VII legislatura
70.
Seduta di venerdì 13 giugno 2003
Presidenza del Presidente
Luigi Fedele
La seduta inizia alle 11,34
Riprendiamo i lavori.
Stamattina abbiamo finito alle cinque, alcuni colleghi non sono ancora arrivati, quindi manca il numero legale, momentaneamente – i
colleghi stanno arrivando –. Sono le 11,35, aggiorniamo di un’ora, alle 12,45.
La seduta
sospesa alle 11,35 è ripresa alle 14,20
Cominciamo col primo
punto all’ordine del giorno, dopo il dibattito
generale: disegno di legge numero
348/7^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante – “Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2003 e pluriennale
2003-2005 della Regione Calabria – Legge
Finanziaria”.
A questo progetto di legge ci sono
degli emendamenti, mi sembra che ai primi articoli non ce ne siano. Articolo 1…
(Interruzione)
Leggiamo il verbale della seduta
precedente, che era sfuggito agli uffici.
Antonio BORRELLO, Segretario
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Colleghi, se vi accomodate, esaminiamo l’articolo 1 della legge Finanziaria. Guardate la documentazione
che avete avuto in distribuzione, vi
pregherei di accomodarvi ai vostri posti, in modo da avere la situazione
tranquilla e sotto controllo.
Articolo 1 della legge Finanziaria:
“Fondi speciali”. Siccome il testo lo avete distribuito e non ci sono
emendamenti…
Presidente, cortesemente, vorrei
l’illustrazione dell’articolo.
PRESIDENTE
Gli articoli non si illustrano, si
possono leggere, comunque c’è il relatore, se qualcosa non va la chiarirà lui.
Michelangelo TRIPODI
Sì, l’illustrazione c’è, come no!
L’articolo va illustrato perché ci sono quattro commi e alcune cose non le
capisco.
PRESIDENTE
Lei li conosce bene questi argomenti.
Gli articoli in questione,
l’onorevole Tripodi è componente della Commissione,
li abbiamo esaminati e sono stati agli atti
della stessa per lungo tempo. Il
primo comma dell’articolo 1
riguarda la copertura della spesa inerente
al Servizio sanitario
regionale, derivante da atti giudiziari di pignoramento relativi all’anno 2000 ai quali si provvede
con la quota parte del secondo lotto…
(Interruzioni)
Ah, iniziamo dalla legge Finanziaria?
Pensavo dal collegato!
L’articolo 1 riguarda gli importi da iscrivere nei fondi speciali di cui alla legge 8/2002 che è la legge di contabilità e riguarda il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si prevede possa essere approvata nel 2003. Quindi sono i fondi speciali delle spese correnti e in conto capitale.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Articolo 2: se lo vuole illustrare, onorevole Talarico…
Francesco TALARICO, relatore
L’articolo 2, sempre
ai sensi della legge di contabilità,
8/2002, prevede che il rifinanziamento,
la riduzione degli stanziamenti previsti dalla legge regionale di spesa per
ciascuno degli anni considerati nel bilancio pluriennale 2003-2005 restino
individuati nella misura determinata nella tabella C allegata alla presente
legge.
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Qua c’è scritto articolo 12…
(Interruzioni)
Onorevole Tripodi, lei ha presentato
degli emendamenti che non si riferiscono all’articolo 12, ma - mi dicono gli
uffici - si riferiscono a questi articoli.
(Interruzione di registrazione)
Sono in ordine, però l’onorevole
Tripodi li ha presentati all’articolo 12, ma si riferiscono riferiscono alla tabella C, in cui si parla di leggi. Se
li vuole illustrare, altrimenti li esaminiamo.
Michelangelo TRIPODI
Li illustro, Presidente.
PRESIDENTE
Il primo è il
protocollo 1.100: “Dopo il comma 10 aggiungere il seguente comma:
“11. E’ aumentata di 200 mila Euro la somma di cui è autorizzata la spesa per
l’esercizio 2003 per favorire le attività di cui alla legge 2/86”.
Alla relativa copertura
finanziaria di provvede mediante riduzione di pari importo dell’Up.b 8.1.01.01.
Sono concessi massimo cinque minuti per l’illustrazione di
ogni singolo emendamento.
Con il primo
emendamento – chiedo scusa per l’errore tecnico – la proposta
è di incrementare
la spesa legata alla legge n.2 del 1986. Questa è una legge che,
sostanzialmente, si occupa di provvedimenti a favore delle scuole e delle università calabresi, per contribuire allo sviluppo della coscienza civile e democratica nella
lotta contro la criminalità mafiosa.
Non c’è dubbio che il finanziamento previsto in bilancio è
assolutamente insufficiente, direi irrisorio. Mi pare che l’assessore Zavettieri abbia promosso, in questi mesi,
alcune iniziative attraverso, anche, un tentativo di rivitalizzare la legge n.2 dell’86. Credo che l’aumento di 200 mila Euro,
della somma prevista, – circa 400 milioni di vecchie lire – serva per dare
dignità al capitolo. Peraltro…
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, ha ultimato la sua
illustrazione?
Ai fini della nostra funzionalità -
abbiamo già approvato due articoli - però mi ritrovo qui degli emendamenti che
sono illeggibili, cioè se posso avere una guida illustrativa, perché non riesco
a raccapezzarmi. Ho quattro plichi di emendamenti numerati diversamente…
C’è un blocco di emendamenti più
grosso che è quello che ha lei, poi ce n’è uno più piccolo dove c’è scritto
“emendamenti legge Finanziaria” e sono quelli di cui stiamo parlando adesso con
l’onorevole Tripodi; ce n’è un altro pure più piccolo dove dice “emendamenti
legge di bilancio”, che verrà esaminato dopo. Sono tre blocchi, uno più grande e
due più piccoli.
Nicola ADAMO
Sì, però se capisco bene, quello che
sta illustrando…
Adesso stiamo parlando degli
emendamenti alla legge Finanziaria, il primo emendamento protocollo 1.100.
Erroneamente l’onorevole Tripodi ha scritto “emendamento all’articolo 12”, ma
non si riferisce…
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Mi meraviglio che l’onorevole Tripodi abbia fatto questo errore, perché di
solito lui è molto attento a queste problematiche. Lo ha già illustrato,
onorevole Tripodi?
Onorevole Presidente, avevo già chiesto scusa per
l’errore, però voglio argomentare e motivare
brevissimamente. Credo che lo stanziamento
in bilancio sia estremamente esiguo, per un tema così importante, quello
appunto di contribuire a costruire
una crescita della coscienza civile nella lotta contro la criminalità mafiosa, ritengo sia
fondamentale un impegno culturale, un impegno civile per la nostra Regione. La
legge n. 2 dell’86 può essere uno strumento valido a questo fine, è chiaro che per
poter perseguire obiettivi non c’è dubbio
che abbiamo bisogno, comunque, di mandare un segnale politico. Non chiedo il massimo di quello che sarebbe necessario, ma ricordiamo che la
nostra è una regione che richiede forti interventi di carattere culturale, di
impegno verso il mondo della scuola, per costruire coscienze, educazione alla
legalità, per costruire momenti anche di socializzazione
che rappresentino veri e propri anticorpi rispetto all’espansione del fenomeno della criminalità mafiosa e della criminalità comune. La proposta ha questo significato, un’attenzione ad un tema e ad un problema fondamentale. Abbiamo
voluto istituire una Commissione antimafia
nel Consiglio regionale, dovremmo essere conseguenti a quella scelta compiuta,
sostenendo i provvedimenti e le leggi legati ad un impegno più generale e più complessivo. La legge n. 2 dell’86 è una
delle leggi che si occupano di intervenire su questo terreno e su questo fronte
che dà alcune responsabilità alla Regione. Penso che quello stanziamento di bilancio vada modificato
ed incrementato, proprio per dare una risposta consequenziale alla stessa scelta di istituire una Commissione regionale
antimafia. Mi sembra coerente con il ragionamento che si è fatto
precedentemente.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
D’accordo sull’importanza
e sulla questione che rilevava l’onorevole Tripodi, mi sembrano largamente condivise. C’è un problema di poche risorse a disposizione perché la legge è finanziata
per 100 mila Euro che, obiettivamente,
è esiguo rispetto alla questione, però proprio le risorse a disposizione non ci consentono di dare un parere favorevole, così come non ci sarà parere favorevole rispetto ad altri
aumenti di spesa, e ce ne sono tanti negli emendamenti. Quindi parere
contrario.
PRESIDENTE
Per la Giunta risponde l’assessore Zavettieri.
Un chiarimento, nel senso che
l’onorevole Tripodi ha posto un problema molto serio ed io non avrei
difficoltà, se l’intervento della Regione fosse limitato a questo capitolo di
spesa, a dichiararmi d’accordo con lui. Però voglio informare l’onorevole
Tripodi e il Consiglio regionale che sul tema dell’educazione alla legalità la
Giunta regionale ha investito molto, nel senso che ha già approvato una
delibera per la sottoscrizione di un accordo di programma tra Regione,
Ministero dell’interno e Ministero dell’economia, all’interno del quale sono
previste delle azioni specifiche di educazione alla legalità. Ciò significa
intervenire nelle condizioni esterne all’ambiente per far progredire la cultura
della legalità e a tal fine sono impegnate parecchie risorse, nazionali del
ministero e regionali dei fondi comunitari.
Stiamo per sottoscrivere fra qualche
giorno questo accordo di programma che prevede interventi per circa 30 milioni
di Euro, dei quali 11 milioni messi a disposizione dai fondi comunitari della
Regione Calabria. Se fosse questo l’unico intervento, non avrei alcuna
difficoltà a dichiararmi d’accordo. Siccome si dà una risposta, in questa
direzione, con questo accordo di programma, credo che l’onorevole Tripodi possa
anche ritirare l’emendamento, nel senso che si dà una risposta positiva a
questa stessa questione attraverso altri interventi.
Lo ritira, onorevole Tripodi? No.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.100.
(E’ respinto)
Michelangelo TRIPODI
Chiedo scusa, è respinto perché lo
dice lei o perché qualcuno ha alzato la mano?!
PRESIDENTE
Perché me l’hanno detto i colleghi.
Michelangelo TRIPODI
Non ha alzato la mano nessuno contro, Presidente.
PRESIDENTE
Andiamo al prossimo emendamento, onorevole Tripodi.
Direi di votare, Presidente, nei modi giusti, perché altrimenti sarò costretto a chiedere per ogni emendamento il voto per appello nominale. Quantomeno, che si faccia l’alzata la mano.
PRESIDENTE
Ripetiamo la votazione
sull’emendamento protocollo 1.100.
(E’ respinto)
Presidente, c’è il doppio voto: a me è parso di vedere l’onorevole Chiaravalloti che votava prima sì e dopo no!
Siccome adesso si va a votare e ci sono 150 emendamenti, vi pregherei di stare seduti, di stare attenti perché le votazioni sono importanti.
Onorevole Tripodi, c’è un altro emendamento, protocollo numero 1.101: “Dopo il comma 10 aggiungere i seguenti commi:
11. E’ aumentata di 3.000.000 (tremilioni) di Euro la spesa prevista nell’Upb 6.2.01.02.01 “Spese per la gestione dei servizi socio-assistenziali”.
Alla relativa copertura
finanziaria di provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01.
L’onorevole Tripodi ha facoltà di illustrarlo.
E’ una proposta legata alla legge che si occupa delle spese
per la gestione dei servizi socio-assistenziali, un tema
importantissimo. E’ un’unità previsionale, un capitolo che negli anni non ha
subìto gli incrementi necessari
e si rischia di non garantire servizi fondamentali di natura sociale e
assistenziale a tanti cittadini calabresi, disabili, portatori di handicap,
persone che sono in condizioni di disagio sociale e di forte svantaggio per la
insufficienza delle risorse messe a disposizione in questo fondo. Peraltro è –
come è noto – in discussione nella terza Commissione l’approvazione del
progetto di legge di recepimento della legge n. 328 sull’assistenza che produce,
però, una utilizzazione e un trasferimento
di risorse rinvenienti dal trasferimento
dello Stato verso la Regione. Contemporaneamente penso – e questo è il
senso dell’emendamento – che si debba incrementare
la dotazione finanziaria e l’impegno di bilancio.
E’ una scelta di carattere strategico
in questa direzione, proprio per questo, poi ovviamente darete le risposte che
riterrete. Ho comunque ritenuto opportuno segnalare un problema che riguarda la
dotazione finanziaria di questo capitolo e di questa legge sulla gestione dei
servizi socio-assistenziali…
PRESIDENTE
Onorevole Nucera, non siamo in grado
di seguire i lavori! Siccome si vota, vi pregherei un attimo di attenzione.
Molti cittadini rischiano di essere privati di servizi fondamentali perché non ci sono le risorse sufficienti, molti servizi rischiano di chiudere perché le rette e le disponibilità finanziarie sono esigue. Quindi sollecito il problema, poi possiamo anche affrontare diversamente la copertura.
Chiaramente mi pongo il problema e pongo al Consiglio regionale il problema di una dotazione più congrua di risorse finanziarie da destinare ai servizi di questa natura che riguardano i soggetti più svantaggiati che vivono nella nostra regione. Quindi l’attenzione massima del Consiglio regionale dovrebbe essere destinata e dedicata proprio a queste persone che sono sfortunate per tanti aspetti e che l’istituzione pubblica dovrebbe guardare con maggiore attenzione, con una sensibilità diversa e con un impegno anche di natura finanziaria che possa essere, in qualche modo, la risultante di una sensibilità e di una consapevolezza della gravità dei problemi che riguardano queste persone, questi soggetti.
Mi rimetto alla valutazione del relatore e
della Giunta, segnalando comunque che c’è un problema di risorse che non sono assolutamente
adeguate rispetto ai grandi bisogni sociali
che nella nostra regione sono finora non corrisposti dagli impegni finanziari regionali.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Anche per questo vale lo stesso ragionamento di prima, perché sostanzialmente
si chiede una cifra estremamente cospicua. C’è
già un finanziamento dello Stato, quindi le Regioni hanno i finanziamenti
che arrivano dal Governo centrale, mi sembra
ci sia anche una discussione in terza Commissione che riguarda complessivamente
la legge organica sui servizi sociali. Raccoglierei come raccomandazione - mi sembra
sia questo il senso dell’intervento dell’onorevole Tripodi - e potremmo evitare di
votare su questo emendamento per poi recepirlo
in una legge successiva.
PRESIDENTE
Lo ritira, onorevole Tripodi? No. Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero
1.101.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.102 a firma Tripodi Michelangelo: “Dopo il comma 10 è aggiunto il seguente comma:
“11. E’ aumentata di 3.000.000 (tremilioni) di Euro la somma di cui è autorizzata la spesa per l’esercizio finanziario 2003 per garantire una maggiore attuazione della legge 27/1985”.
Alla relativa
copertura finanziaria di provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb
8.1.01.01”.
Prego, onorevole Tripodi.
Questo riguarda la
legge n. 27, la legge di competenza dell’assessorato guidato dall’assessore Zavettieri,
quella sul diritto allo studio,
per la quale più volte si è parlato e si è reclamato un incremento della dotazione finanziaria. La proposta legata all’attuazione del diritto allo studio è
che anche il bilancio del 2003 possa dare qualche risorsa in più, possa incrementare…
(Interruzioni)
C’è un errore, sono 3 milioni di
Euro.
PRESIDENTE
Questi emendamenti sembrano non fatti
da lei, perché ci sono diversi errori; lei, in genere, è preciso.
Sì, c’è un errore nella battitura.
Qui, dopo il tema dei servizi sociali
e assistenziali, affrontiamo quello del diritto allo studio che non può essere
considerato secondario in una regione come quella calabrese, nella quale,
purtroppo, l’aumento della dispersione scolastica sta raggiungendo livelli
record. Siamo la regione che ha maggiore dispersione scolastica d’Italia, che
registra la crescita di un analfabetismo di ritorno, una fortissima mortalità
scolastica, nel rapporto tra iscritti e laureati esiste un baratro, sono
moltissimi quelli che si iscrivono all’università,
sono pochissimi quelli che arrivano a conseguire il diploma di laurea in
Calabria.
Dobbiamo vedere come, attraverso
quali strumenti – quello della legge 27 è vigente – si costruiscono forme di
sostegno a partire dalla dotazione finanziaria: se le risorse sono scarse, gli
interventi saranno inefficaci e poco incisivi; se abbiamo risorse adeguate, non
c’è dubbio che le risposte possano essere più pertinenti e più congrue rispetto
ai problemi.
Il tema del diritto allo studio è
fondamentale, mi auguro che si dia una risposta positiva, tenendo conto che noi
dobbiamo – e ribadiamo, da questo punto di vista, la nostra scelta di fondo,
questa opzione strategica fondamentale – perseguire una linea che punti a
garantire – così come la legge 27, peraltro – un sostegno al diritto allo
studio dentro il sistema della scuola pubblica. Questa è poi la scelta di
fondo, una scelta di carattere costituzionale, chiamiamola così.
Quindi questa è la proposta, poi
ovviamente ci rimettiamo al relatore e alla Giunta.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.102.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.147 a firma Amendola: “Emendamento alla legge regionale n. 5/2000 “Norme per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale in attuazione della Legge n. 381/91”. Si propone un finanziamento per l'importo di Euro 900 mila da allocare sul capitolo di bilancio n. 2233108, Area di Intervento 4”.
La parola all’onorevole Amendola.
Questo emendamento riguarda la legge sulla cooperazione sociale. Sono rimasto sorpreso, ma con me anche molti consiglieri, quando abbiamo affrontato questa questione nella seconda Commissione, del fatto grave che il governo regionale non preveda il finanziamento della legge regionale numero 5 del 2000, una legge in attuazione della legge del 381 del ’91 per la promozione e lo sviluppo della cooperazione sociale.
L’esperienza che la cooperazione
sociale ha oggi nel territorio calabrese
credo sia a conoscenza di
tutti, quindi si chiede un finanziamento che riteniamo necessario; lo Stato, la
Regione, la Provincia, tutti gli
enti credo abbiano l’obbligo di assicurare servizi di qualità alla collettività e la cooperazione in questi
anni ha dimostrato non solo di offrire servizi qualitativamente positivi, ma
soprattutto anche competitivi rispetto alle altre associazioni che operano in
questo campo.
Credo, quindi, che quella della Giunta regionale sia stata
una svista rispetto al rifinanziamento di
questa legge, per cui chiedo che venga destinato un importo di 900 mila Euro
per finanziare questa legge sulla cooperazione.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Questa questione è stata posta anche dalle organizzazioni cooperative quando sono state audite in Commissione,
insieme a tante altre. Alcune istanze sono state
accolte, tra le quali quella del finanziamento per il funzionamento degli organismi cooperativi.
Questa è una legge importante, ma purtroppo – ripeto – le ristrettezze economiche non consentono il
finanziamento in questo bilancio, però potrà essere una raccomandazione utile
per la formazione dei prossimi bilanci negli anni a venire. Quindi il parere è
contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Contrario, perché non ci
sono indicati i mezzi di finanziamento della spesa.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.147.
(E’ respinto)
Il prossimo emendamento, il protocollo numero 1.196, è a firma dell’onorevole Fortugno, che mi sembra non sia in Aula, quindi l’emendamento decade, a norma di Regolamento.
Emendamento protocollo numero 1.237 a firma Napoli: “Si propone di aggiungere il seguente emendamento: “Sul capitolo n. 2322208 è prevista la somma di Euro 2 milioni”.
Al maggiore onere finanziario di Euro 2 milioni si provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo 810101 dell’entrata del bilancio 2003”.
La parola all’onorevole Napoli.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’emendamento
si riferisce alla proposta di implementare la somma indicata
nel capitolo riguardante i contributi
per acquisto, costruzione e
recupero di alloggi. Crediamo sia un segnale importante
mantenere e accrescere questo impegno anche al fine del recupero di unità abitative,
di realtà che necessitano di interventi, soprattutto
nei centri storici e questo emendamento è diretto a conseguire questo risultato.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Questo è inammissibile perché si tratta di un capitolo vincolato che arriva direttamente dallo Stato e quindi non si può aumentare con un maggiore contributo da parte del bilancio regionale, per cui il parere è contrario.
(Interruzione)
Ho spiegato nelle mie
parole perché è inammissibile.
PRESIDENTE
Lo ritira?
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Non ritiro nulla, Presidente!
(Interruzione)
“Inammissibile” è un’astrazione!
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.237.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.238 a firma Napoli: “Si propone di aggiungere il seguente emendamento: “Sul capitolo n. 3132117 è prevista la somma di Euro 25 mila”.
Al maggiore onere finanziario di Euro 25 mila si provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo 810101 dell’entrata del bilancio 2003”.
La parola all’onorevole Napoli.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l’emendamento
si riferisce al contributo che in passato la
Regione ha sempre assicurato al Centro ricerca per la pace e il disarmo di
Crotone e, inopinatamente,
non viene prevista alcuna somma per questo organismo
che anche in passato ha organizzato iniziative
importanti. Crediamo che, in questo momento, sia un segnale di grande civiltà,
soprattutto in un momento particolare
delle relazioni internazionali, per dare un segnale nella direzione che è
indicata tra le finalità del Centro di ricerca sul disarmo di Crotone.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.238.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.239 a firma Napoli: “Si propone di aggiungere il seguente emendamento: “Sul capitolo n. 3132142 è prevista la somma di Euro 30 mila”.
Al maggiore onere finanziario di Euro 30 mila si provvede mediante la maggiore disponibilità di cui al capitolo 810101 dell’entrata del bilancio 2003”.
La parola all’onorevole Napoli.
Signor Presidente, questo emendamento si
riferisce ai contributi di spesa di trasporto
del prodotto stampa per agevolare
i punti vendita, in particolar modo le località che sono particolarmente disagiate per problemi e difficoltà viarie.
Su questo punto crediamo sia opportuno, proprio per la diffusione della carta stampata,
dell’editoria di questo territorio in particolare, un segnale a sostegno anche
dell’editoria calabrese, del
prodotto giornalistico calabrese.
Crediamo, peraltro, che, attesa la
modesta entità delle risorse, potrebbe
essere anche accolto.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.239.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Siamo alla legge Finanziaria.
(Interruzione)
Non ce n’erano emendamenti.
(Interruzione)
Se c’è qualche errore degli uffici, li guarderemo, onorevole Borrello.
(Interruzione)
Ma alla legge Finanziaria o al collegato?
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con le tabelle allegate.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Adesso passiamo al collegato – ci sono tantissimi emendamenti – che contiene le norme finanziarie: disegno di legge numero 351/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante – “Provvedimento generale recante “Norme di tipo ordinamentale e finanziario collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2003, articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002”.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.244 a firma Napoli: “L'articolo 2 bis, al primo comma, è sostituito dal seguente:
"A decorrere dall'esercizio finanziario 2003, il valore dell'aliquota del prodotto ottenuto dalle concessioni di coltivazioni inerenti agli idrocarburi liquidi e gassosi nel territorio del comune di Crotone o nelle aree marine prospicienti, corrisposto alla Regione Calabria ai sensi dell’articolo 20, comma 1 bis, del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625 – come introdotto dall’articolo 7, comma 6, della legge 11 maggio 1999, n. 140 – è devoluto ai comuni costieri del territorio provinciale di Crotone, che li destineranno secondo le previsioni contenute nel decreto legislativo 625/96 come modificato nella legge 140/99".
La parola all’onorevole Napoli.
L’emendamento si illustra da sé, solo volevo far presente, in particolar modo all’ufficio, che l’entità dell’importo dovrebbe essere commisurata – ma su questo ho parlato anche in precedenza col dottor Pantaleo – per quantificare l’esatto importo ai sensi della normativa vigente e quindi con la modifica prospettata, poi la cifra esatta la indicherà il dottor Pantaleo, ma era riferita anche a questa modifica.
Per quanto riguarda la motivazione,
malgrado la legge sia
del ’99, voglio precisare che è la prima volta che i Comuni interessati, del territorio provinciale di Crotone,
risulteranno impegnati attraverso le aliquote,
le cosiddette royalties,
alla programmazione di interventi secondo la disciplina contenuta nel decreto
legislativo 625 del ’96, come modificato dalla legge 140 del ’90.
Non ho altro da aggiungere sul punto.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Cosa c’è, onorevole Tesoriere?
Presidente, c’era un altro
emendamento su questo punto.
Francesco TALARICO, relatore
Lo discutiamo dopo?
PRESIDENTE
Il suo viene dopo, onorevole
Tesoriere.
In Commissione è passato un testo, gli uffici mi dicono che questa norma è in contrasto con la legge nazionale, quindi il parere è contrario, mentre va bene il testo che abbiamo votato in Commissione.
Parere della Giunta? Contrario. Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 1.244.
(E’ respinto)
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Le chiedo scusa, onorevole
Presidente: della proposta, per quanto
riguarda la modifica della entità della cifra, poi, col coordinamento formale, se ne occuperà l’ufficio.
PRESIDENTE
Sì, ci sono altri emendamenti… Prego, assessore Luzzo.
Questo argomento è stato ampiamente discusso in Commissione e poi è stato assorbito dall’altro emendamento che riguarda la stessa materia con un testo che è più organico rispetto all’argomento. Per cui, sostanzialmente…
PRESIDENTE
Che è questo che viene adesso.
(Interruzioni)
Chiedo scusa, onorevole Rizza: volevo che la Presidenza desse garanzie. Mi dovete dire se sul coordinamento…
… ma come si fa in via privata, con il dottore Pantaleo, a stabilire…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Allora chiedo che l’Aula si pronunci sul punto della misura della percentuale delle aliquote, così com’è, poiché viene invocata la normativa, non è ai sensi della normativa.
Domenico RIZZA
Presenti un emendamento…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Poiché mi è sembrato opportuno parlarne con il tecnico che in sede di Commissione bilancio sul punto aveva fatto…
PRESIDENTE
Facciamo rispondere brevemente il
tecnico che era presente in Commissione.
Su una parte dell’emendamento ha ragione l’onorevole Napoli, nel senso che il 140 del ’99, quando destina la quota – che inizialmente era dello Stato –
alle Regioni, per il finanziamento di strumenti di programmazione negoziata, fa una distinzione fra l’estrazione
su terra ferma e su piattaforma.
L’onorevole Napoli mi evidenziava che a Crotone
l’estrazione avviene su piattaforma marittima,
mi pare di aver capito, e quindi la quota che lo Stato devolve alla Regione è
il 45 per cento.
Noi abbiamo indicato – come ho anche spiegato all’onorevole
Napoli ieri – che la destinazione al capitolo relativo al finanziamento di
strumenti di programmazione negoziata
sarà pari al 45 per cento del totale
invece che al 30. E’ soltanto questo, ma è un discorso tecnico che faremo tramite trasferimento all’interno della stessa
Upb.
Emendamento protocollo numero 1.184 a firma Tesoriere, sempre sull’articolo 2 bis: “All’articolo 2 bis, al comma 1, nel penultimo rigo, le parole "nei Comuni costieri adiacenti del territorio provinciale" sono sostituite dalle seguenti parole: "nelle aree adiacenti del territorio interessate all'attività estrattiva".
Il comma 4 è così modificato:
"Per l'esercizio finanziario 2003 le somme di cui all'articolo 37 ter, comma 12, della legge regionale 22 settembre 1998, n. 10 e successive modifiche e integrazioni sono destinate, nel rispetto delle disposizioni di cui allo stesso articolo, ai seguenti interventi prioritari, espressamente approvati dalla Giunta regionale:
a) incentivi alle marinerie del Comune di Crotone per lo sviluppo delle attività economiche danneggiate dalle attività estrattive;
b) risanamento dell'intero promontorio di Capocolonna e ripascimento dell'arenile cittadino di Crotone;
c) incentivi per lo sviluppo dell'occupazione, per l'incremento delle attività economiche ed industriali e per il risanamento ambientale ai sensi dell'articolo 20, comma 1, del decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 625”.
Sono due emendamenti.
PRESIDENTE
Il primo è il numero 1.184.
E’ lo stesso, però vi
sono contenuti due emendamenti: uno è relativo al primo comma, dove si chiede
la sostituzione delle
parole “nei comuni costieri adiacenti del territorio provinciale” con le parole “nelle aree adiacenti
del territorio interessate all’attività estrattiva”, per come è previsto dall’articolo 1 bis del decreto
legislativo del ’96, quindi parla di aree
adiacenti, non di comuni costieri; l’altro è al comma 4, dove si enuncia una
serie di priorità negli interventi relativi a queste provvidenze
finanziarie, perché fino ad
oggi l’amministrazione interessata non li ha utilizzati per le finalità
previste dalla legge.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Bova.
Vorrei che il presentatore dell’emendamento spiegasse meglio il senso della modifica che intende proporci di introdurre, perché mentre capisco bene cosa significa “nei comuni costieri adiacenti del territorio provinciale”, non comprendo che cosa significa “nelle aree adiacenti del territorio interessate all’attività estrattiva”.
Chiarisco: vede, in
una legge nazionale vanno
fissati i criteri generali. Qui ci riferiamo ad un’area precisa su cui insiste
una densità di popolazione molto alta, in cui ci sono Comuni. Nel momento in
cui si traduce – come nella proposta originaria – in “comuni costieri”, capisco
su cosa decido. Se, invece, torniamo alla dizione della legge nazionale, poi
chi decide discrezionalmente? Decide chi interpreta la norma. Il fine qual è?
Quello di rendere meno comprensibile, più interpretabile la norma o di farla
più chiara?
Quindi, se mi spiega questo, gliela
posso anche votare, ma così com’è
no, dato che da una norma più chiara si va ad una più generica. Fino a questo
momento sono intenzionato a non votarla e non perché c’è pregiudizio, ma perché
mi sembra che non dia indicazioni più chiare di quelle contenute nella norma…
(Interruzione dell’onorevole
Tesoriere)
Le chiedo scusa, questo era il senso. Credo che ora lei con molta calma ce lo spiegherà, onorevole Tesoriere, mi raccomando.
Per come è la norma, si parla di aree adiacenti, quindi sono aree confinanti all’area ove avviene l’estrazione e sono, da una parte, Isola Capo Rizzuto e, dall’altra, Strongoli, quindi non può interessare i comuni che distano 30-40 chilometri. Questo è il senso della legge, mi sembra chiaro.
(Interruzione)
Perché sono confinanti da una parte dell’area ove avviene l’estrazione, cioè Isola Capo Rizzuto, dall’altra c’è Strongoli. Sono gli unici due comuni aree adiacenti all’area di estrazione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Napoli.
Volevo solo fare presente
che l’emendamento dell’onorevole Tesoriere
parla delle aree adiacenti del territorio interessate all’attività estrattiva.
Ora, non c’è dubbio che
Isola e Strongoli sono le aree adiacenti, ma l’attività estrattiva si svolge
nel mare, quindi il bacino dell’attività
estrattiva potrebbe, addirittura,
non riguardare per nulla il
territorio di questi due comuni, ma riguardare altri e poiché lei è a conoscenza che esistono delle fotografie che individuano il bacino
delle aree di coltivazione ed estrazione del gas metano e interessano un’area
più vasta del solo territorio prospiciente la costa del comune di Strongoli e
del comune di Isola, si era indicato, nella formulazione che è stata licenziata
dalla Commissione un bacino che, dalle fotografie scattate, risulta
ricomprendere un’area che va oltre l’area prospiciente dei due territori.
Crediamo che quella formulazione
risulti corrispondere al reale bacino di estrazione del metano.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Per l’integrazione che diceva l’onorevole Tesoriere, che riguarda le aree dei due comuni vicini, mi è
sembrato che occorra formalizzare
meglio, quindi aggiungere i
comuni che diceva lei?
Ottavio TESORIERE
Sì, Isola e Strongoli, che sono
adiacenti.
Francesco TALARICO, relatore
Parere favorevole col coordinamento
formale.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Giuseppe GENTILE, assessore alle
attività produttive
Col coordinamento formale,
favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.184
(E’ approvato)
(Interruzione dell’onorevole Napoli)
L’emendamento è stato approvato per intero.
(Interruzione)
Sono due commi, ma l’emendamento è unico e lo abbiamo votato con queste aggiunte che abbiamo detto, col coordinamento formale. Se c’è qualcosa che lei suggerisce da aggiungere, poi si vedrà come si può sistemare.
Emendamento protocollo numero 1.185 a firma Tesoriere, Rizza: “E’ soppresso il comma 7 dell’articolo 2 bis”.
La parola all’onorevole Tesoriere.
Si chiede la soppressione di quell’emendamento che era stato approvato in Commissione, dove veniva tagliato e quindi non corrisposto il 50 per cento del 55 per cento delle royalties che venivano erogate al Comune di Crotone.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Napoli.
Su questo comma 7 dell’articolo 2 bis, in sede di Commissione – e non abbiamo
difficoltà ad approvare l’emendamento – abbiamo sollecitato i rappresentanti della Casa delle libertà e i rappresentanti,
in particolar modo, della
provincia – in quella occasione c’era solo l’onorevole Tesoriere – a rinunciare a questo emendamento.
Non siamo stati ascoltati.
Quello che si voleva fare era sottrarre
una risorsa finanziaria
di cui beneficia il comune di Crotone da lungo tempo.
Quello che è passato, invece, è
l’altro emendamento che, coordinato con questo, di fatto, blinda, commissaria
il Comune di Crotone, lo fa diventare il braccio operativo della Giunta
regionale.
Noi crediamo che tutto questo non sia
giusto, crediamo che se la Giunta regionale ravvisa – come ha ravvisato
l’onorevole Tesoriere – che negli anni le somme messe a disposizione del Comune
non sono state utilizzate secondo le disposizioni del decreto legislativo n.
625 del ’96, la Regione avrebbe l’obbligo di negare per il prosieguo e non già
commissariare o porre sotto tutela le scelte che il Comune di Crotone, negli
anni che sono trascorsi e negli anni che verranno, andrà a compiere. Occorre
che il Comune di Crotone si attenga alle disposizioni contenute nella legge e non
già alle disposizioni restrittive, si badi, perché la legge che è stata
indicata, la 625, dà indicazioni su come debbono essere spese le risorse
trasferite. Invece, con la decisione del Consiglio si rischia, si danno
evidentemente le indicazioni precise che le somme non potranno essere spese in
modo differente.
Allora dovevano essere abrogate, collega
Napoli, le norme della passata legislatura che vincolavano le erogazioni delle somme a delle
progettazioni che dovevano essere approvate dalla Giunta. La legge nazionale
questo non lo prevede nemmeno, collega Napoli.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Rizza.
Intervengo per
rispondere, tirato per i capelli dalla polemica – che debbo definire speciosa – dell’onorevole Napoli,
il quale evidentemente fa il suo mestiere di oppositore: una settimana dice che dobbiamo togliere tutto
al Comune di Crotone per darlo
alla Provincia, un’altra settimana dice che dobbiamo togliere per dare ai
comuni costieri di tutta la provincia, l’altra settimana, quando arriva,
dobbiamo dare tutto a Crotone svincolato da qualunque controllo della Giunta!
Ha testé ricordato il collega
Tesoriere che la mia proposta di legge approvata nella Finanziaria del ’98 che
ha devoluto le royalties al comune di Crotone, quelle che allora erano
nella titolarità della Regione Calabria, prevedeva che fossero libere. E’ stato
un assessore della sua parte politica, l’assessore De Santis, l’anno successivo
a porre dei paletti, condizionando l’erogazione all’approvazione della Giunta
regionale. Adesso le sembra una cosa dell’altro mondo che questa Giunta dica:
“Caro Comune, segui la normativa nazionale e presenta i progetti…”! I flussi
finanziari arriveranno tutti, nella programmazione vorremmo essere coinvolti
per conoscere se effettivamente questi flussi finanziari sono destinati secondo
la normativa statale o meno.
Questo è quanto, tutto il resto è
soltanto propaganda, perché lei che fa il difensore della città di Crotone, le
ripeto, non più tardi di dieci giorni fa voleva devolvere queste stesse somme
alla Provincia di Crotone.
PRESIDENTE
Chiede la parola per fatto personale
l’onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
Evidentemente l’onorevole Rizza è stato assente negli ultimi giorni dei lavori e quindi, probabilmente…
(Interruzione dell’onorevole Rizza)
Io sono rimasto in religioso silenzio…
Domenico RIZZA
Non faccio parte della Commissione bilancio…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
…durante il suo intervento. Lei osservi la stessa regola, così andiamo d’accordo!
Domenico RIZZA
Non dica bugie, perché io non faccio parte della Commissione bilancio.
Lei è stato assente, onorevole Rizza, perché nel corso della discussione in cui si sono affrontati questi temi lei non c’era. Non è una cosa che non è vera, è vera perché risulta dai verbali.
Ed allora la proposta che ho fatto non indica assolutamente –
come ha detto l’onorevole Rizza – che avrei
deciso e voluto sottrarre,
poi avrei voluto riconoscere
al Comune di Crotone. Vi è un emendamento, presentato nei termini presso la Commissione bilancio,
in cui ho chiesto che il 45 per
cento delle risorse che lo Stato trasferiva alla Regione per effetto
della modifica al decreto legislativo 625, la legge 140 del ’99, - ché fino ad
oggi, onorevole Rizza, fino al 2003 gli esercizi finanziari
precedenti non sono stati riconosciuti ai Comuni - dal 2003 fosse riconosciuto
ai Comuni.
Ho in passato
presentato, nel 2001, una proposta di legge che, purtroppo, non ha avuto la
possibilità di essere discussa in Commissione bilancio, malgrado io abbia più
volte e anche per iscritto rivolto istanza al Presidente della seconda
Commissione perché la ponesse in discussione, l’approvasse, la emendasse, la
bocciasse. Non è stato possibile. Ho estrapolato da quella proposta di legge
l’emendamento che è stato approvato in Commissione, seppure col coordinamento
formale.
Il relatore alla legge
Finanziaria regionale ne ha fatto, addirittura, un motivo di merito – come
risulta dalla relazione –, ma quella è la proposta di emendamento al bilancio
licenziato dalla Giunta regionale ed è una proposta di un consigliere di
opposizione.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Sull’emendamento in questione, lo spirito col quale la Commissione ha lavorato è quello di procedere a rinviare il prelevamento dal
1° gennaio 2004. Questo era l’emendamento sul
quale ci eravamo espressi. Si era previsto – perché
io ero anche relatore all’interno della Commissione, oltre ad esserne il Presidente
– che questo 50 per cento fosse da trattenere dalla Regione dal 1° gennaio 2004 che
significa, di fatto, il 27,5 per cento. Lo spirito col quale si provvedeva ad
effettuare la riflessione era quello di cercare di aumentare le entrate
rispetto al futuro.
Mi rimetto all’Aula, quindi alla
discussione generale e possiamo procedere alla votazione.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.185.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.085 a firma Tripodi Michelangelo…
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Presidente, c’erano due emendamenti abbinati. Immagino che, ai fini del verbale, risulti che il presente emendamento è quello da me presentato perché c’è quello…
PRESIDENTE
Risulta dal verbale perché lei l’ha detto al microfono e quindi è registrato e quindi risulterà. Qui ci sono gli emendamenti presentati in questo modo e votati così come sono.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
No, dopo quello di Tesoriere c’è anche il mio, che è lo stesso.
PRESIDENTE
E’ più avanti.
Giuseppe Giuliano NAPOLI
No, è immediatamente dopo.
PRESIDENTE
Qual è il numero di protocollo?
Giuseppe Giuliano NAPOLI
Il 1.246.
PRESIDENTE
Allora prima c’è questo dell’onorevole Tripodi.
Presidente, io le faccio un’eccezione formale, perché andavano posti ai voti in maniera
coordinata, perché fino ad ora noi avremmo votato l’emendamento Tesoriere e non
è accettabile che un altro
emendamento che propone la stessa soluzione poi venga superato perché è stato
già votato.
PRESIDENTE
Ha ragione, onorevole Bova, l’unico problema è che nella mia impaginazione, purtroppo, era inserito dopo.
Giuseppe BOVA
Anche nella mia…
PRESIDENTE
…quindi non l’avevo notato.
Non dico che lo ha fatto di proposito.
PRESIDENTE
E’ assorbito dal primo, quindi venga messo a verbale che sono approvati in questo modo.
Presidente, mi permetto di indicarle una soluzione, chiedendo il parere del relatore e della Giunta: che i due emendamenti vengano unificati e votati unificati, accogliendo l’emendamento Tesoriere-Napoli o, se vuole, Napoli-Tesoriere.
Ho detto, infatti, che vengono assorbiti insieme tutti e due.
Emendamento protocollo numero 1.085 a firma Tripodi Michelangelo: “All’articolo 2 bis, dopo il comma 7 è aggiunto il seguente comma: “8. La disposizione di cui all’articolo 1, comma 1, della legge regionale 22 maggio 2002, così come modificata dall’articolo 2 comma 1 della legge regionale 48/2002, che stabiliva l’erogazione per l’anno 2003 della seconda annualità di Euro 687.481,40 di un contributo complessivo pari ad Euro 2.062.311,14 in conto capitale concesso in favore della Società ““Stretto di Messina”” S.p.A., è abrogata”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Questo è un emendamento aggiuntivo all’articolo 2 bis e si chiede di aggiungere un comma ulteriore dopo il comma 7.
La proposta, fondamentalmente, per essere chiari
– scendo da questo linguaggio burocratico – chiede di non pagare la seconda
annualità prevista per il 2003 per quanto riguarda il
contributo che era stato chiesto alla Regione
Calabria per la società ““Stretto di
Messina” S.p.A.”.
E’ una proposta che noi presentiamo, un emendamento alle
“norme provvedimento generale di tipo ordinamentale e finanziario” per esprimere la nostra contrarietà al ponte sullo Stretto. Questo è il significato politico dell’emendamento.
Siccome in questi anni e soprattutto negli ultimi mesi è
cresciuta la sensibilità, la contrarietà e il dissenso nei confronti di questa
megaopera che sarebbe inutile e dannosa
per l’area dello Stretto, particolarmente per la costa della provincia di
Reggio Calabria.
Voglio ricordare che
proprio nelle settimane scorse a Villa San
Giovanni si sono svolte le elezioni amministrative e lì ha vinto una coalizione
che ha riconfermato a sindaco della città di Villa San Giovanni il dottor Rocco
Cassone, che aveva nel proprio programma al primo punto l’impegno del Comune di
Villa San Giovanni contro il ponte sullo Stretto. Siccome tutti sanno che il
ponte dovrebbe sorgere nell’area del territorio del Comune di Villa, io sono
molto contento che abbia vinto il dottor Cassone e gli abbiamo espresso i
nostri auguri e le nostre felicitazioni, siamo contenti perché nel Comune di
Villa San Giovanni si è affermato uno schieramento, anche insieme alla presenza
significativa dei Verdi, che dice no e che ha raccolto la gran parte del popolo
di Villa San Giovanni.
Crediamo che anche
quell’indicazione, data dall’elettorato a Villa San Giovanni con quella scelta,
debba essere, in qualche modo, tenuta in considerazione dal Consiglio regionale
perché assuma e tenga conto delle novità intervenute nel dibattito,
nell’orientamento dell’opinione pubblica della necessità di utilizzare le
risorse in maniera diversa per fare opere buone, cose utili per la nostra
regione, piuttosto che pensare a continuare ad insistere per un investimento e
per una infrastruttura che non produce vantaggi e benefici. Sarà solo un’opera
monumentale che produrrà danni e guasti all’ambiente e al territorio della
nostra costa per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria.
Quindi insisto su questa
linea, ribadisco il no al ponte e, dunque, la richiesta che non venga
finanziata la società “Stretto di Messina”. Chiedo, quindi, l’abrogazione del
pagamento della seconda rata della seconda annualità che era prevista nella
legge regionale 48.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, colleghi, parlare a favore dell’emendamento Tripodi mi sembra una cosa, per il nostro partito, scontatissima. Al di là delle già innumerevoli azioni contro questa inutile e nefasta infrastruttura, riteniamo che questo emendamento vada approvato, proprio per chiudere una pagina brutta della storia amministrativa calabrese.
La società “Stretto di Messina”, in questi anni, non ha fatto altro che produrre carte, poi ha trovato terreno fertile…
(Interruzione)
Carte costose! Poi ha trovato terreno fertile nell’azione di marketing di un governo di centro-destra nazionale e regionale.
Credo sia arrivato il
momento di dire basta a questa inutile società e non distrarre più fondi importanti in una regione che ne ha tanto bisogno,
investendoli sulla cultura, probabilmente – e
non copiando i bronzi di Riace, chiaramente!
– in altre iniziative, magari in qualche strada anche extrapoderale che forse ancora serve,
ma, sicuramente, non nella continua produzione
di studi e documentazioni che non hanno niente a che fare con lo sviluppo della
nostra terra.
Credo che questo contributo alla società “Stretto di Messina” possa essere
destinato altrove e conoscendo l’alto spirito sociale del Presidente
Chiaravalloti, lo potrebbe destinare,
ad esempio, al centro profughi di Sant’Anna a Crotone, proprio per rimanere in
un tema che qualche secondo fa ha visto un animato dibattito. A Crotone c’è il
più grande centro profughi d’Italia e vede completamente assente la Regione Calabria.
A questo punto, invece di pensare a far fare studi inutili,
mandiamo messaggi concreti alla povera gente e il ponte facciamolo diventare un ponte di solidarietà e non un
manufatto di cemento che distrugge la costa più bella del mondo.
Non possiamo che dire no al ponte, no ad una società che
non serve a niente e quindi vi pregherei di votare con coscienza l’abrogazione di questa legge.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo
Penso che la posizione espressa ai fini di presentare questo emendamento dai colleghi
Tripodi e Tommasi sulla questione della realizzazione del ponte sia da rispettare. Su questo è aperto un
dibattito che dura da anni, che potrà trovare dei punti d’approdo, sicuramente,
partendo dall’esito dello studio di
fattibilità prescritto e realizzato su responsabilità del Governo
nazionale. Detto questo, però, la posizione
intorno alla realizzazione del progetto del ponte mi sembra di capire che sia
altra cosa rispetto alla questione che stiamo discutendo qui. Noi discutiamo di
abrogare una norma che, in qualche modo, ha già comportato un impegno
dell’amministrazione regionale in quanto soggetto
partecipante alla società “Stretto di
Messina”. Quell’impegno, probabilmente, avrà già comportato e avviato
dei procedimenti ai quali la Regione
dovrà adempiere e da cui, forse, nemmeno si
può sottrarre.
Perciò, ritengo che ritornare, per
queste vie, sulla questione del ponte una distorsione la provochi. Separiamo le
questioni: un punto è la questione del ponte, altro punto è la questione della
società “Stretto di Messina” di cui noi facciamo parte come soci.
Però coglierei l’opportunità – e
quindi ringrazio l’onorevole Tripodi per aver presentato questo emendamento – e
aggiungerei una richiesta al fatto che
nel bilancio si confermi l’impegno finanziario della precedente legge
Finanziaria, la richiesta che i vertici della società possano venire invitati
ad una seduta ad hoc del Consiglio regionale della Calabria, per
renderci conto nel merito delle attività che sta svolgendo la società e
dell’utilizzo dei finanziamenti sia per quanto riguarda la parte del capitale
sociale, sia per quanto riguarda la gestione delle risorse finanziarie disponibili,
rispetto all’espletamento delle attività che lo statuto demanda a queste
società, affinché siamo informati sullo stato delle cose.
Pertanto,
se annuncio un voto di astensione per le ragioni che ho espresso su questo
emendamento, non posso esimermi dal formalizzare questa richiesta, ed esorto
l’Aula ad accogliere la proposta di invitare qui i vertici della “Stretto di
Messina” Spa”. Non so se c’è il commissariamento del consiglio di
amministrazione, se è operante, per cui se c’è il commissario si invita il
commissario, altrimenti il Presidente del consiglio di amministrazione, per
fare una seduta ad hoc in questo Consiglio regionale.
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Sull’emendamento
siete già intervenuti due e dovevano essere uno a favore e due contro.
Damiano
GUAGLIARDI
Presidente,
ma noi possiamo esprimerci sui singoli…
(Interruzione)
PRESIDENTE
Non c’è dichiarazione di voto sui singoli emendamenti, si interviene sullo stesso argomento e non si interviene più volte.
La parola all’onorevole Guagliardi perché non era intervenuto.
Presidente, voglio capire se noi consiglieri regionali abbiamo facoltà di intervenire sui singoli emendamenti.
PRESIDENTE
Non tutti, uno a favore e due contro.
Nel merito, Presidente…
PRESIDENTE
L’avevamo detto prima
e anche il Regolamento prevede questo. La prego di
intervenire, se vuole intervenire.
Damiano GUAGLIARDI
Chiedo scusa, c’è un Regolamento che condiziona il
dibattito?
L’abbiamo detto all’inizio e l’avete accettato, non si
possono cambiare le regole in corso d’opera.
Poi, onorevole Guagliardi, su alcuni
punti, come quello di Crotone, è chiaro che un minimo di elasticità mi sembra
ci sia stata, come ci può essere anche per altri, ma se su ogni punto andiamo a
fare un dibattito, questo non è possibile.
Lei vuole intervenire brevemente?
Lo può fare.
Presidente, ho un’esigenza.
So che c’è differenza fra i punti e,
come lei sta vedendo, anche l’opposizione non sta facendo grandi interventi né
come tempo né come quantità. Quindi,
mi sembra, che un po’ di buonsenso
ci voglia…
PRESIDENTE
In effetti, mi sembra che il buonsenso ci sia stato.
Volevo capire. Adesso si incomincia ad aprire una discussione più di merito su alcuni punti, tra poco ci sarà una discussione sul lavoro - l’emendamento successivo pone dei criteri di assunzione –, il problema è che noi dobbiamo soltanto stare qui ad aspettare l’illustrazione dell’emendamento, poi uno vota a favore e uno contro e mi sembra non vada bene.
Presidente, chiedo scusa: la inviterei a rispettare l’articolo 53 del Regolamento.
PRESIDENTE
Intanto, lei non ha la parola, faccia parlare l’onorevole Guagliardi.
Io sono, anche, per accogliere la proposta dell’onorevole Adamo
di convocare i vertici
della società “Stretto di
Messina” per ascoltarli, visto che siamo anche
noi dentro questa società. Però, è del tutto evidente che l’emendamento
proposto dall’onorevole Tripodi va
accolto, anche in attesa di quell’incontro.
Qui ci sono delle novità. C’è un Consiglio comunale che con
un voto popolare ha ottenuto il successo elettorale sul “no al ponte” e,
quindi, essendo un Comune sovrano - mi
sembra che noi dobbiamo rispettare la sovranità delle autonomie locali -,
sarebbe abbastanza improvvido elargire delle somme ad una società che,
probabilmente, poi non potrà utilizzarle per il prosieguo.
Quindi, il problema è almeno di
congelare – ecco perché sono d’accordo perché venga accettato l’emendamento
Tripodi – queste risorse prima che si definisca tutta la partita del ponte,
perché di fronte alla posizione chiara di un’amministrazione locale, su un
fatto che andrà a sconvolgere la vita di una cittadina come Villa San Giovanni
e, quindi, tutto il territorio circostante, la Regione Calabria, se procede nel
suo progetto di realizzazione del ponte, mi sembra vada in conflitto sia con
l’autonomia locale sia con gli interessi della collettività calabrese.
Ecco perché sono d’accordo che venga
accettata la proposta dell’onorevole Tripodi e venga anche accolta per una
verifica sullo stato dei lavori con la società “Stretto di Messina”.
(Interruzione dell’onorevole Tommasi)
Non ci sono dichiarazioni di voto
sugli emendamenti…
Allora necessita un intervento per
quanto riguarda la proposta che il collega Adamo ha fatto.
L’onorevole Adamo ha fatto una
proposta e una raccomandazione, non mi avete dato tempo nemmeno di rispondere.
Noi la possiamo accogliere e per una prossima seduta vedremo di organizzare un
incontro su questo argomento che credo interessi tutti, perché i chiarimenti e
le illustrazioni su questi temi sono importanti per tutti.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.085.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 2 bis.
(E’ approvato)
Presidente, nell’articolo 2 ter ci
sono delle norme che riguardano il personale. Poiché - anche dall’intervento ieri
in Aula dell’assessore al personale - si ha l’intenzione di fare un collegato
autonomo per il personale, quelle norme vengono stralciate dal testo base, qui
al secondo comma ce n’è una, in coordinamento formale, poi, recuperiamo queste
norme sul personale che vengono messe da parte per fare un collegato ad hoc.
Mi sembra di capire che tutto quello
che riguarda il personale, sia il collegato che gli emendamenti, vengono ritirati,
perché l’assessore si è impegnato in Aula a fare un collegato da presentare in
una prossima occasione, e questo in linea generale.
Lo dico nel caso in cui possa sfuggire qualche comma presente
nell’articolato, lo dico come principio.
PRESIDENTE
Sull’articolo 2 ter, onorevole
Talarico, si riferisce a quali punti? Così li chiariamo.
In questo articolo è al comma 2.
PRESIDENTE
Per gli anni 2003 e 2004, questo?
Sì.
PRESIDENTE
Questo viene stralciato. Ce ne sono
altri in questo articolo? No.
La parola all’onorevole Incarnato.
A proposito del rinvio al collegato sul personale - comprendo la scelta della maggioranza, me ne guarderei bene -, trattandosi di una materia molto importante e delicata, noi vorremmo, proprio in ordine a questo emendamento specifico al punto 2, secondo comma, dare qualche indicazione, eventualmente, all’assessore al personale…
(Interruzione)
L’assessore non è in Aula? Va beh, c’è la rappresentanza della Giunta.
Noi abbiamo una preoccupazione, Presidente: dato
che stiamo per accantonare tutti gli emendamenti che riguardano il collegato al personale, riteniamo opportuno fare una sollecitazione, un invito
alla Giunta. Visto che siamo impossibilitati a ragionare su una forma organica
di sistemazione del personale precario, credo che questa sia un’occasione per
individuare tutte le forme necessarie per potere dare risposte, anche se minime
e in modo timido, se vogliamo essere molto realistici, a questo problema
annoso, penso anche ai Noc, agli Lsu, gli Lpu. Noi crediamo che il Consiglio,
la Giunta nella sua interezza debbano affrontare il problema radicalmente dando
risposte organiche a questo problema.
E’ una sollecitazione che mi permetto di fare perché avevo preparato un emendamento che riguardava il secondo comma del 2
ter.
PRESIDENTE
L’assessore Gentile vuole rispondere su questo punto?
(Interruzione dell’assessore Gentile)
Dopo, alla fine.
La parola all’onorevole Guagliardi.
Accolgo con piacere l’opportunità del ritiro dell’articolo 2 ter, però anch’io sono d’accordo sul fare una breve discussione in Aula, nello spirito dell’emendamento dell’onorevole Incarnato.
Cosa voglio dire? Io e l’onorevole
Incarnato, qualche mese fa, siamo stati protagonisti di un atto clamoroso - anche di rottura, in
questo Consiglio regionale - dichiarando l’occupazione dell’Aula del Consiglio
per sollecitare una discussione sulla stabilizzazione reale dei lavoratori
precari della nostra regione. A me sembra saggio lo spirito dell’emendamento
dell’onorevole Incarnato, cioè individuare alcune priorità che vanno nella
direzione di un rapporto stabile e definitivo dei lavoratori che dovrebbero
rientrare in questo famoso quadro generale regionale, perché sulla base di
quella necessità - che oggi ha saggiamente consigliato l’assessore - di
ritirare tutti i provvedimenti che trattavano di personale, è opportuno che in
questa Calabria, dove c’è un tasso di disoccupazione elevato e uno stato di
precarietà assoluto, noi diamo un’indicazione sulle priorità dei livelli di
occupazione che vogliamo determinare.
Ovviamente ci sono professionalità
acquisite, esperienze e diritti consolidati, che non possono essere inquadrati
nello schema che riguarda i lavoratori socialmente utili, perché i lavoratori
di pubblica utilità hanno competenze anche superiori, ma, per esempio, in
alcuni settori degli Lpu si va verso uno stato di precarizzazione totale e quel
lavoro che magari fino a qualche mese fa occupavano loro, viene assunto quasi a
tempo indeterminato – così si dice – dai lavoratori interinali; a me sembra che
ci stiamo giocando una carta che potrebbe essere una sorta di ricerca di
soluzioni sempre e comunque pasticciate.
Quindi, credo che dovremo dare priorità
all’assunzione e stabilizzazione dei lavoratori precari di lungo corso, alle
competenze precarie di lungo corso, agli aventi diritto di lungo corso e quindi
poi andare, via via, ad una progressiva soluzione definitiva per tutti coloro
che hanno un rapporto con l’ente Regione.
Penso, quindi, che questa proposta di
un impegno di principio della Giunta, del Consiglio regionale verso questi
lavoratori precari vada assunta e per questo condivido in pieno lo spirito
dell’emendamento dell’onorevole Incarnato.
Onorevole Guagliardi, su questo punto
è già intervenuto l’assessore Pirilli ieri sera in Aula – e lei era presente,
come tanti altri colleghi – ed è stato ribadito anche adesso che tutto il
problema riguardante il personale al più presto sarà oggetto di un collegato e
quindi, in quella occasione, è giusto che si faccia anche quel dibattito a cui
lei fa riferimento, ed anche a brevissimo tempo. E’ inutile andare a discutere
oggi di questo problema che certamente sta a cuore a voi, ma anche a tutto il
Consiglio regionale, perché è un problema che riguarda non una parte politica,
né tanto meno un singolo partito, sta a cuore a tutti e speriamo, anzi al più
presto, in questo collegato sul personale di inquadrare anche queste
situazioni.
Prego, onorevole Tripodi.
Intervengo perché sono soddisfatto della scelta compiuta dalla Giunta e dalla maggioranza
di ritirare una serie di provvedimenti che
presentavano elementi di forte perplessità,
fortemente discutibili. Però non confonderei, Presidente, e anche adesso lei
faceva un’affermazione, alcune categorie di precari, addirittura disoccupati, i
Noc sono disoccupati, con le misure legate al personale. Sono cose distinte e
separate, perché se dovessimo seguire questo ragionamento, noi non dovremmo
fare un’operazione di finanziamento dei lavoratori di pubblica utilità, perché
anche quello è personale, non dovremmo decidere nella Finanziaria
un’operazione, che invece è fondamentale e necessaria, per garantire la proroga
e il proseguimento dell’attività lavorativa e, dunque, anche il corrispettivo
dei sussidi da pagare per il 2003 fino al 31 dicembre per i lavoratori
socialmente utili e di pubblica utilità. Nessuno si sogna – immagino, mi
auguro, Presidente – di stralciare la questione degli Lsu…
PRESIDENTE
Mi è sembrato lo stesse proponendo
lei lo stralcio anche di quello.
No, nessuno immagina
questo. Sto dicendo un’altra cosa, che i Noc non sono associabili alla
questione di cui lei parla, che va accantonata e che dovrà seguire un’altra
strada, un provvedimento sul personale, eccetera, eccetera, perché qui non
stiamo parlando di persone che lavorano e che debbono essere sistemate; qui
stiamo parlando, invece, di vedere quali strade e quali percorsi costruire per
cominciare ad avviare un processo di costruzione di un rapporto di lavoro con
la Regione nel settore della tutela ambientale. Quindi, io sono per non
stralciare la parte dei Noc dalla legge Finanziaria, per essere chiari, perché
non può essere messa alla stessa stregua né di quello che vuole avere il
passaggio a tempo indeterminato senza il pubblico concorso e che lavora e che
dunque ha già un lavoro a tempo indeterminato, né dell’altro che chiede di
avere il 50 per cento dei posti riservati, ma lavora ed è impegnato. Non
c’entra nulla, si tratta di lavoratori impegnati nei progetti del Piano per la
tutela ambientale della precedente legislatura che, da un anno o più, non hanno
nessun rapporto di lavoro e non sono più impegnati in progetti.
L’emendamento dell’onorevole Incarnato, di cui condivido lo spirito, non è appoggiabile, nel senso che non ha più l’appoggio, cioè togliendo il comma 2 non ha più una base, però le debbo dire, da questo punto di vista, che ci sono altri emendamenti che non sono collegati a norme sul personale e quindi chiederò la valutazione del Consiglio su questa questione.
Ma su casi particolari si chiede la valutazione, non è una regola fissa che tutto
venga eliminato. Credo che la maggioranza e
l’assessore Pirilli abbiano avuto la sensibilità di prendere in considerazione, e quindi di esaminare con più attenzione, questa problematica riguardante
in modo particolare il personale, cosa che tra l’altro anche da voi era stata
richiesta non solo in Aula, ma anche prima.
La parola all’onorevole Borrello.
Intervengo su questo argomento per sottolineare due aspetti.
Il primo: stamattina, verso l’alba, nel
mio intervento ho posto l’accento su questo problema
e l’assessore al personale, il
collega Pirilli, nel suo intervento di replica, in qualche maniera, ha voluto rimarcare una sorta di mia negligenza nel
non essere a conoscenza della
presenza di un emendamento presentato dalla maggioranza che andava nella
direzione dell’abrogazione di questi commi e articoli vari riguardanti il personale.
Stasera prendiamo atto che, in
effetti, questo emendamento non è stato mai presentato, salvo la proposta del
relatore di pochi minuti fa il che è, oggettivamente, devo dire – questo è il
secondo aspetto che volevo sottolineare – una modalità irrituale, cioè non è
possibile che per i consiglieri normali si pretenda – giustamente, aggiungo io
– sul piano regolamentare la presentazione di emendamenti formali rispetto ad
una integrazione, ad una modifica…
Onorevole Borrello, la devo interrompere:
l’emendamento c’era, è già presentato da prima, è più avanti nell’ordine, sul
capitolo 25.
Presidente, noi stiamo parlando del
comma 2 dell’articolo 2 ter.
PRESIDENTE
No, dicevamo il discorso del
personale, c’è l’emendamento.
La prego, Presidente, non mi interrompa!
Sul comma 2
dell’articolo 2 ter emendamenti non ce ne sono. Allora, se è vero, come è
giusto che sia, che ci atteniamo e dobbiamo attenerci tutti sul piano regolamentare
alla formalità della presentazione di emendamenti, per me è irrituale che il
relatore, collega Talarico, dichiari in Aula che, essendoci questa volontà,
chissà poi dove, quando e come espressa e su quali condizioni normative e
legislative, è possibile esprimere questa volontà. Perché, caro Presidente, qua
ci dimentichiamo che sul piano normativo non è possibile che questa Regione, né
la Giunta né il Consiglio, possano immaginare o pensare ad assunzione di
personale – e lei lo sa meglio di me, Presidente, perché la stiamo discutendo
da mesi questa storia – perché l’articolo 34 della Finanziaria vieta nella
maniera più categorica un qualunque ricorso al reclutamento del personale fino
a quando non ci sono alcune condizioni. Queste condizioni non le hanno, allo
stato, né il Consiglio né la Giunta, per cui se continuate a parlare di queste
cose “assumiamo, scorriamo, prendiamo”, state menando il can per l’aia: non ci
sono i presupposti normativi.
Allora, Presidente,
anziché ricorrere al coordinamento formale…A proposito, devo rilevare che man
mano che i giorni passano, che i mesi e gli anni passano in questa legislatura,
il coordinamento formale che aveva una sua identificazione precisa, era un
istituto che doveva servire esclusivamente a rivedere una virgola, un punto e
virgola, una “e” senza accento o con l’accento, sta diventando invece lo
strumento che realizza norme diverse da quelle che, magari, il Consiglio o la
Commissione regionale esprimono o vogliono esprimere. Non può essere questo il
metodo, Presidente, noi dobbiamo avere certezza di quello che l’Aula vota; per
poterla avere, abbiamo necessità di emendamenti formalmente presentati alla
Segreteria e non ci sono altri mezzi, purtroppo, perché altrimenti siamo in
presenza di procedure irrituali che non sono ricevibili. Solo questo volevo
dire.
La parola al relatore.
Colgo l’occasione perché in qualche passaggio l’onorevole Borrello richiamava
alla correttezza istituzionale della
Commissione che io presiedo e ci tengo, in quest’Aula, a ribadire alcuni
concetti di fondo, anche perché anche stanotte su questa linea l’onorevole
Borrello ha messo in dubbio il lavoro della Commissione e la correttezza
istituzionale che io, in qualità di Presidente e anche di relatore di questo
bilancio, ho seguito nei lavori di Commissione.
Mi dispiace doverlo dire
all’onorevole Borrello che poi, peraltro, non fa parte della Commissione e
quindi non ha avuto modo di seguire per tre anni la correttezza istituzionale
della mia conduzione e del mio ruolo di relatore del bilancio, ma soprattutto
dell’intera mia struttura e di tutti i dipendenti che, con esigui mezzi a
disposizione, sono riusciti a protocollare, a fotocopiare per tutti, dando a
tutti la possibilità di guardarli, oltre 450 emendamenti in questa seduta di
Commissione e che hanno impegnato tutti gli uffici.
Quindi, se lui ha dei
punti importanti da segnalare, io non mi sottraggo a nessun tipo di
responsabilità, sotto tutti i punti di vista, ci sono i verbali. Se intende che
forse eravamo un po’ stanchi alle cinque di mattina e quindi abbiamo cercato di
accelerare i tempi, valutando quali erano gli emendamenti da ammettere e quali
da escludere, posso essere d’accordo con lui sul fatto che eravamo stanchi e,
quindi, alle cinque di mattina può sfuggire qualcosa dal punto di vista
formale. Ma non consento di mettere in dubbio la correttezza istituzionale
della mia persona, della Commissione e di tutti i commissari, perché abbiamo
sempre fatto tutto con la massima trasparenza, col massimo dialogo, rispettando
la maggioranza e l’opposizione, dando voce a tutti, accogliendo emendamenti che
provenivano da tutti i gruppi, discutendoli e, quindi, dando una veste di piena
democrazia a tutte le nostre riflessioni e a tutte le sedute di Commissione.
Lei, forse, è stato presente solo all’ultima, ma le posso assicurare che in tre
anni di vita istituzionale questo si è verificato puntualmente.
Se poi ha anche altre
riflessioni che non attengono alla politica, ma ad atti amministrativi che la
Commissione ha fatto, io non mi sottraggo minimamente a qualsiasi tipo di
obiezione che lei vorrà fare in qualunque sede e, quindi, su qualunque
questione, perché ritengo che non possa con le sue parole – perché questo
ritengo sia l’indirizzo e la linea – mortificare il lavoro di una Commissione
che ha prodotto, ha prodotto bene, ha lavorato e ha dato in tempi esigui il
bilancio a quest’Aula.
Ci tenevo a ribadirlo
perché questa notte non c’era e quindi mi sembra opportuno dirglielo, perché
ritengo che si mortifica tutto il lavoro che è stato fatto dalla Commissione,
oltre ad avere altri risvolti.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Borrello per fatto personale.
Certo, Presidente, credo di dover chiarire il mio intervento di questa
notte, infatti ho tenuto a precisare in maniera chiara alcune situazioni, a
partire, caro collega Talarico, da un emendamento da me proposto.
Apro una parentesi:
è vero, non faccio parte della Commissione, ma il collega Talarico sa bene che
nella seconda Commissione, quando si discute di bilancio, il sottoscritto è
quasi sempre presente, se non a tutte le sedute anche di audizioni, ma
certamente quando si decide è presente, da sempre questo, da otto anni, pur non
avendo mai fatto parte della seconda Commissione.
A proposito di un emendamento che ho presentato in quella
sede, se lei si ricorda, Presidente, che riguardava le agenzie di stampa, ho
chiesto – ed è stato accettato da tutti, a partire dall’assessore che
rappresentava il governo – che per le convenzioni che la Giunta regionale sarebbe andata a stipulare con le agenzie di stampa, potesse e dovesse avere il
parere della Commissione. Lei ricorderà meglio di me che questo emendamento è
stato approvato, però nella Finanziaria non
c’è!
A proposito di quello che sicuramente le hanno riferito, il
mio intervento di questa notte, ma a me è dispiaciuto che lei non fosse
presente perché, probabilmente, avrebbe
racchiuso in un ambito meno, non voglio dire pretestuoso che mi sembra una
parola esagerata, ho detto che su alcuni articoli, su alcuni commi – ora il
termine giusto non lo ricordo – non esiste la votazione registrata. Non ho
detto che non è stato approvato, attenzione
– perché, grazie a Dio, ancora questa capacità di misurare le parole che esprimo ce l’ho –,
non ho mai detto che l’articolo o il
comma non è stato mai approvato, ho solo detto che non c’è registrazione del voto, è cosa
assolutamente diversa.
Quindi ho solo messo in discussione un modo di fare che oggi
ribadisco in una certa qual maniera, quando lei pensa di andare ad un
coordinamento formale per scrivere, sostanzialmente, norme: ho detto – e ripeto
– che non è questo il metodo. Lo strumento del coordinamento formale non è
assolutamente questo.
Allora, se a lei fossero state riportate le esatte parole
che io ho espresso in quest’Aula, probabilmente la sua reazione sarebbe stata un po’ meno “violenta”, con il beneficio che è necessario dare a queste
cose e comunque, in ogni caso, c’è sempre la possibilità di sbobinare
l’intervento e di leggere lì quello che mi sono permesso di dire – ripeto – di
fronte ad alcune cose, due-tre questioni che ho detto stanotte che sono
realisticamente accadute, non è che mi sono inventato niente. Quell’emendamento
che ho proposto non c’è in Finanziaria, quei due-tre emendamenti proposti da
colleghi della maggioranza su cui non risulta la registrazione della votazione.
Questo ho detto, non ho detto altro, Presidente, quindi stia tranquillo che
questa capacità di autocontrollo certamente ce l’ho.
PRESIDENTE
Più che una reazione dell’onorevole
Talarico, era un chiarimento anche per l’Aula.
Antonio BORRELLO
Ma se me l’avesse
chiesto prima il collega Talarico anche fuori
dai microfoni, io certamente
non avrei fatto altro che ripetere queste testuali parole.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sarra.
Intervengo per riportare un po’ alla realtà degli accadimenti anche quello che noi diciamo, gli interventi.
Intanto, per quanto
riguarda l’emendamento cui faceva riferimento
l’onorevole Borrello ( che, in verità, con il garbo e anche la simpatia che lo
contraddistinguono, ha detto tutto e il contrario di tutto) se gli emendamenti
sono stati presentati e registrati, allora evidentemente la Commissione ha
deciso di non riportarli in Aula.
Un altro aspetto è quello
che riguarda l’emendamento per il personale.
Per quanto riguarda l’emendamento per il personale,
è assolutamente presentato, è stato oggetto di diverse riunioni, ripetutamente
i capigruppo si sono occupati della
questione, per cui è strano che in un primo momento parte della minoranza dica
che non c’è un’attenzione adeguata
per quanto riguarda questioni di personale e
poi faccia riferimento all’articolo 34
della Finanziaria nazionale, dicendo
che non è possibile stabilizzare i lavoratori, che non è possibile trovare
delle soluzioni. Allora bisogna
mettersi d’accordo su questo.
L’iniziativa dell’assessorato al personale, condivisa dai capigruppo
e da tutta la maggioranza, è quella che prevede un iter assolutamente ispirato
alla correttezza e alla conformità
alla legge, perché per trovare delle soluzioni
che riguardano per intero la materia del personale
si è deciso, non poteva essere altrimenti,
di agire in conformità alla legge ed, in primis, al dettato
costituzionale che prevede delle cose specifiche e mirate. A questo bisogna
dare soluzioni specifiche e mirate, nell’interesse di tutta quella gente che si
trova in una situazione di attesa, di disagio e di precarietà – attenzione –
non voluta da questa maggioranza, ma che questa maggioranza ha ereditato e sta
affrontando con serietà e con un certo senso del dovere che è assolutamente in
linea con quello che i lavoratori chiedono.
Perciò, dobbiamo dare soluzioni
mirate a casi specifici.
Questo emendamento viene non
ritirato, ma sospeso perché, in effetti, non può essere discusso, visto che il
secondo comma viene ritirato.
Emendamento protocollo numero 1.216 a firma Adamo: “All'articolo 2 ter, dopo il comma 3, aggiungere il seguente comma:
"Ai componenti del Corecom‑Calabria, che risiedono in località diverse dalla sede del Corecom‑Calabria, a decorrere dalla data di nomina, viene corrisposto un rimborso per spese di trasporto per otto accessi mensili alla sede del Comitato stesso, così come previsto per i consiglieri regionali".
Avevo chiesto la
parola, a dire il vero, non sull’emendamento, ma è solo una battuta: forse sarebbe il caso, prima di passare all’emendamento, che noi
precisassimo e puntualizzassimo in questa sede
la proposta che ha avanzato il Presidente Talarico, cioè a quale comma e quali articoli del testo del collegato
facciamo riferimento per lo stralcio e per rinviarli tutti ad un collegato ad
hoc sul personale. Cioè non lasciamo nel vago, alla libera interpretazione
del coordinamento formale perché diventa una questione delicata.
Questo emendamento – non riguarda il
personale –, è solo una norma interpretativa per la quale la Commissione, con
lei presente, Presidente, si era assunta un impegno.
È una norma interpretativa
che, tutt’al più, porta un aggravio di 12 mila Euro, ove dovessero farsi al
massimo i rimborsi, perché c’è una questione che riguarda il rapporto con gli
uffici e riguarda soltanto due componenti rispetto ai quali c’è una disparità
di trattamento. Abbiamo deciso in Commissione, lei era presente, disse “la
facciamo in sede di bilancio”.
E’ solo una norma
interpretativa di un’altra norma, quella precedente, la legge che istituiva il
Corecom, rispetto a cui non è molto chiaro come gli uffici debbano regolarsi.
Questa la interpreta e nel senso più estensivo, si arriva ad un aggravio,
forse, in tutto l’anno, se si utilizza al massimo, di 12 mila Euro. E’ un
impegno assunto collegialmente in sede di Commissione, anche alla sua presenza.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Come emendamento, complessivamente, va bene. Ma diciamo
che la Commissione e quindi il Consiglio, si è dato un indirizzo cercando di
ridurre qualsiasi tipo di aumento, anche i rimborsi spesa, tant’è che gli
emendamenti successivi, quello anche dell’onorevole Tripodi, suggeriscono,
riguardo questa legge, di ridurre le spese .
Qui ci sono una serie di norme, nel
collegato, all’articolo 2 ter che vanno nella direzione della riduzione, quindi
diciamo che ci si muove in un’ottica di contenimento della spesa, non di
aumento, quindi sotto questo aspetto il parere è contrario.
Ma si tratta di interpretare soltanto
la norma per facilità degli uffici a dare i rimborsi, perché non li
corrispondono .
Come è previsto per i consiglieri
regionali, noi invece li escludiamo per gli altri, saremmo in netta
contraddizione.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi
M.)
Lei ancora non è stato chiamato in
causa per il suo emendamento.
Volevo capire, perché siccome ho presentato su questa questione un emendamento del tutto opposto.
E’ esattamente contrario .
PRESIDENTE
Dice che lei ha presentato emendamenti che vanno alla riduzione della spesa.
Che sarebbero in coerenza con quanto deliberato dalla Commissione, che ha deciso in tal senso.
PRESIDENTE
Sì, ma non siamo arrivati al suo, infatti.
Volevo capire qual è il parere del relatore.
PRESIDENTE
Non siamo arrivati, ancora.
Questo aumenta.
Su questo emendamento dell’onorevole Adamo, volevo sapere qual è il parere del relatore e della Giunta.
PRESIDENTE
Lo hanno espresso.
Abbiamo già detto che il parere è contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.216.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.086 a firma Tripodi Michelangelo: “All’articolo 2 ter, dopo il comma 10 sono aggiunti i seguenti commi:
10 bis. All’articolo 13, comma 1, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, la parola “..ottanta...” è sostituita dalla parola “..sessanta...” e dopo le parole “…carica mensile lorda…” sono inserite le seguenti parole: “…di cui all’articolo 1, lettera f), della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3…”.
10 ter. All’articolo 13, comma 2, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, la parola “..cinquanta...” è sostituita dalla parola “..trenta…” e dopo le parole “…carica mensile lorda…” sono inserite le seguenti parole: “…di cui all’articolo 1, lettera f), della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3…”.
10 quater. All’articolo 13, comma 3, della legge regionale 22 gennaio 2001, n. 2, le parole “…previsti per i consiglieri regionali...” sono sostituite dalle parole “...nella misura stabilita dalla contrattazione nazionale in vigore per l’area dirigenziale delle regioni e gli enti locali...”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Ho presentato un emendamento che si muove in coerenza con quanto già fissato per quanto riguarda altri enti strumentali, in particolare Arssa, Ardis e Afor. Questo emendamento riguarda la legge istitutiva del Corecom e riequilibra le indennità dei componenti, utilizzando lo stesso criterio che è stato adottato per gli altri tre enti.
Quindi sono tre proposte,
tre punti, tre commi aggiuntivi all’articolo 2 ter, per la riduzione del
20 per cento, così come è avvenuta per gli altri, anche in questo caso del 20 per cento. Io sono stato soddisfatto della valutazione che in Commissione si è fatta perché,
in qualche modo, con questo articolo si
lancia un messaggio positivo, si dice che un certo tetto è stato ampiamente superato, che si torna a limiti
sopportabili per il bilancio regionale e che si riconduce anche questa funzione
dentro ambiti che sono congrui e sicuramente non esorbitanti. Quindi, questo
tipo di indennità, il fatto di avere
una retribuzione pari al 60 per cento dell’indennità di consigliere regionale, credo sia ben remunerativa.
A questo punto, sostengo questa proposta e la ribadisco,
proprio perché le altre indicazioni sono
già state assunte in sede di seconda Commissione e mi sembra giusto che non ci
siano figli e figliastri. Se si va verso un processo di riduzione, la riduzione
riguarda tutti gli enti e quindi
nessuno può chiamarsi fuori.
Abbiamo parlato di tre enti nella parte approvata in
Commissione, era stata una distrazione, era sfuggito il discorso Corecom perché le indennità
del Corecom sono legate alle indennità
di consiglieri regionali. Dato che anche gli altri tre sono collegati
all’indennità di consiglieri
regionali, ho ritenuto di presentare questo
emendamento per equiparare anche coloro i quali hanno cariche all’interno del
Corecom per limitare, così come abbiamo fatto per Arssa, Afor e Ardis, gli
emolumenti che vengono percepiti.
Quindi ribadisco la bontà dell’emendamento e lo considero in linea con quanto già fatto e
che era sfuggito per una semplice distrazione. Poteva anche essere fatto tramite
il coordinamento formale, perché avevamo dato incarico al dottor Pantaleo di
fare una ricerca per conoscere quali figure percepiscono indennità legate a quelle dei consiglieri
regionali, non si è trovato, poi abbiamo individuato questo, speriamo di non aver
dimenticato altro.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Vorrei fare un intervento organico su questo
emendamento, laddove si prevede una riduzione da
80 a 60 che, sostanzialmente, si muove in linea con quello che avevamo regolato.
Faccio una proposta organica che recepisce due
aspetti dell’emendamento Tripodi e che, quindi,
modifica tutto questo emendamento rispetto a
come era stato votato in Commissione.
Il primo aspetto che voglio considerare riguarda il vincolo dei consigli di amministrazione di questi enti alla diaria; in concreto l’articolo 1 della lettera f) della legge 3 del ’96 che prevede le indennità da parte dei consiglieri è riferito esclusivamente all’indennità fissa che i consiglieri ricevono – erroneamente, prima la diaria veniva corrisposta anche ai consiglieri di amministrazione – quindi, diaria e indennità fissa. Dato che abbiamo stralciato la parte della diaria delegandola all’Ufficio di Presidenza, la proposta qual è? E’ quella di mantenere il comma 3 che riguarda solo le indennità fisse dei consiglieri per tutti gli enti, per cui mi riferisco ad Arssa, ad Afor, ad Ardis ed anche al Corecom che è oggetto del suo emendamento.
Altra questione che viene accolta è quella riguardante il trattamento per le trasferte ed i rimborsi spesa,
che sono riconosciuti nella misura stabilita dalla contrattazione nazionale
in vigore per l’area dirigenziale del contratto Regioni-enti locali. Quindi, questi due aspetti vengono accolti. Invece, non
vengono accolte tutte le riduzioni percentuali per quanto riguarda Arssa, Afor, Ardis e Corecom perché
riteniamo che, intervenendo rispetto a queste due questioni che pesano tanto
sulle indennità dei rispettivi organismi, si possa già raggiungere l’obiettivo
della riduzione della spesa.
E’ una proposta organica che penso di
aver spiegato bene.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Tripodi.
La proposta sicuramente sarà organica,
Presidente Talarico, ma non è convincente – e motivo le mie obiezioni – perché
il collegamento alle indennità fisse corrisposte ai consiglieri regionali ai
sensi dell’articolo 1, della lettera f) della legge 3 del ’96 era già scritto,
era già un pezzo dell’articolato precedente, dell’articolo 2 ter. Qui ci state
dicendo che togliete l’altra parte, cioè le riduzioni fissate dal 90 al
70, dal 45 al 30 e via dicendo, ossia lasciate invariate le indennità in questo modo e dite solo che non può essere corrisposta la diaria, ma lì è normale,: cioè
era una cosa legittima
che venisse corrisposta la diaria dei consiglieri
regionali ai componenti dei
consigli di amministrazione, quindi state
praticamente scrivendo una norma che, in qualche modo,
dice che è stata compiuta
una illegittimità
precedentemente, perché precedentemente se è stata corrisposta la diaria, che
viene deliberata dall’Ufficio di Presidenza, che percepiscono i consiglieri
regionali a tutti questi componenti degli enti strumentali, è stata compiuta
una illegittimità. Voi ci state dicendo, in questo modo, non riducendo,
peraltro, le indennità come noi, invece, avevamo deciso e mantenendo quel
rapporto che è esorbitante, che un componente che percepisce il 90 per cento
delle indennità corrisposte ai consiglieri regionali, secondo me, è una misura
obbrobriosa, malridotta che va riportata entro giusti limiti, entro canali e
limiti accettabili.
Io sono per mantenere, invece, quella
scelta, caro Presidente. Altro che proposta organica! Questa è una proposta che
azzera il valore del lavoro fatto nella seconda Commissione, questo è il
problema. Avevamo fatto una scelta che aveva un segnale etico, morale: ve la
state rimangiando. Allora dite chiaramente: “Ci stiamo rimangiando la scelta di
andare verso la chiarezza”.
Io insisto, invece, perché venga
mantenuto quell’articolato perché, altrimenti, vorremmo sapere – e a questo
punto apriamo un’inchiesta su questo – come mai sono state corrisposte le
diarie dei consiglieri regionali ai componenti dei consigli di amministrazione,
su quale norma e se non sia necessario chiedere, caro Presidente, la restituzione
dei soldi a tutti costoro, perché questo è il problema.
Allora manteniamo la norma così e
andiamo avanti.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Talarico.
Ritengo che i due interventi, la diaria e l’altro riguardante i rimborsi e le trasferte, incidono molto sulla riduzione della spesa, lo voglio chiarire ed evidenziare dal punto di vista anche del valore del lavoro che abbiamo fatto in Commissione. Sono d’accordo, invece, per quanto riguarda l’emendamento sul Corecom per il quale mi sembra non sia prevista la diaria già nella legge istitutiva .
Quindi, rispetto all’emendamento che lei citava, leggendo la legge, mi sembra si possa accogliere la riduzione dall’80 al 70 per cento, perché non era prevista la diaria.
Per quanto riguarda le altre questioni, propongo che si voti con queste modifiche l’emendamento.
Così come emendato. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 1.086 con le
modifiche proposte.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 ter così come emendato, con l’eliminazione, momentaneamente, del comma 2.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.087 a firma Tripodi Michelangelo: “Articolo 2 quater. All’articolo 1 della legge regionale 26 maggio 1997, n. 8 e sue successive modifiche ed integrazioni, è aggiunto il seguente comma 6: “I consiglieri regionali che rivestono nello stesso tempo più cariche previste dal comma 1 del presente articolo si avvalgono comunque della collaborazione di una sola struttura speciale”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Questo è un emendamento che io definisco una misura di ecologia della politica del Consiglio regionale della Calabria.
Ho riportato, in
parte, una proposta di legge che, presentata da
mesi, ovviamente giace sui tavoli delle Commissioni competenti senza essere discussa, ma ho ritenuto di porre questa
questione perché è importante, a mio avviso,
per lanciare un segnale
di trasparenza, di inversione di tendenza rispetto a
scelte e a gestioni molto discutibili.
La proposta, sostanzialmente, è che “i consiglieri regionali che rivestono nello stesso tempo più cariche previste dal comma 1 del presente articolo” – l’articolo 1 della legge 8 del ’97 – “si avvalgono comunque della collaborazione di una sola struttura speciale”.
Ci sono tante figure
nel nostro Consiglio regionale, Presidenti di gruppi consiliari, Presidenti di Commissioni, Presidenti
di Giunta, assessori regionali, che hanno
diritto a strutture speciali. La proposta è
quella di evitare il cumulo delle strutture, cioè che la stessa persona, lo
stesso consigliere, la stessa persona fisica
abbia più strutture speciali, in modo che possa avere
una sola struttura speciale.
Da questo punto di vista mi dispiace che non ci sia, in
questo momento, il Presidente della Giunta, avrei voluto chiedere anche il suo
parere su questa materia, su questo punto, credo che sia un punto serio,
importante e credo che sia una misura giusta, di equilibrio, sancire che,
comunque, la stessa persona non può avere due strutture speciali.
Qui non c’è un problema di maggioranze o di minoranze, non
stiamo parlando di questo. Ognuno deve avere la possibilità - ed io chiedo a
tutti i consiglieri regionali - di pronunciarsi liberamente e tranquillamente,
perché questo significa, comunque, avere sovranità
e diritto di esprimere liberamente il
nostro parere e il nostro giudizio, e di fissare norme che vanno in una
direzione di chiarezza e di trasparenza.
Io mi sarei aspettato che alcuni consiglieri rinunciassero autonomamente alla doppia struttura
speciale e lo facessero come atto spontaneo,
volontario. Non è avvenuto, non ci
sono stati atti di questo genere, a quel punto ho ritenuto di presentare questo
emendamento per affermare con chiarezza e con forza questa scelta. Poi,
ovviamente, il Consiglio regionale si determina, ma io sono perché questa
doppia struttura speciale non venga più consentita, che ci sia una norma – e
per questo ho presentato un emendamento – che dice che la stessa persona non
può avere due strutture speciali.
Credo che questo tema implichi un problema anche di natura
morale Giacché l’ho posto alla vostra attenzione,
e non ne faccio una questione di maggioranza o di minoranza, ma di chiarezza e
di coerenza che sarebbe necessario assumere rispetto a certi comportamenti
in questo Consiglio regionale, ne sollecito la valutazione positiva e l’approvazione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Guagliardi.
Presidente, accolgo l’invito dell’onorevole Tripodi e penso che anche gli altri consiglieri regionali debbano esprimersi su questo.
Ritengo che vada accolto l’emendamento proposto dall’onorevole Tripodi, perché questo,
probabilmente, aiuterà un po’ a fare giustizia rispetto le tante occasioni di polemica che abbiamo vissuto nel corso
dell’anno.
Perché dico questo? Abbiamo vissuto un anno in cui i monogruppi erano assillati da ingiuste o
giuste critiche sulla gestione di risorse di personale. Questo emendamento elimina uno dei punti di polemica della stampa e di
coloro che hanno voluto giocare su questi elementi,
per cui credo che questo Consiglio regionale,
che si sta avviando ad affrontare con grande serenità nodi controversi dell’ultimo anno della
vita regionale, oggi compia un atto importante a determinarsi, soprattutto
in funzione di quella che sarà, nei prossimi mesi, la riorganizzazione degli stessi gruppi e dei monogruppi,
quando ci sarà l’applicazione dello Statuto e quindi, anche, della volontà
statutaria di riorganizzare i monogruppi. Penso che, se oggi approviamo questo
emendamento, che fra l’altro è logico e saggio, non ci possano essere singoli
consiglieri che avendo più incarichi si giocano più strutture speciali. Una
struttura speciale è più che sufficiente per svolgere certe attività e penso
che vada accolto.
Quindi invito tutti i colleghi
consiglieri ad accettarlo, non è un atto di discriminazione verso la
maggioranza, perché in questo momento alcuni consiglieri della maggioranza
detengono questo doppio incarico, ma quella che oggi è minoranza domani
potrebbe essere anche maggioranza e viceversa, quindi credo sia un atto di sana
coerenza, di razionalizzazione delle risorse su cui dovremo attrezzarci e
quindi approvare l’emendamento Tripodi.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Mi rimetto all’Aula, perché è un ragionamento
generale che coinvolge tutti i consiglieri.
Presidente, vorrei
sapere il parere della Giunta.
PRESIDENTE
Hanno detto che si rimettono all’Aula sia il relatore che
la Giunta.
Il parere della Giunta qual è?
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.087.
(E’ respinto)
Aveva chiesto di parlare l’onorevole Bova su un punto che
era sfuggito. Ne ha facoltà.
No, lo pongo rispetto all’emendamento
aggiuntivo, articolo 2 ter, proposto dall’onorevole
Tripodi, perché è stato votato un emendamento che, secondo me, era improponibile rispetto agli argomenti di cui parliamo.
Io ho votato in Commissione – e sono ancora d’accordo – che rispetto agli organi di
gestione, i membri del consiglio di amministrazione abbiano quella diminuzione dell’emolumento quale si è
prodotto. La fattispecie, invece,
relativa al Corecom riguarda
organismi di garanzia. Tutta la legislazione nazionale, e non solo, prevede una
fattispecie diversa per gli
organismi di garanzia: non gestiscono e anche il tipo di emolumento è un
elemento essenziale dell’autonomia
di queste funzioni.
Quindi la fattispecie non era proponibile dentro il tipo di impostazione che abbiamo dato in Commissione.
Il discorso del
Corecom, non essendo proponibile, viene estrapolato perché non può essere
discusso.
Emendamento protocollo numero 1.154 a firma Borrello: “All'articolo 3, dopo il comma 1, si aggiungono i seguenti commi:
1. In caso di demolizione o di furto del veicolo, l'intestatario è esonerato dal pagamento della tassa automobilistica regionale.
2. L'esonero spetta a condizione che sia dimostrato documentalmente che la consegna presso un centro autorizzato per la demolizione, o il furto regolarmente denunciato, siano avvenuti entro il termine utile per il pagamento relativo a ciascun periodo tributario e che, entro trenta giorni dalla consegna o dal furto, sia presentata domanda di annotazione al Pubblico registro automobilistico.
3. Nel caso in cui la demolizione o il furto siano intervenuti dopo il pagamento, è ammesso il diritto al rimborso relativamente alle quote mensili comprese tra la data dell'evento e quella di scadenza della tassa già pagata”.
La parola all’onorevole Borrello.
Presidente, sto riproponendo questo emendamento dopo averlo presentato
in Commissione, dove è stato respinto, perché credo che non sia stato valutato
nella sua complessità e semplicità allo stesso tempo.
Il punto qual è? Credo che il provvedimento che si propone
con l’emendamento sia una questione che assume una certa rilevanza anche di
tipo sociale, oltre ad essere un atto, a
mio giudizio, equo e giusto. Di che cosa stiamo parlando? Di un
provvedimento che riguarda chi è oggetto di furto di autovettura in un periodo
entro il quale deve essere corrisposto il bollo dell’auto, della tassa di
possesso – così mi sembra si chiami – e che con le norme vigenti comunque è
tenuto al pagamento, salvo, poi, con peripezie diverse e varie - spesso e
volentieri anche demotivanti - per poter ottenere,
probabilmente, quando sarà, un rimborso – aggiungo
che parliamo di cifre di non scarsa rilevanza.
Questo provvedimento vuole suggerire
che chi si trovi in queste condizioni sia esonerato dal pagamento della tassa
di possesso, perché credo sia – come dicevo prima – giusto ed equo.
Una seconda opzione prevede che colui il quale, dopo aver
pagato la tassa di possesso, diventa oggetto di furto dell’autovettura, possa
avere la possibilità di aver rimborsato per quote mensili l’arco temporale
intercorrente tra la data del furto e il termine ultimo entro i quali era
valido il pagamento della tassa.
Questo è l’emendamento, Presidente. Chiedo ai colleghi un’attenzione particolare su quello che ho
detto e – ripeto – non mi può essere sufficiente la risposta che mi è stata
data in Commissione, secondo la quale un provvedimento di questa natura
verrebbe a far decrescere l’introito della tassa di possesso per la Regione.
Dico che se questo può essere in qualche
misura vero, non è però giusto che la Regione acquisisca impropriamente questa tassa di possesso
per un’autovettura di cui il titolare non
detiene più la proprietà.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.154.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3 bis.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.155 a firma Borrello: “All’articolo 4, comma 4, dopo le parole “con propri atti” si aggiungono le parole “e previo parere della competente Commissione permanente”.
Si illustra da sé. Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.155.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
All’articolo 5 c’è l’emendamento protocollo numero 1.088 dell’onorevole Tripodi, che non vedo in Aula, quindi si intende decaduto.
Emendamento protocollo numero 1.228 a firma Incarnato: “All’articolo 5, comma 1, sono aggiunte le seguenti parole: “Agli stessi Consorzi, per far fronte alla liquidazione dei Tfr del personale dipendente, la Giunta regionale è autorizzata a concedere un’anticipazione pari a 2.520.000 Euro”.
La parola all’onorevole Incarnato.
In effetti, questo emendamento che propongo recita che “agli stessi consorzi di bonifica” – riferendosi ai consorzi di bonifica della piana di Sibari e Valle del Crati – “per far fronte alla liquidazione dei Tfr del personale dipendente”, che è già in quiescenza da diversi anni, “la Giunta regionale è autorizzata a concedere un’anticipazione” – per come recita appunto il comma 1 dell’articolo 5 – “pari a 2.520.000 Euro.
Si tratta, come
sicuramente la Giunta saprà, di un problema che va avanti da molti anni, addirittura
dai tempi della Giunta Nisticò e non per responsabilità della stessa - mi guarderei bene
dall’affermarlo - il Consorzio di bonifica ha
seri problemi di carattere finanziario. Già all’epoca ci furono diverse sollecitazioni per
cercare di trovare una soluzione a questo problema del Consorzio Sibari-Crati e più tentativi che, purtroppo, non hanno
portato alla soluzione di questo problema.
E’ recente la decisione della Giunta di modificare quella famosa delibera che all’epoca fece la Giunta
Nisticò, volta ad evitare i pignoramenti
degli stipendi dei lavoratori e, quindi, garantire la continuità dei servizi.
Con la modifica posta in essere con la nuova delibera dall’attuale Giunta, a
mio avviso, si può rischiare che si apra un capitolo che porterebbe danni
ancora più gravi, in termini di pignoramenti, al Consorzio.
È un problema che riguarda il
Consorzio di bonifica e nella fattispecie, non essendoci stati accantonamenti
negli anni per il Tfr, questi lavoratori che ormai sono in pensione e non hanno
alcuna possibilità di poter percepire queste indennità.
La mia richiesta non è di trovare somme aggiuntive per questo, ma è una sorta di partita di giro, cioè una anticipazione della Giunta regionale per poi recuperare queste somme. L’importo che ho riportato nell’emendamento non l’ho inventato, ma è dato dagli atti certificati dagli uffici che stabiliscono la somma di 2.520.000 Euro, corrispondenti all’importo complessivo.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Questo emendamento, sostanzialmente, parlando di Tfr, e
quindi riferendosi a personale
dipendente, può essere recepito nel collegato al personale di cui parleremo. Può essere, anche, inteso come un
impegno e una raccomandazione per la
Giunta affinché possa provvedere e
far fronte a queste questioni, che sono urgenti e coinvolgono il personale dipendente.
Quindi, dal punto di vista normativo, lo rinviamo al collegato al personale, per la Giunta può
valere come un impegno a voler procedere per dare delle risposte.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo.
Per dichiarazione di voto: sono d’accordo con l’emendamento presentato da Incarnato, possiamo anche essere d’accordo con l’intento annunciato dal Presidente della Commissione, però ben sapendo che la materia di cui stiamo parlando è assai ben altra cosa rispetto ad un’ordinaria materia riguardante le questioni del personale, sia regionale che degli enti subregionali. Su questo punto c’è una responsabilità morale dell’istituzione.
Alcune di queste persone, addirittura, sono decedute, né
loro né le loro famiglie hanno avuto il riconoscimento e la devoluzione del Tfr
perché il Consorzio, di fatto, è
stato sottoposto ad una gestione di tipo fallimentare.
Ora capisco che c’è tutto un ragionamento aperto per quanto riguarda il riconoscimento della
massa debitoria di questo Consorzio,
ma nulla ha a che fare con la vita dei lavoratori,
per cui su questo punto gli assessori al ramo competente e la Giunta, prima
ancora di pervenire a una
discussione sul collegato al personale,
partendo dall’emendamento Incarnato
che prevede anche una quantificazione
certa, è bene facciano un punto ad hoc, a Viale De Filippis, perché si
trovi una soluzione, altrimenti la
situazione si risolve per estinzione naturale, cioè ormai è da lunghi anni che
è aperta questa questione e non è più moralmente sostenibile.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Noi condividiamo l’emendamento del collega Incarnato, tant’è che i capigruppo della maggioranza, su nostra sollecitazione, avevano firmato già un documento simile, più o meno, però abbiamo trovato difficoltà nel formulare l’anticipazione perché i conti erano già fatti.
Questo emendamento lo interpreterei, più che come
una raccomandazione, come un
impegno: “impegna la Giunta”, in modo da poter avere la possibilità di
verificare questa partita di giro e aiutare questi nostri ex dipendenti a cui
non viene pagata nemmeno la pensione.
PRESIDENTE
Viene trasformato in impegno.
“Il Consiglio impegna la Giunta”,
che, secondo me, è più vincolante.
Emendamento protocollo numero 1.215 a firma Adamo: “All’articolo 5, dopo il comma 4, aggiungere il seguente: “All’articolo 3 della legge regionale n. 51/2002 la parola “municipalizzata” è sostituita con “S.p.A.”.
Al comma 2 dello stesso articolo 3, legge regionale 51/2002, il capitolo 2222107 è sostituito con il capitolo 2222205”.
La parola all’onorevole Adamo.
Questo è soltanto la correzione di due meri errori materiali in riferimento alla legge che abbiamo approvato, la numero 51, in sede di esercizio provvisorio.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.215.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.089 a firma Tripodi Michelangelo, che non vedo in Aula, quindi è decaduto.
Pongo in votazione l’articolo
5 nel suo complesso.
(E’ approvato)
All’articolo 6
c’è un emendamento protocollo numero 1.090 a firma Tripodi Michelangelo, che non vedo in Aula, quindi
è decaduto.
Pongo in votazione l’articolo
6.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.224 a firma Pacenza: “All’articolo 7, dopo il comma 7, aggiungere il
seguente comma: “La Giunta regionale è autorizzata ad anticipare parte dei danni derivanti da particolari calamità naturali
(gelate) verificatesi nel territorio della Piana di Sibari e di Cammarata nella
prima decade di aprile u.s., al fine di sostenere
indifferibili lavorazioni agli impianti danneggiati (potature) resisi
urgenti dalle gelate”.
Alla copertura
finanziaria quantificata in Euro 2 milioni e 500 mila si provvede con
l’utilizzo di parte della Upb 8.1.01.02 e si aumenta dello stesso importo la
Upb 2.2.04.07”.
Chiede di illustrarlo l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Penso che
l’emendamento presentato da Pacenza sia da intendere come l’espressione di una sorta di
intesa tra le parti sociali.
Mi auguro che lo stesso assessore
all’agricoltura sia d’accordo in riferimento
al riconoscimento delle conseguenze da trarne sul terreno procedurale
sullo stato di calamità naturale della Piana
di Sibari per alcune gelate verificatesi.
(Interruzione dell’assessore Dima)
No, questo era un emendamento presentato dall’onorevole Dima in Commissione che abbiamo rinviato all’Aula.
PRESIDENTE
Chiede di parlare l’onorevole
Dima. Ne ha facoltà
Presidente, quell’emendamento è stato definito tramite l’unione di
due emendamenti, relativi entrambi
a calamità naturali: il primo riguarda la siccità del settore apistico, il
secondo riguarda, quello che diceva il collega Adamo, la gelata dei primi
giorni di aprile.
Ho unificato ed è stato consegnato
agli uffici quell’emendamento, per cui abbiamo anche un riferimento
finanziario.
(Interruzione)
No, è stato unificato, 320 e 321:
“Interventi a favore delle aziende colpite dalla gelata del mese di aprile 2003
e della siccità del settore apistico”. E’ indicato anche il capitolo, per cui
questo emendamento, sostanzialmente, riprende, unifica quello di Pacenza.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario perché si utilizza il fondo globale facendo riferimento ad una somma di 2 milioni e mezzo, mentre è favorevole all’emendamento a firma dell’assessore Dima che all’interno della stessa Upb sposta 500 mila Euro. Quindi, parere favorevole sull’emendamento Dima.
Pongo in votazione l’emendamento illustrato dall’onorevole Dima.
(E’ approvato)
E’ approvato l’emendamento dell’onorevole Dima perché ha il riferimento anche della spesa sul capitolo.
Presidente, chiedo scusa, l’emendamento Pacenza e l’emendamento Dima vengono assorbiti, quindi diventano emendamento Dima-Pacenza?
PRESIDENTE
Sì, certo.
Diego Antonio TOMMASI
No, perché non mi era sembrato così!
No, così è stato.
Emendamento protocollo numero 1.190 a firma Tommasi: “All’articolo 7 si propone di aggiungere due nuovi commi, punto 8) e punto 9), nel seguente testo:
8. Per far fronte alla necessità di procedere alla bonifica dei tetti in cemento amianto “eternit”, con i quali sono realizzate le coperture dei fabbricati di pertinenza privata e contestuale installazione di pannelli solari per il conseguimento di risparmi energetici, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2003 la spesa di Euro 5 milioni.
9. Lo stanziamento di cui al comma precedente sarà destinato all'assegnazione di un contributo in favore degli aventi diritto in seguito alla pubblicazione di apposito bando, che dovrà essere redatto secondo criteri che tengano conto della pericolosità ambientale e delle condizioni economiche del richiedente; il contributo sarà erogato in conto capitale e dovrà coprire il 50 per cento della spesa che sarà sostenuta dai soggetti privati che avranno prodotto documentata istanza; l'erogazione avverrà per stati d'avanzamento dei lavori regolarmente certificati da professionisti abilitati”.
La spesa dovrà gravare sull'Upb 3.2.03.01 Codice 3.2.03.01.19, dove è previsto uno stanziamento complessivo di Euro 8 milioni 954 mila”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, questo è
un emendamento che considera un grave problema
che abbiamo a
causa dell’utilizzo negli anni
passati del cemento amianto chiamato “eternit”. In Calabria abbiamo
svariate coperture di abitazioni con questo
materiale dannoso che provoca tumori, leucemia.
Credo questo sia un emendamento
che manda un segnale importante per la salute dei cittadini e la tutela
ambientale. In considerazione di questo chiedo, anche, l’intervento del
commissario delegato per l’emergenza ambientale, il Presidente Chiaravalloti,
nella sua doppia veste di Presidente della Giunta e commissario delegato per
l’emergenza, per dare attenzione a questa grande problematica che nella nostra
regione, purtroppo, è tenuta in scarsa considerazione, tant’è che manca – come
prevede la legge – un piano per lo smaltimento di questa sostanza molto
pericolosa.
Abbiamo ritenuto di
produrre questo emendamento in favore dei privati perché già alcune azioni
poste in essere dall’assessorato all’ambiente considerano le piccole e medie
imprese e i tetti in amianto nelle aziende sanitarie ospedaliere; credo che
avendo anche delle ristrettezze economiche - siamo la regione a più basso
reddito pro capite –, molti privati hanno serie difficoltà per
sostituire le coperture delle proprie case, già costruite con grande
difficoltà.
Credo che un incentivo
ai privati possa dare lo stimolo alle persone che non hanno la possibilità di
sostituire i tetti delle abitazioni dove vivono le famiglie, i figli, proprio
per poter stare tranquilli con rispetto al diritto alla salute.
Abbiamo pensato, al di là della sostituzione dei tetti in amianto, anche, nella costruzione dei nuovi tetti, di introdurre l’installazione dei pannelli solari che contribuiscono alla diffusione di una fonte di energia pulita.
Credo che questa materia non possa rimanere lettera morta. Fra l’altro noi ci siamo abituati, in questi
ormai tre anni di attenzione,
le politiche ambientali non sono state mai tenute
in considerazione da questo governo. Abbiamo cercato di produrre un emendamento
che stabilisca anche la quota di fondo perduto da dare ai cittadini. Si
potrebbe, anche, inserire con un apposito regolamento un tetto di reddito per
accedere a questo finanziamento. Presidente, in considerazione, non solo della
forza politica che rappresento, ma delle innumerevoli richieste che i cittadini
fanno alle varie amministrazioni, credo dovrebbe essere tenuta più in
considerazione, ma non ci meravigliamo se questo emendamento non verrà accolto
vista la scarsa attenzione che l’Aula presta a questo importante problema,
perché la sensibilità che state dimostrando verso l’ambiente è così bassa che
ormai non ci sorprendiamo più.
Presidente
Chiaravalloti, ho chiesto il suo autorevole parere come commissario delegato
per l’emergenza rifiuti su questa materia, lei che è così sensibile alla tematica
ambientale, essendo anche presidente di un’associazione ambientalista, vorremmo
ascoltare la sua opinione in merito a questo emendamento.
Presidenza
del Vicepresidente Domenico Rizza
PRESIDENTE
Aveva chiesto di parlare, mi dicono, il Presidente Chiaravalloti.
(Interruzioni)
Mi hanno informato male?
Diego Antonio TOMMASI
Avevo chiesto l’intervento del Presidente Chiaravalloti in quanto è anche commissario per l’emergenza
ambientale in Calabria e questo è un emendamento che riguarda quella
tematica.
Visti i ritardi che ci sono rispetto all’amianto,
avevo, appunto, chiesto il suo intervento, ma
è in tutt’altro affaccendato!
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Onorevole Rizza, condivido lo spirito dell’emendamento presentato
dal collega Tommasi e non posso non
condividerlo proprio per il fatto che, unitamente al collega Pilieci, abbiamo presentato un progetto
di legge – già da un paio di mesi – per far fronte all’emergenza amianto; ormai è diventata un’emergenza in Calabria
che non afferisce soltanto alle grosse problematiche che i privati hanno nel momento in cui decidono di dare avvio, di mettere in movimento, di mobilitare, per certi aspetti,
anche risorse economiche per migliorare le condizioni strutturali,
ristrutturare le case, rifare acquedotti, ma anche e soprattutto crea molti
problemi agli enti locali e, in particolare, ai Comuni per gli interventi – e
non pochi – che devono effettuare sui loro territori in virtù di alcune
strutture realizzate in tempi in cui l’amianto veniva utilizzato per costruire,
era di moda e che oggi trovano grandi difficoltà a smaltire questi prodotti e
queste strutture.
Allora si pone forte la necessità di
accelerare nelle Commissioni competenti questa legge sull’amianto, per cui non
accetto nella forma l’emendamento proposto dall’onorevole Tommasi, però ne
condivido lo spirito e chiedo possa essere trasformato in toto in una
forte raccomandazione verso il Consiglio stesso perché assuma questo impegno
che al più presto la legge sull’amianto venga posta in discussione e quindi
portata in Aula.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare
l’assessore Dima. Ne ha facoltà.
Volevo soprattutto sollecitare il collega Tommasi su un segmento dell’argomento che non è estraneo alla sua proposta. Mi riferisco agli impianti di irrigazione che, storicamente, nella nostra regione sono stati caratterizzati da una tipologia di interventi fortemente inquinanti.
(Interruzione)
Volevo soltanto comunicare all’Aula, visto che si è aperta questa discussione, che su questo
versante – può anche essere ben poca
cosa – siamo già nella direzione dell’ammodernamento e dell’estendimento degli impianti irrigui nella
direzione dell’utilizzazione di materiali compatibili con l’ambiente.
Seconda comunicazione, sempre
rispetto a questa questione: proprio di recente, utilizzando i fondi
comunitari, in armonia con l’accordo di programma quadro con il Governo
nazionale, sono stati consegnati in Calabria qualche centinaio di miliardi di
vecchie lire di opere in questa direzione. La Provincia di Cosenza, e
segnatamente l’area del Sibari-Crati, è beneficiaria di questo intervento pari
a 60 miliardi di vecchie lire.
C’è da aggiungere che, ancora oggi, il Por offre opportunità in questa
direzione, per cui nel contesto di queste politiche e soprattutto della
utilizzazione di queste risorse noi possiamo benissimo, tendenzialmente, creare
condizioni di utilizzazione di risorse per realizzare opere in questa
direzione.
Pertanto, al di là di un semplice e
immediato emendamento che poi, visti i numeri e il contesto, non potrà trovare
accoglimento, ma soprattutto la proposta non è assolutamente esaustiva rispetto
alla massa incredibile di risorse di cui abbiamo necessità in questa direzione,
ritengo che sarebbe forse più opportuno che il ragionamento si inquadrasse in
un contesto più ampio di utilizzazione di risorse comunitarie e nazionali.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, prendo
la parola per sottolineare quanto sia importante e
fondamentale l’emendamento che l’onorevole Tommasi
ha proposto, e per dire, a nome di tutta la
Commissione ambiente di cui sono Presidente, come questa sia fortemente sensibilizzata su una materia
che riguarda tutti i calabresi.
Non so – e la domanda la pongo al governo – se questo
emendamento può essere ricevibile per quello
che riguarda la parte finanziaria.
Se così dovesse essere o comunque se non lo è, perché mi si fa cenno che così
non è, in quanto non ci sono i finanziamenti opportuni, penso e ritengo che
questo possa trasformarsi non solo – come diceva l’onorevole Nucera – in una
raccomandazione verso il Consiglio e la Commissione che, di per sé, è già in
qualche modo sollecitata e sensibilizzata e quindi sin d’ora posso prendere
l’impegno di inserirla all’ordine del giorno, ma è anche una scelta strategica
non averlo messo finora all’ordine del giorno perché volevo che il governo si
collegasse con la Commissione per trovare il canale di finanziamento giusto.
Quindi ribadisco il concetto di
sottolineare e di rafforzare la richiesta presso la Giunta di trovare, insieme
alla Commissione e – perché no? – all’onorevole Tommasi che, peraltro, fa parte
dell’Ufficio di Presidenza, una soluzione tecnica per i finanziamenti, per poi
procedere eventualmente ad una rapida approvazione del disegno di legge
presentato, ma anche con le dovute integrazioni dello stesso progetto di legge
presente in Commissione o degli stessi progetti di legge che sono ivi giacenti.
PRESIDENTE
Se non ci sono altri interventi,
chiederei al collega Tommasi, rispetto alla proposta del collega Nucera di
trasformarlo in raccomandazione, se è d’accordo quindi ritira l’emendamento…
(Interruzione)
Vuole intervenire?
Secondo me dobbiamo fare saldi i princìpi di carattere generale. L’emendamento entra in aspetti anche di natura
tecnica, per cui l’armonizzazione è auspicabile nel momento in cui…
PRESIDENTE
Non “l’armonizzazione”,
la raccomandazione.
Giovanni DIMA, assessore
all’agricoltura
…la raccomandazione…
PRESIDENTE
Non è più un emendamento, assessore
Dima.
Giovanni DIMA, assessore
all’agricoltura
Sì, però anche la raccomandazione o
l’impegno o l’ordine del giorno – chiamiamolo come vogliamo – deve assumere
caratteristiche di natura generale, non così dettagliate, perché questi aspetti
più di natura tecnica vanno spesso in conflitto con quella che già è materia
della Giunta e del governo della Regione e tutta una serie di strumenti che
abbiamo a disposizione delineano alcuni percorsi
in questa direzione.
Per cui
sarebbe opportuno trasferire o trasformare questo emendamento in una sorta di
raccomandazione di carattere generale.
PRESIDENTE
Chiede di parlare l’onorevole Tommasi: lei ritira
l’emendamento, in presenza di questa…?
Diego Antonio TOMMASI
Se lei mi fa intervenire… ritirare l’emendamento senza dire niente mi sembra un po’…
Presidente, visti gli
interventi dei colleghi della maggioranza e del governo, mi pare che il
messaggio che arriva sia molteplice: c’è un messaggio del collega Nucera che
dice “fondamentalmente condivido, non nel merito ma nella sostanza, però c’è un
progetto di legge”; il collega Senatore dice “vista la programmazione della
Commissione, non l’abbiamo messo in secondo punto, ma è in un disegno generale
e noi vogliamo discutere del progetto di legge”; c’è una terza e importante
proposta, quella dell’assessore Dima, e per quello che mi riguarda ero già a
conoscenza di queste iniziative sull’agricoltura, perché i consorzi di
bonifica, purtroppo, in un periodo storico hanno costruito le reti irrigue con questo materiale. Bene sta facendo lei a sostituirle
e gliene diamo merito pubblicamente di questo,
assessore, perché è così che si affrontano le tematiche ambientali, specialmente
quando si va verso un’agricoltura di qualità.
E’ chiaro, però, che abbiamo altri problemi su
questa materia, e l’ho sottolineato prima: ad oggi, dopo che l’assessore Dima
ha programmato la sostituzione di queste
opere, manca un piano per lo smaltimento di queste cose, manca una
programmazione di queste cose. E questi sono i ritardi che, a prescindere
dall’opera di bonifica, manca un’opera di programmazione. L’assessore
all’ambiente, nonché il commissario delegato per l’emergenza rifiuti, io
difficilmente cerco di fare intervenire il Presidente della Giunta, ma non a
caso chiedevo l’intervento del commissario delegato per l’emergenza ambientale,
perché questa è una tematica delicatissima per la nostra regione.
Onorevole Rizza, stiamo parlando di
un problema molto delicato.
PRESIDENTE
Non può intervenire di nuovo sullo
stesso problema.
Diego Antonio TOMMASI
Per quello che mi riguarda,
l’emendamento che era complesso e andava nella direzione dei privati, aveva ed
ha un senso, perché ad oggi iniziative dell’assessorato all’ambiente o
all’energia sono già andate nella direzione del pubblico, delle piccole e medie
imprese.
Oggi posso tranquillamente ritirare
l’emendamento e accettare una proposta con un impegno del governo, se
l’assessore Dima parla a nome del governo, che va nella direzione di dire che
come agenda e come priorità si va verso una grande attenzione - da qui ai
prossimi mesi - per quanto riguarda le tematiche e le problematiche
sull’amianto.
Altra cosa è la normativa generale che,
come Ufficio di Presidenza e col collega Senatore, così attento, affronteremo
in separata sede.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
Molto brevemente per chiarire il senso del mio precedente intervento.
Mi sembrava di essere stato chiaro, ma adesso la formulo meglio la proposta: nel mio precedente intervento, in sostanza, avevo proposto
all’Ufficio di Presidenza e quindi anche all’onorevole Tommasi di dedicarci
sulla materia in generale insieme al governo, quindi insieme anche
all’assessore Dima, ma non solo, perché c’è un’attività che coinvolge altri
dipartimenti del governo stesso, a cominciare dall’assessorato all’ambiente per
non escludere quelle che sono le attività produttive, ivi compreso il
Presidente della Giunta che ha la delega all’energia.
Quindi al collega Tommasi, del quale
vorrei l’attenzione, sto formulando la proposta di vederci per una riunione
complessiva su tutti gli aspetti e quindi non solo su quelli dei pannelli o dei
canali da bonificare, ma su tutta la materia perché molto complessa e delicata
e soprattutto tutta la maggioranza è sensibile verso queste cose.
Dopo la dichiarazione dell’onorevole
Tommasi che si è dichiarato disponibile al ritiro dell’emendamento e con
l’impegno del Presidente della Commissione competente a discutere
approfonditamente della cosa, lo riteniamo ritirato e passiamo oltre.
Raffaele SENATORE
Presidente, possiamo fare una
sottocommissione.
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, ho chiesto all’assessore
Dima se parla come titolare della delega all’agricoltura o come governo.
PRESIDENTE
Risponde l’assessore Gentile.
L’assessore Dima non
parla a titolo personale.
Questo emendamento ha il merito di avere sollevato un problema
e di avere riscontrato la volontà anche da parte della maggioranza, da parte del Presidente
della Commissione ambiente,
del collega Nucera, dell’assessore stesso. Credo che, a questo punto, bisogna solo
ritirarlo perché,
così come è formulato, non può andare, anche perché le cifre previste non
esistono; bisogna, invece, fare un discorso
insieme alla Commissione e all’assessore per coordinare questo tipo di lavoro
in modo che si possa raggiungere un risultato positivo.
Passiamo all’emendamento protocollo numero 1.214 a firma Napoli, Adamo: “All’articolo 7, al comma 10, sostituire al primo capoverso la cifra “1 milione” con la cifra “500 mila”.
Aggiungere allo stesso comma il seguente emendamento: “La Regione Calabria concede la somma di Euro 500 mila quale contributo straordinario per la gestione del “Consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari di Crotone”.
La parola all’onorevole Adamo.
Il Consorzio per gli studi universitari di Crotone è di recentissima istituzione, la
Regione ne è stata parte promotrice fondamentale, grazie soprattutto
all’impegno diretto dell’onorevole Presidente della Giunta. Accogliere questo emendamento, quindi, sarebbe un segnale di coerenza concreta con quanto già ha fatto
la Regione Calabria e consentire l’avvio delle attività. Perciò,
ritengo che siano sufficienti queste ragioni per motivarne la presentazione e l’accoglimento.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Favorevole con la riduzione dell’importo, perché è molto alto e non si può far fronte; magari, invece di 500, propongo 50 mila Euro.
(Interruzione)
Non ci sono le risorse necessarie, quindi parere favorevole per 50 mila Euro.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Favorevole. Onorevole Adamo, il suo
emendamento passa con la riduzione della somma: al posto di 500 mila, 50 mila
Euro.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Giuseppe GENTILE, assessore alle attività produttive
Poi vediamo in fase di assestamento.
Nicola ADAMO
Possiamo fare un attimo un coordinamento formale anche alla presenza del Presidente della Giunta? Perché 50 mila può darsi che poi nemmeno li spendano. Capisco che 500 mila Euro forse è azzardato, anche perché non si tratta della “Magna Grecia”, ma se possiamo avere un fondo più significativo, sì, magari anche a detrazione…
Onorevole Adamo, questo emendamento passa con la riduzione proposta dal relatore e appoggiata dall’assessore; eventualmente si dovessero trovare altre cose, poi in Giunta si provvederà.
Pongo in votazione
l’emendamento protocollo numero 1.214 con la riduzione da 500 mila Euro
a 50 mila Euro.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.091 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone l’abrogazione del comma 14 dell’articolo 7”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Questo emendamento vuole abrogare il comma 14 dell’articolo 7, su cui già abbiamo discusso in Commissione e sul quale avevo già espresso un’opinione contraria.
L’articolo 7, comma 14, prevede il finanziamento di 200 mila Euro da destinare alla progettazione dell’ampliamento della sede del Consiglio regionale. Presidente sono contrario a questa proposta per una serie di ragioni, innanzitutto perché ritengo che l’area destinata al Consiglio regionale sia già ampiamente utilizzata e cementificata, tant’è che anche recentemente i cittadini della zona hanno promosso una serie di iniziative. Vi è stato nella sede del Consiglio regionale un convegno che sollecitava la realizzazione dei servizi e del verde, che sono necessari e che erano previsti nel progetto originario e che finora non sono stati realizzati insieme al parcheggio multipiano, che sembra scomparso, di cui non si parla più e che era previsto nella stessa area. Quindi c’è un problema di dire no alla cementificazione, di mantenere l’equilibrio della zona, di investire sui servizi e sul verde che finora sono stati totalmente trascurati e di elevare il livello di vivibilità e di qualità di quest’area della città di Reggio Calabria.
In secondo luogo debbo dire che, se una necessità sorge
legata alla costruzione di nuove
sedi del Consiglio regionale, così come si presuppone dalla proposta contenuta
nella Finanziaria, cioè di progettare
l’ampliamento della sede attraverso nuove costruzioni, credo che se di nuove
costruzioni si possa parlare – se ce n’è la necessità – lo si può fare facendo
riferimento ai modelli parlamentari. La Camera non è tutta a Montecitorio, le
sedi della Camera dei Deputati, a Roma, sono dislocate in tanti palazzi
conosciuti da tutti, noti e non necessariamente tutte le funzioni e i servizi
sono dentro il palazzo di Montecitorio che non potrebbe contenerli. Né nessuno
ha mai immaginato di fare una sopraelevazione di palazzo Montecitorio per far
fronte ai servizi nuovi e alle necessità ulteriori della Camera dei Deputati.
Peraltro, devo ricordare – e voglio
che sia conosciuto questo aspetto – che la Giunta regionale, recentemente, pare
abbia stipulato un accordo per assumere, proprio in un’area adiacente al
Consiglio regionale, tutti i locali dell’ex fabbrica “Mauro” che sono a 100
metri e limitrofi all’area di proprietà del Consiglio regionale. Credo che sia
stato firmato recentemente dal Presidente Chiaravalloti un accordo per
realizzare una riconversione di quell’ex stabilimento, che è stato trasferito
nell’area industriale di Campo Calabro, che dovrebbe dare 350 nuovi posti di
lavoro, quindi locali che saranno adibiti ad uffici per 350 dipendenti.
Credo che, se un problema anche di
funzionalità logistica si pone, potrebbe essere risolto tranquillamente dallo
stesso Consiglio regionale in un rapporto, credo opportuno e positivo, con la
Giunta regionale perché tutti o in parte i locali dell’ex azienda “Mauro”
vengano utilizzati per nuovi uffici e nuovi servizi del Consiglio regionale,
tenendo conto che i locali dell’azienda “Mauro” acquisiti dalla Regione con un
protocollo firmato dal Presidente Chiaravalloti sono contigui al palazzo del
Consiglio regionale.
Quindi una serie di ragioni mi
inducono a ritenere che noi non possiamo finanziare una progettazione, senza
sapere se c’è cubatura in quest’area per nuovi uffici, per nuovi edifici, per
nuove volumetrie, e se ci sono le condizioni dal punto di vista urbanistico
perché questo avvenga. Non vedo come si possa fare un’operazione che finanzia
una progettazione, non sappiamo bene di che si tratta, io ho detto al collega
Bova – che si era fatto portatore e promotore di questo emendamento –, che
personalmente non ne sono assolutamente convinto e credo che altre soluzioni e
alternative più concrete, più credibili, meno onerose e soprattutto meno in
grado di determinare e di suscitare perplessità di vario genere si potrebbero
prospettare. Quella “Mauro” è una soluzione a portata di mano, locali già
ristrutturati, peraltro, per 350 posti di lavoro per i dipendenti che andranno
lì, sicuramente lì potremmo utilizzare una buona parte di quei locali per i
nuovi uffici, le nuove sedi, i nuovi organi che si dovrebbero insediare nel
Consiglio regionale e, se quello non è possibile, si trovi un altro locale, un
altro posto e se è necessario si costruisca un nuovo palazzo del Consiglio
regionale.
Quindi insisto nella proposta
dell’emendamento.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Bova. Ne ha facoltà.
A me sembra che questo impegno dell’onorevole
Tripodi sia degno di miglior causa. L’ho ascoltato, non so da dove li
tira fuori quegli argomenti,
io ragiono in positivo, nel senso che programmare significa, sulla base di decisioni assunte, prevedere i tempi
in cui quelle decisioni si inverano.
Ora, come noi sappiamo, in prima
lettura già un mese fa abbiamo approvato lo Statuto, da qui a un mese si può
passare alla seconda lettura, a quel punto decisioni già assunte, peraltro su
alcune questioni all’unanimità, quelle che riguardano il Consiglio regionale
delle autonomie, dell’economia e del lavoro, la Consulta delle garanzie assieme
ad altri strumenti come il Corecom, che ora sono alloggiati fuori, dovrebbero
avere sin dalla prossima legislatura una struttura in grado di farli funzionare
alla pari con lo stesso Consiglio.
Per fare questo bisogna agire in
maniera ordinata e presto, in questa struttura, non ci saranno nemmeno più i
locali per accogliere i gruppi. Su questa base, avendo un’intesa informale
ancora col Comune, rispetto ad un’area per cui è già previsto nel piano
regolatore di Reggio la realizzazione di un nuovo manufatto, sulla base di una
Conferenza dei servizi e quindi non è vero che la cementificazione – gliel’ho
spiegato in Commissione…
(Interruzione)
Non ci ritorni, onorevole Tripodi,
per favore…
Il punto è di dare alla città, come è
giusto, sulla base di decisioni del Consiglio regionale, quella struttura in
grado di accogliere quelli che sono strumenti fondamentali della nuova Regione
Calabria assieme al personale.
Per fare questo bisogna cominciare a
ragionare, a progettare per tempo e poi decidere sui passaggi successivi.
Questo è il punto. A questo – tranne lei, purtroppo – la Commissione
all’unanimità ha risposto sì. Lei insiste, mi dispiace, è uno di quei casi in
cui la sua posizione fino ad ora non è di minoranza; una qualche riflessione
sul fatto che non su un punto di principio lei agisca da solo la deve pur fare,
perché errare è umano, perseverare è diabolicum!
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.091.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.092 a firma Tripodi Michelangelo: “All’articolo 7, dopo il comma 14 sono aggiunti i seguenti commi:
“15. La Giunta regionale è autorizzata a concedere alla Provincia di Reggio Calabria un contributo straordinario per la realizzazione della strada pedemontana da Rosario Valanidi a Bagaladi.
16. Per l’intervento di cui al comma precedente è autorizzata per l’esercizio finanziario 2001 la spesa di Euro 2 milioni e 500 mila”.
17. Alla relativa copertura finanziaria si provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.092.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.093 a firma Tripodi Michelangelo: “All’articolo 7, dopo il comma 14 si propone di aggiungere il seguente comma:
“15. A valere sullo stanziamento di cui all’Upb 3.2.04.02.01 è autorizzata la spesa di 500.000 (cinquecentomila) Euro per gli interventi di ripristino delle attività produttive, delle strutture viarie e delle abitazioni civili danneggiate nel comune di Scilla dagli eventi franosi verificatisi nell’aprile 2000”.
16. Alla relativa copertura finanziaria si provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.093.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.248 a firma Dima ed altri:: “All’articolo 7 sono aggiunti i seguenti commi:
“15. Al fine di consentire l’attuazione di ulteriori Piani di sviluppo locale da realizzare nell’ambito del Programma Leader+, approvato dalla Commissione Ce con decisione del 19 febbraio 2002, n. C(2002)/246, è autorizzata per il periodo 2003‑2008 la spesa, a carico del bilancio regionale, di Euro 3 milioni, di cui Euro 500 mila per l’esercizio finanziario 2003, con allocazione all’Upb 2.6.01.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
16. Alla copertura degli oneri di cui al precedente comma 15 si provvede – per quanto riguarda il corrente esercizio finanziario – con la disponibilità esistente all’Upb 2.2.04.08 (capitolo 22040824) dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003, che viene contestualmente ridotta di Euro 500 mila – per quanto riguarda gli anni successivi – con la disponibilità esistente su base pluriennale all’Upb 2.6.01.01 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio.
17. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Gianfranco LEONE
Presidente, so che siamo in votazione, ma non trovo l’emendamento.
PRESIDENTE
Mi pare giusto far avere a tutti i consiglieri l’emendamento che mi risulta agli atti…
(Interruzione)
Gianfranco LEONE
…ma non era qui negli atti…
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.248.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7 così come emendato.
(E’ approvato)
Passiamo all’articolo 8.
Gianfranco LEONE
Presidente, vorrei porre in votazione lo spostamento della discussione dell’articolo 8 alla fine di questo articolato.
PRESIDENTE
Se non ci sono opposizioni, pongo in votazione lo spostamento della discussione dell’articolo 8.
(Interruzione)
L’esame dell’articolo 8 è spostata alla fine della discussione sul resto del bilancio, quindi tutti gli emendamenti all’articolo 8 vanno momentaneamente accantonati, slitta tutto alla fine.
(Interruzione)
Passiamo all’articolo 8 bis.
Presidente, questo articolo è ancora in discussione nella competente Commissione. Questa mattina la prima Commissione si è occupata di questo, abbiamo iniziato la discussione e l’abbiamo rinviata a martedì, quindi sarebbe opportuno che fosse sospeso.
(Interruzione)
Onorevole relatore, vuole cortesemente illuminarci? Sono due emendamenti identici, istitutivi dell’articolo 8 bis: uno è a firma del Presidente Talarico e l’altro è a firma dell’onorevole Nucera ed altri.
Do lettura dell’emendamento protocollo numero 1.142 a firma Talarico: “Dopo l’articolo 8 è aggiunto il seguente:
“Articolo 8 bis
1. Al fine di consentire
la sostituzione degli autobus destinati al trasporto pubblico locale in
esercizio da oltre 15 anni, nonché la realizzazione degli altri interventi
previsti dall'articolo 2, commi 5, 6 e 7 della legge 18 giugno 1998, n. 194, la
Giunta regionale è autorizzata ad utilizzare prioritariamente in capitale i
contributi già assegnati allo stesso titolo anno per anno dallo Stato alla
Regione Calabria ai sensi della stessa legge n. 194/98, della legge 23 dicembre
1999, n. 488 (articolo 54, comma 1), della legge 23 dicembre 2000, n. 388
(articolo 144, comma 1), della legge 1° agosto 2002, n. 166 (articolo 13, comma
2).
2. Successivamente, sulla base delle effettive necessità, la Giunta regionale è autorizzata a contrarre un mutuo a tasso fisso – di durata quindicennale e con oneri di ammortamento, a totale carico dello Stato, decorrenti dal 1° gennaio 2004 – la cui rata semestrale, comprensiva della quota interessi, sia coperta interamente dai trasferimenti statali erogati nell'intero arco temporale 2004‑2018 e comunque non sia superiore ad Euro 3.536.823,22.
3. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui ai precedenti commi si provvede con gli stanziamenti allocati all'Upb 2.3.01.02 (capitoli 2222212 e 8042310) dello stato di previsione della spesa del bilancio annuale 2003 e successivi.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
(Interruzione)
Collega Morrone, diamo la parola all’assessore Stillitani che lo illustrerà e verificheremo…
Questo emendamento riguarda l’autorizzazione a
contrarre un mutuo per attuare il Piano autobus, di cui abbiamo parlato, fra
l’altro, stamattina in
Commissione.
Abbiamo una legge di finanziamento
statale, la 194, che dà alla Regione per quindici anni una certa cifra per rate
di mutuo. Per poter disporre dell’intero importo immediatamente e quindi
finanziare il Piano autobus, è necessario contrarre un mutuo con la Cassa
depositi e prestiti o con altro ente, quindi capitalizzando, attualizzando le
rate di mutuo che man mano vengono ad essere concesse dallo Stato alla Regione.
Questo mutuo non grava assolutamente
sul bilancio, perché si tiene conto nella quantificazione dell’importo da
mutuare anche del pagamento degli interessi. Quindi è assolutamente neutro per
quanto attiene il discorso del bilancio.
Perché è urgente l’approvazione?
Perché, dato che il Piano autobus è pronto, l’abbiamo discusso in Commissione
stamattina e martedì lo completeremo, non potremmo andare avanti e quindi non
potremmo comunicare alle aziende la possibilità dell’acquisto degli autobus, se
poi non abbiamo la possibilità di poter contrarre questo mutuo.
Ecco perché vi chiedo e ritengo sia
necessario per l’attuazione di questo strumento che è molto importante, quello
della riforma di tutto il Parco autobus regionale, di passarlo come
emendamento.
PRESIDENTE
Onorevole Morrone, è soddisfatto del chiarimento dato dall’assessore?
(Interruzione)
Prego, onorevole Bova.
Si sta riflettendo
nel merito e, in qualche maniera, c’è una competizione positiva rispetto al piano, per acquisire nel prossimo triennio un certo numero di autobus, sulla base di alcuni parametri ben precisi: il primo
riguarda la quantità di autobus acquistabili. Se si utilizza la tecnologia su
cui è stato costruito il Piano dell’assessorato, si acquisiranno meno autobus
perché l’incidenza del Crto è di circa il 20-22 per cento rispetto ad un
autobus standard.
Allora in Commissione le osservazioni
sono state “benissimo, un’attenzione rispetto al traffico urbano, alle municipalizzate e così via, laddove magari
si renda più indispensabile”, un altro atteggiamento per quanto riguarda le
altre linee.
C’è una seconda questione riferita a
nuove portiere, in maniera da abbattere le barriere perché i portatori di
handicap possano salire.
Allora la risposta è giusta, rispetto
a chi dice “facciamo martedì”, “non possiamo fare martedì perché dobbiamo
decidere oggi ed assumere la decisione” e quindi noi dobbiamo rispondere sì, ma
c’è un altro sì che deve dire l’assessore: è quello rispetto ad alcune
indicazioni non in questo momento perentorie che possano portare non soltanto
ad acquistare più autobus, a non escludere il know-how italiano perché
quel tipo di proposta è solo mirata su Mercedes e solo ad un tipo di gasolio
che, peraltro, presenta inconvenienti, ché sul mercato – parlo del gasolio blu
– c’è solo in alcune colonnine dell’Agip, eccetera, e quindi la nostra risposta
è che si può fare e che si debba fare. Ci deve essere una replica
dell’assessore che sin da ora, anche se non abbiamo concluso, dica che c’è
un’attenzione positiva.
PRESIDENTE
Ritengo che questo emendamento sia la
premessa per poi entrare nella discussione di merito in sede di Commissione.
Ennio MORRONE
Posso, Presidente?
PRESIDENTE
Non attende il chiarimento
dell’assessore?
No, ho una mia idea
che coincide con quella dell’onorevole Bova in
linea di principio, però faccio questo ragionamento – correggetemi se sbaglio -:
prima di contrarre un mutuo devo stabilirne l’entità
e, per fare questo, devo sapere con precisione cosa vado a comprare, che scelte
faccio, il numero di automezzi da
acquistare. Quindi, stabilito questo, stabilisco l’entità e la cifra del mutuo.
Mi pare che qui si vada al contrario: prima si stabilisce l’entità del mutuo,
poi si vedrà come, quando e che tipo di mezzi comprare.
La mia perplessità
era solo di questo tipo, di questo carattere, anche perché questa mattina sul
tipo di gasolio e di catalizzatore da
utilizzare, cioè su una serie di
problematiche, abbiamo aperto una discussione che, comunque vada, va a
definire… Noi adesso definiamo a monte una somma per poi, a valle, stabilire il
tipo da acquistare. Mi pare che si marci esattamente al contrario.
Era questa la mia perplessità, non
era sul fare il mutuo, perché mi trovate d’accordo, ma sull’entità del mutuo.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Stillitani.
Forse è stato letto
con un po’ di disattenzione.
Qui non c’è la richiesta della contrazione di un mutuo di un importo già
determinato, l’emendamento recita: “successivamente, sulla base delle effettive necessità, la Giunta
regionale è autorizzata a contrarre un mutuo… …e comunque con rata non
superiore ad Euro…”. Cosa significa? Che noi non siamo oggi nelle condizioni di quantificarlo; nel momento in cui abbiamo deciso il numero degli autobus
che verranno cambiati, quali costi e quindi accettando quali tecnologie, verrà
ad essere quantificata l’effettiva necessità anche sulla base delle richieste e
poi la Giunta contrarrà un mutuo.
Quindi non è preventivamente
determinata la quantificazione dell’importo, appunto sulla base delle
osservazioni che avete fatto testé.
PRESIDENTE
Alla luce di questi chiarimenti, se non ci sono altri
interventi…
(Interruzione)
Prego,
onorevole Incarnato.
Lei ha fatto, poco fa, una correzione all’articolato – se ho capito bene – cioè la premessa è vincolante rispetto ai criteri oppure può essere modificata rispetto al comma 1 dell’emendamento? A me sembra che, in base alla legge 194, è possibile accedere a dei mutui, per quanto riguarda la spesa regionale, però leggiamo al primo comma dell’articolato che già si stabiliscono dei criteri che, a loro volta, sono stati oggetto di discussione in Commissione, stamattina, comunque a me sembra strano che oggi si possa fare un emendamento che vincola già le aziende discriminate nell’ambito del trasporto pubblico locale. Questa è la cosa che avverto, vincola rispetto alle scelte che vanno ad individuare i soggetti che possono beneficiare di questa legge.
Questo è il punto sul quale credo vada fatta una riflessione.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Stillitani.
Francesco Antonio STILLITANI, assessore ai trasporti
Io, francamente, vincoli non ne vedo, se non quelli dei quindici anni di età.
Luigi INCARNATO
Le spiego subito:
leggo che i finanziamenti, per quanto riguarda il trasporto
pubblico locale, sono indirizzati
ai pullman che sono già in esercizio da quindici anni. Stamattina abbiamo
chiarito…
Francesco Antonio STILLITANI, assessore
ai trasporti
E’ imprescindibile.
Luigi INCARNATO
No, questo è un criterio, non è che è
imprescindibile.
Francesco Antonio STILLITANI, assessore
ai trasporti
No, perché questo lo dice la “194”.
Luigi INCARNATO
La legge non obbliga a questo, cioè
noi stamattina abbiamo detto in Commissione – pregherei il Presidente della
Commissione di intervenire su questa cosa – che ci sono delle possibilità per
le aziende calabresi che hanno investito a proprie spese sui pullman da
acquistare.
Francesco Antonio STILLITANI, assessore
ai trasporti
Certo, però anche quelli sostituiti
precedentemente…
Luigi INCARNATO
Chi non ha fatto acquisti, potrebbe
aspettare la Regione che dà i contributi al 75 per cento per acquistare i
pullman. Quindi andiamo a fare una discriminante in questo senso.
Per quanto riguarda la richiesta del
mutuo, che poi va quantizzato, credo che non ci siano problemi sotto questo
aspetto, ma vincolare l’emendamento con dei criteri già definiti, a mio avviso
è una discriminante. Questo è il punto che la Commissione dovrà sciogliere.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Stillitani.
Volevo chiarire un punto: quand’anche dovessimo decidere in Commissione che è legittimo finanziare gli autobus sostituiti dal ’98 ad oggi, dovrebbero comunque essere autobus con più di quindici anni, acquistati con mezzi propri – è chiaro – ma comunque, ripeto, con più di quindici anni.
In ogni modo, se è semplicemente un discorso di testo, modifichiamo le prime due righe per evitare qualsiasi equivoco o eventuale vincolo, può passare lo stesso, non è un…
Assessore, se mi consente, mi limiterei a stabilire che la Giunta regionale è autorizzata a contrarre dei mutui, che poi saranno quantizzati, che vanno ad essere individuati nell’ambito dei criteri che vengono scelti rispetto alla delibera della Giunta regionale. Cioè, a mio avviso, questo è il punto, che va chiarito.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Mi sembra che l’Aula
non abbia chiara la problematica su questo punto, per cui la proposta
che formulo è di spostare alla fine
la discussione di questo argomento per consentire
di procedere rapidamente per
il resto dei lavori.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
La mia proposta è un richiamo, visto che stamattina abbiamo anche ritardato l’inizio dei lavori consiliari a causa di quelli che si stavano
svolgendo in prima Commissione su questo
argomento.
Apprezzo e stimo molto il lavoro che fa il Presidente Chiarella, il quale dovrebbe
intervenire in questo dibattito per sancire quanto stabilito in Commissione e
in funzione di questo poi discutere, perché credo che oggi abbiamo dibattuto
per due ore-su questa tematica, rinviando il tutto alla seduta di Commissione
di martedì.
A questo punto, trovarci con un
emendamento che già va a vincolare alcune cose, significa…
PRESIDENTE
Onorevole Tommasi, c’è una proposta
del collega Senatore.
Diego Antonio TOMMASI
E’ soltanto per rinviare il discorso.
PRESIDENTE
Ho capito, ma debbo comunque metterlo ai voti, collega Tommasi.
Pongo in votazione la proposta del collega Senatore.
(Il Consiglio approva)
L’articolo 8 bis slitta alla fine della discussione.
Passiamo all’articolo 9: c’è l’emendamento protocollo numero 1.094 a firma Tripodi Michelangelo, il quale è assente, per cui è decaduto.
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.219 a firma Pacenza, Adamo, Fava ed altri: “All'articolo 10, dopo il comma 1 aggiungere il comma l bis: “Euro 250 mila delle Upb 2.2.01.04, capitolo 6133103, sono destinati all'attivazione del collegamento marittimo Sibari (Corigliano)-Grecia (Patrasso)”.
La parola all’onorevole Adamo.
Potremmo pure dire che si illustra da sé, però, il Presidente mi deve consentire di soffermarmi, un attimo, nel merito
di questo emendamento perché
tratta una questione che va ben al di là
del problema che pone la norma finanziaria.
L’emendamento è riferito alla
possibilità dell’uso commerciale-turistico, ma soprattutto turistico, del porto
di Sibari. Non mi soffermo sulle capacità e le potenzialità di questa
infrastruttura che, allo stato, è assai sottoutilizzata, voglio invece
sottolineare le opportunità che, attraverso anche tempi rapidi, si potrebbero
avere per garantire un collegamento di comunicazione rapida tra Sibari e la
Grecia; cioè ci sarebbe un modo di intercettare una domanda di flusso turistico
che soprattutto durante i periodi estivi, invece, è orientata verso i porti
della regione pugliese.
Penso che questo sia un impegno a cui
il Consiglio regionale non si può sottrarre, se vogliamo guardare a quella
zona, a quel sistema della zona di Sibari, dei suoi scavi, del suo mare,
dell’utilizzo di quell’infrastruttura come un punto di eccellenza del sistema
regionale.
Ora, capisco che ci possa essere una
difficoltà strutturale nell’incardinamento nel bilancio, però non vorrei che
anche questo emendamento venisse assunto sotto la forma della raccomandazione,
perché se così è, penso che nessuno di noi abbia bisogno di essere raccomandato
per utilizzare questa vocazione naturale del porto di Sibari. Sarebbe, allora,
interessante che, indipendentemente dalla norma finanziaria – mi rivolgo
soprattutto all’assessore al turismo – trovassimo il modo per statuire il
contenuto di questo obiettivo, quello di attirare i collegamenti con la Grecia
e comunque con la sponda dell’est, del Mare Ionio opposta a quella calabrese,
dando mandato, magari se proprio non c’è la possibilità di trovare i fondi
stasera, all’assessorato al turismo e all’assessorato ai trasporti perché si
proceda rapidamente per vedere come trovare anche un partner che, in qualche
modo, si faccia carico di questa linea di comunicazione, ai fini di decidere
l’attivazione di un servizio e quindi attraverso la norma, stasera indirizzare
l’uso di questo porto per questo tipo di scopo.
Per cui discutiamo un
attimo, se è il caso, sulla norma finanziaria, però la norma legislativa che
sottolinea questo impegno l’assumerei nella legge Finanziaria. Se, ancora
meglio, riuscissimo ad avere almeno per le spese di avviamento, per ciò che
potrà servire, una posta finanziaria, faremmo cosa assai giusta, anzi cosa
assai in ritardo rispetto agli anni che una domanda di questo tipo attende una
risposta.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Intervengo per dire
che sono d’accordo su questa proposta, perché credo
sia uno dei modi migliori per utilizzare una
struttura che effettivamente ha qualche
carenza e forse questo è anche un momento particolare per migliorare la qualità della vita di un grossissimo
territorio qual è quello della Sibaritide. Però, vorrei sentire qual è il
parere del governo circa i finanziamenti, perché se
dovessimo trovare eventualmente una risposta
non favorevole nell’accoglimento per quanto riguarda la parte finanziaria e non il senso e il
contesto, che penso condivida anche il governo, vorrà dire che lo possiamo
trasformare in una raccomandazione al governo per fare in modo tale che da qui
a breve troviamo una forma per poter arrivare comunque all’obiettivo che questo
emendamento si pone.
Era questo il senso del ragionamento
e quindi chiedo il parere del governo.
PRESIDENTE
Parere del governo?
In linea di massima, concordiamo su questo problema perché il porto di Sibari non può restare in quelle condizioni, ma l’idea va affinata, dobbiamo lavorarci meglio intorno, per cui dico che intanto lo possiamo accettare come raccomandazione; poi, in una fase più o meno immediata, andiamo a verificare quello che è verificabile e dopodiché lo facciamo diventare qualcosa di più concreto. Se lo facciamo così, sull’onda di un emendamento, forse non riusciremo poi a raggiungere risultati positivi.
Pertanto, come raccomandazione, secondo me, si deve
accettare, non la raccomandazione solita che si fa perché vogliamo togliere un
problema davanti, ma con l’impegno di andare a verificare – come diceva
l’onorevole Adamo prima – la possibilità di utilizzare effettivamente questo
porto anche e soprattutto per quello che mi concerne come assessorato, la parte
che riguarda il turismo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo.
Volevo soltanto soffermarmi su questo impegno assunto dall’assessore Gentile, però penso che ci siano le condizioni per fare un passo in avanti rispetto alla stessa ipotesi della raccomandazione.
Se leggiamo attentamente l’emendamento, non è uno spostamento di fondi da un capitolo all’altro, non impegna in maniera aggiuntiva una norma finanziaria, fa riferimento ad un capitolo preciso dove già esistono i soldi e, nell’ambito di questo, vincola 250 mila Euro per queste finalità.
Allora, se proprio non vogliamo arrivare al punto di vincolare rigidamente i 250 mila Euro, dico che comunque è giusto trovare il modo per riportare nel collegato alla Finanziaria la finalità per la quale si dice che si attiveranno, quando serve e come serve, sulla base di quella verifica, i fondi disponibili nel capitolo 6133103. Si tratta soltanto di dare una declaratoria al capitolo con quella finalità specifica.
Perciò, non c’è un problema di finanziamento.
(Interruzione)
E’ una forma di raccomandazione forte, cioè si indichi per l’attivazione del collegamento Sibari-Grecia quel capitolo come quello possibile a cui attingere per attivare quello che serve, senza indicare la cifra.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Guagliardi.
Credo che le cose che diceva l’onorevole Adamo possano essere accettate. C’è un problema, se vogliamo veramente tradurre in atto concreto questo emendamento e se leggiamo bene il testo, vediamo che è anche affidato a una scadenza che arriverà entro dodici mesi, cioè le Olimpiadi. Ora è del tutto evidente che, per attivare anche una linea di collegamento Sibari-Patrasso, forse già siamo in ritardo con i tempi e quindi sarebbe già necessario in questa fase tentare di vincolare le spese nell’ambito dell’Upb individuata, nella modalità che ritiene la Giunta, l’assessore ai trasporti e l’assessore al turismo, nello spirito di uno strumento che sarebbe un fatto eccezionale per la Piana di Sibari, dobbiamo tenere conto che…
(Interruzione)
Eccezionale, spiego perché: nella
Piana di Sibari avviene una specie di rottura col territorio, con la strada
della provincia, con una serie di inadempimenti che noi, purtroppo, esercitiamo
su quel territorio. L’approvazione di questo emendamento significherebbe un
tentativo o sarebbe una scelta di mettere al pari di altre zone del territorio
calabrese un’area importantissima non soltanto per la Calabria, ma per tutto il
Mediterraneo.
Per cui credo che dovremo proprio
tentare di arrivare fino in fondo per l’uso più…
PRESIDENTE
Onorevole Guagliardi, se su ogni cosa
parliamo…!
Damiano GUAGLIARDI
Meglio puntualizzare, perché se c’è
una raccomandazione e si realizza dopo le Olimpiadi…
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Presidente, è encomiabile il contenuto di questo emendamento che si pone il problema dell’utilizzo di una struttura importante che abbiamo in Calabria e che ancora oggi deve trovare una sua collocazione, però ritengo che ogni processo produttivo vada impostato nel giusto modo. Mi spiego: non possiamo fare il passaggio all’inverso. In genere andiamo a vedere quali sono i flussi turistici tra Brindisi, in questo momento, e Patrasso o Brindisi e Corfù o Brindisi e la Grecia in generale, vediamo qual è la movimentazione nautica che si fa durante un anno, cerchiamo di capire quanta di questa movimentazione riusciamo ad intercettare, dopodiché vediamo se vale la pena o meno pensare di utilizzare il porto di Corigliano per questo tipo di attività, almeno così è l’impostazione generale che si vuole dare ad un piano di impresa, laddove c’è piano di impresa.
Allora ritengo che, atteso che sono individuati questi capitoli di spesa, assumiamo questo emendamento come raccomandazione all’assessore al turismo e all’assessore ai trasporti, perché ognuno per le proprie competenze stabilisca quanto è possibile questo tipo di progetto presentato all’interno di questo emendamento e poi si facciano tutti i passaggi che si vogliono.
PRESIDENTE
Onorevoli colleghi, se su ogni emendamento intervenite tutti, non è possibile! Dobbiamo tornare agli accordi presi con la Presidenza…
Giuseppe BOVA
Signor Presidente, lei ha ragione, però se le posso…
PRESIDENTE
Allora, per cortesia, se dovete dire qualcosa, ditela
succintamente.
No, ma le sottolineo, in coerenza con l’apertura da parte del suo collega Presidente di questa seduta, che, fermo restando che lei ha è un atteggiamento corretto e coerente rispetto all’impostazione, abbiamo convenuto che rispetto ad emendamenti di particolare rilievo fosse possibile esprimere la propria opinione, non tanto per testimoniare di aver parlato.
Le chiedo scusa,
penso sia un emendamento che non va solo raccomandato, ma assunto
nell’impostazione che ne dava poco fa il collega
Adamo, nel senso di non irrigidire una spesa ex ante, però di andare al di là della raccomandazione, perché
è difficile ragionare sul traffico quando, da che mondo è mondo, quel porto non è stato
utilizzato così.
Sappiamo che dalla Sicilia arrivano fino a Brindisi, è
un’opportunità rispetto alle Olimpiadi e tutto il resto e quindi si dà un tempo
e un’indagine. Il punto è che non si
irrigidisce la spesa, però si mette una norma che consente di utilizzare una
spesa.
(Interruzione)
Tutto questo voglio far osservare alla Giunta e
all’assessore Gentile che ha funzioni di espressione
di parere per conto della Giunta: non limita in alcun modo i fondi che
stanno a quell’Upb, consente a lui di fare una cosa in più, visto che lui è
l’assessore al ramo, di verificare la possibilità in tempi rapidi Quindi non si
irrigidisce la spesa nell’impostazione, non vogliamo che sia detto che tot
soldi sono lì e non si possono spendere,
vogliamo che verifichi – e noi non abbiamo dubbi che lo verificherà in positivo
– la possibilità di fare e, a quel punto, decida quanto investire.
Quindi non c’è nessun vincolo rispetto alla predeterminazione di somme che poi andrebbero in economia…
Giuseppe GENTILE, assessore
alle attività produttive
Onorevole Bova, voglio chiarirlo perché non l’ho fatto prima.
Giuseppe BOVA
Può darsi che già lei
voleva dire questo.
Mi consenta una parentesi,
cioè su questo capitolo non possiamo fare nulla perché è un capitolo che riguarda altre materie, cioè che riguarda le agevolazioni per i turisti. Qui abbiamo l’idea, ma ancora non
abbiamo né un soggetto, né una società, né un’associazione, non abbiamo l’interlocutore
col quale poter fare un discorso.
Il capitolo di riferimento – ecco perché dico di accettarlo come raccomandazione
– attiene ad altra materia che riguarda le
agevolazioni per i turisti, è una cosa
tutta diversa. I dirigenti che sono qui mi dicono che non è pertinente per
quello che noi vogliamo e ci poniamo come obiettivo. Io, invece, dico di
cogliere questa occasione come argomento che ci riguarda e vediamo di fare
intorno a questo problema un discorso serio che possa diventare concreto,
trovando tutti i veicoli tecnico-amministrativi per poterlo gestire. Tu hai
scritto Euro 250 mila, ma riguardano un capitolo che attiene ad altre cose e
non la portualità, il fatto specifico. Ecco perché ci tenevo a chiarirlo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Credo che lo scopo dell’emendamento vada proprio in questa direzione, assessore Gentile, di avviare un processo turistico di quella zona, proprio per cercare di canalizzare e rivitalizzare un qualcosa che non c’è, fare un’operazione nuova in quell’area e proprio in virtù di un evento importante qual è quello delle Olimpiadi può essere un momento di interscambio . Poi, chiaramente, assessore Gentile, questo non può essere che l’inizio di un processo generale.
All’interno di questo
capitolo che è stato previsto, è chiaro che deve crearsi una sinergia più grande tra il governo
regionale e l’assise regionale. Credo
che le vie del mare siano l’unica via, in questo
momento in quella zona dove, fra l’altro, la rete ferroviaria non funziona, la S.S. 106 nemmeno, speriamo che questa gente
della fascia ionica con la via del mare possa raggiungere qualche altra
località.
Allora ritengo che anche parte del
finanziamento previsto per lo sviluppo turistico possa andare in quella direzione.
Onorevole Adamo, alla luce di questi chiarimenti, ritira l’emendamento e
accettiamo come raccomandazione il contenuto?
Prego,
onorevole Adamo.
L’assessore Gentile, assumendo un’indicazione dei tecnici, ha fatto un’osservazione: i fondi riguardano l’incentivazione turistica. In via di principio i turisti. Però lei ricorda la vicenda “Ryanair” quando, senza alcuna indicazione del Consiglio, l’assessore – a suo tempo – con la quella compagnia aerea stabilì un contratto, incentivando, eccetera, eccetera. Siamo in questo caso.
Allora si può anche assumere come raccomandazione, a condizione
che scriviamo un testo che approviamo in Aula, alla fine della seduta, nel quale impegniamo,
citando anche questi fondi, l’assessore al turismo a predisporre un bando insieme al Comune di Corigliano, per verificare
la manifestazione di volontà di eventuali imprese di trasporto marittimo ad
assumere la linea ed avere la concessione. Cioè dobbiamo fare un patto concreto
perché, onorevole Rizza, se stiamo soltanto sul terreno della raccomandazione,
sono convinto che nessuno è contrario, a cominciare dall’assessore Gentile; il
punto è: quando e come ci si lavora e per che cosa.
Si possono utilizzare anche i fondi
comunitari nell’ambito delle misure del turismo, per favorire l’espletamento di
un bando che attivi la procedura, per avviare il collegamento, perché questo è
il punto, altrimenti è inutile, ne abbiamo parlato oggi, ne riparleremo l’anno
prossimo, siamo punto e daccapo. Sono convinto di tutto questo. Se, invece, c’è
un riferimento istituzionale che vale anche come… Non la vogliamo mettere nella
legge Finanziaria? Scriviamo un documento che approviamo in Aula che può essere
utilizzato sia come autorizzazione della Giunta regionale, sia come indicazione
al Comune di Corigliano per andare avanti in questa linea. Questo penso che si
possa fare, o no, assessore?
(Interruzione)
Non usiamo la parola raccomandazione,
utilizziamo una mozione che impegni la Giunta e il Comune a lavorare insieme
per attivare questo collegamento, facendo ricorso anche ai fondi europei per
l’attivazione del bando.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Stillitani.
La competenza ad istituire il collegamento da Corigliano sino alle isole greche non è regionale, perché è una competenza statale. Quindi credo che una sollecitazione alla Regione in tal senso, sì, potrebbe essere un po’ inutile, considerando che la competenza e l’autorizzazione debbono essere statali.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Adamo.
Debbo precisare, perché l’assessore dice in
parte una verità, nel senso che la concessione della linea viene data su parere
del ministero delle infrastrutture e della navigazione, però tutte le competenze che riguardano l’utilizzo del
porto sono nostre, per cui non ci potrà essere nessuna concessione se la
Regione insieme al Comune non postula la
domanda per avere questa concessione.
Prepariamoci, facciamo tutto qui,
troviamo il partner disponibile e poi ci rivolgiamo al ministero. Per quale
motivo Roma deve darti la linea, giacché ci sono Brindisi, Ancona, Bari e tutto
l’Adriatico? Se, invece, facciamo questo, poi scatta la responsabilità di cui
parla l’assessore Stillitani.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
A questo punto, vorrei raccomandare
sia alla maggioranza che alla minoranza
di assumere, sicuramente, attraverso questo emendamento un valore comune, cioè
che rispetto a questa
infrastruttura ormai si è aperto un forte
dibattito, ma soprattutto una forte attenzione politico-amministrativa.
Una battuta che non
vuole essere né polemica né storica: ormai questo porto ha avviato la sua
attività da un po’ di tempo a questa parte, diciamo che la linea turistica
potrebbe in parte aiutare lo sviluppo complessivo della struttura. Per cui
ritengo che, collega Gentile, alla luce del breve dibattito, possiamo benissimo
trasformare questo emendamento in un impegno, neanche una raccomandazione,
qualcosa che va oltre, ad articolare, a realizzare quel processo di cui parlava
il collega Adamo.
PRESIDENTE
Con questo impegno si intende ritirato l’emendamento dell’onorevole Adamo.
Presidente, nel senso che rifacciamo il documento insieme e lo riassumiamo in maniera completa, senza ritirarlo e basta?
Ci sarà un documento. L’emendamento è ritirato, collega Senatore.
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.095 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 11”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Chiedo l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 13 e debbo dire che avevo già posto questo problema in Commissione, considero questa spesa inutile.
Ricordo che il comma 3 dell’articolo 11 finanzia 150 mila Euro – 300 milioni di vecchie lire – per avviare le procedure per l’istituzione di servizio di Televideo regionale.
Qui non si dice che cos’è questo Televideo regionale, chi dovrebbe effettuare il servizio di Televideo regionale, mi risulta che dovrebbe essere espletato da una vecchia convenzione con la Rai, quindi dovrebbe essere un secondo Televideo di cui dotiamo la regione.
Questo Televideo a chi sarà affidato? Chi sono i
soggetti, quali professionalità,
quali garanzie sul terreno di una capacità di
fornire un servizio di informazione adeguata?
Ecco, tutte le domande che pongo non trovano risposta,
perché non si dice chi è il soggetto titolare ad avviare la procedura, quali sono i meccanismi.
Si fa un’asta pubblica? Si fa una manifestazione di interesse, un’evidenza
pubblica per vedere se ci sono soggetti, cooperative, giornalisti, agenzie, organi di informazione interessati
ad attivare e quindi ad essere i referenti per l’organizzazione della gestione
di questo servizio?
Allora, siccome qui si dice solo e
semplicemente “al fine di avviare le procedure per l’istituzione del servizio
di Televideo regionale, è autorizzata la spesa di 150 mila Euro”, punto e
basta, o si riempie di contenuti e si dice chiaramente cosa e come si intende
fare, che conti fare, oppure personalmente ritengo che c’è un Televideo che la
Regione ha già, che se non funziona va migliorato, caro Presidente, ché ritengo
sia un doppione inutile dotarsi di un altro strumento di questa natura, visto
che un Televideo c’è già.
Tutte queste questioni che pongo mi
inducono a richiedere e a proporre l’abrogazione del comma 3 dell’articolo 11.
Penso che abbiamo avuto già seri problemi per garantire il rinnovo delle
convenzioni e per trovare le risorse, non per garantire il servizio delle
agenzie di stampa che assicurano un servizio serio e agenzie di stampa che si
chiamano Ansa, Agi, Adn-Kronos, abbiamo dovuto faticare per trovare una
soluzione, ora ci inventiamo e troviamo, invece, 300 milioni di vecchie lire
per istituire un fantomatico servizio
di Televideo regionale che, francamente, trovo doppione rispetto all’altro
servizio esistente, ma senza alcuna chiarezza e trasparenza delle modalità e
delle procedure con cui si vuole arrivare a questo servizio.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Adamo.
Presidente, penso che voi non dobbiate sottovalutare quello che ha detto il collega Tripodi su questo punto, per due ragioni: la prima perché questa norma si presenta effettivamente come uno spreco, non c’è ragione per pensare alla istituzione di un altro servizio di Televideo; la seconda perché questa norma contravviene ad un merito che la Regione Calabria ha.
Per memoria storica, voglio ricordare all’Aula che la Calabria fu la prima Regione ad istituire, attraverso un’apposita convenzione
con la Rai, il servizio di Televideo regionale;
addirittura, eravamo arrivati al punto che dalla Calabria veniva gestito il
sistema attraverso cui si diffondeva l’informazione sui Televideo delle altre
regioni italiane.
Invece di preoccuparci di come farlo funzionare bene ed in
tempo reale questo servizio sulla Rai, oggi troviamo questa norma che è
sicuramente finalizzata a qualche altro scopo.
Allora l’invito che facciamo è di recuperare questi 150
mila Euro, anche per l’economia del dibattito che stasera abbiamo rispetto ad
altri eventuali emendamenti, si possono impiegare diversamente, altrimenti sappiate
che su questo punto chiediamo una ricognizione
sullo stato delle cose fino ad interessare la Corte dei conti e anche la magistratura sul come questi fondi che
sono riferiti a servizi immateriali vengono spesi e gestiti.
Per quanto ci riguarda,
siamo fortemente e nettamente
contrari acché questo passi, perché non possiamo assistere al fatto che da una
parte non funziona quello della Rai per responsabilità della Regione,
dall’altra si spendano altri soldi per fare un nuovo Televideo, non si sa come,
per cosa e quando. Allora c’è un punto di responsabilità a cui l’Aula non si
può sottrarre.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
Prego, onorevole Leone.
Presidente, volevo – se era possibile – chiedere al collega di rinviare anche questo articolo alla fine, in maniera tale che abbiamo modo di approfondire quelle che sono state le perplessità esposte.
(Interruzione)
Sì, rinviamo solo questo dopo l’articolo 8, che abbiamo già spostato, in maniera tale che chiariamo qualche altro aspetto.
PRESIDENTE
Se non ho capito male, lei chiede che, a parte l’emendamento, venga rinviata anche la discussione sul testo base e la votazione alla fine.
Presidente, posso dire una cosa che forse aiuta anche a
chiarire i problemi dell’onorevole Adamo? Noi possiamo aggiungere al comma “da assegnare con procedura di evidenza
pubblica”, quindi si fa un bando che possa garantire
tutti.
Gianfranco LEONE
Ma non è l’assegnazione della procedura, è già per legge
che è con questo tipo di procedura. Si tratta di capire…
Francesco TALARICO, relatore
No, perché leggevo che non c’era scritto. Mi sembra sia un
servizio di informazione che può servire…
Si tratta di capire effettivamente che cosa è questo
servizio di Televideo, se vi è duplicazione col servizio della Rai, se vi è
duplicazione col servizio che già abbiamo di internet per quanto riguarda la
Regione, qual è la finalità. Dopodiché,
se chiariamo questi aspetti, ritengo che anche la minoranza sia propensa ad andare avanti su questo punto ed, eventualmente,
l’onorevole Tripodi a ritirare questo emendamento.
Comunque chiedo il rinvio alla fine, dopo l’articolo 8, anche di questo articolo e poi lo discutiamo.
Chiedo scusa, collega Leone, qui dovremmo rinviare o stralciare soltanto il comma 3, perché l’emendamento si riferisce
solo a questo. Se siamo tutti d’accordo
si può approvare l’articolo 11
stralciando il comma 3 e rinviandone la discussione, col relativo emendamento,
alla fine. Se siete d’accordo,
procediamo così.
Gianfranco LEONE
Ritengo che non ci sia alcun problema, onorevole Bova,
perché alla fine o approviamo l’emendamento…
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Mi stavano dicendo che non possiamo
tecnicamente stralciarlo e riprenderlo, quindi lo stralciamo e lo riprendiamo
sotto altra forma, non sotto comma 3 dell’articolo 11. Siamo d’accordo?
Emendamento protocollo 1.096 a firma
Tripodi Michelangelo: “All’articolo 11, dopo il comma 4 si propone di aggiungere i seguenti commi:
“5. Per l’anno 2003 è autorizzata la spesa di
100 mila Euro da destinare al Comune di
Montebello Jonico per l’effettuazione dei lavori di bonifica e di sistemazione
dell’area del Pantano di Saline Joniche, riconosciuta oasi di protezione della
fauna selvatica e della flora tipica delle acque salmastre.
“Alla relativa copertura
finanziaria di provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
La parola al consigliere Tripodi.
E’ la richiesta di un
contributo per la spesa di 100 mila Euro per l’effettuazione
di lavori di bonifica
e di sistemazione dell’area del Pantano di
Saline Ioniche che è stata riconosciuta due anni fa, con legge regionale, oasi di protezione della fauna
selvatica e della flora tipica delle acque salmastre. Queste risorse sono necessarie per operare gli interventi di bonifica e di sistemazione dell’area, che altrimenti non potrà avere quegli
interventi necessari per la sua riqualificazione,
per il suo uso e la fruizione pubblica.
Non so se c’è la disponibilità di 100 mila Euro, ma chiedo che quantomeno 100 milioni di vecchie lire vengano destinati e stanziati per la bonifica e la sistemazione dell’area del Pantano di Saline Ioniche.
Chiedo, quindi, al
relatore e alla Giunta di trovare un minimo di
copertura finanziaria per
questo emendamento.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.096.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.204 a firma Nucera ed altri: “All'articolo 11 sono aggiunti i seguenti commi:
“5. Al fine di assicurare l'attuazione ed il completamento delle attività di formazione in ambito agricolo e agro-industriale inerenti ai corsi di laurea di primo livello attivati dalla facoltà di Agraria dell'Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria presso il Centro di Ricerca Agroalimentare della Calabria S.p.A. di Lamezia Terme – ai sensi di quanto stabilito con apposita convenzione stipulata fra le parti interessate in data 28 novembre 2001 – è autorizzata per l'esercizio 2003 la spesa di Euro 500 mila con allocazione all'Upb 2.2.04.03 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003.
“6. All'onere
derivante dal precedente comma 5 si provvede mediante riduzione di pari importo
dello stanziamento di cui all'Upb 8.1.01,02 (capitolo 7001201) dello stato di
previsione della spesa del bilancio 2003. La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all'articolo 10 della legge
regionale 4.2.2002, n. 8”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore?
Favorevole, però ridotto a 200 mila
Euro.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
Favorevole per 200 mila Euro.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.204.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.207 a firma Sarra ed altri: “All'articolo 11 sono aggiunti i seguenti commi:
“5. Per la sottoscrizione da parte della Regione Calabria della quota di aumento di capitale sociale della società – deliberato dall'Assemblea degli azionisti nella seduta straordinaria del 20 maggio 2003 – in misura proporzionale alla partecipazione detenuta (11,865 per cento), è autorizzato l'esercizio del diritto di opzione su n. 2.375 nuove azioni del valore nominale di Euro 250,00 cadauna per complessivi Euro 593.750,00 ed è altresì autorizzato l'esercizio del diritto di prelazione su n. 1.625 nuove azioni di pari valore nominale per complessivi Euro 406.250,00.
“6. La Giunta regionale è altresì autorizzata, con successivo ed apposito atto che tenga conto delle disponibilità finanziarie, ad incrementare la propria partecipazione al capitale sociale della società "Sviluppo Calabria S.c.p.A." fino ad un massimo del 25 per cento.
“7. Alla copertura degli oneri derivanti dal precedente comma 1 si provvede con la disponibilità esistente all'Upb 8.2.01.04 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003.
“8. La Giunta
regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento
tecnico di cui all'articolo 10
della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Giovanni NUCERA
Si illustra da sé, è firmato da tutti
i capigruppo di maggioranza.
PRESIDENTE
Chiede di parlare l’onorevole Adamo.
Ne ha facoltà.
Penso che su questo emendamento, la Giunta debba esprimere parere
oltre che sulla parte finanziaria,
anche su quella più propriamente programmatica, in riferimento alla finalità.
A mio avviso, si sta
compiendo un’azione che è assai in contrasto con le ragioni istitutive della
stessa società di “Sviluppo Italia”. “Sviluppo Italia”, società finalizzata
alla promozione e allo sviluppo, è una società istituita e promossa dal
ministero del tesoro. Successivamente, questa società pensa di articolarsi sui
territori regionali, non disperdendo mai questa originale caratterizzazione.
Dall’emendamento che propone la Giunta, si va esattamente in una direzione opposta, cioè la Giunta regionale non si propone il compito soltanto di stare dentro un aumento di capitale sociale già deliberato per restare all’altezza delle quote
che oggi detiene, ma di acquisire
nuove quote. Cambia, pertanto, la natura della missione della società regionale di “Sviluppo
Italia”, cioè noi rischiamo di avere una società regionale che mette la
Calabria in condizione di sostituirsi all’intervento
dello stesso ministero del Tesoro.
Se questo è, chiediamo: a che serve stare dentro “Sviluppo
Italia”? Tanto vale fare leva e agire attraverso altri istituti e altri
strumenti, a cominciare dalla Fincalabria.
Francamente, se noi dobbiamo tenere in piedi in Calabria una società regionale
di “Sviluppo Italia”, facendocene carico come Regione fino all’acquisizione di altre 1.625 quote che si
aggiungono già all’11,8 per cento,
non ne capisco la ragione. Tanto vale che usciamo fuori da “Sviluppo Italia
Calabria” e intensifichiamo il nostro sforzo per quanto riguarda la
Fincalabria.
Pertanto, ritengo che, se la Giunta intende mantenere
questo emendamento per dire “vogliamo stare all’11 per cento, esercitare il
diritto di prelazione sulle quote che ci tengono a questo livello”, bene, ma se
si va oltre si snatura il senso della nostra presenza e tanto vale che la
Regione esca fuori, perché a questo punto non serve, cioè non serve che
finanziamo una struttura che dovrebbe fare promozione
e che è stata generata e promossa dal ministero del tesoro.
Ce la facciamo da soli, come altre Regioni hanno fatto,
abbiamo anche i Bic che, da questo punto di vista, hanno questa funzione. Parlo
dei Bic non partecipati da “Sviluppo Italia”, abbiamo i Bic che sono
partecipati da società private e pubbliche locali, c’è Fincalabria, non si
capisce perché dobbiamo stare in “Sviluppo Italia” a questo prezzo e a queste
condizioni.
Qui non si tratta di dire se si è a favore o contro, ma di
capire il senso con il quale la Regione si rapporta alla missione di “Sviluppo
Italia”. Se è questo, è completamente sballato, è l’opposto per il quale
“Sviluppo Italia” è nata e si è proposta anche alle stesse Regioni meridionali.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Leone. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo a chiarimento dei dubbi che ritengo legittimi dell’onorevole Adamo, ma che non sono comprensivi di un discorso che riguarda le società e che è un po’ diverso.
Fermo restando che la natura
di “Sviluppo Italia” è quella di portare sui territori
regionali, tant’è che si sono fatte le varie azioni nelle Regioni, fondi dello
Stato, quello che si cerca di fare è un’altra cosa, cioè se leggiamo la parte precedente, c’è scritto che la Regione
acquisirebbe quella parte dei soci che sono già all’interno di “Sviluppo
Italia” e che escono, fino alla concorrenza di un capitale sociale del 25 per cento.
Ora non confondiamo le due cose, quello che è il capitale
che ha a disposizione “Sviluppo
Italia” e che porta sul territorio, dovrebbe ammontare a 1.200 miliardi, qualcosa del genere, e quello…
(Interruzione)
Onorevole Adamo, la prego, mi faccia finire.
…e quella che è, invece, la quota di partecipazione societaria della Regione in una società.
Che cosa significa? Che con una quota del 25 per cento in termini di presenza societaria, va da sé che anche una rappresentanza all’interno dell’organo che
governa la Regione è proporzionata alla
quota e va da sé che questo mette la Regione in condizione di essere socio
privilegiato di un socio forte come lo è “Sviluppo Italia”. Questo consente,
alla fine, di avere come Regione capacità contrattuale maggiore di quella che
si avrebbe oggi con un capitale sociale polverizzato con tante piccole quote,
una quota dell’11 per cento e la rimanente parte del 51, non so quant’è quella
di “Sviluppo Italia”.
La ratio di questa norma è
solo questa e va da sé che con una presenza forte, fino al concorso del 25 per
cento la Regione pesa molto di più nella scelta di quelle che sono le linee
programmatiche sul territorio che “Sviluppo Italia”, bontà sua, vorrà attuare o
meno. E’ solo questa la ratio.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Galati. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, dopo l’intervento dell’onorevole
Adamo e del collega Leone volevo fare
una proposta: ridurre, se è possibile, l’incremento della partecipazione
al capitale sociale fino ad un massimo del 20 per cento, salvo restando
sempre l’impianto dell’emendamento
così come è stato formulato. Quindi proporrei di abbassare al 20 per cento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Gagliardi. Ne ha facoltà.
Volevo richiamare
alla vostra attenzione
una parte del documento che credo sia propedeutica all’azione che stiamo svolgendo questa sera, al protocollo d’intesa che è stato a suo tempo sottoscritto tra la Regione
Calabria e “Sviluppo Italia”, la cui premessa dà giustificazione piena a quanto
affermava prima il collega Leone. E questo mi motiva nella conferma in pieno
dell’emendamento presentato dal governo e quindi, di conseguenza, devo chiedere
al collega Galati di ritirare la sua proposta, perché nella premessa viene
ricordato che il documento di programmazione economico-finanziaria del 2003
individua “Sviluppo Italia” quale soggetto specifico per svolgere quattro funzioni
fondamentali: il ruolo di advisor, di supporto tecnico all’iter
attuativo degli studi di fattibilità per la loro traduzione in progetti
operativi; il sostegno alle Regioni per il miglioramento della capacità e della
qualità della committenza pubblica; lo sviluppo di un programma pluriennale di marketing
mirato all’attrazione di investimenti esteri; contribuire alla
facilitazione all’accesso dell’impresa al mercato del credito finanziario.
Perciò, complessivamente, anche in
conseguenza e in considerazione del compito che “Sviluppo Italia” ha e
soprattutto per la nostra regione che in ordine ai motivi già dedotti risulta
molto carente, è fondamentale che la presenza della Regione sia la più
autorevole possibile all’interno di questa società, considerando che anche
l’investimento in termini di partecipazione societaria è strettamente legato ai
capitali e ai progetti che riesce ad attrarre e a quello che può produrre sul
piano dello sviluppo locale e dello sviluppo della media e piccola impresa che
rimane, dopo l’illusione dei decenni scorsi sulla grande industrializzazione,
il vero volano dello sviluppo della nostra regione.
Pertanto, è da confermare in pieno la
proposta del governo, perché questa partecipazione consente alle Regioni non
soltanto una presenza quasi burocratica all’interno di questa holding
(“Sviluppo Italia”), ma consente alle Regioni di realizzare un proprio compito
di stimolo e di supporto e soprattutto di condizionamento di quella che è la
strategia di “Sviluppo Italia” e che in relazione alla sua presenza in Regione
è assolutamente indispensabile.
Per cui credo che questo minimo
investimento sia confortato dalla capacità di attrazione di idee e di
investimenti sul territorio regionale.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Raccogliendo anche
gli interventi che ci sono stati, il comma 5 va bene. Il comma 6, laddove dice “la
Giunta regionale”, eccetera, è emendato così: “La Giunta regionale, permanendo
le attuali condizioni relative al capitale sociale, è autorizzata a reperire in
sede di variazione del bilancio di previsione per l’esercizio 2003 le
disponibilità finanziarie necessarie ad incrementare
la propria partecipazione al capitale sociale della società “Sviluppo
Calabria S.p.A.” fino ad un massimo del 25 per cento.
PRESIDENTE
Con questa nuova stesura possiamo
ritenere…
(Interruzioni)
Francesco TALARICO, relatore
Deve ripassare come variazione al
bilancio…
Parere della Giunta con questa variazione?
Giuseppe GENTILE, assessore alle attività produttive
Con questa correzione,
favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.207 così come
modificato dal relatore.
(E’ approvato)
All’articolo 12 ci sono degli emendamenti dell’onorevole Tripodi che è assente e, quindi, vengono ritirati.
Gianfranco LEONE
Presidente, l’articolo 11 l’abbiamo posto in votazione?
PRESIDENTE
No…
Francesco TALARICO, relatore
Manca l’emendamento che abbiamo rinviato alla fine…
Gianfranco LEONE
Abbiamo votato l’emendamento, ma adesso votiamo l’articolo.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’articolo 11…
Ennio MORRONE
Presidente, non lo può porre in votazione perché manca il comma 3.
PRESIDENTE
No, con lo stralcio del comma 3, come abbiamo premesso.
(Interruzione)
Chiedo scusa, con lo stralcio del comma 3 e con l’approvazione dell’emendamento, a sua volta emendato dal relatore, pongo in votazione l’articolo 11 nella sua interezza…
Gianfranco LEONE
Posso chiarire al collega come siamo rimasti d’accordo prima? Sul comma 3 si tratta di…
(Interruzione)
Va beh, rinviamo…
(Interruzioni)
Onorevole Morrone, mi permetta: ho detto che è come se fosse cassato, perché sarà presentato a fine discussione sotto altra forma, con un altro articolato. Quindi, il comma 3 è stralciato e pongo in votazione l’articolo 11 con l’emendamento approvato nella sua interezza.
(E’ approvato)
All’articolo 12 abbiamo detto che sono ritirati gli emendamenti.
Comunque io ho da fare una comunicazione e le chiedo scusa, assessore: riguardo all’articolo
12 – me lo ha fatto presente il consigliere Sarra che poi lo illustrerà
brevissimamente – c’è un emendamento anche a mia firma che non è stato passato
in Commissione perché pare si sia stabilito di delibarlo direttamente in Aula.
Se l’onorevole Sarra brevemente
vuole illustrarlo, il Consiglio si determinerà in proposito.
Ma non ne abbiamo copia, Presidente!
Nel frattempo che l’onorevole Sarra lo illustra, facciamo fare le copie.
Si tratta di un emendamento che riguarda la possibilità di potenziare i servizi nel trasporto aereo da e per la Calabria e prevede lo stanziamento della somma di Euro 5 milioni, ripartita tra l’aeroporto di Lamezia Terme, l’aeroporto di Reggio Calabria e l’aeroporto di Crotone, quindi fra tutti gli aeroporti della Calabria.
La finalità, onorevoli colleghi, qual era? Era quella di consentire un accordo con le diverse società che operano sul trasporto aereo, in
modo da permettere il consequenziale
abbassamento delle tariffe. Questo
dovrebbe, come conseguenza ulteriore,
portare dei vantaggi per quanto
riguarda l’aspetto turistico direttamente collegato al trasporto aereo e non
solo, ci sono anche altri aspetti che non approfondisco perché sono di
immediata evidenza e li lascio alla vostra valutazione.
L’emendamento ha queste finalità.
Parere del relatore?
Il problema è la copertura finanziaria, perché sono 5 milioni di Euro e, sinceramente, non
si sa da dove attingerli. Capisco lo spirito col quale si fa, perché tutti
saremmo per dare alle società…
Alberto SARRA
E’ indicata nell’emendamento, alla
fine, l’unione previsionale di base, onorevole Talarico.
Sono contrario perché
non c’è la somma e poi questo è arrivato dopo che è stato fatto tutto un piano.
Non si possono fare le cose così!
Francesco TALARICO, relatore
Magari mettiamolo da parte, poi lo trattiamo successivamente, quando saranno distribuite le copie.
PRESIDENTE
Lo ritira, onorevole Sarra, dopo il parere del relatore e della Giunta?
Alberto SARRA
Lo stanziamento e il capitolo dal quale noi indichiamo venga prelevato è indicato. Se, poi, deve essere accantonato perché non c’è uniformità o omogeneità, bene, però io sono convinto della bontà di questo emendamento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi Pasquale.
Io sono fermamente convinto che l’emendamento presentato dall’onorevole Sarra va nella direzione di creare effettivamente quelle condizioni per incrementare e implementare non solo il flusso turistico, ma anche per valorizzare l’immagine di fattività del Consiglio regionale.
Quindi, anche se l’onorevole
Sarra ritira l’emendamento, intanto lo facciamo nostro,
per cui riteniamo che vada posto in votazione in Aula, Presidente.
PRESIDENTE
Non ci sono altri interventi…
Gianfranco LEONE
Presidente, siccome c’è un po’ di…
Francesco TALARICO, relatore
Su quel capitolo non c’è la copertura…
PRESIDENTE
Ho conferma che non c’è copertura
finanziaria.
Alberto SARRA
Allora lo accantoniamo
provvisoriamente e lo trattiamo, eventualmente, alla fine.
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Se è irricevibile per mancanza di
copertura finanziaria…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi
P.)
Onorevole Tripodi, sono
pure io firmatario di questo emendamento, anche se non facevo parte della
Commissione…
Diego Antonio TOMMASI
Sì, ma per quanto ha detto Sarra, mi sembra che nell’Upb i
soldi ci siano.
Pasquale Maria TRIPODI
Quindi, evidentemente, la copertura finanziaria l’ha individuata l’onorevole Sarra.
PRESIDENTE
Sul capitolo indicato non c’è
copertura.
Francesco TALARICO, relatore
Sul capitolo indicato c’è 1 milione
di Euro, quando in realtà se ne chiedono 5 con l’emendamento. Dove si trovano?!
(Interruzione)
Pasquale Maria TRIPODI
Intanto possiamo iniziare con 1
milione di Euro.
(Interruzione)
Alberto SARRA
Allora diamo 1 milione di Euro.
(Interruzioni)
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Occhiuto.
Siccome qua siamo chiamati
a pronunciarci su questo emendamento, vogliamo sapere
se è tecnicamente ricevibile o no. Siccome nel merito è una cosa positiva, ma
mi pare di capire che non è tecnicamente ricevibile perché non c’è capienza
nell’Upb, accantoniamo…/
(Interruzione)
La proposta qual è? E’ quella di accantonarlo in questo
momento, al fine di verificare se è tecnicamente ricevibile e discuterlo
insieme alle altre cose. Peraltro,
mi pare riguardi una materia che non deve trovare allocazione per forza all’articolo
11 del collegato. Siccome c’è questa valutazione
di ordine tecnico da esplorare…
(Interruzioni)
PRESIDENTE
Allora lo accantoniamo e lo votiamo alla fine della
discussione.
Presidente, se deve essere
accantonato, una parvenza di votazione ci deve essere.
In ogni caso, io vorrei sentire cosa ne pensa il proponente dell’emendamento.
PRESIDENTE
Ha proposto l’accantonamento della discussione alla fine
del dibattito.
Con l’impegno, però, che venga trattato alla fine della
discussione, anche se dovesse essere approvato con un finanziamento ridotto,
cioè con la capienza che attualmente consente quel capitolo di bilancio che noi
abbiamo indicato.
PRESIDENTE
Verrà discusso alla fine, onorevole Sarra.
Presidenza del Presidente Luigi Fedele
All’articolo 12 ci sono emendamenti. Il primo, il protocollo 1.223, è a firma Pacenza, che non vedo in Aula,…
(Interruzioni)
Il primo è quello dell’onorevole Tripodi, perché è un emendamento aggiuntivo all’articolo 12…
Michelangelo TRIPODI
Il 1.097, Presidente?
PRESIDENTE
Il 1.097 è il primo e quindi da questo deve cominciare…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
Ma è stato ritirato il 1.097, era
assente il proponente e quindi è stato ritirato.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi
M.)
E anche il 1.098, c’è scritto
“ritirato” a firma del collega Rizza e anche il 1.099.
Il primo che c’è è il protocollo
1.223 a firma Pacenza: “All’articolo 12 aggiungere
il comma 10 bis: “La Giunta regionale è autorizzata a far parte della
società di gestione del Castello ducale di Corigliano Calabro”.
Lo illustra l’onorevole Incarnato.
Rispetto a questo emendamento le faccio notare, Presidente,
se lei ha i documenti davanti, che nell’emendamento Pacenza, che è messo qui in
elenco, in alto a destra c’è un cerchio con scritto “approvato”, il che
significa – e io ricordo perfettamente
– che questo emendamento era stato approvato in Commissione, quindi era già
passato all’unanimità in Commissione.
Perciò, non so se è
il caso di discuterlo oppure di ritenerlo già
approvato.
PRESIDENTE
Approvato in Commissione non significa approvato in
Consiglio.
Luigi INCARNATO
No, le faccio notare che non fa parte del collegato, cioè
della legge.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole Rizza. Ne ha facoltà.
Per quello che riguarda
l’emendamento in discussione,
vorrei ricordare ai colleghi
consiglieri che esiste già una legge sui castelli della Calabria, sui quattro
castelli di proprietà pubblica che
sono, fra l’altro, quello di Santa
Severina – che è il mio paese –, quello di Scilla, quello di Pizzo e quello di
Corigliano. Quindi bisognerebbe,
eventualmente, spalmare sui quattro castelli perché non si può fare una cosa
per uno e niente per gli altri tre.
Ritengo che si debba accantonare momentaneamente questo tipo di intervento, per vedere attraverso
quella legge che cosa si può fare.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
La proposta del consigliere Rizza va bene.
PRESIDENTE
Però si potrebbe anche
ritirare, alla luce di quanto ha
detto l’onorevole…
(Interruzione)
No? Si va avanti.
Nessuno mette in discussione che gli altri tre castelli non
debbano entrare. Il collega Pacenza, in Commissione, ha avuto approvato, dopo
sicuramente una lunga discussione, un emendamento. Ci sembra inopportuno adesso tornare indietro… O per
gli altri tre si fa proponente di un emendamento il collega Rizza e li si pone
in votazione stasera, oppure non capisco perché il collega Pacenza dovrebbe
fare marcia indietro perché gli altri tre hanno dormito! Mi sembra strano.
PRESIDENTE
Comunque l’emendamento è stato illustrato.
Che c’entra la legge
sui quattro castelli della Calabria! Adesso non
dobbiamo fare la corsa separata a chi ottiene di più, anche perché se dobbiamo entrare nel merito dell’importanza
monumentale, non c’è paragone con quello di Santa Severina, per esempio!
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.223.
(E’ respinto)
All’articolo 12 c’è un emendamento a firma Galati: “All’articolo 12 aggiungere i seguenti commi:
“La Giunta regionale è autorizzata a concedere un contributo straordinario per il finanziamento delle attività della Società consortile a responsabilità limitata Ce.re.re (Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi)”.
“Per l’intervento di cui al precedente comma è autorizzato, per l esercizio finanziario 2003, la spesa di Euro 150 mila con allocazione all’Upb 5.2.01.01 (capitolo 52010108) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2003”.
Agli oneri relativi
si provvede con la contestuale riduzione di pari importo dall’Upb 5.2.01.01 capitolo 3131102 dello stato di previsione della
spesa del bilancio”.
La parola all’onorevole Galati.
Si tratta della concessione di un contributo una tantum alla società consortile Ce.re.re (Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi). In fondo c’è un finanziamento, la spesa viene finanziata da un capitolo dell’assessorato alla pubblica istruzione. Il contributo è straordinario, si tratta di una società che al 70 per cento – come ben sapete – è finanziata dall’Università di Reggio Calabria e al 30 per cento dalla Regione.
Michelangelo TRIPODI
Ma l’emendamento qual è, onorevole Galati?
PRESIDENTE
Il 1.253.
La parola all’assessore Zavettieri.
Volevo dare un chiarimento: si tratta di una proposta che era presente nel testo licenziato dalla
Giunta, poi probabilmente,
o nella fretta o nell’esigenza
di recuperare delle risorse in un clima di rigore, sarà stato accantonato. Si
tratta di una proposta che riguarda la ricostituzione di
un vecchio capitolo di spesa per sostenere l’attività del
Ce.re.re, che è un Centro di ricerca regionale
per il recupero dei centri storici, soggetto pubblico partecipato dalla Regione al 30 per cento e dall’Università Mediterranea di Reggio al 70 per cento.
Si tratta, tra l’altro,
di una proposta che non comporta aggravio di spesa, nel senso che viene
ipotizzato un utilizzo diverso di fondi all’interno della stessa unità previsionale di base.
Quindi non credo che dovrebbero esserci problemi, salvo una
contestazione nel merito dell’emendamento che
viene proposto.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento 1.253.
(E’ approvato)
Presidente, vorrei
sapere se ci sono altri emendamenti che non abbiamo o che non sono stati
presentati, in modo da regolamentare i
lavori. Penso che, al momento, non sia più possibile emendare nulla, se
non in Aula…
PRESIDENTE
Ci sono tre emendamenti che forse non vi hanno distribuito,
ve li facciamo avere subito, ma non sono a questi articoli, ma ai 25 e 26.
Gianfranco LEONE
Presidente, il concetto è un altro: abbiamo dato un ordine
a questi lavori.
PRESIDENTE
E stiamo andando avanti in quella direzione.
Gianfranco LEONE
Ci garantite che questi emendamenti sono in quella
direzione di ordine?
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’articolo
12.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.103 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone di aggiungere il seguente articolo 12 bis:
“1. La Regione Calabria è impegnata a garantire ed a salvaguardare la sicurezza e la salute dei lavoratori sul posto di lavoro, con particolare riferimento ai soggetti sottoposti ad attività lavorative usuranti e a rischio.
2. A tal fine è istituito, presso l’azienda Calabria-Lavoro, l’Osservatorio regionale per la salvaguardia della salute dei lavoratori e per la verifica dell’attuazione in Calabria della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
3. La Giunta regionale, previo parere della competente Commissione consiliare, provvederà a stabilire i criteri, i compiti e gli obiettivi dell’osservatorio.
Per le attività che dovranno essere svolte dal predetto osservatorio è autorizzata per l’esercizio finanziario 2003 la spesa di 250 mila Euro.
Alla relativa copertura finanziaria si provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
La parola all’onorevole Tripodi.
E’ un articolo aggiuntivo che prevede la spesa di 250 mila Euro per l’istituzione di un Osservatorio regionale per la salvaguardia della salute dei lavoratori e per la verifica dell’attuazione in Calabria della legge 626 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si capisce bene qual
è l’obiettivo e la finalità di un’iniziativa
di questo genere, esiste una istituzione,
l’azienda Calabria-Lavoro
– istituita con una legge regionale
di qualche anno fa –, penso che, anche in riferimento ai soggetti che sono
sottoposti ad attività lavorative usuranti e a rischio, sia necessario alzare
il livello di tutela e di monitoraggio, oltre che di garanzia e di salvaguardia di condizioni di lavoro e di
sicurezza che debbono essere garantite per tutti i lavoratori, specialmente per quelli che operano in ambienti e
situazioni che mettono a rischio la stessa incolumità,
la sicurezza e la salute dei lavoratori.
Credo, quindi, che sia opportuna l’istituzione di un
Osservatorio per la salvaguardia della
salute dei lavoratori e nella
proposta che viene presentata si provveda alla sua istituzione nell’ambito dell’azienda Calabria-Lavoro.
Questa è la proposta, vorrei sentire il parere del relatore e della Giunta.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.103.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 13.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.104 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone di aggiungere il seguente articolo 13 bis:
“1. Ai fini di conservare e migliorare il patrimonio ambientale e paesaggistico costituito dalle aree destinate alle coltivazioni agrumicole nella Piana di Gioia Tauro–Rosarno, il quale potrebbe essere alterato dall’abbandono delle superfici relative per la cattiva congiuntura economica che il mercato agrumicolo dell’area di riferimento ha subìto negli ultimi anni, la Regione Calabria concede un contributo una tantum a ciascuna delle aziende agricole pari a € 309,87 per ogni ettaro di terreno effettivamente agrumetato e fino alla concorrenza massima di dieci ettari.
2. Ciascun titolare di azienda presenta, presso l’Ispettorato Agrario competente per territorio, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, apposita istanza contenente i propri dati identificativi, il tipo e l’estensione delle colture agrumicole, il titolo di possesso e la restante documentazione amministrativa.
3. Gli uffici agricoli di zona, prioritariamente su ogni altra pratica eventualmente giacente, provvedono al relativo sopralluogo di accertamento: gli altri uffici competenti, analogamente in via prioritaria, provvederanno a predisporre la liquidazione del contributi.
4. Ai fini di provvedere a quanto previsto nel presente articolo, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2003 la spesa di 15 milioni di Euro”.
Alla relativa copertura finanziaria di provvede mediante riduzione di pari importo dell’Upb 8.1.01.01”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.158 a firma Borrello: “All’articolo 14, comma 1, dopo le parole “Giunta regionale” si aggiungono le parole “sentita la competente Commissione permanente”.
La parola all’onorevole Borrello.
Propongo questo emendamento perché nell’articolo ci sono diversi commi, questo è solo il primo, con i quali si tenta da parte della
Giunta, della maggioranza – non saprei dire precisamente
da parte di chi – di sottrarre alla
competenza della Commissione consiliare
qualcosa che è previsto dalla norma. E diventa singolare questo atteggiamento, cioè ci si inventa quotidianamente
– la fantasia di questa maggioranza e di questa Giunta non finisce mai di
stupire – sempre un elemento, un supporto per andare al superamento delle competenze del
Consiglio regionale.
Credo che questa cosa stia ormai diventando sempre più
inaccettabile e, quindi, ritengo che questi articoli siano una vera e propria provocazione, perché mentre ci saremmo
aspettati – almeno io mi sarei aspettato – che finalmente la Giunta regionale
avesse proposto un articolo, più articoli
in cui si diceva: diamo esecuzione al 112, trasferiamo le competenze per la
“distribuzione” di risorse a Province e Comuni per beni culturali, per sport e
per quant’altro”, invece non solo si mantiene in mano questo bastone che sembra
quasi una clava nei confronti delle amministrazioni locali, associazioni e
quant’altro, ma in più si pretende anche di non creare o di rimuovere le
condizioni che consentono al Consiglio regionale di operare quel giusto esercizio
di controllo, che è forse l’unica cosa che ormai ci è rimasta.
Ecco perché ho proposto questo
emendamento. Ce ne sono anche altri dello stesso tenore, per cui mi affido alla
sensibilità, che non può riguardare la Giunta che propone queste cose, ma almeno
dei colleghi consiglieri che sappiano pure loro che qua c’è un tentativo ormai
evidente di esproprio di competenze dei consiglieri regionali. E diamoci tutti
una regolata perché, secondo me, se non poniamo un freno a questo
atteggiamento, evidentemente altri tempi più bui ci attenderanno.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.158.
(E’ respinto)
Onorevole Borrello, lei ha una serie di emendamenti, adesso. Emendamento protocollo 1.157: “All’articolo 14, comma 3, dopo le parole “Giunta regionale” si aggiungono le parole “sentita la competente Commissione permanente”.
Riguardano tutti lo
stesso argomento, quindi si
possono respingere tutti perché la sostanza è la stessa.
(Interruzioni)
Onorevole Borrello, volevo dirle che
gli altri emendamenti che sono a sua firma riguardano…
(Interruzione)
Onorevole Borrello, volevo dirle che
gli altri tre emendamenti che seguono a sua firma sono dello stesso argomento,
quindi il relatore…
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.157.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.159 a firma Borrello: “All’articolo 14, comma 5, dopo le parole “Giunta regionale” si aggiungono le parole “sentita la competente Commissione permanente”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.159.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.160 a firma Borrello: “All’articolo 14, comma 7, dopo le parole “Giunta regionale” si aggiungono le parole “sentita la competente Commissione permanente”.
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.160.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo… Lo ritira questo?
Pare che non ci sia copertura su
questi capitoli.
(Interruzione)
Ma si fanno delle eccezioni, lei capisce bene…
(Interruzione)
Ritirato.
Emendamento protocollo 1.182 a firma Tripodi
Pasquale: “Upb 5.2.01.01 “Tutela e valorizzazione dei beni culturali”,
concedere al Comune di Caraffa del Bianco un contributo di Euro 100 mila per
l’acquisto del palazzo Barletta”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Presidente, questo emendamento
è stato presentato perché vi è una situazione particolare in cui, a mio avviso, come Consiglio
regionale abbiamo la necessità di intervenire.
Il palazzo Barletta che esiste nel comune di Caraffa del
Bianco, dopo una relazione storico-artistica, ho qua i documenti, è stato
sottoposto dal ministero per i beni culturali e ambientali – e il ministro ha fatto subito il decreto – a tutela e a
vincolo secondo la legge del 1° giugno 1939, la 1089. Quindi viene posto a
tutela storico-artistica.
Nel frattempo, il Comune di Caraffa
del Bianco è riuscito ad attivare un finanziamento tramite il ministero di
circa 5 miliardi di lire (2 milioni e 500 mila Euro) per riqualificare,
risanare e recuperare il manufatto e farne un centro museale. A tal proposito,
si sono interessati pure con i proprietari che hanno dato l’assenso, in via di
massima, per l’acquisizione al Comune per una cifra pressoché irrisoria, meno
di 200 milioni non solo il fabbricato, ma anche l’area ad esso antistante di
circa 3 mila metri quadrati e, in virtù di questo procedimento, il Comune ha
dato incarico per redigere un piano esecutivo per il recupero stesso.
L’unica condizione affinché questo
finanziamento possa essere assegnato al Comune, è l’acquisizione da parte del
Comune del manufatto, che poi è un intervento strategico per il Comune stesso,.
Nelle casse del bilancio comunale non vi è la disponibilità di fondi, perché è
un comune piccolo di circa 1.500 anime.
Ora io ritengo che è prioritario, a
mio avviso, dare la possibilità a un Comune anche piccolo di poter sfruttare,
perché già c’è stata l’erogazione, un finanziamento che non solo qualifica il
comune stesso, ma anche l’area circostante.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Complessivamente si può anche accogliere,
però c’è un problema di finanziamento dell’articolo
14 perché variano le indicazioni
dei singoli capitoli. Quindi, se c’è
l’autorizzazione del Consiglio ad aumentarli di 200 mila Euro acché poi si
riescano a sistemare sui singoli capitoli,
si può accogliere.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Presidente, io ritengo che sia una occasione da non far perdere, per cui se dobbiamo fare uno sforzo in questo senso, facciamolo.
PRESIDENTE
Il parere del relatore è favorevole con questa indicazione. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.182.
(E’ approvato)
Francesco TALARICO, relatore
Con l’aumento di 200 mila Euro su questo capitolo, poi da spalmare…
(Interruzione)
Complessivi 200 mila Euro.
Pongo in votazione l’articolo 14.
(E’ approvato)
Gli emendamenti protocollo 1.241, 1.242, 1.240, 1.243, tutti a firma Napoli, poiché è assente, sono decaduti .
Emendamento protocollo 1.148 a firma Nucera, che non è in Aula, quindi è ritirato anche questo.
Emendamento protocollo 1.249 a firma Talarico: “All’articolo 15, comma 2, punto c), dopo la
parola “ampliamento” aggiungere le parole “dei servizi anche finalizzati per”.
Prego, onorevole Talarico.
E’ solo un’aggiunta che
si fa al comma 2, lettera c), ossia il trasferimento,
l’implemento dei servizi anche finalizzati per miglioramenti strutturali e tecnologici. E’ un
emendamento che avevamo concordato con l’assessore perché chiarisce meglio il
concetto.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.249.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.161 a firma
Borrello: “All’articolo 15, comma 4, le parole “dalla data di entrata in vigore
della presente legge” sono sostituite con le parole “alla data di approvazione
della deliberazione della Giunta regionale n. 1.115 del 6 dicembre 2002”.
La parola all’onorevole Borrello.
Questo emendamento è finalizzato ad eliminare quella che io ritengo una discrasia, se vogliamo utilizzare un eufemismo, cioè questo comma dell’articolo 15 prevede la possibilità di non applicazione dell’articolo 5 al comma 2 della legge del 2002, numero 29, per le domande di riconversione presentate alla data di entrata in vigore della presente legge.
Siccome siamo in presenza di un disegno di legge della Giunta regionale che risale a dicembre del 2002,
credo che sia più corretto individuare
quella data come riferimento per le
domande già giacenti presso l’assessorato
e non, invece, una legge che andrà ad essere approvata
sei mesi dopo di quella delibera,
quindi prefigurando una riapertura dei termini, di fatto. Io credo che questo
non sia giusto e che, quindi, la data di riferimento per le domande già
giacenti presso l’assessorato debba essere quella della delibera della Giunta e
non dell’entrata in vigore della legge Finanziaria.
Non so se sono stato chiaro.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
Mi sembra invece, di capire che l’articolazione così come è formulata col comma 4 è esattamente il contrario di quello che sostiene l’onorevole Borrello, nel senso che ci sono dei paletti ben precisi su questo comma perché fissa la data alla legge del 7 agosto 2002. Quindi è esattamente – mi perdoni l’onorevole Borrello – il contrario, cioè…
Antonio BORRELLO
Forse mi sono spiegato male, può darsi che se riesco a spiegarmi bene, non sia proprio il contrario, anzi riconfermo quello che ho detto.
Raffaele SENATORE
Il senso di questo articolato
è di fissare i limiti e i paletti su una estensione degli accreditamenti
in Calabria.
Antonio BORRELLO
Su una…?
Raffaele SENATORE
Una estensione.
Antonio BORRELLO
Perfetto, è quello che voglio evitare
e che lei favorisce con questo articolo.
(Interruzione)
Ora glielo spiego meglio…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
Hai ragione. Allora chiedo scusa, avevo letto “presente legge”. Lo ritiro.
PRESIDENTE
E’ ritirato.
Emendamento protocollo 1.218 a firma Adamo: “All’articolo 15, dopo il comma 6, aggiungere il seguente comma: “La spesa maturata dalle attività sostenute dalle strutture che usufruiscono dei benefici della legge regionale 21/96 ricade interamente nel capitolo 4331103. E’ contemplato nella spesa riconosciuta l’adeguamento Istat”.
La parola all’onorevole Adamo.
Questa è solo una
norma di chiarificazione legislativa, non
cambia nulla nell’economia del bilancio, è
cioè solo una semplificazione rispetto alla gestione di questo
capitolo. Tutta la spesa che effettivamente
c’è, è sulla base degli accreditamenti
e dei riconoscimenti della legge 21, quindi…
(Interruzione dell’onorevole Morrone)
Francesco TALARICO, relatore
Mi sembra, dal tenore dell’emendamento, che l’aumenti la spesa…
Nicola ADAMO
Preciso a che cosa fa riferimento: al pagamento di quelle strutture accreditate per l’affidamento dei minori da parte dei tribunali.
Ci sono ogni anno problemi negli uffici, debbono pagare
su un capitolo, una parte su un capitolo, un’altra su un altro capitolo. Siccome l’anno
scorso già è stato precisato, allora quest’anno
tutto quello che è stato precisato in sede di chiarimento
amministrativo si statuisce in termini legislativi.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Se c’è un aumento di spesa, è contrario.
(Interruzione)
Ennio MORRONE
Presidente, non c’è aumento di spesa, è solo un questione di capitoli.
Francesco TALARICO, relatore
In attesa di verifica, lo accantoniamo,
verifichiamo la legge 21 del ’96 …
PRESIDENTE
E’ accantonato.
Pongo in votazione l’articolo 15…
(Interruzione)
Prego, onorevole Senatore.
Solo per una questione formale:
all’articolo 15, al
comma 2, lettera a), se si può aggiungere
– perché mi sembra non sia espresso correttamente in italiano – “di apposite deliberazioni”
e poi al comma 3 di mettere “e/o”, diversamente
si potrebbe anche interpretare una lettura diversa.
Quindi chiedo un coordinamento formale.
PRESIDENTE
Sì, è giusto. E’ un coordinamento formale questo,
onorevole.
Raffaele SENATORE
Poi, sempre al comma 2, lettera a), dopo la parola “numero 29”, dice “e di apposite deliberazioni della Giunta regionale”.
Sì, è un fatto di lingua italiana.
Pongo in votazione l’articolo 15 col
coordinamento formale.
(E’ approvato)
Sull’emendamento dell’onorevole Pacenza che riguardava il
castello di Corigliano, vi è un sub-emendamento che hanno preparato alcuni
colleghi – ve lo voglio leggere –, a firma dell’onorevole Rizza: “La Giunta
regionale è autorizzata a far parte di società per la gestione dei castelli di
Corigliano, Santa Severina, Pizzo Calabro e Scilla”, i quattro castelli
pubblici di eccellenza della
Calabria, così sono tutti interessati, nessuno escluso.
(Interruzione)
No, sono privati…
(Interruzione)
C’è una legge sui castelli e sono quattro i castelli pubblici
di riconoscimento nazionale.
Onorevole Rizza, allora quello non è recuperato…
(Interruzioni)
Questi quattro castelli, mi suggerisce l’assessore Dima,
sono in una legge sui castelli.
(Interruzione)
Onorevole Rizza, su questo punto mi dice l’onorevole Naccarato che ci sono altri castelli, tipo
quello di Fiumefreddo che rientrano…
(Interruzione dell’onorevole Rizza)
Fiumefreddo Bruzio, il nobile paese di origine
dell’onorevole Naccarato.
Ci sono altri castelli, però i quattro restaurati con i
soldi dell’ex Agensud e quant’altro
e che sono…
(Interruzione)
…fruibili e in condizioni di non essere messi a disposizione del pubblico perché le spese
di gestione sono esorbitanti rispetto alle esigue casse dei Comuni che sono proprietari, sono questi;
abbiamo fatto allora – si ricorderà anche lei – una legge sui quattro castelli
della Calabria di proprietà pubblica.
Adesso, riprendendo quell’emendamento che
abbiamo bocciato perché si riferiva…
PRESIDENTE
Sì, l’ho spiegato, questo l’ho chiarito.
Domenico RIZZA
…col parere dell’assessore Zavettieri abbiamo detto di…
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Naccarato.
Presidente, io sono d’accordo con l’emendamento proposto dal
collega Rizza, però voglio sottoporre all’attenzione
dell’Aula che il castello di Fiumefreddo Bruzio, sul quale la Regione
sta completando proprio in queste settimane
un intervento straordinario e all’interno del quale ci sono degli affreschi di
gran pregio del maestro Fiume, è un bene inestimabile, al pari – credo – di
questi altri castelli. Oltretutto, questo castello – e mi farà piacere
invitarti un giorno – è del 1050 circa ed è a strapiombo sul mare, l’assessore
Gentile lo conosce bene, è in una posizione veramente straordinaria.
Allora, se non c’è una prescrizione
rigida, onorevole Rizza, che ne fa impedimento – se c’è, naturalmente mi
rimetto – vorrei aggiungere anche
Fiumefreddo.
Collega Naccarato,
questo è un intervento sulla gestione, non un intervento sulla struttura.
Questi sono fondi destinati alla gestione, cioè vanno a coprire spese di
gestione.
Le faccio un esempio… (Interruzione
di registrazione)… si spendono 70 milioni l’anno e i piccoli Per gli
interventi di carattere strutturale sono diverse le strade.
Difatti, ho capito bene,
onorevole Rizza, è proprio questo il punto che pongo all’attenzione, poiché la
Regione ha sborsato – credo – intorno ai 10 miliardi ed è in via di
completamento, in queste settimane la società consegna al Comune i lavori
finiti, si pone esattamente un problema così come è descritto dal collega
Rizza, cioè di preservare il bene sul quale, peraltro, c’è stato un impegno di
spesa enorme. Quindi, io ho inteso bene, onorevole Rizza, e – ripeto – se non
c’è una prescrizione particolare, se potessimo includerlo, credo che faremmo
una cosa utile.
(Interruzione)
Dovremmo fare un
emendamento alla legge già esistente, che abbiamo fatto nella precedente
legislatura, riguardante i quattro castelli della Calabria di proprietà pubblica
che erano stati ristrutturati con i fondi Agensud. Quindi, non lo so se in
questo contesto sia possibile, comunque si figuri, io che amo queste cose non
posso essere contrario ad un eventuale inserimento, però non so se in questo
contesto sia possibile.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole
Tommasi.
Il collega Naccarato ha fatto bene a parlare di Fiumefreddo, una realtà importante. Onorevole Naccarato, vista la sua sensibilità e la sensibilità
anche nostra come opposizione, credo che dovremmo
fare un lavoro sinergico, dopo un monitoraggio e una
mappatura dei castelli importanti, per un turismo culturale; bisogna arrivare
alla definizione di un nuovo progetto di legge che vada in questa direzione,
perché insieme al castello di Fiumefreddo, validissimo, c’è il castello di
Cosenza, ci sono tanti castelli nella nostra regione che possono servire allo
sviluppo turistico di quest’area, ci sono tanti castelli in tanti comuni,
importanti sotto il profilo culturale, turistico, economico e industriale come
quello di Rende.
Su questa direzione io, onorevole
Naccarato, vista la sua grande dedizione a questa cosa, sono disponibile a
lavorare con lei per presentare un progetto di legge in questa direzione.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
Quello di oggi è un ulteriore passo, una sorta di gradualismo nell’azione rispetto al recupero di questi beni importanti. Nel caso specifico, i quattro castelli indicati hanno già avuto un primo riconoscimento con una legge regionale cui faceva riferimento il collega Rizza.
Perciò, questo ulteriore momento è un passo, una tappa importante per rafforzare un processo che è iniziato con il restauro, con l’utilizzo e che sta proseguendo nel rafforzamento della utilizzazione di questa struttura.
Quindi, condivido quello che dice il collega Naccarato, quello che dice anche il collega Tommasi, ritengo che in questa opera abbastanza diffusa ormai sul territorio e relativa al tentativo di recuperare i centri storici e quindi beni importanti, palazzi, castelli, noi possiamo gradualmente riempire di ulteriori momenti legislativi questa azione. Per cui, per quanto riguarda il caso specifico, ritengo che sia necessario chiudere in questi termini la questione, fermo restando che è aperto tutto il ragionamento.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
La Giunta regionale non può essere
autorizzata a far parte di una società di gestione,
cioè posso capire il finanziamento annuo che
viene dato a Santa Severina, Pizzo, Scilla, Corigliano Calabro e Cirò
Superiore, che è stato normato dalla legge 14 del 2000, ed è una cosa sulla
quale si è tutti d’accordo perché rappresentano i castelli più prestigiosi; altra cosa è che la
Regione debba partecipare alle società di gestione, cioè in un momento in cui
la Regione deve dismettere anche tante partecipazioni che ha, oggi va ad
assumersi nuove responsabilità di partecipazione!
Quindi, ritengo che questo non possa
essere accolto sotto il profilo legislativo, assolutamente.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Rizza.
Presidente Talarico, io comprendo le ragioni strettamente economicistiche
che spingono la Regione a divincolarsi da società, da
lacci e laccioli. Questo, però, è un problema che attiene alla cultura, ai beni
culturali, quindi non è una società speculativa, è una forma di intervento che
ritengo doveroso da parte della Regione nei confronti di piccoli Comuni che non sono in condizioni di
gestire efficacemente e positivamente castelli che sono stati messi in
condizioni di essere fruiti sul serio da parte della collettività e che andrebbero di
nuovo diruti, perché senza manutenzione ordinaria
e senza dare ai cittadini la possibilità di visitarlo, non credo che un bene
possa vivere anche fisicamente.
Tra l’altro, nella legge è previsto che ci sia una convenzione con la partecipazione della Regione, quindi questo è un ulteriore passo – come diceva l’assessore Dima – per un intervento più preciso, più puntuale da parte della Regione.
(Interruzioni)
Francesco TALARICO, relatore
Ma altra cosa è la gestione. Per l’entrata in società della Regione rispetto a interventi legittimi che vadano nella
direzione di valorizzazione del
patrimonio, ritengo debba essere un impegno della Giunta
ad andare a trovare le risorse necessarie, siano esse
comunitarie, siano esse di legge di bilancio, per intervenire, ma altra cosa è
la partecipazione della Regione ad una società di gestione, che significa anche
accollarsi eventuali perdite della società .
Quindi mi sembra una procedura completamente irrituale, in
un’ottica in cui andiamo a dismettere tutto,
qui invece si…
Domenico RIZZA
No, ribadisco che, ancora una volta, lei ha un concetto economicistico dei beni culturali che non è così. valido Allora i boschi, che non vendono, tagliamoli, bruciamoli perché non vendono! Che significa!
Francesco TALARICO, relatore
Ma non si deve rivolgere a me rispetto a
questo, io dico che la Regione non può partecipare a
una società di gestione.
Domenico RIZZA
Scusi, per la forestazione
quanto spende la…?
Francesco TALARICO, relatore
Ma queste riflessioni le
deve rimandare all’assessore ai beni culturali, non al Consiglio regionale.
Domenico RIZZA
… è a lei che mi rivolgo. D’altra parte…
PRESIDENTE
La parola all’assessore Gentile.
Siccome c’è una legge che abbiamo approvato come Consiglio
regionale qualche anno fa che prevede finanche i castelli e i contributi che la
Regione dà, sul fatto vorrei pregare il collega Dima, poiché non c’è chiarezza
e siamo sempre in condizioni di poter fare un discorso più organico, di tirar fuori tutto questo da un argomento
che è il bilancio e la Finanziaria
per fare poi un discorso più articolato e completo. Fare adesso un discorso per cui la Giunta può partecipare
a società per gestire i castelli mi sembra una cosa un po’ impegnativa e
affrettata, se volete il mio parere.
Non lo dico perché sono contro, in quanto sarei a favore, anzi i beni culturali vanno tutelati al
massimo, soprattutto quelli che abbiamo, però se possiamo trovare uno strumento
amministrativo diverso per tutelare e
per essere più presenti in queste gestioni, io sono d’accordo. Ma in questo momento mi sembra che ci sia…
(Interruzione dell’onorevole Rizza)
Momentaneamente è ritirato.
Emendamento protocollo 1.220 a firma Pacenza: “Articolo 16, comma 1. Sostituire “previa consultazione della” con le parole “previo parere consultivo formalmente espresso dalle”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore?
Questo si può accogliere perché “previa consultazione della”, “previo parere consultivo”, mi sembra che possa andar bene.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.220.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.221 a firma Pacenza: “Articolo 16,
comma 3 bis. Dopo il comma 3 bis aggiungere: “Non è comunque consentita,
fino all’applicazione del Piano sanitario
regionale, la stipula di contratti, protocolli d’intesa o atti comunque denominati che prevedono l’erogazione di prestazioni a carico del Servizio sanitario”.
Lo illustra l’onorevole Adamo.
Questa è una norma di tutela della responsabilità dell’amministrazione regionale rispetto all’impegno di procedere verso l’approvazione di un nuovo Piano sanitario regionale.
Ci sembra assai contraddittorio se dovesse continuare ad accadere quello che in parte sta accadendo: in attesa del Piano sanitario, in attesa di mettere mano…
(Interruzioni)
Stavo dicendo che questa è una norma finalizzata a rendere efficace la
responsabilità secondo la quale questo Consiglio regionale dovrebbe
impegnarsi e procedere rapidamente all’approvazione
del nuovo Piano sanitario
regionale. Sarebbe
assai curioso se, in attesa di un piano che sarà rinviato nel tempo o che mai
arriva, non solo non siamo in grado di
produrre una riforma strutturale
del sistema sanitario regionale, ma al tempo stesso si continua e si
sta sulla linea di una continuità gestionale-amministrativa che non solo non
previene, ma aggrava la condizione deficitaria soprattutto dal punto di vista
finanziario della Regione nella gestione del Servizio sanitario regionale.
Quindi l’ho definita una norma di tutela.
Se nella Finanziaria è contenuta
questa norma, penso che questo sia a garanzia di tutti, mettiamo un punto in
attesa di fare il Piano sanitario, però un punto che sia tale e non che abbia
margini, porte, finestre, deroghe, per cui continua una gestione rispetto alla
quale, quando il Piano sanitario sarà fatto, sarà troppo tardi.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario
Prego, onorevole Tripodi.
Solo un chiarimento, perché l’articolo 16, comma 3 bis, non può esistere perché l’articolo 16 ha solo un comma. Ora volevo capire…
PRESIDENTE
C’è scritto “articolo 16, comma 3 bis”.
Michelangelo TRIPODI
Dice “dopo il comma 3 bis”… Siccome l’articolo 16 ha solo un comma, vorrei capire a quale comma si riferisce questo emendamento, onorevole Adamo.
Nicola ADAMO
Penso che la vicenda sia meno
complicata del primo emendamento che ci ha fatto discutere lei.
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, mi dicono che
anche qui è successo quello che era successo in qualche emendamento suo.
Nicola ADAMO
Se c’è solo un comma, va da sé che si
aggiunge come comma successivo.
Si riferisce all’articolo 15,
probabilmente.
(Interruzione)
Sì, abbiamo già… comunque, in ogni
caso, il parere del relatore è negativo. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.221.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 16.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.082 a firma Galati: “All’articolo 17, punto 4, dopo le
parole “ai ruoli del Servizio
sanitario” aggiungere la parola
“regionale” e sostituire la frase “Tale limite non si applica al personale
infermieristico del Servizio sanitario” con le parole “tali limiti e tali
procedure non si applicano al personale infermieristico del Servizio sanitario
nazionale”.
La parola all’onorevole Galati.
E’ solo di natura formale perché riguarda il
personale infermieristico, per cui non si applicano le procedure e i limiti
previsti dalla legge. Questo anche in relazione a quanto stabilisce l’articolo
34 della legge Finanziaria dello Stato, però vorrei porre all’attenzione del
rappresentante del governo e del relatore se al punto 1 – se mi è consentito –
è possibile apportare una modifica migliorativa.
Qui si prevede il Piano annuale delle
assunzioni…
PRESIDENTE
Sta parlando di un’altra cosa,
adesso.
Francesco GALATI
No, sto facendo questa obiezione
perché non…
PRESIDENTE
No, era solo per capire.
Francesco GALATI
Volevo dire che, al
comma 1 di questo articolo, si prevede il Piano annuale delle assunzioni. Fare
il Piano annuale delle assunzioni nelle aziende significa paralizzare le
aziende, significa non fare concorsi, perché se già per fare un concorso ci
vogliono due anni, come si può fare a pianificare annualmente il Piano delle
assunzioni?
Un’altra cosa è che questo Piano delle
assunzioni, in base alla legge nazionale, deve essere fatto per tutto il personale
delle aziende sanitarie e non soltanto, come qui è limitato, per il personale
sanitario.
Quindi credo che vada visto anche in
questi termini questo primo comma. Do questi suggerimenti che credo siano
migliorativi e aderenti anche alle norme di leggi nazionali.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Il parere è favorevole. Mi sembra che abbia integrato “triennale” e “annuale”.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Senatore.
Questo è previsto dalla normativa nazionale,
quando parla delle assunzioni nei piani triennali e annuali. Quindi, per
come è concepito e formulato l’articolo 17 da parte della Giunta regionale e
dell’assessorato alla sanità, secondo me va benissimo, non c’è da aggiungere o da strafare di più e
meglio, va così com’è, se no
vuol dire che facciamo altre cose, non quelle che ha detto l’assessore. Mi
perdoni il governo.
PRESIDENTE
L’emendamento è un’altra cosa, al
triennale lei si riferisce…
Raffaele SENATORE
Presidente, per legge dello Stato i
piani di assunzione sono triennali…
PRESIDENTE
Stavo dicendo, onorevole Senatore…
Raffaele SENATORE
Sto cercando di rispondere.
Nell’ambito della legge nazionale i piani sono triennali e, all’interno dei
triennali, ci sono le assunzioni annuali. Perciò, tutte le aziende sanitarie
hanno l’obbligo di fare i piani triennali prima e annuali dopo, dentro i quali
la legge Finanziaria…
Quindi quello che propone l’onorevole
Galati è pleonastico rispetto a quello che è già scritto…
(Interruzione)
L’unica preoccupazione che può
esserci da parte dell’onorevole Galati, che condivido, è che gli infermieri
siano sganciati da questa cosa, posto che è una categoria rara.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Sull’emendamento parere favorevole, sulla
questione annuale va bene il testo così
com’è con piani annuali.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.082.
(E’ approvato)
(Interruzione)
Francesco TALARICO, relatore
L’emendamento è accolto.
(Interruzione)
No, annuale, così com’è nel testo dell’articolo 17.
(Interruzioni)
Intanto questa è una norma contraria
alla legge dello Stato e fino a quando non ci sarà la legge Bossi, non si
possono modificare le leggi dello Stato che sono norme concorrenti, dove lo
Stato detta i princìpi e noi li dobbiamo osservare. Questo è il concetto, se lo
vogliamo osservare.
PRESIDENTE
Onorevole Galati, su questo articolo
questo discorso che dice lei, di personale anche non sanitario, a che punto è?
Dov’è?
Onorevole Galati, possiamo accogliere cassando “limitatamente al personale sanitario”, quindi lasciando libero, con piano annuale.
L’emendamento era approvato.
Emendamento protocollo 1.247 a firma Napoli…
(Interruzione)
Ma questo non riguarda la sanità…
(Interruzione)
Irricevibile, ritirato.
Emendamento protocollo 1.081 a firma Galati: “Al punto 6 dell’articolo 17 le parole “…e quelle relative a concorsi riservati già banditi in applicazione dell’articolo 2, comma 4, della legge 401/2000” sono soppresse”.
La parola all’onorevole Galati.
Presidente, mi riferisco alle ultime parole del quarto comma dell’articolo 17.
Onorevole Talarico, l’emendamento era il sesto comma
dell’articolo 17. Nell’emendamento che abbiamo esaminato in Commissione
c’era un riferimento alla legge 401 del 2000.
Ora io vedo qui riportata un’altra legge che è la numero 4 del 2002. Ma che c’entra questa
legge?! Vado a vedere la legge
regionale del 2002 e riguarda
la ricerca applicata in oncologia, farmacia, tossicologia dell’azienda
ospedaliera “Ciaccio-Pugliese” di Catanzaro: non ha niente a che fare. Quindi
si riferiva sempre alla “401”, non scherziamo con queste cose qua!
PRESIDENTE
Parere del relatore?
No, è molto chiaro, la “401” è del
2000, questa è la legge regionale 8 gennaio 2002, numero 4. Quindi se lei
conferma il suo emendamento per questa legge, va bene, ma la “401” non c’è in
questo collegato.
Francesco GALATI
Chiedo scusa, onorevole, questa legge regionale io ce l’ho qui, non
c’entra niente con questi concorsi e con queste riserve.
(Interruzione)
Francesco TALARICO, relatore
Questo è stato recepito con un emendamento…
Francesco GALATI
E c’è l’errore, io questo voglio dire…
Francesco TALARICO, relatore
Questo è stato recepito da un emendamento che è venuto in
Commissione…
Ma forse, Presidente, quello che abbiamo recepito in
Commissione è la legge 401, nell’articolo 2,
comma 4. Qui, invece, nell’articolato c’è
la legge numero 4 del 2002 che non
ci azzecca niente!
Francesco TALARICO, relatore
Quindi questo lo possiamo escludere…
Raffaele SENATORE
L’emendamento Galati è sostanzialmente di tipo formale e
va, a mio avviso, recepito.
PRESIDENTE
L’emendamento Galati credo possa essere…
Però riferito alla legge
regionale 8 gennaio del 2002, numero
4.
Francesco GALATI
Alla legge, in questo caso, perché forse ci sarà stato un
errore… diciamo che ci sarà stato un errore materiale…
(Interruzione dell’onorevole Senatore)
Francesco TALARICO, relatore
Accolto con questa modifica.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Naccarato.
Mi rivolgo al relatore e al Presidente della Giunta, in particolare, non essendoci l’assessore Luzzo.
Debbo dire che su questo comma 6 ho delle serie perplessità. Voi sapete, e l’assessore Luzzo sa prima di noi tutti, che le aziende sanitarie, i
direttori generali prima e i commissari
poi, malgrado i tentativi reiterati dell’assessore Luzzo di contenere al
massimo e di bloccare questo “assalto alla diligenza” che è in corso, hanno
continuato in un regime di totale irresponsabilità politica a bandire concorsi,
a promettere posti e a fare un’attività che contrasta, da questo punto di
vista, con le necessità di contenimento della spesa che impone a tutti, in
particolare alla Calabria, la nuova congiuntura.
Sono preoccupato – lo dico al
relatore – della stessa formulazione del comma 6 – e mi riferisco in
particolare al comma 6 – che lascia un po’ troppo i cordoni aperti e sana delle
situazioni sulle quali, oggettivamente, lo stesso assessore alla sanità mi ha
detto personalmente di avere riserve e preoccupazioni.
Io invito il governo della Regione,
invito il relatore e, se è necessario, sospendiamo mezzo minuto per consentire
una consultazione telefonica anche con Luzzo, a valutare se non sia il caso di
soprassedere al comma 6, perché oltretutto rischia di costituire un precedente
delicatissimo e diseducativo anche sul piano pedagogico, per cui ciascuno si
può sentire autorizzato a fare tutto, anche in contrasto con la legge, e
malgrado – lo voglio ripetere e sottolineare – l’appassionata opera
dell’assessore Luzzo che ha cercato, in tutti i modi, di porre un freno a tale
situazione.
Allora il mio invito è quello di una
riflessione e, se è possibile, ritirarlo e soprassedere, altrimenti chiederò la
votazione per parti separate e annuncio il mio voto contrario sul comma 6.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
Tranne che per quest’ultima presa di posizione molto forte dell’onorevole Naccarato, condivido sostanzialmente e anche per la parte iniziale, formalmente, il suo intervento, perché abbiamo approvato un po’ tutto il collegato della sanità, tra l’altro sotto forma di emendamenti che io stesso mi sono prestato a sottoscrivere, proprio nella convinzione e nella certezza che questo doveva essere comunque un qualcosa che era di rigore.
Nel comma 6, ma dico
anche con il comma 5, con questa filosofia di rigore, che pure ci
era stata raccomandata non solo dall’assessore Luzzo, ma anche dal Presidente Chiaravalloti, mi pare si stiano legando
troppo le maglie.
Quando parliamo del comma 5 – e vi
invito a leggerlo –,quando parla della “104”, noi avevamo posto un punto fermo
e cioè che si poteva fare solo entro il 31 dicembre 2003, perché diversamente
con questo comma 5, l’applicazione della legge “104”, peraltro in soprannumero,
porteremmo in sanità una serie di personale che non troverebbe riscontro e
coerenza con le dotazioni organiche della Regione Calabria e quindi si andrebbe
contrari alla filosofia per la quale abbiamo voluto questo provvedimento.
Perciò chiedo
formalmente, signor Presidente, che al comma 5 venga aggiunto “sino e non oltre
il 31 dicembre 2003”.
Francesco GALATI
L’avevamo concordata in Commissione
questa data.
Raffaele SENATORE
L’avevamo già concordata
in Commissione, ma siccome qui non lo leggo, vorrei che formalmente venisse
inserito e, caso mai, posto anche ai voti questo mio emendamento orale.
Per quello che riguarda il comma 6,
anche su questo aveva ragione l’onorevole Naccarato quando dice che l’avevamo
fatto in una logica di rigore, che mi sembra invece stia travalicando la
filosofia dello stesso articolo.
Mi associo alla richiesta dell’onorevole
Naccarato, eventualmente, di ritirare questo comma 6 e di affrontare
successivamente, magari con un collegato sul personale, tutta la materia
inerente a questo comma.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Talarico.
Riguardo al comma 6,
vorrei chiarire che non si autorizzano nuove assunzioni, qui si tratta solo di fare salve le assunzioni sulla base di
graduatorie di concorsi già espletati e quindi,
di fatto, non si fa altro che garantire
un diritto acquisito da parte del concorrente, di colui che ha
partecipato e ha vinto quel concorso di essere, successivamente, inquadrato all’interno…
Onorevole Talarico, noi dobbiamo chiarire una volta per
sempre un concetto fondamentale giuridico…
Francesco TALARICO, relatore
Non sono nuovi concorsi, nuove procedure…
Raffaele SENATORE
…che è quello che dà la certezza
dell’assunzione. L’idoneità è un’idoneità, non è una vincita di concorso e, come tale, possono
essere assunti solo quelli che hanno vinto i concorsi. Questo vale per questo articolo e per tutte le norme che
riguardano l’assunzione del personale.
Francesco TALARICO, relatore
Presidente, magari lo accantoniamo questo comma…
(Interruzione)
mi sembra che ci siano due opinioni diverse…
PRESIDENTE
La parola al Presidente della Giunta.
Mi pare che sia esatto quello che diceva il relatore: qui si tratta di salvaguardare diritti già acquisiti che non possono essere stravolti.
Credo che la ratio
di questa disposizione
sia quella di salvaguardare
e quindi di evitare contenziosi per le posizioni già
definite, che troverebbero altrimenti tutela in sede giudiziaria. Credo che
questa sia…
Paolo NACCARATO
Ma qui c’è scritto “in corso di
espletamento”, Presidente.
Giuseppe CHIARAVALLOTI, Presidente della Giunta regionale
“In corso di espletamento”, però quando già si sono formate le graduatorie, quando manca l’atto solo finale…
Paolo NACCARATO
No, “in corso d’espletamento” significa anche
solo banditi; dal momento del bando sono in
corso di espletamento…
Giuseppe CHIARAVALLOTI, Presidente
della Giunta regionale
Disposte sulla base di graduatorie,
di concorsi già espletati o in fase di espletamento, però con la graduatoria già
definita. Questo è il concetto. Penso che la preoccupazione sia solo questa,
non voleva essere un vulnus al…
(Interruzione dell’assessore Dima)
Sulla base di graduatorie già definite.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Morrone.
Presidente, se mi dedicate solo due minuti di attenzione su questo problema: condivido le preoccupazioni di Naccarato e degli altri colleghi.
Questa mattina ho
letto un fondo di “Repubblica”, dove ci si chiedeva
dove andava la sanità pubblica, perché ho l’impressione che le eccessive
restrizioni che le leggi nazionali stanno effettuando sulla sanità pubblica
stiano portando ad una grave crisi degli ospedali. Per esempio, alcuni ospedali
importanti di Roma, di Bologna, soprattutto alcuni reparti oncologici hanno difficoltà strutturali per
mancanza di personale.
Allora ben vengano, collega
Naccarato, perché capisco la sua preoccupazione, però noi dobbiamo
salvaguardare la sanità pubblica, perché non possiamo totalmente bloccare
quelli che sono i concorsi, soprattutto se sono già banditi.
Quindi lasciamo la programmazione
degli ospedali ai manager e alle aziende sanitarie, controllando che non
vi siano assunzioni selvagge, ma il blocco totale, a mio giudizio, delle
assunzioni nella sanità pubblica crea un grave nocumento alla sanità pubblica e
noi abbiamo il dovere morale, etico e politico di tutelare la salute dei
cittadini.
Pertanto, credo che l’articolato,
così come è passato in Commissione alla presenza dell’assessore Luzzo, perché è
stato confermato riga per riga ed è stato oggetto di diverse ore di
discussione, possa venire approvato così come si trova.
PRESIDENTE
Mi auguro che lei chiarisca!
Mi auguro di sì, perché se non partiamo dal presupposto che stiamo parlando della legge 401, articolo 2, comma 4 – e richiamo l’attenzione dei commissari che stavano in Commissione con me –. è chiaro che se non lo leggiamo alla luce di questo,
questo comma ha tutto un altro significato; non stiamo parlando di nulla, se
non della legge 401, articolo 2, comma 4.
Siccome qui è sbagliato perché cita
una legge che non c’entra niente con il comma di cui stiamo parlando…
Non c’è attenzione, forse ecco
perché, alla fine, voteremo una cosa completamente diversa da quella che
vorremmo…
(Interruzioni)
Se non c’è un minimo di attenzione, corriamo il rischio di fraintenderci anche tra noi. Parlavo prima con i miei colleghi dello stesso schieramento e dello stesso partito, non abbiamo le idee perché siamo confusi.
Relatore, dobbiamo ricondurre tutto il ragionamento, dopodiché, lo
possiamo riconfermare come lo
abbiamo votato in Commissione – alla legge 401, articolo 2, comma 4, diversamente
assume il significato di
altre cose che non c’entrano niente con quello che vogliamo fare. Qui citiamo una
legge, come diceva l’onorevole Galati, il quale stava parlando di un’altra
legge, non c’entra niente la legge numero 4 del gennaio 2002.
Vorrei il parere del relatore.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Talarico.
Guardi, il lavoro di tutto questo collegato è stato seguito passo
passo dall’assessore Luzzo, della Commissione lei era anche componente, quindi quello che abbiamo
votato si trova esattamente qui in
questo collegato. Perciò, per quanto mi riguarda,
va bene questa versione di collegato.
Dopodiché, c’è un emendamento dell’onorevole Galati “limitatamente al personale sanitario”, che è stato accolto, e la soppressione della
legge 8 gennaio 2002, numero 4, che
è un emendamento che può essere accolto.
(Interruzione dell’onorevole Senatore)
L’emendamento Galati:
il relatore è favorevole all’accoglimento.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.081.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.222 a firma Pacenza: “All’articolo 17, al comma 6, ultimo rigo, sopprimere le parole “già banditi”.
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Questo qui, avendo accolto l’emendamento Galati…
(Interruzione dell’assessore Gentile)
PRESIDENTE
E’ comprensivo di quello precedente. Quindi è ritirato.
Pongo in votazione l’articolo 17…
Presidente, io le ho detto che se non veniva accolta dal governo e dal relatore la mia proposta…
(Interruzione del Presidente Fedele)
…si vota per parti separate perché ho annunciato il mio voto contrario al comma 6.
PRESIDENTE
Stavo dicendo che lei vota tutto l’articolo 17, escluso il comma 6.
Pongo in votazione l’articolo 17.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.150 a firma Nucera…
Presidente, abbiamo già parlato con l’assessore, per cui l’emendamento possiamo considerarlo superato, però ho il dovere – e chiedo scusa al Consiglio per questo – di farvi notare che ci deve essere un refuso, perché c’è una differenziazione tra un atto deliberativo, il 258 – mi pare – del mese di maggio e il testo inserito nel collegato della Finanziaria, all’articolo 15, comma 3, perché c’è una “e”, mentre nella delibera c’è “e/o”.
Quindi, se lo possiamo correggere in questa fase…
PRESIDENTE
Già fatto, onorevole Nucera.
Giovanni NUCERA
Benissimo. Era l’articolo 15, siccome ero fuori con i sindacati…
Emendamento protocollo 1.251 a firma Nucera: “All’articolo 18, dopo le parole “Giunta regionale” vengono aggiunte …………………….”.
Prego, onorevole Nucera.
Sì, Presidente, lo possiamo illustrare perché riguarda la sanità.
(Interruzione)
Anche questo è stato concordato con l’assessore e abbiamo trovato la soluzione…
Quindi è ritirato.
Emendamento protocollo 1.193 a firma Morrone: “Articolo 18,
comma 1, dopo la parola “prestazioni”
va aggiunto “ospedaliere per acuti” e dopo la
parola “validati” va aggiunto “dalle aziende sanitarie territoriali competenti per territorio”.
Prego, onorevole Morrone.
Presidente, si tratta di un refuso perché in Commissione
era passata una parte,… è stata riportata la trascrizione con una parte che è
rimasta omessa. In più, ho aggiunto “dalle aziende
sanitarie territoriali competenti per territorio”,
perché, chi è che poi controlla sostanzialmente i validati delle case di cura
pubbliche e private? Sono le aziende territoriali. Dato che mancava, onde
evitare confusione, l’ho aggiunto. Il resto era già contenuto in quello che
abbiamo già approvato in Commissione.
Volevo dire che, ovviamente, non comporta impegno di spesa. Da parte mia, per la verità, avevo proposto di togliere “ridotti del 20 per cento”, però l’assessore si è opposto
perché ha voluto mantenere la riduzione delle prestazioni.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
La seconda parte recita
“dalle aziende sanitarie
territoriali competenti per territorio”, la prima parte no perché questo è
“ospedaliere per acuti”. La seconda parte è chi riconosce determinate prestazioni, che è quella dei volumi del
2002 che afferma le aziende competenti per territorio.
Ennio MORRONE
Chiedo scusa, la prima parte è contenuta in quello
approvato, cioè la prima parte contenuta in quello approvato io ce l’ho. La
parte cassata dall’assessore è stata quella che riguardava un primo punto sulla percentuale, ha detto no agli acuti, cioè
sono due cose diverse: una è la percentuale… Il mio articolato prevedeva due
riduzioni per i non acuti: una era sulle percentuali e un’altra era sulle
riduzioni delle prestazioni, perché tutto ciò che è a giornata di degenza non può
essere ridotto. Io l’ho messo, anche se è pleonastico, ma è stato approvato
così come ho scritto io, altrimenti le vado a prendere l’emendamento.
PRESIDENTE
La parola al relatore.
Francesco TALARICO, relatore
Ne avevamo già discusso perché era un
emendamento già considerato in Commissione.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.193.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 18.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.225 a firma
Pacenza: “Articolo 18 bis. E’ istituito un Fondo regionale pari a 10 milioni di
Euro, vincolato solo all’acquisto in conto interessi di attrezzature e
strumentazione sanitaria”.
Alla copertura finanziaria si
provvede tramite il Fondo sanitario regionale”.
Lo illustra l’onorevole Adamo.
Questo emendamento è l’istituzione di un fondo nell’ambito del Fondo sanitario regionale, da vincolare all’acquisto
esclusivo di attrezzature e di strumentazioni
sanitarie, tenuto conto che anche ai fini di una politica di ottimizzazione
della spesa, non c’è soltanto il problema di affrontare il tema degli sprechi,
ma anche di fare degli investimenti.
Ora, se pensiamo che grande parte del
sistema sanitario è soggetto ad attività sostenute da attrezzature superate od
obsolete, dopo anni forse di carenza di investimenti di questo tipo, penso sia
giusto pervenire a questa indicazione.
Non comporta alcun incremento, è solo
il vincolo di una destinazione.
PRESIDENTE
Dieci milioni di Euro…
Parere del relatore?
No, qui si vincola una parte del Fondo sanitario regionale, quindi è contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.225.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 19.
(E’ approvato)
Emendamento a firma Sarra, Leone ed altri…
(Interruzione)
Allora lo spostiamo
più avanti, perché in effetti non c’entra con questo articolo.
Michelangelo TRIPODI
Presidente, vorremmo capire meglio
questo emendamento, per cortesia.
PRESIDENTE
Non lo stiamo discutendo, onorevole Tripodi, perché non è
in questo articolo 20.
Pongo in votazione l’articolo
20.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 21.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 22.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 23.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.162 a firma
Borrello: “All’articolo 24, terza alinea, le parole “100 Euro” sono sostituite
con le parole “200 Euro”.
L’onorevole Borrello è assente,
quindi si potrebbe ritirare…
Questo non aumenta la spesa
nell’ambito di quell’importo; c’è solo, invece, di aumentare da 100 a 200 Euro
l’indennità rispetto ad una categoria particolare.
PRESIDENTE
Onorevole Senatore, intervenga lei.
Intanto, mi vorrei esprimere su questo emendamento,
perché cambia la sostanza dell’emendamento che io ho
presentato in Commissione e questo parla di raddoppiare il tetto massimo di
spesa dei prodotti aproteici. Mi permetto, però, di dire su questa materia – e perdonatemi se faccio anche un riferimento personale – che questa dei nefropatici è una categoria molto a rischio,
molto sofferta, che nessuno più di me può conoscere per essere io stesso un
nefrologo.
In questo Consiglio regionale questi
malati non hanno mai avuto una voce e quindi voglio parlare non solo dell’articolo
24, ma anche dell’articolo 23 e dire che questa è una materia che io stesso ho
proposto e che la Commissione ha approvato all’unanimità, ché sono convinto che
il Consiglio regionale – e credo non solo la maggioranza, ma anche
l’opposizione – è molto sensibile alla problematica di una categoria di malati
che è sicuramente tra le più sofferenti, forse sono superati solo dai malati
oncologici. E’ proprio per questo che, al di là dell’aver recepito tutta la
normativa, mi permetto di dire che per la parte che riguarda l’aspetto
finanziario, a mio avviso è molto poco e non andrebbe a coprire il fabbisogno
di una categoria di persone che sono sicuramente disagiate, sono quei pazienti
costretti ai cosiddetti viaggi della speranza perché sono trapiantati, perché
malati particolarmente esposti.
Se su questo mi è consentito di
proporre un emendamento orale, vorrei chiedere di aumentare il capitolo di
spesa per quello che riguarda l’articolo 24, che riguarda la legge numero 8 e
di portarlo da 1 milione e 4 di Euro a 2 milioni e 9, cioè prendendo e
spostando magari da un altro capitolo che potrebbe essere – mi permetto di
suggerirlo – il 220403, togliendo 1 milione e mezzo di Euro per riversarlo su
questa categoria di pazienti che è molto delicata.
PRESIDENTE
Quindi questo emendamento a firma
Borrello va bene per questi soggetti…
Giuseppe GENTILE, assessore alle
attività produttive
Lo accogliamo.
Raffaele SENATORE
Non quello di Borrello, mi perdoni,
quello non lo voglio accolto, nel senso che va al contrario. Il tetto di spesa
per i nefropatici ci deve essere e non può essere quello… e va bene 100 – e lo
dico anche da addetto ai lavori – Euro, cioè 200 mila lire per i soli prodotti
aproteici, per i nefropatici vanno bene. Questo è il dato.
Quello che chiedo, invece, è un
aumento del capitolo di spesa perché in questo caso, sia per il 23 che per il
24, non sono sufficienti e quindi chiedo uno spostamento…
Francesco TALARICO, relatore
Se ho capito bene, la sua proposta è
quella di non accogliere questo emendamento…
PRESIDENTE
L’onorevole Borrello è rientrato.
Intervengo senza
nessuna velleità, ma solo per un fatto oggettivo e
legato al fatto della spesa a cui va incontro un ammalato che ha questo particolare problema, ed emerge in maniera
molto chiara che, pur stando al minimo indispensabile
per vivere (pasta, pane, queste cose qua), c’è un costo di 115 Euro ogni
quindici giorni. Perciò, i 100 Euro previsti nella Finanziaria, evidentemente, non bastano, non sono sufficienti,
ecco perché la proposta dei 200 Euro, perché sostanzialmente consentono a
questi soggetti sventurati di poter almeno sostenersi con il minimo indispensabile. Questo è, non credo che
possa esserci un problema di altra natura rispetto a questo, cioè mi pare oggettivamente che andare incontro, tenendo conto che siamo in presenza di soggetti che già da diversi mesi pagano di
tasca proprio questi alimenti…
Se questo è lo scenario, non me la sentirei assieme a voi
di elemosinare perché di questo si tratta, parliamoci in termini molto chiari e
onesti.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Rispetto all’anno
scorso, questo tetto di spesa è stato già aumentato, cioè da 50 Euro è
passato a 100. Quindi, se siamo d’accordo,
potremmo lasciarlo così, invariato per quest’anno, anche perché si interviene
in maniera cospicua aumentando la legge, cioè non è solo un fatto di aumento
della cifra giornaliera di indennizzo, ma si aumenta lo stanziamento. Se si va più avanti, c’è un provvedimento che va ad aumentare la legge di riferimento.
. Il mio ragionamento
è molto semplice: siccome abbiamo la cifra fissa che è quella e non possiamo
andare oltre, se prevediamo 100 Euro di spesa, possiamo magari venire incontro
a più pazienti; se ne prevediamo 200, il numero
di pazienti a cui possiamo venire incontro si riduce della metà.
Questo è il senso del no all’emendamento perché significa, non potendo andare oltre
quell’importo con cui è finanziata la legge, che riduciamo il numero dei pazienti che possiamo
assistere. Quindi se siamo d’accordo,
possiamo votare no a questo emendamento per poi…
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
Intanto, c’è da chiarire che c’è stata una piccola confusione fra quelli che sono i pasti aproteici rispetto alla diaria dei trapiantati o di quelli che fanno i viaggi della speranza. Io, nella sostanza dell’emendamento di Borrello, sono più che d’accordo, ma sto dicendo un’altra cosa, che se al limite i 100 Euro al giorno non sono sufficienti, la spesa prevista, con 200 è ancora più aumentata e quindi il senso della mia richiesta è di aumentare il capitolo e poi, dopo che è aumentato il capitolo, possiamo portare anche a 200 Euro. La mia richiesta è di aumentare i capitoli e di spostare da un altro capitolo 1 milione e mezzo di Euro, portarlo in questo capitolo.
E’ su questo che si deve esprimere il Consiglio regionale.
(Interruzione dell’onorevole Borrello)
Questa legge specifica è stata finanziata
in più rispetto all’anno scorso di 1 milione e 400 mila Euro, quindi significa
che abbiamo previsto 2 miliardi e 8 di vecchie lire in più. Adesso non ne
possiamo prevedere ancora di più. Rispetto a questi casi che riguardano i
pazienti calabresi, non ci sarebbe limite alla spesa, sarebbe uno dei punti
essenziali rispetto a quello che noi vorremmo fare, però le risorse a
disposizione sono queste e neanche possiamo andare a pensare di andarle a
togliere ad altri servizi.
Abbiamo raddoppiato rispetto all’anno
scorso – lo voglio evidenziare –, abbiamo allargato i soggetti e i pazienti con
nuove patologie, adesso non andiamo a sottrarre soldi da altri capitoli.
Quindi per me va bene questo testo e
lo possiamo votare così.
Onorevole Borrello, i fondi sono
quasi raddoppiati rispetto all’anno scorso…
(Interruzione dell’onorevole
Senatore)
Prego, onorevole Occhiuto.
Onorevole Borrello, mi pare ci sia un emendamento
che formalmente, seppure in maniera verbale,
ha proposto all’Assemblea il collega Senatore su una
questione, peraltro, fortemente avvertita – vedo qui anche
l’assessore Mangialavori che è intervenuto più volte su questa questione-.
Allora chiedo al relatore se è pertinente la diminuzione dell’Upb a cui faceva
riferimento l’onorevole Senatore, cioè se quel capitolo è pertinente, siccome
c’è una volontà – credo – condivisa all’interno dell’Aula, possiamo recepire l’emendamento. Se, invece, ci fosse
qualche problema di ordine tecnico, siccome mi pare che questa previsione, benché
in aumento, non sia sufficiente, a giudicare dalle notizie che provengono anche
dall’assessorato alla sanità,
potremmo pensare di impegnare fin da
ora la Giunta a predisporre anche
una variazione di bilancio, qualora
ci fosse necessità, un po’ come è stato fatto per un altro emendamento proposto
prima e che mi pare riguardasse “Sviluppo Italia” o un’altra fattispecie. Troviamo, però, una
formulazione che ci consenta anche di recepire
fortemente, dimostrando grande sensibilità su questo problema, una questione
che è avvertita.
Nel caso dell’emendamento proposto dal collega Senatore,
potremmo per ora sospenderlo, pensando ad una formulazione d’accordo con gli uffici e riproporlo alla
fine insieme ad altre cose che abbiamo accantonato, però non lo liquidiamo
troppo facilmente.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Senatore.
…su questi malati c’è un’anagrafe precisa, Asl per Asl che l’assessorato alla sanità detiene, allora questa
mia valutazione
che ho fatto sulla quantità della
spesa, che è di 3 milioni di
Euro, l’ho fatta di concerto con gli uffici dell’assessorato. Il fabbisogno – e lo dico una volta per tutte – per soddisfare le necessità
di questi malati è di 3 milioni di Euro. Su questo ci dobbiamo
esprimere, Presidente Fedele.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Gentile.
Siccome è provato che questa necessità c’è, è provato anche da tanti punti di vista, siccome comunque già è stato raddoppiato il finanziamento di questo capitolo, è un fatto. Allora per uscirne, poiché adesso non siamo in condizioni di dire dove togliamo e dove mettiamo in quanto rischiamo di fare una rovina, io dico che si impegna la Giunta a verificare, da qui a due o tre mesi, dopo avere valutato con i dati esatti, quello che sta avvenendo – lo diceva, mi pare, il collega Occhiuto prima – ed eventualmente a reperire le risorse nell’ambito di un discorso di stretta necessità.
Io direi che, andando avanti così, si può approvare. Va bene?
Raffaele SENATORE
Sì, Presidente, mi ritengo soddisfatto per questo, se però questo discorso
lo facciamo anche per l’articolo successivo,
che è la stessa cosa, sono due aspetti dello stesso problema.
Definiamo questo, intanto.
Pongo in votazione l’articolo
24.
(E’ approvato)
Presidente, nell’articolato
ci sono due 24, per questo nasceva la confusione: 24 e 24 bis devono essere,
perché parlano di due cose distinte e separate, anche se della stessa materia.
PRESIDENTE
Il secondo è un 24 A.
Raffaele SENATORE
Presidente, li dobbiamo votare. Abbiamo votato solo il 24.
Il 24 l’abbiamo votato. Pongo in votazione l’articolo 24 A.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.105 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone di aggiungere il seguente articolo 24 bis:
1. Sono gratuite le prestazioni di pronto soccorso erogate negli ospedali della Calabria.
2. Sono gratuiti gli esami connessi a programmi di diagnosi precoce e tutte le prestazioni fornite da servizi territoriali: i servizi di salute mentale, i Sert, i consultori, i servizi di neuropsichiatria infantile.
3. Ai dipartimenti di prevenzione, istituiti in ogni Asl, viene assegnato il 5 per cento del Fondo sanitario regionale.
4. I malati cronici non autosufficienti sono assistiti all’interno del Sistema sanitario regionale, privilegiando il domicilio e, dove questo non sia possibile, il collocamento in centri diurni e/o piccole strutture residenziali, fatto salvo il diritto di essere curati in ospedali laddove se ne ravvisi la necessità e l’urgenza.
5. L’assistenza domiciliare integrata e l’ospedalizzazione a domicilio sono fuse in un unico servizio da istituire in tutte le Asl della Calabria. Vista la gravità e la complessità dei pazienti ai quali è rivolta, l’Adi deve essere espletata da equipe specialistiche altamente qualificate ed essere funzionante per tutti i giorni dell’anno.
6. In ogni distretto sanitario è istituito un centro diurno per pazienti malati cronici non autosufficienti con particolare riferimento ai soggetti affetti dal morbo di Alzheimer e da patologie di altro tipo.
7. Le residenze sanitarie assistenziali per anziani, malati cronici non autosufficienti e per disabili gravi devono essere costituite da piccole strutture con 10-20 posti letto, legate al distretto e all’ospedale territoriale.
8. I costi delle cure domiciliari, Adi e ospedalizzazione a domicilio, e quelli erogati in strutture quali diurne e Rsa, devono essere coperti dal Sistema sanitario regionale. E’ possibile richiedere a ciascun degente non indigente un contributo alle spese nella misura massima del 50 per cento del suo reddito pensionistico, ad esclusione di qualsiasi altro contributo dei familiari o dei Comuni.
9. Il 5 per cento del Fondo sanitario regionale è destinato alla tutela della salute mentale. I pazienti psichiatrici dimessi dagli ex O.P. devono essere curati e assistiti ambulatoriamente, a domicilio e/o presso centri diurni e residenziali di piccole dimensioni a carico del Sistema sanitario regionale.
10. Le cure dentarie sono dovute al Sistema sanitario regionale in modo pieno e per tutti con lo stesso criterio utilizzato per tutte le altre patologie, pertanto, in ogni Asl, devono essere garantite, nelle strutture accreditate, le prestazioni necessarie per le cure dentarie sia in regime ambulatoriale che di ricovero.
11. La libera professione intrapresa dai medici deve essere svolta esclusivamente fuori dall’orario di lavoro, non deve interferire con l’attività istituzionale, deve servire a ridurre i tempi di attesa.
12. In ogni Asl sono istituiti i comitati di partecipazione dei cittadini, organizzati secondo un regolamento che dovrà essere emanato dalla Giunta regionale entro 90 giorni dall’approvazione della presente legge”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Che cosa abbiamo votato prima, Presidente? Qual è l’emendamento 24 A?
Sull’articolato che ho io e, credo, anche voi ci sono due articoli 24, uno si può chiamare 24 A o 24 bis. Questo è passato, non altro, nessun emendamento e nient’altro. Lei, adesso, ha un emendamento 24 bis.
Sì, voglio dire che il testo ha due articoli 24: c’è una ripetizione? E’ lo stesso testo ripetuto o sono
due articoli diversi?
PRESIDENTE
C’è un errore materiale
tecnico.
Michelangelo TRIPODI
Quindi articolo 24, 25, cambia la numerazione di tutti gli articoli?
PRESIDENTE
No, solo il 24: c’è un 24 e un 24 bis.
Michelangelo TRIPODI
Quindi il mio emendamento sarebbe il 24 ter?
PRESIDENTE
Il suo emendamento sarebbe
il 24 ter.
L’emendamento non ha particolari
problemi legati alla spesa, anche se implica impegni finanziari, su questo non
ci sono dubbi, ma dà alcune indicazioni sia rispetto alla gratuità delle
prestazioni del Servizio sanitario, di pronto soccorso, di altre garanzie e, in
qualche modo, rientra nel dibattito che è stato fatto prima, legato al sostegno
a tutti i soggetti che soffrono di particolari patologie.
E’ un emendamento che contiene una
serie di norme di tutela sociale riguardanti la salute mentale, le cure
domiciliari, l’assistenza domiciliare e tutta una serie di altri strumenti. Ho
ritenuto di proporlo alla vostra attenzione perché penso che sarebbe importante
una scelta di tutela sociale e anche di impegno pubblico nel garantire alcuni
diritti fondamentali dei cittadini, soprattutto di quelli più disagiati, più
svantaggiati, meno tutelati.
Pertanto sollecito la sua
approvazione.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Complessivamente, sono tutte cose degne di essere accolte e di grande sensibilità, però il parere è contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.105.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.139 a firma Nucera, a quale articolo si riferisce?
Giovanni NUCERA
Sono due emendamenti, però hanno la stessa natura, quindi si possono unificare.
PRESIDENTE
A quale articolo si riferisce?
Giovanni NUCERA
E’ un emendamento nuovo da mettere nel collegato alla sanità. Non ha numero, è l’ultimo.
PRESIDENTE
Non c’è articolo. Lo inseriamo a questo
collegato?
Giovanni NUCERA
L’ultimo del capitolo
della sanità.
PRESIDENTE
Ne do lettura: “Viene inserito al collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2003 – articolo 3, comma 4 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8 – l’articolo 24 bis che testualmente sancisce:
“Le Asl della Calabria, direttamente o in strutture private accreditate, sono autorizzate ad effettuare corsi specifici per biologi al fine dell’acquisizione della formazione per l’effettuazione dei prelievi venosi.
Ai corsi possono partecipare i biologi operanti presso le strutture pubbliche e private accreditate.
Il costo del corso è a carico dei biologi che intendono partecipare alla formazione.
I corsi possono essere tenuti sia presso le strutture pubbliche che presso le strutture private accreditate, ma sempre sotto il controllo dell’Asl competente per territorio.
Il programma di formazione (teorico‑pratica) deve essere almeno di 36 ore.
Il corso deve essere tenuto da un medico specialista in medicina di laboratorio o equivalente e da uno specialista in angiologia.
Al termine del corso
deve essere rilasciato certificato di avvenuta formazione”.
Lo vuole illustrare?
E’ stato già
concordato, anche con l’assessore. Si tratta
di coprire un vuoto che c’è nella Regione Calabria. Si riferisce alla possibilità
per i biologi, particolare
settore del personale che
opera nel Sistema sanitario
nazionale, di effettuare prelievi capillari.
E’ allegata la relazione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi.
Volevo rivolgere una domanda all’onorevole
Nucera, perché l’articolo sostiene la possibilità, anzi la necessità che siano organizzati corsi
specifici per biologi per l’acquisizione della
formazione per l’effettuazione dei prelievi venosi.
La domanda che pongo all’onorevole Nucera e al Consiglio
regionale è se il prelievo di sangue rientra nelle competenze dei biologi, cioè noi dobbiamo organizzare la formazione dei biologi per fare il prelievo del
sangue o non sono altri – gli infermieri, per esempio – che provvedono al
prelievo del sangue? Mi dovete spiegare. Francamente, sapevo che i biologi sono
laureati, sono quelli che, una volta fatto il prelievo sanguigno, nei
laboratori di analisi, provvedono a verificare i valori.
Volevo capire perché prevedere corsi
di formazione per i biologi, mi sembra molto strano.
PRESIDENTE
E’ bene essere sempre più aggiornati.
Presidente, la domanda del collega Tripodi è pertinente,
perché difatti afferisce ad una questione che a livello nazionale ha fatto
molto parlare negli anni scorsi. C’è
una circolare ultima, previo il parere del ministero del Consiglio superiore
della sanità, che recepita dal ministero è stata da questo, in data 8 luglio 2002,
diramata a tutte le Regioni d’Italia. Ecco perché dico che c’è un ritardo e un
vuoto della Regione Calabria, le
altre Regioni si sono già adeguate, autorizzano di fatto i biologi, previa
formazione – e adesso specifico cosa vuol
dire previa formazione – a poter effettuare
questi prelievi, perché i corsi universitari italiani non prevedono corsi teorici e pratici per il prelievo da
parte dei biologi. Mentre ciò è ammesso, ovviamente, ai medici, agli infermieri
e agli ostetrici, ai biologi questa opportunità non viene data. Non solo il
corso di formazione è indispensabile al
suo interno, ma anche la condizione che il tutto venga effettuato all’interno
delle strutture private, cioè delle strutture convenzionate col Sistema sanitario nazionale.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.139.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 25.
Sull’articolo 25, se guardate gli
emendamenti, il numero 1.201 – che è l’ultimo dell’articolo 25 – è quello che
prevede la soppressione dello stesso articolo, presentato dall’assessore
Pirilli e dai capigruppo della maggioranza, quindi votando questo emendamento,
si sopprime l’articolo 25 e tutti gli altri emendamenti che lo precedono.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.201: “L’articolo 25 è soppresso”.
(E’ approvato)
L’articolo 25, pertanto, è soppresso
e tutti gli altri emendamenti, automaticamente, decadono.
La parola all’onorevole Adamo.
Ho votato a favore di questo emendamento, va da sé che tutti gli emendamenti collegati decadono, però fra gli altri – l’avevo collocato lì – c’è un emendamento che avevo presentato e che riguarda l’articolo 6 della legge regionale…
PRESIDENTE
Mi può dire il numero di protocollo?
Nicola ADAMO
Quello che hanno distribuito dopo.
PRESIDENTE
Il numero 1.255?
Nicola ADAMO
Sì, che collocavo lì nella scaletta, ma è altra questione. Penso che questo vada discusso.
PRESIDENTE
Lo può illustrare?
Sì. Noi abbiamo approvato, in una precedente legge Finanziaria, quella del 2002, all’articolo 6 questa norma riguardante il contratto di lavoro
a tempo determinato dei 30 tecnici assunti a
seguito di delibera
della Giunta regionale che bandì il concorso di assunzione, ai
sensi del programma regionale
di difesa del suolo, in attuazione del decreto legislativo 180.
Che cosa sta avvenendo, signor
Presidente? In base ad una legge nazionale
che trae origine dal decreto Sarno, una legge nazionale
che avuto efficacia per tutte le Regioni,
anche in Calabria, si è andati a mettere in
piedi una struttura che costituisce sostanzialmente la forza l’elemento
portante di quell’organizzazione che ha
originato e dato vita al Piano di assetto idrogeologico regionale.
La Regione Calabria
già soffriva questa carenza di tecnici; se voi
andate a vedere nell’organico, non trovate né geologici né ingegneri, tranne questi che sono stati assunti adesso con
contratto privatistico dall’esterno. Questi giovani sono stati selezionati
sulla base di un concorso rigorosissimo che è stato svolto, oltretutto,
nell’attuale legislatura, ad essi – la dico così, Presidente – è negato un loro
diritto perché si fa loro pesare il fatto che la delibera che ha originato
questa scelta giusta sia stata fatta nella precedente legislatura. Tanto per
intenderci, c’è qualche assessore di questa Giunta regionale che pensa di non
attuare il diritto in virtù del principio che questi giovani sono stati assunti
sulla base di una scelta amministrativa fatta da un’altra Giunta e da altri
assessori.
Guardate, mi auguro che tutte le
pratiche di assunzione (diretta, indiretta, a termine, indeterminata) siano
fatte secondo la procedura trasparente che ha avuto questo concorso; auguro che
tutte le professionalità che vengono richiamate in questa Regione siano in
possesso degli stessi requisiti di qualità di questi giovani. Penso che se la
Regione non adempirà, in attuazione della norma che c’è, beh, tutto il lavoro
che è stato fatto arretrerà e tutto ciò diventerà ancora più grave nel momento
in cui non solo questi tecnici saranno in uno stato di precarietà e di
sofferenza, ma si predisporranno altri concorsi per l’assunzione di altri 50
giovani che, a loro volta,
dovranno essere formati, anche laureati, e dovranno essere inseriti nel circuito
della gestione del sistema del Piano di assetto idrogeologico.
Insomma, si tratta di porre fine a
questa vergogna, perché di vergogna si tratta, Presidente; è una causa di
giustizia e di libertà che va sostenuta a vantaggio dell’amministrazione pubblica
regionale, non a vantaggio di un diritto che, invece, a loro viene negato.
Allora, per quanto mi riguarda,
questo emendamento lo considero pretestuoso, giusto per sollecitare e fare una
discussione in quest’Aula. Una discussione seria, invece, si dovrebbe fare e
l’Aula non farebbe male se a questo mio emendamento pervenisse con un
subemendamento che riguarda la soppressione soltanto degli ultimi tre righi
contenuti in questo comma che la legge Finanziaria del 2002 aveva inserito;
sono gli ultimi tre righi che hanno dato il pretesto alla Giunta di portare –
come si dice dalle nostre parti – a passeggio questa negazione del diritto.
Pertanto, la proposta che faccio qual
è? Che la soppressione a cui faccio riferimento in questo comma riguardi
soltanto gli ultimi tre righi e sia, quindi, autorizzazione alla Giunta ad
attuare la normativa nazionale per quanto riguarda la definizione della
condizione giuridica e professionale di questi giovani.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
In teoria, questo emendamento riguarderebbe il personale e quindi farebbe parte di quel discorso, però, visto che è un argomento che va a eliminare una norma, se siamo d’accordo, lo accantoniamo tra le questioni da affrontare alla fine, per poi procedere e dare un’indicazione finale.
E’ momentaneamente accantonato.
Emendamento protocollo numero 1.235 a firma Tripodi Michelangelo: “Articolo 26. Al comma 1, dopo la parola “Calabria” aggiungere le parole “limitatamente alle aree interessate a processi di crisi industriale e produttiva”.
Al comma 1 le parole “sul territorio regionale” sono sostituite dalle parole “nelle aree predette”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Questo emendamento riguarda il nuovo
strumento del contratto di investimento. Credo si debba discutere di questo strumento
che mi pare rappresenti uno dei punti nevralgici e nodali di questa legge collegata al bilancio, di questo
collegato ordinamentale.
Con questi due commi si inventa, si costruisce una nuova strumentazione che inerisce fortemente alle misure legate alle attività produttive del Por Calabria e soprattutto, attraverso questo strumento, si procede ad una deroga dei Regolamenti comunitari e delle procedure legate all’evidenza pubblica e all’uso delle risorse comunitarie sulla base di bandi pubblici e di pubbliche graduatorie che, in questo caso, vengono derogati attraverso la definizione di un contratto di investimento che, sulla base di una scelta di accelerazione della spesa, determinerebbe una utilizzazione di questo strumento che dovrebbe servire e dovrebbe essere utilizzato attraverso un’attività di gestione che è sganciata da meccanismi di bando.
In linea generale, non sono d’accordo con questo strumento, perché
sono per accelerare la spesa, per
semplificare le procedure, ma non sono per cancellare
i livelli minimi di trasparenza nella gestione delle risorse finanziarie. Qui viene toccato un
punto nevralgico, per cui credo ci
si debba guardare bene. Qui la partita riguarda
700-800 miliardi di Misure legate a questa parte dei complementi di programmazione, penso che ci debba essere
una seria attività di valutazione e
di vigilanza.
Rispetto a questo, mi sono permesso di presentare due proposte emendative: una al
comma 1, dopo la parola “Calabria” aggiungere
le parole “limitatamente
alle aree interessate a processi di crisi industriale e produttiva”, prevedendo, quindi, che il contratto di investimento che vogliamo introdurre e adottare nella nostra
Regione, trattandosi di uno strumento a carattere straordinario, sia introdotto nelle situazioni straordinarie, laddove
c’è crisi occupazionale, chiusura di
aziende, nelle le aree di crisi.
Insisto, onorevole Leone, su questo punto che è
fondamentale, perché probabilmente lì c’è bisogno di fare ricorso a strumenti
straordinari, che richiedono anche una celerità e una rapidità nella gestione
delle risorse.
La seconda proposta collegata al primo punto riguarda la sostituzione delle parole “sul territorio regionale” con le parole
“nelle aree predette”, sempre al comma 1.
Questi sono due emendamenti che tenderebbero a porre dentro
un ambito limitato territorialmente uno
strumento che si prevede di utilizzare su tutto il territorio regionale,
sganciato da qualsiasi procedura di trasparenza e, in questo caso, di utilizzazione
delle norme comunitarie, il bando pubblico per esempio. Questo strumento
prevede una trattativa privata, sostanzialmente, tra il dipartimento attività
produttive e l’imprenditore destinatario del finanziamento, un accordo privato
chiamato contratto di investimento, senza che ci sia la possibilità di accedere
alle Misure del Por Calabria e con il rischio che si possano determinare anche
forti discriminazioni per settori produttivi che rischiano di essere
cancellati, perché se non saranno ossequienti e rispettosi, certamente non ne
verranno beneficiati.
Credo che qualche garanzia dobbiamo
pur averla, limitando questo strumento, sul piano territoriale, alle aree di
crisi industriale e produttive.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Leone. Ne ha facoltà.
Presidente, non capisco la filosofia di questo emendamento, atteso che i contratti di programma a livello nazionale non hanno né
bandi europei né altro tipo di bando, ma è una contrattazione che viene fatta con il ministero dell’industria e del tesoro direttamente.
Questa è la procedura e serve esclusivamente a far sì che quella che voi
chiamavate – ma che poi, in sostanza, la ritengo pure valida – programmazione dal basso serva, poi, per
dare stimolo alle economie. Non capisco perché se a livello nazionale viene
riconosciuto come strumento valido, a livello regionale debba far nascere tutta
questa serie di dubbi e ripensamenti. Penso
che i problemi siano altri, perché di questo si tratta, questo che è il
contratto di investimento non è altro che un contratto di programma
riconosciuto con legge regionale.
La domanda che potrebbe porsi è:
“Perché facciamo un contratto di programma a livello regionale, quando abbiamo
lo strumento nazionale che ci consente di accedere comunque ai fondi?”. E’
semplicissimo, perché per chiudere un contratto di programma, un accordo di
programma o comunque una programmazione negoziata a livello nazionale non
bastano due anni.
Allora, onorevole Tripodi, le ricordo
che io e lei, circa un anno fa, nella sede del comune di Reggio Calabria
abbiamo incontrato i rappresentanti del tessile e non abbiamo potuto dare loro
risposta perché non avevamo uno strumento operativo regionale come questo che
ci consentisse di fare in tempi velocissimi quello che, diversamente, a livello
nazionale per essere messo in piedi ha bisogno di un paio di anni.
Lo strumento è questo. Che poi questo
strumento debba essere limitato alle aree di crisi, non è vero. A parte che la
Calabria è da considerare tutta area di crisi per i dati che abbiamo, per cui
non capisco come potremmo discriminare una zona rispetto ad un’altra. Lo
strumento va guardato per quello che è, positivo come è. Ci sono garanzie
sufficienti perché questo strumento non sia alla mercé di nessuno, si tratta di
un discorso di totale trasparenza perché comunque seguirà le disposizioni di
una delibera, di una manifestazione di interesse, di un discorso che comunque
diventa pubblico. Non capisco perché, poi, si debba sempre adombrare quello che
c’è di buono o che si cerca di fare di buono per lo sviluppo della Calabria in
questi termini, cioè in termini positivi.
Pertanto, ritengo che il
suo emendamento non possa essere accettato, mi permetto di anticipare quella
che ritengo sarà anche la decisione del governo.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.235.
(E’ respinto)
L’emendamento successivo, il
protocollo numero 1.108, è da ritirare perché si riferiva all’articolo 25,
onorevole Tripodi, e quindi è da considerare già cassato.
Prego, onorevole Leone.
Su questo articolo 26
volevo proporre in Aula una correzione:
al comma 2 c’è scritto “il contratto di investimento è disciplinato mediante
apposito Regolamento di attuazione approvato con delibera della Giunta
regionale, previo parere vincolante della Commissione sviluppo economico”. Mi
sta bene questo discorso, così diamo le garanzie anche all’onorevole Tripodi,
diamoci però un tempo di trenta giorni perché, se abbiamo degli imprenditori o
dei gruppi di imprenditori che decidono di venire in Calabria a salvare
un’azienda, non possiamo dire loro che devono aspettare due mesi, ma diciamo
che entro un mese da questa richiesta noi siamo in grado di rispondere loro,
altrimenti come Regione avremo qualche difficoltà circa una vera e propria
credibilità,
Vista la delicatezza dello strumento,
ritengo che, quantomeno, questo sia indispensabile.
PRESIDENTE
Quindi aggiungere “30 giorni”?
Gianfranco
LEONE
“Entro e non
oltre 30 giorni”.
PRESIDENTE
Emendamento protocollo numero 1.230 a firma Incarnato: “All’articolo 26 è aggiunto il seguente articolo 26 bis:
“1. La Regione Calabria promuove azioni per favorire la formazione di una coscienza tesa alla protezione dell’ambiente e sostiene l’introduzione, ovvero lo sviluppo, dei sistemi di gestione ambientale (Sga) certificabili secondo le norme Uni En Iso 14000, ovvero registrabili a norma del Regolamento (Ce) n. 761/2001 del Parlamento Europeo e del Consiglio, “Ecomanagement and Audit Scheme” (Emas), sull’adesione volontaria delle organizzazioni a un sistema comunitario di ecogestione ed audit.
2. I destinatari sono: società, aziende, imprese, cooperative, autorità o istituzioni, ovvero parti o combinazioni di essi, con o senza personalità giuridica pubblica o privata, di seguito denominate “Organizzazioni”, che hanno attività, amministrazione e funzioni proprie, insediate nel territorio della regione Calabria. 3. Gli interventi disciplinano:
a) introduzione nell’ordinamento regionale di procedure semplificate, per le “Organizzazioni” dotate di Sga certificati Iso 14000 o registrati Emas;
b) sostegno finanziario alle iniziative che favoriscono la promozione di politiche per lo sviluppo durevole e sostenibile;
c) concessione di contributi a fondo perduto, sulle spese sostenute dalle “Organizzazioni”, per l’adozione ovvero lo sviluppo di Sga, conformi alle norme Iso 14000 ovvero, al Regolamento Emas.
4. L’individuazione
delle procedure semplificate, le modalità di concessione del sostegno
finanziario e dei contributi .e l’entità dello stanziamento a carico del
bilancio 2003, sono disciplinate, entro sessanta giorni dall’approvazione della
presente norma, mediante apposito atto, approvato con deliberazione della
Giunta Regionale, previo parere vincolante della Commissione Sviluppo Economico
del Consiglio regionale”.
La parola
all’onorevole Incarnato.
Ho inserito questo emendamento all’articolo 26 perché è
in linea con le attività produttive. Credo che l’emendamento si commenti da solo
rispetto a quello che è lo spirito ed i contenuti. Però brevemente vorrei
spiegarlo in maniera più analitica.
Voglio
premettere che questo provvedimento trova un suo primato, nel senso che in
Italia non c’è Regione che abbia sviluppato un ragionamento su questo
argomento.
In pratica, lo spirito dell’emendamento è quello di inserire nel nostro sistema delle produzioni delle imprese un sistema di sviluppo ambientale che consiste nel fatto di dare alle imprese, alle società e a quant’altro gli strumenti per potersi adeguare a quelli che sono i nuovi parametri ambientali che l’Unione europea ci detta. Si rifà alle norme che sono dettate dall’Iso 14000.
Credo che ve ne sia la necessità. Voglio ricordare, per un istante, che diversi anni fa, quando la Comunità europea ha dettato le norme sull’antinfortunistica, sulla “626”, le nostre imprese hanno avuto grande difficoltà ad adeguarsi alla normativa. Sono convinto che siamo in presenza di un tessuto economico e produttivo che, in qualche maniera, va sostenuto parzialmente dalla parte pubblica, non solo attraverso gli strumenti economici di sostegno, ma anche attraverso la messa in campo di norme e di Regolamenti che regolano questa materia. Ricordo che la “626” in questa nostra regione ha avuto delle punte d’arretramento, delle difficoltà perché molte imprese, non avendo disponibilità economiche per adeguarsi rispetto al nuovo sistema, hanno avuto dei punti di caduta, con tutto quello che ne consegue. Ormai non è solo il prodotto che fa il mercato, ma c’è una serie di sistemi che ruotano attorno al prodotto.
Credo che questa Regione abbia bisogno di rendere esigibile, in maniera più chiara possibile, attorno a questo tema, una sorta di stimolo verso le imprese per adeguarsi a quelli che sono i sistemi ambientali.
Se è vero che ci vogliamo misurare, anche, in un sistema di competizione ambientale che non sia legato solo alle questioni che abbiamo trattato stamattina, ma alla possibilità di mettere le imprese in condizione di adeguarsi - non possiamo imporre eventualmente un adeguamento -, bisogna che siano esse ad attribuirvi un valore e, quindi, aderiscano volontariamente a questa possibilità, mettendo in campo delle forme di sostegno, a fondo perduto, per l’adozione di questi sistemi.
Credo che la norma, per la quale la Giunta regionale, in 60 giorni, deve provvedere a mettere in campo tutte le procedure esemplificative e quant’altro, possa prevederne il finanziamento anche in modo non molto consistente. E’ importante che questa normativa segni l’inizio di un momento di qualità che in questa regione, necessariamente, va dato.
Abbiamo il dovere,
non solo attraverso le cose che abbiamo votato prima o, meglio, che stavamo per
votare prima (il primo comma e il secondo comma dell’articolo 26 che riguardano
un sistema che dovrebbe incentivare il mondo della produzione e quindi delle
attività produttive), di rendere competitivo il tessuto delle nostre imprese,
della società e quant’altro, attraverso questa formulazione. Credo sia un
problema risolvibile, anche perché se la Giunta avviasse un sistema di questo tipo,
attraverso i mezzi che già ha a disposizione, potrebbe dare un segnale positivo alle imprese e a tutto il sistema. E’ necessario
avviare anche qui una sorta di programmazione
che riguarda
tutto quello che è il sistema ambientale.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
D’accordo sulla sostanza, però il parere è contrario.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
1.230.
(E’ respinto)
Prego, onorevole Sarra.
Volevo chiedere cinque minuti di sospensione in Aula, cortesemente.
Ennio MORRONE
Noi siamo d’accordo.
PRESIDENTE
Sull’articolo 26?
Alberto SARRA
Sì.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa per cinque minuti.
La seduta sospesa alle 20,48 è
ripresa alle 20,51
PRESIDENTE
All’articolo 27 c’è un emendamento, protocollo numero 1.200 a firma Galati, Pilieci, Leone ed altri: “Alla legge regionale n. 15 del 15 marzo 2002 sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
All’articolo 7, comma 3, la frase “con decreto della Giunta regionale” è sostituita dalla seguente: “con decreto del Presidente della Giunta regionale”.
All’articolo 9, comma 3, lettera e), le parole “da quattro esperti” sono sostituite dalle seguenti: “da cinque esperti”.
Articolo 16:
Al comma 1, la frase “sulla base delle spese ammissibili ai sensi del successivo comma 2 e secondo le procedure stabilite dal successivo articolo 18” è soppressa e viene sostituita dalla frase: “la Giunta regionale, con propri atti, disciplina le modalità attuative per la concessione delle agevolazioni, nel rispetto di tutte le condizioni di cui al Regolamento (Ce) n. 70/2001 ed in conformità all’articolo 31 quater della legge regionale n. 7/2001”.
Il comma 3 è sostituito come segue: “Alla concessione delle agevolazioni provvede il competente dipartimento in attuazione delle disposizioni previste dai precedenti commi, anche avvalendosi degli organismi di cui ai successivi articoli 19 e 20”.
Al comma 4, la frase “di cui al successivo articolo” è sostituita con la seguente: “di cui al successivo articolo 19”.
Gli articoli 17 e 18 sono soppressi”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole.
Michelangelo TRIPODI
Presidente, vorrei l’illustrazione dell’emendamento da parte del presentatore.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Presidente, la norma si commenta da sé, perché le modifiche hanno – come è scritto – lo scopo di rendere snello l’utilizzo di alcuni fondi che, diversamente, rimarrebbero – come sono da più tempo - bloccati.
Penso che non ci sia
altro da aggiungere. Poi, se l’onorevole
Tripodi vuole altre spiegazioni…
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi.
Se la motivazione è quella di rendere snello l’intervento, mi dovrebbe spiegare, onorevole Leone, come si concilia la snellezza dell’intervento con l’aumento degli esperti, perché voi aumentate il numero degli esperti previsti dall’articolo 9, comma 3, della lettera e) da quattro a cinque. Uno snellimento sarebbe comprensibile se la proposta riducesse da quattro a tre gli esperti, invece qui si aumentano gli esperti e si dice che si vuole snellire.
Mi pare che ci sia contraddizione, onorevole Leone, in questo tipo di discorso: lo snellimento avrebbe presupposto la riduzione, non l’aumento, evidentemente!
Onorevole Tripodi, se vuole, colloquiamo, così glielo dico subito: al comma 1, la frase “sulla base delle spese ammissibili ai sensi del successivo comma 2 e secondo le procedure stabilite dal successivo articolo 18” è soppressa e viene sostituita dalla frase: “la Giunta regionale, con propri atti…”.
Ci sono questi fondi che sono fermi, adesso si regolamenta e si prevede la possibilità di sbloccare i fondi, a quel punto si prevede che, dato che ci sono molte richieste e molte aspettative, la Commissione che attualmente è composta da quattro elementi, se si aumenta a cinque, renda più snello il lavoro ed anche più efficiente.
Se poi volete,
emendiamo diversamente,
fatelo pure, ma la ratio è solo questa.
Conseguentemente al
fatto che, con proprio atto, la Giunta libera questi fondi e fa sì che queste
domande possano essere valutate, si deve dare corso, poi, anche alla spesa. Per
fare questo, la Commissione deve esprimersi. Siccome si prevede che le domande
saranno in numero elevato, allora si
aumenta di un’unità questa Commissione. Non è una manovra…
Penso che per lo snellimento basti la misura normativa, la modifica; il numero degli esperti può rimanere quattro, se lei non ha difficoltà.
Poi volevo chiederle ulteriormente: gli articoli 17 e 18 di cui si prevede la soppressione a cosa si riferiscono, onorevole Leone? Non lo ricordo.
Gianfranco LEONE
Sono in difficoltà perché non ricordo. Se possiamo trovarli…
Michelangelo TRIPODI
Volevo capire, dato che dobbiamo votare un punto tecnicamente serio.
Gianfranco LEONE
Ritengo, però, che siano articoli relativi al Regolamento.
Michelangelo TRIPODI
Se potessimo chiedere ai tecnici cosa sopprimiamo con gli articoli 17 e 18, cortesemente. Stiamo modificando una legge promulgata lo scorso anno, dopo un anno, è importante sapere che cosa sopprimiamo.
Gli articoli in questione,
17 e 18, riguardano il fondo per le agevolazioni finanziarie che, quando abbiamo approvato la legge, era
affidato a Fincalabra S.p.A.; adesso, abrogando questi due articoli, di fatto
la gestione viene tolta a Fincalabra.
Comunque sia, per la gestione diretta
da parte dell’assessorato regionale, perché si dota dello strumento della
Commissione e poi dell’assegnazione.
Si toglie a Fincalabra, e chi
gestisce? La soppressione produce un vuoto e lascia inalterate le cose?
(Interruzione)
Presidente, avevo chiesto…
PRESIDENTE
Non ha avuto i suoi chiarimenti?
Michelangelo TRIPODI
Sì, ho chiesto i chiarimenti. Volevo sapere se è confermato
che, per quanto riguarda gli esperti, rimangono in numero di quattro. Lei
è il proponente: mantiene cinque o diventano quattro?
Riterrei, in linea con quello che le ho esposto, di mantenere le cinque unità in Commissione, però sentiamo il governo.
Michelangelo TRIPODI
Governo, noi chiediamo di mantenere i quattro esperti nella logica dello snellimento, piuttosto che aumentare il numero degli esperti da quattro a cinque. Siete d’accordo?
Il governo non è d’accordo, per cui rimane con quattro esperti.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.200.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.151 a firma Nucera: “Dopo l’articolo 28 è inserito l’articolo 28 bis: “Al fine di armonizzare la normativa regionale in materia di ordinamento della professione di maestro di sci con quanto stabilito dalla legge 8 marzo 1991, n. 81 (legge quadro per la professione di maestro di sci ed ulteriori disposizioni in materia di ordinamento della professione di guida alpina), la Giunta regionale è autorizzata a disciplinare l’esercizio della professione di maestro di sci entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.151.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.208 a firma Sarra, Nucera ed altri: “All’articolo 28, comma 1, sono apportate le seguenti modifiche:
alla seconda alinea del disegno di legge “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario” le parole “…d) il Collegio dei revisori.” sono eliminate;
alla quinta alinea le parole “…17 e 18…” sono eliminate”.
La parola all’onorevole Talarico.
L’emendamento protocollo numero 1.208 riguarda il ripristino del Collegio dei revisori dei conti nelle Apt, perché nella norma che abbiamo approvato in Commissione avevamo previsto un amministratore e un viceamministratore, dimenticandoci del Collegio dei revisori che avevamo, erroneamente, anche abrogato. Oggi, con l’emendamento, lo ricostituiamo perché deve esercitare il controllo sugli enti.
Altra cosa, invece, è
il comma 1 – che mi sembra fosse una proposta
dell’assessore – laddove dice la lettera m) propongo la promozione e il coordinamento dei sistemi
turistici locali. Quindi parere favorevole a questo.
Poi, invece, c’è all’articolo
28 alla lettera m) dice “la promozione,
il coordinamento dei sistemi turistici locali, questo qui si può abrogare,
viene soppresso.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.208.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 28 così come emendato e con l’eliminazione della lettera m) del secondo comma.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.109 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone l’abrogazione del comma 1 dell’articolo 29”.
La parola all’onorevole Tripodi.
E’ un emendamento soppressivo del comma 1 dell’articolo 29. Questo comma prevede di autorizzare Fincalabra ad aumenti di capitale sociale, legati all’utilizzo delle somme assegnate con le leggi regionali, una procedura che io credo abbastanza irrituale. Peraltro mi pare strano che, da una parte, si autorizzi Fincalabra ad aumenti di capitale sociale, utilizzando le leggi di sostegno, e, contemporaneamente, sia stato approvato, poco fa, un emendamento sulla legge sull’artigianato che toglie a Fincalabra la gestione.///////////
Lo trovo contraddittorio, mi pare che ondeggiamo nelle scelte. Sulla legge precedente sull’artigianato c’è stato un emendamento, a firma dell’onorevole Leone, che ha soppresso gli articoli 17 e
18 della legge di un anno fa che affidava a Fincalabra
la gestione, ora facciamo un’operazione…
Questo qui su Fincalabra, per quanto mi riguarda, l’ho ritirato nella riunione ultima e anche nella riunione precedente. E’ complicato, non si capisce bene, non sono in grado di spiegarlo.
Michelangelo TRIPODI
Se è ritirato, ritiro l’emendamento.
Questo è un emendamento che era passato in Commissione, quindi c’è un emendamento soppressivo all’articolo 29, va bene, è accolto, per cui è soppresso l’articolo 29.
PRESIDENTE
Quindi è accolto l’emendamento dell’onorevole Tripodi?
Francesco TALARICO, relatore
Concordato anche con la Giunta, parere favorevole.
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’abrogazione dell’articolo 29.
(E’ approvata)
Al comma 1 dell’articolo 30 è stato proposto l’emendamento protocollo numero 1.110 a firma Tripodi Michelangelo.
Presidente, c’è un problema
comunicato con lettera dalla dottoressa
Lanucara, dirigente della Commissione volevo capire che cosa
significasse. In questo foglio di trasmissione, riportato alla
prima pagina, protocollo 392, si dice che “per
errore materiale è stato trascritto il comma 1
dell’articolo 30, articolo 10 bis, il quale in origine era oggetto di un emendamento – il numero 11 – non accolto dalla Commissione. Di conseguenza,
il comma 2 va modificato abrogando la parola “predette” – non so cosa voglia
dire – “Si prega di scusare l’involontario errore
e si porgono cordiali saluti”.
Quindi, presumo che non sia da discutere l’emendamento
abrogativo, non posso proporre l’abrogazione di una cosa che non c’era, quell’articolo non c’è più nella lettera di trasmissione che leggo allegata.
Quello che dice l’onorevole Tripodi è vero, nel senso che era solo passato il secondo comma. Se c’è la volontà, questo emendamento che riguarda la liberalizzazione delle agenzie di viaggio sul territorio regionale prevede che un’agenzia di viaggio che vuole aprire una filiale sul territorio regionale, ha la facoltà di farlo senza nuovo direttore tecnico. Quindi ci adeguiamo ad una sentenza della Corte costituzionale e faccio mio questo emendamento in Aula, per cui chiedo che si possa votare, se siamo d’accordo.
(Interruzione)
La versione è esattamente come il 10 bis, che erroneamente è stato inserito in questo collegato, per cui sono d’accordo con l’onorevole Tripodi.
Presidente, il testo ufficialmente, secondo quello che dice la dirigente Lanucara, non esiste. Quel testo non c’è nel collegato perché c’è una nota che viene presentata, protocollo 392, che dice che è stato trascritto il comma 1 che non era stato approvato.
Sto dicendo che ammetto questo errore da parte di coloro che hanno provveduto a stilare in coordinamento formale il collegato. Questo comma riguarda la liberalizzazione delle agenzie, ci adeguiamo, complessivamente, ad una sentenza della Corte costituzionale che ha detto che le agenzie di viaggio possono liberamente aprire filiali, lo ripropongo in Aula, il mio parere è favorevole e possiamo procedere al voto, Presidente.
(Interruzione)
Sì, questo è un emendamento mio, il 10 bis.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento testé illustrato dall’onorevole Talarico.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.198 a firma dei capigruppo della maggioranza: “Norme per la tutela dei diritti dei consumatori:
“1. La Regione Calabria alla luce della Carta dei diritti fondamentali e della normativa dell’Unione Europea, della Costituzione, in particolare il Titolo V° e delle leggi della Repubblica italiana, e nell’ambito dei propri strumenti di programmazione strategica, tutela i diritti e gli interessi, individuali e collettivi dei cittadini quali consumatori e utenti di beni e servizi, con particolare riguardo alla tutela della salute e dell’ambiente, alla sicurezza e qualità dei prodotti e dei servizi, alla corretta informazione e all’educazione al consumo, nonché alla trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali.
Per il perseguimento della finalità di cui al comma 1, la Regione promuove lo sviluppo dell’associazionismo di consumatori ed utenti, nel rispetto dell’autonomia e indipendenza delle singole associazioni, l’azione degli enti pubblici e dei soggetti privati, delle autonomie locali e funzionali, valorizzando in particolare la collaborazione con il sistema camerale nei suoi compiti istituzionali e lo sviluppo di azioni coordinate tra i diversi soggetti coinvolti.
2. La Regione Calabria sostiene l’attività delle associazioni aventi quale finalità esclusiva la tutela dei consumatori e degli utenti, purché in possesso di comprovati requisiti.
3. Le associazioni accreditate sono inserite in apposito elenco, istituito presso il Dipartimento attività produttive dell’amministrazione regionale;
4. E’ istituita con decreto del Presidente della Giunta regionale la Consulta regionale per la tutela dei diritti dei consumatori e degli utenti di seguito denominata Consulta.
5. La Consulta, presieduta dall’assessore alle attività produttive, è composta da un rappresentante di ciascuna associazione di cui al precedente articolo 2, ove non siano previste forme di rappresentanza congiunta.
6. La Giunta regionale, per il perseguimento delle finalità di cui al 1° comma e secondo gli indirizzi contenuti nel Programma regionale di sviluppo, nel documento di programmazione economico-finanziaria regionale e negli altri strumenti di programmazione, promuove ogni iniziativa volta alla tutela dei consumatori e degli utenti anche in collaborazione con le associazioni gli enti e i soggetti pubblici e privati e con gli organismi erogatori di pubblici servizi.
7. Le iniziative da realizzare sulla base della presente legge, comprese quelle delle autonomie locali e funzionali coerenti con la programmazione regionale, sono individuate annualmente e su di esse è assicurata la più ampia informazione, realizzando allo scopo idonee forme di comunicazione.
8. La Regione istituisce l’Osservatorio regionale dei prezzi e dei consumi nell’ambito del Dipartimento attività produttive.
9. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore la Giunta regionale provvede, con Regolamento, a stabilire le modalità attuative della presente legge.
10. Per le finalità di cui alla presente legge è autorizzata, per l’esercizio 2003, la spesa di Euro 200 mila mediante utilizzo dei fondi speciali ai sensi dell’articolo 21 della legge regionale n. 8/2002, “Fondo occorrente per far fronte agli oneri dipendenti da provvedimenti legislativi in corso di perfezionamento” a carico (Upb 8.1.01.02.).
11. Per gli esercizi successivi si provvederà con i fondi che saranno previsti nei rispettivi bilanci di competenza”.
Lo illustra l’assessore Gentile.
Se non facciamo nulla in materia di consumatori, poiché il ministero sta per distribuire 27 miliardi di lire alle Regioni, la Regione Calabria rimane fuori dalla distribuzione dei fondi.
Questo emendamento ci serve per partecipare alla divisione dei fondi che verranno distribuiti fra le Regioni.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Presidente, di fatto la sostanza è questa: in attuazione della variazione del Titolo V°, le Regioni devono dotarsi di questo
strumento. Quindi non è altro che uno sviluppo di questa legislazione che, poi,
permetterà in sostanza, come illustrato dall’assessore Gentile, di concorrere
alla ripartizione dei fondi nazionali.
Michelangelo TRIPODI
Chiedo scusa, Presidente, di quale
emendamento parliamo?
PRESIDENTE
Del protocollo numero 1.198.
Su questo ho un’obiezione di fondo,
assessore Gentile. Qui si fa una legge vera e propria e siccome, io e – credo –
altri abbiamo presentato una proposta di legge per la tutela dei diritti dei
consumatori, al momento non esistente in Calabria - la nostra Regione è l’unica
che non ha una legge - onestamente, nel momento in cui si fa un’operazione
ordinamentale dentro il collegato, mi sento impotente. Ho presentato cinque
mesi fa una proposta di legge organica sulla materia dei diritti dei
consumatori, adesso si arriva all’esame del collegato ordinamentale e si
presenta un vero e proprio disegno di legge, senza avere possibilità di
discuterlo nel merito. L’emendamento è composto da dieci articoli, per cui,
senza poter ragionare articolo per articolo, approviamo praticamente una norma
fondamentale.
La Calabria è l’unica Regione
d’Italia che non ha una legge sul diritto dei consumatori. Rivendico il diritto
di poter discutere nella Commissione consiliare competente i progetti di legge
abbinati, tra cui quello che ho presentato. Che il Presidente convochi la
Commissione, che si ponga all’ordine del giorno il tema e i progetti di legge,
ma che si faccia così.
Insomma, noi approveremo una norma
senza averne mai discusso.
Sicuramente, la proposta
dell’onorevole assessore Gentile è perfetta, non voglio entrare nel merito.
Pongo un problema di metodo rispetto alla procedura. E’ materia di Consiglio e
di Commissione consiliare, non credo si possa accettare l’idea che d’emblée,
dentro un collegato ordinamentale, si faccia tutta la normativa sui diritti dei
consumatori e degli utenti calabresi, sapendo che c’è un grande vuoto che si è
determinato in questa materia.
Che si utilizzi anche la proposta
dell’assessore, però, debbo dire, assessore Gentile, non so se la Giunta avesse
deliberato un testo come progetto di legge. Lei sa che oltre a quelli
presentati dai consiglieri, ci sono i progetti di legge della Giunta, sarebbe
stato, quindi, più opportuno presentare alla Commissione e al Consiglio un
progetto di legge organico, anche della Giunta, in modo tale da procedere
unificando tutti i testi di legge, affinchè ognuno di noi potesse discuterne.
Siamo tutti consumatori, siamo tutti soggetti, attori e protagonisti di un
diritto fondamentale, insomma non vorrei che in questa paginetta riassumessimo
un dibattito che dovrebbe riguardare non solo il Consiglio regionale, le
associazioni dei consumatori, la Federconsumatori, ci sono tante associazioni,
dovremmo convocarle, cioè fare il percorso
democratico che solitamente si fa per leggi importanti come queste. Non
si fa così!
Chiedo l’approvazione, ho spiegato le motivazioni, forse non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Io non ho nessun interesse particolare a scavalcare il Consiglio regionale, se il Consiglio domani si dà da fare e fa una legge migliore e più utile, sarò lì a vostro sostegno.
Purtroppo, ho scoperto che al ministero delle attività produttive stanno per dividere 27 miliardi e 500 milioni di vecchie lire a tutte le Regioni, ma alle Regioni che hanno fatto qualcosa. Quindi la nostra necessità di approvare, in questo momento, questo emendamento è quella di poter partecipare alla divisione dei fondi insieme alle altre Regioni.
Tutto qui, poi lo modificheremo, facciamo una legge, sarò a vostro sostegno, condividerò pienamente, ma io credo sia utile che la Regione Calabria non perda queste occasioni.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Favorevole, però dato che c’è un finanziamento che grava sul fondo globale, abbiamo
concordato con l’assessore 50 mila Euro, invece di 200 mila.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.198 con la modifica testé annunciata.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.199 a firma Sarra ed altri: “Interventi a favore dei Cofidi.
“Vista la legge del 29 novembre 1982, n. 887, a favore delle cooperative e dei consorzi costituiti da soggetti operanti nel settore del Commercio e del turismo ed aventi come scopo sociale la prestazione di garanzie al fine di facilitare la concessione di crediti di esercizio o per investimenti ai soci, è concesso annualmente dalla Regione Calabria un contributo diretto ad aumentare le disponibilità del Fondo di garanzia.
Il contributo è erogato nella misura massima dell’1 per cento dei finanziamenti assistiti da garanzia dei detti enti.
La Giunta regionale, dipartimento attività produttive, è incaricata dell'attuazione amministrativa della normativa di cui al presente articolo”.
Lo illustra l’assessore Gentile.
I Cofidi, come sapete, erano prevalentemente di pertinenza dello Stato. Lo Stato ha decentrato alle Regioni e quindi noi dobbiamo fare un provvedimento che conferma quello che faceva lo Stato, in questo caso specifico assicurare l’1 per cento, così come era previsto dalla legge dello Stato.
Quindi la Regione Calabria si adegua allo Stato e alle altre Regioni.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Favorevole perché non implica spesa per il bilancio.
Il parere della Giunta è favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.199.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 31.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.169 a firma Borrello, che non vedo in Aula, quindi lo ritiriamo.
Emendamento protocollo numero
1.111 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone l’abrogazione del comma 5 dell’articolo 32”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Presidente, pongo un problema
serio con questo emendamento, perché la legge 34, quella sul diritto allo studio universitario – se non
sbaglio – e sulle Ardis, riguarda il
diritto allo studio delle strutture
pubbliche.
Ora si è voluto inserire surrettiziamente, attraverso una forzatura vera e propria, oltre
alle strutture pubbliche, le università e scuole pubbliche, il seminario teologico regionale
“San Pio X°” con sede in Catanzaro.
La considero un’operazione sbagliata
che, secondo me, contrasta con la legge regionale sul diritto allo studio
universitario, che si riferisce solo alle strutture pubbliche. Con tutto il
rispetto per il seminario vescovile, ce ne sono tanti, peraltro, non vedo
perché si debba finanziare finanziare solo il seminario teologico “San Pio X°”
di Catanzaro, e non possiamo finanziare quello di Cosenza o quello di Reggio
Calabria, che sono sicuramente altrettanto validi e qualificati.
Credo che dobbiamo stare attenti. La
legge 34 finanzia il diritto allo studio universitario per tutti coloro i quali
sono impegnati nelle università calabresi,
nelle strutture pubbliche.
(Interruzione)
Sì, ma l’articolo 4, comma 2,
individua i soggetti genericamente, non indica precisamente le scuole.
(Interruzione)
Poi, si aggiunge il seminario
teologico.
Pongo questo problema anche ai
cattolici democratici, perché non credo che sia la strada corretta inserire
dentro una norma, forzando, un tema che richiede un dibattito e un
approfondimento generale: scuola pubblica, scuola privata. Non è così che si
affrontano le questioni e quindi ho chiesto l’abrogazione del comma 5
dell’articolo 32.
PRESIDENTE
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Occhiuto. Ne ha facoltà.
Presidente, solo perché l’argomento che ha rappresentato
poco fa l’onorevole Tripodi, per la verità, è stato già
esplorato e definito in Commissione, quando su questa
previsione contenuta nel collegato c’è stata la discussione.
Intanto, non è una previsione in contrasto con la legge sul
diritto allo studio, perché in
quella legge non c’è alcuna preclusione rispetto
agli istituti che non sono pubblici. Ricorderanno i colleghi di Commissione che
abbiamo letto, in quella occasione, il testo di legge e non c’era preclusione alcuna verso istituti che non
fossero pubblici. Poi, siccome si tratta del seminario regionale, posso comprendere che su questa materia ci siano
sensibilità diverse che discendono dalla “cultura” che ciascuno porta in
politica. Però, dato che non c’è alcun ostacolo
formale all’approvazione di una norma del genere, intervengo a favore di
quanto è stato già affermato e stabilito nella competente Commissione consiliare.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.111.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
1.169 a firma Borrello, quello che prima avevamo ritirato perché era momentaneamente assente dall’Aula: “All’articolo 32, dopo il comma 1, si aggiungono i seguenti commi:
“1 bis. Per incarichi conferiti ai legali in servizio
presso l’Avvocatura regionale non è ammessa la delega a favore dei
domiciliatari esterni.
1 ter. Tutti gli incarichi sin qui impropriamente affidati e contenenti la delega a favore dei domiciliatari esterni sono nulli di diritto”.
La parola all’onorevole Borrello.
Presidente, l’emendamento nasce dall’esigenza di mettere chiarezza
su un terreno che è sempre più – passatemi il termine – inquietante. Sta passando o c’è qualcuno che tenta di far passare nell’immaginario
dei calabresi una non verità, allorquando
viene detto che, da quando l’Avvocatura
ha assunto alle proprie dipendenze
tantissimi avvocati (20, 30, non so quanti siano), per gli incarichi esterni,
questa Regione non spenderebbe più un soldo.
Sono nelle condizioni di dimostrare e
di dichiarare in quest’Aula che, purtroppo, un meccanismo surrettizio frutto
della fantasia di questa struttura, della burocrazia regionale, porta, è vero,
a dare incarichi agli avvocati in servizio presso l’Avvocatura, ma con un
marchingegno.
Presidente, io lo so, questo
emendamento lo boccerete perché probabilmente, anzi sicuramente avrete già deciso
di respingerlo, anche perché per sfortuna la vostra strategia è solo quella di
guardare non quello che c’è scritto nell’emendamento, ma la firma del
proponente posta in calce, per cui se è della maggioranza viene guardato sotto
un certo aspetto, se è della minoranza viene guardato con un altro.
Allora, dicevo, il meccanismo
surrettizio che la fantasia di questa struttura ha messo in campo sapete qual
è? E’ la dichiarazione per le cause – e sono tantissime – in cui la Regione è
chiamata in giudizio in sede diversa da quella della Giunta, quindi Catanzaro,
dichiarando la domiciliazione presso altro studio legale. Fosse solo questo -
probabilmente è un fatto tecnico previsto dalle norme - ma accanto a questa
domiciliazione viene scritta la parolina magica “con delega”. Quindi si
dichiara la costituzione e la domiciliazione presso lo studio dell’avvocato ics
con delega. Ciò significa che questa parolina magica consente a quel legale,
presso cui si domicilia l’avvocato della Regione, di svolgere personalmente la
causa e quindi di acquisire atti, con una consistente erogazione di risorse.
Questo è sicuramente un meccanismo
che non può essere tollerato, perché – ripeto – in maniera fittizia si
realizzano e concretizzano nicchie di potere, di questo si tratta. Poi non so i
riverberi di queste nicchie di potere su quale fronte trovano rispondenza, se è
un fatto solo di carattere gestionale o anche implicazione politica.
C’è da fare chiarezza: o abbiamo il
coraggio, la capacità, la forza di dire le cose come stanno e quindi di dare
nome e cognome alle cose, altrimenti è evidentemente che c’è qualcuno o più di
uno che preferisce il gioco dello struzzo.
Questo è il primo comma
dell’emendamento.
Il secondo comma è ancora più
pesante, perché chiede che venga stabilito che tutti gli atti e quindi tutte le
nomine fatte con quel meccanismo siano dichiarati nulli ex se.
Questo Consiglio regionale deve avere
il coraggio di fare chiarezza almeno in quelle cose di cui riusciamo ad avere
consapevolezza. Questa è una di quelle e ve la sto partecipando come colleghi
di questo Consiglio regionale.
Perciò, faccio un appello al
Consiglio, che in maniera responsabile possa mettere questa Regione nelle
condizioni di iniziare un percorso
– sarà una parola abusata, quello che volete – di moralizzazione.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
La parola all’onorevole Galati.
Vorrei che,
eventualmente, questo emendamento si
trasformasse in un ordine del giorno, una raccomandazione alla Giunta perché dica
al direttore dell’Avvocatura di non fare uso di questo istituto che, indubbiamente, nasconde un po’ quelli che sono
gli incarichi legali. Gli avvocati presso l’Avvocatura ci sono, e credo che con
essi la Regione potrebbe svolgere la sua attività. Suggerisco, quindi, di rivolgere
un invito alla Giunta perché sia moderato o ristrutturato l’istituto.
PRESIDENTE
Prego, onorevole
Borrello.
Vorrei aggiungere che
in tempi – passatemi il termine – di prima Repubblica, probabilmente, una raccomandazione di questa natura avrebbe anche potuto ottenere effetti; oggi,però, l’andazzo è
quello che è, considerato, fra l’altro,
che la Giunta ormai non ha più poteri nelle costituzioni
in giudizio perché è l’Avvocatura direttamente che, in base alle norme in
essere, non ha ruoli di gestione, questi provvedimenti vanno anche al di sopra
e al di fuori della Giunta. Pertanto, quand’anche la Giunta dovesse esprimere
qualche raccomandazione – e solo raccomandazione potrebbe essere – al
dirigente, non lo so in quali termini possa incidere una cosa del genere, io
credo che, se il bubbone c’è, vada tagliato, collega Galati, se siamo convinti
che questo è un bubbone. Fra l’altro, in una fase di magra – lo state dicendo
da tre giorni che questa Regione ha il fondo del barile raschiato – vi sto
proponendo un emendamento, cari colleghi, che consentirà alla Regione di
risparmiare decine e decine e forse centinaia, se non migliaia di milioni di
lire
Voi certamente lo boccerete questo emendamento,
ma volerlo fare perché mettete la testa sotto la sabbia e non volete sentire
quello che c’è in giro, evidentemente è una responsabilità che potete assumervi
e della quale, però, dovete anche dare conto non solo a voi stessi e alla
vostra coscienza, ma soprattutto ai calabresi.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Napoli.
Credo che l’emendamento dell’onorevole Borrello, intanto, non comporti spese, anzi le spese le riduce, quindi in qualche modo sono sorpreso dall’anticipazione del parere del relatore sull’emendamento.
Faccio presente che
anche l’appello rivolto dall’onorevole Galati,
cioè quello della raccomandazione,
seppure apprezzi lo spirito, mi sembra non del tutto corrispondente anche alla situazione vigente.
L’Avvocatura non accoglie: mentre noi la raccomandazione la possiamo rivolgere
alla Giunta, viceversa le strutture non ricevono raccomandazioni, ma operano sulla base di precise
disposizioni di legge che, nel caso di specie, sarebbe contenuta nel collegato
alla legge Finanziaria. Tra l’altro, è chiaro a chiunque che questo emendamento
serve esclusivamente a ridurre e ad evitare quella sorta di delega che, in
verità, non è del tutto chiaro e non si comprende quale sia lo scopo, se si
considerano le valutazioni e il ragionamento presupposto dall’onorevole Borrello
a sostegno dell’emendamento.
Pertanto, rivolgo l’invito alla
maggioranza ad accogliere questo emendamento che non comporta spese e che,
anzi, le riduce e costituisce un criterio-guida, di orientamento contenuto in
una disposizione di legge per strutture non burocratiche che debbono operare
sulla base delle disposizioni normative.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.169.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.170 a
firma Borrello: “All’articolo 32 il comma 6 è sostituito dal seguente:
“La Giunta regionale è impegnata a
rinnovare prioritariamente le convenzioni, a durata triennale tacitamente
rinnovabile, con le Agenzie di stampa di rilievo nazionale.
Eventuali ulteriori convenzioni
potranno essere stipulate, previo parere conforme della competente Commissione
permanente, su istanza motivata che indichi la composizione della struttura
professionale a disposizione, la sede, nonché il volume di attività espletata nell’anno
precedente la domanda”.
La parola all’onorevole Borrello
Anche qui, Presidente vi è un tentativo
di far prendere atto al
Consiglio di situazioni che rappresentano discrasie, equivoci, incertezze, cioè
di che cosa si tratta? La Giunta regionale, notoriamente, ha delle convenzioni
con quelle agenzie di stampa che hanno una valenza anche a carattere nazionale:
l’Ansa, l’Agi, l’Adn-Kronos, l’Asca. Da qualche tempo, per la precisione dal
2002, cominciano ad apparire all’orizzonte di questa regione anche agenzie di
stampa che non solo non hanno caratura nazionale – perché, se così fosse, tutto
sommato, non ci sarebbe niente di strano, anzi sarebbe anche da agevolare una
impostazione di questa natura –, ma di cui non si conosce la consistenza di un
minimo di struttura, non voglio dire altro, di professionalità all’interno di
questa struttura, di una sede logistica, addirittura, che possa essere punto di
riferimento come sede fisica di quell’agenzia e, ancor di più, del volume di
attività che una tale agenzia, almeno nel giro di un anno, sia nelle condizioni
o abbia comunque espletato.
L’emendamento cosa vuole significare?
Vuole mettere un punto fermo sul fatto delle agenzie di spessore nazionale che
operano in Calabria, con tanti professionisti a servizio, che operano 24 ore su
24, che sono sempre puntuali nella trasmissione delle note che noi tutti, ma
soprattutto la Giunta giustamente trasmette. In Commissione è passato un comma
dove si dice che sono rinnovabili le convenzioni con le agenzie che alla data
del 31 dicembre 2002 avevano già un rapporto convenzionale con la Giunta
regionale.
Questo, a mio giudizio, non è
possibile per i motivi che mi sono sforzato di dire e quindi con questo emendamento
apro una parentesi. L’ho avevo
già detto –mi dispiace che non ci sia il
Presidente Talarico – in sede di discussione questa mattina, quando ho proposto
un emendamento, pur approvato all’unanimità dalla Commissione, finalizzato a
fare in modo che le convenzioni che dovessero nascere o concretizzarsi con questo secondo tipo di agenzia che ho descritto,
potessero passare al controllo e al vaglio della Commissione consiliare.
Questo emendamento è
stato approvato all’unanimità, però nell’articolato che viene proposto al
Consiglio non c’è, sicuramente per una qualche dimenticanza, per qualche
distrazione, quindi io lo ripropongo con l’aggiunta che eventuali nuove
convenzioni per agenzie diverse da quelle che ho detto prima debbono essere
precedute da una istanza in cui vengono descritti analiticamente che tipo di
struttura, la sede di attività e soprattutto il volume di attività
giornalistica svolta nell’anno precedente.
Perché aleggia
nell’aria, Presidente e cari colleghi, una qualche malignità – io non voglio
definirla in altro modo, per adesso mi limito a definirla malignità perché non
ho elementi più concreti, però giusto per ricordare il Presidente Andreotti,
allorquando dichiarava che a pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina –
che sarebbe quella che, sostanzialmente, questa agenzia servirebbe
esclusivamente come fonte di erogazione di risorse, piccole o grandi che siano,
per un quotidiano che opera in Calabria, non il “Quotidiano”, un quotidiano.
Mi auguro che così non sia,
che non possa essere, ma comunque abbiamo necessità, in nome di quella
trasparenza cui spesso ci appelliamo, di avere consapevolezza di quello che si
muove attorno al mondo della Regione, anche perché un criterio vero e proprio
di riparto di risorse all’interno delle agenzie, non mi pare di averlo mai
registrato negli atti della Giunta regionale, né tanto meno nelle convenzioni.
Posso capire tutto, la stanchezza,
però non con argomenti di questa
natura che, oggettivamente, non è
che siano di grandissima rilevanza, ma devono in qualche maniera suscitare anche un minimo di curiosità da parte dei colleghi, penso sia
necessario che questa attenzione venga
maggiormente prestata, anche perché sarete
chiamati al voto e seppure in quel contesto cui accennavo prima di un voto già
preconfezionato, precostituito, legato solo al firmatario dell’emendamento,
evidentemente, possiamo anche concludere che
sono argomenti che vi interessano
poco perché sono altre le attenzioni e i
problemi verso i quali riferite le vostre attenzioni.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Occhiuto.
Presidente, a me pare che troppe volte si abusi anche nel definire provvedimenti che passano come provvedimenti che non sono trasparenti, lo diceva prima l’onorevole Borrello.
Vorrei ricordare all’onorevole Borrello che la formulazione proposta discende, in pratica, dalla discussione che in Commissione
è stata fatta e che, forse, poi in sede di coordinamento formale ha omesso alcune
questioni che erano
state considerate nella discussione, perché ho qui in mano un emendamento firmato da tutti i componenti della Commissione che recita:
“La Giunta regionale è impegnata a rinnovare le convenzioni con le agenzie di
stampa Ansa, Agi, Adn-Kronos, prevedendo la durata triennale dei contratti ed applicando il canone mensile stabilito
dalle convenzioni stipulate nel 2002”.
Siccome qualcuno in Commissione ha giustamente eccepito che
non si poteva precludere alla Giunta
regionale la possibilità di stipulare ulteriori
convenzioni, oltre a quelle indicate nell’emendamento,
era stato inserito dopo le parole “impegnata a rinnovare” la parola “prioritariamente” e il testo che la
Commissione aveva, in qualche modo, definito era appunto “La Giunta regionale è
impegnata a rinnovare prioritariamente le
convenzioni con le agenzie di stampa Ansa, Agi, Adn-Kronos”, vale a dire
innanzitutto con queste agenzie e poi è una decisione che compete alla Giunta
quella di stabilire quali altre agenzie meritano – per esempio c’è l’Asca – di
essere inserite.
Per questo proporrei di ritornare alla dizione proposta in Commissione che, nella sostanza, se va bene all’onorevole Borrello e all’Aula soprattutto, potrebbe essere – ripeto, è una dizione che è posta su un emendamento che reca la firma di consiglieri di maggioranza e di minoranza, di tutti i componenti della Commissione – “la Giunta regionale è impegnata a rinnovare prioritariamente le convenzioni con le agenzie di stampa Ansa, Agi, Adn-Kronos, prevedendo la durata triennale dei contratti e applicando il canone mensile stabilito nelle convenzioni stipulate nel 2002”. Questa è la proposta che mi permetto di formulare, sottoponendola all’Aula.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Mi pare che si era
discusso di questa cosa ed io ritengo che, tutto sommato, la formulazione dell’emendamento di Borrello con una piccola modifica nel comma 2 possa essere accettata.
(Interruzione)
Lo leggo: “La Giunta
regionale è impegnata a rinnovare prioritariamente le convenzioni, a durata
triennale tacitamente rinnovabile, con le Agenzie di stampa di rilievo
nazionale”.
Questo ci pone, in qualche modo, in
tranquillità e sotto l’ombrello di tante cose.
Poi, nell’eventualità, o sopprimiamo
completamente questo emendamento…
(Interruzione dell’assessore Gentile)
Sì, la seconda parte, perché se no
riapriamo…
(Interruzione)
No, onorevole Borrello, io
sopprimerei la seconda parte e lascerei solamente la prima. La seconda parte recita:
“Eventuali ulteriori convenzioni potranno essere stipulate, previo parere
conforme della competente Commissione permanente, su istanza motivata…”. Su
questo secondo comma non mi dichiarerei d’accordo.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Bova.
Credo sia opportuno, per una valutazione più chiara di quello di cui andiamo a discutere, fare alcune considerazioni.
Vorrei ricordare a lei, Presidente, e ai colleghi
consiglieri che questa
discussione ha avuto un avvio che, in qualche maniera,
non è stato solo per gli addetti ai lavori, perché le risorse che nel passato
bilancio avevamo messo come posta non erano
state sufficienti e, a un certo
punto, la Giunta regionale aveva dovuto sospendere le convenzioni con le
agenzie.
Su questa base il ragionamento
che abbiamo fatto in Commissione non era tanto e solo quello di elevare la
posta, ma, anche in assenza di una normativa
di legge specifica che, a mio parere,
è quanto mai più opportuna, fissare i binari che consentano alla gestione di agire
– se mi è consentito il termine – con oculatezza per avere un riferimento
pluralistico sicuro su base triennale rispetto
a grandi agenzie nazionali. E nel momento in cui, senza ricorrere al sistema
locale con un curvatura localistica, si vuole investire, spendere su agenzie che possano avere una
dimensione non a livello nazionale, mi pare opportuno che si fissino i
prerequisiti minimi che consentano a chi agisce in questo comparto di poter
concorrere.
Non è una limitazione a
quelle che sono le opzioni che il livello di gestione può fare, significa
fissare le regole minime per il livello di gestione, fissare delle regole che
non credo possano causare la reazione negativa di alcuno.
Tutto questo poi introduce, in termini non di mera enunciazione, un principio di programmazione che, visto come sono andate
le cose, se qualche aggettivo, qualche sostantivo che non sposti la sostanza
bisogna modificare, bene, ma se
invece così non è, se bisogna dare un riferimento alle agenzie di rilievo
nazionale e bisogna non far finta che non esistono anche livelli di sistema
regionale, su questo, all’opposto di come diceva poco fa l’onorevole Occhiuto, qui non vogliamo lanciare sospetti, vogliamo fissare un
livello trasparente di regole. Se poi non ci stiamo sulle regole, è un’altra
cosa, ma senza regole, è finito che nemmeno le convenzioni con le agenzie
nazionali hanno retto e nel bilancio di quest’anno
– e chiamo a testimone il Presidente
della Commissione, onorevole Talarico – pur non avendo garantito sistematicità
al servizio, abbiamo dovuto mettere una posta di 1 milione e 600 mila Euro per
coprire le maggiori spese del periodo precedente.
In queste condizioni non solo si aggiungono quattrini, ma si fissano le regole
che non ci fanno avere poi sorprese.
Qual è l’osservazione rispetto
ad una impostazione di questo tipo, onorevole Leone? Questi sono i due punti.
Noi non escludiamo che si possa anche fare riferimento ad altre agenzie,
vogliamo fissare i criteri di massima che ci consentono di dire che sicuramente
sarà un’opportunità in più perché cresca un ricco e forte sistema
dell’informazione in Calabria.
A questa domanda non ho avuto risposta, per fortuna che
Borrello l’ha posta! Poi ciascuno vota come ritiene, ma bisogna dire che i sì o
i no sono detti a questo e non a un altro, non c’è un’invadenza verso compiti
di gestione. La gestione gestisca, ma sulla base di regole che sono conosciute
da tutti. E’ una bestemmia? Penso di no.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Va bene il testo
licenziato dalla Commissione, quindi il parere è contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.170.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.112 a firma Tripodi Michelangelo: “Dopo il comma 8 è aggiunto il seguente comma: “9. Il comma 10 dell’articolo 6 della legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5, è abrogato”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
L’avevamo già respinto in Commissione.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero
1.112.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo
32.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.113 a firma Tripodi Michelangelo: “Si propone di inserire il seguente articolo 32 bis:
1. L’articolo 5, comma 1, della legge regionale 26 novembre 2001, n. 32, è così modificato: “Nell’ambito degli uffici competenti, così come previsto dal decreto legislativo 23 dicembre 1997 n. 469, è istituito un comitato tecnico, ai sensi della lettera b) del comma 2 dell’articolo 6 della legge n. 68 del 1999, composto, secondo criteri e modalità di scelta definiti dalla Provincia, da funzionari ed esperti del settore sociale, psico-pedagogico e medico-legale e da rappresentanti della Commissione di concertazione provinciale di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, nonché da esperti designati dalle associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative a livello provinciale”.
2. L’articolo 11, comma 5, lettera g) della legge regionale 26 novembre 2001, n. 32, è così modificato: “g) un rappresentante per ciascuna delle associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative”.
3. La legge regionale 8 gennaio 2002, n. 6, è abrogata”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Su questo emendamento – è un articolo aggiuntivo – possiamo
fare anche un’unificazione con
un emendamento successivo che è il numero 1.117 e riguarda lo stesso argomento.
(Interruzione)
Presidente, mettiamo insieme anche il numero 1.117 che riguarda un problema molto serio che si trascina da un paio di
anni nella vita della Regione Calabria
ed è legato al riconoscimento delle associazioni dei disabili e al fatto che in
alcune norme della nostra legislazione regionale sono state introdotte sia
nella legge 32, sia in una legge successiva approvata dal Consiglio regionale,
delle diciture che limitano a sole 5 le associazioni che vengono riconosciute,
cioè quelle che hanno avuto trenta,
quaranta, cinquant’anni fa i decreti ministeriali
di riconoscimento come enti morali, perché enti morali erano.
La proposta è che venga modificata la
dicitura che dice “associazioni che per legge hanno la tutela dei diritti dei
disabili” – perché non c’è nessuna legge, sono enti morali – e si metta,
invece, la dicitura “associazioni dei disabili comparativamente più
rappresentative”, proprio perché vogliamo allargare, perché non possiamo
escludere, perché è stato fatto un grave vulnus con la legge 32 di recepimento
della “68” e con la legge regionale 6 del 2002 che, di fatto, limita solo a
cinque, escludendo organizzazioni sociali e di volontariato fondamentali come
la Fish, per esempio, che raggruppa una serie di associazioni, cooperative
sociali, gruppi impegnati nel campo dell’impegno verso le persone disabili e
via dicendo.
C’era stata più volte
una discussione in Commissione, nelle diverse Commissioni e più volte si era
giunti all’intesa che era necessario effettuare una modifica di quelle norme
che erano esclusive, che non garantivano l’ampliamento e il coinvolgimento
della partecipazione di tutte le associazioni per i disabili. Ci sono state
proteste forti delle associazioni, in questi anni, credo che si possa trovare
una soluzione in questa legge che, in qualche misura, salvaguardi anche dal
rischio di un’apertura senza regole e senza controlli. Non possiamo aprire
senza regole e senza controlli, ma non possiamo, neanche, tenere fuori dalla
porta associazioni nobili, di valore, che svolgono un grande servizio per le
persone disabili calabresi.
Quindi insisto, questa proposta di emendamento più volte presentata, più volte abbiamo discusso ed ora mi dovete spiegare e motivare perché bisogna escludere tutti e tenere tutto bloccato attorno a cinque associazioni, perché hanno avuto un riconoscimento come ente morale cinquant’anni fa. Rispetto a cinquant’anni fa la situazione è cambiata, non c’è solo l’Unione Ciechi o non so quale altra associazione, ce ne sono tantissime altre che svolgono un’azione sociale meritoria che non può essere cancellata dalla legge regionale.
Siccome abbiamo commesso un errore, siccome tutti hanno riconosciuto che c’è stato un grave errore – forse solo qualcuno non se n’è accorto –, abbiamo visto più volte anche i rappresentanti della Fish venire nelle audizioni in Commissione, la signora Coppedè è stata sempre in prima fila in queste battaglie, è giunto il momento di rendere giustizia, perché dobbiamo fare giustizia, perché noi non siamo legislatori che devono guardare a orticelli e il modo per fare giustizia è superare quella norma che è una camicia di forza.
Quindi insisto e chiedo l’approvazione di questo emendamento.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Mangialavori.
Signor Presidente, mi corre l’obbligo di intervenire per alcune precisazioni. Innanzitutto, la legge regionale calabrese
si uniforma a tutte le altre leggi esistenti in tutta Italia e tutte fanno
riferimento alle associazioni più importanti, intendendo come associazioni più
importanti quelle che hanno un riconoscimento giuridico a livello nazionale.
Con questo non voglio minimamente
significare né che io sottovaluti l’importanza e la serietà delle altre
associazioni, né tanto meno altri intendimenti che sono passati per la mente
del consigliere Tripodi. A me – me lo si permetta –, almeno come persone, si
riconosce la mia grande disponibilità e il mio essere al servizio di chi soffre
e di chi ha bisogno, quindi non ho né comparaggi da tutelare né qualcos’altro.
Ripeto ancora una volta: con l’intendimento di fare la migliore delle leggi, ho
attinto a quelli che sono i riferimenti usati nelle altre leggi a livello
nazionale. Non posso, naturalmente, pensare di poter concepire un qualcosa che
coinvolga – come lei ha ben detto – 25 associazioni. Del resto, non toccano a
me queste scelte, ma appartengono alle singole province. Io faccio soltanto una
legge.
Pertanto sono contrario
all’emendamento.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi.
Intanto per chiarire
all’assessore Mangialavori la legislazione, perché la sua affermazione non è vera. Voglio ricordargli che la legge nazionale –
quindi non la legge di qualche paesino o di qualche Regione – numero 68 del
1999 che si intitola “Norme per il collocamento al lavoro dei disabili e per
garantire il diritto al lavoro delle persone con disabilità” recita
testualmente, a proposito del riconoscimento delle associazioni: “Vanno
riconosciute le associazioni dei disabili comparativamente più rappresentative”.
Così c’è scritto nella legge 68.
Sono per recuperare questa
indicazione, “le associazioni dei disabili comparativamente più
rappresentative”, perché nelle associazioni dei disabili comparativamente più
rappresentative…
Antonino MANGIALAVORI, assessore al lavoro
Più rappresentative dove?
Michelangelo TRIPODI
Dobbiamo chiarire, perché è un punto serio, su cui da anni
si rincorrono le polemiche, si sono
innescate anche molte discussioni.
Le più rappresentative si intende sul
piano regionale, ovviamente, perché la legge 68 è la legge nazionale e fa
riferimento alle organizzazioni comparativamente più rappresentative a livello
nazionale; noi parliamo di associazioni più rappresentative a livello
regionale. Quindi è evidente che noi mutuiamo quella cosa.
Credo che si possa fare, perché in
quelle associazioni comparativamente più rappresentative per prime ci sono
quelle riconosciute per legge, questo è del tutto evidente, avendo
riconoscimento come ente morale, ma non si esclude che anche altri possano partecipare,
possano essere riconosciuti e possano avere alcuni diritti che oggi gli sono
negati;, si può decidere di assumere l’idea – non so se si vuole andare avanti
in questa direzione – assumendo e impegnando la Giunta su questa base a
definire dei criteri da presentare alla Commissione, ma cominciando a definire
questa griglia e questo quadro dentro il progetto ordinamentale.
Quindi insistito su questa
impostazione e debbo dire che, a proposito della dizione che si propone, è
mutuata da una legge dello Stato italiano, assessore Mangialavori.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.113.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.083 a firma Nucera: “Abrogazione del comma 7, articolo 31 ter, della legge regionale n. 7/2001, sostituendolo con il seguente:
“Al fine di assicurare il miglioramento dei servizi di distribuzione stradale del carburante per autotrazione ed ottenere un minore inquinamento ambientale, le autorizzazioni per istallazione e l’esercizio di impianti per la distribuzione dei prodotti Gpl e/o metano per autotrazione possono essere rilasciate senza alcun limite percentuale rispetto all’intera rete regionale.
I nuovi impianti eroganti Gpl e/o metano e gli impianti esistenti che si intendono modificare con l’aggiunta di Gpl e/o metano devono rispettare una distanza non inferiore a Km 12 calcolata sul percorso stradale più breve, rispetto al più vicino punto di vendita erogante il medesimo carburante (Gpl e/o metano) o dalla prevista localizzazione di altro distributore per il quale sia già in corso il processo amministrativo per il rilascio di autorizzazione o modifica.
La distanza è ridotta
a Km 8 qualora le suddette operazioni riguardino localizzazioni in comuni
capoluoghi di provincia. Qualora gli impianti esistenti nuovi o da potenziare
siano ubicati in comuni a cui si applicano diverse distanze minime, la distanza
minima da rispettare è pari alla media aritmetica delle distanze minime stesse.
Gli impianti che erogano Gpl e/o metano sono esonerati dal rispetto degli
intervalli di chiusura pomeridiani e serali, nonché dei turni festivi e
feriali, anche se collocati all’interno di un complesso di distribuzione di
altri carburanti, purché vengano realizzati accorgimenti finalizzati a separare
temporaneamente le attività di erogazione dei diversi prodotti in maniera
visibile ed efficae, con sistemi adeguati di chiusura”.
La parola all’onorevole Nucera.
Si pone la necessità di superare un contrasto
che si è creato tra una norma regionale votata
nel 2001 e il decreto legislativo dell’11 febbraio ’98, il numero 32, del Parlamento.
E’ un contrasto che si è creato
sulla norma regionale, nella sostanza, che in sfregio a quello che prevede il
decreto legislativo, ha imposto delle limitazioni
a fronte di un atto di libertà da parte del Governo; per cui c’è la necessità
di riportare ordine nella materia regionale, si abroga il contenuto
dell’articolo 31 ter, comma 6, della legge 2001, la numero 7 della Regione
Calabria e si sostituisce adeguando la nuova normativa alla legge regionale.
Si tratta di carburante per
autotrazione, di gas metano e Gpl.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Per capire il perché nel 2001 si fa una legge diversa da una legge
nazionale, mi sono posto la domanda leggendo
l’emendamento, quindi aumentando la distanza chilometrica per la costruzione degli impianti, mi
sembra di aver capito, la legge nazionale
prevede 8 chilometri, la legge
regionale andava nella direzione di arrivare a 12, forse proprio per
meno appesantire la costruzione di questi impianti,
che poi non è che sia così frequente la realizzazione di impianti di Gpl a
metano. Quindi credo che la ratio di
quella legge era proprio questa, onorevole Nucera,
per cui riportarla alla norma nazionale in una realtà come la nostra credo sia
quasi superfluo e lasciare la legge
com’è non modifica più di tanto.
Lo vorrei spiegato, onorevole Nucera.
Il problema afferisce alle autorizzazioni, perché la legge
regionale prevedeva la possibilità di installare nuovi impianti previa rinuncia
ad altre autorizzazioni, cioè un impianto di distribuzione che può prevedere
miscela, gasolio, super, senza piombo e tutto il resto doveva rinunciare ad una
quota di ciò che aveva per poter installare nuovi impianti.
La legge nazionale, invece, no, dice
che in deroga a tutto questo, trattandosi di Gpl, quindi autotrazione, si può
fare liberamente, cioè si possono impiantare anche al di fuori degli impianti
preesistenti, mentre la legge regionale, sbagliando, vincolava e derogava.
Di conseguenza si è posta la
necessità anche sulle distanze lineari o chilometriche e sulle distanze fra
provincia e provincia, quindi 8 chilometri per quanto afferisce la distanza fra
due province differenti, cioè tra la provincia di Catanzaro e la provincia di
Reggio Calabria, per esempio, 8 chilometri è sufficiente, ma se noi parliamo
all’interno dello stesso territorio o per circuiti circolari – come si usa
dire, come amano dire i tecnici della materia – allora la distanza deve essere
minimo di 12 chilometri.
E’ un mercato nuovo e in espansione,
in rapporto anche alle esigenze di ecologia che abbiamo, quindi è una modifica
che favorisce lo sviluppo delle attività di pulizia dei gas.
Diego Antonio TOMMASI
Onorevole Nucera, è stato esauriente.
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.083.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.117 a firma Tripodi Michelangelo:
“Art. 5
Costituzione e funzionamento degli uffici
competenti
Nell’ambito degli uffici competenti, così come previsto dal decreto legislativo 23 dicembre 1997 n. 469, è istituito un comitato tecnico, ai sensi della lettera b) del comma 2 dell’articolo 6 della legge n. 68 del 1999, composto, secondo criteri e modalità di scelta definiti dalla Provincia, da funzionari ed esperti del settore sociale, psico-pedagogico e medico-legale e da rappresentanti della Commissione di concertazione provinciale di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469, nonché da esperti designati dalle associazioni che, per legge, abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili.
Modifica “dalle organizzazioni dei disabili comparativamente
più rappresentative a livello provinciale”.
Si illustra da sé, onorevole Tripodi?
Francesco TALARICO, relatore
L’abbiamo già trattato prima, era unificato.
E’ un emendamento che poneva tutta una serie di questioni, questo
è specifico sulle due norme.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.083.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.118 a firma Tripodi Michelangelo:
Costituzione del Fondo regionale per
l’occupazione delle persone con disabilità
1. Ai sensi dell’articolo 14 della legge n. 68 del 1999, è istituito il Fondo regionale della Calabria per l’occupazione delle persone con disabilità al fine di finanziare gli interventi di cui all’articolo 3 della presente legge.
2. Il funzionamento del Fondo è stabilito dalla Giunta regionale mediante indirizzi e direttive adottate entro 90 giorni dalla pubblicazione della presente legge e sulla base della vigente legislazione regionale.
3. E’ istituita la Commissione per la programmazione del Fondo, la quale, nel rispetto degli indirizzi e delle direttive di cui al comma 2, si riunisce almeno tre volte l’anno per definire i criteri e le priorità che guideranno l’azione del Comitato di gestione del Fondo di cui al successivo comma 7.
4. La Commissione si avvale, per le funzioni attribuite con la presente legge, di un Comitato tecnico scientifico formato da 5 esperti in ambito giuridico, economico e sociologico ad elevata professionalità, nominati dal direttore generale dell’assessorato al lavoro”.
5. La Commissione per la programmazione del fondo è costituita da:
a)
l’Assessore regionale competente in materia di lavoro, o suo delegato, che la
presiede;
b)
l’Assessore regionale competente in materia di politiche sociali, o suo
delegato;
c) il
direttore dell’Azienda Calabria Lavoro;
d) un
rappresentante delle Province designato dall’organismo istituzionale previsto
dall’articolo 4 del
decreto legislativo 23 dicembre 1997 n. 469;
e) quattro componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello regionale;
f) quattro
componenti designati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro
comparativamente più rappresentative a livello regionale;
g) un rappresentate per ciascuna delle che per legge abbiano la tutela e la rappresentanza dei disabili”.
Modifica “associazioni
dei disabili comparativamente più rappresentative” .
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario. Parere
della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.118.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero
1.055 a firma Galati: “La Giunta regionale è autorizzata a concedere alla Provincia di Catanzaro la somma di Euro 50 mila finalizzata
al pagamento degli stipendi arretrati ai dipendenti dell’ex Isef di Catanzaro.
Il pagamento è condizionato alla liquidazione definitiva dell’ex Isef nonché
all’instaurazione con i predetti dipendenti del nuovo rapporto di lavoro a
tempo indeterminato con la Provincia di Catanzaro e con l’Ardis di Catanzaro”.
La parola all’onorevole Galati.
Signor Presidente, tutti sappiamo che da oltre un anno gli istituti di educazione fisica in Italia sono stati aboliti e le relative funzioni sono passate alle università. La legge che aboliva gli istituti prevedeva pure il passaggio alle università del personale dipendente. Purtroppo a Catanzaro si è verificato che l’università Magna Grecia non ha assorbito i dipendenti che prestavano servizio presso l’Isef di Catanzaro. Alcuni si sono rivolti al giudice del lavoro, ancora non ci sono state sentenze definitive e questi lavoratori da oltre dieci anni sono rimasti per molti mesi senza lavoro.
Ora l’amministrazione
provinciale e l’Ardis di
Catanzaro hanno raggiunto un
accordo con il quale sistemeranno questi giovani con un’assunzione a tempo
indeterminato. Qui si prevede, comunque, un contributo all’amministrazione
provinciale di Catanzaro di 50 mila Euro per il pagamento degli arretrati e
degli oneri riflessi a questi giovani, questi padri di famiglia che per lungo
tempo sono stati – come dicevo prima – senza stipendio.
Si tratta di prore fine ad una
situazione veramente drammatica e penosa.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi.
Volevo capire, perché
una cosa è dare un contributo per i lavoratori, mentre, qui, lei
parla di assunzioni a tempo
indeterminato alla Regione, all’Ardis?
(Interruzione)
E come no! Nuovo rapporto di lavoro a tempo indeterminato con la Provincia di Catanzaro e con l’Ardis di Catanzaro.
Francesco GALATI
Alla Provincia di Catanzaro e all’Ardis di
Catanzaro, non c’entra la Regione.
Michelangelo TRIPODI
Quelli del personale avete detto che
li avete rinviati, o no?
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Il parere è favorevole perché arriva a
compimento una lunga vicenda, che è andata avanti per tanto tempo, di diversi lavoratori che oggi riescono, finalmente,
a trovare un’occupazione stabile e definitiva.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.055.
(E’ approvato)
Presidente, chiedo scusa, avevo
capito che si era ritirato tutto l’articolato che riguardava il personale.
PRESIDENTE
Sì, ma questa era una cosa diversa.
Domenico RIZZA
Che cosa diversa?!
Francesco TALARICO, relatore
Non è assunzione di personale, è un
contributo alla Provincia di Catanzaro.
PRESIDENTE
Emendamento protocollo numero 1.054 a
firma Galati ed altri: “La Giunta regionale è autorizzata a concedere al
“Centro ricerche agro-alimentari” un contributo di Euro 1.500.000 per il
consolidamento “polo universitario – Facoltà Mediterranea di Reggio Calabria –
con sede in Lamezia Terme” per lo sviluppo degli studi universitari nel settore
agro-alimentare”.
Francesco TALARICO, relatore
Questo è stato assorbito da quello
che avevamo finanziato con 200 mila Euro precedentemente.
Damiano GUAGLIARDI
C’è qualcuno che lo illustra?
PRESIDENTE
Onorevole Galati, lo illustra?
Francesco GALATI
Si illustra da sé.
Damiano GUAGLIARDI
Come si illustra da sé!
PRESIDENTE
Lo spieghi, altrimenti lo ritiriamo.
(Interruzioni)
Ci sono 3 miliardi e si illustra da
sé?!
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Mi rimetto all’Aula.
Vorremmo capire di che si tratta, qual è l’operazione; tra l’altro non sappiamo qual è la facoltà Mediterranea, non la conosciamo.
PRESIDENTE
Siccome dice che si illustra da sé…
Michelangelo TRIPODI
Ma la facoltà Mediterranea dov’è?
PRESIDENTE
Non la conosco.
Francesco TALARICO, relatore
Ho detto che questo emendamento è assorbito da quello precedente che abbiamo votato, quindi se i
firmatari…
(Interruzioni)
E’ ritirato.
Emendamento protocollo numero 1.053 a firma Pezzimenti, Galati ed altri: “Gli edifici privati realizzati sulla base delle norme antisismiche vigenti ed acquisitati o presi in locazione dalle Province o dai Comuni per adibirli ad uso scolastico o ad uffici, automaticamente assumono la relativa destinazione d’uso per il tempo necessario alla costruzione degli edifici scolastici stessi da parte degli stessi Comuni e Province”.
La parola all’onorevole Galati.
C’è una norma che prevede che i Comuni nel dare in fitto locali per le scuole, alle Province o ai Comuni stessi, attuino un automatico cambio di destinazione dell’immobile, poiché le Province e i Comuni, nel reperire immobili per le scuole, trovano grossissime difficoltà. Fino a quando le scuole non saranno costruite, gli edifici dati in fitto, per le scuole, automaticamente vengono destinati proprio a questo uso e solo ed esclusivamente per quel tempo.
Questa è la norma che ci viene chiesta da quasi tutte le amministrazioni provinciali che si trovano in grossissime difficoltà quando devono ottenere il cambio di destinazione d’uso.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Morrone.
Il problema è anche più complesso ed è di carattere
anche normativo e tecnico. Mi
spiego, collega Galati: quando si costruisce una struttura, qualunque sia la
sua destinazione, viene progettata ed eseguita secondo le destinazioni d’uso,
cioè se io costruisco una casa, per esempio, per civile abitazione, uso dei
sovraccarichi per i solai di 250 chili a metro quadro; se, viceversa,
costruisco una scuola, ne uso 400.
Allora, che cosa succede se la
destinazione d’uso è diversa? Non è detto che se io l’affitto per scuola possa
essere avere una destinazione d’uso a scuola. Cioè tecnicamente non è
possibile, sic et simpliciter, con una norma poter cambiare una
destinazione d’uso, perché dobbiamo guardare anche dal punto di vista sismico,
a meno che non prevediamo una serie di prove tali che ci possano garantire che
per quella destinazione d’uso vada bene, altrimenti rischiamo che possa
succedere qualcosa.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Leone.
Il collega Morrone ha inquadrato il problema ed ha perfettamente ragione, devo però porre l’altro risvolto della
medaglia: molti edifici scolastici,
in questo momento, frequentati dai ragazzi, non sono, addirittura, nemmeno conformi
alla legge 26.
Allora che cosa succede?
Nelle more che le amministrazioni provvedano alla messa in norma dell’istituto,
a volte svuotano le scuole, però non sanno dove reperire altri spazi per
continuare l’attività didattica. Va da sé che, per effettuare i contratti, c’è
necessità della destinazione d’uso. Allora questa è una destinazione d’uso
temporanea per i locali da adibire a scuola.
Sono d’accordo con
l’onorevole Morrone che, comunque, prima che ciò avvenga – e con questo dico
che possiamo emendare questo tipo di articolato che abbiamo proposto – ci
debbano essere almeno le prove di carico dei solai che diano un’indicazione di
quella che è la possibilità di sovraccarico dei solai stessi, in maniera tale
che rendiamo tranquille le strutture. Magari andiamo ad utilizzare solo piani
terreni o andiamo a fare una serie di scelte che siano conformi alla sicurezza
di questi ragazzi che mandiamo nelle aule.
Quindi sono perfettamente d’accordo, emendarlo e magari con coordinamento formale...
Dobbiamo vedere come emendarlo perché è importante farlo
bene, altrimenti rischiamo di passare ad un
guaio peggiore.
Propongo, se i colleghi della
minoranza e anche il collega Morrone sono d’accordo, in coordinamento formale di
emendarlo, in maniera tale che tecnicamente sia accettabile.
Francesco GALATI
Va bene così.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Bova.
Per coprire una macchia, non dobbiamo fare una macchia maggiore! Abbiamo tutti sotto gli occhi, purtroppo, quello che è successo in Molise. Qui cosa ci venite a dire?! Non bastano neanche le prove di carico. Siamo una terra sismica, non si può indulgere su quello che è un rischio ed io non accetterò mai di votare – e lo dico formalmente – una norma che sia superficiale o disinvolta su fatti di questo tipo. Non risolviamo il problema, diciamo che non esiste! Questa è la ratio con cui facciamo le leggi: si presentano, così, emendamenti in Aula che non abbiamo mai discusso in Commissione. Stigmatizzo questo modo di procedere su fatti così delicati.
Chiedo a chi l’ha
presentato di ritirarlo, non ci può essere indulgenza
su questo. Può succedere
una tragedia e nel momento in cui votassimo un emendamento di questo tipo,
la responsabilità, non solo morale, è di quest’Aula. Non c’è un punto di mediazione su fatti di questo tipo e se
continuiamo su emendamenti di questa natura, la dicono lunga su come…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, già l’onorevole Pezzimenti ha proposto di
ritirarlo.
Giuseppe BOVA
Va bene.
Onorevole Bova, tanto per chiarire perché è…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Sì, ma io l’apprezzo
anche per la sua schiettezza. E’ a cuore di
tutti la vita dei ragazzi, immaginiamo, poi ho figli piccoli, per cui immagino
che un giorno per via di queste lungaggini mio figlio potrebbe andare in una di
queste scuole. Voglio dire, quando parlavo di emendare tecnicamente questo
articolato, che ritengo sia ritirato, così sgombriamo il campo da tutte queste
perplessità, dicevo che bastava comunque, onorevole Bova, indicare come unico
piano utilizzabile il piano terreno per aver sgombrato il campo da rischio
sismico, che era quello che più ci preoccupava.
Comunque, ritengo che il ritiro
dell’emendamento possa dare tranquillità a tutti.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Morrone.
Sono d’accordo sui
princìpi che giustamente ispirano il collega Bova, ma non mi pare che possiamo
risolvere i problemi, e qui abbiamo un problema – di cui parlava Galati – che è
reale, cioè le amministrazioni comunali e provinciali si trovano, a volte, in
difficilissime condizioni, ossia di dover rendere agibili, quindi adeguare gli
istituti che già posseggono, per cui hanno il problema di dove destinare i
ragazzi. Quindi l’emendamento ha una sua motivazione di essere, Presidente,
perché le Province e i Comuni hanno grossi problemi.
Dico che se c’è un’adeguata indagine
a monte e se io, come ingegnere, mi assumo la responsabilità che quell’edificio
comunque può essere destinato a scuola con opportune certificazioni, a quel
punto il rischio per i ragazzi non c’è più …
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Collega Bova, ognuno col proprio lavoro! Se io ho un incarico professionale come ingegnere Morrone, di dire se questo edificio è stabile o meno ai fini sismici per
essere utilizzato come scuola, faccio tutte le mie opportune
indagini, che non sono solo le prove di carico, sono prove sclerometriche,
prove ad ultrasuoni, sono decine di prove, tutte le prove che ritengo giuste e
corrette, ma non in dieci secondi, faccio tutte le prove d’indagine e mi assumo le responsabilità
civili e penali se scrivo un certificato di
conformità alla legge sismica e dico che l’edificio è idoneo staticamente alla
legge.
Quindi il problema è risolvibilissimo non in due minuti, un
giorno, due giorni, dieci giorni, quando il collega ingegnere o architetto che redige il progetto dice che
è conforme e quindi può essere destinato a quell’uso, a questo punto non
capisco il problema, perché ci sarà qualcuno che si assume queste
responsabilità.
Per esempio, non è detto che il piano terra sia sicuro
perché, se quello che sta sopra non è sicuro, gli può crollare addosso e deve essere data una certificazione di staticità all’edificio che un ingegnere, facendo
tutti gli accertamenti che ritiene
opportuni prima di mettere la propria firma su un certificato che lo impegna
civilmente e penalmente, farà.
Ritengo, quindi, collega che lei non
debba ritirare questo emendamento, ma vada integrato – se vogliamo, lo possiamo
fare in Aula – con due o tre frasi che garantiscano quello che giustamente il
collega Bova diceva.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, all’indomani della
tragedia della scuola del Molise, quando ci fu quel terribile disastro,
una scuola crollò e morirono molti bambini, ci fu un fermento – come avviene sempre nella classe politica – e uno stato
emozionale tale, che abbiamo cercato di fare
di tutto, convocare
Vigili del fuoco, prefetti, protezione
civile, l’ira di Dio! Abbiamo proposto anche delle leggi, una legge che,
per certi versi, ha creato un po’ di stupore in Calabria
perché l’ha prodotta il partito dei Verdi con un esponente autorevole di Alleanza nazionale, che andava in questa
direzione per normare questa materia.
Sono passati molti mesi, questo
provvedimento è in Commissione, ma non si riesce a licenziarlo e a discuterlo.
Mi sembra poca cosa, oggi, affrontare a pezzi un problema generale.
PRESIDENTE
Comunque, onorevole Tommasi, l’emendamento
è ritirato, quindi non facciamo dibattito su un emendamento già ritirato.
Diego Antonio TOMMASI
Se l’emendamento è ritirato…
PRESIDENTE
E’ ritirato.
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, l’ha detto adesso, fino a
un attimo fa…
PRESIDENTE
L’avevo detto anche prima:
l’emendamento è ritirato.
Presidente, l’impegno però, è che di
questo problema non dobbiamo aspettare un’altra scossa sismica per riparlarne.
Invito il Presidente Chiarella a
porre alla prossima seduta di Commissione al primo punto questo grave problema
che abbiamo, perché la Calabria è una terra sismica.
PRESIDENTE
Questo è un altro discorso, è anche
giusto.
Il prossimo emendamento protocollo
numero 1.143 è a firma Pirillo e Fortugno, i quali sono assenti, per cui è
ritirato.
Egidio CHIARELLA
Ma questa è una cosa importante.
PRESIDENTE
Non ci sono i presentatori.
Egidio CHIARELLA
Ci siamo noi e lo assumiamo.
PRESIDENTE
Vuole relazionare sull’emendamento
Pirillo?
Egidio CHIARELLA
Sì.
Do lettura dell’emendamento:
“Bilancio Regione 2003
Disposizioni urgenti in
materia di E.r.p.
Art. 1 a
Ripiano dei debiti delle Aterp
1. Al fine di procedere al ripiano dei
debiti, le Aterp – entro 90 giorni dall’approvazione della presente legge –
procedono alla redazione di un piano di risanamento, utilizzando le somme
derivanti dall’alienazione degli alloggi di E.r.p. in quote pari al 70 per
cento per il risanamento finanziario ed
il restante 30 per cento da destinare al reinvestimento per la riqualificazione
del patrimonio edilizio mediante nuove costruzioni, recupero e manutenzione
straordinaria e ad opere di urbanizzazione socialmente rilevanti.
2. La Giunta regionale – entro 90 giorni
dalla ricezione – approva i piani di risanamento proposti dalle Aterp.
Art. 1 b
Modifiche alla legge regionale 25
novembre 1995, n. 32: “Disciplina per l’assegnazione e la determinazione dei
canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica”
1. Entro il 31 dicembre 2003 il Consiglio
regionale – su proposta della Giunta regionale – provvede alla modifica delle
norme del Titolo III° (Norme per la fissazione dei canoni di alloggi E.r.p.) di
cui alla legge regionale n. 32/ 1996.
Art. 1 c
Finanziamento del Fondo sociale di cui all’articolo 49 della L.R. n. 32/ 1996
1. Il Fondo sociale regionale per la concessione di contributi a favore di famiglie in grave situazione di bisogno, al fine di consentire il pagamento del canone, integrare le spese per i servizi accessori dell’abitazione e conseguire l’ottimizzazione dell’uso del patrimonio abitativo, è incrementato di Euro 516 milioni”.
Prego, onorevole Chiarella.
Riguarda l’Aterp, tre momenti importanti: uno sulla possibilità di dare a questo istituto l’occasione, entro 90 giorni, di ripianare i suoi debiti procedendo alla redazione di un piano di risanamento, utilizzando le somme derivanti dall’alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica; secondo, l’aggiornamento del canone; terzo, la creazione di un fondo sociale per dare la possibilità alle famiglie più bisognose di poter ottemperare al pagamento del canone con soldi che provengono dall’accordo di programma del ministero dei lavori pubblici con la stessa Regione del 22 marzo 2001.
E’ semplicemente, dare la possibilità a questo istituto di conseguire questi risultati senza aggravio di spesa per la Regione Calabria e mettendo in moto una serie di provvedimenti che andranno a normare in un modo più lineare l’attività dello stesso istituto.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
D’accordo sulla sostanza dell’intervento, ma dovrebbe seguire per opportunità lo schema di un percorso legislativo organico, nel senso che va in Commissione – è competente la prima, Presidente Chiarella – si elabora, si discute, si migliora e poi…
Molte Regioni l’hanno già approvata questa legge per rendere produttivo il patrimonio dell’Aterp.
Quindi sul contenuto perfettamente d’accordo, sull’opportunità di inserirla in Finanziaria non sono d’accordo perché converrebbe inserirla all’ordine del giorno della Commissione per licenziarla in fretta e farla arrivare in Aula il più presto possibile.
PRESIDENTE
Parere della Giunta?
(Interruzioni)
Egidio CHIARELLA
Lo faccio mio.
Paolo NACCARATO
L’onorevole Chiarella lo fa suo.
PRESIDENTE
E noi stiamo chiedendo cosa intende fare. Sarebbe opportuno che lo discutesse in Commissione, secondo me.
Francesco TALARICO, relatore
Anche perché qui c’è un importo, 516
milioni di Euro.
Egidio CHIARELLA
Allora lo portiamo in Commissione e
cerchiamo di valutare meglio.
(Interruzione)
PRESIDENTE
Non insiste. Va bene, ritirato e va
in Commissione.
Giuseppe BOVA
Rispetto ai tre obiettivi, esiste un quarto, visto che
bisogna licenziare il provvedimento entro il 31 dicembre di quest’anno, c’è anche la questione delle dismissioni…
PRESIDENTE
Va discusso in Commissione.
Giuseppe BOVA
Appunto, c’è tempo per farlo e lo si
fa con calma.
PRESIDENTE
Emendamento protocollo numero 1.145 a firma Amendola: “Alla copertura dei maggiori oneri
si provvede con la disponibilità esistente nell’Upb
di riferimento dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003”.
La parola all’onorevole Amendola.
Con questo emendamento ho inteso riprendere una fase progettuale che riguarda la prosecuzione della funivia di Catanzaro e quindi avviare un
percorso capace di
migliorare anche la qualità della vita e dei trasporti nella città di Catanzaro, considerando che
oggi con questo emendamento si propone di
avviare un progetto preliminare.
Dobbiamo anche considerare che su questa
questione c’è stato già uno studio di fattibilità che ha ricevuto la cosiddetta certificazione di coerenza, per cui
quest’opera dovrebbe far parte anche del Piano regionale dei trasporti.
Quindi, chiedo al relatore e
all’assessore ai trasporti la benevolenza di quest’opera, anche perché in
qualche modo, sono stato spinto da una sorta di cortesia nei confronti del
Presidente della Giunta regionale, considerato che non si tratta soltanto della
sua città, ma la funivia si ferma proprio davanti casa sua. Quindi la
completezza di quest’opera sicuramente sarebbe qualificante non solo per la
città di Catanzaro, ma credo gradita anche al Presidente della Giunta.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
D’accordo sulla sostanza, è solo un problema di copertura, quindi il parere è contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.145.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo numero 1.146 a firma Amendola: si propone di aggiungere i seguenti commi:
“11. In attuazione del Piano regionale dei trasporti lo snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro è localizzato presso l’aeroporto di Lamezia Terme.
12. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli
atti necessari per la realizzazione dell’intervento di cui al comma precedente, anche in forza dell’accordo di programma siglato il 10 aprile
2002 presso il ministero delle attività produttive”.
Prima ancora di
illustrarlo, se – manca, però, l’onorevole Tripodi
– lo ritirano, sarà oggetto del Piano regionale dei trasporti, dato che riguarda una modifica sia per Lamezia Terme che per Gioia
Tauro.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Amendola.
Sarei disponibile a ritirarlo, anche
perché il mio emendamento vuole soprattutto
rafforzare una decisione
già presa, nel senso che, quando si propone questo emendamento, si riprende una iniziativa già contemplata nell’accordo di programma quadro fatto dalla Giunta regionale. In
questo accordo tra la Giunta
regionale e il ministero delle attività produttive che cosa viene sottoscritto?
Cioè ci sono due accordi di programma: con il primo si stipula per Gioia Tauro un accordo per le
attività produttive di quell’area e, contemporaneamente, si sancisce una
sinergia tra l’aeroporto di Lamezia Terme e il porto di Gioia Tauro. Questa è
una iniziativa già presa dalla Giunta regionale, per cui ho inteso rafforzare
questo accordo già fatto.
Sono disponibile a ritirarlo se lo
ritira anche il collega Tripodi.
Francesco TALARICO, relatore
Visto che non c’è in Aula l’onorevole
Tripodi, li consideriamo ritirati entrambi.
PRESIDENTE
Lo rinviamo quando arriviamo
all’altro, così li vediamo insieme, eventualmente.
Francesco TALARICO, relatore
…visto che l’onorevole non c’è e
visto che su questo argomento abbiamo anche votato in Commissione,
respingendolo, proprio per questi argomenti.
PRESIDENTE
Li dichiariamo ritirati, solo che
ancora non siamo arrivati a quello dell’onorevole Tripodi.
Francesco TALARICO, relatore
Allora li accantoniamo insieme.
Li discutiamo insieme quando
arriviamo all’altro, momentaneamente sospendiamo.
Emendamento protocollo numero 1.178 a
firma Tommasi: “Articolo 11, inserimento nuovo comma,
“Al fine di una corretta
e puntuale applicazione della legge regionale 26 novembre 2001, n. 29, si
dispone lo stanziamento di 1 milione di Euro al fine di promuovere le azioni
previste dalla citata legge regionale, nonché per consentire il puntuale
monitoraggio di tutti i corsi d’acqua interni della regione Calabria”.
La parola all’onorevole Tommasi.
La legge n. 29 del 2001 è una legge importante per la nostra regione, per quanto riguarda la tutela ambientale – chiederei all’assessore Dima un po’ di attenzione, anche se con il collega Senatore sicuramente stanno cercando di risolvere i problemi
dell’ambiente – all’articolo 8 la legge regionale sulla pesca, che fa parte
dell’agricoltura, prevedeva che entro un anno dalla sua entrata in vigore, la
Regione Calabria doveva redigere la Carta ittica regionale mediante uno studio
scientifico di carattere idrologico, geologico, ambientale e quant’altro,
doveva individuare una serie di motivi e arrivare alla definizione di una
classificazione delle acque.
(Interruzioni)
Non parlo, se lei non mi ascolta… sto parlando del suo assessorato.
(Interruzione)
Già ho parlato dieci minuti convinto che lei mi stesse ascoltando, poi mi sono fermato perché ho capito che non era così.
(Interruzione)
No, del Presidente della Commissione ambiente. Questa è la prima legge che è stata licenziata dalla sua Commissione, fra l’altro.
(Interruzione)
La legge n. 29 del 2001 prevedeva alcune scadenze per il perfetto funzionamento delle norme.
(Interruzione)
Dopo dodici mesi si attendeva
la realizzazione di una Carta ittica regionale
che prevedeva determinate cose. Per arrivare alla Carta ittica regionale, c’era da prevedere la classificazione delle acque e una
serie di adempimenti, ma
sicuramente i vari cambiamenti di Giunta non hanno consentito al meglio
l’applicazione di questa legge.
Noi presentiamo un emendamento,
assessore Dima – visto che lei, almeno fino ad agosto di quest’anno, ci sarà e
mi auguro anche per il futuro per lei – perché riteniamo che dovete dare
un’accelerata lei e il Governo su questa legge, come sulla legge per i funghi
epigei che è un’altra legge che va a rilento. Ci sono migliaia di cittadini che
amano vivere la montagna, i torrenti e quant’altro e che pagano anche
un’ulteriore tassa agli innumerevoli balzelli che questa Regione ha introdotto.
Se non si è nelle condizioni di
applicare questa legge, che si dica “abbiamo sbagliato ad approvarla” perché,
oggi come oggi, questo governo con questa maggioranza, purtroppo, è
inadempiente.
Assessore Dima, ho voluto la sua
attenzione perché lei stasera ha lanciato messaggi importanti, progetti
importanti per quanto riguarda la tutela ambientale, mi aspetto da lei segnali
incoraggianti che vadano nella direzione dell’emendamento che abbiamo
presentato.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
Ribadisco, ancora una
volta, al collega Tommasi la nostra ampia disponibilità rispetto ad un ragionamento che possa tutelare
la specificità ambientale della
nostra terra, specialmente quando parliamo del settore agricolo o ittico che è fortemente legato alla tutela del paesaggio e dell’ambiente.
A parte questa premessa,
ho il dovere e l’onestà assoluta di dire al collega Tommasi che, rispetto all’emendamento che è composto per tre quarti
da aspetti normativi e poi, alla fine, c’è
uno sfondo anche di natura finanziaria pari ad 1 milione di Euro, circa 2
miliardi di vecchie lire, se il collega me lo consente e, ovviamente, a questo
punto faccio una proposta all’Aula: anche questo emendamento si può trasformare
come impegno per la Giunta regionale a rivedere l’aspetto della
concretizzazione dell’applicazione della legge attraverso i passaggi che questa
comporta. Dato che non sono in grado di poter, sinceramente, verificare sul
piano tecnico e quindi politico che cosa comporta questo tipo di emendamento e
visto che dobbiamo decidere anche su un aspetto finanziario, ritengo che -
stralciato l’aspetto finanziario, che mi pare di capire, non troverebbe neanche
copertura - sia opportuno, a questo punto, trasformare l’emendamento in una
raccomandazione politica.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Tommasi.
Assessore, va bene in linea di massima, i tempi per la verifica economica per l’applicazione della legge, da qui alla variazione di bilancio, lei ce l’avrà.
Allora, assessore, alla variazione di bilancio lavorate in modo tale che ci sia l’appostamento della cifra in bilancio per l’applicazione di questa legge.
Quindi viene ritirato e trasformato in impegno alla Giunta.
Emendamento protocollo numero 1.180 a firma Tommasi: “Area di intervento 3 – Uso e salvaguardia le territorio. “Si propone la costituzione della cabina di regia regionale di Agenda 21 locale al fine di promuovere i princìpi e la pratica dello sviluppo sostenibile e per favorire e potenziare lo scambio di informazioni sui temi dello sviluppo sostenibile, solidale e partecipato tra gli enti e gli operatori coinvolti.
La cabina di regia avrà il compito di monitorare, raccogliere, diffondere e valorizzare studi, ricerche, buone pratiche ed in generale esperienze positive di sviluppo locale sostenibile, promuovendone la valorizzazione presso organismi nazionali ed internazionali.
A tal fine si propone lo stanziamento di 1 milione di Euro”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Presidente, il mese di novembre del 2002, per quello che riguarda il mondo ambientalista calabrese
e per chi tiene molto a questa nostra amata terra è stato un momento
importante. All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato un ordine del
giorno per l’adesione ad Agenda 21 della Regione Calabria, Agenda che ha
una serie di iniziative e di attività che portano benefici e ritorni a livello
economico anche alla nostra regione, attingendo fondi alla Comunità europea, al
ministero dell’ambiente.
Purtroppo, ahimè, in questo bilancio
ho avvertito l’assenza dell’assessore all’ambiente – ma la Calabria se ne
accorge –; io credo che sia necessario, e l’emendamento è molto chiaro,
istituire una sorta di cabina di regia per meglio far funzionare questa
adesione all’unanimità su questo importante provvedimento e credo si possa
cercare di ottemperare a questo coinvolgendo le associazioni ambientaliste, gli
assessori provinciali all’ambiente, proprio per cercare al meglio di far
funzionare questo importante strumento, perché se no dovrei ricredermi per il
voto all’unanimità su Agenda 21, ma si dovrebbero ricredere i calabresi che c’è
stato questo segnale forte.
Credo, quindi, che questo
provvedimento vada nella direzione di uno sviluppo ambientale compatibile della
nostra regione e si possano e si debbano mettere in movimento tutte quelle
opportunità e quei meccanismi per far funzionare questa Agenda 21.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Rispetto a questa questione, ritengo si possa…
(Interruzione)
Ci sono 1 milione di
Euro…
(Interruzione)
C’è questo milione di Euro che
credo, in questa fase, andrebbe eliminato,
onorevole Tommasi, al limite lasciando che la Giunta con un apposito
Regolamento possa definire questo
aspetto della cabina di regia.
In tal senso, questo si può accogliere, senza la cifra e con l’accordo che la Giunta si
impegni a realizzare un Regolamento di funzionamento
della cabina di regia.
Ritengo si possa accogliere con
queste caratteristiche.
Presidente, con l’impegno del
Presidente Chiaravalloti, a questo punto. Sono disponibile, per il
raggiungimento dell’obiettivo, in questo momento si può fare anche a meno della
norma finanziaria, però ci vuole un impegno della Giunta a redigere un
Regolamento per far funzionare la cabina di regia e, ove necessario, inserire
anche successivamente una posta economica, ma ritengo che la cosa fondamentale
è che si avvii questo processo della cabina di regia.
Francesco TALARICO, relatore
Senza posta economica si può
accogliere.
Eliminando l’ultimo rigo, dove parla
dello stanziamento economico e con l’invito alla Giunta di fare un apposito
Regolamento per organizzare questa cosa.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.180 con le modifiche apportate.
(E’ approvato)
Chiede di parlare l’onorevole
Amendola. Ne ha facoltà.
A proposito di salvaguardia del territorio, in sede di discussione della Commissione avevo presentato un emendamento – e non trovo alcuna traccia in questa documentazione – di 250 mila Euro per il risanamento costiero di Falerna. Mi è stato detto, in quella sede, che l’emendamento veniva assorbito da un super emendamento presentato – credo – dal Presidente della Commissione. Vorrei capire quell’impegno come viene recepito, come verrà mantenuto. Lo chiedo al relatore.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Talarico.
Quello è un
emendamento che era stato presentato e che – avevamo detto in Commissione – veniva assorbito da una posta precisa
che riguarda la difesa del suolo, perché sulla pronta urgenza, invece dei 3 milioni di Euro, così
come prevede il bilancio, abbiamo destinato 800 mila
Euro in più e quindi sono già stati finanziati
in Commissione.
Mi sembra che su questa questione di Falerna ci sia una
risoluzione approvata al Consiglio regionale la volta scorsa, quindi è tra le
priorità individuate…
Franco AMENDOLA
Sì, era una risoluzione votata all’unanimità, era presente
l’assessore Pirilli in quella sede.
Francesco TALARICO, relatore
Da tutto il Consiglio regionale. Sotto questo aspetto
ritengo che si possa impegnare la
Giunta acché, nell’ambito di quel finanziamento,
si possa avere come priorità essenziale,
visto che c’è una risoluzione anche del Consiglio regionale, per l’intervento sulla costa di Falerna che, obiettivamente, presenta lati di grande
pericolosità. Quindi per me va bene, è
accolto l’emendamento, la sollecitazione che impegna la Giunta in tale
direzione.
Emendamento protocollo numero 1.181 a firma Tommasi: “All’articolo 7 si propone di aggiungere i seguenti nuovi commi:
“8. Per far fronte alta necessità di procedere alla bonifica dei tetti in cemento amianto eternit con i quali sono realizzate le coperture dei fabbricati di pertinenza privata e contestuale installazione di pannelli solari per il conseguimento di risparmi energetici, ubicati nei territori dei comuni che fanno parte della comunità montana delle Serre Consentine, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2003 la spesa di Euro 5 milioni.
9. Lo stanziamento di
cui al comma precedente è assegnato alla comunità montana “Serre Cosentine” che
provvederà alla formulazione del bando per l’assegnazione del contributo; il
bando dovrà essere redatto secondo criteri che tengano conto della pericolosità
ambientale e delle condizioni economiche del richiedente; il contributo sarà
erogato a fondo perduto e dovrà coprire il 70 per cento della spesa che sarà sostenuta dai
soggetti privati che avranno prodotto documentata istanza; l’erogazione avverrà
per stati d’avanzamento dei lavori regolarmente certificati da professionisti
abilitati”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Ricordo che precedentemente si
era presentato un emendamento a carattere generale
per quanto riguardava il problema amianto, questo ora
va nello specifico, in un’area ristretta (Cosenza-Rende), quindi l’area urbana,
che a seguito di un apposito monitoraggio e
studio effettuato dalla comunità montana delle Serre cosentine, ha individuato
un grosso problema che è quello dell’amianto e da qui si è pensato di proporre
questo emendamento.
Quindi già le motivazioni sono state dette precedentemente, è inutile dilungarci sul
grave problema che è l’amianto, mi rimetto al voto dell’Aula.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Il problema è la copertura, mi sembra di essere stato
chiaro; rispetto all’enunciazione di principio, va
bene, quindi il parere è contrario dal punto di vista economico.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.181.
(E’ respinto)
Il prossimo emendamento è il
protocollo numero 1.171, a firma Nucera, ma poiché è assente, è ritirato; anche
il numero 1.172 e il numero 1.173 a firma Nucera sono ritirato; il numero
1.189, a firma di tutti i capigruppo…
Francesco TALARICO, relatore
Questo lo mettiamo da parte,
Presidente, così lo facciamo successivamente.
PRESIDENTE
L’emendamento protocollo numero 1.189, è momentaneamente accantonato.
Emendamento protocollo numero 1.191 a firma Crea…
Francesco TALARICO, relatore
Onorevole Crea, questo riguarda il personale, se ho capito bene, quindi dovrebbe andare nel collegato al personale, così come siamo rimasti.
Domenico CREA
Va bene.
Anche questo viene accantonato.
Emendamento protocollo numero 1.194.
(Interruzione dell’onorevole Talarico)
Accantoniamo anche questo momentaneamente.
Emendamento protocollo numero 1.195 a firma Morrone, Sarra,
Nucera ed altri.
Ennio MORRONE
Gradirei ritirarlo, Presidente.
PRESIDENTE
E’ ritirato.
Emendamento protocollo numero 1.203 a firma Crea ed altri.
La parola all’onorevole Crea.
In merito a questo emendamento, noi consiglieri
dell’Udc, il segretario del nostro partito,
onorevole Trematerra e l’assessore al ramo, onorevole Stillitani, abbiamo stabilito di ritirarlo
perché non vogliamo che ci siano problemi a livello regionale, si è saputo tutto quello che
è successo, quindi non era un problema che volevamo creare, pensavamo di dare
una mano alla Calabria. Poiché siamo sensibili a queste cose, abbiamo pensato
di ritirarlo, a condizione che la proposta di legge giacente in Commissione venga
discussa nel più breve tempo possibile.
Quindi si deve prendere
l’impegno il Presidente della prima Commissione di portarla come primo
punto all’ordine del giorno della seduta
della Commissione e portare a termine questo discorso.
PRESIDENTE
Mi sembra una saggia decisione sua e del suo gruppo, quindi
l’emendamento protocollo numero 1.203 viene ritirato.
La parola all’onorevole Chiarella.
Solo per dire agli amici dell’Udc della grossa responsabilità dimostrata, in osservanza di un rispetto pure di fondo per il Consiglio e per i calabresi e chiaramente nei prossimi giorni la Commissione, per come aveva stabilito con i sindacati, porterà all’attenzione della Commissione il progetto di legge che prevede la regionalizzazione delle ferrovie.
PRESIDENTE
Emendamento protocollo numero 1.210 a firma Sarra, Crea, Leone, Naccarato.
Francesco TALARICO, relatore
Pure questo se l’accantoniamo…
PRESIDENTE
Riguarda il personale?
Francesco TALARICO, relatore
Sì.
PRESIDENTE
Lo accantoniamo momentaneamente.
(Interruzione)
Lo ritirano?
Francesco TALARICO, relatore
No, accantonare.
Alberto SARRA
Accantonare momentaneamente e poi lo valutiamo.
Emendamento protocollo numero 1.211 a firma Pezzimenti: “Al comma 2 dell’articolo 49 “Miglioramenti tecnologici”, legge regionale n. 19 del 16 aprile 2002 “Norme per la tutela, governo ed uso del territorio – Legge urbanistica della Calabria” viene aggiunto il seguente comma: “Nel sottosuolo delle aree di pertinenza del fabbricato si possono ricavare locali interrati da utilizzare, per come previsto dal comma 2, con destinazione a parcheggi e/o per ospitare impianti tecnologici. Ad opere ultimate dovrà essere ripristinato, alla quota preesistente del terreno, lo stato originale dell’ambiente esterno”.
La parola all’onorevole Pezzimenti.
E’ una norma che si dovrebbe aggiungere al comma 2 dell’articolo 49 della legge urbanistica, sui miglioramenti tecnologici dei centri
storici, dovrebbe essere aggiunto il seguente comma: “Nel sottosuolo delle aree
di pertinenza del fabbricato si possono ricavare locali interrati da
utilizzare, per come previsto dal comma 2, con destinazione a parcheggi e/o per
ospitare impianti tecnologici. Ad opere ultimate dovrà essere ripristinato, alla
quota preesistente del terreno, lo stato originale dell’ambiente esterno”.
Questo emendamento è per dare la
possibilità…
(Interruzione)
Sì, la legge urbanistica diceva: “con
l’obiettivo di contenere il consumo di nuovo territorio è consentito nei centri
storici e nelle zone totalmente costruite dei centri abitati il recupero ai
fini abitativi dei sottotetti e l’utilizzo, a fini commerciali, dei piani
seminterrati ed interrati”, ma questo prevedeva quelli già esistenti. Spesso
capita che le abitazioni hanno appartenenza a qualche pezzo d’orto o di
terreno…
(Interruzione)
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Morrone.
L’emendamento lo condivido in pieno, solo che è già previsto dalla legge dello Stato, perché c’è la legge sui parcheggi che prevede che in qualunque pezzo di terreno lei può costruire tutti i parcheggi interrati che vuole, sia per impianti ecologici, ma soprattutto per parcheggi. Per cui mi sembra pleonastica una nostra legge, visto che è previsto dalla legge dello Stato, c’è la legge sui parcheggi che lo prevede. Cioè lo condivido, collega Pezzimenti, solo che mi sembra strano farlo per legge regionale, atteso che vi è una legge dello Stato.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Pezzimenti.
Giuseppe PEZZIMENTI
Posso ribattere brevemente? La legge “122”, giustamente, che poi era una Finanziaria, mi sembra, dell’89, prevedeva solamente parcheggi, non fini commerciali o altro.
PRESIDENTE
Quindi cosa vuole fare, onorevole
Pezzimenti, andare
avanti, pensa di
ritirarlo, vuole insistere?
Ennio MORRONE
Collega Pezzimenti, per
capire, “con destinazione a parcheggi e/o per ospitare impianti tecnologici””,
l’impianto tecnologico che c’entra con il commerciale? L’impianto tecnologico è
previsto in tutte le norme edilizie perché non va a cubatura, cioè se lei deve
metterci una caldaia, un ascensore, non va a cubatura comunque. Col commerciale
che c’entra? “Impianti tecnologici”, lei dice, così leggo, a meno che non abbia
letto male.
Giuseppe PEZZIMENTI
Sì, non ho ripetuto “fini commerciali” perché era già previsto nel comma 2.
PRESIDENTE
Forse è bene che lo prepariamo meglio per un’altra occasione, momentaneamente è ritirato.
Emendamento protocollo numero 1.245 a firma Amendola.
Francesco TALARICO, relatore
Anche questo è da accantonare.
PRESIDENTE
E’ momentaneamente accantonato, fa parte di quel gruppo di prima.
Emendamento protocollo numero 1.114 a firma Tripodi M.: “Articolo 33. Dopo il comma 2 si propone di aggiungere i seguenti commi:
3. In attuazione del Piano regionale dei trasporti, lo snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro è localizzato presso l’aeroporto di Reggio Calabria.
4. La Giunta regionale è autorizzata a compiere tutti gli atti necessari per la realizzazione dell’intervento di cui al precedente comma”.
Questo va abbinato a quello dell’onorevole
Amendola, dove prevedeva la possibilità
di uno snodo aeroportuale,
l’interporto di Gioia Tauro, a Lamezia Terme, l’onorevole
Tripodi – giustamente – lo prevede a Reggio
Calabria.
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Il mio invito è di ritirarli entrambi, per fare, poi, una discussione più seria, quando si parlerà di Piano regionale dei trasporti.
Michelangelo TRIPODI
Non mi pare che ci sia all’oggetto la discussione sul Piano regionale dei trasporti.
Francesco TALARICO, relatore
Visto che riguardano
due aree territoriali, ritengo che si possano
accantonare entrambi e poi procedere, anche perché sul secondo c’è
stata pure una votazione in Commissione.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Tripodi.
Trovo strano anche questo tentativo di contrapposizione. Avevo presentato questo emendamento, non ce n’erano altri in Commissione, adesso ho visto che l’onorevole Amendola ha presentato un emendamento per Lamezia Terme e mi pare molto strana questa contrapposizione che riproduce cose antiche che, personalmente, non vedevo proprio.
In ogni caso, debbo
dire che mi sembrerebbe
naturale – e quindi mi sembra
immotivato, peraltro,
quell’emendamento – che
il rapporto sia tra Gioia Tauro e Reggio Calabria, cioè trovo davvero strano immaginare che, invece, si
voglia fare uno scippo a Reggio Calabria – perché allora parliamo di ulteriore scippo – per destinare lo snodo aeroportuale non a Reggio Calabria ma a Lamezia Terme. Questo è
uno scippo ed ho il dovere di denunciarlo.
Altro che rinvio a un Piano dei trasporti fantomatico che non arriverà mai! Noi dobbiamo attuare il Piano
regionale dei trasporti, quello nel quale è individuata a Gioia Tauro la
localizzazione dell’interporto e l’interporto nel Piano regionale dei trasporti
è localizzato a Gioia Tauro, sono individuati ovviamente lo snodo aeroportuale
che è al porto di Gioia Tauro, lo snodo ferroviario, visto che lì ci sono la
stazione ferroviaria e i trasporti ferroviari; manca la parte aeroportuale che
va riempita e che, sicuramente, è importante, ha ricadute economiche sul
terreno di attività, interessi, sul terreno anche occupazionale.
Ritengo
che non possa che essere nella provincia di Reggio Calabria – Gioia Tauro non
mi pare sia stata spostata da un’altra parte – ed è naturale che la
collocazione dello snodo aeroportuale debba stare presso lo scalo aereo di
Reggio Calabria. Non vedo ragioni per modificare questa, che mi sembra
naturale, ma siccome sapevo che negli anni passati ci sono state discussioni
più o meno velate sulla questione, credo che sia giunto il momento – perché
oggi si rende necessario e non più procrastinabile a futuribili piani che non
verranno mai, oggi c’è questa esigenza – di arrivare ad una conclusione sul
punto specifico.
Ritengo che il Consiglio regionale ha il dovere
di chiudere questa vicenda facendo giustizia e facendo le scelte che deve
compiere normalmente, naturalmente, che non possono essere che quella di
destinare come snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro l’aeroporto di
Reggio Calabria. Non vedo scandalo, invece vedo scandaloso pensare il
contrario, cioè pensare che sull’interporto di Gioia Tauro si faccia
un’operazione di scippo di Reggio Calabria, cosa che ritengo assolutamente
inaccettabile.
Quindi ho proposto questo emendamento e ritengo che, visto che in Commissione è stato respinto per un solo voto, questa sede del Consiglio regionale, quantomeno su questa questione, si possa pronunciare e decidere per chiudere definitivamente questa partita. Su questo vorrei conoscere anche il parere del governo regionale, perché la questione è seria e visto che ci sono state polemiche anche rispetto ad altre questioni legate alla città di Reggio Calabria, credo che il governo regionale abbia il dovere anche di lanciare un messaggio di rasserenamento della situazione per quanto riguarda il rapporto della Giunta con la città di Reggio, che non può continuare a sentirsi estranea e, in qualche modo, ai margini del processo della vita regionale. La città di Reggio è una città importante, tutti abbiamo il dovere – e il Consiglio regionale per primo – di costruire un processo di unità della regione, ma facendo le cose giuste.
Qui non si chiede nulla che non sia cosa ovvia. Considero ovvia questa proposta di emendamento, non c’era bisogno neppure di fare un emendamento, avrebbe dovuto essere nei fatti una scelta di questa natura, ma siccome nei fatti nulla è così scontato, tant’è che finora su questa questione si è brancolato nel buio, credo che il Consiglio regionale possa decidere e mi auguro che il governo, nella persona del Presidente Chiaravalloti, si esprima positivamente a favore di questa proposta, di queste indicazioni, in modo tale da sgombrare il campo anche dalle polemiche che abbiamo sentito rimbombare ed echeggiare in questi giorni nel Consiglio regionale circa il rapporto tra la Regione e la città,mentre questa scelta può essere anche un momento di rasserenamento del clima di cui avvertiamo il bisogno.
Quindi insisto e non penso si debba assolutamente rinviare su questo punto.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Amendola.
Presidente, niente di personale o di politico contro il collega
Tripodi, né tanto meno niente di personale contro la città di Reggio Calabria, per intenderci, non era questo il mio intento, però se l’onorevole Tripodi parla di scippo, devo dire che
lo scippo lo tenta lui quando presenta quell’emendamento, nel senso che lo
snodo aeroportuale dell’interporto
di Gioia Tauro è stato già stabilito di localizzarlo all’aeroporto di Lamezia
Terme, tant’è vero che l’aeroporto di Lamezia usufruisce già di decine di
miliardi per allargare – e le opere sono in corso – lo scalo merci. Sarà stato,
mi pare, quadruplicato, quintuplicato rispetto a quanto era prima.
Nessuna polemica, anche se in passato
sulla localizzazione dell’interporto ci sono state durissime polemiche tra
Gioia Tauro e Lamezia Terme, ma nel momento in cui nasce il porto della
Calabria o del Mezzogiorno, cioè il porto di Gioia Tauro, Lamezia Terme ha
riconosciuto priorità a Gioia Tauro per quanto riguarda la localizzazione
dell’interporto.
Non sono io che dico che lo snodo
aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro va fatto a Lamezia Terme. Voglio
leggere una nota del portavoce del Presidente Chiaravalloti, quando dice che
gli accordi che seguono i cinque precedentemente siglati per il territorio
riguardano – rende noto l’ufficio del portavoce – in particolare l’area di
Gioia Tauro. Con un primo accordo si sono definiti gli strumenti normativi dell’intesa
di programma già stipulati per Gioia Tauro, riguardo lo sviluppo delle attività
produttive di quell’area.
L’altro accordo interessa i
collegamenti tra l’aeroporto di Lamezia Terme e il porto di Gioia Tauro,
rivolto a creare sinergie tra le due strutture; per intenderci, due strutture
considerate oggi non al servizio di Gioia Tauro, non al servizio di Lamezia
Terme, ma entrambe al servizio della Calabria.
Devo dire che sarebbe già un grosso
problema pensare di adeguare l’aeroporto di Reggio Calabria a questo fine, cioè
ad ospitare i cargo, uno scalo merci di grandissime dimensioni, quando già,
ripeto, Lamezia Terme ha quasi completato le opere per ospitare questo tipo di
servizio. Francamente, chiederei al Presidente della Giunta una risposta rispetto
a questo problema.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sarra.
Signor Presidente, ritengo doveroso dire la mia su questa questione e i giocatori di carte direbbero “torniamo a coppe”! con un’espressione colorita cara ad un vecchio sindaco di questa città si diceva “e zunghiti Marianna”!
Ora non mi pare si
possa in alcun modo, con tutta la capacità e
la fantasia di chiunque, anche di tecnici e devo dire che l’onorevole Amendola è capace dal punto di vista dialettico
– questo è doveroso e non posso far altro che prenderne atto – possibile giustificare lo spostamento
dell’interporto a Lamezia Terme, perché non può essere giustificato in alcun
modo: ci sono fattori geografici, di
distanza, fattori che riguardano la possibilità di aprire sul bacino del
Mediterraneo.
L’aeroporto di Reggio Calabria è
aeroporto dello Stretto, allora la considerazione è assolutamente
consequenziale e in questo devo dire che magari lui si esprime con
l’aggressività e la passione che lo contraddistinguono, ma l’onorevole Tripodi
ha usato i termini giusti, cioè è naturale, è assolutamente consequenziale
pensare alla soluzione dello snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro,
localizzandolo presso l’aeroporto di Reggio Calabria. D’altro canto, la
soluzione di Lamezia Terme appare assolutamente forzosa e forzata, non
giustificata da un punto di vista assolutamente logico, prima ancora che per
altre considerazioni.
Perciò, il mio richiamo e la
preghiera anche al governo regionale di voler valutare con estrema serenità la proposta
che scaturisce da questo emendamento e che faccio mia, quella di, finalmente,
dare una risposta che, tra l’altro, questa città attende e che attende, signor Presidente, questa provincia
affinché si dia veramente una risposta che è, a questo punto,
di serenità, perché noi cittadini di questa
provincia, ma noi calabresi chiediamo lo sviluppo
di questa provincia, di questa regione che non può non passare attraverso Gioia Tauro e la provincia di Reggio Calabria. Voler spostare in tutti i modi e, tra l’altro, con una decisione
assolutamente non logica l’equilibrio, e qui
non si tratta di campanilismo o
di voler difendere delle
situazioni personali, ma si tratta di una situazione assolutamente
oggettiva,non mi sembra opportuno; ecco, io richiamo alle responsabilità
proprio i consiglieri regionali delle altre province – non si tratta di
battersi soltanto per Reggio, ma di battersi per la Calabria, perché se noi
allontaniamo l’ipotesi di sviluppo dal porto di Gioia Tauro e dall’aeroporto di
Reggio Calabria, significa non voler guardare in maniera serena allo sviluppo
dell’intera regione.
Questo significa voler sacrificare lo
sviluppo dell’intera Calabria ad ipotesi che suonano un po’ come campanilismo
e, in qualche modo, non voler guardare oltre il proprio naso.
Quindi lo dico in maniera
assolutamente serena, il mio è un appello accorato alla vostra sensibilità.
La parola all’onorevole Pisano, però
non facciamo un dibattito su questi temi.
Solo per fare una considerazione in ordine a questi due
emendamenti: a me pare che si parli di qualcosa che è ancora di là da venire,
nel senso – e colgo l’occasione,
proprio perché vi sono i due emendamenti l’un
contro l’altro armato, si potrebbe
dire, ma che non hanno ragione di essere in
un contesto nel quale di interporto ancora non vediamo neanche l’ombra, ché è questo il problema
che pongo in quest’Aula, perché di fatto nonostante l’individuazione dell’interporto
in Gioia Tauro, con tutte le caratteristiche e che si promuove da
solo, l’interporto è ancora fermo.
Perciò, inviterei la Giunta ad affrontare, in termini coordinati e programmatici, l’argomento, per avviare finalmente a soluzione il problema dell’interporto di Gioia Tauro e anche l’annosa questione che in questo momento vede una disputa tra due enti, l’autorità portuale e un ente di gestione e di programmazione sul territorio che è il Consorzio industriale, perché si possano redimere le vertenze in atto esistenti; oltretutto, pongo anche un problema: sono convinto – vorrei sbagliarmi, ma penso di no – che, in ordine al problema dell’interporto, vi è anche legato il discorso della zona franca.
Quindi inviterei la Giunta
su questo a fare una seria ponderazione e a programmare
anche in virtù dei due emendamenti che invito i colleghi a ritirare.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Presidente, lei mi invita a fare una brevissima riflessione e mi atterrò strettamente al suo mandato, però il tema
sicuramente è allettante e ci spinge a pensare ad
un dibattito serio che si dovrà pur sviluppare, un giorno o l’altro, in Calabria sulla soluzione
di tante e tante questioni incompiute e irrisolte che abbiamo.
Certo, qualcuno potrebbe
tacciare questi nostri interventi come frutto di un becero campanilismo, ma non
è così e le cose stanno nei fatti e non nelle parole, stanno nella storia,
nella tradizione, nei sentimenti della Calabria stessa, non solo nella
collocazione geografica o nello sviluppo improvviso che un’area può avere in un
certo momento storico o in un altro; non è così perché la Calabria è lunga 400
chilometri e non la si può racchiudere in 50 ; non è così perché finalmente è
arrivata la stagione, è arrivato il tempo e forse è arrivato anche il secolo,
questo del 2000, in cui bisogna ragionare diversamente, in cui alle Calabrie si
deve sostituire la Calabria, in cui alle province si deve sostituire la
serenità dei popoli, la comunità, in cui non ha più senso fare distinzioni di
sorta o di campanile, ma ha senso invece programmare, visionare le cose
dall’alto di una strategia più ampia, proiettare la nostra mente, la nostra
fantasia, la nostra capacità progettuale al di là di quello che può essere il
fatto contingente e momentaneo.
Non mi soffermo a dire che Reggio è
naturalmente vocata ad essere la spinta alla propaggine della proiezione di
Lamezia o di Gioia Tauro e via dicendo, che Lamezia dovrà esercitare un ruolo
fondamentale e importantissimo, che l’aeroporto di Lamezia dovrà cercare di
captare su di sé tutto un traffico
e tutta un’area perché è giusto che sia così, perché è su questo che bisogna
lavorare, ma noi abbiamo parlato, nei giorni
scorsi, di qualcosa di più e di oltre, abbiamo parlato della necessità –
e questo è un argomento che mi auguro, caro collega Bova, prima o poi ritorni
sul tavolo o nell’area di questa stanza o su questi banchi – dell’area
metropolitana che non è un problema morto e non deve essere un problema…
PRESIDENTE
Onorevole Nucera, cerchiamo di
stringere su questo punto.
Giovanni NUCERA
Ritengo che la proposta avanzata dal collega Michelangelo Tripodi – raramente ne
azzecca una – questa volta meriti veramente di essere fortemente sostenuta.
Giuseppe BOVA
Voglio capire
che cavolo stiamo facendo!
(Interruzione)
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Tripodi Pasquale.
Presidente, conoscendo il collega
Amendola anche per la sua serietà espositiva, preoccupato non perché voglio essere campanilista, ma perché ritengo che quello che ha
detto l’onorevole Amendola abbia un fondo di verità, perché se alcuni
finanziamenti, se alcune opere si stanno facendo su Lamezia Terme, qualcosa
evidentemente è avvenuto.
Non ritengo, personalmente, che ci
dobbiamo fare la guerra fra poveri, però ritengo giusto e sacrosanto che su
questa vicenda sia fatta chiarezza ed è giusto che sia i consiglieri regionali
di opposizione, tanto quanto quelli di maggioranza, siano informati sullo stato
dell’arte di questa vicenda, affinché possiamo prendere ognuno con serenità le
determinazioni che, poi, riterremo opportune, una volta che siamo venuti a conoscenza
delle cose.
Mi sembra una proposta saggia,
onorevole Tripodi, quindi senza continuare il dibattito, altrimenti ognuno di
noi vuole intervenire. Poiché vogliamo capire qual è la situazione, questo
argomento si dibatterà e si troverà una soluzione al momento opportuno, anche
all’interno del Piano regionale dei trasporti, non è una questione risolvibile
stasera.
Su questi due
emendamenti vi pregherei, cosa che reputo difficile, almeno per una parte, che
venissero momentaneamente ritirati e discussi in un secondo momento, perché è
chiaro che i consiglieri di Reggio sarebbero per farlo a Reggio, quelli di
Lamezia a Lamezia, allora ognuno andremmo – come dice l’onorevole Pasquale
Tripodi – a una diatriba e ad un dibattito fuori luogo e anche fuori tempo
questa sera.
Inviterei, quindi,
gli onorevoli Tripodi e Amendola se momentaneamente vogliono ritirare questi due emendamenti e discuterli in un secondo momento, alla luce anche di maggiori informazioni che potremo avere.
Gli onorevoli Amendola e Tripodi sono d’accordo?
Sono disponibile a ritirare – come ho detto prima – l’emendamento, soltanto che ho sentito una inesattezza e la voglio chiarire: non si sta discutendo se spostare l’interporto da Gioia Tauro a Lamezia Terme o a Reggio Calabria, l’interporto rimane a Reggio Calabria; stiamo parlando dello snodo aeroportuale, della sinergia area del traffico, area mare, basta, non dell’interporto.
PRESIDENTE
Quindi lei è disposto a ritirarlo. Onorevole Tripodi Michelangelo?
(Interruzione)
Non lo ritira.
(Interruzione)
Franco AMENDOLA
Allora non lo ritiro nemmeno io.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Vescio.
Il problema non è all’ordine
del giorno, ci saranno tempi e modi per discutere
di questo, ma giusto per segnare una presenza sull’argomento, visto e considerato che di
straforo questo argomento è pervenuto in Aula.
Non sono d’accordo
con alcune affermazioni e valutazioni che
sono venute in quest’Aula. Credo che sia del tutto giustificabile e
comprensibile che ognuno di noi, quale consigliere regionale, guardando alla
Calabria, guardi con attenzione al proprio territorio di appartenenza, è del
tutto condivisibile; altra cosa è sforzarsi e cercare di sforzarsi di ragionare
in termini obiettivi e di interessi collettivi, che sono poi gli interessi
della Calabria.
Quale dovrebbe essere la motivazione
per cui lo snodo aeroportuale dell’interporto di Gioia Tauro dovrebbe essere a
Reggio? Quella di appartenenza alla stessa provincia? Se questo è, è una
giustificazione, ma non credo che questa sia la valutazione esatta. E’
innegabile che Lamezia Terme è il baricentro della Calabria, per cui se di
Reggio possiamo dire che indubbiamente è al centro del Mediterraneo, la stessa
cosa possiamo dire di Lamezia Terme e a ben ragione possiamo dire ancora che
Lamezia Terme è il baricentro dell’intera Calabria ed è il punto nevralgico
dell’intero Mezzogiorno d’Italia.
Allora, se non vogliamo fare guerre
di campanile e vogliamo fare gli interessi della Calabria, credo che dobbiamo
ragionare in termini obiettivi, onorevole Sarra, non cercando di nascondere
interessi di parte spacciandoli per nobili interessi.
E c’è un’altra cosa che voglio aggiungere e che l’onorevole
Amendola, giustamente, ricordava in termini di legalità:, l’aeroporto di
Lamezia Terme ha avuto finanziamenti e non credo che sia stata la Giunta o il
governo della Calabria a concedere questi finanziamenti, ma sulla base di
quelli che sono gli interessi, le linee programmatiche dei Por, ha ottenuto già
i finanziamenti per prolungare le piste – è una realtà questa – e credo che si
prolunghino le piste per permettere i voli cargo a questo aeroporto. D’altra
parte, credo che ci sia una differenza notevole tra il livello di servizi che
ha l’aeroporto di Reggio e l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Bova.
Se non avessi assistito alla discussione e me l’avessero raccontata, avrei detto che, sì, il Consiglio discute spesso della secchia rapita, però non va oltre ed è un ragionamento paradossale. Rispetto al passato sbaglia chi sottovaluta quello che è avvenuto. In questo momento questa discussione rischia di essere una farsa, però a volte ritorna come tragedia. Che senso ha discutere dei due aeroporti? Cioè trentatré anni fa la discussione era Reggio o Catanzaro, ora sembra quasi che si sono spostati i confini.
Invito ognuno, al di là di dove è nato, a non giocare
sulle cose serie. Il punto non è né Lamezia né
Reggio, l’argomento in discussione non si può
affrontare stasera – ed è strano che la Giunta stia in silenzio, il Presidente della Giunta
stia in silenzio, lo
giudico un fatto incomprensibile
–, la discussione su queste
cose nasce da Gioia Tauro. Anche lì, attenzione a non farne una questione di comune. Noi abbiamo
per una serie di vicende
uno dei più grandi porti del Mediterraneo,
europei e mondiali di transhipment e passiamo disinvoltamente da una discussione a un’altra senza riflettere sui problemi che ci sono. Da quando è cominciata questa legislatura,
è andato avanti un processo, le imprese che operano in questo settore erano
dieci-undici, saranno diventate sette-otto, diminuiranno. Nei vari porti c’è
un’offerta che cresce e cresce più l’offerta della domanda, cioè se i traffici
aumenteranno del 15 per cento – e
stanno aumentando – da qui a quattro-cinque anni l’offerta, cioè la capacità di
dare servizi qualitativamente migliori e più in filiera, aumenterà del 25 per cento. Di questo non se ne discute,
l’esecutivo non ci dà risposte.
Un anno fa c’è stata una fiammata sull’area franca e sulla
zona franca. Anch’io votai quelle proposte, ci ho lavorato prima, non c’è
questa sera l’assessore Pirilli, allora capogruppo
di An, l’onorevole Fuda è diventato Presidente della Provincia di Reggio, è passato tanto tempo. Io
dicevo allora: “attenzione a non farne un argomento di campagna elettorale”.
Passata la festa, “gabbatu lu santu!”. Ora ci prendiamo su questo, di quei
problemi non si discute più: che cosa è Gioia Tauro, come può crescere, che significa
l’interporto e così via, niente. La nostra polemica si sposta su altro.
Non posso dare punti a nessuno né mi
ergo a niente, però non voglio partecipare a una discussione di questo tipo,
ciascuno deve fare il suo. Tre anni fa c’è chi ha vinto le elezioni, c’è un
esecutivo, deve dirci quello che vuole fare – non voglio fare supplenza verso
nessuno –, deve dirci come risponde ai problemi attuali di Gioia Tauro e come
questa interconnessione li trova, altrimenti che cosa otteniamo? Che tutti
quelli che siamo nati in una città o in una provincia votiamo in un modo,
quelli che si trovano in un’altra provincia votano in un altro modo, di fatto
nascondiamo in questa nebbia ridicola le responsabilità di chi deve dare la
risposta.
Dove andiamo a parare? Io dico:
“Fermiamoci fino a che siamo in tempo”. Possiamo porre, da qui alla prossima
seduta di Consiglio, che venga, non solo l’assessore al ramo, il Presidente
della Giunta e ci riferisca in Aula su Gioia Tauro, sull’area franca,
sull’interporto. E’ un modo giusto per procedere, altrimenti il destino è già
segnato.
Che vogliamo? Aprire a Lamezia con un
giornale e magari a Reggio su un altro giornale una discussione senza né capo
né coda? A chi porta? Che può essere – io non ci credo – qualche consenso per
qualcuno, ma alla fine dimostriamo, nel complesso, di non essere in grado di
assolvere a una funzione dirigente e, tra l’altro, velleitariamente la vogliamo
avere noi, quando formalmente e come funzione di gestione nella sostanza e con
le nuove regole compete all’esecutivo e al Presidente della Giunta.
Io non lo copro, ritengo
che a quel livello ci debbano dare una risposta. Non ho titoli, ho votato in
Commissione un testo, ma se ora andiamo avanti così, non posso chiedere a
nessuno e non chiedo a nessuno di ritirare niente, ma se si vota, esco
dall’Aula e voglio dire formalmente che a questo tipo di gioco non partecipo,
non sono interessato, lo rifiuto e lo motiverò, altrimenti aggiungo
semplicemente un po’ di ridicolo ad una tragedia di una Regione che rischia di
essere senza né capo né coda. Chi la governa poi rifletta anche su questo,
perché questo è il risultato di un voto di indirizzo e di governo che si
appalesa anche così.
Quindi se per noi c’è da
fare un’autocritica, la critica rispetto a chi ha funzioni più ampie è
evidente, perché non assolve alle funzioni che deve assolvere.
Inviterei di nuovo i due colleghi a
ritirare momentaneamente questo emendamento e a discutere in maniera
approfondita in una prossima seduta di Consiglio. L’onorevole Tripodi
Michelangelo sarebbe d’accordo? Senza dibattito, se lei è d’accordo, altrimenti
andiamo avanti.
Michelangelo TRIPODI
Vorrei ascoltare un attimo, prima di
valutare le conclusioni su questa cosa, l’opinione del Presidente
Chiaravalloti, che stranamente non ha detto una parola.
PRESIDENTE
Non so se il Presidente vuole
intervenire.
Suggerirei un momento di riflessione e di meditazione, non sono questioni che si affrontano con un emendamento alla Finanziaria. Ci sono interconnessioni enormi, c’è da calcolare una serie infinita di fattori che non penso consentano una valutazione così superficiale all’ultimo minuto.
Quindi inviterei tutti a un momento di riflessione e ad interloquire con gli assessori competenti per propugnare una soluzione che tenga conto di tutti i fattori e di tutti gli elementi.
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, si ritiene momentaneamente soddisfatto, in attesa di discutere meglio su questo problema? Reitero l’invito…
(Interruzioni)
Sono ritirati tutti e due gli emendamenti.
Emendamento protocollo numero 1.206 a firma Sarra ed altri:
“All’articolo 33 è
aggiunto il seguente comma: “3. L’attività dei commissari straordinari dei Consorzi per le
aree ed i nuclei di sviluppo industriale, nominati ai sensi dell’articolo 26,
comma 1, della legge regionale n. 38 del 24 dicembre 2001 ed attualmente in
carica, è prorogata sino alla ricostituzione degli organi ordinari che dovrà
avvenire entro e non oltre il termine perentorio del 31 dicembre 2003.
La durata dei Consorzi di cui
all’articolo 26, comma 5, della legge regionale 24 dicembre 2001, n.38, è
prorogata sino alla ricostituzione degli organi ordinari e, comunque, entro il
termine perentorio di cui al comma precedente”.
Alberto SARRA
Si illustra da sé.
Giuseppe BOVA
Il Consiglio deve mettere il bollo sul fatto che si procede vita natural durante e aggiorna ad oggi i commissariamenti!. Che cosa ci chiedete?
Glielo posso chiarire: in
molti casi i commissari nominati non sono riusciti ad espletare le loro
funzioni nei tempi previsti. Allora vogliamo mettere un ultimo termine
perentorio, nella fiducia che finalmente riusciranno a ricostituire gli organi
ordinari e normali.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo numero 1.206.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 33.
(E’ approvato)
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Leone. Ne ha facoltà.
Gianfranco LEONE
Presidente, considerato che è quasi mezzanotte e sono tredici ore che stiamo seduti, da stamattina con una lunga notte alle spalle, vi chiedo mezzora di fermo per prendere un po’ di aria.
PRESIDENTE
Anche altri colleghi mi avevano fatto la stessa richiesta in maniera informale. Se siete d’accordo, sospendiamo per mezz’ora.
Gianfranco LEONE
Ve lo chiedo come un piacere, il tempo di sciacquarsi il viso.
PRESIDENTE
La seduta è sospesa.
La seduta riprende.
Michelangelo TRIPODI
Presidente, come continuiamo questi lavori?
PRESIDENTE
Da dove abbiamo lasciato. Onorevole Tripodi, pensavo che lei fosse a dormire, invece vedo con piacere che è qui!
(Interruzione)
Emendamento protocollo numero 1.209 a firma Leone ed altri: “L’articolo 34, comma 1, è così sostituito: “1. La Giunta regionale è impegnata in sede di rimodulazione – e compatibilmente con le regole e i vincoli stabiliti dalle procedure comunitarie – ad individuare i Pit nonché i Pis regionali e provinciali, come modalità privilegiate di attuazione del Programma operativo regionale 2000-2006, destinando a tal fine ulteriori risorse fino al 30 per cento di quelle già assegnate”.
La parola all’onorevole Leone.
Presidente, c’è una formulazione che riteniamo
migliorativa e sostitutiva quale firmatari di questo emendamento, che magari leggo, poi facciamo le
fotocopie e distribuiamo all’Aula: “La Regione Calabria riconosce il ruolo
fondamentale dei Pit e dei Pis come modalità privilegiate di attuazione delle
Misure del Programma operativo regionale 2000-2006 e destina, in sede di
rimodulazione, ulteriori risorse fino a poter raggiungere il 30 per cento delle
risorse complessive del Por medesimo ad essere destinabili compatibilmente con
le regole e i vincoli stabiliti dalle procedure comunitarie e con le
programmazioni in atto”.
Lo proponiamo come sostitutivo di
questo. Magari se facciamo fare le fotocopie e le distribuiamo…
(Interruzioni)
Luigi INCARNATO
Onorevole Leone, lo può rileggere?
Gianfranco LEONE
“La Regione Calabria riconosce il
ruolo fondamentale dei Pit e dei Pis come modalità privilegiate di attuazione
delle Misure del Programma operativo regionale 2000-2006 e destina, in sede di
rimodulazione, ulteriori risorse fino a poter raggiungere il 30 per cento delle
risorse complessive del Por medesimo ad essere destinabili compatibilmente con
le regole e i vincoli stabiliti dalle procedure comunitarie e con le
programmazioni in atto”.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Bova.
Vi chiedo scusa, ma pensavo che in tre ore – quanto siete mancati e così via – aveste fatto uno sforzo vero. Ci proponete una soluzione, al di là del merito, che non significa nulla, anche in riferimento alla percentuale di risorse che volete destinare in quella direzione.
Ricordo a me stesso e
a voi che, anche se lo strumento tecnico è
stato quello del bando, in questi primi due
anni quello che avete definito Pis è stato il termine utilizzato
nelle delibere per poi affermare le
diverse regole, le diverse procedure. Non c’era alcuna ragione – poi ce la
spiegate e ce la spiegherà il relatore – quindi, per introdurre il termine Pis in un emendamento di questo tipo: la
Giunta non aveva impedimenti ad attuarli e quanto sta facendo, quanto liberamente può continuare a fare, il problema invece sin dall’inizio ha
riguardato altre forme ed altri strumenti.
Anche se abbiamo definito in Commissione un emendamento sui
Pit, avrei potuto capire se, riflettendoci la maggioranza e per loro
l’onorevole Leone fosse venuto a dirci che la Regione privilegia i Pit, ma
anche i Pia e i Pif, perché rappresentavano un elemento di novità, pur non
essendo Pit, perché di programmi integrati
di agevolazione, se qualcuno lo sta
istruendo, ancora di bandi non se ne sono fatti e per quanto riguarda i Pif, di
programmi integrati di filiera, non
se ne sono fatti. Avremmo avuto, quindi, una riflessione e una sfida più in
avanti, nel senso di proporre, ovviamente con verifica, a partire dal prossimo comitato di sorveglianza, in grado di farci valutare il rapporto tra enunciato e
volontà politica e poi decisioni concrete.
Non c’è niente di tutto questo e, tra l’altro, le osservazioni – non nostre – fatte fino ad ora
hanno riguardato non in assoluto i Pis, ma il tipo di Pis che sono stati
realizzati, perché l’osservazione che
veniva fatta e che viene fatta non riguarda
tanto se il Pis è uno strumento valido o meno perché è previsto, quanto
invece dal dato che noi di progetti strategici non abbiamo visto nemmeno
l’ombra; pure quando si trattava di interventi pluriasse, di fatto gli
interventi erano di tipo monoculturali e quindi non c’è nemmeno uno sforzo per
affrontare rispetto ai Pis il problema della qualità, ma in buona sostanza
l’unico risultato che viene detto è:
primo, che il riferimento ai Pit è solo formale e, secondo, che non viene in
alcun modo affermata la percentuale di
risorse rispetto al totale che viene investita sui Pit.
Al di là della mia opinione,
io ho votato, non ho cambiato opinione,
avremmo potuto avere un emendamento che poteva suonare così, senza aggiungere più
cose: “Da qui al 9 luglio, dalla verifica e sulla base delle scelte già fatte,
si pensa di poter produrre uno sforzo che arriva a un risultato minimo ics, con ics magari uguale a 30 meno e quindi dalla
fase luglio 2003-giugno 2004 avere questo tipo di crescita rispetto al dato attuale”. E’ una seconda affermazione e comunque nell’ultima fase
di permanenza di questa maggioranza e di questa Giunta, 2004-2005, raggiungiamo
questo tipo di performance. Non
è quello che penso, ma è un’interlocuzione seria
rispetto ai problemi di cui parliamo.
Questo tipo di sforzo non è stato fatto e se così è,
nessuno può immaginare che questa, al di là dei numeri, sarà una discussione politicamente indolore o con un’impostazione
di questo tipo, immagino, nessuno può pensare, e non perché abbiamo un
atteggiamento forzante, che può essere accolta non da questo lato o da un altro
lato, da chi pensa che vada introdotta – e viene dai fatti – una correzione vera rispetto alle opzioni sin
qui fatte rispetto al Por.
L’unica novità,
quindi, al di là di quella
lessicale, rispetto all’emendamento
quale io ho davanti, è che vengono esclusi solo i Pis provinciali. Da chiunque verrebbe letta una posizione di questo tipo come un no secco
non rispetto all’emendamento, alla
discussione in Commissione, come un no secco e una pratica indisponibilità a misurarsi con gli strumenti della programmazione
negoziata.
Qualcuno dice che noi siamo stati o siamo ingenui, perché teorizziamo per una Giunta il fatto che la stessa si privi di compiti fondamentali che sono loro, sue prerogative per quanto riguarda le risorse. Chi dice questo, siccome non credo che non conosca le regole del gioco, non dice la verità, perché il meccanismo dei Pit non prevede, come un investimento tradizionale, che si dà una risorsa ad un Comune, a due Comuni, a cinque Comuni e ognuno fa quello che vuole. Non è così, perché il piano, il programma che poi definiamo Pit viene sottoposto a una prima valutazione del nucleo preposto a questi compiti, viene vagliato, viene verificato dalla struttura operativa di gestione e, nella sua collegialità, la Giunta può introdurre elementi di correzione fortissima.
Rispetto ad oggi diminuirebbero, certo, gli elementi di discrezionalità perché le regole su cui operare sarebbero predefinite, decise prima. Un peso l’avrebbe senza dubbio il sistema delle autonomie o i sindacati o le imprese e così via, ma sindaco e prefetto non potrebbero fare quello che vogliono e quindi la Giunta non si priva di un potere fondamentale o il Presidente della Giunta, solo che si priva della prerogativa della piena e totale discrezionalità, di questo sì. Ma, ma tra l’altro, questa discrezionalità ad oggi non ha prodotto risultati accettabili e la Giunta appare, rispetto al sistema delle autonomie e ai Comuni, usando un termine gergale, come chi è con una mano corta e con una mano lunga a prendere o ad aver preso i progetti coerenti, i progetti sponda che hanno consentito di rendicontare all’Ue la parte delle somme, il minimo, che dovevano essere rendicontate.Ha detto da due anni che era disponibile anche a parole ad utilizzare davvero i Pit come uno degli strumenti del Por, salvo poi, una volta che si è andati avanti, non solo ridurre al lumicino la cifra da impegnare, ma a produrre sistematicamente un susseguirsi di linee-guida che sono state una concausa dei ritardi con cui simili strumenti hanno potuto poi diventare operativi e produrre progetti.
In questi giorni, ma
da l’anno scorso e da
sempre, il problema in discussione è questo: primo, se non si
ritiene di dover operare una correzione
e se dentro una correzione anche
questo strumento non deve venire utilizzato e nel momento in cui deve venire
utilizzato, qual è la soglia minima che la Giunta sottoporrà al comitato di sorveglianza di luglio. Che questo debba
avere anche in questa sede una valutazione
politica e una correzione evidente,
deriva anche dal fatto che fino ad ora le rimodulazioni
che si stanno facendo sono quasi segrete, non è chiaro in che direzione si opera.
In alcuni casi è stato chiaro e noi abbiamo discusso, abbiamo presentato una
nostra osservazione, per esempio, rispetto al contratto di investimento e non
abbiamo avuto un pregiudizio di tipo ideologico e pure in quel caso si tratta
di concentrare il sistema delle
decisioni e di aumentare il livello di discrezionalità. Una cosa è, però, se
tutto questo avviene in equilibrio in un contesto in cui c’è questo livello e,
contemporaneamente, un livello di programmazione negoziata che è quello dei
Pit, un’altra è che in concreto si opera in quella direzione e poi, a parole,
si dice di essere disponibili rispetto ai Pit.
Badate bene, tutto questo è
paradossale non solo alla luce dei risultati, ma anche delle cose che la maggioranza
ha voluto fare. Rispetto a prima, voi avete voluto ad ogni costo fare una
Commissione affari europei e avete detto che non andava fatta con la prossima
legislatura, col nuovo Statuto, che andava fatta subito e che, quindi, anche a
livello del Consiglio, a livello di programmazione, di idee, di verifiche
andava svolta una funzione. E non è stata una cosa che vi ha imposto la
minoranza, l’avete voluta fare voi, ma con questo modo di procedere anche
quelli più ingenui sarebbero costretti a pensare che fate le Commissioni e i
Presidenti soltanto per dare un titolo, dei gradi a qualcuno e non perché
pensate di far funzionare politicamente la vostra funzione di maggioranza e il
Consiglio più in generale. Perché, se le decisioni riguardano solo strumenti
tipo i Pis o i contratti di investimento, io non so che tipo di ruolo possa
avere una Commissione consiliare, per cui era necessario farla subito, perché
tra l’altro bastava la Seconda o la Prima ad operare. State dicendo con enfasi
– e lo diciamo tutti – che l’avvenire deve essere quello di un pieno
coinvolgimento dei vari livelli istituzionali, che la Calabria deve diventare
un sistema aperto, locale, con relazioni a rete, che abbiano nel partenariato e
nella concertazione strumenti fondamentali.
Badate, tra il dire, tra gli
enunciati e la pratica concreta poi ci deve essere un raccordo. Abbiamo,
quindi, approvato uno Statuto che, nel momento in cui noi approvassimo o voi
senza correzioni ci proponeste questo tipo di testo, risulterebbe a tutti che
c’è una profonda discrasia, una profonda contraddizione tra il dire e il fare.
Tra l’altro, mi sarei aspettato un’illustrazione non solo formale, la lettura
di, perché l’unica cosa che penso non sappiamo e io posso non sapere è a che
punto sono non le scelte, ma gli impegni. Però è difficile che convinciate non
me, ma chicchessia ché fino a ieri si aveva difficoltà addirittura ad impegnare
la cifra minima, tant’è vero che avete fatto ricorso ai progetti sponda e
all’improvviso, in pochi mesi, senza verifica avete già impegnato tutto! Il
dubbio, il sospetto che questo non sia vero è plausibile, visto che il 13 per
cento di cui parliamo è il risultato di due cifre e di un’operazione tecnica di
un 7 per cento che nessuno deve rendicontare e di un 6 per cento fatto essenzialmente
di progetti sponda.
Quindi è falso che ci sono scelte da
cui non si può tornare, nel senso che sono stati fatti i bandi e che ci sono le
cifre e così via, il punto è che c’è una resistenza e un pregiudizio di tipo
ideologico, c’è una resistenza che tra l’altro, badate bene, c’è un filo che
collega: traduciamo in legge il “112”, ma passano i mesi e non ha applicazione
concreta, cioè non c’è devolution, devoluzione verso nessuno. Si fa
un’affermazione sulle forme di programmazione negoziata e quando si arriva al
concreto, non c’è una traduzione e quindi la discussione su questo è tutta da
fare e lo sforzo tra di noi deve essere concreto perché non si tratta di
risponderne alla minoranza, ma di rispondere ad un voto consapevole e unanime
che la stessa Commissione che ha licenziato altri punti del bilancio ha
espresso su questo, cioè una Commissione unanimemente vota…
Io capisco che si può osservare che
nell’immediato – e bisogna argomentarlo – una rigidità del livello alto rischia
di creare problemi, ma l’emendamento vostro non risponde a questo, non avete
detto questo e qual è la soglia minima da cui partiamo.
Quindi, ad ora, si ha difficoltà
anche di interloquire, ad esprimere un punto di vista.
Io non trovo riferimento
nell’emendamento che ha letto poco fa l’onorevole Leone, perché il problema non
sono tanto affermazioni generali in cui diciamo quali sono gli strumenti, la
novità è quanto si investe su uno strumento e qual è, se voi non dite la soglia
massima, perlomeno la soglia minima e che verifica si fa da qui all’8-9 di
luglio e se non tutto è riconducibile alla decisione solenne di questa sera, ci
sono passaggi che si possono fare e che si debbono fare.
Era prevista in questi giorni una
riunione, la prima vera riunione della Commissione affari europei del
Consiglio. Cosa impedisce di vedere – io me lo auguro – qual è il punto di
partenza vero questa sera e di avere una verifica giusta, democratica che
risponde alle prerogative del Consiglio e delle Commissioni, di avere una
verifica così come facciamo sul bilancio? Lì lo facciamo alla Commissione
affari europei, in cui ciascun dipartimento, ciascun assessore ci dice qual è
il punto di arrivo e il direttore generale della programmazione non diventa per
noi un oggetto misterioso, il dottor Turatto, ci dice quello che sta facendo
per la rimodulazione, la dottoressa Guarna ci dice pure lei quello che sta
facendo. Mica sono notizie segrete!
E poi vorremmo capire, avete
selezionato più di un anno fa il nucleo di valutazione, ci sono notizie
inquietanti in giro, che questo nucleo non viene fatto lavorare, che
valutazioni su bandi fatti non ne hanno potuto fare e quindi quello che c’è
scritto non è vero. Stasera abbiamo ancora una possibilità, che il Consiglio
sia prevalentemente o esclusivamente politico-istituzionale. Se la risposta è
picche, non abbiamo alternative ad assumere una iniziativa che abbia
caratteristiche diverse e né è riconducibile per alcuni un discorso
tradizionale maggioranza e minoranza, perché finora mi muovo e parto non
dall’emendamento, ma da un voto unanime in Commissione e non era una
Commissione distratta con i commissari che erano birichini, era presente a quel
voto ed ha espresso una valutazione l’assessore alla sanità, Luzzo, il cui
lavoro è stato giudicato da quest’Aula e dai risultati raggiunti positivo. E
non è possibile, quindi, che tutto il resto è positivo e su questo si impunti
poi il carro.
Quindi non è una rivendicazione della
minoranza, non c’era forzatura, non nella maniera com’è qui, ma lì c’era la
valutazione del relatore, l’assessore, la maggioranza e tutti i gruppi
fondamentali erano presenti. Non ho sentito riserve da Forza Italia, da An, non
c’erano ovviamente riserve dall’Udc. Da dove sono nate queste riserve? Nessuno
ci ha detto: “Non si possono spendere tanti soldi in questo modo, da qui all’8
luglio quando facciamo il comitato di sorveglianza c’è questo tipo di
difficoltà”. Ma se la discussione è seria, di questo tipo deve essere e non
solo con affermazioni gratuite. Io mi aspettavo che in tre ore di riunione tra
voi su questo aveste prima valutato e poi deciso di darci una risposta forte.
Invece, bastavano trenta secondi qui dentro, vedervi tra di voi e cambiare i
Pis provinciali.
Ritengo che assieme a me, anche per
motivare a questa Assemblea un ragionamento – è legittimo cambiare opinione –
un ragionamento lo devono fare anche quelli che hanno esplicitamente espresso
assieme a me un voto unanime in Commissione, altrimenti sembra che tutto viene
fatto con superficialità, che quello che è un punto fondamentale viene assunto
abbastanza disinvoltamente e che sia stato utilizzato questo atteggiamento solo per licenziare il bilancio in qualche modo.
Non voglio pensare che fosse un modo per
coprire la propria debolezza,
il fatto che per una serie di ragioni – voi lo sapete, io no – otto consiglieri di maggioranza
in Commissione non ci sono
stati mai e quindi questo accentuerebbe gli elementi
di debolezza, di difficoltà, in qualche
maniera la crisi che coinvolgerebbe non più questa
o quella forza politica, ma strumenti
fondamentali qual è il lavoro delle Commissioni e le loro decisioni.
Non pensate che avete il dovere di motivare perché cambiate
opinione? Perché non è riconducibile
quello che noi diciamo ad una posizione, al
programma fondamentale della maggioranza.
In questa sala, quando si è insediata la Giunta, poi altre Giunte, ho sempre
sentito che era un ottimo lavoro quello che si era fatto col Por. Ma lo invento
io o eravate a conoscenza che c’era
scritto che, sin dall’inizio, si diceva che almeno il 25 per cento delle risorse totali del Por,
dei diversi Assi, eccetera, sarebbe stato
destinato Pit? Cioè si fissava una soglia minima che poi, sulla base della
verifica della praticabilità, della qualità dei programmi poteva essere
accentuata.
Di tutto questo nessuno sente il dovere di darci una risposta. Io vedo un primo emendamento, poi ce n’è
un altro e non vorrei che si trattasse di un gioco delle parti.
Sarei sorpreso e sarebbe
un’ulteriore provocazione, fermo restando che questo
viene prima e se per caso c’è una maggioranza
che vota prima questo emendamento, l’altro
decade, in qualche modo, ma seppure si
unificasse – e nessuno ha chiesto –, badate,
non è accettabile che all’interno della maggioranza
si giochino le due parti, quella della maggioranza
e quella della minoranza, nel senso che i consiglieri
Occhiuto e Talarico
votano quell’emendamento,
il resto vota contro, apparentemente
tutto a posto, in sostanza emerge
un’idea della politica istituzionale come
trucco, come furbizia.
Non c’è niente di lineare, non si sente nemmeno il dovere di motivare nulla e
non perché sono evidenti
i risultati, non si motiva nulla
nemmeno quando i risultati non ci
sono, tanto chi vince le elezioni
comanda, non governa, comanda e non dà conto a nessuno, nemmeno a chi istituzionalmente ha il dovere nella
maniera giusta e corretta di chiedere conto, a chi ha il dovere di dare indicazioni e a chi non ha avuto un
atteggiamento strumentale, né ora né mai, a chi – perché pensa che questo è il
codice cui deve attenersi – ha lavorato ad approvare leggi che hanno
qualificato pure in queste difficoltà, a chi ha evidenziato anche in questi
giorni di volere stare, pur con tutte le difficoltà del travaglio, al gioco democratico positivo e a chi lancia una sfida
non per consociarsi, ma per poter esercitare
con più trasparenza le proprie funzioni.
E’ possibile che in questa situazione nessuno senta il
dovere di dirci come la pensate, che cosa intendete fare, qual è la proposta
minima che lanciate e perché? Io, dalla proposta che ci avete presentato, non
me ne sono accorto, avete detto soltanto che Pis e Pit sono strategici e che spendete per le due cose almeno
il 30 per cento. Ma è già così, perché se all’incirca il 13 sulla carta è per i
Pit, siccome per i Pis è di più, siamo già oltre 30 e 30 è un risultato, quando
sono indistinte le due componenti, di 20 più 10, di 17 più 13, di 5 più 25, di
1 più 29, mi capite? La discussione la stiamo facendo su quanto stimolo, su
quanto scommettiamo sul sistema delle autonomie e lo facciamo non perché è una
nostra fisima, ma perché laddove i fondi europei, anche fuori dall’Italia, li
hanno utilizzati bene, li hanno utilizzati essenzialmente con questo tipo di
strumenti e non perché li hanno inventati i comunisti, la sinistra, eccetera,
perché ritengo che in Irlanda di comunisti non ce ne sono, ché la Mancia – che
è vicino – è la regione dove avrà vinto anche lì il partito di Aznar, non siamo
in Catalogna. Cioè non è un problema di destra, di centro o di sinistra, è un
problema di strumenti. Il punto è quanta fiducia abbiamo che i sindaci, che gli
imprenditori, i sindacati, eccetera, possono concorrere a fare anche un altro
tipo di lavoro. L’Europa ci dice che, dove hanno avuto fiducia con alcune
regole, hanno avuto successo e non c’è dubbio che in quelle realtà gli
assessori regionali hanno dovuto assolvere ad un ruolo differente.
Quindi queste indicazioni non sono nostre, non sono repentine, improvvise, inventate per fare un dispetto, sono sancite nella impostazione che ha portato alla definizione dei Por per le aree in ritardo di sviluppo, la verifica della prima fase di attuazione dei fondi in cui questo strumento non è stato utilizzato sottolinea come la Calabria, rispetto ad altre Regioni che invece l’hanno utilizzato, faccia più fatica.
Allora il minimo di una risposta nel merito ce la dovete e dovete vedere da dove partite. Rispetto a questa impostazione uno può discutere, può dire che è sufficiente, è insufficiente, può controreplicare, ma così, è solo per la testardaggine mia che sto intervenendo, perché altrimenti in due battute dovevo dire “ma che, pensate di prenderci in giro?” perché voi ne siete consapevoli. Ma questo può avvenire in una battuta di campagna elettorale molto tesa, non dopo due giornate di lavoro, dopo il tempo che si è avuto di riflettere ci venite a dire che tra pane e pasta arriviamo a 30 grammi. Ma noi avevamo semplicemente detto che, per quanto ci riguarda, una dieta per essere sana ci vogliono almeno 30 grammi di pane. Voi non ci avete detto nulla, se sono 25, 20, 15 e non potete pensare che questa impostazione possa essere accolta, a meno che, come altre volte, non prevalga la logica dei numeri. Ma questi numeri poi, secondo noi, debbono misurarsi con i componenti della Commissione di maggioranza, con quell’assessore e con quelle funzioni che erano presenti dentro l’Aula delle Commissioni e non in maniera cervellotica hanno risposto, perché non è stata una fase in un confronto confuso, il ragionamento si è avviato il giorno prima, erano presenti tutti gli attori di cui parliamo, un emendamento è precipitato, cioè è stato scritto il giorno dopo, è stato sottoposto ad una valutazione, tutti i passaggi sono stati trasparenti e, alla fine, si è deciso di votare.
Il minimo è che un meccanismo dello stesso tipo ci deve essere in una situazione come questa.
Secondo, questa questione è conosciuta dalla Calabria, non
c’è stata sottovalutazione. Certo,
la maggioranza è quella chiamata a decidere formalmente, però il sistema delle autonomie politicamente e programmaticamente
si è dichiarato all’unanimità d’accordo con questo tipo di impostazione e sul
fatto che le risorse vengano decentrate o che le decisioni vengano effettuate
in maniera decentrata, io me lo sono visto anche in tempi più antichi scrivere
criticamente anche dal coordinatore dell’Upi calabrese, dal coordinatore dei
Presidenti delle Province, il Presidente della Provincia di Catanzaro, Michele
Traversa, che ce le ha cantate in tutti i modi sul ritardo e così via e come
Presidente della Provincia di Catanzaro non ha cambiato opinione. Però che modo
di procedere è questo? C’è la verità del Presidente e la verità del segretario
e del coordinatore regionale di un partito che, come Presidente della
Provincia, dice una cosa e poi in un coordinamento di maggioranza, perché il documento
non è fatto contro di lui, dice l’opposto o cose affatto differenti.
I sindacati dicono tutti
che va bene. Certo, non compete a loro decidere e non compete né a loro né al
Consiglio gestire, però non è di poco conto in una situazione di sofferenza come
questa che ci sia, così come per gli imprenditori, maggioranza e minoranza.
Sistema delle autonomie, imprese,
sindacati, tutti d’accordo a fare una scelta e le cose non vanno bene e
rispetto a cose che non vanno, e quindi che devono essere corrette, qual è la
ragione che impedisce di accogliere, perlomeno in parte, un ragionamento di
questo tipo? Non ce l’avete detto. Certo, io non l’ho capito quando ho
ragionato e ho votato con pezzi, come altri, assai qualificati di questa
maggioranza. Lì riserve non ne ho viste, eppure era maggioranza espressione di
tutti i partiti, dei più grandi e dei più piccoli, eppure era una maggioranza
espressa da un assessore – senza nulla togliere agli altri – che non solo avete
messo in una delle funzioni più delicate e più importanti qual è quella della
sanità, ma era ed è tanta la fiducia che hanno questa maggioranza, questa
Giunta e questo Presidente, da assegnargli un compito che non è normale, di
seguire anche il bilancio di previsione, cioè la sanità e il bilancio.
Non è stata una cosa di ragazzini
dispettosi, no. Allora non è questo il problema…
PRESIDENTE
Onorevole Bova, se si può avviare
alla conclusione…
Giuseppe BOVA
Non è questo il problema. Si fa peccato a dire che, allora, il problema magari è inconfessabile, che non c’è ragione di programmazione? Io, che non ho una grande fantasia, penso che non si dicano le cose che non si possono dire, perché non si può dire che non si possono utilizzare altri strumenti in quanto può cambiare tutto in Calabria, ma una cosa non deve cambiare mai: che a decidere debbono essere i pochi, che possono decidere di farla o di non farla una cosa, che programmazione è un termine che va bene in un intervento in Consiglio, in una iniziativa, in una relazione, ma che poi la sostanza è che si decide a discrezione dove, quando, in che direzione, chi. Io questo capisco.
Malgrado le difficoltà che dovrebbero portare,
al contrario, una decisione, al di là che
il nostro no e non solo formale sarà netto, in che misura rafforzerà? Perché domani niente sarà come ieri, perché anche la preparazione
del comitato di sorveglianza avrà una formale riunione che farete voi assessori e ci sarà
un’accoglienza democratica per cui dovremo lavorare
in Calabria. Ci saranno dei sindaci che non fanno finta di dire una cosa per
poi pensarne un’altra, ci saranno i lavoratori che si esprimono e quindi
prepariamo, in un periodo di tensioni, tensioni maggiori, ma non perché sarà
fatta la scelta strumentale della tensione, non perché si dice “noi abbiamo
ragione, bisogna fare quello che diciamo noi”, ma perché in alcun modo si è
voluto tenere in conto una proposta che aveva un sostegno così ampio, malgrado
si è avuto tanto tempo per riflettere.
Io non volevo credere quando si dice
“vi siete illusi, non potete mai immaginare che la Commissione ha prerogative
di questo tipo, ma vedrete in Aula, vi bocceranno tutto”. Ma anche sul bocciare
o meno io pensavo a un atteggiamento più lineare, comunque argomentato, non
immaginavo la presa in giro di un emendamento formale che dice tutto e il
contrario di tutto, di un emendamento di chi non ha nemmeno il coraggio di
esplicitare il proprio pensiero, di assumersi le proprie responsabilità, di chi
pensa di poter affermare una cosa e il contrario, dicendo: “Ma che volete? I
Pit ci sono, il 30 per cento c’è pure”.
E poi i Pis non sono una cosa seria?
Quando abbiamo cominciato erano le tre di notte…
(Interruzione dell’onorevole Leone)
L’ho capito, ma se lei avesse presentato una
proposta…
(Interruzione dell’onorevole Leone)
Ma la regola prima era che voi ci presentavate una proposta in cui si capiva se era sì o se era no…
(Interruzione dell’onorevole Leone)
E chi ve l’ha tolta?!
(Interruzione dell’onorevole Leone)
Veda, onorevole Leone, ora che sta parlando così la capisco, però, se mi consente, sono sorpreso della sua sorpresa.
(Interruzione dell’onorevole Leone)
Onorevole Leone, quando lei parla così, io la
capisco; quando abbiamo lavorato sullo Statuto, io l’ho capita, cioè quando vuole, si fa capire. L’unica cosa è che sono
sorpreso della sua sorpresa. Immagini a ruoli capovolti – lei è calmo, tranquillo, una persona serena e tutto il resto –:
sono convinto che, se avessi parlato e avessi letto quell’emendamento formulato da lei, lei si sarebbe arrabbiato assai e penso si sarebbe arrabbiato a
ragione. Io mi sono sforzato di fare come avrebbe fatto lei e non ci sono
riuscito, perché sono convinto che lei non avrebbe consentito a nessuno – e
avrebbe fatto bene – di impostare le cose in maniera tale che non si capiva
niente.
Ora può dire che io sono stanco, che
magari queste cose le potevo dire in venti minuti. Una cosa non ha potuto dire,
ha detto che lei ha il diritto di proporre alla maggioranza quello che ritiene.
Non mi ha ancora una volta detto come la pensa, come la pensa la maggioranza,
che cosa pensa di fare rispetto al Por, rispetto alle forme di programmazione
negoziata.
Se ho parlato così, onorevole Leone,
è perché magari sarò l’ultimo ingenuo, però non posso credere che voi possiate
pensare, per l’intelligenza che vi contraddistingue, che una partita di questo
tipo non con me, con la Calabria la possiate chiudere così. Non lo so perché, è
come se la vostra intelligenza, non la vostra libertà di fare, si fosse
perduta. Ma davvero ritenete che una questione di questo tipo la potete
chiudere con quell’emendamento che lei ha letto all’inizio di questa cosa? Io
sto tentando, ho parlato tanto perché, in qualche maniera, possiate riflettere
e correggere il vostro errore, ma se perseverate, non avrete alibi perché qui
dentro, alla fine, magari alzate le mani per votare e far passare le cose, ma
il giorno dopo è davvero un altro giorno.
Se voi con tanta – scusatemi il
termine – sicumera pensate di poter fare questo, credo che non sarete sorpresi,
una volta che noi abbiamo dovuto per forza imparare la lezione, che noi
dobbiamo ritenere che per alcuni versi una parte di questa partita non si gioca
più o prevalentemente più in una stanza come questa, in un’Assemblea come
questa. Io non ho scelto questo, magari sbagliando, magari eccedendo, magari
parlando troppo, solo chi non si è staccato da questo metodo di confronto, ma
da soli non si può fare né la pace né gli accordi, gli accordi si fanno sempre
in due.
Noi abbiamo evidenziato nella
posizione in Commissione che volevamo trovare un punto di vista convergente. A
quest’ora e a questa fase dalla vostra proposta ci si dice che voi non volete e
il fatto che abbia impegnato tanto tempo per sottolinearvelo significa che
ancora, per quanto mi riguarda, stiamo tentando di ottenere non per noi un
risultato possibile. Ovviamente, se insistete, a un certo punto anche i sordi
come me o anche quelli che capiscono poco e come me capiscono che non c’è
alternativa al resto, sarebbero costretti a prenderne atto.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Occhiuto.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, dico subito che questa formulazione proposta dal collega Leone non avrà il mio voto favorevole. E perché lo dico subito e in anticipo? Perché comunque vorrei proseguire, affermando che mi pare assai ingenerosa l’analisi che l’onorevole Bova ha svolto in ordine alla questione che oggi stiamo discutendo.
Non è vero che non c’è alcun risultato che oggi si ottiene. Noi abbiamo posto in Commissione una questione, per la prima volta è stata posta in Commissione una questione di questa specie, e per la prima volta discutiamo in Aula di questi argomenti dopo l’approvazione del Por nella scorsa legislatura, per la prima volta in quest’Aula si discute veramente di quelle che sono le questioni strategiche che riguardano lo sviluppo della regione, di quella che è la politica economica per questa regione, perché tutti sappiamo – l’abbiamo sostenuto in Commissione e anche in Aula – che, dati i vincoli di bilancio, considerato che il bilancio è ingessato dalla spesa sanitaria, poche leve di politica economica sono date; la principale, forse, riguarda proprio le modalità di attuazione della spesa del Por.
Io non ricordo che in
altre occasioni discussioni
di questo genere hanno portato poi a qualche risultato e vorrei, però, ricordare a me stesso che la politica non è quasi mai il perseguimento dello scenario migliore in assoluto, perché spesso questo non
è perseguibile; la politica è, invece, il perseguimento dello scenario migliore fra quelli possibili.
E oggi, così come affermo che questa formulazione proposta
dal collega Leone non avrà il mio voto favorevole perché è insufficiente
rispetto a quella che insieme al collega Talarico abbiamo proposto e difeso nei
giorni precedenti, con la stessa convinzione affermo di essere, però,
estremamente più soddisfatto oggi di quanto non fossi prima della riunione
della Commissione, di quanto non fossi invece nelle settimane precedenti, perché la mia maggioranza ha avuto comunque la
capacità di confrontarsi su un aspetto così strategico per lo sviluppo della
regione.
E poi in una
maggioranza, onorevole Bova, non è detto che non si possano rappresentare delle
posizioni diverse, noi non siamo abituati ad intendere le maggioranze e le
coalizioni come delle caserme. Io oggi sono qui a dire che il mio voto su
questo emendamento non sarà favorevole, però mi sarebbe sembrato ben strano che
su un orientamento forte di politica economica i nostri voti, i voti di una
parte della maggioranza si fossero sommati ai voti della minoranza, indicazioni
del genere servono per dare delle indicazioni al governo regionale, sarebbe
stato come costruire una maggioranza alternativa per un governo regionale che
allora non avrebbe avuto maggioranza in quest’Aula.
Ma – dicevo – sono estremamente soddisfatto perché
la mia maggioranza, il Consiglio regionale ha recuperato attorno a questo tema centralità in
ordine ai problemi dello sviluppo, ha animato una discussione imponente fuori
da quest’Aula, tra le forze sindacali, nel mondo delle autonomie locali e la formulazione che oggi propone l’onorevole
Leone, dal mio punto di vista, è insufficiente, ma qualche risultato comunque ci porta ad ottenere.
Intanto c’è questa dichiarazione che non mi pare sia stata
ascoltata più volte negli anni precedenti,
cioè si riconosce il ruolo fondamentale dei Pit e si riconosce in questa una
modalità privilegiata di attuazione della spesa del Por. Poi, cosa che forse è
sfuggita a chi è intervenuto prima di me, si assegnano comunque risorse
ulteriori: la formulazione dell’emendamento impegna la Giunta a destinare, in
sede di rimodulazione, ulteriori risorse fino a poter raggiungere il 30 per
cento. Insufficiente rispetto a quello che ho proposto; io ho proposto un emendamento
che trovate subito dopo e che non dice “fino al 30 per cento”, dice “il 30 per
cento”. Si fa carico poi di riconoscere alla Giunta la possibilità di porre in
essere una rimodulazione anche graduale che faccia salve le programmazioni già
svolte dai singoli dipartimenti, ma dice “il 30 per cento”.
Su questo all’interno della
maggioranza, dopo ore e ore di discussione, un accordo evidentemente non si è
raggiunto nella direzione che auspicavo, ma questo non vuol dire che non si è prodotto
nulla, non può in alcun modo significare che nulla è stato prodotto.
Questo Consiglio
regionale è stato, in ordine a questo problema, capace di confrontarsi sui
problemi della sussidiarietà, sulla necessità di attuare la spesa del Por
chiamando a contribuire i Comuni attraverso i Pit. E’ questo il Consiglio
regionale che ha approvato qualche settimana fa lo Statuto, uno Statuto che
prevede una chiamata in corresponsabilità nell’azione di governo per il mondo
delle autonomie locali. Questo Consiglio regionale ha posto di nuovo all’ordine
del giorno dei propri lavori la questione dei Pit che, forse, fino a qualche
mese fa rischiava di essere individuata dalla maggior parte come marginale,
dopo che per due anni i sindaci si erano confrontati nelle varie zone, avevano
imparato a programmare insieme, perché questa è una Regione dove fino a qualche
tempo fa le amministrazioni comunali neanche si parlavano, ma grazie a questa
modalità di attuazione, si era riusciti poi a recuperare questa solidarietà
nella programmazione dal basso.
E’ sembrato a noi che
qualcosa si fosse smarrito per strada. Abbiamo voluto riproporlo con forza in Commissione, siamo grati a chi
all’interno della Commissione questa proposta ha condiviso, a cominciare dai
colleghi della maggioranza componenti della Commissione, ma siamo contenti
anche che in seno alla Commissione un dibattito su questi temi con la minoranza
lo abbiamo cercato prima e svolto dopo. Abbiamo ottenuto tutti, come Consiglio
regionale, un risultato comunque importante, che forse non è il migliore in
assoluto, ma – come dicevo prima – la politica non sempre consente di
realizzare ciò che è in assoluto migliore. Abbiamo fatto quello che era
possibile fare, chi come me vuole in qualche modo verificare che dietro questa
indicazione di politica economica ci sia poi una corrispondenza nell’azione di
governo, su questo emendamento non voterà a favore, si asterrà perché è
un’indicazione che mi pare la maggioranza voglia recepire, ma che poi la
recepisca nei fatti, concretamente, sarà cosa da verificarsi nelle settimane e
nei mesi che verranno.
Su questo punto stiamo dare la parola
a qualcuno in più, mi sembra anche giusto, però vi pregherei di mantenervi nei
tempi, considerando che sono le 4,30 del mattino.
La parola all’onorevole Tripodi.
Solo alcune brevi considerazioni, al di là dell’intervento e dell’edulcorazione che ha fatto
adesso l’onorevole Occhiuto, nel tentativo di
valorizzare quello che
non può essere valorizzato perché l’emendamento presentato dall’onorevole Leone è la
stessa operazione che è stata fatta sull’articolo 2 ter con quella che
il Presidente Talarico – che non vedo – ha
chiamato proposta organica. Lì c’era una proposta che diceva “si riducono gli
emolumenti per una serie di enti, per gli amministratori,
Presidenti, consiglieri di amministrazione, collegi dei revisori”, il
Presidente Talarico ha detto “no, facciamo una proposta organica” e ha tolto la riduzione degli emolumenti.
Quella era la proposta organica di
Talarico.
Anche questa è una proposta
organica che parla di Pit e di Pis, introducendo questo strumento dentro
un’operazione che non c’entra niente rispetto
alla impostazione originaria, svuotando di contenuti il dispositivo precedentemente approvato dalla seconda Commissione e
soprattutto facendo una scelta che, di fatto, nel momento in cui scrive che la
Regione riconosce il ruolo fondamentale dei Pit e dei Pis, decidendo di sostenere la destinazione di ulteriori
risorse fino a poter raggiungere il
30 per cento delle risorse complessive del Por, nulla garantisce di fronte a
questa dicitura che queste risorse in più non vadano ad incrementare i Pis e potremmo avere, addirittura, da
un’operazione che doveva essere un sostegno ad una scelta di centralità del
ruolo delle autonomie locali e dei Comuni…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
PRESIDENTE
Onorevole Bova, lei ha fatto già il suo intervento, adesso faccia terminare l’onorevole Tripodi.
Michelangelo TRIPODI
Cercavo di spiegare e di dare qualche risposta.
Quindi, nel momento in cui
non c’è una chiarezza nell’indicazione e
non si vincola ad uno strumento preciso, che doveva essere lo strumento dei
Pit, noi potremmo anche decidere con questa formulazione di finanziare con
maggiori risorse i Pis e di fare altre operazioni.
Per esempio, voi sapete che ci sono alcuni Pis, c’è il Pis
Oreste, che mi pare sia attuato dall’architetto
Stefania Frasca che tuttora è responsabile di questo Pis nominata dalla Giunta regionale – dopo
tutto quello che è avvenuto, continua ad avere questa responsabilità – ed è
probabile che dietro questo emendamento dell’onorevole Leone il Pis Oreste o
Pis di quel genere lì otterranno ulteriori risorse
finanziarie.
Quindi noi che pensavamo di fare un’operazione sostenendo
un’idea che era quella di garantire un
impegno forte legato allo sforzo delle autonomie
locali, ci troveremmo ad aver aperto la strada, attraverso un meccanismo
che oggi viene affinato dall’onorevole Leone,
che arriva ad una conclusione del
tutto opposta. Per cui, probabilmente, ci potranno essere maggiori risorse,
probabilmente queste maggiori risorse non andranno ai Pit e quindi fallirà il ragionamento per cui si era discusso nella
seconda Commissione, probabilmente queste maggiori risorse andranno ad alimentare i cosiddetti Pis, provinciali o regionali che siano, perché nessun tipo di
Pis viene escluso, e tante discussioni hanno creato.
Mi dispiace che non ci sia
l’assessore Zavettieri, ma noi sappiamo che nei beni culturali o in altri campi
per quanto riguarda anche la questione del Pis Oreste cosiddetto, ci sono state
polemiche serie sulla chiarezza, sulla trasparenza, sulle procedure adottate,
sulle Commissioni che sono state costituite, sullo svuotamento degli organi di gestione, delle strutture di
gestione ufficiali istituzionali, sullo svuotamento
del nucleo di valutazione e di verifica degli investimenti pubblici.
Tutto quello che di losco – perché di
losco si tratta – è avvenuto, attraverso questo emendamento rischia di essere
potenziato, perché questa è la conclusione che io voglio fare del ragionamento.
L’operazione che si è fatta e che sta facendo l’onorevole Leone può produrre
qualcosa di losco – lo dico chiaramente, senza peli sulla lingua –, è
un’operazione che utilizza in modo forzato una scelta politica qualificante di
governo delle risorse comunitarie che era stata compiuta dentro la seconda
Commissione consiliare, la piega a un obiettivo che considero, a questo punto,
preoccupante perché se questa è la ratio e se non abbiamo visto male nella
possibilità che offre la formulazione che è stata presentata dall’onorevole
Leone, c’è da essere fortemente preoccupati, perché evidentemente risorse
importanti che potrebbero essere spostate verso strumenti che non sono i Pit,
ma possono essere l’altro strumento. Non si stabilisce una percentuale, si dice
“20 per cento ai Pit” – dico per dire – “e 10 per cento ai Pis”, possono essere
tutti Pis i soldi in più e i Pis, per come sono stati gestiti finora dalla
Giunta regionale, lasciano aspetti molto oscuri e adombrano meccanismi di utilizzazione
delle risorse molto sospetti.
Credo che dobbiamo
guardarci da questo, perchè l’onorevole Leone con questa operazione furbesca
che ha presentato al Consiglio regionale ha compiuto un atto operazione che, di
fatto, svuota un’azione politica di rinnovamento che metteva un paletto, diceva
“non avete speso le risorse comunitarie, siete stati incapaci, ci state
portando al disimpegno automatico delle somme, vi siete salvati finora con i
progetti sponda coerenti, che dirsi voglia, siamo al 12-13 per cento a fine 31
dicembre 2002 della spesa complessiva, ma con questo meccanismo che ha impedito
il disimpegno per ora”.
Rispetto a tutti questi
strumenti fondamentali, quello innovativo del Pit è principe per la
programmazione di una politica di programmi, di interventi con un carattere
integrato sul territorio, ma è totalmente svuotato; noi abbiamo sentito anche
in queste settimane l’attenzione ed abbiamo sentito la sollecitazione ad andare
su una scelta che si era cominciata a fare nella seconda Commissione. Si arriva
qui, Presidente, e ci troviamo le quattro righe partorite dopo quattro ore
dall’onorevole Leone, credo che ci si lavorasse evidentemente da tempo, ma poi
questo è il risultato, tutto questo discorso ci ha portato alle 5 del mattino
per svuotare il tutto e per determinare, onorevole Leone, una scelta che
considero pericolosa e molto condizionante rispetto al futuro sviluppo
dell’utilizzazione delle risorse comunitarie e che ritengo sia da paragonare
alla proposta organica di cui ha parlato il Presidente Talarico, quando ci ha
detto: “Io ho una proposta organica che risolve il problema”. E la proposta
organica che cos’era? Non c’è più la riduzione degli emolumenti per i
consiglieri di amministrazione e i Presidenti degli enti, quella scelta
qualificante.
Quindi due scelte erano
state fatte, assieme a qualche altra, significative nella seconda Commissione,
avevamo deciso di ridurre gli emolumenti per i Presidenti, per i consiglieri di
amministrazione, i collegi dei revisori e quant’altro, Arssa, Afor, Ardis e via
dicendo, il Presidente Talarico ha detto: “Ho una proposta organica”. La
proposta organica qual era? “Riduciamo e cancelliamo la riduzione”. La stessa
cosa state facendo adesso con una scelta che era stata compiuta, quella di dire
“destiniamo una quota del 30 per cento delle risorse per sostenere le
politiche, le scelte complessive legate ai Pit”…
(Interruzione
dell’onorevole Bova)
E rispetto a questo abbiamo avuto lo stesso tipo di risultato.
L’onorevole Leone se n’è venuto qui, “abbiamo questa proposta”.
Io vorrei sapere, onorevole Leone, quante di queste risorse ulteriori andranno
ai Pis, quante andranno ai Pit e quante, per esempio, andranno al Pis Oreste,
per esempio – faccio un nome non a caso
– o ad altri Pis del genere che, come sappiamo, circolano nella nostra Regione.
Quindi io sono del tutto contrario a questa proposta di
emendamento e sono per mantenere ferma la scelta fatta nella seconda
Commissione.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Amendola.
Presidente, cercherò di essere breve e non le nascondo che, dopo tante ore, a quest’ora non è che mi senta tanto lucido.
Per molti giorni, tutti gli organi di stampa hanno pubblicato in prima pagina questo nuovo evento cioè di portare il finanziamento ai Pit al 30 per cento: il fatto che sia liquidato così, in poche righe, credo che non sia una cosa piacevole per chi questa vicenda l’ha seguita anche con grande interesse e con grande passione.
Io non condivido affatto la risoluzione presentata dall’onorevole Leone, come non condivido l’intervento fatto dall’onorevole Occhiuto, che ho trovato anche molto contraddittorio, cioè mentre si esprime un giudizio di insufficienza verso la proposta Leone, poi ci si dichiara soddisfatti del risultato raggiunto.
Capisco la sofferenza
dell’onorevole Occhiuto,
una sofferenza dovuta al fatto che è fallito il finanziamento
sui Pit e l’onorevole Occhiuto ha asserito che, rispetto
a questo problema, c’è stato in questi giorni anche sugli organi di stampa una centralità per il Consiglio regionale.
Veda, onorevole Occhiuto,
più che centralità del Consiglio regionale, c’è stata una grande attenzione verso di lei, per la verità, perché questa era una
proposta che definirei rivoluzionaria,
forse di sinistra anche e devo dire che noi abbiamo taciuto su questa vicenda,
nel senso che non abbiamo rivendicato il fatto che siamo stati i primi, più di
un anno fa, a parlare di questa vicenda e a sostenere che bisognava arrivare al
30 per cento.
Dopo che le forze di centro-sinistra
hanno detto queste cose, abbiamo sentito anche il Presidente dell’Anci
sostenerle e non prima, perché eravamo convinti che questa dovesse essere la
scelta della programmazione negoziata perché si fa programmazione negoziata
soprattutto con i Pit, cioè con quello strumento che assomiglia molto a ciò che
ha fatto nascere la concertazione negoziata, cioè i patti territoriali, quello
strumento inventato dal professore De Rita e che poi ha fatto scuola in Europa
e nella Comunità europea, quello strumento che ha creato anche possibilità di sviluppo,
soprattutto nelle aree del Mezzogiorno.
Quindi con molto interesse abbiamo
guardato a questa proposta ed eravamo anche convinti che, se le forze di
opposizione non l’hanno mai formalizzata, è perché ci si rendeva conto che non
poteva passare. Siamo stati per una certa fase convinti che, certo, una parte
della maggioranza insieme all’opposizione questo obiettivo avrebbe potuto
raggiungerlo.
Ecco perché ritengo che oggi c’è una
delusione per la risoluzione che viene indicata, ma io inviterei anche la stampa
a dare lo stesso clamore che è stato dato dinanzi a quella proposta, lo stesso
clamore bisogna darlo rispetto al fatto che siamo delusi, i sindaci sono
delusi, i calabresi sono delusi ed è vero quello che dice anche l’onorevole
Tripodi: quando si dice “ulteriori risorse fino a poter raggiungere il 30 per
cento”, chi ce lo dice che quell’11 per cento dei Pit aumenterà? Potrebbero
anche diminuire, d’altra parte inizialmente si parlava addirittura di una
ipotesi del 5 per cento per i Pit, quindi si potrebbe riprendere quella ipotesi
con il 5 per cento ai Pit e il 25 per cento ai Pis.
Ma diciamolo chiaramente, onorevole
Occhiuto, non è passata la proposta perché, molto probabilmente è vero, è una
proposta di sinistra e non passa perché passa la logica assessorile, quella
logica che oggi contraddistingue questa Giunta regionale, una Giunta che pensa
ancora che si possa governare la Calabria, che si possano fare investimenti,
che si possano utilizzare le risorse pubbliche con gli interventi a pioggia.
Non siamo più con l’intervento straordinario della Cassa per il Mezzogiorno, la
“64”, quelle cose che sostanzialmente hanno fatto aggravare ancora di più la
“questione meridionale”.
Lo sviluppo dal basso, il sistema di
concertazione, la programmazione negoziata è lo strumento nuovo per invertire
la tendenza e che viene indicato dalla Comunità europea ai Paesi in difficoltà
di sviluppo, a quei Paesi, a quelle Regioni che sono nell’Obiettivo 1.
Ecco perché ritengo insufficiente la
risoluzione indicata.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Talarico.
La discussione che stiamo affrontando, anche se viene
ad ora tarda e quindi forse non ci può essere la lucidità necessaria, ritengo sia di
grande valenza di politica economica per il Consiglio regionale.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Non mi sembra che sia così e non so a cosa si riferisce
lei…
(Interruzioni)
Ognuno poi si assume le proprie responsabilità e le proprie decisioni come meglio ritiene.
(Interruzione dell’onorevole Sarra)
PRESIDENTE
Non ha offeso nessuno.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Francesco TALARICO, relatore
Se poi l’onorevole Adamo mi saprà spiegare quali sono le motivazioni, perché intanto rispondo a quello che diceva l’onorevole Tripodi sugli enti di subgoverno e quindi è occasione…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
La proposta organica, anzi incominciamo subito da questa: la proposta organica va nella direzione di
escludere la diaria per questi enti, il rimborso spese parificato ai
consiglieri regionali e quindi riduce l’importo, c’è anche l’emendamento della
riduzione del 20 per cento per gli
enti e le aziende, lei aveva proposto il 40, è rimasto il 20.
Quindi la riduzione sugli enti c’è, sia sugli enti di
subgoverno sia sugli altri enti e se lei guarda il comma, invece di distrarsi
rispetto a quello che votiamo, vedrà nell’articolato
che è previsto quell’articolo.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, lei non ha la parola.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
Francesco TALARICO, relatore
Per quei tre c’è perché è una discussione
che abbiamo affrontato in Commissione e riguarda la diaria, il fatto che potevano essere
attribuiti alla diaria. Poi se l’onorevole Adamo
nel suo intervento mi dirà quali sono le altre eccezioni, una per una provvederò a
rispondere.
Dicevo, è una discussione di politica
economica importante, nel senso che finalmente questo Consiglio regionale
discute e si confronta su una linea che può essere diversa rispetto alle
diversificate posizioni.
La decisione sui Pit, che è uno
strumento di attuazione del Por, era stata votata da tutto questo Consiglio
regionale all’unanimità nella precedente legislatura e la maggioranza e la
Giunta di centro-destra – se non ricordiamo male e certe questioni le dobbiamo
evidenziare con chiarezza – sono andate in giro per due anni subito dopo le
elezioni del 2000, me compreso, che in qualità di Presidente della Commissione
bilancio facevo parte di quel tavolo dove abbiamo riunito sindaci, Presidenti
di Province, le organizzazioni sindacali e abbiamo detto ai sindaci, a tutti,
all’opinione pubblica che i Pit erano uno strumento sul quale questa
maggioranza di centro-destra puntava in maniera precisa e diretta.
Si poteva dire anche un’altra cosa,
però siamo andati in giro a dire “costituiamoci in comitati, provvediamo a fare
le organizzazioni con i Presidenti, facciamo il partenariato istituzionale
locale, perché certamente ci saranno quelle risorse necessarie per raggiungere determinati obiettivi” ed abbiamo
anche trasmesso ai sindaci una cultura diversa. C’erano tanti sindaci di Comuni
vicini che neanche riuscivano a dialogare tra di loro oppure pensavano allo
sviluppo come un fatto che riguardava il singolo comune, senza pensare a uno
sviluppo complessivo del territorio.
Li abbiamo
messi insieme, li abbiamo fatti dialogare, non abbiamo guardato colore
politico, perché se si va a guardare anche i metodi di elezione dei Presidenti
dei comitati, c’erano delle maggioranze tali che garantivano la collaborazione,
al di là del colore politico, per riuscire a spendere le risorse. E l’obiettivo
principale che questa maggioranza si era dato era quello di valorizzare le
vocazioni territoriali, perché se noi nella Regione Calabria abbiamo costituito
23 aree Pit facendo dialogare i vari sindaci, l’abbiamo fatto anche perché lo
sviluppo di Lamezia Terme doveva essere diverso da quello di Reggio Calabria,
lo sviluppo di Cosenza doveva essere diverso da quello di Crotone, volendo dire
che non si può fare turismo, industria e artigianato in tutte le aree della
Calabria.
Ognuno di
noi, ritengo, quando partecipa a qualsiasi tipo di incontro, ha un obiettivo
chiaro, ossia quello di immaginare uno sviluppo che vada a valorizzare le
vocazioni territoriali, allora il turismo si può fare in un’area piuttosto che
in un’altra e così via. E i Pit andavano in questa direzione perché nello
studio di fattibilità, nell’analisi di mercato che ogni Pit ha fatto e quindi è
stato investito di questo compito, c’erano caratteristiche diverse da un’area
rispetto a un’altra. E questo l’abbiamo detto tutti in due anni.
Dopodiché,
questo processo di puntare dal punto di vista politico sui Pit ha avuto
un’interruzione, nel senso che le risorse che erano state in un primo momento
attribuite hanno subìto un rallentamento. Questo significa anche che tutta
quella immaginazione, tutta quella aspettativa che abbiamo creato nei
rispettivi territori è venuta meno.
Riteniamo che sempre di
più i Pit possano essere quello strumento di attuazione utile e necessario per
far progredire lo sviluppo e quell’emendamento aveva questo obiettivo, cioè
quello di cercare di valorizzare le vocazioni territoriali e quindi di dare la
possibilità di spendere con velocità e anche con produttività, perché i fondi
comunitari, il problema non è spendere così, tanto per spendere, devono essere
spesi, se vogliamo una Calabria diversa e migliorare in questi cinque anni, in
maniera produttiva che significa una cosa principale: investire sulle
potenzialità…
(Interruzione
dell’onorevole Borrello)
Non sono io quello che
deve attuare il programma del Por.
In questo emendamento,
sul quale anch’io, come il collega Occhiuto – che abbiamo firmato l’altro – ci
asterremo, ci sono due questioni che non vanno: la questione dei Pis, e questo
è un motivo. Ritengo che i Pis si intendano…
(Interruzione
dell’onorevole Borrello)
I Pis
ritengo che si intendano…
(Interruzione dell’onorevole
Borrello)
PRESIDENTE
Quando
parlavano i colleghi dell’opposizione, nessuno ha disturbato. Vi prego,
colleghi!
Francesco
TALARICO, relatore
I Pis
ritengo si intendano quelli provinciali, credo possa essere scontato che sono
quelli provinciali, nel senso che quelli regionali… Evidenziamolo questo,
perché già acquista un percorso diverso, nel senso che si destina agli enti
subterritoriali, quindi a Comuni e Province, una programmazione che arriva dal
basso.
Allora le
due cose che non ci convincono: questa questione fino al 30 per cento.
L’emendamento proposto in Commissione e votato, ricordo, all’unanimità – perché
qui non può essere l’emendamento Talarico-Occhiuto, queste sono
puntualizzazioni che ci tengo a ribadire all’interno dell’Aula – è stato
proposto da noi, ma è stato votato da tutta la Commissione, dove ci sono tutti
i gruppi di maggioranza e di opposizione e sono questioni che ci tengo a
ribadire. Dopodiché l’Aula è sovrana e ognuno, nella propria autonomia, può
decidere se quella cosa che avevamo detto è questa oppure ritornare indietro. E
ci tengo a ribadirlo, per la deontologia che ognuno di noi deve avere nello
svolgimento del ruolo.
L’altra
questione: fino al 30 per cento. Noi abbiamo detto “al 30 per cento”, con una
indicazione ben precisa rispetto alla Giunta, però c’è un elemento importante,
a mio avviso da non trascurare, ossia le ulteriori risorse. Cioè noi, ad oggi,
avevamo una delibera di Giunta che diceva “11 per cento da destinare ai Pit”.
Ritengo che anche questo inserimento di ulteriori risorse vada nella direzione
di un’apertura positiva da parte della Giunta rispetto a questi strumenti.
Allora,
rispetto alla questione, io come il collega Occhiuto, che abbiamo presentato
questo emendamento, avevamo l’obiettivo anche e soprattutto di provocare un
momento di diversità nella linea politica della Giunta, che in un certo modo
aveva preferito, in una prima fase, la predisposizione e l’impianto di un
programma che andava verso la direzione della valorizzazione delle vocazioni
territoriali e che poi si è interrotto.
Allora, rispetto a questa questione, nell’annunciare il mio voto di astensione sull’emendamento dell’onorevole Leone, ritengo che oggi si sia compiuto – ecco perché l’astensione e non il voto contrario – lo motivo affermando che, tutto sommato, con la nostra iniziativa ulteriori risorse rispetto a questi progetti, che sono i progetti che arrivano dal territorio e dal basso, ci saranno e avere delle maggiori risorse a disposizione ritengo sia un ottimo segnale verso quel lavoro che i sindaci e quindi le amministrazioni provinciali con i Pis hanno fatto in questo periodo.
PRESIDENTE
La parola
all’onorevole Adamo.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, penso sia giusto che da questi banchi si esprima una forte indignazione non di parte politica, della parte dell’opposizione, ma un’indignazione che in questo momento non può non interpretare quello che da domani sarà il sentimento più diffuso tra i sindaci e i calabresi.
Avete preso in giro la Calabria, l’avete offesa!
L’emendamento che qui
ci avete presentato è grave, è il vero certificato della malattia che sta rodendo la pratica di attuazione di Agenda 2000.
Sarebbe stato molto più coerente da
parte di questa maggioranza se si fosse presentato a quest’ora un emendamento
soppressivo del comma 1, le cose stavano com’erano; invece avete presentato un
capolavoro che offende il Por e anche la normativa
della Comunità europea. Avete
scritto: “La Regione Calabria
riconosce il ruolo fondamentale dei Pit e
dei Pis”.
Spiegatemi che vuol dire: avevate
bisogno di arrivare a questa elaborazione, a quest’ora di questa mattina, per
dire all’Europa che voi stamattina riconoscete il ruolo dei Pit e dei Pis?!
Avete per un anno disatteso ciò che l’Europa vi ha detto di fare. I Pit e i Pis
hanno consentito ad altre Regioni di una spesa che favorisce la fuoriuscita di
queste Regioni dall’obiettivo 1. Voi, invece, fate sprofondare la Calabria e
scoprite dopo un anno che ci sono i Pit e i Pis. E quale risposta date? Vi
impegnate a dare risorse fino al 30 per cento, compatibilmente con le regole e
i vincoli stabiliti dalle procedure comunitarie.
Dire che si possono dare le risorse fino
al 30 per cento, caro Presidente Talarico, equivale a dire che si può dare
anche di meno di quello che si sta promettendo di dare allo stato, perché se
allo stato si dice l’11 per cento, domani mattina voi state autorizzando la
Giunta a dare anche l’8 per cento, comunque si sta dentro il tetto del 30 per
cento, cioè avete fatto un’operazione opposta a ciò che avete scritto qua:
mentre qui è scritto, all’articolo 34, “almeno il 30 per cento”, avete
rovesciato il quadro, perché almeno il 30 per cento significa il tetto minimo
del 30 per cento. Con questo emendamento fate esattamente l’opposto, mettete il
tetto massimo, ma senza indicare qual è il vero livello della programmazione.
E poi un altro capolavoro:
“compatibilmente con le regole”. Quali sarebbero i vincoli, le regole che
impediscono ad una Regione, sulla base delle norme comunitarie, di destinare
una certa percentuale, sia essa il 30, il 35, il 40, il 25 per cento dei fondi
disponibili con la programmazione europea? Si stabiliscono le compatibilità
rispetto a vincoli che la normativa ti fissa. Non mi pare che siamo in questo
campo, anzi lo spirito fondamentale di Agenda 2000 ai fini dell’ottenimento
degli obiettivi di coesione sociale, perché non dimentichiamo, l’Europa ci dà
questi soldi finalizzati a degli obiettivi, i quali vengono misurati attraverso
i parametri che ti stabiliscono la crescita in rapporto ai livelli di coesione
sociale, modernizzazione, crescita dell’occupazione, sviluppo; bene, quali
sarebbero questi vincoli rispetto ai quali invocate le compatibilità? Avreste
fatto meglio a non presentare questo emendamento.
Pertanto mi auguro che, alla fine,
non ci costringiate a votare un emendamento di questo tipo. Siamo in difficoltà
anche a votare di no, perché dovremmo votare contro – come è stato definito
giustamente – un atto di ipocrisia, un atto che provoca danni. Avete provocato
illusioni serie, avete fomentato la Calabria in questi giorni e noi abbiamo il
dovere di tenere alta la domanda e l’attesa che voi stessi avete suscitato. Perciò,
si cambia la fase rispetto a questa scelta che state facendo e il primo
appuntamento non c’è dubbio che riguarda la data della riunione del comitato di
sorveglianza. Quella data, per la Calabria e per quanto ci riguarda, non sarà
una data normale, anche perché questo emendamento, di fatto, svela i veri
intendimenti dell’azione del governo regionale.
Vedete, poc’anzi il Presidente
Talarico ha fatto riferimento all’11 per cento, ma è già acclarato che anche
quest’11 per cento è stato messo in discussione, al punto tale che due Pit
assai significativi e fondamentali del sistema calabrese, di fatto, sono stati
stracciati.
L’onorevole Sarra, che è stato solerte nella replica alla mia interruzione, mi dovrà dire cosa dice ai cittadini della sua città: il Pit di Reggio Calabria è stato il più penalizzato, insieme a quello dell’area urbana cosentina, per una scelta unilaterale della Regione che ha tagliato in maniera indiscriminata, senza tenere conto della programmazione che è stata promossa, anche ciò che era stato concordato e pattuito tra le parti sociali e istituzionali. La risposta che diamo a chi vive a Reggio Calabria, a chi vive nei territori della Calabria è la vergogna di questa sera.
Il vincolo del 30 per cento serviva quantomeno a salvaguardare il livello di programmazione concordata, perché poi il 30 non era detto che si doveva raggiungere nell’arco del primo anno, poteva essere l’obiettivo a cui si tendeva nell’arco dei cinque anni, quantomeno c’era la certezza che anche una programmazione già impostata – perché i Pit sono stati in gran parte predisposti e presentati – potesse essere fondata su una previsione di spesa che, in qualche modo, ne giustificasse anche la stessa impostazione e la prospettiva a quella programmazione che è stata determinata.
Invece da oggi in
avanti non c’è più certezza, state
allontanando sempre più la Calabria
dall’Europa e quale linea ci proponete? Me lo dovete consentire, cioè non è che avete detto di no a
ciò che voi stessi avete proposto con il primo comma
dell’articolo 34 e ci state dando
un’altra linea. State difendendo il fallimento. Noi siamo l’ultima Regione,
abbiamo fatto ricorso ai progetti sponda, siamo soltanto al 3 per cento, al contrario di quello che
hanno fatto altre Regioni. Vedete, la Campania stava in una condizione peggiore
della nostra, però insieme alla Basilicata è riuscita a diventare la prima perché ha valorizzato il livello della
concertazione e della programmazione.
Abbiamo seri sospetti, seri elementi per poter diffidare e
sospettare.
Noi non siamo preoccupati che, alla fine, i soldi non si
spendano, il problema è del per che cosa e del come si spendono i soldi. Del
resto, abbiamo già visto, per esempio abbiamo discusso nella prima Commissione consiliare l’accordo quadro sulle
infrastrutture, una battaglia che
abbiamo fatto in quella sede, siamo stati messi in minoranza. Se voi andate a
vedere i fondi che vengono destinati, circa 700 miliardi in quell’accordo, in
grande parte non sono finalizzati alla realizzazione di opere, ma al finanziamento
della progettazione di opere che non si sa quando mai saranno cominciate e
soprattutto quando mai saranno finite.
Alla Calabria, per esempio, se prendiamo quel riferimento
come programma, di quei soldi che l’Unione europea mette a disposizione non rimarrà nulla in termini
degli obiettivi che sono stati imposti dalla Comunità europea.
La nostra preoccupazione
è un’altra, il nostro sospetto è che questa linea che stasera qui è
stata presentata sottintenda il fatto che si possa ricorrere alla spesa
dell’ultimo minuto, last minute, cioè quella quando si tratta di evitare
di perdere i soldi e tutto si giustifica. E se questo accade, il nostro
sospetto che si possa dare spazio alla pratica della intermediazione politica e
anche affaristica, che forse molte volte
nulla ha a che fare con gli interessi territoriali di questa regione, è
assolutamente fondato.
Perché ho interrotto il Presidente
Talarico? Perché sarebbe stato molto più lineare e concreto e avremmo dato
dignità alla istituzione se Talarico si fosse alzato qui stamattina, prendeva
atto – perché si fanno battaglie politiche, si vincono e si perdono – della
decisione che la maggioranza aveva assunto, ma si opponeva a questa scelta.
Avremmo avuto un maggiore riferimento istituzionale se ci fosse stato, da parte
degli estensori dell’emendamento che ci ha portato al primo comma dell’articolo
34, una coerenza con questa impostazione.
Se Talarico si dimettesse – e io gli
auguro che si dimetta perché, francamente, non si capisce questo voto di
astensione – da Presidente della prima Commissione dopo la smentita che
stamattina sta ricevendo con questa norma, farebbe un bene all’affermazione
della credibilità e della fiducia verso la istituzione regionale da parte di
tutti quei sindaci che, in queste settimane e in questi giorni, sulle cronache
locali della nostra stampa quotidiana hanno, in qualche modo, riacceso i motori
per sperare nella possibilità di un cambiamento di passo rispetto a quello che
avevamo conosciuto in questo ultimo anno.
Mi auguro che lo faccia,
indipendentemente dal voto di astensione che comunque sottintende una sorta di
dissenso, perché questa istituzione e non qualcosa che sta fuori da questa
istituzione possa essere il punto di riferimento della possibilità di aprire
una concertazione e una programmazione davvero negoziata.
Badate, non ci sforziamo
più. Capisco tre ore di riunione, di discussione, di interruzioni, ma per la
dignità di tutti sopprimete il comma, abroghiamo il comma numero 1, ritorniamo
a come eravamo prima e, per quanto riguarda la rimodulazione, non c’è bisogno
che questo Consiglio si sforzi. Affidiamola agli organi competenti la
rimodulazione, poi ognuno ci sta dentro nella ipotesi della rimodulazione con
le proprie proposte. Se proprio, invece, volessimo starci dentro come Consiglio
regionale, o dobbiamo dare conferma del comma 1 dell’articolo 34, cosa che
sarebbe auspicabile, o quantomeno avere il coraggio – perché ormai di coraggio
si tratta – di dire che l’ipotesi di rimodulazione a cui si perverrà venga
sottoposta all’esame dello stesso Consiglio regionale.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Sarra.
Approfitto di due
minuti per leggere soltanto l’emendamento,
rileggerlo, leggerlo alla stampa, per capire come siamo di fronte al festival
della mistificazione – e mi
dispiace che una persona dell’onestà intellettuale dell’onorevole Adamo abbia
dato una interpretazione che è assolutamente lontana dal testo – e chiarisco
perché dico questo.
L’emendamento recita – e lo cito
testualmente -: “La Regione Calabria riconosce il ruolo fondamentale dei Pit e
dei Pis come modalità privilegiate di attuazione delle Misure del Programma
operativo regionale 2000-2006 e destina, in sede di rimodulazione” – attenzione
– “ulteriori risorse”, per cui in nessun modo può passare quel principio che
lei ha cercato, in maniera assolutamente destituita di fondamento, di far
passare. “Ulteriori” vuol dire ulteriori rispetto all’11 per cento. Quindi come
si fa a dare una lettura di questo tipo di fronte ad un grande strumento?
E stasera devo dire che con il
nervosismo della minoranza o, più correttamente, di parte della minoranza
abbiamo assistito ad un tipico esempio di parlata “ ’nto bumbulu”, come si dice
in alcune parti della mia provincia.
Perché si è giunti a questo punto?
Perché la maggioranza e, devo dire con grande merito di due giovani
consiglieri, ha dato prova di grande responsabilità.
Guardate che stasera
suona la carica, perché stasera e stamattina con l’approvazione di questo
bilancio e con questa prova di grande responsabilità, di fronte ad una prova di
ostruzionismo non proprio riuscito, ci troviamo ad approvare uno strumento ed
io ringrazio Occhiuto e Talarico per il lavoro che è stato fatto in
Commissione, li ringrazio perché, offrendo alla valutazione di quest’Aula e
dell’intera Calabria questo strumento di grande operatività, si dà la
possibilità a tutti noi e a tutta la Calabria di dare concreta attuazione allo
strumento vero della programmazione concertata.
Altro non ho da dire perché noi ci
esprimiamo in termini concettosi, dando risposte con i fatti. Questi sono i
fatti, io voglio solo procedere alla lettura dell’ultima frase: “risorse fino a
poter raggiungere il 30 per cento delle risorse complessive del Por medesimo ad
esso destinabili”.
Questa è la risposta che noi diamo all’intera Calabria, ai rappresentanti delle amministrazioni locali.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
Sì, Presidente, rispetto a una carenza che ho notato,
rispetto al dibattito di questa sera, soprattutto nella parte in cui i nostri
avversari, colleghi della minoranza, hanno ragionato su questioni che possono
anche avere elementi importanti di valutazione,
ma senza guardare il momento
cruciale che sta vivendo non solo la nostra Regione, ma tutte le Regioni che
hanno intrapreso una programmazione di
natura integrata e negoziata.
La nostra Regione, che vive ormai da circa vent’anni
l’esperienza della gestione dei fondi comunitari, si trova per la prima volta
in assoluto, da metà degli anni ’80, a governare
queste risorse comunitarie attraverso un modello amministrativo di programmazione territoriale assolutamente
inedito: Pit, Piar, Pif, Pis sono sigle, ma che contengono soprattutto un
modello anche di natura culturale che, evidentemente, va visto e sperimentato.
Alcune di queste sigle sono state
marginalmente citate, specialmente dal collega Bova, che spesso ha fatto il
richiamo ai Pif e ai Piar, ma le ricordo anche e soprattutto alla luce
dell’esperienza personale, governo il settore dell’agricoltura, per cui queste
due sigle appartengono nella loro totalità all’Asse 4, l’Asse agricoltura e
rappresentano, per certi aspetti, un po’ l’avamposto della programmazione
integrata del Por Calabria Asse agricoltura.
E che voglio dire al collega Bova,
anche al collega Adamo o all’intera Aula? Una cosa molto semplice, che deve far
riflettere, ma soprattutto deve porre all’attenzione di questa discussione la
necessità, innanzitutto, di parlare e quando parliamo di rimodulazione e di
tappe, dobbiamo evidentemente anche fare una sorta di resoconto, di consuntivo
a metà percorso, ad un terzo
del percorso.
Una cosa è certa, colleghi
consiglieri: ho avuto modo, in quest’ultimo anno, di seguire con attenzione
come il territorio riesce a comprendere e comunque a recepire questi modelli
innovativi, perché la programmazione territoriale e integrata significa, per la
nostra Regione, per la nostra storia, per la nostra specificità, una
innovazione assoluta. L’individualismo calabrese è abbastanza noto, ma
soprattutto i modelli amministrativi che hanno governato le risorse comunitarie
del passato hanno visto questa Regione stipulare soltanto elenchi infiniti di
pratiche singole che hanno avuto beneficiari sia privati che enti pubblici.
Allora la prima domanda:
vi siete mai posti il problema di come il mondo agricolo, per esempio, ha
saputo raccogliere la sfida dei Pif, raccogliendo nei singoli territori le
istanze e le specificità per organizzare un processo di questa natura? Beh,
voglio soltanto domandarvi se, per esempio, non è stata una difficoltà, quella
più banale, raccogliere la base sociale per poter garantire lo strumento
indispensabile ed essenziale per poter ragionare su questo versante.
E per un solo istante ancora, avete
mai immaginato che cosa significa programmare un insieme di comuni, per esempio
degli ambiti Piar, per poter fare sintesi non solo per costruire percorsi
comuni e amministrativi per realizzare questa o quell’altra strada
interpoderale, questo o quell’altro acquedotto rurale, questa o quell’altra
elettrificazione rurale, ma soprattutto interagire all’interno di uno specifico
territorio e fare sintesi soprattutto con il mondo privato?
Sono degli
interrogativi, delle indicazioni, delle cose che appartengono solo ed esclusivamente
ad una Calabria che per la prima volta si approccia a questo tipo di
programmazione e, per la prima volta, ancora non abbiamo neanche elementi
chiari del dinamismo della spesa rispetto a questa programmazione.
Su quest’ultimo aspetto
vorrei, per esempio, citare quella che è una tabella che ho avuto in questi
ultimi giorni e che racchiude il dinamismo di alcuni momenti di programmazione
che danno l’idea come territori subprovinciali, territori su base regionale, su
base interprovinciale, su base provinciale hanno raccolto la sfida dei Pit non
solo su elementi di questa natura sul piano territoriale. Vorrei anche qui
elencare i settori che sono quelli più diversi, dal sistema zootecnico a quello
agrumicolo, da quello olivicolo a quello frutticolo. Voglio dire che sono tanti
gli elementi territoriali, sono tanti i settori di intervento, ma non solo, ci
sono una serie di Misure che all’interno di un processo di questa natura sono
state toccate, interessate. Non c’è Pif che non abbia coinvolto almeno quattro
o cinque Misure, non solo quella legata agli schemi tradizionali, la Misura del
miglioramento aziendale oppure della struttura aziendale, quella del
miglioramento dei mezzi meccanici o comunque delle strutture di lavorazione, ma
per esempio vedo in quasi tutte le Misure che hanno interessato i Pif di questa
nostra Regione due elementi assolutamente innovativi: la formazione
professionale e l’inserimento dei giovani imprenditori agricoli all’interno di
queste filiere.
Perché questo tipo di
ragionamento? Soprattutto, per significare all’Aula, alla luce della sfida che
abbiamo lanciato tutti, mi ricordo questo Consiglio regionale, l’altra Aula, mi
riferisco alla passata legislatura, a quando quel Consiglio regionale nella sua
interezza, all’unanimità, votò il programma Agenda 2000 e in quella occasione
mi sembra ci fu una forte e significativa azione politica verso una pagina che
tutti abbiamo salutato come assolutamente innovativa e importante per il futuro
di questa Regione, però abbiamo – se si ricorda, caro onorevole Bova, lei era
Vicepresidente di quella Giunta – detto che la sfida…
(Interruzione dell’onorevole Bova)
No, il problema non è né di quell’area né…
PRESIDENTE
Assessore Dima, si avvii alla conclusione.
Anche in quella occasione sapevamo che la sfida era alta, legata a tante sorprese, forse, ma soprattutto alla capacità di sperimentare sul campo un modello di utilizzare le risorse comunitarie assolutamente innovativo per questa nostra Regione.
Beh, io vi faccio degli esempi banalissimi: molto spesso la struttura regionale è in difficoltà perché sia il dipartimento specifico, sia la ragioneria che raccoglie le istanze di tutti i dipartimenti della nostra Regione, trovano molto spesso impedimenti ad armonizzare i processi amministrativi perché, appunto, i processi amministrativi non sono semplici e tradizionali, ma rappresentano oggi un processo amministrativo e quindi anche contabile abbastanza articolato e sofisticato.
E’ una giustificazione? Assolutamente
no. E’ un tentativo di ridimensionare il problema?
Assolutamente no, è soltanto la necessità di esprimere,
cari amici dell’opposizione, il concetto che su alcuni aspetti bisogna avere prudenza,
bisogna verificare con capacità e con puntualità i processi che abbiamo saputo
realizzare nel frattempo, non c’è
paura della non spesa anche per il 2003. Anche qui diciamolo con molta franchezza: le sembra matura una Regione
dove puntualmente, ogni giorno, c’è
questo annuncio del tipo che non si spendono le risorse comunitarie? C’è
spesso, molto spesso, una sorta di
rincorsa per raggiungere Bruxelles e
poi, al ritorno, dire che la nostra Regione non è in grado di spendere le risorse.
Allora anche su questo versante non vi sembra più serio,
più maturo e più consapevole il fatto, per esempio, di aprire con grande
libertà di giudizio e di confronto un dibattito serio sullo stato dell’avanzamento della
spesa comunitaria, senza magari farci troppo condizionare da quegli emissari
che spesso vanno a Bruxelles per rappresentare la nostra Regione e magari accreditarsi qualche motivo in più, qualche merito in più?
Ho voluto esprimere queste mie
considerazioni forse in modo approssimativo, visto anche il momento che stiamo
vivendo, per dire che anche su questo versante c’è necessità di essere molto
più prudenti, ma soprattutto avere la consapevolezza delle cose che dobbiamo
fare. Ritengo che l’emendamento che alla fine la maggioranza ha proposto non
solo non preclude le prospettive ai territori di governare questi momenti nuovi
delle risorse comunitarie, ma soprattutto di verificare lungo il percorso quanto la nostra Regione,
nella sua interezza, sia cresciuta ed abbia saputo cogliere questo momento.
Gli emendamenti protocollo 1.209 e
1.234 vengono assorbiti da questo presentato dall’onorevole Leone, che metto in
votazione per appello nominale.
Prego, onorevole Pilieci.
Franco PILIECI, Segretario
Fa la chiama.
PRESIDENTE
Comunico l’esito della votazione: presenti e votanti, 35; hanno risposto sì 22; hanno risposto no 11, si sono astenuti 2.
(E’ approvato)
(Hanno risposto sì i consiglieri: Aiello P., Basile,
Chiaravalloti, Chiarella, Crea, Dima, Fedele, Gagliardi, Galati, Gentile,
Leone, Mangialavori, Naccarato,
Nucera, Pilieci, Pisano, Rizza, Sarra, Senatore, Tesoriere, Vescio, Vilasi;
hanno risposto no i consiglieri: Adamo, Amendola, Borrello,
Bova, Guagliardi, Incarnato,
Morrone, Napoli, Tommasi, Tripodi M., Tripodi P.;
si sono astenuti i consiglieri: Occhiuto, Talarico)
Emendamento protocollo 1.231 a firma Incarnato: “All’articolo 34 è inserito il seguente comma 6: “All’articolo 7, comma 1, della legge regionale 8 luglio 2002, n. 24, sono aggiunte le seguenti parole: “Gli aiuti sono destinati all’integrazione del reddito delle maestranze impiegate”.
La parola all’onorevole Incarnato.
Presidente, questo emendamento non ha impegno di spesa, va ad integrare all’articolo 7, comma 1, della legge regionale 8 luglio 2002, numero 24, con le seguenti parole: “Gli aiuti sono destinati all’integrazione del reddito delle maestranze impiegate”.
Spiego di che si
tratta: la Giunta regionale, in effetti, interviene qualora ci siano delle
calamità di tipo naturale,
atmosferiche, aiutando
le imprese agricole su alcuni aspetti. Questa cosa noi vorremmo estenderla
nel rapporto con le maestranze, perché sapete meglio di me che le maestranze,
nel caso in cui ci siano problemi di questa natura, non possono espletare le
giornate lavorative e, attraverso il decreto che riconosce la calamità nei territori,
i lavoratori agricoli possono accedere ai sostegni di tipo sociale solo in
presenza di cinque giornate lavorative. Il che significa che non hanno nessun
reddito di tipo economico durante l’anno lavorativo, ma poi percepiscono, ai
fini dell’anno contributivo, la cosiddetta disoccupazione agricola, la malattia
e quant’altro.
L’emendamento
tende a poter consentire alla Giunta regionale la possibilità di integrare il
reddito dei lavoratori. Non lo so quale sarà la formula alla fine, può per
esempio essere impiegata la formazione professionale perché in agricoltura –
come sapete – c’è sempre una continua e costante necessità di formare il
personale. Quindi credo che anche qui potrebbe essere un’occasione per dare una
risposta ai lavoratori che vengono ad essere danneggiati sul piano del reddito,
dando la possibilità anche alle imprese di avere dei momenti di formazione.
Questo è
l’emendamento che non ha spesa, ma che può dare alla Giunta regionale diverse
soluzioni.
PRESIDENTE
Parere del
relatore?
(Interruzione dell’onorevole
Talarico)
Intanto la legge 24 dell’8 luglio 2002 è una
legge di princìpi sulle calamità naturali, è il collegato alla Finanziaria
dell’anno scorso nel campo dell’agricoltura.
Poi c’è un problema applicativo che
non è semplice da immaginare, ma soprattutto la legge a cui fai riferimento è
successivamente collegata alla legge nazionale, quella sulle calamità naturali,
la 185, che non prevede affatto – come tu sai – aiuti d’integrazione al reddito
alle maestranze che indirettamente sono rimaste colpite dalle calamità, perché
evidentemente una grossa azienda agricola è costretta a licenziare quando
sopravviene un momento di quella natura.
Perciò, ritengo che su questo
versante – lo dico sinceramente – non abbiamo, almeno io non ho nessuna
preclusione, ma trovo questo emendamento una forzatura rispetto ad un’ipotesi
legislativa che vada meglio organizzata, ma con un momento di confronto un po’
più ampio, perché non trovo precedenti in questa direzione, ma soprattutto non
c’è nessun riferimento di legge nazionale che ci viene in soccorso a tal
riguardo.
La formazione
professionale non lo so se può essere una sorta di alternativa, ma comunque, in
ogni caso, è qualcosa che viene preventivamente programmata e l’evento
calamitoso è un fatto che arriva all’improvviso, per cui possiamo immaginare di
collegare gli operai…? Per cui mi fermo qui, giustamente il Presidente mi
suggerisce anche questo, non siamo disponibili.
PRESIDENTE
Parere del relatore?
Contrario.
Assessore, lei avrebbe fatto meglio a dire che non è d’accordo sulla legge, perché le
cose che ha detto non mi trovano d’accordo,
in quanto sono assolutamente contraddittorie. Poi lei ha deciso di
dire no alla proposta…
PRESIDENTE
Tutto quel discorso, comunque, era
per dire che non è d’accordo.
Luigi INCARNATO
Poteva dire tranquillamente che non è
d’accordo e la partita era chiusa, assessore. Ne prendo atto, faremo in modo
che poi, nelle realtà dove ci sono i lavoratori che sono puniti da questo
problema…
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.231.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 34 così come emendato…
C’era un’integrazione al comma 2, con gli
uffici eravamo giunti ad una nuova formulazione. Il comma 1 è confermato, il
comma 2 recita così: “La Giunta regionale è
autorizzata a realizzare un sistema integrato
di interventi orientato alla valorizzazione
del capitale cognitivo costituito dai giovani laureati calabresi,
incentivandone la residenzialità
in Calabria, attingendo alle risorse del Por 2000-2006 e procedendo
eventualmente alla rimodulazione delle Misure e degli Assi del Por medesimo”.
Quindi il comma 3 si sopprime e
rimangono il comma 1 e il comma 2 con questa nuova dizione.
(Interruzione)
Questo è un emendamento.
(Interruzione)
E’ autorizzata.
(Interruzione)
Riformulata in questo modo e viene
tolto il comma 3.
Ma gli emendamenti non sono più
proponibili, Presidente.
PRESIDENTE
E’ una riformulazione del testo da
parte del relatore.
Michelangelo TRIPODI
Ma questo è un emendamento vero e
proprio, non è più proponibile, è inammissibile.
Francesco TALARICO, relatore
No, è solo una riformulazione
dell’articolo.
Michelangelo TRIPODI
Non può essere posto in discussione e
in votazione, Presidente.
PRESIDENTE
E’ un emendamento a questo articolo.
(Interruzione dell’onorevole Bova)
Francesco TALARICO, relatore
Lo rileggo: “La Giunta regionale è autorizzata a realizzare un sistema integrato di interventi orientato alla valorizzazione del capitale
cognitivo costituito dai giovani laureati calabresi, incentivandone la residenzialità in Calabria,
attingendo alle risorse del Por 2000-2006 e procedendo eventualmente alla
rimodulazione delle Misure e degli Assi del Por medesimo”. Non c’è la cifra.
Roberto OCCHIUTO
Rispetto a quello passato in
Commissione, manca il secondo comma, la cifra, anche perché se manca la
definizione degli interventi che bisogna fare…
Pongo in votazione l’articolo 34 così
come emendato.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.217 a firma
Adamo: “All’articolo 35, al comma a), aggiungere
le seguenti parole: “Le attività che ricadono nel territorio del comune
di Tarsia ed attinenti alla stessa area dell’ex campo di concentramento
richiedono l’assenso preventivo della Giunta comunale di Tarsia”.
Si illustra da sé.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.217.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 35.
(E’ approvato)
Emendamento aggiuntivo
protocollo 1.115 a firma Tripodi Michelangelo: “Articolo 35 bis.
1. La Regione favorisce la costituzione di società miste e cooperative nel settore della tutela ambientale, da realizzare nell’ambito delle competenze dell’Arpacal ed utilizzando a tal fine le apposite misure del Por Calabria.
2. Le società miste e
le cooperative di cui al comma precedente saranno composte dai soggetti che
sono stati avviati al lavoro nell’ambito dei progetti Noc (Nuova occupazione
Calabria) nel settore della tutela ambientale”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Lo illustro, Presidente, perché mi
ero riservato all’inizio su questa questione in quanto riguarda il problema dei
Noc, Nuova occupazione Calabria. Su questa questione è stata approvata una
mozione dal Consiglio regionale alcuni mesi fa e questo emendamento,
sostanzialmente, indica la necessità di costituire società miste e cooperative
nel settore della tutela ambientale, da realizzare nell’ambito delle competenze
dell’Arpacal e facendo ricorso ad apposite Misure del Por Calabria. In questo
senso le società miste e le cooperative dovrebbero essere attivate utilizzando
i soggetti che sono stati avviati al lavoro nell’ambito dei progetti Noc,
settore tutela ambientale.
Quindi si sollecita l’approvazione di
questo emendamento anche perché c’è un problema aperto, c’è un impegno assunto
dal Consiglio regionale, debbo dire finora inevaso negli impegni che aveva
assunto e collegati alla necessità di una iniziativa della Giunta regionale
che, finora, non c’è stata e quindi credo che sarebbe opportuno lanciare questo
segnale e cominciare a lavorare seriamente, utilizzando anche una norma nel
collegato ordinamentale che certamente avrebbe un significato importante e
consentirebbe di poter poi proseguire, visto che è tracciato un percorso e sono indicate le misure a
cui attingere, per tentare di avviare un’iniziativa che potrebbe portare ad una
futura auspicabile stabilizzazione dei lavoratori.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.115.
(E’ respinto)
Pongo in votazione l’articolo 36.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.202 a firma Sarra ed altri: “Dopo l’articolo 35 è aggiunto il seguente articolo 35 bis:
1. La Regione Calabria, in attuazione dei princìpi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, promuove la costituzione di una Fondazione, denominata Field, che opera nell’ambito delle politiche della formazione per l’emersione del lavoro irregolare, aperta alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati.
2. La Fondazione ha lo scopo di attuare e sostenere le politiche per l’emersione del lavoro irregolare attraverso attività di formazione, studio, ricerca ed osservatorio anche attraverso l’attuazione di progetti finanziati con risorse nazionali e comunitarie.
3. La Giunta regionale ed il suo Presidente, previo parere della competente Commissione consiliare, sono autorizzati a compiere, per quanto di propria competenza, tutti gli atti necessari a promuovere la costituzione della Fondazione.
5. Per le attività di
cui ai precedenti commi, è autorizzata per l’esercizio finanziario 2003 la
spesa di Euro 500 mila allocata all’Upb 4.3.02.05 (capitolo 43020504) dello
stato di previsione della spesa del bilancio per l’anno 2003”.
La parola all’onorevole Sarra.
Noi chiediamo la costituzione di una fondazione
che deve operare nell’ambito delle
politiche della
formazione per l’emersione del lavoro irregolare e diamo mandato alla
Giunta per la predisposizione di tutti gli atti consequenziali, previo parere
della competente Commissione.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.202.
(E’ approvato)
Avevate rinviato alcuni articoli e alcuni emendamenti che avevamo accantonato, quindi torniamo momentaneamente indietro all’articolo 8 del collegato.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Sarra. Ne ha facoltà.
Presidente, l’articolo 8 chiedo che venga abrogato e la trattazione posticipata per un accordo che svolgeremo diversamente.
E’ stata chiesta l’abrogazione dell’articolo 8, che pongo in votazione.
(E’ approvata)
L’articolo 8 è abrogato.
(Interruzione)
Sull’abrogazione l’opposizione si astiene.
L’articolo 8 bis è un
emendamento, protocollo 1.205: “Articolo 8
bis.
1. Al fine di consentire
la sostituzione degli autobus destinati al trasporto pubblico locale in esercizio
da oltre 15 anni, nonché la realizzazione degli altri interventi previsti
dall’articolo 2, commi 5, 6 e 7 della legge 18 giugno 1998, n. 194, la Giunta
regionale è autorizzata ad utilizzare prioritariamente in capitale i contributi
già assegnati allo stesso titolo anno per anno dallo Stato alla Regione
Calabria ai sensi della stessa legge n. 194/98, della legge 23 dicembre 1999,
n. 488 (articolo 54, comma 1), della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (articolo
144, comma 1), della legge 1° agosto 2002, n. 166 (articolo 13, comma 2).
2. Successivamente, sulla base delle effettive necessità, la Giunta regionale è autorizzata a contrarre un mutuo a tasso fisso – di durata quindicennale e con oneri di ammortamento, a totale carico dello Stato, decorrenti dal 1° gennaio 2004 – la cui rata semestrale, comprensiva della quota interessi, sia coperta interamente dai trasferimenti statali erogati nell’intero arco temporale 2004‑2018 e comunque non sia superiore ad Euro 3.536.823,22.
3. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui ai precedenti commi si provvede con gli stanziamenti allocati all’Upb 2.3.01.02 (capitoli 2222212 e 8042310) dello stato di previsione della spesa del bilancio annuale 2003 e successivi.
4. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Francesco TALARICO, relatore
C’era quella frase da eliminare.
Sì, c’era quella perplessità sulla formulazione, è stato modificato escludendo quel periodo di quindici anni, mi pare che in questo modo vengano ad essere risolte le perplessità di un eventuale vincolo per la Commissione.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.205 con la modifica testé annunciata.
(E’ approvato)
Poi c’è un’altra serie di emendamenti che in corso d’opera avevamo accantonati: uno per uno li vediamo e poi l’Aula si determina.
Presidente, c’è l’emendamento di Tripodi che avevamo accantonato relativamente all’abrogazione del comma 3 dell’articolo 11, il protocollo 1.095.
Qual era?
(Interruzione)
Il contenuto l’ho capito.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.095.
(E’ approvato)
Adesso c’è l’emendamento protocollo 1.189 a firma Sarra ed altri: “All’articolo 19 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3, così come modificata dalla legge regionale 26 marzo 2001, n. 7, il comma 2 è sostituito dal seguente:
“2) La misura dell’assegno così determinato è ricalcolato ogni qualvolta viene modificato l’importo di cui al comma 1 lettera f) dell’articolo 1, legge regionale 3/96”.
L’articolo 19, comma 3, viene così modificato e sostituito:
“3) la misura dell’assegno vitalizio è determinata per i cinque anni di anzianità contributiva nel 40 per cento dell’ultima indennità lorda di carica, goduta dal consigliere, elevabile di cinque punti per ogni anno di contribuzione fino a dieci anni e di tre punti dall’undicesimo al quindicesimo anno e comunque nella netta misura massima dell’80 per cento”.
Alberto SARRA
Si illustra da sé.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.189.
(E’ approvato)
(Interruzioni)
Per quanto riguarda l’emendamento
protocollo 1.254, il firmatario mi aveva detto che voleva ritirarlo, quindi se
conferma…
(Interruzione)
E’ ritirato.
Ce n’era un altro di cui era stato
proposto il ritiro, il protocollo 1.194: “Ai fini della determinazione del
rimborso spese di mezzo proprio ed altre indennità, non sono considerate
assenze tutte quelle autocertificate dal consigliere quale partecipazione ad
incontri istituzionali. La presente norma annulla e sostituisce qualunque altra
norma o disposizione in contrasto con la presente”.
No, l’abbiamo presentato io e
l’onorevole Incarnato, quindi non lo ritiro.
Questo emendamento ha questa
funzione: spesso succede che elementi della Giunta regionale sono impegnati a
Roma nell’incontro Stato-Regioni, risultano assenti qui perché sono impegnati a
Roma; lo stesso può succedere per i Presidenti di Commissione.
Questo emendamento regolamenta queste
carenze che vi sono attualmente nel Regolamento, quindi propongo che venga
approvato.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.194.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.245 a firma
Napoli ed altri: “All’articolo 1 della legge regionale 14 febbraio 1996, n. 3,
alla lettera d) dopo “speciale” inserire le seguenti parole: “Presidente della
Giunta delle elezioni e del Vicepresidente del Collegio dei revisori dei
conti”.
Alla lettera e), dopo le parole
“permanenti”, inserire le seguenti parole: “e del Collegio dei revisori dei
conti”.
L’emendamento si compone di due
parti, uno dice dopo “speciale” inserire le seguenti parole: “Presidente della
Giunta delle elezioni e del Vicepresidente del Collegio dei revisori dei
conti”, vorrei capire a chi
vengono equiparati il Presidente della Giunta delle elezioni e il
Vicepresidente del Collegio dei revisori dei conti.
Seconda questione: alla lettera e),
dopo le parole “permanenti”, inserire le seguenti parole: “e del Collegio dei
revisori dei conti”, abbiamo una curiosa circostanza per cui il Collegio dei
revisori è composto da tre persone e tutte e tre persone, comunque, hanno
un’indennità aggiuntiva in quanto componenti del collegio. Il fatto stesso di
essere componenti del collegio produce questa cosa qui.
Personalmente, sono contrario su
questa proposta di formulazione, quindi lo voglio dire in modo che rimanga agli
atti, quindi non credo che in questa seduta si debba procedere nel bilancio a
modifiche legate allo status
dei consiglieri o allo status derivante da singole posizioni,
Vicepresidenze o quant’altro.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Napoli.
Presidente, noi pensavamo che non costituisse motivo per creare allarme, non so quale ordine di preoccupazione nutra il consigliere Tripodi, però se questo può creare motivo di difficoltà, per quanto riguarda questa parte l’emendamento è ritirato.
Da parte nostra non c’è allarme…
(Interruzione)
L’emendamento protocollo 1.245 è ritirato.
Emendamento protocollo 1.195 a firma a firma Morrone, Sarra, Nucera ed altri.
(Interruzione)
L’onorevole Morrone l’aveva ritirato.
Emendamento protocollo 1.247: “Aggiungere il seguente quarto
comma: “I termini indicati al comma 1 non si applicano al consigliere rieletto,
anche non successivamente”.
Ennio
MORRONE
…ma penso
che vada ritirato.
PRESIDENTE
E’
ritirato.
Emendamento 1.210 a firma Sarra, Crea, Leone, Naccarato: “1) Modifiche alla legge regionale del 27 dicembre 2002, n. 50:
all’articolo 9, secondo comma, della legge regionale 27 dicembre 2002, n. 50, dopo le parole “di funzionari dell’amministrazione regionale” aggiungere “o estranei ad essa”.
2) Modifiche alla legge regionale del 13 novembre 2002, n. 45:
al comma 1 dell’articolo 4 le parole “e della struttura del Presidente” sono abrogate e, dopo le parole “di ruolo del Consiglio regionale” sono aggiunte le seguenti parole: “o di altra pubblica amministrazione”.
Sono le strutture di quelle due Commissioni, quella per i rapporti comunitari che era composta da personale tutto interno, la struttura viene equiparata alle altre Commissioni.
Prego, onorevole Tripodi.
Io esprimo un voto contrario, tra l’altro voglio motivare questa posizione.
Si era fatta una scelta – e credo che lei sia stato uno dei garanti di quella scelta – legata alla costituzione…
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, io devo sottoporre tutti gli emendamenti
che sono rimasti.
Michelangelo TRIPODI
…di queste nuove Commissioni con un impegno a vincolare la presenza di strutture
speciali, peraltro in una certa
situazione, garantendo comunque che quelle strutture fossero composte da personale
interno all’amministrazione.
Dopo due mesi si cambia la norma! Secondo me, chi l’ha
presentata poteva risparmiarsi di fare
questa proposta offensiva, perché due mesi fa sono state istituite le
Commissioni cui si fa riferimento con l’impegno ad evitare un ulteriore
aggravio – perché di questo si tratta – di assumere persone legate a rapporti
esterni, invece di fare ricorso alle risorse dell’amministrazione regionale.
Dopo due mesi si cambiano le carte in tavola!
Io debbo dire che considero molto grave
che, addirittura, si immagini di presentare queste proposte.
PRESIDENTE
Onorevole Leone, quindi è ritirato.
C’era quello che
avevamo accantonato che riguardava i castelli di Corigliano, Santa Severina,
Pizzo Calabro e Scilla: “La Giunta regionale è autorizzata
a far parte di società per la gestione dei castelli”.
(Interruzioni)
Parere del relatore?
Francesco TALARICO, relatore
Favorevole, però bisogna cambiare le parole “la Giunta
regionale” con le parole “Regione Calabria”.
PRESIDENTE
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione.
(E’ approvato)
C’era un altro emendamento dell’onorevole Adamo che abrogava il quinto comma, articolo 6, della legge regionale 23 del 22 maggio 2002.
Nicola ADAMO
Io sono intervenuto su questo emendamento, se si ricorda, e mi richiamo all’emendamento presentato sullo stesso tema dall’onorevole Nucera, per cui proponevo come subemendamento l’abrogazione degli ultimi tre righi del comma che era previsto nella legge Finanziaria precedente.
(Interruzione)
Ma indica qual è l’emendamento.
(Interruzioni)
Francesco TALARICO, relatore
Onorevole Nucera, non c’è bisogno che intervenga.
Presidente, volevo capire il numero di questi emendamenti e l’argomento, perché siccome adesso stiamo arrivando ad un punto delicato, volevo capire di che parliamo.
PRESIDENTE
Nessun problema e nessun punto delicato: emendamento 1.255.
Michelangelo TRIPODI
Ma è legato all’emendamento Nucera 1.174, Presidente?
(Interruzione)
Che numero è? Emendamento Nucera? Che c’è scritto? Può leggere il suo emendamento?
(Interruzioni)
“Alla legge regionale numero 23 del 22 maggio 2002, articolo 6, comma 5, vengono eliminate le
seguenti parole: “previo superamento di
concorso pubblico per esami e titoli, le cui
procedure saranno stabilite dalla Giunta regionale
entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della
legge”.
Si tratta di togliere
una dizione che era stata impropriamente messa
in sede di coordinamento formale all’atto
della stesura della legge.
(Interruzione)
Era la Finanziaria dello
scorso anno.
(Interruzione)
Era l’assunzione,
la trasformazione del rapporto di lavoro per i giovani ingegneri
e tecnici dell’Autorità di bacino che avevano fatto concorso pubblico, quindi erano
stati selezionati previo concorso pubblico, la trasformazione del rapporto di
lavoro a tempo indeterminato, previsto dalla stessa legge istitutiva
dell’Autorità di bacino. Quindi è un riconoscimento formale di una legge in cui
erroneamente, in sede di coordinamento formale, venne inserito “previo
superamento di concorso pubblico” che non andava. Il che ha significato il
blocco effettivo di questi giovani e quindi la sistemazione a tempo
indeterminato di questi giovani.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Morrone.
Presidente, ho delle perplessità:
l’anno scorso, in questa stessa Aula, fu riproposto lo stesso problema. Noi,
venendo incontro alle esigenze – perché riteniamo che tutte le esigenze siano
legittime – ponemmo delle condizioni in quest’Aula su mio intervento, cioè
dicemmo che la posizione dei giovani andava regolarizzata con un pubblico
concorso, cioè un esame. Non so perché, dobbiamo accertare chi della dirigenza
non ha mai bandito questo concorso.
Allora voglio capire, mentre questo
Consiglio regionale decide di bandire un concorso, l’anno dopo lo stesso
Consiglio regionale non censura chi non ha bandito il concorso. Quindi chiedo
formalmente, Presidente, che sia fatto un accertamento per stabilire le
responsabilità dei dirigenti che non hanno ottemperato a un preciso deliberato
di questo Consiglio e che le risultanze di questa indagine vengano portate qui
dentro. Non è possibile che lo stesso Consiglio, un anno dopo, invece di
stabilire che cosa è successo….Non ho nulla contro i giovani che devono
regolarizzare la loro posizione, però un’indagine in tal senso va fatta,
altrimenti è inutile deliberare concorsi.
Presidente, le chiedo formalmente
un’indagine conoscitiva.
PRESIDENTE
La parola all’onorevole Nucera.
Presidente, capisco che l’ora è tarda e la stanchezza è tanta, però a fronte delle parole pesanti utilizzate dal collega Morrone – che è ben risaputo nutre della mia grande stima – bisogna dare una spiegazione il più possibile attenta ed esauriente, per cui ho necessità di rubare qualche minuto in più, proprio perché ha parlato di Commissione d’indagine che colpisca il funzionario, non so chi o quanti altri.
Allora io inviterei il collega Morrone, proprio perché è ingegnere e proprio perché si tratta di una legge che afferisce l’Autorità di bacino e quindi un settore di cui l’ingegnere Morrone si dovrebbe occupare per via della sua professione, a leggersi e a studiarsi la legge sull’Autorità di bacino.
Ennio MORRONE
La conosco la legge!
Giovanni NUCERA
Allora, visto che la
conosci, ricordo soltanto alcuni articoli, a me stesso, non a te e a qualcun altro
che ha voglia di ascoltare. Parliamo del
decreto legislativo 343 del 2001, convertito poi nella legge 401 e dell’articolo 5 bis in particolare, il quale prevede che le
Regioni…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi
M.)
Collega Tripodi, deve avere la
pazienza! Non vi potete innervosire quando i conti non vi tornano!
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
No, non vi dovete innervosire quando
i conti non vi tornano! Onorevole Tripodi, deve stare calmo!
PRESIDENTE
Onorevole Tripodi, quando lei ha
parlato, non è stato disturbato da nessuno. Abbia la cortesia e l’amabilità…!
Giovanni NUCERA
Abbiamo un’antica frequentazione per
poterci innervosire reciprocamente, per cui deve stare calmo, onorevole
Tripodi!
Tralascio alcune parti e
vi cito semplicemente il contenuto della legge 401, all’articolo 5 bis, che
recita: “Le Regioni, le Province autonome e le Autorità di bacino che, alla
data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, si
avvalgono di personale con rapporto di lavoro a tempo determinato” – quindi
specifica a tempo determinato – “assunto ai sensi della legge 180, convertito
con modificazione” – e così via, è l’ultima legge di conversione, la “61” –
“tramite procedura selettiva” – che significa tramite concorso pubblico, come è
stato fatto – “possono procedere alla trasformazione del predetto rapporto di
lavoro a tempo determinato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato”, nel rispetto
di alcune regole che sono state ampiamente mantenute.
Per la copertura dei
corrispondenti posti vacanti nella dotazione organica, adeguando, se è
necessario, il programma triennale di fabbisogno del personale, quindi
attraverso la previsione triennale del fabbisogno personale, tutto ciò è stato
fatto ed è stato adempiuto dalla Regione Calabria nel 2000 e nel 2001, quindi a
cavallo del passaggio della Giunta di centro-sinistra e dell’insediamento della
nuova Giunta regionale. Quindi le procedure sono state rispettate.
Questo decreto, fra
l’altro, è stato ulteriormente rimarcato da una circolare del 2002 dal
ministero del lavoro e delle politiche sociali che prevedeva, fra le altre
cose, la trasformazione di questo rapporto di lavoro. E in virtù di questa
normativa tutte le Regioni d’Italia hanno provveduto ad adeguare la condizione
di questi giovani assunti all’interno dell’Autorità di bacino con pubblico
concorso (prova scritta, prova orale e prova tecnica), quindi hanno trasformato
il rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
Cosa è successo? Che nel
momento in cui la Regione Calabria, lo scorso anno, decise in sede di
approvazione di bilancio di riconoscere il diritto di questi giovani,
erroneamente – una svista, non so quello che è successo – in sede di
coordinamento formale – perché sull’emendamento non c’era scritto –
probabilmente è stata messa la postilla finale per migliorare “ previo concorso
pubblico” che avevano già fatto. Quindi il fatto è che questi non possono
ripetere il concorso pubblico perché non ci sono le condizioni per poterlo
ripetere in quanto l’avevano già fatto, cioè dovrebbero ripetere un qualcosa
che era stato già fatto. Ecco perché non si è proceduto.
Perciò, non c’è altro da
poter aggiungere, se non modificare,
cioè togliere quella postilla finale e consentire a questi ragazzi di
trasformare il rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
E
c’è da aggiungere un’altra cosa: gli stipendi a questi giovani non vengono
pagati dalla Regione Calabria, ma sono autofinanziati dalla stessa legge 401
con fondi dello Stato, quindi è una legge che si autofinanzia con fondi che
arrivano dallo Stato, per cui non abbiamo nessun aggravio di spesa.
Volete
sapere chi sono questi giovani e cosa hanno prodotto in due anni? Finalmente,
per la prima volta, in Calabria abbiamo il Pai. Questi sono quei giovani che
forse hanno prodotto il piano dell’assetto idrogeologico e territoriale,
l’operazione più bella che la Calabria abbia potuto realizzare. Ecco chi sono
questi trenta giovani laureati, ingegneri, geologi e architetti, sono trenta
giovani che hanno già superato le loro prove.
Di
questo emendamento si tratta, collega Morrone, nessuno scheletro nell’armadio,
nessun nascondiglio, nessuna mistificazione, nessun omissione di atti d’ufficio,
nessuna falsità, nessun parere da sistemare, soprattutto.
PRESIDENTE
La
parola all’onorevole Guagliardi.
Onorevole Nucera, sarebbe opportuno che lei cercasse di convincere noi, non i giornalisti che non possono votare!
(Interruzione)
Onorevole Nucera, credo che il
suo emendamento vada definitivamente risolto,
visto…
(Interruzione)
Onorevole Nucera, mi ascolta? Perché può darsi che avrà
anche il mio voto favorevole…
(Interruzione)
Noi eravamo rimasti d’accordo,
signor Presidente, che tutte le questioni attinenti al personale le avremmo affrontate in un collegato particolare da presentare in quest’Aula. A me pare estremamente…
Onorevole Guagliardi,
è vero, lo confermo pure io, però abbiamo fatto anche qualche eccezione su argomenti che erano vicini al personale.
Questo è un discorso già fatto per
legge l’anno scorso, quindi era solo
per sistemare una situazione che, onestamente, è vergognosa.
Presidente, dopo la legge 25 la materia è delicata. Allora, se la vogliamo discutere in Commissione e seriamente, lo possiamo fare…
…la materia è
delicata, Presidente. Allora, se andiamo nel
collegato a discutere collegialmente e
collettivamente tutti i problemi, va benissimo, così esprimo il mio voto
contrario.
Questo volevo dire all’onorevole Nucera.
PRESIDENTE
Prego, onorevole Morrone.
Posso fare una proposta? Dato che il personale abbiamo deciso di trattarlo fra
quindici-venti giorni, proporrei – se lei è d’accordo,
Presidente – che questo provvedimento andasse nell’Omnibus del personale, in quanto non vedo perché
dovremmo fare un’eccezione.
Nulla in contrario, collega Nucera, ma rimandiamolo al personale.
Onorevole Morrone, non è un’eccezione. Anche ieri sera, su qualche argomento che era di personale, ma non era prettamente una cosa
nuova come questa, non sono nuove assunzioni,
è una cosa già approvata per legge l’anno scorso. Questi ragazzi devono essere
sistemati, dopodiché si vota.
La parola all’onorevole Adamo.
Io voto a favore perché questa materia nulla ha a che fare con le altre vergogne di cui si è parlato e si è fatto riferimento in questa sede. E’ una cosa assolutamente seria di cui la Regione porta vanto.
Per quanto mi riguarda, voto a favore.
Pongo in votazione l’emendamento Nucera protocollo 1.174.
(E’ approvato)
Però non mi sembra che, onorevole Adamo, vergogne ce ne siano state…
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
In questo momento non stiamo facendo nessuna assunzione…
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Ah, pensavo che parlasse di questo
Consiglio in questo momento.
(Interruzione dell’onorevole Adamo)
Pensavo si riferisse a questo Consiglio e a questo bilancio.
Emendamento protocollo 1.256
a firma Chiarella ed altri: “Alla legge regionale 26 febbraio 2003, n. 2, articolo 4, comma 1, le parole “ai sensi dell’articolo 9 della legge 29 marzo 2001, n. 135” sono soppresse”.
La parola all’onorevole Chiarella.
Sì, semplicemente per sopprimere
le parole “ai sensi dell’articolo
9 della legge 29 marzo 2001, numero 135”,
riferita alla legge regionale 26 febbraio 2003
numero 2, la legge bed and breakfast.
Se non dovessimo sopprimere queste parole,
andremmo a spingere le famiglie a diventare piccole imprese, il che va contro lo
spirito della stessa legge. Le famiglie non pagano Iva e non si devono
iscrivere alle liste delle stesse imprese, quindi
sopprimere queste parole perché non sono in sintonia
con lo spirito della legge.
PRESIDENTE
Parere del relatore? Favorevole.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.256.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo
1.191 a firma Crea: “I commi 3 e 4 dell’articolo 1
bis della legge 14/99 sono soppressi”.
Domenico CREA
Lo ritiro.
Emendamento protocollo numero
1.258 a firma Pezzimenti: “Il capitolo 3313106
Upb 2.02.03.01 è così riformulato: “Contributo nelle spese di funzionamento dell’Istituto di servizio e assistenza sociale (Isas) di Cosenza e al “Consorzio per la promozione
della cultura e degli studi universitari della
Locride” con sede in Locri… di cui 110 mila per l’Istituto di servizio ed
assistenza sociale di Cosenza”.
La parola all’onorevole
Pezzimenti.
Si tratta di
riformulare il capitolo 3313106 come era stato
fatto negli anni precedenti,
in quanto l’Istituto
superiore dei corsi universitari di assistenza sociale di Locri non esiste,
esiste solamente il Consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari della locride.
Non c’è aumento di spesa.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta?
Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo numero 1.258.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo numero 1.251 a firma Nucera… E’ stato
ritirato. Anche gli emendamenti protocollo numero
1.250 e 1.252 sono ritirati.
Al momento non ho altri emendamenti…
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, il 1.188 vorrei
capire che fine ha fatto.
PRESIDENTE
Il 1.188 è ritirato.
Pongo in votazione il collegato nel suo complesso, così
come emendato.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Passiamo al progetto di legge numero 349/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante:
“Bilancio annuale di previsione della Regione
Calabria per l’anno finanziario 2003
e bilancio pluriennale per il
triennio 2003/2005”.
L’onorevole Talarico ha facoltà di svolgere la relazione.
La relazione è assorbita dalla precedente. Possiamo votare perché si tratta di pochi articoli tecnici.
Alla legge di bilancio ci sono degli emendamenti. Il primo, il protocollo 1.153, è a firma Pisano, ma poiché non è in Aula, è ritirato. Anche il protocollo 1.152, a firma Pisano, è ritirato.
(Interruzione)
E’ ritirato.
Emendamento protocollo 1.141 a firma Talarico: “Agli stati di previsione di competenza
delle unità previsionali di
base dell’entrata e della spesa di cui alle tabelle A e B – 2^ colonna –
annesse al disegno di legge “Bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003-2005”
sono apportate, in termini di competenza e cassa, le modifiche indicate nel
prospetto 1 allegato al presente emendamento, relative ad assegnazioni di fondi
a destinazione vincolata da parte dello Stato.
La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le successive e conseguenti variazioni al documento tecnico di cui
all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Francesco TALARICO, relatore
Questi sono dei fondi vincolati, quindi sono modifiche dovute nel bilancio.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.141 con la relativa tabella.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.140 a firma Talarico: “Agli stati di previsione di competenza
delle unità previsionali di
base dell’entrata e della spesa di cui alle tabelle A e B – 2^ colonna –
annesse al disegno di legge “Bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003-2005”
sono apportate, in termini di competenza e cassa, le modifiche indicate nei
prospetto 1 e 2 allegati al presente emendamento, inerenti ad assegnazioni di
fondi a destinazione vincolata da parte dello Stato e della Ce relativi al
Programma di iniziativa comunitaria Interreg IIIB.
La Giunta regionale è autorizzata ad
apportare le successive e conseguenti variazioni al documento tecnico di cui
all’articolo 10 della legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8”.
Parere della Giunta? Favorevole.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.140 con le relative tabelle.
(E’ approvato)
Emendamento protocollo 1.116 a firma Tripodi Michelangelo: “Lavoro interinale.
E’ abrogato il capitolo 12040113 dell’Upb 1.2.04.01.
La somma risultante di 8 milioni di Euro è trasferita al fondo globale con il vincolo di essere successivamente utilizzata per misure a sostegno dell’occupazione e per la stabilizzazione degli Lsu e Lpu della Calabria”.
La parola all’onorevole Tripodi.
Questo emendamento riguarda
il lavoro interinale e riguarda la proposta
– qualche collega mi ha rimproverato, ma recuperiamo subito su questo punto –
di abrogare – e rimane quella nell’emendamento – il capitolo 12040113 dell’Upb
1.2.04.01, quello riguardante la somma di 8 milioni di Euro che finanzia il
lavoro interinale in Calabria.
Io chiedo l’abrogazione del capitolo e il trasferimento delle risorse rinvenienti, cioè 8 milioni di Euro (16 miliardi di vecchie lire) da trasferire al fondo globale, con il vincolo di essere successivamente utilizzati per misure a sostegno dell’occupazione e per la stabilizzazione degli Lsu e Lpu.
Voglio ricordare che, purtroppo, non si è potuto discutere
un mio emendamento sul collegato ordinamentale che prevedeva
che, comunque, non si potesse dar luogo a contratti nuovi o al rinnovo di
contratti già preesistenti verso i lavoratori interinali, se non si procede prima alla stabilizzazione dei lavoratori
socialmente utili e di pubblica utilità dei dipartimenti regionali e degli enti
che sono interessati a quei provvedimenti.
E’ vero, è di grande rilevanza perché chiediamo l’abrogazione della somma di 8 milioni di Euro destinata al lavoro interinale e quindi vogliamo trasferire questi 16 miliardi nel fondo globale per un Piano per l’occupazione e la stabilizzazione degli Lsu e degli Lpu.
PRESIDENTE
Il lavoro interinale fa parte del personale.
Michelangelo TRIPODI
No, non fa parte del personale e
quindi mantengo la richiesta del voto sull’emendamento.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento
protocollo 1.116.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.175 a firma Tommasi: “Si autorizza per l’esercizio finanziario 2003 un contributo di Euro 1.300.000,00 (Euro unmilionetrecentomila) sullo stanziamento del bilancio 2003 con imputazione all’Upb 3.2.03.01 ad oggetto: “Realizzazione di opere pubbliche di competenza di enti locali”, finanziamenti a favore anche di consorzi di Comuni, con destinazione di spesa al codice 3.2.03.01.19 (ex capitolo 8042301)”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Questo non si illustra da sé perché è grande la disattenzione di questo governo anche in questa materia.
Il problema del randagismo è molto delicato nella
nostra regione, purtroppo l’assessore alla sanità
che è competente in materia è così preso da
altri gravi problemi, che questo lo ha messo
fuori agenda! Ed è per questo che abbiamo proposto un emendamento che va, quantomeno, a tamponare un grave problema per 44 comuni.
Riteniamo che questo debba essere fondamentale per questo
grave problema che abbiamo in Calabria, il randagismo, e da qui partire con una
nuova strategia per quanto riguarda
la tutela dei diritti degli animali.
E anche per questo invito il Presidente della seconda Commissione a mettere in
discussione la legge sulla tutela
dei diritti degli animali, che potrebbe veramente
dare una svolta a tutto questo mondo che viene trascurato e crea anche problemi
di incolumità fisica ai cittadini.
Presidente, credo che questo emendamento sicuramente lo
accoglierete, almeno lo auspichiamo, pertanto la prego di metterlo ai voti.
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.175.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.179 a firma Tommasi: “Si autorizza la spesa di Euro 200 mila con l’istituzione del codice 5.2.01.02.41 con la seguente finalizzazione:
“Spese per interventi a favore dell’editoria minore”-
Si prevede una corrispondente riduzione della previsione di spesa dell’area di intervento 3 – funzione Obiettivo 3.2.02 – Upb 3.2.02.05, codice 3.2.02.05.04 ad oggetto: “Contributi trentennali diretti rateali a favore dei privati che provvedono alla ricostruzione delle proprie abitazioni colpite dalla guerra”, dove è previsto uno stanziamento di Euro 1.105.217,77,
La riduzione proposta
trova motivazione nel fatto che è inconcepibile mantenere contributi per
ristrutturare abitazioni colpite da una guerra finita 57 anni fa, considerato,
inoltre, che non è stata prevista l’entrata corrispondente a questo specifico
scopo”.
La parola all’onorevole
Tommasi. Li illustri tutti in una volta, perché
credo che il risultato sarà
omogeneo!
Non avevamo dubbi sui
risultati, Presidente, siete così affaccendati a sistemare altre cose, che questi emendamenti che vanno, per esempio, in direzione dell’editoria minore, non
possono entrare nella vostra agenda: nella vostra agenda a stento ci entra il
Televideo – meno male che è stato tolto! –, a stento ci entra l’informazione alle varie testate, non facendo neanche
convenzioni, figuratevi se potete pensare
all’editoria minore! Non c’erano dubbi! Però noi il problema lo poniamo ugualmente come minoranza attenta, perché
non può esserci soltanto un’editoria maggiore, ma riteniamo che incentivi
vadano dati anche all’editoria minore che tanti sforzi pone in essere per
attuare un’editoria e un’informazione culturale, che va verso il servizio e la
cultura dei calabresi. E noi sappiamo che anche su questo terreno siamo
l’ultima regione d’Italia.
Io credo che anche su questo già mi abbiate preannunciato
un voto contrario, perché il Presidente ha anticipato il parere del relatore e
della Giunta…
PRESIDENTE
Sono un Presidente che abbraccia un po’ tutto!
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, lei ha delle braccia larghissime!
PRESIDENTE
Parere del relatore? Contrario.
Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.179.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.176 a firma Tommasi: “Al fine di assicurare un controllo efficace sullo stato dell’ambiente della nostra regione e in particolare per le zone costiere, nell’ambito della stessa Upb codice 3.2.01.01.02 si autorizza il finanziamento di Euro 25 mila, per l’esercizio finanziario 2002, con la seguente finalizzazione:
“Istituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio ambientale della costa ionica cosentina”.
La parola all’onorevole Tommasi.
Su questo emendamento poi chiederò anche l’intervento dell’assessore Dima e del Presidente della Commissione ambiente, l’onorevole Senatore, perché va nella direzione dell’istituzione di un osservatorio per il monitoraggio della costa ionica cosentina, una costa che ha bisogno di tanta attenzione, ci sono fiumi importanti che si immettono in questa costa, come il Crati.
Credo sia necessario per controllare questa costa che può dare tanto allo sviluppo turistico, che ha l’unica bandiera blu della provincia di Cosenza, a Roseto Capo Spulico, ma da lì fino ad arrivare a Cirò non c’è più niente di questa qualità perché non si riesce a raggiungere i parametri stabiliti dalla Commissione europea.
Quindi credo sia un emendamento necessario, istituire un Osservatorio in quell’area può davvero dare la svolta sulla qualità ambientale e sullo sviluppo turistico di quell’area.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
L’intervento è richiesto per appartenenza territoriale o per competenze…?
(Interruzione dell’onorevole Tommasi)
Parere del relatore? Contrario. Parere della Giunta? Contrario.
Pongo in votazione l’emendamento protocollo 1.176.
(E’ respinto)
Emendamento protocollo 1.177 a firma Tommasi: “Si autorizza il finanziamento di Euro 200 mila per l’esercizio finanziario 2003 con la seguente finalizzazione:
“Spese per l’erogazione di incentivi alle aziende agricole calabresi che attuano e promuovono sistemi produttivi ecocompatibili riconducibili nell’ambito metodologico dell'agricoltura biologica”.
La spesa relativa comporta una equivalente diminuzione del Codice 2.2.04.06.02 Upb 2.2.04.06 sul quale è previsto uno stanziamento di Euro 1.342.787,94”.
La parola all’onorevole Tommasi.
(Interruzione)
Non abbiamo dubbi. Non dovete spiegarlo a me che votate
contro, lo dovete spiegare ai nostri
concittadini calabresi, perché nel momento in cui si
boccia un emendamento di poche decine di migliaia di Euro che va nella
direzione di un nuovo sviluppo di questa nostra terra, lo spiegherete a
Rossano, a Scilla, ma non è questo il problema.
Questo è un emendamento che, di fatto, si spiega da sé
perché va nella direzione di incentivi ulteriori all’agricoltura biologica, ma
proprio per non correre il rischio che me lo bocciate, lo ritiro.
PRESIDENTE
La parola all’assessore Dima.
Giovanni DIMA, assessore all’agricoltura
Hai fatto bene a
ritirarlo perché, così come presentato, è
incompatibile con il resto.
PRESIDENTE
Gli emendamenti protocollo 1.232 e 1.233 a firma Pisano, poiché non è in Aula, sono ritirati.
Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 9.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 10.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 11.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il progetto di legge numero 349/7^ nel suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Quarto punto all’ordine del giorno: proposta
di provvedimento amministrativo numero
248/7^ di iniziativa dell’Ufficio di
Presidenza, recante – “Variazione al bilancio
del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario
2003”.
L’onorevole Rizza ha facoltà di svolgere la relazione.
Signor Presidente, c’è da prendere atto delle risultanze del conto consuntivo del
bilancio del Consiglio per riallocare l’avanzo di bilancio.
Quindi credo non ci sia null’altro da
aggiungere.
Poiché nessuno chiede di intervenire,
pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo n. 248/7^ nel
suo complesso.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportata in allegato)
Chiede di intervenire sull’ordine dei lavori l’onorevole Rizza. Ne ha facoltà.
Presidente, le chiedo di inserire all’ordine del giorno della prossima seduta consiliare,
ex articolo 67, il disegno di legge sul riordino dei Consorzi di bonifica.
Pasquale Maria TRIPODI
Questo Consiglio aveva preso impegni…
PRESIDENTE
…di inserire il Piano faunistico.
Quello era già inserito, onorevole Tripodi.
(Interruzione)
Piano faunistico e riordino Consorzi di bonifica.
Presidente, insieme al Piano
faunistico la Commissione, già da sei mesi, ha licenziato la legge quadro sulle
aree protette. Quindi, nel momento in cui si vogliono inserire provvedimenti
ancora non licenziati, inseriamo almeno i provvedimenti che la quarta
Commissione ha licenziato.
PRESIDENTE
Ma quelli licenziati andranno da sé,
onorevole Tommasi.
Diego Antonio TOMMASI
Appunto, però non si riesce a capire
dove si è inceppata.
PRESIDENTE
Ma c’è stato il bilancio, per questo.
Diego Antonio TOMMASI
Se si è inceppata per colpa dei
cacciatori, io non lo so.
C’è un ordine del giorno a firma
dell’assessore Dima e di tanti altri colleghi che “impegna la Giunta regionale,
d’intesa con il Comune di Corigliano Calabro, ad attivare ogni iniziativa utile
ad istituire il collegamento turistico marittimo Sibari-Grecia. A tal fine la
Giunta regionale è autorizzata ad utilizzare i fondi disponibili sull’Upb
2.2.01.04, capitolo 33103 e quelli derivanti dai programmi attinenti Agenda
2000”.
(Interruzioni)
Intanto, se si decide, bisogna prima inserirlo all’ordine del giorno.
Diego Antonio TOMMASI
Questo era l’emendamento Dima-Pacenza e adesso diventa solo Dima?
PRESIDENTE
Non è un emendamento.
(Interruzioni)
Diego Antonio TOMMASI
Mi sembra sia veramente una cosa…
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
PRESIDENTE
Era collegato al bilancio ed è diventato un ordine del giorno a firma Dima, Pacenza, Adamo, Senatore ed altri.
Pongo in votazione l’inserimento all’ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
C’è un altro ordine del giorno a firma dell’onorevole Naccarato ed altri…
(Interruzione)
Parla di un editoriale sul quotidiano “La Repubblica”…
Michelangelo TRIPODI
Ma non è all’ordine del giorno, Presidente; per discuterlo, intanto, va inserito all’ordine del giorno, ci vogliono i due terzi e poi se ne parla.
Diego Antonio TOMMASI
Presidente, è stato bocciato tre minuti fa un emendamento che andava verso l’editoria minore e adesso mi si presenta un ordine del giorno sull’editoria minore! Ma stiamo scherzando!
Onorevole Tommasi, dico di cosa tratta questo ordine del giorno: “Il Consiglio regionale della Calabria
esprime la più convinta e totale solidarietà al
Presidente del Consiglio
dei ministri Silvio Berlusconi per l’indegna aggressione subita e la più sdegnata, ferma
condanna e profonda indignazione per le dichiarazioni del leader cubano Fidel
Castro, invitando il Governo italiano ad assumere
con decisione provvedimenti conseguenti anche drastici a tutela della dignità, del prestigio e
dell’autorevolezza dello Stato italiano”.
Non si parla di editoria
minore.
Pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Damiano GUAGLIARDI
Queste sono buffonate,
Presidente! Apriamo la discussione, Presidente!
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
PRESIDENTE
Sto dicendo che non abbiamo approvato niente, ho letto di cosa si tratta, adesso votiamo per l’inserimento.
Prego, onorevole Adamo.
Io penso che esista un problema che riguarda la decisione rispetto all’inserimento all’ordine del giorno, ma esiste anche un problema di forma. Trovo abbastanza curioso che si faccia su una questione così delicata un ordine del giorno tutto incentrato su un editoriale di un quotidiano locale.
Io penso che ci siano
tutte le condizioni perché,
se si inserisce all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio regionale, noi lo si possa riscrivere questo
ordine del giorno e riscriverlo secondo una determinazione autonoma politica
del Consiglio regionale, cioè il Consiglio regionale della Calabria trovo
curioso che si pronunci…
Non abbiamo nessuna difficoltà, onorevole Adamo, anzi lo
inseriamo al prossimo ordine del
giorno e poi si può anche emendare.
C’è un altro ordine del giorno: “Preso atto che la pianta organica del Consiglio regionale
comprende il personale di cui al
concorso legge 25 per come stabilito con provvedimento… del Tar, impegna
l’Ufficio di Presidenza a predisporre
gli atti necessari affinché l’intera dotazione del personale ausiliare, ai sensi della legge indicata in premessa, sia
aggiuntiva rispetto al contingente indicato da…”.
Giuseppe BOVA
Chi l’ha presentato?
PRESIDENTE
Le firme non le conosco.
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
Sì, ma non è inserito
e non è nemmeno proposto.
C’è un altro ordine del giorno a firma Senatore: “Il
Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a diramare apposite direttive alle Asl e alle aziende
ospedaliere affinché costituiscano il fondo per la retribuzione di risultato
previsto dal Cnl presso le aziende sanitarie ed ospedaliere e ad autorizzare le
stesse ad incrementare il
predetto fondo, nella misura massima prevista dalla normativa vigente delle
somme realmente erogate per competenze fisse al personale del ruolo della
dirigenza del Servizio sanitario nazionale configurante nel consuntivo 2002”.
Bisogna inserirlo all’ordine del giorno. Siete per l’inserimento?
(Interruzione dell’onorevole Tripodi M.)
Si inserisce per la prossima volta….
Convocazione della prossima seduta
PRESIDENTE
La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.
La seduta
termina alle 6,55
Ha chiesto congedo il consigliere Pirillo.
(E’ concesso)
Art. 1
Fondi Speciali
1. Gli importi da
iscrivere nei fondi speciali di cui all'art. 17 e 21 della legge regionale 4
febbraio 2002, n.8 per il finanziamento dei provvedimenti legislativi che si
prevede possano essere approvati nell'esercizio 2003, restano determinati nella
misura indicate nelle tabelle A e B, allegate alla presente legge,
rispettivamente per il Fondo speciale destinato alle spese correnti, di cui
alla UPB 8.1.01.01 e per il Fondo speciale destinato alle spese in conto
capitale, di cui alla UPB 8.1.01.02.
Art. 2
Rifinanziamento leggi regionali
1. Ai sensi dell'art.3,
comma 2, lett. c), della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8 il
rifinanziamento o la riduzione degli stanziamenti previsti dalle leggi
regionali di spesa, per ciascuno degli anni considerati nel bilancio
pluriennale 2003-2005, restano determinati nella misura indicata nella tabella
C allegata alla presente legge.
Art. 3
Norma finanziaria
1. Alla copertura degli
oneri derivanti dalla presente legge - ammontanti a complessivi EURO
341.833.606,57 nel triennio 2003-2005, di cui EURO 339.833.606,57 a carico del
bilancio per l'esercizio 2003 - si fa fronte, ai sensi dell'art. 4 della legge
regionale 4 febbraio 2002, n.8, con le risorse evidenziate nella parte entrata
del bilancio pluriennale 2003-2005, nel rispetto delle determinazioni
indicative definite nella parte spesa del medesimo bilancio pluriennale, in
termini finanziari, e nei documenti programmatici e nelle leggi regionali di
spesa, in termini economico-giuridici.
2. Le tabelle A, B e C,
allegate alla presente legge, danno la dimostrazione analitica della nuova
spesa autorizzata con riferimento alle leggi organiche, alle UPB e ai capitoli
della spesa.
Art. 4
Pubblicazione
1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.
Vedi tabelle (formato PDF)
Art.1
1.Alla copertura della spesa inerente al servizio sanitario regionale derivante da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2000 si provvede con la quota parte del secondo lotto del mutuo di complessivi 258.000.000.000,00 euro, pari a 103.000.000.000,00 euro - già contratto con la Cassa Depositi e Prestiti in data 4.12.2002, ai sensi dell'art.18 della legge regionale 7 agosto 2002, n.29 - iscritti all'UPB 6.1.01.01 (capitolo 61010110 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003.
2.Alla copertura della spesa inerente
al servizio sanitario regionale derivante da atti giudiziali di pignoramento
per l'anno 2001 si provvede con la quota parte delle entrate derivanti dai
provvedimenti tributari assunti in materia di addizionale lrpef e di tasse automobilistiche
- ai sensi della legge regionale 7 agosto 2002, n.30 - disponibili all'UPB
6.1.01.01 (capitolo 61010120) dello stato di previsione della spesa del
bilancio 2003.
3.Al fine di garantire la copertura
della spesa, diversa da quella inerente al servizio sanitario regionale
-derivante da atti giudiziali di pignoramento per gli anni 2000 e 2001, di cui
ai residui attivi accertati nei capitoli 6104158 e 6104159 dell'entrata del
bilancio relativo all'esercizio finanziario 2002 - è autorizzata per l'esercizio
finanziario 2003 la spesa di euro 7.884.546,77, con accantonamento
nell'apposito fondo di riserva di cui all'UPB 8.2.01.04 (capitolo 82010403)
dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003.
4.La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprio atto il prelevamento di somme dal fondo di riserva di cui al precedente comma e la loro iscrizione nei corrispondenti capitoli di bilancio, al fine di regolarizzare le relative obbligazioni a mano a mano che l'Avvocatura regionale trasmetterà alla Ragioneria Generale i dati necessari per l’individuazione del beneficiario e della natura della spesa.
Art. 2
1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore íl giorno successivo della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
EMENDAMENTO SOSTITUTIVO DEL PROGETTO DI LEGGE N. 351/7^
La Giunta regionale
vista la legge regionale 4 febbraio 2002 n.8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione Calabria";
premesso che la Giunta regionale ha già presentato in Consiglio regionale il d.d.l. recante "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003/2005 della Regione Calabria (legge finanziaria)", il d.d.l. recante "Bilancio annuale di previsione della regione Calabria per l'anno finanziario 2003 e bilancio pluriennale per il triennio 2003/2005", il d.d.l. "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per 1' anno 2003)", approvati dalla stessa Giunta regionale rispettivamente con deliberazioni nn. 1112, 1113, 1115 del 6.12.2002;
che il Consiglio regionale non ha ancora approvato definitivamente i disegni di legge in argomento;
che con legge regionale 27 dicembre 2002, n.51 il Consiglio regionale ha autorizzato la Giunta regionale all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per 1' anno finanziario 2003;
che i bilanci in discussione al Consiglio regionale contengono dati soltanto provvisori relativamente ai residui attivi e passivi, all'avanzo di amministrazione ed ai fondi da riprodurre nella competenza 2003;
considerato che a seguito delle note del Dipartimento "Bilancio e Finanze" nn.2981 e 2982 del 4.12.2002, n.3098 del 20.12.2002, n.33 del 16.1.2003 nonché della nota del Presidente della Giunta Regionale n.129 del 21.1.2003, i Dipartimenti interessati hanno effettuato il riaccertamento dei residui passivi ai sensi dell'art.52 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8;
che è stata effettuata la chiusura definitiva dei conti inerenti all'esercizio 2002 e che, pertanto, sono stati definiti i residui attivi e passivi, il saldo finanziario positivo alla chiusura dell'esercizio medesimo, nonché le economie da fondi con vincolo di destinazione da riprodurre nella competenza 2003;
che è stata definita la previsione di ulteriori entrate con vincolo di destinazione da iscrivere negli stati di previsione dell'entrata e della spesa;
che sono state proposte modifiche ed integrazioni alle previsioni precedentemente proposte dalla Giunta regionale;
ravvisata, pertanto, la necessità di apportare ai disegni di legge presentati in Consiglio regionale le opportune variazioni ed integrazioni onde consentire la immediata e definitiva approvazione;
accertato che conseguentemente i disegni di legge regionali in argomento subiscono i necessari aggiornamenti;
tenuto conto più specificatamente dell'obbligo di cui all'art.89 del regolamento interno del Consiglio Regionale;
su proposta del Presidente della Giunta Regionale On. Giuseppe Chiaravalloti, formulata alla stregua dell'istruttoria compiuta dalle strutture interessate, nonché della espressa dichiarazione di regolarità dell'atto resa dal dirigente preposto al settore, a voti unanimi
delibera
Per le motivazioni espresse in premessa:
-
di apportare alla proposta di bilancio annuale 2003 e
pluriennale 2003/2005, già presentata in Consiglio regionale, tutte le
variazioni contenute nella definitiva stesura del bilancio medesimo, che si
allega alla presente deliberazione per fame parte integrante e sostanziale;
- di stabilire che i residui attivi e passivi, nonché il saldo finanziario positivo, cosi come risultano dalla chiusura dei conti relativi all'esercizio finanziario 2002 sono iscritti nella stesura definitiva della proposta di bilancio 2003 allegata;
- di approvare gli allegati che accompagnano i bilanci annuale e pluriennale in parola;
- di approvare i disegni di legge regionale "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003/2005 della Regione Calabria (legge finanziaria)", "Bilancio annuale di previsione della Regione Calabria per l'anno finanziario 2003 e bilancio pluriennale per il triennio 2003/2005", "Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l'anno 2003)", con tutte le successive e corrispondenti modifiche ed 'integrazioni, che si allegano al presente atto per farne parte integrante e sostanziale;
- di stabilire che i disegni di legge di cui trattasi con tutti i relativi allegati, sono presentati, nella nuova stesura, al Consiglio regionale, a nome della Giunta regionale, per il tramite del Presidente della Giunta regionale On. Giuseppe Chiaravalloti, quali emendamenti sostitutivi rispettivamente dei corrispondenti disegni di legge in discussione al Consiglio regionale, richiamati in premessa;
- di inviare la presente deliberazione al Consiglio regionale per la parte di sua competenza.
Art. 1
1.Alla copertura della spesa inerente al servizio sanitario regionale derivante da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2000 si provvede con la quota parte del secondo lotto del mutuo di complessivi 258.000.000.000,00 euro, pari a 103.000.000.000,00 euro - già contratto con la Cassa Depositi e Prestiti in data 4.12.2002, ai sensi dell'art.18 della legge regionale 7 agosto 2002, n.29 - iscritti all'UPB 6.1.01.01 (capitolo 61010119) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Alla copertura della spesa inerente al servizio sanitario regionale derivante da atti giudiziali di pignoramento per l'anno 2001 si provvede con la quota parte delle entrate derivanti dai provvedimenti tributari assunti in materia di addizionale Irpef e di tasse automobilistiche - ai sensi della legge regionale 7 agosto 2002, n.30 - disponibili all'UPB 6.1.01.01 (capitolo 61010120) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
3.Al fine di garantire la copertura della spesa, diversa da quella inerente al servizio sanitario regionale - derivante da atti giudiziali di pignoramento per gli anni 2000 e 2001, di cui ai residui attivi accertati nei capitoli 6104158 e 6104159 dell'entrata del bilancio relativo all'esercizio finanziario 2002 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 7.884.546,77, con accantonamento nell'apposito fondo di riserva di cui all'UPB 8.2.01.04 (capitolo 82010403) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
4.La Giunta regionale è autorizzata a disporre con proprio atto il prelevamento di somme dal fondo di riserva di cui al precedente comma e la loro iscrizione nei corrispondenti capitoli di bilancio, al fine di regolarizzare le relative obbligazioni a mano a mano che l'Avvocatura regionale trasmetterà alla Ragioneria Generale i dati necessari per l'individuazione del beneficiario e della natura della spesa.
Art. 2
1.Gli Enti Strumentali concorrono con la Regione al rispetto degli obblighi comunitari della Repubblica ed alla conseguente realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2003-2005. Il complesso delle spese correnti per l'esercizio 2003, al netto delle spese per interessi passivi, delle spese finanziate da programmi comunitari non può superare l'ammontare degli impegni a tale titolo relativi all'esercizio 2000, aumentati del 4,5 per cento. Per l'esercizio 2005 si applica un incremento pari al tasso di inflazione programmato indicato dal documento di programmazione economico finanziaria.
2.La Giunta regionale è autorizzata ad adottare tutte le iniziative finalizzate alla riduzione dell'indebitamento della Regione, sia attuale che futuro, anche mediante la gestione attiva del debito attraverso l'utilizzo di strumenti di finanza derivata, nel rispetto dei limiti previsti dalla normativa nazionale in materia.
Art. 3
1.A decorrere dal 1 gennaio 2003 sono esenti dal pagamento della tassa automobilistica regionale i veicoli, intestati alla Regione Calabria o comunque immatricolati a favore della stessa, presenti negli archivi del Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.), che sono utilizzati direttamente dall'Amministrazione Regionale.
2.Sono esclusi dall'esenzione di cui al comma 1 del presente articolo i veicoli che, pur intestati alla Regione Calabria o immatricolati a favore della stessa, sono stati concessi in uso ad altri soggetti pubblici o privati. I soggetti utilizzatori di detti veicoli sono tenuti a corrispondere alla Regione Calabria la tassa automobilistica regionale nella misura e secondo i termini e le modalità stabiliti dalla legislazione vigente.
3.E' istituito l'albo dei veicoli di proprietà della Regione Calabria esenti dal pagamento della tassa automobilistica regionale. All'ufficio preposto alla gestione del parco auto regionale è affidata la tenuta e l'aggiornamento dell'albo di cui al comma precedente.
4.Entro i mesi di gennaio e giugno di ogni anno, detto ufficio provvede ad elaborare l'elenco dei veicoli intestati alla Giunta Regionale ed al consiglio Regionale ed a trasmetterlo alla struttura regionale competente in materia tributaria.
5.Per l'anno in corso, in via
transitoria, il primo elenco di cui al precedente comma 5 è prodotto entro
sessanta giorni dalla pubblicazione della presente legge.
6. All'art. 6, comma 6, della legge regionale 28 agosto 2000, n.16 dopo le
parole "... dal dirigente" sono aggiunte le seguenti parole " e
dai funzionari ... .".
Art. 4
1. Alla copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'attuazione del Programma Operativo Regionale (POR) della Calabria 2000/2006 - approvato con decisione della Commissione delle Comunità Europee dell'8 agosto 2000 n. C (2000) 2345 - e del relativo Complemento di Programmazione nell'ambito del Quadro Comunitario di Sostegno 2000/2006, ammontanti a complessivi Euro 1.040.508.000,00 negli anni 2004 e 2005, si fa fronte con le risorse provenienti dai seguenti canali di finanziamento:
a) quanto a Euro 111.833,000,00 con risorse derivanti dal Fondo Sociale Europeo (FSE), allocate all'UPB 2.3.01 dell'entrata (capitolo 2329101) ed alle corrispondenti UPB e relativi capitoli della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005 della Regione;
b) quanto a Euro 321.618.000,00 con risorse derivanti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), allocate all'UPB 4.6.01 dell'entrata (capitolo 2329201) ed alle corrispondenti UPB e relativi capitoli dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005 della Regione;
c) quanto a Euro 113.603.000,00 con risorse derivanti dal Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e di Garanzia (FEAOG), allocate all'UPB 4.6.01 dell'entrata (capitolo 2329202) ed alle corrispondenti UPB e relativi capitoli dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005 della Regione;
d) quanto a Euro 5.152.000,00 con risorse derivanti dallo Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP), allocate all'UPB 4.6.01 dell'entrata (capitolo 2329203) ed alle corrispondenti UPB e relativi capitoli dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005 della Regione;
e) quanto a Euro 337.857.000,00 con risorse derivanti dal Fondo di rotazione previsto dall'art.5 della legge 16 aprile 1987, n.183, allocate all'UPB 4.4.22 dell'entrata (capitolo 2329204) ed alle corrispondenti UPB e relativi capitoli dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005 della Regione;
f) quanto a Euro 69.163.000,00 con risorse previste dall'Accordo di Programma Quadro (APQ) "Ciclo Integrato delle Acque", nell'ambito dell'Intesa Istituzionale di Programma firmata in data 19 ottobre 1999, e derivanti dai fondi assegnati alla Regione Calabria con deliberazioni del CIPE n.142 del 6 agosto 1999 e n.84 del 4 agosto 2000;
g) quanto a Euro 6.169.000,00 con risorse previste dall'Accordo di Programma Quadro (APQ) Unfrastrutturazione per lo Sviluppo Locale", nell'ambito dell'Intesa Istituzionale di Programma firmata in data 19 ottobre 1999, e derivanti dai fondi assegnati alla Regione Calabria con deliberazioni del CIPE n.84 del 4 agosto 2000 e n.138 del 21 dicembre 2000;
h) quanto a Euro 26.370.000,00 con risorse previste dall'Accordo di Programma Quadro (APQ) per il "Sistema delle Infrastrutture di Trasporto", nell'ambito dell'Intesa Istituzionale di Programma firmata in data 19 ottobre 1999, e derivanti dai fondi assegnati alla Regione Calabria con deliberazioni del CIPE n.138 del 21 dicembre 2000 e n.36 del 3 maggio 2002;
i) quanto a Euro 12.222.000,00 con risorse derivanti dalle leggi 7 agosto 1990, n.253 e 3 agosto 1998, n.267, allocate all'UPB 4.4.06 dell'entrata (capitoli 2305219 e 2305275) ed alla corrispondente UPB 3.2.04.03 dello stato di previsione della spesa (capitoli 2112206 e 2141230) dei bilanci per gli anni 2002 e 2003;
j) quanto a Euro 14.379.000,00 con risorse proprie regionali, di cui Euro 7.000.000,00 e 7.379.000,00 rispettivamente a carico dei bilanci 2004 e 2005 allocate su base pluriennale all'UPB 4.1.01.01 dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale 2003-2005;
k) quanto a Euro 11.721.000,00 con risorse previste tempo per tempo nei bilanci annuali dell'Azienda Forestale della Regione Calabria (A.FO.R.), ente strumentale della Regione, inerenti a progetti avviati nel settore della forestazione produttiva;
l) quanto a Euro 10.421.000,00 con risorse a carico degli Enti locali interessati, da prevedere tempo per tempo nei propri bilanci, per la copertura della quota del 15 per cento inerente al finanziamento di programmi di sviluppo urbano nell'ambito dell'Asse V "Città" del POR della Calabria 2000-2006.
2. La destinazione analitica della nuova spesa autorizzata - in relazione ai canali di finanziamento, al programma, alle funzioni obiettivo, alle UPB, alle misure, ai capitoli e alle leggi organiche - è definita dalle tabelle annesse alla legge regionale di bilancio previsione annuale 2003 e pluriennale 2003-2005, per quanto attiene a quella finanziata con i fondi strutturali comunitari e con le risorse proprie regionali, mentre si rinvia agli Accordi di Programma Quadro per quelle finanziate con le richiamate deliberazioni del CIPE n.142/1999, n.84/2000, n.138/2000 e n.36/2002.
3.La Regione, anche con riferimento a quanto previsto dal Programma Operativo Regionale (POR) Calabria 2000-2006, approvato con decisione della Commissione Europea n. C(2000) 2345 dell'8 Agosto 2000, concede aiuti a favore dell'occupazione, accordati in conformità a quanto previsto dal Regolamento (CE) n. 2204/2002 della Commissione Europea del 12 dicembre 2002 e nel rispetto delle intensità massime stabilite dal medesimo regolamento.
4. La Giunta Regionale, con propri atti, disciplina le modalità attuative per la concessione degli aiuti di cui al citato Regolamento (CE) n. 2204/2002.
Art. 5
1.Al fine di consentire la regolarizzazione delle inadempienze di natura fiscale e contributiva di cui alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, così come modificata dalla legge 21 febbraio 2003, n. 27, la Giunta Regionale è autorizzata a concedere in favore del Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e Media Valle Crati un'anticipazione di Euro 250.000,00, con allocazione all'UPB 2.2.04.09 (capitolo 22040906) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Il Consorzio di Bonifica della Piana di Sibari e Media Valle Crati è tenuto comunque a rimborsare alla Regione l'anticipazione di cui al precedente comma non appena saranno riscossi i contributi consortili da parte del Consorzio medesimo o da altro soggetto incaricato alla riscossione.
3.Per far fronte agli impegni assunti dalla Regione Calabria con l'Accordo di Programma sottoscritto in data 30 maggio 2002 con il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, relativi alla realizzazione della fase dimostrativa e di implementazione dei prodotti e servizi innovativi rinvenienti dal Piano Telematico Calabria (TELCAL), è autorizzata - quale quota di cofinanziamento a carico del bilancio regionale, determinata nella misura del 30 per cento dell'importo complessivo - la spesa di euro 2.400.000,00 allocata all'UPB 1.2.03.01 (capitolo 12030106) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
Art. 6
1.Il termine finale per l'attuazione del piano di stabilizzazione previsto dall'art. 8 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4, come modificato dalla legge regionale 27 dicembre 2002, n. 52, è fissato al 31 dicembre 2003 per i soggetti di cui all'articolo 3, lettera a), della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4 ed al 30 giugno 2003 per i soggetti di cui alle lettere b), c), d) dello stesso articolo.
2. I lavoratori di cui all'articolo 3, lettere a), b), c) e d) della legge
regionale 30 gennaio 2001, n. 4 che, alla data di entrata in vigore della
presente legge, sono utilizzati in forza di apposite convenzioni Regione-Enti
con oneri a carico del Fondo Regionale per l'occupazione di cui all'art. 2
della stessa legge, possono ottenere un "Contributo straordinario di
inserimento lavorativo" - con la conseguente cancellazione dal bacino di
appartenenza - qualora ne facciano richiesta per intraprendere un'attività
lavorativa autonoma, di collaborazione coordinata e continuativa o di impresa
esercitata in forma individuale.
3. Il contributo straordinario di inserimento lavorativo è pari alla somma che sarebbe spettata fino a tutto il 31 dicembre 2003, detratte le mensilità già riscosse alla data della domanda, oltre ad un'ulteriore somma pari a quanto spettante a titolo di assegno per ulteriori 18 mesi. Il contributo non è cumulabile con altri incentivi erogati dalla Regione, per il medesimo lavoratore, anche ad altri soggetti per ipotesi di stabilizzazione diverse da quelle regolate dalla presente norma.
4.La domanda per l'ottenimento del contributo di cui ai commi precedenti deve essere presentata alla Regione Calabria - Assessorato al Lavoro - Dipartimento Politiche del Lavoro entro e non oltre il 30 giugno 2003, corredata da apposita dichiarazione di responsabilità con la quale l'interessato dovrà fornire le indicazioni sull'attività che intende intraprendere, sia essa di lavoro autonomo, di collaborazione coordinata e continuativa o di impresa in forma individuale, e precisando la data di inizio della nuova attività.
5.Ai maggiori oneri derivanti dal presente articolo si provvede, per quanto riguarda il comma 1, con le risorse allocate all'UPB 4.3.02.01 (capitolo 2323230) ed all'UPB 4.3.02.02 (capitoli 2323214, 43020205 e 43020209), mentre per quanto riguarda il comma 3, con le risorse allocate all'UPB 4.3.02.02 (capitolo 43020210) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
6. Il comma 3 dell'articolo 7 della legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4 è abrogato.
Art. 7
1.Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento delle spese relative ai contributi già concessi ai sensi della legge regionale 3 giugno 1975, n. 25 e successive modificazioni ed integrazioni - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 ed è stata rispettata l'intensità del relativo regime di aiuto vigente per il periodo di programmazione dei fondi strutturali comunitari 1994-1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 1.500.000,00 allocata all'UPB 2.2.04.08 (capitolo 22040824) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi ai sensi del Regolamento CEE 2081/93 - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 173.147,10 allocata all'UPB 2.2.04.08 (capitolo 22040825) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
3.Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi a carico del POM Agricoltura, Misura 1.15, per la ristrutturazione di impianti irrigui - i cui impegni giuridicamente vincolanti, nei confronti dei soggetti beneficiari, sono stati regolarmente assunti entro il 31.12.1999 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 1.500.000,00 allocata all'UPB 2.2.04.08 (Capitolo 22040826) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
4.Per far fronte ad interventi urgenti in materia di lotta contro le malattie degli animali, la Giunta Regionale, in conformità con quanto disposto dagli artt. 4, 7 e 16 della legge regionale 8 luglio 2002, n.24, è autorizzata a concedere un contributo straordinario alle aziende per la ricostituzione del patrimonio zootecnico a seguito di abbattimento del bestiame a causa di epizozie.
5.Per gli interventi di cui al precedente comma, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 500.000,00, con allocazione all'UPB 2.2.04.04 (capitolo 22040412) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
6.Per far fronte ad interventi urgenti in materia di prevenzione e controllo delle fitopatie, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 100.000,00, con allocazione all'UPB 2.2.04.08 (capitolo 22040822) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
7.Al fine di garantire la piena funzionalità del Servizio fitosanitario portuale di Gioia Tauro e Corigliano, è autorizzata per l'acquisto di attrezzature tecniche, strumentali, logistiche e di materiali, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di euro 150.000,00 allocata all'UPB 2.2.04.08 (capitolo 22040827) dello stato di previsione della spesa del bilancio per 1' anno 2003.
Art. 8
1.La Regione Calabria, in attuazione dei principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, promuove la costituzione di una Fondazione che opera nell'ambito delle politiche per l'emersione del lavoro irregolare aperta alla partecipazione dei soggetti pubblici e privati.
2.La Fondazione ha lo scopo di attuare e sostenere le politiche per l'emersione del lavoro irregolare attraverso attività di formazione, studio, ricerca ed osservatorio anche attraverso l'attuazione di progetti finanziati con risorse nazionali e comunitarie.
3.Il patrimonio della Fondazione è costituito:
a) dal contributo in denaro indicato nell'atto costitutivo e versato dalla Regione Calabria, nonché da ulteriori incrementi specificatamente rivolti allo scopo di accrescere il patrimonio;
b) da conferimenti e donazioni di beni mobili ed immobili, contributi, eredità, legati, lasciti, liberalità ed introiti di qualsiasi genere, nell'osservanza delle disposizioni di legge vigenti in materia.
4.La Giunta Regionale ed il suo Presidente sono autorizzati a compiere, per quanto di propria competenza, tutti gli atti necessari a promuovere la costituzione della Fondazione.
5.Per le attività di cui ai precedenti commi, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 500.000,00 allocata all'UPB 4.3.02.05 (Capitolo 43020504) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
Art. 9
1.E' istituito un Fondo regionale per concorrere al sostegno finanziario degli interventi di cui alla Legge 9 gennaio 1989, n. 13 diretti all'eliminazione ed al superamento delle barriere architettoniche negli edifici privati.
2.Il Fondo regionale di cui al comma 1 è destinato ad integrare le risorse finanziarie assegnate, per le medesime finalità, dallo Stato ai sensi dell'articolo 10 della legge 9 gennaio 1989, n.13 nell'ipotesi in cui le somme attribuite alla Regione non siano sufficienti a coprire l'intero fabbisogno dei Comuni.
3.Nel caso di rinuncia da parte degli aventi diritto o di decadenza delle condizioni necessarie all'ottenimento, il contributo è restituito alla Regione dalle Amministrazioni Comunali entro 60 giorni dal verificarsi della condizione che ha determinato la rinuncia o la decadenza, trascorsi i quali sono dovuti gli interessi moratori.
4.Per l'intervento di cui al comma 1 è autorizzata la spesa di euro 1.000.000,00 allocata all'UPB 3.2.02.04 (Capitolo 32020406) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
Art. 10
1.Per il cofinanziamento a carico del bilancio regionale dei progetti di sviluppo dei sistemi locali finalizzati al miglioramento della qualità dell'offerta turistica di cui agli artt. 5, 6 e 12 della legge 29.3.2001, n. 135 è autorizzata la spesa di euro 500.000,00 allocata all'UPB 2.2.01.03 (Capitolo 22010311) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Alfine di garantire le prestazioni di servizi promozionali e di pubblicità inerenti al numero verde antiusura, istituito con deliberazione della Giunta Regionale n. 8853 del 28 febbraio 1995, effettuati nell'anno 2002 per il tramite della società SEAT S.p.A. - incaricata con deliberazione di Giunta regionale n. 887 del 31/10/2001 - è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 146.396,98 con allocazione all'UPB 1.2.04.02 (capitolo 12040212) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
3.Al fine di provvedere alla liquidazione ed al pagamento a saldo delle spese relative ai contributi già concessi agli Enti attuatori di progetti socialmente utili avviati ai sensi del Titolo 1 della legge regionale 30.7.1996, n.18, è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa di euro 464.811,21 allocata all'UPB 4.3.02.02 (capitolo 43020211) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003 .
Art. 11
1.Al fine di consentire la continuità del funzionamento del "Centro Funzionale Meteoidrologico per la Calabria" di cui alle Ordinanze del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile n. 3081 del 12 settembre 2000 e n. 3260 del 27 dicembre 2002 è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003, a titolo di cofinanziamento, la spesa di Euro 271.000,00 allocata all'UPB 3.2.01.01 (capitolo 32010132) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Per il finanziamento degli interventi prioritari di risanamento acustico del rumore prodotto dall'esercizio ferroviario da attuare nell'ambito del "Piano di contenimento ed abbattimento del rumore" sulla base di un Protocollo d'Intesa da stipularsi tra la Regione Calabria e la Rete Ferroviaria Italiana S.p.A., è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003, a titolo di cofinanziamento nel limite del 10%, la spesa di Euro 500.000,00 allocata all'UPB 3.2.01.01 (Capitolo 32010131) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
Art. 12
1.Al fine di realizzare il necessario coordinamento delle iniziative svolte dai Consorzi di Bonifica, la Giunta Regionale, per l'esercizio finanziario 2003, è autorizzata a concedere all'Unione Regionale delle Bonifiche e delle Irrigazioni per la Calabria (URBI), con sede in Catanzaro un contributo pari a Euro 100.000,00 con allocazione all'UPB 2.2.04.09 (capitolo 22040905) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
2.Per gli interventi relativi alla costituzione e all'avviamento delle PMI a sfondo sociale ed etico nel comparto agricolo e per il sostegno del Banco Alimentare è autorizzata per l'esercizio finanziario 2003 la spesa complessiva di Euro 1.000.000,00 con allocazione all'UPB 6.2.01.05 (Capitolo 62010507) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
3.La Giunta Regionale è autorizzata a concedere un contributo straordinario per il finanziamento delle attività della Società Consortile a responsabilità limitata CERERE (Centro Regionale per il Recupero dei centri storici calabresi).
4.Per l'intervento di cui al precedente comma è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di Euro 150.000,00 con allocazione all'UPB 5.2.01.01 (Capitolo 52010108) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
5.La Giunta Regionale, sulla base di un Protocollo d'intesa sottoscritto in data 12 aprile 2002, è autorizzata a concedere un contributo per il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Ricerca Scientifica e tecnologica sulla Montagna (INRM), con sede in Roma.
6.Per l'intervento di cui al comma precedente è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di Euro 250.000,00 con allocazione all'UPB 3.2.04.04 (Capitolo 32040406) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
7.Entro il 30 marzo dell'anno successivo gli Istituti beneficiari di cui ai commi 1, 3 e 5 sono tenuti a presentare alla Giunta Regionale una dettagliata e documentata relazione sull'impiego del contributo, pena la restituzione del contributo.
8.La Giunta Regionale è autorizzata a concedere un contributo per il finanziamento delle spese relative ad interventi di sostegno al Teatro Politeama di Catanzaro, al Teatro stabile di Crotone, al Teatro Comunale F. Cilea di Reggio Calabria, al Teatro Rendano di Cosenza nonché ai soggetti in possesso dei requisiti di cui all'art. 4 della Legge Regionale 19 aprile 1985, n. 16 che svolgono attività teatrali in ambito regionale.
9.Per l'intervento di cui al precedente comma è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di Euro 1.200.000,00 con allocazione all'UPB 5.2.01.02 (Capitolo 52010239) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
10. Per la realizzazione di un programma di rilevanza nazionale relativo ad iniziative promozionali della cultura e dell'immagine della Calabria, incentrato sulla diffusione della conoscenza e sulla valorizzazione dei Bronzi di Riace, è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di Euro 500.000,00 con allocazione all'UPB 5.2.01.01 (Capitolo 52010109) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
11. Al fine di consentire il concorso della Regione alla realizzazione di interventi di recupero, ristrutturazione, adeguamento nonché di nuova costruzione di alloggi e residenze per studenti universitari da effettuare ai sensi della legge 14 novembre 2000, n.338, è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di euro 1.000.000,00, con allocazione all'UPB 4.2.01.01 (capitolo 42010105) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003.
Art. 13
1.Al fine di garantire la continuità della gestione dei compiti residui della Riforma Fondiaria, di cui all'art. 9 della Legge 30.04.1976, n. 386, trasferita alla Regione in attuazione del federalismo amministrativo ai sensi della Legge 15 marzo 1997 e successive modificazioni e integrazioni, è autorizzata, per l'esercizio finanziario 2003, la spesa di euro 2.500.000,00 - con allocazione all' UPB 2.2.04.03 (capitolo 22040307) dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2003 - di cui euro 1.650.000,00 per la gestione degli acquedotti rurali ed euro 850.000,00 per la gestione degli impianti irrigui.
2.I soggetti responsabili della gestione degli acquedotti rurali sono individuati negli Enti d'Ambito di cui all'articolo 43 della legge regionale 3 ottobre 1997, n.10 ai quali, al momento della sottoscrizione da parte del soggetto gestore della convenzione per la gestione del servizio idrico integrato, dovranno essere trasferiti gli impianti, la gestione del servizio ed il relativo personale. Gli Enti d'Ambito dovranno altresì provvedere alla stabilizzazione dei lavoratori impiegati nel servizio, nel rispetto delle modalità e dei limiti previsti dalla normativa vigente in materia di accesso all'impiego.
3.Per l'anno 2003, e comunque fino alla data di sottoscrizione della convenzione da parte dei soggetti gestori, il servizio continuerà ad essere gestito dall'ARSSA.
Art. 14
1.Al fine di promuovere lo sviluppo del sistema delle attività produttive e turistiche della Regione Calabria, è istituito il Contratto d'investimento quale strumento d'intervento regionale cofinanziabile, in regime di aiuto, con risorse regionali, statali, europee nonché con risorse private. Il Contratto d'Investimento è finalizzato alla realizzazione coordinata sul territorio regionale di interventi integrati proposti da soggetti privati, da valutarsi unitariamente in quanto riferiti ad un'unica finalità di sviluppo e di occupazione.
2.Il Contratto d'Investimento è disciplinato mediante apposito Regolamento di attuazione, approvato con deliberazione della Giunta Regionale entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, recante gli ambiti d'intervento, i criteri e le procedure, in coerenza con il POR Calabria 2000 - 2006 e con i regimi d'aiuto notificati ed approvati dalla Commissione Europea, nonché le priorità settoriali e territoriali e le connesse risorse pubbliche, da rivedere con cadenza relazionata alla disponibilità finanziaria.
3.All'art. 31 bis Legge regionale 2 maggio 2001, n. 7, nel testo sostituito dall'art.10 della legge regionale 10.12.2001, n. 36, sono apportate le seguenti modifiche ed integrazioni:
a) al comma 1, dopo le parole: " La Regione sostiene le PMI", sono inserite le seguenti: "dell'industria, del commercio, dell'artigianato e del turismo"; le parole " nella misura massima di 3 punti percentuali", sono sostituite dalle seguenti: "in misura pari al tasso di rendimento dei Titoli di Stato con vita residua cinque anni maggiorati di 1 punto percentuale e comunque non superiore al tasso praticato dall'Istituto di credito";
b) al comma 2, le parole: "selezionati dal Ministero delle Attività Produttive per la gestione delle agevolazioni, di cui alle leggi n. 488/92 e n. 215/92 ed " sono soppresse.
4.All'art. 31-quater, comma 9, della Legge regionale 2 maggio 2001, n. 7 le parole "...20 per cento... " sono sostituite dalle parole " ... 30 per cento... ".
5.Agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede con i corrispondenti fondi previsti nel bilancio annuale 2003 e nel bilancio pluriennale 2003-2005.
Art. 15
1. All'art. 4, comma 2, della legge 23 marzo 1988, n. 8 le parole "..:30 ottobre" sono sostituite dalle seguenti " ... 30 marzo".
Art. 16
1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo della sua pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione.
Art. 1
Bilancio di competenza - stato di previsione dell'entrata e della spesa
1.
E'
approvato in EURO 4.753.112.578.14 lo stato di previsione di competenza delle
unità previsionali di base dell'entrata della Regione per l'anno finanziario
2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella
A - 2^ colonna).
2.
E' approvato in EURO 2.918.355.000,15 lo stato
di previsione di competenza del totale delle contabilità speciali dell'entrata
della Regione per l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella
A - 2° colonna - riga contabilità speciali).
3.
E' autorizzato l'accertamento dei tributi e
delle altre entrate per l'anno 2003.
4.
E' approvato in EURO 4.753.112.578,14 lo stato
di previsione di competenza delle unità previsionali di base della spesa della
Regione per l'anno finanziario 2003, al netto delle contabilità speciali,
annesso alla presente legge (tabella B - 2^ colonna).
5.
E'
approvato in EURO 2.918.355.000,15 lo stato di previsione di competenza del
totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per l'anno
finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella B - 2° colonna - riga
contabilità speciali).
6.
E'
autorizzata l'assunzione di impegni entro i limiti degli stanziamenti dello
stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 2
Bilancio di cassa - Stato di previsione dell'entrata e della spesa
1.
E'
approvato in EURO 4.685.362.578,14 lo stato di previsione di cassa delle unità
previsionali di base dell'entrata della Regione per l'anno finanziario 2003, al
netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella A - 3^
colonna).
2.
E'
approvato in EURO 2.918.35.000,00 lo stato di previsione di cassa del totale
delle contabilità speciali dell'entrata della Regione per l'anno finanziario
2003, annesso alla presente legge (tabella A - 3° colonna - riga contabilità
speciali).
3.
Sono
autorizzate le riscossioni ed il versamento dei tributi e delle entrate per
l'anno 2003.
4. E' approvato in EURO 4.662.712.754,17 lo stato di previsione di cassa delle
unità previsionali di base della spesa della Regione per l'anno finanziario
2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente legge (tabella
B - 3^ colonna).
4.
E'
approvato in EURO 2.918.355.000,00 lo stato di previsione di cassa del totale
delle contabilità speciali della spesa della Regione per l'anno finanziario
2003, annesso alla presente legge (tabella B - 3° colonna - riga contabilità
speciali).
5.
E'
autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli stanziamenti dello
stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 3
Residui attivi e passivi presunti
1.
E'
approvato in EURO ----- il totale dei residui attivi presunti delle unità
previsionali di base al 1° gennaio 2003, al netto delle contabilità speciali,
di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A –1^ colonna ).
2.
E'
approvato in EURO ----- il totale dei residui attivi presunti delle contabilità
speciali al 1° gennaio 2003, di cui al conto annesso alla presente legge
(tabella A – 1^ colonna - riga contabilità speciali).
3.
E'
approvato in EURO ----- il totale dei residui passivi presunti delle unità
revisionali di base al 1° gennaio 2003, al netto delle contabilità speciali, di
cui al conto annesso alla presente legge (tabella B –1^ colonna).
4.
E'
approvato in EURO ----- il totale dei residui passivi presunti delle
contabilità speciali al 1° gennaio 2003, di cui al conto annesso alla presente
legge (tabella B – 1^ colonna - riga contabilità speciali).
Art. 4
Quadro generale riassuntivo
1. E' approvato il quadro generale
riassuntivo dell'entrata e della spesa del bilancio di competenza e di cassa
della Regione per l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge, ai
sensi all'art.14, comma 1, lett. a), della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.8.
Art. 5
Classificazione della entrata e della spesa
1.
Le entrate
della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall'art. 11 della
legge regionale 4 febbraio 2002, n.8. Le categorie e le unità previsionali di
base delle entrate sono approvate nell'ordine e con la denominazione indicate
nel relativo stato di previsione (tabella A).
2.
Le
spese della Regione sono classificate secondo quanto previsto dall'art. 12
della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8. Le aree di intervento, i livelli
programmatici di intervento, le funzioni obiettivo e le unità previsionali di
base sono approvati nell'ordine e con la denominazione indicati nel relativo
stato di previsione (tabella B).
Art. 6
Bilancio pluriennale
1. E' approvato il bilancio pluriennale
della Regione per l'arco di tempo relativo agli anni 2003/2005 allegato al
bilancio annuale, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.4.
Art. 7
Residui perenti
1.
E'
autorizzata la iscrizione, nelle apposite UPB dello stato di previsione della
spesa 8.3.01.01 (parte corrente) e 8.03.01.02 (parte in conto capitale), degli
impegni di spesa regolarmente assunti negli esercizi precedenti, che sono
caduti in perenzione amministrativa alla chiusura dell'esercizio 2002 a norma
dell'art. 52, commi 3 e 4, della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8 che si
prevede possono essere reclamati dai creditori nel corso dell'esercizio
finanziario 2003.
2.
La
copertura finanziaria della spesa autorizzata al precedente comma, ammontante a
complessivi EURO 300.000.000,00 - di cui EURO 100.000.000,00 di parte corrente
e EURO 200.000.000,00 di parte in conto capitale, è garantita da quota parte
del saldo finanziario positivo (avanzo d'amministrazione).
Art. 8
Esercizio delle funzioni trasferite dallo Stato
1. Fino a quando non sia diversamente
disposto da leggi regionali, alle spese per l'esercizio delle funzioni
trasferite alla Regione si provvede, nei limiti dei capitoli iscritti nello
stato di previsione della spesa, sulla base della normativa statale in quanto
applicabile.
Art. 9
Allegati del bilancio
1.
Sono
approvati i seguenti allegati:
- Allegato n. 1, concernente l'elenco delle spese finanziate in tutto o in
parte con la disponibilità costituita dal saldò finanziario positivo (art.13
comma 2 - della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8);
Allegato n.2, concernente il prospetto
che mette a rapporto, per unità previsionale di base, gli stanziamenti di
competenza relativi alle entrate derivanti da assegnazioni statali e
comunitarie, con i correlati stanziamenti di competenza relativi alla spesa
(art. 14, comma 1, letta), della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8).
Art. 10
Pubblicazione
1. La presente legge é dichiarata urgente
ed entra in vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
EMENDAMENTO
SOSTITUTIVO DEL PROGETTO DI LEGGE N. 349/7^
La Giunta regionale
vista la legge regionale 4 febbraio 2002
n.8 recante "Ordinamento del bilancio e della contabilità della Regione
Calabria";
premesso che la Giunta regionale ha già
presentato in Consiglio regionale il d.d.l. recante "Disposizioni per la
formazione del bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003/2005 della Regione
Calabria (legge finanziaria)", il d.d.l. recante "Bilancio annuale di
previsione della regione Calabria per l'anno finanziario 2003 e bilancio
pluriennale per il triennio 2003/2005", il d.d.l. "Provvedimento
generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla
manovra di finanza regionale per 1' anno 2003)", approvati dalla stessa
Giunta regionale rispettivamente con deliberazioni nn. 1112, 1113, 1115 del
6.12.2002;
che il Consiglio regionale non ha ancora
approvato definitivamente i disegni di legge in argomento;
che con legge regionale 27 dicembre 2002,
n.51 il Consiglio regionale ha autorizzato la Giunta regionale all'esercizio
provvisorio del bilancio di previsione per 1' anno finanziario 2003;
che i bilanci in discussione al Consiglio
regionale contengono dati soltanto provvisori relativamente ai residui attivi e
passivi, all'avanzo di amministrazione ed ai fondi da riprodurre nella
competenza 2003;
considerato che a seguito delle note del
Dipartimento "Bilancio e Finanze" nn.2981 e 2982 del 4.12.2002,
n.3098 del 20.12.2002, n.33 del 16.1.2003 nonché della nota del Presidente
della Giunta Regionale n.129 del 21.1.2003, i Dipartimenti interessati hanno
effettuato il riaccertamento dei residui passivi ai sensi dell'art.52 della
legge regionale 4 febbraio 2002, n.8;
che è stata effettuata la chiusura
definitiva dei conti inerenti all'esercizio 2002 e che, pertanto, sono stati
definiti i residui attivi e passivi, il saldo finanziario positivo alla
chiusura dell'esercizio medesimo, nonché le economie da fondi con vincolo di
destinazione da riprodurre nella competenza 2003;
che è stata definita la previsione di
ulteriori entrate con vincolo di destinazione da iscrivere negli stati di
previsione dell'entrata e della spesa;
che sono state proposte modifiche ed
integrazioni alle previsioni precedentemente proposte dalla Giunta regionale;
ravvisata, pertanto, la necessità di
apportare ai disegni di legge presentati in Consiglio regionale le opportune
variazioni ed integrazioni onde consentire la immediata e definitiva
approvazione;
accertato che conseguentemente i disegni
di legge regionali in argomento subiscono i necessari aggiornamenti;
tenuto conto più specificatamente
dell'obbligo di cui all'art.89 del regolamento interno del Consiglio Regionale;
su proposta del Presidente della Giunta
Regionale On. Giuseppe Chiaravalloti, formulata alla stregua dell'istruttoria
compiuta dalle strutture interessate, nonché della espressa dichiarazione di
regolarità dell'atto resa dal dirigente preposto al settore, a voti unanimi
delibera
Per le motivazioni espresse in premessa:
-
di
apportare alla proposta di bilancio annuale 2003 e pluriennale 2003/2005, già
presentata in Consiglio regionale, tutte le variazioni contenute nella
definitiva stesura del bilancio medesimo, che si allega alla presente
deliberazione per fame parte integrante e sostanziale;
-
di
stabilire che i residui attivi e passivi, nonché il saldo finanziario positivo,
cosi come risultano dalla chiusura dei conti relativi all'esercizio finanziario
2002 sono iscritti nella stesura definitiva della proposta di bilancio 2003
allegata;
-
di
approvare gli allegati che accompagnano i bilanci annuale e pluriennale in
parola;
-
di approvare
i disegni di legge regionale "Disposizioni per la formazione del bilancio
annuale 2003 e pluriennale 2003/2005 della Regione Calabria (legge
finanziaria)", "Bilancio annuale di previsione della regione Calabria
per l'anno finanziario 2003 e bilancio pluriennale per il triennio
2003/2005", "Provvedimento generale recante norme di tipo
ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per
l'anno 2003)", con tutte le successive e corrispondenti modifiche ed 'integrazioni,
che si allegano al presente atto per farne parte integrante e sostanziale;
-
di
stabilire che i disegni di legge di cui trattasi con tutti i relativi allegati,
sono presentati, nella nuova stesura, al Consiglio regionale, a nome della
Giunta regionale, per il tramite del Presidente della Giunta regionale On.
Giuseppe Chiaravalloti, quali emendamenti sostitutivi rispettivamente dei
corrispondenti disegni di legge in discussione al Consiglio regionale,
richiamati in premessa;
- di inviare la presente deliberazione al
Consiglio regionale per la parte di sua competenza.
Art. 1
Bilancio di competenza - Stato di previsione dell'entrata e della spesa
1.E' approvato in EURO 7.788.342.913,90 lo stato di previsione
di competenza delle unità previsionali di base dell'entrata della Regione per
l'anno finanziario 2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla
presente legge (tabella A - 2^ colonna).
2.E' approvato in EURO 2.918.355.000,00 lo stato di previsione
di competenza del totale delle contabilità speciali dell'entrata della Regione
per l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella A - 2°
colonna - riga contabilità speciali).
3.E' autorizzato l'accertamento dei tributi e delle altre
entrate per l'anno 2003.
4.E' approvato in EURO 7.788.342.913,90 lo stato di previsione
di competenza delle unità previsionali di base della spesa della Regione per
l'anno finanziario 2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla
presente legge (tabella B - 2^ colonna).
5.E' approvato in EURO 2.918.355.000,00 lo stato di previsione
di competenza del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione
per l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella B - 2°
colonna - riga contabilità speciali).
6.E' autorizzata l'assunzione di impegni entro i limiti degli
stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 2
Bilancio di cassa - Stato di previsione dell'entrata e della spesa
1.E' approvato in EURO 10.466.412.766,25 lo stato di
previsione di cassa delle unità previsionali di base dell'entrata della Regione
per l'anno finanziario 2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla
presente legge (tabella A - 3^ colonna).
2.E' approvato in EURO 3.167.916.277,60 lo stato di previsione
di cassa del totale delle contabilità speciali dell'entrata della Regione per
l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella A - 3° colonna -
riga contabilità speciali).
3.Sono autorizzate le riscossioni ed il versamento dei tributi
e delle entrate per l'anno 2003.
4.E' approvato in EURO 8.461.040.882,25 lo stato di previsione
di cassa delle unità previsionali di base della spesa della Regione per l'anno
finanziario 2003, al netto delle contabilità speciali, annesso alla presente
legge (tabella B - 3^ colonna).
5.E' approvato in EURO 4.970.948.075,15 lo stato di previsione
di cassa del totale delle contabilità speciali della spesa della Regione per
l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge (tabella B - 3° colonna -
riga contabilità speciali).
6.E' autorizzato il pagamento delle spese entro i limiti degli
stanziamenti dello stato di previsione di cui ai precedenti commi 4 e 5.
Art. 3
Residui attivi e passivi presunti
1. E' approvato in EURO 5.412.120.153,01 il
totale dei residui attivi presunti delle unità previsionali di base al 1°
gennaio 2003, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla
presente legge (tabella A -1° colonna ).
2. E' approvato in EURO 249.561.277,60 il
totale dei residui attivi presunti delle contabilità speciali al 1 ° gennaio
2003, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella A - 1° colonna -
riga contabilità speciali).
3. E' approvato in EURO 1.015.041.989,28 il
totale dei residui passivi presunti delle unità previsionali di base al 1°
gennaio 2003, al netto delle contabilità speciali, di cui al conto annesso alla
presente legge ( tabella B 1 ° colonna).
4. E' approvato in EURO 2.052.593.075,15 il
totale dei residui passivi presunti delle contabilità speciali al 1 ° gennaio
2003, di cui al conto annesso alla presente legge (tabella B - 1° colonna -
riga contabilità speciali).
Art. 4
Quadro generale riassuntivo
1. E' approvato il quadro generale
riassuntivo dell'entrata e della spesa del bilancio di competenza e di cassa
della Regione per l'anno finanziario 2003, annesso alla presente legge, ai
sensi all'art.14, comma 1, lett. a), della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.8.
Art. 5
Classificazione dell'entrata e della spesa
1.Le entrate della Regione sono classificate secondo quanto
previsto dall'art. 11 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8. Le categorie
e le unità previsionali di base delle entrate sono approvate nell'ordine e con
la denominazione indicate nel relativo stato di previsione (tabella A).
2.Le spese della Regione sono classificate secondo quanto
previsto dall'art. 12 della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8. Le aree di
intervento, i livelli programmatici di intervento, le funzioni obiettivo e le
unità previsionali di base sono approvati nell'ordine e con la denominazione
indicati nel relativo stato di previsione (tabella B).
Art. 6
Bilancio pluriennale
1. E' approvato il bilancio pluriennale
della Regione per l'arco di tempo relativo agli anni 2003/2005 allegato al
bilancio annuale, ai sensi dell'art. 4 della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.4.
Art. 7
Residui perenti
1.E' autorizzata l'iscrizione, nelle apposite UPB dello stato
di previsione della spesa 8.3.01.01 (parte corrente) e 8.03.01.02 (parte in
conto capitale), degli impegni di spesa regolarmente assunti negli esercizi
precedenti, caduti in perenzione amministrativa alla chiusura dell'esercizio
2002 a norma dell'art. 52, commi 3 e 4, della legge regionale 4 febbraio 2002,
n.8, che si prevede possano essere reclamati dai creditori nel corso
dell'esercizio finanziario 2003.
2.La copertura finanziaria della spesa autorizzata al
precedente comma, ammontante a complessivi EURO 374.679.950,25 - di cui EURO
125.896.514,90 di parte corrente e EURO 248.783.435,35 di parte in conto
capitale, è garantita da quota parte del saldo finanziario positivo (avanzo
d'amministrazione).
Art. 8
Esercizio delle funzioni trasferite dallo Stato
1. Fino a quando non sia diversamente
disposto da leggi regionali, alle spese per l'esercizio delle funzioni
trasferite alla Regione si provvede, nei limiti dei capitoli iscritti nello
stato di previsione della spesa, sulla base della normativa statale in quanto
applicabile.
Art. 9
Variazioni al bilancio
1. La Giunta regionale, nel corso
dell'esercizio finanziario 2003, è autorizzata ad effettuare variazioni al
bilancio di previsione 2003 in conformità alle disposizioni di cui all'art.23,
comma 2, della legge regionale 4 febbraio 2002, n.8.
Art. 10
Allegati del bilancio
1.Sono approvati i seguenti allegati:
-
Allegato
n. 1, concernente l'elenco delle spese finanziate in tutto o in parte con la
disponibilità costituita dal saldo finanziario positivo (art.13 comma 2 - della
legge regionale 4 febbraio 2002, n.8);
-
Allegato
n.2, concernente il prospetto che mette a raffronto, per unità previsionale di
base, gli stanziamenti di competenza relativi alle entrate derivanti da
assegnazioni statali e comunitarie, con i correlati stanziamenti di competenza
relativi alla spesa (art. 14, comma 1, lett.a), della legge regionale 4
febbraio 2002, n.8).
Art. 11
Pubblicazione
1. La presente legge è dichiarata urgente
ed entra in vigore nel giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Vedi tabelle (formato PDF)
L’ufficio di Presidenza
vista la deliberazione consiliare n. 195 del 19.12.2002, con la quale veniva approvato il Bilancio di Previsione del Consiglio per l'anno 2003;
vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 102 del 8.5.2003, avente per oggetto: "Approvazione conto consuntivo per l'esercizio finanziario 2002";
considerato che, dalle risultanze del predetto conto, emerge un avanzo di amministrazione di Euro 13.407.391,71 in luogo di quanto presuntivamente determinato in Euro 11.254.721,60 riportato al Cap. 10 art. 531 dell'uscita;
ritenuto dover,
proporre al Consiglio la necessaria variazione per procedere all'inserimento in
Bilancio, per l'anno corrente, dell'avanzo di amministrazione definitivo, così
come accertato in sede di consuntivo 2002, rinviando la specifica
ricollocazione delle somme così definite, nei capitoli ed articoli del Bilancio
2003 con un successivo atto deliberativo, ai sensi della L.R. 1/2003;
a voti unanimi
delibera
di proporre al Consiglio regionale, per le motivazioni di cui in premessa;
di effettuare, nella parte entrata, del bilancio di previsione del corrente esercizio finanziario del Consiglio regionale la seguente variazione: - in aumento (Col. 8) di Euro 2.152.670,11;
di effettuare, nella parte uscita, del bilancio di previsione del corrente esercizio finanziario del Consiglio regionale la seguente variazione: -in aumento al Tit. 11 Cap. 10 Art. 531 (Col. 9) di Euro 2.152.670,11 con la previsione di competenza (Col. 11) di Euro 13.407.391,71;
di procedere con successivo, proprio atto deliberativo, alla ricollocazione delle somme, scaturenti dall'avanzo di amministrazione accertato; nel bilancio corrente esercizio.