Prima di spostarsi nel sito attuale, che vedrete essere posto anche fisicamente al centro del complesso che ospita la Sede del Consiglio regionale, la Sala Consiliare era ospitata in un ambiente più ridotto e meno centrale. Tale ambiente ospita oggi una ben attrezzata sala per le conferenze e porta il nome di una fiera donna calabrese, Giuditta Levato nata a Calabricata (una frazione di Sellia Marina in provincia di Catanzaro), uccisa il 28 novembre del 1946 mentre difendeva le terre che lo Stato aveva assegnato ai contadini ed intesa anche come omaggio a tutte le donne che, con il loro duro lavoro quotidiano, cercavano, in quei tempi di guadagnarsi il pane per i loro figli.
Giuditta Levato aveva 31 anni quando fu uccisa ed era in attesa del suo terzo figlio. Sono tanti gli episodi di quegli anni legati alle lotte contadine in Calabria. Nel 1944 il calabrese Fausto Gullo, Ministro dell'Agricoltura del Governo Badoglio, decretava l'assegnazione di alcune terre ai contadini che le lavoravano, ma nella Calabria del dopoguerra, Calabricata nel 1946, Petilia Policastro l'anno successivo e Melissa nel 1949, vi furono alcuni degli episodi in cui la violenza padronale si contrappose alla compattezza del movimento contadino calabrese che si organizzò ed assunse un atteggiamento di protesta, nel tentativo di combattere contro il dispotismo dei latifondisti, contro le umiliazioni, il dolore e la fame. Fù cosi che un gruppo nutrito di persone, molto diverso tra loro per fede politica, ma unito in un unico desiderio, quello di far restituire la terra a quelli che da sempre la lavoravano,si trovò protagonista, suo malgrado, di una pagina dolorosa di storia che procurò numerosi martiri a questa terra.