29 settembre 2008    

Lanucara (Comm.P.O.): Fermiamo la 'strage' di donne


“Per capire come fermare la ‘strage’ che fa  oltre un milione di vittime in un anno di donne, di cui spesso le storie rimangono solo nella memoria dei loro congiunti: madri, padri, sorelle, fratelli, e più in particolare figlie e figli, servono a mio parere non solo lacrimucce d'occasione, ma ognuno di noi è chiamato a nuove assunzioni di concrete responsabilità, soprattutto politiche.Antonia Lanucara, Presidente della Commissione Pari Opportunità del Consiglio regionale
Orsola Nicolò viene ‘abbattuta’ a Fossato Jonico a colpi di pistola dal marito da cui era già separata, ma il caso vuole che la stessa Orsola avesse chiesto, suppongo alle autorità preposte, di essere tutelata  revocando il porto d'armi che era stato rilasciato al marito. La risposta ricevuta dalle autorità preposte sarebbe stata: ‘Signora, se suo marito la vuole ammazzare potrà usare anche il coltello, pertanto non  vale la pena di ritirargli il porto d'armi’. All'interno di questa affermazione si  iscrive quella mattanza e quello stragismo che forse inconsciamente non si sa fermare.
Serve una radiografia, un check-up di chi è preposto alla prevenzione dei delitti umani; serve un progetto politico, sociale, culturale capace di proporre nuove leggi; serve una competenza che affronti la prima causa di morte delle donne nel mondo ed in Europa.
 Nel nostro Paese, l'Italia, in un solo anno più di un milione di donne subisce violenze gravi, fisiche o sessuali e le cifre sono sicuramente sottostimate: molte donne non denunziano i maltrattamenti subiti.
Solo per riportare all'attenzione dei calabresi la gravità delle violenze, va ricordato che nel 1999 le Nazioni Unite, nell'Assemblea generale, hanno deciso di dedicare il 25 novembre di ogni anno alle donne morte per mano maschile. La responsabilità di chi siede nelle Istituzioni dovrà saper sviluppare un messaggio morale e politico così come è stato lanciato dalle NU ai governi ed alle élites culturali.
Infatti non è  per caso che la Direttrice dell'UNIFEM definisce la violenza contro le donne ‘la più pervasiva e vergognosa violazione dei diritti umani’. Ci dobbiamo sforzare per mettere in campo politiche pubbliche capaci di contrastare l'ansia di dominio proprietario che i maschi sviluppano sul corpo delle donne. Allora dobbiamo realizzare, secondo me, un piano di azione regionale, collegato a quello nazionale, capace di contrastare, prevenire, e nel contempo sostenere le vittime con amore e competenza.
Ahinoi abbiamo preso atto che la povera Orsola dopo molti gravi episodi di violenza che si sono nel tempo registrati non ha avuto sostegno dalle autorità di pubblica sicurezza. Fra l'altro la disattenzione delle autorità non dimostra insensibilità, ma impotenza. Le forze dell'ordine non sono preparate a fermare queste stragi di donne.
Qualche iniziativa c'è stata a livello nazionale. Infatti nella legge finanziaria dello scorso anno sono stati stanziati 20 milioni di euro al fine di realizzare un piano di azione e di contrasto. Speriamo che questo stanziamento sia stato riproposto nel 2008. Va verificato, comunque, se l'iniziativa nazionale è stata produttiva nella nostra Regione ed eventualmente se si è realizzata una campagna di conoscenza ed informazione capace di portare alla luce violenze gravi come la morte ed altri atti meno cruenti. E' chiaro che dobbiamo superare la fase del  ‘fervorino’ occasionale. Dobbiamo, tutti insieme, saper rendere visibile quello che oggi è invisibile, spesso occultato da una cultura che preferisce l'oblio. L'Ufficio di Presidenza della Commissione Pari Opportunità
Il  22 settembre, a Fossato Ionico, al funerale di Orsola, la chiesa conteneva tutte le donne di quel paese. E' vero, c'erano anche i maschi, che in genere si fermano fuori dal luogo sacro e nelle stradine adiacenti. In tutti quei volti, di donne e di uomini, ho letto lo stesso dolore, la stessa impotenza, la stessa solitudine. A me hanno chiesto di ritornare, di non abbandonarli. Mi hanno chiesto la presenza delle Istituzioni dalle quali si sentono abbandonati.
Quei volti, di cittadini e di cittadine onesti vogliono ‘essere parlati’. Mi hanno chiesto di aprire con loro una relazione stabile fondata sul rispetto, la dignità e la libertà responsabile. Io lo so che i rapporti diretti, fisici tra le popolazioni e le Istituzioni potranno inverare la democrazia malata di oggi.
La Commissione di Pari Opportunità farà la sua parte. Chiederà con forza fondi pubblici da destinare all'inviolabilità dei corpi delle donne. E' vero che c'è una legge regionale voluta dall'on.le Liliana Frasca e dall'on.le Loiero, una legge che può diventare efficace e che si pone l'obiettivo del sostegno alle donne violate, ma nulla può essere lasciato all'improvvisazione.
Oggi le tante vittime ci dicono che siamo in una fase di emergenza sociale. La Regione che è impegnata sul diritto alla sicurezza, dovrà realizzare un piano di convivenza civile di alto profilo.
I figli di Orsola ed i suoi familiari più stretti devono sapere che si farà di tutto perché non siano soli ad affrontare ed elaborare il lutto. I ragazzi devono crescere con accanto ogni tipo di istituzione.
La Commissione di Parità coordinerà un tavolo che si insedierà nella prossima settimana in tutte le Province della Calabria. Saranno coinvolti soggetti istituzionali, associazionismo, ed autorità preposte alla sicurezza. Nel campo dell'istruzione sarà coinvolto l'Ufficio Scolastico regionale.
La violenza, la morte per mano maschile non è un elemento secondario. La politica se ne deve fare carico.
Per il funerale di Orsola ho chiesto i gonfaloni alla Provincia di Reggio ed al Consiglio regionale. In quella chiesa c'era solo quello del Comune e tale mancanza mi ha colpito e mi ha fatto pensare che la strada che invera la democrazia è in salita come la salita di Fossato Ionico.
Ciò nonostante è possibile sperare in un mondo pacificato nel quale mai più ci sarà un femminicidio”.


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