9 giugno 2010    

Talarico: «Un’occasione per affermare la presenza dello Stato»


"Insieme al Presidente Scopelliti, abbiamo rappresentato alle autorità che compongono la Conferenza, tutta la domanda di sicurezza che proviene dagli operatori economici, dalla famiglie e dalle fasce più deboli delle nostre popolazioni. Il Presidente della Giunta Scopelliti e quello del Consiglio Talarico alla riunione di Lamezia Terme In Calabria, purtroppo, non agisce solo la mafia, che è di per sé una presenza gravissima contro cui il Governo e la magistratura stanno attuando una lotta apprezzabile, di cui è testimonianza la cattura di pericolosi latitanti, ma preoccupa anche l’ampliarsi del pericolo derivante da una forma di microcriminalità aggressiva e non meno pericolosa di quella mafiosa. Una microcriminalità che genera disorientamento e inquietudine nei cittadini ed ha prodotto un clima intimidatorio diffuso che rischia di minare dall’interno la nostra già fragile democrazia regionale.

La questione sicurezza in Calabria, oltre la ‘ndrangheta, comprende anche altri aspetti che allarmano i cittadini e che non vanno assolutamente sottovalutati. C’è il rischio, infatti, che, in assenza di risposte adeguate dello Stato, possano innescarsi sciagurate reazioni “fai da te” o addirittura ipotesi peggiori. E’ emblematico, in questo senso,  quanto sta accadendo a Lamezia Terme, dove il  fenomeno dei furti nelle abitazioni, addirittura con i proprietari e i familiari in casa, ha assunto proporzioni inquietanti. E’ con questo spirito che ho posto all’attenzione del Prefetto Varratta, l’11 maggio scorso, le problematiche relative alla sicurezza dei cittadini rispetto anche  alla criminalità comune, prospettandogli l’opportunità di  fare il punto proprio a Lamezia su tali questioni  per dare sul territorio  il segnale tangibile di una risposta dello Stato.  

Per quanto riguarda la politica, occorre un impegno per irrobustire e diffondere la cultura della legalità. Devono essere stimolati investimenti produttivi e messe in campo azioni di sviluppo per prosciugare il bacino del disagio sociale, specie quello giovanile, da cui attinge la criminalità.

Per quanto riguarda la diretta competenza dell’Assemblea regionale, che non è certo irrilevante, ricordo che, nella scorsa legislatura, anche la Calabria si è dotata di uno specifico strumento legislativo ( la legge n. 5 del 2007, integrata con la L.R. 13 giugno 2008, n. 15)  che ha sancito il concetto di sicurezza, con l’obiettivo del miglioramento della qualità della vita, in quanto, è statisticamente provato che nelle città e nei territori dove vi è una migliore qualità della vita, vi è minore criminalità e stabilendo, così, un sistema integrato di politiche di sicurezza.

Quella legge, con tutti gli importanti adempimenti previsti – tra i quali la realizzazione del Rapporto annuale sullo stato della sicurezza nella Regione – è rimasta finora una legge-manifesto: tocca adesso a noi, e faccio appello al Consiglio regionale nella sua interezza, riprenderla e attuarla colmando questo grave vuoto.                                                                                   


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