28 marzo 2007    

Chieffallo (Nuovo Psi):«Riordino enti strumentali, novità di rilievo»


“Ritengo di intervenire nel dibattito in corso in merito al riordino degli enti strumentali della Regione Calabria, con specifico riferimento agli enti ARSSA ed AFOR con l’obiettivo di stimolare, al di là delle sterili polemiche, una riflessione comune sul modello di agenzia di sviluppo di cui la regione e le imprese hanno realmente bisogno, in vista  della prossima discussione in II commissione dell’art. 10 ed 11 del collegato alla legge finanziaria approvato dalla G.R..

A tale proposito evidenzio che la proposta di commissariamento degli enti strumentali sarebbe, a nostro parere ed in questo momento storico, alla luce dei documenti programmatici approvati dalla maggioranza, come evidenzia l’assessore Pirillo, una novità di rilievo non tanto per l’azione in sé ma per il suo significato teso a rispondere ad esigenze non più ignorabili in merito all’adeguamento del sistema regionale dei servizi ai nuovi bisogni delle imprese, mirando alla razionalizzazione degli stessi sia per l’area agricola che forestale ma considerando, anche, gli altri enti e strutture pubblico-private che operano in Calabria e che hanno competenze simili e/o sovrapponibili.

I banchi del centro sinistra in Consiglio regionaleMi sia quindi consentita qualche riflessione, con particolare riguardo all’organizzazione dei servizi di sviluppo in Calabria che vada oltre le considerazioni del tutto irrilevanti quali la campanilistica localizzazione della sede dell’ente!  Non sfugge ad alcuno, infatti, anche da uno sguardo superficiale ai dati economici o da una rapida lettura dell’introduzione al PSR-Calabria, la crisi che il settore primario attraversa da diversi anni nonostante le punte di eccellenza che pure sono presenti sul territorio, ma che sono tali, spesso, perché supportati da Università e/o società di servizi altamente qualificate.

La crisi del settore è strutturale e se da un lato pesano fattori esterni alle imprese attinenti al mercato ed al contesto internazionale, dall’altro fattori interni quali la scarsa competitività ed innovazione concorrono a determinare una riduzione, progressiva e preoccupante, del reddito dell’impresa agricola. Sono, d’altra parte, fortemente convinto che l’agricoltura possa essere ancora una fonte di ricchezza e di opportunità per lo sviluppo del nostro territorio che, in questo momento storico, potrebbe essere supportato dalla programmazione 2007-2013 a patto di individuare le priorità rispetto alle quali investire le risorse pubbliche. Non basta finanziare l’acquisto di macchine e mezzi; è necessario finanziare progetti di impresa innovativi e competitivi.  Deve essere l’idea imprenditoriale il riferimento principale e quindi al centro delle politiche degli investimenti, puntando con forza e nei fatti sulle giovani generazioni.  E se questo è il contesto, la revisione del sistema dei servizi ed il loro ruolo appare strategico e potrà fare la differenza tra il successo ed il fallimento del sistema.

Pensiamo allora ad un nuovo modello dei servizi di sviluppo coerente con le nuove politiche degli investimenti che tenga conto dei nuovi principi fissati in sede comunitaria. 

In tale ottica appare, condivisibile il commissariamento degli enti strumentali inteso come quel segnale di discontinuità con il passato, non tanto in relazione alla gestione degli stessi, quanto in relazione all’opportunità, diventata necessità, di pensare ed attuare un modello dei servizi rispondente appieno alle nuove esigenze ed ispirato ai principi citati.

Proporre, o peggio, attuare un frettoloso provvedimento di legge che non tenga conto di quanto sopra detto si ripercuoterebbe negativamente sul settore di riferimento. La nuova legge di riordino deve essere frutto di un serio e condiviso dibattito, non viziato da principi superati e che non abbia come obiettivo solo il riordino e/o la gestione della marea di personale che negli enti strumentali si annida.

Noi proponiamo una riflessione comune ispirata ad nuovo modello che tenga conto della pluralità dei soggetti in campo, delle loro esperienze e competenze che punti all’organizzazione di un network dei servizi, che attivi le necessarie sinergie e le indispensabili complementarietà tra i soggetti per utilizzare al meglio le risorse umane e finanziarie disponibili. Per fare questo ci si deve confrontare, con grande onestà intellettuale, senza sovrapposizioni ed evitando la concorrenza sleale del pubblico sul privato, con il sistema dei servizi già operante nella regione (organizzazioni professionali agricole, associazioni allevatori, associazioni produttori, GAL, comunità montane, consorzi, ecc.) con il sistema della ricerca già esistente ed operante in Calabria, in grado di esprimere una elevata qualità scientifica e fonte indiscussa ed indiscutibile della conoscenza che diventa innovazione: Università Mediterranea di Reggio Calabria ed in particolare la Facoltà di Agraria, gli altri due Atenei, sia pure con competenze nel comparto più limitate, Cnr, Inea, centri di ricerca pubblici e privati, distretti dell’innovazione e laboratori tecnologici regionali. Ma è necessario tenere ancora conto di quanto è in fase di avvio: la rete di laboratori di ricerca l’innovazione nel settore agro-alimentare, o la rete dei centri di trasferimento tecnologico, finanziati dal MIUR, ed in fase di organizzazione. 

E’ dunque necessario che la Regione promuova,  attraverso la nuova Agenzia che dovrà svolgere un ruolo strategico per l'intervento pubblico nei settori  di riferimento, l’aggiornamento e l’innovazione del sistema dei servizi di sviluppo in una logica di integrazione con l’intero sistema della conoscenza, superando, finalmente, le frammentazioni e recuperando senza sovrapposizioni, l’approccio sistemico degli interventi di servizio, connettendoli sia alle attività di identificazione dei nuovi bisogni, di messa a punto di procedure e di supporti di pubblico interesse, di formazione dei tecnici ed informazione, che a quelle di animazione e acquisizione di competenze per la definizione di strategie di sviluppo locale, attraverso l’attivazione di azioni di incentivazione alla creazione e fruizione di servizi di supporto alla conoscenza basati sull’integrazione tra creazione dell’innovazione e sperimentazione, trasferimento delle innovazioni e diffusione della conoscenza, tutto ciò con la relativa massimizzazione dell’efficienza della spesa.

Pensiamo quindi ad una struttura snella, innovativa e pertanto, libera da compiti di altro genere (vedi Riforma fondiaria, dismissione ex-Esac, ecc.), dotata di personale altamente qualificato, capace di proiettarsi nel quadro degli scenari futuri, garantendo il necessario supporto agli imprenditori che vada al di là della mera assistenza tecnica.Una seduta della II Commissione di

Quest’ultima funzione potrà invece essere, tutta o in parte, riservata ai privati secondo quanto disposto dal nuovo regolamento comunitario sullo sviluppo rurale che prevede la possibilità, per le regioni, di attivare una misura che eroghi contributi alle aziende agricole finalizzati allo sviluppo di un sistema di consulenza aziendale basata sulla professionalità dei tecnici e  liberi professionisti.

La consulenza aziendale è, in verità, la novità più rilevante della nuova PAC in materia di servizi alle imprese e certo non lo possiamo ignorare. Già altre regioni sono al passo con i tempi, anzi hanno precorso i tempi, dimostrando che questa è una scelta vincente e consentendo all’impresa agricola di scegliere il soggetto erogatore del servizio compartecipando alle spese. Tale scelta ha consentito il passaggio da un sistema di servizi chiuso ed ingessato ad un sistema aperto, plurale ed altamente competitivo.

Certamente un modello del genere potrebbe essere applicato anche in Calabria con l’ulteriore, auspicabile, obiettivo di frenare la fuga di professionalità e dare nuove opportunità ai giovani professionisti. Per costruire il nuovo modello è necessario, insomma, avviare un dibattito serio nella consapevolezza dell’importanza delle scelte politiche che dovranno essere assunte e che faranno la differenza tra il successo del nuovo PSR, strumento strategico per lo sviluppo regionale, ed il suo misero fallimento.

Nei nuovi scenari competitivi un ruolo cruciale sarà giocato dall’innovazione. Il sistema agricolo, agro-alimentare e forestale calabrese dovrà puntare su nuovi prodotti e su nuovi processi e su metodi di produzione rispettosi dell’ambiente, delle risorse e della salute dei consumatori, sulla salvaguardia e tutela del territorio e delle sue risorse e sarebbe oltremodo sciocco non pensare ad un modello in grado di incidere e governare il sistema innovazione-trasferimento-servizi di consulenza con un approccio profondamente riformista.

Nel nuovo modello tutto ciò assume un ruolo strategico e cruciale che non può essere ridotto certo alla previsione della figura del direttore scientifico, come leggiamo nel corpo del disegno di legge di accorpamento ARSSA/AFOR proposto; figura che peraltro non ha motivo di esistere in una agenzia di sviluppo che avrebbe, invece, bisogno di manager dell’innovazione, con competenze specifiche di tipo gestionale certo, ma anche sulle nuove tecnologie per la comunicazione o metodologie di trasferimento dell’innovazione.

Infine, non dobbiamo sottovalutare l’opportunità che la riorganizzazione degli enti strumentali offre ad un eventuale processo di riorganizzazione del Dipartimento Agricoltura, che potrebbe cogliere questa occasione per migliorare ed esaltare l’utilizzo delle competenze professionali presenti negli enti e peraltro già impiegate. In conclusione, appare chiara l’importanza di realizzare un modello di servizi di sviluppo nel quale ruoli e funzioni di ciascun soggetto siano definiti in modo chiaro e puntale. Sinergie e complementarietà tra tutti i soggetti del sistema rappresentano la scelta vincente per favorire lo sviluppo economico e sociale della regione”.

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