Libro antico
La definizione più semplice che si può dare di libro antico consistente nella traduzione letterale dell'espressione inglese: hand-printed book e cioè: "Libro stampato a mano con tecniche manuali". Tale locuzione, infatti, si riferisce essenzialmente alla tecnica di impressione attraverso caratteri mobili con cui vengono realizzati i libri in Europa dalla metà del XV secolo, dopo i numerosi, ma solo in minima parte noti precedenti nel continente asiatico. Mediante la composizione manuale, ossia l'allineamento al contrario, i caratteri venivano a formare parole, righe, pagine di testo: cioè una forma pronta per la stampa. L'impressione (ultimo passaggio) veniva realizzata - dopo l'inchiostrazione con una vernice grassa: l'inchiostro tipografico - utilizzando un torchio azionato da una leva manuale che faceva scendere una pressa metallica (la platina) su un foglio di carta, comprimendolo sulla forma. L'operazione poteva essere ripetuta un numero x di volte, con la sostituzione dei fogli e successive inchiostrazioni dei caratteri, consentendo la riproduzione in serie di carte stampate. Fu questa all'incirca la tecnica utilizzata dall'orefice e inventore tedesco Johann Gensfleisch von Gutenberg tra gli anni quaranta e cinquanta del Quattrocento per scrivere artificialmente libri, o meglio testi, in più copie. È noto come tecniche analoghe alla xilografia (stampa da blocchi di legno) e alla tipografia fossero utilizzate in Cina già nell'XI secolo, anche per via della diffusione della carta, risalente in Cina almeno al I secolo a.C.. Ma la natura della scrittura cinese comprendente più di 50.000 caratteri avrebbe richiesto un enorme investimento iniziale per la produzione di carattere mobili di bronzo o di altri metalli e, pertanto, queste tecniche ebbero una limitata diffusione, tanto che fino al XIX secolo il principale metodo utilizzato in Cina per stampare testi e immagini rimase infatti la xilografia, con blocchi di testo fissi, che quindi non richiedeva un simile esborso finanziario iniziale
1 Cfr L. Baldacchini, Il libro antico, Carocci editore, Roma 2019 - terza edizione, pp. 13,14.
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Il complesso procedimento della stampa tipografica fu utilizzato, senza modifiche sostanziali, fino all'Ottocento, secolo nel corso del quale, da tecniche tutte manuali, si passò a procedimenti in buona parte meccanici, sia per la stampa vera e propria (torchi, composizione), sia per la fabbricazione dei supporti (carta), sia per gli strumenti di produzione (caratteri). Nel periodo intercorrente tra la prima e la seconda rivoluzione industriale, infatti, oltre ai progressi tecnologici nel settore delle macchine di stampa che le renderanno sempre più efficienti, anche nuove scoperte nell'ambito della produzione della carta, contribuirono all'intensificazione e alla maggior diffusione delle pubblicazioni, anche a seguito della crescente richiesta e delle nuove necessità di una società civile sempre più alfabetizzata.




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