XII^ LEGISLATURA
COMMISSIONE
SANITÀ, ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E FORMATIVE
N. 60
RESOCONTO SOMMARIO
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SEDUTA DI MERCOLEDÌ 26 FEBBRAIO 2025
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PASQUALINA STRAFACE
Inizio
lavori h. 12.09
Fine lavori h. 14.03
INDICE
RASO Pietro, segretario della
Commissione
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
BRUNI Amalia (Partito
Democratico),*,*
FERRARA Annamaria, funzionaria
IEQ Area processo legislativo
LO PRESTI Sara, funzionario
Dipartimento salute e welfare,*
BRUNI Amalia (Partito
Democratico),*,*
MINNICI Sonia, funzionaria IEQ Settore
assistenza giuridica
BEVACQUA Fedele, Dipartimento
salute e welfare
FERRARA Anna Maria, Funzionaria
IEQ Area processo legislativo
MIGNUOLI Domenica Anna, Dipartimento
salute e welfare
Presidenza della presidente Pasqualina Straface
La seduta inizia alle 12.09
Verificata la presenza
del numero legale, dà avvio ai lavori della Commissione.
Dà lettura del
verbale della seduta precedente.
Pone in votazione il
verbale della seduta precedente che è approvato all’unanimità.
Pone in votazione l’inversione
del punto 4 all’ordine del giorno con il punto 1 che è approvata.
Sottolineato che la legge regionale numero 6 del 2025 ha
recentemente introdotto disposizioni in materia di proroga della validità delle
graduatorie dei concorsi pubblici relativi agli enti ed aziende del servizio
sanitario regionale, per le sole assunzioni a tempo indeterminato, evidenzia
che tale misura è stata necessaria per garantire continuità nell’attività
assistenziale, riducendo il rischio di carenze di personale sanitario in un
contesto caratterizzato da difficoltà di reclutamento e da una domanda crescente
di servizi sanitari.
Riferisce,
però, che non prevedere espressamente la proroga delle graduatorie per le
assunzioni a tempo determinato, già attivate nell’ambito del servizio sanitario
regionale, rischia di lasciare scoperta una parte essenziale del personale
attualmente in servizio, quindi, numerosi operatori sanitari rischiano di non
poter essere assunti, con potenziali ripercussioni negative sulla tenuta del
sistema sanitario regionale.
Riferisce,
dunque, che la proposta di legge integra la disciplina esistente, non solo per
garantire la continuità assistenziale e l’efficienza dei servizi sanitari
regionali, ma anche in aderenza ai principi di buon andamento, economicità ed
efficienza dell’azione amministrativa, modificando l’articolo 1 della legge
regionale numero 6 del 2025, prorogando la validità di tutte le graduatorie in
essere, derivanti da avvisi e/o selezioni per reclutamenti, anche a tempo determinato, del
personale sanitario.
Conclude
comunicando che la proposta si compone di 3 articoli.
Sottolineata l’importanza che riveste la
norma per la sanità calabrese, annuncia il suo voto favorevole.
Giudica la norma molto importante e dichiara
di volerla sottoscrivere.
Comunica che
all’articolo 1 è stato presentato l’emendamento protocollo numero 4640 (A02)
che recita: << Il comma 1 dell’articolo 1 della legge 6/2025
è così modificato: Dopo le parole “l’efficacia di tutte le graduatorie “, le
parole “approvate, all’esito delle procedure concorsuali” sono sostituite dalle
parole “in essere derivanti da avvisi e/o selezioni per reclutamenti anche a
tempo determinato”>>.
Evidenzia,
poi, che dalla proposta emendativa non derivano nuovi o maggiori oneri a carico
del bilancio regionale.
Pone
in votazione l’emendamento che è approvato, indi l’articolo 1, per come
emendato, che è approvato, e gli articoli 2 e 3 che sono approvati.
Pone in votazione la
proposta di legge nel suo complesso, per come emendata, che è approvata con
autorizzazione al coordinamento formale.
Comunica che sarà lei stessa relatrice in
Aula.
(La Commissione approva)
Illustra il contenuto delle proposte di legge numero
345/12^, di iniziativa della consigliera Amalia Bruni, e la numero 362/12^ di iniziativa
della Giunta regionale, entrambe finalizzate al contrasto della violenza di
genere, una piaga sociale che continua a mietere vittime e a generare
sofferenze enormi, minando alle fondamenta i principi di uguaglianza, libertà e
dignità su cui si fonda la nostra democrazia.
Sottolinea l’urgenza di un intervento normativo regionale
che, in linea con la normativa nazionale, possa rispondere in modo efficace
alla crescente emergenza sociale rappresentata dalla violenza sulle donne e sui
loro figli.
Evidenzia che la proposta di legge numero 362/12^ è
frutto di un lavoro istruttorio approfondito, che ha coinvolto attivamente
rappresentanti dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio, al fine di
integrare nel testo normativo le istanze provenienti dal territorio. Precisa
che tale proposta prevede la creazione di una Rete regionale antiviolenza, con
un ruolo centrale della Regione nell’indirizzo e coordinamento, e la
costituzione di Reti territoriali antiviolenza per favorire l’erogazione dei
servizi di accoglienza, ascolto, consulenza legale e supporto psicologico.
Riferisce, poi, che la proposta di legge numero 362/12^
prevede: il sostegno ai minori vittime di violenza domestica, attraverso
l’attivazione di specifici interventi da parte dei Centri Antiviolenza e delle
Case Rifugio, garantendo la tutela della sicurezza fisica e psicologica dei
minori e il loro reinserimento in ambienti protetti; la stipula di Protocolli
d’intesa con le Forze dell’ordine e gli organi giudiziari per l’istituzione di
spazi protetti all’interno delle questure e dei tribunali, così da garantire
riservatezza e sicurezza alle vittime; l’introduzione di misure per l’autonomia
abitativa e inserimento o reinserimento sociale, abitativo e lavorativo delle
vittime di violenza; il potenziamento dei servizi sanitari e il rafforzamento
della formazione per operatori sociali, sanitari e forze dell’ordine.
Evidenzia, inoltre, l’elemento innovativo della costituzione di parte civile
della Regione nei processi per “femminicidio” e atti di violenza di genere,
destinando i risarcimenti a un fondo specifico per il finanziamento delle
attività dei Centri Antiviolenza.
Ritiene utile scegliere quale testo base quello di
iniziativa della Giunta che, a suo avviso, rappresenta un impegno concreto
della Regione Calabria nella lotta alla violenza di genere, fornendo strumenti
efficaci per garantire sicurezza, tutela e sostegno alle donne vittime di
violenza e ai loro figli.
Informa che nelle successive sedute di Commissione
saranno audite le associazioni e i soggetti interessati.
Ritenuta esaustiva la relazione della Presidente, riferisce che la
proposta in discussione è il risultato della concertazione con più
professionisti all’interno del Dipartimento in collaborazione con l’ufficio
legislativo della Giunta.
Illustra la scheda di assistenza tecnico–normativa.
Ricordato che l’iter legislativo sulla tematica è stato avviato con l’ex
assessore Giusy Princi, precisa che la Calabria usufruisce già delle case
rifugio e delle CAV, specificando che il personale impiegato in dette strutture
è soggetto a precariato per quanto concerne sia la natura contrattuale sia gli
emolumenti. Chiede, quindi, la proposta di iniziativa della Giunta sia in grado
di sopperire a queste criticità che reputa imprescindibili. Condivisi i
principi contenuti nella proposta in discussione, evidenzia che la proposta a
sua firma, la 345/12^, non solo vi aderisce ma, al contempo, tenta di risolvere
le criticità relative alla precarietà delle operatrici e alla programmazione,
intervenendo nella precipua allocazione delle risorse finanziarie in un unico
capitolo di bilancio.
Ringraziata la consigliere Bruni per aver ricordato il percorso avviato
con l’allora assessore, Giusy Princi, evidenzia che la proposta di iniziativa
della Giunta contiene alcune novità, ad esempio: l’istituzione della rete
regionale; un percorso di formazione per gli operatori; l’assistenza ai minori;
l’attenzione alle disabilità; Protocolli di intesa con Forze dell’ordine e la
previsione che la Regione si costituisca parte civile. Comunica, poi, che da
una interlocuzione don il Dipartimento economia e finanze è emersa
l’impossibilità di creare un capitolo unico, poiché le risorse destinate
risultano essere eterogenee. Conclude auspicando che la proposta sia approvata
all’unanimità.
Evidenziato che la proposta prevede una regia e una programmazione e
quindi la predisposizione di un Piano triennale, effettua precisazioni in
ordine alla diversa natura delle risorse e alla loro allocazione nel bilancio
regionale.
Evidenzia che le difficoltà delle operatrici di settore potrebbero far
disperdere un patrimonio di competenze e professionalità, pertanto ritiene che
la risoluzione della problematica sia ormai indifferibile. Preso atto delle
difficoltà riferite in ordine all’istituzione di un unico capitolo di spesa,
ritiene debbano trovarsi soluzioni concrete che risolvano le problematiche
connesse al precariato delle operatrici ed al pagamento puntuale degli
emolumenti loro spettanti.
Comunica che sarà svolta un’ulteriormente verifica e auspica si possa
trovare una soluzione che consenta di prevedere un capitolo unico nel quale
confluiscano tutte le risorse.
Evidenzia che in altri Dipartimenti sono presenti esempi concreti di
unificazione delle risorse in unico capitolo di bilancio, pertanto, propone
siano interpellati per facilitare la risoluzione della problematica.
Riferisce, preliminarmente, che è stato invitato il dirigente generale
del Dipartimento salute e welfare, che ha delegato a partecipare alla
seduta odierna la dottoressa Sara Lo Presti.
Sottolineata la drammaticità della tematica in discussione, comunica che
dai dati ISTAT emerge che: circa 7 milioni di donne, di età compresa tra i 16 e
i 70 anni, hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di
violenza fisica o sessuale; che il 13,6 per cento delle donne le hanno patite
da partner o ex partner; che il 26,4 per cento ha subito comportamenti di
umiliazione, svalorizzazione, controllo e intimidazione, nonché di privazione e
limitazione nell’accesso alle proprie disponibilità economiche o della
famiglia, ad opera del partner, mentre la percentuale aumenta a circa il 46 per
cento quando tali atti avvengono ad opera dell’ex partner; che le chiamate al
numero di emergenza 1522, nel terzo trimestre 2024, hanno registrato un
incremento di oltre il 37 per cento.
Rilevato il drammatico aumento di tali episodi, ai quali si contrappone
la mancata denuncia da parte delle vittime, soprattutto a causa del timore di
reazioni da parte degli autori di tali atti, sottolinea l’urgenza di aggiornare
la normativa regionale in vigore, risalente ad oltre 17 anni fa.
Evidenzia, quindi, che la proposta è finalizzata: a creare le condizioni
per prevenire e ridurre il fenomeno della violenza, anche e soprattutto
attraverso la diffusione di una cultura di valorizzazione della differenza di
genere; a massimizzare l’efficacia degli interventi a sostegno dei percorsi di
autonomia e miglioramento delle singole donne vittime di violenza fisica,
psicologica, sessuale ed economica; a rafforzare e migliorare la diffusione
delle Case e dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio in tutto il
territorio regionale, e, soprattutto, nella Provincia di Reggio Calabria e
Crotone, dove sono assenti; mettere a sistema gli interventi di prevenzione
della violenza sulle donne attraverso progetti educativi e culturali diffusi e
permanenti; diffondere i servizi di
accompagnamento al cambiamento degli uomini violenti.
Ravvisata, poi, la necessità di monitorare e verificare l’adeguatezza
degli interventi rispetto alle esigenze dei singoli territori, reputa
indispensabile investire risorse aggiuntive per il contrasto e la prevenzione
del fenomeno, diffondendo le buone prassi e i progetti innovativi, quali, in
particolare: la creazione di una “Rete regionale contro la violenza”; la
realizzazione, direttamente o tramite altri soggetti pubblici e privati, di
progetti e interventi di prevenzione nel campo dell’istruzione e della
formazione; la promozione di azioni di sensibilizzazione contro gli stereotipi
di genere; l’attivazione di azioni per favorire la soluzione dei problemi
abitativi delle vittime con figli minori; la creazione di un Fondo unico
regionale, sostenuto da risorse regionali e nazionali, al fine di assicurare un
finanziamento stabile e strutturale per i Centri antiviolenza e le Case
rifugio.
Riferito che la proposta si compone di 25 articoli, procede ad
illustrarli nel dettaglio, soffermandosi, in particolare, sull’articolo 6 che
disciplina le Case rifugio, che forniscono ospitalità alle donne vittime di
violenza e ai loro figli, sottolineando che spesso sono ubicate in immobili in
affitto con la conseguente necessità di far fronte ai relativi costi.
Propone di coinvolgere al riguardo gli Enti locali, che spesso hanno a
disposizione edifici non utilizzati o riferisce la possibilità di utilizzare
immobili confiscati.
Sottolineata la necessità di reperire risorse finanziarie adeguate al
fine di procedere all’eventuale ristrutturazione degli edifici messi a
disposizione, nonché per far fronte ai costi di affitto ed altro, auspica
maggiore concretezza nell’individuazione degli interventi da attuare.
Si sofferma, poi, in particolare: sull’articolo 7, relativo
all’istituzione dell’Albo regionale dei Centri antiviolenza e delle Case
rifugio, che prevede la determinazione di criteri precisi, anche al fine di
favorire l’accesso ai fondi; sull’articolo 9, che sostiene interventi nelle
scuole, nei luoghi di lavoro e nelle attività ricreative per prevenire la
violenza di genere; sull’articolo 10, che introduce azioni contro la
discriminazione dell’immagine femminile nei media e nella pubblicità;
sull’articolo 14, che prevede percorsi di recupero per gli autori di violenza;
sull’articolo 15, relativo ad interventi del Sistema sanitario regionale,
stabilendo percorsi sanitari dedicati alle vittime di violenza presso le
strutture ospedaliere e territoriali, quali, in particolare, i cosiddetti
“percorsi rosa”, nati in maniera spontanea, relativamente ai quali reputa
necessaria la previsione di una regia regionale; sull’articolo 19, relativo al
monitoraggio e alla raccolta dei dati, ritenuto indispensabile per comprendere
l’adeguatezza delle misure adottate; sull’articolo 20, relativo alla clausola
valutativa, ritenuta importante al fine di creare sinergia con la Giunta
regionale; sull’articolo 23, che istituisce un Fondo unico regionale per
finanziare gli interventi previsti dalla legge, soffermandosi, in particolare,
sulla tematica degli accreditamenti delle strutture.
Illustra la scheda di analisi tecnico-normativa.
Sottolineato che la proposta di legge in discussione ha contenuto
analogo alla proposta di legge numero 362/12^ di iniziativa della Giunta
regionale, appena trattata, ne dispone l’abbinamento, ai sensi dell’articolo 69
del Regolamento interno del Consiglio regionale.
Indi, pone in votazione la scelta della proposta di legge numero 362/12^
come testo base, che è approvata a maggioranza con l’astensione della
consigliera Bruni.
(La Commissione, abbinate le proposte 345/12^ e 362/12^ ai sensi
dell’articolo 69 del Regolamento interno del Consiglio regionale, sceglie quale
testo base la proposta di legge 362/12^)
Sottolineata l’opportunità di migliorare il provvedimento scelto come
testo base con alcuni elementi innovativi in esso non previsti, propone di
svolgere nelle prossime sedute, innanzitutto, l’audizione dell’assessora
Capponi, nonché delle esponenti di diversi Organismi operanti in materia, che
procede ad indicare in dettaglio.
Riferito che le audizioni
saranno concordate, condivide soprattutto la necessità di ascoltare gli
operatori del settore.
(Così resta stabilito)
Evidenziato che le malattie reumatologiche non ricevono sempre la giusta attenzione a livello sia medico sia sociale e sottolineate le difficoltà connesse alle diagnosi delle patologie reumatologiche, con conseguenti ricadute anche economiche sul bilancio regionale, precisa che la proposta nasce dall’esigenza di sopperire alle difficoltà che i pazienti quotidianamente affrontano, anche per via delle criticità del sistema sanitario che comportano ricadute negative sui tempi di attesa e sulla diagnosi tempestiva.
Sottolineando che in Calabria
l'incidenza delle patologie reumatologiche è in costante aumento a causa di
fattori genetici, ambientali e di stili di vita poco salutari, precisa gli
obiettivi sottesi alla proposta, in particolare: riconoscere la rilevanza sociale delle malattie
reumatologiche e promuovere un cambiamento culturale; favorire un approccio
integrato e multidisciplinare nella cura dei pazienti; migliorare l'accesso
alle cure, promuovendo soluzioni come la telemedicina, facilitando il
monitoraggio dei pazienti e migliorando l’accessibilità alle cure nei territori
meno serviti; promuovere e rendere omogenea su tutto il territorio la
formazione del personale sanitario; riconoscere e valorizzare il contributo
degli Enti del Terzo Settore operanti nell’ambito delle malattie
reumatologiche; ridurre la mobilità passiva.
Precisa, ancora, che la proposta mira ad integrare il DCA 53 del 2024, che ha integrato il DCA 119 del 2017, rappresentando, a suo avviso, una risposta concreta e strategica alle necessità della popolazione calabrese poiché mira a creare un sistema sanitario più equo, inclusivo e efficiente.
Presente ai lavori su delega del Dirigente generale del Dipartimento, dott. Calabrò, giudica esaustiva la relazione della Presidente ed evidenzia che la proposta contiene alcuni elementi relativi all’informazione e sensibilizzazione sulla patologia.
Occupandosi di reumatologia da 2 anni, riferisce che con l’ultimo DCA tematico (n. 53 del 2024) si è provveduto a prevedere l’integrazione della rete ospedaliera con quella territoriale. Sottolinea, quindi, le difficoltà che coinvolgono i pazienti con patologie reumatologiche e ritiene che la proposta integri abilmente il DCA della Giunta, offrendo ulteriori garanzie ai pazienti coinvolti che, solitamente, sono condizionati da ulteriori patologie.
Illustra la scheda di analisi tecnico-normativa.
Rinvia il punto alla prossima seduta.
(La Commissione rinvia)
Indi, esauriti i punti all’ordine del giorno, toglie la seduta.
La seduta termina alle 14.03
La funzionaria IEQ
Dott.ssa Giada Katia Helen
Romeo