23 gennaio 2009    

A Lamezia terme:«Il Sud deve fare la sua parte»


GIORGIO NAPOLITANO
IN OCCASIONE DELLA CERIMONIA DI INAUGURAZIONE DELLA
NUOVA SALA CONSILIARE NEL QUARANTESIMO ANNIVERSARIO
DELL'ISTITUZIONE DEL COMUNE



Lamezia Terme, 15 gennaio 2009
Vorrei ringraziare caldamente voi tutti, le autorità regionali, provinciali e locali a cominciare dal Sindaco Speranza che ci ha offerto un ritratto così appassionato e puntuale della realtà di Lamezia Terme.
Desidero soprattutto ringraziare la popolazione, i giovani, i ragazzi e i bambini per l'accoglienza che mi hanno riservato: in questa accoglienza io vedo il particolare sentimento, qui nel Mezzogiorno, dell'importanza dei valori che l'istituzione Presidente della Repubblica rappresenta, innanzitutto il valore dell'unità nazionale. Non c'è dubbio che questo valore sia molto sentito per ragioni storiche e per ragioni attuali in una regione come la Calabria, in una città come Lamezia Terme.
Vorrei però poter dire: badate che anche andando - come vado spesso e come sono andato ancora di recente - in città del Nord e del Nord Est, io trovo - nonostante tutte le propagande talvolta devianti e mistificatrici - un senso, anche lì forte, di quanto sia essenziale l'essere uniti noi italiani.
Il saper guardare come nostro comune destino questa unità nazionale è un valore che va coltivato, è un patrimonio che va rafforzato e io credo che vada rafforzato sia suscitando nel Nord una nuova consapevolezza di quei doveri inderogabili di solidarietà che la Costituzione repubblicana ha solennemente sancito, sia facendo il Mezzogiorno la sua parte. Giorgio Napolitano a Lamezia, salutato dalla gente
Penso che il Mezzogiorno debba fare la sua parte mostrandosi capace di rinnovare se stesso, il suo tessuto democratico, la sua vita amministrativa, mostrandosi capace di superare le proprie insufficienze: capace di fare, di realizzare, di progettare, di dare soluzioni ai problemi fondamentali per il vivere civile.
Ancora prima, però, credo che il Mezzogiorno debba dare il segno della propria capacità di rinnovarsi reagendo ai ricatti e alle minacce della criminalità organizzata. Perciò ho tanto apprezzato quello che ho ascoltato qui: sono fatti, non soltanto parole; fatti di impegno della società civile, dell'imprenditoria, dell'associazionismo (l'ho ascoltato anche dall'imprenditore che ho incontrato poco prima di entrare) fatti di impegno e mobilitazione dei giovani, degli studenti nelle scuole.
Bisogna riuscire a portare più avanti questa lotta: è una lotta che già vede impegnate con crescente successo, le Forze dello Stato e che deve ancor più vedere impegnata la società civile. Ed è anche giusto sottolineare - come ha fatto il nostro amico di Firenze - l'assoluta esigenza di valorizzare, anche nell'informazione e nell'immagine pubblica, questi esempi della capacità, qui nel Mezzogiorno e in Calabria, di reagire alla sfida della criminalità organizzata.
Io penso che su questa strada noi possiamo anche affrontare con la necessaria serenità, per quanto difficile appaia oggi usare questo termine, la crisi che sta investendo il nostro paese: è una crisi mondiale, è una crisi grave e ci sollecita - lo ho voluto sottolineare nel messaggio di fine anno agli italiani - a cambiare; ci sollecita non solo a resistere, non solo a lasciar passare la bufera ma a fare del nostro meglio perché cresca un'Italia più giusta e quindi anche un'Italia più solidale e più unita dal Nord al Sud.
Vorrei dire soprattutto a voi ragazzi che contiamo moltissimo sul vostro impegno: sul vostro impegno combattivo e propositivo per la riforma della scuola, per garantire - come avete voluto sottolineare - eguali opportunità di sviluppo della personalità a tutti i figli di Lamezia Terme, della Calabria, del Mezzogiorno e del paese; e conto sul vostro importante contributo alla crescita di una coscienza civile e di una cultura della legalità.
Un augurio vivissimo a tutti voi.


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