XII^ LEGISLATURA
COMMISSIONE Affari istituzionali, affari generali e
normativa elettorale – Attività
N. 42
RESOCONTO
SOMMARIO
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SEDUTA DI MERCOLEDÌ
16 OTTOBRE 2024
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LUCIANA DE
FRANCESCO
Inizio lavori h. 11.43
Fine lavori h. 13.19
INDICE
ALECCI Ernesto Francesco (Partito
Democratico),*
MINNICI Sonia, funzionaria
IEQ Settore assistenza giuridica
NASSO Mariarosa,
dirigente Dipartimento economia e finanze,*
RIZZO Paola, dirigente Dipartimento segretariato generale
ALECCI
Ernesto Francesco (Partito Democratico),*
CORTELLARO
Antonio, dirigente del Settore assistenza giuridica
CRINÒ
Giacomo Pietro (Forza Azzurri),*
LO SCHIAVO Antonio Maria (Gruppo Misto),*
MATTIANI Giuseppe (Lega Salvini)
RIZZO Paola, dirigente Dipartimento segretariato generale
ALECCI Ernesto Francesco (Partito Democratico)
CRINÒ Giacomo Pietro (Forza Azzurri)
LO SCHIAVO
Antonio Maria (Gruppo Misto)
LUCIA Francesco,
Dipartimento sanità e welfare
MINNICI Sonia, funzionaria
IEQ Settore assistenza giuridica
Presidenza
della presidente Luciana De Francesco
La
seduta inizia alle 11,43
Verificata la presenza del
numero legale e approvati i verbali delle sedute precedenti, dà avvio ai lavori
della Commissione.
Ringrazia i gruppi consiliari per la riconferma alla Presidenza della
Commissione e auspica un buon lavoro a tutti per il proseguo dell’attività
della Commissione.
Evidenziato
che sulla proposta di legge in discussione la quarta Commissione ha già
espresso parere favorevole, passa ad illustrare il testo normativo.
Sottolinea
che l'articolo 14, comma 5 della legge regionale 26 agosto 1992 n. 15 recante
"Disciplina dei beni in proprietà della Regione" prevede che, in caso
di attraversamento di beni immobili appartenenti al demanio o al patrimonio
indisponibile regionale da parte di elettrodotti, linee telefoniche,
acquedotti, fognature, metanodotti e altri simili manufatti di pubblico
interesse, sia aerei che interrati, sia corrisposta una congrua indennità.
Evidenzia,
poi, che la modifica risolve il disallineamento rispetto alla normativa statale
in materia. Pertanto, con l'articolo 1, comma 1, lettera a) della
proposta di legge si intende modificare l'articolo 14, comma 5, della legge
regionale n. 15/1992, al fine di introdurre il pagamento di canoni annuali, da
determinare in base alle tariffe che saranno definite con regolamento
regionale, in sostituzione della congrua indennità prevista dal testo vigente.
Riferito che i
Dipartimenti hanno lavorato per apportare delle modifiche al Regolamento in
materia e che, pertanto, si è reso necessario procedere alla variazione della
normativa regionale, condivide la modifica che prevede il passaggio da
indennità a canone annuale che considera maggiormente confacente alla
disciplina.
Condivide
quanto riferito dal dirigente del Dipartimento economia e finanze.
Illustra la scheda di
analisi tecnico-normativa.
Chiede
se la norma possa essere applicata anche sui beni di proprietà dei Comuni o,
meglio, se tali enti possano perseguire lo stesso iter, in modo che le
multinazionali che attraversano le proprietà con cavi, elettrodotti e simili,
possano pagare un canone.
Ritiene
che ogni ente abbia una disciplina specifica dei beni di proprietà.
Ricorda
che le opere di rispristino, a seguito di interventi per lavori di messa in
opera o manutenzione, spesso lasciano a desiderare e, pertanto, ritiene
opportuno approfondire l’argomento in merito al canone di attraversamento dei
cavi.
Rinvia
il punto e apre i termini per la presentazione degli emendamenti.
(La
Commissione rinvia)
Pone
in votazione l’inversione del punto tre con il punto due dell’ordine del
giorno.
Sottolineato
che la proposta di provvedimento amministrativo è stata già discussa e che non
sono stati presentati emendamenti, passa alla votazione dell’articolato.
Pone
in votazione la proposta che è approvata all’unanimità, assegnandosi il ruolo
di relatrice in Aula.
(La
Commissione approva)
Sottolinea
che la proposta di legge mira a rafforzare l’autonomia e l’indipendenza dei
consiglieri regionali rispetto al governo regionale, attraverso una
chiara disciplina dell'incompatibilità tra la carica di assessore e quella di
consigliere regionale.
Riferisce
che la misura è volta a garantire una separazione netta tra le funzioni
legislative e quelle esecutive, favorendo un più efficace controllo e
bilanciamento dei poteri all'intero della Regione e rappresenta un
significativo passo avanti nella promozione di un assetto istituzionale più
trasparente e bilanciato.
Sottolinea, infine,
che la modifica non comporta nuovi o maggiori oneri per il bilancio regionale,
garantendo quindi la neutralità finanziaria della sua attuazione.
Riferisce
che il Dipartimento non ha nulla da evidenziare o da aggiungere poiché dal
punto di vista tecnico la norma ha carattere ordinamentale.
Illustra la scheda di
analisi tecnico-normativa.
Riconosciuta l’imparzialità della Presidente nella conduzione dei lavori, nel merito della proposta ricorda come siano pendenti in Commissione altre proposte attinenti al funzionamento del Consiglio regionale, in particolar modo una proposta a sua firma sulla riforma elettorale. Ritiene, quindi, opportuna una discussione generale sulle riforme istituzionali, tra cui le modifiche allo Statuto e alla legge elettorale.
Nel merito della proposta in esame, pur non essendo contrario alla ratio ad essa sottesa, effettua alcune considerazioni, in particolare riguardo alla scelta del criterio di individuazione del consigliere supplente. Altresì, ritiene che una eventuale riforma in tal senso vada valutata nell’insieme di ulteriori istituti, ad esempio sul numero di componenti della Giunta. Giudica, poi, che il consigliere supplente sia posto in una evidente e netta posizione di debolezza direttamente proporzionata ad un innegabile potere in capo al Presidente di Regione in relazione alla sua “sorte”. Paventa, quindi, che una simile scelta possa addirittura indebolire il ruolo del Consiglio regionale e ribadisce la necessità di un esame più esteso degli istituti di riforma. Per tali ragioni, dichiara di astenersi dal voto sulla proposta, riservandosi di approfondire la tematica.
In merito alle osservazioni del consigliere Lo Schiavo, ritiene che la Commissione possa approfondire e colmare eventuali lacune inerenti alla metodologia da utilizzare per l’individuazione del supplente, ravvisando nel primo dei non eletti della lista di appartenenza del consigliere nominato assessore la scelta più logica.
Riguardo alla presunta debolezza del supplente, ritiene che essa sia sottesa alla carica anche dei consiglieri titolari, considerato che il Presidente della Giunta potrebbe dimettersi e comportare lo scioglimento dell’intero Consiglio regionale.
Ritiene che il ruolo dei consiglieri supplenti, con riguardo alle loro funzioni legislative e alle attività di ascolto sui territori, sia indebolito dall’ipotesi che il suo mandato cessi in corso di legislatura, nel caso ad esempio di un rimpasto di Giunta. Ipotizza, quindi, di valutare la scelta di prevedere che il consigliere nominato assessore si dimetta, consentendo la “stabilità” dell’Assemblea legislativa, al pari di come avviene nei Comuni. Altresì, non condivide il diverso regime previdenziale previsto per consiglieri titolari e supplenti così come previsto nel provvedimento e dichiara la disponibilità del Partito democratico a collaborare alla definizione delle riforme.
Sostiene, al pari del consigliere Lo Schiavo, la necessità di modificare la legge elettorale e, nel merito della proposta in esame, giudica eticamente corretto dividere le funzioni legislative da quelle esecutive; pertanto, condivide nel merito la proposta e annuncia che nella seduta, già convocata per domani, della Commissione riforme sarà modificato l’articolo 35 dello Statuto relativo alla composizione della Giunta regionale. Ritiene, quindi, che le proposte di riforma in esame nelle rispettive Commissioni consiliari competenti siano volte alla valorizzazione e tutela della partecipazione democratica.
In relazione alle osservazioni del consigliere Alecci, riferisce la sua esperienza personale in qualità di consigliere comunale, nominato assessore comunale, costretto alle dimissioni per incompatibilità e trovatosi poi al di fuori del consiglio comunale, in occasione di un rimpasto, “deludendo”, così, le aspettative degli elettori. Condivide, però, che non vi siano differenze in ambito di trattamento previdenziale tra consiglieri effettivi e consiglieri supplenti.
Ribadisce il suo convincimento circa l’assenza di una presunta debolezza del supplente e ritiene, per contro, che la proposta del consigliere Alecci di prevedere le dimissioni del consigliere regionale nominato assessore, così come previsto nei comuni, sposti detta presunta debolezza in capo all’assessore.
In merito all’esperienza personale del consigliere Mattiani, certamente ravvisa un potere certamente politico in capo al sindaco, ma anche una consapevolezza sottesa al ruolo che si decide di rivestire.
A suo avviso, sono innegabili e oggettivi i limiti di debolezza del supplente, facendo riferimento, ad esempio, alla libera scelta di aderire ad un gruppo consiliare anziché ad un altro. Ipotizza, quindi, il caso di un supplente che dovesse aderire ad un gruppo diverso di quello originario e che potrebbe, per tale scelta politica, essere estromesso dall’Assemblea, revocando le deleghe all’assessore che tornerebbe, pertanto, a svolgere le funzioni legislative. Ritiene, quindi, che la riforma si basi esclusivamente su una scelta totalmente politica e basata sulla volontà di rafforzare il ruolo del legislatore o quello dell’esecutivo.
Ricorda che riforme di tale portata vadano condivise da tutti i consiglieri, al di là delle appartenenze politiche, tentando di integrare le posizioni, confrontandosi e si dichiara scevro da posizioni pregiudiziali.
Condivide le osservazioni del consigliere Lo Schiavo e, in merito all’intervento del consigliere Mattiani rispetto alla sua esperienza personale e alla connessa delusione degli elettori, privati del loro rappresentante, ritiene che anche il passaggio da un gruppo ad un altro possa essere deludente per loro; pertanto, invita a valutare anche l’ipotesi di prevedere il vincolo di mandato, escludendo la facoltà per i consiglieri di cambiare gruppo.
Con riguardo al numero degli assessori, non ritiene che all’interno del Consiglio regionale ci possano sempre essere figure competenti da un punto di vista tecnico, ritiene quindi che vada lasciata la possibilità di nominare un numero congruo assessori esterni.
Auspica la costituzione di un gruppo di lavoro affinché prima della fine della legislatura si addivenga ad una legge elettorale innovativa.
Ricordato anch’ella che già ad ottobre era stata avviata una discussione sulla riforma elettorale in cui si era concordato di avviare un tavolo di lavoro aperto a tutte le forze politiche, si assume l’onere di sollecitarne l’avvio per addivenire all’approvazione, entro la fine della legislatura, della riforma elettorale.
Propone, quindi, il rinvio della proposta ad altra seduta.
(Così resta
stabilito)
(La
Commissione rinvia)
Introduce la proposta di legge, illustrando il provvedimento che mira a
semplificare e aumentare la trasparenza e l’efficienza nella normativa
regionale, armonizzandola con la normativa nazionale e apportando modifiche ed
integrazioni alle leggi regionali numero 29/2002, numero. 24/2008, numero
8/2010, numero 24/2013, numero 32/2021, numero 10/2022, numero 62/2023, al fine
di renderle più rispondenti all’evoluzione del nuovo contesto politico – amministrativo
regionale o adeguarle alle prescrizioni del Governo, in esecuzione degli
impegni appositamente assunti, nel contesto del principio di leale
collaborazione tra Stato e Regioni. Indi, dà lettura della relazione
illustrativa.
Valuta positivamente la proposta di legge, in particolare riguardo
all’armonizzazione all’articolo 8 del decreto legislativo 502/1992 e alle
modifiche alla legge istitutiva di Azienda Zero.
illustra la scheda di assistenza tecnico normativa.
Ribadita la sua contrarietà all’approvazione di leggi omnibus nelle
quali ravvisa la mancanza di un ragionamento organico ad esse sotteso, con
riferimento all’articolo 4, in cui si prevede che l’ATERP possa comprare
immobili pubblici e privati, ricorda da un lato che i bilanci dell’ATERP denunciano
una cronica difficoltà di spesa e dall’altro la sua finalità istituzionale.
Evidenzia che la finalità dell’articolo 4 è quella di integrare i
compiti dell’ATERP consentendole di acquisire immobili pubblici o privati anche
per evitare nuove edificazioni.
Giudicata la proposta distonica con quanto vive il territorio e l’ATERP,
sottolinea lo stato di fatiscenza in cui versano alcuni immobili da essa
gestiti anche per la mancanza di risorse, per tale motivo reputa la proposta
stridente con la realtà e paradossale stante lo stato dell’arte. Riguardo agli
interventi sperimentali di housing sociale, evidenzia che i Comuni possono
acquisire immobili da mettere a disposizioni degli ambiti sociali.
Rinviata la presentazione di eventuali emendamenti direttamente alla
seduta di Consiglio, pone ai voti gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 e 10
che sono approvati a maggioranza.
Pone ai voti la proposta di legge nel suo complesso che è approvata a
maggioranza, con autorizzazione al coordinamento formale, assegnandosi il ruolo
di relatrice in Consiglio.
(La Commissione
approva)
Esauriti i punti all’ordine
del giorno, toglie la seduta.
La seduta termina alle 13,19
La funzionaria IEQ
Dott.ssa Giada Katia Helen Romeo