2 ottobre 2009    

Zaleuco: omaggio alla Calabria culla di civiltà (di Luisa Lombardo)


Un vero colpo d’occhio l’olio su tela che sovrasta gli scranni della Presidenza regalando nuova luce e colore all’aula della massima Assemblea elettiva calabrese.


Zaleuco nell'Agorà di Locri annuncia le nuove norme


Il dipinto di Andrea Valere che raffigura Zaleuco con le tavole della legge è un monito ed una esortazione ad affrancarsi da ogni gioco per affermare il primato della libertà e dell’uguaglianza tra gli uomini.


“Giammai schiavi tra voi, giammai schiave (saranno)”, l’espressione che traduce le grandi conquiste della civiltà, in chiave moderna come riscatto dall’oppressione mafiosa, resta ancora un traguardo da raggiungere. E non è dunque un caso che, nel novero dei saggi che nella tela affiancano il legislatore locrese, compaia anche il volto di Francesco Fortuno, a perenne ricordo dell’aula a lui intitolata.

Il particolare con il volto di Francesco Fortugno tra '' i saggi''L’affresco di m 2,56 X 11, realizzato da Andrea Valere, è un nuovo tassello nel percorso avviato dall’inizio della legislatura. Un percorso – ha spiegato il presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Bova - “teso ad affermare un’identità forte costruita da un Assemblea che ha approvato leggi rigorose, nel segno della sobrietà, della riduzione dei costi e della valorizzazione del merito, soprattutto nei giovani e che abbiamo contribuito a consolidare con le opere artistiche che nel corso del tempo, hanno impreziosito questo Palazzo intitolato a Tommaso Campanella”. Dal grande filosofo di Stilo al Santo patrono della Calabria fino alla Madonna della Consolazione, le tele esposte nella sede del Consiglio regionale racchiudono le radici, la storia del popolo calabrese. Il Palazzo si arricchisce così di opere realizzate da artisti reggini. Nella loro austerità, aule e saloni diventano vere gallerie d’arte. 

E da ieri, anche Zaleuco, il legislatore locrese cui – secondo la storiografia -  si devono le prime norme scritte (come l’abolizione della schiavitù per tutti gli uomini e le donne della polis magnogreca nel 663-662 a.c.), campeggia nell’aula rappresentativa di tutti i calabresi.

La cerimonia che ha accompagnato un momento tutto riservato alla cultura, all’arte e alla memoria, ha registrato la presenza di autorità (tra queste anche l’on. Maria Grazia Laganà, moglie del vicepresidente del Consiglio ucciso a Locri) e di tanti giovani studenti.


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