XII^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
N. 40
__________
SEDUTA Di giovedì 18 aprile
2024
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIPPO MANCUSO
E DEL
VICEPRESIDENTE PIERLUIGI CAPUTO
Inizio lavori h. 12,14
Fine lavori h. 16,27
INDICE
ALECCI
Ernesto Francesco, Segretario questore
BEVACQUA
Domenico (Partito Democratico)
GRAZIANO
Giuseppe (Unione di Centro)
STRAFACE Pasqualina (Forza Italia)
Autonomia differenziata - DIBATTITO
ALECCI Ernesto (Partito
Democratico)
BEVACQUA Domenico (Partito democratico),*
CRINÒ
Giacomo Pietro (Forza Azzurri)
GELARDI Giuseppe (Lega Salvini)
GIANNETTA Domenico (Forza Italia)
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
IACUCCI Francesco Antonio (Partito Democratico)
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente)
LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto),*
NERI Giuseppe (Fratelli
d’Italia)
OCCHIUTO Roberto, Presidente della Giunta regionale
TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)
GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)
BEVACQUA
Domenico (Partito Democratico)
STRAFACE Pasqualina (Forza Italia), relatrice
GALLO
Gianluca, Assessore all’agricoltura, risorse agroalimentari e forestazione,*,*
LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico),*
ALECCI
Ernesto Francesco (Partito Democratico)
MAMMOLITI Raffaele (Partito Democratico)
MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia), relatore
BEVACQUA
Domenico (Partito Democratico)
CAPUTO
Pierluigi (Forza Azzurri)
MOLINARO Pietro Santo (Lega
Salvini)
NERI
Giuseppe (Fratelli d’Italia), relatore
Presidenza del
presidente Filippo Mancuso
La seduta
inizia alle 12,14
Dà avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a
dare lettura del verbale della seduta precedente.
Dà lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato
senza osservazioni)
Dà lettura delle comunicazioni.
Chiede di inserire all’ordine del giorno il progetto di legge numero 192/12^ recante: Istituzione del Parco naturale regionale "Valle del Coriglianeto".
Non condivide la richiesta di inserimento del progetto di legge numero 192/12^ poiché trattasi di un provvedimento incidente su un territorio interessato dalle elezioni amministrative.
Pone in votazione la richiesta di inserimento che è approvata.
Chiede l’inversione dei punti all’ordine del giorno.
Pone in votazione l’inversione dei punti all’ordine del giorno che è approvata.
Ringraziato il presidente Mancuso per aver inserito all’ordine del giorno della seduta odierna il dibattito sull’autonomia differenziata, evidenzia come il ministro Calderoli sull’argomento sia stato più di chiunque altro coerente, lineare, saggio, furbo e politico.
Dichiara, quindi, di non comprendere, ad oggi, se la vicenda sia caratterizzata da una ingenua colpa del Presidente della Giunta o da una sua scelta perpetrata dolosamente, considerato che egli stesso aveva fatto credere, contrariamente a quanto a suo avviso avvenuto, che le scelte e le decisioni sulle operazioni politiche nazionali dipendessero da lui.
Riferisce, quindi, che l’approvazione del disegno di legge sull’autonomia differenziata consentirà al partito della Lega e al ministro Calderoli di esibirla nella prossima campagna elettorale europea, a danno delle regioni del Sud.
Ritiene, poi, che l’autonomia differenziata genererà gravi conseguenze economiche, sociali e civili per tutto il Sud, la Calabria e l’Italia tutta, reputandola, da un lato, destinata a distruggere il tessuto democratico del Paese e, dall’altro, a consegnare il Mezzogiorno alla disperazione sociale.
Giudicato inutile il
tentativo del presidente Occhiuto di far presentare un emendamento al
Parlamento per rinviare il voto finale sul disegno di legge Calderoli al post
elezioni europee, denuncia un evidente inganno rivolto nei confronti dei
calabresi e la svendita della Calabria e del Mezzogiorno alla politica, a suo
dire, egoista, miope e antistorica del Nord. Indi, colpevolizza il presidente
Occhiuto e la sua forza politica che ritiene complici e quindi responsabili
della frantumazione della coesione sociale del Paese. Censura, ancora,
precedenti dichiarazioni del Presidente della Giunta in merito ai presunti
vantaggi che l’autonomia differenziata avrebbe comportato per la Calabria.
Ritiene, poi, che,
contrariamente a quanto sostenuto dal presidente Occhiuto, i livelli essenziali
delle prestazioni (LEP) destinati alla Calabria non saranno mai totalmente
finanziati prima dell’approvazione della riforma e che, al contempo, la Lega non accetterà mai di modificare o
ritirare il testo di legge per le conseguenze politiche che una tale scelta
comporterebbe a livello di equilibri politici nazionali.
Sottolineato l’appello
disperato di dolore, a suo dire inascoltato, dei Vescovi e il grido d’allarme
dell’ANCI in merito alle ricadute sulla sanità, paventa un aumento della
mobilità sanitaria passiva.
Pur riconoscendo i limiti
intrinseci alla riforma del Titolo V, a suo avviso perfettibile, censura che
essa stessa sia utilizzata quale alibi e grimaldello per attuare quella forma
di secessione tanto auspicata dal partito della Lega sin dalla sua costituzione
e finalizzata ad ottenere l’autonomia del Nord.
A suo avviso occorrerebbe un
segnale di forte contrapposizione al Governo nazionale, ma in tal senso giudica
ambiguo e pilatesco il comportamento del presidente Occhiuto e si dichiara, in
proposito, disponibile a collaborare per difendere gli interessi della
Calabria.
Ricordato che il processo di
autonomia era stato già avviato dal Governo Gentiloni nel 2018 in una versione
che conteneva disposizioni per il Mezzogiorno quasi simili a quelle attuali e
oggi migliorate per il lavoro svolto nelle Commissioni, giudica la riforma
autonomista capace di offrire opportunità di crescita anche per il Sud.
Tuttavia, ritiene che la proposta del Governo, proprio per la sua rilevanza,
meriti una discussione approfondita e funzionale all’equilibrio territoriale.
Ritiene, anche, che il
valore e la garanzia uniforme dei LEP meritino l’approfondimento parlamentare
anche alla luce dell’enunciato di invarianza della spesa pubblica: le Regioni
dovrebbero individuare le risorse per garantire i LEP attraverso il gettito di
uno o più tributi locali che saranno trattenuti nei territori.
Alla luce di ciò, a suo
avviso, è necessario un dibattito per evitare che le Regioni, con tessuto
economico e sociale più avanzato e che producono maggior gettito tributario
possano avere maggiori possibilità di garantire i LEP, mentre quelle più
povere, senza grandi gruppi industriali e un gettito tributario composto dalle
imposte pagate dalle famiglie e dalle piccole imprese, possano avere a
disposizione risorse ridotte per garantire i LEP.
Ritenuto
preminente sottolineare nel dibattito odierno l’aspetto relativo alle risorse
finanziarie necessarie al finanzimento dei Livelli essenziali delle
prestazioni, riferisce al riguardo gli importi degli stanziamenti statali dei
precedenti Governi e i dati Smimez che rilevano la necessità di 82 miliardi di
euro per la realizzazione dei LEP.
Giudica,
quindi, il dibattito su tale problematica capace di distrarre l’opinione
pubblica, sottolineando, come peraltro affermato anche dal presidente Occhiuto,
la mancata disponibilità di risorse per l’attuazione di Livelli essenziali
delle prestazioni.
Evidenziata
la necessità di affermare con forza e unanimamente la contrarietà della
Calabria all’autonomia differenziata, a suo avviso, poco conveniente per tutte
le Regioni del sud, sottolinea l’assenza di miglioramenti rilevanti anche
laddove siano stati definiti i Lea in campo sanitario.
Ricordata
la storia politica della Lega, iniziata con la parola “secessione”, poi
trasformata in “federalismo” e, quindi, in “autonomia differenziata”, pur
riconoscendo la diversa identità e storia politica del Partito di Forza Italia,
esprime forte preoccupazione al riguardo e auspica l’intervento forte del
presidente Occhiuto a difesa della Calabria, per evitare che siano acuite le
differenze esistenti tra il Nord e il Sud del Paese.
Si
augura, infine, che, qualora siano reperite le risorse economiche necessarie,
siano utilizzate realmente nell’interesse dei cittadini calabresi.
Sostenuto
che il dibattito sull’autonomia differenziata determinerà in maniera
significativa le sorti del contesto regionale, reputa che il disegno di legge
Calderoli rappresenti una grande opportunità di cambiamento per il Sud Italia
e, quindi, anche per la Calabria, che ritiene possa avere un ruolo determinante
ai fini dell’eliminazione del gap
territoriale.
Giudicati
ormai definitivamente conclusi i tempi dell’assistenzialismo, che non reputa
dignitoso rimpiangere, ritiene necessario che i calabresi si dimostrino capaci
di essere artefici del proprio destino, senza subalternità o complessi di
inferiorità.
Ritiene,
quindi, necessario approfondire le varie sfaccettature di tale percorso, a suo
avviso innovativo, e sottolinea che le molteplici risorse di cui la Calabria
dispone potrebbero essere ancora più vantaggiose se fossero oggetto di apposite
intese.
Precisato,
poi, che le funzioni statali concernenti materie o ambiti di materie riferibili
ai LEP possono essere trasferite soltanto dopo la determinazione degli stessi e
dei relativi costi e fabbisogni standard, nei limiti delle risorse rese
disponibili nella legge di bilancio, sottolinea che, al fine di scongiurare
disparità di trattamento tra Regioni, qualora dalla determinazione dei LEP
derivino nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, si potrà
procedere al trasferimento delle funzioni solo successivamente all'entrata in
vigore dei provvedimenti legislativi di stanziamento delle risorse finanziarie
volte ad assicurare i medesimi LEP sull'intero territorio nazionale, comprese, quindi,
anche le Regioni che non hanno sottoscritto le intese.
Valutato
positivamente l’esempio di altri ordinamenti come la Spagna, dove sono presenti
forme di regionalismo asimmetrico e differenziato, da cui deriva una
significativa riduzione delle sperequazioni precedentemente esistenti,
riferisce che il Consiglio d’Europa ha recentemente manifestato apprezzamento
per il processo di autonomia differenziata e ha ricordato che l’introduzione
del concetto di autonomia differenziata per le Regioni a Statuto ordinario dà
diritto a misure di perequazione e può ridurre lo scarto di bilancio rispetto
alle Regioni a Statuto speciale.
Ribadito che l’autonomia differenziata non potrà
essere attuata senza la garanzia dei LEP, come, peraltro, sostenuto in maniera
netta dal presidente Occhiuto, reputa che nessuno sarebbe mai disposto a
svendere o sacrificare gli interessi della Calabria e delle Regioni del sud.
Ritenuta
particolarmente complessa la problematica in discussione, che coinvolge diversi
profili di natura soprattutto giuridica, si interroga sul significato del
dibattito odierno, considerata, ovviamente, la netta diversità delle posizioni
della maggioranza e dell’opposizione, e, soprattutto, il particolare momento
nel quale esso si svolge.
Giudicata
tale problematica tema centrale dell’attuale Legislatura, rileva l’evidente
difficoltà del presidente Occhiuto: allo stesso tempo Presidente della Regione
Calabria e leader di un Partito che governa insieme alle forze politiche
promotrici della riforma.
Espressa
la sua netta contrarietà all’autonomia differenziata, che reputa un danno per
le Regioni meridionali poiché, a suo avviso, incapace di colmare il divario
territoriale esistente nel Paese, sottolinea la necessità di svolgere una forte
azione di contrasto rispetto all’attuale processo di riforma che, a suo avviso,
fisserà le differenze e i ritardi esistenti nel Paese, cambiando radicalmente
il sistema istituzionale.
Ribadito
che l’autonomia differenziata non può rappresentare una reale opportunità,
esprime perplessità relativamente all’utilizzo dei residui fiscali prodotti
dalle Regioni, che cristallizza, a suo avviso, la fine del principio solidale,
mettendo a rischio l’unità nazionale in un momento particolarmente delicato e
complesso.
Ricordate
le difficoltà affrontate dal presidente Occhiuto in materia sanitaria che, a
suo avviso, sottolineano la necessità di uno Stato unitario e solidale e
riferite le preoccupazioni espresse sulla riforma dal mondo della Chiesa,
dell’associazionismo e dai sindacati, invita il presidente Occhiuto a esprimere
una posizione di forte contrarietà al riguardo, nell’interesse dei cittadini
calabresi, ritenendo necessario affrontare nuovamente la “questione
meridionale”, non in termini di assistenzialismo, ma al fine di recuperare il
divario territoriale esistente.
Sottolineata
l’importanza e la complessità dell’argomento in discussione, stigmatizza le
dichiarazioni del consigliere Iacucci, espressione, a suo avviso,
dell’atteggiamento di contarietà generalizzata da parte dell’opposizione.
Stante,
a suo avviso, la necessità di affrontare nuove sfide per il cambiamento,
ritiene che la gestione centralista dello Stato abbia determinato il divario
esistente tra i cittadini in termini di diritti.
Reputato
che il presidente Occhiuto non sia in difficoltà sulla problematica in
discussione, avendo, al contrario, assunto una posizione netta e precisa, ne
sottolinea l’impegno finalizzato all’attuazione degli articoli 116, 117 e 119
della Costituzione, affinchè i diritti
civili e sociali siano garantiti in modo uniforme su tutto il territorio
nazionale.
Nel reputare che il dibattito odierno derivi sostanzialmente dalla modifica del Titolo V della Costituzione, risalente al 2001, esprime la sua contrarietà al progetto di autonomia differenziata, considerandola un’azione divisiva e secessionista per il Paese.
Pur trovando difficile valutarne le ricadute, si sofferma su alcuni aspetti, quali l’istruzione e la sanità che, pur richiedendo uguaglianza e omogeneità, rischierebbero di essere inevitabilmente soggetti a disuguaglianze e diversità.
A tal proposito, riferisce che sia la FNOMCeO (Federazione nazionale degli Ordini
dei medici) sia l’ISDE (Associazione medici per l’ambiente) si sono dichiarate
contrarie al progetto di autonomia differenziata, ravvedendo ricadute negative
sulla salute dei cittadini e sulla qualità dell’ambiente.
Reputando necessario il raggiungimento e la definizione dei LEP, precisa che, mentre questi ultimi sono obbligatori in quanto previsti dalla Costituzione, l’autonomia differenziata non è obbligatoria.
Ribadita, infine, la posizione di forte mobilitazione da parte della Chiesa a difesa degli ultimi e dei deboli, invita a concentrarsi esclusivamente alla definizione dei LEP.
Nel ribadire la posizione di dubbio e incertezza, ma anche di lavoro costruttivo, del gruppo Fratelli d’Italia, ritiene necessario capire se effettivamente si possano valutare le diverse posizioni, cogliendone effetti positivi o negativi, al fine di giungere a una conclusione motivata e senza appartenenza politica.
Difatti, precisa che la maggioranza ha scelto di essere critica e costruttiva rispetto alla necessità che i LEP siano finanziati e che anche le materie non sottoposte ai LEP siano oggetto di verifica prima di essere trasferite alle Regioni, ritenendo altresì che, una volta in campo, l’autonomia differenziata debba essere sfruttata al meglio.
Ribadisce la netta contrarietà della minoranza all’autonomia differenziata, in particolare in considerazione dell’attuale momento storico, caratterizzato da un alacre lavoro volto all’unità e alla solidarietà, come già sperimentata durante la pandemia.
Nel precisare che per l’opposizione l’autonomia differenziata di fatto è soltanto un accordo politico tra le forze di Governo, ritiene che, anche se anche tutti i LEP fossero finanziati, la Calabria non riuscirebbe a raggiungerli in tutte le materie se non dopo diversi anni, a fronte di un netto superamento da parte delle altre Regioni e dell’inevitabile spopolamento che ne conseguirebbe.
Premesse le difficoltà che ognuno ha riscontrato nell’interpretazione del decreto in questione, che potrebbe aumentare il divario e le disuguaglianze tra le Regioni d’Italia, invita ad affrontare la questione con uno sguardo più ampio e fiducioso, guardando ai possibili vantaggi che ne potrebbero derivare; tra questi, i LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) sempre difesi dal presidente Occhiuto, il cui atteggiamento moderato, a suo avviso, non va inteso come assoggettato, ma finalizzato a creare forme di collaborazione e analisi dei possibili benefici; ritiene, ancora, che vadano evitati estremismi e realizzate la difesa e la salvaguardia degli interessi dei calabresi, affinché l’Italia consenta a tutti i cittadini, del Sud e del Nord, di godere degli stessi diritti e delle stesse prerogative.
Pertanto, auspica che le varie posizioni, per quanto comprensibili, siano scevre da pregiudizi e puntino a supportare il presidente Occhiuto che ritiene abbia a cuore il benessere e gli interessi dei calabresi.
Riferisce che dell’autonomia differenziata condivide le prerogative di ampliamento delle Autonomie locali, la determinazione e il finanziamento dei LEP (Livelli essenziali delle prestazioni) e, pur reputando normali le difficoltà riscontrate nell’affrontare tale materia, in particolare per quanto concerne le materie non sottoposte ai LEP, stigmatizza le differenze tra Nord e Sud, che, a suo dire, non sono in ogni caso dovute all’autonomia differenziata. Evidenzia, altresì, la necessità di effettuare una riflessione e avviare una discussione prima dell’approvazione del disegno di legge Calderoli, al fine di valutarne le effettive ricadute sul territorio, all’insegna di una totale attenzione verso le Regioni meridionali, che esulano dal colore politico nel solo intento di salvaguardare la Calabria e i calabresi.
Giudicato corretto svolgere
il dibattito sull’autonomia differenziata in Consiglio regionale, ritiene però
che sia una tematica diventata ormai complessa, soprattutto all’interno della
maggioranza, poiché pervasa di ideologia, al di là del contenuto del Disegno di
legge di cui si discute. Difatti, osserva che molte persone assumono una
posizione ideologicamente contraria e pregiudiziale senza aver approfondito il
testo e la sua evoluzione.
Afferma,
inoltre, di essere consapevole che un dibattito su tale tematica, in campagna
elettorale, farà perdere voti al centro destra e guadagnare voti al centro
sinistra.
Si dichiara,
comunque, favorevole all’approvazione di un documento con i contenuti del
dibattito da parte del Consiglio regionale.
Preliminarmente,
informa di aver apprezzato alcuni contributi che interpretano la preoccupazione
per la comunità calabrese, che ritiene a volte, però, alimentata
pretestuosamente.
Nel merito
afferma di aver sempre dichiarato di non avere pregiudizi sulla possibilità di
affidare più funzioni alle Regioni ed esprime la convinzione che anche le
Regioni del Sud possano rilanciare su alcuni temi invece di avere un
atteggiamento rivendicativo.
Ribadito che
il governo regionale non ha complessi nei confronti delle altre Regioni,
ritiene che sia necessario discutere nel merito per cercare di migliorare l’attuale
assetto normativo e di avere il dovere di spendere il proprio ruolo per cercare
di migliorare il testo all’esame del Parlamento.
Rammenta,
inoltre, che, su molte questioni, ha dovuto assumere, negli ultimi 2 anni, un
atteggiamento duro e complicato nei confronti dei Governi nazionali, a riprova
del fatto che l’accentramento di alcune funzioni non sempre comporta politiche
migliori, in quanto, in alcuni casi, è necessaria una conoscenza più prossima
ai problemi.
Ravvisata una
grande ipocrisia sul tema nell’intero Paese, rivendica di aver mantenuto sempre
una posizione terza in maniera opposta all’opportunità politica o personale,
riprova ne è, a suo dire, l’aver sempre affermato di non avere pregiudizi
sull’autonomia differenziata che, in Calabria, comporta sicuramente una perdita
di consensi.
Si sofferma,
quindi, sul disegno di legge (così detto Calderoli) di attuazione del Titolo V
della Costituzione, evidenziando che tale percorso di riforma si basa sul
superamento del criterio della spesa storica a vantaggio dei fabbisogni
standard; in proposito, rammenta che già in materia di asili nido è applicato il criterio della
ripartizione delle risorse sulla base dei fabbisogni e che per tali ragioni la
Calabria avrà la possibilità di gestire 62 milioni di euro in più in materia.
Fa osservare,
inoltre, che, nel corso del suo esame in Senato, sul disegno di legge Calderoli
è stato approvato un emendamento che prevede, nel caso in cui una Regione
spenda più risorse per le funzioni su una materia su cui è stata sancita
un’Intesa, l’obbligo per il Governo di assegnare lo stesso livello di risorse
anche alle Regioni che non sottoscrivono Intese.
Rileva, però,
che rimane da affrontare il tema delle materie sulle quali i LEP non devono
essere definiti, come ad esempio il commercio estero o i rapporti
internazionali, e informa di aver chiesto al proprio partito una modifica del
disegno di legge, introducendo l’obbligo della valutazione d’impatto. Chiede, a
tal proposito, che sia approvato dal Consiglio regionale un documento che dica
che tale richiesta è sostenuta dai partiti di centro-destra presenti in
Consiglio regionale.
Ritiene,
inoltre, corretto garantire al Parlamento il tempo necessario per esaminare il
disegno di legge, data la mole di emendamenti, e riconosce che la previsione
della valutazione d’impatto obbligherebbe a ritrasmettere al Senato il testo
per un ulteriore esame.
Infine,
dichiara il suo impegno nel tentativo fattivo di cambiare le cose, con
l’ambizione di dimostrare che la Calabria è una Regione governabile e non
aprioristicamente condannata a peggiorare.
Propone che, come richiesto dal presidente Occhiuto, sia approvato dall’Aula un documento che sia di sintesi del dibattito appena svolto, nonostante l’avvicendarsi di posizioni diverse sull’argomento; giudica, quindi, indispensabile impedire che sia approvato un disegno di legge che possa danneggiare il Mezzogiorno e soprattutto la Calabria. Ritiene, pertanto, opportuno intervenire affinché il testo sia modificato sia nella parte relativa alle Intese sulle materie soggette ai LEP, prevedendo che essi prioritariamente siano definiti e garantiti per tutte le Regioni e solo successivamente siano sancite le Intese, sia sulle materie non soggette alla definizione dei LEP.
Chiede, quindi, alle forze di opposizione una riflessione perché in maniera condivisa si rappresenti al Governo nazionale la necessità di non acuire le già evidenti differenze esistenti.
Dà, infine, lettura del documento di sintesi che recita: “Il Consiglio regionale, a conclusione del dibattito sull’ autonomia differenziata ritiene che sia necessario:
- attivarsi, per quanto di competenza, a vigilare con estrema attenzione affinché, i diritti sociali e civili siano garantiti a tutti i cittadini su tutto il territorio nazionale, assicurando la possibilità di fare intese - ai sensi dell'articolo 116 della Costituzione - solo a seguito dei finanziamenti integrali di tutti i livelli essenziali delle prestazioni in tutte le Regioni; - impegnarsi per proporre i passaggi necessari con Governo e Parlamento affinché la riduzione di funzioni relative alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sulle materie escluse dalla determinazione dei LEP sia consentita solo a seguito della discussione e dell’approvazione di un'analisi di impatto delle ipotesi di intervento normativo e regolamentare regionale ricadenti sull'attività dei cittadini, delle imprese nonché sull'organizzazione e sul funzionamento delle pubbliche amministrazioni, per assicurare, anche in questi ulteriori ambiti, il corretto funzionamento concorrenziale del mercato, la tutela delle libertà individuali, la tenuta dei principi generali dell'ordinamento.”
Puntualizzato che nella Conferenza dei capigruppo si era deciso di non
richiamare in Aula mozioni sull’argomento, chiede che non si proceda alla
votazione del documento illustrato dal consigliere Graziano o che, in
alternativa, sia inserita e votata anche la mozione predisposta dalla minoranza
affinché siano chiare le distinte posizioni all’interno del Consiglio
regionale.
Specificato che non si tratta di una mozione ma di un documento che sintetizza le posizioni condivise della maggioranza, precisa che le opposizioni possono liberamente determinarsi votando o no votando il documento.
Ribadisce la richiesta di ritiro del documento di cui è stata data lettura, annunciando in caso contrario la sottoposizione all’Aula di un documento alternativo, di modo che le posizioni di maggioranza e opposizioni restino cristallizzate.
Dichiara il suo voto contrario al documento di cui è stata data lettura dal consigliere Graziano, benché lo reputi di fatto finalizzato a ricomporre univocamente le posizioni della sola maggioranza. Riguardo ai residui fiscali, precisa che sia l'articolo 5 sia l’articolo 8 del disegno di legge Calderoli, prevedono, attraverso l’istituzione di una commissione paritetica, una distribuzione dei residui fiscali.
Dichiara la propria perplessità in merito alla natura della riforma e alla valutazione complessiva del bilancio di fiscalità generale, considerato che dal testo non appare chiaro come saranno finanziate le funzioni e le aree di competenza, se non attraverso la compartecipazione dei tributi delle regioni più ricche.
Pone in votazione il documento di sintesi letto dal consigliere Graziano che è condiviso dai 17 consiglieri di maggioranza sui 27 consiglieri presenti in Aula.
(Il documento di sintesi del
dibattito è condiviso dalla maggioranza dei consiglieri)
Chiede un’inversione dell’ordine del giorno con la
trattazione immediata del progetto di legge di iniziativa della consigliera
Straface riguardante l’istituzione del Parco regionale Valle dei Coriglianeto.
Pone ai voti la proposta di inversione dei punti all’ordine del giorno richiesta dal consigliere Graziano, che è approvata.
Illustra il provvedimento riguardante l’istituzione del Parco naturale regionale “Valle del Coriglianeto”, al fine di valorizzare il patrimonio e la biodiversità presente nell’area interessata con l’intento di consegnarla alle nuove generazioni; evidenzia, quindi, che la proposta di legge può segnare un cambio di passo per la legislazione regionale, considerato che l’ambiente è sempre più al centro di politiche sostenibili.
Mette in risalto che per
approvare la proposta di legge sono necessari i due terzi (2/3) dei
consiglieri.
Precisa che soltanto nella
votazione finale della proposta di legge nel suo complesso si farà la conta dei
voti necessari per l’approvazione.
Pone in votazione gli
articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15 e 16 che sono
approvati, indi passa alla votazione della proposta di legge.
Constatato che non è stata
raggiunta la maggioranza qualificata richiesta per l’approvazione della
proposta, la rinvia alla successiva
seduta di Consiglio.
(Il Consiglio rinvia)
Indi,
sospende brevemente la seduta.
La seduta sospesa alle 15.58 riprende alle 15.18
Riferisce che le attività
di forestazione prevedono un impegno finanziario di 156 milioni di euro,
sufficienti a coprire le spese generali necessarie, a fronte dei necessari 185
milioni di euro.
Inoltre, puntualizza che
negli ultimi mesi il bacino dei lavoratori forestali è aumentato a seguito
della stabilizzazione di oltre 300 unità e che le unità di personale dipendenti
del Consorzio di bonifica sono state trasferite ad Azienda Calabria Verde,
salvaguardando il TFR e l’indennità. Precisa, poi, che la Giunta regionale si
assume l’impegno a reperire gli ulteriori 30 milioni di euro necessari a far
fronte al fabbisogno 2024, come già avvenuto per gli anni precedenti. Inoltre,
dichiara che il 2024 dovrebbe essere l’ultimo anno di reale sofferenza
finanziaria, poiché dal 2025 saranno utilizzate anche risorse del FSC.
Precisato che nel Programma
ci sono una serie di attività e tra queste il rimboschimento e l’attività di
prevenzione sugli incendi, evidenzia che l’utilizzo dei lavoratori forestali ha
fatto registrare la riduzione importante del numero degli incendi.
Sottolineato che nei
prossimi anni la forza lavoro dovrebbe aumentare, rendendo più semplici e
immediati i tempi di intervento, riferisce che molti forestali, previo accordo
con i sindacati, saranno posti in quiescenza per aver raggiunto la massima
anzianità e che si procederà all’assunzione di unità più giovani a tempo
parziale in grado di rilanciare l’intero comparto.
Infine, evidenzia che gli
impegni assunti dalla Regione saranno mantenuti per poi procedere con ulteriori
attività di rilievo per un rilancio serio di una forestazione produttiva.
Sottolineato che i
cambianti climatici rappresentano una minaccia per la sopravvivenza stessa
sulla terra, ritiene fondamentale tutelare gli alberi e attivarsi per la
conservazione dei boschi e delle foreste.
Precisa, inoltre, che
importanti studi, realizzati da esperti, individuano nella politica di
conservazione di boschi e delle foreste uno strumento per controbattere la
crisi climatica.
Condivide alcune parti del
documento in esame, in particolare quelle relativi all’inventario forestale
regionale, alle misure di contrasto alla desertificazione, alla lotta alla
processionaria e alla difesa del suolo, precisando che, per contro, non
condivide ad esempio il ricorso al “taglio raso”, a causa dei tempi necessari
al ripristino, e la tecnica del “fuoco prescritto”.
Presidenza del vicepresidente Pierluigi Caputo
Giudicato il programma
ponte in discussione uguale a quello approvato nel 2023, precisa che l’ultimo
Piano di forestazione approvato risale al 2020. A fronte, quindi, dei
cambiamenti climatici-ambientali verificatesi, giudica lacunoso l’intervento
previsto e chiede di conoscere sia quando sarà predisposto il nuovo Piano
triennale sia i risultati del precedente.
Evidenzia, inoltre, che le
azioni realizzate non sono preventive all’evento, ma sono a posteriori o, in
caso d’incendio, in itinere, causando egualmente un dispendio di risorse
utilizzate per strumentazioni tecnologiche a discapito della forza lavoro.
Ricordata l’importanza
della storia della forestazione calabrese, reputa necessario tutelare il
patrimonio forestale che tende a deteriorarsi prevedendo azioni e interventi
che non trascurino problematiche interconnesse, quali per esempio lo
spopolamento delle aree interne.
Ribadito che il documento
sembra la reiterazione di quello dell’anno precedente, evidenzia che il
Consorzio unico su alcune aree non ha competenza, pertanto sarà necessario, a
suo avviso, affrontare e risolvere i conseguenti problemi che ne deriveranno.
Giudicato, infine, il
Programma privo di una visione strategica e pluriennale, ritiene necessario
rafforzare le risorse umane per potenziare la difesa e la tutela del
territorio.
Giudicato privo di visione
l’intervento del consigliere Mammoliti, sottolinea che il costo lordo per ogni
operaio forestale è pari a circa 43 mila euro e determina in complessivi 190
milioni di euro le spese per la forestazione; evidenzia, al riguardo, che
trattasi di un’impostazione antica della gestione della forestazione,
considerato, peraltro, che gli operai forestali in alcuni mesi dell’anno non
sono utilizzati.
Ricordata l’assunzione di
circa 300 addetti a tempo parziale e riferite le problematiche di Azienda
Calabria Verde, che non approvava i bilanci dal 2017, sottolinea il tentativo
di rilancio della forestazione, che si manifesta anche attraverso l’attività di
prevenzione con i progetti obiettivo per i forestali, l’utilizzazione di nuove
tecnologie e l’implementazione di attività finalizzate a garantire la copertura
delle aree interne.
Evidenziate le
problematiche di carattere finanziario ancora presenti nel settore nell’anno in
corso, auspica una maggiore disponibilità di risorse per il 2025.
Riferisce, infine,
l’approvazione da parte della Giunta regionale del Programma di forestazione.
Comunicato il voto di
astensione sul provvedimento in quanto, a suo avviso, privo di un’azione
strutturale finalizzata alla risoluzione delle problematiche, prende atto
dell’approvazione del Piano della forestazione da parte della Giunta regionale,
comunicando la disponibilità del Partito democratico a sostenere iniziative
ritenute risolutive delle problematiche del settore.
Preso atto della
disponibilità e dell’apertura al riguardo del gruppo consiliare del Partito
democratico, ricorda che il contributo statale per la forestazione calabrese è
stato abolito dal Governo a guida Partito democratico e Movimento Cinque Stelle
e che alcuni emendamenti presentati dall’allora capogruppo di Forza Italia, Occhiuto,
sono stati osteggiati proprio dal gruppo parlamentare del Partito democratico.
Pone ai voti il
provvedimento che è approvato.
(Il Consiglio approva)
Dà lettura del documento
predisposto dalle opposizioni in conclusione del dibattito sull’autonomia
differenziata, con il quale si ritiene necessario: manifestare in maniera
formale e inequivocabile, biasimo e disapprovazione nei confronti delle recenti
affermazioni del ministro Calderoli che ledono l’onorabilità di tutti i
meridionali; attivare i passaggi necessari per dare impulso ad una iniziativa
legislativa da presentare direttamente alle Camere, finalizzata alla revisione
del Titolo V, parte II, della Costituzione, in direzione di un regionalismo
solidale; diffidare il Governo nazionale dal proseguire nell’impulso alla
prosecuzione dell’iter di approvazione del disegno di legge Calderoli.
Pone ai voti il documento
che registra la condivisione di soli 10 consiglieri su 26 presenti.
Invita il consigliere
Montuoro a svolgere una relazione unica per i provvedimenti relativi
all’approvazione dei bilanci di previsione 2024-2026 di Aterp Calabria, ARSAC e
Azienda Calabria lavoro.
Precisato,
preliminarmente, che la proposta di provvedimento amministrativo numero 158/12^
è stata approvata dalla seconda Commissione consiliare nella seduta del 10
aprile scorso, sottolinea che il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento infrastrutture e
lavori pubblici, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore
unico dei conti dell’Azienda, sintetizzando le osservazioni e le raccomandazioni
espresse dal Revisore e dai Dipartimenti competenti.
Riferisce, quindi, alcune criticità rilevate dal
Revisore unico dei conti, che, in particolare,: in riferimento ai
crediti e al Fondo crediti di dubbia esigibilità, per i quali ha invitato
l’Ente alla verifica delle ragioni del mantenimento dei propri crediti, ha
chiesto una relazione dettagliata con cadenza semestrale; relativamente al
contenzioso e all’adeguatezza del fondo ha riscontrato l’esistenza di numerose
cause legali in corso per le quali ha anche chiesto l’invio di dettagliate
informazioni con cadenza semestrale; con riguardo alle previsioni di cassa, ha
suggerito un attento monitoraggio dei crediti, provvedendo ad una tempestiva
interruzione dei termini prescrizionali ed una efficace ed efficiente attività
di recupero degli stessi.
Comunica,
poi, che il Dipartimento infrastrutture e lavori
pubblici, nell’istruttoria di competenza, ha rilevato il rispetto limiti
di spesa in materia di limiti di spesa e sollecitato la quantificazione del
fondo pluriennale Vincolato (FPV), tenuto conto delle novità normative di
recente emanazione.
Riferisce, altresì, che il Dipartimento economia e
finanze ha raccomandato all’Ente alcune verifiche e aggiornamenti sul Fondo
crediti di dubbia esigibilità e, a seguito del completamento della procedura di
riaccertamento ordinario dei residui per l’esercizio 2023, di provvedere alle
dovute variazioni di bilancio.
Infine,
riporta i dati contabili relativi alla corretta individuazione del disavanzo da
ripianare in conto degli esercizi 2024, 2025 e 2026.
Precisato,
preliminarmente, che la proposta di provvedimento amministrativo numero 159/12^
è stata approvata dalla seconda Commissione consiliare nella seduta del 10
aprile scorso, sottolinea che il provvedimento si compone della delibera di
Giunta regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento agricoltura, risorse agroalimentari e
forestazione, del Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore
unico dei conti, che hanno espresso tutti parere favorevole alla sua
approvazione con alcune raccomandazioni.
Riferisce,
in particolare, che viene raccomandato di verificare la congruità
del Fondo crediti di dubbia esigibilità provvedendo ad un suo aggiornamento e,
in relazione alla previsione del Fondo pluriennale vincolato, il
Dipartimento raccomanda all’Ente, a
seguito del completamento della procedura di riaccertamento ordinario dei
residui per l’esercizio 2023, di provvedere alle dovute variazioni di bilancio,
apportando, se necessari, i conseguenti correttivi al fondo per la parte
corrente e capitale, nel rispetto del principio contabile della competenza
finanziaria potenziata.
Comunica,
infine, che, a conclusione dell’istruttoria di competenza, fermi restando i
rilievi e le raccomandazioni evidenziati, il Dipartimento economia e
finanze ritiene possibile procedere, da parte
della Giunta regionale, alla trasmissione della proposta di bilancio di
previsione 2024-2026 dell’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura
Calabrese (ARSAC) al Consiglio regionale, ai sensi dell’articolo 57, comma 3,
della legge regionale 4 febbraio 2002, numero 8.
Precisato,
poi, che la proposta di provvedimento amministrativo numero 160/12^ è stata
approvata dalla seconda Commissione consiliare nella seduta del 10 aprile
scorso, sottolinea che il provvedimento si compone della delibera di Giunta
regionale, delle relazioni istruttorie del Dipartimento lavoro, del
Dipartimento economia e finanze e del parere del Revisore unico dei conti
dell’Azienda. Riferisce, quindi, che l’Organo di controllo: ha evidenziato che il ritardo nell’approvazione del
Rendiconto consuntivo 2021 è stato determinato dal passaggio dell’Ente al
Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici (SIOPE+) ed al
conseguente sistema di Tesoreria; per l’esercizio 2021, ha verificato il
rispetto, da parte dell’Ente, dei limiti di contenimento della spesa pubblica
imposti dalla normativa regionale vigente che del pareggio di bilancio;
relativamente alla voce “Altri accantonamenti”, atteso che per problemi tecnici
non è stata attivata la piattaforma dei crediti commerciali, prudenzialmente
l’Ente ha accantonato la quota pari al 10% dell’importo del debito per servizi,
depurato dalle spese vincolate alle entrate finanziate da specifici progetti;
il revisore ha dato atto che l’Ente ha rispettato quanto previsto, introducendo
i nuovi schemi di bilancio della contabilità economico-patrimoniale, ed ha
espresso parere favorevole all’approvazione del Rendiconto
dell’esercizio finanziario 2021 di Azienda Calabria Lavoro.
Comunica,
altresì, che: il Dipartimento lavoro ha evidenziato che l’Ente ha proceduto a riapprovare il
consuntivo 2021, avendo ravvisato la necessità di integrare il Rendiconto,
prevedendo l’accantonamento per il Fondo di garanzia debiti commerciali; il
Dipartimento vigilante ha rilevato che, per come comunicato più volte
dall’Ente, il ritardo nell’approvazione del rendiconto è stato determinato dal
passaggio dell’Ente al Sistema Informativo sulle Operazioni degli Enti Pubblici
(SIOPE+) e che, relativamente all’inosservanza nell’anno 2018 dei limiti di
spesa, sono state adottate le misure conseguenti alle violazioni riscontrate
con deliberazione di Giunta; nel rilevare che l’Ente strumentale si è
adeguato al sistema “SIOPE +” con conseguente avvio di un conto unico di
tesoreria a decorrere dal mese di ottobre 2021, il Dipartimento ha espresso
parere favorevole all’approvazione del rendiconto generale dell’esercizio 2021
dell’Azienda Calabria Lavoro.
Riferisce,
poi, che il Dipartimento Economia e Finanze ha rilevato
che: l’Ente è riuscito ad uniformarsi alla procedura definita SIOPE+ e a
dotarsi di un conto unico di Tesoreria a decorrere dal giorno 18 ottobre 2021; sembrerebbe
sussistere la formale correttezza della procedura di riaccertamento dei residui
e, a seguito di ciò, della determinazione del Fondo Pluriennale Vincolato e del
risultato di amministrazione dell’esercizio 2021; la
“quota disponibile del risultato di amministrazione” calcolata dall’Ente potrà
essere utilizzata solo a seguito dell’approvazione in via definitiva del
rendiconto di gestione, esclusivamente per le finalità indicate dal comma 6
dell’articolo 42 del decreto legislativo numero 118 del 2011.
Relativamente
all’Aterp, pur rilevando la positiva azione dell’Ente, finalizzata ad
affrontare criticità storiche quali la carenza personale, l’azione di contrasto
alla morosità, le problematiche legate al pagamento dell’IMU, che potrebbero
causare eventuali contenziosi, manifesta, tuttavia, forte preoccupazione per le
osservazioni sollevate dal Revisore unico dell’Ente; reputa, al riguardo,
opportuno superare la fase di commissariamento con la nomina direttore, al fine
di consentire una migliore programmazione delle attività dell’Ente.
Evidenziato,
poi, che il bilancio 2024 – 2026 dell’ARSAC è, di fatto, ingessato, atteso che
le risorse disponibili sono destinate esclusivamente al pagamento del
personale, sottolinea il ritardo nella predisposizione dell’atto aziendale, che
è stato, altresì, rimarcato anche dalla Commissione speciale di vigilanza; a
tal riguardo, ritiene illogico e inopportuno procedere all’approvazione del
bilancio di previsione in assenza dell’atto aziendale.
Ricordate,
poi, le problematiche relative ad Azienda Calabria Lavoro, comunica il voto di
astensione, sottolineando che l’opposizione garantisce la presenza del numero
legale in Aula.
Comunica che si procederà per votazioni separate dei tre provvedimenti,
Pone ai voti il
provvedimento, che è approvato.
(Il Consiglio approva)
Pone ai voti il
provvedimento, che è approvato.
(Il Consiglio approva)
Pone ai voti il
provvedimento, che è approvato.
(Il Consiglio approva)
Chiede l’inserimento
all’ordine del giorno della proposta di legge numero 289/12^, riguardante
disposizioni in materia funeraria e di polizia mortuaria.
Sottolinea il senso di
responsabilità delle forze politiche di minoranza che garantiscono la presenza
del numero legale in Aula.
Riferisce la presenza del numero
legale e che, eventualmente, si procederà alla verifica al momento della
votazione dei provvedimenti.
Rinvia la trattazione per l’assenza dell’assessore
competente.
(Il Consiglio rinvia)
Rinvia la trattazione.
(Il Consiglio rinvia)
Precisato, preliminarmente,
che la proposta in discussione è finalizzata a modificare la legge regionale
numero 49 del 2019, procede ad illustrare, nel dettaglio, le modifiche e, in
particolare: all’articolo 1, relativo alle definizioni, si precisa il significato
di centro servizi e società consortile; all’articolo 1, comma 8 bis, si
precisa la definizione delle sale del commiato per distinguerle dalle case
funerarie; con l’articolo 3, si modifica l’articolo 8, comma 2, della legge regionale numero 48/2019,
disciplinando le procedure necessarie; con l’articolo 4 si sopprime il comma 1
dell’articolo 8 bis; con le modifiche all’articolo 12 della legge
regionale numero 48/2019 si chiariscono le procedure burocratiche previste per
la registrazione della salma; con le modifiche all’articolo 13 si mutano i
limiti temporali, e, al riguardo, occorre, altresì, modificare la data del 30
marzo con la data del 30 aprile 2024; si abroga integralmente l’articolo 13 bis
relativo ai requisiti strutturali delle case funerarie.
Pone ai voti gli articoli 1, 2, 3, 4, 5 e 6 che sono
approvati.
Riferisce che all’articolo 7 è pervenuto l’emendamento
protocollo numero 8502, a firma del consigliere Molinaro.
Dà lettura dell’emendamento, modificativo della
lettera a) del comma 1: <<a) il comma 7 dell’articolo 13 è sostituito con
il presente comma: “Fatti salvi i terreni già edificabili e le strutture
edilizie già acquistate alla data del 30 giugno 2024 per la realizzazione di
case funerarie, e fatte salve le case funerarie già esistenti o in corso
d’opera e autorizzate alla data del 30 giugno 2024, o per le quali è stata
depositata istanza di realizzazione alla data del 30 giugno 2024, le case
funerarie non possono trovarsi a distanza inferiore a 250 metri (in linea
d’aria) del perimetro di ospedali pubblici e Hospice e a distanza inferiore a
250 metri (in linea d’aria) dalla fascia di rispetto dei cimiteri, fatta salva
la facoltà dei Comuni di stabilire una distanza maggiore in relazione alle
specificità territoriali.”>>.
Recepito il parere favorevole della Giunta regionale e del relatore, pone ai voti l’emendamento che è approvato, e l’articolo 7 che è approvato per come emendato.
Indi, pone ai voti gli articoli 8, 9 e 10 che sono approvati e la legge nel suo complesso, che è approvata per come emendata con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il Consiglio approva)
Esauriti i punti all’ordine del giorno, toglie la seduta.
La
seduta termina alle 16,27
Il Funzionario IEQ
Dott.ssa Giada Katia Helen Romeo