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XII^ LEGISLATURA

 

COMMISSIONE CONTRO LA ‘NDRANGHETA

 

 

N.14

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 24 LUGLIO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIETRO SANTO MOLINARO

 

 

 

Inizio seduta h. 10.45

Fine   seduta h. 12.25

 

INDICE



 

 

 

PRESIDENTE

Audizione delle associazioni Libera, Avviso Pubblico e FAI Antiracket Reggio Calabria

PRESIDENTE,*,*,*,*,*,*

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

POLITANO’ Giuseppe, in rappresentanza dell'associazione Avviso Pubbico,*

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche,*

SICLARI Francesco, Presidente FAI Antiracket Reggio Calabria

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Predisposizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura (PSLA) 2023 (ai sensi dell'art. 4 della legge regionale n. 9/2018)

PRESIDENTE,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*

BRUNI Amalia (Partito Democratico),*,*

COMITO Michele (Forza Italia),*,*

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente),*,*

SETTE Antonella, Dipartimento transizione digitale e attività strategiche,*,*,*

TALERICO Antonello (Gruppo Misto),*

 

 

 

 

 




Presidenza del presidente Pietro Santo Molinaro

La seduta inizia alle 10.45

PRESIDENTE

Possiamo dare inizio ai lavori con gli adempimenti formali di rito prima di iniziare con l'ordine del giorno. C’è il numero legale.

Pongo ai voti il verbale seduta precedente, se non ci sono osservazioni, procediamo: approvato all’unanimità.

Audizione delle associazioni Libera, Avviso Pubblico e FAI Antiracket Reggio Calabria

PRESIDENTE

Il primo punto all'ordine del giorno è l’audizione. L'associazione Libera ha mandato una e-mail - ci siamo sentiti anche telefonicamente, per dire la verità – con cui ha comunicato che a causa di un impegno importante in concomitanza non potrà essere presente. Ho risposto che alla prima occasione - la prossima seduta di Commissione o l'avvio della Consulta - la sentiremo, perché è giusto visto che abbiamo condiviso questo percorso.

Ringraziamo l'ingegnera Sette, in rappresentanza del Dipartimento, per la presenza. Ci sono anche: Avviso Pubblico, FAI antiracket Reggio Calabria. Iniziamo l’audizione.

Grazie ai presenti: il dottor Giuseppe Politanò, per quanto riguarda Avviso Pubblico, e il dottor Francesco Siclari, per quanto riguarda l'associazione antiracket FAI Reggio Calabria.

Vi cedo subito la parola. Decidete voi l’ordine con cui volete intervenire.

POLITANO’ Giuseppe, in rappresentanza dell'associazione Avviso Pubbico

Buongiorno a tutti, buongiorno, Presidente consiglieri e consigliere. Sono Giuseppe Politanò, Vicesindaco del Comune di Polistena, per l'associazione Avviso Pubblico.

Avviso Pubblico è un'organizzazione che nasce nel 1996, un'organizzazione che accoglie gli Enti locali impegnati nei processi e percorsi civili contro le mafie.

Intanto, vi ringrazio a nome di tutta l'Associazione per questa opportunità di poter rappresentare quelle che sono state, e sono, le istanze della nostra organizzazione a livello sia nazionale, ma, anche e soprattutto, territoriale, quindi rispetto alle problematiche e ai conflitti e ai bisogni che, nella regione Calabria, vengono espressi su questo fenomeno che sta rischiando, a nostro avviso, per certi aspetti, di essere sottaciuto. Perché, un po’ la pandemia, un po’ il sistema, anche valoriale, hanno per certi aspetti messo da parte quelli che sono i drammi che la ‘ndrangheta produce all'interno del tessuto economico e sociale del territorio calabrese.

Avviso Pubblico è un'organizzazione che al suo interno registra anche la presenza della Regione Calabria, che ha aderito giusto qualche anno fa. Di questo, ne siamo fieri e orgogliosi. Con la consapevolezza che questa presenza potrà essere proficua, produttiva e potrà dare delle risposte.

La predisposizione del PLSA, di cui questa Commissione si dovrà occupare, credo che sia un passaggio fondamentale e importante, anche alla luce di quelle che sono stati i Piani degli scorsi anni.

Su questo, una prima riflessione: capire di quali risorse economiche si parli. Perché il tema non è solo ed esclusivamente individuare dei punti sui quali il Consiglio regionale, la Regione Calabria decidano di investire, ma come intendano farlo.

Negli anni scorsi abbiamo registrato che non sono state spese tutte le risorse previste all'interno di questi Piani. Questo è il primo interrogativo. Ovvero - anche grazie alle indicazioni che vengono dalla legge 9 del 2018, agli articoli 5 e 8 – la necessità di fare una riflessione su quanto le attività di promozione sociale e culturale abbiano aiutato la comunità regionale a essere sensibile rispetto alle opportunità offerte sia dalla legge che dai Piani.

Avviso Pubblico, negli ultimi anni, ha provato a concentrare la propria azione, anche e soprattutto, su alcune tematiche specifiche, ovvero il racket e l'usura - sicuramente poi li approfondiranno anche gli esponenti di FAI -, ma anche il tema del gioco d'azzardo e degli amministratori sotto tiro. La nostra è un'organizzazione che si occupa prevalentemente di interfacciarsi con gli Enti locali e prova ad entrare nel merito delle questioni che si ritrovano anche nei piccoli Comuni, quindi: la presenza della ‘ndrangheta; il condizionamento della ‘ndrangheta che strumentalizza i bisogni che i cittadini esprimono; il tema del gioco d'azzardo. Quindi, la predisposizione nel Piano dei fondi legati al gioco d'azzardo patologico, per il quale la legge di bilancio di quest'anno ha stanziato 44 milioni di euro, sono per noi – credo - fondamentali per intercettare le difficoltà e le problematiche di cui la nostra terra è portatrice, ovvero un sovra indebitamento del ceto popolare, oltre che imprenditoriale. Un tema che necessita un approfondimento e per il quale è necessario anche porre in essere delle politiche attive, capaci di segnare uno spartiacque tra i bisogni, e quindi la crescente povertà, rispetto anche alla presenza delle mafie all'interno di questo contesto del gioco d'azzardo, del racket, dell’usura.

Noi, quest'anno, registriamo un incremento rispetto agli anni precedenti sulla cifra pro-capite che i calabresi spendono in gioco d'azzardo. Siamo oltre i 2.000 euro, cifra nettamente superiore alla media nazionale. Questo credo che sia un campanello d'allarme che questa Commissione e le organizzazioni come Avviso Pubblico, le organizzazioni impegnate sui temi dell'antimafia sociale e culturale, ma anche dell'antimafia istituzionale, devono tenere in considerazione.

Un altro tema. In premessa dico che abbiamo depositato un documento in questa Commissione che ripercorre le cose che sto dicendo, allegando, in ordine di tempo, gli ultimi due comunicati stampa che abbiamo prodotto: quello sugli amministratori sotto tiro e quello sul gioco d'azzardo, frutto di un report che l'Associazione nazionale fa ogni anno.

Un altro dei temi fondamentali è il riutilizzo sociale dei beni confiscati. Il tema dei beni confiscati è un tema che dà la percezione alle comunità di quanto lo Stato sia presente nel contrasto delle mafie. Perché, immaginare che un bene non possa essere subito riutilizzato e rifunzionalizzato, dà la misura di quanto le mafie nei territori possano raccontare una narrazione diversa della Calabria, ovvero che quando ci sono le mafie le cose funzionano, quando interviene lo Stato con lo strumento del sequestro e della confisca, il rischio è che quel bene non sia più produttivo, non solo sul piano economico, ma, anche e soprattutto, sul piano sociale.

Quindi, credo - crediamo come Avviso Pubblico - che sia importante porre l’accento sulla rifunzionalizzazione dei beni confiscati, perché le Amministrazioni comunali che sono destinatarie dall'Agenzia nazionale dei beni confiscati di questi beni da mettere a bando, è difficile che riescano a farli andare a buon fine se i beni sono completamente distrutti e devastati. È di questo che stiamo parlando.

La Regione Calabria è una delle Regioni che ha più beni confiscati in Italia, ma una delle abitudini delle mafie è quello di distruggere i beni che sono già in fase di sequestro e che sono prossime alla confisca definitiva.

In questo senso, credo che anche questo Piano debba porre l'accento su questa tematica, per dare la possibilità agli Enti locali, ma anche alla Regione stessa, di mettere questi beni a disposizione delle cooperative sociali, del Terzo settore, del mondo del volontariato o anche per usi istituzionali. È necessario, quindi, destinare dei fondi affinché la Pubblica amministrazione possa rimettere a bando questi beni e possa coinvolgere le comunità locali per il riutilizzo sociale dei beni confiscati.

Un altro tema che ci sentiamo di evidenziare e di cui abbiamo scritto nel documento che abbiamo depositato riguarda la capacità dei bandi di parlare un po’ a tutti. Nel nostro Paese esiste un indice di mafiosità e di criminalità che viene associato ai Comuni e alcuni bandi -faccio un esempio: anche ministeriali, per dire, che a cascata si ripercuotono su quello che succede in Calabria - assegnano una premialità a quei Comuni che hanno un indice di mafiosità più alto, ma se esistono beni confiscati anche in altri Comuni che non hanno un indice particolarmente alto, anche lì bisogna intervenire.

Il problema della sicurezza, poi, viene posto spesso alla Pubblica amministrazione, ai Sindaci e agli amministratori locali e spesso viene associato, solo ed esclusivamente, a fatti che riguardano la criminalità organizzata, ma invece riguarda più livelli della società e della comunità. In questo senso, credo che sia fondamentale investire in tutti i Comuni del territorio regionale per la sicurezza, per favorire un processo di partecipazione dei cittadini al rispetto delle regole e della legalità.

Ultimo spunto che abbiamo segnalato - di questo credo che parleranno anche i rappresentanti di FAI-:  il racket e l'usura. A causa della pandemia, un mondo sommerso di persone sotto la soglia di povertà piuttosto che affidarsi, solo ed esclusivamente, alle politiche attive e del lavoro delle Pubbliche amministrazioni, si è rivolto a soggetti che rappresentano la criminalità organizzata nei territori e che, in vari modi, manifestano interesse a sostenere e accompagnare i bisogni delle famiglie, chiedendo poi in cambio il consenso rispetto a quelle che sono pratiche illegali.

Uno dei temi principali è che le mafie fanno passare quelli che sono nostri diritti come favori: il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto a vivere una vita dignitosa, spesso si intrecciano, invece, con raccomandazioni da parte di soggetti criminali che poi inseriscono in una rete - anch’essa criminale - giovani, meno giovani e persone che purtroppo hanno perso il lavoro a causa della crisi e della disoccupazione che c'è in Calabria.

Credo che tutti questi temi siano temi connessi tra loro. Non possiamo parlare di lotta alle mafie, se non parliamo di difesa dei diritti dei cittadini del nostro territorio.  

In questo senso, Avviso Pubblico è orgogliosa della presenza della Regione Calabria all'interno della propria organizzazione, ma chiede anche a questo Consiglio regionale e a questa Commissione che ci possano essere, nel tempo, più possibilità di confronto. Perché, onestamente, io ho letto questo Piano anche durante la seduta, in questa stessa giornata, quindi noi veniamo auditi nello stesso giorno in cui si lavorerà per la predisposizione del Piano. Credo che un'attività consultiva, di audizione dei contesti sociali, debba essere propedeutica alla predisposizione di un Piano che dovrà diventare “carne viva” e che riesca a essere recepito nelle comunità.

Rispetto ai Piani precedenti, riguardo i fondi destinati sia a chi denuncia e anche alle imprese, credo - lo dico brutalmente - che sia stata fatta poca pubblicità. Pubblicità in senso positivo. Il fondo deve rappresentare non solo un sostegno economico, ma anche, soprattutto, la possibilità per il cittadino, l'imprenditore, il giovane commerciante, il piccolo commerciante, di sapere che c'è un'Istituzione pubblica pronta a sostenerlo anche rispetto alla denuncia e al contrasto all’illegalità. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente. Prima di chiedere ai colleghi e alla rappresentante del Dipartimento se vogliano intervenire, ne approfitto per ringraziarla per i suggerimenti - anche per il documento che abbiamo agli atti - che riguardano la bozza che, da qui a poco, andremo a analizzare e condividere con i colleghi.

Riguardo le audizioni dei soggetti che ne hanno fatto richiesta e dei soggetti segnalatici dalle Prefetture, abbiamo dato delle priorità, fermo restando che potremo dare più spazio con la modifica della legge numero 9 che ha reintrodotto, rivista e corretta, la Consulta sulla legalità, al cui interno ci sono soggetti con cui vogliamo dialogare, non solo per la redazione del PSLA, ma in generale sui temi della legge di riferimento: la criminalità, la ndrangheta, i diritti dei cittadini.

In questo, ci facciamo forti del Dipartimento, che il presidente Occhiuto ha voluto assegnare all'assessore Pietropaolo, con il quale - tramite i suoi dirigenti, ma anche direttamente - stiamo dialogando e continueremo a dialogare per fare in modo che ci siano più attività sinergiche tra la Commissione, il Consiglio regionale e la gestione dei beni confiscati.

Sappiamo che il presidente Occhiuto, in un accordo con il Ministero degli Interni, ha messo sul piatto alcuni milioni di euro per facilitare l'assegnazione perché, spesso, l’assegnazione di questi beni, per i motivi che anche lei ha citato, quali i tempi lunghi, un sistema troppo farraginoso - lo dicono i dati, non lo dice solo Molinaro -, necessita di un supporto regionale, vista la permanenza in una situazione di limbo tra l'Agenzia e i Comuni prima ancora di tornare ai cittadini tramite le Associazioni che li gestiscono. Così come all'interno della Consulta sulla legalità avremo un tavolo specifico sui beni confiscati, non per fare confusione o creare delle sovrapposizioni con la Giunta regionale, ma per cercare di elaborare… anche qui ci sarà un continuo ascolto dei gestori dei beni confiscati, perché, oltre a quelle menzionate, hanno delle problematiche ulteriori poco attenzionate.

Ritengo che la presenza della Regione all'interno della vostra Associazione sia di per sé già garanzia di un impegno a collaborare per rendere proficua la vostra esperienza quotidiana rispetto, poi, alle scelte in termini legislativi e gestionali della Giunta regionale.

Chiudo, lasciando la parola ai colleghi e dopo sentiremo anche FAI. Rispetto al fatto che anche quest'anno l'iter per la redazione del PSLA è stato un po’ lungo, devo dire che è perché abbiamo fatto tante audizioni, abbiamo avuto anche occasioni di confronto fuori da quest'Aula, in modo sempre trasparente, cercando di andare a casa di chi opera sul territorio, per esempio le Associazioni antiracket e antiusura. Abbiamo avuto, anche, un'interlocuzione formale con il Commissario nazionale rispetto, per esempio, all'allocazione di risorse sull'articolo 15 della legge. Questa bozza di PSLA, dal 2023, non le prevede perché superflue o immobilizzate o poco utilizzate. Non sono convenienti per come è strutturato l'articolo 15 del fondo regionale, soprattutto perché il fondo nazionale è molto capiente e si alimenta continuamente.

Quindi, è su questo che dobbiamo intensificare l’interlocuzione con le Prefetture e, ovviamente, anche con le Associazioni, in modo da accorciare i tempi per utilizzare le risorse, purtroppo, quando è necessario; speriamo mai, ma degli episodi ci sono e vanno gestiti.

Abbiamo cercato di ascoltare e raccogliere tante indicazioni da chi opera per la legalità e da chi opera in affiancamento alle vittime. Difatti, una cosa è la vicinanza, la solidarietà che si manifesta quando purtroppo succedono, ovviamente, anche con le Associazioni, un modo di accorciare i tempi e soprattutto di utilizzare quelle risorse, purtroppo quando è necessario – speriamo mai – ma degli episodi ci sono e, quindi, vanno gestiti.

Abbiamo cercato di ascoltare e di raccogliere tante indicazioni da parte di chi opera nel campo della legalità e in affiancamento alle vittime, perché un altro elemento – a parte quella che definisco volgarmente la vicinanza e la solidarietà che si manifesta quando, purtroppo, succedono eventi brutti che riguardano il racket, l'usura, i fenomeni di ‘ndrangheta, con vittime che, ovviamente, purtroppo, registriamo – è che, poi, servono le risorse soprattutto per chi resta e vuole andare avanti.

Da questo punto di vista, abbiamo fatto – e ritengo ottenuto – un passaggio importante che adesso va valorizzato con la Giunta regionale che, nel Comitato di sorveglianza, mi sembra a marzo 2023, su richiesta della Commissione, aveva chiesto di inserire nei bandi, che riguardano le imprese di qualsiasi settore, delle premialità per le vittime di racket, di usura o di ‘ndrangheta.

Questo concetto la Comunità europea non l'ha condiviso in modo orizzontale su tutto, ma ha autorizzato l'Autorità di gestione – quindi, il dottor Nicolai e la Giunta regionale – a mettere in piedi bandi monotematici o specifici per le vittime. Questo è sicuramente un altro elemento che, in qualche modo, ci aiuterà a dare qualche risposta.

Mi fermo qui e chiedo ancora ai colleghi se vogliono intervenire, prima di passare al rappresentante di FAI e alla dirigente, ingegnera Sette, perché, ovviamente, è utile avere il contributo da parte di tutti.

Vogliamo sentire anche gli altri?

La Vicepresidente mi suggerisce di sentire il rappresentante di FAI e, poi, eventualmente, arricchiamo la discussione. Prego.

SICLARI Francesco, Presidente FAI Antiracket Reggio Calabria

Buongiorno a tutti, grazie, Presidente e consiglieri, sono Francesco Siclari, Presidente FAI Reggio Calabria.

La storia di FAI Reggio Calabria è una storia abbastanza breve, nuova e nasce dalla denuncia di alcuni imprenditori, tra cui io, e da lì proviene questa esperienza, che non nasce immediatamente perché, naturalmente, noi imprenditori abbiamo preso il coraggio e denunciato, però ci siamo ritrovati, nel giro di qualche giorno, sotto scorta, senza capire cosa fare e come comportarci perché nessuno ci ha mai insegnato o detto come si doveva avviare questo percorso.

Abbiamo avuto la fortuna di conoscere Tano Grasso, il quale ci ha cercati, mi ha cercato, naturalmente perché voleva capire perché, negli anni, avevano sempre provato a fare questo tipo di attività su Reggio Calabria, ma non c'erano mai riusciti perché Reggio Calabria rifiutava ed era refrattaria rispetto a questo sistema: finalmente, il reggino o parecchi reggini hanno capito che, purtroppo o per fortuna, bisogna fare delle scelte di campo, che la famosa zona grigia non c'è più, o è bianco o è nero.  

Molti imprenditori l'hanno capito, alcuni di noi l’hanno capito prima sulle loro spalle e si sono presi le loro responsabilità, però, per fortuna, in questo percorso che abbiamo costruito – ci  abbiamo messo due anni – abbiamo incontrato tanti imprenditori e operatori economici del territorio di Reggio Calabria e ci aspettavamo, lo dico sinceramente, anche prima di avviare questo percorso del FAI che la politica – non faccio discorsi di colore politico, che sia chiaro – tranne la pacca sulle spalle da parte di qualche amico politico, il nulla, il silenzio, nessuno, a parte la solidarietà, come diceva lei, Presidente, dell'articoletto, il trafiletto sul giornale: quasi quasi l'imprenditore Siclari o l'imprenditore X, che ha fatto questa scelta, quasi quasi per il politico – in generale,  ripeto, ci tengo a precisare non di colore politico, perché abbiamo l’Amministrazione reggina di centrosinistra, il Consiglio regionale di destra, ma non faccio discorsi di colore politico – nessuno di questi ha voluto mai esporsi, lo dico chiaramente, rispetto a dire “io sono col FAI”,  tranne nell'ultimo periodo, perché hanno visto che questi imprenditori che ci hanno messo la faccia – 15 inizialmente – erano decisi, erano convinti, sono convinti a portare avanti un percorso.

La nostra fortuna, invece, è stata quella di avere le Istituzioni al fianco: parlo del Questore, del Comandante dei Carabinieri, dello stesso Prefetto, il quale ci ha accompagnati in un percorso. Il primo giorno che sono andato a trovarlo con Tano Grasso, ci ha spalancato, non aperto le porte della Prefettura; insieme abbiamo avviato un percorso e fatto tante attività, lui aveva avuto già un'esperienza nel foggiano e non vi nascondo che abbiamo avuto più vicinanza da parte di colleghi che avevano denunciato in altre realtà anziché dai nostri colleghi reggini, ma non sono i numeri che fanno la qualità.

Molti imprenditori, tra cui il signor Herbert, qui accanto a me, che ha deciso di metterci la faccia da subito, però, purtroppo, anche lui da sei mesi vive sotto scorta. Pensavamo che questo numero potesse allargarsi, non per un fatto quantitativo, ma qualitativo, come dicevo prima, perché più siamo e meno abbiamo bisogno di vivere sotto scorta. Naturalmente, voi capite che vivere sotto scorta non è semplice, ti cambia la vita, non puoi fare l'imprenditore come lo facevi prima, nonostante tutti gli aiuti che esistono da parte delle Istituzioni. Comunque, siamo andati avanti, abbiamo avviato un percorso, fatto un Protocollo con la Prefettura, anzi la nostra Associazione l'ha presentato in Prefettura alla presenza naturalmente di tutte le Forze dell'ordine e pochi politici, lo ribadisco, dopodiché abbiamo fatto un Protocollo – a cui ha aderito anche Ance Reggio Calabria perché, inizialmente, l’Associazione parte con i costruttori, ma poi l'abbiamo allargata ad altri settori produttivi, dentro l'Associazione ci sono Cesare, Mangiatorella, Meridiano e anche altri imprenditori in altri settori -  che prevede che l'imprenditore che decide di aderire alla nostra Associazione e al Protocollo espone nel proprio cantiere o nella propria attività un cartello nel quale si dice chiaramente che quell'imprenditore ha deciso di aderire al Patto antiracket.

È stata una scelta forte, importante, anche a livello mediatico, anche a livello del singolo cittadino, però, il cittadino, il malavitoso che passa da quel cantiere sa che quell'imprenditore ha fatto una scelta e, quindi, non è il caso di avvicinarsi.

Non vi nascondo che – parlo della mia azienda, ma giustamente me lo raccontano anche gli altri imprenditori – c'è stata una selezione naturale dei fornitori, dei subappaltatori, degli operai che si facevano raccomandare, come diceva il vicesindaco, il dottore Politanò;– quindi, da me non viene l'operaio a dire che è cugino di, o parente di, o raccomandato di: da me viene l'operaio che condivide la mia scelta e che intende venire a lavorare seriamente e deve venire a lavorare naturalmente con i propri diritti.

Abbiamo avuto anche, naturalmente, il supporto della dottoressa Grazia Nicolò, che è il  Commissario nazionale,  la dottoressa Chiara Colosimo che ha scelto di fare la sua prima uscita pubblica a Reggio Calabria, da noi, nell'azienda del signor Herbert, da lì poi ne abbiamo fatto un'altra nella settimana successiva a Foggia, ha dimostrato sinceramente, ci ha messo la faccia anche lei ha detto: “Io vengo da voi, io vengo in cantiere, voglio essere presente, voglio essere vicino a voi, devo far vedere non  perché devo dimostrare qualcosa, devo dire, dimostrare al popolo italiano che  sono vicino all'imprenditore che denuncia, sono vicino all'imprenditore che ha voglia di cambiare.”

Non mi voglio dilungare, però vi dico quelle che sono le risposte spesso delle banche, per cui l'imprenditore che ha deciso di denunciare è diventato un imprenditore a rischio: io prima mi presentavo in Banca e chiedevo un finanziamento, un mutuo e le risposte erano immediate, naturalmente sì, se c'erano le condizioni; oggi, vedo le risposte delle banche che non sono le risposte chiare e limpide di prima. Prima era sì o no, ora c'è quasi dire ni, perché? Perché abbiamo capito – ma io l'ho capito sinceramente troppo tardi, detto e suggerito, da un imprenditore foggiano che ha avuto lo stesso problema – che noi per le banche siamo diventati soggetti a rischio. Siamo intervenuti naturalmente con la Prefettura e con l'ABI, a oggi non siamo riusciti ancora a chiudere nulla, ma l'incontro è stato un mese e mezzo fa circa, però ritengo che la politica su questo debba intervenire, assolutamente, deve intervenire.

Un'altra problematica che abbiamo riscontrato è il fatto della sicurezza: abbiamo i passaggi, abbiamo la sorveglianza da parte delle Forze dell'ordine, che, però, non possono stare giustamente h 24 sui nostri cantieri e h 24 sotto casa, h 24…

Quindi, naturalmente, ci siamo dovuti autogestire anche la sicurezza nei nostri luoghi di lavoro e, a spese nostre, abbiamo dovuto investire per mettere in sicurezza le nostre attività.

Tenga conto che dal signor Herbert hanno fatto un'azione di incendio del suo capannone alle 05:30 di pomeriggio, quindi, questi signori non hanno paura di nulla: è chiaro che la telecamera, la videosorveglianza o la guardia giurata costituiscono un deterrente, naturalmente però sicuramente …

Quindi, dico che la politica, la Regione – che ha delle risorse importanti, come diceva lei, Presidente, e come diceva anche il collega, che spesso non vengono spese – debba dare una mano all'imprenditore in questo senso.

Molti miei colleghi mi dicono: “Ma Francesco, ma chi te l'ha fatta fare?” Perché è più semplice per l’imprenditore reggino o, comunque, calabrese, allo stupido che passa dal cantiere, gli chiede i 1.000 euro, per avere, pagarsi la pseudo assicurazione sulla sua sicurezza e quella del cantiere dice: “Io pago 1.000 euro, ho risolto il problema.”  

È chiaro, forse l'ha risolto, pensa di averlo risolto. Secondo me, non l'ha risolto. Intanto, purtroppo, è costretto a perdere la dignità, perché perde la dignità.

Questo è quello che ci è mancato: noi abbiamo deciso di alzare la testa perché vogliamo spendere le nostre risorse in questa Regione. Non vi nascondo che, inizialmente, volevamo lasciare questa terra e spostarci fuori perché, se vogliamo, possiamo fare gli imprenditori fuori con meno spreco di energie. È molto più semplice fare l'imprenditore perché, quando racconti queste cose ai colleghi di altre latitudini, sono increduli e dicono: “Ma è possibile che esiste questo?”.

Siamo da terzo mondo, sì, siamo da terzo mondo, l'abbiamo voluto pure noi. La scusa era sempre lo Stato deve, lo Stato deve, lo Stato sì deve, col nostro aiuto. Mi piace sempre ripetere una frase che diceva il questore Grassi: “Noi la macchina l’abbiamo messa in campo, la benzina ce la mettete voi.” E così è, perché ci siamo accorti che, effettivamente, se ci mettiamo la benzina, lo Stato fa bene e meglio, quindi, se lo facciamo insieme, lo possiamo fare sicuramente meglio.

Per quanto riguarda i beni confiscati, che diceva il dottore Politanò, il mio collega Herbert ha ristrutturato un bene confiscato, la caserma dei carabinieri di Africo; siamo stati all'inaugurazione, sapete la delusione più grande qual è stata? Non vedere un cittadino di Africo presenziare all'inaugurazione, quello m'ha fatto arrabbiare, sì, quello mi ha fatto arrabbiare; i genitori non hanno mandato i figli delle scuole di Africo a presenziare alla manifestazione. Sono stati costretti ad andare a prendere ragazzi di altre scuole dei paesi vicini; ora dico, perché il cittadino di Africo … - io ho un dipendente di Africo, da vent'anni, un ragazzo che ha scelto di lavorare. Quel ragazzo, mio padre vent'anni fa, ventitré anni fa, l'ha tolto, ha tolto un braccio, gli ha dato una possibilità: lui è sposato, ha tre figli, si è creato una vita, vive a Bianco, comunque vive lì, ha un fratello con l'ergastolo.

Se lo Stato  dà un messaggio che si può uscire fuori da quel sistema, deve dare un'opportunità, altrimenti continuiamo a dire, a fare le operazioni di arresti, le operazioni di denuncia, anche se poche, però, anche la politica e soprattutto la politica – scusatemi se … non è un attacco alla politica – deve dimostrare che è vicina al cittadino e,  come diceva il dottore Politanò, che non ha bisogno di chiedere la cortesia al malavitoso per farsi assumere, non ha bisogno di chiedere la cortesia al malavitoso per andare a fare una TAC in ospedale, non deve chiedere la cortesia al malavitoso a recuperare un proprio credito, perché, purtroppo, la norma è che è più semplice fare quella strada che è molto più breve e porta i risultati.

Comunque, non vi voglio prendere altro tempo e scusate lo sfogo, fra virgolette, noi ci siamo e naturalmente  non abbiamo presentato nessun documento perché è la prima volta che ci incontriamo, e ci fa molto piacere, anzi vi ringrazio anche della telefonata, perché naturalmente ancora non c'eravamo nell'elenco definitivo della Prefettura, in quanto voi sapete bene che  ci iscriviamo e deve passare un anno proprio per relazionare l’attività che è stata svolta, quindi in questi giorni saremo iscritti, però siamo presenti e stiamo crescendo.

Faccio l'ultimo passaggio: abbiamo trovato più vicinanza dall'uomo singolo della strada, e lo dico, anziché da molte Istituzioni; ecco, è questo che noi chiediamo, perché per portare i nostri colleghi alla denuncia, lo Stato , dico la politica o, comunque, tutte le Istituzioni devono  dimostrare vicinanza all'imprenditore, perché se l'imprenditore capisce che ha un problema e sa che alza il telefono e chiama … la persona giusta deve chiamare, non deve chiamare il delinquente che gli risolve il problema in un nanosecondo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei e, sicuramente, non molliamo su questo tema. Grazie ancora per essere qui, non l'avevamo trovata nell’elenco della Prefettura, però poi leggendo i giornali ci siamo resi conto, almeno da parte mia, della vostra presenza e quindi abbiamo fatto sì di poter avere oggi questa testimonianza, che mi auguro possa continuare.

Darei la parola, se vogliono intervenire i colleghi, compresa l'ingegnera Sette.

Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Amalia Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente, e grazie veramente moltissimo ad entrambi che siete intervenuti perché ritengo che le vostre testimonianze e il vostro lavoro quotidiano siano assolutamente fondamentali e, come sempre sta accadendo in questa Commissione, sento gli auditi e faccio mio il monito che arriva dalle vostre Associazioni.

Lo faccio mio perché ritengo che, come ha detto il signor Siclari, la politica debba essere assolutamente vicina ai cittadini, ma forse deve riacquisire, aggiungo, quello che è il senso dell'etica, che non è un qualche cosa che si compra al magazzino, si ha, si deve perseguire, si deve coltivare, perché il senso dell'etica ridà la dignità alle persone.

I percorsi, poi, devono essere corretti e devono essere percorsi, spesso e volentieri, banali, amministrativi: intercettare la persona giusta e il percorso giusto deve essere semplice più di quanto, ovviamente, non sia semplice accettare di pagare il pizzo.

È lì che si cambia e si fa la differenza, ma la differenza la fai nel momento in cui il lavoro culturale che è dietro tutto questo, è messo in piedi ogni giorno e soprattutto perseguito in una maniera importante.

Il fatto che i ragazzi non vanno ad Africo alla presentazione di questo avvenimento importantissimo è, fondamentalmente, la testimonianza della paura e, se le famiglie hanno paura, i ragazzi hanno paura e chiaramente incarnano questo sentimento che sarà continuato.

Quindi, il lavoro da fare è un lavoro culturale su cui onestamente questa Commissione sta ponendo molto l'accento e in questa direzione vanno assolutamente anche le audizioni che abbiamo svolto; cioè, il lavoro che si deve fare, anche a partire dalle scuole, è la buona semina di princìpi che non possono rimanere solo sulla carta, sterili, ma devono essere quotidianamente nutriti. I ragazzi devono essere bombardati, da questo punto di vista, e aiutati in un cammino e in un percorso che è variegato, ampio e che bisognerà seguire.

È evidente che ci ritroviamo oggi in un momento in cui questa nostra legge anti ‘ndrangheta ha avuto, per esempio, –  in questo mi riferisco un po’ a uno dei must di Avviso Pubblico – onestamente, lo dobbiamo riconoscere e io lo riconosco, una battuta d'arresto sul discorso, invece, della protezione rispetto al gioco d'azzardo; sul gioco d'azzardo avevamo una buona, ottima protezione, e su questo abbiamo alzato le mani, non c'è niente da fare, cioè è un’acquisizione e io non so quanto, invece, saremo in grado di fare. Questo problema lo pongo anche ai colleghi della Commissione, al Presidente Molinaro, che si è insediato quest'anno con - lo devo riconoscere - anche una grande forza e una grande modalità corretta di lavoro; lo pongo perché abbiamo detto: “Liberi tutti quelli che c'erano già, mettiamo i paletti da oggi in poi”, ma questo, di fatto, non ha aiutato e non risolve perché, comunque, continuiamo ad avere tutta questa serie di strutture che fanno il gioco d'azzardo e che innescano il fenomeno, poi, dell'usura, ovviamente a 100 metri dalle scuole, a 100 metri dalle parrocchie o anche di fronte alle parrocchie. Ovviamente in questo non si può lavorare. Quindi il senso di questo mio intervento è quello di rimarcare quello che ognuno di voi ha detto e che tante altre Associazioni, anche prima di voi, hanno espresso in maniera corale e che è l'unico senso possibile nelle vere democrazie che vogliono raggiungere gli obiettivi: stare insieme tutti quanti a lavorare per lo stesso obiettivo, ognuno per quella che è la sua parte, perché è l'unione che fa la forza e da soli non si va da nessuna parte.

Quindi, vi ringrazio ancora per questo vostro intervento e penso che con questo PSLA, che abbiamo ricevuto oggi - non abbiamo ancora avuto modo di studiarlo, non abbiamo avuto modo di leggerlo e penso che ci sarà l'opportunità, ovviamente, di studiarlo, il presidente Molinaro ci darà qualche tempo per poterlo leggere in maniera attenta - penso che sia importante per tutti e che si debba nutrire degli interventi che ognuno di voi ha fatto e non solo di quelli ma proprio del vostro lavoro. Quindi, sì sicuramente alla Consulta ma tutto il Piano penso che dovrà trovare contezza e operatività.

PRESIDENTE

Grazie, collega Bruni. Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente.

Grazie per le cose che ho sentito e che, in realtà, sono in linea con tante altre audizioni che abbiamo ascoltato. Secondo me, la focalizzazione e il conforto che voi avete dato stamane con i vostri interventi porta a individuare dei punti pratici e concreti.

Primo: le istituzioni debbono essere più vicine e più presenti. In che modo? Non attraverso una solidarietà che potrebbe essere in alcuni casi un po’ parolaia e senza concretezza, però innescando azioni molto concrete che io ho sentito oggi e ho sentito in altri giorni.

Secondo: le risorse economiche, finalizzate a chi subisce questa pressione malavitosa, debbono essere fruibili rapidamente.

Terzo, collegato col primo: che i beni sequestrati siano effettivamente disponibili e chi se ne fa carico deve essere supportato a livello pratico e amministrativo.

Infine, l’ultima cosa - e finisco – è un refrain molto comune e molto comprensibile per quanto riguarda la nostra realtà regionale e non solo la nostra: l'accesso al credito che, nel momento in cui si si arriva in un ambito di polemica e di opposizione alle infiltrazioni criminali, paradossalmente, invece di essere garantito, più pronto, più rapido, più corposo, diventa più timido, più ridotto e più problematico.

Queste sono le cose che la politica concretamente deve fare, a mio modo di vedere, accelerando questi processi e rendendoli realmente, praticamente e rapidamente fruibili. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie al collega Laghi. Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Intervengo molto brevemente. Come diceva il collega Laghi, le vostre dichiarazioni sono assolutamente in linea. Al di là del grande lavoro che sta facendo questa Commissione - il Presidente, forse come non mai, ha ritenuto di imprimere, anche con una certa velocità, quei giusti approfondimenti che forse mancano anche per responsabilità della politica – quello che emerge, tendenzialmente, è lo spaccato operativo pratico, cioè l'inconveniente determinato da quello che è l'esercizio di un proprio diritto e anche dovere, da un lato. È ovvio che ai doveri deve essere anche poi riconosciuta una copertura; copertura che non avete! Lei ha detto che voi imprenditori che denunciate diventate degli imprenditori tendenzialmente deboli per il sistema e quindi venite sostanzialmente abbandonati, come se fosse stati in un certo qual modo segnalati in CRIF, cioè, anziché darvi un premio, sostanzialmente, voi diventate dei morti che camminano, perché non avete la tutela fisica, non avete la tutela economico imprenditoriale, non avete una prospettiva. Io credo che l'impegno che può assumere questa Commissione, composta da consiglieri regionali, nei limiti delle proprie competenze, per quanto riguarda il soggetto legislativo Regione Calabria, al di là di quelle che sono le sue prerogative, è quello di promuovere tante iniziative legislative utili che, magari, alla Regione non costano nulla, ma che innescano un meccanismo anche a livello di legislatore nazionale più forte, più incidente. La cifra delle inadeguatezze degli strumenti è data proprio da quel numero spropositato di beni confiscati. Dobbiamo metterci in testa di gestire questo patrimonio, perché di patrimonio si tratta, in condizioni di sicurezza e normalità, altrimenti quei beni confiscati non sono confiscati, sono apparentemente confiscati, perché molti hanno paura di accettarli. Il problema è ancora più a monte, prima ancora dei beni confiscati, ed è il vostro stato, la vostra condizione di isolamento e di solitudine, paradossalmente proprio da parte dello Stato. Voi lo sapete come funziona il sistema bancario: se uno ripulisce la propria posizione, in realtà non la ripulisce mai perché nelle banche dati rimane tutto. Rimane anche la denuncia! Molte banche, molte finanziarie, non vanno solo sulle banche dati, ma vanno su Google per vedere chi è questo personaggio, trovano l'articolo di stampa e pensano “ma questo è sovraesposto, freniamo”. Troveranno una motivazione apparentemente logica, formale, che non sarà mai quella che ha detto lei.

E allora noi come Consiglio regionale, ma anche come responsabili - siamo responsabili perché chi rappresenta un territorio, una comunità, è altamente responsabile – dobbiamo innescare un meccanismo che sia virtuoso. Basta parole! Oggi ci è utile acquisire queste parole che però devono tradursi in fatti concreti, altrimenti anche noi, in un certo qual modo, illuderemo questo vostro mondo che è il nostro. Finché non impareremo a ragionare da comunità, non capiremo che l'imprenditore che fallisce fa fallire una parte della nostra società e con essa falliscono anche le famiglie che ruotano intorno ad essa.

Posso dire che l'intento del Presidente, nell'ambito dei lavori di questa Commissione, è quello di raggiungere il risultato, ma posso anche personalmente dire, per quanto mi riguarda, che mi fa piacere far parte di questa Commissione poiché rende per me una certa ipersensibilità verso un modo di vivere quotidiano che, non conoscendolo direttamente, effettivamente può apparire quasi indifferente, nel senso che se non conosci qualcosa non la puoi affrontare.

Il nostro, il mio, sarà sicuramente un impegno sotto il profilo politico, non solo della tutela legislativa ex se, perché poi poco serve, ma che abbia un impatto concreto.

Quando lei ha detto prima che ad Africo nessun cittadino ha partecipato, quello è lo spaccato della nostra società, perché, nel momento in cui si deve scendere in campo insieme, quell'insieme non esiste più perché si ha paura; si ha paura di prendere una posizione e anche la semplice presenza può essere una presa di posizione.

Questo stato di isolamento può essere migliorato soltanto se non si costringono le persone che fanno impresa, e non solo, a denunciare per poi lasciarle sole. E, quindi, queste battaglie, anziché diventare un esempio positivo, diventano un esempio negativo, perché magari suggeriscono la piena omertà.

PRESIDENTE

Grazie al collega Talerico.

Nel salutarvi e nel ringraziarvi, colgo l'occasione per precisare un aspetto: l'elemento che toccava per ultimo il collega Talerico sul discorso banche, CRIF e quant'altro è un tema così importante e così difficile da affrontare, in qualche modo, che è oggetto di un Osservatorio nazionale presso il Commissario nazionale antiracket e antiusura, in cui c'è l’ABI e tanti altri soggetti. Anche con la dottoressa Nicolò, stiamo cercando di capire gli sviluppi di questo Osservatorio perché è chiaro che sono temi di natura nazionale. Decidere o meno di iscrivere una vittima di ‘ndrangheta o, comunque della criminalità organizzata, nella CRIF non è una competenza o una prerogativa regionale, ma comunque è un ambito al quale noi dobbiamo guardare. Eventualmente, poi, se serve un’azione politica o legislativa cercheremo di adeguarci, assolutamente. Ci sono dei temi che noi raccogliamo come indicazioni, suggerimenti, come esigenze, non perché a livello nazionale non le conoscano, ma per rafforzarle.

So che nel mese di settembre, molto probabilmente, ci sarà un coordinamento delle Commissioni antimafia regionali, proprio per cercare di fare sintesi tra i diversi organismi e l'esperienza delle diverse Regioni e, al contempo, per cercare di avere qualche elemento in più di condivisione per fare fronte ovviamente a questa difficoltà.

Su alcuni temi che sono più di nostra pertinenza, ovviamente ci impegniamo a lavorare, ci impegniamo a suggerire, sollecitare anche la Giunta regionale oltre che la parte nostra, come Commissione. Su altri temi, necessariamente, dobbiamo avere un supporto a livello nazionale perché sono norme di carattere nazionale. Questo non significa che noi ci vogliamo lavare le mani, ma che, concretamente, agiremo dove possiamo farlo.

Ha chiesto di intervenire l'ingegnera Sette. Ne ha facoltà.

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche

Grazie, Presidente. Buongiorno a tutti. Molti mi conoscono già perché siamo già venuti altre volte.

Voglio fornire un paio di informazioni al dottor Politanò perché mi ha stuzzicato su alcuni temi che sono per me pane quotidiano e che sono stati, in qualche modo, anche tracciati all'interno della Commissione. Intanto, l'adesione della Regione ad Avviso Pubblico è del 2016, con delibera di Giunta regionale numero 199.

POLITANO’ Giuseppe, in rappresentanza dell'associazione AVVISO PUBBICO

È stata formalizzata solo qualche anno fa.

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche

Però, in realtà, su questo ho fatto un passaggio in più io quest'anno. Siccome il Settore legalità sta organizzando un convegno a livello regionale come attività di sensibilizzazione, abbiamo chiesto ad Avviso Pubblico di affiancarci nell'organizzazione di questo convegno e devo dire che abbiamo avuto la risposta. Sapete anche che, come Regione, ho chiesto, e l'hanno validata, l’adesione alla FISU, di cui Avviso Pubblico fa parte, che è il Forum italiano per la sicurezza urbana, e, quindi, anche FISU parteciperà all'organizzazione dell'evento. Sempre per l'evento abbiamo chiesto la collaborazione di un soggetto del terzo settore che è il Consorzio Macramè che, come sapete, opera su Reggio Calabria, gestisce molti beni confiscati e credo che rappresenti una realtà virtuosa del corretto utilizzo a fini sociali dei beni confiscati.

Stiamo cercando di muoverci e di toccare più tasti - finalmente dico io - dopo anni di immobilismo. Questo l'ho sempre detto anche nelle audizioni precedenti perché abbiamo una congiuntura favorevole, dottor Politanò: c'è un Governo che in qualche modo su questi temi ha deciso di investire, c'è una Giunta regionale e una sensibilizzazione diversa rispetto ad anni passati e si sta cercando di coinvolgere il territorio.

Poi le questioni le affronta chi gestisce. Io non faccio politica, sono nel settore da anni e, se stai sul territorio, tutte le cose che mi ha detto le conosco benissimo perché le vivo erogando anche i contributi per i beni confiscati. Sappiamo quali sono i problemi. Di recente abbiamo fatto la conferenza dei servizi, una delle tante, che ha destinato un'ennesima mole di beni confiscati e in cui abbiamo registrato anche la ritrosia degli amministratori, giustamente, a prendersi un'ulteriore bene, perché si pongono il problema, poi, delle risorse necessarie per utilizzarlo, gestirlo e rifunzionalizzarlo. Però, su questo, abbiamo investito. Nella nuova programmazione abbiamo circa 32 milioni di euro. Ovviamente cambieremo un po’ le procedure - quello che abbiamo fatto fino a oggi si è rivelato un po’ lungo e non ha ottenuto i risultati che volevamo - che sono lunghe; il bene, quando arriva, arriva in condizioni disagiate, va ripreso tutto. Se io invece finanzio beni - ce ne stanno - che sono immediatamente cantierabili, arrivo subito, poi mi occuperò anche degli altri, però prioritariamente devo dare la possibilità, se il bene è immediatamente utilizzabile, con pochi interventi di manutenzione straordinaria si risolvono i problemi e lo assegno. Anche sull'assegnazione bisogna lavorare con i Comuni perché - lo sapete - vanno a bando, non si assegnano in modo diretto. Dobbiamo, però, stimolare le Associazioni del terzo settore, anche contribuendo ai costi di gestione. Questo è l'altro vulnus: le aziende e le cooperative sociali spesso, soprattutto startup, una volta che le mettiamo in carreggiata possiamo anche riuscire a finanziarle e da questo punto di vista su questo abbiamo cercato di attivare un po’ di risorse.

L'altro aspetto che è venuto fuori è la non bancabilità. È un problema che abbiamo con le aziende confiscate; anche sulle aziende confiscate avevamo dei fondi che non riusciamo a spendere per questo problema. Giustamente quelli delle aziende dicono: “Se voi mi chiedete di anticipare dei fondi io devo avere una garanzia”. Ecco, però, devo cambiare la modalità, nel senso che devo una strada diversa per finanziare le aziende, per dargli l'abilità di ritornare nella legalità.

Questo è: rimetterle o farle stare sul mercato.

Diciamo che, grazie alla sinergia di tutti quanti i soggetti, stiamo cercando di avviare un nuovo percorso. Credo che stare insieme ci abbia aiutato, ci aiuta. Se facciamo rete, penso che riusciremo in qualche modo a dare dei piccoli segnali. Dobbiamo incamminarci e strutturare un percorso perché non è una cosa che si fa facilmente, però questi sono piccoli passi, se riusciamo a camminare insieme penso che otterremo anche grandi risultati. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, ingegnera Sette.

Bene, ritengo chiuso il primo punto all'ordine del giorno. Salutiamo gli amici che abbiamo ascoltato.

Predisposizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura (PSLA) 2023 (ai sensi dell'art. 4 della legge regionale n. 9/2018)

PRESIDENTE

Passiamo al secondo punto all’ordine del giorno: la predisposizione del PSLA 2023. Ovviamente, come avevamo detto nell'ultima seduta e sulla base dei ragionamenti delle audizioni e dei suggerimenti e di tutto quello che abbiamo elaborato in questi tre mesi, se ci fossero suggerimenti, punti di vista, vi chiedo di farli pervenire agli uffici della Commissione; con questi ultimi abbiamo cercato di sintetizzare tutti gli appunti che avevamo messo in piedi proprio in questo percorso sia, ribadisco, per le Associazioni e i soggetti che abbiamo audito in questa Commissione sia per incontri al di fuori di questa Commissione, sempre con soggetti che ovviamente operano nella legalità e a sostegno delle vittime; non ultima la presenza qui del rappresentante del Dipartimento. Con un’interlocuzione quasi settimanale con l’ingegnera Sette, il dottore Zito Bruno e il dottore Calabrò, abbiamo messo insieme questa bozza di PSLA. Non è completa. Dico subito che non è completa per una scelta che mi auguro possiamo condividere, abbiamo omesso di mettere l'ultima parte, che è la scheda tecnico finanziaria, cercando di allocare le risorse, poco o assai che siano, rispetto alle azioni che vogliamo mettere in campo e che, ovviamente, partono rigorosamente da quello che prevede la legge 9 del 2018, e non può che essere così. Dopo questa seduta di Commissione, se siamo tutti d'accordo - io mi auguro che questo si possa condividere - insieme al Dipartimento vogliamo avere un’interlocuzione con il Dipartimento bilancio, col dottore De Cello, per capire alcune cose: la prima, quei 130.000 euro che sono allocati sulla legge 9 del 2018, annualità 2023, che ad oggi ovviamente non sono state utilizzate - negli anni precedenti, se vi ricordate, venivano allocate sull'articolo 15 della legge come fondo regionale a sostegno delle vittime - ci siamo resi conto che una sola pratica è stata finanziata. La dottoressa Nicolò sostanzialmente condivideva che, essendoci un fondo nazionale un Fondo nazionale capiente e che interviene con una percentuale al 100 per cento senza limiti di tetto di spesa, ovviamente, per le vittime non è conveniente rivolgersi, tant'è che abbiamo avuto una sola istanza, ci ricordava il dottore Zito. Quindi, suggeriamo alla Giunta regionale di utilizzare queste risorse a sostegno delle Associazioni antiracket in modo particolare e Fondazione Antiusura, come contributo all'accompagnamento per le vittime, sia per facilitare la denuncia, ma soprattutto, dopo la denuncia, nel percorso successivo che mediamente dura due, forse, anche tre anni, con le Prefetture e con il Ministro degli Interni. C'è bisogno di questo accompagnamento che oggi viene fatto su base volontaria; è un controsenso immaginare che degli imprenditori, vittime di racket e di usura, si riuniscano in Associazione, si facciano riconoscere dalla Prefettura, si mettano a disposizione con sportelli, sia pure volanti, e poi debbano svolgere questo accompagnamento gratis! È chiaro che è un controsenso!

Ribadisco l’indicazione che dava anche la dottoressa Nicolò: “Non datele così, una tantum per tutti, ma…”. L'ingegnera Sette già lo sa, ma lo ripetiamo: ci auguriamo che la Giunta possa utilizzare parte di quelle risorse per le Associazioni per vittime accompagnate, in modo tale che ci sia anche un maggiore impegno e di stimolo, rispetto a chi ovviamente opera in un certo modo o meno.

Tornando al dottore De Cello, dobbiamo chiarire quale atto amministrativo poi la Giunta deve fare, visto che nel passato le risorse venivano allocate all'articolo 15 e adesso le dovremmo allocare in un modo diverso.

Secondo aspetto: quando questa legge è partita - è del 2018 ma il primo impegno di spesa c'è stato nel 2019 - c'erano risorse importanti rispetto ad oggi che, per una serie di motivi, in parte quelli che ho già detto, non sono state utilizzate; quindi, ci sono già delle economie che poi, ovviamente, il Dipartimento, trascorsi il 2020, il 2021 e il 2022, ha dovuto togliere.

Da un'interlocuzione informale tra il dottore Zito, l’ingegnera Sette e il dottor Calabrò col dottor De Cello si era ipotizzato di poterle recuperare, almeno buona parte di queste economie, con l'assestamento di bilancio. Ritengo che sia giusto formalmente parlare con il Bilancio e chiedere “È vero questo? È possibile? Qual è la procedura?”, in modo tale che lo possiamo poi appuntare nel PSLA perché, se aspettiamo che questo si faccia, il Piano lo faremo a fine anno e non è opportuno.

Terzo: capire o, se non altro, condividere col Dipartimento e con l'assessore Pietropaolo, la possibilità, su questo tema, in assestamento di bilancio di prevedere qualche risorsa in più oltre quelle che il Dipartimento aveva assegnate sul bilancio 2019.

Quarto - l'abbiamo detto e l'abbiamo riportato anche in questo documento, su cui di più, secondo me, non possiamo scrivere: citando il Comitato di Sorveglianza del 17 marzo e l'autorizzazione all'Autorità di Gestione POR, procedere ad un bando specifico per le vittime.

Questa è la parte che manca e che io vorrei realizzare dopo questa seduta di Commissione che è finalizzata, invece, sia ad ascoltare gli ultimi soggetti che dovevamo audire sia a condividere con voi questa bozza che, a fine seduta, dopo le discussioni che faremo, mi piacerebbe approvassimo in relazione ai contenuti; resta inteso che dovremo ritornare in Commissione dopo la redazione della questa scheda finanziaria o meglio dopo la redazione della tabella finanziaria, per come ho detto; mi auguro che ciò avvenga prima delle ferie o prima della prossima seduta di Consiglio. Questo ci consentirà di completarlo e, casomai, da oggi, se c'è qualche suggerimento ulteriore, qualche rifinitura è possibile correggere la bozza. Perché vi chiedo eventualmente di approvare i contenuti? Perché nel dialogare insieme all'ingegnera Sette, con l'Assessore Pietropaolo e con il dottor De Cello, potrò riferire la posizione della Commissione e quali sono i contenuti che pensiamo siano utili da portare avanti.

Andando poi più nel dettaglio di questo documento, abbiamo sempre detto che la legge 9/2018 è importantissima, ma un po’ farraginosa nell'interpretazione, sia perché ha qualche anno di vita sia perché ci sono state interruzioni di legislatura; insomma, tante motivazioni, però è chiaro che non possiamo che andare fuori da questo percorso e ci sono alcuni articoli - sono 61 articoli in tutto - che hanno sicuramente necessità di risorse e una parte di essi che si può e deve attivare su impulso della Giunta regionale senza risorse.

Faccio alcuni esempi: la legge 9 prevede che, nel momento in cui la Regione o gli Enti strumentali o vigilati della Regione provvedono a fare dei bandi per reclutare personale, devono dare una priorità alle vittime della criminalità organizzata, quindi della ‘ndrangheta, del racket, considerando anche i femminicidi che sono una categoria, purtroppo, numerosa in questa Regione e nel nostro Paese.

Non c'è bisogno di allocare delle risorse, ma c'è bisogno che noi lo ribadiamo, a mio giudizio, perché, essendo una Commissione consiliare, ovviamente, lo ribadiamo a nome del Consiglio regionale e la Giunta regionale - non perché se ne sia dimenticata - ne terrà conto nel momento in cui procederà, come ci auguriamo, a reclutare personale rispetto anche ad una redazione di nuovo fabbisogno di personale che mi sembra che sia stata fatta anche recentemente, almeno così mi diceva l'assessore Pietropaolo.

Come pure, per esempio, c'è un articolo che prevede una priorità nell’assegnazione dell’alloggio di edilizia sociale per queste vittime, premessi i requisiti per poter accedere, l’ISEE e quant'altro.

C'è un altro elemento che può sembrare più leggero, ma ritengo che vada nella direzione di valorizzare il tanto di positivo che c'è in questa Regione: penso al marchio etico o  alle aziende che rispettano, ovviamente, i canoni di legalità; c'è una procedura prevista dalla legge e noi non facciamo altro che ribadirla in questa proposta e ci permettiamo di dare un suggerimento al Dipartimento competente e quindi alla Giunta regionale, in primis, per esempio, di valutare l'opportunità di utilizzare il marchio “Calabria straordinaria” anche per quelle aziende che saranno certificate come aziende che hanno il rating di legalità. Per quale motivo? “Calabria straordinaria” è un marchio ombrello delle eccellenze calabresi sotto l'aspetto turistico e agroalimentare, poter offrire, nel momento in cui la Giunta lo condivide, la possibilità a quella impresa di essere certificata con il rating di legalità e di fregiarsi di questo marchio, consentirebbe di fare un gioco di squadra per valorizzare i marchi, i prodotti, le eccellenze italiane, dando anche valore a quelle imprese che in Calabria hanno scommesso sulla legalità, lavorano, producono eccellenze e producono risultati.

Sono alcuni esempi di come la legge ci dà la possibilità di fare attività di contrasto alla criminalità e di supporto alle vittime, ma anche di promozione per chi, ovviamente, su un altro fronte cerca di non essere contaminato, di resistere, addirittura di ripudiare l'illegalità. Quindi lavoriamo su questo doppio binario.

Così come ci siamo permessi di inserire - lo ricordava il dottore Politanò - per esempio, la questione dello scioglimento dei Comuni, delle amministrazioni; la legge 9 prevede cosa potrebbe fare la Regione. In questa bozza noi lo abbiamo esplicitato, prevedendo che, per esempio, la Regione possa sostenere i Comuni sciolti per mafia, quindi per ‘ndrangheta in questo caso, rafforzando gli elementi che hanno causato lo scioglimento al fine di impedire ulteriori infiltrazioni, supportandoli quindi nel ritorno alla normalità e alla democrazia. Penso che questo possa essere un segnale. Parliamo di tre Comuni, per fortuna, ma ci auguriamo siano zero in futuro, però, essere vicino a queste amministrazioni nel momento in cui ritornano in qualche modo alla normalità, nell’alveo della democrazia, penso che sia un elemento importante per non lasciare solo nessuno e, soprattutto, per accompagnare questo percorso di legalità. Se rafforziamo la legalità, di fatto contrastiamo l'illegalità.

Ci sono, ovviamente, altri riferimenti che riguardano, in particolare l'articolo 10, cioè la possibilità, in qualche modo, di lavorare con le Associazioni Terzo Settore. Ovviamente - lo ribadisco fino alla nausea -, il riferimento è sempre alla legge 9 e agli articoli  in cui vengono esplicitati, in parte riproponendo quello che già dice l'articolo, ma aggiungendo qualche parola e qualche frase per renderlo più esplicito, in modo tale che possiamo dare in qualche modo un'indicazione alla Giunta regionale su dove pensiamo che sia giusto investire e lavorare per cogliere questi due aspetti: combattere l'illegalità e stare a fianco di chi subisce l'illegalità e, soprattutto, di chi ha il coraggio e la forza di poterla contrastare fin dall'inizio.

Questi sono gli elementi su cui ci vogliamo muovere. Eviterei di leggere il testo, poi se lo dobbiamo leggere, possiamo pure farlo, però ritengo che il frutto di questi 16 articoli, che sostanzialmente noi focalizziamo sui 61 complessivi, vada in questa direzione.

Prima di decidere insieme come muoverci, gradirei conoscere il vostro punto di vista, rispetto a quello che avete potuto leggere, rispetto a quello che ci siamo detti in queste sedute di Commissione in cui abbiamo focalizzato il PSLA. Non ne parliamo stamattina per la prima volta e, anche rispetto alla sintesi che siamo riusciti a fare con i mezzi che abbiamo avuto a disposizione, possiamo capire le esigenze e cercare di dare delle risposte.

C'è anche un ragionamento, vi chiedo scusa, che avevo omesso, ma che anche oggi è stato evidenziato, così come nelle precedenti sedute: il contrasto al gioco d'azzardo. È vero che in Italia non è vietato, ma è vero pure che questa legge dice alcune cose con la Giornata “No slot day” o con la Giornata contro il gioco d'azzardo, con la possibilità di avere un marchio che la Regione redige, i Comuni possono utilizzare per identificare i locali che decidono di togliere le macchinette o che, magari, si classificano come locale senza questa tentazione, mettiamola così, del gioco d'azzardo.

Ecco, ci sono una serie di cose che noi possiamo fare, ribadisco, a prescindere dai soldi; i soldi servono per alcune cose, soprattutto per l'accompagnamento alle vittime e per dare risposte in termini economici a chi subisce e a chi ha subito. Se riusciamo a mixare questi due aspetti sarebbe un risultato. In riferimento alla legge che abbiamo,  abbiamo detto che è possibile migliorarla e che, sicuramente, ci lavoreremo per togliere qualche incrostazione o qualche confusione, però, ecco, il fatto che sia una legge un po’ complessa non può essere un alibi  per fare poco; la legge se uno la legge – scusate il gioco di parole – poi è abbastanza chiara sugli obiettivi, sulle finalità; noi le riportiamo in questo Piano, perché è giusto che la Giunta regionale, se lo approverà come ci auguriamo, abbia una sintesi anche delle finalità, dei presupposti, degli obiettivi che vogliamo centrare, delle azioni che suggeriamo di mettere in campo. Mi auguro che, da qui a qualche giorno, possiamo completarla con ulteriori suggerimenti, anche con la tabella delle risorse finanziarie che, sicuramente, è un elemento importante, altrimenti avremmo potuto dire: “Ci sono 130 mila euro, li distribuiamo su queste azioni e finisce lì”.

Penso che l'approccio che la Commissione ha avuto su questo lavoro, in tutte le sedute, sia stato quello di dare il massimo. Serve dare il massimo, perché sono fenomeni troppo pervasivi, troppo forti, troppo presenti. Le testimonianze che abbiamo avuto ci hanno emozionato, perché sono vere e raccontano parte di vita vera di questa Regione, che non possiamo ignorare.

Ha chiesto di intervenire il collega Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Grazie, Presidente, intervengo soltanto per sottolineare tutto quello che lei ha detto: ci sono delle cose che abbiamo imparato da queste audizioni e in particolare le difficoltà - forse è la parte che è stata poi più commovente - di tutti i perseguitati di mafia che hanno cercato di riprendere la loro attività aziendale, imprenditoriale e che si sono scontrati con  un sistema bancario che certamente non li agevola.

Capendo pienamente che, purtroppo, non è materia di nostra competenza, però dovremmo anche inserire una sensibilizzazione in più nel Piano sui rapporti con il sistema bancario o con il sistema finanziario che deve erogare finanziamenti…

Un altro aspetto su cui lei ha fatto accenno riguarda gli scioglimenti per mafia dei Comuni. Anche su questo dobbiamo stare un po’ attenti, perché la colpa dei padri non può sempre ricadere sui figli. Ci sono delle situazioni in cui alcuni Comuni sono sciolti perché il parente del parente di un assessore o di un consigliere può avere dei legami con… Su questo dobbiamo anche riflettere molto, perché a volte si creano delle situazioni di pregiudizi che non vanno bene e questo sempre nello spirito di voler rivalutare le persone che si vogliono dare da fare nel sociale, nella vita politica e nella vita di tutti i giorni. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie.

Ha chiesto di intervenire il collega Laghi. Ne ha facoltà.

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Grazie, Presidente. Vorrei qualche chiarimento prima del core del mio intervento: dobbiamo sostanzialmente licenziare la bozza del Piano che ci verrà fornita dopo questa seduta? Questa bozza è già disponibile?

PRESIDENTE

La bozza è quella che abbiamo già in cartella, non l'abbiamo potuta caricare in digitale per problemi informatici odierni. Non c'è nella cartellina, scusi?

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

Eccola qua, è arrivata dopo, sì.

PRESIDENTE

Ne approfitto per dire che, se condividiamo i contenuti in linea di massima e le scelte strategiche, il Piano vero e proprio lo approveremo nella prossima seduta; quella odierna è finalizzata per cristallizzare la scelta che ha fatto la Commissione su questi punti; per la parte finanziaria sto discutendo!

LAGHI Ferdinando (De Magistris Presidente)

L'altra cosa che volevo capire: l'aspetto finanziario, di cui ha parlato per precedenti e futuri contatti con il Dipartimento bilancio, sarà un elemento che dovrà essere integrato quindi a completamento per fare la struttura complessiva? Perché nell'ultimo passaggio non avevo ben capito questa cosa perché, ovviamente, la struttura economico-finanziaria è quella che fa da supporto all'intera cosa.

Un’ultima domanda: questa bozza è stata resa adesso disponibile?

(Voce fuori microfono)

Perfetto, allora mi permetto di esprimere la mia completa approvazione e sostegno ai principi che lei ha enunciato stamattina, ovviamente riservandomi di leggere e di aprire la bozza, che fra l'altro è parziale e deve essere integrata anche dagli aspetti economico-finanziari, in modo che, quanto prima, nella prossima seduta, noi possiamo offrire gli apporti di cui hanno anche parlato il collega Comito, la dottoressa Bruni, eccetera, e quindi arrivare alla stesura del testo definitivo da approvare formalmente. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, Presidente. Lei, quindi, ci sta chiedendo in maniera formale di dare l'adesione sui punti che lei ritiene di dover discutere con il Dipartimento bilancio!? Io li ho appuntati, le chiedo di darmi una conferma.

Il primo è relativo al fatto che, appunto, c'erano dei grossi finanziamenti inizialmente sul PSLA, che potrebbero forse essere recuperati. No, questo era il secondo!

Il primo riguarda i 130 mila euro allocati all'articolo 15 a sostegno delle vittime e che sono stati molto poco utilizzati e che potrebbero essere spostati sulle associazioni antiracket con questo vincolo di un utilizzo per le vittime accompagnate.

Non so poi materialmente questa cosa come potrebbe essere realizzata, però, capisco il senso, soprattutto visti i risultati; cioè, visto il fatto che i soldi non sono stati poi utilizzati.

Il terzo punto era se esistono delle ulteriori risorse finanziarie da aggiungere e il quarto era relativo, appunto, al Comitato di sorveglianza, quindi, europeo, che avrebbe dato il via al Comitato di gestione di potere fare dei bandi specifici.

Sarebbe interessante capire come poi debba essere disegnato il bando perché, diversamente, anche qui, rischieremo che sia disatteso.

Pertanto, sono assolutamente d'accordo sia su questi punti sia sull'impianto generale, per come lei ha proceduto per questi punti, riservandomi ovviamente di leggerlo con attenzione perché sono riuscita ad arrivare a pagina due da quando me l'avete dato stamattina; quindi, ancora ci sono un po' di pagine e non sono riuscita a leggerlo; però, assolutamente sì, se il senso è quello di avere il supporto della Commissione per andare a discutere con il Dipartimento bilancio.

PRESIDENTE

Grazie alla Vicepresidente.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Se mettete le cose in grassetto, ci fermiamo a guardare solo quelle, e non va bene; quindi, ci prendiamo una riserva tutti, dai.

Bisogna leggere con più attenzione da parte nostra e vedere se possiamo integrarla in qualche modo.

PRESIDENTE

L’ingegnera Sette cosa ci dice su questa ipotesi?

SETTE Antonella, Dipartimento transizione digitale e attività strategiche

Ho avuto modo di leggerlo stamattina, perché il Presidente me l’ha mandato alle 7.30, però, grossomodo ricalca tutto quello che ci siamo detti durante il percorso che abbiamo seguito fino ad oggi.

Sulla questione beni confiscati ho bisogno di alcuni chiarimenti perché ho visto che c'è un articolo che dice e non dice. Stamattina ho letto sul giornale la notizia di un omicidio di ‘ndrangheta, che è quello del calciatore Luigi Coluccio. Un episodio che tutti disconoscono, così come tanti altri. Difatti, purtroppo, si disconoscono diversi omicidi e diverse vittime di ‘ndrangheta e ritengo che, anche come attività di sensibilizzazione, dovremmo fare una pubblicazione di tutti questi episodi che, in qualche modo, hanno segnato la storia della Regione e che sono anche stati dimenticati.

La memoria aiuta e va incontro alla riaffermazione del principio di legalità.

Se non si ricorda ciò che è successo qualche anno fa – tante sono le vittime di mafia o di ‘ndrangheta che, purtroppo, hanno insanguinato il territorio regionale – si fa un torto non solo alla vittima, ma anche alla Regione stessa, non riaffermando il principio di legalità.

Non so se tra le pieghe del PSLA si possa inserire questo aspetto.

Si tratta di una mia riflessione su cui, magari, potremo ritornare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Sento di sposare completamente questa necessità perché, in effetti, la memoria difetta.

Ho sempre affermato che la Regione Calabria soffra di Alzheimer.

Da questo punto di vista, ritengo che possa essere un'opera sicuramente meritoria, affidandoci ovviamente per la raccolta dati – il problema è anche quello di una raccolta dati – che sia più veritiera possibile, sicuramente alle Prefetture o a giornalisti anche esperti che si sono distinti.

Qualcuno di loro è stato audito in Commissione: uno è Michele Albanese, testimone lui stesso, ma è un esperto; un altro è Arcangelo Badolati, persona notissima che studia questi fenomeni da moltissimi anni. Ce ne potrebbero essere anche altri; quindi, magari, ci auto informiamo rispetto a questo per poi costruire quello che sarà il prodotto che potrebbe essere qualcosa di bello.

Su questo sono molto convinta.

SETTE Antonella, Dipartimento transizione digitale e attività strategiche

Grazie, vicepresidente Bruni.

PRESIDENTE

Assolutamente. Per quanto riguarda la memoria, oggi avrebbe dovuto partecipare ai lavori della Commissione l’associazione Libera ma, per impegni precedentemente assunti, non potrà essere presente e sarà nuovamente invitata per la prossima seduta di Commissione.

Parlo di Libera perché, oltre ad essere un’associazione importante, in tema di memoria ovviamente è tra quei soggetti che ci ha sempre lavorato, tant'è che il nuovo Presidente mi ha inviato l'elenco, che ritengo sia aggiornatissimo, contenente oltre 240 vittime.

Ritengo opportuno audire l’associazione Libera in questa Commissione per portare avanti la memoria, che giustamente deve essere valorizzata, promossa, tutelata e ricordata.

Faremo tutto il possibile ma, come diceva la vicepresidente Bruni, tanti sono i soggetti che nella parte operativa ci potranno dare suggerimenti.

Tra questi, Libera è certamente una realtà che annualmente ricorda le vittime di mafia.

Per quanto riguarda le risorse, in questo documento, tra le altre cose, si sollecita la Giunta regionale – la legge numero 9 del 2018 prevede che ci sia una relazione alla Commissione – rispetto alla costituzione o meno di parte civile della Regione affinché le risorse che, eventualmente, da essa si realizzeranno siano destinate esclusivamente alla legge numero 9 del 2018.

Lo appureremo, magari, con l'Avvocatura o lo stesso dirigente De Cello.

Comunque, abbiamo citato a memoria di quello che prevede la legge numero 9 del 2018.

Per quanto riguarda i beni confiscati, qual è la parte poco chiara?

SETTE Antonella, Dipartimento transizione digitale e attività strategiche

Mi sembra sia un discorso di intendimenti sui beni confiscati.

Abbiamo 5 mila beni da gestire; un patrimonio enorme, che, se non viene messo a sistema – sono d'accordo col dottore Pulitanò, ma questo è un dato oggettivo che ho riscontrato nel corso degli anni – si perderà non solo la memoria, la traccia che in quel territorio ci sono beni confiscati, ma soprattutto il mancato utilizzo che, alla fine, diventerà un problema di illegalità perché stiamo dimostrando che abbiamo acquisito il bene, ma non siamo in grado di gestirlo.

Questo, secondo me, è un segnale sbagliato.

Pertanto, l'azione sui beni confiscati deve essere incisiva e strutturata.

La Giunta regionale stanzia le risorse, il Consiglio regionale diviene parte attiva per il recupero di tutta una serie di cose, soprattutto per fare rete e assistere i soggetti, anche i Comuni stessi che hanno grandi difficoltà in quanto spesso i bandi vanno deserti.

Ha ragione il Vicesindaco di Polistena quando dice: “Non è solo un problema di risorse. Molte associazioni manco se le pigliano”.

L’Agenzia beni confiscati, ad esempio, ne ha assegnate direttamente alle associazioni.

Il problema è vincere quella riserva culturale che ancora persiste in Calabria ma, al di là di tutto, credo che su questo bisognerà fare maggiore leva.

Le risorse si trovano, ma credo non sia solo un problema di risorse.

PRESIDENTE

Assolutamente, renderemo più incisivo l’input che parte da questa Commissione perché poi le risorse, chiaramente, dipendono dalla Giunta. Aggiungo che la maggior parte delle associazioni hanno di fatto rinunciato ai beni assegnati recentemente dal Ministero, perché, nel momento in cui il Ministero chiede la presentazione di una polizza fideiussoria, è chiaro che le associazioni non ce l’hanno.

SETTE Antonella, Dipartimento transizione digitale e attività strategiche

Aggiungo un input che mi ha dato di recente l'assessore Pietropaolo rispetto a una precisa indicazione del Presidente: stiamo cercando di lavorare su un protocollo insieme ad ABI, proprio per sostenere le imprese sequestrate e confiscate; quindi, sto studiando una cosa che per me è nuova, però in questa ipotesi di protocollo con ABI, con le banche sostanzialmente, considerato che il problema è proprio la bancabilità dei soggetti, a questo punto entrano anche le imprese che hanno subito racket, le associazioni o, meglio, le vittime di usura e antiracket.

Il problema è che questi soggetti non escano dal circuito attivo e bisogna in qualche modo sostenerli.

PRESIDENTE

Grazie.

Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Ho avuto modo di leggere il Piano, molto rapidamente, e il discorso è questo: si tratta di capire la natura, la finalità e la struttura che questo Piano speciale deve avere perché se deve essere una mera enunciazione di principi, va benissimo; se, invece, deve essere un Piano maggiormente strutturato che vincola nei limiti del possibile noi rispetto naturalmente anche a quello che potrebbe essere il vantaggio per la Regione Calabria, allora lo dobbiamo strutturare meglio perché, diversamente, come detto, anche rispetto a quanto diceva prima la dottoressa per quanto riguarda l'utilizzo dei beni confiscati, è ovvio che il riferimento è a pagina 10 con richiamo dell'articolo 17 e via dicendo.

C'è una mera affermazione che noi ci preoccuperemo di gestire.

Secondo me, dobbiamo strutturarlo meglio per fare la differenza rispetto al passato, altrimenti diventa sostanzialmente un copia-incolla del passato in linea di principio. Se ci fermiamo ai concetti e al principio, secondo me, rischiamo di non raggiungere l'obiettivo, che è quello di dare finalmente un segnale forte e incisivo anche rispetto alla Regione Calabria che poi dovrà agire, per come abbiamo detto, rispetto al bilancio e alle risorse, su cui non possiamo entrare noi.

Tuttavia, se delineiamo un impegno istituzionale forte, che viene demarcato da quella che autorevolmente rappresenta questa Commissione, allora forse riusciremo sicuramente a raggiungere alcuni degli obiettivi che all’interno di questo Piano sono, secondo me, troppo genericamente individuati.

Più che essere un Piano speciale della legalità, mi sembra che la struttura, allo stato, sia piuttosto quella tipica delle linee guida e non di un Piano veramente strutturato.

Questo non vuol dire scrivere un’enciclopedia, bensì organicamente avere una sorta di codice delle attività, delle finalità, degli obiettivi, in linea con quello che abbiamo ascoltato e con quello che autorevolmente ha detto anche il Presidente della Commissione.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Nel condividere il pensiero del consigliere Talerico e proprio per dare concretezza a quanto detto, mi fa piacere che l'ingegnera Sette abbia fatto il passaggio anche sui rapporti con ABI e, quindi, il sistema bancario, proprio perché anche questo segnale può essere qualcosa di concreto a supporto non solo per i beni confiscati, ma ancor di più per le vittime di mafia che vogliono rialzare la loro attività imprenditoriale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Potrebbe essere utile, Presidente, trasmettere questa bozza a tutti i soggetti che abbiamo audito. 

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Su 30 soggetti, 15 la pensano in un modo, altri 15 in un altro.

Noi abbiamo ascoltato questa istruttoria e, secondo me, abbiamo la capacità di fare sintesi rispetto a quello che abbiamo udito.

Qui dobbiamo essere bravi noi in qualche modo a predisporre un contenuto che sia ben strutturato e sottolineo che, secondo me, nei rapporti con le banche, noi possiamo essere veramente incisivi proprio su quella linea, come ha detto il consigliere Comito.

PRESIDENTE

Bene. Vi ringrazio dei suggerimenti, della discussione e della disponibilità.

Ci tengo a precisare che non vorrei che caricassimo troppo – lo dico al collega Talerico – questo Piano perché poi rischiamo di passare dalla parte opposta.

Se mi consentite, non è un’elencazione di buoni propositi, bensì quello che ci consente di fare la legge, l'articolo 4 e tutti gli altri articoli della legge numero 9 del 2018.

Finora sono stati redatti due Piani: uno la prima volta che è uscita la legge, approvato, con un’allocazione di risorse rispetto a quelle che c'erano, 900 mila euro e quant'altro, sui diversi capitoli dove si pensava allora che le risorse servissero; un secondo è stato redatto e non è stato approvato dalla Giunta; questo è il terzo.

Speriamo che sia condiviso e approvato dalla Giunta regionale perché, poi, questo Piano – lo dice la legge e non il consigliere Molinaro – presuppone che ci sia un’istruttoria da parte del Dipartimento della Giunta regionale che, quando lo approva, non ne fa una fotocopia, ma lo predispone in una camicia di delibera e lo approva.

Non so se l’ingegnera Sette o il dottore Calabrò debbano fare l’istruttoria per indicare ciò che la Commissione ha suggerito.

Nella bozza abbiamo citato le audizioni che abbiamo svolto, letteralmente gli articoli perché possiamo immaginare tante cose, ma se la legge non lo prevede, non possiamo procedere né noi né la Giunta regionale.

Dobbiamo modificare la legge; quindi, è chiaro che noi arriveremo a completare questo Piano, arricchito dai vostri suggerimenti, da qui alla prossima seduta di Commissione, corredato da una tabella finanziaria, che è doveroso allegare dopo questa interlocuzione che, in qualche modo, avete rafforzato con la condivisione rispetto al percorso che faremo nei prossimi giorni insieme all’ingegnera Sette e, magari, se è disponibile, anche al dottore Calabrò, che è il dirigente generale, e al dirigente generale del Dipartimento bilancio, che è il dottor De Cello,.

Poi, è chiaro che, se la Giunta regionale su questo programma ci mette 10 milioni di euro, andremo sulla luna; se ce ne mette 200 mila, cammineremo sulla terra facendo il nostro dovere.

Il bilancio non lo fa la Commissione; lo approva il Consiglio regionale, ma parte dalla Giunta.

Se c'è la sensibilità, come ritengo che ci sia, da parte del presidente Occhiuto, dell’assessore Pietropaolo e dei suoi uffici, vista la presenza costante dell'ingegnera Sette, che, secondo me, è il valore aggiunto di questi lavori, soprattutto perché poi farà l'istruttoria insieme ad altri su questa proposta, mettendoci la giusta enfasi, la giusta motivazione, è chiaro che la Giunta regionale si muoverà in un certo modo.

Se, invece, si riterrà marginale questo lavoro, insomma, è chiaro che, se avremo 130 mila euro, gestiremo 130 mila euro.

Chiudo dicendo - non vorrei sembrare noioso - che molti degli aspetti richiamati in questo Piano erano già previsti nella legge, però bisogna chiedersi perché non sono stati attivati.

Il fatto che questa Commissione solleciti la Giunta regionale ad attivarli senza risorse, rappresenta, forse, la vera novità.

Solo con i soldi, è chiaro che non daremo risposte.

Però ci sono risposte importanti perché, quando abbiamo sentito le audizioni, il testimone di giustizia che ci ha fatto commuovere in questa sala, sostanzialmente ci ha detto che aveva difficoltà a pagare il canone all'Agenzia dei beni confiscati.

Pertanto, se la Regione impiegherà qualche centesimo in più, potremo dare una risposta.

Non lo richiameremo nel PLSA, non potendo sostituirci alla Giunta regionale perché faremmo un grave errore; però ritengo che, con i vostri dovuti, necessari e opportuni suggerimenti, correzione e ampliamento di questo documento, se ci daremo qualche giorno, da qui a fine settimana, se per voi può andare bene e farete pervenire dei suggerimenti per poi approvarlo, da oggi alla prossima seduta di Consiglio regionale, che si immagina sarà convocata i primi di agosto, convocheremo la Commissione nello stesso giorno per evitare spostamenti e cercheremo di licenziarlo.

Vi ringrazio. Buon lavoro e a presto.

La seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 12.25