novembre 2016 è stato approvato il regolamento n. 15 della Regione
Calabria, attuativo della legge regionale n. 37 del 31 dicembre 2015, previsto
all'art. 17 l.r. 37/2015, a cura del settore 3 del dipartimento 6 del LLPP
della Regione Calabria, che detta le linee guida per l'operatività della nuova
piattaforma informatica, denominata SISMI.CA;
considerato
che: il regolamento n. 15/2016 della Regione Calabria, attuativo dei
provvedimenti abrogativi previsti dall' art. 18 della l.r. 37/2015, abrogazioni
della l.r. 35/2009 e del Regolam. R. 7/2012 in attuazione della stessa legge, é
in vigore dal 1" gennaio 2017;
verificato
che: l'entrata in vigore della nuova procedura telematica SISMI.CA ha creato
una paralisi del sistema procedurale rendendo impossibile la trasmissione delle
pratiche riguardanti i calcoli strutturali di edifici civili ed industriali c/o
gli uffici del Genio Civile, a causa di evidenti errori del sistema, bloccando
di fatto l'attività di studi professionali ed imprese edili operanti sul
territorio -:
quali
procedure immediate siano in atto per ripristinare il funzionamento regolare
delle procedure di deposito e/o autorizzazioni presso gli uffici del genio
civile;
quali
responsabilità siano da attribuire alla società di gestione del sistema
telematico inefficiente e quali azioni eventuali, anche di carattere
sanzionatorio, abbia previsto nei confronti della stessa società;
quale
forma di indennizzo sia da prevedere alla luce del perdurare del disservizio
che causa enormi problemi economici a studi professionali ed imprese edili, con
inevitabili ricadute negative sull'intera economia del settore;
i
"benefici economici", e quindi i costi, che avrebbe prodotto il
passaggio dal sistema "SIARC" a quello "SISMI.CA", tali da
consentire uno stravolgimento di un intero settore strategico dell'economia
calabrese;
come
sia stato possibile aggiudicare una gara, e quindi pubblicarla e valutarla, ad
una società che ha sviluppato un sistema informatico - SISMI.CA - prima ancora
che venisse approvata la D.G. 496 del 27.11.2015, contenente la proposta di
legge regionale, approvata successivamente - n. 37 del 31.12.2015 - e prima
ancora che venisse emanato il regolamento regionale - n. 15 del 29.11.2016 -
previsto nella stessa legge e che detta, tra le altre cose, le linee guida per
l'operatività del sistema informatico SISMI.CA;
come
sia stato possibile approvare la legge regionale n. 37 del 31.12.2015 senza
alcun impegno economico a fronte della spesa prodotta in via preliminare -
piattaforma telematica SISMI.CA - la modifica strutturale di più iter
amministrativi/tecnici, con spese previste ben quantificate, e l'aver
"sostituito/abrogato" la legge regionale n. 35 del 19.10.2009, che
ben chiaramente produceva spesa, come espresso agli art. 3 e 16, comm. 3 e 4
della stessa.
(258;
15/02/2017)
Risposta:“La legge regionale n. 37/2015 disciplina le
procedure per la trasmissione e l'istruttoria dei progetti e degli atti
amministrativi inerenti l'applicazione della normativa sismica. La medesima
legge ha introdotto, tra l'altro, un sistema informatico di trasmissione dei
progetti, nonché degli atti amministrativi ad esso connessi, escludendo la
trasmissione cartacea. Di conseguenza, anche l'istruttoria da parte degli
Uffici regionali preposti, il rilascio dei pareri e quant'altro attinente la
pratica avviene in forma telematica con firma digitale.
Il nuovo sistema informatico (denominato
SISMICA) è stato sviluppato dalla società aggiudicataria della relativa gara,
in collaborazione e la supervisione dell'amministrazione regionale. Gli Ordini professionali
sono stati coinvolti, attraverso i propri rappresentanti, nello sviluppo del
sistema e nella stesura della citata legge regionale n. 37/2015. La legge
regionale n. 37 del 31.12.2015 all'art. 17 comma 1 demandava alla Giunta regionale
l'emanazione del relativo Regolamento attuativo e degli eventuali allegati
tecnici. Il regolamento e i relativi allegati tecnici sono stati, nell'ambito
di una fattiva e consueta collaborazione, oggetto di preventiva concertazione
con gli Ordini professionali. La legge regionale n. 37/2015 e il relativo regolamento
n. 15/2016 sono entrati in vigore con decorrenza il 1 gennaio 2017 e, in
contemporanea, è entrata operativa la piattaforma informatica SISMI.CA.
A seguito di circa cinque mesi di
operatività della piattaforma, gli Ordini professionali hanno manifestato e
osservato alcune criticità della stessa e, di conseguenza, hanno avanzato
richieste di alcune modifiche.
Va sottolineato che un numero
consistente di progetti erano stati comunque inoltrati utilizzando la piattaforma
anche durante questo periodo (circa 500 progetti completi solo fra marzo e
aprile 2017).
Al fine di far fronte a tali
segnalazioni e determinare gli eventuali correttivi da apportare alla
piattaforma, è stato concordato con gli Ordini l'istituzione di un tavolo
tecnico costituito da numero tre rappresentanti nominati dall'amministrazione
regionale, tre rappresentanti nominati collegialmente dagli Ordini
professionali degli ingegneri e degli architetti e un rappresentante dell'ANCE
Calabria.
Tale tavolo tecnico ha altresì il
compito di monitorare e classificare alcune opere di cui si chiede
l'istruttoria, al fine di consentire l'ottimizzazione dei dati strutturali che
il professionista deve inserire nella piattaforma.
Il tavolo tecnico si è già riunito due
volte durante il mese di giugno 2017 proponendo ulteriori semplificazioni
immediatamente accolte dall'amministrazione regionale. Le riunioni del tavolo
tecnico proseguiranno a cadenza definita dai membri del tavolo stesso.
In merito all'introduzione del sistema
SISMI.CA, l'art. 16 comma 1 della legge regionale n. 35/2009, prevede che la
Giunta regionale approvi un regolamento attuativo. L'art. 16 comma 2 bis della
stessa legge, inserito con legge del giugno 2012, recita testualmente:
"Il regolamento di cui al comma 1
disciplina anche le procedure, le modalità ed i termini di attuazione del
sistema digitale di trasmissione dei progetti, cosi come definiti dalla
normativa nazionale e regionale vigente in materia".
In base a questa legge il dipartimento Infrastrutture,
Lavori Pubblici e Mobilità ha pubblicato il bando che prevedeva la
digitalizzazione completa del SIERC. L'evoluzione del SIERC, risultato di
questa gara, è l'attuale piattaforma SISMICA.
La completa digitalizzazione del sistema
agevola notevolmente gli utenti consentendo di risparmiare spostamenti e
costose copie dei progetti da depositare.
La legge regionale 37/2015, così come la
precedente 37/2009, prevede il pagamento di una tariffa per l'istruttoria da
parte del richiedente. Le risorse rese disponibili dal pagamento di questa
tariffa coprono le spese prodotte dall'applicazione della legge.”
Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)
Mirabello - Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
gli
Ordini professionali hanno più volte evidenziato le criticità nell'attuazione
della legge regionale di cui all'oggetto e del relativo regolamento, finanche
nell'imminenza dell'entrata in vigore prevista per il 1 gennaio u.s.;
il
percorso che ha portato al proponimento della procedura informatizzata per le
autorizzazioni sismiche, ovvero della piattaforma informatica regionale
denominata SISMI.CA, è stato anche generato al Tavolo Tecnico istituito con i
dieci Ordini professionali degli ingegneri, degli architetti e dell'ordine
regionale dei geologi della Calabria, dopo che sono stati rilevati i limiti
della precedente procedura SIERC;
visto
che: le procedure attuate dagli Uffici regionali preposti all'applicazione
della normativa sismica, non consentono in alcun modo, di garantire tempi
certi, in merito al rilascio delle necessarie autorizzazioni e/o certificazioni
propedeutiche alle attività edilizie, né a garantire così livelli maggiori di
sicurezza sismica, situazione che determina gravissimi danni al tessuto economico
territoriale;
considerato
che l'avvio di questa procedura ad oggi si presenta lastricato di
incomprensibili ritardi, blocchi e sospensioni della trasmissione dei progetti
che impediscono non solo ai professionisti l'esercizio dell'attività
professionale ma provocano un danno economico enorme a tutta la filiera del
settore dell'edilizia già amplificato dall'attuale drammatica crisi lavorativa
-:
quali
iniziative decise e risolutive si intendono adottare al fine di garantire un
processo di cambiamento finalizzato ad assicurare efficacia, efficienza e
sicurezza nell'interesse generale dei cittadini calabresi;
se
non si intenda sospendere l'attuale piattaforma informatica con lo scopo di
appurarne la piena funzionalità attivando le necessarie procedure di verifica
nonché tutte le azioni di integrazione e semplificazione, al fine di renderla
efficiente nell'uso per l'utente.
(262;
07/03/2017)
Risposta: “La legge regionale n. 37/2015 per la
trasmissione e l'istruttoria dei progetti e degli atti amministrativi inerenti
l'applicazione della normativa sismica ha introdotto, tra l'altro, un sistema
informatico di trasmissione dei progetti completamente digitale.
Gli
Ordini professionali sono stati coinvolti, attraverso i propri rappresentanti,
nello sviluppo del sistema e nella stesura della citata legge regionale. La legge
regionale n. 37/2015 e il relativo regolamento n. 15/2016 sono entrati in
vigore con decorrenza il 1 gennaio 2017 e, in contemporanea, è entrata
operativa la piattaforma informatica, denominata SISMI.CA.
Durante
i primi mesi di operatività della piattaforma, gli Ordini Professionali hanno
manifestato e osservato alcune criticità della stessa e, di conseguenza, hanno
avanzato richieste di alcune modifiche.
Va
sottolineato che comunque, anche durante questo periodo, un numero consistente
di progetti erano stati comunque inoltrati utilizzando la piattaforma (circa
500 progetti completi solo fra marzo e aprile 2017).
Al
fine di determinare gli eventuali correttivi da apportare alla piattaforma, è
stato concordata con gli Ordini l'istituzione di un tavolo tecnico costituito
da numero tre rappresentanti nominati dall'amministrazione
regionale, tre rappresentanti nominati collegialmente dagli Ordini
professionali degli ingegneri e degli architetti e un rappresentante dell'ANCE
Calabria.
Il
tavolo tecnico si è già riunito due volte durante il mese di giugno 2017
proponendo ulteriori semplificazioni immediatamente accolte
dall'amministrazione regionale, fra le quali la temporanea sospensione della
sezione della piattaforma che richiede l'introduzione della maggior parte dei
dati strutturali. Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (Assessore alle Infrastrutture)