X^ LEGISLATURA
RESOCONTO INTEGRALE
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n. 23
SEDUTA Di
GIOVEDì 14 LUGLIO 2016
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO E
DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
La seduta è aperta. Diamo lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta
precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni
presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta scritta
alle interrogazioni numero 176 e 177 del 17 maggio 2016 a firma del consigliere Orsomarso.
(Sono riportate in allegato)
Prima di passare la parola all’assessore Russo chiedo all’Aula di dedicare un minuto di
silenzio in memoria delle vittime del disastro ferroviario avvenuto in Puglia.
(I consiglieri ed i presenti si levano in piedi ed osservano un minuto
di silenzio)
Dispone la sospensione dei lavori per problemi tecnici.
Passiamo all’esame dell’unico punto all’ordine del giorno che riguarda la discussione sul Piano Regionale dei Trasporti “Adozione della proposta preliminare di Piano Regionale dei Trasporti e del rapporto ambientale preliminare. Espletamento delle procedure di valutazione ambientale strategica per l’approvazione del PRT”.
Ringrazio il Presidente, il Consiglio
regionale e i consiglieri, credo che oggi sia una giornata importante perché il Piano Regionale dei Trasporti di cui è dotata la Regione ha compiuto i 20
anni durante i quali è passato di tutto e di più ed è particolarmente
importante che si riesca a dare alla Regione…
(Interruzione)
Persiste un problema di linea
elettrica esterna. Ora siamo direttamente collegati senza gruppo di continuità.
Pertanto speriamo di continuare con i lavori.
Chiedo all’assessore Russo di continuare con la sua relazione. Prego.
Ricomincerò da dove ero arrivato prima.
Mi è necessario fare dei ringraziamenti, per cui qualche minuto lo
devo necessariamente destinare a questo; certamente devo ringraziare per il
lavoro svolto in questi 6-7 mesi per redigere questa proposta preliminare di Piano.
Ringrazio
il Presidente del Consiglio regionale ed i consiglieri, così come
ringrazio in modo particolare il Presidente della Regione,
Oliverio, e tutta la Giunta con cui abbiamo avuto un costante interscambio di
opinioni; ringrazio la deputazione parlamentare e la Commissione trasporti
della Camera con cui abbiamo avuto un interfacciamento diretto su molti dei
punti riguardanti il Piano dei trasporti, in particolare il ministro Delrio, il
sottosegretario De Vincenti, il sottosegretario all’ambiente che abbiamo
incontrato con l’assessore Rizzo e il Ministro allo sviluppo economico; quindi
tutti i dirigenti e i funzionari della Regione che hanno partecipato alla
predisposizione di questa proposta preliminare di Piano, i dirigenti ed i
funzionari del Consiglio regionale che hanno partecipato a questa fase delle
nostre riflessioni ed alla strutturazione del percorso formale di approvazione.
Mi
corre l’obbligo di fare un ringraziamento particolare ai sindacati dei
lavoratori, con cui ci siamo interfacciati costantemente, quindi Cgil-Cisl-Uil, Ugl, Sul e Usb, e anche alle
scale territoriali e settoriali, come trasporti, cultura, portuali, alla Confindustria nelle sue articolazioni territoriali e settoriali con
tutta una serie di specificazioni che abbiamo avuto e con la partecipazione
diretta delle aziende di trasporto ai tavoli che abbiamo predisposto.
Abbiamo avuto una serie di interlocuzioni
molto forti che hanno portato specificazioni ben precise: l’associazione degli
agricoltori, la Coldiretti, l’associazione dei commercianti e degli artigiani,
le cooperative.
Mi corre l’obbligo di ringraziare anche le
associazioni della società civile a partire da quelle che si impegnano per la
sicurezza sulle nostre strade come: “Basta vittime sulla 106” e gli “Amici
dell’Upi”; le associazioni culturali, il Touring
Club, Italia Nostra, Legambiente, la Fai che hanno praticamente partecipato a
tutte le fasi più importanti della stesura della proposta preliminare.
Molte interazioni le abbiamo avute con le
associazioni dei pendolari che utilizzano le nostre ferrovie. Le specificazioni
ulteriori con i circoli che si occupano di mare dal Circolo Velico alla Lega
Navale; ancora gli ordini professionali con cui abbiamo avuto proficui scambi
di interazione nell’ambito e mentre stavamo sviluppando il Piano stesso; i
sindaci che sono stati parte attiva in molte fasi della organizzazione del Piano
e ricordo gli incontri nell’area grecanica, nella locride, nella Sibaritide, nella Piana; i sindaci delle
grandi città da Reggio Calabria, città metropolitana, a Catanzaro, città capoluogo;
tutti i sindaci che hanno partecipato agli incontri che abbiamo avuto sia a Germaneto che nella sede del Consiglio da Rocca Imperiale a
nord per arrivare a Melito Porto Salvo; ancora i
sindaci che sono impegnati in prima persona in una delle azioni più importanti
quale quella dei migranti; le università radicate in Calabria con cui c’è stato
un confronto molto importante a partire dalle più piccole come l’Università per
Stranieri “Dante Alighieri”, all’Università della Calabria, alla Magna Grecia
di Catanzaro, alla Mediterranea di Reggio Calabria e anche alle Università
telematiche che hanno molta utenza di cittadini e di ragazzi calabresi; le
scuole superiori con cui c’è stato un confronto proficuo a partire
dall’Istituto tecnico superiore di Polistena;
l’Autorità portuale di Gioia Tauro e il suo ufficio tecnico, al Comitato
portuale; la direzione marittima di Reggio Calabria, le Capitanerie di Vibo
Valentia, di Crotone e di Corigliano.
Infine, nel quadro dei grandi confronti con gli apparati statali,
l’interfaccia col mestiere delle infrastrutture che è stata sistematica e
costante ed in particolare con l’unità di missione nella nuova versione che ha
proposto e organizzato il ministro Delrio nelle nuove articolazioni.
Dal primo giorno siamo stati Regione di confronto anche con l’unità di
missione, i grandi enti di Stato, l’Anas, Fi, Enac,
Trenitalia e Ferrovie della Calabria, i Prefetti, a partire da Sua Eccellenza
Sammartino, Prefetto di Reggio Calabria, fino a Sua Eccellenza Latella,
Prefetto di Catanzaro. Abbiamo avuto incontri anche con la magistratura proprio
perché riteniamo che ci siano delle azioni specifiche e delle misure specifiche
di cui parleremo tra poco. Le forze di Polizia ma, sul territorio, anche il
confronto con i sacerdoti impegnati nel sociale e nella difesa delle categorie
più deboli.
Un ringraziamento particolare poi alla stampa, alle televisioni, ai
giornali on-line, ai giornalisti, agli scrittori e registi che ci hanno
accompagnato e dato una serie di indicazioni sistematiche nella organizzazione
del nostro lavoro.
Tra questi farebbe piacere ricordare non solo gli scrittori che abbiamo
e che sono con noi e che ancora leggiamo tutti ma, anche, gli scrittori che non
sono più con noi, essendo le loro opere una sorta di curriculum, di
vademecum da seguire a partire da Alvaro, considerato che gli stessi e le loro
opere sono richiamati all’interno delle riflessioni che stiamo facendo.
Poi mi corre l’obbligo di ringraziare i ragazzi che hanno collaborato
con me, una struttura completamente in house della Regione, l’ingegnere Chilà, l’ingegnere Cartisano,
l’ingegnere Pellicanò, l’ingegnere Fortugno. Tutti ragazzi formati nelle Università calabresi
e tutti ragazzi calabresi. Poi anche il signor Silva e il dottor Michele Grosi.
Credo che gran parte dei meriti – se ci sono dei meriti nelle cose che
abbiamo scritto – va ai ragazzi che hanno collaborato. E’ evidente, invece, che
se ci sono errori o manchevolezze non può che esser mia la responsabilità.
In questo senso il ringraziamento va anche agli amici delle varie
strutture della Regione che hanno collaborato. Dallo stesso dipartimento
infrastrutture, l’ingegnere Zinno, al Nucleo di
valutazione con l’ingegnere Soda e tutti i suoi collaboratori.
Credo che lo strumento che abbiamo redatto sia perfettibile e migliorabile ma è una base di partenza particolarmente interessante perché è il frutto di un confronto serrato.
Un confronto serrato con i tempi
che abbiamo avuto e che a partire dalla approvazione ha visto due grandi assemblee generali con l’invito di
tutti gli enti locali, le Università, le associazioni datoriali, sindacali,
associazioni della società civile che ha portato a presenze molto forti nelle
due grandi sedi istituzionali della nostra Regione, la prima a Germaneto e la seconda qui in Consiglio regionale. Anche
simbolicamente abbiamo voluto operare nelle due sedi rappresentative del potere
legislativo ed esecutivo della Regione.
Oltre 200 persone hanno direttamente partecipato a tutte le fasi di cui
parlavo prima. L’interlocuzione con i gruppi è stata molto forte perché ha
portato a più di 30 specificazioni fatte dai gruppi sociali, dai circoli, dalle
organizzazioni culturali e civili.
Nello specifico ci sono state precisazioni date dai singoli che abbiamo
accettato, anche se dal punto di vista strettamente formale la fase di
interlocuzione col singolo cittadino è rinviata alla proposta definitiva.
Abbiamo ritenuto che fosse importante che anche nella fase preliminare
ci fosse questa apertura ai cittadini e questo è il motivo per cui abbiamo
ritenuto particolarmente utile chiedere – l’abbiamo fatto in quarta Commissione
e all’unanimità è stata accettata la proposta – di portare in Consiglio la
proposta preliminare di Piano.
Quindi anziché seguire le prassi consolidate di portare la versione
definitiva e finale, come è in tutte le legislazioni, abbiamo chiesto di
discutere già la proposta preliminare perché volevamo che la massima Assise
della democrazia, della rappresentatività dei cittadini della Calabria fosse
partecipe fin dal primo strumento messo in campo.
Dando, già nella proposta preliminare, quindi, la possibilità di
intervenire in senso alto in tutta la struttura del provvedimento che ci siamo
dati. Tutto questo rappresenta in qualche modo il punto di partenza cui vogliamo,
in qualche modo, oggi fare delle specificazioni che mi permetto di esporre
anche se ad esse devo dedicare necessariamente qualche altro minuto.
Penso che questo Piano, questo strumento con le potenzialità che offre
alla Calabria, la sua lettura di sistema, la lettura di cosa è accaduto in
questi 20 anni e di cosa prospettiamo e immaginiamo che possa accadere, debba
trovare in qualche modo linfa nella nostra stessa storia, nella storia di
questa terra, nelle sue competenze e nei suoi momenti più alti.
Questo in qualche modo mi fa richiamare cinque momenti, prima di
entrare nel dettaglio e nel tema che ci siamo dati e prima di specificare le
azioni con le loro caratteristiche principali e con le loro definizioni.
Lo vedremo dall’Azione 1. Vediamo che i grandi momenti della Calabria
sono stati connessi con l’economia del mare, con la sua capacità di proiettarsi
verso altre genti e verso altri territori. Valga per tutti l’inizio della
nostra storia e quanto in essa rappresenti Sibari.
Quando Sibari era la più grande città del
Mediterraneo con 300 mila abitanti che, di fatto, governava l’economia del
Mediterraneo, le altre città non c’erano ancora. Non c’era certamente Roma, che
era un villaggio, ma non c’erano nemmeno Atene e Sparta. Quando Sibari dominava il Mediterraneo con la sua economia gli
altri popoli erano ancora in una fase primordiale, non sapevano nemmeno cosa
fosse l’economia.
Penso, quindi, a questo grande momento della storia così come un altro
grande momento della storia è stata la partecipazione della struttura dei
Normanni con l’innovazione che hanno portato, una innovazione che veniva da sud
e dall’Asia. Facciamo, poi, un salto di 16 secoli arrivando alla seconda fase
che non può che essere racchiusa, in qualche modo, dall’esempio, che per me è
illuminante e rappresentativo, di Serra San Bruno con l’esperienza di Bruno che
viene dalla Germania, dalla Francia ed in qualche modo con la cultura del nord
che viene a sposarsi con quella della Calabria.
Di nuovo una grande apertura alle genti ed alle esperienze di altri
luoghi e terre, di altre letterature, filosofie e di altri pensieri.
Poi un altro momento che è molto rappresentativo: penso al 600, penso a
Mattia Preti e a questa esperienza che si trasferisce dai borghi della
Calabria, da Taverna a Napoli, a Roma, a Malta. Di nuovo questa grande
esperienza internazionale, questa grande cultura internazionale che fa della
Calabria uno dei centri più importanti del Mediterraneo. Ancora oggi la
Calabria ha questo riferimento fortissimo con Malta da una parte e con Roma e
Napoli dall’altra. Mattia Preti in qualche modo rappresenta un momento, il
terzo dei grandi momenti che vogliamo richiamare.
Poi c’è un altro momento, per me particolarmente emozionante, e ci
ritroviamo al punto primo. Credo che se si potesse dedicare questo Piano, se
fosse permesso fare una dedica, anche se non è possibile poi nei fatti
specifici, lo farei ricordando, per me è molto importante, le due grandi
esperienze che abbiamo avuto di emigrazioni che hanno visto la nostra terra non
solo come terra di immigrazione ma purtroppo anche di emigrazione che ha
portato, probabilmente, ricchezza da altre parti ma ha portato dei lutti
fortissimi.
Penso a cosa è successo a Marcinelle dove
oggi da qua a 20 giorni avremo, di fatto, il sessantesimo anniversario, l’8
agosto. Penso ai morti del sud Italia, a quelli della Calabria per il carbone
che doveva dare al nostro Paese il rilancio della economia.
Non posso che pensare a Monongah, ai morti
della Virginia, di nuovo l’altra grande emigrazione con i 40 minatori calabresi
morti nelle miniere.
Questo mi porta alla riflessione di oggi che purtroppo – e come il
Presidente ha avuto prima la possibilità di introdurre con la richiesta del
minuto di silenzio per le vittime dell’incidente ferroviario in Puglia – non
posso non ricordare i due grandi incidenti che in qualche modo fanno capo alla
storia, alla vita, alla cultura, a tutto quanto siamo noi oggi in questa sala,
così come ci siamo determinati in quanto rappresentiamo tutti i cittadini che
stanno fuori: quello di Gioia Tauro, del 1970, al momento di massima tensione
che si è avuta nel nostro territorio, con un processo sociale particolarmente
difficile e complesso, duro in tutti i suoi aspetti; e l’incidente di Crotone
del 1989 con 12 morti. Quello è sì un elemento molto importante su cui noi
dobbiamo fare mente locale.
L’incidente di Crotone, i 12 morti di Crotone che sostanzialmente hanno
la stessa natura dei morti della Puglia - perché l’incidente accade a Crotone
esattamente perché non funziona il blocco automatico e si passa al blocco
telefonico. La stessa cosa del 1989 ci si propone ora a 27 anni di distanza,
esattamente gli stessi morti quelli della Puglia come quelli di Crotone.
Il nostro pensiero – di questo certamente ringraziamo il presidente
Irto – non può che andare ai morti della Puglia che sono i nostri morti del
Mezzogiorno.
Certamente dove dovremmo fermarci? Credo che la musica che dovrebbe
accompagnare questo Piano, almeno così è stato per me quando mi sono trovato a
lavorare con delle pagine bianche che era il Piano dei trasporti della Calabria
e mi sono dovuto mettere a scrivere oltre a questi pensieri che richiamavo
prima dei nostri morti, di quelli delle miniere, se dovessi definire una
colonna sonora di questo Piano certamente mi farebbe piacere pensare e tornare
di nuovo all’area della Magna Grecia, tornare a Crotone e a Rino Gaetano.
Se dovessi dare una colonna sonora, penso che certamente questa
dovrebbe essere “Il cielo è sempre più blu” perché credo che accanto a chi
suda, a chi lotta, a chi mangia una volta, a chi manca la casa, a chi vive da
solo, a chi prende assai poco certamente c’è chi muore al lavoro, c’è chi vive
in Calabria ma certamente l’idea è che non può non esserci “un cielo sempre più
blu”.
Questo non può che essere il nostro obiettivo. Il nostro obiettivo è
avere un progetto preciso di sviluppo che deve partire da indicazioni molto
forti e le indicazioni molto forti partono dalla delibera di Giunta regionale
numero 1 del 2016 che in qualche modo è anche esemplificativa di una volontà,
di una scelta politica.
La delibera numero 1 è stata una scelta che abbiamo fatto, e non è
casuale che la prima delibera del 2016 sia la delibera di approvazione degli
obiettivi del Piano.
Piano sì composto da specifiche misure - di cui parleremo adesso e che
sono state argomento di discussione forte tra di noi. Il Piano deve partire e
in questo caso se avete le slide potete facilmente seguirmi.
Il Piano deve partire da quella che è la situazione attuale che vede,
di fatto, la Calabria tra le regioni meno sviluppate di tutta l’Unione europea,
con un reddito medio inferiore al 75 per cento di quello europeo. Se passiamo
direttamente alla seconda slide che informa le nostre riflessioni si
vede qual è il reddito medio della Calabria rispetto alle altre regioni del
nostro Paese.
Il reddito medio della Calabria è metà del valore del reddito medio
delle nostre regioni. Passiamo da 16 mila per la Calabria a 32 mila per le
altre regioni europee.
Questo vuol dire che nella delibera 1 vengono identificati i quattro
principi fondamentali rispetto a cui il Piano si deve muovere. Il primo
principio non può che esser questo, non può che esser lo sviluppo economico e
quindi la capacità di recuperare questo gap.
Il Piano non è importante perché abbiamo realizzato l’ennesimo
documento che mettiamo nel cassetto, ma se costruisce uno strumento che serve
per arrivare ad un certo punto.
Partiamo da un reddito medio che è meno del 50 per cento, vogliamo
recuperare questo gap. Primo punto.
Secondo punto: l’accessibilità esterna.
La nostra regione – lo vediamo tra un attimo – anche se si trova al centro del bacino del Mediterraneo non è accessibile, non ci sono servizi né infrastrutture adeguate e quindi l’accessibilità esterna per la nostra regione non c’è.
Purtroppo, non solo non c’è accessibilità esterna ma non c’è nemmeno
quella interna, cioè a dire dalle aree costiere e dagli stessi poli
infrastrutturali che abbiamo non riusciamo a raggiungere il cuore dei nostri
Parchi, il cuore del nostro interno, le aree interne sono disconnesse.
Il quarto punto – non solo quindi sviluppo economico o accessibilità
interna ed esterna – vede certamente la necessità di un grande strumento di
sostenibilità ambientale, economica e sociale. Non intendiamo derogare in nulla
alla sostenibilità, le garanzie che abbiamo nella nostra regione, i nostri
mari, il nostro verde non sono assolutamente scambiabili con le innovazioni
infrastrutturali.
Per quanto ci riguarda la sostenibilità è uno dei 4 punti forti su cui
si deve muovere il Piano.
Per chi ha avuto o avrà la pazienza di andare dentro le riflessioni del
Piano, questi 4 grandi obiettivi vengono articolati in 10 azioni, ciascuna
delle quali viene specificata in 10 misure. Sostanzialmente ci sono 100 misure
per cambiare la Calabria.
Velocemente cerco di partire dalla prima e dicevo prima che la
struttura del Piano è di tipo nuovo, di tipo 3.0. Spieghiamo nel documento che
i piani di classe 1.0, il vecchio Pft ecc., erano i
piani dove si facevano solo le infrastrutture. Si è capito poi a partire dal Pgtl – quindi i piani di classe 2.0 – che le infrastrutture
si devono fare se c’è la domanda. Quindi, se abbiamo una domanda di trasporto
aereo, navale, ferroviario e stradale, facciamo le infrastrutture.
Adesso siamo ai Piani 3.0, cioè i trasporti sono l’elemento connettivo
della nostra società, sono l’elemento su cui si sta fondando lo sviluppo della
società ma se è così non possiamo parlare solo della nostra generazione, di
quella che siede in quest’Aula, di quella che sta fuori, che sta a lavorare,
che sta a faticare.
Il nostro pensiero deve essere anche per le nuove generazioni e lo
vediamo tra un attimo.
L’equilibrio generazionale è uno dei temi principali. Noi ci assumiamo
la responsabilità per noi e per le generazioni successive. Non è solo la nostra
responsabilità, questo non è un Piano che sol perché nasce deve essere
operativo, non è un Piano di quello che facciamo stasera e poi dopo domani
mattina lo possiamo cambiare.
Ricordo che Copenaghen il Piano dei Five
Fingers, fatto nel 1945, lo ha mantenuto per 70
anni ed oggi Copenaghen è la città più vivibile di tutta Europa. E d’altronde
abbiamo visto – lo dicevo poco prima – che il vecchio Piano che abbiamo in
Calabria risale a venti anni fa.
Allora noi dobbiamo avere la capacità di fare un Piano che sia
modificabile e migliorabile ma che abbia dentro di sé le migliori proposte per
noi che siamo qui adesso ma anche per i ragazzi, per i bambini, per quelli che
ancora non ci sono o che ci saranno tra 20 anni.
La capacità deve essere quella di vedere l’attuale ma di riuscire a
leggere il futuro.
Questo è il motivo per cui la prima azione si rivolge alla formazione,
ricerca, informazione e innovazione.
La prima misura di questa azione è rivolta agli istituti comprensivi,
alla scuola elementare e media con le vecchie dizioni. La seconda misura è
rivolta agli istituti superiori e quindi all’Its,
alle Università.
Noi diciamo che l’economia del mare è momento forte della Calabria, che
ha determinato la Calabria al centro del Mediterraneo. Dicevo prima che Sibari è la più grande città della storia del Mediterraneo
nella cultura occidentale. Quando c’era Sibari, Atene
non c’era ancora, quando c’era Sibari non c’erano
Sparta e Roma.
Quando a Sibari c’erano 300 mila abitanti,
nessuna città dell’Occidente Mediterraneo e della nostra cultura latino-greca
aveva una potenza economica come quella di Sibari.
Questa è la nostra storia e questi sono i grandi momenti.
Lo dicevo dopo con i Normanni e con San Bruno, ma non voglio tornare
alle cose che ho già detto.
Dicevo che allora l’economia del mare è centrale. Questi passaggi
devono essere forti a partire dalla scuola elementare e dobbiamo riappropriarci
di questi contenuti. Il Piano non deve essere un Piano 3.0 cioè non deve essere
un Piano delle infrastrutture, facciamo un chilometro di autostrada in più,
facciamo 600 metri di ferrovia in meno, allunghiamo una banchina di 400 metri o
scaviamo 3 metri in un fondale.
Il Piano deve partire dalla formazione perché dobbiamo essere in grado
di dare alle nuove generazioni la capacità di leggere i grandi momenti della
Calabria che sono connessi con l’economia del mare e lì dobbiamo tornare.
Se rivendichiamo il ruolo di regione al centro del Mediterraneo non
deve essere una sovrastruttura ideale che ci facciamo noi perché ce la siamo
inventati ora che siamo un po’ più grandi, ma deve essere una cosa che deve
crescere con i bambini. Questa è la prima cosa che noi mettiamo, la prima
misura della prima azione, ma tutto quanto questo deve essere connesso con un
percorso complessivo.
Come dicevo, le alternanze scuola-lavoro stesso devono essere rilette
in questa chiave ma in questa chiave possiamo rileggere anche il nostro sistema
dei musei. Quindi non più dei luoghi semplicemente specificati come una
raccolta più o meno guardabile o consultabile di reperti che vengono da qualche
pezzo di antichità più o meno conosciuto o più o meno non conosciuto.
Dobbiamo passare da un insieme di musei ad una rete di musei ad un
sistema di musei che deve essere di supporto a questa riflessione. Quindi per
noi l’archeologia marittima e subacquea sono must
che ha solo la Calabria.
Lo ripeto perché il diamante che abbiamo non ce l’ha nessuno ed i
Bronzi di Reggio Calabria sono unici, devono essere però la punta di diamante
del sistema museale di riferimento che non può che esser collegato alla
formazione e subito dopo c’è da vedere quali sono gli Its.
Se andiamo nelle specificazioni vediamo che le altre regioni hanno
avuto finanziati tutta una serie di programmi Its e
di fatto alla Calabria nemmeno uno.
La specificazione della strategia intelligente, la Smart Specialization Strategy,
anche su questo il ritorno è modesto e non abbiamo avuto dei ritorni forti o
specificazioni. Tutto questo porta a doversi correlare. Se andiamo alle slide
8 e 9 dove ci sono queste specificazioni delle altre misure su cui possiamo
parlare e su cui dobbiamo parlare quando e come vogliamo.
Questo significa mettere insieme a quel che dicevo prima, ricostruire
questo collegamento che va da Sibari e che da Sibari deve andare alla Information Tecnology
più avanzata.
Abbiamo problemi di controllo delle nostre strade molto forti, delle
nostre autostrade, di sistemi di trasporto collettivo, il controllo dello
Stretto.
Tutte queste cose devono essere fatte con insufflazioni di Information Tecnology tra le più avanzate.
Insieme a questo passiamo all’Azione 2 che è rivolta a tutte le città,
da quella metropolitana di Reggio Calabria all’area dello Stretto, alle Smart
City che devono avere la possibilità di diventare città della Calabria.
Ricordo quali sono i punti di partenza. Se guardate tra le slide 9 e 10, ci sono i riferimenti che abbiamo messo e, purtroppo, sostanzialmente la Calabria - in questo caso sono delle graduatorie fatte tra i capoluoghi di regione - è rappresentata dal suo capoluogo di regione e oscilla sempre tra l’ultima e la penultima posizione nella condizione di vivibilità delle città, sia per gli indici di ciclabilità sia per gli utenti del trasporto pubblico sia per gli autobus e così via.
Quindi non solo sulle infrastrutture ma anche sui servizi c’è da recuperare e c’è da pensare.
Ma c’è da pensare anche sulle gerarchie della mobilità a scala urbana. La gerarchia della mobilità a scala urbana – lo dicevo prima – per le città più vivibili, a partire da Copenaghen che cito di nuovo come esempio perché è considerata la città più vivibile d’Europa, vede come gerarchia al primo punto le reti pedonali.
Di fatto le reti pedonali vedono
la Calabria all’ultima posizione in Italia. Sostenere e proteggere i modi non
motorizzati, a piedi e bicicletta, le zone green
seguendo l’Action
Plan e Urban Mobility della Commissione europea.
Il riferimento costante per noi è stata
l’Europa in tutte le sue caratteristiche. Ci sono altre specificazioni
dell’Azione 2 su cui potremo tornare a partire dalla City Logistic, l’integrazione con la
gerarchia di reti che dicevo prima.
Il terzo obiettivo e quindi la terza azione
riguarda tutto quanto il Tpl e le specificazioni dei Piani
tattici che storicamente vengono fatti come Piani tattici dei trasporti.
In questo caso noi abbiamo la recente legge
regionale numero 35 su cui si sta lavorando e che è stata lungamente
In questo caso noi abbiamo la recente legge
regionale numero 35, su cui si sta lavorando e che è stata lungamente
dibattuta, sulla quale si stanno facendo adesso delle prime specificazioni, con
implementazioni nuove di una rilettura dello stesso sistema dei servizi,
cercando di metter mano a quella che era stata finora una sommatoria di servizi
ottenuti da spinte più o meno casuali ed interessate e comunque senza una
lettura a sistema.
E’ chiaro che la lettura a sistema, appena
la facciamo, scontenta qualcuno ma il problema è quale sia l’utilità
complessiva per i cittadini calabresi, principalmente per quelli che non
tengono Santi in paradiso. Questa è l’opzione, questa è la tenuta di una
lettura a sistema per il Tpl.
Sempre in questa chiave dei servizi intraregionali, che devono garantire l’accessibilità a tutti i territori della Calabria, la proposta è di metter dentro anche tutta una serie di servizi. I cosiddetti servizi a chiamata, a domanda debole, che permettono di ricucire tutta una serie di aree. Il che significa dare il supporto così come è stato fatto per azioni prototipali messe a punto per l’area di Reggio Calabria e le stesse azioni prototipali richieste in altre aree, su cui si sta cercando di dare delle specificazioni operative che possono nascere solo a valle del Piano stesso.
Penso ad intere aree dove
sarebbe opportuno creare questo sistema, a supporto del turismo, aree in cui
gli albergatori hanno già
trovato la possibilità di fare delle navette o dei servizi di questo tipo.
Quindi non ancora interventi spot specifici, ma integrati in un sistema
complessivo.
Ripeto che i servizi a chiamata, i servizi a domanda debole sono i
servizi naturali per una regione che ha una bassa antropizzazione, 2 milioni di
abitanti.
Il tema è: dato che i servizi per il trasporto collettivo nascono e
storicamente sono finalizzati alle grandi aree densamente popolate, con
concentrazioni di abitanti molto elevate, quindi servizi molto potenti - e
penso alla infrastruttura linea C di Roma o al sistema londinese o ai Five Fingers danesi
- la capacità deve essere di inventare servizi nuovi che siano in grado di
supportare le richieste della domanda ed in questo ci sono delle specificazioni
già nella legge regionale e a questi bisogna dar seguito.
Il quarto punto è quello che dicevo prima e riguarda l’accessibilità
esterna.
Dalle slide si vede come paradossalmente dalle città del nord si
possano raggiungere tutte le città del nord; dalle città della Calabria non si
può raggiungere nessuna città del Mezzogiorno di Italia. Questo è un limite
formidabile che non si può accettare perché paradossalmente il nord è tutto
integrato e il sud non solo è disconnesso dal resto dell’Italia ma anche
all’interno del sud stesso. Queste riflessioni ci hanno portato a dare
indicazioni che sono state date su come si debbano potenziare i servizi, a
partire da interventi che possono essere fatti a tempo e costo zero, come li
abbiamo definiti.
Uno per tutti, vale la questione del treno da 4 ore. Cioè, non è chiaro
perché non ci possa essere un treno che serva la Calabria in 4 ore dallo
Stretto e quindi 3 ore meno un quarto, 2 ore e mezzo con una serie di strutture
specifiche e ben definite. Una forte interlocuzione viene richiesta su questo
tema.
Non è più accettabile che non ci siano servizi di qualità quando
abbiamo delle reti già disponibili. La stessa cosa vale per la scala
Mediterranea.
Anche su questo abbiamo fatto delle specificazioni e c’è una delle slide
presentate dove si vede che sostanzialmente da tutto il Mezzogiorno di Italia
non si può andare in alcun Paese del Mediterraneo.
Cioè se tutto il Mezzogiorno d’Italia vuole andare nei Paesi del
Mediterraneo, da Marrakesh al Maghreb,
dal Marocco all’Egitto, a Israele, alla Siria o alla Giordania, necessariamente
bisogna farsi 1.500 chilometri verso nord e andare a Malpensa per muoversi nel
Mediterraneo.
Questo non è più accettabile.
Le specificazioni è chiaro che le abbiamo fatte e riguardano
l’accessibilità attiva e passiva di tutto il territorio.
Il punto successivo - anche su questo ci possiamo tornare con le
specificazioni che abbiamo fatto per l’accessibilità turistica e religiosa, per
la specificazione di un sistema anche in questo caso come dicevo prima - vale
anche per i grandi nodi religiosi. Non è facile definire il turismo religioso
ma è molto più bello dei percorsi religiosi di vario tipo di cui noi abbiamo la
possibilità di appropriarci per la nostra cultura, storia e tradizioni ma
possiamo farlo diventare elemento di grande identità culturale.
Non penso certamente a percorsi come quello di Santiago di Compostela,
ma i percorsi che adesso ricostruiscono la via Francigena
fino all’accesso dei territori del sud e - d’altronde l’ho detto prima e l’ho
citato in apertura – lo stesso percorso di San Bruno è esattamente questo. Il
percorso della via Francigena che permetta di
imbarcarsi dai porti della Calabria. Questi percorsi hanno un livello
storico-culturale che hanno lo stesso impatto della Santiago di Compostela.
Le nostre riflessioni devono muoversi su questo. Sì la grande
viabilità, sì le grandi reti ferroviarie e sì i grandi porti ma una
identificazione molto forte di tutte le singolarità del nostro territorio.
Questo è un passaggio particolarmente importante perché certamente
significa integrare ancora di più le aree di cui dicevo prima ed i nodi di cui
dicevo prima che certamente rappresentano dei momenti molto forti.
Ma anche in questo è da citare la possibilità che abbiamo degli
impressionanti, speciali e bellissimi bacini naturali che hanno dato luogo
nella nostra storia,in particolare nel corso del ventesimo secolo, ad una capacità
idroelettrica della Regione Calabria. Basterebbe semplicemente citare quanto ha
fatto l’ingegnere Zender per l’acquisizione della
energia elettrica e la Regione Calabria è stata la prima quasi ad avere
autonomia energetica su molte città. E quindi i bacini idroelettrici.
Ricordo solo quello del Menta, quindi avere la possibilità di accedere
ai bacini e di far diventare i bacini anche aree di riferimento per quanto
riguarda i nodi singolari della nostra rete turistica e religiosa.
Il passaggio successivo è quello relativo ai porti. Per quanto riguarda
i porti abbiamo specificato tutta l’Azione 5.
Da sempre diciamo che la Calabria è al centro del Mediterraneo, che ha
un ruolo naturale ma è come se ci fosse una crasi tra la storia e la geografia.
La storia ci ha consegnato una regione che fino a 26 secoli addietro fino a Sibari era una potenza nel Mediterraneo, ha avuto un altro
momento importante attorno all’anno 1000 con i Normanni ed ha finito la sua
storia come se ci fosse stato questo divorzio tra la storia e la geografia.
La geografia ci ha continuato a mantenere al centro del Mediterraneo,
mentre la storia se ne è andata per conto proprio da altre parti.
Riusciamo a ricostruire questo? Ma questo lo possiamo fare se abbiamo
un programma organico di intervento su tutti i porti della Calabria che
attraversino tutta la Calabria dal nord del Tirreno al più profondo sud di
Reggio Calabria-Melito fino a risalire tutto lo
Ionio.
Se c’è uno sforzo coordinato e quindi tutta l’Azione 5 e le sue misure
sono tutte rivolte alla specificazione della portualità
della Calabria.
Solo un indicatore su questo, perché capisco che è più complesso
seguire senza le slide, ma voglio citare solo un numero che è più
importante e credo che sia importante. Per numero di posti barca relativo alla
aliquota di superficie esposta al mare di costa la Calabria è saldamente in
ultima posizione.
Così come era per la vivibilità della città abbiamo una quantità di
porti che è l’ultima in Italia ma non è l’ultima vicino alla penultima. E’ l’ultima
con metà valore rispetto alla penultima; quindi è profondamente indietro.
Penso che una strategia forte per quanto riguarda tutti i porti della
Calabria debba esser messa in campo e ci vuole coraggio perché bisogna mettere
mano a qualcosa in cui sostanzialmente non si è mai messo mano.
Se un Piano Regionale dei Trasporti 20 anni addietro lo abbiamo avuto,
un Piano dei porti operativo e non un progetto o un incarico o qualcosa del
genere, un Piano dei porti operativo ed esecutivo non lo abbiamo mai avuto. Un Piano
di interventi infrastrutturali nei nostri porti non lo abbiamo mai avuto.
Questo significa che bisogna fare delle specificazioni molto forti ed
insieme a queste bisogna fare delle specificazioni connesse alla logistica che
trova nei porti il momento più forte.
Allora se i porti sono i luoghi di accesso e di uscita della Calabria,
l’assetto della logistica deve far capo ai porti e anche su questo noi dobbiamo
subito impegnarci ad avere un Piano della logistica con scelte ben precise,
chiare e trasparenti.
Scelte che riguardano la logistica non si devono fermare alla logistica
in quanto tale o alla logistica tradizionale, ma devono farsi delle scelte
specifiche per le economie della nostra terra e dei vari pezzi di territorio.
Chiaramente, non si può che partire da scelte importanti che, per esempio,
riguardano tutta la logistica per l’agro-alimentare.
Anche su questo ci devono essere indicazioni precise che vanno da
scelte sulla logistica agro-alimentare e intercontinentale, che non può non
passare da Gioia Tauro perché 150 collegamenti internazionali sono a Gioia
Tauro, così come la logistica nazionale non può che essere nelle grandi basi
delle produzioni agricole, da una parte la Sibaritide, dall’altra tutta la
piana che va da Gioia Tauro fino al lametino.
Le grandi aree devono essere direttamente interessate, così come c’è
una logistica specifica di nicchia che dobbiamo evidenziare e sottolineare
perché dobbiamo dare la possibilità ai nostri prodotti di raggiungere i mercati
esteri; abbiamo visto che c’è una attenzione anche su questo nelle grandi fiere
internazionali che si fanno in Italia e all’estero in cui si registra una
grande attenzione per la Calabria.
Questo è il motivo per cui dicevo che è un obbligo mantenere la
sostenibilità ambientale.
Oggi il prodotto Calabria è ancora un prodotto molto forte ed in
crescita e questo è il motivo per cui, per quanto ci riguarda, dobbiamo dare
questo sostegno alla rete della logistica agro-alimentare.
Insieme a questo è chiaro che ci sono tutte le altre specificazioni su
cui possiamo tornare quando e dove vogliamo.
L’obiettivo sei riguarda Gioia Tauro. Anche su questo è necessario fare
qualche attimo e qualche riflessione.
Su Gioia Tauro sostanzialmente, per essere concreti e stretti nei
ragionamenti che facciamo, gli interventi sono stati da parte dello Stato a
supporto del transhipment. Nel 1994 c’è stato
l’accordo tra lo Stato e Ravano che ha avuto la
grande intuizione di sviluppare il transhipment
a Gioia Tauro. Dopo di che ci siamo in qualche modo
appisolati, nel senso che delle proposte reali di integrazione del transhipment non ci sono più state e ci siamo
cullati sul transhipment che era l’unica cosa
che ci doveva essere; nessuno si è più preoccupato di proporre una vera e forte
diversificazione, una integrazione con altri segmenti connessi sempre alla
economia del mare.
Le proposte che ci sono state sono state leggere e comunque non c’era
un Piano integrato della Regione. L’Accordo di Programma Quadro 2010 (Apq 2010) si basa molto sulle infrastrutture ferroviarie,
sui vari bivi, su raddoppi, in particolare sulla dorsale ferroviaria ionica, ma
all’interno dell’Apq 2010 non c’è una proposta
alternativa per lo sviluppo del porto di Gioia Tauro.
Allora in questo caso tutta l’azione 6, quindi 10 misure dell’azione 6
sono tutte rivolte a fare un Piano integrato per Gioia Tauro.
Possiamo migliorarlo e potenziarlo, diversificarlo, ma è ben chiaro e
trasparente cosa i cittadini della Calabria, il Consiglio regionale e la Giunta
propongono per Gioia Tauro. Gioia Tauro è una grande ricchezza del Paese ed uno
degli elementi fondanti della economia della regione.
Se è così, è un ruolo ed una ricchezza sia in termini di manodopera sia
in termini di capitale sociale che abbiamo sul territorio perché ogni gruista
che riesce ad avere performance migliori di quelle di Rotterdham rappresenta un grande capitale sociale della
nostra regione cui noi non possiamo assolutamente rinunciare.
Questo è un motivo per cui ci sono le azioni su Gioia Tauro e sono
molto specifiche. Sostanzialmente le 10 misure per Gioia Tauro vengono a
spezzarsi in due blocchi. Un primo blocco è quello delle misure che fanno
riferimento al macro nodo economico di Gioia Tauro e a tutte le azioni che
bisogna fare per sviluppare porto e retroporto in
termini di diversificazione economica.
Valga per tutti – sta su tutti i giornali, ne abbiamo parlato spesso e
specificato – a partire dal bacino di carenaggio che costituisce elemento di
collegamento tra l’economia del mare, quindi il transhipment,
con la possibilità che le stesse navi porta container anziché andare in
un altro porto per essere messe a punto, per far carena – come si suol dire – possono essere operate all’interno dello stesso
porto, possono non muoversi dal porto di Gioia Tauro.
Questo significa dar supporto da una parte al transhipment,
perché gli armatori sono più contenti di andare in un porto dove possono fare
anche rimessaggio, e dall’altra parte significa costruire nuove e fortissime
occasioni di lavoro e questo significa specificare anche gli altri porti nello
stesso polo di Gioia Tauro. Quindi il polo manutentivo, quello del transhipment, quello intermodale e agro-alimentare e
l’energetico per quanto riguarda Lng che a partire
dal 2025 sarà obbligatorio in tutti i porti di primo livello, in tutti i porti Cor della rete europea.
Il polo agro-alimentare è importantissimo se pensiamo ad un
agro-alimentare intercontinentale. In questo momento tutto l’agro-alimentare
che arriva in Europa transita tutto da Anversa e quindi lo stesso fagiolino che
arriva dall’Egitto o dal Burkina Faso
e che arriva nelle tavole dei calabresi, dei siciliani, dei lucani e dei
pugliesi arriva da via Anversa.
Dall’Egitto non si può accettare che venga via Anversa. Dall’Egitto
deve passare da Gioia Tauro ma dobbiamo mettere in campo strategie chiare e
trasparenti per l’agro-alimentare, chiare e trasparenti con l’impegno della
Regione e del Governo. Con impegni precisi ed investimenti chiari e mirati e
trasparenti.
Quindi il polo manutentivo, quello del transhipment
e quello agro-alimentare e quello intermodale.
Ma l’intermodale deve competere con quello tedesco, non può essere di
retroguardia. Se i treni tedeschi viaggiano con lunghezze superiori a 1000
metri, i nostri non possono viaggiare con lunghezze di 600 metri. Perché se i
nostri sono treni di 600 metri ci troviamo sempre ad inseguire i treni del
nord; sarà sempre più conveniente perché il costo del treno è sostanzialmente
uguale. E’ banale che se c’è un treno da mille metri ed uno da 500 in quello da
mille metri ci metto il doppio dei vagoni e mi costa la metà viaggiare per ogni
singolo vagone.
Questa capacità l’abbiamo? Su questo stiamo interloquendo pesantemente
col Governo nazionale su Rfi per avere questo
allungamento del cosiddetto modulo ferroviario.
Stiamo intervenendo sul cosiddetto Rail
freight corridors 3 per
avere la disponibilità subito a partire da gennaio 2017 e credo che anche
questo sia particolarmente importante da sottolineare come l’impegno e come il
risultato che speriamo di portare a casa a partire da gennaio 2017: il treno da
750 metri deve avere la possibilità di partire da Gioia Tauro.
Quindi dobbiamo fare di colpo un salto del 50 per cento. In questo
momento passano treni da 500 metri, noi puntiamo a 750 subito e subito dopo
puntiamo al 1000. Questi sono gli obiettivi.
Teniamo conto che l’obiettivo europeo è di 750 metri. Abbiamo chiesto
il minimo. Queste specificazioni, quindi 4 poli di servizio per il porto di
Gioia Tauro.
A questo punto c’è l’Azione 7, che è quella che storicamente viene identificata
come l’azione infrastrutturale. Qui vengono specificate le infrastrutture
invarianti e, in questo caso, si è riportato - perché era inutile andare a fare
gli ennesimi sogni – là dentro esattamente le infrastrutture invarianti del Piano
delle reti Ten europee, sia di livello Core
sia di livello Comprehensive.
Insieme a questi si sono messe le infrastrutture invarianti previste
dallo SNET. Quindi tutto quanto Bruxelles o Roma lo hanno definito per la
Calabria. In questo contesto emergono alcuni fatti ed uno dei più importanti
che emerge, da una osservazione trasversale delle riflessioni che facciamo, è
come pezzi della Calabria non siano stati mai posti all’attenzione e non ci sia
stata una proposta forte da parte degli enti locali o delle province o della
stessa Regione per far sì che questi pezzi vengano inseriti.
Cito uno per tutti, perché credo che sia il tema più importante che c’è
sul tavolo: la Strada Statale 106.
Sulla SS 106 abbiamo speso fiumi di inchiostro e sparso fiumi di
interventi, ma la SS 106 da Catanzaro Lido fino allo svincolo di Reggio
Calabria compreso non è rete europea; non essendo rete europea va
necessariamente ad essere declassata.
Non ci sono stati interventi di sorta sulla SS 106. Ripeto molti fiumi
di parole ma mai specificazioni. Sulla SS 106 abbiamo aperto una interlocuzione
forte per chiedere che da Catanzaro Lido a Reggio Calabria sia inserita nella
rete Ten Comprehensive e questo porta a due
risultati importanti.
Il primo risultato: ha la possibilità di accedere ai finanziamenti
europei, che è cruciale. Altro risultato particolarmente importante – anticipo
in qualche modo una specificazione che farò tra qualche minuto e che riguarda
l’Azione 8 - per quanto riguarda la sicurezza, che è la nostra preoccupazione
principale relativa alla SS106; sicurezza che in questo momento vede – vi do
solo qualche dato ma l’avete nelle slide – sostanzialmente l’indice di
mortalità in Calabria pari a 3.5 rispetto ad 1.9 dell’Italia, quindi i costi
sono sostanzialmente 170 rispetto a 142 e l’indice di pericolosità è di 2
rispetto ad 1.3.
Abbiamo quindi un costo sociale complessivo che è mediamente il doppio
del valore medio italiano e questo è particolarmente grave, perché nel valore
medio italiano se ci siamo noi con il doppio vuol dire che ci sono molti al di
sotto del valore medio.
Come dicevo questo ha per me degli elementi emblematici. Se la SS 106 è
elemento emblematico, questo deve essere uno dei punti su cui bisogna discutere
e deve diventare un ruolo di esempio di definizione.
Abbiamo chiesto anche agli enti locali di farsi parte attiva ed avere
una forte collaborazione e spinta da parte del territorio sulla SS 106 che è un
grande problema che non può essere più eluso.
Se deve essere affrontato, lo si deve fare con la normativa europea
della road safety che è possibile applicare
solo sulle reti europee. Quindi paradossalmente se la SS 106, da Catanzaro Lido
a Reggio Calabria, non è europea non ha l’obbligo di soddisfare la road safety europea e quindi i controlli di sicurezza sia
per la strada attuale sia per il monitoraggio della strada sia per gli
interventi che si fanno.
Riteniamo che la SS 106 in qualche modo debba essere emblematica di
quanto non si può più accettare. Le interlocuzioni si aprono e con Bruxelles si
discute e si va con proposte precise e chiare. Non si può pensare che Bruxelles
possa essere questa sorta di Moloch, ma se noi non chiediamo, Moloch farà quel
che vuole e non avremo mai la possibilità di avere la parola.
Col Piano noi vogliamo avere la parola. Ripeto che l’interlocuzione con
Bruxelles sulla SS 106 è stata aperta. Gli altri interventi che riguardano
sempre il segmento 7, l’azione 7 riguardano tutte le manutenzioni straordinarie
e l’ultimo miglio che sono centrali. Abbiamo interi pezzi e lo sappiamo e tanto
per cambiare ricordo il raccordo da Rosarno al porto di Gioia Tauro. Il porto
di Gioia Tauro non è raccordato lato sud, nonostante si chiami porto di Gioia
Tauro non è raggiungibile dallo svincolo di Gioia Tauro, di fatto, e nemmeno
dalla stazione ferroviaria.
Penso al raccordo a Corigliano tra l’area industriale di Schiavonea e lo stesso porto di Corigliano, nonostante
siano separati solo da un torrente di fatto una strada di collegamento diretta
tra il porto di Corigliano e l’area industriale non c’è.
Penso ai riferimenti del nuovo molo nel porto vecchio di Crotone e
quindi al potenziamento di quelle infrastrutture. Penso alle banchine di Vibo
Valentia che da tempo non vengono toccate e con interi problemi di tenuta delle
banchine stesse.
I porti nazionali, pur essendo di proprietà dello Stato, di fatto non
hanno visto interventi importanti da parte dello Stato.
Diciamo che questa non è la strada né il percorso, bisogna modificarla
ed intervenire ma non chiediamo l’impossibile, chiediamo delle specificazioni
immediate di messa in sicurezza, in particolare delle infrastrutture stradali,
ferroviarie e portuali di carattere nazionale.
Passiamo all’obiettivo 8 che riguarda la sostenibilità, lo
snellimento e la semplificazione.
Anche su questo ci sono state particolari ed interessanti discussioni
in Giunta. L’ultima l’abbiamo avuta l’altro ieri sull’approccio alla
semplificazione.
L’impresa spesso, anzi ripetutamente, non chiede risorse pubbliche ma che
lo Stato, il pubblico apparato, sia un amico. Non chiede particolari interventi
di supporto economico, chiede che non ci siano 40 visti con 40 uffici
differenti, con 80 funzionari differenti perché diventa un muro di gomma.
L’impresa - in particolare le grandi imprese internazionali – ha bisogno di un
solo interlocutore che si assuma la responsabilità e con una forte
semplificazione dell’approccio.
Ricordo che il fisco americano dedica ad ogni contribuente una sola
persona. Tutte le tasse si pagano di fronte ad una sola persona, non con 20-30
enti. Non è questo il nostro problema perché non stiamo parlando del sistema
fiscale o erariale ma del sistema dei trasporti.
Dobbiamo riuscire a far sì che a partire dall’area campione di Gioia
Tauro - ma subito dopo dalle aree dei grandi porti e a seguire tutti i grandi
interventi di logistica infrastrutturale ecc. - quando ci sono attività
economiche, istituti come la conferenza dei servizi siano moltiplicati.
L’approccio deve essere quello del SURAP. Se il SURAP è uno strumento
pesante semplifichiamolo ma estendiamolo ancor di più. Dobbiamo assolutamente
ridurre e far sì che la semplificazione sia uno degli elementi di chiarezza e
trasparenza della amministrazione in tutti i settori ed in tutte le
possibilità. Questo vuol dire introdurre, come dicevo prima, pratiche di lean office. Così come abbiamo oggi una
semplificazione forte negli apparati industriali che sono passati dai vecchi
processi fordisti al toyotismo,
al lean office; la stessa cosa la
dobbiamo fare per il nostro apparato interno.
C’è una forte semplificazione che ci viene chiesta e non può essere
ritardata. Altri elementi forti sono relativi all’Azione 9 che riguarda la
sicurezza e la legalità.
La sicurezza è un tema molto importante ed è chiaro che dopo aver
parlato di infrastrutture e di altro può essere piuttosto complesso parlare di
sicurezza ma mi avvio alla conclusione rimanendo nei tempi che mi ero dato.
Per quanto riguarda i rischi e la pianificazione di emergenza solo il
50 per cento dei comuni della Calabria sono dotati di piani di emergenza, solo
il 50 per cento.
Da una verifica specifica di questo 50 per cento c’è grosso modo un 60
per cento che non ha attualizzato i piani e questo significa che siamo in forte
ritardo anche rispetto alla capacità di gestire l’emergenza. Non possiamo
continuare ad appellarci alla buona fortuna o a quel che può succedere o a che
le cose vadano bene.
Dobbiamo avere la capacità di intervenire anche sul rischio.
Incrociamo le dita, facciamo quel che vogliamo e preghiamo ma il
rischio c’è, i guai si trovano e rispetto a questo dobbiamo essere pronti e
preparati. Questo è quanto dicevo riguardo tutta la specificazione relativa al
rischio.
La stessa cosa è per quanto riguarda la legalità che è un punto senza
se e senza ma. Non è accettabile che ci possano essere zone d’ombra o dubbi su
come le opere vengono realizzate in Calabria o su cosa ci possa essere di
oscuro da qualche parte.
Noi abbiamo messo per iscritto tutta una serie di elementi, se e quanto
il codice degli appalti ce lo fornisce con le specificazioni a noi va
benissimo. Se non lo fornisce, lo anticiperemo noi, dopo facciamo le modifiche
e lo adeguiamo al codice degli appalti se e quando viene.
Non intendiamo aspettare. Abbiamo avuto degli esempi: l’Autorità
portuale di Gioia Tauro ha acquistato uno degli scanner più avanzati per quanto
riguarda la ricerca di tracce di droga all’interno dei contenitori.
Non ci può essere una tecnologia nuova che noi non abbiamo; ci vogliono
i droni? Metteremo i droni.
Ci vogliono i migliori laser? Metteremo i migliori laser. Il nostro rapporto
con la legalità è senza se e senza ma. Non possiamo arretrare su nulla nemmeno
di un millimetro.
L’ultimo punto che riteniamo particolarmente importante riguarda la
stessa struttura del Piano che è importante perché parte da alcune cose che non
sono state fatte, da piani che non abbiamo, da documenti e linee guida che
erano state occupate dallo stesso Consiglio regionale nella sua precedente
organizzazione.
Le linee guida approvate dallo scorso Consiglio regionale tenevano
dentro specificazioni del tipo “non si prevede nel Piano lo studio del
corridoio tirrenico, non si prevede lo studio dello Stretto e non si prevede lo
studio di Gioia Tauro”.
Mi chiedo in che misura questo avrebbe rappresentato un Piano per la
Calabria se non tratta il corridoio tirrenico, Gioia Tauro e lo stretto.
Penso che il passaggio sia importante ed è interessante notare che da
quando c’è stato quello – abbiamo recuperato tutto quanto era possibile
recuperare che erano le analisi di mobilità – sono accaduti vari fatti: c’è
stata l’approvazione del Piano nazionale aeroporti e ci siamo dovuti adeguare;
c’è stata l’approvazione del Piano nazionale strategico porti e logistica; c’è
stata l’approvazione del Por Calabria; c’è stata l’apertura del tavolo tecnico
per quanto riguarda l’Igq col Governo e adesso c’è
stato il Patto con la Calabria che ha definito risorse specifiche per quanto riguarda
queste infrastrutture e in particolare quelle nodali.
Da qui si aprirà presto una cabina di regia con la specificazione della
delibera Cipe che trasferirà direttamente alla
Regione Calabria le risorse per operare in tempi che adesso si contano in
settimane o in mesi. Si sono ottenuti dei risultati specifici perché la Regione
Calabria si presenta con un documento chiaro e migliorabile, trasparente.
La Regione Calabria dice che cosa vuole, immagina qual è il suo futuro,
qual è il futuro per sé e per i suoi figli e lo dice a Roma e a Bruxelles in
modo trasparente.
Migliorabile, ma trasparente. Adesso non ci sono se e ma nella
interlocuzione con Roma. Non c’è “accelero questa cosa o rallento quell’altra o
ne preferisco una rispetto ad un’altra, spingo di più o spingo di meno”. E’
tutto chiaro. Quel che si vuole sta sul tavolo; su questo si sta lavorando e su
questo è possibile stringere accordi chiari col Governo centrale e su questo è
possibile interloquire con Bruxelles.
Se si interloquisce con Bruxelles, interloquisce tutta la Calabria non
il singolo portatore di interesse di una faccia ancorché pienamente legale e
corretta.
Il punto fatto per la Calabria, il punto Igq.
Su questo tema è stata approvata la prima delibera, la numero 1 del
2016, e su questo c’è la struttura del processo che abbiamo riportato nelle slide
con i vari pezzi e con la spiegazione se arrivate alla slide 20 dove si
capisce come il Piano Regionale dei Trasporti da una parte sia il collettore
delle indicazioni che arrivano dai piani europei.
Quindi i piani europei arrivano in Calabria non è che arrivano e non si
capisce dove vanno, ma con le indicazioni dei piani europei vanno a finire
dentro il Piano regionale che a sua volta si diparte e va a finire verso i
piani urbani, verso i piani della mobilità urbana, ferroviari, stradali e così
via.
Quindi il Piano regionale diventa elemento centrale di questa sorta di
clessidra. Da una parte c’è il pezzo sopra della clessidra con tutti i piani
europei che scendono dentro, c’è il nocciolo centrale della clessidra, da qui
ci si apre verso il territorio con le indicazioni specifiche tutte con un
livello massimo di trasparenza.
In questo caso la Regione recupera il suo ruolo di azione e di
pianificazione e programmazione, quindi non di progettazione o esecuzione.
La Regione vuole esaltare il proprio ruolo che è quello di Piano e di
programma non quello di esecutore di interventi a volte impropriamente
attribuito alla stessa Regione.
La Regione deve essere capace di intercettare le risorse e farle
arrivare sul territorio che, però, deve spenderle, deve essere bravo a
garantire che i processi di spesa siano corretti e trasparenti.
Questo è il motivo per cui alle slide 39-40 circa trovate questa
specificazione dei due temi: da una parte pianificazione e programmazione e
dall’altra processi di progettazione e realizzazione.
A questo punto la Regione recupera il suo ruolo che è quello di
pianificazione, programmazione e monitoraggio.
La Regione deve svolgere il ruolo di monitoraggio delle risorse. Se
abbiamo dato dei cronoprogrammi, se bisogna
rispettare tempi determinati perché ci siamo impegnati col Patto per la Calabria
ad ottenere per il dicembre 2017 certe opere, per il 2018 certe altre opere, per
quelle date queste cose devono essere fatte. Ne va della credibilità della
Calabria e principalmente delle altre risorse che saranno messe in campo,
perché c’è un’altra fetta molto importante delle risorse sempre sull’Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione) che va ad essere destinata
in base ai risultati che si conseguono in questi due anni.
Non si parla di andare a finire le opere nel 2022 ma devono essere
finite nel 2018. Le regioni meridionali che le finiranno nel 2018, come dicevo
delle aree di intervento, avranno le altre risorse.
L’interlocuzione che abbiamo avuto con Bruxelles è stata molto chiara:
non c’è un problema di risorse perché queste ci sono e ci sono per il
Mezzogiorno che deve però dimostrare che sa spendere.
In questo senso abbiamo aperto questa azione molto forte con la
delibera numero 110 che è il riavvio della procedura VAS che, al di là del
tecnicismo e della definizione molto tecnica della questione, per noi significa
aprire il Piano al dibattito con tutti i cittadini.
Piano, che non è una cosa fatta da qualcuno in qualche stanza segreta,
perché deve sistemar qualcosa o aggiustare qualcos’altro.
Il Piano corrisponde ai 10 comandamenti dei cittadini calabresi.
Più cittadini calabresi lo leggono, più ne intervengono; più cittadini
calabresi lo conoscono, più abbiamo la garanzia della sicurezza e della
trasparenza.
Ripeto che è migliorabile e il processo di Piano, ripartito con la
delibera numero 110, ha questa funzione, e qui arrivo al dunque, a quello che
dicevo prima, quindi andiamo oltre la VAS. Andiamo verso questi strumenti che,
con una nomenclatura inglese, si chiama public engagement, con quella
francese débat public, che vanno oltre
la stessa VAS.
La VAS non è una procedura burocratica dove scriviamo 4 cose per dire
che abbiamo rispettato la valutazione ambientale strategica, non è uno
strumento di freno o una palla al piede del Piano. Non ci vogliamo liberare
della VAS, così come non ci vogliamo liberare dagli impatti ambientali e da
tutte le valutazioni.
Le valutazioni rafforzano il Piano. Il dibattito in quest’Aula è uno
strumento che rafforza il Piano; non è cosa che si può fare direttamente perché
c’è un assessore che lo vuol fare, o perché c’è qualcuno che pensa di avere
qualche capacità tecnocratica migliore, ma nasce da un dibattito forte e
serrato.
Solo così può nascere un Piano che purtroppo in precedenza è durato 20
anni. Se le fondamenta e le scelte sono forti - e abbiamo parlato dell’economia
del mare e delle grandi scelte – su questo dobbiamo confrontarci.
Tutta questa riflessione porta ad una procedura tecnicamente complessa,
non lo nascondiamo.
Avete visto che, per arrivare alla riunione di oggi, ci sono state tre
delibere pesanti, che abbiamo fatto come Giunta, più il parere della quarta
Commissione ed il parere formale, mentre oggi ci saranno 5 atti esecutivi
pesanti, che dovremo assumere da qui a novembre.
E’ una procedura tecnicamente complessa, ma questo non vuol dire che
non si debba fare e non debba essere approfondita quanto più possibile.
Questo è il motivo per cui abbiamo fatto la sequenza di interventi che
richiamavo prima e, con la delibera numero 150, abbiamo messo in moto queste
riflessioni.
Dato che siamo ad un’ora rispetto al tempo che pensavo di impiegare
nelle ultime slides vedete le strutture
di riferimento temporali.
Se diamo il cronoprogramma per la realizzazione dei progetti, non lo
diamo solo agli altri, non è solo l’impegno che diamo agli altri, ma è
l’impegno che diamo anche a noi stessi.
Per essere più sicuri avremmo potuto ampliare i tempi del
cronoprogramma. Invece di 30 giorni avremmo potuto impiegarne 60 o 90 giorni, e
saremmo stati più sicuri e tranquilli, senza dover correre col fiato grosso.
Ci siamo dati dei tempi molto forti, e cercheremo di rispettarli come
abbiamo fatto finora, perché riteniamo che, se la prima delibera è stata la
1/2016, un’altra delibera del 2016 deve essere quella finale del Piano, e deve
essere pubblicata sul Burc entro quest’anno; questo
non solo perché ce lo prescrive la Commissione europea, con una condizionalità
ex ante e quindi, se non abbiamo il Piano non possiamo spendere risorse Por
finalizzate al Piano, e non ci possono essere una serie di condizionalità
verificate.
Riteniamo che il Piano sia importante in sé perché dà l’obiettivo
preciso e la bussola da percorrere alla Regione. Fa diventare sistema un
insieme di interventi che non lo sono. Fa diventare funzionali gli svincoli, i
pezzi di autostrada o di ferrovia, le banchine, gli aeroporti, gli
approfondimenti e tutto questo deve essere un grande sistema.
Se faremo un grande sistema avremo questo risultato.
Arriviamo all’ultima slide, che ha un indirizzo e-mail dedicato,
su cui abbiamo avuto finora tantissime interlocuzioni, e la cosa che ci fa
particolarmente piacere è la forte interlocuzione con le associazioni e la
società civile.
Abbiamo riscontrato la volontà della società civile di partecipare a
questo dibattito; alcuni temi sono stati molto supportati e altri di meno.
Riteniamo che il dibattito debba continuare.
Adesso siamo in sede di proposta preliminare e pensiamo di passare a
quella definitiva entro agosto. Avere 60 giorni di proposta definitiva
pubblicata e passare alla finale per arrivare alla pubblicazione sul Burc.
Questo è un percorso tecnicamente complesso, ma ritengo che possa
essere fatto e che la Regione Calabria debba essere dotata di questo strumento
per la costituzione di sistemi innovativi della stessa Regione. Quindi credo
sia particolarmente importante la riflessione che facciamo e che la partecipazione
dei cittadini sia diventata uno strumento base di questo Piano. L’abbiamo
ricercata, la perseguiamo e la disponibilità a confrontarci è totale, sia nelle
sedi istituzionali, che locali e territoriali, sia nell’incontro con lo stesso
singolo cittadino.
Questo è l’obiettivo che ci siamo dati, e credo che i cittadini della
Calabria possano e debbano progettare il loro futuro, che dipende anche dagli
altri, ma principalmente da come lo progettano loro stessi. Se lo progettano
bene sono in grado di darsi un futuro, in caso contrario hanno un ritardo, e
non possiamo ammettere che questo accada.
Adesso questo futuro dipende anche da noi che oggi siamo soggetti
attivi in quest’Aula. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Signor presidente della Giunta, signor Presidente del Consiglio,
colleghi consiglieri, credo che dopo la relazione dell’assessore Russo, così
ricca di contenuti e lungimirante dal punto di vista politico e progettuale, ci
sia poco da aggiungere. Per questo mi limiterò solo ad alcune considerazioni
politiche e ad alcuni spunti per il dibattito.
La prima constatazione che mi piace fare è che oggi quest’Aula, questo
Consiglio regionale, questa Giunta regionale, questa maggioranza segnano un
punto a loro favore dimostrando che, quando la politica si impegna realmente,
può e sa rispettare i tempi traducendo in strumenti operativi i programmi che
si è prefissata.
Ricordo - prima a me stesso e poi a voi, colleghi - che dall'approvazione
in Giunta delle Linee guida sono passati solo 7 mesi e oggi che ci troviamo
davanti all'approvazione della proposta preliminare, abbiamo già di fronte uno
strumento organico che la Calabria attendeva dal 1997, cioè da 20 anni a questa
parte.
Possiamo, quindi, dire ad alta voce che, dopo vent’anni, questa
maggioranza e questo Consiglio regionale finalmente dotano la Calabria di uno
strumento particolarmente importante per il suo sviluppo socio-economico. Ha
detto bene poco fa l’assessore Russo: è proprio grazie a questo strumento che è
possibile sviluppare politiche attive dei comparti industriali, agricoli e
turistici, guarda caso le potenzialità di questa regione, le nostre potenziali
risorse e le bellezze che abbiamo.
Per questo, con soddisfazione, prendo atto che il cronoprogramma – lei
non l’ha detto, assessore, ma lo dico io - a suo tempo annunciato in
Commissione, non solo viene rispettato, ma vi è anche la sua ambizione e quella
di questo Consiglio regionale di anticiparne i tempi, dimostrando che quando
c’è volontà politica, c’è intelligenza nell’azione di governo e c’è
progettualità in campo.
E quando la politica risponde ed è brava a rispondere, riesce anche ad
anticiparne i tempi.
L'assessore, come già aveva fatto in Commissione, ha illustrato
all'Aula gli obiettivi strategici cui il Piano è indirizzato, così come ha
evidenziato – questo è un altro elemento importante - la stretta connessione
con i Fondi europei in relazione con lo sviluppo della pianificazione di
settore e locale.
Ma se tutto ciò è vero, assessore e Presidente della Giunta, è anche
vero che bisogna rimanere con i piedi per terra perché credo che ognuno di noi
sia consapevole delle condizioni di partenza insufficienti, sia dal punto di
vista delle infrastrutture sia dei servizi.
Condizioni, queste, che rendono difficili la mobilità esterna ed
interna di passeggeri e merci e che rappresentano un freno allo sviluppo
socio-economico della regione, per i costi elevati e per l’utilità,
estremamente basse rispetto ad altri sistemi territoriali.
Ecco perché la ripresa della regia regionale del processo è tanto più
necessaria, dal momento che il sistema presenta forti segnali di debolezza
intrinseca, che sommati alla crisi complessiva, generano una caduta verticale
delle sfide che pone il momento.
Il sistema mobilità – diceva bene lei - non è fine a se stesso, ma è
parte integrante di un quadro molto più vasto.
Il recupero della carenza delle infrastrutture e della efficienza dei
servizi, è decisivo per il radicamento delle attività industriali, in quanto l'efficientamento dei trasporti è elemento centrale per la
crescita e valore aggiunto, con 1’immissione di quantità potenzialmente
imponenti di logistica territoriale.
Rafforzamento dei trasporti e qualità della logistica diventano allora
pilastri portanti per il radicamento e l'espansione del settore manifatturiero
e dell'agroalimentare.
Per tornare con i piedi per terra, assessore, credo che il PRT debba
affrontare con maggiore forza alcune criticità oggi presenti sul territorio.
Tra queste mi permetto di evidenziare il rischio di isolamento che grava sul
territorio della Sibaritide e della intera fascia ionica calabrese che
necessitano, a mio parere, di interventi immediati e mirati per impedire di
aggravare la forte crisi socio-economica presente sul territorio.
In questo quadro – assessore e Presidente della Giunta - appare
prioritaria l'elettrificazione del tracciato ionico ferroviario, l'avvio dei
lavori per 1’ammodernamento della SS 106; su questo ci sarà un incontro a Roma
e, come Regione, dovremo avere una interlocuzione forte e coraggiosa con il
Governo nazionale.
Così come ritengo importante la realizzazione della metropolitana
leggera di superficie Crotone- Sibari
che - come diceva lei, assessore - definirei la “metropolitana della Magna
Grecia” storicamente e culturalmente importante, nonché miglior collegamento
tra la fascia ionica e la fascia tirrenica, sempre dal punto di vista
ferroviario.
Non meno essenziali si presentano: il prolungamento ferroviario, fino all’aeroporto
di Lamezia Terme, nonché lo studio e la possibilità di rendere effettivamente
turisticamente fruibile - su questo abbiamo già avuto un incontro in Commissione
- l'aviosuperficie di Scalea e il potenziamento
dell'aeroporto di Crotone.
Così come credo sia importante fare una riflessione sulle vie del mare
- e butto qui un’idea, magari banale, ma credo sia un utilizzo migliore delle vie
del mare - che potrebbero generare una valorizzazione turistica e potrebbero
migliorare la mobilità tra i centri costieri.
Penso, per fare un esempio - rimanendo nella mia provincia, ma che
potrebbe funzionare per 1’intera Calabria - ad un collegamento ad esempio
Praia/Amantea in 50 minuti, con aliscafi veloci
toccando e valorizzando i porti turistici di Diamante, Cetraro,
Paola e Amantea stessa, che consentirebbe di
decongestionare le arterie stradali, incentivando i flussi turistici e
promuovendo un nuovo sistema di mobilità di merci e viaggiatori.
Credo, assessore, che questa sia la sede dove mettere dei punti fermi.
Come Commissione, con ostinazione e puntualità, abbiamo cercato di segnalarne
qualcuno.
Abbiamo guardato ad una progettualità finalmente orientata alla
individuazione puntuale delle scelte strategiche e alla allocazione puntuale
delle risorse disponibili.
La nuova strategia regionale potrà e dovrà puntare ad un sistema sempre
più interconnesso di infrastrutture e di servizi per la mobilità delle persone
e delle merci– ha detto bene lei - e l'integrazione con i nodi logistici portuali
e aeroportuali mi pare una premessa irrinunciabile.
Insomma, cari colleghi, e mi avvio alle conclusioni, ci troviamo dunque
davanti ad uno strumento fondamentale, da cui prenderanno le mosse una serie di
orientamenti sociali ed economici e, per le condizioni in cui versa la nostra regione,
bisogna andare veloci, accelerare senza guardare in faccia nessuno.
Con l'implementazione delle vie di comunicazione e il superamento, una
volta per sempre, di spinte localistiche, che spesso hanno finito per
determinare costi elevatissimi, forse potremmo dire come dice spesso l’attuale
premier, Matteo Renzi, che siamo sulla strada buona.
Se guarderemo, dunque, al Piano Regionale dei Trasporti con questo
spirito e questa convinzione, credo che contribuiremo alla rivitalizzazione dei
territori e ad un netto miglioramento della qualità della vita dei calabresi.
Se riusciremo a realizzare questo, credo che anche noi potremmo dire di
aver contribuito a dare l'immagine di una Calabria diversa e produttiva e di un
Consiglio regionale pronto ad accettare le sfide in termini di innovazione e di
cambiamento culturale, vero e profondo.
Personalmente, ritengo che il Piano Regionale dei Trasporti sia uno
strumento che guarda in questa direzione. Da qui il mio convinto sostegno, non
tanto in qualità di Presidente della Commissione trasporti, ma di semplice
rappresentante eletto dal popolo.
Ha chiesto di parlare il consigliere Graziano. Ne ha facoltà.
Signori Presidenti, colleghi, nella seduta odierna è doveroso unirsi al
dolore per quanto successo in Puglia, e riflettere su cosa fare affinché
tragedie del genere non si verifichino più.
Credo di interpretare il pensiero di tutti col dire che, in Calabria, è
necessario verificare subito la sicurezza delle linee e di tutto il comparto
ferroviario. E' prioritario che gli organi di governo regionale diano risposte
immediate in questo senso e che il Piano dei trasporti garantisca una
riqualificazione e modernizzazione dell'intero settore ferroviario, di concerto
con RFI e Ferrovie della Calabria, affinché sia garantita l'assoluta sicurezza
dei viaggiatori e degli addetti ai lavori e vengano forniti servizi adeguati
alle aspettative dei cittadini.
Ed è per questo che, da quanto leggo nel Piano, con non poca
preoccupazione e indignazione, nelle prospettive della nuova mobilità
calabrese, la Regione – a parte la messa in esercizio entro il 2023, di 20
nuovi treni a diesel del tipo Swing, non certo di ultima generazione – esclude
qualsiasi intervento sulla linea ferroviaria ionica.
Credo che questo sia oltremodo penalizzante per il versante orientale
della Calabria, che ancora viaggia su un unico binario, con tutti i rischi che
questa situazione, come purtroppo abbiamo visto, può produrre.
In Puglia, nonostante la Regione abbia di recente finanziato l'acquisto
di nuove motrici, non si è scampato il disastro, appunto perché la tratta sulla
quale si sono scontrati i due treni, era a binario unico. E non dimentichiamo
che eventi del genere sono accaduti spesso anche in Calabria.
Tutti ricordiamo ancora - le comunità della Sibaritide e del Crotonese
in particolare - l'incidente di Simeri Crichi, nel 1989, tra un regionale ed un treno a lunga
percorrenza. Da allora ad oggi sulla linea Reggio Calabria/Catanzaro/Sibari non è cambiato assolutamente nulla e questo deve
imporre una doverosa riflessione.
La stessa che stamani, meritevolmente, ha fatto il presidente Oliverio
sulla stampa, portando il cordoglio alle famiglie pugliesi per le vittime del
disastro ferroviario accaduto ieri. Ci uniamo tutti al dolore della tragedia.
Proprio per questo, da oggi, dovremmo essere consequenziali e lavorare affinché
anche in Calabria venga realizzato un Piano ferroviario dei trasporti più
adeguato e sicuro per i pendolari. Anche se, mi duole ribadirlo, negli ultimi
tempi, tra decreto Sblocca Italia e Legge di Stabilità, ci sono quasi 5
miliardi di risorse per le ferrovie, è vero. Circa 4.800 milioni da Firenze in
su, e circa 60 da Firenze in giù. Il 98,8 per cento al nord, e 1,2 per cento al
sud. Discriminazioni inqualificabili.
Credo che la seduta di oggi, incentrata su un solo tema, possa essere
definita un nodo cruciale per il sistema politico-amministrativo della regione.
Con la discussione e l'approvazione preliminare del Piano Regionale dei Trasporti,
c'è la possibilità di scrivere una nuova pagina di storia per il territorio
calabrese.
Dal 3 marzo del lontano 1997, circa 20 anni fa, quest'Assise non viene
convocata per discutere e approvare un programma che detta le Linee guida dei
trasporti in Calabria. Vent’ anni in cui l'intero sistema delle comunicazioni,
della tecnologia e dei processi di tutela dell'ambiente, hanno subito una
rivoluzione copernicana. All'epoca dell'elaborazione dell'ultimo Piano
Regionale dei Trasporti calabrese si parlava appena di benzina verde; oggi,
invece, si parla di motori ad idrogeno.
Mi sbilancio e non credo di poter essere contraddetto nell'affermare
che lo spopolamento della regione Calabria, soprattutto dell'entroterra, in
questi venti anni, trova radici anche in questo sistema arretratissimo di
comunicazione tra i diversi territori.
Qualche mese fa, grazie anche al confronto con un gruppo di studenti
della Sibaritide, che mi ha consentito di cogliere le loro istanze, ho avuto
modo di evidenziare e portare all'attenzione dell'opinione pubblica uno dei
tanti paradossi nell'ambito dei trasporti calabresi. Questi ragazzi mi
testimoniavano il disagio che quotidianamente affrontano i giovani dei
tantissimi centri interni della nostra regione per recarsi a scuola, o per partecipare
alle normali attività di studio o di svago. Ore interminabili di viaggio a
bordo di corriere “sgarrupate”, ferrivecchi, degni
dei libri di Sciascia, attraverso mille curve e tornanti, per raggiungere i
centri più grandi del circondario a poco più di 20 km.
Ed è proprio qui, sulle distanze e sui tragitti, che voglio porre un
accenno forte, che mi auguro possa essere preso in considerazione ed utilizzato
come emendamento da inserire nel nuovo Piano.
Prima, però, mi sia concesso di ringraziare il Presidente della Giunta
regionale, Mario Oliverio, l'assessore con delega al Piano Regionale dei
Trasporti e tutti coloro che hanno collaborato.
Con molta chiarezza e trasparenza, anche dai banchi dell'opposizione, è
giusto riconoscere meriti a quanti hanno posto le basi per iniziare a discutere
di una questione tecnico-politica, indissolubilmente legata allo sviluppo della
Calabria come è, appunto, la mobilità.
È ovvio che, iniziando questo lavoro, chiederemo maggiori chiarimenti e
soprattutto che vengano ascoltate le istanze di chi, quotidianamente, vive tra
la gente e ne conosce i problemi e le esigenze.
Parlavo pocanzi delle distanze e dei tempi che caratterizzano la
mobilità pubblica in Calabria e particolarmente in alcuni territori, come
l'entroterra della Sila verso lo Jonio e
dell'Appennino calabrese verso il Tirreno. Nelle oltre 1.100 pagine di cui si
compone lo schema del nuovo Piano Regionale dei Trasporti, leggo che il
programma della nuova mobilità calabrese prevede di conseguire gli obiettivi
che sono insiti nella nuova rete europea dei trasporti definita TEN-T.
E qui sintetizzo brevemente il perno di questi obiettivi: fare in modo
che, progressivamente, ed entro il 2050, la stragrande maggioranza dei
cittadini e delle imprese europee non disti più di 30 minuti di viaggio dalla
rete principale di collegamento. Questo dice il Piano, la nuova rete europea
dei trasporti.
E’ un bene, allora, aver suddiviso la Calabria in 33 aree di
zonizzazione, che consentono di avere un monitoraggio costante dei punti di
forza e di criticità presenti nei diversi territori calabresi. Male, però, aver
calcolato e stimato la tabella dei tempi di percorrenza, utilizzando il portale
della Guida Michelin.
Capisco che forse è stato fatto per edulcorare la pillola e non ritrovarsi,
alla fine, con una Calabria totalmente disegnata di rosso e in difetto rispetto
al TEN-T. Anche perché credo che il rapporto tempi di
percorrenza e chilometri percorsi sia facilmente verificabile in qualsiasi
contesto con risultati per nulla esaltanti.
Lo dicevo poc’anzi, basterebbe chiedere agli studenti dell'entroterra
per avere un quadro più chiaro e certo della reale condizione del nostro
sistema dei trasporti.
È apprezzabile, inoltre, che nel corposo Piano preliminare dei
trasporti regionali si faccia una panoramica ben dettagliata dello stato
attuale della Calabria e la sua evoluzione, sia sul Piano sociale sia
economico-produttivo sia ambientale. Una panoramica che conferma una situazione
di grave empasse e di stasi e che, purtroppo, mira ad un ulteriore
impoverimento e allo spopolamento della regione.
Ecco perché un buon Piano dei trasporti - che sia, quantomeno,
sufficiente a poterci mettere in concorrenza con le altre regioni del meridione
- ci consentirebbe di frenare il grave fenomeno della migrazione giovanile.
Anche in questo abbiamo l'esperienza ed il supporto di alcuni sindaci dello Jonio calabrese, per esempio. Gli stessi che, nell'inverno
scorso, sono riusciti - anche attraverso l'intervento del Consiglio regionale -
a bloccare la volontà di Trenitalia di sopprimere una delle corse mattutine del
Sibari-Crotone, che consente lo spostamento di
numerosi operai dell'area industriale crotonese, evitando che i lavoratori e le
loro famiglie si trasferissero in altre zone meglio servite dalla linea
ferrata.
Lo stesso problema si è avuto per il territorio di Grisolia,
che risultava molto penalizzato dalla programmazione di RFI, con la
soppressione di alcune fermate dei treni ed i conseguenti disagi ad una larga
parte di popolazione del tirreno. Questa situazione, grazie all'interessamento
tempestivo, soprattutto dell'assessore Musmanno, che ringrazio, è stata risolta
ed ora i cittadini di quel comprensorio dispongono dei collegamenti necessari a
raggiungere le stazioni di collegamento con gli altri centri.
La prospettiva del nuovo Piano Regionale dei Trasporti guarda ai prossimi sette anni con la
speranza di poter creare una nuova rete comunicativa e di trasporti
maggiormente permeante nel territorio. Considerato l'aspetto geomorfologico ed
orografico della Calabria, ma soprattutto la totale assenza di investimenti da
parte delle Ferrovie dello Stato per la valorizzazione dei corridoi ferroviari, in particolare ad est, il
Piano Regionale dei Trasporti fa leva sul trasporto su gomma.
Non saluto con molto favore questa scelta che, a quanto pare, viene
considerata l’unica che potrebbe riuscire a soddisfare le esigenze della
maggior parte delle utenze calabresi.
Voglio fare un esempio. Nei Paesi del nord Europa, dove la qualità
della vita viaggia su indici molto elevati, il punto di forza dei trasporti,
sta nel felice connubio tra le varie arterie di comunicazione e le diverse
tipologie di mezzi trasporto, che consentono sia la mobilità lavorativa -
imprese e pendolari, per intenderci - ma anche quella legata al turismo.
Qui, invece, questa originalità e lungimiranza, che consente di vedere
integrati i diversi settori del Paese, non è l'elemento pervasivo del Piano
Regionale dei Trasporti. Cosa che dovrebbe essere, anzi deve essere. Ma non
solo, chiedo che venga adottata una scelta ecologica, che sia rispettosa di
tutte le ultime direttive in termini di tutela dell'ambiente.
Abbiamo i nuovi Fondi comunitari da poter adoperare. Quale migliore
occasione, allora, per incentivare, nel breve e medio periodo, le aziende di
autotrasporti affinché rinnovino il loro parco macchine e prediligano le nuove
fonti di energia. In questo, la Calabria potrebbe essere un cantiere
sperimentale dell'idrogeno, piuttosto che dei mezzi elettrici.
Nel frattempo, però, dobbiamo iniziare a lavorare per creare una nuova
rete stradale, ferroviaria, portuale ed aeroportuale, come diceva l’assessore.
Dobbiamo cercare di rilanciare, riqualificare e mettere in rete le diverse
infrastrutture della mobilità presenti in Calabria e collegarle al meglio tra
di loro.
È assurdo, infatti, che tra gli obiettivi non ci sia la giusta
considerazione per l'ammodernamento della Statale 18 nel tratto costiero
cosentino, ancora fermo sul tracciato originario. Non dico certamente nulla di
nuovo! Basti pensare al tratto tra Campora San
Giovanni e Gizzeria, dove si cammina a senso unico
alternato da diversi anni. Il problema lì, è ovviamente, che l'arteria è
costruita a ridosso del mare, ed inevitabilmente viene erosa di continuo.
O, ancora peggio, che non ci sia nemmeno l’intenzione da parte della
Regione di prevedere l'ammodernamento ed il raddoppio dei sensi di marcia su
tutto il tracciato della Strada Statale 106 che, ricordo, tocca ben tre dei
cinque capoluoghi di provincia della Calabria.
Ancora una volta, vengono presi in considerazione progettualità a
macchia di leopardo, che non sono che un palliativo, spesso nemmeno troppo
efficace, ai drammi della mobilità calabrese.
Si pensi alle centinaia di opere incompiute, tra strade ed
infrastrutture, presenti in Calabria. Nella sola provincia di Cosenza ci sono,
ad oggi, 62 opere programmate, progettate, cantierate
ma che non hanno più la copertura finanziaria per essere completate. E di
questo ne porta notizia lo stesso Piano.
Oggi, e mi avvio alle conclusioni, abbiamo il dovere e la
responsabilità politica di avviare un nuovo percorso organizzativo di uno degli
ambiti essenziali per la crescita e lo sviluppo della Calabria, perché la
mancanza di strade, infrastrutture e di una mobilità omogenea, sta creando
problemi abnormi allo sviluppo delle imprese.
Siamo obbligati a trovare una soluzione. Infatti, la scarsa capacità e
dinamicità del sistema economico calabrese - riportata anche nella relazione
del Piano - evidenzia che, per attivare un percorso di sviluppo sostenibile
competitivo anche nei mercati esteri, sia fondamentale una maggiore apertura
alla domanda internazionale di beni e servizi. E questo può avvenire solo se si
ha un sistema di trasporti moderno, efficiente, efficace ed europeo.
Impegniamoci tutti, allora, affinché questo Piano, con i dovuti
emendamenti e miglioramenti, possa essere da subito applicato, perché la
Calabria ed il suo avvenire non possono più attendere. Vi ringrazio.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta,
colleghi consiglieri, devo dire che l’excursus fatto dall’assessore
Russo mi ha molto entusiasmato per una serie di ragioni.
Intanto perché è stato capace di coniugare un aspetto prettamente
legato ai trasporti, a quella che è la storia e la vocazione della nostra terra
e poi perché nelle sue parole ho ritrovato spunti apprezzabili di un meridionalismo
nuovo che certamente non è e non sta al paio delle rivendicazioni, ma che offre
soluzioni ad una più ampia problematica che è quella italiana.
Parto dalle considerazioni che ha fatto il consigliere Graziano e da un
evento triste, da un lutto, quello dei morti che, prima, con un minuto di
raccoglimento abbiamo ricordato, grazie alla sensibilità del presidente Irto.
Quei morti dimostrano che non esiste un’Italia, che esistono tante
realtà italiane, e che oggi, anche da questo civico Consesso, dobbiamo
ritrovare nell’orgoglio dell’appartenenza la guida per costruire un’Italia
diversa.
Ebbene, però, non è consentito che eventi così eclatanti – che hanno
colpito la sensibilità dei pugliesi, degli italiani e del mondo intero, che
hanno visto immediatamente il Presidente della Regione Calabria manifestare la
vicinanza della Calabria e dei calabresi – possano riscoprire novelli
meridionalisti. Non lo possono fare, perché – mi consenta, consigliere Graziano
– quella che è stata la storia dal 1990 in poi è una storia che ha visto
partecipi tutti i partiti dell’arco costituzionale.
Ricordo quando, nel lontano 2009, in una importante comunicazione del Cipe, ci fu una delibera balzata poi agli onori della
cronaca in cui su 22 miliardi deliberati dal Cipe
solo 180 milioni di euro erano destinati alle infrastrutture del Sud.
Ebbene, allora il Presidente del Consiglio non era Prodi, né D’Alema,
né Renzi, ma bensì Berlusconi che, soggiogato dal nordismo
leghista, non faceva altro che condizionare le scelte che avrebbero poi
condotto la Calabria o il Mezzogiorno d’Italia alla situazione in cui oggi la
troviamo.
Questo significa che non solo non può essere questo evento, ma che ci
deve essere il ritorno alla politica ed alla discussione politica che apre le
strade a prospettive, analisi e, semmai, a soluzioni.
Il plauso che faccio all’assessore Russo è intanto di metodo, cioè di
venire in Consiglio e di dire che c’è un Piano, un progetto preliminare di
Piano Regionale dei Trasporti, invitando il Consiglio ed i consiglieri - al di là
delle appartenenze politiche e al di là dei ruoli di maggioranza o di minoranza
– a fare delle osservazioni nel merito, che saranno poi tenute in debita
considerazione nel dato, nel progetto definitivo che la Giunta e il Consiglio
saranno chiamate ad approvare.
Questa non mi sembra una questione di poco conto, è sostanziale, perché
ci dà la possibilità, anche a me personalmente, di esporre la nostra visione
della Calabria in un contesto nuovo in cui non si può più parlare di questione
meridionale nei termini in cui siamo stati abituati ad ascoltare dal 1861 in
avanti.
Noi non siamo “la questione meridionale”, ma semmai siamo la soluzione
alla più ampia e pericolosa “questione italiana”. Cominciamo, quindi, ad
intervenire sui termini della questione e a dire che alle tre tematiche
fondamentali alle quali si lega un Piano Regionale dei Trasporti: turismo,
agricoltura e cultura, si lega un’analisi ed una visione strategica di come le
vie di comunicazione debbano essere e di come le vie di comunicazione debbano
riuscire ad aumentare quella qualità della vita che i calabresi chiedono e che
si aspettano da noi.
Ho seguito con molto interesse, caro assessore, quando ha parlato con
grande orgoglio e determinazione di Sibari e della Locride. Pensavo a quello che fu un passaggio importante di
Dante che definì le terre del sud, le terre di Zaleuco
e di Locri, piuttosto che di Timeo, “humilis Italia”, l’umile Italia.
Quella frase ci consegnò lo spaccato di una Italia destinata ad essere
considerata la bassa Italia, nella accezione più vera e profonda del termine,
quella bassa Italia ha rappresentato la terra fertile che produceva ricchezza
nella miseria della popolazione.
Da lì dobbiamo partire ed anche da Sibari.
Devo dire con grande franchezza che, probabilmente, alcune cose all’interno del
Piano vanno riviste a partire da Sibari, a partire da
quello che quell’area rappresenta o può rappresentare nel futuro e nella
storia.
Quando, insieme ai colleghi del gruppo - e lo dico perché su questo
tema ci siamo trovati subito d’accordo col presidente Oliverio - presentai il
progetto di legge sul turismo golfistico, individuammo nella zona di Sibari (all’interno della quale passato e futuro si
connettono) tre distretti golfistici importanti.
L’Alto Ionio cosentino ha delle potenzialità e questo Piano non guarda
ad oggi; con questo Piano oggi questo Consiglio regionale si assume la
responsabilità e l’onore di approvare il Piano delle future generazioni, quello
che disegna la Calabria e che dà le linee guida di come questa Calabria deve
crescere.
Se tutte queste cose sono vere, non è peregrina l’idea di inserire
all’interno del Piano la possibilità di avere un aeroporto anche nella zona
della Sibaritide. Non è peregrina. E non è peregrina anche nei confronti di
taluni parlamentari nazionali che, vivaddio, dicono che tre-quattro
aeroporti – anzi due – sono troppi. Io penso esattamente il contrario e non
perché sono un tecnico, ma perché, da sindaco, ho avuto la fortuna di avere la
possibilità di capire in qualche modo come va il mondo.
La Calabria ha 870 chilometri di costa. La Florida ha 350 chilometri di
costa, da Miami a Cape Canaveral, sono 350 chilometri di costa. Andiamo a
vedere quanti aeroporti ci sono e andiamo a vedere come città, ad esempio - che
il presidente Oliverio conosce - come Orlando, che ha 270 mila abitanti e 55
milioni di turisti annui a fronte di una città come Roma che ha 5 milioni di
abitanti e 7,5 milioni di turisti annui, è stata capace di diventare così
attrattiva? Non semplicemente per il parco giochi, ma per la capacità di
sfruttare il golfo o altri grandi attrattori turistici, è diventata la città
più turistica al mondo.
Non v’è dubbio, quindi, di come questo provi che le vie di
comunicazione sono necessarie. Sulla Sibaritide una riflessione io la farei
nella direzione di inserirla nel Piano, nella programmazione che si lega al
dato delle destinazioni che stiamo tentando di costruire per la Calabria, come
destinazione golfistica.
Dobbiamo accelerare i tempi, lo diciamo sempre col presidente Oliverio.
Dobbiamo accelerare i tempi, perché oggi c’è un mondo che si riversa sulle
nostre coste ed è quel mondo che prima andava in nord Africa o in Marocco, che
oggi non va più e che oggi non aspetta altro che venire, non semplicemente a
giocare a golf a Sibari o a Simeri,
ma di venire a ripercorrere - le cose che diceva lei - la storia della cultura
italica che parte dalla Magna Grecia e arriva fino a Roma, passando per Pandosia e per tutto quello che ci fa essere orgogliosi
della nostra appartenenza.
Oggi questo ha importanza ed oggi c’è un’esigenza, amici cari, alla
quale dobbiamo rispondere, non solo quelle americane o australiane dei nostri
emigrati.
Ma sapete qual è l’oggetto dell’attenzione per le regioni del sud oggi?
E’ come pensare a dare risposte ad un nuovo turismo che parte dalla Svezia,
attraversa la Norvegia e vuol venire nelle nostre terre a svernare, a vivere i
borghi, a respirare la cultura mediterranea, a mangiare i cibi mediterranei, ad
acculturarsi a Sibari e a Locri e non solo.
Abbiamo questa esigenza di dare risposte. Non v’è dubbio che il tema
dell’aeroporto di Sibari che ho voluto mettere sul
tavolo è solo uno dei tanti.
Un altro tema fondamentale è quello, che è stato ampiamente trattato e
valorizzato, della centralità di Gioia Tauro.
Ha fatto bene l’assessore. Si ha il coraggio di dire “il transhipment è ormai cosa scritta e fatta”. Dobbiamo
avere il coraggio di fare del porto di Gioia Tauro un
porto getway, vero assessore? Ma, per far
questo, abbiamo la necessità non dell’alta capacità, ma dell’alta velocità ed
io ho una mia visione, lo dico in questo Consiglio che è la sede in cui le
diverse vedute trovano poi una sintesi.
L’alta velocità non può essere la parte Tirrenica, perché è vero quel
che si dice sui costi elevati per realizzare l’infrastruttura nella zona che va
da Tortora a Sapri passando per Maratea.
Ebbene l’alta velocità che io immagino – ferma restando l’alta capacità
della tratta tirrenica che colleghi a Lamezia Terme e all’aviosuperficie
di Scalea e parlerò anche di questo – è quella che va da Gioia Tauro a Siderno
e da Siderno arriva a Bari.
Cosa significa? Significa che risolviamo il problema del binario unico
e dell’elettrificazione sulla tratta ionica. Risolviamo una serie di problemi e
mettiamo anche sul tavolo del Governo nazionale la possibilità di dire “non si
può fare l’alta velocità perché i costi sono elevatissimi”.
Siamo noi a disegnarla. Accettiamo l’alta capacità, ci mancherebbe
altro. Va bene, abbiamo l’alta capacità che arriva, ma oggi dobbiamo pensare
agli altri territori. Dobbiamo pensare a Catanzaro, a Catanzaro Lido; a unire
la regione in un unico concetto di sviluppo turistico e agricolo
infrastrutturale.
Quindi, Gioia Tauro come centro nevralgico con un passaggio importante
e necessario da transhipment a gateway.
Un’altra questione – e mi avvio alle conclusioni – è quella della
necessità, come dicevo prima, di coprire un territorio e di valorizzare l’aviosuperficie di Scalea.
Abbiamo discusso con il consigliere Aieta di questo. L’aviosuperficie di Scalea è stata finanziata con un patto
territoriale, con i Pisl, e rappresenta oggi il viatico di una zona e la
possibilità di collegamento con il nord Europa. Rappresenta una visione.
Allora, all’interno del Piano – diceva bene l’assessore, il Piano non è
l’elencazione delle opere che noi dobbiamo fare è una filosofia - si sta dicendo
una cosa importante: noi vogliamo che la nostra sia una regione turistica, che
potenzi lo sviluppo agricolo, che riesca a tracciare nell’ambito del
manifatturiero una possibilità di crescita e, soprattutto, che sia una regione
che decida il proprio percorso di sviluppo.
Sono estremamente contento di come questo Consiglio si stia sviluppando
e di come oggi ponga in essere da parte di tutti noi una azione concreta per
concretizzare lo sviluppo di cui la regione ha bisogno.
Solo attraverso il potenziamento delle infrastrutture, non solo di
mobilità, ma anche, soprattutto, turistiche, noi avremo la possibilità di
alzare l’asticella della ricchezza che ci farà dire domattina, piuttosto che
dopo domani, che in realtà siamo stati bravi ad aumentare il prodotto interno
lordo della nostra terra.
Vanno bene allora tutte le misure, va bene la possibilità di disegnare
una strategia condivisa, va bene partire dalla nostra storia, va bene disegnare
uno sviluppo sostenibile.
Questo Piano, assessore, lo dobbiamo approvare con le modifiche che il Consiglio vorrà apportare nel più breve tempo possibile, perché da questo Piano, dalla visione strategica e, soprattutto, dalla capacità – lo dico ai calabresi – di avere una visione anche rivoluzionaria - per non dire da sogno, che questo Piano ha, probabilmente un nuovo entusiasmo percorrerà i viottoli ed i borghi della Calabria - dipenderanno probabilmente molti degli investimenti legati alle azioni che il Por sta mettendo in campo. Dipenderà dalla capacità che avremo di essere attrattivi e di parlare al mondo, da come saremo capaci di proiettare la Calabria nella logica politica di riscrivere – consentitemi – l’unità di Italia, ma soprattutto di come saremo capaci di disegnare la Calabria in ambito nazionale, europeo e internazionale. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, signor Presidente della Giunta, assessori e colleghi.
Sarò breve e nell’esserlo voglio partire
ringraziando innanzitutto il presidente Oliverio per la sensibilità che ha
dimostrato nella immediatezza della tragedia di Andria di mettersi in contatto
col Governatore della Puglia e portare la sua solidarietà e quella della intera
Calabria e dei calabresi.
Quella solidarietà che è prevalsa, anche
stasera, con l’altrettanta sensibilità del Presidente del Consiglio, Nicola Irto,
con l’osservanza di minuto di raccoglimento.
Quella tragedia è la tempistica con cui giunge
in Consiglio regionale il Piano Regionale dei Trasporti mi porta a parlare di
più dell’aspetto della rete ferroviaria e delle Ferrovie della Calabria anziché
argomentare del Piano Regionale dei Trasporti, presentato in modo preliminare
stasera qui in Aula dall’assessore Russo.
Anch’io voglio fare un plauso all’assessore Russo, intanto per il metodo usato, ma al di là del
metodo, per la sostanza in cui è stato capace di relazionare per oltre un’ora e
mezza, veramente a 360 gradi, facendo dei trasporti anche un programma di tipo
elettorale, programmatico e facendolo anche di getto. Pur avendo parlato due ore non l’ho visto neanche bere un sorso
d’acqua, quindi un superman – e
di questo le faccio plauso e vanto – ma soprattutto nel metodo come diceva il consigliere Greco. Ho visto un
lavoro massacrante di oltre sei-sette mesi che ha
chiamato in causa, mediante un grande confronto, veramente una miriade di
soggetti, i ministri, i parlamentari, la Giunta, i dipartimenti, le
associazioni dei consumatori, le sigle sindacali, lavoratori, pendolari,
studenti, sindaci, marittimi, portuali, Anas, Trenitalia, le Ferrovie, i
prefetti, la Chiesa – assessore diceva pure – la stampa, gli attori, i
registri, gli ordini professionali, i circoli culturali, sino all’ultimo
cittadino.
Questo metodo di
grande confronto, oggi, arriva in Aula e bisogna essere consequenziali in
questo metodo, perché mi auguro che,
nell’immediatezza dell’approvazione in Giunta del Piano dei trasporti, si riapra la
discussione nella
Commissione, che ha avuto un ruolo importante per l’odierna seduta di Consiglio
regionale; non è una anomalia, ma è una novità assoluta quella di portare in
modo preliminare un Piano dei trasporti in Aula, e questo è stato possibile
grazie anche all’intervento della Commissione presieduta dal consigliere
Bevacqua, che ha fatto una risoluzione che ha consentito che questo Consiglio
regionale, oggi, aprisse la discussione.
Non può essere un voto definitivo sul progetto preliminare che oggi il
Consiglio regionale può dare, perché abbiamo avuto una brillantissima relazione
dell’assessore, ne abbiamo preso atto, abbiamo anche la necessità di
metabolizzare questa relazione, al fine di poter dare ognuno di noi il nostro
contributo, in una logica generale di una nuova Calabria, di un nuovo meridione
– come diceva il consigliere Greco – ma soprattutto – mi auguro – in una
visione non territoriale che ci metta la coscienza a posto. Lei chiede un nuovo
aeroporto a Sibari, legittimo nella logica di una
nuova Florida della Calabria, ma è altrettanto legittimo poi, in modo
territoriale, che ognuno di noi dia il suo contributo nella redazione di questo
Piano uscendo da una visione territoriale di appartenenza dei nostri territori,
ponendo veramente al centro la Calabria.
Su questi temi di ordine generale mi soffermo per fare un’altra
osservazione. Ho ascoltato con grande attenzione l’intervento del consigliere
Graziano, non ho visto strumentalizzazione della tragedia, non ho visto un
antesignano di un nuovo meridionalismo, né tantomeno – e questo te lo chiedo,
consigliere Greco – chi nel 2009 faceva parte e apparteneva all’area di
centro-destra e di Forza Italia ha sbagliato a non gridare forte la rabbia
della Calabria rispetto a quella scarsa attenzione che quel Governo ha avuto. Oggi
non gridare la stessa rabbia, per la disattenzione che ancora un altro Governo,
a prescindere dai colori politici, ha nei confronti della Calabria, significa
una guerra e una frammentazione fra di noi che serve a loro per continuare a
penalizzare questa terra.
Una disattenzione di ieri non giustifica una disattenzione di oggi.
Questa è l’unità che deve trovare questo Consiglio regionale, per cui
io non ho visto nessuna strumentalizzazione nelle argomentazioni pacate del
consigliere Graziano, perché, poi, senza un’argomentazione edotta,
probabilmente ci ha condizionato anche la storia, la capacità lessicale, colta,
dotta dell’assessore Russo, perché ognuno di noi poi è voluto rimanere nel
solco della sapienza, della cultura. Io no, scendo di livello e dico che,
purtroppo, non è la tragedia di Andria che alza la nostra attenzione, perché –
ahimè – questa terra – lo ricordava qualcuno prima di me – ha avuto analoghi
incidenti dagli anni Sessanta, quando morirono oltre 70 persone a Catanzaro per
il cedimento di un ponte dove viaggiava l’attuale Ferrovie della Calabria, per
passare a Simeri, per passare all’ultima disgrazia di
Crotone e per passare ai tantissimi incidenti che non si sono trasformati in
tragedia per mera fortuna. Non so chi prima di me ha detto che non possiamo
appellarci alla fortuna, nella logica di una scarsa sicurezza che c’è nella
nostra rete ferroviaria, ma anche nella nostra rete viaria, se è vero, come è
vero, che l’assessore ci ha detto che l’indice di mortalità in Italia è 1,4, in
Calabria è 3,5 con delle punte massime poi nella strada della morte che è la Strada
Statale 106.
Sulla SS 106, però, c’è da fare un ulteriore appello. Credo che noi,
prima di unirci all’Europa e alla Florida, dobbiamo unire la Calabria. Diceva
bene l’assessore, in questa terra ci sono cittadini che non hanno Santi in
paradiso, e mi riferisco ad una divisione lungo una dorsale della Calabria: la
dorsale tirrenica, pur con i suoi difetti, con le sue criticità che vanno poste
all’attenzione e colmate, è tutta un’altra storia rispetto alla dorsale ionica,
sia in termini di viabilità su gomma sia in termini di viabilità ferroviaria.
Allora io veramente scendo di livello e chiedo un’attenzione da parte
del Consiglio regionale e soprattutto della Giunta e soprattutto sua, assessore
Russo, affinché ci sia un’interlocuzione – lei l’ha avuta con tutti, la
continui ad avere – soprattutto partendo dal primo step
con Ferrovie della Calabria, affinché ci sia una vigilanza da parte della
Regione, ci sia una vigilanza di quelli che sono anche i rendiconti economici
in termini di rimborsi chilometrici, che vengano dirottati nella manutenzione
della rete delle Ferrovie della Calabria.
Credo che non sia un problema di binario unico, il binario unico non è
indice di insicurezza, è soltanto indice di una maggiore percorrenza. La
sicurezza nasce dal fatto che ancora alcune reti ferroviarie – e qui credo di
aver avuto notizie un po’ in contrasto rispetto a quelle che mi sono state
riferite in Commissione – 70-80 chilometri della nostra rete ferroviaria delle
Ferrovie Calabro-Lucane viaggiano su binario unico –
e non è quello il limite della sicurezza – ma su blocco telefonico. Questo va
eliminato, perché se non eliminiamo questo, siamo ancora alla ricerca solo
della fortuna, che ci deve aiutare in un incidente che non si sviluppi in
tragedia.
Ci sono dei livelli di sicurezza che sono fortemente disattesi sul
territorio nazionale, ma in particolare sulla rete regionale delle ferrovie
concesse dallo Stato. E’ lì che noi dobbiamo intervenire, perché è impossibile,
è inammissibile che se l’Ustif va a monitorare la
rete delle Ferrovie della Calabria, ex Calabro-Lucane,
ogni sei mesi e lo verifica mediante dei passaggi a piedi su quelle rotaie, su
quelle locomotive, poi noi, invece, assistiamo ad una situazione vetusta della
nostra rete ferroviaria, vuol dire che qualcosa non va anche nei sistemi di
controllo di queste grosse agenzie che, a livello nazionale, hanno il compito
di vigilare sulla sicurezza delle reti ferroviarie.
Come vigilano? Creando – lo diceva qualcuno prima di me – più “Italie”! Abbiamo una situazione della Lombardia di
altissima sicurezza e di altissima tecnologia, il Piemonte è sulla stessa
strada, in Liguria non vivono anni felici, ma ancora c’è un sistema artigianale
che va a governare i sistemi di manutenzione verso la sicurezza in Campania, in
Calabria e in Puglia. E’ lì, assessore, che probabilmente, anche con queste
agenzie nazionali, che dovrebbero garantire la sicurezza, noi dobbiamo avere
un’ulteriore interlocuzione nell’ambito di quel grande confronto che lei ha
avuto e, quando le ho fatto i complimenti, non lo facevo con retorica, ma lo
facevo in modo sostanziale, affinché oggi eliminiamo quei troppi rallentamenti
che ci sono nell’ambito delle Ferrovie della Calabria. Rallentamenti significa
che un tratto che può essere percorso in 50 minuti viene percorso in un’ora e
mezza da chi usa il trasporto pubblico per lavorare, per andare a scuola,
perché poi il dato orografico della nostra Calabria non permette altre capacità
veicolari.
E’ inammissibile che la vetustà di alcune gallerie, gli smottamenti e
le frane che ci sono sulla nostra rete ferroviaria rappresentino una incolumità
perenne e quotidiana per i tanti pendolari che, quotidianamente, prendono il
treno delle Ferrovie della Calabria.
Queste sono cose molto più basse, non volo alto verso gli aeroporti,
come è volato alto il collega Orlandino Greco, ma ritengo che oggi si apra una
riflessione - ribadisco, assessore, perché se il metodo è apprezzato, deve
essere consequenziale – alla sua sensibilità su come ulteriormente portare
avanti questo confronto che oggi inizia in Consiglio regionale, prima che sia
approvato il Piano definitivo dei trasporti, così come lei lo ha argomentato
veramente in modo esaustivo su tutte quelle filiere, su tutti quegli obiettivi
e, nell’ambito di ogni obiettivo, ulteriori filiere di dieci sub-obiettivi – se
posso definirli così – nell’averla ascoltata.
Soprattutto, assessore, riporti questo Piano, nel momento in cui la
Giunta lo andrà a perfezionare e a definire, nella Commissione, perché ritengo
che quella Commissione, ma tutte le Commissioni meritino in quella fase un
ulteriore confronto con il potere esecutivo e, quando si arriverà in Consiglio
regionale, una volta che sarà completato tutto questo iter, una sola domanda le
farò: la sostenibilità economica affinché non voliamo alto, mediante voli
pindarici, perché poi il tutto si materializza e si va a concretizzare se c’è
una sostenibilità economica. La sostenibilità economica più vicina è al territorio,
quindi mediante l’ente Regione, i fondi ministeriali, più si allontana
dall’Italia, più diventa alcune volte più sul Piano delle enunciazioni e sulle
possibilità che poi dobbiamo usare il condizionale e, probabilmente, se siamo
qui ancora a parlare del potenziamento del porto di Gioia Tauro che ha visto la
sua luce chissà quanti anni fa, chissà quando potremo accontentare il
consigliere Greco per parlare dell’aeroporto di Sibari!
Quindi è con questo auspicio e nel ringraziarla che sarò sul tema a dare
il mio modestissimo contributo in quel metodo che lei oggi ha iniziato e che,
grazie alla Commissione, è giunto in Aula. Su quel metodo dobbiamo continuare,
poi ognuno di noi per la parte di propria competenza, per il modo di vedere
l’evoluzione un vademecum di quello che tramite il Piano dei trasporti può
essere veramente il futuro di questa terra, darà il proprio contributo.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Signor Presidente
del Consiglio, signor Presidente
della Giunta, signori assessori, colleghi consiglieri, sarò più che telegrafico, credo che per oggi possa anche
bastare, abbiamo filosofeggiato abbastanza, oramai è tardi, visto anche il black out che ha interrotto i lavori
dell’Aula.
Sicuramente
oggi è una giornata importante, visto che, a due anni dall’inizio di questa decima
legislatura, ci accingiamo a dibattere su un tema importante e fondamentale
come il Piano Regionale dei Trasporti.
Una proposta preliminare che, certamente, ci dà spunti di riflessione
ed elementi da esaminare. Chiaramente, arriviamo in Aula dopo averlo letto in
maniera puntuale, rigo dopo rigo, e dopo la brillante relazione dell’assessore
Russo, ci sarebbe veramente da parlare oltre 30 minuti, ma io proverò
telegraficamente ad evidenziare solo qualche concetto.
Intanto, mi faccia dire, assessore, che dalla sua relazione si evince
che, comunque, avete apprezzato e state continuando ad apprezzare il lavoro
svolto dalla Giunta precedente che, con la sola delibera del 5 agosto del 2013,
ha approvato le linee-guida che oggi adottate, per poi, a settembre, dare
l’avvio alle consultazioni con i vari organi.
Di questo mi compiaccio, però, sicuramente, sarebbe stato un atto
nobile da parte vostra riconoscere un lavoro fatto precedentemente, di cui oggi
raccogliete la sintesi e anche i frutti e grazie al quale avviate un lavoro,
sicuramente nobile, ma dimenticate che è frutto e figlio del lavoro
precedentemente fatto. Lo avreste dovuto fare, assessore, mi consenta di dirlo,
per una buona prassi anche sul Piano politico, ma d’altronde non appartiene a
tutti.
Nel primo capitolo del documento c’è una sorta di prefazione che,
chiaramente, si basa soprattutto sulla metodologia generale, una descrizione
generale che evidenzia buoni propositi, buoni intenti, niente di più. Scorrendo
il documento con particolare attenzione, ho voluto leggere il secondo e terzo
capitolo che assumono un carattere assolutamente teorico che guarda certamente
ad un futuro molto, ma molto lontano, facendo riferimento, chiaramente, ad
interventi oggi assolutamente inapplicabili e – devo dire – anche inesistenti e
forse anche in futuro.
Il capitolo sul quale, secondo me, ognuno di noi deve fare una
valutazione molto più seria - e sul quale mi sembra di capire che avete
concentrato tutti gli sforzi - è il capitolo 4, in cui avete elencato dieci
obiettivi, dieci misure, che fanno vedere questo Piano – come ricordava bene il
collega Esposito – in una dimensione molto più grande della Calabria - forse
molto più grande di noi - che guarda ad un futuro lontanissimo che solo i figli
dei nostri figli potranno vedere. Considerando che il sottoscritto non ha
figli, credo che sia una sorta di grande sogno che la Calabria e i calabresi
non potranno mai vedere realizzato!
Non vorrei, quindi, che corressimo il rischio, ancora una volta, di
gettare fumo negli occhi ai calabresi con la vostra azione politica. Credo,
anche, che questo Piano abbia un po’ il sapore di una campagna elettorale, caro
assessore.
Visto, poi, che Reggio Calabria si accinge a diventare ufficialmente
città metropolitana – e solo per un attimo parlo della provincia di Reggio
Calabria, come lei solo in maniera telegrafica ha citato la città metropolitana
- le vorrei chiedere qual è il programma e il progetto, in questa proposta
preliminare, per la città metropolitana, l’area metropolitana dello Stretto che
lei in maniera molto veloce ha citato. Io proporrò in futuro che venga
assolutamente istituito un bacino ad hoc per la città metropolitana, per
l’area metropolitana dello Stretto, che dovrà anche divenire un laboratorio di
idee, di sviluppo anche per il Piano dei trasporti, essendo noi il baricentro
del Mediterraneo.
Lei, attraverso la sua relazione, ci ha anche raccontato un po’ di
storia – grazie per questa lezione magistrale, ma non poteva essere
diversamente – che certamente fa onore alla Calabria e che consente a chi, come
me, è più giovane rispetto a lei di apprendere anche nozioni storiche. Questo,
giustamente, non fa male. Ci ha anche canticchiato una canzone, quella di Rino
Gaetano: “Il cielo è sempre più blu”. Beh, con questo andazzo, l’unica cosa che
vedo brillare di blu, di luce forte, in questa maggioranza è la cravatta del
collega Carlo Guccione! Per il resto, sinceramente, è buio e nuvole, altro che
cielo più blu, caro assessore!
Poi – come diceva anche il collega Esposito – lei ha citato una serie
di attori che, in questi mesi, hanno collaborato e contribuito a redigere
questo documento, ha citato perfino la Chiesa, i sacerdoti, magari nella
speranza che potessero benedire l’avvio di questo percorso, ma non mi sembra
considerato che c’è stato un black out
che il Signore sia stato dalla nostra parte!
Addirittura, lei sostiene che i calabresi devono assumere e far proprio
questo Piano, questa proposta di Piano come, addirittura, i dieci comandamenti!
Io direi di andare Piano, non offendiamo il buon Dio! E ricordando che il
quarto comandamento ordina di onorare il padre e la madre, vi chiedo di onorare
la Calabria e i calabresi con la vostra azione politica e amministrativa. Il
quinto comandamento – se non erro – dice: “non uccidere”. Voi la Calabria la
state uccidendo con questo atteggiamento, con questo approccio demagogico e di
fantapolitica, perché la relazione è sicuramente brillante, lei è un professore
di grande spessore e qualità - l’abbiamo ascoltata attentamente – però, di
fatto, vorrei capire cosa diremo ai calabresi più tardi, usciti da questo
palazzo, cosa propone questa maggioranza per intervenire sulle le emergenze? Quali
sono gli interventi sui nostri porti, sui nostri aeroporti? Qualcuno
addirittura pensa già alla realizzazione di un aeroporto sulla Sibaritide! Che
ben venga, magari in futuro avremo le condizioni per realizzarlo, però prima
salviamo l’aeroporto dello Stretto di Reggio Calabria che sta quasi per
chiudere, potenziamo quelli che ci sono, poi possiamo anche costruire un
aeroporto in Aspromonte, magari, ma sempre dopo esser riusciti a far funzionare
quelli che abbiamo!
Le dico la verità, avevo segnato una serie di cose, però ho promesso di
non farla lunga e di essere telegrafico. Il collega Orlandino Greco ha fatto
riferimento ai Governi centrali del passato, devo dire che ha ragione, perché
la disattenzione nazionale è stata continua e costante e, purtroppo, persevera
ancora oggi nei confronti di una Calabria, di un Meridione che ormai è
angosciato da questa disattenzione.
In parte ha ragione, però io lo inviterei a fare anche un po’ di
autocritica nei confronti della sua coalizione e di chi in questo momento sta governando
in malo modo il Paese; di fatto voi dovreste essere in piena sinergia, ma
sappiamo bene che non c’è assolutamente nessun tipo né di sinergia né di
rapporto collaborativo.
Si parlava del porto di Gioia Tauro, assessore. Ma di che stiamo parlando!?
Non ci fate ridere! Solo qualche mese addietro vi siete fatti sfuggire una
delle opportunità più grandiose e straordinarie che la nostra regione potesse
avere: mi riferisco alla fabbrica per la realizzazione delle auto, non ricordo
nemmeno il nome, perché si è detto solo sui giornali che il presidente Oliverio
sarebbe andato a Roma a firmare il contratto. Quindi, in pompa magna, alcuni
colleghi consiglieri hanno anche annunciato, addirittura, 800 posti di lavoro,
alimentando la speranza nei calabresi. Avrebbe potuto essere un momento di
rilancio, forse anche risolutivo, del porto di Gioia Tauro.
Non contate nulla a Roma! È arrivato il Presidente della Regione
Puglia, Emiliano, ve l’ha strappata da sotto i denti e non siete nemmeno
riusciti a tenervi quello che vi era, forse solo per un attimo, stato offerto.
Allora, di che stiamo parlando!? Il porto di Gioia Tauro sta
continuando a soffrire. Andate a chiederlo al sindaco di Gioia Tauro che tutti
i giorni ha dietro la porta i lavoratori che vanno a chiedere giustizia
all’amministrazione comunale, che però non può fare nulla. Quindi, non
continuiamo ad illudere i calabresi, soprattutto i lavoratori che stanno
continuando a lavorare senza essere pagati e i tanti a rischio licenziamento.
Finisco con una battuta del collega, amico Orlandino Greco, il quale
dice: “Il Piano dei trasporti non è l’elenco delle opere, ma una filosofia”.
Beh, voi siete solo una filosofia! Buon lavoro, buon proseguimento di lavoro,
nella speranza e con l’auspicio che la prossima seduta di Consiglio regionale,
che ci vedrà protagonisti per discutere di questa vostra proposta, potrà
vederla già migliorata, anche grazie all’apporto dei Comuni, degli attori
principali delle varie comunità - magari quelli della locride,
dove ancora si arriva con il treno a motore a scoppio e non è solo una battuta,
mi creda, assessore – degli amministratori, dei sindaci, che apporteranno un
contributo reale per aggredire, tutti insieme, le emergenze e le criticità
risolvibili nell’immediato, per poi pensare ad una Calabria sicuramente in
Italia, ad una Calabria sicuramente in Europa e – come ricordava qual modo – ad
orizzonti molto più grandi. Ma noi siamo umili, siamo uomini di territorio e
vogliamo in maniera concreta e pragmatica guardare anzitutto e prima di tutto
alle esigenze e alle criticità di questo territorio. Buon lavoro.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, intervengo solo per dire che ho seguito parola per parola
l’esposizione e la relazione dell’assessore Russo e le devo dire, assessore, con molta
franchezza, che sono stato rapito dal suo racconto, che è fatto di
protagonisti, di antagonisti di questa terra, di problemi e di soluzioni, un
racconto farcito da una visione colta. Mi è piaciuta l’idea di raccontare il
Piano Regionale dei Trasporti, passando per la grande città magno greca di Sibari,
passando attraverso il Mediterraneo e attraverso questa terra, che è la porta
dell’Europa a sud. E mi è piaciuta l’esposizione di questo Piano Regionale dei
Trasporti, di cui abbiamo discusso, contravvenendo forse a metodi che in passato non
erano proprio agevolati dalle Giunte regionali di questa Calabria; mi è
piaciuta l’idea di individuare dieci obiettivi, azioni e dieci misure per
azioni. Il 10, poi, è un numero perfetto, assessore, quindi ancor di più mi
piace, è di buon auspicio.
Mi piace soprattutto l’idea di entrare nella pancia dei problemi calabresi, affrontando ovviamente
punti di forza ed esaltando anche i punti di debolezza, perché un governo
serio, che ha una visione, si pone il problema senza filosofeggiare, ma facendo
filosofia e individuando soluzioni e vie d’uscita. Così, essendo questa una
terra che ha 1.900.000 abitanti, pari al 3,3 per cento della popolazione
italiana, e che ha un’estensione di 15 mila chilometri quadrati, con una
superficie pianeggiante inferiore alla media nazionale, ecco spiegato il motivo
per cui la Calabria soffre il problema dei trasporti. Lo soffre, a maggior
ragione, se la politica, che trascura soluzioni facili, fa finta di non vedere.
Invece, penso che in questo Piano vi sia la visione, ma al tempo stesso
ci sia anche l’umiltà di cogliere suggerimenti e di fare aperture, così come pure
in questa sede sono state fatte dal collega Greco, per esempio, perché
condivido molto l’idea di immaginare che sul Tirreno cosentino, che è un
territorio cileno, dove insistono 33 comuni con una popolazione superiore a 150
mila abitanti, che d’estate triplica, ci sia un aeroporto che è già lì ed è
pronto per entrare nell’interesse regionale.
Così come non mi spaventa l’idea di avere un aeroporto nella
Sibaritide, che è la zona più forte economicamente, o potenzialmente, di questa
Calabria. E se è vero che gli aeroporti calabresi non hanno collegamenti
diretti con gli Hub internazionali, credo che lavorare su questa direttrice sia
per questo governo regionale una priorità.
Mi piace anche l’idea nuova, finalmente, dei porti turistici e
pescherecci e il rafforzamento di quelli già esistenti, senza ovviamente
trascurare quelli che sono in via di costruzione, perché la domanda del settore
nautico in Calabria cresce e vi assicuro che i porti calabresi non riescono a
soddisfarla.
Mi piace, quindi, il metodo, assessore Russo, mi piace il suo eloquio,
mi piace come è riuscito a condensare e ad agevolare una discussione che, tra
l’altro, è ostica, mettendola su un terreno che attrae. È stato attrattivo
perché i contenuti sono attrattivi, per cui – lo dico al Presidente della
Regione – noi abbiamo tanti problemi, tra l’altro in questo momento viviamo
drammaticamente problemi seri per i quali le soluzioni sono a portata di mano,
come nella sanità, per esempio, dove io credo che la soluzione più immediata,
più semplice sia quella di rimuovere i commissari, e ci sono problemi che hanno
bisogno di fatica, di lavoro quotidiano perché – come dice il presidente
Oliverio – il futuro è sempre un lavoro quotidiano.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
vorrei iniziare il mio
intervento per esprimere – lo ha già fatto il Presidente della Giunta a nome
dei calabresi – e ribadire il mio pensiero, i miei sentimenti di cordoglio nei
confronti dei parenti delle vittime della tragedia ferroviaria occorsa qualche
giorno fa in Puglia. Questo è in coincidenza con il dibattito che si è aperto
oggi, grazie anche alla sensibilità del Presidente del Consiglio,
dell’assessore e di chi ha consentito di potersi confrontare su una materia
importante, benché si tratti di un preliminare, di uno strumento ancora più
importante che vedrà la realizzazione di un Piano strategico per lo sviluppo di
un territorio.
Ci deve fare riflettere ancora di più, si è parlato del Sud, di un’Italia a tre velocità, si parla del Mezzogiorno, ma c’è anche il Mezzogiorno nel Mezzogiorno, e la Calabria è il Mezzogiorno nel
Mezzogiorno, perché vi sono
delle vetustà che riguardano settori importanti del sistema di cui oggi si sta
parlando, che servono di grande attenzione da parte del governo regionale, ma
anche del Governo nazionale, e si è parlato stasera del Parlamento europeo
rispetto alle varie competenze per materia e territorio in merito agli
interventi importanti riguardanti l’obiettivo, che deve essere di qualità e,
purtroppo, oggi la Calabria manca in qualità. Dobbiamo lavorare per valorizzare
quest’aspetto.
Stasera mi è piaciuto l’intervento del collega Graziano, un po’ meno
quello di chi ha voluto caricare di significato politico, perché se siamo qua
stasera, è per dare un contributo istituzionale alla nostra terra rispetto ad
un apporto che deve giungere dai banchi sia di maggioranza che di opposizione.
Caro collega Greco, se è vero quello che ha detto lei merito al governo Berlusconi
nel 2009, posso anche fare un elenco dell’“annuncite”
del Governo Renzi, che è interminabile rispetto
all’agenda di lavoro dell’attuale Presidente del Consiglio, per poi dire che
non ci sono i soldi in merito agli interventi! Si propaganda da una parte, poi
dall’altra si dice che non ci sono i soldi oppure che i soldi vanno a finire da
un’altra parte.
Allora, credo che bisogna fare sintesi istituzionale, ecco perché mi è
piaciuto l’intervento responsabile del collega Graziano, del collega Cannizzaro
quando richiamava un punto, rispetto al quale la precedente amministrazione
regionale ha lavorato. Non bisogna essere ingenerosi, altrimenti commettiamo
l’errore, che altri hanno fatto prima di noi, dello scaricabarile. Assumiamoci
le responsabilità: le varie Giunte, anche quella del presidente Loiero, hanno
fatto delle cose che si potevano fare, cose che non si potevano fare, l’ultima
ha subìto un’interruzione traumatica, ma stava facendo un lavoro.
Dobbiamo prendere atto che anche in questo contesto ha avuto un
contributo, assessore, benché io le riconosca il lavoro svolto, che è di
qualità e che ho apprezzato sia sotto il profilo formale sia sostanziale. Ci
aspettiamo di verificare il lavoro in futuro, e noi siamo qui oggi per dare un
piccolo contributo rispetto ad uno strumento che lei, assieme ai suoi
collaboratori, allo staff e prima ancora al dottore Pavone, ha ereditato. Nel
2013 non ero assessore, però, confrontandomi con i colleghi della maggioranza,
ricordo che questa attività era stata già svolta, quindi un Piano voi l’avete
già ricevuto, una traccia di lavoro già c’era; l’avete arricchita, avete
avviato un confronto che è importante, prediligendo la politica dell’ascolto –
questa è una cosa che a me piace molto e che gradisco – con i territori, ed
oggi si è giunti ad un preliminare.
Allora, per essere un po’ pragmatico, adesso vorrei concentrarmi su un
aspetto della Calabria. Da qui a breve, eleggeremo il Consiglio metropolitano –
lo diceva bene chi mi ha preceduto, il consigliere Cannizzaro – e su questo
vogliamo capire qual è il programma della Regione rispetto ad una politica dei
trasporti attenta ad un territorio, che dovrebbe essere da traino per la nostra
regione, e sapere quali sono le azioni mirate al potenziamento dell’aeroporto
dello Stretto. Questa sarà una delle dieci città metropolitane e l’aeroporto
dello Stretto è in difficoltà, sicuramente non per responsabilità integrale
della Regione, ma parziale si.
Ci dobbiamo assumere le responsabilità. Il presidente Oliverio su
questo – ne do atto – sta compiendo degli sforzi; però poi andiamo a verificare
i risultati rispetto all’obiettivo, che non è quello di mantenere l’aeroporto
dello Stretto, ma di potenziare l’aeroporto che dovrà diventare – come diceva
il dottore Nucara in un convegno che facemmo qui – l’aeroporto internazionale
dello Stretto – questa è la nostra idea – e verifichiamo come la mobilità deve
essere realizzata per collegare l’aeroporto futuro dello Stretto con i
territori, e per territorio mi riferisco all’aera grecanica,
alla città degli ulivi, l’area dello Stretto e l’area della locride,
che ancora è sempre più isolata. L’assessore nella sua relazione faceva un
distinguo interna corporis ed extra menia, ovvero all’interno una mobilità interna e la
mobilità esterna. La mobilità interna soffre dalle nostre parti: i nostri
ragazzi, che vengono dalla locride, dall’entroterra,
per frequentare le università, l’Università Mediterranea di Reggio, vivono
disagi che sono sotto gli
occhi di tutti, quei disagi che hanno vissuto e
purtroppo non potranno più vivere quei ragazzi che sono deceduti per il tragico
disastro della Puglia.
Su questo ci dobbiamo interrogare, su questo dobbiamo lavorare, altro
che politicizzare e vedere di chi è la colpa e di chi sono le responsabilità,
perché di colpa, di imperizia, di negligenza ce ne sono a iosa da attribuire per individuare le paternità
pregresse. Noi dobbiamo ragionare con l’oggi per il futuro, è questo che dobbiamo
fare. Ecco perché non possiamo
perdere un’occasione storica. La civiltà si misura da questo, dallo sviluppo,
dai trasporti, da un Piano che possa consentire lo sviluppo dei territori.
Si parlava di turismo, un turismo differenziato – diceva l’assessore –
perché noi possiamo consentire – noi, la Calabria, considerate le potenzialità
e le condizioni climatiche - un turismo differenziato, cioè un turismo
religioso, un turismo giovanile. Guardate, il litorale ionico è frequentabile
otto mesi l’anno e vengono da tutte le persone d’Europa per le cure, cure
naturali, per la vocazione ambientale.
Se non sfruttiamo queste potenzialità con un sistema integrato di
trasporti che ci consenta di rendere fruibile il nostro territorio all’interno
e collegarlo all’esterno, la Calabria sarà isolata.
Su questo dobbiamo lavorare e dobbiamo fare in sinergia,
per far valere quella responsabilità istituzionale. Poi, quando andremo in campagna elettorale, presenteremo i nostri
progetti, diremo ciò che faremo, ma rispetto a quello che abbiamo fatto, non
come fa Renzi con la solita “annuncite”, affetto da “propagandite”, “noi faremo, noi diremo, noi costruiremo,
noi realizzeremo”! Presentatevi poi agli elettori per dire cosa avete fatto,
per essere credibili, per quello che farete.
Oggi, non siamo in campagna elettorale, colleghi consiglieri, siamo
qui, e conosco quasi tutti e so che c’è questa responsabilità e questa volontà
di fare: è questa volontà di fare che ci deve coniugare.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
Brevemente, ho deciso di intervenire rispetto al dibattito per dire alcune cose che riguardano il merito e per sottolineare un
dato politico: oggi noi gettiamo le basi per varare il Piano Regionale dei
Trasporti. Si è avuta la sensibilità
istituzionale – non era dovuto – di portare quest’atto preliminare in Consiglio, ne va dato atto e
merito all’assessore e al Presidente della quarta Commissione.
Il dato politico
qual è, che è incontrovertibile? Oggi gettiamo le basi per approvare un Piano
Regionale dei Trasporti dopo vent’anni dal 1997. Non so se l’illustrazione
dell’assessore Russo sia stata romantica o pop, come qualcuno ha detto in
questi minuti, di un Piano regionale romantico o pop, so che l’assessore Russo
e il suo staff hanno fatto uno sforzo enorme nel concentrare ed elaborare
una proposta che partisse da dati storici e oggettivi in cui si trova la Calabria:
arretratezza, povertà, bassa scolarizzazione.
E’ stato uno sforzo veramente enorme di studio e di parametri di confronto con
la società calabrese, 1.130 pagine sono uno sforzo importante, va apprezzato
questo lavoro, però attenzione, noi dobbiamo elaborare ed arrivare alla stesura
definitiva di un Piano Regionale dei Trasporti che non sia, dopo vent’anni,
generico e che non sia in grado di far emergere delle priorità nel Piano
Regionale dei Trasporti.
Noi diciamo che dovrà durare venti-trent’anni
questo nuovo Piano regionale, però non possiamo dare l’impressione di avere una
genericità di interventi in cui ci sta tutto, senza individuare le priorità tra
le cose da realizzare. C’è bisogno di una scala di priorità nel Piano
regionale, perché non abbiamo tutte le risorse, e inoltre abbiamo una
situazione nella quale, oggettivamente, la nostra regione ha situazioni aperte.
In merito alla A3 possiamo non dire che non ci sono le risorse necessarie per
il completamento dei 58 chilometri che mancano sulla A3, sulla Salerno-Reggio Calabria, e che, addirittura, alcuni tratti
non sono stati progettati e mancano 2,8 miliardi di euro per completare la A3?
Che sono stati progettati otto svincoli autostradali, ma non ci sono le
risorse? Possiamo dire qual è la nostra priorità rispetto a Ferrovie dello
Stato che collega Roma con Reggio Calabria? Qual è la nostra priorità? L’alta
capacità o l’alta velocità? Perché tutte e due implicano questioni fondamentali
di maggiori risorse, ma anche capacità di arrivare prima.
Come non possiamo non indicare - e l’ha fatto la Regione con uno studio
di fattibilità, spendendo quasi 1 milione di euro - se è realizzabile il
collegamento veloce fra la città di Cosenza e la città di Catanzaro! Come
possiamo non capire che anche sulla grave questione del porto di Gioia Tauro,
nonostante gli sforzi che sta facendo il Presidente della Giunta regionale, noi
rischiamo la chiusura del porto o – diciamola meglio – un depotenziamento serio
del porto di Gioia Tauro che non può attendere quello che prevedrà il Piano
Regionale dei Trasporti, quando sarà varato in via definitiva.
A me preoccupano anche le parole che ha detto il procuratore De Raho sul porto di Gioia Tauro proprio in questi minuti, in
queste ore, sul ruolo di MSC rispetto alla gestione del porto, rispetto anche
al ruolo di MSC, di messa in relazione a questa operazione che ha portato al
sequestro di centinaia di chili di cocaina.
Dobbiamo avere la capacità di mettere insieme l’oggi con la
prospettiva. Un Piano non può avere due livelli, deve mettere le emergenze che
abbiamo oggi con l’interlocuzione rispetto alle questioni che ho cercato di
elencare e con la prospettiva; il Piano deve guardare al futuro, ai prossimi venti-trent’anni. Però, attenzione, se quello che noi
programmiamo per i prossimi venti-trent’anni non è in
correlazione con un Piano Regionale dei Trasporti, si rischia di andare in
collisione, di non trovarci, di costruire due cose su livelli separati, di
sprecare energie e risorse.
Da questo punto di vista, il salto di qualità è questo, e la politica
non può non fare delle scelte. Sbaglia chi pensa che la politica può mettere
insieme tutto. Dal momento che non ci sono le risorse, quando vai a scegliere,
devi privilegiare qualcosa che tu ritieni strategico rispetto a quell’orizzonte
del nuovo Piano Regionale dei Trasporti. Perché non ci sono le risorse, e la
politica non può apparire che mette tutto e niente e che, poi, rinvia non so a
quali tempi le scelte per quanto riguarda le priorità nel campo dei trasporti.
Bene l’interlocuzione col Governo nazionale, bene l’interlocuzione con
la Comunità europea, però dobbiamo dire al Governo nazionale e alla Comunità
europea quali sono le nostre priorità – e devono stare dentro il Piano –
nell’immediato e nei prossimi venti-trent’anni per la
nostra regione.
In questo senso un sistema aeroportuale moderno, perché il problema
degli spostamenti attraverso l’aereo è il futuro, non possiamo non pensare alla
dislocazione di altri due aeroporti nella nostra regione, se vogliamo puntare
alla vocazione turistica, non per andare noi nelle aree dei Paesi del
Mediterraneo, ma per far venire le persone, per far venire le merci, per
esportare le nostre merci - per quanto riguarda l’agro-alimentare della
Sibaritide - che non possono viaggiare sui camion ed arrivare nei mercati
mondiali dopo quattro-cinque giorni. Se vogliamo
costruire un agro-alimentare moderno, le merci devono arrivare ai grandi
mercati nel giro di qualche ora.
Se non c’è questo respiro, al di là della bella e dotta introduzione,
rischiamo che la politica appaia astratta, rischiamo, e ho capito anche il
senso, che si è democratici se trasformiamo il Piano dei trasporti come i dieci
comandamenti! Ma i dieci comandamenti anche per far capire bene che una cosa si
fa prima e un’altra cosa si fa dopo un po’ di tempo, quindi la politica deve
avere il coraggio di scegliere, di individuare le priorità e di avere le
risorse necessarie per realizzarle queste cose.
Penso che noi abbiamo bisogno anche di questo salto di qualità. Ritengo
importante la seduta di Consiglio regionale di oggi – lo ripeto – che non era
un atto dovuto, ma è stata una scelta politica che apprezzo. Mi auguro che poi,
nell’iter che si svilupperà per la proposta definitiva, saremo nelle condizioni
di individuare le priorità di questo nuovo Piano regionale.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Interverrò in maniera molto
veloce, visto anche gli
interventi che mi hanno preceduto.
La proposta preliminare di Piano Regionale dei Trasporti cade,
indubbiamente, in un momento particolare, caratterizzato dalla tragedia
pugliese che ha portato all’attenzione dell’intero Paese la drammaticità in cui
versano i trasporti meridionali. E’ ancora più drammatico che in questo Paese
debba verificarsi l’ennesima tragedia per conquistare l’attenzione prioritaria
della politica e di chi è chiamato a tradurre in misure tecniche e pratiche le
istanze immediate della stessa.
Secondo me, non ci fosse stata quella tragedia, oggi saremmo qua tutti
a gioire, probabilmente, in maniera molto più festosa per l’importante
appuntamento.
Non c’è sviluppo, in Calabria, senza un Piano dei trasporti; del resto
il contenuto aulico anche degli interventi che mi hanno preceduto ne sono la
piena testimonianza. Mi ha, tuttavia, colpito, se non tranne il riferimento
ultimo, tranne il suo, assessore, e tranne il riferimento ultimo anche del
consigliere Guccione, l’assenza nel dibattito di riferimenti alla delicata
questione e al delicato argomento della legalità. Eppure c’è un’intera sezione
di questo Piano regionale dedicata all’argomento, l’Obiettivo 9 “Sicurezza e
legalità”, l’Azione 9 “Misura per l’incremento della legalità e della
sicurezza”. Quando si parla di riduzione della discrezionalità negli appalti,
delle gare, dei protocolli di legalità post gara, si tratta di aspetti
veramente importanti. Mi lasci dire, perché lo so per conoscenza personale,
assessore, che ella ha dedicato a questo delicato argomento grande fatica,
grande passione, grande trasporto, visto che stiamo usando un termine che
richiama pure la materia. Del resto, anche per il porto di Gioia Tauro, lo
stesso presidente Oliverio ha voluto istituire sin dall’inizio un assessorato
che se ne occupasse, posto che lo abbiamo considerato tutti il principale
volano di sviluppo di questa regione.
Debbo dire anche che ho avuto modo di constatare il trasporto emotivo –
dicevo – il travaglio anche emotivo che ha accompagnato la sua persona
nell’affrontare l’argomento, tante volte è stata ella a chiamare il
sottoscritto o a dire che dobbiamo incidere sui protocolli di legalità, transhipment, retroporto,
vertenze sindacali; argomenti, aspetti tutti importanti, ma lasciatemi dire che
sono l’esaltazione del vacuo e dell’effimero se non preceduti da un discorso su
quel porto e da una proposizione normativa che affranchi quel porto, la grande
vera scommessa della Regione Calabria, dai tentacoli della ‘ndrangheta.
Sotto questo aspetto, ella, assessore Russo, ha prodotto un lavoro che
non ha precedenti.
Certo, bisogna incidere in maniera definitiva su questa piaga,
continuando in un percorso virtuoso che lei ha avviato, ma che va ancora
completato.
Oggi, il suo assessorato ha contribuito a fare un ulteriore passo in
avanti nel processo riformatore e non solo calabrese, ma anche e soprattutto in
quello avviato su scala nazionale. Lo sviluppo della regione Calabria e del
Paese intero, una nuova riconoscibilità e capacità propositiva su scala
internazionale della Calabria passa da un profondo e credibile processo
riformatore, per questo dicevo che è un intervento veloce non solo per
esprimere complimenti, compiacimento, anche la piena fiducia e – lasciatemi
dire – anche la soddisfazione di far parte di una legislatura che sta mettendo
in campo attraverso questa Giunta un lento, però importante, processo
riformatore in tutti i suoi aspetti.
Lo dico anche ai colleghi di maggioranza - non ci sono, tranne il caroSinibaldo, non ci sono quelli di minoranza: lo sappiamo
tutti, mutuo qui le parole che l’altra sera ho sentito dire dal direttore Paolo
Mieli, quando in un dibattito con Travaglio aveva modo di dire: “Caro Marco, io
ti posso trovare altri 300 argomenti a favore di quello che dici tu, ma sai
bene che te ne posso trovare mille a favore dell’altra tesi”. E’ questo il
grande dilemma della politica italiana, come se mettere in atto un processo
riformatore in un Paese o in una regione così frammentata sotto l’aspetto della
proposta politica sia una cosa semplice e facile.
Per questo le dico – come diceva Paolo Mieli – che attendiamo da anni
le riforme; adesso si stanno mettendo in atto, è un processo difficile,
delicato – lo dico pure ai colleghi – poi tante volte basta una leggina a correggere
o ad implementare un qualcosa che serve a dare quel respiro armonioso,
abbondante e comunque qualificante che è proprio di un processo riformatore che
voglia dirsi tale.
Per cui non si preoccupi delle critiche, assessore, assessori, tutti
quanti, Giunta, sono critiche comunque costruttive che tendono a migliorare, e
questo è il ruolo di un Consiglio, ma andate avanti su questa strada, andiamo
avanti tutti su questa strada. Anche oggi – lasciatemelo dire – basta con le
critiche! Dovremmo festeggiare un altro momento importante della Giunta, di
questa legislatura, del lavoro che stiamo facendo. Non è facile, sappiamo
quello che abbiamo ereditato – lo riferisco alla minoranza; talvolta sento
parlare persone come se arrivassero da Marte o si proponessero per la prima
volta, ho sentito anche esaltare la precedente Giunta! Dopodiché credo che il
discorso sia meglio fermarlo qua, perché altrimenti sfioriamo il ridicolo e non
sappiamo più a che cosa attestarci.
Quindi i complimenti personali alla Giunta anche per il ruolo che
rivesto, gli apprezzamenti anche per l’attenzione che mi è stata rivolta
dall’assessore in questo senso, come da tutti gli assessori. Quindi grazie come
consigliere, grazie come calabrese, grazie come padre di famiglia calabrese per
quello che state facendo, andiamo avanti così. A me piace dire sempre “barra
dritta e avanti tutta”, mai come in questo momento lo dobbiamo dire.
Siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, e lo dicevano che passa
più per eretico e non per uomo di squadra, cosa non vera.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, Presidente della Giunta, colleghi, assessori, ho letto adesso – lo diceva il consigliere Guccione – un lancio d’agenzia: definisce
la sua relazione, assessore Russo, tra il pop e il romantico. Devo dire che,
invece, la sua relazione e il suo Piano mi
sono parsi rock, perché è innovativo il metodo, è importante il metodo, il
confronto, lo sforzo, lo studio che sta dietro questa proposta preliminare.
Innanzitutto consentitemi un dato politico: sono passati vent’anni, la Calabria
aveva bisogno di questo strumento importante di pianificazione, stasera noi
facciamo un passo fondamentale per avere un nuovo Piano Regionale dei Trasporti.
Pochi giorni fa
il presidente Oliverio ha deciso una rotazione dei dirigenti, storica nella
nostra Regione, se n’è parlato poco perché, ovviamente, delle cose che si
fanno, anche di quelle che hanno una portata rivoluzionaria e di rottura non se
ne parla. Oggi facciamo l’adozione del
Piano Regionale dei Trasporti, la sua proposta preliminare, nella prossima
seduta di Consiglio regionale discuteremo il Piano dei rifiuti e le modifiche
alla legge urbanistica; cioè questa amministrazione regionale rispetta un
cronoprogramma, adotta degli strumenti di pianificazione utili e indispensabili
alla Calabria e al suo futuro. Sono cose che mi piacerebbe venissero
adeguatamente ed opportunamente comunicate ai cittadini calabresi.
L’assessore Russo ha fatto un lavoro pregevole, innanzitutto nel
metodo: si è confrontato con il Governo, con il Parlamento, con il sindacato,
con la Confindustria, con le associazioni, con le categorie produttive, con gli
ordini, con gli enti locali, ha usufruito del lavoro prezioso delle università,
del resto egli stesso è un esponente autorevole del mondo universitario, un
metodo che si ispira alla ricerca, allo studio, alla condivisione e a stimolare
quella che è la necessaria partecipazione da parte di tutti quegli attori
sociali, degli attori locali che poi devono godere dei risultati di un adeguato
Piano Regionale dei Trasporti.
Ho ascoltato i
colleghi, sono state dette tante cose, però ne vorrei sottolineare qualcuna.
Questo Piano, questa proposta preliminare di Piano contiene due orizzonti
temporali, uno è quello del 2023, cioè risponde ad una pianificazione di medio
periodo, l’altro è quello del 2033, cioè una pianificazione di lungo periodo, ci porta delle merci, della mobilità, delle
persone e soprattutto ci dice di una Regione che si pone la questione in
maniera condivisibile, a mio giudizio, della pianificazione; non entra su
questioni che possono riguardare le singole gestioni, salvo dire parole chiare
e atti chiari sulla questione della legalità delle diverse gestioni.
Dentro questo Piano – e ha fatto bene l’assessore Russo a volere questa
decisione e a dare questa indicazione – ci sono delle strategie: la strategia
gestionale, la strategia infrastrutturale – vorrei ricordare l’importante
previsione sul completamento dell’A3, sulla trasversale delle Serre,
sull’ammodernamento della 106, sull’acquisto di nuovo materia rotabile da
impiegare diesel sulle direttrici, soprattutto su quella ionica – poi c’è una
strategia istituzionale, perché ci serve anche adeguare le norme regionali
laddove è necessario. Vi è una concezione del ruolo del pubblico, questa
parolina che spesso è scomparsa dal dibattito nazionale e internazionale, ma
che invece ci serve e deve ispirare sempre di più le nostre politiche, con un
ruolo del privato, è come un rapporto molto innovativo e moderno fra il
pubblico ed il privato. Ci sono parole chiave sulla portualità
e sugli aeroporti.
Ora, anche qui, noi abbiamo tre aeroporti di interesse nazionale,
grazie al lavoro fatto dal governo regionale e dal Governo nazionale; pensiamo
a valorizzarli e a renderli efficienti tutti, poi possiamo pensare al resto.
Non ho nulla in contrario, ci mancherebbe, ma tre aeroporti gestiti bene con
delle strategie positive che parlano al Paese, all’Europa e al mondo, per la
Calabria sono già una cosa importante. Per gli aeroporti calabresi la Giunta
regionale, guidata da Mario Oliverio, ha fatto, dentro una strategia unitaria
che guarda a tutta la Calabria, sforzi che mai erano stati fatti in precedenza:
Crotone, Lamezia, Reggio Calabria, mai tanto impegno per gli scali aeroportuali
della nostra regione.
Sul resto, hanno detto i colleghi. Io penso che oggi si realizzi un
altro tassello del percorso riformatore e di cambiamento di questa regione,
difficile, che però ha preso un passo e una costanza, a mio giudizio, molto
positivi.
Ha chiesto di intervenire il presidente Oliverio. Ne ha facoltà.
Non farò conclusioni a questo importante dibattito, perché è giusto che, dopo
questo mio breve
intervento solo per fare alcune considerazioni politiche, l’assessore Russo
possa avere il diritto di replica e di raccolta di osservazioni, suggerimenti,
spunti che pure ci sono stati nel corso di questo importante dibattito.
Innanzitutto, permettetemi una considerazione di ordine generale: noi torniamo a discutere in questo Consiglio regionale di programmazione, torniamo a discutere e ad esercitare una funzione che è quella che il Consiglio regionale è chiamato a svolgere e ad espletare, torniamo a discutere stasera su una proposta che, preliminarmente, la Giunta sottopone all’attenzione del Consiglio e sulla quale chiede al Consiglio di pronunciarsi. Non veniamo qui con un prodotto finito e, naturalmente, per sottoporre al Consiglio di votarlo, ma veniamo qui con un metodo, un approccio che è assolutamente nuovo ed è quello giusto, a mio parere, per il Consiglio regionale, perché il Consiglio regionale possa, discutendo le linee, i contenuti di questo importante strumento, esprimere nel merito la sua valutazione e dare le indicazioni sulle quali il lavoro successivo dovrà attestarsi ed attenersi.
Mi spiace che l’opposizione non ci sia, però vorrei ricordare
che in questo Consiglio regionale c’è un vezzo che si sta affermando nel corso
di quest’anno e mezzo, ovvero che le cose che non vanno – condizioni
economico-sociali della Calabria, potrei fare un lungo elenco, la sanità,
eccetera, eccetera – sono il frutto di quest’anno e mezzo. Quest’anno e mezzo è
diventato il centro del terremoto sociale, delle condizioni gravi della nostra regione!
Le cose che si presentano in positivo sono quelle che abbiamo
ereditato: ho scoperto stasera che il professore Russo, mio validissimo
collaboratore – che ringrazio per la passione, per la competenza, per la
professionalità e anche per l’approccio colto con la programmazione, quale
dovrebbe essere sempre e in costanza, quando si affrontano problemi di questa
portata – ha ereditato un lavoro!
Non so a quale lavoro ci si riferisca, anche perché questa impostazione
– come voi avete avuto modo di apprezzare e di constatare – è quella della
definizione della proposta di Piano Regionale dei Trasporti che è ispirata, che
è intessuta di quelli che sono i problemi della nostra regione, dai problemi
dei territori a quello della valorizzazione delle risorse culturali, a quello
della valorizzazione del rapporto dei grandi comprensori, in una impostazione
che affronta due nodi, fondamentalmente, che sono quelli che noi non possiamo
eludere discutendo del Piano Regionale dei Trasporti: quello dell’accessibilità
dalla Calabria, dall’esterno verso la Calabria e viceversa, e quello dello
dell’accessibilità interna alla nostra regione, in uno sforzo che guarda al
Piano Regionale dei Trasporti come ad uno strumento per la crescita e lo
sviluppo, non solo ad uno strumento di mobilità, ma ad uno strumento di
crescita e di sviluppo della nostra regione, con una visione unitaria,
integrata dei diversi aspetti. La mobilità, appunto, intesa come fattore di
sviluppo che mette in sinergia i diversi fattori, i diversi vettori della
mobilità: il sistema della mobilità su ferro, su gomma, in modo e con una
visione integrata; il sistema della mobilità aeroportuale, proprio per
l’accesso esterno alla Calabria e la mobilità dalla Calabria verso l’esterno;
il sistema portuale, in una visione nella quale Gioia Tauro è il perno di
questa visione del sistema portuale, che mette in sinergia anche il resto della
portualità calabrese, perché non bisogna dimenticare
che noi abbiamo, oggi, anche nella governance, un’autorità portuale che
assume complessivamente la portualità calabrese.
Quindi è una visione! E rispetto ad essa – perché anche questo vorrei
ricordarlo – un Piano è uno strumento che guarda al futuro, che non si limita a
un intervento puntuale, ma è uno strumento che mette in sinergia le
potenzialità, le necessità ed è proiettato sul futuro, e non può non essere
questo un Piano. Poi è chiaro che dentro il Piano bisogna assumere priorità – e
noi le abbiamo assunte queste priorità – e, attraverso la programmazione,
bisogna corrispondere ad essa l’utilizzazione delle risorse che la
programmazione nazionale mette a disposizione del settore, delle risorse che
attraverso il patto – l’ha ricordato prima l’assessore Russo – sono destinate alla
Calabria e vanno utilizzate con un quadro di priorità. E’ chiaro, le risorse
non sono sufficienti né inesauribili, sono risorse date rispetto alle quali
bisogna che alcuni tasselli abbiano delle priorità.
In questo quadro, io credo che noi dobbiamo guardare alla necessaria
sinergia che c’è tra questa impostazione del Piano, per esempio, e alla
politica che noi stiamo portando avanti per quanto riguarda alcuni tasselli che
sono i capisaldi; penso, per esempio, al sistema aeroportuale. Stiamo lavorando
strenuamente per difendere il sistema aeroportuale calabrese, i tre aeroporti
vanno difesi. Stiamo ragionando alla luce di scelte nazionali che,
praticamente, sono state già assunte in questi anni, quelle che classificano il
nostro sistema aeroportuale con un Hub che è Lamezia Terme e due aeroporti
classificati nazionali che sono Reggio Calabria e Crotone.
Anche in questa direzione stiamo lavorando, perché i problemi della
gestione che nel corso di questi anni non ha risposto a quelli che sono i
canoni e i requisiti previsti dalla legge e dettati da Enac, per capirci. Come
sapete, abbiamo almeno in due aeroporti, Reggio Calabria e Crotone, una
situazione assolutamente non rispondente a questi canoni, tant’è che a Crotone
c’è una procedura fallimentare per quanto riguarda la vecchia gestione ed è
nata una nuova società per quanto riguarda la necessità del rilancio; a Reggio
Calabria c’è una condizione molto, ma molto pesante dal punto di vista della
gestione, e noi nella interlocuzione con Enac abbiamo difeso a denti stretti le
strutture aeroportuali.
Vorrei ricordarlo al consigliere Nicolò: non credo che questa
situazione sia figlia di quest’anno e mezzo, ammesso che noi direttamente
avessimo la responsabilità delle gestioni degli aeroporti, a partire da quella di
Reggio Calabria, dove non so, praticamente, come si è determinata questa
situazione. Anzi lo so benissimo, e non voglio parlarne, voglio metterci un
velo pietoso.
Parliamo nel merito delle questioni, senza fare ogni volta delle
discussioni, anche quando sono importanti e serie le discussioni, perché
stasera stiamo facendo una discussione su un problema serio, senza farne arena
propagandistica e strumentale, perché non fa bene non solo al Consiglio
regionale, ma non fa bene anche a chi continua ad assumere questa parte in
commedia in questo Consiglio regionale, proprio per essere seri e per
affrontare i problemi con la serietà dovuta a problemi di questa portata.
Secondo punto: il problema del sistema portuale. Guardate che noi su
Gioia Tauro stiamo giocando una partita impegnativa e importante per la
prospettiva. Nel corso di questi anni, l’Accordo di Programma Quadro, il
cosiddetto Apq che destinava risorse a Gioia Tauro –
vorrei ricordarlo all’opposizione – presenta un bilancio assolutamente
fallimentare e dopo, magari, l’assessore Russo ricorderà quanti interventi
programmati in quell’Apq non sono stati portati a
buon fine.
Oggi stiamo riprogrammando risorse per aprire e rilanciare una
prospettiva per Gioia Tauro, perché – parliamoci molto chiaramente – con la
crisi del sistema portuale e in modo particolare della portualità
da transhipment, che caratterizza in questa
fase i traffici nel Mediterraneo, si è stabilito di risottoscrivere
un accordo di programma. In proposito il 20 ci sarà un incontro, dopo quello
che c’è stato giovedì scorso a Palazzo Chigi con le organizzazioni sindacali,
con le parti sociali, con Mct alla presenza del
Sottosegretario De Vincenti e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio,
per utilizzare risorse in direzione di obiettivi che noi abbiamo proposto, per
esempio quello della realizzazione di un bacino di carenaggio, quello della
realizzazione di investimenti tesi a creare le condizioni non solo per dare
sbocchi alternativi dal punto di vista occupazionale e del lavoro, ma dare
spazio all’altra struttura portuale di Gioia Tauro nell’ambito del bacino del
Mediterraneo. Abbiamo messo in campo un programma che utilizza risorse anche
per l’altra portualità calabrese per quanto riguarda
investimenti strutturali, non sto qui ad elencare, ma naturalmente avrete modo
di discuterne anche nelle prossime settimane in considerazione del fatto che
abbiamo assunto chiari atti amministrativi in questa direzione.
Il problema, quindi, dell’accessibilità dall’esterno, attraverso un
confronto serrato con Rfi in direzione della
realizzazione dello studio di fattibilità, per il quale noi abbiamo allocato
risorse per quanto riguarda l’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria;
abbiamo allocato risorse per uscire dalla nebulosa, dalla discussione astratta
che fino ad oggi ha caratterizzato il confronto su questo tema e, di fatto, ha
mantenuto questa parte del territorio - che in grande misura attraversa la
nostra regione - in una condizione di oggettiva marginalità. Parliamoci
chiaramente: la discussione sulle cifre che ballano e quindi sulla
sostenibilità degli investimenti è dovuta proprio a questo, a questa nebulosa.
Proprio per uscire da questa nebulosa e per mettere con i piedi per
terra questo problema, abbiamo deciso di investire in uno studio di fattibilità
da cui verrà fuori la sostenibilità degli investimenti e non più una
discussione astratta; contestualmente, abbiamo aperto un confronto col Governo
che darà risultati sicuramente a breve, per quanto riguarda misure che già
immediatamente possano essere assunte per abbattere i tempi di percorrenza da
Reggio Calabria fino a Roma, con proposte che noi abbiamo avanzato e non con
richieste astratte che abbiamo avanzato, anche grazie all’apporto e alla
competenza del professore Russo, e sulle quali si sta lavorando e avremo a
breve risultati concreti.
Quindi la costruzione di un percorso che è concreto, che non è
filosofia, ma che muove in una visione, perché guai a non avere la visione
quando si costruisce un percorso.
Poi c’è il problema dell’organizzazione della mobilità interna alla
Calabria.
Vorrei ricordare che noi, dopo tanti anni, in questo Consiglio
regionale abbiamo approvato una nuova legge sul Trasporto pubblico locale, che
sta dando già risultati significativi ed importanti, perché abbiamo accumulato
nel corso degli anni ritardi enormi e finalmente la Calabria ha imboccato la
strada per adeguarsi agli standard europei. Vorrei ricordare agli smemorati
che, dopo anni e anni nei quali ci sono state le proroghe delle concessioni,
noi finalmente abbiamo avuto la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea
del preavviso per il bando di gara per quanto riguarda il trasporto pubblico
locale. L’anno prossimo procederemo alle gare, perché una normativa prevede il
preavviso di un anno sulla Gazzetta Ufficiale Europea, anche qui scardinando
una consuetudine, che è quella di adagiarsi sulle proroghe e, naturalmente, di
stare fuori dal mercato.
In questo quadro, abbiamo anche avviato – perché la legge sul Tpl prevede questo – un processo di riorganizzazione delle
Ferrovie della Calabria e a breve procederemo alla scomposizione, per come
prevede la legge, e alla sua riorganizzazione. E non abbiamo rinunciato agli
investimenti sul ferro per ripiegare sulla gomma, abbiamo fatto scelte precise,
abbiamo fatto la scelta, per esempio, di costituire un’agenzia per quanto
riguarda il patrimonio e le infrastrutture, come è avvenuto a livello
nazionale, perché a livello nazionale c’è Rfi che è
proprietaria dell’infrastruttura, cioè del binario, poi c’è Trenitalia o altri
soggetti privati o pubblici a livello locale che possono concorrere, quindi si
determina una competizione virtuosa.
Perché Ferrovie della Calabria, una volta che questo processo si porta
a buon fine, come stiamo facendo e come stiamo lavorando in queste settimane,
non può concorrere anche al trasporto locale, utilizzando il binario di Rfi? E chi l’ha detto questo!? Perché bisogna inchiodarsi
esclusivamente ad un contratto di servizio con Trenitalia, per cui la Regione
ha pagato e continua a pagare 80 e più milioni all’anno di servizi per il
trasporto pubblico locale ricorrendo a Trenitalia?! E perché mai non si può
ricorrere anche ad altri soggetti, perché anche in Calabria il trasporto
pubblico locale possa vedere più soggetti che competono ed innescare un
processo virtuoso, di qualità nell’offerta dei servizi e anche del materiale
rotabile?!
Questo è il percorso che stiamo perseguendo passo passo,
e in questo quadro anche il Piano dei trasporti muove in direzione di scelte
chiare.
Non è il libro dei sogni, sono scelte che stiamo compiendo e per le
quali stiamo assumendo precisi e vincolanti impegni.
Poi c’è il problema della organizzazione anche del trasporto urbano
dentro questa impostazione e dei nodi di collegamento. Vorrei ricordare a
questo Consiglio – forse nessuno se n’è accorto – che, per esempio,
dall’aeroporto di Lamezia, scarsamente – com’è noto – collegato con il
territorio, siamo passati da 35 corse a 105, e il nostro obiettivo è quello di
investire ancora di più e possibilmente allargare anche ai giorni festivi e alla domenica i collegamenti fra
l’aeroporto e il territorio.
Vorrei ricordarvi anche che nel Piano prevediamo – per questo stiamo
lavorando anche per uno studio di fattibilità – il collegamento con la ferrovia
dell’aeroporto di Lamezia, perché uno strumento come il Piano deve avere una
visione proiettata sul futuro.
Per quanto riguarda le città, uno degli obiettivi di quei comandamenti
– come qualcuno ha scritto – anzi una delle misure esplicativa dei dieci
obiettivi è quella delle smart city,
per le quali abbiamo allocato risorse nella programmazione comunitaria.
Chiudo – per non farla lunga e per dare la possibilità all’assessore
Russo di replicare – dicendo questo: dopo il 1997, 2007, vent’anni, il
Consiglio regionale torna a darsi la programmazione. Vorrei ricordare che c’è
un altro Piano, un altro programma per il quale si è avviata la discussione già
in Commissione, che è il Piano regionale dei rifiuti. Anche per quello, se ci
fosse stato il consigliere Nicolò, ci sarebbe stato ricordato che lo abbiamo
ereditato.
Vorrei anche ricordare – e lo dico in questo Consiglio regionale,
l’assessore Russo si deve tappare le orecchie – che questo lavoro che noi
offriamo al Consiglio regionale lo stiamo facendo a costo zero. Vorrei che il
consigliere Nicolò, alla prossima seduta di Consiglio, ci dicesse quanto è
costato a questa Regione quel Piano che non è mai stato approvato in questo
Consiglio regionale, quelle carte più che un Piano, perché non c’è un Piano dal
1997. Vorrei saperlo perché io non sono aduso ad andare a vedere le carte, non
ho mai guardato le carte del passato in vita mia, perché non sono aduso a fare
i giochini del sollevamento di chi va a vedere le
carte, ci sono altri organi che le guardano.
Vi posso dire che qui siamo a costo zero, grazie anche all’abnegazione,
all’apporto e alla competenza di personalità come l’assessore Russo, che qui
non porta filosofia, porta frutto della sua competenza, del suo lavoro e del
suo sacrificio; e non ho alcuna remora ed esitazione a ringraziarlo a nome dei
calabresi che rappresento, perché sono il Presidente di questa Regione.
Quindi noi stiamo lavorando, con fatica, per ridare a questa Regione
gli strumenti di programmazione necessari, senza i quali non si va da nessuna
parte: Piano dei trasporti, Piano dei rifiuti, legge – che ho richiamato –
sulla riorganizzazione del trasporto pubblico locale. A giorni porteremo altri
strumenti per quanto riguarda l’organizzazione dei servizi. Credo che almeno
quello che abbiamo alle spalle sia stato necessario per incominciare a mettere
punti saldi e capisaldi nella riorganizzazione di un processo di prospettiva,
anche perché questi strumenti sono una condizionalità per utilizzare le risorse
comunitarie, perché giustamente l’Unione europea ha posto e pone condizionalità
ex ante per utilizzare le risorse della programmazione 2014-2020.
Noi, oltre a rimettere le funzioni di questo Consiglio al centro e con
i piedi sul binario giusto, stiamo lavorando anche perché le risorse
dell’Unione europea, quelle che abbiamo allocato anche per quanto riguarda il
settore dei trasporti (risorse importanti per il settore dei trasporti) e
quelle che deriveranno dall’intesa quadro che stiamo definendo con il Ministero
delle infrastrutture possano trovare questo quadro di riferimento. E’ chiaro
che ci sono delle priorità che sono quelle che l’assessore Russo ha definito
“le invarianti”, dalle quali non si può prescindere, che sono i due assi,
l’autostrada, il corridoio tirrenico e il corridoio ionico dall’altra parte e
le trasversali, quelle che conosciamo. Russo le ha definite “le invarianti”.
E’ chiaro che la priorità nella utilizzazione delle risorse sono le
invarianti, perché se non completiamo l’autostrada, di che cosa vogliamo
parlare?! Se non si interviene per fare in modo che la Strada Statale106 sia
finalmente pronta, di che cosa parliamo?!
Quindi le priorità sono scritte di fatto nella condizione in cui si
trova la Calabria, non devono inventare nulla né Oliverio né Russo da questo
punto di vista, si tratta di mettere nel disegno giusto i pezzi di questo
puzzle e lavorare conseguentemente.
Credo che occasioni come questa - e ringrazio i consiglieri, il
Consiglio per l’apporto che è stato dato - qualifichino l’azione del Consiglio
e credo che noi dobbiamo con maggiore determinazione e con maggiore lena
lavorare in questa direzione.
Vi ringrazio e cedo subito la parola all’assessore Russo.
Chiude il dibattito l’assessore Russo. Ha facoltà di intervenire.
Data l’ora, cercherò di essere piuttosto sintetico nelle cose da dire, anche
se il dibattito è stato particolarmente interessante e ci sono tantissime
suggestioni. In base a tutte le suggestioni, praticamente dovremmo non dico
ricominciare da capo, ma quasi! Fatto importante, perché significa una cosa al
di là di tutto, significa che c’è necessità di confrontarsi su questi temi, sul
tema che poi si riassume, che il presidente Oliverio ha riassunto, nel ruolo importante della Regione, che è
un ruolo di pianificazione e di programmazione degli interventi. Questo ruolo è il tema principale
della discussione e su questo noi dovremmo tornare. Credo che gli interventi
particolarmente ricchi derivino proprio da questo fatto: dalla necessità di far
riconquistare alla Regione questo ruolo.
Se questo è il tema, allora non voglio troncare il dibattito, per
carità, anzi è un momento molto importante – l’abbiamo detto – addirittura
stiamo parlando della proposta preliminare di Piano, quindi ci sarà la
possibilità di ragionare. Peraltro, sulla proposta definitiva ci sarà la
possibilità di confrontarsi, perché per 60 giorni la proposta sarà aperta a
tutti i calabresi, a tutti i cittadini, che in qualunque forma, in qualunque
versione, in qualunque modalità vogliano, dal Consiglio regionale ai deputati,
al singolo cittadino, intervenire come ritengono più opportuno. Quindi il
dibattito sarà ancora più aperto e ancora più indicativo di proposte di possibilità. Alcuni
temi, probabilmente, è opportuno che abbiano un minimo di richiamo, necessario
su due- tre tematiche che sono emerse e che ritengo particolarmente importanti.
La prima tematica è quella del ruolo del singolo
binario, dell’elettrificazione e dei controlli. Su questo non vorrei
sovrapporre varie risposte. Non credo che ci sia una risposta politica ma una
risposta che è molto tecnica: elettrificazione e singolo binario non hanno nulla
a che fare con la sicurezza! Tra l’altro, il consigliere Esposito l’ha
richiamato: non ha proprio nulla a che fare con la sicurezza, perché il singolo
binario è il metodo che c’è quando ci sono banalmente pochi treni che passano
sulla linea; se ci sono più treni, se ne fanno due, se ci sono ancora più
treni, se ne fanno tre, poi se ne fanno quattro e così via. Quindi il singolo
binario non è previsto per ragioni di sicurezza o per non sicurezza, ma
semplicemente in considerazione del numero di treni che passano. Vuoto per
pieno, fino a 80-90 treni si viaggia in singolo binario, fino a 160-180 treni
si fa a doppio binario, al di sopra dei 180 treni bisogna fare il
quadruplicamento, come quando c’è stato sulla Roma-Firenze,
Firenze-Bologna, Bologna-Milano,
quando siamo al di sopra dei 160-180.
Il problema, invece, è sul controllo. Il controllo, sì, il problema del
controllo è proprio quello e – ripeto – l’ho detto tecnicamente, l’ho detto
prima quando stavo dicendo che l’incidente della Puglia è esattamente uguale
all’incidente che abbiamo avuto nel 1989 a Crotone, esattamente per lo stesso
motivo, per la mancanza del blocco automatico. Purtroppo i pugliesi si sono
trovati a dover sopportare un tributo di sangue fortissimo, pesantissimo, più
alto addirittura di quello che ha sopportato la Calabria nel 1989 esattamente
per lo stesso motivo, per la mancanza del blocco automatico.
Il blocco automatico c’è su tutta la Ionica, quindi incidenti di questo
tipo non ce ne possono essere. A Crotone l’incidente avvenne in una maniera
veramente incredibile in quel caso, perché il blocco automatico c’era anche nel
1989, però proprio nei giorni dell’incidente, a causa di una caduta della linea
elettrica – adesso è inutile che richiamiamo il tema – a causa di un guasto dell’alimentazione
del blocco, si declassò il sistema di marcia treni e si passò al blocco
telefonico. Passando al blocco telefonico, accadde quello che accadde! Poi il
caso ci mette la sua e a Crotone ci fu lo stesso problema della Puglia, i due
treni arrivarono in curva e quindi nessuno dei due riuscì a vedere l’altro, che
è esattamente quello che è successo in Puglia e quindi la non possibilità di
intervenire. Questo era il primo tema.
C’era un altro tema a cui volevo fare adesso solo un accenno e di cui
discuterò dopo, perché mi fa piacere riprendere i due interventi sia del
consigliere Guccione sia del consigliere Romeo, rispetto agli orizzonti che ci
stiamo dando e alle priorità. Non metto in dubbio che se noi guardiamo il Piano
così e non guardiamo se stiamo riferendo al 2023, al 2033; il Piano fa una
scaletta precisa, con priorità precise. E’ chiaro che se io dico che stiamo
facendo tutto e subito, è logico che non guardo alle priorità, ma il Piano,
invece, prevede priorità ben precise, al 2023, al 2033 e poi ci sono i
riferimenti al 2050.
E’ chiaro che il Piano dice che dobbiamo azzerare le vittime, infatti
c’è il target 2050. E’ chiaro che se io dico “azzerare le vittime” e voglio
dirlo al 2023, non ci sono e non stiamo discutendo di questo, peraltro sarebbe
velleitario pensare di azzerare le vittime. Certo, farebbe a tutti piacere, ma
non ce la facciamo.
Interventi: cito solo una cosa che è la questione SS 106. La questione
SS 106, certo, io sono il primo a dire che mi farebbe piacere che domani
mattina la Strada Statale 106 ce l’abbiamo tutta a quattro corsie. La SS 106 ha
un progetto, in questo momento l’Anas e noi riteniamo che sia necessario
sostenere subito il progetto del megalotto 3 – che peraltro domani mattina si
discute in Conferenza dei servizi e speriamo che esca fuori una volta per tutte
dal Consiglio superiore dei lavori pubblici – con la quattro corsie e la messa
in sicurezza per il 2023, che significa stasera, che significa domani mattina,
e nel frattempo fare gli interventi che ci consentano di passare a quattro
corsie.
Su questo mi ricollego, però, a un altro problema che è forte e che
investe l’alta velocità. Noi possiamo discutere – io lo dico con molta serenità
e mi fa piacere che l’abbiano richiamato implicitamente molti altri interventi,
sia del consigliere Guccione sia del consigliere Romeo – il tema delle
priorità, ma il tema degli interventi invarianti è un tema che ci vede
confrontarci con Bruxelles e l’Europa. Noi possiamo dire stasera che la SS 106
la dobbiamo fare a otto corsie, possiamo dirlo, possiamo scriverlo, non
c’è problema per nessuno, e su questo ci siamo tutti. Il problema è che credibilità noi diamo rispetto ai cittadini
calabresi e che credibilità diamo rispetto a Roma e a Bruxelles.
In questo momento c’è un tema sul tavolo ed è il tema delle reti
europee Ten: quelle sono le cose che si fanno. Dire che si fanno altre cose
rispetto alla rete Ten, vuol dire non pensare alla realtà così com’è. Questo
che cosa vuol dire? Che adesso il nostro compito e il nostro ruolo è aprire
interlocuzioni forti con la rete europea, quindi con Bruxelles, per far sì che
i tratti che noi riteniamo decisivi per il nostro sistema passino nella rete TEN.
Noi l’abbiamo detto, il tratto decisivo che si ritiene ci sia nella
Calabria è il pezzo della Strada Statale 106 da Catanzaro Lido a Reggio
Calabria. Se quel pezzo non diventa rete europea, noi possiamo scrivere quello
che vogliamo. La questione principale è che quello sia inserito nella rete
europea.
Adesso io non voglio fare la storia – come diceva il presidente
Oliverio prima – di chi ha discusso o di chi si è interfacciato o non si è
interfacciato. Oggi, però, quest’Aula si trova una carta della rete Ten fatta
nel 2013, dove la Strada Statale 106 da Catanzaro Lido sino a Reggio Calabria
non è rete europea. Questo è il tema. Allora, rispetto a questo tema, noi
dobbiamo partire da questo punto di partenza.
Un’altra considerazione che volevo fare riguarda l’alta velocità.
Per chiudere sulla Strada Statale 106 è inserito il raddoppio, è
inserito tutto il raddoppio della 106. Chiaramente la priorità è al megalotto 3
che in questo momento abbiamo davanti, da qua al 2023, se lo finanziano. Se
domani – speriamo – esce dal Consiglio superiore dei lavori pubblici, se
abbiamo il parere del Cipe a valle del Consiglio
superiore dei lavori pubblici (non sappiamo delle due cifre, 1.400, 1.100,
quale di queste cifre arriverà) se i sindaci si troveranno d’accordo ad accettare
il project review che ha predisposto il
Consiglio superiore dei lavori pubblici, a fronte di tutti questi se, si torna
al Cipe, dobbiamo fare la gara e dobbiamo fare la
realizzazione.
Riteniamo, credibilmente, che prima del 2023 si possa chiudere il
megalotto 3 o si possano aprire le altre cose? Noi ci speriamo, tanto che
stiamo mettendo tutta la Strada Statale 106, la quattro corsie della 106 e
quindi i pezzi sud, ma è evidente che il pezzo sud può avere una credibilità di
quattro corsie se diventa rete europea; se non diventa rete europea è il
contrario, rischia di essere declassata.
Il tema dell’alta velocità che è stato richiamato varie volte credo che
sia importante, perché in questo momento significa tutto e il contrario di
tutto a livello nazionale, a livello di sistema Paese. Il presidente Oliverio
ha usato la parola nebulosa. Siccome è stato richiamato varie volte in vari
interventi, voglio riassumere alcuni aspetti dell’alta velocità. L’alta
velocità, in questo momento, come è interpretata dal Governo e così come si sta
parlando in questo momento, è un potenziamento – loro dicono upgrading – della Tirrenica attuale in sede. Questa
è la proposta del Governo, è una cosa su cui sta lavorando Italfer,
eccetera.
Noi stiamo facendo una proposta forte che è differente, cioè facciamo
lo studio di fattibilità dell’alta velocità coordinato tra Governo e Regione
Calabria. Nello studio di fattibilità noi abbiamo chiesto che devono essere
confrontati i percorsi alternativi, quindi i tre percorsi alternativi che noi
riteniamo ci siano: il percorso tirrenico, il medio – per intenderci, Valle del
Diano, tunnel del Pollino – il percorso ionico. Questi tre vanno ad essere
verificati con le due tecnologie differenti che ci possono essere e con la
velocità di riferimento – adesso non voglio entrare nello specifico della
tecnologia.
In questo momento c’è un dibattito forte: la velocità alta è 250, è
300, è 350? Cambiare il segmento di velocità significa cambiare completamente
la progettazione, cambiare completamente i costi, cambiare completamente tutto.
Il Governo, chiaramente, dice che il tratto Salerno-Stretto
è un tratto che è pienamente funzionale a Salerno o al cosiddetto Roma-Palermo, quindi tutta la tecnologia deve essere
adeguata.
Quindi questo tratto si deve fare e noi riteniamo che lo studio di
fattibilità sia cruciale.
Di nuovo, il problema di fondo è che noi dobbiamo dare un supporto con
una proposta forte e riteniamo che la proposta forte e credibile non possa che
essere, in questo momento, quella di avere uno studio di fattibilità che
consideri i tre tracciati che noi stiamo mettendo sul tavolo. Invece a Roma ci
siamo trovati con una discussione già chiusa. Noi la stiamo riaprendo, dicendo
che dobbiamo vedere i tre tracciati, dobbiamo vedere le velocità, perché in
questo momento a bocce ferme ci sarebbe studio di fattibilità sulla Tirrenica,
potenziamento con l’alta velocità, 250 chilometri all’ora.
Il Presidente mi sollecitava un attimo di richiedere la questione di
Gioia Tauro, che era l’altro intervento varie volte ed in vari temi richiamato.
Credo che la questione Gioia Tauro sia una cosa così importante che, a sua
volta, debba essere verificata, con molta attenzione e con molto ragionamento.
Credo che noi, per la prima volta, su Gioia Tauro ci troviamo un documento –
l’ho detto prima – preciso e chiaro. Forse mi sono espresso male rispetto ai 10
comandamenti. La cosa che intendo dire è che il Piano è là, è davanti a tutti,
chiunque lo può leggere. Ci sono molti a cui i 10 comandamenti non piacciono!
Questo non vuol dire che non sono scritti là!
Allora il problema del Piano, per me, è che sia trasparente, che tutti
possano leggere che cosa c’è, non che tutti siano d’accordo, che è una cosa
differente. Quando si fanno scelte, necessariamente poi ci sono scelte, c’è
un’assunzione di responsabilità e su quell’assunzione di responsabilità poi si
crede o non si crede. Quello deriva poi dalle scelte consapevoli che facciamo.
Per me i 10 comandamenti, ma come la Costituzione o come il Corano, non
è detto che io creda nel Corano, però è scritto là, c’è scritto quello che si
vuole sapere, ma non è detto che io ci debba credere. La stessa cosa per il Piano
regionale, l’importante è che noi diamo alla Calabria, anche nel confronto con
Roma e con l’amministrazione, uno strumento trasparente, in cui non ci possano
essere ambiguità o almeno cerchiamo di toglierle. La trasparenza, questa è la
cosa che cercavo di rendere, non l’infallibilità del Piano, me ne guarderei
bene. Da ricercatore, sono il primo, lo faccio per professione, faccio il
ricercatore universitario e, per definizione, non credo che esista una velocità,
non credo che noi possiamo assumere la verità di fede come una verità che sia
da portare qua dentro.
Di nuovo, non voglio uscire dal terreno, perché altrimenti vengo
accusato di voler sfuggire dalla contingenza e dalla specificità del Piano, ma
è chiaro che il rapporto tra l’oggettivo e il soggettivo non può essere risolto
qua dentro. Se vogliamo risolverlo qua dentro, stiamo avendo un approccio
differente, e non credo che sia così. Nei limiti di quanto ci è consentito, noi
riteniamo di dover fare il massimo sforzo per avere il massimo di trasparenza
in questo Piano. Questo è il punto.
Io chiedo che i pezzi che eventualmente non si capiscono siano
sottolineati sette volte: “Qua c’è un’ambiguità”. Allora questa ambiguità va
risolta. Questo è, per quanto mi riguarda. Noi ci abbiamo provato, abbiamo
cercato di fare le definizioni, abbiamo cercato di specificare per far sì che
sia trasparente, che i calabresi tutti abbiano uno strumento davanti, se lo
leggano e capiscano che c’è scritto.
Ultima cosa che dicevo e riguardava Gioia Tauro. Gioia Tauro – l’ho
detto prima e ci torno adesso perché mi ha sollecitato il Presidente, giusto tre-quattro numeri perché è importante che la massima
Assise democratica dei cittadini di questa regione abbia qualche numero – noi
ci siamo trovati un Accordo di Programma Quadro (Apq)
Gioia Tauro – su cui non voglio entrare di nuovo nei
termini della discussione chi l’ha fatto, chi non l’abbia fatto – che
all’interno di tutti gli strumenti non prevede la questione diversificazione, che
è il problema che abbiamo oggi. L’Apq di Gioia Tauro, così come ce lo siamo trovati, puntava direttamente
sempre al transhipment, quindi con una logica
sempre monofunzione, quando sappiamo, l’abbiamo
visto, l’abbiamo ridetto – ma sui giornali ci sono i miei interventi di cinque-sei-sette anni addietro – dove si diceva che non si
può continuare a pensare a un porto monofunzione. Il
porto monofunzione non può continuare a vivere, non
ha una vita sua, non ha una natura sua, bisogna diversificare.
La seconda cosa che dico rispetto a quell’Apq
è quello che diceva il Presidente prima, cioè di quell’Apq,
vuoto per pieno 500 milioni, se ne sono spesi meno di 200. Allora questo è il
tema: uno, puntava a supportare tutta una serie di cose che non avrebbero
certamente portato a diversificazione; due, quelle stesse cose non sono state
realizzate. Questo è il punto di partenza.
Allora è opportuno che questi due numeri ce li ricordiamo, meno del 50
per cento speso e questo stesso 50 per cento non è per la diversificazione, non
ha creato un posto di lavoro. Uno, noi abbiamo avuto i bandi dell’Apq vuoti, con zero risposte, e questo la Calabria non se
lo può permettere. Due bandi, uno fatto dalla Regione e uno dal Mise. Di nuovo,
non voglio fare la storia, però è chiaro che ci sono tirato dentro dalla
giacca, allora diciamo le cose come stanno: due bandi, una della Regione e uno
del Mise, vuoti tutti e due. Una Regione affamata di risorse, di risorse da
dare alle imprese e alle migliori intraprese della regione, zero richieste!
Mi chiedo, allora, come è stato fatto. Non voglio entrare su questo,
anzi mi scuso se sto tornando un attimo indietro nel tempo, non mi fa piacere
tornare indietro nel tempo, però ce lo dobbiamo ricordare da dove partiamo e
cosa ci stiamo trovando. Adesso c’è questo sforzo forte, ma lo diciamo,
l’abbiamo detto chiaro: il polo transhipment
deve essere di riferimento per il polo manifatturiero, quindi significa il
bacino di carenaggio, per il polo agro-alimentare, per l’intermodale, per
l’agro-alimentare intercontinentale. Questi sono i cinque punti di partenza,
quindi non una sola cosa, transhipment, transhipment, transhipment!
Certo, va supportato, abbiamo fatto anche qua, ne abbiamo parlato, abbiamo
passato la delibera sulle tasse d’ancoraggio, abbiamo fatto varie delibere
sistematiche sul porto del transhipment, ma di
transhipment non si vive per sempre!
Ultime due considerazioni, che mi sembra siano importanti, quelle sui
porti regionali.
Non posso che richiamare o sottolineare di nuovo il ruolo dei porti
regionali turistici, ma io credo che noi lo dobbiamo sottolineare, lo dobbiamo
ridire ogni momento, non solo in questa occasione, non solo perché abbiamo
avuto la possibilità di discutere del Piano regionale. Credo che, al di là dei
grandi blocchi, del porto di Gioia Tauro, di Mct, mille occupati, i porti regionali creino una
occupazione diffusa in tutta la regione, ma non perché riteniamo che sia
importante, ma credo che creino delle condizioni di diffuso benessere della
regione. Non è il singolo porto. Il singolo porto è importante, però noi
creiamo il sistema dei porti che da Cetraro si fa
tutto il giro e va a finire ai laghi di Sibari oppure
all’ultimo punto siamo e all’ultimo continuiamo a rimanere! Questa è la
questione di fondo.
Quindi non si discute se lo facciamo o non lo facciamo, per questo
anche il sistema dei porti sta nelle invarianti di primo livello. Quindi il
sistema dei porti sta nelle invarianti di primo livello, i due grandi assi, SS
106 e A3 con le tre trasversali, stanno nelle invarianti di primo livello
stradale, i due assi ferroviari stanno nelle invarianti ferroviarie, con il
potenziamento della Ionica innalzando il rango.
Quindi il sistema delle priorità 2023 è un sistema ben definito.
Ci sono molti altri spunti, mi farebbe piacere tornare su molte altre
cose che abbiamo detto.
I tre aeroporti: va beh, l’abbiamo detto varie volte, i tre aeroporti
sono quelli che vanno difesi e dobbiamo stare accorti a difendere i tre
aeroporti, a difendere in particolare Crotone e Reggio Calabria, dobbiamo far
sì che non possano esserci – richiamo quello che diceva prima il presidente
Oliverio – degli effetti gestionali che incidano sulla qualità stessa
dell’aeroporto.
Gli aeroporti sono così importanti, che ci deve essere una gestione
salda, trasparente e sicura.
Questi sono i quattro grandi temi e credo che su questi temi il Piano
abbia delle focalizzazioni precise. Grazie.
Non ci sono altri interventi, quindi chiudiamo il punto. La seduta è
tolta, non essendoci altri punti all’ordine del giorno.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Gentile, Orsomarso, Salerno, Sculco, Viscomi.
(Sono concessi)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte
di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Modifiche alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 35” - (deliberazione G.R. n. 237 del 29.6.2016) (P.L. n. 155/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Disposizioni in materia di liquidazione delle comunità montane soppresse ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Istituzione dell'Azienda regionale per la forestazione e le politiche per la montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e di politiche della montagna)” - (deliberazione G.R. n. 230 del 29.6.2016) (P.L. n. 156/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19 "Norme per la tutela, governo ed uso del territorio - Legge Urbanistica della Calabria"” - (deliberazione G.R. n. 247 del 12.7.2016) (P.L. n. 160/10^)
E’ stata assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Riconoscimento della legittimità dei debiti fuori bilancio derivanti ai sensi dell'art. 73 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e s.m.i.” - (deliberazione G.R. n. 227 del 29.6.2016) (P.L. n. 161/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
“Variazioni al bilancio di previsione finanziario 2016-2018, ai sensi dell'articolo 51, comma 1, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 - (deliberazione G.R. n. 228 del 29.6.2016) (P.L. n. 162/10^)
E' stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
Sono state presentate alla Presidenza
le seguenti proposte
di legge di iniziativa dei consiglieri:
Aieta, D’Acri - “Disposizioni
sulla partecipazione della Regione Calabria alla formazione e all'attuazione
della normativa e delle politiche dell'Unione Europea e sulla programmazione
nazionale per le politiche di sviluppo e coesione” (P.L. n.157/10^)
E’ stata assegnata alla seconda Commissione - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - ed alla quinta Commissione - Riforme - per il parere ex art. 66, comma 2, Regolamento interno Consiglio regionale
(Così resta
stabilito)
Greco, D'Acri, D'Agostino, Sergio - “Misure per la valorizzazione
dell'associazionismo di promozione sociale” (P.L. n. 158/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero - per il parere.
(Così resta
stabilito)
Greco, Cannizzaro, Sergio - “Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo” (P.L. n. 159/10^)
E' stata assegnata alla terza Commissione - Sanità, Attività sociali, culturali e formative - ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così resta
stabilito)
La seconda Commissione, con nota n. 26298 del 28 giugno 2016, ha comunicato che nella seduta del 28 giugno 2016 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 193 del 13 giugno 2016, recante: “Fondo Europeo per la pesca FEP Reg. (CE) N. 1198/2006 - Presa d’atto della rimodulazione del Piano Finanziario approvato dal Comitato di Sorveglianza del 24 novembre 2015”. (Parere n. 16)
La quarta Commissione, con nota n. 27392 del 6 luglio 2016, ha comunicato che nella seduta del 5 luglio 2016 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 150 del 29 aprile 2016, recante: “Piano regionale dei trasporti. Adozione della proposta preliminare di Piano regionale dei trasporti e del rapporto ambientale preliminare. Espletamento delle procedure di valutazione ambientale strategica per l'approvazione del PRT”. (Parere n. 15)
In data 29 giugno 2016, il Presidente della Giunta
regionale ha promulgato le sotto indicate leggi regionali e che le stesse sono
state pubblicate telematicamente sul Bollettino Ufficiale della Regione
Calabria n. 71 del 29 giugno 2016:
1) legge regionale 29 giugno 2016, n. 14, recante: “Primi
interventi per favorire la costituzione della Città Metropolitana di Reggio
Calabria”;
2) legge regionale 29 giugno 2016, n. 15, recante: “Modifiche
alla legge regionale n. 17/2005 (Norme per l'esercizio della delega di funzioni
amministrative sulle aree del demanio marittimo)”;
3) legge regionale 29 giugno 2016, n. 16, recante: “Modifica
alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 37 (Modifica alla legge regionale n.
35 del 19 ottobre 2009 e s.m.i. - Procedure per la
denuncia degli interventi di carattere strutturale e per la pianificazione territoriale
in prospettiva sismica)”;
4) legge regionale 29 giugno 2016, n. 17, recante: “Modifica
alla legge regionale 31 dicembre 2015, n. 39 (Disposizioni relative alla
costituzione di una società per azioni finalizzata all'esercizio dello scalo
aeroportuale di Crotone)”.
In data 5 luglio
2016, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate
leggi regionali e che le stesse sono state pubblicate telematicamente sul
Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 74 del 6 luglio 2016:
1) legge regionale 5 luglio 2016, n. 18, recante: “Modifiche
alla legge regionale 16 maggio 2013, n. 25 (Attribuzione all'Azienda Calabria
Verde della funzione di supporto alla Protezione civile regionale)”;
2) legge regionale 5 luglio 2016, n. 19
recante: “Modifiche all'articolo 11 della legge regionale 16 maggio 2013, n. 25
(Istituzione dell'Azienda regionale per la Forestazione e le politiche per la
montagna - Azienda Calabria Verde - e disposizioni in materia di forestazione e
di politiche della montagna)”;
3) legge regionale 5 luglio 2016, n. 20, recante: “Modifiche
alla legge regionale 29 marzo 2013, n. 15 (Norme sui servizi educativi per la
prima infanzia)”;
4) legge regionale 5 luglio 2016, n. 21, recante: “Disposizioni
in materia di rateizzazione dei debiti tributari e delle relative sanzioni”;
5) legge regionale 5 luglio 2016, n. 22, recante: “Modifiche
alla legge regionale 30 aprile 2009, n. 14 (Nuova disciplina per l'esercizio
dell'attività agrituristica, didattica e sociale nelle aziende agricole)”;
6) legge regionale 5 luglio 2016, n. 23, recante: “Modifiche
alla legge regionale 2 maggio 2001, n. 10 (Medicina dello sport e tutela
sanitaria delle attività motorie e sportive)”.
Il Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM), in data 30 giugno 2016, ha approvato le relazioni sul sistema delle comunicazioni in Calabria e sulle attività svolte nell'anno 2015.
La Giunta regionale ha trasmesso copia della
seguente deliberazione di variazione al bilancio di previsione finanziario
2016-2018:
Deliberazione Giunta regionale n. 226 del 29
giugno 2016.
Tallini, Mangialavori, Orsomarso, Cannizzaro. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere -
premesso che:
il POR Calabria FESR -FSE 2014/2020, Asse prioritario 14 "Assistenza tecnica" obiettivo specifico 14 1.2, prevede di sostenere le fasi di programmazione, attuazione, gestione, controllo, valutazione e sorveglianza del programma operativo;
in data 25.11.2015 l'Autorità di gestione del POR Calabria FESR-FSE 2014/2020 con nota prot. n. 355088 ha chiesto alla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria di voler provvedere all' espletamento della procedura di gara per l'affidamento del Servizio di Assistenza tecnica riferita al POR Calabria FESR-FSE 2014/2020:
ciò veniva motivato sul presupposto che andrebbero ricercate all'esterno della struttura regionale qualificate risorse professionali, tecniche ed organizzative;
con DDS n. 15904 del 22.12.2015 veniva avviata la procedura aperta ai sensi dell'art. 55 D. Lgs.vo n. 163/2006 e s.m.i. per l'affidamento del "Servizio di assistenza tecnica all'Autorità di Gestione del POR Calabria FESR-FSE 2014/2020”, garantendo la copertura finanziaria delle risorse previste sull'Asse 14 "Assistenza tecnica all'Autorità di gestione";
l'importo a base d'asta, stabilito per il costo del servizio in questione, veniva determinato in Euro 13.600.000.00 e l'importo per l'opzione ai sensi dell'art. 57 comma 5 lett. B) del D. Lgs.vo n. 163/2006, veniva stabilito in euro 10.200.000.00, iva esclusa;
quale parametro per la determinazione di detto importo veniva usato il costo del personale impiegato in servizi analoghi;
l'appalto in contestazione afferisce alla fornitura di servizi rientranti esclusivamente nella categoria n.11 dell'allegato C1 (Appalti Generici), categoria di servizi di cui alla sezione II ai sensi della direttiva n.2004/18/CE), ed espressamente indicata in: “servizi di consulenza gestionale” e affini;
pertanto,con la citata procedura di appalto, la Regione Calabria sta indirizzando dette somme per ricercare soggetti qualificati che possano svolgere attività di consulenza gestionale per la gestione tecnica e qualificata del POR Calabria 2014/2020;
con deliberazione di GR n. 206 del 19 maggio 2014, esecutiva ai sensi di legge, la Regione Calabria stabiliva con apposito atto di indirizzo rivolto a tutti i Dipartimenti della Regione Calabria e, dunque, anche al Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, nel quadro delle normative nazionali e regionali ad esse applicabili e nell'ambito della complessiva politica di programmazione regionale e sulla base delle risorse economiche e finanziarie assegnate sul bilancio e comprese le risorse provenienti dall'attuazione di programmi nazionali e comunitari destinati allo sviluppo della Calabria, “di procedere con l'affidamento prioritariamente alla Società Fincalabra Spa, di tutte le attività strumentali connesse all'attuazione delle programmazioni dipartimentali, determinando di concerto con la stessa società i contenuti e le prestazioni oggetto di affidamento, in coerenza con le disposizioni di legge in materia di affidamento alle società in house e, comunque, in rapporto alla tipologia di servizio da affidare ed alle conseguenti caratteristiche e professionali delle risorse umane da acquisire'';
nel Novembre 2014, in attuazione della Legge Regionale del 16 maggio 2013 n.24, Fincalabra Spa procedeva mediante cessione di ramo d'azienda da parte di Calabria IT ad inquadrare nel proprio organico n.128 unità lavorative;
in sostanza la Giunta Regionale aveva stabilito che in una ottica di razionalizzazione e utilizzo efficace ed efficiente delle risorse a disposizione, Fincalabra Spa, per naturale vocazione e finalità statutarie previste dalla L.R. n.7 del 30.04.1984, avrebbe rappresentato lo strumento più idoneo a concorrere nel quadro della politica di programmazione economica della regione allo sviluppo economico e sociale della Calabria con utilizzo delle proprie risorse umane disponibili;
ciò veniva determinato a seguito della definizione dei ruoli e compiti della società Fincalabra Spa stabiliti con la LR. n.9 del 11.05.2007 con il precipuo scopo, come espressamente indicato nell’art.3 della medesima L.R. "di dotare la Regione di uno strumento tecnico e operativo per una più efficace attuazione delle politiche regionali di sviluppo socio-economico”;
l'affidamento a Fincalabra Spa delle funzioni di consulenza gestionale (le stesse identiche che ora la Regione Calabria sta esternalizzando) seguiva esigenze e priorità ben precise:
1.- Razionalizzazione della spesa per costi di consulenza (l'utilizzo di personale già in organico dì una azienda che opera sotto il controllo della Regione garantisce un risparmio sui costi delle risorse umane che saranno utilizzate nel servizio di assistenza tecnica all'autorità di gestione del POR Calabria rispetto che ad un appalto che prevede l'esternalizzazione del servizio con duplicazione dei costi";
2.- Valorizzazione del personale in organico (si tratta di soggetti già qualificati e formati con esperienza in tema di fondi comunitari pluriennale, specie nel settore della consulenza gestionale svolta nelle complesse attività in materia di aiuti alle imprese e politiche di sviluppo del territorio (Microcredito, PISR, Creazione start-up; fondi di garanzia, gestione PRAE, ecc.);
3.- Riduzione dei tempi di esecuzione ed elaborazione dei progetti (il personale di Fincalabra Spa opera secondo protocolli nazionali collaudati che consentono di accorciare in modo sensibile i tempi di elaborazione ed esecuzione dei progetti e ciò risulta basilare se si tiene conto che il 54% dei finanziamenti comunitari si perdono per mancato rispetto dei tempi (FONTE: Commissione Programmazione Fondi UE 2015);
4.- Sostegno e garanzia di stabilità occupazionale ai dipendenti di Fincalabra Spa (l’utilizzo dei fondi comunitari garantisce stabilità economica al personale ed elimina i problemi di ritardi e/o mancato pagamento di stipendi che si sono verificati negli ultimi tempi con forte risparmio anche per il bilancio);
considerato inoltre che:
la citata delibera di GR n. 206 del 19.05.20 14 non è mai stata revocata o sospesa o modificata fino ad oggi;
la citata delibera di GR n. 206 del 19.05.2014 è esecutiva ai sensi di legge ed è vincolante sino al raggiungimento delle risorse economiche necessarie al citato obiettivo;
né il DDS n. 4022 del 12.04.2016, né il DDS 4105 del 13.04.2016 citano la delibera di GR n. 206 del 19.05.2014;
dalla tempistica adottata per la pubblicazione del bando sono evidenti le questioni di inopportunità che possano giustificare la scelta attuata considerato che l’avviso di gara è stato pubblicato e redatto ai sensi dell’art.55 D.Lgs.vo n.163/2006 (norma ora abrogata) nonostante a distanza di appena quattro giorni, ossia dal 19 aprile 2016 sia entrato in vigore il nuovo codice degli Appalti disciplinato dal D.Lgs. n.50 del 18.04.2016 che avrebbe garantito maggiore trasparenza e semplificazione amministrativa in specie con riguardo alle modalità di istituzione della commissione di gara;
la procedura prevista e disciplinata dall’art.55 del vecchio codice degli appalti in ogni caso non era possibile attivarlo per una gara di un importo di oltre 10 milioni di euro per superamento della soglia prevista ciò comportando anche un motivo specifico di nullità della procedura di gara nella forma della procedura aperta;
la frettolosa pubblicazione del bando di gara ha comportato anche la mancata valutazione di alcuni elementi indispensabili per garantire un servizio di consulenza gestionale efficiente ed efficace e tra questi quello relativo alla mancata indicazione, quale requisito per il sostegno attuatore della consulenza, dei requisiti inerenti la regolamentazione delle attività di finanziamento delle finanziarie regionali previste dalla circolare B.I. n.288/2015 – decreto MEF del 02.04.2015 n.53 a seguito della riforma del titolo V del TUB, non considerando anche in questa circostanza la nota prot. n. 12645 del 09.10.2015 con la quale il Presidente di Fincalabra Spa evidenziava che l’azienda rappresentata tra le aziende che avevano acquisito lo specifico requisito e dunque non soggette ai vincoli di controllo previsti dall’art.114 comma 2 del nuovo TUB;
in data 08.10.2015 giusta nota prot. n. 12583, il Presidente di Fincalabra Spa inoltrava, tra gli altri, al Presidente della Giunta regionale, in ossequio alla delibera di G.R. n. 206/2014, richiesta di affidamento alla società di tutte le attività strumentali connesse all’attuazione delle programmazioni dipartimentali e tra queste, ovviamente, ed in via prioritaria, quelle relative alla programmazione comunitaria, mettendo a disposizione della G.R. perfino una bozza di Convenzione-Quadro che prevedeva la forma di affidamento e svolgimento degli incarichi con enorme risparmio di tempi e di risorse per la Regione Calabria;
la Convenzione-Quadro, rispetto alla procedura di affidamento esterno prevista attualmente dalla Regione Calabria, prevede molti più servizi (sportello informativo, sistema convenzionale già esistente, strumentazione e dotazione tecnica già operativa, ecc.);
il mancato rispetto della nuova normativa sul codice degli appalti, il mancato riscontro alla bozza di Convenzione-Quadro Fincalabra Spa, la mancata attuazione della DGR n. 206/2014 rendono anomali e viziati gli atti predisposti e sicuramente lesivi degli interessi superiori dell’Ente;
dunque il citato bando viola i contenuti del DGR n. 770 del 22.11.2006 con il quale è stata riordinata la struttura della Giunta regionale; viola i contenuti del DGR n. 258 del 14.05.2007 con il quale è stata rimodulato l’ordinamento della struttura organizzativa della Giunta regionale; viola i contenuti del DGR n. 378 del 11.08.2011 con il quale è stata rimodulata la struttura organizzativa del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria; viola i contenuti del DGR n.19 del 05.02.2015 con il quale è stata approvata la nuova macro-struttura della Giunta regionale, tutti atti con i quali la Regione Calabria è stata messa nelle condizioni di gestire in modo autonomo e senza necessità di far ricorso a consulenze gestionali esterne affiancate a quella di FINCALABRA SPA della quale vi è addirittura uno specifico atto di indirizzo;
atteso che sono incomprensibili le motivazioni che spingono la Regione Calabria a ricercare altrove le risorse che invece possiede al suo interno;
è necessario che il Presidente della Giunta Regionale e l’assessore al ramo spieghino le ragioni circa l’adozione di tali provvedimenti -:
a) come mai la Regione Calabria ha deciso di pubblicare una gara di appalto per il servizio di consulenza gestionale pur avendo lo stesso organo con delibera di GR n.206 del 19.05.2014, esecutiva ai sensi di legge, indirizzato a tutti i dipartimenti, ivi compreso quello della Programmazione Economica a far uso del personale di Fincalabra Spa quale strumento tecnico ed operativo per l’attuazione delle Politiche Regionali e Comunitarie;
b) come mai ha inteso pubblicare, in data 14.04.2016, l’avviso di gara nelle forme previste e disciplinate dall’art.55 del D. Lgs.vo n. 163/2006 nonostante sapesse che la stessa norma sarebbe stata abrogata dal 19.04.2016 dall’art.217 del D. Lgs.vo n.50/2016 che in termini di semplificazione amministrativa avrebbe dato maggiori garanzie di trasparenza nelle procedure di gara specie in ordine alle modalità di formazione della commissione di gara;
c) come mai non ha proceduto con la positiva valutazione della Convenzione-Quadro proposta da Fincalabra Spa in data 08.10.2015 neppure riscontrando la citata nota;
d) come intende la Regione Calabria garantire la stabilità del personale FINCALABRA Spa se ha deciso di dirottare verso l’esterno risorse con specifica destinazione e con ciò, da una parte creando un inutile duplicato di soggetti attuatori dei programmi, e dall’altro duplicando i costi;
alla luce di quanto sopra si invitano gli Organi preposti a procedere senza indugio a ritirare il bando di gara richiamato e procedere con l’affidamento degli incarichi di consulenza gestionale a Fincalabra Spa.
(189; 29.06.2016)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la strada è stata creata negli anni sessanta con percorso da Firmo al bivio con la ex SS 19, riprendeva dal bivio di Cammarata (Castrovillari) per Cassano all'Ionio e la frazione di Do- ria, fino al bivio di Stombi sulla SS 106;
negli anni settanta fu costruito un nuovo tratto, dall'incrocio con la SS 19, parallelo al pre-cedente, con caratteristiche di strada a scorrimento veloce fino al bivio di Stombi e fu creato anche lo svincolo con l'autostrada A3;
in seguito al decreto legislativo n. 112 del 1998, dal 2002 la gestione del tratto iniziale da Firmo allo svincolo Sibari dell'A3 SA-RC, è passata dall'ANAS alla Regione Calabria, che ha provveduto al trasferimento dell'infrastruttura al demanio della Provincia di Cosenza, ri-classificandola come strada provinciale 265 ex SS 534 di Firmo (SP 265);
la realizzazione di un ulteriore tratto, inizialmente classificato come nuova strada ANAS 274 Raccordo del canale Stombi (NSA 274) lungo circa 3 km fino al bivio de "i Casoni" (comune di Cassano allo Ionio) con la strada statale 106 radd. Jonica, ha portato ad una revisione dei capisaldi dell'itinerario che coincide ora con la tratta in gestione ANAS, ovvero dall'A3 fino all'innesto con la SS 106 radd. in località Sibari;
preso atto che:
in Calabria ANAS ha in atto un piano complessivo di riqualificazione dell'arteria stradale SS 106, che comprende sia la realizzazione di tratti con due carreggiate separate, ciascuna a due corsie per senso di marcia (sezione stradale del tipo B delle norme di cui al D.M. 5.11.2001), che la messa in sicurezza dell'arteria esistente (sezione tipo "C1" e/o svincoli, barriere metalliche e pavimentazioni);
ANAS ha inteso avviare l'adeguamento alla categoria "B" della SS 534 "di Cammarata e degli Stombi" - tratto compreso tra lo svincolo di Firmo dell'autostrada A3 SA-RC e lo svincolo di Sibari sulla nuova S.S. n. 106 "Jonica" - considerandola un prolungamento della realizzanda SS 106 con la denominazione di Megalotto n. 4;
tale intervento riguarda l'ammodernamento in sede (con limitati tratti in variante) della SS 534 trasformata in collegamento autostradale con carreggiate separate;
l'importo complessivo dell'investimento è pari ad € 143.311.562,51 (€ 91.015.741,07 per lavori e servizi + € 28.906.740,31 per S.a.D. + € 23.389.081,13 per O.I.);
i lavori sono stati consegnati il 5 novembre 2013 all'A.T.I. "Vidoni S.p.A. - Consorzio Grecale" ma, a causa delle inadempienze contrattuali da parte dell'ATI aggiudicataria, lo stesso è stato risolto in data 16.2.2016 quando la percentuale di avanzamento era pari a circa il 50%;
considerato che:
la sospensione dei cantieri sulla SS 534, principale via di comunicazione tra la Sibaritide e la A3 SA-RC è stata contestuale alla chiusura, per lavori di ammodernamento in corso, della SP 197 "Diga di Tarsia";
tale contingenza sta determinando da oltre sei mesi una congestione importante del traffico da e verso la Sibaritide, dirottato su strade minori, alcune comunali e interpoderali, prive dei requisiti di sicurezza;
il 19 Febbraio 2016 "per i gravi ritardi registrati nell'esecuzione dei lavori di adeguamento della strada statale 534 "di Cammarata e degli Stombi", ANAS SpA disponeva la risoluzione del contratto stipulato con l'impresa A.T.I. Vidoni S.p.A. - Consorzio stabile Grecale;
il 25 Febbraio 2016 il Prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, convocava un tavolo tecnico- operativo urgente, alla presenza dei Dirigenti di vertice dell'Anas, del Commissario Straor-dinario di Cassano all'Ionio, degli Amministratori del comprensorio, dei rappresentanti legali dell'Azienda subentrante nell'appalto dei lavori (al posto della uscente Ditta Vidoni), dei rappresentanti di Confindustria, Confesercenti, Confcommercio e Confagricoltura e delle Organizzazioni sindacali, i rappresentanti delle Imprese sub appaltatrici e delle ditte dei for-nitori e dei prestatori di servizi, per tracciare il cronoprogramma di riapertura dei cantiere e ultimazione dei lavori;
nell'Aprile 2016, lungo la SS 534, in un tratto interessato dal cantiere stradale, a causa di un incidente stradale perdeva la vita la giovane Angela Ciraudo;
il 7 Giugno 2016 ANAS SpA annunciava la riapertura dei cantieri per i lavori di adeguamento della strada statale 534 "di Cammarata e degli Stombi", ossia l'intervento di realizzazione del nuovo collegamento "Firmo-Sibari", a seguito della consegna dei lavori effettuata da Anas in favore della impresa Intercantieri Vittadello S.p.A. di Limena (PD);
il 19 Giugno 2016 la Procura competente del Tribunale di Castrovillari apriva un fascicolo sul ritardo dei lavori, la cui consegna era prevista per il 31 Dicembre 2015;
i lavori e la sospensione dei cantieri hanno determinato, altresì, l'isolamento parziale del centro abitato di Cassano all'Ionio dove operano 219 unità locali di produzione e 267 unità locali di commercio, oltre ad essere sede di diocesi, di scuole superiori, di uno stabilimento termale e con un ricco patrimonio culturale, religioso e naturalistico;
ad oggi, in prossimità dell'avvio della stagione estiva e dell'atteso flusso turistico a e verso la sibaritide e le zone ionico-adriatiche pugliesi, i lavori rimangono perlopiù fermi ed in alcuni, sporadici cantieri proseguono a rilento -:
quali iniziative intende assumere in merito ai lavori di ammodernamento della SS 534 ("A3 SA-RC Firmo - Canale degli Stombi") - Magalotto 4 SS 106;
quali provvedimenti intende assumere, auspicabili nel breve termine, per poter sollecitare la riapertura totale dei cantieri e l'ultimazione dei lavori di ammodernamento;
se è auspicabile quanto utile intervenire presso la Provincia di Cosenza per chiedere la mo-mentanea sospensione dei lavori di ammodernamento e la riapertura al traffico della SP 197 (Diga di Tarsia), nel tempo limitato della stagione estiva, per permettere un deflusso maggiore del traffico da e verso la Sibaritide e la A3 SA-RC.
(190; 04.07.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il mare e le straordinarie coste calabresi costituiscono un bene primario che andrebbe salvaguardato e monitorato costantemente anche per renderlo fruibile in estate ai tanti turisti che scelgono di trascorrere le vacanze in Calabria e consentire agli operatori del settore di produrre ricchezza generale;
già si avvertono le proteste per il mare sporco in ogni territorio e su entrambe le coste, nonché le proteste dei turisti che giungono nei nostri centri costieri e non trovano servizi basilari efficienti e in alcuni casi l'accoglienza è del tutto improvvisata e lasciata al caso;
in data 3 luglio, e nei giorni subito successivi, si prendeva atto della presenza in diverse aree balneari, in particolare nella zona del Parco Marino Riviera dei Cedri, area interessata dalla presenza di ben 4 Siti di Interesse Comunitario ai sensi della Direttiva Habitat 431921 CEE, sita nel comune di Diamante nonché su altri comuni della fascia tirrenica cosentina, di chiazze oleose di colore marrone e svariate bolle biancastre, a distanza di pochi metri dalla riva, che impedivano di fatto ai bagnanti di entrare in acqua;
con Delibera di giunta regionale n.182 del 3.6.2015 si è definito il programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione delle stazioni di sollevamento dei reflui urbani ricadenti nei comuni costieri della Regione Calabria;
in data 14 Giugno sono stati stanziati dalla Regione Calabria 6 milioni di euro per le questioni suindicate;
lo stanziamento risulta essere tardivo in considerazione del fatto che la stagione turistica in zone che sfruttano la balneazione è già iniziata da diverse settimane e che va tenuto conto della complessità delle emergenze e le tempistiche che trascorrono tra pubblicazione dei vari atti, procedure d'appalto e molteplici adempimenti che rendono difficilmente impiegabile le risorse indicate -:
a) quali accorgimenti sono stati assunti per prevenire lo “spettacolo” del mare sporco, onde evitare le polemiche e le giuste doglianze degli operatori del settore e dei turisti che vengono in Calabria e non trovano il mare cristallino e per salvaguardare e anzi incrementare le presenze turistiche in Calabria;
b) se non ritiene di istituire una delega specifica per la salvaguardia del mare;
c) quali iniziative intende assumere per:
- risolvere il problema dell’inquinamento delle acque marine anche in relazione all’efficientamento e ad ogni utile e/o necessaria iniziativa sui sistemi depurativi costieri;
- verificare i valori delle acque nella fascia tirrenica cosentina adottando puntuali provvedimenti.
(191; 07.07.2016)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il 3 luglio 2006 una pioggia torrenziale, colpì i centri abitati di Longobardi, Vibo Marina, Bivona, Portosalvo, area densamente antropizzata;
a seguito degli eventi alluvionati del 3 luglio 2006 è stato decretato dal Presidente del Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza nel territorio della provincia di Vibo Valentia;
con ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM) numero 3531 del 7 luglio 2006 il Presidente della Regione Calabria è stato nominato Commissario delegato per l'adozione delle iniziative necessarie al superamento dell'emergenza;
in virtù di tale nomina, il presidente è anche titolare della contabilità speciale 3131, all'interno della quale sono state stanziate le somme finanziate al programma degli interventi;
i fondi stanziati sono stati 48.249.700,00 così ripartiti: € 28.356.341,00 Fas quota statale del Cipe numero 26/207; € 19.893359,00 Fas quota regionale del Cipe numero 138/2000;
i fondi residui relativi all'OPCM 3531/2006 ed accantonati sulla Contabilità Speciale numero 3131 sono circa 23 milioni di euro;
visto il quadro allarmante connesso all'elevato livello di esposizione al rischio idrogeologico del territorio del Comune di Vibo Valentia è indispensabile che tali risorse vengano prontamente destinate alla realizzazione degli urgenti interventi dì messa in sicurezza;
urge effettuare, rapidamente, la ricognizione di tutte le risorse disponibili e delle procedure in itinere, preliminare a ogni intervento necessario ad attutire l'emergenza e il rischio di dissesti idrogeologici;
ulteriori ritardi circa l'effettivo utilizzo di tali risorse non sono più sostenibili -:
quali iniziative intenda realizzare relativamente alla vicenda in oggetto, in modo particolare per investire le risorse già accantonante e funzionali a una priorità assoluta per i territori interessati.
(192; 12.07.2016)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
la legge regionale n. 35 del 31 dicembre 2015 costituisce un importante intervento legislativo, necessario a proseguire la riforma del settore del trasporto pubblico locale, e per questo motivo è stata condivisa e votata anche dal gruppo consiliare presieduto dallo scrivente;
la legge regionale apre ai coinvolgimento degli enti locali nella politica dei trasporti e, in particolare, prevede la costituzione di ambiti territoriali entro i quali gli enti locali coinvolti possono programmare i servizi di propria competenza;
lo strumento è indispensabile per potere avviare, ad esempio, un efficace progetto di riorganizzazione dei servizi nell'area urbana di Cosenza-Rende che ormai da quasi due anni vede vanificarsi fa possibilità di un servizio urbano che coinvolga due entità comunali che ormai costituiscono un'unica area urbana, con conseguente possibilità di servire adeguatamente il principale polo universitario della Calabria;
a tal fine è necessario garantire la immediata e piena operatività dell'Autorità, con la conclusione della fase commissariale e il coinvolgimento degli enti locali nella sua amministrazione -:
quando si prevede possa concludersi la fase commissariale dell'Autorità Regionale dei Trasporti, con l'elezione di un Presidente da parte dell'Assemblea rappresentativa degli enti locali;
quando si prevede sia completata la struttura amministrativa dell'Autorità con la dotazione delle necessarie risorse umane e finanziarie;
quando presumibilmente saranno definiti i criteri per costituire gli ambiti territoriali, così come previsto dall'art. 14 della legge, anche per consentire l'effettiva costituzione dell'ambito territoriale di area urbana di Cosenza-Rende, atteso che ogni altra concertazione informale fra gli enti, oltre ad essere oggi inefficace per legge, si è nel recente passato conclusa senza concreti risultati.
(176; 17.05.2016)
Risposta - “La conclusione dell'iter commissariale dell'Autorità Regionale dei
Trasporti coincide con l'elezione del Presidente, che è auspicabile venga
effettuata dopo l'approvazione del Regolamento dell'Autorità (previsto
dall'art. 13 della Legge regionale 31.12.2015), di cui il Dipartimento
Regionale 6 — Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità ha curato la stesura,
ottenuto il parere favorevole con prescrizioni da parte dell'ufficio
legislativo e che è stato approvato dalla Giunta regionale in data 29 giugno
2016. I tempi dipendono dal tempo di approvazione del Regolamento, per il quale
è previsto il parere della Commissione consiliare competente, e dalle
disposizioni contenute nello stesso Regolamento, che disciplinano l'elezione
del Presidente.
Quanto alla costituzione della struttura amministrativa dell'ART-CAL,
il Dipartimento Regionale "Infrastrutture, Lavori Pubblici e
Mobilità" ha richiesto, con nota numero 185643 del 9 Giugno 2016, al
Dipartimento Regionale "Personale" l'avvio della procedura di interpello
interno per effettuare il distacco funzionale delle risorse umane necessarie,
individuate con deliberazione del commissario dell'ART-CAL n. 2 del 15 Aprile
2016. La conclusione del procedimento dipende dall'esito dell'interpello; in
caso di esito favorevole dell'interpello, si stima un tempo di due mesi.
Quanto ai criteri per costituire gli ambiti territoriali previsti
dall'art. 15 della L.R. 35 del 31/12/2015, essi
devono essere approvati dall'Assemblea dell'ART-CAL.
Avendo la Regione Calabria un peso pari a un terzo nell'Assemblea dell'ART-CAL,
che opera per legge in piena autonomia, nessuna ulteriore previsione può essere
effettuata da questo Assessorato circa i contenuti e la precisa tempistica di
approvazione dei criteri in questione.
Fermo restando quanto sopra, si ritiene inopportuno che il Commissario
dell'ART-CAL, nominato dal Presidente della Giunta Regionale per curare la fase
costitutiva dell'Ente, eserciti il potere per legge attribuitogli di
sostituirsi all'Assemblea, dovendo la definizione dei criteri in questione
essere un atto condiviso dai territori di riferimento. Tuttavia si prevede che
entro l'anno corrente l'Assemblea possa essere pienamente operativa.
Questo Assessorato metterà a disposizione dell'Assemblea di ART-CAL le
risultanze di tutti gli studi condotti in materia di criteri per la perimetrazione degli ambiti territoriali e prodotti
dall'Università della Calabria nel contesto della convenzione esistente con la
Regione.
Cordiali saluti”
Roberto Musmanno (assessore
alle Infrastrutture)
Orsomarso. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
lo scrivente, delegato alle politiche dei trasporti negli anni dal 2010 al 2012 dall'allora Presidente della Giunta regionale Giuseppe Scopelliti, ha concretamente avviato le attività dell'osservatorio del trasporto pubblico locale;
ciò ha contribuito, anche grazie all'operato proseguito negli anni successivi, alla costituzione di un patrimonio di dati che si sono rilevati utili nella riprogrammazione dei servizi del trasporto pubblico locale;
in particolare la conoscenza dei ricavi su tutte le linee dei trasporto pubblico locale ha consentito di valutare la pubblica utilità e l'efficienza di ogni relazione, consentendo l'approvazione, con Delibera n. 380 del 25 ottobre 2013, di un "Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di trasporto ferroviario regionale", previsto dall'art 16 bis del Decreto-Legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 135;
tale piano doveva prioritariamente perseguire, coerentemente agli indirizzi della legge: 1) l'incremento dei passeggeri, 2) il mantenimento dei livelli occupazionali, 3) l'incremento del rapporto fra ricavi tariffari {biglietti e abbonamenti) e costo dei servizi;
ai risultati conseguiti con tale Piano, come da previsioni di legge, è legata una premialità pari al 10% delle risorse del Fondo Nazionale Trasporti, che complessivamente vale per la Calabria circa 210 milioni di Euro;
grazie ai risultati conseguiti negli anni fino al 2014, certificati dall'Osservatorio nazionale del Trasporto Pubblico Locale, tale premialità è stata conseguita interamente dalla Calabria negli anni dal 2013 al 2016. Ciò ha consentito una certa tranquillità finanziaria del settore, a vantaggio degli utenti, dei dipendenti, delle aziende -:
se, sulla base dei dati dell'Osservatorio regionale o, se dovessero esistere, dei dati certificati dell'Osservatorio nazionale, sono stati conseguiti nel 2015 i target previsti per il conseguimento della premialità nel 2017;
se, sulla base dei dati previsionali dell'Osservatorio regionale, potrebbero essere conseguiti nel 2016 i target previsti per il conseguimento della premialità nel 2018;
se, nel caso di mancato raggiungimento dei target previsti e conseguente non ottenimento della premialità, la Regione intenda integrare i fondi per il trasporto pubblico locale con risorse autonome al fine di scongiurare il taglio del 10% dei servizi.
(177; 17.05.2016)
Risposta - “L'Osservatorio del trasporto pubblico locale è previsto dalla legge
regionale 23/199, art. 7. Al fine di un suo potenziamento, in data 23 settembre
2011, è stato stipulato specifico protocollo d'intesa tra Regione e Università
della Calabria, il cui schema è stato approvato dalla Giunta regionale con
deliberazione 29 dicembre 2010, n. 864, che ha a oggetto la regolazione
"dell'attività di consulenza tecnica scientifica e di supporto tecnico
gestionale che l'Università eseguirà a favore della Regione al fine di
potenziare l'Osservatorio della Mobilità, di cui all'art. 7 della legge
regionale n. 23/1999". Gli elementi di dettaglio relativi al suddetto
protocollo d'intesa e alle consequenziali convenzioni attuative sono state
oggetto della risposta alla precedente interrogazione n. 175/10^ dello stesso
Consigliere On.le Fausto Orsomarso
e a tale risposta si fa naturalmente riferimento.
E' ancora ben noto che è subentrata la legge regionale n. 35/2015,
approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 22 dicembre 2015 ed in
vigore dal 1° gennaio 2016.
Detta legge all'art. 24 abroga, tra le altre, la legge n. 23/99, quindi
anche l'art. 7, che prevedeva l'Osservatorio della mobilità, Osservatorio che
tuttavia rimane previsto dall'art. 11 di detta legge 35/2015. Si evidenzia che
lo stesso non è ancora operante e costituito e si ritiene che a tanto si possa
presumibilmente provvedere allorché sarà data attuazione alla nuova Struttura
organizzativa della Giunta regionale come configurata dalla deliberazione 541
del 16 dicembre 2013, che incardina l'Osservatorio della Mobilità e Infomobilità Realtime",
quale UO_11.5, nel Settore n. 11 "Supporto gestionale agli interventi
dell'area funzionale trasporti - Osservatorio Mobilità e Sicurezza
Stradale" in ambito di Dipartimento "Infrastrutture — LL.PP.-Mobilità", settore che accorperebbe anche le
funzioni gestionali in ordine al sistema per la certificazione del servizio ed infomobilità di cui sopra scritto. L'Osservatorio è
costituito in relazione al contesto configurato dalla richiamata legge
regionale 35/2015 per la cui attuazione ci si sta attivando, in questi giorni
In ordine al conseguimento degli obiettivi relativi alla cosiddetta "premialità" (legge 24 dicembre 2012, n. 228, art. 1 c.
301 e successivo DPCM 11 marzo 2013), sulla base dei dati rilevati e registrati
dall'Osservatorio nazionale per le politiche del tpl,
per l'anno 2015 non si è registrata alcuna decurtazione risultando raggiunti gli
obiettivi fissati dalla legge ed è stato assegnato alla Calabria l'intera quota
prevista del 10% e pari ad € 21.072.703,84 (Decreto Ministero Infrastrutture e
trasporti 0000489 del 4 dicembre 2015). In ordine al raggiungimento degli
obiettivi per gli anni successivi, 2016, 2017 e 2018 si può allo stato
affermare che non vi saranno decurtazioni per il 2016 atteso il sopravvenuto
DPCM 7 dicembre 2015 (GU 3/2/2016, s.g. n.27) che ha
disposto che eventuali decurtazioni relative a una determinata annualità sarebbero
applicate nell'anno successivo a quello oggetto di verifica. Ne deriva che non
può essere operata alcuna decurtazione per il 2016 poiché gli obiettivi per il
2015 sono stati integralmente raggiunti. Ove mai dovessero registrarsi
decurtazioni per il 2016 le stesse sarebbero applicate per il 2017 ma è
evidente che l'azione della Regione è tutta tesa ad una riorganizzazione
complessiva del trasporto pubblico locale, sia ferroviario sia automobilistico
e si confida in un maggiore livello di soddisfacimento del bisogno di mobilità
con miglioramento dell'offerta, cui ragionevolmente corrisponderà un incremento
della domanda soddisfatta, un aumento dei ricavi e, se non un aumento, quanto
meno il mantenimento dei livelli occupazionali soliti, tutti valori che auspicabilmente supereranno i valori richiesti per
l'ottenimento della richiamata "premialità".
In tale contesto non appare oggi ragionevole prevedere integrazioni del fondo,
non ravvisandone allo stato la necessità.
Cordiali
saluti”
Roberto Musmanno (assessore
alle Infrastrutture)