X LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
9.
SEDUTA DI MARTEDI’ 28
LUGLIO 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONINO
SCALZO, DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO E DEL PRESIDENTE NICOLA IRTO
Presidenza
del Presidente Antonino Scalzo
La
seduta inizia alle 16,10
La seduta è aperta si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Informo il Consiglio
che, per come stabilito alla unanimità nella
odierna seduta dei Presidenti dei gruppi consiliari, la presa d’atto delle dimissioni
del Presidente, in quanto irrevocabile, non comporta votazione.
Pertanto il punto all’ordine del giorno si
svolgerà col solo intervento del Presidente.
Successivamente, prima di passare al secondo
punto all’ordine del giorno, possono prendere la parola, se ne faranno
richiesta, per non più di 5 minuti, un consigliere per ogni gruppo. Grazie.
La parola al Presidente del Consiglio.
Signor Presidente della Regione, signori assessori,
cari colleghi, prima della presa d’atto delle mie dimissioni dalla carica di
Presidente dell’Assemblea legislativa calabrese, prima di procedere con l’elezione
di chi mi succederà su questo prestigioso scranno, prima che io torni a
occupare il mio posto di consigliere regionale, ritengo doveroso rivolgere a
tutti voi un breve indirizzo di saluto e tracciare un sintetico bilancio di quanto
fatto in questi mesi.
La mia esperienza alla guida del Consiglio
regionale si conclude con largo anticipo rispetto alla scadenza naturale del
mandato conferitomi da quest’Aula, in ragione di una mia scelta personale e
politica.
Ho già avuto modo di spiegarlo all’opinione
pubblica ma il rispetto dovuto a questa Istituzione mi impone un passaggio,
formale e sostanziale, dinanzi alla massima Assemblea democratica della nostra
regione.
La decisione di lasciare la Presidenza,
incarico a cui i colleghi mi hanno designato nel gennaio scorso, è scaturita da
una riflessione sul delicato momento che la Calabria sta attraversando.
Ho scelto di dimettermi per rispetto delle
Istituzioni ma soprattutto per senso di responsabilità politica.
È vero che, da Presidente del Consiglio
regionale, ho assunto un ruolo di “arbitro super partes”
nelle attività assembleari, ma è altrettanto vero che per entrare in Consiglio
ho ricevuto un’ampia investitura democratica legata a un progetto politico,
quello del Partito democratico e del centrosinistra di cui sono espressione.
Era dunque doveroso, da parte mia, che ogni
decisione non fosse frutto di un calcolo personale ma tenesse conto delle
superiori esigenze del progetto di governo della Regione Calabria che ho
condiviso e che ho intenzione di portare avanti sotto la Presidenza di Mario
Oliverio.
Nessuno, nelle sedi politiche del mio partito
di appartenenza, ha chiesto le mie dimissioni. Ma non avrei mai potuto
consentire di essere considerato di ostacolo al rilancio dell’azione di buon
governo, di cui questa comunità ha bisogno per far fronte alla difficoltà
socio-economica in cui essa versa.
Sono un uomo di partito e, prima ancora, un
cittadino calabrese che, essendo chiamato a svolgere un ruolo pubblico, non può
abdicare al senso di responsabilità che proprio da quel ruolo discende.
Dedicherò poche parole all’indagine della
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria che ha
riguardato la passata legislatura e che è stata ribattezzata “Rimborsopoli”.
Ogni cittadino e, a maggior ragione, ogni
rappresentante delle Istituzioni deve rispettare il lavoro della Magistratura,
che bene ha fatto ad avviare un approfondito esame sull’utilizzo dei
finanziamenti ai Gruppi consiliari, in relazione ai quali ci sono alcune anomalie.
Alcune vicende, come quella che ha coinvolto
il sottoscritto, ruotano attorno alla necessità di chiarire i criteri di spesa
di somme esigue, per conto del Gruppo, in ordine ad attività che riguardavano
il Gruppo stesso e che sono state rendicontate in maniera puntuale, nel
rispetto della legge vigente e del regolamento interno al Gruppo del Partito
democratico.
Da molte parti la mia posizione in questa
indagine è stata definita marginale e, ne sono convinto, sarà chiarita fino in
fondo.
Tuttavia, quanto più alto è il ruolo che si
occupa in seno alle istituzioni democratiche, tanto maggiore deve essere la
sensibilità politica. Ed è questo l’altro fondamentale motivo che mi spinge
oggi a comunicarvi la mia volontà di rimettere il mandato, ribadendo che il
problema del finanziamento dei Gruppi consiliari va affrontato seriamente dalla
Politica e non solo per via giudiziaria.
La disponibilità di somme di denaro e la
discrezionalità nel loro utilizzo concessa dalla legge ha generato fatti,
fotografati dall’indagine della Procura reggina, che non possono essere
archiviati in fretta.
Se a questo si aggiunge lo stato di profonda e
generale crisi economica che colpisce la Calabria, terra in cui la povertà è un
male ormai quasi endemico, si coglie la gravità di vicende che finiscono per
delegittimare tutte le Istituzioni e segnare una frattura sempre più profonda
nel rapporto tra cittadini ed eletti.
Al contempo, sono fermamente convinto, e lo
sono fin dalle origini della mia formazione politica e culturale, che la politica
non possa e non debba essere un’attività riservata solo ai ricchi. Ecco perché,
nel profondo e radicale processo di riforma già predisposto, che dovrà
riguardare il finanziamento dei Gruppi consiliari, sarà fondamentale saper
distinguere i costi di funzionamento della democrazia dai cosiddetti “costi
della politica”, su cui certamente occorre incidere con misure draconiane.
Tengo a sottolineare come queste valutazioni
non siano nate solo dopo l’indagine su “Rimborsopoli”,
ma nascano da una visione condivisa da tempo con l’Ufficio di Presidenza, che
ringrazio per il proficuo lavoro svolto in questi mesi.
La nostra parola d’ordine è stata “sobrietà”.
Una linea che abbiamo portato avanti senza ostentazioni, nella convinzione che
le rinunce non debbano essere necessariamente di pubblico dominio. Adesso,
però, proprio per la peculiare situazione nella quale ci troviamo, è giusto
ricordare il venir meno di benefit per i consiglieri regionali.
E ancora, non vanno sottaciuti la notevole
riduzione dei costi per le missioni, l’abbattimento del 70 per cento delle
spese di rappresentanza e della metà di quelle per patrocini e contributi.
Una “cura dimagrante” attuata con il nostro
primo bilancio di previsione.
Il Consiglio regionale della Calabria, tra
gestione e manutenzione del Palazzo, personale, vitalizi e indennità, ha
drasticamente ridotto il proprio budget che quest’anno a consuntivo si
attesterà attorno ai 59 milioni di euro.
Abbiamo inoltre avviato la rotazione dei
dirigenti, non solo per rispettare le disposizioni in materia di
anticorruzione, ma anche per evitare il cristallizzarsi delle posizioni dei
dipendenti apicali di questa Amministrazione.
Abbiamo condotto a termine alcune modifiche
normative sulla gestione del personale di supporto ai consiglieri regionali,
sanando alcune delle situazioni attenzionate dagli
organi di controllo e dalla magistratura contabile. Abbiamo portato la Calabria
a svolgere un ruolo attivo e apprezzato sia nell’ambito della Conferenza dei
Presidenti dei Consigli regionali, di cui questa Assemblea è oggi un
indiscutibile punto di riferimento, sia nel Comitato delle Regioni.
A Bruxelles la Calabria ha prodotto numerosi
atti che sono stati recepiti in raccomandazioni, regolamenti e dossier,
contribuendo “dal basso” alla legislazione comunitaria. Ci preme
particolarmente ricordare la recente approvazione, a larghissima maggioranza –
nella plenaria dell’8 luglio - di un nostro emendamento su una Risoluzione in
materia di immigrazione, finalizzata ad attribuire più risorse alla regioni di
frontiera come Calabria e Sicilia. Sempre sul versante dell’immigrazione
abbiamo creato un filo diretto con la Presidenza della Camera dei Deputati per
dare concreta attuazione alla legge sull’accoglienza che forse ancora oggi
rappresenta il punto più alto e avanzato dell’intera storia della legislazione
calabrese.
Ci siamo messi al lavoro, e siamo a buon
punto, per ridurre i costi e mettere a reddito la sede romana del Consiglio
regionale, patrimonio che altrimenti avrebbe dovuto essere dismesso. Nell’ottica
del contenimento delle spese abbiamo, altresì, assunto la decisione di recedere
dalla locazione della sede del Consiglio regionale di Catanzaro.
Abbiamo costruito una relazione forte con l’Assemblea
regionale siciliana finalizzata alla costituzione della Conferenza permanente
per le politiche di sviluppo dell’area dello Stretto.
Abbiamo, infine, aderito al Decreto “Salva
Roma” che, entro breve, porterà alla riduzione ulteriore dei costi degli organi
di alta amministrazione.
Un lavoro impegnativo, condotto lontano dai
riflettori, in parallelo con l’attività di programmazione e indirizzo portata
avanti dalla Giunta del presidente Oliverio. Un’azione che potrà essere
pienamente realizzata solo se nel prosieguo della legislatura riusciremo a
raggiungere l’altro obiettivo che si era prefissato questa Presidenza: la
razionalizzazione e semplificazione del corpus normativo della Regione
Calabria, oggi ipertrofico e di difficile comprensione per i cittadini.
Abbiamo, in definitiva, avviato quella che
qualche mese fa ribattezzammo “la rivoluzione della normalità”. Il lavoro, d’ora
in avanti, proseguirà da un’altra postazione, sempre in Consiglio regionale,
con la speranza e la ferma volontà di contribuire a un progetto politico di
ampio respiro per il bene della nostra terra, ispirato dalla convinzione che la
Calabria disponga di grandi risorse, tra le quali il talento indiscusso dei
suoi figli che si sono affermati nel mondo.
Ne è l’esempio Russell Grandinetti, il
vicepresidente di Amazon, che abbiamo ospitato pochi giorni fa a Lamezia Terme
e Conflenti, che vogliamo rappresenti un modello di realizzazione umana, prima
ancora che professionale, per i nostri giovani. A Grandinetti abbiamo proposto
di ospitare i tre migliori talenti delle nostre università per uno stage in
Amazon. La sua reazione è stata entusiastica.
È con questa impostazione che potremo attuare
quella “rivoluzione” di cui parlavo poco fa. Una “rivoluzione” che non si
fermerà, ma che – ne sono certo – sarà attuata fino in fondo da chi raccoglierà
il testimone della Presidenza del Consiglio regionale.
Con questi sentimenti ringrazio di cuore tutti
i colleghi, e rivolgo a ciascuno di noi l’augurio di buon lavoro per il bene
della Calabria. Grazie.
(Applausi)
Presidenza del Vicepresidente Francesco D’Agostino
Passiamo al dibattito sulle comunicazioni del Presidente. Ha chiesto di intervenire il consigliere Orsomarso, ne ha facoltà.
In Conferenza dei capigruppo si è convenuto, per non dare l’idea alla
Calabria e ai calabresi che in un momento così
importante non si discutesse, che sulle dimissioni ci fosse dibattito - che non
è disciplinato da articoli del Regolamento diversi da quelli che conosciamo -
al quale con grande responsabilità possono partecipare tutti i consiglieri
regionali, ognuno rispetto al pensiero che vorrà esprimere. Quindi non è
possibile restringere il dibattito né ad un componente per gruppo né contingentarne
i tempi.
I tempi sono quelli previsti dal Regolamento, Presidente, non si preoccupi, cercheremo di non abusare.
Intanto abbiamo ascoltato ed abbiamo
sentito in queste settimane sulla stampa e anche in Conferenza dei capigruppo un discorso di grande responsabilità rispetto alle dinamiche che
riguardano l’uomo, il politico e la figura istituzionale. Mi riferisco al presidente
Scalzo che ringraziamo per il lavoro fin qui svolto.
Siamo stati fra quelli che sostenevano, che
hanno ribadito con forza, l’esigenza di un dibattito su questa situazione.
Ricordo a me stesso, lo ricordo alla stampa
e ancor di più ai calabresi che questa è una delle tante fasi fondamentali che
la Calabria, purtroppo, ha dovuto vivere in questi ultimi anni rispetto alla
vita della democrazia, alla sua organizzazione interna o se volete per la
maggior parte esterna.
Faccio un in bocca al lupo alla nuova
squadra degli assessori che per la prima volta siede in Consiglio regionale,
una squadra tutta esterna.
Non è accaduta una cosa banale politicamente,
assolutamente no. C’è una rivoluzione dell’assetto del Consiglio, della guida
del Consiglio perché nasce una legislatura rispetto alla quale è stato messo in
campo un Ufficio di Presidenza che garantisce i lavori democratici di questa Assemblea
e c’è un Presidente del Consiglio, che era diventato il Presidente del Consiglio
di tutti i calabresi, che si dimette.
Crediamo alle intenzioni di Scalzo, ci pare
che ci sia stata una vicenda tutta interna che non possiamo sottacere al
partito di maggioranza relativa di questo Consiglio regionale, cioè al Partito
democratico che ancora oggi, come ieri – ed è quello che vorremmo sottolineare
– fa le proprie scelte non in Calabria, non discutendo rispetto a ragionamento,
rispetto ad un nuovo quadro della politica. Salutiamo i banchi della maggioranza
piena di tanti nuovi consiglieri rispetto alle diverse legislature di 40 anni
di regionalismo.
Il dibattito, la riorganizzazione di una Assemblea,
quindi della massima carica elettiva anche rispetto alle motivazioni che hanno
spinto Scalzo, non avvengono in Calabria ma a Roma. La Calabria commissariata
in diversi ambiti doverosamente per quanto
riguarda un percorso ancora lungo come è quello della sanità e tanti altri ambiti,
la Calabria commissariata politicamente rispetto alla debolezza della politica.
E la solidarietà va ai consiglieri Scalzo,
Guccione, Ciconte non già rispetto all’impegno politico - perché questo impegno
politico lo misurano i calabresi, lo misuriamo anche qui nel dibattito- ma rispetto
alla debolezza di una politica che non ha il coraggio di difendere le proprie
scelte, perché queste non sono scelte rispetto alle quali noi abbiamo influito
o rispetto alle quali abbiamo tifato.
E’ una debolezza, presidente Oliverio,
rispetto alla quale anche lei – rispetto a questi risultati – crea un grande precedente.
Noi le facciamo gli auguri e le facciamo gli auguri per l’ennesima volta; facciamo
finta di ricominciare ma tra l’altro ci saremmo aspettati, in un momento
talmente grave di organizzazione tra i poteri di uno Stato e quindi tra
istituzioni, che lei fosse venuto, per lo meno, in Conferenza dei capigruppo ad
incontrare non dico tutta l’Assemblea ma per lo meno i capigruppo.
A guardarsi negli occhi e a dire “guardate è
un momento molto delicato, sto facendo scelte straordinarie”.
Presidente, con grande rispetto per le
figure, alcune delle quali ho conosciuto anche nella passata legislatura
rispetto alla funzione che hanno svolto come professori universitari a supporto
della Calabria, ribadisco il mio in bocca al lupo agli assessori e dico che
siamo pronti a collaborare rispetto al vostro impegno, ci mancherebbe altro.
Qui si sancisce un principio politico. Se secondo
il Presidente, non utilizzo parole mie, l’alto profilo appartiene a gente che
non ha avuto nulla a che fare con la politica e con la gestione di governo, dal
punto di vista tecnico di comparazione se dovessimo valutare la politica per
questo e anche rispetto a quello che lei stesso diceva, il Presidente è il meno
adeguato a rappresentare l’alto profilo.
Io – ricordo a me stesso – avevo 9 anni
quando già lei nel 1980 sedeva nei banchi del Consiglio regionale, nel 1985
faceva l’assessore all’agricoltura, nel 1990 era sindaco di San Giovanni in
Fiore, dal 1992 al 2006 per 4 legislature è stato alla Camera dei deputati. Dal
2008 al 2014 legittimamente è stato Presidente della Provincia.
Se l’alto profilo è non avere a che fare con
la gestione politica e di governo, lei è il meno adatto a stare in questa
Giunta di alto profilo e, mi lasci dire, rispetto al momento importante per le
tensioni degli uomini, perché io faccio parte di una parte che rivendica con
orgoglio, anche rispetto ai miei limiti ma anche rispetto all’altra parte. Sono
mancati il rispetto alla Calabria e alle istituzioni, la difesa del ruolo della
politica.
Presidente, lavoreremo tutti i giorni a
fianco a questa sua nuova Giunta dando il contributo e mi auguro che a lei non
arrivi mai un avviso di garanzia, che purtroppo tutti quanti potremmo subire
come oggettivo strumento di controllo del nostro operato.
Se fosse così, rispetto al precedente che si
è creato, lei sarà il primo a doversi dimettere. Cioè dovremmo cedere rispetto
ad un legittimo ruolo di una parte dell’ordinamento dello Stato perché siamo
stati deboli prima.
Questo certifica in quest’Aula: la grande
debolezza, la poca autorevolezza della politica di chi ci descrive un alto
profilo.
Per quello che abbiamo vissuto anche nella
scorsa legislatura, immagino che se fosse capitato al centro-destra quel che è
capitato a voi, e non è un incidente domestico ma fa parte della vita della democrazia,
quante Cassandre e quanti strali di gente poco educata alla democrazia, di
gente pronta allo sciacallaggio avremmo avuto in quest’Aula.
Noi ci inseriamo in questo dibattito
mantenendo lo stile di grande garantismo ed equilibrio di chi pensa che la Calabria,
dopo 8 mesi meriti finalmente un governo che ci porti a dibattere sulle cose.
Non ho avuto né l’opportunità né l’onore in
questi 8 mesi di dover dibattere su un provvedimento. Vi sono per strada gli
Lsu e gli Lpu, qualcuno ci aveva dato garanzie che
era tutto sistemato ed invece non è così.
Vorrei dibattere e dividermi, presidente
Oliverio, altrimenti sembra che ci sia veramente un problema di tipo personale.
Ribadisco che non sarà più come ad inizio legislatura
quando mi auguravo che lei potesse essere il miglior Presidente di questa Regione, perché non
doveva esser un trampolino di lancio, perché c’erano scelte impopolari che non
avevamo iniziato. E’ ovvio che questo percorso lei lo ha bruscamente
interrotto. Mi auguro per il bene della Calabria in cui vivo, in cui pago le
tasse, in cui vivono i miei figli, che possa dimostrare il contrario ma c’è un
incidente che significa politica poco autorevole e debole e che si traduce in
interventi ancora più deboli.
Questo è quanto ci preoccupa anche rispetto
al dibattito. Abbiamo preferito fare il dibattito sulle dimissioni del presidente
Scalzo che non nascono da scelta volontaria ma nascono da queste vicende.
Anche questo, presidente Oliverio, vedo
troppi annunci estemporanei. Lei non può dire “noi cancelliamo i gruppi” perché
si è dimostrato che i gruppi, al di là delle buone norme, si possono fare e
funzionano con i comportamenti dei singoli e tanti singoli si sono comportati
in modo corretto. Sono risorse della democrazia e sta a chi appartiene ad un
gruppo politico stabilire se deve farne una grande manifestazione, se deve
prendere i migliori scienziati a collaborare.
Insomma, tutto quello fa parte della grande democrazia.
Quindi si accelera in questa rincorsa ad essere tutti al di sopra con questa
innata vocazione a rappresentare la parola legalità.
Consigliere Orsomarso, gentilmente si
contenga all’interno dei tempi prefissati.
Abbiamo un quarto d’ora di tempo, non sono 5 minuti, non so a quale Regolamento lei si riferisca. Noi abbiamo un quarto d’ora a consigliere per Regolamento.
No, come Regolamento sono 5 minuti.
No, sono 15 minuti, lo chieda al Segretario generale che sta al suo fianco.
Poi, guardi, da che mondo e mondo il dibattito con toni pacati non ha mai fatto paura a nessuno.
Noi vogliamo solo trasferirvi le nostre preoccupazioni che sono quelle di una parte
di Calabria, quella Calabria che pure l’ha votata ed è preoccupata quanto noi
rispetto a tutto il tempo perso. Spero e mi auguro che la finiate qui
altrimenti non si inizia mai. Si è cambiata una intera Giunta, si cambia,
addirittura, la guida della Presidenza del Consiglio. Sono tutte cose che
preoccupano e di cui l’analisi critica e severa va comunque fatta.
Pare di capire che la futura scelta, che
verrà dopo questo dibattito, della guida della Presidenza del Consiglio sia
stata decisa in altri luoghi e non in Consiglio regionale, auspico che in un
momento così importante e così grave possa avvenire con un confronto anche con
la minoranza tutta.
Avvertiamo delle fibrillazioni anche in chi
poteva essere, essendo di fresca esperienza, di profilo alto, poteva seguire
nella Giunta e poteva sedere alla guida di questa Assemblea.
L’auspicio è che quelle difficoltà che ha
ampiamente avvertito possano essere azzerate con un grande momento di
confronto, con meno supponenza, con l’idea che si esce fuori dalle secche con
un atto di grande responsabilità.
Le istituzioni a vari livelli non hanno dato
miglior prova di sé e lo sforzo massimo doveva essere “rilanciare”. Non mi pare
che con oggi anche in queste ore di dibattito ci sia stata una azione per
rilanciare, ma è veramente la morte della politica calabrese commissariata da
Roma che, a partire dalle autostrade, dalla sanità fino a finire alla guida del
Consiglio regionale, si fa dire da Roma cosa va fatto in Calabria.
Noi pensiamo non sia la risposta che si
doveva dare a questo momento difficile per la democrazia e per questo abbiamo
voluto ribadirlo nel dibattito, umilmente, e penso con grande rispetto dei
singoli senza effettuare quello sciacallaggio come spesso il centro-sinistra ha abituato
il centro-destra in Italia e in Calabria.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Salerno. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. Veramente mi aspettavo che intervenisse qualcuno appartenente ai gruppi di maggioranza.
Oggi parliamo di politica in Consiglio regionale mentre stiamo celebrando il
“funerale della politica” perché grazie alla
legge – e vivaddio – non si può eleggere un Presidente
del Consiglio esterno altrimenti, oggi,
avremmo avuto anche il Presidente del Consiglio della massima Assemblea legislativa esterno.
Presidente Oliverio,
grande rispetto per la sua persona, l’ho manifestato fin dall’inizio, fin
dall’insediamento di questo Consiglio regionale
per il suo ruolo politico, per il suo impegno, per la politica, per il suo
impegno civile che ha dimostrato in questi anni facendo politica ma, oggi,
stiamo celebrando il funerale della politica nella nostra
regione.
Oggi, a fianco a lei, ci sono persone rispettabilissime a cui
veramente auguro buon lavoro di cuore, mi auguro che si possa aprire una pagina
per
I calabresi sono rappresentati da chi siede
tra i banchi dei consiglieri da quella parte e da questa parte perché con il
voto dei calabresi siamo stati eletti e siamo qui per poter esprimere quello
che i calabresi vogliono, desiderano in questa regione.
Purtroppo non è così, non è concepibile, non
è ammissibile, è assurdo che per un avviso di garanzia si mandi “a carte
Mi riferisco al presidente Scalzo, mi
dispiace e glielo avevo già detto in una telefonata personalmente, l’avevo
invitato a non dimettersi perché lo ritengo una persona valida e per bene, un
persona che ha assolto il suo ruolo istituzionale con alto senso del dovere,
veramente.
Anche ai consiglieri Ciconte e Guccione che
hanno la stessa posizione, un avviso di garanzia per dire “garantisti,
garantisti sempre” non solo quando veniamo toccati noi personalmente. Noi siamo
garantisti veramente a 360 gradi e non può la politica abdicare, non può la
politica rifugiarsi e scappare davanti ad una situazione del genere.
Noi abbiamo il dovere di fronte ai
calabresi, presidente Oliverio, di rispondere a quell’elettorato che ha dato un
atto di indirizzo, a novembre, che ha scelto lei, ha scelto la sua coalizione e
scegliendo lei, scegliendo la sua coalizione e facendo vincere la sua squadra
ha eletto dei consiglieri regionali in questo consesso.
Ci sono consiglieri regionali tutti di prima
legislatura, tranne tre: Scalzo, Ciconte e Guccione.
Ritengo che fra questi ci siano delle persone
meritevoli e degne di poter fare l’assessore, di poter governare questa Regione e sono
espressione dei calabresi, frutto di un confronto democratico, di elezioni
regolari che si sono svolte in questa regione.
Poi il paradosso, consentitemelo anche: non
v’è dubbio che un Presidente di Regione che ritiene di potersi avvalere di
personalità di altissimo profilo dal punto di vista professionale debba avere
la possibilità di poterlo fare. Ci poteva anche stare nella Giunta la
rappresentanza esterna, perché no?, anche se, come la penso io, gli esterni
dovrebbero fare i consulenti e non governare, ma questo è un mio pensiero
personale. Ma c’è anche un altro aspetto: il presidente Scalzo nella relazione
ci teneva a sottolineare i risparmi, i tagli che sono stati fatti qui all’Assemblea
del Consiglio regionale. Un bilancio di 59 milioni di euro. I tagli che sono
stati fatti nella precedente legislatura anche ai gruppi, ai fondi dei gruppi e
nessuno ha avuto il coraggio di alzarsi a dire come stanno realmente le cose.
Abbiamo abbassato la testa davanti allo
tsunami che ha colpito il Consiglio regionale, ma ci sono posizioni e posizioni
e alcune posizioni devono essere difese perché sono state fatte attività per i
calabresi.
Abbiamo abbassato la testa: non va bene ma
parliamo dei costi della politica.
Ho letto anche, presidente Oliverio, una sua
dichiarazione in cui diceva che metterà mano ai fondi dei gruppi alla quale ha
risposto il mio capogruppo, Nicolò, dicendo di andare cauto su questo perché la
democrazia non può essere definitivamente cancellata in questo Consiglio
regionale.
Però lei va a gravare
Se così non sarà, guardate che c’è veramente
da riflettere e mettersi la mano sulla coscienza perché, oggi come oggi, con le
famiglie che sono in ginocchio, che non soltanto non riescono a pagare la rata
del mutuo ma neanche la bolletta della luce e del gas, certe cose non sono
ammissibili.
Allora per chi come me fa politica da quando
aveva i pantaloncini corti credendo, sperando veramente nella possibilità di
poter partecipare alla vita amministrativa, alle attività delle istituzioni per
poter dare una speranza, ma soprattutto una certezza ai propri concittadini di
migliorare le proprie condizioni di vivibilità, oggi a 50 anni, sedendo in
questo Consiglio regionale, per il secondo mandato, mi rendo conto che tutto
quel percorso che ho fatto affiggendo i manifesti del mio partito da ragazzino
e seguendo tutto l’iter – giovanile, direttivo sezionale, comunale, direttivo
provinciale e così via, consigliere comunale, sindaco, consigliere provinciale,
consigliere regionale – oggi devo prendere atto che tutto ciò non serve a
nulla. Non serve a nulla perché abbiamo avuto oggi l’abilità di autodelegittimarci e non sta bene.
Mi rivolgo soprattutto ai colleghi della maggioranza
e chiedo loro di avere uno scatto di orgoglio, di difendere l’elettorato,
quelle persone che hanno creduto in noi, che hanno issato le bandiere quando
facevamo i comizi, quelle persone che erano a fianco a noi anche a piangere e
ad emozionarsi.
Non lo dobbiamo dimenticare. Quelle persone
che la mattina prima di uscir di casa ci troviamo là, a cui dover dare delle
risposte che spesso non siamo in grado di dare e ci mettiamo in macchina
veramente col cuore in mano, cercando di sforzarci e di poter portare qualcosa
in più per quella gente che ha bisogno, per quelle famiglie che oggi sono in
ginocchio, anche per quei lavoratori che oggi stanno protestando – Lsu e Lpu – per una battaglia che
dovremmo fare tutti quanti assieme; l’ho già detto in quest’Aula, presidente
Oliverio, nei confronti del Governo nazionale che ha colonizzato e sta
colonizzando, ancora, questa Regione.
Non lo possiamo più permettere, dobbiamo
reagire ed avere uno scatto di orgoglio e dire basta. O abbiamo il coraggio di
far politica e stare veramente al passo, con la schiena dritta anche nei
momenti difficili, anche in quei momenti difficili come sono stati i giorni di
“rimborsopoli”, altrimenti è meglio andare a casa,
non serve a nulla. Il nostro ruolo non ha senso, non ha senso star qui solo per
vederci passare da sotto il naso scelte decise altrove e non condivise né in
questo Consiglio regionale né tanto meno dai calabresi. Grazie.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Greco. Ne ha facoltà.
Molto brevemente per sottolineare alcune cose di fondamentale importanza: caro consigliere Salerno, sa dove finisce la politica? La politica finisce nel suo intervento. La politica finisce nella misura in cui si utilizza in modo strumentale un punto all’ordine del giorno, estremamente serio e delicato che sono le dimissioni da Presidente del Consiglio, del presidente Scalzo per fare un attacco alla Giunta e al presidente Oliverio.
Questa non è politica! Venire in questo civico consesso e fare questo comizio elettorale per non dire nulla. Caro presidente D’Agostino, le chiedo ufficialmente di far rispettare il punto all’ordine del giorno.
Si sta discutendo delle dimissioni del presidente Scalzo, così avete voluto, e io sono stato quello che voleva non fare una discussione, perché una discussione sulle dimissioni irrevocabili mi dite a cosa serve se non per far comizi elettorali e ad attaccare in modo brutale e becero?!
La politica ha delle regole, consigliere Salerno, se vogliamo fare una operazione dialettica, di discussione in Consiglio sulle cose fatte per chi come me non ha la necessità di mandare a dire le cose, chi come me si assume la responsabilità anche di uscire sulla stampa e di dire come la pensa rispetto a certe scelte, è una cosa, ma utilizzare in modo maldestro il dibattito – lo dico ai capigruppo, perché questo era lo spettacolo che ci si aspettava, quello di un attacco ad Oliverio, alla sua Giunta e alle scelte e non di discutere sul punto all’ordine del giorno – non va bene.
Avete voluto il dibattito, allora discutete? Il dibattito deve attenersi a quel punto, deve dire cosa doveva fare il presidente Scalzo, nella misura in cui lo stesso per motivi di deontologia, non per entrare nel merito di “rimborsopoli” o chinare la testa o esser genuflesso a chissà quale potere, ha deciso di dimettersi. Consigliere Salerno, da questa parte c’è gente che di dignità, di forza ne ha da vendere.
Possiamo far lezione a chi vuole.
Allora oggi – lo dico ai consiglieri di maggioranza – io sono stato uno di quelli
che ha preso preso posizione e ha detto che probabilmente
il primato della politica deve sempre vincere, poiché sono il teorico di una
visione hegeliana di tesi, antitesi e sintesi, non di un concetto in cui il
cesarismo prevale. Su queste sfide si è condivisa la scelta di fare una Giunta
tecnica per rilanciare il ruolo del Consiglio e per dire, in una visione
riformista della politica, che deve svolgere quel ruolo di garante delle istituzioni
per dare alla Calabria quelle riforme di cui
Però,
attenzione voi che parlate di politica! Mi piacerebbe interrogarmi su cosa è la
politica e su cosa intendiamo per politica e per senso delle istituzioni.
Attenzione:
continuando su questa scia state offendendo il massimo ruolo istituzionale
che questo Consiglio ha e che è il Presidente del Consiglio.
C’è un
concetto estremamente bello che è quello di
pudore. Sapete qual è il pudore? Quello di tacere rispetto a scelte che sono
personali, sentite, perché avreste dovuto percepire l’emozione e il magone con
cui il presidente Scalzo pronunciava le dimissioni da Presidente del Consiglio.
Non avete
avuto neanche rispetto di questo.
Allora o
oggi abbiamo tutti la forza di rimarcare, sì, il ruolo della scelta della
politica che viene fatta qua e non continuare in questo stillicidio…
volete dibattere e discutere di quel che ha fatto il presidente Oliverio e la
sua Giunta? Ci sarà una seduta di Consiglio ad
hoc, la faremo, ma senza utilizzare un momento difficile per
Ritorniamo
alla politica senza trappole, ritorniamo alla politica senza infingimenti,
ritorniamo alla politica rispettando le istituzioni, ritorniamo alla politica
dando un senso al nostro impegno, ritorniamo alla politica della sfida,
ritorniamo alla politica non delle imboscate ma della chiarezza. Ritorniamo
alla politica di quella politica che è una scienza esatta.
Non voglio
dilungarmi ma esprimo il mio ringraziamento personale e di gruppo intanto al presidente
Scalzo perché ha specificato di non aver ricevuto nessuna richiesta da parte
del Partito, da parte del Presidente, da parte del Governo
centrale o altro, ma ha deciso individualmente ed autonomamente di rassegnare
le dimissioni, per evitare qualcosa di molto più importante: quello di non
darci in pasto all’antipolitica.
Questo è il messaggio che andava
sottolineato, questi sono gli interventi che un gruppo dirigente nuovo, che
vuole sollevare
Non so quanti avrebbero fatto questo passo
ricco e colmo di emozione e di magone. Ma questa è la politica, la politica
della sfida.
Se abbiamo la forza di rimanere nel tema
allora sì. Se invece si vuol trasformare il Consiglio regionale in una canea,
potete star tranquilli che da questa parte lo impediremo perché la sacralità
delle istituzioni è la cosa importante alla quale io sono stato abituato.
Sono stato abituato e l’ho detto, caro
consigliere Orsomarso, anche in sede di Conferenza dei capigruppo: attenzione,
la partita politica si apre in occasioni diverse.
Vi ho ribadito che ci sono stati due grandi
uomini – Mazzarino e Richelieu – che avevano una netta differenza tra di loro,
caro consigliere Cannizzaro: uno era stratega,
l’altro era tattico; ma chi vince è la strategia, non vince l’entusiasmo del
momento. Vince la strategia e vince la testa.
Ci sono momenti in cui vale la pena fare battaglie politiche. Ci sono momenti come questi in cui bisogna rispettare le parole, le scelte del presidente Scalzo e anche su queste scelte ribadire che la politica non indietreggia ma avanza.
Questa è la politica che noi vogliamo
fare, questa è la politica che domani cambierà
Ha chiesto di
parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Il consigliere
Salerno ha appena dichiarato che oggi qui celebriamo i funerali della politica calabrese. Consigliere Salerno, lei commette un errore: qui oggi, 28
luglio, precisamente alle ore 16,23, celebriamo i funerali del Partito
democratico calabrese! E’ ovvio che il nervosismo del collega Orlandino Greco è l’esempio emblematico dello
stato d’animo, dei malumori, della non compattezza e della delusione di
un’intera maggioranza.
Il collega Greco,
oggi, in seno alla riunione dei capigruppo, durante il suo intervento, ha fatto
riferimento ad una cantante ed autrice, alla cantautrice Fiorella Mannoia, con
la sua canzone “C’è tempo”! Beh, io credo che il tempo sia ormai finito, caro
collega Greco, e lei lo sai bene. Poi, sono veramente basito per le posizioni
che in questo momento lei ha assunto, perché – se non ricordo male – qualche
giorno fa, attraverso gli organi di stampa, ha rilasciato alcune dichiarazioni
non condividendo quelle che sono le scelte del presidente Oliverio o quelle che
sono state le scelte del presidente Oliverio riguardo all’Esecutivo.
Ritorniamo sul
punto: intanto, presidente D’Agostino, suggerisca al presidente Scalzo che il Partito
democratico, il presidente Oliverio, la sua maggioranza, non lo hanno costretto
alle dimissioni da consigliere regionale, ma soltanto da Presidente del
Consiglio, quindi potrebbe tornare a sedere ai banchi della sua maggioranza,
perché ci dà l’opportunità di salutarlo e ringraziarlo per la persona perbene,
per il Presidente del Consiglio regionale della Calabria che lui è stato in
questi otto mesi. Devo dire che è stato un Presidente autorevole, egregio, che
ha saputo non soltanto rappresentare bene l’Assemblea legislativa, ma anche
accogliere quelle che sono state le istanze anche delle forze politiche di
minoranza. Per questo lo voglio ringraziare.
Assieme ai colleghi
capigruppo di questa maggioranza, non abbiamo respinto le dimissioni, come
qualcuno ha tentato di strumentalizzare, abbiamo semplicemente detto al
Presidente che forse sarebbe stato opportuno che lui continuasse, perché
attraverso la manovra dei dirigenti del suo partito, di chi oggi ancora una
volta guida i processi del Partito democratico calabrese, si è voluto cambiare
il tiro, spostando l’attenzione su una problematica dell’Esecutivo al Consiglio
regionale della Calabria.
Lo ha fatto, nella
sua interezza, una classe dirigente del Partito democratico, spostando
l’attenzione anche dei media – e devo dire che voi, rispetto a questo,
siete molto abili – delegittimando ancora una volta questa Assemblea,
mortificandola, e la mortifica ancora di più il presidente Oliverio nel momento in cui sostiene
di aver avuto la capacità di creare una squadra di tutto rispetto, l’esigenza di organizzare una squadra di alto
profilo. Per carità, saluto ed auguro ad ognuno di loro un
proficuo lavoro per il bene della nostra
collettività.
Presidente Oliverio,
la capacità, la freschezza, l’alto profilo lei ce l’ha in quest’Aula ed è
proprio di fronte a noi, perché nella sua maggioranza ci sono uomini, ci sono
donne con grandi capacità politiche e grandi capacità istituzionali, che lei
poteva certamente coinvolgere nella sua squadra di governo. Avrebbe sicuramente
dato autorevolezza a questa Assemblea, avrebbe sicuramente riconosciuto la
volontà del popolo calabrese che ha eletto i colleghi consiglieri di
maggioranza e, di certo, non avrebbe mortificato ancora una volta l’organo
elettivo.
Allora noi, come
forze di opposizione, siamo veramente stufi, siamo stanchi di farci dare
lezioni dai colleghi che cambiano posizione ogni 24 ore, chiaramente in base un
po’ alle direttive di chi ancora una volta pensa che della Calabria e degli
uomini delle Istituzioni calabresi possa fare quello che vuole, e mi riferisco
ai vertici del vostro partito, il Partito democratico, che senza avere contezza
alcuna, oggi fa delle scelte scellerate.
A me dispiace che il
presidente Scalzo sostenga – ma lo deve fare e lo capisco perché è in grande
imbarazzo e ci tiene ad evidenziarlo quest’aspetto – che lui si dimette per una
volontà personale, per una scelta autonoma. Falso! Lo sanno tutti, lo sappiamo
tutti che è stato obbligato dal suo partito, dai vertici del partito romano a
presentare le dimissioni, che noi oggi formalmente non possiamo respingere
perché non previsto, ma che respingiamo moralmente. Io credo che la maggioranza
dovrebbe fare la stessa cosa.
Il collega Greco
faceva riferimento a quel principio nobile della politica: “Dobbiamo
riacquisire il ruolo della politica”. Beh, fatelo, respingete le dimissioni al
presidente Scalzo. In maniera formale non possiamo farlo, certamente. Fatelo,
abbiate il coraggio di respingere le dimissioni del presidente Scalzo, che in
questa vicenda – sappiamo bene – c’entra pochissimo, ma che subisce ancora una
volta una determinazione dall’alto per riequilibrare quelli che sono gli
equilibri e gli interessi del vostro partito di maggioranza.
Voglio rivolgere un
saluto ironico, ma anche affettuoso, perché vedo in loro tanta amarezza e
delusione, e mi riferisco ai colleghi di maggioranza che rappresentano e che
fanno parte dei partiti che hanno sostenuto il presidente Oliverio, delle forze
politiche che oggi siedono in questa Assemblea e che rappresentano la
maggioranza.
Ci rendiamo conto?!
E’ stato tutto un gioco del Partito democratico! Voi siete stati eletti dal
popolo, dovevate rivendicare quello che è il vostro diritto perché chiamati dai
calabresi. Voi siete stati eletti. Abbiamo un’autorevolissima donna in
Consiglio, capace, determinata, lo ha dimostrato e
lo dimostra quotidianamente, e noi, nonostante le distanze politiche, ne
apprezziamo le qualità e le capacità. Perché non valorizzare l’unica donna
eletta dal popolo calabrese? Non aggiungo altro rispetto a questo, perché i
fatti parlano da sé.
Allora, consigliere
Greco, noi sicuramente non diamo nessuna lezione, perché forse non abbiamo –
almeno parlo per me – né le competenze, né l’esperienza, né la capacità, ma mi
sia consentito di dire che non le riceviamo nemmeno, soprattutto nel momento in
cui dai banchi della maggioranza con delle nozioni di filosofia, dei richiami a
filosofi e alla storicità, si vuole cercare di mascherare quello che è l’indirizzo
di questa maggioranza. Da qui noi vi vediamo bene, forse il pubblico, gli
organi di stampa un po’ meno: si legge nei vostri occhi l’imbarazzo e la
difficoltà, oggi, di affrontare questo momento storico, perché oggi voi state
segnando un momento storico, presidente Oliverio, state segnando il momento
peggiore della politica calabrese.
Questo, oggi,
purtroppo lo registriamo, lo hanno abbondantemente registrato già i calabresi,
che forse nel mese di novembre sono stati i sostenitori, è stata la maggioranza
a sostenervi, ma oggi questa maggioranza non c’è più. Forse sarebbe stato
opportuno, invece di tentare di salvare questa legislatura con queste modalità
e con queste scelte, ritornare al voto, presidente Oliverio e dare la parola a
chi è sempre sovrano, ossia oggi il popolo calabrese.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Tallini. Ne ha facoltà.
Ringrazio la Conferenza dei capigruppo che si è battuta per un minimo di dibattito in questo
Consiglio regionale, come se, dopo tutto quello che è accaduto in Calabria, non fosse un atto dovuto nei confronti dei calabresi venire in quest’Aula nel rispetto del disorientamento che questo popolo vive da circa un
anno a questa parte, cioè da quando al governo regionale c’è una nuova
amministrazione e da quando, dopo le vicende note della precedente
amministrazione, tutti i calabresi si aspettano una pagina nuova, una fase in
cui tantissimi problemi, non dico che avrebbero dovuto essere risolti, ma
avrebbero comunque dovuto essere affrontati.
Ci ritroviamo, invece, in un Consiglio regionale in cui, addirittura, dopo tutto quello che è avvenuto, c’è anche il tentativo di strozzare il dibattito,
di non parlare o, addirittura, di ascoltare
interventi della maggioranza stessa di censura
nei confronti di chi in quest’Aula si è alzato per difendere la
politica.
Orlandino Greco, le
cui grida – altro che comizio! – hanno infastidito il sottoscritto, che è
abituato anche a parlare con toni alti, ha parlato di Hegel,
di Mazzarino, di Richelieu, ma non si è accorto che il collega Salerno stava
difendendo il suo diritto.
Quindi, quando ci
ritroviamo in questo clima, la riflessione va fatta e seriamente.
Amici, io penso che
il dibattito di oggi non sia un dibattito di strumentalizzazioni, credo che
tutto quello che è avvenuto da quando è stata ufficializzata l’indagine “Rimborsopoli” sia da valutare ed approfondire attentamente:
i comportamenti di chi ha messo mano alla Giunta, i comportamenti di chi, come
il centro-destra, coerentemente sempre con quello che ha sempre detto e messo
in atto, non ha voluto nessuna criminalizzazione, non ha fatto nessuna
speculazione su quello che è avvenuto e – guarda caso – sul fatto che questa
vicenda ha colpito uomini con ruoli importanti che erano nel governo regionale.
Allora, il problema
è rivolto al nostro caro Presidente. Per otto mesi ci siamo sentiti dire che
lui aveva fatto la Giunta, lui l’aveva voluta, la migliore Giunta che si
potesse proporre al Consiglio regionale, i migliori, quelli con più esperienza,
quelli che avevano avuto più consensi, quelli che meritavano in questo momento,
per tutte queste caratteristiche messe insieme, di essere messi nei ruoli in
cui c’erano i problemi da risolvere in questa Calabria. Poi, alla fine della
vicenda l’abbiamo sentito fare i commenti, cioè che dopo quella Giunta
bisognava fare una Giunta di alto profilo. Quindi, quella precedente non era
una Giunta di alto profilo, non era una Giunta dei migliori, dei più capaci, la
Giunta di alto profilo è quella che ha messo in piedi dopo!
Mi permetto
sommessamente anche di aggiungere che non voglio celebrare i funerali della
politica, perché, purtroppo, vicende di questo genere siamo ormai abituati ogni
giorno a verificarne, a registrarne, perché purtroppo la politica è stata così
brava da pensare che, cavalcando l’antipolitica, si potessero raggiungere i
consensi. Più antipolitica, più consensi. Però, l’antipolitica poi è una cosa
che velocemente travolge tutti, perché i meccanismi della politica sono uguali
per tutti, perché hai voglia che può cambiare registro! I pericoli a cui viene
esposta la politica, purtroppo, poi sono pericoli che valgono anche per chi
siede sui banchi delle Istituzioni dopo aver cavalcato l’antipolitica e in nome
dell’antipolitica oppure in nome della rottamazione veloce. Oggi, uno di quelli
che sta facendo i conti con questa storia della rottamazione è proprio il
vostro Presidente del Consiglio, Renzi.
Voglio soltanto
aggiungere le motivazioni per cui oggi il presidente Scalzo si è dimesso, pur essendo
apparentemente in una posizione diversa da quella degli assessori che sono
stati dimessi, nel senso che per eleggere il Presidente del Consiglio bisognava
che ci fossero le dimissioni volontarie di Scalzo, che stasera abbiamo appreso
anche irrevocabili, mentre gli assessori, per delega del Presidente, hanno
dovuto dimettersi.
Perché una posizione
apparentemente diversa? Io non sono uno di quelli che, dopo aver espresso il
concetto del rispetto della politica … Perché oggi sono diverse? Perché il presidente
Scalzo aveva annunciato le sue dimissioni sin da subito, perché le sue
dimissioni avrebbero dovuto, per la stessa fattispecie, seguire immediatamente
quelle degli assessori, perché il concetto era questo. Invece, non ci sono
state subito le dimissioni, sono state annunciate, ma non presentate; soltanto
qualche giorno fa sono state presentate ed ufficializzate, perché probabilmente
– come diceva il collega Cannizzaro – è stato
costretto a farlo.
Allora, mi permetto
di fare alcune osservazioni molto sommessamente e lo dico anche con grande
rispetto nei confronti degli assessori nominati tutti esterni, tutte persone
eccezionali, che nei prossimi giorni si misureranno con i problemi veri della
gente, dovranno incontrare i cassintegrati, i lavoratori in mobilità, i
sorveglianti idraulici, i lavoratori della legge regionale 15 del 2008, quelli
della legge regionale 28 del 2008. Io, onestamente, li rimpiango perché, con
sincerità, si troveranno in un clima assolutamente diverso da quello delle aule
delle Università in cui l’autorità del professore derivante dalla conoscenza si
impone con grande autorità. Là si vedrà, là si capirà che cosa significa avere
il consenso popolare, che cosa significa capire e comprendere il problema della
gente, che non è quello che si registra, magari, nelle aule delle università.
Chiaramente, bisogna
osservare che il presidente Oliverio ha usato questo criterio per la formazione
della Giunta, secondo il principio che gli assessori non
dovessero avere avuto precedenti incarichi politici ed istituzionali, per
segnare – ha detto – una profonda discontinuità con il passato. Meraviglioso,
ottimo, ma come fa a dirlo un politico che nel suo curriculum vanta due
legislature regionali, quattro in Parlamento e due alla Provincia di Cosenza, un
professionista della politica che chiede agli altri prove di verginità! La vera
svolta epocale sarebbero state le sue dimissioni, per consentire al più presto
l’elezione di un Presidente giovane e senza precedenti incarichi. Solo così
lei, Presidente, avrebbe avuto la possibilità di dimostrare di essere coerente.
Un’altra ragione:
non è vero che è la prima volta in assoluto che entrano a far parte della
Giunta regionale personalità esterne provenienti da esperienze universitarie e
da incarichi di alto spessore. Nel 2000 il presidente Chiaravalloti chiamò Misiti, docente e già presidente del Consiglio nazionale
dei lavori pubblici e Massimo Bagarani, presidente
del corso di laurea in scienze della politica e dell’amministrazione. Quale
novità assoluta! Poi, nella Giunta Scopelliti c’era un docente universitario,
Mario Caligiuri, molto stimato e che tutto il mondo della cultura calabrese
rimpiange come assessore.
La Giunta Oliverio è
la Giunta dei no, dei grandi rifiuti! Se personalità come De Sena, Cannizzaro, Salazar hanno cortesemente declinato l’invito,
ciò vuol dire che nessuno vuole scommettere sulla credibilità del governatore e
sulla sua capacità di tenuta. L’impressione è che il pronunciamento della Corte
costituzionale peserà molto in questa legislatura.
Un altro motivo: è
fallita l’operazione “foglia di fico”, chiedere cioè ad una personalità come De
Sena di far da garante in una situazione compromessa da inchieste che hanno
appannato l’immagine della Regione.
Un’altra
motivazione: la finta rivoluzione del presidente Oliverio viene smascherata
anche nell’attribuzione delle deleghe. Il Presidente dice di voler fare la
rivoluzione, quindi di circondarsi di professori universitari, ma tiene per sé
strette tutte le centrali del potere: fondi comunitari, agricoltura, turismo.
Consigliere Tallini, la invito a concludere il suo intervento nel
rispetto dei tempi.
Mi sto avviando alla
fine, però vorrei che la sua Presidenza fosse imparziale e che richiamasse
anche i componenti della sua maggioranza!
La mia Presidenza è
imparziale.
Sto per concludere.
Il Presidente agli ingenui professori lascia le briciole! E’ un’impostazione
centralistica e burocratica che rischia di paralizzare la Regione, come è
accaduto in questi sette mesi.
Un’altra
motivazione: per la prima volta, nella storia della Regione Calabria, non c’è
un assessore alla cultura e ai beni culturali. E’ questa la dimostrazione di
quanto il presidente Oliverio tenga a questo settore, con tutti i pregi ed i
difetti. Gente come Zavettieri, Principe, Cersosimo, Caligiuri erano pur sempre degli interlocutori
per il vasto mondo della cultura calabrese.
Infine, i centri di
potere si moltiplicheranno: il presidente Oliverio intende affidare alcune
materie ai consiglieri di maggioranza, miniassessori, ed istituire strutture
speciali per la cultura, turismo e beni culturali. L’occupazione degli spazi
del potere, uscita dalla porta, rientra dalla finestra!
Una serie di motivi
che smentiscono la svolta epocale e che rafforzano, al contrario, l’idea che
siamo di fronte ad una lenta fase di decadenza e ad una Giunta di transizione
in attesa di ulteriori eventi.
Ho concluso il mio
intervento e voglio dire al presidente Oliverio – che è partito sonnecchiando ed in ritardo con
la tardiva convocazione del Consiglio e con la realizzazione dopo, addirittura,
otto mesi della
Giunta che adesso si completa, – che la ricreazione è finita.
Si era organizzato
molto per gestire il successo elettorale avuto dalle elezioni, ma oggi
registriamo – e non lo registriamo noi – purtroppo, in una realtà in cui i
problemi sono aumentati e incancreniti, che c’è bisogno veramente di fare in
fretta. Adesso c’è bisogno di fare in fretta e c’è bisogno, purtroppo, di
utilizzare gli uomini che abbiamo.
Quindi,
paradossalmente, nonostante condivida l’analisi che hanno fatto tutti che con
questa Giunta in gran parte si uccide la politica, faccio un augurio di buon
lavoro a questa Giunta. Sono pronto, caro consigliere Greco, con tutte le
riserve che posso avere – e lei,
praticamente, lo farà nel momento in cui lo registrerà – anche a ricredermi sulla validità della
risposta che di fronte ad una situazione difficile, complicata come quella in
cui si è venuto a trovare il presidente Oliverio, ha voluto dare con l’attuale
Giunta.
Quindi, concludo il
mio intervento non con una considerazione pessimistica, ma con l’augurio che
questa Giunta possa davvero, sganciata dai tanti meccanismi condizionanti, dare
qualche soluzione ai tantissimi problemi che la Calabria vive e che non può
aspettare, invece, fasi diverse e lontane da quella in cui oggi ci troviamo.
Ha chiesto di
parlare la consigliera Sculco. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, in primo luogo
sento di rivolgere al consigliere Scalzo
ancora una volta, come ho già fatto in diverse circostanze, i miei sentimenti di stima, di
affetto e di amicizia. Sono dispiaciuta della decisione da lui assunta, di
rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio, sono veramente
dispiaciuta.
Colgo l’occasione per esprimere i miei più sinceri auguri di buon
lavoro a tutti i componenti della nuova Giunta, a cui assicuro la mia piena
collaborazione, e spero che insieme, tutti insieme, potremo svolgere una
proficua attività di servizio alla Calabria.
Nei giorni scorsi, più volte, sono intervenuta sulla stampa e nel corso
di alcuni incontri per far conoscere il mio pensiero, quello della forza
politica che rappresento, quello di
Calabria in rete, sulle vicende che hanno interessato in questi mesi la Regione
e la coalizione che dal voto del 23 novembre è stata scelta ed incaricata dagli
elettori di governare la Calabria. L’ho fatto, ben sapendo che ciò avrebbe
potuto provocare qualche fastidio e qualche disappunto. Tuttavia non potevo
sottrarmi dal dovere di esprimere con sincerità e senza infingimenti un disagio
che è diffusione avvertito e sentito da tanti, che va, invece – io penso –
ascoltato e non negato, semmai valutato per il suo significativo positivo.
Ho detto in più circostanze che le cose non
vanno affatto bene, che non procedono come tutti noi avremmo desiderato e
voluto, per dare un avvio forte e sereno a questa decisiva decima legislatura
regionale. L’ho fatto perché ritengo che vada rafforzata la nostra autonomia,
perché sono del tutto convinta che, nonostante le innumerevoli difficoltà che
presenta la situazione della nostra regione, noi possiamo farcela e possiamo
farcela per davvero, se diamo fondo a tutte le nostre energie, ponendole al
servizio dei calabresi e non disperdendole in tante, troppe, inutili e dannose
liturgie che troppo spesso si svolgono fuori e all’esterno dei luoghi
istituzionali.
Del resto, che le cose non vanno affatto bene
basta poco per constatarlo, è persino sufficiente una fugace sosta nel bar
dello sport, in qualunque luogo e in qualunque città della Calabria, per
constatarlo. Si fa fatica a fare squadra, a nord come a sud, e si fa fatica a
fare squadra fra nord e sud e centro della Calabria.
Voglio ribadirlo con la schiettezza che mi
appartiene, soprattutto in questa occasione pubblica in cui eleggiamo il
vertice dell’Assemblea legislativa regionale. Quando tutto o quasi tutto viene
travasato e viene trasportato fuori regione, come tante e troppe volte è
successo nella storia del nostro regionalismo, perché fuori della Calabria ci
si illude di poter trovare equilibri e possibili ripartenze, le conseguenze non
possono che deludere, perché a soffrirne sono sia la funzione di governo e
quindi la sua autonomia sia la funzione di rappresentanza dei singoli
consiglieri, la cui legittima azione risiede qui, nel voto popolare dei
cittadini calabresi.
Dico questo non per compiacere qualcuno o
chicchessia e, magari, per alimentare delle facili vene di polemica; voglio
anche subito fugare ogni eventuale maliziosa e strumentale interpretazione. Io
sono qui al mio posto e non sono altrove, sono qui dove devo essere e dove ho
fortemente voluto essere e dove hanno deciso di essere gli elettori che hanno
votato la lista di Calabria in rete e che, copiosamente e generosamente, hanno
offerto la preferenza alla mia persona.
Aggiungo che una coalizione si forma sulla
base di una scelta volontaria delle forze politiche che decidono di affrontare
insieme la competizione elettorale;
l’elettore, poi, decide con il voto a quale coalizione affidare il compito di
esercitare le funzioni di rappresentanza e di governo della Calabria, che per
questo assume l’onere e la responsabilità di esercitare tale funzione in quanto
tale come coalizione e non diversamente o, peggio, separatamente. Dico questo
perché spero fortemente che possa crescere e svilupparsi fra di noi un convinto
sentimento di coesione e di squadra fra tutte quelle forze che hanno
contribuito alla vittoria del 23 novembre, forze ed intelligenze da impegnare
senza pausa e senza sosta, per far crescere la regione e per consolidare una
pluralità in grado di difendere nei tavoli romani e nei tavoli europei le
ragioni della Calabria.
Responsabilmente,
ribadisco queste mie opinioni, convinta più che mai che, quando si lavora
insieme e in sinergia, come abbiamo fatto in alcuni passaggi storici di questa
legislatura, alcune cose importanti e straordinariamente significative sono
state realizzate con una celerità e un’efficacia che fa onore a questo
Consiglio. Abbiamo insieme scritto pagine importanti sulla democrazia paritaria
e sulla partecipazione democratica e non ci siamo sottratti a dare sostegno e
voce alle tante sofferenze che vivono giornalmente i calabresi.
Abbiamo potuto fare
questo perché fra di noi consiglieri regionali ci siamo stimati, ci siamo
vicendevolmente riconosciuti e rispettati, abbiamo pure fatto amicizia e
abbiamo avuto il desiderio comune ed avvertito il bisogno di compiere il nostro
dovere. Questo clima, questa sinergia va preservata e tutelata di più e meglio,
va rafforzata e rilanciata per andare avanti in quel processo di rinnovamento,
di cambiamento e di crescita dell’intera Calabria, che deve sempre di più
essere il tratto distintivo di questa legislatura.
Questo è il mio
autonomo e libero convincimento e non avrò mai remore né titubanze ad
esprimerlo e sostenerlo, con l’unico obiettivo di rafforzare le prerogative dei
consiglieri e del Consiglio, che insieme al presidente Oliverio e alla sua Giunta
sono chiamati a fare governo della Calabria.
Ho manifestato
rilievo ed ho esposto valutazioni critiche sul metodo, sulle procedure e sulle
modalità con cui si è proceduto in tante circostanze in questi primi otto mesi
di legislatura ed anche in questa circostanza sull’elezione del nuovo
Presidente del Consiglio. Fuori da ciò, tuttavia, non posso che riconoscere che
la candidatura del consigliere Nicola Irto, avendone una conoscenza diretta e
una profonda stima personale, susciti un forte e motivato interesse. E’
giovane, preparato e per questo può possedere quelle doti di freschezza e
quella voglia e quella volontà di rinnovamento e di cambiamento che non è fatto
di proclami e promesse, ma di azioni e di fatti concreti di cui abbiamo tanto
bisogno. Penso che sulla sua persona si possa investire e dare fiducia ed io
voglio affidare a lui le mie speranze e il mio desiderio di un forte rilancio
dell’attività e del ruolo del Consiglio regionale.
Per queste ragioni e
non per altre, ma per un libero convincimento, autonomo e personale e di
Calabria in rete, esprimerò il mio sostegno e il mio voto per la sua elezione a
Presidente del Consiglio regionale.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Intanto, penso sia doveroso esprimere la mia vicinanza e
solidarietà al presidente Scalzo, perché la presa d’atto delle sue
dimissioni, irrevocabili, sicuramente non è una bella cosa né per la Calabria
né per lui personalmente, per quello che ha fatto in questi mesi di attività.
Sin dal primo momento dell’insediamento della sua Presidenza, ha attuato una
politica rigorosa, una politica improntata alla sobrietà, alla correttezza,
proprio per evitare, in questo particolare momento storico, di dare adito all’antipolitica
e a tutti coloro i quali demonizzano, in questa particolare epoca, di dare
spazio a tutte quelle iniziative che sicuramente possono aumentare e possono far sì che la politica improntata, per
come deve essere, non produca, alla fine, i risultati e gli obiettivi che
questo Consiglio si è prefissato sin dal primo momento.
Penso che, in questo particolare percorso e in
questo momento storico, la Calabria stia attraversando una serie di
problematiche forti, basta pensare che oggi, al di fuori delle mura del palazzo, stanno manifestando i
lavoratori Lsu-Lpu; per fortuna pare sia stata
inserita nel maxiemendamento al Governo una norma che possa salvare questi
lavoratori che avevano, in qualche modo, sperato in una stabilizzazione dopo
tantissimi anni di precariato.
La Giunta dopo tanti mesi, per fortuna, è
operativa e porgo un saluto e un augurio di buon lavoro.
Sicuramente le problematiche da affrontare saranno tantissime e spinose
ma ci auguriamo che effettivamente la macchina possa partire e dare quei
risultati sperati perché effettivamente ci sono dei settori in fortissima
sofferenza.
Mi riferisco
all’agricoltura, all’occupazione giovanile e a tutta una serie di cose di cui
domani questa Giunta dovrà farsi carico e sono convinto che lo farà nel migliore
dei modi.
Abbiamo
appreso della candidatura del consigliere Irto alla massima carica dell’Assise regionale.
Ho conosciuto già il collega Irto, in qualità di Presidente di Commissione. Un
giovane volenteroso, che ha dato senso di responsabilità in questi mesi di
attività, facendosi carico di tutta una serie di problematiche che investivano
la Commissione e che sicuramente farà bene il proprio lavoro in prosecuzione di
quanto aveva già fatto il presidente Scalzo.
Come gruppo
consiliare del Nuovo
centro destra, in sintonia con quanto già fatto in precedenza per senso di responsabilità
e per far sì che l’attività politica del nostro gruppo si contraddistingua per
serietà e nell’interesse dei calabresi, noi questa sera - anche con l’accordo
del partito nazionale - voteremo sì al Presidente, al candidato Nicola Irto.
Mi auguro che questa fase particolare possa
essere messa da parte. Le polemiche non produrranno sicuramente mai dei
risultati positivi e sono convinto che tutta l’azione amministrativa e politica
debba essere rivolta nell’interesse dei calabresi che ne hanno molto di
bisogno. Grazie e buona serata.
Ha chiesto di parlare il consigliere Nicolò. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, prendo la parola
a questo dibattito, peraltro voluto non certamente per motivi strumentali come
è stato testé menzionato da chi mi ha preceduto, per una questione di responsabilità
politica che ci caratterizza.
Abbiamo partecipato in occasione delle varie conferenze
che si sono qui tenute in questi giorni dopo la vicenda “rimborsopoli”
che ha coinvolto la massima Assise regionale calabrese.
Certamente non c’è né la volontà di fare demagogia e
certamente non c’è la volontà di mettere in discussione scelte che nel merito
riguardano una maggioranza, ma alcune questioni di metodo riteniamo doverle
sollevare per una riflessione che occorre fare per migliorare la qualità della
politica oggi in discussione e delegittimata per alcune ragioni che sono state
menzionate dai colleghi di minoranza e che la vedono sofferente.
E ancor di più la politica, gli operatori della politica
contribuiscono con la loro condotta a delegittimare la politica mentre invece
occorre una terapia d’urto per riabilitarla perché la politica possa recuperare
il suo primato.
Credo che questo appartenga a destra e a sinistra, non è
un problema che riguarda solo la maggioranza.
Colgo l’occasione per formulare i migliori auguri alla Giunta; non sono rituali soltanto ma anche
sostanziali e lo dico soprattutto per la Calabria
che è in ginocchio e, come dice il collega Romeo, riparte, oggi, la legislatura.
Forse tra le riforme avete inserito anche quello di accorciare la legislatura da 5 a 4 anni e prendiamo atto che un
anno è stato consumato, bruciato per ovvie ragioni che non sto qui a stigmatizzare. Mi auguro, come diceva il collega Greco, che si apra un dibattito
sulle attività svolte perché – vede, Presidente - noi
facciamo una opposizione responsabile e non pregiudiziale ma nessuno ci può
mettere il bavaglio. La facciamo a ragion veduta quell’attività ispettiva
rispetto agli atti e all’azione, alla condotta svolta.
Oggi, peraltro, non sappiamo che cosa, quanto è stato
prodotto.
Aspettiamo che ci sia un giro di boa in quest’Aula a fine
anno, mi auguro, affinché si possa ragionare nell’interesse e per la tutela dei
diritti della Calabria spesso negati.
Diceva stasera qualcuno che i calabresi diventano sempre tallone di Achille ma noi
vogliamo che la Calabria sia locomotiva in tutto anche nella dignità perché quella
dignità che il Consiglio regionale deve recuperare, quella autonomia del Consiglio
regionale, noi la rivendichiamo e certamente daremo un contributo affinché si
onori il ruolo di questo Consiglio regionale.
Il presidente
Scalzo è andato via, ma a me farebbe piacere che fosse qui presente perché in
questi mesi ho potuto constatare il suo costante impegno al servizio dell’Assemblea;
un impegno che purtroppo è stato interrotto traumaticamente e non certamente
per sua volontà ma per un compromesso politico che riguarda logiche della maggioranza
o probabilmente per ragionamenti fatti in altri palazzi.
Ricordo a me
stesso che il presidente Scalzo – presidente Oliverio – non era un suo
fiduciario ma era il Presidente dell’Assemblea legislativa, votato da una maggioranza,
sì, ma una volta votato, il garante di questa Assemblea.
Strutturalmente
sappiamo come è costituito l’Ufficio di Presidenza, non c’è un Presidente di minoranza
o uno di maggioranza. Scalzo è stato indotto a dimettersi e guardate che quando
Scalzo si propose Presidente o fu proposto dal Partito democratico in qualità
di Presidente di questo Consiglio regionale si presentava con problemi
giudiziari. Il nostro garantismo ci portò a non sollevare alcuna eccezione in
quella circostanza così come il nostro garantismo ci portò a non chiederne le
dimissioni. Cosa diversa sono le strumentalizzazioni che lascio agli altri.
Cosa diversa è respingere le dimissioni e non abbiamo mai detto che respingiamo
le dimissioni perché abbiamo rispetto della volontà di Scalzo che è stata
quella di rassegnare le dimissioni e lo ha detto in una intervista.
Condivisione
dal punto di vista psicologico e probabilmente, sicuramente avremmo fatto quasi
tutti così ma lo avrebbe dovuto far prima Scalzo, indotto da quella sensibilità
a non accettare l’incarico di Presidente. L’avrebbe dovuto fare per queste
stesse ragioni.
Non si può
ragionare a fasi alterne come quel garantismo a fasi alterne. Mi spieghi Presidente:
De Luca fu candidato, non subì un avviso di garanzia? Da condannato, De Luca fu
condannato e fu candidato e adesso svolge le funzioni di Presidente della Giunta
regionale.
Ebbene,
Guccione ha un avviso di garanzia e dov’è il garantismo? Dico che su queste
cose avreste dovuto coinvolgere anche la minoranza per un rispetto
istituzionale ma non c’è stato questo coinvolgimento. Significa voler ignorare
e addirittura oggi ci si diceva “non ne parliamo”. Ma noi ne parliamo con
civiltà e nel rispetto delle decisioni. Nessuno avrebbe messo in discussione il
voto. Ma chi l’ha detto mai? Andate a leggere e l’ho scritto in italiano:
rispettiamo la volontà di Scalzo.
Attenzione:
cosa diversa è non parlarne, è sottacere.
Io sono
preoccupato, Presidente. Ho presentato una interrogazione sugli Ospedali
Riuniti e l’ho presentata perché repetita iuvant; lì ci sono delle dichiarazioni di una organizzazione
sindacale ma a me non interessa da quale parte sta. Io faccio opposizione ed ho
una coscienza.
A me non
interessa di chi sono le responsabilità se di oggi o a ritroso. Non interessa.
A me interessa chiarezza ma l’interrogazione cos’è? Si demonizza?
L’interrogazione è l’accertamento della verità.
E’ successo
il pandemonio, il panico, ma cosa ho fatto? Ho chiesto di sapere: sono in
regola le cose? Fornite una relazione al Presidente della Giunta e che la porti
in Aula e che la renda pubblica ma nell’interesse della società.
Sono
convinto che probabilmente si è pure esagerato, forse non lo so, bisogna
riscontrarlo anche perché chi parla fornisce elementi probatori ma io sostengo
che sarebbe. Non abbiamo demonizzato nessuno. Non ci vogliono far parlare qui:
qual è il problema? Vogliamo parlare per aiutare e per dare un contributo, per
stimolare la Regione
Calabria che è all’anno zero.
Penso che al
di là delle varie fasi - e qui, caro consigliere Greco, sai che ti stimo e te
l’ho detto perché una delle mie doti è quella di dire le cose che penso e so
che non lo dico per demagogia - all’interno di quella maggioranza esistono
buone potenzialità.
So che in Giunta
ci sono ottime e buone risorse, buone eccellenze. Attenzione: io non sto qui e
non devo decidere per voi, ma cosa emerge oggi? Non lo dico io, ma lo dicono i
critici della politica. Leggete i giornali e gli editoriali: c’è la bocciatura
della politica, e non me ne vogliano gli assessori che sicuramente svolgeranno
un grande lavoro e daranno un contributo eccellente. Attenzione è una questione
di metodo non di merito.
Su questo
siete dei numeri: 15 del Partito democratico, Renzi e la corrente che è accanto
a Renzi. Le decisioni appartengono a Roma.
Guardate io
sono preoccupato perché non vorrei che fosse una moda che si estendesse anche
agli altri partiti perché la delegittimazione forte della classe dirigente
della politica calabrese… questo è quello di cui oggi
bisogna prendere atto senza demagogia. Non è demagogia, ma lo dico a ragion
veduta, coscientemente e con la consapevolezza di quel che dico.
Non è una
buona pagina oggi quella che scriviamo della politica.
Poi le
dimissioni di Scalzo: è tutta una manfrina, avreste potuto coinvolgere
l’opposizione. Quel motivo civile, che noi diciamo di comportamento che
vorremmo che caratterizzasse l’Aula per esaltarne la centralità, viene meno perché
tutto si verifica a fasi alterne.
Collega
Greco, le cose dette dal collega Salerno stanno in una realtà riscontrabile con
elementi probatori e verificabili, con elementi che si possono vedere ad occhio
nudo.
Noi sappiamo
anche i vostri pensieri e le vostre sofferenze perché in questi giorni abbiamo
anche compreso le vostre difficoltà ed i vostri disagi. Però queste vostre
difficoltà, disagi, sofferenze devono essere oggetto di analisi pubblica anche
in quest’Aula, per mettere in discussione quello che nel metodo fino ad oggi ha
rovinato la Calabria, la Calabria che nella sua autonomia deve far valere la
centralità del Consiglio regionale.
Questo è
quanto dobbiamo far valere, altrimenti c’è la sconfitta e nella sconfitta della
classe dirigente saranno i calabresi a fare una verifica non appena ci saranno
quei test elettorali a cui ci sottoporremo tutti e lo dovremo fare non per le
cose che diremo di fare ma per le cose che sono state fatte.
Qui sento
sempre parlare e dire “faremo, faremo, faremo”. Ma diteci cosa avete fatto, al
di là degli sforzi che compie il Presidente della Giunta, Oliverio, a cui va anche
il mio apprezzamento per certi aspetti perché a volte mi pare di vederlo
ingessato in quelle logiche partitocratiche a non poter esprimere le
potenzialità che vorrebbe, per non parlare del commissariamento Scura.
Lo dicemmo qui con i colleghi della minoranza e ci battemmo dicendo che
doveva essere il Presidente perché il nostro interlocutore doveva essere il Presidente
e invece manovre di palazzo fecero sì che si sdoppiassero i due incarichi
sempre per delegittimare il Consiglio regionale della Calabria.
Non vorrei che nel disegno dei potentati romani ci fosse la
delegittimazione della classe politica calabrese. Per quanto ci riguarda
continueremo a fare la nostra parte con diligenza e con alto senso del dovere.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Guccione. Ne ha facoltà.
In primo luogo voglio ribadire gli auguri alla nuova Giunta regionale;
l’ho fatto nel corso di una conferenza stampa e lo voglio fare anche in questo
luogo solenne, la casa dei calabresi, perché questa Giunta ha bisogno del
sostegno e dell’aiuto di quest’Aula.
E’ uno sforzo enorme, quello che attende questa Giunta, e ritengo debba essere sostenuta. Se si
fallisce, fallirà anche l’esperienza che
abbiamo iniziato in questa legislatura e, per evitare questo, serve uno
sforzo comune – lo dico ai colleghi dell’opposizione
– perché
la Calabria non è messa bene.
Oggi abbiamo vissuto una giornata drammatica,
di forti tensioni e fa specie rilevare che si è riusciti ad ottenere un diritto
– quello della contrattualizzazione e della stabilizzazione che il Governo nazionale ha deciso nel 2014, nella legge di
stabilità, senza chiedere un euro in più, ma una semplice norma giuridica di
cumulabilità di risorse regionali e nazionali - perché i lavoratori Lsu ed Lpu, insieme ai sindacati,
hanno messo a ferro e fuoco l’Italia, bloccando l’A3.
Questo la
dice lunga sul rapporto che c’è in Calabria tra il Governo nazionale e il governo
regionale. Quindi la situazione sarà drammatica se non si inverte questa tendenza
e credo che l’elezione del Presidente del Consiglio sia importantissima.
Credo che
Nicola Irto abbia le qualità, perché di questo abbiamo bisogno e, fino ad oggi,
le nostre difficoltà risiedono proprio nell’incapacità di saper aprire una
nuova fase del regionalismo calabrese. E il compito che spetta a Nicola Irto è
quello di aprire, con le sue capacità, un nuovo regionalismo, fatto di
autonomia e autorevolezza.
Senza
l’autonomia e l’autorevolezza in quest’Aula, che è poi quella della Regione, non possiamo
e saremo costretti a subire i soprusi da parte del Governo nazionale. Ed è di
questi otto mesi la lunga catena di soprusi, per cui abbiamo dovuto subire una
sorta di commissariamento strisciante sulle grandi questioni e, se non si
inverte questa tendenza, rischiamo di non farcela.
Deve essere chiaro: è finito il tempo delle
cose dette e non dette; dobbiamo usare il linguaggio della chiarezza.
Anche nella vicenda che ha portato il presidente
Scalzo a rassegnare autonomamente e nel pieno della sua disponibilità le
dimissioni da quest’Aula – pur rispettando le sue decisioni – ho registrato un
garantismo a corrente alternata.
Perché quando il gruppo del Partito
democratico si riunì per designarlo ci fu una discussione accesa sulla possibilità
di candidarlo o non candidarlo a Presidente del Consiglio regionale.
E fu una discussione sul terreno del
garantismo, cioè sul fatto che il Partito democratico poteva candidare o non
candidare una persona che aveva in corso un procedimento giudiziario.
Ci fu una discussione accesa ed in
quell’occasione sostenni – non essendo in contrasto col codice etico del Partito
democratico né con la legge Severino – la necessità di andare fino in fondo su
quella decisione. A quella riunione erano presenti il Presidente della Giunta
regionale ed il Segretario del mio partito che sostennero – d’accordo col
Partito nazionale, il Partito democratico – questa linea.
Allora dobbiamo stare attenti ad avere tentennamenti, perché si dà l’impressione che in questo modo si
combattono battaglie politiche subdole. Non si ha la forza o la volontà
politica di dire e di esser contrari, rispetto ad una attività che utilizza
strumenti che suggestionano gli animi della opinione pubblica.
Per questo ritengo importante la discussione in Aula di oggi, perché il nostro cammino
è difficile. Noi abbiamo bisogno di chiarezza tra di noi e, veramente, credo
che l’elezione del consigliere Irto possa rappresentare la ripartenza per quest’Aula che deve battersi per quell’autorevolezza e quella
autonomia che servono per scrivere una nuova pagina del regionalismo.
Guai a noi a volare basso. Oggi abbiamo la stagione con oltre 50 anni
di regionalismo e dobbiamo aprire un dibattito su questa questione perché la Regione non può continuare ad essere quella
che è stata finora, non deve essere più gestione, ma bensì controllo e programmazione. Ed io mi auguro – lo dico al consigliere Irto – che presto ci sia un
passaggio importante.
Abbiamo dovuto riscrivere la nuova programmazione europea 2014-2020 che, con 238 osservazioni è
stata riscritta da capo. Quel documento deve essere soggetto all’approvazione
di quest’Aula, alla discussione ed all’approvazione perché
altrimenti rischiamo –non seguendo le procedure corrette – di perdere
tempo e di allungare i tempi di approvazione da parte dell’Europa.
E’ importante che l’Aula discuta di questo nuovo documento perché, di fatti, è nuovo ed i calabresi devono sapere cosa c’è scritto; lo deve sapere quest’Aula che va messa nelle
condizioni di poter emendare e migliorare quel documento prima che venga
caricato sul sistema della Comunità europea.
Credo che ci
siano le condizioni per recuperare e credo che quest’Aula oggi scriverà una
bella pagina di buona politica, utile alla Calabria e ai calabresi, grazie.
Ha chiesto di parlare
il consigliere Bevacqua. Ne ha facoltà.
Grazie Vicepresidente, molto brevemente solo
per rivolgere un affettuoso saluto all’amico Scalzo per il gesto compiuto e per
la grande disponibilità manifestata verso il cambio di passo che oggi
quest’Aula e la politica vogliono segnare.
Vorrei chiedere scusa alla nuova Giunta
regionale, ai nuovi assessori e anche all’auditorio presente, se, ancora una
volta, credo che la politica di questo Consiglio regionale non stia scrivendo
una pagina positiva perché, quando non si capiscono i cambiamenti di fondo e
profondi che portano a questi risultati, a queste amare decisioni – magari – a
questi convincimenti forti che hanno portato il Presidente della Giunta
regionale e la maggioranza nonché il partito che anche io rappresento, a questo
tipo di soluzioni, dimostra che non c’è una consapevolezza di fondo, della
gravità, della complessità e delle difficoltà oggettive in cui versa oggi la
politica e la società calabrese.
Se non partiamo da questo presupposto, da
questa premessa che è fondamentale nell’analisi di tutto il resto, dimostreremo
di essere ancora una volta un Consiglio regionale che esprime una solidarietà
pelosa e che non capisce davvero dove sta andando.
E’ il rischio che corriamo come classe
dirigente calabrese e come istituzione regionale.
Siamo convinti di questo? Io ne sono profondamente
convinto, tanto è vero che sono stato il primo a sostenere – come consigliere
regionale, nonostante le difficoltà avute nei mesi scorsi e nelle
interlocuzioni con tanti colleghi consiglieri – la Giunta che il Presidente ha scelto e
che il Partito democratico ha scelto in questo momento drammatico per
le istituzioni calabresi.
Mi sento anche di rivolgere un saluto ed un apprezzamento
ai colleghi assessori, Guccione e Ciconte, che hanno, giustamente e con
amarezza, accettato questa scelta, fatta in maniera unitaria e corale dalla maggioranza
e dal partito regionale.
Smettiamola di esprimere solidarietà pelosa
e cerchiamo di capire che, se non si creano le condizioni di un Consiglio
regionale forte e autorevole – quale deve essere sempre – che sappia esercitare
le prerogative assegnate dalla legge e che sappia fare proposte serie e
legislative, di qualità, in quest’Aula, dimostreremo ancora una volta di non
capire dove stiamo andando a sbattere la testa.
Se facciamo finta di non capire che da solo
questo Consiglio regionale deve esprimere autorevolezza e capacità
di analisi, senza l’aiuto del Governo nazionale,
non andremo da nessuna parte; anche qui vi prego di riflettere perché se oggi
abbiamo ottenuto questo risultato per un mero errore materiale commesso in Commissione
Senato, l’abbiamo ottenuto perché siamo riusciti a creare una forte sinergia
tra Governo nazionale e governo regionale, grazie
anche all’autorevolezza del presidente
Oliverio e del Segretario del Partito democratico, Magorno,
che, insieme a Minniti, hanno saputo svolgere in
queste ore un pressing forte presso il Governo nazionale.
Voglio
questo tipo di politica in Calabria: una politica che sappia difendere l’autorevolezza
e il prestigio del Consiglio regionale ma che sappia anche dialogare col Governo
nazionale, altrimenti non andremo da nessuna parte.
Auguro buon lavoro
alla nuova Giunta e soprattutto al nuovo Presidente, che tra poco eleggeremo,
che è l’amico Irto che saprà, sicuramente, tracciare l’avvio di questo nuovo
percorso che il presidente Oliverio ha voluto sancire con la nuova Giunta e che
saprà sicuramente interpretare i bisogni e le esigenze di cambiamento della società
calabrese e che saprà soprattutto creare tanta innovazione politica, tanto
rispetto verso la comunità e verso obiettivi chiari e precisi che dobbiamo
raggiungere in questi mesi e che per me consistono solo esclusivamente sapere
utilizzare i fondi strutturali da qui al 2020.
La vera
sfida è quella. Se non la smettiamo di pensare ai fondi comunitari solo come ad
una polverizzazione delle risorse, senza creare le condizioni vere di sviluppo,
sarà un fallimento di questo Consiglio regionale.
Quindi, bando alle chiacchiere,
rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo per difendere l’orgoglio di ognuno di
noi, del Consiglio regionale e di una Calabria che merita rispetto, attenzione
nonché le giuste considerazioni che questo Consiglio regionale saprà fare,
meritando rispetto anche dal Governo nazionale.
Senza rispetto e senza sinergia non andremo
da nessuna parte.
L’augurio che rivolgo a Nicola Irto, che tra
poco eleggeremo, l’auspicio che rivolgo è questo, insieme ad un saluto e un
buon lavoro di cuore alla nuova Giunta. Non vi invidio, perché saranno mesi
duri ma, se insieme riusciremo a creare quel rapporto di sinergia e di collaborazione,
fondamentale per guidare questo processo e per garantire sul territorio la
presenza forte, non andremo da nessuna parte.
Io sono certo che, con le vostre competenze
e la vostra umiltà, saprete utilizzare la conoscenza del territorio per creare
insieme momenti di confronto e di incontro ma anche di risposte, certe e vere,
da dare alla nostra comunità, alla nostra gente, che aspetta da tanto tempo,
che non siamo mai riusciti a dare in questi anni.
Auguri di buon lavoro perché sono certo che
da oggi si riparte con più forza, vigore e certezza nel dare risposte alla Calabria
e ai calabresi.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Aieta. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
solo per ringraziare il presidente Scalzo per il lavoro svolto in questi mesi,
per lo stile col quale questo pomeriggio si è congedato rassegnando le
dimissioni da Presidente del Consiglio regionale.
Lo faccio perché lo
stile, il garbo, l’equilibrio di Scalzo manifestano un orientamento, una
indicazione, una tendenza di questo nuovo Consiglio regionale.
Lo faccio anche perché
è giusto rendere onori e meriti a uomini delle istituzioni che conservano
sensibilità, perché nessuno ha chiesto al presidente Scalzo di dimettersi,
abbiamo fatto del garantismo la nostra formazione. Però le sensibilità esiste e
quando viene praticata e coltivata con lo stile col quale Scalzo oggi è venuto
in quest’Aula, credo che questo sia un bene per la politica.
Al tempo stesso,
solo perché ne abbiamo l’occasione, voglio formulare i migliori auguri alla Giunta
regionale, nella quale mi sento rappresentato pienamente e per la quale intendo
praticare ciò che la legge mi concede e cioè l’azione e l’attività di
indirizzo, di controllo ma soprattutto – io credo – di elevare la qualità
legislativa di questo Consiglio regionale, nei cui magazzini giacciono migliaia
di leggi per gettare fumo negli occhi, senza copertura finanziaria, leggi che
non hanno mai visto la vita e non hanno mai prodotto benessere per i cittadini
calabresi e per le quali oggi la Corte dei conti ci invita ad essere puntuali e
scrupolosi nella loro redazione.
Stiamo facendo un lavoro
tutti insieme e per questo ringrazio anche la minoranza; infatti, nella mia Commissione,
ho il piacere e l’onore di avere quale Vicepresidente il consigliere Orsomarso
col quale ho una intesa perfetta. Questo è il messaggio che oggi affidiamo alla
Calabria, il messaggio di stare insieme per i problemi dei cittadini così come
oggi è accaduto con i problemi degli Lsu e degli Lpu a causa di un pasticcio che è stato poi risolto.
Signor Presidente
della Giunta, non la invidio affatto e le dico che, contrariamente alla sua
mole, mi fa tenerezza, ripeto questo concetto, perché i problemi di questa
terra sono così enormi da infiacchire ogni energia volitiva che le
riconosciamo; enormi perché diverse incrostazioni permangono nelle Asp e nei
dipartimenti regionali nonché nella vita di questa regione, che non è facile.
Credo che il Consiglio
regionale debba assumere il Presidente e questa Giunta come bandiera per
brandire il rinnovamento e la salvezza di questa terra perché penso che solo
così porteremo la Calabria fuori dalle secche dandole un’immagine nuova,
offuscata tremendamente dal suo passato e dal suo presente, macchiato dalla
malavita organizzata a cui la politica darà le giuste risposte.
Le darà attraverso
l’elezione del nuovo Presidente del Consiglio, che spero avvenga in prima
votazione, e attraverso una Giunta fatta di professionisti seri ai quali, ovviamente,
affidiamo non un avvertimento ma bensì il nostro pensiero, le nostre ansie, le
nostre tristezze.
Saremo continuamente
davanti le vostre porte, a discutere come già sta accadendo, come già è
accaduto e come accadrà nei prossimi giorni, nell’interesse di questa terra.
Tutti insieme per ridare slancio alla Calabria ed ai calabresi. Grazie.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Romeo. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente,
colleghi consiglieri, signori della Giunta a cui rivolgo un sentito augurio di
buon lavoro.
Avremmo dovuto, presidente
D’Agostino, prendere atto delle dimissioni del presidente Scalzo al quale va un
sentito e sincero ringraziamento per il lavoro svolto, per lo stile, il garbo,
per la conduzione della Conferenza dei capigruppo, dell’Aula di questi mesi e
per la sensibilità istituzionale.
Ho esordito dicendo
“avremmo dovuto” perché invece abbiamo assistito ad una serie di interventi che
ci hanno detto di un funerale, della morte del Consiglio, della democrazia,
della morte del Partito democratico calabrese. Una serie di annunci che
definirei sinistri ma che, se badate bene, non sono inusuali per alcuni ma sono
invece una abitudine triste alla quale ci hanno costretti in diverse sedute di
Consiglio.
Del resto io non
l’ho interrotta, collega Orsomarso...
(Interruzione)
Va bene, ma se per
lei è un funerale ne prendiamo atto…
(Interruzione)
Consigliere Nicolò,…
Consiglieri Nicolò
ed Orsomarso, per favore.
(Interruzione)
Possiamo svolgere il
dibattito o dobbiamo…
(Interruzione)
No, consigliere Tallini, io avrei fatto, in effetti, una presa d’atto.
Avrei proposto di discutere, è vero, in occasione della elezione del Presidente
del Consiglio, ma tant’è, se voi considerate questo un dibattito noi abbiamo
idee diverse di dibattito.
Tuttavia, siccome
non vi ho interrotto, avrò diritto anche io a dire quattro cose.
Ci hanno abituato,
dicevo, a queste performance perché considerano questa Aula come un’Aula
alla quale venire, approfittare delle occasioni e dire di tutto e di più,
qualsiasi cosa passa per la testa con un filo conduttore.
Voglio entrare nel
merito di alcune cose dette per rispetto del dibattito e di tutti i colleghi.
La loro ossessione è il presidente Oliverio, il fatto che questa legislatura
non ha prodotto nulla e che prima ce ne andiamo a casa e meglio è,
sostanzialmente.
Siccome quest’Aula è
da alcuni definita una “astronave”, è evidente che è abitata da marziani e fra
questi marziani ve ne sono alcuni che sono arrivati in questi giorni.
Non hanno avuto
esperienze di governo, per esempio, con la Giunta Scopelliti, non hanno
partecipato al sacco ed alla distruzione della Calabria, no. Sono dei novelli
consiglieri che vengono qui a dare delle lezioni di vario genere e ne fanno
sfoggio ogni volta.
Dicono: andiamo a
casa, il Consiglio è finito, la Consulta, questa Giunta.
Io penso che invece
in un Consiglio regionale - che è la massima Assemblea legislativa calabrese -
si dovrebbe ragionare e discutere della Calabria non di un ping
pong fra il centro-destra e il centro-sinistra o fra
i centro-destra e il centro-sinistra, ma di quello che accade nella nostra regione,
di quello che dobbiamo fare nell’interesse della Calabria e dei calabresi e
delle necessità che ha in generale il nostro Mezzogiorno e il nostro Paese.
Sono voluto partire
dal concetto di funerale per dire una cosa con chiarezza: questa maggioranza,
questo partito, questa Assemblea non consentiranno all’infinito questo show,
perché è uno show indegno di una Assemblea istituzionale.
Avete detto: scelte
imposte da Roma. Quali sono queste scelte? Stasera il Consiglio regionale della
Calabria eleggerà Presidente di questa istituzione il consigliere Nicola Irto
che è un giovane di questa regione - nello specifico di questa città - che ha
fatto delle esperienze politiche a livello universitario, ha fatto poi il consigliere
comunale nella città di Reggio Calabria, il dirigente del Partito democratico
della Calabria e Presidente apprezzato della Commissione assetto del
territorio.
Cosa c’entrerà mai
Roma con un ragazzo che si è candidato, ha preso tantissime preferenze, che ha
una sua cultura, una sua autonomia, una sua capacità riconosciute e che vive
questa terra? Si dirà “è stato imposto”,
ma da chi?. C’è stata una discussione, un confronto, il voto di stasera
ci dirà che c’è una maggioranza ampia, unita, forte e coesa a sostegno di
questa scelta.
L’Aula ci ha detto
che il Nuovo Centro Destra, responsabilmente, in maniera trasparente, senza
nessun patto di alcun genere, ha scelto di votare per il consigliere Irto. Io
mi permetto di fare appello a tutti i consiglieri regionali di unirsi a questo
sforzo istituzionale, sforzo che la fase richiede e che la fase necessita,
direi.
Cioè un Consiglio
regionale che elegge il proprio Presidente consente una ripartenza alla unanimità.
Sarebbe un segnale molto importante e di grande responsabilità e civiltà
democratica.
Sono state imposte,
si dice, le dimissioni a Tonino Scalzo. Ma lui in quest’Aula ci ha detto che si
tratta di una scelta autonoma e maturata nel quadro di una convinzione
democratica, di una sua sensibilità. Noi vogliamo rispettare il presidente
Scalzo o dobbiamo continuare strumentalmente a dir cose che nessuno ha fatto e
non esistono?
Ve l’ha detto con
chiarezza: è stata una sua autonoma scelta, lo dovete accettare perché altrimenti
è inutile discutere in quest’Aula se dietro le discussioni che facciamo vengono
intraviste sempre delle altre cose.
Poi si è parlato
della nuova Giunta. Intanto non si può esprimere un giudizio se non un
pregiudizio perché le Giunte si giudicano dopo un periodo congruo di azioni.
Per quello che
vediamo, però, non possiamo condividere, colleghi consiglieri, questo
pregiudizio perché si tratta di una Giunta di totale rinnovamento che ha al
proprio interno una qualificata presenza femminile.
A proposito di
questo vituperato Consiglio regionale e di questa amministrazione, il presidente
Oliverio fra le cose che ha fatto nella modifica dello Statuto ha inserito che
almeno il 30 per cento delle rappresentanze debbano essere di genere diverso.
Consentitemi che questa non è una cosa che può passare tra parentesi.
Poi la Commissione
consiliare competente ha già approvato il testo della consigliera Sculco sulla
doppia preferenza di genere, e questo è il cambiamento. Quindi non diciamo
sempre le cose ma anche le cose che sono state fatte.
Nella Giunta ci sono
delle competenze che saranno utili alla Calabria e ai calabresi. Competenze
delle quali ha scelto di avvalersi il presidente Oliverio facendo una azione
che può essere condivisa o non condivisa ma che è figlia di una scelta, la
scelta di chi all’inizio di questa legislatura ha voluto cambiare lo Statuto
per poter utilizzare le migliori risorse di questa Calabria. Ed ha fatto una
scelta netta, radicale, di rinnovamento.
Vedremo poi quali
saranno i risultati, ma per adesso questo è! Altro che anti politica. Ma di
cosa stiamo parlando? Questa non è una Giunta tecnica perché è presieduta da un
uomo politico con la “P” maiuscola e sottolineata tre volte; non è una
esperienza tecnica ma è una esperienza che nasce da una riflessione che viene
fatta nella fase che si è creata e nel contesto in cui viviamo, rispetto al
quale la politica - quella vera e quella autorevole - ha avuto la capacità di
saper ascoltare i segnali che arrivavano, non di subire né di essere
subalterna. Ma scherziamo?
Il collega Guccione
e il collega Ciconte chiariranno. Ma di cosa parliamo? Non bisogna confondere i
livelli, era questa la necessità del momento, la necessità di dare un rilancio
alla immagine della Calabria che è un fatto importante e non secondario nel
mondo di oggi e non è questa una mortificazione dell’Assemblea regionale.
Semmai è una netta separazione fra le diverse competenze.
C’è il potere
esecutivo presieduto da un politico con “tre P” eletto con un mandato forte e
c’è un potere legislativo e di controllo. Noi siamo l’Assemblea legislativa che
deve anche controllare quel che fa la Giunta e la capacità di una Assemblea
legislativa tu la misuri se questa Assemblea legislativa produce atti e leggi
utili alla Calabria e se controlla ciò che accade.
Questo è! Altro che delegittimazione
dell’Assemblea legislativa.
Certo, per chi ha
una concezione della politica che è fondata soltanto sulla gestione è
inconcepibile che vi sia una Giunta senza consiglieri regionali perché stare
lontani dalla gestione per alcuni è una follia. Per altri, invece, fare
politica, programmare, avere una visione e parlare di una strategia è un fatto
importante. Si confrontano due culture ovviamente: questa è quella che il Partito
democratico in questa fase ha ritenuto di dover sottoporre alla Calabria e ai
calabresi.
Un ultimo punto.
Oggi in Senato
all’interno del maxi emendamento è stata riconosciuta alla Calabria, alla sua
giunta regionale che ha lavorato tanto mettendo i soldini, la possibilità di stabilizzare
definitivamente oltre 5 mila persone. Questa è una conquista per i calabresi,
per quei calabresi che da 20 anni erano precari senza sapere quale fosse il
loro futuro.
Saranno stabilizzati
e contrattualizzati grazie alla iniziativa della Giunta Oliverio e queste sono
le cose che rappresentano il cambiamento perché migliorano la condizione di
vita delle persone.
Io, Presidente, la
ringrazio, non avrei voluto partecipare a questo dibattito e tuttavia ritengo
che questa Istituzione stasera, se voterà alla unanimità per il collega Irto,
darà un importante segnale a tutta la Calabria. Grazie.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Mangialavori. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente,
anche io come il mio predecessore non volevo intervenire ma penso di aver avuto
qualche spunto di valutazione sul quale penso tutti quanti dobbiamo riflettere.
Innanzitutto, anche
io rivolgo il mio ringraziamento al presidente Scalzo per come ha condotto
questi 8 mesi, per la dedizione e per la serietà e per aver garantito tutto il Consiglio
regionale.
Qualche mio collega,
il consigliere Salerno per primo, ha detto che oggi si celebra il funerale
della politica ed io ritengo che sia assolutamente vero, se non altro perché –
guardando nei vostri occhi – se ricordo qual era il vostro sguardo il primo
giorno, quando ci siamo insediati, e lo riguardo oggi una differenza c’è e vi
posso garantire che per chi vi guarda da questo lato è netta ed evidente e lo è
molto probabilmente anche per il pubblico.
E’ evidente perché siete
giustamente partiti legittimati da un consenso popolare enorme, un consenso
popolare che vi aveva legittimato a rivoluzionare la Calabria e lo sguardo che
avevate il primo giorno era di persone che questa Calabria la volevano cambiare
veramente.
Oggi lo sguardo non
è lo stesso, cari amici.
Ricordo quando con
entusiasmo avete tutti quanti votato la riforma proposta dal presidente
Oliverio, tutti entusiasti, eravate tutti orgogliosi. Ebbene, se molto probabilmente
alla luce di quanto è successo, se qualcuno vi proponesse di rivotarla, non so se
oggi avremmo quello Statuto o quello precedente. Quanto meno perché quello
precedente dava la possibilità alla politica non solo di stare qui tra i banchi
del Consiglio ma di poter incidere nell’azione amministrativa reale della nostra
Regione.
E’ inutile che
qualcuno dica che l’Assemblea si valuta sulla base di cosa produce. Cari amici
e colleghi, se questa Assemblea oggi dovesse essere valutata sulla base di quel
che ha prodotto in questi sei mesi verremmo tutti quanti bocciati perché non è
stato prodotto assolutamente nulla. Siamo in ritardo su tutto.
Oggi facevo vedere a
qualche consigliere, a qualche collega anche della maggioranza, un messaggio
che ho ricevuto su facebook da un mio maestro
di surf di quando avevo 12 anni che veniva ad insegnare surf nel
villaggio che frequentavo, un istruttore di Bergamo che continua a venire da 28
anni a questa parte in Calabria.
Oggi mi ha mandato
un messaggino “ciao Giuseppe, non so se ti ricordi di me…”
e si presenta. Io naturalmente mi ricordavo benissimo di lui. E mi dice “anche
quest’anno come ogni anno sono nella bellissima Capo Vaticano, ma ogni giorno
puntualmente alle 11 il mare si riempie di liquami, un sacco di turisti si
lamentano e se continua così la regione Calabria perderà l’unica cosa che ha”.
Ebbene, signori, io
penso che questo Consiglio regionale, questa Giunta finora si sarebbero dovuti
occupare di questi problemi che non sono stati all’ordine del giorno di questa
Assise.
Io ricordo cambi di Statuto,
abbiamo discusso di ruolo unico e di azienda sanitaria unica ma non abbiamo
risposto di nulla. La Calabria si aspettava altre risposte ma non le ha avute e
mi auguro che in futuro queste risposte i calabresi le avranno.
Per questo anche io
mi associo a chi mi ha preceduto facendo gli auguri alla nuova Giunta e mi
auguro che inizierà a lavorare veramente per la Calabria. Prima di tutto a
lavorare perché finora si è lavorato poco e soprattutto per il bene della Calabria.
Qualcuno ha espresso
giudizi sulla Giunta. Non mi sembra che sia arrivato nessun apprezzamento o
giudizio su questa Giunta, ma anzi tutti coloro che mi hanno preceduto, anche i
miei colleghi della maggioranza, hanno apprezzato le qualità dei nuovi
componenti e dei nuovi assessori.
Una cosa è da
valutare, invece: nessuno ha giudicato la Giunta ma chi doveva giudicare voi vi
ha giudicato non ritenendovi all’altezza di sedere in Giunta. Per cui se
qualcuno gioisce io penso che ci sia veramente poco da gioire.
Ultimo punto e poi
chiudo, augurando di nuovo buon lavoro alla nuova Giunta e buon lavoro al nuovo
Presidente del Consiglio.
Qualcuno ha
riportato come vittoria quello che oggi ha fatto, quello che oggi è successo al
Senato.
Questa vittoria c’è
stata, oggi la chiamiamo vittoria anche se doveva andare de plano
semplicemente perché qualche giorno prima alla Camera dei Deputati questo emendamento
era stato proprio dimenticato e questo quindi quello che riserva per la Calabria
il Governo nazionale.
Ha fatto bene il governatore
Oliverio ha sbattere i pugni, ma la considerazione che ci aveva dato il Governo
nazionale era quella di due o tre giorni fa, quando alla Camera dei Deputati si
erano dimenticati di noi. Grazie a tutti.
Ha chiesto di
parlare il consigliere Bova. Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, brevemente
perché non era nemmeno mia intenzione intervenire.
Ritengo che il
dibattito, quel che si dirà oggi in Aula, rimarrà per il futuro per chi intende
far politica e proseguire in questo mandato anche per la durezza sotto certi
aspetti della presa di posizione dei consiglieri di opposizione.
Un saluto cordiale
va alla nuova Giunta, ai nuovi assessori ai quali va anche un ringraziamento
personale per aver accettato un incarico che indubbiamente è appassionante e
coinvolgente ma estremamente gravoso. L’accoglienza che vi è stata riservata
stamani credo che la dica lunga su come dobbiamo prepararci a far politica.
Un saluto affettuoso
va anche al presidente Scalzo per la dignità del suo gesto, l’autorevolezza ed
anche il modo con cui ha posto in essere quest’atto politico di fondamentale
importanza per proseguire nella nostra azione; così come va ai consiglieri
Guccione e Ciconte anche – non aggiungo altro – per l’alto senso di moralità
che hanno dimostrato.
Penso ai passaggi
del presidente Scalzo, la more assumption che
ha immediatamente messo su ciascuno di noi anche nel rivedere i criteri di
spesa e gli indennizzi, tutto ciò che riguardava un certo profilo particolare
della politica che aveva portato agli eccessi anche nella società civile.
Non c’è in questo momento il professor Viscomi che è persona che conosco da pochi anni ma che mi
ha sempre ispirato; i suoi interventi sono stati sempre incamerati come una
lezione di vita e di politica.
Bene faceva il capogruppo Romeo a ricordare
che dall’altra parte si è parlato in maniera veramente assurda di morte,
funerali della politica, morte del Partito democratico. Innanzitutto apro una
parentesi, qualcuno dia solidarietà anche alla magistratura.
Siccome sono un consigliere regionale e sono
anche rappresentante nelle Istituzioni; mi sento tale perché sono un ex sindaco
e per 20 anni sono stato anche consigliere comunale a titolo gratuito, anzi
oneroso per me, non certo perché incameravo.
Una solidarietà alla magistratura affinché
vada avanti e concluda l’indagine; non c’è solo l’antipolitica ma c’è lo sdegno
dei cittadini. Qui nessuno si è meravigliato quando nelle legislature precedenti sono state comminate
condanne a 6 anni; parlo di coinvolgimenti o indagini che riguardano tutti non
sto accusando qualcuno, riguardano il sottoscritto, va bene, così sgombriamo il
campo perché non voglio apparire come un giustizialista.
Ma siccome questi
atti riguardano i nostri lavori, i lavori di questa consiliatura e riguardano
anche la Commissione europea, forse qualcuno non ha capito che la Calabria è
sotto osservazione generale e chi ci ha condotto a questo ce lo dovrebbe dire.
Non certo il mio
capogruppo Giudiceandrea che è di prima nomina
come il sottoscritto, ma finiamola con certi spettacoli che diventano indecorosi.
Da una parte la solidarietà
al Presidente e poi si utilizza questo atto per attaccare e nessuno si
scandalizza se qualcuno entra ed esce dal Consiglio regionale con un televisore
sottobraccio o altro.
Sono avvocato di
professione e nessuno dice che l’indagine magari… ho
detto solidale perché so quali sono le vicende che riguardano i miei ex
assessori o i colleghi che siedono in questo Consiglio regionale.
Ma suvvia, qualcuno
spendesse una benché minima parola su quello che veramente è successo ed ha
caratterizzato la politica, perché ho fatto il sindaco. Non ero mica su un
altro pianeta fino ad ieri e non è che non ho visto laddove i consiglieri comunali
sacrificavano veramente anche le proprie risorse economiche e cosa invece
avveniva a livelli più alti quando ancora non erano stati effettuati, come lo
sono adesso, alcuni tagli ai costi della politica.
Presidente, le ho mandato un messaggio telefonico un’ora dopo aver saputo i nomi dei componenti della Giunta, che ho mostrato poc’anzi al mio capogruppo Giudiceandrea. Ho detto che non sono tutti entusiasti delle scelte che ha fatto e abbiamo detto: “abbiamo messo le ali ai piedi adesso possiamo decollare”. Non perché ci fosse un giudizio negativo nei confronti di chi prima era assessore ma perché eravamo tutti consapevoli della necessità di recuperare quel rapporto di credibilità e di fiducia che si era interrotto in un momento di antipolitica particolare.
Quei riferimenti cui, Presidente, lei più volte ha avuto modo di fare con noi sia negli incontri pubblici sia sui giornali.
Le ho detto che da quel momento lei era
veramente il mio Presidente, il Presidente di
tutti per il coraggio.
Qualcuno dimentica che lei ha sacrificato
anche affetti – ha usato questa espressione – della politica, quelli che si
costruiscono in anni e non ha esitato un attimo. Quando ha dovuto difendere si
è visto se difende o non difende.
Una cosa pure ai colleghi consiglieri di maggioranza
la dico pure e forse è mancato un passaggio a Guccione che considero una delle
migliori persone che ho conosciuto nel Partito democratico calabrese: non sono stati i tumulti che hanno fatto
cambiare idea al Governo e hanno fatto inserire l’emendamento sugli Lsu e sugli Lpu anche perché sappiamo che abbiamo un Governo che dei tumulti proprio non si impressiona.
Non si può dire che il Governo Renzi si impressioni dei tumulti, considerato
che assiste ad una manifestazione ogni giorno, non l’ha mai fermato nessuno.
Riconosciamo il piglio con cui il Presidente e
la Giunta ma in modo particolare il presidente
Oliverio da ieri sera nella notte e fino a stamattina si è adoperato per dare
questo risultato alla Calabria e per poter dire “noi andiamo avanti con
dignità” .
In un comunicato stampa ha parlato anche di
gesti eclatanti non perché non senta la nostra fiducia ma perché è una persona
per bene e capace di amministrare, un grande amministratore e l’ha dimostrato
nelle altre sedi; quindi io, Presidente, le
chiedo di lasciar stare perché ci dobbiamo soffermare su cosa si intende per
politica, se interpretazione di quelle che sono le esigenze e le aspettative di
una comunità, l’interpretazione, i provvedimenti legislativi in un riformismo
più illuminato.
Si pensa che siamo
dei pervenu, degli improvvisati.
Il bello di questa
consiliatura è quante volte ci diciamo che vogliamo dare un respiro ampio, con
questa legislatura, vogliamo dare una impronta a questa Calabria, un modo di
essere, una impostazione, un modo di intendere le cose, di intendere il
mandato, il servizio alla cosa pubblica ecc., ecc.
Sono sicuro che non
la scalfiranno certe polemiche sterili e fini a se stesse.
Si diceva che anche
io fossi uno dei candidati papabili alla Presidenza; si è detto anche questo in
un discorso. Ssono presente, fortunato e onorato di essere qua e di sedere qui
oggi.
Siamo 19 consiglieri
di maggioranza ed abbiamo la fortuna di rappresentare 2 milioni di abitanti e
di essere stati eletti in un momento
particolare. La nostra elezione è quella di ciascuno di noi, non è stata
catapultata o calata dall’alto. Io con una manciata di voti, vi ho detto che sono
stato fortunato, ma tutti i voti uno sull’altro che si possono contare per la credibilità
che suscitiamo in certa gente.
Quindi, Presidente, vada
avanti su questa strada, nella piena convinzione che ha dei soldati al suo
fianco, non solo degli amici, ha dei soldati pronti a combattere in una guerra particolare,
perché qualcuno dimentica che siamo in Calabria, non in Valle
d’Aosta, non in Norvegia, siamo in Calabria, siamo nella terra in cui opera la più
grande e la più pericolosa organizzazione criminale al mondo.
Quindi, Presidente, avanti così, tenga sempre
dritta la barra, i cittadini le hanno dimostrato e tramite noi le abbiamo fatto
sentire, giorno per giorno, la vicinanza proprio all’indomani della scelta.
Ringrazio nuovamente gli assessori, perché
nonostante gli impegni, lo spessore, si sono dedicati e hanno deciso di accettare questa sfida assieme
a noi
per salvare questa terra. Quindi grazie di cuore e andiamo
avanti
tutti così.
Ci sono altri interventi? No. Prima di passare
al secondo punto all’ordine del giorno, procediamo con la lettura delle comunicazioni.
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le interrogazioni
e le mozioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta
scritta alle seguenti interrogazioni: numero 46 del 25 maggio 2015 a firma del consigliere Tallini;
numero 50 del 9 giugno 2015 a firma del consigliere Tallini.
(Sono riportate in allegato)
Il secondo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 33/10^ d'Ufficio: “Elezione del Presidente del Consiglio regionale”.
Procediamo alla nomina degli scrutatori: Pasqua e Cannizzaro. Si distribuiscano le schede.
(Vengono distribuite le schede)
Il consigliere Neri è invitato a fare la chiama.
Fa la chiama.
(Segue la votazione, indi lo spoglio delle schede)
Comunica l’esito della votazione per l’elezione del Presidente del Consiglio regionale: presenti e votanti 31; schede bianche 7; schede nulle 1. Hanno riportato voti: Irto Nicola, 23
Proclamo, pertanto, eletto il consigliere Nicola Irto alla
carica di Presidente del Consiglio regionale.
(Vivi e prolungati applausi da parte dei
consiglieri, degli assessori e del pubblico presente)
Invito il consigliere Irto a prendere posto ai banchi della Presidenza.
(Il consigliere Irto prende posto al banco del Presidente)
Presidenza
del Presidente Nicola Irto
Signori consiglieri regionali, signor
presidente Oliverio, sono certo della vostra piena e convinta condivisione se,
prima di ogni altra cosa, nell’assumere il ruolo altissimo che mi avete
affidato, rivolgo un saluto per esprimere solidarietà a tutti i calabresi che
soffrono e lottano per la salute nei nostri ospedali e in altri presìdi sanitari, per i quali questo Consiglio dovrà
lavorare per migliorare in maniera significativa.
Rivolgo un pensiero analogo, anche a vostro
nome, alle famiglie che al proprio interno vivono, spesso in terribili
difficoltà, il dramma dell’handicap e della solitudine. Penso ai calabresi non
più giovanissimi che hanno perduto il lavoro e vivono un’umiliazione che
attenta alla loro dignità di persona; ai giovani che non hanno, non hanno mai
avuto un lavoro e sono afflitti dal pensiero disperato di non trovarlo più;
alle donne della Calabria, oltre la metà del nostro popolo, che pagano per
prime e più di tutti la crisi epocale dentro cui ci troviamo, col rischio di un
restringimento dei diritti che con tanta fatica anche loro hanno rivendicato e
conquistato; ai precari la cui esistenza è scandita dall’incertezza e dal
rischio di perdere ciò che hanno ogni giorno.
E’ di qualche ora fa la notizia - che per
primo ho avuto dal presidente Oliverio - rispetto all’inserimento nel
maxiemendamento al Decreto sugli enti locali in esame al Senato della norma che
salva cinquemila precari Lsu-Lpu calabresi.
Sarà possibile, dunque, recuperare il testo
che permette di utilizzare i 38 milioni di euro stanziati dalla Regione per la
loro contrattualizzazione presso i Comuni del nostro territorio. E’ una buona
notizia per i lavoratori e le loro famiglie.
E’ a partire dagli ultimi, dai più deboli,
dai luoghi e dai territori dove la sofferenza è più acuta, che questa
Assemblea, che tutta insieme, maggioranza e opposizioni, incarna la sovranità
della Calabria, dovrà guardare, impegnandosi ad affrontare un problema di
dimensione storica: lavoro, modernizzazione, rinnovamento, riduzione delle
diseguaglianze nella nostra regione, uguaglianza di opportunità, valorizzazione
del merito.
La Calabria deve diventare fino in fondo una
regione autonoma. Questo serve. Può essere autonoma solo una terra che crea e
produce in modo crescente le risorse necessarie a soddisfare per intero i
propri bisogni.
Per riuscirci, a partire da questa
Assemblea, bisogna compiere tutte le scelte necessarie per cancellare dal
nostro orizzonte futuro le contraddizioni, l’arretratezza, i privilegi, gli
sprechi, le illegalità, l’handicap terribile della ‘ndrangheta.
La Calabria deve diventare una terra
normale, una terra dove l’interesse generale, senza l’umiliazione di nessun
altro interesse perseguito in modo legittimo, regolamentato e trasparente, sia
finalmente al centro dell’attività delle istituzioni, della politica, delle
forze e delle organizzazioni sociali, della cultura, dell’informazione.
Alla Chiesa, che in Calabria ha grande peso
e prestigio, destinata a lievitare con l’affermazione del messaggio di Papa
Francesco, chiediamo di continuare e intensificare l’impegno di rinnovamento e
di aiuto di cui abbiamo avuto segni anche recenti.
Io vi ringrazio, cari colleghi, per l’onore
e la responsabilità a cui mi avete chiamato, affidandomi la Presidenza della
nostra Assemblea. Ringrazio singolarmente ognuno di voi, quelli che mi hanno
votato e quelli che legittimamente hanno fatto scelte diverse. I voti di ogni
componente di questa Assemblea hanno pari dignità, a prescindere dalla
collocazione di ognuno. E’ così che funziona la democrazia e si garantisce la
libertà delle assemblee elette dai cittadini.
In modo particolare voglio ringraziare il
collega Antonino Scalzo, già da me votato con convinzione come Presidente della
nostra Assemblea. Le autonome scelte politiche e istituzionali da lui fatte,
tutte non dovute e perseguite con personale generosità e disinteresse e con lo
sguardo attento ai bisogni della Calabria, sono state il frutto di una visione
lucida che ha aiutato ad affrontare questa congiuntura istituzionale. Lo
ringrazio per tutto questo e anche per l’equilibrio e la saggezza con cui ha
guidato il Consiglio in questi difficili mesi che abbiamo alle spalle.
Cari colleghi, non vi farò certo il torto di
usare molte parole per richiamare la gravità della situazione in cui versa la
Calabria. Ognuno di voi sa quali drammi e quali difficoltà continuano ad
accumularsi in gran parte delle famiglie calabresi. Del resto, basta dare
un’occhiata ai maggiori indicatori sociali per capire cosa stia accadendo.
Siamo, quindi, consapevoli – il presidente
Oliverio parlando più volte in quest’Aula si è mostrato perfettamente
consapevole – di essere chiamati a un compito gigantesco e inedito.
La Calabria ha smesso da troppo tempo di
andare avanti e di crescere, ma questa affermazione è ancora insufficiente a
raccontare la nostra regione. Il dato con cui dobbiamo fare i conti è sotto gli
occhi di tutti: la Calabria, nel suo complesso, sta paurosamente arretrando.
C’è un punto che riassume tutto: sono sempre
più numerosi, una quantità insopportabilmente ampia, i calabresi risucchiati
nella disperazione della povertà. Intere generazioni sembrano costrette a
scegliere tra l’inedia della disoccupazione, l’abbandono della nostra terra,
l’umiliazione e la dispersione delle competenze faticosamente accumulate.
Sono molti, direi troppi, le ragazze e i
ragazzi della mia generazione – vi chiedo scusa per questa notazione personale
– che non incontro più da tanto tempo, sono stati in realtà scacciati e
cancellati dalla Calabria, alla ricerca di altre accettabili condizioni di
vita.
Il lavoro, che è la misura della dignità,
già così scarso in Calabria, continua a diminuire. In questo quadro c’è,
addirittura, chi insinua che ormai non ci sia più niente da fare e teorizza che
la massa critica della Calabria sia al di sotto della soglia necessaria per tentare,
perfino per tentare, la ripresa e lo sviluppo.
E’ importante, io credo, che ci sia una
presa di coscienza generale su come stanno le cose e sul punto da cui, oggi,
partiamo. Nessuno dei segnali di ripresa, per la verità ancora deboli in tutto
il resto del Paese, viene segnalato nella nostra regione.
Molti si pongono una domanda: la Calabria
può ancora farcela? Sarebbe una iattura, io credo, se tracce di questi
convincimenti e di questo scetticismo dovessero trovare spazio nelle nostre
discussioni.
Il Consiglio regionale della Calabria,
proprio perché espressione della sovranità popolare, ha il compito di lavorare
ed impegnarsi per rovesciare, intanto rovesciare, le tendenze, i processi, il
degrado che si sono affermati.
E’ capitato a noi, a questo Consiglio, a
lei, presidente Oliverio, a questi partiti, vivere un momento decisivo e non
rinviabile: o la Calabria inizia, almeno inizia a riprendersi, o sarà destinata
a una progressiva marginalità e a un ridimensionamento drastico per un lungo
periodo storico e al sacrificio di molte generazioni. Non sarà la sconfitta di
questo o quel pezzo di Calabria: o ci salviamo tutti, in un quadro di
progressivo rinnovamento e di cambiamento, o pagheremo tutti, perché è questa
la logica dei grandi eventi storici.
Su questo dobbiamo decidere, se vogliamo
tutti insieme, facendo ognuno la propria parte e svolgendo fino in fondo il
proprio compito, salvare la Calabria da un destino di degrado.
Io non ho dubbi. Ce la possiamo fare! Le
potenzialità della Calabria sono enormi – lo dico sommessamente e senza
intenzione polemica con alcuno – mai interamente esplorate e messe alla prova.
Il quadro geopolitico mondiale sta nuovamente spostandosi verso il
Mediterraneo, di cui la Calabria è un’immensa e naturale area logistica. Dal Mediterraneo che circonda tutta la
regione, che non dista più di una manciata di chilometri dai suoi pochissimi
punti più lontani, passa una gran parte delle merci che si producono in tutto
il mondo.
E’ vero che per la messa in moto ci serve
aiuto. Non abbiamo le energie, gli strumenti, le strutture per operare da soli.
Dobbiamo chiedere sostegno al resto del Paese e al Governo. Il presidente
Oliverio lo sta facendo. La maggioranza di questo Consiglio, com’è noto,
sostiene questo suo sforzo strategico.
L’aiuto, però, si può chiedere in tanti
modi, si può chiedere, implorare, questuare per avere qualcosa in più o si può
chiedere, invece – e ricevere da subito – iniziando ad affrontare e risolvere
le contraddizioni e i problemi interni alla Calabria.
E’ in questo secondo modo che dovremo
rivolgerci, io credo, al resto del Paese, spingendo avanti il bilancio delle
nostre scelte, la qualità e il carattere incisivo della nostra legislazione,
delle nostre riforme, del nostro rinnovamento, dei fatti che dobbiamo produrre.
Dobbiamo fare rapidamente e per intero la nostra parte, mettendo in ordine la
Calabria per quanto dipende dai calabresi e su questa base chiedere al Governo
di fare della Calabria e del Mezzogiorno un’opportunità per la ripresa
dell’Italia e per la crescita delle sue risorse.
Non sarà possibile la costruzione di una
Calabria nuova senza l’impegno profondo di questo Consiglio regionale. E’ qui
che dovranno nascere, essere verificati, approvati, controllati i tracciati
delle strade da percorrere in questa straordinaria operazione.
Se c’è stato un limite nel regionalismo
italiano e calabrese che abbiamo conosciuto, è stato quello di caricare i
Consigli e i consiglieri di un eccesso di gestione amministrativa, il più delle
volte a discapito dello sforzo necessario per la definizione delle scelte
strategiche, le sole che si sganciano dall’improvvisazione emergenziale,
diventando promozione di crescita sociale, economica, culturale.
Non servono schemi: le istituzioni devono
poter giocare a campo libero e senza condizionamenti, facendo quel che di volta
in volta è necessario per il bene pubblico.
Oggi serve uno sforzo strategico, perché
oggi non è più rinviabile la scelta del rinnovamento della Calabria. Le strade
precedenti ci hanno portato a questo punto: la Calabria viene distaccata dal
resto del Paese e anche da parte del Mezzogiorno. E’ incapace di reagire e
schierare energie interne contro una crisi che ha esasperato tutte le nostre
debolezze. Serve una terapia d’urto.
Il Consiglio ha una maggioranza politica di
centro-sinistra che è stata votata dagli elettori, che hanno in maggioranza
riconosciuto, nel programma presentato da Mario Oliverio, i punti fondamentali
che possono farci uscire dalla situazione in cui ci troviamo.
La maggioranza ha il diritto e il dovere di
governare, ma tutti i consiglieri regionali, quale che sia la loro collocazione
di maggioranza od opposizione, sono chiamati al ruolo fondamentale di
sollecitare, ognuno dalla propria postazione e con le proprie posizioni
politiche e culturali, il processo necessario a salvare la Calabria.
In quest’Aula servono proposte, iniziative
legislative, interrogazioni e controlli sullo svolgimento dei programmi che il
presidente Oliverio ha già illustrato all’Assemblea; servono discussioni nel
merito dei problemi, la definizione di leggi e regolamenti capaci di rinnovare
tutto, a partire da questa nostra istituzione e dal suo funzionamento.
Come Presidente del Consiglio, sarò garante
rigoroso delle prerogative e dei diritti di ogni singolo consigliere regionale,
dei gruppi in cui i consiglieri regionali si riuniscono, dei regolamenti del
Consiglio, della sua funzionalità. La salvaguardia dei diritti dei consiglieri
è la condizione per assolvere al loro compito fondamentale, assicurare in
maniera crescente il rispetto dei diritti di ogni singolo calabrese. Parte
dalla trasparenza di quest’Aula il recupero dell’autonomia e del prestigio
della politica da parte dei calabresi, valori senza i quali nessuno riuscirà a
spostare la Calabria dall’angolo in cui si trova.
Voglio ricordare a tutti che nella Calabria
che dobbiamo costruire non c’è posto per la ‘ndrangheta e l’illegalità. E’ un
nodo della nostra regione. Avremo modo di discutere e valutare quanto, nel
permanere e nel crescere di un fenomeno così devastante, abbia pesato e pesi il
venir meno del ruolo della politica, la sua fuga dalla responsabilità, la
delega esclusiva ai magistrati e alle forze dell’ordine. Sia chiaro: senza il
loro lavoro la vita non sarebbe possibile in Calabria, e di questo i calabresi
onesti non li ringrazieranno mai abbastanza. Ma liberarsi dalla mafia significa
non solo reprimere e punire i reati mafiosi; significa, vorrei dire,
soprattutto modificare i fatti e le illegalità che producono e riproducono
l’ambiente ideale allo sviluppo e al rafforzamento continuo della ‘ndrangheta.
E’ sulla modifica di queste condizioni che
la politica deve urgentemente intervenire. Non bastano testimonianza e
sostegno, che non possono che essere pieni, verso chi si espone e combatte. La
Calabria va liberata dalla criminalità con una lotta e uno scontro politici che
tolgano aria ed ossigeno alla riproduzione e all’irrobustirsi del fenomeno.
Cari colleghi, scelgo di concludere questo
mio breve intervento con un ossequio non formale alla memoria di Francesco
Fortugno, ucciso dieci anni fa per spezzare la sua attività politica a favore
della Calabria e del bloccarne il suo rinnovamento. Sono sicuro che tutti
terremo fermo l’impegno a non far mai diventare inutile il sacrificio di Franco
Fortugno.
Buon lavoro a tutti, cari colleghi, e auguri alla Calabria.
(Vivi e
prolungati applausi da parte dei consiglieri e del pubblico presente)
La parola al
presidente Oliverio che ha chiesto di intervenire.
Brevemente, per rivolgere il mio più sincero
augurio, quello della
Giunta, mi permetto di dire dei calabresi, al nuovo Presidente del Consiglio
regionale, al consigliere Nicola Irto; auguri di buon lavoro in questo
compito impegnativo, importante, in una fase delicata della vita della nostra regione. Permettetemi di rivolgere
un sincero ringraziamento ed apprezzamento al consigliere Scalzo, un ringraziamento per
il lavoro che con grande equilibrio ha svolto alla guida di questa autorevole Assemblea
nel corso di questi mesi; un apprezzamento per il gesto, per l’atto, che è un
atto di grande valore che Scalzo ha
voluto compiere in questo passaggio delicato della vita della nostra regione,
un atto certamente assunto con consapevolezza, con piena autonomia, un atto che
ha contribuito e contribuisce ad affrontare con maggiore determinazione e
speditezza i problemi della nostra terra, ma soprattutto ad aprire una nuova stagione,
quella richiesta dai calabresi in questo momento.
Permettetemi – non posso esimermi dal farlo –
di fare una breve considerazione: io credo che ha capito poco o è in malafede
chi pensa che in questo passaggio, nella costituzione di questa Giunta – della
quale ho dichiarato sin dall’inizio, pubblicamente, che riconfermo oggi, assumo
pienamente la responsabilità – in questa scelta ci sia una scelta che divarica
da quella che è la necessità di un rilancio della politica, di una centralità
della politica. E’ proprio l’opposto, perché nella costituzione di questa
Giunta, che – non è un caso – viene proposta lo stesso giorno di entrata in
vigore del nuovo Statuto – qualcuno lo ha ricordato, mi pare Mangialavori, ed
io su questo sono molto d’accordo – che ha consentito di fare questa scelta e questa
scelta credo che in questo momento sia la più saggia per rilanciare la politica,
per rilasciare una centralità della politica e, nella centralità della politica,
per dare un ruolo centrale al Consiglio regionale della Calabria, questa
Assemblea.
E’ chiaro che, nella scelta che ho compiuto di
chiamare ad un impegno autorevoli personalità, competenze, espressione dei due
generi, di uomini e di donne figli di questa terra, io ho compiuto la scelta
non di sminuire o mortificare il ruolo del Consiglio regionale, tutt’altro,
anzi quello di esaltarne la funzione.
Nel dire questo, permettetemi di fare una
riflessione, dalla quale non posso esimermi, ovvero che ho compiuto una scelta
che in questo momento, in questa fase, è quella rispondente alle esigenze della
Calabria, ma anche quella di contrastare un’antipolitica montante che deve
essere ostacolata con azioni conseguenti, con la coerenza e il rigore dei comportamenti,
oltre che attraverso un impegno eccezionale per affrontare i gravi problemi di questa
terra, che prima ricordava il Presidente del Consiglio. E’ una scelta che non è
stata fatta a cuor leggero, perché rapporti umani consolidati, costruiti nel
corso di un’esperienza politica in questi anni e in questo periodo in modo
particolare – mi riferisco al consigliere
Ciconte, al consigliere Guccione,
personalità di specchiato rigore, le cui posizioni anche rispetto alle vicende
qui richiamate e che non sono quelle che hanno indotto a questa scelta, saranno
sicuramente largamente chiarite, data la irrisorietà dei rilievi mossi – mi hanno
ancor di più spinto ad una riflessione e ad una riflessione tra le relazioni
umane e la lucidità della scelta a compiere quelle della lucidità della scelta
in questo momento difficile per la vita della Calabria.
Il Consiglio regionale tutto – vorrei dirlo a
chi fa finta di non capirlo o non lo ha capito a sufficienza – da questa scelta
ne trae motivo di rafforzamento e di garanzia, perché è una scelta chiara: è la
politica che si mette in campo senza difficoltà, per dare un segnale di discontinuità proprio
a tutela e a valorizzazione del Consiglio regionale della Calabria e in tutte
le sue articolazioni, quella della maggioranza e quella della minoranza. Qui
non c’è la scelta di voler mortificare le energie che si esprimono in questo
Consiglio regionale e che sono valide, espressione della rappresentanza scelta
dagli elettori.
Credo che il giorno in cui è stata votata la proposta
avanzata dal sottoscritto di modificare lo Statuto per allineare la Calabria al
resto delle Regioni del Paese, al resto delle Regioni italiane, è stata compiuta
una scelta che oggi si rivela frutto di una intuizione e che credo sia stata importante
per questo Consiglio regionale, per la vita politica della Calabria.
Naturalmente, la Giunta si misurerà sul campo,
sulla capacità di produrre i risultati richiesti, sulla capacità di realizzare
profondi obiettivi di riforma di questa terra, perché quella che è la condizione
della Calabria – vorrei ricordarlo, consigliere Nicolò, non lo dico
polemicamente – è frutto di un groviglio di situazioni, che non sono solo riconducibili
agli ultimi cinque anni, che sono riconducibili ad un lungo periodo, ma che nel
corso degli ultimi anni hanno avuto un colpo mortale in termini di aggravamento
del degrado e delle difficoltà di questa regione.
Ne parleremo di questo, parleremo delle
condizioni finanziarie, delle condizioni del bilancio, della struttura subregionale, delle fondazioni, delle società in house, delle risorse,
dell’uso delle risorse, parleremo di tante cose, ma non lo dico a mo’ di sfida,
ne parleremo perché bisogna riflettere per riorganizzare la vita della Regione,
per cacciare la politica, quella con la “p” minuscola, per cacciare la Regione
dalla politichetta, quella a cui si fa riferimento e
per dare vita alla politica con la “P” maiuscola, alla politica che richiede il
confronto nel merito delle questioni, sulle opzioni di crescita e di sviluppo
della Calabria e alla politica che al governo della Regione, inteso nel suo
insieme, ma anche nelle articolazioni dei singoli assessorati, deve chiedere
conto nel merito delle proposte, della capacità di affrontare i problemi, dei punti
di vista con i quali bisogna affrontare i problemi e che lascia definitivamente
dietro alle sue spalle altre logiche ed una cultura che ha determinato questa
situazione.
Se non facciamo
questo, non si va da nessuna parte. E aggiungo che tra il dire e il fare, tra
le parole e i comportamenti, bisogna recuperare coerenza per dare credibilità e
forza all’azione politica e di rappresentanza.
In questo senso il Consiglio
regionale è la sede nella quale questo confronto si deve sviluppare, non in
maniera esclusiva, ma la sede centrale nella quale questo confronto deve
svilupparsi. Credo – e lo dico qui – che rispetto alla condizione che vive la Calabria,
alla situazione difficile che vive la Calabria, al di là delle collocazioni di governo
e di opposizione, pur nel rispetto delle responsabilità che sono certamente più
grandi quelle riconducibili alla maggioranza, è necessario che si elevi la consapevolezza
che non si salva la politica e la funzione di rappresentanza se non si cambia
passo, se non si cambia registro.
Quindi, altro che
deriva giustizialista, altro che deriva qualunquistica e populista! Qui c’è un
atto, del quale mi assumo pienamente la responsabilità, che è un atto che, al
di là delle esperienze fatte in passato con esterni, è chiaro, netto, che nella
vita della Calabria, per la prima volta, si determina, ma non si determina perché
io sono il produttore di primogeniture; no, si determina perché le condizioni
che oggi vive la Calabria, questo passaggio, hanno imposto e impongono questo
chiaro, netto messaggio di discontinuità, perché si possa comprendere che la politica
è una funzione importante, alta rispetto alla quale…
(Interruzione)
E’ una funzione
alta, se lo faccia dire da chi incarna, perché io credo di poter dire,
utilizzando una frase corrente, che sono un uomo totus
politicus, quindi non ci sono possibilità di
equivoci nel mio dire.
Credo che sia necessario
questo ed io voglio ricordarlo proprio per l’esperienza che ho – l’ho detto
pure in campagna elettorale, non lo dico oggi, andate a vedere cosa ho detto in
campagna elettorale – per la lunga esperienza che ho, per la ricca esperienza
che ho – è stata ricordata, consigliere regionale, assessore regionale, parlamentare,
Presidente della Provincia – io più di altri sono nelle condizioni di assumere questa
grave responsabilità. Non so se altri, che non avessero alle spalle questo peso
di storia, sarebbero stati in grado di fare questa scelta.
Credo – e l’ho
dichiarato anche in campagna elettorale – che il mio compito sia anche questo, quello
di aiutare un processo di rinnovamento che non significa buttare la rappresentanza
in una marginalità, ma significa esaltarne la funzione e il ruolo, perché la funzione
di rappresentanza si esercita e si esalta, a seconda anche delle fasi, pure attraverso
una distinzione netta tra funzioni esecutive e legislative; non sempre, ma
anche in alcuni momenti e così via.
State tranquilli, quindi,
che nel profilo di questa Giunta non c’è nessun intento di mortificazione, anzi
c’è l’opposto, quello di esaltare il ruolo del Consiglio regionale. Io questo vi
chiedo, un apporto attivo, un contributo da protagonisti come consiglieri
regionali e state certi che non ci sarà da parte mia, da parte nostra, nessuna precostituzione, nessuna lente ideologica o di parte nel valutare
nel merito le proposte, gli apporti che verranno. Lo dico con grande sincerità,
perché sono convinto che, se davvero si apre questa stagione nel modo di lavorare
del Consiglio regionale, si darà un contributo importante non solo alla soluzione
dei problemi, ma all’affermazione della politica con la “P” maiuscola.
In questo senso
Nicola Irto ha un ruolo importante nella qualità di Presidente di questo
Consiglio regionale, in questo senso bisogna aiutarlo ad esercitare questa
funzione e in questo senso io sono sicuro che Nicola Irto saprà esercitare questa
funzione autorevole, importante, delicata nella vita della nostra terra, in questa
stagione difficile, ma anche in questa stagione carica di grandi potenzialità, sulle
quali noi dobbiamo agire e lavorare.
Oggi abbiamo corretto
un errore che era stato determinato in una delle Aule del Parlamento, l’abbiamo
corretto – possiamo essere orgogliosi di questo – perché la Calabria non sta
muta, non ha bavagli; la Calabria non è subalterna, è parte di un Paese nel
quale, quando è necessario, alza anche la voce, sa alzare la voce e la alza al
di là dei colori del Presidente del Consiglio o delle composizioni di governo perché,
per quanto mi riguarda, un solo misuratore c’è, uno solo e non sono le
appartenenze: sono i problemi della Calabria.
Per quanto mi riguarda,
il Governo, i Governi, il Parlamento sarà misurato, valutato e giudicato rispetto
alla rispondenza con i problemi della Calabria.
Credo che questa non
sia posizione autonomistica o indipendentistica, questa è la posizione che si
richiede a chi ha la responsabilità di governare questa terra ed è anche la posizione
che si richiede alla massima assise rappresentativa di questa terra, che è il Consiglio
regionale.
Tanti auguri a
Nicola Irto per il compito a cui si accinge e tanti auguri al Consiglio
regionale. Avremo modo di discutere nel merito le questioni e sul merito di
confrontarci. Grazie.
(Applausi)
Grazie, presidente Oliverio. Avendo esaurito i punti all’ordine del giorno, la seduta è conclusa e il Consiglio verrà convocato a domicilio.
La
seduta termina alle 19,48
Sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Individuazione dell'Ente di governo dell'ambito territoriale ottimale per il servizio idrico integrato - art. 147, comma 1, del codice dell'ambiente (D.lgs. n. 152 del 2006) - (deliberazione G.R. n. 183 del 12.6.2015) (P.L. n. 52/10^) Iter Sospeso.
“Approvazione Rendiconto Generale relativo all’esercizio finanziario 2014 - (deliberazione G.R. n. 28.7.2015) (P.L. n. 59/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
Sono stati presentati, inoltre, alla Presidenza le seguenti proposte di legge di iniziativa dei consiglieri:
D’Acri – “Modifica alla legge regionale 26 febbraio 2010, n. 8 (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario - collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2010, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002) (P.L. n. 49/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
Mirabello – “Modifiche all'articolo 26 della legge regionale 21 agosto 2007, n. 18 - Norme in materia di usi civici (P.L. n. 50/10^)
(Così resta stabilito)
Giudiceandrea, Mirabello – “Istituzione dei servizi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetriche, riabilitative, tecnico-sanitarie, tecniche della prevenzione e delle professioni sociali” (P.L. n. 51/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Bevacqua, Mirabello, Battaglia – “Esercizio della navigazione nel collettore artificiale di bonifica denominato Canale degli Stombi e nella portualità interna delle acque dei Laghi di Sibari” (P.L. n. 53/10^)
E’ assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Greco – “Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento” (P.L. n. 54/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
D’Acri – “Integrazioni alla legge regionale 11 maggio 2007, n. 9 "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2007, art. 3, comma 4 della legge regionale n. 8/2002)" (P.L. n. 55/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Bevacqua – “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni della Calabria” (P.L. n. 56/10^)
E’ stata assegnata alla prima Commissione consiliare - Affari istituzionali, affari generali, riforme e decentramento – ed alla seconda – “Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Mirabello, Giudiceandrea, Battaglia, Irto, Bevacqua, Romeo – “Interventi per l'assistenza a favore di "persone con disturbi autistici e dello spettro autistico dall'età evolutiva a quella adulta" (P.L. n. 57/10^)
E’ stata assegnata alla terza Commissione consiliare - Sanità, Attività sociali, culturali e formative – ed alla seconda - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Battaglia, Aieta, Bevacqua, D’Acri, Giudiceandrea, Mirabello, Sculco, Sergio – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 (Disciplina per l'assegnazione e la determinazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)” (P.L. n. 58/10^)
E’ assegnata alla quarta Commissione consiliare - Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente – ed alla seconda – Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero – per il parere.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata alla Commissione la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:
“Por Calabria Fse 2207/2013. Proposta di riprogrammazione del Por Calabria Fse 2207/2013 per il Piano di azione e coesione. Presa d’atto e adempimenti (Deliberazione G.R. n. 202 del 22.6.2015)” (P.P.A. n. 30/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata, altresì, alla Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Proposta di Regolamento della Conferenza permanente interregionale per il coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto - (deliberazione U.P. n. 39 22 6 2015)” (P.P.A. n. 31/10^)
Sono state, inoltre, presentate le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Presa d'atto delle dimissioni del Presidente del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 32/10^)
“Elezione del Presidente del Consiglio regionale” (P.P.A. n. 33/10^)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 197 del 22 giugno 2015, recante: "Fondo Europeo per la Pesca FEP Reg. (CE) n. 1198/2006 - Presa d'atto della rimodulazione del Piano Finanziario approvato del Comitato di Sorveglianza del 24 marzo 2015". (Parere n. 5/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 198 del 22 giugno 2015, recante: "Adozione della Revisione del Programma di Sviluppo Rurale CALABRIA 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2013) 379 final del 25.01.2013, conforme al parere della Direzione Generale dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, approvata con la nota - Ares(2015)1956152 dell'8.5.2015". (Parere n. 6/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 224 del 27 giugno 2015, recante: "Legge regionale 23 dicembre 2011, n. 47 e s.m.i. (Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e procedurale - Collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2012) - art. 47 "Sistema di incentivazione per lo sviluppo dell'area di Gioia Tauro" - Legge regionale 27 aprile 2015, n. 12, art. 7 (legge di stabilità regionale). Rimodulazione economie Piano anno 2012 - Approvazione Piano anno 2015". (Parere n. 7/10^)
E’ assegnata alla seconda Commissione consiliare - Bilancio programmazione economica, attività produttive, affari dell'Unione Europea e relazioni con l'estero.
(Così
resta stabilito)
La seconda Commissione, con nota n. 36640 del 15 luglio 2015, ha comunicato che nella seduta del 14 luglio 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 197 del 22 giugno 2015, recante: "Fondo Europeo per la Pesca FEP Reg. (CE) n. 1198/2006 - Presa d'atto della rimodulazione del Piano Finanziario approvato del Comitato di Sorveglianza del 24 marzo 2015". (Parere n. 5)
La seconda Commissione, con nota n. 36645 del 15 luglio 2015, ha comunicato che nella seduta del 14 luglio 2015 ha espresso parere favorevole alla deliberazione della Giunta regionale n. 198 del 22 giugno 2015, recante: "Adozione della Revisione del Programma di Sviluppo Rurale Calabria 2007-2013, approvato dalla Commissione Europea con Decisione n. C(2013) 379 final del 25.01.2013, conforme al parere della Direzione Generale dell'Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, approvata con la nota - Ares(2015)1956152 dell'8.5.2015". (Parere n. 6)
In data 22 giugno 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 42 del 24 giugno 2015:
Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14, recante: "Disposizioni urgenti per l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7 aprile 2014, n. 56".
Comunico che, in data 6 luglio 2015, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato la sotto indicata legge regionale e che la stessa è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 44 del 6 luglio 2015:
Legge regionale 6 luglio 2015, n. 15, recante: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 19 ottobre 2004, n. 25 (Statuto della Regione Calabria)".
Il Presidente della Giunta regionale, con decreto n. 71 del 21 luglio 2015, ha revocato il precedente decreto n. 5 del 26 gennaio 2015, per cui la Giunta regionale è così composta:
Prof. Antonio Viscomi Vice Presidente della Giunta regionale con le
seguenti deleghe:
Politiche del personale, innovazione burocratica e semplificazione amministrativa
Bilancio e programmazione economica e finanziaria
Dott.ssa Carmela Barbalace Assessore allo Sviluppo economico e promozione delle attività produttive
Dott. Federica Roccisano Assessore alla Scuola, lavoro, welfare e politiche giovanili
Prof. Roberto Musmanno Assessore alle Infrastrutture
Dott.ssa Antonella Rizzo Assessore alla tutela dell'ambiente
Prof. Franco Rossi Assessore alla Pianificazione territoriale ed urbanistica
Prof. Francesco Russo Assessore al Sistema della logistica, sistema portuale regionale e "sistema Gioia Tauro"
In data 16 giugno 2015, il Presidente della Giunta regionale ha emanato il sotto indicato regolamento regionale. Lo stesso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria n. 41 del 18 giugno 2015:
Regolamento regionale n. 10 del 16 giugno 2015, concernente: "Regolamento sulle modalità di conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello non generale".
La Giunta regionale ha trasmesso copia delle seguenti deliberazioni di variazione al bilancio per l'esercizio finanziario 2015:
Deliberazione Giunta regionale numero 190 del 12 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 191 del 12 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 203 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 204 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 205 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 206 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 207 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 208 del 22 giugno 2015
Deliberazione Giunta regionale numero 209 del 22 giugno 2015
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
mercoledì 17 giugno, nel primo pomeriggio, si è registrata una intensa ondata di maltempo e che una violentissima grandinata ha interessato un ampio ambito territoriale della Calabria e, in particolar modo, del comprensorio crotonese;
la tempesta di grandine, i cui chicchi avevano un diametro di oltre cinque centimetri, ha colpito soprattutto la fascia costiera crotonese che va da Crucoli a Crotone;
in pochi minuti comuni costieri e collinari unitamente alle campagne circostanti sono state letteralmente bombardate da chicchi di grandine e, successivamente, da violenti nubifragi;
questa ondata di maltempo ha provocato danni ingenti alle colture in un particolare periodo dell'anno in cui queste sono in piena crescita;
nello specifico nei comuni di Ciro Marina, Ciro, Carfizzi, Umbriatico, Crucoli, Melissa, Strangoli e Rocca di Neto si stimano danni per il 90% delle colture ortive, vigneti e cerealicole, queste ultime ormai pronte per la raccolta;
in Calabria gli eventi atmosferici stanno assumendo una fenomenologia sempre più violenta e l'essere collocati in mezzo a due mari, oltre alle caratteristiche orografiche della nostra regione, espongono il territorio ad eventi metereologici improvvisi e di una intensità assai pericolosa;
questo rende il lavoro degli agricoltori sempre più difficile e complicato con un aumento dei rischi e delle incertezze per produzioni e raccolti di particolare pregio e qualità;
sicuramente è un passo importante quello intrapreso dal governo di aumentare le risorse per fronteggiare le calamità naturali così come previsto dal decreto legge n. 51 del 2015 concernente "Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale" -:
se è a conoscenza di quanto riportato in premessa e se intenda valutare, sentite le autorità competenti, di proclamare in tempi rapidi lo stato di calamità per i territori interessati dall'ondata di maltempo, nonché di attivare un tavolo istituzionale con i rappresentanti dei territori e le organizzazioni di categoria per individuare opportuni strumenti di sostegno a favore degli operatori delle filiere danneggiate dall'evento calamitoso.
(55; 22.06.2015)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
con l'avvio oramai imminente della stagione turistica, già compromessa in parte per le note vicende legate alla chiusura a tutt'oggi del Viadotto Italia, gli operatori turistici interessati al turismo cosiddetto marino in particolare, e in generale anche tutti gli operatori del settore chiedono garanzie circa il corretto funzionamento degli impianti di depurazione;
allo stato attuale sembra permanere qualche dubbio residuo circa la presenza nelle acque del Mar Tirreno cosentino in prevalenze di macchie, ovvero altri organismi, che possono deteriorare immeritatamente l'immagine complessiva del nostro mare;
è necessario acquisire esami puntuali sullo stato delle acque del nostro mare, quale risorsa importante per il nostro turismo da potere spendere nella nostra immagine complessiva di Regione attenta alla cura del proprio patrimonio marino e costiero;
alla regolare balneazione dei nostri mari ed efficacia del nostro sistema di depurazione delle acque seguono oltre il successo o meno dell'attuale stagione turistica, anche le opzioni di prenotazioni per l'anno turistico successivo -:
quali sono tutte le azioni finora intraprese per potere affrontare la stagione turistica imminente in maniera positiva con riferimento alla mappatura ed efficacia della depurazione delle acque e dello stato di balneazione dei nostri mari.
(57; 22.06.2015)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
a
far data dall'8 luglio 2015 è stato istituito, per il solo periodo estivo, un
servizio di trasporto pubblico con 5 corse giornaliere di A/R da Santa Domenica
di Ricadi sino all’Aeroporto di Lamezia Terme;
da
informazioni assunte presso il dipartimento "turismo", tale servizio,
a decorrere dal prossimo 20 luglio, sarà allungato di 8 km. spostando il
capolinea da Santa Domenica di Ricadi a Santa Maria di Ricadi per garantire la
copertura ad un'area ad alta densità di strutture turistiche ricettive;
la
struttura tecnica del dipartimento, alla richiesta dell'interrogante di
garantire la copertura del servizio all'intera
costiera vibonese e
quindi prolungando il servizio fino al Comune di Nicotera,
ha opposto difficoltà derivanti dal fatto che in atto, in base al programma di
esercizio in vigore, non esiste una linea alla quale è possibile agganciare il
servizio richiesto;
l'area
di cui sopra (Nicotera-Joppolo) è interessata
anch'essa da interessanti flussi turistici -:
se
è possibile, in via straordinaria, superare le difficoltà indicate dai tecnici del
dipartimento ed allungare il servizio di cui in premessa fino al comune di Nicotera programmando in seguito con il nuovo Piano
Regionale dei Trasporti un servizio di trasporto pubblico locale dalla Costa
degli Dei all'Aeroporto di Lamezia Terme.
(63;
13.07.2015)
Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Calabria si trova in una grave condizione di isolamento per via del crollo di viadotto Italia che ha comportato la chiusura dell' autostrada nel tratto compreso tra Laino Borgo e Mormanno;
dal 02 marzo 2015, data della tragica vicenda che ha prodotto la perdita di una vita umana, ad oggi, nulla è stato fatto per risolvere i gravi disaggi nei collegamenti e nella mobilità con notevoli ricadute negative ai danni dell'economia della nostra Regione, in particolare quella turistica visto l'approssimarsi della stagione estiva;
da fonte giornalistica apprendiamo che dal 28 maggio 2015, con ordinanza l'Anas avrebbe comunicato ai Comuni del basso ionio interessati, l'inizio dei lavori di ristrutturazione dei ponti Vodà, Ponzo, Gallipari ricadenti nel territorio di Badolato, Alaco ricadente nel territorio di San Sostene e il ponte Munita sulla già martoriata SS 106;
i lavori di ristrutturazione dei ponti, così come previsto nell'ordinanza dell'Anas, saranno eseguiti nel periodo che va dal 28 maggio 2015 al 31 agosto 2015;
per eseguire i suddetti lavori, sarà necessario procedere a restringere la carreggiata in una corsia di marcia, con un impianto semaforico che regoli il flusso alternato del traffico;
nel tratto interessato non esistono percorsi alternativi e che i lavori verranno eseguiti nel pieno della stagione estiva con notevoli ricadute negative per l'economia turistica della zona, nonché notevoli disaggi nei collegamenti e nella mobilità già penalizzata per via della cancellazione di numerosi treni;
la Giunta regionale, ha già chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza a causa del viadotto Italia che ha comportato la chiusura dell'autostrada Salerno Reggio Calabria nel tratto compreso tra Laino Borgo e Mormanno -:
sulla scorta delle osservazioni contenute nella presente interrogazione, se non ritiene opportuno intervenire con estrema urgenza presso i vertici dell'Anas, per concordare il rinvio della ristrutturazione dei ponti in oggetto in una stagione diversa da quella estiva, limitando cosi i danni economici a tutti gli operatori turistici della zona, e notevoli disagi nei collegamenti e nella mobilità quotidiana delle popolazioni.
(54; 17.06.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
in data 9 settembre 2014 è stato firmato dalla ditta aggiudicatrice il primo contratto di assegnazione per la realizzazione dell'ospedale della Sibaritide;
il commissario ad acta per la Sanità in Calabria, Massimo Scura, ai margini della visita-sopralluogo che venerdì, 5 giugno ha effettuato all'ospedale civile "Giannettasio" ha dichiarato che i tempi di realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide potrebbero dilatarsi a causa di subentrati problemi tecnici legati alla gara d'appalto e alla ditta aggiudicatrice dei lavori;
il commissario ad acta per la Sanità in Calabria ha anche dichiarato che se i rischi e le difficoltà relative all'iter di realizzazione dovessero perdurare, si procederà comunque con il potenziamento strutturale e di personale dei reparti esistenti;
in data 7 giugno 2015 l'ing. Domenico Pallaria ha smentito categoricamente, in qualità di Responsabile Unico del Procedimento e Direttore Generale del Dipartimento Infrastrutture, Lavori Pubblici e Mobilità, la notizia relativa alla mancanza di copertura finanziaria per la realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, perché non corrispondente al vero;
ha altresì dichiarato che l'Ospedale della Sibaritide è stato oggetto di una regolare gara d'appalto;
l'ingegnere Pallaria ha inoltre precisato che il Presidente della Regione Oliverio ha inserito in un programma di utilizzazione delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 8 milioni di euro da contrattualizzare entro la fine del 2015 per i lavori di miglioramento della strada in località Insiti dove sorgerà l'ospedale e per la realizzazione dello svincolo sulla statale 106;
nell'incontro che si è svolto a Sibari il 16 marzo 2015 il Presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, ha dichiarato che entro quest'anno verrà aperto il cantiere del lavori dell'Ospedale della Sibaritide e che i tempi di realizzazione, compresa la progettazione, non supereranno i due anni e otto mesi;
le ricadute di ulteriori ritardi o della non realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide sul piano della tutela della salute e sullo stesso diritto alla salute di un così vasto territorio, che già presenta numerose criticità sul piano della sanità e che è stato depauperato di risorse strumentali e personale, sarebbero gravissime;
questo territorio, inoltre, vedrebbe venir meno importanti prospettive di sviluppo, di infrastrutturazione e occupazionali, come ribadito anche dalle organizzazioni sindacali -:
se è garantita l'unitarietà di intenti e di operatività della Giunta Regionale della Regione Calabria e del Commissario ad acta per la Sanità in Calabria sull'Ospedale della Sibaritide;
quali sono i tempi certi di realizzazione del nuovo Ospedale della Sibaritide;
quali sono le azioni, sicuramente urgenti ed indifferibili, previste, nelle more della realizzazione dell'Ospedale della Sibaritide, per garantire il pieno diritto alla salute e la sua tutela, migliorando così l'offerta sanitaria per cittadini dell'area ionica cosentina.
(56; 22.06.2015)
Graziano. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il CUP (Centro Unico Prenotazioni) si configura come sistema informatizzato, che consente agli utenti di prenotare e pagare le prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate dalle strutture sanitarie;
agli utenti è consentito prenotare tutte le prestazioni erogate dalle strutture ambulatoriali delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie e dalle Strutture Private accreditate;
il CUP configura una situazione in cui due diversi CUP Aziendali a valenza provinciale si interfacciano in un unico sistema informatico che gestisce le richieste di prenotazione degli utenti;
su segnalazione di un cittadino calabrese, sono state riscontrate anomalie ed imperizie nella prenotazione di esami riguardanti lo stato di salute del succitato corregionale;
nel dettaglio l'utente si recava giorno 10/06/2015 presso il CUP di San Marco Argentano (CS), per prenotare tre prestazioni;
l'operatore del CUP di San Marco Argentano invitava il richiedente a rivolgersi al CUP di Cosenza per prenotare due delle tre prestazioni, in quanto l'addetto era impossibilitato a procedere con la prenotazione delle stesse;
una volta giunto al CUP di Cosenza, l'utente, dopo essere riuscito a prenotare solo una delle due prestazioni rimaste, veniva sollecitato dagli operatori a recarsi al CUP di Castrovillari per poter effettuare la prenotazione della terza prestazione sanitaria;
l'utente doveva poi pagare il ticket per le tre prestazioni in ognuna delle tre strutture dove effettuava la prestazione;
l'utente, visto i numerosi viaggi fatti per le tre prenotazioni e per non dover fare ulteriori file, assentandosi così dal lavoro, ha contattato la direzione sanitaria di San Marco chiedendo di poter pagare tutti e tre i ticket il giorno in cui faceva gli accertamenti medici a San Marco Argentano, solo in questo modo è riuscito a risparmiare tempo e viaggi;
il CUP e, di conseguenza, l'informatizzazione delle procedure dovrebbero velocizzare le prenotazioni, la gestione delle analisi e delle visite mediche;
non è accettabile che un utente del nostro servizio sanitario sia costretto a fare la spola tra diverse strutture, anche distanti molti chilometri tra loro, per riuscire a prenotare visite ed esami;
il CUP dovrebbe permettere un risparmio di tempo per l'utente, cosa che in questo caso non è sicuramente avvenuta, soprattutto in termini di ore di lavoro, dal momento che un lavoratore deve richiedere un permesso per effettuare una prenotazione o ritirare un referto;
il CUP dovrebbe consentire di facilitare l'accesso alle prestazioni sanitarie e di monitorare la domanda e l'offerta complessiva, attraverso idonei strumenti di analisi, che forniscano informazioni rilevanti ai fini del governo delle liste di attesa.
il CUP, in definitiva, dovrebbe anche rappresentare un risparmio di costi per la struttura sanitaria ed un'ottimizzazione della gestione della clientela, eliminando le code agli sportelli -:
se e quali iniziative ha assunto ed intende assumere la Giunta Regionale in termini di miglioramento del servizio offerto dai CUP, che considerata la vicenda esposta dall'utente ha ampi margini di miglioramento;
di fornire chiarimenti in merito alla vicenda del nostro corregionale, di cui si forniranno le generalità, detentore, come il resto della popolazione calabrese, del diritto alla salute.
(58; 29.06.2015)
Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con D.D.G. del 13385 del 29/09/2012 veniva indetto dal Dipartimento 4, Bilancio e Patrimonio della Regione Calabria l'avviso pubblico dal titolo <Selezione di n. 12 (dodici) esperti in possesso di laurea con abilitazione in ingegneria/architettura, ovvero geometri, con esperienza professionale maturata nell'ambito dell'attività di redazione di perizie di stima. Attività finalizzata alla redazione e sottoscrizione di perizie di stima di beni immobili di proprietà regionale a supporto ed affiancamelo del personale del Settore "Demanio e Patrimonio immobiliare" della Regione Calabria, in relazione agli adempimenti di cui all'art. 58 Legge n. 133/2008 e s.m.i., agli artt. 17 e 18 L.R. n. 15/1992 mod. con L.R. n. 9/2007 (art. 13) e del Regolamento regionale 20 agosto 2009, n. 12 avente ad oggetto "Disciplina delle procedure di alienazione del patrimonio immobiliare disponibile della Regione Calabria">;
con D.D.G. n. 14343 del 10/10/2012 veniva rettificato detto avviso riaprendo quindi i termini di partecipazione alla selezione;
successivamente venivano pubblicate le graduatorie degli ammessi all'esame orale relativo alla selezione in oggetto;
in data 31/12/2013 veniva pubblicato l'avviso per lo svolgimento della prova orale per le date 22-23 Gennaio 2014 presso la sede del Settore Demanio e Patrimonio immobiliare, sita in via Gioacchino da Fiore n° 86, Catanzaro (piano IV);
nelle date suddette venivano, dunque, espletate le prove orali, in cui ogni domanda era estratta a caso dal candidato da quattro contenitori sigillati, con i seguenti argomenti: nozioni di urbanistica; topografia e restituzione cartografica; estimo; determinazione valori ICI e IMU;
successivamente venivano pubblicati i verbali da parte della Commissione di valutazione sull'esito delle prove orali svolte e veniva formata la graduatoria finale di merito;
nel mese di febbraio 2014 veniva pubblicato il decreto dirigenziale n. 898 del 06 febbraio 2014 in cui, tra l'altro, oltre ad approvare la graduatoria di merito e proclamare i vincitori, richiamava il D.D.G. n° 16147 del 27/12/2011, con cui è stata impegnata la spesa necessaria a fronteggiare i costi di servizio, ascendente a complessivi € 150.000,00 (impegno n° 4053/2011 del 13.12.2011);
è stata anche rilasciata l'ultima certificazione in merito alla riduzione di spesa per incarichi esterni, al Dirigente Generale del dipartimento Organizzazione e Personale in data 10/07/2014 con nota n.0225729 completa di allegati, e che nelle partite del Bilancio Gestionale 2015 trovano rispondenza le somme per gli adempimenti necessari alla contrattualizzazione dei vincitori della selezione in oggetto;
a tutt'oggi si rileva che, nonostante tutti gli atti pubblicati sopra citati, ancora non si è proceduto a dare seguito alla procedura in oggetto con la firma dei contratti ed il relativo lavoro richiesto -:
sulla scorta delle osservazioni contenute nella presente interrogazione, se è intenzione di questa Giunta regionale, procedere alla contrattualizzazione dei 12 esperti.
(59; 01.07.2015)
Mirabello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera CIPE nr. 60/2012, Piano per il Sud, sono stati stanziati per la fascia costiera vibonese 30.000.000,00 Euro, di cui 9.000.000,00 (30%) risorse private e 21.000.000,00 (70%) pubbliche, per interventi nel settore della depurazione necessari ad eliminare le disfunzioni per cui la regione era stata sottoposta a procedura d'infrazione da parte della Comunità Europea (C565/2010);
la Regione Calabria ha individuato, per la fascia costiera vibonese, tre ambiti territoriali così suddivisi: Ambito 1 - Fascia Costiera, con un importo complessivo del finanziamento di € 15.000.000 di cui il 70% come risorse pubbliche e il 30% come risorse private, comprendente i comuni di Tropea (capofila) - Ricadi - Zambrone - Briatico - Parghelia - Zaccanopoli - Ioppolo - Drapia - Cessaniti - Spilinga - Limbadi e Zungri; Ambito 2 - Angitola, con un importo complessivo del finanziamento di € 9.000.000,00 di cui 70% come risorse pubbliche e 30% come risorse private, comprendente i comuni di Pizzo Cai. (capofila) - Monterosso Cai. - Filadelfia - Francavilla - Capistrano - Filogaso - Maierato - Polia - San Nicola da Crissa; Ambito 3 - Mesima con un importo complessivo di € 6.000.000,00 di cui il 70% come risorse pubbliche e il 30% come risorse private, comprendente i comuni di lonadi (capofila) - San Calogero - Rombiolo - Filandari - Mileto - Sant'Onofrio- Stefanaconi - San Costantino Calabro e Francica;
gli interventi di cui al punto precedente fanno parte del Programma Operativo di Interventi elaborato dalla Regione ed approvato con delibera della Giunta Regionale nr. 335 del 22 luglio 2011;
per ognuno di questi interventi è stato realizzato uno studio di fattibilità da porre come elaborato tecnico per la pubblicazione del bando di gara per l’affidamento in “project financing” della concessione per l'adeguamento delle strutture fognarie e depurative e per la gestione degli impianti per anni 15;
nello studio di fattibilità veniva individuato l'importo dei lavori necessario per l'adeguamento delle infrastrutture ed un corrispettivo da versare annualmente al concessionario per i liquami trattati negli impianti di depurazione;
l'Ambito 1 di Tropea ha pubblicato il bando di gara ed ha proceduto all'aggiudicazione provvisoria della concessione;
l'Ambito 2 di Pizzo Calabro. Deve pubblicare ancora il bando di gara;
l'Ambito 3 di Ionadi ha pubblicato il bando di gara al quale hanno partecipato due imprese e sono in corso di valutazione, da parte della commissione, le offerte per l'aggiudicazione provvisoria della Concessione;
la fase intercorrente tra l'aggiudicazione provvisoria e l'aggiudicazione definitiva della gara, onde poter affidare i lavori e consentire l'ingresso della ditta concessionaria nella gestione degli impianti di depurazione e delle stazioni di sollevamento, è abbastanza lunga e complessa;
i Comuni, ai quali l'ex A.T.O. nr. 4 di Vibo Valentia ha consegnato la gestione degli impianti, vi stanno provvedendo effettuando in autonomia le gare di appalto;
i Comuni, causa la situazione finanziaria difficile che stanno attraversando, si stanno limitando ad eseguire i lavori di manutenzione agli impianti strettamente necessari e comunque insufficienti a garantire quegli adeguamenti previsti in progetto dal Concessionario e indispensabili per garantire il loro corretto funzionamento;
gli 8.000.00,00 di euro stanziati dalla Giunta regionale per garantire alcuni degli interventi di cui sopra difficilmente potranno essere realizzati nel corso di questa stagione estiva -:
se sono stati previsti tempi certi di avvio del "project-financing" e di consegna dei lavori al concessionario al fine di scongiurare la possibile revoca del finanziamento previsti con delibera CIPE nr. 60/2012;
se per le zone, per lo più montane, non incluse nei finanziamenti della delibera CIPE di cui sopra sono previsti interventi di adeguamento degli impianti di depurazione.
(60; 02.07.2015)
Nucera. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel 2011 veniva indetta, dall'ASP di Catanzaro, una gara d'appalto per la fornitura di beni e servizi della durata di tre anni concernente il servizio di pulizia e sanificazione dei locali dell'Azienda Sanitaria, ma, ad oggi, la stessa non ha esaurito ancora il suo iter con relativa aggiudicazione del servizio;
in attesa della conclusione delle procedure di gara il servizio di pulizia viene svolto, nell'area di competenza dell'ex ASL n. 6 (Lamezia Terme), dalla ditta Solimo- Euroservice;
a luglio del 2005 l'allora Asl n. 6 di Lamezia Terme indiceva, a mezzo di bando pubblico, regolare gara;
il servizio di pulizia e sanificazione delle strutture ricadenti nel territorio lametino fu aggiudicato alla ditta Due Enne-Pace di Potenza per un importo annuo pari a 320 mila euro;
a distanza di un anno tale incarico fu revocato, con subentro, nello stesso servizio, della ditta Solimo Euroservice di Lamezia Terme per un importo annuo di 900 mila euro;
la ditta Solimo Euroservice di Lamezia Terme aveva già partecipato alla summenzionata gara del 2005 con un'offerta di 520 mila euro annue;
nel 2007 l'Asl n. 6 di Lamezia Terme veniva assorbita nella nuova Asp di Catanzaro;
a dispetto della durata triennale dell'incarico, per come previsto nel relativo bando, la Solimo Euroservice, attraverso una serie di proroghe ha continuato a svolgere ininterrottamente il servizio di che trattasi da allora fino ad oggi;
in tale vicenda sono riscontrabili forzature relativamente alle leggi ed ai regolamenti vigenti in materia e palesi inadempienze da parte degli uffici preposti alla gestione degli appalti per le forniture in oggetto;
tale interrogazione è già stata rivolta dal consigliere regionale Domenico Talarico in data 05.05.2014 (Interrogazione numero 539 del 05/05/2014) al Presidente della Giunta regionale e dal Segretario della Presidenza del Senato Alessia Petraglia al ministro della Salute con atto n. 4-02673 pubblicato il 11.09.2014 nella seduta n. 310 -:
quali siano gli impedimenti che non
consentono la chiusura delle procedure di gara avviate nel 2011.
(61; 06.07.2015)
Cannizzaro. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
ad oggi, come da determine dirigenziali certificate dal preposto dirigente del servizio e pubblicate sull'albo pretorio, ai 286 dipendenti del Servizio Monitoraggio e Sorveglianza della rete idrografica regionale di "Azienda Calabria Verde" non sono state ancora erogate le mensilità pregresse maturate nell'anno 2014 relative ai mesi Settembre, Ottobre, Novembre, Dicembre, e la 13° mensilità nonché relativamente all' anno in corso le mensilità di Giugno e 14° mensilità -:
le ragioni dei predetti mancati pagamenti che hanno messo in ginocchio ben 286 famiglie calabresi in un momento di grande difficoltà e soprattutto per comprendere quale soluzione immediata si intende adottare senza alcuna esitazione per risolvere, e non tamponare, questa drammatica situazione.
(62; 07.07.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
nel
2011 in virtù delle politiche regionali per percettori di ammortizzatori sono
stati avviati specifici percorsi formativi;
a
marzo 2013 i suddetti tirocinanti hanno svolto altro corso di formazione
regionale della durata di sei mesi;
a
settembre 2013, in attuazione della Legge 228/12, gli stessi hanno svolto il
cosiddetto "tirocinio di completamento", a titolarità del ministero
della Giustizia, per 220 ore (fino al 30 novembre 2013) destinato, appunto, ai
soggetti disoccupati, inoccupati o in mobilità, che avevano preso parte a
percorsi formativi regionali o provinciali negli uffici giudiziari;
a
dicembre 2013 i tirocinanti hanno avuto una proroga per un mese del tirocinio
regionale interrotto a settembre dello stesso anno;
ad
aprile del 2014, in attuazione della Legge 147/13, hanno intrapreso il
cosiddetto "tirocinio di perfezionamento", gestito dal ministero
della Giustizia, per 230 ore fino a luglio 2014;
il
20 ottobre 2014 gli stessi hanno preso parte ad un nuovo tirocinio regionale
della durata di 6 mesi, protrattosi fino al 3 luglio 2015 per intraprendere tre
ulteriori e distinte fasi di una proroga al tirocinio ministeriali di
perfezionamento;
con
mozione numero 14 dello scorso 20 aprile è stata approvata una mozione avente
ad oggetto: "Sui tirocini precari dell'amministrazione giustizia". In
virtù di questa mozione, l'Assise impegnava: "Presidente e giunta
regionale, a sostenere in sede nazionale, nel confronto con il governo, la
trasformazione del tirocinio formativo in contratto di lavoro con modalità da
stabilirsi in tale concertazione, per garantire un'adeguata soluzione a tutti i
lavoratori coinvolti";
le
cronache di questi giorni smentiscono l'orientamento di cui alla superiore
mozione. Molti tirocinanti impiegati presso l'amministrazione giudiziaria
calabrese hanno cessato, dallo scorso lunedì, la loro attività. Per la
precisione, quelli impegnati presso: il Tribunale di Vibo Valentia, la Procura
generale e la Corte d'appello di Catanzaro, Procura generale di Reggio Calabria;
a
causa di ciò i lavoratori impegnati in tale progettualità si ritrovano senza
alcun impiego e senza nessuna prospettiva. Circostanza tutt'altro che coerente
rispetto all'esigenza di assicurare continuità d'impiego a chi ha già maturato
esperienza professionale e appropriata capacità operativa -:
se
intenda adottare appropriate iniziative normative e politiche volte ad
assicurare, ai lavoratori interessati, continuità d'impiego;
quale
percorso istituzionale intenda osservare per dare concreta attuazione alla
citata mozione numero 14 dello scorso 20 aprile e tutelare l'esperienza
professionale e la posizione lavorativa dei "precari della
Giustizia".
(64;
13.07.2015)
Cannizzaro. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'approvazione del bilancio di previsione della Regione Calabria per
l'anno in corso e il pluriennale 2015-2017, con L.R.
n. 13 del 27.04.2015 relativamente pubblicata sul BURC n. 27 del 27 aprile
2015, prevede la riallocazione delle risorse
economiche necessarie per il personale a tempo determinato assegnato all'unità
del " Progetto rifiuti", inforza al
Dipartimento Politiche dell'Ambiente.
Il predetto progetto si avvale di 13 (tredici) funzionari e 15
(quindici) istruttori a cui sono affidati compiti specifici oltre che di
categoria previsti, riguardanti settori strategici del dipartimento regionale
che vanno dalla gestione del sistema impiantistico regionale, alla supervisione
delle discariche pubbliche, alla verifica dei progetti di investimento del
previsto settore, la redazione di bandi e la gestione dei relativi appalti
pubblici, all'assistenza normativa e dei procedimenti della P.A., all'attività
di divulgazione e sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti, alla rendicontazione
delle risorse finanziarie impegnate;
è evidente, come per
altro riscontrato da due distinte note ufficiali del Capo Dipartimento Ambiente
ing. Pallaria, come l'attività condotta fino ad oggi
dalle unità in carico al "progetto rifiuti" sia risultata
determinante per le operazioni di contrasto alle grandi criticità che presenta
il settore smaltimento rifiuti urbani della Regione Calabria;
constatato
che il contratto dei funzionari e degli istruttori scadrà il 30 settembre p.v.,
e, vista la certificata
necessità al predetto servizio ricoperto da parte del dirigente generale
competente -:
il
signor Governatore su quale azioni intenda adottare affinché il servizio
garantito dal "Progetto Rifiuti" non si interrompa e, per come
auspicato dalla competente Direzione Generale, possa essere prorogato per
ulteriori 18 mesi, al fine di scongiurare il collasso del sistema impiantistico
regionale dei rifiuti e quindi garantire l'interesse pubblico di salvaguardia
della salute pubblica e dell'ambiente, e di non disperdere le professionalità fin qui acquisite, di cui, una regione come la
Calabria, non può e non deve privarsi.
(65;
15.07.2015)
Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale e all'assessore alle infrastrutture. Per sapere -premesso che:
la società di servizio di trasporto pubblico denominata Ferrovie della Calabria s.r.l. con nota del 30 giugno 2015 da notizia sul proprio sito che è stato emesso il Bando di Gara con oggetto: "Lavori di demolizione del viadotto sito alla progressiva Km 23+443 della linea Gioia Tauro - Sinopoli S.P. e relativa vendita del materiale ferroso di risulta";
trattasi invece, contrariamente a quanto tecnicamente esposto, della demolizione dello storico ponte di Sant' Eufemia D'Aspromonte, da definirsi, per come sostenuto anche, tra le altre associazioni (Italia nostra - sezione di Crotone, Gruppo ferrovie storiche, e Ferrovie in Calabria) un raro esempio di archeologia industriale invece;
sulla questione in oggetto si è, con un articolato comunicato stampa, espressa in maniera contraria anche la Cgil;
la legislazione di riferimento in tale direzione prevede per come recita il D.L. 42/2004 (i beni immobili pubblici di oltre 50 anni di età (in seguito innalzata a 70 anni dal DL 70/2011), prima di ogni intervento di modifica e/o demolizione e/o vendita, necessitino di un una verifica obbligatoria di interesse culturale e storico da parte del Ministero per i Beni e le attività culturali);
il viadotto in questione è famoso tra gli appassionati di ferrovie in tutta Italia e all'estero per le sue caratteristiche tecnico-costruttive, che rendono questo ponte un esemplare unico per lunghezza e altezza nel panorama storico ferroviario Calabro-Lucano e non solo;
la demolizione e la vendita del materiale ferroso non comporterà nessun guadagno economico, che non avrebbe comunque giustificato la demolizione di parte del nostro passato e patrimonio storico come Regione Calabria;
l'impatto ambientale sarebbe devastante anche per l'equilibrio della flora e della fauna del sito per come documentato da uno studio dell’Università di Messina;
la tratta nel 2012 è stata sdemanializzata, cessando di essere riconosciuta come ferrovia, per diventare una semplice entità patrimoniale di proprietà delle Ferrovie della Calabria (provvedimento attuato dalla Regione Calabria - precedente proprietario dell'infrastruttura);
la demolizione del viadotto di Santa Eufemia comprometterà la fattibilità di un progetto annunciato dall'Associazione Ferrovie in Calabria, ovvero la trasformazione del tratto di ferrovia tra Palmi e Sinopoli in pista ciclabile per il tramite del posizionamento di pannelli studiati per adattarsi al binario, con il doppio vantaggio di preservare il tracciato, immerso negli splendidi paesaggi ai piedi dell'Aspromonte, rendendolo al contempo fruibile per il turismo ciclistico e naturalistico -:
quali sono tutte le azioni che il governo regionale intenderà adottare con urgenza al fine di preservare un patrimonio architettonico importante da considerarsi ad ogni ragione - bene comune - come il Viadotto di Santa Eufemia D'Aspromonte, e quali le azioni procedurali inderogabili per bloccare e revocare il bando di gara di cui sopra.
(66; 16.07.2015)
Giudiceandrea. Al Presidente e all'assessore alle infrastrutture. Per sapere -premesso che:
in coincidenza della stagione turistica regionale già iniziata, il settore di riferimento sconta impedimenti e problemi relativi all'interruzione autostradale relativi al Viadotto Italia;
la rete regionale dei collegamenti infrastrutturali di per se già insufficiente a garantire collegamenti idonei da e per la nostra Regione, risulta allo stato attuale maggiormente compromessa da una serie di lavori in corso sulla maggior parte delle arterie stradali di collegamento secondario;
solo a mero titolo esemplificativo insistono diversi cantieri di manutenzione con titolarità ANAS che aggravano ancora di più la mobilità stradale interna;
allo stato attuale difatti, tra gli altri, sono numero 13 cantieri sulla S.S. 106 Jonica tra il Km 6,910 e il Km 330,035 - numero 3 cantieri sulla S.S. 18 Tirrenica Inferiore tra il Km 243,786 e il Km 389,000; dal Km 417,000 e il Km 535,132 - numero 1 cantiere sulla S.S. 682 Ionio-Tirreno tra il Km 0,000 e il Km 38,263;
la situazione su esposta causa notevoli disagi alla viabilità regionale che in coincidenza della stagione turistica di cui sopra vede aumentare il numero degli autoveicoli in circolazione, in danno della qualità della nostra offerta turistica -:
quali azioni di sollecitazioni e chiarimenti intendono intraprendere nei confronti dell'ANAS al fine di ottenere garanzie su una migliore percorribilità nei tratti interessati ai lavori di cui prima almeno in coincidenza della stagione turistica in corso.
(67; 16.07.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
da una denuncia presentata da una
nota sigla sindacale, supportata da documenti, video e reportage fotografico
sembrerebbe che al presso ospedaliero Bianchi-Melacrino-Morelli
di Reggio Calabria non vi siano le condizioni minime di sterilità, igiene, sicurezza
né per i dipendenti né per gli utenti, pur avendo un flusso di circa 75 mila
pazienti all’anno ed essendo un punto di riferimento delle migliaia di
immigrati sbarcati sulle nostre coste;
dal suddetto dossier emergerebbe una situazione al limite dell'umana accettazione: ambienti contaminati, reparti destinati a magazzino ed archivio a rischio di incendio, impianti elettrici improvvisati e vetusti cantieri aperti vicino ai reparti, impianti di condizionamento non funzionanti, mancato rispetto dei parametri di sterilità strutture pericolose e scheletri dei pilastri esposti ad agenti atmosferici, cornicioni cadenti, balconi e reparti adibiti a piccionaie, mancato adeguamento sismico della struttura, personale infermieristico precario scarso rispetto delle normative e dei protocolli, mancanza di stanze adeguate per il trattamento dei pazienti tubercolotici (ricoverati insieme ad altri utenti, con diretta esposizione di un medico e un infermiere al contagio), scarse risorse dei materiali;
si rileverebbe, ancora, che il blocco operatorio, costato oltre 12 milioni e mezzo di euro, sia stato collaudato solo qualche settimana fa e che l'azienda preposta - da contratto - a manutenerlo si sia resa irreperibile oltre che abbia presentato all'Ospedale una richiesta di risarcimento di 9 milioni di euro circa derivanti dall'impossibilità di eseguire correttamente i lavori per diretta responsabilità del nosocomio, rappresentando l'ennesimo appalto milionario disastroso nel settore sanitario, e da quanto risulterebbe dalle foto, il cantiere relativo al Pronto Soccorso sembrerebbe abbia intrapreso lo stesso percorso poco virtuoso;
si riscontrerebbe, tra l'altro, il problema delle sale operatorie. Per citarne due: oculistica e ostetricia/ginecologia. La prima è stata chiusa per quasi un mese in seguito ad una precedente denuncia dello stesso sindacato ed è stata riaperta - dopo poche settimane di lavori di rimaneggiamento della struttura - semplicemente cambiando la destinazione d'uso in ambulatorio chirurgico. La seconda - si rileva - sembrerebbe proprio da chiudere, essendo improponibile persino la riqualificazione: struttura obsoleta, impianto elettrico malfunzionante, climatizzazione ad opera di un condizionatore domestico, mancanza di sterilizzazione;
sembrerebbe confusionaria e paradossale anche la situazione del personale dei reparti: primari non nominati, sottodimensionamento dei medici con annessa riduzione del numero di visite eseguibili, infermieri dequalificati e sottodimensionati, mancato rispetto dei turni da CCNL, mancanza di figure OSS -:
gli intendimenti del Presidente della Giunta regionale in relazione alla verifica della veridicità dei fatti riportati nel dossier illustrato in premessa ed, in caso di necessità, quali azioni urgenti ed immediate intende intraprendere per fronteggiare la situazione disastrosa del presidio che non risulterebbe - sic stantibus rebus - in condizione di garantire ai pazienti un'assistenza adeguata sia per carenza di mezzi, risorse umane e farmaci sia perché trattasi di strutture obsolete, pericolose e non rispettose delle normative sulla sicurezza, antisismiche, sull'igiene, etc.
(68; 20.07.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
ai sensi del POR-FESR 2007/2013 ASSE IV - Inclusione sociale e qualità della vita - Linea di Intervento 4.2.1.1- «Case Accessibili", sono stati attivati strumenti finanziari per attuare l'eliminazione delle barriere architettoniche e per domotizzare le abitazioni di soggetti con diversa abilità;
nel dettaglio, con Decreto n. 7127 del 20/6/2011 è stato approvato l'Avviso Pubblico «Case Accessibili» - Interventi di eliminazione delle barriere architettoniche e domotica nelle abitazioni private dei soggetti diversamente abili - pubblicato sul B.U.R.C. n. 25, del 24/06/2011 - parte III - per un importo di €. 5.220.000,00 - Capitolo 64010101, impegno n. 4208/2012; rettificato ed integrato con D.D.G. n. 10685, del 30/08/2011;
con D.D.S. n. 9860 dell' 08/07/2013, pubblicato sul B.U.R.C. del 5/8/2013 - Supp. Straord. dal n. 1 al n. 31 del 2/8/2013 - parte III - è stata approvata la graduatoria definitiva dei progetti ammessi a contributo rettificato con D.D.S. n°12957 del 19/09/2013, pubblicato sul BURC n.40 del 4/10/2013 - parte III;
ad oggi risultano non erogate ai soggetti beneficiari le somme di contributo concesso -:
i motivi ostativi le erogazioni del contributo concesso, l'iter previsto per procedere allo sblocco dei pagamenti e la relativa tempistica.
(69; 21.07.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
i sorveglianti idraulici svolgono un servizio di primaria importanza in tutte la regione: controllo acque fluviali, discariche, accertamento e segnalazioni;
i servizi di sorveglianza idraulica regionale sono confluiti all'interno di Calabria Verde;
gli attuali “presidi” sono articolati in 3 distretti territoriali e sono ubicati in montagna piuttosto che vicino alle foci (luogo strategico e funzionale rispetto agli obiettivi relativi alle esondazioni);
dei 14 presidi previsti dalla normativa regionale, nessuno ad oggi risulta istituito;
la delibera n. 301 del 11/09/2013 contenente "Disposizioni in materia di Presidi Idraulici ed Idrogeologici sul territorio. Modifiche e integrazioni alla Deliberazione n. 602 del 14.9.2010" risulta, infatti, non ancora del tutto applicata;
risultano non erogati gli emolumenti relativi alle mensilità settembre, ottobre, novembre, dicembre e tredicesima del 2014 -:
i motivi ostativi l'istituzione dei 14 presidi previsti dalla normativa regionale e quali iniziative codesta amministrazione intende intraprendere in tempi rapidi al fine di garantire un corretto svolgimento delle attività;
se è stato disposto il pagamento degli emolumenti arretrati, l'eventuale tempistica prevista e con quali fondi si prevede di far fronte al saldo (assestamento di bilancio o fondi CIPE).
(70; 21.07.2015)
Mangialavori. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
giornalmente si registrano segnalazioni, lamentele e disagi collegati alla sporcizia delle acque marine nell'area Capo Vaticano-Nicotera;
la situazione risulta particolarmente grave in quanto ciò arreca gravissimo nocumento all'ambiente, con particolare riferimento a tutta la fascia costiera del medio Tirreno;
tale situazione, inoltre, compromette l'immagine di una delle aree marine più belle e più apprezzate della Calabria, con danni ingenti anche relativamente al Turismo, unica o principale risorsa ambientale ed economica del territorio;
il perdurare di tale situazione è destinata ad accrescere la situazione di estremo disagio di un comprensorio già minato dalla crisi del settore privato e di quello pubblico;
urge predisporre quanto necessario alla risoluzione della problematica in questione, anche mediante lo stimolo circa l'adozione di tutti i provvedimenti all'uopo necessari e la sollecitazione a specifici interventi risolutori;
in modo particolare risulta inderogabile definire un piano urgente d'interventi straordinari calibrato alle esigenze di che trattasi;
i provvedimenti e gli stanziamenti in favore della depurazione e quelli relativi alla pulizia di alcuni tratti stradali rischiano di vedere vanificati gli effetti dalla sporcizia delle acque marine in questione;
appare non più procrastinabile un intervento politico-amministrativo volto a focalizzare l'attenzione sulla pulizia delle fiumare;
in modo particolare, urge rivolgere l'attenzione verso tutti gli agenti promotori di tali anomalie e adoperarsi per la loro rimozione -:
se intenda adottare le eventuali decisioni di sua competenza e sollecitare con estrema urgenza un intervento politico-amministrativo presso tutti enti ed autorità interessate atte a promuovere misure per il mantenimento della pulizia delle acque marine di Capo Vaticano- Nicotera;
e intenda attivarsi per l'adozione, anche presso i medesimi enti ed autorità, di tutte le decisioni volte a tutelare garantire la costante, piena e regolare pulizia di detto tratto marino.
(71; 22.07.2015)
Sergio. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
dal 12 aprile 2015, giusto provvedimento della Direzione regionale di Trenitalia, sono state soppresse 16 fermate dei treni regionali presso la stazione di San Lucido Marina;
detta soppressione rappresenta un duro colpo inferto non solo alla popolazione di San Lucido ma anche a quella di Falconara Albanese e Fiumefreddo Bruzio;
i treni in questione, vengono utilizzati, per tutto l'arco dell'anno, da numerosi utenti che, in virtù di tali soppressioni, vedono aumentare a dismisura i costi relativi al trasporto da e per i luoghi di studio e di lavoro;
inoltre, tali convogli rappresentavano e rappresentano tuttora il principale mezzo per raggiungere l'aeroporto di Lamezia Terme e, per i turisti provenienti da fuori regione, il principale mezzo per raggiungere le zone in questione;
la succitata soppressione, oltre ai danni di cui sopra, pertanto, ha causato, e continuerà a farlo, notevoli danni al turismo della zona che giocoforza risente della mancata fermata dei treni regionali;
infatti, tali convogli nel periodo estivo vengono utilizzati, oltre che dai turisti, anche dai bagnanti "pendolari" che, provenienti dai paesi interni della provincia e quindi dal capoluogo, vogliono raggiungere le zone suddette e sostarvi anche per un solo giorno;
ad oggi, sono rimaste attive solo pochissime fermate che in nessun modo riescono a coprire il fabbisogno del territorio di San Lucido e dei Comuni limitrofi anche e soprattutto in virtù dell'aumento di popolazione nel periodo estivo e, quindi, delle maggiori esigenze di beneficiare dei treni in questione;
la soppressione delle fermate di che trattasi, quindi, sta causando un grave danno all'economia della zona già sofferente in questo periodo di grave crisi;
le corse le cui fermate sono state soppresse sono allegate alla presente interrogazione -:
quali sono tutte le azioni finora intraprese, e quelle che codesta Giunta regionale intenderà intraprendere nei confronti di Trenitalia per potere affrontare la problematica in questione, relativa alla soppressione di diverse fermate nella stazione di San Lucido e, altresì, relative alla sospensione di diversi convogli operanti sul territorio regionale.
Elenco convogli interessati alla soppressione delle fermate alla stazione di San Lucido
8260/8291 Reggio C (6.19) - Cosenza (9.07);
8269/8270/8271 Melito PS (6.36) - Cosenza (9.45);
8292/8293 Reggio C (13.19) - Cosenza (15.50);
8298/8299 Reggio C (14.19) - Cosenza (16.50);
8540/8545 Melito PS - Cosenza (16.50);
8415/8416/8417 Melito PS (16.45) - Cosenza (19.50);
8422/8423 Reggio C (18.19) - Cosenza (20.50);
12730/12733 Melito PS - Cosenza (20.50);
8427/8428 Melito PS (18.45) - Paola (21.19);
8255/8256 Paola (5.25) - Melito PS (8.24);
8446/8447/8448 Cosenza (5.40) - Melito PS (8.46);
12736/12737/12738 Cosenza (6.39) - Melito PS;
8472/8473/8474 Cosenza (11.39) - Melito PS (14.46);
8484/8485/8486 Cosenza (14.39) - Melito PS (17.57);
8488/8489 Cosenza (15-39) - Reggio C (18.22);
8492/8493/8494 Cosenza
(16.39) -
Melito PS (19.46)
(72; 22.07.2015)
Graziano, Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
all'ASP di Cosenza esiste da armi un problema irrisolto, rappresentato da un precariato storico che ha visto avvicendarsi varie Legislature senza che nessuna abbia affrontato e risolto definitivamente tale questione;
la Legge n. 125/2013 art. 4 comma 6 prevede procedure concorsuali riservate esclusivamente al personale avente i requisiti di cui all'articolo 1 commi 519 e 558 della legge 27 dicembre 2006 n. 296, e all'articolo 3 comma 90 della legge 24 dicembre 2007 n. 244, nonché a favore di coloro che alla data di pubblicazione della legge di conversione del presente decreto (n. 101/2013) hanno maturato, negli ultimi cinque anni, almeno tre anni di servizio con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato alle dipendenze dell'amministrazione che emana il bando, con esclusione, in ogni caso, dei servizi prestati presso uffici di diretta collaborazione degli organi politici;
il Decreto n. 2 del 26 Marzo 2015 del Commissario ad Acta della Sanità della Regione Calabria che indica tra le priorità di assunzione al punto 4, lette) dell'Allegato A, la stabilizzazione del personale precario avente i requisiti di cui alla legge n. 125/2013;
il DPCM che dà attuazione e disciplina le procedure concorsuali riservate al personale precario in Sanità è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 94 del 23/4/2015;
il DPCM prevede all'art. 2 che gli aventi diritto alla "stabilizzazione" possano partecipare alle procedure indette da altri Enti Regionali che li bandiscono;
avviando procedure concorsuali prima dell'avvenuta stabilizzazione, si può verificare una limitazione all'accesso dall'esterno visto che tantissimi "precari" della Regione, con titoli preferenziali dovuti all'anzianità di servizio, provvederanno a partecipare al bando, causando presumibilmente, un esiguo incremento di unità aggiuntive utili a fronteggiare il fabbisogno degli Enti del Servizio Sanitario;
il personale interessato da tale procedura di assunzione speciale non comporterà alcun costo aggiuntivo per il Sistema Sanitario in quanto si tratta di spesa ormai storicizzata, come assodato e ribadito anche dalla stessa ASP nell'Allegato B di cui alla delibera n.1304 del 17/7/2015;
l'ASP di Cosenza nella Delibera n. 1304 del 17 Luglio 2015, riguardante un piano straordinario di assunzioni anno 2015, indica solo 65 figure professionali da stabilizzare nonostante sia richiesta autorizzazione per un totale di 319 posti da mettere a concorso;
con delibera n. 3436 e 3437 del 30 dicembre 2013 l'ASP di Cosenza aveva provveduto a prorogare tutti i contratti degli aventi diritto alla stabilizzazione in base alla Legge n. 125/2013, indicandone il fabbisogno;
il Commissario ad Acta della Regione con il decreto n. 2 del 2015 non prevede espressamente l'autorizzazione per le stabilizzazioni da parte delle Aziende Sanitarie;
visto che ad una istanza inviata da alcuni componenti RSU dell'ASP di Cosenza al Commissario Straordinario, relativamente all'attuazione di quanto previsto dalla normativa in vigore, è stato risposto che per le procedure di attuazione si resta in attesa di determinazioni della Regione -:
se la Regione intende dare indicazioni all'ASP di Cosenza al fine di stilare un'unica graduatoria degli aventi diritto decretandone l'idoneità ed immettendoli in ruolo non appena verranno meno eventuali condizioni ostative;
se, invece, intenda indicare altra soluzione che riterrà adeguata al fine di risolvere definitivamente tale problematica, nel rispetto della Legge n. 125/2013, precisando che la stabilizzazione non comporterà alcun aggravio di spesa per l'Azienda, essendo il personale de quo già in servizio da molti anni e costituendo quindi un costo storicizzato.
(73; 22.07.2015)
Graziano, Giudiceandrea. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
l'articolo 1, comma 180 della legge 311/2004 (legge finanziaria 2005) ha previsto la possibilità, per le Regioni che presentavano situazioni di squilibrio economico-finanziario e di mancato mantenimento dei Livelli Essenziali di Assistenza, di elaborare un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale (Piano di rientro) da sottoscrivere, con apposito Accordo, con il Ministero dell'economia e delle finanze e con il Ministero della Salute;
con l'Accordo si individuano gli interventi necessari per il perseguimento dell'equilibrio economico, nel rispetto dei LEA e gli adempimenti previsti dalla successiva intesa fra Governo e Regioni, siglata il 23 marzo 2005;
il 16 dicembre 2009 con la delibera n. 845 la Giunta approva il Piano di rientro del Servizio Sanitario Regionale della Calabria;
il sistema della Salute pubblica regionale registra carenze in termini di personale medico, tecnico ed infermieristico, tali da causare evidenti inefficienze e disservizi;
il 26 marzo 2015. con DCA n. 2 il Commissario ad acta decreta le "Disposizioni in materia di reclutamento di personale nelle aziende SSR";
il 12 giugno 2015 il Commissario ad acta con nota n. 186932 chiede all'Azienda Ospedaliera di Cosenza di redigere un documento programmatico riguardante gli obiettivi, le risorse essenziali, gli indicatori e le relative misure, al fine di ridurre la inappropriatezza, la mobilità passiva, l'attuazione dei percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e l'assunzione delle risorse umane essenziali;
tale documento è stato discusso e approvato dal Collegio di Direzione dell'AO nella seduta del 25 giugno 2015;
il 16 luglio 2015 con la delibera n.194 il Commissario straordinario dell'AO approva il documento di Programmazione attività aziendale e obiettivi. Richiesta deroga per assunzioni, che prevede 320 unità lavorative, tra precari da stabilizzare e nuovi assunti;
alcuni reparti seppur molto importanti (ad esempio dermatologia, oncologia, medicina interna, medicina nucleare, fisiopatologia della riproduzione), anche dopo l'applicazione di quanto previsto nel Piano, risulterebbero ancora sottodimensionati;
a questo si aggiunge l'aggravante che potrebbe, in questo modo, disperdersi la professionalità di quei medici che lavorano in questi reparti da oltre 10 anni, in maniera precaria, e che ne hanno garantito il corretto funzionamento, in quanto non troverebbero spazio nelle stabilizzazioni previste dal documento presentato dall'AO di Cosenza;
il diritto alla salute è contemplato nell'art. 32 della nostra Costituzione e riguarda tutti i cittadini;
l'anomalia che potrebbe generarsi con reparti potenzialmente non del tutto garantiti da questo programma, quindi anche con meno medici e personale non medico, comporta un rischio per tutti quei pazienti affetti da patologie che devono essere curate proprio in questi reparti -:
quali provvedimenti intende affinché si possa porre rimedio alla mancanza ormai cronica di personale medico e personale non medico, che anche con quanto previsto dal Programmazione attività aziendale e obiettivi. Richiesta deroga per assunzioni, non trova soluzione per tutti i reparti dell'AO di Cosenza, garantendo così un pari diritto alla salute per tutti i cittadini che usufruiscono dei servizi;
quali provvedimenti intende assumere affinché non si disperda la professionalità di quei medici che lavorano nei reparti succitati da oltre 10 anni, in maniera precaria, e che ne hanno garantito il corretto funzionamento e che ora non trovano spazio nel documento Programmazione attività aziendale e obiettivi. Richiesta deroga per assunzioni.
(74; 23.07.2015)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il turismo rappresenta una delle principali prospettive di sviluppo della Calabria, che è dotata di paesaggi naturali dalla bellezza unica;
le coste calabresi sono meta di innumerevoli visitatori provenienti non solo dalle regioni italiane, ma anche da altre nazioni;
la Giunta regionale, “al fine di prevenire il verificarsi di eventuali forme d'inquinamento imputabili ad un non corretto funzionamento dei sistemi depurativi costieri", ha approvato un programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione nei Comuni costieri, finanziato con 8 milioni di euro prelevati dal fondo FESR 2007-2013;
come reso noto da un comunicato stampa diffuso in data 11 giugno 2015, i Comuni interessati datali interventi sono stati 100;
dai quotidiani regionali e dalle giornaliere segnalazioni dei turisti è emerso che il mare, in lacune località, presenta una colorazione ed odori innaturali e che, in alcuni aree, non è stato balneabile;
la situazione è particolarmente grave a Nicotera, dove l'inquinamento del mare è così evidente da destare seria preoccupazione nella popolazione;
la stessa Giunta regionale, nel comunicato diffuso in data 11 giugno 2015, ha riconosciuto che l'inquinamento del mare "è alla base del forte decremento delle presenze turistiche registrato nella nostra regione" -:
quali sono i risultati prodotti dal programma di efficientamento e rifunzionalizzazione degli impianti di depurazione nei Comuni costieri;
se ci sono stati ritardi
nell'attuazione del programma, considerato che l'annuncio dell'erogazione dei
fondi è avvenuto solo a giugno inoltrato;
se è stata elaborata una specifica strategia atta a prevenire, con la dovuta tempistica, l'inquinamento del mare per la stagione estiva 2016.
(75; 24.07.2015)
Salerno. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
la Trasversale delle Serre rappresenta un'opera strategica per il processo di sviluppo dell'intera Calabria consentendo il collegamento fra il mar Jonio ed il mar Tirreno passando per le Serre;
l'apertura dell'infrastruttura permetterebbe, anche nel breve periodo, un rilancio in termini turistici vista la possibilità per i visitatori di coniugare le bellezze della montagna con il divertimento delle aree costiere;
la storia della Trasversale è alquanto lunga e complessa affondando le radici nell'idea nata nel 1966 con il primo appalto che risale al 1983;
per la realizzazione dell'opera sono impiegate risorse provenienti dal Por Calabria 2000- 2006;
il 3° Lotto del 5° Tronco "Argusto - Campo Gagliato" pur essendo asfaltato e dotato dell'impiantista di sicurezza rimane chiuso al traffico per motivi non chiari;
l'apertura del 4° Tronco fra lo svincolo di Torre di Ruggiero e Chiaravalle Centrale continua a subire rallentamenti che impediscono il suo completamento;
il processo di crescita economica, sociale e culturale è stato sostanzialmente bloccato dall'assenza di infrastrutture e dal conseguente mancato accesso ai mercanti regionali e nazionali;
le migliori risorse umane del territorio, vista la scarsità di opportunità di crescita professionale e di prospettive, abbandonano con sempre maggiore frequenza le zone di residenza;
la popolazione segue con insoddisfazione e sfiducia i lavori sulla Trasversale delle Serre mostrando tensione e insofferenza di fronte alle notizie di continui rinvii dell'apertura dei tratti sopra elencati -:
quali siano le reali ragioni che impediscono l'apertura al traffico del 3° Lotto del 5° Tronco "Argusto - Campo Gagliato" e del 4° Tronco, fra lo svincolo di Torre di Ruggiero e Chiaravalle Centrale, della Trasversale delle Serre;
quali iniziative intenda adottare la Giunta regionale per vigilare sulle cause dei ritardi;
quali azioni intenda intraprendere la Giunta regionale per rimuovere gli ostacoli alla base dei rallentamenti concernenti la realizzazione dell'opera.
(76; 24.07.2015)
Nicolò. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere - premesso che:
il sito web della Regione Calabria risulta a tutt'oggi non ancora aggiornato con i nuovi componenti dell'esecutivo, che alcuni settori risultano inaccessibili ed alcuni dati non sono allineati con i cambiamenti apportati dalla presidenza di Oliverio -:
quali sono le cause sottostanti i disservizi citati, i correttivi che si intendono adottare e la tempistica prevista per una corretta fruizione del portale regionale.
(77; 27.07.2015)
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
la grave crisi economica, unitamente alle calamità naturali, ha colpito in maniera evidente il comparto agricolo della nostra regione, ponendo in gravi difficoltà centinaia di operatori del settore di fronte a danni economici e crolli reddituali che potrebbero mettere in forse la prosecuzione stessa dell'attività produttiva ;
considerato che in relazione all'art. 23, punto a), della L.R. 11/2003 si registra da tempo una interpretazione quantomeno arbitraria da parte del "Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio cosentino", giacché appare stravolto il principio-cardine secondo il quale il tributo consortile debba essere pagato soltanto in presenza di un reale e concreto benefìcio ottenuto sul proprio terreno da parte del contribuente e/o consorziato;
stante, inoltre, la mancata differenziazione all’interno delle cartelle di pagamento, del costo del servizio irriguo per le aree di fornitura a pressione naturale e quelle a pressione forzata;
considerata la riunione tenutasi in data 13 aprile 2015 presso la Casa comunale di Terranova da Sibari, durante la quale il "Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio cosentino", rappresentato dai suoi organi dirigenziali, ha condiviso l'esigenza di una riduzione dei costi del servizio idrico e delle aliquote per il contributo irriguo, a fronte di contribuzioni a carico della Regione Calabria finalizzate ad agevolare la gestione dei Consorzi medesimi;
visto il documento inviato in data 10.02.2015 (Prot. Uscita N. 0000592) al Presidente della Regione Calabria dai Sindaci di Terranova Da Sibari, Corigliano Calabro, Spezzano Albanese e Tarsia, mediante il quale vengono avanzate critiche puntuali e soluzioni condivisibili rispetto al piano di classifica per il riparto degli oneri consortili del "Consorzio di Bonifica integrale dei bacini dello Ionio cosentino";
tutto ciò premesso,
impegna la Giunta regionale
ad attivarsi per procedere alla rimodulazione della L.R. 11/2003. all'approvazione e alla modifica del Piano di classifica, a una indicazione allo stesso Consorzio di bonifica in relazione a una formulazione maggiormente equa delle aliquote consortili per l’irriguo e per le modalità inerenti il miglioramento fondiario, al fine di addivenire a quel giusto equilibrio e a quella doverosa contemperanza degli interessi che possano salvaguardare e rilanciare in maniera efficace un settore, qual è quello agricolo, che rappresenta per migliaia di famiglie calabresi una fonte reddituale primaria e insostituibile.
(28; 25.06.2015) Bevacqua
Il Consiglio regionale della Calabria,
premesso che:
l'Eni S.p.A. da tempo considerevole ha avviato una politica di cooperaziene con le realtà territoriali nella quali esercita la sua attività;
tale cooperazione si è articolata mediante accordi specifici instaurati con le realtà istituzionali locali e, in particolare modo con le università presenti in varie regioni;
tali accordi sono funzionali a una crescita scientifica e occupazionale delle realtà interessate;
considerato che
esistono numerosi esempi di cooperazione concretizzati nei termini anzidetti, con annuale e sistematica periodicità. Fra questi: a) accordo fra Eni, Tecnomare ed Eni Corporate University, in collaborazione con l'Università di Bologna per il master di II livello Progettazione di Impianti Oil&Gas; b) Master in "Petroleum Engineering and Operations" promotori: Saipem. Eni Corporate University, in collaborazione con l'Università di Bologna; c) Università di Perugia, dipartimento Fisica e Geologia, laurea magistrale in Geologia degli idrocarburi, un corso unico in Italia, erogato in lingua inglese, realizzato in collaborazione con Eni Corporate University che prevede stages professionalizzanti all'interno delle strutture della stessa Eni;
rilevato che
l'Eni esercita in Calabria una rilevante attività. In particolare: A) è presente con la Sapiem S.p.A. (società del gruppo) su Vibo Valentia; B) Su Vibo Valentia Marina è presente lo stabilimento Eni R&M; C) La Ionica Gas (altra società del gruppo Eni) estrae gas nel Crotonese;
risulterebbe opportuno ampliare il raggio d'azione dell'attività Eni. In particolare modo mediante la promozione di un'azione sinergica con le istituzioni locali e le università calabresi;
tutto ciò premesso, considerato e rilevato,
il Presidente e la Giunta regionale della Calabria ad attivarsi per la promozione di un'attività di cooperazione e collaborazione fra enti locali, Regione, Eni ed università calabresi (Università della Calabria e Università degli studi mediterranea). E ciò in una prospettiva tesa a stimolare la ricerca del settore e una significativa crescita lavorativa.
(29; 01.07.2015) Mangialavori
Il Consiglio regionale,
premesso
che:
con
l'approvazione della legge n. 56 del 07 aprile 2014 (legge Delrio),
è stato ridisegnato completamente l'assetto delle Province apportando numerose
modifiche alle funzioni loro attribuite ed avviando un processo di
rimodulazione e di riallocazione del personale dipendente, suddiviso da ogni
provincia in due elenchi: "personale addetto alle funzioni fondamentali
delle nascenti Città Metropolitane ed Aree Vaste" e "personale
soprannumerario";
il
Governo centrale, con apposito atto, ha attribuito alle Regioni, previa
consultazione dei nascenti Enti Metropolitani ed Aree Vaste l'onere di
stabilire, con apposito provvedimento normativo del Consiglio Regionale, quali
funzioni istituzionali e servizi rimarranno alle ex Amministrazioni Provinciali
e quali invece dovranno essere trasferite alle Regioni;
la
riforma delle Province, intervenuta con la vigente Legge 56/2014 e l'accordo
unificato in Conferenza Stato Regioni dell' 11 settembre 2014 che per opportuna
visione viene allegato alla presente mozione prevede sostanzialmente che
risorse umane, unitamente a quelle strumentali, vengano trasferite con le
funzioni (cioè il personale segue le funzioni);
con
la Legge regionale 22 giugno 2015, n. 14 "Disposizioni urgenti per
l'attuazione del processo di riordino delle funzioni a seguito della legge 7
aprile 2014, n. 56" il Consiglio regionale della Calabria ha disciplinato
il trasferimento delle specifiche funzioni e l'allocazione delle risorse umane,
finanziarie e strumentali, di competenza delle province, alla Regione;
in
particolare ai sensi dell'art. 2 comma 2 della predetta legge regionale vengono
riallocate alla Regione le funzioni connesse alle materie "agricoltura,
caccia e pesca" e "formazione professionale mentre il restante
personale, assegnato alle altre funzioni alla data dell'8 aprile 2014, continua
a svolgere le proprie mansioni presso l'amministrazione provinciale di
riferimento;
inoltre, ai sensi dell'art. 3 della suddetta legge "in via straordinaria, su richiesta
dell'Ente interessato motivata da ragioni di carattere finanziario o
gestionale, previa stipulazione di apposita convenzione approvata dalla Giunta
regionale, l'esercizio di specifiche funzioni fra quelle di cui all'articolo 2,
comma 1, secondo periodo, della presente legge, può essere direttamente
riassunto dalla Regione. In tal caso, il relativo personale è riallocato presso
la medesima;
il decreto legge 19 giugno 2015, n. 78 ha disposto
che "fermo
restando quanto previsto dal comma 89 della medesima legge relativamente al
riordino delle funzioni da parte delle regioni, per quanto di propria
competenza, il personale appartenente ai Corpi ed ai servizi di polizia
provinciale di cui all'articolo 12 della legge 7 marzo 1986, n. 65, transita nei ruoli degli
enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale, secondo le
modalità' e procedure definite nel decreto di cui all'articolo 1, comma 423,
della legge 23 dicembre 2014, n. 190";
i
Comuni stanno attraversando un momento di gravi difficoltà economiche che non
consente di acquisire a spese degli stessi ulteriore personale;
fino
a quando il personale della polizia provinciale non sarà distribuito tra
eventuali comuni richiedenti rimarrà in capo alle province senza che sia stato
chiarito come le stesse possano farsi carico, in considerazione dei tagli
finanziari subiti, degli stipendi di tale personale;
con
la soppressione della polizia provinciale si perderebbe una professionalità
altamente specializzata nell'ambito della tutela del territorio extraurbano e
rurale, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del bracconaggio ed in
genere contro lo sfruttamento criminale dell'ambiente e degli animali.
verrebbero
meno principalmente quelle funzioni di polizia ambientale-ittico-venatoria,
nelle quale le polizie provinciali rivestono un ruolo di primo piano in merito
all'attività di vigilanza sull'esercizio della caccia, per la prevenzione e
repressione dei vari fenomeni di bracconaggio e sulla tutela della fauna
selvatica, anche di quella minore, nonché di Polizia Ambientale, che si esplica
essenzialmente con la vigilanza e controllo delle attività di gestione dei
rifiuti e tutela e salvaguardia delle zone sottoposte a vincolo paesaggistico e
idrogeologico;
le
funzioni di interesse generale sopra indicate ed in capo alla polizia
provinciale non possono essere cancellate soprattutto in un momento in cui
vengono approvate nuove leggi con nuove e più severe sanzioni penali in materia
di reati ambientali.
l'attività
svolta dalle Polizie Provinciali e dagli altri Servizi delle Province con
funzioni analoghe per sua natura non può essere svolta a livello comunale, ma
richiede una competenza territoriale più ampia coinvolgendo un ambito
provinciale o almeno subprovinciale;
impegna
il Presidente e la Giunta regionale
a
chiedere al Presidente del Consiglio, ai Ministri pro tempore della Repubblica
ed al Parlamento di attivarsi al fine di evitare di disperdere il patrimonio di
competenze del personale altamente specializzato in capo alla polizia
provinciale e quindi di scongiurare il passaggio del personale appartenente ai
Corpi ed ai servizi di polizia provinciale di cui all'articolo 12 della legge 7
marzo 1986, n. 65, nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle
funzioni di polizia municipale, secondo le modalità e procedure definite nel
decreto di cui all'articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2014, n.
190";
a
sollecitare il Presidente del Consiglio, i Ministri pro tempore della Repubblica
ed il Parlamento affinché, nell'ambito della riforma delle Forze di Polizia
dell'ambiente, venga valutata la costituzione di un'unica Forza di Polizia
Ambientale statale in cui far confluire gli operatori di Polizia Provinciale ed
equiparabili oltre al Corpo Forestale dello Stato;
a
portare le problematiche esposte all'attenzione della Conferenza Stato Regioni
perché siano individuati in merito percorsi il più possibile efficaci e
condivisi, mirati alla soluzione di una idonea collocazione in ambito statale,
in una forza di polizia ambientale, del personale appartenente ai Corpi ed ai
servizi di polizia provinciale di cui all'articolo 12 della legge 7 marzo 1986,
n. 65;
qualora
in Governo centrale non si attivi per una soluzione in tal senso e lo Stato non
si facesse carico del personale delle Polizie Provinciali cosi come previsto
dalla circolare n. 1/2015 della Funzione Pubblica, la Regione Calabria si
impegni ad assorbire il suddetto personale, anche in considerazione del fatto
che, avendo già assunto le funzioni svolte dagli uffici di caccia e pesca,
verrebbe ad essere concretamente assicurato, a mezzo del personale addetto al
servizio di vigilanza, già formato, qualificato ed esperto, il rispetto delle
normative vigenti in tali ambiti, oltre che nel campo della tutela
dell'ambiente e del territorio;
a
dare ogni eventuale ed opportuna disposizione agli Uffici preposti al fine di
favorire la più ampia ed agevole attività, finalizzata ad ottenere le
necessarie informazioni circa il numero esatto del personale di polizia
provinciale al momento impegnato nei Corpi delle Province calabresi e porre
subito dopo in essere l'iter procedimentale necessario ad assorbire il suddetto
personale, con il mantenimento delle stesse qualifiche e funzioni in atto
esistenti.
(30; 06.07.2015) Graziano
Il Consiglio regionale,
premesso che:
il complessivo progetto di riordino delle province originariamente contenuto nella legge Delrio ha subito sostanziali modificazioni che rischiano di comprometterne il già difficile iter di attuazione con una serie di provvedimenti normativi ed amministrativi;
da ultimo, il decreto legge 78/2015 sugli enti locali, attualmente in discussione in V Commissione Bilancio al Senato della Repubblica, interviene ad appesantire equilibri economico-finanziari ed organizzativi già precari e a complicare le scelte politiche regionali, nonché a creare enormi preoccupazioni nel personale dei centri per l'impiego;
per quanto riguarda i centri per l'impiego, attribuirne il coordinamento alle Regioni, come previsto dall'art. 15 del medesimo D.L. 78/2015, senza stanziare risorse adeguate da parte del Governo e lasciando il personale alle province con in corso una riforma del Titolo V che prevede il ritorno del servizio in capo allo Stato, rischia di creare un contesto normativo di assoluta incertezza;
in relazione ai centri per l'impiego occorre affrontare la materia in una visione organica nell'ambito delle leggi attuative del "Jobs Act" e della riforma del Titolo V riportando la gestione dei servizi in ambito regionale attraverso la creazione di agenzie e garantendo, da parte dello Stato, le risorse necessarie a svolgere tali funzioni come avvenuto fino ad oggi, ferma restando la disponibilità delle regioni a continuare a garantire le ingenti risorse impiegate per i servizi collaterali e l'eventuale ulteriore impiego di risorse comunitarie veicolate attraverso le stesse regioni;
l) ad attivarsi presso il Governo ed il Parlamento affinché, già in sede di conversione, si possa procedere ad una modifica sostanziale del decreto legge 19 giugno 2015 n. 78 (Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali) tenendo conto delle criticità evidenziate in premessa concernenti le tematiche dei centri per l'impiego;
2) in fase di approvazione di stipulare con immediatezza la convenzione prevista dall'art. 15 comma 2 finalizzata a regolarizzare la situazione dei servizi dei centri per l'impiego richiedendo in via di mera anticipazione l'assegnazione della quota annua relativa al 2015° a valere sul fondo di rotazione di cui al comma 4.
(31; 13.07.2015) Mirabello
Il Consiglio regionale,
premesso che:
in data 27 novembre 2009, in via Pietro Giuria, n.15, presso il polo museale facente capo alla Università degli Studi di Torino, è avvenuta la riapertura al pubblico, ben dopo oltre sessant’anni di oblio, del Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso";
il Museo trae origine dalla collezione privata che Cesare Lombroso allestì procedendo, per anni, a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più orripilanti interventi su individui ritenuti criminali, malati di mente, omosessuali e prostitute unicamente per le misure di parti del cranio e del corpo;
il Museo contiene una raccolta di ben 904 crani, oltre a scheletri, cervelli e macabri oggetti tra cui maschere in cera, calchi in gesso, foto di volti di individui, anche di fanciulli, con precise etichette di condotte sociali devianti, riportanti scrupolosamente anche il luogo di nascita del soggetto esposto;
l'attività e la produzione bibliografica di Cesare Lombroso (all'anagrafe Marco Ezechia Lombroso - Verona 6 novembre 1835-Torino 19 ottobre 1909) è interamente permeata dall'idea di razzismo scientifico, di cui il medico veronese è stato capostipite, con teorie che accostano le caratteristiche fisiche degli individui ai difetti mentali e ai comportamenti criminali e che hanno costituito la piattaforma ideologica del razzismo di matrice nazista;
le teorie aberranti del Lombroso e dei suoi seguaci, nel periodo post-unitario, contribuirono a pregiudicare la matrice unitaria e la coesione nazionale, ossia un equilibrato sviluppo del Paese, applicando malevolmente all'interno della nazione i teoremi sulla presunta inferiorità razziale delle popolazioni del Mezzogiorno;
constatato che:
esistono da secoli irrinunciabili valori umani, morali e religiosi, patrimonio acquisito della nostra civiltà, a difesa della dignità dei defunti, nonché disposizioni e principi di diritto, accolti dall'intera comunità internazionale, che tutelano la dignità dell'uomo e il rispetto dovuto ai suoi resti mortali;
un crescente movimento d'opinione testimoniato da intere amministrazioni comunali tra le quali Lecco, numerosi altri Comuni d'Italia e svariati rappresentanti del mondo della cultura, condensato nel Comitato Tecnico Scientifico "No Lombroso", ritiene doveroso eticamente, cristianamente e da consolidata civiltà giuridica procedere alla sepoltura dei resti umani tuttora trattenuti nel Museo "Cesare Lombroso", oltre a provvedere a studiare tutte le più utili modificazioni nominali e sostanziali che possano consentire alla stessa istituzione una accettabile attività;
preso atto che:
la Giunta Comunale di Motta Santa Lucia (Cz) ha adottato da tempo un deliberato con cui si dà mandato al Sindaco, Avv. Amedeo Colacino, di fare quanto nelle sue prerogative istituzionali per ottenere la restituzione delle spoglie dell'antenato e concittadino Giuseppe Villella, tuttora ignobilmente esposte nel Museo "Cesare Lombroso" di Torino;
considerato che:
nel 2004 il Tribunale di Lamezia Terme, con ordinanza ad esecuzione immediata, provvedeva a dare soddisfazione agli agenti Comune di Motta Santa Lucia e Comitato Tecnico Scientifico No Lombroso per la restituzione delle spoglie dello stesso Giuseppe Villella; che l'Università di Torino, proprietaria del museo in oggetto, richiedeva nel breve, con avvocatura di Stato, sospensiva del provvedimento presso la Corte d'Appello di Catanzaro che la concedeva fino all'aprile 2016;
quanto fin qui esposto, implica, per tutte le forze sociali e politiche, la ineludibile necessità di agire con la massima consapevolezza e responsabilità, al fine di restituire la giusta tutela alla pietas verso i defunti, nonché dignità a resti mortali che per il nostro patrimonio etico, culturale e giuridico sono sacri e inviolabili in quanto ovunque si nasca e si cresca si rimane sempre parte della famiglia umana;
impegna il Presidente e la Giunta regionale:
a promuovere ogni iniziativa che rientri nelle loro competenze, anche accogliendo e sostenendo moralmente il Comitato No Lombroso, affinché si giunga alla restituzione delle spoglie trattenute nel Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso" di Torino ai discendenti o Amministrazioni Comunali di origine che ne avessero fatto richiesta, ovvero, per i resti incogniti, che nessuno può reclamare, accogliere la disponibilità manifestata da don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità di Napoli, affinché tali resti vengano inumati nel Cimitero delle Fontanelle di Napoli, altresì luogo di asilo dei perduti per eccellenza. Di fare quindi ricorso, ove ritenuto necessario, dell'avvocatura regionale per il sostegno legale presso il MIBACT e presso tutte le sedi Istituzionali del Paese con immediata attuazione della presente mozione.
(32; 15.07.2015) Greco, Cannizzaro, Romeo, Nicolò, Nucera, Giudiceandrea, Orsomarso, Arruzzolo, Sculco
Il Consiglio regionale,
premesso che:
il Corpo forestale dello Stato è una realtà istituzionale unica, che da sempre rappresenta la polizia ambientale primaria a livello orizzontale su tutto il nostro territorio. La stragrande maggioranza dei controlli, anche di grandissimo rilievo, anche verso i grandi crimini ambientali li ha condotti la Forestale;
negli ultimi anni, il livello di inchieste del CFS ha fatto un salto di qualità elevatissimo, mettendo in evidenza la eccezionale gravità della situazione oggettiva dei crimini ambientali sul territorio e, contemporaneamente, collusioni e contiguità impensabili;
si è trattato di accertamenti a livello orizzontale nel territorio, cioè trasversale rispetto a tutti i reati ambientali (non solo rifiuti, ma anche acque, edilizia ed altro) che hanno coinvolto tutto il CFS come un unico operatore coordinato. Ed è stata questa la grande forza e la grande validità di questo tipo di operazioni, perché si tratta di una forza di Polizia statale che agisce simultaneamente in modo orizzontale sul territorio. Tutte le operazioni sono state sempre convalidate ed apprezzate dalle magistrature competenti;
la Camera dei Deputati ha approvato giorno 16/07/2015 la “Riorganizzazione delle Amministrazioni Pubbliche”, con cui di fatto cessa di esistere il Corpo forestale dello Stato, che viene assorbito in un'altra forza di Polizia (probabilmente nei Carabinieri ed in parte nei Vigili del Fuoco);
l'articolo 7) comma 1) lettera a) prevede “riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra forza di Polizia, fatte salve le competenze del medesimo Corpo forestale in materia di lotta attiva contro gli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei degli stessi da attribuire al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco con le connesse risorse e ferme restando la garanzia degli attuali livelli di presidio dell'ambiente, del territorio e del mare e della sicurezza agroalimentare e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà delle funzioni da attribuire, assicurando la necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale; conseguenti modificazioni agli ordinamenti del personale delle forze di Polizia di cui all'articolo 16 della legge lo aprile 1981, n. 121, in aderenza al nuovo assetto funzionale e organizzativo, anche attraverso:
1) la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera, tenendo conto del merito e delle professionalità, nell'ottica della semplificazione delle relative procedure, prevedendo l'eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche e la rideterminazione delle relative dotazioni organiche, comprese quelle complessive di ciascuna forza di Polizia, in ragione delle esigenze di funzionalità e della consistenza effettiva alla data di entrata in vigore della presente legge, ferme restando le facoltà assunzionali previste alla medesima data, nonché assicurando il mantenimento della sostanziale equiordinazione del personale delle forze di Polizia e dei connessi trattamenti economici, anche in relazione alle occorrenti disposizioni transitorie, fermi restando le peculiarità ordinamentali e funzionali del personale di ciascuna forza di Polizia, nonché i contenuti e i princìpi di cui all'articolo 19 della legge 4 novembre 2010, n. 183, e tenuto conto dei criteri di delega della presente legge, in quanto compatibili;
2) in caso di assorbimento del Corpo forestale dello Stato, anche in un'ottica di razionalizzazione dei costi, il transito del personale nella relativa forza di Polizia, nonché la facoltà di transito, in un contingente limitato, previa determinazione delle relative modalità, nelle altre forze di Polizia, in conseguente corrispondenza delle funzioni alle stesse attribuite e già svolte dal medesimo personale, con l'assunzione della relativa condizione, ovvero in altre amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, nell'ambito delle relative dotazioni organiche, con trasferimento delle corrispondenti risorse finanziarie. Resta ferma la corresponsione, sotto forma di assegno ad personam riassorbibile con i successivi miglioramenti economici, a qualsiasi titolo conseguiti, della differenza, limitatamente alle voci fisse e continuative, fra il trattamento economico percepito e quello corrisposto in relazione alla posizione giuridica ed economica di assegnazione;
3) l'utilizzo, previa verifica da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, di una quota parte dei risparmi di spesa di natura permanente, non superiore al 50 per cento, derivanti alle forze di Polizia dall'attuazione della presente lettera, fermo restando quanto previsto dall'articolo 18 della presente legge, tenuto anche conto di quanto previsto dall'articolo 3, comma 155, secondo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350; riordino dei corpi di Polizia provinciale, in linea con la definizione dell'assetto delle funzioni di cui alla legge 7 aprile 2014, n. 56, escludendo in ogni caso la confluenza nelle forze di Polizia; ottimizzazione dell'efficacia delle funzioni del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, mediante modifiche al decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, in relazione alle funzioni e ai compiti del personale permanente e volontario del medesimo Corpo e conseguente revisione del decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, anche con soppressione e modifica dei ruoli e delle qualifiche esistenti ed eventuale istituzione di nuovi appositi ruoli e qualifiche, con conseguente rideterminazione delle relative dotazioni organiche ed utilizzo, previa verifica da parte del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell'economia e delle finanze, di una quota parte dei risparmi di spesa di natura permanente, non superiore al cinquanta per cento derivanti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dall'attuazione della presente delega, fermo restando quanto previsto dall'articolo 18 della presente legge;
4) previsione che il personale tecnico del Corpo forestale dello Stato svolga, altresì, le funzioni di Ispettore fitosanitario di cui all'articolo 34 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 214”;
l'articolo 7) comma 1) lettera a - bis) prevede “con riferimento alle forze operanti in mare, fermi restando l'organizzazione, anche logistica, e lo svolgimento delle funzioni e dei compiti di polizia da parte delle forze di Polizia, eliminazione delle duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali, nonché ottimizzazione di mezzi e infrastrutture, anche mediante forme obbligatorie di gestione associata, con rafforzamento del coordinamento tra Corpo delle capitanerie di porto e Marina militare, nella prospettiva di un'eventuale maggiore integrazione”;
l'articolo 7) commi 1 bis, 2, 3, e 4 regolamentano i successivi Decreti attuativi, che sono adottati su proposta del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con i Ministri interessati, previa acquisizione del parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e del parere del Consiglio di
personale potrà transitare anche nelle pubbliche amministrazioni;
già il 13 aprile 2015 questo Consiglio regionale, con la mozione n. 10, votata all'unanimità, aveva impegnato il Presidente e la Giunta ad un intervento presso le sedi competenti, per evitare l'accorpamento del Corpo in altre forze di Polizia;
il Corpo Forestale dello Stato è specializzato in inchieste rilevanti, seriali, sistematiche e quotidiane che tendono a preservare il territorio e la salute pubblica dei grandi criminali ambientali;
azzerare questa operatività significa lasciare mano libera ai criminali ambientali, fino ad oggi contrastati efficacemente del Corpo Forestale dello Stato;
il Corpo Forestale dello Stato è già stato riorganizzato, quale unica forza di Polizia ad ordinamento civile, con competenza specifica in materia di tutela ambientale e agroalimentare con la legge 6 febbraio 2004, n. 36, e che la sua specificità è ribadita anche dal decreto del Ministro dell'Interno 28 aprile 2006 di “Riassetto dei comparti di specialità delle forze di Polizia”;
il rilevante, qualificato e produttivo impegno del Corpo Forestale dello Stato necessita, invece, di un incremento, attesa la circostanza che vede il numero dei professionisti addetti alla sicurezza ambientale e del territorio in molti Paesi europei ben superiore a quello italiano;
appare assolutamente necessario evitare l'assorbimento in altre forze di Polizia del Corpo Forestale dello Stato, disperdendone i compiti, ai fini del mantenimento degli attuali livelli di sicurezza e di presidio del territorio contro le manomissioni ambientali, il dissesto idrogeologico ed i reati agroalimentari;
impegna il Presidente e la Giunta regionale:
a chiedere prioritariamente e nuovamente al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di scongiurare, con qualsiasi azione prevista alla legge, l'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato in altre forze di Polizia o altra amministrazione pubblica, bensì che lo stesso, in un'ottica di razionalizzazione delle funzioni, venga rafforzato in termini di organico e di competenze specialistiche, affinché si configuri sempre più nettamente quale organo nazionale specializzato nella tutela e nella salvaguardia dell'ambiente, del territorio, delle foreste, del patrimonio agroalimentare e della biodiversità, a servizio di questa Regione e dell'intero Paese.
a chiedere, in ogni caso, al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di rivedere l'art. 7, comma 1, lettera a) del D.D.L. 3098 approvato dalla Camera dei Deputati, perché sicuramente poco chiaro nella parte in cui prevede, in merito alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, “eventuale assorbimento del medesimo in altra forza di Polizia”;
a chiedere, in ogni caso, al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di rivedere l'art. 7, comma 1, lettera a) punto 1) del testo approvato dalla Camera dei Deputati riguardante la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera, tenendo conto del merito e delle professionalità, nell’ottica della semplificazione delle relative procedure, perché sicuramente poco chiaro e potenzialmente lesivo;
a chiedere, in ogni caso, al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di rivedere l'art. 7, comma 1, lettera a) del D.D.L. 3098 approvato dalla Camera dei Deputati, perché appare certamente poco chiaro e troppo generico il riferimento alla “salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell'unitarietà delle funzioni da attribuire, assicurando la necessaria corrispondenza tra le funzioni trasferite e il transito del relativo personale”;
a chiedere, in ogni caso, al Presidente del Consiglio ed ai Ministri pro tempore della Repubblica di modificare l'art. 7, comma 1 bis, lettera a) del D.D.L. 3098 approvato dalla Camera dei Deputati, rendendo vincolante per il Governo il parere della Conferenza Unificata.
(33; 20.07.2015) Graziano
Il Consiglio regionale,
premesso che
sono 18 i procedimenti, a diversi step dell'iter amministrativo, per il rilascio delle concessioni per la coltivazione di idrocarburi tra Calabria, Basilicata e Puglia;
il 12 giugno 2015 si è conclusa la Valutazione di Impatto Ambientale dell'istanza di Enel Longanesi (denominata d79 FR - EN) ubicata a largo delle coste di Gallipoli fino a Crotone per una estensione di 748 km ;
sono, invece, 15 le istanze di permesso di ricerca presentate, di cui 8 in fase decisoria e 7 in corso di valutazione di impatto ambientale, per un'area di circa 10.000 km2 che riguardano le coste calabresi, pugliesi e della Basilicata;
un permesso di ricerca è stato rilasciato alla Appenine Energy nel tratto di costa jonica di fronte alla costa di Sibari per una estensione di oltre 60 km e un'altra istanza di concessione di coltivazione, presentata dall'ENI, è in corso di valutazione di impatto ambientale e riguarda il tratto di costa tra Sibari e Rossano per un'area di circa 76 km2;
nella manifestazione che si è svolta a Policoro giorno 15 luglio 2015 il Presidente Oliverio, insieme ai presidenti di Puglia e Basilicata, ha ribadito un forte no alle trivellazioni sia a mare che a terra, dichiarando anche che le tre Regioni hanno impugnato di fronte alla Corte Costituzionale le norme che consentono al Governo di attivare poteri sostitutivi nei confronti delle Regioni relativamente alle autorizzazioni alle trivellazioni in mare e che il 5 aprile prossimo è stata già fissata la data per l'avvio del dibattimento;
considerato che le attività in mare di ricerca, prospezione, estrazione e trasporto di idrocarburi sono, in tutte le fasi, altamente inquinanti ed impattanti;
l'attività delle piattaforme costituisce un elemento inquinante e stressante per l'habitat , infatti l'enorme quantitativo di materiali di scarto che una piattaforma rilascia nell'arco della sua attività danneggia la vita marina e la qualità dell'aria;
l'Airgun è il metodo di ricerca più utilizzato per la ricerca nel settore delle attività estrattive in mare per la sua capacità di fornire un rilievo dettagliato della stratigrafia dei fondali marini;
la tecnica dell'Airgun è riconosciuta a livello internazionale come altamente impattante (funziona ad una intensità sonora elevata, fino a 260 decibel) e può provocare danni ed alterazioni comportamentali, talvolta letali, in diverse specie marine, in particolare per i cetacei, fino a molti chilometri di distanza;
le conseguenze dell'uso di questa tecnica si estendono anche alle attività di pesca, infatti, uno studio del Norvegian Institute of Marine Research si è visto come la riduzione del pescato intorno ad una sorgente sonora che utilizza airgun possa arrivare anche al 50%;
anche il settore turistico, un patrimonio importantissimo per l'economia di questa area, rischia di subire un notevole impatto negativo dal moltiplicarsi delle attività petrolifere;
la vera ricchezza di questi territori sono l'enorme biodiversità marina, lo sviluppo dell’economia legata alla pesca sostenibile e la promozione di una nuova idea di turismo legato al mare che faccia della sostenibilità ambientale il suo punto di forza;
Impegna il Presidente e la Giunta regionale
a chiedere al Presidente del Consiglio ed ai ministri pro tempore della Repubblica di vietare l'utilizzo dell'Airgun per la ricerca nel settore delle attività estrattive;
a presentare ricorso contro il Decreto del Ministero dell'Ambiente che autorizza Enel Longanesi alla ricerca di idrocarburi tramite l'utilizzo della tecnica dell'Airgun (istanza Enel Longanesi denominata d79 FR - EN);
coinvolgere le altre Regioni interessate nella predisposizione di una proposta di legge di iniziativa parlamentare che regolamenti, nello scenario più ampio delle strategie energetiche, il settore delle trivellazioni, tutelando così le regioni più a rischio;
predisporre adeguati strumenti normativi, compatibilmente con la legislazione nazionale, che consentano alla Regione di partecipare, dal punto di vista tecnico, con maggiori poteri nell'iter autorizzativo e nella valutazione di impatto ambientale.
(34; 23.07.2015) Graziano
Tallini. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
il Dipartimento Organizzazione e Personale in data 02/04/2015, ha pubblicato l'avviso interno riservato ai Dirigenti di Ruolo della Giunta regionale per il conferimento dì n" 10 incarichi di Dirigente generale dei Dipartimenti regionali;
a seguito di tale avviso, viene
pubblicato sul sito del Dipartimento Organizzazione e Personale l'elenco dei
Dirigenti ritenuti idonei e quelli esclusi.
Con Delibera della Giunta Regionale n° 133 del
27/04/2015 avente per oggetto '' Richiesta al Dipartimento Organizzazione,
Personale e controlli della predisposizione e pubblicazione sul sito
istituzionale di avviso pubblico per il conferimento di incarichi di Dirigente
generale dei Dipartimenti “Presidenza”', “Tutela dello salute e Politiche
Sanitarie" e "Programmazione nazionale e Comunitaria";
con nota giusto protocollo n° 18 del 30/04/2015, inviata alla Dott.ssa Francesca Palumbo Dirigente di Settore della Segreteria della Giunta Regionale, ho chiesto copia della delibera N° 133 del 27/04/2015;
a seguito di tale nota, il Dirigente di settore Dott.ssa Francesca Palumbo mi comunicava con nota Giusto protocollo 135425 del 30/04/2015, “che ad oggi non è possibile procedere al rilascio della delibera della Giunta Regionale n” 133 del 27/04/2015, in quanto la stessa, verrà sottoposta alla Giunta Regionale nella prossima seduta”;
la Delibera della Giunta Regionale n. 133 del 27/04/2015 viene perfezionata e notificata al Dipartimento Organizzazione e Personale in data 05/05/2015, e pubblicata sul sito regcal della Regione in data 06/05/2015;
a seguito della Delibera della Giunta regionale n°' 133 del 27/04/2015, il Dipartimento Organizzazione e Personale, pubblicava sul sito istituzionale giorno 29/04/2015 Avviso pubblico conferimento di n° 3 incarichi di Dirigente generale dei Dipartimenti Regionali a soggetti esterni all'Amministrazione Regionale”';
a seguito della Delibera n. 133 del 27/04/2015 la Giunta Regionale rilevava che esaminati i curricula dei Dirigenti Interni candidati al conferimento degli incarichi dirigenziali di funzione generale, relativamente alle istanze presentate per i Dipartimenti “Presidenza”, “Tutela della salute”, e “Programmazione Nazionale e Comunitaria”, alla luce dei criteri previsti nell'avviso interno, non ha individuato soggetti in possesso delle caratteristiche necessarie e ha deliberato di richiedere a questo Dipartimento la predisposizione e la pubblicazione sul sito istituzionale, dell'avviso pubblico per il conferimento degli incarichi di Dirigente generale dei citati Dipartimenti “Presidenza”, “Tutela della Salute” e “Programmazione nazionale e Comunitaria” rivolto a dirigenti appartenenti ai ruoli di altre Amministrazioni ed agli esterni della P.A.;
la Corte dei Conti, sez. Centrale di Controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle Amministrazioni dello Stato con la Deliberazione n° 36/2014 del 30 Dicembre 2014, che ha affrontato il tema del conferimento di incarico Dirigenziale Generale ad un soggetto esterno all'amministrazione ha affermato "La procedura prevista dal dettato dell'art. 19 comma 6 del Decreto legislativo n" 165/2001, pone in capo all'amministrazione un onere di previa verifica circa la sussistenza delle risorse umane interne, in possesso dei requisiti professionali richiesti per l'incarico, determinando una necessaria funzionalizzazione della procedura valutativa a tale obiettivo prioritario, rimettendo a una fase successiva ed eventuale, conseguente all'esito infruttuoso della prima, la ricerca all'esterno finalizzata al conferimento di un incarico al sensi del comma 6 che, in ogni caso, deve discendere da una rinnovata volontà discrezionalità dell'amministrazione, debitamente motivata";
la stessa Corte afferma in sostanza
che " solo dopo aver accertato che nei Ruoli interni manchino le
competenze professionali richieste, risulta ammissibile il ricorso a
professionalità esterne".
La stessa Corte afferma che " la non rinvenibilità
nei ruoli dell'amministrazione secondo consolidata e conforme giurisprudenza di
questa Sezione, deve intendersi, per un verso, teso a limitare il ricorso a
contratti al di fuori dei ruoli dirigenziali in ossequio a ragioni di
contenimento della spesa pubblica, nonché di ottimizzazione della produttività
del lavoro pubblico, per altro verso, a non mortificare le aspettative dei
dirigenti interni che aspirino a ricoprire quel posto";
il Tar Lazio con le Sentenze N°3658/2015 e N°3670/2015 afferma: l'insuperabilità dei limiti percentuali per l'assunzione di Dirigenti esterni;
l'obbligo di provvedere alla programmazione triennale ed annuale del fabbisogno prima di procedere all'assunzione di Dirigenti Esterni;
l'obbligo di procedere alla ricognizione che confermi l'assenza di professionalità interne, prima di procedere all'assunzione di esterni, ricognizione che deve comprendere non solo il personale dirigenziale ma anche i Funzionari Direttivi in possesso dei requisiti richiesti -:
le esplicite motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale a dichiarare l'insussistenza delle necessarie professionalità tra i dirigenti di ruolo dell’amministrazione, dato che gli stessi sono stati ritenuti idonei a ricoprire l’incarico di Dirigenti Generali dei Dipartimenti "Presidenza", 'Tutela della salute" e "Programmazione Nazionale e Comunitaria" , come si evince dagli elenchi pubblicati sul sito del Dipartimento Organizzazione e Personale;
se è stato redatto un verbale contenente le esplicite motivazioni nel dichiarare inidonei i singoli Dirigenti Interni;
come mai si è proceduto a pubblicare l'avviso pubblico sul sito istituzionale del Dipartimento Organizzazione e Personale per il conferimento incarico di n° 3 Dirigenti Generali dei Dipartimenti Regionali a soggetti esterni all'Amministrazione Regionale giorno 29/04/2015; se la Delibera n" 133 del 27/04/2015 che autorizzava il Dipartimento Personale alla predisposizione dell'avviso è stata perfezionata e notificata solo giorno 05/05/2015;
allo stato, l'esatta percentuale della dotazione organica rispetto ai dirigenti esterni;
se, con la nomina dei tre Direttori Generali del Dipartimento viene sforato il limite previsto dalla legge ovvero il 10% della dotazione organica;
se è stata prevista nell'ambito triennale e annuale del fabbisogno di personale l'assunzione di Dirigenti esterni;
se è stata fatta una ricognizione che confermi l'assenza di professionalità interne che deve comprendere non solo il personale Dirigenziale ma anche quello direttivo in possesso dei requisiti richiesti;
se è intenzione della Giunta regionale revocare con effetto immediato “l’avviso pubblico del 29/04/2015 avente per oggetto il conferimento incarico di n° 3 incarichi Dirigenti Generali dei Dipartimenti regionali a soggetti esterni all’amministrazione regionale'', in quanto lo stesso, a parere dello scrivente, appare fortemente caratterizzato da elementi di illiceità e illegittimità.
(46; 25.05.2015)
Risposta – “Con l'atto indicato in oggetto, il Consigliere Regionale Domenico Tallirli interroga il Presidente della Regione Calabria, in
merito all'avviso pubblico per il conferimento di 3 incarichi di Dirigente
generale dei Dipartimenti Regionali a soggetti esterni all'amministrazione.
L'Assessore
all'Organizzazione, Risorse Umane e Controlli ritiene di precisare quanto
segue:
relativamente
a quanto chiesto al punto a) dell'interrogazione, si rileva che le motivazioni
che hanno indotto la Giunta regionale a ricorrere ad un avviso pubblico rivolto
all'esterno per gli incarichi di dirigente generale del Dipartimento
Presidenza, del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche Sanitarie e del
Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria, sono ampiamente
esplicitate nella D.g.r. n. 133 del 27/04/2015 di cui
si riportano le parti che qui interessano:
"RITENUTO
che
- fatte salve le ulteriori determinazioni che assumerà la Giunta Regionale per
gli altri Dipartimenti a seguito dell'istruttoria compiuta dalla competente
struttura - i Dipartimenti "Presidenza", 'Tutela della Salute e
Politiche Sanitarie" e "Programmazione Nazionale e Comunitaria",
sulla base delle valutazioni emerse nel corso della discussione appresso
riportate, sono caratterizzati, per l'importanza, la complessità e la rilevanza
economico-sociale delle funzioni loro attribuite, da una valenza strategica di
valore prioritario ai fini dell'attuazione del programma politico
dell'Esecutivo regionale e, in particolare, degli obiettivi che le strutture
amministrative devono conseguire in funzione della predetta attuazione
attraverso un'attività amministrativa di tipo innovativa;
che
l'importanza e complessità di tali strutture richiedono una professionalità
particolarmente elevata per le posizioni apicali;
RITENUTO
che, in particolare, il Dipartimento Presidenza dovrà assicurare l'attuazione
del nuovo assetto istituzionale derivante dalle recenti riforme istituzionali,
il Dipartimento "Tuteia della Salute e Politiche
Sanitari" dovrò accompagnare il percorso del Piano di rientro finalizzato
al suo prossimo superamento, il Dipartimento Programmazione razionalizzare,
rendere efficaci ed accelerare le procedure per il migliore e più produttivo
impiego dei fondi U.E.;
ESAMINATI
i currìcula allegati alle domande presentate dai
dirigenti interni che hanno avanzato la propria candidatura per il Dipartimento
"Presidenza", 'Tutela della Salute e Politiche Sanitarie" e
"Programmazione Nazionale e Comunitaria";
CONSIDERATO,
quanto al Dipartimento "Presidenza", che, secondo i criteri di
valutazione per il conferimento dell'incarico di dirigente generale previsti
dall'avviso interno, il conseguimento degli obiettivi di carattere strategico
assegnati al Dipartimento, anche in ragione della più immediata collaborazione
con gli Organi di Governo politico, richiede competenze culturali ed
organizzative idonee ad assicurare, tanto nella fase di elaborazione quanto in
quella di attuazione, una visione sistemica dell'azione amministrativa ispirata
alle migliori pratiche ed idonea a supportare, in diretto affiancamento con i
predetti Organi, processi di radicale riorganizzazione per la migliore
attuazione degli indirizzi politici, assicurando capacità di coordinamento
proattivo delle strutture organizzative e relazioni cooperative con gli attori
istituzionali locali e nazionali;
RITENUTO
che dai curricula dei dirigenti interni che hanno
avanzato la propria candidatura non emergono un percorso professionale ed
un'esperienza specifica coerenti con l'obiettivo strategico assunto dal Governo
regionale di disegnare un nuovo assetto delle strutture burocratiche in
relazione alle esigenze che derivano dai mutati assetti istituzionali degli
enti territoriali, e delle relative competenze, già delineati dalle recenti
leggi di riforma approvate dal Parlamento; esperienza specifica ancor più
necessaria in sede di futura attuazione del diverso riparto delle funzioni che
emergerà dalle riforme costituzionali all'esame delle Camere;
CONSIDERATO,
altresì che le azioni amministrative ispirate alle "best practies", anch'esse costituenti obiettivo strategico
dell'attuale Governo regionale, richiedono particolari competenze nei vari
ambiti coinvolti dalle recenti modifiche normative, ed a quelle ancora in
itinere, tendenti ad accrescere l'etica nella gestione delle risorse pubbliche
e la trasparenza nelle procedure amministrative, anche in funzione di
prevenzione dei fenomeni corruttivi, che non emergono nel percorso professionale
dei predetti dirigenti interni;
CONSIDERATO,
quanto al Dipartimento "Tutela della Salute e Politiche Sanitarie",
che,
secondo i criteri di valutazione per il conferimento dell'incarico di dirigente
generale previsti dall'avviso interno, il conseguimento degli obiettivi di
carattere strategico assegnati al Dipartimento, anche in ragione della più
immediata collaborazione con gli Organi di Governo politico e della necessaria
interazione con le strutture deputate alla gestione del Piano di rientro, richiede
competenze culturali ed organizzative idonee ad assicurare, tanto nella fase di
elaborazione quanto in quella di attuazione, una visione sistemica dell'azione
amministrativa idonea a supportare i processi di radicale riorganizzazione
richiesti dal Piano di rientro, assicurando capacità di coordinamento proattivo
e di relazioni cooperative tra i vari livelli istituzionali;
CONSIDERATO
che la Regione Calabria è sottoposta a Piano di rientro dai disavanzi del
settore sanitario, come da accordo con i Ministeri della Salute e dell'Economia
approvato con deliberazione di Giunta Regionale del 23 dicembre 2009 n. 908, e
successivamente rinnovato, con scadenza prevista per dicembre 2015;
RITENUTO
anche che dai curricula dei dirigenti interni che
hanno avanzato la propria candidatura non emerge una specifica capacità
Rassicurare il necessario raccordo tra gli Organi di governo delia Regione ed il Commissario ad acta
per il Piano di rientro nell'ambito di una visione complessiva che trascenda i
confini territoriali regionali e consideri le soluzioni di riorganizzazione
delle attività assistenziali e sanitarie attuate nelle altre regioni sottoposte
a Piano di Rientro, soprattutto nell'attuale fase di scadenza dell'accordo
Stato- Regione;
CONSIDERATO
altresì che il Dirigente Generale del Dipartimento deve assicurare il predetto
raccordo tra il Governo regionale, il Commissario ad acta
ed i diversi Organi statali deputati alla gestione del Piano e che tale
raccordo costituisce l'unico strumento per consentire alia
Regione di perseguire efficacemente le finalità dì tutela della salute nel
proprio territorio che la Costituzione le affida;
CONSIDERATO,
pertanto, die lo svolgimento dell'incarico di
Dirigente Generale del Dipartimento Tutela della Salute richiede anche capacità
di relazione con i Ministeri affiancanti, con esercizio di competenze sia di
tipo tecnico-sanitario sia di ordine economico finanziario, capacità e
competenze che non emergono nel percorso professionale dei predetti dirigenti
interni;
RITENUTO
che tale attività di proficuo collegamento con i Ministeri affiancanti assume
particolare rilevanza nell'imminente fase di uscita dal Piano di rientro e di
eventuale rinnovo dell'accordo tra Stato e Regione;
CONSIDERATO,
quanto al Dipartimento "Programmazione Nazionale e Comunitaria", che,
secondo i criteri di valutazione per il conferimento dell'incarico di dirigente
generale previsti dall'avviso interno, il conseguimento degli obiettivi di
carattere strategico assegnati al Dipartimento assume funzione cardinale nella
prospettiva dell'attuazione degli obiettivi di governo, richiedendo al
dirigente generale specifiche competenze culturali, professionali e manageriali
idonee ad assicurare adeguata capacità di traduzione dei medesimi obiettivi
politici in sistemi complessi di programmazione e gestione, con correlate
capacità di dialogo a livello delle istituzioni dell'Unione e dello Stato,
nonché dei soggetti sociali ed istituzionali locali;
RITENUTO
che dai curricula dei dirigenti interni che hanno
avanzato la propria candidatura non emerge una specifica capacità non emergono
specifiche capacità di traduzione degli obiettivi politici in sistemi complessi
di programmazione e gestione;
RITENUTO
che, per quanto concerne, in particolare, il profilo della programmazione, nessuno
dei predetti dirigenti interni che hanno avanzato la propria candidatura
risulta aver svolto un percorso professionale in grado di assicurare
efficacemente il necessario raccordo tra le strutture regionali e gli Organi
dell'Unione Europea;
CONSIDERATO
che neppure emergono dal percorso professionale dei predetti dirigenti interni
specifiche capacità ed esperienza di dialogo con i soggetti sodali ed
istituzionali locali;
CONSIDERATO
che, per quanto concerne, altresì, il profilo della gestione, il corretto
utilizzo delle risorse provenienti dall'Unione, anche sul piano della
tempistica, costituisce elemento imprescindibile per lo sviluppo economico e la
crescita sociale della Regione e che dal percorso professionale dei predetti
dirigenti interni neppure emergono specifiche capacità ed esperienza
nell'impiego tempestivo dei fondi comunitari;
CONSIDERATO,
per tutto quanto sopra esposto, che la Giunta regionale non individua tra i
dirigenti interni che hanno avanzato la propria candidatura alcun soggetto al
quale affidare l'incarico di dirigente generale dei Dipartimenti
"Presidenza", Tutela della Salute e Politiche Sanitarie" e
"Programmazione Nazionale e Comunitaria";
VISTA
la certificazione sul rispetto della percentuale della dotazione organica per
gli incarichi dirigenziali da conferire a dirigenti dei ruoli di altre
amministrazioni ed a soggetti esterni alla P.A. prodotta dal Dipartimento
Organizzazione risorse umane e controlli;”.
Per
quanto concerne il punto b) valgono le considerazioni già espresse al punto a]
e, comunque, la deliberazione della G.R. n. 133/2015
è conforme alla volontà espressa e verbalizzata dalla Giunta nella seduta del
17.4.2015.
Sul
punto c) si fa notare che la procedura seguita è conforme a quanto previsto dal
Nuovo Disciplinare di Giunta, approvato (con il voto favorevole anche del
consigliere, allora assessore, Tallini) nella
precedente legislatura con D.G.R. n. 461 del
2/11/2011 e, in particolare, l'art 9 del già citato Nuovo Disciplinare di
Giunta, che prevede la formalizzazione successiva dei provvedimenti adottati
dalla Giunta; l'argomento è trattato diffusamente dal dirigente del settore
"Segreteria Generale della Giunta Regionale" nella nota n. prot 168927 del 28/05/2015 alla quale si rinvia
integralmente.
Per
il punto d), il dirigente generale del Dipartimento Organizzazione, Risorse
Umane e Controlli ha fornito alla Giunta apposito prospetto, allegato al
verbale della seduta del 27/04/2015 con cui si mette a conoscenza l'esecutivo
della situazione al 24/04/2015 della dotazione organica dirigenziale e della
percentuale di incarichi dirigenziali conferibili. Tale documento attesta che
la dotazione organica dirigenziale è pari a 164 unità, che vi sono 130
dirigenti di ruolo, 3 dirigenti "esterni" ex co.
6 art 19 D.Lgs. 165/2001,1 dirigenti ex co. 5 bis art
19 D.Lgs. 165/2001, 30 i posti vacanti.
Per
il punto e], si rappresenta al consigliere che, dal già citato prospetto,
risulta che è stato rispettato il disposto dell'art 19, comma 6 e comma 5 bis
del D.lgs 165/2001; e che gli incarichi conferibili,
ai sensi dell'art. 19, comma 5 bis del D.lgs 165/2001
e nei limiti di cui all'art. 10 comma 3 bis della L.R.
7 agosto 2002 n. 31, sono 15.
In
relazione al punto f), si ricorda che il conferimento degli incarichi non
rientra nell'ambito triennale e annuale del fabbisogno di personale, proprio
perché si tratta di posti apicali delle strutture dipartimentali espressamente
previsti dalla legge regionale e sono conseguenza delle determinazioni
organizzative assunte dalla Giunta regionale [peraltro, proprio perché non si
tratta di posti di organico, in caso di nomina di dirigenti interni, infatti,
gli stessi sono posti in aspettativa.
Per
il punto di cui alla lettera g) si rinvia nuovamente alla D.G.R.
n. 133 del 27/04/2015, pienamente rispettosa dell'art. 19 D.Lgs
n. 165/2001 e del regolamento regionale n. 3/2015, per ciò il primo avviso non
poteva che essere riservato al personale in possesso della qualifica
dirigenziale, mentre nella seconda fase, avviata con la delibera oggetto di
interrogazione, hanno partecipato e sono stati valutati dalla Giunta regionale
anche il personale direttivo in possesso dei requisiti previsti dalla citata
normativa.
Infine,
per quanto chiesto alla lettera h) l'Assessore all'Organizzazione, Risorse
Umane e Controlli ritiene, come condiviso anche dal dirigente generale, di non
potere e dovere proporre alcuna "revoca" dell'avviso pubblico, in
quanto, alla luce di quanto sopra esposto, l'atto adottato si presenta del
tutto immune da vizi.
Distinti saluti”.
L’assessore
al bilancio e programmazione comunitaria (Vincenzo Antonio Ciconte)
“Si
trasmette, l'interrogazione indicata in oggetto, numero 46/10^ del 25.05.2015,
con invito a voler riscontrare in merito, non oltre venti giorni dalla
ricezione dell'interrogazione stessa, per come previsto dal Regolamento interno
del Consiglio regionale.
I
Dirigenti Generali, cui la presente viene anche inviata, dovranno fornire al
Presidente ed al Vice Presidente della Giunta regionale gli elementi tecnici
necessari per rispondere in merito, tenuto conto del termine anzidetto.
Si
precisa, infine, come indicato nella nota circolare n. 71496 del 05.03.2015 che
alla scrivente Segreteria dovrà pervenire unicamente la risposta del Presidente
e del Vice Presidente, che sarà trasmessa tempestivamente alla mail ufficiale
del Consigliere interrogante ed al Presidente del Consiglio regionale, secondo
le procedure informatizzate indicate nella suddetta circolare.
Per
quanto riguarda la competenza del Settore scrivente, si ritiene di dover precisare,
dal punto di vista tecnico, la procedura seguita che sembra non essere chiara
al consigliere interrogante.
Nella
seduta del 27 aprile u.s. la Giunta regionale ha deciso di ricorrere ad avviso
pubblico rivolto all'esterno per gli incarichi di dirigente generale del
Dipartimento Presidenza, del Dipartimento Tutela della Salute e Politiche
Sanitarie e del Dipartimento Programmazione Nazionale e Comunitaria.
A
tal fine sono state esplicitate nel corso della detta seduta, cui era presente
il Dirigente Generale del Dipartimento Organizzazione, Risorse Umane e
Controlli, le motivazioni da menzionate in apposito testo deliberativo, appunto
la deliberazione n. 133 del 27 aprile 2015, da formalizzare a cura del
Dipartimento Organizzazione, Risorse Umane e Controlli, ai sensi dell'art. 9
del Nuovo Disciplinare di Giunta approvato, nella precedente legislatura, con D.G.R n. 461 del 2 novembre 2011.
In
tale seduta del 27 aprile 2015, il dirigente generale del Dipartimento
Organizzazione, Risorse Umane e Controlli ha fornito anche alla Giunta
Regionale prospetto sottoscritto riguardante la situazione al 24 aprile 2015
della dotazione organica dirigenziale e della percentuale di incarichi
dirigenziali conferibili all'esterno, ai sensi dell'art. 19, comma 6 e comma 5
bis, del D. Lgs. 165/2001, attestante, tra l'altro,
il numero degli incarichi conferibili.
In
data 28 aprile 2015, il dirigente generale del Dipartimento Presidenza, nella
qualità di verbalizzante della seduta di giunta del 27 aprile 2015, ha invitato
il Dirigente generale del Dipartimento Organizzazione Risorse Umane e
Controlli, con nota prot n. 131916, a voler
provvedere alla formalizzazione della deliberazione n. 133/2015, secondo quanto
deciso dalla Giunta Regionale, come da estratto di verbale.
Nella
medesima giornata del 28 aprile 2015, il Dirigente Generale del Dipartimento
Organizzazione, Risorse Umane e Controlli ha provveduto con nota n. 132109 a
trasmettere "il provvedimento della Giunta Regionale, formalizzato per
come richiesto ... e secondo quanto emerso nella discussione avvenuta nel corso
della seduta".
Ai
sensi dell'art. 9 del Disciplinare di Giunta sopra menzionato "una volta
regolarizzate, le delibere devono essere poste all'attenzione della Giunta, a
cura della Segreteria della Giunta, nella seduta immediatamente successiva alla
loro regolarizzazione e comunque, non oltre 30 giorni dalla loro approvazione,
per essere sottoscritte, nell'originale, dal Presidente e dal Segretario della
Giunta, i quali garantiscono la conformità delle stesse alla volontà espressa
dall'Organo Politico
La
seduta immediatamente successiva a detta regolarizzazione è stata quella del 5
maggio 2015, in cui si è provveduto all'espletamento degli adempimenti previsti
dal Disciplinare di Giunta.
Come
è possibile evincere dalla ricostruzione documentata dei passaggi
amministrativi avvenuti, la regolarizzazione della deliberazione è stata
assolutamente in linea con le prescrizioni del disciplinare di Giunta, che
viene osservato scrupolosamente dal 2011 ad oggi.
In
data 30 aprile 2015, dopo una spiegazione informale data sulla detta procedura
e sull'iter di formalizzazione in corso, il consigliere Tallini
ha richiesto formalmente alla Segreteria di Giunta, con nota n. 18 di pari
data, copia della deliberazione n. 133 del 27 aprile 2015 o in alternativa la
attestazione della sua non disponibilità.
Nella
medesima data con nota n. 135425 del 30 aprile 2015, nel riscontrare la nota
del consigliere Tallini, si comunicava testualmente
quanto segue, difformemente da quanto riportato nell'interrogazione: "...
ad oggi non è possibile procedere al rilascio della deliberazione di Giunta
Regionale n. 133 del 27 aprile 2015, in quanto la stessa, ai sensi dell'art. 9
del Nuovo Disciplinare dei Lavori della Giunta Regionale (approvato con D.G.R n. 461/2011), verrà sottoposta alla Giunta Regionale
nella prossima seduta per essere sottoscritta dal Presidente e dal Dirigente
Generale Reggente del Dipartimento Presidenza. Pertanto, non essendovi stata
alcuna altra seduta dì Giunta dal 27 aprile 2015 ad oggi, l'iter di
perfezionamento della procedura di regolarizzazione previsto dal predetto art.
9 del Disciplinare dei Lavori della Giunta regionale non si è ancora concluso
..."
Tanto si doveva per la parte di propria competenza.”
Il dirigente (Avv. Francesca Palumbo)
Il funzionario responsabile (Dott.ssa Sabrina Scappatura)
Tallini. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con deliberazione n. 111 del 17/04/2015 avente per oggetto “Istituzione del Dipartimento n. 1
Segretariato generale",
la Giunta regionale ha istituito il Dipartimento "Segretariato
Generale";
con Decreto dirigenziale n. 3490 del 20/04/2015 è stato approvato
l'avviso interno riservato ai dirigenti di ruolo della giunta regionale,
pubblicato sul sito internet della regione il 20/04/2015, per il conferimento
dell'incarico di Dirigente generale del Dipartimento “Segretariato Generale”;
a
seguito dell'avviso pubblico sono state acquisite le domande dei candidati;
la
competente struttura ha provveduto alla relativa istruttoria predisponendo e
pubblicando sul sito internet della regione l'elenco degli ammessi e degli
esclusi;
la
Giunta regionale nella seduta del 05/05/2015, non ha individuato tra i
dirigenti interni soggetti in possesso delle caratteristiche necessarie;
la
Giunta regionale nella seduta del 05/05/2015 ha dato mandato al Dipartimento
Personale dì predisporre e pubblicare l’avviso pubblico per il conferimento
dell'incarico richiamato in oggetto, rivolto a soggetti esterni al ruolo dei
dirigenti della giunta regionale;
con decreto n. 4187 del 06/05/2015 è stato approvato l'avviso pubblico
e pubblicato sul sito internet della Regione il 07/05/2015;
a
seguito dell'avviso pubblico sono state acquisite le domande dei candidati;
la
competente struttura ha provveduto alla relativa istruttoria predisponendo e
pubblicando sul sito internet della regione l'elenco degli ammessi e degli
esclusi;
tale
elenco viene trasmesso all'assessore al personale con nota n. 159463 del
20/05/2015;
la
Giunta regionale ha esaminati i curricula dei
candidati nella seduta del 21/05/2015 ed ha ritenuto individuare per l'incarico
di che trattasi l'Avvocato dello Stato Antonio Ennio Apicella quale Dirigente
Generale del Dipartimento Segretariato Generale;
con
deliberazione della Giunta regionale n. 173 del 25 maggio 2015 viene conferito
l'incarico di Direttore generale del Dipartimento n. 1, Segretariato Generale
all'Avvocato dello Stato Ennio Antonio Apicella;
detta
nomina viene fatta in applicazione dello Statuto della Regione Calabria; della L.R. n. 7 del 13 maggio 1996; dell'art. 8 della L.R. n. 31 del 7 agosto 2002;
la
Corte costituzionale con Sentenza del 12 novembre 2010 n. 324, modificando il
precedente orientamento, ha dichiarato la legittimità dell'estensione dell'art.
19 del D.lgs. n. 165/2001 e delle limitazioni ivi previste, anche alle Regioni
ed Enti Locali -:
sulla
scorta delle osservazioni contenute nella presente interrogazione:
le
motivazioni che hanno indotto la Giunta regionale e/o le strutture competenti
ad emanare l'avviso pubblico in base alla legge regionale n. 31 del 7 agosto
2002 art. 8, la Legge regionale n. 7/96 art. 25, violando palesemente la
sentenza della Corte costituzionale n. 324 del 12 novembre 2010, nella parte in
cui dichiara la legittimità dell'estensione dell'art. 19 del D.lgs n. 165/2001 anche alle Regioni;
le
motivazioni che hanno indotto il Dirigente di Settore (Responsabile del
procedimento) a non predisporre la firma in calce alla Delibera n. 173 del 25 maggio
2015 avente per oggetto: conferimento incarico di Dirigente Generale del
Dipartimento Segretariato Generale, a differenza delle altre tre Delibere,
(numero 174-175-176 del 25 maggio 2015) avente per oggetto: conferimento
incarico di Direttore Generale dei Dipartimenti Salute, Programmazione, Presidenza,
che risultano puntualmente firmate.
se,
con la nomina del Direttore generale del Dipartimento 1, Segretariato generale
viene sforato il limite previsto dalla legge ovvero il 10% della dotazione
organica;
se
è stata prevista nell'ambito triennale e annuale del fabbisogno del personale
l'assunzione dei Dirigenti Esterni;
se
è intenzione della Giunta regionale revocare con effetto immediato l'avviso
pubblico per il conferimento incarico di Dirigente Generale del Dipartimento n.
1 Segretariato Generale rivolto a soggetti esterni al ruolo dei Dirigenti della
Giunta regionale, in quanto lo stesso appare fortemente caratterizzato da
elementi di illiceità e illegittimità.
(50;
09.06.2015)
Risposta – “Il consigliere regionale Domenico Tallini ha
proposto interrogazione consiliare in merito all'avviso pubblico per il
conferimento dell'incarico Dirigente generale del Dipartimento “Segretariato
Generale”
L'interrogante
chiede:
di
conoscere le motivazioni che hanno indotto ad emanare l'avviso pubblico in base
alla legge regionale n. 31/2002, che sarebbe a suo avviso in contrasto con la
sentenza della Corte costituzionale n. 324/2010;
di
sapere !e motivazioni che hanno indotto il dirigente di settore a non
"predisporre" (rectius, apporre) la firma
in calce alla delibera n. 173 del 25 maggio 2015;
di
sapere se, con la nomina del Direttore generale del Dipartimento
"Segretariato Generale" viene sforato il limite previsto dalla legge
"ovvero" il 10% della dotazione organica;
sapere
se è stata prevista nell'ambito triennale e annuale del fabbisogno del
personale l'assunzione dei dirigenti esterni;
di
sapere se è intenzione della Giunta regionale revocare l'avviso pubblico per il
conferimento
dell'incarico
Dirigente generale del Dipartimento "Segretariato Generale".
*******
Il
Vice Presidente e Assessore all'Organizzazione, Risorse Umane e Controlli
ritiene di precisare quanto segue.
Il
conferimento dell'incarico in questione è avvenuto ai sensi dell'art. 8 della
legge regionale n. 31/2002, che recita: "Istituzione del Segretariato
Generale 1. Nell'ambito del sistema organizzativo regionale è istituito, presso
la Presidenza della Giunta regionale, il Dipartimento «Segretariato Generale»,
con compiti di sintesi e di coordinamento dei dipartimenti nonché, ove
istituite, delle direzioni delle Aree Funzionali, per il migliore conseguimento
degli obiettivi di governo dell'Ente; è altresì attribuita al Segretariato
Generale la verifica dell'andamento della gestione con riferimento agli
indirizzi politici del Presidente. 2. L'incarico di Segretario Generale è
conferito 'dalla Giunta regionale a dirigente regionale che abbia svolto le
funzioni di dirigente generale per almeno tre anni, ovvero, con contratto di
diritto privato a tempo determinato, a soggetto di particolare e comprovata
qualificazione professionale, che abbia effettivamente svolto funzioni
dirigenziali per almeno quindici anni in organismi, Enti o Aziende, pubblici o
privati, ovvero che provenga dai settori della docenza universitari con
esperienza quindicennale o dai ruoli delle magistrature o dell'avvocatura dello
Stato ed abbia conseguito la nomina a magistrato di Corte di Appello od a
qualifica equiparata, purché sia in possesso dei requisiti previsti dall'art.
25 della legge regionale 13 maggio 1996 n. 7 per la nomina a dirigente
generale, ad eccezione dei cinque anni di anzianità in qualifica dirigenziale.
Al Segretario Generale è corrisposto il trattamento economico previsto per i
dirigenti generali maggiorato del 20%".
Tale
legge regionale è, ad ogni effetto, vigente ed efficace e, dunque non può
essere certo disapplicata dall'Amministrazione regionale, anche perché prevede
requisiti di professionalità superiori a quelli richiesti dalla norma statale
richiamata dall'interrogante.
Tale
interpretazione', del resto, è pienamente condivisa dalla Procura della
Repubblica di Catanzaro, che ha avviato un procedimento penale proprio in
relazione all'incarico di Segretario Generale della Giunta Regionale conferito
nella precedente legislatura in violazione dell'art. 8 della legge regionale n.
31/2002.
Il
nuovo testo dell'art. 19 D.Lgs n. 165/2001 (comma
6-ter), estende a regioni ed enti locali la disciplina del conferimento degli
incarichi dirigenziali (comma 6 e 6-bis).
Secondo
la decisione n. 324/2010 della Consulta, "Si tratta di una normativa
riconducibile alla materia dell'ordinamento civile di cui all'art. 117. secondo
comma, lettera I), Cost.. poiché il conferimento di
incarichi dirigenziali a soggetti esterni, disciplinato dalla normativa citata,
si realizza mediante la stipulazione di un contratto di lavoro di diritto
privato. Conseguentemente, la disciplina della fase costitutiva di tale
contratto, così come quella del rapporto che sorge per effetto della
conclusione di quel negozio giuridico, appartengono alla materia
dell'ordinamento civile. In particolare, l'art. 19, comma 6 d.lgs
n. 165 del 2001 contiene una pluralità di precetti relativi alla qualificazione
professionale ed alle precedenti esperienze lavorative del soggetto esterno,
alla durata massima dell'incarico (e, dunque, anche del relativo contratto di
lavoro), all'indennità che - a integrazione del trattamento economico - può
essere attribuita al privato, alle conseguenze del conferimento dell'incarico
su un eventuale preesistente rapporto di impiego pubblico e, infine, alla
percentuale massima di incarichi conferibili a soggetti esterni (il successivo
comma 6-bis contiene semplicemente una prescrizione in tema di modalità di
calcolo di quella percentuale). Tale disciplina non riguarda, pertanto, né
procedure concorsuali pubblicistiche per l'accesso al pubblico impiego, né la
scelta delle modalità di costituzione di quel rapporto giuridico. Essa,
valutata nel suo complesso, attiene a, requisiti, soggettivi che debbono essere
posseduti dal contraente privato, alla durata massima del rapporto, ad alcun,
aspetti del regime economico e giuridico ed è pertanto riconducibile alla
regolamentazione del particolare contratto che l'amministrazione stipula con il
soggetto ad essa esterno cui conferisce l'incarico dirigenziale."
La
decisione della Corte non esclude certamente l'applicazione nelle Regioni di
norme di legge che prevedano requisiti superiori per il conferimento degli
incarichi dirigenziali. Infatti, la fase in cui il rapporto dì lavoro
dirigenziale non è ancora costituito non può essere ricondotta integralmente
alla disciplina statale contenuta nell'art. 19 (sia quella pregressa, che
quella recata dalla riforma del 2009) in quanto non riguarda i diritti e
obblighi delle parti, che costituiscono il contenuto della materia «ordinamento
civile», cioè la disciplina intersoggettiva del rapporto di lavoro
privatizzato.
Del
resto, si deve fondatamente dubitare che la disciplina dei requisiti per il
conferimento degli incarichi dirigenziali ad esterni sia riconducibile
all'ordinamento civile riservato alla legge statale. La determinazione
preventiva dei requisiti costituisce, infatti, il necessario adempimento
propedeutico ad ogni procedura selettiva, funzionale ad individuare il tipo di
«figura professionale» necessaria all'organizzazione, anche nel caso di scelta
para-comparativa come prevista dall'art. 19 comma 6. I requisiti che devono
essere posseduti dagli aspiranti assumono infatti rilievo nella fase
antecedente alla costituzione del contratto e sono funzionali alla successiva
individuazione da parte dell'amministrazione del soggetto idoneo, solo
all'esito della quale si avrà la stipulazione del contratto di lavoro.
In
tal senso, la stessa Corte costituzionale ha ripetutamente affermato che le
modalità di accesso all'impiego (e, dunque, anche i requisiti per il
conferimento di incarichi dirigenziali ad esterni) rientrano nella materia
dell'organizzazione amministrativa delle regioni: "La disciplina
dell'accesso all'impiego è riconducibile alla materia dell'organizzazione
amministrativa delle regioni e degli enti pubblici regionali e rientra nella
competenza esclusiva (residuale) delle regioni, di cui all'art. 117 comma 4
cost." (Corte cost. n. 95/2008; Corte cost. n. 380/2004).
Deve
ulteriormente ribadirsi che la norma regionale pone in capo agli aspiranti alla
carica di Segretario Generale requisiti di professionalità più elevati rispetto
a quelli previsti dalla norma statale; per il conferimento dell'incarico a
soggetti esterni all'Amministrazione regionale si prevede infatti l'affidamento
a soggetti che abbiano "svolto funzioni dirigenziali per almeno quindici
anni in organismi, Enti o Aziende pubblici o privati, ovvero che provenga dai
settori della docenza universitari con esperienza quindicennale". Ciò è
dovuto alla posizione peculiare ricoperta dal Segretario generale, al quale
sono demandati "compiti di sintesi e di coordinamento dei
dipartimenti", nonché "la verifica dell'andamento della gestione con
riferimento agli indirizzi politici del Presidente".
Nel
caso di specie, peraltro, la distinzione tra la normativa statale e quella
regionale è del tutto superflua, in quanto l'incarico è stato attribuito ad un
Avvocato dello Stato con qualifica equiparata a Presidente di Sezione della
Corte di Cassazione, e dunque in possesso sia dei requisiti previsti nella
legge statale che dei maggiori requisiti della legge regionale, il che rende
priva di ogni rilevanza la questione sollevata dall'interrogante ed esclude
qualsiasi illegittimità della deliberazione di conferimento.
In
ogni caso, è assai difficile sostenere che l'art. 19 del D.Lgs
n. 165/2001 sia applicabile, sic et simpliciter,
anche in presenza di una diversa normativa regionale, alla nomina del
Segretario generale della Regione. Ciò perché è lo stesso D.Lgs
n. 165/2001 a riconoscere la peculiare posizione di tale figura dirigenziale,
demandando anche alle Regioni la funzione normativa in materia: "Gli
ordinamenti delie amministrazioni pubbliche al cui
vertice è preposto un segretario generale, capo dipartimento o altro dirigente
comunque denominato, con funzione di coordinamento di uffici dirigenziali di
livello generale, ne definiscono i compiti ed i poteri' (art. 16, comma 5,
d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165). Di tale funzione normativa, hanno fatto uso
quasi tutte le Regioni d'Italia.
7.
L'interrogante chiede altresì di conoscere le motivazioni che hanno indotto il
dirigente di settore a non "predisporre" (rectius,
apporre) la firma in calce alla delibera n. 173 del 25 maggio 2015. Le ragioni
della mancata apposizione della firma da parte del dirigente di settore non
sono state formalmente esplicitate per iscritto.
Può
presumersi che esse dipendano dal fatto che, com'è noto, il predetto dirigente
di settore (come, del resto, anche l'interrogante nella sua pregressa funzione
di Assessore regionale al Personale) è sottoposto ad indagini da parte della
Procura della Repubblica di Catanzaro in conseguenza del conferimento
dell'incarico di Segretario Generale a soggetto non in possesso dei requisiti
previsti dall'art. 8 legge regionale n. 31/2002.
Poiché
la dotazione organica dirigenziale è pari a 164 unità, la nomina del Segretario
Generale all'esterno non viola la percentuale del 10%. Inoltre, il conferimento
dell'incarico non rientra nell'ambito triennale e annuale del fabbisogno di
personale, proprio perché non comporta stabile assunzione di personale (in caso
di nomina di dirigente interno, infatti, lo stesso è posto in aspettativa).
Alla
luce di quanto sopra esposto, l'atto adottato si presenta del tutto immune da
vizi e pienamente legittimo secondo le disposizioni normative applicabili, come
peraltro condiviso dal competente dirigente del dipartimento.
Distinti saluti”
L’assessore al bilancio e programmazione comunitaria (Vincenzo Antonio Ciconte)