XI^ LEGISLATURA
N. 7
RESOCONTO
INTEGRALE
_________
SEDUTA Di martedì 8 giugno 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PIETRO SANTO MOLINARO
Inizio
lavori h. 15,52
Fine
lavori h. 18,30
INDICE
CASTELLANI Guido, segretario UGL
agroalimentare Calabria,*
CRINÒ Giacomo Pietro (Casa delle
Libertà,*,*
GIANNETTA Domenico (Forza Italia),*,*,*
GIOVINAZZO Giacomo, Dirigente generale del Dipartimento agricoltura e
risorse agroalimentari,*
LAZZARINO Sergio, Dirigente Settore assistenza
giuridica
LOIELO Romano, delegato del
segretario generale Conf. A.I.L. Calabria,*
OLIVA Giuseppe, Commissario straordinario dell'Azienda Calabria Verde,*,*,*,*,*,*
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente),*,*,*,*
GIOVINAZZO Giacomo, dirigente generale del
Dipartimento agricoltura e risorse agroalimentari,*
MINNICI Sonia, funzionario Settore assistenza
giuridica
PITARO Vito (Jole Santelli Presidente)
CRINO Giacomo Pietro (Casa delle
Libertà)
PAVONE Giuseppe, dirigente
Dipartimento lavoro, sviluppo economico, attività produttive e turismo,*,*,*,*
Presidenza del Presidente Pietro Santo Molinaro
La
seduta inizia alle 15,52
Buon
pomeriggio, vi chiedo scusa per il ritardo. Ringrazio i colleghi presenti. Passiamo
velocemente alla verifica delle presenze: Molinaro presente, Giannetta presente,
Pitaro presente, Crinò presente. Hanno chiesto congedo i consiglieri Tassone e
Aieta. È presente la collega Minasi, che ringraziamo. Quindi la seduta è valida.
Passiamo
all’approvazione del verbale numero 4 della seduta del 14 aprile 2021. Lo diamo
per letto. E’ approvato all'unanimità.
Brevemente riferisco
ai colleghi della Commissione che non abbiamo messo all'ordine del giorno i
pareri 7 e 8 sul Piano annuale 2020, per tutto quello che è successo durante il
percorso 2020/2021. Questa è la motivazione.
Possiamo
procedere con il primo punto all'ordine del giorno: “Parere sull'articolo 9,
comma 1, legge regionale numero 25/2013 - Adozione Atto aziendale Azienda
Calabria Verde”.
Hanno chiesto
di essere auditi i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.
Vediamo chi è
presente, li farei entrare così sentiamo. C'è anche il Commissario di Calabria Verde,
se cortesemente lo informano, può entrare in aula.
(Gli auditi
vengono fatti entrare in Aula)
Ringrazio per
la presenza il Commissario di Calabria Verde, Oliva, ed ai rappresentanti delle
organizzazioni sindacali che hanno chiesto di essere auditi. Vado a memoria, mi
sembra che la prima richiesta di audizione sia pervenuta dall’UGL. Cedo la
parola, chiedendo la cortesia di indicare al microfono le generalità e
l'associazione di appartenenza. Prego.
Buon pomeriggio.
Sono Guido Castellani, segretario della UGL agroalimentare della Calabria. La
ringrazio, signor Presidente, e ringrazio gli altri consiglieri che sono qui
per l'attenzione che c'è stata data in particolare su questo tema che è molto
importante perché va a interessare l'assetto e l'architettura di un Ente
importante della Regione Calabria che ha tanti impegni e tanti compiti.
È chiaro che
quando si parla dell’architettura di questo Ente ci vuole molta attenzione,
oltre al rispetto delle regole su cui questo atto si deve basare. Rispetto
delle regole che non può essere considerato un optional, ma sia una conditio sine qua non, un prius su cui si basa tutta la
discussione.
Noi oggi siamo
qui a discutere della deliberazione numero 209 del 29 marzo 2021, sulla quale noi
già abbiamo espresso qualche dubbio, pur comprendendo le esigenze dell'Ente di
portare avanti una riorganizzazione.
Però pensiamo che
la riorganizzazione vada fatta col rispetto sia di questo metodo sia del merito
del provvedimento e con l'ampio consenso e il pieno coinvolgimento delle
organizzazioni che rappresentano i lavoratori che dovranno vivere questo atto.
Andando nel
merito, possiamo rilevare come l'articolo 9 della legge 25, che istituisce l’ente
Calabria Verde, prevede testualmente- mi sono predisposto degli appunti - che:
“l'Atto aziendale deve essere fatto nel rispetto delle normative di
contrattazione collettiva in materia di relazioni sindacali”. Noi vorremmo un
maggiore coinvolgimento preventivo riguardo l'assetto di questo Ente e quindi
anche su questo Atto.
La
determinazione del fabbisogno del personale, poi, è qualcosa di previsto dalla
legge ed è chiaro che se mancasse l’atto sarebbe incompleto, per cui anche il
parere che la Commissione è chiamata a dare si baserebbe su un atto imperfetto.
Questo ci tengo
a sottolinearlo.
Come pure, riguardo
l'articolo 8 che tocca il numero dei Distretti, va data un'informazione
preventiva a questa Commissione, che lei presiede, affinché possa esprimersi
riguardo i criteri da adottare nel merito della riduzione.
Il taglio non può
essere fatto a discrezione, perché c'è una chiara differenza tra arbitrio e
discrezione. Credo che questo sia molto chiaro. Si possono fare delle scelte,
però devono rispondere a dei criteri oggettivi che vanno dichiarati prima alla Commissione.
Proprio per questa
mancanza del Piano del fabbisogno, noi chiediamo alla Commissione una
sospensione tecnica, l'apertura di una verifica sulle nostre riflessioni e un
confronto di merito perché l'Atto possa nascere soddisfacendo tutti i requisiti
che la legge prevede. Perché è chiaro che, se non venissero rispettati, nascerebbe
male, invece questo Ente ha bisogno di guardare lontano.
Il Piano del
fabbisogno del personale è previsto dalle leggi dello Stato e gli Enti locali
devono adempiere all’obbligo di adeguamento per gli anni 2019-2021, secondo
quanto stabilito dalla Funzione pubblica l’8 maggio 2018.
Quindi noi
pensiamo che sia il caso che la Commissione rinvii, almeno di una settimana,
per consentire un confronto sindacale su questo tema.
La ringrazio e
spero di non avere preso molto tempo. Grazie.
Assolutamente,
grazie a lei. Prego.
Cortesemente declini
a microfono generalità e appartenenza o comunque rappresentanza
dell'associazione
Buongiorno Presidente
e commissari di codesta eccellentissima Commissione. Sono Romano Loielo, in
rappresentanza della segreteria regionale della Confail, Confederazione Autonoma
Italiana del Lavoro.
Sposo in pieno
quanto detto dal collega dell’UGL sinora e vorrei integrare il dibattito con
alcune considerazioni modeste.
Secondo me, nell'approvazione
di questo provvedimento che oggi è qui in discussione, riscontriamo delle
manchevolezze di carattere di metodo e di merito. Per quanto riguarda il metodo,
ha ben evidenziato il collega Castellani, si è completamente di fatto, ma anche
sotto profilo di diritto, messo da parte il rapporto con i sindacati. Adesso mi
spiegherò e dimostreremo anche come e perché. Per quanto riguarda il merito, ci
sono anche delle violazioni di norme, quantomeno a nostro modesto avviso, ma
credo che sia facile riscontrare se ciò corrisponde al vero.
La delibera del
Commissario, la numero 209, esordisce dicendo, nei considerata, che si tiene
conto soprattutto del Testo unico del pubblico impiego nel redigere questo
provvedimento, che altro non è che il regolamento sull'organizzazione degli
uffici e servizi, insomma, sull'organizzazione dell'Azienda, alla stregua degli
altri Enti pubblici, Enti locali e quant'altro. Quindi, chi ha avuto mai a che
fare con Comuni, Province, ecc., sa che stiamo parlando sostanzialmente dello
stesso strumento regolamentare. Ebbene, viene citato anche l'articolo 6 del
decreto legislativo numero 165 del 2001 che testualmente recita, nella parte che
ci interessa: “L'organizzazione e la disciplina degli uffici, la consistenza e
le varie zone della dotazione organica, sono determinate previa informativa
delle organizzazioni sindacali rappresentative secondo le disposizioni previste
nei contratti”. Ora, posto che i contratti sia nazionale sia integrativo
regionale prevedono la partecipazione dei sindacati, è vero che, nel tempo, c'è
stata la mutazione dell’informativa preventiva con quella anche successiva, ma
se un'informazione alle organizzazioni sindacali ci deve essere è dovuta al
fatto che, anche immediatamente dopo l'approvazione dei vari provvedimenti, il
sindacato, che rappresenta i lavoratori destinatari di quel provvedimento, può
dire la sua.
Approfondiremo
a breve questo discorso sul metodo, ma la violazione di legge mi pare che sia
lampante. Qualcuno potrà dire di no, ma l'articolo 9, che il collega citava
prima, della legge numero 25 del 2013, istitutiva dell'Azienda regionale
Calabria Verde, dice testualmente: “L'organizzazione dell’Azienda Calabria
Verde è contenuta in un Atto aziendale, adottato dal direttore generale nel
rispetto delle previsioni normative e di contrattazione collettiva in materia di
relazioni sindacali e previa determinazione del fabbisogno di personale,
approvato dalla Giunta regionale”. Ora già, al di là della questione delle
relazioni sindacali, manca l’approvazione del Piano del fabbisogno del
personale e quindi manca una previsione normativa che incida in maniera
decisiva sulla legittimità di questo provvedimento. Non è stata fatta - secondo
quanto a noi risulta, anche su questo non sono state coinvolte le
organizzazioni sindacali - l'approvazione del Piano del fabbisogno di personale,
annuale e triennale, da parte di Calabria Verde.
Stiamo parlando
della più importante Azienda regionale della Calabria, con 5.000 dipendenti - almeno
così sembra, perché i dati precisi stentano a pervenire quantomeno alle
organizzazioni sindacali.
Credo che
l'approvazione di questo atto definitivo, come la stessa legge regionale
prevede, sia anche propedeutico all'eventuale avvio di turnover,
modifiche professionali, eccetera, eccetera, per quanto riguarda i lavoratori. È
un atto di importanza vitale, soprattutto nel momento in cui ci ritroviamo ad
avere un'Azienda che, sebbene rinnovata nel logo e nella norma di recente, 7-8
anni fa, è sostanzialmente vecchia o anziana, se vogliamo dirlo meglio, perché l'età
media dei lavoratori raggiunge i 60 anni. Abbiamo un importantissimo anzi
peculiare servizio che Calabria Verde svolge: l’antincendio boschivo gestito
sostanzialmente, anche per più del 90 per cento, da personale ultraquarantenne,
quindi già in violazione della normativa sulla sicurezza del lavoro per questo
delicato e particolare impiego.
Quindi, secondo
me, è inderogabile che si prenda atto a livello regionale, ma anche di questa Azienda,
che si debba fare un turnover.
Però, nel
contempo, dobbiamo evitare che questa Azienda venga gestita sempre alla vecchia
maniera. Quindi, cosa bisogna fare? Far sì che sia davvero un’Azienda moderna e
non un vecchio carrozzone, come viene definita da tutti a livello nazionale e, in
primis, nei canali televisivi.
Non sono tra
quelli che pensano che Calabria Verde sia un carrozzone o che non svolga
compiti importanti, anzi ho avuto dimostrazione che, laddove sono stati messi
in campo progetti importanti con la giusta motivazione sia da parte dei
dirigenti sia da parte gli operai, sono state svolte delle opere egregie.
Purtroppo, spesso
qualcuno ritiene che ancora si possa continuare a scherzare con una cosa seria,
cioè con un'Azienda che fa vivere migliaia di famiglie in Calabria e che,
secondo me, è o potrebbe essere il fiore all'occhiello della Regione Calabria
perché gestisce la stragrande maggioranza del patrimonio immobiliare, dei boschi
e delle foreste che coprono la stragrande maggioranza del territorio.
Ripeto, è, sia
per importanza sia per numero di dipendenti, l'Azienda più grande della Regione
Calabria. Vogliamo cercare di gestirla in maniera – senza offesa per il
direttore generale, per il Commissario straordinario - più seria? Siccome ci
sono 5.000 dipendenti che vivono quotidianamente quest’Azienda, li vogliamo in
qualche modo interpellare, considerare o vogliamo ancora continuare a gestirla
in maniera quasi dispotica?
Vedete, questi
elementi che sto evidenziando si ravvisano nell'Atto aziendale presentato,
perché non c'è stato nessun coinvolgimento precedente delle organizzazioni
sindacali e non si intende nemmeno farlo successivamente. Non si ha intenzione
di attivare una partecipazione dei lavoratori, perché i sindacati non sono altro
che i rappresentanti dei lavoratori stessi.
Per esempio,
l'articolo 4: “Le risorse umane: la dotazione organica dell'Azienda Calabria
Verde è predisposta ed approvata dal direttore generale”. Come si è detto
prima, facendo riferimento ai principi della norma nazionale sul pubblico
impiego, ci si è dimenticati di dire – è una dimenticanza sintomatica del modo
di pensare e di fare -: “previa informazione delle organizzazioni sindacali
rappresentative, secondo la disposizione prevista nei contratti collettivi
eccetera eccetera”. Sembra una sciocchezza, in realtà mostra il punto di vista
della gestione aziendale che non può essere condiviso da noi.
C'è un altro articolo
importantissimo, il 6, che riguarda gli incarichi di caposquadra e capo operaio
da conferirsi in base al contratto di lavoro: “Gli operai a tempo indeterminato
qualificati e specializzati… dovranno essere conferiti dall’Azienda Calabria Verde
esclusivamente mediante provvedimento del direttore generale su proposta del
dirigente del Settore competente”. Ci siamo completamente dimenticati delle
previsioni sancite dall'articolo 18 del contratto integrativo regionale che è
poi il Vangelo dei lavoratori e che deve osservare anche l'Azienda. Siccome
tutte le Pubbliche amministrazioni devono tener conto, anche e soprattutto, dei
contratti collettivi, beh, non tenere conto di quello che sancisce proprio il predetto
Vangelo, cioè la partecipazione dei sindacati con le commissioni paritetiche
regionali, eccetera, eccetera – costituite o non costituite, ma sono previste
dal contratto integrativo –, equivale a dire “me li faccio io i capisquadra e i
capi cantiere”. Anche se fosse stato fatto in buona fede - adesso non stiamo
qui ad accusare il direttore, il commissario straordinario o comunque il futuro
direttore generale dicendo che vuole svolgere mansioni in maniera simile a un
podestà, no - è quello che c'è scritto. Questo dimostra che effettivamente non
si tiene in debita considerazione il coinvolgimento preventivo, né successivo
dei sindacati e quindi dei lavoratori.
Questo è un
grave errore perché inevitabilmente comporterà delle vertenze, dei contrasti
fra l'Azienda e i lavoratori. Siccome credo che né codesta Commissione, né
l'intero Consiglio regionale e nemmeno la direzione aziendale voglia questo,
credo che sia opportuno rinviare, sia per le illegittimità prima segnalate,
ovvero la chiara e palese violazione della legge regionale in materia di
preventiva approvazione del Piano del fabbisogno del personale, sia per il
metodo utilizzato che comunque viola i principi sia a carattere nazionale che
anche regionale di partecipazione delle scelte con i sindacati ed anche i
principi di opportunità perché – ripeto - un'Azienda di 5.000 persone non può
essere gestita da un solo soggetto, non tenendo conto dell'importanza che, invece,
riveste il coinvolgimento dei lavoratori che, ovviamente, sono organizzati, per
fortuna, in organizzazioni istituzionali. Tutto ciò porterebbe inevitabilmente
a dei contrasti da scongiurare. Quindi sono straconvinto che l’Atto aziendale sia
uno strumento da approvare nel più breve tempo possibile, perché aprirà le
porte a un rinnovamento della Azienda Calabria Verde, però non penso sia così
urgente da passare sopra ai diritti, calpestati e testé segnalati.
Quindi, credo
sia necessario rinviare, seppur per poco tempo, l’Atto aziendale al Commissario
straordinario affinché vengano riveduti determinati passaggi, che ho tentato di
segnalare e che anche la Commissione potrà riscontrare nell’esprimere il suo
parere, e affinché venga riproposto un Atto aziendale più partecipato, discusso
con le parti sociali prima, in maniera seria, e poi ci ritroveremo qui, eventualmente,
per esprimere un nuovo parere che questa volta non potrà che essere positivo.
Per il momento
io credo che sia necessario il rinvio dell'approvazione per le ragioni dette e
auspico che tutte le parti interessate, quindi le organizzazioni sindacali oggi
qui presenti, vengano convocate ad un tavolo tecnico con il Commissario
straordinario per discutere questi aspetti ed altri che verranno certamente
presi in esame durante quella riunione. Grazie.
Grazie a lei.
Prima di chiedere ai colleghi se vogliono intervenire, chiedo al commissario
Oliva le sue osservazioni anche in riferimento alle cose che sono state dette,
in modo che la Commissione possa avere più contezza rispetto alle sottolineature
che sono state fatte. Grazie.
Giuseppe Oliva,
Commissario Calabria Verde.
Innanzitutto, Presidente,
io devo, voglio, tranquillizzare tutti dicendo che presso Calabria Verde non
c'è stata nessuna violazione di norma né sono stati assunti atti in maniera
illegittima, contraria alla norma, anzi tutt'altro, né sono state calpestate
prerogative di organizzazioni sindacali dei lavoratori, in quanto si tratta di
un'Azienda molto complessa che registra, ad oggi, circa 4200 dipendenti.
Voglio subito
precisare, così come ho avuto modo già di esporre in occasione dell'audizione nella
scorsa seduta, che Calabria Verde è dotata di un Atto aziendale che è stato
approvato nel 2014, con parere favorevole dalla Commissione competente, dalla Giunta
regionale. Successivamente, la legge numero 43 del 2016 ha introdotto alcune
modifiche alla normativa regionale di riferimento, ovvero la legge regionale 25
del 2013 istitutiva di Calabria Verde. Azienda Calabria Verde, quindi, ha
tentato, dico tentato perché risulta agli atti che già nel 2018 ebbe modo di proporre
un adeguamento dell’Atto aziendale secondo le modifiche normative, ma questo
non è avvenuto dal momento che la gestione commissariale che si è insediata
alla guida di Calabria Verde si è venuta a trovare con una pianta organica
adottata a seguito delle modifiche normative sulla legge 25, che però non hanno
avuto il perfezionamento dell’iter normativo, in cui vi era, rispetto alle
posizioni dirigenziali e quindi alla macrostruttura organizzativa che prevedeva
appunto 14 dirigenti, solo una posizione coperta, e, delle previste 30
posizioni organizzative, nemmeno una posizione coperta.
Quindi, è evidente
che il primo atto che ho dovuto pensare, come gestione commissariale, è il
recepimento delle modifiche normative intervenute sulla legge 25 e si è proposto
un adeguamento dell’Atto aziendale, non uno nuovo.
Non sono state
riformate e riviste le impostazioni che erano state discusse nel 2014 coinvolgendo
anche le parti sindacali a cui si faceva riferimento.
Nel merito devo
dire anche che, nonostante la contrattazione non preveda che gli aspetti
organizzativi della macrostruttura siano sottoposti ad un confronto con le
organizzazioni sindacali, tuttavia questa gestione ha ritenuto di convocare le
organizzazioni firmatarie del contratto nazionale collettivo di lavoro,
sottoscritto con l’ARAN nel 2018, e avere un confronto con loro. Mi riferisco
alla Funzione pubblica perché le modifiche a cui si è dovuto mettere mano
nell'Atto aziendale hanno riguardato essenzialmente la macrostruttura
organizzativa. Nel 2016, infatti, la norma ha abolito le due Vice-direzioni
generali in luogo di un Settore denominato “Segreteria alla direzione generale”;
ha abolito tre Settori, Settori e Servizi, istituendo 14 Settori; altresì ha abolito
il Comitato tecnico di indirizzo e ha pensato anche di ridurre il numero dei Distretti
da 11 a 9.
La modifica
dell'Atto aziendale ha riguardato solo ed esclusivamente questi punti, sulla
base delle variazioni normative.
Per facilitare
il lavoro ho predisposto un testo correlato in cui c'è l’Atto aziendale vigente
e le modifiche introdotte, così la Commissione potrà agevolmente avere modo di notarle.
Quindi, trattandosi
esclusivamente di una modifica della macrostruttura organizzativa, si è pensato
di impostare una nuova organizzazione più snella, capace di affrontare le
problematiche, le dinamicità, le potenzialità, prevedendo che l'Azienda possa
svolgere appieno le funzioni demandate dalla norma con 7 posizioni dirigenziali
invece che con 14, con un risparmio del 50 per cento.
La stessa cosa
per quanto riguarda gli uffici, è stata prevista una riduzione prevedendo 9
uffici con le posizioni organizzative.
È evidente che,
rispetto alla micro-organizzazione, ci sarà il rinnovamento dell’Atto aziendale
che è vigente fino al 31/12/2020. Atto che è stato anche integrato con una nota
del Commissario del 13 maggio 2021, trasmessa a questa Commissione, introducendo
il Piano del fabbisogno che è vigente fino al 31 dicembre 2020. Ovviamente,
dovrà essere aggiornato, ma l'aggiornamento nascerà dal bilancio - cosa che
potrà essere fatta a breve in quanto il revisore dei conti è stato appena
nominato dal Consiglio regionale –,si potranno, quindi, intavolare discussioni sulla
micro-organizzazione ed in quella sede saranno coinvolte le organizzazioni
sindacali.
Quindi, nessuna
violazione di legge, anzi è uno strumento di lavoro che in questo momento serve
ad Azienda Calabria Verde perché ad oggi la struttura organizzativa poggia
tutta sulle spalle del Commissario non potendo contare su nessuna posizione
dirigenziale - anzi solo una che riguarda gli Affari generali. Sono tutte
posizioni indispensabili sulle quali il Commissario deve poter contare che
riguardano tutti gli aspetti: il Piano attuativo di forestazione, il Piano
antincendio - che sarà a breve avviato, la prossima settimana -, la
sorveglianza idraulica - che non ha dirigenti, come ha evidenziato oggi in un
articolo un consigliere regionale -, l’’attuazione degli interventi contro il
dissesto idrogeologico negli alvei, la progettazione di alcuni interventi molto
importanti, la contabilità. Non ultima anche l'approvazione degli obiettivi da
cui scaturisce la performance annuale di ciascun dipendente. In mancanza di uno
strumento organizzativo di questo genere sarebbe poco praticabile un'attività
gestionale dell'Azienda che oggi – ripeto - è in capo al Commissario. Una
persona sola non può avere l'arroganza di potersi sobbarcare un'Azienda che
conta 4.200 dipendenti, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla
mission aziendale.
Prima si faceva
riferimento ad alcune attività innovative: la macrostruttura, la
macrorganizzazione che, nella proposta, inserisce nuovi Settori.
Per esempio, la
politica della montagna: serve un Settore dove ci sia un dirigente, una
struttura organizzativa che possa pensare interventi progettuali capaci di
poter anche attrarre le nuove opportunità che deriveranno dal Programma
nazionale di sviluppo con le risorse che potranno essere investite utilmente
nel patrimonio forestale regionale che – ripeto - conta 60.000 ettari di bosco,
oltre 500 strutture e migliaia di chilometri di strade forestali che hanno
bisogno di essere attenzionate e progettate.
Capite bene che
in mancanza di una struttura organizzativa che pensi a queste cose
difficilmente si può realizzare tutto e difficilmente si può pensare a un
rilancio del settore forestale in Calabria.
Mi fermo qui e
mi riservo, eventualmente, di rispondere alle domande che verranno poste. In
mancanza di questo è ovvio che - l'ho detto e lo ripeto - è difficile pensare a
un discorso di rilancio. Grazie.
Grazie al commissario
Oliva, saluto i dirigenti Giovinazzo e Siviglia che ci hanno raggiunto. Li
accogliamo con grande soddisfazione. Grazie, grazie di cuore. Sempre il microfono,
prego.
Ho ascoltato
con attenzione le parole del Commissario straordinario che ha toccato un tema
che io, nel mio intervento, avevo accuratamente evitato, però è giusto che si
tocchi.
Il Commissario ha
detto che c'è un unico Atto aziendale che è valido, applicato e riconosciuto ed
è quello del 2014 che prevede tre Settori. Ma se è l'unico Atto valido e
approvato dalla Giunta, come si fa a parlare di riduzione da 14 a 7 Settori? Perché
quell'Atto prevedeva tre Settori.
Va chiarito un
passaggio molto, molto serio e molto grave: le modifiche legislative introdotte
con la legge numero 43, un semplice Collegato alla finanziaria del 28 dicembre
del 2016, hanno modificato - ed è un fatto di una gravità assoluta -, con una
legge ordinaria, l'architettura di un Ente regionale che era stato istituito a
maggioranza qualificata.
La legge numero
25 del 2013 è una legge regionale rinforzata perché è stata votata a
maggioranza dei due terzi. La ratio è
quella di coinvolgere l’opposizione quindi, se è stata coinvolta per la nascita
di quell'Ente, è chiaro che se venisse cambiata l'architettura dovrebbe essere
coinvolta anche in quel caso.
Occorre
mettersi d'accordo. Si è fatto un nuovo Atto aziendale perché si intende
rilanciare l’Ente? È una cosa. Se, invece, sono state fatte delle modifiche
solo per dare seguito alle modifiche intervenute negli anni, è un'altra.
Però nulla è
stato detto riguardo il Piano del fabbisogno del personale che, come abbiamo
detto, è una conditio sine qua non dell'articolo 9 della legge 25.
Non c’è dubbio -
è un dato incontrovertibile - che quando quest'Atto è pervenuto alla Commissione
non c'era il Piano del fabbisogno del personale anche se era un atto
propedeutico, un prius, non un posterius, non era un fatto
opzionale.
Riguardo la
riduzione del numero dei Distretti: la riduzione del numero dei Distretti non
può essere un qualcosa fatta ad libitum “come mi alzo la mattina, vado a
fare, taglio qui o taglio lì”. È una cosa su cui vanno dati preventivamente i
criteri a questa Commissione. Questo dice il testo della legge, non può essere
una opinione.
Riguardo il Piano
del fabbisogno del personale: la precedente bozza di cambiamento dell'Atto,
predisposta dal predecessore del Commissario nel 2018, l’abbiamo contestata perché
era importante la modifica e un confronto sul Piano stesso. La forestazione si
basa ancora sulla legge numero 442 del 1984 che fissa le assunzioni al 1983, manca
poco al 2023 quando tutti i lavoratori avranno 40 anni di contribuzione. Ecco
perché si fa il Piano del fabbisogno: si fa una previsione e su quella c'è
bisogno di un confronto. Non vogliamo l'informazione, non è un problema. Noi siamo
pronti a dare un contributo come forze sindacali, se ci viene data la
possibilità di farlo, perché - torno a dire - un atto di questa importanza va
fatto per i lavoratori, con i lavoratori.
Ecco perché sono
contento che ci sia oggi questa Commissione, perché il Consiglio regionale è il
luogo in cui i calabresi sono rappresentati dai consiglieri eletti che hanno
tutto il diritto e anche l'obbligo di interessarsi a quello che succede negli Enti
regionali. Grazie.
Grazie a lei. Prego.
Se riusciamo ad abbreviare di qualche minuto, guadagniamo un po' di tempo
tutti.
Molto
brevemente, io non posso dichiararmi soddisfatto da quanto affermato dal
Commissario straordinario per una serie breve di ragioni che dirò.
La prima: si
parla di una modifica dell'Atto aziendale, il che non è vero. L’Atto aziendale
precedente era quello provvisorio, previsto sempre dall'articolo 9, ultimo
comma, cioè dopo l'istituzione di Calabria Verde bisognava approvare un Atto
aziendale provvisorio.
In ogni caso,
modifica o meno, è un Atto nuovo e, quindi, va seguita la stessa procedura. Non
è che giochiamo con le modifiche a vita e facciamo sempre le modifiche e quindi
le procedure non le applichiamo mai.
Sono quei
giochetti di parole che tutti conosciamo bene e tutti sappiamo fare, però
bisogna che poi siano fondate. Così come è infondata la questione del
fabbisogno del personale. Ho detto prima: “evitiamo di giocare, dobbiamo
gestire un'Azienda di rilevante importanza su cui sono puntati gli occhi di
tutta Italia, lo vedete nei vari programmi televisivi che trovano, ogni volta, lati
negativi”. E noi qui stiamo sempre a giocare, quando si potrebbe evitare, mettere
in chiaro le carte e collaborare tutti per il fine ultimo di gestire bene quest’Azienda.
Allora io dico:
CGIL, CISL e UIL diceva il Commissario che sono stati consultati. Non si
capisce perché noi no. Non mi sembra ci sia una giustificazione molto chiara.
Non sono qui
per protestare, come si dice sui giornali, anche se abbiamo avuto il coraggio
di venire, però il Piano del fabbisogno del personale va approvato ogni anno. Lo
dice la legge. Non ce lo inventiamo noi oggi per fare bella figura.
L’articolo 6
del Testo Unico del Pubblico impiego dice chiaramente, al quarto comma: “Per le
altre amministrazioni pubbliche il Piano triennale dei fabbisogni, adottato
annualmente, nel rispetto delle previsioni di cui ai commi 2 e 3, è approvato
secondo modalità previste dalla disciplina dei propri ordinamenti, eccetera,
eccetera, eccetera”. Quindi, abbiamo un piano di fabbisogno che, per stessa ammissione
del Commissario straordinario, è scaduto e bisogna approvare l'altro; va approvato
ogni anno, con valenza poi triennale, e rinnovato ogni anno. Così funziona! Si
chiama Piano annuale e triennale del fabbisogno del personale. Sulla scorta di
questo si adotta poi la dotazione organica.
Detto questo
concludo: sulle spalle del Commissario straordinario non può gravare il peso di
4.200 persone, di un’Azienda così grande, non è una giustificazione perché
altrimenti tutti direbbero questo e le parti sociali non verrebbero mai
considerate. La partecipazione dei lavoratori e degli altri organismi previsti
non verrebbero mai attuate e così arriveremmo a quello che dicevo prima: il
dispotismo, che, invece, voglio scongiurare.
Non è così,
anche perché – scusatemi - veniamo da una gestione commissariale che per anni
non ha sentito questa impellenza di fare queste modifiche così urgenti. Non è
che adesso cambia perché abbiamo un Commissario straordinario, prima avevamo un
direttore generale, è la stessa cosa.
Quindi, capisco
la voglia di cambiare, di innovare l'Azienda, eccetera, però bisogna rispettare
anche le regole non scritte che riguardano il buon senso, cioè - lo dirò
all'infinito - far partecipare i lavoratori e i loro rappresentanti. È chiaro che
non è la bottega di 10 dipendenti, di 2 dipendenti. È un'Azienda di – puntualizzo
– 4.002 - ho detto 5.000, ma siamo sicuramente oltre 4.000 dipendenti - che va
gestita e va gestita nel modo migliore. Sicuramente, per non buttare nell'immondizia
decenni di battaglie di libertà, di democrazia e di lotta sindacale, vanno
fatte queste scelte anche e soprattutto con la partecipazione dei sindacati.
Quindi, nel
concludere, rinnovo la nostra richiesta di rinviare al Commissario
straordinario questa proposta di Atto aziendale, affinché vengano coinvolte,
sia per l'adozione del Piano del fabbisogno del personale sia per una modifica
di questo Atto aziendale, le organizzazioni sindacali oggi convocate per essere
audite in questa sede, per poi ritrovarci qui e sperare di poter dare, dopo
aver ragionato bene prima, il parere favorevole e quindi dotare quest’Azienda
importantissima dello strumento fondamentale per la sua vita e la crescita di
questa Calabria. Grazie.
Grazie a lei. Prima
di chiedere se vuole dire qualcosa il direttore generale Giovinazzo, ne
approfitto per precisare che forse lei voleva di un'altra cosa: l'abbiamo
invitata per essere audito, non si viene qui per protestare, ma per dare un
contributo. In Commissione non si viene a protestare.
Non ho mai
detto che siamo venuti a protestare.
Allora abbiamo capito male. Ho precisato così resta agli atti.
Non ho detto protestare. Risentiamo. Ho detto – mi scusi, chiarisco - che la triplice, CGIL CISL UIL, non è qui per protesta così come dicono i giornali. Noi invece coraggiosamente e doverosamente siamo qui invece per portare il nostro contributo, pur non essendo d'accordo su quello che è stato fatto prima. Non siamo qui per protestare, siamo qui in maniera costruttiva per dare una mano alla Regione Calabria.
La ringrazio
per questa precisazione. Prego, Commissario...
Solo una
precisazione. Mi dispiace che le organizzazioni non abbiano colto qual è l’essenza
dell’esigenza di aggiornamento dell’Atto aziendale. Una sola cosa: vorrei
precisare che l’Atto aziendale vigente, che non è provvisorio ma definitivo dato
l'Iter che è stato seguito, allo stesso articolo 25 prevede espressamente che venga
aggiornato a seguito di intervenute modifiche normative, quindi non stiamo inventando
nulla, non è un'esigenza che nasce d’impeto o chissà per quali altri motivi.
Il numero dei Settori:
è vero che l'Atto aziendale originario prevedeva tre Settori, ma prevedeva anche
due Settori per ogni servizio e i servizi sono stati aboliti con legge
regionale. Se si fa una proporzione si arriverà sempre a 7 settori, quindi l’equilibrio
finanziario non muta.
Grazie. Non so
se vuole intervenire il dottore Giovinazzo, sennò chiedo ai colleghi, prego.
Presidente,
consiglieri, non entro nei tecnicismi perché il dottore Oliva è stato esaustivo.
Noi, come Dipartimento e con l'ingegnere Siviglia, abbiamo una necessità: dare
continuità al lavoro che il Commissario sta facendo. Credo che le probabilmente
giuste osservazioni fatte dai sindacati sulle procedure siano in contrasto con
la necessità di mettere il Commissario nelle condizioni di far lavorare questo Ente
nelle migliori condizioni possibili.
Poi tutto è perfettibile,
tutto è rivedibile, però in questo momento noi abbiamo…
Noi, oltre al pagamento
degli stipendi che fino a questo momento abbiamo rispettato, vorremmo dare
inizio al rilancio di questa Agenzia che per noi rappresenta un elemento di
grande importanza.
Quindi, siamo ben
consapevoli che non sia un Atto esaustivo, ma è un inizio che consentirà di
attivare una procedura per il vero rilancio di Calabria Verde.
Non è un caso
se il Commissario è un dirigente interno di alto spessore che, per poter
operare, ha chiesto al Dipartimento, all'U.O. forestazione, di avere ampiezza
di manovra. Se questo viene fermato, probabilmente avremo difficoltà nel far
lavorare questo Ente di cui condividiamo l'importanza e anche tutti gli altri gli
aspetti che sono stati fin qui evidenziati. Grazie.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Vito Pitaro, ne ha facoltà.
Grazie,
Presidente. Penso che il Commissario di Calabria Verde abbia chiarito, in modo
preciso e in modo serio, tutti i dubbi che sono stati sollevati da parte delle
sigle sindacali presenti qui oggi. Calabria Verde è un'azienda importantissima,
c'è la necessità di renderla proficua e non più, come in passato, un carrozzone.
Questo comporta un rilancio.
Penso che la
riduzione delle dirigenze, delle posizioni organizzative sia un modo per
ridurre la spesa, per rendere più snella la struttura e, quindi, più operativa
l'Azienda stessa.
Penso che il Commissario
abbia seguito in modo rigido il dettato normativo anche riguardo l'audizione
delle sigle sindacali; è normale che solitamente vengano audite le sigle
sindacali che hanno firmato in sede di contrattazione collettiva nazionale. Forse
per questa ragione alcune sigle non sono state coinvolte.
Detto questo,
penso che questa ristrutturazione della macrostruttura sia ottima e indispensabile,
quindi è necessario, oggi, mettere un punto su queste modifiche dell'Atto
aziendale per permettere al Commissario, da domani mattina, di poter operare
nel migliore dei modi.
Penso che non
sia possibile più rimandare questa discussione, perché significherebbe creare
un serio nocumento alla stessa Azienda e creare disagi non solo al Commissario,
ma anche agli stessi operai ed alla burocrazia di questa importantissima Azienda.
Quindi, chiedo
che stasera venga messo ai voti l’Atto aziendale di Calabria Verde. Grazie.
Grazie al
collega Pitaro. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Presidente, grazie
per avermi concesso la parola. Sarò brevissimo anche perché anticipo di
trovarmi perfettamente d'accordo con quanto ha appena esposto il collega Pitaro.
Questo accordo nasce da un'attenta valutazione, da un attento ascolto sia degli
interventi che mi hanno preceduto sia delle rappresentanze sindacali e sia,
soprattutto, di quanto ha testimoniato con la sua narrazione dei fatti il
commissario Oliva.
Dunque è chiaro
- e mi collego con quanto diceva anche il direttore generale, il dottore
Giovinazzo - che ogni documento può essere sempre rivedibile e ci possono
essere sempre spazi di miglioramento, però mi sembra altrettanto chiaro - almeno
questa è la sensazione, anzi la certezza che ho – che, stasera, questa Commissione
venga chiamata a esprimersi non solo sull'approvazione di un freddo e asettico Atto
aziendale, ma su un appello accorato che il Commissario straordinario di
Calabria Verde rivolge a questa Commissione; ed è un appello che noi non
possiamo, per coscienza, non cogliere, posto che, per quelle che sono le
competenze di questa Commissione, è necessario deliberare - e io ritengo
deliberare favorevolmente alla produzione di questo di questo Atto aziendale - perché è necessario mettere nelle giuste
condizioni chi è chiamato a gestire un'Azienda così complessa e che, tra
l'altro, ha in sé delle potenzialità, con ogni probabilità, ad oggi inespresse.
È un appello che non possiamo non cogliere, non possiamo tergiversare,
nonostante alcune delle argomentazioni possano essere, in linea di principio,
anche condivisibili. Mi riferisco a quanto hanno esposto le rappresentanze
sindacali, però è chiaro che dobbiamo mettere in condizione il Commissario di
poter finalmente operare.
Tra le altre
cose - qualcuno parlava di gioco di parole – al di là del fatto se abbia la
forma di un nuovo Atto aziendale o meno o se siano delle modifiche, credo che sia
necessario andare al nocciolo della questione.
Abbiamo la
necessità - ripeto - di mettere in condizione il Commissario di poter
finalmente rilanciare quest’Azienda. Non ho nulla in contrario e nulla credo
che possa avere il Commissario, successivamente al licenziamento di questo Atto,
ad approfondire, ad interloquire.
Tra l'altro, il
Commissario nel suo intervento, in riferimento al necessario e doveroso
incontro con le sigle sindacali - lui, persona per bene -, se ha detto di averle
convocate ovviamente questo è avvenuto. Un rappresentante sindacale – mi
perdoni, non ricordo il nome - dice che le altre sigle per protesta, da quello
che si legge sui giornali, non sono intervenute, credo che abbiano perso
un'occasione. Invece, va accolto con grande favore - vi ringraziamo per questo
- il vostro approccio nei confronti della Commissione consiliare, credo che sia
quello più proficuo, doveroso, anche se ognuno rimarrà, come legittimo che sia,
sulla propria posizione.
Però, mi sento
di chiedere a questa Commissione di licenziare favorevolmente l'Atto che ci
viene prospettato. Tra le altre cose si è parlato di licenziare il Piano
antincendio, mancano i responsabili, insomma, non vorrei tornare a casa con la
sensazione di non avere messo il Commissario di Calabria Verde in condizione di
poter finalmente rilanciare quest’Azienda e dare delle risposte che, ove mai
non dovessero verificarsi, sarà un'altra partita, ma avremo almeno dato un rilancio
a questa nuova attività. Grazie.
Grazie a lei.
Aveva chiesto d’intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
In quest'aula
si sta consumando un momento delicato, perché è utile, necessario e urgente
approvare l’Atto aziendale che paralizza Calabria Verde in determinati settori
strategici, nevralgici. Ne cito qualcuno: la sorveglianza idraulica e, ancora
di più, l'antincendio, perché ci stiamo avvicinando alla stagione estiva. Quindi,
non approvare un Atto aziendale che blocca l'antincendio diventa veramente un
problema.
L'Atto che ci
accingiamo ad approvare ha bisogno di un parere di questa Commissione, vincolante
e obbligatorio. Quindi, mi sento cucita addosso la responsabilità di chi in
questo momento si accinge a esprimere un proprio voto, positivo o negativo. Per
questo motivo, non posso non entrare nel merito e nello specifico di alcune
situazioni che ho ascoltato in quest'aula, ferma restando la difficoltà di
quello che - devo dire - ha ereditato Calabria Verde.
Commissario Oliva,
fermo restando il suo grande senso di responsabilità, la sua professionalità
per come sta portando avanti le cose, nello stesso tempo credo che la Commissione
debba essere scevra da qualsiasi tipo di condizionamento logico e debba cercare
di fare un'analisi giusta e attenta dei fatti emersi in quest'aula.
Mi spiego
meglio: dopo la sanità - qualcuno l'ha detto prima di me - Azienda Calabria Verde
è l'Azienda più importante che abbiamo in Calabria, che dà il pane a 4.200
famiglie e che, nello stesso tempo, tocca settori importanti e nevralgici della
nostra regione. Uno tra tutti: la forestazione. Nel momento in cui vengono
sollevate, in questa Commissione, alcune situazioni da parte dei sindacati, mi
corre l'obbligo di entrare, come dicevo prima, nello specifico e non solo.
Oggi, plaudo la
scelta dei rappresentanti delle categorie sindacali che hanno deciso di venire
in quest'Aula e affrontare, anche per alcuni versi a muso duro, la questione
dell’eventuale approvazione dell'Atto aziendale. Critico, nel senso buono del
termine, la scelta della triplice di rimanere fuori da quest'aula e non essere
presente per discutere insieme a noi e, sicuramente, apportare un contributo
migliorativo. Però, nello stesso tempo, vedo che il documento che la triplice
stessa ha fatto pervenire alla Commissione che dice, scritto nero su bianco, le
stesse cose che i due rappresentanti sindacali hanno detto qua dentro.
A questo punto,
corre l'obbligo morale di interrogarci sul fatto che tutte le cinque sigle sindacali
- al di là che queste tre sigle sindacali siano quelle più rappresentative o
che abbiano, come diceva prima il collega Pitaro, sottoscritto l'accordo nazionale
- abbiano diritto ad essere audite. Sono convinto, signor Commissario – le lancio
un assist per un ragionamento che dovrà farci migliorare in futuro -,
che serva allargare quanto più possibile la base delle parti sociali. Credo che
sia fondamentale ascoltare tutti, perché anche le categorie sindacali che
magari sono meno rappresentate, semplicemente per il numero di iscritti, credo
che possano dare un contributo importante e fattivo al dialogo in ogni
argomento. Ritengo, quindi, che sia importante capire, immaginare, allargare la
base della rappresentanza delle categorie sociali e partecipative.
In questo caso,
fondamentalmente, dicono le stesse cose, parlano soprattutto di determinazione
del fabbisogno del personale. Da un lato viene detto: “Lo abbiamo fatto perché
c'è un Atto aziendale del 2014”, ma viene da pensare, non essendo un tecnico del
settore ma utilizzando un po' di logica, che dal 2014 a oggi siano cambiate
tante cose, è andata in pensione tanta gente. Dobbiamo adeguare il Piano del
fabbisogno del personale in maniera diversa.
Vogliamo
parlare del Servizio di sorveglianza idraulica? Secondo le mie informazioni probabilmente
abbiamo meno sorveglianti idraulici rispetto alle necessità, quindi, anche su
questo sarebbe necessario un approfondimento.
La nomina dei
capisquadra: nell’Atto aziendale dite che deve essere diretta, quindi espressione
del Commissario straordinario, e non deve essere valutata con un metodo diverso.
La soppressione
dei Distretti. È vero, commissario Oliva, la legge numero 43 del 2016 impone
alle Regioni, per una questione di spending review, di ridurre il numero
dei Distretti e su questo la politica non mette in bocca, ci mancherebbe altro.
Però la Commissione ha il diritto di sapere, prima di approvare, quali Distretti
vengono eliminati. Mi spiego: ci sono 10 Distretti, vogliamo eliminarne uno a
Reggio, uno a Cosenza, uno a Catanzaro? Mi può stare bene. Vogliamo eliminarne due
a Reggio Calabria e uno a Cosenza? Non mi sta bene. Dobbiamo ragionare su
questo, purtroppo, non ho elementi in mio possesso in questo momento. Come ha
detto qualcuno in senso generale, non per quanto riguarda questo ordine del
giorno nello specifico, non me la sento, per un senso di responsabilità dell'Istituzione,
di “firmare un assegno in bianco”. Se devo “firmare un assegno”, devo sapere
cosa firmo altrimenti non ha senso.
La stessa cosa,
come ho detto prima, sui capisquadra, sui capi operai, ecc…, previsti
dall'articolo 18.
Ripeto: c'è un
documento della triplice che sottolinea tutti questi aspetti. Le 5 sigle
sindacali - cosa strana perché solitamente tra loro non c'è mai una unanimità
di vedute e questo va bene anche per il pluralismo della rappresentanza, ognuno
è giusto che veda i diversi aspetti e le diverse sfaccettature ogni singolo
argomento - proprio su questo argomento così delicato, così importante, dicono la
stessa cosa anche se in maniera diversa.
Fondamentalmente,
quello che voglio dire è che oggi tutti, Presidente, ci assumiamo una
responsabilità nel votare questo Atto aziendale. Dobbiamo rendere un servizio
alla Calabria in questo settore particolare, ma, soprattutto, dobbiamo mettere in
condizione di poter lavorare con serenità il commissario Oliva.
Altrimenti, possiamo
approvare un Atto aziendale che, apparentemente, può essere più o meno idoneo -
forse siamo condizionati dalla fretta perché ci sono delle scadenze particolari
ed è giusto dato che è uno dei motori trainanti della Regione - ma i problemi,
tra virgolette, li avremo domani con il personale, con i sindacati stessi che
ci staranno – al Commissario, non tanto a noi politicamente - col fiato sul
collo perché è stato un Atto aziendale non condiviso e quindi, magari,
passibile di tante criticità che noi abbiamo, secondo me, il dovere di sanare.
A questo punto,
dopo due sedute di Commissione - due sedute saltate perché è mancato il numero legale,
anzi in una è mancato il numero legale, nell’altra non avevamo il Piano del fabbisogno
del personale e lo abbiamo chiesto -, devo dare atto della grande sensibilità e
professionalità di tutte e tre i presenti, del direttore generale Giovinazzo,
dell'ingegnere Siviglia e del commissario Oliva che puntualmente non hanno saltato
nessuna seduta e abbiamo, tra virgolette, anche fatto perdere loro del tempo prezioso,
perché tutte le volte che sono venuti non abbiamo avuto la possibilità di fare Commissione.
Mi duole dire quanto sto per affermare, ma oggi credo che sia fondamentale
avere, Presidente – mi rivolgo soprattutto a lei - delle opportune, migliorative
e approfondite valutazioni. Meglio prendere – purtroppo - ulteriore tempo, una
settimana, un giorno, 15 giorni. Dipende da noi quando saremo pronti a sposare
un Atto aziendale degno di essere chiamato tale, per me possiamo anche
convocare la Commissione anche domani.
Quello che mi
sento di dire per il mio senso di responsabilità è questo, dopodiché, ovviamente
io in Commissione voto come tutti gli altri, mettiamo l’Atto aziendale ai voti
e vedremo quello che succederà. Grazie.
Grazie,
consigliere Giannetta. Aveva chiesto la parola – mi scusi, non l'ho vista prima
- l'ingegnere Siviglia. Prego.
Grazie,
Presidente, saluto lei e, per la sua persona, tutta la Commissione, scusandoci del
ritardo nel partecipare a questa importante riunione.
Probabilmente potrò
dire qualcosa che ha già detto il Commissario, ma faccio soltanto qualche
brevissima considerazione al fine di cercare – ovviamente, non di far capire, non
vorrei essere così presuntuoso - di spiegare il punto di vista del Dipartimento
agricoltura e forestazione. Ovviamente… (incomprensibile) …con i
sindacati e ringrazio veramente per lo stimolo che ci danno; ci scontriamo
spesso, però lo scontro significa trovare punti di convergenza finalizzati
veramente alla risoluzione dei problemi sia per la tutela dei lavoratori, sia
anche per l'Azienda.
Faccio, intanto,
un appello al buon senso di tutti: sapete che il comparto forestazione è in profondo
affanno; abbiamo avuto un taglio di 40 milioni di euro quest'anno e, quindi,
dobbiamo predisporre gli atti, garantire la manutenzione del territorio e il
salario dei lavoratori con un Piano di fabbisogno stimato di circa 210 milioni
di euro. Ad oggi in cassa abbiamo solo 156 milioni di euro; c'è un deficit di
40 milioni di euro che non riusciamo a coprire con le carte del bilancio
regionale. Motivo per cui è chiaro che chi fa un’attività di programmazione e
quindi di rilancio delle attività di forestazione non può non tener conto di
questa mannaia che abbiamo sulla testa.
Ringraziamo
anche i sindacati che ci hanno dato manforte, cercando di lanciare un appello
al Governo centrale per recuperare queste benedette risorse.
È chiaro che
non siamo rimasti con le mani in mano come Dipartimento agricoltura, abbiamo
cercato di trovare soluzioni alternative che, in via prioritaria, consentano di
fare quegli interventi di manutenzione ordinaria dei territori che – credetemi
- sono eternamente utili - e adesso su questo punto ritornerò - ma soprattutto
per garantire il salario agli operai forestali.
Mi sono approcciato
alla forestazione negli ultimi tre anni, però da quando ero bambino, da quando
tutti eravamo bambini, si diceva sempre: “la forestazione dobbiamo renderla
produttiva”. Gridavamo nelle piazze, articoli sui giornali, messaggi sulla stampa,
ognuno correttamente diceva: “Rendiamo questa forestazione produttiva”.
Credo che
produttiva significhi che dobbiamo andare verso la autosostenibilità delle
risorse forestali.
Ho fatto il
programma di forestazione per tre anni - è il periodo in cui mi sono
approcciato a questo problema - e soltanto nell'ultimo anno, nell'ultimo Piano
che abbiamo approvato in Consiglio regionale, abbiamo previsto una somma -
sicuramente banale, sicuramente insufficiente – di 1.000.000 di euro, pur con
tutte le difficoltà oggettive che abbiamo per redigere questi Piani di gestione
forestale. Che cosa sono i Piani di gestione forestale? Sono quegli strumenti
tecnico-amministrativi che ci consentono di rendere il bosco produttivo, ossia
sono degli strumenti che consentono di mettere a reddito l'importante patrimonio
boschivo che abbiamo.
Noi abbiamo
centinaia di ettari di terreno che ogni anno sono potenzialmente a rischio di
andare in fumo. L'operazione che abbiamo cercato di fare è avviare le basi per
riuscire a recuperare risorse, attraverso la gestione di questo importante
patrimonio. Finalizzato a che cosa? A rimpinguare le casse della Regione
Calabria e, per essa, di Calabria Verde. Soltanto con quest'operazione, quindi
puntando all’autosostenibilità della forestazione, possiamo pensare di creare
una condizione che vada in questa direzione.
È chiaro che
tutti questi processi detti così sembrano banali, se noi non creiamo però le
strutture, non creiamo le condizioni affinché ciò si possa realizzare,
probabilmente quello che abbiamo messo sulla carta, quello che abbiamo messo in
un banalissimo decreto, nella delibera che abbiamo sottoscritto un mese fa,
rimarrà sulla carta e noi probabilmente ci ritroveremo a fine anno con fare uno
storno di quei milioni di euro che abbiamo appostato per rigirarlo nelle casse
degli operai e quindi, probabilmente, lo sforzo che abbiamo fatto, scrivendo un
Programma di forestazione, un piano attuativo di dettaglio, sarà vanificato.
Sarà vanificato se noi non mettiamo nelle condizioni Calabria Verde di poter strutturare
quei percorsi tecnico-amministrativi che consentono di mettere a frutto
quell'investimento banale che abbiamo fatto – e dico banale rispetto alla
complessità del territorio -, finalizzato a redigere questi famosi Piani di
gestione.
Questo, il
dottor Oliva, da solo, come Commissario, non è in grado di farlo. Ecco perché è
necessario creare un Settore che si occupi esclusivamente di questo.
Torno, in
seconda battuta, alla sorveglianza idraulica: mi preme fare questa riflessione
perché più volte ci siamo confrontati con le sigle sindacali sulla vicenda della
sorveglianza idraulica, tema molto caro alla mia persona, perché credo che la
prima delibera di Giunta regionale che è stata fatta sulla sorveglianza
idraulica porti la mia firma in quanto Segretario generale dell'Autorità di
bacino pro-tempore. Quella delibera che abbiamo firmato, nel 2010 prima e nel
2014 dopo, ad oggi è anacronistica, non serve più a nulla. Non serve perché è
cambiato il mondo: è cambiata la competenza della gestione dei corsi d'acqua,
che dalla Provincia ritornano in Regione, è cambiata la governance della
gestione della sorveglianza idraulica perché l’Autorità di bacino regionale è
stata soppressa ed è subentrata l’Autorità di Distretto. Diciamo che rispetto a
10 anni fa è cambiato il mondo.
Quindi, se non
potenziamo correttamente la sorveglianza idraulica - sposo in modo pieno la riflessione
che fanno gli amici del sindacato, credo di essere stato uno di quelli che ha
messo la prima firma su quest'atto di organizzazione della sorveglianza idraulica
- significa che noi andiamo a vanificare le attività fatte e tutti noi sappiamo
cosa significa dissesto idrogeologico in Calabria e tutti noi sappiamo quanti
centinaia di milioni di euro sono stati spesi in condizioni di emergenza.
Quindi, avviare
in modo corretto, organico e funzionale la sorveglianza idraulica nel
territorio sicuramente ci consentirà, e consentirà alla Regione Calabria, di
avere una visione d'insieme sulle problematiche del dissesto univoca e
soprattutto di fare quella attività di manutenzione ordinaria che serve al
territorio per scongiurare i problemi di dissesto idrogeologico.
È chiaro che
anche in questo contesto la sorveglianza idraulica non possiamo lasciarla sulla
carta - quindi sposo il ragionamento che avete fatto come sindacati nei vari
incontri che abbiamo fatto -, la dobbiamo ovviamente riempire di contenuti e si
può riempire di contenuti se, e soltanto se, creiamo un settore ad hoc
che vada a governare questi processi.
Quindi, al di
là degli aspetti legati alle osservazioni formulate dai sindacati e da alcuni
consiglieri regionali, dico che adesso dobbiamo fare un atto di grande
responsabilità: mettere nelle condizioni Calabria Verde di seguire la mission
per la quale è stata istituita ossia dare risposte concrete a tutte le
osservazioni formulate nel Piano aziendale dal Commissario, ma in particolare ,
come dicevo, oltre all'antincendio - che credo ognuno di voi abbia evidenziato
- mi spingerei a fare una riflessione immediata sul Settore relativo alla
sorveglianza idraulica e ai Piani di gestione forestale. Soltanto con questi
due strumenti potremo ottimizzare al meglio l’attività di Calabria Verde e
consentire alla stessa Azienda di poter portare contributi operativi a tutela
del territorio prima e delle casse di Calabria Verde dopo. Io finisco e vi
ringrazio. Scusate se l'ho fatta un po' lunga.
Grazie, assolutamente. Se non
ci sono altre riflessioni, provo a fare una sintesi. Ha chiesto di intervenire
il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Sarò telegrafico perché penso
che possa essere una cosa a beneficio della Commissione. Tra l'altro abbiamo
qui anche il dirigente del Settore assistenza giuridica.
Rammento a me stesso,
anzitutto, che il parere che andremo a esprimere viene qualificato dalla norma
come obbligatorio, non vincolante.
Questa è la prima
precisazione.
La seconda: forse su questo
punto c'è stato un attimo di confusione, il Commissario ha detto, per quanto
riguarda la determinazione del fabbisogno del personale, di avere trasmesso a
questa Commissione una determinazione del fabbisogno di personale aggiornata al
31 dicembre 2020.
Volevo precisare questo, in
modo da poter assumere le determinazioni che riterremo nella più piena
consapevolezza. Grazie.
Grazie al collega Crino’.
Provo a fare un po' di sintesi.
Non sono un giurista, ma
ritengo che se un parere è obbligatorio di fatto poi vincoli il percorso, ma
questo argomento lo lascio per ultimo perché, secondo me, non dobbiamo entrare
in questa discussione.
Ringrazio tutti, volutamente
abbiamo deciso di fare tutto insieme, normalmente si fanno le audizioni e poi
si lascia l'aula, ma vogliamo esplicitare che vogliamo trattare qualsiasi atto
arrivi in quest’ Aula con la massima condivisione possibile e comunque,
sicuramente, con la massima trasparenza, almeno per quanto ci riguarda.
Mi scuso, ma non ho letto
sulle agenzie, sui giornali, le dichiarazioni di alcuni sindacati - CGIL, CISL
e UIL - che non sono qui per non so quale protesta e mi auguro che non sia
così. Magari è dipeso da noi, sarà stato per i diversi rinvii, non lo so, ma la
democrazia ci impone alcuni numeri, alcune regole che vanno rispettate.
Mi auguro che si possa
recuperare in seguito, però ha fatto bene il collega Giannetta a ricordare che
comunque abbiamo i documenti che CGIL CISL e UIL hanno mandato e che abbiamo
letto, quindi è come se fossero presenti.
Mi sono segnato alcuni punti,
chiedo scusa se rubo qualche secondo rispetto alla sintesi della discussione di
oggi.
Innanzitutto, tutti gli
interventi e di tutti i documenti che abbiamo ricevuto in queste settimane
plaudono a un nuovo Atto aziendale, questo, secondo me, è un punto importante.
Poi, quasi tutti i documenti o
gli interventi hanno richiamato l’osservanza dell'articolo 9 della legge
regionale numero 25 del 2013. Perché faccio questo riferimento? Perché noi,
come consiglieri, non dobbiamo travalicare le nostre competenze altrimenti
rischiamo di sovrapporci ad altri organi che hanno un ruolo preciso: la Giunta,
i Dipartimenti, gli Assessorati. Noi ci dobbiamo mantenere - è quello che
chiedo sempre agli uffici - sulla nostra strada, vagliando le cose su cui
esprimerci, perché – ripeto - siamo tutti d'accordo riguardo le sollecitazioni,
anche emotive, relative ai bisogni della Calabria.
È stato anche sottolineato che
abbiamo un piccolo ruolo che è quello di esprimere un parere e lo dobbiamo fare
secondo quello che prevede la normativa, altrimenti facciamo confusione, nel
rispetto dell'articolo 9 della legge regionale 25.
Sono necessari 5 atti prima
dell’approvazione - tra questi è contemplato anche il nostro parere - che
stanno in capo al Commissario o direttore generale, rappresentante legale
dell’Ente, alla Giunta regionale e a questa Commissione. Correggetemi, se sbaglio:
il primo punto è la determinazione del fabbisogno del personale, il secondo
punto è la previsione dell'atto Aziendale, il terzo punto è il parere della
Commissione, il quarto punto l'approvazione alla Giunta, il quinto punto
l’adozione dell'Atto aziendale, che poi diventerà esecutivo.
Ritengo che possiamo trovare
una sintesi - che tutti hanno invocato - esprimendo il parere come Commissione.
Mi rivolgo, in primis, al Commissario di Calabria Verde - provando a
coniugare questa sintesi con l’esigenza di rimanere nel rispetto della norma e
non penalizzare Calabria Verde - chiedendogli di migliorare quei piccoli
aspetti che sono stati evidenziati riguardo l’Atto aziendale e di completarlo
visto che è stato nominato il Revisore e che l’interlocuzione con i sindacati è
già stata avviata.
La richiesta è, così come
suggeriscono il consigliere Giannetta e altri, di aggiornarci di qualche giorno
per poter fare questa sintesi. Non vorrei mettere ai voti un Atto di
quest’importanza per poi avere malcontento nella stessa maggioranza, avendo
tutti la responsabilità di aver dichiarato di volerlo fare e velocemente.
Chiedo un supporto al dottor
Oliva, prego.
Presidente, abbiamo ribadito
la necessità di avere questo strumento, ormai è chiaro perché ci serve.
Ovviamente, si tratterà di
aggiornare l'Atto aziendale, perché quello che abbiamo trasmesso integrato era
vigente fino al 31 dicembre 2020. Per poter aggiornare l’Atto aziendale per il
prossimo triennio è necessario approvare il bilancio. Quindi, c’è la necessità
di avere il Revisore dei conti che si è insediato da qualche giorno, ci sono
una serie di atti da compiere per poi avviare il confronto con le
organizzazioni sindacali. Tutto l'iter porterà al perfezionamento del nuovo
Piano del fabbisogno. Su questo io non posso garantire, né posso assumere
impegni temporali, in quanto, ovviamente, si tratterà, poi, di avviare quel
confronto - come giustamente deve essere - che non ho escluso nemmeno in partenza.
Rispetto alla tempistica, non
ho gli elementi per assicurare quanto tempo ci vorrà, se sarà una settimana, 10
giorni, oppure 1 mese, 2 mesi ,3 mesi, anche rispetto alle interlocuzioni e i
passaggi obbligati con le organizzazioni sindacali. Quindi, ripeto, queste
tempistiche io non posso garantirle. Grazie.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro. Ne
ha facoltà.
Siamo della stessa
maggioranza, i sindacati e noi tutti siamo consapevoli che è un’Azienda
importantissima, ci sono, però, delle sfumature che, poi, in politica diventano
anche sostanza.
Io vedo un'altra sintesi, un
po' diversa dalla sua, cioè qui noi procediamo all’approvazione di un Atto
aziendale che modifica, rispetto all’Atto aziendale del 2014, una parte che
riguarda la macrostruttura. Se non ci siamo su questo, abbiamo una visione
diversa dell’Atto aziendale. Io sono per una visione di un'Azienda più snella,
quindi mi va bene la riduzione delle posizioni organizzative, mi va bene la
riduzione delle dirigenze. Se, su questo, siamo tutti concordi all’interno di
questa Commissione, allora è chiaro che possiamo tranquillamente approvare
stasera quest'Atto aziendale con una raccomandazione forte al Commissario. Ho
grande rispetto per le parti sociali, ma è chiaro che le contrattazioni non
vedono sempre vincenti le parti sociali o il datore di lavoro, in questo caso è
chiaro che proprio la concertazione sindacale è un qualcosa che deve portare
poi a fare sintesi. È chiaro che le posizioni iniziali non possono rimanere
ferme fino alla fine, quindi noi possiamo, tranquillamente, raccomandare al
Commissario di prendere in considerazione tutto quello che è inserito nelle
osservazioni della Triplice e dei sindacati presenti oggi e, soprattutto, di
concertare con loro quella che poi sarà la ristrutturazione dell'Azienda dal
punto di vista, invece, della micro-organizzazione. Questo può essere
rimandato, lo possiamo anche rimettere subito in discussione anche nella
prossima seduta di Commissione, risentire i sindacati e discutere questa parte
dell’Atto aziendale.
Però io, Presidente, chiedo
che stasera si voti l’Atto aziendale con questa raccomandazione.
Lo dico, Presidente, con molta
lealtà, perché mi spiace dissentire dal collega Giannetta circa l'aspetto
procedurale, ma il nostro parere - l’ho già detto nella Commissione in cui
abbiamo, lo ricordo a me stesso, parlato di turismo – di oggi è obbligatorio,
non vado neanche a precisare se è vincolante o meno, perché mi fermo al
significato di obbligatorio. Obbligatorio non significa che la Giunta, se noi
dovessimo rimanere inerti rispetto a questo parere, non possa procedere
all’approvazione dell'Atto aziendale.
Quindi, se, stasera, la mia
fosse stata solo una questione di maggioranza potrei dire, Presidente:
“Rimandiamo alla prossima settimana” e, intanto, suggerire all'Assessore
l'approvazione di questo strumento. In realtà, visto che il mio intervento non
è dettato dalla volontà politica, ma solo dalla volontà di garantire, non solo
al Commissario, ma agli stessi lavoratori, una prospettiva degna di questo
nome, allora, Presidente, io le chiedo di metterlo in votazione stasera, poi
ognuno voterà come meglio crede. Grazie.
Grazie, collega Pitaro. Ha
chiesto la parola il commissario Oliva e dopo il consigliere Giannetta.
Vorrei semplicemente precisare
che questa gestione commissariale non mancherà, all’esito dell’approvazione del
bilancio e del completamento dell'aggiornamento del nuovo Atto aziendale per il
nuovo triennio che, come ho detto, avverrà con l’opportuno confronto, di
informare tempestivamente questa Commissione sull'esito e su come sarà
perfezionato.
Grazie. Ha chiesto di
intervenire il consigliere Giannetta. Ne ha facoltà.
Intervengo solo per dire al
collega Pitaro che mi trova perfettamente d'accordo riguardo l’ipotesi di
un’Azienda più snella, con la riduzione del numero dei dirigenti e tutto il
resto. Ci mancherebbe altro, è quello che vogliamo tutti. Ma questa sera,
secondo me, noi non stiamo approvando solo questo - altrimenti rischiamo di
falsare l'aggiornamento -, non stiamo approvando solo la riduzione della
macrostruttura. Potremmo rimanere a discutere- l'ho detto prima- su qualche
passaggio ore, ma non penso sia il caso.
Qualcuno sa dirmi quali
distretti si vogliono eliminare con quest'Atto aziendale? Questo è uno dei
motivi per il quale non mi sento pronto a esprimere parere favorevole stasera.
Sulla macrostruttura potrei essere anche d'accordo.
Voglio, inoltre, chiedere,
approfittando della presenza in aula dell'avvocato Lazzarino del Settore
assistenza giuridica - anche per una questione di cultura mia, visto che io
nella vita faccio il medico e magari non colgo alcune sfumature, come dicevamo
prima, che poi in politica sono sostanza -, di capire se il significato di
“parere obbligatorio” è insito nella stessa parola, nel senso che se è
obbligatorio è anche vincolante, oppure è obbligatorio ma non vincolante.
Se, cortesemente, qualcuno mi
spiega questo, mi documento e magari la prossima volta non farò lo stesso
errore.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Vito Pitaro. Ne
ha facoltà.
Una precisazione. Massimo
rispetto per il dirigente, ci mancherebbe, non c’è un’interpretazione
autentica. L’interpretazione autentica la darà il dirigente e sono convinto che
dirà, in modo migliore, le stesse cose che ho detto io.
Non ho detto che non è
obbligatorio, ma obbligatorio non significa che sia vincolante o che sia
obbligatorio dare un parere, preciso che obbligatorio significa che va chiesto
il parere, dopodiché la Commissione può darlo, non darlo, astenersi, procedere
al voto in una direzione o nell'altra. Questo significa parere obbligatorio,
indipendentemente da altre interpretazioni.
Forse mi sono spiegato male.
Volevo dire obbligatorio, per l'amor di Dio, ma se il parere deve essere dato
perché obbligatorio ed è negativo poi…
Ha chiesto d’intervenire il
Commissario di Calabria Verde. Ne ha facoltà.
Un'altra precisazione visto
che sì è parlato della riduzione dei distretti. Giustamente la legge dice che
ci deve essere il confronto, però in questa fase è una previsione. Tra l’altro,
la micro-organizzazione rimanda, poi, all'aspetto negoziale, così come dovrà
avvenire per la micro-organizzazione degli uffici, analogamente avverrà anche
per i distretti.
Vorrei ricordare che oggi a
livello distrettuale l'Azienda conta 11 distretti, ma in realtà sono 25 le
strutture, perché oltre ai distretti ci sono anche le strutture
tecnico-operative grazie al contributo della gestione liquidatoria. Abbiamo qui
il dottore Giovinazzo che ha messo a disposizione dell'Azienda anche queste
strutture operative.
Quindi, in realtà parlare di
riduzione significa parlare di riduzione delle spese fisse, il resto è tutto
patrimonio aziendale che è giunto a Calabria Verde.
Ovviamente, il numero e
l’identificazione è chiaro che saranno oggetto di confronto, di concertazione
con le parti sindacali. Oggi, nell’Atto che è stato proposto, non sono
identificati. Grazie.
È quello che ha chiesto il
consigliere Giannetta, grazie.
Grazie, Presidente. Sergio
Lazzarino, Settore assistenza giuridica. Su questa vexata quaestio, come i consiglieri sanno, il Settore ha espresso
un parere al quale ovviamente mi riporto.
È chiaro che quando la legge
parla di parere obbligatorio - mi sento di aderire a quanto sostenuto dal
consigliere Pitaro - vuol dire che, necessariamente, l'organo richiedente deve
obbligatoriamente richiede il parere. Non ci può essere una norma che obbliga
l'organo che deve emettere il parere a farlo e quindi, in qualche modo,
vincolarne la volontà.
Quindi potrebbe emetterlo,
potrebbe non emetterlo, potrebbe dare parere negativo e la Giunta, che deve
ricevere il parere, può regolarsi come ritiene opportuno, perché non può essere
bloccata, soprattutto in un caso come questo che riguarda un Ente
dell'importanza di Calabria Verde con tutte le funzioni che svolge.
Per quanto riguarda la
vincolatività del parere, quando la legge vuole che il parere sia vincolante lo
dice espressamente perché quella è l'eccezione. Il parere vincolante è
l'eccezione nell'ambito del diritto. In questo caso, l’articolo 9 parla solo di
parere obbligatorio, quindi, a mio parere, non vincola, naturalmente, l'organo
richiedente.
Grazie. Allora la mia proposta
sarebbe questa, se i colleghi...
Immagino che, se la mettiamo ai voti, da Presidente della Commissione
non riuscirò a garantire i risultati.
Siccome la Commissione lo deve fare e deve aiutare Calabria Verde e la
Giunta regionale a fare il percorso che la legge, l'articolo 9, prevede, io
sarei più per richiedere a Calabria Verde questo completamento della pratica
con il Piano dei fabbisogni, perché – e questo è un mio parere personale – a me personalmente, da componente di questa
Commissione, non interessano tutte le altre situazioni che le raccomando: che
ci siano buone relazioni sindacali, che ci sia la massima condivisione con
chiunque è portatore di interessi, visto che è un'azienda pubblica importante.
Ritengo che la Commissione non debba sostituirsi né al Commissario, per la
parte gestionale, né alla Giunta regionale, che dà le direttive e governa poi
anche gli Enti strumentali.
Mi rifaccio all'articolo 9 della legge numero 25 del 2013 interpretando,
ovviamente, quelle che sono le resistenze ad esprimere un parere positivo,
perché poi comunque è una cosa che non serve.
Lo dico così, non è stato detto nessuno, ma non può essere così. Però se
noi la mettiamo ai voti – mi rivolgo soprattutto ai colleghi consiglieri – sappiamo
che il voto è ponderato e che ci può essere un’approvazione o una bocciatura.
Reputo opportuno evitare la bocciatura.
Ritengo che non abbiamo perso tempo, se non per motivi di gestione della
democrazia, visto che due sedute sono andate deserte perché mancava il numero
legale.
Appena il provvedimento ci è stato mandato, lo abbiamo inserito
all'ordine del giorno in 24 ore e gli uffici hanno dovuto fare la loro
istruttoria.
Questa discussione, leggendo i documenti delle forze sindacali, ci ha
portato a dire quelle cinque fasi che l'articolo 9 della legge prevede.
Di queste cinque fasi, una fase non c'è, e non ci sono nemmeno le altre
due, perché la Giunta regionale non le ha ancora approvate e nemmeno il
Commissario.
Per quanto riguarda la Commissione, però, l'articolo 9 prevede
espressamente che ci sia il Piano del fabbisogno aziendale.
Personalmente non mi metto a fare macro, micro, poi aggiustiamo, poi
vediamo, facciamo lavorare o meno, altrimenti diventa un altro mestiere!
Ci tengo a condurre i lavori della Commissione secondo i compiti che le
affida la legge; altrimenti creiamo confusione non solo tra di noi, ma
soprattutto tra gli organi istituzionali e, molto probabilmente, anche tra i
calabresi, perché poi non si capisce. Abbiamo avuto un esempio da questo punto
di vista, nel momento in cui abbiamo avuto difficoltà a stare nel ruolo che ci
assegna la legge, e non rispetto ai desiderata che da singolo consigliere,
fuori da questa Commissione, esprimiamo, perché facciamo parte di un partito, di
un gruppo consiliare e siamo rappresentanti dei calabresi.
Pertanto, solleciterei il fatto che, se con i buoni propositi che si
evincono dalle audizioni e dalle discussioni, sia messo a disposizione un po'
di tempo per completare questa cosa. Lo gradirei e ve lo chiedo espressamente,
altrimenti procediamo con la votazione.
Ha chiesto di
intervenire il consigliere Crinò. Ne ha facoltà.
Presidente, sa bene il garbo e l’affetto che, tra l'altro, in un anno e
mezzo di condivisione del mandato mi ha sempre contraddistinto nei suoi
riguardi però, con riferimento alla linea che lei traccia, mi sento
particolarmente toccato. Da Presidente certamente ricorderà una situazione
analoga, l’accorata richiesta che io e il collega Pitaro – mi riferisco al
Piano promozionale del turismo 2021 o 2020, non ricordo – facemmo allora perché
non ritenevamo matura la possibilità o, comunque, c'era la questione cui faceva
riferimento l'avvocato Lazzarino.
Quindi le chiederei di utilizzare un’uniformità di conduzione di questa
Commissione. Infatti a quell’accorata richiesta, che noi allora facemmo e che
ha portato anche a quello che lei ora paventa essere un rischio politico, che
non riguarda ovviamente la struttura tecnica, ma un voto all'interno della
stessa maggioranza, lei allora – ed è una sua prerogativa – ha preteso che il
parere venisse posto ai voti, con tutto quello che ne è derivato.
Ovviamente questo rischio, dal punto di vista politico, – ripeto che non
riguarda la struttura tecnica – lo posso anche intravedere e cerco di
collaborare da parte mia affinché le cose possano andar bene, però penso che
forse alcuni aspetti evidentemente non siano stati valutati con accuratezza.
Mi verrebbe da dire che si rischia che questa Commissione giochi con il
fuoco, perché parlavamo tra l'altro di un piano antincendi che, da qui a poche
ore, deve partire e non si sa chi lo dovrebbe coordinare, visto che non abbiamo
un dirigente che possa coordinare, però poi saremmo tutti pronti in sede,
magari, anche di campagna elettorale a dare addosso a chi non ha saputo gestire
una partita che ogni anno sappiamo essere così complicata.
Al di là di questo – io che non ne sono stato…, e lei me n’è testimone,
ma non perché qualcuno lo sia stato, indipendentemente dalla propria volontà –
intanto lei ha citato le fasi di questo oramai sviscerato articolo 9, salvo non
citarne l'ultima parte che, probabilmente, è quella che noi dobbiamo accusarci.
Tutti sappiamo che ci sono stati dei fatti evidentemente non voluti però,
se dobbiamo citare tutte le fasi, dobbiamo dire – anche a favore della
registrazione – che la Commissione consiliare competente deve esprimersi entro
il termine di 15 giorni dalla data di ricezione della richiesta di questo
parere.
Ovviamente, per le sedute di Commissione saltate – che hanno portato a
dilatare i tempi, credo, di un mese e mezzo o forse di più– non ritengo sia
corretto che paghi Calabria Verde ma bensì l'intera Regione Calabria.
Questo è avvenuto, però!
Lei è stato prontissimo a convocare la Commissione – su questo le va
dato atto – però la Commissione non ha saputo rispettare questo termine, perché
il numero legale è mancato per due o per tre volte, non lo ricordo bene; però,
siccome bisogna essere concreti, alla fine questo cosa potrebbe comportare?
E mi riaggancio all'ultimo elemento che volevo evidenziare.
Si parla di breve differimento, evidentemente per una interlocuzione che
di qui a pochi giorni – ho sentito parlare di una settimana - ci sarà, ma credo
che– non voglio occupare uno spazio al Commissario, ma se ho capito male mi
correggerà – ci siano alcuni passaggi: è stata citata la circostanza per cui il
Revisore ha preso possesso del proprio ufficio. E noi lo sappiamo, perché è
stata una nomina che è stata fatta dal Presidente del Consiglio regionale,
quindi sappiamo essere vero quello che dice il Commissario.
Se alcune cose debbono avvenire a bilancio approvato - anche il Revisore
ha preso possesso del proprio ufficio da pochi giorni o da due settimane al
massimo - e se quello che lei richiede - e cioè che la Commissione possa
aggiornarsi a breve – non fosse possibile, in definitiva ciò significherebbe -
vorrei solo che fosse chiaro – che questa Commissione si prende la
responsabilità, nell'attesa che ciò avvenga, di paralizzare – perché questo
sarà – l'attività di Calabria Verde. Paralisi in riferimento sia alle opere
indispensabili che citava l’ingegnere Siviglia sia a tutta l'altra partita che
citava il commissario Oliva.
E’ chiaro che, alla fine, se il commissario Oliva dovesse uscire con una
dichiarazione – la legittima difesa è chiaro che, se ben motivata, è un diritto
– o dovesse esserci un problema per cui Calabria Verde si rivelasse impotente
in riferimento ad una pronta attività di gestione delle problematiche serie del
territorio che deve gestire, e quindi dicesse: “Non l'ho potuto fare perché non
avevo gli uffici, non avevo responsabili, non avevo dirigenti, sono il solo al
momento che può firmare le carte e questo è un guaio che è avvenuto anche in
Commissione”… Allora io dico – ed è un appello che rivolgo alla Commissione,
considerato che il Commissario, ripeto, è una persona per bene, come è
sicuramente noto a tutta questa Commissione – accogliamo l'idea che rilanciava
il collega Pitaro e cioè di un'approvazione, con la riserva di una
raccomandazione in riferimento a questa micro-ristrutturazione che dovrà
avvenire ovviamente di concerto con le rappresentanze sindacali e quant'altro,
poiché questo mi pare che è un impegno che è stato assunto. Invito veramente a non
paralizzare l'attività, specie all'avvio di una stagione estiva che tanto
necessita di cure e manutenzione sulle nostre montagne e sui nostri alvei.
Invito a non paralizzare questa attività posto che – e concludo – mi
pare che se rimandiamo, con tutta onestà, mi pare di aver capito che si rimanda
ad oggi, ma si potrebbe rimandare sine die, perché ci sono dei passaggi
di cui, a tutt'oggi, non possono essere certificati i tempi. Così concludo.
Grazie.
Grazie, collega Crinò. Ha chiesto di intervenire il dottore Giovinazzo.
Ne ha facoltà.
I tempi che, giustamente – tecnicamente lo dico – e gli atti che
dovrebbero essere prodotti a completamento, credo che impegnino più di una settimana;
quindi, il rischio è che, praticamente, non riusciamo poi a produrli.
Questo è l'elemento.
Prima di dare la parola al consigliere Giannetta, la richiesta che
reitero per l’ennesima volta è quella di valutare se uno sforzo collegiale ci consente
di osservare la legge, perché quando metterò ai voti, da qui a poco, questa
proposta, dirò che non si può approvare perché non si rispetta l’articolo 9
della legge numero 25 del 2013.
Dalla presenza delle forze sindacali – e mi sembra che giovedì, domani,
ci sia un primo incontro con la triplice –
colgo la volontà di dire: “Ci vediamo di giorno e di notte e aiutiamo il
Commissario a fare quest'atto del fabbisogno”.
Se così non è, non è colpa mia se siamo arrivati ad oggi, da Presidente
della Commissione.
Non è colpa nostra se il Commissario non è nelle condizioni di fare il
Piano del fabbisogno di personale perché lo deve chiedere alla Giunta regionale
che l’ha nominato e non certamente a noi.
Certamente non ci sto al fatto di ricevere processi gratuiti.
Io osservo la legge e ad oggi – lo ribadisco e invito il Commissario a
valutare questa cosa – l'articolo 9 – non da me studiato per primo, ma letto e
ascoltato da chi, ovviamente, è interessato per legge a partecipare – non è
osservato completamente e, molto probabilmente, il parere non potrà essere
positivo.
Dunque, vogliamo un parere negativo e poi la Giunta regionale fa quello
che deve fare?
Lo decideremo da qui a poco.
Vogliamo tentare di avere un parere positivo raccogliendo gli inviti ad
osservare la legge? Senza cercare mediazioni!
Una semplice precisazione, non per fare polemica.
A mio parere, la previsione del fabbisogno aziendale era dovuta al fatto
che, in fase di avvio dell'Azienda Calabria Verde, il primo Atto aziendale
evidentemente non poteva partire senza il Piano del fabbisogno.
Non è vero che oggi l’Azienda non ha il Piano del fabbisogno vigente
perché l'ultimo Piano di fabbisogno vigente è quello la cui scadenza è fissata
al 31 dicembre 2020.
Oggi si tratta – e ribadisco – di riaggiornare per il triennio
successivo all'esito dell’approvazione del bilancio, cosa che potrà avvenire
nel momento in cui il Revisore dei Conti sarà insediato ufficialmente perché ha
fatto una sola seduta nei giorni scorsi, ma ancora non si è insediato.
All’esito di questo, si individuano le risorse necessarie per il
prossimo triennio, e potrà essere aggiornato il Piano del fabbisogno, il quale
è presente, l’ho integrato a questa Commissione, la cui valenza era fissata
strumentalmente al 31 dicembre 2020, ma che oggi evidentemente, in mancanza di
un aggiornamento, si deve intendere ancora valido.
Grazie, commissario Oliva. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Giannetta. Ne ha facoltà.
Colleghi, Commissari, capi Dipartimento, categorie sindacali, non vorrei
essere stato frainteso nel mio ragionamento.
Quello che mi contraddistingue, sicuramente, è lo spirito di
collaborazione che non è mai venuto meno, anche per onorare il mandato che i
cittadini mi hanno dato rappresentandoli. Ci mancherebbe altro!
L’ho detto prima, siamo tutti qui per fare il bene o per cercare di
farlo, e soprattutto per fare il bene della Calabria e dei calabresi, però ci
dobbiamo mettere d'accordo, perché forse chi ha parlato nella veste politica
parla il politichese e chi l'ha fatto tecnicamente forse fa un altro tipo di
ragionamento.
In parte, il Presidente prima ha anticipato il mio breve intervento,
quando ha detto: “Noi siamo in Commissione per far rispettare le regole; se le
regole mi dicono che per approvare un Atto aziendale ho bisogno di avere il
Piano del fabbisogno del personale e di capire quali Distretti devono essere
eliminati, perché la legge numero 43 del 2016 me lo impone – e su questo sono
d'accordo – lo devo sapere; altrimenti non voto a favore di quest'Atto”.
È bene che si sappia, così sgombriamo il campo da ogni ragionamento che
va oltre ogni ragionevole dubbio.
Non solo, chi doveva fare quest'Atto e chi doveva presentare il Piano
del fabbisogno e non l'ha fatto, oggi non può scaricare la responsabilità sulla
Commissione, perché noi stiamo dicendo le cose per come devono essere fatte.
Mi riferisco soprattutto al collega Crinò, il quale dice: “Non vorrei
che qualcuno avesse la responsabilità di quest'Atto se noi non lo votiamo!”
Allora c'è da mettersi d'accordo.
Prima abbiamo detto che il parere è obbligatorio, quindi noi dobbiamo
necessariamente dire: “Votiamo a favore, votiamo contro, ci asteniamo”, ma non
è vincolante!
Vorrà dire che chi di competenza, la Giunta regionale, il Commissario,
altre persone deputate a fare questo, si assumono la responsabilità di far
andare avanti la Calabria, ma sicuramente non può essere imputato a questa
Commissione il fatto di arrivare in ritardo o addirittura paralizzare l'azione
di Calabria Verde.
In italiano e nella lingua italiana le parole hanno un significato e,
quindi, queste parole bisogna utilizzarle bene senza fare demagogia o
strumentalizzare nulla per andare, come dicevo prima, ad essere nella logica
condizionati da qualsiasi tipo di ragionamento, perché questa Commissione deve
essere scevra – almeno per quanto mi riguarda – da condizionamenti logici, pur
sempre logici e non di altra natura, che in maniera tranquilla non possono far
esprimere ogni singolo consigliere su quello che è il proprio pensiero.
Il mio pensiero è questo.
L'ho detto prima, lo ribadisco ora.
Non voglio mettere in difficoltà soprattutto il Presidente e capisco che
sta facendo una grande mediazione di natura politica – attenzione: non tecnica
- per cercare di addivenire ad una soluzione.
Se la dobbiamo mettere ai voti, la mettiamo i voti e ognuno si esprime
liberamente e democraticamente, assumendosi le responsabilità per come ritiene
più giusto, ma sarebbe più opportuno, visto questo tipo di ragionamento e visto
che c'è un’esigenza particolare, chiedere un sacrificio a tutti: alla parte
politica, per quello che stiamo facendo mediando, e alla parte tecnica,
affinché si rimbocchi le maniche e in una settimana sia in grado di presentare
quello che la Commissione, non da ora, ma fin dalla prima seduta ha chiesto!
Non ho altro da aggiungere.
Grazie, collega Giannetta. Ha chiesto di intervenire il consigliere
Pitaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. In realtà, la Commissione non può essere divisa tra
chi vuole il rispetto della legge, della norma, delle regole e chi non lo
vuole, trincerandosi dietro “Lo dobbiamo fare perché è necessario”.
Assolutamente!
Le potrei dire nei contenuti che quello che è stato detto a chiarimento
dei dubbi sollevati dai sindacati e da noi stessi è stato ben chiarito. Quanto
detto dal Commissario ha ben chiarito rispetto ai dubbi che sono emersi e sono
stati sollevati.
Nei contenuti, anche sulla questione del Piano del fabbisogno, il
Commissario ha dato una risposta puntuale.
Se poi entriamo nel merito della norma, la semantica ci insegna che le
parole hanno diverse accezioni, però purtroppo anche i testi di legge vanno
interpretati in un certo modo.
In questo caso, il riferimento al Piano del fabbisogno non vuol dire che
dovrebbe essere approvato un nuovo Piano, ma può significare – e, per quello
che mi riguarda, significa questo –, che il fabbisogno esistente è già
condizione esaurita rispetto a quello che viene posto nella stessa legge. Per
cui esiste già il Piano del fabbisogno.
Per quanto riguarda i Distretti è solo una previsione, non è
un'indicazione non modificabile, ma è solo una previsione; quindi, vengono
fugati tutti i dubbi.
Ecco perché sono convinto che,
stasera, questo Atto aziendale vada approvato all'unanimità. Grazie.
Accogliendo l'invito del collega Pitaro, chiederei ai rappresentanti
sindacali di lasciarci perché sospendiamo i lavori per qualche minuto. Vi
ringraziamo sempre per il contributo e per la pazienza.
La ringraziamo per l'attività.
(Gli auditi
lasciano i lavori della Commissione)
Abbiamo sospeso la seduta per qualche secondo. Vi chiedo scusa per
questo, ma era giusto accompagnare gli auditi.
Secondo me, dobbiamo seguire quest’Atto senza condizionamenti di nessuna
natura, né ideologici né di appartenenze diverse e, visto che siamo tutti
uomini saggi e volenterosi, inviterei a non fare paragoni perché ogni seduta e
ogni punto all’ordine del giorno ha una sua storia.
L'altra volta non si trattava di un parere vincolante e obbligatorio. La
dottoressa Montilla è stata qui e ci ha detto alcune cose. Non sono qui per
fare da notaio. Non penso ci sia bisogno di fare questo perché non c'è un
atteggiamento diverso, per quanto mi riguarda, ma ritengo anche per tutti voi.
Ribadisco: così come l’altra volta vi ho invitato ad esprimere un parere
secondo la legge, così come allora la pratica non era completa, oggi abbiamo
contezza che la pratica non è completa.
I motivi per cui non è completa, non li vado a ricercare né tantomeno li
addebito a qualcuno.
Evidentemente c’è stata esigenza per arrivare qui.
Mi sforzo di dire che, se riusciamo a trovare un intento – ho indicato
un giorno o una settimana per dire il più velocemente possibile ma anche 15
giorni - per fare in modo che si possa dare un parere positivo e conforme alla
norma, ritengo che giovi a tutti.
Poi, se qualcuno stasera ci dice, in
primis il Commissario “Guardi, io questo non lo posso garantire”, ne
prendiamo atto e ci esprimeremo ognuno per quello che vuole, rispetto alla
volontà di voto, però io al voto metterò il parere secondo l'articolo 9 della
legge numero 25 del 2013.
Non mi interessa altro, capi squadra o meno, perché quelle sono
raccomandazioni di buon senso che abbiamo raccolto, sono agli atti, anche del
Dipartimento, perché sono atti pubblici, sono agli atti del Commissario, e io
sono convinto che le raccomandazioni, le sollecitazioni ed il buon senso
vengono sempre raccolte nel limite del possibile.
Qui, invece, si tratta di dire: “Visto che abbiamo fatto un
approfondimento, un’istruttoria, visto che abbiamo letto le carte, grazie agli
uffici che l'hanno fatto sempre, c'è un elemento che…” Io capisco, si potrebbe
dire che va interpretata e noi avremmo dovuto modificare l’articolo 9 della
legge.
Nei mesi scorsi, qualcuno avrebbe potuto dire: “Modifichiamo l'articolo
9 perché da quando è stata fatta la legge…” e l'avremmo fatto, così come
avremmo dovuto modificare il Piano triennale sull'azione del turismo.
La Commissione non è un organo che spazia in fantasia, altrimenti
diventa un’altra cosa. Diventa la miniatura o un doppione della Giunta
regionale, che fa elaborazione politica di proiezione. Noi dobbiamo stare in un
ruolo preciso. Io questo ho capito.
Se non è così, accetto anche la critica e non ho capito niente perché mi
confronto sempre con gli uffici.
Qual è l'ambito della nostra discrezionalità? Che cosa dobbiamo andare a
controllare? Non è una valutazione politica sul fatto se mi piace andare in
America…
Se riusciamo, vista la disponibilità dei sindacati qui espressa – e mi
sembra che domani ci sarà un incontro – magari solleciteremo, faremo una nota,
non so che cosa bisogna fare. Solleciteremo l’assessore Gallo, dicendo:
“Mettici un po' di tuo e fai un incontro veloce”.
Se il Commissario con chi gli può dare una mano – non so chi – può
adempiere a questo elemento previsto dall'articolo 9, non perché è volontà di
qualcuno chiedere una cosa che non dobbiamo chiedere, ritengo che faremo una
cosa buona.
Possiamo fissare una data che, magari, ci condiziona tutti a dire di
ritrovarci qui fra 12 giorni, 11 giorni, quindi i sindacati sanno che a quella
data devono contribuire.
Io dico di trovare una soluzione per facilitare questo percorso perché –
e chiudo – secondo me, se poi ognuno di noi vuole trovarsi una giustificazione
e fare a scaricabarile, operando sui settori interessanti, ad esempio
l’antincendio e altre cose, è un'altra cosa, un altro film.
Ha chiesto di intervenire il consigliere Pitaro. Ne ha facoltà.
Grazie, Presidente. In realtà, alla fine sarà il Commissario a doversi
assumere la responsabilità di far rimandare la Commissione per provare a dare
risposte a queste osservazioni perché, per quanto riguarda il fabbisogno,
Presidente, mi dispiace, ma io non la penso come lei.
La legge parla di approvazione del fabbisogno, ma non significa che per
ogni Atto aziendale si debba per forza approvare preventivamente un nuovo Piano
del fabbisogno perché, nel momento in cui esiste un Piano del fabbisogno, anche
se è scaduto, si intende prorogato; per cui, non c'è la necessità, per forza di
cose – o meglio, in questo caso, per legge – di approvare un nuovo Piano del
fabbisogno.
Ecco perché dico sinceramente che, se i dubbi sono solo questi, secondo
me, possono essere tranquillamente fugati anche da un parere immediato del
Settore assistenza giuridica e andiamo all'approvazione.
Se poi i dubbi sono altri, a questo punto non so che cosa dire,
Presidente. Rimandiamo, ove il Commissario sia nelle condizioni di garantire
che, entro qualche settimana, effettivamente possa arrivare…
Non qualche settimana. Diamoci il tempo, diamoci una data, convochiamo
la Commissione in modo che chiunque possa dire: “Visto che è già convocata la
Commissione, o lavoriamo di notte oppure pazienza”; almeno nessuno avrà alibi e
diremo: “Vabbè, non è stato possibile”.
Sul fatto di chiedere pareri, dottore Lazzarino, agli uffici, non ho
problemi.
Personalmente non ho altri dubbi. L’articolo 9 non ci consente altri
dubbi. Per questo lo ribadisco. Non dobbiamo andare a vedere altre cose.
Possiamo discutere, possiamo dire, ci mancherebbe altro; da consiglieri
possiamo fare tutto, però qui stiamo discutendo dell’articolo 9 della legge
numero 25 del 2013, che prevede alcune fasi che devono essere complementari e
allegate a questo benedetto fascicolo per esprimere un parere.
Questo è. Non facciamo altri ragionamenti. Anzi, vi invito a non fare
altri ragionamenti, altrimenti rischiamo di andare fuori strada completamente.
Scusi, commissario Oliva. Magari, il Commissario aveva altre esigenze da
discutere con i sindacati, come ad esempio il fatto che non può pagare il TFR.
Se eventualmente vogliamo fare questo tentativo, io li convocherei solo
per questa cosa: una giornata, due giornate, per confrontarci su questo, tirare
una linea e fare una relazione.
Dopo di che, penso che ci siamo espressi ed è già stato dato parere
favore; per questo insisto, e vi chiedo scusa. Sto insistendo per questo
motivo, e dico: “Ma perché poi dobbiamo... per una visione legittima e pure
diversa, un’interpretazione o meno…
Poi la legge non la possiamo interpretare noi. Una legge la possiamo
modificare in Consiglio regionale; altrimenti è inutile che ci siano le leggi.
Vediamo se il dottore Oliva può darci una mano, nel limite del
possibile, non voglio forzare la mano a nessuno, non lo vogliamo lasciare da
solo né vogliamo mettere la croce sulle sue spalle. Se riuscissimo a fare
questo percorso con un gioco di squadra, personalmente sarei contentissimo, ma
questo poco importa.
Ha chiesto di intervenire il commissario Oliva. Ne ha facoltà.
Sì, Presidente. Capisco la discussione che si sta un po’ avvitando su sé
stessa.
Ovviamente, devo ribadire con fermezza – e gli atti amministrativi lo
dimostrano, l’ho inviato anche alla Commissione e l’ho integrato con una nota
nei giorni scorsi – l’esistenza del Piano del fabbisogno, la cui validità si
intende sine die fin quando non sarà
aggiornato il nuovo Piano del fabbisogno all'esito del bilancio.
Tuttavia, mi rendo conto dell’impasse che sta creando e mi riservo, a
questo punto, di interpellare immediatamente il Revisore dei conti per vedere
con immediatezza se ci sono i presupposti che possano integrare il bilancio di
previsione subito, con un aggiornamento di questo Piano del fabbisogno.
Ripeto: si tratta di un aggiornamento di quello già esistente e, quindi,
all'esito sarà mia cura informare formalmente sulla tempistica e, magari, poi
potrete stabilire la prossima convocazione.
Infatti volevo dire questo: o ci diamo una data con qualche giorno in
più, oppure…
Mi riservo di informare formalmente la Commissione sulla tempistica che
il Revisore dei conti vorrà espormi in maniera previsionale rispetto a questi
passaggi amministrativi, sui quali necessariamente lui dovrà esprimere il
parere di competenza.
Perfetto, così noi fissiamo la data che suggerisce lei, previo questa
verifica. Grazie, direttore.
Chiedo di esprimerci sul rinvio del punto. Favorevoli all’unanimità, con
l’annotazione di fissare la seduta previa indicazione della data da parte del
dottor Oliva. Grazie. È stata un po' lunga, però vi ringrazio di cuore.
(La
Commissione rinvia)
Pongo ai voti la l’inversione dell’ordine del
giorno con la trattazione immediata della proposta di legge numero 103/11^, che
è approvata.
Pregherei il collega Pitaro che è stato primo firmatario – poi si sono
aggiunti i consiglieri Esposito e Crinò – ad illustrare brevemente la proposta.
Brevemente, Presidente, anche perché mi trovo un po’ a disagio a parlare
di apicoltura di fronte a lei, perché è un leader
del settore.
È stato ed è un rappresentante importantissimo, uno dei maggiori
rappresentanti calabresi, anche a livello nazionale, dell'agricoltura in
Calabria, per cui un po' di disagio lo provo; quindi, sarò abbastanza
sintetico, anche perché credo che nella relazione illustrativa sono riuscito a
sintetizzare quella che è la motivazione che ha portato a questa proposta.
L'apicoltura è, di fatto, una delle attività agricole poco conosciute
rispetto ad altre attività, però è comunque un’attività importantissima.
Basti pensare che nell'agroalimentare moltissimi cibi, tantissima
frutta, riescono a trovare sbocco grazie all'attività delle api.
Ultimamente in televisione sono riuscito anche ad ascoltare in un
documentario l'importanza anche delle api nella produzione di ossigeno puro;
quindi, oggi più che mai, l'apicoltura effettivamente riesce a interessare
tantissime attività quotidiane.
L’emergenza Covid ha, in qualche modo, rallentato questa attività
agricola, creando anche ingenti danni alle pur tantissime aziende, anche in
Calabria, tant'è vero che in Calabria contiamo 300 aziende che conducono circa
60 mila alveari. È una realtà poco conosciuta, ma importantissima.
Al fine di meglio regolamentare questa attività, abbiamo deciso di
proporre, unitamente con tantissimi capigruppo e anche con lei, Presidente,
questa legge che va, come dicevo prima, a regolamentare questo settore, cercando
di incentivare anche il settore stesso e, quindi, anche di proteggere dalle
tante difficoltà a cui è andato incontro questo settore negli ultimi due anni.
La legge si compone di 18 articoli. Inutile leggerli tutti. Li diamo per
letti, anche perché lei conosce benissimo questa proposta; quindi chiedo che
venga approvata e discussa alla prossima seduta di Consiglio regionale. Grazie.
Cedo la parola al dottore Giovinazzo. Prego.
Sì, Presidente. Grazie, consiglieri. Questa è una legge che completa un
quadro normativo a livello regionale. Tutte le altre Regioni hanno la legge
sull'apicoltura, la Calabria ancora non ce l'ha. La legge presentata dai consiglieri
regionali, trova l'approvazione da parte di tutte le rappresentanze del settore
apistico.
Si tratta di una legge quanto mai opportuna nel gradualismo
congiunturale attuale dove si assiste ad una profonda trasformazione. Quest'anno
ci stiamo accingendo ad approvare, con deliberazione di Giunta regionale, un
grave stato di crisi per quanto riguarda l'apicoltura.
Paradossalmente, ci sono stati i fiori, ma non c'è stato il nettare,
quindi, praticamente, gli apicoltori sono in grande difficoltà. Quest'anno non
si produrrà miele. Diciamo che i cambiamenti climatici stanno portando elementi
anche di grande difficoltà.
Accanto a questo, novato all'interno della norma, - la Calabria è una
delle pochissime Regioni, ce n'è un'altra in Spagna, che ha approvato la legge
per quanto riguarda il supporto delle api – grazie anche alla delibera che
andremo ad approvare da qui a poco in Giunta regionale, stiamo aumentando il
premio per alveare.
Questo perché crediamo tantissimo sull’aspetto di biodiversità che le
api comportano a livello regionale.
La legge completa un quadro normativo necessario, così come altre, e ci
viene richiesta soprattutto dai portatori di interessi, che sono stati anche
loro fautori di questa condivisione.
Riteniamo che, da questo punto di vista, sia un qualcosa da approvare e
soprattutto da attualizzare.
In ultimo, una delle norme che va ad essere evidenziata è l'attività di
nomadismo, che anche se ha un controllo sanitario, non ha un controllo di tipo
legislativo. Attività di nomadismo che, nel caso specifico, spesso ha
comportato problemi per quanto riguarda il trasferimento di zoonosi dalla
vicina Sicilia.
Il Dipartimento ha ritenuto di esprimere parere positivo
all'approvazione. Grazie.
Grazie, direttore. Io ritengo che la proposta non possa essere approvata
stasera, collega Pitaro, perché dobbiamo comunque prevedere la possibilità di
presentare eventuali emendamenti.
L’acquisizione del parere positivo del Dipartimento è molto importante. Se
non ho capito male, sono stati coinvolti i portatori di interesse, cioè le
dotazioni professionali tutte? Altrimenti, magari, li convochiamo in audizione.
Solo per questo.
Credo che l’audizione sia una decisione che sta nella potestà della
Commissione. Nell'aspetto generale, abbiamo coinvolto tutta la parte
rappresentativa dell'apicoltura calabrese. Credo che loro si aspettino questa
legge.
Su questo non ho dubbi e la penso allo stesso modo. Per guadagnare
tempo, se siamo d'accordo, potremmo inviare il testo alle organizzazioni
professionali, senza convocarle per l’audizione.
(Interruzione)
Mandiamo il testo alle associazioni professionali Confagricoltura,
Coldiretti, Cia e Copagri. Abbiamo già acquisito il parere positivo del
Dipartimento.
Se ci sono situazioni diverse, inviteremo ancora il direttore generale,
se ci sono emendamenti o osservazioni da parte delle organizzazioni.
Apriamo anche i termini per gli emendamenti. Sentiremo anche il Settore
assistenza giuridica. Lo possiamo sentire anche subito, lo sentiremo durante i
lavori, come suggerisce il dottore Latella perché, comunque, il fascicolo – li
ringrazio per questo – so che l'hanno fatto di notte, perché l'abbiamo inserita
poche ore fa; però, magari, se ritengono che devono approfondire qualche cosa o
meno, ne approfittiamo, anche per evitare che poi ci possa essere
un’impugnativa o altre cose.
Io procederei così: mandiamo questa proposta; acquisito il parere
favorevole del Dipartimento, non abbiamo nessun problema; apriamo i termini per
la presentazione degli emendamenti e chiediamo anche al Settore assistenza
giuridica se fare eventualmente qualche ulteriore approfondimento.
Se ci vuole dire qualcuno qualcosa adesso, magari ne approfittiamo.
Grazie.
Grazie, Presidente. Come ha già anticipato, in realtà abbiamo avuto poco
tempo per approfondire il testo, che è comunque corposo.
Rispetto alla situazione di prorogatio
in cui ci troviamo che, ormai è un fatto noto, suggeriamo che forse sarebbe più
opportuno indicare in maniera più chiara quali sono le ragioni dell'urgenza,
che rendono indifferibile l’approvazione di questo testo.
Con riferimento poi all’articolato, come considerazione
di carattere generale, ci siamo posti il problema che quelle norme che
prevedono in qualsiasi modo funzioni o competenze delle Aziende sanitarie
provinciali e che, comunque, prevedono un coinvolgimento delle ASP, data la
sottoposizione della Calabria al Piano di rientro, potrebbero interferire con i
poteri del Commissario ad acta.
Con riferimento poi al comma 2 dell'articolo
1, nel testo si dice che “l'apicoltura è
riconosciuta quale strumento di tutela dell'ambiente e degli ecosistemi”.
Dal momento che la tutela dell'ambiente è
materia riservata alla competenza statale esclusiva, per evitare possibili
questioni ed interferenze con i poteri del legislatore nazionale, suggeriamo di
modificare eventualmente questa formulazione, facendo riferimento non alla
tutela dell'ambiente, ma alla sua valorizzazione.
Più che alla tutela alla valorizzazione,
proprio per evitare, anche da un punto di vista terminologico, una possibile
invasione di competenza statale.
All'articolo 3, comma 2, si fa riferimento alle
agevolazioni che la Giunta regionale dovrebbe erogare con provvedimenti
attuativi previsti dalla vigente normativa comunitaria e statale e ci siamo
posti il problema se tali agevolazioni possano configurare aiuti di Stato, che
sono sottoposti ad un particolare regime.
Per questo motivo, suggeriamo di usare magari
una formulazione che specifichi meglio che i contributi verranno erogati nel
rispetto della normativa comunitaria dettata in tale ambito.
Con riferimento poi all'articolo 4, comma 3,
dove si legge che il “Piano apistico regionale di durata triennale costituisce
parte integrante del Programma nazionale apistico”, ci siamo chiesti se in
questo Programma apistico nazionale il riferimento sia il Documento
programmatico per il settore apistico, di cui all'articolo 5 della legge numero
313 del 2004.
Se così fosse, abbiamo evidenziato che questa
norma indica delle modalità di partecipazione, concertate delle Regioni alla
redazione del Documento programmatico, e le modalità dettate dalla norma sono leggermente
difformi rispetto a quanto previsto da questo comma; per cui, ci sembra che
questa previsione potrebbe contrastare con quella dell'articolo 5 della legge
numero 313/2004.
All'articolo 6, comma 3, dove “nel caso in
cui il proprietario sia obbligato a distruggere gli alvei o alveari, si prevede
un indennizzo, calcolato ai sensi della legge numero 218/88 e successivo decreto
ministeriale”, abbiamo osservato che il riferimento a questa legge non sembra
perfettamente coerente perché disciplina le misure per la lotta contro malattie
che riguardano altri animali, e poi non si capisce bene né quale sia l'organo
competente a ordinare la distruzione degli alveari né quale sia l’Ente
obbligato a corrispondere eventualmente l'indennizzo.
All'articolo 12, comma 4, dove si fa
riferimento a marchi di qualità e di origine, abbiamo evidenziato che la
consolidata giurisprudenza comunitaria dispone, o comunque statuisce, che
l'istituzione del marchio di qualità da parte di uno Stato o di una Regione
potrebbe falsare la concorrenza, quindi, si dovrebbe prestare particolare
attenzione a questa circostanza.
Infine, la norma finanziaria, all'articolo
16, ci sembra priva di una quantificazione certa e attendibile della spesa e
questo elemento potrebbe condurre alla illegittimità della norma per violazione
dell'articolo 81 della Costituzione. Grazie.
Grazie a lei, gentilissima e
utile. Ritengo che – i
particolari li chiedo al collega Pitaro – queste osservazioni della scheda ATN
possano essere recepite come emendamenti che presenteremo; eventualmente, se
c'è qualche osservazione o qualche valutazione la facciamo, in modo tale da
evitare di incorrere nei rischi segnalati.
(Voci
fuori microfono)
Non lo possiamo approvare stasera, dobbiamo
aprire i termini per gli emendamenti.
(Voci
fuori microfono)
Se arriva qualche valutazione, convochiamo la
seduta, presentiamo gli emendamenti, li approviamo e li licenziamo in maniera
conforme.
La scheda ATN il direttore ce l'ha, o magari
gliela invieremo. Se c'è qualche altro aggiustamento o meno, lo farà pervenire
o lo dirà, ci manderanno una nota o si vedrà alla prossima seduta di
Commissione, in modo tale che la chiudiamo, secondo me, come è giusto che sia,
visto che è una legge di settore importante con tutte le raccomandazioni, ed
evitiamo che possa diventare un intoppo successivamente.
Quindi, la inseriremo nuovamente all’ordine
del giorno della prossima seduta di Commissione con l'apertura dei termini per
gli emendamenti.
Perfetto. Su questo non c’è altro.Grazie.
(La Commissione rinvia)
Il terzo punto all’ordine del giorno riguarda
la proposta di legge numero 90/11^ di iniziativa del consigliere Filippo
Mancuso, recante: “Modifiche alla legge regionale 19 novembre 2020 numero 22 (Disciplina delle Associazioni Pro Loco).
Si scusa la collega Minasi che era delegata a
rappresentare questa norma.
Se siamo d’accordo, lo farò io perché si
tratta di un unico articolo in cui, sostanzialmente, si prevede la possibilità
di ampliare l'adesione delle Pro loco anche alle Associazioni, in quanto nella
legge è prevista solo l’Unpli.
La scheda ATN di questa proposta ci
suggerisce una diversa formulazione rispetto a quella che ha formulato il
collega Mancuso ovvero anziché scrivere “Calabria” inserire una forma più
generica, come ha fatto la Puglia.
Se non ci sono osservazioni diverse da parte
vostra, la riproponiamo all'ordine del giorno della prossima seduta di
Commissione, aprendo anche qui i termini per gli emendamenti perché per
correggere il termine “Calabria”, bisogna presentare un emendamento.
(La Commissione rinvia)
Il quarto e ultimo punto all’ordine del
giorno riguarda l’audizione sullo stato di emergenza della filiera turistica in
Calabria.
Avevamo invitato il dottore Roberto
Cosentino, ma ci dovrebbe essere l’ingegnere Giuseppe Pavone, a cui chiediamo
scusa per i tempi un po' lunghi, ma lo ringraziamo per essere qui e gli diamo
subito la parola. Grazie.
Buongiorno. Giuseppe Pavone, dirigente ad interim nel Settore ricettività. Non
so se ci sono delle domande specifiche.
Perché abbiamo chiesto al dottore Cosentino
e, quindi a lei, questa audizione? Perché nelle audizioni precedenti, alcune
associazioni di categoria sul turismo hanno indicato l'Osservatorio come un
elemento in qualche modo non sempre presente – almeno, così ci è stato detto –
nelle politiche e nelle dinamiche del turismo, e sollecitavano di fare un incontro.
Allora abbiamo pensato di invitare il
responsabile, poi il dottore Cosentino ci ha detto che è stato sostituito,
quindi ha chiesto un po' di tempo per fare una ricognizione.
La prima cosa utile è avere da parte sua
delle informazioni sullo stato dell'arte, per quello che è possibile, e poi,
eventualmente, nella discussione io e i colleghi faremo qualche domanda.
Grazie.
Grazie. Ho capito meglio la questione, non
solo relativamente al dato, ma anche relativamente al funzionamento
dell'Osservatorio.
L'Osservatorio è una struttura sicuramente
preziosa per i dati che riesce a fornire, elaborare e fornire alla Regione in
materia di turismo, direi vitale, sia per obblighi di legge sia per l'utilità
che ha per indirizzare le politiche regionali.
C'è una fase di discontinuità nella
funzionalità dell'Osservatorio. È stata prevista la prosecuzione delle attività
dell'Osservatorio, affidando le risorse ad Azienda Calabria; questo qualche
mese fa.
Poi anche per questioni di funzionamento
all’interno di Azienda Calabria, questo ha avuto un piccolo stallo e adesso
solleciteremo di nuovo che si vada a concludere questo iter per consentire la contrattualizzazione degli esperti che
saranno selezionati e poter così proseguire l'attività dell’Osservatorio
perché, effettivamente, oggi è una criticità il fatto che non ci sia una
continuità su queste attività; quindi, questo relativamente al punto del
funzionamento dell'Osservatorio.
Relativamente ai dati che l'Osservatorio
riesce a tirare fuori rispetto al turismo, mi limito un po' ai macro-dati,
anche perché siamo in una fase di difficoltà a tirare fuori i singoli dati, ma
se ci sono richieste proveremo comunque ovviamente poi a fornirveli anche prima
della contrattualizzazione degli esperti.
Ovviamente, i dati dell’Osservatorio vanno,
come è prevedibile, a disegnare un calo drastico della presenza turistica nel
2020.
Un calo che si attesta intorno al 53 per
cento come numero di presenze, quindi passiamo da 9 milioni e mezzo di presenze
a circa quattro milioni e mezzo, dal 2019 al 2020.
Questo è il dato più significativo, al di là
dei dati singoli che possiamo avere.
Il 53 per cento che, comunque, è in linea –
anzi, forse inferiore – alla dinamica nazionale, perché forse risentiamo anche
di una proporzione meno di un turismo dall'estero, che ha avuto un calo più
forte rispetto al turismo domestico e, quindi, forse anche per questo il nostro
calo è stato più contenuto rispetto ad altre Regioni.
Grazie. Se i colleghi hanno qualche domanda o
qualche riflessione. Ha chiesto di intervenire il consigliere Crinò. Ne ha
facoltà.
Solo una curiosità. Vorrei sapere se è a conoscenza
di quando verrà completato questo iter
di ristrutturazione dell'Osservatorio o, se ho capito bene, per i nuovi
reclutamenti.
Sì, da lunedì – quindi da ieri – si è
insediato il Commissario di Azienda Calabria quindi, in una delle prime
occasioni che avremo di interloquire col Commissario, chiederemo i tempi
necessari per concludere l'iter e
selezionare il personale dell'Osservatorio.
Una precisazione: per Azienda Calabria
intendiamo Azienda Calabria Lavoro?
Sì.
Perfetto. C'è questa interlocuzione tra
l'Osservatorio e l'Azienda Calabria Lavoro per strutturare questo reclutamento
di personale che, ovviamente, recluterà Calabria Lavoro, per cui si farà un
progetto, ci sarà un Protocollo d'intesa.
Questo c'è già, c’è già l’impegno di spesa. È
tutto formalizzato.
Sostanzialmente, va fatta la procedura di
selezione. L’impegno di spesa copre l'anno corrente. Questo è stato già
notificato ad Azienda Calabria. Abbiamo la necessità che questo iter si concluda. Da ieri abbiamo un
interlocutore, che è il Commissario, con cui entro questa settimana cercheremo
di capire i tempi di questa procedura.
Perfetto. Io ne approfitto per chiedere un
paio di cose che avevo preparato per il dottor Cosentino. Mi auguro che lei
possa rispondere, altrimenti poi ci potrà mandare anche qualche nota.
L'articolo 10 della legge numero 8 del 2008
prevede un sistema informativo turistico che dovrebbe avere qualche
collegamento, affinità, collaborazione con l'Osservatorio. Questo è già in
atto, c’è una storicità, c'è qualche risultato già prodotto?
Non conosco nel merito la situazione.
Sicuramente c'è un sistema informativo su cui si basa il sistema
dell'Osservatorio che è in grado di trattare tutta una serie di dati relativi
alle presenze, quindi questo sistema informativo esiste e funziona.
Ovviamente, ci si può limitare a un utilizzo
minimale, quello diciamo di legge, di rilevamento delle presenze, così come
– questo grazie alla presenza degli
esperti selezionati – si può fare, si possono fare delle elaborazioni più
interessanti per poi andare a capire la dinamica, i fenomeni, avere un feedback delle politiche pubbliche e
capire qual è l'impatto delle politiche pubbliche sul turismo e anche sul
sistema di trasporto, quindi sulla frequenza dei voli e degli incentivi; cioè,
capire da questo sistema, quanto queste misure possano incidere sul comparto
turistico.
Io ne approfitto per un'ultima domanda.
Rispetto a questa azione politica del Ministro al turismo, Garavaglia, con la
Regione rispetto ad un Sistema informativo nazionale, l'Osservatorio è stato
interessato da questo punto di vista? Abbiamo elaborato qualcosa? Stiamo
partecipando a questa dinamica nuova per la gestione del turismo in
Italia?
Sicuramente queste attività andranno
riavviate e riprogrammate, non solo in quest'anno che è un anno in cui c'è
questo impegno di spesa e coprirà queste attività ma, in ogni caso, i dati
viaggiano su un'unica Piattaforma nazionale in cui noi fruiamo del dato, ma la
Piattaforma è unica e noi la abbiamo in riuso e, quindi, utilizziamo già un
sistema nazionale per la rilevazione delle presenze.
Mi scusi, da quello che ho potuto leggere e capire,
questa è un'iniziativa nuova, c'è stato un incontro massimo un paio di
settimane fa; però, eventualmente, per facilitarci ad avere qualche
informazione in più – parlo di noi come Commissione, visto che abbiamo anche il
turismo – se lei è d'accordo, con l'aiuto degli uffici, possiamo chiederle
questi appunti in modo da poter verificare meglio e per evitare di farla tornare
qui, visto che possiamo dialogare anche a distanza e perché vorremmo essere in
qualche modo informati, tra virgolette, ed anche preparati rispetto alle
prossime settimane.
Sappiamo che, molto probabilmente, il
Ministro verrà in
Calabria; almeno, questo è il sentore che ho avuto. Non perché qualcuno me l'ha
detto, ma perché è scritto sui giornali.
Magari, se abbiamo
un’interlocuzione – me lo auguro – a parte la Giunta regionale e la Presidenza,
potremmo pure in qualche modo dialogare su una base di informazioni tra i
diversi organismi e comparti.
Ne approfitto anche per un'altra
cosa – su cui, magari il direttore generale aveva dati più aggiornati –
rispetto ad un'altra critica che è stata sollevata al Dipartimento turismo –
parlo sempre di quelle audizioni che abbiamo avuto – sul fatto che spesso c'è
difficoltà di interlocuzione o di avere risposte che, personalmente,
attribuisco – se è vero, non lo so –forse anche ad una mancanza di personale o
a un sottodimensionamento del Dipartimento.
Se c'è – sicuramente il
Dipartimento lo sa – possiamo almeno saperlo.
Poi, certo, non dipende da noi
incrementarlo, ma in qualche modo abbiamo anche una risposta quando qualcuno ci
dovesse osservare di nuovo questa cosa, potremo dire: “Avete ragione, ma
abbiamo trovato una pianta organica dimezzata o abbiamo dei settori o delle
postazioni.”.
In questa audizione, oltre che
per instaurare un rapporto con la Commissione, sia pure a fine Legislatura,
visto che è stato tirato in ballo l'Osservatorio, abbiamo detto che ce ne faremo
carico e poi nelle occasioni non escludo che potremmo – acquisiti una serie di
dati o meno – fare una nota come Commissione alle organizzazioni che sono
venute qui in audizione e dire: “Con il supporto dell'Osservatorio abbiamo
queste precisazioni, abbiamo questi dati”, in modo tale che contribuiamo,
almeno che non ci sia qualcuno che magari dice una cosa che non è vera, o
magari poi la dovremo subire perché non sappiamo dar risposte. Questo è
l'intento; quindi, molto probabilmente, senza togliere niente a lei perché
sicuramente se è venuto è preparatissimo e sta dimostrando di avere la
conoscenza però le chiedo la disponibilità di darci, in modo più organico,
qualche dato - glielo ricorderò con una e-mail tramite gli uffici - per la
prossima seduta di Commissione che sarà partecipata da tutti i componenti in
modo da avere notizie per poter parlare con chiunque nelle nostre funzioni di
consigliere o di componente della Commissione
Questo era l'intento.
Ringrazio in anticipo e, se
siamo d'accordo, ripeto, non le ruberei molto più tempo perché l'abbiamo già
fatta aspettare molto e, quindi, ci aggiorniamo con questa interlocuzione.
Se avremo bisogno di altre
cose, ovviamente se ci sono dei dati, delle sintesi, delle relazioni che voi
fate periodicamente, se le mandate – o magari potete informare il direttore
Cosentino – anche alla Commissione, ve
ne saremmo grati perché poi socializziamo tra i componenti e con gli uffici e
abbiamo elementi su queste materie importanti per la Calabria. Grazie.
Se i colleghi non hanno da
suggerire o aggiungere altro, ringrazio tutti, lei per primo, i colleghi e gli
uffici che ci hanno assistito.
La seduta è chiusa.
La seduta termina alle 18,30