XII^ LEGISLATURA
COMMISSIONE
SANITÀ, ATTIVITÀ SOCIALI, CULTURALI E FORMATIVE
N. 49
RESOCONTO SOMMARIO
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SEDUTA DI MERCOLEDÌ 11 SETTEMBRE 2024
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE PASQUALINA STRAFACE
Inizio
lavori h. 12.40
Fine lavori h. 15.22
INDICE
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente)
LO PRESTI Sara, funzionario
Dipartimento salute e welfare,*
BRUNI Amalia (Partito
Democratico),*
CORTELLARO
Antonio, dirigente Settore assistenza giuridica,*
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente),*,*
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente)
PALMISANI
Giuseppe, dirigente Settore strategie per le aree interne, Comuni a rischio
spopolamento e minoranze linguistiche,*
BORZUMATI Vittoria, dirigente Dipartimento salute e welfare
BRUNI Amalia (Partito
Democratico)
CORTELLARO Antonio, dirigente Settore assistenza
giuridica
LAGHI Ferdinando
(De Magistris Presidente)
Presidenza della presidente Pasqualina Straface
La seduta inizia alle 12.40
Verificata la presenza del numero legale e approvato
il verbale della seduta precedente, dà avvio ai lavori della Commissione.
Riferisce che la Commissione è chiamata a
rilasciare, per competenza, un parere in merito al Programma operativo
triennale di cui all’articolo 10, comma 1, della legge regionale numero 12 del
2018 in materia di tutela, promozione e valorizzazione dell'invecchiamento
attivo con la cui promulgazione la Regione Calabria, nel più ampio sforzo di
rispondere all'invecchiamento demografico, ha riconosciuto l’importanza delle
politiche volte al sostegno e allo sviluppo dell’invecchiamento attivo, con
l'obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone anziane. Precisa,
quindi, che per il conseguimento
degli obiettivi la Regione Calabria opera in collaborazione con i cosiddetti
“soggetti attuatori”, ovvero le amministrazioni comunali (privilegiando le
aggregazioni dei Comuni, a partire dai distretti sanitari e socio –
assistenziali), le associazioni e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative
delle persone anziane e le istituzioni scolastiche e universitarie (comprese le
università del volontariato e della terza età), nonché con le Istituzioni
pubbliche di assistenza alla persona che operano nell’ambito dei servizi
sociali, riconosciute e debitamente autorizzate dalla Regione Calabria.
Riferisce, quindi, che sono individuate le aree di
intervento volte alla valorizzazione del soggetto anziano, prevenendo la sua non
autosufficienza attraverso il superamento della visione assistenziale e la
promozione di politiche di sostegno all’autonomia e all’indipendenza
all’insegna della formazione, dell’inclusione, della socializzazione i cui destinatari sono adulti, anziani attivi, anziani
fragili e a rischio di isolamento, anziani dipendenti.
Precisato che il Piano assume valore di linea generale di indirizzo e programmazione che dovrà, poi,
trovare valore precettivo nei singoli programmi attuativi che annualmente
saranno approvati dalla Giunta regionale, individuando specifiche priorità e
ambiti di intervento, riferisce che il Settore welfare della Regione svolgerà
un ruolo fondamentale di coordinamento, monitoraggio e verifica circa
l’attuazione delle azioni e dei correlati obiettivi presenti nel Piano
Triennale, al fine di valutare l'efficacia delle azioni implementate e misurare
sia il grado di partecipazione degli anziani alle attività promosse anche
nell’intento di apportare eventuali correttivi e miglioramenti nelle annualità
successive.
Ringraziato il Dipartimento competente ed
evidenziata l’importanza di tale provvedimento nel suo spirito innovativo,
volto all’inclusione e alla valorizzazione della figura dell’anziano quale
patrimonio umano e sociale per le nuove generazioni, auspica che la Commissione
si esprima favorevolmente.
Ritenuta esaustiva la
relazione illustrata, precisa che il Piano triennale è stato redatto in
collaborazione con la Conferenza e il tavolo permanente cui hanno preso parte
le associazioni, le Università e l’Anci.
Evidenziato, quindi, che il
Piano rappresenta uno strumento essenziale e programmatico, sottolinea la
necessità della sua approvazione per poter concretizzare le azioni ivi previste
sul territorio, coerentemente con gli indirizzi europei, nella sua natura
trasversale e inclusiva delle politiche regionali direttamente o indirettamente
coinvolte.
Precisata l’importanza
dell’argomento e la necessità di intervenire sul futuro della persona anziana,
soprattutto in Calabria, sottolinea l‘importanza della prevenzione e delle
risorse da destinare a tali attività.
A tal proposito, chiede
chiarimenti rispetto alla realizzazione dei progetti del PAC (Piano di azione e
coesione) e alla posizione assunta per le segnalazioni pervenute dai sindacati.
Ritiene che la Regione
Calabria debba tenere conto dei tanti aspetti che ruotano attorno all’anziano,
mettendo a sistema le varie soluzioni e possibilità per rendere più agevole il
percorso di vita, valorizzando soprattutto la figura dei caregiver a tutela e
salvaguardia di tali soggetti.
Riferisce che alcuni
progetti finanziati con il PAC sono in fase di realizzazione sui territori e
altri in fase di rendicontazione.
Per quanto concerne le
risorse da destinare, evidenzia che, trattandosi di uno strumento
programmatico, l’individuazione avverrà in fase di strutturazione dei Piani
annuali di cui all’articolo 10, comma 6.
Annuncia il suo voto
favorevole e, evidenziato che al provvedimento programmatico dovrà seguire la
fase attuativa delle azioni, esprime apprezzamento per le modalità con cui si tende
a valorizzare la figura dell’anziano, non più con azioni assistenziali, ma
attraverso la promozione di politiche di sostegno all’autonomia e
all’indipendenza all’insegna della formazione, dell’inclusione, della
socializzazione.
Pone ai voti il
provvedimento che è approvato.
(La Commissione approva)
Comunicato che sono pervenuti alcuni emendamenti a firma della
consigliera Bruni di cui uno, all’articolo 1 comma 1, presentato nella giornata
odierna unitamente ad una nuova relazione illustrativa, spiega che la proposta
di in esame è volta ad assicurare l’accesso ai servizi sanitari pubblici,
medico di base e prestazioni specialistiche/ambulatoriali, alle persone senza
stabile dimora che vivono nel territorio regionale e che, a causa della
mancanza di residenza anagrafica, sono escluse dal Servizio sanitario nazionale
e, pertanto, in caso di necessità, possono rivolgersi solo ai Pronto soccorso,
con un conseguente aggravio dei costi e un aumento della pressione sui reparti
di emergenza.
Informa, inoltre, che, di recente, è stata approvato dalla Camera dei
deputati un disegno di legge, ora in attesa dell’approvazione del Senato,
avente come obiettivo il finanziamento di un programma sperimentale per
assicurare il diritto all’assistenza sanitaria alle persone prive della
residenza anagrafica.
Rammentato, quindi, che la proposta è stata già discussa nelle
precedenti sedute di terza Commissione e rinviata per approfondimenti,
evidenzia che è stata posta nuovamente all’ordine del giorno per la rilevanza
della sua finalità sociale.
Rimarcato che una fascia di collettività si sta impoverendo in maniera
drammatica, perdendo il diritto all’assistenza sanitaria in quanto vincolata
alla residenza, illustra le proposte emendative, a cominciare dalla nuova
relazione illustrativa in cui è precisata l’assenza di nuovi oneri finanziari,
considerato che le norme sono riferite a cittadini italiani che hanno perso la
tessera sanitaria.
Illustra, quindi: l’emendamento all’articolo 1, comma 1, che specifica
il riferimento a persone di nazionalità italiana; l’emendamento, protocollo
numero 10770/1, che sopprime il comma 3 dell’articolo 1 e l’emendamento, protocollo
numero 10770/2, che aggiunge l’articolo 1-bis dedicato alle
“Disposizioni attuative” della legge, prevedendo che la segnalazione per
l’iscrizione delle persone senza fissa dimora nelle liste degli assistiti delle
ASP e la scelta del medico di medicina generale (MMG) avvenga non solo da parte
dei servizi sociali, ma anche delle realtà associative e del Terzo settore; l’emendamento,
protocollo numero 22103, che modifica l’articolo 2, dedicato alla “clausola
valutativa”, riducendo la cadenza del controllo sull’attuazione della legge
successiva al primo monitoraggio da 3 a 2 anni.
Effettua alcune considerazioni sulle proposte emendative.
Dà lettura di una nota del dirigente del Settore “Prevenzione e Sanità
Pubblica” del Dipartimento “Tutela della salute e Servizi Sociosanitari” della
Giunta regionale in cui esprime parere favorevole all’approvazione della
proposta in esame.
Pur giudicando valida la proposta di legge che si riferisce
all’assistenza sanitaria delle fasce deboli della popolazione, solleva alcune
perplessità sull’invarianza della spesa, precisando che, benché la Regione
Calabria in sanità sia sottoposta a commissariamento, non è plausibile ridurre
le prerogative legislative dei consiglieri regionali. In merito all’emendamento
all’articolo 1, chiede di valutare l’opportunità di non limitarsi alla
“cittadinanza italiana” ma di estendere la previsione normativa a tutti i cittadini
dell’ Unione europea.
Puntualizza che altre Regioni hanno legiferato ed inserito la dizione “cittadinanza
italiana”.
Fornisce alcune precisazioni.
Evidenziato che le Regioni non sono tenute ad uniformarsi nei limiti
delle proprie competenze, chiede se esista un vincolo normativo che indica a
limitare le disposizioni alla “cittadinanza italiana”.
Comunicato che il dirigente del Settore competente ha formulato il
parere e ha voluto che si specificasse la dizione “cittadinanza italiana”,
considerato che i migranti hanno altro tipo di tutela, sottolinea che la norma
è volta a tutelare nello specifico cittadini italiani, residenti in Calabria.
Dispone una breve sospensione dei lavori.
La seduta sospesa alle 13.52
riprende alle 14.11
Dichiara il suo voto di astensione per mancanza di elementi tecnici
necessari per una compiuta decisione.
Pone in votazione: il subemendamento (protocollo numero 17857)
all’emendamento protocollo numero 17856, modificativo del comma 1,
dell’articolo 1, a firma della consigliera Bruni, che è approvato con il voto
di astensione del consigliere Laghi; l’emendamento protocollo numero 17856 a
firma della consigliera Bruni, che è approvato a maggioranza con l’astensione del
consigliere Laghi; l’emendamento, protocollo numero 10770, a firma della
consigliera Bruni, per la parte soppressiva del comma 3 dell’articolo 1, che è
approvato a maggioranza con l’astensione del consigliere Laghi; l’articolo 1
che è approvato, per come emendato e subemendato, a maggioranza con l’astensione
del consigliere Laghi; l’emendamento aggiuntivo dell’articolo 1-bis che è
approvato all’unanimità (Pertanto al testo è introdotto l’articolo 1-bis);
l’emendamento protocollo numero 22103, a firma della consigliera Bruni, che è
approvato all’unanimità; gli l’articoli 2, 3, 4 e 5 che sono approvati
all’unanimità. Infine, pone ai voti la proposta di legge nel suo complesso,
così come emendata, che è approvata con autorizzazione al coordinamento
formale. Indica quale relatore in Aula la consigliera Bruni.
(La Commissione approva)
Illustra
la proposta di provvedimento amministrativo numero 184/12^
recante "Fondazione Istituto regionale per la comunità greca di
Calabria. Provvedimenti”, di iniziativa della Giunta regionale su proposta
dell’assessore Gallo, riguardante l’approvazione dello Statuto della “Fondazione
Istituto regionale per la Comunità Greca di Calabria” nella versione da ultimo
approvata dal Comitato delle Minoranze Linguistiche (Coremil)
nella seduta del 1° luglio 2024.
Evidenziato
che l’ “Istituto regionale per la comunità greca di Calabria”, di cui è fondatore ed unico socio la Regione Calabria, è
stato istituito con legge regionale 15/2003, e successivamente trasformato, con
LR numero 15/2008, in “Fondazione”, avente la finalità di promuovere la tutela
delle tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni calabresi,
sottolinea che la Fondazione, di fatto, non è mai riuscita ad avviare
pienamente l’attività per la quale è sorta e che tale consapevolezza ha imposto
nuove linee organizzative che rendessero l’organismo più operativo e snello e,
soprattutto, più rapido nelle decisioni.
Puntualizza,
poi, che le recenti interlocuzioni ed i confronti avviati in occasione delle
varie sedute del Coremil con le comunità locali
direttamente interessate hanno fatto emergere la necessità di dover provvedere
a ridefinire l’organizzazione della Fondazione attraverso la modifica dello
Statuto, snellendolo ed adattandolo tanto al mutato
quadro normativo di riferimento e alle rinnovate e più attuali esigenze
specifiche, coerentemente con la nuova linea del Coremil.
Evidenzia, quindi, che con il nuovo Statuto gli organi della Fondazione
sono costituiti esclusivamente dal Revisore dei conti e dal Presidente e che
quest’ultimo è nominato dal Presidente della Giunta regionale su proposta
dell’assessore competente in materia di minoranze linguistiche ed è, altresì,
investito dei più ampi poteri per la gestione ordinaria e straordinaria della
Fondazione. Comunica, poi, che nel Presidente sono accentrate competenze prima ricadenti
sul CDA al fine di accelerare il processo decisionale, riconoscendogli una
indennità di carica pari a € 50.000 annui.
Altresì, riferisce alcuni contenuti essenziali del nuovo Statuto: introduce
l’”Assemblea di comunità”, che elabora i criteri generali per le linee di
sviluppo culturale e scientifico dell’Istituto, fornisce una informativa
periodica sul programma di attività dello stesso, recepisce proposte e
suggerimenti in merito e definisce, infine, il programma concreto delle azioni
e delle iniziative di intervento della Fondazione; il “Comitato
tecnico-scientifico” sostituisce la “Commissione scientifico-culturale” ed i
suoi componenti sono designati dall’Assemblea di comunità, rimanendo inalterate
le funzioni; le azioni e la programmazione delle attività della Fondazione
rimangono volte alla tutela e valorizzazione della comunità grecanica che vive
in Calabria, una minoranza storica che ha radici profonde nella cultura e nella
storia della regione.
Puntualizza che l’obiettivo primario della Fondazione e della Regione
Calabria rimane la preservazione e la promozione del patrimonio culturale ed
identitario (linguistico, letterario, artistico, urbanistico e monumentale
delle comunità storiche grecaniche), continuando a promuovere attività di
ricerca, corsi di lingua e iniziative ed attività culturali, anche di scambio
culturale e accademico con altre realtà, restando un punto di riferimento per
la comunità stessa e per altre analoghe, interessate alla cultura grecanica non
solo in ambito locale ma anche nazionale ed internazionale.
Giudicato importante il provvedimento poiché si inserisce nel quadro
delle iniziative volte alla tutela delle minoranze linguistiche e culturali
riconosciute dalla Costituzione e da leggi specifiche, evidenzia che la
Fondazione ha avuto e continuerà ad avere un impatto positivo, non solo sulla
comunità grecanica ma anche sulla valorizzazione turistica e culturale della
Calabria, contribuendo, con le sue attività e iniziative, a preservare un
patrimonio unico e a far conoscere le tradizioni grecaniche anche al di fuori
del confine regionale.
Riferito che lo Statuto sottoposto all’esame della Commissione recepisce
la proposta elaborata dal COREMIL e nasce dall’esigenza di dare alla Fondazione
nuovo impulso, puntualizza la proposta è stata elaborata sul presupposto di
diverse esigenze di operatività e di applicazione della normativa in materia
che dispone che le fondazioni siano guidate da un organo monocratico. Infine,
precisa che tutti gli attori interessati hanno condiviso l’opportunità di dare
attuazione ad una più intensa attività di coordinamento con le istituzioni
scolastiche per consentire il mantenimento e la conservazione della lingua
grecanica di Calabria.
Ringraziato il dirigente del Dipartimento per l’apporto fornito,
sottolinea la volontà del presidente Occhiuto di valorizzare appieno le
minoranze linguistiche presenti in Calabria.
Evidenziato che con il provvedimento in esame si procede, dopo oltre 20
anni, alla revisione della legge regionale numero 15 del 2003, di fatto mai
applicata, riferisce in merito agli incontri svolti e in atto con i soggetti
interessati al fine di dare concreta attuazione alla proposta.
Ritenuto incommensurabile il patrimonio culturale rappresentato dalle
minoranze linguistiche, riferisce, tuttavia, alcune preoccupazioni manifestate
dai soggetti interessati, a causa della mancata conoscenza degli interventi in
atto relativi alla modifica della disciplina in materia.
Sottolineata la necessità di visionare il parere del Comitato delle
minoranze linguistiche (COREMIL), pur valutando positivamente la ratio
dell’iniziativa legislativa, esprime perplessità in merito al trasferimento
delle competenze dal Dipartimento cultura al Dipartimento agricoltura,
stigmatizzando, altresì, il mancato coinvolgimento dei soggetti interessati
quali, in particolare, gli Uffici scolastici regionali e provinciali,
soprattutto in considerazione dell’insegnamento nelle scuole di tali lingue.
Precisato che in Calabria sono 16 i Comuni appartenenti all’area
grecanica, evidenzia che Reggio Calabria, dove risiedono oltre 30 mila
grecanici in seguito ai flussi di spopolamento, rappresenta un unicum in Italia
e in Europa. Rilevato, tuttavia, che la Città si colloca in Italia al 700°
posto su 1003 Comuni, anche a causa della mancata erogazione a suo favore di
fondi, riferisce la presentazione di una interrogazione al riguardo.
Ribadita, infine, la richiesta di visionare il parere del COREMIL,
comunica il suo il parere contrario al provvedimento.
Dichiaratosi disponibile a fornire in visione copia del parere del COREMIL,
che riporta fedelmente il deliberato del Comitato con la partecipazione di
alcuni dei Comuni interessati, sottolinea che le riunioni del Comitato sono
state incentrate sulla necessità di procedere alla modifica dello Statuto della
Fondazione, al fine di renderlo maggiormente funzionale al perseguimento delle
finalità previste.
Riferisce, poi, che la Città metropolitana di Reggio Calabria è stata
beneficiaria di alcuni finanziamenti previsti dalla legge numero 482 del 1999
per progetti, di fatto, non avviati e, pertanto, revocati dal Ministero,
circostanza che ha determinato l’impossibilità di accedere ai fondi anche per
le annualità successive e l’instaurarsi di un contenzioso.
Sottolineata l’attività svolta dal Dipartimento con il Ministero, che ha
portato all’erogazione per il 2023 di complessivi 650 mila euro, a fronte dei
circa 200 mila euro degli anni precedenti, riferisce il cospicuo finanziamento
di alcuni progetti ai Comuni di Bova e Roghudi, quale Comune capofila.
Preso atto positivamente dell’aumento del finanziamento per il 2023, che
testimonia il proficuo lavoro di programmazione svolto dal Dipartimento,
sottolinea l’imponente attività in atto di confronto e presenza sui territori.
Riferita la conoscenza diretta della rilevanza delle minoranze
linguistiche nel suo territorio di appartenenza (Castrovillari), reputa
necessario verificare le problematiche riferite dalla consigliera Bruni,
condividendo l’opportunità che tutti i componenti della Commissione abbiano in
visione il parere del COREMIL.
Ritenuto necessario fornire adeguato supporto per la valorizzazione
delle minoranze linguistiche e riservandosi ulteriori approfondimenti al
riguardo, esprime il suo voto favorevole.
Pone in votazione la proposta che è approvata a maggioranza, comunicando
che svolgerà il ruolo di relatrice per il Consiglio.
(La Commissione approva)
Comunicato, preliminarmente, che è stato invitato il dirigente generale
del Dipartimento salute e welfare, che ha delegato alla seduta odierna la
dottoressa Vittoria Borzumati, illustra la proposta in discussione, di
iniziativa del consigliere Laghi, che promuove una cultura della solidarietà e
della responsabilità sociale, coinvolgendo attivamente cittadini, Istituzioni e
organizzazioni nel processo di recupero e donazione dei farmaci inutilizzati.
Evidenzia, quindi, che l’obiettivo principale della proposta è, infatti,
quello di favorire il recupero e il riutilizzo di farmaci, per uso umano e
veterinario, inutilizzati, ma ancora in corso di validità e che siano integri e
correttamente conservati, al fine di ridurne lo spreco, favorirne la
redistribuzione a persone in difficoltà o a strutture sanitarie che ne
abbisognano, minimizzando, altresì, l’impatto ambientale causato dallo
smaltimento improprio dei farmaci.
Ritenuto che un impiego corretto dei farmaci, riducendone al minimo lo
spreco, costituisce non soltanto un importante contributo all’utilizzo
responsabile di beni preziosi e onerosi per la nostra collettività, ma,
altresì, un forte richiamo etico alla solidarietà nei confronti di persone e
comunità meno avvantaggiate, rileva che recuperare farmaci non usati:
contribuisce alla tutela dell’ambiente poiché riduce la produzione di rifiuti, in
particolare di quelli speciali, limitando gli impatti negativi sull’ambiente e
le risorse naturali; sopperisce, inoltre, alla carenza di alcuni farmaci e
contribuisce al contenimento della spesa farmaceutica, tanto per i privati che
per il Sistema sanitario regionale; funge da contrasto al “mercato nero” dei
farmaci.
Esprime, quindi, apprezzamento per la proposta in esame che condivide.
Riferito che lo spreco di farmaci ammonta a circa 8 miliardi di euro
l’anno rispetto alla spesa farmaceutica complessiva di 29 miliardi,
sovrapponendosi, di fatto, allo spreco alimentare, rileva la crescente
attenzione sulla tematica dell’inquinamento da farmaci, spesso buttati nel
cestino rifiuti normali.
Sottolineate le problematiche derivanti dalla dispersione nell’ambiente
di farmaci scaduti o inutilizzati, riferisce che l’Agenzia europea per i
medicinali (EMA) impone dal 2006 la valutazione dell’impatto ambientale dei
farmaci, evidenziando che tale studio ha riguardato meno del 2 percento dei
1763 principi farmacologicamente attivi.
Ritenuto lo spreco dei farmaci dovuto principalmente alla previsione di
confezioni inadeguate, spesso non legate alla presumibile durata temporale
della terapia o alla scomparsa sintomi, sottolinea l’impossibilità di
riutilizzo di farmaci a causa della necessità della tracciabilità a tutela
della salute pubblica.
Evidenziato che lo spreco dei farmaci riguarda molteplici categorie,
sottolinea l’impatto positivo che la proposta di legge in esame potrebbe avere
nel trattamento di malattie rare come la talassemia, a causa della carenza sia
a livello nazionale sia regionale di un farmaco salvavita.
Precisato che la proposta si compone di 9
articoli, illustra, nel dettaglio, le caratteristiche dei farmaci idonei alla
raccolta, alla restituzione e alla donazione e approfondisce le finalità
precipue della proposta, la cui attuazione è demandata all’adozione di un
Regolamento di attuazione da parte della Giunta.
Riferisce, infine, di aver preso atto della dettagliata e approfondita
scheda di analisi tecnico-normativa e che provvederà all’accoglimento dei
suggerimenti proposti.
Ringraziato il consigliere Laghi per
l’illustrazione della proposta di legge, cede la parola al rappresentante del
Dipartimento.
Giudicata lodevole la
proposta in esame, evidenzia la necessità di poter usufruire dei farmaci, solo
parzialmente utilizzati, sia in ambiente ospedaliero sia attraverso iniziative
di natura sociale.
Ricordata la normativa
esistente in materia, evidenzia che il problema dei farmaci non utilizzati
ricade anche sulle farmacie territoriali. Riferisce, infine, la massima
collaborazione da parte del Dipartimento.
Illustra
la scheda di analisi tecnico-normativo.
Pur giudicando la
proposta legislativa importante e condivisibile, esprime preoccupazione per le
difficoltà in cui versano le aziende sanitarie provinciali, incapaci di
affrontare la problematica anche a causa del ridotto personale delle farmacie
territoriali.
Ribadisce, quindi, la
sua preoccupazione sia perché si scontra con la realtà operativa sia per le
difficoltà connesse al controllo e alla conservazione del farmaco.
Ritiene, comunque, che
audire i soggetti interessati all’argomento, quali i farmacisti e i Commissari,
aiuterà a meglio comprendere quali procedure prevedere.
Rinvia il punto per ulteriori approfondimenti e
apre i termini per la presentazione degli emendamenti.
(La Commissione rinvia)
Esauriti i punti
all’ordine del giorno, toglie la seduta.
La seduta termina alle
15.22
La Funzionaria IEQ
Dott.ssa Giada Katia Helen
Romeo