12 gennaio 2007    

Sindacati fortemente critici


La seconda commissione “Bilancio, programmazione economica ed attività produttive”, presieduta da Leopoldo Chieffallo, ha audito i sindacati sul  Documento economico e finanziario della Regione.
Presente il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova e l’assessore al Bilancio, Vincenzo Spaziante. 
Ad avviso della segretaria regionale della Cgil, Vera Lamonica: “bisogna superare i ritardi storici della programmazione e costruire politiche di sviluppo con processi concreti e condivisi che producano migliori condizioni di vita per i cittadini e i lavoratori calabresi, il rafforzamento del tessuto produttivo, la costruzione di una rete efficace di servizi alla persona, condizioni accettabili di sicurezza e legalità”. “Innanzitutto – dice Vera Lamonica-  le politiche della Regione devono puntare ad aumentare i livelli occupazionali, a stabilizzare il lavoro precario, a far emergere il lavoro nero. E per fare Palazzo Campanellaquesto servono nuovi strumenti finanziari, progettuali e legislativi. Il Dpefr dovrebbe essere lo strumento di raccordo finanziario tra programmazione regionale (che, però, ancora non vede la luce mancando persino le linee generali di un possibile Piano di sviluppo), programmazione comunitaria, che ha davanti le nuove opportunità offerte dal ciclo di programmazione 2007-2013 e programmazione nazionale che, oggi, sul Mezzogiorno mette in campo nuove risorse e nuovi strumenti. Si tratta, quindi, di praticare un metodo di governo che scelga la programmazione integrata e la concertazione. Questo Dpefr non è stato effettivamente concertato con il governo regionale: è tardivo e, nel merito, non si capisce se è un riassunto di politiche settoriali o un vero documento di individuazione di priorità e macro-obiettivi. Su alcuni temi, peraltro, è più indietro rispetto a nuove norme nazionali, come, ad esempio, sulle politiche di emersione del lavoro nero, e su altri, come la stabilizzazione del precariato, indica strumenti ed obiettivi generici. La Cgil critica fortemente il fatto che, ancora una volta, la Giunta regionale ha varato e trasmesso al Consiglio regionale il documento di bilancio per il 2007 senza averlo discusso con le parti sociali”.
Per il segretario regionale della Cisl, Luigi Sbarra  “va considerato negativamente, sia nel metodo che nel merito, l’atteggiamento del Governo regionale a proposito degli strumenti finanziari della Regione. La disponibilità del Consiglio ad ascoltare il sindacato è naturalmente positiva. Resta fermo che la concertazione intendiamo anzitutto realizzarla con il Governo della Regione, ma al momento ancora non conosciamo le sue intenzioni sulle materie principali. Non sarebbe tollerabile il verificarsi della stessa situazione dello scorso anno, quando, accampando varie ragioni, è saltato il dialogo con le forze sociali e lo stesso dibattito in Consiglio regionale”. Prosegue Sbarra: “Registriamo l’assenza di svolta rispetto a quanto si è fatto nel passato e nessuna seria discontinuità nell’affrontare le politiche del  lavoro e dello sviluppo. Fino ad ora non vi è stato nessun incontro col sindacato per potere affermare che la concertazione è ossequiata a parole e con i fatti; né ancora conosciamo le scelte economiche e di bilancio della Regione per il prossimo anno. Il Dpefr, a nostro avviso, oltre che lacunoso per i motivi suddetti, risulta debole ed asfittico in ordine alla prospettiva di crescita e di sviluppo”. Sbarra conclude indicando le priorità: “lavoro e stabilizzazione del precario, politiche sociali, infrastrutture e trasporti, rilancio del tessuto industriale e produttivo, riduzione della tassazione fiscale, fondo regionale per i  non autosufficienti e forestazione produttiva”. 
L’opinione espressa dal segretario regionale della Uil, Pino Zito: “Sono enormi i limiti nel Dpefr. Il settore dell'Aula Fortugno riservato alla stampaPer esempio, quale politica industriale si intende perseguire in Calabria? Idem per ciò che concerne le politiche sociali ed assistenziali: non c’è traccia di  interventi efficaci a favore delle famiglie povere, mentre restano, altresì, non finanziate leggi regionali fondamentali come quella sulla famiglia e la legge ‘23’; sull’assistenza, infine, benché vi siano nella Finanziaria nazionale provvedimenti e risorse finanziarie che richiederebbero la cooperazione della Regione, si registra una disattenzione inaccettabile. Per quanto riguarda il bacino del precariato calabrese è urgente fornire risposte e, al fine di ottenerle, abbiamo programmato per il 24 gennaio lo sciopero generale dei lavoratori precari che non sono rappresentati soltanto da  Lsu/Lpu  ma comprendono tantissime altre figure che non possono essere trascurate”.
“Non cogliamo- conclude Zito- in sostanza, nel Dpefr, nessuna traccia di Patto per il lavoro e lo sviluppo di cui la Regione col più basso prodotto interno lordo d’Italia e col primato delle famiglie povere del Paese ha assoluto bisogno”.
In conclusione è intervento il segretario regionale dell’Ugl,  Antonio Franco: “Un documento superficiale al punto che, nel quadro socio-economico che rappresenta la base di partenza, vi sono tutti dati superati. Un documento che non ha nessun logica di sviluppo industriale e che nulla dedica a politiche del credito ed energetiche, che sono fondamentali per una qualunque strategia di sviluppo. C’è, invece, la necessità di ragionare sui fondi dell’Unione europea e di creare sintonie per aprire un serio contenzioso con il governo nazionale. In questa direzione, l’Ugl aveva guardato con grande attenzione alla conferenza dei presidenti delle Regioni del Mezzogiorno, ma nessuna risposta è arrivata. Anzi, per quanto riguarda la realizzazione del Ponte sullo Stretto, prescindendo da chi è favorevole o contrario, si è decisa la non realizzazione, ma alla Calabria, come compensazione, è stata destinata la miseria di quindici milioni di euro. Ancora, come non rilevare l’assenza di doverose e necessarie attenzioni sul porto di Gioia Tauro,  il cui sviluppo viene messo a rischio dalle trasformazioni che sta subendo il settore, così come testimoniano gli ultimi atti del Cnel? Per finire, è evidente la mancanza di sintonia tra i vari settori della Regione che rischiano di non dare risposte attese come, ad esempio, la stabilizzazione del bacino degli Lsu- Lpu”. 

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