VII legislatura

78.

seduta di lunedì 10 novembre 2003

 

La seduta inizia alle 16,45

Presidenza del Presidente Luigi Fedele

Francesco PILIECI, Segretario

Legge il verbale della seduta precedente.

(E’ approvato)

Comunicazioni

PRESIDENTE

Legge le comunicazioni.

(Sono riportate in allegato)

Annunzio di interrogazioni e mozioni

Francesco PILIECI, Segretario

Legge le interrogazioni e le mozioni presentate alla Presidenza.

(Sono riportate in allegato)

Sull’ordine dei lavori

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pilieci. Ne ha facoltà.

Francesco PILIECI

Chiedo l’inserimento all’ordine del giorno del progetto di legge n. 453/7^ che riguarda un adeguamento di trattamento dei dirigenti generali del Consiglio regionale ai dirigenti generali della Giunta.

(Interruzione dell’onorevole Bova)

Si tratta di una modifica alla legge 13 maggio ’96 n. 8 per un adeguamento del trattamento dei dirigenti generali del Consiglio regionale a quello dei dirigenti generali della Giunta, dopo la variazione che c’è stata che per quest’ultimi.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta avanzata dall’onorevole Pilieci.

(Il Consiglio approva)

Il progetto di legge è inserito al nono punto dell’ordine del giorno.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Naccarato. Ne ha facoltà.

Paolo NACCARATO

Signor Presidente, come lei ha annunciato, oggi, in data 30 ottobre 2003, insieme ai colleghi Pisano e Pezzimenti, abbiamo presentato un’interrogazione urgente che riguarda la delicatissima situazione che si è venuta a creare allo stabilimento “Marlane” di Praia a mare.

Naturalmente, in questa sede e in questa fase dei lavori, non voglio entrare nel merito, di questa delicata questione, devo però pregarla di intercedere presso l’assessore all’urbanistica e il Presidente della Giunta affinché diano, se possono, una sorta di precedenza assoluta a questa interrogazione nel rispondere, perché personalmente la considero decisiva anche ai fini di un chiarimento di fondo di questa vicenda, che vede centinaia di lavoratori minacciati nella loro possibilità di continuare a lavorare nella città dove operano da tanti anni perché imminenti sono i provvedimenti restrittivi che in questo senso ci saranno.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Naccarato, il problema è di grande importanza, per cui mi farò parte diligente, anche su spinta del Consiglio, presso l’assessore e il Presidente della Giunta regionale chiedendo loro di rispondere al più presto a questa interrogazione.

La parola all’onorevole Mistorni.

Giuseppe MISTORNI

Ritorno anch’io su questa questione, Presidente, pregandola di porre in discussione la mozione già presentata il 29 settembre col numero 72 “in ordine all’annunciata chiusura del reparto di tessitura dello stabilimento “Marlane” di Praia a mare in provincia di Cosenza”. La richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione è stata accolta all’unanimità nella precedente seduta di Consiglio, non la vedo, però, inserita tra gli argomenti che sta trattando oggi il Consiglio.

Allora, proprio perché si è verificato e si sta verificando in queste ore un fatto estremamente increscioso – alcuni operai si sono portati sulla torre della fabbrica della “Marlane”e minacciano di buttarsi nel vuoto, come abbiamo assistito in altre circostanze e per altre situazioni in altri paesi –chiedo a nome del centro-sinistra tutto intero la discussione della mozione sulla “Marlane” affinché il governo regionale possa assumere le determinazioni del caso.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Naccarato.

Paolo NACCARATO

Solo per dire che mi associo alla sollecitazione del collega Mistorni.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della mozione sulla “Marlane”.

(Il Consiglio approva)

La parola all’onorevole Pacenza.

Franco Mario PACENZA

Su questo argomento posso permettermi di assumere le sollecitazioni del collega Mistorni e chiederle, considerato che stiamo dentro lo stesso contesto e lo stesso settore, di allargare la mozione anche alla vicenda dello stabilimento “Mdc” di Castrovillari che opera nello stesso comparto tessile ed ha pari drammaticità, per vedere poi alla fine di assumere un impegno complessivo del governo regionale sul comparto tessile della nostra regione.

PRESIDENTE

Io credo che la fase di discussione debba essere questo che lei dice, perché relativamente al comparto tessile – credo di interpretare anche il pensiero dell’onorevole Nucera – c’è anche il discorso di Reggio Calabria, per cui la discussione sulla mozione sarà unitaria e riguarderà tutti e tre i punti di crisi del settore tessile in Calabria.

La parola all’onorevole Nucera.

Giovanni NUCERA

Sì, difatti, Presidente, lei mi ha anticipato, ha letto il mio pensiero perché ne avevamo già parlato, la discussione va allargata a tutto il comparto tessile della Calabria, quindi è un inserimento che abbraccia un po’ tutta la vicenda.

Presidente, per altro verso, chiedo l’inversione dell’ordine del giorno, per trattare subito il punto due relativo alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità nella regione Calabria, rinviando l’attuale primo punto recante le “nomine” all’ultimo punto.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Franco Mario PACENZA

La storia si ripete: questo Consiglio e questa maggioranza, ormai, in materia di nomine non hanno mai avuto la forza e la capacità di procedere all’autodeterminazione e all’applicazione del Regolamento. Si è chiesto d’urgenza l’inserimento dell’ottavo punto al primo punto all’ordine del giorno, c’è una situazione che dura ormai da mesi all’interno di una delle più grandi aziende strumentali di questa Regione, l’Afor, arrivata ad una condizione di superamento di uno status di incompatibilità che è durato per mesi e mesi, non si capisce adesso perché si arrivi al punto per poter determinare il rinnovo del Presidente del consiglio di amministrazione dell’Afor e si chiede il rinvio.

Insomma, dite quali sono le motivazioni, il perché non si riesce a compiere un atto dovuto in una circostanza di questa natura, dal momento che questo mi pare non possa essere considerato un rinvio tecnico, ma bisogna addivenire a chissà che cosa. C’è la dimostrazione, anche in questa circostanza, di una difficoltà politica forte dentro la maggioranza che non riesce a trovare nemmeno la quadratura del cerchio su una vicenda che, sia pure importante, dovrebbe essere di ordinaria amministrazione.

Ecco perché, per quanto ci riguarda, votiamo contro la richiesta di inversione dell’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inversione dell’ordine del giorno formulata dall’onorevole Nucera.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.

Diego Antonio TOMMASI

Presidente, credo sia il sentimento un po’ di tutti i consiglieri esprimere un augurio di pronta guarigione al collega Tripodi Michelangelo e, purtroppo, anche – è di pochi minuti fa, speriamo che non sia un episodio grave per la sua salute – al collega Aiello; mi sento in dovere di farlo, perché lo stato d’animo è turbato da questi episodi spiacevoli di salute che stanno colpendo il Consiglio regionale; l’augurio, quindi, che faccio ai colleghi è di un loro pronto ritorno, perché trovo che anche sotto questo profilo questa legislatura attraversa un momento delicato.

Presidente, volevo, altresì ricordare che è stato presentata dal gruppo dei Verdi una mozione riguardo il grave stato di disagio in cui versano tutti gli stabilimenti balneari a causa della confusione che si sta ingenerando, già era avvenuto col passaggio del demanio ai Comuni, ma, alla luce di quanto è stato votato al Senato la preoccupazione di questi imprenditori in Calabria – che sono circa 2 mila – è ancora maggiore perché nella Finanziaria il Governo Berlusconi ha previsto un aumento dei canoni demaniali del 300 per cento.

Riteniamo che, per una regione in via di sviluppo come la nostra, specialmente nel settore turistico, non possa essere applicato un canone così elevato.

Quindi, credo che l’inserimento – lo chiedo ai colleghi del centro-destra e del centro-sinistra – di questa mozione sia necessario, anche per mandare il segnale che la Calabria vuole fare davvero il federalismo e non un federalismo nordista, ma solidale che va nella direzione di governare la nostra regione.

Pertanto, Presidente, chiedo che la mozione venga inserita all’ordine del giorno e posta al quarto punto, dopo i due progetti di legge che sono altrettanto importanti, per mandare un segnale di sicurezza a tutti gli operatori del settore che, fra imprenditori e addetti, in Calabria sono circa 10 mila.

PRESIDENTE

Per quanto mi riguarda, sono convinto che questa sia una proposta che anche la maggioranza – mi auguro – possa accettare, tra l’altro è un argomento che anch’io avevo affrontato in questi giorni perché convinto della necessità che questi operatori vadano tutelati e quindi una mozione che mi auguro poi possa essere approvata all’unanimità, quando i colleghi avranno a disposizione il testo, Pongo, quindi, in votazione la richiesta dell’onorevole Tommasi, di inserimento al quarto punto dell’ordine del giorno della mozione.

(Il Consiglio approva)

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per chiedere l’inserimento all’ordine del giorno del progetto di legge n. 452/7^. Detto così, è più oscuro che altro, invece si tratta di questo: è un progetto di legge composto da un solo articolo e riguarda il Corecom.

In sede di approvazione di Finanziaria c’è stato un errore, nel senso che distrattamente, in prima votazione, si era equiparato il Corecom – che è organo di garanzia – ad altri enti che sono organi di gestione coinvolgendo quest’organo nell’operazione di riduzione dei contributi che riguardavano gli altri enti.

In quella sede, Presidente – lo voglio ricordare – sottoposi il quesito e la questione alla valutazione e al voto dell’Assemblea che accolse la mia proposta, solo che in sede di coordinamento formale, purtroppo, quel tipo di correzione non fu annotata, per cui poi il dispositivo che venne pubblicato era senza la dovuta correzione. Questa proposta di legge serve a ripristinare la volontà autentica del Consiglio in sede di approvazione della Finanziaria.

Per questa ragione, Presidente e colleghi, ne chiedo l’inserimento all’ordine del giorno.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di inserimento all’ordine del giorno della proposta di legge n. 452/7^, per come richiesto dall’onorevole Bova.

(Il Consiglio approva)

Progetti di legge nn. 134/7^, 228/7^, 379/7^, 418/7^, unificati, recanti: “Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità”

PRESIDENTE

Il primo punto all’ordine del giorno come modificato, attiene ai progetti di legge nn. 134/7^, 228/7^, 379/7^, 418/7^, unificati, recanti “Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità”.

E’ relatore l’onorevole Vescio che ha facoltà di intervenire.

Salvatore VESCIO, relatore

Signor Presidente, onorevoli colleghi, il presente disegno di legge è diretto a disciplinare la materia relativa alla graduale e definitiva ricollocazione dei soggetti appartenenti ai bacini dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità.

La proposta di legge deve essere considerata uno strumento innovativo che forse per la prima volta, prevede un piano strategico di sinergia con gli enti locali e richiede l’impegno diretto da parte degli stessi lavoratori.

La platea dei bacini Lsu e Lpu al 31 dicembre 2002 è composta, rispettivamente, di numero 5.820 unità per Lsu e di numero 3.900 unità per Lpu. Complessivamente dovranno essere coinvolti, nelle iniziative previste dalla legge 9.720 lavoratori.

L’articolo 4 prevede che la Giunta regionale propone al Consiglio regionale un piano annuale delle azioni finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini. Tali azioni prevedono diverse forme di incentivazione da erogare sia agli enti utilizzatori dei lavoratori, sia agli enti pubblici e privati e, soprattutto, agli stessi interessati che potranno disporre di varie opportunità.

Azioni quali l’avviamento di forme di lavoro autonomo o d’impresa potranno essere attivate utilizzando, oltre gli incentivi previsti da leggi e norme nazionali, anche quelli indicati nella proposta di legge in discussione, il tutto nel pieno rispetto delle intensità massime fissate dalla normativa comunitaria, avendo previsto anche percorsi di accompagnamento per i lavoratori che intraprendano attività di autoimpiego e di autoimprenditorialità.

Si ritiene opportuno segnalare alcuni elementi caratterizzanti il testo che si sottopone all’esame: la pubblicazione annuale sul bollettino della Regione Calabria di un bando contenente i criteri per la selezione dei soggetti interessati ad assumere i lavoratori Lsu-Lpu, con la quantificazione delle agevolazioni e dei benefici previsti per le azioni del piano; l’aggiornamento e la riqualificazione professionale, l’assunzione da parte di datori di lavoro pubblici e privati, l’assistenza tecnico‑progettuale prestata dalle agenzie di promozione al lavoro ai soggetti che volessero aprire un’impresa, l’assunzione da parte di società abilitate all’attività di lavoro temporaneo; la riserva del 30 per cento dei posti vacanti e disponibili degli enti strumentali della Regione Calabria e delle aziende unità sanitarie locali in riferimento alla propria dotazione organica; la possibilità di prevedere, nei bandi di avvio delle procedure di erogazione di risorse pubbliche, criteri di priorità nell’assegnazione a favore di chi si obbliga ad assumere lavoratori LsuLpu.

Per la realizzazione degli obiettivi previsti dalla seguente proposta di legge per il corrente anno verranno utilizzate le disponibilità che attualmente sono state previste nel bilancio 2003 ed allocate all’Upb 4.3.02.02 (capitolo 43020210) ed ammontano ad Euro 5 milioni, oltre alle disponibilità del Fondo nazionale per l’occupazione assegnate dallo Stato ai sensi dell’articolo 8 del decreto legislativo 81/2000.

Con tali disponibilità che costituiscono il Fondo regionale per le azioni di stabilizzazione occupazionale, ai sensi dell’articolo 6 della seguente proposta, si farà fronte alla copertura del piano annuale delle azioni di svuotamento proposto dalla Giunta regionale ed approvato dallo stesso Consiglio regionale.

Per gli anni successivi si provvederà alla copertura dei relativi piani di azioni con le relative leggi finanziarie di riferimento.

PRESIDENTE

Intanto, visto che anche il collega Tommasi lo ha accennato, volevo rassicurarvi informandovi di avere avuto notizia che il collega Aiello sta già meglio, quindi mi auguro si tratti di un problema solo momentaneo.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.

Antonio BORRELLO

Certamente questa notizia rincuora un poco.

Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per discussione generale di questa legge, tentando di mettere in evidenza quello che, secondo noi, questa rappresenta e dove la stessa presenta carenze, ma anche difficoltà applicative, portandoci dietro un’esperienza che è legata alla famosa legge 4 del 2001.

La legge cosiddetta Scopelliti, ricordiamo tutti è stata una norma voluta dalla maggioranza di centro-destra in una notte famosa quella del 23 dicembre del 2000 alla quale pure noi dalla minoranza abbiamo tentato di dare il nostro modesto contributo per cercare di mettere in piedi uno strumento che fosse nelle condizioni di dare qualche risposta ad un’enorme massa di lavoratori – parliamo di 10 mila e forse più soggetti che vivono in uno stato di precarietà assolutamente intollerabile – rispetto ad un bacino che, oggettivamente, ha una difficoltà ad impadronirsi di una condizione di tutela rispetto ad una norma costituzionale che su questo terreno è molto chiara e specifica. Ebbene, a distanza di tre anni, oggi, a posteriori, ognuno, ogni collega, ma anche l’opinione pubblica in generale, si è finalmente convinta che quella è una legge che non serviva per raggiungere l’obiettivo che si intendeva perseguire, ma soprattutto non è servita né a quella maggioranza né alla stessa maggioranza di oggi, ma in maniera molto più sentita non è servita ai lavoratori.

Certo, poi c’è il discorso dell’impellenza delle scadenze, ma è inutile qua richiamare le diverse proroghe attorno alle quali dobbiamo e dovete ammettere con estrema lealtà e chiarezza che questa parte politica, minoritaria nel Consiglio regionale, ha dato anche su questo terreno un contributo decisivo: nessuno può dimenticare, infatti, che la variazione del bilancio, in una certa data in cui andavano in scadenza i progetti, si è potuta votare in quest’Aula con una destinazione di circa 40 miliardi perché questa minoranza, leggendo le delibere della Giunta regionale, ha individuato una posta finanziaria che serviva all’abbisogna e poi, in effetti, il Consiglio all’unanimità ha approvato.

E non solo questo, ma sul terreno squisitamente di proposta legislativa questa minoranza, anche in questa occasione, ha tentato attraverso strumenti proposti, ma mai purtroppo discussi o esaminati, di orientare scelte verso soluzioni adeguate. Stasera continua però ad echeggiare questa definizione di progetto unificato, quando qua di unificato non c’è assolutamente niente: questo è un progetto della Giunta regionale e tale è rimasto, le modifiche in corso d’opera sono state apportate dalla Giunta regionale, facendo sostanzialmente venir meno anche una possibilità di discussione e di confronto all’interno della Commissione.

Tutte queste cose, che assieme ad altri colleghi le abbiamo già contestate, le ho volute riprendere in Aula. Peraltro, in fase di esame della legge in Commissione, in una delle prime discussioni Si è corso il rischio, proprio in virtù di qual senso di sfiducia che purtroppo continua ad aleggiare verso le istituzioni in generale di far passare un certo tipo di atteggiamento da parte di chi intende operare e lavorare per migliorare un testo, e che cerca di dare soluzioni ad un problema fortemente avvertito, come una manovra dilatoria e perciò contro questi lavoratori occupati nei lavori socialmente utili o di pubblica utilità, facendo venir meno anche quella necessaria propensione a discutere e a confrontarsi.

Poi, questo progetto di legge è passato in Commissione per la benevola posizione della minoranza che, pur in presenza di una difficoltà della maggioranza, ha garantito ed assicurato il numero legale, assistendo e continuando ad assistere i lavoratori, facendo sì che quel numero legale non venisse meno, poi pronunciando un’astensione tecnica sul provvedimento di merito e riservandosi di presentare in Aula gli opportuni emendamenti, cosa che abbiamo già fatto poco fa e che sono, quindi, all’attenzione dell’intero Consiglio.

Perché noi diciamo che questa legge così come concepita, approvata dalla Commissione, rischia in maniera più che seria – perdonatemi il gioco di parole – di poter essere qualificata come una legge Scopelliti bis? Perché non siamo riusciti ad intravedere in queste norme, in questo articolato una strategia vera finalizzata a risolvere, seppur in un arco temporale di prospettiva, non nel giro di un anno o di due, il problema di 10 mila e più precari. Viene a mancare questa strategia perché, a nostro giudizio, gli strumenti che sono stati messi…

(Interruzione)

Stavo dicendo, perché non abbiamo letto in questo articolato strumenti che andassero un poco al di là della ordinarietà degli interventi. Cosa voglio dire? Guardate, noi abbiamo visto in queste norme, in questi articoli sostanzialmente un unico e quasi esclusivo riferimento, cioè gli enti locali, quindi le amministrazioni pubbliche; cioè parliamo di una società calabrese distribuita su 409 Comuni, il cui numero di abitanti nella maggior parte dei casi è inferiore alla soglia minima accettabile, parliamo da 5 a 3 mila abitanti e che, pur contenendo al proprio interno, nelle proprie strutture, tantissimi lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità per effetti in qualche maniera addebitabili ad una sorta di scarsa capacità progettuale nel proporre le attività istituzionali da parte dei Comuni nei confronti dell’allora Commissione regionale per l’impiego la quale trovandosi peraltro di fronte una certa disponibilità di risorse ed anche ad una disponibilità degli stessi enti ad attivare questi meccanismi progettuali, in fondo aveva approvato questi progetti e gli enti locali, di conseguenza hanno potuto contare su questo utilizzo di manodopera a costo zero, il che evidentemente è stato sufficiente a sviare un poco le attenzioni sul varo obiettivo, quello primario, di stabilizzazione di questi lavoratori…

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Onorevole Pilieci, la prego! Onorevole Borrello, può continuare.

Antonio BORRELLO

Continuo tranquillamente, però oggettivamente… tra l’altro il collega Sarra ha una voce con un timbro notevole, per cui

(Interruzione dell’onorevole Naccarato)

Stavo dicendo, Presidente, che in effetti ci troviamo di fronte – ora qualche passaggio probabilmente mi sfugge, perché le distrazioni favoriscono anche una sorta di perdita di filo della discussione – comunque, ad una realtà della quale noi dobbiamo ancora una volta prendere atto quella, cioè, che una massa enorme di lavoratori ha ancora nel proprio destino l’incertezza del posto di lavoro e la precarietà di una condizione che non può certamente andare avanti.

Allora voler contare in misura importante sulle difficoltà che gli enti locali hanno…

(Interruzioni)

PRESIDENTE

Faccia richiesta, onorevole Sarra, la faccia per iscritto e risponderemo. Onorevole Sarra, sta intervenendo l’onorevole Borrello, per cui la prego di non disturbare.

(Interruzioni)

Non è un mercato qui! Onorevole Borrello, la prego di continuare.

Antonio BORRELLO

Presidente, continuo con estrema serenità, solo che vorrei, in qualche maniera, non attirare l’attenzione dei colleghi – per carità, ognuno è libero di prestare o meno attenzione – ma essere messo nelle condizioni di poter svolgere questo mio breve intervento.

Stavo dicendo che individuare il meccanismo dell’assunzione all’interno delle pubbliche amministrazioni, in modo particolare degli enti locali, e quasi esclusivamente su questo conoscendo, in qualche maniera, la condizione degli enti locali calabresi – parlavo prima di un numero di Comuni enorme al di sotto dei 3 mila e dei 5 mila abitanti –, sicuramente costituisce una grande difficoltà. Se si aggiunge, poi, che moltissimi dei nostri Comuni, purtroppo, agiscono in condizioni di precarietà, infatti molti di essi sono fuori dal patto di stabilità, ed anche il discorso del blocco delle assunzioni, di cui ci sta gratificando il Governo Berlusconi e quindi la maggioranza di centro-destra – fatti anche questi che, oggettivamente, prefigurano una forte e grande difficoltà –, possiamo dire che questo processo che si tenta di mettere in piedi attraverso questa norma, possa, in qualche maniera, produrre effetti evidenti e non soltanto di carattere teorico.

E questa è già una partita sulla quale credo ci si debba soffermare stamattina. Con gli emendamenti, in qualche maniera, abbiamo tentato di “distrarre” l’attenzione, portandola da quella verso gli enti locali a strumenti, seppur legislativi che esistono e di cui abbiamo fatto tesoro, per tentare di mettere in piedi una serie di opzioni, di categorie e di attività all’interno di questa grande difficoltà di cui nessuno di noi può nascondersi, proprio per cercare di creare un percorso virtuoso attraverso il quale, in tempi più o meno medio-brevi o medio-lunghi, si possa già cominciare anche in Calabria a parlare di stabilizzazione.

Vedete, non credo che la modernizzazione, anche del linguaggio, possa essere sufficiente a risolvere un problema di questa natura, perché far passare anche al nostro interno, in Aula consiliare, il principio secondo cui una legge diventa moderna se è definita come stabilizzazione anziché come svuotamento, credo che non sia sufficiente a rendere la portata e le difficoltà alle quali ci dobbiamo approcciare, a nostro giudizio, in maniera più opportuna e più oggettiva rispetto al problema.

Accanto a questo, dicevo, (bisogna considerare da un lato) la difficoltà degli enti locali a poter gestire una partita di questa natura – seppure con la premialità prevista all’interno della legge – e dall’altro lato, è qui forse la nota più dolente, l’incertezza delle risorse sul fondo nazionale per l’occupazione, che anche se l’assessore ci ha assicurato in Commissione che il sottosegretario Viespoli ha garantito che le risorse del fondo nazionale ci saranno, però ad oggi, oggettivamente, stando agli atti che si muovono presso la Camera e il Senato è uno elemento che purtroppo ha difficoltà ad emergere in maniera convinta.

Accanto a questa incertezza – per carità sono convinto che da gennaio 2004, attraverso la Finanziaria, il fondo nazionale continuerà ad esistere – c’è una difficoltà ancora maggiore che è legata, invece, al fondo regionale. Sappiamo tutti che il Consiglio regionale ha deciso, sostanzialmente, l’equiparazione tra Lsu ed Lpu e quindi la Regione si fa carico, giustamente, di questi altri lavoratori. Ma qui c’è un problema che in qualche maniera, stride con quello che la legge prevede come bonus, che è legato alla disponibilità economica e la copertura finanziaria della stessa legge. Perché dico questo? Faccio un esempio per tentare di essere compreso un po’ meglio da parte di tutti. Qui è previsto un bonus, una premialità di 20 mila Euro per tutti coloro i quali vorranno lasciare il bacino di questi lavoratori precari per attivare autoimprenditorialità, attività autonoma e quant’altro. A parte le difficoltà di metodo rispetto a come e a quali criteri queste eventuali domande debbano essere valutate da chi è chiamato a farlo, anche qui abbiamo tentato di dare una soluzione ai tempi ristretti che avevamo attraverso, per esempio, la previsione di un Regolamento da approvarsi da parte della Giunta regionale, perché abbiamo difficoltà a convincerci che se, per esempio, su 10 mila lavoratori impegnati, il 50, il 40, il 30 per cento, anche, se volete, una percentuale minima di questi lavoratori propende e sceglie, opera l’opzione di uscire dal bacino per andare all’attività autonoma, capite bene che 20 mila Euro pro capite cominciano a fare aumentare a livello di centinaia di miliardi la necessità della posta finanziaria per soddisfare questo tipo di richiesta. E questo certamente è un limite.

Non lo so se la Giunta regionale, il governo, la maggioranza, con il bilancio 2004 riusciranno, in qualche maniera, a fare aumentare una posta di bilancio che, allo stato, oggettivamente, è quasi irrisoria (10 miliardi di vecchie lire) rispetto al problema di cui ci stiamo occupando – a nostro giudizio, sono assolutamente insufficienti e inadeguati allo stato –, ma c’erano anche altre opzioni nella legge, cioè la possibilità e quindi il bonus, il premio a quelle aziende, a quei soggetti anche privati che si facessero carico di utilizzare questa manodopera attraverso meccanismi non molto chiari, per la verità; cioè si dà la possibilità alle aziende di proporsi attraverso un bando alla Giunta regionale per promuovere occupazione stabile, però non si capisce poi con quali criteri verrebbero analizzate le proposte di queste aziende e non si capisce – ed è ancora più grave, secondo me – in presenza di più richieste verso una stessa opzione praticata e individuata dall’azienda, il metodo ed i criteri di scelta dei lavoratori.

Ci sono delle carenze che sul piano applicativo, se non corrette opportunamente, e anche su questo abbiamo proposto delle correzioni anche per tutelare in generale gli stessi lavoratori ed evitare che si possa far scattare una sorta di guerra fra poveri, non consentono di capire, in assenza di norme ben precise, tra più soggetti che si propongono per lo stesso posto, come è possibile e come si scelgono quelli che saranno occupati. Noi abbiamo bisogno di grande trasparenza e di grande chiarezza e quindi credo che, proprio per rispetto ai lavoratori, è giusto che ognuno sappia per quali percorsi potrà propendere la scelta.

Oggettivamente, abbiamo l’obbligo e il dovere di porre i lavoratori su uno stesso piano, cioè nessuno può pensare che poi le scelte avvengano per cose diverse e per meccanismi e strumenti diversi. Il collega Guagliardi mi parlava di fatti clientelari: io non voglio eccedere nella terminologia, ma comunque poi, gira gira, di questo si tratterebbe, sostanzialmente. Allora, chi è e chi sarà chiamato a fare queste scelte non è dato sapere; si può prefigurare, si può immaginare.

Ma, vedete, volevo anche soffermare l’attenzione su un aspetto di cui, a mio giudizio, bisogna tenere conto, per avere ascoltato in Commissione durante le audizioni anche gli amici del sindacato che hanno posto una serie di questioni che faremmo male a sottovalutare o a non prendere nella giusta considerazione, operando gli opportuni accorgimenti,. In effetti rappresentanti sindacali probabilmente avranno anche espresso un proprio parere favorevole sulla legge, ma hanno detto in termini molto chiari al Presidente Fedele che il problema dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità deve trovare un suo epilogo e quindi una sua precisa definizione con uno strumento legislativo e, quindi, che effettivamente una legge per questi lavoratori è necessaria.

Perché dico questo? Perché la difficoltà che prima esponevo, a partire dalla disponibilità delle risorse, non l’ho espressa solo io, ma anche le organizzazioni sindacali ed hanno, altresì, aggiunto le difficoltà degli enti locali ad operare su questo terreno per i motivi che ho detto prima, ma che loro avevano già fatte proprie e poi, alla fine, auspicavano che questo strumento legislativo, a conclusione dell’iter consiliare, potesse oggettivamente essere nelle condizioni di produrre un qualche effetto, esprimendo al contempo anche perplessità sugli esiti che poteva andare a produrre.

A parte questo, che era solo una sottolineatura, mi avvio alla conclusione e mi richiamo un attimo agli emendamenti che abbiamo presentato, perché credo che sia responsabile da parte nostra operare in questo senso. Ma anche qui facciamo un appello alla maggioranza, all’assessore Mangialavori affinché questi emendamenti non possano avere il solito “risultato” allorquando, purtroppo, in quest’Aula si guarda più alla firma di chi li propone, anziché al merito degli stessi. Io credo che ci sia la necessità di guardarli con attenzione, perché ognuno di noi qua ha intenzione ed interesse affinché si riesca a tirare fuori uno strumento legislativo che sia il migliore possibile rispetto alle condizioni date, anche a quelle negative cui accennavo prima.

Quindi un appello a valutare con attenzione, assessore Mangialavori, una sorta di disponibilità quantomeno a discutere e a confrontarsi e non in maniera pregiudiziale “li presenta la minoranza, quindi vanno bocciati perché il testo, tutto sommato, può anche essere ritenuto blindato”. Noi abbiamo consapevolezza della sensibilità dell’assessore Mangialavori e assieme alla sua maggioranza, oggettivamente, speriamo che almeno questo percorso possa essere meno accidentato di quello che potrebbe essere, perché un fatto è certo: la legge, così com’è, per quanto mi riguarda, se ha avuto in Commissione un’astensione tecnica, in Consiglio avrà un parere contrario, ma – ripeto – non perché ci sia qualcuno di noi che non vuole la legge per i lavoratori, lo ripeto, lo ripeterò fino alla noia, ma perché siamo convinti che questa legge non produrrà nessun effetto pratico rispetto all’obiettivo che ci siamo prefissi.

Allora è necessario che ognuno di noi si sforzi – spogliandosi anche, se volete, per un attimo della cultura dell’appartenenza politica perché questa è una legge che interessa 10 mila lavoratori in via diretta, tantissime altre persone e famiglie in via indotta – e che, quindi, il Consiglio regionale si faccia realmente carico di questo problema, e assieme si discuta e si ragioni per tentare di fare quello che è meglio e più conveniente per un risultato positivo di questa norma.

Quindi, Presidente, concludo il mio intervento e resto in attesa di verificare l’andamento della discussione ed anche l’esame dell’articolato per vedere se è valso lo sforzo che abbiamo fatto per produrre delle modifiche migliorative, per quanto è nostra volontà e come impostazione, e poi su questo valutare il voto conclusivo.

PRESIDENTE

Volevo ancora riferirvi che le condizioni del collega Aiello sono buone, non è stato cioè niente di grave, quindi possiamo tranquillizzarci.

Ha chiesto di parlare l’onorevole Pacenza. Ne ha facoltà.

Franco Mario PACENZA

Signor Presidente, onorevoli colleghi, assessore al lavoro, vorrei ricordare che su questa partita del precariato in Calabria, in questi anni si sono – se non ricordo male – contati sette interventi legislativi da parte del Consiglio regionale, spesse volte con norme emergenziali da articolo unico per garantire soltanto l’indennizzo ai lavoratori, siamo stati costretti a farlo nel 2002, quando per una colpevole responsabilità dell’allora assessore al lavoro, a un certo punto, c’era un vuoto finanziario drammaticamente delicato. L’unica norma regionale, invece - abbiamo il dovere di dirlo come Consiglio regionale -, che tentava di affrontare seriamente questa situazione, mi riferisco alla legge 4, a distanza di tre anni di fatto non ha prodotto nulla in termini di capacità di stabilizzazione.

Ecco, io vorrei partire da qui, caro assessore per suggerire quale dovrebbe essere la missione, lo sforzo, l’obiettivo di una legge di questa natura. L’obiettivo, per quanto ci riguarda, deve essere quello di creare strumenti e opportunità perché l’intero sistema degli enti locali e del sistema produttivo calabrese possa trovare convenienza ad utilizzare queste professionalità e, dall’altra parte, possa trovare queste professionalità in condizioni di avere una maggiore tutela ed una maggiore garanzia, dando per scontato – e negli anni passati non era così, per noi lo è stato da sempre – che questa non è una vicenda che si può rimuovere dal panorama politico e di governo di questa regione. O qualcuno pensa che questa vicenda la si possa liquidare andando al braccio di ferro con 10 mila giovani e non giovani calabresi?

Noi riteniamo, invece, che bisogna fare uno sforzo, senza illusioni, e su questo ci siamo assunti la responsabilità non solo di sostenere politicamente questo obiettivo, ma sistematicamente di avanzare emendamenti scegliendo di finanziare questa partita e non altre.

Vi ricordate? Ci fu un braccio di ferro, qualche mese addietro, per esempio, con l’allora assessore Misiti, quando si trattò di utilizzare un capitolo corposo dal punto di vista finanziario proveniente dal suo assessorato per garantire la copertura finanziaria a questi lavoratori.

Quindi, noi abbiamo scelto e ci siamo assunti la responsabilità di scegliere ed anche in questa circostanza facciamo la stessa cosa, caro assessore, perché sia in Commissione che stasera in Aula non abbiamo assunto un atteggiamento ostruzionistico o di contrapposizione, in Commissione abbiamo definito questo disegno di legge insufficiente. Ribadiamo questo concetto perché riteniamo inadeguato questo strumento così come prospettato e ci siamo fatti carico di avanzare altre proposte.

Vorremmo capire qual è l’orientamento della maggioranza su questo percorso e vorremmo anche capirlo in termini di governo complessivo di questa Regione. Io do atto all’assessore Mangialavori dell’impegno che manifesta rispetto alla partita, ritengo però che da solo, probabilmente, non sia nelle condizioni di garantire la forza d’urto necessaria a dare sostegno ai contenuti della legge, su questo terreno, a mio avviso, c’è bisogno di un’assunzione di responsabilità che riguarda il governo della Regione nella sua complessità.

E diciamo di più: l’esperienza che abbiamo di fronte – e anche qui esprimiamo una preoccupazione politica e di fase –, l’attuale partita dei precari nel Mezzogiorno e in Italia, non è uguale a quella di tre o quattro anni fa, perché mentre ieri buona parte del sistema del precariato del Mezzogiorno e del resto del Paese, per mille ragioni, anche per le diversità economiche che insistono in altre aree, ha trovato uno sbocco, attenzione - penso allo sforzo significativo che ha fatto la Campania in questi anni, ma anche agli sbocchi di natura legislativa per la sua condizione straordinaria che ha la Sicilia, che hanno potuto prevedere alcuni strumenti particolari -, noi, invece, rischiamo dentro il panorama complessivo, di rimanere anche in perfetta solitudine, perché oggi lo zoccolo duro di questo problema fondamentalmente l’abbiamo noi come Calabria.

Allora anche qui, caro assessore, non è un voler fare le bizze da parte nostra, ma possiamo approvare oggi una legge che non dà certezze – e non per responsabilità esclusive della Regione – su quello che accadrà il 1° gennaio? Perché il sottosegretario Viespoli può fare tutte le assicurazioni di questo mondo, ma noi non possiamo affidarci ad assicurazioni.

Dentro la tabella della legge Finanziaria dello Stato, il capitolo che riguarda il fondo nazionale sull’occupazione dà certezze in questa direzione? E’ una domanda che abbiamo il dovere di porre, perché non si può dire ai 10 mila precari calabresi che il 10 novembre si approva la legge di stabilizzazione e non si ha certezza di quello che accadrà il 1° gennaio. O qualcuno pensa che la nostra Regione possa fare a meno del fondo nazionale sull’occupazione, che noi possiamo da soli farci carico di questo? Non mi pare che possano esistere interrogativi del genere.

Allora, anche qui, caro assessore, noi possiamo vivere dentro una precarietà che anno per anno rende necessario fare questo lavoro, oppure pretendere in un rapporto dialettico col Governo che si metta mano a un piano triennale in cui la Regione abbia la certezza di quello che avrà e uscire da questa situazione in cui ogni tre mesi, ogni sei mesi bisogna mettere mano a situazioni solo di carattere emergenziale, perché la stessa filosofia del “468”, del decreto precedente aveva questa ambizione?

Io poi so bene che anche alcuni vincoli di quella normativa, per esempio la famosa soglia del 30 per cento di stabilizzazione all’anno, nemmeno noi come Calabria siamo stati in condizioni di garantirli e quindi abbiamo anche una difficoltà nel rapporto col Governo nazionale a pretendere coerenza, ma noi non possiamo stare dentro una morsa che è di assoluta precarietà e insofferenza, perché giustamente ci fanno notare tanti degli interessati che spesse volte amiamo chiamare giovani che ormai, dopo sei-sette anni di attività, cominciano ad essere non solo meno giovani, ma anche angosciati da questo stato di cose. Quindi lo sforzo nostro va in questa direzione.

Noi abbiamo preso atto in Commissione delle cose che lei ci ha detto, però riteniamo che in amministrazione, in sede di governo dei processi sia più necessario avere garanzie dal punto di vista squisitamente legislativo.

E in questa filosofia si inquadrano anche le nostre osservazioni. Noi proponiamo che la norma preveda un piano triennale di stabilizzazione con i piani annuali di attuazione e che la stessa norma finanziaria si debba misurare con questa impostazione. Anche qui, caro assessore, ormai l’applicazione delle norme in questa espressione di governo regionale è un optional, siamo al secondo anno, ormai è scaduto l’obbligo di presentazione del documento di programmazione economica e finanziaria e la Giunta regionale non ha proceduto a questo. Cioè non possiamo, alla fine, trovarci sempre col bilancio in termini emergenziali e tirare la coperta se spostare 1 miliardo qui o 1 miliardo lì. Se pretendiamo – ed è giusto che lo pretendiamo – il fondo nazionale sull’occupazione, è altrettanto o forse ancora più doveroso pretendere l’istituzione del fondo regionale sull’occupazione, in cui sappiamo anno per anno quant’è la disponibilità finanziaria su cui la Regione può fare affidamento.

Anche qui dovremmo avere chiaro com’è rappresentata oggi la mappa del precariato in questa regione, perché buona parte dei grandi comuni, delle amministrazioni provinciali, dei grandi soggetti attuatori, bene o male, hanno proceduto a questa fase. Oggi sono nella morsa soprattutto gli enti intermedi e i piccoli comuni. Anche qui dentro con un emendamento impegniamo e stimoliamo i livelli territoriali e quindi non le singole comunità, perché queste non sono in condizioni di rispondere a questi bisogni.

Allora in questa direzione nessuno può pensare di scaricare il cerino, perché – guardate, non lo diciamo noi, lo dice l’Anci – se la Finanziaria nazionale passa in questi termini, il 20 per cento dei comuni calabresi al di sotto di 5 mila abitanti rischia di ritornare in dissesto finanziario.

Allora, se è così il quadro – e il quadro è questo – chi può pensare di dire ai Comuni “stabilizzate”? Perché quel comune non è nelle condizioni di poter fare questo lavoro. Quindi c’è bisogno di un lavoro di concertazione.

In questa direzione, assessore, a me ha sorpreso che la Giunta regionale, per esempio, disconoscesse completamente la legge per quanto riguarda l’accesso ai mutui alla Cassa depositi e prestiti per la stabilizzazione dei lavoratori. C’era un comma, il 4 dell’articolo 5, noi abbiamo predisposto un articolato su questo terreno in cui impegniamo, per esempio, “Italia lavoro”. Anche qui, assessore, smettiamola con queste commissioni, smettiamola con queste agenzie! L’agenzia abilitata a svolgere questo per decreto del ministero del lavoro è “Italia lavoro”, è previsto nel decreto che gli affida i compiti che sono di supporto, di accompagnamento, addirittura di certificare i lavoratori che provengono dal bacino.

In questa direzione noi poniamo uno strumento che può permettere alla Calabria, al sistema calabrese di intercettare risorse che non sono calabresi, perché sappiamo bene che poter stabilizzare 10 mila persone significa avere a disposizione una massa finanziaria enorme che oggi la Regione non ha.

Allora il primo sforzo deve essere quello di intercettare risorse aggiuntive e noi vi diciamo, nello specifico, che deve essere la Regione a farsi carico dei mutui.

Caro assessore, il 21 dicembre, quindi da qui a un mese, scadranno i termini per questi progetti. Io non lo so se la Regione ha fatto un lavoro di concertazione, di stimolo; per esempio, mi risulta che ci sono amministrazioni provinciali di questa regione che stanno lavorando in questa direzione.

Ma perché non lo stimoliamo noi questo processo a fare in modo che, domani, possiamo attingere dal fondo della Cassa depositi e prestiti per 10, 20, 30 miliardi, in un lavoro anche qui che punta a raccogliere risorse finanziarie? In questa direzione ne facciamo un punto di riferimento straordinariamente importante.

Diventa una contraddizione che non si può mantenere più, glielo abbiamo chiesto in Commissione e glielo richiediamo in Aula: ma l’azienda Calabria-lavoro dov’è? Che fa? Perché non si utilizza rispetto a questi strumenti? Perché non si mette in moto? Perché noi abbiamo un’impostazione che vuole uscire dall’emergenza quotidiana, che vuole cioè costruire strumenti che siano a supporto dell’impresa privata e del sistema delle autonomie, in cui ci siano soggetti abilitati a fare questa attività e quindi in condizione di stimolare progettualità, di armonizzare sistemi, cioè di fare un lavoro sistematico, continuativo e non di vedere questa massa di risorse come una palla al piede da cui liberarsi.

Quindi, nel nostro ragionamento affidiamo a “Italia lavoro” una funzione, affidiamo all’azienda regionale una funzione, riteniamo che la Regione debba svolgere questo coordinamento e debba far pesare nel rapporto col ministero del lavoro, perché è il soggetto che verifica, istruisce e poi delibera sui progetti per quanto riguarda l’accesso ai mutui in materia di stabilizzazione e quindi, anche da questo punto di vista, debba avere un rapporto di coinvolgimento del ministero del lavoro.

Lo diceva già il collega Borrello: noi abbiamo tenuto su questa partita un atteggiamento di grande responsabilità, anche a fronte di alcune strumentalizzazioni poco accorte, ci sono stati pezzi della maggioranza che, invece di fare la maggioranza, tentavano di fare i provocatori, e poi la maggioranza in Commissione non c’era, non presentava elementi di merito di miglioramento. Noi c’eravamo lì e ci siamo qui. Nessuno può pensare, però, che possiamo essere coinvolti dentro strumenti, procedure, legislazioni che riteniamo insufficienti e non condividiamo.

Se dovesse rimanere quella impalcatura, non saremmo nelle condizioni di esprimere un voto favorevole, ma saremmo comunque pronti a sostenere, sia nello scontro dentro la Finanziaria nazionale sia dentro il bilancio della Regione, le ambizioni, gli obiettivi, i diritti di questi lavoratori, le ambizioni, gli obiettivi e i diritti del sistema delle autonomie locali. E anche qui, quando si fa riferimento alla norma sulla riserva, bisogna dirglielo ai cittadini – e non solo a loro – che, nel frattempo, la norma nazionale blocca l’accesso alla pubblica amministrazione e quindi bisogna trovare anche lì equilibri veri per non fare, come dice l’onorevole Bova, una legge manifesto. Noi dobbiamo fare una legge che produca risultati e produrre risultati significa avere la possibilità concreta di una applicabilità che produca e non – ripeto – un qualche cosa che rimane negli scritti del Consiglio regionale.

Noi valuteremo rispetto all’atteggiamento che si assumerà, confermiamo una valutazione di insoddisfazione rispetto al testo varato in Commissione, ma esprimiamo tutta la nostra responsabilità a che si costruisca una buona legge.

Giovanni NUCERA

Intervengo brevissimamente perché l’Udc, ormai, attraverso i suoi rappresentanti, ha espresso le valutazioni che aveva da fare su questa legge e anche con gioia, perché se dopo quattro ore di confronto approdiamo ad una legge votata all’unanimità, sta a significare che, tutto sommato, il dibattito è stato proficuo, che nella sostanza si è giunti ad un atto di responsabilità. Se la riserva si scioglie e – così come diceva il collega Pacenza – in chiave positiva, sta a dimostrare che questo Consiglio, al di là di ogni altra cosa, produce e crea effetti positivi.

Oggi, assessore, la legge dovrà essere trasformata da enunciazione di principi, da contenuti verbali in azione operativa e concreta, e qui sta la prova del governo a dimostrare che potrà essere strumento incisivo negli enti locali, nelle associazioni, nella socialità, nelle cooperative, a livello di enti subregionali, ancora di più nelle imprese e nel mondo del privato, dove la legge esplicherà i suoi effetti. Quindi, sta oggi a lei, assessore, interpretare appieno questa fiducia ampia che il Consiglio regionale offre nel dare una speranza di certezza ai 9 mila lavoratori, perché sono tanti.

Ho sentito aleggiare, in quest’Aula, espressioni come “ex democristiani” o “politiche del lavoro dell’assistenza, della sussistenza”. Noi siamo orgogliosi, non come ex, ma come uomini impegnati a rendere servizi a questa Regione, di avere, oggi, portato a compimento un’azione legislativa che sicuramente, con i fondi già messi a disposizione dal bilancio ordinario e con quelli che il Governo darà ed offrirà in più, anche se non congrui rispetto a un’attenzione maggiore che la Calabria merita – non capisco perché in Sicilia e in Campania si riescano ad ottenere alcune provvidenze che in Calabria non riusciamo ad avere – possiamo contribuire, con gli enti di cui dicevo prima, ad avere una legge concretizzata e nei tempi stabiliti dalla legge stessa.

L’auspicio e la sfida che oggi lanciamo con questo voto favorevole e con il sostegno che abbiamo dato, prima in Commissione e oggi in Aula, sono proprio riposti in questa azione di sostegno forte alla legge per lo sviluppo della Calabria.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.

Egidio CHIARELLA

Il gruppo di Alleanza nazionale, giustamente, vuole anche esprimere con il voto favorevole la soddisfazione per il dibattito che abbiamo portato avanti, dal punto di vista tecnico, politico, comunque di alto livello perché una legge del genere non è e non era facile, in quanto riguarda un settore che è centrale nella politica della nostra regione e che saranno ancora in prima linea con i grandi problemi e il tema del lavoro, che purtroppo, si sottolineano sempre e comunque nel meridione e soprattutto nella nostra regione Calabria.

Devo fare dei ringraziamenti che sono importanti e non solo formali: uno va all’assessore e quindi al governo della Regione Calabria, perché una proposta così come è stata presentata è importante, non è solo un elenco di intenti, ma è seria perché è un piano strategico che apre a delle considerazioni concrete e mette in moto una speranza che fino all’altro giorno, purtroppo, era ancora solo nella mente e nel cuore di 10 mila persone.

Devo dire, anche, che il centro-sinistra con grande onestà intellettuale, stasera, ha lavorato come si fa’ nei Consigli regionali che devono portare all’approvazione di provvedimenti che siano di rottura con la vecchia politica del passato, perché guardano all’effettiva concretezza del bisogno della nostra Regione; dinanzi al concreto bisogno è chiaro che ognuno di noi può avere atteggiamenti diversi, ma non può non trovare una strada di concertazione e quindi di unità per arrivare, alla fine, ad un discorso che sia capito dalla gente al di fuori del palazzo.

Ed è successo stasera, ancora una volta, io dico, perché sottolineo sempre con forza che questo Consiglio regionale della Calabria, in questa legislatura, ha approvato e licenziato provvedimenti di alto livello, che superando quelle che sono le commistioni tra centro-destra e sinistra, ma onorando il livello della politica, tenendo anche nell’unità del voto le differenze che sono della democrazia, ha raggiunto lo scopo comune che è della democrazia e che soprattutto è del popolo, perché vede concretamente la realizzazione di un percorso, in questo caso, che riguarda 10 mila persone.

E’ chiaro che questo è un piano strategico, di intenti, è uno sforzo enorme che fanno il governo della Calabria e il Consiglio regionale e che ogni consigliere ha fatto, al di là degli schieramenti del centro-destra e della sinistra, per essere in questa fase attore principale, come vogliono gli elettori della Calabria che hanno, con il voto, prodotto questo Consiglio regionale.

Che il governo della Calabria, allora, assessore, alzi la voce a Roma, lo può fare e in senso positivo perché ha uno strumento nelle mani, perché ha uno sforzo compiuto, perché ha fatto comprendere come la classe politica regionale sa dialogare con i sindacati, con le categorie e sa, quindi, modellare e anche in grandi difficoltà un provvedimento legislativo in grado di mettere in moto una speranza che diventi realtà. Allora che il Governo capisca che, in questa direzione, non possiamo essere lasciati da soli, che i lavoratori socialmente utili e quelli di pubblica utilità sono una realtà e una risorsa di questa regione, che devono assolutamente essere messi in condizione di poter continuare a vivere in un modo dignitoso, superando le attese, le frustrazioni, anche le drammatiche attese per aspettare la soluzione dell’ultimo minuto per poter superare un momento di impasse.

Ritengo che queste persone abbiano sofferto abbastanza e, al di là o meno di chi sono le responsabilità politiche per questa situazione che ci troviamo, noi dobbiamo onorare il mandato che gli elettori ci hanno dato, riuscendo ad offrire delle risposte concrete e stasera la risposta concreta alla Calabria questo Consiglio regionale la dà perché ha trovato i sindacati in prima linea ad offrire il loro appoggio, un centro-destra unito e compatto con un assessore che ha fatto una proposta importante, lo ha fatto e lo fa perché c’è un centro-sinistra responsabile che ha lavorato stasera e nella terza Commissione e perché il Presidente della stessa Commissione Salvatore Vescio, relatore, come tutti gli altri ha puntato verso questo piano strategico per ottenere un risultato completo.

Il gruppo di Alleanza nazionale è soddisfatto, ma nello stesso tempo è vigile perché sa benissimo che questo provvedimento è semplicemente un avvio concreto e sicuramente uno strumento importante, direi effettivo per avviare quello che poi sarà il percorso definitivo per dare una risposta concreta a questi giovani. Su questo vigileremo e saremo accanto all’assessore Mangialavori perché ha bisogno di essere supportato in questa direzione, non si può scaricare sulle spalle di un assessore l’immane problema che offre questa legge.

Devo semplicemente raccomandare all’assessorato di operare sul territorio un momento pedagogico insieme con i sindacati, con il Consiglio regionale, ed anche pubblicizzare bene questo provvedimento, fare anche degli opuscoli per distribuirli sul territorio, ma nello stesso momento andare a parlare con questi giovani nelle grandi città e nei comprensori, perché la legge prevede anche dei momenti molto particolari e precisi che possono sfuggire e nessuno deve essere messo in condizione di non poter conoscere il percorso che, prima o poi, lo porterà – come io spero – ad una soluzione definitiva del suo problema.

Allora, ripeto, l’aspetto pedagogico della legge va assolutamente portato avanti, lo sottolineo al Presidente Fedele, perché le Commissioni, a mio modo di vedere, dovrebbero avere capacità anche di spesa proprio per rendere possibile, dopo avere approvato una legge, di andare sul territorio e propagandare e pubblicizzare la stessa legge; tante volte, le leggi della Regione Calabria, ma non in questa legislatura, in quelle precedenti, una volta approvate, non sono state portate alla conoscenza dei cittadini. Questo è un momento fondamentale, democratico del nostro percorso, ecco perché in questa direzione e per questa legge soprattutto mi auguro che ci sia un momento pedagogico su tutto il territorio.

Con questi sentimenti e soprattutto con queste affermazioni, esprimo il parere favorevole del gruppo di Alleanza nazionale.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Tripodi Pasquale. Ne ha facoltà.

Pasquale Maria TRIPODI

Presidente, intervengo per esprimere, a nome mio e del gruppo dell’Udeur, il voto favorevole a questa legge; grazie alla sensibilità del centro-sinistra e alla disponibilità dell’assessore, stasera abbiamo definito uno strumento che dà o vuole dare dignità al lavoro e alla persone che appartengono alle categorie degli Lsu-Lpu, anche se vi è da dire che il centro-sinistra stasera, malgrado non ci fosse grande partecipazione da parte della maggioranza, ha garantito il numero legale, così come ha fatto nelle Commissioni.

Per alcuni versi, concordo con l’intervento del collega Nucera, ma le domande, del perché non arrivino in Calabria gli incentivi che in altre regioni giungono, lui dovrebbe porle a due soggetti istituzionali che sono il Governo e questa Giunta.

Non voglio fare altre polemiche, perché ci è stato assicurato dell’assessore, sia in Commissione che in questa sede, che la disponibilità rappresentava un contatto con il Governo il quale ha assicurato che la stessa quota degli incentivi economici che sono stati mandati nel 2003 saranno mantenuti nel 2004. Ma tutto ciò non basta, perché è un percorso che dobbiamo fare per qualificare questo strumento, questa legge che andiamo a deliberare da qui a poco.

L’assessore, giustamente, ha fatto un’analisi in Commissione in cui vedeva già per questo bacino una soluzione di ulteriore incentivazione economica per poter uscire da una situazione di crisi. E’ uno sforzo che abbiamo apprezzato, ma ci associamo anche alle rimostranze che alcuni colleghi del centro-sinistra hanno fatto per individuare quelle risorse economiche che permettono a questo bacino di avere la dignità che, oltretutto, gli compete.

Ritengo che il voto favorevole vada in questa direzione che esprimiamo su questa legge e non per esprimere riserve, ma per indicare e dare all’assessore una valutazione anche nostra rispetto al percorso futuro che ci attende, che sicuramente non sarà privo di difficoltà.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Vescio. Ne ha facoltà.

Salvatore VESCIO

Signor Presidente, colleghi, sono convinto che abbiamo fatto un buon lavoro, e pertanto sono soddisfatto. Devo dire che all’ottimo lavoro dell’assessore si è aggiunto quello della Commissione, dove si sono avuti contributi e valutazioni significativi, si è aggiunto oggi il comportamento della minoranza che, ad onor del vero – e bisogna darne atto – anche in Commissione ha consentito l’approvazione di questa legge.

Certo, sono d’accordo con l’onorevole Pacenza quando dice che la partita non è chiusa. Magari fosse così! Una legge, di per sé, non può produrre la stabilizzazione di circa 10 mila lavoratori. Io dico che ci siamo dati, invece, uno strumento attraverso il quale perseguire l’obiettivo della stabilizzazione di questi lavoratori, di un numero sempre maggiore, possibilmente di tutti i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. E’ uno strumento d’avanguardia – credo che nessuna Regione, penso alla Campania, si sia data uno strumento del genere – che tutti ci auguriamo possa innescare processi virtuosi ed avere come ricaduta benefici positivi, pur nella consapevolezza che la strada è molto difficile ed è in salita perché in Calabria non è facile creare occupazione. Le risposte che il mercato del lavoro dà sono certamente inferiori alle attese e, il più delle volte, senza l’aiuto dello Stato, le difficoltà aumentano.

Noi abbiamo messo in cantiere, tutti insieme, un ventaglio di azioni, tutto sommato immaginabili, possibili: i risultati adesso li attendiamo annualmente e il Consiglio regionale, ogni anno, è messo alla prova nel reperire risorse finanziarie e strategie da attuare.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.

Giuseppe BOVA

Non per allungare il numero degli interventi, perché altrimenti rischia di crearsi una situazione paradossale. Noi, tra poco, esprimeremo un voto favorevole che è tecnico, così come avevamo espresso una astensione tecnica in Commissione.

Noi abbiamo valutato, in questo senso condividendo molto di quelle che erano le preoccupazioni dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, che l’anno non si dovesse chiudere senza che un quadro di norme che ordinasse la possibile stabilizzazione dei lavoratori precari venisse definito ed approvato ed avevamo questo convincimento in termini tanto forti, da avere un atteggiamento comunque di grandissima responsabilità anche a fronte di un articolato, di una proposta nel merito non condivisa e non condivisibile fino a quel momento da parte nostra.

L’atteggiamento è stato quello di lavorare per avanzare un quadro di proposte integrative che, in qualche modo, dessero più certezza delle procedure, dei processi da un lato e, dall’altro, di un atteggiamento non di tipo volontaristico, ma, in qualche maniera, programmatico verso i livelli di responsabilità nazionale.

Il quadro che al momento si sta definendo consente di dire che la Regione Calabria sceglie questo verso, ma la responsabilità più grande non è la nostra, è della maggioranza e del governo regionale. Attenzione, io non so quanti di voi hanno sentito via via gli interventi che mi hanno preceduto, va detto però, a fronte della Finanziaria che a livello nazionale si sta licenziando, che quello che avete assunto è un impegno da far tremare le vene ed i polsi, altro che l’assicurazione di qualche Sottosegretario!

In secondo luogo, noi non vi stiamo chiedendo e non vi state impegnando solennemente e formalmente a coerenze, cioè per dire “faccio solo se il Governo mi dà”, in qualche maniera avete accettato un livello di sfida che contraddice, vi chiama a correggere sin da tempi ravvicinati, sin da subito un’impostazione e un andazzo quali sono quelli andati avanti.

Badate, l’articolato che abbiamo approvato, gli emendamenti che avete fatto vostri vi portano a dire che non è accettabile in alcun modo il ritardo sul documento di programmazione economica e finanziaria, o pensate che le misure per rispondere possano essere di natura estemporanea? Io penso, invece, che richiedano un impegno, una scelta, alcune delle priorità anziché altre.

Io lo so, vedo il Presidente della seconda Commissione, Talarico, che può dire “io l’ho scritto sui giornali, l’ho sottolineato, l’ho richiesto”. Il punto è che, votando la legge, per esempio, stasera, io e lei, onorevole Talarico, dobbiamo fare in modo che questa discussione arrivi in Commissione e in Aula in tempi ravvicinati e che alcune delle ipotesi che abbiamo avanzato rispetto alla passata Finanziaria, si concretizzino nella nuova, non con misure una tantum, con pressioni che facciano poi uscire dalle pieghe del bilancio qualche lira, occorre che si preveda una dotazione finanziaria in qualche maniera certa, ed anche se penso che non sia sufficiente da sola la spesa libera della Regione, ovviamente, essa può caratterizzare, esprimere dare un verso all’orientamento della volontà della Regione.

Lo so che, con i tempi che corrono, onorevole assessore al lavoro, molto probabilmente la Calabria non avrà un bilancio di previsione approvato fino al prossimo mese di aprile, perché lei è molto abile e molto bravo, è efficace nei suoi interventi, secondo me, e ci dice che a novembre 5 milioni di Euro sono molti rispetto al mese di dicembre che rimane per finire l’anno. Lei afferma un pezzo di verità, non la dice tutta nel momento in cui io e lei sappiamo che, a questa data, non è depositato in Consiglio uno straccio di proposta di previsione di bilancio e che, molto probabilmente, se e quando sarà depositato – e se non andiamo, com’è probabile, con l’esercizio provvisorio dei tre mesi – sarà di tipo tecnico, in cui verrà previsto solamente il finanziamento dell’ordinaria amministrazione, per cui il quadro delle rivendicazioni che sono insite nella nuova normativa non sarà, in qualche maniera, alla portata di nessuna trattativa e di nessuna concertazione – chiamatela come volete – prima del prossimo mese di maggio 2004.

Per cui la discussione di questa sera e la sfida certo fa carico a noi di che cosa? Del dire che noi siamo favorevoli a che questi lavoratori si stabilizzino? – e noi rifiutiamo di fare solo propaganda – che non accettiamo come linea massima nostra di responsabilità quella di dire “se la vedono loro”? Noi ricorriamo a questo quando non abbiamo altre alternative, quando non ci viene consentito di contribuire a delle leggi, e qui siamo per fare le leggi, che in qualche maniera consentano poi ai lavoratori stessi, a chi li rappresenta, agli enti locali, eccetera, di negoziare meglio servizi, garanzie, stabilità e diritti per la forza lavoro.

Quando niente di tutto questo, secondo noi, viene consentito, sarebbe da irresponsabili coinvolgersi in qualsivoglia provvedimento, ma per il resto con la riforma istituzionale in atto noi rivendichiamo a questo livello il diritto-dovere di licenziare leggi e, in quanto tali, non possono essere considerate proposte come leggi di una maggioranza e tanto meno di un esecutivo. E tentiamo, per evidenziare questa nostra impostazione, questa cultura, di praticare una linea dell’avanzare proposte, nel difendere, nell’argomentare e tutto il resto. Quindi è solo un aspetto.

Vorrei che fosse chiaro che gli atteggiamenti quali taluni di voi hanno tenuto con nonchalance e quali altri di voi, onorevoli della maggioranza, hanno subìto nella passata approvazione della Finanziaria e del bilancio, sono l’opposto a quello che serve. Quindi la responsabilità e la sfida cade su tutti voi e, in qualche modo - io non voglio farli entrare come i cavoli a merenda - l’impostazione di cui abbiamo discusso e votato rivendica un raccordo assai diverso tra l’assessorato al lavoro e quello alla formazione professionale, un quadro e una curvatura differente non solo sulla quantità, ma anche sulla qualità e sul verso dei fondi europei da utilizzare.

Quindi è a voi che lanciamo questa sfida, il nostro voto alza il livello delle responsabilità che voi vi state assumendo e non vogliamo fare delle considerazioni solo ex post, perché se ho capito bene – e la condividevo – la dichiarazione che faceva il collega Pacenza quando faceva riferimento alla legge urbanistica, che è un’ottima legge, ma è diventata un qualcosa che è servito solo a farsi propaganda a qualcuno sul “Sole 24 ore”, in questo caso la contraddizione sarebbe drammatica.

In conclusione, per non farla lunga, assessore, questa sera lei ci ha detto, con l’accoglimento della filosofia degli emendamenti, che ci sta a misurarsi con questo livello di problemi, con questo tipo di normativa e non si limiterà a stringersi nelle spalle, nel momento in cui ci dovessero essere delle difficoltà. La verifica la faremo in tempi brevi.

Badate bene, al di là dei singoli atteggiamenti, il nostro Paese, la Calabria in particolare, e non solo rispetto ai precari, conosce un conflitto in questo momento che non è solo di ordine fisiologico e credo che nessuno debba sottovalutare; al di là della fisionomia che ciascuna organizzazione sindacale riversa in questo momento e nella prospettiva dei prossimi mesi, i lavoratori e chi la rappresenta a livello sociale esprimeranno una piattaforma, delle iniziative, delle lotte che con l’impostazione e la legge che stiamo votando stasera abbiamo detto che, nei termini giusti, entra dentro l’Aula del Consiglio regionale e, quindi, con quello che è il nostro mestiere, cioè di fare, proporre e approvare le leggi, che è quello di occuparci dell’avere alta programmazione, non di linee generali, ma anche al di là della gestione che non ci compete, di vedere quali sono le priorità – questo è il Dpef – e come dislochiamo le risorse rispetto a questo.

Allora non lo so come concluderà lei su questo punto, signor Presidente del Consiglio, ma la proposta che avanzava l’onorevole Tommasi nel corso del suo intervento era riferita proprio a questo, cioè che prima che il mese si concluda e prima che il bilancio di previsione arrivi in Aula, noi chiediamo un confronto non fine a se stesso, ma che abbia, le questioni del lavoro, lo sviluppo e di come questo livello si impegna.

Io ritengo che sarebbe una cosa giusta che questo tipo di discussione non rimanesse in aria, che non si concluda solo con un documento general generico, perché l’unico documento che invera una discussione di questo tipo è il fatto che la Commissione, da qui a qualche giorno, possa discutere e licenziare liberamente il documento di programmazione economico-finanziaria che è la traduzione istituzionale di ogni seria, concreta e credibile politica del lavoro. Dentro questo, chi ha tela tesse e si vede se la Regione Calabria vuole misurarsi con l’idea e la prospettiva di un progetto d’urto, dentro cui ci sia gradualmente e con impegno faticoso una risposta, così come la legge ha in qualche maniera delineato, anche per quella parte dei cittadini calabresi che oggi sono Lsu-Lpu, perché in definitiva noi stiamo lavorando perché non ci siano in Calabria più lavoratori Lsu-Lpu, che cioè siano parte di un mondo del lavoro che emerge e senza enfasi, perché si tengono convegni in Calabria e qualcuno li agita come una clava, qualcuno difende o non difende ideologicamente la proposta che poi viene presentata come la riforma Biagi.

Stasera stiamo discutendo di una riforma in cui la flessibilità e la precarietà non vadano a diventare una fase per l’esclusione, stiamo ragionando e ci stiamo sfidando e noi esprimiamo un nostro voto perché ci sia un passaggio alla inclusione e in cui il termine flessibilità non venga visto con paura, diffidenza e, molte volte, negativamente dai lavoratori precari, perché in troppi casi quello che con enfasi abbiamo affermato si è tradotto, alla fine, in una diminuzione di diritti e, in qualche caso, negazione della stessa.

Il nostro voto tecnico favorevole è per voler dire che noi non concludiamo stasera, ma è il primo atto di un processo che già in questo mese deve vedere se si tratta di un confronto che abbia sbocchi concreti, la volontà del Consiglio di fare la propria parte nella ricerca faticosa e graduale di dare risposte stabili e positive. Con questo spirito noi voteremo il provvedimento.

PRESIDENTE

La parola all’assessore Mangialavori.

Antonino MANGIALAVORI, assessore al lavoro

Confesso che con molta fatica intervengo, perché le parole da voi usate nei miei confronti, anche se so che in politica i sentimenti vengono messi da parte, mi costringono ad essere quanto mai emozionato. Però mi corre l’obbligo, in modo così ufficiale, di dovere a Cesare quel che è di Cesare, ossia ringraziare tutti coloro (il Presidente Vescio, il Presidente Talarico, le forze sindacali, le forze sociali, l’Anci, l’Uncem, l’Api) che insieme a me hanno portato alla conclusione di questa, oggi legge, fino a ieri proposta di legge.

Era doveroso questo ringraziamento, perché da solo ero e sono conscio che non avrei potuto ottenere questo risultato.

Un grazie, poi, ai consiglieri tutti, di maggioranza, ma permettetemi un grazie ai consiglieri di opposizione, perché con il garbo che li contraddistingue hanno saputo rendere accettabili anche parole forti, ma poi è bastato il sorriso del collega Guagliardi per farmi intendere che ciò che aveva detto non dovesse essere preso in alcuna considerazione. Allora grazie, Guagliardi, grazie a tutti.

Io sono conscio – l’ho sempre detto e lo ripeto questa sera – che questa proposta o questa legge non è la panacea, però è un punto finalmente fermo per poter partire e pretendere quel sostegno economico e finanziario che noi andiamo a chiedere.

Dicono bene tutti, le parole sono una cosa, ma i fatti sono un’altra. Oggi con questa legge avremo il diritto di essere ascoltati ed esauditi, ma grazie soprattutto perché abbiamo saputo fare intendere ai lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità che le nostre promesse erano concrete e oggi sono fatti, ma grazie soprattutto per aver fatto sì che il mio impegno, assunto a nome di tutti i calabresi, fosse mantenuto, ossia l’impegno che in Calabria, mai per colpa nostra, si sarebbe verificato il tragico evento che si è verificato in provincia di Napoli.

Un anno di impegno da parte mia, del mio assessorato, ma che non è concluso. Noi sappiamo che questa è una legge che non raggiunge la perfezione, ne siamo perfettamente consci, ma siamo pronti con lo stesso impegno a migliorarla momento per momento. Non abbiamo mai promesso che, in poco tempo, in tre mesi o in un anno avremmo risolto il dramma; ci siamo posti un tempo, tre-quattro anni, perché dice bene l’onorevole Pirillo, 400 miliardi, mai abbiamo potuto pensare di ottenerli nell’arco di così poco tempo, però 100 miliardi sì e noi, programmando insieme in questo Consiglio, raggiungeremo l’obiettivo, perché nessuno dei consiglieri, né di centro-destra né di centro-sinistra, sottovaluterà l’impegno d’onore che abbiamo assunto verso queste categorie.

Concludo – perché due minuti mi aveva concesso il Presidente – impegnandomi a far sì che in Consiglio si discuta in una seduta, insieme, l’intera problematica del lavoro e, insieme, si possa continuare ad andare avanti.

PRESIDENTE

Prima di passare alla votazione finale di questo progetto di legge, consentitemi di esprimere i ringraziamenti a tutti i colleghi di maggioranza e di opposizione che hanno lavorato su questa legge, a tutti i colleghi qui presenti perché credo che il Consiglio regionale abbia fatto un buon lavoro e, in ogni caso, voglio riprendere la proposta che aveva fatto l’onorevole Tommasi, ma anche l’onorevole Bova e alla fine ripresa anche dall’assessore Mangialavori, che in una prossima seduta di Consiglio vedremo di individuare i tempi e i modi per fare un dibattito più aperto, più ampio sul tema del lavoro, che credo sia un argomento che riguarda non solo l’opposizione, ma in modo particolare, forse, in questo caso la maggioranza, nel senso che al momento è al governo e quindi ha maggiori responsabilità, ma in ogni caso tutti.

Pongo in votazione la legge recante: “Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità”.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Prima di passare al prossimo punto all’ordine del giorno, pregherei i colleghi capigruppo solo un minuto al banco della Presidenza per regolarci come procedere.

La seduta sospesa alle 21,20 è ripresa alle 21,26

Il secondo punto all’ordine del giorno che era “realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria”, d’accordo con tutti i capigruppo, siccome manca un parere formale, che è quello della seconda Commissione per quanto riguarda la competenza finanziaria, c’è l’impegno di portarlo alla prossima seduta di Consiglio, facendo fare un passaggio rapido – e anche l’onorevole Talarico, il Presidente della Commissione, era presente e quindi si è impegnato in tal senso a metterlo al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta di Commissione – e quindi essere sicuri che, una volta approvato, ci siano i fondi per poter realizzare quello che la legge prevede.

Mozione n. 78 a firma Tommasi ed altri: “Sui canoni demaniali”

PRESIDENTE

L’altro punto, come d’accordo, attiene alla mozione n. 78 presentata dall’onorevole Tommasi “Sui canoni demaniali”, che lo invito a volerla illustrare.

Diego Antonio TOMMASI, relatore

Presidente, la proposta di mozione riguarda l’aumento sproporzionato dei canoni demaniali previsti nella Finanziaria che il Governo ha già approvato al Senato. Le attività per l’utilizzo delle aree balneari in Calabria non possono essere appesantite di ulteriori balzelli che non sono tali se si considera che è previsto addirittura un aumento del 300 per cento.

Il sistema turistico calabrese ha bisogno non di appesantimenti finanziari, bensì di incentivi, perché in alcune regioni d’Italia forse l’utilizzo delle aree demaniali distribuiti in più mesi nell’anno portano anche una redditività tale da poter prevedere un aumento. Per quanto riguarda la nostra regione, vista la ristrettezza del periodo dell’attività balneare, gli impianti balneari, i campeggi e chi utilizza queste aree demaniali non può essere appesantito di queste ulteriori tasse.

Poiché la nostra è una regione che rientra nell’Obiettivo 1, che ci sono circa 2 mila aziende balneari con un indotto economico non elevato, ma sicuramente una forza lavoro di circa 10 mila utenti, riteniamo che il Consiglio debba impegnare la Giunta ad assumere un’iniziativa forte verso il Governo e richiedere una revisione complessiva del sistema dei canoni di concessione ai fini turistici e balneari. e ad attivarsi - terzo punto – perché ci sia il trasferimento alle Regioni e ai Comuni dei proventi dei canoni demaniali.

Questo è il contenuto della mozione, credo che sia sufficiente l’illustrazione…

PRESIDENTE

Per quanto mi riguarda, condivido la mozione, con la maggioranza, voglio aggiungere, avevamo preso iniziative in tal senso perché riteniamo giusti i contenuti in riferimento a quelli che sono gli aumenti previsti per i canoni demaniali. Pongo, pertanto, in votazione la mozione.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 114/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione conto consuntivo anno 2000 del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la Proposta di provvedimento amministrativo n. 114/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione conto consuntivo anno 2000 del Consiglio regionale”

Il relatore, onorevole Occhiuto, ha facoltà di svolgere la relazione.

Roberto OCCHIUTO, relatore

Presidente, se mi permette svolgo un'unica relazione sulle due proposte che riguardano l’approvazione dei conti consuntivi del Consiglio una riferita all’anno 2000, e l’altra all’anno 2001. Trattasi di atti dovuti, cioè l’approvazione dei conti consuntivi del Consiglio. In proposito c’è una voluminosa relazione che insieme ad altri due consiglieri regionali e colleghi revisori abbiamo sviluppato e, se i colleghi sono d’accordo, la darei per letta, essendo depositata da un po’ di settimane. Invito pertanto i consiglieri a volersi esprimere positivamente.

PRESIDENTE

Pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo 114/7^ relativo al conto consuntivo anno 2000.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 174/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Approvazione conto consuntivo anno 2001 del Consiglio regionale”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno, sul quale ha già relazionato l’onorevole Occhiuto, riguarda la proposta di approvazione del conto consuntivo del Consiglio regionale anno 2001.

Pongo in votazione il provvedimento amministrativo 174/7^ relativo al conto consuntivo anno 2001.

(Il Consiglio approva)

(E’ riportata in allegato)

Proposta di provvedimento amministrativo n. 255/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Assestamento al bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2003”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca la proposta di provvedimento amministrativo n. 255/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Assestamento al bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2003”

Il relatore, onorevole Pilieci, ha facoltà di svolgere la relazione.

Francesco PILIECI, relatore

Mi rifaccio alla relazione scritta depositata.

PRESIDENTE

Nessuno chiede di parlare, pertanto pongo in votazione la proposta di provvedimento amministrativo n. 255/7^.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Mozione n. 77/7^ dei consiglieri Chiarella e Bova: “In ordine alla sentenza del Tribunale dell’Aquila che ha deciso la rimozione del Crocifisso dalle due scuole di Ofena

PRESIDENTE

L’altro punto all’ordine del giorno riguarda la mozione n. 77/7^ dei consiglieri Chiarella e Bova: “In ordine alla sentenza del Tribunale dell’Aquila che ha deciso la rimozione del Crocifisso dalle due scuole di Ofena”, che pongo direttamente in votazione.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

Progetto di legge n. 452/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8”

PRESIDENTE

Il prossimo punto all’ordine del giorno riguarda il progetto di legge n. 452/7^ di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8”.

Nessuno chiede di intervenire, pertanto pongo in votazione il progetto di legge n.452/7^.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Progetto di legge n. 453/7^ di iniziativa dei consiglieri Gagliardi, Pilieci, Chiarella ed altri, recante: “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8”

PRESIDENTE

L’ordine del giorno reca il progetto di legge n. 453/7^ di iniziativa dei consiglieri Gagliardi, Pilieci, Chiarella ed altri: “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8”, che pongo direttamente in votazione trattandosi di articolo unico.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportato in allegato)

Mozione n. 72/7^ di iniziativa del consigliere Mistorni ed altri: “In ordine all’annunciata chiusura del reparto di tessitura dello stabilimento “Marlane” di Praia a Mare, in provincia di Cosenza”

PRESIDENTE

Adesso c’è un la mozione n. 72 di iniziativa del consigliere Mistorni ed altri: “In ordine all’annunciata chiusura del reparto di tessitura dello stabilimento “Marlane” di Praia a Mare, in provincia di Cosenza”.

Prego, onorevole Mistorni.

Giuseppe MISTORNI, relatore

Presidente, è una mozione fatta propria da tutto il centro-sinistra che riguarda la “Marlane” di Praia a Mare. Vi è il rischio concreto che entro la fine di questo mese 191 lavoratori vengano messi in mobilità e quindi preludio del licenziamento, oltre ad altre 50 unità di lavoro collaterale.

Da premettere, Presidente, che la “Marlane” non dismette per motivi inerenti alla mancanza di capacità di lavoro, alla professionalità dei lavoratori, alla frequenza, perché molte volte nel Meridione ci sono molte assenze, quindi il cosiddetto assenteismo, qui vi è tutt’altro: la frequenza assidua dei lavoratori che hanno contribuito a rendere a livello europeo e mondiale il marchio della “Marlane”.

Ora si assiste allo smantellamento dell’attività di tessitura con la certezza di utilizzare il marchio “Marlane” in zone del Nord-Est, in modo particolare in Cecoslovacchia.

Da tenere ancora presente – e mi dispiace che manchi la maggioranza – che vi sono state possibilità di incrementare le risorse anche con i fondi del patto territoriale, circa 10 miliardi, per consentire la continuità lavorativa e l’attività di questa azienda.

Allora, Presidente, si chiede un impegno forte del governo regionale affinché si costituisca un tavolo di concertazione a livello nazionale – qua io avevo messo “task force”, ma d’accordo con me anche l’amico Occhiuto parliamo invece di ministero delle attività produttive -, in modo che si veda coinvolta, oltre che i sindacati nazionali, principalmente la società “Marzotto”, ciò per far superare in maniera concreta questo delicato momento.

Per cui facciamo voti affinché il Presidente della Giunta e l’assessore al ramo si prodighino per far sì che a Roma, al ministero delle attività produttive si apra questo tavolo di concertazione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Naccarato.

Paolo NACCARATO

A nome della maggioranza concordo con l’impostazione e le osservazioni del collega Mistorni. Volevo semplicemente, signor Presidente e collega Mistorni, aggiungere nella parte finale della mozione qualcosa di più stringente, cioè qui è inutile girare intorno alla questione. Il punto è molto semplice: il Governo nazionale e il governo regionale devono avere la capacità persuasiva, anche sulla base di quello che è accaduto negli scorsi anni e negli scorsi mesi in termini di sostegno a questa azienda, di dire “legittima l’aspirazione di andarvene all’estero, ma questa è una cosa che per questa azienda voi non potete fare”, e allora si induce la proprietà a rivedere, in qualche misura, questa decisione per noi veramente assurda – condivido le preoccupazioni del collega Mistorni – ma l’alternativa a questa è una sola, cioè che il tavolo di concertazione debba individuare contestualmente una soluzione alternativa, perché se no siamo sul piano delle chiacchiere ed io credo che questa situazione tutto possa avere, tranne che non avere certezze perché c’è una situazione davvero pesante.

Allora la mia idea è di trovare, dove dice, collega Mistorni, “per individuare in maniera concreta la situazione che si è determinata”, una formula più stringente anche rispetto alla Giunta e al Governo nazionale, cioè quasi vincolante in cui si possa dire che, se non si ottiene dalla proprietà della “Marlane” un risultato positivo, bisogna che la stessa “Marlane” sospenda tutte quelle procedure che vogliono mettere in essere, già dal 15 novembre, in attesa che il concerto del Governo nazionale con il governo regionale individui una soluzione alternativa, altrimenti siamo punto e daccapo e da questa vicenda non ne usciamo.

Da questo punto di vista, signor Presidente, nell’annunciare il mio voto favorevole a questa mozione, anzi, se è possibile, aggiungere anche le nostre firme per essere una cosa condivisa, vorrei pregare gli uffici di trasformare, di prendere nota, se i colleghi del centro-sinistra concordano, di questo ulteriore rafforzamento, in modo che la mozione possa risultare anche agli occhi di chi legge più stringente, con una ultima raccomandazione: essa va trasmessa, a mio giudizio, oltre che agli organi della Giunta regionale, anche al Governo nazionale a cura del Presidente del Consiglio, a cominciare dalla Presidenza del Consiglio dei ministri ai ministri competenti, perché credo che anche questo possa essere un granello di aiuto che va nel senso di trovare – speriamo davvero – una soluzione.

PRESIDENTE

La parola all’onorevole Pacenza.

Franco Mario PACENZA

Presidente, prendo atto dell’impegno che lei ha assunto poco fa in risposta a sollecitazioni di altri colleghi di calendarizzare tra le prossime sedute, possibilmente la prossima, un dibattito sulle questioni dell’emergenza lavoro, perché ormai c’è uno stillicidio impressionante nella nostra regione e quindi ritengo che sia un nostro dovere avere la capacità di raccogliere, di fare sintesi, di far sentire anche la vicinanza e l’autorevolezza del Consiglio regionale alle tante emergenze che ci sono.

Rispetto a questo dato specifico, invece, della mozione riguardante la vicenda “Marlane”, registro con preoccupazione – vorrei che il collega Naccarato mi ascoltasse – che non c’è dubbio, che lo sblocco e lo sbocco della vicenda possa stare solo dentro un’iniziativa forte del ministero delle attività produttive. Oltretutto in queste settimane, anche dentro la proposta di Finanziaria 2004, c’è un capitolo che riguarda la difesa del “made in Italy” e siccome parliamo di uno dei più grandi gruppi industriali del tessile italiano e “Marzottoinsiste nella realtà di Praia ormai da oltre un trentennio, acquisire una sconfitta sulla vicenda “Marlane” significa arretrare complessivamente sulle situazioni del produttivo in questa regione.

Vorrei, però, rappresentare che nella specifica circostanza anche il ruolo del governo regionale – me lo si permetta – è assolutamente inadeguato. Lì ci sono iniziative sistematiche dei lavoratori, delle amministrazioni, insomma mi pare che l’unica cosa sia – con tutto il rispetto – che si è riusciti a coinvolgere in questi mesi il capo di Gabinetto della Regione. Da questo punto di vista, una iniziativa nella massima espressione del governo regionale si impone perché, anche dentro lo strumento della interlocuzione con il Governo, è altra cosa l’iniziativa del Presidente della Giunta rispetto ad altro rappresentante.

Ultima osservazione, Presidente: tra qualche giorno la Commissione bilancio sarà chiamata a discutere della proposta del governo sui contratti di investimento. Io ritengo che, siccome questo strumento non verrà in Aula, si tratta appunto di Regolamento attuativo della legge Finanziaria, il Consiglio debba anche stimolare e indicare alla Commissione come assumere il tessile come settore prioritario dentro la possibilità di investimenti nella nostra regione, cioè dobbiamo anche sforzarci di costruire strumenti operativi.

La proposta avanzata dal governo regionale non va in questa direzione perché è molto confusa, tenta di parlare a tutto il sistema produttivo regionale. Noi, invece, a mio parere, dobbiamo lavorare perché ci possano essere strumenti specifici di riferimento, quindi anche qui dentro l’articolazione ritengo, se è possibile, che vada indicato oltre alle cose già proposte dai colleghi, anche questo di utilizzare l’istituto del contratto degli investimenti a partire da situazioni emergenziali, come quella della “Marlane”, appunto la vicendaMarzotto”, e poi lala vicenda Castrovillari, San Gregorio, quindi noi indichiamo un orientamento di settore.

PRESIDENTE

Grazie, onorevole Pacenza, con queste aggiunte, che credo possano essere accettate, mi permetto di proporre, se siete d’accordo, che in questa situazione venga anche trattato allo stesso modo il polo tessile di San Gregorio ed anche mi pare ci sia Castrovillari. Quindi inseriremmo in questa mozione questi altri due punti di crisi, come è giusto che sia.

Pongo in votazione la mozione con le modifiche proposte ed apportate.

(Il Consiglio approva all’unanimità)

(E’ riportata in allegato)

C’era, poi, un altro ordine del giorno dell’onorevole Tommasi sul condono edilizio che lui stesso, considerando l’orario, mi ha chiesto di spostare alla prossima seduta di Consiglio regionale.

Diego Antonio TOMMASI

Presidente, è la seconda o la terza seduta che viene rinviato. A nome del centro-sinistra e dei capigruppo del centro-sinistra, chiediamo l’inserimento di questo argomento al primo punto della prossima seduta.

PRESIDENTE

Al primo punto non è possibile perché poco fa con tutti i capigruppo abbiamo deciso che il primo punto sarà la realizzazione del sistema integrato di interventi dei servizi sociali.

Diego Antonio TOMMASI

Lo metteremo al secondo punto.

PRESIDENTE

E al terzo punto inseriamo le nomine, come era previsto, che sono rimaste e non sono state approvate.

Diego Antonio TOMMASI

Quindi, resta inteso che il documento sarà posto al secondo punto.

Convocazione della prossima seduta

PRESIDENTE

Il Consiglio sarà convocato a domicilio. Vi anticipo che, probabilmente, come avevamo stabilito, non sarà il 24, perché ho un impegno con la Conferenza dei Presidenti a Milano e quindi in quella data sono occupato, ma a distanza di qualche giorno che concorderemo insieme.

La seduta termina alle 21,44


Allegati

Congedi

Hanno chiesto congedo i consiglieri: Fava, Gallo, Grimaldi, Tripodi M.

(Sono concessi)

Annunzio di progetti di legge e loro assegnazione a Commissioni

E’ stato presentato alla Presidenza il seguente progetto di legge di iniziativa dell’Ufficio di Presidenza:

“Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8 20.10.2003” (P.L. n. 452/7^).

E’ assegnato alla seconda Commissione – Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Sono stati presentati alla Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa dei consiglieri:

Gagliardi, Pilieci, Chiarella, Leone e Pisano - “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8” (P.L. n. 453/7^)

E’ assegnato alla prima Commissione – Politica istituzionale - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Rizza – “ Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 23 luglio 2003, n. 11, recante: “Disposizioni per la bonifica e tutela del territorio rurale. Ordinamento dei Consorzi di Bonifica” (P.L. n. 454/7^)

E’ assegnato alla quarta Commissione – Politica ambientale.

(Così resta stabilito)

Nucera – “Riconoscimento e sostegno dell’Associazione per l’aiuto a soggetti con sindrome di Prader Willi ed alle loro famiglie ‑ Sezione Calabria (P.L. n. 455/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Occhiuto – “Provvedimenti ed incentivi in materia di adozioni internazionali per le coppie calabresi” (P.L. n. 456/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Pirillo – “Modifiche ed integrazioni della L.R. n. 30 del 26.11.2001. Norme per la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi spontanei epigei freschi e conservati” (P.L. n. 457/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Pirillo – “Istituzione della Giornata regionale per la legalità” (P.L. n. 458/7^)

E’ assegnato alla prima Commissione – Politica istituzionale - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Tripodi P. – “Contributo per ristrutturazione ed ampliamento Teatro ‑ Cinema Opera Salesiana di Bova Marina” (P.L. n. 459/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Pisano – “Modifica ed integrazioni alla legge regionale 27 dicembre 2002, n. 50, recante: “Istituzione di una commissione consiliare contro il fenomeno della mafia in Calabria” (P.L. n. 460/7^)

E’ assegnato alla prima Commissione - Politica istituzionale.

(Così resta stabilito)

Tommasi – “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 novembre 2001, n. 30, recante: “Norme per la regolamentazione della raccolta e della commercializzazione dei funghi spontanei, epigei, freschi e conservati” (P.L. n. 461/7^)

E’ assegnato alla seconda Commissione - Sviluppo economico.

(Così resta stabilito)

Vescio – “Promozione e sviluppo dell’associazionismo culturale e sociale nella Regione Calabria” (P.L. n. 462/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

Vescio – “Valorizzazione in Calabria della figura di San Francesco di Paola nel V° centenario della sua morte” (P.L. n. 463/7^)

E’ assegnato alla terza Commissione – Servizi sociali - ed alla seconda – Sviluppo economico - per il parere.

(Così resta stabilito)

Annunzio di proposta di provvedimento amministrativo e sua assegnazione a Commissione

E’ stata presentata la seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta regionale:

“Nomina componenti del Collegio dei revisori dei conti. L.R. 34/2001 art. 9. Art. 28 Statuto – (delibera n. 854 del 28.10.2003) (P.P.A. n. 256/7^)

E’ assegnata alla prima Commissione - Politica istituzionale.

(Così resta stabilito)

Trasmissione di deliberazioni

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 808 de! 28.10.2003, recante: “Piano per l’anno 2003 degli interventi a favore dei lavoratori emigrati. L.R. 17/90 art. 4” (Parere n. 69)

E’ assegnata alla Commissione Politiche Comunitarie.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 860 del 4.11.2003, recante: “Indirizzi per la programmazione degli interventi attuativi della L.R. n. 2/86 e dell’Osservatorio Regionale per l’educazione alla legalità. Impegno di spesa Upb 4.02.03 ‑ Cap. 3313112 e Cap. 3313113 anno 2003” (Parere n. 70)

E’ assegnata alla terza Commissione - Servizi sociali.

(Così resta stabilito)

La Giunta regionale ha trasmesso per il parere della competente Commissione consiliare la deliberazione n. 861 del 4.11.2003, recante: “ L.R. 17/85. Impegno sul cap. 3131102 del B.R. 2003 della somma di euro 1.550.000,00” (Parere n. 71)

E’ assegnata alla terza Commissione - Servizi sociali.

(Così resta stabilito)

Promulgazione di leggi regionali

Il dirigente del Settore legislativo della Giunta regionale ha comunicato che, in data 30 ottobre 2003, il Presidente della Giunta regionale ha promulgato le seguenti leggi regionali che sono state pubblicate sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, supplemento straordinario n. 1 del 5 novembre 2003:

1. Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 15, recante: “Norme per la tutela e la valorizzazione della lingua e del patrimonio culturale delle minoranze linguistiche e storiche di Calabria”;

2. Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 16, recante: “Incentivazione del trasporto ciclistico in Calabria”;

3. Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 17, recante: “ Prestazioni assistenziali ed integrative a favore dei grandi invalidi di guerra, mutilati ed invalidi di guerra e mutilati ed invalidi per servizio”;

4. Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 18, recante: “ Modifica alla legge regionale 7 marzo 2000, n. 10;

5. Legge regionale 30 ottobre 2003, n. 19, recante: “Modifica dell’art. 17, commi 8 e 12 della legge regionale 25 novembre 1996, n. 32 relativamente alla misura del gettone di presenza spettante ai componenti delle Commissioni assegnazioni alloggi E.R.P.”.

Interrogazioni a risposta scritta

Tripodi M. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

lo Stato, in ottemperanza alla legge delega 15.3.1997, n. 59, ha conferito alle Regioni ed agli Enti Locali i compiti e le funzioni relativi al trasporto pubblico locale, trattenendo alla propria competenza i compiti e le funzioni di cui all'art. 4 del D.lgs 422/97;

la Regione Calabria, con la legge regionale 7.8.1999, n. 23, concernente "Norme per il trasporto pubblico locale" e successive modifiche, ha inteso al comma 1 dell'art. 3, sub h), prevedere l'assunzione delle funzioni e dei compiti di cui agli artt. 8 e 9 del D.lgs su richiamato;

ai sensi e per gli effetti dell'art.31 della legge 149/99 è stata costituita Ferrovie della Calabria con un capitale sociale pari a 25 milioni di euro con il Ministero dei Trasporti quale unico socio;

tra la Regione Calabria ed il Ministero dei Trasporti e della Navigazione è stato stipulato un Accordo di Programma Quadro, al fine di dare concreta attuazione a quanto sopra detto;

la Giunta regionale con la deliberazione 10.4.2001, n. 305, ha dato seguito a quanto previsto dal Dpcm 16.11.2000, prendendo atto della delega riguardante il conferimento di funzioni e compiti di programmazione, di amministrazione e di trasferimento di beni e di risorse finanziarie inerenti l'ex Gcg Ferrovie della Calabria;

tra i vari adempimenti, per l'acquisizione gratuita di Ferrovie della Calabria, era necessaria una verifica delle prospettive economiche, con analisi dei costi e dei benefici per accertare la relativa convenienza o i maggiori oneri a carico della Regione Calabria per l'acquisizione delle quote societarie;

la Giunta regionale, con deliberazione 17.12.2002, n.1190, ha dichiarato che tale adempimento non è stato definito per infruttuosità del relativo incarico a suo tempo conferito;

con delibera di Giunta regionale 1190/2002 è stato proposto al Consiglio Regionale un disegno di legge per l'acquisizione a titolo gratuito delle quote di Ferrovie della Calabria, in esecuzione dell'Accordo di Programma Quadro stipulato tra la Regione Calabria ed il Ministero dei Trasporti e della Navigazione in data 11.2.2000;

la delibera stabilisce che il bilancio delle Ferrovie della Calabria relativo al 2001 è in utile di esercizio e che le valutazioni del Comitato di Verifica e di Monitoraggio non hanno evidenziato criticità o ostacoli alla piena attuazione dell'Apq, oltre alla mancata acquisizione delle quote della Fc;

la società Ferrovie della Calabria gestisce attualmente servizi di competenza regionale, con i beni di proprietà regionale e con risorse economiche erogate dalla Regione, nonostante che la normativa attuale, attribuisca le competenza, in materia di trasporto locale, esclusivamente in capo alla Regione;

la citata delibera 1190/2002 ha stabilito che l'acquisizione delle quote societarie non comporta, in questa fase, alcun onere, salvo quelli di aumento di capitale, in conseguenza della trasformazione della citata società a responsabilità limitata in società per azioni;

a quanto pare, la società Ferrovie della Calabria ha effettuato 30 assunzioni di autisti, con contratto di Formazione e Lavoro per due anni;

la selezione è stata effettuata, pare, da una società privata di Milano;

tutto ciò, è avvenuto peraltro in concomitanza del passaggio di Ferrovie della Calabria dallo Stato alla Regione e desta allarme e preoccupazione sia dal punto sociale che economico -:

1. se sono a conoscenza dei fatti sopra esposti;

2. se risponde a verità la notizia seconda la quale la società Ferrovie della Calabria ha assunto 30 autisti con contratto di Formazione e Lavoro, per due anni;

3. quali sono stati i criteri e le modalità per la scelta della società che doveva procedere alla selezione;

4. se è stato dato avviso pubblico e con quali modalità, per l'assunzione dei 30 autisti in questione;

5. se la società Ferrovie della Calabria per regolamento è tenuta ad effettuare avvisi pubblici, per l’assunzione di personale;

6. se è vero che, a fronte di 400 domande, la società privata addetta alle selezioni ha chiamato a colloquio solo 60 candidati;

7. se è vero che alcuni candidati sono stati ammessi con una domanda inviata via fax;

8. se non sarebbe stato più opportuno procedere all'assunzione mediante l'indizione di un pubblico concorso;

9. se tutto ciò fosse vero, quali sono gli interventi immediati che la Giunta regionale intende assumere, al fine di garantire uguali diritti a tutti i disoccupati della Calabria.

(478; 22.10.2003)

Tripodi M. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

dal 1990, ha seguito dell'apertura della Strada di Grande Comunicazione Jonio‑Tirreno, che collega Gioiosa Jonica con Rosarno e viceversa, si sono create nuove ed alternative modalità di mobilità e di possibilità di spostamento tra la zona Jonica, conosciuta anche come zona della locride, e quella Tirrenica della Provincia di Reggio Calabria;

la Comunità Montana della Limina (RC) ha più volte richiesto, a seguito dell'apertura della Sgc Jonio‑Tirreno, attraverso apposite deliberazioni e numerose lettere, alla Provincia di Reggio Calabria ed alla Regione, 1a creazione di un sistema integrato di trasporti che collegasse, attraverso dei pullman, la zona Jonica con la stazione FF.SS. di Rosarno, facendo coincidere le partenze e gli arrivi dei treni Eurostar ed Intercity con l'arrivo e la partenza di questi pullman;

la stessa Comunità montana della Limina. ha richiesto dei collegamenti speciali con i pullman verso gli aeroporti di Reggio Calabria e Lamezia Terme;

tutti questi suggerimenti della Comunità Montana della Limina sono rimasti inascoltati, nonostante facciano parte integrante del piano regionale dei trasporti, varato il 3 marzo del 1997;

numerose sono le lamentele da parte dei Sindaci, degli operatori economici, della popolazione residente della zona Jonica, che sono fortemente penalizzati poiché costretti a disagi di ogni genere;

la Strada Jonio‑Tirreno è stata costruita proprio per rompere l'atavico isolamento dei Comuni della fascia jonica della Provincia di Reggio Calabria, al fine di creare reali possibilità di sviluppo e progresso per queste zone troppo spesso marginali ed escluse dalla possibilità di una reale crescita economica, produttiva e sociale -:

1) se sono a conoscenza dei fatti sopraccitati;

2) perché a tutt'oggi non è stato rispettato quanto previsto nel piano regionale dei trasporti varato il 3 marzo del 1997;

3) cosa intendono fare per dare una risposta alle continue e pressanti richieste fatte dai Sindaci della zona Jonica e dalla Comunità Montana della Limina per potenziare il trasporto pubblico locale al fine di creare collegamenti stabili con la zona Tirrenica della Provincia di Reggio Calabria;

4) se non ritengano che la mancanza di tali collegamenti penalizza oltremodo lo sviluppo economico, turistico e culturale dell'intera zona Jonica;

5) se non ritengano assolutamente inconcepibili le situazioni di difficoltà imposte ai cittadini residenti nella zona Jonica della Provincia di Reggio Calabria, soggetti a continui disagi per raggiungere la stazione FF.SS. di Rosarno e gli scali aeroportuali di Reggio Calabria e Lamezia Terme.

(479; 27.10.2003)

Guagliardi. All’assessore ai trasporti. Per sapere – premesso che:

sono numerosi i disagi denunciati dagli studenti (medi e universitari) e dai lavoratori lametini che puntualmente da diversi anni a questa, parte, sopportano ogni mattino per poter raggiungere Cosenza tramite i servizi bus della società ferroviaria della “Calabria S.r.l." ;

nonostante la popolazione studentesca aumenta esponenzialmente di anno in anno la società "Ferrovia della Calabria S.r.l." ha sempre mantenuto lo stesso assetto di servizio con pochi automezzi che non riescono a garantire un adeguato servizio ai viaggiatori;

gli utenti spesso sono costretti a restare in piedi per tutta la tratta Lamezia-Cosenza violando palesemente le raccomandazioni del Codice della strada che vieta tassativamente il viaggio in piedi a bordo di autobus nei tratti autostradali;

spesso le corse aggiuntive per sopperire al problema vengono richieste in “tempo reale" a Catanzaro una volta giunti a Lamezia o a Falerna con il risultato che studenti e lavoratori raggiungono il posto di lavoro con molte ore di ritardo;

lo scorso 6 ottobre la corsa delle 06:40 Lamezia ‑ Cosenza ha accumulato un ritardo di oltre tre ore;

tutto questo comporta per gli studenti notevoli ritardi rispetto all'orario di inizio delle lezioni e per i lavoratori dover recuperare oro di lavoro perse per cause non dipendenti dalli propria volontà;

spesso i conducenti sono costretti a turni massacranti per garantire le corse aggiuntive e gli straordinari sono sottopagati;

tutto ciò comporta disguidi ai cittadini‑utenti dei servizi di trasporto e un depotenziamento dei servizi pubblici con un conseguente incremento del numero di auto private circolanti sulle strade -:

se è a conoscenza dei fatti sopra esposti;

se intende intervenire con urgenza al fine di garantire ai cittadini i servizi di trasporto necessari a collegare i principali centri della regione con l'Università della Calabria nonché a garantirne la dovuta efficienza;

se intende stanziare fondi sufficienti a garantire un’adeguata mobilità regionale tale da favorire l'utilizzo di mezzi di trasporto collettivi.

(480; 27.10.2003)

Interrogazione a risposta orale

Naccarato, Pezzimenti, Pisano. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore all’urbanistica. Per sapere – premesso che:

a seguito delle allarmanti notizie, diffuse dai mezzi di informazione, relative alla delicatissima vicenda che rischia di travolgere la "MarlaneMarzotto", sita in agro del Comune di Praia a Mare, uno dei pochi insediamenti industriali economicamente sani detta fascia del Tirreno Cosentino, appare indispensabile ed urgente dare risposte puntuali ed esaustive soprattutto perché investono direttamente il futuro di molte famiglie oltre che più in generale detta popolazione dell'intero comprensorio, ed individuare ‑ ove si desse esecuzione agli intendimenti manifestati ed emersi ‑ le soluzioni più adeguate alla gravità detta situazione socio‑ economica che verrebbe a crearsi;

a quanto si è appreso il Comune di Praia a Mare (Cs), con la delibera n. 7 del 24.1.90, ha adottato un progetto di P.R.G., pubblicato, secondo la legge 1942/1150, per 90 giorni, onde consentire eventuali osservazioni;

nei termini furono presentate 44 osservazioni esaminate da quel Consiglio comunale il 18.12.1993 e, tra queste, ve n'era una, la n. 29 (35 prot. spec.), datata 20.4.1990, avanzata dalle Organizzazioni Sindacali Territoriali: Filtea, Cgil, Cisl, Uilte e Utl;

con tale osservazione, le citate organizzazioni sindacali contestavano la previsione inerente l'area su cui, dal 1957, insisteva ed insiste anche lo stabilimento "Marlane", di proprietà oggi della Gmf S.p.A., "Manifatture Lane Gaetano Marzotto e figli", qualificata come "Zona B/D", "mista industriale, residenziale, turistico ‑ ricettiva e di servizio, soggetta a programma unitario di riqualificazione", e chiedevano che, "per motivi di continuità occupazionali e salvaguardia dell'equilibrio socio ‑ economico dell' intero compendio territoriale", fosse definita come zona "D1", cioè "zona di uso industriale";

con la delibera n. 18/93, il Comune di Praia a Mare (Cs), riconosciutane la fondatezza, accolse " all'unanimità" l'osservazione delle organizzazioni sindacali e, contestualmente, approvò la modifica e classificò l'intera area, dello stabilimento "Marlane", "zona D1", destinata cioè ad uso industriale, ed integrò, conseguentemente, le relative norme tecniche di attuazione con l'art. 21/1;

la delibera n. 18/93, a quanto risulta mai abrogata e/o ritirata, il 24.2.94, nota n. 1625, ai sensi delle leggi regionali n. 20/80 e n. 15/81, naturalmente con relativo P.R.G., era trasmessa all’Assessorato regionale all'Urbanistica dal Comune di Praia;

all'approvazione definitiva del richiamato P.R.G. di Praia a Mare (Cs) si è pervenuti in virtù del silenzio ‑ assenso, dopo 180 giorni, di cui all'art. 1, comma 2, legge regionale 11.7.94 n.16;

con delibera n. 5 del 4.2.95, il Consiglio comunale di Praia a Mare (Cs), nel prendere atto della tacita approvazione dei P.R.G., ha però fatto riferimento, a quanto pare, non atte "tavole" del P.R.G. di cui atta delibera n.18/93, ma a quelle detta delibera n. 7/1990, esaminate in sede di adozione;

pertanto, l'apportata modifica inerente l'area "Marlane" del 18.12.1993, è come se non fosse mai intervenuta, pur facendo, la legge n.1b/94, esplicito riferimento "agli strumenti urbanistici adottati con l'esame delle osservazioni da parte dei consigli comunali";

il 25.4.2002, con delibera n. 4, il Consiglio comunale di Praia a Mare (Cs), ha adottato una Variante Parziale al P.R.G., con alcune modifiche di destinazione urbanistica anche sull'area industriale sita a monte del rilevato ferroviario, e, dopo l'esame delle osservazioni, delibera consiliare n. 14 del 18.7.2002, la stessa è stata trasmessa alla Regione Calabria ed approvata dal Dirigente Generate ‑ Dipartimento Urbanistica con decreto n. 162 del 15.1.2003, ma, anche in questo secondo caso, l'osservazione (non formalmente riproposta) delle organizzazioni sindacali non è stata tenuta in alcuna considerazione e l'area "Marlane" è rimasta zona mista. Infatti, la Variante esaminata ed approvata dalla Giunta regionale, con delibera n. 1184 del 17.12.2002, non aveva a base le tavole dello strumento urbanistico "tacitamente approvato" (silenzio‑assenso);

il 30.10.2002 si è costituita una S.r.l. denominata "Ortensia", con sede in Valdagno, avente ad oggetto "acquisto, vendita e valorizzazione di aree e di immobili non industriali di proprietà", e, a questa stessa società, la Gmf, "Manifatture Lane Gaetano Marzotto e figli", in data 27.12.2002, ha conferito la proprietà dei terreni e degli edifici dell'area Marlane di Praia a Mare (Cs) "non più ritenuti strategici" e tale conferimento ha consentito alla stessa Marzotto di aumentare e detenere una quota di partecipazione netta citata "Ortensia" pari al 32,50 per cento con aumento del "valore‑capitale", da poche migliaia di euro, ad oltre 91 milioni di euro;

attualmente l'Ortensia S.r.l. è stata "variata", come denominazione sociale e sede legate, in "Aree Urbane S.r.l.", con sede legate in Via G. Negroni n. 10, 20123‑Milano, e, in data 11.7.2003, ha stipulato un contratto di servizi amministrativi con la Pirelli e con la Real Estate per la gestione dei contratti di locazione, avendo già in precedenza la "Marzotto" comunicato agli inquilini, extra manifattura, della Mariane, la "cessione dei contratti di locazione a seguito del conferimento ramo d'azienda da Marzotto S.p.A. a Ortensia S.r.l. essendo "alcuni beni immobili (terreni ed immobili)" passati alla Ortensia S.r.l., cui erano stati trasferiti appunto i contratti di locazione, la quale si "costituiva", presso il Tribunale di Paola, al posto delta stessa "Marzotto", nelle cause di sfratto in corso;

tutto ciò premesso e posto che la Marlane S.p.A. di Praia a Mare (Cs) è, a quanto si apprende, in gravissima crisi e che potrebbero, da qui a breve, scattare provvedimenti di mobilità e licenziamento per centinaia di operai -:

quali urgenti iniziative si intende assumere al fine di fare chiarezza rispetto alte circostanze emerse anche e soprattutto a mezzo della stampa, sopra richiamate, ed anche al fine di accertare se corrisponde al vero che:

1) il P.R.G. di Praia a Mare (Cs) approvato dalla Regione Calabria mediante l'applicazione dell'istituto giuridico del silenzio‑assenso, previsto dalla legge 16/94, nel testo sostituito dalla L.R. 30/94, per l'inutile decorso del termine di 180 giorni, è quello trasmesso con n. 10 allegati il 24.2.1994 prot. n. 1625 dal Comune di Praia all'Assessorato Regionale all'Urbanistica, assunto il 28.2.1994, n. 1897, al protocollo della Regione Calabria, o l'altro, adottato con delibera consiliare n. 5 del 4.2.1995, con cui, lo stesso Comune, ha preso atto della tacita approvazione del P.R.G.;

2) la Variante parziale al P.R.G. vigente si riferisce al P.R.G. approvato per e con il silenzio‑assenso dalla Regione, di cui alta richiamata del 24.2.94 n. 1625, oppure al progetto preliminare di P.R.G. "adottato" dal Consiglio comunale di Praia a Mare (Cs) con delibera n. 7 del 20.1.1990, come parrebbe evincersi dalla tavola 4.A di rapporto tra lo strumento urbanistico vigente ed il P.R.G.‑Variante parziale, approvata con decreto regionale n. 162 del 15.1.2003;

se non si ritiene necessario attivare con la massima urgenza un ampio confronto politico-­istituzionale sulla questione con tutte le parti in causa per individuare le soluzioni più adeguate ed eque alla delicata vicenda; e se del caso investirne anche il Governo nazionale per le evidenti molteplici, gravi e serie ricadute che tale vicenda comporta da un punto di vista socio‑economico ed occupazionale su un territorio dove l'emergenza di posti di lavoro segna una difficoltà di crescita e di sviluppo di particolare gravità.

(481; 30.10.2003)

Mozioni

I sottoscritti consiglieri regionali,

premesso che

la Statale ex 106 "ionica" denominata E 90, si sviluppa su un percorso di 490 Km che, dalla città di Taranto, attraversando le Regioni della Puglia, Basilicata e Calabria, versante ionico, raggiunge Reggio di Calabria;

il tratto di strada interessa la Regione Calabria per circa 405 Km, attraversando moltissimi centri urbani, situati lungo la costa ionica;

considerato che l'arteria, inserita nell'itinerario internazionale E 90 (D.M. 24/03/1995 ‑ G.U. n. 100 del 02/05/1995), esplica una fondamentale funzione di collegamento di interesse nazionale ed internazionale in direzione Nord‑Sud e viceversa, verso le isole, le porte del Mediterraneo e su scala locale, costituisce l'unico tracciato che consente i collegamenti dei Paesi rivieraschi;

inoltre, per la particolare configurazione geografica ed orografica delle vaste aree attraversate, la Statale 106 consente di collegare per mezzo di direttrici trasversali l'entroterra pugliese, lucano e calabrese, oltre al collegamento con l'autostrada Salerno‑Reggio Calabria;

constatato il notevole incremento di traffico veicolare in relazione ai rapporti commerciali, sempre più crescenti, tra Nord e Sud Italia e del Nord Est d'Europa, attraverso il cosiddetto "corridoio adriatico", e il non trascurabile sviluppo urbanistico e turistico del territorio, che specie nei mesi estivi, per le peculiari attrattive turistiche‑balneari, registra una notevole presenza di turisti e di conseguenza aumento dei flussi di traffico;

da vari anni si invoca l'intervento del Governo nazionale, dell'Anas e della Regione per considerare la ex SS 106 "Strada della morte", fra le opere infrastrutturali prioritarie da realizzare, per l’inadeguatezza della sede stradale, che in alcuni tratti, e per svariati km presenta una larghezza inferiore a 7 metri, con ponti e viadotti costruiti all'epoca del regime che consentono appena il passaggio di un solo automezzo;

inoltre, l'inadeguatezza della ex SS 106 alle nuove dinamiche di circolazione, costituisce ostacolo all'inserimento della stessa arteria fra i circuiti internazionali, vanificando così tutte le speranze ed ambizioni che si nutrono per il porto di Gioia Tauro, oggetto di ampio dibattito, e che rappresenta la principale risorsa dello sviluppo dell'intera Regione. La ex SS 106 costituisce il passaggio obbligato per il trasporto su gomma tra il porto di Gioia Tauro ed il Nord‑Est d'Italia e d'Europa;

visto che la ex SS 106 ionica rientra nell'elenco delle strade definite itinerari internazionali (attualmente denominata E 90);

la Regione Calabria nell'approvazione del Piano dei Trasporti, ha ritenuto urgente ed indifferibile l'ammodernamento secondo i canoni europei;

più volte si é sollecitato il Governo regionale a considerare negli accordi di programma delle opere infrastrutturali con il Governo centrale, la ex SS 106 opera prioritaria di interesse nazionale;

Ritenuto, infine, l'ammodernamento della di questa arteria, indispensabile per favorire il decollo ed una più adeguata utilizzazione del porto di CoriglianoSchiavonea, sia per eventuali collegamenti con la Grecia che per facilitare il commercio di prodotti dell'agricoltura di grande pregio (agrumi‑clementine, ecc.);

tanto premesso impegnano

il Presidente della Giunta ed il Governo regionale nella sua interezza a sostenere nel confronto con il Governo nazionale, il Cipe, 1'Anas, con convinzione e forza, l’urgenza e la indifferibilità di realizzare nei tempi tecnici necessari l'ammodernamento e l'adeguamento alle norme europee della Statale ex SS 106; di adoperarsi affinché detta infrastruttura rientri negli accordi prioritari di programma fra Stato e Regione; di impegnare il Governo, già nella prossima finanziaria, di predisporre un capitolo di bilancio finalizzato per avviare da subito la costruzione di alcuni tratti della strada statale nell'ambito di un progetto organico generale.

(76; 20.10.2003) Mistorni, Tommasi, Incarnato, Guagliardi, M. Tripodi, P. Tripodi, Bova, Morrone, Amendola, Crea, Pirillo, Fortugno

Il Consiglio Regionale della Calabria,

vista la sentenza del giudice Mario Montanaro del Tribunale dell'Aquila che, accogliendo il ricorso di Adel Smith (fondatore dell'Unione dei musulmani d'Italia), ha condannato "l'Istituto comprensivo di scuola materna ed elementare di Navelli, nella persona del dirigente scolastico pro tempore, a rimuovere il crocifisso esposto nelle aule della Scuola materna ed elementare Antonio Silveri di Ofena", frequentata dai figli dello stesso Smith;

constatato che

sul crocifisso in Aula si è autorevolmente pronunciato il Consiglio di Stato, Sezione II, del 27 aprile 1988, n. 63 "Le norme dell'art. 118, r. d. 30 aprile 1924, n. 965 e l'all. C) al r.d. 26 aprile 1928, n. 1297 che prevedono l'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche non possono essere considerate implicitamente abrogate dalla nuova regolamentazione concordataria sull'insegnamento della religione cattolica", ha osservato, fra l'altro, che "Il Crocifisso o, più semplicemente, la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendentemente da una specifica confessione religiosa (...) La Costituzione repubblicana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose, non prescrive alcun divieto all'esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del Crocifisso, per i principi che evoca (...) fa parte dei patrimonio storico", soggiungendo che la presenza dell'immagine dei Crocifisso nelle aule scolastiche non può "costituire motivo di costrizione della libertà individuale a manifestare le proprie convinzioni in materia religiosa";

le conclusioni del Consiglio di Stato nel citato parere sono categoricamente nel senso che le disposizioni (articolo 118 del regio decreto 30 aprile 1924, n. 965 e l'allegato c) del regio decreto 26 aprile 1928, n. 1297) "concernenti l'esposizione dei Crocifisso nelle scuole siano tuttora legittimamente operanti";

il Nuovo concordato con la Santa Sede ‑ Accordi di Villa Madama in Roma di revisione dei Patti Lateranensi, del 18 febbraio 1984, firmati dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal cardinale Segretario di Stato Agostino Casaroli, pur affermando l'aconfessionalità e la neutralità religiosa dello Stato, assicurano tuttavia, all'articolo 9 comma 2, l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche per quanti intendono avvalersene, "la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi dei cattolicesimo fanno parte dei patrimonio storico del popolo italiano", come testualmente recita il nuovo Concordato con la Santa Sede;

premesso che

il Crocifisso non è un simbolo di identità nazionale ma è molto di più: ha un significato universale che scavalca ogni confine. Per il credente è il simbolo della condivisione da parte di un Dio fatto Uomo della condizione umana, con le sue sofferenze, con i suoi limiti, fino a quel limite estremo che è la morte, di una condivisione che è riscatto, motivo di speranza. La croce è segno di libertà e di speranza, come ha detto Giovanni Paolo II. Il non credente, i1 laico può, non solo riconoscere nella croce il segno di una civiltà e di una storia che è anche la sua, ma può condividere i valori che essa implica di solidarietà al dolore umano e di speranza di liberazione;

vanno condivise le preoccupazioni di quanti hanno espresso disappunto per una scelta improvvisa, imprevista e sbagliata;

il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Camillo Ruini, ha dichiarato come il Crocifisso esprima l'anima profonda dei nostro Paese e debba rimanere un segno dell'identità nazionale;

il Segretario della Cei mons. Betori ha rilevato come la sentenza possa aprire la strada ai "fonda mentalismi religiosi più estremi". Il segretario della Cei ha quindi ricordato che la sentenza dei tribunale aquilano è in contraddizione con una "legge vigente dello Stato che nessun Parlamento ha mai cambiato né tanto meno 1a Corte Costituzionale";

il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha precisato la natura non definitiva della decisione, suscettibile di impugnazione, alla luce soprattutto dei fatto che il crocifisso nelle scuole è sempre stato considerato non solo come segno distintivo di un determinato credo religioso, ma soprattutto come simbolo di valori che stanno alla base della nostra identità;

il Ministro dell'Istruzione Letizia Moratti ha ribadito una volta per tutte la sua posizione in merito: "applichiamo e continueremo ad applicare le disposizioni di legge del '24, mai abrogate, che fanno, appunto, obbligo di esporre il crocifisso in tutte le scuole, così come in tutti i tribunali" annunciando peraltro un ricorso da parte dello Stato Italiano che riconosce nel crocifisso il simbolo della cultura occidentale;

il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu si è dichiarato "Offeso come cattolico e cittadino" aggiungendo, "Il crocifisso non solo e' il simbolo della mia religione, ma anche l'espressione più alta di 2000 anni di civiltà, che appartengono interamente al popolo italiano" ;

il Vice Presidente dei Consiglio Fini ha definito la sentenza come una "Decisione assurda” parlando di verdetto "assurdo di un magistrato in cerca, di notorietà che offende i sentimenti della stragrande maggioranza degli italiani";

il Ministro delle Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo ha dichiarato che "si è persa un'occasione per seminare tolleranza". "Si tratta di una decisione ‑ ha affermato Prestigiacomo ‑ che va contro il sentire della maggioranza degli italiani e non aiuta la reciproca comprensione tra le religioni inducendo semmai nuovi motivi di contrasto";

l’onorevole Anna Finocchiaro dei Ds ha dichiarato: "Vedere un crocifisso in una scuola non mi ha mai dato fastidio. La crocifissione rappresenta non solo Cristo, ma chiunque ha sofferto e soffre ogni giorno per i suoi ideali: è per questo un monito universale al rispetto dell'identità di ciascuno";

il capogruppo della Margherita alla Camera Pierluigi Castagnetti, parla di "sentenza priva di intelligenza" e di dispositivo "che non aiuta l'integrazione";

il Sindaco di Roma Walter Veltroni parla di "una forzatura tutta sbagliata" visto che nasce da una richiesta della "componente più fondamentalista del movimento islamico" ("mentre quella più responsabile contribuisce al dialogo...");

l’onorevole Livia Turco dei Ds ha dichiarato che "Togliere il crocefisso dalle aule costituisce una forzatura che non aiuterà certo a fare amare l'Islam dagli italiani";

il leader dell'Udeur Clemente Mastella, poi, ritiene che la decisione del Tribunale aquilano "non aiuta l'integrazione" ed è "un errore sul piano storico e culturale";

il Presidente dell'Associazione nazionale presidi Giorgio Rembado, in merito alla pronuncia del Tribunale dell'Aquila ha detto che "significa ribaltare l'ordinamento concordatario che non riguarda solo i crocifissi";

l'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche italiane, ritiene che la sentenza produrrà "effetti perversi, indesiderati e certamente negativi per quel dialogo cristiano-­musulmano che tanto faticosamente si sta cercando di avviare" richiamando il disegno di legge presentato in Parlamento, firmato da esponenti appartenenti ai due schieramenti, di centro‑destra e di centro‑sinistra, che prevede l'obbligo di esporre il crocifisso "in tutte le aule delle scuole di ogni ordine e grado e in tutte le università e accademie del sistema pubblico integrato di istruzione, negli uffici della pubblica amministrazione, considerata in ogni sua branca, e degli enti locali territoriali, in tutte le aule nelle quali sono convocati i consigli regionali, provinciali, comunali, circoscrizionali e delle comunità montane, in tutti i seggi elettorali, in tutti gli stabilimenti di detenzione e pena, negli uffici giudiziari e nei reparti delle aziende sanitarie e ospedaliere, in tutte le stazioni e le autostazioni, i porti e gli aeroporti, in tutte le sedi diplomatiche e consolavi italiane e in tutti gli uffici pubblici italiani all'estero",

chiede

che intervenga il Parlamento velocizzando l'iter legislativo della proposta di legge, sopra richiamata, già depositata alla Camera in data 15 maggio del 2002, affinché l'obbligo di esporre il Crocifisso sia valorizzato, non per il suo significato proprio, ma come simbolo di «valori universali», o di “tradizioni nazionali” che prescindano dalla fede, ed escludano qualsiasi scontro fra cattolici e laici o qualsivoglia guerra di religione tra musulmani e cattolici, anche per non alimentare un integralismo religioso che solitamente è alla base di operazioni socio‑politiche destabilizzanti e che in questo preciso momento storico potrebbe minare l'apertura generale che si è creata nel Parlamento sul voto agli immigrati;

esprime

la sua piena disapprovazione per una sentenza che, oltre ad essere un pericolo per il processo di integrazione culturale del mondo islamico, può davvero portare ad uno scollamento dei rapporti fra la Chiesa cattolica, che è la principale organizzazione di accoglienza e di assistenza, ed il mondo musulmano;

invita

il Presidente del Consiglio regionale a partecipare quanto deliberato al Presidente della Camera dei Deputati onorevole Pierferdinando Casini, al Presidente del Senato onorevole Marcello Pera, al Ministro della Pubblica istruzione Letizia Moratti ed al Segretario di Stato Pontificio S. Em. Cardinale Angelo Sodano.

(77; 28.10.2003) Chiarella, Bova

Progetto di legge n. 418/7^, recante: “Norme volte alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori impegnati in lavori socialmente utili e di pubblica utilità” (Del n. 240)

Art. 1

(Oggetto)

1. Al fine di favorire la graduale e definitiva ricollocazione dei soggetti appartenenti al bacino dei lavoratori socialmente utili ed al bacino dei lavoratori di pubblica utilità, per come individuati nelle convenzioni sottoscritte dagli Enti attuatori, la Regione Calabria con la presente legge, nel rispetto dei principi fondamentali stabiliti dalla legislazione statale in materia, disciplina le azioni volte a promuovere la progressiva stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini, attraverso il transito dei lavoratori interessati all'interno di stabili attività occupazionali.

2. La Regione Calabria assume la concertazione e la contrattazione con le parti sociali quale metodo fondamentale per l'attuazione delle politiche del lavoro ed in particolare per l'attuazione delle azioni e dei programmi disciplinati dalla presente legge. A tal fine è costituito presso l'Assessorato Regionale al Lavoro un Comitato per le politiche finalizzate alla progressiva stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini Lsu e Lpu con il compito di garantire il raccordo con le altre iniziative in materia di promozione dell'occupazione in Calabria. Di tale Comitato fanno parte l'Assessore Regionale al Lavoro, o un suo delegato, con funzioni di Presidente, il Dirigente del Settore Lavoro competente, un rappresentante di ciascuna delle Organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, un rappresentante di ciascuna delle Organizzazioni rappresentative dei datori di lavoro, un rappresentante dell'Anci, un rappresentante dell’Upi, un rappresentante dell'Uncem, un rappresentante dell’Azienda Calabria Lavoro e un rappresentante di Italia Lavoro S.p.A..

Art. 2

(Soggetti beneficiari delle azioni)

1. Sono destinatari delle misure e delle azioni di stabilizzazione occupazionale dei bacini i soggetti individuati dall'art.3 della l.r. 4/2001 e per come individuati nelle convenzioni sottoscritte dagli Enti attuatori, che risultano utilizzati a seguito di convenzioni stipulate tra la Regione Calabria e gli Enti attuatori.

2. La Commissione Regionale Tripartita, acquisiti i dati da parte dei Centri servizi per l'impiego operanti nel territorio della Regione Calabria e sentiti i rappresentanti dell'Anci, dell'Upi e dell'Uncem, compila, entro quattro mesi dall'entrata in vigore della presente legge, l'elenco dei soggetti di cui al comma 1, ordinando tali soggetti per ambiti territoriali in cui prestano l'attività i Centri servizi per l'Impiego.

3. L'elenco compilato dalla Commissione Regionale Tripartita ai sensi del precedente comma verrà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria. Entro i successivi trenta giorni dalla pubblicazione, i soggetti aventi diritto all'inserimento nel predetto elenco, che ne sono stati esclusi, potranno proporre ricorso amministrativo, corredato, a pena di inammissibilità, dei documenti attestanti il possesso dei requisiti di cui al primo comma, alla Commissione Regionale Tripartita, che si pronuncerà entro il sessantesimo giorno dalla data di presentazione del ricorso.

4. Accanto ad ogni singolo nominativo incluso nell'elenco dovranno essere riportati i seguenti dati:

a)dati anagrafici;

b)      bacino di appartenenza;

c)Ente utilizzatore;

d)      titolo di studio;

e)competenze ed esperienze lavorative;

f)  disponibilità al trasferimento.

5. La Commissione Regionale Tripartita provvederà ad aggiornare il predetto elenco sulla base delle convenzioni annuali sottoscritte tra la Regione e gli Enti utilizzatori entro il 30 giugno di ogni anno, depennando dall'elenco stesso i lavoratori che nell'anno precedente hanno trovato una stabile occupazione ovvero sono comunque fuoriusciti dal bacino dei lavoratori socialmente utili e dal bacino dei lavoratori di pubblica utilità, anche a causa della mancata presentazione dell'istanza di fruizione degli incentivi previsti dal piano annuale di stabilizzazione occupazionale di cui al successivo articolo 4.

6. E’ consentito il riutilizzo dei soggetti che dal primo febbraio 2001 si trovano, per esclusiva inadempienza del soggetto stabilizzante, nello stato di disoccupazione dovuta alla mancata sottoscrizione delle convenzioni con la Regione Calabria.

7. Sono altresì riutilizzati i lavoratori inoccupati, già appartenenti al bacino, che non sono stati avviati a causa di piani di stabilizzazione non coerenti con le norme vigenti.

8. Qualora un ente stabilizzatore non rinnova le convenzioni, i lavoratori possono essere utilizzati da altri Enti.

9. La Commissione Regionale Tripartita, per i compiti di cui alla presente legge, si avvale dell’Azienda Calabria Lavoro. Il personale individuato dalla lettera "a" dell’art. 26 della legge regionale 19 febbraio 2001, n. 5, esercita l’opzione per essere inquadrato nei ruoli dell’Azienda Calabria Lavoro entro e non oltre 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. All’art. 14 della legge regionale 19 febbraio 2001, n.5, dopo la parola "tabelle" sono aggiunte le parole A, B,C.

Art. 3

(Soggetti promotori delle azioni)

1. Possono promuovere azioni finalizzate alla progressiva stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini, anche garantendo uno sbocco occupazionale stabile ai lavoratori individuati ai sensi del precedente art. 2, i seguenti soggetti:


a) le Amministrazioni pubbliche, di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165/2001, anche in associazione tra di loro, gli Enti pubblici economici, le Società a totale o prevalente partecipazione pubblica, le Cooperative sociali di cui alla legge 8 novembre 1991 n. 381 e loro Consorzi, gli altri soggetti individuati, ai sensi dell'art. 3, comma 1 del D. Lgs. n. 468/1997, con decreti del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale;

b) le Imprese pubbliche e private, le Associazioni con almeno tre dipendenti a tempo pieno e indeterminato e che non abbiano effettuato negli ultimi due anni licenziamenti, senza giusta causa, impegnate a procedere alle assunzioni dei lavoratori di cui all'art. 2 della presente legge;

c) i lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità interessati a fruire degli incentivi per l’avvio di attività di lavoro autonomo e di impresa.

Art. 4

(Programmazione delle azioni)

1. Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, sentita la Commissione Regionale Tripartita di cui all'art. 6 della legge regionale n. 5 del 19 febbraio 2001, approva entro il 31 gennaio:

a)un piano triennale coerente con la programmazione regionale;

b)       un piano annuale di attuazione.

2. Il suddetto piano, in coerenza con le linee generali del programma per le politiche dell'impiego e del lavoro approvato ai sensi dell'art. 15 della legge regionale n. 5 del 2001, contiene:

a) le indicazioni delle misure di incentivazione e delle iniziative finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei corrispondenti bacini;

b)la quantificazione delle risorse finanziarie da mobilitare per l'anno di riferimento;

c) i percorsi formativi a sostegno, al fine di facilitare e garantire l’inserimento nel mercato del lavoro dei soggetti interessati, anche attraverso azioni finanziate dal POR Calabria 2000-2006;

d)l’individuazione dei soggetti pubblici e privati che potranno fruire dei benefici e contributi previsti nel piano ai fini dell’assunzione dei lavoratori inclusi nell’elenco di cui all’art. 2 della presente legge;

e) eventuali accordi e intese istituzionali con le autonomie locali.

3. Allo scopo di individuare i datori di lavoro pubblici o privati interessati alla fruizione dei benefici e dei contributi previsti nel piano, la Giunta regionale, su proposta dell'Assessore alle Politiche del Lavoro, sentita la Commissione permanente competente, entro il 31 agosto antecedente l'anno cui il piano si riferisce, pubblicherà sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, dandone ampia notizia agli organi di informazione, un bando contenente i criteri per la selezione dei soggetti interessati ad assumere lavoratori inclusi nell'elenco di cui all'art. 2 della presente legge, nonché i criteri di selezione dei lavoratori interessati alla stabilizzazione in caso di una pluralità di domande per il medesimo beneficio. I datori di lavoro interessati dovranno presentare, nei termini stabiliti con il detto bando, apposita istanza da indirizzare al Dipartimento Regionale delle Politiche del Lavoro.

4. Il Piano annuale delle azioni di stabilizzazione occupazionale, dopo la sua approvazione da parte del Consiglio regionale, verrà pubblicato sul Bur Calabria e di tale pubblicazione ne verrà data ampia notizia sugli organi di stampa. Entro i sessanta giorni successivi alla pubblicazione del piano sul Bur Calabria i lavoratori inseriti nell'elenco di cui all'art. 2 della presente legge dovranno avanzare, a pena di decadenza dall'elenco, documentata istanza volta ad ottenere uno qualsiasi dei benefici previsti a loro favore dal detto piano.

Art. 5

(Mutui a tasso agevolato)

1. La Regione, ai sensi dell’art. 50, comma 3, della legge n. 289/2002 ed in attuazione del Decreto Ministeriale del 2 ottobre 2003, assume a proprio carico gli oneri di ammortamento dei mutui da contrarre, a cura degli Enti Locali, con la Cassa DD.PP. per facilitare la stabilizzazione dei lavoratori di cui alla presente legge.

2. Gli Enti Locali che intendono avvalersi dei benefici di cui al presente articolo devono proporre ipotesi progettuali – secondo criteri, modalità e tempi di cui al citato Decreto Ministeriale 2 ottobre 2003 – alla Cassa DD.PP. e all’Assessorato regionale al Lavoro.

3. Le attività indicate all’art. 5 del predetto Decreto Ministeriale 2 ottobre 2003 sono espletate da Italia Lavoro S.p.A.. L’Assessore annualmente relaziona al Consiglio regionale.

4. Per le finalità di cui al presente articolo si prevede la utilizzazione finanziaria di una disponibilità annuale non inferiore a 500.000,00 euro per la copertura degli interessi sui mutui contratti dagli Enti Locali.

Art. 6

(Azioni finalizzate alla stabilizzazione occupazionale

dei lavoratori dei bacini)

1. Le azioni finalizzate alla stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini di cui all'art. 2 della presente legge, che operano in aggiunta agli incentivi previsti dalle leggi dello Stato, si concretizzano, secondo le indicazioni del piano annuale delle azioni di stabilizzazione occupazionale, nelle seguenti ulteriori misure di incentivazione:


a) a coloro che rinunciano a proseguire nelle attività socialmente utili e di pubblica utilità e che decidono autonomamente di uscire dai rispettivi bacini, viene concesso un contributo a fondo perduto di 20.000 euro. Tale contributo, sempre a fondo perduto, viene integrato da ulteriori 20.000 euro se si intendono avviare forme di lavoro autonomo o d'impresa e deve essere utilizzato per far fronte a spese sostenute per l'acquisto, la costruzione, la ristrutturazione dei locali sede dell'impresa e/o per l'acquisto di macchinari ed attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività dell'impresa, nonché per il pagamento degli interessi sui mutui a tal fine contratti. Per tali iniziative possono essere previste attività di assistenza tecnico-progettuale e di tutoraggio da parte di agenzie di promozione di lavoro e d'impresa. La Giunta regionale entro i 30 giorni successivi all’approvazione del piano annuale di attuazione, sentita la Commissione permanente competente, approva un regolamento di attuazione che disciplina l’accesso ai benefici di cui alla presente lettera a);

b) ai lavoratori già impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità, che si associano in cooperative e costituiscono società o studi professionali associati è concesso un contributo di 20.000 euro cadauno per spese di costituzione e di avvio attività. Per tali lavoratori possono essere previste attività di assistenza tecnico-progettuale e di tutoraggio da parte di agenzie di promozione di lavoro e d'impresa. La Giunta regionale entro i 30 giorni successivi all’approvazione del piano annuale di attuazione, sentita la Commissione permanente competente, approva un regolamento di attuazione che disciplina l’accesso ai benefici di cui alla presente lettera b);

c) ai soggetti di cui al comma 1 dell’art. 3 è concesso un contributo pari a euro 30.000,00 ripartito in cinque annualità per ogni lavoratore indicato all’art. 2 della presente legge assunto con contratto a tempo indeterminato; il contributo dovrà essere integralmente restituito nel caso di risoluzione anticipata del contratto di lavoro stipulato. Per le assunzioni a tempo parziale il contributo è corrisposto in misura proporzionale al numero delle ore effettuate;

d) agli Enti utilizzatori dei soggetti di cui all’art. 2 della presente legge che attuano piani di reimpiego diretto, ovvero tramite imprese dipendenti, dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità, è, altresì, riconosciuto, per ogni unità stabilizzata con assunzione a tempo pieno ed indeterminato, un sostegno finanziario pari a 1.500,00 euro spettante a ciascun lavoratore per un anno.
2. I contributi di cui alla lettera c) sono erogati prioritariamente per le assunzioni effettuate dalle Amministrazioni pubbliche che abbiano tra loro costituito unioni, consorzi o altri soggetti in convenzione per la realizzazione o l’erogazione di servizi integrati nell’ambito territoriale. Il medesimo criterio di priorità opera per l’attribuzione delle risorse di cui al precedente art. 5.

3. L'ammontare degli aiuti complessivamente usufruibili dai lavoratori e dai datori di lavoro, composto dalle agevolazioni previste dalle leggi statali e dagli incentivi stabiliti dalla presente disposizione, deve comunque rispettare le vigenti normative comunitarie in materia di aiuti di Stato.

4. Per le annualità 2003, 2004 e 2005, gli Enti strumentali della Regione Calabria e le Aziende unità sanitarie locali (Asl), nell'ambito delle rispettive disponibilità finanziarie, riservano prioritariamente, ai lavoratori di cui all'art. 2 della presente legge, una quota del 30% dei posti della dotazione organica vacanti e corrispondenti a qualifiche inferiori all'ex settima qualifica funzionale.

5. I lavoratori stabilizzati dalle Pubbliche Amministrazioni, da Enti pubblici economici, da Società miste a partecipazione pubblica, sono scelti a seguito di apposite procedure selettive dirette ad accertare il possesso dei requisiti per l'accesso al rapporto di lavoro, tenendo comunque conto dei diritti di precedenza e preferenza sanciti dalle vigenti disposizioni statali e regionali.

6. Al fine di facilitare azioni di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini di cui all'art. 2 la Regione Calabria, nel rispetto delle indicazioni del piano annuale delle azioni di stabilizzazione occupazionale, può stipulare convenzioni con le agenzie di promozione di lavoro e di impresa di cui all'art. 2, comma 4, del Decreto lgs. n. 468/97, prevedendo, a fronte dell'attività promozionale ed organizzativa rivolte alle agenzie medesime, la concessione di un incentivo di 1.500,00 euro per il ricollocamento di ciascun lavoratore.

7. La Regione Calabria, nel rispetto dell'art. 6 del Decreto Ministeriale 21 maggio 1998, può avvalersi dell'attività Italia Lavoro S.P.A, istituita con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 maggio 1997, che svolge anche un'azione di assistenza tecnica alle Regioni finalizzata alla ricollocazione dei lavoratori di cui all'art. 2 della presente legge, occupandosi dell'accompagnamento dei lavoratori verso nuove opportunità di lavoro, anche in raccordo con i servizi pubblici per l'impiego.

8. La Regione Calabria nei bandi di avvio delle procedure di erogazione di risorse pubbliche a soggetti pubblici e privati deve prevedere criteri di priorità nell'assegnazione di tali risorse a favore di chi si obbliga ad assumere lavoratori di cui all'art. 2.

Art. 7

( Disposizioni finanziarie)

1. Per gli interventi di cui alla presente legge sono istituiti:

- il Fondo regionale per le azioni di Politiche attive e per la stabilizzazione occupazionale dei bacini dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità destinato al finanziamento degli interventi di cui all’art.5. Il fondo è alimentato annualmente in base alla copertura delle misure di incentivazione previste nel piano di cui all’art. 2 della presente legge.

- il Fondo per l’utilizzazione delle risorse assegnate dallo Stato ai sensi dell’art. 8 del decreto legislativo 81/2000.

2. Al fondo regionale sono destinate:

- le risorse regionali da utilizzare per gli interventi di cui all’art.5;

- altre risorse provenienti da Enti e soggetti comunque interessati.

3. Agli oneri a carico delle risorse regionali, determinati per l’anno 2003 in Euro 5.000.000,00, si provvede con la disponibilità prevista all’Upb 8.1.01.02 dello stato di previsione della spesa dello stesso bilancio, inerente a "Fondi per provvedimenti legislativi in corso di approvazione recanti spese per investimenti" il cui stanziamento viene ridotto del medesimo importo.

4. La disponibilità finanziaria di cui comma precedente è utilizzata nell’esercizio in corso ponendo la competenza della spesa a carico dell’Upb 4.3.02.02 dello stato di previsione della spesa del bilancio 2003.

5. La Giunta regionale è autorizzata ad apportare le conseguenti variazioni al documento tecnico di cui alla legge regionale 4 febbraio 2002, n. 8.

6. Per gli anni successivi, la corrispondente spesa sarà determinata in ciascun esercizio finanziario con la legge di approvazione del bilancio regionale e con la collegata legge finanziaria inerente allo stesso esercizio.

Art. 8

(Disciplina sanzionatoria)

1. I soggetti impegnati in attività socialmente utili e di pubblica utilità vengono cancellati dall'elenco di cui all'art. 2, decadano dai benefici della presente legge e cessano di trovare applicazione nei loro confronti le disposizioni vigenti in materia di attività socialmente utili e di pubblica utilità; quando incorrano nei casi previsti dall'art. 9 del Decreto lgs 28 febbraio 2000, n. 81.
2. I medesimi soggetti di cui al comma 1 vengono cancellati dall'elenco di cui all'art. 2 della presente legge qualora non presentino istanza per ottenere uno qualsiasi dei benefici previsti nel piano annuale delle azioni di stabilizzazione occupazionale.

Art. 9

(Norma transitoria)

1. In sede di prima applicazione della presente legge i piani di azione triennale e annuale di cui al precedente art. 4, comma 1, nonché il bando di cui al comma 3 del medesimo art. 4 devono essere approvati rispettivamente entro 60 e 90 giorni successivi alla data di entrata in vigore della presente legge.

Art. 10

(Disposizioni finali)

1. Le disposizioni di cui alla presente legge cessano comunque di avere vigore il 31 dicembre 2007, data entro la quale dovrà essere attuato il quarto piano annuale di stabilizzazione occupazionale dei lavoratori dei bacini di cui all'art. 2.

2. Con l’entrata in vigore della presente legge, sono abrogate le norme della legge regionale n. 4 del 30 gennaio 2001 e successive modificazioni e integrazioni, incompatibili con la presente.

3. Fino alla emanazione di un nuovo disciplinare anche per gli Lpu vengono richiamate le vigenti disposizioni di legge.

Art. 11

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Calabria.

Mozione numero 78 a firma del consigliere Tommasi “Sui canoni demaniali”

Il Consiglio regionale della Calabria

Premesso che

le attività collegate all’utilizzo delle aree demaniali ai fini turistico-balneari rappresentano per la Calabria una risorsa fondamentale e di primaria importanza nell’ambito del sistema economico-regionale, con ulteriori ricadute anche in altri ambiti;

attualmente il settore turistico balneare necessita di incentivi adeguati a favorirne lo sviluppo;

visto che

la normativa alla legge finanziaria approvata dal Governo propone un aumento del 300 per cento dei canoni demaniali, oggettivamente iniquo e spropositato, senza prevedere una complessiva revisione del riparto delle risorse, e neppure si ipotizza l’esclusione dell’assoggettamento a Ici delle strutture balneari e/o l’adeguamento dell’imposta Iva a quella del comparto turistico;

considerato che

il trasferimento di competenza della gestione del demanio in capo a Regioni e comuni grava unicamente su tali istituzioni;

impegna il Presidente della Giunta regionale

ad assumere una urgente iniziativa anche attraverso la conferenza Stato-Regioni, affinché vengano soppressi dal decreto legge 269/2003 i commi 21, 22 e 23 dell’art. 32;

a richiedere una revisione complessiva del sistema dei canoni concessori a fini turistico-balneari;

ad attivarsi per ottenere il trasferimento alle Regioni e ai comuni dei proventi dei canoni demaniali per il loro utilizzo in favore di interventi per la difesa della costa, degli arenili e delle opere marittime diportistiche.

Proposta di provvedimento amministrativo n. 114/7^, recante: “Approvazione conto consuntivo anno 2000 del Consiglio regionale” (Del. n. 241)

"Il Consiglio regionale

vista la relazione del Collegio dei revisori dei conti, relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2000 nelle seguenti risultanze finali:

RISCOSSIONI

Fondo di cassa al 31.12.1999                                        £ 87.940.608.830

Residui attivi riscossi                    £ 500.000.000

Entrate di competenza                             £ 88.148.438.598

                                                                                                             £ 88.148.438.598

_______________

Totale delle riscossioni                                                                           £ 176.589.047.428

 

PAGAMENTI

Deficienza di cassa esercizio

Precedente                                             £ /// /// ///

Residui passivi pagati                                         £ 8.960.286.886

Spese di competenza                                         £ 89.800.973.203

Totale dei pagamenti                                          £ 98.761.260.089

_______________

Fondo di cassa al 31.12.2000                                                                           £ 77.827.787.339

 

Vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 71 del 18 aprile 2001, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2000 nelle risultanze finali sopra riportate".

Proposta di provvedimento amministrativo n. 174/7^, recante: “Approvazione conto consuntivo anno 2001 del Consiglio regionale” (Del n. 242)

"Il Consiglio regionale

vista la relazione del Collegio dei revisori dei conti, relativa all'approvazione del conto consuntivo dei fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2001 nelle seguenti risultanze finali:

Fondo di cassa al 31.12.2000                                        £ 77.827.787.339

Riscossioni in conto residui                      £ 500.000.000

Riscossioni in conto competenza                                     £ 140.188.035.296

                                                                                                                        £ 140.688.035.296

Pagamenti in conto residui                                   £ 16.469.318.415

Pagamenti in conto competenza                           £ 121.674.429.913

 £ 138.143.748.328

Fondo di cassa al 31.12.2001                                        £ 80.372.074.307

Residui attivi                                           £ 395.321.381

Residui passivi                                        £ 41.109.626.223

Avanzo di amministrazione bilancio 2001                                   £ 39.657.769.465

 

Vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 110 del 29 aprile 2002, relativa all'approvazione del conto consuntivo di cui trattasi;

Visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare il conto consuntivo relativo ai fondi del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2001 nelle risultanze finali sopra riportate".

Proposta di provvedimento amministrativo n. 255/7^, recante: “Assestamento al bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2003” (Del. n. 243)

"Il Consiglio regionale

visto il documento contabile predisposto dal Dipartimento Gestione e Sviluppo della Struttura, relativo all’assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l’esercizio finanziario 2003, nelle seguenti risultanze finali:

ENTRATE

Titolo I Fondi assegnati sul Bilancio regionale

per il funzionamento del Consiglio Euro 60.000.000,00

Titolo II Entrate compensative e varie Euro 1.435.731,00

Titolo III Partite di giro Euro 16.551.317,00

_________________
 Totale Entrate Euro 77.987.048,00

 

Avanzo di amministrazione applicato al Bilancio 2002 Euro 12.281.535,71

 _________________

Totale Generale delle Entrate       Euro 90.268.583,71

 

USCITE

Titolo I - Spese correnti Euro 69.407.391,71

Titolo II - Spese compensative e varie Euro 4.309.875,00

Titolo III - Partite di giro Euro 16.551.317,00

 _________________

 Totale Generale Uscite    Euro 90.268.583,71

Vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 204 del 29 settembre 2003, relativa all’assestamento di bilancio di cui trattasi;

visto il Regolamento interno di amministrazione e contabilità del Consiglio regionale;

Delibera

di approvare l’assestamento di bilancio del Consiglio regionale per l'esercizio finanziario 2003 nelle risultanze finali sopra riportate".

Progetto di legge n. 452/7^, recante: “Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 26 giugno 2003, n. 8, recante: “Provvedimento generale recante norme di tipo ordinamentale e finanziario (collegato alla manovra di finanza regionale per l’anno 2003 – art. 3, comma 4, della legge regionale n. 8/2002)” (Del. n. 244)

Art. 1

I commi 10, 11 e 12, dell’art. 2 ter, sono abrogati.

Art. 2

La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione.

Progetto di legge n. 453/7^, recante: “Modifiche alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, recante: “Norme sulla dirigenza e sull’ordinamento degli uffici del Consiglio regionale” (Del. n. 245)

Art. 1

I commi 1 e 2, art. 17, della legge regionale 13 maggio 1996, n. 8, sono sostituiti dai seguenti:

1. Al Segretario Generale ed ai direttori di Dipartimento, per il periodo in cui esercitano tali funzioni dirigenziali di livello generale, compete il trattamento economico, concordato di volta in volta tra le parti, definito assumendo come riferimento quello previsto dal contratto collettivo del personale con qualifica dirigenziale del comparto Regioni-Enti locali per la massima posizione dirigenziale (stipendio tabellare, indennità integrativa speciale, retribuzione di posizione), aumentato di una ulteriore indennità non superiore alla misura massima della retribuzione di posizione.

2. Ai dirigenti di cui all’art. 15 della legge regionale del 13 maggio 1996, n. 8, assunti con contratto di diritto privato, compete il trattamento economico corrispondente al comma 1 della presente legge.

Mozione n. 72 di iniziativa del consigliere Mistorni ed altri “In ordine all’annunciata chiusura del reparto di tessitura dello stabilimento Marlane di Praia a Mare in provincia di Cosenza”

Il Consiglio regionale,

premesso che

la Calabria versa in una situazione di grave crisi occupazionale, connotata, altresì, da un sempre crescente numero di lavoratori precari e quindi senza certezze per il futuro;

da più tempo i vertici del Gruppo Marzotto hanno chiaramente manifestato l'intenzione di chiudere il reparto di tessitura dello stabilimento "Marlane" di Praia a Mare e di trasferire tale attività in Cecoslovacchia;

constatato che

tale decisione - rispondente a meri criteri di profitto - penalizza oltremodo l'economia di un vasto territorio e la professionalità di una generazione di lavoratori che, insieme al marchio "Marlane", hanno rappresentato la storia del tessile in Calabria e nel Mezzogiorno;

atteso che

l'annunciata chiusura del reparto di tessitura dello stabilimento comporterà, inevitabilmente, la messa in mobilità di almeno 191 lavoratori con ripercussioni negative sulla stabilità economica di altrettante famiglie, nella maggior parte dei casi monoreddito;

impegna

la Giunta regionale e il Presidente della Giunta regionale ad attivare con urgenza un tavolo di concertazione chiamando sulla questione l’attenzione del Governo nazionale con il coinvolgimento della task force per l’occupazione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri;

invita

il Presidente della Giunta regionale a mettere in atto tutte le iniziative possibili affinché la società Marzotto S.p.A. riveda la decisione di trasferire le linee di produzione all’estero, ovvero sospenda i licenziamenti per consentire di trovare adeguate soluzioni onde garantire il piano di mantenimento dei livelli occupazionali per addivenire ad una soluzione alternativa, definitiva nell’interesse di tutti i lavoratori;

impegna

il Presidente della Giunta regionale ad indicare nel contratto di investimento, il cui regolamento è in corso di esame presso le Commissioni consiliari, il settore tessile come possibilità di investimento per la Regione Calabria e ricomprendere così anche le aree di crisi tessile di San Gregorio di Reggio Calabria e di Castrovillari;

chiede

il coinvolgimento dei responsabili della Marzotto S.p.A., delle organizzazioni sindacali, di una rappresentanza dei gruppi in seno al Consiglio regionale e delle rappresentanze istituzionali dei comuni interessati per valutare in maniera concreta la situazione che si è determinata e concordare soluzioni che possono scongiurare il rischio di perdita di posti di lavoro;

delibera

di trasmettere la presente mozione al Presidente del Consiglio dei ministri, al ministro per le attività produttive, al ministro del lavoro e politiche sociali.