2 ottobre 2009    

Fenomeno Valli cupe: non solo canyon e cascate (di Romano Pitaro)


Cascate, un canyon di 10 chilometri e trattorie che non scannano il turista quando gli presentano il conto. Le Valli Cupe (Sila piccola)  inanellano successi.  Eppure non  c’è stato finora alcun investimento pubblico  per potenziarne il Il ponte vecchio sul torrente Simmerino (Dal Portale: ''Nelle terre selvagge'')modello di sviluppo. Perché?   Per fine ottobre è pronto  un medio metraggio che verrà veicolato attraverso il   Festival  Internazionale di Cannes, San Francisco International film festival e Los Angeles Film Festival,  sulla storia di Orfeo ed Euridice ambientata nelle Valli Cupe.  Supporta l’iniziativa  la "Faiden Blass Ent” in collaborazione con altre due importanti società cinematografiche nazionali.  Unicredit ha  convocato  a Torino  l’ ex pastore della Sila Piccola: il botanico  Carmine Lupia, l’anima delle Valli Cupe, “il mistero più custodito d’Europa” per il naturalista belga John Bouquet.  La banca lo ha chiamato per  premiarne sagacia e intraprendenza. Un riconoscimento: “le Valli Cupe eccellenza in Italia per network, rete territoriale d'impresa e innovazione e  per il modello di sviluppo  dal basso”. 

Questo è  Calabria.  Giaculatorie, ma anche iniziativa e talento che emergono. Aree interne  cariche di   suggestione,  il buco nero con cui la  politica calabrese tarda a fare i conti, di colpo diventano fenomeni. Stupisce tuffarsi nelle acque cristalline del Crocchio e scoprire di non essere in Canada o  in Trentino. A un salto dalla costa ionica sfracellata dall’abusivismo, l’incanto delle  Valli Cupe è  reso fruibile da giovani che hanno  voglia di  stupire, ma senza  contare sul potente di turno che in cambio di voti  sgancia   risorse pubbliche. Le Valli Cupe sono diventate  simbolo di un  desiderio:  far capire che anche qui  si può “fare” . E senza obnubilare l'intelligenza  di cui si  trovano esempi spettacolari tra i monti della Sila in grado d’impressionare il turista più scettico e registi della statura di  Marco Risi e Marco Tullio Giordana, che  a ferragosto hanno fatto il bagno nella  cascata dell’Inferno. Non hanno mai chiesto un euro pubblico le Valli Cupe. La Cooperativa Segreti Mediterranei, che le ha “inventate” e le “offre” a chi voglia infilarsi nella fenditura  di dieci chilometri del canyon   o tuffarsi nelle  acque nitide delle cento cascate  che rendono la Sila piccola “uno dei più importanti paesaggi d’Italia”, vive con le proprie forze. Un canyon delle Valli cupe (dal Portale: ''Nelle terre selvagge'')Senza finanziamenti pubblici,  però l’altro giorno  le Valli Cupe  sono diventate un “caso” di cui si è occupato due volte il Tg 2 e il 6 agosto il Tg1. La storia dell’ex pastore di Sersale,  prima in Australia in cerca di lavoro e poi dottore in agraria a Piacenza prima di scegliere di vivere in Calabria, l’ha vista l’Italia in prime time. Dalle Valli Cupe traggono un reddito trenta giovani che hanno deciso di investire su se stessi. Un pezzo di Calabria attira l’attenzione dell’Italia non per  problemi di criminalità, ma per la volontà di rompere con il clientelismo e  valorizzare la ricchezza ambientale, grazie anche ad un’inedita sinergia tra i giovani di Lupia e il Comune di Sersale (epicentro dell’area) che ha favorito sempre   le scelte della Cooperativa.

I giovani di Lupia hanno  tanta voglia di farcela, ma  senza cedere a pressioni e ricatti, usi e costumi di una Calabria in cui la politica è tutto (o quasi). Ed è un tutto che spesso guasta ciò che tocca. Un simbolo anche concreto. Non soltanto perché 25 mila persona l’anno scorso sono andate a visitarle e neanche per le diversità botaniche, idriche, climatiche, antropiche che le rendono accattivanti. Ma perché hanno accettato la sfida di rinnovare il rapporto tra il calabrese e il suo mondo. E  ci stanno riuscendo con la presunzione di essere un modello per altre aree (Trentino, Veneto, Lombardia). “Cupe”, hanno detto, vuol dire spaccate. L’aggettivo ha a che fare però col carattere di noi del profondo Sud italiano che non abbiamo mai saputo valorizzare i nostri beni naturali. Qui i  giovani delle Valli Cupe intendono  vincere la scommessa del loro futuro. Ti guidano nella scoperta di luoghi incantevoli,  rarità come la Woodguardia radicans che evoca i dinosauri e leggende come quella del paladino  Orlando che uccide la strega maligna. Di questi giovani, che  difendono il  business costruito con le loro mani, si sono accorte Istituzioni nazionali ed europee. Il Tg1 ha mandato in onda immagini di cascate ricolme d’acqua; la prestigiosa Società Botanica italiana è stata in missione nella Piccola Sila; svariate Università hanno siglato  con la Cooperativa di Lupia protocolli d’intesa;  l’agenda dei giovani, fitta d’appuntamenti, segnala la curiosità enorme verso le Valli Cupe.  Sarebbe un gesto davvero perspicace l’interesse della Regione Calabria per un modello di sviluppo sorto  dal basso.  L’esperimento delle Valli Cupe, che vede sfilze di turisti   da ogni parte d’Italia inerpicarsi  nella Sila, va   elogiato per l’ originalità  e   tutelato poiché ha in sé il “Dna”   dell’individualismo calabro che si affranca dal  cupo risentimento e  vince  facendo  rete. Ma allora cos’è che impedisce di potenziare e moltiplicare  questo lembo di turismo felix?.-


 segnala pagina ad un amico
 CHIUDI