VII legislatura
42.
Seduta di venerdì
28 dicembre 2001
Presidenza del Presidente Luigi Fedele
Franco
PILIECI, Segretario
Legge il verbale della seduta precedente.
(E’ approvato)
Legge le comunicazioni.
(Sono riportate in allegato)
Franco PILIECI, Segretario
Legge l’interrogazione e l’interpellanza presentate alla Presidenza.
(Sono riportate in allegato)
E’ pervenuta risposta
scritta all’interrogazione n. 110 a firma del
consigliere Mario Pirillo.
(E’ riportata in allegato)
Vi
invito ad osservare un minuto di silenzio.
(I
Consiglieri in piedi osservano un minuto di silenzio)
Non è mancato un uomo qualsiasi, l’altro giorno, in Calabria, è mancato un uomo che è degno della nostra stima imperitura – perciò il Consiglio regionale oggi lo vuole ricordare – di quest’Aula legislativa che è palestra di democrazia e di partecipazione cui guardano con attenzione tutti i calabresi. D’altronde, le reazioni che si sono immediatamente avute alla notizia della tragica morte del sindaco di Reggio Calabria – reazioni vibrate, emotive o lucidamente volte a rievocare le sue gesta e la sua inclinazione al dialogo proficuo in politica come nella vita – testimoniano l’indiscussa statura intellettuale e caratteriale di Italo Falcomatà
E’ morto – lo dico senza alcun
accenno retorico – un uomo che ha segnato la vita istituzionale, sociale e
culturale della nostra regione ed – aggiungo – anche di noi tutti, noi che siamo
classe
dirigente di questa terra travagliata
per molti aspetti, semplici cittadini che abbiamo
bisogno di credere che il principio di legalità vale su tutto, che la gestione
corretta della cosa pubblica non può essere negoziata, se non si vuole incancrenire
ulteriormente il già piagato corpo
di una regione difficile come la nostra. Una terra difficile, ma che forse
anche per questo sa riconoscere, al di là delle polemiche quotidiane e delle appartenenze
politiche, le personalità forti ed indicarle alle nuove generazioni; quelle,
per intenderci, che come il sindaco di Reggio, Italo Falcomatà, hanno voluto
insegnarci anzitutto che la politica non può essere dissociata dalla piena ed
appassionata partecipazione emotiva.
Questo il tratto umano che mi ha sinceramente
colpito ogni qualvolta mi sono trovato a discutere con Falcomatà.
Non ci possono essere “visioni”,
“progetti”, “ideali”, senza una avvertita compartecipazione personale
all’azione politica, fare politica significa credere nella possibilità di riscatto
della nostra terra. In ciò consiste la differenza tra l’indiscusso senso morale
che deve contagiare l’agire politico e il malaffare, il pressappochismo, la
superficialità di chi fa politica tanto per segnare una presenza.
Sono andato a trovare Falcomatà in
ospedale appena eletto Presidente del Consiglio regionale: ho incontrato un
uomo ancorché un politico. Questo è il primo contributo – passatemi
l’espressione che vorrei dare a questa giornata di commemorazione collettiva,
che mi auguro sappia evitare le parole inutili e le sofisticherie ridondanti –
di una personalità che, una volta appreso di avere la leucemia, non si è
lasciato sopraffare né ha anteposto il suo interesse preminente a vincere la
battaglia per la vita, rispetto al bisogno della città di continuare ad averlo
come proprio rappresentante, come proprio riconosciuto ed amato Primo
Cittadino.
Ci siamo detti poche cose, nel corso
del breve colloquio, poche ma essenziali. Ho voluto rendergli visita da
Presidente del Consiglio regionale per avviare con lui un percorso di azioni
concrete nell’interesse della stessa città di Reggio e dell’Assemblea
legislativa. Volevo, in un certo senso, anche rinforzarlo nell’idea che a
sconfiggere il cancro potesse farcela, ma devo confessarvi che non ho percepito
timori nella sua voce flebile: consapevole della difficoltà in cui si trovava,
sì, questo sì, ma non impaurito.
Credo che la presenza della morte, con
cui evidentemente aveva iniziato naturalmente a fare i conti, grazie all’aiuto
di Dio, non lo spaventasse. Ho avuto la percezione nitida che ciò di cui si
dispiaceva veramente era piuttosto il dover abbandonare anzitempo i suoi
impegni, la sua città, la sua interlocuzione intelligente e non pregiudiziale
con tutte le forze politiche, con tutti gli strati sociali della popolazione
reggina, i suoi affetti più cari.
E’ andata poi che la morte ha avuto la
meglio, come sappiamo, ma quell’attaccamento di Falcomatà al contratto
sottoscritto con i suoi simili mi ha fortemente emozionato.
Non so se le mie parole gli siano
servite a darsi coraggio e forze in quei frangenti dolorosi e terribili, ma di
certo le sue mi hanno fatto rammentare che su tutto, sulle ambizioni, sulle
sfrenate cupidigie consumistiche, sulla dialettica politica, su tutto, insomma,
viene prima l’uomo con la sua onestà intellettuale e il suo voler imparare
dalla vita ogni giorno quanto essa sia relativa e come sia importante fare bene
il proprio mestiere nell’interesse di tutti, senza sottacere la spinta a fare
che ci viene dall’essere noi stessi parte del progetto di Dio o comunque, per
chi non ha la fortuna di credere, di un disegno più grande, più ampio, che
sovente ci sfugge proprio perché la nostra rimane una conoscenza storicamente
imperfetta.
Io, personalmente, ne ho tratto un
vantaggio umano enorme, un insegnamento da uomo a uomo, come si dice quando si
ragiona senza vezzi e retoriche di sorta. Ho conosciuto, nella mia vita, anche
altri caratteri autorevoli e forti, sia in politica sia nel corso della mia
attività professionale, e posso assicurare che Falcomatà era uno di questi, uno
che se gli avessimo chiesto – ne sono sicuro – come avrebbe voluto che lo
ricordassimo, senz’altro mi avrebbe detto “senza molte cerimonie, senza
l’enfasi tipica di un certo politicante bisognoso di parlarsi addosso per
giustificare la propria funzione, ma con rispetto”; il rispetto, sia chiaro,
non verso i potenti di cui è infarcita una letteratura non sempre immune dal
pettegolezzo e dal pregiudizio, anche se spesso utile a far chiarezza su molti
dei punti oscuri della nostra storia più recente, ma il rispetto umano verso un
uomo sano, non minato dal cancro del potere per il potere, che viceversa amava
la politica e credeva che essa si rivelasse, nella sua forma più autentica,
esclusivamente attraverso la democratica produzione di fatti concreti, di
eventi riconoscibili ed utili alla gente comune, ai cittadini, ai calabresi di
cui Falcomatà si sentiva parte integrante, senza alcun senso d’inferiorità
psicologica o culturale rispetto agli altri cittadini italiani.
La parola al Presidente della Giunta.
Soltanto brevissimamente per significare la piena adesione del governo regionale alla commemorazione fatta dal Presidente Fedele, l’apprezzamento, la stima per l’uomo, per la sua passione civile, per il suo senso delle istituzioni. Voglio aggiungere qui che, al di fuori del quadro politico, avevo avuto occasione di conoscerlo personalmente ed apprezzarne le alte qualità umane.
La Calabria ha perso con lui un uomo, come dicevo, di grande sensibilità istituzionale, un uomo che aveva speso la sua vita al servizio delle istituzioni e soprattutto della sua città, che gli ha testimoniato il suo cordoglio con una manifestazione imponente. Quando muoiono uomini come questi, è un lutto per tutti. C’è da chiedersi, come faceva qualcuno, se la campana ha suonato solo per lui o non ha suonato un poco per tutti.
Ha chiesto di
parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, signori consiglieri, ieri il Consiglio comunale di Reggio Calabria
ha commemorato Italo Falcomatà: tutti i consiglieri all’unisono lo hanno
definito con l’appellativo “il nostro Sindaco”. Anche io ieri sono intervenuto
come consigliere del Comune di Reggio e per alcuni versi mi sia consentito di
ripetere le cose che ieri ho detto, sottolineando, anche, altri aspetti che lo
definiscono assieme come Sindaco straordinario ma come anche un calabrese che
ha lavorato dalla città per unire Reggio alla Calabria e la Calabria a Reggio.
Ciò, detto da questa parte della regione, non suona né retorico, né fuori dai
tempi, né fuori dai problemi che nel corso degli anni purtroppo hanno
travagliato questa città e la nostra regione.
Ma
chi era Italo Falcomatà? Senza retorica, ovviamente, io ripeto, come poco fa ha
detto lei, come ha ribadito il Presidente della Giunta che Falcomatà era un
figlio eccellente della nostra terra con le ansie e le passioni positive,
straordinarie e curiose del mondo del secolo appena trascorso.
E’
passato poco tempo, quasi un anno dicevo ieri, quel secolo breve ma al contempo
assai tragico e irripetibile ha concluso il millennio e proprio quel secolo che
ha espresso tante contraddizioni, tanti mali in qualche modo l’ha voluto con sé
con uno dei suoi mali terribili e ancora non vinto, come è avvenuto con altre
personalità, uomini e donne, che avevano come lui dato tutto per rendere quei
tempi e quella vita più giusti e più umani.
Come
altri, anche lui non ha potuto assaporare la gioia dei risultati conseguiti, di
vedere nel caso suo la sua città, la città in cui noi oggi siamo riuniti, in
qualche maniera restituita a vita normale.
Nella
vicenda umana di Falcomatà c’è tutto questo, ci sono le traversie spesso
ingiuste e immotivate che accompagnano uomini pubblici probi, il legame
straordinario con la comunità propria, il sostegno attivo, la volontà di
aiutare chiunque avesse voglia di fare e di rimboccarsi le maniche, di lavorare
per accelerare processi e tempi che rendessero le nostre realtà alla pari con
altre più progredite. Poi, detto senza enfasi e senza retorica, l’amore per gli
ultimi, per gli esclusi.
E in
questo senso un secolo che ha espresso assieme a fatti negativi anche l’ansia
indomita di spendere tutto di sé per il bene comune. Lo dico per rispetto della
sua memoria, per sottolineare come ho sentito fare anche qui stasera con
accenti di verità la sua personalità politica, civile, umana.
Vedete,
anche qui stasera si è sottolineato, ed è vero e giusto, un pezzo solo recente
dell’esperienza, quello che l’ha messo - è la vicenda straordinaria – a
conoscenza di tutti come Sindaco, quasi che sia una vicenda umana spuntata dal
nulla. Non è così.
Aveva
dentro di sé – perciò ho fatto riferimento – un secolo, quanti e più di altri
la sua generazione l’orrore per la guerra e le violenze, sentiva il peso
insopportabile delle prepotenze e dei soprusi, vedeva il peccato insito nel
privilegio e nelle giustizie e al contempo non si rassegnava a lasciare che le
cose rimanessero come stavano. Questo da tanto tempo, possiamo dire da sempre.
Questo
sentire lo esprimeva con l’orgoglio di essere figlio di gente povera e
laboriosa, col dovere di impegnarsi con serietà negli studi e nella conoscenza,
con la passione di un impegno per un mondo migliore al servizio prima di tutto,
lo ripeto, di coloro che altrimenti sarebbero stati ai margini, sarebbero stati
esclusi. Pensava non solo che fosse giusto così, ma che proprio le energie,
l’intelligenza, la forza positiva, in una parola la straordinaria umanità di
cui erano e sono portatori gli ultimi fosse la leva vera, comunque la prima per
cambiare davvero le cose in meglio.
Parlo
di altri tempi? No, malgrado il fallimento tragico di tante ansie del ventesimo
secolo con cui lui come tanti altri noi ha dovuto fare drammaticamente i conti,
questo lo aveva portato a disperare di tutto e di tutti, a non vedere più vie
di uscita. Certo, in ciascuno individualmente nella propria coscienza e assieme
si sono dovute operare correzioni assai profonde, impietose, senza indugi di una
parte di quello che noi ritenevamo si realizzasse positivamente e
meccanicamente.
Ma un
punto era rimasto fermo: la fiducia nelle possibilità delle persone, degli
uomini di poter avere scatti in avanti, di essere migliori rafforzando per
questa via la scommessa e l’amore per la propria comunità e dentro di essa per
i più deboli.
Così
ha vissuto i tanti anni di impegno amministrativo di consigliere comunale, ma
anche di docente di scuola media superiore o di collaboratore all’insegnamento
universitario, di uomo pubblico e di Sindaco infine.
Con
questo spirito, e vado rapidamente a concludere, tante fatiche, tante prove per
restituire a Reggio senso di sé, dignità, prestigio, onore, per rimotivare la
comunità reggina a diventare protagonista nel ritessere la tela di una città
virtuosa, policentrica ovvero importante e decisiva in tutte le sue parti,
capace di pervenire a livelli di eccellenza, nell’essere contemporaneamente
espressione e cerniera dell’Europa e della civiltà mediterranea.
E’
morto precocemente, ma in questo ce l’ha fatta malgrado il tempo passato sia
stato relativamente breve, sette anni, malgrado non abbia potuto portare avanti
il mandato che il popolo di Reggio gli aveva dato non più di qualche mese fa.
Su questo ce l’ha fatta e in qualche maniera anche stamattina quando vedevo il
direttore di una delle reti Rai qui dal Presidente del Consiglio ricordavo a me
stesso e ribadisco a voi che tra qualche giorno ancora una volta la Rai con la
trasmissione di fine anno da Reggio darà all’Italia intera un volto positivo
della città di Italo Falcomatà.
Si
tratta del suggello che evidenzia come il Sindaco fosse riuscito ad andare ben
oltre i limiti obiettivi, per quanto i risultati siano stati oltremodo
positivi, di una vicenda amministrativa tracciando – la cosa è assai più grande
– la via della Reggio del futuro.
Lasciatecelo
dire qui perché in questa città, questo Consiglio può interagire con tutto
questo, come una delle possibili capitali reticolari e mediterranee della nuova
Italia europea.
Voglio
concludere con questo, lo dicevo prima: Falcomatà ha lavorato contemporaneamente a unire Reggio alla Calabria e la
Calabria a Reggio, seguiva con attenzione l’impegno, le vicende delle varie
comunità della regione, la vita e le vicende di tanti calabresi che fuori dalla
regione, fuori dal Paese in qualche maniera agivano per migliorare il senso e
la valutazione, l’idea che si ha della Calabria, dei tanti calabresi.
Ma
tra tutti un punto voglio sottolineare: è stato lui dopo tanti anni il primo
reggino da Sindaco a varcare la soglia del Palazzo comunale di Catanzaro,
sottolineandone il valore emblematico di riconciliazione e unità. Da quella
collaborazione nasce la facoltà di Giurisprudenza a Reggio, si rafforza e si
realizza l’idea di autonomia dell’Università di Catanzaro, cresce e si
qualifica ulteriormente il sistema universitario calabrese. In qualche maniera
senza enfasi e senza retorica un pezzo della Calabria del futuro.
Quindi
è una personalità fortemente reggina e calabrese insieme, uno studioso, un
meridionalista curioso impegnato, attivo, pienamente dentro gli scenari della
nuova Italia e della nuova Europa. Un calabrese di cui essere orgogliosi, un
esempio delle nuove generazioni e proprio a questo fine mi consento di avanzare
una proposta. La famiglia sta lavorando ad una fondazione, il Comune di Reggio
sta individuando i locali della sede: decida oggi in maniera solenne e formale
- signor Presidente e consiglieri – il Consiglio regionale della Calabria di
partecipare attivamente e in maniera adeguata impegnando le risorse necessarie
alla nascita, alla crescita e all’affermazione di tale fondazione. Attraverso
l’Ufficio di Presidenza, si avvii nell’immediatezza il confronto con la
famiglia e in successione rapida si definiscano e si approvino in Consiglio
regionale tutti gli atti che concretizzino e inverino una tale scelta.
Falcomatà
è un esempio da non far morire, Reggio merita un tale riconoscimento, la
Calabria di oggi e di domani ha bisogno di riferimenti ideali e di esperienze concrete che dicano che la Calabria
non è una regione maledetta, ma che cambiare si può a patto di volerlo, di
ricercarlo con testardaggine e tenacia e che di nuovo questa terra riconosca il
merito ed onori i suoi figli migliori.
Ricominciamo
a farlo con Falcomatà, con la fondazione Italo Falcomatà.
Ho conosciuto Italo Falcomatà, che ha avuto lo
spessore che da qui è stato poc’anzi da più parti rilevato; ho avuto la
possibilità, l’occasione e il piacere, il gusto di affrontare assieme a lui numerose
questioni delle quali ovviamente non mi pare opportuno parlare, ma tra queste
voglio ricordare il Polo didattico e la facoltà di giurisprudenza.
Era ed è stato un politico che ha vissuto nel Palazzo e
tra la gente. Egli ha ridato fiducia alla gente nelle istituzioni, è riuscito
con il suo sorriso soave, il suo sguardo vivace ma sereno ad esprimere un
temperamento forte in una maniera dolce. Ricordo quando si insediò Papa Woityla
che disse “sono depositario di un potere assoluto ma dolce”. In quello vi era
la traccia del suo pontificato.
Falcomatà aveva alcune caratteristiche proprio perché
era sempre mite all’apparenza, ma io più volte ho potuto constatare- ricordo la
vicenda del “Decreto Reggio” e altro – che quando si trattava di difendere le
posizioni della sua città, della città di Reggio era irremovibile.
Egli dunque è stato un grosso personaggio politico, che
ha in qualche misura fatto giustizia, forse ante litteram, di questa
epoca che a volte travolge le vicende, i partiti, gli uomini, le idee, i
progetti politici, ma risparmia e in questo caso ha risparmiato l’uomo, l’uomo
al centro delle vicende della politica.
Egli ha vissuto nel Palazzo e tra la gente ed ha avuto
quale merito più grande, a mio avviso, quello di aver avvicinato la gente al
Palazzo. E’ stato un reggino che a differenza di altri reggini ha amato
veramente la sua città.
Passiamo adesso all’ordine del giorno del Consiglio
regionale con al primo punto…
Signor Presidente, se fosse possibile, se la Presidenza
ritiene che il Consiglio si pronunci sulla richiesta che è stata formulata
dall’onorevole Bova in relazione alla Fondazione, attesa anche la particolarità
del momento…
L’Ufficio di Presidenza si può determinare in tal senso,
tra l’altro noi ne abbiamo discusso anche oggi prima che l’onorevole Bova ne
accennasse, perché ce lo ha voluto anticipare. Già noi come Ufficio di
Presidenza avevamo dato la nostra adesione e dato che in Ufficio di Presidenza
sono rappresentate sia la maggioranza che l’opposizione, il significato era
nella direzione che questa proposta potesse essere approvata. Però se il
Consiglio si vuole esprimere nella sua interezza certamente può anche farlo,
anzi chi è d’accordo su questa proposta…
(Interruzione)
Credo che venga accettata all’unanimità.
Si passa adesso al primo punto all’ordine del giorno che
recita: proposta di provvedimento amministrativo numero 143/7^ di iniziativa
della Giunta regionale, recante: “Decreto legge 180/98 e successive modificazioni
ed integrazioni – Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Pai”.
Il relatore, onorevole Senatore, ha facoltà di svolgere
la relazione.
Signor
Presidente, onorevoli colleghi, voglio ricordare quanto espresso da questo Consiglio nella risoluzione numero 1
votata all’unanimità il 22 settembre 2000. Il Consiglio
esprimeva, in quella circostanza,
il proprio profondo cordoglio per le vittime innocenti dell’alluvione di
Soverato del 10 settembre 2000. La risoluzione
indicava con fermezza la necessità inderogabile
per la Calabria di uscire dalla perenne condizione di emergenza, auspicando che
i gravi problemi del governo del territorio potessero essere risolti attraverso
un’opera di prevenzione e mediante un più generoso e fruttuoso investimento di
risorse.
Veniva anche affermato che il Consiglio regionale si
impegnava a pervenire ad un provvedimento legislativo al fine di realizzare un
servizio di sorveglianza idraulica con problemi sanzionatori, attraverso il
monitoraggio permanente delle aste fluviali e l’impegno a ricercare i
finanziamenti necessari per adeguare il sistema cartografico.
Il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico si pone
come strumento essenziale in difesa del territorio calabrese e della gente di
Calabria, sono infatti le persone che vivono il dramma delle frane, delle
alluvioni, dei corsi d’acqua che straripano, dell’erosione delle coste e di
tutto ciò che limita ed impedisce di crescere e di costruire un futuro.
Sono questi i problemi che vanno affrontati con urgenza
e tempestività, specie dopo la tragedia di Soverato, con le sue vittime
innocenti, ma anche con le piaghe ancora aperte, con la paura e l’angoscia che
ciò che è accaduto possa ancora ripetersi. Basti pensare ai gravi danni causati
dalle successive alluvioni o alle coste che scompaiono, inghiottite sempre più
dal mare.
Sono problemi gravissimi, specialmente in una regione
che vuol fare del turismo il proprio volano di sviluppo. Non è pensabile poter
parlare di sviluppo, di turismo, di territorio inteso come risorsa, se poi si
fa poco per evitare che accadano tragedie come quella di Soverato. Per
costruire un futuro è necessario, innanzitutto, uscire dalla perenne condizione
di emergenza e di crisi.
Finalmente possiamo dirlo, ci troviamo di fronte ad un
Piano di assetto idrogeologico che propone nelle sue articolazioni il
superamento delle emergenze attraverso la prevenzione. E’ un piano, quindi, che
infonde fiducia, che dà garanzie e permetterà di superare le attuali
difficoltà, soprattutto perché opererà in sintonia con la legge urbanistica e
con la legge sulle aree protette, leggi che sono in itinere presso la
quarta Commissione e che possiamo ormai definirle in dirittura d’arrivo.
In tal modo si può affermare che la Calabria avrà, così,
una normativa completa che permetterà ad essa di voltare pagina. Con queste
norme si avrà un cambiamento totale, colmando un vuoto normativo purtroppo
ancora esistente.
E’ bene ricordare che questo Piano fa riferimento a
tutto il territorio di competenza dell’Autorità di bacino regionale della
Calabria e comprende anche i bacini idrografici di rilievo regionale. Infatti
con l’approvazione del Pai si avranno i presupposti per intervenire sul
territorio, che spesso viene definito come territorio difficile, ma ai più sconosciuto.
Per la nostra regione l’approvazione del Pai può
rappresentare un traguardo, mettendo così fine alle tante disattenzioni
perpetrate ai danni del territorio calabrese.
I presupposti principali del Pai possono essere: il
recupero del tempo perduto; la capacità di impostare un lavoro unitario per
un’azione che abbia come fine la panificazione e la programmazione del
territorio, un bagaglio di conoscenze scientifiche, la partecipazione attiva
della Regione attraverso organi quali l’Autorità di bacino; la certezza di
poter valorizzare sempre più le risorse ambientali e paesaggistiche; infine la
possibilità di operare attraverso un metodo di previsione e quindi basato sulla
prevenzione, che è l’unico metodo efficace e risolutivo dei problemi.
Il nostro territorio, come molti sanno, è per il 44 per
cento di montagna, il 49 per cento di collina, il 7 per cento di pianura, con
oltre mille corsi d’acqua, 409 centri urbani e infine circa 739 chilometri di
costa. Queste diversità del territorio calabrese vanno viste positivamente e
non come limite, ma come risorse da investire e da cui trarne frutto.
Tuttavia emerge con chiarezza – e questo va detto
apertamente – che molti territori già vulnerati, quindi oggetto di gravi
alluvioni, sono stati urbanizzati e modificati. Le varie ordinanze, sia della
protezione civile che ministeriali passate, non sono state capaci di imporsi al
fine di operare in modo preventivo. Anche i Piani regolatori dei Comuni si
rivelano insufficienti al fine di salvaguardare le zone a rischio anche per le
tante competenze che gravano sul territorio, in mancanza tra l’altro di una
legge regionale organica, pertanto non sono stati incisivi.
Ecco perché è necessario affermare con forza che il Pai
rappresenta sicuramente un’occasione per la Calabria per uscire dall’emergenza
e dalla drammatica situazione attuale. Esso rappresenta una base strutturale e
organizzativa che permetterà una politica reale per la difesa del suolo.
Fondamentale è la Banca dati, che si rivela necessaria
per realizzare una vera previsione e una panificazione del territorio.
La dotazione cartografica regionale – di cui si era
carenti – grazie alla collaborazione degli enti locali per la fornitura delle
ortoimmagini, rappresenta una grossa conquista per la conoscenza reale del
territorio calabrese.
Il Pai si sviluppa su tre problematiche: rischio frane,
rischio alluvioni, rischio erosione costiera.
Il Piano si poggia su una corposa e solida dotazione
finanziaria che ammonta a 2.800 miliardi circa provenienti dalla legge 183,
dalla legge obiettivo nazionale, dai Por. E’ composto da tre Titoli e da trenta
articoli e si può affermare che, in mancanza di un’organica legge sulla difesa
del suolo in Calabria, le misure contenute nel Pai rappresentano un indirizzo
normativo essenziale e funzionale al territorio calabrese.
Descrivendo brevemente l’articolato, possiamo dire che
il Titolo I° descrive i princìpi generali. Infatti l’articolo 1 indica le
finalità del Pai che sono: l’adeguamento degli strumenti urbanistici, di
vincoli, interventi su infrastrutture e manufatti, di sistemazioni dei versanti
e delle aree instabili, della manutenzione.
L’articolo 2 parla dell’aggiornamento e della pubblicità
del Pai che significa aggiornamento delle aree perimetrali e delle relative
misure di salvaguardia.
L’articolo 3 definisce l’ambito territoriale di
applicazione che è costituito da tutto il territorio di competenza
dell’Autorità dei bacini regionali della Calabria e del bacino interregionale
del fiume Lao.
L’articolo 4 indica l’ambito giuridico di applicazione e
soggetti destinatari; le misure di salvaguardia sono, infatti, rivolte ai
privati, ai Comuni, alle comunità montane, ai consorzi di bonifica, agli enti
pubblici. Il Piano è coerente con i programmi nazionali, regionali e subregionali.
L’articolo 5 esplicita che con l’adozione del Piano le
amministrazioni e gli enti pubblici sono vincolati alle previste prescrizioni.
L’articolo 6 elenca gli elaborati del Pai: relazione
tecnica, catasto, dossier rischi nei comuni, elaborati cartografici.
L’articolo 7 descrive la metodologia del Pai. Il Piano
si articola in: attività conoscitive, di rilevazione e misura, vincoli,
monitoraggio, banca dati.
L’articolo 8 individua il rischio per le persone a causa
di frane, inondazioni o erosione costiera; il rischio viene indicato in “molto
elevato” con R4, “elevato” con R3, “medio” con R2, “rischio basso” con R1.
L’articolo 9 indica le aree pericolose, che sono quei
territori i cui dati indicano condizioni di pericolo che dovrà essere
quantificato a seguito di studi.
L’articolo 10 individua le aree a rischio e/o a pericolo
di frana. Il Piano riporta le situazioni di rischio e pericolo connesse alla
presenza di frane rilevate e cartografate.
L’articolo 11 individua le aree a rischio e/o pericolo
di inondazione. Il Piano riporta le situazioni a rischio; dalle indagini svolte
viene disciplinato l’uso del territorio.
L’articolo 12 individua le aree a rischio e/o pericolo
di erosione costiera, riporta le perimetrazioni delle aree a rischio di
erosione.
L’articolo 13 parla della compatibilità delle attività
estrattive, riguarda le attività di escavazione di sabbia e ghiaia nell’alveo
dei corsi d’acqua.
L’articolo 14 definisce gli interventi destinati ad
eliminare i pericoli, a ridurre l’entità degli elementi a rischio.
L’articolo 15 definisce l’attività di monitoraggio e di controllo; consiste nel monitorare e controllare le situazioni a rischio attraverso il Sirica (Sistema informativo rischio idrogeologico in Calabria).
L’articolo 29 descrive gli interventi volti alla rimozione
o monitoraggio
del rischio. Dopo l’approvazione del Pai
vengono attuati in fasi successive attraverso programmi triennali
d’intervento come: manutenzione degli alvei, delle opere di difesa e dei
versanti, di sistemazione e salvaguardia della costa, interventi di
rinaturazione dei sistemi fluviali, adeguamento delle opere varie di
attraversamento.
L’articolo 30 prevede, infine, che gli enti proprietari
di reti come viabilità, metanodotti, ferrovie devono adottare, entro
ventiquattro mesi dall’approvazione del Pai, un programma di sicurezza delle
proprie reti e trasmettere all’Autorità di bacino ogni anno un rapporto sullo
stato delle reti sotto il profilo del rischio e sulle misure di salvaguardia
adottate.
Sicuramente tutto ciò non basta per evitare tragedie
come quelle di Soverato, ma il Pai ci indica che un tratto di strada è stato
percorso. Successivamente sarà importante raccordare questo strumento con gli
altri Piani, a partire da quello paesaggistico, dal Piano tutela delle acque,
del territorio, Piano di protezione civile, per la bonifica, eccetera, solo
così si potrà tracciare un futuro per la terra di Calabria, solo in questo modo
avranno senso e valore espressioni come sicurezza, sviluppo e futuro. Ma è
importante far presto poiché il Piano va definito entro il 31 dicembre, i tempi
infatti sono molto stretti e con il rischio di perdere in maniera
ingiustificata ingenti finanziamenti.
Pertanto questa è una grossa responsabilità che non si
può evadere. Chiedo a me stesso e a tutto il Consiglio, che ha dimostrato
sempre un grande impegno ed una profonda ricchezza umana, di rispondere a
questo dovere al fine di rendere un servizio alla terra di Calabria e alla sua
gente. Ci troviamo di fronte ad un livello etico di responsabilità, sta a noi
infatti rispondere con lealtà e urgenza.
Sono questi i sentimenti che mi ispirano. Vi propongo,
pertanto, di approvare quanto stabilito in data odierna all’unanimità dalla
Commissione ambiente che ho l’onore di presiedere:
1) di approvare il Piano stralcio per l’assetto
idrogeologico adottato dall’Autorità di bacino regionale di cui all’articolo 1,
comma 1, del decreto legge n. 180/98, con le procedure di cui all’articolo 80
della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni,
composto dagli elaborati specificati nell’elenco denominato “A” e che fa parte
integrante e sostanziale della proposta della Giunta regionale con
deliberazione n. 900 del 31 ottobre 2001;
2) di impegnare la Giunta regionale acché i programmi attuativi e gli interventi discendenti dal presente Pai, deliberato dalla Giunta regionale, dovranno acquisire preventivamente il parere della competente Commissione consiliare.
Si raccomanda la Giunta regionale per la tempestiva predisposizione di un organico progetto di legge sulla difesa del suolo.
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.
Signor
Presidente, colleghi consiglieri, onorevoli assessori,
oggi approviamo uno strumento molto importante per la Regione Calabria,
anche se con un po’ di ritardo rispetto agli impegni assunti nel dopo Soverato.
L’utilità dello strumento l’ha espressa molto
bene il Presidente della Commissione, l’onorevole Senatore:
è uno strumento che finalmente va a legiferare
su molte problematiche esistenti nel nostro territorio.
Grande lavoro è stato espletato dai sorveglianti idraulici
per la realizzazione di questo Piano, tanto
c’è ancora da fare e oggi chiedevo al Presidente
della Commissione, lo chiedo oggi ufficialmente
al Presidente
del Consiglio, che venga messa in discussione
nella prossima seduta della Commissione ambiente e territorio la proposta
di legge su cave e torbiere, che è un altro anello molto importante per la tutela del nostro territorio.
Ho approvato il
Piano in Commissione con una osservazione: il Piano
non può che essere ancora più funzionale solo se funzionano tutti i 14
sottoambiti. Quindi vanno creati dei presìdi dell’Autorità di
bacino ambito per
ambito, affinché questi ambiti vengano costantemente monitorati, ripuliti e adeguati alle esigenze del territorio.
Pertanto,
abbiamo presentato un emendamento all’articolo 15 bis per creare le condizioni per
l’istituzione dei sottoambiti di bacino, perché noi riteniamo che se non ci sono
i sottoambiti funzionanti, questo Piano rimane sulla carta.
Quindi,
a prescindere dal lavoro intenso che si sta facendo e si farà per quanto
riguarda il “112”, riteniamo che sia fondamentale per il funzionamento del
Piano stralcio sull’assetto idrogeologico mettere in questo progetto di legge
già dei punti fermi per il funzionamento del Piano stesso. Credo che solo così
facciamo un servizio alla Calabria e ai calabresi, per evitare che succedano
disgrazie e che ad ogni minima pioggia si abbiano problemi idrici, alluvioni,
frane e quant’altro.
Il
territorio va curato con le capacità e le professionalità che in questi anni i legislatori
calabresi hanno avuto modo di far funzionare. Allora noi dobbiamo potenziare
questo servizio, preservando, lavorando e manutenendo bene le nostre aste
fluviali. Credo che oggi ci siano tutte le condizioni per mettere in atto
questo passaggio di presìdio integrato di bacino con monitoraggio, sorveglianza
e manutenzione dei corsi d’acqua.
Il presìdio viene istituito in forma stabile e
continuativa per ciascuna delle aree di programma di cui alla legge regionale
35 del ’96. La programmazione delle attività, nonché l’organizzazione dei
presìdi, viene affidata all’Autorità di bacino, mentre la gestione
amministrativa e della realizzazione degli interventi viene affidata alle
strutture dipartimentali regionali di competenza. Al presìdio integrato di
bacino sono demandate le attività di polizia e sorveglianza idraulica di cui
alla legge 305 del 2000, articolo 2.
Per tale attività si utilizzeranno con progetto
demandato all’Autorità di bacino lavoratori idraulico-forestali attualmente in
servizio, oltre al personale già qualificato nell’ambito dell’attività di
sorveglianza idraulica effettuata dalla Regione Calabria.
Credo che sia fondamentale che questo progetto di legge
venga integrato da questo emendamento per far sì che rendiamo un servizio
valido alla Calabria.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fuda. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, per la verità intervengo senza aver avuto la possibilità di leggere l’emendamento e capire se è lo stesso del quale abbiamo discusso in Commissione o c’è qualcosa di nuovo.
In Commissione abbiamo affrontato questo
problema ed è emersa la necessità,
proprio per dare senso al Piano che stiamo approvando stasera,
di approvare una legge organica
sulla difesa
del suolo, perché in quel contesto si
possono individuare i soggetti attuatori e le responsabilità
per le varie attività. Questa non è attività
che può essere svolta all’interno
della Regione. Noi stiamo discutendo nelle Commissioni
del “112”, che è sostanzialmente la legge che fissa le competenze, i trasferimenti e le attribuzioni.
Abbiamo la legge organica sulla difesa del suolo da approvare, non giudico
opportuno che con un emendamento così formulato si possa creare un’ammucchiata
che risolva i tanti atavici problemi che abbiamo in Calabria.
Noi siamo persone serie, abbiamo già una legge approvata
da questo Consiglio regionale sulla protezione civile, non ci sembra che a
tutt’oggi siano stati istituiti i presìdi. Questa proposta, che ha una sua
validità – l’avevamo detto in Commissione – deve essere raccordata e coordinata
con la legge preesistente e in uno scenario nuovo che è quello del “112”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Presidente della Giunta, dopo la tragedia di Sarno vi è una nuova consapevolezza nel Paese, nuove responsabilità per le Regioni, per le amministrazioni locali.
Il lavoro che quest’oggi giunge all’attenzione del Consiglio regionale per l’approvazione è importante ed ha avuto il sigillo anche da parte della quarta Commissione, che ha ritenuto di approvare all’unanimità questo importante provvedimento. E questo è un provvedimento che potremmo definire una fattispecie normativa a struttura complessa, di ciò ne dà conto lo stesso prospetto riportato alla pagina 2 del Piano stralcio.
L’iter di approvazione del provvedimento all’attenzione del Consiglio ha, infatti, inizio nel luglio del 1999, cioè la procedura di approvazione del Piano stralcio di assetto idrogeologico della Calabria ha inizio con una delibera, quella del 7 luglio dell’allora Giunta regionale di centro-sinistra, ancor prima che l’evento alluvionale di Soverato travolgesse con esiti luttuosi, oltre che con danni ingenti, quel territorio.
E’ un passaggio
importante per la difesa del territorio, soprattutto
per i rischi di frana, per i rischi legati alle alluvioni, nonché per la erosione
della costa del nostro territorio. Credo sia un provvedimento che, proprio per
l’apertura, il sostegno che esso ha ricevuto in sede di lavori di Commissione e
per l’impegno che è stato profuso nell’elaborazione dell’impianto normativo, per gli aspetti importanti che
sono individuati nella struttura del provvedimento amministrativo che – come
viene richiamato nella premessa del Piano – ha impegnato strumenti ed
organismi, in primo luogo l’Autorità di bacino, nonché tutte le strutture
regionali impegnate nell’approntare questo elaborato, lo stesso testo, le
stesse norme contenute nel provvedimento, è una risposta importante, seppure
non tempestiva, per come il Consiglio si era impegnato a dare nell’immediatezza
dell’evento alluvionale del settembre dello scorso anno, allorquando, nella
prima seduta utile, il Consiglio regionale si impegnò ad approntare il tutto
entro la data del 31 dicembre dello scorso anno.
Col ritardo evidentemente di un altro anno il Consiglio
regionale licenzia o si accinge a licenziare questo provvedimento.
Abbiamo già espresso in sede di Commissione il sostegno
e l’approvazione del gruppo dei Democratici di sinistra, ma in quella sede
avevamo anche – e di questo vogliamo che il Consiglio regionale ne sia
informato perché, al di là della segnalazione e della raccomandazione contenuta
nella delibera letta dal relatore, dall’onorevole Senatore, che pure richiama
aspetti contenuti in un emendamento che i Democratici di sinistra, sottoscritto
dall’onorevole Adamo e da chi parla in questo momento – prospettato la
opportunità che l’attività di monitoraggio e di sorveglianza idraulica degli
oltre mille corsi d’acqua situati sul territorio regionale e che è affidata
all’Autorità di bacino regionale, fosse effettivamente e concretamente espletata
attraverso un rapporto convenzionale con un organismo, con una entità, con una
impresa che disponesse di un organico significativamente rilevante e quindi
desse garanzia di consistenza, di solidità, di serietà nell’affidamento di un
rapporto, di un incarico così importante. Avevamo indicato nel numero di 400,
non inferiore a 400 unità lavorative, gli addetti di un’impresa con la quale la
Regione Calabria avrebbe dovuto e potrebbe convenzionarsi al fine di effettuare
un monitoraggio, un controllo, la sorveglianza su tutti i corsi d’acqua del
territorio calabrese.
Avevamo individuato – e lo abbiamo anche illustrato in
sede di Commissione – che il 40 per cento del personale da utilizzare per
questa attività, per questi compiti di sorveglianza e di monitoraggio, di
controllo dei corsi d’acqua, fosse attinto dal bacino degli Lsu ed Lpu, e
questo per ridurre anche il bacino dei lavoratori socialmente utili e
lavoratori di pubblica utilità, per ridurre, anche attraverso una attività, un
addestramento, questa massa significativa, questa presenza rilevante alla
quale, seppure il Consiglio se ne è occupato con un’apposita legge, non è stata
ancora offerta la possibilità di uno sbocco che risulti essere effettivamente
produttivo per un impiego lavorativo e per la stessa Regione Calabria.
Dicevamo, questo 40 per cento che poteva essere
impiegato attingendo agli Lsu ed Lpu. La restante parte, cioè il 60 per cento
poteva essere individuato attraverso professionalità che avessero maturato
esperienze, conoscenze, avessero acquisito tutto questo bagaglio di conoscenze,
di esperienze attraverso analoghe attività lavorative ed evidentemente il
riferimento è ai sorveglianti, a coloro che effettuano già da oggi un lavoro
analogo, sorveglianti idraulici del territorio calabrese.
Pensavamo che attraverso questo emendamento poteva
essere data una risposta che fosse non solo di stabilità, ma anche di
produttività ad un’attività che ci sembra meriti ancora l’attenzione del
Consiglio regionale. Non immaginiamo, infatti, che questo compito, questa
attività di lavoro possa essere svolta ritornando a gonfiare gli organici della
Regione, che già sono particolarmente copiosi nella loro entità. Questo era un
meccanismo che consentiva e può consentire alla Regione di produrre economie e,
nello stesso tempo, offrire un’attività stabile e produttiva alle tante unità
lavorative impiegate attualmente in modo precario ed instabile.
Questo ragionamento ci è sembrato raccogliere il
consenso e il sostanziale sostegno da parte delle altre forze presenti in
Commissione, ma abbiamo comunque ritenuto di non formalizzare l’emendamento e
raccogliere l’invito di far sì che questo ragionamento fosse poi riportato
all’interno di una normativa, dove ci veniva indicata l’ipotesi di un piano
organico di difesa del suolo nella quale ricomprendere questa proposta che
avevamo avanzato.
Crediamo, comunque, che costituiscano questo
ragionamento le osservazioni che abbiamo fatto, le deduzioni svolte in sede di
Commissione e che hanno impegnato la Commissione nella giornata odierna; lo
rimettiamo anche alla valutazione del Consiglio, anche per impegnarlo rispetto
agli appuntamenti che su questo tema e sul tema più generale della difesa del
suolo, della difesa del territorio della nostra regione, sarà chiamato ad assumere
nei prossimi impegni istituzionali.
Ricordo che questo provvedimento è stato approvato in Commissione all’unanimità. C’era un emendamento che già ha illustrato l’onorevole Tommasi, lo dobbiamo porre in votazione perché non si era discusso in Commissione.
Ha chiesto di parlare l’assessore Misiti. Ne ha facoltà.
Il senso dell’emendamento, così come abbiamo discusso in Commissione,
non è assolutamente da respingere, è una cosa che effettivamente
è utile alla Regione ed è anche corrispondente a quanto il Consiglio regionale ha stabilito all’unanimità. Naturalmente, non essendo qui
oggi chiamati ad approvare una
legge, ma soltanto ad approvare un piano di assetto idrogeologico, non mi sembra il
caso di inserirlo qui, avendo l’emendamento un carattere più legislativo.
Invece, questo tipo di proposta può essere fatta,
secondo anche quanto mi pare abbia lumeggiato il consigliere
Napoli, in un provvedimento a parte molto più pensato, in modo tale da corrispondere
esattamente agli intendimenti
unanimi espressi nella seduta tenutasi dopo il disastro di Soverato, tenendo
conto che questi concetti sono oltremodo utili e unitari perché corrispondono
esattamente a quanto deliberato allora.
Non è questo lo strumento per poter esaudire questa
richiesta, credo che subito dopo questo avvenimento ci si possa vedere e allora
discutere insieme con quale provvedimento realizzare i concetti contenuti in
questo vostro emendamento.
Se l’onorevole Tommasi è
d’accordo, diciamo che non lo dichiariamo ammissibile e quindi lo ritiriamo.
Più che dichiararlo inammissibile, dopo le
dichiarazioni dell’assessore Misiti questo
emendamento si intende superato.
Si intende superato. Pongo in votazione il
provvedimento amministrativo numero 143/7^ di iniziativa della Giunta regionale,
recante: “Decreto legge 180/98 e successive modificazioni ed integrazioni –
Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Pai”.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Il secondo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 146/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002”.
E’ stato
presentato un emendamento, già discusso nella Conferenza dei capigruppo e che avevamo accettato all’unanimità, che vi
leggo: “Istituire un capitolo per convenzione tra l’Ufficio
di Presidenza del Consiglio regionale,
le Università calabresi e
istituti scientifici e culturali e per la programmazione e la organizzazione di
attività e servizi finalizzati a scambi culturali e relazioni socio-economiche
istituzionali tra la Calabria e i Paesi del Mediterraneo, per sostenere inoltre
l’istituzione presso l’Università della Calabria di un Dipartimento di lingue
semitiche e di un corso di laurea in lingua araba.
La spesa prevista è di 500 milioni, con detrazione di
lire 150 milioni dalla previsione del Titolo 1, capitolo 6, articolo 500, e 350
milioni, 350 mila Euro dalla previsione del Titolo 1, capitolo 6, articolo 480
dello stesso testo di bilancio”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Nella Conferenza
dei capigruppo avevo sollevato il problema
dell’Università
per stranieri di Reggio Calabria
(Interruzione)
No, pubblica, “e Università per stranieri di Reggio Calabria”.
Per il pubblico è già chiarito…
Perfetto, “e Università per stranieri di Reggio Calabria”.
…perché, su nostra sollecitazione, si parla di Università della Calabria, non di una sola Università, quindi ci sono tutte le Università calabresi.
(Interruzione)
No, qua è al plurale.
Non vorrei che si confondesse con quella di Arcavacata.
C’è scritto, onorevole Nucera,
“e le Università
calabresi ed istituti scientifici e culturali”.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione a firma
Adamo ed altri.
(E’ approvato)
Pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 146/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002”.
(Il Consiglio approva)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di parlare
l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.
Presidente, chiedo
che venga inserito all’ordine del giorno il disegno di legge approvato all’unanimità
dalla Commissione sull’esodo volontario
dei dipendenti regionali
Pongo in votazione la richiesta avanzata dall’onorevole Galati.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
L’ordine del giorno reca: “Progetti di legge unificati: n. 42/7^ di iniziativa del consigliere Borrello – “Norme per favorire l’esodo dei dirigenti e dipendenti della Regione”; n. 49/7^ della Giunta regionale – “Incentivi per la cessazione anticipata del servizio”; n. 65/7^ di iniziativa del consigliere Tripodi M. – “Incentivi per l’esodo volontario ed anticipato dei dirigenti e dei dipendenti della Regione Calabria”
Il relatore, onorevole Borrello, ha facoltà di svolgere la relazione.
Mi richiamo alla relazione scritta, Presidente.
Si passa all’esame dell’articolato. Pongo in votazione l’articolo 1.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 2 è stato presentato emendamento a firma Galati, che ha facoltà di illustrarlo.
Presidente, all’articolo 2, punto 2, “sostituire le parole “pari al 30 per cento” con le parole “pari al 40 per cento”.
Pongo in votazione l’emendamento testé illustrato.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 2 così
come emendato.
(E’
approvato)
Chiede di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Presidente, se è possibile, un chiarimento. Onorevole Galati, siccome non abbiamo nemmeno i testi, volevo capire se l’emendamento che riguarda il 40 per cento è riferito a tutti i dipendenti regionali oppure c’è una differenziazione, com’era previsto, il 30 per cento per i dirigenti e il 40 per tutti i dipendenti.
No, il 40 per cento per tutti i dipendenti.
Ah, tutti.
Per tutti coloro che vanno in pensione.
Volevo dire che, probabilmente,
anche perché i trattamenti
sono di natura diversa, era opportuno stabilire
una differenziazione, perché il 40 per cento
di un dipendente è una cosa, il 40 per cento
di un dirigente è un’altra.
Pongo in votazione l’articolo 3.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 4.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 5.
(E’ approvato all’unanimità)
All’articolo 6 ci sono tre emendamenti a firma Galati. Prego, ha facoltà di illustrarli.
“Il primo comma dell’articolo 6 è così sostituito: “Il 50 per cento dei posti resisi vacanti a seguito dell’applicazione della presente legge sono portati in diminuzione nella dotazione organica complessiva”. Per la verità, era scritto “il 30 per cento”, però su proposta dell’assessore Luzzo, l’abbiamo riportato al 50 per cento.
Pongo in votazione l’emendamento testé illustrato.
(E’ approvato all’unanimità)
Prego, onorevole Galati.
“Al secondo comma dell’articolo 6 le parole “entro diciotto mesi” vengono sostituite con le parole “entro otto mesi”.
(Interruzione)
L’ho concordato col governo.
Comunque, se vogliamo, possiamo fare “sei”.
(Interruzione)
Va bene, allora passi per sei. Il governo è d’accordo per sei? Benissimo.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione con la modifica testé apportata.
(E’ approvato
all’unanimità)
Prego, onorevole Galati.
“Il terzo comma dell’articolo 6 viene così
sostituito: “Nel periodo di cui al precedente comma 2” – praticamente i sei mesi – “non è consentita
l’adozione di nuovi” – bisogna aggiungere la parola “nuovi” – “provvedimenti finalizzati
all’attivazione di comandi o trasferimenti di personale
proveniente da altri enti, fatti salvi quelli previsti per le strutture
speciali o in corso alla data di approvazione della presente legge”.
Pongo in votazione l’emendamento in discussione.
(E’ approvato)
Pongo in votazione l’articolo 6 così come emendato.
(E’ approvato all’unanimità)
Prego, onorevole Galati.
La norma transitoria riguarda la destinazione del 50 per
cento dei posti di dirigente che vengono messi a concorso interno riservato per
coloro i quali alla data del 31 dicembre ’89 hanno diploma di laurea e cinque
anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale oppure diploma di maturità e
nove anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale alla data del 31
dicembre ’89.
“Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della
presente legge, la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio
devono emanare il relativo bando di concorso e stabilire i titoli valutabili,
la composizione della Commissione, nonché le materie oggetto delle prove,
tenuto conto delle disposizioni di legge vigenti”.
Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione questa norma transitoria.
(Interruzione)
La proposta del governo quale sarebbe? Vede che il governo non è d’accordo al 100 per cento?
Presidente, c’era
una proposta in questo
senso, che la percentuale dei posti veniva stabilita dalla Giunta regionale da un minimo al 50 per cento.
Questo non è possibile, lo dobbiamo stabilire noi con legge la percentuale dei posti messi a concorso interno.
Pongo in votazione la norma transitoria.
(E’ approvata all’unanimità)
Articolo 7… Prego, onorevole Galati.
Era stato presentato un emendamento da me e dall’onorevole Bova e su questo dobbiamo discutere. Nella legge fatta di
recente per i concorsi interni riservati al personale che faceva parte dei
gruppi o delle strutture speciali, ci si è dimenticati di mettere una norma con
cui si dice che, a un certo momento, le graduatorie
possono essere utilizzate. Io dico questo: c’è una norma di carattere generale
che prevede l’utilizzazione comunque delle graduatorie…
Onorevole Galati, ma
questo emendamento non si era discusso in Commissione, quindi
credo che in questo momento sia meglio non presentarlo.
Va bene, allora lo ritiriamo.
Pongo in votazione l’articolo 7.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione l’articolo 8.
(E’ approvato all’unanimità)
Pongo in votazione la legge nel suo complesso con il coordinamento formale.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Chiede di parlare sull’ordine dei lavori l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Michelangelo TRIPODI (CI)
Prima della chiusura, volevo chiederle se possiamo inserire all’ordine del giorno una mozione presentata unitariamente da tutti i capigruppo sulla questione dei consorzi agrari provinciali, la chiusura di quelli di Reggio Calabria e Catanzaro, ed il problema dei lavoratori messi in mobilità.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirillo. Ne ha facoltà.
Presidente, volevo
chiedere al Consiglio e alla Presidenza di inserire nella discussione un ordine del giorno che ho presentato insieme ad
altri colleghi sull’uso degli animali nei laboratori didattico-dimostrativi.
C’è un altro ordine del giorno, presentato dall’onorevole
Chiarella, che riguarda la crisi argentina e quindi, in particolare, i
nostri connazionali lì residenti. Non so se avete avuto distribuite le copie…
Prego, onorevole Fuda.
Presidente, chiedo l’inserimento e la discussione dell’ordine del giorno sulla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini e della mozione sulla grave crisi argentina.
Essendo stati presentati due documenti sulla crisi argentina, vengono unificati. Pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
C’è un ordine del giorno presentato dall’onorevole Pirillo che si dichiara favorevole alla sostituzione dell’uso degli animali nei
laboratori didattico-dimostrativi delle Università italiane con metodi alternativi di studi che non
impieghino animali. Pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
Ce un altro ordine del giorno presentato da molti
consiglieri di maggioranza che dice: “facendosi interprete dei sentimenti
unanimi di tutti i cittadini calabresi, chiede al signor Presidente della
Repubblica di volersi adoperare presso le competenti autorità nigeriane per
salvare la vita della giovane nigeriana Safya Husseini che sarà uccisa perché
sta per avere un figlio senza essere sposata”.
Credo che questo, al di là della maggioranza, possiamo
anche farlo, se l’opposizione è d’accordo, un emendamento di tutto il Consiglio
regionale. Pongo in votazione l’inserimento.
(Il Consiglio approva)
PRESIDENTE
Pongo in votazione l’ordine del giorno unificato, riguardo i nostri emigrati in Argentina.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in votazione l’ordine del giorno riguardo la protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Pongo in votazione l’ordine del giorno sulla
condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini.
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportato in allegato)
Ha chiesto di paralare l’onorevole M. Tripodi
Reitero la richiesta di inserimento all’ordine del
giorno per l’approvazione in votazione la mozione che riguarda lo scioglimento
e la chiusura del Consorzio
agrario provinciale di Reggio Calabria e del Consorzio agrario provinciale di Catanzaro. Questo scioglimento ha portato alla
mobilità decine di lavoratori, in parte anche
anziani, che hanno superato i cinquant’anni. E’ stato istituito con legge nazionale un Comitato che ha avuto affidato il
compito di coordinare le attività per la reimmissione in ruolo, ove si
determinassero le condizioni, di questi lavoratori.
La mozione impegna il Presidente della Giunta regionale
e l’assessore al lavoro ad attivare tutte le procedure per avviare la
ricognizione prevista dal Comitato per il coordinamento delle iniziative per
l’occupazione con atto del 6 aprile 2001, delle disponibilità di impiego delle
figure professionali comprese nelle liste di mobilità dei lavoratori dei
consorzi agrari, disponendo che l’Ufficio territoriale di governo del capoluogo
di Regione attui i necessari collegamenti con gli enti pubblici individuati dal
comma 6 dell’articolo 5 della legge 410 1999; impegna, altresì, il Presidente
della Giunta a chiedere al Comitato per il coordinamento delle iniziative per
l’occupazione di provvedere alla ricollocazione nei ruoli pubblici del personale
dei consorzi agrari, una volta completata la ricognizione della disponibilità
di impiego.
Quindi credo che sia possibile inserire ed approvare
questa mozione.
Pongo in votazione l’inserimento della mozione testé illustrata.
(Il Consiglio approva)
Pongo in votazione la mozione numero 23 riguardo i consorzi agrari provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro
(Il Consiglio approva all’unanimità)
(E’ riportata in allegato)
Abbiamo concluso per oggi i lavori, approfitto dell’occasione per augurare a tutti i consiglieri, ai colleghi, agli assessori e anche ai presenti un buon inizio d’anno e un felice anno 2002, tanti auguri per tutti, ci rivedremo con l’anno nuovo.
La seduta
è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.
Hanno chiesto congedo i consiglieri Naccarato, Fava e Dima.
(Sono concessi)
Sono stati presentati
alla Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa della Giunta
regionale:
“Disposizioni per
la formazione del bilancio annuale 2002 e pluriennale 2002/2004 della regione
Calabria (Legge Finanziaria)” (P.L. n. 201/7^)
E’ assegnato alla
seconda Commissione - Sviluppo economico – alla prima - Politica istituzionale
– alla terza - Servizi sociali – alla quarta - Tutela dell’Ambiente.
(Così resta stabilito)
“Bilancio di
previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2002 e bilancio pluriennale
per il triennio 2002/2004” (P.L. n. 202/7^)
E’ assegnato alla
seconda Commissione - Sviluppo economico – alla prima - Politica istituzionale
– alla terza - Servizi sociali – alla quarta - Tutela dell’Ambiente.
(Così resta stabilito)
“Autorizzazione
all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno finanziario
2002” (P.L. n. 203/7^)
E’ assegnato alla
seconda Commissione - Sviluppo economico.
(Così resta stabilito)
Sono stati
presentati, altresì, alla Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa
dei consiglieri:
Tommasi - “Norme
per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo” (P.L. n.
199/7^)
E’ assegnato alla
seconda Commissione - Sviluppo economico.
(Così resta stabilito)
Nucera, Pilieci –
“Riconoscimento dell’attività dell’Associazione “Nuova Evangelizzazione -
Onlus” - Contributi regionali” (P.L. n. 200/7^)
E’ assegnato alla
terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico -
per il parere.
(Così resta stabilito)
Aiello P. – “Modifica
alla legge regionale 2 maggio 2001 n. 9 - “Studio, diagnosi e cura della
Celiachia in Calabria.” (P.L. n. 204/7^)
E’ assegnato alla
terza Commissione - Servizi sociali.
(Così resta stabilito)
Vescio –
“Istituzione dell’Agenzia Regionale Mediterranea di promozione turistica del
prodotto Calabria.” (P.L. n. 205/7^)
E’ assegnato alla
seconda Commissione - Sviluppo economico.
(Così resta stabilito)
Chiarella –
“Interventi regionali per la sicurezza nei Comuni.” (P.L. n. 206/7^)
E’ assegnato alla
terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico -
per il parere.
(Così resta stabilito)
Annunzio di proposte dl provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni
E’ stata
presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo
di iniziativa della Giunta regionale:
“L.R. 31/95 -
Norme in materia di Musei di Enti locali e di interesse locale. Piano annuale
2001. Impegno di Lire 200.000.000 sul Cap. 3131204 del B.R. 2001.” (P.P.A. n.
147/7^)
E’ assegnato alla
terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico -
per il parere.
(Così resta stabilito)
E’ stata
presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento
amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: “
“Bilancio di
previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002” (P.P.A. n.
146/7^)
In data 24
dicembre 2001, il Presidente della Regione ha promulgato la seguente legge
regionale e che la stessa sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della
Regione Calabria supplemento straordinario n. 6 del 29 dicembre 2001:
1. Legge
regionale 24 dicembre 2001, n. 38, recante: “Nuovo regime giuridico dei
Consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale”.
Rigetto richiesta di dichiarazione di incompatibilità
La Giunta delle
Elezioni nella seduta del 6 dicembre 2001, ha deliberato di non accogliere
l’esposto presentato dal Prof. D’Amico in data 23 novembre 2001 acquisito al
prot. 2197 di pari data nei confronti del Dott. Mangialavori Antonino, in
quanto “Non sussistono condizioni di incompatibilità del Dott. Mangialavori
Antonino con la carica di consigliere regionale”.
Pirillo, Tommasi,
Incarnato ed altri. Al Presidente del
Consiglio e al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso
che:
con un
finanziamento pubblico di oltre 14 miliardi è stato realizzato il nuovo
impianto di risalita (cabinovia) al servizio delle piste da sci di
Camigliatello Silano, la cui gestione tecnica ed amministrativa compete
all’Arssa;
l’impianto, già
ultimato da più tempo, pare non possa andare in funzione per la mancanza della
necessaria licenza di pubblico esercizio e delle relative autorizzazioni
ministeriali. Tale ritardo pare sia stato anche causato dalla non tempestiva
nomina del direttore di esercizio che avrebbe dovuto curare i suddetti
adempimenti amministrativi;
il disservizio in
atto lede gravemente l’immagine turistica della Sila e penalizza le aspettative
dei numerosi operatori del settore che, in un momento favorevole per le recenti
ed abbondanti nevicate, vedono svanire una buona opportunità di lavoro e di
guadagno;
da oltre un anno
dall’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Arssa non è stata
predisposta la relativa pianta organica ed il personale in servizio, da una
parte viene sotto utilizzato e mortificato, mentre dall’altra, in spregio alle
attuali norme legislative viene assunto nuovo personale e si tralascia l’annoso
problema dei lavoratori precari ex Esac, che di fatto restano abbandonati al
loro destino;
vengono mantenuti
in esercizio alcuni centri vendita ex Esac, che non rispondono più alle
esigenze ed alle loro finalità istitutive ma, viceversa, accumulano pesanti
perdite di gestione.
l’Arssa ha
finalità rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura in
Calabria, mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e
trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo ed
agroindustriale, per cui risulta necessario ed urgente evitare qualsiasi
inerzia o ritardo e garantire invece trasparenza, imparzialità e dinamismo
nell’azione pubblica -:
se risulta al
vero che viene speso circa un miliardo per l’attivazione di una struttura nel
comune di Paola con un costo di gestione annuale di circa mezzo miliardo,
mentre il famoso Centro Florens di San Giovanni in Fiore registra una perdita
di gestione di oltre un miliardo e mezzo;
se, in
considerazione delle perduranti inadempienze e disinvolta amministrazione
dell’Agenzia per lo Sviluppo ed i Servizi in Agricoltura, non ritiene opportuno
ed urgente operare lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione
dell’Agenzia (ai sensi dell’art. 14, comma 3, della L.R. 15/93) e nominare un
Commissario (art. 14, comma 4, L.R. 15/93) che possa ridare dignità,
imparzialità e garantire la gestione corretta e trasparente dell’Ente il cui
compito primario è quello di dare impulso, attraverso la ricerca applicata, la
sperimentazione e la divulgazione al settore agroalimentare calabrese;
sia il caso di
inserire all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale la discussione
dell’apposito progetto di legge (la cui presentazione risale a parecchi mesi
addietro) inerente l’attivazione della Commissione di inchiesta che possa
svolgere una effettiva funzione di verifica relativamente agi i indirizzi ed
all’ambito operativo istituzionale dell’Ente nonché all’utilizzo delle risorse
umane e finanziarie.
(192; 28.12.2001)
Adamo, Pacenza,
Amendola ed altri. Al Presidente della
Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:
da oltre due anni
la Giunta regionale ha avviato le procedure per un concorso per dirigenti
nell’ambito del personale della Regione Calabria;
i bandi e le
delibere sono state impugnate davanti al Tar di Reggio Calabria, che ne ha
annullato alcune parti;
la Giunta regionale invece di adeguarsi a quanto statuito dal Tar, con delibera n. 492 del 3 1/05/01 la G.R. ha bandito il concorso riproducendo sostanzialmente l’atto contestato dal Tar di Reggio Calabria;
il D. Lgs N.
165/01 art. 28, cm. 2 lett. A recita che: per l’accesso alla dirigenza sono
indispensabili, tra l’altro, almeno cinque anni svolti nella carriera
direttiva. Il bando in oggetto ne richiede tassativamente almeno nove,
interpretando così la norma legislativa non a tutela della Pubblica
Amministrazione che, intende garantirsi una professionalità risalente ad almeno
cinque anni di carriera direttiva, ma tesa ad una preselezione mirata ad
escludere molti aventi diritto;
il bando di
concorso per titoli e colloquio, non prevede titoli valutabili né tanto meno il
criterio di valutazione degli stessi. Sia i titoli valutabili sia i criteri di
valutazione degli stessi, sembra siano stati stabiliti dalla Commissione,
solamente dopo l’apertura delle buste contenenti le domande di partecipazione
con la relativa documentazione allegata;
alcuni titoli
(tra cui la computazione del servizio) sono stati valutati con discrezionalità
non conforme alla legge, mentre avrebbero meritato pari valutazione
giuridica-concorsuale;
gli incarichi di
responsabilità vanno valutati secondo criteri di equità e certezza del diritto
coerenti con le norme legislative e giuridiche; non è assolutamente legittimo,
ancor più alla luce della separazione delle competenze tra responsabilità
politiche e burocratiche, che ci siano gli incarichi conferiti dalla Giunta
regionale valutati per un punteggio superiore a quelli conferiti dalla
dirigenza;
la computazione
del punteggio relativo all’anzianità di laurea non è disciplinato da alcuna
norma;
che nei titoli
professionali non è stato valutato il curriculum professionale in relazione a
parametri stabiliti dalla Commissione cosi come previsto dalle norme;
si è proceduto
senza che prima dell’avvio dello svolgimento della prova concorsuale si fosse
pervenuti a chiarire le riserve attraverso cui sono stati ammessi centinaia di
candidati;
le stesse
modalità di svolgimento del concorso non sono state definite nel bando ed, invece,
sono state lasciate alla discrezionalità della Commissione;
la scelta del
famigerato “quiz” con sorteggio è assolutamente impropria dal momento che non è
stata formata e definita per via amministrativa e scientifica. Essa pertanto,
ha costituito elemento di distorsione ed alterità ai fini di una conduzione
equilibrata della prova per ognuno dei candidati;
non è chiara la
procedura ed il soggetto abilitato all’accertamento dei requisiti -:
se alla luce di
quanto narrato intendono annullare la procedura concorsuale di cui sopra, anche
in virtù dei numerosi ricorsi in atto e riavviare nuove procedure che
garantiscano certezze normative e procedure trasparenti.
(7; 19.12.2001)
Pirillo. Al
Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale.
Per sapere – premesso che:
sul Bur n. 45 del
22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale n. 39/95, la
delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 5/00 contenente
l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;
il Presidente del Consiglio, con decreto n. 344 del 4/10/00, attivando i poteri sostitutivi previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95, procedeva alla nomina del Presidente dell’Arssa nella persona del sig. Antonio Pizzini;
il primo e il secondo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recitano “Tutte le persone chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi… debbono possedere i requisiti necessari e l’esperienza adeguata per esercitare le dette funzioni…”;
“I requisiti di cui al comma precedente devono risultare da apposito curriculum ricavabile dall’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale riconducibile all’incarico…”;
l’art. 4 comma
terzo della legge regionale n. 15/93 di istituzione dell’Arssa - prevede
espressamente “Il Presidente deve essere scelto tra esperti di chiara fama e di
comprovata esperienza aventi capacità tecnico-amministrative e manageriali”;
l’Arssa ha
finalità rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura
mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di
processi innovativi nel sistema produttivo agricolo ed agroindustriale;
tenuto conto che
per lo svolgimento di un incarico di siffatta portata occorre avere un
Presidente che abbia spiccate capacità tecnico-amministrative e manageriali con
comprovata esperienza nel settore agro-alimentare, riconducibile all’esercizio
di almeno cinque anni di attività professionale;
rilevato,
attraverso l’esame della documentazione allegata alla domanda di incarico, che
l’attuale Presidente - sig. Antonio Pizzini, impiegato Telecom con diploma di
Maturità Classica - risulta privo dell’esperienza e dei titoli professionali
necessari a rivestire tale incarico, per cui nell’espletamento delle sue
quotidiane funzioni viene continuamente supportato da consulenti esterni e da
esperti di settore. Tale assistenza specialistica comporta un notevole aggravio
di spese ed oneri a carico dell’Ente che si ripercuotono indirettamente nelle
tasche dei contribuenti calabresi -:
quali criteri
oggettivi e meritocratici sono stati adottati per determinare la scelta
dell’attuale Presidente e se lo stesso possiede la professionalità e
l’esperienza necessaria a guidare il più importante Ente regionale di servizio
e sviluppo dell’agricoltura;
se non sono state
palesemente violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di
competenza regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma primo e secondo - della
legge regionale n. 39/95 ed art. 4 - comma terzo della legge
regionale n. 15/93;
se non ci sono
stati comportamenti omissivi o tantomeno non sono stati esaminati con la dovuta
attenzione ed obiettività i curricula dei numerosi aspiranti alla carica, molti
dei quali sono conosciuti dalla collettività tutta per la loro spiccata
professionalità ed esperienza nel settore;
se non ritengono
opportuno rimuovere, per autotutela, l’attuale Presidente e nominare al suo
posto un professionista che sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle
rispettive leggi.
(110; 19.3.2001)
Risposta – In merito all’interrogazione presentata dall’onorevole
Pirillo riguardante la nomina del dottor Antonio Pizzini a Presidente
dell’Arssa si fa presente quanto appresso:
- l’articolo 8, comma 1 e 2 della legge regionale 4.8.1995, numero 39
recante: “Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomina
di competenza del Consiglio regionale” stabilisce i requisiti generali che
devono possedere tutti gli aspiranti alle diverse nomine regionali fissando una
esperienza professionale minima di cinque anni”;
- l’articolo 4, comma 3 della legge regionale 14.12.1993, n. 15 recante:
“Istituzione dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in
agricoltura (Arssa)” recita testualmente che “il Presidente deve essere scelto
tra esperti di chiara fama e di comprovata esperienza tecnico-amministrativa e
manageriale”.
Ciò premesso, riconsiderata la domanda e l’allegato curriculum del dottor
Pizzini si evince che oltre ad essere stato consigliere comunale dal 1978,
Vicesindaco e poi Sindaco del comune di Paola per circa sette anni, ha svolto
anche le funzioni di consulente dall’1.1.1984 al 2.8.1986 presso il Ministero
della Sanità e dal 20.9.1986 al 18.10.1992 presso il Ministero delle
Partecipazioni statali acquisendo una esperienza manageriale di elevato profilo
tecnico-amministrativo tale da consentire – a parere di questo Settore preposto
alla istruttoria delle nomine di competenza del Consiglio regionale –
l’inclusione negli elenchi dei cittadini ritenuti idonei a ricoprire la carica
di Presidente dell’Arssa ai sensi delle leggi regionali n. 15/93 e n. 39/95.
Il dirigente: (G. Multari)
Il Consiglio
regionale
Premesso che il
decreto legge 12 ottobre 2000 n. 279 convertito in legge 11 novembre 2000 n.
365, recante: “Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto
elevato e in materia di protezione civile nonché a favore delle zone della
Regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre e
ottobre 2000;
considerato che
in analogia con quanto prescritto dall’art. 1 bis della legge n. 365/2000
“Procedure per l’adozione dei progetti di Piano Stralcio”, la Regione Calabria
ha preso atto dell’adozione da parte dell’Autorità di Bacino Regionale del
Progetto di Piano Stralcio per la tutela del rischio idrogeologico delibera n.
345 del 27 aprile 2001;
considerato che
l’Assessore ai Lavori Pubblici di concerto con la propria struttura ed in
sintonia con la deliberazione n. 13 del 29 ottobre 2001 con la quale il
Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino regionale ha adottato il piano
stralcio per l’assetto idrogeologico;
vista la legge
regionale n. 35 del 29.11.1996: “Costituzione dell’Autorità di Bacino in
attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni ed
integrazioni”;
visto che il
suddetto Piano interessa il territorio regionale calabrese ad eccezione di
alcuni Comuni ricadenti nei bacini interregionali dei fiumi Noce e Sinni
annessi al Piano redatto dall’Autorità di Bacino Basilicata ai sensi della L.R.
Basilicata n. 2/2001;
visto che oltre
ai Comuni calabresi fanno parte del Piano anche alcuni comuni della Basilicata
rientranti nel territorio del Bacino del fiume Lao le cui competenze sono della
Regione Calabria ai sensi della legge regionale n. 34/1996;
visto l’art. 38,
comma 1 dello Statuto della Regione;
udita la
relazione del relatore, On. Senatore;
ritenuto di
procedere all’approvazione di cui sopra;
delibera
di approvare il
Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico adottato dall’Autorità di Bacino
Regionale, di cui all’art. 1, comma 1 del decreto legge n. 180/98, con le
procedure di cui all’art. 80 della legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive
modificazioni ed integrazioni, composto dagli elaborati specificati nell’elenco
denominato “A” e che fa parte integrante e sostanziale della proposta della
Giunta regionale con deliberazione n. 900 del 31 ottobre 2001;
di disporre che
gli elaborati cartografici, di cui all’allegato “A” disponibili in un unico
esemplare, vidimati dall’Ufficio di Presidenza della Quarta Commissione,
vengano depositati presso l’Autorità di Bacino con sede in Catanzaro, via
Crispi n. 33 limitatamente al tempo necessario per la loro riproduzione e
successivamente saranno custoditi presso il Consiglio Regionale della Calabria
con sede in Reggio Calabria;
di impegnare la
Giunta regionale a che i programmi attuativi e gli interventi discendenti dal
presente Pai, deliberato dalla Giunta regionale, dovranno acquisire
preventivamente il parere della competente Commissione consiliare;
di raccomandare,
altresì, la Giunta regionale di predisporre tempestivamente un progetto di
legge organico sulla “Difesa del Suolo”.
“Il Consiglio
regionale
Visto il progetto
di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario
2002 di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 246 del 18 dicembre
2001, che si conclude con le seguenti risultanze finali:
Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per
il funzionamento del Consiglio ……………. Euro 73.461.294,00
Titolo 2 Entrate compensative e varie ………………. Euro 981.268,28
Titolo 3 Partite di giro ……………………………….. Euro 15.101.213,00
-----------------------------
Totale Entrate Euro 89.543.775,28
Presunto avanzo di amministrazione applicato
al bilancio 2001 ……………………………………….. Euro 12.394.966,00
------------------------------
Totale generale Entrate Euro101.938.741,28
Titolo 1 Spese correnti ……………………………….. Euro 73.461.294,00
Titolo 2 Spese compensative e varie …………………. Euro 13.376.234,28
Titolo 3 Partite di giro ………………………………… Euro 15.101.213,00
---------------------------
Totale Uscite Euro 101.938.741,28
Delibera
Di approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002 con gli emendamenti introdotti, corredato dalle relazioni dipartimentali (All. 1-2 e 3) e dalla relazione annuale del Collegio dei revisori dei conti (All. 4) con le seguenti risultanze finali:
Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per
il funzionamento del Consiglio ……………. Euro 73.461.294,00
Titolo 2 Entrate compensative e varie ………………. Euro 981.268,28
Titolo 3 Partite di giro ……………………………….. Euro 15.101.213,00
-----------------------------
Totale Entrate Euro 89.543.775,28
Presunto avanzo di amministrazione applicato
al bilancio 2001 ……………………………………….. Euro 12.394.966,00
------------------------------
Totale generale Entrate Euro101.938.741,28
Titolo 1 Spese correnti ……………………………….. Euro 73.461.294,00
Titolo 2 Spese compensative e varie …………………. Euro 13.376.234,28
Titolo 3 Partite di giro ………………………………… Euro 15.101.213,00
---------------------------
Totale Uscite Euro 101.938.741,28”
Relazione previsionale e programmatica del
bilancio di previsione per l’esercizio 2002
Obiettivi del Dipartimento gestione e sviluppo
della struttura
La struttura del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002 non appare mutata rispetto agli anni precedenti se non per effetto dell’introduzione dal 1° gennaio della moneta unica europea e dell’istituzione del fondo di riserva per le spese obbligatorie e di quello per le spese impreviste in attuazione delle disposizioni recate dall’articolo 14 del vigente regolamento interno di amministrazione e contabilità.
Nei limiti
consentiti dagli automatismi che regolano la maggior parte delle componenti di
spesa, non è venuto meno, nella predisposizione del bilancio di previsione del
Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002, l’impegno del
contenimento delle risorse da chiedere alla Giunta regionale per le
indispensabili esigenze di funzionamento dell’Assemblea.
Sulla crescita
della previsione di spesa dei capitoli 1 e 3 incide in particolare, oltre
all’aumentato numero degli assessori esterni, i miglioramenti apportati dalla
legge regionale n. 7/2001 al trattamento indennitario dei
consiglieri regionali e ai contributi per il funzionamento dei gruppi
consiliari.
Sul versante
della spesa per il trattamento fisso ed accessorio del personale si è dovuto
tenere conto delle aumentate esigenze finanziarie conseguenti all’applicazione
di alcuni istituti contrattuali da portare a compimento nel corso
dell’esercizio (vedi ad es. le progressioni verticali), al rinnovo ormai
prossimo del contratto di lavoro sia per il personale del comparto che per
l’area dirigenziale, alla stabilizzazione del rapporto dei lavoratori Lpu di
cui alla legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4, al nuovo trattamento economico
dei segretari particolari e dei responsabili amministrativi e all’istituzione
di un contingente di due unità di supporto tecnico alle strutture speciali di
cui alla legge regionale n. 7 del 26 marzo 2001, successivamente modificata
dalla legge regionale n. 25 del 29 ottobre 2001 con il passaggio delle unità di
supporto tecnico dal livello C al livello D 1.
Nel corso
dell’esercizio, inoltre, dovrà essere svolto il concorso riservato agli addetti
alle strutture speciali e ai gruppi consiliari, già bandito nel mese di
dicembre 2001, con conseguente immissione nei ruoli del Consiglio di un
consistente contingente di personale secondo le previsioni della legge
regionale n. 25 del 29 ottobre 2001 a cui è da aggiungere la c.d.
“ministruttura”, istituita con la legge regionale n. 26 del 29 ottobre 2001,
posta al servizio dei Consiglieri regionali non titolari di incarichi
istituzionali in ambito consiliare.
Lo sviluppo
dell’attività della Commissione speciale per la riforma dello Statuto e del
Regolamento interno, ha inoltre determinato l’esigenza di un massiccio ricorso
all’istituto del comando da altre Pubbliche Amministrazioni per supportare
l’attività burocratica della Commissione attesa l’impossibilità di farvi fronte
con il personale di ruolo del Consiglio.
Sul versante
delle spese di funzionamento (postali, telefoniche, telegrafiche, stampa,
documentazione, biblioteca, ecc.) la previsione in aumento è stata contenuta in
904.812,07 Euro, nonostante che nel corso dell’esercizio si debba procedere ad
alcuni rinnovi contrattuali relativi alla sbobinatura e alla stampa dei
resoconti e alla manutenzione degli immobili, all’appalto dei lavori per il
completamento dell’auditorium e ad alcune ristrutturazioni della sede
consiliare per renderne più confortevole e funzionale la fruibilità.
Sotto il profilo
degli obiettivi che dovranno essere perseguiti dal dipartimento gestione e
sviluppo della struttura una particolare riflessione deve essere posta sul
sistema previdenziale in atto goduto dai Consiglieri regionali.
L’attuale
sistema, imperniato sulle vigenti disposizioni legislative regionali (legge 14
febbraio 1996 n. 3 e successive modificazioni e integrazioni) prevede che le
indennità di fine mandato e i vitalizi sono per intero finanziati, con il
bilancio del Consiglio, della Giunta regionale a cui con cadenza periodica
vengono versate le relative trattenute mensili operate sull’indennità di carica
dei Consiglieri.
L’abbassamento a
55 anni dell’età in cui può essere richiesto il vitalizio, i sensibili
miglioramenti apportati nel corso dell’esercizio finanziario 2000, l’incremento
del numero degli aventi titolo nascente dal ricorso ad assessori esterni
equiparati in toto ai Consiglieri
regionali, a cui si aggiunge il sistema bipolare dell’alternanza, porteranno
nel medio tempo all’esplosione del sistema se, già nel corso dell’esercizio
finanziario 2002, non si vada alla ricerca di fonti di finanziamento
alternative.
Appare dunque
necessario verificare la possibilità del ricorso al mercato finanziario, i cui
rendimenti risultano in atto apprezzabili, su cui investire annualmente gli
oneri posti a carico dei Consiglieri e, al fine della costituzione di un fondo
d’avvio, l’eventuale avanzo d’amministrazione dell’esercizio 2002.
L’esito della
ricerca, da svolgersi da parte del dirigente del dipartimento d’intesa con i
settori bilancio e ragioneria e provveditorato dovrà essere illustrata, entro
il primo semestre dell’esercizio finanziario, all’Ufficio di Presidenza per
l’adozione dei consequenziali provvedimenti.
Anche le poste
previste dal capitolo 3 del bilancio 2001, relative alle spese di funzionamento
dei gruppi consiliari, non hanno evidenziato la presenza di residui passivi,
per cui le variazioni in aumento afferiscono essenzialmente alle spese per il
finanziamento sostitutivo per il personale, conseguenza diretta dei
miglioramenti apportati dalla legge finanziaria n. 14/2000.
Nel complesso gli
stanziamenti previsti, nei termini di competenza e di cassa, nei capitoli 1 e 3
risultano commisurati all’effettivo fabbisogno finanziario e, trattandosi di
spese in gran parte fisse e pertanto non soggette a comportamenti discrezionali
da parte dei dirigenti, le poste in cui si riparte il capitolo 1 sono assegnate
direttamente al settore gestione economica delle risorse umane, quelle
afferenti il capitolo 3 al settore bilancio e ragioneria secondo le competenze
definite dalla struttura organizzativa del Consiglio.
La previsione di
spesa del capitolo 4, relativa al trattamento fisso ed accessorio del personale
che comunque presta la propria attività lavorativa in favore del Consiglio
regionale, prevede un aumento della sola posta relativa alla spesa per il
trattamento fisso del personale appartenente al ruolo del Consiglio, dovendosi
tenere conto che nel corso dell’esercizio saranno svolte, in attuazione del
contratto di lavoro del comparto, le selezioni per le progressioni verticali e
i concorsi pubblici per la copertura di posti che eventualmente dovessero
restare vacanti e di quelli assegnati dal piano occupazionale ai profili
professionali di cui il Consiglio risulta carente.
Le poste relative
al trattamento fisso e accessorio di tutto il personale sono assegnate al
dirigente del settore gestione economica delle risorse umane.
Al dirigente del
settore provveditorato e servizi tecnici sono assegnati gli importi iscritti
negli articoli 170 e 290, relativi all’indennità per progettazioni ex art. 18
della legge n. 216/1995 e all’assicurazione per responsabilità professionale
dei dirigenti ex art. 38 dei Ccnl.
La posta iscritta
all’articolo 190, relativa all’aggiornamento e alla formazione del personale dipendente
è assegnata al dirigente del settore trattamento giuridico delle risorse umane
che la utilizzerà nell’ambito dei programmi che saranno stabiliti in seno alle
delegazioni trattanti sia del comparto che della dirigenza. Resta tuttavia
ferma l’esigenza di destinare quota parte della spesa ad alcuni specifici
percorsi formativi afferenti lo sviluppo professionale in attuazione del nuovo
ordinamento contrattuale del personale (progressioni verticali) e l’attuazione
delle misure di sicurezza del personale in applicazione del d.lgs. 626/1994 e
successive modificazioni e integrazioni.
Dovranno invece
essere contenute le partecipazioni a corsi c.d. “a catalogo”, proposte da
scuole, enti o istituzioni di formazione che dovranno essere limitate a
specifiche unità di personale e previa autorizzazione dei direttori generali.
Il 2002 si configura come l’anno in cui si compirà il processo di riforma dell’ordinamento regionale, già avviato nell’anno in corso. Appare quindi necessaria l’adozione di una serie di iniziative a sostegno dell’attività della speciale Commissione consiliare secondo le indicazioni programmatiche già indicate dall’Ufficio di Presidenza di quell’organismo che afferiscono, per quanto riguarda i titoli di spesa, la mobilitazione degli organi di informazione, il coinvolgimento delle autonomie locali, dei cittadini e delle diverse articolazioni sociali, il coinvolgimento di illustri costituzionalisti, i contatti con le altre Regioni, lo svolgimento di attività seminariali, di studi e ricerche, il confronto con le esperienze già maturate in altre Regioni d’Europa.
Sarà cura del
dirigente preposto al governo della struttura burocratica della Commissione per
l’autoriforma proporre, alla Commissione stessa e quindi all’Ufficio di
Presidenza del Consiglio un dettagliato programma operativo con la prenotazione
dei fondi necessari ad attuarlo da prelevare sugli specifici articoli di spesa.
Nell’articolo 260
del progetto di bilancio è iscritta una previsione di spesa di 2.582,285 Euro,
determinata ai sensi della legge 29 maggio 1982, n. 297, che rappresenta il
maturato a titolo di trattamento di fine rapporto del personale in servizio al
31.12.2001.
La prospettiva
del paesaggio dal sistema retributivo a quello contributivo e del
trasferimento, tutto o in parte, del trattamento di fine rapporto ai fondi
pensionistici complementari, ipotizzati dalla recente delega del Parlamento al
Governo nazionale, impongono che si preveda per tempo ad accantonare per
ciascun lavoratore la quota di retribuzione annua riferita al trattamento
economico di fine rapporto.
Tuttavia,
l’immobilizzo sic et simpliciter di
tali somme è riduttivo sul piano finanziario, per cui appare apprezzabile,
similmente alle indicazioni formulate per le indennità di fine mandato e i
vitalizi dei consiglieri, lo svolgimento di un’indagine conoscitiva, anche
nell’ambito del rapporto di tesoreria instaurato a decorrere dal 1° gennaio
2002, con il Banco Antoniano - Veneto, sui possibili rendimenti offerti dal
mercato finanziario da sottoporre alla valutazione dell’Ufficio di Presidenza
da parte del direttore generale del dipartimento previa intesa con i dirigenti
dei settori ragioneria e bilancio, trattamento economico delle risorse umane e
provveditorato e servizi tecnici.
La previsione di
spesa di cui all’articolo 220 rappresenta la parziale somma posta a
disposizione della delegazione trattante di parte pubblica per il trattamento
accessorio del personale addetto alle strutture amministrative del Consiglio, a
cui devono aggiungersi le risorse derivanti dagli automatismi contrattuali, i
risparmi e i trasferimenti di fondi previsti da specifiche disposizioni.
Sulla gestione
patrimoniale e sui costi di funzionamento l’incidenza in aumento è da ascrivere
alle spese postali, telefoniche, di cancelleria, di fitto e per la fornitura di
energia elettrica, gasolio e acqua.
Per quanto
attiene il completamento della fruibilità della sede del Consiglio, costituisce
obiettivo del dipartimento, da perseguire nel corso del 2002, il completamento
dell’auditorium, la sistemazione
definitiva delle aree circostanti l’immobile, l’acquisizione degli ulteriori
arredi e degli impianti speciali e complementari, la messa in funzione
dell’impianto di desalinizzazione delle acque e l’abbattimento delle barriere
architettoniche. Per tali finalità, l’intera previsione di spesa è assegnata al
dirigente del settore provveditorato e servizi tecnici.
Particolare
attenzione l’Ufficio di Presidenza intende rivolgere alla sicurezza della rete
informatica del Consiglio. Esaurita la fase di acquisizione delle attrezzature
l’attività dell’anno 2002 dovrà essere rivolta all’attuazione del progetto di
intervento sul sistema informatico in corso di predisposizione da parte
dell’ing. Tommaso Marino incaricato della consulenza da parte dell’Ufficio di
Presidenza con la deliberazione n. 47 del 20 marzo 2001, che dovrà pervenire
alla verifica dello stato di efficienza della rete cablata, a unificare la
manutenzione hardware e software, a salvaguardare dalla intromissione di terzi
non autorizzati e dai veicoli da infezione da virus i computer.
L’utilizzazione
da parte dei Consiglieri regionali preposti ad organismi politico istituzionali
del proprio mezzo di trasporto, comporta la necessità di dismettere il parco
auto del Consiglio conservando un numero limitato di vetture in funzione
esclusiva di rappresentanza, conseguendo in tal modo un significativo
contenimento della spesa.
Il trasferimento
nella nuova sede del Consiglio ha comportato la parziale dismissione e il
successivo acquisto di beni mobili e di attrezzature per cui appare necessario
che il provveditorato si adoperi perché, nel corso dell’esercizio, sia
completato l’inventario di tali beni con l’indicazione del valore d’acquisto,
di modo che si possa realizzare un piano di ammortamento annuale.
Nonostante che
l’accorpamento in un’unica sede degli uffici del Consiglio abbia consentito un
miglioramento dell’efficienza dei servizi, si è dovuto constatare che
l’immobile mal si presta alle attività di alta rappresentanza che caratterizza
la vita istituzionale di un’Assemblea legislativa. Prendendo atto di tale
carenza il Consiglio, con il comma 1 dell’articolo 9/bis della legge regionale
n. 7/2001, ha stabilito di destinare l’avanzo di amministrazione scaturente dal
conto 2001 all’acquisizione al patrimonio dell’ente di immobili di particolare
pregio storico - artistico da destinare a finalità istituzionali e di
rappresentanza del Consiglio regionale. Attesa l’urgenza di provvedere a quanto
previsto dalla citata norma, all’atto dell’approvazione del verbale di chiusura
dell’esercizio 2001, l’Ufficio di Presidenza provvederà ad autorizzare il
direttore generale del dipartimento a prenotare l’avanzo di amministrazione per
le finalità di che trattasi.
Le note che
precedono non esauriscono di certo le indicazioni programmatiche per
l’esercizio finanziario 2002. La natura flessibile degli strumenti di
programmazione legati al decorso del tempo e al sopravvenire di nuove esigenze,
fanno sì che in prosieguo ulteriori obiettivi possano essere indicati alla
struttura dipartimentale dell’Ufficio di Presidenza.
Per la
valutazione dei risultati conseguiti dai dirigenti, come per l’anno precedente,
l’Ufficio di Presidenza individua i seguenti indicatori di efficacia,
economicità ed efficienza:
1. Le capacità di
autoformazione e formazione dei collaboratori;
2. le capacità di
risolvere i problemi e la corretta gestione del proprio lavoro;
3. le capacità di
migliorare i processi dell’attività cui si è preposti con particolare
riferimento al controllo di gestione;
4. le capacità di
delega in relazione alle posizioni organizzative ed ai responsabili dei
procedimenti;
5. la capacità di
motivare, guidare e valutare i collaboratori e di generare un clima
organizzativo favorevole alla produttività;
6. la capacità di
gestione delle risorse assegnate per il funzionamento della struttura;
7. presenza in
servizio per attività degli organi e/o per incombenze legate all’incarico,
oltre il normale orario di servizio.
Dipartimento Segretariato Generale
Ipotesi di programma di attività per il 2002
La riforma
costituzionale introdotta con la legge costituzionale n. 3/2001 si presenta
come un’occasione unica per le Regioni che sono i soggetti istituzionali
privilegiati chiamati a cogliere le potenzialità del cambiamento. La soppressione
dei controlli, l’aumento delle competenze normative, la potestà regionale nelle
relazioni internazionali, il federalismo fiscale dovrebbero liberare nuove
energie ed aprire nuove competenze, senza suscitare incapacità che possono
ingabbiare la crescita politica e democratica delle regioni stesse.
La riforma,
infatti, apre il cantiere della legislazione e della trasformazione: a poco più
di un anno dalla sua approvazione Leggi e Testi Unici riguardanti gli Enti
locali sono divenuti obsoleti, dopo la riforma del Titolo V della Carta
Costituzionale. Si pensi al Dlgs n. 267/2000 che dovrà essere riscritto dalle
singole Regioni a cui vengono attribuiti dagli artt. 114 e 117 Cost. ampie
prerogative e certamente non senza il contributo degli stessi Enti locali dei
quali è stata rafforzata l’autonomia statutaria e regolamentare. La modifica
del Titolo V della Costituzione ha quindi una portata più innovativa di quanto
si ritenesse. Il federalismo conferisce un assetto completamente nuovo alla
pubblica amministrazione, rompe consolidate simmetrie. Crea nuovi equilibri.
Costringe a rivedere leggi e regolamenti. Ridimensiona il ruolo dello Stato
centrale, attribuendo maggiore poteri istituzionali alle Regioni e agli Enti
locali. Assegna agli Enti locali pari dignità costituzionale, stabilendo che la
Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane,
dalle Regioni e dallo Stato. Li colloca in una posizione orizzontale. Obbliga a
revisioni profonde del modo di essere e di operare delle amministrazioni sia
centrali che locali. Certamente la maggior parte delle Regioni e degli Enti
locali non si lasceranno sfuggire l’occasione per occupare da subito nuovi
spazi istituzionali, per porre in essere statuti, leggi e regolamenti più
evoluti, per dotarsi di più efficienti assetti organizzativi, per dare
un’impronta di modernità alle loro procedure.
Gli enti locali
del Mezzogiorno in particolare dovranno dimostrare di essere in grado di
gestire il cambiamento e di meritare la fiducia espressa dal Parlamento, che è
stata ratificata dal voto popolare. Il nuovo testo dell’articolo 119 della
Costituzione lascia il Mezzogiorno senza il paracadute delle misure
straordinarie che avevano per obiettivo la sua valorizzazione e quella delle
Isole. Ma la questione meridionale non è scomparsa e si apre dunque una
stagione di incertezza per le regioni meridionali che sono chiamate ad una
sfida vitale per il loro futuro. Esse in particolare dovranno fare tesoro della
rinnovata opportunità di riorganizzazione che viene loro accordata, per
affrontare in modo nuovo i problemi dello sviluppo. Occorrerà stabilire un
approccio nuovo ai problemi: si richiede la conoscenza del territorio e la
capacità di lettura dei suoi fabbisogni e delle sue potenzialità. Le realtà
locali diventeranno protagoniste del loro sviluppo attraverso la diretta
realizzazione di progetti finanziati dalla Comunità Europea nei più vari
settori. Gli estensori delle politiche europee hanno sottolineato come la
coesione e l’integrazione deve essere fondata sull’abbandono dei rigidi modelli
nazionali di programmazione e sviluppo, in favore di un sistema in cui i
soggetti locali assumano autonomia decisionale ed operativa. Di qui la
necessità di praticare politiche innovative su base locale.
Le istituzioni
locali dovranno ridefinire la loro area di competenza, dando coerenza ai poteri
riconosciuti legislativamente e con le funzioni imposte dallo sviluppo
competitivo e dalle problematiche sociali.
Occorre dotare le
amministrazioni locali ed in particolare gli uffici dei Consigli regionali di
un’apposita struttura che si occupi con estrema attenzione delle politiche
comunitarie che possono rappresentare un passo importante di progresso e di
rinnovamento per l’utilizzo coerente e razionale delle risorse che vengono dal
contesto sovranazionale.
Nell’ottica della
valutazione strategica ai fini del conseguimento degli obiettivi previsti nel
programma di attività, del dipartimento Segretariato generale occorre porre
attenzione dapprima agli obiettivi di carattere generale che investono la
funzione dell’Assemblea, il compimento e la formalizzazione delle sue
manifestazioni di volontà, tenendo conto delle condizioni ordinarie
dell’attività lavorativa che discendono dalle procedure e dagli adempimenti
previsti dal vigente Statuto regionale e dal Regolamento del Consiglio, che è
per larga parte immutato. Sono valide ed immutate le procedure preparatorie
seguite prima dell’entrata in vigore della L.C. n.3/2001 ma gli obblighi
istituzionali e procedurali impongono agli Uffici maggiore attenzione in
relazione al venir meno del controllo governativo.
I capisaldi
dell’attività del Segretariato generale sono orientati a:
- garantire
l’assistenza all’Assemblea consiliare sviluppando le manifestazioni di volontà
della stessa in atti formali e sostanziali, come provvedimenti del Consiglio
regionale della Calabria;
- favorire la
conoscenza e l’esternazione dell’attività consiliare attraverso l’attività di
resoconto sommario ed integrale e la pubblicazione degli atti del Consiglio
regionale, delle audizioni delle Commissioni permanenti e delle Commissioni
speciali ecc.
- svolgere la funzione di coordinamento e di
raccordo con il Dipartimento Assistenza agli organi, per l’individuazione di
nuovi obiettivi, ed il Dipartimento Gestione della struttura per il
perseguimento del miglioramento dei servizi. Le nuove e maggiori competenze che
i DD.LL.GG. hanno rassegnato agli Enti Locali ne hanno fatto crescere le attese
che sono vieppiù lievitate in seguito alle recenti modifiche costituzionali che
determinano nuovi orizzonti di autonomia, e l’esigenza di maggiore efficienza
amministrativa con l’avvio di nuovi processi interni di verifica e
compatibilità. Si pensi al controllo interno di gestione;
- la funzione
presuppone la graduale introduzione di un modulo di servizio che abbia come
obiettivo gli aspetti formativi, organizzativi e procedurali legati
all’attività del programma, allo scopo di osservarne l’attuazione, la verifica
e la correzione eventuale.
Una nuova
iniziativa che il Dipartimento prossimamente avvierà nella sede del Consiglio
regionale è rappresentata dall’apertura di:
- uno sportello
Bre realizzato in convenzione con la S.c.p.a. Bic - Calabria per costituire un
punto di contatto permanente tra il soggetto abilitato alla promozione dello
sviluppo e dell’iniziativa di impresa e gli amministratori comunali ed i
consiglieri regionali, avendo riguardo alle opportunità offerte dalla
regolamentazione comunitaria ed ai programmi di sviluppo regionale.
Al Segretario generale fa capo anche l’attività del Servizio flussi informatici, in cui è operante una P.O. che segue gli affari della struttura. Il Servizio cura la messa in rete degli atti prodotti dal Consiglio regionale e dalle Commissioni permanenti per assicurarne la massima divulgazione. L’attività si apre all’offerta di servizi di generale interesse e di informazione agli enti locali, ai cittadini. La gamma dei servizi informatici del Consiglio regionale saranno potenziati e fortemente caratterizzati nel 2002, in quanto lo sviluppo del programma dell’anno precedente consentirà di una vetrina nel Web autogestita, senza il ricorso a fornitori locali, con un contratto diretto di fornitura con la Telecom Italia e con la registrazione a dominio del sito www.Consiglio regionale.calabria.it. Le accresciute potenzialità del servizio nel corso dell’anno 2002 consentiranno di mettere a disposizione dei consiglieri regionali 30 collegamenti privilegiati e un numero verde per la chiamata dall’esterno.
Nell’ultimo
scorcio dell’anno 2001 sono stati aggregati al Segretariato generale i Settori
Segreteria dell’Ufficio di Presidenza e Collegio dei Revisori dei Conti. Il
primo opera in stretta collaborazione con l’organo di gestione del Consiglio e
collabora con il Gabinetto del Presidente per gli affari del suo ufficio ed
assiste l’U.P. nella sua attività deliberativa della gestione del C.R.. La
struttura del Settore che assiste il Collegio dei Revisori dei Conti svolge
compiti di qualificata verifica dei rendiconti del Consiglio regionale e della
Giunta regionale. I due settori sono incardinati nel Dipartimento Segretariato
Generale per assicurare comunque alla struttura burocratica del Consiglio
regionale il principio della dipendenza gerarchica che facilita
l’individuazione delle responsabilità e della valutazione secondo i princìpi
generali contenuti nel D.L.g.s. n. 165/2001.
Le attività su
riportate comprendono in buona sostanza le funzioni istituzionali del
Dipartimento Segretariato Generale che, nell’ipotesi di programma descritto,
vanno riportati in un percorso concreto di fasi organizzative che si traducono
in: missioni, compiti e processi. Il Segretario Generale si occuperà nell’anno
2002 anche dello svolgimento dei concorsi per il reclutamento del personale da
destinare alla struttura ausiliare di supporto permanente ai gruppi e alle
strutture speciali, di cui alla L.R. 29.10.01 n. 25 artt. 4 e 5 e alla successiva delibera UP n. 218
del 20 novembre 2001.
Le misure di
decentramento avanzato introdotte nell’ordinamento statuale a Costituzione
immutata, inevitabilmente orienteranno sempre più l’Assemblea verso leggi che
privilegiano il decentramento amministrativo con il trasferimento più ampio di
competenze alle Regioni, Province e Comuni.
Infatti, le
modifiche costituzionali introdotte con la L.C. n. 1/1999 e n. 3/2001 hanno
realizzato le condizioni oggettive per un più accentuato decentramento di tipo
federalista che ha rilanciato il ruolo della Regione quale ente di programmazione
e controllo. L’autonomia finanziaria, identificata come federalismo fiscale,
che gli enti si accingono a perseguire, rappresenta una variabile di grande
aleatorietà per Regioni come la Calabria. Infatti, solo se le entrate ed i
trasferimenti di risorse saranno consistenti e certi, attraverso il fronte
della spesa regionale si potrà sostenere lo sviluppo economico delle realtà
locali. La capacità di governo di una Regione sarà sempre più valutata dalla
capacità di avere il pieno controllo sugli interventi attuati, sulle leve e
sugli strumenti a disposizione e sulle risorse utilizzate. La credibilità
politica regionale dipenderà molto dalla capacità di instaurare un sistema
organico e complessivo di regole di programmazione e controllo, in grado di
tener conto della complessità delle istanze dell’ambiente esterno e delle
relazioni che esistono tra gli attori che lo compongono.
I lavori del
Consiglio regionale vivranno una stagione di forte impegno, che partendo dalle
modifiche costituzionali vedrà il Consiglio occuparsi delle conseguenti
modifiche statutarie in linea con la correzione federalista e la devoluzione
agli enti locali.
Si ritiene che in
una breve scheda si possano ipotizzare i possibili scenari di tipo
istituzionale, partendo dalle leggi di modifica costituzionale: L.C. n. 1/1999
e n. 3/2001:
- Progetti di
correzione federalista degli Statuti;
- Leggi orientate
verso il decentramento amministrativo con il trasferimento più ampio di poteri
alle Province, Comuni, Cciaa, Cc.Mm.
Le implicazioni
conseguenti sono un profondo rinnovamento dello Statuto e del Regolamento del
Consiglio;
- L’approvazione
delle norme che regolano le procedure del referendum confermativo;
- Il nuovo
disegno delle competenze del Consiglio regionale e degli organi del Consiglio;
- La legge
elettorale ed il federalismo fiscale.
- Lo studio di
procedure di autotutela amministrativa in relazione all’abolizione dei
controlli preventivi.
A tale proposito
si avverte la necessità di potenziare anche la struttura del Segretariato
perché a tutela dell’attività del Consiglio regionale vengano previste forme di
consultazione e di sperimentazione simulata, preventiva all’approvazione di
ogni nuova legge. Infatti, nella nuova fase in cui le delibere legislative sono
sottoposte solo all’esame del C.R., sarebbe opportuno che le Commissioni
consiliari permanenti siano sempre chiamate a deliberare in sede referente o
redigente, su ogni progetto di legge, mutando perciò le disposizione del
vigente regolamento senza l’assillo dell’applicazione dell’art. 67 che consente
il passaggio diretto in aula di provvedimenti non ancora esaminati dalle stesse
Commissioni. Potrebbero infatti scaturire decisioni adottate sotto l’assillo di
emergenze, senza un’approfondita riflessione e senza essere precedute da metodi
di elaborazione basati su analisi finalizzate alla valutazione degli effetti e
delle relative possibilità di attuabilità.
Si avverte
l’esigenza di istituzionalizzare l’analisi tecnico-normativa che secondo uno schema
fisso che il Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del
Consiglio dei Ministri ha predisposto e che può essere sintetizzata nei
seguenti punti essenziali:
1) verifica
dell’incidenza della normativa proposta sull’ordinamento giuridico vigente;
2) conformità
alla costituzione e alla normativa comunitaria;
3) rispetto delle
competenze e delle regioni e delle autonomie locali, nonché dei precedenti
interventi di legificazione;
4) controllo
della correttezza delle definizioni e dei riferimenti normativi contenuti nel
testo della proposta di provvedimento:
5) valutazione delle tecniche di modificazione ed abrogazione delle disposizioni vigenti utilizzate, riportando soluzioni alternative prese in considerazione ed escluse.
Il Consiglio
regionale dovrà, dunque, per liberarsi della deriva di norme non applicate o
controverse e costose, che non sono utili al cittadino, attrezzare le proprie
strutture burocratiche per costituire strutture idonee in grado di compiere
l’analisi di impatto della regolamentazione che via, via viene introdotta
(acronimo Air) basata sulla misurazione o sulla valutazione degli effetti delle
regole, dei costi delle Aapp. e dai privati. L’uso dell’Air consente di
verificare preventivamente la congruità del contenuto e successivamente
all’emanazione, l’efficienza della loro attuazione mediante procedure
valutative ad hoc.
Il Consiglio regionale probabilmente si dovrà occupare di più di programmazione e controllo perciò occorrerà tenere conto dei limiti attuali e prevedere strumenti nuovi per rendere operative le due funzioni.
Quale la
tipologia delle attività istituzionali dei Cc.Rr. dopo la riforma degli
Statuti:
a) Legislativa;
b) Programmazione
e vigilanza - interventi sostitutivi sugli Ee.Ll. inadempienti;
c) Funzioni di
Vigilanza e Controllo:
- c1 -
Implementare sistemi adeguati di vigilanza sull’attività della G.R.;
- c2 - Prevedere
ed impostare sistemi di monitoraggio e di controllo degli Ee.Ll. per le
funzioni delegate.
d) Comunicazione
e informazione:
- d1 - necessità
di disporre di un flusso di informazioni di ritorno degli enti locali,
istituzionalizzando un sistema di conferenze di servizio;
- d2 - disporre
gli strumenti statutari e regolamentari perché in forma regolare e continua
venga trasferita al Consiglio regionale, a cura della G.R. ogni informazione
utile per costruire il patrimonio dei dati e delle conoscenze che sono
funzionali all’esercizio della vigilanza e del controllo ma, soprattutto, per
una qualificata e puntuale attività legislativa.
Effetti sulla struttura organica del C.R.
I sistemi interni di programmazione e controllo di una Regione devono essere in grado di supportare contemporaneamente:
- La negoziazione
tra i diversi livelli istituzionali, patti sociali;
- La
programmazione negoziata tra i diversi attori;
- La negoziazione
e le verifiche di fattibilità interna.
A questi fini
occorre impostare sistemi interni di monitoraggio e di avanzamento dei progetti
integrati ai diversi livelli. Tali sistemi oltre che dialogare tra loro devono
poter essere alimentati dai singoli sistemi informativi settoriali della G.R.
Il piano di
formazione invece dovrebbe essere indirizzato a beneficio dei nuovi profili e
dei lavoratori che avanzano in carriera per effetto di progressione verticale
per assicurare attraverso l’arricchimento del bagaglio personale e la
formazione continua il facile avvicendamento di quei soggetti prossimi al
collocamento a riposo. Occorre coniugare l’innovazione con la qualificazione
continua per incrementare la qualità tecnica giuridica con la professionalità
nel lavoro per soddisfare le legittime aspirazione di crescita di ciascuno.
L’aggiornamento dei restanti dipendenti dovrebbe contenere anche due diverse
linee di attività che di seguito vengono precisate:
a) ad
orientamento tecnologico, per l’uso dei nuovi strumenti di lavoro: personal
computer, software applicativi, uso di nuovi strumenti di registrazione in aula
da riservare alla fascia di personale A, B, C.
L’allestimento di
una sala multimediale si rende necessaria per le normali attività interne,
anche di formazione e per la fruizione di Internet da parte del pubblico.
Potrebbe essere composta da sei postazioni e da adeguate attrezzature che
saranno precisate nel piano di spesa.
b) ad
orientamento giuridico, amministrativo e legislativo, per l’aggiornamento del
personale di fascia B, C, D, sulle tematiche relative al rinnovo dello Statuto
e del Regolamento. Dovrebbe partecipare il personale del Segretariato per
adeguare le proprie conoscenze ai processi di mutamento in corso, con
l’aggiornamento continuo.
Infine, tra gli
obiettivi del Segretariato si riserverà particolare attenzione alla
ottimizzazione dell’attività di assistenza e di servizio alle funzioni
consiliari ancora a Statuto immodificato, per pervenire alla introduzione
dell’analisi di impatto della regolamentazione come sperimentazione presso i
Consigli regionali. Nella prospettiva dei nuovi compiti e funzioni sarà
valutata l’opportunità di elaborare una ipotesi di modifica dell’organigramma
del Segretariato generale dopo la riforma dello Statuto e del Regolamento.
Appare indispensabile aggiungere al Segretariato Generale una figura P.O. che
si occupi di politiche comunitarie indispensabile nel momento in cui già presso
la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, delle Assemblee
legislative e delle Province autonome, la Calabria dovrà seguire attraverso il
proprio Presidente del Consiglio i rapporti che coinvolgono i Consigli
regionali, l’Unione Europea e il Parlamento Comunitario.
Appare improcrastinabile
il reclutamento di nuove risorse umane altamente qualificate da impiegare nei
nuovi settori d’interesse del Consiglio regionale che l’evoluzione
amministrativa ed organizzativa hanno posto in evidenza, in primis: il controllo interno di gestione, l’ufficio di studi
riguardante l’analisi preventiva dell’impatto della regolamentazione regionale
(Air) che tante conseguenze produce anche sui cittadini calabresi. Gli effetti
di tale analisi preventiva dovrebbe condurre allo studio ed osservazione del
territorio, dell’ambiente, delle statistiche riguardanti gli aspetti sociali,
l’attività legislativa, col controllo finale dei progetti di legge prima
dell’approvazione da parte del Consiglio regionale.
Segreteria del
Consiglio E. 258.228
Resoconti e
attività organismi non istituzionali E.
51.645
Flussi
informatici E.
87.500
Controllo interno
di gestione
E. 15.493
Delegazione
Romana
E. 15.493
Revisori dei
conti acquisto mobili E. 51.645
Totale Programma
Di Spesa E. 531.649
In ordine al
programma di spesa per l’anno 2002 occorre preventivare i materiali
strettamente attinenti all’attività di servizio dei settori, quelli di consumo,
le attrezzature e il mobilio che sono necessari all’impianto organizzativo del
Segretariato generale.
Per la Segreteria
generale è necessario preventivare l’acquisto di strumentazioni di tipo
meccanizzato per l’attività di archivio e riproduzione degli atti cartacei che
pervengono al Consiglio regionale, il rinnovo delle attrezzature informatiche
obsolete e dei mobili fuori uso. La spesa presunta ammonta a circa £.
500.000.000 Euro 258.228.
Per il Settore
Resoconti occorre preventivare la spesa della pubblicazione degli atti consiliari
oltre il rinnovo delle attrezzature informatiche che quasi nella totalità sono
obsolete. La spesa presunta ammonterebbe a circa £. 100.000.000 Euro 51.645.
Per il Servizio Flussi Informatici che è stato ampiamente rinnovato in seguito dell’attuazione delle innovazioni introdotte con il programma 2001, è necessario assicurare una serie di standard operativi necessari al sistema informatico nonché l’acquisizione di attrezzature:
a) Sicurezza Client:
L’unico modo per
garantire la sicurezza dei dati (che si tratti di dati sensibili o no, è poco
rilevante) è quello di dotare le macchine presenti nella struttura di un
sistema operativo, il più sicuro possibile.
La scelta non può
che cadere su un S.O. Windows di classe NT - sigla che sta per Network (per l’appunto
rete) - ; in questo momento senza dubbio il Windows 2000 Professional,
probabilmente dopo giugno si dovrà parlare di Windows XP professional,
attualmente troppo nuovo per
risultare affidabile.
E’ appena il caso
di sottolineare il fatto che la “migrazione” dovrà riguardare comunque tutte le
macchine presenti in Consiglio di ogni ordine e grado e che il passaggio al
Windows XP comporterà - per tutta una serie di incompatibilità hardware - la
necessità di un ulteriore aggiornamento hardware di parecchie macchine (le più
datate).
In questo
processo il punctum dolens resta
quello delle ormai obsolete macchine del progetto Telcal (Protocollo, Office
241.) che non sopporteranno tale operazione e che non possono essere
sostituite, stante la presenza di un particolare tipo di software anch’esso
vetusto.
Il costo per
macchina sarà di circa Euro 200.
Da quanto sopra
esposto ne consegue la raccomandazione di non procedere più all’acquisto di
nuove macchine prive di un S.O. della famiglia Windows NT.
b) Sala Multimediale:
Sarà composta da sei postazioni (una macchina media, tipo un AMD XP 1800+, 256 Mb di Ram, Hard Disk da 40 Gb a 7200 rpm, scheda video almeno Geforce2 o Ati radeon 8xxx, monitor da 17” flat screen, etc. etc.); queste macchine condivideranno due stampanti dipartimentali (con interfaccia di rete indipendente, formato A4, laser in B/N) e due scanner di media qualità (formato A4, colore a 48bit, interfaccia USB o SCSI e software per la condivisione dello stesso).
Il costo di una
macchina sarà attorno ai Euro 2000.
Costo di una
stampante circa 2000 Euro.
Costo per scanner
circa 450 Euro.
b) Stazioni di lavoro per grafica/audio/video
(multimediali):
Si ha intenzione
di allestire anche un piccolo centro di produzione multimediale, che potrebbe
fare la differenza in termini di efficienza e puntualità per quelli che saranno
in avvenire i contenuti multimediali del nostro sito web. E’ intenzione infatti
realizzare oltre ad un archivio delle dirette dall’aula in formato audio e/o
video, interviste alle personalità in visita al Palazzo del Consiglio,
interviste ai consiglieri, fumati di interesse storico/politico archiviati e a
disposizione del pubblico del sito, oltre ad archivi di foto storico/politiche,
il tutto con possibilità di divulgazione anche per mezzo di CD-Rom multimediali
realizzati dal personale della struttura.
c) Rinnovo parco macchine:
E’ necessario
procedere tempestivamente all’ammodernamento del parco macchine in forza alla struttura
dei flussi informatici con macchine in grado di sopportare sia la mole di
lavoro che la grande quantità di programmi software che quotidianamente vengono
utilizzati.
Le macchine
ideali sono quelle cosiddette “di marca” come le HP della famiglia Kayak
(attuali X2000) che sono il massimo del rapporto qualità/prezzo. Il costo per
ciascuna di queste macchine si aggira sui 4500 Euro. Inoltre sono necessarie
anche due stampanti dipartimentali come quelle descritte nel punto precedente e
due scanner anche questi già descritti.
E’ necessario poi
dotare alcune di queste macchine di capacità multimediali avanzate, e più
precisamente di: scheda di acquisizione/compressione video e audio di medio
livello (semi/professionali), scheda grafica avanzata e specifica per grafica
2D e 3D (tipo CAD e progettazione), monitor di grandi dimensioni (almeno 21”,
come quelli degli studi di grafica).
Il costo totale
per queste aggiunte si aggira intorno agli 8000 Euro.
d) Periferiche di stampa:
Saranno necessarie due stampanti a colori, una per provini e per piccoli documenti a colori ed una per stampe di dimensioni maggiori e per tirature più grandi; l’ideale in questa direzione sarebbe una stampante laser a colori di formato A3 (costo circa 5000 Euro), ed un plotter a colori a getto d’inchiostro a colori in formato A0 (circa 13000 Euro).
f) Periferiche di acquisizione/proiezione:
Si è più volte
manifestata la necessità di disporre di alcuni strumenti indispensabili per
poter fruire con immediatezza di foto e video idonei alla pubblicazione sul
web, al fine di “arricchire” le dirette dalle Aule, dai convegni, dalle
manifestazioni ufficiali. Le apparecchiature necessarie consistono in una
macchina fotografica digitale, un video proiettore SVGA (e relativo schermo) ed
una videocamera anch’essa digitale.
Il costo di
questi oggetti è:
per la macchina
fotografica attorno ai 1600 Euro;
per il
videoproiettore attorno ai 7000 Euro;
mentre per la
videocamera si spendono circa 5000 Euro.
Spesa presunta: £ 170.000.000 Euro 87.500
Per il Servizio
di Controllo Interno di Gestione occorre preventivare l’acquisto di personal
computer e di programmi per l’attività connessa alla funzione. Spesa presunta
£. 30.000.000 Euro 15.493.
Occorrerà,
infine, prevedere per la Delegazione romana, l’acquisto di attrezzature e il
rinnovo di quelle obsolete, di materiali di consumo e di pubblicazioni utili
per i consiglieri in visita di lavoro. Spesa presunta £. 30.000.000 Euro 15.493.
Per i Settori
Segreteria Ufficio di Presidenza, per il rinnovo di attrezzature, mobilio e
materiali di consumo spesa presunta £ 100.000.000 Euro 51.645.
Per il Settore
Collegio dei Revisori dei Conti acquisto mobili, attrezzature e materiali di
consumo £. 100.000.000 Euro 51.645.
Dipartimento Assistenza agli Organi Istituzionali
Relazione previsionale e programmatica anno 2002
COMPITI ISTITUZIONALI
> Assistere e
garantire il funzionamento delle Commissioni Consiliari Permanenti e delle
altre eventuali Commissioni;
> Fornire consulenza
tecnico-legislativa ai Consiglieri regionali, al Presidente del Consiglio e
all’Ufficio di Presidenza;
> Garantire
agli organi istituzionali ed al pubblico, attraverso il Settore Documentazione
e Biblioteca, un adeguato servizio per la conoscenza di tutta la legislazione
nazionale e regionale, la giurisprudenza e la dottrina, attrezzando in maniera
adeguata con un costante aggiornamento la sezione giuridica della Biblioteca;
fornire agli studiosi attraverso la sezione multidisciplinare della Biblioteca
un patrimonio culturale di elevato valore, operando per un suo oculato
accrescimento;
> Formulare
proposte all’Ufficio di Presidenza, direttamente o d’intesa con le altre
Direzioni Generali, per l’elaborazione di programmi, direttive, schemi di progetti
di legge e di atti amministrativi;
> Fornire
tutta l’assistenza necessaria alla Commissione per l’Autoriforma, sia sul piano
logistico che sul quello scientifico, fino al compimento di tutta l’attività
cui è stata chiamata: nuovo statuto e regolamento, leggi referendarie ed
elettorale, che impegneranno probabilmente tutto il 2002.
Per i settori
delle quattro Commissioni:
>
Registrazione e fascicolazione degli atti trasmessi dalla Segreteria Generale
in relazione alla competenza di ciascuna Commissione; tenuta dell’archivio
corrente e di quello storico;
>
Corrispondenza con la Giunta, i singoli assessorati e la Segreteria Generale;
>
Predisposizione e notificazione dell’ordine del giorno dei lavori e redazione
dei verbali delle sedute;
> Rapporti con
la Giunta Regionale ed i singoli Assessorati nonché uffici ed enti interessati
ai procedimenti di rispettiva competenza;
> Rapporto
continuo di interscambio con il settore legislativo diretto alla elaborazione e
produzione del materiale occorrente ad una produzione legislativa corretta ed
efficace;
> Relazioni,
documentazione, elaborazione dei testi in discussione, raccolta,
classificazione ed istruzione del materiale legislativo o documentale
necessario allo svolgimento dell’attività di studio e referente propria delle
Commissioni;
>
Coordinamento formale dei testi elaborati dalle Commissioni e loro trasmissione
agli organi competenti;
> Assistenza
ai Consiglieri nell’attività di ricerca e nella formulazione di proposte di emendamenti,
d’intesa con il Settore Legislativo e con il Responsabile del Dipartimento;
> Relazioni tecniche di accompagnamento per ciascun provvedimento in discussione, con riferimento alla legittimità ed alla fattibilità dello stesso, come parere dell’ufficio, avendo preventivamente acquisito dal Settore legislativo ogni necessario elemento di conoscenza su tali aspetti, compreso l’uso di un corretto linguaggio tecnico;
>
Predisposizione delle relazioni illustrative di accompagnamento in Consiglio
dei provvedimenti licenziati, a firma dei Consiglieri relatori;
> Rilascio di
copia di tutti gli atti di competenza ai Consiglieri;
>
Predisposizione schemi di deliberazione per il Consiglio.
L’obiettivo
finale da perseguire è, quindi, quello di fornire agli organi elettivi tutti
gli strumenti necessari per una produzione legislativa dignitosa attraverso un
lavoro simbiotico quotidiano e non occasionale tra Commissioni e Settore
legislativo.
Il progetto è,
ovviamente, estremamente impegnativo e per quanto sia giunto già ad un buon
livello potrà essere ulteriormente incrementato solo gradualmente in quanto
allo stato sono modeste per numero le figure presenti nell’organico, anche se
fortemente motivate e ben attrezzate.
Si confida,
tuttavia, che attraverso un’oculata attività di aggiornamento professionale e
tutti gli altri strumenti offerti dalle norme contrattuali, compresi i concorsi
esterni, sarà possibile addivenire a risultati concreti entro l’anno 2002, con
un potenziamento delle figure professionali necessarie tale da garantire alle
Commissioni legislative un’assistenza capillare prima, durante, e dopo
l’attività di elaborazione politica. A riguardo si sta anche esaminando la
possibilità di organizzare stages per giovani laureati e specializzati con
contratti a tempo, che dovrebbero poter fornire tutto il necessario supporto
umano e professionale.
Per il settore
legislativo:
> Assistenza
tecnico-giuridica per gli affari comunitari e consulenza legislativa agli
organi ed agli uffici;
>
Individuazione di ambiti di operatività per la delegificazione, semplificazione
e riordino normativo;
> Definire gli
obiettivi comuni di carattere organizzativo e di raccordo tra le Assemblee
elettive per migliorare i processi di formazione delle norme e facilitarne la
conoscenza da parte dei cittadini;
> Osservatorio
permanente in tema di riforme istituzionali;
>
Pubblicazione di rassegne giurisprudenziali afferenti tematiche di particolare
interesse regionale nonché di un bollettino informativo di attività e
legislazione comunitaria;
> Consulenza
preventiva tecnico-legislativa ai soggetti interni ed esterni titolari
dell’iniziativa legislativa;
> Assistenza
nella redazione dei progetti di legge ai Consiglieri regionali ed a quanti,
titolari dell’iniziativa legislativa ne facciano richiesta;
> Assistenza
tecnico-giuridica, sia nella fase istruttoria che in quella dibattimentale per
la gestione del procedimento nelle quattro Commissioni permanenti ed in quelle
speciali, d’intesa con le Commissioni stesse;
> Assistenza
tecnico-giuridica alle attività già in
itinere della Commissione per l’autoriforma;
> Redazione di relazioni di fattibilità sulle proposte di legge, con individuazione di tecniche legislative che rendano i testi chiari e percettibile a chiunque;
> Altre
attività di supporto ai consiglieri attraverso la pubblicazione in brochures di documenti legislativi,
tavole sinottiche di agevolazione delle analisi dei contenuti delle leggi
stesse, specie per quanto attiene ai grandi temi delle riforme e della devolution;
> Segreteria amministrativa, assistenza e collaborazione a consulenti ed esperti del Consiglio Regionale con istruttoria e ricerche documentali in ordine a quesiti e problematiche sottoposte all’esame dei consulenti.
Il Settore
legislativo rappresenta evidentemente il punto focale di tutta la struttura
dipartimentale, in quanto preposto in maniera più diretta a fornire gli
strumenti tecnici per una buana legislazione ed un supporto, non a richiesta
occasionale, ma istituzionalizzato e pianificato a tutte le commissioni
permanenti e speciali.
Il personale attualmente presente, un dirigente e due funzionari, hanno fornito nel corso del 2001 un’assistenza e dei contributi tecnici di grande rilievo, ma tutto ciò non è più sufficiente, l’impegno è troppo arduo ed occorrono altre forze nuove altrettanto valide di quelle già in organico. Ciò anche perché si sta cercando di organizzare un controllo di qualità della legislazione che in qualche modo possa sopperire all’abolizione dei controlli preventivi a livello governativo pre-riforma costituzionale. Si tratterebbe, ovviamente solo di controlli interni che non possono incidere sulla volontà del legislatore, ma che, comunque, pianificati a tappeto, possono dare certo buoni risultati, specie se preceduti a monte, all’atto della presentazione dei progetti, di un controllo rigoroso di legittimità, in via generale, oltre che accompagnati da un coordinamento a livello nazionale ed interregionale. E’ ovviamente idea molto ambiziosa ma ci si sta lavorando d’intesa anche con le altre regioni e non si dispera di arrivare a qualche risultato.
Per il Settore
documentazione e biblioteca:
> Ricerca di
giurisprudenza attraverso la raccolta iuris
data in CD d’intesa con i Settori legislativo e giuridico;
> Ricerche
legislative nazionali e regionali, attraverso gazzette, bollettini ufficiali ed
altre pubblicazioni periodiche ovvero su CD in dotazione;
> Attività di
ricerca di documentazione legislativa per le Commissioni e per tutti gli altri
uffici consiliari, per i Consiglieri e per il pubblico;
>
Acquisizione, conservazione, classificazione e aggiornamento del patrimonio
bibliografico del consiglio sia per la sezione giuridica che per quella
multidisciplinare;
> Raccolta della produzione letteraria c.d. grigia che, all’interno del
Consiglio, non è poca né di poco valore;
> Cura della
tenuta e della consultazione dei bollettini ufficiali compresi quelli relativi
a concorsi ed esami;
Ø
Cura della
catalogazione e sistemazione delle pubblicazioni giuridiche e delle riviste di
settore;
Ø
Predisposizione, su richiesta, di
documentazione dottrinaria, legislativa, giurisprudenziale, costituzionale e
comunitaria.
Come facilmente
comprensibile l’attività dei sopracitati settori è tale da creare tra di loro
un forte rapporto di interconnessione e quindi di reciproco trascinamento
dell’uno verso l’altro, con la caratterizzazione di essere tutti a loro volta
soggetti all’iniziativa politica che rappresenta il motore dell’attività
legislativa.
Settore affari giuridici e contenzioso:
Anche l’attività di questo settore si intreccia con i precedenti attraverso la partecipazione all’Osservatorio Legislativo interregionale ed allo sviluppo della sezione giuridica della biblioteca. Esso è inoltre direttamente chiamato a curare:
> Assistenza
tecnico-giuridica agli organi ed agli uffici del Consiglio regionale con
formulazione, su richiesta degli stessi di osservazioni e pareri in ordine agli
aspetti di legittimità degli affari in corso d’esame;
>
Predisposizione di pubblicazioni a carattere periodico e segnalativo per uso
interno, nelle materie di competenza;
> Consulenza
tecnico-giuridica su richiesta degli uffici consiliari e per il tramite del
direttore generale competente su qualsiasi ipotesi di contenzioso
amministrativo;
> Consulenza
ed attività di studio ed elaborazione di proposte agli organismi competenti,
sempre per il tramite del direttore generale in ordine alle problematiche
afferenti il contenzioso del lavoro;
>
Rappresentanza dell’amministrazione, su delega dei direttori generali, in seno
al Collegio di conciliazione delle controversie in materia di lavoro.
Commissione
per l’autoriforma
Certamente uno
dei momenti più esaltanti della presente legislatura.
Con la legge
costituzionale n. 1 del 1999 e la successiva di modifica del titolo V della
Costituzione è arrivato il momento di avviare una serie di iniziative capaci di
adeguare l’attuale assetto istituzionale alla nuova visione regionalista di
tipo più prettamente federativo, attraverso un nuovo Statuto, un nuovo
Regolamento interno e le necessarie leggi elettorali e referendarie.
L’attività
relativa è ormai in pieno svolgimento e attraverso un complesso di sinergie cui
non è stato certamente ultimo l’apporto tecnico-legislativo del dipartimento e
delle sue migliori energie professionali ha già prodotto una bozza di nuovo
Statuto che ha riscosso diffusi consensi dentro e fuori il Consiglio regionale
della Calabria ed una legge referendaria specifica per le procedure statutarie.
Il lavoro, tuttavia, continua e richiederà ulteriori e più pressanti impegni
nei prossimi mesi.
Considerazioni
conclusive sugli obiettivi
Il complesso
delle attività, delineato solo in via di massima, appare di notevole respiro e
solo per sintesi può essere così individuato:
> Garantire un
sempre più qualificato apporto al lavoro delle Commissioni con particolare
riferimento alla documentazione legislativa, all’assistenza tecnico-giuridica
nell’elaborazione dei testi ed in genere alle attività di istruzione (pareri,
testi comparati, ipotesi di soluzione dei problemi, supporto nelle discussioni
in Commissione);
> Incrementare
e migliorare sempre più le procedure informatiche per la gestione delle
pratiche in maniera coordinata ed organica in tutti i servizi del dipartimento,
sia ai fini della razionalizzazione dell’attività interna, sia per garantire il
maggiore accesso possibile ai cittadini, alle informazioni relative
all’attività del Consiglio e delle sue Commissioni, che rimane obiettivo
strategico fondamentale per tutta l’Amministrazione;
>
Informatizzare la biblioteca generale e quella giuridica realizzando altresì
segnalazioni legislative, bibliografiche, di dottrina e giurisprudenziali, sia
italiane che dell’Unione Europea e dando nuovo respiro a tutto l’impianto non
solo con l’incremento del patrimonio, in parte già realizzato nel 2001, ma
anche sul piano logistico, offrendo nuovi spazi più confortevoli per la
consultazione, essendo ormai la biblioteca aperta al pubblico e disciplinata
con apposito regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza.
Alla luce del
programma delineato, per quanto attiene la parte relativa alla spesa occorrente
per l’anno 2002, occorre preventivare quantomeno le voci essenziali al
raggiungimento degli obiettivi previsti:
> Attrezzature
logistiche di vario tipo, attrezzature informatiche specializzate e connessioni
telematiche con gli archivi giuridici esistenti a livello nazionale, per porre
il settore legislativo in condizione di rispondere autonomamente e prontamente
a tutte le problematiche sollevate - £. 60.000.000 (Euro 30.987,41);
>
Miglioramento delle attrezzature e fornitura di tutti i più moderni sistemi
tecnologici necessari allo svolgimento della loro attività per il Settore
affari giuridici e contenzioso ed i settori delle quattro Commissioni
consiliari permanenti, nella misura di £. 30.000.000 (Euro15.493,71) per ciascun settore;
> Per lo
sviluppo ipotizzato nel settore biblioteca e documentazione £. 300.000.000
(Euro 154.937,07);
> Per la
direzione generale, sempre in direzione di attrezzature e tecnologie £.
20.000.000 (Euro 10.329,14).
Sono inoltre da prevedere specifici interventi formativi, fuori dal programma generale di formazione gestito per competenza dal dipartimento gestione sviluppo, da attivare a mezzo di specifici progetti obiettivo. Per tale attività si prevede di investire la somma complessiva di £. 200.000.000 (Euro 103.291,38). Pertanto la somma generale da mettere a disposizione del dipartimento per la realizzazione dei programmi di cui sopra si ritiene debba ammontare a complessivi £. 730.000.000 (Euro 377.013,54).
Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti sul
Bilancio di previsione del Consiglio Regionale Esercizio Finanziario 2002.
In esecuzione a quanto disposto dal Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, questo Collegio dei Revisori ha verificato la congruità delle previsioni di spesa per l’esercizio finanziario 2002, confrontando i bisogni rappresentati dalla Ragioneria del Consiglio regionale, ed evidenziati nel prospetto contabile del Bilancio di previsione anno 2002 con le risultanze delle spese sostenute durante l’esercizio finanziario anno 2001.
Il Collegio ha
inteso favorevolmente gli aumenti apportati in vari capitoli contabili del
Bilancio di previsione quali i capitoli 1 – 2 e 3 “trattamento indennitario dei
Consiglieri regionali e componenti della Giunta regionale non consiglieri”,
infatti su questi capitoli non ci sono al 31.12.2001 residui passivi.
Il Collegio
prende atto anche dell’incremento apportato sul cap. 4 art. 120 “Spese per il
personale addetto al Consiglio regionale” sul quale c’è una variazione in
aumento di Euro 1.554.543,69.
Oltre ulteriori
aumenti apportati nei vari capitoli del Bilancio di previsione anno 2002, il
Collegio si esprime favorevolmente sull’istituzione del nuovo capitolo che
riguarda un Fondo di riserva per le spese obbligatorie ed un Fondo di riserva
per le spese impreviste.
Da quanto sopra
il Collegio prende atto delle motivazioni addotte circa la levitazione delle
previsioni di spesa ricadenti su alcuni capitoli del predetto bilancio.
Ritiene altresì
congrua la spesa preventivata dal Settore Bilancio e Ragioneria per l’attività
consiliare anno 2002 in Euro 101.938.741,28.
Ritiene ancora,
possa sottoporsi all’Assemblea consiliare per l’approvazione il Bilancio di
previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002.
Art. 1
Finalità
1. La Regione assume il principio della riqualificazione della dotazione organica e dell’efficienza gestionale per favorire il necessario processo di snellimento e di riorganizzazione della struttura burocratica e amministrativa, secondo criteri di produttività, razionalità, integrazione funzionale e flessibilità operativa, nel supremo interesse di tutela degli interessi generali dei cittadini calabresi.
Art. 2
Esodo volontario
1. Per il perseguimento degli obiettivi di cui all’articolo precedente, la Regione favorisce l’esodo volontario dei dirigenti e dipendenti che entro il 31 dicembre 2003 abbiano maturato o maturino il diritto al collocamento a riposo.
2. L’esodo
volontario del predetto personale è incentivato mediante l’erogazione di una
indennità straordinaria pari al 40 per cento della retribuzione annuale lorda
in godimento alla data della domanda di cui all’articolo 3, moltiplicato per
gli anni mancanti al raggiungimento del termine per il definitivo collocamento
a riposo e, comunque, non superiore a 36 mesi.
3. Ai fini del
predetto calcolo, frazioni di mesi superiori a sei, sono considerate
equivalenti ad una annualità.
Art. 3
Tempi di attuazione
1. Il personale che intenda avvalersi della facoltà di cui al precedente articolo 2, deve presentare domanda di cessazione dal servizio entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
2.
L’Amministrazione, in relazione ad inderogabili e giustificate esigenze di
servizio e previa assunzione di un motivato provvedimento amministrativo da
parte della Giunta regionale e dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio
regionale, può rinviare la cessazione dal servizio fino ad un massimo di 90
giorni.
3. L’indennità di
cui al precedente articolo 2, previo accordo tra le parti, potrà essere
corrisposta anche ratealmente, entro il termine massimo di 12 mesi dalla data
di cessazione dal servizio.
Art. 4
Estensione e limiti dei benefici
1. I benefici
previsti dalla presente normativa sono estesi, alle medesime condizioni e con
le medesime modalità, ai dirigenti e dipendenti degli Enti strumentali della
Regione.
2. Non è
consentita l’applicazione della presente legge a coloro che abbiano ottenuto il
trattamento di quiescenza e risultano riammessi in servizio ai sensi della
normativa vigente. In quest’ultimo caso la Regione provvederà al definitivo
collocamento a riposo.
Art. 5
Divieti
1. Ai soggetti collocati a riposo e/o che abbiano usufruito dei benefici di cui alla presente legge, è fatto divieto assoluto di instaurare rapporti professionali con la Regione e con gli Enti strumentali da essa dipendenti, a qualunque titolo prestati, per i cinque anni successivi alla cessazione dal servizio. La stipulazione di contratti, accordi o convenzioni in contrasto con il presente divieto comporta responsabilità personale e patrimoniale del dirigente che abbia sottoscritto il contratto, l’accordo o la convenzione.
Art. 6
Dotazione organica
1. Il cinquanta per cento dei posti resisi vacanti a seguito dell’applicazione della presente legge sono portati in diminuzione nella dotazione organica complessiva.
2. La Giunta
regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, entro sei mesi dalla entrata
in vigore della presente legge, provvedono alla rideterminazione delle
rispettive dotazioni organiche secondo i principi di cui all’art. 1.
3. Nel periodo di
cui al precedente comma 2 non è consentita l’adozione di nuovi provvedimenti
finalizzati all’attivazione di comandi o trasferimenti di personale proveniente
da altri Enti, fatti salvi quelli previsti per le strutture speciali o in corso
alla data della approvazione da parte del Consiglio regionale della presente
legge.
Art. 7
Norma transitoria
1. Al fine di favorire l’esodo volontario, nella prima applicazione della presente legge e comunque entro e non oltre un anno dall’entrata in vigore della stessa, il 50 per cento dei posti della qualifica di dirigente vacanti alla data di entrata in vigore della presente legge, è coperto mediante concorso interno, per titoli ed esami, riservato al personale di ruolo della Regione appartenente all’ex ottava qualifica funzionale posseduta alla data del 31.12.1989 ed aventi sottoindicati requisiti:
a) diploma di
laurea e 5 anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale (alla data del
31.12.1989;
b) diploma di
maturità e 9 anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale alla data del
31.12.1989.
2. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio devono emanare il relativo bando di concorso e stabilire i titoli valutabili, la composizione della commissione nonché le materie oggetto delle prove, tenuto conto delle disposizioni di legge vigenti.
Art. 8
Norma finanziaria
1. Agli oneri
derivanti dall’applicazione della presente legge si fa fronte mediante la
istituzione di apposito capitolo nello stato di previsione della spesa del
bilancio per l’esercizio finanziario 2002 e per gli anni successivi la
corrispondente spesa, sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la
legge annuale di bilancio.
Art. 9
Dichiarazione di urgenza
1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.
Il Consiglio
regionale della Calabria
a seguito della
gravissima crisi economica che ha investito l’Argentina e colpito il suo
popolo, sfociata in questi giorni in incidenti anche mortali dovuti alla
miseria e all’indigenza che in quella terra si registrano, al punto che diviene
difficile anche la ricerca di normali condizioni di sopravvivenza giornaliera;
considerato che
il flusso migratorio verificatosi dall’Italia nell’ultimo secolo ha portato in
Argentina migliaia di calabresi che, a prezzo di grandi sacrifici, con il loro
lavoro, hanno contribuito in maniera spesso determinante allo sviluppo di quel
Paese oggi in ginocchio;
che verso i
calabresi emigrati in Argentina, innanzitutto l’Italia ha un antico debito
morale, storico e politico, oltre che umano, il quale si è accumulato nei
decenni spesso nell’indifferenza e nel silenzio della madre Patria;
che negli ultimi
anni si è assistito e si assiste, anche a causa delle difficili condizioni
economiche sfociate nei disordini prima citati, ad una inversione di tendenza
consistente in migliaia di italiani e oriundi, tra cui operai e artigiani, ma
anche professionisti e impiegati, in cerca di una via di fuga in Italia ed in
Europa;
che la Regione
Calabria non può restare insensibile alla condizione di grande difficoltà e
povertà in cui versano attualmente gli emigrati calabresi in Argentina, che
costituiscono la maggior parte degli italiani oggi residenti in quella terra;
esprime la
solidarietà del popolo calabrese al popolo argentino, messo così a dura prova
da condizioni economiche di miseria e indigenza, la particolare vicinanza alla
colonia di emigrati calabresi, ai loro figli e discendenti, ed insieme la
consapevolezza che l’orgoglio degli oriundi calabresi residenti in Argentina
saprà contribuire al superamento delle attuali condizioni di crisi ed
emarginazione;
auspica che il
Parlamento e le istituzioni italiane emanino strumenti legislativi e normativi
che consentano canali preferenziali per i cittadini italiani residenti
all’estero e in particolare in Argentina, che ne facciano richiesta, al fine di
consentire un loro prioritario inserimento nel mercato del lavoro della
penisola, accompagnati da provvedimenti di formazione e di assistenza prima e
dopo il loro rientro;
impegna
la Giunta
Regionale della Calabria a:
1. agevolare il
rientro dei nostri concittadini, obbligati presso i nostri consolati a file
estenuanti (anche di mesi!);
2. organizzare
strategie d’intervento politico ed economico onde attenuare i disagi a cui i
nostri concittadini sono sottoposti;
3. predisporre un
piano operativo di supporto all’ambasciata ed ai consolati italiani in
Argentina ed ogni altra azione ritenuta valida e necessaria.
4. deliberare un
possibile stanziamento a favore dei calabresi attualmente residenti in
Argentina, peraltro già annunciato dal Presidente Chiaravalloti, da destinare
all’assistenza sociale e sanitaria dei nostri conterranei, da recapitare
direttamente o per il tramite del Consolato italiano a Buenos Aires, nonché la
partecipazione e la promozione di progetti di cooperazione internazionale che, tenendo
conto delle crescenti richieste del mercato del lavoro in Italia e in Calabria
nei vari settori non solo manuali ma anche professionali, tecnici e
intellettuali, abbiano il fine di favorire il loro rimpatrio.
Dispone l’invio
del presente ordine del giorno a: Presidente dell’Argentina Adolfo Rodriguez
Saà, Ambasciatore dell’Argentina a Roma, Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi, Ambasciatore italiano a Buenos Aires.
Ordine del giorno numero 32 in ordine “Alla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali”
Il Consiglio
regionale della Calabria
Visto il Decreto
Legislativo n. 116 del 27 gennaio 1992 “Attuazione della direttiva n.
86/609/Cee in materia di protezione degli animali utilizzati a fini
sperimentali o ad altri fini scientifici” che, per ciò che riguarda gli
esperimenti su animali per semplice scopo didattico, li autorizza soltanto in
caso di inderogabile necessità e qualora non sia possibile ricorrere ad altri
sistemi dimostrativi;
la legge n. 413
del 12 ottobre 1993 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione
animale” che permette ai cittadini che Io desiderano di non compiere
esperimenti su animali e obbliga, fra l’altro, gli istituti universitari a
fornire agli studenti altre metodologie che non facciano uso di animali;
la circolare
ministeriale del 14 maggio 2001 che insiste sulla necessità che qualunque
richiesta di utilizzo di animali a scopo didattico sia preceduta da un’attenta
e documentata ricerca bibliografica, in ordine ai metodi alternativi,
effettuata dall’istituto interessato e basata sui più moderni sistemi di
comunicazione, ivi compreso “Internet “;
i 62 corsi di
laurea che hanno rinunciato ufficialmente alla sperimentazione animale a scopo
didattico e, in alcuni casi, hanno ricevuto forniture gratuite di materiale
didattico,
la possibilità
per le Università Italiane di disporre dei fondi derivanti dalla Borsa di
Studio “Kim Buti - Didattica senza Animali” per l’acquisto di metodi
alternativi alla sperimentazione su animali;
i verbali di
alcuni Consigli di Facoltà nei quali le metodologie alternative vengono
definite: valide (Università di Milano), di indubbia efficacia didattica
(Università di Teramo), realmente innovative (Università di Parma) e moderne,
di buon livello scientifico e adeguate alle richieste europee (Università di
Padova).
Considerato che
nella quasi totalità degli Istituti Universitari non si offrono metodi
alternativi agli studenti e che agli studenti che non si avvalgono del diritto
di obiezione di coscienza viene solamente concesso di non compiere la prova con
l’animale;
che i risultati
degli esperimenti didattico - dimostrativi che utilizzano animali sono già noti
e che per questi esperimenti esistono valide e anche più economiche
alternative;
che continuando a
proporre unicamente la “tradizionale” sperimentazione animale si privano gli
studenti della possibilità di venire in contatto con le nuove metodologie
informatiche e biochimiche che applicano il progresso tecnologico della ricerca
scientifica.
Preso atto dei
risultati ottenuti in alcune Università estere che hanno già sostituito da
tempo l’utilizzo di animali a scopo didattico - sperimentale, dove gli studenti
che hanno provato le nuove metodologie sono risultati essere, in alcuni casi,
altrettanto preparati e, in tutti gli altri casi, maggiormente preparati degli
studenti che avevano svolto le tradizionali sperimentazioni su animali;
di una sempre più
diffusa attenzione della società e dei giovani in particolare per il rispetto e
i diritti di ogni essere vivente, attenzione che contrasta nettamente con
pratiche che causano ogni anno la sofferenza e la morte di migliaia di animali
senza alcun valido motivo se non quello di dimostrare risultati già dimostrati
da tempo.
Si dichiara
favorevole alla
sostituzione dell’uso di animali nei laboratori didattico-dimostrativi delle
Università Italiane con metodi alternativi di studio che non impiegano animali.
Si impegna
A compiere tutti
gli atti necessari per favorire la diffusione dei metodi alternativi negli
atenei della Regione Calabria.
Di inviare copia al Presidente della Giunta regionale - Assessore regionale alla Sanità - Atenei calabresi - Lega Antivivisezione Via Mar Mediterraneo 135 - Modena.
Ordine del giorno numero 34 in ordine “Alla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini”
Il Consiglio
regionale della Calabria
facendosi
interprete dei sentimenti unanimi di tutti i cittadini calabresi
chiede
al Sig. Presidente della Repubblica di volersi adoperare presso le competenti autorità nigeriane per salvare la vita della giovane nigeriana Safxa Husseini che sarà uccisa perché sta per avere un figlio senza essere sposata.
Il Consiglio
regionale della Calabria
premesso che:
da alcuni mesi i
lavoratori dei Consorzi Provinciali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza
sono in stato di agitazione a causa della perdurante crisi dell’azienda;
l’attuale crisi,
che si protrae da anni, è frutto di una gestione dell’Azienda da parte di manager
che non hanno saputo rilanciare un servizio sociale offerto all’agricoltura ed
agli agricoltori che per anni sono stati supportati nelle loro difficoltà
imprenditoriali;
il Commissario
Liquidatore ha dato luogo alla dichiarazione di mobilità, per come si evince
dal verbale di esame congiunto redatto in data 29.11.2001 presso la Regione
Calabria - Assessorato al Lavoro - Dipartimento n. 12, Settore 43,
Politiche del Lavoro, con sede a Reggio Calabria e che le Organizzazioni
Sindacali (Assocop, Fisascat - Cisl, Uiltucs - Uil) e le Rsa non sono state in
condizioni di poter pervenire ad un accordo congiunto;
occorre operare
urgentemente per garantire una soluzione positiva al gravissimo problema che la
scelta dissennata del Commissario liquidatore sta determinando, con la messa in
mobilità di 14 lavoratori;
considerato che
il Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l’Occupazione in data 6
aprile 2001, in attuazione del comma 6 dell’art. 5 della legge 28 ottobre 1999,
n 410, ha individuato le modalità di ricollocazione dei lavoratori dipendenti
dei Consorzi Agrari;
il predetto
Comitato al punto 3 del provvedimento del 6 aprile 2001 ha deliberato: “Le
regioni effettuano un’apposita ricognizione in ambito regionale delle
disponibilità d’impiego delle figure professionali appartenenti ai settori
agricolo o al servizi per l’agricoltura presenti sia presso la stessa regione,
gli enti regionali o locali, sia presso i soggetti privati funzionalmente
collegati agli enti locali”, pubblicando sotto forma di avviso pubblico di
concorso la disponibilità dei posti rilevati;
il Dipartimento
della Funzione Pubblica, ai fini dei processi di ricollocazione previsti dalla
succitata legge ed ai sensi del disposto di cui al punto 1 della delibera 6
aprile 2001 del Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per
l’Occupazione, ha decretato che le qualifiche previste dal Ccnl del 6.3.1998
per i dipendenti dei Consorzi Agrari sono equiparate alle corrispondenti aree,
categorie o livelli professionali previsti per i dipendenti delle
amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto
Legislativo 30.3.2001 n. 165;
impegna
1. Il Presidente
della Giunta regionale e l’Assessore al Lavoro ad attivare tutte le procedure per
avviare, con urgenza, la ricognizione, prevista dal Comitato per il
Coordinamento delle iniziative per l’occupazione, con atto del 6 aprile 2001,
prot. Cons3985 - L, delle disponibilità d’impiego delle figure professionali
comprese nelle liste di mobilità dei lavoratori dei Consorzi agrari, disponendo
che l’Ufficio territoriale di Governo del capoluogo di regione, attui i
necessari collegamenti con gli enti pubblici individuati dal comma 6 dell’art.
5 della citata legge 410/1999;
2. altresì, il
Presidente della Giunta a chiedere al Comitato per il Coordinamento delle
Iniziative per l’Occupazione di provvedere alla ricollocazione nel ruoli
pubblici del personale dei Consorzi agrari, una volta completata la
ricognizione delle disponibilità d’impiego.