VII legislatura

42.

Seduta di venerdì 28 dicembre 2001

Presidenza del Presidente Luigi Fedele

La seduta inizia alle 17,05

 

Franco PILIECI, Segretario

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazione e interpellanza

Franco PILIECI, Segretario

Legge l’interrogazione e l’interpellanza presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di risposta scritta ad interrogazione

PRESIDENTE

E’ pervenuta risposta scritta all’interrogazione n. 110 a firma del consigliere Mario Pirillo.

(E’ riportata in allegato)

In memoria del sindaco di Reggio Calabria, Italo Falcomatà

PRESIDENTE (si leva in piedi)

Vi invito ad osservare un minuto di silenzio.

(I Consiglieri in piedi osservano un minuto di silenzio)

Non è mancato un uomo qualsiasi, l’altro giorno, in Calabria, è mancato un uomo che è degno della nostra stima imperitura – perciò il Consiglio regionale oggi lo vuole ricordare – di quest’Aula legislativa che è palestra di democrazia e di partecipazione cui guardano con attenzione tutti i calabresi. D’altronde, le reazioni che si sono immediatamente avute alla notizia della tragica morte del sindaco di Reggio Calabria – reazioni vibrate, emotive o lucidamente volte a rievocare le sue gesta e la sua inclinazione al dialogo proficuo in politica come nella vita – testimoniano l’indiscussa statura intellettuale e caratteriale di Italo Falcomatà

E’ morto – lo dico senza alcun accenno retorico – un uomo che ha segnato la vita istituzionale, sociale e culturale della nostra regione ed – aggiungo – anche di noi tutti, noi che siamo classe dirigente di questa terra travagliata per molti aspetti, semplici cittadini che abbiamo bisogno di credere che il principio di legalità vale su tutto, che la gestione corretta della cosa pubblica non può essere negoziata, se non si vuole incancrenire ulteriormente il già piagato corpo di una regione difficile come la nostra. Una terra difficile, ma che forse anche per questo sa riconoscere, al di là delle polemiche quotidiane e delle appartenenze politiche, le personalità forti ed indicarle alle nuove generazioni; quelle, per intenderci, che come il sindaco di Reggio, Italo Falcomatà, hanno voluto insegnarci anzitutto che la politica non può essere dissociata dalla piena ed appassionata partecipazione emotiva.

Questo il tratto umano che mi ha sinceramente colpito ogni qualvolta mi sono trovato a discutere con Falcomatà.

Non ci possono essere “visioni”, “progetti”, “ideali”, senza una avvertita compartecipazione personale all’azione politica, fare politica significa credere nella possibilità di riscatto della nostra terra. In ciò consiste la differenza tra l’indiscusso senso morale che deve contagiare l’agire politico e il malaffare, il pressappochismo, la superficialità di chi fa politica tanto per segnare una presenza.

Sono andato a trovare Falcomatà in ospedale appena eletto Presidente del Consiglio regionale: ho incontrato un uomo ancorché un politico. Questo è il primo contributo – passatemi l’espressione che vorrei dare a questa giornata di commemorazione collettiva, che mi auguro sappia evitare le parole inutili e le sofisticherie ridondanti – di una personalità che, una volta appreso di avere la leucemia, non si è lasciato sopraffare né ha anteposto il suo interesse preminente a vincere la battaglia per la vita, rispetto al bisogno della città di continuare ad averlo come proprio rappresentante, come proprio riconosciuto ed amato Primo Cittadino.

Ci siamo detti poche cose, nel corso del breve colloquio, poche ma essenziali. Ho voluto rendergli visita da Presidente del Consiglio regionale per avviare con lui un percorso di azioni concrete nell’interesse della stessa città di Reggio e dell’Assemblea legislativa. Volevo, in un certo senso, anche rinforzarlo nell’idea che a sconfiggere il cancro potesse farcela, ma devo confessarvi che non ho percepito timori nella sua voce flebile: consapevole della difficoltà in cui si trovava, sì, questo sì, ma non impaurito.

Credo che la presenza della morte, con cui evidentemente aveva iniziato naturalmente a fare i conti, grazie all’aiuto di Dio, non lo spaventasse. Ho avuto la percezione nitida che ciò di cui si dispiaceva veramente era piuttosto il dover abbandonare anzitempo i suoi impegni, la sua città, la sua interlocuzione intelligente e non pregiudiziale con tutte le forze politiche, con tutti gli strati sociali della popolazione reggina, i suoi affetti più cari.

E’ andata poi che la morte ha avuto la meglio, come sappiamo, ma quell’attaccamento di Falcomatà al contratto sottoscritto con i suoi simili mi ha fortemente emozionato.

Non so se le mie parole gli siano servite a darsi coraggio e forze in quei frangenti dolorosi e terribili, ma di certo le sue mi hanno fatto rammentare che su tutto, sulle ambizioni, sulle sfrenate cupidigie consumistiche, sulla dialettica politica, su tutto, insomma, viene prima l’uomo con la sua onestà intellettuale e il suo voler imparare dalla vita ogni giorno quanto essa sia relativa e come sia importante fare bene il proprio mestiere nell’interesse di tutti, senza sottacere la spinta a fare che ci viene dall’essere noi stessi parte del progetto di Dio o comunque, per chi non ha la fortuna di credere, di un disegno più grande, più ampio, che sovente ci sfugge proprio perché la nostra rimane una conoscenza storicamente imperfetta.

Io, personalmente, ne ho tratto un vantaggio umano enorme, un insegnamento da uomo a uomo, come si dice quando si ragiona senza vezzi e retoriche di sorta. Ho conosciuto, nella mia vita, anche altri caratteri autorevoli e forti, sia in politica sia nel corso della mia attività professionale, e posso assicurare che Falcomatà era uno di questi, uno che se gli avessimo chiesto – ne sono sicuro – come avrebbe voluto che lo ricordassimo, senz’altro mi avrebbe detto “senza molte cerimonie, senza l’enfasi tipica di un certo politicante bisognoso di parlarsi addosso per giustificare la propria funzione, ma con rispetto”; il rispetto, sia chiaro, non verso i potenti di cui è infarcita una letteratura non sempre immune dal pettegolezzo e dal pregiudizio, anche se spesso utile a far chiarezza su molti dei punti oscuri della nostra storia più recente, ma il rispetto umano verso un uomo sano, non minato dal cancro del potere per il potere, che viceversa amava la politica e credeva che essa si rivelasse, nella sua forma più autentica, esclusivamente attraverso la democratica produzione di fatti concreti, di eventi riconoscibili ed utili alla gente comune, ai cittadini, ai calabresi di cui Falcomatà si sentiva parte integrante, senza alcun senso d’inferiorità psicologica o culturale rispetto agli altri cittadini italiani.

La parola al Presidente della Giunta.

Giuseppe CHIARAVALLOTI, Presidente della Giunta regionale

Soltanto brevissimamente per significare la piena adesione del governo regionale alla commemorazione fatta dal Presidente Fedele, l’apprezzamento, la stima per l’uomo, per la sua passione civile, per il suo senso delle istituzioni. Voglio aggiungere qui che, al di fuori del quadro politico, avevo avuto occasione di conoscerlo personalmente ed apprezzarne le alte qualità umane.

La Calabria ha perso con lui un uomo, come dicevo, di grande sensibilità istituzionale, un uomo che aveva speso la sua vita al servizio delle istituzioni e soprattutto della sua città, che gli ha testimoniato il suo cordoglio con una manifestazione imponente. Quando muoiono uomini come questi, è un lutto per tutti. C’è da chiedersi, come faceva qualcuno, se la campana ha suonato solo per lui o non ha suonato un poco per tutti.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA (DS)

Signor Presidente, signori consiglieri, ieri il Consiglio comunale di Reggio Calabria ha commemorato Italo Falcomatà: tutti i consiglieri all’unisono lo hanno definito con l’appellativo “il nostro Sindaco”. Anche io ieri sono intervenuto come consigliere del Comune di Reggio e per alcuni versi mi sia consentito di ripetere le cose che ieri ho detto, sottolineando, anche, altri aspetti che lo definiscono assieme come Sindaco straordinario ma come anche un calabrese che ha lavorato dalla città per unire Reggio alla Calabria e la Calabria a Reggio. Ciò, detto da questa parte della regione, non suona né retorico, né fuori dai tempi, né fuori dai problemi che nel corso degli anni purtroppo hanno travagliato questa città e la nostra regione.

Ma chi era Italo Falcomatà? Senza retorica, ovviamente, io ripeto, come poco fa ha detto lei, come ha ribadito il Presidente della Giunta che Falcomatà era un figlio eccellente della nostra terra con le ansie e le passioni positive, straordinarie e curiose del mondo del secolo appena trascorso.

E’ passato poco tempo, quasi un anno dicevo ieri, quel secolo breve ma al contempo assai tragico e irripetibile ha concluso il millennio e proprio quel secolo che ha espresso tante contraddizioni, tanti mali in qualche modo l’ha voluto con sé con uno dei suoi mali terribili e ancora non vinto, come è avvenuto con altre personalità, uomini e donne, che avevano come lui dato tutto per rendere quei tempi e quella vita più giusti e più umani.

Come altri, anche lui non ha potuto assaporare la gioia dei risultati conseguiti, di vedere nel caso suo la sua città, la città in cui noi oggi siamo riuniti, in qualche maniera restituita a vita normale.

Nella vicenda umana di Falcomatà c’è tutto questo, ci sono le traversie spesso ingiuste e immotivate che accompagnano uomini pubblici probi, il legame straordinario con la comunità propria, il sostegno attivo, la volontà di aiutare chiunque avesse voglia di fare e di rimboccarsi le maniche, di lavorare per accelerare processi e tempi che rendessero le nostre realtà alla pari con altre più progredite. Poi, detto senza enfasi e senza retorica, l’amore per gli ultimi, per gli esclusi.

E in questo senso un secolo che ha espresso assieme a fatti negativi anche l’ansia indomita di spendere tutto di sé per il bene comune. Lo dico per rispetto della sua memoria, per sottolineare come ho sentito fare anche qui stasera con accenti di verità la sua personalità politica, civile, umana.

Vedete, anche qui stasera si è sottolineato, ed è vero e giusto, un pezzo solo recente dell’esperienza, quello che l’ha messo - è la vicenda straordinaria – a conoscenza di tutti come Sindaco, quasi che sia una vicenda umana spuntata dal nulla. Non è così.

Aveva dentro di sé – perciò ho fatto riferimento – un secolo, quanti e più di altri la sua generazione l’orrore per la guerra e le violenze, sentiva il peso insopportabile delle prepotenze e dei soprusi, vedeva il peccato insito nel privilegio e nelle giustizie e al contempo non si rassegnava a lasciare che le cose rimanessero come stavano. Questo da tanto tempo, possiamo dire da sempre.

Questo sentire lo esprimeva con l’orgoglio di essere figlio di gente povera e laboriosa, col dovere di impegnarsi con serietà negli studi e nella conoscenza, con la passione di un impegno per un mondo migliore al servizio prima di tutto, lo ripeto, di coloro che altrimenti sarebbero stati ai margini, sarebbero stati esclusi. Pensava non solo che fosse giusto così, ma che proprio le energie, l’intelligenza, la forza positiva, in una parola la straordinaria umanità di cui erano e sono portatori gli ultimi fosse la leva vera, comunque la prima per cambiare davvero le cose in meglio.

Parlo di altri tempi? No, malgrado il fallimento tragico di tante ansie del ventesimo secolo con cui lui come tanti altri noi ha dovuto fare drammaticamente i conti, questo lo aveva portato a disperare di tutto e di tutti, a non vedere più vie di uscita. Certo, in ciascuno individualmente nella propria coscienza e assieme si sono dovute operare correzioni assai profonde, impietose, senza indugi di una parte di quello che noi ritenevamo si realizzasse positivamente e meccanicamente.

Ma un punto era rimasto fermo: la fiducia nelle possibilità delle persone, degli uomini di poter avere scatti in avanti, di essere migliori rafforzando per questa via la scommessa e l’amore per la propria comunità e dentro di essa per i più deboli.

Così ha vissuto i tanti anni di impegno amministrativo di consigliere comunale, ma anche di docente di scuola media superiore o di collaboratore all’insegnamento universitario, di uomo pubblico e di Sindaco infine.

Con questo spirito, e vado rapidamente a concludere, tante fatiche, tante prove per restituire a Reggio senso di sé, dignità, prestigio, onore, per rimotivare la comunità reggina a diventare protagonista nel ritessere la tela di una città virtuosa, policentrica ovvero importante e decisiva in tutte le sue parti, capace di pervenire a livelli di eccellenza, nell’essere contemporaneamente espressione e cerniera dell’Europa e della civiltà mediterranea.

E’ morto precocemente, ma in questo ce l’ha fatta malgrado il tempo passato sia stato relativamente breve, sette anni, malgrado non abbia potuto portare avanti il mandato che il popolo di Reggio gli aveva dato non più di qualche mese fa. Su questo ce l’ha fatta e in qualche maniera anche stamattina quando vedevo il direttore di una delle reti Rai qui dal Presidente del Consiglio ricordavo a me stesso e ribadisco a voi che tra qualche giorno ancora una volta la Rai con la trasmissione di fine anno da Reggio darà all’Italia intera un volto positivo della città di Italo Falcomatà.

Si tratta del suggello che evidenzia come il Sindaco fosse riuscito ad andare ben oltre i limiti obiettivi, per quanto i risultati siano stati oltremodo positivi, di una vicenda amministrativa tracciando – la cosa è assai più grande – la via della Reggio del futuro.

Lasciatecelo dire qui perché in questa città, questo Consiglio può interagire con tutto questo, come una delle possibili capitali reticolari e mediterranee della nuova Italia europea.

Voglio concludere con questo, lo dicevo prima: Falcomatà ha lavorato contemporaneamente a unire Reggio alla Calabria e la Calabria a Reggio, seguiva con attenzione l’impegno, le vicende delle varie comunità della regione, la vita e le vicende di tanti calabresi che fuori dalla regione, fuori dal Paese in qualche maniera agivano per migliorare il senso e la valutazione, l’idea che si ha della Calabria, dei tanti calabresi.

Ma tra tutti un punto voglio sottolineare: è stato lui dopo tanti anni il primo reggino da Sindaco a varcare la soglia del Palazzo comunale di Catanzaro, sottolineandone il valore emblematico di riconciliazione e unità. Da quella collaborazione nasce la facoltà di Giurisprudenza a Reggio, si rafforza e si realizza l’idea di autonomia dell’Università di Catanzaro, cresce e si qualifica ulteriormente il sistema universitario calabrese. In qualche maniera senza enfasi e senza retorica un pezzo della Calabria del futuro.

Quindi è una personalità fortemente reggina e calabrese insieme, uno studioso, un meridionalista curioso impegnato, attivo, pienamente dentro gli scenari della nuova Italia e della nuova Europa. Un calabrese di cui essere orgogliosi, un esempio delle nuove generazioni e proprio a questo fine mi consento di avanzare una proposta. La famiglia sta lavorando ad una fondazione, il Comune di Reggio sta individuando i locali della sede: decida oggi in maniera solenne e formale - signor Presidente e consiglieri – il Consiglio regionale della Calabria di partecipare attivamente e in maniera adeguata impegnando le risorse necessarie alla nascita, alla crescita e all’affermazione di tale fondazione. Attraverso l’Ufficio di Presidenza, si avvii nell’immediatezza il confronto con la famiglia e in successione rapida si definiscano e si approvino in Consiglio regionale tutti gli atti che concretizzino e inverino una tale scelta.

Falcomatà è un esempio da non far morire, Reggio merita un tale riconoscimento, la Calabria di oggi e di domani ha bisogno di riferimenti ideali e di esperienze concrete che dicano che la Calabria non è una regione maledetta, ma che cambiare si può a patto di volerlo, di ricercarlo con testardaggine e tenacia e che di nuovo questa terra riconosca il merito ed onori i suoi figli migliori.

Ricominciamo a farlo con Falcomatà, con la fondazione Italo Falcomatà.

Umberto PIRILLI (AN)

Ho conosciuto Italo Falcomatà, che ha avuto lo spessore che da qui è stato poc’anzi da più parti rilevato; ho avuto la possibilità, l’occasione e il piacere, il gusto di affrontare assieme a lui numerose questioni delle quali ovviamente non mi pare opportuno parlare, ma tra queste voglio ricordare il Polo didattico e la facoltà di giurisprudenza.

Era ed è stato un politico che ha vissuto nel Palazzo e tra la gente. Egli ha ridato fiducia alla gente nelle istituzioni, è riuscito con il suo sorriso soave, il suo sguardo vivace ma sereno ad esprimere un temperamento forte in una maniera dolce. Ricordo quando si insediò Papa Woityla che disse “sono depositario di un potere assoluto ma dolce”. In quello vi era la traccia del suo pontificato.

Falcomatà aveva alcune caratteristiche proprio perché era sempre mite all’apparenza, ma io più volte ho potuto constatare- ricordo la vicenda del “Decreto Reggio” e altro – che quando si trattava di difendere le posizioni della sua città, della città di Reggio era irremovibile.

Egli dunque è stato un grosso personaggio politico, che ha in qualche misura fatto giustizia, forse ante litteram, di questa epoca che a volte travolge le vicende, i partiti, gli uomini, le idee, i progetti politici, ma risparmia e in questo caso ha risparmiato l’uomo, l’uomo al centro delle vicende della politica.

Egli ha vissuto nel Palazzo e tra la gente ed ha avuto quale merito più grande, a mio avviso, quello di aver avvicinato la gente al Palazzo. E’ stato un reggino che a differenza di altri reggini ha amato veramente la sua città.

PRESIDENTE

Passiamo adesso all’ordine del giorno del Consiglio regionale con al primo punto…

Giuseppe Giuliano NAPOLI (DS)

Signor Presidente, se fosse possibile, se la Presidenza ritiene che il Consiglio si pronunci sulla richiesta che è stata formulata dall’onorevole Bova in relazione alla Fondazione, attesa anche la particolarità del momento…

PRESIDENTE

L’Ufficio di Presidenza si può determinare in tal senso, tra l’altro noi ne abbiamo discusso anche oggi prima che l’onorevole Bova ne accennasse, perché ce lo ha voluto anticipare. Già noi come Ufficio di Presidenza avevamo dato la nostra adesione e dato che in Ufficio di Presidenza sono rappresentate sia la maggioranza che l’opposizione, il significato era nella direzione che questa proposta potesse essere approvata. Però se il Consiglio si vuole esprimere nella sua interezza certamente può anche farlo, anzi chi è d’accordo su questa proposta…

(Interruzione)

Credo che venga accettata all’unanimità.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 143/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Decreto legge 180/98 e successive modificazioni ed integrazioni – Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Pai”

PRESIDENTE

Si passa adesso al primo punto all’ordine del giorno che recita: proposta di provvedimento amministrativo numero 143/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Decreto legge 180/98 e successive modificazioni ed integrazioni – Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Pai”.

Il relatore, onorevole Senatore, ha facoltà di svolgere la relazione.

Raffaele SENATORE (FI), relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, voglio ricordare quanto espresso da questo Consiglio nella risoluzione numero 1 votata all’unanimità il 22 settembre 2000. Il Consiglio esprimeva, in quella circostanza, il proprio profondo cordoglio per le vittime innocenti dell’alluvione di Soverato del 10 settembre 2000. La risoluzione indicava con fermezza la necessità inderogabile per la Calabria di uscire dalla perenne condizione di emergenza, auspicando che i gravi problemi del governo del territorio potessero essere risolti attraverso un’opera di prevenzione e mediante un più generoso e fruttuoso investimento di risorse.

Veniva anche affermato che il Consiglio regionale si impegnava a pervenire ad un provvedimento legislativo al fine di realizzare un servizio di sorveglianza idraulica con problemi sanzionatori, attraverso il monitoraggio permanente delle aste fluviali e l’impegno a ricercare i finanziamenti necessari per adeguare il sistema cartografico.

Il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico si pone come strumento essenziale in difesa del territorio calabrese e della gente di Calabria, sono infatti le persone che vivono il dramma delle frane, delle alluvioni, dei corsi d’acqua che straripano, dell’erosione delle coste e di tutto ciò che limita ed impedisce di crescere e di costruire un futuro.

Sono questi i problemi che vanno affrontati con urgenza e tempestività, specie dopo la tragedia di Soverato, con le sue vittime innocenti, ma anche con le piaghe ancora aperte, con la paura e l’angoscia che ciò che è accaduto possa ancora ripetersi. Basti pensare ai gravi danni causati dalle successive alluvioni o alle coste che scompaiono, inghiottite sempre più dal mare.

Sono problemi gravissimi, specialmente in una regione che vuol fare del turismo il proprio volano di sviluppo. Non è pensabile poter parlare di sviluppo, di turismo, di territorio inteso come risorsa, se poi si fa poco per evitare che accadano tragedie come quella di Soverato. Per costruire un futuro è necessario, innanzitutto, uscire dalla perenne condizione di emergenza e di crisi.

Finalmente possiamo dirlo, ci troviamo di fronte ad un Piano di assetto idrogeologico che propone nelle sue articolazioni il superamento delle emergenze attraverso la prevenzione. E’ un piano, quindi, che infonde fiducia, che dà garanzie e permetterà di superare le attuali difficoltà, soprattutto perché opererà in sintonia con la legge urbanistica e con la legge sulle aree protette, leggi che sono in itinere presso la quarta Commissione e che possiamo ormai definirle in dirittura d’arrivo.

In tal modo si può affermare che la Calabria avrà, così, una normativa completa che permetterà ad essa di voltare pagina. Con queste norme si avrà un cambiamento totale, colmando un vuoto normativo purtroppo ancora esistente.

E’ bene ricordare che questo Piano fa riferimento a tutto il territorio di competenza dell’Autorità di bacino regionale della Calabria e comprende anche i bacini idrografici di rilievo regionale. Infatti con l’approvazione del Pai si avranno i presupposti per intervenire sul territorio, che spesso viene definito come territorio difficile, ma ai più sconosciuto.

Per la nostra regione l’approvazione del Pai può rappresentare un traguardo, mettendo così fine alle tante disattenzioni perpetrate ai danni del territorio calabrese.

I presupposti principali del Pai possono essere: il recupero del tempo perduto; la capacità di impostare un lavoro unitario per un’azione che abbia come fine la panificazione e la programmazione del territorio, un bagaglio di conoscenze scientifiche, la partecipazione attiva della Regione attraverso organi quali l’Autorità di bacino; la certezza di poter valorizzare sempre più le risorse ambientali e paesaggistiche; infine la possibilità di operare attraverso un metodo di previsione e quindi basato sulla prevenzione, che è l’unico metodo efficace e risolutivo dei problemi.

Il nostro territorio, come molti sanno, è per il 44 per cento di montagna, il 49 per cento di collina, il 7 per cento di pianura, con oltre mille corsi d’acqua, 409 centri urbani e infine circa 739 chilometri di costa. Queste diversità del territorio calabrese vanno viste positivamente e non come limite, ma come risorse da investire e da cui trarne frutto.

Tuttavia emerge con chiarezza – e questo va detto apertamente – che molti territori già vulnerati, quindi oggetto di gravi alluvioni, sono stati urbanizzati e modificati. Le varie ordinanze, sia della protezione civile che ministeriali passate, non sono state capaci di imporsi al fine di operare in modo preventivo. Anche i Piani regolatori dei Comuni si rivelano insufficienti al fine di salvaguardare le zone a rischio anche per le tante competenze che gravano sul territorio, in mancanza tra l’altro di una legge regionale organica, pertanto non sono stati incisivi.

Ecco perché è necessario affermare con forza che il Pai rappresenta sicuramente un’occasione per la Calabria per uscire dall’emergenza e dalla drammatica situazione attuale. Esso rappresenta una base strutturale e organizzativa che permetterà una politica reale per la difesa del suolo.

Fondamentale è la Banca dati, che si rivela necessaria per realizzare una vera previsione e una panificazione del territorio.

La dotazione cartografica regionale – di cui si era carenti – grazie alla collaborazione degli enti locali per la fornitura delle ortoimmagini, rappresenta una grossa conquista per la conoscenza reale del territorio calabrese.

Il Pai si sviluppa su tre problematiche: rischio frane, rischio alluvioni, rischio erosione costiera.

Il Piano si poggia su una corposa e solida dotazione finanziaria che ammonta a 2.800 miliardi circa provenienti dalla legge 183, dalla legge obiettivo nazionale, dai Por. E’ composto da tre Titoli e da trenta articoli e si può affermare che, in mancanza di un’organica legge sulla difesa del suolo in Calabria, le misure contenute nel Pai rappresentano un indirizzo normativo essenziale e funzionale al territorio calabrese.

Descrivendo brevemente l’articolato, possiamo dire che il Titolo I° descrive i princìpi generali. Infatti l’articolo 1 indica le finalità del Pai che sono: l’adeguamento degli strumenti urbanistici, di vincoli, interventi su infrastrutture e manufatti, di sistemazioni dei versanti e delle aree instabili, della manutenzione.

L’articolo 2 parla dell’aggiornamento e della pubblicità del Pai che significa aggiornamento delle aree perimetrali e delle relative misure di salvaguardia.

L’articolo 3 definisce l’ambito territoriale di applicazione che è costituito da tutto il territorio di competenza dell’Autorità dei bacini regionali della Calabria e del bacino interregionale del fiume Lao.

L’articolo 4 indica l’ambito giuridico di applicazione e soggetti destinatari; le misure di salvaguardia sono, infatti, rivolte ai privati, ai Comuni, alle comunità montane, ai consorzi di bonifica, agli enti pubblici. Il Piano è coerente con i programmi nazionali, regionali e subregionali.

L’articolo 5 esplicita che con l’adozione del Piano le amministrazioni e gli enti pubblici sono vincolati alle previste prescrizioni.

L’articolo 6 elenca gli elaborati del Pai: relazione tecnica, catasto, dossier rischi nei comuni, elaborati cartografici.

L’articolo 7 descrive la metodologia del Pai. Il Piano si articola in: attività conoscitive, di rilevazione e misura, vincoli, monitoraggio, banca dati.

L’articolo 8 individua il rischio per le persone a causa di frane, inondazioni o erosione costiera; il rischio viene indicato in “molto elevato” con R4, “elevato” con R3, “medio” con R2, “rischio basso” con R1.

L’articolo 9 indica le aree pericolose, che sono quei territori i cui dati indicano condizioni di pericolo che dovrà essere quantificato a seguito di studi.

L’articolo 10 individua le aree a rischio e/o a pericolo di frana. Il Piano riporta le situazioni di rischio e pericolo connesse alla presenza di frane rilevate e cartografate.

L’articolo 11 individua le aree a rischio e/o pericolo di inondazione. Il Piano riporta le situazioni a rischio; dalle indagini svolte viene disciplinato l’uso del territorio.

L’articolo 12 individua le aree a rischio e/o pericolo di erosione costiera, riporta le perimetrazioni delle aree a rischio di erosione.

L’articolo 13 parla della compatibilità delle attività estrattive, riguarda le attività di escavazione di sabbia e ghiaia nell’alveo dei corsi d’acqua.

L’articolo 14 definisce gli interventi destinati ad eliminare i pericoli, a ridurre l’entità degli elementi a rischio.

L’articolo 15 definisce l’attività di monitoraggio e di controllo; consiste nel monitorare e controllare le situazioni a rischio attraverso il Sirica (Sistema informativo rischio idrogeologico in Calabria).

L’articolo 29 descrive gli interventi volti alla rimozione o monitoraggio del rischio. Dopo l’approvazione del Pai vengono attuati in fasi successive attraverso programmi triennali d’intervento come: manutenzione degli alvei, delle opere di difesa e dei versanti, di sistemazione e salvaguardia della costa, interventi di rinaturazione dei sistemi fluviali, adeguamento delle opere varie di attraversamento.

L’articolo 30 prevede, infine, che gli enti proprietari di reti come viabilità, metanodotti, ferrovie devono adottare, entro ventiquattro mesi dall’approvazione del Pai, un programma di sicurezza delle proprie reti e trasmettere all’Autorità di bacino ogni anno un rapporto sullo stato delle reti sotto il profilo del rischio e sulle misure di salvaguardia adottate.

Sicuramente tutto ciò non basta per evitare tragedie come quelle di Soverato, ma il Pai ci indica che un tratto di strada è stato percorso. Successivamente sarà importante raccordare questo strumento con gli altri Piani, a partire da quello paesaggistico, dal Piano tutela delle acque, del territorio, Piano di protezione civile, per la bonifica, eccetera, solo così si potrà tracciare un futuro per la terra di Calabria, solo in questo modo avranno senso e valore espressioni come sicurezza, sviluppo e futuro. Ma è importante far presto poiché il Piano va definito entro il 31 dicembre, i tempi infatti sono molto stretti e con il rischio di perdere in maniera ingiustificata ingenti finanziamenti.

Pertanto questa è una grossa responsabilità che non si può evadere. Chiedo a me stesso e a tutto il Consiglio, che ha dimostrato sempre un grande impegno ed una profonda ricchezza umana, di rispondere a questo dovere al fine di rendere un servizio alla terra di Calabria e alla sua gente. Ci troviamo di fronte ad un livello etico di responsabilità, sta a noi infatti rispondere con lealtà e urgenza.

Sono questi i sentimenti che mi ispirano. Vi propongo, pertanto, di approvare quanto stabilito in data odierna all’unanimità dalla Commissione ambiente che ho l’onore di presiedere:

1) di approvare il Piano stralcio per l’assetto idrogeologico adottato dall’Autorità di bacino regionale di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto legge n. 180/98, con le procedure di cui all’articolo 80 della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni, composto dagli elaborati specificati nell’elenco denominato “A” e che fa parte integrante e sostanziale della proposta della Giunta regionale con deliberazione n. 900 del 31 ottobre 2001;

2) di impegnare la Giunta regionale acché i programmi attuativi e gli interventi discendenti dal presente Pai, deliberato dalla Giunta regionale, dovranno acquisire preventivamente il parere della competente Commissione consiliare.

Si raccomanda la Giunta regionale per la tempestiva predisposizione di un organico progetto di legge sulla difesa del suolo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.

Diego Antonio TOMMASI (VERDI L’ULIVO)

Signor Presidente, colleghi consiglieri, onorevoli assessori, oggi approviamo uno strumento molto importante per la Regione Calabria, anche se con un po’ di ritardo rispetto agli impegni assunti nel dopo Soverato. L’utilità dello strumento l’ha espressa molto bene il Presidente della Commissione, l’onorevole Senatore: è uno strumento che finalmente va a legiferare su molte problematiche esistenti nel nostro territorio.

Grande lavoro è stato espletato dai sorveglianti idraulici per la realizzazione di questo Piano, tanto c’è ancora da fare e oggi chiedevo al Presidente della Commissione, lo chiedo oggi ufficialmente al Presidente del Consiglio, che venga messa in discussione nella prossima seduta della Commissione ambiente e territorio la proposta di legge su cave e torbiere, che è un altro anello molto importante per la tutela del nostro territorio.

Ho approvato il Piano in Commissione con una osservazione: il Piano non può che essere ancora più funzionale solo se funzionano tutti i 14 sottoambiti. Quindi vanno creati dei presìdi dell’Autorità di bacino ambito per ambito, affinché questi ambiti vengano costantemente monitorati, ripuliti e adeguati alle esigenze del territorio.

Pertanto, abbiamo presentato un emendamento all’articolo 15 bis per creare le condizioni per l’istituzione dei sottoambiti di bacino, perché noi riteniamo che se non ci sono i sottoambiti funzionanti, questo Piano rimane sulla carta.

Quindi, a prescindere dal lavoro intenso che si sta facendo e si farà per quanto riguarda il “112”, riteniamo che sia fondamentale per il funzionamento del Piano stralcio sull’assetto idrogeologico mettere in questo progetto di legge già dei punti fermi per il funzionamento del Piano stesso. Credo che solo così facciamo un servizio alla Calabria e ai calabresi, per evitare che succedano disgrazie e che ad ogni minima pioggia si abbiano problemi idrici, alluvioni, frane e quant’altro.

Il territorio va curato con le capacità e le professionalità che in questi anni i legislatori calabresi hanno avuto modo di far funzionare. Allora noi dobbiamo potenziare questo servizio, preservando, lavorando e manutenendo bene le nostre aste fluviali. Credo che oggi ci siano tutte le condizioni per mettere in atto questo passaggio di presìdio integrato di bacino con monitoraggio, sorveglianza e manutenzione dei corsi d’acqua.

Il presìdio viene istituito in forma stabile e continuativa per ciascuna delle aree di programma di cui alla legge regionale 35 del ’96. La programmazione delle attività, nonché l’organizzazione dei presìdi, viene affidata all’Autorità di bacino, mentre la gestione amministrativa e della realizzazione degli interventi viene affidata alle strutture dipartimentali regionali di competenza. Al presìdio integrato di bacino sono demandate le attività di polizia e sorveglianza idraulica di cui alla legge 305 del 2000, articolo 2.

Per tale attività si utilizzeranno con progetto demandato all’Autorità di bacino lavoratori idraulico-forestali attualmente in servizio, oltre al personale già qualificato nell’ambito dell’attività di sorveglianza idraulica effettuata dalla Regione Calabria.

Credo che sia fondamentale che questo progetto di legge venga integrato da questo emendamento per far sì che rendiamo un servizio valido alla Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Fuda. Ne ha facoltà.

Pietro FUDA (FI)

Signor Presidente, per la verità intervengo senza aver avuto la possibilità di leggere l’emendamento e capire se è lo stesso del quale abbiamo discusso in Commissione o c’è qualcosa di nuovo.

In Commissione abbiamo affrontato questo problema ed è emersa la necessità, proprio per dare senso al Piano che stiamo approvando stasera, di approvare una legge organica sulla difesa del suolo, perché in quel contesto si possono individuare i soggetti attuatori e le responsabilità per le varie attività. Questa non è attività che può essere svolta all’interno della Regione. Noi stiamo discutendo nelle Commissioni del “112”, che è sostanzialmente la legge che fissa le competenze, i trasferimenti e le attribuzioni. Abbiamo la legge organica sulla difesa del suolo da approvare, non giudico opportuno che con un emendamento così formulato si possa creare un’ammucchiata che risolva i tanti atavici problemi che abbiamo in Calabria.

Noi siamo persone serie, abbiamo già una legge approvata da questo Consiglio regionale sulla protezione civile, non ci sembra che a tutt’oggi siano stati istituiti i presìdi. Questa proposta, che ha una sua validità – l’avevamo detto in Commissione – deve essere raccordata e coordinata con la legge preesistente e in uno scenario nuovo che è quello del “112”.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Napoli. Ne ha facoltà.

Giuseppe Giuliano NAPOLI (DS)

Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole Presidente della Giunta, dopo la tragedia di Sarno vi è una nuova consapevolezza nel Paese, nuove responsabilità per le Regioni, per le amministrazioni locali.

Il lavoro che quest’oggi giunge all’attenzione del Consiglio regionale per l’approvazione è importante ed ha avuto il sigillo anche da parte della quarta Commissione, che ha ritenuto di approvare all’unanimità questo importante provvedimento. E questo è un provvedimento che potremmo definire una fattispecie normativa a struttura complessa, di ciò ne dà conto lo stesso prospetto riportato alla pagina 2 del Piano stralcio.

L’iter di approvazione del provvedimento all’attenzione del Consiglio ha, infatti, inizio nel luglio del 1999, cioè la procedura di approvazione del Piano stralcio di assetto idrogeologico della Calabria ha inizio con una delibera, quella del 7 luglio dell’allora Giunta regionale di centro-sinistra, ancor prima che l’evento alluvionale di Soverato travolgesse con esiti luttuosi, oltre che con danni ingenti, quel territorio.

E’ un passaggio importante per la difesa del territorio, soprattutto per i rischi di frana, per i rischi legati alle alluvioni, nonché per la erosione della costa del nostro territorio. Credo sia un provvedimento che, proprio per l’apertura, il sostegno che esso ha ricevuto in sede di lavori di Commissione e per l’impegno che è stato profuso nell’elaborazione dell’impianto normativo, per gli aspetti importanti che sono individuati nella struttura del provvedimento amministrativo che – come viene richiamato nella premessa del Piano – ha impegnato strumenti ed organismi, in primo luogo l’Autorità di bacino, nonché tutte le strutture regionali impegnate nell’approntare questo elaborato, lo stesso testo, le stesse norme contenute nel provvedimento, è una risposta importante, seppure non tempestiva, per come il Consiglio si era impegnato a dare nell’immediatezza dell’evento alluvionale del settembre dello scorso anno, allorquando, nella prima seduta utile, il Consiglio regionale si impegnò ad approntare il tutto entro la data del 31 dicembre dello scorso anno.

Col ritardo evidentemente di un altro anno il Consiglio regionale licenzia o si accinge a licenziare questo provvedimento.

Abbiamo già espresso in sede di Commissione il sostegno e l’approvazione del gruppo dei Democratici di sinistra, ma in quella sede avevamo anche – e di questo vogliamo che il Consiglio regionale ne sia informato perché, al di là della segnalazione e della raccomandazione contenuta nella delibera letta dal relatore, dall’onorevole Senatore, che pure richiama aspetti contenuti in un emendamento che i Democratici di sinistra, sottoscritto dall’onorevole Adamo e da chi parla in questo momento – prospettato la opportunità che l’attività di monitoraggio e di sorveglianza idraulica degli oltre mille corsi d’acqua situati sul territorio regionale e che è affidata all’Autorità di bacino regionale, fosse effettivamente e concretamente espletata attraverso un rapporto convenzionale con un organismo, con una entità, con una impresa che disponesse di un organico significativamente rilevante e quindi desse garanzia di consistenza, di solidità, di serietà nell’affidamento di un rapporto, di un incarico così importante. Avevamo indicato nel numero di 400, non inferiore a 400 unità lavorative, gli addetti di un’impresa con la quale la Regione Calabria avrebbe dovuto e potrebbe convenzionarsi al fine di effettuare un monitoraggio, un controllo, la sorveglianza su tutti i corsi d’acqua del territorio calabrese.

Avevamo individuato – e lo abbiamo anche illustrato in sede di Commissione – che il 40 per cento del personale da utilizzare per questa attività, per questi compiti di sorveglianza e di monitoraggio, di controllo dei corsi d’acqua, fosse attinto dal bacino degli Lsu ed Lpu, e questo per ridurre anche il bacino dei lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità, per ridurre, anche attraverso una attività, un addestramento, questa massa significativa, questa presenza rilevante alla quale, seppure il Consiglio se ne è occupato con un’apposita legge, non è stata ancora offerta la possibilità di uno sbocco che risulti essere effettivamente produttivo per un impiego lavorativo e per la stessa Regione Calabria.

Dicevamo, questo 40 per cento che poteva essere impiegato attingendo agli Lsu ed Lpu. La restante parte, cioè il 60 per cento poteva essere individuato attraverso professionalità che avessero maturato esperienze, conoscenze, avessero acquisito tutto questo bagaglio di conoscenze, di esperienze attraverso analoghe attività lavorative ed evidentemente il riferimento è ai sorveglianti, a coloro che effettuano già da oggi un lavoro analogo, sorveglianti idraulici del territorio calabrese.

Pensavamo che attraverso questo emendamento poteva essere data una risposta che fosse non solo di stabilità, ma anche di produttività ad un’attività che ci sembra meriti ancora l’attenzione del Consiglio regionale. Non immaginiamo, infatti, che questo compito, questa attività di lavoro possa essere svolta ritornando a gonfiare gli organici della Regione, che già sono particolarmente copiosi nella loro entità. Questo era un meccanismo che consentiva e può consentire alla Regione di produrre economie e, nello stesso tempo, offrire un’attività stabile e produttiva alle tante unità lavorative impiegate attualmente in modo precario ed instabile.

Questo ragionamento ci è sembrato raccogliere il consenso e il sostanziale sostegno da parte delle altre forze presenti in Commissione, ma abbiamo comunque ritenuto di non formalizzare l’emendamento e raccogliere l’invito di far sì che questo ragionamento fosse poi riportato all’interno di una normativa, dove ci veniva indicata l’ipotesi di un piano organico di difesa del suolo nella quale ricomprendere questa proposta che avevamo avanzato.

Crediamo, comunque, che costituiscano questo ragionamento le osservazioni che abbiamo fatto, le deduzioni svolte in sede di Commissione e che hanno impegnato la Commissione nella giornata odierna; lo rimettiamo anche alla valutazione del Consiglio, anche per impegnarlo rispetto agli appuntamenti che su questo tema e sul tema più generale della difesa del suolo, della difesa del territorio della nostra regione, sarà chiamato ad assumere nei prossimi impegni istituzionali.

PRESIDENTE

Ricordo che questo provvedimento è stato approvato in Commissione all’unanimità. C’era un emendamento che già ha illustrato l’onorevole Tommasi, lo dobbiamo porre in votazione perché non si era discusso in Commissione.

Ha chiesto di parlare l’assessore Misiti. Ne ha facoltà.

Aurelio MISITI Aurelio, assessore ai lavori pubblici

Il senso dell’emendamento, così come abbiamo discusso in Commissione, non è assolutamente da respingere, è una cosa che effettivamente è utile alla Regione ed è anche corrispondente a quanto il Consiglio regionale ha stabilito all’unanimità. Naturalmente, non essendo qui oggi chiamati ad approvare una legge, ma soltanto ad approvare un piano di assetto idrogeologico, non mi sembra il caso di inserirlo qui, avendo l’emendamento un carattere più legislativo. Invece, questo tipo di proposta può essere fatta, secondo anche quanto mi pare abbia lumeggiato il consigliere Napoli, in un provvedimento a parte molto più pensato, in modo tale da corrispondere esattamente agli intendimenti unanimi espressi nella seduta tenutasi dopo il disastro di Soverato, tenendo conto che questi concetti sono oltremodo utili e unitari perché corrispondono esattamente a quanto deliberato allora.

Non è questo lo strumento per poter esaudire questa richiesta, credo che subito dopo questo avvenimento ci si possa vedere e allora discutere insieme con quale provvedimento realizzare i concetti contenuti in questo vostro emendamento.

PRESIDENTE

Se l’onorevole Tommasi è d’accordo, diciamo che non lo dichiariamo ammissibile e quindi lo ritiriamo.

Diego Antonio TOMMASI (VERDI L’ULIVO)

Più che dichiararlo inammissibile, dopo le dichiarazioni dell’assessore Misiti questo emendamento si intende superato.

PRESIDENTE

Si intende superato. Pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 143/7^ di iniziativa della Giunta regionale, recante: “Decreto legge 180/98 e successive modificazioni ed integrazioni – Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. Pai”.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 146/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002”

PRESIDENTE

Il secondo punto all’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo numero 146/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002”.

E’ stato presentato un emendamento, già discusso nella Conferenza dei capigruppo e che avevamo accettato all’unanimità, che vi leggo: “Istituire un capitolo per convenzione tra l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, le Università calabresi e istituti scientifici e culturali e per la programmazione e la organizzazione di attività e servizi finalizzati a scambi culturali e relazioni socio-economiche istituzionali tra la Calabria e i Paesi del Mediterraneo, per sostenere inoltre l’istituzione presso l’Università della Calabria di un Dipartimento di lingue semitiche e di un corso di laurea in lingua araba.

La spesa prevista è di 500 milioni, con detrazione di lire 150 milioni dalla previsione del Titolo 1, capitolo 6, articolo 500, e 350 milioni, 350 mila Euro dalla previsione del Titolo 1, capitolo 6, articolo 480 dello stesso testo di bilancio”.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.

Giovanni NUCERA (CDU)

Nella Conferenza dei capigruppo avevo sollevato il problema dell’Università per stranieri di Reggio Calabria

 (Interruzione)

No, pubblica, “e Università per stranieri di Reggio Calabria”.

PRESIDENTE

Per il pubblico è già chiarito…

Giovanni NUCERA (CDU)

Perfetto, “e Università per stranieri di Reggio Calabria”.

PRESIDENTE

perché, su nostra sollecitazione, si parla di Università della Calabria, non di una sola Università, quindi ci sono tutte le Università calabresi.

(Interruzione)

No, qua è al plurale.

Giovanni NUCERA

Non vorrei che si confondesse con quella di Arcavacata.

PRESIDENTE

C’è scritto, onorevole Nucera, “e le Università calabresi ed istituti scientifici e culturali”.

Pongo in votazione l’emendamento in discussione a firma Adamo ed altri.

(E’ approvato)

Pongo in votazione il provvedimento amministrativo numero 146/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Galati. Ne ha facoltà.

Francesco GALATI (PS)

Presidente, chiedo che venga inserito all’ordine del giorno il disegno di legge approvato all’unanimità dalla Commissione sull’esodo volontario dei dipendenti regionali

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta avanzata dall’onorevole Galati.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

Progetti di legge unificati: n. 42/7^ di iniziativa del consigliere Borrello, recante: “Norme per favorire l’esodo dei dirigenti e dipendenti della Regione”; n. 49/7^ della Giunta regionale, recante: “Incentivi per la cessazione anticipata del servizio”; n. 65/7^ di iniziativa del consigliere Tripodi M., recante: “Incentivi per l’esodo volontario ed anticipato dei dirigenti e dei dipendenti della Regione Calabria

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca: “Progetti di legge unificati: n. 42/7^ di iniziativa del consigliere Borrello – “Norme per favorire l’esodo dei dirigenti e dipendenti della Regione”; n. 49/7^ della Giunta regionale – “Incentivi per la cessazione anticipata del servizio”; n. 65/7^ di iniziativa del consigliere Tripodi M. – “Incentivi per l’esodo volontario ed anticipato dei dirigenti e dei dipendenti della Regione Calabria

Il relatore, onorevole Borrello, ha facoltà di svolgere la relazione.

Antonio BORRELLO (PPI), relatore

Mi richiamo alla relazione scritta, Presidente.

PRESIDENTE

Si passa all’esame dell’articolato. Pongo in votazione l’articolo 1.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 2 è stato presentato emendamento a firma Galati, che ha facoltà di illustrarlo.

Francesco GALATI (PS)

Presidente, all’articolo 2, punto 2, “sostituire le parole “pari al 30 per cento” con le parole “pari al 40 per cento”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento testé illustrato.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 2 così come emendato.

(E’ approvato)

Chiede di parlare l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Michelangelo TRIPODI (CI)

Presidente, se è possibile, un chiarimento. Onorevole Galati, siccome non abbiamo nemmeno i testi, volevo capire se l’emendamento che riguarda il 40 per cento è riferito a tutti i dipendenti regionali oppure c’è una differenziazione, com’era previsto, il 30 per cento per i dirigenti e il 40 per tutti i dipendenti.

Francesco GALATI (PS)

No, il 40 per cento per tutti i dipendenti.

Michelangelo TRIPODI (CI)

Ah, tutti.

Francesco GALATI (PS)

Per tutti coloro che vanno in pensione.

Michelangelo TRIPODI (CI)

Volevo dire che, probabilmente, anche perché i trattamenti sono di natura diversa, era opportuno stabilire una differenziazione, perché il 40 per cento di un dipendente è una cosa, il 40 per cento di un dirigente è un’altra.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 3.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 4.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 5.

(E’ approvato all’unanimità)

All’articolo 6 ci sono tre emendamenti a firma Galati. Prego, ha facoltà di illustrarli.

Francesco GALATI (PS)

“Il primo comma dell’articolo 6 è così sostituito: “Il 50 per cento dei posti resisi vacanti a seguito dell’applicazione della presente legge sono portati in diminuzione nella dotazione organica complessiva”. Per la verità, era scritto “il 30 per cento”, però su proposta dell’assessore Luzzo, l’abbiamo riportato al 50 per cento.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento testé illustrato.

(E’ approvato all’unanimità)

Prego, onorevole Galati.

Francesco GALATI (PS)

“Al secondo comma dell’articolo 6 le parole “entro diciotto mesi” vengono sostituite con le parole “entro otto mesi”.

(Interruzione)

L’ho concordato col governo. Comunque, se vogliamo, possiamo fare “sei”.

(Interruzione)

Va bene, allora passi per sei. Il governo è d’accordo per sei? Benissimo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento in discussione con la modifica testé apportata.

(E’ approvato all’unanimità)

Prego, onorevole Galati.

Francesco GALATI (PS)

“Il terzo comma dell’articolo 6 viene così sostituito: “Nel periodo di cui al precedente comma 2” – praticamente i sei mesi – “non è consentita l’adozione di nuovi” – bisogna aggiungere la parola “nuovi” – “provvedimenti finalizzati all’attivazione di comandi o trasferimenti di personale proveniente da altri enti, fatti salvi quelli previsti per le strutture speciali o in corso alla data di approvazione della presente legge”.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’emendamento in discussione.

(E’ approvato)

Pongo in votazione l’articolo 6 così come emendato.

(E’ approvato all’unanimità)

 Prego, onorevole Galati.

Francesco GALATI (PS)

La norma transitoria riguarda la destinazione del 50 per cento dei posti di dirigente che vengono messi a concorso interno riservato per coloro i quali alla data del 31 dicembre ’89 hanno diploma di laurea e cinque anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale oppure diploma di maturità e nove anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale alla data del 31 dicembre ’89.

“Entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio devono emanare il relativo bando di concorso e stabilire i titoli valutabili, la composizione della Commissione, nonché le materie oggetto delle prove, tenuto conto delle disposizioni di legge vigenti”.

PRESIDENTE

Parere del relatore? Favorevole. Parere della Giunta? Favorevole. Pongo in votazione questa norma transitoria.

(Interruzione)

La proposta del governo quale sarebbe? Vede che il governo non è d’accordo al 100 per cento?

Francesco GALATI (PS)

Presidente, c’era una proposta in questo senso, che la percentuale dei posti veniva stabilita dalla Giunta regionale da un minimo al 50 per cento. Questo non è possibile, lo dobbiamo stabilire noi con legge la percentuale dei posti messi a concorso interno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la norma transitoria.

(E’ approvata all’unanimità)

Articolo 7… Prego, onorevole Galati.

Francesco GALATI (PS)

Era stato presentato un emendamento da me e dall’onorevole Bova e su questo dobbiamo discutere. Nella legge fatta di recente per i concorsi interni riservati al personale che faceva parte dei gruppi o delle strutture speciali, ci si è dimenticati di mettere una norma con cui si dice che, a un certo momento, le graduatorie possono essere utilizzate. Io dico questo: c’è una norma di carattere generale che prevede l’utilizzazione comunque delle graduatorie…

PRESIDENTE

Onorevole Galati, ma questo emendamento non si era discusso in Commissione, quindi credo che in questo momento sia meglio non presentarlo.

Francesco GALATI (PS)

Va bene, allora lo ritiriamo.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’articolo 7.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione l’articolo 8.

(E’ approvato all’unanimità)

Pongo in votazione la legge nel suo complesso con il coordinamento formale.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Chiede di parlare sull’ordine dei lavori l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.

Michelangelo TRIPODI (CI)

Prima della chiusura, volevo chiederle se possiamo inserire all’ordine del giorno una mozione presentata unitariamente da tutti i capigruppo sulla questione dei consorzi agrari provinciali, la chiusura di quelli di Reggio Calabria e Catanzaro, ed il problema dei lavoratori messi in mobilità.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pirillo. Ne ha facoltà.

Mario PIRILLO (MARGHERITA)

Presidente, volevo chiedere al Consiglio e alla Presidenza di inserire nella discussione un ordine del giorno che ho presentato insieme ad altri colleghi sull’uso degli animali nei laboratori didattico-dimostrativi.

PRESIDENTE

C’è un altro ordine del giorno, presentato dall’onorevole Chiarella, che riguarda la crisi argentina e quindi, in particolare, i nostri connazionali lì residenti. Non so se avete avuto distribuite le copie…

(Interruzione)

Prego, onorevole Fuda.

Pietro FUDA (FI)

Presidente, chiedo l’inserimento e la discussione dell’ordine del giorno sulla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini e della mozione sulla grave crisi argentina.

PRESIDENTE

Essendo stati presentati due documenti sulla crisi argentina, vengono unificati. Pongo in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

C’è un ordine del giorno presentato dall’onorevole Pirillo che si dichiara favorevole alla sostituzione dell’uso degli animali nei laboratori didattico-dimostrativi delle Università italiane con metodi alternativi di studi che non impieghino animali. Pongo in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

Ce un altro ordine del giorno presentato da molti consiglieri di maggioranza che dice: “facendosi interprete dei sentimenti unanimi di tutti i cittadini calabresi, chiede al signor Presidente della Repubblica di volersi adoperare presso le competenti autorità nigeriane per salvare la vita della giovane nigeriana Safya Husseini che sarà uccisa perché sta per avere un figlio senza essere sposata”.

Credo che questo, al di là della maggioranza, possiamo anche farlo, se l’opposizione è d’accordo, un emendamento di tutto il Consiglio regionale. Pongo in votazione l’inserimento.

(Il Consiglio approva)

Ordine del giorno numero 33 “Sulla grave crisi argentina” a firma dei consiglieri Chiarella, Pezzimenti, Aiello P. ed altri.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno unificato, riguardo i nostri emigrati in Argentina.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 32 in ordine “Alla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali” a firma dei consiglieri Pirillo, Tommasi, Incarnato

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno riguardo la protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Ordine del giorno numero 34 in ordine “Alla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini” a firma dei consiglieri Pezzimenti, Aiello V., Senatore ed altri

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’ordine del giorno sulla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di paralare l’onorevole M. Tripodi

Michelangelo TRIPODI (CI)

Reitero la richiesta di inserimento all’ordine del giorno per l’approvazione in votazione la mozione che riguarda lo scioglimento e la chiusura del Consorzio agrario provinciale di Reggio Calabria e del Consorzio agrario provinciale di Catanzaro. Questo scioglimento ha portato alla mobilità decine di lavoratori, in parte anche anziani, che hanno superato i cinquant’anni. E’ stato istituito con legge nazionale un Comitato che ha avuto affidato il compito di coordinare le attività per la reimmissione in ruolo, ove si determinassero le condizioni, di questi lavoratori.

La mozione impegna il Presidente della Giunta regionale e l’assessore al lavoro ad attivare tutte le procedure per avviare la ricognizione prevista dal Comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione con atto del 6 aprile 2001, delle disponibilità di impiego delle figure professionali comprese nelle liste di mobilità dei lavoratori dei consorzi agrari, disponendo che l’Ufficio territoriale di governo del capoluogo di Regione attui i necessari collegamenti con gli enti pubblici individuati dal comma 6 dell’articolo 5 della legge 410 1999; impegna, altresì, il Presidente della Giunta a chiedere al Comitato per il coordinamento delle iniziative per l’occupazione di provvedere alla ricollocazione nei ruoli pubblici del personale dei consorzi agrari, una volta completata la ricognizione della disponibilità di impiego.

Quindi credo che sia possibile inserire ed approvare questa mozione.

PRESIDENTE

Pongo in votazione l’inserimento della mozione testé illustrata.

(Il Consiglio approva)

Mozione numero 23 in ordine “Ai consorzi agrari provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro” a firma dei consiglieri Tripodi M., Galati, Crea ed altri

PRESIDENTE

Pongo in votazione la mozione numero 23 riguardo i consorzi agrari provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Abbiamo concluso per oggi i lavori, approfitto dell’occasione per augurare a tutti i consiglieri, ai colleghi, agli assessori e anche ai presenti un buon inizio d’anno e un felice anno 2002, tanti auguri per tutti, ci rivedremo con l’anno nuovo.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

La seduta è tolta, il Consiglio sarà convocato a domicilio.

La seduta termina alle 18,40

Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri Naccarato, Fava e Dima.

(Sono concessi)

Annunzio di progetti di legge e loro assegnazione a Commissioni

Sono stati presentati alla Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa della Giunta regionale:

“Disposizioni per la formazione del bilancio annuale 2002 e pluriennale 2002/2004 della regione Calabria (Legge Finanziaria)” (P.L. n. 201/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico – alla prima - Politica istituzionale – alla terza - Servizi sociali – alla quarta - Tutela dell’Ambiente.

(Così resta stabilito)

“Bilancio di previsione della Regione Calabria per l’anno finanziario 2002 e bilancio pluriennale per il triennio 2002/2004” (P.L. n. 202/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico – alla prima - Politica istituzionale – alla terza - Servizi sociali – alla quarta - Tutela dell’Ambiente.

(Così resta stabilito)

“Autorizzazione all’esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l’anno finanziario 2002” (P.L. n. 203/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Sono stati presentati, altresì, alla Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa dei consiglieri:

Tommasi - “Norme per la disciplina dell’attività degli operatori del turismo subacqueo” (P.L. n. 199/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Nucera, Pilieci – “Riconoscimento dell’attività dell’Associazione “Nuova Evangelizzazione - Onlus” - Contributi regionali” (P.L. n. 200/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Aiello P. – “Modifica alla legge regionale 2 maggio 2001 n. 9 - “Studio, diagnosi e cura della Celiachia in Calabria.” (P.L. n. 204/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione - Servizi sociali.

(Così resta stabilito)

Vescio – “Istituzione dell’Agenzia Regionale Mediterranea di promozione turistica del prodotto Calabria.” (P.L. n. 205/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Chiarella – “Interventi regionali per la sicurezza nei Comuni.” (P.L. n. 206/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposte dl provvedimento amministrativo e loro assegnazione a Commissioni

E’ stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“L.R. 31/95 - Norme in materia di Musei di Enti locali e di interesse locale. Piano annuale 2001. Impegno di Lire 200.000.000 sul Cap. 3131204 del B.R. 2001.” (P.P.A. n. 147/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

E’ stata presentata, inoltre, alla Presidenza la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza: “

“Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002” (P.P.A. n. 146/7^)

Promulgazione di legge regionale da parte del Presidente della Regione

In data 24 dicembre 2001, il Presidente della Regione ha promulgato la seguente legge regionale e che la stessa sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria supplemento straordinario n. 6 del 29 dicembre 2001:

1. Legge regionale 24 dicembre 2001, n. 38, recante: “Nuovo regime giuridico dei Consorzi per le aree, i nuclei e le zone di sviluppo industriale”.

Rigetto richiesta di dichiarazione di incompatibilità

La Giunta delle Elezioni nella seduta del 6 dicembre 2001, ha deliberato di non accogliere l’esposto presentato dal Prof. D’Amico in data 23 novembre 2001 acquisito al prot. 2197 di pari data nei confronti del Dott. Mangialavori Antonino, in quanto “Non sussistono condizioni di incompatibilità del Dott. Mangialavori Antonino con la carica di consigliere regionale”.

Interrogazione a risposta scritta

Pirillo, Tommasi, Incarnato ed altri. Al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:

con un finanziamento pubblico di oltre 14 miliardi è stato realizzato il nuovo impianto di risalita (cabinovia) al servizio delle piste da sci di Camigliatello Silano, la cui gestione tecnica ed amministrativa compete all’Arssa;

l’impianto, già ultimato da più tempo, pare non possa andare in funzione per la mancanza della necessaria licenza di pubblico esercizio e delle relative autorizzazioni ministeriali. Tale ritardo pare sia stato anche causato dalla non tempestiva nomina del direttore di esercizio che avrebbe dovuto curare i suddetti adempimenti amministrativi;

il disservizio in atto lede gravemente l’immagine turistica della Sila e penalizza le aspettative dei numerosi operatori del settore che, in un momento favorevole per le recenti ed abbondanti nevicate, vedono svanire una buona opportunità di lavoro e di guadagno;

da oltre un anno dall’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Arssa non è stata predisposta la relativa pianta organica ed il personale in servizio, da una parte viene sotto utilizzato e mortificato, mentre dall’altra, in spregio alle attuali norme legislative viene assunto nuovo personale e si tralascia l’annoso problema dei lavoratori precari ex Esac, che di fatto restano abbandonati al loro destino;

vengono mantenuti in esercizio alcuni centri vendita ex Esac, che non rispondono più alle esigenze ed alle loro finalità istitutive ma, viceversa, accumulano pesanti perdite di gestione.

l’Arssa ha finalità rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura in Calabria, mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo ed agroindustriale, per cui risulta necessario ed urgente evitare qualsiasi inerzia o ritardo e garantire invece trasparenza, imparzialità e dinamismo nell’azione pubblica -:

se risulta al vero che viene speso circa un miliardo per l’attivazione di una struttura nel comune di Paola con un costo di gestione annuale di circa mezzo miliardo, mentre il famoso Centro Florens di San Giovanni in Fiore registra una perdita di gestione di oltre un miliardo e mezzo;

se, in considerazione delle perduranti inadempienze e disinvolta amministrazione dell’Agenzia per lo Sviluppo ed i Servizi in Agricoltura, non ritiene opportuno ed urgente operare lo scioglimento del Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia (ai sensi dell’art. 14, comma 3, della L.R. 15/93) e nominare un Commissario (art. 14, comma 4, L.R. 15/93) che possa ridare dignità, imparzialità e garantire la gestione corretta e trasparente dell’Ente il cui compito primario è quello di dare impulso, attraverso la ricerca applicata, la sperimentazione e la divulgazione al settore agroalimentare calabrese;

sia il caso di inserire all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale la discussione dell’apposito progetto di legge (la cui presentazione risale a parecchi mesi addietro) inerente l’attivazione della Commissione di inchiesta che possa svolgere una effettiva funzione di verifica relativamente agi i indirizzi ed all’ambito operativo istituzionale dell’Ente nonché all’utilizzo delle risorse umane e finanziarie.

(192; 28.12.2001)

Interpellanza

Adamo, Pacenza, Amendola ed altri. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore al personale. Per sapere – premesso che:

da oltre due anni la Giunta regionale ha avviato le procedure per un concorso per dirigenti nell’ambito del personale della Regione Calabria;

i bandi e le delibere sono state impugnate davanti al Tar di Reggio Calabria, che ne ha annullato alcune parti;

la Giunta regionale invece di adeguarsi a quanto statuito dal Tar, con delibera n. 492 del 3 1/05/01 la G.R. ha bandito il concorso riproducendo sostanzialmente l’atto contestato dal Tar di Reggio Calabria;

il D. Lgs N. 165/01 art. 28, cm. 2 lett. A recita che: per l’accesso alla dirigenza sono indispensabili, tra l’altro, almeno cinque anni svolti nella carriera direttiva. Il bando in oggetto ne richiede tassativamente almeno nove, interpretando così la norma legislativa non a tutela della Pubblica Amministrazione che, intende garantirsi una professionalità risalente ad almeno cinque anni di carriera direttiva, ma tesa ad una preselezione mirata ad escludere molti aventi diritto;

il bando di concorso per titoli e colloquio, non prevede titoli valutabili né tanto meno il criterio di valutazione degli stessi. Sia i titoli valutabili sia i criteri di valutazione degli stessi, sembra siano stati stabiliti dalla Commissione, solamente dopo l’apertura delle buste contenenti le domande di partecipazione con la relativa documentazione allegata;

alcuni titoli (tra cui la computazione del servizio) sono stati valutati con discrezionalità non conforme alla legge, mentre avrebbero meritato pari valutazione giuridica-concorsuale;

gli incarichi di responsabilità vanno valutati secondo criteri di equità e certezza del diritto coerenti con le norme legislative e giuridiche; non è assolutamente legittimo, ancor più alla luce della separazione delle competenze tra responsabilità politiche e burocratiche, che ci siano gli incarichi conferiti dalla Giunta regionale valutati per un punteggio superiore a quelli conferiti dalla dirigenza;

la computazione del punteggio relativo all’anzianità di laurea non è disciplinato da alcuna norma;

che nei titoli professionali non è stato valutato il curriculum professionale in relazione a parametri stabiliti dalla Commissione cosi come previsto dalle norme;

si è proceduto senza che prima dell’avvio dello svolgimento della prova concorsuale si fosse pervenuti a chiarire le riserve attraverso cui sono stati ammessi centinaia di candidati;

le stesse modalità di svolgimento del concorso non sono state definite nel bando ed, invece, sono state lasciate alla discrezionalità della Commissione;

la scelta del famigerato “quiz” con sorteggio è assolutamente impropria dal momento che non è stata formata e definita per via amministrativa e scientifica. Essa pertanto, ha costituito elemento di distorsione ed alterità ai fini di una conduzione equilibrata della prova per ognuno dei candidati;

non è chiara la procedura ed il soggetto abilitato all’accertamento dei requisiti -:

se alla luce di quanto narrato intendono annullare la procedura concorsuale di cui sopra, anche in virtù dei numerosi ricorsi in atto e riavviare nuove procedure che garantiscano certezze normative e procedure trasparenti.

(7; 19.12.2001)

Risposta scritta ad interrogazione

Pirillo. Al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale. Per sapere – premesso che:

sul Bur n. 45 del 22/06/00 veniva pubblicata, in ottemperanza alla legge regionale n. 39/95, la delibera dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale n. 5/00 contenente l’elenco delle nomine di competenza del Consiglio;

il Presidente del Consiglio, con decreto n. 344 del 4/10/00, attivando i poteri sostitutivi previsti dal terzo comma dell’art. 2 della legge regionale 39/95, procedeva alla nomina del Presidente dell’Arssa nella persona del sig. Antonio Pizzini;

il primo e il secondo comma dell’art. 8 della legge regionale 39/95 recitano “Tutte le persone chiamate a svolgere funzioni presso enti ed organismi… debbono possedere i requisiti necessari e l’esperienza adeguata per esercitare le dette funzioni…”;

“I requisiti di cui al comma precedente devono risultare da apposito curriculum ricavabile dall’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale riconducibile all’incarico…”;

l’art. 4 comma terzo della legge regionale n. 15/93 di istituzione dell’Arssa - prevede espressamente “Il Presidente deve essere scelto tra esperti di chiara fama e di comprovata esperienza aventi capacità tecnico-amministrative e manageriali”;

l’Arssa ha finalità rivolte a favorire l’ammodernamento e lo sviluppo dell’agricoltura mediante azioni di promozione, divulgazione, sperimentazione e trasferimento di processi innovativi nel sistema produttivo agricolo ed agroindustriale;

tenuto conto che per lo svolgimento di un incarico di siffatta portata occorre avere un Presidente che abbia spiccate capacità tecnico-amministrative e manageriali con comprovata esperienza nel settore agro-alimentare, riconducibile all’esercizio di almeno cinque anni di attività professionale;

rilevato, attraverso l’esame della documentazione allegata alla domanda di incarico, che l’attuale Presidente - sig. Antonio Pizzini, impiegato Telecom con diploma di Maturità Classica - risulta privo dell’esperienza e dei titoli professionali necessari a rivestire tale incarico, per cui nell’espletamento delle sue quotidiane funzioni viene continuamente supportato da consulenti esterni e da esperti di settore. Tale assistenza specialistica comporta un notevole aggravio di spese ed oneri a carico dell’Ente che si ripercuotono indirettamente nelle tasche dei contribuenti calabresi -:

quali criteri oggettivi e meritocratici sono stati adottati per determinare la scelta dell’attuale Presidente e se lo stesso possiede la professionalità e l’esperienza necessaria a guidare il più importante Ente regionale di servizio e sviluppo dell’agricoltura;

se non sono state palesemente violate le norme che regolano il conferimento delle nomine di competenza regionale. Particolarmente l’art. 8 - comma primo e secondo - della legge regionale n. 39/95 ed art. 4 - comma terzo della legge regionale n. 15/93;

se non ci sono stati comportamenti omissivi o tantomeno non sono stati esaminati con la dovuta attenzione ed obiettività i curricula dei numerosi aspiranti alla carica, molti dei quali sono conosciuti dalla collettività tutta per la loro spiccata professionalità ed esperienza nel settore;

se non ritengono opportuno rimuovere, per autotutela, l’attuale Presidente e nominare al suo posto un professionista che sia in possesso di tutti i requisiti previsti dalle rispettive leggi.

(110; 19.3.2001)

Risposta – In merito all’interrogazione presentata dall’onorevole Pirillo riguardante la nomina del dottor Antonio Pizzini a Presidente dell’Arssa si fa presente quanto appresso:

- l’articolo 8, comma 1 e 2 della legge regionale 4.8.1995, numero 39 recante: “Disciplina della proroga degli organi amministrativi e delle nomina di competenza del Consiglio regionale” stabilisce i requisiti generali che devono possedere tutti gli aspiranti alle diverse nomine regionali fissando una esperienza professionale minima di cinque anni”;

- l’articolo 4, comma 3 della legge regionale 14.12.1993, n. 15 recante: “Istituzione dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura (Arssa)” recita testualmente che “il Presidente deve essere scelto tra esperti di chiara fama e di comprovata esperienza tecnico-amministrativa e manageriale”.

Ciò premesso, riconsiderata la domanda e l’allegato curriculum del dottor Pizzini si evince che oltre ad essere stato consigliere comunale dal 1978, Vicesindaco e poi Sindaco del comune di Paola per circa sette anni, ha svolto anche le funzioni di consulente dall’1.1.1984 al 2.8.1986 presso il Ministero della Sanità e dal 20.9.1986 al 18.10.1992 presso il Ministero delle Partecipazioni statali acquisendo una esperienza manageriale di elevato profilo tecnico-amministrativo tale da consentire – a parere di questo Settore preposto alla istruttoria delle nomine di competenza del Consiglio regionale – l’inclusione negli elenchi dei cittadini ritenuti idonei a ricoprire la carica di Presidente dell’Arssa ai sensi delle leggi regionali n. 15/93 e n. 39/95.

Il dirigente: (G. Multari)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 143/7^, recante: “D.L. 180/98 e successive modifiche ed integrazioni – Piano stralcio per l’assetto idrogeologico (Pai)” (Deliberazione n. 115)

Il Consiglio regionale

Premesso che il decreto legge 12 ottobre 2000 n. 279 convertito in legge 11 novembre 2000 n. 365, recante: “Interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato e in materia di protezione civile nonché a favore delle zone della Regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre e ottobre 2000;

considerato che in analogia con quanto prescritto dall’art. 1 bis della legge n. 365/2000 “Procedure per l’adozione dei progetti di Piano Stralcio”, la Regione Calabria ha preso atto dell’adozione da parte dell’Autorità di Bacino Regionale del Progetto di Piano Stralcio per la tutela del rischio idrogeologico delibera n. 345 del 27 aprile 2001;

considerato che l’Assessore ai Lavori Pubblici di concerto con la propria struttura ed in sintonia con la deliberazione n. 13 del 29 ottobre 2001 con la quale il Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino regionale ha adottato il piano stralcio per l’assetto idrogeologico;

vista la legge regionale n. 35 del 29.11.1996: “Costituzione dell’Autorità di Bacino in attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni”;

visto che il suddetto Piano interessa il territorio regionale calabrese ad eccezione di alcuni Comuni ricadenti nei bacini interregionali dei fiumi Noce e Sinni annessi al Piano redatto dall’Autorità di Bacino Basilicata ai sensi della L.R. Basilicata n. 2/2001;

visto che oltre ai Comuni calabresi fanno parte del Piano anche alcuni comuni della Basilicata rientranti nel territorio del Bacino del fiume Lao le cui competenze sono della Regione Calabria ai sensi della legge regionale n. 34/1996;

visto l’art. 38, comma 1 dello Statuto della Regione;

udita la relazione del relatore, On. Senatore;

ritenuto di procedere all’approvazione di cui sopra;

delibera

di approvare il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico adottato dall’Autorità di Bacino Regionale, di cui all’art. 1, comma 1 del decreto legge n. 180/98, con le procedure di cui all’art. 80 della legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni, composto dagli elaborati specificati nell’elenco denominato “A” e che fa parte integrante e sostanziale della proposta della Giunta regionale con deliberazione n. 900 del 31 ottobre 2001;

di disporre che gli elaborati cartografici, di cui all’allegato “A” disponibili in un unico esemplare, vidimati dall’Ufficio di Presidenza della Quarta Commissione, vengano depositati presso l’Autorità di Bacino con sede in Catanzaro, via Crispi n. 33 limitatamente al tempo necessario per la loro riproduzione e successivamente saranno custoditi presso il Consiglio Regionale della Calabria con sede in Reggio Calabria;

di impegnare la Giunta regionale a che i programmi attuativi e gli interventi discendenti dal presente Pai, deliberato dalla Giunta regionale, dovranno acquisire preventivamente il parere della competente Commissione consiliare;

di raccomandare, altresì, la Giunta regionale di predisporre tempestivamente un progetto di legge organico sulla “Difesa del Suolo”.

Allegato A)

Proposta di provvedimento amministrativo numero 146/7^, recante: “Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002” (Deliberazione n. 116)

“Il Consiglio regionale

Visto il progetto di bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002 di cui alla delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 246 del 18 dicembre 2001, che si conclude con le seguenti risultanze finali:

Entrate

Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per

    il funzionamento del Consiglio …………….   Euro     73.461.294,00

Titolo 2 Entrate compensative e varie ……………….   Euro      981.268,28

Titolo 3 Partite di giro ……………………………….. Euro    15.101.213,00

                                                                                     -----------------------------

                                                  Totale Entrate             Euro   89.543.775,28

Presunto avanzo di amministrazione applicato

al bilancio 2001 ………………………………………..          Euro    12.394.966,00

                                                                                     ------------------------------

                                      Totale generale Entrate Euro101.938.741,28

Uscite

Titolo 1 Spese correnti ………………………………..           Euro    73.461.294,00

Titolo 2 Spese compensative e varie …………………. Euro    13.376.234,28

Titolo 3 Partite di giro …………………………………           Euro    15.101.213,00

                                                                                      ---------------------------

                                                  Totale Uscite               Euro 101.938.741,28

Delibera

Di approvare il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002 con gli emendamenti introdotti, corredato dalle relazioni dipartimentali (All. 1-2 e 3) e dalla relazione annuale del Collegio dei revisori dei conti (All. 4) con le seguenti risultanze finali:

Entrate

Titolo 1 Fondi assegnati sul bilancio regionale per

    il funzionamento del Consiglio …………….   Euro     73.461.294,00

Titolo 2 Entrate compensative e varie ……………….   Euro      981.268,28

Titolo 3 Partite di giro ……………………………….. Euro    15.101.213,00

                                                                                     -----------------------------

                                                  Totale Entrate             Euro   89.543.775,28

Presunto avanzo di amministrazione applicato

al bilancio 2001 ………………………………………..          Euro    12.394.966,00

                                                                                     ------------------------------

                                      Totale generale Entrate Euro101.938.741,28

Uscite

Titolo 1 Spese correnti ………………………………..           Euro    73.461.294,00

Titolo 2 Spese compensative e varie …………………. Euro    13.376.234,28

Titolo 3 Partite di giro …………………………………           Euro    15.101.213,00

                                                                                     ---------------------------

                                                  Totale Uscite               Euro 101.938.741,28”

Allegato n. 1

Relazione previsionale e programmatica del bilancio di previsione per l’esercizio 2002

Obiettivi del Dipartimento gestione e sviluppo della struttura

La struttura del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002 non appare mutata rispetto agli anni precedenti se non per effetto dell’introduzione dal 1° gennaio della moneta unica europea e dell’istituzione del fondo di riserva per le spese obbligatorie e di quello per le spese impreviste in attuazione delle disposizioni recate dall’articolo 14 del vigente regolamento interno di amministrazione e contabilità.

Nei limiti consentiti dagli automatismi che regolano la maggior parte delle componenti di spesa, non è venuto meno, nella predisposizione del bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002, l’impegno del contenimento delle risorse da chiedere alla Giunta regionale per le indispensabili esigenze di funzionamento dell’Assemblea.

Sulla crescita della previsione di spesa dei capitoli 1 e 3 incide in particolare, oltre all’aumentato numero degli assessori esterni, i miglioramenti apportati dalla legge regionale n. 7/2001 al trattamento indennitario dei consiglieri regionali e ai contributi per il funzionamento dei gruppi consiliari.

Sul versante della spesa per il trattamento fisso ed accessorio del personale si è dovuto tenere conto delle aumentate esigenze finanziarie conseguenti all’applicazione di alcuni istituti contrattuali da portare a compimento nel corso dell’esercizio (vedi ad es. le progressioni verticali), al rinnovo ormai prossimo del contratto di lavoro sia per il personale del comparto che per l’area dirigenziale, alla stabilizzazione del rapporto dei lavoratori Lpu di cui alla legge regionale 30 gennaio 2001, n. 4, al nuovo trattamento economico dei segretari particolari e dei responsabili amministrativi e all’istituzione di un contingente di due unità di supporto tecnico alle strutture speciali di cui alla legge regionale n. 7 del 26 marzo 2001, successivamente modificata dalla legge regionale n. 25 del 29 ottobre 2001 con il passaggio delle unità di supporto tecnico dal livello C al livello D 1.

Nel corso dell’esercizio, inoltre, dovrà essere svolto il concorso riservato agli addetti alle strutture speciali e ai gruppi consiliari, già bandito nel mese di dicembre 2001, con conseguente immissione nei ruoli del Consiglio di un consistente contingente di personale secondo le previsioni della legge regionale n. 25 del 29 ottobre 2001 a cui è da aggiungere la c.d. “ministruttura”, istituita con la legge regionale n. 26 del 29 ottobre 2001, posta al servizio dei Consiglieri regionali non titolari di incarichi istituzionali in ambito consiliare.

Lo sviluppo dell’attività della Commissione speciale per la riforma dello Statuto e del Regolamento interno, ha inoltre determinato l’esigenza di un massiccio ricorso all’istituto del comando da altre Pubbliche Amministrazioni per supportare l’attività burocratica della Commissione attesa l’impossibilità di farvi fronte con il personale di ruolo del Consiglio.

Sul versante delle spese di funzionamento (postali, telefoniche, telegrafiche, stampa, documentazione, biblioteca, ecc.) la previsione in aumento è stata contenuta in 904.812,07 Euro, nonostante che nel corso dell’esercizio si debba procedere ad alcuni rinnovi contrattuali relativi alla sbobinatura e alla stampa dei resoconti e alla manutenzione degli immobili, all’appalto dei lavori per il completamento dell’auditorium e ad alcune ristrutturazioni della sede consiliare per renderne più confortevole e funzionale la fruibilità.

Sotto il profilo degli obiettivi che dovranno essere perseguiti dal dipartimento gestione e sviluppo della struttura una particolare riflessione deve essere posta sul sistema previdenziale in atto goduto dai Consiglieri regionali.

L’attuale sistema, imperniato sulle vigenti disposizioni legislative regionali (legge 14 febbraio 1996 n. 3 e successive modificazioni e integrazioni) prevede che le indennità di fine mandato e i vitalizi sono per intero finanziati, con il bilancio del Consiglio, della Giunta regionale a cui con cadenza periodica vengono versate le relative trattenute mensili operate sull’indennità di carica dei Consiglieri.

L’abbassamento a 55 anni dell’età in cui può essere richiesto il vitalizio, i sensibili miglioramenti apportati nel corso dell’esercizio finanziario 2000, l’incremento del numero degli aventi titolo nascente dal ricorso ad assessori esterni equiparati in toto ai Consiglieri regionali, a cui si aggiunge il sistema bipolare dell’alternanza, porteranno nel medio tempo all’esplosione del sistema se, già nel corso dell’esercizio finanziario 2002, non si vada alla ricerca di fonti di finanziamento alternative.

Appare dunque necessario verificare la possibilità del ricorso al mercato finanziario, i cui rendimenti risultano in atto apprezzabili, su cui investire annualmente gli oneri posti a carico dei Consiglieri e, al fine della costituzione di un fondo d’avvio, l’eventuale avanzo d’amministrazione dell’esercizio 2002.

L’esito della ricerca, da svolgersi da parte del dirigente del dipartimento d’intesa con i settori bilancio e ragioneria e provveditorato dovrà essere illustrata, entro il primo semestre dell’esercizio finanziario, all’Ufficio di Presidenza per l’adozione dei consequenziali provvedimenti.

Anche le poste previste dal capitolo 3 del bilancio 2001, relative alle spese di funzionamento dei gruppi consiliari, non hanno evidenziato la presenza di residui passivi, per cui le variazioni in aumento afferiscono essenzialmente alle spese per il finanziamento sostitutivo per il personale, conseguenza diretta dei miglioramenti apportati dalla legge finanziaria n. 14/2000.

Nel complesso gli stanziamenti previsti, nei termini di competenza e di cassa, nei capitoli 1 e 3 risultano commisurati all’effettivo fabbisogno finanziario e, trattandosi di spese in gran parte fisse e pertanto non soggette a comportamenti discrezionali da parte dei dirigenti, le poste in cui si riparte il capitolo 1 sono assegnate direttamente al settore gestione economica delle risorse umane, quelle afferenti il capitolo 3 al settore bilancio e ragioneria secondo le competenze definite dalla struttura organizzativa del Consiglio.

La previsione di spesa del capitolo 4, relativa al trattamento fisso ed accessorio del personale che comunque presta la propria attività lavorativa in favore del Consiglio regionale, prevede un aumento della sola posta relativa alla spesa per il trattamento fisso del personale appartenente al ruolo del Consiglio, dovendosi tenere conto che nel corso dell’esercizio saranno svolte, in attuazione del contratto di lavoro del comparto, le selezioni per le progressioni verticali e i concorsi pubblici per la copertura di posti che eventualmente dovessero restare vacanti e di quelli assegnati dal piano occupazionale ai profili professionali di cui il Consiglio risulta carente.

Le poste relative al trattamento fisso e accessorio di tutto il personale sono assegnate al dirigente del settore gestione economica delle risorse umane.

Al dirigente del settore provveditorato e servizi tecnici sono assegnati gli importi iscritti negli articoli 170 e 290, relativi all’indennità per progettazioni ex art. 18 della legge n. 216/1995 e all’assicurazione per responsabilità professionale dei dirigenti ex art. 38 dei Ccnl.

La posta iscritta all’articolo 190, relativa all’aggiornamento e alla formazione del personale dipendente è assegnata al dirigente del settore trattamento giuridico delle risorse umane che la utilizzerà nell’ambito dei programmi che saranno stabiliti in seno alle delegazioni trattanti sia del comparto che della dirigenza. Resta tuttavia ferma l’esigenza di destinare quota parte della spesa ad alcuni specifici percorsi formativi afferenti lo sviluppo professionale in attuazione del nuovo ordinamento contrattuale del personale (progressioni verticali) e l’attuazione delle misure di sicurezza del personale in applicazione del d.lgs. 626/1994 e successive modificazioni e integrazioni.

Dovranno invece essere contenute le partecipazioni a corsi c.d. “a catalogo”, proposte da scuole, enti o istituzioni di formazione che dovranno essere limitate a specifiche unità di personale e previa autorizzazione dei direttori generali.

Il 2002 si configura come l’anno in cui si compirà il processo di riforma dell’ordinamento regionale, già avviato nell’anno in corso. Appare quindi necessaria l’adozione di una serie di iniziative a sostegno dell’attività della speciale Commissione consiliare secondo le indicazioni programmatiche già indicate dall’Ufficio di Presidenza di quell’organismo che afferiscono, per quanto riguarda i titoli di spesa, la mobilitazione degli organi di informazione, il coinvolgimento delle autonomie locali, dei cittadini e delle diverse articolazioni sociali, il coinvolgimento di illustri costituzionalisti, i contatti con le altre Regioni, lo svolgimento di attività seminariali, di studi e ricerche, il confronto con le esperienze già maturate in altre Regioni d’Europa.

Sarà cura del dirigente preposto al governo della struttura burocratica della Commissione per l’autoriforma proporre, alla Commissione stessa e quindi all’Ufficio di Presidenza del Consiglio un dettagliato programma operativo con la prenotazione dei fondi necessari ad attuarlo da prelevare sugli specifici articoli di spesa.

Nell’articolo 260 del progetto di bilancio è iscritta una previsione di spesa di 2.582,285 Euro, determinata ai sensi della legge 29 maggio 1982, n. 297, che rappresenta il maturato a titolo di trattamento di fine rapporto del personale in servizio al 31.12.2001.

La prospettiva del paesaggio dal sistema retributivo a quello contributivo e del trasferimento, tutto o in parte, del trattamento di fine rapporto ai fondi pensionistici complementari, ipotizzati dalla recente delega del Parlamento al Governo nazionale, impongono che si preveda per tempo ad accantonare per ciascun lavoratore la quota di retribuzione annua riferita al trattamento economico di fine rapporto.

Tuttavia, l’immobilizzo sic et simpliciter di tali somme è riduttivo sul piano finanziario, per cui appare apprezzabile, similmente alle indicazioni formulate per le indennità di fine mandato e i vitalizi dei consiglieri, lo svolgimento di un’indagine conoscitiva, anche nell’ambito del rapporto di tesoreria instaurato a decorrere dal 1° gennaio 2002, con il Banco Antoniano - Veneto, sui possibili rendimenti offerti dal mercato finanziario da sottoporre alla valutazione dell’Ufficio di Presidenza da parte del direttore generale del dipartimento previa intesa con i dirigenti dei settori ragioneria e bilancio, trattamento economico delle risorse umane e provveditorato e servizi tecnici.

La previsione di spesa di cui all’articolo 220 rappresenta la parziale somma posta a disposizione della delegazione trattante di parte pubblica per il trattamento accessorio del personale addetto alle strutture amministrative del Consiglio, a cui devono aggiungersi le risorse derivanti dagli automatismi contrattuali, i risparmi e i trasferimenti di fondi previsti da specifiche disposizioni.

Sulla gestione patrimoniale e sui costi di funzionamento l’incidenza in aumento è da ascrivere alle spese postali, telefoniche, di cancelleria, di fitto e per la fornitura di energia elettrica, gasolio e acqua.

Per quanto attiene il completamento della fruibilità della sede del Consiglio, costituisce obiettivo del dipartimento, da perseguire nel corso del 2002, il completamento dell’auditorium, la sistemazione definitiva delle aree circostanti l’immobile, l’acquisizione degli ulteriori arredi e degli impianti speciali e complementari, la messa in funzione dell’impianto di desalinizzazione delle acque e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Per tali finalità, l’intera previsione di spesa è assegnata al dirigente del settore provveditorato e servizi tecnici.

Particolare attenzione l’Ufficio di Presidenza intende rivolgere alla sicurezza della rete informatica del Consiglio. Esaurita la fase di acquisizione delle attrezzature l’attività dell’anno 2002 dovrà essere rivolta all’attuazione del progetto di intervento sul sistema informatico in corso di predisposizione da parte dell’ing. Tommaso Marino incaricato della consulenza da parte dell’Ufficio di Presidenza con la deliberazione n. 47 del 20 marzo 2001, che dovrà pervenire alla verifica dello stato di efficienza della rete cablata, a unificare la manutenzione hardware e software, a salvaguardare dalla intromissione di terzi non autorizzati e dai veicoli da infezione da virus i computer.

L’utilizzazione da parte dei Consiglieri regionali preposti ad organismi politico istituzionali del proprio mezzo di trasporto, comporta la necessità di dismettere il parco auto del Consiglio conservando un numero limitato di vetture in funzione esclusiva di rappresentanza, conseguendo in tal modo un significativo contenimento della spesa.

Il trasferimento nella nuova sede del Consiglio ha comportato la parziale dismissione e il successivo acquisto di beni mobili e di attrezzature per cui appare necessario che il provveditorato si adoperi perché, nel corso dell’esercizio, sia completato l’inventario di tali beni con l’indicazione del valore d’acquisto, di modo che si possa realizzare un piano di ammortamento annuale.

Nonostante che l’accorpamento in un’unica sede degli uffici del Consiglio abbia consentito un miglioramento dell’efficienza dei servizi, si è dovuto constatare che l’immobile mal si presta alle attività di alta rappresentanza che caratterizza la vita istituzionale di un’Assemblea legislativa. Prendendo atto di tale carenza il Consiglio, con il comma 1 dell’articolo 9/bis della legge regionale n. 7/2001, ha stabilito di destinare l’avanzo di amministrazione scaturente dal conto 2001 all’acquisizione al patrimonio dell’ente di immobili di particolare pregio storico - artistico da destinare a finalità istituzionali e di rappresentanza del Consiglio regionale. Attesa l’urgenza di provvedere a quanto previsto dalla citata norma, all’atto dell’approvazione del verbale di chiusura dell’esercizio 2001, l’Ufficio di Presidenza provvederà ad autorizzare il direttore generale del dipartimento a prenotare l’avanzo di amministrazione per le finalità di che trattasi.

Le note che precedono non esauriscono di certo le indicazioni programmatiche per l’esercizio finanziario 2002. La natura flessibile degli strumenti di programmazione legati al decorso del tempo e al sopravvenire di nuove esigenze, fanno sì che in prosieguo ulteriori obiettivi possano essere indicati alla struttura dipartimentale dell’Ufficio di Presidenza.

Per la valutazione dei risultati conseguiti dai dirigenti, come per l’anno precedente, l’Ufficio di Presidenza individua i seguenti indicatori di efficacia, economicità ed efficienza:

1. Le capacità di autoformazione e formazione dei collaboratori;

2. le capacità di risolvere i problemi e la corretta gestione del proprio lavoro;

3. le capacità di migliorare i processi dell’attività cui si è preposti con particolare riferimento al controllo di gestione;

4. le capacità di delega in relazione alle posizioni organizzative ed ai responsabili dei procedimenti;

5. la capacità di motivare, guidare e valutare i collaboratori e di generare un clima organizzativo favorevole alla produttività;

6. la capacità di gestione delle risorse assegnate per il funzionamento della struttura;

7. presenza in servizio per attività degli organi e/o per incombenze legate all’incarico, oltre il normale orario di servizio.

Allegato n. 2

Dipartimento Segretariato Generale

Ipotesi di programma di attività per il 2002

La riforma costituzionale introdotta con la legge costituzionale n. 3/2001 si presenta come un’occasione unica per le Regioni che sono i soggetti istituzionali privilegiati chiamati a cogliere le potenzialità del cambiamento. La soppressione dei controlli, l’aumento delle competenze normative, la potestà regionale nelle relazioni internazionali, il federalismo fiscale dovrebbero liberare nuove energie ed aprire nuove competenze, senza suscitare incapacità che possono ingabbiare la crescita politica e democratica delle regioni stesse.

La riforma, infatti, apre il cantiere della legislazione e della trasformazione: a poco più di un anno dalla sua approvazione Leggi e Testi Unici riguardanti gli Enti locali sono divenuti obsoleti, dopo la riforma del Titolo V della Carta Costituzionale. Si pensi al Dlgs n. 267/2000 che dovrà essere riscritto dalle singole Regioni a cui vengono attribuiti dagli artt. 114 e 117 Cost. ampie prerogative e certamente non senza il contributo degli stessi Enti locali dei quali è stata rafforzata l’autonomia statutaria e regolamentare. La modifica del Titolo V della Costituzione ha quindi una portata più innovativa di quanto si ritenesse. Il federalismo conferisce un assetto completamente nuovo alla pubblica amministrazione, rompe consolidate simmetrie. Crea nuovi equilibri. Costringe a rivedere leggi e regolamenti. Ridimensiona il ruolo dello Stato centrale, attribuendo maggiore poteri istituzionali alle Regioni e agli Enti locali. Assegna agli Enti locali pari dignità costituzionale, stabilendo che la Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. Li colloca in una posizione orizzontale. Obbliga a revisioni profonde del modo di essere e di operare delle amministrazioni sia centrali che locali. Certamente la maggior parte delle Regioni e degli Enti locali non si lasceranno sfuggire l’occasione per occupare da subito nuovi spazi istituzionali, per porre in essere statuti, leggi e regolamenti più evoluti, per dotarsi di più efficienti assetti organizzativi, per dare un’impronta di modernità alle loro procedure.

Gli enti locali del Mezzogiorno in particolare dovranno dimostrare di essere in grado di gestire il cambiamento e di meritare la fiducia espressa dal Parlamento, che è stata ratificata dal voto popolare. Il nuovo testo dell’articolo 119 della Costituzione lascia il Mezzogiorno senza il paracadute delle misure straordinarie che avevano per obiettivo la sua valorizzazione e quella delle Isole. Ma la questione meridionale non è scomparsa e si apre dunque una stagione di incertezza per le regioni meridionali che sono chiamate ad una sfida vitale per il loro futuro. Esse in particolare dovranno fare tesoro della rinnovata opportunità di riorganizzazione che viene loro accordata, per affrontare in modo nuovo i problemi dello sviluppo. Occorrerà stabilire un approccio nuovo ai problemi: si richiede la conoscenza del territorio e la capacità di lettura dei suoi fabbisogni e delle sue potenzialità. Le realtà locali diventeranno protagoniste del loro sviluppo attraverso la diretta realizzazione di progetti finanziati dalla Comunità Europea nei più vari settori. Gli estensori delle politiche europee hanno sottolineato come la coesione e l’integrazione deve essere fondata sull’abbandono dei rigidi modelli nazionali di programmazione e sviluppo, in favore di un sistema in cui i soggetti locali assumano autonomia decisionale ed operativa. Di qui la necessità di praticare politiche innovative su base locale.

Le istituzioni locali dovranno ridefinire la loro area di competenza, dando coerenza ai poteri riconosciuti legislativamente e con le funzioni imposte dallo sviluppo competitivo e dalle problematiche sociali.

Occorre dotare le amministrazioni locali ed in particolare gli uffici dei Consigli regionali di un’apposita struttura che si occupi con estrema attenzione delle politiche comunitarie che possono rappresentare un passo importante di progresso e di rinnovamento per l’utilizzo coerente e razionale delle risorse che vengono dal contesto sovranazionale.

Nell’ottica della valutazione strategica ai fini del conseguimento degli obiettivi previsti nel programma di attività, del dipartimento Segretariato generale occorre porre attenzione dapprima agli obiettivi di carattere generale che investono la funzione dell’Assemblea, il compimento e la formalizzazione delle sue manifestazioni di volontà, tenendo conto delle condizioni ordinarie dell’attività lavorativa che discendono dalle procedure e dagli adempimenti previsti dal vigente Statuto regionale e dal Regolamento del Consiglio, che è per larga parte immutato. Sono valide ed immutate le procedure preparatorie seguite prima dell’entrata in vigore della L.C. n.3/2001 ma gli obblighi istituzionali e procedurali impongono agli Uffici maggiore attenzione in relazione al venir meno del controllo governativo.

I capisaldi dell’attività del Segretariato generale sono orientati a:

- garantire l’assistenza all’Assemblea consiliare sviluppando le manifestazioni di volontà della stessa in atti formali e sostanziali, come provvedimenti del Consiglio regionale della Calabria;

- favorire la conoscenza e l’esternazione dell’attività consiliare attraverso l’attività di resoconto sommario ed integrale e la pubblicazione degli atti del Consiglio regionale, delle audizioni delle Commissioni permanenti e delle Commissioni speciali ecc.

-   svolgere la funzione di coordinamento e di raccordo con il Dipartimento Assistenza agli organi, per l’individuazione di nuovi obiettivi, ed il Dipartimento Gestione della struttura per il perseguimento del miglioramento dei servizi. Le nuove e maggiori competenze che i DD.LL.GG. hanno rassegnato agli Enti Locali ne hanno fatto crescere le attese che sono vieppiù lievitate in seguito alle recenti modifiche costituzionali che determinano nuovi orizzonti di autonomia, e l’esigenza di maggiore efficienza amministrativa con l’avvio di nuovi processi interni di verifica e compatibilità. Si pensi al controllo interno di gestione;

- la funzione presuppone la graduale introduzione di un modulo di servizio che abbia come obiettivo gli aspetti formativi, organizzativi e procedurali legati all’attività del programma, allo scopo di osservarne l’attuazione, la verifica e la correzione eventuale.

Una nuova iniziativa che il Dipartimento prossimamente avvierà nella sede del Consiglio regionale è rappresentata dall’apertura di:

- uno sportello Bre realizzato in convenzione con la S.c.p.a. Bic - Calabria per costituire un punto di contatto permanente tra il soggetto abilitato alla promozione dello sviluppo e dell’iniziativa di impresa e gli amministratori comunali ed i consiglieri regionali, avendo riguardo alle opportunità offerte dalla regolamentazione comunitaria ed ai programmi di sviluppo regionale.

Al Segretario generale fa capo anche l’attività del Servizio flussi informatici, in cui è operante una P.O. che segue gli affari della struttura. Il Servizio cura la messa in rete degli atti prodotti dal Consiglio regionale e dalle Commissioni permanenti per assicurarne la massima divulgazione. L’attività si apre all’offerta di servizi di generale interesse e di informazione agli enti locali, ai cittadini. La gamma dei servizi informatici del Consiglio regionale saranno potenziati e fortemente caratterizzati nel 2002, in quanto lo sviluppo del programma dell’anno precedente consentirà di una vetrina nel Web autogestita, senza il ricorso a fornitori locali, con un contratto diretto di fornitura con la Telecom Italia e con la registrazione a dominio del sito www.Consiglio regionale.calabria.it. Le accresciute potenzialità del servizio nel corso dell’anno 2002 consentiranno di mettere a disposizione dei consiglieri regionali 30 collegamenti privilegiati e un numero verde per la chiamata dall’esterno.

Nell’ultimo scorcio dell’anno 2001 sono stati aggregati al Segretariato generale i Settori Segreteria dell’Ufficio di Presidenza e Collegio dei Revisori dei Conti. Il primo opera in stretta collaborazione con l’organo di gestione del Consiglio e collabora con il Gabinetto del Presidente per gli affari del suo ufficio ed assiste l’U.P. nella sua attività deliberativa della gestione del C.R.. La struttura del Settore che assiste il Collegio dei Revisori dei Conti svolge compiti di qualificata verifica dei rendiconti del Consiglio regionale e della Giunta regionale. I due settori sono incardinati nel Dipartimento Segretariato Generale per assicurare comunque alla struttura burocratica del Consiglio regionale il principio della dipendenza gerarchica che facilita l’individuazione delle responsabilità e della valutazione secondo i princìpi generali contenuti nel D.L.g.s. n. 165/2001.

Le attività su riportate comprendono in buona sostanza le funzioni istituzionali del Dipartimento Segretariato Generale che, nell’ipotesi di programma descritto, vanno riportati in un percorso concreto di fasi organizzative che si traducono in: missioni, compiti e processi. Il Segretario Generale si occuperà nell’anno 2002 anche dello svolgimento dei concorsi per il reclutamento del personale da destinare alla struttura ausiliare di supporto permanente ai gruppi e alle strutture speciali, di cui alla L.R. 29.10.01 n. 25 artt. 4 e 5 e alla successiva delibera UP n. 218 del 20 novembre 2001.

Le riforme istituzionali

Le misure di decentramento avanzato introdotte nell’ordinamento statuale a Costituzione immutata, inevitabilmente orienteranno sempre più l’Assemblea verso leggi che privilegiano il decentramento amministrativo con il trasferimento più ampio di competenze alle Regioni, Province e Comuni.

Infatti, le modifiche costituzionali introdotte con la L.C. n. 1/1999 e n. 3/2001 hanno realizzato le condizioni oggettive per un più accentuato decentramento di tipo federalista che ha rilanciato il ruolo della Regione quale ente di programmazione e controllo. L’autonomia finanziaria, identificata come federalismo fiscale, che gli enti si accingono a perseguire, rappresenta una variabile di grande aleatorietà per Regioni come la Calabria. Infatti, solo se le entrate ed i trasferimenti di risorse saranno consistenti e certi, attraverso il fronte della spesa regionale si potrà sostenere lo sviluppo economico delle realtà locali. La capacità di governo di una Regione sarà sempre più valutata dalla capacità di avere il pieno controllo sugli interventi attuati, sulle leve e sugli strumenti a disposizione e sulle risorse utilizzate. La credibilità politica regionale dipenderà molto dalla capacità di instaurare un sistema organico e complessivo di regole di programmazione e controllo, in grado di tener conto della complessità delle istanze dell’ambiente esterno e delle relazioni che esistono tra gli attori che lo compongono.

I lavori del Consiglio regionale vivranno una stagione di forte impegno, che partendo dalle modifiche costituzionali vedrà il Consiglio occuparsi delle conseguenti modifiche statutarie in linea con la correzione federalista e la devoluzione agli enti locali.

Si ritiene che in una breve scheda si possano ipotizzare i possibili scenari di tipo istituzionale, partendo dalle leggi di modifica costituzionale: L.C. n. 1/1999 e n. 3/2001:

- Progetti di correzione federalista degli Statuti;

- Leggi orientate verso il decentramento amministrativo con il trasferimento più ampio di poteri alle Province, Comuni, Cciaa, Cc.Mm.

Le implicazioni conseguenti sono un profondo rinnovamento dello Statuto e del Regolamento del Consiglio;

- L’approvazione delle norme che regolano le procedure del referendum confermativo;

- Il nuovo disegno delle competenze del Consiglio regionale e degli organi del Consiglio;

- La legge elettorale ed il federalismo fiscale.

- Lo studio di procedure di autotutela amministrativa in relazione all’abolizione dei controlli preventivi.

A tale proposito si avverte la necessità di potenziare anche la struttura del Segretariato perché a tutela dell’attività del Consiglio regionale vengano previste forme di consultazione e di sperimentazione simulata, preventiva all’approvazione di ogni nuova legge. Infatti, nella nuova fase in cui le delibere legislative sono sottoposte solo all’esame del C.R., sarebbe opportuno che le Commissioni consiliari permanenti siano sempre chiamate a deliberare in sede referente o redigente, su ogni progetto di legge, mutando perciò le disposizione del vigente regolamento senza l’assillo dell’applicazione dell’art. 67 che consente il passaggio diretto in aula di provvedimenti non ancora esaminati dalle stesse Commissioni. Potrebbero infatti scaturire decisioni adottate sotto l’assillo di emergenze, senza un’approfondita riflessione e senza essere precedute da metodi di elaborazione basati su analisi finalizzate alla valutazione degli effetti e delle relative possibilità di attuabilità.

Si avverte l’esigenza di istituzionalizzare l’analisi tecnico-normativa che secondo uno schema fisso che il Dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha predisposto e che può essere sintetizzata nei seguenti punti essenziali:

1) verifica dell’incidenza della normativa proposta sull’ordinamento giuridico vigente;

2) conformità alla costituzione e alla normativa comunitaria;

3) rispetto delle competenze e delle regioni e delle autonomie locali, nonché dei precedenti interventi di legificazione;

4) controllo della correttezza delle definizioni e dei riferimenti normativi contenuti nel testo della proposta di provvedimento:

5) valutazione delle tecniche di modificazione ed abrogazione delle disposizioni vigenti utilizzate, riportando soluzioni alternative prese in considerazione ed escluse.

Il Consiglio regionale dovrà, dunque, per liberarsi della deriva di norme non applicate o controverse e costose, che non sono utili al cittadino, attrezzare le proprie strutture burocratiche per costituire strutture idonee in grado di compiere l’analisi di impatto della regolamentazione che via, via viene introdotta (acronimo Air) basata sulla misurazione o sulla valutazione degli effetti delle regole, dei costi delle Aapp. e dai privati. L’uso dell’Air consente di verificare preventivamente la congruità del contenuto e successivamente all’emanazione, l’efficienza della loro attuazione mediante procedure valutative ad hoc.

Il Consiglio regionale probabilmente si dovrà occupare di più di programmazione e controllo perciò occorrerà tenere conto dei limiti attuali e prevedere strumenti nuovi per rendere operative le due funzioni.

Quale la tipologia delle attività istituzionali dei Cc.Rr. dopo la riforma degli Statuti:

a) Legislativa;

b) Programmazione e vigilanza - interventi sostitutivi sugli Ee.Ll. inadempienti;

c) Funzioni di Vigilanza e Controllo:

- c1 - Implementare sistemi adeguati di vigilanza sull’attività della G.R.;

- c2 - Prevedere ed impostare sistemi di monitoraggio e di controllo degli Ee.Ll. per le funzioni delegate.

d) Comunicazione e informazione:

- d1 - necessità di disporre di un flusso di informazioni di ritorno degli enti locali, istituzionalizzando un sistema di conferenze di servizio;

- d2 - disporre gli strumenti statutari e regolamentari perché in forma regolare e continua venga trasferita al Consiglio regionale, a cura della G.R. ogni informazione utile per costruire il patrimonio dei dati e delle conoscenze che sono funzionali all’esercizio della vigilanza e del controllo ma, soprattutto, per una qualificata e puntuale attività legislativa.

Effetti sulla struttura organica del C.R.

I sistemi interni di programmazione e controllo di una Regione devono essere in grado di supportare contemporaneamente:

- La negoziazione tra i diversi livelli istituzionali, patti sociali;

- La programmazione negoziata tra i diversi attori;

- La negoziazione e le verifiche di fattibilità interna.

A questi fini occorre impostare sistemi interni di monitoraggio e di avanzamento dei progetti integrati ai diversi livelli. Tali sistemi oltre che dialogare tra loro devono poter essere alimentati dai singoli sistemi informativi settoriali della G.R.

Il piano di formazione invece dovrebbe essere indirizzato a beneficio dei nuovi profili e dei lavoratori che avanzano in carriera per effetto di progressione verticale per assicurare attraverso l’arricchimento del bagaglio personale e la formazione continua il facile avvicendamento di quei soggetti prossimi al collocamento a riposo. Occorre coniugare l’innovazione con la qualificazione continua per incrementare la qualità tecnica giuridica con la professionalità nel lavoro per soddisfare le legittime aspirazione di crescita di ciascuno. L’aggiornamento dei restanti dipendenti dovrebbe contenere anche due diverse linee di attività che di seguito vengono precisate:

a) ad orientamento tecnologico, per l’uso dei nuovi strumenti di lavoro: personal computer, software applicativi, uso di nuovi strumenti di registrazione in aula da riservare alla fascia di personale A, B, C.

L’allestimento di una sala multimediale si rende necessaria per le normali attività interne, anche di formazione e per la fruizione di Internet da parte del pubblico. Potrebbe essere composta da sei postazioni e da adeguate attrezzature che saranno precisate nel piano di spesa.

b) ad orientamento giuridico, amministrativo e legislativo, per l’aggiornamento del personale di fascia B, C, D, sulle tematiche relative al rinnovo dello Statuto e del Regolamento. Dovrebbe partecipare il personale del Segretariato per adeguare le proprie conoscenze ai processi di mutamento in corso, con l’aggiornamento continuo.

Infine, tra gli obiettivi del Segretariato si riserverà particolare attenzione alla ottimizzazione dell’attività di assistenza e di servizio alle funzioni consiliari ancora a Statuto immodificato, per pervenire alla introduzione dell’analisi di impatto della regolamentazione come sperimentazione presso i Consigli regionali. Nella prospettiva dei nuovi compiti e funzioni sarà valutata l’opportunità di elaborare una ipotesi di modifica dell’organigramma del Segretariato generale dopo la riforma dello Statuto e del Regolamento. Appare indispensabile aggiungere al Segretariato Generale una figura P.O. che si occupi di politiche comunitarie indispensabile nel momento in cui già presso la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, delle Assemblee legislative e delle Province autonome, la Calabria dovrà seguire attraverso il proprio Presidente del Consiglio i rapporti che coinvolgono i Consigli regionali, l’Unione Europea e il Parlamento Comunitario.

Appare improcrastinabile il reclutamento di nuove risorse umane altamente qualificate da impiegare nei nuovi settori d’interesse del Consiglio regionale che l’evoluzione amministrativa ed organizzativa hanno posto in evidenza, in primis: il controllo interno di gestione, l’ufficio di studi riguardante l’analisi preventiva dell’impatto della regolamentazione regionale (Air) che tante conseguenze produce anche sui cittadini calabresi. Gli effetti di tale analisi preventiva dovrebbe condurre allo studio ed osservazione del territorio, dell’ambiente, delle statistiche riguardanti gli aspetti sociali, l’attività legislativa, col controllo finale dei progetti di legge prima dell’approvazione da parte del Consiglio regionale.

Programma di spesa

Segreteria del Consiglio                                      E.         258.228

Resoconti e attività organismi non istituzionali      E.          51.645

Flussi informatici                                                E.          87.500

Controllo interno di gestione                               E.         15.493

Delegazione Romana                                          E.         15.493

Revisori dei conti acquisto mobili                                    E.          51.645

Totale Programma Di Spesa                                E.         531.649

 

In ordine al programma di spesa per l’anno 2002 occorre preventivare i materiali strettamente attinenti all’attività di servizio dei settori, quelli di consumo, le attrezzature e il mobilio che sono necessari all’impianto organizzativo del Segretariato generale.

Per la Segreteria generale è necessario preventivare l’acquisto di strumentazioni di tipo meccanizzato per l’attività di archivio e riproduzione degli atti cartacei che pervengono al Consiglio regionale, il rinnovo delle attrezzature informatiche obsolete e dei mobili fuori uso. La spesa presunta ammonta a circa £. 500.000.000 Euro 258.228.

Per il Settore Resoconti occorre preventivare la spesa della pubblicazione degli atti consiliari oltre il rinnovo delle attrezzature informatiche che quasi nella totalità sono obsolete. La spesa presunta ammonterebbe a circa £. 100.000.000 Euro 51.645.

Per il Servizio Flussi Informatici che è stato ampiamente rinnovato in seguito dell’attuazione delle innovazioni introdotte con il programma 2001, è necessario assicurare una serie di standard operativi necessari al sistema informatico nonché l’acquisizione di attrezzature:

a) Sicurezza Client:

L’unico modo per garantire la sicurezza dei dati (che si tratti di dati sensibili o no, è poco rilevante) è quello di dotare le macchine presenti nella struttura di un sistema operativo, il più sicuro possibile.

La scelta non può che cadere su un S.O. Windows di classe NT - sigla che sta per Network (per l’appunto rete) - ; in questo momento senza dubbio il Windows 2000 Professional, probabilmente dopo giugno si dovrà parlare di Windows XP professional, attualmente troppo nuovo per risultare affidabile.

E’ appena il caso di sottolineare il fatto che la “migrazione” dovrà riguardare comunque tutte le macchine presenti in Consiglio di ogni ordine e grado e che il passaggio al Windows XP comporterà - per tutta una serie di incompatibilità hardware - la necessità di un ulteriore aggiornamento hardware di parecchie macchine (le più datate).

In questo processo il punctum dolens resta quello delle ormai obsolete macchine del progetto Telcal (Protocollo, Office 241.) che non sopporteranno tale operazione e che non possono essere sostituite, stante la presenza di un particolare tipo di software anch’esso vetusto.

Il costo per macchina sarà di circa Euro 200.

Da quanto sopra esposto ne consegue la raccomandazione di non procedere più all’acquisto di nuove macchine prive di un S.O. della famiglia Windows NT.

b) Sala Multimediale:

Sarà composta da sei postazioni (una macchina media, tipo un AMD XP 1800+, 256 Mb di Ram, Hard Disk da 40 Gb a 7200 rpm, scheda video almeno Geforce2 o Ati radeon 8xxx, monitor da 17” flat screen, etc. etc.); queste macchine condivideranno due stampanti dipartimentali (con interfaccia di rete indipendente, formato A4, laser in B/N) e due scanner di media qualità (formato A4, colore a 48bit, interfaccia USB o SCSI e software per la condivisione dello stesso).

Il costo di una macchina sarà attorno ai Euro 2000.

Costo di una stampante circa 2000 Euro.

Costo per scanner circa 450 Euro.

b) Stazioni di lavoro per grafica/audio/video (multimediali):

Si ha intenzione di allestire anche un piccolo centro di produzione multimediale, che potrebbe fare la differenza in termini di efficienza e puntualità per quelli che saranno in avvenire i contenuti multimediali del nostro sito web. E’ intenzione infatti realizzare oltre ad un archivio delle dirette dall’aula in formato audio e/o video, interviste alle personalità in visita al Palazzo del Consiglio, interviste ai consiglieri, fumati di interesse storico/politico archiviati e a disposizione del pubblico del sito, oltre ad archivi di foto storico/politiche, il tutto con possibilità di divulgazione anche per mezzo di CD-Rom multimediali realizzati dal personale della struttura.

c) Rinnovo parco macchine:

E’ necessario procedere tempestivamente all’ammodernamento del parco macchine in forza alla struttura dei flussi informatici con macchine in grado di sopportare sia la mole di lavoro che la grande quantità di programmi software che quotidianamente vengono utilizzati.

Le macchine ideali sono quelle cosiddette “di marca” come le HP della famiglia Kayak (attuali X2000) che sono il massimo del rapporto qualità/prezzo. Il costo per ciascuna di queste macchine si aggira sui 4500 Euro. Inoltre sono necessarie anche due stampanti dipartimentali come quelle descritte nel punto precedente e due scanner anche questi già descritti.

E’ necessario poi dotare alcune di queste macchine di capacità multimediali avanzate, e più precisamente di: scheda di acquisizione/compressione video e audio di medio livello (semi/professionali), scheda grafica avanzata e specifica per grafica 2D e 3D (tipo CAD e progettazione), monitor di grandi dimensioni (almeno 21”, come quelli degli studi di grafica).

Il costo totale per queste aggiunte si aggira intorno agli 8000 Euro.

d) Periferiche di stampa:

Saranno necessarie due stampanti a colori, una per provini e per piccoli documenti a colori ed una per stampe di dimensioni maggiori e per tirature più grandi; l’ideale in questa direzione sarebbe una stampante laser a colori di formato A3 (costo circa 5000 Euro), ed un plotter a colori a getto d’inchiostro a colori in formato A0 (circa 13000 Euro).

f) Periferiche di acquisizione/proiezione:

Si è più volte manifestata la necessità di disporre di alcuni strumenti indispensabili per poter fruire con immediatezza di foto e video idonei alla pubblicazione sul web, al fine di “arricchire” le dirette dalle Aule, dai convegni, dalle manifestazioni ufficiali. Le apparecchiature necessarie consistono in una macchina fotografica digitale, un video proiettore SVGA (e relativo schermo) ed una videocamera anch’essa digitale.

Il costo di questi oggetti è:

per la macchina fotografica attorno ai 1600 Euro;

per il videoproiettore attorno ai 7000 Euro;

mentre per la videocamera si spendono circa 5000 Euro.

Spesa presunta:   £ 170.000.000 Euro 87.500

Per il Servizio di Controllo Interno di Gestione occorre preventivare l’acquisto di personal computer e di programmi per l’attività connessa alla funzione. Spesa presunta £. 30.000.000 Euro 15.493.

Occorrerà, infine, prevedere per la Delegazione romana, l’acquisto di attrezzature e il rinnovo di quelle obsolete, di materiali di consumo e di pubblicazioni utili per i consiglieri in visita di lavoro. Spesa presunta £. 30.000.000 Euro 15.493.

Per i Settori Segreteria Ufficio di Presidenza, per il rinnovo di attrezzature, mobilio e materiali di consumo spesa presunta £ 100.000.000 Euro 51.645.

Per il Settore Collegio dei Revisori dei Conti acquisto mobili, attrezzature e materiali di consumo £. 100.000.000 Euro 51.645.

Allegato n. 3

Dipartimento Assistenza agli Organi Istituzionali

Relazione previsionale e programmatica anno 2002

COMPITI ISTITUZIONALI

> Assistere e garantire il funzionamento delle Commissioni Consiliari Permanenti e delle altre eventuali Commissioni;

> Fornire consulenza tecnico-legislativa ai Consiglieri regionali, al Presidente del Consiglio e all’Ufficio di Presidenza;

> Garantire agli organi istituzionali ed al pubblico, attraverso il Settore Documentazione e Biblioteca, un adeguato servizio per la conoscenza di tutta la legislazione nazionale e regionale, la giurisprudenza e la dottrina, attrezzando in maniera adeguata con un costante aggiornamento la sezione giuridica della Biblioteca; fornire agli studiosi attraverso la sezione multidisciplinare della Biblioteca un patrimonio culturale di elevato valore, operando per un suo oculato accrescimento;

> Formulare proposte all’Ufficio di Presidenza, direttamente o d’intesa con le altre Direzioni Generali, per l’elaborazione di programmi, direttive, schemi di progetti di legge e di atti amministrativi;

> Fornire tutta l’assistenza necessaria alla Commissione per l’Autoriforma, sia sul piano logistico che sul quello scientifico, fino al compimento di tutta l’attività cui è stata chiamata: nuovo statuto e regolamento, leggi referendarie ed elettorale, che impegneranno probabilmente tutto il 2002.

OBIETTIVI DI GESTIONE

Per i settori delle quattro Commissioni:

> Registrazione e fascicolazione degli atti trasmessi dalla Segreteria Generale in relazione alla competenza di ciascuna Commissione; tenuta dell’archivio corrente e di quello storico;

> Corrispondenza con la Giunta, i singoli assessorati e la Segreteria Generale;

> Predisposizione e notificazione dell’ordine del giorno dei lavori e redazione dei verbali delle sedute;

> Rapporti con la Giunta Regionale ed i singoli Assessorati nonché uffici ed enti interessati ai procedimenti di rispettiva competenza;

> Rapporto continuo di interscambio con il settore legislativo diretto alla elaborazione e produzione del materiale occorrente ad una produzione legislativa corretta ed efficace;

> Relazioni, documentazione, elaborazione dei testi in discussione, raccolta, classificazione ed istruzione del materiale legislativo o documentale necessario allo svolgimento dell’attività di studio e referente propria delle Commissioni;

> Coordinamento formale dei testi elaborati dalle Commissioni e loro trasmissione agli organi competenti;

> Assistenza ai Consiglieri nell’attività di ricerca e nella formulazione di proposte di emendamenti, d’intesa con il Settore Legislativo e con il Responsabile del Dipartimento;

> Relazioni tecniche di accompagnamento per ciascun provvedimento in discussione, con riferimento alla legittimità ed alla fattibilità dello stesso, come parere dell’ufficio, avendo preventivamente acquisito dal Settore legislativo ogni necessario elemento di conoscenza su tali aspetti, compreso l’uso di un corretto linguaggio tecnico;

> Predisposizione delle relazioni illustrative di accompagnamento in Consiglio dei provvedimenti licenziati, a firma dei Consiglieri relatori;

> Rilascio di copia di tutti gli atti di competenza ai Consiglieri;

> Predisposizione schemi di deliberazione per il Consiglio.

L’obiettivo finale da perseguire è, quindi, quello di fornire agli organi elettivi tutti gli strumenti necessari per una produzione legislativa dignitosa attraverso un lavoro simbiotico quotidiano e non occasionale tra Commissioni e Settore legislativo.

Il progetto è, ovviamente, estremamente impegnativo e per quanto sia giunto già ad un buon livello potrà essere ulteriormente incrementato solo gradualmente in quanto allo stato sono modeste per numero le figure presenti nell’organico, anche se fortemente motivate e ben attrezzate.

Si confida, tuttavia, che attraverso un’oculata attività di aggiornamento professionale e tutti gli altri strumenti offerti dalle norme contrattuali, compresi i concorsi esterni, sarà possibile addivenire a risultati concreti entro l’anno 2002, con un potenziamento delle figure professionali necessarie tale da garantire alle Commissioni legislative un’assistenza capillare prima, durante, e dopo l’attività di elaborazione politica. A riguardo si sta anche esaminando la possibilità di organizzare stages per giovani laureati e specializzati con contratti a tempo, che dovrebbero poter fornire tutto il necessario supporto umano e professionale.

Per il settore legislativo:

> Assistenza tecnico-giuridica per gli affari comunitari e consulenza legislativa agli organi ed agli uffici;

> Individuazione di ambiti di operatività per la delegificazione, semplificazione e riordino normativo;

> Definire gli obiettivi comuni di carattere organizzativo e di raccordo tra le Assemblee elettive per migliorare i processi di formazione delle norme e facilitarne la conoscenza da parte dei cittadini;

> Osservatorio permanente in tema di riforme istituzionali;

> Pubblicazione di rassegne giurisprudenziali afferenti tematiche di particolare interesse regionale nonché di un bollettino informativo di attività e legislazione comunitaria;

> Consulenza preventiva tecnico-legislativa ai soggetti interni ed esterni titolari dell’iniziativa legislativa;

> Assistenza nella redazione dei progetti di legge ai Consiglieri regionali ed a quanti, titolari dell’iniziativa legislativa ne facciano richiesta;

> Assistenza tecnico-giuridica, sia nella fase istruttoria che in quella dibattimentale per la gestione del procedimento nelle quattro Commissioni permanenti ed in quelle speciali, d’intesa con le Commissioni stesse;

> Assistenza tecnico-giuridica alle attività già in itinere della Commissione per l’autoriforma;

> Redazione di relazioni di fattibilità sulle proposte di legge, con individuazione di tecniche legislative che rendano i testi chiari e percettibile a chiunque;

> Altre attività di supporto ai consiglieri attraverso la pubblicazione in brochures di documenti legislativi, tavole sinottiche di agevolazione delle analisi dei contenuti delle leggi stesse, specie per quanto attiene ai grandi temi delle riforme e della devolution;

> Segreteria amministrativa, assistenza e collaborazione a consulenti ed esperti del Consiglio Regionale con istruttoria e ricerche documentali in ordine a quesiti e problematiche sottoposte all’esame dei consulenti.

Il Settore legislativo rappresenta evidentemente il punto focale di tutta la struttura dipartimentale, in quanto preposto in maniera più diretta a fornire gli strumenti tecnici per una buana legislazione ed un supporto, non a richiesta occasionale, ma istituzionalizzato e pianificato a tutte le commissioni permanenti e speciali.

Il personale attualmente presente, un dirigente e due funzionari, hanno fornito nel corso del 2001 un’assistenza e dei contributi tecnici di grande rilievo, ma tutto ciò non è più sufficiente, l’impegno è troppo arduo ed occorrono altre forze nuove altrettanto valide di quelle già in organico. Ciò anche perché si sta cercando di organizzare un controllo di qualità della legislazione che in qualche modo possa sopperire all’abolizione dei controlli preventivi a livello governativo pre-riforma costituzionale. Si tratterebbe, ovviamente solo di controlli interni che non possono incidere sulla volontà del legislatore, ma che, comunque, pianificati a tappeto, possono dare certo buoni risultati, specie se preceduti a monte, all’atto della presentazione dei progetti, di un controllo rigoroso di legittimità, in via generale, oltre che accompagnati da un coordinamento a livello nazionale ed interregionale. E’ ovviamente idea molto ambiziosa ma ci si sta lavorando d’intesa anche con le altre regioni e non si dispera di arrivare a qualche risultato.

Per il Settore documentazione e biblioteca:

> Ricerca di giurisprudenza attraverso la raccolta iuris data in CD d’intesa con i Settori legislativo e giuridico;

> Ricerche legislative nazionali e regionali, attraverso gazzette, bollettini ufficiali ed altre pubblicazioni periodiche ovvero su CD in dotazione;

> Attività di ricerca di documentazione legislativa per le Commissioni e per tutti gli altri uffici consiliari, per i Consiglieri e per il pubblico;

> Acquisizione, conservazione, classificazione e aggiornamento del patrimonio bibliografico del consiglio sia per la sezione giuridica che per quella multidisciplinare;

> Raccolta della produzione letteraria c.d. grigia che, all’interno del Consiglio, non è poca né di poco valore;

> Cura della tenuta e della consultazione dei bollettini ufficiali compresi quelli relativi a concorsi ed esami;

Ø      Cura della catalogazione e sistemazione delle pubblicazioni giuridiche e delle riviste di settore;

Ø       Predisposizione, su richiesta, di documentazione dottrinaria, legislativa, giurisprudenziale, costituzionale e comunitaria.

Come facilmente comprensibile l’attività dei sopracitati settori è tale da creare tra di loro un forte rapporto di interconnessione e quindi di reciproco trascinamento dell’uno verso l’altro, con la caratterizzazione di essere tutti a loro volta soggetti all’iniziativa politica che rappresenta il motore dell’attività legislativa.

Settore affari giuridici e contenzioso:

Anche l’attività di questo settore si intreccia con i precedenti attraverso la partecipazione all’Osservatorio Legislativo interregionale ed allo sviluppo della sezione giuridica della biblioteca. Esso è inoltre direttamente chiamato a curare:

> Assistenza tecnico-giuridica agli organi ed agli uffici del Consiglio regionale con formulazione, su richiesta degli stessi di osservazioni e pareri in ordine agli aspetti di legittimità degli affari in corso d’esame;

> Predisposizione di pubblicazioni a carattere periodico e segnalativo per uso interno, nelle materie di competenza;

> Consulenza tecnico-giuridica su richiesta degli uffici consiliari e per il tramite del direttore generale competente su qualsiasi ipotesi di contenzioso amministrativo;

> Consulenza ed attività di studio ed elaborazione di proposte agli organismi competenti, sempre per il tramite del direttore generale in ordine alle problematiche afferenti il contenzioso del lavoro;

> Rappresentanza dell’amministrazione, su delega dei direttori generali, in seno al Collegio di conciliazione delle controversie in materia di lavoro.

Commissione per l’autoriforma

Certamente uno dei momenti più esaltanti della presente legislatura.

Con la legge costituzionale n. 1 del 1999 e la successiva di modifica del titolo V della Costituzione è arrivato il momento di avviare una serie di iniziative capaci di adeguare l’attuale assetto istituzionale alla nuova visione regionalista di tipo più prettamente federativo, attraverso un nuovo Statuto, un nuovo Regolamento interno e le necessarie leggi elettorali e referendarie.

L’attività relativa è ormai in pieno svolgimento e attraverso un complesso di sinergie cui non è stato certamente ultimo l’apporto tecnico-legislativo del dipartimento e delle sue migliori energie professionali ha già prodotto una bozza di nuovo Statuto che ha riscosso diffusi consensi dentro e fuori il Consiglio regionale della Calabria ed una legge referendaria specifica per le procedure statutarie. Il lavoro, tuttavia, continua e richiederà ulteriori e più pressanti impegni nei prossimi mesi.

Considerazioni conclusive sugli obiettivi

Il complesso delle attività, delineato solo in via di massima, appare di notevole respiro e solo per sintesi può essere così individuato:

> Garantire un sempre più qualificato apporto al lavoro delle Commissioni con particolare riferimento alla documentazione legislativa, all’assistenza tecnico-giuridica nell’elaborazione dei testi ed in genere alle attività di istruzione (pareri, testi comparati, ipotesi di soluzione dei problemi, supporto nelle discussioni in Commissione);

> Incrementare e migliorare sempre più le procedure informatiche per la gestione delle pratiche in maniera coordinata ed organica in tutti i servizi del dipartimento, sia ai fini della razionalizzazione dell’attività interna, sia per garantire il maggiore accesso possibile ai cittadini, alle informazioni relative all’attività del Consiglio e delle sue Commissioni, che rimane obiettivo strategico fondamentale per tutta l’Amministrazione;

> Informatizzare la biblioteca generale e quella giuridica realizzando altresì segnalazioni legislative, bibliografiche, di dottrina e giurisprudenziali, sia italiane che dell’Unione Europea e dando nuovo respiro a tutto l’impianto non solo con l’incremento del patrimonio, in parte già realizzato nel 2001, ma anche sul piano logistico, offrendo nuovi spazi più confortevoli per la consultazione, essendo ormai la biblioteca aperta al pubblico e disciplinata con apposito regolamento approvato dall’Ufficio di Presidenza.

Programma di spesa

Alla luce del programma delineato, per quanto attiene la parte relativa alla spesa occorrente per l’anno 2002, occorre preventivare quantomeno le voci essenziali al raggiungimento degli obiettivi previsti:

> Attrezzature logistiche di vario tipo, attrezzature informatiche specializzate e connessioni telematiche con gli archivi giuridici esistenti a livello nazionale, per porre il settore legislativo in condizione di rispondere autonomamente e prontamente a tutte le problematiche sollevate - £. 60.000.000 (Euro 30.987,41);

> Miglioramento delle attrezzature e fornitura di tutti i più moderni sistemi tecnologici necessari allo svolgimento della loro attività per il Settore affari giuridici e contenzioso ed i settori delle quattro Commissioni consiliari permanenti, nella misura di £. 30.000.000 (Euro15.493,71) per ciascun settore;

> Per lo sviluppo ipotizzato nel settore biblioteca e documentazione £. 300.000.000 (Euro 154.937,07);

> Per la direzione generale, sempre in direzione di attrezzature e tecnologie £. 20.000.000 (Euro 10.329,14).

Sono inoltre da prevedere specifici interventi formativi, fuori dal programma generale di formazione gestito per competenza dal dipartimento gestione sviluppo, da attivare a mezzo di specifici progetti obiettivo. Per tale attività si prevede di investire la somma complessiva di £. 200.000.000 (Euro 103.291,38). Pertanto la somma generale da mettere a disposizione del dipartimento per la realizzazione dei programmi di cui sopra si ritiene debba ammontare a complessivi £. 730.000.000 (Euro 377.013,54).

Allegato n. 4

Relazione del Collegio dei Revisori dei Conti sul Bilancio di previsione del Consiglio Regionale Esercizio Finanziario 2002.

In esecuzione a quanto disposto dal Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale, questo Collegio dei Revisori ha verificato la congruità delle previsioni di spesa per l’esercizio finanziario 2002, confrontando i bisogni rappresentati dalla Ragioneria del Consiglio regionale, ed evidenziati nel prospetto contabile del Bilancio di previsione anno 2002 con le risultanze delle spese sostenute durante l’esercizio finanziario anno 2001.

Il Collegio ha inteso favorevolmente gli aumenti apportati in vari capitoli contabili del Bilancio di previsione quali i capitoli 1 – 2 e 3 “trattamento indennitario dei Consiglieri regionali e componenti della Giunta regionale non consiglieri”, infatti su questi capitoli non ci sono al 31.12.2001 residui passivi.

Il Collegio prende atto anche dell’incremento apportato sul cap. 4 art. 120 “Spese per il personale addetto al Consiglio regionale” sul quale c’è una variazione in aumento di Euro 1.554.543,69.

Oltre ulteriori aumenti apportati nei vari capitoli del Bilancio di previsione anno 2002, il Collegio si esprime favorevolmente sull’istituzione del nuovo capitolo che riguarda un Fondo di riserva per le spese obbligatorie ed un Fondo di riserva per le spese impreviste.

Da quanto sopra il Collegio prende atto delle motivazioni addotte circa la levitazione delle previsioni di spesa ricadenti su alcuni capitoli del predetto bilancio.

Ritiene altresì congrua la spesa preventivata dal Settore Bilancio e Ragioneria per l’attività consiliare anno 2002 in Euro 101.938.741,28.

Ritiene ancora, possa sottoporsi all’Assemblea consiliare per l’approvazione il Bilancio di previsione del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2002.

Progetti di legge unificati numero 42/7^, recante: “Norme per favorire l’esodo dei dirigenti e dipendenti della Regione”; numero 49/7^, recante: “Incentivi per la cessazione anticipata del servizio”; numero 65/7^, recante: “Incentivi per l’esodo volontario ed anticipato dei dirigenti e dei dipendenti della Regione Calabria” (Deliberazione n. 117)

Art. 1

Finalità

1. La Regione assume il principio della riqualificazione della dotazione organica e dell’efficienza gestionale per favorire il necessario processo di snellimento e di riorganizzazione della struttura burocratica e amministrativa, secondo criteri di produttività, razionalità, integrazione funzionale e flessibilità operativa, nel supremo interesse di tutela degli interessi generali dei cittadini calabresi.

Art. 2

Esodo volontario

1. Per il perseguimento degli obiettivi di cui all’articolo precedente, la Regione favorisce l’esodo volontario dei dirigenti e dipendenti che entro il 31 dicembre 2003 abbiano maturato o maturino il diritto al collocamento a riposo.

2. L’esodo volontario del predetto personale è incentivato mediante l’erogazione di una indennità straordinaria pari al 40 per cento della retribuzione annuale lorda in godimento alla data della domanda di cui all’articolo 3, moltiplicato per gli anni mancanti al raggiungimento del termine per il definitivo collocamento a riposo e, comunque, non superiore a 36 mesi.

3. Ai fini del predetto calcolo, frazioni di mesi superiori a sei, sono considerate equivalenti ad una annualità.

Art. 3

Tempi di attuazione

1. Il personale che intenda avvalersi della facoltà di cui al precedente articolo 2, deve presentare domanda di cessazione dal servizio entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.

2. L’Amministrazione, in relazione ad inderogabili e giustificate esigenze di servizio e previa assunzione di un motivato provvedimento amministrativo da parte della Giunta regionale e dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, può rinviare la cessazione dal servizio fino ad un massimo di 90 giorni.

3. L’indennità di cui al precedente articolo 2, previo accordo tra le parti, potrà essere corrisposta anche ratealmente, entro il termine massimo di 12 mesi dalla data di cessazione dal servizio.

Art. 4

Estensione e limiti dei benefici

1. I benefici previsti dalla presente normativa sono estesi, alle medesime condizioni e con le medesime modalità, ai dirigenti e dipendenti degli Enti strumentali della Regione.

2. Non è consentita l’applicazione della presente legge a coloro che abbiano ottenuto il trattamento di quiescenza e risultano riammessi in servizio ai sensi della normativa vigente. In quest’ultimo caso la Regione provvederà al definitivo collocamento a riposo.

Art. 5

Divieti

1. Ai soggetti collocati a riposo e/o che abbiano usufruito dei benefici di cui alla presente legge, è fatto divieto assoluto di instaurare rapporti professionali con la Regione e con gli Enti strumentali da essa dipendenti, a qualunque titolo prestati, per i cinque anni successivi alla cessazione dal servizio. La stipulazione di contratti, accordi o convenzioni in contrasto con il presente divieto comporta responsabilità personale e patrimoniale del dirigente che abbia sottoscritto il contratto, l’accordo o la convenzione.

Art. 6

Dotazione organica

1. Il cinquanta per cento dei posti resisi vacanti a seguito dell’applicazione della presente legge sono portati in diminuzione nella dotazione organica complessiva.

2. La Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio, entro sei mesi dalla entrata in vigore della presente legge, provvedono alla rideterminazione delle rispettive dotazioni organiche secondo i principi di cui all’art. 1.

3. Nel periodo di cui al precedente comma 2 non è consentita l’adozione di nuovi provvedimenti finalizzati all’attivazione di comandi o trasferimenti di personale proveniente da altri Enti, fatti salvi quelli previsti per le strutture speciali o in corso alla data della approvazione da parte del Consiglio regionale della presente legge.

Art. 7

Norma transitoria

1. Al fine di favorire l’esodo volontario, nella prima applicazione della presente legge e comunque entro e non oltre un anno dall’entrata in vigore della stessa, il 50 per cento dei posti della qualifica di dirigente vacanti alla data di entrata in vigore della presente legge, è coperto mediante concorso interno, per titoli ed esami, riservato al personale di ruolo della Regione appartenente all’ex ottava qualifica funzionale posseduta alla data del 31.12.1989 ed aventi sottoindicati requisiti:

a) diploma di laurea e 5 anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale (alla data del 31.12.1989;

b) diploma di maturità e 9 anni di anzianità nell’ottava qualifica funzionale alla data del 31.12.1989.

2. Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della presente legge la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio devono emanare il relativo bando di concorso e stabilire i titoli valutabili, la composizione della commissione nonché le materie oggetto delle prove, tenuto conto delle disposizioni di legge vigenti.

Art. 8

Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall’applicazione della presente legge si fa fronte mediante la istituzione di apposito capitolo nello stato di previsione della spesa del bilancio per l’esercizio finanziario 2002 e per gli anni successivi la corrispondente spesa, sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge annuale di bilancio.

Art. 9

Dichiarazione di urgenza

1. La presente legge è dichiarata urgente ed entra in vigore il giorno successivo a quello di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Ordine del giorno numero 33 “Sulla grave crisi argentina”

Il Consiglio regionale della Calabria

a seguito della gravissima crisi economica che ha investito l’Argentina e colpito il suo popolo, sfociata in questi giorni in incidenti anche mortali dovuti alla miseria e all’indigenza che in quella terra si registrano, al punto che diviene difficile anche la ricerca di normali condizioni di sopravvivenza giornaliera;

considerato che il flusso migratorio verificatosi dall’Italia nell’ultimo secolo ha portato in Argentina migliaia di calabresi che, a prezzo di grandi sacrifici, con il loro lavoro, hanno contribuito in maniera spesso determinante allo sviluppo di quel Paese oggi in ginocchio;

che verso i calabresi emigrati in Argentina, innanzitutto l’Italia ha un antico debito morale, storico e politico, oltre che umano, il quale si è accumulato nei decenni spesso nell’indifferenza e nel silenzio della madre Patria;

che negli ultimi anni si è assistito e si assiste, anche a causa delle difficili condizioni economiche sfociate nei disordini prima citati, ad una inversione di tendenza consistente in migliaia di italiani e oriundi, tra cui operai e artigiani, ma anche professionisti e impiegati, in cerca di una via di fuga in Italia ed in Europa;

che la Regione Calabria non può restare insensibile alla condizione di grande difficoltà e povertà in cui versano attualmente gli emigrati calabresi in Argentina, che costituiscono la maggior parte degli italiani oggi residenti in quella terra;

esprime la solidarietà del popolo calabrese al popolo argentino, messo così a dura prova da condizioni economiche di miseria e indigenza, la particolare vicinanza alla colonia di emigrati calabresi, ai loro figli e discendenti, ed insieme la consapevolezza che l’orgoglio degli oriundi calabresi residenti in Argentina saprà contribuire al superamento delle attuali condizioni di crisi ed emarginazione;

auspica che il Parlamento e le istituzioni italiane emanino strumenti legislativi e normativi che consentano canali preferenziali per i cittadini italiani residenti all’estero e in particolare in Argentina, che ne facciano richiesta, al fine di consentire un loro prioritario inserimento nel mercato del lavoro della penisola, accompagnati da provvedimenti di formazione e di assistenza prima e dopo il loro rientro;

impegna

la Giunta Regionale della Calabria a:

1. agevolare il rientro dei nostri concittadini, obbligati presso i nostri consolati a file estenuanti (anche di mesi!);

2. organizzare strategie d’intervento politico ed economico onde attenuare i disagi a cui i nostri concittadini sono sottoposti;

3. predisporre un piano operativo di supporto all’ambasciata ed ai consolati italiani in Argentina ed ogni altra azione ritenuta valida e necessaria.

4. deliberare un possibile stanziamento a favore dei calabresi attualmente residenti in Argentina, peraltro già annunciato dal Presidente Chiaravalloti, da destinare all’assistenza sociale e sanitaria dei nostri conterranei, da recapitare direttamente o per il tramite del Consolato italiano a Buenos Aires, nonché la partecipazione e la promozione di progetti di cooperazione internazionale che, tenendo conto delle crescenti richieste del mercato del lavoro in Italia e in Calabria nei vari settori non solo manuali ma anche professionali, tecnici e intellettuali, abbiano il fine di favorire il loro rimpatrio.

Dispone l’invio del presente ordine del giorno a: Presidente dell’Argentina Adolfo Rodriguez Saà, Ambasciatore dell’Argentina a Roma, Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, Ambasciatore italiano a Buenos Aires.

Ordine del giorno numero 32 in ordine “Alla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali”

Il Consiglio regionale della Calabria

Visto il Decreto Legislativo n. 116 del 27 gennaio 1992 “Attuazione della direttiva n. 86/609/Cee in materia di protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici” che, per ciò che riguarda gli esperimenti su animali per semplice scopo didattico, li autorizza soltanto in caso di inderogabile necessità e qualora non sia possibile ricorrere ad altri sistemi dimostrativi;

la legge n. 413 del 12 ottobre 1993 “Norme sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale” che permette ai cittadini che Io desiderano di non compiere esperimenti su animali e obbliga, fra l’altro, gli istituti universitari a fornire agli studenti altre metodologie che non facciano uso di animali;

la circolare ministeriale del 14 maggio 2001 che insiste sulla necessità che qualunque richiesta di utilizzo di animali a scopo didattico sia preceduta da un’attenta e documentata ricerca bibliografica, in ordine ai metodi alternativi, effettuata dall’istituto interessato e basata sui più moderni sistemi di comunicazione, ivi compreso “Internet “;

i 62 corsi di laurea che hanno rinunciato ufficialmente alla sperimentazione animale a scopo didattico e, in alcuni casi, hanno ricevuto forniture gratuite di materiale didattico,

la possibilità per le Università Italiane di disporre dei fondi derivanti dalla Borsa di Studio “Kim Buti - Didattica senza Animali” per l’acquisto di metodi alternativi alla sperimentazione su animali;

i verbali di alcuni Consigli di Facoltà nei quali le metodologie alternative vengono definite: valide (Università di Milano), di indubbia efficacia didattica (Università di Teramo), realmente innovative (Università di Parma) e moderne, di buon livello scientifico e adeguate alle richieste europee (Università di Padova).

Considerato che nella quasi totalità degli Istituti Universitari non si offrono metodi alternativi agli studenti e che agli studenti che non si avvalgono del diritto di obiezione di coscienza viene solamente concesso di non compiere la prova con l’animale;

che i risultati degli esperimenti didattico - dimostrativi che utilizzano animali sono già noti e che per questi esperimenti esistono valide e anche più economiche alternative;

che continuando a proporre unicamente la “tradizionale” sperimentazione animale si privano gli studenti della possibilità di venire in contatto con le nuove metodologie informatiche e biochimiche che applicano il progresso tecnologico della ricerca scientifica.

Preso atto dei risultati ottenuti in alcune Università estere che hanno già sostituito da tempo l’utilizzo di animali a scopo didattico - sperimentale, dove gli studenti che hanno provato le nuove metodologie sono risultati essere, in alcuni casi, altrettanto preparati e, in tutti gli altri casi, maggiormente preparati degli studenti che avevano svolto le tradizionali sperimentazioni su animali;

di una sempre più diffusa attenzione della società e dei giovani in particolare per il rispetto e i diritti di ogni essere vivente, attenzione che contrasta nettamente con pratiche che causano ogni anno la sofferenza e la morte di migliaia di animali senza alcun valido motivo se non quello di dimostrare risultati già dimostrati da tempo.

Si dichiara

favorevole alla sostituzione dell’uso di animali nei laboratori didattico-dimostrativi delle Università Italiane con metodi alternativi di studio che non impiegano animali.

Si impegna

A compiere tutti gli atti necessari per favorire la diffusione dei metodi alternativi negli atenei della Regione Calabria.

Di inviare copia al Presidente della Giunta regionale - Assessore regionale alla Sanità - Atenei calabresi - Lega Antivivisezione Via Mar Mediterraneo 135 - Modena.

Ordine del giorno numero 34 in ordine “Alla condanna a morte della giovane nigeriana Safya Husseini”

Il Consiglio regionale della Calabria

facendosi interprete dei sentimenti unanimi di tutti i cittadini calabresi

chiede

al Sig. Presidente della Repubblica di volersi adoperare presso le competenti autorità nigeriane per salvare la vita della giovane nigeriana Safxa Husseini che sarà uccisa perché sta per avere un figlio senza essere sposata.

Mozione numero 23 in ordine “Ai consorzi agrari provinciali di Reggio Calabria e Catanzaro”

Il Consiglio regionale della Calabria

premesso che:

da alcuni mesi i lavoratori dei Consorzi Provinciali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza sono in stato di agitazione a causa della perdurante crisi dell’azienda;

l’attuale crisi, che si protrae da anni, è frutto di una gestione dell’Azienda da parte di manager che non hanno saputo rilanciare un servizio sociale offerto all’agricoltura ed agli agricoltori che per anni sono stati supportati nelle loro difficoltà imprenditoriali;

il Commissario Liquidatore ha dato luogo alla dichiarazione di mobilità, per come si evince dal verbale di esame congiunto redatto in data 29.11.2001 presso la Regione Calabria - Assessorato al Lavoro - Dipartimento n. 12, Settore 43, Politiche del Lavoro, con sede a Reggio Calabria e che le Organizzazioni Sindacali (Assocop, Fisascat - Cisl, Uiltucs - Uil) e le Rsa non sono state in condizioni di poter pervenire ad un accordo congiunto;

occorre operare urgentemente per garantire una soluzione positiva al gravissimo problema che la scelta dissennata del Commissario liquidatore sta determinando, con la messa in mobilità di 14 lavoratori;

considerato che il Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l’Occupazione in data 6 aprile 2001, in attuazione del comma 6 dell’art. 5 della legge 28 ottobre 1999, n 410, ha individuato le modalità di ricollocazione dei lavoratori dipendenti dei Consorzi Agrari;

il predetto Comitato al punto 3 del provvedimento del 6 aprile 2001 ha deliberato: “Le regioni effettuano un’apposita ricognizione in ambito regionale delle disponibilità d’impiego delle figure professionali appartenenti ai settori agricolo o al servizi per l’agricoltura presenti sia presso la stessa regione, gli enti regionali o locali, sia presso i soggetti privati funzionalmente collegati agli enti locali”, pubblicando sotto forma di avviso pubblico di concorso la disponibilità dei posti rilevati;

il Dipartimento della Funzione Pubblica, ai fini dei processi di ricollocazione previsti dalla succitata legge ed ai sensi del disposto di cui al punto 1 della delibera 6 aprile 2001 del Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l’Occupazione, ha decretato che le qualifiche previste dal Ccnl del 6.3.1998 per i dipendenti dei Consorzi Agrari sono equiparate alle corrispondenti aree, categorie o livelli professionali previsti per i dipendenti delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del Decreto Legislativo 30.3.2001 n. 165;

impegna

1. Il Presidente della Giunta regionale e l’Assessore al Lavoro ad attivare tutte le procedure per avviare, con urgenza, la ricognizione, prevista dal Comitato per il Coordinamento delle iniziative per l’occupazione, con atto del 6 aprile 2001, prot. Cons3985 - L, delle disponibilità d’impiego delle figure professionali comprese nelle liste di mobilità dei lavoratori dei Consorzi agrari, disponendo che l’Ufficio territoriale di Governo del capoluogo di regione, attui i necessari collegamenti con gli enti pubblici individuati dal comma 6 dell’art. 5 della citata legge 410/1999;

2. altresì, il Presidente della Giunta a chiedere al Comitato per il Coordinamento delle Iniziative per l’Occupazione di provvedere alla ricollocazione nel ruoli pubblici del personale dei Consorzi agrari, una volta completata la ricognizione delle disponibilità d’impiego.