VII legislatura

25.

martedì 20 marzo 2001

 

Presidenza del Presidente Giovanbattista Caligiuri

La seduta inizia alle 12,35

Gianfranco LEONE, Segretario f.f. Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Gianfranco LEONE, Segretario f.f.

Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Torchia. Ne ha facoltà.

Giuseppe TORCHIA

Signor Presidente, se non sbaglio oggi dovrebbe essere posto in discussione il bilancio.

PRESIDENTE

Abbiamo i due punti all’ordine del giorno che riguardano il bilancio.

Giuseppe TORCHIA

Presidente domando quando ci sarà fornita la documentazione necessaria affinché ogni consigliere possa esprimere il proprio parere.

PRESIDENTE

Proprio per dare la possibilità di distribuire ai consiglieri tutta la documentazione concernente il bilancio, che è già pervenuta, e prende sicuramente del tempo, potremmo sospendere momentaneamente la seduta.

Giuseppe TORCHIA

Sì, ma ci vuole pure tempo, affinché ognuno di noi possa avere la possibilità di leggerla la documentazione, Presidente.

PRESIDENTE

Io ritengo che il bilancio possa essere distribuito nel momento in cui è tecnicamente possibile. Io so già, per aver parlato con l’assessore al ramo, che il documento è già pervenuto nel Palazzo. Volendo possiamo partire col dibattito e, intanto ogni consigliere può cominciare ad esaminare la documentazione che sarà distribuita in copia…

Giuseppe TORCHIA

Presidente, se non abbiamo il documento, su cosa si svolge il dibattito?

PRESIDENTE

Sulla relazione dell’assessore. Si può cominciare con le relazioni dell’assessore e del relatore, nel frattempo ognuno potrà studiare il documento.

(Interruzione)

A parte il fatto che la maggior parte di voi sono stati in Commissione fino a venerdì mattina e sono pertanto a conoscenza del documento di bilancio; il discorso potrà valere per gli altri che non hanno partecipato ai lavori della Commissione e che quindi hanno pienamente ragione pretendere di essere informati.

Giuseppe TORCHIA

Insomma in Consiglio deve venire la proposta della Commissione o no? La Commissione ha affidato alla Segreteria del Consiglio la proposta che ha licenziato? Questo vorrei sapere. Se sì, allora perché non viene distribuita?

PRESIDENTE

Onorevole Torchia, la Commissione ha terminato i lavori venerdì mattina. Lei che è stato pure assessore al bilancio, dovrebbe comprendere anche le difficoltà che esistono nel dover predisporre tutti gli atti del voluminoso documento.

Giuseppe TORCHIA

Sono passati quattro giorni fino ad oggi.

PRESIDENTE

Le strutture hanno lavorato giorno e notte perché fosse tutto pronto per la giornata odierna.

Prego onorevole Pappaterra.

Domenico PAPPATERRA

Signor Presidente, ieri sera al termine della seduta, lei non era presente, abbiamo concordato e definito col suo Vicepresidente un certo percorso. Perché le dico questo, perché oggi qui, glielo diciamo con molto garbo e molta educazione, c’è una cosa che non possiamo tollerare, ossia di pensare di poter stare oggi e domani in questo palazzo a bivaccare, e poi di fare la classica nottata finale sugli emendamenti.

Quello che chiediamo è questo. Noi, al Vicepresidente Rizza, avevamo rappresentato l’esigenza, se ci fossero state difficoltà di ordine pratico, burocratico o quant’altro, che venisse convocata da lei rapidamente, anche a minuti, la Conferenza dei capigruppo in modo da stabilire orari, percorsi, modalità di presentazione degli emendamenti, distribuzione del materiale del bilancio, cioè organizzare lavori in maniera tale che ognuno di noi possa sapere di che morte deve morire. Non si può pensare di essere qui alle 15,30 per poi aggiornare i lavori a stasera alle 20 e domani poi chissà… Peraltro non daremmo uno spettacolo edificante ai calabresi, giacché lei ha deciso la ripresa diretta dei lavori di questo Consiglio, ed ai quali credo sia anche più dignitoso dare una immagine diversa di questa istituzione.

Vorrei riproporle, perciò, Presidente, l’immediata e rapida convocazione della Conferenza dei capigruppo in modo da stabilire le modalità dei lavori di questa tre giorni ed evitare così che qui si rischi di non fare nulla.

Per la parte che ci riguarda, giacché il bilancio presentato dalla Giunta è stato completamente stravolto dalla Commissione, ma ci sono anche giunti segnali che indicano che il Presidente della Giunta vorrebbe nuovamente stravolgerlo per riproporre il vecchio schema, che ci si dica con molta chiarezza se ci sono le condizioni per andare avanti, per affrontare l’esame del bilancio, perché ognuno abbia la possibilità di organizzarsi, certamente, però, non possiamo tollerare che si lavori in una condizione di stillicidio politico ed istituzionale.

PRESIDENTE

Onorevole Pappaterra ho capito tutto. Intanto non si parla per sentito dire.

Domenico PAPPATERRA

Chiedo scusa, pensavo che il Presidente Rizza l’avesse informata sulle conclusioni del Consiglio di ieri, non si può arrivare qui e far finta di nulla.

PRESIDENTE

Non si arriva da nessuna parte perché la Conferenza dei Presidenti dei gruppi ha stabilito e calendarizzato i lavori per affrontare questo argomento, cioè in questi tre giorni.

(Interruzione)

Ma mi faccia parlare non è che deve parlare sempre lei.

Domenico PAPPATERRA

Ma io volevo completare il discorso, se lei vuol togliermi la parola lo faccia pure, ma io non avevo terminato l’intervento.

Le sto dicendo, Presidente, che ieri sera avevamo concordato questo tipo di percorso, quindi lungi da me dal voler cercare una forzatura, però, dicevo, semplicemente: ripartiamo da una breve riunione dei capigruppo e stabiliamo come andare avanti. Questo volevo significarle.

PRESIDENTE

A parte il fatto che ogni qualvolta che c’è stata una vostra richiesta di convocazione della Conferenza dei capigruppo, mi pare di non aver mai disatteso le vostre aspettative, quindi non avrei nulla in contrario neanche in questo caso, in qualunque momento la riunione si può tenere, perché io sono sempre disponibile.. Detto ciò, vi posso assicurare che sono il primo io a voler regolare i lavori, non so se c’è qualcuno di altre parti politiche che non vuole questo.

In ordine a quant’altro lei mi chiede, se, cioè, si vuole o no stravolgere il bilancio o meno, ritengo che siano tutte illazioni quelle che si sentono, o cose che si dicono per sentito dire. Il bilancio è al Consiglio, certamente non si può non tenere conto dei tempi tecnici occorrenti per predisporre e distribuire le copie, e noi proprio per questo motivo stiamo sospendendo i lavori, ma ciò consentirà, pure, di vederci, di fare una riunione per decidere come dobbiamo procedere.

Michelangelo TRIPODI. Prendendo atto delle cose che lei adesso ha detto, credo che forse sia opportuno convocare per le 12,30 la Conferenza dei capigruppo. Verificheremo se gli atti sono già pervenuti, se siamo in condizione di poterli distribuire a tutti i consiglieri e a quel punto stabiliremo nella Conferenza dei capigruppo l’ordine dei lavori della seduta.

PRESIDENTE

Facciamo alle 15 la Conferenza dei Presidenti dei gruppi nella sala dell’Ufficio di Presidenza. Vi chiedo la puntualità.

Giuseppe MISTORNI. Sarebbe il caso che lei prendesse contatto col Presidente della Giunta e con gli assessori per vedere se il bilancio sia ancora in corso di elaborazione, perché a me risulta che è venuto uno staff di esperti in agricoltura e probabilmente c’è necessità di modificare qualcosa in riferimento a questo comparto. Se questo è, allora potremmo aggiornare la seduta a domani…

PRESIDENTE

Ci vediamo alle 15, in quella sede vedremo a che punto siamo…

(Interruzione)

Onorevole Mistorni, alle 15 si terrà la Conferenza dei capigruppo e alle 15,30 se riusciamo potremo tornare in Aula.

La seduta sospesa alle 12,50 è ripresa alle 18,30

Comunicazioni – Seguito

PRESIDENTE

Legge un seguito di comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni

Gianfranco LEONE, Segretario f.f

Legge un seguito di interrogazioni.

(Sono riportate in allegato)

Progetto di legge n. 38/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizione per la formazione del bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001/2003 della Regione Calabria (legge finanziaria)”

Progetto di legge n. 39/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2001 e bilancio pluriennale per il triennio 2001/2003”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno recita Progetto di legge n. 38/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Disposizione per la formazione del bilancio annuale 2001 e pluriennale 2001/2003 della Regione Calabria (legge finanziaria)”

Progetto di legge n. 39/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2001 e bilancio pluriennale per il triennio 2001/2003”.

L’assessore Bagarani ha facoltà di parlare.

Massimo BAGARANI, assessore al bilancio

Signor Presidente Caligiuri, onorevoli colleghi, questo che andiamo a discutere oggi e che sottoponiamo alla vostra approvazione è il trentesimo bilancio preventivo della Regione Calabria dal 1972. Bisogna essere onesti nel riconoscere che come tutti gli altri bilanci che l’hanno preceduto anche questo giunge all’approvazione con ritardo rispetto a quanto stabilito dalla legge.

Come tutti sapete bene infatti, il bilancio preventivo deve essere approvato entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello in cui il bilancio stesso fa riferimento.

Il ritardo di tre mesi per quanto grave è comunque estremamente ridotto se confrontato alla media degli ultimi trenta anni, media che attesta l’approvazione del bilancio di previsione nei mesi di luglio e settembre, quindi con un ritardo compreso tra sette e nove mesi rispetto alla data di legge.

Del resto la situazione dalla quale eravamo partiti era tale da rendere fortemente improbabile l’approvazione nei termini. Il bilancio preventivo del decorso anno veniva approvato il 27 luglio del 2000 e veniva pubblicato in Gazzetta il 28 agosto. Ad esso seguiva ad ottobre la predisposizione di una variazione di bilancio resa necessaria per apportare indispensabile aggiustamento ad alcuni capitoli di spesa. Era quindi di fatto impossibile presentare il bilancio in Commissione prima della fine di novembre come del resto poi è avvenuto.

La Commissione consiliare presieduta dall’onorevole Talarico ha lavorato per quasi quattro mesi con intensità per giungere all’approvazione della legge finanziaria e del bilancio il 16 marzo scorso. Pur nel ritardo, però, rimangono comunque due elementi che è importante sottolineare, il primo è che in trenta anni trascorsi solo tre volte è stato possibile avere un bilancio pienamente operativo prima del mese di maggio, ed è un fatto ugualmente importante.

Il secondo è che la Giunta mantiene con forza come suo obiettivo di politica economica quello di arrivare, entro l’anno in corso, ad avere finalmente un bilancio nei termini di legge, cioè un bilancio di previsione per il 2002 approvato entro il 31 dicembre del 2001.

Questo obiettivo ovviamente non viene perseguito per il banale desiderio di stabilire un primato ma perché si ritiene che qualunque sia la strada scelta per avviare lo sviluppo in questa Regione, il successo di quella scelta risieda per molti aspetti nelle capacità di gestire bene la cosa pubblica. Di riportare, in altri termini, all’ordinario ciò che fino ad oggi è stato sempre o quasi sempre straordinario.

Si tratta pertanto di una esigenza politica prioritaria, di una necessità di buon governo che trova nel bilancio della Regione il primo aspetto su cui concentrare gli sforzi in quanto strumento di primaria importanza nella vita economica, politica e sociale della Calabria come del resto la solennità di questo consesso conferma.

A nessuno può sfuggire che avere un bilancio approvato nei tempi giusti non significa solo poter gestire con più ordine e razionalità la spesa ma anche riuscire a programmare con sufficiente anticipo e con la necessaria certezza delle disponibilità. Questo è tanto più importante oggi in quanto la Regione Calabria si trova a dover affrontare la sfida dei fondi comunitari per i prossimi sette anni.

E’ quindi con grande soddisfazione che oggi la Giunta porta all’approvazione del Consiglio il prodotto di un lavoro intenso svolto tanto dalle strutture amministrative, alle quali va il mio personale e sentito ringraziamento per il complesso, faticoso ed impegnativo lavoro condotto in questi mesi e soprattutto in questi ultimi giorni, quanto dalla Giunta prima e dalla Commissione consiliare poi.

E’ stato da più parti osservato nel corso dei lavori della Commissione che il bilancio si presenta ancora in una versione del tutto simile a quella degli anni precedenti senza innovazione di forma e di sostanza. In altri termini alla luce di queste obiezioni si sarebbe in presenza del solito bilancio “fotocopia”.

A questo proposito mi preme sottolineare che quanto già sostenuto nel corso della relazione al bilancio di previsione del 2000 nel luglio dello scorso anno, continua a rimanere un obiettivo della Giunta e mio particolare. Il lavoro di modifica della struttura di bilancio nell’attuazione della normativa vigente e nell’ottica dell’utilizzo di uno strumento contabile che sia finalizzato alla programmazione della spesa, non è un lavoro semplice che si può pensare di realizzare in un breve lasso di tempo.

In questi mesi una Commissione di esperti ha lavorato coordinata dal capo dipartimento del bilancio, il direttore generale dottore Cirò Candiano, per definire l’impostazione del nuovo bilancio, obiettivi e funzioni.

Questo strumento vedrà luce nel dicembre di questo anno in una forma ancora provvisoria e sarà portato alla valutazione del Consiglio contestualmente ad un bilancio redatto nell’attuale vecchia formulazione, se volete. Solo dal 2002 si potrà poi andare a regime con la nuova struttura e con tutto ciò che ad essa si associa, dalla valutazione dell’operato dei dipartimenti alla definizione degli indicatori di risultato.

Ma già da oggi nel documento contabile che si sottopone alla vostra approvazione sono presenti piccoli – se volete – ma significativi segnali di cambiamento. E’ vero, le parti che possiamo definire vincolate rimangono ancora fortemente predominanti, del resto quasi la metà del bilancio è destinato alla sanità mentre per l’altra metà non si poteva non tener conto di impegni pregressi, di spese storiche che possono sì essere riprogrammate ma solo con la necessaria accortezza e, quindi, in un adeguato intervallo temporale che consenta di ridurre, se non neutralizzare gli effetti derivanti dalla modifica degli indirizzi di spesa.

Sicché in una lettura per grandi temi il bilancio di previsione per il 2001 presenta almeno quattro aspetti caratteristici. Un aspetto storico derivante dalle obbligazioni assunte negli anni passati e attualmente ancora vigenti e pertanto riprodotte nella visione qui proposta. Un aspetto programmatico di medio-lungo periodo legato in particolare alla programmazione comunitaria e all’attuazione di quegli strumenti di programmazione negoziata che sono attualmente in vigore.

Questo è sicuramente un aspetto fortemente fortificante laddove nel bilancio sono state introdotte tutte le misure del complemento di programmazione varato nel dicembre dello scorso anno. A fianco a tali misure compaiono poi le previsioni, per gli interventi che dovranno derivare tanto dall’approvazione dell’intesa istituzionale di programma articolata nei differenti accordi di programma quadro, quanto del resto degli strumenti di programmazione negoziata disponibili.

Un aspetto ulteriore è quello di orientamento di politica economica di breve e medio periodo basato su risorse provenienti dal recupero di residui perenti e finalizzato a spese sensibilmente orientate ad intervenire sul sociale ed in particolare sulle componenti più deboli e disagiate della società calabrese.

Un ulteriore ultimo aspetto può essere definito come ripristino della condizione ordinaria di operatività della Regione. Anche questo aspetto attiene ad azioni che avranno effetti nel medio e lungo periodo e cerca in particolare di affrontare i temi della riduzione dei contenziosi in atto, peraltro molto numerosi, tanto all’interno dell’ente regionale quanto all’esterno.

Da questa pur generale lettura emerge con chiarezza la volontà della Giunta di attuare un percorso complesso e difficile che da un lato, però, riesca a ricondurre il sistema di governo regionale verso forme più stabili e strutturali cercando di circoscrivere i casi di azione politica indotta da situazioni di emergenza sociale, occupazionale, economica e dall’altro ponga le basi per una azione programmatica di sviluppo sia attraverso la concreta attuazione del Programma operativo e del relativo complemento di programmazione, sia proponendo azioni ad essa collaterali in campi che il programma stesso non può o non riesce a coprire.

Sviluppo e buona gestione della spesa pubblica costituiscono, dunque, i due aspetti inscindibili dell’azione di governo di questa Giunta. Non si può avere il primo senza riuscire, anche se solo nel lungo periodo, ad ottenere la seconda. Del resto come notato in precedenza, la ferma volontà ad ottenere un bilancio di previsione approvato in tempi molto serrati compatibilmente con la situazione pregressa che la Giunta si è trovata a fronteggiare, costituisce un primo evidente passo in questa direzione.

Una più attenta lettura del documento contabile ci porta ad evidenziare le più significative e qualificanti operazioni introdotte nel bilancio sottoposto alla vostra attenzione.

Una prima importante azione di intervento sul sociale si concretizza con la costituzione di una formazione etica con finalità di finanziare e sostenere le persone fisiche e le famiglie in difficoltà con basso o nullo reddito, nonché le imprese sociali impegnate nello svolgimento di servizi socialmente utili e nell’inserimento nel mondo del lavoro di soggetti deboli e svantaggiati.

Su questo punto alcune perplessità sono state sollevate in sede di discussione da parte della Commissione consiliare in merito alla fattibilità giuridica dell’operazione proposta tanto che l’articolo stesso che istituiva la finanziaria etica nella finanziaria del 2001 è stato abrogato. In questa sede è chiaro intendimento della Giunta – anche alla luce di un ulteriore approfondimento normativo – riproporre l’articolo prendendo atto delle osservazioni sollevate in Commissione.

La seconda azione è costituita dagli interventi destinati al risanamento ambientale di tipo urbanistico. In questo ambito si collocano le azioni destinate all’attivazione di progetti per il recupero dei centri storici degradati in stretta relazione con quanto è possibile avviare in ambito del Programma operativo regionale e l’azione orientata all’individuazione di immobili che presentino un elevato impatto ambientale, i cosiddetti eco-mostri per capirci,al fine di un loro abbattimento o recupero estetico funzionale.

All’interno di questa scelta politica, economica ed ambientale rientra – ad esempio – il recepimento dell’emendamento dell’opposizione finalizzato al risanamento ambientale della degradata zona pennello di Vibo Valentia.

Una terza azione riguarda gli interventi nei trasporti, un settore di grande importanza nella vita sociale ed economica della Regione che vede trascinarsi ormai da più di un decennio una situazione di incertezza normativa e gestionale che certo non giova né all’attività delle imprese che nel settore operano,né tanto meno allo sviluppo della Calabria.

All’interno di questa azione sono individuabili almeno tre interventi. Uno di chiusura del pregresso del nostro contenzioso con le imprese pubbliche e private che esercitano pubblici esercizi di trasporto locale. Un altro per la regolamentazione della gestione del trasporto pubblico nelle more della completa attuazione della legge 23/99 con la finalità di introdurre elementi di maggiore concorrenzialità e quindi maggiore efficienza in un comparto che nei prossimi anni dovrà vivere una profonda ristrutturazione ed evoluzione. Un altro, infine, per agevolare i flussi turistici attraverso il trasporto aereo mediante azioni volte ad individuare la qualità dei servizi e a realizzare politiche di contenimento dei costi di trasporto.

Una attenzione specifica è rivolta poi al mondo del lavoro con riferimento a tre aspetti di grande importanza. Gli interventi rivolti a ridurre l’attuale stato di disoccupazione presenti in molti comuni delle aree interne e marginali attraverso la costituzione di un apposito fondo che interverrà sul territorio con le modalità che la Giunta e il tavolo partenariale con le parti sociali e le associazioni sindacali avviato recentemente stabiliranno nei prossimi mesi.

Le misure di politiche attive dell’impiego in Calabria, per capirci la legge 4/2001 e l’articolo 6 bis della finanziaria che è attualmente proposta, relativa alle incentivazioni delle azioni di stabilizzazione degli Lsu stanziando risorse regionali che vanno ad aggiungersi ai fondi nazionali disponibili.

Terzo gli incentivi per l’imprenditoria giovanile attraverso il finanziamento degli interventi previsti dall’articolo 7 ter della legge 14/2000 la cosiddetta legge “opportunità giovani”. Un’altra azione ha come indirizzo la riduzione di situazioni pregresse di contenzioso o criticità, in questa categoria rientrano interventi previsti per sanare le vertenze in corso con il personale regionale e l’iniziativa volta a ripianare le passività dei consorzi di bonifica.

Tutte queste azioni di bilancio si inquadrano in un contesto programmatico più articolato che vede da un lato il complemento di programmazione ormai nella sua fase di avvio come del resto in tutte le altre Regioni del Mezzogiorno, dall’altro le iniziative connesse con gli strumenti di programmazione negoziata.

Per quanto riguarda lo stato di attuazione del Por si è ormai completata, dopo un intenso partenariato interistituzionale, la fase di individuazione dei progetti integrati territoriali, i cosiddetti Pit. Nelle prossime settimane dovrà essere affrontata la fase di costruzione dei soggetti responsabili per ciascun Pit e successivamente la redazione dei progetti e l’avvio delle iniziative. Parallelamente i dipartimenti si stanno attivando per la proposizione di progetti strategici che seguiranno le procedure definite nel complemento.

In particolare le procedure in questione sono state già avviate allo stato attuale per due progetti promossi direttamente dalla Presidenza e riguardanti il ripascimento delle coste ed il recupero dei centri storici entrambi strettamente coerenti con la filosofia di sviluppo prima descritta e posta alla base del bilancio.

Per quanto riguarda infine il ricorso agli strumenti di programmazione negoziata nelle more della regionalizzazione degli strumenti stessi, la Giunta sta operando per una celere attivazione dei contratti di programma a supporto anche delle linee di programmazione espresse nel complemento; un maggior coordinamento dell’attività dei patti territoriali – si rammenta l’istituzione per questo scopo della rete regionale dei patti territoriali al fine di accelerare e rendere più efficaci le spese e tenendo presente la necessità di coordinare le iniziative dei patti con quelli dei nascenti Pit -; da ultimo la riprogrammazione e l’ampliamento dell’intesa istituzionale sulla validità della quale, peraltro, forti dubbi erano stati espressi già in occasione della precedente relazione al bilancio 2000.

Il segnale che proviene da questo bilancio è dunque chiaro: affrontare la sfida dello sviluppo sia programmando gli indirizzi di politica economica sia operando per una normalizzazione dell’azione pubblica e l’introduzione di buone pratiche nella gestione, sia, infine, non perdendo di vista quelle componenti emarginate, disagiate ed economicamente deboli che, comunque, costituiscono una parte rilevante della società calabrese.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Talarico. Ne ha facoltà.

Francesco TALARICO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, Presidente della Giunta, assessori presenti, la proposta di bilancio annuale e pluriennale 2001-2003 che è oggi all’esame del Consiglio, vuole in una ottica di razionalizzazione della spesa realizzare una azione di governo efficace ed efficiente per il raggiungimento degli obiettivi prefissi.

La legislazione nazionale in tema di decentramento che ha avuto inizio con la cosiddetta “Bassanini 1”, la legge del 15 marzo 1997, numero 59, ha dato il via ad una serie di provvedimenti che hanno stravolto in pochi anni il sistema di finanziamento e contabilità di bilancio delle Regioni. E proprio dal 2001 partono, infatti, una serie di meccanismi che rendono sempre più autonome le Regioni.

Questo bilancio, il primo della legislatura, redatto secondo la legislazione vigente riconferma le scelte previste dalla normativa regionale integrate poi dalla legge finanziaria. L’obiettivo principale è quello di rafforzare il sistema economico produttivo calabrese e consolidare il livello di qualità dei servizi per un apparato pubblico sempre più vicino alle esigenze della comunità amministrata.

Un bilancio che arriva all’esame del Consiglio con il parere favorevole della Commissione, che è stato ovviamente discusso, approfondito e confrontato con i soggetti istituzionali presenti sul territorio. Il lavoro è stato intenso per analizzare a fondo le diverse problematiche con un clima di franca dialettica ma, nello stesso tempo, di intensa partecipazione.

Consentitemi quindi di esprimere soddisfazione per il lavoro compiuto ringraziando tutti i commissari ma nel complesso sottolineare il senso di responsabilità istituzionale di tutti i gruppi che con posizioni certamente differenti hanno analizzato i singoli capitoli di bilancio dando il proprio contributo in termini di idee e proposte.

Una analisi è iniziata il 20 dicembre con la relazione dell’assessore al bilancio Massimo Bagarani che è stato presente costantemente in tutte le riunioni della Commissione con una collaborazione attiva e propositiva, e che colgo l’occasione per ringraziarlo, che è proseguita con otto sedute dedicate alle audizioni di consorzi, enti locali, enti strumentali regionali, di organizzazioni sindacali e di altre associazioni che hanno chiesto di essere ascoltate e che operano nei diversi settori dell’economia calabrese dal turismo ai trasporti, all’industria, al commercio, all’artigianato, all’agricoltura.

Una occasione di ascolto dei diversi soggetti istituzionali e quindi di approfondimento delle diverse problematiche con la presenza degli assessori al ramo che hanno avuto modo di rendersi conto dei tanti ritardi che la nostra Regione sconta.

Il metodo delle audizioni suddivise per settori ha dato possibilità di ascoltare una società calabrese desiderosa di partecipare attivamente allo strumento economico-finanziario e di portare proposte e suggerimenti che andavano non solo verso la richiesta di maggiori finanziamenti ma anche in direzione della velocizzazione della spesa e della riforma della legislazione vigente.

Un utile lavoro che sarà messo a disposizione dell’intero Consiglio per avviare, concluso il bilancio, una azione diretta a colmare quei vuoti legislativi che la nostra Regione ha in diversi settori, incominciando dalla legge 112 del ’98 sul decentramento amministrativo.

Una analisi che poi è proseguita con i lavori della Commissione col dibattito generale nel corso del quale i diversi gruppi si sono espressi sul contenuto dello strumento di programmazione economico-finanziaria, e si è conclusa con la valutazione dei singoli emendamenti presentati – quasi 600 – agli atti della Commissione col voto finale, il tutto in una giornata intera di lavoro che si è concluso alle prime ore del mattino.

Un bilancio che rispetto alla stesura iniziale della Giunta è stato arricchito da una serie di emendamenti presentati in Commissione dai singoli consiglieri, sia di maggioranza che di minoranza, alcuni accolti, altri respinti, in alcuni casi anche accolti all’unanimità dei commissari, a dimostrazione che quando le proposte sono valide non hanno alcun colore politico.

Voglio esprimere un sentito ringraziamento anche per il lavoro svolto dalle strutture della Commissione e del Servizio Resoconti, che seppur con esigui mezzi a disposizione, sono riusciti ad essere valido supporto per tutti quanti noi. Con ciò si sottolinea l’importanza del ruolo delle Commissioni permanenti.

La mia prima esperienza di consigliere regionale non mi fa esprimere giudizi diretti in merito all’approvazione delle precedenti leggi finanziarie, ma ripercorrendo la storia dell’istituzione dalla Regione ad oggi, due dati sono da evidenziare al Consiglio. Il primo è che l’approvazione in Commissione l’ultima volta era venuta nel ’96 e la seconda è l’anticipazione dei tempi di approvazione del bilancio.

Eravamo abituati ad assistere a bilanci approvati oltre metà anno, qualche volta addirittura a dicembre, il record negativo nella storia appartiene al bilancio del 1985, approvato il 19 dicembre di quell’anno, con indubbi influssi negativi sulla già fragile economia della Calabria, perché si provocavano ritardi nella spesa e difficoltà evidenti per tutti coloro che avevano rapporti con la Regione. Per la prima volta anche gli enti locali potranno approvare i loro bilanci ed adeguare la propria programmazione a quella della Regione per lavorare in sinergia nel bene e nell’interesse della Calabria.

Un percorso che sono certo continueremo – lo ha detto prima l’assessore nella sua relazione – con le ormai prossime variazioni di bilancio ed arrivare ad approvare il prossimo bilancio entro la fine dell’anno come avviene per prassi consolidata nelle altre Regioni del nord, come la Lombardia e il Veneto, evitando quindi l’uso dell’esercizio provvisorio, ossia l’autorizzazione della spesa in dodicesimi.

Un bilancio che non è il solito strumento finanziario, che ha più di una voce di novità e di attenzione reale verso il mondo produttivo e le categorie sociali più deboli e, se non è uno strumento contabile costruito pienamente all’insegna della programmazione, è certamente il migliore documento finanziario possibile per una Regione che ha una serie di vincoli e cambiali che gli derivano dal passato e che col tempo occorre superare.

Sarà l’ultimo bilancio approvato secondo la normativa vigente, infatti la legge 335 del ’76 è stata rinnovata dal decreto legislativo 28.3.2000, numero 76 che ha disposto che le Regioni, entro il 31 dicembre 2001 dovranno adeguare la propria normativa di contabilità e bilancio. Ciò determinerà una diversa struttura del bilancio regionale con la revisione dei capitoli di entrata e di spesa e permetterà un maggiore controllo interno con valutazione dei dirigenti, con controllo di gestione strategico sull’attività amministrativa svolta.

Dicevo prima, di una serie di vincoli che enuncerò, ai quali occorre trovare una adeguata definizione con opportuni correttivi, in particolare quattro grandi questioni che pesano notevolmente sul bilancio regionale e incidono sul patto di stabilità interna. Essi sono incominciando non per ordine di importanza ma solo per elencazione: la spesa dei trasporti pubblici locali che per il 2001 è pari a lire 150 miliardi - e solo per l’anno 2000 per effetto dell’articolo 7 bis non applicato dalla finanziaria 2000 –, la spesa è lievitata di altri 15 miliardi che necessitano per coprire i disavanzi di esercizio delle aziende.

La spesa di 150 miliardi – secondo problema – quale quota a carico del bilancio regionale per il comparto della spesa inerente all’attività di forestazione tenendo conto anche dell’accordo di programma quadro sull’intera materia, certamente da rivedere anche per migliorarlo, e che ad oggi è stato disdetto ma che necessita certamente di una rimodulazione col Governo.

Terzo punto, il finanziamento della spesa sanitaria tenendo conto di quanto stabilisce il decreto legislativo 56 del 2000, che peserà notevolmente sui bilanci prossimi per effetto della nuova normativa.

Quarto ed ultimo punto, infine, concerne la necessità di un rigoroso controllo della politica del personale regionale con la messa a punto di una azione amministrativa e legislativa che consenta una riduzione della spesa, richiamando anche l’articolo 1, comma 17 della finanziaria dell’anno scorso che prevede il riesame delle posizioni del personale comandato o trasferito.

Una serie di macigni quindi che pesano sulla spesa regionale e che ne condizionano le scelte. E’ evidente che le difficoltà presenti sono numerose per una serie di errori compiuti nel passato, ma che occorre affrontarli e risolverli, recuperando un bilancio che sia realmente strumento di programmazione, che possa investire sugli elementi di sviluppo interni, non facendo interventi a pioggia ma intervenendo sulle vocazioni territoriali, specifiche delle diverse realtà calabresi, determinando la crescita della base produttiva e occupazionale.

La Calabria entra nel nuovo millennio con un elevatissimo ritardo di sviluppo nei confronti delle aree italiane ed europee più avanzate. Da svariati anni la nostra Regione occupa stabilmente l’ultimo posto nella graduatoria della ricchezza prodotta. Il tasso di crescita del Pil – prodotto interno lordo – è mediamente dello 0,5 per cento rispetto all’1,4 per cento del centro-nord.

Il 2001 rappresenta però un anno importante in quanto si avviano due processi, fondamentalmente, che sono comunque destinati ad incidere notevolmente in positivo sul futuro della Calabria. Il primo è che la proposta di bilancio 2001 e di bilancio pluriennale 2001-2003 comprende la programmazione delle risorse dei fondi strutturali comunitari 2000-2006, da utilizzare attraverso il Por Calabria, il Programma operativo regionale e il complemento di programmazione, che contiene gli obiettivi operativi, le azioni di intervento e le quote di finanziamento da attribuire ad ogni misura. Approvazione che è avvenuta di recente, il 19 dicembre 2000 dal Comitato di sorveglianza.

Il secondo è rappresentato dal federalismo fiscale e amministrativo annunciato dalla legge delega 133 del ’99 che con molte difficoltà proprio dal 2001 inizia la sua applicazione. I fondi comunitari, infatti, rappresentano una massa ingente di risorse economiche che arriveranno alla nostra Regione e che, se ben utilizzate, potranno rappresentare una svolta per la nostra fragile economia.

I Pis – i progetti integrati strategici – ad iniziativa regionale e provinciale e i Pit - piani integrati territoriali – ad iniziativa degli enti locali di prossima applicazione, possono essere uno strumento fondamentale per il rilancio del nostro territorio investendo sulle iniziative di sviluppo che hanno un mercato, che si integrano e accrescono le singole vocazioni territoriali privilegiando quelle iniziative che concludono il ciclo di filiera.

Il modello migliore sono senza dubbio le piccole e medie imprese che rappresentano ovunque la spina dorsale dell’economia in grado di stare autonomamente sul mercato alla luce anche del fallimento della grande impresa in Calabria. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti: Pertusola, Cellulosa, Nuovo Pignone.

In secondo luogo siamo anche di fronte ad una svolta rilevante per le autonomie locali che vedono il loro sistema di finanziamento totalmente differente rispetto al passato. Proprio da quest’anno infatti, dopo l’Irap e l’addizionale regionale Irpef parte la compartecipazione all’Iva per una quota pari al 25,7 per cento per la nostra Regione.

Ci si muove quindi in un’ottica diversa, nasce l’esigenza di razionalizzare la spesa perché le risorse disponibili trasferite dallo Stato sono limitate e si andrà sempre di più verso l’autofinanziamento e quindi verso una maggiore responsabilizzazione sia sul piano politico che amministrativo.

E’ una grande scommessa quella che ci attende soprattutto per la Calabria che sconta una serie di ritardi e che in Europa è all’ultimo posto in tanti indicatori, primo fra tutti la disoccupazione giovanile. Una Regione che è pronta ad accogliere la sfida del federalismo solidale, che rappresenta una importante occasione di rinnovamento e responsabilizzazione istituzionale e nello stesso tempo di esaltazione del ruolo delle Regioni e delle autonomie locali.

E’ una occasione storica: attraverso la sussidiarietà si valorizza l’azione di politica locale. E’ un appuntamento che la Calabria non può lasciarsi sfuggire per una reale reimpostazione dell’apparato burocratico e la ricerca dell’efficacia investendo in modelli produttivi che possono avere un mercato e soprattutto compatibili con il sistema calabrese.

Dare ai territori maggiori poteri e responsabilità nel prendere decisioni sul proprio futuro economico, far partire lo sviluppo dal basso è la soluzione più adeguata per recuperare il ritardo della nostra Regione rispetto alle altre aree del Paese. Certo, per far ciò non bastano le poche risorse del bilancio. Lo Stato deve colmare il deficit di infrastrutture incominciando da porti, aeroporti, strade e autostrade.

Gli articoli di recente approvati 117, 118 e 119 della Costituzione, descritti dalla nuova legge approvata nei giorni scorsi dal Parlamento, vanno proprio nella direzione di ampliare l’autonomia finanziaria e tributaria delle Regioni che possono istituire tributi propri oltre ad avere compartecipazioni a tributi erariali, introducendo un fondo perequativo dello Stato senza vincoli di destinazione per le Regioni più deboli.

Entrando però nel merito della proposta di bilancio 2001 che è all’esame del Consiglio dobbiamo dire che le entrate complessive ammontano a 13.073 miliardi. Una componente significativa delle entrate del 2001 è rappresentata dall’avanzo di amministrazione pari a 4.893 miliardi, applicato a norma dell’articolo 16 del Regolamento di contabilità, derivante dalla somma algebrica della cassa residui attivi e residui passivi.

La somma di lire 3.996 miliardi è rappresentata da somme vincolate per la sanità. Infatti per effetto del decreto legislativo del 18 febbraio 2000, numero 56 in materia di federalismo fiscale, si riforma radicalmente il meccanismo di finanziamento della sanità e ciò pone seri problemi alle Regioni deboli economicamente, come la Calabria.

Il suddetto decreto prevede a partire dal 2001 la soppressione del fondo sanitario regionale, ciò viene compensato con la compartecipazione all’Iva nella misura del 25,7 per cento del gettito complessivo, con una aumento dello 0,4 dell’aliquota dell’addizionale Irpef, e con un aumento anche della compartecipazione regionale alle accise sulle benzine che passano da lire 242 a 250 lire per ciascun litro di benzina venduto.

Per evitare che le Regioni più deboli abbiano degli scompensi immediati viene stabilito un fondo perequativo nazionale che interverrà solo per l’anno 2001. Già dal 2002-2003 si ridurrà del 5 per cento, nel 2004 del 9 per cento e così via fino all’azzeramento nel 2013.

Di queste somme 1.642 miliardi sono fondi del Por Calabria assegnati dallo Stato e dalla Cee con diversi fondi comunitari: Fse, Fers, Fea e Sfop. Nove miliardi sono somme a destinazione vincolata derivanti da assegnazioni statali; 1.573 miliardi sono le entrate libere da vincoli e quindi nella disponibilità dell’impiego.

Rispetto al 2000 siamo di fronte ad un aumento delle entrate pari al 12,27 per cento dovute alle previsioni ottimistiche dell’Irap e dell’addizionale Irpef effettuate dal Governo.

Altro dato importante è che le entrate di libera disponibilità sono aumentate di 132 miliardi per effetto di un intenso lavoro effettuato dai singoli assessorati per recuperare i residui perenti per i quali è stata accertata l’insussistenza di obbligazione nei confronti dei terzi.

Vediamo ora come sono state investite tali risorse senza entrare nel merito delle singole questioni oggetto dei diversi capitoli su cui si articola il bilancio, visto che è stato fatto anche abbondantemente in Commissione in questi quattro mesi di lavoro.

Voglio però evidenziare le poste di maggiore interesse che voglio sollecitare e segnalare all’attenzione del Consiglio. Lire 5 miliardi da destinare alle tre società aeroportuali della Calabria: Sant’Anna, Sacal, Sogas con lo scopo preciso di ridurre le tariffe aeree e quindi agevolare il flusso turistico da e per la nostra Regione e incidere competitivamente sull’offerta turistica regionale. Lire 1 miliardo per l’aumento della quota di partecipazione della Regione nell’aeroporto Sant’Anna di Crotone; lire 1,5 miliardi per la realizzazione di un pontile a servizio dell’aeroporto di Reggio Calabria; lire 4 miliardi da destinare alle spese e al potenziamento della protezione civile.

Lire 1 miliardo per la ristrutturazione di Palazzo Fazzari di proprietà della Giunta regionale, della Regione Calabria. Lire 7 miliardi per gli interventi di cui all’articolo 7 ter della legge numero 14 del 2000. Lire 8 miliardi di cui all’articolo 6 bis per l’istituzione di centri di promozione culturale, uno sportello di politica del lavoro e Call center per aiutare l’inserimento dei giovani nel lavoro principalmente Lsu e Lpu. Lire 2 miliardi per il recupero e la tutela ambientale delle aree di pregio. Lire 2,3 miliardi per la costruzione del Palazzo di Giustizia di Locri. Lire 4 miliardi per la costituzione di un fondo di garanzia regionale per facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese e delle imprese artigiane.

A tal proposito voglio sottolineare che il problema del credito è stato evidenziato dalle diverse categorie economiche e produttive, come il problema fondamentale da risolvere per stimolare gli investimenti.

Lire due miliardi per il finanziamento di società che operano nel settore dei servizi informatici. Lire 4 miliardi per lo sviluppo della società di informazione nella istituzione scolastica. Lire 2 miliardi per il miglioramento dell’offerta scolastica universitaria con l’istituzione di nuove facoltà. Lire 5,3 miliardi quale quota di cofinanziamento a progetti strategici nel settore del commercio. Lire 4 miliardi per agevolazioni tariffarie per i cittadini affetti da invalidità e meno abbienti.

L’ultima annotazione è sul bilancio degli enti strumentali: Arssa, Afor e Edis i cui vertici amministrativi sono venuti tutti in audizione e hanno espresso le difficoltà economiche e legislative con le quali si trovano ad operare e alle quali il Consiglio deve dare una risposta con una riflessione complessiva per realizzare una concreta riorganizzazione.

Una serie di interventi quindi che riguardano settori diversi, questi di questo bilancio di previsione 2001 ma legati insieme da una visione organica, strategica della Calabria. Certo questa è una piccola parte di quello che dovremmo fare nel futuro, tanti sono i deficit della nostra terra che dovremo affrontare col massimo impegno e la massima determinazione superando la cultura dell’emergenza quotidiana e pianificando un’azione di governo in direzione di una svolta non più rinviabile.

(Applausi)

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Borrello.

Sull’ordine dei lavori

Antonio BORRELLO

Ho chiesto la parola sull’ordine dei lavori, signor Presidente, per chiederle cortesemente, se i colleghi sono d’accordo, di porre ai voti dell’Aula l’inserimento all’ordine del giorno in coda alla legge sul bilancio, del Regolamento di contabilità, che poco prima lei ha annunciato, sul quale si avverte – ma è stato detto anche in Aula tempo fa dall’assessore Scopelliti – la necessità di sostituire quello che attualmente è in vigore.

Per cui le chiedo cortesemente se può mettere in votazione questa proposta.

PRESIDENTE

Se non ci sono osservazioni pongo in votazione la richiesta dell’onorevole Borrello.

(Il Consiglio approva)

Antonio BORRELLO

Presidente, chiedo scusa così completo un attimo. Volevo aggiungere se lei, cortesemente, può far in modo che tutti i colleghi abbiano una copia di questo Regolamento che, voglio solo dire, è stato approvato all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza, in modo che tra due giorni quando andremo a discuterne ci sarà già una consapevolezza dei contenuti. Grazie.

PRESIDENTE

Perfetto. La seduta è tolta, il Consiglio è convocato per domani alle ore 15.

La seduta termina alle 19,15


Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Fava, Morrone, Galati.

(Sono concessi)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale” (delibera n. 36 del 20.2.2001) (P.P.A. n. 106/7^)

E’ assegnato alla prima Commissione consiliare - Politica istituzionale.

(Così resta stabilito)

Assegnazione di consiglieri a Commissioni consiliari

Si comunica che a seguito della costituzione del Gruppo consiliare “Upr- Patto Segni” l’onorevole Paolo Naccarato, in rappresentanza del Gruppo medesimo, è assegnato alla prima, seconda, terza e quarta Commissione consiliare, alla Giunta per il Regolamento e alla Giunta delle Elezioni.

(Così resta stabilito)

L’onorevole Aiello Vincenzino, a seguito della nota del 20.3.2001 del Presidente del Gruppo consiliare Ccd, è assegnato alla terza Commissione consiliare in sostituzione del consigliere Francesco Talarico ed alla quarta Commissione in sostituzione del consigliere Gino Trematerra.

(Così resta stabilito)

Trasmissione di proposta di integrazione a progetto di legge

L’onorevole Roberto Occhiuto ha trasmesso una proposta di integrazione al progetto di legge presentato dall’onorevole Battista Caligiuri ed altri il 16.2.1998 (P.L. n. 250/6^), recante: ‘Disciplina della comunicazione pubblica regionale”.

Il provvedimento di che trattasi sarà trasmesso alla terza Commissione – Servizi sociali – ed alla seconda - Sviluppo economico.

Interrogazioni a risposta scritta

Pirillo, Pappaterra, Adamo ed altri. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

sul Bur n. 45 del 22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale n. 39/95, la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 5/00 contenente l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;

il Presidente del Consiglio regionale, con decreto n. 327 del 4/10/2000, attivando i poteri sostitutivi previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95, procedeva alla nomina dei quattro componenti effettivi e due supplenti per il rinnovo della sezione del Co.Re.Co. di Cosenza;

il primo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recita: “Tutte le persone chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi… debbono possedere i requisiti necessari… e non trovarsi nelle condizioni di incompatibilità... previste dalla legislazione vigente nel momento in cui viene effettuata la nomina o designazione”;

la legge regionale n. 14/99 - al terzo comma dell’art. 1 Bis prevede: “le nomine di competenza regionale inerenti a componenti di organismi esterni alla Regione sono incompatibili con le funzioni di dipendente regionale”;

il dr. Eugenio Spagnuolo, designato in una terna di esperti dall’Ordine dei dottori Commercialisti della provincia di Cosenza è stato nominato componente effettivo del Co.Re.Co. di Cosenza;

rilevato che il summenzionato professionista, pare, risulti essere dipendente regionale in attività di servizio;

tenuto conto dell’importante ruolo che i Co.Re.Co. sono chiamati a svolgere sul controllo degli atti degli Enti locali, dove bisogna assicurare legalità, buon andamento ed imparzialità dell’azione amministrativa -:

se risponde al vero che il dr. Eugenio Spagnuolo risulta essere dipendente regionale. In caso affermativo, se lo stesso è attualmente in attività di servizio o travasi collocato in aspettativa;

se non sono state violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di competenza regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma 1° della legge regionale n. 39/95 e l’art. 1 bis - comma terzo della legge regionale n. 14/99. Quest’ultima prevede espressamente l’incompatibilità della nomina con lo “status” di dipendente regionale;

se non ci sono stati comportamenti omissivi e superficialità nei controlli della documentazione, ovvero, se non è stata resa, da parte dell’interessato, l’esplicita dichiarazione di non versare in alcun caso di ineleggibilità o incompatibilità previste dall’attuale legislazione e relativa alla nomina di che trattasi;

se non si ritiene necessario avviare l’iter procedurale che regola l’incompatibilità e rimuovere, per autotutela, l’attuale componente e sostituirlo con un altro professionista in possesso di tutti i requisiti di legge.

(109; 19.3.2001)

Pirillo. Al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:

sul Bur n. 45 del 22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale n. 39/95, la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 5/00 contenente l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;

il Presidente del Consiglio, con decreto n. 344 del 4/10/00, attivando i poteri sostitutivi previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95, procedeva alla nomina del Presidente dell’Arssa nella persona del sig. Antonio Pizzini;

il primo e il secondo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recitano “Tutte le persone chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi… debbono possedere i requisiti necessari e l’esperienza adeguata per esercitare le dette funzioni…”;

“I requisiti di cui al comma precedente devono risultare da apposito curriculum ricavabile dall’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale riconducibile all’incarico…”;

l’art. 4 comma terzo della legge regionale n. 15/93 di istituzione dell’Arssa - prevede espressamente “Il Presidente deve essere scelto tra esperti di chiara fama e di comprovata esperienza aventi capacità tecnico-amministrative e manageriali”;

l’Arssa ha finalità rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo ed agroindustriale;

tenuto conto che per lo svolgimento di un incarico di siffatta portata occorre avere un Presidente che abbia spiccate capacità tecnico-amministrative e manageriali con comprovata esperienza nel settore agro-alimentare, riconducibile all’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale;

rilevato, attraverso l’esame della documentazione allegata alla domanda di incarico, che l’attuale Presidente - sig. Antonio Pizzini, impiegato Telecom con diploma di Maturità Classica - risulta privo dell’esperienza e dei titoli professionali necessari a rivestire tale incarico, per cui nell’espletamento delle sue quotidiane funzioni viene continuamente supportato da consulenti esterni e da esperti di settore. Tale assistenza specialistica comporta un notevole aggravio di spese ed oneri a carico dell’Ente che si ripercuotono indirettamente nelle tasche dei contribuenti calabresi -:

quali criteri oggettivi e meritocratici sono stati adottati per determinare la scelta dell’attuale Presidente e se lo stesso possiede la professionalità e l’esperienza necessaria a guidare il più importante Ente regionale di servizio e sviluppo dell’agricoltura;

se non sono state palesemente violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di competenza regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma primo e secondo - della legge regionale n. 39/95 ed art. 4 - comma terzo della legge regionale n. 15/93;

se non ci sono stati comportamenti omissivi o tantomeno non sono stati esaminati con la dovuta attenzione ed obiettività i curricula dei numerosi aspiranti alla carica, molti dei quali sono conosciuti dalla collettività tutta per la loro spiccata professionalità ed esperienza nel settore;

se non ritengono opportuno rimuovere, per autotutela, l’attuale Presidente e nominare al suo posto un professionista che sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle rispettive leggi.

(110; 19.3.2001)

Tommasi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore regionale all’ambiente. Per sapere – premesso che:

da segnalazione trasmessa via fax, il 13 marzo u. s., dal locale rappresentante dei Verdi di Gioiosa Jonica Maurizio Zavaglia, sottoscritta dalla Signora Elena M. Fiorentino, che si allega in copia, risulta in località “Randone” del comune di Grotteria la presenza di una discarica di vastissime dimensioni;

nella stessa segnalazione si denuncia la presenza, nella discarica in oggetto di beni durevoli e particolarmente inquinanti per l’ambiente ed altamente nocivi per la salute dei cittadini che abitano il comprensorio circostante;

i materiali abbandonati in discarica (materassi, elettrodomestici, batterie esauste, etc.) non sono biodegradabilì e contengono componenti e materie molto pericolose per l’igiene e la salubrità dei luoghi e delle falde acquifere;

nessun’autorità competente, da quanto risulta, abbia mai posto alcun’indicazione che segnali il divieto di discarica o si sia adoperata per rimuovere il grave pericolo segnalato;

i fatti evidenziati sono in contrasto con la normativa in materia relativa ai rifiuti solidi, ingombranti speciali e pericolosi;

oltre ai pericoli per la salute, ai danni paesaggistici, alla compromissione di interessi economici, sia pubblici, sia, eventualmente, dei privati proprietari di terreni adiacenti il sito in oggetto, la situazione segnalata è potenziale fonte di pericolo d’inquinamento anche per la vallata e le coste del versante ionico reggino, qualora accadano fenomeni alluvionali simili a quelli dell’autunno scorso;

è opportuno ed urgente intervenire, con gli strumenti necessari ad impedire il protrarsi delle condizioni denunciate, per la bonifica della zona interessata dalla devastazione ambientale;

la tutela dell’ambiente, anche attraverso la rimozione di discariche come quella qui segnalata, pone un argine al grave e sentito problema dell’inquinamento e della devastazione del territorio -:

si chiede d’intraprendere iniziative idonee alla soluzione della situazione rappresentata e si chiede di conoscere i tempi delle azioni che si vorranno attivare;

l’individuazione della natura e della provenienza dei rifiuti presenti in discarica;

l’eventuale accertamento d’inquinamento ambientale e conseguenti pericoli per la salute dei cittadini;

l’attività che s’intende promuovere al fine di fare in modo che i responsabili, una volta individuati, siano perseguiti secondo le vigenti leggi in materia;

infine, si propone, come già fatto per situazioni analoghe, che il governo della Regione si costituisca parte civile nei confronti degli eventuali responsabili d’ogni grave reato di natura ambientale che le competenti autorità eventualmente riscontreranno per il fatto segnalato.

(111; 20.3.2001)

Interrogazione a risposta orale

Tripodi M. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore regionale all’ambiente. Per sapere – premesso che:

la legge quadro n. 157 del’ 11/2/1992 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” prevede (Art. 10 comma 3) che il territorio agro-silvo-pastorale di ogni Regione sia destinato per una quota dal 20 al 30 per cento a protezione della fauna selvatica;

la stessa legge quadro affida alla Regioni (art. 1 comma 5) il compito di istituire zone di protezione “lungo le rotte di migrazione dell’avifauna segnalate dall’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica”; il termine per l’istituzione di dette zone di protezione è scaduto l’11/7/1993;

la legge regionale n. 9 del 1996 prevede l’istituzione di ambiti territoriali protetti;

considerato che in Calabria l’ultima oasi di protezione è stata istituita nel 1975;

sul territorio della provincia di Reggio Calabria non esiste nessuna oasi di protezione;

la percentuale di territorio calabrese destinato ad oasi di protezione della fauna corrisponde ad appena lo 0,19 per cento della superficie agraria e forestale;

le residue zone umide costiere calabresi rappresentano l’habitat frequentato da numerosi uccelli migratori, appartenenti soprattutto a specie protette o particolarmente protette;

vista la rilevante importanza naturalistica assunta dalla zona umida di Saline Ioniche (Comune di Montebello, in provincia di Reggio Calabria), importanza determinata dalla presenza di specie nidificanti o di passo spesso rarissime per la nostra regione, (Cigni reali, Fenicotteri, Cavalieri d’Italia, Spatole, Aironi bianchi, Gru ecc.);

constatato il perdurare di una diffusa illegalità e malcostume venatorio all’interno di detta area naturalistica, con ripetuti atti di bracconaggio contro specie particolarmente protette;

vista la necessita di assicurare un’effettiva tutela delle specie avifaunistiche e dei biotopi da esse frequentate;

visto l’articolo 10 comma 16 della legge 157 del 1992 che prevede la possibilità da parte delle regioni di costituire coattivamente delle oasi di protezione “in vista di particolari necessità ambientali”;

vista la richiesta inoltrata dal Comune di Montebello Ionico (prot. 624 del 19/1/1994), comprensiva della delibera Consiliare dello stesso Comune, tendente a richiedere l’istituzione di un’oasi di protezione della fauna nella zona denominata “pantano di Saline ioniche”;

vista la nota firmata dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria n. 025998 del 16/12/1993 con la quale lo stesso ha trasmesso all’Assessorato regionale all’Agricoltura e foreste, caccia e pesca della Regione Calabria la relazione del Comandante del Corpo di Vigilanza dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria, con la quale si esprime parere favorevole circa l’istituzione dell’oasi in questione;

visto che lo “Stagno di Saline Ioniche” figura nelle Aree Protette in corso di Istituzione elencate nella tabella 6 del Capitolo “Natura e biodiversità” del primo rapporto sullo stato dell’ambiente in Calabria pubblicato dall’Anpa e dall’Arpacal;

Saline Ioniche figura nella lista definitiva dei siti di rilevante interesse comunitario (Sic) del Progetto Bioitaly anche per la presenza di Salicomia alpinii;

la Delegazione WWF Calabria ha chiesto sin dal 1993 (Prot. n. 43/93/EN del 15/12/93) l’istituzione di un’oasi di protezione nell’area dei Pantani di Saline Ioniche;

analoga richiesta è stata avanzata dalla stessa Delegazione Regionale con lettere dell’8/l/99, 13/9/99 e 16/2/2001;

vista la delibera della Giunta regionale della Regione Calabria n.1329 del 3 1/3/1994 ad oggetto “Istituzione coatta di un’oasi di protezione della fauna nel Comune di Montebello Ionico. Art 10 Legge quadro n. 157/92 - Art. 9 legge regionale 27/86;

vista la bozza di delibera della Giunta regionale ad oggetto: chiarimenti alla delibera n. 1329 del 31/3/94: “Istituzione oasi di Protezione della fauna in Comune di Montebello Ionico” -:

se effettivamente la delibera istitutiva dell’oasi è stata approvata ed in caso affermativo, chiede di conoscere i motivi che ostacolano la effettiva tutela dell’area in oggetto attraverso la notifica della delibera agli organi provinciali addetti alla vigilanza e a cui spetta il compito della tabellazione della zona;

in caso contrario, chiede di sapere quali provvedimenti d’urgenza si intendono adottare al fine di dichiarare l’area dei Pantani di Saline Ioniche, oasi di protezione della fauna, per come è nelle speranze e nelle aspettative di tutte le forze ambientaliste e per assicurare alla protezione un angolo di natura protetta per la crescita culturale e civile delle giovani generazioni del reggino.

(108; 19.3.2001)