VII^ LEGISLATURA
RESOCONTO SOMMARIO
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67.
SEDUTA DI MARTEDI’ 13 MAGGIO 2003
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUIGI FEDELE
INDICE
GUAGLIARDI Damiano (Rif. Com.)
PRESIDENTE,,,,,,,,,,,,
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DIMA Giovanni, assessore all’Agricoltura
FORTUGNO Francesco (PPI),,,,,,,,
GAGLIARDI Mario Albino (CCD),,,,,
GUAGLIARDI Damiano (Rif. Com.),,,,,,,,
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LEONE Gianfranco (FI),,,,,,,,,,
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MORRONE Giuseppe (Un. Dem. Cal.)
NACCARATO Paolo, relatore,,,,,,,,,
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NAPOLI Giuseppe Giuliano (DS),,,,,
PIRILLI Umberto, assessore Personale
RIZZA Domenico (AN),,,,,,,,,,,
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TOMMASI Diego Antonio (Verdi – l’Ulivo),,,,
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TRIPODI Michelangelo (CI),,,,,,,,,,
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TRIPODI Pasquale Maria (Dem. Pop. Eur.),
TESORIERE Ottavio, Segretario ff
Legge il verbale della seduta precedente che è approvato senza osservazioni.
Legge le
comunicazioni.
Chiede una breve sospensione in Aula
Sospende la seduta per 5 minuti
Chiede maggiori
chiarimenti su come procederanno i lavori in Aula (in merito alle dichiarazioni
di voto) poichè ci sono articoli ed emendamenti che necessitano
d’illustrazione.
Pone in discussione l’emendamento Gagliardi –Tripodi che ha lo scopo di premettere all’intero Statuto un preambolo.
A suo parere è opportuno rinviare la discussione sull’opportunità di un preambolo alla fine della discussione dell’articolato.
Obietta che già in Commissione si è adottata una tattica dilatoria, con il risultato che del preambolo e del suo merito non si è mai discusso.
Rilevando l’importanza di un preambolo e dei suoi contenuti ritiene inopportuno procedere alla sua approvazione in poche ore, per cui propone che lo si affronti quando si procederà alla seconda lettura..
Ribatte che la maggioranza non ha onorato l’impegno a discutere in Commissione del preambolo.
Dichiara che sul preambolo in Commissione, nell’ultimo anno, non ha visto nessuna proposta.
Rispondendo al consigliere Rizza fa notare che lui stesso ha presentato in Commissione una breve proposta di preambolo, dopodiché si era stabilito di discuterne alla fine dei lavori della Commissione, cosa non avvenuta e pertanto teme che l’accantonamento proposto oggi dal Presidente Naccarato possa seguire lo stesso percorso della Commissione.
Chiede una sospensione.
Sottolinea, polemicamente, che i lavori di oggi saranno lunghi e pertanto non conviene sospendere spesso i lavori.
Chiede che tutti gli emendamenti precedentemente bocciati in Commissione e riproposti all’esame dell’Aula vengano ritirati dai firmatari, per evitare inutili rallentamenti dei lavori.
Compresa la richiesta del consigliere Crea, afferma, però, che sia necessario dare a tutti i consiglieri la possibilità di esercitare al meglio le proprie funzioni, data la solennità del momento, ritenendo indispensabile che lo Statuto abbia un preambolo. Non condivide la proposta fatta dal relatore di accantonare gli emendamenti relativi a questo tema, proponendo, invece, di discuterne subito per poi entrare celermente nel merito dell’articolato, senza alcun ostruzionismo di parte e nel rispetto, sempre dimostrato, per l’Aula ed i calabresi.
Per dichiarazione di voto chiede innanzitutto al Presidente che vengano concessi non più di tre minuti a consigliere per intervento, affinché tutti possano avere la possibilità di intervenire, proponendo, altresì, che gli emendamenti che prevedono l’inserimento del preambolo vengano considerati aggiuntivi all’articolo 1.
Sostiene fermamente la necessità che i principi contenuti nell’emendamento vengano previsti nello Statuto alternativamente come preambolo o come comma primo all’articolo 1.
Chiarisce che la proposta del relatore è finalizzata a consentire che tutti i consiglieri possano attentamente valutare l’ipotesi dell’inserimento di un preambolo.
Ricorda che già in sede di Commissione l’emendamento era stato accantonato con l’assicurazione che sarebbe stato esaminato prima che lo Statuto fosse portato in Aula.
Invita i consiglieri a leggere il testo dell’articolo 2, comma 1, dal quale si evince che non vi è alcuna pregiudiziale a discutere l’ipotesi di un preambolo.
Sottolinea che sia l’articolo 2 della proposta di Statuto che la Costituzione della Repubblica prevedono i principi contenuti nell’emendamento, ricordando che nell’ultimo anno in Commissione non si è discussa alcuna ipotesi di preambolo.
Pone ai voti la proposta del relatore di accantonare gli emendamenti relativi al preambolo che è approvata, indi mette in discussione l’articolo 1 dello Statuto (La Regione Calabria), informando che sono stati presentati 8 emendamenti all’articolo.
Illustra l’emendamento al comma 1 dell’articolo 1, evidenziando che rilievo è posto al principio dell’autonomia e della partecipazione dei cittadini.
Chiede all’onorevole Tripodi di ritirare l’emendamento, ricordando sia che l’articolo 1 è stato votato in Commissione all’unanimità sia che per ragioni di tecnica giuridica tutti i principi sono stati previsti nell’articolo 2.
Ritira l’emendamento al comma 1 ed illustra l’emendamento aggiuntivo del comma 1 bis, articolo 1, sottolineando la necessità di arricchire i contenuti dell’articolo in esame.
Invita il consigliere Tripodi a ritirare l’emendamento, nel rispetto della tecnica giuridica utilizzata per la stesura del testo.
Ritira l’emendamento ed illustra l’emendamento aggiuntivo del comma ter, articolo 1, che prevede che la Calabria faccia propria la carta dei Diritti dell’Unione Europea.
Rimette la decisione all’Aula.
Pone ai voti l’emendamento aggiuntivo del
comma ter, con coordinamento formale, che è approvato.
Illustra l’emendamento sostitutivo dei commi 3 e 4 dell’articolo 1, ritenendo che indicare precisamente le sedi della Giunta regionale e del Consiglio, così’ come nel testo non faccia altro che evidenziare una frattura storica della regione.
Esprime parere contrario, invitando il consigliere Galati a ritirare l’emendamento.
Ritira l’emendamento.
Illustra l’emendamento integrativo all’articolo 1, comma 4, affermando che sarebbe opportuno prevedere che il Consiglio regionale possa, in casi di calamità o urgenza, riunirsi in altra sede.
Spiegato che già la Giunta regionale può, in caso di urgenza, riunirsi
in qualunque sede, invita il consigliere Guagliardi a ritirare l’emendamento.
Ritira l’emendamento.
Ricordato di aver votato favorevolmente l’articolo 1, illustra l’emendamento integrativo all’articolo 1, comma 4, spiegando che la necessità di integrazione nasce dai principi contenuti nello Statuto, ed in considerazione che la città di Reggio Calabria è da considerare porta sul Mediterraneo e questa vocazione naturale va riconosciuta dallo Statuto.
Ritenuto che l’emendamento non rientri nei principi dell’articolo 1, propone che venga esaminato all’articolo 2, dopo la lettera t).
(Così resta
stabilito)
Illustra l’emendamento sostitutivo all’articolo 1, comma 5, ritenendo che sia opportuno che la Regione abbia una bandiera.
Rimette la decisione all’Aula.
Dichiara di riconoscersi pienamente, quale cittadino, nella bandiera italiana.
Ritira l’emendamento, indi illustra l’emendamento aggiuntivo del comma 6, articolo 1, che estende il diritto di voto agli immigrati, residenti nella regione da almeno 5 anni.
Dichiara inammissibile l’emendamento perché trattasi di materia di competenza esclusiva dello stato, leggendo l’articolo 48 della Costituzione.
Pone ai voti l’articolo 1 come emendato, che è approvato all’unanimità indi, letto l’articolo 2 (Principi fondamentali), chiede ai proponenti di illustrare gli emendamenti all’articolo.
Illustra il proprio emendamento teso ad integrare nell’articolo il principio delle pari opportunità.
Chiede al proponente di ritirare l’emendamento perchè superfluo in quanto il principio delle pari opportunità già è previsto alla lettera d) del comma 2 dell’articolo in esame.
Insiste sul proprio emendamento.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Illustra un proprio emendamento interamente sostitutivo del comma 2 dell’articolo e sottolinea come non debbano mancare nello Statuto alcune principi quali la sostenibilità ambientale, il ripudio della guerra, il perseguimento dell’obiettivo dell’integrazione di persone e di famiglie che, provenienti da altre culture ed etnie, si insediano sul territorio regionale, la tutela del consumatore, ecc.
Ricordato che l’emendamento era già stato lungamente dibattuto in Commissione e ritirato, sottolinea che la formulazione del testo in esame è il frutto di un’approfondita elaborazione che ha visto ogni parte politica seriamente impegnata in di una paziente opera di mediazione, invita, pertanto, il proponente a ritirarlo.
Insiste.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Illustra il proprio emendamento soppressivo della lettera c) del comma 2, motivandolo con le profonde modificazioni che l’evoluzione sociale ha introdotto nel concetto di famiglia, si dichiara comunque disposto a ritirarlo se saranno ritirati anche gli altri emendamenti riguardanti tale questione.
Illustra il proprio emendamento modificativo della lettera c) del comma 2, dichiarando che si tratta di una formulazione che tende a garantire e tutelare oltre alle famiglie basate sul matrimonio anche i nuclei familiari di fatto, inserendo una previsione inclusiva delle tante forme di famiglia che, ormai, rappresenta un concetto estremamente mutevole.
Illustra un proprio emendamento teso ad aggiungere alla lettera c) del comma 2, dopo la parola famiglia le parole: “come società naturale fondata sul matrimonio” e dichiara che pur condividendo quanto detto in ordine alla mutevolezza del concetto di famiglia dai consiglieri Guagliardi e Tommasi, è opportuno richiamarsi laidamente alla famiglia così come individuata dalla Costituzione.
Dichiara che la delicatezza dell’argomento è sufficiente a spiegare le differenze profonde insite nei tre emendamenti appena illustrati e ricorda che già in Commissione si è avuta una lunga ed approfondita discussione che ha portato alla stesura dell’equilibrato testo all’esame dell’Aula. Per i motivi esposti chiede ai proponenti di ritirare gli emendamenti.
Insiste sul proprio emendamento.
Rilevato che i tre emendamenti appena illustrati presentano tre fattispecie radicalmente diverse chiede di sapere se sarà o meno svolto in Aula un dibattito su ciascuno di essi e conclude affermando che bisogna affrontare l’esame dell’articolato con calma, senza avere fretta di arrivare al voto conclusivo, avendo la massima cura di fare un buon lavoro.
Chiede venga data la parola ai proponenti per verificarne gli intendimenti dopo aver ascoltato il relatore.
Rispondendo al consigliere Tommasi, dichiara che quanto appena chiesto sta già nei fatti avvenendo.
Si dichiara favorevole all’ipotesi di ritiro del suo emendamento – anche per le argomentazioni avanzate dal relatore – a condizione che venga ritirato l’emendamento Gagliardi.
Insiste nel proporre l’emendamento che è una mera, ma importante, affermazione di principio.
A suo avviso in considerazione delle approfondite discussione avute in Commissione, è inopportuno presentare emendamenti già vagliati e respinti.
Pur dichiarandosi in linea di principio favorevole all’impostazione dei lavori ipotizzata dal consigliere Crea fa presente che su tale questione, non potendo assolutamente essere negata ai consiglieri la riproposizione di emendamenti pure in sede di Commissione respinti, bisogna rivolgere un invito ai proponenti in tal senso.
Dichiarato di essere in linea di principio favorevole all’emendamento proposto dal consigliere Gagliardi, afferma di aderire pienamente alla proposta avanzata dal relatore ricordando che il testo in esame è il risultato di un importante sforzo di mediazione e sottolineando che varando lo Statuto, cornice che dovrà essere riempita di contenuti dal legislatore, spetta a ciascuno il compito di ragionare laicamente.
Ritira il proprio emendamento.
Dichiara di ritirare il proprio emendamento.
Insiste con la proposizione del proprio emendamento.
Affermato che la questione in discussione è molto importante, propone in via alternativa che si leghi il concetto di famiglia alla previsione Costituzionale o che venga accolta la proposta avanzata dal relatore.
Ravvisando nella proposta formulata dal consigliere Fava un grande senso di equilibrio e ricordando che il dettato costituzionale è nato da una forte mediazione culturale ed ideologica, dichiara di essere favorevole ad una tale formulazione in alternativa alla proposta avanzata dal relatore pure accoglibile.
Ribadisce la proposta di mantenere l’originaria formulazione del testo con la richiesta, rivolta al consigliere Gagliardi, di ritirare l’emendamento in discussione.
Insiste nel non accogliere l’invito del relatore.
Pone in votazione l’emendamento Gagliardi che viene respinto.
Ritiene necessario il rigoroso rispetto dell’organizzazione dei lavori fissata dalla Conferenza dei Capigruppo, pertanto ribadisce la proposta di far parlare un consigliere a favore e uno contro.
Pone in discussione l’emendamento Rizza al comma 2
Fa presente che gli emendamenti sono stati proposti a seguito del coordinamento formale operato dai tecnici.
Esprime parere favorevole.
Pone ai voti l’emendamento che è approvato.
Illustra il suo emendamento, che ha lo scopo di riconoscere nello Statuto le Comunità Montane.
E’ favorevole all’emendamento, che peraltro è del tutto simile ad un suo emendamento.
Anche a suo avviso è opportuno un riconoscimento statutario delle Comunità montane.
Dato l’argomento si rimette alla volontà dell’Aula, facendo notare che se accolto l’emendamento produrrà modifiche anche ad altri articoli.
Ricordato che in Costituzione non è fatto cenno alle Comunità montane, sostiene che lo Statuto non è la sede opportuna per prevederle, anche se ciò non significa che si debbano abolire.
Chiede una brevissima sospensione.
Accoglie la richiesta.
La seduta sospesa alle 13,48 riprende alle
13,51
Pone in votazione gli emendamenti unificati sulle Comunità montane.
Chiede la votazione per appello nominale.
VILASI Gesuele, segretario ff
Fa la chiama.
Parlando per dichiarazione di voto, chiede si voti il testo proposto dalla Commissione.
Ritiene importante evidenziare che con la proposta di legge La Loggia le Comunità montane vengono inserite tra gli Enti locali.
Per dichiarazione di voto, ribadisce il suo si all’emendamento affinché si rafforzi il ruolo delle Comunità montane ed evitare che queste vengano “smantellate”.
Proclamato l’esito della votazione, comunica che l’emendamento è respinto.Indi pone in discussione l’emendamento Gagliardi protocollo 858
Illustra il suo emendamento all’articolo 2 comma 2 che ha lo scopo di valorizzare la differenza del genere.
Invita il consigliere Guagliardi a ritirarlo in quanto ripetitivo della lettera 2.
Ritira l’emendamento
Pone in discussione l’emendamento
Gagliardi protocollo 865.
L’emendamento, riferisce, intende tutelare l’immenso patrimonio delle tradizioni popolari ed il grande patrimonio linguistico dialettale della regione.
Fa notare che i contenuti dell’emendamento sono presenti nella lettera 2, quindi, propone di recepire in coordinamento formale le proposte del consigliere Gagliardi.
Ritira l’emendamento.
Ribadisce la sua richiesta di approvazione dell’emendamento che qualifica Reggio Calabria “città metropolitana del Mediterraneo”
A suo avviso è necessaria una riformulazione, sia per evidenti effetti futuri sia per poter utilizzare il termine “città metropolitane” per altre realtà.
Concordando con il consigliere Bova giudica importante approvare l’emendamento, che prende atto della realtà e della vocazione della città di Reggio Calabria.
Espresso il timore che la discussione su un tale emendamento possa essere ricondotta, da qualcuno, a mero campanilismo, ritiene che la caratteristica propria di una città metropolitana del Mediterraneo appartenga all’intera regione e chiede che in tal senso venga formulata la proposta.
Alla luce dell’intero lavoro svolto in Commissione, ritiene insignificante ogni dubbio circa al mero campanilismo da alcune parti paventato e considera l’emendamento Bova in linea con i principi scaturiti dal dibattito in Commissione, sottolineando che compito dell’assemblea è quello di valorizzare i punti di eccellenza della regione e sottolinea che l’articolo 45 del testo, al comma 6, riconosce le città metropolitane, con ciò non escludendo che ogni area che assume le caratteristiche proprie della città metropolitana possa essere riconosciuta tale.
Chiede una breve sospensione.
Sospende la seduta.
Propone di rinviare l’esame dell’emendamento contestualmente all’approvazione dell’articolo 45, al fine di evitare che gli accesi stati d’animo del momento possano condizionare le scelte.
Sottolineato che la previsione della città di Reggio Calabria quale città metropolitana del Mediterraneo sarebbe afferente alla posizione geografica della stessa, chiede all’Aula che si prenda una posizione dettata dal buon senso, ricordando che precedentemente si era stabilito che l’emendamento fosse discusso con l’articolo 2.
Pone ai voti la proposta del consigliere Leone, che viene approvata.
Ritiene non sia comunque possibile procedere all’approvazione dell’articolo 2 se si rinvia la discussione di un emendamento all’articolo 2.
Pone in discussione l’emendamento Bova protocollo 783
Illustra l’emendamento aggiuntivo della lettera u), comma 2, articolo 2, che ha lo scopo di garantire il sistema regionale della informazione e della comunicazione assicurando la libera concorrenza.
Esprime parere favorevole.
Pone ai voti l’emendamento, che è approvato ed
in discussione l’emendamento Tommasi protocollo 904.
Illustra l’emendamento integrativo della lettera v), comma 2, articolo 2, che prevede la tutela del patrimonio faunistico regionale ed il rispetto ed il riconoscimento dei diritti degli animali.
Esprime parere favorevole, proponendo l’inserimento della parola “floreistico” dopo la parola “faunistico”.
Pone ai voti l’emendamento del consigliere Tommasi con la proposta di aggiunta del relatore che è approvato.
Ricorda a proposito dell’emendamento Bova sulla città di Reggio Calabria che la sua precedente proposta è stata posta ai voti ed approvata.
Rivolgendosi all’onorevole Adamo, sostiene quanto affermato dal consigliere Leone.
Chiede una breve sospensione per consentire ai capigruppo di conferire al banco della presidenza.
Sospende la seduta invitando i capigruppo ad avvicinarsi al banco della Presidenza.
(I capigruppo
si recano al banco della Presidenza)
Riferisce che la conferenza dei capigruppo è pervenuta ad una soluzione che prevede l’approvazione sia dell’emendamento Bova, all’articolo 2, rispondente ad una questione di valorizzazione dell’immagine della città sede del Consiglio regionale, sia di un emendamento all’articolo 45, comma 6, che riconoscerebbe alla Regione il compito di favorire la costituzione di città metropolitane nelle aree di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.
Ricordato che le città metropolitane riconosciute dallo Stato sono 7 e che le stesse godono di privilegi economici che non sarebbe giusto garantire alla sola città di Reggio Calabria, a detrimento delle altre aree regionali, dichiara che in due anni di discussione in Commissione non si sono volute modificare le sedi istituzionali per non riaprire ferite profonde, storiche che hanno visto coinvolta nel 1970 la città di Reggio Calabria.
Data lettura dell’articolo 118 della Costituzione che riconosce i Comuni, le Province e le città metropolitane, ritiene che nell’atteggiamento di taluni consiglieri vi sia solo la volontà di eludere determinate disposizioni, privilegiando interessi localistici rispetto a quelli più generali dell’intera regione.
Sospende la seduta.
La seduta
sospesa alle 15,02 riprende alle 15,36
Dispone la ripresa dei lavori.
Chiede, in considerazione dell’impasse che si è creata e dichiarando in qualità di relatore del progetto di legge che cercherà di formulare un testo capace di risolverlo, una sospensione dei lavori.
Verificato l’unanime consenso accoglie la proposta.
La seduta
sospesa alle 15,37 riprende alle 16,39
Propone che accantonando l’emendamento in discussione si prosegua la votazione dell’articolato.
Verificato l’unanime consenso accoglie la proposta avanzata dal relatore e pone in votazione l’articolo 2 che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 3 (Rapporti regionali con l’Unione Europea e con gli altri Stati).
Illustra un proprio emendamento, protocollo 886, teso ad aggiungere un comma con il quale si impegna la Regione a garantire ed incentivare le iniziative e le attività delle Istituzioni locali e degli enti esponenziali della comunità calabrese in Europa e nell’ambito internazionale.
Dichiarato che lo Statuto dovrebbe contenere soltanto norme di rango costituzionale e non ravvisando nell’emendamento illustrato tale spessore, invita il proponente a ritirarlo.
Accoglie l’invito del relatore.
Pone in votazione l’articolo 3 che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 4 al quale è stato presentato un emendamento che decade in quanto non è in Aula il proponente. Pone in votazione l’articolo 4 (Partecipazione popolare) che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 5 (Trasparenza) e dichiarato che non sono stati presentati emendamenti lo pone in votazione, viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 6 (Difensore civico) e da la parola ai proponenti gli emendamenti.
Illustra un emendamento, protocollo866, teso a disciplinare l’ufficio del Difensore Civico.
Dichiarando che sarebbe opportuno rinviare alla legge ordinaria la disciplina dell’ufficio del Difensore Civico, materia che d’altronde qualora accolta nello Statuto risulterebbe irrigidita, invita i proponenti Guagliardi a Torchia a ritirarlo.
Affermato di comprendere le ragioni addotte dal relatore, si dichiara propenso al ritiro soltanto nel caso in cui un rinvio della disciplina dell’istituto non si risolva in una mancanza sine die della stessa, avute ampie rassicurazioni in merito e verificato il consenso del coproponente Guagliardi ritira l’emendamento.
Illustra un emendamento, protocollo 845, che senza disciplinare l’istituto del Difensore Civico tende a costituzionalizzarlo assegnandogli un ruolo più pregnante delineandone per larghissime linee la funzione.
Dichiarato di comprendere il senso dell’emendamento, propone che si ponga in votazione soltanto il primo comma cassando gli altri due.
Accoglie la proposta formulata dal relatore.
Dichiara che accogliendo la proposta avanzata dal relatore l’emendamento diverrebbe troppo generico per essere inserito nello Statuto e chiede al proponente di ritirarlo.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 6 che viene approvato.
Illustra un emendamento, protocollo 905, istitutivo dell’articolo 6 bis che dispone: “La Regione istituisce con legge la Consulta dell’Ambiente”.
Esprime parere favorevole all’emendamento proposto.
Registrato il parere favorevole del relatore, pone in votazione l’emendamento che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 7 (Commissione per le pari opportunità) al quale è stato presentato un emendamento che decade in quanto il proponente non è presente in Aula. Pone in votazione l’articolo 7 che viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 8 (Informazione) al quale sono stati presentati tre emendamenti che decadono in quanto i proponenti non sono presenti in Aula, e lo pone in votazione, viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 9 (Modalità di partecipazione).
Chiede al consigliere Napoli di ritirare un proprio emendamento, protocollo 846, sostitutivo dell’articolo in esame.
Ritira l’emendamento.
Illustra un emendamento, protocollo 867, che aggiunge al comma 1, dopo la parola “Tutti” le parole “i cittadini calabresi”.
Invita a ritirarlo dichiarando che darebbe un’interpretazione troppo restrittiva dell’articolo in esame.
Insiste.
Pone in
votazione l’emendamento in discussione che viene respinto, indi pone in votazione
l’articolo 9 che viene approvato all’unanimità e legge l’articolo 10 (Referendum
abrogativo).
Ravvisando un errore interpretativo nella fattispecie sulla quale interviene l’emendamento al numero di protocollo 768, invita il proponente a ritirarlo.
Lo ritira.
Ritira l’emendamento protocollo 828.
Invita il consigliere Fortugno a ritirare l’emendamento a sua firma.
Dichiara di ritirare l’emendamento, riguardante il referendum abrogativo, protocollo 769.
Pone ai voti l’articolo 10 che è approvato.
Illustra l’emendamento protocollo 847, che ha lo scopo di consentire il ricorso al referendum consultivo, se lo promuove il 5 per cento degli aventi diritto al voto.
Espresse alcune riserve di principio, giudica troppo basso il quorum proposto, ma comunque si rimette alla decisione dell’Aula
Afferma che questo emendamento potrebbe essere accorpato all’emendamento Fortugno che è successivo.
E’ importante a suo avviso mantenere l’istituto del referendum, sul quorum si può discutere ed elevarlo.
Giudica necessario elevare il quorum al 10 per cento e cassare il comma 2.
Propone di trovare una percentuale intermedia.
Afferma che lo strumento del referendum può essere depotenziato o addirittura delegittimato se viene inflazionato da un ricorso troppo frequente, come avverrebbe con un quorum troppo basso.
Ribadisce la sua proposta.
Pone in votazione l’emendamento con le modifiche che è approvato.
Invita il consigliere Fortugno ad illustrare l’emendamento protocollo 770.
A suo avviso è esagerato che per un referendum abrogativo ci voglia il 40%.
Esprime parere contrario.
Pone ai voti l’emendamento protocollo 770 che è respinto.
Invita il consigliere Tripodi ad illustrare il suo emendamento.
Illustra l’emendamento protocollo 799, che rende vincolante l’esito del referendum consultivo.
Ricorda che se il referendum è consultivo non è vincolante ed invita quindi il consigliere a ritirarlo.
Ritira l’emendamento.
Pone ai voti l’articolo 11 (Referendum consultivo) nel suo complesso che è approvato.
Invita il consigliere Tripodi ad illustrare l’emendamento protocollo 800.
Lo scopo dell’emendamento è istituire il Consiglio regionale dei giovani, che può chiamarsi anche “consulta regionale dei giovani”.
Sottolineato il fatto che l’argomento è già stato esaminato in Commissione giungendo alla conclusione che questo organismo debba trovare spazio in una legge e non nello Statuto invita il consigliere a ritirarlo.
Pone ai voti l’emendamento che è respinto, indi pone ai voti l’articolo 12 (Disciplina referendaria) che è approvato.
Illustra il suo emendamento protocollo 888 che propone di cassare che sia organi della regione anche il Presidente del Consiglio e l’Ufficio di Presidenza, anche perché il legale rappresentante della Regione è il Presidente della Giunta.
Si dichiara contrario e pertanto invita il consigliere Galati a ritirare l’emendamento.
Concorda con il consigliere Galati.
Chiede la votazione per appello nominale.
VILASI Gesuele, segretario ff
Fa la chiama.
Chiede di sapere se non prevedere come organi il Presidente del Consiglio e l’Ufficio di Presidenza impedisca la loro costituzione in giudizio.
Risponde affermativamente.
Dichiara voto contrario.
Si astiene dalla votazione.
Pone ai voti l’emendamento Galati che è respinto e l’articolo 13 (Organi della Regione) nel suo complesso che è approvato. Indi mette in discussione l’articolo 14 (Composizione del Consiglio regionale).
Propone di rinviare la trattazione dell’articolo 14 alla fine della discussione dell’articolato.
Pone ai voti la proposta del consigliere Leone che è approvata, indi, mette in discussione l’articolo 15 (Attribuzioni del Consiglio regionale).
Riferendosi all’emendamento a firma Napoli, protocollo 848, esprime approvazione per l’inserimento del principio di sussidiarietà, ma, altresì, invita il firmatario a ritirarlo.
Ritira l’emendamento.
Illustra l’emendamento, protocollo 801, in cui sono ridefinite le attribuzioni del Consiglio regionale.
Invita il consigliere Tripodi a ritirare l’emendamento.
Pone in
votazione l’emendamento, protocollo 801 che è respinto.
Illustra l’emendamento, protocollo 889, che prevede la valorizzazione del confronto istituzionale con il Consiglio regionale delle autonomie locali.
Osserva che i contenuti sostanziali dell’emendamento sono contenuti già all’articolo 47, invita, dunque, il consigliere Galati a ritiralo.
Ritira l’emendamento.
Illustra l’emendamento, protocollo 868, che prevede che il Consiglio regionale elegga con voto palese il Presidente della Giunta regionale ed approvi il programma di governo per la legislatura e i relativi aggiornamenti, sostenendone le ragioni.
Ricordati gli estenuanti e faticosi dibattiti avvenuti in Commissione proprio sulla forma di governo neoparlamentare, ed alla luce del risultato raggiunto dopo un difficile e duro confronto, esprime parere contrario.
Sottolineato come l’elevato premio di maggioranza già di per se possa garantire la stabilità di un governo, rileva nella forma di governo prevista nello Statuto una riproduzione “bislacca” del presidenzialismo.
Pone ai voti
l’emendamento, protocollo 868, che è respinto.
Illustrando l’emendamento, protocollo 859, informa che lo stesso è finalizzato a sopprimere la figura del Vicepresidente, ritenendo che essa scatenerà, prima delle elezioni, bagarre di interessi che non renderanno facili le alleanze.
Esprime parere contrario.
Ricordato il voto contrario espresso alla proposta di legge di modifica costituzionale, che ritenne una forzatura, sottolinea come sarebbe stata sufficiente l’indicazione del Presidente, considerando la previsione del Vicepresidente una forzatura pasticciata e trasversale.
Pone ai voti l’emendamento, protocollo 859, che è respinto indi pone ai voti l’emendamento a firma Rizza e Sarra, protocollo 828, che è approvato.
Illustra l’emendamento, protocollo 772, inerente le attribuzioni del consiglio regionale.
Ricordato che ogni organo agirà secondo le proprie competenze, ben delineate nello Statuto, invita il consigliere Fortugno a ritirare l’emendamento.
Illustra l’emendamento, protocollo 802, a sua firma, che è strettamente connesso all’emendamento Fortugno.
Chiede la votazione per appello nominale.
Pone ai voti gli emendamenti, protocollo 772 e 802.
VILASI Gesuele, segretario f.f.
Fa la chiama.
Per dichiarazione di voto dichiara che approvando gli emendamenti si sarebbero potute garantire, ulteriormente, le funzioni del Presidente della Giunta regionale.
Proclama l’esito della votazione. Gli emendamenti sono respinti.
Illustra l’emendamento, protocollo 803, che prevede che la Giunta regionale non possa esercitare, né in via d’urgenza, né per delega, le funzioni di competenza del Consiglio.
Esprime parere contrario.
Pone ai voti
l’emendamento, protocollo 803 che è respinto.
Illustra l’emendamento, protocollo 804, specificando che lo stesso riguarda l’impossibilità di delegare funzioni legislative e regolamentari.
Ricordato che l’articolo 42 disciplina le funzioni regolamentari, ripartite in maniera precisa ed equa tra Giunta regionale e Consiglio, afferma che l’inserimento della limitazione per quanto concerne le funzioni legislative sarebbe pleonastico.
Dichiara che l’emendamento potrebbe essere approvato limitatamente alle funzioni legislative.
Pone ai voti
l’emendamento, protocollo 804, con l’eliminazione delle parole “e
regolamentari”, indi l’articolo 15, come emendato. Sono approvati.
Illustra l’emendamento, protocollo 876.
Esprime parere favorevole.
Pone ai voti
l’emendamento, protocollo 876, che è approvato, indi gli articoli 17 (Convalida
degli eletti), 18 (Prima seduta del Consiglio regionale), 19 (Elezione
del Presidente del Consiglio regionale e dell’Uficio di Presidenza)e 20 (Attribuzioni
del Presidente del Consiglio) che sono approvati, dà quindi lettura
dell’articolo 21 (Ufficio di Presidenza).
Illustra l’emendamento, protocollo 849, proponendo che lo stesso venga trattato contestualmente all’esame dell’articolo 25, sottolineando, però, che vi è già un emendamento a firma Rizza e Sarra che lo contiene.
Solleva serie perplessità sull’opportunità di prevedere all’interno dello Statuto il ricorso all’Ufficio legislativo del Consiglio, trattandosi di materia che attiene all’organizzazione burocratica.
Ritira l’emendamento.
Pone ai voti
l’emendamento, protocollo 828, che è squisitamente tecnico e gli articoli 21,
come emendato, 22 (Autonomia funzionale, contabile e organizzativa del
Consiglio), 23 (I Consiglieri regionali) e 24 (Seduta del
Consiglio) che sono approvati, quindi l’emendamento, protocollo 828,
all’articolo 25 che è approvato.
Illustra l’emendamento all’articolo 25 (Regolamenti del Consiglio), protocollo 806, che prevede che nel rispetto degli strumenti di garanzia e controllo ci sia la possibilità che un terzo dei consiglieri possa chiedere un pronunciamento alla Consulta statutaria.
Ricorda che l’emendamento era già stato respinto in Commissione, invita dunque il consigliere Tripodi a ritirarlo.
Ritira l’emendamento.
Pone ai voti
l’articolo 25, come emendato che è approvato.
Propone che l’articolo 26 (Gruppi consiliari) venga esaminato alla fine della discussione dell’articolato.
(Così resta
stabilito)
Illustra l’emendamento all’articolo 27 (Commissioni permanenti), protocollo 783/b, definendolo un coordinamento con le altre disposizioni.
Esprime parere favorevole.
Pone ai voti
l’emendamento che è approvato.
Illustra l’emendamento, protocollo 774, che prevede l’incompatibilità dell’ufficio di Presidente di Commissione sia con quello di componente l’Ufficio di Presidenza del Consiglio sia con quello di Presidente di gruppo.
Si rimette al volere dell’Assemblea.
Constata che con tale limitazione si potrebbe rischiare che non bastino le persone fisiche per ricoprire gli incarichi.
Pone ai voti l’emendamento che è respinto.
Invita il consigliere Guagliardi a ritirare l’emendamento, protocollo 860 che fissa il monte orario minimo dei lavori delle Commissioni.
Ritira l’emendamento.
Illustra un emendamento, protocollo 808, come articolo 27 bis e teso ad istituire una Commissione permanente, la cui presidenza dovrebbe competere ad un consigliere regionale appartenente alle opposizioni, con funzione di controllo e di vigilanza sulla realizzazione del programma e sull’attività dell’esecutivo avente altresì il compito di valutare l’attuazione degli atti normativi e di alta programmazione ed esaminare le nomine dei consulenti della Giunta. L’emendamento stabilisce inoltre che la Commissione suddetta deve riferire periodicamente al Consiglio sull’attività amministrativa della Regione e dei suoi uffici.
Esprime parere negativo all’emendamento ed invita il proponente a ritirarlo.
Insiste nel proporre l’emendamento in discussione.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto, indi, legge l’articolo 28 (Competenze delle Commissioni permanenti).
Illustra un emendamento, protocollo 828, al comma 3 dell’articolo 28 teso a prevedere che precedentemente all’esame delle proposte di legge di iniziativa popolare o di enti locali la Commissione competente debba ascoltare non solo i rappresentanti dei firmatari ma anche i rappresentanti delle autonomie locali.
Registrato il parere favorevole del relatore pone in votazione l’emendamento che viene approvato, indi, legge l’articolo 29 (Funzioni redigenti delle Commissioni permanenti).
Illustra un emendamento, protocollo 809, abrogativo dell’intero articolo 29.
Esprime parere contrario all’emendamento ed invita il proponente a ritirarlo.
Accogliendo l’invito del relatore ritira l’emendamento.
Verificato che non ci sono altri emendamenti da porre in discussione, pone in votazione l’articolo 29 che viene approvato all’unanimità, indi, legge e pone in votazione l’articolo 30 (Attività conoscitive e sindacato ispettivo delle Commissioni) che viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 31 (Commissioni d’inchiesta).
Illustra un emendamento, protocollo 810, sostitutivo del comma 1 dell’articolo 31 tese a disciplinare i poteri di inchiesta del Consiglio da esercitarsi tramite apposite commissioni da istituire in ogni caso allorché un terzo dei consiglieri ne presenti motivata richiesta all’Ufficio di Presidenza.
Esprime parere contrario all’emendamento.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Illustra un emendamento, protocollo 828, sostitutivo del comma 3 dell’articolo 31 e prevedente che le Commissioni d’inchiesta siano costituite dai rappresentanti di tutti i gruppi consiliari, in proporzione alla loro composizione numerica.
Ritira un emendamento, protocollo 811, aggiuntivo del comma 3 bis all’articolo 31.
Pone in votazione l’articolo 31 che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 32 (Presidente della Giunta regionale) dichiarando che gli emendamenti aventi numeri di protocollo 869, 775, 776 sono decaduti.
Illustra un emendamento, protocollo 877, col quale si propone di aggiungere al sesto comma dell’articolo 32 le parole: “I medesimi effetti conseguono alle dimissioni contestuali della maggioranza dei componenti il Consiglio”.
Esprime parere favorevole sull’emendamento proposto dal consigliere Leone.
Pone in votazione l’emendamento che viene approvato.
Illustra un emendamento, protocollo 836, che aggiungendo il comma 6 bis stabilirebbe, ove accolto che lo scioglimento del Consiglio risulta sospeso per un mese se contestualmente all’approvazione di una mozione di sfiducia al Presidente la metà più uno dei componenti il Consiglio avanza la proposta di affidare ad un consigliere della stessa maggioranza che ha vinto le elezioni l’incarico di formare un nuovo esecutivo da presentare al Consiglio entro dieci giorni unitamente alle linee politico-programmatiche.
Invita il proponente a ritirare l’emendamento in quanto incompatibile con l’impianto statutario.
Insiste.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto, indi, pone in votazione l’articolo 32 che viene approvato e legge l’articolo 33 (Attribuzioni del Presidente della Giunta regionale).
Illustra un emendamento, protocollo 812, aggiuntivo alla lettera c) dell’articolo 33 in base al quale al Presidente della Giunta competerebbe anche il potere di designare il Vicepresidente.
Invita il proponente a ritirare l’emendamento giudicandolo non proponibile.
Insiste.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Illustra un emendamento, protocollo 777, sostitutivo della lettera m) del comma 1 dell’articolo 33 in base al quale il Presidente della Giunta “adotta i provvedimenti con tingibili ed urgenti previsti dalla legge e demandati alla sua competenza”.
Registrato il parere contrario del relatore pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Propone che alla lettera c) del comma 1 dell’articolo 33 le parole “nomina e revoca i componenti della Giunta” siano sostituite dalle parole “nomina e revoca gli assessori”.
Verificato il
consenso del relatore e quello dei consiglieri pone in votazione l’articolo 33
così come risulta riformulato in seguito alla proposta del consigliere Occhiuto
che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 34 (Organizzazione
e funzionamento della Giunta regionale).
Illustra un emendamento, protocollo 813, teso a far si che gli assessori siano scelti tra consiglieri regionali.
Esprime parere contrario all’emendamento affermando che la previsione in esso contenuta viola le previsioni costituzionali e ricordando che la formulazione proposta dell’articolo è frutto di una lunga opera di elaborazione svolta in commissione.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto.
Illustra un emendamento, protocollo 828, che propone la sostituzione, al comma 4 dell’articolo 34, dell’espressione: “fra i cittadini in possesso dei requisiti di eleggibilità e di compatibilità con la carica di consigliere regionale” con l’espressione: ”fra i cittadini che si trovino nelle condizioni di ineleggibilità e di incompatibilità alla carica di consigliere regionale”.
Registrato il parere favorevole del relatore pone in votazione l’emendamento che viene approvato, indi, pone in votazione l’articolo 34 che viene approvato. Legge e pone in votazione l’articolo 35 (Attribuzioni della Giunta regionale) che viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 36 (Mozione di sfiducia – Questione di fiducia – Censura al singolo Assessore).
Illustra un emendamento, protocollo 907, al comma 3 dell’articolo 36 che se accolto porterebbe ad eliminare la previsione che la questione di fiducia possa porsi anche su “questioni particolarmente rilevanti per la collettività nazionale”.
Esprime parere contrario all’emendamento ed invita il proponente a ritirarlo.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 36 che viene approvato all’unanimità, indi, legge l’articolo 37 (Sistema elettorale).
Illustra un emendamento, protocollo 814, che propone la riformulazione dell’intero articolo 37 dichiarando che esso è teso ad inserire alcune garanzie circa la rappresentatività dei gruppi
Invita il proponente a ritirare l’emendamento giudicandolo non in linea con la forma di governo prevista nello Statuto.
Pone in votazione l’emendamento.
Parlando per dichiarazione di voto afferma che è assolutamente indispensabile approvare la legge elettorale prima dei termini stabiliti per la seconda lettura dello Statuto e far sì che essa sancisca un principio democratico di rappresentatività.
Dichiara di essere d’accordo con quanto dichiarato dal consigliere Tommasi.
Dichiara che, in base al risultato della votazione, l’emendamento viene respinto.
Illustra un emendamento, protocollo 850, modificativo dell’articolo 37 e ricordando che esso era già stato presentato in Commissione dichiara che probabilmente in quella sede non si è riflettuto a sufficienza sulla necessità di avere una norma che impedisca non soltanto ai consiglieri eventuali “ribaltoni” ma anche al Presidente della Giunta che potrebbe nella previsione del testo licenziato dalla commissione continuare a governare cambiando maggioranza e concludendo rifacendo rilevare la previsione che la legge elettorale sia approvata a maggioranza assoluta dei consiglieri.
Propone che la legge elettorale sia approvata con una maggioranza qualificata di due terzi dei consiglieri.
Sottolineando che lo Statuto sarà destinato a restare in vigore per molti anni, afferma che la legge elettorale non dovrebbe essere approvata a maggioranza assoluta ma qualificata per far si che essa sia il frutto di una mediazione sulla quale raggiungere ampie convergenze.
Dichiarato il proprio parere favorevole allo spirito dell’emendamento, ne propone una nuova formulazione per ragioni di chiarezza espositiva.
Registrato il parere favorevole del proponente pone in votazione l’emendamento, così come riformulato dal consigliere Rizza, che viene approvato.
Chiede che venga posta in votazione la proposta precedentemente avanzata dal consigliere Fava.
Pone in votazione la proposta avanzata dal consigliere Fava che viene respinta, indi, pone in votazione l’articolo 37 così come emendato che viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 38 (Iniziativa legislativa).
Illustra un emendamento, protocollo 828, che sopprime al comma 4 dell’articolo 38 le parole: “e di iniziativa delle autonomie locali”.
Registrato il favorevole parere del relatore pone in votazione l’emendamento che è approvato, indi, pone in votazione l’articolo 38 così come novellato che viene approvato all’unanimità. Legge l’articolo 39 (Procedimento).
Illustra un emendamento, protocollo 779, che prevede che i progetti di legge d’iniziativa popolare vengano iscritti all’ordine del giorno della prima seduta di Consiglio e discussi con precedenza su ogni altro argomento qualora lo richieda almeno un decimo, e non un quarto come previsto nel testo in esame, dei consiglieri regionali.
Invita il proponente a ritirare l’emendamento, pur dichiarando di rimettersi all’Aula.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto, indi pone in votazione l’articolo 39 che viene approvato.
Illustra un emendamento, protocollo 815, che propone di inserire l’articolo 39 bis in base al quale le leggi regionali dovrebbero essere comunicate alla Consulta Statutaria per l’approvazione del visto entro cinque giorni dalla loro approvazione.
Si dichiara contrario all’emendamento in quanto lo ritiene capace di ledere l’autonomia legislativa del Consiglio.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 39 che viene approvato. Legge gli articoli 40 (Promulgazione e pubblicazione) e 41 (Regione e disciplina comunitaria) che vengono approvati all’unanimità. Legge l’articolo 42 (Potestà regolamentare).
Illustra un emendamento, protocollo 816, che propone di sostituire in tutto l’articolo 42 le parole: “Giunta regionale” con le parole: “Consiglio regionale”.
Esprime parere contrario.
Pone in votazione l’emendamento che viene respinto, indi, pone in votazione l’articolo 42 che viene approvato e Legge l’articolo 43 (Testi Unici) che posto in votazione viene approvato. Legge l’articolo 44 (Conflitti di competenza).
Illustra un emendamento, protocollo 852, che prevede che la Regione possa promuovere questione di legittimità costituzionale anche su proposta delle Autonomie locali.
Registrato il favorevole parere del relatore del progetto di legge pone in votazione l’emendamento che viene approvato.
Illustra un emendamento, protocollo 780, elimina l’obbligo per la Regione di promuovere la questione di legittimità costituzionale entro sessanta giorni.
Invita a ritirare l’emendamento argomentando che la previsione temporale entro la quale proporre la questione di legittimità costituzionale è di derivazione costituzionale.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 44 che viene approvato e legge l’articolo 45 (Rapporti fra Regione ed Enti Locali).
Illustra un emendamento, protocollo 853, teso a migliorare i rapporti fra Regione ed enti locali.
Registrato il favorevole parere del relatore del testo in esame pone in votazione l’emendamento che viene approvato.
Illustra un emendamento, protocollo 878, che aggiunge al settimo comma dopo la parola “Province” le parole “e delle città metropolitane”.
Registrato il favorevole parere del relatore del testo in esame pone in votazione l’emendamento che viene approvato, indi dichiara che bisogna prendere in esame un emendamento presentato dal consigliere Adamo e che non è stato, per una svista, inserito fra gli altri emendamenti.
Illustra l’emendamento teso a prevedere che la Regione favorisca la gestione coordinata e associata delle funzioni da parte dei Comuni promuovendone la fusione non con il loro consenso ma previo loro parere.
Invita a ritirare l’emendamento in quanto esiste una previsione nella legge elettorale.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 45 così come riformulato che viene approvato.
Chiede una breve sospensione in Aula dei lavori.
Verificato l’unanime consenso sulla richiesta avanzata dal consigliere Adamo sospende la seduta.
Invita il consigliere Rizza ad illustrare l’emendamento protocollo 828.
Propone di sopprimere al comma 1 dell’articolo 46 (Finanziamento delle funzioni conferite e delegate) le parole “e delegate” nonché le parole “e di sviluppo della relativa progettualità”.
Pone ai voti l’emendamento che è approvato.
Invita il consigliere Galati a ritirare l’emendamento, protocollo 892, relativo all’inserimento dell’articolo 46/bis (Conferenza Regioni – Enti locali).
Ritira l’emendamento.
Chiede una breve sospensione.
Sospende i lavori in Aula.
La seduta sospesa alle 19,30 riprende alle
20,25
Comunica ai consiglieri che bisogna evacuare l’edificio a causa del ventilata presenza, tramite una telefonata anonima, di un ordigno esplosivo.
Ricordato che si era giunti all’approvazione dell’articolo 46, mette in discussione l’articolo 47 (Consiglio delle Autonomie Locali), informando che allo stesso sono stati presentati 8 emendamenti.
Illustra l’emendamento, protocollo 854, modificativo-integrativo dell’articolo 47 che tenta di completare la funzione del consiglio delle autonomie locali.
Esprime parere favorevole, proponendo che venga coordinato con l’emendamento a firma Rizza, e con la sostituzione al comma 3 dell’emendamento della parola “propone” con le parole “può proporre”.
Ricordato che la Legge n. 442 del 1999 non prevede che la regione riconosca quali siano i comuni in cui vi sono minoranze linguistiche, chiede che al secondo comma dell’emendamento le parole “riconosciute dalla Regione” vengano cassate.
Esprime parere favorevole.
Pone in votazione l’emendamento, protocollo 854, a firma Leone che è approvato in coordinamento con l’emendamento a firma Rizza e la modifica chiesta dal consigliere Tripodi Pasquale.
Illustra l’emendamento, protocollo 817, spiegando che lo stesso è frutto della considerazione che nella Corte costituzionale ci siano rappresentanti delle Regioni, a tal fine prevede, infatti, che il Consiglio delle Autonomie elegga due componenti della Consulta statutaria.
Esprime parere contrario.
Pone in votazione l’emendamento, protocollo 817, che viene respinto.
Illustra l’emendamento, protocollo 902, che prevede alcune prerogative del Consiglio delle autonomie Locali.
Riferisce che il contenuto dell’emendamento è da ritenersi compreso nelle previsioni dell’articolo 47.
Ritira l’emendamento.
Pone in votazione l’articolo 47, come emendato, che è approvato, indi passa all’esame dell’articolo 48 (Principi dell’attivtà amministrativa regionale).
Esprime parere contrario sull’emendamento, protocollo 818, a firma Tripodi, invitando il consigliere a ritirarlo.
Pone ai voti l’emendamento, protocollo 818, che è respinto e gli articoli 48, 49 (Organizzazione amministrativa regionale) come emendato e 50 (Autonomia finanziaria della Regione), che sono approvati, indi pone in discussione l’articolo 51 (Ordinamento contabile).
Illustra l’emendamento, protocollo 823 che prevede lo scioglimento del Consiglio regionale se il bilancio di previsione non è approvato entro il 31 Dicembre di ogni anno, affermando trattarsi di un emendamento politico, chiede, quindi, la votazione per appello nominale.
Pur apprezzando le ragioni del proponente, esprime parere contrario.
Dispone la votazione.
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama.
Comunica che dall’esito della votazione l’emendamento è respinto, indi pone in votazione gli articoli 51 e 52 (Rendiconto generale) che sono approvati.
Illustra l’emendamento,
protocollo 879, istitutivo dell’ articolo 52 bis che prevede forme di
collaborazione con la Corte dei Conti al fine della verifica della regolare
gestione finanziaria, alla luce, anche, del disegno di legge parlamentare “La
Loggia”.
Crede che tali forme di collaborazione non arricchiscano le funzioni della Regione.
Ritira l’emendamento.
Pone in discussione l’articolo 53 (Soggetti privati, enti, aziende e imprese regionali).
Illustra l’emendamento, protocollo 825, che prevede che la dismissione delle gestioni regionali avviene mediante trasferimento del patrimonio all’ente locale territorialmente competente.
Esprime parere contrario.
Pone in votazione l’emendamento, protocollo 825, che è respinto, indi pone in discussione l’emendamento, protocollo 828, a firma Rizza che prevede la cessazione dei controlli dei bilanci degli enti subregionali da parte della regione
Chiede, in merito al comma 2 dell’emendamento, se la Regione abbia solo funzioni di ratifica o anche di controllo.
Sottolineato come vi sia l’esigenza di non caricare di ulteriori competenze e responsabilità il Consiglio regionale, ricorda che i bilanci degli enti sub regionali sono spesso approvati senza alcun effettivo controllo.
Pur comprendendo le motivazioni politiche del consigliere Rizza, rimette all’aula la decisione, evidenziando, però, che l’approvazione del comma 1 dell’emendamento si rende necessaria per superare una contraddizione che si verrebbe, altrimenti, a creare con l’articolo 35, lettera f).
Ritira l’emendamento.
Fa proprio il comma 1 dell’emendamento, protocollo 828 a firma Rizza.
Pone in votazione l’emendamento, fatto proprio dal relatore, che è approvato e gli articoli 53, 54 (Autonomie funzionali – Cooperazione) e 55 (Consiglio regionale dell’economia e del lavoro) che sono approvati.
Dà per letto l’emendamento interamente sostitutivo sulla Consulta statutaria, protocollo 826.
Pone in votazione l’emendamento Tripodi che è respinto.
Chiede di sapere perché si preveda che gli avvocati membri della Consulta debbano avere svolto 15 anni di professione, mentre per i professori universitari il limite è fissato in venti.
Risponde che analoga previsione riguarda i giudici costituzionali, ma nulla impedisce che i due termini vengano unificati.
Illustra l’emendamento, aggiuntivo di un punto dopo la lettera a), protocollo 855.
Pone in votazione l’emendamento Leone che è approvato e l’articolo 56 (Consulta statutaria) nel suo complesso che è approvato, indi passa alla discussione dell’articolo 57 (Revisione dello Statuto).
Illustra l’emendamento sulla revisione dello Statuto, protocollo 827, proponendo di sostituire le parole “a maggioranza assoluta” con le parole “con il voto dei due terzi”.
Invita l’onorevole Tripodi a ritirarlo.
Pone ai voti l’emendamento Tripodi che è respinto, e l’articolo 57 nel suo complesso che è approvato, indi passa alla discussione dell’articolo 58 (Norme transitorie e finali).
Assume, come relatore, l’emendamento Leone protocollo 880, ed esprime parere favorevole.
Pone ai voti l’emendamento che è approvato.
Ritira l’emendamento relativo all’articolo 58, protocollo 856.
Pone in votazione l’articolo 58 nel suo complesso che è approvato, indi apre la discussione sull’articolo 14.
Chiede una breve sospensione in Aula.
La seduta sospesa alle 0,20 riprende alle
0,29.
Propone un emendamento interamente sostitutivo dell’articolo 14 con il quale si fissa in 52 il numero dei consiglieri ai quali si aggiungono i 4 candidati alla carica di Presidente e di Vicepresidente della Giunta.
Non concordando con quanto è stato deciso, giudica eccessivo il numero di 56 rispetto alle funzioni che i consiglieri regionali devono svolgere, e propone che il Consiglio regionale sia formato da 40 consiglieri più il Presidente.
Pone ai voti l’emendamento Leone che è approvato con voto contrario dell’onorevole Fortugno.
Chiedi una breve sospensione.
Accoglie la richiesta
Disposta la ripresa dei lavori legge l’articolo 26.
Illustra una nuova formulazione
dell’emendamento, protocollo 835, da lui presentato il cui testo diventa il
seguente: “gruppi assembleari possono essere composti da un numero inferiore (a
tre), solo nel caso che gli stessi siano espressione di gruppi parlamentari
nazionali ovvero di liste che abbiano raggiunto alle elezioni regionali la
soglia del cinque per cento”.
Giudica l’emendamento una scelta contraria
ai principi più elementari di democrazia che determinerà un restringimento del
dibattito e del confronto istituzionale e politico. Esso, peraltro, risponde in
modo errato alle polemiche suscitate dall’incremento dei monogruppi la cui
proliferazione va fermata senza arrivare ad una limitazione della rappresentanza
di gruppi espressione di gruppi nazionali e di pluralismo istituzionale che non
considera il ruolo e l’impegno delle forze politiche che rappresentano.
Stigmatizzato, quindi, il fatto che la previsione di una soglia minima pari al
cinque per cento è quasi doppia rispetto a quella prevista nei regolamenti di
Camera e Senato chiede che quantomeno si uniformi la previsione a quanto per
esse disposto e conclude censurando il passo indietro che si compie rispetto a
quanto discusso e convenuto in Commissione.
Premesso che si è dovuta operare una scelta
per impedire eccessi ed abusi nella costituzione di monogruppi, sostiene che la
norma proposta è mutuato da quella vigente nei Regolamenti di Camera e Senato e
sottolinea che le prerogative di rappresentanza del gruppo misto sono anche
maggiori rispetto a quelle di cui godono gli altri. Nel nuovo contesto
federalista, conclude, è del tutto coerente il riconoscimento delle forze
politiche di livello regionale che abbiano ottenuto il 5 per cento dei voti,
quorum che peraltro garantisce l’elezione di due consiglieri.
Affermato di essere assolutamente favorevole
al pluralismo politico ed ad un sistema proporzionale puro, dichiara di temere
che la previsione della necessità di superare la soglia del cinque per cento
per costituire un gruppo rappresenti in futuro un punto fermo all’interno della
legge elettorale, ipotesi che lo trova decisamente contrario.
Dichiaratosi convinto che i problemi che
affliggono le vicende politiche regionali siano da attribuire più alla mancanza
di una vera azione politica che non alla proliferazione dei gruppi, condivide
l’esigenza di porre un limite alla frammentazione delle rappresentanze in seno
al Consiglio; è necessario, quindi, introdurre regole, sulle quali è opportuno
si registri una larga convergenza, ma rivolge un appello al consigliere Leone
affinché ridefinisca nella misura del quattro per cento la soglia da superare
per poter costituire un gruppo, ritenendo che più tale più limite sarà utile a
rafforzare la rappresentatività delle forze politiche anche di rilievo soltanto
regionale.
Riproponendo un emendamento da lui
presentato e bocciato in Commissione, propone che possano costituirsi gruppi che
abbiano ottenuto almeno il quattro per cento dei voti validi e conclude
dichiarando che ritiene esistenti le condizioni per raggiungere un accordo e
che esprimerà un voto favorevole all’emendamento Leone qualora la soglia lì
decisa sia abbassata al quattro per cento.
E’ necessario a suo avviso adottare in sede di Statuto un norma sui gruppi, senza rimandare al Regolamento, per dare un segnale positivo all’opinione pubblica che tanta attenzione ha prestato alle polemiche sui monogruppi; condivide la ratio dell’emendamento Leone, apprezzando soprattutto il riconoscimento delle forze politiche regionali; tanto premesso e sottolineato che il problema della dotazione finanziaria (che va in ogni caso razionalizzata), di personale e strumentale dei gruppi non deve condizionare o limitare le garanzie di rappresentanza, sollecita il Consiglio a valutare successivamente che al consigliere candidato non eletto Presidente della Giunta sia riconosciuto uno status che gli garantisca diritti, opportunità e dotazioni finanziarie e organizzative adeguate al suo ruolo.
Dichiarato che l’emendamento Leone se
approvato ne assorbirà uno suo e ricordato che la questione in discussione è
stata al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica anche a causa di certi
comportamenti tenuti da alcuni consiglieri, sostiene che il gruppo misto offre
ampie garanzie di rappresentanza ai suoi componenti e conclude affermando
essere necessario sia non diventare vittime del populismo sia non rinunciare a
raccogliere orientamenti espressi dalla cittadinanza.
Condivide le opinioni dell’onorevole Adamo,
e dichiara che lo status di gruppo è strumento di democrazia da considerare
disgiuntamente problema della dotazione finanziaria, di personale e
strumentale da assegnare al gruppo stesso.
Afferma che la quantificazione di una soglia
di sbarramento non può costituire un elemento dirompente rispetto allo spirito
che ha caratterizzato il lavoro fin qui svolto e si augura che la maggioranza
non decida di imporre il proprio punto di vista grazie alla forza che le
conferisce la sua superiorità numerica dovendosi ritenere in caso contrario che
si cerchi proprio un’occasione per dare prova di tale superiorità. Conclude
rilevando che è necessario chiarire che la soglia di sbarramento del 5 per
cento non costituisce premessa ad analoga scelta in sede di legge elettorale.
Dichiarato che l’emendamento, già annunciato nel corso della votazione in Commissione, è un atto di coerenza rispetto alle riflessioni sinora svolte ed all’impegno del Gruppo di Forza Italia specifica che la norma in questione non ha alcuna attinenza con la legge elettorale.
Esprime parere favorevole.
Chiede che si voti per appello nominale.
Pone in votazione l’emendamento.
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama.
Esprime il suo voto contrario, condividendo le precedenti dichiarazioni del consigliere Borrello.
Esprime la sua chiara e decisa contrarietà all’emendamento che si oppone, a suo avviso, a qualunque logica democratica, rammaricandosi che parte del centro sinistra abbia espresso voto favorevole.
Comunica che l’emendamento Leone è stato approvato con 35 voti favorevoli, indi pone in votazione l’articolo 26 come emendato, che è approvato.
Ricordato ai consiglieri che ad inizio seduta erano state accantonate le due proposte di preambolo dei consiglieri Tripodi Michelangelo, Guagliardi e Torchia, riferendo di aver lavorato ad una proposta unitaria che potesse riscontrare l’approvazione di tutta l’Assemblea, con rammarico, comunica di non aver riscosso largo consenso, indi chiede ai proponenti di ritirare le loro proposte, dichiarando altresì che queste e la sua possono senz’altro essere depositate agli atti ed essere una sorta di allegato allo Statuto.
Dà lettura della proposta di premessa redatta dal relatore.
Si dichiara contrario alla proposta del relatore, dalla quale viene cassato ogni riferimento al patrimonio storico-ideale della Resistenza.
Dà lettura di una ulteriore proposta integrativa del preambolo presentato dal consigliere Tripodi M.
Ricordate le difficoltà incontrate dall’Assemblea costituente nella approvazione di un eventuale preambolo che, poi difatti, non trovò spazio nella Costituzione, rileva che il relatore si era impegnato di traslare come comma all’articolo 1 dello Statuto il contenuto del preambolo, chiede, dunque, di votare innanzitutto la proposta di preambolo.
La seduta sospesa alle 1,50
riprende alle 1,55
Ricordato quanto detto dal consigliere Napoli sulle difficoltà avute in merito al preambolo in assemblea costituente, propone di allegare le proposte di preambolo allo Statuto.
Insiste perché si voti la proposta di preambolo, ricordando che lo stesso è da considerare emendamento all’articolo 1, comma 1.
Pone ai voti per appello nominale la proposta di preambolo del consigliere Guagliardi.
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama
Per dichiarazione di voto, condividendo i principi ed i valori contenuti nella proposta Guagliardi, contenuti che rappresentano tradizione storica e culturale innegabile, dichiara il proprio voto favorevole ed a nome del Gruppo dei Democratici di sinistra anticipa il proprio voto favorevole all’approvazione dell’intero Statuto.
Sorpreso della frattura creatasi per l’argomento in trattazione, sottolinea l’importanza della memoria storica di ogni società civile, dichiarando il proprio voto favorevole.
Esprime il proprio dissenso, non ritenendo opportuno che un preambolo o una premessa facciano parte dello Statuto né tantomeno vengano allegati.
Affermando come sarebbe difficile non condividere i principi contenuti nelle proposte, ma temendo che l’approvazione del preambolo nasconda la volontà di strumentalizzazione da parte del centro sinistra, dichiara la propria astensione.
Dichiarando il proprio voto contrario alla proposta Guagliardi, annuncia il proprio voto favorevole alla proposta di preambolo redatta dal relatore e firmata anche dal Presidente.
Dichiarando il proprio voto favorevole, invita i consiglieri tutti all’approvazione, osservando che potrebbe condizionare la votazione dell’intero statuto. Indi evidenzia come il preambolo potrebbe essere la giusta cornice a chiusura del lungo lavoro sin qui svolto.
Esprime il proprio voto contrario.
Comunica che dall’esito della votazione
l’emendamento Guagliardi–Torchia è respinto, indi passa alla votazione
dell’emendamento a firma Tripodi M..
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama
Dichiara che nell’insistere sull’approvazione del preambolo non vi è alcun fine strumentale.
Sostiene duramente che elemento ostativo per l’approvazione da parte della maggioranza sia il riferimento alla “Resistenza”, considerando altresì la proposta sia rappresentativa di una verità storica che ha caratterizzato la Calabria sia la giusta e puntuale conclusione a cui giungere.
Comunica dall’esito della votazione la proposta Tripodi M. è stata respinta.
Data lettura di parte della sua proposta chiede ai consiglieri di non insistere per porre in votazione il documento, ma di allegarlo agli atti della seduta, manifestando piena soddisfazione per il lavoro svolto da tutte le forze politiche, invitando, altresì, l’Assemblea, a fare un ultimo sforzo per votare all’unanimità lo Statuto.
Invitato il relatore a porre in votazione la sua proposta, sottolinea che il valore della resistenza è dato indiscutibile per chiunque, una ferita, condivisibile come valore, i cui valori, da cui è nata la Repubblica, appartengono alla coscienza civile.
Afferma che il problema del preambolo possa essere affrontato alla seconda lettura dello Statuto.
Entrando nel merito dell’opportunità di inserire un preambolo, ricorda che nessuna carta costituzionale lo prevede al suo interno.
Pone in votazione la legge nel suo complesso.
Dichiara che sarebbe preferibile procedere a dichiarazione di voto solo in seconda lettura.
PILIECI Francesco, segretario
Fa la chiama.
Manifestando profondo rammarico, si astiene dalla votazione, dichiarando che ciò non osta certamente ad un suo voto favorevole in seconda lettura.
Esprime il suo voto contrario, sottolineando il disappunto per la scelta di prevedere il Vicepresidente nella Forma di governo.
A nome del Gruppo dei verdi esprime il proprio voto favorevole, in attesa di discutere la legge elettorale, ricordando che l’astensione in Commissione era semplicemente tecnica.
Dichiara che esprimerà voto contrario, contrariamente a quanto fatto in Commissione dove si è astenuto, motivando tale decisione come effetto del dibattito svolto in Aula che ha dato anche il senso della situazione politica regionale e stigmatizza la totale chiusura al dialogo che la maggioranza ha dimostrato su tante questioni sollevate (ad esempio la possibilità di concedere il diritto di voto agli immigrati residenti in Calabria da più di cinque anni, la vicenda relativa ai gruppi consiliari, i poteri redigenti delle commissioni). Conclude affermando che il fatto che buona parte dello schieramento di centrosinistra, al quale appartiene, abbia deciso di esprimere un voto favorevole porrà indubbiamente anche dei problemi interni alla compagine di opposizione.
Afferma che a fronte dei tanti articoli che giudica positivamente su molti altri ha notevoli riserve (e cita come esempio il 14 che aumentando il numero dei consiglieri regionali determinerà anche un aggravio di spese) e che il proprio voto è favorevole soltanto grazie alla considerazione che si è in prima lettera e che, qualora tali previsioni statutarie non saranno modificate si attiverà per il referendum.
Esprime voto favorevole, stante la condivisione dell’impostazione generale dello Statuto, e sottolinea sia che non può non votare come i consiglieri Pirillo e Borrello che hanno egregiamente rappresentato il suo gruppo in Commissione sia di non trovarsi in divergenza con il consigliere Fortugno in quanto si è soltanto in fase di prima lettura.
Proclama l’esito
della votazione: presenti e votanti 40, voti favorevoli 37, voti contrari 2,
astenuto 1 e comunicata l’approvazione del nuovo Statuto, toglie la seduta.