XII^ LEGISLATURA

 

COMMISSIONE CONSILIARE CONTRO IL FENOMENO
DELLA 'NDRANGHETA, DELLA CORRUZIONE
E DELL'ILLEGALITÀ DIFFUSA

 

N. 12

 

RESOCONTO INTEGRALE

__________

 

SEDUTA DI LUNEDÌ 22 MAGGIO 2023

 

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIETRO SANTO MOLINARO

 

Inizio seduta h. 11,31

Fine  seduta h. 13,08

INDICE

 


PRESIDENTE  3

Prosecuzione discussione per la definizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura - 2023 (ai sensi dell'art. 4 della legge regionale n. 9/2018) 3

PRESIDENTE  3,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” 4 di Cassano allo Ionio,*,*,*,*,*,*

BRUNI Amalia (Partito Democratico) 13,*,*,*,*,*,*,*,*,*,*

COMITO Michele (Forza Italia) 11,*,*

FALDUTO Michele, assessore della provincia di Vibo Valentia in rappresentanza dell’Associazione antiracket e antiusura  23

LA ROSA Antonio, Presidente Fondazione SS. Medici Cosma e Damiano di Locri 16

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende  19,*,*,*,*,*,*,*,*

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia) 11

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche  24,*

TALERICO Antonello (Gruppo Misto) 14


 

Presidenza del presidente Pietro Santo Molinaro

La seduta inizia alle 11,31

PRESIDENTE

Buongiorno

Il numero legale c'è, quindi diamo avvio ai lavori. Ringrazio il collega Gelardi per essere presente. Diamo per letto il verbale della seduta precedente e, se non ci sono osservazioni, procediamo all’approvazione. Approvato, perfetto, grazie.

Salutiamo l'ingegnere Sette del Dipartimento regionale.

Possiamo iniziare facendo entrare le associazioni.

Buongiorno al collega Talerico, che ringraziamo per la presenza.

Prosecuzione discussione per la definizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura - 2023 (ai sensi dell'art. 4 della legge regionale n. 9/2018)

PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'audizione delle Fondazioni contro il fenomeno dell'usura. Ringrazio tutti i presenti, a cui, da qui a poco, daremo la parola, secondo l'ordine o come gradite voi. Chiedo, nel momento in cui prenderete la parola, di presentarvi: nome, cognome e associazione di riferimento.

Questa è la seconda seduta della Commissione dedicata alle audizioni: abbiamo ascoltato le Associazioni antiracket e oggi ascoltiamo le Fondazioni antiusura - abbiamo chiesto gli elenchi alle Prefetture; ad oggi una sola Prefettura non ha risposto, quella di Crotone, ma sembra che non ci siano Associazioni nell'albo prefettizio.

 

(Interruzione fuori microfono)

 

Siamo nella fase di predisposizione del Piano speciale legalità, antiracket e antiusura che è previsto dall'articolo 4 della legge numero 9 del 2018. Con le risorse che avremo a disposizione, cercheremo di introdurre, in questo Piano, azioni volte alla prevenzione di questi fenomeni e, per quello che sarà possibile, anche un piccolo supporto per chi opera contro questi fenomeni odiosi, il racket e l'usura, nel nostro territorio.

È presente e ringrazio ancora l’ingegnere Sette del Dipartimento regionale che ci assiste in questi lavori. Questo Piano, che sarà redatto e approvato in Commissione, sarà poi trasferito, come prevede la legge, alla Giunta regionale che gli dovrà dare esecutività.

Mi fermo qui, ringraziando ancora una volta tutte le Fondazioni, le Associazioni e i colleghi presenti. Cedoo la parola al presidente Roberto Enrico Barletta della Fondazione “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio. Prego.

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo”

Buongiorno, sono Roberto Barletta, il Presidente della Fondazione antiusura di Cassano allo Ionio.

Oggettivamente, noi operiamo in un territorio complesso, un po’ come è complessa tutta la Calabria. La complessità è aumentata in quest'ultimo periodo proprio alla luce anche dei cantieri della SS106; non vi dico nulla di nuovo, vi è noto quello che è accaduto sul nostro territorio in termini di intimidazione e anche di utilizzo dei canali illeciti di finanziamento.

Premesso che noi, come tutte le Fondazioni calabresi, siamo all'interno di un coordinamento nazionale delle Fondazioni antiusura e le Fondazioni antiusura, come sapete, sono finanziate dalla legge numero 108 del 1999, che istituisce le Fondazioni antiusura e COFIDI. A differenza delle altre Regioni dove operano i nostri colleghi, mi preme dire che la Regione Calabria, come sempre, si distingue perché è l'unica Regione che non ha dei sostegni organici al lavoro delle Fondazioni. Noi quotidianamente ci confrontiamo con i nostri colleghi dalla Lombardia fino alla Sicilia e alla Puglia. Per esempio, la Puglia è una Regione molto attenta al fenomeno dell’antiusura, sostiene non soltanto economicamente le Fondazioni. Anche se è un aspetto importante, a noi interessa che la Regione sostenga l'attività culturale che facciamo sul territorio. Il nostro punto di riferimento sono soprattutto i giovani in età scolare che corrono rischi a causa del gioco d'azzardo.

In questo Consiglio regionale, fra Natale e Capodanno, si è scritta una pagina non bellissima relativamente alla legge sul gioco d'azzardo e, se volete, possiamo intervenire su questo. La Commissione nazionale antimafia dice che il gioco d'azzardo è veicolo per il riciclaggio e, ad oggi, la maggior causa del sovraindebitamento delle famiglie. Oggi, i giovani, soprattutto, sono l’obiettivo della strategia di marketing del gioco d'azzardo, non a caso tendono a utilizzare testimonial che sono molto interessati e interessanti per le nuove generazioni: campioni sportivi, campioni del motociclismo, grandi calciatori.

Nonostante lo sforzo che facciamo contro il gioco d'azzardo – come vi dicevo, è il veicolo maggiore per il ricorso all'usura -, basta un titolo su un giornale: “Vinti 100 mila euro a Castrovillari” – cito Castrovillari perché è il mio paese di origine – per distruggere un anno di lavoro con i giovani per l’uso responsabile del denaro.

Quindi, visto che sono disponibili le risorse del Fondo sociale, noi vorremmo essere coinvolti nell'organizzazione di programmi di prevenzione e di lavoro a sostegno delle giovani generazioni per evitare che cadano vittima di quella che è una vera e propria piaga.

Oggi, per esempio, è stato pubblicato un articolo su “Il Giorno” di Milano che stima circa 6000 ludopatici in Lombardia. Non è che in Calabria non ci siano, ma nessuno segnala i ludopatici, perché anche i SERD, con cui noi siamo in contatto e con cui operiamo, hanno grosse difficoltà a intercettare i ludopatici.

Dal mio punto di vista, i Sindaci, che sono i responsabili della salute dei cittadini, devono scegliere da che parte stare se con la lobby del gioco o con la lobby della salute dei cittadini.

Tutto quello che è stato fatto in deroga alla legge antiusura - le distanze minime non più obbligatorie, l'orario di apertura - stride con il richiamo della Conferenza episcopale calabrese, con il richiamo di tutti i Vescovi e di tutte le Associazioni che a vario titolo si occupano del contrasto alla criminalità organizzata. Anche se la Calabria non è la sola perché quello che è accaduto, è accaduto anche nel Lazio, in Piemonte, accadrà in Lombardia, perché purtroppo la lobby del gioco compra un po’ tutti, nel senso che arruola nelle sue file un po’ tutti quanti.

Però, qualche consigliere regionale - anzi consigliera, perché sono state due donne - si è distinto in questa lotta contro il gioco d'azzardo. Questo per me è dirimente, cioè, nel dare un giudizio sull'azione politica dei consiglieri regionali che governano la cosa pubblica in Calabria, è dirimente capire se un consigliere regionale sta con la lobby del gioco o sta per la tutela delle famiglie.

Voi forse non sapete che in Calabria si giocano circa due miliardi e mezzo di euro l'anno. I dati sono del 2022 perché adesso l'Agenzia del demanio non li rende pubblici, noi li rendiamo pubblici perché bisogna capire qual è la gravità del fenomeno che riduce in povertà, oltre che alla disperazione, le famiglie e causa dipendenze da non sostanze nei ludopatici.

Quindi, io dico che l'azione della politica deve andare al di là del sostegno alle Fondazioni - comunque non lo disdegniamo -, noi vorremmo partecipare per costruire dei percorsi culturali che aiutino quei ragazzi che iniziano giocando al Fantacalcio, passano alle scommesse sportive e poi diventano ludopatici. Quanti pensionati si giocano tutto al lotto! Non so se frequentate le città o i paesi della nostra regione, basta passare davanti a un bar che ha il 10 e lotto! Quand’ero ragazzo si giocava al lotto una volta a settimana, adesso si gioca ogni 10 minuti, quindi possiamo dire che uno dei più grandi biscazzieri è proprio lo Stato, no?!

Il problema vero è capire cosa intende fare la politica per contrastare questo fenomeno, perché in Italia si giocano circa 150 miliardi di euro l'anno. Insomma, è una cifra da far tremare i polsi, come anche i due miliardi e mezzo in Calabria…

Il problema vero è che i giornali non parlano di queste cose, perché, ovviamente, tutti acquistano la pubblicità delle lobby delle concessioni dei giochi. La televisione non ne parla.

In realtà, l'unico giornale che si distingue è “l'Avvenire” che eticamente ha scelto di non prendere pubblicità dalle lobby del gioco e costantemente denuncia quello che accade nelle città e nelle metropoli.

La politica dovrebbe stare dalla parte di chi soffre, dei più fragili, perché sono le persone fragili a diventare ludopatiche. Non ho letto, per esempio, che ci sia un'attenzione particolare, rispetto a quella che è una vera e propria piaga, nel programma sanitario di questa Giunta regionale.

Ci sono delle indicazioni dell'OMS a riguardo con cui definisce la ludopatia all'interno dei livelli minimi di assistenza. Francamente, se dovessi dire quello che fanno i SERD in Calabria – tranne quello di Soverato, perché la dottoressa fa un grandissimo lavoro sulla prevenzione del gioco d'azzardo –, dovrei dire che fanno poco o nulla. Su questo - non ho capito perché noi calabresi siamo cittadini di serie B – dovremmo, invece, avere le stesse tutele di tutti gli altri cittadini del territorio nazionale.

Da ultimo, vorrei dire a chi amministra la giustizia sul nostro territorio che, quando aiutiamo le persone a denunciare l’usura, non sentiamo vicine le Istituzioni. Nell'ultimo anno, in Calabria, ci sono stati soltanto cinque processi per usura; capisco che sia un reato difficilissimo da perseguire, ma ci sono esempi di persone che hanno denunciato e che si sono trovate abbandonate dallo Stato e anche dalla politica e hanno dovuto cambiare residenza, per ovvi motivi che a voi non sfuggiranno.

Il problema è capire da che parte sta la politica.

Basterebbe che l’Ufficio legislativo verificasse quello che accade nelle altre Regioni; vi cito le più virtuose: Puglia, Basilicata, Liguria, Lombardia, dove la legge contro l'usura e contro il gioco d'azzardo definisce sostanziosi capitoli di bilancio a sostegno – non distribuzione a pioggia di risorse, perché secondo me è diseducativo – dei progetti che le associazioni antiusura o antiracket riescono a mettere in campo sul territorio per portare avanti una politica contro il fenomeno dell'usura.

L'usura, tra l'altro, è un crimine che frutta quasi quanto lo spaccio d'eroina e, a differenza dello spaccio di eroina che ha bisogno di un occultamento particolare, viene fatta dal vicino della porta accanto.

Il problema è che, anche dal punto di vista legislativo, lo Stato deve…

Per sostenere una famiglia che si rivolge a noi, a volte impieghiamo settimane per dare il contributo dovuto e definito dalla legge numero 108; l'usuraio i soldi li ha nel cassetto, impiega tre secondi a darli, no?!

Quindi, il problema è anche la disparità di accesso ai mezzi a sostegno alle famiglie.

Voi fate politica, state sul territorio, conoscete le emergenze dovute all'inflazione, alla crisi economica e, soprattutto, al lockdown; noi abbiamo sostenuto e sosteniamo, in quest'ultimo periodo, oltre alle famiglie anche i piccoli esercenti commerciali che sono quelli che pagano il prezzo maggiore perché sono appetibili da chi utilizza canali non regolari di finanziamento in quanto le loro attività vengono utilizzate per il riciclaggio.

Questo è chiaro, è bene che diciamo questa cosa.

Guardate che in tutta la Calabria e in alcuni territori in particolare, come quello dove io opero, non è semplicissimo parlare di queste cose. Si ha la sensazione di essere lasciati soli, al di là della Chiesa – in questo momento, in Calabria, esprime una classe dirigente adeguata –, perché spesso si ha difficoltà a confrontarsi con chi sul territorio deve tutelare la regolarità delle attività anche economiche, comprese le banche. Io litigo quotidianamente con tutti i direttori di banca, perché le banche tendono a dare i soldi a chi ce li ha già, non a chi ha bisogno per sopravvivere. Essere indebitati non è una colpa: quando incrociamo una famiglia vittima del sovraindebitamento, la prima mezz'ora dobbiamo confortarla perché vive una profonda frustrazione e un senso di vergogna.

A volte torno a casa con la pelle d'oca, perché capitano dei casi incredibili. La gente non ha i soldi per mandare i figli all'Università.

La politica si deve far carico di queste cose perché tutti dobbiamo avere le stesse opportunità per poter compiere il destino dei nostri figli. Lo dico rivendicando di essere calabrese, nonostante tutto - io ho tre figli: uno in Canada, uno a Londra e un altro a Milano -, ma se i nostri figli vanno via da questa terra, chi rimarrà?

Spero che la politica possa creare le condizioni affinché le nostre migliori risorse possano rimanere in questa terra e dare un contributo allo sviluppo delle nostre comunità. Ho finito.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ho dimenticato di dire all'inizio che chiedo a tutti voi, anche se siamo stati più o meno nei tempi, di effettuare interventi massimo di 10 minuti per consentire anche un dibattito e un approfondimento.

Prima di dare la parola alla seconda associazione, Fondazione Zaccheo, vorrei chiarire subito una cosa e sgombrare il campo da dubbi: la politica da che parte sta? La politica sta dalla parte dei cittadini, tutti ovviamente. Stiamo a fianco di chi opera nella società come voi, altrimenti non sareste qua oggi; l'invito in Commissione non è una prassi o un atto formale. C’è la volontà di capire cosa possiamo mettere in campo – lo dicevo all'inizio - con le risorse che abbiamo a disposizione.

C'è da fare un distinguo: la Commissione può fare alcune cose in termini legislativi e di suggerimenti al Piano della legalità, che è in fase di predisposizione, grazie anche a questa audizione; cosa diversa sono le politiche della Giunta regionale, a cui noi trasferiamo il Piano e anche queste sollecitazioni, per esempio, sui Fondi sociali europei.

Però, ritengo che l'aggressività non porti niente a nessuno.

Siamo qui per confrontarci con rispetto reciproco, ma senza avere dubbi, perché la politica è cosa alta fino a prova contraria e senza qualifiche…

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio

No, le chiedo scusa, ho omesso una cosa. Innanzitutto, la ringrazio…

PRESIDENTE

Chiedo scusa, non ci sovrapponiamo, attenda un attimo che le dia la parola. Deve avere la cortesia di comprendere che, ovviamente, la politica siamo anche noi, ma non siamo solo noi. Le Istituzioni soprattutto - non è un fatto personale - devono avere rispetto reciproco.

Per me una Fondazione antiusura merita rispetto, coinvolgimento e attenzione e sostegno, ma riteniamo che in questa Regione nessuno possa dire di essere il primo della classe, nessuno fa il massimo e gli altri non fanno niente.

In questa regione ci stiamo impegnando tutti a dare risposte, questo è il nostro intendimento. Alimentare dubbi non conviene a nessuno perché, se in questa regione alimentiamo il pessimismo, lo sconforto e la caccia alle streghe, ultimi siamo, per colpa di tutti, e ultimi resteremo.

Noi vogliamo costruire questo cambiamento con il contributo di tutti perché ne siamo convinti, ma il cambiamento ha bisogno di tempo, di modificare alcune prassi, forse anche di sistemare alcune norme. Non lo escludiamo, ci mancherebbe altro.

Altrimenti rischia di essere un discorso un po’ asfittico o comunque un lavarsi la coscienza dicendo: “Io l'ho detto”. Noi siamo qui per apprendere - almeno io, i colleghi sicuramente hanno più esperienza -, ma con questa visione. Vogliamo fare qualcosa, perché questo è un fenomeno molto presente nella società e lo sappiamo, indipendentemente dai numeri. C'è tanto da fare, sì!

Il Consiglio regionale tenendo in piedi questa Commissione e finanziandola - ha dei costi - ci consente di dialogare e avere qualche riferimento.

Poi, riguardo le leggi delle altre regioni, noi non rifiutiamo l’idea di prendere spunto, però vogliamo comprendere cosa e come. Non basta l'Ufficio legislativo per cambiare la Calabria, c'è bisogno della politica che dia indirizzi.

Ripeto: non vuole essere una critica, però, poiché lei è stato molto esplicito e io caratterialmente lo sono altrettanto, non conviene alimentare uno scontro. Dov’è la politica? La politica è qua! La politica è in questo Palazzo che è un palazzo nobile, perché i calabresi ci hanno fatto arrivare qui, non i milanesi né i pugliesi. Se i calabresi hanno scelto male possono cambiare, se qualche soggetto non opera bene, ne prendiamo atto e, se possiamo, lo aiutiamo e tutti insieme cerchiamo di dare una risposta.

Le ridò la parola, cerchi di stare nel limite di dieci minuti, lei e anche gli altri che interverranno, se possibile. Avete la possibilità di esprimere quello che volete con la massima libertà, di presentare quello che fate come Fondazione, in questo caso, anche dando dei suggerimenti - perché no? - con critiche costruttive.

Se fossimo convinti che tutto vada bene, non staremmo qua a far perdere tempo a nessuno. Ci sono molte cose che non vanno e molte cose che vanno rafforzate e migliorate. Prego.

BARLETTA Roberto, Presidente Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo”

Ho omesso una cosa, ci tengo a dirla: è la prima volta che veniamo convocati tutti in Consiglio regionale, per far parte e dare il nostro contributo alla definizione del Piano. Questa cosa l’ho omessa, chiedo venia, e voglio ringraziarla per questa convocazione.

Non ho dubbi che la politica ci sia, però spesso viene percepita come se non fosse dalla parte dei cittadini. Questo glielo dico come cittadino e come residente di questa regione.

Vi ho fatto degli esempi specifici, perché quello che è avvenuto in Consiglio regionale, a fine anno, non è stata una bella pagina - glielo posso assicurare - per la Calabria, poi ognuno si assume le proprie responsabilità.

Per quanto mi riguarda, ho deciso tra la lobby del gioco e le famiglie di stare dalla parte delle famiglie - qualcun altro ha fatto un'altra scelta - anche alla luce delle indicazioni che venute dalla Conferenza Episcopale Italiana.

COMITO Michele (Forza Italia)

Presidente, forse è il caso che interveniamo anche noi.

PRESIDENTE

Prego, consigliere Comito.

COMITO Michele (Forza Italia)

Noi l'ascoltiamo con molta attenzione perché è un argomento che - capisce bene - desta molta attenzione e molta preoccupazione, però qui vogliamo anche sfatare alcune cose, perché dobbiamo anche essere precisi quando diamo determinate notizie.

Non c'è dubbio che tutti vogliamo combattere l'usura, tutti vogliamo combattere la ludopatia, le sta parlando un medico, stiamo facendo di tutto per combatterla anche in Commissione salute, dove abbiamo posto attenzione a tutte le Aziende sanitarie per tutti i tipi di dipendenza. Quindi, quello che possiamo fare lo facciamo.

Vorrei però rimarcarle un concetto: quando abbiamo approvato la legge, lei sa perfettamente e non può omettere che potevamo legiferare soltanto su alcuni aspetti del gioco d'azzardo, cioè sui limiti sia temporali sia relativi alla distanza, se lei va a vedere la legge che abbiamo approvato in Calabria è la più restrittiva di tutte le Regioni. Quindi, lei sa perfettamente che potevamo legiferare solo su questo; sul gioco d'azzardo, purtroppo - forse anche giustamente - dovrebbe, e forse deve, legiferare lo Stato e non la Regione.

PRESIDENTE

Utilissima precisazione, ringrazio il collega Comito. Ha chiesto di intervenire il consigliere Montuoro. Ne ha facoltà.

MONTUORO Antonio (Fratelli d’Italia)

Grazie, Presidente. Intervengo per fare alcune precisazioni.

Ringrazio il collega Comito che mi ha preceduto, è stato utilissimo specificare alcuni aspetti. Lei ha detto, nell’ultimo passaggio, che è la prima volta che viene convocato nella Commissione anti ‘ndrangheta, però ha avuto un approccio politico rispetto all’argomento da trattare. Mi consenta di dirlo, perché lei ha fatto un attacco frontale a tutti i consiglieri regionali come se fossimo dalla parte di chi delinque piuttosto che dalla parte dei cittadini e questo non glielo consento. Non glielo consento né in questa sede né all'esterno. Il collega Comito ha precisato bene le competenze molto ristrette rispetto a una tematica che va affrontata meglio, soprattutto a livello governativo, perché il Consiglio regionale, purtroppo, non ha grandi competenze nella specifica materia.

Come ha sottolineato il collega Comito, è una delle leggi, se non la legge, più stringenti rispetto sia alla concessione degli orari di apertura e chiusura e sia, soprattutto, alla distanza dagli obiettivi sensibili: scuole, parrocchie, chiese, eccetera.

Quindi, da questo punto di vista, rispetto ad alcune osservazioni arrivate nel momento in cui è stata proposta la legge, si è andati oltre, migliorando le restrizioni rispetto a una tematica…

 

(Interruzione fuori microfono)

…questo lo dice lei! Le posso fare vedere, se vuole, appena finiamo la seduta di Commissione, il testo iniziale e il testo che è stato emendato in Aula, perché ricordo bene e lo ricorderanno anche i colleghi consiglieri.

Oggi siamo qui – penso - per cercare di costruire e di fare sinergia, non certo perché l'Associazione è da una parte e la politica è dalla parte sbagliata.

Penso che questo non debba accadere in nessuna fase di una filiera istituzionale che deve andare nella stessa direzione. Se oggi siete qui è per questo motivo, perché stiamo cercando di ascoltare il territorio, le associazioni, per cercare di capire dove si può intervenire in maniera chiara, netta con quelle che - anche se poche rispetto a quelle che vorremmo avere - sono le competenze di questa Commissione per stare al vostro fianco. Perché stare al vostro fianco, significa stare al fianco di quei cittadini che negli anni hanno subito e che hanno bisogno della vicinanza delle Istituzioni.

Penso, quindi, che dovrebbe essere rivisto l’approccio, nella sede istituzionale, rispetto a un percorso nel quale abbiamo tutta l'intenzione di andare nella stessa direzione, di collaborare e fare sinergia nel solo interesse di quei cittadini che in questi mesi, in questi anni, in questi decenni, hanno subito, a volte in silenzio, e, soprattutto, abbiamo intenzione di stare a fianco di chi ha avuto il coraggio di denunciare quello che ha subito.

Da questo punto di vista, mi sento di dire a gran voce che la politica c'è ed è dalla parte giusta, dalla parte dei cittadini, dalla parte della legge. Questo è fuori da ogni dubbio. Grazie, Presidente.

PRESIDENTE

Grazie al collega Montuoro. Ha chiesto di intervenire la vicepresidente Amalia Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Intervengo giusto per commentare rapidamente e stemperare un po’ i toni.

Sono una delle due consigliere che hanno fatto grande rumore nel tentativo di ostacolare la proposta e, poi, il risultato è stato questa modifica. Una piccola modifica ha protetto un po’ di più rispetto agli orari.

Voglio ricordare ai miei carissimi consiglieri che il problema delle distanze è che abbiamo sanato quello che era già presente nel 2018, quindi resta uno status quo della situazione. Tutto quello che arriverà avrà un'ulteriore protezione, ma tutto quello che c'è in essere è in essere. Abbiamo ancora strutture che sono di fronte o a 100 metri dalle scuole medie. Ne ho due o tre esempi a Lamezia, quindi immagino che sia abbastanza diffuso. Nonostante questo, devo dare riscontro al Presidente della Commissione anti ‘ndrangheta, perché, comunque, secondo me, questo inizio, questo cammino, questo Piano che dobbiamo costruire insieme può – speriamo - rimettere dei correttivi e aiutare da altre parti.

È innegabile che il tema è quello nazionale e cioè se arriveremo ad avere una legge che contenga il gioco d'azzardo perché la cancellazione non avverrà mai, così come non c’è stata per il fumo; però, i divieti che sono stati messi sul fumo di sigaretta hanno prodotto, come riscontro indubbiamente straordinariamente positivo, una riduzione dei tumori. Questo è sotto gli occhi di tutti, sono i dati e noi è ai dati che dobbiamo guardare.

Quindi, è chiaro che questo deve essere l'obiettivo e bisognerà muoversi con i nostri politici di riferimento da tutti gli schieramenti, perché non può essere una legge di politica o, meglio, di partito. Questa deve essere una legge pro-collettività generale e quindi bisognerà muoversi in questa direzione e io mi auguro che ognuno dei consiglieri regionali che ha i riferimenti nazionali possa effettuare un sollecito per poter, tutti quanti insieme, arrivare a mettere dei contenimenti importanti. È veramente importante per la nostra terra! Lei lo ha detto e lo ribadisco: sono i dati, ce li abbiamo sotto il naso, tutti i giorni, i soldi spesi. Il giro è drammatico e l'usura la fa da padrone in questa situazione. Ormai giocano tutti, pure le casalinghe, vanno la notte, spesso e volentieri. Quindi, la situazione è grave.

Dopodiché, si sta aprendo una pagina, cerchiamo di metterci insieme perché, magari, si possa arrivare a un correttivo anche a questa stessa legge che pure è stata approvata.

Me lo auguro sempre e sottolineo la voglia che, poi, a parole, tutti esprimono di fare delle cose positive che possano avere una ricaduta positiva sulla salute. Il problema della salute di questa terra è gigantesco e, quando parliamo di salute, parliamo però di determinanti di salute e quindi di economia, di ambienti, di scuola, di livelli, parliamo di una situazione che si riverbera su tutta la collettività e soprattutto a tutti i livelli.

Per cui spero e mi auguro che questo lavoro della Commissione, che sicuramente può aiutare e indirizzare il nostro governo regionale anche a porre dei correttivi, possa essere aiutato da tutti noi. Ecco, in questo ci credo, troviamo delle soluzioni, cerchiamo di mettere in piedi degli ulteriori correttivi perché, secondo me, questa cosa può essere fatta con risultati importanti.

PRESIDENTE

Grazie alla vicepresidente. Ha chiesto di intervenire il collega Talerico. Ne ha facoltà.

TALERICO Antonello (Gruppo Misto)

Ho ben compreso lo sfogo, innanzitutto come cittadino, e sono a metà strada rispetto alla rappresentazione dei consiglieri, nel senso che condivido, con una giusta spiegazione: noi abbiamo dei limiti normativi e procedurali. È vero, ma è anche vero che la politica in generale è un po’ assente a livello centrale. Naturalmente avere delle limitazioni funzionali di competenze tra Regione e Stato è un discorso che difficilmente può essere spiegato con chiarezza al cittadino che, giustamente, prende in considerazione quei dati che lei ha riportato e pensa di essere abbandonato. Il cittadino si sente sempre abbandonato ed è vero che la politica ha delle responsabilità.

Escludo che la componente politica, cui oggi voi siete davanti, abbia interesse, invece, a tutelare quelle componenti che distruggono la società, e ci vado assolutamente soft al fine di smorzare. Ho ben compreso, naturalmente, quello che è stato, sicuramente, un suo sfogo personale.

Vi è da dire, naturalmente, che quando parliamo di gioco d'azzardo e di ludopatia, è vero che c'è un apparato che in qualche modo diventa resistente, però è anche vero, naturalmente, che, come hanno detto anche i consiglieri Comito e Montuoro, la legge regionale è ben strutturata, ma - noi ce lo siamo anche detti la scorsa volta - ci sono delle contraddizioni in tante situazioni, per esempio la non cumulabilità dell'indennizzo statale con quello regionale. Ecco spiegato perché abbiamo una o due richieste, perché a quel punto conviene l'accesso, ma questo dipende sempre da quella politica che a livello, anche, centrale fa le leggi che rimangono soltanto un contenitore vuoto.

Noi dobbiamo riempirlo di contenuti, però senza sconfinare nel populismo politico, senza far credere alla gente che possiamo intervenire anche dove non è strutturalmente, normativamente, legalmente possibile. Giusto è richiamare una particolare attenzione a quello che deve essere la responsabilità politica in senso stretto per quello che noi possiamo e dobbiamo sicuramente fare.

A me, come credo ai colleghi che sono qua, piacerebbe poter lasciare un segno non soltanto a livello normativo. Poi, giustamente, uno dice: “Sì, hai fatto la legge, però io non vedo l'impatto, non vedo i risultati sul piano sociale ed economico”, perché dietro quelle patologie, dietro quell'apparato di intenti, dietro il gioco d'azzardo, dietro l'usura spesso ci sono i sodalizi mafiosi. Io che faccio l'avvocato qualcosina forse riesco anche a interpretarla e, quindi, mi rendo conto che non può essere solo una legge la soluzione, non può essere solo l'indennizzo. Condivido con lei quando dice: “A parte l'indennizzo, noi vorremmo un sostegno sotto il piano culturale, sotto il piano organizzativo, sotto il piano gestionale”. Qua dobbiamo, sicuramente, cambiare di mentalità, ma a livello nazionale e anche a livello locale. Non è sempre facile perché le risorse che ha questa Commissione sono quasi inesistenti, inconsistenti. Noi facciamo il massimo possibile io - chiudo qua perché dobbiamo dare spazio agli altri - sono d'accordo, invece, su un altro aspetto e cioè quello di ascoltarvi perché alcuni profili, magari operativi di prassi quotidiane noi non le conosciamo. Allora questa acquisizione per noi può essere utile per individuare degli strumenti che siano effettivamente efficaci o che, comunque, possano migliorare la vostra attività e salvare più persone possibili. Noi dobbiamo avere anche, poi, il coraggio di adottare determinate leggi per quanto riguarda naturalmente tutti coloro che hanno attività sul gioco delle scommesse e via dicendo. Ecco, quella è una grande sfida.

Questa sfida però la dobbiamo affrontare e la affronteremo.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il consigliere Comito. Ne ha facoltà.

COMITO Michele (Forza Italia)

Presidente, intervengo solo per concludere e far capire la posizione, assolutamente, condivisa da tutte le parti politiche in questa sede e, a nome della maggioranza, dichiaro che siamo pienamente concordi con quello che ha detto la collega Bruni, tranne la parte della legge che noi abbiamo approvato. Si capisce bene che quando si sta in maggioranza bisogna prendere delle decisioni e avere il coraggio, anche, di prenderle e di votarle. Per cui, detto questo, con la dovuta eccezione per la legge che abbiamo approvato, rimarchiamo, proprio per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, che siamo sulla stessa posizione della consigliera Bruni, nei limiti dei percorsi che possiamo percorrere, come ha detto il consigliere Talerico. Quindi, siamo prontissimi ad ascoltare, a fare tesoro di tutto quello che consigliate. Fare quadrato per cercare di essere forza propulsiva anche a livello governativo e perché si faccia una legge assolutamente contro il gioco d'azzardo, è questa la nostra posizione. Quindi, siamo davvero pronti ad ascoltare e a stimolare anche voi, come associazione, per pressare a livello statale affinché ci sia una legge più civile.

PRESIDENTE

Grazie al collega Comito e a tutti i colleghi per questa prima interlocuzione. Riprendiamo le audizioni, cedendo la parola alla Fondazione Zaccheo. Prego.

LA ROSA Antonio, Presidente Fondazione SS. Medici Cosma e Damiano di Locri

Buongiorno, ho avuto la delega della Fondazione Zaccheo.

Sono il Presidente della Fondazione Santi Medici Cosma e Damiano di Locri, praticamente, li rappresento, perché abbiamo tutti, più o meno, le stesse problematiche. Penso di esprimere il parere di tutti, ringraziando la Commissione per questa audizione perché, come diceva prima il collega, dottor Barletta, è la prima volta che noi abbiamo un incontro con gli esponenti politici della Regione su questa problematica. Naturalmente i problemi già espressi sono i problemi di tutti.

Il problema principale sono le famiglie indebitate. Io parlo per tutte e due le fondazioni, perché i problemi sono comuni, è inutile fare un altro intervento. Le famiglie vengono da noi indebitate, soprattutto per il problema del gioco, della ludopatia e qualche volta anche dell'usura. Non possiamo spesso aiutarli, perché se non fanno la denuncia, noi non possiamo intervenire assolutamente. Ci viene da piangere perché vediamo delle famiglie sul lastrico, in situazioni veramente terribili.

Il problema della ludopatia: è vero che vedo personalmente, a Locri, molti adulti, soprattutto pensionati, buttati nelle ricevitorie, nei tabacchi, nelle sale tabacchi che aspettano l’estrazione di questi numeri. Vengono estratti in continuazione. È una situazione veramente terribile, ma la cosa che mi preme di più - sono un preside in pensione, quindi, praticamente ho lavorato molto con i ragazzi - e che mi dispiace molto è vedere i ragazzi buttati nelle sale gioco; cioè ragazzi che non impostano il loro futuro, ragazzi che non credono negli ideali, nei valori e che, quindi, praticamente rischiano di fare una brutta fine come manovalanza della malavita organizzata che, sappiamo, purtroppo la fa da padrone sul nostro territorio.

Quanto espresso prima sulla necessità di una sinergia con la Regione per cercare di poter organizzare un aspetto culturale da trasmettere alle scuole, creare delle equipe in cui ci siano i rappresentanti regionali, delle fondazioni antiusura e delle diocesi, che possono girare tutte le scuole del territorio per far toccare ai ragazzi i rischi che corrono se si fanno, praticamente, attrarre da queste sale gioco, sarebbe già una grande cosa.

Per fare questo, naturalmente, ci vorrebbero dei finanziamenti che, purtroppo noi, come fondazione, non abbiamo. I finanziamenti che noi abbiamo derivano dal MEF e devono essere utilizzati espressamente con delle regole precise per poter aiutare chi è in difficoltà.

L'altro problema, che è stato già espresso, è quello dei rapporti con le banche. Le banche ritardano molto nell'esecuzione di quelle che sono le nostre delibere di sostegno. Naturalmente non è una responsabilità vostra.

Ecco allora io, da cittadino, da Presidente esprimo una possibilità, un sogno: è possibile fare in Calabria una Banca Etica? È possibile unire tutte le forze per poter fare una Banca Etica che possa aiutare velocemente tutti? Naturalmente con dei tassi di interesse minimi a cui la gente possa rivolgersi, perché spesse volte da noi vengono delle persone che devono fare dei viaggi di necessità sanitaria, perché devono curare i propri figli e i propri parenti e devono andare fuori regione.

Allora è possibile creare un canale semplificato per queste situazioni? Perché spesse volte noi non possiamo nemmeno aiutarli su questi aspetti qua, perché se non rientrano in quelli che sono i criteri, i parametri dati dal MEF, noi rischiamo praticamente di essere sottoposti a controlli periodici. E questa è un'altra necessità.

E poi cos'altro dire? Praticamente noi lavoriamo molto con la diocesi. La Chiesa è quella che ci dà maggior supporto; spesse volte, dove noi non riusciamo con i nostri fondi a pagare determinate situazioni, intervengono loro con la Caritas o col fondo di solidarietà. E anche questo potrebbe essere una forma di sinergia: unirci tutti assieme per cercare di contrastare il fenomeno. Naturalmente, il fenomeno della malavita organizzata non è facile da risolvere, però possiamo intervenire su delle situazioni che poi questo sistema crea.

Spesse volte c'è anche qualche un problema di pignoramento di abitazioni, di case. La Fondazione Zaccheo in questo è molto brava, perché opera da diverso tempo su questo settore e riesce a superare i problemi. Però non tutte le fondazioni, per esempio, quella di Locri, hanno i finanziamenti per poter operare in questo senso, ma è un discorso che riguarda noi con il MEF.

Noi abbiamo fatto sinergia tra le fondazioni della Calabria. Stiamo cercando anche di portare avanti delle convenzioni uniche con gli enti bancari, perché spesse volte gli enti bancari, le banche giocano sulla “settorialità”, quindi, possono fare delle convenzioni migliori a qualche fondazione e delle convenzioni peggiori a qualche altra fondazione. Noi stiamo cercando adesso di operare.

Ecco allora noi vorremmo, in sinergia, poter operare e vi ringraziamo per questo ascolto, sperando che, eventualmente, laddove ci sono dei punti negativi nella legislazione, si possa intervenire. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei per i suggerimenti.

Passiamo alla Fondazione Don Carlo De Cardona di Cosenza.

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Sono Giampiero Lo Feudo, vicepresidente della Fondazione di Cosenza. Porto il saluto innanzitutto del mio Presidente che non ha potuto presenziare per motivi personali e anche del nostro Vescovo. Siamo stati tutti piacevolmente sorpresi dal vostro invito, dalla richiesta di farci partecipare ai vostri lavori. Speriamo che si sia innescato questo principio virtuoso che possa, con il dialogo, essere costruttivo e porre delle situazioni operative sempre migliori.

Volevo sfruttare i miei dieci minuti per farvi capire bene che cosa sono le fondazioni antiusura, perché forse è stato dato per scontato che conosciate il meccanismo, ma mi volevo soffermare su questo aspetto operativo.

Noi abbiamo in dotazione innanzitutto un capitale iniziale che è del socio fondatore, che per tutti noi, fondazioni calabresi, è il fondo del Vescovo. Quindi siamo emanazione della diocesi, pur avendo un assetto amministrativo proprio con un codice fiscale. Quasi tutti noi confluiremo, come ente filantropico, nel mondo degli ETS. Quindi diciamo che sarà anche una sfida nuova per noi, non di semplice gestione.

Le fondazioni antiusura sono amministrate da presidenti e consiglieri, tutti volontari. I costi che vedete nelle nostre fondazioni sono per il personale amministrativo che rende possibile l'apertura dello sportello, altrimenti non sapremmo come ricevere le famiglie, le persone.

Quasi tutti noi oggi siamo qui a spese nostre, insomma, non ci sono neanche i soldi per chiedere un piccolo rimborso spesa alla nostra fondazione. Riceviamo questi fondi dallo Stato sostanzialmente, ma io, che ci sono dal 2018, ho trovato 35 mila euro donate dalla Regione Calabria. Queste 35 mila euro, donate nel 2001 – non so se gli altri presidenti si ricordano l'anno – non sono molti come soldi, ma sono rotativi. Quindi ancora oggi ci sono famiglie della provincia di Cosenza, ma anche la mia fondazione può operare in tutta la Regione Calabria, che ricevono contro garanzie, perché noi non possiamo dare soldi diretti, per quello che i politici dell'epoca sono riusciti a stanziare. Dal punto di vista operativo noi abbiamo bisogno di due fondi, sostanzialmente: uno è quello da mettere a disposizione degli istituti di credito per dare controgaranzie. Le nostre fondazioni sono per i sovra indebitati un po’ come l'isola di Lampedusa: quando non si riesce più ad avere credito dagli istituti di credito, dalle banche, dalle finanziarie e da tutti gli enti che conoscete, vengono alla Fondazione antiusura - spesso e volentieri neanche tutti i parroci sanno che esistiamo - per cercare di avere queste controgaranzie, perché noi facciamo una vera e propria istruttoria bancaria.

Voglio offrirvi dei numeri per capire il dramma che stiamo vivendo, soprattutto dal post Covid: il MEF ha erogato a dicembre 2022 circa 330 mila euro alla mia Fondazione di Cosenza – dico mia nel senso che la rappresento – e di questi 330 mila euro abbiamo dovuto fare una selezione durissima fra gli ascolti ricevuti nella mia fondazione, cercando di dare priorità a grandi interventi chirurgici oppure a salvare le case, la prima casa di abitazione, dalle aste giudiziarie. Quindi, possiamo operare fino a 75 mila euro con un mutuo ipotecario, si istruisce una vera e propria pratica bancaria e, con l'aiuto della fondazione, si garantisce quella famiglia che o ha perso il lavoro o è sovra indebitata e quindi non ce la fa più a pagare nulla, né mutuo, né il prestito, né tutte le altre cose che ha dovuto accendere, per cercare di salvaguardare le abitazioni.

I vostri 35 mila euro, i fondi del MEF che sono arrivati e via dicendo, sono depositati presso conti correnti, presso gli istituti con cui operiamo. Le principali sono le BCC locali calabresi perché vi posso assicurare che più andiamo sugli istituti nazionali e meno troviamo sensibilità ad operare nell’antiusura, nel contrasto al sovraindebitamento. Come diceva il professore La Rosa, sono pochissimi i casi. Noi siamo operativi dal punto di vista sia dell’antiusura sia dell’antiracket, anche se collaboriamo poi con le associazioni specializzate nell’antiracket. Spesso e volentieri troviamo dei prestiti privati e abbiamo l'obbligo di segnalarli alle forze dell'ordine, insomma. Quando ci sono questi casi si va avanti così. Però, anche senza la denuncia esplicita fatta dalla famiglia, ci superiamo, forse non rispettiamo fondamentalmente quelle che sono le indicazioni di legge, ma cerchiamo di operare.

Ecco le fondazioni antiusura non sono neanche Caritas, perché la Caritas, se sapete bene come opera, può pagare direttamente delle bollette, può dare delle buste, degli aiuti alimentari e via dicendo. Noi non facciamo questo, perché noi diamo solamente garanzie, diamo supporto psicologico, diamo consulenze gratuite per cercare di contrastare il sovraindebitamento che si è verificato nella famiglia.

Mia moglie e io siamo tributaristi, quindi prestiamo volontariamente questo aiuto, cercando di barcamenarci fra il lavoro, la famiglia, tutto quello che voi potete immaginare e lo sportello operativo, poi, delle nostre fondazioni.

Vi volevo significare questo: siamo al mese di maggio e, purtroppo, la mia fondazione ha già esaurito i fondi, non abbiamo più possibilità di intervento; dovremmo chiedere poi alle altre fondazioni calabresi di sostenerci fino alla fine dell’anno; mancano ancora sette mesi alla fine dell'anno e potremmo ricevere qualche ulteriore fondo.

L'altro aspetto drammatico che abbiamo nelle nostre fondazioni riguarda le spese di gestione, quindi, i contributi che noi riceviamo sono a disposizione solamente delle controgaranzie, quelle che vi ho detto finora.

Spese di gestione significa pagare una bolletta, significa pagare gli stipendi agli impiegati, avere la carta per stampare, il toner, insomma tutto quello che vi immaginate. E in questa situazione sarebbe molto gradita una vostra progettualità, magari attingere ai fondi europei, non so come si possa escogitare la cosa, perché, come diceva il consigliere, anche le vostre risorse mi sembra di capire che purtroppo non siano molte. Però, sarebbe utile ricercare tutti gli strumenti amministrativi e politici che potete mettere in campo sui due fronti. Quindi, possibilmente, i fondi da dare per le garanzie che dobbiamo ricostituire nelle nostre fondazioni - questi fondi sono rotativi - perché le banche, quando il nostro deposito raggiunge l'uno a uno, praticamente ci bloccano. Dovremmo avere le nostre convenzioni. Io ho una convenzione con un istituto di credito per 2,5, quindi, se io deposito 100, potrei dare garanzie per 250, ma nessun istituto di credito si prende il rischio di essere escusso su quella pratica e poi non trovare i soldi sul conto corrente della fondazione. Quindi è solo teoria quella che c’è.

Detto questo, volevo poi soffermarmi sulla fase di prevenzione. L'hanno già detto i miei colleghi e io ci voglio ritornare per dirvi che questa attività, secondo me, è fondamentale, quasi come quella operativa. Se nell'operativa dobbiamo essere bravi a cercare di convenzionare, sostanzialmente, degli interventi bancari, dei mutui chirografari o ipotecari, al riconsolidamento dal debito familiare, con la prevenzione ci giochiamo veramente il futuro delle nostre famiglie. E su questo vi devo dire che facciamo fatica anche per motivi economici. Magari abbiamo le risorse, abbiamo anche, che ne so, professori universitari sensibili e via dicendo, però dovremmo almeno poter corrispondere un piccolo rimborso spese. Quindi, fare dei progetti per le scuole, alla Confcommercio, Confartigianato, delle iniziative per far capire che cosa si può fare quando un imprenditore, una famiglia sono sovra indebitati, cercando di scongiurare questo rischio ancor prima che cadano nelle mani degli usurai. In questa situazione deve essere fondamentale.

Vi dicevo prima che, purtroppo, neanche tutti i parroci della nostra diocesi di Cosenza-Bisignano sanno dell'esistenza della fondazione. Immaginatevi le famiglie un po’ su questa situazione. La comunicazione, quindi, non è marginale al discorso, ma è essenziale, secondo me.

Se ci volete coinvolgere per fare dei progetti, troverete sicuramente tanti volontari pronti a intervenire al vostro fianco, ma bisogna andare proprio sul territorio per cercare di contrastare quello che diceva il collega, dottore Barletta, e cioè l'usuraio della porta accanto, chi mi sa in difficoltà e ci mette un'ora al massimo a trovarmi la soluzione. Ma io non posso cadere nelle mani dell'usuraio per risolvere i problemi della mia famiglia. Nella disperazione più totale abbiamo ascoltato anche un padre di famiglia che per un intervento chirurgico, che ha salvato la vita della figlia, è caduto nelle mani dell'usuraio e l'ha anche ringraziato. Cioè questa cosa ci ha scosso profondamente. Forse l'avrei fatto anche io, non vi nascondo questa situazione!

L'aspetto della prevenzione è fondamentale quasi come l'aspetto operativo. Se avete ulteriori dubbi, che non sono stato bravo a chiarirvi, e mi volete chiedere informazioni su quello che facciamo praticamente, siamo a vostra completa disposizione oggi o anche nel futuro, anche se dovreste avere modo di studiare progettualità che possano intervenire sia sulla fase operativa sia sulla fase di prevenzione. Grazie, veramente, per questo invito che ci avete fatto, spero che possa essere costruttivo e risolutivo di tante problematiche calabresi. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente. Darei la parola all'ultima associazione presente, che è l'Associazione antiracket e antiusura della provincia di Vibo Valentia, il presidente è Maria Limardo, che è il Sindaco. Penso che sia presente l'assessore.

FALDUTO Michele, assessore della provincia di Vibo Valentia in rappresentanza dell’Associazione antiracket e antiusura

Buongiorno a tutti. Grazie, Presidente, e grazie a tutta la Commissione per questa piacevole convocazione.

Porto i saluti del sindaco Maria Limardo. Noi, rispetto alle altre associazioni, siamo un po’ anomali in quanto è il Comune, e, quindi, il sindaco che rappresenta l'associazione. Volevo solo dire che, innanzitutto, mi unisco al discorso di chi mi ha preceduto sulla prevenzione che, secondo noi, è fondamentale perché solo così si può prevenire il fenomeno dell'usura che nel nostro territorio, purtroppo, anche da quello che leggiamo, è molto diffuso, come in tutto il territorio calabrese. Nella provincia di Vibo questo fenomeno è abbastanza conosciuto. Volevo fare una richiesta alla Commissione, ovviamente per quello che è possibile, visto che si parlava che ci sono dei fondi, anche se limitati: noi avevamo attivato – sempre per un discorso di sinergia con gli altri Enti, quindi, insieme alla Camera di Commercio e a Confindustria –uno sportello che si chiama “Sportello della legalità”, dove, appunto, c'erano due figure, un avvocato e uno psicologo, che davano, appunto, sostegno alle persone vittime di usura o, comunque, che avevano bisogno di un supporto anche psicologico.

Purtroppo, questa Convenzione poi è venuta a mancare proprio per mancanza di fondi e noi ora stiamo cercando, come Amministrazione, il sindaco, diciamo, in prima persona sta coinvolgendo sia l'Ordine degli avvocati di Vibo, sia l'Ordine degli psicologi, cercando di ottenere la stessa collaborazione in maniera, ovviamente, volontaria. Se ci fosse, però, la possibilità da parte di questa Commissione di avere, ovviamente, un aiuto economico sarebbe molto gradito da noi, come sarebbe molto gradito se ci fossero iniziative per andare nelle scuole a spiegare quello che si può fare contro questo fenomeno, perché secondo me si deve iniziare dai ragazzi, dalle scuole, dagli oratori, insomma tutte queste Istituzioni che devono fare da traino, poi, all'associazione antiracket, in questo caso al Comune o a chi li rappresenta.

Quindi, rinnovo, i ringraziamenti per l'invito e sono sicuro che questa sarà la prima di altre riunioni, ne sono certo e vi ringrazio perché è un tema che dalla nostra Amministrazione, è molto sentito. Quindi, grazie e buon lavoro.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Io chiederei se vuole intervenire l’ingegnere Sette del Dipartimento perché, sicuramente, ci potrà dire qualcosa in più per arricchire questa discussione. Grazie.

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche

Buongiorno a tutti. Intanto, grazie, Presidente, grazie, consiglieri, per la convocazione. Ovviamente, è la seconda volta che la Regione Calabria partecipa a queste attività e devo dire che è una cosa molto positiva.

Intanto, stiamo, per la prima volta, raccogliendo le esigenze degli interessati e l'intervento dell'associazione Don Carlo de Cardona è pregnante perché ha individuato le figure coinvolte, cioè abbiamo capito oggi che Fondazioni antiusura e Fondazioni antiracket sono due soggetti giuridici probabilmente diversi, che fanno cose diverse.

Quindi, se dovessimo decidere di fare gli avvisi pubblici, dovremmo sapere che le Fondazioni antiusura fanno determinate cose mentre le Fondazioni antiracket fanno altre cose, anche per ritagliare e calibrare l'intervento regionale sulla tipologia di soggetto giuridico sui quali i fondi debbono essere indirizzati.

Così come molti non sapevano dell'esistenza della sua associazione, le dico che anche in Regione Calabria c'è un Settore dedicato a queste attività, che, probabilmente, molti disconoscono ed è il Settore legalità e sicurezza che, già negli anni scorsi, sulla scorta di quelle che erano le risorse stanziate proprio dalla legge 9, ha cercato di fare qualche avviso.

L'esperienza non è stata molto favorevole perché su 200.000 euro che avevamo disponibili, siamo riusciti ad erogarne solo 7.500. È vero che è stato subito dopo l'emergenza Covid, ma non c'è stata quell’attività di prevenzione e, comunque, di informazione ai cittadini, ai soggetti direttamente interessati sul territorio che potessero in qualche modo sapere che c'era anche questa opportunità.

Su questo, ovviamente, bisognerà fare un ragionamento di tipo tecnico. Perché? Perché noi interveniamo su una materia, come Regione, che è diretta competenza dello Stato. Abbiamo provato anche a fare l'avviso pubblico diretto ai soggetti che avevano subito estorsione: siamo riusciti a farne uno solo. Perché? Perché, ovviamente, c'è una difficoltà oggettiva di reperire le informazioni e, quindi, su questo, come già ci siamo detti, dobbiamo aprire il Tavolo con le Prefetture o, addirittura, col Commissario nazionale per contrastare il fenomeno della ‘ndrangheta.

Guarda caso, oggi è una calabrese perché è la dottoressa Nicolò; quindi, anche aprire il Tavolo con la dottoressa Nicolò, fare sinergia Stato - Regione, con le Prefetture, tutti gli uffici e ovviamente i soggetti interessati. Abbiamo riscontrato delle difficoltà oggettive di applicazione anche per noi, tant'è che i soldi che originariamente erano stati emessi sui capitoli della legge 9 se li è ripresi il bilancio, perché non siamo riusciti, ovviamente, ad impegnarli.

Queste sono le esperienze che sono venute fuori e, quindi, su questo, sicuramente, dovremmo fare di più. Perché dobbiamo fare di più? Perché mi rendo conto che è un tema particolarmente delicato sul quale molti di noi forse non hanno neanche le conoscenze necessarie per affrontarlo. Quindi, ben venga la sinergia, consiglieri, ben venga che, a questo punto, si deve intervenire anche sulle tematiche che sono state citate: una cosa è parlare di Fondazioni antiusura e antiracket, sulle quali interviene il Dipartimento transizione digitale, altra cosa, invece, è lavorare sul problema del gioco d'azzardo, della ludopatia, che, invece, investe la sfera della sanità. E’ necessario, quindi, avviare anche l'interlocuzione con il Dipartimento tutela della salute su questo campo, in maniera da intercettare quelle che sono le risorse e provare ad indirizzarle in modo corretto.

Ovviamente, la Regione non si tira indietro rispetto alle attività di sua competenza. Mi farò portatrice di questi messaggi sia all'assessore competente sia all'assessore Filippo Pietropaolo, che ha una delega specifica. Abbiamo, infatti, avviato, parallelamente a questo Tavolo, il Tavolo sui beni confiscati che è un altro problema.

Il problema della mancanza di bancabilità lo hanno anche le aziende sequestrate e confiscate su cui ancora oggi non siamo riusciti a fare gli avvisi pubblici perché abbiamo il problema della bancabilità che è analogo a quello che lei diceva sulle garanzie. Anche lì stiamo cercando di aprire il Tavolo e il discorso forse della Banca Etica potrebbe essere un suggerimento utile, cioè fare in modo, anche nel caso delle aziende confiscate, di prestare la garanzia per accedere al prestito. È quello il problema: mettere in vendita o mandare in liquidazione coatta le aziende confiscate significa, intanto, dare un brutto segnale, significa che abbiamo fallito come Stato. Dopodiché, dobbiamo dare la possibilità di reimmetterle nel campo del lavoro.

Analogo ragionamento dobbiamo farlo, forse con chi sta tutti i giorni sul campo; quindi, da questo punto di vista, penso che, forse, abbiamo davvero invertito la rotta, perché per la prima volta le sinergie e le competenze sono tutte in campo: c'è la Regione, c'è il Consiglio regionale, ci sono le associazioni. Penso che se continuiamo su questa strada, Presidente, qualche risultato positivo lo raccoglieremo. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, ingegnere. Prego.

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio

Grazie. Che le Regioni legiferino sulle materie concorrenti mi è noto da tempo, anche perché, per la mia attività professionale, quello che fanno le Regioni lo conosco bene. Il problema vero è quello che ha detto la consigliere Bruni, vicepresidente di questa Commissione: avete definito i distanziamenti, verissimo, ma per le nuove aperture, non per quelle esistenti.

La legge indicava che le aperture esistenti dovevano adeguarsi, entro il 31 dicembre di questo anno, a rispettare, ovviamente, le distanze dai luoghi sensibili. Oggi, le case da gioco, che sono nate prima della legge nazionale sul gioco d'azzardo, vista la legge votata in Consiglio regionale, gli emendamenti votati in Consiglio regionale, non devono più adeguarsi. Questa è la realtà! Questa è la realtà!

Io abito a Cosenza e le case da gioco a Cosenza sono a 50 metri dagli istituti superiori. Questa è la realtà: i ragazzi non vanno a scuola e vanno a giocare nelle case Sisal o nelle case vicino alle scuole. Poi, sugli orari: giustamente, avete ristretto a otto ore l'orario d'apertura, ma non avete indicato che queste otto ore siano sinergiche per tutte le case da gioco. Chi conosce il territorio sa che, per esempio, Cosenza è limitrofa a Castrolibero e a Rende. I brand delle case da gioco fanno l’orario in modo da coprire tutte le 24 ore perché la ludopatia è una dipendenza, esattamente come l'eroina, perché come il tossicodipendente va a cercare l'eroina lì dove c'è, il ludopatico va a giocare lì dove le case sono aperte e, se non si costringono tutte le case da gioco a rispettare lo stesso orario, si dà la possibilità alle persone di giocare sempre. Stessa cosa dicasi con il gioco online e lì, ovviamente, è una responsabilità dello Stato perché, secondo me, il più grande biscazziere è lo Stato, che incassa circa 35 miliardi di euro l'anno dal gioco.

Questa è la realtà. La ringrazio.

PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto di intervenire la consigliera Bruni. Ne ha facoltà.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Grazie, volevo chiedere al dottore Lo Feudo – chiaramente, per me sono informazioni assolutamente nuove e, quindi, il discorso mi interessa – di questa storia degli ETS ai quali, teoricamente, avreste già dovuto adeguarvi e mi pare che, insomma, ci sia stata già una procedura in corso.

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Sì, tutte le Fondazioni hanno già fatto gli atti, un po’ per la fase preliminare; quella che manca, dottoressa, è la perfezione con l'iscrizione al Runts.

Quindi, abbiamo dovuto abbracciare questo, la filantropia, pertanto le nostre Fondazioni da mera amministrazione di fondi MEF, chiamiamoli così, come siamo, adesso ci dobbiamo, come dire, reinventare. Abbiamo abbracciato un campo sul quale io, che sono volontario, vi dico la sincera verità, non ho la minima idea di come cominciare ad organizzare l'Ente, la mia Fondazione, per fare questa attività.

Quindi, una volta perfezionata l'iscrizione al Runts entro il 31/12/2023, i prossimi mesi diventeranno passaggi obbligatori – molte Fondazioni, tipo quella di Cassano, l'hanno fatto – ci saranno delle prassi che nelle nostre Fondazioni riguarderanno quella che è la fase nobile dell'ETS, che è la raccolta fondi e l'impiego di fondi specifici, quindi da Enti privati o pubblici per essere destinati alla filantropia.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Si può, comunque, ricevere il 5 per mille?

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Sì, però, il 5 per mille, dottoressa, ha una destinazione che il MEF, il Ministero del Lavoro, vuole rendicontata. Quindi, fare delle erogazioni per filantropia non so fino a che punto siano compatibili. Io posso ricevere una donazione da Calabria Maceri – le faccio capire – un Ente privato oppure da un Comune che mi dà un qualcosa, faccio una erogazione diretta – io Fondazione, io Ente – ad una famiglia che ha bisogno per spese funerarie o un grande intervento chirurgico. Allora, posso dire nel mio bilancio sono entrati 10.000 euro e li ho ridistribuiti in questa maniera. Quindi, nel mio bilancio ETS farò la parte sociale dell'Ente proprio, quella parte nobile dell'Ente che è la filantropia, poi, a margine, dovrò mettere la gestione del fondo MEF e la gestione del fondo antiusura.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Quindi, è abbastanza complesso. Poi, l'altra cosa che volevo chiedere, visto che siete tante Fondazioni antiusura, perché, purtroppo, evidentemente, c'è la necessità, volevo capire meglio com'è o come può avvenire un migliore coordinamento tra di voi, perché, poi, penso che la cosa fondamentale sia fare rete, cioè, lavorare come se foste un unico corpo e un unico cervello.  

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Il dottore Barletta le ha detto che siamo tutte consociate nella Consulta nazionale che ha sede a Bari, quindi, abbiamo, soprattutto, un'interlocuzione unica con il MEF.

Lamentiamo da tempo – e questo a livello nazionale lo facciamo pesare – che, purtroppo, la torta delle risorse pubbliche a livello di MEF va più verso il Confidi che ha alte escussioni e i fondi sono gestiti, senza fare giudizio, insomma, in un modo troppo allegro; invece, noi Fondazioni antiusura raramente veniamo escusse, perché con la famiglia c'è un accompagnamento quotidiano e anche quando, come dire, vengono escusse le pratiche, poi, si innescano con le varie famiglie delle procedure di rientro, magari a 100 € al mese – le faccio un esempio, dottoressa, - in modo tale che il nostro fondo rotativo sia sempre congruo cioè che si riempia, si rigeneri un po’.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Presenti, soprattutto.

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Ecco, fra noi calabresi, invece, ci sentiamo perché, comunque, siamo ottimi amici. È nato un rapporto personale fra di noi, di tipo collaborativo, quindi, io ho finito i fondi, adesso non saprei più che dire alle famiglie della Provincia di Cosenza che vengono da noi, però, sappiamo dove indirizzarle, ecco.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Voi potete prendere donazioni libere?

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Sì.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Questo sì. L’altra domanda ancora, beh, mi è sfuggita, grazie.

PRESIDENTE

Grazie, se ci sono altri interventi.

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio

Siccome, in effetti, non conosciamo – almeno, personalmente, ne faccio ammenda – se possiamo avere riferimenti della dottoressa del Settore legalità perché per noi il fatto di ascoltare che c'erano 200.000 euro disponibili e che non sono arrivati progetti, se non soltanto per 7500 euro, è una cosa di cui faccio ammenda, è una colpa che mi faccio perché era un'opportunità da cogliere. Se la dottoressa ci dà dei riferimenti, anche l'e-mail, perché non amo scrivere e telefonare, preferisco scrivere così sono meno invasivo, in modo tale che, insomma, se possiamo collaborare anche per dare ragione agli sforzi che voi fate per recuperare risorse, lo facciamo volentieri.

SETTE Giuseppina Antonella, Dipartimento transizione digitale ed attività strategiche

Intanto, ovviamente, per queste annualità dobbiamo recuperare e  farci rifinanziare i capitoli della legge 9 – questo l'avevamo già detto – perché, ovviamente, in bilancio, nel momento in cui non si spendono le risorse per 4, 5 anni, l'impegno fatto nel 2018 dopo qualche anno, ovviamente, va in economia; quindi, intanto, dobbiamo rimpinguare un po’ i capitoli, però, lo facciamo, credo, con l'indicazione che viene fuori da questi Tavoli, dalle indicazioni che sono venute fuori dal territorio – perché le Fondazioni operano sul territorio – e penso che possiamo ragionare su come possiamo spendere i soldi.

Per il discorso della coprogettazione vale lo stesso ragionamento che stiamo facendo sui beni confiscati con le aziende del Terzo settore che sono il vostro alter ego dall'altra parte.

Siccome la norma comunitaria, perché qua stiamo ragionando, poi, i fondi che abbiamo noi, al di là di quelli del bilancio, anche i fondi comunitari, devono essere rendicontati, dottore, quindi, questo è anche un vincolo che avete nell'utilizzo dei fondi, ma questa è una cosa che si può superare.

Il ragionamento è fare il percorso di coprogettazione, quindi, negli avvisi, ragionare proprio con la coprogettazione, cioè, facendo intervenire già direttamente nella fase di progetto dell'investimento o meno, direttamente le Fondazioni, le Associazioni antiracket e antiusura, perché forse in questa maniera i fondi riescono anche a essere assegnati.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Mi è venuta in mente la domanda che mi era sfuggita: se avete, come Fondazioni, raccolto o scritto tutto il vostro lavoro di un anno. Ci avete mai pensato? Avete pubblicato? C'è un materiale che, per esempio, possa essere poi diffuso?

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

I nostri bilanci hanno tutta una parte che è sulla missione sociale e che, tra l'altro, dobbiamo necessariamente inserire nella piattaforma del Ministero entro il 31 marzo, quindi, i nostri bilanci sono pubblici e in essi c'è anche la parte di cosa è stato fatto nell'anno e come sono state impegnate le risorse sia quelle proprie della Fondazione sia le risorse ministeriali.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Pensavo a qualcosa proprio di estratto divulgativo, ecco, perché questo potrebbe essere…

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio

Sì, dottoressa, sempre a livello nazionale, abbiamo – come si chiama – l'Osservatorio, l'ultimo che raccoglie i dati nazionali.

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Abbiamo l'Osservatorio nazionale a cui partecipa il Presidente della Consulta.

Conosciamo benissimo la dottoressa, che, tra l'altro, è stata presente all'ultimo convegno della Consulta nazionale che abbiamo fatto a Bari ed è intervenuta per dare le conclusioni, cioè la legge 109 alla quale noi aderiamo, infatti, noi siamo stati costituiti con la legge 109.  

In realtà, a quasi trent'anni dalla sua promulgazione, oggi presenta più limiti che opportunità, perché noi possiamo combattere il sovraindebitamento, ma non possiamo prevenire l'indebitamento, che, secondo me, sarebbe anche molto più utile e molto più importante.

Per tornare proprio alle attività pratiche, visto che il Presidente ci ha stimolato in questo senso, penso che si potrebbero creare dei percorsi sinergici anche con gli Uffici scolastici regionali per andare a parlare nelle scuole.

Io, per esempio, lo faccio con una certa frequenza con i dirigenti scolastici che conosco: vado a parlare nelle scuole soprattutto, appunto, dell'uso responsabile del denaro, però, secondo me, sarebbe molto utile e molto importante fare un progetto organico, investendo anche le Aziende sanitarie locali, quindi i Serd, per andare a parlare nelle scuole di quelli che sono i rischi del gioco d'azzardo quando diventa patologico. Per esempio, mi hanno chiamato a parlare in una scuola a Trebisacce perché un ragazzo aveva rubato l'identità digitale del padre e si era giocato 75 mila euro in tre giorni ai video poker.  Questa è la realtà con cui ci troviamo a rispondere con tutti i limiti, anche perché poi non siamo operatori sanitari; spesso collaboriamo con le Aziende sanitarie.

Secondo me, per esempio, quella di Soverato funziona benissimo, perché non solo ha recuperato delle persone in un percorso, diciamo, clinico, ma soprattutto perché ha, tra virgolette, riportato alla normalità alcuni di questi malcapitati.

Noi non aiutiamo i ludopatici, ovviamente, perché non vogliamo ingrassare la lobby del gioco, ma aiutiamo le famiglie che sono vittime della presenza di ludopatici e vi posso garantire che ci sono delle situazioni veramente complicate rispetto alle quali spesso, come diceva il professore Larosa, a volte i limiti della legge sono tali che noi ascoltiamo queste esigenze, ma rimaniamo frustrati perché non abbiamo nessuno strumento per sostenerle, poiché questo mestiere lo facciamo come volontari perché, come diceva il collega, noi ci mettiamo oggettivamente del nostro perché riteniamo che quello che abbiamo avuto in maniera anche sovrabbondante dalla Provvidenza, dobbiamo, comunque, restituirlo in parte al nostro territorio. Tutto qua.

BARLETTA Roberto, Presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo” di Cassano allo Ionio

Dottoressa, se pensa che possano essere utili i dati dei bilanci o degli studi che facciamo, li possiamo rendere disponibili perché sono facilmente reperibili, come le diceva il dottor Barletta: facciamo il bilancio, la relazione di missione e là sono dettagliati gli aiuti che vengono erogati di anno in anno e poi abbiamo i dati nazionali, quindi, si vede un po’ a livello Italia quello che c’è, ma possiamo estrapolare i nostri, se interessano di più.

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Ecco, mi riferivo esattamente a un pensiero che avevo di comunicazione nelle scuole ecc. perché, quando bisogna parlare con i ragazzi, bisogna essere molto semplici, didattici, soprattutto molto comunicativi, scendere a livelli terra terra e fare capire che soprattutto il gioco, cioè, non vince.

So di esperienze di amici, esperti di matematica e di statistica, che sono andati in giro nelle scuole  dimostrando, assolutamente, come non avrebbero mai vinto perché di fronte a queste cose, a queste realtà che oggi i giovani percepiscono più della ramanzina, perché gliene può fregare di meno; per esempio, creare uno strumento di comunicazione e di divulgazione che sia storicizzato, nel senso che parta dai dati dell'Italia, della Calabria, questo potrebbe essere anche uno strumento di aiuto nella comunicazione.

È chiaro che diventa l'obiettivo di un progetto perché si tratta di lavorarci, coinvolgendo l'Università di matematica e di statistica e questo, secondo me, sarebbe il salto che ci consente anche, come dire, di essere meno… di quelli che vanno e fanno la benedizione, e che dicono: “Siete sulla strada della perdizione”.

No, ti sto dimostrando come tu ti vai a scegliere la strada della perdizione perché i dati sono questi, e rispetto ai dati i ragazzi oggi rispondono in maniera molto più concreta che non un cervello vecchio, ecco, come può essere il mio, per esempio.

LO FEUDO Giampiero, Vicepresidente Fondazione Don Carlo De Cardona di Rende

Le do un altro riferimento. Esiste un movimento nazionale che si chiama "Mettiamoci in gioco”; cioè, in Calabria ci sono dei rappresentanti di don Carlo Panizza, che non devo presentare io per la sua attività quotidiana contro le mafie; è parte del movimento “Mettiamoci in gioco”, io faccio parte del movimento “Mettiamoci in gioco” e devo dire che ci sono tante persone tra Lamezia, Catanzaro, Castrovillari, Crotone che fanno parte di questo movimento e, come dire, alle quali sta a cuore questa iniziativa e si sta pensando proprio di organizzare una legge di iniziativa popolare da presentare al Parlamento perché il Parlamento possa legiferare, semmai lo farà, a difesa della salute dei cittadini.

Quindi, noi abbiamo tutti i dati. Se vuole, posso fare una segmentazione dei dati sul gioco in Calabria, Comune per Comune, e si renderà conto della drammaticità che si vive sul nostro territorio.

L'Ufficio scolastico regionale, siccome dipende, penso, anche dal Consiglio regionale, potrebbe mettere su dei programmi di formazione per i ragazzi.

Personalmente, io sono un matematico, quindi con la statistica qualche affinità ce l'ho; quindi, è chiaro che noi dimostriamo quali sono le capacità di vincita.

Il problema vero è che anche la Rai istituzionale, quando c'è una vincita, non fa altro che, come dire, dare questi messaggi come se fosse la panacea di tutti i mali. In realtà, non dice però, insomma, quanti milioni di euro si sono giocati prima per poter ottenere quella vincita.  

Il problema vero è la conoscenza, perché, se uno conosce, poi può decidere liberamente, magari in maniera anche più cosciente.

PRESIDENTE

Grazie. Se non ci sono altri interventi, proverei a chiudere questa seduta ringraziandovi ancora una volta per essere stati qui, per i contenuti che ci avete ovviamente illustrato e anche per questa vivacità di confronto che sicuramente aiuta; non è certamente utile un ascolto così passivo.

Penso che le cose almeno che ho segnato insieme ai colleghi, provo, diciamo così, a sintetizzarle, è di lavorare anche per quello che suggeriva l'ingegnere Sette, col quale ovviamente ci interfacciamo, insomma, quasi quotidianamente.

Chiedo scusa perché sono assillante, insomma, negli uffici del Dipartimento perché c'è necessità di fare questo lavoro di coordinamento tra l'aspetto legislativo, quindi la Commissione, analisi dei dati o comunque un po’ di studio, però poi con i fatti concreti, rispetto a quelle che sono le aspettative e l'operatività possibile.

Sicuramente, cercheremo di prevedere in questo Piano, non appena completeremo un po’ questo giro di audizioni, proposte diciamo, molto calibrate – almeno questo è l'auspicio – anche con le differenze che sono state qui evidenziate.

Una cosa è cercare di sostenere le associazioni antiracket, una cosa è l'antiusura e altri aspetti, insomma, più in generale.

Sicuramente, rafforzeremo questo rapporto istituzionale: Commissione, quindi, Consiglio, Giunta, Dipartimento legalità, ma anche con il Commissario nazionale, col quale già c'è stata una prima interlocuzione e con il quale, comunque, i rapporti li abbiamo mantenuti e li vogliamo intensificare rispetto a tutte queste sollecitazioni per cercare…

BRUNI Amalia (Partito Democratico)

Organizziamo un evento!

PRESIDENTE

Sì, non è una cosa difficile; anzi, forse, insomma, è una delle cose più facili.

Penso che, non appena metteremo in piedi questo Piano, magari può avere senso, in qualche modo, presentarlo poi insieme con la Giunta e fare un approfondimento – sicuramente, sì – su qualche proposta.

Questo rapporto istituzionale va intensificato e lo vogliamo intensificare – qui è venuto anche fuori e vi ringrazio – così come speriamo, insomma, che, nel pomeriggio, se i lavori del Consiglio, vanno in una certa direzione, tra qualche giorno, avremo la possibilità di rendere operativa la Consulta sulla legalità che è organo quasi permanente o, comunque, di supporto sia a questa Commissione e, quindi al Consiglio, ma anche alla Giunta regionale.

Ovviamente, tra i protagonisti ci sono anche le Associazioni antiracket e le Fondazioni antiusura; quindi, diciamo, è anche un modo per mantenere non solo vivi gli argomenti, ma approfondirli, scambiare anche opinioni con altri soggetti che ovviamente in questa occasione non ci sono, ma vi anticipo, quindi ne approfitto anche per i colleghi, che sicuramente nelle prossima seduta proveremo a sentire sia l'Anpi Calabria sia l'Ufficio scolastico regionale e altri soggetti che, in qualche modo, hanno, sia per attività culturale, ma anche per attività operativa, sul territorio della Calabria un'occasione di arricchimento, proprio perché testimoniano un contrasto all'illegalità, alla criminalità; è stato citato uno di questi, insomma, Don Giacomo Panizza. Cercheremo di avere anche il supporto in termini non solo di visione, ma anche di fatti concreti e di operatività.

Sul discorso delle risorse, questa Commissione ha avviato, più o meno un mese e mezzo fa, nell'ultimo Comitato di sorveglianza che si è tenuto a Reggio chiedendo di essere invitati, un'interlocuzione proprio sui fondi comunitari, che poi è la vera cassaforte che ha la Regione Calabria su tutti i settori e anche su questo elemento di criticità, ma che insomma, in qualche modo, va mitigato.

Su questo avevamo chiesto in qualche modo di privilegiare nei bandi le vittime del racket e per quello che si può riscontrare anche le vittime sull'usura, che, come avete detto, sono più difficili da identificare.

Questo la Commissione europea non lo consente perché a livello comunitario le mafie sono un qualcosa che non esiste. Nei regolamenti questo elemento non c'è, quindi hanno difficoltà poi a tradurlo in operatività, però abbiamo ottenuto un piccolo passo.

Ritengo importante che la Regione Calabria, quindi l'Autorità di gestione, diciamo l’Autorità di sorveglianza, insomma, il Comitato di sorveglianza, l’Autorità di gestione dei fondi comunitari, possano provare a mettere in piedi alcuni bandi che possano dare delle risposte sia come ristoro, eventualmente, ma anche come accompagnamento. Vediamo.

Su questo vorremmo continuare a lavorare proprio con l'Autorità di gestione dei fondi comunitari, il dottore Nicolai, insomma, è uno di questi insieme all'ingegnere Sette.

Cerchiamo con il Dipartimento e con i Dipartimenti di suggerire da una parte, ma di stargli vicino per tirare fuori dei bandi che, per esempio, potrebbero dare risposta anche alle esigenze che oggi avete in qualche modo rappresentato.

Sul gioco d'azzardo: è una piaga che c'è, è stato detto, la conosciamo, ma in questa occasione, diventiamo più sensibili, perché ovviamente tocchiamo da vicino alcune cose.

Penso che, da una parte, la Consulta per la legalità e queste audizioni possano portarci ad approfondire e a vedere se possiamo fare qualcosa ancora di più e meglio perché è chiaro che le norme non possono essere mai definitive ed esaustive al 100 per cento.

L'ultima piccola cosa: per qualsiasi informazione, documentazione – è stato già preannunciato qualcosa e vi ringrazio – che ritenete opportuno portare a conoscenza della Commissione, c'è l’e-mail con la quale avete ricevuto l'invito, che è l'e-mail della Commissione, alla quale possiamo ricevere qualsiasi documento, qualsiasi suggerimento e qualsiasi elaborazione.

Insomma, vi chiedo scusa se ho dimenticato qualcosa o se condividete un po’questa analisi finale, che per noi è una sintesi su cui lavorare, poi, sul Piano, ovviamente, come elemento di carattere generale.

Mi permetto, con qualcuno ho avuto modo di parlarne, di fare una sollecitazione, se questo può essere di aiuto – verificatelo, se non l'avete già fatto, visto che lavorate veramente in termini di volontariato perché questa è la situazione – se per arricchire un po’ la vostra attività, per creare anche, diciamo, qualche competenza in più, magari per progetti che potremmo mettere insieme o che da soli riuscirete a mettere insieme, di valutare l'opportunità e la possibilità da parte delle Fondazioni di essere, in qualche modo, soggetti che attivano il Servizio civile per avere la possibilità di avere qualche giovane tra i 18 e i 28 anni a vostro supporto, visto che lo paga il Ministero; quindi, questo potrebbe essere un aiuto.

So che entro fine maggio vanno accreditati tutti i soggetti, tutte le Associazioni che vogliono contribuire e partecipare a questo percorso; quindi, ancora ce la facciamo se c'è bisogno di accreditamento, considerato, poi, che si tratta di indicare una sede - banalizzo - e verificare se nell'oggetto del vostro Statuto c’è la possibilità di operare sui temi che normalmente il Ministero elenca ogni volta che fai i bandi che poi dovranno uscire più o meno nel mese di ottobre, in questo caso del 2023.

È un piccolo suggerimento perché mi sono reso conto, e mi rendo conto, insomma, che ovviamente senza personale, senza qualcuno che dà un apporto, diventa sempre più difficile.

No, il cofinanziamento no, dipende dalle associazioni che preparano i progetti.

So, senza fare pubblicità a nessuno, che c'è qualche Associazione che lo fa anche gratis questo percorso, soprattutto per alcuni soggetti. Sono stato qualche settimana, qualche giorno fa, a un incontro, per esempio, con le Pro Loco. Le Pro Loco ricevono questi progetti gratis da alcune strutture, ma ce ne sono altre. Quindi, dico: “Guardatevi intorno, guardiamoci intorno”.

Lo dico con grande rispetto, ma con grande anche determinazione perché utilizzare dei giovani che possono essere selezionati per competenze, se non proprio, come dire, esaustive, insomma, rispetto ai vostri bisogni, è una marcia che mettiamo a disposizione, non noi come Commissione, ma questo Paese, quindi lo Stato, a supporto di chi può dare una risposta ai giovani, ma può averne anche qualche beneficio.

Vi ringrazio. Ci aggiorneremo sicuramente, se avremo operativa quanto prima la Consulta della legalità, e vi terremo, ovviamente, informati anche sul Piano che andremo a redigere perché la legge e soprattutto la volontà dell'intera Commissione è quella, poi, di pubblicizzare e far conoscere questo Piano al fine di interloquire con più soggetti possibili.

Quindi, grazie per questa presenza e un arrivederci, mi auguro, a presto. Grazie.

 

La seduta termina alle 13,08