XII^ LEGISLATURA
N. 12
RESOCONTO
INTEGRALE
__________
SEDUTA DI LUNEDÌ 22 MAGGIO 2023
PRESIDENZA DEL
PRESIDENTE PIETRO SANTO MOLINARO
Inizio seduta h. 11,31
Fine seduta h. 13,08
INDICE
PRESIDENTE,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*
BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione
Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio,*,*,*,*,*,*
BRUNI Amalia (Partito
Democratico),*,*,*,*,*,*,*,*,*,*
COMITO Michele (Forza
Italia),*,*
LA
ROSA Antonio, Presidente Fondazione SS. Medici Cosma e Damiano di Locri
LO
FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende,*,*,*,*,*,*,*,*
MONTUORO Antonio
(Fratelli d’Italia)
SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento
transizione digitale ed attività strategiche,*
TALERICO Antonello (Gruppo Misto)
Presidenza del presidente
Pietro Santo Molinaro
La seduta inizia alle 11,31
Buongiorno
Il numero legale c'è,
quindi diamo avvio ai lavori. Ringrazio il collega Gelardi per essere presente.
Diamo per letto il verbale della seduta precedente e, se non ci sono
osservazioni, procediamo all’approvazione. Approvato, perfetto, grazie.
Salutiamo l'ingegnere Sette
del Dipartimento regionale.
Possiamo iniziare facendo
entrare le associazioni.
Buongiorno al collega
Talerico, che ringraziamo per la presenza.
Iniziamo i lavori con l'audizione
delle Fondazioni contro il fenomeno dell'usura. Ringrazio tutti i presenti, a cui,
da qui a poco, daremo la parola, secondo l'ordine o come gradite voi. Chiedo,
nel momento in cui prenderete la parola, di presentarvi: nome, cognome e associazione
di riferimento.
Questa è la seconda seduta
della Commissione dedicata alle audizioni: abbiamo ascoltato le Associazioni
antiracket e oggi ascoltiamo le Fondazioni antiusura - abbiamo chiesto gli
elenchi alle Prefetture; ad oggi una sola Prefettura non ha risposto, quella di
Crotone, ma sembra che non ci siano Associazioni nell'albo prefettizio.
(Interruzione fuori
microfono)
Siamo nella fase di
predisposizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura che è previsto
dall'articolo 4 della legge numero 9 del 2018. Con le risorse che avremo a
disposizione, cercheremo di introdurre, in questo Piano, azioni volte alla
prevenzione di questi fenomeni e, per quello che sarà possibile, anche un
piccolo supporto per chi opera contro questi fenomeni odiosi, il racket e
l'usura, nel nostro territorio.
È presente e ringrazio
ancora l’ingegnere Sette del Dipartimento regionale che ci assiste in questi
lavori. Questo Piano, che sarà redatto e approvato in Commissione, sarà poi
trasferito, come prevede la legge, alla Giunta regionale che gli dovrà dare esecutività.
Mi fermo qui, ringraziando
ancora una volta tutte le Fondazioni, le Associazioni e i colleghi presenti. Cedoo la parola al presidente Roberto Enrico Barletta della
Fondazione “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio. Prego.
Buongiorno, sono Roberto
Barletta, il Presidente della Fondazione antiusura di Cassano allo Ionio.
Oggettivamente, noi
operiamo in un territorio complesso, un po’ come è complessa tutta la Calabria.
La complessità è aumentata in quest'ultimo periodo proprio alla luce anche dei
cantieri della SS106; non vi dico nulla di nuovo, vi è noto quello che è accaduto
sul nostro territorio in termini di intimidazione e anche di utilizzo dei
canali illeciti di finanziamento.
Premesso che noi, come
tutte le Fondazioni calabresi, siamo all'interno di un coordinamento nazionale
delle Fondazioni antiusura e le Fondazioni antiusura, come sapete, sono
finanziate dalla legge numero 108 del 1999, che istituisce le Fondazioni
antiusura e COFIDI. A differenza delle altre Regioni dove operano i nostri colleghi,
mi preme dire che la Regione Calabria, come sempre, si distingue perché è
l'unica Regione che non ha dei sostegni organici al lavoro delle Fondazioni. Noi
quotidianamente ci confrontiamo con i nostri colleghi dalla Lombardia fino alla
Sicilia e alla Puglia. Per esempio, la Puglia è una Regione molto attenta al
fenomeno dell’antiusura, sostiene non soltanto economicamente le Fondazioni. Anche
se è un aspetto importante, a noi interessa che la Regione sostenga l'attività
culturale che facciamo sul territorio. Il nostro punto di riferimento sono
soprattutto i giovani in età scolare che corrono rischi a causa del gioco
d'azzardo.
In questo Consiglio
regionale, fra Natale e Capodanno, si è scritta una pagina non bellissima
relativamente alla legge sul gioco d'azzardo e, se volete, possiamo intervenire
su questo. La Commissione nazionale antimafia dice che il gioco d'azzardo è veicolo
per il riciclaggio e, ad oggi, la maggior causa del sovraindebitamento delle
famiglie. Oggi, i giovani, soprattutto, sono l’obiettivo della strategia di marketing
del gioco d'azzardo, non a caso tendono a utilizzare testimonial che sono molto
interessati e interessanti per le nuove generazioni: campioni sportivi,
campioni del motociclismo, grandi calciatori.
Nonostante lo sforzo che facciamo
contro il gioco d'azzardo – come vi dicevo, è il veicolo maggiore per il ricorso
all'usura -, basta un titolo su un giornale: “Vinti 100 mila euro a
Castrovillari” – cito Castrovillari perché è il mio paese di origine – per distruggere
un anno di lavoro con i giovani per l’uso responsabile del denaro.
Quindi, visto che sono
disponibili le risorse del Fondo sociale, noi vorremmo essere coinvolti
nell'organizzazione di programmi di prevenzione e di lavoro a sostegno delle
giovani generazioni per evitare che cadano vittima di quella che è una vera e
propria piaga.
Oggi, per esempio, è stato
pubblicato un articolo su “Il Giorno” di Milano che stima circa 6000 ludopatici
in Lombardia. Non è che in Calabria non ci siano, ma nessuno segnala i ludopatici,
perché anche i SERD, con cui noi siamo in contatto e con cui operiamo, hanno grosse
difficoltà a intercettare i ludopatici.
Dal mio punto di vista, i Sindaci,
che sono i responsabili della salute dei cittadini, devono scegliere da che
parte stare se con la lobby del gioco o con la lobby della salute dei cittadini.
Tutto quello che è stato
fatto in deroga alla legge antiusura - le distanze minime non più obbligatorie,
l'orario di apertura - stride con il richiamo della Conferenza episcopale
calabrese, con il richiamo di tutti i Vescovi e di tutte le Associazioni che a
vario titolo si occupano del contrasto alla criminalità organizzata. Anche se la
Calabria non è la sola perché quello che è accaduto, è accaduto anche nel
Lazio, in Piemonte, accadrà in Lombardia, perché purtroppo la lobby del gioco compra
un po’ tutti, nel senso che arruola nelle sue file un po’ tutti quanti.
Però, qualche consigliere
regionale - anzi consigliera, perché sono state due donne - si è distinto in
questa lotta contro il gioco d'azzardo. Questo per me è dirimente, cioè, nel
dare un giudizio sull'azione politica dei consiglieri regionali che governano
la cosa pubblica in Calabria, è dirimente capire se un consigliere regionale
sta con la lobby del gioco o sta per la tutela delle famiglie.
Voi forse non sapete che in
Calabria si giocano circa due miliardi e mezzo di euro l'anno. I dati sono del 2022
perché adesso l'Agenzia del demanio non li rende pubblici, noi li rendiamo
pubblici perché bisogna capire qual è la gravità del fenomeno che riduce in
povertà, oltre che alla disperazione, le famiglie e causa dipendenze da non
sostanze nei ludopatici.
Quindi, io dico che
l'azione della politica deve andare al di là del sostegno alle Fondazioni - comunque
non lo disdegniamo -, noi vorremmo partecipare per costruire dei percorsi culturali
che aiutino quei ragazzi che iniziano giocando al Fantacalcio, passano alle
scommesse sportive e poi diventano ludopatici. Quanti pensionati si giocano
tutto al lotto! Non so se frequentate le città o i paesi della nostra regione,
basta passare davanti a un bar che ha il 10 e lotto! Quand’ero ragazzo si
giocava al lotto una volta a settimana, adesso si gioca ogni 10 minuti, quindi possiamo dire che uno dei più grandi
biscazzieri è proprio lo Stato, no?!
Il problema vero è capire cosa
intende fare la politica per contrastare questo fenomeno, perché in Italia si
giocano circa 150 miliardi di euro l'anno. Insomma, è una cifra da far tremare
i polsi, come anche i due miliardi e mezzo in Calabria…
Il problema vero è che i
giornali non parlano di queste cose, perché, ovviamente, tutti acquistano la
pubblicità delle lobby delle concessioni dei giochi. La televisione non ne
parla.
In realtà, l'unico giornale
che si distingue è “l'Avvenire” che eticamente ha scelto di non prendere
pubblicità dalle lobby del gioco e costantemente denuncia quello che accade
nelle città e nelle metropoli.
La politica dovrebbe stare
dalla parte di chi soffre, dei più fragili, perché sono le persone fragili a
diventare ludopatiche. Non ho letto, per esempio, che ci sia un'attenzione particolare,
rispetto a quella che è una vera e propria piaga, nel programma sanitario di
questa Giunta regionale.
Ci sono delle indicazioni dell'OMS
a riguardo con cui definisce la ludopatia all'interno dei livelli minimi di
assistenza. Francamente, se dovessi dire quello che fanno i SERD in Calabria –
tranne quello di Soverato, perché la dottoressa fa un grandissimo lavoro sulla
prevenzione del gioco d'azzardo –, dovrei dire che fanno poco o nulla. Su questo
- non ho capito perché noi calabresi siamo cittadini di serie B – dovremmo,
invece, avere le stesse tutele di tutti gli altri cittadini del territorio
nazionale.
Da ultimo, vorrei dire a
chi amministra la giustizia sul nostro territorio che, quando aiutiamo le persone
a denunciare l’usura, non sentiamo vicine le Istituzioni. Nell'ultimo anno, in
Calabria, ci sono stati soltanto cinque processi per usura; capisco che sia un
reato difficilissimo da perseguire, ma ci sono esempi di persone che hanno
denunciato e che si sono trovate abbandonate dallo Stato e anche dalla politica
e hanno dovuto cambiare residenza, per ovvi motivi che a voi non sfuggiranno.
Il problema è capire da che
parte sta la politica.
Basterebbe che l’Ufficio
legislativo verificasse quello che accade nelle altre Regioni; vi cito le più
virtuose: Puglia, Basilicata, Liguria, Lombardia, dove la legge contro l'usura
e contro il gioco d'azzardo definisce sostanziosi capitoli di bilancio a sostegno
– non distribuzione a pioggia di risorse, perché secondo me è diseducativo – dei
progetti che le associazioni antiusura o antiracket riescono a mettere in campo
sul territorio per portare avanti una politica contro il fenomeno dell'usura.
L'usura, tra l'altro, è un
crimine che frutta quasi quanto lo spaccio d'eroina e, a differenza dello
spaccio di eroina che ha bisogno di un occultamento particolare, viene fatta dal
vicino della porta accanto.
Il problema è che, anche dal
punto di vista legislativo, lo Stato deve…
Per sostenere una famiglia
che si rivolge a noi, a volte impieghiamo settimane per dare il contributo
dovuto e definito dalla legge numero 108; l'usuraio i soldi li ha nel cassetto,
impiega tre secondi a darli, no?!
Quindi, il problema è anche
la disparità di accesso ai mezzi a sostegno alle famiglie.
Voi fate politica, state
sul territorio, conoscete le emergenze dovute all'inflazione, alla crisi
economica e, soprattutto, al lockdown; noi abbiamo sostenuto e sosteniamo, in
quest'ultimo periodo, oltre alle famiglie anche i piccoli esercenti commerciali
che sono quelli che pagano il prezzo maggiore perché sono appetibili da chi
utilizza canali non regolari di finanziamento in quanto le loro attività vengono
utilizzate per il riciclaggio.
Questo è chiaro, è bene che
diciamo questa cosa.
Guardate che in tutta la
Calabria e in alcuni territori in particolare, come quello dove io opero, non è
semplicissimo parlare di queste cose. Si ha la sensazione di essere lasciati
soli, al di là della Chiesa – in questo momento, in Calabria, esprime una
classe dirigente adeguata –, perché spesso si ha difficoltà a confrontarsi con
chi sul territorio deve tutelare la regolarità delle attività anche economiche,
comprese le banche. Io litigo quotidianamente con tutti i direttori di banca,
perché le banche tendono a dare i soldi a chi ce li ha già, non a chi ha
bisogno per sopravvivere. Essere indebitati non è una colpa: quando incrociamo
una famiglia vittima del sovraindebitamento, la prima mezz'ora dobbiamo
confortarla perché vive una profonda frustrazione e un senso di vergogna.
A volte torno a casa con la
pelle d'oca, perché capitano dei casi incredibili. La gente non ha i soldi per
mandare i figli all'Università.
La politica si deve far
carico di queste cose perché tutti dobbiamo avere le stesse opportunità per
poter compiere il destino dei nostri figli. Lo dico rivendicando di essere
calabrese, nonostante tutto - io ho tre figli: uno in Canada, uno a Londra e un
altro a Milano -, ma se i nostri figli vanno via da questa terra, chi rimarrà?
Spero che la politica possa
creare le condizioni affinché le nostre migliori risorse possano rimanere in
questa terra e dare un contributo allo sviluppo delle nostre comunità. Ho
finito.
Grazie, Presidente. Ho
dimenticato di dire all'inizio che chiedo a tutti voi, anche se siamo stati più
o meno nei tempi, di effettuare interventi massimo di 10
minuti per consentire anche un dibattito e un approfondimento.
Prima di dare la parola
alla seconda associazione, Fondazione Zaccheo, vorrei chiarire subito una cosa
e sgombrare il campo da dubbi: la politica da che parte sta? La politica sta
dalla parte dei cittadini, tutti ovviamente. Stiamo a fianco di chi opera nella
società come voi, altrimenti non sareste qua oggi; l'invito in Commissione non
è una prassi o un atto formale. C’è la volontà di capire cosa possiamo mettere in campo – lo dicevo all'inizio - con le risorse che
abbiamo a disposizione.
C'è da fare un distinguo: la
Commissione può fare alcune cose in termini legislativi e di suggerimenti al Piano
della legalità, che è in fase di predisposizione, grazie anche a questa audizione;
cosa diversa sono le politiche della Giunta regionale, a cui noi trasferiamo il
Piano e anche queste sollecitazioni, per esempio, sui Fondi sociali europei.
Però, ritengo che l'aggressività
non porti niente a nessuno.
Siamo qui per confrontarci con
rispetto reciproco, ma senza avere dubbi, perché la politica è cosa alta fino a
prova contraria e senza qualifiche…
No, le chiedo scusa, ho
omesso una cosa. Innanzitutto, la ringrazio…
Chiedo scusa, non ci sovrapponiamo,
attenda un attimo che le dia la parola. Deve avere la cortesia di comprendere
che, ovviamente, la politica siamo anche noi, ma non siamo solo noi. Le
Istituzioni soprattutto - non è un fatto personale - devono avere rispetto reciproco.
Per me una Fondazione
antiusura merita rispetto, coinvolgimento e attenzione e sostegno, ma riteniamo
che in questa Regione nessuno possa dire di essere il primo della classe, nessuno
fa il massimo e gli altri non fanno niente.
In
questa regione ci stiamo impegnando tutti a dare risposte, questo è il nostro
intendimento. Alimentare dubbi non conviene a nessuno perché, se in questa regione
alimentiamo il pessimismo, lo sconforto e la caccia alle streghe, ultimi siamo,
per colpa di tutti, e ultimi resteremo.
Noi
vogliamo costruire questo cambiamento con il contributo di tutti perché ne
siamo convinti, ma il cambiamento ha bisogno di tempo, di modificare alcune
prassi, forse anche di sistemare alcune norme. Non lo escludiamo, ci
mancherebbe altro.
Altrimenti
rischia di essere un discorso un po’ asfittico o comunque un lavarsi la coscienza
dicendo: “Io l'ho detto”. Noi siamo qui per apprendere - almeno io, i colleghi sicuramente
hanno più esperienza -, ma con questa visione. Vogliamo fare qualcosa, perché
questo è un fenomeno molto presente nella società e lo sappiamo, indipendentemente
dai numeri. C'è tanto da fare, sì!
Il
Consiglio regionale tenendo in piedi questa Commissione e finanziandola - ha
dei costi - ci consente di dialogare e avere qualche riferimento.
Poi,
riguardo le leggi delle altre regioni, noi non rifiutiamo l’idea di prendere
spunto, però vogliamo comprendere cosa e come. Non basta l'Ufficio legislativo
per cambiare la Calabria, c'è bisogno della politica che dia indirizzi.
Ripeto:
non vuole essere una critica, però, poiché lei è stato molto esplicito e io caratterialmente
lo sono altrettanto, non conviene alimentare uno scontro. Dov’è la politica? La
politica è qua! La politica è in questo Palazzo che è un palazzo nobile, perché
i calabresi ci hanno fatto arrivare qui, non i milanesi né i pugliesi. Se i
calabresi hanno scelto male possono cambiare, se qualche soggetto non opera
bene, ne prendiamo atto e, se possiamo, lo aiutiamo e tutti insieme cerchiamo
di dare una risposta.
Le
ridò la parola, cerchi di stare nel limite di dieci minuti, lei e anche gli
altri che interverranno, se possibile. Avete la possibilità di esprimere quello
che volete con la massima libertà, di presentare quello che fate come
Fondazione, in questo caso, anche dando dei suggerimenti - perché no? - con
critiche costruttive.
Se fossimo convinti che
tutto vada bene, non staremmo qua a far perdere tempo a nessuno. Ci sono molte
cose che non vanno e molte cose che vanno rafforzate e migliorate. Prego.
Ho
omesso una cosa, ci tengo a dirla: è la prima volta che veniamo convocati tutti
in Consiglio regionale, per far parte e dare il nostro contributo alla
definizione del Piano. Questa cosa l’ho omessa, chiedo venia, e voglio
ringraziarla per questa convocazione.
Non
ho dubbi che la politica ci sia, però spesso viene percepita come se non fosse dalla
parte dei cittadini. Questo glielo dico come cittadino e come residente di
questa regione.
Vi
ho fatto degli esempi specifici, perché quello che è avvenuto in Consiglio
regionale, a fine anno, non è stata una bella pagina - glielo posso assicurare
- per la Calabria, poi ognuno si assume le proprie responsabilità.
Per
quanto mi riguarda, ho deciso tra la lobby del gioco e le famiglie di
stare dalla parte delle famiglie - qualcun altro ha fatto un'altra scelta -
anche alla luce delle indicazioni che venute dalla Conferenza Episcopale
Italiana.
Presidente, forse è il
caso che interveniamo anche noi.
Prego, consigliere
Comito.
Noi
l'ascoltiamo con molta attenzione perché è un argomento che - capisce bene - desta
molta attenzione e molta preoccupazione, però qui vogliamo anche sfatare alcune
cose, perché dobbiamo anche essere precisi quando diamo determinate notizie.
Non
c'è dubbio che tutti vogliamo combattere l'usura, tutti vogliamo combattere la
ludopatia, le sta parlando un medico, stiamo facendo di tutto per combatterla
anche in Commissione salute, dove abbiamo posto attenzione a tutte le Aziende
sanitarie per tutti i tipi di dipendenza. Quindi, quello che possiamo fare lo
facciamo.
Vorrei
però rimarcarle un concetto: quando abbiamo approvato la legge, lei sa
perfettamente e non può omettere che potevamo legiferare soltanto su alcuni
aspetti del gioco d'azzardo, cioè sui limiti sia temporali sia relativi alla
distanza, se lei va a vedere la legge che abbiamo approvato in Calabria è la
più restrittiva di tutte le Regioni. Quindi, lei sa perfettamente che potevamo
legiferare solo su questo; sul gioco d'azzardo, purtroppo - forse anche
giustamente - dovrebbe, e forse deve, legiferare lo Stato e non la Regione.
Utilissima
precisazione, ringrazio il collega Comito. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Montuoro. Ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Intervengo per fare alcune precisazioni.
Ringrazio
il collega Comito che mi ha preceduto, è stato utilissimo specificare alcuni
aspetti. Lei ha detto, nell’ultimo passaggio, che è la prima volta che viene
convocato nella Commissione anti ‘ndrangheta, però ha avuto un approccio politico
rispetto all’argomento da trattare. Mi consenta di dirlo, perché lei ha fatto
un attacco frontale a tutti i consiglieri regionali come se fossimo dalla parte
di chi delinque piuttosto che dalla parte dei cittadini e questo non glielo consento.
Non glielo consento né in questa sede né all'esterno. Il collega Comito ha
precisato bene le competenze molto ristrette rispetto a una tematica che va
affrontata meglio, soprattutto a livello governativo, perché il Consiglio
regionale, purtroppo, non ha grandi competenze nella specifica materia.
Come
ha sottolineato il collega Comito, è una delle leggi, se non la legge, più
stringenti rispetto sia alla concessione degli orari di apertura e chiusura e
sia, soprattutto, alla distanza dagli obiettivi sensibili: scuole, parrocchie,
chiese, eccetera.
Quindi,
da questo punto di vista, rispetto ad alcune osservazioni arrivate nel momento
in cui è stata proposta la legge, si è andati oltre, migliorando le restrizioni
rispetto a una tematica…
(Interruzione fuori
microfono)
…questo
lo dice lei! Le posso fare vedere, se vuole, appena finiamo la seduta di
Commissione, il testo iniziale e il testo che è stato emendato in Aula, perché
ricordo bene e lo ricorderanno anche i colleghi consiglieri.
Oggi
siamo qui – penso - per cercare di costruire e di fare sinergia, non certo
perché l'Associazione è da una parte e la politica è dalla parte sbagliata.
Penso
che questo non debba accadere in nessuna fase di una filiera istituzionale che
deve andare nella stessa direzione. Se oggi siete qui è per questo motivo, perché
stiamo cercando di ascoltare il territorio, le associazioni, per cercare di
capire dove si può intervenire in maniera chiara, netta con quelle che - anche
se poche rispetto a quelle che vorremmo avere - sono le competenze di questa
Commissione per stare al vostro fianco. Perché stare al vostro fianco, significa
stare al fianco di quei cittadini che negli anni hanno subito e che hanno
bisogno della vicinanza delle Istituzioni.
Penso,
quindi, che dovrebbe essere rivisto l’approccio, nella sede istituzionale,
rispetto a un percorso nel quale abbiamo tutta l'intenzione di andare nella
stessa direzione, di collaborare e fare sinergia nel solo interesse di quei
cittadini che in questi mesi, in questi anni, in questi decenni, hanno subito, a
volte in silenzio, e, soprattutto, abbiamo intenzione di stare a fianco di chi
ha avuto il coraggio di denunciare quello che ha subito.
Da
questo punto di vista, mi sento di dire a gran voce che la politica c'è ed è
dalla parte giusta, dalla parte dei cittadini, dalla parte della legge. Questo
è fuori da ogni dubbio. Grazie, Presidente.
Grazie al collega
Montuoro. Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Amalia Bruni. Ne ha
facoltà.
Intervengo
giusto per commentare rapidamente e stemperare un po’ i toni.
Sono
una delle due consigliere che hanno fatto grande rumore nel tentativo di
ostacolare la proposta e, poi, il risultato è stato questa modifica. Una
piccola modifica ha protetto un po’ di più rispetto agli orari.
Voglio
ricordare ai miei carissimi consiglieri che il problema delle distanze è che abbiamo
sanato quello che era già presente nel 2018, quindi resta uno status quo della
situazione. Tutto quello che arriverà avrà un'ulteriore protezione, ma tutto
quello che c'è in essere è in essere. Abbiamo ancora strutture che sono di
fronte o a 100 metri dalle scuole medie. Ne ho due o tre esempi a Lamezia,
quindi immagino che sia abbastanza diffuso. Nonostante questo, devo dare riscontro
al Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta, perché, comunque, secondo me,
questo inizio, questo cammino, questo Piano che dobbiamo costruire insieme può –
speriamo - rimettere dei correttivi e aiutare da altre parti.
È
innegabile che il tema è quello nazionale e cioè se arriveremo ad avere una
legge che contenga il gioco d'azzardo perché la cancellazione non avverrà mai, così
come non c’è stata per il fumo; però, i divieti che sono stati messi sul fumo
di sigaretta hanno prodotto, come riscontro indubbiamente straordinariamente
positivo, una riduzione dei tumori. Questo è sotto gli occhi di tutti, sono i
dati e noi è ai dati che dobbiamo guardare.
Quindi,
è chiaro che questo deve essere l'obiettivo e bisognerà muoversi con i nostri
politici di riferimento da tutti gli schieramenti, perché non può essere una legge
di politica o, meglio, di partito. Questa deve essere una legge pro-collettività
generale e quindi bisognerà muoversi in questa direzione e io mi auguro che
ognuno dei consiglieri regionali che ha i riferimenti nazionali possa effettuare
un sollecito per poter, tutti quanti insieme, arrivare a mettere dei
contenimenti importanti. È veramente importante per la nostra terra! Lei lo ha
detto e lo ribadisco: sono i dati, ce li abbiamo sotto il naso, tutti i giorni,
i soldi spesi. Il giro è drammatico e l'usura la fa da padrone in questa
situazione. Ormai giocano tutti, pure le casalinghe, vanno la notte, spesso e
volentieri. Quindi, la situazione è grave.
Dopodiché,
si sta aprendo una pagina, cerchiamo di metterci insieme perché, magari, si possa
arrivare a un correttivo anche a questa stessa legge che pure è stata approvata.
Me
lo auguro sempre e sottolineo la voglia che, poi, a parole, tutti esprimono di
fare delle cose positive che possano avere una ricaduta positiva sulla salute. Il
problema della salute di questa terra è gigantesco e, quando parliamo di salute,
parliamo però di determinanti di salute e quindi di economia, di ambienti, di
scuola, di livelli, parliamo di una situazione che si riverbera su tutta la
collettività e soprattutto a tutti i livelli.
Per
cui spero e mi auguro che questo lavoro della Commissione, che sicuramente può aiutare
e indirizzare il nostro governo regionale anche a porre dei correttivi, possa
essere aiutato da tutti noi. Ecco, in questo ci credo, troviamo delle soluzioni,
cerchiamo di mettere in piedi degli ulteriori correttivi perché, secondo me,
questa cosa può essere fatta con risultati importanti.
Grazie alla
vicepresidente. Ha chiesto di intervenire il collega Talerico.
Ne ha facoltà.
Ho
ben compreso lo sfogo, innanzitutto come cittadino, e sono a metà strada rispetto
alla rappresentazione dei consiglieri, nel senso che condivido, con una giusta
spiegazione: noi abbiamo dei limiti normativi e procedurali. È vero, ma è anche
vero che la politica in generale è un po’ assente a livello centrale. Naturalmente
avere delle limitazioni funzionali di competenze tra Regione e Stato è un
discorso che difficilmente può essere spiegato con chiarezza al cittadino che,
giustamente, prende in considerazione quei dati che lei ha riportato e pensa di
essere abbandonato. Il cittadino si sente sempre abbandonato ed è vero che la
politica ha delle responsabilità.
Escludo
che la componente politica, cui oggi voi siete davanti, abbia interesse,
invece, a tutelare quelle componenti che distruggono la società, e ci vado
assolutamente soft al fine di smorzare. Ho ben compreso, naturalmente, quello
che è stato, sicuramente, un suo sfogo personale.
Vi
è da dire, naturalmente, che quando parliamo di gioco d'azzardo e di ludopatia,
è vero che c'è un apparato che in qualche modo diventa resistente, però è anche
vero, naturalmente, che, come hanno detto anche i consiglieri Comito e Montuoro,
la legge regionale è ben strutturata, ma - noi ce lo siamo anche detti la
scorsa volta - ci sono delle contraddizioni in tante situazioni, per esempio la
non cumulabilità dell'indennizzo statale con quello regionale. Ecco spiegato
perché abbiamo una o due richieste, perché a quel punto conviene l'accesso, ma
questo dipende sempre da quella politica che a livello, anche, centrale fa le
leggi che rimangono soltanto un contenitore vuoto.
Noi
dobbiamo riempirlo di contenuti, però senza sconfinare nel populismo politico,
senza far credere alla gente che possiamo intervenire anche dove non è strutturalmente,
normativamente, legalmente possibile. Giusto è richiamare una particolare
attenzione a quello che deve essere la responsabilità politica in senso stretto
per quello che noi possiamo e dobbiamo sicuramente fare.
A
me, come credo ai colleghi che sono qua, piacerebbe poter lasciare un segno non
soltanto a livello normativo. Poi, giustamente, uno dice: “Sì, hai fatto la
legge, però io non vedo l'impatto, non vedo i risultati sul piano sociale ed
economico”, perché dietro quelle patologie, dietro quell'apparato di intenti,
dietro il gioco d'azzardo, dietro l'usura spesso ci sono i sodalizi mafiosi. Io
che faccio l'avvocato qualcosina forse riesco anche a interpretarla e, quindi,
mi rendo conto che non può essere solo una legge la soluzione, non può essere
solo l'indennizzo. Condivido con lei quando dice: “A parte l'indennizzo, noi
vorremmo un sostegno sotto il piano culturale, sotto il piano organizzativo,
sotto il piano gestionale”. Qua dobbiamo, sicuramente, cambiare di mentalità,
ma a livello nazionale e anche a livello locale. Non è sempre facile perché le
risorse che ha questa Commissione sono quasi inesistenti, inconsistenti. Noi
facciamo il massimo possibile io - chiudo qua perché dobbiamo dare spazio agli
altri - sono d'accordo, invece, su un altro aspetto e cioè quello di ascoltarvi
perché alcuni profili, magari operativi di prassi quotidiane noi non le
conosciamo. Allora questa acquisizione per noi può essere utile per individuare
degli strumenti che siano effettivamente efficaci o che, comunque, possano
migliorare la vostra attività e salvare più persone possibili. Noi dobbiamo
avere anche, poi, il coraggio di adottare determinate leggi per quanto riguarda
naturalmente tutti coloro che hanno attività sul gioco delle scommesse e via
dicendo. Ecco, quella è una grande sfida.
Questa sfida però la
dobbiamo affrontare e la affronteremo.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.
Presidente, intervengo
solo per concludere e far capire la posizione, assolutamente, condivisa da
tutte le parti politiche in questa sede e, a nome della maggioranza, dichiaro
che siamo pienamente concordi con quello che ha detto la collega Bruni, tranne
la parte della legge che noi abbiamo approvato. Si capisce bene che quando si
sta in maggioranza bisogna prendere delle decisioni e avere il coraggio, anche,
di prenderle e di votarle. Per cui, detto questo, con la dovuta eccezione per
la legge che abbiamo approvato, rimarchiamo, proprio per sgombrare il campo da
qualsiasi dubbio, che siamo sulla stessa posizione della consigliera Bruni, nei
limiti dei percorsi che possiamo percorrere, come ha detto il consigliere Talerico. Quindi, siamo prontissimi ad ascoltare, a fare
tesoro di tutto quello che consigliate. Fare quadrato per cercare di essere
forza propulsiva anche a livello governativo e perché si faccia una legge
assolutamente contro il gioco d'azzardo, è questa la nostra posizione. Quindi, siamo
davvero pronti ad ascoltare e a stimolare anche voi, come associazione, per pressare
a livello statale affinché ci sia una legge più civile.
Grazie al collega
Comito e a tutti i colleghi per questa prima interlocuzione. Riprendiamo le
audizioni, cedendo la parola alla Fondazione Zaccheo. Prego.
Buongiorno,
ho avuto la delega della Fondazione Zaccheo.
Sono
il Presidente della Fondazione Santi Medici Cosma e Damiano di Locri,
praticamente, li rappresento, perché abbiamo tutti, più o meno, le stesse
problematiche. Penso di esprimere il parere di tutti, ringraziando la
Commissione per questa audizione perché, come diceva prima il collega, dottor
Barletta, è la prima volta che noi abbiamo un incontro con gli esponenti
politici della Regione su questa problematica. Naturalmente i problemi già
espressi sono i problemi di tutti.
Il
problema principale sono le famiglie indebitate. Io parlo per tutte e due le
fondazioni, perché i problemi sono comuni, è inutile fare un altro intervento.
Le famiglie vengono da noi indebitate, soprattutto per il problema del gioco,
della ludopatia e qualche volta anche dell'usura. Non possiamo spesso aiutarli,
perché se non fanno la denuncia, noi non possiamo intervenire assolutamente. Ci
viene da piangere perché vediamo delle famiglie sul lastrico, in situazioni
veramente terribili.
Il
problema della ludopatia: è vero che vedo personalmente, a Locri, molti adulti,
soprattutto pensionati, buttati nelle ricevitorie, nei tabacchi, nelle sale
tabacchi che aspettano l’estrazione di questi numeri. Vengono estratti in
continuazione. È una situazione veramente terribile, ma la cosa che mi preme di
più - sono un preside in pensione, quindi, praticamente ho lavorato molto con i
ragazzi - e che mi dispiace molto è vedere i ragazzi buttati nelle sale gioco;
cioè ragazzi che non impostano il loro futuro, ragazzi che non credono negli
ideali, nei valori e che, quindi, praticamente rischiano di fare una brutta
fine come manovalanza della malavita organizzata che, sappiamo, purtroppo la fa
da padrone sul nostro territorio.
Quanto
espresso prima sulla necessità di una sinergia con la Regione per cercare di
poter organizzare un aspetto culturale da trasmettere alle scuole, creare delle
equipe in cui ci siano i rappresentanti regionali, delle fondazioni antiusura e
delle diocesi, che possono girare tutte le scuole del territorio per far
toccare ai ragazzi i rischi che corrono se si fanno, praticamente, attrarre da
queste sale gioco, sarebbe già una grande cosa.
Per
fare questo, naturalmente, ci vorrebbero dei finanziamenti che, purtroppo noi,
come fondazione, non abbiamo. I finanziamenti che noi abbiamo derivano dal MEF
e devono essere utilizzati espressamente con delle regole precise per poter
aiutare chi è in difficoltà.
L'altro
problema, che è stato già espresso, è quello dei rapporti con le banche. Le
banche ritardano molto nell'esecuzione di quelle che sono le nostre delibere di
sostegno. Naturalmente non è una responsabilità vostra.
Ecco
allora io, da cittadino, da Presidente esprimo una possibilità, un sogno: è
possibile fare in Calabria una Banca Etica? È possibile unire tutte le forze
per poter fare una Banca Etica che possa aiutare velocemente tutti?
Naturalmente con dei tassi di interesse minimi a cui la gente possa rivolgersi,
perché spesse volte da noi vengono delle persone che devono fare dei viaggi di
necessità sanitaria, perché devono curare i propri figli e i propri parenti e
devono andare fuori regione.
Allora
è possibile creare un canale semplificato per queste situazioni? Perché spesse
volte noi non possiamo nemmeno aiutarli su questi aspetti qua, perché se non
rientrano in quelli che sono i criteri, i parametri dati dal MEF, noi rischiamo
praticamente di essere sottoposti a controlli periodici. E questa è un'altra
necessità.
E
poi cos'altro dire? Praticamente noi lavoriamo molto con la diocesi. La Chiesa
è quella che ci dà maggior supporto; spesse volte, dove noi non riusciamo con i
nostri fondi a pagare determinate situazioni, intervengono loro con la Caritas o
col fondo di solidarietà. E anche questo potrebbe essere una forma di sinergia:
unirci tutti assieme per cercare di contrastare il fenomeno. Naturalmente, il
fenomeno della malavita organizzata non è facile da risolvere, però possiamo
intervenire su delle situazioni che poi questo sistema crea.
Spesse
volte c'è anche qualche un problema di pignoramento di abitazioni, di case. La
Fondazione Zaccheo in questo è molto brava, perché opera da diverso tempo su
questo settore e riesce a superare i problemi. Però non tutte le fondazioni,
per esempio, quella di Locri, hanno i finanziamenti per poter operare in questo
senso, ma è un discorso che riguarda noi con il MEF.
Noi
abbiamo fatto sinergia tra le fondazioni della Calabria. Stiamo cercando anche
di portare avanti delle convenzioni uniche con gli enti bancari, perché spesse
volte gli enti bancari, le banche giocano sulla “settorialità”,
quindi, possono fare delle convenzioni migliori a qualche fondazione e delle
convenzioni peggiori a qualche altra fondazione. Noi stiamo cercando adesso di
operare.
Ecco
allora noi vorremmo, in sinergia, poter operare e vi ringraziamo per questo
ascolto, sperando che, eventualmente, laddove ci sono dei punti negativi nella
legislazione, si possa intervenire. Grazie.
Grazie
a lei per i suggerimenti.
Passiamo
alla Fondazione Don Carlo De Cardona di Cosenza.
Sono
Giampiero Lo Feudo, vicepresidente della Fondazione di Cosenza. Porto il saluto
innanzitutto del mio Presidente che non ha potuto presenziare per motivi
personali e anche del nostro Vescovo. Siamo stati tutti piacevolmente sorpresi
dal vostro invito, dalla richiesta di farci partecipare ai vostri lavori. Speriamo
che si sia innescato questo principio virtuoso che possa, con il dialogo,
essere costruttivo e porre delle situazioni operative sempre migliori.
Volevo
sfruttare i miei dieci minuti per farvi capire bene che cosa sono le fondazioni
antiusura, perché forse è stato dato per scontato che conosciate il meccanismo,
ma mi volevo soffermare su questo aspetto operativo.
Noi
abbiamo in dotazione innanzitutto un capitale iniziale che è del socio
fondatore, che per tutti noi, fondazioni calabresi, è il fondo del Vescovo.
Quindi siamo emanazione della diocesi, pur avendo un assetto amministrativo
proprio con un codice fiscale. Quasi tutti noi confluiremo, come ente
filantropico, nel mondo degli ETS. Quindi diciamo che sarà anche una sfida
nuova per noi, non di semplice gestione.
Le
fondazioni antiusura sono amministrate da presidenti e consiglieri, tutti
volontari. I costi che vedete nelle nostre fondazioni sono per il personale amministrativo
che rende possibile l'apertura dello sportello, altrimenti non sapremmo come
ricevere le famiglie, le persone.
Quasi
tutti noi oggi siamo qui a spese nostre, insomma, non ci sono neanche i soldi
per chiedere un piccolo rimborso spesa alla nostra fondazione. Riceviamo questi
fondi dallo Stato sostanzialmente, ma io, che ci sono dal 2018, ho trovato 35
mila euro donate dalla Regione Calabria. Queste 35 mila euro, donate nel 2001 –
non so se gli altri presidenti si ricordano l'anno – non sono molti come soldi,
ma sono rotativi. Quindi ancora oggi ci sono famiglie della provincia di
Cosenza, ma anche la mia fondazione può operare in tutta la Regione Calabria,
che ricevono contro garanzie, perché noi non possiamo dare soldi diretti, per
quello che i politici dell'epoca sono riusciti a stanziare. Dal punto di vista
operativo noi abbiamo bisogno di due fondi, sostanzialmente: uno è quello da
mettere a disposizione degli istituti di credito per dare controgaranzie. Le
nostre fondazioni sono per i sovra indebitati un po’ come l'isola di Lampedusa:
quando non si riesce più ad avere credito dagli istituti di credito, dalle
banche, dalle finanziarie e da tutti gli enti che conoscete, vengono alla
Fondazione antiusura - spesso e volentieri neanche tutti i parroci sanno che
esistiamo - per cercare di avere queste controgaranzie, perché noi facciamo una
vera e propria istruttoria bancaria.
Voglio
offrirvi dei numeri per capire il dramma che stiamo vivendo, soprattutto dal
post Covid: il MEF ha erogato a dicembre 2022 circa 330 mila euro alla mia
Fondazione di Cosenza – dico mia nel senso che la rappresento – e di questi 330
mila euro abbiamo dovuto fare una selezione durissima fra gli ascolti ricevuti
nella mia fondazione, cercando di dare priorità a grandi interventi chirurgici
oppure a salvare le case, la prima casa di abitazione, dalle aste giudiziarie.
Quindi, possiamo operare fino a 75 mila euro con un mutuo ipotecario, si
istruisce una vera e propria pratica bancaria e, con l'aiuto della fondazione,
si garantisce quella famiglia che o ha perso il lavoro o è sovra indebitata e
quindi non ce la fa più a pagare nulla, né mutuo, né il prestito, né tutte le
altre cose che ha dovuto accendere, per cercare di salvaguardare le abitazioni.
I
vostri 35 mila euro, i fondi del MEF che sono arrivati e via dicendo, sono
depositati presso conti correnti, presso gli istituti con cui operiamo. Le
principali sono le BCC locali calabresi perché vi posso assicurare che più
andiamo sugli istituti nazionali e meno troviamo sensibilità ad operare
nell’antiusura, nel contrasto al sovraindebitamento. Come diceva il professore
La Rosa, sono pochissimi i casi. Noi siamo operativi dal punto di vista sia dell’antiusura
sia dell’antiracket, anche se collaboriamo poi con le associazioni
specializzate nell’antiracket. Spesso e volentieri troviamo dei prestiti
privati e abbiamo l'obbligo di segnalarli alle forze dell'ordine, insomma.
Quando ci sono questi casi si va avanti così. Però, anche senza la denuncia
esplicita fatta dalla famiglia, ci superiamo, forse non rispettiamo
fondamentalmente quelle che sono le indicazioni di legge, ma cerchiamo di
operare.
Ecco
le fondazioni antiusura non sono neanche Caritas, perché la Caritas, se sapete
bene come opera, può pagare direttamente delle bollette, può dare delle buste,
degli aiuti alimentari e via dicendo. Noi non facciamo questo, perché noi diamo
solamente garanzie, diamo supporto psicologico, diamo consulenze gratuite per
cercare di contrastare il sovraindebitamento che si è verificato nella
famiglia.
Mia
moglie e io siamo tributaristi, quindi prestiamo volontariamente questo aiuto,
cercando di barcamenarci fra il lavoro, la famiglia, tutto quello che voi
potete immaginare e lo sportello operativo, poi, delle nostre fondazioni.
Vi
volevo significare questo: siamo al mese di maggio e, purtroppo, la mia
fondazione ha già esaurito i fondi, non abbiamo più possibilità di intervento;
dovremmo chiedere poi alle altre fondazioni calabresi di sostenerci fino alla
fine dell’anno; mancano ancora sette mesi alla fine dell'anno e potremmo
ricevere qualche ulteriore fondo.
L'altro
aspetto drammatico che abbiamo nelle nostre fondazioni riguarda le spese di
gestione, quindi, i contributi che noi riceviamo sono a disposizione solamente
delle controgaranzie, quelle che vi ho detto finora.
Spese
di gestione significa pagare una bolletta, significa pagare gli stipendi agli
impiegati, avere la carta per stampare, il toner, insomma tutto quello che vi
immaginate. E in questa situazione sarebbe molto gradita una vostra
progettualità, magari attingere ai fondi europei, non so come si possa
escogitare la cosa, perché, come diceva il consigliere, anche le vostre risorse
mi sembra di capire che purtroppo non siano molte. Però, sarebbe utile ricercare
tutti gli strumenti amministrativi e politici che potete mettere
in campo sui due fronti. Quindi, possibilmente, i fondi da dare per le
garanzie che dobbiamo ricostituire nelle nostre fondazioni - questi fondi sono
rotativi - perché le banche, quando il nostro deposito raggiunge l'uno a uno,
praticamente ci bloccano. Dovremmo avere le nostre convenzioni. Io ho una
convenzione con un istituto di credito per 2,5, quindi, se io deposito 100, potrei dare garanzie per 250, ma nessun
istituto di credito si prende il rischio di essere escusso su quella pratica e
poi non trovare i soldi sul conto corrente della fondazione. Quindi è solo
teoria quella che c’è.
Detto
questo, volevo poi soffermarmi sulla fase di prevenzione. L'hanno già detto i
miei colleghi e io ci voglio ritornare per dirvi che questa attività, secondo
me, è fondamentale, quasi come quella operativa. Se nell'operativa dobbiamo
essere bravi a cercare di convenzionare, sostanzialmente, degli interventi
bancari, dei mutui chirografari o ipotecari, al riconsolidamento
dal debito familiare, con la prevenzione ci giochiamo veramente il futuro delle
nostre famiglie. E su questo vi devo dire che facciamo fatica anche per motivi
economici. Magari abbiamo le risorse, abbiamo anche, che ne so, professori
universitari sensibili e via dicendo, però dovremmo almeno poter corrispondere
un piccolo rimborso spese. Quindi, fare dei progetti per le scuole, alla
Confcommercio, Confartigianato, delle iniziative per far capire che cosa si può
fare quando un imprenditore, una famiglia sono sovra indebitati, cercando di
scongiurare questo rischio ancor prima che cadano nelle mani degli usurai. In
questa situazione deve essere fondamentale.
Vi
dicevo prima che, purtroppo, neanche tutti i parroci della nostra diocesi di
Cosenza-Bisignano sanno dell'esistenza della fondazione. Immaginatevi le
famiglie un po’ su questa situazione. La comunicazione, quindi, non è marginale
al discorso, ma è essenziale, secondo me.
Se
ci volete coinvolgere per fare dei progetti, troverete sicuramente tanti
volontari pronti a intervenire al vostro fianco, ma bisogna andare proprio sul
territorio per cercare di contrastare quello che diceva il collega, dottore
Barletta, e cioè l'usuraio della porta accanto, chi mi sa in difficoltà e ci
mette un'ora al massimo a trovarmi la soluzione. Ma io non posso cadere nelle
mani dell'usuraio per risolvere i problemi della mia famiglia. Nella
disperazione più totale abbiamo ascoltato anche un padre di famiglia che per un
intervento chirurgico, che ha salvato la vita della figlia, è caduto nelle mani
dell'usuraio e l'ha anche ringraziato. Cioè questa cosa ci ha scosso
profondamente. Forse l'avrei fatto anche io, non vi nascondo questa situazione!
L'aspetto
della prevenzione è fondamentale quasi come l'aspetto operativo. Se avete
ulteriori dubbi, che non sono stato bravo a chiarirvi, e mi volete chiedere
informazioni su quello che facciamo praticamente, siamo a vostra completa
disposizione oggi o anche nel futuro, anche se dovreste avere modo di studiare
progettualità che possano intervenire sia sulla fase operativa sia sulla fase
di prevenzione. Grazie, veramente, per questo invito che ci avete fatto, spero
che possa essere costruttivo e risolutivo di tante problematiche calabresi.
Grazie.
Grazie
a lei, Presidente. Darei la parola all'ultima associazione presente, che è
l'Associazione antiracket e antiusura della provincia di Vibo Valentia, il
presidente è Maria Limardo, che è il Sindaco. Penso
che sia presente l'assessore.
Buongiorno
a tutti. Grazie, Presidente, e grazie a tutta la Commissione per questa
piacevole convocazione.
Porto
i saluti del sindaco Maria Limardo. Noi, rispetto
alle altre associazioni, siamo un po’ anomali in quanto è il Comune, e, quindi,
il sindaco che rappresenta l'associazione. Volevo solo dire che, innanzitutto,
mi unisco al discorso di chi mi ha preceduto sulla prevenzione che, secondo
noi, è fondamentale perché solo così si può prevenire il fenomeno dell'usura
che nel nostro territorio, purtroppo, anche da quello che leggiamo, è molto
diffuso, come in tutto il territorio calabrese. Nella provincia di Vibo questo
fenomeno è abbastanza conosciuto. Volevo fare una richiesta alla Commissione,
ovviamente per quello che è possibile, visto che si parlava che ci sono dei
fondi, anche se limitati: noi avevamo attivato – sempre per un discorso di
sinergia con gli altri Enti, quindi, insieme alla Camera di Commercio e a
Confindustria –uno sportello che si chiama “Sportello della legalità”, dove,
appunto, c'erano due figure, un avvocato e uno psicologo, che davano, appunto,
sostegno alle persone vittime di usura o, comunque, che avevano bisogno di un
supporto anche psicologico.
Purtroppo,
questa Convenzione poi è venuta a mancare proprio per mancanza di fondi e noi
ora stiamo cercando, come Amministrazione, il sindaco, diciamo, in prima
persona sta coinvolgendo sia l'Ordine degli avvocati di Vibo, sia l'Ordine
degli psicologi, cercando di ottenere la stessa collaborazione in maniera,
ovviamente, volontaria. Se ci fosse, però, la possibilità da parte di questa
Commissione di avere, ovviamente, un aiuto economico sarebbe molto gradito da
noi, come sarebbe molto gradito se ci fossero iniziative per andare nelle
scuole a spiegare quello che si può fare contro questo fenomeno, perché secondo
me si deve iniziare dai ragazzi, dalle scuole, dagli oratori, insomma tutte
queste Istituzioni che devono fare da traino, poi, all'associazione antiracket,
in questo caso al Comune o a chi li rappresenta.
Quindi,
rinnovo, i ringraziamenti per l'invito e sono sicuro che questa sarà la prima
di altre riunioni, ne sono certo e vi ringrazio perché è un tema che dalla
nostra Amministrazione, è molto sentito. Quindi, grazie e buon lavoro.
Grazie
a lei. Io chiederei se vuole intervenire l’ingegnere Sette del Dipartimento
perché, sicuramente, ci potrà dire qualcosa in più per arricchire questa
discussione. Grazie.
Buongiorno
a tutti. Intanto, grazie, Presidente, grazie, consiglieri, per la convocazione.
Ovviamente, è la seconda volta che la Regione Calabria partecipa a queste
attività e devo dire che è una cosa molto positiva.
Intanto,
stiamo, per la prima volta, raccogliendo le esigenze degli interessati e
l'intervento dell'associazione Don Carlo de Cardona è pregnante perché ha
individuato le figure coinvolte, cioè abbiamo capito oggi che Fondazioni
antiusura e Fondazioni antiracket sono due soggetti giuridici probabilmente
diversi, che fanno cose diverse.
Quindi,
se dovessimo decidere di fare gli avvisi pubblici, dovremmo sapere che le
Fondazioni antiusura fanno determinate cose mentre le Fondazioni antiracket
fanno altre cose, anche per ritagliare e calibrare l'intervento regionale sulla
tipologia di soggetto giuridico sui quali i fondi debbono essere indirizzati.
Così
come molti non sapevano dell'esistenza della sua associazione, le dico che
anche in Regione Calabria c'è un Settore dedicato a queste attività, che,
probabilmente, molti disconoscono ed è il Settore legalità e sicurezza che, già
negli anni scorsi, sulla scorta di quelle che erano le risorse stanziate
proprio dalla legge 9, ha cercato di fare qualche avviso.
L'esperienza
non è stata molto favorevole perché su 200.000 euro che avevamo disponibili,
siamo riusciti ad erogarne solo 7.500. È vero che è stato subito dopo
l'emergenza Covid, ma non c'è stata quell’attività di prevenzione e, comunque,
di informazione ai cittadini, ai soggetti direttamente interessati sul
territorio che potessero in qualche modo sapere che c'era anche questa
opportunità.
Su
questo, ovviamente, bisognerà fare un ragionamento di tipo tecnico. Perché?
Perché noi interveniamo su una materia, come Regione, che è diretta competenza
dello Stato. Abbiamo provato anche a fare l'avviso pubblico diretto ai soggetti
che avevano subito estorsione: siamo riusciti a farne uno solo. Perché? Perché,
ovviamente, c'è una difficoltà oggettiva di reperire le informazioni e, quindi,
su questo, come già ci siamo detti, dobbiamo aprire il Tavolo con le Prefetture
o, addirittura, col Commissario nazionale per contrastare il fenomeno della
‘ndrangheta.
Guarda
caso, oggi è una calabrese perché è la dottoressa Nicolò; quindi, anche aprire
il Tavolo con la dottoressa Nicolò, fare sinergia Stato - Regione, con le Prefetture,
tutti gli uffici e ovviamente i soggetti interessati. Abbiamo riscontrato delle
difficoltà oggettive di applicazione anche per noi, tant'è che i soldi che originariamente
erano stati emessi sui capitoli della legge 9 se li è ripresi il bilancio,
perché non siamo riusciti, ovviamente, ad impegnarli.
Queste
sono le esperienze che sono venute fuori e, quindi, su questo, sicuramente,
dovremmo fare di più. Perché dobbiamo fare di più? Perché mi rendo conto che è
un tema particolarmente delicato sul quale molti di noi forse non hanno neanche
le conoscenze necessarie per affrontarlo. Quindi, ben venga la sinergia,
consiglieri, ben venga che, a questo punto, si deve intervenire anche sulle
tematiche che sono state citate: una cosa è parlare di Fondazioni antiusura e
antiracket, sulle quali interviene il Dipartimento transizione digitale, altra
cosa, invece, è lavorare sul problema del gioco d'azzardo, della ludopatia, che,
invece, investe la sfera della sanità. E’ necessario,
quindi, avviare anche l'interlocuzione con il Dipartimento tutela della salute
su questo campo, in maniera da intercettare quelle che sono le risorse e
provare ad indirizzarle in modo corretto.
Ovviamente,
la Regione non si tira indietro rispetto alle attività di sua competenza. Mi
farò portatrice di questi messaggi sia all'assessore competente sia all'assessore
Filippo Pietropaolo, che ha una delega specifica. Abbiamo, infatti, avviato,
parallelamente a questo Tavolo, il Tavolo sui beni confiscati che è un altro
problema.
Il
problema della mancanza di bancabilità lo hanno anche le aziende sequestrate e
confiscate su cui ancora oggi non siamo riusciti a fare gli avvisi pubblici
perché abbiamo il problema della bancabilità che è analogo a quello che lei diceva
sulle garanzie. Anche lì stiamo cercando di aprire il Tavolo e il discorso
forse della Banca Etica potrebbe essere un suggerimento utile, cioè fare in
modo, anche nel caso delle aziende confiscate, di prestare la garanzia per
accedere al prestito. È quello il problema: mettere in vendita o mandare in liquidazione
coatta le aziende confiscate significa, intanto, dare un brutto segnale,
significa che abbiamo fallito come Stato. Dopodiché, dobbiamo dare la
possibilità di reimmetterle nel campo del lavoro.
Analogo
ragionamento dobbiamo farlo, forse con chi sta tutti i giorni sul campo;
quindi, da questo punto di vista, penso che, forse, abbiamo davvero invertito
la rotta, perché per la prima volta le sinergie e le competenze sono tutte in
campo: c'è la Regione, c'è il Consiglio regionale, ci sono le associazioni. Penso
che se continuiamo su questa strada, Presidente, qualche risultato positivo lo raccoglieremo.
Grazie.
Grazie a lei, ingegnere. Prego.
Grazie. Che le Regioni legiferino sulle materie concorrenti mi è noto da
tempo, anche perché, per la mia attività professionale, quello che fanno le
Regioni lo conosco bene. Il problema vero è quello che ha detto la consigliere
Bruni, vicepresidente di questa Commissione: avete definito i distanziamenti,
verissimo, ma per le nuove aperture, non per quelle esistenti.
La legge indicava che le aperture esistenti dovevano adeguarsi, entro il
31 dicembre di questo anno, a rispettare, ovviamente, le distanze dai luoghi
sensibili. Oggi, le case da gioco, che sono nate prima della legge nazionale
sul gioco d'azzardo, vista la legge votata in Consiglio regionale, gli
emendamenti votati in Consiglio regionale, non devono più adeguarsi. Questa è
la realtà! Questa è la realtà!
Io abito a Cosenza e le case da gioco a Cosenza sono a 50 metri dagli
istituti superiori. Questa è la realtà: i ragazzi non vanno a scuola e vanno a
giocare nelle case Sisal o nelle case vicino alle scuole. Poi, sugli orari:
giustamente, avete ristretto a otto ore l'orario d'apertura, ma non avete
indicato che queste otto ore siano sinergiche per tutte le case da gioco. Chi
conosce il territorio sa che, per esempio, Cosenza è limitrofa a Castrolibero e
a Rende. I brand delle case da gioco fanno l’orario
in modo da coprire tutte le 24 ore perché la ludopatia è una dipendenza,
esattamente come l'eroina, perché come il tossicodipendente va a cercare
l'eroina lì dove c'è, il ludopatico va a giocare lì dove le case sono aperte e,
se non si costringono tutte le case da gioco a rispettare lo stesso orario, si
dà la possibilità alle persone di giocare sempre. Stessa cosa dicasi con il
gioco online e lì, ovviamente, è una responsabilità dello Stato perché, secondo
me, il più grande biscazziere è lo Stato, che incassa circa 35 miliardi di euro
l'anno dal gioco.
Questa è la realtà. La ringrazio.
Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha
facoltà.
BRUNI
Amalia (Partito Democratico)
Grazie, volevo chiedere al dottore Lo Feudo – chiaramente, per me sono
informazioni assolutamente nuove e, quindi, il discorso mi interessa – di questa
storia degli ETS ai quali, teoricamente, avreste già dovuto adeguarvi e mi pare
che, insomma, ci sia stata già una procedura in corso.
Sì, tutte le Fondazioni hanno già fatto gli atti, un po’ per la fase
preliminare; quella che manca, dottoressa, è la perfezione con l'iscrizione al Runts.
Quindi, abbiamo dovuto abbracciare questo, la filantropia, pertanto le
nostre Fondazioni da mera amministrazione di fondi MEF, chiamiamoli così, come
siamo, adesso ci dobbiamo, come dire, reinventare. Abbiamo abbracciato un campo
sul quale io, che sono volontario, vi dico la sincera verità, non ho la minima
idea di come cominciare ad organizzare l'Ente, la mia Fondazione, per fare
questa attività.
Quindi, una volta perfezionata l'iscrizione al Runts
entro il 31/12/2023, i prossimi mesi diventeranno passaggi obbligatori – molte
Fondazioni, tipo quella di Cassano, l'hanno fatto – ci saranno delle prassi che
nelle nostre Fondazioni riguarderanno quella che è la fase nobile dell'ETS, che
è la raccolta fondi e l'impiego di fondi specifici, quindi da Enti privati o
pubblici per essere destinati alla filantropia.
Si può, comunque, ricevere il 5 per mille?
Sì, però, il 5 per mille, dottoressa, ha una destinazione che il MEF, il
Ministero del Lavoro, vuole rendicontata. Quindi, fare delle erogazioni per
filantropia non so fino a che punto siano compatibili. Io posso ricevere una
donazione da Calabria Maceri – le faccio capire – un Ente privato oppure da un
Comune che mi dà un qualcosa, faccio una erogazione diretta – io Fondazione, io
Ente – ad una famiglia che ha bisogno per spese funerarie o un grande
intervento chirurgico. Allora, posso dire nel mio bilancio sono entrati 10.000
euro e li ho ridistribuiti in questa maniera. Quindi, nel mio bilancio ETS farò
la parte sociale dell'Ente proprio, quella parte nobile dell'Ente che è la
filantropia, poi, a margine, dovrò mettere la gestione del fondo MEF e la
gestione del fondo antiusura.
Quindi, è abbastanza complesso. Poi, l'altra cosa che volevo chiedere,
visto che siete tante Fondazioni antiusura, perché, purtroppo, evidentemente,
c'è la necessità, volevo capire meglio com'è o come può avvenire un migliore
coordinamento tra di voi, perché, poi, penso che la cosa fondamentale sia fare
rete, cioè, lavorare come se foste un unico corpo e un unico cervello.
Il dottore Barletta le ha detto che siamo tutte consociate nella
Consulta nazionale che ha sede a Bari, quindi, abbiamo, soprattutto, un'interlocuzione
unica con il MEF.
Lamentiamo da tempo – e questo a livello nazionale lo facciamo pesare – che,
purtroppo, la torta delle risorse pubbliche a livello di MEF va più verso il
Confidi che ha alte escussioni e i fondi sono gestiti, senza fare giudizio,
insomma, in un modo troppo allegro; invece, noi Fondazioni antiusura raramente
veniamo escusse, perché con la famiglia c'è un accompagnamento quotidiano e anche
quando, come dire, vengono escusse le pratiche, poi, si innescano con le varie
famiglie delle procedure di rientro, magari a 100 € al mese – le faccio un
esempio, dottoressa, - in modo tale che il nostro fondo rotativo sia sempre
congruo cioè che si riempia, si rigeneri un po’.
Presenti, soprattutto.
Ecco, fra noi calabresi, invece, ci sentiamo perché, comunque, siamo
ottimi amici. È nato un rapporto personale fra di noi, di tipo collaborativo,
quindi, io ho finito i fondi, adesso non saprei più che dire alle famiglie
della Provincia di Cosenza che vengono da noi, però, sappiamo dove
indirizzarle, ecco.
Voi potete prendere donazioni libere?
Sì.
Questo sì. L’altra domanda ancora, beh, mi è sfuggita, grazie.
Grazie, se ci sono altri interventi.
Siccome, in effetti, non conosciamo – almeno, personalmente, ne faccio
ammenda – se possiamo avere riferimenti della dottoressa del Settore legalità perché
per noi il fatto di ascoltare che c'erano 200.000 euro disponibili e che non
sono arrivati progetti, se non soltanto per 7500 euro, è una cosa di cui faccio
ammenda, è una colpa che mi faccio perché era un'opportunità da cogliere. Se la
dottoressa ci dà dei riferimenti, anche l'e-mail, perché non amo scrivere e
telefonare, preferisco scrivere così sono meno invasivo, in modo tale che,
insomma, se possiamo collaborare anche per dare ragione agli sforzi che voi
fate per recuperare risorse, lo facciamo volentieri.
Intanto, ovviamente, per queste annualità dobbiamo recuperare e farci rifinanziare i capitoli della legge 9 –
questo l'avevamo già detto – perché, ovviamente, in bilancio, nel momento in
cui non si spendono le risorse per 4, 5 anni, l'impegno fatto nel 2018 dopo qualche
anno, ovviamente, va in economia; quindi, intanto, dobbiamo rimpinguare un po’
i capitoli, però, lo facciamo, credo, con l'indicazione che viene fuori da
questi Tavoli, dalle indicazioni che sono venute fuori dal territorio – perché
le Fondazioni operano sul territorio – e penso che possiamo ragionare su come
possiamo spendere i soldi.
Per il discorso della coprogettazione vale lo stesso ragionamento che
stiamo facendo sui beni confiscati con le aziende del Terzo settore che sono il
vostro alter ego dall'altra parte.
Siccome la norma comunitaria, perché qua stiamo ragionando, poi, i fondi
che abbiamo noi, al di là di quelli del bilancio, anche i fondi comunitari,
devono essere rendicontati, dottore, quindi, questo è anche un vincolo che
avete nell'utilizzo dei fondi, ma questa è una cosa che si può superare.
Il ragionamento è fare il percorso di coprogettazione, quindi, negli avvisi,
ragionare proprio con la coprogettazione, cioè, facendo intervenire già
direttamente nella fase di progetto dell'investimento o meno, direttamente le Fondazioni,
le Associazioni antiracket e antiusura, perché forse in questa maniera i fondi
riescono anche a essere assegnati.
Mi è venuta in mente la domanda che mi era sfuggita: se avete, come Fondazioni,
raccolto o scritto tutto il vostro lavoro di un anno. Ci avete mai pensato?
Avete pubblicato? C'è un materiale che, per esempio, possa essere poi diffuso?
I nostri bilanci hanno tutta una parte che è sulla missione sociale e
che, tra l'altro, dobbiamo necessariamente inserire nella piattaforma del
Ministero entro il 31 marzo, quindi, i nostri bilanci sono pubblici e in essi c'è
anche la parte di cosa è stato fatto nell'anno e come sono state impegnate le
risorse sia quelle proprie della Fondazione sia le risorse ministeriali.
Pensavo a qualcosa proprio di estratto divulgativo, ecco, perché questo
potrebbe essere…
Sì, dottoressa, sempre a livello nazionale, abbiamo – come si chiama – l'Osservatorio,
l'ultimo che raccoglie i dati nazionali.
Abbiamo l'Osservatorio nazionale a cui partecipa il Presidente della
Consulta.
Conosciamo benissimo la dottoressa, che, tra l'altro, è stata presente
all'ultimo convegno della Consulta nazionale che abbiamo fatto a Bari ed è
intervenuta per dare le conclusioni, cioè la legge 109 alla quale noi aderiamo,
infatti, noi siamo stati costituiti con la legge 109.
In realtà, a quasi trent'anni dalla sua promulgazione, oggi presenta più
limiti che opportunità, perché noi possiamo combattere il sovraindebitamento,
ma non possiamo prevenire l'indebitamento, che, secondo me, sarebbe anche molto
più utile e molto più importante.
Per tornare proprio alle attività pratiche, visto che il Presidente ci
ha stimolato in questo senso, penso che si potrebbero creare dei percorsi
sinergici anche con gli Uffici scolastici regionali per andare a parlare nelle
scuole.
Io, per esempio, lo faccio con una certa frequenza con i dirigenti
scolastici che conosco: vado a parlare nelle scuole soprattutto, appunto, dell'uso
responsabile del denaro, però, secondo me, sarebbe molto utile e molto
importante fare un progetto organico, investendo anche le Aziende sanitarie
locali, quindi i Serd, per andare a parlare nelle
scuole di quelli che sono i rischi del gioco d'azzardo quando diventa
patologico. Per esempio, mi hanno chiamato a parlare in una scuola a Trebisacce
perché un ragazzo aveva rubato l'identità digitale del padre e si era giocato
75 mila euro in tre giorni ai video poker. Questa è la realtà con cui ci troviamo a
rispondere con tutti i limiti, anche perché poi non siamo operatori sanitari;
spesso collaboriamo con le Aziende sanitarie.
Secondo me, per esempio, quella di Soverato funziona benissimo, perché
non solo ha recuperato delle persone in un percorso, diciamo, clinico, ma
soprattutto perché ha, tra virgolette, riportato alla normalità alcuni di
questi malcapitati.
Noi non aiutiamo i ludopatici, ovviamente, perché non vogliamo
ingrassare la lobby del gioco, ma aiutiamo le famiglie che sono vittime della
presenza di ludopatici e vi posso garantire che ci sono delle situazioni
veramente complicate rispetto alle quali spesso, come diceva il professore
Larosa, a volte i limiti della legge sono tali che noi ascoltiamo queste
esigenze, ma rimaniamo frustrati perché non abbiamo nessuno strumento per
sostenerle, poiché questo mestiere lo facciamo come volontari perché, come diceva
il collega, noi ci mettiamo oggettivamente del nostro perché riteniamo che
quello che abbiamo avuto in maniera anche sovrabbondante dalla Provvidenza,
dobbiamo, comunque, restituirlo in parte al nostro territorio. Tutto qua.
Dottoressa, se pensa che possano essere utili i dati dei bilanci o degli
studi che facciamo, li possiamo rendere disponibili perché sono facilmente
reperibili, come le diceva il dottor Barletta: facciamo il bilancio, la
relazione di missione e là sono dettagliati gli aiuti che vengono erogati di
anno in anno e poi abbiamo i dati nazionali, quindi, si vede un po’ a livello
Italia quello che c’è, ma possiamo estrapolare i nostri, se interessano di più.
Ecco, mi riferivo esattamente a un pensiero che avevo di comunicazione
nelle scuole ecc. perché, quando bisogna parlare con i ragazzi, bisogna essere
molto semplici, didattici, soprattutto molto comunicativi, scendere a livelli
terra terra e fare capire che soprattutto il gioco, cioè, non vince.
So di esperienze di amici, esperti di matematica e di statistica, che
sono andati in giro nelle scuole
dimostrando, assolutamente, come non avrebbero mai vinto perché di
fronte a queste cose, a queste realtà che oggi i giovani percepiscono più della
ramanzina, perché gliene può fregare di meno; per esempio, creare uno strumento
di comunicazione e di divulgazione che sia storicizzato, nel senso che parta
dai dati dell'Italia, della Calabria, questo potrebbe essere anche uno
strumento di aiuto nella comunicazione.
È chiaro che diventa l'obiettivo di un progetto perché si tratta di
lavorarci, coinvolgendo l'Università di matematica e di statistica e questo,
secondo me, sarebbe il salto che ci consente anche, come dire, di essere meno…
di quelli che vanno e fanno la benedizione, e che dicono: “Siete sulla strada
della perdizione”.
No, ti sto dimostrando come tu ti vai a scegliere la strada della
perdizione perché i dati sono questi, e rispetto ai dati i ragazzi oggi
rispondono in maniera molto più concreta che non un cervello vecchio, ecco,
come può essere il mio, per esempio.
Le do un altro riferimento. Esiste un movimento nazionale che si chiama
"Mettiamoci in gioco”; cioè, in Calabria ci sono dei rappresentanti di don
Carlo Panizza, che non devo presentare io per la sua attività quotidiana contro
le mafie; è parte del movimento “Mettiamoci in gioco”, io faccio parte del
movimento “Mettiamoci in gioco” e devo dire che ci sono tante persone tra
Lamezia, Catanzaro, Castrovillari, Crotone che fanno parte di questo movimento
e, come dire, alle quali sta a cuore questa iniziativa e si sta pensando
proprio di organizzare una legge di iniziativa popolare da presentare al
Parlamento perché il Parlamento possa legiferare, semmai lo farà, a difesa
della salute dei cittadini.
Quindi, noi abbiamo tutti i dati. Se vuole, posso fare una segmentazione
dei dati sul gioco in Calabria, Comune per Comune, e si renderà conto della
drammaticità che si vive sul nostro territorio.
L'Ufficio scolastico regionale, siccome dipende, penso, anche dal Consiglio
regionale, potrebbe mettere su dei programmi di formazione per i ragazzi.
Personalmente, io sono un matematico, quindi con la statistica qualche
affinità ce l'ho; quindi, è chiaro che noi dimostriamo quali sono le capacità
di vincita.
Il problema vero è che anche la Rai istituzionale, quando c'è una
vincita, non fa altro che, come dire, dare questi messaggi come se fosse la
panacea di tutti i mali. In realtà, non dice però, insomma, quanti milioni di
euro si sono giocati prima per poter ottenere quella vincita.
Il problema vero è la conoscenza, perché, se uno conosce, poi può
decidere liberamente, magari in maniera anche più cosciente.
Grazie. Se non ci sono altri interventi,
proverei a chiudere questa seduta ringraziandovi ancora una volta per essere
stati qui, per i contenuti che ci avete ovviamente illustrato e anche per
questa vivacità di confronto che sicuramente aiuta; non è certamente utile un
ascolto così passivo.
Penso che le cose almeno che ho segnato insieme ai colleghi, provo,
diciamo così, a sintetizzarle, è di lavorare anche per quello che suggeriva
l'ingegnere Sette, col quale ovviamente ci interfacciamo, insomma, quasi
quotidianamente.
Chiedo scusa perché sono assillante, insomma, negli uffici del
Dipartimento perché c'è necessità di fare questo lavoro di coordinamento tra
l'aspetto legislativo, quindi la Commissione, analisi dei dati o comunque un po’
di studio, però poi con i fatti concreti, rispetto a quelle che sono le
aspettative e l'operatività possibile.
Sicuramente, cercheremo di prevedere in questo Piano, non appena
completeremo un po’ questo giro di audizioni, proposte diciamo, molto calibrate
– almeno questo è l'auspicio – anche con le differenze che sono state qui
evidenziate.
Una cosa è cercare di sostenere le associazioni antiracket, una cosa è
l'antiusura e altri aspetti, insomma, più in generale.
Sicuramente, rafforzeremo questo rapporto istituzionale: Commissione,
quindi, Consiglio, Giunta, Dipartimento legalità, ma anche con il Commissario
nazionale, col quale già c'è stata una prima interlocuzione e con il quale,
comunque, i rapporti li abbiamo mantenuti e li vogliamo intensificare rispetto
a tutte queste sollecitazioni per cercare…
Organizziamo un evento!
Sì, non è una cosa difficile; anzi, forse, insomma, è una delle cose più
facili.
Penso che, non appena metteremo in piedi questo Piano, magari può avere
senso, in qualche modo, presentarlo poi insieme con la Giunta e fare un
approfondimento – sicuramente, sì – su qualche proposta.
Questo rapporto istituzionale va intensificato e lo vogliamo
intensificare – qui è venuto anche fuori e vi ringrazio – così come speriamo,
insomma, che, nel pomeriggio, se i lavori del Consiglio, vanno in una certa
direzione, tra qualche giorno, avremo la possibilità di rendere operativa la
Consulta sulla legalità che è organo quasi permanente o, comunque, di supporto
sia a questa Commissione e, quindi al Consiglio, ma anche alla Giunta
regionale.
Ovviamente, tra i protagonisti ci sono anche le Associazioni antiracket
e le Fondazioni antiusura; quindi, diciamo, è anche un modo per mantenere non
solo vivi gli argomenti, ma approfondirli, scambiare anche opinioni con altri
soggetti che ovviamente in questa occasione non ci sono, ma vi anticipo, quindi
ne approfitto anche per i colleghi, che sicuramente nelle prossima seduta proveremo
a sentire sia l'Anpi Calabria sia l'Ufficio scolastico regionale e altri
soggetti che, in qualche modo, hanno, sia per attività culturale, ma anche per
attività operativa, sul territorio della Calabria un'occasione di
arricchimento, proprio perché testimoniano un contrasto all'illegalità, alla
criminalità; è stato citato uno di questi, insomma, Don Giacomo Panizza.
Cercheremo di avere anche il supporto in termini non solo di visione, ma anche
di fatti concreti e di operatività.
Sul discorso delle risorse, questa Commissione ha avviato, più o meno un
mese e mezzo fa, nell'ultimo Comitato di sorveglianza che si è tenuto a Reggio
chiedendo di essere invitati, un'interlocuzione proprio sui fondi comunitari,
che poi è la vera cassaforte che ha la Regione Calabria su tutti i settori e
anche su questo elemento di criticità, ma che insomma, in qualche modo, va
mitigato.
Su questo avevamo chiesto in qualche modo di privilegiare nei bandi le
vittime del racket e per quello che si può riscontrare anche le vittime
sull'usura, che, come avete detto, sono più difficili da identificare.
Questo la Commissione europea non lo consente perché a livello comunitario
le mafie sono un qualcosa che non esiste. Nei regolamenti questo elemento non
c'è, quindi hanno difficoltà poi a tradurlo in operatività, però abbiamo
ottenuto un piccolo passo.
Ritengo importante che la Regione Calabria, quindi l'Autorità di gestione,
diciamo l’Autorità di sorveglianza, insomma, il Comitato di sorveglianza,
l’Autorità di gestione dei fondi comunitari, possano provare a mettere in piedi
alcuni bandi che possano dare delle risposte sia come ristoro, eventualmente,
ma anche come accompagnamento. Vediamo.
Su questo vorremmo continuare a lavorare proprio con l'Autorità di
gestione dei fondi comunitari, il dottore Nicolai, insomma, è uno di questi
insieme all'ingegnere Sette.
Cerchiamo con il Dipartimento e con i Dipartimenti di suggerire da una
parte, ma di stargli vicino per tirare fuori dei bandi che, per esempio,
potrebbero dare risposta anche alle esigenze che oggi avete in qualche modo
rappresentato.
Sul gioco d'azzardo: è una piaga che c'è, è stato detto, la conosciamo,
ma in questa occasione, diventiamo più sensibili, perché ovviamente tocchiamo
da vicino alcune cose.
Penso che, da una parte, la Consulta per la legalità e queste audizioni
possano portarci ad approfondire e a vedere se possiamo fare qualcosa ancora di
più e meglio perché è chiaro che le norme non possono essere mai definitive ed
esaustive al 100 per cento.
L'ultima piccola cosa: per qualsiasi informazione, documentazione – è
stato già preannunciato qualcosa e vi ringrazio – che ritenete opportuno
portare a conoscenza della Commissione, c'è l’e-mail con la quale avete
ricevuto l'invito, che è l'e-mail della Commissione, alla quale possiamo
ricevere qualsiasi documento, qualsiasi suggerimento e qualsiasi elaborazione.
Insomma, vi chiedo scusa se ho dimenticato qualcosa o se condividete un
po’questa analisi finale, che per noi è una sintesi su cui lavorare, poi, sul Piano,
ovviamente, come elemento di carattere generale.
Mi permetto, con qualcuno ho avuto modo di parlarne, di fare una
sollecitazione, se questo può essere di aiuto – verificatelo, se non l'avete
già fatto, visto che lavorate veramente in termini di volontariato perché
questa è la situazione – se per arricchire un po’ la vostra attività, per creare
anche, diciamo, qualche competenza in più, magari per progetti che potremmo
mettere insieme o che da soli riuscirete a mettere insieme, di valutare
l'opportunità e la possibilità da parte delle Fondazioni di essere, in qualche
modo, soggetti che attivano il Servizio civile per avere la possibilità di
avere qualche giovane tra i 18 e i 28 anni a vostro supporto, visto che lo paga
il Ministero; quindi, questo potrebbe essere un aiuto.
So che entro fine maggio vanno accreditati tutti i soggetti, tutte le Associazioni
che vogliono contribuire e partecipare a questo percorso; quindi, ancora ce la
facciamo se c'è bisogno di accreditamento, considerato, poi, che si tratta di
indicare una sede - banalizzo - e verificare se nell'oggetto del vostro Statuto
c’è la possibilità di operare sui temi che normalmente il Ministero elenca ogni
volta che fai i bandi che poi dovranno uscire più o meno nel mese di ottobre,
in questo caso del 2023.
È un piccolo suggerimento perché mi sono reso conto, e mi rendo conto,
insomma, che ovviamente senza personale, senza qualcuno che dà un apporto,
diventa sempre più difficile.
No, il cofinanziamento no, dipende dalle associazioni che preparano i
progetti.
So, senza fare pubblicità a nessuno, che c'è qualche Associazione che lo
fa anche gratis questo percorso, soprattutto per alcuni soggetti. Sono stato
qualche settimana, qualche giorno fa, a un incontro, per esempio, con le Pro
Loco. Le Pro Loco ricevono questi progetti gratis da alcune strutture, ma ce ne
sono altre. Quindi, dico: “Guardatevi intorno, guardiamoci intorno”.
Lo dico con grande rispetto, ma con grande anche determinazione perché
utilizzare dei giovani che possono essere selezionati per competenze, se non
proprio, come dire, esaustive, insomma, rispetto ai vostri bisogni, è una
marcia che mettiamo a disposizione, non noi come Commissione, ma questo Paese,
quindi lo Stato, a supporto di chi può dare una risposta ai giovani, ma può
averne anche qualche beneficio.
Vi ringrazio. Ci aggiorneremo sicuramente, se avremo operativa quanto
prima la Consulta della legalità, e vi terremo, ovviamente, informati anche sul
Piano che andremo a redigere perché la legge e soprattutto la volontà
dell'intera Commissione è quella, poi, di pubblicizzare e far conoscere questo
Piano al fine di interloquire con più soggetti possibili.
Quindi, grazie per questa presenza e un arrivederci, mi auguro, a
presto. Grazie.
La seduta termina alle 13,08