VII legislatura
25.
martedì 20 marzo 2001
Presidenza del Presidente
Giovanbattista Caligiuri
La seduta
inizia alle 12,35
Gianfranco LEONE, Segretario f.f. Legge il verbale della
seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Legge le
interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Torchia. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, se non sbaglio oggi dovrebbe essere posto
in discussione il bilancio.
Abbiamo
i due punti all’ordine del giorno che riguardano il bilancio.
Presidente domando
quando ci sarà fornita la documentazione necessaria affinché ogni consigliere
possa esprimere il proprio parere.
Proprio per dare la possibilità di distribuire ai consiglieri tutta la documentazione concernente il bilancio, che è già pervenuta, e prende sicuramente del tempo, potremmo sospendere momentaneamente la seduta.
Sì, ma ci vuole
pure tempo, affinché ognuno di noi possa avere la possibilità di leggerla la
documentazione, Presidente.
Io ritengo che il bilancio possa essere distribuito nel momento in cui è tecnicamente possibile. Io so già, per aver parlato con l’assessore al ramo, che il documento è già pervenuto nel Palazzo. Volendo possiamo partire col dibattito e, intanto ogni consigliere può cominciare ad esaminare la documentazione che sarà distribuita in copia…
Presidente, se non
abbiamo il documento, su cosa si svolge il dibattito?
Sulla relazione dell’assessore.
Si può cominciare con le relazioni dell’assessore e del relatore, nel frattempo
ognuno potrà studiare il documento.
(Interruzione)
A parte il fatto
che la maggior parte di voi sono stati in Commissione
fino a venerdì mattina e sono pertanto a conoscenza del documento di bilancio; il discorso potrà valere per gli altri che
non hanno partecipato ai lavori della Commissione e che quindi hanno pienamente
ragione pretendere di essere informati.
Insomma in Consiglio deve venire la proposta della Commissione o no? La Commissione
ha affidato alla Segreteria del Consiglio la
proposta che ha licenziato? Questo vorrei sapere. Se sì, allora perché non
viene distribuita?
Onorevole Torchia, la Commissione ha terminato i lavori venerdì mattina. Lei che è stato pure assessore al bilancio, dovrebbe comprendere anche le difficoltà che esistono nel dover predisporre tutti gli atti del voluminoso documento.
Sono passati
quattro giorni fino ad oggi.
Le
strutture hanno lavorato giorno
e notte perché fosse tutto pronto per la giornata odierna.
Prego onorevole Pappaterra.
Signor Presidente, ieri sera al
termine della seduta, lei non era presente, abbiamo concordato e definito col
suo Vicepresidente un certo percorso. Perché le dico questo, perché oggi qui,
glielo diciamo con molto garbo e molta educazione, c’è una cosa che non
possiamo tollerare, ossia di pensare di poter stare oggi e domani in questo
palazzo a bivaccare, e poi di fare la classica nottata finale sugli
emendamenti.
Quello che chiediamo è questo.
Noi, al Vicepresidente Rizza, avevamo rappresentato l’esigenza, se ci fossero
state difficoltà di ordine pratico, burocratico o quant’altro, che venisse
convocata da lei rapidamente, anche a minuti, la Conferenza dei capigruppo in modo da stabilire orari, percorsi,
modalità di presentazione degli emendamenti, distribuzione del materiale del
bilancio, cioè organizzare lavori in maniera tale che ognuno di noi possa
sapere di che morte deve morire. Non si può pensare di essere qui alle 15,30
per poi aggiornare i lavori a stasera alle 20 e domani poi chissà… Peraltro non
daremmo uno spettacolo edificante ai calabresi, giacché lei ha deciso la
ripresa diretta dei lavori di questo Consiglio, ed ai quali credo sia anche più
dignitoso dare una immagine diversa di questa istituzione.
Vorrei riproporle, perciò,
Presidente, l’immediata e rapida convocazione della Conferenza dei capigruppo in modo da stabilire le modalità dei
lavori di questa tre giorni ed evitare così che qui si rischi di non fare
nulla.
Per la parte che ci riguarda, giacché il bilancio presentato dalla Giunta è stato completamente stravolto dalla Commissione, ma ci sono anche giunti segnali che indicano che il Presidente della Giunta vorrebbe nuovamente stravolgerlo per riproporre il vecchio schema, che ci si dica con molta chiarezza se ci sono le condizioni per andare avanti, per affrontare l’esame del bilancio, perché ognuno abbia la possibilità di organizzarsi, certamente, però, non possiamo tollerare che si lavori in una condizione di stillicidio politico ed istituzionale.
Onorevole
Pappaterra ho capito tutto. Intanto non si parla per sentito dire.
Chiedo
scusa, pensavo che il Presidente Rizza l’avesse informata sulle conclusioni del
Consiglio di ieri, non si può arrivare qui e far finta di nulla.
Non si
arriva da nessuna parte perché la Conferenza
dei Presidenti dei gruppi ha stabilito e calendarizzato i lavori per affrontare
questo argomento, cioè in questi tre giorni.
(Interruzione)
Ma mi faccia parlare non è che deve parlare sempre lei.
Ma io
volevo completare il discorso, se lei vuol togliermi la parola lo faccia pure,
ma io non avevo terminato l’intervento.
Le sto
dicendo, Presidente, che ieri sera avevamo concordato questo tipo di percorso,
quindi lungi da me dal voler cercare una forzatura, però, dicevo,
semplicemente: ripartiamo da una breve riunione dei capigruppo e stabiliamo come
andare avanti. Questo volevo significarle.
A parte il fatto che ogni qualvolta che c’è stata una vostra richiesta di
convocazione della Conferenza dei capigruppo, mi pare di non aver mai disatteso
le vostre aspettative, quindi non avrei nulla in contrario neanche in questo
caso, in qualunque momento la riunione si può tenere, perché io sono sempre
disponibile.. Detto ciò, vi posso assicurare che sono il primo io a voler
regolare i lavori, non so se c’è qualcuno di altre parti politiche che non
vuole questo.
In ordine a quant’altro lei mi chiede, se, cioè, si vuole o no
stravolgere il bilancio o meno, ritengo che siano tutte illazioni quelle che si
sentono, o cose che si dicono per sentito dire. Il bilancio è al Consiglio,
certamente non si può non tenere conto dei tempi tecnici occorrenti per
predisporre e distribuire le copie, e noi proprio per questo motivo stiamo
sospendendo i lavori, ma ciò consentirà, pure, di vederci, di fare una riunione
per decidere come dobbiamo procedere.
Michelangelo TRIPODI. Prendendo atto delle cose che lei adesso ha detto, credo che forse sia
opportuno convocare per le 12,30 la Conferenza dei capigruppo. Verificheremo se
gli atti sono già pervenuti, se siamo in condizione di poterli distribuire a
tutti i consiglieri e a quel punto stabiliremo nella Conferenza dei capigruppo
l’ordine dei lavori della seduta.
Facciamo
alle 15 la Conferenza dei Presidenti dei gruppi nella sala dell’Ufficio di
Presidenza. Vi chiedo la puntualità.
Giuseppe MISTORNI. Sarebbe il caso che lei prendesse contatto col
Presidente della Giunta e con gli assessori per vedere se il bilancio sia
ancora in corso di elaborazione, perché a me risulta che è venuto uno staff di
esperti in agricoltura e probabilmente c’è necessità di modificare qualcosa in
riferimento a questo comparto. Se questo è, allora potremmo aggiornare la
seduta a domani…
Ci vediamo
alle 15, in quella sede vedremo a che punto siamo…
(Interruzione)
Onorevole
Mistorni, alle 15 si terrà la Conferenza dei capigruppo e alle 15,30 se
riusciamo potremo tornare in Aula.
La
seduta sospesa alle 12,50 è ripresa alle 18,30
Legge un seguito di comunicazioni.
(Sono riportate in
allegato)
Legge un seguito di interrogazioni.
(Sono riportate in allegato)
Il
primo punto all’ordine del giorno recita Progetto di legge n. 38/7^ di
iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizione per la formazione del
bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001/2003 della Regione Calabria (legge
finanziaria)”
Progetto
di legge n. 39/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di
previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2001 e bilancio
pluriennale per il triennio 2001/2003”.
L’assessore
Bagarani ha facoltà di parlare.
Signor
Presidente Caligiuri, onorevoli colleghi,
questo che andiamo a discutere oggi e che sottoponiamo alla vostra approvazione
è il trentesimo bilancio preventivo della Regione Calabria dal 1972. Bisogna
essere onesti nel riconoscere che come tutti gli altri bilanci che l’hanno
preceduto anche questo giunge all’approvazione con ritardo rispetto a quanto
stabilito dalla legge.
Come tutti sapete bene infatti,
il bilancio preventivo deve essere approvato entro il 31 dicembre dell’anno
precedente a quello in cui il bilancio stesso fa riferimento.
Il ritardo di tre mesi per
quanto grave è comunque estremamente ridotto se confrontato alla media degli
ultimi trenta anni, media che attesta l’approvazione del bilancio di previsione
nei mesi di luglio e settembre, quindi con un ritardo compreso tra sette e nove
mesi rispetto alla data di legge.
Del resto la situazione dalla
quale eravamo partiti era tale da rendere fortemente improbabile l’approvazione
nei termini. Il bilancio preventivo del decorso anno veniva approvato il 27
luglio del 2000 e veniva pubblicato in Gazzetta il 28 agosto. Ad esso seguiva
ad ottobre la predisposizione di una variazione di bilancio resa necessaria per
apportare indispensabile aggiustamento ad alcuni capitoli di spesa. Era quindi
di fatto impossibile presentare il bilancio in Commissione prima della fine di
novembre come del resto poi è avvenuto.
La Commissione consiliare
presieduta dall’onorevole Talarico ha lavorato per quasi quattro mesi con
intensità per giungere all’approvazione della legge finanziaria e del bilancio
il 16 marzo scorso. Pur nel ritardo, però, rimangono comunque due elementi che
è importante sottolineare, il primo è che in trenta anni trascorsi solo tre volte
è stato possibile avere un bilancio pienamente operativo prima del mese di
maggio, ed è un fatto ugualmente importante.
Il secondo è che la Giunta
mantiene con forza come suo obiettivo di politica economica quello di arrivare,
entro l’anno in corso, ad avere finalmente un bilancio nei termini di legge,
cioè un bilancio di previsione per il 2002 approvato entro il 31 dicembre del
2001.
Questo obiettivo ovviamente non
viene perseguito per il banale desiderio di stabilire un primato ma perché si
ritiene che qualunque sia la strada scelta per avviare lo sviluppo in questa
Regione, il successo di quella scelta risieda per molti aspetti nelle capacità
di gestire bene la cosa pubblica. Di riportare, in altri termini, all’ordinario
ciò che fino ad oggi è stato sempre o quasi sempre straordinario.
Si tratta pertanto di una
esigenza politica prioritaria, di una necessità di buon governo che trova nel
bilancio della Regione il primo aspetto su cui concentrare gli sforzi in quanto
strumento di primaria importanza nella vita economica, politica e sociale della
Calabria come del resto la solennità di questo consesso conferma.
A nessuno può sfuggire che avere
un bilancio approvato nei tempi giusti non significa solo poter gestire con più
ordine e razionalità la spesa ma anche riuscire a programmare con sufficiente
anticipo e con la necessaria certezza delle disponibilità. Questo è tanto più
importante oggi in quanto la Regione Calabria si trova a dover affrontare la
sfida dei fondi comunitari per i prossimi sette anni.
E’ quindi con grande soddisfazione che oggi la Giunta porta all’approvazione del Consiglio il prodotto di un lavoro intenso svolto tanto dalle strutture amministrative, alle quali va il mio personale e sentito ringraziamento per il complesso, faticoso ed impegnativo lavoro condotto in questi mesi e soprattutto in questi ultimi giorni, quanto dalla Giunta prima e dalla Commissione consiliare poi.
E’ stato da più parti osservato nel corso dei lavori della Commissione che il bilancio si presenta ancora in una versione del tutto simile a quella degli anni precedenti senza innovazione di forma e di sostanza. In altri termini alla luce di queste obiezioni si sarebbe in presenza del solito bilancio “fotocopia”.
A questo proposito mi preme sottolineare che quanto già sostenuto nel corso della relazione al bilancio di previsione del 2000 nel luglio dello scorso anno, continua a rimanere un obiettivo della Giunta e mio particolare. Il lavoro di modifica della struttura di bilancio nell’attuazione della normativa vigente e nell’ottica dell’utilizzo di uno strumento contabile che sia finalizzato alla programmazione della spesa, non è un lavoro semplice che si può pensare di realizzare in un breve lasso di tempo.
In questi mesi una Commissione di esperti ha lavorato coordinata dal capo dipartimento del bilancio, il direttore generale dottore Cirò Candiano, per definire l’impostazione del nuovo bilancio, obiettivi e funzioni.
Questo strumento vedrà luce nel dicembre di questo anno in una forma ancora provvisoria e sarà portato alla valutazione del Consiglio contestualmente ad un bilancio redatto nell’attuale vecchia formulazione, se volete. Solo dal 2002 si potrà poi andare a regime con la nuova struttura e con tutto ciò che ad essa si associa, dalla valutazione dell’operato dei dipartimenti alla definizione degli indicatori di risultato.
Ma già da oggi nel documento contabile che si sottopone alla vostra approvazione sono presenti piccoli – se volete – ma significativi segnali di cambiamento. E’ vero, le parti che possiamo definire vincolate rimangono ancora fortemente predominanti, del resto quasi la metà del bilancio è destinato alla sanità mentre per l’altra metà non si poteva non tener conto di impegni pregressi, di spese storiche che possono sì essere riprogrammate ma solo con la necessaria accortezza e, quindi, in un adeguato intervallo temporale che consenta di ridurre, se non neutralizzare gli effetti derivanti dalla modifica degli indirizzi di spesa.
Sicché in una lettura per grandi temi il bilancio di previsione per il 2001 presenta almeno quattro aspetti caratteristici. Un aspetto storico derivante dalle obbligazioni assunte negli anni passati e attualmente ancora vigenti e pertanto riprodotte nella visione qui proposta. Un aspetto programmatico di medio-lungo periodo legato in particolare alla programmazione comunitaria e all’attuazione di quegli strumenti di programmazione negoziata che sono attualmente in vigore.
Questo è sicuramente un aspetto fortemente fortificante laddove nel bilancio sono state introdotte tutte le misure del complemento di programmazione varato nel dicembre dello scorso anno. A fianco a tali misure compaiono poi le previsioni, per gli interventi che dovranno derivare tanto dall’approvazione dell’intesa istituzionale di programma articolata nei differenti accordi di programma quadro, quanto del resto degli strumenti di programmazione negoziata disponibili.
Un aspetto ulteriore è quello di orientamento di politica economica di breve e medio periodo basato su risorse provenienti dal recupero di residui perenti e finalizzato a spese sensibilmente orientate ad intervenire sul sociale ed in particolare sulle componenti più deboli e disagiate della società calabrese.
Un ulteriore ultimo aspetto può essere definito come ripristino della condizione ordinaria di operatività della Regione. Anche questo aspetto attiene ad azioni che avranno effetti nel medio e lungo periodo e cerca in particolare di affrontare i temi della riduzione dei contenziosi in atto, peraltro molto numerosi, tanto all’interno dell’ente regionale quanto all’esterno.
Da questa pur generale lettura emerge con chiarezza la
volontà della Giunta di attuare un percorso
complesso e difficile che da un lato, però, riesca a ricondurre il sistema di governo regionale
verso forme più stabili e strutturali cercando di circoscrivere i casi di
azione politica indotta da situazioni di emergenza sociale, occupazionale,
economica e dall’altro ponga le basi per una azione programmatica di sviluppo
sia attraverso la concreta attuazione del Programma operativo e del relativo complemento di programmazione, sia
proponendo azioni ad essa collaterali in campi che il programma stesso non può
o non riesce a coprire.
Sviluppo e
buona gestione della spesa pubblica costituiscono, dunque, i due aspetti
inscindibili dell’azione di governo di questa Giunta. Non si può avere il primo
senza riuscire, anche se solo nel lungo periodo, ad ottenere la seconda. Del
resto come notato in precedenza, la ferma volontà ad ottenere un bilancio di
previsione approvato in tempi molto serrati compatibilmente con la situazione
pregressa che la Giunta si è trovata a fronteggiare, costituisce un primo
evidente passo in questa direzione.
Una più
attenta lettura del documento contabile ci porta ad evidenziare le più
significative e qualificanti operazioni introdotte nel bilancio sottoposto alla
vostra attenzione.
Una prima
importante azione di intervento sul sociale si concretizza con la costituzione
di una formazione etica con finalità di finanziare e sostenere le persone
fisiche e le famiglie in difficoltà con basso o nullo reddito, nonché le
imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente utili e
nell’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti deboli e svantaggiati.
Su questo
punto alcune perplessità sono state sollevate in sede di discussione da parte
della Commissione consiliare in merito alla fattibilità giuridica
dell’operazione proposta tanto che l’articolo stesso che istituiva la
finanziaria etica nella finanziaria del 2001 è stato abrogato. In questa sede è
chiaro intendimento della Giunta – anche alla luce di un ulteriore
approfondimento normativo – riproporre l’articolo prendendo atto delle
osservazioni sollevate in Commissione.
La seconda
azione è costituita dagli interventi destinati al risanamento ambientale di tipo
urbanistico. In questo ambito si collocano le azioni destinate all’attivazione
di progetti per il recupero dei centri storici degradati in stretta relazione
con quanto è possibile avviare in ambito del Programma operativo regionale e
l’azione orientata all’individuazione di immobili che presentino un elevato
impatto ambientale, i cosiddetti eco-mostri per capirci,al fine di un loro
abbattimento o recupero estetico funzionale.
All’interno
di questa scelta politica, economica ed ambientale rientra – ad esempio – il
recepimento dell’emendamento dell’opposizione finalizzato al risanamento
ambientale della degradata zona pennello di Vibo Valentia.
Una terza
azione riguarda gli interventi nei trasporti, un settore di grande importanza
nella vita sociale ed economica della Regione che vede trascinarsi ormai da più
di un decennio una situazione di incertezza normativa e gestionale che certo
non giova né all’attività delle imprese che nel settore operano,né tanto meno
allo sviluppo della Calabria.
All’interno
di questa azione sono individuabili almeno tre interventi. Uno di chiusura del
pregresso del nostro contenzioso con le imprese pubbliche e private che
esercitano pubblici esercizi di trasporto locale. Un altro per la
regolamentazione della gestione del trasporto pubblico nelle more della
completa attuazione della legge 23/99 con la finalità di introdurre elementi di
maggiore concorrenzialità e quindi maggiore efficienza in un comparto che nei
prossimi anni dovrà vivere una profonda ristrutturazione ed evoluzione. Un
altro, infine, per agevolare i flussi turistici attraverso il trasporto aereo
mediante azioni volte ad individuare la qualità dei servizi e a realizzare
politiche di contenimento dei costi di trasporto.
Una
attenzione specifica è rivolta poi al mondo del lavoro con riferimento a tre
aspetti di grande importanza. Gli interventi rivolti a ridurre l’attuale stato
di disoccupazione presenti in molti comuni delle aree interne e marginali
attraverso la costituzione di un apposito fondo che interverrà sul territorio
con le modalità che la Giunta e il tavolo partenariale con le parti sociali e
le associazioni sindacali avviato recentemente stabiliranno nei prossimi mesi.
Le misure
di politiche attive dell’impiego in Calabria, per capirci la legge 4/2001 e l’articolo
6 bis della finanziaria che è attualmente proposta, relativa alle
incentivazioni delle azioni di stabilizzazione degli Lsu stanziando risorse
regionali che vanno ad aggiungersi ai fondi nazionali disponibili.
Terzo gli
incentivi per l’imprenditoria giovanile attraverso il finanziamento degli
interventi previsti dall’articolo 7 ter della legge 14/2000 la cosiddetta legge
“opportunità giovani”. Un’altra azione ha come indirizzo la riduzione di
situazioni pregresse di contenzioso o criticità, in questa categoria rientrano
interventi previsti per sanare le vertenze in corso con il personale regionale
e l’iniziativa volta a ripianare le passività dei consorzi di bonifica.
Tutte
queste azioni di bilancio si inquadrano in un contesto programmatico più articolato
che vede da un lato il complemento di programmazione ormai nella sua fase di
avvio come del resto in tutte le altre Regioni del Mezzogiorno, dall’altro le
iniziative connesse con gli strumenti di programmazione negoziata.
Per quanto
riguarda lo stato di attuazione del Por si è ormai completata, dopo un intenso
partenariato interistituzionale, la fase di individuazione dei progetti
integrati territoriali, i cosiddetti Pit. Nelle prossime settimane dovrà essere
affrontata la fase di costruzione dei soggetti responsabili per ciascun Pit e
successivamente la redazione dei progetti e l’avvio delle iniziative.
Parallelamente i dipartimenti si stanno attivando per la proposizione di
progetti strategici che seguiranno le procedure definite nel complemento.
In
particolare le procedure in questione sono state già avviate allo stato attuale
per due progetti promossi direttamente dalla Presidenza e riguardanti il
ripascimento delle coste ed il recupero dei centri storici entrambi
strettamente coerenti con la filosofia di sviluppo prima descritta e posta alla
base del bilancio.
Per quanto
riguarda infine il ricorso agli strumenti di programmazione negoziata nelle
more della regionalizzazione degli strumenti stessi, la Giunta sta operando per
una celere attivazione dei contratti di programma a supporto anche delle linee
di programmazione espresse nel complemento; un maggior coordinamento
dell’attività dei patti territoriali – si rammenta l’istituzione per questo
scopo della rete regionale dei patti territoriali al fine di accelerare e
rendere più efficaci le spese e tenendo presente la necessità di coordinare le
iniziative dei patti con quelli dei nascenti Pit -; da ultimo la
riprogrammazione e l’ampliamento dell’intesa istituzionale sulla validità della
quale, peraltro, forti dubbi erano stati espressi già in occasione della
precedente relazione al bilancio 2000.
Il segnale
che proviene da questo bilancio è dunque chiaro: affrontare la sfida dello
sviluppo sia programmando gli indirizzi di politica economica sia operando per
una normalizzazione dell’azione pubblica e l’introduzione di buone pratiche
nella gestione, sia, infine, non perdendo di vista quelle componenti
emarginate, disagiate ed economicamente deboli che, comunque, costituiscono una
parte rilevante della società calabrese.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente della Giunta, assessori
presenti, la proposta di
bilancio annuale e pluriennale 2001-2003 che è oggi all’esame del Consiglio,
vuole in una ottica di razionalizzazione della spesa realizzare una azione di
governo efficace ed efficiente per il raggiungimento degli obiettivi prefissi.
La
legislazione nazionale in tema di decentramento che ha avuto inizio con la
cosiddetta “Bassanini 1”, la legge del 15 marzo 1997, numero 59, ha dato il via
ad una serie di provvedimenti che hanno stravolto in pochi anni il sistema di
finanziamento e contabilità di bilancio delle Regioni. E proprio dal 2001 partono,
infatti, una serie di meccanismi che rendono sempre più autonome le Regioni.
Questo
bilancio, il primo della legislatura, redatto secondo la legislazione vigente
riconferma le scelte previste dalla normativa regionale integrate poi dalla
legge finanziaria. L’obiettivo principale è quello di rafforzare il sistema
economico produttivo calabrese e consolidare il livello di qualità dei servizi
per un apparato pubblico sempre più vicino alle esigenze della comunità
amministrata.
Un bilancio che arriva all’esame del Consiglio con il parere favorevole della Commissione, che è stato ovviamente discusso, approfondito e confrontato con i soggetti istituzionali presenti sul territorio. Il lavoro è stato intenso per analizzare a fondo le diverse problematiche con un clima di franca dialettica ma, nello stesso tempo, di intensa partecipazione.
Consentitemi quindi di esprimere soddisfazione per il lavoro compiuto ringraziando tutti i commissari ma nel complesso sottolineare il senso di responsabilità istituzionale di tutti i gruppi che con posizioni certamente differenti hanno analizzato i singoli capitoli di bilancio dando il proprio contributo in termini di idee e proposte.
Una analisi è iniziata il 20 dicembre con la relazione
dell’assessore al bilancio Massimo Bagarani che è stato presente
costantemente in tutte le riunioni della Commissione
con una collaborazione attiva e propositiva, e che colgo l’occasione per
ringraziarlo, che è proseguita con otto sedute dedicate alle audizioni di
consorzi, enti locali, enti strumentali regionali, di organizzazioni sindacali e di altre
associazioni che hanno chiesto di essere ascoltate e che operano nei diversi
settori dell’economia calabrese dal turismo ai trasporti, all’industria, al
commercio, all’artigianato, all’agricoltura.
Una occasione di ascolto dei
diversi soggetti istituzionali e quindi di approfondimento delle diverse
problematiche con la presenza degli assessori al ramo che hanno avuto modo di
rendersi conto dei tanti ritardi che la nostra Regione sconta.
Il metodo delle audizioni
suddivise per settori ha dato possibilità di ascoltare una società calabrese
desiderosa di partecipare attivamente allo strumento economico-finanziario e di
portare proposte e suggerimenti che andavano non solo verso la richiesta di
maggiori finanziamenti ma anche in direzione della velocizzazione della spesa e
della riforma della legislazione vigente.
Un utile lavoro che sarà messo a
disposizione dell’intero Consiglio per avviare, concluso il bilancio, una
azione diretta a colmare quei vuoti legislativi che la nostra Regione ha in
diversi settori, incominciando dalla legge 112 del ’98 sul decentramento
amministrativo.
Una analisi che poi è proseguita
con i lavori della Commissione col dibattito generale nel corso del quale i
diversi gruppi si sono espressi sul contenuto dello strumento di programmazione
economico-finanziaria, e si è conclusa con la valutazione dei singoli
emendamenti presentati – quasi 600 – agli atti della Commissione col voto
finale, il tutto in una giornata intera di lavoro che si è concluso alle prime
ore del mattino.
Un bilancio che rispetto alla
stesura iniziale della Giunta è stato arricchito da una serie di emendamenti
presentati in Commissione dai singoli consiglieri, sia di maggioranza che di
minoranza, alcuni accolti, altri respinti, in alcuni casi anche accolti
all’unanimità dei commissari, a dimostrazione che quando le proposte sono
valide non hanno alcun colore politico.
Voglio esprimere un sentito
ringraziamento anche per il lavoro svolto dalle strutture della Commissione e
del Servizio Resoconti, che seppur con esigui mezzi a disposizione, sono
riusciti ad essere valido supporto per tutti quanti noi. Con ciò si sottolinea
l’importanza del ruolo delle Commissioni permanenti.
La mia prima esperienza di
consigliere regionale non mi fa esprimere giudizi diretti in merito
all’approvazione delle precedenti leggi finanziarie, ma ripercorrendo la storia
dell’istituzione dalla Regione ad oggi, due dati sono da evidenziare al
Consiglio. Il primo è che l’approvazione in Commissione l’ultima volta era
venuta nel ’96 e la seconda è l’anticipazione dei tempi di approvazione del
bilancio.
Eravamo abituati ad assistere a bilanci approvati oltre metà anno, qualche volta addirittura a dicembre, il record negativo nella storia appartiene al bilancio del 1985, approvato il 19 dicembre di quell’anno, con indubbi influssi negativi sulla già fragile economia della Calabria, perché si provocavano ritardi nella spesa e difficoltà evidenti per tutti coloro che avevano rapporti con la Regione. Per la prima volta anche gli enti locali potranno approvare i loro bilanci ed adeguare la propria programmazione a quella della Regione per lavorare in sinergia nel bene e nell’interesse della Calabria.
Un percorso che sono certo continueremo – lo ha detto prima l’assessore nella sua relazione – con le ormai prossime variazioni di bilancio ed arrivare ad approvare il prossimo bilancio entro la fine dell’anno come avviene per prassi consolidata nelle altre Regioni del nord, come la Lombardia e il Veneto, evitando quindi l’uso dell’esercizio provvisorio, ossia l’autorizzazione della spesa in dodicesimi.
Un bilancio che non è il solito strumento finanziario, che ha più di una voce di novità e di attenzione reale verso il mondo produttivo e le categorie sociali più deboli e, se non è uno strumento contabile costruito pienamente all’insegna della programmazione, è certamente il migliore documento finanziario possibile per una Regione che ha una serie di vincoli e cambiali che gli derivano dal passato e che col tempo occorre superare.
Sarà l’ultimo bilancio approvato secondo la normativa vigente, infatti la legge 335 del ’76 è stata rinnovata dal decreto legislativo 28.3.2000, numero 76 che ha disposto che le Regioni, entro il 31 dicembre 2001 dovranno adeguare la propria normativa di contabilità e bilancio. Ciò determinerà una diversa struttura del bilancio regionale con la revisione dei capitoli di entrata e di spesa e permetterà un maggiore controllo interno con valutazione dei dirigenti, con controllo di gestione strategico sull’attività amministrativa svolta.
Dicevo prima, di una serie di vincoli che enuncerò, ai quali occorre trovare una adeguata definizione con opportuni correttivi, in particolare quattro grandi questioni che pesano notevolmente sul bilancio regionale e incidono sul patto di stabilità interna. Essi sono incominciando non per ordine di importanza ma solo per elencazione: la spesa dei trasporti pubblici locali che per il 2001 è pari a lire 150 miliardi - e solo per l’anno 2000 per effetto dell’articolo 7 bis non applicato dalla finanziaria 2000 –, la spesa è lievitata di altri 15 miliardi che necessitano per coprire i disavanzi di esercizio delle aziende.
La spesa di 150 miliardi – secondo problema – quale quota a carico del bilancio regionale per il comparto della spesa inerente all’attività di forestazione tenendo conto anche dell’accordo di programma quadro sull’intera materia, certamente da rivedere anche per migliorarlo, e che ad oggi è stato disdetto ma che necessita certamente di una rimodulazione col Governo.
Terzo punto, il finanziamento della spesa sanitaria
tenendo conto di quanto stabilisce il decreto legislativo 56 del 2000, che
peserà notevolmente sui bilanci prossimi per effetto della
nuova normativa.
Quarto ed ultimo punto, infine,
concerne la necessità di un rigoroso controllo della politica del personale
regionale con la messa a punto di una azione amministrativa e legislativa che
consenta una riduzione della spesa, richiamando anche l’articolo 1, comma 17
della finanziaria dell’anno scorso che prevede il riesame delle posizioni del
personale comandato o trasferito.
Una serie di macigni quindi che
pesano sulla spesa regionale e che ne condizionano le scelte. E’ evidente che
le difficoltà presenti sono numerose per una serie di errori compiuti nel
passato, ma che occorre affrontarli e risolverli, recuperando un bilancio che
sia realmente strumento di programmazione, che possa investire sugli elementi
di sviluppo interni, non facendo interventi a pioggia ma intervenendo sulle
vocazioni territoriali, specifiche delle diverse realtà calabresi, determinando
la crescita della base produttiva e occupazionale.
La Calabria entra nel nuovo
millennio con un elevatissimo ritardo di sviluppo nei confronti delle aree
italiane ed europee più avanzate. Da svariati anni la nostra Regione occupa
stabilmente l’ultimo posto nella graduatoria della ricchezza prodotta. Il tasso
di crescita del Pil – prodotto interno lordo – è mediamente dello 0,5 per cento
rispetto all’1,4 per cento del centro-nord.
Il 2001 rappresenta però un anno importante in quanto si avviano due processi, fondamentalmente, che sono comunque destinati ad incidere notevolmente in positivo sul futuro della Calabria. Il primo è che la proposta di bilancio 2001 e di bilancio pluriennale 2001-2003 comprende la programmazione delle risorse dei fondi strutturali comunitari 2000-2006, da utilizzare attraverso il Por Calabria, il Programma operativo regionale e il complemento di programmazione, che contiene gli obiettivi operativi, le azioni di intervento e le quote di finanziamento da attribuire ad ogni misura. Approvazione che è avvenuta di recente, il 19 dicembre 2000 dal Comitato di sorveglianza.
Il secondo è rappresentato dal federalismo fiscale e amministrativo annunciato dalla legge delega 133 del ’99 che con molte difficoltà proprio dal 2001 inizia la sua applicazione. I fondi comunitari, infatti, rappresentano una massa ingente di risorse economiche che arriveranno alla nostra Regione e che, se ben utilizzate, potranno rappresentare una svolta per la nostra fragile economia.
I Pis – i progetti integrati strategici – ad iniziativa regionale e provinciale e i Pit - piani integrati territoriali – ad iniziativa degli enti locali di prossima applicazione, possono essere uno strumento fondamentale per il rilancio del nostro territorio investendo sulle iniziative di sviluppo che hanno un mercato, che si integrano e accrescono le singole vocazioni territoriali privilegiando quelle iniziative che concludono il ciclo di filiera.
Il modello migliore sono senza dubbio le piccole e medie imprese che rappresentano ovunque la spina dorsale dell’economia in grado di stare autonomamente sul mercato alla luce anche del fallimento della grande impresa in Calabria. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: Pertusola, Cellulosa, Nuovo Pignone.
In secondo luogo siamo anche di fronte ad una svolta rilevante per le autonomie locali che vedono il loro sistema di finanziamento totalmente differente rispetto al passato. Proprio da quest’anno infatti, dopo l’Irap e l’addizionale regionale Irpef parte la compartecipazione all’Iva per una quota pari al 25,7 per cento per la nostra Regione.
Ci si muove quindi in un’ottica diversa, nasce l’esigenza di razionalizzare la spesa perché le risorse disponibili trasferite dallo Stato sono limitate e si andrà sempre di più verso l’autofinanziamento e quindi verso una maggiore responsabilizzazione sia sul piano politico che amministrativo.
E’ una grande scommessa quella che ci attende soprattutto per la Calabria che sconta una serie di ritardi e che in Europa è all’ultimo posto in tanti indicatori, primo fra tutti la disoccupazione giovanile. Una Regione che è pronta ad accogliere la sfida del federalismo solidale, che rappresenta una importante occasione di rinnovamento e responsabilizzazione istituzionale e nello stesso tempo di esaltazione del ruolo delle Regioni e delle autonomie locali.
E’ una occasione storica: attraverso la sussidiarietà si valorizza l’azione di politica locale. E’ un appuntamento che la Calabria non può lasciarsi sfuggire per una reale reimpostazione dell’apparato burocratico e la ricerca dell’efficacia investendo in modelli produttivi che possono avere un mercato e soprattutto compatibili con il sistema calabrese.
Dare ai territori maggiori poteri e responsabilità nel prendere decisioni sul proprio futuro economico, far partire lo sviluppo dal basso è la soluzione più adeguata per recuperare il ritardo della nostra Regione rispetto alle altre aree del Paese. Certo, per far ciò non bastano le poche risorse del bilancio. Lo Stato deve colmare il deficit di infrastrutture incominciando da porti, aeroporti, strade e autostrade.
Gli articoli di recente approvati 117, 118 e 119 della Costituzione, descritti dalla nuova legge approvata nei giorni scorsi dal Parlamento, vanno proprio nella direzione di ampliare l’autonomia finanziaria e tributaria delle Regioni che possono istituire tributi propri oltre ad avere compartecipazioni a tributi erariali, introducendo un fondo perequativo dello Stato senza vincoli di destinazione per le Regioni più deboli.
Entrando però nel merito della proposta di bilancio 2001 che è all’esame del Consiglio dobbiamo dire che le entrate complessive
ammontano a 13.073 miliardi. Una componente significativa delle entrate del
2001 è rappresentata dall’avanzo di amministrazione pari a 4.893 miliardi,
applicato a norma dell’articolo 16 del Regolamento di contabilità, derivante
dalla somma algebrica della cassa residui attivi e residui passivi.
La somma di lire 3.996 miliardi è rappresentata da somme vincolate per la sanità. Infatti per effetto del decreto legislativo del 18 febbraio 2000, numero 56 in materia di federalismo fiscale, si riforma radicalmente il meccanismo di finanziamento della sanità e ciò pone seri problemi alle Regioni deboli economicamente, come la Calabria.
Il suddetto decreto prevede a partire dal 2001 la soppressione del fondo sanitario regionale, ciò viene compensato con la compartecipazione all’Iva nella misura del 25,7 per cento del gettito complessivo, con una aumento dello 0,4 dell’aliquota dell’addizionale Irpef, e con un aumento anche della compartecipazione regionale alle accise sulle benzine che passano da lire 242 a 250 lire per ciascun litro di benzina venduto.
Per evitare che le Regioni più deboli abbiano degli scompensi immediati viene stabilito un fondo perequativo nazionale che interverrà solo per l’anno 2001. Già dal 2002-2003 si ridurrà del 5 per cento, nel 2004 del 9 per cento e così via fino all’azzeramento nel 2013.
Di queste somme 1.642 miliardi sono fondi del Por Calabria assegnati dallo Stato e dalla Cee con diversi fondi comunitari: Fse, Fers, Fea e Sfop. Nove miliardi sono somme a destinazione vincolata derivanti da assegnazioni statali; 1.573 miliardi sono le entrate libere da vincoli e quindi nella disponibilità dell’impiego.
Rispetto al 2000 siamo di fronte ad un aumento delle entrate pari al 12,27 per cento dovute alle previsioni ottimistiche dell’Irap e dell’addizionale Irpef effettuate dal Governo.
Altro dato importante è che le entrate di libera disponibilità sono aumentate di 132 miliardi per effetto di un intenso lavoro effettuato dai singoli assessorati per recuperare i residui perenti per i quali è stata accertata l’insussistenza di obbligazione nei confronti dei terzi.
Vediamo ora come sono state investite tali risorse senza entrare nel merito delle singole questioni oggetto dei diversi capitoli su cui si articola il bilancio, visto che è stato fatto anche abbondantemente in Commissione in questi quattro mesi di lavoro.
Voglio però evidenziare le poste di maggiore interesse che
voglio sollecitare e segnalare all’attenzione del Consiglio.
Lire 5 miliardi da destinare alle tre società
aeroportuali della Calabria: Sant’Anna, Sacal,
Sogas con lo scopo preciso di ridurre le tariffe aeree e quindi agevolare il
flusso turistico da e per la nostra Regione e incidere competitivamente
sull’offerta turistica regionale. Lire 1 miliardo per l’aumento della quota di partecipazione della
Regione nell’aeroporto Sant’Anna di Crotone; lire 1,5 miliardi per la
realizzazione di un pontile a servizio dell’aeroporto di Reggio Calabria; lire
4 miliardi da destinare alle spese e al potenziamento della protezione civile.
Lire 1 miliardo per la ristrutturazione di Palazzo Fazzari di proprietà della Giunta regionale, della Regione Calabria. Lire 7 miliardi per gli interventi di cui all’articolo 7 ter della legge numero 14 del 2000. Lire 8 miliardi di cui all’articolo 6 bis per l’istituzione di centri di promozione culturale, uno sportello di politica del lavoro e Call center per aiutare l’inserimento dei giovani nel lavoro principalmente Lsu e Lpu. Lire 2 miliardi per il recupero e la tutela ambientale delle aree di pregio. Lire 2,3 miliardi per la costruzione del Palazzo di Giustizia di Locri. Lire 4 miliardi per la costituzione di un fondo di garanzia regionale per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane.
A tal proposito voglio sottolineare che il problema del credito è stato evidenziato dalle diverse categorie economiche e produttive, come il problema fondamentale da risolvere per stimolare gli investimenti.
Lire due miliardi per il finanziamento di società che operano nel settore dei servizi informatici. Lire 4 miliardi per lo sviluppo della società di informazione nella istituzione scolastica. Lire 2 miliardi per il miglioramento dell’offerta scolastica universitaria con l’istituzione di nuove facoltà. Lire 5,3 miliardi quale quota di cofinanziamento a progetti strategici nel settore del commercio. Lire 4 miliardi per agevolazioni tariffarie per i cittadini affetti da invalidità e meno abbienti.
L’ultima annotazione è sul bilancio degli enti strumentali: Arssa, Afor e Edis i cui vertici amministrativi sono venuti tutti in audizione e hanno espresso le difficoltà economiche e legislative con le quali si trovano ad operare e alle quali il Consiglio deve dare una risposta con una riflessione complessiva per realizzare una concreta riorganizzazione.
Una serie di interventi quindi che riguardano settori diversi, questi di questo bilancio di previsione 2001 ma legati insieme da una visione organica, strategica della Calabria. Certo questa è una piccola parte di quello che dovremmo fare nel futuro, tanti sono i deficit della nostra terra che dovremo affrontare col massimo impegno e la massima determinazione superando la cultura dell’emergenza quotidiana e pianificando un’azione di governo in direzione di una svolta non più rinviabile.
(Applausi)
La parola
all’onorevole Borrello.
Ho chiesto la
parola sull’ordine dei lavori, signor Presidente, per
chiederle cortesemente, se i colleghi sono d’accordo, di porre ai voti
dell’Aula l’inserimento all’ordine del
giorno in coda alla legge sul bilancio, del Regolamento di contabilità, che
poco prima lei ha annunciato, sul quale si avverte – ma è stato detto anche in
Aula tempo fa dall’assessore Scopelliti – la necessità di sostituire quello che
attualmente è in vigore.
Per cui le chiedo cortesemente
se può mettere in votazione questa proposta.
Se non
ci sono osservazioni pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Borrello.
(Il Consiglio approva)
Presidente,
chiedo scusa così completo un attimo. Volevo aggiungere se lei, cortesemente,
può far in modo che tutti i colleghi abbiano una copia di questo Regolamento
che, voglio solo dire, è stato approvato all’unanimità dall’Ufficio di
Presidenza, in modo che tra due giorni quando andremo a discuterne ci sarà già
una consapevolezza dei contenuti. Grazie.
Perfetto.
La seduta è tolta, il Consiglio è convocato per domani alle ore 15.
La seduta termina alle 19,15
Hanno chiesto congedo
i consiglieri: Fava, Morrone, Galati.
(Sono concessi)
E’ stata presentata
alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di
iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:
“Regolamento interno
di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale” (delibera n. 36 del
20.2.2001) (P.P.A. n. 106/7^)
E’ assegnato alla
prima Commissione consiliare - Politica istituzionale.
(Così resta stabilito)
Si comunica che a seguito della costituzione del Gruppo consiliare “Upr- Patto Segni” l’onorevole Paolo Naccarato, in rappresentanza del Gruppo medesimo, è assegnato alla prima, seconda, terza e quarta Commissione consiliare, alla Giunta per il Regolamento e alla Giunta delle Elezioni.
(Così resta stabilito)
L’onorevole Aiello
Vincenzino, a seguito della nota del 20.3.2001 del Presidente del Gruppo
consiliare Ccd, è assegnato alla terza Commissione consiliare in sostituzione del
consigliere Francesco Talarico ed alla quarta Commissione in sostituzione del
consigliere Gino Trematerra.
(Così resta stabilito)
L’onorevole Roberto
Occhiuto ha trasmesso una proposta di integrazione al progetto di legge
presentato dall’onorevole Battista Caligiuri ed altri il 16.2.1998 (P.L. n.
250/6^), recante: ‘Disciplina della comunicazione pubblica regionale”.
Il provvedimento di che trattasi sarà trasmesso alla terza Commissione
– Servizi sociali – ed alla seconda - Sviluppo economico.
Pirillo, Pappaterra,
Adamo ed altri. Al Presidente della
Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
sul
Bur n. 45 del 22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale
n. 39/95, la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n.
5/00 contenente l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;
il Presidente del
Consiglio regionale, con decreto n. 327 del 4/10/2000, attivando i poteri
sostitutivi previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95,
procedeva alla nomina dei quattro componenti effettivi e due supplenti per il
rinnovo della sezione del Co.Re.Co. di Cosenza;
il
primo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recita: “Tutte le persone
chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi… debbono possedere i
requisiti necessari… e non trovarsi nelle condizioni di incompatibilità...
previste dalla legislazione vigente nel momento in cui viene effettuata la
nomina o designazione”;
la legge regionale n.
14/99 - al terzo comma dell’art. 1 Bis prevede: “le nomine di competenza
regionale inerenti a componenti di organismi esterni alla Regione sono
incompatibili con le funzioni di dipendente regionale”;
il
dr. Eugenio Spagnuolo, designato in una terna di esperti dall’Ordine dei
dottori Commercialisti della provincia di Cosenza è stato nominato componente
effettivo del Co.Re.Co. di Cosenza;
rilevato che il
summenzionato professionista, pare, risulti essere dipendente regionale in
attività di servizio;
tenuto conto
dell’importante ruolo che i Co.Re.Co. sono chiamati a svolgere sul controllo
degli atti degli Enti locali, dove bisogna assicurare legalità, buon andamento
ed imparzialità dell’azione amministrativa -:
se risponde al vero
che il dr. Eugenio Spagnuolo risulta essere dipendente regionale. In caso
affermativo, se lo stesso è attualmente in attività di servizio o travasi
collocato in aspettativa;
se non sono state
violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di competenza
regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma 1° della legge regionale n. 39/95 e
l’art. 1 bis - comma terzo della legge regionale n. 14/99. Quest’ultima prevede
espressamente l’incompatibilità della nomina con lo “status” di dipendente regionale;
se non ci sono stati
comportamenti omissivi e superficialità nei controlli della documentazione,
ovvero, se non è stata resa, da parte dell’interessato, l’esplicita
dichiarazione di non versare in alcun caso di ineleggibilità o incompatibilità
previste dall’attuale legislazione e relativa alla nomina di che trattasi;
se non si ritiene
necessario avviare l’iter procedurale che regola l’incompatibilità e rimuovere,
per autotutela, l’attuale componente e sostituirlo con un altro professionista
in possesso di tutti i requisiti di legge.
(109; 19.3.2001)
Pirillo. Al Presidente della Giunta regionale e al
Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:
sul Bur n. 45 del
22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale n. 39/95, la
delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 5/00 contenente
l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;
il Presidente del
Consiglio, con decreto n. 344 del 4/10/00, attivando i poteri sostitutivi
previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95, procedeva
alla nomina del Presidente dell’Arssa nella persona del sig. Antonio Pizzini;
il
primo e il secondo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recitano
“Tutte le persone chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi…
debbono possedere i requisiti necessari e l’esperienza adeguata per esercitare
le dette funzioni…”;
“I
requisiti di cui al comma precedente devono risultare da apposito curriculum ricavabile
dall’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale riconducibile
all’incarico…”;
l’art. 4 comma terzo
della legge regionale n. 15/93 di istituzione dell’Arssa - prevede
espressamente “Il Presidente deve essere scelto tra esperti di chiara fama e di
comprovata esperienza aventi capacità tecnico-amministrative e manageriali”;
l’Arssa ha finalità
rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura mediante
azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi
innovativi nel sistema produttivo agricolo ed agroindustriale;
tenuto conto che per
lo svolgimento di un incarico di siffatta portata occorre avere un Presidente
che abbia spiccate capacità tecnico-amministrative e manageriali con comprovata
esperienza nel settore agro-alimentare, riconducibile all’esercizio di almeno
cinque anni di attività professionale;
rilevato, attraverso
l’esame della documentazione allegata alla domanda di incarico, che l’attuale
Presidente - sig. Antonio Pizzini, impiegato Telecom con diploma di Maturità
Classica - risulta privo dell’esperienza e dei titoli professionali necessari a
rivestire tale incarico, per cui nell’espletamento delle sue quotidiane
funzioni viene continuamente supportato da consulenti esterni e da esperti di
settore. Tale assistenza specialistica comporta un notevole aggravio di spese
ed oneri a carico dell’Ente che si ripercuotono indirettamente nelle tasche dei
contribuenti calabresi -:
quali criteri
oggettivi e meritocratici sono stati adottati per determinare la scelta
dell’attuale Presidente e se lo stesso possiede la professionalità e
l’esperienza necessaria a guidare il più importante Ente regionale di servizio
e sviluppo dell’agricoltura;
se non sono state
palesemente violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di
competenza regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma primo e secondo - della
legge regionale n. 39/95 ed art. 4 - comma terzo della legge
regionale n. 15/93;
se non ci sono stati
comportamenti omissivi o tantomeno non sono stati esaminati con la dovuta
attenzione ed obiettività i curricula dei numerosi aspiranti alla carica, molti
dei quali sono conosciuti dalla collettività tutta per la loro spiccata
professionalità ed esperienza nel settore;
se non ritengono
opportuno rimuovere, per autotutela, l’attuale Presidente e nominare al suo
posto un professionista che sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle
rispettive leggi.
(110; 19.3.2001)
Tommasi. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore regionale all’ambiente. Per sapere – premesso che:
da segnalazione
trasmessa via fax, il 13 marzo u. s., dal locale rappresentante dei Verdi di
Gioiosa Jonica Maurizio Zavaglia, sottoscritta dalla Signora Elena M.
Fiorentino, che si allega in copia, risulta in località “Randone” del comune di
Grotteria la presenza di una discarica di vastissime dimensioni;
nella stessa
segnalazione si denuncia la presenza, nella discarica in oggetto di beni
durevoli e particolarmente inquinanti per l’ambiente ed altamente nocivi per la
salute dei cittadini che abitano il comprensorio circostante;
i materiali
abbandonati in discarica (materassi, elettrodomestici, batterie esauste, etc.)
non sono biodegradabilì e contengono componenti e materie molto pericolose per
l’igiene e la salubrità dei luoghi e delle falde acquifere;
nessun’autorità
competente, da quanto risulta, abbia mai posto alcun’indicazione che segnali il
divieto di discarica o si sia adoperata per rimuovere il grave pericolo
segnalato;
i fatti evidenziati
sono in contrasto con la normativa in materia relativa ai rifiuti solidi,
ingombranti speciali e pericolosi;
oltre ai pericoli per
la salute, ai danni paesaggistici, alla compromissione di interessi economici,
sia pubblici, sia, eventualmente, dei privati proprietari di terreni adiacenti
il sito in oggetto, la situazione segnalata è potenziale fonte di pericolo
d’inquinamento anche per la vallata e le
coste del versante ionico reggino, qualora accadano fenomeni alluvionali simili
a quelli dell’autunno scorso;
è opportuno ed urgente
intervenire, con gli strumenti necessari ad impedire il protrarsi delle
condizioni denunciate, per la bonifica della zona interessata dalla
devastazione ambientale;
la tutela
dell’ambiente, anche attraverso la rimozione di discariche come quella qui
segnalata, pone un argine al grave e sentito problema dell’inquinamento e della
devastazione del territorio -:
si chiede
d’intraprendere iniziative idonee alla soluzione della situazione rappresentata
e si chiede di conoscere i tempi delle azioni che si vorranno attivare;
l’individuazione della
natura e della provenienza dei rifiuti presenti in discarica;
l’eventuale
accertamento d’inquinamento ambientale e conseguenti pericoli per la salute dei
cittadini;
l’attività che
s’intende promuovere al fine di fare in modo che i responsabili, una volta
individuati, siano perseguiti secondo le vigenti leggi in materia;
infine, si propone,
come già fatto per situazioni analoghe, che il governo della Regione si
costituisca parte civile nei confronti degli eventuali responsabili d’ogni
grave reato di natura ambientale che le competenti autorità eventualmente
riscontreranno per il fatto segnalato.
(111; 20.3.2001)
Tripodi M. Al Presidente
della Giunta regionale e all’assessore regionale all’ambiente. Per sapere –
premesso che:
la legge quadro n. 157
del’ 11/2/1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per
il prelievo venatorio” prevede (Art. 10 comma 3) che il territorio
agro-silvo-pastorale di ogni Regione sia destinato per una quota dal 20 al 30
per cento a protezione della fauna selvatica;
la stessa legge quadro affida alla Regioni (art. 1 comma 5) il compito di istituire zone di protezione “lungo le rotte di migrazione dell’avifauna segnalate dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica”; il termine per l’istituzione di dette zone di protezione è scaduto l’11/7/1993;
la legge regionale n.
9 del 1996 prevede l’istituzione di ambiti territoriali protetti;
considerato che in
Calabria l’ultima oasi di protezione è stata istituita nel 1975;
sul territorio della
provincia di Reggio Calabria non esiste nessuna oasi di protezione;
la percentuale di
territorio calabrese destinato ad oasi di protezione della fauna corrisponde ad
appena lo 0,19 per cento della superficie agraria e forestale;
le residue zone umide
costiere calabresi rappresentano l’habitat frequentato da numerosi uccelli
migratori, appartenenti soprattutto a specie protette o particolarmente
protette;
vista
la rilevante importanza naturalistica assunta dalla zona umida di Saline
Ioniche (Comune di Montebello, in provincia di Reggio Calabria), importanza
determinata dalla presenza di specie nidificanti o di passo spesso rarissime
per la nostra regione, (Cigni reali, Fenicotteri, Cavalieri d’Italia, Spatole,
Aironi bianchi, Gru ecc.);
constatato
il perdurare di una diffusa illegalità e malcostume venatorio all’interno di
detta area naturalistica, con ripetuti atti di bracconaggio contro specie
particolarmente protette;
vista la necessita di
assicurare un’effettiva tutela delle specie avifaunistiche e dei biotopi da
esse frequentate;
visto
l’articolo 10 comma 16 della legge 157 del 1992 che prevede la possibilità da
parte delle regioni di costituire coattivamente delle oasi di protezione “in
vista di particolari necessità ambientali”;
vista la richiesta
inoltrata dal Comune di Montebello Ionico (prot. 624 del 19/1/1994),
comprensiva della delibera Consiliare dello stesso Comune, tendente a
richiedere l’istituzione di un’oasi di protezione della fauna nella zona
denominata “pantano di Saline ioniche”;
vista
la nota firmata dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio
Calabria n. 025998 del 16/12/1993 con la quale lo stesso ha trasmesso all’Assessorato
regionale all’Agricoltura e foreste, caccia e pesca della Regione Calabria la
relazione del Comandante del Corpo di Vigilanza dell’Amministrazione
Provinciale di Reggio Calabria, con la quale si esprime parere favorevole circa
l’istituzione dell’oasi in questione;
visto
che lo “Stagno di Saline Ioniche” figura nelle Aree Protette in corso di
Istituzione elencate nella tabella 6 del Capitolo “Natura e biodiversità” del
primo rapporto sullo stato dell’ambiente in Calabria pubblicato dall’Anpa e
dall’Arpacal;
Saline Ioniche figura
nella lista definitiva dei siti di rilevante interesse comunitario (Sic) del
Progetto Bioitaly anche per la presenza di Salicomia alpinii;
la Delegazione WWF
Calabria ha chiesto sin dal 1993 (Prot. n. 43/93/EN del 15/12/93) l’istituzione
di un’oasi di protezione nell’area dei Pantani di Saline Ioniche;
analoga richiesta è
stata avanzata dalla stessa Delegazione Regionale con lettere dell’8/l/99,
13/9/99 e 16/2/2001;
vista la delibera
della Giunta regionale della Regione Calabria n.1329 del 3 1/3/1994 ad oggetto
“Istituzione coatta di un’oasi di protezione della fauna nel Comune di
Montebello Ionico. Art 10 Legge quadro n. 157/92 - Art. 9 legge
regionale 27/86;
vista
la bozza di delibera della Giunta regionale ad oggetto: chiarimenti alla
delibera n. 1329 del 31/3/94: “Istituzione oasi di Protezione della fauna in
Comune di Montebello Ionico” -:
se effettivamente la
delibera istitutiva dell’oasi è stata approvata ed in caso affermativo, chiede
di conoscere i motivi che ostacolano la effettiva tutela dell’area in oggetto
attraverso la notifica della delibera agli organi provinciali addetti alla
vigilanza e a cui spetta il compito della tabellazione della zona;
in caso contrario,
chiede di sapere quali provvedimenti d’urgenza si intendono adottare al fine di
dichiarare l’area dei Pantani di Saline Ioniche, oasi di protezione della
fauna, per come è nelle speranze e nelle aspettative di tutte le forze
ambientaliste e per assicurare alla protezione un angolo di natura protetta per
la crescita culturale e civile delle giovani generazioni del reggino.
(108; 19.3.2001)