Proposta di legge n. 398/9^

Relazione

 

La Diocesi di San Marco Argentano Scalea è lo scrigno che racchiude, quasi come fossero due perla, altrettanti santuari, gioielli d'arte da sempre luogo di devozione mariana: il Santuario della Madonna della Grotta e il Santuario della Madonna del Pettoruto.

Il Santuario della Madonna della Grotta, ubicato a Praia a Mare, posto nel ventre di tre cavità rocciose a circa 90 metri sul livello del mare.

L'area sacra, raggiungibile mediante gradinate affacciate sul golfo di Policastro, è posta nel cuore di una zona dove, dal VII secolo in poi, in seguito alla persecuzione iconoclasta scatenatasi a Costantinopoli, si costituì l'Eparchia del Mercurion. Esso, secondo diverse convergenti testimonianze storiche frequentato già dai monaci Basiliani, divenne nel XVI secolo luogo di culto, fino ad essere punto di riferimento per le popolazioni locali non solo dal punto di vista religioso ma anche storico-sociale, al punto che attorno ad esso prese corpo un nucleo urbano, identificato dagli storici con l'attuale cittadina di Praia.

Al suo interno è ospitata la statua della Vergine, detta della Grotta. Quella attualmente esposta è una versione moderna, risalente all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, erede di quella originaria, trafugata da ignoti nel 1979.

Nella seconda metà del XIX secolo il Santuario fu oggetto di diversi interventi: fu realizzata la gradinata che sale alle Grotte; l'ingresso, che si trovava tra la prima e la seconda grotta, venne arretrato all'ingresso della prima grotta; videro la luce l'Altare maggiore e i due altari laterali; inoltre, furono costruite sotto il campanile alcune stanze per l'abitazione del Cappellano. Altri lavori di restauro sono stati eseguiti nel corso del 2004.

Il 30 novembre 1916 il Santuario venne elevato a Parrocchia con la denominazione "Parrocchia Santa Maria della Grotta di Praia". È rimasta chiesa parrocchiale fino al 1958 quando fu inaugurata a Praia la nuova chiesa dedicata al "Sacro Cuore". Dal 27 agosto 1977, su iniziativa dell'allora vescovo della Diocesi di Cassano Jonio monsignor Domenico Vacchiano, su interessamento del cardinale Agostino Casaroli (all'epoca Segretario di Stato Vaticano) il Santuario e la Parrocchia di Santa Maria della Grotta furono affidati alla cura pastorale dei Padri della Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata. In questi ultimi anni dalla Parrocchia Madre sono nate altre due parrocchie: "San Paolo Apostolo" nella zona industriale (nell'anno 1986) e "Gesù Cristo Salvatore" in località Foresta (nell'anno 1997).

L'importanza architettonica, culturale, storica e religiosa del santuario praiese è insita nell'originalità ed unicità del complesso rupestre e nelle sue radici secolari: il Santuario, ancor prima di essere elevato a Chiesa ed a sede del culto mariano, ha avuto una storia antropica e religiosa di rilievo. Come infatti attestano gli scavi e gli studi effettuati nel 1960 dall'Istituto Italiano di Paleontologia Umana dell'Università di Roma, le grotte da cui il Santuario mutua la denominazione sono caratterizzate da una sequenza stratigrafica che va dal Paleolitico superiore al periodo storico della tarda Età romana, come comprovato da ritrovamenti che vanno da utensili in pietra a reperti in ceramica.

La storia religiosa del Santuario iniziò, invece a partire dal X secolo con la presenza dell'eremitismo bizantino, consolidandosi intorno al secolo XII, quando si cominciò a venerare la statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino (poi vigliaccamente trafugata), portata in questo luogo probabilmente dagli stessi profughi orientali fuggiti alla lotta iconoclasta. I primi documenti in cui il Santuario viene citato come "Santuario della Madonna della Grotta" risalgono all'inizio del XVI secolo. Nello stesso periodo (1520) venne eretta nella grotta più grande una cappella sul cui altare fu collocata una statua di marmo bianco, attribuita a Giacomo Cagini o alla scuola caginesca siciliana, con il titolo di Madonna della Neve.

Altrettanto nobile e antica (come attesta il sito ufficiale www.madonnadelpettoruto.it) la storia del Santuario della Madonna del Pettoruto, sito in San Sosti, promosso a Santuario regionale dalla Conferenza episcopale calabra: eretto nel 1274 dice il Barillaro, ad iniziativa dell'Abbazia di Acquaformosa, fu ampliato tra il 1633 e il 1646; distrutto dal terremoto del 1783 e ricostruito nel 1834, fu restaurato alla fine dell'Ottocento e poi nuovamente rifatto e ampliato tra il 1920 ed il 1929. Altre fonti storiche accennano ad una dipendenza del Santuario del Pettoruto dalla "grancia" cistercense del Monastero Abbaziale di Acquaformosa fin dal 1226; da grancia divenne Commenda nel 1348 ed infine Concistoriale nel secolo XVII. È a questo periodo che si rifanno alcuni manoscritti, come quello del canonico Cristofaro e dell'arciprete Cerbelli, che narrano del ritrovamento della statua, ricavata sulla pietra da un latitante di Altomonte, Nicola Mairo che, nel desiderio ardente di vedere riconosciuta la sua innocenza, la scolpiva così come la vedeva: soffusa da un mistico e materno sorriso con gli occhi grandi dallo sguardo penetrante, dal volto ampio e riposante che ispira materna fiducia. La statua della Madonna fu ritrovata dal pastorello sordomuto di Scalea, Giuseppe Labazia, che sentendosi chiamato per nome da una voce di donna, la scoprì tra gli elci; per prodigio riacquistò l'udito e la parola e fu il primo a praticare e a divulgare la devozione alla Madonna. Fu costruita una piccola cappella che in seguito fu ampliata fino all'attuale grandioso edificio elevato a Basilica da Giovanni Paolo II nel 1979.

La significativa ricchezza paleo-antropologica dei due Santuari, unitamente al loro valore storico e culturale, alla luce dei pericoli di ordine ambientale e di sicurezza cui gli stessi sono esposti, rendono necessario intraprendere iniziative che valgano da un lato a preservare l'esistente, e dall'altro a valorizzarlo ai fini di una crescita sociale ed economica dell'intero comprensorio, facendone risorsa di pregio non solo del popolo calabrese, quanto dell'umanità intera, se possibile sotto l'egida dell'Unesco.

A questo tende questo progetto di legge, che individua nello strumento della Fondazione (aperta alla collaborazione ed al contributo imprescindibile di Regione, Soprintendenza ai beni architettonici e culturali, Diocesi e Comuni interessati) quello giuridicamente più idoneo a cogliere i risultati fissati.

In particolare:

l'articolo 1 si indicano le finalità perseguite;

l'articolo 2 enuclea gli obiettivi;

l'articolo 3 delinea la fisionomia del capitale costitutivo della fondazione;

l'articolo 4 disciplina modalità di costituzione e attività dell'ente;

l'articolo 5 indica i componenti del consiglio di amministrazione;

l'articolo 6 si sofferma su ruolo e composizione del comitato scientifico; l'articolo 7 regolamenta i rapporti istituzionali;

l'articolo 8 norma finanziaria;

l'articolo 9 contiene norme di chiusura ed attuazione.

Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 4 della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 10.000,00 si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.02 — capitolo 7001201 — inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno- dopo l'approvazione del Bilancio, recanti spese di investimenti" dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotta del medesimo importo.

 

Art. 1

(Finalità)

 

1. La Regione Calabria, in attuazione dei principi statutari e nel rispetto delle proprie competenze, promuove l’istituzione della «Fondazione dei Santuari Mariani del Tirreno e dell'Esaro», di seguito denominata fondazione, persona giuridica con sede presso la Curia vescovile di San Marco Argentano-Scalea.

 

Art. 2

(Obiettivi)

 

1. La fondazione ha lo scopo di promuovere la cultura del pellegrinaggio autoctono, di valorizzare i percorsi di fede, il pregio storico, architettonico, artistico e culturale degli antichi santuari della Madonna della Grotta, di Praia a Mare, e della Madonna del Pettoruto,  di San Sosti.

2. La fondazione promuove altresì con le altre istituzioni interessate l'inserimento dei due siti nel patrimonio UNESCO.

 

Art. 3

(Patrimonio della fondazione)

 

1. Il patrimonio della fondazione è costituito:

 

a) dal contributo in denaro indicato nell'atto costitutivo e versato dai fondatori nonché da ulteriori incrementi diretti ad accrescere il patrimonio;

b) da conferimenti, donazioni di beni mobili e immobili, somme, contributi, eredità, lasciti, liberalità e introiti di qualsiasi genere da parte dei Fondatori, di altri enti pubblici e soggetti privati;

c) dai contributi versati dai fondatori;

d) dai proventi derivanti da qualsiasi attività svolta dalla fondazione.

 

Art. 4

(Costituzione e attività della fondazione)

 

1. Il Presidente della Giunta regionale compie gli atti esecutivi necessari per concorrere alla costituzione della fondazione e per l’adesione della Regione Calabria come socio fondatore, provvedendo, previa deliberazione della Giunta regionale, alla sottoscrizione dell'atto costitutivo e al versamento della somma stanziata a titolo di dotazione iniziale.

2. Alla costituzione della fondazione partecipano con la qualifica di soci fondatori:

 

a) la Regione Calabria;

b) il Comune di Praia a Mare;

c) il Comune di San Sosti;

d) la Diocesi di San Marco Argentano-Scalea.

 

3. La Giunta regionale accerta che lo Statuto della fondazione è conforme alle norme di legge in materia e alle finalità della presente legge.

4. Le modalità di partecipazione della Regione e degli altri soggetti pubblici e privati nel consiglio di amministrazione sono indicate nello Statuto della fondazione.

 

Art. 5

(Consiglio di amministrazione)

 

1. La Fondazione è amministrata da un consiglio d'amministrazione, i cui componenti operano a titolo gratuito, secondo quanto disposto dallo Statuto.

2. Sono membri di diritto del consiglio d'amministrazione:

 

a) il Presidente pro-tempore della Regione Calabria, o un suo delegato;

b) il Vescovo pro-tempore della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea o un suo delegato, che assume le funzioni di presidente;

c) i rettori dei due santuari, o un loro delegato;

d) i Sindaci pro-tempore dei Comune di Praia a Mare e del Comune di San Sosti, o un loro rispettivo delegato.

 

Art. 6

(Comitato scientifico)

 

1. Secondo il disposto di cui al comma 5 dell'articolo 3 della legge regionale 19 aprile 1995, n. 20, la programmazione delle attività della fondazione è curata da un comitato scientifico, i cui componenti operano a titolo gratuito; composto:

 

a) il Soprintendente ai beni architettonici e culturali della Calabria, o un suo delegato;

b) dal Dirigente del Settore Cultura della Regione Calabria, o un suo delegato;

c) da due eminenti studiosi della materia designati dal Consiglio d'Amministrazione.

 

Art. 7

(Rapporti istituzionali)

 

1. La fondazione instaura rapporti istituzionali con le fondazioni, enti ed istituzioni che perseguono analoghe finalità.

 

Art. 8

(Norma finanziaria)

 

Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'articolo 4 della presente legge, quantificati per l'esercizio finanziario 2012 in euro 10.000,00 si provvede per l'anno in corso con la disponibilità esistente all'UPB 8.1.01.02 — capitolo 7001201 — inerente a "Fondo occorrente per far fronte agli oneri derivanti da provvedimenti legislativi che si perfezioneranno dopo l'approvazione del Bilancio, recanti spese di investimenti" dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno 2012, che viene ridotta del medesimo importo.

 

Art. 9

(Entrata in vigore)

 

1. La presente legge è pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Regione. È fatto obbligo, a chiunque spetti, di osservarla e di farla osservare come legge della Regione Calabria.