X LEGISLATURA
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
3.
SEDUTA DI LUNEDI’ 09 FEBBRAIO 2015
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ANTONIO SCALZO E DEL VICEPRESIDENTE FRANCESCO D’AGOSTINO
La seduta è
aperta si dia lettura del verbale della seduta precedente.
Legge il
verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le
comunicazioni.
Legge le
interrogazioni e la mozione presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Il primo
punto all’ordine del giorno recita “Approvazione del
Programma di Governo (art. 33, comma 4 Statuto).
La
parola al Presidente della Giunta regionale.
Signor
Presidente, signori consiglieri, prima dell’esposizione delle linee programmatiche del nuovo governo regionale sento
il dovere di porgere un deferente saluto al neo eletto Presidente della
Repubblica.
Sergio Mattarella sarà un sicuro garante della Carta
costituzionale, un punto di riferimento importante per l’unità del Paese e per
consolidare e rafforzare il prestigio internazionale dell’Italia.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è un
uomo del sud, un coerente esponente della lotta alla mafia, una persona
sensibile alla sofferenza e al disagio sociale. Ed è anche, mi si consenta con
il dovuto rispetto, la concreta testimonianza di un rinnovamento che, quando è
autentico, non ha tempo e non ha età.
Un grazie anche al Presidente
Emerito, Giorgio Napolitano, per il servizio reso al Paese con grande
equilibrio e ferma determinazione, in una fase travagliata della vita politica
ed istituzionale.
L'idea di governo che abbiamo è radicalmente diversa da
quella a cui ci hanno abituato anni di politiche pubbliche inefficaci,
improduttive, non inclusive. Anni in cui è stata evidente, palpabile, avvertita
da tutti, la distanza tra Palazzo e cittadini.
Noi vogliamo scegliere, innanzitutto, di assumere una
nuova misura per il progresso, la crescita, lo sviluppo.
Una nuova scala, quella di grandi progetti. Scegliere di
cambiare prospettiva, ruolo.
Noi abbiamo un'idea diversa di Calabria.
La Calabria che vuole sentirsi unita dal Pollino
all'Aspromonte, libera dai campanilismi, consapevole delle proprie difficoltà
ma anche dei propri valori e delle proprie risorse.
La Calabria che vuole sentirsi e vuol essere importante
per l'Italia e l'Europa.
La Calabria che si candida a contribuire alla ripresa
dell'intero Paese.
La Calabria che si pone obiettivi europei per la
crescita, lo sviluppo, l'ambiente, l'istruzione, il lavoro, la competitività
del sistema produttivo, i servizi, le infrastrutture, le politiche sociali, la
cultura, il governo del territorio.
La Calabria che vuole contrastare l'illegalità, la ‘ndrangheta, le altre mafie e le sottoculture che
le alimentano. La Calabria che desidera una Regione e un sistema istituzionale
moderno, efficace, efficiente, snello, poco costoso.
La Calabria che assume collocazione nell'Europa, della
quale smette di essere realtà problematica, periferica, marginale; per
rinnovarsi nell'identità di terra privilegiata di Mediterraneo, grande bacino
di scambi, frontiera di possibilità da cogliere.
Una Calabria i cui processi sono guidati da una nuova
Regione credibile, che dia fiducia e ottenga fiducia dai cittadini.
Abbiamo poco tempo. Dobbiamo agire sin da subito sulle
emergenze, evitando che lo straordinario possa naturalmente mutare in
ordinario. Le criticità andranno portate a soluzione.
Tutto questo non può essere il lavoro di un uomo solo,
di un partito politico o di una coalizione. E’ il lavoro di una comunità che condivide
un destino e un'idea di futuro. Una comunità intera è chiamata a impegnarsi per
un nuovo progetto di progresso, sviluppo e crescita.
Chiediamo ai cittadini calabresi di sostenere questo
disegno di nuova regione, di accompagnarlo e di farne parte.
Di fronte alla crisi economica e sociale più grave della
storia recente, i cittadini sono smarriti e spesso non trovano risposte
credibili, capaci di offrire prospettive e sicurezze. Proprio su questo terreno
la politica è chiamata ad operare un salto di qualità ed un radicale cambio di
passo.
Per cambiare, la Regione deve aprirsi al confronto, deve
mettersi in relazione con le forze sociali, gli enti locali, il mondo
associativo, coinvolgere tutti i livelli di governo del territorio nella
costruzione di un progetto nuovo, forte, sinergico.
E' necessario condividere il modo in cui utilizzare le
risorse e gli strumenti disponibili, individuare le priorità con la
consapevolezza che non è possibile dire di "si" a tutto e a tutti.
E' necessario compensare gli squilibri sociali e
territoriali e dimostrare in modo credibile che è possibile ridare slancio alla
nostra economia, rilanciare le speranze, mettendo a valore il grande potenziale
del nostro territorio e il capitale di capacità, competenze, passione che i calabresi
possiedono.
La credibilità di un nuovo progetto si costruisce a
partire dalla capacità di fornire proposte concrete, compatibili con le risorse
finanziarie disponibili o attivabili, sostenibili dal punto di vista sociale,
economico, ambientale, istituzionale.
Ai cittadini va detta la verità. Non vanno fatte
promesse impossibili da mantenere.
Dobbiamo cambiare, quindi. Con urgenza. E' necessario
ripensare il nostro modello di sviluppo, ripensare il rapporto tra
amministrazione e cittadini, ripensare l'organizzazione dei servizi pubblici.
Dobbiamo pensare e costruire la Calabria del futuro.
Non è più il tempo di rimandare scelte, di evitare
l'adozione di modelli di direzione politica, organizzativi, legislativi,
innovativi, nell'esclusivo interesse delle persone. Occorre avere la forza per
affermare un nuovo orizzonte, il coraggio di abbracciare una meta, la tenacia
per puntare diritto, oltre le difficoltà, oltre le spinte contrarie. E' dovuto
ai giovani, alle donne, a chi ha scelto di restare nella terra in cui è nato, a
chi chiede giuste opportunità.
La Calabria è il nostro bene comune. Le nostre idee e
quanto intendiamo fare vogliono difenderlo e fortificarlo.
Nessuna innovazione sarà possibile nella nostra terra se
non saremo capaci di promuovere una responsabilizzazione collettiva della
società calabrese.
E' questa la nostra più grande ambizione: sollecitare
l'orgoglio dei calabresi, i loro talenti, il loro straordinario senso della
dignità e mettere tutto ciò al servizio di un grande progetto di cambiamento di
questa Regione.
Si tratta, in buona sostanza, di costruire un'etica
della responsabilità alla quale tutti, a cominciare da chi ha funzioni di
governo e, via via, fino al semplice cittadino,
devono essere chiamati a rispondere.
La trasparenza e la legalità devono costituire la
bussola che deve guidare ed informare l'azione amministrativa e l'agire
pubblico. A questi temi non a caso è dedicata una intera sezione del nostro
programma di governo.
La promozione della cultura della legalità non può essere
ridotta a mera enunciazione retorica, ma deve essere la risultante di
comportamenti coerenti e di pratiche di governo rispettose delle norme e dei
diritti dei cittadini.
La Regione che vogliamo costruire si opporrà alle mafie,
alla 'ndrangheta e alla cultura mafiosa in tutte le sue forme. La Regione che
vogliamo costruire opererà per la legalità, ad ogni livello e con ogni
strumento. La Regione che vogliamo costruire dovrà essere trasparente, dovrà
essere veloce e dare certezze ai cittadini: ogni provvedimento dovrà essere
concluso nei tempi annunciati e dovrà poter essere monitorato in ogni sua fase
amministrativa.
Tutte le imprese, le associazioni, o i singoli cittadini
che avranno a che fare con la Regione dovranno sapere in anticipo entro quanto
tempo e con quali procedure le loro domande troveranno una risposta.
Non possiamo non ricordare le popolazioni sottoposte, in
questi ultimi giorni, ai disagi e drammi causati dagli eventi atmosferici;
Petilia Policastro e gli altri comuni colpiti da alluvioni, da frane e da
mareggiate, con case e strade danneggiate, attività economiche distrutte.
Un quadro doloroso, che ripropone un tema di fondo e che
riguarda la messa in sicurezza di un territorio per troppo tempo abbandonato a
se stesso, devastato dall'incuria e dalle mancate politiche di tutela
ambientale, di difesa del suolo, di riassetto idrogeologico.
Le tempeste meteorologiche non sono, purtroppo, le
uniche.
Viviamo la crisi più difficile dal dopoguerra. La
situazione di oggi ha una allarmante novità anche rispetto a quegli anni,
perché diversamente da allora, oggi alla drammaticità della condizione
economica e dell'occupazione si somma una sfiducia verso il futuro, soprattutto
da parte delle nuove generazioni.
Ma la Calabria è fatta di donne ed uomini temprati dalle
difficoltà a cui sono stati sottoposti dalla Storia, ed hanno tutte le
potenzialità per risalire la china della crisi. I calabresi sono capaci di
riprendere nelle mani il proprio domani e quello dei propri figli.
È la Calabria onesta, che lavora e che, ogni giorno,
riscatta con il proprio impegno e responsabilità le difficoltà e le sofferenze.
E' la Calabria che recentemente è stata descritta da uno
speciale della RAI: quella delle imprese eccellenti nel campo agroalimentare,
delle bellezze paesaggistiche, dei borghi incantevoli e anche di
amministrazioni illuminate.
È in nome e per conto di questa Calabria e di questo
popolo che ci ha designato ai ruoli e alle responsabilità che ci competono, che
noi dobbiamo agire e operare per il bene comune.
Ed è importante che cresca e si diffonda una diversa
immagine della Calabria, nuova e positiva, che cancelli quella cattiva fama di
"regione canaglia", un'immagine che offra una visione più vera della
nostra terra, che renda giustizia a quei calabresi - la stragrande maggioranza
- che, in ogni città, paese, borgo, nella difficile battaglia quotidiana per
una vita migliore si impegnano con onestà, capacità, fierezza.
Che la nostra diventi davvero, agli occhi del mondo, una
terra dove si vive bene e con dignità, accogliente e attraente per tutti.
L'azione istituzionale e politica del nuovo governo
regionale dovrà concentrarsi sulla risoluzione di un nodo cruciale per il
futuro della Calabria che riguarda la profonda contraddizione tra i vincoli dell'arretratezza e le speranze di futuro.
Da una parte, i lacci di un sistema di potere che ha
creato situazioni di arretratezza, condizionando le politiche e la prospettiva
stessa del cambiamento. Dall'altra, la Calabria del lavoro e delle imprese,
delle competenze e delle nuove leve professionali, dei ragazzi che s'inventano
nuovi lavori.
Da una parte, la necessità di dare risposta alle
emergenze, alle industrie in crisi, alla grande eredità del precariato, alla
crisi delle autonomie locali, al degrado dei servizi al cittadino. Dall'altra
l'obbligo di mantenere la barra di un progetto di medio e lungo periodo, una
strategia dello sviluppo in grado di incidere sulle carenze strutturali della
nostra terra.
La Calabria deve entrare in sintonia con la stagione del
cambiamento imposta dalla globalizzazione e dai processi di integrazione
europea che vedono il nostro Paese impegnato in uno sforzo straordinario per
recuperare ritardi e porsi all'altezza della sfida della competizione globale.
Si rende necessaria una stagione di riforme
istituzionali a partire dalla semplificazione della governance regionale, dalla lotta agli sprechi ed ai privilegi, dal
contrasto allo strapotere e alla paralisi della burocrazia, la valorizzazione
del merito e delle competenze, la sobrietà nella politica, nell'esercizio delle
funzioni pubbliche e di rappresentanza, l'attenzione alle politiche attive per
il lavoro e lo sviluppo.
Una nuova cultura politica sta crescendo nel Paese. Il
positivo rapporto che si è stabilito con il presidente Matteo Renzi ed il
Governo nazionale è di buon auspicio per dare corpo ed anima ad un nuovo
meridionalismo democratico che veda la Calabria protagonista.
Il nesso
tra risposte emergenziali e visione strategica è il fulcro dell'impostazione programmatica del nuovo governo regionale. E' la
condizione della Calabria che lo richiede.
Tutti i dati forniti dagli istituti di ricerca
descrivono una regione nella quale la crisi degli ultimi anni si somma a gravi
carenze strutturali, determinando una miscela sociale esplosiva, aggravata
peraltro da una crescente pervasività della mafia in ogni campo dell'economia e
della vita sociale.
Da sette anni ormai la Calabria chiude, ogni anno, con
una progressiva diminuzione del PIL. La Calabria riduce costantemente la
propria capacità di creare ricchezza e, nello stesso tempo, abbassa tutti gli
indicatori nel campo dei servizi legati alla qualità della vita a partire dai
bisogni sanitari. Aumenta l'isolamento infrastrutturale e l'inadeguatezza dei
trasporti.
Il mondo delle imprese è al limite della resistenza ed è
in atto un processo di progressiva desertificazione industriale - come ha avuto
modo di segnalare l’ultimo rapporto Svimez - come
emerge dalla spettrale visione dei capannoni vuoti nella varie aree industriali
della regione.
La Calabria è la regione con i maggiori ritardi - in
alcuni casi oltre i 24 mesi - per i pagamenti dei crediti alle imprese; è la
regione dove il sistema creditizio coltiva in alcuni casi atteggiamenti tali da
strozzare le imprese e spingerle al fallimento; è la regione dove oltre 4.000
imprese non riescono a restituire i prestiti, dove una impresa su due ritarda i
pagamenti ai dipendenti, dove le aziende protestate aumentano.
I dati occupazionali sono ancora più allarmanti.
Diminuisce l'occupazione, permangono fasce ampie di precariato, cresce la fuga
delle nuove generazioni. La disoccupazione giovanile raggiunge la cifra
allarmante del 65 per cento della popolazione giovanile a fronte del 17 per
cento in Europa.
La Calabria rischia di perdere anche la risorsa più
importante, i giovani, sui quali poter fondare una politica di ripresa.
Il programma regionale, in questa concreta, grave
situazione della Calabria, si articola in politiche pubbliche da mettere in
atto come azioni strategiche e programmi e/o progetti settoriali, da collocare
dentro una visione strategica per l'intero Mezzogiorno.
A questo proposito, in un recente convegno svoltosi a
Roma sul Mezzogiorno, ho parlato del Sud come opportunità per il nostro Paese e
per l'Europa. Il Mezzogiorno e la Calabria con la loro collocazione geografica
proiettata nel Mediterraneo costituiscono la frontiera più avanzata in un
bacino attraversato da quasi un terzo delle merci che si producono nel mondo.
Il porto di Gioia Tauro anche per le sue caratteristiche
strutturali, che lo caratterizzano come la più grande infrastruttura portuale
di transhipment della sponda europea
del Mediterraneo, può essere una formidabile opportunità per lo sviluppo delle
relazioni economiche e commerciali, e per il sistema delle imprese italiane ed
europee.
La nuova frontiera dello sviluppo nei prossimi decenni
sarà il sud del Mediterraneo. E' qui che bisogna volgere lo sguardo e
l'attenzione per aprire nuovi spazi ed opportunità sul piano economico, per
offrire concrete opportunità al sistema delle imprese e per fare delle nostre
università luoghi di formazione nella contesto del bacino Mediterraneo.
La Calabria ed il Sud possono assolvere ad una funzione
strategica per la logistica, gli scambi, i flussi di merci e i trasporti nelle
politiche di internazionalizzazione del nostro Paese.
Bisogna guardare all'Europa e al Mediterraneo,
connettere servizi e reti, promuovere un'alleanza tra i territori.
Su questa frontiera è necessario puntare con decisione
perché è da qui che passa la possibile ripresa della crescita della Calabria
del nostro Paese.
Dare centralità al Mezzogiorno nelle politiche nazionali
ed europee costituisce una concreta opportunità e convenienza per l'intero
Paese. Non a caso il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è tornato in
questi giorni a parlare della possibile istituzione di un Ministero per il
Mezzogiorno.
Le città, i patrimoni culturali, naturali e
agroalimentari, il sistema economico-imprenditoriale, la rete del sapere e
della conoscenza sono le leve per il rilancio della Regione, in una prospettiva
che deve essere completamente diversa rispetto al passato.
Non ci arrendiamo alla crisi. Tornare a crescere è
possibile. E' possibile dare ai giovani opportunità per realizzare i propri
sogni. Alle imprese perché possano tornare a svilupparsi. Perché si possa
creare lavoro. Diversamente, si mette a rischio la tenuta sociale della
Calabria, con un'ulteriore ed estrema acutizzazione della sofferenza che
investe ormai intere parti della nostra comunità.
Garantire la sicurezza e la coesione sociale è un dovere
dello Stato e delle istituzioni.
La Calabria di oggi ha bisogno di un cambiamento
radicale per costruire un futuro più sereno, meno incerto ed offuscato, così
come chiedono i calabresi.
La nostra regione ha bisogno di un governo stabile,
efficiente, trasparente, libero da condizionamenti, capace di recuperare
rapidamente stagioni di ritardi e record negativi; un governo aperto agli
apporti delle forze sociali, delle università, delle competenze,
dell'associazionismo e della rete degli amministratori locali.
Dobbiamo cancellare quei fattori negativi che hanno
alimentato diffidenze e pregiudizi nei confronti dei calabresi. La Calabria
deve uscire dalle mappe degli stereotipi.
In questo momento storico e sociale c'è assoluta necessità
di una decisa discontinuità rispetto al passato più o meno recente. Dobbiamo
innanzitutto dire la verità ed essere sinceri con i calabresi.
Ho avuto modo più volte di dire, anche nel corso della
campagna elettorale che noi non siamo, né ci consideriamo come il re Mida che
trasformava in oro tutto ciò che toccava.
Ci siamo messi in campo con la consapevolezza della
difficile situazione in cui versa la Calabria ma anche con la convinzione di
poter dare un contributo per aiutare la nostra terra a rimettersi in piedi, ad
uscire dal pantano nel quale è stata spinta.
Possiamo e vogliamo concretamente lavorare per costruire
una prospettiva di crescita e di lavoro, determinare una condizione di riscatto
per una Calabria più unita, più competitiva, più onesta, più responsabile, più
libera dalla 'ndrangheta, più solidale, più attenta ai bisogni, più sensibile
alla sofferenza sociale, più efficace nei servizi, più efficiente nella
macchina pubblica, più orientata ai territori, più aperta al mondo, più consapevole
delle proprie risorse e delle proprie potenzialità; una Calabria più capace di
valorizzare il patrimonio naturale e culturale, più determinata nell'affermare
le competenze e il merito, più in grado di porre al centro, come protagonisti
del domani, i nostri ragazzi, con il loro capitale straordinario in termini di
capacità, creatività, talento, fantasia, voglia di futuro.
Una Calabria diversa, più forte, migliore.
Tre progetti strategici prioritari è
la nostra azione di governo per un cambiamento di prospettiva.
Dobbiamo innanzitutto capovolgere la prospettiva con la
quale abbiamo finora guardato a noi stessi e alla Calabria in rapporto al
mondo, alle nostre problematiche interne, alle nostre vocazioni e potenzialità.
Capovolgere la prospettiva significa guardare le cose in
modo diverso, cambiare i nostri schemi mentali, considerare i vincoli come
un'opportunità, trasformare i problemi in occasioni di crescita, ragionare sul
territorio come grande riserva di sviluppo, allargare lo sguardo al
Mezzogiorno, all'Italia, al Mediterraneo, all'Europa, al mondo.
Ci consideriamo e siamo considerati, da sempre, una
terra marginale, lontana, periferica. Ma, per cambiare la percezione delle
cose, basta capovolgere la carta geografica, come fece il più grande storico
del Novecento, il francese Fernand Braudel. Improvvisamente, ci accorgeremmo che siamo una
terra affatto periferica e marginale e che, anzi, occupa una posizione
centrale, strategica, al crocevia degli scambi, dei traffici e delle relazioni
tra l'Europa, il Mediterraneo, l'Oriente.
Penisola nella penisola, possiamo ripensarci come ponte mediterraneo
dell’Europa verso il mondo.
Siamo stati definiti uno "sfasciume pendulo tra due
mari" e, per certi versi è vero: siamo una terra da sempre afflitta da
catastrofi naturali, tra alluvioni, frane, dissesti, terremoti. Ma proprio per
questo il territorio con le sue fragilità deve essere al centro di un’azione di
governo intelligente, capace di limitare il rischio e nel limite del possibile
di prevenire danni ed implicazioni negative, in alcuni casi catastrofiche.
E' venuto il momento di mettere in campo un progetto
regionale di difesa e di sistemazione idrogeologica per un territorio sicuro.
Sarebbe, senza ombra di dubbio, il più grande progetto pubblico della nostra
storia recente, che ci consentirebbe di contemplare due obiettivi: una maggiore sicurezza del territorio e un
grande rilancio dell’intervento pubblico nell'economia.
Un progetto che richiede un investimento nazionale
coordinato con la utilizzazione di una quota di risorse comunitarie destinate
alla Calabria e con gli strumenti che già operano in questo campo e che devono
essere ricondotti ad una impostazione finalizzata alla realizzazione di questo
importante obiettivo.
Come ho prima accennato, lo sviluppo del porto e
dell'area industriale di Gioia Tauro è uno dei progetti strategici del
programma regionale.
I contenuti sono stati già presentati e illustrati al
Presidente del Consiglio per una condivisione e per concertare le azioni di
rispettiva competenza.
Il "Quarto rapporto dell'Osservatorio sulle
relazioni economiche tra l'Italia e i Paesi del Mediterraneo" indica come,
già oggi, nonostante le preoccupazioni derivanti dall'instabilità politica
nell'area, 1800 aziende a capitale italiano sono impegnate nei mercati esteri
del bacino. L'interscambio commerciale dell'Italia è cresciuto del 64,4 per
cento tra il 2001 e il 2013 diventando il terzo partner dopo Stati Uniti e
Germania. Ed uno degli aspetti maggiormente focalizzati è la portualità nella
sponda sud del Mediterraneo.
Anche i dati produttivi recentemente presentati da
Contship Italia, accanto alla preoccupazione concernente la crescente
concorrenza del porto di Tangeri, confermano una previsione aziendale di alte
potenzialità per la Porto di Gioia Tauro.
Gioia Tauro non è solo transhipment; è anche
infrastrutture esterne, multifunzionalità, aree attrezzate per gli insediamenti
industriali; per questo il tema Gioia Tauro merita una trattazione speciale.
Il progetto per Gioia Tauro è stato oggetto di un particolare
approfondimento programmatico, condotto anche con il contributo di operatori
economici, docenti universitari, esperti, dirigenti politici e sindacali. Il
programma è articolato in cinque azioni.
Prima azione: la ZES con le relative politiche di sviluppo. Seconda azione: il gate way all'interno delle reti nazionali ed
europee. Terza azione: hub transhipment con le
problematiche sulle caratteristiche portuali e la gestione. Quarta azione: il
sistema portuale calabrese
con una valorizzazione anche dei porti di Villa San Giovanni, Crotone e
Corigliano. Quinta azione: il ruolo
della formazione e dell'informazione al fine di rendere la realtà di
Gioia Tauro competitiva ed in continua evoluzione.
Con questa visione complessiva la questione di Gioia
Tauro diventa un asse portante dello sviluppo regionale e, anche, un
determinante fattore di politica meridionalista e di impulso ad un nuovo
sistema di relazioni economiche tra il sud, il mondo e l'Europa. La cabina di
regia, costituita dal Governo, ha focalizzato Gioia Tauro come tema centrale di
una risposta nazionale all'emergenza Calabria.
Qual’è la novità
di questa impostazione? La Calabria non può solo attendere risposte dai governi
nazionali o europei; ma deve proporre e concorrere alla loro formulazione, deve
avere un proprio punto di vista, deve presentarsi ai tavoli che contano, a Roma
o Bruxelles o nelle capitali orientali dei mercati emergenti con le carte in
regola, idee chiare, proposte concrete, capacità di spesa, rapidità di
esecuzione delle decisioni.
Troppe deleghe a poteri esterni alla Calabria, troppi
interessi non contrastati adeguatamente.
Molti in questi mesi hanno parlato di ZES. La mia idea è
che il progetto di ZES debba essere costruito con il concorso degli organi
dell'UE ai quali spetta il compito di approvarlo. Questo viene ancora prima dei
disegni di legge in discussione in Parlamento.
Ed è per questo che ho chiesto al Governo che si apra il
percorso con la formale comunicazione alla Unione europea dell'avvio della
procedura.
Anche in merito alla ZES occorre essere chiari. La
proposta va accompagnata da un piano economico e finanziario capace di legare
la ZES a politiche di convergenza, in modo da renderla più forte nella fase di
negoziazione con Bruxelles e realmente in grado di generare le grandi ricadute
occupazionali che sono state illustrate nell'incontro di Gioia Tauro.
Quest'impostazione richiede una verifica e una
riprogrammazione degli investimenti a partire dai fondi europei, una modifica
sostanziale del ruolo dell'area industriale di Gioia Tauro, l'individuazione di
manager in grado di organizzare la gestione portuale e la politica di
attrazione degli investitori.
Non ho atteso le dichiarazioni programmatiche per
intervenire sulle emergenze.
E' di questi giorni che la più grande nave di transhipment del mondo ha fatto scalo a
Gioia Tauro e, qui, ha alleggerito il carico per potere attraccare in altri
porti italiani. Questa notizia fa il paio con il lavoro per "la
regolarizzazione dei fondali del bacino di evoluzione sud e del canale
portuale"; lavoro rimasto bloccato per oltre un anno a causa di un parere
non concesso da parte dell'assessorato regionale all'ambiente con il rischio di
impedire l'attracco di navi più moderne e capienti da parte della MSC, causando
un danno commerciale e d'immagine e la possibile compromissione del futuro del
porto.
La procedura è stata oggetto di lungaggini che sono
state superate solo da qualche settimana, e che pongono- per questo richiamo
questa vicenda - una riflessione attenta sulla necessità di snellire le
procedure e rimuovere ostacoli burocratici che oggettivamente finiscono per
alimentare circoli viziosi e determinare danni irreparabili alla nostra
economia.
La questione di Gioia Tauro è uno dei banchi di prova
della città metropolitana di Reggio Calabria. Le funzioni direzionali della
città di Reggio Calabria implicano l'esercizio di un'attività di coordinamento
territoriale del quale il porto e l'area di Gioia Tauro sono parte integrante e
la nuova configurazione di Reggio città metropolitana, con le ampliate
prerogative anche in termini di gestione di risorse comunitarie, impone una
concertazione tra le due realtà istituzionali.
Infine, la Calabria non è considerata dai più come una
tra le principali destinazioni del turismo di tipo culturale. Noi stessi ci
consideriamo, anche da questo punto di vista, poveri. Ciò forse anche perché
non abbiamo saputo valorizzare adeguatamente un patrimonio di beni culturali di
inestimabile valore tra i quali vi sono eccellenze come i siti archeologici
della Magna Graecia.
La nostra regione possiede un tessuto diffuso e
variegato di innumerevoli aree archeologiche, centri storici, beni culturali -
come chiese, palazzi, castelli, fortificazioni, torri - ed ancora giacimenti etnoantropologici, tradizioni, culture locali, tutti
immersi in un grande territorio dominato dalla natura, tra il mare, le
montagne, le valli che formano, nell'insieme, uno dei più straordinari paesaggi
ambientali e umani del nostro Paese e non solo.
Questo straordinario capitale, finora ampiamente
sottovalutato, deve essere messo a sistema, salvaguardato e valorizzato. Se
l'economia del futuro per l'Italia e l'Europa sarà l'economia della cultura e
dell'innovazione, la Calabria può giocare un ruolo non secondario.
Questa partita è per noi cruciale e va affrontata con
determinazione e volontà.
I tre progetti, i tre temi quindi: Mediterraneo, difesa
del suolo, patrimonio culturale, e che sono ripresi in dettaglio nel programma
che vi è stato consegnato, sono decisivi per una prospettiva di crescita della
nostra regione.
Noi li consideriamo come pilastri della nostra strategia
di sviluppo regionale.
La centralità del lavoro,
dell'istruzione, della formazione.
C'è un rapporto stretto tra conoscenza e crescita
economica e sociale. Sviluppo e coesione sociale sono fortemente integrati in
tutte le economie più avanzate. Dobbiamo trattare in modo integrato i problemi
dell'istruzione, della formazione e del lavoro. E' decisivo sviluppare gli
interventi insieme a quelli relativi all'inclusione sociale, all'occupabilità, alla parità di genere, al contrasto ad ogni
forma di discriminazione.
Dobbiamo affrontare tutte le problematiche, allo scopo
di affermare il diritto allo studio e qualificare il nostro sistema formativo:
qualità scolastica, messa in sicurezza e adeguamento delle scuole, anagrafe
degli studenti e dell'edilizia scolastica, servizi per l'infanzia, servizi
scolastici nelle aree interne e montane, abbandono, insuccesso e dispersione
scolastica e formativa, istruzione degli adulti, tempo pieno nella scuola,
diritto allo studio per le fasce più deboli, diritto allo studio universitario,
mobilità transnazionale.
Anche la formazione professionale può svolgere un ruolo
importante. Bisogna però cambiare radicalmente registro rispetto agli anni
passati. Ci impegneremo per l'avvio di iniziative dirette a favorire e
qualificare l'istruzione tecnica-professionale e l'educazione permanente, in
direzione del miglioramento delle competenze specialistiche e trasversali e
della riduzione della disoccupazione, soprattutto quella giovanile.
Tutto questo non può essere fine a se stesso, come
spesso è stato finora. La finalità ultima deve essere l'occupabilità.
Il lavoro è uno degli indicatori più gravi
dell'emergenza sociale ed economica calabrese. La crisi economica colpisce
intere categorie sociali: giovani, donne, anziani, immigrati, le persone a
rischio d'esclusione sociale e povertà. La disoccupazione giovanile ha toccato
la cifra record del 53,1 per cento, la più alta d'Italia.
Quasi 200.000 giovani non lavorano né studiano ed è
ripresa con grande velocità l'emigrazione, in particolare di giovani laureati,
il 27 per cento del totale degli emigrati nel 2011. Il bassissimo tasso di
occupazione femminile e, in particolare delle giovani donne, costituisce uno
dei fattori più gravi di freno alla crescita civile e sociale della Calabria.
L'espansione delle ore di cassa integrazione
straordinaria, il numero elevato dei beneficiari di indennità di mobilità e il
grande bacino del precariato costituiscono un ulteriore indicatore delle
crescenti difficoltà dell'economia calabrese.
A fronte dei dati drammatici, anche se il problema
dipende da molti fattori esterni e necessita di un intervento del Governo, un
piano del lavoro e dell'occupazione costituisce una priorità assoluta della
nuova Giunta Regionale e deve essere articolato per coprire tutte le
opportunità scaturenti dalla gamma degli strumenti disponibili: POR 2014/2020,
Garanzia Giovani, ed altri strumenti.
Il precariato, in Calabria, costituisce una vera
emergenza sociale e una questione nazionale. La Regione deve fare la sua parte
per costruire le condizioni affinché i lavoratori precari possano trovare
prospettive di ricollocamento e inserimento lavorativo in forme più stabili,
nel quadro degli strumenti legislativi vigenti e in ragione delle risorse
disponibili.
Tuttavia, il precariato è un problema di competenza
dello Stato. Sin dall'insediamento, abbiamo subito attivato un'interlocuzione
con il Governo nazionale per definire, per ognuna delle diverse forme di precariato,
un piano operativo di intervento. In particolare per i lavoratori del bacino
LSU ed LPU abbiamo stanziato le risorse relative alla parte di competenza
regionale per il 2014, che saranno trasferite ai Comuni in tempi rapidi, anzi
sono già in via di trasferimento.
Ovviamente, bisognerà che, nei modi e nelle forme
previste dalla legge e con le risorse del Governo nazionale, venga aperto un
processo di stabilizzazione programmata di questi lavoratori.
E' del tutto evidente che, in questa situazione, accanto
ad iniziative per lo sviluppo in grado di rimettere in moto l'occupazione, è
necessaria una strategia nazionale in tema di reddito minimo.
Avvieremo immediatamente un dialogo con il Governo
nazionale – il primo incontro sarà giovedì con il ministro Poletti - e nel
quadro di questo confronto, il governo regionale calabrese sarà disponibile ad
investire anche parte del Fondo sociale europeo per cofinanziare misure di
sostegno a reddito o di reddito minimo per i cittadini calabresi.
Rendere competitivi i sistemi
produttivi. Aiutare le imprese a superare la crisi.
La questione del lavoro è strettamente legata
all'economia reale. Quello che più impressiona, della crisi in atto, è la
mancanza di nuove opportunità di inserimento lavorativo. Negli ultimi cinque anni
il PIL regionale è sceso del 13,3 per cento in termini reali, con un crollo
che, nel 2013, ha toccato 5 punti percentuali.
La desertificazione produttiva della Calabria è avanzata
a grandi passi, con imprese che sono entrate in liquidazione e con più di 7
milioni di ore concesse di interventi straordinari, pari al 5 per cento delle
ore richieste dall'intero Mezzogiorno.
La crisi è dunque profonda: perdita del lavoro, crollo
dei redditi, crollo dei consumi, recessione, povertà.
Occorre mettere in campo politiche attive del lavoro
perché i nostri lavoratori inoccupati e i nostri disoccupati siano nelle
condizioni di rientrare nel mercato del lavoro quando la fase espansiva
dell'economia, se ci sarà, finalmente ricomincerà a creare occupazione.
Vanno affrontate, in tempi rapidi, le situazioni più
gravi, come quella dei lavoratori in cassa integrazione. Sotto questo profilo,
abbiamo garantito, anche per il 2013 e il 2014, il finanziamento degli
ammortizzatori sociali per i 28 mila lavoratori destinatari, attraverso il
concorso delle risorse del FSE che, a questo scopo, è stato rimodulato lo
scorso mese di dicembre.
Nel contempo, ho posto all'attenzione del governo
nazionale la gravità della situazione, sottolineando la necessità che, a
partire dal 2015, il tema degli ammortizzatori sociali rientra nella piena
prerogativa dello Stato, come sancito dalle recenti norme approvate dal
Parlamento.
Sul versante delle imprese le politiche del credito sono
fondamentali, perché le imprese calabresi sono piccole, sottocapitalizzate e
dipendenti dal credito bancario. Occorre, dunque, sostenere gli investimenti
delle imprese, con adeguati sistemi di incentivazione, efficaci e semplici, per
rilanciare gli investimenti in beni strumentali, beni immateriali, nonché
strumenti di incentivazione a sostegno dell'occupazione. Fondamentale è anche
il rilancio dell'edilizia sostenibile.
La drastica semplificazione della burocrazia è una
priorità assoluta. In particolare, va riformata la gestione degli aiuti alle
imprese, allo scopo di ridurre considerevolmente i tempi di gestione dei
procedimenti e il carico di adempimenti per gli imprenditori. Un tavolo di
confronto con le categorie servirà a realizzare un primo pacchetto incisivo di
semplificazioni.
Siamo consapevoli che anche la migliore gestione non è
sufficiente. Dobbiamo realizzare le condizioni perché nasca una nuova economia.
Vogliamo concentrare le risorse su azioni di sistema e sull'innovazione, anche
adottando sistemi di incentivazione e meccanismi automatici di aiuto. Metteremo
in campo sia misure rivolte alle singole imprese, sia misure più mirate e
selettive, finalizzate a promuovere la creazione di poli produttivi e reti di
imprese nei settori strategici regionali, nonché aggregazioni e filiere di
imprese.
Cambieremo la nostra economia solo se sapremo sostenere
e promuovere la vitalità imprenditoriale, la diversificazione produttiva,
l’innovazione, favorendo vocazioni o specializzazioni produttive dei territori,
i processi di aggregazione, il sistema delle garanzie pubbliche per
l'espansione del credito alle imprese, le iniziative imprenditoriali di
vicinato e le microimprese, i processi di internazionalizzazione.
La nuova frontiera sarà: agenda
digitale, start up, ricerca,
innovazione.
Ogni programma di cambiamento dell'economia ha bisogno
di un tessuto infrastrutturale per potersi sviluppare. Oggi viviamo un'epoca di
cambiamenti che si concretizza nella rivoluzione digitale.
Da questo punto di vista, se il programma nazionale di
infrastrutturazione in fibra ottica a banda larga e ultra larga in tutti comuni
calabresi procede come preventivato, entro il 2016 la Calabria potrebbe essere
tra le regioni italiane ed europee con il sistema di connettività a più alta
capacità e diffusione territoriale.
Noi vogliamo cogliere questa opportunità, proponendo la
Calabria come una regione di eccellenza nel digitale. La prospettiva che si
apre è di enorme portata, in grado di cambiare radicalmente la società e di
aprire straordinari scenari di evoluzione anche sul fronte dell'economia.
Proprio per questo il 23 febbraio prossimo sarà
organizzato dalla Regione un importante appuntamento che vede la presenza dei
diversi soggetti impegnati nel cantiere del digitale.
La Calabria ha un sistema universitario e della ricerca
di tutto rispetto. Tuttavia, siamo in ritardo nella diffusione dell'innovazione
fra le imprese, nella capacità di accedere ai mercati con prodotti e servizi
innovativi, nell'efficacia del trasferimento di conoscenze università-impresa.
Una politica coerente e strutturata su questo tema è per noi un punto centrale
dell'agenda di governo.
In questa visione, le idee e la creatività dei giovani
sono fondamentali.
Per regioni come la Calabria, ad economia debole ma con
una buona presenza di infrastrutture di ricerca e innovazione, investire sulle start-up, cioè sulle imprese innovative
giovanili, è una strada strategica di grande impatto.
Con il Progetto Calabria Start Up vogliamo lanciare un grande investimento sulle capacità
dei nostri giovani nel fare impresa partendo dall'innovazione e dalle soluzioni
tecnologiche più originali.
L'agricoltura è il solo settore che fa segnare una
crescita del Pil. La Calabria può contare su 14 prodotti tipici a marchio di
origine -10 Dop e 4 Igp -
diversi presidi, 269 (circa il 6 per cento del totale nazionale) di specialità
tradizionali censite dal Ministero Politiche Agricole. La nostra regione è
all'ottavo posto in Italia e cresce in qualità.
Vogliamo costruire un'economia che metta al centro la
tutela e la valorizzazione del suolo per l'agricoltura e scommetta sulla
sostenibilità. Punteremo sui territori, sulle capacità degli agricoltori
calabresi e sulle nostre eccellenze produttive, per favorire imprese, filiere,
distretti e reti. Sosterremo, nel quadro della programmazione 2014/2020,
l'innovazione, la crescita dimensionale e le reti tra le imprese agricole.
Imprese che aiuteremo a guardare oltre i confini regionali e nazionali, per
favorirne la competitività.
Per aumentare la competitività del settore, è
fondamentale l'innovazione dell'organizzazione logistico-distributiva;
la diffusione della cultura del consumo dei prodotti locali;
un'internazionalizzazione "di prossimità" in cui coinvolgere le
numerose comunità calabresi all'estero; il sostegno alla ricerca,
all'innovazione, al trasferimento tecnologico.
Realizzeremo anche una strategia alimentare che promuova
la tutela della diversità alimentare regionale, il recupero delle tradizioni
alimentari e gastronomiche popolari. Ci preoccuperemo anche della
qualificazione della ristorazione locale dando corpo ad una rete di strutture
di promozione e valorizzazione delle produzioni agroalimentari ed
enogastronomiche regionali.
Le nostre aree interne e le aree di pianura ad alta
vocazione agricola richiedono interventi e velocità di crescita differenziate
oltre che una costante interfaccia. Ecco perché pensiamo di avviare nuove forme
di sostegno all'agricoltura che assumano anche una concreta funzione di
presidio del territorio, contribuendo a mitigare il dissesto idrogeologico
tutelare l’ambiente e arginare lo spopolamento.
Daremo corso ad un progetto regionale per l'assegnazione
di terre pubbliche a giovani imprenditori e per il sostegno all'agricoltura
multifunzionale e sociale, stimolando la nascita di imprese giovani e start-up.
La nostra regione possiede una grande forza. Una forza
che deriva, certo, dalle sue risorse territoriali, ma anche dai suoi abitanti e
dalla rete diffusa delle imprese che in settori chiave come il turismo, il
commercio e l'artigianato sostengono l'economia dei territori.
L'Organizzazione Mondiale del Turismo prevede una massa
complessiva, a livello planetario, di movimenti turistici internazionali
superiore al miliardo e mezzo nel 2020.
Nuovi mercati turistici si aprono. Nuove domande
turistiche si propongono in un mercato sempre più competitivo, ma sempre più
aperto e dinamico.
Anche la Calabria deve agganciare questa grande
opportunità, al fine di favorire l'incremento dei flussi turistici, la
diversificazione delle destinazioni turistiche, la qualità dell'offerta e le
filiere produttive che maggiormente incidono sui processi di valorizzazione.
Abbiamo tutte le condizioni perché il turismo diventi un
settore strategico dell'economia calabrese. Tuttavia, il sistema di offerta
turistica regionale presenta diversi limiti strutturali: strutture
qualitativamente inadeguate, estrema stagionalità, logistica non adeguata, che
condizionano lo sviluppo del settore, in particolare del turismo
internazionale.
Questi limiti vanno superati, per riposizionare la
regione nel mercato turistico nazionale e internazionale. Dobbiamo consolidare,
qualificare e rafforzare i tradizionali settori dell'offerta - come quella
balneare - e, nel contempo, sviluppare nuovi segmenti di offerta e nuovi
sistemi di fruizione connessi alle domande di turismo emergenti: naturalistico,
culturale, rurale, religioso, enogastronomico.
Prioritaria sarà la qualificazione del turismo
nell'ottica della sostenibilità, della qualità, dell'accessibilità,
dell'autenticità.
Le migliaia di imprese del commercio e dell'artigianato costituiscono
il tessuto vitale delle nostre città e dei nostri paesi e garantiscono qualità
urbana e servizi diffusi e accessibili alla popolazione. Restituire centralità
al tessuto diffuso della piccola impresa artigianale e commerciale, ridare
slancio alle imprese che operano nei servizi sono condizioni indifferibili per
aiutare l'economia reale della nostra regione ad uscire dalla crisi e
traguardare obiettivi di crescita.
Dobbiamo lavorare per una nuova frontiera della società
e dell'economia. La sostenibilità deve attraversare tutta l'agenda di governo,
superando la cultura dell'intervento puntuale e della frammentazione delle
politiche di settore.
L'applicazione del principio della sostenibilità è un
obbligo per la Calabria, dove si continua a discutere, per esempio, dei
forestali senza una politica del patrimonio forestale; di sviluppo rurale senza
una visione organica e integrata dei problemi di sviluppo locale, cura del
territorio, tutela dei suoli agricoli; di difesa del suolo senza una legge sui
suoli e senza un'azione coerente di pianificazione alla scala di bacino; di
paesaggio senza un'adeguata cultura della tutela e della valorizzazione del
paesaggio.
Rigenerare il territorio, riqualificare i sistemi
ambientali compromessi; governare con efficienza il ciclo dei rifiuti;
rifondare le politiche urbanistiche verso la sostenibilità; tutelare e
valorizzare il paesaggio; valorizzare il capitale biologico e ambientale della
natura e in particolare delle foreste; gestire al meglio le risorse idriche; tutelare
la natura e l'ambiente; puntare agli usi sostenibili dell'energia; contenere lo
spreco di acqua e suolo; mitigare i rischi ambientali; adottare sistemi di
trasporto e mobilità moderni, efficienti, ecologici; rendere compatibile
l'ammodernamento infrastrutturale con la tutela del paesaggio e dell'ambiente.
La Calabria è una regione ricchissima in termini di
biodiversità, natura e paesaggi. Le aree interne, la montagna, il mare, le
coste sono elementi del nostro territorio su cui concentriamo profonda attenzione
poiché in essi riconosciamo risorse di particolare importanza, meritevoli, per
questo, dell'attuazione di azioni strategiche che possano avvalersi di risorse
della programmazione comunitaria 2014-2020.
A riguardo delle nostre risorse forestali - una
superficie di più di 600 mila ettari - creeremo un quadro conoscitivo
aggiornato che permetterà di migliorare la pianificazione e la gestione
dell'intero sistema, mentre avvieremo un quadro normativo di settore che possa
contribuire ad uno sviluppo economico integrato nel quale prioritari saranno
l'ambiente e l'industria del legno.
Per quanto riguarda il mare, il nostro impegno va tutto
in direzione dei principi della blue economy:
miglioramento della qualità delle acque di balneazione, dunque, promozione di
piccole filiere con il sostegno all'avviamento di imprese e alla creazione di
marchi di qualità; strategie di promozione turistica; miglioramento, in una
chiave di sostenibilità, del sistema della mobilità rivierasca, sostegno ai
percorsi per la certificazione ambientale dei litorali.
Sul territorio della Calabria insistono 3 Parchi
Nazionali, la Riserva Marina Statale di Capo Rizzuto, a cui vanno aggiunti i
numerosi Siti di Importanza Comunitaria e le Zone di Protezione Speciale.
Occorre valorizzare appieno tutte le potenzialità insite in questo enorme
patrimonio.
In questa direzione andranno messi in campo programmi e
progetti di sistema, in riferimento ai Parchi e alle aree interne, nei quali
andranno sostenute le produzioni agricole di qualità e andrà rilanciata la Rete
Ecologica Regionale.
Il tema delle Aree Interne è in Calabria particolarmente
rilevante. Nel quadro della Strategia Nazionale per le Aree Interne 2014-2020,
il governo regionale intende investire su questi territori, con l'obiettivo di
contrastare l'abbandono e valorizzarne le potenzialità e le risorse.
Metteremo in campo, pertanto, una politica specifica per
la montagna calabrese e per le aree interne, basata su incentivi e azioni di
valorizzazione, misure di contrasto allo spopolamento, qualificazione dei
servizi, interventi di manutenzione dei territori, progetti di valorizzazione
di paesaggi, contesti, luoghi e tradizioni.
Ogni idea di valorizzazione delle risorse del territorio
passa da un profondo ripensamento delle politiche urbanistiche e di governo del
territorio, che hanno finora prodotto un edificato di 800 milioni metri cubi,
400 metri cubi a testa, in gran parte inoccupato.
La nuova Regione dovrà cambiare radicalmente questa
impostazione e questo modello, nella direzione di una sostenibilità vera, con
al centro la rigenerazione del territorio e la riqualificazione dell'esistente.
La legge urbanistica regionale è stata ripetutamente
emendata, per ultima l’abbiamo fatto un mese fa, con diverse e ripetute
proroghe dei termini di decadenza degli strumenti urbanistici comunali, in
assenza di approvazione dei Piani strutturali comunali. Occorre indagare a
fondo e capire perché – ho avuto modo di dirlo anche in quella occasione - i
Comuni sono in ritardo e in difficoltà per l'approvazione dei piani, che sono
stati adottati solo dal 20 per cento del totale delle municipalità.
Anche le politiche territoriali segnano il passo sia a
livello regionale sia a livello della pianificazione d'area vasta provinciale.
La complessità e la farraginosità delle norme hanno
prodotto lentezza cronica e incertezze sui tempi di indirizzo come di
attuazione. E’ indispensabile rinnovare la legislazione urbanistica regionale
per rendere efficace la pianificazione e il governo delle trasformazioni
territoriali.
Nell'ottica della sostenibilità, rafforzeremo gli
strumenti di difesa dell'ambiente e del territorio, con particolare riferimento
agli ambiti di valenza naturalistica, paesaggistica e ambientale. Rafforzeremo
le disposizioni in materia di rigenerazione urbana e risparmio di suolo, al
fine di dare ai Comuni un quadro di certezze sui contenuti e sugli obiettivi
della pianificazione urbanistica.
Le nuove politiche di sviluppo del territorio, che
dovranno vedere i Comuni principali attori protagonisti, dovranno essere
ispirate ai due principi fondamentali, che saranno oggetto di meccanismi di
premialità e penalità: il risparmio del suolo e la rigenerazione urbana
sostenibile.
In particolare, definiremo un chiaro indirizzo la
salvaguardia e la tutela del suolo agricolo, con criteri oggettivi per evitare
ulteriori espansioni e puntare tendenzialmente all'azzeramento del consumo di
suolo.
I trasporti della Calabria presentano numerose, gravi e
diffuse criticità, in termini di infrastrutture e servizi. E’ urgente dotare la
Regione di un sistema di trasporto efficace, efficiente, sostenibile sotto il
profilo ambientale, in grado di offrire collegamenti adeguati, per le persone e
per le merci, all'interno delle aree urbane, a scala regionale, sulle lunghe
percorrenze, nazionali ed internazionali.
In questo contesto, consideriamo il trasporto
ferroviario centrale nelle politiche di mobilità, con conseguente rafforzamento
del tema prioritario dell'integrazione ferro-gomma. Questa prospettiva
ripropone il tema dell'ammodernamento, del potenziamento e dell'adeguamento
della viabilità; in particolare per ciò che riguarda proprio i nodi
dell'integrazione ferro-gomma e gli interventi di rete.
Essenziale sarà una nuova legge regionale sui trasporti,
organica e moderna, nella quale siano chiaramente definite le nuove regole per
il governo del sistema dei trasporti. Parimenti, occorrerà adottare un nuovo
Piano regionale dei trasporti, come progetto di sistema sul complesso di
infrastrutture e servizi.
In linea generale, noi pensiamo che vadano messe in
campo una serie di azioni di sistema per l'integrazione infrastrutturale e
della mobilità, sia sul corridoio tirrenico, sia sul corridoio ionico, sia sui
corridoi trasversali.
Da questo punto di vista, sin dal mio insediamento, mi
sono impegnato in sede di Governo nazionale per l'accelerazione delle procedure
riguardanti il completamento dei lavori di ammodernamento dell'A3 e della SS.
106, relativamente alle tratte già programmate dal Cipe. Analogo impegno sarà
profuso, avviando un'interlocuzione con il governo nazionale in tema di
potenziamento e qualificazione infrastrutturale della Calabria in ogni settore
(stradale, ferroviario, aeroportuale, portuale), anche al fine di programmare
al meglio le risorse della programmazione 2014/2020. Inoltre, occorrerà
imprimere la massima accelerazione ai programmi di infrastrutturazione già in
atto.
Lo sviluppo infrastrutturale si connette direttamente
con lo sviluppo e la qualificazione dei servizi.
E’ mancata in Calabria una vera politica del trasporto
pubblico locale, che presenta estese criticità, quali la mancanza di
coordinamento tra ed all'interno delle diverse modalità, nonché tra i trasporti
urbani ed extraurbani. In particolare, manca l'integrazione tariffaria dei
servizi.
Lavoreremo seguendo uno schema preciso: integrare le
diverse forme di intervento pubblico nell'ambito della mobilità delle persone,
al fine di superare la frammentazione. La riorganizzazione delle gestioni, il
monitoraggio della qualità dei servizi prestati, l'individuazione dei bacini di
trasporto, la definizione dei programmi di esercizio, nonché la realizzazione
delle gare per l'affidamento dei servizi stessi, costituiscono i capisaldi
della nostra azione di governo.
Un ruolo importante, con il concorso delle risorse
comunitarie, dovrà essere svolto dalla innovazione tecnologica, sia nelle nuove
realizzazioni, sia nelle infrastrutture e nei servizi esistenti.
Prioritario è per noi l'obiettivo di migliorare i
servizi ferroviari di lunga percorrenza, l'offerta per i pendolari e la domanda
locale.
Il tema del trasporto pubblico locale è direttamente
connesso con il tema delle politiche di sviluppo urbano, che rimane uno dei
grandi nodi irrisolti del ritardato sviluppo della regione. Per certi versi, si
può dire che il sottosviluppo urbano è uno dei componenti più importanti della
complessiva arretratezza economica e sociale della Calabria.
Tutte le statistiche rese note da istituti e
centri di ricerca ci restituiscono l'immagine di una regione che è perennemente
in fondo alle classifiche sulla qualità della vita, in particolare nei contesti
urbani.
Lo sviluppo di una strategia delle aree urbane in
Calabria non può che passare attraverso la promozione di un piano strategico
regionale di sviluppo urbano.
In coerenza con l'impostazione della programmazione
2014/2020, bisognerà operare per la specializzazione intelligente e la
riqualificazione, anche al fine di applicare le nuove tecnologie alle reti
energetiche e di illuminazione, alla comunicazione, ai sistemi di trasporto, alle
strutture abitative, alle aree produttive e tecnologiche, allo sviluppo di
progetti di agenda digitale.
L'azione del governo regionale si concentrerà
sull'esigenza, fondamentale, di colmare il gap
delle nostre città in termini di qualità della vita. Per questo, occorrerà
mettere in campo un programma che impatti sulla qualità dei servizi e degli
spazi pubblici, la qualità urbanistica ed edilizia, la domanda abitativa, i
servizi primari essenziali, il trasporto pubblico, gli spazi per l'infanzia e
la collettività, i servizi per l'istruzione.
Questi obiettivi saranno condivisi con i Comuni che, in
quanto unici depositari delle competenze sulle politiche urbane, costituiscono
i principali attori del cambiamento. Le risorse della programmazione 2014/2020
saranno, in questo quadro, orientate verso progetti finalizzati
all'innalzamento della qualità della vita dei cittadini nei contesti urbani.
I grandi servizi del territorio: governo
del ciclo dei rifiuti, gestione del servizio idrico, servizi di tutela ambientale.
Tre grandi servizi per la collettività, tre banchi di prova della sostenibilità
ambientale, ma anche tre settori di grande impatto economico potenziale.
In particolare, i rifiuti costituiscono la situazione
più difficile e delicata. Dopo 16 anni di commissariamento, la Calabria si
ritrova con centinaia di tonnellate al giorno di rifiuti spedite fuori regione
a costi altissimi, centinaia – oltre mille e per la precisione 1.100 tonnellate
conferite in discariche al limite della capacità - un'impiantistica regionale
obsoleta e insufficiente, raccolta differenziata ai minimi valori.
Ma, al di là dei dati, le continue emergenze, che si
susseguono nelle diverse aree del territorio regionale, sono la prova
dell'insostenibilità dell'attuale modello di gestione dei rifiuti urbani in
Calabria. Un sistema da riorganizzare e riformare radicalmente, trasformando un
rischio qual è oggi in una grande opportunità, perché, com'è noto, i rifiuti
possono diventare una risorsa.
Perché ciò sia possibile, bisogna chiudere definitivamente
la stagione dell'emergenza; è' necessario cambiare pagina perché questa terra
non sia più considerata un caso di cattiva gestione a livello europeo, ma
diventi un modello di buone prassi nella raccolta differenziata per la qualità
e la sicurezza degli impianti ed anche per l'avvio di quella filiera
industriale del riuso e del riciclo capace di trasformare i rifiuti in risorsa.
Occorrerà lavorare in parallelo su un doppio fronte; da
una parte, gestire efficacemente l'emergenza per uscirne nel più breve tempo
possibile. Dall'altra, intervenire sui fattori e gli elementi strutturali che
finora hanno impedito alla Calabria di essere una regione al passo con i tempi
in materia di rifiuti.
Per questa ragione, definiremo il nuovo Piano regionale
dei rifiuti, che sarà strutturato su uno schema preciso, rigorosamente coerente
con l'ordine di priorità della normativa europea e nazionale: prevenzione,
preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero, smaltimento.
La prima cosa da fare è spingere molto sulla raccolta
differenziata, con l'obiettivo di raggiungere, gradualmente ma rapidamente, gli
standard europei e i livelli minimi richiesti.
Il secondo pilastro di questa strategia è l'adesione ai
principi di autosufficienza e prossimità, come nelle migliori esperienze
europee. Per perseguire questo obiettivo, occorrerà investire
nell'impiantistica, per realizzare una rete integrata autosufficiente in ognuno
degli ambiti territoriali che saranno identificati.
Da questo punto di vista, anche per gestire l'attuale
fase emergenziale e prevenire possibili crisi improvvise causate
dall'obsolescenza degli impianti, la Giunta regionale, nei giorni, scorsi, ha
proposto nella legge di autorizzazione all'esercizio provvisorio approvato dal
Consiglio regionale la immediata utilizzazione di 56 milioni di euro per
l'espletamento delle gare, bloccate da oltre due anni, per la manutenzione
straordinaria degli impianti esistenti.
Nella prospettiva dell'intervento strutturale, invece,
pensiamo di creare una rete impiantistica tecnologicamente avanzata e moderna,
in grado di rivalorizzare il materiale della raccolta differenziata, a fini
produttivi.
Per questo daremo vita ad una task force che consenta di guidare e
governare il percorso necessario a realizzare un cronoprogramma teso alla
realizzazione dell'obiettivo di superamento dell'emergenza e di costruzione di
un sistema avanzato di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
La salute come priorità.
Oggi, la sanità in Calabria è al livello peggiore mai
registrato, in termini di organizzazione, qualità dei servizi, offerta
territoriale.
Il servizio sanitario regionale è del tutto inadeguato
ad affrontare i bisogni di salute dei cittadini, ed altrettanto inadeguata è
l'integrazione con i servizi sociali.
Una gestione burocratica e meramente ragionieristica del
piano di rientro ha determinato in molti casi un indebolimento dei presidi e
delle strutture sanitarie territoriali. L'assenza di un piano di
riorganizzazione e di riqualificazione della rete ospedaliera ha determinato
una condizione di grave criticità e sofferenza, che in molti casi si esprime in
una situazione di vera e propria emergenza anche per la carenza di personale
sanitario dovuta al blocco del turn over.
Ricostruire un sistema di welfare della salute in Calabria è un imperativo improrogabile, ma
ancora più urgente è la necessità di porre mano ad interventi mirati ad uscire
dall'emergenza e a garantire i livelli essenziali di assistenza.
Occorre ridisegnare tutto il sistema con un progetto
organico, un nuovo piano sanitario regionale, partendo da un principio: la
tutela e la cura della salute sono un diritto che va garantito a tutti.
E' necessario agire assumendo questi principi di base:
la salute è ricchezza non una questione di costi, ma un investimento; la
sostenibilità dei servizi nel tempo è centrale; il sistema dei servizi va
riorganizzato secondo reti territoriali, integrate e coordinate; la prevenzione
è strategica; la gestione delle informazioni sanitarie e dei dati medici e la
trasparenza sono fondamentali.
Bisogna orientare il sistema verso il territorio, la
differenziazione dei servizi, la domiciliarità e
l'attenzione alla persona, coniugando qualità e sostenibilità finanziaria.
A nostro avviso, la riorganizzazione del sistema dovrà
essere realizzata con una visione integrata, con chiari obiettivi e precise
linee d'azione.
Sul fronte della salute, siamo davanti ad un quadro
complesso di bisogni, in progressivo cambiamento e con un trend in aumento. La risposta può venire solo da un nuovo modello
di tutela della salute, incentrato su una rete di cure primarie articolata sul
territorio.
Oggi il sistema è frammentato e incompleto.
A causa dall'assenza di una rete di cure primarie a
bassa intensità e di lungo periodo, oggi quasi tutte le aspettative di cura dei
cittadini fanno riferimento alle strutture ospedaliere. Di fatto, oggi il
pronto soccorso degli ospedali è, per gran parte dei cittadini, l'unica
risposta possibile.
La rete ospedaliera va riorganizzata superando la logica
dei tagli lineari, adottando una logica di sistema, potenziando i sistemi di
controllo di gestione e monitoraggio della qualità delle cure, realizzando reti
di specialità, sviluppando modelli assistenziali hub & spoke.
L'ospedale deve essere ricondotto alla sua vocazione di
assistenza e cura dei malati acuti in un ambiente ad alta capacità,
specializzazione, complessità tecnologica e organizzativa. L'ospedale va
ripensato come snodo di una rete integrata di servizi.
Va realizzata la rete dei servizi territoriali di cure
primarie incentrata sulla medicina di base, la medicina specialistica, la
diagnostica, i servizi infermieristici, le strutture di riabilitazione.
Questo sistema a rete deve essere basato su una
organizzazione per livelli integrati: la medicina di base, i servizi di
diagnostica e terapeutica di base, le case della salute. Questi tre livelli
d'azione sono decisivi: vanno, dall'inizio, concepiti come integrati e bisogna
articolarli su tutto il territorio regionale con una precisa strategia.
Occorre potenziare la rete dell'assistenza a domicilio e
nelle strutture residenziali e semiresidenziali. Va realizzato un programma
permanente di prevenzione, basato su azioni di sistema, interventi formativi e
di educazione e sulla medicina preventiva in età scolare.
Nel quadro della disponibilità di risorse della
programmazione, bisognerà intervenire con un piano operativo per l'adeguamento
o l'ammodernamento dei poli ospedalieri esistenti o la realizzazione di nuovi
poli, secondo una scala di priorità scaturente da un'analisi dei fabbisogni di spazi,
attrezzature e logistica.
In questo quadro grande attenzione bisognerà dare alla
realizzazione dei nuovi ospedali programmati e finanziati da oltre sette anni e
che ancora non hanno visto la luce. In questo modello è centrale il ridisegno
dei percorsi di cura intorno alla persona, secondo la logica della presa in
carico, dei percorsi di diagnosi integrati, della medicina d'iniziativa, dei
modelli innovativi di interrelazione proattiva tra medico e paziente.
L'ottica della presa in carico globale è fondamentale.
Adottando questo modello organizzativo, nel caso delle
malattie croniche o oncologiche, in particolare, la programmazione e la
gestione della casistica con criteri personalizzati, possibili anche grazie
all'utilizzo di tecnologie appropriate, può radicalmente ridurre le liste
d'attesa, ottimizzare le prestazioni, annullare i doppioni, eliminare gli
sprechi, programmare i servizi di cura secondo i protocolli. E’ il servizio
sanitario che prende in carico la persona attraverso il distretto sanitario e
le Case della Salute.
In questo modello, la prevenzione è fondamentale. Una
buona politica per la prevenzione fa guadagnare in termini di qualità della
vita, produttività e costi dei servizi sanitari. E' in sostanza un buon
investimento.
Infine, la questione del debito sanitario.
Come noto, la Calabria è stata tra le regioni italiane
ad aver sottoscritto il Piano di rientro, attuato poi, fino ad oggi, con la più
volte discussa politica dei tagli lineari, che ha comportato gli effetti che
conosciamo sul sistema e sulla qualità dei servizi. Il fardello del debito
accumulato pesa e continuerà a pesare sulla sanità calabrese e sui
cittadini/utenti dei servizi.
Le ragioni di questo debito sono complesse e profonde,
ma possono essere sinteticamente ricondotte ad un sistema di programmazione
sanitaria privo di coordinamento regionale, di strumenti contabili, di funzioni
di controllo strategico, operativo e finanziario.
L'esigenza di rientrare dal debito ha però costituito,
in questi anni, il pretesto per rinviare le scelte di riforma strutturale del
sistema.
In questa fase finale di gestione del piano di rientro è
necessario avviare riforme strutturali del sistema, privilegiando la
trasparenza, il merito, e la valutazione dei risultati e premiare chi opera
meglio.
Da tempo, la Regione ha disatteso il compito di pensare
ed attuare efficaci politiche orientate al sociale e di affermare pienamente i
diritti di cittadinanza.
Noi vogliamo cambiare radicalmente, perché siamo
convinti che le politiche sociali siano politiche di sviluppo. Dobbiamo lottare
contro le disuguaglianze, che non solo producono ingiustizia e iniquità, ma
sono un grande freno allo sviluppo economico e al progresso sociale. Dobbiamo
partire dal riconoscimento delle differenze culturali, religiose, di genere e
di orientamento sessuale.
Innanzitutto va ripensato il sistema della protezione
sociale, che va radicalmente riformato. Dovremo dar vita, per quanto compete
alla Regione, a un nuovo modello di welfare,
innovativo e partecipato, in cui la Regione dovrà assumere il ruolo e i compiti
di coordinamento, programmazione, controllo e valutazione della qualità dei
servizi erogati.
Dobbiamo saper guardare ai temi sociali in tutta la loro
complessità e in tutta la loro articolazione, prendere in carico la povertà, la
marginalità e l'esclusione sociale, le disabilità e i problemi delle famiglie.
La nostra è una delle regioni più povere d'Italia. Più
di 200 mila famiglie calabresi sono ormai in condizioni di povertà relativa;
l'88 per cento delle famiglie si è vista costretta a ridurre la spesa per
alimenti contro il 68 per cento a livello nazionale e 104 mila sono i minori in
povertà assoluta. Quasi il 70% dei bambini non ha letto un libro nell'ultimo
anno né visitato un museo.
La gravità della situazione, peraltro in ulteriore
peggioramento, è sotto gli occhi di tutti.
Si impone un vero e proprio piano di contrasto alle
povertà, per attivare misure straordinarie, per avere una visione globale dei
disagi, orientare le politiche sociali, definire forme di coordinamento con i
Comuni, le associazioni e gli operatori sociali no-profit.
Considerando importanti le misure di sostegno al reddito
delle famiglie, avvieremo immediatamente un dialogo con il Governo nazionale
offrendo disponibilità ad investire anche parte del Fondo sociale.
Più strutture e più servizi; un radicale cambio di
mentalità nell'approccio ai problemi: è quanto riteniamo indispensabile fare
per la disabilità.
Per i nostri cittadini portatori di disabilità, ci
impegneremo per affermare il diritto all'educazione, al lavoro, alla casa, alla
mobilità, alla cultura e al tempo libero, nonché il diritto al gioco e allo
sport.
La Regione che vogliamo costruire è una Regione amica
delle famiglie, strutture basilari della nostra società, risorsa per la coesione
e la formazione umana.
Vogliamo promuovere una comunità educativa dove la
scuola, la famiglia ed i protagonisti del welfare
locale mettano al centro i bisogni dei bambini e degli adolescenti.
Per gli anziani non autosufficienti, la famiglia come
unica risposta ai bisogni di cura rappresenta una soluzione insostenibile nel
lungo periodo. Occorre guardare per questo al potenziamento della rete delle
strutture residenziali e semi-residenziali per lungodegenti, così come,
utilizzando risorse comunitarie, alla qualificazione professionale degli
assistenti familiari.
L'impegno sul sociale è volto a tutelare i diritti della
persona.
Oggi, anche in Calabria, i diritti delle persone sono
spesso minacciati o messi in discussione. Fenomeni come la violenza sessuale e
di genere, l'omofobia, le diverse forme di nuova schiavitù e le discriminazioni
si espandono e attecchiscono nella cultura e nel corpo vivo della società.
La nuova cultura della Regione deve ripartire
dall'affermazione della centralità e della dignità di ogni essere umano, dalla
lotta contro le disuguaglianze, dal riconoscimento delle differenze culturali,
religiose, di genere e di orientamento sessuale.
La Regione Calabria riconosce la violenza contro le
donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione. Per
contrastare la violenza di genere, per promuovere attività di prevenzione e
garantire adeguata accoglienza, protezione, solidarietà e sostegno alle vittime
di maltrattamenti, istituiremo una rete regionale operativa tra tutti i
soggetti coinvolti.
Rilanceremo, con gli opportuni correttivi, la Legge
regionale 21 agosto 2007, numero 20 ("Disposizioni per la promozione e il
sostegno dei Centri di antiviolenza e delle case di accoglienza per donne in
difficoltà").
Elaboreremo, con particolare attenzione, un progetto
regionale d'intervento che preveda percorsi di emersione, inclusione sociale,
lavorativa, sanitaria e abitativa delle donne che ne sono vittime della tratta
a scopo di sfruttamento sessuale. Allo stesso modo, definiremo e attueremo un
piano regionale contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e
l'identità di genere.
Voglio dirlo con estrema chiarezza: noi lavoreremo per
affermare, in ogni sede, i principi di parità tra uomini e donne. Garantiremo
un'azione positiva a sostegno delle pari opportunità e la cittadinanza di
genere.
Per questo, integreremo la prospettiva di genere in
tutte le fasi della preparazione e dell'esecuzione dei programmi, anche
mediante il ricorso a strumenti nuovi come il bilancio di genere. Cosa che, tra
l’altro, io ho fatto nella mia esperienza di Presidente della Provincia.
Questo principio sarà parte integrante di tutte le
azioni e verrà, inoltre, sostenuto attraverso la previsione e realizzazione di
iniziative specifiche mirate, ad esempio: alla promozione di iniziative che
favoriscono le pari opportunità con particolare riferimento alla creazione di
occupazione femminile, all'imprenditorialità femminile, in particolare
giovanile; all'iniziativa femminile per la rigenerazione fisica, economica e
sociale delle comunità sfavorite nelle aree urbane e rurali; alla conciliazione
dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale; alla piena libertà di
scelta su come partorire in Calabria.
Vogliamo occuparci dei più deboli. Le carceri, anche
quelle calabresi, sono i luoghi in cui le contraddizioni sociali sono più
visibili e più acute. Luoghi di sofferenza e, in alcuni casi, di abbandono. La
Regione dovrà impegnarsi per superare le condizioni di emergenza, con politiche
e interventi coordinati che promuovano un confronto anche con le direzioni
degli istituti di pena e con la Magistratura di Sorveglianza, coinvolgendo i
sindacati dei lavoratori penitenziari e le associazioni/organizzazioni del
volontariato. In questo quadro, propongo di impegnarci anche per l'istituzione,
presso il Consiglio regionale della Calabria, del Garante dei diritti delle
persone detenute o private della libertà personale.
La Calabria è approdo di nuovi disperati in fuga da
guerre e miserie, scampati alla traversata nel Mediterraneo a bordo di carrette
di fortuna. Migliaia di stranieri, oggi, vivono e lavorano in Calabria in
condizioni di disagio e di sofferenza.
I fenomeni migratori vanno governati in un'ottica di
apertura, di integrazione e di inclusione sociale. In questa direzione la
Regione dovrà svolgere un ruolo attivo di cooperazione con gli enti locali ed i
poteri dello Stato.
Signor Presidente, signori consiglieri, ho ripreso
alcuni temi tra i più importanti del programma che vi è stato allegato in
cartella sia in forma cartacea che digitale.
Queste Dichiarazioni programmatiche hanno lo scopo di
illustrare il senso e la ragion d'essere della nostra visione della Calabria,
dell'orizzonte di cambiamento a cui vogliamo tendere attraverso l'azione di
governo.
Per un'incisiva azione di governo non si può prescindere
da una profonda opera di riforma e di riordino istituzionale.
La Regione, così come si è venuta determinando,
costituisce – diciamolo chiaramente - un ostacolo alla crescita e allo
sviluppo.
Troppa pesantezza burocratica e gestionale ne
caratterizza la vita. Un sistema paludoso inficia la trasparenza e contribuisce
ad alimentare distorsioni e discrezionalità. Lentezze e lungaggini nelle
procedure finiscono per vanificare la realizzazione degli obiettivi e la stessa
utilizzazione delle risorse.
Vale per tutti l'esempio delle risorse comunitarie la
cui gestione presenta un bilancio assolutamente negativo che chiama in causa,
in primo luogo, il modo di essere della Regione.
Istituzioni più efficaci e moderne, aperte al territorio
La Regione Calabria ha abdicato, da troppo tempo, alle
proprie funzioni di legislazione e programmazione. Ha invaso gli spazi che la
Costituzione assegna agli enti locali, finendo per occuparsi prevalentemente di
gestione e amministrazione ordinaria.
Il sistema istituzionale calabrese, nel suo complesso,
non è adeguato a rispondere alle esigenze di efficienza ed efficacia
dell'azione pubblica.
Per questo, deve essere riformato, per rispondere
efficacemente alle istanze di sviluppo dei territori, per mettere in atto una
radicale riorganizzazione dei servizi primari: rifiuti, sanità, istruzione,
mercato del lavoro, formazione, trasporti, depurazione, servizio idrico, per
governare le politiche regionali difesa del suolo, politiche sociali,
agricoltura, tutela ambientale, sostegno alle imprese, sviluppo locale,
urbanistica, infrastrutture. Deve, inoltre, mettere in campo modelli efficienti
di utilizzo delle risorse finanziarie e tecniche nel quadro della
programmazione regionale, nazionale e comunitaria.
Per riformare le istituzioni calabresi, per prima cosa
la Regione deve tornare a essere istituzione che legifera, orienta, regola, indirizza,
programma, controlla, che produce legislazione, definisce standard di regolazione, monitora e valuta la qualità dei
risultati.
La Regione deve essere alleggerita delle funzioni
amministrative. E' necessario procedere alla realizzazione di un disegno di
riordino istituzionale, oggi ancor più necessario e urgente alla luce del
processo di riforma avviato dalla legislazione nazionale.
La discussione in atto sulle istituzioni di area vasta e
sul destino delle Province pone, in modo stringente, il delicato problema
dell'esercizio delle funzioni e della riorganizzazione dell'assetto
istituzionale.
Il nostro principio basilare per le riforme è una
Regione che gestisce meno e programma di più e meglio.
La Regione deve recuperare, nei diversi settori, una
forte capacità di pianificazione strategica, devolvendo poteri e funzioni agli
enti locali.
Vogliamo costruire una Regione che sappia assolvere bene
ai propri compiti, che sia in grado di guidare i processi di cambiamento della
società calabrese, che governi in un quadro chiaro di responsabilità e in
costante cooperazione con gli enti locali, con il Governo nazionale, con il
Parlamento e le Istituzioni europee.
L'obiettivo è una Regione proiettata sui territori,
articolata nell'organizzazione, più diversificata nei suoi ruoli, meno
accentrata nei servizi.
Alleggeriremo la burocrazia, semplificheremo le
procedure, ridurremo i costi per avvicinare l'ente ai cittadini, alle imprese,
agli amministratori locali.
Le prime misure di riordino della macchina regionale che
abbiamo assunto con la macro-riorganizzazione dei Dipartimenti, vanno in questa
direzione.
Favoriremo l'esercizio associato delle funzioni
fondamentali tra i Comuni, razionalizzeremo competenze e servizi in capo agli
enti sub regionali.
Guardiamo al territorio, al nostro territorio: la
Calabria è una delle regioni italiane più varie e diversificate dal punto di
vista territoriale, ambientale e culturale. Non è un vincolo, è una ricchezza
ed una grande opportunità.
Il sistema istituzionale deve riflettere questa
peculiarità. Deve garantire l'unità e la coesione esaltando le diversità e
valorizzando le potenzialità e le vocazioni dei territori.
Per quanto riguarda i piccoli Comuni, in particolare
montani, è necessario valorizzare le loro peculiarità attraverso forme nuove di
esercizio associato delle competenze e dei servizi comunali, per assumere, in
prospettiva, alcune funzioni operative di attuazione delle politiche regionali
e migliorare la gestione delle risorse per lo sviluppo locale dei programmi
regionali, nazionali ed europei.
La Regione, insieme a tutti i soggetti istituzionali
coinvolti, dovrà svolgere un ruolo attivo al fine di aiutare il processo di
realizzazione della dimensione metropolitana nell’area di Reggio Calabria.
Tutto questo in una nuova visione, unitaria e integrata,
del territorio e del sistema urbano calabrese, in cui ogni città, area urbana e
sistema territoriale deve conservare e rafforzare il proprio ruolo, esaltare le
sue vocazioni, specializzare le sue funzioni, migliorare la qualità urbana,
rinsaldare le proprie relazioni con l'area vasta, qualificare i servizi di
rango elevato e le funzioni verso i sistemi economici e produttivi locali.
Noi raccogliamo la sfida del buon governo, a partire da
una profonda revisione della spesa della Regione, del suo corpo burocratico,
del comportamento amministrativo, delle regole di funzionamento degli uffici.
Vogliamo rivedere l'organizzazione della Regione,
riducendo i centri di costo, accorpando le strutture e accorciando le catene di
comando e responsabilità.
Metteremo in campo un'azione di governo efficiente, in
grado di affrontare con forza i nodi irrisolti della programmazione e della
regolazione dei servizi, ricostruire i procedimenti amministrativi, valorizzare
e utilizzare al meglio il personale.
La Regione Calabria è troppo pesante, ingabbiata com'è
in una struttura organizzativa con troppi centri decisionali – come dicevo
prima - che generano inefficienze, sprechi, lentezza nei pagamenti,
diseconomie, eccessivo carico burocratico, impedendo di orientare le risorse
finanziarie e le competenze professionali in una logica di programmazione unitaria
di materie, territori e settori produttivi.
La gestione lenta, inefficiente, burocratizzata e
frammentata dei Fondi europei ne è la prova più evidente. Siamo consapevoli
delle profonde difficoltà economico- finanziarie in cui versa oggi la Regione Calabria.
Senza un progetto credibile di risanamento della spesa
pubblica, da mettere subito in campo, non sarà possibile recuperare ad
obiettivi concreti e d'impatto quelle risorse aggiuntive - a partire dai Fondi
europei - necessarie a investire per la crescita e lo sviluppo, a partire dai
settori in maggiore sofferenza in questi anni: come le politiche sociali, le
politiche giovanili, il diritto allo studio, l'accesso al credito, il sostegno
all'impresa, i grandi servizi pubblici, la manutenzione del territorio.
La nostra azione sarà incentrata sulla qualità della
spesa e sui tagli alle spese improduttive e agli sprechi.
Vogliamo migliorare i servizi per imprese e cittadini
spendendo meno e meglio.
Metteremo in atto un piano di gestione del cambiamento
nel comportamento amministrativo degli uffici regionali, che individui un nuovo
modello coerente con il principio dell'amministrazione responsabile e orientata
al risultato.
Metteremo in atto, come già abbiamo iniziato a fare,
un'attenta riorganizzazione e nuove regole di governance per le società, gli enti, le fondazioni, i consorzi, che devono essere strumenti di servizi di qualità
innovativi ed efficienti e non meri centri di spesa e di clientela.
Metteremo a punto e attiveremo nuovi sistemi di
controllo gestionale e strategico.
In coerenza con l'evoluzione legislativa e con le
disposizioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, daremo attuazione a un
piano regionale anticorruzione.
Sarà definito un codice di comportamento, in tema di
legalità e trasparenza, delle strutture regionali, da costruire con il
coinvolgimento delle organizzazioni sociali. In questo quadro, sarà data
attuazione al principio della rotazione degli incarichi del personale
regionale.
Nell'era digitale la trasparenza deve essere totale. Oggi
la Regione Calabria non è trasparente.
Non consente ai cittadini di vedere con chiarezza ciò
che accade al suo interno, chi comanda, come vengono prese le decisioni, come
viene utilizzato il denaro pubblico. Mancano o sono stati sviluppati in modo
parziale e insufficiente gli strumenti di innovazione digitale per consentire
ai cittadini di accedere liberamente e agevolmente a informazioni, dati,
servizi attraverso la rete.
La mancanza di limpidezza e partecipazione attiva sono
terreno fertile per il potere discrezionale, per l'uso smodato del libero
arbitrio, che annullano o indeboliscono la garanzia dei diritti e degli
interessi collettivi, aumentando il rischio quotidiano di abusi di potere,
corruzione e illegalità.
Riteniamo opportuno procedere alla istituzione di un Osservatorio regionale sulla legalità,
con riferimento ai reati di corruzione, violenza su donne e minori.
L'Osservatorio regionale sulla legalità dovrà avere
compiti di monitoraggio, di analisi, nonché di impulso anche per l'attività di normazione primaria e secondaria, in relazione ad alcune
tipologie di reato che destano particolare allarme sociale.
Gli appalti costituiscono un momento di scelta pubblica
tra i più delicati ed esposti al rischio di fenomeni corruttivi e di
infiltrazioni della criminalità organizzata.
Con la legge regionale numero 26 del 2007, anche la
Calabria ha istituito la Stazione unica appaltante, allo scopo di assicurare la
correttezza, la trasparenza e l'efficienza della gestione dei contratti
pubblici e con l'incarico di svolgere l’attività di preparazione, indizione e
aggiudicazione delle gare concernenti lavori e opere pubbliche, acquisizioni di
beni e forniture di servizi sia per la stessa Regione sia per altri enti.
Questo disegno, che costituiva un'importante novità
nella nostra regione, è stato in parte disatteso e certamente indebolito. La
Stazione unica appaltante, infatti, sottodotata nel
personale e negli strumenti tecnici ed organizzativi, ha dovuto limitare di
molto il proprio raggio d'azione e le proprie attività, venendo meno, in molti
casi, agli obiettivi di gestione e controllo degli appalti posti dalla legge.
Noi crediamo, invece, che la Stazione unica appaltante,
adeguatamente rafforzata, può costituire uno strumento efficiente e trasparente
per la gestione di una materia delicata e complessa come quella degli appalti.
Ovviamente, anche alla luce dell'evoluzione legislativa
nazionale e comunitaria più recente, anche la legge istitutiva della Stazione
unica appaltante va adeguata.
Per questi motivi, la Stazione unica appaltante dovrà
essere dotata delle risorse necessarie per svolgere efficacemente i propri
compiti e dovrà essere riorganizzata con l'obiettivo di aumentare l'efficienza,
velocizzare le procedure, evitare ingorghi burocratici, fornire migliori
servizi agli enti locali.
In Europa, la Calabria è tra le regioni più in ritardo
di sviluppo. I Fondi europei dovrebbero servire, appunto, per aiutare i
territori come il nostro a recuperare terreno e favorire la crescita e
l'occupazione.
Invece, la Regione Calabria è tra le ultime nella spesa
e nell'utilizzo efficace dei Fondi.
Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), in
particolare, dal 2012 vede bloccati i pagamenti da parte della Commissione
europea, perché il sistema dei controlli è valutato come insufficiente.
Significa che la Calabria da più di tre anni non riceve un euro da Bruxelles.
Dal momento del mio insediamento alla Presidenza della
Regione ho dovuto riscontrare che la situazione è pesantissima, paradossale,
ingiustificabile.
Gli ultimi dati ufficiali, presentati dalla Presidenza
del Consiglio dei ministri lo scorso 4 novembre 2014, ci dicono che, a quella
data, la Calabria era, dopo la Campania, l'ultima Regione d'Italia per la spesa
sul Fondo europeo di sviluppo regionale, il più consistente tra i Fondi
europei.
In Calabria il POR FESR era giunto ad appena 872,7
milioni di euro di spesa, corrispondente al 43,7 per cento del totale. Totale
che, peraltro, a seguito del Piano di Azione e Coesione (PAC) del 2011, è stato
ridotto di un miliardo rispetto alla dotazione iniziale. Senza questa
riprogrammazione, la capacità effettiva di spesa sarebbe ancora peggiore in
percentuale, riducendosi al 29,1 per cento.
Per quanto riguarda l'altro fondo strutturale, il Fondo
sociale europeo (FSE), la situazione, sempre al 31 ottobre scorso, era anche
peggiore in confronto alle altre Regioni, relegando la Calabria all'ultimo
posto in Italia, con 505,3 milioni di euro spesi, pari al 63,1 per cento.
Per questa ragione, fin dal primo giorno dopo il mio insediamento,
avvenuto il 9 dicembre, ho dovuto attivare un intervento di emergenza per
scongiurare il rischio di perdere 305,6 milioni di euro sul FESR e 96 milioni
di euro sul FSE. Ho imposto agli uffici una tabella di marcia forzata per
rendicontare la spesa entro il 31 dicembre.
Alla fine, per fortuna, siamo riusciti a salvare, per il
2014, le risorse di entrambi i Fondi, soprattutto attraverso un massiccio
ricorso ai noti strumenti di correzione dei dati di spesa consentiti dalle
norme comunitarie, mediante la rendicontazione di progetti - oggi definiti
"retrospettivi", ma meglio noti come "progetti sponda" -
già realizzati da altri enti o da soggetti grandi erogatori di spesa
infrastrutturale.
Ovviamente, il 2015, che coincide con l'anno di chiusura
di entrambi i Programmi operativi - FESR e FSE - si presenta difficilissimo e
carico di incertezze. L'eredità che ci lascia il passato governo regionale è
drammatica.
Il risultato non è solo il disastro nella spesa, ma
anche il fallimento degli obiettivi generali della Programmazione 2007/2013.
Una circostanza che peserà per anni sulla Calabria e i calabresi.
Il sostegno dei fondi nazionali ed europei è
fondamentale in una Regione come la nostra, gracile economicamente e debole dal
punto di vista finanziario e amministrativo. Nella quale pesano ancora di più
la restrizione dei trasferimenti dallo Stato per le politiche ordinarie, la
riduzione delle capacità di investimento privato, i pesanti vincoli del patto
di stabilità.
Ecco perché, di fronte all'aggravarsi delle condizioni
economiche e sociali della Calabria, lo spreco, l'inefficienza, la cattiva
gestione della Programmazione e, in particolare, dei Fondi Europei è un
delitto.
Aldilà degli indicatori della spesa, sotto il profilo
degli impatti e dei risultati il quadro è sconfortante: nessun effetto serio
sull'economia si è generato in questi anni di gestione delle risorse
comunitarie.
Le responsabilità in capo alla passata amministrazione
regionale sono enormi e particolarmente gravi in relazione all'importanza della
posta in gioco.
Per evitare la perdita definitiva delle risorse, nei
prossimi mesi il POR FESR dovrebbe spendere 1 miliardo e 126 milioni di euro,
cioè molto di più del totale dei sette anni precedenti.
In altre parole, per spendere tutte le risorse
rimanenti, nei prossimi mesi e fino alla fine dell’anno, la spesa dovrebbe
viaggiare ad una velocità dieci volte superiore a quella realizzata fino ad
oggi.
Dal canto suo, il POR FSE dovrebbe spendere, negli
stessi prossimi mesi, quasi 300 milioni di euro, cioè viaggiare ad una velocità
quattro volte superiore a quella media dei sette anni passati.
Ci vorrebbe non solo un'eccezionale capacità di
accelerazione della spesa da parte della Regione, ma anche una corrispondente e
straordinaria capacità di risposta del sistema calabrese nel suo complesso
(imprese, sistemi produttivi, enti locali).
Di fronte all'evidenza cruda di questi numeri, occorrerà
decuplicare gli sforzi per salvare le risorse comunitarie, che sono essenziali
e preziosissime per una regione come la Calabria.
Un impegno ed una responsabilità enormi, che grava sul
governo e sulle istituzioni regionali.
Per cercare di salvare la situazione o, almeno, la parte
che è oggettivamente ancora rimediabile, renderemo operativa, immediatamente,
una strategia d'impatto sulla spesa, dando fondo a tutta la capacità tecnica e
amministrativa, al senso di responsabilità e all'autorevolezza istituzionale
che occorrono di fronte all'evidenza dei dati e all'urgenza di mettere in
campo, nella misura massima e nei limiti del possibile, i necessari interventi
di emergenza.
Definiremo nei prossimi giorni un'unità di crisi che,
supportata da una task force con ruoli operativi, avrà il compito di definire
rapidamente una road map
per la spesa da completare entro fine 2015.
Occorrerà instaurare, da subito, un rapporto intenso e
diretto con il Governo nazionale e la Commissione europea, per individuare
azioni a supporto di una strategia operativa che faccia fronte a questa
situazione, negoziando, se possibile, anche una proroga dei termini per la
spesa e, soprattutto, un quadro di interventi di rapido avvio e rapido effetto
per il riposizionamento della spesa.
Purtroppo, anche sul fronte della nuova programmazione
2014/2020, ho dovuto constatare un grave ritardo.
Su questo punto voglio essere ancora più esplicito.
Il ciclo della programmazione 2014/2020 in Calabria
potrà concretamente aprirsi solo dopo l'approvazione del Programma operativo da
parte della Commissione europea, che non avverrà prima di alcuni mesi.
La ragione è semplice e sta nel colpevole ritardo che il
passato governo regionale ha accumulato per la preparazione del POR 2014/2020.
Quando mi sono insediato a Palazzo Alemanni, il POR
giaceva negli uffici della Regione e l’invio a Bruxelles è potuto avvenire, su
mia diretta iniziativa. Mi sono insediato il 10 e la lettera di trasmissione è
avvenuta dopo tre giorni, giorno 13.
Di fronte a questa situazione e proprio nella
prospettiva di attuare la programmazione 2014/2020 in modo radicalmente diverso
dal passato, a noi tocca il compito di intervenire, con determinazione e
rapidità, sui fattori strutturali che hanno impedito la spesa efficiente e
l'uso efficace dei Fondi europei.
La programmazione deve dare risposte ai bisogni e ai
problemi della società e dell'economia regionale. La gestione dei Programmi che
è stata finora messa in atto ha favorito la frammentazione degli interventi,
dando luogo ad una gestione non unitaria, non integrata, a compartimenti
stagni, dei Fondi europei, disarticolata sia tra fondi - FSE, FESR, FEASR,
fondi nazionali -, sia tra strutture gestionali, assessorati, società ed enti
regionali.
Questa impostazione va radicalmente cambiata e
semplificata, a favore di una gestione coordinata, flessibile e pragmatica.
Nell'uso dei Fondi europei, la macchina amministrativa
della Regione va orientata ai risultati.
Occorre re-ingegnerizzare tutti i processi e la
gestione, per sburocratizzare i procedimenti.
La costruzione di un'adeguata e diffusa capacità
istituzionale nell'uso dei Fondi è decisiva. Anche per questa ragione, dobbiamo
supportare i Comuni e gli enti locali e dare maggiore spazio, nelle scelte, al
confronto con il territorio.
Una delle ragioni per cui la programmazione dei Fondi
europei in regioni come la Calabria si impantana nell'inefficacia e nella
lentezza è l'assenza o la debolezza dei quadri di riferimento costituiti dai
piani territoriali e dai piani di settore.
Non è un caso che le Regioni italiane ed europee più
avanzate sotto il profilo dell'organizzazione amministrativa e della pianificazione
territoriale e settoriale sono anche quelle in cui i fondi nazionali ed europei
sono spesi con più efficienza e velocità.
Questo gap va
colmato e in fretta.
Moltissimi tra i settori vitali dell'economia regionale
- trasporti, rifiuti, rischi ambientali, ecc. - non hanno come riferimento
piani o programmi di settore validi o aggiornati e alcuni non li hanno mai
avuti.
Per questo motivo, svilupperemo da subito, una specifica
funzione finalizzata a verificare lo stato della pianificazione regionale, non
solo in riferimento alle disposizioni e agli obblighi legislativi, ma
soprattutto in relazione all'effettiva utilità o necessità di strumenti
pianificatori di riferimento per la programmazione 2014/2020. Coinvolgeremo
enti, istituzioni, università, parti sociali, cittadini, stakeholder, associazioni, al
fine di dotare la Regione di un adeguato e moderno sistema di pianificazione.
Anche l'esistenza di un quadro legislativo regionale
adeguato, pesa sull'efficacia nell'uso delle risorse comunitarie negli
investimenti.
La Regione Calabria deve recuperare capacità e qualità
legislativa.
Il nuovo Consiglio regionale dovrà ammodernare il corpo
normativo nei settori più importanti e più sensibili della vita regionale,
anche in ragione della revisione legislativa e costituzionale in corso sotto il
profilo dell'assetto istituzionale dello stato, del riordino delle competenze
tra i vari livelli dell'amministrazione pubblica, della regolazione delle nuove
forme di governo locale e d'area vasta.
Modernizzare le norme più obsolete, valorizzare tutti
gli spazi di competenza primaria, concentrare l'impegno sulle più importanti
materie di potestà concorrente, dalla tutela della salute al governo del
territorio.
Non si tratta però, di fare molte leggi. Bisogna
produrre, invece, leggi efficaci e di qualità, anche attraverso un processo di
semplificazione, riordino e razionalizzazione dell'impianto legislativo
vigente.
Dobbiamo, dunque, riaprire il cantiere della democrazia
regionale.
Una nuova Regione, per un nuovo regionalismo democratico
Una radicale riforma regionalista è, non solo una scelta
fondamentale del nuovo governo regionale, ma è la condizione stessa per potere
realizzare gli obiettivi.
Una riforma che dovrà essere perseguita
contemporaneamente lungo tre direttrici: sul piano istituzionale, con una più
esatta ridefinizione della funzione di produzione legislativa e coordinamento
territoriale in un efficace rapporto con le autonomie locali, con la revisione
delle procedure di spesa e nuove regole per gli enti strumentali. Sul piano
amministrativo, attraverso la semplificazione delle strutture e dei centri di
costo e l'accorciamento del lungo e burocratico iter delle decisioni e
dell'esecuzione delle scelte. Sul piano dell'etica pubblica, con il ripristino
del senso del dovere e del servizio, con la valorizzazione del merito e delle
competenze, con un cambio sostanziale nei comportamenti di amministratori e
dirigenti.
E’ anche in questo quadro che abbiamo avanzato
riproponiamo qui oggi l’istituzione di una Commissione per la riforma dello
Statuto che dovrà vedere la nostra Regione confrontarsi nel dibattito aperto
sul regionalismo nel nostro Paese.
La Regione Calabria nel corso degli anni è diventata una
struttura elefantiaca, nella quale il disordine e la confusione amministrativa
sono diventati funzionali alle discrezionalità delle scelte, al mantenimento di
privilegi, alla conservazione di strapotere di alti burocrati sempre in
oscillazione tra la subalternità al potere e la difesa di autonomi spazi di
potere.
Gli enti strumentali della Regione e le società
partecipate non solo non esercitano una funzione operativa nell'attuazione
delle politiche regionali; ma spesso sono occasioni di pessime gestione ed in
alcuni casi vere e proprie infezioni del sistema.
Le intelligenze e le competenze della gran parte dei
dipendenti sono state mortificate ed emarginate.
La stesse procedure legislative ed amministrative sono
state snaturate: i rispettivi campi della produzione legislativa e del governo
amministrativo si sono confusi determinando ingerenze e conflittualità.
Non è una situazione sostenibile. Saranno necessari
cambiamenti strutturali nell'organizzazione istituzionale; ma sarà altrettanto
importante cambiare comportamenti e modi di essere dei rappresentanti della
Regione, a partire da me, da noi, dai componenti della Giunta fino ai singoli
consiglieri, ai dirigenti, ai dipendenti.
C'è bisogno di rigore nei comportamenti, di sobrietà
nell'esercizio della funzione, dell'eliminazione di ogni forma di ostentazione
del proprio potere al fine di esaltare la funzione di servizio della politica e
dell'Amministrazione.
Questo cambiamento in Calabria è necessario e non più
rinviabile.
Una recente indagine di Demoskopica
ha descritto una situazione allarmante sul rapporto tra i calabresi, la
politica e le istituzioni. Il 94,7 per cento dei calabresi non ha fiducia nei
partiti; il 92,6 per cento non ha fiducia nella Regione, l'84,9 per cento non
ha fiducia nel Comune.
E' nostro dovere ricostruire un rapporto di fiducia con
il popolo calabrese; una comunità dove 7 cittadini su 10 hanno paura del
futuro; 6 cittadini temono di non potere mantenere la famiglia, 4 cittadini
hanno paura di ammalarsi e dove 3 cittadini temono di restare vittima di un
evento criminale.
La lotta alla criminalità è un caposaldo dell'iniziativa
della nuova Giunta regionale. Non solo per una ragione di fondo che riguarda il
grado di civiltà di un popolo e il livello di efficienza della democrazia; ma
anche perché è ormai dimostrato che la presenza della mafia è un ostacolo anche
allo sviluppo economico.
Prima di concludere consentimi di rivolgere un augurio
di buon lavoro a tutti voi colleghi consiglieri.
Quando ho scelto di candidarmi alla Presidenza della
Regione Calabria ero pienamente consapevole di una situazione difficile, di una
sfida quasi impossibile. Ma la mia esperienza politica ed il senso del dovere
mi hanno spinto a tentare questa sfida sapendo di poterla fare a viso aperto,
guardando ai cinque anni di governo regionale senza l'assillo del dopo.
Il mio unico interesse nei prossimi cinque anni è la
Calabria.
So di avere bisogno di una collaborazione ampia. Sarà
mia cura ricercarla. Il nostro compito è quello di promuovere una nuova classe
dirigente, a tutti i livelli della vita regionale.
I calabresi, da sempre, sono un popolo che ha subito
tragedie, ha attraversato difficoltà, ha vissuto catastrofi e patito
sofferenze. Ma sempre è riuscito a risorgere.
Sono certo che, ancora una volta, con l'aiuto di tutti,
ce la faremo a ridare speranza e futuro alle calabresi e ai calabresi.
(Applausi)
Grazie al presidente Oliverio
per l’articolata e completa relazione sul Programma di governo 2015-2020.
Dichiaro aperto il dibattito. Ha chiesto di parlare il consigliere Tallini.
Ne ha facoltà.
Signor Presidente, colleghi consiglieri, abbiamo ascoltato
la lunghissima relazione del presidente Oliverio, in
contrasto, a mio avviso, con quanto precedentemente annunciato in un’altra
seduta, dove si diceva che per giustificare i ritardi con cui si presentavano
le dichiarazioni programmatiche, le stesse sarebbero state esaustive, complete,
ma soprattutto accompagnate da un cronoprogramma.
Egli stesso disse che non avrebbe fatto il
solito libro dei sogni, ma bensì una cosa concreta dove avrebbe indicato tutti
gli elementi per l’attuazione delle dichiarazioni programmatiche. Oggi abbiamo
ascoltato la relazione e la prima cosa che abbiamo constatato è stata
innanzitutto la mancanza del cronoprogramma.
Colleghi
consiglieri, il suo
intervento, presidente
Oliverio, avviene dopo tre mesi dal voto: abbiamo
votato il 23 novembre e oggi è il 9 febbraio, sono passati quasi 100 giorni.
Oggi
le voglio dire quello che solitamente si fa nei primi 100
giorni di legislatura; ormai le grandi leadership politiche, dalla Presidenza
del Consiglio, ai governatori, ai ministri, ai sindaci, fanno già una sintesi
dei primi 100 giorni, e non ci venga a dire, presidente Oliverio,
che si è insediato ad una certa data, perché non sono 100 giorni, ma sono 90,
sono 80 o, addirittura, sono 30 perché noi sappiamo che, ancor prima che si
svolgessero le elezioni, era talmente convinto che sarebbe stato il
governatore, che aveva già lavorato su come risolvere i problemi.
Dalla
data delle elezioni alla data della proclamazione, non si sa dove abbia
incontrato i direttori generali, o quante persone ha ricevuto a palazzo
Alemanno ma, comunque, è positivo il fatto che nei vari luoghi lei abbia potuto prendere cognizione esatta dei problemi, ma non si può dire che lei abbia
cominciato a lavorare da subito.
Oggi prendiamo atto che, per la prima volta
nella storia del regionalismo italiano, lei abbia completamente disatteso i
tempi canonici, a partire dalla convocazione della prima seduta di Consiglio
regionale, il cui rinvio, con le relative motivazioni, ha solo fatto ridere,
non solo i calabresi ma l’intera nazione; a seguire con la convocazione della
seconda seduta. Tra l’altro non si è mai visto che l’insediamento delle
Commissioni permanenti e speciali, che sono il pulsante dell’attività
legislativa, ed oggi all’ordine del giorno, restasse immobilizzato per oltre
tre mesi! Quando mai! E non sappiamo, ancora non abbiamo la certezza se oggi
voteremo le Commissioni.
Quando mai, inoltre, una Regione dopo tre mesi
dal voto non ha una Giunta completa, operativa ed efficiente! E lei, caro
Presidente, molto abilmente ha voluto dribblare: non ha parlato della Giunta, e
questo ci ha meravigliato molto, il fatto che non abbia fatto riferimento alla
sua Giunta, ai ritardi con cui è nata, al fatto per cui oggi abbiamo una Giunta
incompleta. Non ha parlato, parlerò io dopo delle vicende tragiche di una
Giunta nata male e col marchio forse di un’infamia.
E ancora, non si è mai visto che una Regione,
a tre mesi dal voto, non abbia una Giunta completa, operativa ed efficiente!
Al momento l’unica cosa rilevata e censurata
sono le scadenze violate: per esempio – lo dico con grande rispetto soprattutto
nei confronti dei burocrati della Regione – l’unico dato che è stato rilevato
era un fatto formale relativo alla mia adesione al gruppo e del collega Orsomarso
e cioè se la norma fosse o non fosse perentoria.
Ringrazio l’Ufficio di Presidenza che oggi
formalmente ci ha collocato nel gruppo di Forza Italia, ma devo anche
sottolineare che questa fiscalità non è stata osservata nei confronti delle
continue violazioni dello Statuto e dei Regolamenti che il presidente Oliverio ha operato per ragioni a noi sconosciute, ma
sicuramente che non hanno offerto una buona immagine del nostro ente, su cui
l’emergenza incombe; il presidente Oliverio ha
violato una serie di norme statutarie che oggi, invece, avrebbero dovuto essere
rispettate.
Tutto questo, purtroppo, è accaduto e, se il
buongiorno si vede dal mattino - in questo caso dal tardo mattino - direi che
per questo non c’è da aspettarsi nulla di buono. Tutto questo non depone bene,
signor Presidente, non aiuta la Calabria, non aiuta la politica e acuisce la
sfiducia dei calabresi nelle istituzioni.
Lei ha fatto un richiamo alla grande sintonia
che c’era tra lei e il premier Renzi, lo abbiamo
sentito poco fa. Le ricordo dei tempi record del premier Renzi,
che ha chiuso la partita per l’elezione del Presidente della Repubblica
recentemente, ne ha parlato pure lei: dopo pochi giorni dall’elezione, è andato
a fare il solenne discorso al Parlamento e al Paese con un intervento di
spessore, in cui si riconosce finalmente l’esistenza del Mezzogiorno.
Ora, mi potrebbe dire: “Ognuno ha i propri
tempi”. Certo, lei non può essere e avere la dinamicità del presidente Renzi oppure che il presidente Oliverio
va piano, ma produce molto, come aveva preannunciato, infatti aveva detto: “La
Giunta” – ricordate tutti in quest’Aula – “è meglio farla dopo, ma farla bene”.
Poi torneremo ancora una volta sulla Giunta. Magari fosse così! Il presidente Oliverio va lento, lentissimo, produce quasi nulla per la
Calabria e molto del poco che fa è un disastro politico, giuridico,
amministrativo, è un disastro da ogni punto di vista; l’inciucio iniziale con
l’Ncd, che ha destabilizzato l’equilibrio
maggioranza-opposizione nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio, un
atteggiamento che, se fosse stato fatto dal centro-destra, avrebbe fatto
gridare allo scandalo; una incursione della maggioranza sugli equilibri della
minoranza. Il presidente Oliverio e il ristretto
cerchio di comando che lo attornia hanno impedito alla forza di opposizione più
rilevante, quella di Forza Italia che rappresentiamo, di essere presente
nell’organo di governo dell’Assemblea.
Una bella prova di democrazia, caro presidente
Oliverio!
Il ruolo unico per la Regione, introdotto
senza una strategia economica e violando lo Statuto, l’autonomia funzionale
dell’Assemblea, come asseriscono anche tutte le sigle sindacali, l’introduzione
del consigliere delegato in violazione della divisione dei poteri legislativo
ed esecutivo, con il chiaro intento di sterilizzare la funzione del controllo
del Consiglio regionale; la rimozione di ogni vincolo nella scelta degli
assessori esterni per potenziare la figura del Presidente a scapito della rappresentatività
politica dei consiglieri regionali che – occorre ricordarlo – sono anche loro
eletti direttamente come il Presidente della Giunta; la proposta di istituire
una Commissione di esperti del Presidente della Regione per fare le famose
riforme istituzionali, quasi che la Calabria non fosse la regione più povera
del Paese – dal 2008 ha perso 100 mila posti di lavoro – e non avesse come
problema prioritario il lavoro e lo sviluppo, ma la riscrittura delle norme
statutarie che – come si è capito bene – debbono ridurre la funzione di
controllo dell’Assemblea, di questa Assemblea, e consentire al Presidente di
diventare un governatore, perché possa fare quel che vuole, cioè un uomo solo
al comando.
Sul punto però le ricordo, caro Presidente,
che una nuova Commissione non serve, il Consiglio ha già sei Commissioni; nei
prossimi giorni daremo formalmente i ruoli e l’attuazione, che sono più che
sufficienti, e se davvero c’é l’urgenza di fare riforme istituzionali, non
tocca agli esperti di sua fiducia farle, non glielo consentiremo, perché su
impegni del genere hanno titolarità i consiglieri regionali tutti, di
maggioranza e di opposizione.
La revoca dei direttori generali, in palese
contrasto con la normativa vigente, la legge Brunetta, ci pone di fronte ad un
vero e proprio giallo. Io mi sarei aspettato dal collega Orlandino,
che di solito è il portavoce della maggioranza, una replica alla mia
interrogazione che dipinge il drammatico scenario di qualche giorno fa.
Allora, vorrei fare una domanda: da sabato 7
gennaio, collega Orlandino, è efficace o no la revoca
– poi dico perché o no – dei direttori generali dei dipartimenti? E visto che
non si ha notizia della deliberazione per la nomina dei nuovi direttori
generali, sarebbe interessante sapere da lei stamattina, caro Presidente, o da
qualche esponente della maggioranza, chi è il direttore generale del personale,
chi siano in questo momento in cui siamo qua e dibattiamo, il direttore
generale dell’urbanistica, il direttore generale della Presidenza della Regione,
il direttore generale del dipartimento fondi comunitari, del dipartimento delle
attività economiche, il dirigente generale del dipartimento dell’ambiente, il
dirigente generale dell’agricoltura, dei trasporti, del turismo, della cultura,
della Sua, dell’Audit, dell’Avvocatura. Mi limito
soltanto a questi perché so che sono oltre.
Io ho contestato con incontrovertibili
argomenti di diritto le osservazioni da me formalizzate con un’interrogazione
e, non avendo la Giunta regionale annullato la revoca dei direttori generali, è
più che lecito dedurre che da ieri la Regione è acefala. Stamattina in tutti i
dipartimenti i dipendenti litigavano tra di loro per sapere quale sia il
criterio e chi oggi, in caso di emergenza, avrebbe dovuto assumere un atto; e chi
diceva “oggi lo può fare il più alto in carica” e poi davanti a tanti con più
alti in carica, tutti diceva “sì, ma io sono stato assunto prima, ma io nel
concorso l’ho fatto prima”.
Tutti stanno litigando nei vari dipartimenti
per sapere chi deve comandare una Regione ad oggi acefala, quindi una Regione
che, dal punto di vista amministrativo, è paralizzata, con tutte le conseguenze
che un vuoto del genere implica. Il che, tra l’altro, non solo rivela il brutto
pasticciaccio in cui una politica approssimativa ha cacciato la Regione, ma
soprattutto lascia intuire a chiunque i rischi che si stanno facendo correre
alla Calabria i danni economici che si profilano per l’ente Regione.
Altro che economia di 2 milioni di euro! Qua
avremo danni per milioni e milioni di euro! L’ostinarsi nel braccio di ferro
del governo per farsi assegnare l’incarico di commissario della sanità, con la
conclusione che ad oggi non c’è ancora un commissario, non ci sono i direttori
generali, la sanità è afflitta, è affidata a dirigenti facenti funzioni, privi
di ogni personalità.
Ma c’è di più, amici miei: in questo momento –
non so perché solo a me, mi auguro che l’abbiano notificato anche a voi – mi è
stata consegnata una delibera con cui mi si comunica l’approvazione di una
macrostruttura; udite udite, per poi leggere
all’interno che, per effetto di questa riforma ovvero con l’approvazione della
nuova macrostruttura, alla luce della presente riorganizzazione della
macrostruttura della Giunta regionale, si dà atto che i dirigenti generali,
nonché i direttori titolari dell’U.A., U.D.P., cessano con effetto immediato dai relativi
incarichi, soppressi come peraltro previsto dai rispettivi contratti
individuali di lavoro; rinviando a successivi atti, di revocare ogni precedente
atto deliberativo in contrasto col presente provvedimento.
Ora, assessore al personale, presidente Oliverio, lei mi deve dire se questa delibera revoca la
delibera numero 1. Lei ride, assessore al personale, ma c’è poco da ridere! C’è
da essere molto preoccupati per quello che sta avvenendo, per la confusione
verso cui sta
andando la Giunta.
Questa
delibera revoca anche la numero 1 o, con due atti successivi, quella del 27
dicembre e questa del 5 febbraio, revochiamo con tutte e due con riferimenti
diversi i direttori generali?
Abbiamo
osservato che i direttori generali non si possono revocare a norma della legge
numero 1 del 27 gennaio 2015, la delibera della legge regionale numero 31 del
2002, perché nel frattempo, a seguito di una sentenza della Corte
costituzionale – e noi per molto meno siamo stati chiamati dal magistrato, non
ha capito subito, siamo stati processati per questo, colleghi consiglieri,
siamo stati assolti perché il fatto non sussiste – quello che io rilevo in
questi primi atti della Giunta sono cose allucinanti, gli abusi già sembrano
essere consumati, perché già i direttori generali, in base ad una legge che non
esiste più, sono stati mandati a casa ed oggi con un’altra delibera si dice che
questi dirigenti sono stati mandati a casa perché, invece, c’è la riforma di
una macrostruttura.
Allora continuo, spero che questa vicenda sia
chiarita nel modo migliore e senza danni per l’amministrazione.
Poiché, quindi, la sanità – come dicevo – è a
pezzi.
Consigliere Tallini,
le ricordo che ha abbondantemente utilizzato il tempo a sua dsposizione.
Chiedo scusa, se mi dà qualche minuto in più,
anche perché la relazione del Presidente è stata assolutamente…
Per la relazione del Presidente non c’è un
limite temporale.
Vado velocissimo verso la fine.
Velocissimo perché è già oltre, quindi
concluda.
Vado velocissimo sui tempi lenti del
presidente Oliverio che segnano questa decima
legislatura perché la causa non è individuabile solo negli errori compiuti; in
realtà questo governo regionale va lento e non ha una strategia per mettere
mano ai problemi dei calabresi, per organizzare la Regione, per dotarsi di un
piano di sviluppo, non ha un’idea di Calabria, per come è nato, viste le
elezioni, speculando sugli errori commessi da noi, che abbiamo governato nella
scorsa legislatura.
Le darò, Presidente, una cartella contenente
non quello che non abbiamo fatto e che lei ha sempre richiamato, ma quello che
abbiamo fatto, le regalerò questa cartella, gliela manderò col commesso, così
si renderà conto. Anche il Progetto Giovani, che lei ha recentemente
strumentalizzato, è una iniziativa del governo Scopelliti, tanto criticato.
Questa maggioranza ha unito forze eterogenee, si è basata sulle divisioni del
centro-destra, ha illuso i calabresi con proclami e promesse che, una dopo
l’altra, stanno palesemente disattendendo.
Il punto è che il governo della Regione
Calabria, l’opposizione, tutte cose che chi governa oggi ha dimostrato…
ma ritardi accumulati, anche l’assenza di economia politica del presidente Oliverio e del Pd calabrese. Devono chiedere continuamente
a Roma, al partito, finanche abbiamo dovuto aspettare per avere finalmente,
fino a stamattina, il Presidente della Regione.
Ho voluto esplicitare i punti critici. Sono
del parere che oggi alla Calabria servirebbe, invece, unità di intenti.
Abbiamo anche soprasseduto molto sulla
questione della
Giunta e non posso non rilevare tutto quello che è
accaduto: il presidente Oliverio ci aveva convinti
che la Lanzetta fosse stata richiesta direttamente al
presidente Renzi, invece appena ha avuto la
possibilità di entrare in Giunta, per fare una cortesia e liberare un posto a
Roma, dove il suo contributo era forse ormai inutile, quindi poteva venire in
Calabria, fare una cortesia a Renzi, altro che
richiesto dal presidente Oliverio!
Consigliere Tallini,
concluda, perché è già oltre i termini, ha sforato abbondantemente.
In realtà, in questo governo regionale, che ha
visto nascere la nuova Giunta – mi faccia esprimere solo questo concetto e poi
ho finito – ha un grosso vulnus il ministro Lanzetta.
Conosco bene l’assessore De Gaetano,
sfiduciato dal governo Renzi e dalla signora Lanzetta.
Non metto in discussione l’integrità
dell’assessore De Gaetano, ma purtroppo – lei ha evitato di toccare questo
tasto – oggi, caro Presidente, ha lasciato un grosso vulnus in questa Giunta
che, non solo è stata fatta in ritardo ed è incompleta, ma porta anche il
marchio indelebile di una delegittimazione nella lotta al contrasto della
criminalità.
Fino a quando lei non affronterà, perché due
sono le cose, o difende apertamente le posizioni del collega De Gaetano oppure
si dissocia, o l’una o l’altra cosa, e ancora no ha fatto né l’una né l’altra.
Quindi, alla fine, il punto è che, per governare questa Regione del
Mezzogiorno, occorrono idee, programmi ed anche rispetto per le prerogative
delle opposizioni, tutte cose che chi governa oggi ha dimostrato di non
possedere. Ma dietro i ritardi accumulati si ravvisa anche l’esigenza di
un’autonomia politica. Persino nella designazione.
Ho voluto soltanto ricordare che davanti a noi
abbiamo uno scenario economico e sociale tragico, appesantito dalla
cancellazione del Mezzogiorno, così come ha enunciato il presidente Oliverio.
Vado alla fine: chi ci ha preceduto ha
sbagliato, questo lo stucchevole ritornello che troviamo di frequente nella sua
relazione e che abbiamo letto anche nella relazione di oggi, dimenticando però
che i guai calabresi sono il risultato di un regionalismo ultra quarantennale,
del governo di centro-sinistra al quale anche lei non è estraneo. Chi ci ha
preceduto ha sbagliato, sarà pur vero.
Grazie, consigliere Tallini.
Ho finito davvero, Presidente; se mi consente,
ho finito davvero.
Guardi che le ho dato molto più tempo
Lo so.
Adesso deve chiudere veramente, altrimenti le
tolgo la parola.
Quindi anche in questo continueremo a vigilare
sul suo operato e ad organizzare le nostre proposte sotto il profilo
legislativo. Una volta messe a lavoro le Commissioni – i calabresi hanno
assegnato l’onere di controllo politico partendo dall’opposizione di cui noi di
Forza Italia siamo capaci - è necessario senza dubbio guardare a quanto accade
giorno dopo giorno, ma soprattutto pensare agli impegni futuri, che dovremo
saper affrontare sulla base di una proposta politica che va ricostituita su
basi affidabili, ed il nostro rapporto con i calabresi.
Noi siamo qua rispetto alle questioni e, se
dovessimo giudicarla, caro Presidente, rispetto a quella che è stata la nostra
esperienza di questi primi tre mesi, dovremmo sicuramente ultra bocciare il suo
operato. Valuteremo se, rispetto alle promesse contenute nel libro dei sogni,
ci sarà da parte nostra una indulgenza che potrebbe orientarsi verso
un’eventuale astensione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Greco. Ne
ha facoltà.
Nel prendere la parola
dopo l’intervento del consigliere Tallini,
ho un sentimento contrapposto che mi spinge a fare alcune valutazioni.
Contrapposto perché da un lato, entusiasmato dall’ intervento di grande
spessore politico e amministrativo fatto dal presidente Oliverio, vorrei mantenere
l’attenzione su quello che è il punto all’ordine del giorno, ossia l’approvazione del programma di governo,
dall’altro però vorrei tentare di dare una risposta a un intervento, devo dire
sterile, inefficace, basso, bassissimo nei contenuti, con livelli che rasentano
lo squallore politico.
Pensavo, ascoltando
l’intervento del presidente Oliverio, a quale Calabria dobbiamo e vogliamo disegnare;
pensavo ai temi che il presidente Oliverio ha toccato e soprattutto a quel monito che ha
fatto alla Regione, a noi consiglieri, parlando di dignità, di libertà, di
Mezzogiorno e di orgoglio di appartenenza, parlando della Calabria e non delle Calabrie, parlando di quella identità che restituisce a chi
come me - meridionalista convinto, appassionato del culto della politica e
della filosofia politica, pur avendo affrontato gli studi tecnici - sente in
quest’Aula un grande senso di responsabilità impresso sulla pelle, ripensando a
Zaleuco da Locri, uno dei più grandi legislatori del
mondo occidentale. Oggi in quest’Aula avrei preferito dibattere non tanto
dell’elencazione delle cose da fare e di quello che è il programma di governo,
ma soprattutto dello spirito di questo programma, della capacità di diventare
calabresi e di registrare tutti un comune sentire che deve appartenere a tutta
l’Assise consiliare.
Beh, mi sembra strano –
devo dire – rispetto al punto all’ordine del giorno, che le argomentazioni
addotte dal consigliere Tallini
siano scadute in rivendicazione o difesa di posizionamenti politici che hanno
visto protagonista, certamente non nell’esaltazione del ruolo, la passata
amministrazione. Consigliere Tallini, mi sarei aspettato, da chi come lei è navigato
nella politica, che oggi, a nome di una forza politica importante, avesse
lanciato il guanto nell’arena e avesse detto: “Caro presidente Oliverio,
siamo qui a votare il suo documento programmatico, siamo qui a dire che
vogliamo verificare nella sfida di cinque anni se lei, la sua Giunta e il suo
gruppo sarete capaci di appropriarvi di un ruolo che è della Calabria e dei
calabresi”. Questo avrei fatto, consigliere Tallini, non sarei stato qui a
rivendicare un ruolo, ma a rivendicare quell’etica della responsabilità di cui
il presidente Oliverio
ha parlato, che è l’etica della responsabilità di chi, come noi, ha avuto il
consenso e l’assenso dei cittadini per sedere in questa Assise.
Guardate, ci sono sedute
consiliari importanti dal punto di vista amministrativo, come quelle in cui si
approva il documento di programmazione economica e finanziaria, sedute
consiliari che indubbiamente dal punto di vista delle tematiche sono
importanti; ma ci sono sedute consiliari storiche, e questa, colleghi, è una
seduta storica, perché in questa Assise si decide quello che dovrà essere il futuro della Calabria per cinque anni e
soprattutto, caro presidente Oliverio, a consuntivo
noi dovremmo avere le carte in regola per ripresentarci, perché qua non si
tratta solo di lei o della sua figura, ma c’è una squadra che insieme a lei
vuole cambiare la Calabria e vuole la sfida del cambiamento, una squadra che
insieme a lei vuole costruire la Calabria all’insegna della valorizzazione
della nostra storia e della nostra identità, ma soprattutto all’insegna dell’autonomia.
Il
consigliere Tallini utilizzerà sicuramente, nella
fase successiva, l’intervento per dichiarazione di voto per scadere anche nei
miei confronti con accuse che certamente rimando già da ora al mittente sic et simpliciter. Il presidente Oliverio,
negli anni in cui è stato Presidente della Provincia di Cosenza, ha avuto il
grande merito di rivendicare autonomia di gestione e di funzione dell’ente
provinciale fuori dagli schemi dei partiti; quello che è mancato, consigliere Tallini, è un mea culpa,
oggi, da chi occupa sedi istituzionali; quello che è mancato alle passate
gestioni amministrative regionali è stata l’autonomia dai poteri centrali. Oggi
il presidente Oliverio rivendica un’autonomia della
Regione, rivendica un’autonomia nelle scelte; oggi diciamo e vogliamo che
alcune battaglie siano le battaglie della Regione, le battaglie per
l’annullamento e l’azzeramento della precarietà in questa terra martoriata e
offesa, per l’alta velocità che deve essere oggi un fiore all’occhiello e per
quello che dovrà significare il passaggio alle nuove tecnologie, al cablaggio
di una Regione che deve puntare certamente a diventare terra di produzione e
non solo e non già terra di consumo.
Sono
queste le sfide che oggi lanciamo sul campo, sono queste le proposte concrete e
reali, altro che libro dei sogni! Quale, ma quale intervento più pragmatico
avete sentito in quest’Aula? Quale intervento più realista avete sentito in
quest’Aula, rispetto al voler dire e a fare una fotografia, forse troppo vera,
di questa realtà e di questa Calabria?
E’
vero o no che la Calabria ha un reddito medio pro capite di 16 mila
euro? E’ vero o no che la Calabria ha il 65 per cento di disoccupati giovanili?
E’ vero o no che questa è la terra dell’emigrazione? E’ vero o no che c’è una
classe politica che ha abdicato negli anni a questo ruolo?
Caro
Presidente – e non voglio dilungarmi rispetto alle cose che lei già
brillantemente ha detto – lei può contare su una classe politica che, petto
all’infuori, ma con la grande capacità e l’amore verso questa terra, è capace
di disegnare strategie di sviluppo importanti per il futuro di questa terra e
dei nostri figli.
Allora
non più una questione meridionale, non più la questione meridionale di quando
il senatore Bellia parlava in Senato ed utilizzò
questi termini. Oggi, caro Presidente – e lei lo ha detto e lo ha ribadito – vi
è la necessità di dire che la questione meridionale è finita, ma c’è una
soluzione al problema nazionale e questa soluzione si chiama Meridione, la
soluzione al problema nazionale si chiama Calabria, si chiama storia, cultura,
tradizione di una terra che negli anni ha costruito la storia e che,
addirittura, ha dato il nome all’Italia.
Grazie,
continuiamo così, la Calabria ci ringrazierà fra cinque anni e tutti potremo dire
che il nostro lavoro ha migliorato le condizioni della Calabria e avremo le
condizioni e le carte in regola per ripresentarci e continuare in questa marcia
del rinnovamento e del cambiamento.
Richiamo
di nuovo il pubblico a un atteggiamento di assoluta neutralità nell’Aula.
(Interruzione)
No, questo non glielo
consento, non è così. Ringrazio anche il
consigliere Orlandino Greco per aver contenuto
il suo intervento nei termini previsti e concedo la parola al consigliere Mangialavori
che ha chiesto di intervenire.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori consiglieri, mentre nel mondo si susseguono eventi molto, molto
preoccupanti - come gli attacchi del terrorismo islamico che mettono in forte
agitazione l’Occidente - l’Europa fatica ad uscire dal tunnel di una crisi
economica che pesa enormemente sulla nostra vita, mi sembrano davvero fuori contesto tutti i
ragionamenti, i rinvii, le autoreferenziali affermazioni di una maggioranza
politica che, a tre mesi dal voto, ancora non ha dato alla Calabria un governo
stabile.
Al di là di ciò che pensiamo di eventi di difficoltà della politica in
Calabria, personalmente ritengo che trasmettere ai cittadini messaggi di
normalità ed efficienza che ad oggi non ci sono, oltre ad essere politicamente
sbagliato, è anche moralmente ingiusto. Non è giusto soprattutto nei confronti
dei nostri giovani, di noi giovani, degli uomini e delle donne della Calabria
che sono in attesa di risposte e a cui non possiamo più dire di aspettare
ancora che Roma ci dia delle ulteriori indicazioni o aspettare che prima siano
zittite tutte le polemiche interne al Partito democratico, o che ci si metta
d’accordo su questa o su quella nomina.
Anche
le linee programmatiche giungono, purtroppo, in notevole ritardo. Si avverte,
in sostanza, da quanto abbiamo avuto modo di vedere, una distanza abissale fra
i tempi della politica che oggi guida la Regione e le urgenze che affliggono la
Calabria; mi riferisco, per esempio, al sempre più ampio volume dell’esclusione
sociale, determinato dal crollo dell’occupazione, dalla disperazione e dall’
esasperazione giovanile, che in Calabria purtroppo è giunta a livelli
insopportabili; alla crescente diseguaglianza reddituale, che prima o poi
innescherà dei conflitti che saranno difficilmente controllabili, se il governo
della Regione e la sua maggioranza seguiterà ad andare avanti solo con proclami
e se nell’agenda del Governo nazionale il Mezzogiorno non verrà preso in alta
considerazione. Non mi riferisco solo ai dipendenti integrati nel sistema
lavorativo che rischiano di perdere il posto di lavoro o che usufruiscono ora
di cassa integrazione, ma mi riferisco soprattutto a quella massa di persone
sempre più crescente che non ha alcuna protezione sociale e che sono i veri
svantaggiati del nostro tempo.
Se
in Calabria uniamo i fuoriusciti dal mondo del lavoro con il gran numero di
persone che ormai è senza speranza di entrare nei processi occupazionali, ci si
rende conto che la politica viaggia su tutt’altre coordinate, visto che questo
governo regionale, invece di occuparsi di temi così urgenti, dedica ogni
energia ad altro. Sembra che il bisogno dei veri svantaggiati della Calabria,
con questa politica, sia dei separati in casa, infatti questa politica non
sembra avere alcuna sensibilità verso il dialogo sociale, altrimenti avrebbe
immediatamente, dopo il voto, messo in piedi senza perdere tempo una squadra di
governo, utilizzando naturalmente le norme vigenti, senza aspettare di
modificare le norme per poi dare un governo alla nostra Regione, dando
contenuti alla sua azione e non badando esclusivamente, e ad oggi senza neanche
riuscirsi, a coprire caselle, comporre alleanze e
badare solo e soltanto agli organigrammi di potere. Diversamente, avrebbe
insistito con tutta la forza di cui dispone per costringere il Governo ad
ottemperare alla nomina del commissario per la sanità.
Sul
tema, naturalmente, non aggiungo altro, perché qui la politica sta dando il
peggio di sé. Lasciare una Regione come la nostra senza un governo della sanità
è la prova di una insensibilità politica che, purtroppo, non paga solo chi è
nella causa, ma tutta la politica in generale, vista come un mezzo impotente
per risolvere i problemi della gente.
Non
voglio essere prolisso, le posizioni politiche, ormai, sono in parte definite.
C’è da augurarsi che oggi si proceda finalmente ad insediare le Commissioni,
così da rendere democraticamente agibile il Consiglio regionale. Avremo,
quindi, tempo e modo per misurarci sui temi concreti. Intendo, però, offrire al
dibattito odierno alcune precise preoccupazioni, che possono valere anche come
auspici per una politica fatta di saggezza e buona amministrazione.
Chi
si richiama alla grande scuola liberal democratica di
Weber, continua, nonostante le tante delusioni che oggi attraversano il
centro-destra nel Paese, a pensare che il tema delle libertà, di fronte alle
nuove norme di eguaglianze e alle nuove strade da percorrere, passi attraverso
una forte riforma delle istituzioni.
Personalmente,
pur nutrendo disistima per come si sono dispiegati i quattro decenni del
regionalismo calabrese, credo ancora che la Regione possa essere utile ai
calabresi, per questo mi sono candidato e per le stesse ragioni intendo portare,
naturalmente secondo le mie capacità e la mia cultura, un contributo
costruttivo ed onesto. In tal senso, ritengo sia indispensabile ricostruire un
tessuto normativo regionale, spesso dispersivo, specialistico e di difficile
interpretazione.
Le
leggi vanno scritte per i cittadini e non per gli specialisti, per gli studi
legali e per i giuristi, perché se non servono a risolvere i problemi dei
cittadini, allora scatta, oltre allo scetticismo, l’irrilevanza
dell’istituzione che le approva.
Auspico,
pertanto, che, una volta finita la telenovela della formazione della Giunta,
l’Assemblea si possa applicare con la massima diligenza - utilizzando il
sostanzioso capitale umano di cui dispone e, magari, anche con l’aiuto delle
Università -, per predisporre una serie di testi unici, coordinati anche con la
normativa europea, almeno per i settori che maggiormente interessano la vita
pubblica, sociale ed economica della Calabria. Penso, per esempio, alla
normativa riguardante la gestione del territorio, l’ambiente, l’agricoltura, i
beni culturali, le finanze. Lo scopo, in questo come in altri segmenti
dell’attività della Regione, è quello di rendere stabile ciò che la dispersione
normativa rende contingente ed astratto, diversamente interpretabile,
impropriamente applicato od usato più o meno in buona fede.
Credo
che, quando si discute di riforme istituzionali, bisognerebbe anche chiedersi
cosa serve per davvero alla nostra società, cioè un assessore esterno in più o
un sistema di leggi che finalmente sia in grado di accompagnare il cittadino
nel suo percorso di vita? E’ urgente, insomma, dotarsi di un metodo, operare
sulla base di una legislazione chiara ed efficace.
Non
diversamente il discorso si pone per uno dei problemi più seri di cui la
Regione dovrà occuparsi, cioè il dissesto idrogeologico della Calabria e
l’erosione delle coste, su cui proprio in questi giorni abbiamo avuto la
riprova delle lacune enormi, delle sovrapposizioni confusionarie e delle
dimenticanze che hanno la coda di paglia, tutte cose che occorrerà colmare
sotto tutti i punti di vista. Non c’è Comune della Calabria che possa dirsi
sicuro, lo evidenziano di continuo gli esperti, le statistiche, gli allarmi.
Ecco,
qui è indispensabile che la Regione organizzi un dibattito al più presto,
magari in quest’Aula, per fare un’analisi circostanziata delle difficoltà che
il territorio registra e comprendere, attraverso proposte puntuali: come, con
quali risorse, attivando quale meccanismo sia possibile garantire l’incolumità
dei nostri luoghi. Tutelare il territorio è una priorità non solo obbligatoria,
ma dovrebbe rientrare nel piano di sviluppo di una Regione che, se non affronta
emergenze come queste, non ha speranza di cambiare passo e conseguire i
risultati anche su altri settori: penso all’ambiente, infatti, come propulsore
di sviluppo o al turismo in ogni sua manifestazione.
Un
accenno, infine, a quanto si può mettere in cantiere, senza perdere più tempo,
per la difesa della nostra identità culturale, del nostro modo di essere e di
vivere il nostro tempo. L’investimento in cultura, signor Presidente, è
decisivo nell’era in cui viviamo. Indichi, la prego, presto l’assessore al ramo
e lo inviti a presentare in Consiglio un piano articolato che punti alla
valorizzazione dei nostri innumerevoli giacimenti, a partire da una perla che
abbiamo nel vibonese che è la biblioteca di Soriano, che ha oltre 50 mila
volumi, tutti dedicati alla Calabria, e che – come sicuramente saprà –
rischiano di essere negati alla fruizione pubblica per disattenzioni che non dovrebbero
neppure ipotizzarsi.
Si
valorizzi, inoltre, e con ogni mezzo, l’associazionismo, che è l’espressione
più diretta della società civile: penso alle associazioni libere, volontarie,
aperte, in cui uomini e donne possono coltivare interessi comuni e partecipare
ai bisogni generali.
Credo
che la politica, se vuole stare al passo coi tempi e smettere di consumarsi in
cerchi magici e complottismi più o meno utili e più o
meno legali, debba interloquire costantemente con le istanze della società
civile. E’ questa l’essenza stessa della democrazia in cui si manifesta
pienamente la libertà attiva e cosciente dei cittadini ed è uno dei modi
migliori per dare concretezza al valore della partecipazione dei cittadini e
alle scelte della politica, che è principio contemplato nello Statuto della
Regione.
Oggi,
ascoltate le linee programmatiche, parte il confronto politico. La mia speranza
è che le energie non siano impiegate nella dialettica maggioranza-opposizione,
ma nelle soluzioni da trovare per affrontare i guasti della Calabria. Sarà,
naturalmente, caro consigliere Greco, il tempo a dirci se ce l’avremo fatta,
sapendo che i calabresi ci guardano e senz’altro sapranno valutare fra cinque
anni le responsabilità di ognuno.
Certo,
non aiutano ad andare avanti nella giusta direzione molti degli atteggiamenti
assunti dal governo della Regione, che mi auguro siano corretti nel corso della
legislatura. Quando leggo o ascolto annunci entusiastici, ma privi di riscontri
concreti, di molti esponenti della maggioranza, mi viene in mente un aneddoto
del filosofo Kant, che al medico che curava i suoi
pazienti chiedeva se stessero migliorando, ma quando un amico gli chiese
com’era la sua salute, gli rispose: “Sto morendo a furia di miglioramenti”!
Ecco,
signor Presidente, non vorrei che la Calabria, dopo i tanti annunci, abbia a
rispondere allo stesso modo! Grazie e buon lavoro.
Grazie,
consigliere Mangialavori, anche per aver rispettato i
tempi.
Ha
chiesto di parlare la consigliera Sculco. Ne ha
facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della
Giunta, colleghi consiglieri, colgo l’occasione della discussione sul programma
di governo, non l’ho fatto prima voglio farlo ora, per ringraziarvi di vero
cuore per l’accoglienza, per l’amicizia e per le attenzioni che mi sono state
rivolte in tante occasioni, a partire dalla prima seduta del Consiglio
regionale del 7 gennaio e anche oggi da voi tutti senza eccezione alcuna.
Consentitemi e permettetemi di ringraziare il Presidente
del Consiglio, Tonino Scalzo, che nelle sue dichiarazioni, appena eletto al
prestigioso incarico, non ha mancato ed ha voluto sottolineare con
soddisfazione la presenza di una donna – purtroppo la sola – in questo
Consiglio regionale.
Mi sia ancora consentito di ringraziare con amicizia il
presidente Mario Oliverio che nei mesi che hanno
preceduto il voto ed in questi di avvio di questa legislatura non ha fatto mai
venire meno la sua attenzione ed il suo incoraggiamento al mio impegno
elettorale prima ed istituzionale poi. E’ stato per me, signor Presidente - che
non sono una neofita, ma non sono nemmeno una veterana della politica – una
guida ed un punto di riferimento, ora che ne ho la possibilità, in quest’Aula
ed in questa circostanza voglio riconfermare, continuare a riconoscere e
continuare a seguire. Grazie, grazie, Presidente.
Colleghi consiglieri, sapete quanto me quanta emozione
si prova la prima volta, soprattutto in una circostanza importante e di grande
rilievo istituzionale come è stata la seduta di insediamento e quella di oggi
del Consiglio regionale.
Devo dire con sincerità, nonostante l’emozione, di
essermi sentita a mio agio in quella come in questa seduta di Consiglio e per
questo spero che questo clima collaborativo e propositivo possa essere presente
per tutti i prossimi 5 anni durante i quali dovremo lavorare insieme.
Da parte mia, colleghi, per quanto mi riguarda ce la
metterò tutta.
Signor Presidente, come tutti sanno e come io stessa
molte volte direttamente ho avuto modo di constatare, ha svolto una lunga
campagna elettorale percorrendo
Ha visitato ogni realtà della nostra Regione piccola o
grande che sia. Ogni lembo del nostro territorio si può dire che abbia
registrato la sua presenza ed ha voluto incontrare, parlare e confrontarsi con
i cittadini e con i calabresi ovunque essi lavorino, operino o studino.
Si può dire che ha compiuto e realizzato una attività
istruttoria e di ricognizione ad ampio raggio ed in profondità delle tanto e
drammatiche questioni ed emergenze che la nostra Calabria vive da troppo tempo.
I cittadini e gli elettori calabresi ci hanno
riconosciuto questo impegno con uno straordinario consenso che abbiamo
conseguito con il voto del 23 novembre. Appena eletto, senza perder tempo, il
Presidente si è messo subito al lavoro e si è proposto come punto di
riferimento per i calabresi e per le emergenze che vive
Ora, a partire da oggi, con la presentazione del
programma di governo si può dire che abbiamo tutte le carte in regola per
governare
Va riconosciuto ed apprezzato che è stato sottoposto
alla valutazione di quest’Aula e dei calabresi un programma che ha contenuti,
indicazioni di tempo e di metodo coerenti e non difformi da quello che è stato
più volte sostenuto prima, durante e dopo la campagna elettorale. Lasciatemi
dire che questo è un atteggiamento di stile e di lealtà che gli stessi
cittadini non potranno che condividere e sostenere.
Nel merito del programma che è stato presentato devo
dire che dentro ci sono tutti gli ingredienti per dar luogo ad una efficace
azione di governo, in grado di promuovere un innovativo processo di
cambiamento, di crescita e di modernizzazione della nostra Regione.
Devo dire subito che noi di Calabria in Rete lo
condividiamo e per questo non faremo mancare il nostro sostegno ed il nostro
contributo. Ne condividiamo l’impianto generale e ne condividiamo le proposte
che, oggi, lei ha presentato.
Per questo mi permetterò, nei limiti di tempo che mi
sono consentiti, di fare solo alcune sottolineature per rafforzare quei punti e
quegli obiettivi che, ritengo, abbiano una qualche preminenza e che in una
certa misura facciano da guida e da ispirazione a tutta la poderosa attività
legislativa e di governo che stiamo per avviare.
Signor Presidente, in primo luogo, l’ha detto più volte
– io voglio ulteriormente incoraggiarla in questa direzione – mi riferisco al
tema della riorganizzazione e del riordino della macchina burocratica
regionale. Nei giorni immediatamente successivi al suo insediamento ha parlato
più volte di questi temi ed ha indicato alcune direttrici formulando alcune
prime proposte; in queste ultime ore, fra l’altro, le decisioni assunte nella
Giunta che hanno riguardato la riduzione dei dipartimenti, la riduzione delle
cosiddette unità operative ed il commissariamento di alcuni enti sub-regionali, ha avviato positivamente
il cantiere della riorganizzazione della macchina burocratica regionale.
Penso che
tutto questo sia un primo e fondamentale passo in avanti ma penso che serva
anche impostare un progetto più complessivo da mettere velocemente al centro
del confronto dentro e fuori le istituzioni, per approntare una serie di
provvedimenti adatti a fare una messa a punto non superficiale, ma in
profondità, della macchina burocratica dell’intera struttura regionale.
Molte
volte in passato si è detto e non si è fatto: ora dobbiamo compiere delle
scelte e dobbiamo operare con precisione per orientare la struttura burocratica
a far servizio alla Calabria, cioè a renderla adatta a sostenere con
convinzione percorsi utili a promuovere crescita e sviluppo.
Pensiamo
ai fondi strutturali europei che non sono pochi: alcuni miliardi di euro da
impegnare e da spendere a partire da quest’anno e fino al 2020. Bisogna
spenderli e non disperderli e bisogna concentrarli e spenderli per rimuovere
quegli impedimenti così detti strutturali che oggi trattengono
Bisogna
riconoscerlo per non ripetere gli errori compiuti in passato: troppe volte si è
fallito, troppe volte non si è speso oppure si è speso male. Come dire che più
che far crescere l’erba buona molte volte si è fatta crescere la gramigna
provocando ancora più danni alla Calabria ed ai calabresi.
Consentitemi
di dire, signor Presidente e colleghi consiglieri, che ora non possiamo più
permettercelo e – consentircelo - per nessuna ragione al mondo. Non sarebbe
giustificabile e nemmeno perdonabile e per questo penso che dobbiamo mettercela
tutta e forse anche di più.
Dobbiamo
fare questo sforzo rivolgendo il nostro pensiero e la nostra attenzione, come
il Presidente ha già fatto nella sua relazione alle migliaia e decine di
migliaia di senza lavoro, di disoccupati e precari che da troppo tempo
affollano il mercato del lavoro della nostra Regione.
Si tratta
di un vero e proprio esercito di giovani, ragazzi e ragazze che magari dopo
anni e anni di studi rischiano di non conoscere e nemmeno incontrare il lavoro
ed una prospettiva di vita e di futuro.
Penso che
non possiamo più disperdere questo straordinario capitale umano che possiede
Per
questo ritengo e dico che innovazione, ricerca, conoscenza e formazione devono
essere i punti di forza da mettere sul portale dello sviluppo calabrese. Il
lavoro è stato il pane quotidiano che i nostri padri ed i nostri nonni hanno
saputo conquistarsi con immani sacrifici in Calabria e fuori dalla Calabria; in
tanti lontano dalla propria terra e dai propri affetti.
Il lavoro
deve tornare ad essere il cibo quotidiano che alimenta e fa crescere i calabresi
e le nuove generazioni per ridare dignità alla nostra vita e a quella dei
nostri figli.
Per
questo penso con sincerità e convinzione che il problema del lavoro che manca –
e manca da lungo tempo – deve essere il primo e principale banco di prova su cui
dovrà impegnarsi allo spasimo questo Consiglio e
Infine,
colleghi, un solo cenno voglio fare ad un tema centrale nella vita della nostra
Regione e che giornalmente è all’attenzione di tutti i cittadini calabresi: mi
riferisco al problema della sanità. E’ un tema ed un problema di straordinaria
rilevanza come voi tutti sapete che impegna gran parte delle risorse regionali
e che coinvolge e sta a cuore all’intera popolazione della nostra Regione.
E’ un
tema, signor Presidente, sul quale più di ogni altro saremo osservati e saremo
giudicati.
Senza
entrare nel merito – che è cosa che richiederebbe molto più tempo – voglio
unicamente esprimere la considerazione che va recuperato tutto il tempo perduto
e va recuperato per accelerare processi di riordino e di riorganizzazione di
tutto il sistema sanitario regionale per assicurare ai cittadini il diritto
alla salute ed un servizio di qualità e di eccellenza.
Signor
Presidente, il programma che ha presentato oggi guarda a tutta
E’ un programma ambizioso quello che ha presentato e che
affronta con decisione i tanti e complessi problemi che vive da lungo tempo la
nostra Regione. Soprattutto è un programma che guarda avanti e non indietro e
rende possibile e credibile la costruzione di una nuova Calabria saldamente
ancorata all’Europa e al centro del Mediterraneo.
Signor Presidente ha parlato di diritti negati e non
compiuti, ma ha parlato anche di doveri e di responsabilità, ha parlato di
giovani, di ragazzi, di ragazze e delle donne, dei loro problemi e della loro
condizione ed ha indicato come avviare un nuovo percorso di giustizia, di
crescita, di libertà.
Di questo, signor Presidente, vorrei esserle
particolarmente grata; anche per la storica innovazione statutaria che abbiamo
deciso ed approvato nell’ultima seduta di Consiglio regionale sul tema della
democrazia paritaria che è un tema sul quale dovremo andare ancora più avanti
di quanto non è stato già fatto come lei ha voluto indicare nel programma che
ha presentato.
Ora consentitemi di dire che muniti di questa bussola
serve mettersi al lavoro il più rapidamente possibile e serve cambiare passo e
ritmo per realizzare il programma che ha presentato. Bisogna andare
speditamente verso la fase della operatività e della concretezza, e soprattutto
della cantierizzazione con appropriati atti legislativi, attività di governo
per realizzare il programma che è stato presentato.
I cittadini calabresi il 23 novembre col loro voto ci
hanno dato una grande forza. Spetta a noi impegnarla per
In ultimo e per concludere, vorrei semplicemente
ricordare a noi tutti che il Consiglio regionale ed il governo regionale, sia
pure con funzioni diverse, traggono la loro legittimazione dalla medesima fonte
del voto popolare.
Queste considerazioni mi inducono a sostenere che serve,
oggi, più che mai una forte consapevolezza della unitarietà della funzione di
governo che
Consiglio e Giunta sono insieme chiamati a fare governo
della Calabria. Con questo spirito e con questi sentimenti signor Presidente,
voglio formularle e formulare agli autorevoli assessori da pochi giorni
chiamati a ricoprire il prestigioso incarico i miei più sinceri auguri di buon
lavoro nell’auspicio che il quinquennio di legislatura che si avvia, a passi di
legislatura sempre più spediti, sia un quinquennio di successi per
Grazie, signor Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta e a tutti voi, colleghi consiglieri.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Orsomarso. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente.
Presidente Oliverio, proviamo
a ricominciare, diciamo così. Intanto le faccio una premessa e se vuole anche
una promessa: quando fra qualche anno, a parte l’entusiasmo di questi banchi in
una stagione politica difficile che vivono l’Italia e la Calabria, lei sarà
lasciato solo – ed è molto prevedibile – io ci sarò, noi ci saremo.
Perché le dico questo? Lei oggi si presenta in ritardo -
come abbiamo sottolineato in questi giorni, come deve fare una forza di
minoranza - con un progetto di governo. Governare è un atto certificato dai
nostri ordinamenti. Riformare invece è un progetto un po’ più ambizioso e,
diciamo, in Italia ed in Calabria non è riuscito a molti, al di là degli sforzi
e della onestà intellettuale con cui ognuno – classe dirigente più o meno datata
– ha provato ad esercitarlo. Rottamare non ne parliamo proprio. Rottamare è
stata una illusione, un inganno e le ricordo che lei era uno di quei soggetti
politici che, nell’ambito di una cultura rispetto alla quale sono molto
distante, si era provato a rottamare.
Insomma proverò a fare un ragionamento sul suo discorso
di linee programmatiche.
Vede, Presidente - come diceva il collega Tallini con forza e come ha detto anche il collega Mangialavori della Casa della libertà -, lei ha presentato
le linee programmatiche, le linee di principio; secondo me, rispetto al periodo
che stiamo vivendo, e si è vissuto, se volete, anche con l’elezione del
Presidente della Repubblica, è un atto fondamentale per il nostro ordinamento,
così come anche rispetto al risultato che l’ha vista vincere questa
competizione elettorale con una scarsa partecipazione popolare al voto, poiché
il 60 per cento dei calabresi, quindi una parte importante di
italiani-calabresi, è rimasta a casa.
Deve farci interrogare tutti e rispetto ai toni non si
può sbeffeggiare la minoranza ed attribuirle responsabilità che sono in primo
luogo sue e della maggioranza. Voglio ricordare, ai calabresi che ci osservano
in quest’Aula e all’opinione pubblica che ci osserva fuori, qual è il ruolo di
un rinnovato Consiglio che è formato da 30 consiglieri regionali.
Gli enti intermedi, gli enti locali in Calabria non
funzionano perché nella Regione la gran parte della classe dirigente si elegge
ancora con logiche che non sono proprio quelle della partecipazione attiva dei
migliori e della meritocrazia.
Faccio questa premessa per ricordare che il collega
Greco – e fa bene il collega Tallini a definirlo
supporto della maggioranza – proviene da una cultura che non è sicuramente
quella del centro-sinistra. In questo discorso sulle linee programmatiche provo
a fare un ragionamento più politico se volete perché qui non possiamo far altro
che ragionamenti politici, non c’è altro su cui discutere.
I provvedimenti su cui si doveva discutere – avete visto
– hanno avuto anche il nostro voto favorevole quando lo abbiamo reputato
giusto.
Il consigliere Tallini ha
definito il programma di governo come un libro dei sogni, che noi, tra l’altro,
non abbiamo avuto tempo per poter eventualmente emendare e giudicare in modo
asettico rispetto agli obiettivi che si pone.
Presidente Oliverio, visti i
ritardi che si sono susseguiti, c’è un problema sostanziale da risolvere: con
quale spirito riformatore, con quale azione riformatrice lei vuole approcciarsi
per realizzare gli obiettivi che in parte erano propri anche della maggioranza
che la ha preceduta.
Potremmo andare indietro e citare Chiaravalloti,
Nisticò, Veraldi. Aiutatemi
a ricordare i Presidenti di Giunta, sono 40 anni di regionalismo.
Qui c’è un problema profondamente culturale. Presidente,
so che non è un programma scritto da lei oggettivamente, ci mancherebbe altro!
Lei avrà dato un taglio, una osservazione, la sua Weltanschauung la chiamano in Germania, visione del
mondo per essere un po’ più terreni per noi che siamo calabresi.
Nel passaggio fondamentale per ricucire, per
riposizionare, per dire ai calabresi che c’è una differenza culturale forte nel
centro-sinistra, lei, Presidente, è vittima di una distanza culturale, che non
mi appartiene, propria di chi utilizza in campagna elettorale tante cose -
questo l’abbiamo visto e vale per il centro-sinistra, soprattutto il
centro-sinistra –, di chi, pur non essendosi misurato con le elezioni, governa
l’Italia, di chi voleva rottamarla, del presidente Renzi.
Lei paga anche la doppia morale storica di un
centro-sinistra, anzi le dico una cosa in più qui in Aula perché l’abbiamo
commentato con i colleghi: lei ha fatto un gesto molto coraggioso nella scelta
della sua Giunta. Un gesto politico elevato e importante perché ha detto “la mia
Giunta la scelgo io, poi la valutazione complessiva su chi ne fa o non ne fa
parte sarà misurata sulle capacità”. Io avrei scelto per esempio chi non è mai
stato in Giunta.
Ma noi siamo qui anche a testimoniare che lei ha fatto
una scelta coraggiosa dal punto di vista della politica, che diventa autorevole
quando sceglie al di là di supposizioni più o meno giuste, perché di certo noi
siamo sempre dalla parte dello Stato e non dell’anti Stato. Rispetto a quel
tema che ha appassionato molto di più il centro-sinistra che il centro-destra.
Quel centro-sinistra che con la doppia morale è
diventato antiberlusconiano, antiscopellitiano e
finanche antibersaniano e sia certo che diventerà
potenzialmente anche antioliveriano. E’ una cultura
che consuma la dignità delle classi dirigenti.
Faccio questa premessa, Presidente, perché quando lei a
pagina 9, che è l’inizio di questo suo programma, enuncia il principio di lotta
alla ‘ndrangheta, sviluppo,
cablaggio, possiamo essere d’accordo, ma sbaglia quando da una parte premette
di ricercare lo sforzo comune di tutte le forze e dall’altra attacca con
giudizi fortemente negativi l’eredità che il governo Scopelliti ha lasciato
alla Calabria e ai calabresi. Il problema non è solo di contenuti, ma anche di
metodo.
La Calabria è una Regione piccola, le province e le
città sono piccole, ci conosciamo tutti. Allora anche l’aggressione di queste
ore non va bene. C’è chi fa e bene il proprio dovere, ci sono alcuni degli
assessori della Giunta precedente che sono stati chiamati in Aule che non erano
quelle della politica per scoprire poi, vivaddio insomma, il tempo è
galantuomo, che il “fatto non sussiste”. Non ci troverete da quella parte
quando qualcun altro dovrà verificare che anche per voi il “fatto non
sussiste”.
Vale come regola per mettere in campo i programmi.
Allora attenzione! Fa bene l’assessore Guccione, e
glielo ho detto incrociandolo a Cosenza sabato se non sbaglio, a fare una
conferenza stampa sul programma “Garanzia Giovani” che va rilanciato.
Onestà intellettuale, moralità, nuovo corso riformatore
dicevamo. Richiamo la sua esperienza, presidente Oliverio,
chi voleva rottamarla e non ha rottamato nessuno sta seduto sulla poltrona e
secondo noi non durerà moltissimo ed è la stessa persona che non può
riconoscerle – ma noi al contrario vorremmo riconoscergliela – quella
esperienza che lei può esercitare per dire dopo tanti anni di regionalismo che
non si aggrediscono le istituzioni.
E anche quando in queste ore qualcuno - e faccia la
propria parte chi di dovere perché chi non ha da temere nulla non tema –
aggredisce anche sui più cari affetti non va bene. Quando si legge “no assunzioni” non sono
sicuramente io per affinità territoriale a dover prendere le difese di chi ha
gestito enti mettendo in campo progettualità, fondi europei.
Quel pericoloso atteggiamento di criminalizzazione che
ha subito la Calabria negli anni è sbagliato e lei dovrà contare sulla sua
esperienza per realizzare questo programma, quando vorrà metterlo in campo,
perché, ad oggi, non l’abbiamo visto in campo né nel rapporto con la minoranza
né nel rapporto con i calabresi.
Ho visto il collega Aieta che
è andato nella zona ionica a parlare dell’aeroporto della Sibaritide.
Ben venga se si fa l’aeroporto di Cosenza, della mia provincia; non è che fossi
un disilluso o un folle a dire a della gente, che potenzialmente mi nega o mi
offre un consenso, che non volevo realizzare quell’aeroporto. Lei sa bene
quanto me che quei progetti che avete proposto in campagna elettorale relativi
all’aeroporto della Sibaritide ed alle aperture degli
ospedali di frontiera non sono di così facile comprensione e gestione. Quindi è
un libro dei sogni quello dell’aeroporto della Sibaritide,
dell’apertura di quegli ospedali.
Nel senso che necessita di grande tempo.
Presidente Oliverio, questo
per dirle che, dal nostro punto di vista, dal mio punto di vista, se vuole fare
bene il Presidente dei calabresi, deve cambiare marcia mettendo a disposizione
la sua indubbia esperienza, che può diventare finanche catartica dal punto di
vista della funzione politica e degli errori che anche lei ha fatto quando è
stato assessore all’agricoltura. Avrà fatto tante cose positive e tanti errori
che ci riportano qui a distanza di 40 anni – questa Regione ha la mia età – a
dover ancora parlare di incompiute, di infrastrutture che non ci sono.
Allora lì dove voi, rispetto a questo programma, vorrete
chiamarci come minoranza per dire, per esempio, a Renzi
e per dire a tutti quei governi nazionali di intervenire noi ci saremo. Ho
letto una lettera del collega Greco, “ma dite al presidente Renzi”,
l’avremmo detto anche noi se non ci fosse stato un governo di centro-sinistra
che ha mortificato la Calabria nell’ultima fase del nostro governo, che ha
gestito in maniera drammatica la questione della sanità, senza nominare un
commissario e facendo una pantomima ad un mese dalle elezioni e che ancora oggi
non ha chiarito se il commissario alla sanità debba essere il Presidente della
Regione oppure no, e che pensa che i calabresi abbiano ancora l’anello al naso.
Siccome sono convinto che chi siede nelle istituzioni ed
ha meritato un consenso elettorale non è con l’anello al naso, dobbiamo essere
chiari su quale rapporto e su quale dimensione, su quanta onestà intellettuale
vogliamo mettere nelle cose che ci diciamo, perché se lei fosse venuto in Aula
oggi senza elencare quei punti che sono una scrematura di questo libro, su cui
c’è anche il cd e leggeremo con grande attenzione, ma dicendo che ci sono due-tre grandi priorità ed emergenze, avremmo avuto un
atteggiamento sicuramente differente.
Lei non può pensare che la
minoranza, che esercita funzione di controllo, non le faccia notare che alcuni
procedimenti siano errati. Ha fatto bene il collega a Tallini
a ricordare che non è possibile applicare lo spoil
system, poiché la selezione dei direttori generali è avvenuta tramite la
legge Brunetta che prevede metodologie diverse.
Al di là di tutti gli errori
che abbiamo potuto commettere, nominando forse anche gente incapace, ma su
quello giudicherà la storia, non potrà dimenticare che come maggioranza abbiamo
mantenuto nei ruoli i dirigenti i cui contratti non erano scaduti. Così come al
tempo il procuratore Boemi, dirigente generale della SUA che aveva un contratto
ancora non scaduto, fu lasciato a svolgere il suo lavoro, così oggi, un
generale dei Carabinieri con cinque lauree, che leggo è stato rimosso, forse
avrebbe potuto continuare a lavorare.
C’è un problema fra quello
che lei predica e quello che lei ha praticato. C’è un campo operativo che non è
logico e ci perdoni se glielo diciamo, presidente Oliverio.
Penso che questo programma
possa avere buoni spunti.
Come diceva bene il
consigliere Tallini, i cambiamenti e le rivoluzioni
avremmo voluto farli anche noi durante la stagione che ci ha visto governare,
ma non ci siamo riusciti, purtroppo, e le critiche ce le faremo all’interno e
le subiremo dall’esterno.
Spero che tra questi banchi
ci sia chi voglia difendere – a quello mi sto approcciando – quello che di
buono è stato fatto in questi anni, perché è ovvio che lei non potrà risolvere
tutte le problematiche e ci metterà il massimo impegno. Lo ha fatto prima il
presidente Loiero, poi il presidente Scopelliti e lo
farà anche lei.
Dobbiamo dirci in faccia la
verità e quindi non può dire e non può pensare che noi non si valuti
acriticamente una premessa.
Tra l’altro, leggo che chi le
ha scritto il programma cita - l’ho segnato visto che è arrivato un po’ in
ritardo - alcune fonti autorevoli come Svimez e Region Innovation. Avrebbe potuto citare anche la relazione di
Unicredit che è il primo istituto bancario nazionale che ci dice - è ovvio e
sulla base di un lavoro che è arrivato in questi anni - che la Calabria
finalmente viaggia con un Pil che aumenta, aumentano le esportazioni. Anche
quella è scienza e non è fantascienza.
Quindi, Presidente, la misura
del suo lavoro e del contributo di questa minoranza al suo lavoro andrà
verificata sui fatti reali. Oggi siamo ancora alle enunciazioni di principio.
Abbiamo vissuto una stagione
di grandi riforme. Anche la riforma del titolo quinto della Costituzione è
stata realizzata dal centro-sinistra, anche se oggi il rottamatore
per eccellenza, che tutto sembra tranne che un politico di centro-sinistra,
vorrebbe negarlo. Pure in questo Consiglio regionale le riforme del
centro-sinistra sono state portate avanti solo dalla maggioranza.
Dico se vogliamo essere seri
e chiudo, Presidente, finiamola con l’arroganza del potere, con la disonestà
intellettuale di chi dice “chi mi ha preceduto ha fatto danni”, perché noi le
consegniamo una cittadella regionale dove troverà tutti gli uffici e penso che
andrà ad abitarvi entro maggio. Le consegniamo gli ospedali e tante altre cose.
Le consegniamo il lavoro del collega Salerno che bene avete fatto a
enfatizzare.
La differenza sta che io al
suo posto avrei detto “questa è la base di un grande lavoro che ha trovato la
fregatura in un governo che non essendo di centro-destra l’ha frenato”. Il
consigliere Salerno può testimoniare che il programma “Garanzia Giovani” era
pronto e qualcuno a Roma l’ha bloccato.
Restituite se ne sarete
capaci - altrimenti ci sarà poi l’alternanza e ci saranno altri al posto vostro
e quindi un centro-destra non più un centro-sinistra - un po’ di dignità alla
coscienza dei calabresi e restituite anche a noi, per non definirci oppositori
a priori, quel solco di azione riformatrice e quindi di onestà su cui, se
volete, troverete il confronto.
Se volete alimentare
quotidianamente lo scontro è ovvio che chi fa l’opposizione ha un terreno
facile, come lo è stato chi nella scorsa legislatura per chi stava dagli altri
banchi.
Da parte mia è un appello
alla capacità e alla intelligenza, a capire come abbiamo fatto.
Mi perdoni, Presidente, solo
due esempi pratici altrimenti restiamo sulle enunciazioni.
La differenza è culturale e
mi spiace che non sia stata riconosciuta anche dalla nostra massima espressione
da quel Presidente dei rottamatori che oggi è il
segretario del vostro partito. Mi spiace che in alcuni territori governati da
sindaci di diversa parte politica non si sia voluto fare uno sforzo comun, per
esempio, per storicizzare i grandi eventi.
Ad esempio il festival del
peperoncino di Diamante è oggi un avvenimento che viene finanziato sui grandi
eventi, così come anche sulla fascia tirrenica - che conosco molto bene - nei Pisl avremmo potuto programmare cose diverse per città
portuali come Cetraro, San Francesco da Paola, e
parlo della mia provincia.
Questo è quello che
auspichiamo e ancora oggi come stimolo, Presidente, le ripeto: facciamo finta
di ripartire. Noi vorremmo poter evidenziare, stimolare e osservare.
Le dico che ancora oggi non
vediamo un approccio diverso, rispetto a quella solita logica che ha
caratterizzato 40 anni di regionalismo.
Lei ha tutto il tempo. Non
grandissimo tempo però. Qualcuno ci suggeriva che 70-80 giorni sono passati non
dico invano ma sono stati un po’ persi con questi ritardi. Speriamo possa
stupire non tanto noi, che siamo abituati ad essere increduli, ma i calabresi
e, qualora si verificasse, saremo lì a renderne atto. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Bevacqua. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente del
Consiglio, Presidente della Giunta regionale, colleghi consiglieri,
consentitemi di rivolgere all’inizio di questo mio breve intervento un
deferente augurio di buon lavoro al neo Presidente della Repubblica, Sergio
Mattarella, condividendo appieno le parole che il presidente Oliverio ha espresso nella sua premessa e di rivolgere
anche un augurio di buon lavoro alla neo Giunta, ai colleghi Ciconte, Guccione e all’amico De
Gaetano da poco chiamati a svolgere un ruolo importante al servizio della
Calabria a fianco del presidente Oliverio.
Ho chiesto di intervenire
stasera dopo la relazione programmatica del Presidente perché ritengo
importante e fondamentale dopo l’illustrazione del programma che ogni
consigliere regionale prenda la parola non soltanto per esprimere sostegno
sulle cose dette dal Presidente, ma anche per valorizzare in termini di autorevolezza
ed innovazione il ruolo di questo Consesso.
Spesso ci dimentichiamo che
se vogliamo dare un senso – come dice Vasco Rossi nella sua canzone – al nostro
ruolo dobbiamo anche usufruire ed utilizzare occasioni importanti come questa
per poter dire la nostra, per dire le cose che vanno, che non ci convincono,
che vanno migliorate, che vanno modificate e per far sì che questo Consiglio
regionale assuma quel ruolo importante in termini di programmazione, di
indirizzo e dal punto di vista amministrativo.
Credo che le cose dette dal
Presidente meritino tanta attenzione. Ho apprezzato molto la relazione del
Presidente che è stata molto articolata, lunga come al solito, ma completa,
ricca e farcita di passione che è la cosa che mi convince di più perché quando
c’è passione vuol dire che c’è entusiasmo e consapevolezza delle difficoltà.
Quando c’è passione prevale l’ottimismo della volontà che ti fa andare anche
oltre il recinto perché le difficoltà che ha illustrato il Presidente sono
tante.
Comprendiamo tutti che siamo
al capezzale di un malato molto grave che è la Calabria che richiede grande
forza, grandi scelte e coraggio nelle scelte. E’ quello dobbiamo fare noi come
Consiglio regionale nel nostro insieme, minoranza e maggioranza perché nessuno
di noi andrà da nessuna parte senza la consapevolezza di questa difficoltà,
senza la consapevolezza che questa Calabria potrà segnare il proprio riscatto.
Se ognuno di noi ragiona in
termini costruttivi e di proposta, di condivisione di una idea, di un progetto
di cambiamento della Calabria, forse faremo il nostro dovere e segneremo un
punto a nostro favore.
Ho apprezzato molto la
chiarezza del Presidente su quanto detto per quanto riguarda i fondi comunitari
perché è da lì che dobbiamo partire se vogliamo davvero cambiare qualcosa in
questa nostra terra.
Ha fatto bene il Presidente a
ricordare che in questa programmazione 2007-2013 è stato speso soltanto il 28
per cento delle somme.
Ha fatto bene a ricordare
l’attivazione da parte del Ministero della coesione territoriale dei famosi Pac che dovevano migliorare, evitare di perdere
finanziamenti e togliere tante risorse da questo rischio.
Diciamo chiaramente che anche
questo che abbiamo raggiunto è un risultato di poco conto, illusorio, se è vero
come è vero che siamo passati dal 28 al 43 per cento nella rimodulazione delle
spese. Il Presidente ha fatto bene anche a dire con forza che se proseguiamo
così vuol dire che continuiamo in un suicidio collettivo per la Calabria.
Credo che il Presidente abbia
fatto bene a parlare delle risorse che ancora dovremo spendere da qui al 2015.
Sono meno ottimista rispetto a lui perché credo che con tutti gli sforzi che
potremo fare da qui al 2015 nella rendicontazione della spesa non otterremo
grandi risultati ma nonostante ciò dobbiamo mettere in campo tutto ciò che
possiamo per migliorare, per accelerare la spesa e per perdere meno risorse
possibili per la Calabria.
Credo che la nostra vera
scommessa, Presidente, risieda nella programmazione 2014-2020. Ha già detto che
abbiamo perso quasi un anno nella programmazione e condivido ma sono
preoccupato per un altro elemento, presidente Oliverio,
e lo dico con chiarezza. Qualche collega ha avuto modo di dirlo già nei giorni
scorsi e sui giornali: sono preoccupato della perdita, della riduzione dei
fondi nazionali dal 50 al 25 per cento.
Questo è un elemento
preoccupante perché se era giusta la politica dei pacchi che era quella di
evitare di perder risorse già assegnate, questa della riduzione dei fondi
nazionali dal 50 al 25 per cento la vedo come una preventiva perdita di
possibilità per la Calabria ed il Mezzogiorno.
Presidente, credo che lei
insieme a tutti i governatori del Mezzogiorno dobbiate mettere in campo una
grande azione di difesa di questo 25 per cento chiamando alla responsabilità il
Governo nazionale e mobilitando tutto
ciò che possiamo mobilitare per evitare che ciò arrechi un danno alla Calabria
non di pochi milioni di euro ma di ben 750 milioni di euro.
Sono queste le cose su cui
dobbiamo discutere, far sintesi, squadra e unità se vogliamo creare in Calabria
un clima diverso, positivo che ci veda protagonisti anche nella difesa di
prerogative e di risorse assegnate dalla precedente programmazione.
Questa credo sia una
ingiustizia che colpisce solo ed esclusivamente le regioni del Mezzogiorno.
Invito il presidente Oliverio a farsi promotore di
questa iniziativa che coinvolga tutti i Presidenti delle Giunte regionali del
Mezzogiorno perché soltanto così credo che recupereremo quella fiducia nei
confronti della nostra comunità e dei nostri cittadini.
Presidente, dobbiamo fare
inoltre un’altra scommessa. Parlo dei fondi comunitari perché da lì dipende il
nostro futuro, è da lì che dipende la possibilità di invertire la tendenza, è
da lì che possiamo migliorare le condizioni socio economiche della Regione in
maniera duratura e strutturale non polverizzando come abbiamo fatto fino adesso
le tante risorse che abbiamo avuto in questi anni.
Perché se è vero, come è
vero, Presidente, che sono stati monitorati ben 29 mila 847 progetti in questi
anni per un importo, per intervento, di circa 318 mila euro, ciò dimostra che
abbiamo polverizzato i miliardi che avevamo a disposizione e io non accetto più
lezioni da chi da 20 anni a questa parte ha svolto ruoli importanti in questa nostra
Regione e ancora pensa di far la parte dei padri nobili di questa Regione o di
tener lezioni in questo Consiglio regionale.
Io non accetto più lezione da
parte di questi soggetti che hanno avuto la possibilità di cambiare le sorti
della Calabria per 20 anni e non hanno portato a nessun risultato positivo per
questa nostra terra e per la nostra comunità.
Ora sta a noi cambiare questo
approccio, questa mentalità che dipende anche dal nostro agire quotidiano, che
dipende anche dall’azione politica, che significa smetterla con i localismi e i
campanilismi ed anche non pensare soltanto ai propri bacini elettorali, alla
propria terra di appartenenza, ma avere la capacità e la nobiltà d’animo di
concentrare le proprie risorse su progetti strategici che il Presidente ha ben individuato,
mettendo in campo le migliori energie e potenzialità, mandando a casa la
burocrazia che ha fallito in questi 20 anni perché la colpa non è solo della
politica ma della burocrazia che non ha saputo magari interpretare le esigenze
della politica.
E’ su
questo che le chiedo un impegno straordinario perché senza un utilizzo efficace
ed efficiente dei fondi comunitari noi perderemo l’ultimo treno che abbiamo a
disposizione. Senza i fondi comunitari non realizzeremo nulla di positivo per
la Calabria perché sappiamo tutti qual è la criticità finanziaria della Regione
e conosciamo tutti le difficoltà economiche e sociali in cui versano l’Italia e
l’Europa.
Sta a noi
tutti, Presidente, a questo Consiglio regionale, lavorare affinché la Calabria
segni un punto di orgoglio e di riscatto e che lei con il suo entusiasmo e la
sua passione riesca a trasformare questo entusiasmo in una mobilitazione
generale, in uno stravolgimento generale, nella partecipazione collettiva della
società tutta calabrese per ridare slancio, fiducia e speranza a chi non crede
più nella politica.
Lo diceva
poco fa: nella Regione il 94 per cento non crede più nella politica e il 92 per
cento non crede più nelle Istituzioni. Per recuperare questo gap dobbiamo
mettere in campo un progetto innovativo, di forte cambiamento e di sensibilità
verso i cittadini, di cambiamento radicale nelle scelte e soprattutto di
innovazione nella proposta legislativa e
amministrativa che questo Consiglio regionale sicuramente metterà in campo
dimostrando che con la nostra inesperienza, magari riusciremo a fare cose
buone, belle e durature per la Calabria e per i calabresi.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, intanto consentitemi di ringraziare
pubblicamente i colleghi Esposito e Gentile che mi hanno indicato quale capo
gruppo.
Per
quanto riguarda il programma di governo è
sicuramente un programma corposo ed interessante del quale condividiamo diversi
punti.
Penso che i calabresi oggi non siano interessati alle
polemiche e alle beghe politiche ma piuttosto a cercare di avere delle risposte
serie e concrete nell’interesse delle tantissime criticità
che affliggono il nostro territorio.
Tra i punti del programma che
condivido personalmente uno, in particolare, riguarda le politiche del lavoro.
Fino a poco tempo fa ricoprivo la
carica di assessore provinciale e, pertanto, riconosco le criticità che
affliggono i nostri territori, in particolare quelle relative alle
problematiche occupazionali dei giovani. I nostri giovani cercano in qualche
modo di appigliarsi a tutti gli strumenti per poter avere una opportunità
lavorativa e spesso rimangono delusi perché alla fine, purtroppo, come spesso
capita, non si riesce a dare quelle risposte serie e concrete. Quindi, penso
che oggi il massimo impegno che tutti dobbiamo mettere sia quello di cercare di
attuare una politica seria per quanto riguarda le problematiche del lavoro.
Il riferimento è, in particolare, al
progetto di Garanzia Giovani, che come diceva il collega Orsomarso
è stato bloccato a Roma.
La provincia di Reggio Calabria è
stata la prima ad attuare il progetto Garanzia Giovani, un progetto che cerca
in qualche modo di dare una opportunità a questi ragazzi che si trovano senza
lavoro e senza opportunità nel campo universitario,
i cosiddetti “neet”, che non hanno né un lavoro né
sono iscritti all’Università.
Sono
convinto che una politica seria e concreta per quanto riguarda le problematiche
del lavoro possa sicuramente dare risposte serie e concrete.
Anche
sotto l’aspetto della formazione professionale è importante attuare tutte
quelle iniziative finalizzate a far acquisire quelle competenze e quelle
conoscenze necessarie ad affacciarsi sul mondo del lavoro.
Tra i
punti che condivido anche il porto di Gioia Tauro.
Vivo in quell’area territoriale e mi rendo conto che da decenni si parla del
porto come volano di sviluppo del territorio ma dopo i proclami e dopo una
serie di iniziative dobbiamo rilevare che il porto si riduce sempre ad una
attività di scali e di transhipment senza
dare quello sviluppo essenziale che può creare l’indotto e tutta una serie di
iniziative che effettivamente possono creare occupazione al territorio.
Presidente,
la Zona economica speciale è una priorità. So che lei si è attivato in merito a
questo ed ha avuto un incontro al porto. Sicuramente è l’ultima spiaggia per
quanto riguarda lo sviluppo di quell’area territoriale e della Calabria intera.
La
sosterremo fino in fondo perché effettivamente quando si tratta di queste
iniziative penso che al di là dei colori politici e degli schieramenti dobbiamo
assumere un senso di responsabilità che possa effettivamente dare segnali
concreti ai cittadini ed ai territori.
Mi riferisco, in particolare,
a tutte quelle problematiche
legate al porto di Gioia Tauro: dalle centinaia di lavoratori in cassa integrazione
che attendono risposte concrete alla monopolizzazione di Mct
che da decenni la fa da padrona per quanto riguarda tutte le attività che si
svolgono in quell’area portuale.
Sicuramente
l’impegno sarà massimo quando si tratta di queste problematiche che coinvolgono
il nostro territorio perché penso che sia un obbligo più che un dovere dare
delle risposte concrete ai nostri corregionali.
Condivido appieno il Piano
regionale di sviluppo turistico perché il nostro territorio è a vocazione
turistica culturale e può essere un grande volano di sviluppo cercare di creare
un binomio tra turismo e cultura. Come diceva lei la stagione è molto ridotta, ma
se si riesce a creare quel binomio tra turismo e cultura, avendo noi un
patrimonio immenso per quanto riguarda i parchi e le aree
archeologiche nel quale possiamo creare occupazione, si potranno dare tutte
quelle risposte che oggi i nostri corregionali aspettano.
Poi ho notato anche un
passaggio importante per quanto riguarda la famiglia. E’ opportuno che siano
evitate tutte quelle forme di discriminazioni anche per quanto riguarda le
problematiche sociali. Sono convinto che si possano attuare una serie di
iniziative e dare delle risposte concrete.
Infine, per quanto riguarda
l’agricoltura, questo è un problema che affligge il nostro territorio in
maniera seria e drammatica. Io mi sono reso portavoce di un provvedimento di
cui chiederò anche l’inserimento all’ordine del giorno per quanto riguarda la
problematica della crisi che investe l’agricoltura, la nostra Regione e in
particolare la Piana di Gioia Tauro e di Rosarno.
Sono convinto che con la
composizione delle Commissioni si possa dare inizio alla attività concreta di
lavoro del Consiglio regionale. Al di là delle polemiche che sono state
sollevate penso si possa iniziare seriamente una attività di lavoro per poter
dare concretamente risposte al territorio in particolare, ai nostri giovani che
guardano con attenzione alla politica. Penso sia doveroso da parte nostra dare
tutte le risposte necessarie. Grazie.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Aieta. Ne ha
facoltà.
Signor
Presidente, penso che oggi dietro questo atto dovuto che è la presentazione del
programma di governo del presidente Oliverio non ci sia soltanto una esposizione di cliché, di stereotipi più o meno
conosciuti ma credo ci sia dentro la storia, l’esperienza di un uomo di
governo, di una coalizione di governo che individua priorità, che si preoccupa,
si occupa prima delle questioni che riguardano una Regione difficile e che,
ovviamente, focalizza i temi di più pregnante importanza.
Devo dire che in questo programma di governo che
potrebbe sembrare al pari di tanti altri – basta dare uno sguardo al programma
di governo del Presidente della Emilia Romagna – si capisce come oggi temi che
sono di estrema attualità siano simili ad ogni latitudine di questo Paese.
Per ciò che riguarda il presidente Oliverio,
io non mi fido tanto del programma di governo quanto dell’esperienza poderosa,
dell’esperienza che ha dato grandi risultati, dell’esperienza che ha dimostrato
anche una corazza etica e morale, che ha tradotto le parole in fatti, che ha
indicato una rotta.
Il presidente Oliverio con
questo programma di governo si preoccupa di indicare una via di uscita come
facevano gli intellettuali dell’antichità anche se, in questo caso, si tratta
di uscite d’emergenza per una Calabria che è aggredita da tanti problemi.
Ed io penso – conoscendo anche la storia di molti
componenti di questo Consiglio regionale – che vi sia la maturità necessaria
affinché si possa fare.
Avendo avuto in questi anni la possibilità di verificare
quali siano le difficoltà nei campi nevralgici della vita dei calabresi che
sono la sanità, i rifiuti, il dissesto, l’inquinamento, credo che alla luce
dell’esperienza del passato, senza dare la croce sulle spalle degli altri ma
guardando al futuro e non al passato, – ripeto – credo che noi oggi abbiamo il
dovere di osare. Abbiamo il dovere di osare attraverso questo Consiglio
regionale che, vi ricordo, ha come priorità quella di formulare buone leggi, di
indicare la rotta ai calabresi, ha la priorità di essere coraggioso e di farlo
attraverso tutti quei fenomeni che deformano la vita e le dinamiche sociali, a
cominciare dalla lotta alla criminalità che in questo programma di governo è
individuata come priorità assoluta; di farlo attraverso il rilancio della
occupazione – come dire? – e attraverso una cura anti depressiva per i settori
nevralgici della nostra Regione.
Ovviamente in tutto questo il Partito democratico farà la sua parte, così come tutte le componenti di
questa coalizione, ma io credo, avendone avvertito la sensibilità, che anche dalla
minoranza quella più matura, quella che ha avuto in questi anni responsabilità
di governo, si mostrerà, si rappresenterà ai calabresi la maturità necessaria
per uscire dalla crisi.
Infine, signor Presidente,
auguro alla nuova Giunta di lavorare bene e di avere una marcia in più perché
c’è davvero la necessità - come dice il presidente Renzi
– di mettere il turbo agli atti, ai provvedimenti, alle strategie da mettere in
campo.
Abbiamo la necessità di far
una grande squadra ed in questa grande squadra che è la squadra del futuro i
consiglieri regionali della maggioranza e della opposizione debbono contare.
Debbono contare con buone idee, con il coraggio di osare e indicando soluzioni
senza far chiacchiere perché la Calabria non ha più tempo, non si può più
aspettare, c’è la necessità di dare risposte.
Credo anche – ed ho finito –
che la maggiore responsabilità una responsabilità pesante – così come capita ai sindaci perché la legge
impone che sia così sia – sia in
capo al Presidente della Regione Calabria, al presidente Oliverio
al quale tutti i calabresi guardano con grande fiducia e speranza.
Credo che noi come collettivo
abbiamo il dovere di stare vicino al presidente Oliverio,
di dargli coraggio perché ci saranno fasi di grande depressione in questa Calabria
sconquassata. Abbiamo il dovere di sostenere il coraggio, le idee e
l’esperienza del presidente Oliverio e lo dobbiamo
fare senza frapporre ostacoli e senza creare problemi.
Lo dobbiamo fare consapevoli
di un incarico che ci hanno dato i calabresi che è quello di voltare pagina e
di accrescere finalmente la credibilità di questa Regione, che non sia più
Regione di malfattori e di mafiosi ma che sia Regione di grandi uomini di
pensiero, di grandi uomini che hanno avuto nella loro vita ed esperienza grandi
risultati, di grandi uomini che vogliono cambiare questa Regione con il
coraggio delle idee e dei fatti. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Nicolò. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi
consiglieri, prendo la parola per esprimere il mio pensiero rispetto alla
lunghissima relazione che il Presidente della Giunta ha esposto oggi in quest’Aula, Presidente, tra l’altro, di una larga maggioranza e che ha avuto largo consenso in questa
tornata elettorale.
Una
relazione ricca di contenuti, significativi per certi aspetti, afferenti la
questione dell’emergenza e riguardanti anche l’aspetto strutturale.
Però, Presidente, in altre circostanze ho avuto modo di
ascoltare altre relazioni e posso quindi riscontrare che i contenuti sono più o
meno gli stessi, perché i ritardi atavici sono
quelli che ci ritroviamo e scontiamo tutti i giorni.
Le questioni
strutturali che travagliano il territorio nelle sue articolazioni sono sempre
le medesime per cui c’è da rimboccarsi le maniche; lo dico a lei ed alla Giunta che ha presentato oggi in quest’Aula. Una Giunta corta, direi, o, per utilizzare un termine
già inflazionato, una mini Giunta che,
peraltro, è stata azzoppata dalla rinuncia dell’ex ministra Lanzetta
che noi abbiamo conosciuto. Un sindaco che ha lavorato
per il suo territorio. Io la definisco una risorsa che ha avuto l’opportunità
di arricchire il suo bagaglio, la sua esperienza politica nel Governo nazionale. Ce l’aspettavamo qui per
dare un contributo, non dico un salto di qualità, ma per dare una spinta al
territorio.
La sua scelta incomprensibile - o meglio,
non entro nel merito delle questioni personali e politiche che non mi
appartengono né mi riguardano - ci fa molto riflettere. La posizione della Lanzetta è una posizione fortemente discutibile che
potrebbe esser frutto della peggiore partitocrazia.
Ho potuto riscontrare dal dibattito ciò
che è avvenuto o quello che si può capire. Non si sa se è stata estromessa o se
è stata catapultata qui in Calabria, questo non si capisce ma, visto che lei ha
chiesto la Lanzetta, io chiedo di proporre a Renzi di mandarci la Boschi. Magari non è a parametro zero
ma visto che lei ha la possibilità di avere personale dal Governo e poterlo reclutare in Giunta,
faccia pure Presidente.
Io
invece voglio formulare gli auguri agli attuali assessori, che reputo persone
di esperienza. E poco fa si è parlato di esperienza.
Credo
nell’esperienza e credo che l’affermazione del primato della politica passi
attraverso un mix di esperienze e non rottamazione. Se mai parliamo di rigenerazione della
classe politica dirigente.
Penso che ci siano tutti i
presupposti; ecco perché guardiamo con attenzione l’operato che andrete a
svolgere da qui in avanti perché oggi parte la legislatura con le linee
programmatiche che il Presidente ci ha illustrato ma soprattutto con la nomina
dei Presidenti delle Commissioni che sono il polmone dell’attività legislativa.
Da oggi ci prodigheremo e ci
accingeremo a vivere questa avventura che dovrà vederci impegnati – lo diceva
qualcuno – con senso di maturità nella distinzione dei ruoli e lo faremo con
scienza, coscienza e con alto senso di responsabilità.
Lo faremo per stimolare
l’attività di governo e controllare l’azione degli assessori. Però, Presidente,
questa Giunta va completata ed io mi rendo conto delle difficoltà politiche in
seno al suo partito ma la Calabria non può attendere le soluzioni politiche e
partitiche.
La Calabria ha bisogno di
risposte immediate per le questioni che menzionavo e che non sto qui ad
argomentare per la loro complessità rispetto a tematiche di una certa valenza e
di non poca importanza che riguardano l’ambiente.
Nella scorsa seduta abbiamo
votato e, per alcune proroghe, ci siamo astenuti. Mi auguro che questa non
diventi la regola ma che sia una eccezione. In occasione della scorsa
legislatura ci fu un dibattito acceso dai banchi del centro-sinistra sulla
questione delle proroghe rispetto ai siti privati. Presidente, la invito a monitorare
la realizzazione del sistema regionale dei rifiuti per verificare lo stato
dell’arte dei lavori attraverso i dipartimenti.
Questo è molto importante
perché non ci si ritrovi, da qui a qualche mese, con altre proroghe che
sicuramente non ci troveranno d’accordo in una condivisione che c’è stata
soprattutto per far fronte all’emergenza.
Poi altri argomenti di una
certa importanza, gli aspetti infrastrutturali e la questione trasporti.
Ho presentato un ordine del
giorno sull’alta velocità che non si può fermare a Battipaglia. I finanziamenti
relativi a questo progetto sono partiti dall’alto, dal nord. Invertiamo la
tendenza. Adesso si dovrà realizzare la Bari-Napoli e
quando la Salerno-Reggio Calabria? Il 14 agosto é
venuto il Presidente del Consiglio, Renzi, e forse si
sarebbe aspettato di trovare qualcuno a riceverlo. Io ero ignaro di questa sua
presenza il 14 agosto e, a dir la verità, ero con la mia famiglia, nessuno ci
ha avvertiti. Avremmo avuto la possibilità di confrontarci; ci fu un soliloquio
alla provincia che fu ripreso dai giornalisti rispetto a degli impegni che in
quella circostanza prese per la città di Reggio Calabria e per la Regione, per
quanto riguardava lo “Sblocca Italia”.
Ricordo di aver letto in un
quotidiano locale calabrese dell’impegno per l’aeroporto, quell’impegno che lei
stesso disse qualche giorno fa da mettere in campo per affrontare una problematica così importante
per lo sviluppo non solo della provincia di Reggio Calabria ma di tutto il
territorio calabrese. E invece nello “Sblocca Italia” fece tutt’altra cosa,
dimenticò quel che disse in Prefettura.
Non
vorrei che Renzi emulasse Prodi quando diceva “la
Calabria figlia prediletta” per poi ripudiarla dopo essere stato eletto. Siamo
alle solite.
Le stesse
cose le riscontro per il porto di Gioia Tauro che,
nonostante il suo impegno, Presidente, non fa parte dei suoi obiettivi
programmatici ed ho letto bene il suo programma, che è il volano per lo
sviluppo dell’intero territorio.
Attendiamo
e verificheremo l’azione del governo che deve far sinergia con questa Giunta e
non può abbandonare la Calabria. Non siamo ricettacolo dell’Italia, attenzione,
e su questo saremo vigili e attenti per la tutela di quei diritti richiamati
anche nel suo programma, Presidente, e che spesso negati in questo territorio,
e credo che su questo si debba far quadrato, indipendentemente
dall’appartenenza, per far prevalere quel senso di responsabilità ed affermare
quel principio.
Ecco
perché bisogna lavorare con altro senso di responsabilità perché, vedete, se
c’è stata l’anti politica è perché non c’è stata la buona politica in tutti i
consessi ed in tutte le realtà; e se non c’è stata la buona politica significa
che non c’è stata una buona classe dirigente.
Noi
vogliamo invertire questa tendenza e lo dobbiamo fare con senso di
responsabilità, con fermezza e con determinazione.
Sono
convinto che questo Consiglio possa farlo e parlo del Consiglio perché ritengo
che si debba affermare la sua centralità, che è molto importante per la
Calabria e per i calabresi.
Ritengo
che in quest’Aula si possano realizzare delle cose buone con la
differenziazione di cui parlavo prima.
Però,
Presidente, da lei e dalla sua Giunta ci aspettiamo, vista anche la partenza
tardiva – meglio tardi che mai – dei ritmi serrati e frenetici, rispetto
soprattutto ad un cammino che dobbiamo fare che non può essere più una
passeggiata ma che deve essere una corsa ad alta velocità al fine di recuperare
i non pochi ritardi.
Non sto
qui a dire di chi sono le responsabilità pregresse. Qualcosa è stato fatto
negli anni ma non quello che serve ai calabresi che hanno bisogno di risposte
concrete, immediate e certe; noi dobbiamo provarci, Presidente, e lo faremo con
la responsabilità che avvertiamo e con la quale ci vogliamo caratterizzare.
Auspico che
il suo programma si realizzi, Presidente, anche se ho forti dubbi perché
probabilmente incontrerà tanti freni nel suo cammino se non metterà mano,
veramente, alle riforme strutturali, quelle riforme serie di cui la Calabria ha
bisogno, e su questo ci confronteremo.
Presidente,
mi avvio alla conclusione e, per una questione sempre di stile e di verifica,
le annuncio il voto di astensione. Ci asteniamo per i motivi che ho detto
proponendoci di verificare di volta in volta il suo cronoprogramma
e la realizzazione di quegli obiettivi che ha menzionato testé in quest’Aula.
Grazie, Presidente.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Esposito. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente del Consiglio, presidente Oliverio, colleghi
consiglieri, anche a me sia consentito innanzitutto di salutare e augurare buon
lavoro ai neo assessori. Sul problema della Giunta mi permetto semplicemente di
fare una riflessione.
Ha
ragione il consigliere Nicolò quando dice che la presenza dell’ex ministro Lanzetta sarebbe stata una risorsa per la Regione Calabria.
Sul merito ritengo che vada chiarita una sola cosa ai calabresi: se nel momento
in cui l’ex ministro Lanzetta ha accettato conosceva
la costituzione di questa mini Giunta e se conosceva la costituzione di questa
mini-Giunta, qual è stato il vero motivo che l’ha indotta ad un dietro front rispetto a questa nobilissima ed importantissima
carica che lei avrebbe voluto darle?
Detto
questo entro nel merito della sua relazione, Presidente. Una relazione
estremamente esaustiva e, se non sono irriverente, mi consenta di dire
eccessivamente lunga, letta e che ha fatto perdere quella passione che io non
ho visto nella relazione che diceva il collega Bevacqua.
Imparando
a conoscere le sue capacità politiche e la sua passione politica probabilmente
se a braccio avesse tracciato alcune linee programmatiche da par suo le avremmo
forse capite meglio e qualche consenso in più sicuramente ne sarebbe venuto
fuori proprio perché conosco in lei queste grandi capacità.
La
relazione è stata da un certo punto di vista un bollettino medico che fa
evidenziare un malato, la Regione Calabria, in fase agonizzante. Le azioni
programmatiche, pertanto, diventano il giusto strumento terapeutico che lei
vuole mettere in campo affinché questo malato superi questa fase agonizzante.
Sarebbe
facile fare una battuta “auguriamoci che, nonostante l’intervento del medico,
il malato possa migliorare”.
Questa
malattia è il risultato di anni; si tratta di una malattia cronica, i cui sintomi
si sono man mano manifestati e l’hanno portata allo stato attuale, che é grave,
anzi gravissimo. Però è una malattia che, dicevamo, viene da lontano ed io da
un certo punto di vista ho apprezzato l’intervento del collega Orsomarso.
L’ho
apprezzato non perché ritengo che la causa di questa malattia sia colpa di
tutti; ho apprezzato anche l’intervento del collega Aieta
che, in linea con quello del collega Orsomarso, dice
che c’è la necessità di cambiare atteggiamento.
Ma questa
necessità di cambiare atteggiamento non viene dalla responsabilità di chi c’è
stato ieri perché, dal punto di vista politico, ieri ci siamo stati tutti
quanti.
La
necessità che tutti noi abbiamo è quella di una inversione culturale, di un
atteggiamento culturale nuovo in quest’Aula, un atteggiamento che dia, intanto,
ad ognuno di noi la consapevolezza che questi 5 anni sono fondamentali, non
solo per il futuro della Calabria ma, come diceva qualcuno che mi ha preceduto,
5 anni fondamentali affinché tutti noi consiglieri, di maggioranza e di
opposizione, Presidente del Consiglio, Presidente e assessori, cerchiamo di
dare di nuovo credibilità alla politica affinché quei dati di cui lei stesso ha
parlato, di disillusione della politica da parte dei cittadini, possano essere
ribaltati.
Dati
inconfutabili se è vero come è vero che il 55 per cento dei calabresi il 23
novembre è rimasto a casa; quindi tutti quanti abbiamo il dovere di cambiare
rotta.
Per far
ciò vi è la necessità di modificare alcuni atteggiamenti in Aula affinché si
orientino a questa consapevolezza e questa coerenza. Ci possono essere
interventi dal punto di vista politico anche duri ma corretti nella loro
sostanza.
Dalla
opposizione sono venuti interventi molto duri, ma bene o male tutti quanti
hanno percorso alcuni dati che sono stati messi in evidenza dai consiglieri Tallini, Mangialavori, Orsomarso e Nicolò.
Ritengo
che, se c’è la necessità di abbassare i toni dei nostri interventi, non si
possa rispondere alla durezza della politica ma alla correttezza del ruolo che
ognuno di noi riveste andando invece verso atteggiamenti ed interventi che
possono essere quasi al confine dell’offesa personale.
Mi
auguro, pertanto, che tutti noi - maggioranza e opposizione - abbassiamo questi
toni nella certezza che probabilmente riusciremo a far capire ai cittadini che
qualcosa stia veramente cambiando, nella logica di sobrietà e rigore di cui ha
parlato, fin dal primo giorno, il presidente Oliverio.
Detto
questo, non posso sottacere ancora una volta che è stata riportata in Aula
l’attenzione su come è avvenuta l’elezione dell’Ufficio di Presidenza.
Pensavo
di essere stato chiaro ma sono costretto ad alcune ripetizioni e di questo
chiedo venia all’Aula ma soprattutto probabilmente c’è la possibilità di nuove
riflessioni da parte mia. Avevo già detto che l’elezione del consigliere
Gentile a Vicepresidente di questo Consesso non poteva essere considerata una
parte, un aspetto della cosiddetta politica dell’inciucio o, ancora peggio
sento dire, un atteggiamento che mortifica la democrazia.
Abbiamo
già detto che quella vicenda si è consumata in Aula in trasparenza e non nelle
stanze chiuse del potere. Abbiamo detto e più volte ripetuto che si tratta di
una intesa istituzionale che non vuole avere nessuna ricaduta sul piano
gestionale ed è una intesa istituzionale, tra l’altro, che non ci siamo
inventati dall’oggi al domani ma è anche conseguenza di quella che è una
alleanza politica del Nuovo centro destra al Governo nazionale col
centro-sinistra. Il Nuovo centro destra - bisogna precisarlo – fa parte di un
Governo che era iniziato sotto la logica di un governo delle larghe intese che
aveva voluto per primo Silvio Berlusconi.
Diciamocela
tutta, allora. Poiché è vero quello che dico, cioè che l’elezione di Pino
Gentile si è consumata in Aula è vero allora, probabilmente, che siamo stati
“costretti” perché Forza Italia non ha mai mandato un messaggio o chiesto un
percorso di condivisione all’interno delle opposizioni. Probabilmente,
presidente Oliverio, abbiamo portato a termine
l’elezione di Pino Gentile proprio grazie alle spaccature che sono insite in
Forza Italia.
Mi auguro
di non dover più ritornare su questo argomento.
Ritornando,
invece, a quelli che sono stati i contenuti della relazione del presidente Oliverio – l’ha detto il mio capogruppo al quale auguro
buon lavoro sin da oggi – ci sono tanti motivi di condivisione e tanti motivi
di confronto su alcune tematiche che, sicuramente, di primo acchito, non ci
vedono assolutamente d’accordo ma ci saranno modi e tempi per poter definire
anche su quegli aspetti del lavoro, della famiglia che ha già trattato Giovanni
Arruzzolo ma ci sono da definire e verificare ancora
eventuali punti di convergenza su questi aspetti.
Certo non
v’è dubbio che la Calabria paghi anni di grande crisi, paga anche la crisi
globale ed economica che è sotto gli occhi di tutti e chi più paga,
naturalmente, sono le Regioni povere come la nostra.
Una
crescita economica irrilevante, un livello occupazionale che tutti conosciamo,
una assenza di competitività delle nostre imprese, una pubblica amministrazione
lenta ed inefficiente, servizi pubblici degradati, carenze infrastrutturali e
strutturali che sono state messe più volte in evidenza.
A tutto
questo aggiungiamo anche la piaga enorme della criminalità organizzata. La
lotta alla mafia ritengo che sia un dovere di tutti i cittadini e debba essere
un dovere civico da esercitare in tutte le forme.
A tal
proposito ho apprezzato, presidente Oliverio,
l’ipotesi di un osservatorio regionale sulla legalità con riferimento, come lei
ha fatto nella sua relazione, sui reati di corruzione, violenza minorile, sulle
donne e soprattutto un osservatorio regionale sugli effetti del terrorismo.
Così come il terrorismo - lo ha detto qualcuno che mi ha preceduto - che
potrebbe sembrare una vicenda che poco appartiene alla Calabria ma, se
consideriamo che la Calabria è la prima Regione di sbarco di tanti clandestini,
vediamo come invece è necessario alzare fortemente l’attenzione su questo
problema.
Ben
venga, quindi, l’osservatorio regionale di cui parlava prima il presidente Oliverio, naturalmente in cooperazione con tutte quelle
strutture che già operano sul territorio, vale a dire le forze dell’ordine, le
aziende sanitarie e quant’altro.
Su alcuni
aspetti, poi, se questo è il quadro generale della situazione, non v’è dubbio
che ci siano aspetti di massima criticità che devono essere affrontati con la
massima urgenza.
In primis do perfettamente ragione
alla collega Sculco quando dice che bisogna capire
quella che è la criticità massima ovvero quella della sanità.
Ho letto
l’altro giorno - e l’ho ribadito in Aula – la visione del collega Mangialavori e la condivido in pieno che ben venga, anzi
venga subito chiarita la nomina del commissario. La Calabria non può più
attendere questa querelle sul piano della nomina di un commissario alla
sanità. Troppi sono i temi da affrontare ma sono temi che necessitano di
immediatezza e soprattutto di una assunzione di responsabilità che, ritengo,
solo la politica possa assumere.
Il
presidente Oliverio ed il centro-sinistra si sono
candidati con un progetto anche sulla sanità. I cittadini calabresi hanno
indicato il presidente Oliverio alla guida di questa
maggioranza in questi 5 anni e mi auguro che a brevissimo avvenga la nomina del
commissario da parte del Consiglio dei Ministri nella persona del Presidente protempore della Regione Calabria e che da subito si
possano affrontare i temi della sanità partendo anche dagli indirizzi che vorrà
dare questo Consiglio.
Una sola
cosa mi permetto di evidenziare al presidente Oliverio:
il coraggio, al di là della enunciazione di principio largamente condivisa
della razionalizzazione della spesa, della implementazione e della
valorizzazione delle tante professionalità esistenti nel mondo sanitario
calabrese, il coraggio in sanità di tagliare e di chiudere quei centri sanitari
obsoleti che non fanno bene alla Regione ma sono, anzi, degli spazi di
criticità che ancora di più amplificano le deficienze della sanità stessa.
Non mi
soffermo perché non ci può non essere condivisione, presidente Oliverio, sui temi dell’ambiente, dei rifiuti, della
depurazione delle acque e del dissesto idrogeologico. Tutte coordinate che alla
fine possano portare ad un prodotto positivo in termini turistici.
Ho
sentito, mi sembra non so chi prima di me, parlare anche della necessità sul
piano culturale di andare alla individuazione di alcune manifestazioni
culturali di grande prestigio e di grande valore che debbono essere
eventualmente storicizzate perché dalla storicizzazione di queste
manifestazioni culturali, secondo me, il turismo della Regione Calabria può
ricavare un ulteriore indotto positivo.
Si è
parlato di lavoro e di tante altre cose ma ritengo che l’elemento fondamentale
sia che, se non si farà nulla e se non sarà forte la consapevolezza di dare una
strategia ed una politica riformatrice in questi 5 anni, poco riusciremo a fare
per questa Regione
Una
politica di riforma culturale, economica, di riforma amministrativa sul piano
amministrativo ma soprattutto una nuova politica di riforma sul piano
legislativo.
Anche da
questo punto di vista non mi è sfuggita nella sua relazione, presidente Oliverio, la necessità da noi condivisa dell’ istituzione
di una Commissione delle riforme dello Statuto.
Poiché
fra poco parleremo anche di Commissioni e della costituzione delle Commissioni
mi permetto sin da adesso – ed eventualmente poi nella fase di discussione
delle Commissioni – di introdurre questo tema che condivido e che lei con
lungimiranza ha voluto sin dal primo giorno, sin dopo il 23 novembre porre come
centrale della sua agenda politica la capacità di incidere in questi 5 anni sul
piano delle riforme.
Noi le
staremo vicino e l’aiuteremo affinché questo possa accadere. Mi auguro che
questo avvenga nell’immediatezza dopo questa votazione sulle azioni
programmatiche del presidente Oliverio e laddove ci
sia la necessità, presidente Scalzo, prima ancora di introdurre il tema delle
Commissioni, valuti l’opportunità di una breve sospensione affinché maggioranza
e opposizione si possano confrontare sul piano della costituzione delle ormai
imminenti Commissioni affinché poi si possa definire il tutto e ognuno di noi
si possa mettere al lavoro.
Grazie al
collega Esposito. Per la richiesta di una breve sospensione dopo la votazione e
prima della elezione delle Commissioni vedremo alla fine del dibattito, alla
conclusione del programma di governo presentato dal presidente Oliverio. Dopo faremo una breve sospensione come richiesto
dal collega Esposito.
Ha
chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha
facoltà.
Grazie, Presidente, Presidente della mini Giunta,
colleghi consiglieri, abbiamo ascoltato con grande attenzione la lettura del
suo programma di governo, un programma ben scritto, ben articolato. Quindi
complimenti anche a coloro i quali hanno contribuito alla stesura del programma
stesso.
Programma in cui emergono tutte le criticità e le
emergenze del nostro territorio, nulla di nuovo certamente ma ciò che non
emerge sono le soluzioni; tante le idee giuste, tante sicuramente ed anche
condivisibili, qualora si attuassero, Presidente.
Ci crediamo poco che ciò possa accadere perché i buoni
propositi contenuti all’interno di questo articolato programma vengono meno e
vengono meno oggettivamente per una serie di motivi.
Sarò proprio telegrafico perché, Presidente del
Consiglio, mi auguro che da qui ai prossimi minuti ci accingeremo tutti assieme
a compiere degli atti concreti e formali, lanciando messaggi positivi alla
Calabria, con la costituzione delle Commissioni, sedi deputate ad operare per
portare quelle che sono le nostre idee e, magari, assieme alla maggioranza
individuare quelle che saranno le soluzioni dei tanti problemi su cui
intervenire.
Dicevo che vengono meno questi buoni propositi per una
serie di motivi, Presidente.
Primo: l’approccio che questa maggioranza ha avuto dal
24 novembre, non solo con i cittadini calabresi ma anche con l’istituzione
regionale è stato un approccio disarticolato, non organizzato che ha creato
allarmismi e confusione che all’interno della maggioranza già purtroppo regna
sovrana.
Vorrei ricordare che questa maggioranza governa il
territorio calabrese da quasi 80 giorni e dopo 75 giorni abbiamo il piacere di
salutare la mini Giunta.
Il Presidente, attraverso la lettura del suo programma
richiamava ad alcune priorità, vedi il settore ambientale. Però mi chiedo,
Presidente, se è effettivamente vero, come è vero che il settore ambiente
dovrebbe essere una priorità di questo governo, perché non ha dato una guida
sin da subito a questo settore con le dovute priorità? Dopo 75 giorni forse
oggi riusciremo a costituire le Commissioni quindi quando la maggioranza avrà
trovato la quadra politica, avremo anche la possibilità di lavorare e di far
ciò cui siamo chiamati a fare dai nostri elettori.
Il palese sfaldamento di una maggioranza che non riesce
a trovare una articolazione politica ed amministrativa a noi dispiace
moltissimo perché sin da subito, dai banchi della opposizione, abbiamo
annunciato quella che è la nostra volontà di collaborare su una azione
politica-amministrativa, presidente Oliverio,
concreta, seria e che possa finalmente dare risposte ai calabresi.
Il collega Greco ha detto cose giuste ed interessanti
nel suo intervento ben articolato ma ha parlato anche di rinnovamento e
cambiamento.
Bene, consigliere Greco, se il rinnovamento e il
cambiamento devono essere questo noi non lo accettiamo e non lo possiamo
certamente condividere. Un cambiamento ed un rinnovamento che certamente ci può
stare perché a questa Assise regionale, a questa decima legislatura vi è stata
una ventata – se vogliamo – di freschezza tra i banchi della maggioranza, viste
le tante le new entry e le facce nuove che siedono oggi
tra i banchi sia di maggioranza che di opposizione.
Per carità, con ciò non voglio dire che arrivando i
giovani o coloro i quali potranno apportare dei contributi diversi rispetto al
passato e magari segnare dei momenti di discontinuità rispetto a chi ha
governato la Calabria per 40 anni, si farà di meglio ma certamente servirà anche
l’esperienza di chi siede fra questi banchi da molti anni al fine di
intraprendere percorsi virtuosi.
Presidente, come intendiamo o meglio, come intendete
attuare questo programma? Dove sono le soluzioni? Sperate veramente ad una
attenzione del Governo nazionale per la nostra Regione? Ebbene, se i buoni
propositi e le attenzioni del presidente Renzi sono
quelli che ha riservato nelle ultime settimane al comune di Reggio Calabria,
sinceramente non credo che questa Regione possa avere futuro rispetto all’attuazione
del suo programma.
Un Governo nazionale che ancora ci mortifica e continua
a mortificare la classe dirigente di questa Regione, oggi la sua maggioranza ed
i suoi compagni di partito con l’imposizione in Giunta di qualche Ministro che
dovrebbe, in teoria, venire a sedere tra quei banchi per apportare un
contributo? E sulla vicenda non mi cimento perché l’atteggiamento del ministro Lanzetta parla da sé: delusione totale.
Mi auguro, Presidente, che questa strada possa cambiare
passo, che questo percorso possa sin da stasera - con la costituzione delle Commissioni -
cambiare passo.
Noi siamo disponibilissimi, qualora voi ci offrirete la
possibilità, l’opportunità di apportare il nostro contributo e di votare a
favore di atti e procedimenti che hanno come unico fine quello del bene comune
e quello della Calabria.
Presidente, annuncio il voto contrario mio personale e
della Casa delle libertà, non al programma di governo, perché avremmo potuto
serenamente astenerci da quelle che sono le linee programmatiche di questa
maggioranza. Ma noi votiamo contro la bocciatura, o meglio bocciamo gli 80
giorni di governo regionale trascorsi.
Quindi annuncio il nostro voto contrario al primo punto
all’ordine del giorno con l’auspicio che da qui a stasera si possa ritrovare
quella che è la serenità politica che questa Assise regionale per un dovere
morale è chiamata ad avere e cominciare a lavorare assieme per il bene
collettivo. Grazie.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Romeo, capogruppo del Partito democratico.
Ne ha facoltà.
Grazie Presidente, colgo l’occasione per ringraziare il
mio partito ed i colleghi del Partito
democratico per l’onore che mi hanno dato di presiedere il gruppo del Pd
di questo Consiglio regionale. Mi auguro di poter svolgere il mio mandato in
maniera adeguata ed efficace.
Stasera siamo chiamati a discutere del programma di
governo presentato dal presidente Oliverio. Dico
questo che potrebbe apparire come una affermazione quasi ovvia perché seguendo
gli interventi di alcuni miei colleghi ho visto che non se ne sono occupati
affatto.
Si é intervenuti su tante cose, molte le cose dette e
che non condivido, altre condivisibili ma, non è questo il punto. Senza
dedicare una valutazione di merito e nel merito per lo sforzo che il presidente
Oliverio ha fatto per comunicare a quest’Aula e
attraverso l’Aula alla Calabria intera: quali sono le linee programmatiche che
reggeranno il programma di governo 2015-2020.
Lo dico perché dovremmo recuperare un’abitudine
presidente Scalzo: o aboliamo l’ordine del giorno – ed è una scelta che non mi
vedrebbe favorevole – o, una volta deciso l’ordine del giorno, ci atteniamo
perché altrimenti potrei chiederle una modifica.
Facciamo così: 10 minuti li dedichiamo ad interventi
registrati, e ne abbiamo ascoltati alcuni che sono uguali in tutte le sedute.
Cioè li ascoltiamo, dopo di che il Segretario farà l’appello e ci esprimeremo
sull’ordine del giorno. Se dobbiamo perdere questi 10 minuti ad ogni seduta li
perdiamo.
Ascolteremo tutto il disastro che sarà fatto, il ritardo
ecc., lo ascoltiamo e ci togliamo il pensiero.
Penso invece che in quest’Aula sia molto più utile
utilizzare il tempo per discutere di cose reali e concrete che interessano la
Calabria.
Del resto sarebbe facile per me chiedere ai colleghi
consiglieri del centro-destra, delle minoranze - perché non c’è una minoranza
ma ci sono diverse minoranze con diversi toni e con diversi atteggiamenti che
registriamo – come si possono bocciare 80 giorni di governo dopo 4 anni e mezzo
di disastro dell’amministrazione Scopelliti. O sono maturati dei tempi europei
per loro e di fronte ad una lentezza sconvolgente che non gli ha consentito di
accorgersi di nulla, per esempio, del fatto che dal 2012 come ben diceva il
presidente Oliverio la Calabria non ha speso in
termini di fondi comunitari e quindi non dicevano nulla o c’è un atteggiamento
preconcetto e di pregiudizio.
Siamo di fronte ad una scelta di linea politica da parte
di quei consiglieri che esercitano una opposizione a prescindere.
Questa opposizione a prescindere non fa bene alla
Calabria e fortunatamente non è la scelta di tutti i gruppi della minoranza.
Abbiamo ascoltato il capogruppo di Forza Italia dire
alcune cose, i toni di altri consiglieri, il collega Esposito e Aruzzolo e su questo invece bisogna sviluppare un confronto
a partire dalle decisioni – mi dispiace deludere qualcuno – che assumeremo
stasera attraverso la formazione delle Commissioni.
Il collega Nicolò dice “di fronte ad un programma siamo
sempre tutti d’accordo”. Non è così.
Questo programma elencato, annunciato, illustrato dal
presidente Oliverio in quest’Aula non è un programma
sommario ma è molto dettagliato. Possiamo individuare negli argomenti, nelle
criticità e nei problemi una sorta di elenco comune purtroppo a diverse
legislature, non nelle indicazioni o soluzioni, nelle linee
politico-programmatiche che il presidente Oliverio
oggi ha tracciato in quest’Aula e che noi faremmo bene a discutere e ad
approfondire.
Perché ascoltare in Aula che non si vota su questo
programma ma che si bocciano gli 80 giorni è una cosa che sinceramente non si
può sentire perché non appartiene all’ordine del giorno di questo Consiglio
regionale. E’ una opinione legittima, rispettabile ma che non ha assolutamente
attinenza con questa seduta.
Vedete, il presidente Oliverio
ha assunto alcune decisioni lineari, trasparenti, inattaccabili sotto ogni
punto di vista e che possono essere condivise o meno. Magari un altro
consigliere quando farà il Presidente farà altre scelte, bene, ma sono
inattaccabili sul piano della trasparenza, della legalità e della legittimità
ed è inutile attaccarci alla polemica pretestuosa del completamento della
Giunta.
Quest’Aula ha votato in precedenza la modifica dello
Statuto proprio per consentire al Presidente di avvalersi di prerogative che
sono nella facoltà di altri Presidenti di Regione.
Quando maturerà la seconda lettura, il presidente Oliverio completerà la propria squadra di governo e lo farà
avvalendosi delle competenze che interessano i settori nevralgici individuati,
quali fondamentali per la riforma ed il cambiamento della Calabria, ad esempio
le riforme, il progetto Mediterraneo, questa idea che abbiamo di porre il
Mediterraneo al centro in termini di idee di progetti e di spesa, l’idea di
innovazione della Regione, l’attenzione alla istruzione.
E’ di pochi giorni fa una denuncia che ha riguardato 60
genitori della cittadina di Gioia Tauro che non
consentivano ai propri figli di andare a scuola; 150 erano stati denunciati sei
mesi fa nella locride. Tantissime famiglie non
riescono a sostenere l’obbligo formativo per i propri figli.
La competitività, la questione che riguarda le nostre
imprese e le nostre aziende, il tema del diritto all’accesso al credito decente
e normale come le altre Regioni, su questo devo annunciare che ragioneremo come
gruppo di Fincalabra.
Non è possibile che giovani imprenditori, o gli
imprenditori in difficoltà, non possano accedere al credito come accade in
tutte le altre Regioni d’Italia e d’Europa. Di questo dovremo ragionare e
discutere.
Una discussione sull’economia e sull’esigenza di creare
nuovo lavoro. L’assessore Guccione ha esordito molto
bene a mio giudizio con Garanzia Giovani. Noi faremo una grande iniziativa a
Lamezia Terme per dire di che cosa si tratta e quali sono le opportunità e le
occasioni di sviluppo e di lavoro che Garanzia Giovani darà all’intera
Calabria, ad una Calabria che non può rinunciare alla propria identità e alla
propria cultura, non intesa come strumento di conservazione o di isolamento ma
come tratto identitario utile a spenderci in un mondo
ed in una realtà globalizzata.
E poi il capitolo dedicato alla salute.
Intanto è chiaro: prima possibile Mario Oliverio dovrà assumere le funzioni di commissario della
sanità ma il dettaglio del programma da lui presentato rovescia il dato
culturale di un ragionamento puramente ragionieristico, rispetto alla salute, e
inizia a dire che ogni mamma ha diritto di scegliere dove e come partorire, che
i pronto soccorso non possono essere la soluzione di tutto e non possono vivere
l’affollamento drammatico che le nostre aziende ospedaliere in tutta la
Calabria e di tutta la Calabria ci segnalano. Della necessità di affrontare la
questione dell’emergenza-urgenza non sono dei tratti programmatici vuoti e
fumosi ma sono delle scelte, delle idee ma certo poi noi le dovremo praticare
ma non si può accettare che queste idee e queste scelte siano bocciate e
criticate a prescindere, come ho ascoltato non in tutti gli interventi ma in
alcuni interventi della minoranza.
Noi abbiamo già adottato dei provvedimenti che
consentono un forte risparmio all’amministrazione regionale. Quando sono stati
dimezzati gli stipendi dei burocrati e dei manager delle aziende a
partecipazione pubblica totale o parziale di tutte le rappresentate e
partecipate della Regione; quando abbiamo detto riduciamo i dipartimenti a 10,
risparmiando 2 milioni di euro l’anno, abbiamo pensato che un’azione di
razionalizzazione debba toccare quei santuari che mai erano stati toccati
prima.
Ed io su questo voglio aggiungere un’altra questione:
questi soldi che abbiamo risparmiato devono essere utilizzati per il sociale e
per i ceti meno abbienti, per le famiglie in difficoltà di una Regione che ha
una soglia di povertà insopportabile.
Credo che una iniziativa, una vera e propria legge sulla
povertà sia urgente e debba impegnarci nelle prossime settimane.
Il Presidente ci ha detto dei diritti, a partire dal
contrasto alla violenza di genere, ad un piano regionale contro le
discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sulla identità di genere.
Parlandoci di una Calabria crocevia di cultura e di civiltà, toccando il tema
dei migranti inteso come tema di integrazione e solidarietà nella grande area
del Mediterraneo.
Poi la riqualificazione e la riorganizzazione dei
servizi, a partire dall’obiettivo rifiuti zero, differenziata e così via. C’è
un’idea che vuole trasformare l’amministrazione regionale, trasformare la
Regione rendendola più snella, moderna, più disponibile e amica dei propri cittadini
richiamando anche i calabresi all’etica della responsabilità.
Vedete, noi potremo assumere qualsiasi decisione
all’interno di quest’Aula ma se non saremo in grado di parteciparla e di
condividerla con i cittadini calabresi queste decisioni non si tradurranno in
atti concreti e del cambiamento del quale invece, noi abbiamo bisogno.
Il presidente Oliverio ci ha
detto di un territorio integrato, di un ambiente sostenibile, della necessità
di difendere il suolo ed il paesaggio, di riformare e di trovare politiche
attente a questo settore e a tanti altri. Insomma ci ha illustrato un piano di
governo impegnativo, studiato e dettagliato, approfondito sul quale dobbiamo
esprimerci. Dobbiamo dire cosa pensiamo, cosa pensiamo del diritto dovere di
ciascuno a lavorare e a farlo in una condizione che ponga fine alla precarietà.
Cosa pensiamo dell’esigenza di nuove politiche per il Mezzogiorno all’interno
di un nuovo quadro europeo; cosa pensiamo della difesa del suolo, dei beni
culturali.
Di questo dobbiamo discutere e questo è il nostro
dovere, la sfida che abbiamo di fronte, non il pregiudizio. L’esigenza di dire
no a neanche tre mesi dall’insediamento di un governo regionale. Su che cosa?
Sui provvedimenti che abbiamo adottato? Bene o “no” a prescindere. Non è questa
la strada che la Calabria si attende da noi.
Del resto vi è stato il rimprovero, tra le altre cose –
fatto dal collega Orsomarso – in un intervento che
però ha toni diversi da quelli dell’oppositore, a prescindere, molto articolato
e che ho ascoltato con grande attenzione.
Il collega Orsomarso dice che
il presidente Oliverio non ha citato lo studio fatto
da Unicredit.
E’ di oggi la pubblicazione di una indagine dell’Istat
che purtroppo ci dice che il 45,8 per cento in meno è il dato del Pil calabrese
rispetto a quello del centro nord e ciò è in linea, collega Orsomarso,
con quanto purtroppo il presidente Oliverio è stato
costretto a relazionare nel suo intervento introduttivo.
Noi abbiamo una Calabria con i peggiori indicatori
economico-sociali d’Europa, lo dice la Svimez e lo
conferma l’Istat. E’ a partire da questi indicatori che dobbiamo lavorare per
trasformare la realtà.
La politica ha un
senso se riesce ad incidere e a cambiare per davvero. Tutto questo se, quando
finirà questa legislatura, fra 5 anni avremo meno disoccupati, una rete
ospedaliera più funzionante e più funzionale rispetto alle esigenze dei
cittadini pazienti, se avremo più lavoro ed una agricoltura migliore, se avremo
speso e bene i fondi comunitari perché non basta spenderli ma vanno vincolati a
progetti che partono dal territorio e ragionano di cose vere e serie.
Allora lì si potrà esprimere un giudizio che penso
riguarderà tutti, certo, principalmente l’amministrazione di Mario Oliverio ma credo che ci siano le condizioni in quest’Aula
per ragionare della Calabria bene comune per tutti, ed è con questo auspicio
che vi ringrazio.
Grazie al collega Romeo e a tutti i colleghi che sono
intervenuti in questo dibattito. Grazie alla stampa ed ai giornalisti che
continuano a seguire questa seduta.
Passerei all’approvazione del programma stesso, mediante
votazione per appello nominale
Invito il segretario questore a fare la chiama.
Fa la chiama.
Chiedo di intervenire per dichiarazioni di voto,
Presidente, per dire che i dubbi sulla indulgenza nei confronti di quanto
esposto dal presidente Oliverio in questo momento
vengono sciolti dalla riserva di un voto contrario.
Colgo l’occasione, assessore al personale Ciconte, per dirle - in termini di contributo non in
termini di attacco politico o di strumentalizzazione politica – che a quanto
risulta domani ci sia convocata una seduta di Giunta nella quale sarebbero già
programmate le nomine dei facente funzione.
E per evitare che possa capitare anche a lei quanto è
capitato a me in passato, le vorrei suggerire di prendersi tutti gli atti che
sono depositati presso gli uffici, per vedere che le nomine dei facente
funzione sono avvenute tramite avviso pubblico, legge Brunetta.
Se lei non ha sciolto la riserva, la delibera di oggi
revoca quella precedente.
Consigliere Tallini, la
dichiarazione di voto.
A lei questo non interessa, poi dice che bisogna
collaborare e contribuire. Io lo dico per evitare che si verifichino tante
situazioni e mi pare che l’Aula sia il posto più opportuno in cui dare questo
contributo.
Quindi chiedo che domani si valuti questa mia
osservazione cioè se le nomine possono essere fatte intuitu personae. La legge regionale non c’è
più, bisogna applicare la legge Brunetta che prevede che anche per i facente
funzione si proceda tramite avviso pubblico altrimenti sono delibere
illegittime e veri e propri abusi.
Per questo motivo voteremo contro.
Va bene grazie.
(Interruzione)
Non c’è seconda chiama perché hanno votato tutti.
La parola al Presidente della Giunta regionale.
Presidente, chiedo la parola perché credo sia inusuale
che così ci possa essere una buona organizzazione dei lavori del Consiglio
regionale – lo dico una volta per tutte – perché invece di rispettare l’ordine
del giorno ognuno si alza, introduce un argomento e su questo, naturalmente,
bisognerebbe aprire una discussione.
E’ inusuale e chiedo formalmente che si rispetti
l’ordine del giorno. Se poi ci sono nel Regolamento possibilità di parlare per
motivi personali, si chiede la parola per motivi personali; dico questo perché
è necessario che lo svolgimento dei lavori di quest’Aula rispetti il
Regolamento. L’Aula non può essere una specie di bolgia dove ognuno si alza e
ci mette l’argomento che vuole. Questo per rispetto della dignità
dell’Istituzione.
Detto questo vorrei ringraziare il consigliere Tallini e, anzi, prima di me vorrei che lo ringraziassero
coloro i quali si sentono nei loro diritti.
Consigliere Tallini, credo che
i direttori generali uscenti non abbiano bisogno di avvocati perché se fosse
necessario bisognerebbe investirli di mandato per la difesa.
E non mi pare che in quest’Aula ci sia bisogno di
avvocati di parte, di avvocati difensori. La Giunta regionale – mi faccia
finire e stia calmo – che io ho l’onore di presiedere assume atti e se ne
assume la piena responsabilità
La Giunta regionale ha assunto dei provvedimenti perché
in questa Regione c’è bisogno di cambiare, di attuare un’opera di snellimento
della struttura.
Abbiamo fatto un primo atto che porta da 14 a 10 i
dipartimenti regionali e spero entro quest’anno di fare ulteriori atti per
snellire la struttura della Regione che è troppo elefantiaca, mangia risorse e
non produce servizi.
E questo lo abbiamo fatto, naturalmente, nel rispetto
delle norme e delle leggi e a tutela della Regione. Credo che dopo 4 anni e
mezzo lei, che è stato l’artefice in quanto assessore al personale, debba fare
autocritica rispetto al modo in cui questa Regione si è venuta via via determinando nella sua burocrazia, come struttura
mangiasoldi e produttrice di mortificazione delle risorse interne e del
personale interno.
Su questa cosa – stia tranquillo – le porterò a tempo
dovuto una relazione dettagliata per dimostrare all’Aula e alla Calabria tutte
le incongruenze e le distorsioni che ha prodotto con la sua direzione
dell’assessorato al personale.
(Interruzione)
Detto questo la ringrazio per il consiglio che mi ha
dato rispetto alla seduta di Giunta di domani perché noi lavoreremo per fare
contestualmente un avviso pubblico come previsto dalla legge per le
amministrazioni che vogliono effettuare scelte di merito per l’incarico dei reggenti
utilizzando personale tutto interno alla Regione.
Un avviso pubblico affinché entro i tempi determinati
dallo stesso si possano scegliere dirigenti – e noi lo faremo – che abbiano
credenziali, titoli ed esperienza tale da corrispondere agli obiettivi di
cambiamento e di crescita di questa Regione, perché la macchina amministrativa
non può essere asservita a nessuno.
Finora la macchina è stata asservita ma da oggi con Oliverio non lo sarà più.
Sarà una macchina rispondente agli obiettivi ed i
dirigenti, quelli apicali, quelli dei dipartimenti, quelli di settore, quelli
delle strutture di servizio saranno valutati in base a quello che produrranno
alla fine di un determinato periodo e chi non produce rispetto a quegli
obiettivi può stare tranquillo che andrà via il giorno dopo perché io qui ci
sono, noi qui ci siamo per amministrare e governare la cosa pubblica
nell’interesse dei cittadini calabresi.
Così come me o voi che percepiamo una indennità per
servire sul piano legislativo e di governo i calabresi, anche la struttura
burocratica deve fare altrettanto perché il presidente Oliverio
e i consiglieri regionali se non faranno bene verranno bocciati ma se faranno
bene alla fine della legislatura saranno promossi. Altrettanto deve essere per
la burocrazia regionale.
Non ci saranno amici inamovibili in questa Regione,
chiaro? I santuari devono essere rotti e l’ho detto nella mia relazione
programmatica. Ho detto parole chiare e, purtroppo, mi aspettavo che qualcuno
le riprendesse, anche dall’opposizione, per l’esperienza che ha fatto alla
guida della Regione.
Non è stato fatto perché si continua in una cultura che
è quella di pensare alla burocrazia ed ai burocrati come centri di potere a cui
rivolgersi per scambiare e avere consensi in cambio di silenzi e di prebende.
Basta! Basta! Anche perché io non devo aver consenso, né
dai burocrati né da nessuno, chiaro? I burocrati devono rispondere a quelli che
sono gli obiettivi programmatici che un governo si dà e che in questo caso il
governo presieduto da Oliverio si dà.
(Interruzione)
Lasci stare, tutti questi formalismi, questi arzigogolii. Le competenze amministrative per noi
costituiscono un punto di riferimento anche nella formulazione degli atti
amministrativi che assumiamo. Qui parliamo di politica e non di formalismi. Se
la delibera doveva essere fatta prima o dopo; parliamo di impegni e di
assunzione di responsabilità politica.
(Interruzione)
Stia calmo, consigliere Tallini.
Quello che faremo domani lo faremo noi e ce ne assumiamo la responsabilità, nel
rispetto delle regole e nell’interesse della Regione. Ti ho già anticipato che
quel che faremo domani o dopodomani che sia, saranno scelte per reggenze che
utilizzeranno personale interno alla Regione, contestualmente accompagnate da
avvisi pubblici per la ricerca di competenze, di personale e di dirigenti
qualificati per i quali noi avremo da fare scelte. Chiaro?
(Interruzione)
Stia tranquillo, la ringrazio per i suggerimenti ma stia
tranquillo. Dico anche un’altra cosa: stiano tranquilli coloro i quali attraverso
di lei danno voce alla loro inquietudine.
Stiano tranquilli, perché con noi non ci saranno
condizionamenti, andremo diritti come un treno perché la Calabria ha bisogno di
questo.
Ha bisogno di chiudere con una stagione nella quale si
alza un direttore generale e magari attraverso i portavoce condiziona la
politica. Non esiste e non esisterà questo, sia chiaro! Anche perché ho le
spalle abbastanza larghe di un’ampia esperienza amministrativa, per cui non c’è
nessuna timidezza, nessun timore e nessun atteggiamento teso a dare spazio a
queste spinte e a questi tentativi.
Non ho preso la parola per parlare a lei, consigliere Tallini, lo dico chiaramente, ma per parlare alla Calabria
e perché tutti aprano le orecchie: è chiusa la stagione in cui la burocrazia
poteva condizionare e determinare le scelte.
Sono rispettoso delle funzioni della burocrazia, sia
chiaro. La politica ha una sua sfera di responsabilità così come la burocrazia,
però deve essere chiaro che, nelle diverse sfere di responsabilità e nel pieno
rispetto della legalità, bisogna cambiare pagina altrimenti se così non
facessimo è meglio evitare, almeno per quanto mi riguarda, di imbarcarci in un
percorso perché si può facilmente cambiare la targa di questo Consiglio
regionale.
Invece di chiamarlo Consiglio regionale della Calabria,
cioè Assemblea eletta dai cittadini con la sovranità di decidere e di
scegliere, ci mettiamo la targa “Teatrino degli idioti”. Ci siamo capiti? Parlo
perché, una volta per tutte, voglio chiarire questo punto. Dopo di che, non sto
facendo un dibattito.
(Interruzione)
E’ stato lei a prendere la parola, ad inserire questo
argomento ed a tirarmi queste considerazioni che avrei voluto fare in altre
occasioni. Per cui mi è parso opportuno fare le dovute precisazioni.
La ringrazio per averlo fatto, ma chiedo che da oggi in
poi ci sia per me in primo luogo e per tutti quanti il rispetto delle regole
che devono sottendere ad un buon andamento e svolgimento dei lavori di questo
Consiglio regionale.
Presidente Scalzo, vorrei intervenire per fatto
personale.
Non ha la parola.
Per fatto personale chiedo di intervenire, poi valuterà
lei, il Regolamento lo prevede. A titolo personale, per un fatto personale il
mio pensiero è stato male interpretato dal presidente Oliverio.
Mi consente di chiarire il senso del mio intervento?
Lo ha già chiarito.
Il suo Presidente le ha detto di no e lei si comporta
così. Deve valutare questo. Va bene? C’è un Regolamento che prevede – come lo
ha richiamato il presidente Oliverio – che si possa
intervenire per fatto personale, va bene?
Lei ha già parlato.
Noi abbiamo diritto ad intervenire, va bene? Abbiamo il
diritto di pensare e di dire le cose nell’interesse dei calabresi non dei
direttori generali.
Consigliere Tallini, la chiuda
qui, non ha la parola.
Che sia ben chiaro questo. Io non mi faccio intimorire dalle
alzate di voce di nessuno.
Non ha la parola.
Grazie, presidente Oliverio.
Comunico l’esito della votazione. Presenti e votanti 31
consiglieri. Hanno risposto sì 20 consiglieri, hanno risposto no 5, si sono
astenuti 6.
(Hanno
risposto sì i consiglieri: Aieta, Battaglia, Bevacqua, Bova, Ciconte, D’Acri,
D’Agostino, Giudiceandrea, Greco, Guccione,
Irto, Mirabello, Neri, Nucera, Oliverio,
Pasqua, Romeo, Scalzo, Sculco, Sergio;
Hanno
risposto no i consiglieri: Cannizzaro, Graziano, Mangialavori, Orsomarso, Tallini.
Si sono
astenuti i consiglieri: Arruzzolo, Esposito, Gentile,
Morrone, Nicolò, Salerno)
Pertanto il programma di governo è approvato.
(Il Consiglio approva)
Prima di passare al secondo punto all’ordine del giorno,
concediamo una breve sospensione dei lavori come richiesto dal consigliere
Esposito.
La seduta sospesa alle
19,24 è ripresa alle 21,26
Il secondo
punto all’ordine del giorno reca la proposta
di provvedimento amministrativo numero 7/10^ di iniziativa del consigliere D.
Battaglia: “Modifiche al Regolamento interno del Consiglio regionale”.
La parola al consigliere Battaglia per illustrare il
provvedimento.
Presidente, intervengo velocemente, così passiamo alla votazione dei
componenti degli uffici di Presidenza delle Commissioni, visto che il tempo
inclemente e l’ora tarda consigliano soprattutto ai colleghi di Cosenza e
Catanzaro di rientrare.
Leggo la relazione illustrativa per come è stata concepita dagli uffici
del Consiglio regionale, con l’annesso provvedimento di modifica del
Regolamento.
La modifica del Regolamento interno del Consiglio regionale, nella
parte relativa alla composizione delle Commissioni permanenti, si rende
necessaria in considerazione delle modifiche apportate dal legislatore
regionale alla normativa statutaria che hanno ridotto la consistenza numerica
del Consiglio regionale da 50 consiglieri agli attuali 30.
Il primo obiettivo di tale modifica è di assicurare la presenza della
rappresentanza dei gruppi consiliari, costituiti in seno al Consiglio
regionale, in ciascuna delle Commissioni. Più coerente con il dettato
statutario sarebbe, infatti,
prevedere una composizione delle Commissioni permanenti che prescindesse dal
numero esatto dei suoi componenti, onde consentire nel tempo, ed a seguito
delle successive tornate elettorali, un più flessibile adattamento della
normativa regolamentare alla diversa e mutevole consistenza dei gruppi
consiliari all’interno del Consiglio regionale.
Come è evidente, dalla proposta di modifica dell’articolo 29 del
Regolamento è stata espunta la parte della norma che quantifica il numero dei
componenti, garantendo soltanto che il 60 per cento debba appartenere alla
maggioranza e il 40 alla minoranza, poiché ritenuto da autorevole dottrina
troppo rigida e forzata e i cui effetti negativi sono comunque ridimensionati
dalla previsione del voto plurimo, che garantisce al singolo membro della
Commissione di pesare quanto il proprio gruppo.
Il secondo obiettivo di tale modifica è di assicurare, comunque, il
regolare funzionamento delle Commissioni e in tale direzione si giustifica il
tenore del secondo periodo della proposta modificativa. Si fa presente,
infatti, che, onde garantire la piena operatività delle Commissioni, sarebbe necessario che le stesse siano
composte in maniera tale da consentire il loro regolare funzionamento.
Tale esigenza deve necessariamente raccordarsi alle disposizioni
statutarie che richiedono in ogni Commissione la presenza di ogni gruppo
consiliare, garantendo in ogni caso una loro rappresentanza.
Tale criterio è stato introdotto, in via suppletiva, dal legislatore
statutario, verosimilmente per ovviare alla casistica dei cosiddetti monogruppi, che al pari degli altri devono ricevere
adeguato riconoscimento in seno alle Commissioni.
Quindi, la modifica del comma 1 dell’articolo 29 ha anche impatto sugli
articoli 79, 80 e 81 del Regolamento, dove si stabiliscono i quorum
costitutivi e deliberativi delle stesse Commissioni.
La modifica proposta non altera il funzionamento dei quorum
costitutivi e deliberativi e, pertanto, le stesse disposizioni potranno essere
confermate anche in caso di modifica dell’articolo 29 del Regolamento.
Le Commissioni, per poter deliberare, continuano ad essere in numero
legale con la presenza della maggioranza e dei suoi componenti assegnati.
Potranno, comunque, discutere senza la presenza di quattro componenti
assegnati.
Quindi l’articolo 1 di modifica dell’articolo 9, il comma 1
dell’articolo 29 della deliberazione del Consiglio regionale numero 5 del 27
maggio 2005 è sostituito dal seguente: “La composizione delle Commissioni
permanenti deve garantire la presenza di tutti i gruppi consiliari, nel
rispetto del criterio della proporzionalità fra maggioranza e minoranza e,
comunque, assicurando la rappresentanza di ciascun gruppo in Commissione. Ove
si renda necessario, per il numero dei componenti del gruppo e per la
sussistenza delle incompatibilità di cui all’articolo 27, comma 3, il gruppo
può essere rappresentato con un consigliere appartenente ad altro gruppo della
stessa maggioranza, o minoranza, secondo il criterio dell’alternanza dei
singoli gruppi”.
Questa è la modifica. Volevo soltanto ricordare che, come già
annunciato dal presidente Oliverio in occasione delle sue dichiarazioni
programmatiche, è in corso presso gli
uffici competenti il lavoro teso ad istituire la Commissione di riforma
dello Statuto, quindi nelle prossime sedute, Presidente, avremo conoscenza e
contezza di questo.
Grazie, consigliere Battaglia. Non ci sono interventi sulla modifica
del Regolamento, pertanto pongo in votazione l’inserimento di questo articolo
unico.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 1 nella sua interezza.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Il terzo punto all’ordine del giorno reca la
proposta di provvedimento amministrativo numero 8/10^
d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vice Presidente della 1^ Commissione
consiliare permanente”.
Come ha detto il consigliere Battaglia, illustrando la
modifica al Regolamento, è intenzione – è anche espresso nelle linee programmatiche – istituire
una Commissione sulla riforma dello Statuto, per cui questa sera provvederemo
all’elezione dell’Ufficio di Presidenza delle quattro Commissioni permanenti.
Dopo le modifiche apportate al Regolamento, nella prossima seduta
provvederemo all’elezione dell’Ufficio di Presidenza delle tre Commissioni
speciali.
Quindi, costituiamo il seggio elettorale e procediamo all’elezione del
Presidente e del Vicepresidente della prima Commissione consiliare.
Voglio ribadire ai colleghi consiglieri le modalità di voto: con una
prima scheda si vota per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente.
Ciascun consigliere ha a disposizione una preferenza, quindi in questo momento
votiamo per l’elezione del Presidente e Vicepresidente, unica preferenza.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della prima
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Sergio 20, Salerno 10, schede bianche 1.
Pertanto, proclamo eletto Presidente della 1^
Commissione il
consigliere Franco Sergio e
Vicepresidente il
consigliere Nazzareno
Salerno.
Il quarto punto all’ordine del giorno reca la
proposta di provvedimento amministrativo numero 9/10^ d’Ufficio: “Elezione del
Consigliere Segretario della 1^ Commissione Consiliare permanente”.
Ciascun consigliere ha
diritto ad esprimere una sola preferenza.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della prima
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Mirabello 21, schede
bianche 6, schede nulle 4.
Proclamo, pertanto, eletto segretario della 1^ Commissione il consigliere Mirabello.
Il quinto punto all’ordine del giorno reca
la proposta di provvedimento amministrativo
numero 10/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del Vicepresidente della 2^
Commissione consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della
seconda Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Aieta 18, Orsomarso 6, Mangialavori 4,
D’Acri 1, schede bianche 2.
Proclamo,
pertanto, eletto Presidente il consigliere Aieta e Vicepresidente il consigliere Orsomarso.
Il sesto
punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento
amministrativo numero 11/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario
della 2^ Commissione Consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della seconda
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: D’Acri 20, Greco 1, schede bianche 9, schede
nulle 1.
Proclamo, pertanto, eletto il consigliere D’Acri segretario
della seconda Commissione
consiliare permanente.
Il settimo
punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento
amministrativo numero 12/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del
Vicepresidente della 3^ Commissione consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della terza
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Mirabello 18, Esposito
9, Nucera 2, schede bianche 1, schede nulle 1.
Proclamo,
pertanto, eletto Presidente il consigliere Mirabello e Vicepresidente il
consigliere Esposito.
L’ottavo
punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento
amministrativo numero 13/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere Segretario
della 3^ Commissione Consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della terza
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Giudiceandrea 16, Greco
2, Mangialavori 2, Irto 1, Tallini
1, schede bianche 9.
Proclamo, pertanto, eletto il consigliere Giudiceandrea segretario della terza Commissione consiliare
permanente.
Il nono punto
all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento
amministrativo numero 14/10^ d’Ufficio: “Elezione del Presidente e del
Vicepresidente della 4^ Commissione consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del Presidente e del Vicepresidente della
quarta Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Irto 20, Tallini 6, Aieta 1, schede bianche 3, schede nulle 1.
Proclamo,
pertanto, eletto Presidente il consigliere Irto e Vicepresidente il consigliere Tallini.
Il decimo punto all’ordine del giorno reca la proposta di
provvedimento amministrativo numero 15/10^ d’Ufficio: “Elezione del Consigliere
Segretario della 4^ Commissione Consiliare permanente”.
(Vengono
distribuite le schede)
Fa la
chiama.
(Si procede allo
spoglio delle schede)
Comunico l’esito della votazione per l’elezione del consigliere segretario della quarta
Commissione consiliare permanente: presenti e votanti, 31. Hanno
riportato voti i consiglieri: Nucera 20, Greco 8; schede bianche 2, schede
nulle 1.
Proclamo, pertanto, eletto il consigliere Nucera segretario della quarta Commissione consiliare
permanente.
Ha chiesto di parlare il consigliere
Battaglia. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo l’attenzione dei colleghi solo un minuto per richiamare in Aula la delibera numero 18
della Giunta regionale e votare, quindi, il suo inserimento all’ordine del
giorno con carattere di urgenza, è il riconoscimento di un
debito fuori bilancio derivante dalla copertura della perdita d’esercizio 2013 della Sogas
S.p.A.
Come sapete,
pende un provvedimento di Enac nei confronti dell’Aeroporto dello Stretto di Reggio
Calabria e, se non verranno versate delle quote – purtroppo la Regione in
questo senso è un attimino indietro –, si rischia la revoca della concessione alla Sogas di Reggio Calabria.
Per cui chiedo l’inserimento all’ordine del giorno, con carattere d’urgenza,
del punto per come motivato nel corpo della delibera.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Nucera. Ne ha facoltà.
Vorrei brevemente dire, per quanto riguarda
la questione della Sogas, che vi è una Commissione
conoscitiva che sta controllando per il Consiglio provinciale di Reggio
Calabria. Dobbiamo fare un ragionamento molto più
ampio e dettagliato sulla Sogas, perché ha prodotto perdite importanti negli
ultimi dieci-quindici anni. Quindi, poiché dobbiamo
rifinanziare e reintegrare questo debito, chiedo all’assessore De Gaetano di
trovare un modo di vederci e ragionare con calma sulla questione che ormai da
tanti anni ci portiamo dietro, perché la Regione, la Provincia e agli altri
enti non possono continuare a versare soldi ogni anno.
Ha chiesto di parlare l’assessore De Gaetano.
Ne ha facoltà.
Ringrazio il consigliere battaglia per aver richiamato
la proposta di legge, ha
spiegato bene tutto. E’ una questione urgente,
noi dobbiamo ripianare questo debito, sono quote che la Regione non ha versato
lo scorso anno. Se non faremo questo, l’Enac chiuderà l’aeroporto di Reggio
Calabria e sarebbe una iattura per
tutta la nostra regione. Quindi, vi chiedo di votare questa proposta di legge.
Ovviamente, accolgo positivamente la proposta del consigliere Nucera -
che anche il consigliere Cannizzaro ha fatto sui giornali - di fare un tavolo di
discussione alla presenza del presidente Oliverio e
di tutti gli attori istituzionali, per ragionare complessivamente sul
trasporto aereo ed in quale direzione andare. Noi abbiamo l’idea di una società
unica che possa risolvere il problema degli aeroporti in maniera complessiva,
comunque è importante fare un tavolo di trattativa a livello centrale per avere
una prospettiva e non ragionare soltanto sulle emergenze, che – come sappiamo –
si possono affrontare, ma non risolvono i problemi in maniera strutturale.
Per questo accolgo la proposta del consigliere Nucera, nei prossimi
giorni convocheremo un tavolo a Catanzaro con i sindacati, la Sogas e tutti gli attori di questo settore, per cercare una
prospettiva e una soluzione stabile al problema.
Ha chiesto di parlare il consigliere Irto. Ne
ha facoltà.
Mi
complimento con il presidente Oliverio e con la sua Giunta per essere intervenuti sulla
questione della Sogas dell’aeroporto di Reggio. Io
stesso ho presentato un’interrogazione – come si sa, come è noto – il 22
gennaio rispetto al rischio della chiusura dell’aeroporto di Reggio. La scorsa
settimana abbiamo avuto modo, assieme al presidente Oliverio, di vedere i vertici
dell’Enac in un incontro informale a Roma.
Credo che questo passo serva per salvare l’aeroporto di Reggio,
nell’attesa e con l’impegno già comunicato dall’assessore ai trasporti, De
Gaetano - che dobbiamo rendere ancora più concreto -, di un rilancio
dell’iniziativa politica in Calabria sul sistema dei trasporti più in generale
e sul sistema aeroportuale in particolare.
E’ importante la discussione che affronteremo nelle prossime settimane
anche per quanto riguarda l’aeroporto di Crotone. Credo, Presidente, che
dobbiamo metterci al lavoro in maniera seria sul progetto del quale lei ha discusso
spesso con noi - lo ha anche detto nel lanciare le sue idee programmatiche - di
un sistema aeroportuale più articolato, ma allo stesso tempo più snello per la
gestione aeroportuale dei tre scali calabresi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Cannizzaro. Ne ha facoltà.
Telegraficamente, per manifestare apprezzamento per questa Giunta
regionale che va a fare un intervento importante per l’aeroporto di Reggio
Calabria, però, per amore di verità, presidente Oliverio, dobbiamo anche dire che
questo non è nient’altro che una sorta di garza che andiamo a mettere ad
un’emorragia, ormai vi è in una problematica molto più ampia e molto più complessa.
E’ bene si sappia che l’aeroporto di Reggio
Calabria è a rischio chiusura per le problematiche inerenti l’attività
gestionale dell’aeroporto stesso.
Vorrei ringraziare l’assessore De Gaetano, il
quale ha sin da subito manifestato attenzione ed anche il desiderio di
immaginare, nei prossimi giorni, un incontro romano, come ho fatto attraverso
gli organi di stampa anche nella qualità di componente della Commissione
provinciale di verifica sulle problematiche inerenti alle attività aeroportuali
costituitasi nelle settimane scorse. Quindi, ringrazio l’assessore De Gaetano e
sono convinto che, da qui a qualche settimana, riusciremo ad incontrare il
ministro Lupi per sottoporgli la questione dell’aeroporto, affinché il Governo
si possa interessare in maniera definitiva con un intervento ad hoc –
ecco, mi piace definirlo così – una
sorta di “salva aeroporto dello Stretto”.
Questa è la strada maestra che auspichiamo si
possa perseguire, la sinergia fra le parti politiche per individuare assieme le
soluzioni e quindi raggiungere degli obiettivi. Anche per questo vorrei manifestare
apprezzamento.
Pertanto, non assumiamo prese di posizione
politica, ma nel momento in cui ci sono da condividere scelte giuste e doverose
per il bene comune, noi siamo disponibilissimi e quindi anche a plaudire
l’operato della politica con la sensibilità dimostrata oggi in maniera
concreta, che viene apprezzata anche da noi.
Se non ci sono altri interventi, passo alla
votazione per l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
E’, pertanto, inserita all’ordine del giorno
la proposta di legge
numero 9/10 di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Riconoscimento
della legittimità del debito fuori bilancio derivante dalla copertura della
perdita di esercizio 2013 della Sogas S.p.A.”, che pongo in
votazione.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
(È riportata
in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Romeo. Ne
ha facoltà.
Ho
presentato un ordine del giorno insieme ad altri colleghi relativo alla riorganizzazione degli uffici postali, proposta
poco tempo fa da Poste Italiane ai rappresentanti sindacali.
Sostanzialmente, questo piano di riorganizzazione
prevede la chiusura di 25 uffici e la razionalizzazione di altri 35. Gli
effetti di questo piano di riorganizzazione, che è un vero e proprio smantellamento
dei servizi postali sul territorio
calabrese, sarebbero profondamente negativi, in particolar modo per le zone più
interne o più periferiche, che sono già state pesantemente penalizzate da altri
piani di riorganizzazione di Poste Italiane.
In sostanza, chiedo che il Consiglio regionale impegni la Giunta ad
adottare le iniziative più utili a far sì che Poste Italiane riveda questa
scelta.
Ci sono interventi? No. Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del
giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
E’,
pertanto, inserito l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Romeo:
“Sulla chiusura di 25 uffici di Poste Italiane e la razionalizzazione di altri
35”, di cui do lettura: “Il
Consiglio regionale,
premesso che:
Poste
Italiane ha comunicato ai rappresentanti sindacali regionali un piano di
riorganizzazione dei servizi che prevede la chiusura di 25 uffici e la
razionalizzazione di altri 35, i quali rimarranno aperti a giorni alterni;
l’intero
piano riorganizzativo appare come una semplice
operazione di disinvestimento e riduzione lineare di costi;
tale
riorganizzazione mortifica il lavoro e l’impegno profuso dal personale in
servizio e provoca una ulteriore spoliazione di posti di lavoro in territori
già carenti;
considerate
le distanze e le difficoltà logistiche sussistenti, sarà impossibile
raggiungere il presidio postale più vicino per le fasce più deboli della
popolazione;
considerato,
altresì, che:
negli
ultimi mesi le sigle sindacali hanno più volte segnalato una preoccupante
carenza di personale applicato al front-end degli
uffici postali, causa di un servizio non adeguato alle esigenze dei cittadini e
alla dignità dei lavoratori;
non
essendo previste nuove assunzioni gli uffici postali che assorbiranno l’utenza
delle sedi soppresse potrebbero incorrere in un collasso del servizio;
la
scomparsa dei principali servizi pubblici dalle aree meno popolate causerà un
ulteriore abbandono delle stesse da parte dei cittadini, determinando
l’aggravarsi della crisi sociale ed economica di alcuni territori,
impegna
la Giunta
regionale ad adottare ogni utile iniziativa strutturale ed urgente per tutelare
i lavoratori ed i cittadini al fine di garantire la continuità e la qualità
resa da Poste Italiane”.
Lo pongo in
votazione.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(È riportato
in allegato)
Ha chiesto di parlare il consigliere Arruzzolo. Ne ha facoltà.
Chiedo l’inserimento
all’ordine dei lavori di un ordine del giorno che riguarda la crisi che sta
investendo l’agricoltura in Calabria, in particolare la Piana di Gioia Tauro.
La
situazione dell’agricoltura in questo
particolare momento nella Piana di Gioia Tauro è
veramente drammatica, perché per la seconda annualità gli agricoltori non
riescono a vendere il prodotto. Quest’anno, l’80 per cento della produzione è
rimasto invenduto sia per cause climatiche sia per cause geopolitiche, in
quanto l’embargo della Russia ha creato una serie di problematiche.
Quindi, chiedo al Presidente della Giunta di farsi interprete di una
serie di iniziative affinché si possa, in qualche modo, attenuare questa
problematica seria che attanaglia il
territorio della Piana di Gioia Tauro.
Tra le altre cose, avanzo la richiesta dello
stato di calamità e l’apertura di una trattativa con gli istituti bancari per
l’accesso al credito agevolato da parte degli agricoltori.
Ci sono interventi su quest’ordine del giorno?
No. Pongo in votazione il suo inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
E’, pertanto,
inserito l’ordine del giorno di iniziativa del consigliere Arruzzolo:
“Sulla gravissima crisi che sta investendo l’agrumicoltura in Calabria ed in
particolare la Piana di Gioia Tauro-Rosarno”, di cui
do lettura: “Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
il
comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra
vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima, la riforma dell’OCM
agrumi 2008, non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di
politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha
manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi
dell’attuale crisi;
evidenziato
che:
alla
continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle
produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e da altri
paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche)
che hanno portato la situazione a livelli tali da mettere in crisi la capacità
rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione
agrumicola regionale;
considerato
che:
le
ultime due campagne 2013-2014 e 2014-2015 saranno ricordate come gli anni neri
degli agrumi, la prima compromessa dalla cenere lavica dell’Etna che ha
determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, quella corrente azzerata
da condizioni climatiche avverse, che hanno colpito le produzioni primizie, per
mancata maturazione dovuta alle alte temperature, e quelle tardive, per effetto
delle gelate, che ne hanno compromesso la commerciabilità; a questo si aggiunge
l’embargo Russo, che sottraendo una quota consistente di mercato alle
produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei;
rilevato,
inoltre, che:
gli
interventi straordinari avviati a livello nazionale su fondi comunitari si sono
dimostrati assolutamente inadeguati; infatti, com’è noto, la decisione della
Russia di bloccare le importazioni Europee in risposta alle sanzioni economiche
ha generato effetti indiretti sulle clementine di cui siamo il primo produttore
nazionale. La Comunità su sollecitazione degli stati, attraverso il Regolamento
1031/2014 ha messo a disposizione un plafond finanziario per ritiri dal mercato
da destinare alla beneficenza con dotazioni per quanto riguarda gli agrumi
assolutamente insufficienti, con la beffa finale della non inclusione degli
stessi nel secondo Regolamento di crisi, 1371/2014, con scadenza attività nel
giugno 2015; tutto ciò ha creato uno squilibrio nel rapporto costi-ricavi,
recando danni irreparabili alla campagna agrumicola in corso;
considerato
che:
la
gravissima crisi dell’agrumicoltura sta assumendo contorni drammatici e
preoccupanti sotto l’aspetto sociale per i riflessi che il comparto riveste sul
tessuto economico territoriale, creando una vera e propria situazione
emergenziale che coinvolge migliaia di aziende, lavoratori e loro famiglie;
atteso
che:
il
mondo agricolo calabrese ed in particolare gli agricoltori della Piana di Gioia
Tauro/Rosarno non possono
essere abbandonati a se stessi, lasciando aperte diverse vertenze irrisolte che
stanno determinando una miscela pericolosissima che sta facendo esplodere tutto
il settore,
impegna
il
Presidente della Giunta regionale, affinché intervenga presso le Istituzioni
Nazionali e presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per
mettere in campo tutte quelle misure, tese a frenare la dirompente crisi del
settore agricolo, della Piana di Gioia Tauro/Rosarno attraverso:
1)
la sollecitazione di un piano agrumicolo nazionale, incardinato nelle
riconversioni varietali, orientate all’aumento del periodo di
commercializzazione, attivando un modello regionale di scalarità
nelle produzioni;
2)
un Piano Straordinario Agrumicolo Regionale da inserire nelle programmazioni
del PSR 2014-2020 e nel fondo sociale europeo per le politiche di attrazione e
formazione dei giovani verso settori a monte e a valle dell’agrumicoltura; ed
attuazione di politiche strutturali e misure orientate a strumenti incentivanti
anche per i piccoli proprietari, che rappresentano la maggioranza delle aziende
agricole insistenti sul territorio;
3)
e nell’immediato ad adottare le seguenti ulteriori misure:
richiesta
dello stato di calamità naturale e contestuale esenzione per l’anno in corso
dell’IMU sui terreni agricoli;
apertura
di una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito
agevolato agli imprenditori agricoli.”
Lo pongo in
votazione.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(È riportato
in allegato)
Non
essendoci altri punti all’ordine del giorno, dichiaro
conclusa la seduta. Il prossimo Consiglio verrà convocato a domicilio.
E’ stato
presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge di iniziativa della
Giunta regionale:
“Riconoscimento della legittimità del debito fuori bilancio
derivante dalla copertura della perdita di esercizio 2013 della Sogas Spa (Deliberazione G.R. n. 18
del 5.2.2015)” (P.L. n. 9/10^)
E’ stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di
iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Esercizio
provvisorio bilancio 2015. Assegnazione fondi Segretario/Direttore generale.
Regolamento interno di amministrazione e contabilità (Deliberazione U.P. n. 1 del 20.1.2015)” (P.P.A.
n. 6/10^)
Sono
state presentate alla Presidenza, inoltre, le seguenti proposte di
provvedimento amministrativo:
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della 1^ Commissione consiliare permanente”
(P.P.A. n. 8/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della 1^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 9/10^)
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della 2^ Commissione consiliare permanente”
(P.P.A. n. 10/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della 2^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 11/10^)
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della 3^ Commissione consiliare permanente”
(P.P.A. n. 12/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della 3^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 13/10^)
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della 4^ Commissione consiliare permanente”
(P.P.A. n. 14/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della 4^ Commissione consiliare permanente” (P.P.A. n. 15/10^)
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della Commissione contro la ‘ndrangheta” (P.P.A. n. 16/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della Commissione contro la ‘ndrangheta” (P.P.A. n. 17/10^)
“Elezione
del Presidente e del Vicepresidente della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 18/10^)
“Elezione
del consigliere Segretario della Commissione speciale di vigilanza” (P.P.A. n. 19/10^)
E’
stata presentata, altresì, la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa del consigliere Battaglia:
“Modifiche
al Regolamento interno del Consiglio regionale (P.P.A.
n. 7/10^)
In data 23
gennaio 2015 il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le sotto indicate
leggi regionali. Le stesse sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria
n. 7 del 26 gennaio 2015:
legge regionale 23 gennaio 2015, n. 5, recante: “Proroga del termine di
cui all’art. 2bis della legge regionale
12 aprile 2013, n. 18 (Cessazione dello stato di emergenza nel settore dei
rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti
operativi)”;
legge regionale 23 gennaio 2015, n. 6, recante: “Modifiche alla legge regionale 16 aprile 2002, n. 19
<Norme per la tutela, governo ed uso del territorio. Legge urbanistica della
Calabria>”;
legge regionale 23 gennaio 2015, n. 7, recante: “Modifiche al comma 1
dell’art. 27 della legge regionale
21 agosto 2007, n. 18 (Norme in materia di usi civici)”.
Mangialavori. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
in data 11 settembre
2014, l'Izs delle Venezie,
Centro di referenza nazionale per l'apicoltura, ha dato notizia della presenza,
nel territorio del comune di Gioia Tauro, del
coleottero "Aethina Tumida", parassita
infestante le colonie degli alveari. Il rinvenimento del parassita è stato
effettuato il 5 settembre 2014 da parte del personale dell'università di Reggio
Calabria, facoltà di Agraria;
in data 12 settembre
2014, è seguita nota prot. 18842 a firma del
direttore generale del ministero della Salute, avente ad oggetto
"Accertamento della presenza di <Aethena
Tumida> in Calabria", con cui il ministero ha "suggerito"
alla Regione Calabria, le iniziative da adottare;
in ottemperanza a una
nota emessa dal ministero della Salute, con decreto numero 94 del 19 settembre
2014, pubblicato sul Bure numero 50 del 14 ottobre 2014, il Presidente della
Giunta regionale pro tempore ha emesso "Ordinanza contingibile ed urgente a tutela del patrimonio apistico
Regionale e Comunitario per rinvenimento di Aethina Tumida in alveari del
territorio di Gioia Tauro";
l'ordinanza in oggetto,
dopo aver previsto una "zona di protezione" per un raggio di 20 Km e
una "zona di sorveglianza" per un raggio di 100 Km (con
coinvolgimento di quasi la totalità del territorio calabrese) ha indicato una
serie di misure per controllare gli allevamenti apistici;
con detta ordinanza è stato disposto, in particolare che: a)
"in caso di rilevamento
di adulti o stadi larvali di A. Tumida sì dovrà disporre la chiusura delle
aperture d'accesso dì tutte le arnie, l'immediato sequestro dell'intero apiario
e, successivamente previa tempestiva emanazione di apposita ordinanza da parte
dell'Autorità Competente Locale (D.G. delle ASP), provvedere alla distruzione
dell'intero apiario..."; b) All'interno dell'area di protezione è
vietata ogni attività di movimentazione (in entrata e uscita) per i prossimi 30
gg. Successivamente, se non interverranno altre segnalazioni di infestazioni
gli spostamenti potranno effettuarsi solo all'interno della zona di protezione
per motivi contingenti e solo se l'apiario sarà giudicato indenne da A.T. dai
servizi veterinari competenti per territorio. Ogni spostamento dovrà compiersi
con mod.4 di scorta, redatto dai servizi Veterinari competenti. I corpi di
polizia territoriali vigileranno sull'esatto adempimento del suddetto divieto
di movimentazione ";
detta ordinanza è stata
impugnata dagli Apicoltori presso il Tar della Regione Calabria, sede di
Catanzaro e che il suddetto Tar, rilevata la drasticità della misura adottata
dall'amministrazione regionale ha chiesto, con provvedimento del 19/12/2014 (N.
01856/2014 Reg. Ric.) approfondimenti a sostegno di essa al ministero della
Salute. La causa è stata così rinviata al 19 febbraio 2015;
alla luce di quanto
precede, gli apicoltori che hanno la sfortuna di avere anche un solo coleottero
in una sola amia, sono costretti a subire la distruzione di tutto il loro
intero apiario, con danni incalcolabili. E che in ogni caso, la loro capacità
di movimentazione è fortemente limitata, circostanza che impedisce sviluppo e
crescita della loro attività;
tali danni hanno
duplice valenza. Innanzitutto minano la salvaguardia dell'eco-sistema. Le api,
infatti, assolvono a una funzione fondamentale per l'impollinazione e quindi
per la frutta, la verdura e l'erba medica di cui si nutrono gli allevamenti di
bestiame. In secondo luogo compromettono l'unico settore della zootecnia che
non registra flessioni e anzi nel recente passato ha manifestato segnali di
crescita. A tale proposito, vale la pena sottolineare che il settore
dell'apicoltura calabrese coinvolge circa 450 aziende e 1200 lavoratori (80
mila gli alveari presenti in regione);
ad oggi gli apiari
"bruciati" a seguito del rinvenimento del coleottero sono circa
3.600, con un danno economico che supera i due milioni e mezzo di euro;
la distruzione degli
interi apiari, oltre a determinare un danno incommensurabile ad apicoltori e
ambiente, è illogica e inefficace, in quanto stermina gli apiari ma non eradica il coleottero, che è un insetto con capacità di
volo oltre 10 Km e può vivere anche al di fuori; il fuoco, tra l'altro, fa
scappare i coleotteri vivi presenti nelle arnie. La conferma di ciò è data dal
fatto che a distanza di quasi due mesi vengono rinvenuti coleotteri
giornalmente, e giornalmente seguono i roghi;
secondo gli studi della
categoria, l'insetto non è dannoso per l'uomo e nei paesi (Usa, Sud Africa,
Australia, Costarica, Canada) dove vive ormai da anni è tenuto sotto controllo
dagli apicoltori, i quali vi convivono stabilmente;
l'Anai
(Associazione nazionale apicoltori italiani) si è espressa contro questo
sistema di lotta, mentre l'Una-Api (Unione Nazionale
Associazioni Apicoltori Italiani), con nota del 12 novembre 2014, ha
sottolineato come: "Misure draconiane e improvvide quali la distruzione
massiva di alveari e la limitazione della movimentazione di apiari, hanno
grande e drammatica rilevanza economica e occupazionale per la sopravvivenza di
apicoltori e apicoltura, ma soprattutto per l'impollinazione e quindi per gran
parte delle importantissime produzioni agrarie di quei territori";
si rende, pertanto, non
procrastinabile un'attività politico-amministrativa finalizzata alla parziale
sospensione del su citato decreto 94/2014, in via di autotutela, in attesa di
una definitiva pronuncia da parte dell'Autorità giudiziaria amministrativa;
per tutte le
argomentazioni sopra indicate, tale sospensione andrebbe pertanto limitata ai
soli capi a) e b) indicati al superiore punto 5) -:
se ritenga opportuno
disporre una parziale e provvisoria sospensione, in via di autotutela e nei
limiti sopra specificati, del decreto in argomento.
(4; 22.01.2015)
Irto. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
l'Aeroporto
dello Stretto nella città di Reggio Calabria rappresenta una infrastruttura indispensabile
per la città, la sua provincia e l’intera area dello Stretto;
la gestione
dell'Aeroporto dello Stretto è della SoGAS Spa partecipata
da Provincia di Reggio Calabria, Comune eli Reggio
Calabria, Regione Calabria e Camera di Commercio di Reggio Calabria, che
fornisce assistenza a tutti i vettori, gestisce le strutture e le
infrastrutture aeroportuali, curandone anche la manutenzione;
l’Enac (Ente
Nazionale per l'Aviazione Civile, unica Autorità di regola/ione tecnica,
certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile in
Italia) entro il prossimo 28 febbraio 2015 revocherà la concessione alla SoGAS Spa;
le
motivazioni di revoca sono quelle del non versamento da parte di alcuni Enti
partecipanti, tra cui la Regione Calabria, delle quote di ricapitalizzazione,
ritenendo l’Enac inefficaci i decreti ingiuntivi che la SoGAS
Spa ha prodotto verso gli Enti che non hanno versato;
tale
provvedimento sancirebbe di fatto la chiusura dell'Aeroporto dello Stretto;
le quote che
la Regione Calabria deve versare ammontano ad € 373.999,37 -:
se il
Presidente della Giunta regionale abbia disposto il provvedimento di pagamento
delle quote societarie e, se non ancora avvenuto, quali tempi sono stati
previsti, considerato il rischio, a breve termine, di interruzione del
servizio;
se il
Presidente della Giunta regionale intende avviare le procedure per acquisire le
quote degli Enti che non hanno versato, considerate le gravi condizioni
economiche che essi vivono.
(5;
22.01.2015)
Mangialavori. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
la legge regionale del 26 febbraio 2010, numero 11 modificata dalla
legge regionale 20 dicembre 2011 numero 45 ha disciplinato gli "Interventi
regionali di solidarietà a favore dei familiari di lavoratrici e lavoratori
deceduti o gravemente invalidi a causa di incidenti sui luoghi di lavoro";
la deliberazione della Giunta regionale numero 140 del 27 marzo 2012 ha
approvato il relativo Regolamento numero 1/2012;
le risorse complessivamente messe a disposizione dall'amministrazione sono
state 500 mila euro, di cui 450 mila sul bilancio 2014 e 50 mila sul bilancio
2015;
con decreto numero 13749 del 19 novembre 2014 (Registro dei decreti
della Regione Calabria) del dirigente, dipartimento numero 10, settore Lavoro,
sono stati pubblicati gli "elenchi per interventi di solidarietà a favore
dei familiari di lavoratori e lavoratrici deceduti o gravemente invalidi";
tale decreto ha giuridicamente accertato la sussistenza di 105 domande,
di cui ammissibili e finanziabili 21 pari ad € 488 mila, ammissibili e non
finanziabili 33, non ammissibili 51;
urge predisporre gli strumenti economici necessari a garantire la
prestazione di che trattasi, prima di tutto ai 33 istanti che non hanno
registrato come soddisfatta la loro richiesta per incapienza
dei fondi messi a disposizione;
occorre, in secondo luogo, un ulteriore impegno per l'accesso al
beneficio di eventuali successive domande pervenute all'Ente. Il tutto, nel
rispetto della procedura sancita dalla legge e dal regolamento sopra citati;
la tragica realtà delle "morti bianche" o dei gravi infortuni
sul lavoro costituisce una piaga endemica del mondo del lavoro;
per contrastarla occorre predisporre quante più misure necessarie a
prevenire il costante ripetersi di tali tragedie;
sussiste in capo alla Regione il dovere sia normativo che politico di
offrire un concreto e tangibile sostegno ai familiari colpiti dalla sofferenza,
dal dolore, dallo strazio e dai disagi materiali che susseguono a siffatti
eventi;
le "morti bianche" o quanti riportano gravi infortuni sul
lavoro non possono essere catalogati solo in termini di numeri, fascicoli o
pratiche. E che, pertanto, l'intervento teso ad alleviare le materiali
difficoltà delle loro famiglie, risponde a un principio di inderogabile
solidarietà umana e istituzionale che deve sovraintendere e ispirare ogni
politica sociale;
pertanto, non è procrastinabile un'attività politico-amministrativa di
sostegno alle famiglie colpite da eventi così strazianti che incidono sui loro
basilari diritti afferenti alla vita quotidiana e alle prospettive future -:
se per l'anno corrente, a parziale modifica di quanto già sancito dalla
precedente amministrazione, intende rifinanziare il Fondo in questione in
misura pari o superiore al 2014 (450 mila euro). E ciò al fine di soddisfare,
prioritariamente, i diritti dei familiari la cui domanda è stata dichiarata
ammissibile ma non finanziabile per incapienza dei
fondi già messi a disposizione. E, secondariamente, per assicurare l'accesso ad
altri eventuali istanti.
(6; 27.01.2015)
Mangialavori. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera di Giunta regionale del 25
marzo 2010 numero 289 è stato approvato il Progetto per la realizzazione del Registro Tumori di
popolazione della Regione Calabria;
con detta decisione era stata prevista l'articolazione del Registro con
la creazione di una rete di 3 Registri Tumori Cosenza-Crotone,
Catanzaro-Vibo Valentia e Reggio Calabria, dotati
ciascuno di autonomia organizzativa e gestionale;
secondo i dati forniti dall'Associazione
Italiana Registri Tumori (Airtum) in Italia esistono
oltre quaranta registri di popolazione che monitorano le condizioni di salute
di circa 30 milioni di abitanti;
tali dati sono
essenziali per comprendere le tipologie del cancro, le cause, il tipo di
trattamento riservato, la sua specifica efficacia, l'evoluzione della malattia,
l'adeguatezza o meno della prevenzione e l'importo delle spese sanitarie;
la raccolta di detti
elementi offre un ulteriore contributo al contrasto di patologie così gravi;
nonostante la
menzionata previsione dell'esecutivo regionale, allo stato, detto Registro, non
risulta essere nella sua completa, coordinata ed effettiva operatività;
per tale ragione alcuni
consigli comunali (come Vibo Valentia e Nicotera)
hanno già deliberato di impegnare i rispettivi sindaci e le giunte per
interpellare i responsabili regionali;
anche altri consigli
comunali (come Zambrone) sono in procinto di adottare
analogo provvedimento al fine di ottenere la reale attuazione del Registro Tumori;
la mancanza della piena
operatività ed efficacia di tale strumento non consente di acquisire, su scala
regionale, tutti i dati e gli elementi in argomento e già sopra specificati;
in virtù di quanto
sopra esposto sussiste evidentemente in capo alla Regione il dovere di dare a
detto Registro concreta attuazione -:
se intenda sollecitare
gli enti competenti ad attivarsi affinché tale Registro sia reso operativo ed
efficace.
(8; 03.02.2015)
Mangialavori. Al
Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con decreto del 13
agosto 2013 numero 11954, assunto al protocollo al numero 1335, codice n.
85/13, emesso dal dirigente del settore "Trasporto pubblico locale, Piano
regionale dei trasporti, reti immateriali" è stata disposta la Ricognizione delle tariffe vigenti
dall'1/8/2013 per effetto dell'adeguamento biennale all'inflazione (D.G.R. n. 362 dell'11/8/2011; D.G.R.
n. 568 del 16/12/2011);
con deliberazione di Giunta regionale del 9 dicembre 2013 numero 468 è
stato deliberato in ordine ai
Servizi di trasporto pubblico locale su gomma: pubblicazione relazione di cui
all'art.34, co. 20 e 21 del D.L. 179/2012;
determinazione del termine di scadenza dell'affidamento; approvazione schema
atto integrativo, contratti di servizio;
con delibera di Giunta
regionale dell'8 aprile 2014 numero 124 è stato deliberato in ordine al
seguente oggetto: Servizi di
trasporto pubblico locale. Programmazione del servizi per l'anno 2014;
per come
dettagliatamente specificato in detta deliberazione, l'attuazione del sopra
citato Piano di riprogrammazione dei servizi di trasporto pubblico locale e di
trasporto ferroviario regionale ha comportato una variazione di spesa del
settore;
con deliberazione di
Giunta regionale numero 316 del 28 luglio 2014 è stata pertanto approvata la Programmazione dei
servizi di TPL su gomma - secondo semestre 2014;
con deliberazione
numero 425 del 10 ottobre 2014 è stata approvata, dalla Giunta regionale, la Riprogrammazione
dei servizi di TPL anche conseguentemente all'art. 41 del D.L. 12;
essenzialmente, gli
atti sopra menzionati disciplinano condizioni, modalità, termini dei servizi di
che trattasi;
in conseguenza di tali
decisioni, le Tariffe dei
servizi dì trasporto pubblico locale su gomma hanno subito, in un
breve arco temporale, un significativo incremento;
a causa di tali aumenti
si sono registrati vari disagi, specie per quanti usano il trasporto pubblico
locale quotidianamente;
tali disagi si sono
tradotti in difficoltà economiche, specie per le famiglie che registrano uno o
più componenti, spesso studenti, che usano il trasporto pubblico con regolarità,
proprio nella giornata
dello scorso 2 febbraio, gli studenti dell'area delle Preserre
(area del comune di Acquaro e dintorni) hanno
protestato contro l'aumento del ticket;
all'unisono, gli
studenti lamentano un progressivo aumento del ticket, la mancanza di
qualsiasi agevolazione per quanti registrano più familiari che fanno uso di
tale pubblico trasporto e un graduale impoverimento sulla qualità del servizio
stesso;
tali disagi sono generalizzati
e diffusi su ampia scala e, infatti, gli incomodi lamentati dagli studenti
delle Preserre
sono condivisi anche da altri pendolari di diverse aree;
la complessità della
disciplina e l'osservanza alle inderogabili disposizioni del settore, non impediscono
e non esimono la Regione dal dovere di offrire riscontri amministrativi
concreti, per rimuovere o alleviare tali considerevoli inconvenienti -:
se intende adottare
misure tese a migliorare le condizioni di viaggio dei pendolari (all'insegna
del decoro e dell'adeguatezza) ea bloccare,
calmierare, razionalizzare gli aumenti dei prezzi dei biglietti regionali, in
considerazione dei suddetti disagi causati ai passeggeri.
(9; 03.02.2015)
Bevacqua. Al
Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
l'art. 117 comma II
della Costituzione italiana prevede la tutela del lavoro come materia di competenza
legislativa concorrente Stato-Regione;
l'art. 3 della
Costituzione prevede l'impegno delle istituzioni nell'attuazione
dell'uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di ordine
economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;
il «Programma Stages» che trova compiuto riconoscimento giuridico nella
LR n. 26 del 12.11.2004 recante "Incentivi alla residenzialità dei giovani
laureati per lo sviluppo in Calabria dell'economia della conoscenza" ha
tra le finalità enunciate dall'art. 1 anche quella di "realizzare un
sistema integrato di interventi, orientato alla valorizzazione del capitale
cognitivo dei giovani quale elemento decisivo per io sviluppo della società
calabrese" (comma 1) e di "...promuove un percorso d'eccellenza
finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane ad alto potenziale,
incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che abbiano conseguito
laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea specialistica secondo il
nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze necessarie per lo
sviluppo de! tessuto sociale ed economico della regione ..." (comma 2);
con la LR 19 aprile
2007 n. 8, la Regione Calabria ha modificato ed integrato l'art. 3 della legge
regionale n. 26 del 12 novembre 2004, istituendo ufficialmente il «Programma Stages» concedendo "ai giovani laureati
particolarmente meritevoli un premio a titolo di riconoscimento di livelli
d'eccellenza nella formazione universitaria;
il "Programma Stages", durato dal 20/10/2008 al 20/10/2010 e
dell'importo complessivo di €. 12.000.000,00 - finanziato per buona parte con
fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e per la restante parte con fondi
regionali derivanti dalla riduzione dei costi di funzionamento della struttura
organizzativa del Consiglio e della Giunta Regionale - si è rivelato un
pregevole investimento in termini di formazione del know-how e di capitale
umano;
la Regione Calabria con
l'art. 14 della L, R. 8/2010 rubricato "Programma Stages"
(così come sostituito dall'art. 10 L. R. 23/2010, e successivamente modificato
dall'art. 1 della L. R. 32/2010) "al fine di non disperdere il patrimonio
di conoscenze già acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages" si impegnava ad erogare un contributo annuo di
€. 10.000,00 a favore degli Enti che si fossero impegnati a stipulare con gli
ex stagisti le tipologie contrattuali previste dalla normativa vigente per una
durata non inferiore a 12 mesi di lavoro;
con LR n. 36/2012 il
Consiglio regionale delia Calabria ha stabilito di
finanziare ulteriori sei mesi di attività;
con DG regionale n. 160
del 10/05/2013 si delegava l'Assessorato al Lavoro a "chiedere con urgenza
al Governo centrale l'immediata apertura di un tavolo tecnico per l'esame e la
ricerca delle soluzioni normative e finanziarie da mettere in campo a favore
dell'emergenza lavoro in Calabria" e del precariato nel quale figurano,
così come riportato nella relazione del Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta, allegata alla delibera, accanto "ai bacini
di precariato «consolidato», si aggiungono, per effetto della L. R. N. 23/2010,
un'ulteriore quantitativo di giovani laureati calabresi «Programma Stages»;
con legge regionale
1/2014 si prevedeva l'istituzione di due elenchi regionali, uno relativo ai
lavoratori LSU-LPU e l'altro ai lavoratori delle leggi regionali 15/2008,
28/2008 e 8/2010 - cui appartengono, in virtù dell'art. 14, i lavoratori ex
stagisti - al fine di attivare procedura di stabilizzazione e proroga dei
lavoratori di cui alla suddetta delibera di Giunta 160 del 10/05/2013;
con Decreto n. 377 del
22.01.2014 del Dirigente del Dipartimento 10 "Lavoro, Politiche della
famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione e Volontariato" della
Regione Calabria, avente ad oggetto Avviso Pubblico previsto dall'art. 1 della
L. R. n. l del 13/01/2014 finalizzato all'inserimento negli elenchi regionali
dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e dei lavoratori di cui
alle leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010", gli ex stagisti venivano
esclusi dai costituendi elenchi in quanto, pur essendo lavoratori della legge
8/2010, non rispondevano al requisito di partecipazione di cui all'art. 2 (rapporto
di utilizzo in essere o alla data del 15/01/2014 o alla data del 01/09/2013) in
quanto a quelle date avevano già cessato i loro rapporti di lavoro;
le OO.SS.
hanno inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori "Programma Stages 2008" ex L.R. 26/2004
al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente del Consiglio regionale, mediante
la quale si rileva come dal "corpus complessivo delle norme regionali è
emerso, senza ombra di dubbio, il riconoscimento dello status di precari,
peraltro confermato dalla DGR n. 160/2013" e si sollecita un rapido
rientro nelle PP.AA. di tali lavoratori individuando
un percorso che porti alla soluzione definitiva della vertenza;
gli ex stagisti, al
fine di rispondere nel lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di
trattenere e/o far rientrare i suoi migliori laureati all'interno delle PP.AA (lo slogan del "Programma Stages"
era il seguente: "La Calabria chiama; i più bravi rispondono")
rinunciavano a rapporti contrattuali in essere, presso aziende private del
centro-nord Italia -:
quali provvedimenti si
intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una
costruttiva e definitiva soluzione alia suddetta
questione, al fine di non vanificare il pregio dell'esperienza sotto il profilo
dell'apporto di valido e formato capitale umano all'interno delle
Amministrazioni Pubbliche calabresi ed al fine di non vanificare l'investimento
economico assunto nel corso degli anni.
(10; 04.02.2015)
Bevacqua. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
l'art. 65 della
L.R. 13/85 stabilisce che la Regione Calabria riconosce
nelle attività promozionali un necessario strumento operativo rivolto a
definire l'immagine unica dell'offerta turistica calabrese nel suo complesso e,
in particolar modo, assume iniziative mirate a divulgare la conoscenza della
regione nelle sue varie componenti e a realizzare attività anche ai fini della
commercializzazione del prodotto turistico della Calabria;
i commi a),
b), c), d), e), f), g), h), del citato art. 65 L.R.
13/1985, evidenzia le iniziative per il conseguimento delle predette finalità;
il D.D n. 9631 del 05.08.2014 veniva notificato dai
Dipartimento N. 9 Settore N. 4 della Regione Calabria alle società consortili
affidatarie dei servizi di TPL su gomma (A.D.M,
Consorzio Autolinee Due, Co.Me.Tra, S.C.A.R., T.R.C., Trincai) in
data 06.08.2014 (prot. N. 254885/SIAR) recando in
oggetto "Collegamenti tra gli scali calabresi e le località turistiche
regionali";
il predetto D.D. n. 9361/2014, recante in oggetto "Azioni di
rinforzo per il traffico aereo attraverso attività di promozione e collegamenti
intermodali tra gli scali calabresi e le destinazioni turistiche regionali.
Integrazioni e rettifica del Decreto n. 8299 del 10/07/2014", dava
effettivo avvio ai servizi di cui trattasi;
il
"Piano Regionale di Sviluppo del Turismo sostenibile per il triennio
2011/2013", approvato con Delibera del Consiglio Regionale n. 140/2011, è
stato prorogato, per la sola annualità 2014, con Deliberazione della Giunta
Regionale n. 234 del 30.05.2014;
i servizi di
cui in oggetto alla presente interrogazione, oltre a risultare essenziali per
garantire la reale fruizione dell'offerta turistica calabrese, appaiono
indispensabili al fine di mantenere i collegamenti della zona della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino con gli scali
aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme;
il mancato
rinnovo della convenzione con le società consortili affidatarie ha privato, de facto, gli studenti e i lavoratori della Sibaritide e dell'alto Tirreno cosentino della possibilità
di usufruire di collegamenti regolari e congrui mediante servizi di TPL su
gomma con gli scali aeroportuali di Crotone e Lamezia Terme, producendo
evidenti disagi e oggettive difficoltà la cui risoluzione si palesa come
urgente e improcrastinabile -:
quali
provvedimenti si intendono adottare, nel rispetto delle norme vigenti, per
individuare una costruttiva e opportuna soluzione alla suddetta questione.
(11;
04.02.2015)
Graziano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
nel corso
della riunione svoltasi mercoledì 28 Gennaio 2015, il Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), varando il quadro
finanziario nazionale relativa alla programmazione comunitaria 2014-2020, ha
proceduto ad una drastica riduzione della quota del cofinanziamento nazionale;
tale
riduzione nel dettaglio prevede che a fronte di fondi strutturali UE per lo
Sviluppo Regionale (FESR) e sociale (FSE) pari a 32.686 milioni di Euro, il
cofinanziamento nazionale in senso stretto si attesterà a 20.085 milioni di
Euro per un totale di 52.771 milioni di Euro ( di cui 61,2% dei fondi UE e
38,8% dei fondi nazionali);
complessivamente
il taglio del cofinanziamento nazionale sarà di 7,4 miliardi di Euro;
la riduzione
del cofinanziamento della programmazione totale inciderà sulle dotazioni di
Campania, Calabria e Sicilia, con un abbattimento da 4,4 miliardi di Euro ai
tre Piani Operativi Regionali (POR) e una riduzione da 2,9 miliardi alla quota
dei piani operativi nazionali destinata al Sud;
secondo uno
studio compiuto dal Sole 24 Ore, la penalizzazione per la Calabria è di
oltre 800 milioni di Euro;
il Governo,
nell'ambito della delibera CIPE, si sofferma sulla possibilità di finanziare
con le risorse in questione una "programmazione complementare"
parallela che si incroci con piani strategici di azione e coesione finanziati
anche con il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC);
l'interrogante
evidenzia come nella riduzione dei trasferimenti del Mezzogiorno si
salvaguardino esclusivamente i due piani nazionali per l'occupazione e per la
scuola, trascurando il settore infrastrutturale, strategico per la ripresa
economica, determinando un ulteriore distacco della Regione Calabria dal
centro-nord del Paese -:
se e quali iniziative
la Regione Calabria intenda assumere per tutelare e rilanciare il sistema
produttivo ed infrastrutturale della Regione Calabria, in relazione agli
interventi penalizzanti previsti dal Governo nazionale;
se ed in che modo la
Regione Calabria voglia determinarsi, in merito alla "programmazione
complementare" parallela, accennata e non approfondita dal Governo
nazionale.
(12; 09.02.2015)
Graziano. Al Presidente
della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
la Strada Statale 106
ha un'estensione complessiva di 491 chilometri di cui 415 nella Regione
Calabria, nota alle cronache come la "strada della morte", per i
numerosi incidenti avvenuti negli ultimi decenni;
l'interrogante pone
all'attenzione un tratto specifico della sopraccitata arteria stradale;
nel comune di Cariati
(Cs), all'altezza dello svincolo verso Terravecchia
ossia sul ponte "Molinello" è stato disposto un senso unico
alternato, regolamentato da un impianto semaforico, con un limite massimo di 30
chilometri orari e divieto di sorpasso allo scopo di evitare l'aggravamento dei
problemi strutturali;
allo stato
attuale, il ponte Molinello risulta compromesso da estesi ed evidenti fenomeni
di degrado delle superfici murarie;
l'ANAS, riconoscendo la
straordinaria pericolosità del tratto stradale, ha provveduto alla
realizzazione provvisoria di questo sistema viario in attesa della
realizzazione dei lavori di messa in sicurezza, ad oggi - come risulta
all'interrogante - mai avviati.
tale decisione tuttavia
sta comportando pesanti conseguenze per un territorio - quello della costa jonica calabrese - dotato di una sola via di comunicazione,
appunto la SS 106;
è stato registrato un
forte incremento del livello di traffico veicolare che sta completamente
congestionando i comuni dell'Area coinvolta e nello specifico a Città di
Cariati;
l'Area di
riferimento risulta strategica sul piano regionale e nazionale, in quanto
caratterizzata dalla presenza di infrastrutture di massima importanza: Porto di
Cariati, Porto di Corigliano, Porto di Ciro Marina,
Porto ed Aeroporto di Crotone -:
se e quali iniziative
intendano assumere al fine di sollecitare un intervento immediato da parte
dell'ANAS, per garantire l'incolumità degli utenti e mettere in sicurezza
definitivamente l'infrastruttura onde evitare disagi ai comuni dell'Area interessata
ed ulteriori tragici incidenti stradali.
(13; 09.02.2015)
Mangialavori. Al
Presidente della Giunta
regionale. Per sapere – premesso che:
con legge numero 19 del 1995 la Regione Calabria:
“In applicazione degli
articoli 3 e 56 dello Statuto, aderisce all'Istituto della Biblioteca
Calabrese, con sede in Soriano Calabro, istituito dalla Comunità Montana dello
Alto Mesima, allo scopo di raccogliere, conservare e
rendere fruibili i segni della cultura calabrese”;
l'articolo 3 della
citata legge ha previsto un contributo annuo, da parte della Regione Calabria,
per garantire l'operatività e la presenza di tale biblioteca;
la biblioteca è sorta
nel 1979 grazie soprattutto al lavoro generoso e rigoroso del preside Nicola
Provenzano e di altri volontari;
originariamente, il
polo culturale sorse come "Centro culturale del folklore e delle tradizioni
popolari", poi consolidato definitivamente come Istituto della Biblioteca
Calabrese;
tale biblioteca
costituisce per la Calabria uno dei più importanti presidi culturali,
apprezzato ben oltre i confini regionali;
detto istituto vanta un
patrimonio libraio unico, composto da testi rari e antichi d'inestimabile
valore. Ad oggi, sono circa 50 mila i volumi presenti nella biblioteca. I testi
coprono molteplici segmenti culturali: storia, letteratura e filosofia, arte e
archeologia, minoranze linguistiche, dialetti, folklore, geologia,
paleontologia, paletnologia, musica, flora, fauna, moda, gastronomia;
la biblioteca, inoltre,
da più di due lustri pubblica "Rogerius",
una propria rivista culturale e bibliografica semestrale;
i finanziamenti
regionali sono stati concessi dalla Regione fino al 2011;
è rimasto inevaso un
residuo di competenze erogate fino al 2011. E infatti con comunicazione del 19
dicembre 2014 il funzionario responsabile del dipartimento Cultura, Istruzione
e Ricerca Scientifica ha comunicato di essere stato autorizzato a versare la
somma di € 23.345,52 giusta decreto numero 15054 del 5 dicembre 2014 a titolo
di: "Saldo del contributo assegnato per le attività svolte da codesto
Istituto nell'ano 2011";
anche da tale
comunicazione si evince come per gli anni successivi al 2011 la Regione non ha
corrisposto alcuna somma per il mantenimento di tale biblioteca;
il rilancio della
cultura è il presupposto di ogni processo di crescita civile. Una politica
funzionale a uno sviluppo armonico della società non può prescindere da scelte
tese a valorizzare la cultura di una comunità e il suo senso identitario;
l'Istituto della
Biblioteca Calabrese costituisce uno dei polmoni culturali della Calabria e
quindi suo organo di vitale importanza;
la permanenza di tale
biblioteca va tenacemente e prioritariamente perseguita sia per il patrimonio
librario custodito, sia per le sue innumerevoli potenzialità di aggregazione
sociale: presentazione libri, convegni, finalità educative e didattiche -:
se intende adottare,
sin dal corrente anno, misure idonee ad assicurare la presenza e il
mantenimento dell'Istituto della Biblioteca Calabrese, con sede in Soriano
Calabro, mediante erogazione del contributo già previsto dalla legge regionale
19/1995 o di altra somma comunque congrua a garantire la sua regolare attività.
(14;
09.02.2015)
Bevacqua. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere –
premesso che:
l'art. 117 comma II della Costituzione italiana prevede la tutela del
lavoro come materia di competenza legislativa concorrente Stato-Regione;
l'art. 3 della Costituzione prevede l'impegno delle istituzioni
nell'attuazione dell'uguaglianza sostanziale, con rimozione degli ostacoli di
ordine economico-sociale limitativi della libertà ed eguaglianza dei cittadini;
il «Programma Stages» che trova compiuto
riconoscimento giuridico nella LR n. 26 del 12.11.2004 recante "Incentivi
alla residenzialità dei giovani laureati per lo sviluppo in Calabria
dell'economia della conoscenza" ha tra le finalità enunciate dall'art. 1
anche quella di "realizzare un sistema integrato di interventi, orientato
alla valorizzazione del capitale cognitivo dei giovani quale elemento decisivo
per lo sviluppo della società calabrese"(comma 1) e di "...promuove
un percorso d'eccellenza finalizzato ad attrarre e a trattenere risorse umane
ad alto potenziale, incentivando la residenzialità in Calabria dei giovani che
abbiano conseguito laurea secondo il vecchio ordinamento ovvero laurea
specialistica secondo il nuovo ordinamento e che abbiano capacità e competenze
necessarie per lo sviluppo del tessuto sociale ed economico della regione
..." (comma 2);
con la LR 19 aprile 2007 n. 8, la Regione Calabria ha modificato ed
integrato l'art. 3 della legge regionale n. 26 del 12 novembre 2004, istituendo
ufficialmente il «Programma Stages» concedendo “ai
giovani laureati particolarmente meritevoli un premio a titolo di
riconoscimento di livelli d'eccellenza nella formazione universitaria”;
il "Programma Stages", durato dal
20/10/2008 al 20/10/2010 e dell'importo complessivo di €. 12.000.000,00 -
finanziato per buona parte con fondi comunitari (FSE) 2000/2006 - 2007/2013 e
per la restante parte con fondi regionali derivanti dalla riduzione dei costi
di funzionamento della struttura organizzativa del Consiglio e della Giunta
regionale - si è rivelato un pregevole investimento in termini di formazione
del know-how e di capitale umano;
la Regione Calabria con l'art. 14 della L. R. 8/2010 rubricato
"Programma Stages" (così come sostituito
dall'art. 10 L. R. 23/2010, e successivamente modificato dall'art. 1 della L.
R. 32/2010) "al fine di non disperdere il patrimonio di conoscenze già
acquisito dai giovani impegnati nel Programma Stages"
si impegnava ad erogare un contributo annuo di €. 10.000,00 a favore degli Enti
che si fossero impegnati a stipulare con gli ex stagisti le tipologie
contrattuali previste dalla normativa vigente per una durata non inferiore a 12
mesi di lavoro;
con LR n. 36/2012 il Consiglio regionale della Calabria ha stabilito di
finanziare ulteriori sei mesi di attività;
con DG regionale n. 160 del 10/05/2013 si delegava l'Assessorato al
Lavoro a "chiedere con urgenza al Governo centrale l'immediata apertura di
un tavolo tecnico per l'esame e la ricerca delle soluzioni normative e
finanziarie da mettere in campo a favore dell'emergenza lavoro in
Calabria" e del precariato nel quale figurano, così come riportato nella
relazione del Dirigente Generale, Avv. Bruno Calvetta,
allegata alla delibera, accanto "ai bacini di precariato «consolidato», si
aggiungono, per effetto della L. R. N. 23/2010, un'ulteriore quantitativo di
giovani laureati calabresi «Programma Stages»;
con legge regionale 1/2014 si prevedeva l'istituzione di due elenchi
regionali, uno relativo ai lavoratori LSU-LPU e l'altro ai lavoratori delle
leggi regionali 15/2008, 28/2008 e 8/2010 - cui appartengono, in virtù
dell'art. 14, i lavoratori ex stagisti - al fine di attivare procedura di
stabilizzazione e proroga dei lavoratori di cui alla suddetta delibera di
Giunta 160 del 10/05/2013;
con Decreto n. 377 del 22.01.2014 del Dirigente del Dipartimento 10
"Lavoro, Politiche della famiglia, Formazione Professionale, Cooperazione
e Volontariato" della Regione Calabria, avente ad oggetto Avviso Pubblico
previsto dall'art. 1 della L. R. n. 1 del 13/01/2014 finalizzato
all'inserimento negli elenchi regionali dei lavoratori socialmente utili e di
pubblica utilità e dei lavoratori di cui alle leggi regionali 15/2008, 28/2008
e 8/2010", gli ex stagisti venivano esclusi dai costituendi elenchi in
quanto, pur essendo lavoratori della legge 8/2010, non rispondevano al
requisito di partecipazione di cui all'art. 2 ("rapporto di utilizzo in
essere o alla data del 15/01/2014 o alla data del 01/09/2013) in quanto a quelle
date avevano già cessato i loro rapporti di lavoro;
le OO.SS hanno
inoltrato una richiesta di incontro dei lavoratori "Programma Stages 2008" ex L.R. 26/2004
al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale,
mediante la quale si rileva come dal "corpus complessivo delle norme
regionali è emerso, senza ombra di dubbio, il riconoscimento dello status di precari, peraltro confermato dalla DGR
n.160/2013" e si sollecita un rapido rientro nelle PP.AA.
di tali lavoratori individuando un percorso che porti alla soluzione definitiva
della vertenza;
gli ex stagisti, al fine di rispondere nel
lontano 2008 alla scommessa della Regione Calabria di trattenere e/o far
rientrare i suoi migliori laureati all'interno delle PP.AA
(lo slogan del "Programma Stages" era il
seguente: "La Calabria chiama; i più bravi rispondono") rinunciavano
a rapporti contrattuali in essere, presso aziende private del centro-nord
Italia -:
quali provvedimenti si intendono adottare,
nel rispetto delle norme vigenti, per individuare una costruttiva e definitiva
soluzione alla suddetta questione, al fine di non vanificare il pregio
dell'esperienza sotto il profilo dell'apporto di valido e formato capitale
umano all'interno delle Amministrazioni Pubbliche calabresi ed al fine di non
vanificare l'investimento economico assunto nel corso degli anni.
(7; 07.01.2015)
Il Consiglio regionale
premesso che:
la legge 23.12.2014 n. 190 , G.U. 29.12.2014
(Legge dì stabilità) ha purtroppo di fatto previsto la cancellazione di
qualsiasi norma che agevoli in materia di bollo auto per i veicoli
immatricolati per la prima volta da almeno 20 anni;
la norma così stante, nelle intenzioni,
colpirebbe i soggetti che fanno anche un uso "giornaliero" del
proprio veicolo sfruttando agevolazioni riservate a mezzi che al contrario
vengono messi su strada soltanto in occasioni speciali (quali raduni, corse ed
eventi in genere);
in pratica la misura colpisce tutti gli
appassionati del genere che nella stragrande maggioranza dei casi sono normali
cittadini i quali hanno come seconda auto un vecchio mezzo e che, vista la
pressione fiscale, saranno costretti a rottamare l'auto ovvero a radiarla;
con le norme introdotte dal governo (Legge di
stabilità) i suddetti proprietari sarebbero costretti a pagare il bollo normale
con l'aggravante che trattandosi di autoveicoli classificati Euro Zero, la
tassazione per gli stessi sarà la più elevata;
l'Associazione delle auto storiche italiane
ha previsto poi, che solo il 10 per cento dei proprietari dei veicoli
interessati metterà in regola i propri mezzi mentre gli altri decideranno per
la vendita al mercato estero, rottamazione o radiazione del veicolo;
la Regione Calabria conta diversi club di
auto d'epoca/storiche presenti tra le province della Regione;
ritenuto che i benefici economici per le
casse pubbliche, dunque, non sarebbero così evidenti, mentre certi sarebbero i
danni arrecati ad un settore che sostiene un mercato non marginale composto
dalla manutenzione e riparazione, dalle fiere ed i mercati specializzati, così
come dai raduni turistici;
a risentire maggiormente degli effetti
negativi del provvedimento sarebbero soprattutto, per come detto, normali
cittadini i quali hanno una seconda auto perché a volte ricevuta in eredità o
donazione, e per questo riportate con notevoli sacrifici a nuova vita;
il provvedimento, a tra gli altri effetti
negativi, rischiare di minare la sopravvivenza stessa dei club sopra citati che
rappresentano una realtà radicata e storica nel nostro territorio;
per tutto quanto sopra evidenziato, si
impegna il Presidente della Giunta regionale e la Giunta regionale della
Calabria;
a prevedere in deroga a quanto previsto dalla
L. 23.12.2014 n. 190 oltre che per i veicoli d'interesse storico o collezionistico,
per tutte quelle auto e moto ultraventennali semplicemente iscritte ad un club
amatoriale un'esenzione del costo del bollo pari al 70% del tributo previsto
per legge. Tale esenzione, ovvero mancato introito per le casse regionali
quantificabile in appena € 45.000,00 continuerà ad assicurare invece un indotto
economico per tutta una serie di maestranze altrimenti a rischio chiusura
attività. Si precisa inoltre, che l'esenzione è intendersi con effetto
retroattivo, dunque operante a partire dal primo gennaio 2015 e si chiede nel
contempo la proroga del termine di pagamento del bollo per i motivi di cui
sopra, al 30 aprile 2015.
(1; 04.02.2015) Giudiceandrea,
Bova, Neri
Il Consiglio regionale,
vista la proposta di modifica del Regolamento
interno del Consiglio regionale,
delibera
di modificare il Regolamento interno del
Consiglio regionale come appresso specificato:
Art. 1
(Modifica
dell'articolo 29)
1. Il comma 1 dell'articolo 29 della
deliberazione del Consiglio regionale n. 5 del 27 maggio 2005 (Regolamento
interno del Consiglio regionale) è sostituito dal seguente:
"1. La
composizione delle Commissioni permanenti deve garantire la presenza di tutti i
gruppi consiliari, nel rispetto del criterio della proporzionalità fra
maggioranza e minoranza, e, comunque, assicurando la rappresentanza di ciascuno
gruppo in Commissione. Ove si renda necessario per il numero dei componenti del
gruppo o per la sussistenza delle incompatibilità di cui all'articolo 27, comma
3, il gruppo può essere rappresentato con consiglieri appartenenti ad altro
gruppo della stessa maggioranza o minoranza secondo il criterio dell'alternanza
dei singoli gruppi".
Art. 1
(Riconoscimento del debito nei confronti
della Sogas SpA)
1. Ai sensi
dell'articolo 73, comma 1, lett. b), del decreto legislativo 23 giugno 2011, n.
118 e successive modifiche ed integrazioni, è riconosciuta la legittimità del
debito fuori bilancio della Regione Calabria nel confronti della Società di
Gestione per l'Aeroporto dello Stretto (SO.G.A.S)
S.p.A., derivante dalla decisione assunta dalla Regione medesima nella
assemblea dei soci del 23 luglio 2014, di dare copertura in misura
proporzionale alla partecipazione al capitale sociale (13,02 per cento) alla perdita
di esercizio relativa all'anno 2013.
2. Per le
finalità di cui al comma precedente è autorizzata per l'esercizio finanziario
2015 la spesa di euro 373.972,55 con allocazione all'UPB dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2015.
3. Alla copertura
del relativo onere si provvede mediante contestuale riduzione di pari importo
dello stanziamento allocato al capitolo 1204091101 (UPB 1.2.04.09) dello stato
di previsione della spesa del bilancio 2015, recante "Fondo in conto
capitale per il pagamento dei debiti pregressi accertati e riconosciuti nel
confronti di enti, persone fisiche e giuridiche, istituzioni ed organismi vari
derivanti da attività dell'amministrazione regionale (articolo 35, commi 1 e 2,
della legge regionale 11 maggio 2007, n. 9).
4. La Giunta
regionale è autorizzata ad apportare le necessarie modifiche ed integrazioni al
bilancio 2015 autorizzato con la legge regionale n. 2/2015, suddiviso in unità
previsionali di base ripartite in capitoli e riclassificato ai sensi del D.Lgs 118/2011, nonché a compiere tutti gli atti necessari
all'attuazione di quanto previsto dai precedenti commi.
Art. 2
(Entrata in vigore)
1. La
presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua
pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Il Consiglio
regionale,
premesso che:
Poste
Italiane ha comunicato ai rappresentanti sindacali regionali un piano di
riorganizzazione dei servizi che prevede la chiusura di 25 uffici e la
razionalizzazione di altri 35, i quali rimarranno aperti a giorni alterni;
l’intero
piano riorganizzativo appare come una semplice
operazione di disinvestimento e riduzione lineare di costi;
tale
riorganizzazione mortifica il lavoro e l’impegno profuso dal personale in
servizio e provoca una ulteriore spoliazione di posti di lavoro in territori
già carenti;
considerate
le distanze e le difficoltà logistiche sussistenti, sarà impossibile
raggiungere il presidio postale più vicino per le fasce più deboli della
popolazione;
considerato,
altresì, che:
negli
ultimi mesi le sigle sindacali hanno più volte segnalato una preoccupante
carenza di personale applicato al front-end degli uffici postali, causa di un servizio non
adeguato alle esigenze dei cittadini e alla dignità dei lavoratori;
non
essendo previste nuove assunzioni gli uffici postali che assorbiranno l’utenza
delle sedi soppresse potrebbero incorrere in un collasso del servizio;
la
scomparsa dei principali servizi pubblici dalle aree meno popolate causerà un
ulteriore abbandono delle stesse da parte dei cittadini, determinando
l’aggravarsi della crisi sociale ed economica di alcuni territori;
tanto
premesso che considerato
impegna
la Giunta
regionale ad adottare ogni utile iniziativa strutturale ed urgente per tutelare
i lavoratori ed i cittadini al fine di garantire la continuità e la qualità
resa da Poste Italiane.
Il
Consiglio regionale,
premesso
che:
il
comparto dell’Agricoltura in Calabria attraversa, ormai da diversi anni, tra
vecchie e nuove problematiche, una fase difficilissima, la riforma dell’OCM
agrumi 2008, non ha prodotto gli effetti sperati in quanto la mancanza di
politiche, mirate all’accompagnamento della riorganizzazione del settore ha
manifestato nella sua interezza il vero punto debole della riforma e la genesi
dell’attuale crisi;
evidenziato
che:
alla
continua perdita di competitività, causata dalla sleale concorrenza delle
produzioni che invadono il mercato, provenienti dal Nord Africa e da altri
paesi Europei, si aggiungono una serie di concause (climatiche e geopolitiche)
che hanno portato la situazione a livelli tali da mettere in crisi la capacità
rigeneratrice delle produzioni, con analogie comuni a tutte le aree a vocazione
agrumicola regionale;
considerato
che:
le
ultime due campagne 2013-2014 e 2014-2015 saranno ricordate come gli anni neri
degli agrumi, la prima compromessa dalla cenere lavica dell’Etna che ha
determinato la perdita di almeno il 70% del prodotto, quella corrente azzerata
da condizioni climatiche avverse, che hanno colpito le produzioni primizie, per
mancata maturazione dovuta alle alte temperature, e quelle tardive, per effetto
delle gelate, che ne hanno compromesso la commerciabilità; a questo si aggiunge
l’embargo Russo, che sottraendo una quota consistente di mercato alle
produzioni spagnole, ha causato un’aggressiva irruzione sui mercati europei;
rilevato,
inoltre, che:
gli
interventi straordinari avviati a livello nazionale su fondi comunitari si sono
dimostrati assolutamente inadeguati; infatti, com’è noto, la decisione della
Russia di bloccare le importazioni Europee in risposta alle sanzioni economiche
ha generato effetti indiretti sulle clementine di cui siamo il primo produttore
nazionale. La Comunità su sollecitazione degli stati, attraverso il Regolamento
1031/2014 ha messo a disposizione un plafond finanziario per ritiri dal mercato
da destinare alla beneficenza con dotazioni per quanto riguarda gli agrumi
assolutamente insufficienti, con la beffa finale della non inclusione degli
stessi nel secondo Regolamento di crisi, 1371/2014, con scadenza attività nel
giugno 2015; tutto ciò ha creato uno squilibrio nel rapporto costi-ricavi,
recando danni irreparabili alla campagna agrumicola in corso;
considerato
che:
la
gravissima crisi dell’agrumicoltura sta assumendo contorni drammatici e
preoccupanti sotto l’aspetto sociale per i riflessi che il comparto riveste sul
tessuto economico territoriale, creando una vera e propria situazione
emergenziale che coinvolge migliaia di aziende, lavoratori e loro famiglie;
atteso
che:
il
mondo agricolo calabrese ed in particolare gli agricoltori della Piana di Gioia
Tauro/Rosarno non possono
essere abbandonati a se stessi, lasciando aperte diverse vertenze irrisolte che
stanno determinando una miscela pericolosissima che sta facendo esplodere tutto
il settore;
impegna
il
Presidente della Giunta regionale, affinché intervenga presso le Istituzioni
Nazionali e presso il Dipartimento Agricoltura della Regione Calabria, per
mettere in campo tutte quelle misure, tese a frenare la dirompente crisi del
settore agricolo, della Piana di Gioia Tauro/Rosarno attraverso:
1)
la sollecitazione di un piano agrumicolo nazionale, incardinato nelle
riconversioni varietali, orientate all’aumento del periodo di
commercializzazione, attivando un modello regionale di scalarità
nelle produzioni;
2)
un Piano Straordinario Agrumicolo Regionale da inserire nelle programmazioni
del PSR 2014-2020 e nel fondo sociale europeo per le politiche di attrazione e
formazione dei giovani verso settori a monte e a valle dell’agrumicoltura; ed
attuazione di politiche strutturali e misure orientate a strumenti incentivanti
anche per i piccoli proprietari, che rappresentano la maggioranza delle aziende
agricole insistenti sul territorio;
3)
e nell’immediato ad adottare le seguenti ulteriori misure:
richiesta
dello stato di calamità naturale e contestuale esenzione per l’anno in corso
dell’IMU sui terreni agricoli;
apertura
di una trattativa con gli Istituti bancari per favorire l’accesso al credito
agevolato agli imprenditori agricoli.