Sezione multimediale minoranze linguistiche calabresi - Materiale girato grezzo


Documentazione televisiva tratta dai materiali d'archivio della Cooperativa "Raffaele Lombardi Satriani" - materiale girato grezzo.

La processione ed i riti per festeggiare il patrono San Giovanni Battista
La processione ed i riti per festeggiare il patrono San Giovanni Battista
Gallicianò (RC)
28.08.1999
Nella quiete di Gallicianò, l’arrivo della banda è preludio della giornata più importante per la piccola comunità grecanica, tutta dedicata al santo patrono. Le campane a festa annunciano l’uscita dalla Chiesa della statua del piccolo San Giovanni Battista, coperto dai nastri rossi che ne ricordano il martirio. Le immagini seguono la partecipata processione per le viuzze del borgo, con un’eccezionale galleria di volti e scorci e col sottofondo delle preghiere e delle nenie in dialetto in onore del santo, a cui si offrono banconote, monili e grano come ex voto. Momento caratteristico del rito è quando i portatori si fermano nella parte alta del paese, dove prima dell’alluvione sorgeva la chiesa di San Leonardo, e poi davanti la chiesa di San Giovanni e fanno roteare la statua per tre volte a destra e per tre volte a sinistra al suono di una tarantella.

Il Consiglio comunale si compatta dopo l’uccisione dell’imprenditore Zema
Il Consiglio comunale si compatta dopo l’uccisione dell’imprenditore Zema
Bova (RC)
08.09.1999
Domenico Zema era un piccolo imprenditore agricolo, che a Bova coltivava la terra e dava lavoro a molti giovani del paese. Era anche il cognato del sindaco Leo Autelitano. A due giorni dal suo barbaro omicidio, davanti la moglie e la figlia, il Consiglio comunale di Bova si riunisce per condannare il gravissimo attacco a tutta la comunità, proprio nel momento in cui il territorio stava mostrando segnali di ripresa economica e culturale.

I giovani alla scoperta della spiritualità ortodossa e della danza tradizionale
I giovani alla scoperta della spiritualità ortodossa e della danza tradizionale
Gallicianò (RC)
08.09.1999
Sin dal 1947, Pasquale Maressa costruisce il “Camiddu”, uno scheletro di canna a forma di cammello, su cui sono fissate delle micce che fanno esplodere le cariche di polvere pirica mentre la struttura, indossata da un uomo, si muove a ritmo di tarantella. Il caratteristico “Ballu du camiddu” col suo emozionante spettacolo pirotecnico, è uno dei momenti più attesi delle feste paesane. Maressa racconta il suo appassionante lavoro di “mastru camiddaru” in giro per la provincia di Reggio Calabria, mentre avvolge il sottile involucro di materiale esplodente tutto intorno alla struttura e spiega come, nei tempi passati, si usasse carbonella di rami di vite secchi e zolfo. Poi descrive il movimento del fuoco, quindi indossa la struttura e simula il movimento del ballo.

Lo scoppiettante mestiere del mastro camiddaru
Lo scoppiettante mestiere del mastro camiddaru
Prunella (RC)
26.09.1999
Sin dal 1947, Pasquale Maressa costruisce il “Camiddu”, uno scheletro di canna a forma di cammello, su cui sono fissate delle micce che fanno esplodere le cariche di polvere pirica mentre la struttura, indossata da un uomo, si muove a ritmo di tarantella. Il caratteristico “Ballu du camiddu” col suo emozionante spettacolo pirotecnico, è uno dei momenti più attesi delle feste paesane. Maressa racconta il suo appassionante lavoro di “mastru camiddaru” in giro per la provincia di Reggio Calabria, mentre avvolge il sottile involucro di materiale esplodente tutto intorno alla struttura e spiega come, nei tempi passati, si usasse carbonella di rami di vite secchi e zolfo. Poi descrive il movimento del fuoco, quindi indossa la struttura e simula il movimento del ballo.

I racconti di Pietro Romeo - 1 <br /> La vita da postino dopo la seconda guerra mondiale: a piedi tra le montagne per portare lettere e pacchi a Roghudi
I racconti di Pietro Romeo - 1
La vita da postino dopo la seconda guerra mondiale: a piedi tra le montagne per portare lettere e pacchi a Roghudi

Bova (RC)
15.10.1999
Nel gennaio del 1949, Pietro Romeo inizia a muoversi a piedi ogni giorno, attraverso la montagna grecanica, per portare la corrispondenza da Bova a Roghudi. L’ambiente sociale è quello povero e desolato del dopoguerra; il lavoro è duro per la fatica, il freddo, il buio, il rischio di venire derubati e minacciati. Il racconto è tutto un rosario di aneddoti e flash di ricordi, dalla difficoltà di comunicare con gli anziani che parlavano solo il grecanico, a quella di consegnare le raccomandate ad un intero paese che le rifiutava, perché temeva fossero contravvenzioni della forestale o atti giudiziari. Frequenti erano anche le incursioni degli ispettori del lavoro per contrastare il fenomeno della sparizione delle lettere che contenevano banconote e prodotti di valore.

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