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XII^ LEGISLATURA

 

COMMISSIONE
AGRICOLTURA E FORESTE, CONSORZI DI BONIFICA, TURISMO,
COMMERCIO, RISORSE NATURALI, SPORT
E POLITICHE GIOVANILI

N. 3

RESOCONTO INTEGRALE

_________

SEDUTA Di MARTEDì 8 MARZO 2022

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE KATYA GENTILE

 

Inizio lavori h. 16,42

Fine lavori h. 20,10

INDICE

 

PRESIDENTE  3

Audizioni per una indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di Bonifica calabresi 3

PRESIDENTE  3, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 27, 28, 29, 34, 36, 40, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 62, 68, 69, 71, 76, 80, 81, 83, 84

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino  26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 83

BORRELLO Fabio, Presidente Consorzio Jonio Catanzarese  80

BRIZZI Pasquale, Presidente Consorzio Alto Jonio reggino  82

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino  62, 64, 67, 68

CASCARANO Marco, in rappresentanza del Consorzio Tirreno Reggino  55, 56

GARGIULO Salvatore, Presidente Consorzio Bacini meridionali del Cosentino  81

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro) 36, 37, 38, 39, 41, 42, 43, 44, 45, 46, 47, 48, 49, 50, 52

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria  3, 11, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 25, 26, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 44, 56, 60

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino  45, 46, 47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 54

PICCIONE Domenico, Presidente Consorzio Tirreno Vibonese  76

SCIARRA Francesco, Presidente del Consorzio dei bacini settentrionali del cosentino  69, 71

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle) 23, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 55, 59, 64, 67, 68, 75

TORCHIA Roberto, Presidente Consorzio Jonio crotonese  71, 75

 

Presidenza della presidente Katya Gentile

La seduta inizia alle 16,42

PRESIDENTE

Auguri a tutte le donne presenti!  

Il verbale della seduta del 23 febbraio si dà per letto e approvato.

Audizioni per una indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di Bonifica calabresi

PRESIDENTE

Partiamo immediatamente con l'ordine del giorno.

Atteso che si parla di Consorzi e questa non è la prima seduta di Commissione che facciamo, vi riferisco che abbiamo, innanzitutto, ricevuto un report da parte del Presidente dell'ANBI, per cui abbiamo sommariamente capito quali sono le varie problematiche. Nella precedente seduta di Commissione, abbiamo audito i dirigenti della Regione e sono già venute fuori alcune anomalie e discrepanze.

Abbiamo audito il direttore Giovinazzo, il direttore Siviglia, il direttore De Cello, quindi abbiamo ricostruito la materia della mancanza di finanziamenti legati alla forestazione e dei relativi fondi.

Passo la parola al presidente dell'ANBI e poi, man mano, interverrete tutti.

Intanto le chiedo di farci una breve sintesi, dato che lei rappresenta la parte consortile.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Grazie, Presidente. Le porgo il saluto a nome di tutti i Presidenti dei Consorzi di bonifica calabresi, a lei e a tutta la Commissione, in modo particolare a lei, oggi, che è la giornata internazionale della donna.

Ho appreso dal resoconto dell’ultima seduta, tenuta precedentemente, che si è parlato per i Consorzi di bonifica di narrazione orale. Niente di più infondato, perché come Consorzi di bonifica abbiamo rappresentato, sempre e per iscritto, le situazioni; peraltro abbiamo consegnato e oggi consegneremo agli atti della Commissione quel dossier che noi abbiamo preparato su cinque punti particolari che inquadrano la situazione dei Consorzi di bonifica calabresi post riforma. E questo lo facciamo in un atteggiamento di leale collaborazione, nell'interesse dei Consorzi di bonifica e della Regione.

I cinque punti, innanzitutto, prendono le mosse da quella che è stata la riforma dei Consorzi di bonifica.

Nel 2008 i Consorzi di bonifica sono stati riformati. Voglio ricordare che la materia è materia concorrente, per cui una qualsiasi riforma, in termini normativi, non può non essere inquadrata nella cornice nazionale, che poi è rappresentata, adesso, dall'intesa Stato-Regioni, che fu fatta a settembre 2008.

Sulla riforma, una volta fatta, la Giunta regionale pretese che ciascun Consorzio di bonifica presentasse un Piano industriale approvato, poi, con delibera di Giunta.

Il Piano industriale, che mirava a verificare la sostenibilità dei Consorzi, perché con la riforma si passava da 17 Consorzi a 11, ciascuno con un comprensorio di circa, mediamente, 120 mila ettari, di conseguenza voleva verificare la sostenibilità dell’ente. È chiaro che il Piano industriale conteneva una serie di finanziamenti in entrata e, poi, quelle che erano le spese dei Consorzi con il personale che era stato trasferito dai vecchi Consorzi ai Consorzi neocostituiti.

Per quanto riguarda le entrate, le entrate erano rappresentate dai ruoli di contribuenza. Allora furono prudentemente valutati intorno al 70 per cento. I ruoli di contribuenza, intanto, potevano avere efficacia se fossero stati emessi a seguito dei Piani classifica. Peraltro, la legge prevede che i Piani di classifica devono essere redatti sulla scorta di linee guida fornite dalla Giunta regionale, ai sensi dell’articolo 24 legge 11.

Le linee guida sono state fornite solamente a gennaio 2014. I Consorzi in sei mesi, luglio 2014, presentarono i Piani classifica. I Piani di classifica sono stati approvati dal Consiglio regionale a maggio 2017, per cui sette anni sono passati, in cui, fra le entrate dei ruoli di contribuenza dei Consorzi di bonifica, ci sono state delle entrate non certe, non certe! E sono state oggetto di contenzioso che si rivolgeva sempre in danno del Consorzio, perché il Piano di classifica, peraltro, giuridicamente inverte l'onere della prova.

E questo è il primo punto: l'entrata dei ruoli.

I contributi regionali. Nei Piani industriali, i contributi regionali furono emessi alla data della riforma e quindi quelli che nel 2009, 2010 venivano concessi ai Consorzi di bonifica, che sono previsti dalla legge con dei tetti massimi del 30 per cento, tetto mai raggiunto dal 2003, da quando c'era la legge.

Questi contributi, nel corso di questi 10 anni, ogni anno si sono ridotti fino ad arrivare a zero nel 2015. Zero! Dopodiché, per le azioni che hanno fatto i Consorzi di bonifica, sono stati ripristinati in misura minima.

Quest'anno il bilancio regionale prevede complessivamente: per la legge 11, 22 mila euro a Consorzio; per ogni diga, 12 mila euro a Consorzio, sulla legge 26, che ripristina gli interventi. Complessivamente per tutti i Consorzi 900 mila euro, poco più di 80 mila euro a Consorzio. Ora voi immaginate … mentre nel 2010, il contributo complessivamente raggiungeva 4 milioni, oggi euro 1.100.000,00; nel 2015 zero.

E siamo alla seconda entrata!

Terzo punto che abbiamo trattato. Ora, in questa relazione, noi abbiamo fatto le tabelle, per cui abbiamo valutato, per la riduzione di questi contributi, facendo il rapporto 2010, che praticamente sono stati erogati ai Consorzi di bonifica, in meno, nei 10 anni, 27 milioni di euro.

Prima ho parlato dei ruoli di contribuenza. Anche su questo, il ritardo dei Piani di classifica, il ritardo nel dare i Piani di classifica approvati ai Consorzi di bonifica ha portato un minor gettito per i Consorzi di euro 23.723.876,00. E questi sono i riflessi economici del Piano di classifica.

Altro punto. Nel Piano industriale, fra le entrate, c'erano le spese generali della forestazione; spese generali stabilite per legge nella misura del 10 per cento, non solo per i Consorzi, anche per l’Afor. Allora c'era l’Afor. Dal 2010 al 2015 le spese generali, con legge regionale, furono, già nel 2012, ridotte al 3,5 per cento. Dietro le proteste si ebbe una riduzione graduale dal 10 per cento, all’8 per cento, al 6 per cento, al 3,5 per cento. Praticamente le spese generali dei Consorzi di bonifica si sono ridotte dal 10 per cento al 3,5 per cento. Se noi facciamo il raffronto, prendendo tutti i Piani attuativi, e facendo il raffronto al 2010, anche qui, abbiamo avuto per i Consorzi di bonifica, per le spese generali euro 25.455.965,00.

Ancora, per i Consorzi in particolare, i tre Consorzi che subentrarono al soppresso Sibari Crati della provincia di Cosenza, a cui fu trasferito il personale e il personale anche di campagna. Furono trasferiti in 110 – il verbale parla di 116, ma poi alcune persone sono andate in quiescenza – 110 dipendenti che sono passati di cantiere, trasformati a tempo indeterminato dalle gestioni commissariali del Consorzio Sibari Crati. Voi capite che nella gestione e manutenzione di opere pubbliche di bonifica, anche se i contratti collettivi dei Consorzi di bonifica prevedono una stabilità del posto, cioè sempre gli stessi operai tutti gli anni, trasformare un lavoratore stagionale a tempo indeterminato crea problemi finanziari, perché esiste il periodo dell'anno in cui non si sa come impiegarlo nella gestione delle opere pubbliche di bonifica.

Anche qui i Piani industriali prevedevano – e ripeto Piani industriali approvati con delibera di Giunta regionale - che per 7/12, circa 7 mensilità, il dipendente venisse pagato con le risorse del Consorzio, per 5/12 venivano finanziati tre Consorzi progetti per procedere alla manutenzione straordinaria delle opere pubbliche di bonifica.

Volevo ricordare che le opere pubbliche di bonifica sono di proprietà regionale e quindi sia la legge nostra, la legge 11, ma anche il Codice Civile impone al soggetto proprietario le manutenzioni straordinarie. Quindi dovevano essere finanziati progetti, perché per i 5/12 si facessero le manutenzioni straordinarie sugli impianti e sulle opere pubbliche di bonifica di proprietà regionale. Su questo mai, in nessun bilancio, a partire dal 2010 sono state previste queste somme, mentre i Consorzi ogni anno hanno mandato le perizie al rendiconto.

Questa situazione, che abbiamo trattato al capitolo 5, ha portato a una situazione di credito da parte dei tre Consorzi di euro 9.808.488,00, i quali Consorzi si sono dovuti rivolgere e sono in corso, davanti al magistrato, i giudizi.

Questo è in sintesi. Quattro dei punti che noi abbiamo trattato, li abbiamo trattati in maniera sintetica, nel dettaglio e con le tabelle allegate, i cui dati, in conclusione, sono quelli.

Poi, infine, c'è l'altro capitolo cui fa cenno la narrazione orale, che è la formazione dei crediti della forestazione.

Quindi, ricapitolando, per quanto riguarda la bonifica, partendo dai Piani industriali, approvati dalla Giunta regionale, tutte quelle misure di accompagnamento previste dal Piano industriale non sono state considerate nei 10 anni, anzi si sono ridotti i finanziamenti previsti, ma si sono ridotti anche quegli aiuti non in denaro ai Consorzi, che erano quelli di consentire l'emissione dei ruoli in maniera legittima. E anche questo è arrivato con un ritardo di 7 anni. Dopodiché, nel mentre ci apprestavamo a emettere i tributi coi Piani di classifica, è arrivata la pandemia. Anche qui, blocco delle cartelle esattoriali e quindi la situazione dei Consorzi va sempre più a peggiorare.

Infine, parliamo della situazione della questione dei crediti della forestazione, che è la cosa più ampia e che, ripeto, fa dire che noi facciamo narrazione di tipo orale.

Lo ripeto più volte perché sta cosa mi ha seccato moltissimo!

La forestazione, innanzitutto, non nasce nel 2014, come sembrerebbe dal resoconto. Sembrerebbe che la forestazione Consorzi di Bonifica nasca nel 2014 con l'avvento di Calabria verde e il trasferimento di 3000 lavoratori ai Consorzi di bonifica. Niente di più falso!

La forestazione nasce con i Consorzi di bonifica dalla legge speciale Calabria, dal 1950, che, insieme al Corpo forestale, partì la forestazione.

Poi, con l'avvento delle Regioni, le competenze passarono alla Regione Calabria, però continuavano a finanziarsi gli interventi da parte della Regione attraverso il Corpo forestale, perché con una convenzione – qua, l’onorevole Graziano, anzi dottor Graziano, per le sue attività professionali precedenti, ne sa meglio di me - ai Consorzi di bonifica. Intervenne, poi, la 442 che bloccò le assunzioni, perché con il passaggio alla Regione ci fu un ingresso … la forestazione fu vista come una valvola di sfogo anche di tipo occupazionale e sociale. Però la forestazione in Calabria ha fatto tantissimo e soprattutto – io lo dico venendo dai Consorzi di bonifica –nei Consorzi di bonifica; interventi che le nostre comunità non avrebbero avuto il modo di eseguire, sono stati fatti con la forestazione in Calabria.

Purtroppo, negli anni ‘90, la forestazione ha cominciato ad avere sempre meno risorse, lo Stato ha diminuito i suoi contributi e ha chiesto l'ingresso da parte della Regione della contribuzione alla forestazione e tutto questo ha creato una situazione difficile.

Le difficoltà si sono aggravate. Tenete presente che con la legge 442 non c'era niente di più stabile in Calabria o in Italia del lavoratore forestale, il quale tutti gli anni doveva eseguire le stesse giornata dell'anno precedente. Garantito! Si è voluto da parte della politica, del sindacato spingere per la trasformazione del rapporto. Veramente si chiedeva il turnover, ma – e qua la narrazione non è orale, perché anche qua è scritta –si ottenne solamente la trasformazione a tempo indeterminato. Lo Stato la consentì, perché lo Stato aveva bloccato tutto con la 442 e quindi, in quanto erogatore del contributo, la consentì perché lo Stato fu sgravato di 36 milioni – e questa non è narrazione orale – perché era disoccupazione speciale che dava al personale a tempo determinato e la Regione si accollò i 500 milioni derivanti dalla trasformazione a tempo indeterminato.  55 milioni strutturali all'anno, milioni che non aveva. A questo punto, fatta la trasformazione, qualcuno si immaginò che la cosa fosse fatta con legge o quantomeno un atto amministrativo, una delibera di Giunta. Assolutamente no!

Fu imposto agli enti, quindi all’Afor - c'era l’Afor, siamo nel 2003 - ai Consorzi di bonifica, la trasformazione del rapporto a tempo indeterminato, con una lettera di un dirigente della Regione, mandata dal Dipartimento forestazione.  

Ora voi capite che essendo la forestazione, innanzitutto, eseguita per progetti, perché la legge 20 non è stata mai modificata ed è legge di sistema, ed essendo questa attività data in concessione sia all’Afor, ente strumentale  della  Regione Calabria, oggi Calabria Verde, sia ai Consorzi di bonifica, il concedente dà una delega, che è una delega amministrativa intersoggettiva; se si interviene sulla delega in maniera invasiva, dicendo di fare questo, fare quest'altro e quant'altro, voi capite che la responsabilità dell'ente concedente, quindi che finanzia, c'è ed è grande.

Ora la situazione dei Consorzi di bonifica, per quanto riguarda la forestazione, non è diversa dalla situazione di Calabria Verde. 

La Regione nel corso degli anni non ha avuto le risorse necessarie a coprire tutto il periodo dell'anno, ha fatto dei Piani attuativi per step. Innanzitutto, il Piano attuativo non è stato mai fatto all’inizio dell'anno, ma si faceva verso giugno, dopodiché il Piano attuativo copriva fino ad ottobre; ad ottobre non si diceva ai Consorzi di sospendere i lavori o di licenziare, o attivare la cassa integrazione per fine fondi, che per fine fondi non si poteva fare, perché il Piano attuativo avrebbe dovuto coprire tutto l'anno, almeno come aspetto di progettazione, e quindi si continuava. Dopodiché si elargivano ancora risorse dall'anno, rinviando le ultime mensilità all'anno successivo e così di seguito.

Oggi che siamo alla fine della forestazione, il 2024 finisce la forestazione, a meno del fondo sollievo e a meno di qualche giovane in provincia di Reggio, perché a Reggio, a cavallo della 442 furono inseriti, nell’83, lavoratori.

Ma, a meno di questo, la forestazione finisce, e così facendo si è arrivati, almeno secondo i miei calcoli, al deficit di un anno intero, cioè un anno intero di forestazione che la Regione non riesce a pagare. Perché? Perché c'è da pagare il trattamento di fine rapporto ai lavoratori.

Nel momento in cui - e questo non lo dico per i Consorzi, lo dico per la forestazione e per  tutti - le risorse non bastano a coprire l'anno e però i lavoratori si sono pagati, e le fatture che sono contenute in limiti strettissimi, i Piani attuativi prevedono passino il 2,5 per cento della manodopera, sono pagate, gli enti le spese generali le hanno prese, prima era il 10, poi l’8, il 6 il 3,5  però l'hanno prese, altrimenti l’ente non sapeva cosa fare a gestirle, rimane la sostanza: il trattamento di fine rapporto, fine rapporto lavoro, e rimane la contribuzione dovuta all’INPS.

Questa situazione che è nei Consorzi di bonifica noi la troviamo, pari pari, in Calabria Verde o nell’Afor se non c'è stato il trasferimento.

Che questo sia vero non lo dice la narrazione orale, vi leggo un passaggio che abbiamo riportato, ma già nel 2007, riporto la Sezione controllo della Corte dei conti, che dice: “…di contro sembra emergere l’utilizzo improprio degli accantonamenti TFR talora fungendo essi con una sorta di riserva di liquidità da attingere alla stregua di un anticipazione di cassa per poter corrispondere le paghe degli OIF negli ultimi mesi dell'anno”. Quindi, Presidente, la nostra non è una narrazione orale. Qualcuno dovrebbe averla letta, ma ritengo che lo sappia.

Allora, in questa situazione i Consorzi vantano dei crediti, abbiamo presentato il prospetto, non vorrei dire una cifra sbagliata, il prospetto decreti, abbiamo presentato che al 31-12-2020, perché noi questo rapporto l’abbiamo fatto nell'estate del 2021, quindi il riferimento 2020, è di euro 65.218.517,00; questo importo costituisce praticamente il TFR che deve essere pagato ai lavoratori e i contributi da versare all'INPS, non altro.

Per il riconoscimento di questi crediti già in passato, nel 2012 non vorrei sbagliare, fu costituita una Commissione che doveva fare la ricognizione. La Commissione, allora, fece la ricognizione, uscirono due delibere per tutti i Consorzi, la prima per 10 Consorzi, la seconda rettificava il Consorzio Basso Ionio reggino, per complessivi 25 milioni, però nella delibera scrissero presunti, perché fu imposto scrivere presunti. Questa è narrazione orale però non si scrive! Fu imposto scrivere presunti e questa cosa è rimasta appesa, poi si è andati avanti, non si è chiusa.

Non si è chiusa, e già nel 2017 il Consiglio regionale all'unanimità adottò la mozione 91 in cui individuò le cause dei dissesti dei Consorzi di bonifica, che sono quelli che vi ho detto, e le scrive tutte, e poi invitava la Giunta regionale provvedendo per step, nei vari anni, a chiudere questa situazione. Di quella mozione esiste solo la mozione, alla mozione non è stato dato seguito. Peraltro - e questo lo voglio dire - il risultato di questa Commissione è che nel 2019 forse - nel 2017 è stata approvata la mozione - vieni insediata un'altra Commissione, sempre per ricostruire i crediti dei Consorzi di bonifica, anzi la precedente doveva ricostruire i crediti anche dell’Afor, nella seconda Commissione solo dei Consorzi di bonifica. Non risulta che quelli dell’Afor siano stati fissati, stabiliti, o definiti. A questa Commissione viene dato tempo, nella delibera di Giunta, fino al 30 novembre 2021. I risultati non sono noti ad oggi.

Ora, a me non sembra questo il modo di procedere, poi una Commissione che deve lavorare 2 anni per stabilire un credito che è semplicissimo, perché per legge tutti dobbiamo avvalerci del CED regionale per fare le paghe, e questa è una cosa saggia in modo tale che si evita che tra vari soggetti si applicano i contratti in maniera diversa, però il CED regionale ha i dati.

L'altro aspetto che si trova in tutti i Piani attuativi sono le fatture. Limite massimo 250? Non si può superare? E quindi è chiaro l'altro aspetto sulle spese generali.

Io ritengo che per fare una ricognizione su questo, con 11 soggetti, potrebbero bastare 15 giorni, un mese, due mesi. Due anni e mezzo per fare questo non mi sembra un tempo normale, a meno che non sia un qualcosa per menare il can per l'aia, dimenticando però che ogni anno che passa la situazione si aggrava, perché ogni anno, anche nel 2021, la Regione Calabria non ha avuto le risorse, non per i Consorzi, ma per Calabria Verde e i Consorzi, l'intero periodo dell'anno avendo il personale trasformato a tempo indeterminato.

Noi siamo stati propositivi e nel documento, nell'appendice del documento, abbiamo proposto - e ritengo che sia la cosa saggia -: 1. Vorrei che questa Commissione - non l'ha fatto e vorrei, Presidente, che lo facesse – sollecitasse, se può, la Commissione affinché oltre che il debito-credito accerti la qualità del credito degli enti. Nel senso che, quant'è il TFR?

PRESIDENTE

Anche del debito.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Certo. Quant’è il TFR e quant’è la contribuzione INPS?

Poi abbiamo detto ancora di più. Per quanto riguarda il TFR che la Regione crei un fondo dove gli enti fanno la liquidazione a soggetto quando va in quiescenza, in modo tale che questi soldi non passino attraverso le casse del Consorzio; questo per dimostrare che non abbiamo alcun interesse, perché il problema della forestazione, anche nei Consorzi di bonifica, è un problema della Regione. Non sono i Consorzi che chiedono crediti fasulli o vogliono con il credito della forestazione far sembrare chissà che.

Il problema è semplicissimo.

Noi chiediamo che per il TFR, si faccia un fondo presso la Regione e non vengono dati i soldi ai Consorzi. Ancora, con l'INPS, se la Regione dialoga con l'INPS anche a livello regionale, insieme ai Consorzi, e ha le risorse, la partita INPS può essere chiusa con migliori somme, con migliori somme, però bisogna agire.

Terza cosa: ai Consorzi vanno riconosciuti - ecco perché la Commissione deve fare - quella parte di risorse che il Consorzio ha pagato, perché il lavoratore, che è andato in quiescenza e non c'erano i soldi per pagarlo, a volte si è rivolto al legale. Il legale ha fatto gli atti all’ente. L’ente ha pagato con risorse, prendendole, comunque, le aveva disponibili e quindi queste le deve restituire. Stessa cosa con la contribuzione.

L'INPS, in alcuni casi, ha fatto gli accertamenti e il Consorzio ha dovuto pagare e in quel caso questa rappresenta una partita che va riconosciuta ai Consorzi. Se il Consorzio ha dei debiti nei confronti della Regione, li ha per motivi indotti perché i Consorzi i debiti li fanno per motivi indotti, non li fanno perché li vogliono fare.

I Consorzi sono soggetti che non devono avere degli utili e se c'è una situazione debitoria è perché il Consorzio è indotto all'indebitamento. Per esempio, ve ne racconto una, l'abbiamo pure scritta qua: si tratta di quello che si continua a fare con i finanziamenti, per esempio, dello Sviluppo Rurale, si applica la legge 46 con la compensazione che è legge che si applica alle imprese agricole.

Purtroppo un deficit di comunicazione fra AGEA-ARCEA, ma una mancata presa di posizione del Dipartimento, ha comportato che, avendo realizzato le opere che – ripeto - sono di proprietà della Regione, con le imprese presenti che devono pagarsi lo stato d’avanzamento, la Regione ha applicato la compensazione. Oppure un'altra situazione in cui il Consorzio è costretto ad indebitarsi…, mi sono dimenticato per i tre Consorzi di Cosenza che nei Piani industriali, nella casella uscita, è stata accollata, a questi tre enti, una quota parte del mutuo che la Regione autorizzò nel 2006 a contrarre per la liquidazione del Sibari-Crati. Il 50 per cento ricade sui tre Consorzi, pro-quota, in corrispondenza del territorio dell'ex Sibari-Crati che è stato loro assegnato.

Quindi, i Consorzi stanno pagando, in alcuni casi abbiamo pagato, siamo arrivati al 50 per cento, alcune rate non sono state pagate e queste costituiscono forma di debito nei confronti della Regione perché la Regione ha dovuto prestare per legge la fideiussione, perché i Consorzi non hanno patrimonio, e, dove ha pagato la Regione, questo può costituire un credito da parte della Regione nei confronti dei Consorzi.

Questa è la situazione.

Esistono, poi, dei provvedimenti urgenti, perché io ho sempre detto primum vivere deinde philosophari. Allora che si cerchi di ripristinare i contributi - le spese generali della forestazione non è possibile - previsti dalla legge nei confronti del Consorzio di bonifica, soprattutto dopo un periodo di pandemia, che ha provato un po' tutti; nel 2020 li abbiamo avuti anche se lì fu fatta una delibera in cui dice eventualmente li tratteremo su situazioni, su crediti dei Consorzi, però non si arriva a determinarli, e quindi stabilire, innanzitutto, questa questione.

Per quanto riguarda l'ex Sibari-Crati, lì finanziare, perché il personale c'è, personale di campagna c'è ed è un costo eccessivo, o si trovano soluzioni con i sindacati, però ritengo che non se ne possono fare perché diventano contro legge, perché sono a tempo indeterminato, oppure in quel caso si applica quello che è previsto nel Piano industriale con il finanziamento degli interventi di manutenzione straordinaria da fare con questi lavoratori. Questa è la situazione.

Forse sono stato un po' dispersivo, però è tutto scritto, adesso lo depositiamo e quindi rimane agli atti un dato certo.

Rimaniamo in attesa, ma siamo pronti a collaborare, perché vorremmo che la situazione dei Consorzi di bonifica venga indagata in tutte le sue sfaccettature; ogni situazione è comprovata da atti e non da narrazione orale. Quindi, crediamo nel buon senso di tutti, ma anche perché i Consorzi di bonifica, poi, - è noto a tutti - si sono classificati nel PNRR come una delle migliori Regioni in Italia; la Sicilia ha presentato zero progetti ammissibili. I Consorzi calabresi hanno presentato 250 milioni di progetti ammissibili, dichiarati ammissibili, non finanziati perché il budget della Misura 3 è 800 milioni, che hanno ridotto a 520, per cui in Calabria saranno finanziati solo 60 milioni, almeno attualmente, e gli stessi progetti posso trovare collocazione e finanziamento con la legge 178.

Quindi i Consorzi hanno dimostrato che le loro strutture lavorano, hanno dimostrato che il loro interno è di qualità, perché vedere Consorzi ai primi posti in graduatoria, addirittura al primo, ed essere calabresi significa che le strutture consortili servono.  

Sempre sul PNRR, noi come ANBI - io ne ho parlato personalmente anche col Presidente il quale è convenuto - stiamo lavorando e abbiamo già mandato la bozza per l'intesa, un protocollo di Intesa con la Guardia di Finanza, perché noi vogliamo lavorare in tranquillità.

Sull'appalto c’è la legge regionale che prevede che i Consorzi di bonifica si servono della SUA, però la prassi instaurata con la SUA è che noi scrivevamo “Ho da fare questa gara”, poi, la SUA mi risponde “Fattela tu!”.

Bene, noi le gare dei finanziamenti PNRR vogliamo che le faccia la SUA, a cui daremo tutto il supporto necessario del nostro personale tecnico e tutta l'assistenza necessaria, però vogliamo che le gare le faccia la SUA.

Questo è come i Consorzi calabresi vogliono presentarsi all'esterno.

Ci aspettiamo una mano da parte di una Regione che è stata matrigna, da parte non tanto della politica regionale, ma da parte della burocrazia regionale. La burocrazia regionale dei Consorzi, che sono vittime, vuol fare dei carnefici e non è così. Voi avete l'opportunità di verificare, perciò l'abbiamo scritto, di visionare i documenti, che noi citiamo, in modo tale da poter ristabilire la verità.

Trovate le soluzioni e troverete sempre i Consorzi pronti a collaborare. Grazie

PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente. Volevo capire se lei ha un dato definitivo, complessivo e certificato del credito vantato ad oggi dai Consorzi nei confronti della Regione.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

No.

Ho dimenticato di dire che la Regione Calabria ha pensato bene di revocare la delibera che riguardava la prima Commissione, per cui i Consorzi hanno fatto ricorso al TAR. Sto parlando della forestazione.

PRESIDENTE

Questo nel marzo 2021, vero? Come avevamo detto già nella scorsa seduta di Commissione, noi siamo assolutamente disponibili perché riconosciamo il valore dei Consorzi di bonifica, per cui è importante anche ribadire questo.

Noi abbiamo voluto procedere con questa indagine ricognitiva proprio per avere un'idea chiara e per far venire fuori tutte quelle che possono essere le criticità, le discrasie e per poter, poi, una volta conosciuto il problema, cercare di trovare la soluzione più adatta, più adeguata.

Quindi, si parte da questo presupposto e vi ringraziamo per la collaborazione e per la presenza di tutti oggi, anche questo è assolutamente da apprezzare.

A proposito, ho dimenticato una cosa che, invece, non dovevo dimenticare: ho sentito ieri il Presidente di Coldiretti, che era stato convocato insieme a voi, e gli ho chiesto di non venire perché ci sarà un'altra seduta di Commissione nella quale saranno sentiti, invece, Confagricoltura, Copagri, e CIA insieme a Coldiretti. Faremo, quindi, una seduta a parte, altrimenti questa seduta sarebbe stata, veramente, infinita se ci fossero stati altri partecipanti. Dunque, abbiamo preferito rinviare l'audizione di Coldiretti insieme alle altre. Questo è un inciso, perdonatemi se non l'avevo detto prima. 

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Presidente, posso aggiungere una cosa? Visto che in audizione chiamerete le organizzazioni professionali agricole, poiché fra i compiti della Regione non c'è solamente la vigilanza ma  anche la tutela, noi vorremmo capire perché la riforma fu firmata e sottoscritta da tutte le organizzazioni agricole, salvo che poi si sono tirate fuori. Il problema che si sono tirati fuori è che da noi, mentre al Nord i ruoli di contribuenza vengono incassati al 90-92 per cento, qui da noi non raggiungiamo il 60 per cento. Poi c'è tutta la partita dei tributi.

PRESIDENTE

È un'altra partita quella! Se ci consente vorremmo farle qualche domanda prima di passare la parola agli altri Presidenti, in maniera tale da cominciare a chiarirci un po' le idee. Lei prima diceva che con una nota si è fatta la trasformazione, nel famoso 2003-2004, degli operai forestali da tempo determinato a tempo indeterminato. 

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Dicembre 2003, gennaio 2004.

PRESIDENTE

Da quella data ad oggi, poi, non sono state fatte più assunzioni a tempo indeterminato nei Consorzi?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Assolutamente no, parliamo di forestazione.

PRESIDENTE

E invece negli altri ambiti?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Negli altri ambiti si, cioè noi dobbiamo distinguere: la forestazione nei Consorzi di bonifica è una partita di giro, nel senso che finanzia dei progetti da eseguire. È chiaro che la legge blocca le assunzioni per il personale della forestazione, altro è il personale della bonifica. È chiaro che sono state fatte assunzioni.

PRESIDENTE

A tempo indeterminato, quindi, anche con una situazione così precaria?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Sì, però lei capisce che… non lo so se siano state fatte a tempo indeterminato, comunque se nell'ufficio manca il responsabile di ragioneria è chiaro che il Consorzio lo assume

Tenga presente che i Consorzi sono stati indotti al dissesto, però i Consorzi sono sempre soggetti che hanno un’autonomia funzionale riconosciuta dalla legge.

PRESIDENTE

Certo, ma come Enti pubblici dovrebbero pure garantire i principi di economicità. No? Credo di essermi fatta un'idea, penso forse un po' tutti noi.

Noi siamo forse convinti che le responsabilità del cattivo andamento - fatemi passare questo termine - dei Consorzi siano condivise. Non per tutti vale la stessa cosa, probabilmente c'è qualcuno che invece è stato più virtuoso di altri, qualcuno invece meno virtuoso. Ecco il perché della convocazione di tutti i Presidenti oggi pomeriggio, oltre che per l'urgenza di risolvere questa questione e per venire a conoscenza dei fatti, anche sentire le parti interessate, proprio perché vogliamo sentire le due campane rispetto a quelle che sono le verità che verranno fuori.

La verità dovrebbe essere unica e dovrebbe, poi, consentirci di procedere - lo ribadisco - a trovare soluzioni sempre con la massima collaborazione.

Dire “indotto dalla Regione” forse fino a un certo punto potrebbe anche starci, però poi ci sono delle cose che vengono fuori, ad esempio il discorso del TFR. Il TFR della forestazione scade nel 2024, quindi nel 2024 la Regione Calabria si ritroverà ad avere questo problema che noi dovremmo, in qualche maniera, risolvere e lei proponeva la costituzione di un fondo dedicato e destinato. Ma i fondi del TFR, che arrivano per il TFR, dovrebbero essere vincolati. Come si fa a fare pagare con i fondi del TFR altro e poi ritrovarsi i contenziosi?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Stiamo parlando sempre della forestazione?

PRESIDENTE

Stiamo parlando del TFR dei dipendenti dei Consorzi di bonifica.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Presidente, la prego.

PRESIDENTE

Mi hanno riferito che c'è gente che è andata in pensione l'anno scorso.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma è forestale o no?

PRESIDENTE

Sono dipendenti dei Consorzi di bonifica.

Ora che lei faccia la distinzione tra forestali e operai addetti alla bonifica poco importa, nel senso che il Consorzio è quello e fondamentalmente le somme che non sono state versate per un TFR di un dipendente che sia forestale o che sia operaio di bonifica non credo faccia la differenza. Alla fine, quando un impiegato va in pensione dopo tanti anni si aspetta di trovare un TFR.

Questa era, di massima, la cosa che volevo rappresentare. Mi pare di capire che ci siano state delle discrasie anche lì.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Allora, se noi parliamo della forestazione, ove la Regione avesse dato la copertura di tutti gli anni in termini di finanziamento e il Consorzio ne avesse fatto un altro uso, e quindi non può pagare la quiescenza al lavoratore andato in pensione, questo sarebbe grave ed è reato penale. Ma nella forestazione non è questo il caso.

Per quanto riguarda i Consorzi di bonifica, Presidente, le ho fatto leggere i 4 punti in cui i Consorzi di bonifica hanno garantito i servizi a debito, perché le risorse sono state tagliate, portate a zero. Non riusciamo a pagare gli stipendi, lei può pensare che i Consorzi accantonino il trattamento di fine rapporto? Per cui……

PRESIDENTE

Per legge si dovrebbe.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Se ho i soldi.

PRESIDENTE

E quindi se non si hanno i soldi, si prendono quei soldi per farci altro.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Presidente, le entrate del Consorzio sono: 1. i ruoli di contribuenza…

PRESIDENTE

Appunto.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Le sto dicendo che se si raggiunge il 60 per cento della contribuenza da noi adesso è grasso che cola.

PRESIDENTE

Adesso significa in periodo di pandemia?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Adesso che abbiamo i Piani di classifica e in passato la nostra contribuenza è stata considerata illegittima, quindi è stata oggetto di ricorsi dappertutto.

Quindi, se le entrate sono: i ruoli di contribuenza, i contributi regionali, e le ho spiegato che in termini di 10 anni sono stati sottratti 25 milioni eccetera, eccetera…

In presenza di mancanza di risorse, con la difficoltà di pagare i salari e gli stipendi, i salari ai lavoratori di campagna del contratto dei Consorzi di bonifica e gli stipendi agli impiegati, lei può pensare che il Consorzio è in condizione di aver accantonato il TFR?

PRESIDENTE

Glielo chiedevo, solo per avere una conferma.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Perché due sono le cose e questo porta, ha portato anche a volte a non pagare i contributi a non versare i contributi. Non i contributi a carico del lavoratore, i contributi a carico del datore di lavoro. I Consorzi, a distanza di 10 anni dalla riforma, sono vivi per miracolo e hanno garantito comunque i servizi, qualcuno che ha qualche anno in più, prima del 2010…

PRESIDENTE

Per garantiti i servizi, chiedo scusa, che cosa s‘intende?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

I servizi significa fare la gestione e la manutenzione degli impianti di irrigazione.

Ha sentito lamentele? Prima c’erano lamentele, quando c'era la gestione commissariale, gli agricoltori si lamentavano. Il servizio irriguo è garantito? Sì. La manutenzione dei fossi di colo avviene? Sì. Questi sono i due costi che portano poi al tributo consortile, in pratica. Tributo che, però, ripeto, non viene pagato. Qua di tutti i soggetti interessati intorno ai Consorzi di bonifica - per me, è un mio giudizio - fino ad oggi nessuno ha fatto il proprio dovere: la Regione no, gli agricoltori no.

PRESIDENTE

E siamo d’accordo, su questo siamo assolutamente d’accordo. C’è qualche mancanza da una parte e dall’altra.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

In queste condizioni, lei mi chiede del lavoratore che va in pensione? Innanzitutto il TFR lo prende. Lo prende con ritardo. Poi vorrei ricordare una cosa.

PRESIDENTE

Lo prende – io ho saputo - in alcuni Consorzi, dopo un contenzioso.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Presidente, io capisco che lei faccia politica però dovrebbe pensare una cosa, lo Stato ha fatto…

PRESIDENTE

Non è politica, io sto cercando di riportare le sollecitazioni dei lavoratori o di quelli che erano i lavoratori che sono andati in pensione e qualcuno aspetta il TFR da tre anni e glielo danno a rate.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Parliamo del Consorzio azienda, non della forestazione.

PRESIDENTE

A noi non interessa la distinzione, stiamo parlando dei Consorzi.

Quello che dice lei sul discorso della forestazione e dei fondi della forestazione è chiaro ed è acclarato. C'era, tra le altre cose, una mozione del Consiglio regionale su questa cosa. C’era il riconoscimento di un debito di 25 milioni di euro, se non ricordo male.

Quello è acclarato, fermo restando che si dovrà procedere con un confronto. Questo usciva fuori dalla precedente seduta della Commissione in cui erano presenti i dirigenti. Lo dicevano loro stessi: ci sarà un confronto con ogni singolo Consorzio per cercare di raccapezzarsi e di capire, effettivamente, quelle che sono le cifre, il dare- avere per mettere la parola fine e ripartire.

L'idea di questa Giunta regionale, di questo Consiglio, quindi di questa Commissione, è quella di rilanciare i Consorzi. Noi stiamo andando in quell'ottica, però dobbiamo fare chiarezza fino in fondo, cercare di capire e assumerci ognuno le proprie responsabilità, se vogliamo ripartire con un rilancio.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Guardi una cosa, i lavoratori del contratto della bonifica il TFR se lo sono pagato. Cioè, le proteste le arrivano da chi è andato in pensione quest'anno, l'anno scorso.

Beh, io vorrei ricordare, però, che lo Stato - e lo Stato può ma noi no - ha fatto una legge e il TFR viene pagato dopo due anni per i dipendenti dello Stato. Non ho capito perché noi non possiamo… va bene.

Noi siamo in ritardo nel pagamento del TFR dei nostri lavoratori, ma di un anno, un anno e mezzo, con alcuni abbiamo fatto i contratti col sindacato dove abbiamo fatto la rateizzazione, ma non veniamo meno agli impegni che il Consorzio, come azienda, assume con i propri dipendenti. Altro è la forestazione.

Il problema qual è? E’ che nei discorsi da bar - di questo si tratta - quando si parla di Consorzi bonifica le cose si mescolano: forestazione, Consorzi, bonifica, eccetera. E non è così.

PRESIDENTE

Non mi pare che siamo in un bar però, Presidente, mi perdoni.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

È chiaro che il lavoratore appena va in pensione si raccomanda per avere il TFR.

PRESIDENTE

Non si raccomanda, sanno che la Commissione sta affrontando questo tema che, naturalmente, è interesse sia degli agricoltori della Calabria sia dei dipendenti dei Consorzi che avanzano mensilità; qualcuno avanza 6 mensilità, qualcuno ne avanza 4, qualcuno ne avanza 3, oltre al dramma del TFR che ribadivo prima.

Non più tardi di ieri mattina, ho sentito uno di questi dipendenti, anche sindacalista di un Consorzio, che diceva che c'è un suo ex collega che è andato in pensione da 3 anni e da 3 anni non percepisce il TFR; ha dovuto aprire un contenzioso e gli stanno dando a rate quella parte di TFR. Giusto per precisare questa cosa.

Ci sono anche dipendenti che hanno chiesto - questa è una cosa gravissima, ancora più grave di quella del TFR se possibile - una cessione del quinto dello stipendio a compagnie bancarie, assicurative, eccetera, eccetera, che hanno avuto la decurtazione in busta paga per l'importo della cessione del quinto e dopodiché si sono ritrovati con un contenzioso con la banca, perché l’Ente non ha versato l'importo previsto per la cessione del quinto.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Potrebbe essere, però le dico questo.

PRESIDENTE

E’ grave! Non sono sciocchezze, non sono bazzecole.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Questi sono problemi che qualunque lavoratore con la sua azienda ha.

PRESIDENTE

Se stiamo parlando di Regione Calabria, non esiste che un Ente possa fare una cosa del genere e farla passare come se fosse una quisquilia. Parliamoci chiaro, diciamoci le cose come stanno.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Non è una quisquilia, non la sto sottacendo, il problema è un altro. Questi problemi - ce ne sono dappertutto, ma ci sono in tutte le aziende d'Italia - di conseguenza sono questioni che il lavoratore deve risolvere con il Consorzio. Il Consorzio non è un ente strumentale della Regione Calabria, il Consorzio ha una sua autonomia funzionale, fino a che noi non interloquiamo con la Regione, per la parte che riguarda la Regione. Per quanto riguarda l'altra parte, ci sono situazioni… io conosco Consorzi in cui queste situazioni ci sono, ci sono situazioni che si possono creare.

PRESIDENTE

Sono indifendibili queste. Per quanto mi riguarda, queste sono indifendibili.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma per particolari difficoltà, non credo che ci sia la non volontà di farlo.

PRESIDENTE

E non lo so, poi verificheremo man mano. Ha chiesto di intervenire il vicepresidente della Commissione, il consigliere Tavernise, per porre qualche domanda. Ne ha facoltà.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Sì. Grazie, presidente Gentile.

Intanto, grazie presidente Leonetti, l'ho ascoltata attentamente, ha fatto un report sia scritto sia orale, come piace definirlo, molto accurato.

Faccio una piccola introduzione: noi siamo qui per cercare di risolvere quelli che sono i problemi, capisco che, magari, nel passato ciò non è mai successo, però noi ci siamo insediati 4 mesi fa e questa praticamente è la terza seduta di Commissione. Nella seconda e terza seduta ci stiamo occupando dei Consorzi proprio per cercare di capire fino in fondo qual è la situazione.

Noi, due settimane fa, abbiamo convocato, come ha detto il Presidente, il direttore generale del Dipartimento agricoltura, l'ingegner Giovinazzo, proprio per avere lumi su questa questione. Sia col Presidente ma anche con il segretario e collega Graziano, abbiamo detto che se i Consorzi di bonifica vantano dei crediti - e sicuramente li vantano - è giusto che la Regione li paghi fino all'ultimo centesimo. Quindi su questo stia tranquillo che con noi sfonda una porta aperta e abbiamo detto la stessa cosa, non lo sto dicendo per piaggeria davanti a voi.

Abbiamo detto la stessa cosa due settimane fa, davanti ai responsabili dei Dipartimenti regionali. Quindi su questo non ci piove. Loro ci hanno risposto che stanno facendo, adesso, l'ennesima operazione verità e l'ennesimo riconteggio. Noi li abbiamo sollecitati ad accelerare questa operazione verità, come loro l'hanno definita.

Lei ha detto bene prima: noi facciamo politica e abbiamo un ruolo importante ed è quello di difendere - o almeno io lo porto avanti così, ma penso anche i miei colleghi - l'onore della Regione Calabria. Francamente, come già dicevo due settimane fa, non è bello leggere quotidianamente articoli di giornale su lavoratori che protestano, che salgono sui tetti perché vantano stipendi, e sentire voi Consorzi di Bonifica che vantate, giustamente, dei crediti dalla Regione Calabria. E’ una situazione che si deve chiudere il prima possibile.

Però lei sa - se non lo sa glielo dico io - che noi abbiamo il 70 per cento del bilancio regionale che è finalizzato al finanziamento della sanità e arriviamo al 90 o più per cento di bilancio completamente ingessato. Diciamole chiaramente queste cose.

Penso che forse ci sia stata un po' di superficialità negli anni sulla questione Consorzi, però è anche vero che la Regione Calabria non può trovare tutti questi soldi dalla mattina alla sera. Tolto ciò, si deve impegnare per risolvere il problema. E su questo ci deve credere, nel senso che noi siamo qui in buona fede per cercare di trovare una soluzione. Non stiamo attaccando assolutamente nessuno.

Chiudo questa parentesi introduttiva per una questione di credibilità di questa Assise e della Commissione.

Su questo, quindi, può stare assolutamente tranquillo.

Per quanto riguarda il resto però, poiché io faccio parte dei vostri contribuenti, avendo anche io nel basso Ionio Cosentino degli appezzamenti di terreno - pago annualmente la quota che devo versare ai Consorzi - ci sono delle cose però su cui non sono d'accordo con lei.

Perché lei ha fatto due, tre affermazioni importanti dicendo che i Consorzi di Bonifica continuano ad avere dei debiti perché non vengono pagati dalla Regione Calabria e quindi sono indotti a continuare ad avere dei debiti. Però, lei mi insegna, perché è molto più grande di me, che se in una casa c'è una situazione debitoria esistente, in una famiglia c’è una situazione debitoria esistente, si cerca il modo di risolvere questa posizione debitoria. Penso che questo lo abbiate fatto perché lei ci ha ripetuto a più riprese che avete cercato in tutti i modi un confronto con la Regione. Mettiamo conto che questa questione non si è risolta perché la Regione Calabria, gli uffici Regionali, sono stati un po' superficiali in questo. La voglio far passare così…

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma non solo con i Consorzi, se parliamo della forestazione è generale.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Assolutamente. Mettiamo anche la forestazione. Detto ciò, però, noi abbiamo un dato di fatto - lei ha ben chiarito i numeri – e cioè che questa situazione continua ad aumentare, questa posizione debitoria continua ad aumentare, perché, mentre sono stati ridotti i trasferimenti da parte della Regione ai Consorzi, d'altra parte i Consorzi hanno continuato ad assumere personale.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Non è vero.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Come non è vero? Ci sono tanti articoli di giornale.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma gli articoli di giornale mentono sapendo di mentire.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Devo prendere le delibere?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Io ho fornito al Presidente dei dati, oggi daremo, a questo punto, il quadro generale. Nei 10 anni i Consorzi di Bonifica sono passati, dico a spanne, da 700 unità a 500.

 TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

E se io le dico che invece c'è il Consorzio di Bonifica della sibaritide che lo scorso anno ha assunto 30 unità? Lei mi dice che è una falsità oppure che me lo sono inventato? Tutti responsabili amministrativi.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

E va beh!

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

E va beh, no, non va bene.

Mi ha appena detto una cosa che non è vera.

Direttore Blaiotta, le risulta che il suo Consorzio abbia assunto nuovo personale pochi mesi fa?

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Certo. 58 sono andati in pensione e 30 sono stati assunti.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Io sto dicendo un'altra cosa.

Difatti noi stiamo facendo un quadro…

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

È giusto. Noi l'anno scorso, cioè nel 2020, abbiamo assunto 32 persone di campagna e nel report e anche nella delibera c'è scritto che dal 2012 al 2020 noi avevamo avuto 58 pensionamenti oppure gente che comunque si era dimessa.

Quindi, arrivati nel 2020 - li abbiamo assunti nel mese di agosto - in piena pandemia. Che cosa significa? La pandemia ha accelerato questo processo, perché noi ci potevamo trovare da un momento all'altro in diverse squadre - perché noi operiamo da Rocca Imperiale fino a Cariati - con persone contagiate col Covid e, quindi, ci potevamo trovare nel mese di agosto e settembre, che sono i mesi di più carenza idrica - da agosto in poi, perché fino a luglio riusciamo a combattere con più facilità, ma da agosto fino a settembre sono i mesi più carenti – in difficoltà, allora siamo corsi ai ripari assumendo 32 persone a 51 giornate. Nel report che abbiamo fornito c'era un risparmio di oltre 250.000 euro, rispetto alle unità che c'erano prima.

Questo nel 2020. Poi, insieme alle 32 unità di personale di campagna, abbiamo assunto 8 ingegneri, perché noi abbiamo iniziato a fare i progetti. Questa è una cosa che volevo dire dopo, ma visto che sto intervenendo, se mi consentite lo dico, altrimenti posso intervenire dopo.

PRESIDENTE

Prego, continui.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Abbiamo assunto 8 ingegneri sempre a tempo determinato e abbiamo consegnato per il 25 di settembre 10 progetti, per una somma di 160 milioni, a settembre. Adesso il 15 di marzo, quindi lunedì prossimo, approveremo altri 15 progetti per 156 milioni. Quindi con questi ingegneri e con quelli che avevamo già in essere, ma era molto esiguo il numero evidentemente, abbiamo proceduto a fare 25 progetti per 318 milioni di euro.

Perché abbiamo fatto questo? Perché il treno passava adesso, onorevole.

Quindi, non potevamo non presentare il progetto sul PNRR al 25 settembre e non possiamo non presentarlo entro il 15 di marzo. Stiamo lavorando anche di notte. Mentre noi siamo qui c'è una squadra che sta lavorando perché siamo filo filo, e mi dispiacerebbe non riuscire a presentare qualche progetto perché c'è questo rischio. Noi cercheremo di riuscirci.

Nel frattempo che abbiamo fatto questi 25 progetti, stiamo portando avanti 17 cantieri per 80 milioni di euro.

L'esecuzione, voi mi insegnate, cosa significa. È difficile portare avanti 17 cantieri contemporaneamente in esecuzione, tra direzione, variante, prezzi che sono andati alle stelle, ditte che ci fanno riserve, ditte che vogliono rescindere il contratto e la pandemia. Tutto questo è successo nei due anni della pandemia. Ecco, questo è il quadro. Poi potrei continuare…

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Quindi sono 40 unità complessivamente?

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Che cosa?

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Le assunzioni a tempo determinato.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Trentadue più otto, adesso non ricordo, ma c'è la delibera.

PRESIDENTE

E figure amministrative?

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Figure amministrative no, forse una sola.

Abbiamo ingegneri, agronomi, periti agrari, geometri, un geologo. Tutto ciò che serve per i progetti, ma hanno firmato i progetti, onorevole. Quindi, tutto quello che io sto dicendo lo possiamo leggere sulle testate dei progetti e lo possiamo vedere anche sui cantieri in itinere.

Poi, tra il 2020 e il 2021, abbiamo fatto 20 gare per aggiudicazione lavori, tutti andati a termine. Su due gare, abbiamo avuto due ricorsi al TAR e li abbiamo vinti tutti e due in questi due anni, sempre in piena pandemia. Questo è il quadro.

PRESIDENTE

Mi ha fatto piacere. Il Presidente aveva detto che non erano state assunte nuove unità.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

No, no, nuove unità, ma…

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Ma non sto dicendo che non è vero. Perché state tutti sulla difensiva?

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Assolutamente no.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Ho semplicemente detto che sono state assunte nuove unità. Il presidente Leonetti ha detto: “No, non è vero. Mi porti l'articolo dei giornali”. Lei mi ha detto che invece è vero, in sostituzione di chi è andato in pensione. Non è successo niente di grave.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Onorevole, ci mancherebbe, ma sicuramente noi non siamo sulla difensiva.

Le posso aggiungere un’ultima cosa e poi mi taccio?

Comunque sia, onorevole, dalle carte, dal report che citava il presidente dell'ANBI e dalle carte che ho - anch'io ho una relazione che poi vi posso lasciare agli atti - si evince che noi dal 2012 al 31 dicembre 2021 abbiamo 25 persone in meno, proprio come numero, 25 persone in meno.

Ma non è quella la cosa importante, onorevole. E che oltre alle 25 persone in meno che abbiamo sul totale, ne abbiamo 45 in meno a tempo indeterminato e questi 45, oltre i 25 in meno, sono a tempo determinato. E questo è il valore aggiunto che è più importante.

Quindi, 45 a tempo determinato in meno e 25 come totale. Lei capisce bene di che cosa stiamo parlando.

Ecco, questo dato è importantissimo, però va letto, va inserito in un quadro di valutazione che io mi rendo conto - noi siamo tanti anni che ci lavoriamo - non è semplice.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Presidente Blaiotta, noi siamo qua per capire tutte queste componenti e ci fa piacere che ci sia, non solo dal punto di vista economico, il presidente Leonetti, perché qua noi l'audizione di oggi ha come ordine del giorno: “Audizione per un’indagine ricognitiva sullo stato dei Consorzi di bonifica calabresi”.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Esatto, bravo.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Non stiamo parlando soltanto del debito che vantate. Noi dobbiamo anche far sì che questo ente funzionale e importante, per quello che avete detto voi nei vostri interventi, sia gestito al meglio.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Onorevole, noi oggi, se mi posso permettere a scanso di equivoci, non siamo venuti qua per venire a chiedere, siamo venuti qua a rispondere alle vostre domande, che è una cosa diversa.

È chiaro che nel mio ragionamento vi riferisco anche i soldi che noi vantiamo, ma io non sono venuto qui per dirvi questo, altrimenti perché ci avete convocato voi? Noi siamo venuti qua a rispondere alle vostre domande. E mi ha fatto enorme piacere che mi abbiate posto questa domanda, ci mancherebbe altro, perché ci date la possibilità di rispondere.

Le posso aggiungere un'altra cosa? All'opinione pubblica, fuori, può sembrare che i Consorzi di Bonifica vivano con le risorse della Regione Calabria.

Io qua ho un dato: nel 2010, il Consorzio che mi onoro di presiedere aveva un milione di contributi; nel 2022 abbiamo 113.000 euro, il Consorzio ionico cosentino ha 113.000 euro di contributo all'anno dalla Regione suddiviso sulle tre linee.

Quindi, le 5 mensilità a cui accennava prima l'ingegnere Leonetti, - noi stiamo pagando dal 2010 fino a novembre scorso, che è l'ultimo mese in cui il mio Consorzio ha pagato le retribuzioni – le stiamo pagando e non avremmo dovuto pagare ed equivalgono a 7 milioni e mezzo. Se noi avessimo avuto questi 7 milioni e mezzo o anche i 3 milioni, il 50 per cento, considerato che possiamo immaginare che la Regione è un po' in ritardo sulle cose, noi non avremmo avuto nessun TFR da pagare. Mi sono spiegato?

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Che ci sia un problema di riduzione dei trasferimenti, come è stato detto, non lo mette in dubbio nessuno, è nero su bianco. È chiaro e lo dobbiamo risolvere.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Questo non mi interessa, onorevole. A me quello che interessa oggi…

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

E come non vi interessa? Se non risolviamo questo problema, come ne veniamo a capo?

 BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

A noi interessa che voi ci chiediate che cosa abbiamo fatto in questo lasso di tempo.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Se mi fa parlare, arriviamo al punto.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Chiedo scusa. Ho approfittato.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Concludo il mio intervento, così poi passo la parola al collega Graziano.

Quindi, al di là della posizione debitoria che va chiarita, noi faremo pressione, presidente Leonetti, per far sì che si chiarisca prima possibile.

Lo so che lei è diffidente però noi siamo qui per questo, siamo qui per questo. Non dobbiamo sparare contro qualche Consorzio, stiamo cercando di venirne a capo noi come Commissione. Lo abbiamo messo come priorità della Commissione, più di questo non possiamo fare, punto primo.

Seconda cosa: gestione oculata di tutti gli 11 Consorzi, perché avendo questa posizione debitoria è chiaro che non possiamo permetterci che venga sprecato un solo euro.

Terza cosa: su quello che lei ha detto sul lavoro e sulla funzionalità dei Consorzi di Bonifica, e qui mi riferisco a tutti quanti voi 11, responsabili degli 11 Consorzi calabresi. Sull’irrigazione penso che, come lei ha detto, e su questo lo confermo e lo condivido, nessuno si lamenta o pochissimi contribuenti si lamentano di una mancata irrigazione.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Non pagano l’acqua. Questo è il problema. 

Non si lamentano, ma non pagano l'acqua che è gravissimo, perché l'acqua è un servizio a domanda individuale. Il problema è di cultura! Sono stati abituati ad avere, in agricoltura, la gestione gratis. Il problema è di cultura! Quindi pagare l'acqua, pagare il tributo. Si leggono articoli…

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Il 60 per cento lo paga il tributo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Onorevole, si chiede perché si parla di riforma, a parte l’assunzione, eccetera? Dobbiamo riformare i Consorzi, dobbiamo riformare i Consorzi.

Perché tutti sperano che con la riforma ci sia un periodo in cui, di nuovo, non si comincia a pagare.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

No, ma questo no. Guardi, comunque, la riscossione è al 60 per cento, giusto? Lei ha detto del 60 per cento. Vuol dire che 6 persone su 10 pagano. Dobbiamo far pagare gli altri quattro.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma non bastano.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Sicuramente. Però il problema è che i sei che pagano più gli altri quattro, per esempio, a noi eletti del territorio, lamentano il fatto che sull’irrigazione non c'è problema, ma c'è invece un problema sulla bonifica. Io le dico che non ho mai visto, personalmente, un operaio di un Consorzio di bonifica pulire il fosso per cui pago il tributo annualmente. Lei la sa questa cosa? Io non so, proprio fisicamente, come è fatto un operaio del Consorzio di Bonifica, se ha una divisa, se non ce l'ha.

Le posso garantire che come me ci sono centinaia di proprietari terrieri che non usufruiscono del servizio per cui pagano. Io sono tra quei sei che pagano.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Se vuole glielo spiego anche qua.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Eh certo! Siete anche qui per questo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Presidente, posso?

PRESIDENTE

Prego, prego. Sinteticamente, così poi lasciamo un po' di spazio anche agli altri, però questa cosa è importante ed è bene ribadirla e chiarirla.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Io sono a vostra disposizione fino a mezzanotte, l’una, quanto volete voi purché nei confronti dei Consorzi di bonifica la Regione eserciti la tutela. E’ chiaro?

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Siamo qua per questo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Perché questo ci è mancato.

PRESIDENTE

È quello che diceva lei: vigilanza e tutela. Assolutamente. Chiarissimo, d'accordissimo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Allora, rispondo all’onorevole Vicepresidente: la questione dei tributi sull’irrigazione è visibile, anche se lì abbiamo delle contestazioni. Perché? Il tributo Consortile che è il costo di manutenzione dell'impianto irriguo, lo deve pagare sia chi utilizza l'acqua e sia chi l'acqua non la utilizza purché ci sia l'impianto, che è il concetto del condominio. Cioè in un appartamento del condominio, sia che ci abito sia che non ci abito, le spese condominiali le devo pagare. Ma anche questo concetto è difficile. Per quanto riguarda invece il beneficio di conservazione, perché i benefici sono 2, uno è l’irriguo, che è un incremento di valore del terreno, la presenza dell'impianto, l'altro invece è un beneficio di conservazione.

Ora, i benefici di conservazione - non perché è nei piani di classifica, ma funziona così perché è un concetto idraulico - se l’ente di bonifica ha realizzato un'opera, anche se a valle, la contribuenza per la manutenzione dell'opera a valle compete a tutti gli immobili che ricadono nel bacino imbrifero, perché le acque che ricadono in quel bacino imbrifero dilavano e vengono poi raccolte a valle o vengono reggimentate attraverso opere briglie, eccetera, o canali e condotti.

Quindi, poi il Piano di classifica non stabilisce nulla, se non degli indici diversi, a seconda della distanza dell'immobile da quella che è l'opera.

Ecco perché.

Il concetto, invece, che è in molti nostri agricoltori è che io nel mio fondo non ho l'opera.

(voce fuori microfono)

D'altra parte, onorevole, il termine giuridico e i tributi di bonifica li ha stabiliti anche la Corte Costituzionale.

Non c'è un rapporto sinallagmatico tra un servizio e il pagamento del tributo; cioè, il contribuente non sta pagando un servizio in senso specifico al suo immobile.

Su questo non so se sono stato chiaro.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

In pratica, il servizio della pulizia è stato fatto a valle e, diciamo, lungo…

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

La manutenzione è stata fatta a valle.

Il bacino imbrifero, le cui acque vanno verso quello... è chiaro che contribuisce, in misura diversa dalla distanza dall'opera, ma quello è; è un principio idraulico ed è un concetto difficile da far capire.

Noi manchiamo anche di comunicazione. Abbiamo un deficit comunicativo che fa spavento, ed è così.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire il consigliere Graziano, segretario della Commissione. Ne ha facoltà.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

La ringrazio, Presidente. Grazie della parola.

Come è già stato rimarcato da chi mi ha preceduto, soprattutto dalla Presidente nell'illustrazione puntuale e completa che ha tenuto oggi, volevo chiederle – anche io le farò brevissime domande, anche per contingentare i tempi – lei ci ha illustrato tutto ciò in 4 - 5 punti, insomma, che avete fatto presente penso alla Regione con una relazione. E’ vero?

Questa relazione è stata trasmessa alla Giunta regionale?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Questa relazione, se non sbaglio, è stata trasmessa, sì.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

È stata trasmessa con nota sua, come Presidente?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Come Presidente dell'ANBI, e la trasmisi in occasione, forse, del problema del DEF...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Dell'ultimo DEF approvato dalla Giunta regionale a novembre.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Esatto.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Perché quel DEF cosa presentava di anomalo?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Quel DEF presentava…

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Lei si è sentito in dovere di fare questa relazione.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Allora, quel DEF dava la stura, com'era capitato prima, agli organi di stampa locali di uscire con titoli “I Consorzi di bonifica…” e via discorrendo.

Io scrissi all'assessore al bilancio, all'assessore all’agricoltura e, per conoscenza, al Presidente, e allegai questo report.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Quindi, dopo novembre, dopo l'approvazione del DEF in Giunta?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Sì, dopo, prima che venisse in Consiglio scrissi, trasmisi il report, allegai questo report e dissi che nel 2020 sul DEF 2020, la Giunta regionale aveva presentato un DEF quasi copia-incolla, e sta cosa l'avevamo rilevata in Assemblea, modificò il DEF, quindi quei riferimenti perché noi dicemmo: è vero che i Consorzi hanno 40 milioni di disavanzo, può darsi anche che siano di più; per cui, nel momento in cui tu dici che i Consorzi di bonifica hanno 40 milioni di disavanzo, ne devi indicare le cause e non farle apparire come una mala gestio dei Consorzi perché questo non rende un servizio né ai Consorzi di bonifica né alla Regione Calabria.

Poiché, nel 2021, il DEF era identico a quello del 2020 modificato dal Consiglio, io ritengo che la burocrazia regionale avrebbe dovuto prendere spunto già da un pronunciamento dell'Aula e non ripresentare lo stesso testo; invece, è stato presentato lo stesso testo.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Ho capito, Presidente.  E, in seguito a queste sue precisazioni, ha avuto altre interlocuzioni in seguito a questa sua nota? Ha avuto poi delle interlocuzioni per iscritto con la Giunta?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

No, su questo no.

Abbiamo contatti continui con l'assessore.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Questo lo immagino, ci mancherebbe altro. Volevo solo sapere se in seguito a questa precisazione c’è stata qualche interlocuzione su questi punti che lei aveva osservato e cioè che c’era un copia-incolla.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Su questi punti, la prima interlocuzione ce l’ho con questa Commissione.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Lei è stato molto attento, abbiamo visto che ha letto chiaramente i resoconti sommari dell’audizione che abbiamo avuto con i dirigenti regionali nell'ultima seduta di Commissione perché il problema che io vorrei mi fosse chiarito meglio è quello dei crediti della forestazione. A noi non è chiaro.

La Regione ad un certo punto vi ha detto che questi crediti della forestazione, che voi pensate di avere nei confronti della Regione, non li avevate più. Voi avete continuato a riportarli in bilancio?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

No, qua c'è un problema che va rivisto. Siamo a uno dei due aspetti. Abbiamo detto: tutela e controllo. Nell'aspetto del controllo abbiamo avuto le strutture di controllo regionali che non appena i Consorzi di bonifica – e questa è narrazione orale, però la simultaneità degli aspetti fa... –, vedendo che sul problema crediti-forestazione si faceva alcun cenno da parte della Regione, hanno fatto ricorso alla Magistratura.

Da quel momento in poi...

Allora, questi crediti sono stati sempre messi nei bilanci dei Consorzi. E sono stati approvati i conti consuntivi.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

In quel caso, dal controllo di legittimità di questi bilanci, che è successo? Vi è stato osservato che questi crediti non potevate più metterli perché non c'erano più? Questa è la domanda. Vi è stato osservato?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Si. Allora non solo sono stati bocciati.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Avete continuato a portarli nei bilanci successivi?

Questo è quello che noi vogliamo capire meglio, rispetto all’audizione dell’altra volta.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Onorevole, glielo spiego per bene. Fino al 2018 i conti consuntivi dei Consorzi contenevano i crediti della forestazione e i conti consuntivi sono stati approvati dalla struttura di controllo, hanno avuto il visto di legittimità.

Chiaro come discorso?

I crediti della forestazione sono stati inseriti nei conti consuntivi dei Consorzi di bonifica fino a una certa data e, fino a quella data, la struttura di controllo ha dichiarati legittimi i conti consuntivi.li

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Sarebbe il bilancio consuntivo 2018?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

2018-2017...

(Voci fuori microfono)

Dopodiché…

PRESIDENTE

Viene suggerito 2018-2019 dagli altri Presidenti.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

2019, no.

(Voci fuori microfono)

A lui, ad altri Consorzi, no, hanno fatto ricorso al TAR.

Noi siamo assillati, oltre che dai nostri dipendenti della bonifica che vogliono il TFR, dai lavoratori forestali che sono andati in pensione e vogliono il TFR; siamo assillati dalle azioni che fa l'INPS per riscuotere i contributi e, peraltro, non abbiamo soldi da poter anticipare per poter tacitare queste situazioni.

Nel momento in cui ci siamo mossi per andare in giudizio, allora la struttura di controllo ha cominciato a bocciare i bilanci. Motivazione? I crediti dalla forestazione non sono crediti certi, e per suggellare quest'aspetto - noi facevamo riferimento a quella benedetta delibera del 2012 - hanno revocato la deliberazione di Giunta che prevedeva il riconoscimento, seppur in via presuntiva, di questi crediti. Abbiamo impugnato davanti al TAR questi conti consuntivi bocciati, i Consorzi hanno fatto ricorso al TAR e i ricorsi sono stati vinti e il TAR su questo è stato chiarissimo.

Vi invierò le sentenze che riguardano il Consorzio di Cosenza, il Consorzio di Trebisacce ecc…, dove voi potete leggere cosa dice il TAR su questa posizione. La Regione, però, ha continuato imperterrita così, per cui, con molta fatica, questo grazie anche all'assessore - il problema, ripeto, è della burocrazia regionale -  la Regione ha fatto una delibera in cui ha autorizzato l'esercizio provvisorio per tutto il 2021; nel frattempo, l’ANBI ha prodotto un nuovo regolamento di contabilità, e questo serviva a tutti perché 11 Consorzi con 11 regolamenti diversi davano anche difficoltà al controllo, e oggi siamo nella fase di presentare entro il 31 marzo i primi bilanci, quello del 2022 col nuovo regolamento.

Questa è la situazione, però tutto nasce, onorevole Graziano, dal fatto dei crediti della forestazione.

È tutto lì.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Esatto, l’abbiamo capito.

Per ciò la domanda, su questo punto.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Più chiaro di così...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

I Piani attuativi, a cui lei ha fatto riferimento prima, sono anche loro soggetti a controllo di legittimità da parte della Regione?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

No, i Piani attuativi li fa la Giunta regionale, li approva la Giunta regionale sulla scorta di un programma quinquennale che approva il Consiglio; è la legge 20.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Esattamente. Li approva, quindi, la Giunta regionale.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Ma non del singolo Consorzio.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Sto parlando dei singoli Consorzi.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

No, non esiste un Piano attuativo per singolo Consorzio.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Non fa un Piano attuativo sulla forestazione per singolo Consorzio ogni anno, come fa Calabria verde?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Il Piano attuativo prevede il quadro del riparto per ogni Consorzio delle somme, e questo lo prevede la legge 16 nei primi articoli, 3-4-5; il Consiglio approva un Piano triennale o quinquennale; la Giunta approva un Piano attuativo che faceva l’AFOR, adesso lo fa Calabria verde.

Il Piano attuativo è fatto anche per i Consorzi, nel senso che c'ho la tabella dove il Consorzio ics, importo, manodopera eccetera... il Consorzio cosa deve fare?

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Fermatevi qua. I Piani attuativi stabiliscono quindi l’importo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Onorevole, lei dovrebbe saperlo.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Allora, che succede?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Il Piano attuativo stabilisce gli importi per manodopera, forniture, spese generali eccetera.

Il Consorzio deve presentare i progetti; prima si facevano per singole opere...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Ma stabiliscono quindi l’importo.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Adesso si fanno progetti per bacino per quell'importo assegnato, progetti che vengono approvati non dalla Giunta, ma dalla struttura tecnica per decreto.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Perfetto, ho capito perfettamente.

Allora, non riesco a capire in bilancio quale somma è messa? Quella dei Piani attuativi o una somma diversa?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Nei bilanci dei Consorzi, fino al 2018, quando c’erano ste bocciature. Quando io faccio il bilancio di previsione, onorevole, la legge dice che lo devo fare entro il 30 novembre dell'anno precedente.

Il Piano attuativo della forestazione lo sa quando esce?

Quando andava bene usciva a giugno; quindi, nel mio bilancio di previsione, non ci può essere l'importo che poi mi dà il Piano attuativo; nel bilancio di previsione c'è la mia previsione in funzione del numero degli operai, perché poi i Piani attuativi sono fatti in funzione loro..

Se io ho 500 operai, la previsione dell'anno è presto fatta, contratto alla mano: quanto costano gli operai, 2 per cento fatture, 3,50 per cento spese generali.

Questa è la cifra che scrivono nel bilancio, perché il mio bilancio viene fatto a novembre dell'anno precedente. Perché i bilanci di previsione devono essere fatti prima?

Dovevano essere fatti prima perché la Regione tenesse conto dei bilanci dei Consorzi e poi operasse. È inversa la cosa.

Comunque…

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Quando arriva il Piano attuativo e poniamo il caso che la cifra non sia corrispondente a quella di previsione, che succede?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Io devo fare una variazione...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Quindi, avete fatto le variazioni di bilancio. Sono state fatte queste variazioni di bilancio?

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Certo.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

In tutti i Consorzi che le risulti? Ecco, questo era quello che volevo sapere.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

È normale. Quando esce il provvedimento si fa la variazione.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Non ho altro da chiederle. È stato molto chiaro.

Volevo chiedere, Presidente, se me lo consente, e se c'è il Presidente del Consorzio Tirreno Cosentino, non so se è presente,

ho da farle una domanda. Prima si è parlato delle dotazioni organiche, anche il Presidente del Consorzio, Blaiotta, ha parlato di dotazione organica del suo Consorzio, nella dotazione organica del Consorzio che lei presiede, attualmente ha direttivi all'interno della sua pianta organica? E quanti ne ha di direttivi.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Allora, abbiamo un direttore amministrativo e un direttore all'ufficio tecnico.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Un direttore amministrativo e un direttore tecnico. Sono nei ruoli del suo Consorzio?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Sì.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Chi svolge le funzioni di direttore attualmente?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Paola Reda.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Io non conosco la persona; che ruolo ha? È un dipendente esterno? È un interno?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Interno.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

È un interno che...

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Fa le veci perché abbiamo fatto un bando...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

No, lasciamo stare il bando. Io voglio capire prima del bando; poi al bando ci arriviamo, Presidente.

Lei, attualmente, ha all'interno un direttore che svolge le funzioni nel Consorzio?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Un direttore generale.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Che retribuzione ha? Prende una retribuzione in più perché è direttore oppure lo svolge con la stessa retribuzione che ha come direttore amministrativo, con le sue funzioni?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Allora, un direttore generale, mi sembra che ci sia una lieve differenza mensile.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Se lo prende dall'esterno non è più lieve; questo è interno. Quanto costa un direttore generale del Consorzio, Presidente?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Lordo, più di 100 mila euro.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Lordo, più di 100 mila euro.

Allora, le chiedo, se lei ce l'ha all'interno, con i problemi di bilancio che hanno i Consorzi, perché lei ricorre a fare un bando esterno?

Ecco, questa è la domanda a cui vorrei che lei desse una risposta esauriente.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Primo, perché non lo assumo a tempo indeterminato, ma a tempo determinato.

E poi perché mi manca una persona valida all'interno, che riesca a portarmi... perché gli anni...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Quindi il direttore che lei ha attualmente non è valido?

Lei a fine anno ha fatto un report negativo a questo direttore facente funzioni?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

No, non l'ho fatto negativo, soltanto che, nel modo mio di vedere, per rilanciare il Consorzio, se non assumo una persona che mi riesce a rilanciare... perché lo vedo un Consorzio troppo fermo perché negli anni si sono creati troppi attriti all'interno. Allora non si riesce, è come se fosse un Consorzio arrugginito.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Lei ritiene di dover spendere 120-130 mila euro. Da quanto tempo è Presidente?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Da tre anni.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Quindi, in tre anni lei ha avuto un Consorzio che era stato fermo perché il direttore che lo sta facendo, per tre anni, non è stato in grado di farlo? Dopo tre anni se ne rende conto? Me lo dica perché non capisco.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Fino a dicembre abbiamo avuto il direttore generale che veniva part time, veniva un giorno a settimana.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Come veniva? Non capisco, Presidente.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Era diviso tra 3 Consorzi.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Avevate con gli altri due Consorzi un direttore in comune?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Sì, per dividere le spese.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Per ridurre le spese, perfetto.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Abbiamo preso questa decisione perché mi manca una persona che riesca a dirigere un bel Consorzio. Il Consorzio di Scalea è bloccato, fermo.

Io sono riuscito a fare dei progetti perché ho preso tecnici all'esterno e mi hanno contestato che spendevo soldi perché avevamo sempre stipendi arretrati perché in inverno andiamo in esubero perché, nel 2014, hanno passato da tempo determinato a tempo indeterminato 18 persone, di cui il Consorzio, specialmente il mio svolge...

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

In quale anno, Presidente?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

2014. Poi hanno fatto causa, ho chiuso una transazione recentemente, poco tempo fa, di 450 mila euro che sono riuscito a portarla a 5 anni nel tempo che sono stati fermi, un periodo che... hanno fatto causa al Consorzio.

Poi il mio, come penso tutti i Consorzi della Calabria, ci siamo portati sempre dei pregressi di debiti che fanno paura, di tutte le specie.

Sulla forestazione ho più di 100 cause aperte che combattiamo e siamo riusciti un po' a bloccare da quando abbiamo pigliato legali esterni, non interni, perché prima gestivano gli interni e non si riusciva a vincere una causa.

Tutti i problemi che ogni giorno ci sono: attacchi per il discorso del direttore unico che è a due giorni alla settimana, che costerà 40 mila euro all'anno; il Consorzio che senza di quello riesce a risolvere tutti i problemi. Non è così.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

No, Presidente, io non detto che senza di quello non risolve i problemi.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

No, perché tutti i giorni subisco attacchi.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Io non mi interesso che lei tutti i giorni ha...

Lei ha detto che senza questo direttore non può risolvere i problemi; ha detto il contrario, quindi questa persona le risolverà tutti i problemi del Consorzio. Lei pensa con questa persona di poter risolvere tutti i problemi del Consorzio.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Ci voglio provare perché, in quel modo, non si riesce ad andare avanti. Ogni giorno ci sono problemi diversi.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Senta, ma i suoi dipendenti da quanti mesi non si pagano?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Avanzano quattro mensilità e la tredicesima.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Per un totale in cifra?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Per qualche mese ancora c'è Cassa integrazione e FIS, altrimenti ci vogliono 100 mila euro al mese.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Giusto quelli che prenderà il nuovo direttore, Presidente. La ringrazio.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Il nuovo direttore non prenderà questa cifra.

PRESIDENTE

Presidente, mi scusi, posso farle qualche domanda?

Volevo capire, la dotazione organica del Consorzio di cui lei è Presidente, cosa prevede?

In dotazione organica, quanti dipendenti ha complessivamente, tra dipendenti e dirigenti?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

In tutto, sono intorno ai 50.

PRESIDENTE

Complessivamente? In pianta organica? Nel fabbisogno del Consorzio ci sono 50 dipendenti?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

C’è un esubero all’interno di dieci persone.

PRESIDENTE

C’è un esubero. Parlavo della dotazione organica e, quindi, del fabbisogno reale, poi ci sono i dipendenti che, in effetti, sono in servizio. Sono due cose diverse.

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Ho un esubero sia interno sia esterno, tutto l’anno, e mi mancano gli operai sui cantieri perché sono andati in pensione. Avrei bisogno almeno di 6-7 persone a tempo determinato.

PRESIDENTE

A tempo determinato.

E perché se ha fatto l'avviso per il direttore a tempo determinato, non ha pensato anche di fare l'avviso a tempo determinato per gli operai che dice le mancano?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Lo farò ad aprile perché mi servono ad aprile.

PRESIDENTE

Dopo tre anni?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

No, ogni anno lo sto facendo, per 4, 5, 6 persone. Sono andati in pensione altri due e poi negli anni non sono riusciti a prendere le persone qualificate. Io ho sei mezzi e un operatore, negli anni sono andati in pensione e nessuno ha pensato di rimpiazzarli.

Ogni anno mi fanno la guerra perché vado ad assumere perché non si pagano gli stipendi, ma per gli stipendi abbiamo l’esubero, ci sono dieci persone nel Consorzio che è come se non ci fossero.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Perché non le licenzia se non le servono, Presidente?

Lei le può licenziare. Perché non le licenzia?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

L’ingegnere, che è direttore, due volte è stato licenziato e due volte i giudici lo hanno riammesso.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Presidente, purtroppo sapete qual è la questione, lo dicevo prima al Presidente...

Mi consente?

PRESIDENTE

Assolutamente sì.

GRAZIANO Giuseppe (Unione di Centro)

Il problema dei Consorzi esiste e l'abbiamo esplicitato.

La Presidente ha attivato queste audizioni proprio perché ha ravveduto che dovessimo parlarne.

Noi ringraziamo la Presidente per averci dato questa possibilità e credo che la possibilità sia data anche oggi a tutti quanti voi di poter rappresentare le vostre cose, però alcune azioni non fanno altro che accentuare all'esterno un'immagine negativa dei Consorzi.

Come avete giustamente detto prima, i Consorzi svolgono un'azione chiaramente fondamentale, altrimenti sarebbe stato inutile approvare la legge di istituzione, la legge 11.

C’è bisogno dell’irrigazione, c’è bisogno di altri servizi, quindi io credo che sia fondamentale l'azione che i Consorzi svolgono e non diciamo che sono troppo o sono pochi; non ci interessa, ne parlavamo proprio oggi con la Presidente, stamattina ai margini del Consiglio regionale, però è evidente che – e lei l’ha detto prima – il problema è diventato questo bando del direttore. Ed è un problema perché le azioni devono essere di buon andamento e di buona efficienza e funzionalità dei Consorzi.

Io non le dico di non fare il bando del direttore perché è una scelta sua, però è evidente che se questa azione desta tutte queste osservazioni e questi allarmismi, anche in chi, magari, non riesce a pagarsi il salario dopo quattro mesi, vuol dire che qualcosa bisogna anche rivederla nelle proprie azioni.

Noi non siamo contro i Consorzi né contro la gestione dei Consorzi perché noi – avete visto – facciamo le cose con molta serenità e perché vogliamo risolvere, come ha detto la Presidente, il problema; ma se vogliamo risolvere il problema, ci dovete aiutare a risolverlo ma con determinate azioni il problema non ci aiutate a risolverlo; quindi, noi ci affidiamo anche al vostro buon senso, Presidente.

PRESIDENTE

Assolutamente, condivido ogni parola. Posso chiedere un’ultima cosa al Presidente, così poi liberiamo anche lui, soltanto un attimo, giusto per capire: parlava di 100 contenziosi accesi nei Confronti del Consorzio, che risalgono agli anni precedenti alla sua ...

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Il 90 per cento agli anni precedenti.

PRESIDENTE

E di che natura sono più o meno, ce lo sa dire?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Allora, sulla forestazione la maggior parte sono sui chilometraggi, fascia di livelli, spese di mensa; ce ne sono di tutti i tipi.

PRESIDENTE

Perfetto. Rispetto a questo discorso delle mensilità non pagate, voi state continuando ad accumulare mensilità che non si riescono a pagare?

MICELI Antonio, Presidente Consorzio Bacini del Tirreno Cosentino

Chi mi ha preceduto, il dottor Blaiotta, quando è arrivato lui erano a 11 mensilità o 12, poi lui le ha portate a 5-6, e io sto riuscendo a mantenere... perché non c’è la possibilità di pagarle.

A noi la pandemia, il Covid, ci ha dato una grande mano.

Dispiace per quelli che sono morti perché siamo riusciti tra FIS e Cassa integrazione e ci siamo salvati, altrimenti pure Scalea è a 10-11 stipendi perché non c’è un quadro entrata-uscita perché noi emettiamo ruoli per un milione e sette, un milione e otto e incassiamo di media 900 mila euro.

Da due anni a questa parte, quando sono entrato io forse erano al 35-37 per cento; oggi stiamo superando il 50, ma perché stiamo offrendo un po' di servizi.

Come diceva il vicepresidente arrivano le bollette e la gente… ma la gente ha ragione che non vuole pagare. Io ero contrario quando abbiamo fatto le delibere e i Piani di classifica perché servizi… non perché non li vogliamo dare. Da un anno a questa parte sull’acqua - come avete detto prima - le lamentele si sono azzerate con me, anche la domenica si va a fare la riparazione; prima non esisteva proprio.

Di venerdì, poi si arrivava a martedì per l’acqua; oggi no, è cambiato perché io sono agricoltore e mi piace.

Io mi sono messo in gioco perché mi piace il territorio, altrimenti per come sono abituati là mi dicono: “Presidé, fai come hanno fatto gli altri”. Ma non è così, però abbiamo trovato fino a poco tempo fa tutti quanti i carrozzoni, ma purtroppo là c’è gente per chiamata, non hanno mai fatto un bando.

Allora, io arrivai e i primi tempi facevo l’autista, il fotografo. Ma davvero un Consorzio può andare avanti?

Ci stiamo mettendo l’anima e il cambiamento si vede, però avevo lanciato i licenziamenti collettivi e subito c’è stato allarmismo, i sindacati... perché abbiamo l’esubero all’interno.

Noi abbiamo un costo di 700-800 mila euro all’anno di dipendenti, che non è sostenibile, il Consorzio non li può sostenere.

I problemi grossi sono quelli.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Mi volevo rivolgere agli altri.

Questa situazione di esubero, la vivete anche voi? Giusto per capire e avere un quadro generale della questione. Se qualcun altro può rispondere.

PRESIDENTE

C’è qualche caso analogo? Ha chiesto di intervenire l’avvocato Cascarano. Ne ha facoltà.

CASCARANO Marco, in rappresentanza del Consorzio Tirreno Reggino

Intervengo per conto del Consorzio di Bonifica Tirreno reggino.

È assente il presidente Cannatà e siamo presenti il direttore unico Francesco Laruffa e io, appunto, che sono l'avvocato dell'Ente.

Per quanto concerne la domanda che lei ha testé posto all'attenzione dell’assise, la prima cosa che vorrei precisare e sottolineare alla vostra autorevolissima attenzione, senza per questo voler essere carente di particolari rispetto agli estremi di legge, è l'attività, per facta concludentia del Consorzio; vale a dire, all'inizio la Presidente ha detto che è importante capire nel corso di questa indagine – consentitemi anche al termine – atteso che il Tribunale dei Consorzi di bonifica è la Regione Calabria, in ragione della legge numero 11 del 2003 che arriva giustamente – ma lo diciamo, ripeto, solo per essere più precisi e puntuali possibili – di una delega...

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

L’indagine ricognitiva, avvocato.

CASCARANO Marco, in rappresentanza del Consorzio Tirreno Reggino

Sì, ricognitiva, atteso il fatto che con la riforma del Titolo V° della Costituzione, i Consorzi di bonifica vengono trasferiti, per il seguito di competenza, alla Regione Calabria.

Questo passaggio perché?

Perché nel caso del Consorzio di bonifica Tirreno reggino, già Consorzio bonifica della Piana di Rosarno, alcune assunzioni noi le facciamo in ragione non della volontà o della determinazione dell'amministrazione consortile –poi, ovviamente, l'amministrazione consortile rappresenta gli agricoltori e le aziende di quel territorio perché stiamo parlando di agricoltura – ma la facciamo in ragione, Presidente, del decreto legge 8 agosto del 1954, numero 507, vale a dire una di quelle leggi per le quali spesso e volentieri noi subiamo delle sanzioni dal Ministero per il tramite del Prefetto e della Prefettura perché chi ha in gestione una diga o chi è proprietario di una diga, dopo il 2003 sarebbe la Regione Calabria, oggi i gestori siamo noi.

L’ingegnere effettivo responsabile della diga e l'ingegnere sostituto della diga non sono delle assunzioni fatte per scelta, ma sono assunzioni derivanti da un obbligo di legge.

Attesa questa precisazione, cos'è importante?

Giusto per ricostruire gli indizi che poi portano a voi, a questa indagine per capire da quale parte poi sta la responsabilità di alcuni avvenimenti.

Nel caso del Tirreno reggino, che con il vecchio POV aveva una pianta organica di circa 39-40 dipendenti, ad oggi siamo a 20 dipendenti e, tra questi, 4-5 obbligati dalla legge per le motivazioni che le ho detto.

Vicepresidente, io sono stato assunto nel 2003, quindi non rientro nella casistica delle assunzioni recenti; anche perché, come dice giustamente il direttore, da 10 anni a questa parte non abbiamo fatto assunzioni.

Questa motivazione perché?

Al fine di renderci più utili per l'indagine che voi state, appunto, portando avanti e per alcune considerazioni che sono state fatte in punto amministrativo dal Presidente dell'ANBI, ma anche in ragione di quello che è il ruolo che hanno entrambe le Istituzioni, quindi la Regione e il Consorzio. Sulla questione dei Piani di classifica, vorrei fare una precisazione, anche perché in molte di queste cause mi costituisco io per conto del Consorzio di bonifica. È molto importante dire questo, per quale motivo?

Perché i Consorzi di bonifica hanno ribaltato l'orientamento della giurisprudenza in Commissione tributaria provinciale, atteso il Piano di classifica che ha varato non il Consorzio, ma la Regione Calabria.

Questo per quale motivo?

Se vuole poi, Presidente, le posso dare con dei dettagli le diverse sentenze che abbiamo ottenuto recentemente e che stanno portando un beneficio alla nostra attività in tal senso. Un’ultimissima cosa riguardo l’aspetto degli obblighi che i Consorzi hanno, e soprattutto, sulla parte del personale: nel caso del Consorzio Tirreno reggino, purtroppo –  ed è uno dei pochi casi in Italia con il sistema dei Consorzi di bonifica – si reiterano i contenziosi tra il dominus che è la Regione Calabria e i Consorzi stessi, attesi, purtroppo questi crediti. Per quale motivo?

Nel caso del Consorzio di bonifica Tirreno reggino, che ha collaudato una delle dighe più importanti d'Europa per l'altezza e che, ad oggi, ha qualcosa come 28 milioni di metri cubi di acqua, che aspettano giustizia dal punto di vista della destinazione strategica, noi abbiamo presentato nel 2015 un progetto per lo sfruttamento della diga del Metramo, nel 2015, che aveva ottenuto tutti i pareri tecnici, tutti i pareri amministrativi e, nel maggio del 2015, è stato finanche pubblicato sul Burc della Regione Calabria.

Questo perché ve lo dico e lo consegniamo idealmente insieme agli altri problemi questa sera a questa autorevole Commissione? Anche su questo mi ha dato indirizzo il presidente Cannatà, che vi ringrazia perché, nel corso della sua attività, è la prima volta che ha la possibilità di interfacciarsi con le istituzioni del territorio.

Questo perché questo progetto è arrivato nel 2015 ad essere pubblicato appunto sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria e avrebbe potuto  trasformare, da 1000 ettari di superficie irrigua nella piana di Gioia Tauro, 20 mila ettari, motivo per cui sarebbe stato importante avere anche Coldiretti, Cia, Confagricoltura, che sono stati tra i grandi sostenitori di quella battaglia, e i 33 Sindaci della Piana che hanno varato quel documento e, nello stesso tempo, un potenziale fabbisogno per acqua potabile, per 97 mila abitanti della piana di Gioia Tauro, oltre la realizzazione di una centrale idroelettrica. Ecco il motivo per cui mi permetto di sostituire il presidente. Attesa proprio l’emergenza elettrica, idrica di questo momento, il Presidente ci teneva a consegnarvi - repetita iuvant - idealmente questo progetto a voi della Commissione. Noi non siamo venuti -  come ha detto autorevolmente qualche altro Presidente - a disquisire sulla legittimità dei decreti anche perché, purtroppo, mi ripeto purtroppo, oramai questo per molti Consorzi è in fase di giudizio. E siamo nelle fasi dove la maggior parte delle CTU stanno dando ragione ai Consorzi di bonifica - non lo dice l'avvocato Marco Cascarano - purtroppo per la Regione e fortunatamente per molti Consorzi, lo stanno sostenendo molti CTU. Allora – e finisco - questo progetto è stato là. Tra le altre cose veniamo sistematicamente contattati dal Prefetto di Reggio Calabria per aggiornarlo sullo stato dell'arte della Diga del Metramo poiché, essendo una diga strategica, ha anche delle potenziali sia risorse ma, allo stesso tempo, anche problematicità. Sulla questione della sicurezza noi relazioniamo questo aspetto periodicamente al Prefetto quanto alla Regione Calabria e non per ultimo al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha chiesto nuova audizione al Consorzio di Bonifica affinché possa emergere fuori la responsabilità - vi ripeto - del perché era stato fatto un progetto a proposito delle assunzioni a costo zero per la Regione Calabria. Erano stati dati tutti i pareri però, stranamente, questo progetto s'è fermato in qualche stanza della burocrazia, come è stato testé detto. A tal proposito, se vogliamo citare articoli di giornale, purtroppo, nel caso della galleria e nel caso del Consorzio di Bonifica Tirreno reggino della Piana di Rosarno, ci sono forse svariate centinaia di articoli che rimpallano la responsabilità sulla mancata attuazione di quel progetto. Certamente questa sera i primi che si estraniano da quella responsabilità, atteso questo autorevole tribunale istituzionale del Consorzio, non è sicuramente il Tirreno reggino, per i motivi che abbiamo detto e per i motivi anche in ossequio alla magistratura - come ha detto prima il presidente dell'ANBI - purtroppo il Consorzio ha dovuto ricorrere alla magistratura. Quindi, noi abbiamo, purtroppo, tre giudizi pendenti: uno per la diga del Metramo, uno sui crediti forestali e l'altro ancora, purtroppo, su quella che è la mancata reversale ai Consorzi di bonifica per il TFR.

Le dico questo, Vicepresidente, solo per ragioni di opportunità. Io sono stato presente all’assegnazione di un pignoramento, quindi con un articolo 615, sulla provvisoria esecuzione pignoramento, al Tribunale di Palmi su dei fondi  che erano stati accantonati per TFR dal Consorzio di bonifica agli operai idraulico forestali e il giudice ha assegnato le somme che il Consorzio aveva messo da parte per il TFR, atteso il fatto, purtroppo, che il Consorzio di bonifica non è un ente pubblico, per l'interpretazione del giudice, e non rientra nel novero del decreto 267 del 2000, quindi tra gli enti pubblici. Questo diciamo per dovizia di particolari. Sono qui, se dovesse necessitare qualche altra cosa. Grazie, Presidente, grazie, Vicepresidente, grazie agli onorevoli membri della Commissione per averci dato questa possibilità di ascolto che, vivaddio, dal 2003 non ricordo a mia memoria. Grazie, davvero, col cuore.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Adesso io voglio rivolgere una domanda al padre dei Consorzi di bonifica, che in questo caso è il presidente Leonetti. Ma in che senso? Noi tutti quanti stasera abbiamo sentito tre responsabili di Consorzi.

 

(Interruzione fuori microfono)

 

Assolutamente sì. Le do subito la parola, giusto per capire che contributo propositivo possiamo dare noi a questa determinata questione. Abbiamo sentito: il responsabile del Consorzio della sibaritide, il dottor Blaiotta, che dice giustamente “io ho avuto 50 persone in meno, mi sono adoperato per inserirne 40, 32 operai più 8 tecnici”; poi abbiamo sentito il collega che diceva “Abbiamo un esubero con alcuni dipendenti che” - sembra abbia detto – “non vogliono fare niente” o almeno così è quello che ho sentito; poi abbiamo l’avvocato che praticamente fra un po’ deve andare lui a fare la pulizia dei fossi perché da 40 siamo scesi siamo scesi a 20. Sono tre situazioni, una l'antitesi dell'altra.

La Regione, al di là del debito che vi deve pagare, come si può opporre in una situazione del genere, quando abbiamo un Consorzio che cammina a 50, uno che cammina a 150, uno che cammina a 100? C'è questo problema. Volevo sapere, intanto dagli altri che ancora non sono intervenuti - mi fa piacere conoscere anche le altre situazioni - ma proprio da lei come la vede questa situazione di diversa gestione e situazione, status quo dei vari Consorzi? E poi magari dopo diamo subito la parola al Presidente che aveva chiesto di intervenire.

LEONETTI Rocco, Presidente ANBI Calabria

Nel tempo, le situazioni delle strutture consortili si sono modificate. In un’altra occasione – Presidente, c’era pure lei – dissi che gli elementi produttivi nell'ambito di un Consorzio di bonifica sono la struttura tecnica e il personale di cantiere.

Nei nostri Consorzi nel tempo, con l’andata in pensione ma anche per i guasti introdotti dalle precedenti gestioni commissariali, noi non abbiamo un rapporto corretto della struttura produttiva, tecnici, cantiere e resto amministrativo. In alcuni Consorzi, la parte amministrativa sovrasta la parte tecnica; allora in questa operazione, però primum vivere, deinde philosophari, dopo che abbiamo risolto l'aspetto messo su un binario di correttezza, sull’aspetto finanziario è chiaro che noi dobbiamo intervenire. Lei dice: “Come può intervenire la Regione?”

La Regione può dire, può chiedere a ciascun Consorzio di elaborare a sua volta un Piano industriale. In termini di personale, non a casaccio. Oggi Scalea ha l’esigenza di avere il direttore. Il Presidente forse non l’ha detto in maniera chiara, ma a Scalea c’era un direttore che andava a scavalco da un altro Consorzio. Non c’è.  Non giudico il merito, quello lo giudica l'amministrazione, se sono capaci o meno i due dirigenti, ma con i contratti dei Consorzi di bonifica, privilegiano il direttore con rapporto a tempo determinato. Questo perché? Perché le amministrazioni consortili sono elettive, vengono elette e possono, ove il direttore non funzioni o non goda la fiducia dell’amministrazione, sostituirlo se è a tempo determinato.

Prendere un dirigente all'interno, è vero che oggi, poiché lo pago già da dirigente, devo modificargli la funzione, quindi appare una spesa minima, però se il dirigente che prendo all’interno non è all’altezza dei suoi compiti, soprattutto se viene dal passato, dove abbiamo sedimenti a vari strati, e beh, abbiamo combinato un guaio per la vita al Consorzio.

Allora, è chiaro che l'operazione estemporanea come appare questa… poi c’è l’altro aspetto: per Statuto, tutti i Consorzi di bonifica – e il modello dello statuto è stato approvato dalla Giunta regionale -  hanno abolito i direttori generali e quindi i dirigenti sia ai fini finanziari sia perché riteniamo che le dimensioni dei Consorzi non abbiano bisogno di avere il direttore generale, i dirigenti di area e poi i capisettori. Col direttore unico sparisce la figura del dirigente di Area, quindi c’è il direttore unico e i capisettori, quindi ogni Consorzio avrà un solo dirigente.

È chiaro anche qua che, nei Consorzi in cui c’era il direttore generale e ci sono i dirigenti di area, per questi c’è la norma transitoria, mantengono ad personam, finché vanno in quiescenza, finché finiscono, la qualifica di dirigente.

Quindi, il discorso va affrontato complessivamente. La soluzione che mi sento di dare è questa: chiediamo ai singoli Consorzi di bonifica – io lo chiamo Piano industriale, chiamatelo come volete - di presentare una ristrutturazione che poi venga santificata da un atto amministrativo ufficiale della Regione e che consenta al Consorzio di attivarsi nell’assumere il personale o meno, secondo delle regole prestabilite e definite perché, oltretutto, Presidente, al 1980 i Consorzi di bonifica d’Italia non hanno più i ruoli organici.

Non esiste più nei Consorzi di bonifica il personale di ruolo. Il nostro regolamento si chiama Piano di organizzazione variabile. Variabile proprio perché una struttura che opera sul territorio non può avere le rigidità di tutta l’organizzazione. Quindi, ripeto: potremmo studiare un atto – lo chiamiamo Piano industriale, chiamiamolo come vogliamo – in cui il Consorzio definisce la sua operatività, prevede - e poi dobbiamo vedere accordi sindacali -  per il personale che c'è in esubero come smaltirlo, come tenerlo, e poi lo si blocca. Oppure si dice che bisogna presentare un Piano triennale del fabbisogno di personale, rinnovarlo nel tempo. Un sistema si deve trovare perché nelle strutture dei Consorzi va messo ordine.

Però: primum vivere, deinde philosophari. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente. Voleva intervenire il presidente Caridi. Ne ha facoltà.

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

Allora grazie della convocazione, un saluto alla Commissione. Mi dispiace che l’onorevole Graziano abbia abbandonato i lavori perché fornirò alcuni dati che sarebbero rimasti alla sua cognizione

PRESIDENTE

Sì, aveva un altro impegno e purtroppo è dovuto andare via, rimarranno a verbale e li vedrà, senz’altro.

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

Sono il Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino, quello che recentemente ha subito un furto di 200.000 euro di mezzi che mette in ginocchio il Consorzio e pregiudica l’inizio dell’attività irrigua. Per questo sono preoccupato.

Io ritengo che da questa seduta - che auspico possa essere proficua e costruttiva - dobbiamo ognuno di noi offrire dei contributi, non ricercare dei capri espiatori. Siccome mi hanno preceduto degli avvocati, ritengo che tra l'accusa e la difesa chi decide debba essere un giudice terzo. E questo vale anche per i crediti di forestazione. Siccome la Regione Calabria è debitrice, non è la stessa Regione Calabria che può valutare questo o può prima fare dei verbali, delle delibere, la Giunta regionale le può revocare - è nella sua facoltà e non siamo andati al TAR -, ma i verbali fatti dal dirigente della forestazione non li revoca nessuno e quelli restano e ogni Consorzio – per vostra conoscenza e contezza – ha un verbale sottoscritto. Il nostro è del 5 maggio 2012, tra il dirigente pro tempore dell’UOA forestazione, il rappresentante dell’ANBI Calabria e il Presidente o Commissario del Consorzio di Bonifica Basso Ionio reggino, dov’è fotografata la situazione. Se volete, posso lasciare una copia. Penso che ogni Presidente, per un poco di intelligenza e di opportunità lo metta la copia prima nella cassaforte dell'ente e poi nella sua.  Io ne ho tante copie, peraltro il nostro verbale è anche al Tribunale di Reggio Calabria.

Tutti i Consorzi per questo metodo di dilatare le questioni, per non affrontarle stiamo dovuti ricorrere a un giudizio del Tribunale di Reggio Calabria, per cui questo verbale nessuno lo può disconoscere o dire che non vale niente. Per cui prenderei con le pinze le dichiarazioni di una certa burocrazia regionale perché quella delibera, che è stata revocata, dal punto di vista amministrativo certamente non produce effetti perché gli effetti li ha già prodotti. Anche perché parte di quei crediti riconosciuti nel 2012 ai Consorzi con le risorse finanziarie dei Piani attuativi sono stati pagati, già saldati. Io le consegno i crediti di forestazione perché – e rispondo anche all’onorevole Graziano -  il Piano di forestazione annuale è sottostimato perché non è redatto più ai sensi della legge regionale numero 20, ma è redatto secondo le disponibilità finanziarie e, durante l'anno, la Giunta regionale deve intervenire per una variazione; non copre mai la spesa al 100 per cento, per cui qualche dirigente regionale dovrebbe, anziché occuparsi di altre cose oppure cercare di trovare il cavillo per non pagare i Consorzi, dire che i provvedimenti che vanno in Giunta devono avere l'intera copertura finanziaria.

Noi non parliamo di quisquilie, parliamo di salari degli operai forestali che hanno diritto al TFR, ai contributi e a tutto quello che prevede la legge e questo è un comportamento antisindacale.

Io le lascio il prospetto dei crediti di forestazione del mio Consorzio che ha il più alto numero di operai forestali, sono 14 milioni e 300 mila euro comprese quote anche del 2020 (2001-2020). Siamo in una sede autorevolissima per cui non sta a me emettere giudizi, però è una mala gestio e certamente non è responsabilità di questa Commissione o della Giunta ma di chi istruisce alcuni provvedimenti e penso che su questo si debba discutere.

Il mio Consorzio ha avuto il decreto per il Basso Jonio, 9/11/2010, con DPGR 284; il presidente della Giunta regionale ha assegnato al nostro Consorzio 47 dipendenti. Oggi questo Consorzio ha 28 impiegati, cioè una dieta super, una spending review super, attivando non il pensionamento per anzianità, ma con l’esodo incentivante, invitando il personale ad andare in pensione.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Lei ha attivato nuove assunzioni, Presidente?

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

No, noi abbiamo solo qualche apprendista. Non ho fatto nuove assunzioni. L’organico da 47 – lo ripeto -  è sceso a 28 unità di impiegati; il personale forestale è pari a 286 unità e sino ad oggi, a stamattina, il TFR degli operai forestali è stato liquidato. Lo sottolineo.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Chiedo scusa se la interrompo, giusto per…

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

Noi di TFR, per riallacciarci al discorso del presidente Leonetti, abbiamo maturato 10 milioni di euro; ne abbiamo accantonati 3 milioni, per cui ne mancano 7, però, per quanto riguarda il nostro personale - lo facevo vedere al presidente Leonetti - l'ultimo dipendente andrà in pensione il 2033.

(Interruzione fuori microfono)

Certo non le ho fatte io queste assunzioni, sono state fatte nelle Giunte regionali del 1984-1985-1986; chi ha memoria storica, capisce chi erano gli assessori e quindi “segui il fiume e troverai il mare”, come si suol dire. Però erano state fatte e noi le abbiamo liquidate. Quindi una proposta potrebbe essere – l’ha fatta il presidente Leonetti e la rimarco io - che la Regione Calabria sulle somme mancanti faccia un fondo solo ed esclusivamente per pagare il TFR. Questa situazione, in modo più emblematico, più preponderante, riguarda il Consorzio Basso Jonio, ma la stessa situazione, con minore percentuale, ce l’ha l’Alto Jonio e anche altri Consorzi di bonifica.

Qua non dobbiamo trovare il sesso degli Angeli. I numeri sono numeri, perché i numeri, come dice il presidente Leonetti, li dà il CED. I salari, le buste paga, le fa il CED, per cui basta, con le nuove tecnologie dell'informatica, fare un'operazione. Però non c'è più sordo di chi non vuole sentire.

Noi le analisi le abbiamo fatte, le ha fatte il Consiglio regionale, con la mozione 91 del 2017, dove dice “le cause”. Io vi posso consegnare una delibera di Giunta regionale dell'anno 2012, legge 11, 1 milione; oggi la legge 11 è 225 mila euro. Lo stesso dicasi per la legge 23. I nostri piani industriali sono stati approvati dalla Giunta regionale con quella indicazione. Lei lo sa, quando io mi sono insediato nel 2010 come presidente, il mio Consorzio - e lo sottolineo e che resti – aveva 2 milioni e 50 mila euro di spese generali della forestazione; nel 2012 ha avuto 324.000 euro.

Faccia le differenze. Dal 2010 al 2021 sono stati applicati 3 contratti ai dipendenti, per cui la forbice si è rivoltata: minore entrata, maggiore spesa, perché i contratti vanno applicati. E noi intendiamo applicarli, non vogliamo andare contro. Noi abbiamo un problema di liquidità, non un problema di sostenibilità dei bilanci perché io le consegno il mio consuntivo 2010 che è in avanzo di 153.000 euro su una massa di bilancio di quasi tre milioni. Il problema è la liquidità perché non abbiamo potuto riscuotere i ruoli coattivi perché non abbiamo potuto emettere le cartelle esattoriali.

Noi per il 2017-2018-2019-2020 dobbiamo riscuotere 3.390.000 euro, le do l’attestato. Abbiamo attuato le procedure però ci sono i tempi della riscossione.

Allora nel 2010 era stata fatta una legge per la quale, Presidente, siccome poi voi la dovete tradurre e noi speriamo che a queste parole seguano fatti - ad alcuni Consorzi è stata elargita un’anticipazione da recuperare con il ruolo di contribuenza. Allora io sommessamente le faccio una proposta: che nel bilancio vengano messi dagli 8 ai 10 milioni da ripartire su tutti gli 11 Consorzi, proporzionalmente alla superficie che hanno, da recuperare la Regione Calabria nel triennio successivo. Per cui la Regione li anticipa però li recupera. Questa può essere una proposta.

Alcuni Consorzi il mutuo, stabilito dal Ministero dell’agricoltura, non lo hanno avuto concesso per difficoltà dei nostri tesorieri, altri lo hanno avuto. Allora abbiamo bisogno oggi di ossigeno per la carenza di liquidità. Io stamattina ho chiesto al direttore dell’UOA forestazione un'anticipazione rispetto al Piano perché noi dobbiamo comprare questi mezzi, noi dobbiamo avviare la stagione.

Noi vogliamo svolgere le nostre funzioni. Poi propongo una modifica a costo zero: la legge 11 all’articolo 3 indica i compiti e le funzioni dei Consorzi, noi vogliamo un combinato disposto che tutte le competenze di cui all’articolo 3, ai sensi dell’articolo 12, comma 3, che dice che tutti gli interventi che rientrano nell’articolo 3, la Regione, l’Autorità di bacino e gli enti locali li devono fare prevalentemente con i Consorzi di bonifica. Vuol dire dissesto idrogeologico e altri interventi che passano dai Consorzi.

Quindi, questo vuol dire soldi di spese generali che entrano nei Consorzi. Certamente c'è un’esagerazione forse il 10 per cento del 2012 era molto, il 3,50 per cento è un'elemosina. Allora forse andrebbero ripristinate equamente le spese generali almeno al 5 per cento, per consentire ai Consorzi almeno di sopravvivere.

Non abbiamo problemi di esuberi perché io ho fatto 5 POV, però non è possibile che un POV che riduce la spesa, che porta l’organico dei Consorzi da 32 unità a 30 stia 8 mesi nella struttura di controllo per questioni bambinesche o infantili, cioè perché c’è il sospetto. Io ho fatto un atto deliberativo, il Consorzio lo ha fatto, per il quale non facevo assunzioni e non le ho fatte. Il mio Consorzio, nel quinquennio 2022-2027, manderà in pensione 7 persone per limiti di età. Qualcuno se ne andrà a breve. Noi non faremo assunzioni ed è un impegno che abbiamo preso, perché noi per sostenere questa situazione abbiamo dovuto fare una spending review, tagliando tutto, tagliando quasi tutto per garantire questo. Però a questo c’è un apprezzamento.

Certo, voi avete analizzato bene, avete visto che ci sono specificità diverse, ci sono Consorzi che hanno avuto abilità, veramente tra virgolette, ad avere grossi finanziamenti; ci sono Consorzi che vanno avanti anche senza questi finanziamenti. Noi ne abbiamo avuto uno dal PSR, uno dal FSC per le condotte dell'Amendolea e della Verde, però facendo una dieta, facendo spese oculate, con un bilancio sostenibile, con le risorse, tagliando, tagliando su tutto.

Stiamo riuscendo a sopravvivere, a portare avanti il Consorzio e a svolgere le funzioni. Sono queste le cose. Poi nei meandri della Giunta regionale c’è una misura, la 4.3.2, di cui vi do copia, 10 milioni e 500 mila euro, che non sono stati spesi, sono i misuratori. Quante riunioni abbiamo fatto a Catanzaro?! 10 milioni e 590, non vanno trovati altrove! Bene. Sono, per dirla in gergo, i contatori per l'acqua, sono i misuratori. Era stata fatta anche la ripartizione tra i Consorzi. Bene, questa misura è ferma. Perché è ferma? Lo vogliamo sapere. Perché non spendiamo? Perché questo consentirebbe di avere la trasparenza nei consumi dell’acqua. Noi saremo costretti nella prossima primavera a fare i rilievi col drone per vedere le superfici irrigate perché, come hanno detto, molti non pagano l'acqua e, onorevole Tavernise, l’acqua non la pagano i grossi, i grossi possidenti.

Nel mio Consorzio non la pagano quelli che ci ricavano col bergamotto perché è l'unico territorio dove si coltiva il bergamotto.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Come con le tasse. I più ricchi tendono a non pagarle mai.

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

E ma è così! C’è una illusione: ci consentite di recuperare l’illusione? Io non so quanto metteranno le Società di Servizi per recuperare questi tre milioni e quattro, o quanto sono, ma noi prima incassavamo attorno al 70-72 per cento dell’emesso.

Questo è un momento difficile. Altro che riforme! Va dato ossigeno e va consentito ai Consorzi di esplicare la loro attività. Io sono disponibile a tutti i controlli che vogliono. Quando mi è stato approvato quel POV – lo dico ad onore del vero - il direttore generale Giovinazzo si è dovuto arrabbiare con i suoi, dicendo: “Questo Consorzio è uno dei tanti che è virtuoso, perché cincischiate?” Dopo due giorni è arrivato il via. Quello mi ha consentito di mandare in pensione delle persone anche perché, onorevole Gentile, i contratti dei dipendenti sono a livello nazionale. I Consorzi del Veneto solo dall'acqua ricavano 6.000.000 di euro l'anno. Noi dall'acqua perdiamo - almeno il mio Consorzio - 150.000 euro l’anno, per cui anche a livello nazionale ci vorrebbe anche una fantasia di rivedere alcune cose, di fare per il meridione o per le regioni deboli un contratto di tipo diverso, senza nulla togliere al dipendente che lavora e che fa il suo dovere, prevedendo anche degli incentivi, delle cose, anche per l’esodo.

Queste sono le misure che secondo me vanno attuate, però la questione crediti io sono convinto che sia vitale per quanto riguarda alcuni Consorzi. Però, se non la decidono i dirigenti regionali - e qualcuno ha grosse responsabilità - la deciderà un giudice. Come si suol dire, c’è sempre un giudice a Berlino. Io lo spero anche perché in molti processi già le sentenze, il CTU - l’ha detto l’avvocato Cascarano – si sono pronunciati a favore.

Non si può scherzare con 14 milioni e 300 mila euro. Io devo pagare all'ultimo dipendente del Consorzio, al forestale, il 2033. Ad oggi, al 30 dicembre dobbiamo accantonare 10 milioni, ne abbiamo 3 milioni; 3 milioni e 7 è il debito. Allora la Regione deve ingegnarsi a vedere come affrontare. Ha ragione il presidente Leonetti quando dice di fare un fondo solo per il TFR. Scusate se sono stato dispersivo però mi sentivo dire le cose, di rassegnare queste cose.

PRESIDENTE

Grazie per il contributo, presidente. La parola al collega Tavernise.

CARIDI Giandomenico, Presidente del Consorzio Basso Jonio reggino

Se ha qualche domanda da pormi, le rispondo.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Questa relazione per me ha toccato il centro della questione, anzi le faccio i complimenti per come è stato chiaro, così come è chiaro che ci sono delle responsabilità ed è inutile che adesso andiamo a vedere sempre il passato.

Cerchiamo di costruire insieme il futuro. Quando un Presidente di un Consorzio dimostra che attua la spending review e tutto quello che ne consegue, però si va a scontrare con un problema di liquidità, Presidente, c'è poco da aggiungere. Io penso che in questo l'unica cosa che secondo me ha forse allungato i tempi è stata proprio una questione prettamente di immagine.

Lei per me è stato molto chiaro perché quando lei dice “Io non ho liquidità, non riesco a pagare gli stipendi”, quando lei dice “Nonostante stia facendo…” (Interruzione fuori microfono) Noi dobbiamo affrontare il problema della liquidità, che c'è, nonostante lei abbia attuato una spending review e praticamente abbia ridotto del 50 per cento il personale del suo Consorzio. E quando si pongono questi dati al dipartimento agricoltura, presidente Leonetti, qui c’è poco da aggiungere. In questo modo non si valorizza un Consorzio che, nonostante abbia tagliato, sta cercando di mantenere i diritti del proprio personale perché dall'altra parte però c'è una grave carenza di liquidità. Ecco perché dico di prestare la giusta attenzione, la giusta oculatezza nella gestione del Consorzio perché, magari, per la cattiva gestione di uno poi ci vanno in mezzo gli altri 10 e questa situazione continua a rimbalzare, a rimbalzare, a rimbalzare e la Regione ha una scusa per dire: “ Va beh, ma i Consorzi di bonifica non espletano alcun servizio, i Consorzi di bonifica non assumono il personale, nonostante dicano di vantare crediti”, e quindi la situazione non si conclude mai.

Veramente mi auguro che questo tipo di discorso, questo tipo di intervento sia condiviso da tutti gli altri presidenti.

E, poi, in presenza di esuberi, al di là che l’Italia è un Paese particolare e i sindacati - sapete meglio di me - a volte a torto, tante volte a ragione…, in questo caso se ci sono degli esuberi e ci sono delle unità lavorative che non fanno nulla in un determinato ente, io non comprendo perché devono stare in quell’ente per tutta la vita. Però questa è una decisione che non spetta sicuramente a questa Commissione o al Consiglio regionale, ed è chiaro che questo discorso lo condivido in pieno e personalmente - penso anche la Presidente – mi farò portavoce di questa grave situazione che quasi tutti i Consorzi stanno vivendo.

La ringrazio veramente per l’accurata esposizione che ha fatto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il presidente Sciarra. Ne ha facoltà.

SCIARRA Francesco, Presidente del Consorzio dei bacini settentrionali del cosentino

Sono il Presidente del Consorzio di bonifica dei bacini settentrionali del cosentino. Non voglio aggiungere nulla a quello che diceva il presidente Leonetti perché tutti i Consorzi del Cosentino vivono la stessa storia.

Vengo da un Consorzio che deriva dalla scissione del Sibari – Crati in cui ci siamo accollati un mutuo e, oltre al mutuo del Sibari – Crati, il Consorzio del Pollino ha un mutuo della tesoreria dell’ex Pollino. Quindi viviamo questa situazione. Oltre questo, il Consorzio, con 7000 ettari irrigui nella parte montana di Laino Borgo, Laino Castello, fa irrigazione sociale, dove, se a questi piccoli paesi, tipo Laino, Papasidero, Mormanno, Castrovillari stesso, andiamo a togliere quei piccoli impianti - un impianto a sollevamento ha un costo enorme - devi fare una scelta politica. Tagliare l'acqua? Noi, con un incasso di 15.000 euro, spendiamo di sollevamento per l'acqua quasi 150.000 euro. Qual è il problema? Andare a togliere quest’acqua qui, significa spopolare questi territori. Qua è questione di scelte. Io francamente sono in difficoltà perché non voglio togliere il servizio, però c’è un costo enorme e la Regione dovrebbe darci una mano a risolvere questo problema. E questo è un punto.

Per quanto riguarda invece l'irrigazione di Cammarata-Castrovillari gestiamo impianti di 50 anni fa. Sono impianti di amianto per i quali la Regione con legge ci dà 22.500 euro. Insostenibile! Insostenibile perché sono impianti vecchi e nello stesso tempo per lo smaltimento di ogni rottura di amianto c’è un costo enorme, i dipendenti all'interno non sono abilitati quindi bisogna sempre correre dietro questa… Noi non siamo proprietari, siamo gestori di questi impianti, quindi c’è un costo enorme.

Gestiamo la diga del Farneto che è un fiore all’occhiello per tutto il territorio dove si può investire tantissimo. La Regione ci dà 12.500 euro, nemmeno il costo del guardiano. Questa diga dà irrigazione, arriva fino a Corigliano, quindi è importante, anzi vi invito a venire a vedere la diga del Farneto. È un invito che rivolgo a tutta la Commissione perché da lì si vede veramente l’importanza dei Consorzi di bonifica, il sacrificio.

Per quanto riguarda il personale: io sono uno dei Consorzi che deve dare più stipendi. Io ci sono da due anni e mezzo, Presidente, ho pagato, nel 2019, 11 stipendi, nel 2020, 14 stipendi, nel 2021, 14 stipendi, nel 2022 ho già pagato 2 stipendi, con l’irrigazione, con sacrifici, con la contribuenza.

Il Covid ha bloccato il coattivo, non riusciamo ad emettere, incassiamo anche noi meno del 50 per cento. Il problema viene da lontano.

Questi stipendi che noi non riusciamo a recuperare - anche noi siamo attaccati sul giornale: “Avanzano 12 stipendi a Mormanno” - sono stipendi vecchi, sono stipendi che io non riesco a recuperare. Non li recuperiamo perché noi siamo uno dei tre Consorzi che non ha avuto il Piano industriale, che equivale a 3 milioni di euro. Se voi avete fatto assumere 15-20 operai a tempo indeterminato che non servivano perché i dipendenti servono solo durante il periodo irriguo... Io quest'anno sono preoccupato, non perché devo licenziare chè c'ho esuberi, ma perché non riesco a garantire il servizio. Io, gestendo la diga, non dormo perché sono preoccupato: si allaga Sibari. La mia presidenza - sono anche commerciante - è una presidenza sul territorio e dare un servizio, in queste condizioni, vi garantisco che è difficile. Noi siamo sotto organico.

PRESIDENTE

Quanti dipendenti avete?

SCIARRA Francesco, Presidente del Consorzio dei bacini settentrionali del cosentino

Noi abbiamo solo 12 dipendenti: 11 impiegati, di cui tutti i vecchi. Abbiamo adottato tutte le spending review, le sovvenzioni. Abbiamo assunto solamente tre ingegneri e li abbiamo assunti perché senza questi ingegneri il Consorzio era morto. Abbiamo fatto già progetti per 50 milioni e il 15 ne presentiamo altri per 60 milioni. Quindi, se facciamo questi progetti, con la gestione dei progetti e anche le risorse per la manutenzione, diventa più lieve per la Regione perché abbiamo impianti moderni. E volevo dire una cosa importante: questi impianti che ho ereditato dal vecchio, fatti da 60 anni, erano di alta ingegneria idraulica; oggi l'acqua la diamo col canale, a mano. Ci vuole la manutenzione agli impianti. Tutto qui. Grazie mille. Se mi dovete fare delle domande, sono disponibile.

PRESIDENTE

Grazie. È chiarissimo quello che ha detto. 

Ha chiesto di intervenire il presidente Torchia. Ne ha facoltà.

TORCHIA Roberto, Presidente Consorzio Jonio crotonese

Sono il Presidente del Consorzio Jonio Crotonese. Vi ringrazio, innanzitutto ringrazio il Presidente, tutta la Commissione perché si è presa questa briga e ritengo che questa sia un'opportunità che dobbiamo cogliere. Io credo che in una riunione sola la complessità del mondo consortile non possa essere percepita, assorbita.

È bene che la politica si sacrifichi a comprendere e ad entrare nelle dinamiche, nelle pieghe, perché, come è emerso già da tante altre dichiarazioni precedenti, non c'è un buon rapporto, purtroppo - i motivi possono essere tanti, possono essere variegati - tra la burocrazia e il mondo consortile, rapporto che si è sedimentato nel corso degli anni e provoca tante cose.

È anche vero che il mondo consortile è in una fase oramai da tempo di transizione e bisogna capire la storia dei Consorzi di bonifica, come erano prima, come veniva inserito il personale del Consorzio di Bonifica nei Consorzi e di come poi, nel corso dell'evoluzione del tempo, si sono andati invece a creare dei metodi di reperimento del personale.

Io credo che stiamo mandando avanti una managerializzazione nella conduzione dei Consorzi di bonifica perché le sfide sono notevoli, soprattutto perché sono venute meno le risorse regionali. Se noi andiamo a vedere la storia della forestazione - dico queste cose giusto perché da quello che ho sentito bisogna avere la piena visione delle cose - la forestazione era un modo con cui la Regione aiutava i Consorzi di bonifica in maniera indiretta, tramite le spese generali. Però, come è stato detto prima, la forestazione è una partita di giro, una partita di giro chiusa, non è l'attività principale del Consorzio di bonifica. Ha provocato, però, una situazione particolare che sta inficiando le attività normali dei Consorzi di bonifica perché, essendo una partita di giro, quello che ti entra dalla Regione è utilizzato dal Consorzio obbligatoriamente per gestire i dipendenti che sono dipendenti del Consorzio di lavoro, ma assegnati in concessione dalla Regione per fare determinate opere. Si è creato, nel corso degli anni, perché si è sempre rinviata la soluzione dei problemi, però su questo dobbiamo dire alcune cose.

Quando ci sono un credito e un debito, il creditore cerca di trovare la soluzione con il debitore, se non la trova si rivolge, come è stato detto, a un organo terzo. E noi questo abbiamo fatto. E per non fare subito causa alla Regione - sembra una cosa un po' aggressiva -  abbiamo chiesto la nomina di CTU, nominati dal Tribunale che hanno fatto le perizie su quanto ha sentito dai Consorzi sulle rendicontazioni. E guarda caso, nelle perizie che più Consorzi hanno fatto, i CTU hanno dato ragione. Non solo: hanno aumentato addirittura con rivalutazione, interessi, perché stiamo parlando di rendicontazioni non chiuse del 2001, 2002, 2003. Quindi, da questo punto di vista, i Consorzi hanno inserito nei bilanci queste poste anche perché avevano l’asseverazione da parte di perizia di CTU, nominati dal Tribunale.

Dico questo per farle capire come si sta cercando di ragionare il più possibile. Dopodiché che cosa succede? Io chiederei maggiori audizioni, probabilmente per singoli Consorzi, per due Consorzi, per zona, per territori, perché ci sono alcune realtà particolari.

Noi come Crotone avevamo chiesto già alla Commissione nella legislatura precedente di essere auditi per il problema dell'acqua - se lei vuole, può controllare nelle richieste di audizione - nel territorio, nella gestione dei laghi silani, in cui una multinazionale, che in questo momento è la 2A, sta gestendo e provoca alcune anomalie nell'irrigazione delle imprese agricole.

Abbiamo fatto un documentario di 8 minuti, l'abbiamo mandato pure a tutti i consiglieri regionali di allora, per spiegare quali fossero le anomalie e le difficoltà che sarebbero potute emergere anche perché questo è un territorio, il crotonese, dove ci sono alcune produzioni di particolare pregio di ortaggi che sono proprio di questo periodo e che costituiscono uno dei pochi elementi che possono dare un valore all'attività dell'economia di questo territorio, oltre il turismo. L'anno scorso, però, abbiamo avuto problemi anche perché il Consorzio fornisce l'acqua - non c'è altra struttura, non c'è altra infrastruttura - anche ai comuni di Isola Capo Rizzuto, di Cutro e soprattutto fornisce l'acqua, per la mancanza delle Infrastrutture, ai villaggi della fascia Ionica del crotonese, quella che arriva fino a Botricello insomma, e così via, a partire da Isola.

Il 18 agosto è stata interrotta la fornitura dell'acqua perché noi gestiamo l'acqua che ci danno dai laghi silani che è gestita dalla 2A. Finiti i volumi di convenzione, perché oramai il nostro territorio è uno dei territori più siccitosi che esistano nel panorama italiano, ci siamo trovati a non avere più acqua perché poi il business principale è fornire l'acqua di irrigazione all'agricoltura. Dopodiché abbiamo degli obblighi in concessione anche per i Comuni che forniamo, i villaggi già sono un'altra cosa; sono i Comuni che dovrebbero fornire l'acqua ai villaggi, là molti villaggi si sono fatti da loro i depuratori. Quindi c'è una situazione che è molto complessa, ma che comunque deve essere affrontata perché ci sono delle realtà economiche. E allora, anche su questo, vorrei che la Commissione fosse consapevole, assumesse la problematica perché poi ci possono essere le soluzioni.

Adesso la Regione Calabria sta concedendo una nuova centralina a questa società multinazionale, alla 2A, che probabilmente quando sarà realizzata, tra 4 anni, risolverà questi problemi perché aumenteranno la fornitura. Però abbiamo 4 anni di transizione che dobbiamo governare, dove abbiamo economia turistica, agricola e così via. E tenete conto, se non lo sapete, che quando noi chiediamo rilasci aggiuntivi, tramite sempre la Regione Calabria, la Regione Calabria deve pagare l'indennizzo alla multinazionale per questi utilizzi di acqua. E l'acqua è della Regione Calabria, però ci sono concessioni vecchie nel panorama.

Purtroppo siamo passati da un regime di monopolio nella gestione dell’idroelettrico a un regime di libero mercato, senza che la nostra Regione abbia mai potuto fare un bando per la concessione. E questo sarà fino al 2029. Purtroppo sarà così fino al 2029.

Però deve essere gestito. E allora nel momento in cui noi andiamo a dare un'altra concessione per un'altra centralina che durerà 30 anni e che darà tanti vantaggi, vediamo almeno di massimizzare questi quattro anni di transizione e, soprattutto, di porre fine a tutte le problematiche. I giornali - penso che ogni anno lo vedete – poi riportano: “Sul territorio di Isola manca l'acqua”. E bisogna irrigare perché noi finiamo l'acqua, la siccità che noi stiamo avendo in questi ultimi tempi è così notevole che abbiamo bombe di acqua, ma poi periodi lunghi di siccità.

Un'altra cosa io volevo dire su tutto quello che ho sentito prima, giusto per cercare di delimitare il perimetro: vedo che la massima attenzione si sta ponendo sulle assunzioni, sul personale. Io credo che i consigli di amministrazione dei Consorzi, al di là di tutto, debbano rispondere ai consorziati e agli obiettivi che si sono posti nella loro realizzazione. Prima ho sentito –parlare del PNRR come “il treno che passava”. Adesso vi lascio un documento su quello che noi abbiamo fatto negli ultimi due anni. Cioè noi dovremmo gestire come Consorzio, nei prossimi 2-3 anni, finanziamenti già decretati o in corso di decreto di 67, 70 milioni, già decretati. Stiamo presentando, il 15 marzo - quella è la scadenza – progetti per altri 150 milioni. Allora, fare progetti costa e questo è un altro aspetto che volevo sottolineare. Noi come Consiglio di amministrazione - non c’è solo il Presidente, c'è pure il Consiglio, ci sono i deputati, e ci sono anche i 15 da parte del Consiglio - abbiamo deciso di investire. Stiamo investendo e gli impianti non sono nostri, sono della Regione, stiamo investendo perché oramai è passato il concetto che i progetti o li hai in fase esecutiva e verificati o non sei sicuro che li avrai finanziati. E allora noi abbiamo speso. Giusto affinché si capisca che una parte l’abbiamo spesa, una parte la dovremo spendere, perché ci siamo per forza dovuti affidare a dei supporti tecnici esterni perché i nostri tecnici si occupano anche della gestione e così via. Noi abbiamo speso sulle 300-400 mila euro tra progettazione e verifica. Adesso abbiamo un pacco di progetti di 250 milioni di cui 70 già finanziati e abbiamo la speranza di attingere a qualche altro finanziamento.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Penso, comunque, che dobbiate migliorare in termini di comunicazione, per far capire all'esterno che se voi assumete 10 persone, 10 unità, le assumete in funzione di un investimento, altrimenti questa immagine del Consorzio carrozzone non scompare.

TORCHIA Roberto, Presidente Consorzio Jonio crotonese

Ma non è così! Cerchiamo di approfondire.

TAVERNISE Davide (Movimento Cinque Stelle)

Ma anche noi che facciamo politica veniamo attaccati, poi ci difendiamo e facciamo capire il perché. Se comunicativamente sui quotidiani esce solo l’immagine dell’ente che non paga gli stipendi dei lavoratori, ma non escono queste belle cose che stanno invece uscendo stasera e che, personalmente, in due, tre ore mi stanno facendo cambiare idea sui Consorzi, non ne usciamo mai. Continuo a ripetere: in questo modo date a quei burocrati che avete nominato più volte stasera la scusante di dire “Eh, ma…”

TORCHIA Roberto, Presidente Consorzio Jonio crotonese

Però vi consiglio di distinguere la forestazione dall'attività del Consorzio. I soldi della forestazione vanno a finire in conti correnti dedicati e non influiscono nella vita del Consorzio, tranne quelle spese generali che una volta erano il 10 per cento e più - e allora era quel modo indiretto che vi ho spiegato con cui aiutavano i Consorzi - adesso è al 3,5 per cento e non bastano neanche a coprire le unità che sono state dedicate a questo lavoro.

Purtroppo è così.

Adesso abbiamo ricevuto, proprio ieri, una missiva del Ministero su un progetto finanziato in cui ci chiedono alcuni chiarimenti, i documenti. Alla fine di questa missiva dicono: “Oltre a quei documenti chiesti, vi chiediamo una dichiarazione da parte del RUP e del rappresentante legale del Consorzio che dichiara che avete una struttura e avete un'organizzazione che sia in grado di rispettare i tempi”. Per l'esecuzione di questi bandi ci sono dei tempi specifici, altrimenti si perdono i finanziamenti, sarà una tragedia se noi dovessimo realmente… e come hanno spiegato prima c'è un RUP, c'è un direttore dei lavori, supporto e così via, i tecnici. Un RUP per legge deve essere per forza un dipendente a tempo indeterminato del Consorzio, tra l'altro. E quindi è indubbio che le cose camminano sulle gambe delle persone, ci può essere l'anomalia, ci può essere qualcuno che sia andato oltre, però approfondiamo le cose ed è il momento opportuno - e vi ringrazio veramente - affinché la politica assuma la consapevolezza di quello che si fa, perché i Consorzi non sono - mi rendo conto che potrei andare oltre - altri tipi di enti. Fanno un servizio. Per quanto riguarda l'irrigazione e la pulizia del reticolo scolante, lì c'è un altro problema.

Noi abbiamo fatto un dossier - e lo abbiamo pure mandato - sulla necessità di avere dei confronti con la Regione sulla terra che esce dalla pulizia dei fossi che ha dei costi a discarica impossibili.

Qua c'è un vulnus della Legge nazionale che non ha interpretato bene, però noi dobbiamo cercare di trovare quella soluzione che poi ci renda efficienti. Io vi lascio agli atti questa documentazione su tutti i finanziamenti che noi abbiamo presentato in questi ultimi due anni, quelli finanziati e quelli per i quali ci stiamo candidando e poi anche qualche tipo di problematica che emerge.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il presidente Piccione. Ne ha facoltà.

PICCIONE Domenico, Presidente Consorzio Tirreno Vibonese

Buonasera, Presidente, sono il presidente del Consorzio di Bonifica Tirreno Vibonese. Ho già vissuto l’esperienza con la Commissione precedente e devo dire che anche in quell’occasione non si è capito bene se i Consorzi di Bonifica sono utili o non sono utili. Credo che dovremmo forse valutare un po' al meglio la questione dei Consorzi. Io sono il più anziano dei presidenti dei Consorzi di bonifica. Ho 22 anni di esperienza presidenziale. Sono stato eletto nel 2002, poi c'è stato un momento di commissariamento per la riqualificazione dei Consorzi e, poi, sono tornato nel 2009 e tutt'ora sono ancora presidente ai Consorzi di bonifica. Per quanto mi riguarda, sono stato qualche volta anche accusato di essere il primo della classe, devo dire che questo mi onora e me ne fa vanto. Il mio è un Consorzio che ha un po' meno da lamentarsi, ma perché ci siamo chiusi nel nostro piccolo guscio fin dall'inizio. Ho trovato un Consorzio di bonifica quando sono arrivato, c'era un deposito di qualche politico, che era nominato in quel momento commissario, è che aveva necessità di depositare sempre più personaggi. Per cui mi sono trovato mezza squadra di pallone, cinque maestri giardinieri, quattro maestre elementari, qualche ragioniere. Questo certamente mi ha portato un peso non indifferente anche perché i dipendenti forestali erano pochi anche se, all'epoca, le spese generali erano al 10 per cento, però non si poteva andare certamente avanti in quella situazione. Guardate le cose, abbiamo cominciato tutti insieme a capire che cosa c'era da fare, al di là del fatto che, man mano che sono andati in pensione, in quiescenza i dirigenti io non ho fatto il POV e non ho rinnovato più l'assunzione dei capi Area, dei dirigenti di Area perché anche lì è partito il direttore unico.

Per cui nel 2009 da 30 dipendenti siamo scesi a 22, oggi siamo appena 13 e devo dire che abbiamo fatto anche altre situazioni che sono valse a fare delle grosse economie. Io non ho un debito INPS come lo hanno i colleghi, è una forma lieve, diciamo più sostenibile, perché ho fatto il condono a suo tempo, ho pagato 300 milioni per allontanare un debito di oltre un miliardo di lire e quindi questo mi è valso anche ad alleggerirne il peso. Ho comprato la sede per cui pagavo 54.000 euro all'anno di fitto, ne pago 32 mila all'anno e ho patrimonializzato anche l’Ente, per cui quando un giorno lasceremo alla Regione il nostro Consorzio avrete anche un edificio di grande valenza nel centro di Vibo Valentia, di 500 metri quadrati. Ci sono state delle attività, il direttore unico - eliminando anche i quattro dirigenti di Area - ha portato dei grandi benefici, abbiamo assunto personale qualificato perché, man mano che se ne sono andati via in quiescenza tutti i dipendenti che, purtroppo, non avevano un titolo di studio idoneo, abbiamo assunto personale qualificato di alta valenza.

Quindi oggi con 13 persone noi mandiamo avanti il nostro Consorzio e devo dire che le nostre economie ci hanno portato anche forse qualche rimprovero, qualche inimicizia con qualche organismo di categoria, perché quando si è trattato di fare il progetto di bilancio non abbiamo aderito ad una spesa di 30.000 euro a chi ci chiedeva di partecipare al progetto di bilancio che proponeva una società che non aveva mai fatto bilanci, aveva fatto solo qualche giornalino per l'associazione.

La stessa cosa per il Piano di classifica: mi chiedevano 70.000 euro. Noi l'abbiamo fatto con 6.000 euro. Quindi le economie quando si vuole si possono fare. I miei dipendenti non fanno straordinario, è proibito fare straordinario perché è giusto far prima l'ordinario, se si fa, e poi lo straordinario. Per cui ci sono delle attività e delle soluzioni.

Però ho il problema del TFR perché, mentre una volta tutti i bonifici che faceva la Regione Calabria veniva esplicitata anche la destinazione di questi fondi, oggi la Regione Calabria ci manda i fondi e ci dice “Fate quello che volete”, intanto ci chiede di pagare, anche al netto spesso, gli stipendi degli operai, di non trattenere le spese generali, che sono appena il 3,50 per cento. Abbiamo dei decreti ingiuntivi: alcuni fatti dai sindacati, perché vogliono che vengano pagate le quote; alcuni da operai perché non paghiamo in tempo il TFR.

Noi abbiamo fatto tutto scritto, con diversi operai un progetto di dilazione del pagamento del TFR che stiamo mantenendo. I nostri dipendenti si pagano puntuali, non il 5 del mese successivo, si stanno pagando il 27 di ogni mese, nel mese in corso, siamo allineati e non perché abbiamo fondi a non finire ma perché ci siamo dati un ordine. Però tutto quello che c'era da dire lo ha detto il presidente Leonetti, che ha abbondantemente chiarito le cose, e anche l'amico Caridi è stato molto chiaro.  

Sono contento di aver sentito la giustificazione, la motivazione di Blaiotta perché, francamente, su questo punto si era talmente sparlato a tutti i livelli, in tutti i Consorzi.

Quindi oggi sentire le motivazioni di Blaiotta, a cui credo quando mi dice che ha fatto delle economie, mi rende contentissimo per averlo sentito in questi termini e che sia stato lui stesso a chiarire queste cose.

Noi abbiamo un servizio irriguo con 6 operai assunti a tempo determinato e due operai fissi che sono due motoristi - uno guida il trattore e un altro la terna - che si associano praticamente ai primi due che abbiamo già avviato. Man mano ne avvieremo altri due a turnazione, in modo tale che alla fine della campagna ci sia ancora la possibilità di avere in servizio altre persone in accoppiata ai nostri due operai fissi, quindi ci distribuiamo.

Abbiamo 300 ettari di terreno irrigato e siamo in una delle zone di eccellenza, quella della cipolla di Tropea, da Briatico a Ricadi, dove c'è un’ottima produzione della migliore cipolla rossa di Tropea.

Voi sapete che un ettaro dà da 400 a 700 quintali di cipolla, che non è poca, e che questi signori hanno dei proventi abbastanza consistenti ma che, anche qui, hanno dispiacere a pagare l'acqua. Quindi siamo anche noi in croce con questa situazione. Però penso che i crediti che noi vantiamo dalla Regione Calabria, questo enorme quantitativo di fondi che la Regione dovrebbe darci, metterebbe in serie difficoltà la Regione.

Allora volevo dire a tutti i colleghi: facciamo un pochino i conti per bene di quelle che sono le nostre esigenze per pagare le nostre esposizioni. Io vanto un credito di 7,5 milioni ma, a conti fatti, credo che con 4 milioni e mezzo noi dovremmo coprire i nostri debiti, dal TFR a tutto il resto. Potremmo arrivare ad una situazione, ad una trattativa favorevole perché potremmo dilazionare questi crediti in modo tale che noi possiamo, man, mano, pagare una parte dei nostri debiti sia per quanto riguarda il TFR sia l'Inps, e una parte la Regione potrebbe coprirla anche con l'aumento delle spese generali su quelle attività, arrivando dal 3 per cento al 5 pe cento, 5,5 per cento. Però tenete conto che noi adesso abbiamo tutti una dotazione di manodopera ormai anziana, gente che è vicina ai 60 anni, che si avvicina alla pensione, i più giovani hanno 58 anni.

Quindi, da qui a qualche anno, operai forestali non ne avremo. Giorni fa, abbiamo fatto una riunione a Tropea, su indicazione del presidente Occhiuto, perché i Consorzi dovrebbero essere i capifila dei Comuni interessati per la manutenzione dei fossi e, quindi, evitare l’inquinamento dei nostri mari, che vuol dire che ci teniamo a presentare una Calabria più bella per il turismo. Ci sono diversi operai - questo forse non è possibile farlo, ma non lo so e si potrebbe in qualche modo portare ad una soluzione del genere - che sono pronti anche a lasciare il TFR per l'addestramento di qualcuno dei loro familiari e assumere a tempo determinato giovani che possono anche andare a scendere in un fossato, che possono andare anche a pulire i canali e così via. Noi non possiamo dire a queste persone che oggi hanno 60-65 anni… chi non può portare pesi, chi è zoppo, chi c'ha un occhio, qua siamo tutti messi veramente in difficoltà perché non possiamo nemmeno forzare su queste persone che non hanno l'abilità per fare certi tipi di attività. È necessario rinnovare, ringiovanire un pochino le forze lavorative dei Consorzi di bonifica con un minor peso. Noi siamo spesso il riferimento dei Comuni e mi auguro che, in ogni caso, tutto questo possa essere preso in considerazione e che riusciamo, in qualche modo, ad arrivare ad attivare questi proventi, anche in modo limitato, per poter pagare i debiti e soprattutto i TFR.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente. Ha chiesto di intervenire il presidente Borrello. Ne ha facoltà.

BORRELLO Fabio, Presidente Consorzio Jonio Catanzarese

Sono il Presidente del Consorzio di Bonifica Jonio catanzarese. Io non sarei intervenuto, ma è opportuno che lo faccia per darle questa informativa che ritengo sia importante ai fini istituzionali. Io sono Presidente dal novembre 2019, consideri che appena sono entrato nella pienezza delle funzioni ho dovuto procedere al licenziamento di parecchie unità che ho convertito in part-time.

Sostanzialmente, rispetto alla domanda del Vicepresidente, il mio Consorzio non solo non ha assunto nessuno, ma ha ridotto la sua pianta organica di molte unità. Questo ha generato un risparmio di spesa di 800.000 euro. Consideri che il mio Consorzio è in avanzo di gestione di 330.000 euro, c'è un problema, però, di liquidità, ma non è per questo che intervengo.

 

(Interruzione fuori microfono)

 

Si sono posti con assoluta diligenza, hanno capito che non c'era verso di fare diversamente perché i conti non tornavano e quindi io l'ho chiusa così. Tra l'altro il mio Consorzio è famoso perché ha anche licenziato ed è famoso in Italia perché in due in tutta Italia abbiamo licenziato. Ma questo non è un vanto, perché poi chiaramente si perde capitale umano, sono delle soluzioni. Sono delle soluzioni sapendo che però i Consorzi sono importantissimi e che, nell'attività di progettazione, il capitale umano è importantissimo.

Non sono intervenuto per questo, ma solo per dirvi un'ultima cosa e chiudo: diga del Melito. Questa è una diga che ha in grembo il mio Consorzio. È una partita molto rischiosa per le finanze non solo dell'ente ma anche della Regione. Ho anche parlato con il presidente Leonetti, con il presidente Aceto, con il presidente Occhiuto, però era giusto dare questa informativa alla Commissione. Stiamo cercando di mettere sui tavoli nazionali questa grande incompiuta che doveva essere una delle più grandi dighe d’Europa.

Quindi potete capire cosa comporta con sé in termini di milioni di euro di rischio per le collettività di riferimento. Non scendo nei particolari perché dovremmo fare una riunione di Consiglio solo per questo. Era solo per darvi questa informativa, poi chiaramente sono disponibile ad entrare nel merito. Stiamo cercando di evitare che la nostra Regione possa farne le spese, quindi trovare su tavoli nazionali una sponda per cercare di risolvere questo problema in cui io non ho avuto alcun ruolo. È una cosa che risale agli anni ’80, però in qualche maniera va gestita. Sono 400 ettari di territorio che sono stuprati, che non hanno soluzione perché poi questa opera non è stata mai realizzata. Quindi non vogliamo che la Calabria sia tacciata di fare opere incompiute. Grazie. 

PRESIDENTE

Grazie a lei, Presidente, per l’informazione. Grazie. Ha chiesto di intervenire il presidente Gargiulo. Ne ha facoltà.

GARGIULO Salvatore, Presidente Consorzio Bacini meridionali del Cosentino

Parlerò molto poco, solo per salutarvi. Sono il Presidente del Consorzio dei Bacini meridionali del Cosentino. Il mio giovane direttore vi ha trattenuto molto. Il mio giovane direttore è Leonetti. Era solo per salutare e ringraziarvi per quello che state facendo e speriamo che vada in porto.

PRESIDENTE

Grazie a tutti voi per la partecipazione e grazie a tutti voi per essere qui. Ha chiesto di intervenire il presidente Brizzi. Ne ha facoltà.

BRIZZI Pasquale, Presidente Consorzio Alto Jonio reggino

Sono il Presidente del Consorzio Alto Jonio reggino. Forse sono, a livello di tempistica e di elezione, il Presidente più giovane eletto, sono Presidente da neanche 15 giorni, da febbraio. Volevo ringraziare per l'opportunità che questa Commissione dà a tutti i presidenti dei Consorzi per delucidare sui vari percorsi. Mi pare che siano emerse delle criticità diverse - anche il Vicepresidente, dopo una serie di interventi dei presidenti, ha un po' anche cambiato idea - rispetto a quello che era emerso, molto probabilmente, nell’audizione precedente, dove è stata audita solo la parte burocratica.

Io non mi dilungo moltissimo sia per l’ora sia perché chi mi ha preceduto ha egregiamente e dettagliatamente evidenziato le vere criticità dei Consorzi di bonifica che in brevissimo tempo potrebbe essere, se c'è la volontà, - mi riferisco a voi oggi - da stimolo per alzare veramente la funzione della politica, rispetto ad una classe burocratica che fino ad oggi sembra che abbia cercato sempre di mettere il bastone tra le ruote.

Mi riferisco anche in particolare alla struttura di controllo che fino al 2019/2020 ha sempre approvato i bilanci e, guarda caso, dal 2019/2020 risollevando questo problema - il problema è quello dei crediti della forestazione - mette in dubbio il principio della veridicità dei bilanci, bocciandoli.

Quindi chi mi ha preceduto, meglio di me, ha chiarito: come faccio ad andare a verificare i crediti della forestazione anche perché sono dei numeri, sono gestiti matematicamente dal CED per l’85% e oltre sono busta paga, il 3,5% sono spese generali, il 2% sono noli o forniture. Quindi non ci vuole il premio Nobel della matematica o il premio Nobel per certificare. Molto probabilmente, forse la politica negli anni passati era un po' distratta e in questi anni la parte burocratica, prendendo il sopravvento, ha cercato un pochettino di alzare muri perché non si sa che disegno c'era dietro per offuscare il lavoro positivo che invece i Consorzi di Bonifica fanno, come state chiedendo a tutti quelli che mi hanno preceduto e che hanno testimoniato che vogliono e hanno fatto sui territori.

Torno a ripetere: per quanto mi riguarda, per quel poco che ho potuto intravedere nel mio Consorzio, è un Consorzio in cui abbiamo problemi di liquidità, ma perché non abbiamo ancora recuperato tributi e quindi siamo fermi al ruolo del 2018, abbiamo i ruoli 2019-20-21. Ci metteremo al lavoro. Per quanto riguarda il discorso delle assunzioni rispetto al Piano industriale dell'epoca, noi fino ad oggi non abbiamo assunto nessuno, non hanno assunto nessuno. Sono tutti licenziati, noi abbiamo attualmente soltanto 12 dipendenti. Quindi, da qui a breve, cerchiamo di riorganizzare il POV e di approvare i bilanci. Siamo uno di quei Consorzi che è ricorso al TAR, dopo la seconda bocciatura del bilancio consuntivo 2019. Grazie per la possibilità di intervenire.

PRESIDENTE

Grazie. Ha chiesto di intervenire il presidente Blaiotta. Ne ha facoltà.

BLAIOTTA Marsio, Presidente Consorzio Bacini dello Ionio Cosentino

Intanto grazie a tutti i colleghi. Credo che questa sera vi abbiamo fornito, seppur in maniera un po' frettolosa o rocambolesca, un po' di input sui quali si può ragionare. L'appello che voglio fare io, Presidente, a tutta la Commissione, qual è? È quello che noi ci troviamo in un cambiamento climatico in atto ormai da anni. Noi oggi siamo all’8 marzo, siamo nella piana di Sibari e stanno già irrigando tutti, ci chiedono l'acqua anche sull'alto Jonio dove noi prendiamo l'acqua dal Sinni e stiamo già irrigando da più di una settimana. Questo che cosa significa? Che dobbiamo fare presto. Se non dovesse piovere nei giorni rimanenti di marzo e nel mese di aprile, noi a maggio siamo nei guai. Che cosa vi voglio dire con questo? Gli agricoltori, dopo due anni di pandemia, le aziende dopo due anni di pandemia, con tutti i prezzi delle materie prime alle stelle, stanno concimando.

Le persone hanno concimato con i concimi al triplo del prezzo dell'anno scorso, di due anni fa, sono alle strette. Se, malauguratamente, noi non riusciremo a dare loro l'acqua in questa estate, significa che ci siamo giocati le nostre aziende agricole.

Quindi noi, come abbiamo fatto nel 2020 nel 2021, senza aver incassato un centesimo, perché nel 2020/2021 tutte le cartelle sono bloccate, oltre all'ordinario dei ruoli 2020/21 tutto la coattiva dal 2015 fino al 2019. Tutte bloccate! Come abbiamo fatto in questi due anni a dare questo servizio essenziale? Noi per forza di cose dobbiamo dare l'acqua anche in questa primavera-estate 2022. Non possiamo giocarci le nostre aziende agricole perché sicuramente non ci giocheremo il frutto pendente, noi ci giocheremo gli impianti, se non riusciamo a dare l'acqua e quindi ci giochiamo le imprese agricole che hanno un nome ormai centenario in tutta la Calabria.

Quindi il mio appello è quello di fare presto, analizzate tutti gli elementi che vi abbiamo dato, vi lasciamo le carte, se occorre chiamateci un'altra volta fra 10 giorni, fra una settimana, tutto quello che ritenete opportuno noi ve lo portiamo, ma facciamo presto perché siamo arrivati ormai allo stremo, senza tributi, senza contributi, senza mutuo che il decreto sostegno ci ha dato. A noi ha concesso 4 milioni e 200 mila euro per crediti per i tributi non incassati, ma ce l'hanno autorizzato sia il Ministero sia la Regione Calabria. Siccome non abbiamo pagato le due rate del mutuo, siamo sulla centrale rischi. A tutto il mondo hanno dato la moratoria, ai Consorzi di bonifica non hanno dato la moratoria. Quindi poiché siamo sulla CRIF, non abbiamo potuto fare il mutuo. I 4 milioni e due, con gli interessi a carico dello Stato, li avremmo potuti restituire in 5 anni, senza l'anticipazione di cassa, perché ci hanno bocciato i bilanci. Nel 2021 ci hanno bocciato sia il previsionale sia il consuntivo. Ad oggi, per la verità, abbiamo avuto ragione tutte e due sia al TAR sia al Consiglio di Stato quindi il mio Consorzio è l’unico che ha i bilanci approvati, però dopo un anno e dopo 18.000 euro di spese. Quindi se non corriamo in fretta rischiamo il collasso. Grazie, grazie davvero, grazie a tutti.

PRESIDENTE

Grazie, Presidente, grazie a tutti davvero di cuore per aver partecipato. Non ci aspettavamo che veniste tutti, invece siete venuti tutti e già questo è un ottimo segnale per quanto ci riguarda. Sia chiaro quello che ho detto all'inizio: qui non c’è nessun Tribunale, noi stiamo facendo il nostro dovere. È giusto una precisazione perché ho trovato molto interessanti anche gli argomenti che avete portato alla nostra attenzione e vi ringrazio per tutti gli interventi qualificati.

È servita questa convocazione proprio per chiarire tante cose.

È naturale che, alla luce delle difformità, delle differenze, delle specificità di ogni Consorzio, se volete portare alla nostra attenzione delle problematiche particolari, attraverso dei report, delle relazioni, non esitate a mandarle, senza problemi.

Terremo in considerazione senz’altro tutte quelle che sono state anche le risoluzioni proposte dai vari Consorzi.

Era questo l’obiettivo: cercare di fare una sintesi.

Sappiamo che ci sono delle responsabilità, dimenticanze, con dolo senza dolo, senza voler approfondire e andare nel merito, non è questa la sede, proprio perché non siamo un Tribunale.

Era importante riuscire a captare quelle che sono le esigenze ed avere da voi delle proposte che possano essere ragionate insieme in altri ambiti, fermo restando che questa Commissione ha un obbligo, un dovere, che è quello di chiarire di approfondire, per come ci siamo prefissi. Come diceva anche il presidente Blaiotta, se avessimo necessità vi riconvocheremo.

Voi – lo ribadisco – sollecitateci, attraverso la documentazione che vorrete inviarci sulla nostra posta elettronica istituzionale.

Grazie di cuore a tutti.

La seduta è tolta.

 

La seduta termina alle 20,10