7 dicembre 2005    

Approvata a Barcellona la Dichiarazione di Catalogna




9° CONFERENZA DELLE ASSEMBLEE LEGISLATIVE

REGIONALI EUROPEE (CALRE)

 
 

Dichiarazione di Catalogna

Delle regioni forti per un’Europa forte
 
 
I Presidenti dei Parlamenti regionali con poteri legislativi dell’Unione europea, presenti a Barcellona, riuniti il 24 e 25 ottobre, hanno approvato per consenso la seguente Dichiarazione:
Il conseguimento dell’Unione Economica e Monetaria, nonché l’ampliamento della realtà comunitaria a 25 Stati  membri, hanno permesso all’Unione Europea di entrare in una nuova fase della sua storia, dopo fruttuosi decenni d’integrazione segnati dalla pace, dallo sviluppo economico, sociale e sostenibile, e dalla cooperazione. La costruzione di questa nuova  Europa ha inizialmente contato sul sostegno e sul lavoro dei Governi degli stati membri e di tutte le Istituzioni comunitarie. L’integrazione europea si è gradualmente aperta ai cittadini e alle altre istituzioni, soprattutto grazie all’elezione a suffragio universale e diretto del Parlamento Europeo, a partire dal 1979, e grazie alla nascita di una politica regionale, sfociata nella creazione di un Comitato delle Regioni. Il processo di democratizzazione non ha subito interruzioni, con una progressiva estensione dei poteri del Parlamento Europeo, con il rafforzamento del Comitato delle Regioni ed un coinvolgimento lento ma progressivo dei Parlamenti nazionali.
Tuttavia, con l’avvento della moneta unica e con l’ampliamento a 450 milioni d’abitanti, questi sforzi non sono più sufficienti. Il Trattato costituzionale definisce l’Unione Europea come l’Unione dei suoi Stati e dei suoi cittadini e conferisce un ruolo rilevanteal controllo della sussidiarietà, a cui possono partecipare i Parlamenti regionali. L’Unione Europea quindi non può più essere solo un’Unione di Stati. La configurazione comunitaria deve dare libero accesso alla cittadinanza, vero supporto del processo d’integrazione europea.
Gli sforzi per ridurre il deficit democratico e per rinforzare l’Unione intrapresi da varie riforme, da Maastricht alla Convenzione Europea e al Trattato Costituzionale, per quanto degni di lode, devono essere consolidati e intensificati. Noi dobbiamo rispondere alla domanda di maggior partecipazione che sorge dalle implicazioni economiche, sociali e politiche della nuova Europa che stiamo costruendo. Dobbiamo ora pienamente associare al processo decisionale europeo le istituzioni regionali e locali, che possono meglio garantire la prossimità ai cittadini.
L’Unione europea deve essere partecipata da tutti: enti locali, Regioni e dalle loro istituzioni rappresentative, dalle organizzazioni sociali, politiche, culturali e territoriali, dai cittadini, che debbono poter interagire liberamente, direttamente e senza ostacoli o reticenze in uno spazio europeo politico e istituzionale aperto e condiviso. In particolare, i Presidenti ritengono che le Istituzioni europee siano chiamate a riprendere con nuovo spirito il loro compito di motore dell’integrazione, in una prospettiva
di apertura e di ascolto, costruendo un nuovo sistema aperto e partecipativo.
In questo senso, i Presidenti dei Parlamenti regionali con poteri legislativi chiedono il riconoscimento a livello comunitario delle Regioni con poteri legislativi e dei loro Parlamenti: istituzionale, giuridico, politico, e la partecipazione alla formazione della legislazione comunitaria, nonché alla sua applicazione e controllo.
I Presidenti ricordano il ruolo centrale del principio di sussidiarietà – già chiaramente iscritto nei Trattati in vigore – nel processo di democratizzazione e di partecipazione alla vita comunitaria e confermano la loro volontà di darne piena applicazione. L’Unione Europea deve riflettere sui propri compiti reali, imporsi un limite ed evitare di volere organizzare tutti gli aspetti della vita. L’Unione dovrebbe concentrarsi sull’applicazione del principio di sussidiarietà e disciplinare ciò che non è possibile realizzare a livello nazionale, regionale o locale, evitando che le competenze comunitarie vengano interpretate in modo da intaccare le competenze degli stati membri e delle loro regioni. Quindi, per una applicazione coerente del principio di sussidiarietà, è necessaria una riorganizzazione della distribuzione dei compiti fra l’Unione Europea e gli Stati membri.
Nella situazione attuale, le Regioni e i loro Parlamenti devono assumere un ruolo specifico: data la loro vicinanza ai cittadini e ai problemi, sono proprio i Parlamenti regionali ad essere le istituzioni più adatte e maggiormente in grado di far vedere e capire ai cittadini i numerosi motivi validi a favore dell’Europa. Possono altresì promuovere lo spirito europeo ed approfondire il processo di unificazione grazie a una più stretta collaborazione interregionale.
A prescindere dal risultato finale del Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa, la CALRE è convinta che non si debba tornare indietro sulla strada percorsa verso un’architettura istituzionale a più livelli che renda l’Unione Europea un autentico spazio di integrazione politica, in cui le Regioni con poteri legislativi siano soggetti attivi e vedano riconosciuta la propria peculiarità.
A questo titolo, i presidenti chiedono alla Commissione europea ed alle altre istituzioni di prendere le necessarie misure per attuare le procedure che consentano la partecipazione dei parlamenti delle regioni con poteri legislativi al controllo del principio di sussidiarietà in termini simili a quelli previsti nel Protocollo d’applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità previsto dal Trattato costituzionale.
A tal fine, si impegnano a collaborare non solo reciprocamente, ma anche con gli altri Paesi dell’Unione europea – particolarmente quelli di nuova adesione – che si trovano ad affrontare il cammino verso la sussidiarietà all’interno di differenti contesti istituzionali. Infine, i Presidenti considerano che il rafforzamento del  processo di regionalizzazione e di decentramento si rende ancora più necessario nell’epoca della globalizzazione e della nuova Europa. A tal fine, s’impegnano a sostenere ed ad agevolare la conoscenza delle diverse esperienze regionali, in particolare favorendo la
mutua comprensione dei sistemi giuridici rispettivi, e a mettere a disposizione le loro competenze per agevolare altresì la realizzazione di azioni di cooperazione.
I Presidenti dei Parlamenti con potere legislativo dichiarano di essere disposti a lavorare congiuntamente con le Istituzioni e gli organi europei – soprattutto con il Parlamento Europeo, la Commissione, il Comitato delle Regioni e la COSAC – con i Parlamenti ed i Governi degli Stati membri, con le altre Regioni d’Europa, con gli enti locali, organizzazioni culturali, economiche e sociali, con tutti i cittadini, per il consolidamento e la democratizzazione dell’Unione Europea.


 


ALLEGATO

PROPOSTE DI PARTECIPAZIONE DEI PARLAMENTI REGIONALI

AL SISTEMA DI CONTROLLO DEI PRINCIPI DI

SUSSIDIARIETÀ E PROPORZIONALITÀ

 

Rafforzare la sussidiarietà, sviluppare la democraziaregionale
 
1. L’Unione Europea ha gradualmente assunto competenze riservate, nell’ambito interno, ai legislatori statali e regionali. Mentre a livello europeo i Governi esercitano un’influenza determinante nelle  decisioni, a tutt’oggi i Parlamenti statali e regionali non hanno avuto alcun potere di controllo effettivo sulla legislazione europea che li riguarda. Questa alterazione degli equilibri costituzionali si è tradotta in una mancanza di trasparenza e nell’allontanamento dei cittadini dalle decisioni, favorendo l’esistenza del cosiddetto deficit democratico dell’Unione Europea.
2. Il principio di sussidiarietà è stato presente nel processo d’integrazione europea sin dai Trattati istitutivi delle Comunità, per garantire che l’adozione delle decisioni si effettui il più vicino possibile ai cittadini e nel modo piu efficace. Ciononostante, l’insoddisfazione generalizzata rispetto all’efficacia dell’applicazione del principio di sussidiarietà ha reso questo tema uno dei soggetti principali di dibattito sul processo di riforma dell’Unione.
Dal Trattato di Maastricht, il principio di sussidiarietà ha occupato un posto sempre più importante nel dibattito sulla riforma istituzionale dell’Unione Europea, sino a sfociare nel Trattato costituzionale del 2004, che dà accesso, per la prima volta, ai Parlamenti statali e regionali, alla fase iniziale del procedimento legislativo europeo.
3. La Convenzione ha proposto un meccanismo di controllo politico preventivo (sistema di allerta precoce) delle proposte legislative dell’Unione a carico dei Parlamenti degli Stati membri, con un controllo giurisdizionale posteriore all’approvazione degli atti legislativi.
Inoltre l’applicazione del principio di sussidiarietà implica il coinvolgimento del livello regionale e comporta per la Commissione l’obbligo – già iscritto nel Trattato in vigore e nelle norme che ne discendono – di effettuare sulle proposte da intraprendere ampie consultazioni, che debbono includere anche le Regioni con poteri legislativi quando ne risultino interessate.
4. I presupposti, la procedura e gli effetti di questa consultazione di allerta precoce devono essere oggetto di un apposito procedimento interno ad ogni Stato, secondo le proprie disposizioni costituzionali¹. Tuttavia, esistono dei criteri generali per orientare le decisioni in questo ambito, che possono essere riassunti come segue:
a) La procedura ed il metodo di concertazione devono essere concordati tra il Parlamento nazionale ed i Parlamenti regionali;
b) Nel caso in cui proposte legislative comunitarie interessassero competenze regionali o imponessero un obbligo alle Regioni, si dovrà attuare la procedura di concertazione con i Parlamenti regionali;
c) la consultazione deve consentire ai Parlamenti regionali di determinare la propria posizione ed di esprimerla al Parlamento statale;
d) la posizione dei Parlamenti regionali deve essere presa in considerazione dal Parlamento statale nel momento di elaborare la propria decisione, e deve essere considerata determinante nel caso in cui la competenza interna sulla proposta legislativa appartenga esclusivamente alle Regioni.
5. Per ottenere una partecipazione efficace dei Parlamenti regionali nei processi decisionali europei, devono essere riunite due condizioni:
a) l’informazione deve essere trasmessa in modo appropriato, preferibilmente in maniera diretta tramite gli organismi europei, e nel più breve lasso di tempo per consentire loro di intervenire.
b) i Parlamenti regionali si debbono strutturare correttamente sul piano interno, e, soprattutto, si debbono dotare di meccanismi di relazione adeguati con i loro governi regionali rispettivi.
L’applicazione efficace del principio di sussidiarietà contribuisce a rafforzare la legittimità democratica dell’Unione Europea, nella misura in cui comporta la partecipazione dei Parlamenti regionali, in quanto istanze più vicine al cittadino, in seno al potere legislativo europeo.
(1).  In Belgio, i parlamenti nazionali e regionali sono titolari di pari diritti nella procedura di sussidiarietà. Il principio proposto nella presente dichiarazione costituisce dunque un minimo per i parlamenti regionali belgi.


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