XI LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
__________
4.
SEDUTA DI MERCOLEDI’
3 GIUGNO 2020
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE DOMENICO TALLINI
Inizio lavori h.
15,39
Fine lavori
h.
17,37
MANCUSO Filippo, Segretario questore
PRESIDENTE,
*, *, *
AIETA GIUSEPPE (Democratici Progressisti-Calabria)
BEVACQUA Domenico (Partito Democratico)
CALLIPO Filippo (Io resto in Calabria)
DI NATALE Graziano (Io resto in Calabria)
ESPOSITO Sinibaldo (Casa delle Libertà)
IRTO Nicola (Partito Democratico)
MANCUSO Filippo (Lega Salvini), relatore
MINASI Clotilde (Lega Salvini)
MOLINARO Pietro Santo (Lega Salvini)
PITARO Francesco (Gruppo misto)
TASSONE LUIGI (Partito Democratico)
Presidenza del Presidente Domenico Tallini
Dà
avvio ai lavori, invitando il Segretario questore a dare lettura del verbale
della seduta precedente.
MANCUSO
Filippo, Segretario questore
Dà
lettura del verbale della seduta precedente.
(È approvato senza
osservazioni)
Dà
lettura delle comunicazioni.
Ringraziati i consiglieri per aver rinunciato a chiedere
l’inserimento all’ordine del giorno delle loro proposte di analogo contenuto,
si assume la responsabilità della convocazione in via straordinaria e urgente
della seduta di Consiglio per l’abrogazione della legge regionale numero 5 del
2020 con cui sono state apportate modifiche alla legge numero 13 del 2019 che
regola l’indennità differita spettante ai consiglieri regionali.
Sottolinea come la Presidenza abbia verificato la sussistenza di
incongruenze sia per quanto riguarda il mancato allineamento delle norme alle Intese
raggiunte in materia in sede di Conferenza Stato-Regioni e di Conferenza dei
Presidenti delle Assemblee Legislative, sia per quanto riguarda l’impatto
finanziario per l’Ente che si realizzerebbe potenzialmente con l’allargamento
della platea dei beneficiari.
Reputato doveroso e al contempo responsabile
abrogare la legge 5/2020, quale atto di
responsabile umiltà da parte del Consiglio regionale, capace di riconoscere
errori di valutazione, di analisi e di opportunità politica, evidenzia che ogni
esperienza, anche negativa, può assurgere a lezione utile e preziosa. Altresì,
raccomanda a tutti i consiglieri di limitare quanto più possibile il ricorso
all’articolo 42 del Regolamento interno del Consiglio regionale, riservandolo
solo a casi che impongono scadenze rigorose o presentano profili di urgenza.
Esprime indignazione per l’ingiusto attacco rivolto in questi
giorni al Consiglio regionale e ai suoi componenti; un attacco che giudica basato
su notizie e informazioni distorte, su falsità, bugie, inaccettabili forzature
e fantasiose ricostruzioni.
Sottolineato che i vitalizi sono aboliti dal 2011 e che la legge
numero 13 del 2019 ha consentito di rideterminare su base contributiva ben 189
assegni vigenti, con un risparmio per l’Ente di un milione e 249mila euro
all’anno, evidenzia che la legge che si sta per abrogare non incide
sull’impianto della normativa esistente, se non per aspetti marginali.
Sottolinea come il Consiglio regionale, insediatosi nel momento
più drammatico e delicato dell’epidemia, abbia risposto con grande senso di
responsabilità, approvando il bilancio e sostenendo direttamente iniziative a
favore delle famiglie.
Ribadito che le modifiche
introdotte dalla legge numero 5/2000 comunque non incidevano sull’impianto
della legge n. 13/2019 che ha introdotto l’indennità differita, basata sul
metodo di calcolo contributivo previsto dal D.L. 174/2012 al pari delle altre
Regioni d’Italia, ricorda che l’istituto prevede che al compimento del 65° anno
di età il consigliere regionale che abbia versato una contribuzione anche
volontaria della durata di 5 anni, può accedere al relativo beneficio. Specifica,
quindi, le rilevanti differenze esistenti tra indennità differita e istituto
del vitalizio, così come disciplinato dalle leggi regionali precedenti e che, totalmente
sganciato dalla logica contributiva, è stato abrogato.
È necessario, a suo dire, ripristinare, anche se non sarà facile,
la verità in tutte le sedi, dimostrando, con la validità del lavoro e con la
produzione di leggi che incideranno positivamente sulla vita sociale, economica
e culturale della Calabria, di essere degni di rappresentare i cittadini.
Ringrazia il presidente Tallini e tutti i
capigruppo che interpretando la volontà di tutti i consiglieri hanno concordato
di convocare la seduta odierna per abrogare la legge approvata nella seduta
precedente.
Precisa, quindi, che tale norma non ha variato o
modificato gli importi delle indennità differite ed evidenzia che, in realtà, mirava
unicamente ad eliminare una disparità di trattamento esistente in materia di trattamento
di fine mandato tra coloro che sceglievano di rinunciare all’indennità
differita e quanti non vi avessero rinunciato.
Ritiene, poi, che, all’insediamento delle
Commissioni, si potrà procedere con l’iter legislativo necessario sia per
fronteggiare l’emergenza sanitaria sia per dare alla Calabria una prospettiva
di riscatto economico e sociale, con trasparenza, nel rispetto della legalità e
dei criteri di efficienza ed efficacia che debbono improntare l’azione
legislativa ed amministrativa.
Infine, sottolinea che il Consiglio provvederà a
razionalizzare i costi della politica nella maniera più coerente con le
esigenze di buon funzionamento dell’Assemblea legislativa e nel pieno rispetto
dei bisogni reali dei calabresi che sono al primo posto nell’agenda politica e
legislativa.
Ribadito, infine, che la proposta di legge mira ad
abrogare la legge regionale numero 5/2020, approvata nella seduta del 26
maggio, evidenzia che l’intervento normativo, costituito da tre articoli, si
rende necessario per ovviare all’eventuale aumento della platea dei potenziali
beneficiari dell’indennità a carattere differito.
Sottolineato di aver consentito, con l’approvazione
della legge numero 5 del 2020, ai professionisti del facile populismo di
procedere a strumentalizzazioni ed enfatizzazioni della vicenda, si dichiara
amareggiato per la scelta effettuata che ha instillato nei cittadini calabresi
il dubbio sulla credibilità dei consiglieri regionali, dando l’impressione che
la classe politica non si preoccupi del bene comune.
Ritenuto che il Consiglio regionale non possa
permettersi di fornire questa immagine all’esterno, reputa non più giustificabili
leggerezza e mancato approfondimento dei provvedimenti.
Rileva il comune errore nell’approvazione della
proposta di legge numero 5 del 2020, che, a suo avviso, non sarebbe stato
commesso se le Commissioni consiliari fossero state costituite. A tal fine,
invita con forza il presidente Tallini a provvedere all’inserimento all’ordine
del giorno della prossima seduta di Consiglio regionale dei provvedimenti
propedeutici all’insediamento delle Commissioni consiliari.
Evidenziata ancora la necessità di esaminare i
provvedimenti con maggior approfondimento, ribadisce l’errore di superficialità
commesso, sottolineando, tuttavia, che la legge numero 5 del 2020 non ha in
alcun modo reintrodotto i vitalizi.
Ritenuto necessario porre rimedio al dubbio
ingenerato nell’opinione pubblica, considera estremamente significativo che la
proposta di legge di abrogazione sia di iniziativa del Presidente del
Consiglio.
Ravvisa, infine, la necessità che la classe
politica sia all’altezza delle sfide che la Calabria è chiamata ad affrontare,
in particolare dopo l’emergenza epidemiologica, al fine di restituire
credibilità al Consiglio regionale.
Evidenziato come il Consiglio regionale con l’approvazione
della legge regionale 5/2020 abbia fornito il pretesto per gratuite
strumentalizzazioni sul tema dei vitalizi, registra con amarezza come la
polemica innescatasi, spingendosi oltre la giusta critica, abbia fatto
dimenticare i meriti conseguiti dalla governance
regionale nella gestione dell’emergenza sanitaria.
Rivendicato il diritto di difendere il cammino
tracciato in anni di attività politica ed amministrativa al servizio della cosa
pubblica, reputa che la tempestiva adozione della proposta abrogativa della
legge numero 5 del 2020 consenta di rimediare all’errore commesso, attenuando
la delusione cagionata ai cittadini calabresi.
Ritiene, quindi, che sia necessario non sbagliare
in futuro, al fine di ridurre la distanza tra cittadini e politica,
ulteriormente acuita dalla difficile situazione economica attuale.
Riferito il dibattito in atto nel Partito di
appartenenza, per la prima volta presente in Consiglio regionale, sottolinea la
necessità di approfondire la possibilità di modifica della legge regionale
numero 13 del 2019.
Riferito, preliminarmente, di aver subordinato il
ritiro della proposta di legge di sua iniziativa al contenuto abrogativo di
quella presentata dal presidente Tallini, sottolinea il profondo imbarazzo per
il modo con il quale è stata approvata, nella precedente seduta, la proposta di
legge numero 5 del 2020.
Ritenuto che l’Assemblea non abbia dato un buon
segnale ai cittadini, evidenzia la necessità di procedere, con urgenza,
all’insediamento delle Commissioni consiliari, al fine di poter esaminare le
proposte di legge presentate, precisando che non voterà in futuro provvedimenti
che non siano stati preventivamente sottoposti al vaglio delle competenti
Commissioni consiliari.
Sottolineata, altresì, la necessità di rivedere le
modalità di votazione in Aula con l’introduzione del voto elettronico,
ritenendolo strumento indispensabile per non incorrere in errori, giudica
necessario che l’Aula si riappropri dell’autorevolezza del suo ruolo,
affermando, con decisione, di volere esclusivamente esercitare con dignità il
privilegio di rappresentare gli interessi dei cittadini calabresi.
Ricorda all’Aula che la Presidenza del Consiglio
regionale ha sempre agito nel rispetto del Regolamento interno del Consiglio.
Annunciato il suo voto favorevole alla proposta in
discussione, ritiene che il Consiglio regionale abbia scritto una pagina
avvilente a cui, oggi, deve riparare. Sottolinea come all’indomani
dell’approvazione della legge abbia subito accuse e insulti ai quali ha reagito
riconoscendo la sua leggerezza e cercando di rimediare ad essa con la
presentazione di una proposta abrogativa della legge approvata.
Ricordata la sua appartenenza al mondo
dell’associazionismo e la sua vicinanza ricorrente ai bisognosi, evidenzia di
avere già nelle scorse sedute stigmatizzato il ritardo nella costituzione delle
Commissioni consiliari e la costituzione di un’ulteriore Commissione.
Precisa, quindi, che la proposta, poi divenuta
legge regionale 5, era stata annunciata quale adeguamento alla normativa
nazionale, celando, a suo dire, l’interesse personale di qualche soggetto che,
in altre realtà come gli ordini professionali, ritiene sarebbe stato radiato.
Evidenzia, poi, che la legge non avrebbe comunque
superato il vaglio di costituzionalità e annuncia che sottoporrà ad analisi
accurata ogni provvedimento sottoposto all’esame del Consiglio regionale.
Infine, ritiene indispensabile ripristinare il principio di lealtà, isolando ed
emarginando tutti coloro che con il loro comportamento, palese e non, infangano
il buon nome della Regione e dei consiglieri regionali.
Apprezzata la determinazione con la quale il
presidente Tallini e il consigliere Mancuso hanno affrontato la problematica,
ritiene, però, che i consiglieri non abbiano la possibilità di approfondire i
provvedimenti che non sono preventivamente inseriti all’ordine del giorno, per
cui propone una revisione del Regolamento interno, in particolare per
consentire ai consiglieri di approfondire le proposte condivise dalla Conferenza
dei capigruppo. Conclude proponendo di discutere della legge 13 nella prossima
seduta di Consiglio regionale per fare capire ai calabresi le notevoli differenze
esistenti tra le indennità spettanti ai consiglieri regionali della Calabria e
quelle spettanti ai consiglieri delle altre Regioni.
Giudica necessaria la convocazione odierna per
cercare di porre riparo ai danni, a suo avviso incalcolabili, arrecati
all’immagine istituzionale dell’intera Assemblea. Puntualizza come, benché i
consiglieri non percepiscano alcun vitalizio, siano stati instillati ed
alimentati dubbi in proposito nei cittadini calabresi, rappresentando una
politica famelica ed alla ricerca dell’interesse individuale e non collettivo.
Ritiene, dunque, che i lavori del Consiglio
debbano essere gestiti diversamente, limitando l’inserimento di provvedimenti
non preventivamente assunti all’ordine del giorno.
Evidenzia, quindi, come un errore di tal fatta,
come l’approvazione della legge 5, abbia di fatto oscurato le buone scelte
effettuate dall’Assemblea per la Calabria, come ad esempio l’utilizzo dei
risparmi realizzati dal Consiglio regionale negli ultimi anni e utilizzati, per
un totale di 1 milione di euro, per il banco alimentare.
Infine, ritiene che sia necessario lavorare per
rivedere le spese dei gruppi consiliari e per dare un segno che possa
ripristinare la fiducia dei calabresi nei confronti della politica e delle
istituzioni.
Affermato
che nella seduta odierna il Consiglio regionale ha dato prova di grande forza
prevedendo l’abrogazione di una legge approvata da poco, esorta a lavorare per
riacquistare la fiducia, l’immagine e la credibilità davanti ai calabresi,
impegnandosi a tagliare privilegi e spese inutili.
Premesso
di condividere la scelta di abrogare la legge regionale 5, rammenta che la
legge 13 del 2019, benché a suo avviso rivedibile in alcuni punti, attraverso
il ricalcolo dei vitalizi in erogazione, ha prodotto notevoli risparmi per il
Consiglio regionale, all’interno di un quadro nazionale che ha consentito
l’armonizzazione delle normative regionali per tutte quelle Regioni d’Italia
che non avevano ancora regolamentato la materia. Precisa, quindi, che quando
nel 2011, nella IX^ Legislatura, furono aboliti i vitalizi, l’efficacia della
norma decorse dalla X^ Legislatura. Ricorda, ancora, che nella precedente
Legislatura è stato introdotto per la prima volta il contributo di solidarietà
che ha consentito anch’esso notevoli risparmi, utilizzati poi per far fronte all’emergenza
COVID, ad esempio le risorse utilizzate per il Banco alimentare e per il fondo
per gli studenti fuori sede.
Rileva,
però, come sia scorretto trincerarsi dietro argomentazioni, benché sostenibili,
poiché a suo avviso in Calabria, anche a causa di pregiudizi diffusi e atavici,
tutto è più difficile e ci sono aspettative maggiore rispetto alle altre Regioni
d’Italia e ciò “che è normale in altre Regioni per la Calabria non lo è”. In
proposito, osserva che bisogna dare segnali sempre più forti ai calabresi che,
nelle particolari condizioni di difficoltà economica esasperate dalla pandemia,
si aspettano interventi sempre più incisivi. Indi, ritiene sia
improcrastinabile intervenire sulle leggi che disciplinano gli stipendi dei
burocrati, sulla revisione dei gruppi consiliari, sulle strutture speciali, in
un’ottica di coraggio, verità e trasparenza, senza populismo e demagogia.
Contesta,
infine, l’attacco mediatico subito dai consiglieri regionali che, a suo avviso,
alimenta un clima di odio che danneggia il Paese.
Dissentendo
sul concetto di normalità da perseguire dalla regione Calabria, così come
espresso dal consigliere Irto, chiede che ai consiglieri regionali calabresi e
alla Regione Calabria sia riconosciuta la medesima dignità dei consiglieri
regionali di tutt’Italia e delle altre Regioni italiane, senza discriminazioni
e senza trattamenti speciali.
Favorevole
all’abrogazione della norma, contesta la gogna mediatica subita e chiede che
sia chiarito che non tutti i consiglieri percepiranno questa indennità.
Evidenzia
che l’approvazione della modifica della legge nella scorsa seduta ha toccato la
sfera personale di ognuno, denigrando ogni consigliere a prescindere dalle sue responsabilità
effettive. Osserva come è stato commesso un errore in un momento storico in cui
non si concedono errori a chi fa politica. Errore, a suo avviso, di opportunità
politica, considerata l’epidemia e la crisi sociale ed economica, ma anche errore
di comunicazione. Chiarisce, quindi, che non sono stati introdotti i vitalizi,
aboliti nel 2011, ma che la legge regionale numero 13 del 2019, modificata con
la legge 5, ha introdotto un’indennità differita mediante sistema di calcolo
contributivo. Aggiunge, inoltre, che è stato commesso anche un errore di merito
perché le disposizioni introdotte non erano in linea con quanto stabilito dalla
Conferenza Stato-Regioni e dalla Conferenza del Presidenti delle Assemblee
legislative.
Conclude
invitando a lavorare nelle Commissioni competenti alla manutenzione di leggi e
regolamenti, partendo dalla revisione delle spese dei gruppi.
Prima
di passare alla votazione dell’articolato, ribadisce che non essendo mai stata
votata la reintroduzione dei vitalizi, non è corretto parlare di abrogazione
della legge sui vitalizi.
Pone,
quindi, in votazione gli articoli 1, 2, 3 e la legge nel suo complesso che sono
approvati con autorizzazione al coordinamento formale.
(Il
Consiglio approva)
Esaurito
l’ordine del giorno, toglie la seduta.
La seduta termina alle 17,38
Il funzionario responsabile
Giada
Katia Helen Romeo