7 dicembre 2005    

Censore(Ds) sulla finanziaria 2006: ”Il Governo duro con il Mezzogiorno”. (di Bruno Censore*)



“Ancora estremi inasprimenti si profilano ai danni delle regioni meridionali da parte del governo nazionale dopo la nota  inserita nella Finanziaria per il 2006 che prevede l’obbligo per tutti i cittadini di usufruire di prestazioni sanitarie solo nella regione di appartenenza”. E’ quanto afferma il consigliereIl consigliere Bruno Censore Bruno Censore (Ds) che aggiunge: “Se questo provvedimento passasse con la complicità del silenzio di tutte le forze politiche e sociali, i cittadini calabresi sarebbero sottoposti ad una grave ed immeritata umiliazione in quanto la maggior parte delle strutture sanitarie della nostra regione non è stata messa nelle condizioni di operare secondo gli standard di qualità già raggiunti da alcune regioni del nord, come l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Piemonte ed il Lazio. Regioni dove è stato avviato un serio riordino in materia di controllo della spesa e della qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini. Prima di lanciarsi in provvedimenti di questa natura - ha commentato Censore - il governo nazionale dovrebbe monitorare la situazione per capire se le prestazioni sanitarie vengono erogate secondo gli stessi standard di qualità ed efficienza su tutto il territorio nazionale. E dovrebbe domandarsi altresì come mai in alcune regioni governate nel passato dal centro-destra, come la Calabria, si siano creati buchi neri nella spesa senza che ci fosse un adeguato intervento strutturale dei presidi ospedalieri e senza che ci fosse un reale ammodernamento strumentale per la diagnostica e per la ricerca. L’emigrazione sanitaria - aggiunge Censore - non avviene per scelta ma fa parte di una condizione di necessità sociale che naturalmente implica costi enormi a carico della spesa sanitaria regionale ed enormi sacrifici a carico delle famiglie che sono sottoposte ad una incresciosa mobilità per far fronte a quei tristi viaggi della speranza verso i nosocomi delle regioni del nord Italia. Un Piano Sanitario che si rispetti – afferma il consigliere diessino - deve procedere al ribaltamento dell’idea che la sanità italiana e quella regionale si debbano misurare solamente nei termini aziendali di costi e produttività. Piuttosto, esso deve potersi misurare con la sfida di porre come priorità l’umanizzazione di servizi sanitari e l’offerta delle prestazioni rivolte a tutta la popolazione, specie di quella ricadente nei piccoli centri delle aree interne e montane dove le reti di comunicazioni sono ancora difficili e dove l’età media dei cittadini è abbastanza elevata. Il richiamo alla mobilitazione generale costituisce, dunque, per Censore una necessità fondamentale per fermare una evidente discriminazione che risponde alle idee distorte del Federalismo e della Devolution i cui scopi sono quelli di spaccare definitivamente il Paese in due identità sociali ed economiche separate ed abbattere i principi fondanti su cui poggia l’unità del Paese”.



* Consigliere regionale Ds
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