VII
legislatura
8.
2 ottobre 2000
Presidenza
del Presidente G.Battista Caligiuri
La
seduta inizia alle 12,45
Francesco PILIECI, Segretario. Legge il verbale della seduta precedente.
(E’
approvato)
Legge le comunicazioni presentate alla
Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
Francesco PILIECI, Segretario. Legge le interrogazioni presentate alla Presidenza.
(Sono
riportate in allegato)
La seduta è sospesa per dieci minuti.
La
seduta sospesa alle 13,00 è ripresa alle 13,10
Ha chiesto di parlare l’onorevole Fedele.
Ne ha facoltà.
In considerazione anche dell’orario e
siccome ci sono delle riunioni in corso tra alcuni capigruppo di maggioranza e
coordinatori regionali di partito per l’esame di alcune questioni che
riguardano l’ordine del giorno di oggi, chiederei se è possibile un rinvio al
pomeriggio intorno alle 15 o alle 15,30.
I Capigruppo dell’opposizione che dicono su
questo?
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pappaterra. Ne ha facoltà.
Presidente, non c’è dubbio che la
richiesta del collega Fedele anche sul piano della correttezza istituzionale,
merita di essere accolta, ovviamente chiediamo al collega Fedele di garantire
qui alle 15,30 il ripristino dei lavori d’Aula per procedere con il punto
dell’ordine del giorno che riguarda le nomine, che sappiamo essere è un
passaggio molto importante.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Chiedo scusa al Presidente e all’Aula, ho
ascoltato le ultime parole del collega Pappaterra e il problema a mio avviso è
in questi termini.
Cioè, va bene l’aggiornamento alle 16.00,
ma chiedo che si discuta intanto della calamità naturale che ha colpito la
Locride e che poi il Consiglio voti possibilmente all’unanimità una risoluzione
che dia una prospettiva, un respiro e indicazioni chiare all’esecutivo su come
muoversi.
Poi, volevo anticipare a Pappaterra che
il Consiglio a mio avviso oggi non potrà riunirsi per votare le nomine. Questo
lo sappiamo tutti perché gli uffici hanno completati i tabulati solo nei giorni
scorsi e alcuni di noi addirittura li hanno avuti soltanto questa mattina.
Siccome ci sono state migliaia e migliaia
di domande, noi non possiamo votare senza una valutazione; il lavoro degli
uffici sarà stato sicuramente alacre, non voglio addebitare responsabilità,
però c’è di fatto che alcun elenchi non saranno pronti neanche per il 16, un
malloppo di tabulati è stato dato ad alcuni consiglieri stamattina e ad altri
due o tre giorni addietro.
Intanto lavoriamo, poi andremo anche a
fare questa valutazione, vediamo se riusciamo a completarla, se no bisognerà
proseguire domani, ché mi sembra sia ancora convocato il Consiglio, quindi
valuteremo successivamente.
PRESIDENTE. La seduta è aggiornata alle
15,30.
La
seduta sospesa alle 13,15 è ripresa alle 16,35
PRESIDENTE. Prego gli onorevoli colleghi
di riprendere posto.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
stamani avevo obiettato, senza neppure ancora aver avuto contezza del materiale
del quale avevo solo apprezzato la voluminosità, che difficilmente il Consiglio
avrebbe potuto portare a termine il compito che gli spetta, cioè quello di
procedere alle nomine per alcuni incarichi da attribuire tra tutti quelli che
erano stati messi a bando. Dico taluni, perché mi è stato poi confermato e
chiarito che quello che voi tutti vedete è l’elenco solo di una parte, credo un
quinto, delle nomine da fare, quelle, cioè, che per obbligo di legge scadono
oggi o domani e con i poteri sostitutivi del Presidente tra un paio di giorni.
Io non voglio far carico agli uffici
perché vista la mole di lavoro, 18 mila domande, era difficile poter approntare
in tempi utili tutti i prospetti e oltre a questi ci sono migliaia e migliaia
di fogli, di curricula che ciascun
candidato ha esibito e che sono agli atti degli uffici medesimi.
Il nostro lavoro, però, deve essere fatto
in maniera seria, non invocando qui io pur potendolo fare un ricordo storico,
cioè che mai il Consiglio ha proceduto a fare le nomine direttamente
probabilmente per altre ragioni. Ma questa volta c’è una ragione sicuramente di
impedimento, almeno per quel che riguarda me e molti altri consiglieri, che
hanno avuto stamattina contezza degli elenchi per una valutazione attenta.
Dico subito che le indicazioni che noi
andremo a fare lavorando oggi, stanotte, domani e fino al momento utile saranno
indicazioni di personalità che abbiano i requisiti dell’alto profilo, della
capacità professionale quanto meno di doti che siano in grado di dare risposte
di competenza a quelle che sono le attese di governo nei vari enti regionali o
sub-regionali.
Quindi, per queste ragioni credo
realisticamente, al di là di ogni possibile, politica, avversa ma solo
strumentale posizione, che si debba procedere nei lavori del Consiglio
attraverso una inversione dell’ordine del giorno, inserendo come primo punto un
argomento per il quale ho predisposto un documento chiaramente aperto ad essere
integrato o migliorato anche dai colleghi di maggioranza con cui non ho avuto
neanche il tempo di parlare ma anche dai colleghi dell’opposizione, che
riguarda le attuali calamità che si sono abbattute soprattutto nella Locride ma
anche nel Basso Jonio, nel crotonese e in quasi tutta la Calabria; potremmo,
poi, proseguire con la risposta ad interrogazioni e interpellanze. I
capigruppo, i singoli esponenti dei gruppi le rose dei nomi, i suggerimenti, le
indicazioni, non per demandare – perché non è il nostro compito – ma per
consentire al Presidente di procedere con i poteri sostitutivi nei termini di
legge.
E’ un atto anche di fiducia questo,
signor Presidente, nei suoi confronti ma sinceramente anziché fare cose
pasticciate e valutazioni che non abbiano il tempo di passare al vaglio di noi
tutti, noi preferiamo impegnare questi due giorni in un lavoro per poi dare le
indicazioni, lei sarà libero con l’autonomia e la sovranità che caratterizzerà
il suo gesto di seguire.
Pertanto se l’onorevole Presidente, vuole
mettere ai voti la richiesta è di inversione e di posizionamento al primo punto
dell’ordine del giorno che se mi permette leggo brevissimo e che potrà essere
poi, ripeto, integrato o modificato.
“Il Consiglio
considerato che i gravi ed avversi eventi
atmosferici abbattuti sulla Calabria in queste ultime settimane hanno provocato
prima la tragedia di Soverato ed ora il dissesto di gran parte del territorio
con punte di particolare gravità nella zona della locride, del basso Jonio e
del crotonese;
ritenuto che appare indispensabile
procedere alla predisposizione ed attuazione di un piano regionale articolato
in due fasi: primo interventi strutturali di recupero e risanamento dell’intero
territorio; secondo: istituzione di una centrale operativa dotata di uomini e
mezzi in grado di intervenire con tempestività ed efficacia;
delibera
di stanziare 10 miliardi per la
predisposizione e l’attuazione degli interventi necessari per far fronte alle
somme urgenze;
di richiedere al Governo centrale lo
stanziamento di 100 miliardi per far fronte ai danni per come fin qui
sommariamente stimati in questi ultimi giorni e una cifra non inferiore a 1000
miliardi per l’opera di risanamento e recupero dell’intero territorio;
di impegnare la Giunta regionale a
predisporre una struttura adeguata a programmare e gestire con tempestività ed
efficacia gli interventi”.
Questo è l’ordine del giorno e la
richiesta che vada invertito l’ordine.
PRESIDENTE. Onorevole Pirilli, non ho capito
se la trattazione quale è prima e quale dopo che lei propone?
Allora la richiesta è di invertire
l’ordine del giorno e di discutere prioritariamente rispetto all’ordine del
giorno così come risulta in Aula l’inversione, il punto relativo alle calamità
di questi giorni che poi io ho condensato in un ordine del giorno su cui chiedo
che il Consiglio si esprima.
Quindi inversione e iscrizione al primo
punto la discussione sulle calamità naturali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente,
onorevoli colleghi, penso che si debba dare per scontata la visione delle
opposizioni alle richiesta di esaminare in quest’Aula in via del tutto
eccezionale la situazione che si è venuta a creare in seguito agli eventi
calamitosi che anche in questi giorni hanno colpito alcune aree, alcune zone
della Calabria.
Per cui non c’è nessuna contrarietà,
anzi, si interpreta un nostro sentimento, del resto anche l’altra volta avevamo
chiesto nelle ore immediatamente successive alla tragedia una riunione
straordinaria del Consiglio regionale che ha dato buoni esiti se quelle
indicazioni saranno pedissequamente seguite, anche questa volta siamo
d’accordo.
Non mi pronuncio sul documento che è
stato presentato perché questo fa parte dell’esame del merito, per cui se
facciamo l’inversione all’ordine del giorno, ci sarà sicuramente una proposta
della Giunta, la presentazione di quel documento e poi verificheremo un attimo
su come convenire e proporre. Posso soltanto anticipare che per quanto ci
riguarda noi non intendiamo tradire lo spirito del documento che è stato
approvato la volta scorsa.
Cioè, nell’ultima seduta noi abbiamo
realizzato un fatto importante su questioni delicate, difficili; soprattutto in
quelle ore siamo riusciti non in maniera generica e generale ma in maniera
precisa e puntuale a determinare una convergenza di intenti, su cui questo
Consiglio regionale è bene debba continuare a rimanere attestato.
Pertanto, sono d’accordo con questa
proposta, non sono d’accordo invece – mi consenta l’onorevole Pirilli – sulla
formalizzazione, anche se capisco il senso realistico della proposta, persino
oggettivo non perché voglia mantenermi su una linea ipocrita, ma perché penso
che noi per un attimo su questo punto dobbiamo intenderci in questa nuova fase.
Non sono d’accordo sulla questione delle nomine, cioè anche se noi facciamo
l’inversione le nomine non possono sparire dall’esame e dalla determinazione
del Consiglio regionale.
Dico questo perché non poteva essere diversamente,
infatti è stato nello stesso intervento di Umberto Pirilli che alla fine si è
trasceso in una sorta di demandiamo anzi si è pure corretto, appunto non ha
parlato nemmeno di delega, di trasferimento di competenze. Demandiamo ecc.,
ecc., perché non siamo pronti per…
E’ già successo altre volte che questo è
accaduto e ogni qualvolta è accaduto, lo voglio ricordare anche ad Umberto
Pirilli, alla fin fine la motivazione che è stata utilizzata è stata sempre
quella degli elenchi, perché gli uffici poi sono stati costretti a lavorare
sempre in queste condizioni.
Però, ogni qualvolta è accaduto
probabilmente erano altre le ragioni vere per le quali il Consiglio non faceva
le nomine.
Il dato qual è? E noi cinque anni
addietro abbiamo avuto da questo punto di vista un problema che è sfociato
addirittura con l’occupazione dell’Aula. Il dato è che si sovrappone per legge
- non perché abbiamo, come dire, un Presidente autoritario o antidemocratico -,
si sostituisce al potere del Consiglio quello del potere monocratico del
Presidente del Consiglio stesso. Questo comporta il fatto che anche la
qualificazione nell’espressione del voto per alcune nomine, non riesce ad
individuare gli ambiti di competenza della maggioranza e della minoranza.
Infatti, la legge non parla di nomine di
maggioranza o di minoranza, parla di nomine del Consiglio regionale. Nel
momento in cui il Consiglio regionale abdica al proprio potere, non c’è dubbio
che anche quel demandare di cui parlava Pirilli, facendo invito e appello ad
ogni consigliere regionale, ad ogni capogruppo di dare indicazioni, per quanto
sia un suggerimento di una linea attenta e di disponibilità, senza dubbio va
oltre gli ambiti e i confini della legge.
Per cui io che dico? Non rinunciamo a
questa opera a cui è chiamata l’azione del Consiglio, discutiamo nel frattempo
la questione del maltempo e della problematica connessa ad esso e verificando
bene i tempi entro i quali il Consiglio ha da esercitare il suo potere non so
se esattamente la mezzanotte di questa giornata o quella di domani, dobbiamo
fare tutto quanto è possibile acché il Consiglio magari nomina per nomina si
possa autonomamente e liberamente esprimere.
Il mio non è il disconoscimento di un
potere che comunque per legge il Presidente del Consiglio deve attivare, perché
se il Consiglio entro i termini non ce la fa, c’è questo problema, c’è una
carenza della legge da questo punto di vista, dovremmo verificarlo, però è un
invito al Consiglio a non rinunciare.
Faccio invito all’onorevole Pirilli,
quindi, acché nelle prossime ore noi si possa lavorare per quanto è di
competenza della maggioranza e della minoranza perché sia il Consiglio con un
voto a pronunciarsi sulle indicazioni, sulle designazioni date.
Se noi lavoriamo così, ritengo
assolutamente poi di secondo livello il problema delle interrogazioni, perché
capisco che se dovessimo prendere questa abitudine non sarebbe una cattiva cosa
quella di dedicare una parte delle sedute alle risposte delle interrogazioni,
perché questo Consiglio regionale, da quando mi ricordo, non ha mai avuto
questa abitudine tranne che per fatti eccezionali.
Se riusciamo a far diventare anche questo
come un momento ordinario, penso che sia un fatto positivo, ma in questa seduta
odierna è puramente accessorio.
Concordo con la formulazione della
richiesta di inversione dell’ordine del giorno, però subordinandola a questa
condizione, non facendo l’inversione dell’ordine del giorno e poi chiudendo il
Consiglio, non trattando più le nomine, le nomine rimangono all’ordine del
giorno di questo Consiglio.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
D’accordo, collega Adamo, però ci sono
due problemi: uno è la salvaguardia in ogni caso dei diritti della minoranza, che
si sostanzia attraverso la previsione normativa che in ordine a ciascuna
delibera – laddove previsto – detta le condizioni di voto, due preferenze su
tre, con il chiaro intento di garantire il terzo nome alla minoranza e questo
ovviamente il Presidente avrà cura di rispettarlo ed è nostra raccomandazione
nell’ipotesi in cui si arriva alla nomina presidenziale.
L’altra ipotesi io l’accolgo, però ti
voglio far notare che questo esame attento non possiamo farlo in Aula, perché
dovremmo servirci degli uffici e dei curricula
che sono in altre sedi e non potrebbero essere facilmente consultabili.
Quindi, potremmo noi andare avanti con i
lavori del Consiglio, con la discussione per come previsto ed eventualmente
iniziare quella sulle interrogazioni. Poi una commissione ristretta lavorerà,
per vedere se si arriva a procedere nei tempi utili.
Io sono d’accordo su questo.
PRESIDENTE. Se non ci sono altri
interventi noi passiamo alla votazione per l’inversione dell’ordine del giorno.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
per chiarire il punto, lo stato dell’arte del problema nomine. In effetti, i curricula che ogni candidato ha
presentato all’Ufficio di Presidenza e quindi al Consiglio regionale sono stati
oggetto di una valutazione certamente attenta da parte degli uffici, ma oltre
questo c’è l’approvazione, la presa d’atto da parte dell’Ufficio di Presidenza.
Pertanto, non si tratta, collega Pirilli, di andare ad esaminare uno per uno i curricula dei candidati, ma di prendere
atto dell’elenco e su questo eventualmente poi operare delle scelte.
Certo, mi rendo conto che aver avuto
consegnati questa mattina gli elenchi, potrebbe render complicato esaurire il
tutto entro oggi ma noi abbiamo anche la giornata di domani a disposizione. La
scadenza della competenza mi pare che sia la mezzanotte del 3, del 4
addirittura. Quindi, c’è realisticamente la possibilità che il Consiglio non
abdichi al proprio ruolo, fermo restando che in assenza di una inattività del
Consiglio, di fatto la competenza passa al Presidente perché attivi i poteri
sostitutivi.
Per quanto ci riguarda - ed è una mia
opinione personale questa - precostituire una disponibilità verso la minoranza,
consegnare al Presidente nel caso di…
(Interruzione)
Scade questa notte? Presidente, i termini
di scadenza perché ognuno si esprima certo ufficialmente sulle nomine…
(Interruzione)
Mezzanotte di oggi? E comunque sono
appena le 17.00, quindi la scelta sugli elenchi comunque si può fare, anche
perché oggettivamente se ci viene detto che la scadenza è oggi, come mai il
Presidente non ha provveduto a convocare il Consiglio ancora con qualche giorno
di anticipo? E’ come il cane che si morde la coda o era stata già immaginata
una soluzione di questa natura, che noi non possiamo certamente condividere,
perché in maniera pregiudiziale si vuole sollevare una competenza del Consiglio
su un problema così importante. Fermo restando che anche nella precedente
legislatura, per la verità non è vero che il Consiglio non ha fatto le nomine,
ma nel 1995 il Consiglio regionale fece quelle nomine con tutte le difficoltà
oggettive che ha riscontrato in quella fase.
Quindi, secondo me le condizioni per
poter arrivare alle nomine ci sono tutte, anche facendole precedere da un
dibattito sulle calamità naturali, ma comunque precostituire questa abdicazione
– a mio giudizio – nelle mani del Presidente non è un fatto rilevante, rispetto
ad un Consiglio che non riesce ad esprimere per intero la propria competenza e
la propria attività.
Non sono comunque d’accordo, stavo
dicendo, sul fatto che anche nel caso in cui la competenza dovesse essere
trasferita per inattività del Consiglio nelle mani del Presidente, ci sia
questa prerogativa, questa salvaguardia dei ruoli della minoranza, perché a
quel punto il Presidente nella sua autonomia e responsabilità all’interno degli
elenchi certamente saprà scegliere i membri che lo dovranno rappresentare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Una precisazione. Il punto è questo: non
è la volontà di differire, è che il Presidente non poteva convocare il
Consiglio se non aveva gli elenchi e questi poi dovevano essere fotocopiati
ecc..
E allora il punto qual è, onorevole
Borrello? E’ che noi nei tabulati abbiamo i nomi con gli idonei, ma noi non
sappiamo se uno è medico o avvocato ed è manager. Se dobbiamo mandarlo ad un
posto di responsabilità che richieda una competenza specifica, per esempio in
scienze bancarie noi rischiamo di mandarci un veterinario. Non lo sappiamo,
perché qui non dice neppure se è laureato, se ha…
(Interruzione
dell’onorevole Borrello)
Sì, ma infatti i requisiti li può
possedere, per esempio, uno che è stato sindaco di un comune, ti voglio dire,
tutti bravissimi con la licenza elementare, però lì ci vuole la
specializzazione in una materia specifica, quindi i requisiti sono le
condizioni per accedere, ma non la professionalità.
(Interruzione
dell’onorevole Borrello)
No, non è così, informati, guardati la
legge, compresa l’ultima legge regionale che avete esitato voi un anno e mezzo
fa. Ma non è così, non è polemica; se ci arriviamo, siamo a disposizione per
lavorare fino all’ultimo noi.
Preciso i termini su cui stiamo
discutendo. Io volevo dire, e l’avevo detto prima, che l’Ufficio di Presidenza
ha approvato gli elenchi mercoledì. Se c’era questa urgenza, come sta
emergendo, il Consiglio poteva anche essere convocato prima.
A parte questo comunque, i requisiti di
cui ognuno di loro deve essere in possesso sono sicuramente riconducibili
all’incarico che devono ricoprire e sulla scorta di questo sono stati fatti gli
elenchi.
Pongo in votazione la richiesta di
inversione dell’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
Do lettura dell’ordine del giorno:
“Il Consiglio regionale
considerato che i gravi ed avversi eventi
atmosferici abbattutisi sulla Calabria in queste ultime settimane hanno
provocato prima la tragedia di Soverato ed ora il dissesto di gran parte del
territorio con punte di particolare gravità nella zona della Locride, del Basso
Jonio e del Crotonese;
ritenuto che appare indispensabile
procedere alla predisposizione ed attuazione di un piano regionale articolato
in due fasi: interventi strutturali di recupero e risanamento dell’intero
territorio; istituzione di una centrale operativa dotata di uomini e mezzi in
grado di intervenire con tempestività ed efficacia;
delibera
di stanziare 10 miliardi per la
predisposizione e l’attuazione degli interventi necessari per far fronte alle
somme urgenze;
di richiedere al Governo centrale lo
stanziamento di 100 miliardi per far fronte ai danni per come fin qui
sommariamente stimati in questi ultimi giorni e una cifra non inferiore a 1000
miliardi per l’opera di risanamento e recupero dell’intero territorio;
di impegnare la Giunta regionale a
predisporre una struttura adeguata a programmare e gestire con tempestività ed
efficacia gli interventi”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo.
Ne ha facoltà.
Noi abbiamo votato l’inversione
all’ordine del giorno, inversione che riguarda punti che già sono contenuti
all’ordine del giorno.
(Interruzione)
Tu inverti i punti dell’ordine del
giorno.
PRESIDENTE. Ora stiamo votando
l’inserimento…
Umberto PIRILLI. Stiamo votando
l’inserimento di questo punto al primo punto dell’ordine del giorno.
Ribadisco che io avevo chiesto la parola
già prima che lei leggesse questo documento, perché volevo correggere la
formulazione della proposta, così come era stata votata invece quella di prima.
Prima abbiamo detto votiamo per l’inversione dell’ordine del giorno.
Io volevo parlare, non c’è stata poi
l’opportunità, ma la ritenevo di facile correzione, perché volevo proprio
precisare quanto adesso è importante precisare. Cioè, l’inversione riguarda
l’inversione dei punti all’ordine del giorno già programmati.
Noi in questo caso invece abbiamo votato
una inversione rispetto ad un punto che non era all’ordine del giorno,
diventava prioritario invece l’inserimento all’ordine del giorno e diamo per
scontato che la votazione che si è svolta qualche attimo addietro riguardava
invece l’inserimento all’ordine del giorno e va al primo punto dell’ordine del
giorno la problematica del maltempo.
E’ già sufficiente quella votazione,
penso adesso che i documenti siano l’approdo finale, il punto di arrivo di
questo nostro confronto. Non partirei da un testo che può anche essere assunto
informalmente.
Adesso non lo so, se c’è, ritengo, la
Giunta che ha da fare qualche proposta bene, altrimenti le parti del Consiglio
si confrontano o si appronta un documento oppure si emenda in qualche parte, ma
non partirei dal documento per dire che quello è l’approdo finale. Cioè, alla
fine il documento è sintesi della discussione.
PRESIDENTE. Quindi noi partiamo
dall’inserimento…
Nicola ADAMO. Non c’è bisogno di votare
altro, diamo per scontato…
PRESIDENTE. Va bene…
Per evitare anche errori procedurali in
questa fase, dobbiamo sapere che bisogna fare due votazioni: una per accogliere
la richiesta di inserimento all’ordine del giorno e in quel caso se il
Consiglio l’approva, il punto viene inserito all’ultimo punto all’ordine del
giorno. Bisogna effettuare una seconda votazione, per inserire quel punto al
primo posto dell’ordine del giorno.
Onorevole Tripodi, la votazione che stavo
facendo è quella per inserirla al primo punto.
Una l’abbiamo fatta, la seconda è quella
per inserirla al primo punto, è quella la votazione che volevo fare.
Noi abbiamo fatto una votazione di inversione
e ora ne facciamo una di inserimento al primo punto all’ordine del giorno.
Diciamo la stessa cosa.
(Interruzione)
Allora prendiamo per buona la
precisazione dell’onorevole Adamo.
Adesso si vota affinché sia messa al
primo punto dell’ordine del giorno.
(Il
Consiglio approva)
La parola all’onorevole Misiti.
Signor Presidente, ho l’obbligo di
informare il Consiglio sugli ultimissimi avvenimenti di queste ultime ore. Da
questa mattina c’è una forte perturbazione che si è modificata durante la
giornata e che ha coinvolto in parte anche la città di Reggio Calabria e che
attualmente è concentrata nella zona di Crotone, mentre le zone più colpite per
tutta la mattinata sono state quelle di Bovalino e le zone limitrofe da Bianco
fino a Roccella Jonica.
In questo momento la fase più critica
dell’alluvione è nella zona di Crotone, ci sono tre punti di interruzione della
106 al chilometro 244, 245 e all’incrocio con la strada per Isola Capo Rizzuto.
Abbiamo provveduto sia stamattina nella
zona di Bovalino sia adesso per la zona di Crotone ad inviare tutti i mezzi
disponibili della protezione civile regionale, che sono impegnati soprattutto
nella zona di Bovalino – perché si continua a lavorare in questa zona – dove
nella giornata di ieri si è lavorato molto bene per eliminare tutti gli
ostacoli che impedivano lo scolo delle acque verso il mare. Questo è stato il
compito di tutta la giornata di ieri, siamo stati presenti, è stata presente
anche una delegazione del Consiglio, devo dare atto ai consiglieri Pirilli e
Bova che erano con noi presenti nella discussione, ma anche sui cantieri che
eliminavano gli ostacoli per il deflusso delle acque in particolare nella zona
di Siderno e nella zona di Locri. Abbiamo avuto successo da questo punto di
vista, anche se si tratta di un successo parziale, ma certamente sarebbe stato
deleterio questa mattina avere una ulteriore invasione delle acque nelle
abitazioni civili.
Purtroppo Crotone, oltre ad avere queste
tre interruzioni, ha anche una invasione di acque nel centro abitato in quasi
tutti i quartieri periferici, cioè praticamente le strade si sono trasformate
in piccoli fiumi che hanno invaso gli scantinati e portato dei danni
esclusivamente ai beni materiali.
Si sta lavorando anche a Crotone, dove
noi abbiamo dato l’indicazione di scegliere le ditte. Ho parlato con il sindaco
e col prefetto, dicendo di scegliere le ditte che ritengono più opportune e di
incaricare tutte le ditte a disposizione per eliminare gli ostacoli della 106
ed anche per eliminare il fango presente all’interno delle abitazioni che sono
alla periferia di Crotone, così come si è proceduto in quasi tutti i paesi.
Si può dire che effettivamente le
amministrazioni comunali in tutta la zona ionica hanno, secondo me, svolto un
ruolo eccezionale, di grande rilievo perché sono state messe in grado e
comunque sono state anche capaci autonomamente – è certamente spiegabile qualche
lamentela – di mobilitare tutte le forze sia del volontariato, ma anche delle
imprese per far fronte a questi avvenimenti.
Dico che le amministrazioni comunali
hanno dato dimostrazione di essere diventate adulte, nel senso che non hanno
soltanto invocato aiuto dall’esterno ma hanno lavorato autonomamente molto
bene.
Adesso in questo momento Crotone sta
facendo la stessa cosa e sta mobilitando una decina di imprese che si trovano
in zona e che stanno portando già le idrovore e stanno lavorando bene.
Cosa si può dire in generale su questo
avvenimento? Si può dire che si sta verificando esattamente, ciclicamente
quello che è avvenuto negli ultimi due secoli, cioè a distanza di trenta o
quaranta anni si verificano fenomeni simili. Un fenomeno identico a quello che
si sta verificando adesso è avvenuto nel ’51 ed è durato due mesi e mezzo, con
danni che si sommavano a quelli precedenti.
Questo che cosa significa? Significa che
ci dobbiamo preparare ad un periodo che potrebbe essere altrettanto lungo di
interventi di emergenza, quindi mi sembra opportuno in questo momento pensare a
prendere tutti quei provvedimenti, in particolare finanziare la somma urgenza e
per questo ho una piccola variazione rispetto al testo che ho ascoltato da
Pirilli per la questione della emergenza. Questo perché ci dobbiamo preparare a
fare investimenti di somma urgenza, che sono di volume più ampio di quello
previsto dal Governo.
Quindi, abbiamo bisogno di quei 100
miliardi oltre ai 10 della Regione che sono auspicabili, che devono essere di
somma urgenza perché tale è la vastità delle somme urgenze già impegnate. Credo
che a Crotone questa sera si impegnino almeno 15-20 miliardi per somma urgenza,
è bene stare attenti a fare previsioni minimali, perché poi i comuni restano in
difficoltà, perché dovrebbero poi quei fondi prenderli dal proprio bilancio se
non è somma urgenza, altrimenti i sindaci e le amministrazioni comunali possono
avere problemi con la Corte dei conti.
Ritengo, quindi, che sia giusto prevedere
i 100 miliardi per somma urgenza e i 1000 miliardi con la destinazione del
piano di integrazione al piano previsto con i 430 miliardi della prima fase,
che è quella che va sotto il nome, purtroppo, di Soverato.
E’ opportuno far questo e voglio fare
però una raccomandazione. Il Consiglio ha dato una grande dimostrazione di
forza e unità la volta scorsa, noi vogliamo partire da questo perché non
possiamo pensare solo alle emergenze. Dovremmo partire dai concetti che sono
contenuti nella relazione della Giunta precedente e nel documento finale e
soprattutto per prendere rapidamente provvedimenti che sono soltanto indicati
nel documento finale e nella relazione.
Dobbiamo far sì che sia assicurata la
manutenzione delle fiumare e dei luoghi intorno alle fiumare e delle zone in
degrado, in frana e così via, che stanno vicino ai valloni e che costituiscono
la maggior parte, ci sono circa un milione di persone che abitano in questi
centri abitati.
Dobbiamo prendere in visione il fatto di
costituire strutture permanenti che provvedano al monitoraggio e alla
manutenzione dei fiumi con poteri sanzionatori. Io sono d’accordo con i poteri
sanzionatori, quindi il Consiglio regionale si deve far carico di fare una
scelta di fondo definitiva, durevole, non soltanto momentanea corrispondente
alla situazione di questi giorni e che speriamo non si ripeta, anche se le
previsioni sono in questo senso, che cioè si può ripetere.
Io sono perché il Consiglio regionale o
la Giunta o i gruppi – per noi è indifferente – presentino delle proposte di
legge, rapidamente, che istituiscano queste strutture, che abbiano capacità di
essere permanentemente sul territorio e di operare con continuità nella
manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi.
Se questa è una raccomandazione che vi viene
da uno che su questo ha passato la vita a studiare, io vi posso garantire che
non sono fondi buttati al vento, ma che sono assolutamente investiti e molto
produttivi, perché eviteranno spese superflue successive e qualche volta
eviteranno anche la morte delle persone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tommasi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, onorevoli colleghi, ci troviamo a distanza di una
settimana, dieci giorni dalla seduta straordinaria convocata per la tragedia di
Soverato.
Quella seduta si è dimostrata molto
importante: rispetto ad un ordine del giorno molto delicato e complesso si è
trovata l’unanimità dei consensi, ciò stava a significare che l’emergenza di
Soverato, l’emergenza idrogeologica della nostra terra era cosa di vitale
importanza.
In quel documento si era dato mandato
alla Commissione consiliare competente di studiare il problema, per arrivare
entro il 31 dicembre di quest’anno con delle proposte operative.
Dobbiamo però registrare che alla prima
seduta della Commissione consiliare competente, purtroppo non si è raggiunto il
numero legale, questo è un fatto grave perché in Consiglio c’è stata l’unità.
Successivamente, quando si è entrati nella fase operativa, passata l’onda
emozionale – era la cosa che temevamo tutti – alla prima occasione utile non si
è raggiunto il numero per cominciare a discutere delle proposte che l’assessore
Misiti ha appena citato.
Oggi, alla luce di quello che sta
succedendo ci ritroviamo a parlare di un’emergenza. Non si può vivere
costantemente preoccupati perché i nostri fiumi, le nostre fiumare non vengono
tenuti con la manutenzione ordinaria e non straordinaria.
Pertanto, io chiedo a tutti i consiglieri
di minoranza e di maggioranza di essere operativi immediatamente nelle
Commissioni, perché così contribuiremo alla fuoriuscita della Calabria da
questo che è un annoso problema. Qualunque cosa viene fatta nell’immediato di
un evento è sempre qualcosa fatta di fretta per risolvere un problema; di un
fiume che oggi è questo perché là c’è la piena, domani sarà da un’altra parte,
ci sarà il problema sul Tirreno, oggi siamo interessati alla fascia jonica
perché il maltempo si sta concentrando sulla fascia jonica; domani troveremo
l’emergenza sulla fascia tirrenica e così via.
Ritengo che non è così che dobbiamo
rispondere ai calabresi, dobbiamo rispondere invece con una programmazione.
Nelle proposte fatte nella passata legislatura, c’è una programmazione generale
per uscire da questa emergenza da affrontare immediatamente. Per risolvere
questo nell’immediato io proporrei di chiedere l’intervento dell’esercito,
perché siamo in stato di emergenza – Presidente Chiaravalloti – affinché ci
venga in soccorso per risolvere i problemi che abbiamo.
Assieme a tutto quello che si sta
facendo, perché ritengo che l’assessore Misiti e gli altri si stanno adoperando
all’inverosimile per cercare di risolvere il problema, non ho il benché minimo
dubbio, ma insieme a questa iniziativa del coinvolgimento delle aziende locali,
chiediamo l’intervento dell’esercito, perché fra una settimana se pioverà sullo
Jonio cosentino, ci troveremo nelle stesse condizioni di Roccella e di Bovalino
oggi.
Per quanto riguarda poi le proposte
contenute nell’ordine del giorno dell’onorevole Pirilli, dobbiamo andare nello
specifico, perché i 1000 miliardi proposti in uno dei punti - fra l’altro non
abbiamo neanche fisicamente in mano il documento - possono essere presi da
Agenda 2000, dove si prevede sui fondi strutturali in 7 anni qualcosa come 6
mila miliardi.
Su queste cose concertiamo degli
interventi nella Commissione speciale e io propongo che il Presidente della
quarta Commissione inviti l’assessore Misiti e l’assessore all’ambiente Gallo
in modo che anche la minoranza possa dare il proprio contributo alla soluzione
del problema.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Tripodi. Ne ha facoltà.
Brevemente, perché credo che il Consiglio
abbia già discusso nella precedente riunione di questo problema anche
nell’immediatezza della tragedia di Soverato.
Dopo tre settimane ci ritroviamo ad
affrontare l’aggravamento di una condizione generale della regione che,
purtroppo, in presenza di un evento climatico anche purtroppo particolare e
straordinario presenta situazioni di grande emergenza. Quello che accade in
particolare nella Jonica reggina ma adesso l’assessore ci informa di una
situazione difficile, eccezionale nel Crotonese e a Crotone evidentemente ci
preoccupa e ci allarma perché pone il problema di una sollecitazione permanente
sul nostro territorio e in qualche modo ci incita ad accelerare i tempi.
Se l’ordine del giorno che abbiamo
approvato in Consiglio regionale aveva un pregio era quello di invitare tutti i
soggetti, i soggetti nazionali innanzitutto, ma anche tutti quelli regionali ad
assumere iniziative e ad accelerare la loro attività.
Condivido adesso la critica che faceva
l’onorevole Tommasi, la denuncia politica. Noi abbiamo bisogno di far
funzionare il Consiglio e le Commissioni perché una parte delle scelte, dei
provvedimenti, delle misure che sono oggi necessarie per garantire la tutela e
la salvaguardia dell’ambiente alla difesa del nostro territorio, passano anche
dalle scelte che dovrà fare questo Consiglio regionale della Calabria.
La nostra è una istituzione della
Calabria che ha il compito di programmare l’utilizzazione delle risorse, di
programmare anche e di dare gli indirizzi fondamentali sull’utilizzazione del
territorio. Qui noi abbiamo detto che manca una legge sul demanio, manca una
legge urbanistica, bisogna adeguare altri strumenti normativi; ebbene noi
abbiamo bisogno di fare quanto è necessario e di farlo presto anche perché si è
determinata una condizione, anche se ai primi di ottobre, ancora all’inizio
della stagione autunnale, non siamo ancora entrati nella fase peggiore dal
punto di vista del clima e della stagione, per la quale, certamente non me lo
auguro, questo Consiglio regionale rischia di esser costretto a tornare più
volte a discutere di eventi e calamità naturali.
Presidente, io la invito anche ad
assumere delle iniziative per consentire che ognuno si assuma fino in fondo
ruoli, responsabilità e doveri. Noi abbiamo bisogno della partecipazione di
tutti i consiglieri regionali al lavoro delle Commissioni consiliari, abbiamo
bisogno di produrre i provvedimenti necessari e quelli che hanno un carattere
prioritario nel campo dell’ambiente, della difesa del suolo, della protezione
civile e abbiamo bisogno di fare alcune scelte che attengono alla Giunta
regionale.
In quell’ordine del giorno c’erano due
indicazioni precise che voglio ricordare al Presidente Chiaravalloti e anche al
professore Misiti che riguardavano la necessità di produrre per il 2000 anche
quel programma “S.O.S. Calabria pulita” che ha impegnato i lavoratori forestali
in una attività di primo avvio di pulizia dei rifiuti accumulati nelle fiumare,
negli alvei dei torrenti a ridosso dei letti dei torrenti, utilizzando appunto
i lavoratori forestali a tempo determinato. Si è fatto un buon lavoro, un’opera
che ha avuto riconoscimenti per la positività dell’attività che è stata
realizzata. Vorremmo sapere dalla Giunta regionale, quindi, se rispetto a
quella sollecitazione approvata all’unanimità in Consiglio regionale, la Giunta
ha provveduto o sta provvedendo per andare in quella direzione che è stata già
indicata.
Così come io credo che quando si parla di
un piano che deve essere predisposto in questa Regione, così come viene
indicato dall’ordine del giorno presentato dall’onorevole Pirilli con altri
firmatari, un tema fondamentale riguarda l’utilizzazione anche dei lavoratori
socialmente utili.
Sappiamo che il 31 ottobre c’è la
scadenza prevista dal decreto governativo, sappiamo che ci sono grandi
difficoltà da parte dei comuni anche nell’assumere gli oneri finanziari, quel
50 per cento che dovrebbe essere a carico dei comuni. Sappiamo anche che una
parte del fondo regionale per l’occupazione è stato o sarà trasferito alla
Regione che ha le disponibilità finanziare per coprire il 50 per cento, ma
anche per fare scelte di utilizzazione di questi 10 mila lavoratori socialmente
utili anche in rapporto a queste emergenze che stanno sorgendo sul territorio
calabrese.
E dentro questo si può fare quel
ragionamento - e credo che ha ragione nel sollecitare questa scelta e questa
indicazione l’assessore Misiti – relativo all’impegno particolare ed anche
all’individuazione di figure e professionalità che abbiano compiti di
sorveglianza, ma anche di intervento operativo sui nostri torrenti, quelli che
venivano chiamati sorveglianti, ufficiali idraulici come si vogliono definire.
Credo che questa iniziativa abbia un
carattere prioritario e noi dobbiamo assumere questo sapendo che l’opinione
sotto questo aspetto è diversa. Certamente la Calabria subisce anche
ciclicamente fenomeni di questa natura, ma non possiamo però sottovalutare,
perché faremmo un errore anche nel momento in cui dobbiamo intervenire per il
recupero e per il risanamento, che molti dei danni che si sono determinati sono
stati causati anche da interventi sbagliati e anche da cause strutturali che
debbono essere eliminate.
Dobbiamo sapere che c’è una fragilità
congenita del nostro territorio, ma abbiamo avuto anche in questi anni, in
questi decenni interventi che hanno aggravato la condizione di fragilità del
territorio calabrese.
In questa direzione io dico che occorre
fare forti investimenti, ma non sono d’accordo a dirottare i finanziamenti di
Agenda 2000.
Dobbiamo fare una operazione che punti ad
avere fondi aggiuntivi a quelli di Agenda 2000 per gli interventi che
riguardano il recupero e il risanamento del territorio. Certo, ci sono anche
misure lì, nell’ambiente, programmi che possono essere utili per questo scopo,
ma l’ordine del giorno pone il problema di ulteriori risorse e su questo sono
senz’altro d’accordo. Condivido poi l’articolazione, l’urgenza e l’emergenza,
questioni di natura tecnica che vanno affidate ai tecnici, ma credo che
certamente noi dobbiamo cogliere l’occasione per uscire dall’urgenza e
dall’emergenza e per utilizzare le risorse che verranno alla nostra Regione per
interventi che eliminino le cause strutturali che hanno determinato quelle
situazioni difficili che riguardano migliaia e migliaia di cittadini.
Una cosa volevo da questo punto di vista
segnalare e richiedere. Penso che in rapporto alla situazione che si è
determinata e rispetto anche al bisogno di una iniziativa che abbia una forte
coesione, così come si è manifestata nell’ambito del Consiglio regionale, non
sarebbe male se il Presidente del Consiglio regionale assumesse una iniziativa
che coinvolgesse i Presidenti dei gruppi consiliari, anche in un rapporto
istituzionale con le sedi e i livelli di decisione centrale.
Infine, dal momento che è circolata una
lettera a firma dell’onorevole Filocamo, assessore alla sanità, e siccome in
questa lettera sono contenute affermazioni molto gravi e pesanti e di una
gravità inaudita che mettono in discussione, aprono una polemica molto forte
all’interno della maggioranza che governa oggi la Regione, che guida la
Calabria, credo che quelle affermazioni andrebbero chiarite.
Di fronte ad un dramma, una tragedia che
riguarda tanti comuni, intere comunità della nostra regione, credo che un
assessore regionale dovrebbe assumere un atteggiamento diverso rispetto ai
problemi e ai drammi che ci sono in quella parte della Jonica, a Roccella
Jonica e a quella parte dei comuni che sono oggi interessati a questo fenomeno
per i danni gravissimi che sono stati subiti, perché molte imprese, molte
aziende sono state costrette a chiudere e a bloccare le loro attività, molti
lavoratori oggi non possono essere impegnati nell’attività lavorativa.
Credo che intanto ognuno debba avere
funzioni pubbliche sempre e comunque e deve avere la capacità di portarle
avanti fino in fondo; credo che qui siamo di fronte ad una tragedia per la
Calabria, certamente ci dispiace che l’assessore Filocamo abbia avuto danni
alla propria abitazione e che si sia trovato in questa situazione di
difficoltà, ma certamente rispetto ad una situazione di questo genere non so
cosa c’entri il problema dell’assessore Filocamo con gli usurpatori della “Casa
delle Libertà”. Vedo un collegamento non del tutto giustificato, in ogni caso
penso che intanto ci sono i problemi dei comuni, delle comunità che vanno
affrontati, poi certamente probabilmente dovremmo fare qualcosa per l’onorevole
Filocamo e credo che il Consiglio regionale dovrà assumere forse una iniziativa
anche in questa direzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Chiarella. Ne ha facoltà.
Signor Presidente del Consiglio, signor
Presidente della Giunta, assessori, colleghi consiglieri, intervengo solo per
dire che in realtà per quanto riguarda la prima Commissione si sta lavorando e
ringrazio i consiglieri di maggioranza e di minoranza che ne fanno parte, che
rendono possibile un proficuo lavoro. Ma devo dire che già possiamo annunciare
che fin dalla prossima seduta inizieremo ad ottemperare ad uno dei punti focali
più importanti dell’ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità dal
Consiglio l’altra settimana.
Proprio nell’altra seduta abbiamo detto
che questa terra di Calabria deve assolutamente dotarsi di una nuova legge
urbanistica per la tutela e la gestione dell’assetto del territorio.
Qui devo dire – lo dico ufficialmente –
che c’è una grande sensibilità da parte della minoranza. Il consigliere
Pappaterra, che è stato assessore all’urbanistica, ha già stimolato l’Ufficio
di Presidenza della prima Commissione ad esaminare fin dalla prossima riunione
il testo sull’urbanistica che era stato depositato nella vecchia legislatura.
Questo per fare un confronto con quello che l’assessore Gallo ha questa sera in
modo ufficioso – ma comunque sarà ufficiale nei prossimi giorni – annunciato e
che martedì presenterà in Giunta regionale. Quindi, martedì avremo una neo
proposta della Giunta, su uno dei temi ormai focali delle nostre discussioni,
che riguarda appunto la tutela, la gestione e quindi l’uso del nostro
territorio.
Nel giro di una diecina di giorni potremo
incominciare a lavorare confrontando i testi e avviando a 360 gradi questo
confronto importante che viene da ambo le parti, perché una iniziativa del
genere onestamente non si può ascrivere solo alla volontà del centro-destra, ma
è anche del centro-sinistra non solo, a mio avviso, per il documento approvato
all’unanimità ma per una sensibilità, per un dovere istituzionale che noi
consiglieri abbiamo nel momento in cui succedono ogni giorno delle disavventure
territoriali che non sono ascrivibili all’inefficienza né delle Commissioni, né
della Giunta regionale, né di questo Consiglio regionale.
La relazione dell’assessore Misiti come
sempre ha messo il dito nella piaga, qui bisogna lavorare ormai con urgenza,
quindi centinaia – perché no – di miliardi immediatamente, perché si possa da
subito creare già delle postazioni stabili, operative in grado di controllare
le emergenze collegate alla situazione che c’è nelle nostre fiumare, nei fiumi
che attraversano per il lungo e il largo il nostro territorio.
Dobbiamo dire comunque che le emergenze
fino adesso, per quello che è stato possibile, sono state tamponate, è normale
che noi vedremo come dotare – per quel che è possibile – anche la protezione
civile di mezzi e ruoli diversi. La legge che c’è, come sapete, non è
efficiente. Di questo ci occuperemo nei prossimi giorni, perché già si sta
lavorando per avere dei testi in grado di essere poi valutati in Commissione.
Chiudo dicendo che in questa direzione
noi dobbiamo, perché no, valutare anche delle proposte che sono venute da parte
della minoranza. Se occorre, perché no?, chiedere anche l’intervento
dell’esercito, se occorre, perché no?, guardare alle migliaia e migliaia di
persone che lavorano purtroppo con grande precarietà e sono i lavoratori di pubblica
utilità e i lavoratori socialmente utili. Sono riflessioni che provengono dai
banchi della sinistra, ma che in un momento così particolare, in un momento di
grande emergenza, secondo me vengono ad essere ascrivibili a contributi degni
di essere presi in considerazione.
Ma l’assessore stesso ha manifestato
l’intenzione di dialogare e capire come insieme, questo è bene dirlo, cercare
di salvare un territorio che non è stato mai rispettato. Lo dobbiamo dire ad
alta voce: tutto quello che succede non è perché qualcosa di improvviso è
accaduto, ma perché purtroppo una politica non attenta ha sempre guardato al
territorio per soddisfare interessi di parte, occasionali, interessi di privati
e mai si è pensato di badare alla collettività, quindi alla salvaguardia
generale del territorio per avere poi alla fine dei vantaggi generali che
diventano poi anche interessi particolari. Nel momento in cui, infatti, un
territorio viene salvaguardato, tutelato, gestito e usato bene è vero che si fa
un discorso di natura generale, che è da sottolineare con forza, ma salvaguarda
di più ogni intervento privato, perché l’intervento privato non può essere
sollecitato al di là di un quadro generale di certezza che soddisfa la comunità
nella sua complessità.
Questo è un concetto importante che può
sembrare l’uovo di Colombo, ma che in realtà non è stato mai preso in
considerazione, in quanto l’egoismo o gli appetiti legati alla politica come
gestione di potere fine a sé stesso purtroppo hanno preso il sopravvento.
Questa Giunta, quindi, ha un grande
lavoro da fare e sono convinto che lo farà, come sono certo che il
centro-sinistra proprio in questa fase così grande e delicata non andrà sulla
strada delle accuse, non andrà a cercare di trovare in questa o quell’altra
giornata qual è stato l’assessore o il consigliere o il componente di
Commissione che ha lavorato di meno, ma cercherà, come è stato fatto in
quest’Aula in tutti gli interventi del centro-sinistra, di trovare le sinergie
e le convergenze perché quello che abbiamo davanti è un qualcosa di
straordinariamente importante.
Noi avremo in questi cinque anni dei
mezzi, ma lo Stato dovrà darci anche i mezzi che non abbiamo oggi, altrimenti
si fanno solo belle parole per tamponare una situazione di emergenza, ma poco
per avviare un discorso più forte e per assicurare alle nostre popolazioni un
futuro più dignitoso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Pirilli. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io
credo che solo una diretta partecipazione sui luoghi del disastro può aver dato
- a chi tra noi ha avuto la possibilità di ispezionare quei luoghi – la
fotografia quasi plastica di quello che è il disastro ambientale di cui la
Calabria in questo momento in lungo e in largo è colpita, con un processo che
ovviamente non è quest’Aula e non sono io in questo momento a voler fare, ma
che la serenità che in questo momento proprio sembra di cogliere in quest’Aula
suggerisce di fare. E io lo farei, se non potesse apparire polemica, non vuole
essere polemica questa fase del mio intervento che è di richiamo storico a
responsabilità, che purtroppo risiedono in quasi mezzo secolo di gestione
dissennata del territorio.
Ed è cosi se abbiamo sotto gli occhi un
fiume coperto che poi esplode e fa saltare i ponti perché sotto galleggiano
anche le case, le macchine, lavatrici, perché in tutto il suo corso è stato
oggetto di discarica continua sempre abusiva, perché si è costruito sul letto
del fiume o in zona demaniale senza concessioni, perché non è stata ordinata la
demolizione, perché quelle costruzioni poi sono state travolte in qualche
occasione anche dal fiume e sono divenute barriera e da qui la forza impetuosa
delle acque ha travolto tutti portando alluvioni, danni e anche morti nel caso
di Soverato.
Questo perché (e chi ci ha preceduto
evidentemente ne ha tutta la responsabilità) si è avuto probabilmente cura per
le clientele ma non per il territorio e la salute dei cittadini; e non solo a
livello regionale e prima ancora a livello governativo e poi a livello degli
enti intermedi ed esponenziali.
Questa è una cosa gravissima che sta
accadendo, è la natura che richiama la sua forza, che rivendica il suo potere
ed è l’uomo umiliato e prostrato che mette a nudo le sue debolezze, le
debolezze della politica di cinquanta anni dissennati di gestione del
territorio.
Questo è il quadro che oggi ci troviamo e
in questo quadro ci sono poi delle anomalie, delle incapacità o intempestività
o incompetenze o ignoranza di cosa addirittura dica la legge o il quadro
normativo.
Appena arrivato ieri a Roccella ho
sentito che uno dei sindaci non aveva contezza di riferimenti normativi,
ciascuno non sapeva a chi fosse attribuita la responsabilità in questo momento
dell’intervento, la responsabilità della decisione.
Allora mi sono permesso
estemporaneamente, ma vorrei ripeterlo qui con ponderata riflessione, di
suggerire che il sindaco nell’ambito del proprio comune dipendente e sovrano,
dispone delle somme urgenze e di quant’altro in tema di ordine pubblico e di
salute pubblica senza dover interpellare nessuno e dover aspettare l’ordine di
chicchessia; per le strade provinciali dove è la Provincia, per in genere
l’intervento operativo è il prefetto, perché la protezione civile – badate bene
– come delega, come legge regionale, come normativa non sottrae ai prefetti,
anzi attribuisce e lascia ai prefetti la responsabilità operativa, quindi la
decretazione d’urgenza per mobilitare in funzione dell’emergenza tutte le
energie disponibili sul territorio. Quindi vi è nella norma la certezza del
diritto e di chi deve comandare in una fase di emergenza.
Posto questo, vi è una protezione civile
a livello regionale ed io ho detto – perché mi hanno così riferito – e lo
ripeto con maggiore indignazione, se fosse vero – e chiedo che questo venga
accertato – che gli uffici della protezione civile anche in questa occasione il
sabato erano chiusi.
I responsabili di questo dovranno essere
licenziati. Su questo faremo una guerra in Consiglio, se fosse vero questo, e chiedo
quindi che sia accertato; dopo la tragedia di Soverato e dopo che era stata
annunciata quest’altra tragedia da tutte le previsioni meteorologiche, dalla
televisione, nessuno può invocare l’ignoranza e quindi in funzione di questo
può aver abdicato ad un suo preciso dovere. Perché se la protezione civile deve
funzionare 24 ore su 24 ogni giorno, anche il sabato e la domenica, mi spiace,
andranno a chiedere l’elemosina per il futuro, ma questi dovranno andarsene,
altrimenti, per quel che mi riguarda ce ne possiamo andare tutti, perché io su
questo insisterò fino alla fine dei miei giorni.
Bisognerà dare un esempio forte, noto e
chiaro a tutti che la Calabria non può essere in mano ai delinquenti, ai
banditi, ai fannulloni, a quelli che vogliono lo stipendio senza lavorare,
questo bisogna che emerga con chiarezza anche nella specie di una decisione
dolorosa magari per un padre di famiglia ma necessaria.
Tenuto conto di questo, ho registrato una
grande lentezza negli interventi e mi sono chiesto – c’era presente Misiti e il
sottosegretario Minniti -: se noi entrassimo in guerra avremmo la possibilità
di trasportare i carri armati e i mezzi pesanti per sostenere l’impatto della
guerra? In questo caso per trasportare i mezzi della protezione civile. Mi è stato
risposto che ormai stavano arrivando perché ormai erano partiti…
(Interruzione
dell’onorevole Bova)
L’onorevole Bova ama la boutade, anche quando questa non è
opportuna. Era una similitudine per esprimere una sensazione di inquietudine e
di preoccupazione.
Visto che è intervenuto anche
militarmente con la capacità di coordinare i lavori dell’emergenza, nella
riunione tenutasi a Bovalino, il sottosegretario Minniti, mi sono permesso di
chiedere se noi abbiamo mezzi per aerotrasportare quello che occorre in base
alle esigenze del territorio. E’ stato detto di sì, quindi devo ritenere che la
nostra aviazione sia attrezzata. Però, fino a ieri sera alle 10 questi mezzi
non sono arrivati, non so se di notte hanno fatto poi l’intervento.
Allora il problema qual era? L’abbiamo
visto con Misiti ieri, a cavallo tra Siderno e Locri c’era quella fiumara dove
ai margini – su terreno demaniale – c’era il grande deposito di ferrivecchi e
di materiale di risulta e poi ci sono due cucuzzoli di montagna che non sono
montagne ma sono due discariche dimesse che si fronteggiano anche nella
prospettazione dell’immondizia.
E naturalmente travolgendo e scendendo,
la piena delle acque va a rosicchiare questa montagna di immondizia e trasporta
a valle, col rischio di una catastrofe ecologica che porta a mare, così come ha
portato già, una parte di quei detriti oltre che le lavatrici, le macchine, le
carcasse e quant’altro è stato depositato sulle rive del fiume.
Di questo che vogliamo dire e quali
provvedimenti dobbiamo assumere? Badate bene, adesso mi diceva l’assessore
Misiti che c’è un nuovo strumento per poter controllare il territorio. Devo
anche dire a chi sedeva su questi banchi già nel ’93, che fino ad allora
l’Europa ha dato a tutte le Regioni la possibilità di attrezzarsi e fornirsi di
carte al 5000 e al 2000, erano fotogrammometrie per conoscere il territorio e
quindi per intervenire attraverso la conoscenza del territorio.
L’unica Regione d’Europa che non ha
utilizzato quei 30 miliardi che erano disponibili, è stata la Calabria, perché
fino al ’93 non c’eravamo noi al governo. Questo non lo dico polemicamente,
l’ho detto anche l’altra volta. Dico che ci sono responsabilità antiche, su cui
nessuno può minimamente non solo tentare di speculare, ma su cui ciascuno credo
debba portare un contributo sul piano operativo, per tentare di capire e poi di
percorrere la strada che deve portare ad una inversione a 180 gradi.
Mi sono permesso di telefonare ieri -
sentito quanto lì veniva richiesto, c’era bisogno di manualità, di gente che
operasse con le braccia – all’assessore Dima e di chiedergli una decretazione
d’urgenza per mobilitare i forestali. Poco fa, l’assessore Dima mi confermava
che ci sono 500 forestali in questo momento a disposizione di tutta la
provincia, ma in tutto il territorio calabrese tutti i forestali dei sindaci,
del prefetto e di quant’altro per l’intervento della somma urgenza come
collaborazione.
Cioè, io credo che - e qui devo entrare
per un istante nell’ordine del giorno – sia importante affrontare la somma urgenza
con somma urgenza, perché non si può aspettare che la gente muoia prima che
arrivi il mezzo e quindi laddove necessita bisogna anche rivolgersi ai privati
per intervenire.
Poi credo che la Regione in sinergia
stretta con il Governo centrale debba studiare un piano di emergenza per
affrontare l’emergenza. Debba avere, cioè, strumenti locali idonei e debba
essere previsto l’intervento immediato degli aerei che portino qui i mezzi che
servono e non dopo 48 ore, quando travolge tutto poi il fiume in piena.
Sulla somma urgenza io vorrei spendere
una parola di preoccupazione perché ho vissuto questa vicenda. Qualcuno in Aula
ricorda come le somme urgenze siano state usate da tutti gli amministratori
locali e soprattutto dai tecnici dei locali uffici comunali o provinciali per
realizzare un illecito profitto laddove, l’articolo 70 della famosa legge che,
ormai da circa un secolo impera, attribuisce ai dirigenti la potestà in
previsione, per evitare un danno grave e irreparabili, di utilizzare, con un
proprio atto, ditte esterne al fine di realizzare un’opera che deve evitare un
danno grave e irreparabile.
Qui è stato fatto un uso improprio, per
cui si è realizzata sul territorio calabrese una forma di consorzio tra i
dirigenti tecnici e le imprese che dividevano a metà gli utili senza fare i
lavori, questo è un discorso che non si può far rientrare in una previsione…
Quindi, per somma urgenza l’ordine del
giorno vuol significare la possibilità di affrontare con immediatezza, con
mezzi nostri, con mezzi del Governo ed eventualmente mobilitando tutto, quindi
anche quanto sia necessario da parte di privati, ma con un sistema di controllo
che dobbiamo studiare e approvare perché non può affidarsi ad libitum ai singoli tecnici questa grave responsabilità.
In via conclusiva, penso che il problema
di fondo sia quello di dotarsi di uno studio. Diceva Misiti ieri che ci sono
delle carte che ha fatto il Cnr, se non ricordo male; sono carte telematiche
che si possono acquistare con pochi soldi e che danno quasi il risultato di
quello che avrebbero dato le carte cui mi riferivo prima io.
Ecco, però dobbiamo fare tutte queste
cose, dobbiamo conoscere il territorio, dobbiamo predisporre un piano per il
recupero dell’intero territorio. Dicevo – e chi ha seguito le vicende della
Provincia di Reggio sa, ci sono alcuni giornalisti che le conoscono – che
avevamo realizzato uno studio attraverso il sistema dei laghi e dei bacini
lacustri, per ammortizzare ed evitare che franasse il territorio aspromontano,
realizzando una compensazione tra i vuoti riempiti d’acqua e quanto dalle
montagne poteva franare, canalizzando le acque con investimenti non eccessivi
anzi modesti, che avrebbero da una parte salvaguardato dai disastri ambientali
e dall’altro creato un micro clima e condizioni di vantaggio sotto il profilo
anche turistico, che sarebbe stato piacevole in prospettiva avere.
Tuttavia, il territorio della Calabria è
grande e credo che bisogna fare uno studio non di prospettiva nel tempo, non
possiamo affidare ai posteri la soluzione di questo problema, dobbiamo lavorare
alacremente, con persone di grande competenza perché si possa varare un piano
che poi utilizzi i 1000, i 1000 più 1000 se ci possono andare i fondi europei
di mezzo – non lo so –, ma comunque che si arrivi ad una soluzione organica.
Solo così e attraverso altre soluzioni di
cui poi anche legislativamente discuteremo in altre occasioni, potremo tentare
di presentare la Calabria con una immagine diversa, oltre che di responsabilità
anche di impatto ambientale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io
immagino che l’ordine del giorno non soltanto voglia rispondere ad una
situazione di reale emergenza, in qualche modo di allarme, ma pone a ciascuno
di noi non solo all’insieme del Consiglio, ai gruppi, e via via andiamo al
cuore della questione, a ciascun consigliere, la domanda se su problemi di
questo tipo non si debba andare oltre la fisiologia dei compiti di chi deve
amministrare e stimolare, proporre soluzioni e poi controllare, cioè appunto la
fisiologia democratica della maggioranza e della minoranza.
Se così è, Presidente Pirilli, vorrei
sottolineare due questioni. Con il sistema bipolare, quando si dice questi 50
anni, guardi che quelli che hanno o gli eredi o quelli che sono ad avere
governato in questi 50 anni, sono in qualche maniera divisi a metà. Con chi
polemizza? Con me? Ma io le voglio dire, non voglio parlare della storia.
Qualche settimana fa, in Sicilia è stato
fatto un nuovo governo e sa qual è stato il primo atto di quel governo? Le
indulgenze o meglio un condono per migliaia e migliaia di appartamenti.
Cioè, in quest’epoca, al di là degli
avvicendamenti fisiologici quella sostanza è stata che non c’è stata una
cultura sufficiente a salvaguardare la sicurezza dei cittadini, dei beni e via
discorrendo.
Una delle cose che più mi ha emozionato,
guardando la televisione dalla parte dei cittadini normali, è stato sentire
quelle persone di Bosco di Bovalino – io so dov’è – che magari con i propri
risparmi hanno chiesto di costruire una casa dove non si poteva costruire.
All’improvviso facciamo finta di non capire che quelli per fortuna hanno
salvato la vita, ma hanno avuto distrutti tutti i beni.
Ecco la parabola di una situazione che va
cancellata, cioè in qualche maniera qui c’è una novità e noi abbiamo
sottolineato l’altra volta col nostro voto favorevole all’ordine del giorno, la
volontà di cambiare registro. Cioè, abbiamo sfidato noi stessi e voi a cambiare
registro e io spero che ce la facciate. Quando vedo certe cose, quando vedo che
tornate indietro così, temo che non ce la facciate; temo, però non metto degli
ostacoli in mezzo alla strada per impedire che ce la possiate fare. Noi
vogliamo che la facciate e badate che la partita è difficile, ben altro che
dire più uno al Governo nazionale, perché se dovessimo ripetere questo
meccanismo, diremmo più uno, più dieci sia al Governo nazionale cui non
facciamo sconti, ma pure a voi.
Se questa è la cultura che tanto si tratta,
qui non parliamo di una partita di calcio, ma della Calabria da subito. Così
com’è noi abbiamo avvertito che non reggiamo e pure io che come esperienza
personale e come parte politica ho amministrato brevissimi periodi - su cui
sono pronto a rispondere individualmente e come collettivo su tutto, come
sforzo e tentativi ecc.-, non ricorro, mutuando quel passaggio della bella
canzone di De André, all’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col
torto. E poi come continuava lui? “E’ un dio che è morto” e il dio che muore
qui sono i cittadini, quello che è avvenuto a Soverato ecc.
(Interruzione)
Era Guccini? Bene, ma comunque bravo pure
lui, comunque il senso era giusto, vero Pappaterra? Perfetto.
Il problema qual è? Oggi, dopo quello che
è avvenuto, in queste ore si decide di tornare sulla questione e per quanto mi
riguarda sono d’accordo. Quindi, sottolineo la giustezza del dire: noi dobbiamo
ragionare. Non immagino che sia stato distratto – non lo è mai – il Presidente
Pirilli quando nell’ordine del giorno non parla degli strumenti. Evidentemente
sottolinea implicitamente, ma sono d’accordo con lui, che le procedure attivate
col decreto proposto dal Governo a lui sembrano giuste e corrette, lo sembrano
pure a me. Ripetiamocele, si dice che per quanto riguarda i pronti interventi
la responsabilità spetta alle prefetture. Sono d’accordo con lui.
Si è aggiunto ieri, e noi possiamo
sottolinearlo in maniera che non ci siano distrazioni, che rispetto alle
direttive date da Barberi nei passati giorni, bisogna fare in modo che i
sindaci siano in grado di assumersi la propria responsabilità e fare i pronti
interventi, non solo per ripristinare la viabilità dove è interrotta, non solo
per questo perché ieri abbiamo avvertito che il rischio viene anche da altro.
Si dice e si aggiunge che con queste
procedure – sarei per sottolinearlo formalmente – i primi provvedimenti
quantitativi, quelli della somma urgenza di 28 e rotti miliardi non sono
sufficienti. Io sarei d’accordo fino al punto di dire una cifra di… Nel mentre
scriviamo quello – non sono demagogo –l’assessore Misiti, dice: la Regione
metterà almeno 10 miliardi oltre quelli, impegnandosi ad aggiungere anche altro
se necessario.
Non faccio sconti, vorrei che fosse
evidente anche sull’emergenza, una nostra consapevolezza, noi qui parliamo
della nostra terra, e quindi far capire a questo Governo, ma anche all’opinione
pubblica nazionale, che in qualche maniera sappiamo che l’orologio del
territorio sta scandendo un altro tempo e che chiunque - in questo momento
governate voi – governerà la Calabria, noi avvertiamo che questa è la priorità
delle priorità.
Il secondo punto, perché poi il
meccanismo qual è? Le indulgenze, i condoni nel passato… Tante bellezze
dell’Italia, molte delle opere d’arte che abbiamo nelle grandi capitali, quelle
del periodo rinascimentale e post rinascimentale sono state realizzate col
sistema delle indulgenze. Parecchie volte, i ricchi e i potenti immaginavano se
stessi come grandi peccatori – magari lo erano davvero – e pensavano di salvarsi
l’anima, se non l’anima perché quella dipende dalla coscienza, per lo meno, e
la Chiesa in qualche maniera faceva in modo che una parte di quella ricchezza,
diventassero beni usufruibili dalle comunità di allora.
Allora il ragionamento che facciamo –
ecco dov’è la scansione – è da un lato quello di intervenire subito. Lei
parlava dei fossi di questa zona della Calabria – in dialetto li chiamiamo
valloni, “vadduni” – quelli sono, non le fiumare, sono più stretti,
attraversano i centri urbani e poi via via si è detto copriamoli. Poi, man mano
che li coprivamo si diceva: se io uno lo deviassi? Capito cosa è avvenuto?
Alcuni di questi valloni non arrivano al mare, perché ad un certo punto uno lo
devia e lo congiunge con un altro e dove c’era quello? No, non c’è copertura,
lì si costruisce, quindi hanno costruito e ad un certo punto mettitici tutto il
resto, lavatrici e così via, e il meccanismo salta.
Noi dovremmo sbrogliare questo tipo di
matassa e quindi in parte il “pronto intervento” già richiama nei tempi
previsti l’intervento. Se si dice che i mutui da accendere su programmi
definiti, approvati a livello regionale e poi da gestire col meccanismo della
sussidiarietà, le parole non sono troppe, io sono per scriverle, cioè, si deve
capire che non c’è un braccio di ferro qui del tipo se conta il sottosegretario
o l’assessore. Noi dobbiamo gettare il cuore sopra l’ostacolo e dire che
ciascuno di noi fa la propria funzione e che sfida poi quei livelli che sono
stati troppo indulgenti a rimettere a posto quel che nel corso degli anni è
andato avanti.
Dentro questa impostazione, non ho dubbi
che occorrono risorse, ritengo però che al contempo, come abbiamo fatto
nell’altro documento, anche su questo punto dobbiamo fare un passo in avanti.
Io la ringrazio che ce l’ha anticipato, Presidente Pirilli, ma se è pronto,
voglio sentire l’assessore Dima, e le dico cosa in positivo è, se ragioniamo in
quei termini.
Nel mentre noi ragioniamo di questo
allarme e facciamo bene a non abbassare la guardia, abbiamo contemporaneamente
che tutto il sistema delle infrastrutture, come le strade o i canali, come in
alcuni casi le briglie ecc., che riguardano le aree delle bonifiche, hanno
conosciuto danni equivalenti.
Allora, che mi aspetto? Che in queste ore
urgenza non significhi intervenire in maniera dissennata, noi abbiamo già delle
risorse (come capitale umano, come retribuzioni, come capacità di predisporre
progetti che possono spostare parte della forza lavoro forestale), ben più di
quelle che ha detto lei, ma io non dico più uno, so di che parlo. Noi potremmo
spostare questa forza lavoro una parte sulla base di progettazione autonoma al
servizio dei comuni e in questo documento dobbiamo dire se siamo d’accordo o no
e in che tempi lo facciamo, non dobbiamo chiedere il permesso a Roma né a
nessuno.
Altre cose riguardano come si piegano da
subito i piani dei consorzi a questo tipo di incombenza.
Il paradosso sapete qual è? Che nel
mentre avviene questo, fino a qualche giorno fa, poi l’assessore li ha
incontrati, il personale, le strutture dei consorzi denunziavano una crisi
finanziaria senza precedenti. Sapete perché? Perché raramente la forza lavoro
si incontra con i problemi laddove sono, per cui magari servono più mille o più
due mila – su progetti precisi – operai idraulico-forestali nelle aree della
bonifica, cioè dove le fiumare sfociano o immediatamente a monte o nelle parti
laterali; invece per altre ragioni magari in teoria i forestali dovrebbero
essere in alta montagna, dove l’unico vantaggio per chi ci va è che ha una retribuzione
con una indennità aggiuntiva.
Ora, queste cose in che tempi le
facciamo? In che tempi si può dire non solo sì, sì o no, no, ma in che tempi si
predispone un piano? Con gli stessi tempi io propongo. L’urgenza con l’urgenza
se è giusto quel tempo o i tempi che diamo al Governo nazionale io sono per non
fare sconti e debbono valere per noi.
Come in tavole sinottiche, da un lato ci
sono scritti i tempi e li deve rispettare il Governo nazionale - e se va male
glielo diciamo –, dall’altro ci sono i nostri e vanno detti nello stesso
documento. Io sono d’accordo sull’uno e sull’altro, quindi come fatti concreti,
come vedete, perché io accetto che ci sia stata l’urgenza di discutere, di
confrontare e di ragionare su questa salvaguardia del territorio, non con un
terreno di maggioranza o di minoranza, ma con un punto faticoso in cui al di là
delle emozioni del momento – e questo ci ha aperto un varco –, noi tentiamo
faticosamente di far fare dieci metri in avanti come sicurezza, cultura della
salvaguardia ecc., alla nostra regione senza demagogia, che non è facile.
Dentro questo, vedo tre elementi che
c’erano già nel documento generale e che vedo riproposti. Assessore Misiti, lei
oggi ha sottolineato un punto che faceva parte del suo intervento e poi del documento
qualche settimana fa, ed ha fatto bene a sottolinearlo, perché assieme a tante
cose che non vanno, noi abbiamo delle risorse potenziali, delle coscienze
potenziali come la ricognizione, il monitoraggio che è stato già avviato sulle
fiumare calabresi, che rivendichiamo oggi, perché anche io che sono un semplice
consigliere regionale, io che faccio parte dell’organo di autogoverno del
Consiglio voglio fare la mia parte. La mia parte è: poter discutere e dire la
mia, introdurre elementi di novità dentro una volontà condivisa sul fatto che
arricchiamo, innoviamo, integriamo in tempi certi la legislazione regionale.
Quello che noi diciamo su quel punto,
sugli ufficiali idraulici e così via, deve diventare rapidamente – decideremo
in che tempi – legge della Regione Calabria. Quello su cui noi rifletteremo,
oltre ai piani e agli interventi che debbono essere parte organica di una nuova
legislazione urbanistica. La facciamo ora quando il ferro è caldo, quando c’è
più sensibilità, quando i gruppi di pressione, che ci sono e si muovono di
volta in volta su chi governa, in qualche modo hanno meno possibilità di
intervenire.
Badate, senza fondamentalismi e senza
scagliarsi le cose contro.
Presidenza
del Vicepresidente Domenico Rizza
Capisco che dico l’opposto - e qui mi
fermo, non faccio interrogazioni – di quello che un assessore di questa Giunta
ha inteso dire ieri, io la penso in maniera differente da quello che è stato
detto lì, non interrogo neanche per capire che c’è detto. Sono sconcertato,
cioè, se in un momento come questo in cui lei – e immagino perché tutti dalla
parte della maggioranza hanno sostenuto la sua posizione fino ad ora, che non è
facile alle posizioni convergenti, sente il bisogno di dire: attenzione vediamo
di portarla più avanti nella chiarezza delle diverse responsabilità, – qui non
c’è consociazione –, a me sembra una nota stonata quella nota stampa di cui ho
sentito dire. Ma dove sta, non un tempo normale, ma è “giapponese”, pensa che
ancora c’è la seconda guerra mondiale…
Ma al di là di chi parla bene o parla
male, ognuno si esprime come ritiene, che c’entra questo? Lei, collega Pirilli,
magari non volutamente gli ha fatto una critica enorme, si è consentito di dire
che non solo ieri si poteva ragionare con l’opposizione, ma addirittura che
oggi dobbiamo votare lo stesso documento. Spiegateglielo!
Sono problemi vostri, diventano di
tutti….
Come si fa in questi casi rispetto ad un
ordine del giorno? C’è un gruppo ristretto che si vede, riformula in positivo
un testo e lo propone all’approvazione del Consiglio.
E’ inusuale quel che vado a dire, ma qui
si parla di provvedimenti, di iniziative anche legislative e ha fatto bene il
Presidente della Commissione, onorevole Chiarella, a sottolineare – stando al
suo ruolo – quel che si deve fare.Poi ci sono dei passaggi formali, inverando
lo Statuto senza saltare i tempi, senza confondere, senza voglia di
protagonismo.
Quando c’è l’urgenza, chi vuole senza
essere chiamato va lì, io mi auguro che questo allarme e questa urgenza siano
superati. Poi, a metà tra la verifica delle urgenze e delle emergenze concluse
bene e la definizione di un progetto più generale, non per fare il mestiere
della Giunta, che non ci compete, ma per fare il nostro mestiere di Consiglio,
di organo di governo rispetto ai provvedimenti di legge e alle idee che
abbiamo, chi ci impedisce di chiamare i comuni della Calabria, di sentirli per
tempo in una forma solenne, non per far finta di ascoltare - perché lì ci sono
le funzioni della Commissione – ma per dare un segnale alla Calabria e
all’Italia che noi non andiamo ad approvare una sola legge, ma un sistema di
leggi in un ciclo ben definito. Per dire, cioè, che noi abbiamo questa
intenzione e dirla come Consiglio della Calabria, in maniera che questo clima
di sfida e di opinione non ci sia solo nei momenti in cui sembra che tutto ci
precipita addosso. Su questo terreno del territorio, della salvaguardia e dello
sforzo per far crescere una nuova cultura, invece, noi tentiamo per quanto
possibile di fare senza litigi il più possibile strada assieme.
Attenzione “assieme” significa sulle
regole fondamentali, con la possibilità e con la volontà e con il dovere che
ciascuno sente come singolo, come gruppo, come insieme, di esprimere dentro
questa sfida e di esservi coerente il proprio punto di vista.
Con questo spirito io propongo che si
formi un nucleo, un gruppo che stenda il testo del documento e con queste
coordinate, con questo verso, in modo tale che cui venga forte, dentro e fuori dalla
Calabria, che sussidiarietà, responsabilità, sforzo per una nuova cultura non
sono una disinvolta ricerca di un ordine del giorno. Ritengo che vada approvata
l’idea di chi l’ha proposto e penso che con lo stesso spirito possa essere
accolta questa valutazione, questa richiesta di chi si mette dentro e chi senza
far sconti a nessuno e a nessun passato, pensa che il giudizio su di noi si
darà per quello che saremo in grado di fare e per la responsabilità che saremo
in grado di assumerci, facendo per questa via fare un pezzo di cammino in più
in Calabria.
Su questo termino: troppo spesso - e
questa non è una valutazione di parte- in grandi paesi, nella storia, tutto
veniva facile quando le guerre si combattevano fuori dalla propria terra.
Perciò, quando le terre erano in Europa o in altre parti, ognuno le faceva. A
volte nella politica avverto un clima di questo tipo, uno dei territori per
scorazzare è proprio la nostra terra, noi dobbiamo essere in grado, con tutte
le differenze di fondo, di far capire che una cosa ci offende, che la nostra è
una terra che non vuole guerre e litigi, che è in grado le cose di chiarirsele
in maniera trasparente e che non solo non vuole commissari e non vuole essere
commissariata, ma è in grado di attuare a partire dai momenti straordinari, in
termini lineari, coerenti e trasparenti, quei principi di sussidiarietà che
fanno sì che i problemi vengano affrontati e risolti a partire da dove sono.
Per questa via dicendo che siamo pronti
ad autogovernarci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi,
preso dagli eventi tragici di questi giorni, sia da quello di Soverato che
quello adesso di poche ore, della Locride, del Basso Jonio, mi sono dimenticato
di inserire un qualcosa in questo ordine del giorno perché credo che debba
cambiare un po’ la filosofia. Non vorrei, infatti, che ripetessimo gli errori
del passato, cioè che ci confrontassimo a lungo quando accade qualcosa di
tragico, ma finita l’emergenza, ognuno dimentica il tutto.
E ripeto che preso da questi sentimenti
di solidarietà verso questi amici, ho dimenticato di far cenno ad un altro
problema gravissimo. L’intervento del professore Misiti mi ha tranquillizzato,
perché questa Giunta vuole lavorare per risolvere i problemi che abbiamo in
Calabria e che non credo appartengano ad una sola zona, una sola area, ma sono
complessivamente di tutta la Calabria.
Quindi, mentre abbiamo l’emergenza di
oggi, non dobbiamo dimenticare le altre che abbiamo avuto e delle quali tanto
abbiamo parlato, tanto abbiamo dichiarato di voler fare, ma che alla fine
ognuno di noi si è dimenticato.
Faccio un esempio per essere molto
pragmatico: abbiamo avuto una frana sulla 660, l’unica strada di collegamento
tra un grosso centro e il capoluogo di provincia, è stata chiusa per otto mesi
e non vi dico i disagi che i cittadini hanno avuto per poter percorrere una
strada interpoderale alternativa. Ci sono stati studi del Cnr, ci doveva essere
un intervento dell’Afor per un progetto che aveva redatto per 200 milioni, per
il consolidamento…
Di tutto questo, a distanza di un anno e
mezzo non si sa più nulla e dopo aver più volte protestato, i cittadini di quel
paese debbono andare a rispondere al magistrato perché si sono ribellati e oggi
si trovano rinviati a giudizio.
Di questo problema, però (un centro
storico che sta crollando, una strada che se ne va completamente da un giorno
all’altro con grossi pericoli) non parliamo più, poi, guarda caso, ce ne
ricordiamo quando gli eventi si fanno più tristi e andiamo cercando a chi
dobbiamo attribuire responsabilità.
Credo che bisogna prevenire prima che
curare; quindi è mio dovere quello di inserire qualcosa nell’ordine del giorno,
anche per non far dimenticare che ci sono tanti altri problemi che hanno
bisogno di interventi urgenti. Mi permetto, dunque, di chiedere al Consiglio
una aggiunta: dopo “crotonese” aggiungere la “660” e i “centri storici”.
A mio avviso, cari amici, non si tratta
di venire in Consiglio e ribaltare responsabilità su governi, su Regioni, ma
bisogna che ognuno di noi faccia la propria parte seriamente e questo dibattito
che è iniziato già da tempo non può esaurirsi se esce il sole e non succede più
niente, ma deve continuare con una verifica, che credo semestralmente dobbiamo
fare per vedere da dove siamo partiti e dove stiamo arrivando, perché se non
avvengono altri fatti e ci dormiamo sopra, ci ricorderemo fra due o tre anni –
mi auguro che non succeda mai -, di questi disastri.
Dunque, dobbiamo fare una verifica su
quello che il Governo e la Giunta fanno e quindi ogni sei mesi dobbiamo
discutere in questo Consiglio regionale per verificare dove siamo arrivati.
Cari amici, infine, la proposta che ha
fatto l’amico e collega Bova al fine di elaborare questo ordine del giorno mi
sta bene, perché questo di oggi è un problema che non riguarda né la
maggioranza né l’opposizione, ma come responsabilmente stiamo dimostrando,
appartiene a noi tutti.
Approviamo, allora, questo ordine del
giorno che certamente servirà alla Calabria e a dare ruolo e dignità a questo
Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Nucera. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, certo non ci saremmo
voluti anche oggi trovare in quest’Aula per parlare di eventi che stanno
funestando l’intero territorio calabrese, mentre magari con un maggior senso di
responsabilità, avremmo sicuramente potuto frenare i danni, di cui già si è
detto in vite umane ma anche sulle strutture, che oggi si stanno ripetendo.
Ma, nonostante quasi una maledizione
divina, noi abbiamo il compito di attuare il massimo della responsabilità,
della presa d’atto e di cercare di correggere le storture, che negli anni si
sono accumulate, di individuare i malesseri di cui soffre il nostro territorio,
cercare di porre rimedio.
Non voglio entrare nello specifico
dell’argomento perché di cause, fenomeni, soluzioni se ne è tanto parlato;
oggi, ora è il momento di deliberare, cioè di entrare nel cuore della
problematica, cercando di cogliere tutti quegli aspetti, che al di là dei buoni
propositi o delle intenzioni, possano sicuramente dare il senso di fiducia e di
speranza alle nostre popolazioni.
Accolgo con molta soddisfazione questo
ordine del giorno presentato da alcuni consiglieri del Polo della libertà e
ancora più piacere mi ha fatto l’aver ascoltato l’onorevole Bova, che ha dato
una disponibilità di responsabilità rispetto alle problematiche.
Mi permetto, però, anche di sottolineare
che già il Cdu, il mio gruppo di appartenenza, si è reso promotore di una mozione
che oggi avremmo discusso in quest’Aula, proprio per porre le basi di un
coinvolgimento più forte e attento da parte del Consiglio regionale.
Abbiamo proposto la costituzione di una
Commissione, primo firmatario di questa mozione è il collega Pilieci che
insieme al collega Senatore, al sottoscritto e ad altri firmatari abbiamo già
sottoposto all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza.
Qui si non si tratta di primogeniture o
di chi ha proposto o di come ha proposto. Si tratta che c’è la necessità, così come
ha detto l’onorevole Bova, di raggiungere oggi il massimo del consenso, della
solidarietà, dell’unità del Consiglio regionale, per poter in tempi rapidi
raggiungere gli obiettivi che ci vogliamo prefiggere.
Quindi, noi ufficializziamo la nostra
posizione che è già perfettamente all’unisono con l’ordine del giorno
presentato per quanto riguarda gli aspetti economici e gli interventi che
bisogna effettuare, chiedendo l’integrazione dell’ordine del giorno con la
mozione che abbiamo presentato e quindi con la richiesta che in essa vi è
contenuta di costituire questa Commissione speciale, ai sensi dell’articolo 93
del Regolamento interno del Consiglio. Proprio perché, attraverso la
costituzione di una Commissione snella nella sua attività, dinamica nella sua
azione, più capace di recepire le esigenze e le necessità di tutti i comuni
della Calabria, noi riteniamo di potere in tempi brevissimi, in tempi scanditi
dal Regolamento stesso, cioè 90 giorni e successivamente entro 120 giorni, di
poter offrire una mappa completa e definita di tutto il sistema del territorio
calabrese, di tutte le necessità che nei comuni si sono manifestate dopo le
alluvioni di questi giorni.
Ecco perché noi sosteniamo che l’ordine
del giorno deve essere approvato, ma soprattutto che la nostra mozione deve
formare una unica cosa con l’ordine del giorno per cercare di raggiungere al
massimo gli obiettivi che ci siamo proposti.
Questa è la nostra posizione, certo
l’assessore Gallo nei prossimi giorni presenterà in Giunta la legge sull’urbanistica,
finalmente dopo 30 anni. E diciamo finalmente, ma non perché spinti dalla
necessità di quanto è accaduto ma perché è stato un punto prioritario
dell’azione dell’assessore Gallo quello di andare a colmare le lacune
legislative di cui questa Regione è fortemente dotata.
E’ una legge che nasce dalla spinta
naturale di chi preso da una forte sensibilità, quasi prevedendo quel che
poteva accadere, ha sentito la necessità di intervenire in maniera forte, adeguata
e motivata. Certo, i termini della legge richiedono tempi maturi, discussioni
in Commissione e, perché no, anche il contributo di questa Commissione che noi
proponiamo ai sensi dell’articolo 93 del Regolamento interno del Consiglio può
dare un contributo alla migliore stesura di quella legge stessa.
Quindi, ripetiamo che siamo favorevoli
all’ordine del giorno per quanto riguarda gli aspetti finanziari, ma siamo più
che mai determinati a proporre a questo Consiglio la nostra mozione come punto
qualificante e di integrazione allo stesso ordine del giorno presentato
dall’onorevole Pirilli.
Francesco PILIECI. Signor Presidente,
chiedo scusa, chiedo che venga inserita all’ordine del giorno dei lavori la
mozione indicata dall’onorevole Nucera.
PRESIDENTE. Sì, alla fine vedremo se ci
saranno altre integrazioni, chiamerò tutti i capigruppo per verificare
l’opportunità di un coordinamento.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Tripodi. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono
perplesso quando sento alcune asserzioni e poi di fatto ci dimentichiamo di
quello che abbiamo detto nelle volte precedenti.
Ricordo perfettamente l’intervento
del-l’assessore Misiti nella seduta precedente, in cui addirittura ci riferiva
esser rimasto sorpreso in modo favorevole del lavoro svolto da alcuni geologi,
architetti non ricordo bene sul monitoraggio dello stato delle fiumare
esistenti, quindi un lavoro che già avevamo a disposizione.
Io non voglio fare dietrologia, ma essere
un pochino concreto e desidero che anche il Consiglio regionale su questa
concretezza si basi. La situazione del territorio calabrese è di fatto
deteriorata e non andiamo a ricercare le responsabilità del passato, ma andiamo
a vedere cosa possiamo costruire nel presente e nell’immediato futuro.
E’ fuor di dubbio che si sono sperperati
migliaia e migliaia di miliardi, se guardiamo la forestazione che aveva la
specificità di tutelare la montagna. Che fine hanno fatto questi fondi, che
lavori sono stati fatti? E’ fuor di dubbio se andiamo a vedere cosa ha fatto il
Genio civile opere fluviali, cosa hanno fatto i Presidenti delle Province. E
l’onorevole Pirilli lo era fino a poco tempo fa e da lui non ho sentito
denunce, nella sua funzione di Presidente della Provincia, sugli alvei dei
torrenti pieni di rifiuti. Ma non andiamo a fare polemica su questo.
Io voglio contestare un po’ questo ordine
del giorno su dati concreti, anzi prego la maggioranza di fare una analisi
attenta di quanto in effetti c’è bisogno. Ve lo dice chi prima di essere
consigliere regionale è stato sindaco e con 300 milioni avuti dalla Regione
Calabria, ho potuto pulire solo 2 torrenti nel mio territorio di competenza e
non per tutta la loro estensione.
Allora 10 miliardi, e qua concordo con
l’assessore Misiti, a mio avviso non bastano per la somma urgenza perché se
questa fase si deve affrontare, lo si deve fare con il bisturi – sono medico -
e bisogna essere incisivi. Dieci miliardi, se li capitalizziamo per comuni o
paesi, non bastano a fare nessun tipo di intervento. Concordo, quindi che se
c’è la possibilità, siano addirittura più di 100 miliardi per le somme urgenze.
Poi vado a contestare una cosa dal punto
di vista pratico. Leggo: “…di chiedere al Governo centrale lo stanziamento di
200 miliardi per far fronte ai danni… e di 1000 miliardi per l’onere di
risanamento dell’intero territorio…”.
Siccome ne sta discutendo il Consiglio
regionale per “intero territorio” si presuppone che sia l’intero territorio
calabrese.
Ora io faccio un calcolo banale,
assessore Misiti, e mi rivolgo a lei perché è del ramo. Mille miliardi non
basteranno sicuramente a sanare non l’intero territorio, ma secondo me forse
neanche una provincia, se di risanamento concreto dobbiamo parlare; ma prima di
arrivare al risanamento dobbiamo monitorare quel che c’è sul territorio.
Noi sul territorio abbiamo a disposizione
degli enti: comunità montane, province, comuni, Genio civile e opere fluviali,
che di per sé di fatto legislativamente e per compito istituzionale debbono
avere la documentazione per lo meno del territorio che ci interessa. Provincia
per provincia, comunità montana per comunità montana, ente per ente.
In più, abbiamo questa unità di crisi
istituita a livello di prefettura di cui fanno parte questi tecnici. Se non
vado errato – vi prego di correggermi – la Giunta ha dato mandato
all’Università di fare uno studio su questi problemi. All’università di Cosenza
e Catanzaro per vedere di monitorare il dissesto nel territorio calabrese.
Fare una Commissione come diceva il
collega Nucera, mi sembra ancora un qualcosa che si aggiunge a ciò che abbiamo
a disposizione, quindi sarebbe come aggiungere altra carne sul fuoco e non ci
consentirebbe poi di essere operativi.
A mio avviso dovremmo fare una struttura
operativa al massimo, snella efficace ed efficiente e soprattutto che agisca
d’imperio e con forse un cipiglio di presunzione, dico così, ma proprio
nell’immediatezza dei fatti perché di questo abbiamo bisogno.
Che poi la programmazione a medio e lungo
termine è un fatto che in ogni caso si farà.
Pertanto, propongo al Consiglio regionale
di modificare questo ordine del giorno, portando da 10 ad almeno 100 miliardi
la somma stanziata per le somme urgenze, così come aveva relazionato prima
l’assessore Misiti, e fermo restando che dobbiamo chiedere in ogni caso al
Governo centrale lo stanziamento di fondi aggiuntivi, andare a reperire altre
risorse nelle pieghe del bilancio - nell’equilibrio di bilancio, lo possiamo
fare se ci sono somme disponibili – per sommarle ai mille miliardi.
Così potremo essere concreti e dare
risposte alla popolazione che da noi se l’aspetta in ogni caso, al di là del
fatto che siamo o meno maggioranza o minoranza, perché su queste vicende
abbiamo dimostrato tutti quanti, al di là dell’appartenenza, una sensibilità che
ci ha portati a votare unanimemente un ordine del giorno.
L’ultimo punto di questa mozione che è
stata presentata è quello “…impegnare la Giunta regionale a predisporre una
struttura adeguata a programmare e gestire gli interventi”.
Ritengo che gli interventi di somma
urgenza non si possano programmare perché se sono di somma urgenza, vuol dire
che si deve intervenire in ogni caso, quindi questi interventi esulano dalla
programmazione. Alla programmazione, a parte il lavoro che faranno sicuramente
gli assessorati ai lavori pubblici e all’ambiente, dobbiamo cointeressare, a
mio avviso, gli enti che prima ho esposto, quindi Università, comunità montane,
comuni, province perché solamente dalla sinergia delle esperienze e dalle
esigenze del territorio possiamo andare a dare delle soluzioni concrete.
Altrimenti rischieremmo di fare opere che
di qua a 20-30 anni, anzi speriamo 1000 anni, che non rispondono alle esigenze
di una calamità naturale, come quella che ha imperversato in questi giorni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Senatore. Ne ha facoltà.
Onorevole Presidente, onorevoli colleghi,
prendo brevemente la parola per richiamare l’attenzione su quanto fatto nella
precedente seduta, quando abbiamo discusso della tragedia di Soverato.
Proprio in quella circostanza, noi tutti,
maggioranza e opposizione, avevamo in qualche modo deliberato seguendo un
principio fondamentale, cioè che le tragedie non avevano colore politico, non
erano rosa, non erano bianche, non erano nere.
Proprio in virtù di questo principio, che
a suo tempo è stato stabilito, condivido fino in fondo l’intervento
dell’onorevole Bova, quando dice che è assolutamente necessario che oggi
insieme possiamo costruire un futuro per i nostri cittadini.
I calabresi oggi, a distanza di
pochissimo tempo dalla precedente tragedia, si ritrovano tutta addosso in
qualche modo la tragedia precedente e quindi voglio qui sottolineare alcuni
punti che appaiono fondamentali.
Condivido fino in fondo l’ordine del
giorno ed il fatto che stabilisca che è assolutamente necessario stanziare non
10 miliardi per l’emergenza, ma ben venga la proposta dei 100 miliardi.
Quel che conta è che sicuramente, come
faceva cenno prima l’onorevole Nucera, è giusto e doveroso, necessario che la
nostra mozione, presentata stamattina dal gruppo del Cdu insieme ad altri
colleghi, sia inserita nell’ordine del giorno. Credo, ancora, che sia
necessario ampliare questo ordine del giorno facendo presente che le zone
colpite non sono solo la Locride o il Basso Jonio e il Crotonese; ma voglio
ricordare che l’Alto Jonio cosentino è comunque coinvolto fino in fondo nel
processo di distruzione e quindi va rivisitato in questo ordine del giorno il
processo di ricostruzione per l’Alto Jonio cosentino.
Ho preso la parola anche perché vorrei
precisare all’onorevole Tommasi che se la Commissione ambiente, per la prima
volta convocata, non ha portato a termine alcun prodotto, è anche perché con la
modifica al Regolamento che abbiamo approvato in una delle ultime sedute, non
abbiamo completamente risolto il problema delle presenze per dichiarare valide
le sedute.
L’altra volta, per l’appunto, pur
essendoci praticamente presenti quasi tutti, è bastato un numero esiguo di
assenze per mandare deserta la seduta.
Proprio stamattina ho presentato al
Presidente del Consiglio una mia richiesta insieme ad altri Presidenti di
Commissione nella quale e con la quale…
PRESIDENTE. Onorevole Senatore, la prego
di chiudere la discussione sull’ordine del giorno, poi il resto…
Ho chiuso, Presidente. Vorrei, visto che
è stato comunque richiamato il problema delle Commissioni, penso che questa
richiesta, sottoscritta da tutti i Presidenti di Commissione, vada vagliata dal
Presidente del Consiglio, per poter produrre insieme oggi all’opposizione un
Regolamento che possa mettere nelle condizioni le Commissioni di poter lavorare
serenamente, ma anche proficuamente.
PRESIDENTE. La rassicuro che l’Ufficio di
Presidenza prenderà in considerazione la sua proposta.
La parola all’assessore Misiti per la
replica.
Signori consiglieri, vi pregherei di
prestare un po’ di attenzione, perché quello che ho detto nell’introduzione ho
cercato di dirlo in modo pacato, senza particolari interpretazioni negative, ed
io che sono un ottimista ho cercato di smorzare la realtà delle cose.
Durante il dibattito, sono venuto a
conoscenza di numerose altre questioni; quindi, vi invito a riflettere bene
quando si prendono i provvedimenti che dovremo in qualche modo suggerire alla
Giunta di prendere, perché la città di Crotone è praticamente in ginocchio ed
ha una previsione di situazione per questa notte molto drammatica, perché il
fiume è molto vicino alle abitazioni e sono stati chiesti rinforzi da tutte le
parti e noi stiamo lavorando alacremente attraverso il Genio civile per un
apporto positivo in queste ore. Io voglio ringraziare proprio per questo tutti
i suoi componenti i quali, nella giornata di ieri e questa notte, in queste
ore, stanno lavorando a pieno ritmo; però, a Crotone soprattutto in contrada
Lampanaro e nelle periferie, si stanno evacuando tutti i piani bassi, si tratta
di diecine di migliaia di persone, di qualcosa di imponente.
In più, in questo momento, mentre voi
parlavate, io sono stato in contatto telefonico continuo col prefetto e col
sindaco di Crotone e con il Genio civile. Le previsioni del tempo, fino a
domattina alle 6.00, sono di rovesci sulla zona ionica della Calabria,
alternati a pioggerelle, ma dalle 6 in poi ci saranno fenomeni di intensità
paragonabili a quelli del 9 e 10 del mese scorso. E’ questo il bollettino, che
mi ha letto il prefetto di Reggio Calabria, che lo ha ricevuto cinque minuti
fa.
In precedenza, ho parlato con il prefetto
D’Ascenzo, capo della protezione civile a livello nazionale che mi aveva
preannunciato un bollettino così preoccupante. Egli stesso ci ha detto di
avvertire tutti i comuni della costa ionica, per mettere in allerta la
popolazione, dal momento che effettivamente possono esserci manifestazioni piovose
di intensità tale da non poter essere sopportate dalla situazione di fatto; voi
sapete che quando una pioggia si assomma ad altre, non c’è la possibilità
dell’assorbimento e quindi tutta la pioggia corre verso il mare, alle velocità
che sappiamo nei nostri torrenti.
Altre notizie per quanto riguarda
Siderno, Locri, Roccella. Mi hanno telefonato i sindaci, che sono stati aiutati
da tutti e hanno sbloccato una serie di fiumi, che erano quelli pericolosissimi
al centro delle città, particolarmente il fiume Trastevere a Roccella e quello
al centro di Siderno che era coperto e che è stato riaperto; il sindaco di
Siderno sta mandando qui i geologi che hanno studiato la località Larone, dove
c’è un grande deposito che potrebbe crollare da un momento all’altro e ostruire
un vallone con grave conseguenze.
La situazione della zona ionica è molto
drammatica. Quando io all’inizio parlavo della somma urgenza – mi dispiace che
Pirilli non sia qui, ma forse mi sentirà da fuori – io parlavo di questa intesa
in senso lato. Non so se formalmente il Consiglio può deliberare o invitare la
Giunta a deliberare, comunque queste sono questioni secondarie, ma lo
stanziamento di 10 miliardi per somma urgenza credo che sia giusto. Non
possiamo noi impegnare più di 10 miliardi del bilancio regionale, per le
condizioni che conosciamo, quindi sono 10 miliardi da dare però questa volta al
Genio civile per poter fare la somma urgenza secondo il rigido regolamento che
c’è al Genio civile e non secondo quanto stabilito dalla protezione civile
nazionale ché, secondo quella circolare che era sbagliata e che è stata da noi
corretta, si poteva fare esclusivamente il trasporto di sabbia e basta.
Questo va bene ed è affidata al Genio
civile con la somma urgenza. Per il resto, io dicevo di scrivere esplicitamente
che i 100 miliardi richiesti allo Stato ( perché l’unica possibilità è questa,
se questa deve essere la richiesta) vanno richiesti per somma urgenza, che sarà
poi gestita dai prefetti, come è stato fatto per i 28 miliardi e 500 milioni della
precedente ordinanza.
In questo senso dicevo di tener conto di
questo, è chiaro che poi i 1000 miliardi sono quelli che si aggiungono ai 430
previsti in precedenza, non per recuperare tutto il territorio…
(Interruzione)
Questo è un altro evento…
(Interruzione)
E si devono aggiungere, perché quello di
prima è un evento a sé, noi siamo impegnati adesso in questo momento ad
elaborare, sulla base delle informazioni dei comuni, delle prefetture e delle
province, il piano di recupero e di ristrutturazione di tutte le infrastrutture
danneggiate dall’evento del 9 e 10, che corrispondono sostanzialmente a quel
finanziamento e crediamo anche di superarlo.
Per gli avvenimenti degli ultimi
tre o quattro giorni, si chiedono questi ulteriori fondi
Credo che lo spirito dell’ordine del
giorno sia questo, si chiedono queste ulteriori somme, che poi sono un
quarantunesimo di quello che la finanziaria deve restituire. Se invece di 41
mila miliardi, ne restituiscono 40 mila e 1000 miliardi li investono per
recuperare il territorio calabrese, non credo che muoia nessuno. Non certamente
tutto il territorio calabrese, perché quello è un problema che deve essere
visto in un altro quadro di pianificazione, lì c’è l’autorità di bacino che
lavora e tutti si dimenticano – qualcuno cita qualcosa – che c’è un lavoro che
deve essere rafforzato in quella direzione.
Certo questi 1000 miliardi sono anche da
utilizzare per rimediare ai danni strutturali che sono avvenuti in questi giorni
e stanno avvenendo in queste ore e che forse avverranno domani.
Dico questo perché è necessario che il
Consiglio regionale prenda una decisione di questo tipo, al di là poi
dell’altra parte cui io facevo riferimento, cioè i provvedimenti stabili che
possano garantire una continua manutenzione ecc.
Dico che è importante che si faccia
questo, perché io ho conoscenza che proprio in queste ore si sta preparando un
decreto legge governativo, che non prevede cose di questo genere, ma molto
secondarie, certamente utili, ma nel lungo periodo. Quindi, il decreto legge
usato per strumentazioni che possono servire ed essere applicate fra sei mesi,
un anno o due anni ecc., non ci serve in questo momento, perché abbiamo ora
bisogno di suggerire al Governo di fare un provvedimento, una ordinanza, un
decreto o altro per dare risposta a queste esigenze immediate della Calabria,
che sono quelle che noi abbiamo qui descritto.
In questo senso, mi sembra cosa
assolutamente da fare esercitare subito una pressione di questo tipo.
Quindi, la Giunta si impegna poi ad
elaborare un piano di interventi che corrisponda a questo nuovo finanziamento,
qualora venisse accordato, per utilizzare queste somme per rendere più stabili
tutte quelle zone della Calabria, compresi i movimenti franosi che sono stati
denunciati da Trematerra - non c’è bisogno di scrivere quella strada ecc. – e
sollecitati dall’alluvione stessa. E’ evidente che in questo modo possiamo fare
un piano che certamente risponda alle esigenze, agli effetti di questa alluvione,
ma che sia la premessa per poter poi intervenire in modo definitivo con la
pianificazione di bacino e con l’intervento successivo.
Certo, il tutto deve essere accompagnato
con un’azione, la Regione deve farsene carico, dei comuni e delle province che
cambi la qualità dell’intervento nel territorio. Noi abbiamo notato – lo dico
anche qui, come lo ho detto ai sindaci – che non solo c’è l’abusivismo negli
alvei dei fiumi, ma c’è anche una specie di abusivismo legale che è ancora più
pericoloso perché, lo citava qualcuno negli interventi, si danno licenze per
realizzare opere all’interno degli alvei dei fiumi ed è inconcepibile una cosa
di questo genere.
Per quanto riguarda alcune proposte che
sono state fatte qui, da Pirilli per esempio, da qualcun altro, anche durante
la giornata di ieri o avantieri, non siamo per fortuna allo stato di dover
chiedere l’intervento dell’esercito, perché potrebbe esserci anche una
confusione di interventi. L’intervento dell’esercito è qualcosa di complessivo,
di molto più importante, come per un terremoto ecc., però c’è stato
l’intervento molto positivo del Genio militare, che ha fornito numerose
attrezzature, numerosi mezzi e uomini, specialisti di cui noi avevamo bisogno,
ed il Genio ha risposto con attrezzature specialistiche che sono intervenute
nella zona di Bovalino, Siderno, Roccella e così via. C’è stabilmente a
Roccella un gruppo del Genio che distribuisce i mezzi nelle zone in cui sono
necessari, quindi l’esercito in qualche modo c’è, ma non dobbiamo pensare che risolviamo
tutto chiamando magari i giovani dell’esercito, per fare cose che tra l’altro
potrebbero non essere in grado di fare. Chiaramente, ci vogliono gli
specialisti perché si tratta di interventi estremamente delicati, quindi questa
questione dell’esercito la vedrei in questo modo. Certo, se non dovessimo
andare ad una situazione peggiore di quella attuale, cioè se si dovesse
verificare un’alluvione devastante, che noi assolutamente non auspichiamo,
sperando di contenere nei termini accettabili la situazione che si verificherà
nei prossimi giorni, cosa che ci dobbiamo aspettare perché il tipo di alluvione
è simile come ciclo meteorologico a quello del 1951, così come ci hanno detto
chiaramente gli esperti. Quindi, noi ci dobbiamo aspettare un peggioramento,
speriamo non tale da dover richiedere l’intervento dell’esercito.
Nel dibattito, poi, è stato sollevato
anche il problema dell’impiego di altro personale.
Io stesso ho suggerito al collega Pirilli
di chiamare – io non potevo – l’assessore Dima per la questione dell’impiego
dei forestali, quei 500 forestali magari distribuiti bene e che lavorino
subito: spero che il collega Dima lo faccia. Sicuramente se ne renderanno
disponibili altri, che però vanno guidati, attenzione perché non è che si può
dire andate lì a fare ecc.. Si devono mettere quindi a disposizione dei
sindaci, che hanno veramente in questo periodo gestito bene l’attività di
intervento e quindi i forestali si devono mettere, oggi come oggi, a
disposizione delle amministrazioni, dei prefetti che possono benissimo gestire
questa fase di emergenza.
A Roccella, ancora, c’è stata ed è ancora
una questione drammatica; mi riferisco al grande masso che incombe sul
castello, le mura ormai potrebbero crollare da un momento all’altro ed in più
ci sono dei valloni che purtroppo con 15 minuti di pioggia si allagano. Si è
allagata anche l’abitazione dell’assessore Filocamo, che è rimasto
traumatizzato da questa cosa, per cui io starei attento a dare giudizi ecc.,
lasciamolo da parte e consideriamolo come un fatto traumatico che non dovremmo
giudicare politicamente, quindi lasciamo perdere questi aspetti.
Devo dire che sono stato al telefono con
Filocamo per tre volte e quindi capivo il dramma che viveva in quel momento.
A parte questo inciso, che non ha assolutamente
risvolti, credo che abbiamo fatto bene a fare questo dibattito subito, ad avere
questo atteggiamento così costruttivo tutti, mi sembra che sia importante non
fare una Commissione che discuta chissà quanto per fare una cosa che si può
benissimo fare in pochi minuti, perché mi pare che le idee siano chiare, si
tratta di vedere se dobbiamo deliberare qui sul bilancio, oppure se dobbiamo
dare mandato. Noi lo facciamo immediatamente come Giunta se la Giunta deve fare
queste operazioni, ma questo è secondario e certamente – lo dico con franchezza
– bisogna stare attenti perché la questione della somma urgenza sollevata da
Pirilli è una cosa seria.
Noi la somma urgenza regionale
l’affidiamo al Genio civile, la somma urgenza statale va affidata ai prefetti,
che giudicano loro se sono somme urgenze secondo i regolamenti statali o meno.
Noi come Regione abbiamo il compito di
impiegare i fondi che sono stati già assegnati, i 430 miliardi e speriamo di
poter attuare altri interventi con i fondi che ci verranno assegnati secondo
questa richiesta che credo debba essere esaudita da parte del Governo.
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, qui al
banco della Presidenza c’è l’ordine del giorno, ma contiene delle discrasie
formali; pregherei, quindi i capigruppo, anche per le eventuali integrazioni
che si dovessero fare, di mettersi da parte, concordare e coordinare o un nuovo
ordine del giorno o una deliberazione consiliare.
Sospendo la seduta.
La
seduta sospesa alle 19,10 è ripresa alle 21,15
Presidenza
del Presidente G. Battista Caligiuri
Do lettura dell’ordine del giorno
presentato alla Presidenza.
“Il Consiglio regionale
considerato che gli eventi atmosferici
recenti ed attuali, hanno assunto la dimensione di catastrofe naturale
potendosi fino ad oggi quantificare in oltre 100 miliardi gli interventi in
corso dettati dalla somma urgenza e finalizzati ad evitare la perdita di
ulteriori vite umane ed il ripristino delle condizioni di agibilità del
territorio regionale;
ritenuto che è indispensabile procedere
alla predisposizione di un piano generale di interventi finalizzati al recupero
e al risanamento dei territori colpiti;
ritenuto altresì che alle risorse fino ad
oggi messe a disposizione dal governo regionale e da quello nazionale debbano
necessariamente aggiungersi ulteriori risorse finanziarie;
a tale scopo impegna la Giunta regionale
a reperire e stanziare la ulteriore somma di almeno 10 miliardi per gli
interventi di somma urgenza;
il Governo nazionale ad impegnare e
stanziare un ulteriore somma di almeno 100 miliardi per il ripristino urgente
delle condizioni di agibilità del territorio; di almeno 1000 miliardi per il
risanamento strutturale del territorio medesimo attraverso il Genio civile ed i
consorzi di bonifica in attesa dell’istituzione e dei presìdi idraulici sulle
aste fluviali ad attivare immediatamente procedure per il monitoraggio, la
sorveglianza, la pulitura e il risanamento di tutti i corsi d’acqua e area di
bonifica utilizzando esperti idraulici ed operai idraulico-forestali;
il Governo centrale ad assumere in deroga
alle norme vigenti ed a valere sull’intero territorio regionale i provvedimenti
di cui all’articolo 7 dell’ordinanza numero 2469 del Ministero degli Interni
sugli eventi alluvionali di Crotone del 14 ottobre 1996”.
i di cui all’articolo 7 dell’ordinanza
numero 2469 del Ministero degli Interni sugli eventi alluvionali di Crotone del
14 ottobre 1996”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Pirilli. Ne ha facoltà.
Umberto PIRILLI. Signor Presidente, era solo
per integrare l’ordine del giorno, perché l’onorevole Bova aveva sottolineato
un problema, che era stato posto dai colleghi che ho consultato in questo
momento e che era sfuggito alla nostra attenzione, cioè quello di una
Commissione ai sensi dell’articolo 93 dello Statuto…
(Interruzione)
Una Commissione consiliare ai sensi
dell’articolo 93 dello Statuto per supportare l’attività della Giunta
regionale.
(Interruzione)
Credo che non osti nulla perché eravamo
sostanzialmente d’accordo, c’era già una mozione dell’onorevole Nucera che era
depositata, quindi mi pare giusto, visto che questo punto era già condiviso
dalla minoranza …
(Interruzione)
PRESIDENTE. Ecco l’integrazione.
“…il Consiglio regionale ad istituire una
Commissione consiliare a norma dell’articolo 93 del Regolamento interno”.
…siccome qui stiamo parlando di un
qualcosa collegato a somme urgenze, allora è pertinente fare riferimento al
Regolamento e fissare un termine di trenta giorni. Può essere in qualche modo
diverso, con una oscillazione minima ordinatoria e non perentoria, ma bisogna
in ogni caso indicarlo.
Nella parte in cui si parla anche degli
esperti esperti idraulico-forestali, vorrei che si facesse riferimento al
documento precedente, quello che abbiamo votato tutti, un riferimento formale
anche tra parentesi, ma come fatto esplicito.
PRESIDENTE. Dopo la parola “operai
idraulico-forestali” aggiungiamo….
(Interruzioni)
UNA VOCE. …come riportato nel documento
della seduta…
PRESIDENTE. Nella seduta?
UNA VOCE. Del 18 settembre.
PRESIDENTE. Quindi, “come già riportato
nella seduta del 18 settembre”. Va bene così?
(Interruzioni)
Giuseppe BOVA. Poi se si trova una
formulazione ancora più sintetica, va bene pure, ma già così…
Ma così va bene. Passiamo alla votazione.
(Il
Consiglio approva all’unanimità)
E’ stato presentato anche un ordine del
giorno a firma di molti consiglieri di maggioranza ed opposizione, di cui do
lettura:
“Il Consiglio, vista la frana che ha
provocato nei mesi scorsi la chiusura della SS 660;
considerato che di recente è stata
ripristinata la carreggiata con monitoraggio continuo del Cnr;
che è stato accertato dalla relazione di
controllo del Cnr che la strada scende di livello;
che con l’avvicinarsi dell’inverno
potrebbe cedere definitivamente, causando l’isolamento di una comunità di 25
mila abitanti;
che ciò provocherebbe gravi disagi alla
già fragile economia di un paese che ricade nell’area interna;
delibera di impegnare la Giunta a realizzare
un percorso alternativo del tratto franoso e di prevedere, perciò, uno
stanziamento di fondi pari a 5 miliardi”.
Ha chiesto di parlare l’onorevole Adamo.
Ne ha facoltà.
Intervengo a favore di quest’ordine del
giorno e al tempo stesso per inquadrare il dispositivo che è stato formulato in
questo ordine del giorno, in un percorso che comunque dal punto di vista
amministrativo, è già aperto su questo intervento.
Cosa voglio dire? E’ vero, non parliamo
di una delle tante questioni che si pongono in Calabria, è sicuramente una
situazione straordinaria e di emergenza ma voglio altrettanto dire che il
dispositivo per indicare un percorso alternativo alla strada interessata dal
movimento franoso, è già oggetto non solo per quanto riguarda la frana, di un
monitoraggio permanente – come è stato qui ricordato – del Cnr, ma anche di uno
studio di fattibilità, assessore Misiti.
Su questa strada e su questo dispositivo
anche attraverso un confronto che durante i giorni dell’emergenza si era aperto
tra il Governo e la Regione, all’epoca, si è convenuto di inserire in via del
tutto straordinaria e poi il Cipe l’ha assunta nella sua graduatoria degli
studi di fattibilità approvati, una proposta di studio di fattibilità
specifica, che ha avuto un finanziamento cospicuo trattandosi di uno studio di
fattibilità e non in progettazione.
Pare che gli studi di fattibilità con i
relativi coofinanziamenti, cioè la parte Cipe e la parte regionale - questo
dovrebbe essere uno studio che si aggira intorno ai 700 o agli 800 milioni non
ricordo esattamente la cifra, forse 600 milioni - sono in via di espletamento,
nel senso che i bandi pare – non vedo l’assessore Bagarani, che forse ci potrà
dire qualcosa in più – stiano per essere espletati per cui se si accelera…
La raccomandazione che c’è nell’ordine
del giorno l’accoglierei non soltanto per una sollecitazione che è solenne da
parte del Consiglio rispetto ad una drammatica emergenza ai fini dei
finanziamenti da predisporre per la realizzazione dell’opera, poi per quanto
riguarda la decisione del percorso alternativo (che lì non è indicato, infatti,
ha scritto bene l’onorevole Trematerra, quando dice di un percorso alternativo
da definire), io direi che l’attivazione di quello strumento per il quale si
dispone di fondi adeguati, può essere la via per la quale risolvere la risposta
a quella domanda.
Cioè, qual è la risposta? Quale percorso
alternativo è fattibile, è conveniente, è realizzabile in maniera funzionale e
al servizio che bisogna dare a quella comunità e per quanto riguarda poi la
tenuta del terreno perché poi lì parliamo di una frana che riguarda una
montagna intera da due costoni, oltretutto, interessati.
Penso che questo percorso alternativo non
può essere improvvisato, né da parte di un governo regionale, né da parte di
nessuna amministrazione comunale, sindaco, organismi vari o comitati civici.
Noi lì abbiamo una situazione un po’ curiosa, perché a volte anche nei comitati
civici si discute se è meglio fare questa strada oppure un’altra.
E’ giusto che ci sia una risposta con
certezza scientifica da questo punto di vista e lo studio di fattibilità dà una
risposta. Certo, è importante che qui stasera venga presentato questo ordine
del giorno perché che vuol dire? Io l’assumo così: in attesa che si completi lo
studio, non stiamo fermi e se serve nella programmazione, sia quella
straordinaria che quella ordinaria, prevedere comunque un impegno per la
realizzazione di queste opere del governo regionale, penso che è cosa giusta e
da farsi.
Pertanto, ritengo che non solo rispetto
alle programmazioni che possono interessare i territori colpiti dal maltempo o
dai fenomeni di frana e di alluvione che nei tempi a noi ravvicinati si sono
verificati, ma anche nella programmazione ormai ordinaria, quale è quella dei
fondi comunitari, noi si possa trovare una risposta a questa questione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho
presentato quest’ordine del giorno e devo ringraziare i colleghi per la
sensibilità che hanno dimostrato nel firmarlo, perché questa è una storia che
dura ormai da due anni.
C’è un paese che è stato completamente
isolato, per otto mesi – l’ho detto nel mio primo intervento – questa strada è
stata chiusa, abbiamo dovuto fare un giro lunghissimo su una strada rurale,
dove se si incontravano due macchine non riuscivano a passare, con un disagio
enorme. Piccolissimi interventi sono stati fatti, si è elettrificata questa
zona, si è messa una guardiania, si è cercato in qualche modo di aprirla, però
questa strada continua a cedere e con l’inverno che è prossimo, con quello che
sta succedendo, non vogliamo rischiare di restare isolati per altri due, tre o
quattro anni.
In questa richiesta che ho fatto,
quest’ordine del giorno, ci sono già tre progetti di massima presentati come
percorso alternativo, perché siamo consapevoli che l’entità di questa frana è
troppo grossa e richiede molti investimenti, ma soprattutto molto, ma molto
tempo.
Non dobbiamo aspettare che la frana crolli
e che rimaniamo isolati; perlomeno con i tre progetti che ci sono, poi li
valuteranno i tecnici, diamo una soluzione, che se domani dovesse crollare
questa benedetta montagna, perlomeno abbiamo uno sbocco dal quale raggiungere
almeno il capoluogo.
C’è questo studio di fattibilità, io ho
parlato anche con il responsabile, l’ingegner Iacino, il quale mi dice “sì, sto
lavorando, però ancora questi 600 milioni non li vedo”, dice lui, io non ho
approfondito, ma lui mi dice che ancora i 600 milioni non ci sono. Ma comunque
questo è un problema che dobbiamo affrontare più seriamente, però richiede
molto tempo. Allora non possiamo aspettare tanto tempo, per poi trovarci senza
una strada.
Credo, perciò, che abbiano fatto bene i
colleghi a firmare quest’ordine del giorno, perché perlomeno diamo la speranza
ai nostri cittadini che c’è un Consiglio regionale che guarda ai problemi seri,
guarda con molta attenzione e non c’è differenza politica tra il bianco e il
rosso.
Quindi ringrazio tutti i colleghi per
aver firmato quest’ordine del giorno e accendiamo finalmente una speranza di
poter avere domani un percorso alternativo e non rimanere chiusi come un
recinto. Quindi, li ringrazio e speriamo che si possa realizzare questo
percorso alternativo.
PRESIDENTE. La parola all’onorevole Bova.
Signor Presidente, non sono tra i
firmatari dell’ordine del giorno, però siccome io voglio che le comunità non
rimangano isolate quando hanno queste dimensioni, vorrei motivare il mio voto
favorevole.
Abbiamo capito qual è il livello del
problema e allora non c’è dubbio che vogliamo un rimedio, un rimedio vero,
dimostrando sin da subito qual è la volontà del Consiglio.
Ora, uno studio di fattibilità degno di
questo nome deve rispondere a quei problemi di cui ha parlato poco fa il
consigliere Trematerra. Le indagini di cui parliamo non sono finalizzate a
perdere tempo, ma nell’ambito della infrastruttura viaria ci debbono evitare,
sia le difficoltà di cui parliamo per i fiumi, sia per quella strada.
Se fosse stata fatta a monte un’indagine
geognostica sufficiente, studi e così via, non avremmo avuto il problema di cui
parliamo.
Credo che tutto vuole l’onorevole
Trematerra tranne che la salvezza degli abitanti sia soltanto virtuale e limitata
nel tempo. Vuole un rimedio il più possibile ravvicinato, ma in qualche modo,
per quanto sia possibile alle questioni degli uomini, definitivo. Quindi
insisto molto – se ho capito bene – sulla volontà da esprimere subito molto
collegata a soluzioni che possono essere già in teoria subito efficaci, pure
qualcuno dei progetti di massima, ma vanno fortemente collegate alla
conclusione dello studio di fattibilità.
Poi, per quel che ne so – ho lavorato
pure lì – gli studi di fattibilità non si danno brevi manu, sono subordinati a gare, non so se la gara è stata già
fatta…
(Interruzione)
…se è stata già fatta, i soldini arrivano
pure, non c’è un problema di quel tipo. Se serve accelerare il più possibile
l’affidamento attraverso gare e i tempi, noi siamo d’accordo tutti. Voto
favorevolmente collegando molto questo stanziamento o quello che servirà,
perché non andiamo con il bilancino a dare una risposta che davvero sia
coerente con la premessa che noi affermiamo.
Con questo spirito io voto favorevolmente.
PRESIDENTE. La parola all’onorevole
Misiti.
Io conosco la situazione della frana che
pone in pericolo la strada, ma anche qualcosa di più di un quartiere di Acri.
So che è monitorata, io mi sono informato, ho fatto una visita recente e poi mi
sono informato più dettagliatamente.
Si tratta di una frana che va baipassata
dalla strada nazionale definitivamente e a mio modesto avviso va evacuata una
parte della città, del paese.
Quindi, ai fini di evitare disastri,
bisogna senz’altro fare uno studio di fattibilità il più accelerato possibile,
non c’è dubbio che si fa sullo studio di fattibilità. L’alternativa è una
strada statale, una di quelle strade che arriverà alla competenza della
Regione, ma attualmente è statale.
Attualmente, da un certo punto di vista
non possiamo nemmeno intervenire, perciò se stanziamo dei fondi, dobbiamo
trovare dei finanziamenti, anzi sapere dove prenderli. Concluso lo studio di
fattibilità, forse quando avremo noi la potestà sulla strada, arriveremo in
quel momento e troveremo i soldi noi, ma oggi come oggi non possiamo neanche
stanziare o prevedere soldi, perché chiaramente è un intervento su una strada
statale non di nostra competenza.
Io non voto, ma se dovessi votare,
voterei strafavorevole alla proposta di Trematerra con questa avvertenza: è una
questione che riguarda l’Anas e…
(Interruzione)
E’ utile fino al 1° gennaio, perché dopo
scatta l’operazione di passaggio di quelle strade statali alla Regione e in
quel momento abbiamo la potestà di intervento diretto.
Poiché c’è lo studio di fattibilità, va
finito in questa fase, in modo tale che quando avremo la potestà, stanzieremo
eventuali somme per fare questo lavoro.
Questo ordine del giorno deve essere a
memoria, io lo vedo come una spinta al Consiglio regionale e alla Giunta per
tener presente che c’è uno studio di fattibilità, che si concluderà speriamo
entro l’anno e il 1° gennaio noi avremo la possibilità di decidere su eventuali
stanziamenti, questo lo voglio dire per chiarezza non perché io sia contrario a
ché domani stanziamo 5-6 miliardi per fare questa cosa.
Noi non potremmo farlo adesso.
PRESIDENTE. La parola al Presidente
Chiaravalloti.
Quanto dichiarato dall’assessore Misiti,
è il parere dell’intera Giunta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Trematerra. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, non ho presentato un
ordine del giorno per sentirmi dire questo, perché è un ritornello che mi sento
ripetere dall’Anas, dalla Regione, dalla Provincia, dai comuni ecc..
Abbiamo avuto decine di incontri anche
col Presidente dell’Anas e purtroppo dopo due anni siamo sempre allo stesso
punto, mentre io sto ponendo un quesito forte.
Oggi, per esempio, so che è una giornata
intera di piogge cadute in quella zona e che per informazioni che ho avuto,
sono cinque o sei millimetri, mentre prima si parlava di un millimetro al
giorno. Se domani la strada se ne va, io che aspetto? I cittadini di Acri
aspettano lo studio di fattibilità di cui stiamo parlando da otto mesi? Che
aspettano che si metta d’accordo…
La Giunta prenda impegno di raccordarsi
con l’Anas perché questa è stata sempre la mia proposta. Ho sempre detto - e
testimone ne è Adamo – che se la strada è statale, cosa c’entra la Regione? O
meglio la Regione può entrarci per consolidamento del territorio ecc., ma su
questa strada dovete intervenire voi.
Dalle notizie che ho io e da quelle che
ha dato Adamo, questa strada non verrà passata alla Regione, ma resta all’Anas.
E questa popolazione di Acri che deve
fare: ancora viaggi a Roma sotto e Roma sopra? C’è qualcuno che da qui a poco
possa dare una risposta definitiva? C’è qualcuno che possa tranquillizzare
questa comunità, che vive già un disagio enorme come area interna e dove c’è
una economia che è un disastro? C’è qualcuno che dice che se domani questa
frana si accentua di più, noi abbiamo la speranza di poter comunque avere una
strada alternativa e quindi scappare oppure abbiamo le frontiere chiuse e
questo paese deve rimanere isolato?
A me questa risposta non soddisfa, il
professore Misiti ha risposto bene per carità di Dio, Presidente, ma noi non
possiamo andare poi a piangere i morti. Su quella strada ci sono dieci persone che
fanno la guardiania di giorno e di notte, e se quella frana crolla
all’improvviso, quei guardiani moriranno. Quando ci sono i morti ammazzati,
portiamo l’antimafia, poi quando c’è una tragedia, portiamo ministri,
sottosegretari e Presidenti del Consiglio, poi ci affanniamo tutti per andare a
vedere il posto ecc.. Noi il posto lo conosciamo: è di una pericolosità unica e
credo che ognuno debba farsi un esame di coscienza, io invito tutti, non
possiamo parlare solo di buoni propositi o di progetti perché ci sono progetti
immediati, di medio e di lungo termine, questo è di brevissimo tempo.
Quindi io non ho presentato questo ordine
del giorno tanto per mettermi la cravatta diversa e dire domani io l’ho
presentato e ho la coscienza pulita. No, io ho presentato un ordine del giorno
perché voglio che questa comunità abbia una strada alternativa per poter uscire
dall’isolamento.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del
documento.
Volevo dire all’onorevole Trematerra che
noi accogliamo come raccomandazione la sua segnalazione, l’obiezione che faceva
l’assessore Misiti anche per conto della Giunta era di natura tecnica, ma siamo
tutti favorevoli e quindi l’accettiamo come raccomandazione e impegno alla Giunta
che dovrà trovare una soluzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Dima. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, mi sembra che ci sia
stata all’inizio della seduta o una proposta del capogruppo di An, onorevole
Pirilli, che andava nella direzione di invertire l’ordine del giorno o meglio
di inserire questo punto del maltempo all’ordine del giorno, di invertire poi i
lavori del Consiglio, nella sostanza avendo come valutazione di base la
necessità di non poter procedere alle nomine, viste le difficoltà di natura
oggettiva che sono state evidenziate.
A questo punto, Presidente, faccio la
proposta, vista anche la presenza in Aula sia dai banchi della maggioranza che
dell’opposizione, di aggiornare la seduta del Consiglio regionale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Adamo. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, la proposta del
collega Dima è di aggiornamento dei lavori, ma così fatta la potremmo assumere
come una proposta incompleta, per cui in via di principio posso dire che sono
d’accordo con l’aggiornamento, alla condizione che l’aggiornamento sia riferito
alla seduta di domani che è stata già, oltretutto, convocata.
Perché questo? Già stamattina ho detto
che Pirilli è stato leale con l’Aula, ha utilizzato una motivazione che si è
sempre usata per motivare quasi una sorta di delega al Presidente del
Consiglio.
Noi riteniamo che questo non possa essere
fatto, c’è una legge che prevede i poteri sostitutivi, ma che scattano quando
il Consiglio sostanzialmente ha dimostrato di essere inadempiente. Non può
essere il Consiglio stesso che si autoassegna il compito dell’inadempienza.
Pertanto ritengo che nella giornata di
domani lavorando e verificando gli elenchi perché ormai sono stati consegnati
nella giornata di oggi…
(Interruzione)
No, c’è, già stamattina sarebbe stato
così, però siccome è stato convocato il Consiglio con l’accordo del Presidente
del Consiglio, fino a domani a mezzanotte si può fare, l’ha verificata poco fa
questa cosa.
Ripeto: domani mattina possiamo ritenere
valida la seduta e riunirci, così come io vi invito, secondo la formulazione
dell’ordine del giorno e della convocazione già noti.
Valutiamo poi in Aula quali sono le
ragioni del rinvio, sapendo da cosa nasce la difficoltà. Ripeto già quello che
dicevo stamattina: la legge non prevede nomine di maggioranza o di minoranza,
ma nomine del Consiglio regionale o in sostituzione di queste quelle fatte dal
Presidente del Consiglio regionale.
C’è una difficoltà, anche tenuto conto
delle disponibilità del Presidente del Consiglio, per una minoranza che su
questo terreno intende partecipare all’esercizio delle proprie competenze, ma
al tempo stesso distinguersi dalla maggioranza; c’è una difficoltà ad
individuare quali sono le competenze di minoranza. Soltanto il voto può
qualificare quale sia la nomina di maggioranza o di minoranza, altrimenti ci
troveremo di fronte ad un’altra cosa, cioè a una trattativa vera e propria, che
si può anche fare, intendiamoci.
Dico una cosa, non perché si debba fare,
la dico come eventualità. Se il Presidente del Consiglio, preso atto che il
Consiglio regionale non ha potuto adempiere alle proprie competenze, fa
l’invito alla minoranza di…
Lo fece Scopelliti cinque anni fa e io
dissi “non ci appartiene, non è questo il modo, non siamo in condizione di
rispondere con nominativi per quanto riguarda l’attribuzione di spazi che non
ci competono” e non lo facemmo.
Sono del parere, comunque, che il ruolo
del Consiglio deve essere espletato fino in fondo, per cui ritengo che
l’aggiornamento sia quello previsto già dalla convocazione della seduta di
domani ed è importante che domani il Consiglio lavori.
PRESIDENTE. Direi di accettare le due
proposte…
Ha chiesto di parlare l’onorevole
Borrello. Ne ha facoltà.
Solo due brevissime parole, perché nel
pomeriggio a me sono state dette altre cose.
Ci dica, Presidente, se i tempi a
disposizione del Consiglio scadono a mezzanotte del 3, di domani, questo è
importante, Presidente.
Scadevano a mezzanotte di ieri secondo la
legge 39.
Comunque noi aggiorniamo la seduta e
domani mattina ci aggiorniamo alle 11 visto che il Consiglio è già convocato.
Ma il Consiglio domani, Presidente, può
discutere di nomine? Qualcuno lo deve dire, per favore!
Presidente, lei deve avere la cortesia di
dirci se domani il Consiglio è legittimato a discutere di nomine, altrimenti il
problema è diverso.
PRESIDENTE. Ieri era domenica, quindi
scattava automaticamente ad oggi.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, mi
pare che questo argomento che sembrava definito sia oggetto di un revival, e adesso dovrei tornare
indietro nel tempo e ricordare i trascorsi, però il tempo è avaro perché
ciascuno di noi vuole recuperare alla strada o al riposo il tempo che andremo a
perdere, dopo aver detto quanto tutti sappiamo.
Questa vicenda, onorevole Presidente, non
può prestarsi a speculazioni politiche, perché è chiaro e noto a tutti, a parte
i trascorsi, che il malloppo che oggi ho portato per far vedere alla stampa e
quindi che è noto a voi tutti, ha migliaia di nomi. Se il Consiglio se ne
occupasse, dovrebbe uno per uno leggere i curricula
e se noi fossimo qui da oggi fino a dopodomani, non saremmo in grado neppure
solo di valutare i curricula.
E, allora, se da parte dei colleghi i
quali sono sicuramente responsabili si ritiene che si possa su questo fare una
speculazione politica dico: benissimo facciamo i curricula, però liberiamo il Presidente che ha un obbligo di legge.
Il Consiglio può anche giocare qui e noi siamo pronti e disposti a giocare,
però il Presidente deve in altra sede esercitare i propri poteri nei termini
previsti dalla legge.
Il Consiglio può fare tutto, quindi io vi
anticipo che domani benissimo ci possiamo riunire e saremo qui, chiederò agli
uffici di portare qui le montagne di carte, perché prima di pronunciarci
vorremmo leggere e sentire i curricula
di tutti, perché vorremo fare e procedere alle nomine valutando le competenze o
la competenza.
Non basta, infatti, come diceva il
consigliere Borrello, che siano nell’elenco perché lì ci sono tutti coloro che
hanno titolo ma non tutti quelli che hanno titolo hanno competenze.
Perché, dicevo, si può essere, medici e
doversi occupare di cose di ingegneria e siccome la maggior parte sono nomine
tecniche, dobbiamo valutare la scheda tecnica, il curriculum tecnico.
Quindi, se la strada che intendete
percorrere è quella della speculazione politica noi siamo qui, valuteremo tutti
i curricula e intanto, però, io invito,
anzi consiglio al Presidente di starsi nella sua stanza e di fare le nomine,
così come gli girerà di farle, perché a questo punto neppure lui avrà la
possibilità di valutare. Anche se noi lavorassimo da ora a domani sera,
ciascuno di noi, sui curricula
separatamente per vedere, in base a quelle che sono le attribuzioni che
potremmo avere maggioranza e minoranza, di dare indicazioni più o meno esatte,
siccome questo non sarà possibile sarà libero ad libitum di fare ciò che vuole, signor Presidente.
Io personalmente avrei preferito poter
dire una mia opinione, dando una rosa di nomi nell’ambito delle competenze per
garantire una sua autonomia di scelta; però, se i colleghi della minoranza
ritengono che dobbiamo restare, qui noi resteremo qui. Se riusciremo a farle le
faremo noi, sennò le farà il Presidente, senza però che egli prenda un foglio
da nessuno, deve farle tutte lui per come gli gira per come gli fanno simpatia,
visto che non sarà in grado di valutare da solo 6 o 18 mila domande.
Amici e colleghi della minoranza, siamo
qua, vogliamo restare qua, benissimo, aggiorniamoci a domani e continuiamo la
commedia di chi adesso pretende di essere legalitario, ma in passato è stato
sempre portato a non osservare, non dico a violare questa norma.
In questo caso, vi è la certezza che gli
elenchi, i partecipanti sono infinitamente di numero superiore, vista l’ampia
diffusione che ha avuto questa cosa, magari in passato si facevano nel segreto,
venivano affissi e non pubblicati, per cui c’erano 1000 domande che si potevano
pure esaminare.
Qui, invece, abbiamo due tronconi: una
parte che scadono ora e una parte che andranno a scadere il 16. Per quelle del
16 posso anche dire che se ci mettiamo a lavorare… Però, per metterci a
lavorare dobbiamo avere gli elenchi, che però non ci sono perché gli uffici non
sono in grado di prepararli perché sono 18 mila domande.
Allora, Presidente, delle due l’una: o
responsabilmente, con quella stessa responsabilità che abbiamo dimostrato
finora, continuiamo i lavori, oppure se il ruolo è maggioranza o minoranza,
benissimo noi lo esercitiamo e il Presidente faccia ad libitum quello che ritiene opportuno di fare.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Bova. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, io
ero presente all’incontro del Presidente dell’Ufficio di Presidenza se vuole,
Presidente Pirilli, con i Presidenti dei gruppi.
Mi pare che in quella data abbiamo tutti
concordato e condiviso una ipotesi di lavoro che vedeva convocato il Consiglio
sia per oggi che per domani. Già a quella data, conoscevamo il numero di
domande presentate…
Scusi se l’interrompo, domani la seduta è
prevista per lo svolgimento delle interrogazioni.
Sì, ma voglio dire che il dopo segue il prima.
Cioè, non ho dubbi, Presidente, altrimenti penso che i cittadini, l’opinione
pubblica avrebbe una cattiva opinione del nostro lavoro.
Penso che siamo tutte persone d’onore,
nel senso che c’era prima come fatto più importante la vicenda delle nomine, ma
lo dico in maniera molto semplice. Né le osservazioni vere e reali che fa il
Presidente Pirilli hanno una valenza se le discute il Consiglio e un’altra se
decide lei, Presidente. Penso che nell’uno e nell’altro caso, perché io conosco
l’onorevole Pirilli, noi tutti siamo interessati acché si agisca con
oggettività e oculatezza, fermo restando che la legge riconosce al Presidente
quella prerogativa di cui parla l’onorevole Pirilli.
Se qualcosa interessa a me, cioè che
l’immagine e l’autorevolezza del Consiglio regionale attraverso il suo
Presidente sia la più forte possibile, non posso mai immaginare – e lo dico
senza retorica – che interessi meno all’onorevole Pirilli che l’ha votato.
Comunque, la difficoltà si pone, non viene superata sia se decide il Consiglio,
sia se decide secondo le sue prerogative il Presidente. A meno che non
riteniamo che il Presidente abbia una conoscenza dei curricula ecc., che altri a partire dall’Ufficio di Presidenza non
hanno.
Nell’uno e nell’altro caso, licenziare le
decisioni in tempi rapidi rischia di indebolire. Allora noi diciamo che
comunque il lavoro che faremo rafforzerà, qualora si renda necessario, il che è
probabile – mi segue, Presidente Pirilli? -, comunque l’oggettività, la
capacità di decidere con oculatezza per quanto è possibile.
Quindi, al di là di come si concluderà
questo lavoro, non è il far finta che uno fa una cosa o un’altra, mi auguro che
si possa procedere nei tempi rapidi possibili, vedremo domani. La scelta sarà
quella che lei ha proposto e si può fare. Se lei la propone e una maggioranza
la vota, così dovrà valutare il Consiglio. Lei stesso dovrà valutare se è
opportuno così, cioè ad un certo punto non arrivare a niente, o se pure lei,
riflettendoci autonomamente da solo o assieme ad altri colleghi, assieme a me
se vuole, qui dentro, ragionare su un percorso che non è il migliore possibile.
Quello indicato da lei, è il migliore tra quelli possibili, però, siccome
rischia di non portarci a niente, lei stesso insomma proporrà un iter che sia
più spedito, che magari non ci porterà alla conclusione ma farà vedere che
abbiamo fatto il massimo possibile e il possibile per noi significa, non so con
quanta probabilità, licenziare le proposte qui domani sera.
Se non è possibile quello, avremo
comunque lavorato senza doppi fini per evidenziare a tutti noi e alla Calabria
che abbiamo fatto tutto il possibile per e comunque io ritengo che domani
daremo in maniera trasparente come risultato di un lavoro fatto in Consiglio al
Presidente più opportunità per decidere di quanto non sia possibile per
stasera.
Con questo fine abbiamo chiesto la
convocazione di domani. Niente aggiungo e niente tolgo a quello che ha detto, a
me sembra che questo sia un modo positivo di lavorare. Se, Presidente Pirilli,
già da stasera, immaginando che sia difficile, avessimo deciso “va bene, lo fa
il Presidente”, qualcuno avrebbe potuto sospettare che chissà quale accordo
trasversale c’è, mi ha capito?
Io nel momento in cui difendo le
prerogative della minoranza, paradossalmente difendo anche le sue, perché lei
come me, credo, e la maggioranza, è interessato acché tutti capiscano che non
facciamo finta di litigare e poi chissà su che cosa concordiamo. Io sono perché
anche su questo siano trasparenti i punti di vista.
Lo faccio per difendere una prerogativa e
una funzione della minoranza, ma non mi dispiace se facendo questo, anche le
positive responsabilità della maggioranza sono difese, come quelle che saranno
perché se emergeranno altre cose che io non sto sottolineando la maggioranza se
le assumerà.
Con questo spirito e in maniera chiara
noi abbiamo posto il problema che l’aggiornamento significa proseguire domani
alle 11.00, anche perché – e termino, ho parlato già troppo e me ne scuso –
tutti noi siamo per la migliore tra le scelte possibili. Io lo sottolineo e
credo che lei lo farà sempre anche rispetto ad altre questioni aperte, perché a
volte non mi sembra che sia così, ma non volevo fare una sottolineatura
polemica ma il meglio a volte è nemico del bene. Cioè, se noi troviamo una griglia
più ampia che ci consente di dare anche al Presidente più opportunità per
decidere o se paradossalmente, come io spero, riusciamo a decidere qui dentro
sarebbe la cosa migliore.
La legge che cosa dice? Che qualcuno deve
decidere se il Consiglio non è in grado di farlo, non dice che domani comunque
il Consiglio non può decidere, dice che se non decide il Consiglio il
Presidente ha una responsabilità diretta a farlo.
Io non voglio che ci siano alibi per
nessuno, per nessuno fuori e tantomeno dentro, lo spirito è tutto positivo di
responsabilità e delle funzioni e prerogative che, ci dovete consentire, noi
abbiamo. Noi dobbiamo essere testardi fino in fondo per dimostrare a noi stessi
e a tutti – lo faremo con serietà – che noi vogliamo che si decida con le
leggi, come sono, e il più possibile che si decida qui.
Questo, voglio dire, mi auguro venga
considerato non un elemento negativo. Questo è il punto in maniera esplicita e
le ragioni per cui abbiamo chiesto l’aggiornamento a domani.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare
l’onorevole Borrello. Ne ha facoltà.
Signor Presidente, devo registrare un
fatto. Avevo fatto una domanda alla Presidenza per avere una risposta formale
in ordine al fatto se il Consiglio domani è legittimato a discutere di nomine.
Lei non solo non mi ha risposto, ma ha dato la parola ad altri colleghi…
La risposta gliela do subito. Il
Consiglio domani non è legittimato perché oggi ha esaurito le proprie
prerogative, quindi domani non posso mettere le nomine all’ordine del giorno.
Domani possiamo fare seduta per le interrogazioni.
Antonio BORRELLO. Perfetto, quindi è
esclusa questa cosa.
PRESIDENTE. Sì.
Antonio BORRELLO. Faccio un brevissimo
intervento perché io mi sforzo di comprendere…
…su questo punto, però, io non capisco la
risposta del Presidente che è formalmente legittima, vorrei che si facesse una
verifica, perché allora entro mezzanotte, stasera si dovrà decidere…
Giuseppe BOVA. …però, se lei non ha
deciso e il Consiglio decide non è che fa una cosa irregolare…
PRESIDENTE. Stiamo parlando della
giornata di domani, il consigliere Borrello ha fatto una domanda specifica
sull’ordine del giorno di domani.
…certo che scattano, non significa che
non possiamo discuterne in Consiglio.
Le chiedo scusa, Presidente, se lei anche
oggi avesse voluto decidere da solo, l’avrebbe potuto fare ed è regolare
questo, mi ha capito? Se lei oggi non l’ha voluto fare, nel senso che ha voluto
coinvolgere il Consiglio la legge che dice? Che entro mezzanotte del 4, lei
deve comunque decidere perché ha tre giorni di tempo.
PRESIDENTE. Perfetto.
Questo che significa? Che quello che ha
fatto oggi, lo può fare domani, altrimenti non l’avrebbe potuto fare nemmeno oggi.
Presidente, rifletta. Lei oggi poteva già nominare senza convocare il
Consiglio, perché quello che ha potuto fare oggi, non lo può fare domani?
Presidente, non mi deluda.
UNA VOCE. Perché domani è un altro
giorno!
PRESIDENTE. No, anche perché il Presidente
deve avere il tempo di decidere, non può improvvisare.
Giuseppe BOVA. Il mio fine non è per
nulla polemico, evitiamo di azzuffarci, le volevo evidenziare che già oggi lei…
Siccome lei ha tutto mercoledì fino a mezzanotte…
(Interruzione)
Ma non sto polemizzando.
PRESIDENTE. Aggiorniamo a domani e non
per le nomine, perché non le posso mettere all’ordine del giorno. Altrimenti
aggiorniamo il Consiglio a data da stabilire.
Giuseppe BOVA. Questo non lo può fare,
perché noi tecnicamente…
PRESIDENTE. Ma stavo discutendo con voi…
Giuseppe BOVA. … non essendoci la metà
degli assegnati…
PRESIDENTE. Domani il Consiglio prosegue,
ma non con le nomine …
Giuseppe BOVA. …o la seduta come abbiamo
deciso prosegue, o io esco non ci sono i 22 e allora…
PRESIDENTE. Onorevole Bova, non decido
nulla da solo se non sento i capogruppo.
Giuseppe BOVA. …sto parlando in positivo,
io vorrei che si capisse quello che stiamo tentando… Noi tentiamo - certo anche
per la minoranza – di lavorare per come sappiamo e per come…
Va bene, il Consiglio è aggiornato allora
a domani mattina alle 11.
Presidente, lei non può fare questo,
intanto perché mi aveva dato la parola. Ho fatto una domanda e lei mi ha
risposto. A conclusione della risposta, aggiorna il Consiglio a domani? Ma
questo non è possibile. Da lei oggettivamente questo atto di scortesia non me
lo sarei aspettato, di grande scortesia perché intanto non mi ha risposto la
prima volta, ha dato la parola all’onorevole Pirilli, ha riaperto il dibattito,
non mi dà la parola e chiude la seduta. Prendiamo atto di questo, Presidente.
La
seduta termina alle 22.10
Hanno chiesto congedo i consiglieri Fava,
Mistorni.
(Sono
concessi)
E’ stato presentato alla Presidenza il
seguente progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale:
“Istituzioni del Parco regionale della
foce del fiume Neto” (delibera numero 588 del 19.9.2000). (P.L.
n. 13/7^)
E’ assegnato alla prima Commissione –
Politica istituzionale – alla quarta – Politica ambientale – ed alla seconda -
Sviluppo economico – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono stati, inoltre, presentati alla
Presidenza i seguenti progetti di legge di iniziativa dei consiglieri:
Aiello V., Naccarato – “Disposizioni in
materia di tutela della salute e salvaguardia dell’ambiente dall’inquinamento
elettromagnetico” (P.L. n. 12/7^)
E’ assegnato alla quarta Commissione –
Politica ambientale – ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Senatore, Aiello V., Galati, Tesoriere,
Pezzimenti, Occhiuto – “Integrazione alla legge regionale 13 maggio 1996, n. 8,
recante: “Norme sulla dirigenza e sull’ordinamento degli uffici del Consiglio
regionale” (P.L. n. 14/7^)
E’ assegnato alla prima Commissione –
Politica istituzionale – ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così
resta stabilito)
E’ stata presentata alla Presidenza la
seguente proposta di provvedimento amministrativo di iniziativa della Giunta
regionale:
“Programma triennale foreste e
forestazione anni 2000-2002. Reiterazione”. Articolo 28 Statuto. (Delibera n.
591 del 19.9.2000) (P.P.A. n. 34/7^)
E’ assegnata alla quarta Commissione –
Politica ambientale - ed alla seconda – Sviluppo economico – per il parere.
(Così
resta stabilito)
Sono state, inoltre, presentate alla
Presidenza le seguenti proposte di provvedimento amministrativo d’Ufficio:
“Designazione di una terna di esperti
nelle discipline amministrative per la Commissione di controllo
sull’amministrazione regionale (art. 41 legge 10 febbraio 1953, n. 62 e art. 3
D.lgs 479/93, art. 85 del Regolamento)” (P.P.A. n. 35/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per il rinnovo del
comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) (art. 42, comma 1, lettere a/a,
a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno 1990, n. 142)” (P.P.A. n. 36/7^)
“Elezione – ai sensi dell’articolo 6,
comma 1°, lettera b), della legge regionale 5.8.1992, n. 12 - di due membri
effettivi e due supplenti nel comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) sede
centrale di Catanzaro integrato per il controllo sugli atti di enti aziende e
società della Regione in possesso dei requisiti di cui all’articolo 40 della
legge regionale numero 12/92” (P.P.A. n. 37/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per il rinnovo della
sezione di Catanzaro del comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) (art. 42,
comma 1, lettere a/a, a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno 1990, n.
142)” (P.P.A. n. 38/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per il rinnovo della
sezione di Cosenza del comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) (art. 42,
comma 1, lettere a/a, a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno 1990, n.
142)” (P.P.A. n. 39/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per il rinnovo della
sezione di Reggio Calabria del comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.)
(art. 42, comma 1, lettere a/a, a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno
1990, n. 142)” (P.P.A. n. 40/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per la sezione di
Crotone del comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) (art. 42, comma 1,
lettere a/a, a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno 1990, n. 142)”
(P.P.A. n. 41/7^)
“Elezione di quattro membri effettivi e
due supplenti, esperti nelle discipline amministrative per la sezione di Vibo
Valentia del comitato regionale di controllo (Co.Re.Co.) (art. 42, comma 1,
lettere a/a, a/2, a/3, a/4 e comma 2 della legge 8 giugno 1990, n. 142)”
(P.P.A. n. 42/7^)
“Nomina di tre membri effettivi e due
supplenti del Collegio dei revisori dei conti dell’Ente per il diritto allo
studio universitario della Calabria (Edis-Calabria) (art. 11, legge regionale
12 novembre 1984, n. 32)” (P.P.A. n. 43/7^)
“Ricostituzione Commissioni provinciali
sull’indennità di espropriazione di Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio
Calabria, Vibo Valentia di cui all’articolo 14 della legge 28 gennaio 1977, n.
10 ed alla legge regionale 31 luglio 1988, n. 17
a) nomina
per ciascuna provincia di due esperti in materia urbanistica ed edilizia;
b) nomina
per ciascuna provincia di tre esperti in materia di agricoltura e foreste su terne
proposte dalle associazioni sindacali agricole maggiormente rappresentative”
(P.P.A. n. 44/7^)
“Nomina di quattro membri di cui uno
scelto su una terna di nomi designati dall’associazione regionale allevatori
della Calabria per il Consiglio di amministrazione dell’istituto
zooprofilattico sperimentale del Mezzogiorno con sede in Portici (legge
regionale 23 gennaio 1979, n. 1)” (P.P.A. n. 45/7^)
“Nomina di un componente iscritto
all’albo dei revisori dei conti per il collegio sindacale dell’istituto zooprofilattico
sperimentale del Mezzogiorno con sede in Portici (legge regionale 23 gennaio
1979, n. 1)” (P.P.A. n. 46/7^)
“Elezione del Vicepresidente dell’ente
autonomo fiera di Reggio Calabria (art. 7, comma 4 dello statuto dell’ente
approvato con legge regionale 4 aprile 1986, n. 13)” (P.P.A. n. 47/7^)
“Nomina di tre rappresentanti della
Regione nel Consiglio generale dell’ente autonomo fiera di Reggio Calabria
(legge regionale n. 13 del 4 aprile 1986)” (P.P.A. n. 48/7^)
“Nomina di un sindaco supplente nel
Collegio dei revisori dei conti della S.p.A. “Stretto di Messina” (art. 2 legge
17.12.1971, n. 1158) (P.P.A. n. 49/7^)
“Designazione di sette membri effettivi e
sette supplenti in rappresentanza della Regione nel comitato misto paritetico
per le servitù militari – Comando Regione militare meridionale – Napoli (legge
2.5.1990, n. 104)” (P.P.A. n. 50/7^)
“Nomina del Presidente dell’azienda
forestale della Regione Calabria (Afor) - legge regionale n. 20/92” (P.P.A. n.
51/7^)
“Nomina di tre membri per il Consiglio di
amministrazione dell’azienda forestale della Regione Calabria (Afor) - legge
regionale n. 20/92” (P.P.A. n. 52/7^)
“Elezione di sei rappresentanti della
Regione nel comitato regionale per i beni culturali (D.P.R. 3.12.1975, n. 805,
art. 35)” (P.P.A. n. 53/7^)
“Nomina di undici componenti e tra questi
il Presidente ed il Vicepresidente del Comitato regionale per il servizio
radiotelevisivo (ai sensi dell’art. 2, 2° comma della legge regionale 28 marzo
1994, n. 12 in attuazione dell’art. 7 della legge 6 agosto 1990, n. 223)”
(P.P.A. n. 54/7^)
“Elezione di quattro membri per il
Consiglio di amministrazione dell’agenzia regionale per lo sviluppo e per i
servizi in agricoltura (Arssa – ex Esac) (art. 4 legge regionale 14.12.1993, n.
15)” (P.P.A. n. 55/7^)
“Elezione del Presidente dell’agenzia
regionale per lo sviluppo e per i servizi in agricoltura (Arssa – ex Esac)
(art. 4 legge regionale 14.12.1993, n. 15)” (P.P.A. n. 56/7^)
“Elezione di tre membri effettivi e due
supplenti scelti dall’albo ufficiale dei revisori dei conti per il Collegio dei
revisori dei conti dell’agenzia regionale per lo sviluppo e per i servizi in
agricoltura (Arssa – ex Esac) (art. 7 legge regionale 14.12.1993, n. 15)”
(P.P.A. n. 57/7^)
Aiello V., Crinò, Nucera, Trematerra. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla pubblica istruzione. Per sapere – premesso che:
la Regione Calabria alla fine degli anni
‘70 ha sostenuto finanziariamente un progetto scientifico dal titolo “Mafia e
tipi di Società”, promosso dall’Osservatorio sul fenomeno mafioso, operante
presso l’Ufficio del Delegato per l’educazione Permanente dell’Università della
Calabria;
su tale esigenza, l’Osservatorio ha
ottenuto in custodia dalla Regione Calabria il materiale del “Centro di
documentazione”, frutto del finanziamento iniziale erogato, ed ha proceduto al
regolare aggiornamento della documentazione ed alla realizzazione di numerosi
progetti ed interventi sul tema della legalità;
il Consiglio regionale della Calabria, in
data 15 gennaio 1986 ha provveduto a dotarsi della legge numero 2 riguardante
“Provvedimenti a favore delle scuole e delle Università Calabresi per
contribuire allo sviluppo della coscienza civile e democratica nella lotta
contro la criminalità mafiosa”, la quale legge, all’articolo 3, prevede
l’istituzione di un comitato permanente che comprende espressamente fra i suoi
membri un rappresentante del Centro di ricerca e documentazione sul fenomeno
mafioso dell’Università della Calabria;
il Consiglio regionale, nella seduta del
3/11/1997, aveva indicato quale referente scientifico per la costituzione del
“Nuovo Osservatorio” l’Università della Calabria;
la Giunta regionale, con delibera numero
6312 del 15/12/1997, ha proceduto all’approvazione del progetto di
legge di iniziativa della stessa, con all’oggetto: “Costituzione Osservatorio
Regionale Permanente sul Fenomeno della Criminalità”;
è giacente presso la terza Commissione
consiliare il progetto di legge numero 240/6A di iniziativa della Giunta
regionale, di revoca della delibera di Giunta regionale numero 6312/97;
è altresì giacente presso la stessa
Commissione consiliare il progetto di legge, di iniziativa della Giunta
regionale numero 231/6A, con all’oggetto: “Osservatorio sul fenomeno della
criminalità”;
la Giunta regionale nella seduta del 14
maggio 1999 con delibera numero 1515 avente ad oggetto: “Osservatorio Regionale
per la lotta contro il crimine organizzato” ha proceduto alla costituzione
dello stesso;
dalla lettura della delibera di Giunta regionale
numero 1515 non emerge alcun riferimento normativo di aggancio della stessa
alla legislazione regionale vigente in materia;
alla luce degli atti in possesso degli
scriventi, parrebbe esistere una concreta discrasia fra i diversi provvedimenti
in atti -:
se la costituzione dell’Osservatorio
Regionale per la lotta contro il crimine organizzato per come avvenuto con la
delibera di Giunta regionale numero 1515 del maggio 1999 e gli atti
conseguentemente adottati consentano allo stesso di poter operare legittimamente.
(24; 19.9.2000)
Aiello V., Naccarato. Al Presidente della Giunta regionale e
all’assessore alla sanità. Per sapere – premesso che:
il Centro Studi della Microcitemia di
Cosenza, sin dalla sua istituzione nel lontano 1957, ha svolto ininterrottamente
per oltre 40 anni attività di ricerca, di prevenzione e di assistenza,
ottenendo notevoli e qualificati risultati e riconoscimenti scientifici;
l’attività scientifica del Centro è
testimoniata da oltre 300 lavori di livello nazionale ed internazionale con
conseguenti pubblicazioni su riviste italiane ed estere;
nel giro di pochi anni il Centro è
assurto a punto di riferimento, cui si rivolgono strutture sanitarie,
ospedaliere ed Università;
collabora con importanti e qualificati
Centri di ricerca internazionali;
le attrezzature e le strumentazioni,
delle quali il Centro è dotato, sono tra le più moderne e sofisticate che un
laboratorio che opera nel campo biochimico-ematologico e genetico molecolare
deve avere;
il Centro, sin dalla sua istituzione è
allocato presso il Presidio Multizonale di Prevenzione;
l’Asl numero 4 di Cosenza, con propria
deliberazione, aveva manifestato la disponibilità ad accoglierlo formalmente
nella sua Azienda circa quattro anni or sono;
il funzionamento del Centro è stato
assicurato sin dal passaggio delle competenze dal Ministero della Sanità agli
Istituiti Enti Regionali dalla Regione Calabria mediante regolare convenzione;
da oltre un biennio, la Regione ha
ritenuto di non poter più stanziare il relativo fondo di finanziamento, in base
a sopravvenuti regolamenti gestionali per i quali tale materia diventava di
competenza dell’Asl presso la quale il Centro operava;
il Centro, pur in tali gravi situazioni
finanziarie, ha continuato la sua opera, il tutto grazie alla encomiabile
disponibilità del personale che vi opera;
alla fine del mese di gennaio, il Centro
è stato costretto a sospendere la sua attività per mancanza assoluta di risorse
finanziarie;
all’Azienda ospedaliera di Cosenza, in
data 06/02/1998, venne trasferito il Centro di Studi sulla Microcitemia e la
stessa Azienda con delibera numero 198 istituì un servizio di Microcitemia;
la delibera numero 198 dell’Azienda
Ospedaliera di Cosenza, ha trovato accoglienza da parte della Giunta regionale
che formalizzava con proprio atto numero 1907 del 20/03/1998 e con successivo
atto numero 7045 del 1/12/1998 il trasferimento diretto del personale del
Centro di Studi della Microcitemia alla dipendenza dell’Azienda Ospedaliera di
Cosenza;
l’Azienda Ospedaliera di Cosenza, soltanto
in data 17/01/2000 con delibera numero 34 ha disposto il trasferimento,
subordinandone lo stesso alla copertura finanziaria già per altro quantificata
nella spesa del bilancio regionale dell’esercizio finanziario 2000;
è superfluo sottolineare che l’interruzione
di tale servizio ha creato e crea ancora oggi notevoli disagi ed il suo
perdurare vanificherebbe i risultati ottenuti;
è impensabile quindi che un patrimonio
così importante di strutture, di personale altamente e specificatamente
qualificato ad alto livello e di non comune competenza, possa essere disperso
per problemi di carattere procedurale fra i competenti Enti Sanitari Regionali
-:
quali sono i reali motivi che hanno
determinato tale incresciosa situazione;
quali sono le iniziative che il Governo
regionale ha assunto o intende assumere per riportare a normalità ed efficienza
la situazione sopra descritta.
(25; 19.9.2000)
Guagliardi. Al Presidente della Giunta regionale e all’assessore alla forestazione.
Per sapere – premesso che:
dal mese di maggio il territorio boschivo
calabrese è devastato da un numero indefinito di incendi, per la gran parte di
natura dolosa;
nonostante l’impiego di elicotteri per
l’avvistamento di incendi, tale servizio non è stato in grado di prevenire ed
intervenire adeguatamente per evitare l’estendersi dei fuochi;
l’utilizzo aereo di elicotteri e Canadair
per lo spegnimento dei fuochi è stato del tutto insufficiente per l’effetto
ombrello delle grandi distese di conifere;
gli incendi, scoppiati come se un occulto
disegno strategico ne avesse disegnato tempi, modalità e numeri, sono stati
favoriti dall’enorme quantitativo di legname vecchio e secco, del quale i
boschi andrebbero sistematicamente ripuliti;
insufficiente è stata anche l’azione di
intervento degli operai forestali adibiti dall’Afor a tale servizio;
il danno ambientate ed economico
determinato dal fuoco è di valore incalcolabile per l’intera economia calabrese
-:
quanti ettari di bosco e di macchia mediterranea
sono stati colpiti dal fuoco negli ultimi quattro mesi;
quanti incendi sono stati censiti e tra
questi quanti sono stati accertati di origine dolosa;
quante sono state le ore di volo
effettuate da elicotteri e Canadair e quanti sono stati i voli da essi
effettuati;
se l’attività di Canadair ed elicotteri è
gestita direttamente dall’Ente regione, o se si ricorre a contratti con società
privata per il servizio aereo antincendio;
il nome delle società prestatrici del
servizio, qualora la Regione abbia affidato l’opera di spegnimento a privati,
le modalità contrattuali e l’entità delle somme spese nell’ultimo triennio e
quelle relative alla stagione ancora in corso;
il numero di operai forestali utilizzati
dall’Afor per le squadre antincendio, le somme stanziate per tale servizio e la
distribuzione delle stesse, le modalità di utilizzo di attrezzature e mezzi di
trasporto per il servizio si avvistamento e prevenzione;
se non ritiene urgente una immediata
discussione in Consiglio regionale per affrontare un tema così importante come
la salvaguardia del patrimonio boschivo calabrese, l’utilizzo dei lavoratori
forestali calabresi, dei lavoratori dal fondo sollievo di disoccupazione, alla
luce soprattutto di un urgente intervento nel settore, resasi necessaria dal
fallimento delle politiche realizzate nel passato.
(26; 8.9.2000)
Borrello. Al Presidente della Giunta regionale. Per sapere – premesso che:
con delibera della Giunta regionale
numero 495 del 17 luglio scorso sono state avviate le procedure per la scelta
dei componenti della struttura operativa di Agenda 2000 (10 program manager; 5
projet manager territoriali e 6 specialisti trasversali), chiamati poi ad
essere i principali protagonisti nella gestione degli investimenti;
la scelta dei soggetti di cui sopra deve
avvenire attraverso procedure di evidenza pubblica;
per la selezione delle figure indicate la
Giunta regionale su proposta del Presidente ha istituito un comitato di
selezione presieduto dal dottor Mamone, magistrato in pensione;
in data 31 luglio la Giunta regionale
sempre su proposta del Presidente ha modificato detta delibera sostituendo il
citato dottor Mamone con il dottor Felice Maria Filocamo anch’egli magistrato
in pensione;
quest’ultimo sembra essere il fratello
dell’assessore alla sanità in carica, onorevole Filocamo;
se così fosse saremmo in presenza di una
anomalia mai registrata nella storia della Regione Calabria;
nulla avendo da eccepire sulle qualità
della persona, comunque sarebbe inopportuna la scelta che assumerebbe evidenti
limiti di incompatibilità morale;
anche elementi di dubbia legittimità
risiederebbero nell’atto deliberativo in questione nella ipotesi di assenza del
visto di regolarità da parte del dirigente responsabile che stranamente non
compare sull’originale del provvedimento ma viene richiamato nella parte
descrittiva -:
sulla scorta di quali principi e criteri
predeterminati ha proposto la individuazione dei soggetti chiamati alla
selezione dei componenti della struttura operativa di gestione di Agenda 2000;
quale dirigente responsabile avrebbe
apposto il visto di regolarità sulla delibera numero 431/2000 con la quale è
stato nominato il dottor Felice Maria Filocamo;
se è vero che quest’ultimo è il fratello
dell’assessore in carica onorevole Filocamo;
se, in caso affermativo, non ritiene di
dover procedere alla revoca della nomina per evidenti motivi di incompatibilità
morale.
(27; 2.10.2000)