2 dicembre 2008    

Sanità: gli argomenti dell'opposizione


Due sedute di Consiglio dedicate alla sanità. La presa di coscienza in Aula della situazione gravissima che riguarda il settore, con un debito stimato, ma non ancora accertato di circa 2 miliardi e mezzo, l’annuncio di un piano di rientro. A tutto questo, a distanza di dieci giorni non c’è nulla. Queste le motivazioni con le quali i rappresentanti dei gruppi di minoranza alla Regione hanno incontrato stamani a Palazzo Campanella i giornalisti. All’incontro, hanno partecipato i consiglieri Giuseppe Gentile (Fi), Pietro Aiello (Fi), Gianpaolo Chiappetta (Udc), Francesco Galati (Nuovo Psi), Michele Trematerra (Udc), Alberto Sarra (An)  e Pasquale Maria Tripodi (Cpd). La sede del Consiglio regionale a Reggio Calabria
“Siamo qui non solo per un ‘punto’ sulla situazione del settore più importante della vita calabrese – ha esordito Giuseppe Gentile – ma anche per tutelare medici e paramedici che sono in questo momento la categoria più criminalizzata della Regione.  Non vogliamo difendere i fannulloni e gli incapaci, ma coloro che fanno quotidianamente il loro dovere, operano con competenza e professionalità”.
“E’ tempo - ha continuato Gentile – che la Giunta ci riferisca qual’è il piano di rientro da un debito, peraltro non ancora esattamente quantificato. Noi, come opposizione,  per tre anni e mezzo non abbiamo detto nulla, non abbiamo né strumentalizzato, né fatto demagogia sull’argomento, ma siamo costretti a rilevare che dopo tre anni e mezzo di governo del centrosinistra la situazione della sanità in Calabria si è notevolmente aggravata”.
Ed il ‘punto’ è stato fatto da Pietro Aiello, che ha snocciolato una serie di dati su quella che all’inizio di questa legislatura  era stata presentata come una “rivoluzione” nel settore della sanità. Un bilancio fallimentare testimoniato dall’aumento di tutti i parametri di gestione del settore: + 6,6% della spesa farmaceutica, ricorso alle prestazioni in “day-hospital” e in “dau-surgery”. “Prestazioni inappropriate  - ha rilevato Aiello – che hanno sostituito i ricoveri, determinando solo un aumento della spesa, che è aumentata del 6,1% nelle consulenze e del 9% nei servizi extrasanitari”.  “C’è persino sfiducia delle donne calabresi a partorire in Calabria, dove, peraltro, il 43% di parti avviene con taglio cesareo, mentre nel resto del Paese si fa  in modo che sia il più fisiologico possibile”.
Aiello si è soffermato anche sulle numerose nomine di Direttori generali, “cui spettava il compito di ridurre la spesa e gli sprechi, mentre non sono riusciti a garantire nemmeno l’equilibrio del bilancio, con la sola spesa del personale cresciuta del 37%. Pessima gestione certificata dalla Corte dei Conti, giacché solo il 20% dei bilanci dei direttori generali è stato approvato. Beccio persino quello della Commissione governativa a Locri”.
Il rappresentante di Forza Italia ha respinto l’accusa di responsabilità vecchie del centrodestra, “che nel 2005 – ha ricordato – aveva deciso la sospensione del tariffario regionale, fissato il tetto di spesa e introdotto il ticket sui medicinali, costato finora circa 28 ml di euro. Decisioni hanno garantito il mantenimento del Patto di stabilità ed un buon rapporto con il Governo centrale che allora rispose positivamente a tutte le richieste della Calabria, e che sono alla base del credito riconosciuto di un miliardo e 53 mln di euro. E l’anno prima, aveva approvato una legge regionale che imponeva la verifica trimestrale dei bilanci delle Asl. Se quella legge avesse avuto un seguito, oggi non ci saremmo trovati in questa situazione, che riteniamo il frutto di una grave inosservanza del Governo regionale”.
“Un settore – ha continuato l'esponente azzurro – oggi affidato ad un assessorato monco, privo di un responsabile, peraltro dimessosi, o invitato a dimettersi alla vigili di una importante seduta del Consiglio dedicata alla sanità. In queste condizioni non è possibile aprovare questo Piano sanitario regionale, che non guarda alle esigenze dei cittadini, ma rappresenta, invece, solo un artificio quasi didattico, perché non guarda alla spesa, non prevede interventi di innovazione tecnologica, non incide sull’efficienza e dunque sulla mobilità sanitaria. Un PSR elaborato nel 2006 e per questo già obsoleto e infruttuoso”. Per ultimo Aiello ha respinto l’idea che sia l’incidenza dell’ospedalità privata a gravare sulla spesa sanitaria regionale. “Essa inside solo per il 6,6% rispetto al complesso della spesa – ha sottolineato denunciando un ulteriore danno nei confronti dei medici con una serie di norme previste nel collegato alla finanziaria all’esame dell’aula martedì prossimo”.
A parere di Alberto Sarra (An) “Le cifre riferite da Aiello bastano da sole a rappresentare emblematicamente lo stato della sanità in Calabria.  Che senso ha parlare ancora di “responsabilità del passato – ha proseguito – di fronte ai vari tentativi falliti portati avanti da questa Giunta, prima con un assessore politico, poi tecnico, ed ora nuovamente politico, per una ‘rivoluzione’ annunciata ma mai attuata.
Sarra ha ricordato come il Pano sanitario regionale ancora in vigore sia ancora quello della precedente amministrazione. “Oggi c’è solo confusione, e c’è incertezza persino sull’entità del debito che grava sulla Calabria, rispetto al quale c’è da chiedersi quale piano di rientro sarà possibile programmare”.
Da Michele Trematerra (Udc) la sottolineatura dell'opposizione in questa legilsatura. "Abbiamo fatto un’opposizione responsabile, contestanto, quando lo ritenevamo giusto le decisioni di questa giunta, come la reintroduzione dei ticket sui medicinali e la legge di accorpamento delle Asl”. Dopo quattro anni di Governo non c’è un solo settore in cui questa Giunta sia riuscita ad incidere”.  Trematerra ha sottolineato l’altissimo tasso di ospedalizzazione esistente in Calabria. Un errore determinato – ha aggiunto – dal mancato funzionamento della medicina del territorio” ed ha definito “inutile” il dibattito in Consiglio, da cui non è scaturito – ha detto - il prevalere di una opinione, o una linea di pensiero, ma ha ritenuto importante l’approvazione di un nuovo Piano sanitario regionale, perché non può essere disperso il lavoro svolto in commissione in questi mesi”.
Dal neo socialista Francesco Galati è venuta l'analisi che "le dimissioni Spaziante sono la certificazione del fallimento della gestione della sanità calabrese. C’è invece la necessità di una inversione di tendenza sulla gestione della sanità in Calabria. Intanto è rimasta lettera morta la legge sugli accreditamenti, appena approvata con il sostegno del centrodestra, perché manca dei relativi regolamenti di esecuzione.
Giampaolo Chiappetta, dell'Udc, ha invece sentenziato: "Tanto tuonò che non piovve”.  “A fronte di tanto parlare - ha poi spiegato nulla è stato fatto, nemmeno la rilevazione sull’esatta consistenza del deficit sanitario calabrese. Brancoliamo ancora nel buio. L’unica novità - ha concluso - è stato l’atteggiamento schizofrenico di questa giunta.
In chiusura, prima di aprire alle domande dei giornalisti, Pasquale Maria Tripodi ha affermato che l'attuale Giunta deve indicare una corretta filosofia sui criteri di gestione sanitaria in Calabria. Noi - ha aggiunto - abbiamo dato disponibilità a concorrere con la maggioranza per le soluzioni da offrire ai cittadini".-


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